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di habanerossosangue
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ritardi ***
Capitolo 2: *** colpe ***
Capitolo 3: *** imbarazzo ***
Capitolo 4: *** figlia ***
Capitolo 5: *** addio ***
Capitolo 6: *** auguri ***
Capitolo 7: *** attrazione ***
Capitolo 8: *** sogno ***
Capitolo 9: *** notizie ***
Capitolo 10: *** promessa ***
Capitolo 11: *** vendetta ***
Capitolo 12: *** mattino ***
Capitolo 13: *** rabbia ***
Capitolo 14: *** sorriso ***
Capitolo 15: *** disordine ***
Capitolo 16: *** morti ***
Capitolo 17: *** notte ***
Capitolo 18: *** calci ***
Capitolo 19: *** squadra? ***
Capitolo 20: *** prima volta ***
Capitolo 21: *** meraviglioso ***
Capitolo 22: *** ferita ***
Capitolo 23: *** visita ***
Capitolo 24: *** allenamenti ***
Capitolo 25: *** proposta ***
Capitolo 26: *** mostro ***
Capitolo 27: *** hokage ***
Capitolo 28: *** kyuubi ***
Capitolo 29: *** brutti sogni ***
Capitolo 30: *** Natale ***
Capitolo 31: *** Capodanno ***
Capitolo 32: *** sopravvivenza ***
Capitolo 33: *** matrimonio ***
Capitolo 34: *** amore ***



Capitolo 1
*** ritardi ***


Stava aspettando da più di due ore, seduta con un bicchiere di vino in mano, con la  loro tavola apparecchiata della loro cucina e con il suo piatto preferito ormai freddo più del tempaccio che c'era a Konoha. Come mai era così in ritardo? 
Tutti sapevano che la pazienza di Sakura era grande quanto un cucchiaio, soprattutto se la causa della sua alterazione era Naruto.
Infatti, non ci pensò nemmeno due volte a prendere il cucchiaio di legno in uno dei cassetti della cucina appena sentì il rumore delle chiavi inserite in una serratura. 
Con poche falcate e con la bocca serrata per la rabbia, si piazzò all'entrata del piccolo appartamento (casa del suo vecchio compagno di team). Appena fece capolino la sua vittima, assunse il suo solito cipiglio severo e posizionò le mani sui fianchi tenendo saldamente in pugno la sua arma purtroppo, secondo lei, poco funzionale per il suo intento di dargliene quattro a quell'idiota che si ritrovava come fidanzato.
«Ma lo sai che ore sono?! è quasi mezzanotte, testa quadra! Ti ho aspettato per tutto questo tempo! Avevi detto che tornavi per cena!» 
Gli urlò contro tirandogli il cucchiaio di legno in testa. Lo vide ridacchiare sotto i baffi mentre si toglieva la giacca da Hokage e la gettava incurante sul comodino vicino alla porta d'uscita. Con un sorriso stampato sul volto, abituato ormai al modo manesco di Sakura, la strinse a sè senza badare alle sue mani che cercavano di staccarselo di dosso. Alla fine, si arrese a quell'abbraccio e smise di opporre resistenza sentendo il respiro di lui sul collo.
«Scusa Sakura-chan. Prometto che domani sarò puntuale.»

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Capitolo 2
*** colpe ***


Era seduto sul punto più alto di Konoha, dove i suoi occhi stanchi potevano raggiungere ogni punto che rimaneva del villaggio. Niente lo rendeva tranquillo, nemmeno sedersi sulla testa di suo padre e ammirare il cielo apparentemente sereno. I suoi sensi erano sempre allerta in caso di attacco nemico. Non dormiva decentemente quasi da un mese. Il suo olfatto non percepiva più quell'odore di fiori appena sbocciati ma solo quello di incendi appena spenti, di cadaveri lasciati troppo al sole, di sangue marcio mischiato a quello fresco. Odore di odio e morte aleggiava nell'aria che aveva respirato per sedici anni. Udì il rumore di passi familiari raggiungerlo fino a fermarsi accanto a lui. Di sottecchi vide la figura di una ragazza che silenziosamente, anche lei, cominciò a osservare le stelle brillare attorno alla luna.
«Ti stanno cercando tutti. Vogliono sapere come stai.»
Rimase in silenzio per qualche secondo a quella sottintesa richiesta di ritornare dagli altri shinobi per raccontare, di nuovo, l'evento di quella mattina. Ma un macigno gli schiacciava lo stomaco impedendogli di alzarsi in piedi.
«Adesso non ho voglia di ritornare.»
«Si, lo so. Ho detto loro che stavi dormendo su un ramo di un albero, di lasciarti riposare.»
Spontaneamente le sue labbra si curvarono in un sorriso. Sakura intuiva sempre quello che gli passava per la mente. Si sedette accanto a lui guardandolo con aria preoccupata.
«La morte di Neji. Non è stata colpa tua.»
«No, certo che no. In fondo è solo morto per salvarmi la vita.»
Non ribattè. Sakura sapeva il peso di tutte le morti di quella guerra che si stava portando sulle spalle. Ma cosa poteva fare lei? Lei che in quei giorni si sentiva più inutile di un quadro appeso al muro.
«Cosa posso fare, Naruto? Dimmelo.»
Prese un grosso respiro, chiuse gli occhi e gli rispose, arrossendo leggermente. 
«Cercare di rimanere viva. Solo questo. Non reggerei la tua perdita.»
Incrociarono per un secondo i loro sguardi per poi ritornare a guardare le nuvole grige che sovrastavano il cielo. Quante probabilità c'erano di sopravvivere alla Quarta Guerra Ninja? tre su dieci?
«Vedrò quello che posso fare.»

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ANGOLO AUTRICE:

Eccomi di nuovo. Ho aggiornato subito anche perchè avevo questa scena in testa da settimane e non vedevo l'ora di scriverla. Oltre questo vi ringrazio per le recensioni ricevute. Spero che anche questo piccolo momento durante la guerra vi sia piaciuto. Credo che anche gli altri capitoli li aggiornerò presto anche perchè ho mille idee. Adesso sto scrivendo troppo. Ciao.
xx noe

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Capitolo 3
*** imbarazzo ***


Anche se era da poco finita la guerra Naruto continuava ottusamente ad allenarsi tutti i giorni perchè: 'come futuro Hokage non posso permettermi di oziare'. Ma più Sakura gli ribadiva che non era solo il fisico a rendere un'Hokage potente, più lui faceva finta di non sentire le sue parole. Esausta lei stessa al solo pensiero che Naruto si stava allenando, un giorno, decise di prendersi il pomeriggio libero all'ospedale per regalargli una bella tirata d'orecchie. 
Lo vide combattere contro un'avversario immaginario e senza indugi lo costrinse ad allontanarsi per un pò da quel luogo desolato.
«Non puoi andare avanti così, Naruto! Devi riposarti qualche volta! Non ti rendi conto che stai cominciando ad isolarti da tutti?!»
Stavano camminando lungo la strada principale di Konoha, mentre la gente che passava per caso li guardava sorridendo sotto i baffi conoscendo  da tempo il rapporto che avevano i due giovani: lei che gli urlava contro e lui, pochi passi più avanti, con le mani dietro la testa, che guardava il cielo senza badare a dove mettesse i piedi. Ed era quello che stava succedendo proprio in quel momento, la solita routine pomeridiana che regalavano agli abitandi del villaggio.
«Va bene. Non mi allenerò per il resto della settimana. Che ne dici di andare da Teuchi per un appuntamento?» disse cambiando subito discorso.
«No!»
«Eh dai Sakura-chan! Solo per questa volta poi non te lo chiederò più!»
«Ho detto: no!»
Sbuffò rumorosamente per poi allontanarsi da lei di qualche altro passo. Dopo tutto quel tempo ancora era ostinato ad avere un appuntamento con lei? Ma tutti sapevano che Naruto Uzumaki non si arrendeva mai anche se si trattava di donne. Tra l'altro, dopo tutto quello che aveva fatto per lei, dopo il rapporto che si era creato in quegli ultimi anni, perchè lei continuava a rifiutarlo? abitudine?
Gli corse accanto e, arrossendo, strinse la  sua mano. La guardò sorpreso con le guance leggermente rosse per quel gesto improvviso e vide i suoi occhi che si posavano su una persona o un oggetto ad un'altro tranne che su di lui . Più felice che mai, con un sorriso che andava da un lato all'altro del volto, l'avvicinò di più a sè per lasciagli un tenero bacio tra i capelli. Lei in risposta diventò ancora più rossa, maledicendolo tra i denti e sbattendosi la mano sulla fronte. Naruto sorrise di gusto mentre, con il cuore che batteva a mille, la trascinava per arrivare al più presto al locale.
«Forza, aumentiamo il passo, ho una fame trementa e oggi la seconda ciotola di ramen è gratis!» 

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ANGOLO AUTRICE:

Come promesso ho subito aggiornato. Ve l'ho già detto ho mille idee in testa per la mia otp che non so quale scrivere per prima lol Comunque sinceramente non credo di essere riuscita a descrivere l'imbarazzo di Sakura a fare quel gesto, ma aspetto lo stesso delle recensioni che mi possano dare consigli per migliorare e anche positivi. Ringrazio tutti quelli che seguono questa raccolta  e per le precedenti recensioni (:
xx noe

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Capitolo 4
*** figlia ***


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Naruto Uzumaki: forza portante del demone a nove code, il Kyuubi; ragazzo troppo movimentato e troppo chiassoso; stupido, testa quadra, ritardato e maldestro; molto dolce, premuroso, solare e puro di cuore; cresciuto nel grande villaggio della Foglia, figlio del Quarto Hokage, Minato Namikaze e del precedente Jinchuriki, Kushina Uzumaki; meglio conosciuto, da un paio di anni, come l'eroe del mondo Ninja e soprattutto come sesto Hokage di Konoha. Conosciuto in ogni villaggio, famoso per la sua potenza nel combattimento e ammirato da ogni ragazza per il suo bellissimo aspetto. Purtroppo -o forse no- già occupato. Richiesto per ogni evento e disagio che ci possa essere nel villaggio o fuori, sempre occupato con scartoffie da leggere, correggerle in caso di errore e in fine firmarli. Aiutato solo dal suo vecchio maestro e ogni tanto da un suo pigro amico. Era perennemente con la testa china su fogli e pergamene nel proprio ufficio o nella sala conferenze con jounin, AMBU e i propri consiglieri; sempre in contatto con gli altri Kage per verificare le situazioni economiche, commerciali e sociali. 
Ma da mesi aveva programmato quella giornata libera da impegni di Hokage ed eroe del villaggio. L'unico lavoro che aveva da svolgere quel giorno era fare -o almeno provarci- il buon marito. Ma questo compito era a livelli troppo elevati persino per colui che ha sconfitto il-più-grande-nemico-di-tutti-i-tempi. Sembrava un bambino di otto anni imbambolato davanti ad un scaffale di un negozio pieno di giocattoli che faceva scorrere gli occhioni azzurri su un gioco all'altro senza, però, riuscire a decidere quale comprare. Le infermiere parlavano a raffica senza che Naruto riuscisse a comprendere una frase si senso compiuto. Solo qualche parola arrivava alle sue orecchie, parole a lui sconosciute non avendo studiato medicina o qualcosa collegato ad essa. Il dottore dettava ordini su ordini, alzando la voce quando perdeva la pazienza a causa delle assistenti che non gli porgevano velocemente gli strani strumenti da lui richiesti.
Un'altro urlo lancinante sovrastò quel trambusto di parole, mentre un'infermiera dava consigli alla paziente cercando di farsi sentire al di sopra delle grida.
«Respira! Fai dei respiri profondi!»
Si avvicinò cautalmente a Sakura, sdraiata in quel letto d'ospedale, a gambe divaricate pronta a dare alla luce il loro primo figlio. La guardò smarrito non sapendo per la prima volta cosa doveva fare. Stava diventando sempre più bianco per l'odore di sangue che cominciava a dominare sopra quello di alcool e disinfettante della stanza. Si era come paralizzato alla vista di sua moglie così tanto agonizzante, mentre il sudore gli bagnava il viso e anche un pò i capelli. Era passato solo qualche secondo da quando era iniziata l'operazione e in quel piccolo arco di tempo era rimasto immobile in un angolo senza muovere un muscolo, troppo impaurito dal combinare qualcosa che poteva nuocere a sua moglie o al bambino. Un urlo acuto lo risvegliò dallo stato di trance e la sua mano automaticamente strinse quella di Sakura. La sua stretta era forte più del previsto e cercò di non gemere dal dolore. Il suo sguardo era concentrato sul volto della moglie che irrimediabilmente era coperto da uno strato di sofferenza. Mentre si scopigliava nervoso i capelli, si girò verso il medico che scrupolosamente armeggiava quegli aggeggi verso la parte più segreta della sua amata che fino ad allora solo lui aveva visto. Si era passato il braccio sulla fronte per cacciare il sudore e con quel gesto Naruto potè notare i guanti in lattice ricoperti di sangue. Sgranò gli occhi a quella vista e con l'altra mano si aggrappò alla testiera del lettuccio. Le gambe improvvisamente non riuscivano più a reggere il suo peso. 
«No, cara. Non ci siamo. Devi spingere più forte!» disse il medico chinandosi nuovamente sotto il lenzuolo che la copriva dal bacino in giù. 
«E' normale che perde così tanto sangue?» chiese Naruto inquieto.
«Ovvio che è normale! Ma questo idiota che ci fa qui?!» rispose bruscamente un'infermiera che, spostandolo igniettò con una piccola siringa un liquido blu nel braccio di Sakura.
La guardò minaccioso per poi ritornare a stringere la mano della moglie. Si chinò di poco verso di lei, mentre con una mano toglieva dalla fronte i capelli che gli si erano appiccicati sulla fronte.
«Forza Sakura-chan. Spingi più che puoi così tutto questo finirà presto!»
E anche se afferrò bruscamente il marito per il colletto guardandolo in cagnesco, obbedì all'ordine cercando di far terminare al più presto quella pena.
«Ecco, brava, così! Riesco a vedere la testa!»
Finalmente dopo quelli che sembravano giorni, un pianto echeggiò nella stanza immediatamente calata nel silenzio, mentre le infermiere si affrettavano a lavare il bambino sporco di sangue. 
Era diventato padre. A soli 23 anni, a solo un'anno dal suo matrimonio e due anni di Hokage, era diventato padre. La circolazione del sangue rallentò di colpo, l'ossiggeno veniva meno e il cuore perdeva battiti al minuto. Guardò Sakura versare lacrime di felicità e sollievo, sorridere e che cercava di alzarsi, impedita da una delle assistenti del dottore, per vedere il figlio. 
«Vi comunico che è una femminuccia!» disse l'infermiera porgendo delicatamente il piccolo fagotto alle braccia aperte della madre.
Prese tra le braccia sua figlia e altre lacrime gli rigarono il viso mentre, con un sorriso sulle labbra, guardava quel piccolo volto angelico. Alzò lo sguardo verso Naruto entusiasto quanto lei di quella nascita.
«Vuoi tenerla?»
Gli brillarono gli occhi a quella richiesta. Lentamente prese quella piccola e delicata creatura e cautamente la strinse a sè in modo da poter vedere il volto che fino a quel momento non era riuscito a scorgere. Spontaneamente gli sfuggì una piccola risata guardando gli occhi identici ai suoi osservarli con curiosità e i capelli rosa che sfuggivano ribelli fuori dalla copertina. Le lacrime scesero senza controllo. Era la cosa più bella che avesse mai visto.
«Sakura-chan ... è bellissima
Dopo che le infermiere la ripresero per dei semplici controlli, si avviccinò a Sakura e la baciò numerose volte sulle labbra e in diverse parti del viso, mentre entrambi ridevano per il giorno più bello della loro vita.
«Grazie ... grazie ... grazie Sakura-chan. Ti amo ... vi amo ...»

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Capitolo 5
*** addio ***


Aveva preso la sua decisione, niente e nessuno l'avrebbe più fermato, soprattuto adesso che era ad un passo dal ritrovarlo, dal riportarlo finalmente a casa. Aveva giurato non solo a lei ma anche a se stesso che sarebbe riuscito a salvarlo dall'odio e dalla vendetta. Sentimenti con cui, più di una volta, aveva dovuto lottare e ignorarli, per non farsi sovrastare e quindi cedere al Kyuubi. Era eccitato al solo pensiero di rivederlo dopo tanto tempo, di riparlarci, di combattere nuovamente insieme a lui. Perchè Naruto era pienamente cosciente che la sua anima era strettamente e irrimediabilmente legata a quella di Sasuke sin da quando era ragazzino. Era il suo migliore amico. Era suo fratello.
La sua copia l'aveva avvistato. Le loro strade si erano incontrate tra un ramo e l'altro, per un breve periodo i loro sguardi di incrociarono, Naruto sorpreso, Sasuke irritato e con eleganza la sua katana trapasso la gola della copia.
Era pronto per inseguirlo, per raggiungerlo. Ma c'era un cosa che non lo faceva partire. Era lei. Era sempre stata lei la causa delle sue insicurezze e incertezze. Era completamente e incondizionatamente dipendente da lei. Sapeva che avrebbe usato tutta la sua forza per impedirgli di andare o convincerlo a portarla con sè. Ma non poteva. Non voleva che l'ultima cosa che avrebbe guardato prima di lasciare la vita terrena fosse stato il viso di lei ricoperto di sofferenza. Perchè sia lui che Sasuke sapevano che nessuno sarebbe sopravissuto allo scontro finale.
Con un macigno nel petto andò verso la postazione dei ninja-medici, troppo piccola per ospitare tutti quei feriti. La vide in fondo alla tenda insieme agli shinobi di altri villaggi, con i capelli legati in una coda mal fatta, con alcune ferite che ricoprivano le braccia e con la stanchezza incisa nel suo sguardo. Ma sapeva che era forte, che era molto forte, e che quindi anche senza di lui, in qualche modo, se sarebbe andava avanti.
La sua determinazione di concludere quella faccenda il più velocemente possibile scoparì in un battito di ciglia quando si ritrovò dietro di lei. Ecco l'unico senso di colpa impossessarsi del suo corpo: conquistarla e farla sua per sempre. Sentì la gola pizzicargli e le forze arrivargli meno.
«Sakura ...»
Si girò di colpo presa dallo spavento.
«Naruto! E' successo qualcosa? No, prima di devo dire un cosa importate! Non sai che notizia! Questa volta credo proprio che abbiamo una speranza di vincere o almeno di essere in vantaggio. Il padre di Shikamaru e Ino ...»
E mentre gli spiegava piani e strategie che in quel momento per lui non significavano niente, l'osservava. Guardava il suo modo di parlare veloce, ma chiaro da comprendere, il modo in cui ogni tanto gesticolava, il modo in cui la sua espressione cambiava a ogni frase che diceva, il modo in cui le sopracciglia si aggrottavano. E guardando tutto quello che ha sempre amato di lei, guardando l'unica cosa che aveva veramente amato con tutto se stesso non riuscì a fare a meno di sorridere.
«Che hai da ridere?»
Prendendola per la nuca l'avvicinò e le diede un dolce bacio sulla fronte per poi poggiare dolcemente la sua. Vide di sottecchi che arrossiva visibilmente e un'altro sorriso sfuggi dalle sue labbra, mentre veniva spinto bruscamente per allontanarlo. 
«Devi sopravvivere a questa guerra, Sakura-chan. Ci siamo intesi?»
Lo guardò con un gran punto interrogativo nello sguardo, mentre inutilmente cercava di dire qualcosa. 
«Prenditi cura di te, mi raccomando. Salutami anche gli altri ... Addio ...»
Con un gesto fulmineo corse fuori dalla tenda pronto a combattere e pronto a morire, lasciando Sakura crollare sulle proprie ginocchia, le lacrime che rigavano senza sostegno le guance arrossate e incapace di rielaborare, di accettare, quello che era appena successo.

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ANGOLO AUTRICE:

Da quanto tempo è che non aggiornavo? Mi scuso per questo enorme ritardo ma ho avuto molti impegni sia scolastici che non. Chiedo scusa in anticipo per i pessimi errori. Era da tanto che volevo scrivere questa piccola scena, ma non avendo una gran tecnica di scrittura (?) non credo che sia uscito un gran capitolo. Comunque ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite, ricordate e preferite. Grazie davvero. Gradirei molto delle piccole recensioni per sapere se devo migliorare qualcosa o anche solo sapere che il capitolo sia piaciuto. 
P.S. ultimamente ho cambiato nickname ero 'loganlerman' adesso sono 'habanerossosangue' e credo anche di cambiare il titolo della raccolta anche perchè questo non mi convince più
Alla prossima
xx noe

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Capitolo 6
*** auguri ***


Il cielo cominciava a schiarirsi. La pallida luce del sole cominciava a mano a mano a crescere da dietro le alte montagne.
L'alba significava la fine di un giorno e l'inizio di un'altro. Doveva simboleggiare la speranza di un miglioramento, di una nuova vita. Ma nemmeno Madre Natura riusciva ad incoraggiare i giovani guerrieri  che erano schiacciati da un peso sulle spalle più pesante della loro stessa vita. Naruto osservava quel lento sorgere del sole e si cullava a quella magnifica visione dimenticandosi del disastro che incombeva nel mondo. Voltò le iridi azzurre alla figura accanto a lui, sdraiata sulla fresca erba, appisolata da qualche ora. Sakura non volle tornare nella propria tenda temendo di non riuscire a soccorrere qualche ninja delle truppe di difesa notturne e lui, non sentendosela di lasciarla sola, le fece compagnia portandola in quella collina ad ammirare il cielo stellato. La guardò attentamente e un peso al petto gli bloccò il respiro. Lo tormentava quel corpo fragile, martoriato dalle numerose lotte; debole dall'enorme quantità di cackra che usufruiva per curare i feriti; rovinato dalla brutalità di quella guerra che non guardava in faccia nessuno avendo solo sete di carne e sangue.
Delicatamente le scostò un ciocca che, ribelle, le copriva il viso. A quel tocco leggero la jounin aprì gli occhi, leggermente infastiditi dalla luce del sole. Si ritrovò due iridi azzurre ad osservarla con un tenero sorriso e, rossa in viso, si issò a sedere.
«Mi sono addormentata. Potevi svegliarmi!»
«E' da giorni che non ti riposavi. E poi, mi piace guardarti dormire.»
Rimasero in un silenzio imbarazzante finchè il sole non si mostrò completamente da dietro le montagne. 
«Ed inizia un'altro giorno...» sussurò Sakura più a se stessa che al compagno. 
Silenziosamente Naruto andò ai piedi di un albero e staccò dal ramo un piccolo fiore bianco appena sbocciato. Si inginocchiò davanti a lei e dolcemente lo mise dietro l'orecchio, togliendole quei capelli davanti al volto stanco. 
«Tanti auguri Sakura-chan. Mi dispiace che passi il tuo ..»
Senza nemmeno terminare la frase, le braccia di Sakura gli circondarono il collo. 

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ANGOLO AUTRICE: 

Mi scuso per il terribile ritardo, ma sono stata impegnata tra scuola, progetti e famiglia. piccola scena fluff nata tipo ... cinque minuti fa! Mi sono ricordata che domani sarà il compleanno di Sakura e mi sono praticamente obbligata di postare un nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto! accetto ogni recensione! 
P.S. Nel caso non aggiornassi vi auguro adesso una buona Pasqua c: 
xx noe

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Capitolo 7
*** attrazione ***


Naruto non si sarebbe mai stancato di baciare sua moglie. Labbra morbide e carnose, col taglio delicato, rosse dopo che si divertiva a mordere facendola di conseguenza alterare. A distanza di anni il piacere di assaggiare il sapore di quelle labbra non era per niente scemato. Sakura poteva anche avere in bocca il sapore del caffè che beveva in continuazione e che lui non sopportava, poteva anche non essersi lavata i denti dopo aver mangiato; poteva avere le labbra screpolate o spaccate per il freddo ma rimaneva ugualmente attratto da esse.
La baciava con quella passione che era stata assopita da troppo tempo. La toccava come se si fosse scordato il corpo di sua moglie e la stuzzicava scompigliandogli i lunghi capelli legati in una perfetta treccia o mordendola in una qualsiasi parte sensibile, sapendo che lei avrebbe fatto lo stesso facendolo eccitare ancora di più. 
La stese sul divano posizionandosi di sopra facendo attenzione a non schiacciarla, scese a baciarle il collo fino ad arrivare alla spalle, dove le scese la spallina della canottiera nera che indossava. 
«Nar..uto..» 
E dopo sentendo quella supplica di fermarsi, dopo aver sentita quella voce rotta dall'emozione, non capì più niente. Si tolse la maglietta a maniche corte buttandola a terra tornando poi a catturare le sue labbra. Infilò le mano dentro la canottiera di lei, mentre si faceva spazio in mezzo alle sue gambe, accarezzando, poi, la pancia non più completamente piatta.
«Per tutti i Kage! Non in casa vi prego! Soprattutto quando ci sono io!»
Alzarono entrambi la testa di scatto rossi in pò in volto, ma scoppiando a ridere un secondo dopo. Il figlio quindicenne era appena tornato a casa dall'allenamento del suo team. 
«Minato...perchè non stai fuori casa per altre due orette? Sai ... io e tua madre ...»
«Eeeww no, non voglio saperlo! Mamma mia che schifo!»
Disse il figlio sbattendo la porta d'uscita con le labbra curvate in una smorfia. 

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ANGOLO AUTRICE:

Scena immaginata tempo fa e praticamente i protagonisti hanno tra i 35 - 40 anni. Volevo descrivere che gli anni passato ma l'amore di Naruto verso Sakura non è cambiato di una virgola. Vabbè oltre questo spero vi sia piaciuto. Mi raccomando aspetto recensioni! Ringrazio poi chi segue la raccolta e chi l'ha messa tra le preferite e le ricordate. Alla prossima! 
xx noe

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Capitolo 8
*** sogno ***


Correva, correva contro vento facendo quasi lacrimare gli occhi azzurri. Correva, finalmente, non per scappare da qualcuno che lo seguiva dei guai che aveva combinato; non per scappare dai suoi problemi, per scappare da coloro che lo squadravano da capo a piedi rivolgendogli orribile parole e non tanto meno stava correndo per andare a combattere contro qualche nemico. Correva di strada in strada, saltava da tetto a tetto per contentezza, per gioia, per felicità. E mentre correva non riuscì a trattenere una forte risata - un urlo - che echeggiò per tutto il villaggio facendo voltare quelle facce ormai conosciute verso di lui fregandosene che probabilmente lo stavano riempendo di insulti. Si catapultò in una stradina e cominciò a correre sempre più veloce, non sentendo più i piedi che toccavano terra. All'improvviso cadde malamente a terra a faccia avanti e prima ancora che riuscisse a capire con chi si fosse scontrato un forte pugno gli arrivò in piena nuca.
«Shannaro! Sei impazzito?!»
«Sakura-chan! Non sai che notizia!»
Si alzò correndo verso di lei, le avvolse le braccia intorno alla vita e l'alzò come se fosse un giocattolo. 
«Diventerò Hokagee! Dinveteròò Hokageeee!» disse urlando e cantando mentre girava e saltava avendo ancora Sakura tra le braccia.
«Sono felice per te, Naruto! Ma ... mettimi giù! Mi stai stringendo troppo!»
Prima di obbedire Naruto le mollò un sonoroso bacio sulla guancia facendola arrossire vistosamente. Notando, poi, il suo pugno alzato girò i tacchi e riprese a correre continuando a ridere a squarciagola.
«baka!» disse mentre toccava la guancia che ricevette il bacio. 

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Capitolo 9
*** notizie ***


Era entrata spalancando la porta e facendola sbattere contro il muro, quasi rompendola del tutto. Con i corti capelli rosa spettinati e rossa in volto, si reggeva tenendo le mani sulle ginocchia per riprendere un pò di fiato a causa della lunga corsa fatta per arrivare nell'ufficio dell'Hokage.
«C-cosa hai detto?» sussurò incredulo Naruto, seduto dietro la sua scrivania, la penna caduta malamente sui fogli davanti a lui, mentre i presenti nella stanza, ovvero i due consiglieri personali, il maestro Kakashi Hatake e Shikamaru Nara, e un suo prediletto AMBU, Sasuke Uchiha, erano seccati o infastiditi per la visita, ma internamente felici per la notizia appena ricevuta. 
«Hai sentito benissimo, testa quadra! Sono incinta!»
Si alzò velocemente dalla sedia, saltò sulla cattedra facendo cadere pile e pile di carte e lettere da leggere e si catapultò verso la moglie. Le prese il volto tra le mani e la baciò prendendola in contropiede.
«Diventerò padre! Diventerò padre! Grazie, grazie Sakura-chan!»
Lei che non riusciva a smettere di ridere e piangere di felicità e lui che la baciava dove gli capitasse: prima sulle labbra, poi sulla fronte, sulla mano, sulla spalla, sul collo e poi di nuovo sulle labbra. 
«Che seccatura! Abbiamo un sacco di cose da fare Naruto!»
«Tks. Spero solo che non prende l'idiozia del padre. Le vostre effusioni, scambiatevele successivamente in privato! Non ora!»
«Succede la stessa cosa alla fine di un'episodio de 'Le tattiche della pomiciata'»

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ANGOLO AUTRICE:

Allora prima di tutto vorrei ringraziare chi ha recensito periodicamente e non i capitoli precedenti. In più ringrazio nuovamente chi ha messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate. Inoltre mi scuso in anticipo se scomparirò. Adesso che ricomincia la scuola è molto probabile che non potrò aggiornare la raccolta periodicamente perchè avrò poco tempo. Spero che non la caccerete dalle storie salvate!
Comunque accetto recensioni con commenti e critiche! Alla prossima
xx noe

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Capitolo 10
*** promessa ***


Aveva tutta la pelle tagliata e una grave ferita alla spalla non smetteva di sanguinare. Zoppicava, ma di di stampelle non ne voleva sapere. Lei era forte, dolori così insignificanti non l'avrebbero scoraggiata per andare a trovarlo. Si fece largo tra la folla strepitante, pregando che non le avrebbero rotto i timpani. Raggiunse la fine di tutti quei ninja riuniti a festeggiare la fine della guerra. Camminò per qualche altro minuto verso la foresta, sentendo le forze abbandonarla. Doveva raggiungerli. Doveva trovarlo. 
All'improvviso in mezzo a quella distesa verde e marrone riuscì a distinguere una figura scura, curvata leggermente verso avanti. I capelli corvini sporchi di terra e il volto perfetto ricoperto di sangue riuscì a scorgere oltre un grosso albero, mentre un senso di tranquillità invase il suo petto. Era riuscito a riportarlo a casa. Fece scorrere gli occhi verdi verso destra e vide che il maestro Kakashi lo reggeva con un braccio e altrettanto faceva con l'altro tenendo saldamente l'eroe del mondo ninja. Capelli del colore del grano, occhi del cielo, leggermente abbronzato e un bellissimo sorriso stampato sul volto. Non riusciva a reggersi in piedi da solo tanto che doveva poggiarsi con tutto il peso al forte braccio del suo sensei. 
Rise. La sua prima risata dopo mesi di guerra. La fece uscire dalla bocca senza esitazione, mentre la sua mente vagava su ricordi, lontani ormai secoli, di loro quattro insieme. Il team sette era finalmente tornato. Forse non era più come una volta, ma erano finalmente tutti insieme.
Non le importava che la ferita alla gambe e alla spalla le facessero girare la testa e offuscare la vista per il forte dolore. Corse verso di loro, verso di lui il più veloce che poteva, mentre le lacrime le scivolavano lungo la gote per la felicità che provava nel vederlo ancora in vita. Era distrutto, massacrato dallo scontro appena avuto. Bianco in volto e i vestiti squarciati in più punti mostrando le diverse ferite sul corpo. Ma non le importava. Era vivo questo era l'importante.
«Sakura-chan!» disse strisciate quando li raggiunse «Hai visto?! Ho mantenuto la prom-»
Lo abbracciò, affondando il viso sul suo petto, sentendo il suo cuore continuare a battere e, incurante del dolore che poteva procurargli, lo strinse forte.
Naruto scioccato, rimase immobile ma poi, felice, le avvolse le braccia intorno alla schiena per stringerla di più a sè e poggiò la guancia sui suoi morbidi capelli.
«Che mi sono perso in tutto questo tempo?» chiese Sasuke con un piccolo sorriso sulle labbra.
«Lo vorrei sapere anche io.» rispose Kakashi incredulo a quello che stava guardando. 

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Capitolo 11
*** vendetta ***


«Sei ancora sveglia?» chiese Naruto appena entrò in casa, dopo giorni, a notte inoltrata.
«Dove sei stato per tutto questo tempo?» domandò in risposta la fidanzata seduta nella poltrona del salone avvolta in una coperta e con una tazza di caffè in mano. 
«In giro..» disse, mantenendosi sul vago, poggiando la katana vicino al giubbotto da jounin.
«Perchè non la smetti di dargli la caccia?» lo rimproverò con le lacrime agli occhi. «non capisci quanto mi fai stare in pensiero? Sto sveglia giorno e notte aspettando che ritorni ... pregando che non ti ammazzano!» gli confessò crollando del tutto.
Naruto si avvicinò alla poltrona e le diede un dolce bacio sulle labbra bagnate dalle lacrime, prima di risponderle
«L'hanno ucciso Sakura. Non posso sorvolarlo. Non posso fare finta di niente. Devono pagarla.»
«'Ti salverò dalla vendetta e dall'odio', non erano tue queste parole rivolte a Sasuke? Perchè stai facendo la sua stessa fine? Perchè non mi permetti di salvarti?»
Le asciugò le lacrime, mentre la gola cominciava a pizzicargli. Le accarezzò i capelli per poi prendere la mano in cui aveva indosso la fede. Diede un leggero bacio all'anello per poi rivolgersi alla futura moglie. 
«Sono quasi vicino al scovarli. Li troverò e li ucciderò. Poi tornerò da te e ci sposeremo. Promesso.»
«Non voglio questa promessa!» disse quasi urlando spingendolo leggermente «Promettimi, invece, che abbandonerai questo tuo folle piano. Che ritornerai a casa. che t'impegnerai a realizzare il tuo sogno! Te lo sei già dimenticato? Hai già abbandonato il desiderio di diventare Hokage?» 
Lo vide alzarsi scompigliandosi i capelli frustato, poi si voltò con quegli occhi rosso sangue, tanto da ricordargli quelli dell'Uchiha. Era la prima volta che la stava guardando con gli occhi del Kyuubi.
«L'unico scopo che ho è di vendicare la morte del mio migliore amico! E nessuno mi fermerà!» spuntò infuriato rimettendosi il giubbotto e sistemando la katana dietro la schiena «Nemmeno tu, Sakura-chan, puoi impedirlo...mi dispiace» concluse amareggiato con la mano sulla maniglia della porta per andarsene di nuovo. Quella fu l'ultima notte che Naruto ritornò a Konoha.

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Capitolo 12
*** mattino ***


Un suono metallico e fastidioso la svegliò dal sonno profondo. Allungò la mano verso il comodino e con una leggera pressione spense l'allarme dell'orologio. Si stiracchiò cacciandosi i ciuffi rosa dal volto. Con gli occhi infastiditi dalla luce del sole che entrava dalla finestra guardò l'ora: le sei del mattino. Sbuffò, irritata che già era ora di alzarsi per andare a lavorare, ma appena si girò dall'altra parte del letto cambiò immediatamente umore. 
Suo marito non si era per niente smosso dal rumoroso suono della sveglia, ma continuava a dormire tranquillamente in quella posizione tanto buffa quanto tenera. Pancia in su, braccia divaricate, il viso rivolto verso il suo lato, un rivolo di bava che colava lungo la bocca, il respiro pesante e i capelli disordinati che gli ricadevano sulla fronte. Sorrise a quella vista che ogni mattina osservava con amore, mentre faceva scorrere gli occhi verdi e carezzava con un dito il torso nudo del marito. Si accocolò tra le sue braccia, sentendo poi un braccio circondarle la schiena.
«Altri cinque minuti e poi ci prepariamo...» gli sussurò all'orecchio mentre passava un mano tra i capelli biondi.
«Facciamo che oggi non ci alziamo proprio...» biascicò Naruto stringendosi a lei.
«Questa volta hai vinto tu...baka...» rispose ritornando a dormire.  

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ANGOLO AUTRICE: 

E dopo un bel pò di tempo aggiorno la raccolta. Piccola scena quotidiana dei due sposini! vorrei ringraziare coloro che hanno recensito i precedenti capitoli e se ogni tanto vedete che non metto questo piccolo angolo dell'autrice significa che non ho niente da dire oltre che ringraziare tutti quello che seguono la raccolta. Se lo faccio sempre come minimo mi sparerete! (: oltre questo un bacio a tutti!
xx noe

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Capitolo 13
*** rabbia ***


N.B. Attenzione! Spoiler degli ultimi capitoli del manga!
 
Il sangue le ribolliva nelle vene, l'adrenalina cresceva ogni minuto che passava, il chakra scorreva velocemente dentro il suo organismo, non riusciva a stare ferma un secondo, si torturava le mani nella speranza di non distruggere mezza foresta. Guardava con rabbia quella figura che tanto aveva amato. Era tranquillo che chiacchierava con i vecchi compagni d'accademia, leggermente ferito con quell'aria da strafottente che sempre aveva avuto. Con un scatto veloce gli saltò addosso ritrovandosi sopra di lui e puntandogli un kunai nella gola. Strinse di più la presa nell'arma facendo pressione a quella pelle sporca e bruciante. Gli occhi neri la guardarono con sfida ma trapelavano sorpresa. 
«Sa..kura..» schiacciò il kunai sulla pelle facendo uscire un rivolo di sangue. Sasuke sotto di lei cominciò a respirare affannosamente.
«Come puoi..» le mani le tremavano «come puoi presentarti dopo anni ... ANNI SASUKE!..facendo finta di niente..convinto che ti accoglievamo con braccia aperte..» la vista cominciava ad offuscarsi «Naruto.. hai fatto patire Naruto per tutto questo tempo fregandotene.. HAI LA MINIMA IDEA DI QUELLO CHE HA PASSATO PER COLPA TUA!? TUTTI GLI ANDAVANO CONTRO!» ormai le lacrime scendevano lungo le guance «hai la minima idea di cosa abbiamo passato per prottegerti..per salvarti..» afferrò i capelli neri stingendoli con forza avvicinando il viso al suo «non posso perdonare tutta la sofferenza che ci hai portato..che gli hai portato..» strinse i denti sentendo i bisbigli degli altri ninja attorno a loro.
Sentì la mano di Sasuke afferrarle il braccio con cui teneva il kunai in una morsa ferrea cercando di allontanare l'arma dalla sua gola boccheggiando in cerca di ossigeno. Infuriata alzò il braccio libero con in mano un altro kunai intenta a colpirlo dritto nel petto. Era accecata dalla rabbia. L'amore che provava per lui era completamente scomparso dopo tutto quello che Naruto si è dovuto prendere sulle proprie spalle troppe responsabilità solo a causa sua. Gli occhi dell'Uchiha sgranarono mentre automaticamente, per difesa, lo Sharingan si attivava. Delle braccia forti sollevarono Sakura con forza allontanandola da Sasuke. Urlò per lo sdegno di non essere riuscita a ferirlo. Guardò Sasuke che passava una mano nella gola mentre faceva numerosi respiri estasiato dell'ossigeno che gli riempivano i polmoni.
«SHANNARO! SEI FINITO!» cercò di nuovo di attaccare ma quelle braccia non volevamo mollare la presa sul suo corpo.
«Sasuka-chan... Sakura-chan! basta!» Naruto l'afferrò per le braccia e la spinse contro un albero.
«Sakura-chan che ti prende?! Sei impazzita?!» chiese, incredulo dalla scena che assistì
«Impazzita?! Io sarei impazzita?! A te che ti è preso! Non gli dici niente?! Quel.. quel.. ha avuto anche la faccia tosta di dire che diventerà Hokage! Quando sappiamo tutti che questo ruolo spetta a te!» gli disse spingendolo con forza allontanandolo di qualche passo. Le prese il volto tra le mani e la guardò dritto negli occhi con espressione seria.
«Adesso calmati..»
«Naruto lasc..»
«Ho detto calmati.. respira profondamente.» gli ordinò tenendo saldamente le mani sul suo viso.
Sakura seguì il consiglio, concentrandosi sugli occhi azzurri sempre determinati, sulle labbra serrate in una piccola smorfia, sul respiro lento che gli facevano alzare leggermente le spalle, sul battito del cuore che riusciva a percepire attraverso le mani poggiate sul suo volto. Solo in quel momento si accorse che per tutto quel tempo le sopracciglie rosa erano aggrottate verso il basso, gli occhi verdi semichiusi che manifestavano collera e che fino a quel momento parlava con i denti serrati tanto che cominciò a sentire un pò di dolore alla mascella. Rilassò finalmente il viso e chiuse gli occhi sentendo le mani di Naruto allontanarsi. Quando li riaprì lo vide qualche passo più avanti che le dava le spalle. Se lo sentiva, l'aveva deluso.
«Non voglio più vedere quell'odio Sakura-chan...non dentro di te..» le confessò quasi sussurrando prima di incamminarsi verso gli accampamenti.
«Forza! Ognuno nella propria postazione! Chi non ha turni vada nei dormitori a riposarsi! Dobbiamo stare sempre allerta il nemi..» ma prima di finire di comunicare gli ordini alla divisione le esili braccia di Sakura gli avvolsero la vita.
«Scusa..scusa Naruto... non ce la faccio.. non ce la faccio più..» confessò con il volto nascosto nella sua schiena e sfogandosi in un pianto liberatorio. Troppe morti, troppo dolore, troppi feriti, troppe lotte, troppa sofferenza, troppi nemici da fermare, troppo stress, troppa paura, troppa rabbia, troppa adrenalina, troppe persone da proteggere, troppa infiducia negli altri. Sakura non riusciva a contenere più tutte quelle emozioni. Ma non era l'unica. Erano tutti i ninja troppo giovani per combattere che stavano rischiando la vita solo per avere un futuro senza dolore.
Naruto si voltò e la strinse a sè accogliendo quelle lacrime innocenti, carezzandole i capelli sporchi, rincuorandola promettendole che avrebbe messo fine a quella guerra. Poi una bomba pochi chilometri più avanti fece volare via uno stormo di uccelli. Quanto tempo doveva ancora passare? 

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ANGOLO AUTRICE:
 

Chissà se qualcuno si è chiesto che fine avevo fatto.. vabbè per chi segue la raccolte mi scuso per non aver aggiornato ma la scuola in questi ultimi due mesi mi ha tenuto perennemente occupata. Adesso che è estate vi tartasserò lol no vabbè scherzo. Parliamo del capitolo..Allora come già ho scritto prima da un grande spoiler agli ultimi capitolo del manga. Probabilmente troverete il personaggio di Sakura OOC ma dovevo proprio scrivere questo capitolo perchè proprio Sasuke non lo posso vedere ultimamente. Quindi mi sono un pò sfogata attraverso Sakura non uccidetemi per questo lol Non è molto NaruSaku ma spero comunque che capirete che Naruto per Sakura è come un punto d'appoggio. Poi in questi giorni ho pensato a come si sentono tutti i personaggi in guerra.. cioè .. andiamo.. hanno sedici anni.. non capisco quanti giorni sono passati, stanno perdendo amici e parenti, la paura ecc. Secondo me dovrebbero valorizzare di più questo aspetto sia nel manga che nella serie. Si certo li fanno vedere piangere o la loro tristezza quando muore qualcuno o quando incontrano un loro vecchio amico resuscitato ma preferivo vedere di più. Forse sto esagerando ma questa è la mia opinione u.u
Spero di ricevere recensioni e prometto di aggiornare la raccolta più spesso c:
xx noe 

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Capitolo 14
*** sorriso ***


Prese la foto del team 7 tra le mani e le lacrime cominciarono a scendere copiose lungo il delicato viso. Guardò con tristezza quel taciturno e scontroso undicenne Sasuke e un singhiozzo uscì dalle labbra. Come ogni mattina, piangeva davanti a quella cornice. Piangeva pensando che il team Kakashi non era più quello di un tempo. E ne sentiva la mancanza, più di ogni altra cosa. Poi una voce fuori dalla finestra urlò il suo nome.
«SAKUUURAAAA-CHAAAAAN! SAAAKUURAAA-CHAAN!»
Dopo essersi asciugata le lacrime, si affacciò dalla finestra con cipiglio severo.
«Naruto! Non urlare, c'è ancora gente che dorme! Razza di testa quadra!»
«Eh allora scendi! Facciamo una passeggiata!» disse sempre urlando per poi mostrarle i bianchi denti e lo sguardo radioso.
«Se non sei pronta ti aspetto qua! Però sbrigati eh! Mi annoio!»
«Shhhh! Sto scendendo!»
Chiuse la finestra, corse verso la porta d'uscita salutando velocemente i genitori con quella gioia negli occhi che solo il sorriso di Naruto sapeva darle.

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Capitolo 15
*** disordine ***


Aveva perso molti oggetti in quella stanza. Nessuno di essi ritrovato come foto incorniciate, ramen in scatola, vestiti sporchi, occhiali da vista che recentemente aveva comprato ma andati dispersi dopo l'utilizzo di ben due volte, l'anello di fede -non venuto a conoscenza ancora da Sakura- ed altre cose impensabili che non dovrebbero essere nemmeno capitati nel luogo più importante di tutto il villaggio: l'ufficio dell'Hokage. Molte volte il suo caro consigliere Shikamaru gli aveva consigliato di avere un minimo di ordine, non solo per la perenne confusione che faceva con carte, documenti, lettere ecc. ma anche per la sua incolumità con la moglie. Tutti sapevano perfettamente che Sakura Haruno non sopportava, anzi odiava, il disordine soprattutto se creato da suo marito. Ma la cara moglie perdonava quella testa quadra di Naruto, solo dopo aver frantumato in mille pezzi qualcosa di estremamente costoso. Questa volta però era certo non gli avrebbe perdonato questa "piccola distrazione".
«Minatoo! Minatoo! dove sei?! Esci fuori altrimenti la mamma si arrabbierà. Minato! Fallo per tuo papà. Lo vuoi ancora un padre o no?! Ti prego..»
Andava avanti e indietro per l'ufficio da più di mezz'ora e ancora traccia di suo figlio non ne vedeva. Spostava mobili, apriva i piccoli armadietti ma l'unica cose che riuscì a fare era creare ancora di più confusione. No, Sakura non gli avrebbe mai perdonato di aver perso il suo prezioso figlioccio di due anni. All'improvviso sentì i passi pesanti della moglie che si avvicinavano alla porta. Entrò letteralmente in panico! 
«Minato! muoviti vieni da papà!» cominciò a sussurrare velocemente, accucciato a terra, con la voce che gli tremava dalla paura. Si alzò di scatto quando sentì la porta aprirsi.
«Sakura-chan! Ehi! Come va?»
«Come va?! ho trascorso due giornate consecutive in ospedale secondo te come posso stare?! Shizune non ha fatto altro...»
Non stava nemmeno ascoltando quello che diceva la ragazza perchè la sua mente stava già elaborando una scusa possibile da dirle ma allo stesso tempo stava cercando un posto dove poteva andare a vivere dopo che l'avrebbe cacciato di casa. Il piccolo divano presente in quella stanza sembrava comodo, ma doveva trovare un posto dove mettere tutte quelle scartoffie, per il cibo poteva andare da Teuchi, per i vestiti..
«Narutoo, Naruto! Mi stai ascoltando?»
«Ah? Si certo! Sarà stato divertente!»
«Non hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto! Dov'è Minato?» 
Naruto cominciò a sudare freddo.
«Ecco.. Sakura-chan.. io..» distrattamente fece cadere una seria di libri distraendo per qualche secondo in più la moglie.
«Naruto! Quante volte dovrò ripeterti che devi mantenere in certo ordine nel tuo ufficio! Non puoi ...» e mentre continuava a spiegare le numerose ragioni per cui dovrebbe mettere a posto tutte quelle cose, il maestro del team 7, Kakashi Hatake, passò dalla porta con in braccio suo figlio. Lo prese tra le braccia un'attimo prima che Sakura posava lo sguardo su di lui. 
«Ecco il mio bambino! Dai vieni dalla mamma! Ti sei divertito a fare l'Hokage con papà?» diede un veloce bacio sulle labbra a Naruto per poi dirigersi verso l'uscita «Ciao Kakashi-sensei..Adesso andiamo a casa..»
Naruto sospirò pesantemente. Questa volta l'aveva scampata per un pelo.
«Grazie maestro..» 
«Non volevo aiutarti, è solo che me lo sono ritrovato davanti mentre leggevo il mio libro, cercava in tutti modi di togliermi la maschera. Non ce la facevo più...»
Una piccola risata uscì dalle labbra di Naruto.
«Le hai detto dell'anello di fede? Lo sai che Sakura lo verrà a sapere in un modo o nell'altro..»
Il viso dell'Hokage cominciò a perdere colore. Kakashi sorrise sotto la maschera mentre lo lasciava abbandonarsi alla disperazione. 

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Capitolo 16
*** morti ***


Un'altra cerimonia stava per iniziare. La signorina Tsunade accettò gentilmente di celebrare le morti del giorno. Ogni shinobi aspettava i nomi di nuovi ninja deceduti in religioso silenzio, sotto il cielo notturno coperto da nuvole grigie pronte a piangere insieme a loro.
«Salve a tutti!» urlò l'Hokage per far sentire ad ognuno la sua voce lievemente tremante ma decisa. 

«Siamo tutti qui riuniti, con mio grande rammarico, a celebrare la morte di coraggiosi shinobi che hanno combattuto con tenacia fino alla fine.»
Mentre le parole di Tsunade echeggiavano nell'aria pesante del posto, Sakura, posizionata in una delle prime file della folla, non riuscì a fermare le immagini che le passavano davanti agli occhi, offuscati dalle lacrime in procinto di uscire.

 

Il fuoco dominava la foresta. 
Non era rimasto quasi nulla della vegetazione che prima era presente.

 

«So che per alcuni di voi queste perdite sono più devastanti di quando noi tutti possiamo comprendere. So anche che per altri di voi, invece, è solo un dispiacere...»
 

Correva evitando le fiamme che continuavano a divamparsi in cerca di qualche superstite,
mentre alcuni ninja della piccola squadra di soccorso cercavano di dominare l'incendio.

 

«Ma prima vorrei rammentarvi che questi ... avvenimenti ... non devono fai altro che fortificare il vostro desiderio di ottenere un futuro senza guerre! Conquistatelo con tutta la forza che avete a disposizione! Fatelo per loro che sono morti con valore!»


«Mi è stato appena riferito che Shikamaru, Ino e Choji erano arrivati pochi minuti prima che scoppiasse l'incendio.»
Le comunicò Naruto che correva al suo fianco. 
Lo fissò spaventata con la paura che traspariva dagli occhi.
Il ragazzo ricambiò lo sguardo fiducioso ma con un velo di preoccupazione e panico.

«Sono vivi. Devono esserlo!»

 

«Cominciamo con la lista. A mano a mano che pronuncio il nome e cognome dei deceduti, i Kage dei rispettivi villaggi accenderanno una candela posta di fronte a loro.» puntualizzò indicando la fila che si era creata accanto a lei. 
 

Quando arrivarono al centro del luogo di battaglia si divisero per riuscire a trovare qualche sopravvissuto.
Dopo cinque ninja che Sakura prontamente curò, ancora non c'era alcuna traccia del team 10.

 

«Kazuki Akihiko, villaggio del Fuoco.» il Kage accese la candela «Naomi Yoko, villaggio della Sabbia.» un'altra candela si accese.
 

Continuarono a cercare fino a quando non vedero due figure correre malamente verso di loro.
Erano Choji e Shikamaru entrambi gravemente feriti ,
ma  preoccupati per la compagna di squadra svenuta tra le braccia del Nara.

«Sakura! Ti prego, Sakura! Salvala!»
Gridò Choji.

 

«Natsumi Chikako, villaggio della Nebbia. Masashi Koichi, villaggio della Sabbia.»
 

Continuava a far passare il suo chakra nel corpo dell'esile ragazza distesa a terra.
Sapeva che era tutto inutile.
Il suo improvviso pianto rimbombò per la foresta desolata e le mani iniziarono a tremare
quando non sentì più battere il cuore della sua migliore amica.

 

Ascoltava tutti quei nomi, ma solo uno le ronzava nelle orecchie.
 

«No, no! Fa qualcosa, muoviti!»
Scosse la testa all'ordine di Shikamaru, soffocato dal pianto.

«Ti prego, Sakura...»
Supplicò ancora mentre teneva tra le braccia il corpo senza vita di Ino. 

 

«Ino Yamanaka, villaggio della Foglia.» Tsunade accese una candela mentre una lacrima le rigava il viso.
 

Stava cadendo sulle ginocchia, non riuscendo a sostenere quel dolore lancinante
guardando  il resto del team 10 piangere sul cadavere della ragazza,
ma delle braccia l'avvolsero la schiena.

 

Anche questa volta, Naruto la prese in tempo, prima che cadesse rovinosamente a terra, soffocata dalla propria pena. Le fece appoggiare la testa sul suo petto stringendola in un caldo abbraccio.
«Non ce l'ho fatta! ... Non sono riuscita a salvarle la vita!»
Le accarezzò i capelli come per assorbire la sofferenza che la stava travolgendo. 

«E' morta Naruto ... Ino è morta!»
Rimasero in quel modo, stretti l'un l'altro, fino a quando la maggior parte dei presenti non andò nelle proprie postazioni di combattimento, fino a quando i primi raggi del sole si fecero largo tra le lapidi del grande cimitero. 

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Capitolo 17
*** notte ***


La tenda si agitava a seconda del vento. I fulmini risuonano in tutto l'accampamento immerso nel silenzio della notte. Sakura si muoveva silenziosamente attraverso il momentaneo alloggio facendo attenzione a non svegliare gli altri compagni di tenda, troppo piccola per ospitare tutti quei ragazzi tanto che qualcuno era costretto a dormire a terra e non nelle brandine che ogni villaggio metteva a disposizione. Raggiunse il sacco a pelo che stava cercando, guardò il ragazzo coricato su di esso e, mentre sistemava il proprio accanto contenta, finalmente non si sentì più sola. La potenza di un fulmine illuminò la debole dimora. Si straiò velocemente per poi stringersi nel sacco a pelo vergognandosi della debolezza che dimostrava quando c'era mal tempo. Era in corso una guerra, come poteva spaventarsi di una piccola tormenta?
«Sakura-chan...» bisbigliò Naruto ancora insonnolito. Si trascinò verso di lei, senza osare, però, ad avvicinarsi troppo per paura che la compagna rifiutasse quel genere di contatto in modo violento. Sakura invece gli afferrò una mano sentendo in lontananza un fulmine accompagnato da un'esplosione. Forse era una carta bomba lanciata da un nemico che combatteva contro qualche ninja che era di turno. 
«Hai paura dei tuoni o delle bombe?» domandò ingenuo e curioso di sapere cosa la spaventava cosi tanto da spingerla a cercare il suo sostegno, evento alquanto straordinario per Naruto.
«Entrambi.» rispose apertamente. Le labbra del ragazzo si curvarono in un sorriso mentre con coraggio la scoprì del sacco a pelo e l'avvolse in un abbraccio.
«Baka..» sussurrò Sakura ricambiando il gesto. 

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ANGOLO AUTRICE:

Mi scuso per l'enorme ritardo. Avevo promesso che avrei aggiornato la raccolta più spesso adesso che ero in vacanza ma verso metà luglio sono partita e sono stata una quindicina di giorni ad Assisi (per i miei gusti meravigliosa). Oltre questo sono tornata con un dolce momento NaruSaku c: Stanotte l'ho sognato! (ebbene si fantastico su di loro anche mentre dormo lol). Spero vi sia piaciuto e vorrei di nuovo ringraziare chi recensisce chi segue ecc. A TUTTI! oggi sono leggermente euforica. Va bene la smetto! Il prossimo capitolo sarà a breve! 
xx

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Capitolo 18
*** calci ***


«Naruto! Narutoo!»
Con un colpo solo, Sakura Haruno mandò in frantumi il comodino accanto al letto matrimoniale.

«Narutooo! Dove diavolo sei finito?! Vieni subito qui!»
L'interpellato entrò correndo nella loro camera da letto.

«Ti senti male? E' arrivato il momento?» chiese allarmato.
«Non dire idiozie! Sono ancora al settimo mese.»
L'uomo fece un sospiro di sollievo per poi avvicinarsi alla moglie.

«Sakura-chan! Non di nuovo! Questo è il terzo che rompi!»
«Chi se ne importa?! Sto aspettando un bambino!»
Naruto cominciò a ridere mettendosi le mani in testa, ormai impazzito per quei repentini cambi d'umore. 

«Inginocchiati qui d'avanti. Muoviti.» ordinò Sakura indicando il pavimento.
Lui obbedì e le rivolse uno sguardo interrogativo

«Senti..» disse con un sorriso sulle labbra accarezzandosi la pancia. 
Naruto poggiò l'orecchio e sentì i piccoli battiti del suo bambino accompagnato da qualche calcio. Rise con occhi lucidi.

«Non vedo l'ora di vederti figlio mio..» sussurrò facendosi cullare da quei suoni e dalle mani di Sakura che giocherellavano con i suoi capelli. 

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ANGOLO AUTRICE:

Di nuovo qui! Questo flash non è molto originale ma stamattina mi è passata per la testa come un lampo quindi l'ho immediatamente scritta lol Ringrazio per le recensioni precedenti a questo capitolo. Se non rispondo è perchè ogni volta mi collego dal cellulare (dal pc lo faccio solo per aggiornare). Comunque aggiornerò al più presto promesso anche perchè ho già altre idee in testa. P.S. Tempo fa ho scritto una storia 'originale' per così dire (capirete meglio nelle note del primo capitolo). Mi sono ispirata a Naruto per un piiiiccooolooo (non è affatto piccolo) dettaglio della storia. Se siete curiosi di leggerla ecco il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1464584&i=1
Se volete recensire mi farebbe molto piacere perchè è la prima volta che scrivo una storia di più capitoli lol Scusate se vi ho rubato altro tempo. Alla prossima! xx

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Capitolo 19
*** squadra? ***


Tirò un pugno ad un Zetsu Bianco in pieno viso, ad un altro nel petto ed ad un altro ancora nello stomaco, intanto che Naruto, dietro di lei, le copriva le spalle. Stavano riuscendo ad eliminare ogni nemico in quella Divisione. I loro calci, pugni si incrociavano proteggendosi a vicenda, come facevano un tempo, come facevano ai tempi del team 7. 
«Sakura-chan! Vieni!»
A quel richiamo corse verso di lui e con uno sguardo capì cosa volesse fare. Concentrando una gran quantità di chakra in un piede, fece un lungo salto verso il ragazzo. Avvenne tutto in un attimo. Mantenendo quella forza nella gamba, che solo in pochi possedevano, Sakura allungò la mano come per afferrarlo ma fu lui ad acchiapparle il braccio. Quando con un strattone Naruto la fece velocemente girare, abbattè una decina di nemici con un potentissimo calcio. Finalmente tutti gli Zetsu erano stati sconfitti.

«Ottimo lavoro Naruto!» dichiarò Sakura.
«Non smetterò mai di meravigliarmi della tua forza.» confessò.
E mentre si passarono acqua e qualcosa da mangiare per recuperare le forze prima di andare a soccorrere qualche altro gruppo di shinobi, il maestro Gai li guardò letteralmente a bocca aperta. 
«Non ci posso credere. Questo sì che si chiama lavoro di squadra!!» disse alzandò il pollice come faceva sempre.
«Quello non è lavoro di squadra...» lo corresse l'amico Kakashi «Basta guardare il modo in cui si guardano per capirlo. Quella che vedi tu si chiama sintonia. Sono fatti per completarsi. Sono destinati a stare insieme.»

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Capitolo 20
*** prima volta ***


Si distesero uno accanto all'altro con il fiato corto e con un sorriso di beatitudine sulle labbra.
«W o w!» prese fiato 
«Wow..» ripetè Naruto.
La sua prima volta che faceva l'amore. La notte più bella che avesse mai passato in tutti quei 17 anni, non solo perchè con un semplice desiderio carnale diede sfogo a tutti i suoi sentimenti, ma soprattutto perchè la sua prima volta era stata con la persona che amava di più al mondo. Posò gli occhi su Sakura, coricata su un fianco verso di lui quasi addormentata. Ripensò ai suoi gemiti, alla sua gote arrossata, alle sue labbra che cercavano le proprie, alle sue mani inesperte che gli toccavano la schiena e i capelli. Sorrise per poi avvicinarsi e stringerla a sè. Intrecciò le gambe con le sue, le fece appoggiare la testa sul suo braccio sentendo il respiro delicato sul collo; petto contro petto, cuore contro cuore. Ascoltò i due diversi battiti: quello di lei già regolare e il suo ancora travolto da tutte quelle emozioni che provò in una notte sola. Le accarezzò il volto rilassato, osservandolo con dolcezza, prima di darle un casto bacio sulle labbra. 

«Ti amo ... con tutto me stesso.» bisbigliò 

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Capitolo 21
*** meraviglioso ***


Uno stormo di rondini di librò in cielo fischiettando un proprio canto, mentre le cime degli alberi danzavano seguendo quella sinfonia, aiutati dalla piccola brezza primaverile. I fiori circostanzi sbocciarono quella mattina ed alcuni di essi emanavano un dolce profumo che aiutava a far fantasticare con la mente i passanti.
«Non è meraviglioso?» osservò Sakura ammirando attorno a lei seduta comodamente ai piedi di un'albero.

«Mhm mhm..» mugugnò in risposta Naruto. 
Si sdraiò e poggiò la testa sulle gambe di lei. L'ammirò per qualche secondo per poi affermare più a se stesso che alla ragazza.

«Veramente, considero meraviglioso qualcos'altro...»
Sakura sorrise al suo sottinteso -ma praticamente diretto- complimento. Continuò a guardare il cielo sgombro di nuvole e le rondini volare intorno ai rami degli alberi intanto che accarezzava i biondi capelli, per lei meravigliosi.

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Capitolo 22
*** ferita ***


«Ce la fai a camminare?» domandò perplesso Kankuro. 
Sakura provò ad alzarsi ma la gamba le faceva tremendamente male. Sicuramente, con l'inaspettato attacco di un membro dell'Organizzazione Alba, se l'era rotta. 

«No. Ma non ti preoccupare, va pure avanti senza di me! Tra un pò vi raggiungo!»
La guardò indeciso ma non volle insistere e se ne andò. Stava per curarsi la gamba quando improvvisamente le saltò adosso uno Zetsu Bianco. Riuscì a scansarsi ma il nemico la scaraventò potentemente a terra di qualche metro. Lo fulminò con lo sguardo per poi essere velocemente presa in braccio dalla forza portante.

«Grazie..» disse prima di chiedergli dove la stesse portando.
«Alla nostra postazione.» rispose netto.
«Cosa? Ma..» cercò di protestare. Non voleva che solo per una banale ferita venisse portata nel loro accampamento. Voleva combattere, voleva salvare qualcuno.
«Lì hanno molto più bisogno del tuo aiuto. Credimi..»
Sospirò rassegnata e poggiò la testa sulla sua spalla. Ad un tratto si sentì un peso, una perdita di tempo. Naruto, invece di andare a sconfiggere qualche potente nemico e quindi portare questa guerra alla vittoria, stava gentilmente portando una debole ragazza in un posto più sicuro.
«Mi dispiace. E' stato un'attimo di distrazione. Non ho visto che quel ... pesce stava lanciando una tecnica.. scusa..»
Naruto la guardò confuso. Poi capì il tumulto della compagna di squadra. Chi altro poteva conoscerla, capirla meglio di lui? 

«Non scusarti. Se qualcuno avesse veramente avuto bisogno di me sarei venuto ugualmente ad aiutarti. Tu sarai sempre la mia prima scelta, in qualsiasi cosa.»

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Capitolo 23
*** visita ***


«Papà!»
Entrò aprendo la porta di botto e saltò sulle sue gambe. Naruto era seduto nella sua scomodissima sedia, dietro la disastrosa scrivania dell'ufficio dell'Hokage, da una giornata. Non vedeva l'ora di tornare a casa dalla sua famiglia, ma a quanto pare lo precedettero. 

«Hei piccola peste! Vuoi di nuovo giocare all'Hokage?» domandò abbracciando il figlio. 
«No. Siamo venuti a prenderti. La mamma si stava infuriando quando ha che nemmeno questa sera avresti cenato con noi.» rispose tranquillamente, mentre Naruto sbiancò per quella frase guardando la tarda ora. La donna chiamata in causa entrò nella stanza con in braccia Natsume, la loro seconda figlia, e la cena.
«Oh! Siete tutti qui!» disse il padre felice.
«Non stavamo un'altra sera senza di te, quindi siamo venuti a cenare tutti insieme» sottolineò Sakura guardandolo in cagnesco. Poi lo salutò baciandolo sulle labbra.
«Abbiamo portato il ramen!»  urlò la bambina.
Risero tutti per poi sedersi comodamente a terra per mangiare il cibo preferito della famiglia Uzumaki. 

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Capitolo 24
*** allenamenti ***


«Non sarebbe il caso di riposarsi un pò?»
La sua voce profonda arrivò da dietro un masso e la figura di Naruto comparve attraverso il buio della notte. Come quasi ogni sera Sakura si rifugiava in un luogo appartato per allenarsi. Perchè? Perchè in pieno periodo di guerra voleva fare di più, voleva essere più forte.

«Che...che ci fai qui?» chiese col fiatone. Era sudata, aveva i capelli legati in una coda mal fatta, indossava i soliti pantaloncini e se non era per una fascia che le copriva il seno era praticamente a torso nudo. 
«Dovrei farti la stessa domanda, anche se so già la risposta.»
Si avvicinò a lei e si guardarono negli occhi per qualche istante. Poi Naruto sospirò, si cacciò la felpa e la coprì.

«Andiamo..abbiamo ancora un paio d'ore per dormire.» le disse cominciando a camminare verso la propria tenda.
Sakura si strinse nella giacca notando solo in quel momento il freddo vento d'autunno farle muovere i capelli. Con un piccolo sorriso lo seguì.

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Capitolo 25
*** proposta ***


Il paziente numero 31 era stato appena rimesso: l'operazione era andata a buon fine. Un nuovo paziente lo sostituì nella camera 124 al secondo piano: problema ai reni. Il paziente numero 65 ha avuto un'improvvisa convulsione: bisogna dargli tra un'ora gli appositi farmaci con flebo. Il paziente numero 101 è vittima di un virus ancora anonimo: bisogna fare ogni tipo di analisi...
La testa le stava letteralmente scoppiando. La sua mente era piena di nomi di pazienti e medicine, malattie e sintomi. Aveva bisogno di rilassarsi o almeno distrarsi. Era da giorni che sosteneva quel ritmo senza fermarsi. Ma non poteva lasciar perdere nemmeno per un secondo anche se non riusciva più a reggere quel correre da una sola operatoria ad un'altra o da visitare i malati. Non poteva nemmeno avere la faccia tosta i lamentarsi quindi doveva stringere i denti e andare avanti.
Stava per entrare nella stanza numero 89 del primo piano quando qualcuno che correva nel corridoiò la fermò.
«Aspetta! Sakura-chan!» urlò per poi fermarsi davanti a lei con il fiatone.

«Non urlare Naruto! Non siamo al parco!» lo rimproverò osservando il suo splendido sorriso.
«Non voglio disturbarti Sakura-chan. Sto per andarmene, lo giuro. Sono passato solo per chiederti una cosa!»
«Non ho tempo..» ma mentre parlava Naruto s'inginocchiò ai suoi piedi e tirò fuori una piccola custodia con dentro un'anello. 
Sakura si ammutolì a quella vista. Era rimasta pietrificata! Il ragazzo era rosso in volto e ogni tanto passava una mano dietro la nuca imbarazzato.

«Sono anni che stiamo insieme...io...io ti amo...lo sai...e...e...insomma...SAKURA-CHAN VUOI SPOSARMI?» sbottò infine quasi urlando serrando poi le labbra per il modo brusco con cui fece la domanda. 
Sakura si mise a ridere prima di farlo alzare da terra e baciarlo.

«Ovvio che ti sposo, idiota!»
Naruto la sollevò da terra e le mise l'anello al dito, mentre echeggiavano nel corridoio le loro risate. 

«Devo lavorare adesso...vattene!» gli ordinò con le lacrime agli occhi.

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Capitolo 26
*** mostro ***


Qualcosa era andato storto. Qualcosa, anzi, qualcuno è riuscito a fargli perdere il controllo. Ma chi? Come? Cos'era successo? Ma non erano dei problemi essenziali, soprattutto in quel momento che Naruto stava distruggendo ogni cosa che capitasse a tiro. Il demone dentro di lui aveva preso il controllo. L'oscuro chackra stava sovrastando quello di Naruto. Era riuscito a raggiungere lo stadio delle quattro code. Corse verso di lui, con la speranza di fermarlo, ma venne scaraventata via da una delle code. In fin dei conti cosa poteva fare lei, un semplice ninja, in confronto alla potente Volpe A Nove Code?
«Naruto! Naruto torna in te!» urlò. Era come se parlasse veramente ad un animale.
Riuscì a tirargli un pugno da dietro le spalle, ma per quell'essere era come una carezza. Venne di nuovo scaraventata contro un masso. Cominciò ad uscirle sangue dal fianco, mentre il Kyuubi  si avvicinava sempre di più. Era in preda al panico.

«Naruto...sono io, Naruto! Sono Sakura...Sakura-chan! Ti prego, torna in te! Sì più forte di lui!»
Ci un secondo che il demone si fermò, si guardarono per qualche istante prima che il chakra della Volpe ricominciasse a mutare. Il corpo cadde rovinosamente a terra e delle urla uscivano dalla bocca. Naruto stava riprendendo il controllo del proprio corpo. Quando le code scomparvero del tutto e gli occhi del ragazzo tornarono azzurri, Sakura tirò un sospiro di sollievo.

«Scusami...scusami...non volevo, lo giuro...»
Si mise a piangere dopo che Sakura lo strinse al petto come per placare la sua sofferenza. 

«Non hanno voluto ridarmelo...hanno rifiutato di ridarci Sas'ke!»

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Capitolo 27
*** hokage ***


«Hai notizie di Naruto?»
«No, Ino. Da quando è partito per il consiglio dei Kage non ho saputo niente.»
«Speriamo che gli danno questa possibilità. E' sempre stato il suo sogno.»
«Lo so, ma è rimasto l'ingenuo e l'immaturo si sempre. Forse, proprio per questo lo giudicheranno "non idoneo" al ruolo.»
«Non ne sarei così sicura.»
Guardò la sua amica confusa, prima di salutarla e andarsene dal negozio. Che voleva dire Ino con quella frase? Era riuscita a vedere la crescita di Naruto meglio di lei?
Continuava a camminare pensando a quanto potesse essere felice Naruto quando gli avrebbero detto che diventava l'Hokage. E lei che avrebbe fatto? Che gli avrebbe detto?
Ad un certo punto vide davanti a sè, pochi passi più avanti, una figura molto osservata dagli abitanti del villaggio. Indossava un grande cappello e un mantello bianco e rosso con scritto dietro "Sesto Hokage". Un sorriso fece largo sul suo volto, lo raggiunse e gli strinse la mano. Il ragazzo si voltò e gli occhi si illuminarono a vederla. Sakura, altrettanto contenta, gli mise una mano sulla guancia.
«Sono fiera di te, baka.»
Naruto strinse la sua mano senza staccarla dal volto e bisbigliò un "grazie". 

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Capitolo 28
*** kyuubi ***


Naruto Uzumaki perse tutte le persone che amava: i suoi genitori, che si sacrificarono per lui il giorno della sua stessa nascita; il maestro Jiraya, che morì combattendo per proteggere il villaggio; Sasuke Uchiha, il suo migliore ed unico amico, che lo abbandonò quando erano bambini; altri sue compagni dell'Accademia che morirono per proteggerlo da Obito durante la guerra. Naruto Uzumaki riuscì a sopportare e superare ogni dolore, ma mai sarebbe stato capace di reggere la sua morte. Lei che amava più della sua stessa vita. 
Corse verso la sua postazione appena ricevette la notizia che era in fin di vita. Appena arrivò a destinazione vide la devastazione dell'accampamento. La chiamò a gran voce, ma non ebbe risposta. Poi Rock Lee gli andò incontro e mentre lo portava da Sakura gli spiegò che era troppo tardi per salvarla.
«Non dire cazzate!» disse tra i denti su tutte le furie. Non potevano darla già per morta. 
Il fiato gli venne a mancare quando vide il corpo disteso a terra ricoperto di sangue. Ino continuava a trasmetterle del chakra, ma con le lacrime che le rigavano il viso confermò che la ferita all'addome era troppo grande e profonda e che gli organi interni erano troppo lacerati per riuscire a rimarginarli in tempo. 
Naruto gli accarezzò i capelli cercando di mantenere la calma.
«Sakura-chan.. guardami.. guardami.. non chiudere gli occhi.. » ma per lei era troppo doloroso tenerli aperti. Schiuse le labbra bianche come il viso per dire qualcosa ma non uscì alcun suono. Una lacrime le rigò il viso. Non era pronta per morire e lui non era pronto per perderla. 
«Ino! Fai qualcosa non vedi che sta perdendo coscienza!» disse allarmato Naruto.
«Sto cercando di fare il tutto il possibile!» si difese la ragazza.
«Non è abbastanza!» urlò nervoso «Non servi a niente!» continuò, pentendosi subito dopo averla vista singhiozzare in preda al pianto.
Strinse una mano a pugno per poi sbatterla sul terreno. Doveva esserci una soluzione! Gli ribbolì il sangue nelle vene mentre la presa della mano di Sakura che stringeva la sua a poco a poco allentava.
«Sai cosa fare per salvarla.»
 
Sgranò gli occhi nel sentire la voce del Kyuubi rimbombargli nella testa. 
«che vuoi dire?» domandò
«Naruto usa il cervello!»
disse la Volpe impazientita.
«Involontariamente usi il mio chakra per curarti negli scontri ed ha sempre funzionato...
...se passi il mio chakra in lei...»

 
«...la ferita si rimarginerà automaticamente.» concluse Naruto. Ma non si fidò completamente e il Kyuubi riuscì a percepirlo.

«C'è sempre un prezzo da pagare.»
gli confessò infatti.

 
«Quale sarebbe?»
«Sei disposto a fare qualunque cosa per salvare la ragazza che hai sempre amato?»
chiese con un tono di curiosità.

 
«Qualsiasi.» rispose netto Naruto senza nemmeno pensarci. 
La volpe, sorpresa dalla sua determinazione, sospirò.
«Mi transferirò volontariamente in lei. Lei sarà il nuovo Jinchuuriki»

 
«No. Non posso farle una cosa del genere. Non se lo merita.» disse ripensando ai dolorosi ricordi legati al demone della Volpe a Nove code.
«Devi farlo per salvarla, idiota! Non rimane molto tempo!»
 
«Cos'è che mi nascondi?» domandò Naruto percependo un certo disagio.
«Se lo farai...morirai Naruto.»
 
«Non importa. Cominciamo!» affermò più sicuro che mai attirando l'attenzione di tutti i presenti che fino a quel momento non capirono che cosa il ragazzo stesse farfugliando tra sè e sè.
Congiunse le mani, alternando gli stessi segni che fece suo padre sedici anni fa. Tutto fu pronto in meno di un minuto e quando anche gli altri capirono quello che avesse intenzione di fare cercarono di fermarlo. Non ascoltò nessuno. L'unico suo scopo era quello di salvarle la vita.
Persino il Kyuubi cercava di dissuaderlo e Naruto, in risposta, si mise a ridere.
«Non mi dire che ci tieni a me.»
«Non pensarlo neanche, moccioso!» ribattè.
 
Il rituale cominciò. La Volpe salutò il ragazzo con superiorità ma con una sfumatura di tristezza, mentre la ferita di Sakura cominciava a guarire. Naruto sorrise e accelerò il trasferimento. Riuscì a terminare il lavoro nonostante l'immensa debolezza che sentiva in corpo. Si accasciò stremato a terra, coricandosi accanto a lei. La guardò per l'ultima volta con le lacrime che gli scendevano lungo il volto abbronzato. Allungò la mano verso il suo viso che riprese colore, le accarezzò delicatamente la guancia con un dito sentendo il proprio cuore diminuire i battiti.
«Prenditi cura di lei» sussurrò al suo vecchio amico.
E mentre gli occhi azzurri diventavano vitrei, lentamente gli occhi verdi si aprirono verso il sole che sorgeva oltre le montagne.  

ANGOLO AUTRICE: 
Come promessa sono tornata a dedicarmi alla raccolta. Lo so, lo so sono cattiva.. torno e guarda cosa vi offro una drammatica fine di Naruto. Non so perchè abbia scritto una cosa del genere ma mi sentivo in vena di farlo morire oggi lol Comunque mi vorrei scusare per il modo di scrivere questa flash. Ho perso la mano quindi la considero molto banale ma a voi sta giudicare quindi ...aspetto recensioni! Inoltre vorrei precisare che ho intenzionalmente descritto la Volpe come un amico di Naruto (l'ho scritto anche nell'ultima battuta). Mi piace pensare a loro come cari amici che si aiutano anche se sono che risulta OOC. Non ho altro da dire. Spero che questo come ritorno vi sia piaciuto. Vi obbligo a commentare!
xx noe 

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Capitolo 29
*** brutti sogni ***


A piedi nudi corse verso la porta bianca, si alzò sulle punte per arrivare alla maniglia, aprì uno spiraglio per scivolare dentro la grande camera da letto. Guardò il buio spaventata, continuando a pensare al brutto sogno che l'aveva svegliata. Strinse maggiormente a sè il pupazzetto della volpe con le esili braccia prima di dirigersi cautamente verso il lettone dei genitori. Arrivò al lato destro del letto e sfiorò le coperte per essere sicura che nessuno nemico o mostro avesse rapito suo padre, l'uomo più coraggioso di tutto il villaggio.
«Pa.. papà.. pa..» bisbigliò scuotendolo leggermente, ma il padre non fece altro che grattarsi la pancia sotto le coperte. 
La bimba sbuffò e corse dall'altra parte del letto per cercare di svegliare la madre. 
«mamma..mamma.. maaaammaaaaa» continuò più determinata. 
La madre fortunatamente riuscì a sentire il richiamo della figlia e stropicciandosi gli occhi le chiese cosa fosse successo.
«Ho fatto un brutto sogno. Un coniglio malvagio mi mangiava tutte le mie scorte di dolci..»
La madre sorridendo le accarezzò i capelli biondi prima di invitarla sotto le coperte. La bambina lasciò cadere a terra il giocattolo, fece un piccolo salto per riuscire a salire nel lettone e, gattonando, si mise in mezzo ai genitori con un ampio sorriso sul tondo viso. Si cullò tra le braccia di Sakura come fece altre volte e dopo qualche minuto senza riuscire a prendere sonno chiese alla madre. 
«Mamma.. perchè papà non si sveglia mai quando lo chiamo? Non vuole che vengo a dormire con voi?»
«Ma no tesoro, gli piacerebbe dormire con te ogni notte, ma per svegliarlo non basta chiamarlo.» le rispose toccandole poi il piccolo naso.
«E come si fa a svegliare papà?» domandò ancora curiosa.
«Ora ti faccio vedere..» sussurrò la madre. 
La bambina si staccò dalle sua braccia e si girò verso il padre per guardare. Sakura gentilmente scostò le coperte dal marito vedendo poi che dormiva a gambe e braccia divaricate, come sempre. Furtiva la donna avvicinò la mano verso il fianco dell'uomo per poi mollargli un forte pizzico. Naruto sobbalzò dal dolore. 
«Sakura.. perchè l'hai fatto!?» chiese quasi urlando.
«Volevo solo far vedere a Misaki come svegliarti.» rispose la moglie tranquillamente.
«Cosa?!» disse perplesso prima di sentire la piccola risata della figlia sotto le coperte.
Misaki uscì dal piccolo nascondiglio ancora ridendo e gli saltò sul torace per abbracciarlo. Naruto rise insieme alla figlia mentre si girava verso la moglie per stringerle entrambe in un unico abbraccio.
«Misaki.. non diventare violenta come tua madre... ti prego.» 
La bimba rise di nuovo anche quando Sakura lo pizzicò nuovamente. Ancora sorridendo, riuscì ad addormentarsi senza pensare al malvagio coniglio che le rubava i dolci o altri mostri terrificanti, mentre Naruto lasciava, sia a lei che alla madre, un piccolo bacio sulla fronte spaziosa. 

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Capitolo 30
*** Natale ***


25 Dicembre - sette anni
Si dondolava lentamente sull'altalena.
Osservava gli altri bambini insieme alle proprie famiglie o giocare con la neve.
Salutò cordialmente alcuni bambini augurando buone feste, ma senza avere alcuna risposta.
Si ritira, strisciando i piedi e a testa bassa, verso il desolato appartamento in cui viveva.
Entrò e si avviò verso la cucina per mangiare, come sempre, un freddo ramen pre-cucinato.
Aprì la luce e vide il Terzo Hokage seduto al tavolo con in mano un pacco regalo.
«Buon Natale Naruto!»
Sorride correndo verso l'uomo per poi scartare il regalo.
Egli se ne andò scompigliandogli un pò i capelli. 
Naruto trascorse il Natale con un pupazzo di una volpe color rosso fuoco. 

25 Dicembre - 10 anni
Si dondolava lentamente sull'altalena.
Osservava gli altri compagni d'Accademia insieme alle proprie famiglie o giocare con la neve.
Salutò cordialmente alcuni compagni augurando buone feste, ma senza avere alcuna risposta.
Si ritira, strisciando i piedi e a testa bassa, verso il desolato appartamento in cui viveva.
Entrò e si avviò verso la cucina per mangiare, come sempre, un freddo ramen pre-cucinato.
Aprì la luce e vide Iruka-sensei seduto al tavolo con in mano un pacco regalo.
«Buon Natale Naruto!»
Sorrise correndo verso l'uomo per poi scartare il regalo.
Egli se ne andò scompigliandogli un pò i capelli.
Naruto trascorse il Natale allenandosi con il nuovo kit di armi ninja.

25 Dicembre - 12 anni 
Si dondolava lentamente sull'altalena.
Osservava gli altri compagni insieme alle proprie famiglie o giocare con la neve.
Salutò cordialmente Sakura e Sasuke augurando buone feste ricevendo come risposta un dolce sorriso e uno sbuffo.
Si ritira, strisciando i piedi e a testa bassa, verso il desolato appartamento in cui viveva.
Entrò e si avviò verso la cucina per mangiare, come sempre, un freddo ramen pre-cucinato.
Aprì la luce e vide il resto del team 7 dietro al tavolo con sopra un pacco regalo.
«Buon Natale Naruto!» dissero in coro Kakashi, Sasuke e Sakura.
Sorrise correndo verso i suoi amici per poi scartare il regalo.
Se andarono scompigliandogli un pò i capelli, lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia, facendolo arrossire, e con una semplice alzata di mano. 
Naruto trascorse il Natale osservando la foto incorniciata del proprio team.

25 Dicembre - 16 anni
Si dondolava lentamente sull'altalena.
Osservava i genitori passeggiare o giocare con i propri figli.
Salutò cordialmente Jiraya e Kakashi, che fino a quel momento gli avevo fatto compagnia, augurando buone feste.
Si ritira, a testa alta, verso il desolato appartamento in cui viveva.
Entrò e si avviò verso la cucina per mangiare, come sempre, un freddo ramen pre-cucinato.
Aprì la luce e vide Sakura in piedi, accanto al tavolo, con due scodelle di ramen caldo.
«Buon Natale Naruto!» gli disse rossa in volto.
Sorrise correndo verso di lei per poi abbracciarla.
Si sedettero per cominciare a cenare ignorando la pessima qualità di piatto che Sakura in quella stessa cucina aveva cucinato. 
Naruto trascorse il Natale insieme alla ragazza che amava di più al mondo.

25 Dicembre - 20 anni
Uscì dall'ufficio dell'Hokage.
Osservava i genitori passeggiare o giocare con i propri figli.
Salutò cordialmente gli abitanti del villaggio di passaggio augurando buone feste. 
Si ritira, con le mani dietro la nuca e a testa alta, verso il nuovo appartamento in cui viveva.
Entrò e si avviò verso la cucina per mangiare, come sempre, un orrendo piatto appena cucinato.
Aprì la luce e vide Sakura in piedi, accanto al tavolo, con solamente addosso un grembiule da cucina.
«Buon Natale Naruto!» gli disse maliziosa.
Sorrise correndo verso di lei per poi baciarla appassionatamente.
La prese in braccio portandola in camera da letto pronto a trascorrere una notte piena di emozioni. 
Naruto trascorse il Natale facendo l'amore con la sua fidanzata.

25 Dicembre - 24 anni
Uscì dall'ufficio dell'Hokage.
Osservava i genitori passeggiare o giocare con i propri figli.
Salutò cordialmente gli abitanti del villaggio di passaggio augurando buone feste. 
Si ritira, quasi correndo, verso l'appartamento in cui viveva.
Entrò e si avviò verso la cucina per mangiare, stranamente, il ramen comprato da Teuchi e portato a casa.
Aprì la luce e vide Sakura in piedi, accanto al tavolo, con in braccio il figlio.
«Buon Natale Naruto!» gli disse dolcemente.
«Buon Natale papà!» urlò il bambino.
Sorrise correndo verso di loro per poi dare un bacio ad entrambi.
Prese in braccio il figlio sedendosi per cenare quell'ottimo piatto di ramen. 
Naruto trascorse il Natale insieme alla sua famiglia.


ANGOLO AUTRICE:
Vi prego non tiratemi i pomodori in faccia! Lo so, lo so questo capitolo fa schifo ma non sapevo come altro descrivere questo cambiamento del Natale di Naruto. Oltre questo  ringrazio chi ha recensito i capitoli precedenti e tutti quelli che seguono la raccolta, sperando che dopo questi obbrobri che posto non la toglierete lol
Ne approfitto per darvi gli auguri di Natale adesso che prima di quel giorno non aggiornerò 
Buon Natale a tutti buoni e cattivi e a tutto il fandom di Naruto!
xx noe

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Capitolo 31
*** Capodanno ***


La piazza del villaggio era affollata. Tutti i compagni erano con delle bottiglie di alcohol in mano pronti a dare il benvenuto a quel nuovo anno. Cantavano, ballavano senza dar conto a nessuno.L'unico loro pensiero in quella notte era quello di divertirsi. Stavano finalmente salutando quell'anno di odio, di sofferenza e dando il benvenuto a quello nuovo pieno di speranza e gioia. Soprattutto Naruto e Sakura che aspettavano quel momento con più devozione rispetto agli altri. Il conto alla rovescia iniziò. Si abbracciarono tutti, stretti il più possibile per impregnare quel momento non solo nella memoria ma anche nella pelle. Naruto strinse Sakura a sè, per aggrapparsi a quella consapevolezza che stava per finire tutto, che erano vivi, che stava lì, ad un centimetro di distanza da lei.
5
4

Alzarono le loro bevande in aria pronti a sbatterle a destra a manca per brindare.
3
2
1

I cori e le urla echeggiarono per tutto il paese, insieme ai fuochi d'artificio che coprivano il cielo stellato. Saltarono tutti facendo quasi tremare la terra, troppo entusiasti, troppo euforici, troppo eccitati per il nuovo inizio. Sakura saltò sulle spalle di Naruto urlando a squarciagola per poi prendere un'altro grande sorso di birra. Scese rossa in volto, completamente ubriaca, incosciente di quello che stava facendo. Ma non le importava. Le persone che amava erano tutte presenti. Si voltò verso il ragazzo con un sorriso a mille. Si aggrappò con tutto il peso al suo collo e gli diede un lungo bacio sulle labbra. Si staccò cominciando a ballare e ridere senza un apparente motivo.
Naruto arrossì vistosamente, rimase impalato in mezzo alla folla mentre lo spingevano da una parte ad un'altra. Bevve la bibita che teneva stretta tra le dita, la finì in un sorso e con coraggio afferrò prepotentemente la ragazza per le spalle e ricambiò il precedente bacio con uno più travolgente e passionale. Fu sollevato che Sakura non si scostò ma si strinse maggiormente. 
Il giorno dopo, però, nessuno dei due si sarebbe ricordato di quel momento. 

ANGOLO AUTRICE:
Rieccomi aggiorno per festeggiare con voi questo nuovo anno (anche se con un giorno di ritardo). Scusate se i personaggi sono completamente OOC ma volevo fare un'eccezione. Prometto che da ora in avanti saranno IC. L'ho scritta di fretta quindi lo so che piò sembrare banale (ultimamente non mi piace niente di quello che scrivo). Ringrazio nuovamente per le recensioni che mi state lasciando e coloro che seguono la raccolta. 
Buon anno. Buon 2014! 
Noe

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Capitolo 32
*** sopravvivenza ***


N.B. spoiler degli ultimi capitoli del manga!

 «Non ti lascerò morire!» urlò più a se stessa che a Naruto privo di conoscenza.
Con il chakra che le rimase infilò letteralmente la mano le suo petto e strinse il suo cuore. Comciancò a fargli la respirazione bocca a bocca, sperando, pregando, ordinando nemmeno lei seppe cosa che quell'idiota aprisse gli occhi!
«Adesso che il tuo sogno era così vicino...» disse con le lacrime agli occhi «Non puoi morire! Mi hai sentito Naruto?! Non morirai! Non tra le mie braccia!»
Con determinazione trasferì tutto il suo chakra direttamente nel cuore pompadolo con mano ferma e decisa. Avvicinò nuovamente le labbra e quelle di Naruto e respirò più forte che potè.
«Forza.. Forza Naruto... Apri gli occhi!»
Lo sentiva. Sentiva che non c'era vita in quel corpo martoriato. Sentiva che magari stava solo sprecando fiato. Ma quello che teneva fra le dite era il suo cuore e non poteva certo lasciarlo così fermo, senza che svolgesse il suo compito. All'improvviso il ragazzo alzò il busto di colpo, cercando di prendere pù ossiggeno possibile per poi sputare sangue. Sakura sorrise togliendo subito la mano dal suo petto e cominciando a ricucire la ferita.
«Sa..Saku..» cercò di dire affannosamente.
«Non dire niente, ti prego.» disse col le lacrime che le rigavano il viso per la felicità. 
Mai desiderò così tanto sentire un cuore battere.
Naruto la fermò, gli prese il volto tra le mani e con prepotenza la baciò. Sakura sgranò gli occhi
«Non me lo sarei mai perdonato se non ti avessi detto quello che provavo per te prima di morire.» le confessò dopo essersi allontanatò.
«Tu.. tu non.. non stai morendo e non morirai prima di diventare Hokage!» gli gridò rossa in volto.
«Grazie per avermi salvato la vita. Ci sei sempre per salvarmi.»
Sakura rimase paralizzata da quelle parole. Lei è quella che lo salva sempre? Lei che non faceva altro che fare solo delle piccolezze in confronto a quello che lui stesse facendo per lei! Rise asciugandosi le lacrime, mentre ricordava le parole del capitano Yamato.
«Non importa che siano piccole o grandi. Basta che siano fatte col cuore.»
Lo strinse forte a sè accarezzandogli i capelli. 
«Sarò sempre al tuo fianco. Qualsiasi cosa accade.» 

ANGOLO AUTRICE:
Non ammazzatemi per l'enorme ritardo vi prego! La scuola questo mese mi ha tenuto molto impegnata! Ma oltre questo dettaglio.
AVETE LETTO GLI ULTIMI CAPITOLI DEL MANGA? NO CIOE' VOGLIO DIRE! NON SO SE! OMG! LA MIA SHIP! 
okay dopo questo momento di no sense + fangirleggiamento posso parlare seriamente.
Sono davvero contenta degli sviluppi del manga quindi questa scenetta è dedicata ovviamente a questo salvataggio di Sakura (perchè si sarà un salvataggio non posso accettare la morte di Naruto). 
Sono di fretta quindi il capitolo per i miei gusti non è 'avvincente' e nè orignale e credo neanche scritto bene. Quindi perdonatemi anche per questo. Il mio cuoricino NaruSaku però voglio che accade proprio questo. 
Vi saluto e vado a mangiare un bel piatto di pasta al sugo con polpette! (lo so non ve ne frega niente) Alla prossima! 
xx noe

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Capitolo 33
*** matrimonio ***


«Vuoi tu, Sasuke Uchiha prendere come tua legittima sposa la qui presente Sakura Haruno per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia e in ricchezza e in povertà, finchè morte non vi separi?»
La guardò negli occhi per un attimo per poi rispondere «Si, lo voglio.»
La donna fremette a quella risposta decisa ricambiando lo sguardo serio dell'immediato marito. Era finalmente giunto quel giorno che sognava da una vita. Era tutto perfetto, era come se l'era immaginata. l campo dall'enamento del team 7 come sfondo del matrimonio, i fiori di ciliegio che li circondavano, il vestito semplice bianco che le ricadeva a pennello, i capelli raccolti elegantemente; tutti i suoi amici e parenti presenti a quel passo, Sasuke come sposo, il maestro Kakashi che celebrava quell'unione, i suoi genitori in prima fila con le lacrime agli occhi, Ino e Naruto come loro testimoni. Si sentiva bellissima e nessuno le avrebbe tolto quella felicità. Ma qualcosa cambiò all'improvviso. 
«E vuoi tu Sakura Haruno..»
Improvvisamente non era più sicura di quello che stesse facendo.
«... prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Sasuke Uchiha...»
Si guardò attorno confusa, per poi fermarsi a fissare il testimone posto proprio alle spalle dello sposo. Naruto sorrideva contento di quel giorno, ma gli occhi dicevano tutt'altro. 
«...per amarlo, onorarlo e rispettarlo...»
Si sentì soffocare al pensiero di lasciarlo per sempre. Aveva bisogno di stringersi a lui, di sciogliersi in uno dei suoi abbracci, di rimanere incantata da quelle iridi azzurre. 
«...in salute e in malattia...»
Incrociarono gli sguardi. Mille dubbi le affollarono improvvisamente la testa. Tremò e nei suoi occhi si fece largo la paura più totale. Cosa stava facendo? Naruto percepì il suo tormento. Il sorriso scoparì dal viso di Naruto e Sakura intravide la delusione e la tristezza che lo stavano attanagliando. Non poteva fare una cosa del genere. Il suo cuore non batteva più per Sasuke. 
«...e in ricchezza e in povertà...»
Doveva abbandonare tutto. Doveva andare da Naruto e stare con lui. Continuò a fissarlo spaesata sul da farsi. In risposta, però ricevette un piccolo sorriso rassegnato. L'aveva accettato. Non sarebbero mai potuti stare insieme. Non era destino. Era troppo tardi. 
«...finchè morte non vi separi?»
Spostò lo sguardo nuovamente su Sasuke che le strinse le mani. Si aggrappò a quella presa per sostenersi e gli occhi si inumidirono. 
«Si...lo voglio.» rispose infine. 
«Per il potere conferitomi dall'Hokage, vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa!»
E il cuore andò in frantumi. 

ANGOLO AUTRICE:
tristissino lo so. Sto passando un brutto periodo e non faccio altro che immaginare queste scene tristi con separazioni, delusioni, dolore, rotture ecc. Scusatemi per il ritardo, ma la scuola poi mi sta impegnando parecchio. Spero di ricevere qualche recensione anche con insulti perchè ho inserito SasuSaku (credetemi non li posso vedere insieme eppure per fare questa piccola flash dovevo metterli. O SasuSaku o NaruHina. Ho preferito loro.). Ringrazio per le recensioni precedenti e tutti coloro che seguono la raccolta. Un Bacione! 
noe

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Capitolo 34
*** amore ***


«Morto…» sussurrò all’infermiere accanto.
Coprirono completamente il corpo col lenzuolo bianco per poi girarsi in quello sdraiato accanto con la speranza che non faccia la stessa fine.
Fece passare in circolo il chakra che le rimase, si concentrò e guarì le ferite del ninja. Lui non era in pericolo di morte fortunatamente. Si alzò da terra con le ginocchia doloranti, si massaggiò il collo e stirò la schiena. Si guardò intorno. La tenda medica era stracolma di ninja feriti, in bilico fra la vita e la morte, e anche di corpo ormai senza vita. Quanti eri riuscita a salvarli? Cinque? Dieci? Quanti ancora doveva guardare morire perché ormai era troppo tardi? Si strofinò gli occhi per la stanchezza e  scosse la testa per evitare di sbadigliare. Era sera, ma il suo turno ancora non era finito, Shizune l’avrebbe sostituita a breve. Sospirò, bevve un sorso d’acqua e si rimise al lavoro.
Chissà che starà combinando Naruto…
Lo immaginò lottare contro il potentissimo Madara, con il solito sguardo determinato, affiancato dal maestro Kakashi e Sasuke.
Se viene ferito la Volpe lo guarirà, non c’è niente da preoccuparsi…
Un senso di angoscia si fece largo nel suo petto. Non poteva morire. Non era possibile. Naruto Uzumaki non veniva mai sconfitto. In qualche modo era sempre uscito vincitore dalle sue battaglie. Questa non sarà che l’ennesima.
Sovrappensiero continuò a passare tra i soldati per dare aiuto. Gli occhi si inumidirono al solo pensare di perderlo. Shizune le afferrò il braccio per richiamarla all’attenzione.
«Sakura. Riposati, ci penso io.»
Senza dire una parola si tolse il camice e uscì dalla tenda. Respirò a pieni polmoni l’aria fredda per poi incamminarsi verso il suo accampamento. Dopo qualche passo si fermò concentrandosi sul silenzio che l’avvolgeva. Sentì in lontananza l’eco delle urla di battaglie e bombe che esplodevano. Corse, non sapeva nemmeno lei precisamente verso dove, ma corse. Sperava di incontrarlo, di raggiungerlo. Aveva bisogno di vederlo vivo, di vedere che continuava a respirare a sorridere a combattere con coraggio. Maldestramente inciampò con un ramo sbucciandosi le ginocchia. Aveva il respiro irregolare, la testa le girava, il petto le doleva. Rimase a terra a guardare il sangue fuoriuscire dalle ginocchia fino a quando non sentì dei passi veloci avvicinarsi. Si alzò di colpo impugnando un kunai, pronta a combattere. Che stupida. Non aveva le forze per reggersi in piedi fuguriamoci per difendersi dal nemico. Ma cosa le era venuto in mente? Doveva riposarsi prima.
Stinse la presa nell’arma anche quando il nemico si fece vedere.
Naruto la guardò stupito per qualche secondo da sopra un albero, prima di posizionarsi davanti.
«Che diamine stai facendo tutta sola, Sakura-chan? Non vi siete divisi a gruppi di sette come si era stabilito?» disse allarmato, ma non ricevette alcuna risposta.
Le poggiò le mani sulle spalle come per riscuoterla
«Sakura-chan!» la chiamò.
Vide le lacrime rigarle il viso mentre un sorriso si faceva largo sul suo volto.
Si ritrovò a terra stretto dall’abbraccio dell’amica.
«Sono contenta di vederti!» gli confessò
Non poteva più sopportare quella paura che ogni giorno l’attanagliava. Doveva ammetterlo più a se stessa che a Naruto. Non riusciva ad accettare che potesse perderlo, perché era incondizionatamente legata a quello stupido. Lo amava e nemmeno se ne rese conto.
Sono una bambina. Stiamo combattendo una guerra e penso a queste cose. Lui sta salvando il nostro villaggio, il mondo ninja, mentre io metto davanti i miei sentimenti. Egoista.
Lo guardò negli occhi ma il suo cuore ebbe la meglio. In un momento all’altro potevano morire e l’idea di non confessargli quello che provava e godersi quell’attimo di serenità la tormentava più di quanto immaginasse.
Si fiondò letteralmente sulle sue labbra. Gli mollò un bacio disperato da quella voglia di confessargli il suo amore, disperato di non poterlo più rivedere.
«Sa..» cercò di dire Naruto, ma Sakura ricatturò le sue labbra.
Il ragazzo si fece trascinare dalla passione che la ragazza gli stava dimostrando. L’afferrò per i fianchi facendola sedere a cavalcioni su di lui. Avvolse le braccia sulla schiena per far aderire i loro corpi. Lentamente scese le mani sui glutei, mentre Sakura infilava le mani dentro la felpa.
Non esiteva più alcuna guerra, alcun nemica, alcun alleato. Non esisteva più la foresta in cui fecero l’amore per la prima vola, non esisteva più la luna che cercava di vedere oltre le nuvole grigie quel momento di unione; non esisteva più il mondo in crisi da problemi di odio e pace. Esitevano solo loro: Naruto e Sakura, Sakura e Naruto che esternarono tutti i loro sentimenti e tormenti attraverso quella romantica lotta; che si amavano forse per l’ultima volta. 

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