Ritorno a casa

di BelleFrench
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La magia ha sempre un prezzo ***
Capitolo 3: *** Lieto fine ***
Capitolo 4: *** Da Capo ***
Capitolo 5: *** Il bacio del vero amore può rompere qualsiasi maleficio ***
Capitolo 6: *** Non più sola ***
Capitolo 7: *** Chi avrebbe mai potuto amare una Bestia? ***
Capitolo 8: *** Il patto è sigillato ***
Capitolo 9: *** C'era una volta ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

  -Rumplestiltskin , aspetta!
  La bella gli mise entrambe le mani sugli avambracci, e il folletto che ora vestiva i panni del compassato signor Gold alzò lo sguardo su di lei.
  Non aveva più quegli enormi occhi pieni di brillante oscurità che nonostante tutto lei aveva amato. Ma anche adesso che era diverso da come se lo ricordava, i suoi occhi la fissavano innamorati. Era l’uomo che lei aveva sperato lui tornasse con quel bacio che troppo tempo dietro gli aveva dato.
  Poi era stata catturata dalla Regina e quando era arrivato quel terribile sortilegio, aveva creduto che non avrebbe rivisto mai più l’uomo che amava.
  -In un mondo pieno di magia, tu tornerai ad essere ciò che eri prima…e non potremmo mai stare insieme.
  -Belle – l’aveva stretta tra le braccia baciandole il capo- Questa volta il mio potere, il nostro potere, non nascerà da un sortilegio o da una maledizione ma dall’amore di Snow e il principe. Non ti accadrà nulla fino a quando sarai con me. Come ti ha detto Jefferson… il cappellaio matto.
  E proprio mentre la stringeva a sé, l’intensa nube viola che era fuoriuscita dal pozzo dei desideri li avvolse facendoli svanire nel nulla.
  Un attimo dopo tutta Storybrooke venne inghiottita.

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Capitolo 2
*** La magia ha sempre un prezzo ***


 

1
La magia ha sempre un prezzo



  La nube viola si era diradata.
  Rumplestiltskin si guardò attorno, erano ancora nella foresta.
  Apparentemente nulla era cambiato, ma lui sperò che così non fosse: grazie al sortilegio oscuro nato dall'odio della regina aveva potuto ragiungere quel mondo senza la magia, e grazie all'amore di Snow per Charming aveva infine potuto riportarcela, e tutto per poter ritrovare Bae.
  Lui, Belle e suo figlio sarebbero stati una famiglia ora.
  La ragazza stretta tra e sue braccia sussultò e lui chinò lo sguardo sui suoi capelli ancora dritti e stoppacciosi.
  Regina l’avrebbe pagata! Oh si!
  Perché se Belle era viva e a Storybrooke, allora lo era stata anche nel regno incantato. E Regina gli aveva mentito, portandogliela via per ben due volte!
  Rinforzò la stretta attorno al corpo del suo amore. Ora non l’avrebbe più permesso!
  Le carezzò il capo e si guardò la mano: perché era di quel colore? Stranito si guardò i vestiti: erano tornati quelli che aveva indossato quando era diventato…
  Si scansò lievemente dalla ragazza, la guardò in viso. Appena però anche Belle ebbe incrociato il suo sguardo, scattò impaurita all’indietro.
  -Chi…chi siete? Dove mi trovo?-si guardò intorno agitandosi- Questa non è Storybrooke!
  Rumplestiltskin si guardò meglio attorno. Alberi secolari e molto verdi, grilli formiche e quant’altro…il pozzo che fino a prima dell'incantesimo era stato accanto a lui ora non c'era più, tese l’orecchio: gli insetti paravano tra di loro...
  Parlavano?!
  Era vero, non erano a Storybrooke! Erano tornati nel mondo magico! E quella era la foresta incantata!
  -Lasciatemi! –Si cercò di divincolarsi dalle braccia di quell'essere. -Cosa volete da me chi siete?
  -Belle! – la sua voce era di nuovo stridula, quella di un folletto.
  La ragazza ingaggiò una piccola lotta contro di lui che ancora non voleva lasciarla andare. La strinse più forte tra le braccia e lei lo graffiò su una guancia in un ultimo impeto di paura.
  -Aiuto! Qualcuno mi aiuti!
  Belle era sconvolta. Cosa stava succedendo? Dov’era finita? Ricordava solamente un uomo, un infermiere forse, che l’aveva liberata dicendole che l’avrebbe portata da qualcuno... il signor Gold! Colui che l’avrebbe protetta!
  -Signor Gold aiutatemi! –chiuse gli occhi mentre cercava di tirare via le braccia dalla morsa di quell’essere- Lasciami mostro!
  A quella parola lui la lasciò di colpo e lei cadde a terra.
  Indietreggiò fino a finire con la schiena su di un albero.
  Belle non si ricordava di lui? Perché? Che cos’era successo? Eppure il suo sortilegio aveva funzionato. O no?
  Perché la donna che fino ad un istante prima gli aveva detto di amarlo ora lo rifiutava così e lo aveva persino dimenticato?
  -Devo capirci qualcosa, quindi io e te – la indicò teatralmente con le mani – andremo in un posto! - ghignò.
  Di tutta risposta la ragazza gli lanciò contro due pietre trovate a terra accanto a lei urlando:
  -Mai!
  A contatto con il suo petto si dissolsero diventando foglie secche. Belle sgranò gli occhi.
  -Chi…cosa...sei tu?
  -Rumplestiltskin, al tuo servizio Belle! – fece un inchino.- Ora basta con i convenevoli. Andiamo!
  Alzò la mano destra in avanti e la sinistra in basso e la stessa nube viola che li aveva riportati a “casa” li avvolse conducendoli in un luogo sicuro. Un luogo dove Rumplestiltskin avrebbe raccolto le idee per capire che cosa stava succedendo!

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Capitolo 3
*** Lieto fine ***


2
Lieto fine

 


 

  Rinchiusa in soffitta nella parte più alta della torre della dimora del Signore Oscuro, Belle piangeva e pregava che lui la lasciasse andare.

  Rumplestiltskin poteva sentirla sin dalla sala da pranzo oscurata dai pesanti drappi di velluto e oro alle finestre, mentre cercava nella sua memoria una spiegazione a ciò che era appena avvenuto.

  -Deve essercene una, eravamo a Storybrooke. Ora siamo qui ed è tutto diverso. No! – scattò in piedi- NoNoNo! – ripeté velocemente con la sua vocetta stridula da folletto.

  Si avvicinò all’enorme credenza in legno bianco e l’aprì: tutta la sua collezione di porcellane preziose era intatta.

  Prese una tazzina tra le mani e la voce calma del signor Gold parlò nella sua testa:

  Persone... Tutti questio utensili erano persone una vola, lo ricordi…?

  Un istante dopo a quella voce si unì quella del folletto, quella che ora lui aveva e che la faceva da padrone sull'altra.

  Tah Tah Rumplestiltskin! Taaah!

  Si picchiettò un dito sulla fronte:

  – Pensa, pensa, pensa, cos’è andato storto, cosa non hai calcolato?

  Scattò di nuovo su come una molla. Era incredibile come in pochi istanti si stesse riabituando a camminare e saltellare in giro per casa quando aveva passato una vita con il bastone nei panni del signor Gold.

  Si guardò intorno: era tutto in ordine, ma non era tutto come prima. Le tazze per esempio erano intatte! Le ripose nell' armadio notando che anche la vetrina che lui aveva distrutto nella furia quando aveva creduto Belle morta era intonsa.

  Era tutto come prima di conoscere Belle, e lui era tornato folletto...

  Avevano viaggiato nel passato?

  Ma se fosse stato così perchè Belle era rimasta la ragazza che lui aveva ritrovato nel negozio d’antiquariato senza memoria e vestita normalmente?

  Rise, un tempo la normalità sarebbe stata quella, ma passare ventotto anni a Storybrooke, con tutte le comodità che ne derivavano lo aveva reso dipendente dal ventunesimo secolo.

  Allargò lo sguardo, se lui era lì...anche gli erano trnati alle loro vite precedenti? E se davvero aveva fatto un salto nel passato, allora Snow White e Charming ancora non avevano avuto Emma...?

  Non era stato ancora lanciato il sortilegio... ma se lui era il signore oscuro allora Beafire lo aveva comunque perso.

  Non riusciva a capire, si voltò chiudendo la credenza e fissò lo specchio.

  -Un salto nel passato oppure...un inganno? -gli avvicinò scoprendolo dal telo che vi era adagiato sopra sentendo crescere in lui un forte, fortissimo e bruciante sospetto:

  -Mostrati strega!

  Una sfocatura bluastra apparve riflessa e poco dopo si formò il volto di Regina Mills, il sindaco di Storybrooke.

  -Signor Gold che piacere! Oh bhe visto come ti sei conciato forse dovrei tornare a chiamarti Rumplestiltskin. - passò a dargli del tu.

  -Regina!- calcò sulla R – Bene, bene, bene. E’ opera tua quindi!

  -Certo che sì caro. Come puoi ben vedere, io sono rimasta al di qua, a Storybrooke! Anzi, noi tutti, tranne te e la tua sciocca innamorata. -gli sorrise di sghembo.- ma dimmi, non sei felice di averla accanto?

  Quindi era così che stavano le cose! Erano stati catapultati lì solamente loro due! Perché? E soprattutto,come aveva fatto?

  -E' emozionante vederti con quell'espressione sorpresa. Ti devo una spiegazione, - sembrò quasi avergli letto nel pensiero.- quando mi convincesti ad usare il sortilegio oscuro, avevo capito benissimo che c'era qualcosa che ti aveva spinto ad architettare tutto quel piano, qualcosa che volevi. Tuttavia il mio desiderio di distruggere il lieto fine di Snow e di quel contadinotto che lei chiama principe era molto forte. Non vi avrei rinunciato. - sorrise. - quindi nonostante avessi capito che anche tu in qualche modo avresti guadagnato dal sortilegio, lo lanciai ugualmente, ma...- interruppe teatralmente per creare pathos.- non prima di aver creato una pozione particolare che ho opportunamente gettato nel mezzo dell'incantesimo al momento giusto.

  Rise di nuovo mentre il folletto chinava la testa di lato aggrottando le sopracciglia.

  -Si, hai capito bene, ho creato un maleficio nel maleficio. Sebbene non mi fosse chiaro all'epoca a cosa miravi, volevo distruggere il lieto fine di chiunque avesse causato la mia infelicità e primo fra tutti tu, maestro! -si inchinò dall'altra parte dello specchio in un finto segno di ossequio.- quindi ho preso una ciocca dei tuoi meravigliosi capelli - lo schernì.- e l'ho gettata nel mezzo.

  -Strega...-ghignò a voce bassa stringendo le mani a pugno conficcandosi le unghie nei palmi fino a farli sanguinare.

  -Volevo che qual'ora il maleficio fosse stato spezzato, tu non ne avresti potuto godere in alcun modo! Perchè sarebbe stata solo una questione di tempo prima che tu fossi stato catapultato nella tua antica dimora. Ed eccoti lì infatti... l'unico imprevisto è stato che non credevo che avresti riportato di qua la magia...nè che la tua bella sarebbe venuta con te... - gli voltò le spalle. - avrei preferito tu fossi solo ma...mi va bene anche così, non riuscirai a tornare e vivrai per sempre infelice e solo con una donna che ti disprezza. -Rise sguaiatamente.

  Con il sangue che gli colava dalle mani, Rumplestiltskin diede un pugno allo specchio mandandolo in frantumi. Urlò in modo disumano tutta la sua rabbia e frustrazione. Tutta via l'immagine della regina non scomparve.

  Lei era ancora lì in una delle crepe dello specchio rotto che lo guardava. Poi gli inviò un bacio soffiandolo dalla sua parte e lui anche se non poteva arrivargli davvero, si scansò.-Oh non essere triste caro Rumplestiltskin, ti saluterò tuo figlio quando mi capiterà tra le mani!

  Sparì lasciandolo solo.

  Il folletto urlò di nuovo e stavolta spinse a terra con violenza direttamente lo specchio iniziando a farlo a pezzi.

  -Ti ucciderò strega! Quando ti avrò nelle mie mani... - si tirò i capelli stropicciandosi il viso che si deformò in un mascherone per via del sangue sui palmi.-ti torcerò il collo ti scaverò dentro fino alle viscere...quando avrò finito con te nessuno ti riconoscerà! -gridò.

  Belle si zittì e si rintanò in un angolo della stanza della torre che occupava. Quell'essere era tremendo, urlava, imprecava...dio, se la odiava così tanto prima o poi l'avrebbe uccisa? Doveva trovare il modo di scappare, ma dov'era finita?

  Nonostante il terrore che provava, lei era un osso duro. Al manicomio dov’era stata era pieno di pazzi urlanti, e un omuncolo verde non l’avrebbe certo avuta vinta su di lei, ma era stanca...molto stanca.

  Non sapeva neanche chi fosse, l'unico nome che ricordava era quel Gold che le era stato indicato dall'infermiere che l'aveva liberata...era andata da lui che l'aveva chiamata Belle.

  Si chinò sul tappeto sedendosi a terra, poggiò il volto sulla morbida coperta del letto ed iniziò a piangere sommessamente. Era uno sfogo, lei era forte, si disse quando poi le lacrime non accennavano a diminuire.

  Perchè sono finita qui? Da sola con questo essere? E come posso difendermi da lui...?

  Erano lì da soli, e Belle nemmeno sapeva chi lui fosse. Con gli abiti stracciati e il volto distrutto dalla rabbia, Rumplestiltskin tentò di ricomporsi.

  -Così io ho i miei poteri, in un posto isolato e deserto, e non posso tornare indietro? Credi davvero di riuscire a tenermi lontano dal mio progetto di riavere Bae?

  Il suo progetto di tornare ad avere una famiglia, era sfumando di nuovo.

  Calpestò un piccolo frammento di vetro, e schioccò le dita, in un attimo tutti i piccoli pezzi rotti si alzarono in volo iniziando a ricomporsi.

  Lo specchio riapparve alto enorme e meraviglioso, lucido perfino. Rumplestiltskin ci gettò di nuovo sopra il panno andando a sedersi esausto accanto al suo arcolaio.

  Aveva davvero vinto Regina?

  Era davvero sfumato ulteriormente il suo lieto fine?

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Capitolo 4
*** Da Capo ***


3
Da Capo

  L'arcolaio emetteva il suo solito rumore lievemente cigolante mentre il signore oscuro, Rumplestiltskin, padrone di un regno ormai vuoto e fatiscente tentava di scovare un modo per poter tornare a Storybrooke.
  Era mattina inoltrata e se tendeva l’orecchio poteva sentire il respiro regolare di Belle che adesso, stremata, dormiva. Aveva passato una notte insonne anche lei terrorizzata da ciò che quell’essere urlante avrebbe potuto farle, anche se Rumplestiltskin si sarebbe ucciso con le proprie mani prima di farle di nuovo del male. Ma questo Belle non lo sapeva.
  Non più.
  Era assurdo pensare che Regina gli avesse mentito così bene e che glie l’avesse tenuta lontana e prigioniera per tutto quel tempo chissà dove… no, l’assurdo era pensare che lui avesse creduto a quella storia sulla sua morte.
  -Non era morta...e neanche mi sono preso la briga di accertarmene… nemmeno Charming è così stupido...
  Iniziò a ridere, la faccenda era seria ma lui non poteva fare altro. Si sentiva uno sciocco egoista, all'epoca aveva pensato che il suo dolore fosse così grande da poter passare sopra a tutto… come aveva fatto con Beafire. Sacrificare l’amore delle due persone per lui più importanti per il suo dolore.
  Il riso presto si trasformò in un urlo isterico, poi in furia. Finché non gli brillò nella testa un’idea!
  Un modo per spezzare l’incantesimo c’era, lo aveva provato ormai anni addietro sulla propria pelle!
  -Il bacio del vero amore può rompere qualsiasi maleficio!
  Trillò allegro lasciando l'arcolaio prendendo la sua veste da camera infilandosela al volo per poi precipitarsi per le scale verso la camera di Belle, nella parte più alta della torre.
  Aprì la porta con un sonoro schiocco senza neanche doverla toccare, e la fanciulla scattò allarmata a sedere.
  Appena lo vide però ebbe una lieve esitazione, e poi fece una cosa a lui del tutto inaspettata: gli corse incontro.
  Impulsivamente lui aprì le braccia facendo per accoglierla e lei all’ultimo momento, quando Rumple poteva quasi sentire il profumo dei suoi capelli e la morbidezza del suo corpo sul proprio, scartò di lato passandogli accanto con un piccolo saltello... e hop! iniziò a scendere giù per le scale correndo a perdifiato. 
  Stava scappando?!
  Con un urletto di vittoria, la ragazza aveva guadagnato terreno sul mostro: tutti quegli anni di tentate fughe dal manicomio nel quale quella pazza l’aveva rinchiusa erano pur servite a qualcosa!
  Fece però l’errore di voltarsi indietro per vedere se lui le era alle calcagna, e mise un piede in fallo scivolando in avanti giù per la lunga rampa di scale.
  Mi romperò l'osso del collo!
  Il mondo le vorticò attorno, ma prima ancora di ruzzolare per gli scalini e sentire il suolo freddo del pavimento battere sotto di sé colpì il volto su qualcosa di morbido e caldo che la afferrò al volo.
  -Presa! -  disse la stridula voce del folletto che le era apparso come un incubo davanti e che ora la teneva tra le braccia.-Sembra che tu ti diverta a cadermi addosso.
  Col volto ancora sul petto di lui, Belle represse un urlo di stizza e suo malgrado respirò il suo odore.
  Al contrario di ciò che aveva creduto, non puzzava di marcio e morte, ma di qualcosa simile alla…
  -…cannella…? – le uscì così quella parola, senza che lo avesse davvero voluto.
  -No, Rumplestiltskin.
  -Come…? Come hai fatto ad apparire…
  -Tra le tue braccia? No, sei tu che sei apparsa tra le mie!
  -Oh! Smettila di dire sciocchezze- si era infine tirata su strattonandosi- lasciami andare! Per quale motivo mi tieni qui? Che cosa…?
  Che cosa vuoi da me? Avrebbe voluto dirgli, ma quelle parole morirono tra le labbra di Rumple, che catturò le sue in un bacio.
  Una miriade di sensazioni miste ad immagini le esplose nella testa.
  Vide un uomo vestito bene con un bastone accanto ad un pozzo, che le sorrideva, vide la donna che l’aveva imprigionata lì vestita come una dama dell’ottocento accanto una carrozza trainata da cavalli neri, e poi vide se stessa… le sue mani raccogliere da terra una tazzina sbeccata e seduto ad un enorme tavolo di legno quell’essere: Rumplestiltskin.
  -Fe… fermo! –Pose entrambi i palmi delle mani sul petto di lui, e lo respinse con quanta più forza aveva in corpo riuscendo a farlo spostare di pochi centimetri.
  Era infuriata. Nonostante lo strano colorito verdognolo di lui, Belle gli vide chiaramente le guance arrossate e gli occhi lucidi, respirava a fatica, come lei del resto.
  Si toccò il volto sentendolo improvvisamente caldo. Che anche lei fosse arrossita?
  Si odiò per il modo in cui il suo volto esprimeva i suoi sentimenti e odiò lui per averla esposta in quel modo, voleva picchiarlo! Invece lui sembrava stranito, come se non avesse compreso appieno qualche oscuro pensiero che solo lui conosceva.
  -Non funziona…- tentò di riavvicinarsi alla sua bocca ma stavolta, ben preparata a ciò che lui voleva fare, Belle spostò una mano indietro, portandola poi avanti con tutta la forza della sua rabbia e gli diede un ceffone colpendolo in pieno volto.
  Si era voltata ed era tornata nella stanza che l'aveva vista prigioniera fino a quell'istante, consapevole che non sarebbe mai potuta scappare da quell'essere, non in quel modo.
  Lui si affacciò alla porta.
  -Va via! Non osare mai più... - arrossì di nuovo al pensiero non riuscendo a finire la frase.
  Accigliato lui le diede le spalle non chiudendo affatto la porta, ora sapeva che non sarebbe certo potuta scappare da lui quindi che importanza aveva un chiavistello?

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Capitolo 5
*** Il bacio del vero amore può rompere qualsiasi maleficio ***


4
Il bacio del vero amore può rompere qualsiasi maleficio



Come la sera precedente e quella prima ancora, Rumplestiltskin rifletteva sull’accaduto, non rendendosi pienamente conto del perché quello che gli era sembrato un grande piano, non avesse funzionato.
  L'amore mi ha rimbambito
  Si toccò la guancia dove lei lo aveva colpito.
  Nessuno lo aveva mai picchiato da quando era diventato il signore oscuro, se solo ci avessero provato sapevano la fine alla quale sarebbero andati incontro, ma Belle no. Non aveva mai avuto paura di lui, o forse era semplicemente stata incosciente, o ancora, era una ragazza che agiva per eroismo come gli aveva detto una volta tanto tempo prima, era diversa da lui, molto diversa.
  Era coraggiosa. Non aveva alcun potere magico eccezion fatta per il suo coraggio.
  La ricordava davvero così, molto coraggiosa. Era lei a non ricordarsi di lui. Non ricordava niente di ciò che c’era stato tra loro…
  Ed ecco perché non ha funzionato...
  Rumplestiltskin si alzò dalla tavola dove era seduto facendo strusciare la sedia indietro.
  -Smettila di parlarmi in testa uomo di mezza età! - sbottòrivolto alla voce di Gold che stava quasi iniziando a non sopportare più-Non può certo amarmi se neanche ricorda chi sono! E dopo quello che ho fatto… - ridacchiò nonostante si stesse dando dello stupido.
  Ricordava il volto di Belle infuriato dopo il bacio. L’aveva lasciata lì da sola chiudendo qualsiasi via di fuga. Sapeva che non avrebbe potuto lasciare quel luogo a meno che lui non avesse voluto. 
  -Non posso costringerla ad amarmi. No! No no no! –batté le mani l’una contro l’altra nervoso - E neanche servirmi del filtro d’amore, bisogna che mi ami di amore sincero…
  Doveva trovare un altro modo per tornare indietro a Storybrooke. Per tornare da Beafire e riportarlo nella sua vita, altrimenti tutto quello che aveva fatto non sarebbe servito a niente.
  Quanti lieto fine hai distrutto per avere il tuo?
  Di nuovo scacciò quel pensiero nato dalla voce così ormai lontana dell'uomo che era stato. Era certo ora che il signor Gold lo avrebbe rammollito, non doveva dargli retta, in guerra e in amore tutto era lecito, o no?
  Tese nuovamente l’orecchio, Belle stava ancora cercando una via di fuga, da due giorni a questa parte, aveva smesso solo per crollare a terra sfinita. Il castello era enorme e lei provava instancabilmente ogni porta, finestra parete o armadio...
  -Nessuno può entrare di qui, né uscire! – urlò esasperato, più rivolto a se stesso che non a lei. - E nessuno verrà a salvarti Principessa...siamo soli qui...
  Poi fu come se fosse stato colpito da un fulmine.
  Erano davvero soli, Regina aveva spiegato che solo loro erano tornati a "casa".
  Ma quello che Regina non sapeva era che una volta molto tempo prima delle persone c'erano state nel suo castello... persone che nonostante il sortilegio oscuro non erano arrivate a Storybrooke ma erano rimaste li in attesa, perchè semplicemente non erano più persone!
  Quindi in realtà Belle non era così sola come credeva...
  Dal profondo del cuore decise che avrebbe riportato in vita tutti coloro che si erano avventurati sin li rapiti da lui o semplicemente tutte le persone che una volta si erano occupate di quel castello nonostante ora appartenesse a lui.
  Glie ne avrebbe fatto dono, lei avrebbe imparato ad apprezzarlo, se ci era riuscita una volta ci sarebbe riuscita di nuovo no?! 
  Lo avrebbe chiamato piano B, o piano Charming...rise pensando al principe di serie B che nonostante non fosse nè acuto nnè magico aveva cercato in tutti i modi di salvare le persone che amava.
  Poteva ben sperare che quel piano B riuscisse prima o poi, e lui nel frattempo avrebbe organizzato il suo piano A: avrebbe in qualche modo obbligato Regina a spezzare quella maledizione.
  Si sedette all'arcolaio riflettendo: Come poteva obbligare Regina?
  Semplice, avrebbero dovuto proporle un nuovo accordo. Un accordo al quale non poteva dire di no!
  Ma prima lui doveva scavare nella sua memoria per trovare qualcosa che Regina voleva e che l’avrebbe riportata lì nel regno delle Fiabe a contrattare la sua libertà.
  Anche se tutto quello cui la Strega anelava lo aveva là con lei: Henry, e la possibilità di distruggere Snow White una volta per tutte.
  Rumple sapeva bene che Snow e Charming insieme allo sceriffo Swan non le asvrebbero reso facile quella vittoria.
  Un sorriso sinistro gli si dipinse in volto.


  In quello stesso istante, un soffio di aria gelida passò nelle ossa a Belle, che scrollato il capo ricominciò a cercare una via di fuga.
  Faceva davvero freddo là dentro, semmai avesse saputo in che razza di strano posto era capitata.   Guardò i suoi vestiti, erano lisi, e il suo stomaco brontolava. Erano due giorni che mangiava andando a rubacchiare qualche cosa dall’enorme dispensa della cucina vuota di quel palazzo. La ragazza sospettava fosse stata piena di servitori una volta.
  -Se li sarà mangiati lui...
  Lo sentì ridacchiare in lontananza. Sembrava proprio che certe volte lui la potesse sentire. Ma chi era in realtà Rumplestiltskin? E perché l’aveva rinchiusa lì con lui? E soprattutto quei ricordi che le erano affiorati in testa dopo quel bacio...di chi erano?
  Sembrava trovarsi in una delle storie che si leggevano ai bambini sui folletti malefici, forse era davvero diventata pazza? Forse tutto quello se lo era immaginato?
  Si sfiorò le labbra, e di nuovo delle potenti sensazioni di familiarità e calore la invasero.
  No! Non se lo era certo sognato quel bacio!
  -Stupido! –sibilò- Mi senti? –urlò poi. – Non mi arrenderò e troverò il modo di scappare fosse anche l’ultima cosa che faccio!
  Imboccò un lungo corridoio che portava ad un’enorme scala che si diramava in due direzioni. Prese quella di sinistra. Non le interessava che lui la sentisse cercare una via di fuga: l’avrebbe trovata e sarebbe scappata!
  Altre scale, era una torre come quella dove lui l’aveva rinchiusa appena l’aveva catturata. La percorse tutta lungo gli scalini a chiocciola che man mano rimpicciolivano fino a trovarsi in un posto abbastanza buio e scuro.
  Delle pesanti tende coprivano la visuale all’esterno, solo una luce filtrava dal rosone di vetro posto sul soffitto, ma che era così impolverato da non lasciar entrare neanche un raggio di luce.
  Tastò alla rinfusa finché trovo un mozzicone di candela, ma non aveva cerini per accenderlo.
  E va bene, vorrà dire che toglierò le tende!
  Si avvicinò ad un drappo blu scuro e tirò più forte che poté. Erano state montate molti anni addietro, perché al minimo sforzo quelle si lacerarono e vennero giù.
  Un accecante sole che riverberava sulla neve tutta intorno al castello la illuminò. Con un braccio si coprì gli occhi. Poi si voltò e la vide, rimanendo a bocca aperta.
  Una enorme ed immensa stanza piena di libri!
  Ce ne erano ovunque: sul tavolo basso, accanto a quello che ora scorgeva essere un caminetto, a terra, addirittura gli scaffali arrivavano fino al soffitto.
  Quale mostro era quello che aveva così tanti libri in casa?
  Ne prese uno e lo sfogliò iniziando a leggere la prima pagina, poi come ipnotizzata sfogliò la seconda e poi la terza, fino a perdere del tutto il senso del tempo.

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Capitolo 6
*** Non più sola ***


5
Non più sola


-Ma dove sei finita? – tese l’orecchio, nulla. Possibile fosse riuscita a scappare? No! Non poteva neanche concepire una simile eventualità, non adesso. Aveva passato talmente tanti anni nei panni del signor Gold con il rimpianto di aver perso il suo amore, che adesso non riusciva a ragionare totalmente come un folletto.
Salì velocemente le scale a chiocciola della torretta che fungeva da biblioteca, e dopo aver superato la piccola balaustra, ed eccola lì: dormiva.
Le si avvicinò. era sdraiata lungo il tappeto intarsiato e pieno di polvere che lui non si era mai preso la briga di pulire accanto al caminetto spento.
La issò tra le sue braccia consapevole che se si fosse svegliata, lo avrebbe di sicuro colpito di nuovo trovandoselo così vicino.
Era inutile, non era più la dama che lui aveva incontrato in quel posto tanti anni prima. Vestita con quegli stracci che aveva avuto a Storybrooke sembrava più una ragazzina smarrita.
Come lui anche lei aveva avuto una esistenza comune a Storybrooke. Comune? Guardò il suo volto, era segnato e stanco, doveva davvero averne passate tante che neanche lui si immaginava.
Essere rinchiusa in una cella sotto un ospedale non era davvero stata una comune esistenza. La strinse più a sé iniziando a scendere le scale, gli piaceva sentirla respirare quieta sul suo petto. Come le aveva detto al pozzo dei desideri la amava. L’aveva amata sin dal primo istante in cui l’aveva vista.
Arrivò davanti la porta della camera più accogliente del castello oscuro: la sua camera da letto, ed entrò.
Quando la depositò sul letto, la ragazza ebbe un sussulto e gli strinse le braccia al collo facendolo rimanere chino su di lei, dormiva, forse stava sognando?
-Non lasciarmi sola… - sussurrò nel sonno, prima di sciogliersi da lui e tornare placidamente a dormire.
Il cuore di Rumplestiltskin si strinse in una morsa.
-Non ti lascerò più sola Belle.
Sarebbe mai riuscito a farla innamorare di nuovo?
Alzò le braccia rivolgendo i palmi verso se stesso e facendo un lieve movimento che fece uscire dalle sue mani della polvere violetta che andò a posarsi su alcuni degli oggetti a partire dalla camera fino a tutto il castello.
Quando ti sveglierai non sarai davvero più sola.

Quando Belle si svegliò aveva una fame da lupo.
-Dove mi trovo…?
Disse a voce alta, non aspettandosi certo la risposta di una voce di donna:
-Nella camera del padrone Mademoiselle! Vi ha portata qui per farvi riposare, mentre noi penseremo a rifocillarvi e vestirvi!
Scattò seduta sul letto, i capelli aggrovigliati le ricaddero sul viso.
Chi aveva parlato? Si guardò attorno: la stanza era stranamente illuminata come nessuna altra parte del castello che lei aveva perlustrato da cima a fondo per fuggire. C'erano  uno scendiletto, un armadio bianco, un tavolo imbandito, tè e pasticcini, ciambelle, croassaint, panini farciti e quant’altro… il suo stomaco brontolò sonoramente mentre dandosi della visionaria, scostava le pesanti coperte rosse ricamate d’oro e mise i piedi a terra.
-Forse stare in manicomio mi ha resa davvero un po' pazza...
Qualcosa però si mosse la sotto, costringendola a saltare di nuovo sul letto ed a guardare in basso. Topi?
Il piccolo scendiletto pieno di frange saltellò allegro appena la vide, salendo sul letto e guaendo come fosse un cucciolo.
Belle represse un grido più di sorpresa che non di paura, quello strano utensile animato le stava come…leccando il viso come facevano i cagnolini. Rise scioccata.
-Chi sei…? –chiese scostandoselo da sopra.
-Lui è Pluto, ed io sono la signora Armaud- le rispose la voce gentile che aveva sentito poco prima, proveniente non da una amabile signora ma da un grande armadio bianco.
-Un…armadio… che parla?
Forse non sono mai scappata e questa è la causa dell'elettroshock? 
-Beh buon giorno a lei! – fece un inchino Belle decidendo che avrebbe assecondato quelle assurde fantasie.
-Come sei graziosa mademoiselle! – batté felice le ante la signora Armaud.
-Chiamatemi Belle, piacere.
-Ed è un nome che ti si addice mademoiselle...Belle!
-Orsù orsù è l’ora dello spuntino! Guarda com’è smagrita questa povera ragazza, il padrone ha dato disposizioni affinché noi ci prendessimo cura di lei…
-Il padrone? – chiese Belle rivolta ad un altro oggetto animato che le si era avvicinato tutto grintoso, una splendida teiera di porcellana antica. E così avevano fatto tante tazzine, una poltrona molto comoda ed un piumino per la polvere.
-Il signore Oscuro. Madame. -spiego il dolce piumino dalla vocetta squillante.
-State parlando di quell’essere che mi ha portata qui? Di Rumplestiltskin?
A sentire quel nome tutti gli oggetti animati in quella stanza si chetarono.
-Non vuole si usi il suo nome, per scaramanzia dice. – poi le si avvicinò all’orecchio- pare che il sapere il nome di qualcuno conferisca grande potere.
Belle si accigliò.
-Che razza di…? –Si alzò nuovamente dal letto facendo molta attenzione a non calpestare il tappeto persiano che si stava scrocchiando le fibre sotto di lei.- Sapete una cosa? Non mangerò mai e poi mai quello che quel mostro ha fatto preparare! Io…
-Mademoiselle, hem… Belle…- una tazzina molto piccola dal bordo sbeccato le si posizionò tra i piedi. La ragazza la raccolse tra le mani.- il padrone ci ha resi di nuovo animati per servirla, se ora lei… tu- le parlò la voce tenera di quello che sembrava essere un bambino piccolo- non mangi, lui ci farà tornare come prima.
-Cosa? Eravate esseri umani una volta? - la rigirò tra le dita. Quella piccola tazzina le metteva malinconia, le piaceva.
-Tu non ti ricordi proprio vero? 
La teiera zompettò verso di lei facendole segno di andare a mangiare qualcosa. -Non accadrà nulla di male se mangiate qualcosa. Avanti…
In effetti aveva molta fame, e senza forze non avrebbe opposto molta resistenza comunque. Quindi prese la piccola tazzina sbeccata e si sedette al tavolo iniziando a mangiare tutto quello che le capitava a tiro. Ben presto riprese tono e cominciò a conversare con tutti quelli che a prima vista potevano sembrare oggetti animati ma che adesso per lei erano l’unica certezza di non essere davvero sola al mondo.
Non sapeva chi era, ma solo che aveva passato tanti, troppi anni in una cella nascosta al mondo. Sogno o immaginazione, ovunque quell'essere l'aveva portata ora loro erano gli unici con cui poteva parlare. Se avesse dovuto trascorrere l’eternità in quel posto strano, almeno ora aveva degli amici. Si rigirò tra le mani la piccola tazzina sbeccata che rise perché le sue dita gli facevano il solletico.

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Capitolo 7
*** Chi avrebbe mai potuto amare una Bestia? ***


6
Chi avrebbe mai potuto amare una Bestia?


  -Pensa, pensa, pensa, testa di folletto! Dov’è che hai messo quell’aghetto?
  Canticchiava Rumplestiltskin mentre da ormai quattro giorni cercava invano in ogni anfratto del castello l’unica cosa che più della mela avvelenata, la Regina avrebbe voluto nel suo nuovo reame di terrore a Storybrooke. Un piccolo oggetto che se usato bene, era in grado di far morire una persona.
  L’unica pecca era che solo una fata poteva alterarne la malefica magia, rendendo il maleficio debole ed in grado di essere spezzato. Scrollò la testa allegramente
  -Beh questo non devo mica dirlo a Regina.
  Il rintocco delle cinque del pomeriggio riecheggiò in tutta la stanza. Per Belle e i suoi nuovi amici quella era l’ora del tè,l’ora in cui avrebbe…
  Con una luce che gli brillava negli occhi, il signore oscuro ripensò a quei quattro giorni appena passati, a quando si era accorto che la sua dolce Belle si intratteneva nella biblioteca a leggere delle storie a tutti i bambini del castello.
  Bambini Rumplestiltskin? Erano bambini, prima che tu li rendessi tazzine.
  -Oh e sta zitto Gold! - si picchiò in testa. - non capisci mai quando è meglio tacere?

  Quel giorno aveva passato tutto il tempo a cercare il fuso dell’arcolaio maledetto quando aveva sentito delle risa provenire da chissà dove. Si era fermato tendendo, come ormai era sua abitudine fare, l’orecchio.
  Aveva capito subito che centrava Belle ma non aveva la minima idea di cosa stesse succedendo. Quindi sentendo ancora delle risate era corso a vedere.
  Senza fare rumore si era avvicinato alla balaustra della biblioteca e lei era là.
  Diversamente da come l'aveva vista giorni prima, i suoi vestiti erano cambiati: indossava l'abito azzurro che le metteva in risalto gli occhi e i capelli erano acconciati e tirati su, mentre molti riccioli ramati le scendevano sul collo.
  Gli ricordava terribilmente i giorni passati al castello.
  Aveva pensato in quell’istante che quella era la creatura più bella sulla quale avesse mai posato gli occhi, e aveva dovuto ricredersi quando la ragazza aveva iniziato a raccontare alle tazzine sedute accanto a lei una fiaba, imitando le voci dei vari personaggi, perchè quella lo era molto di più.
  Ogni giorno si rendeva conto che la bellezza di Belle aumentava esponenzialmente.
 Sentva riaffiorare più prepotente quel sentimento provato anni prima solo per un suo sguardo, o sorriso...il sentimento che aveva provato quando lei si era seduta sul suo tavolo chiacchierando con lui di Beafire, o quando gli era caduta tra le braccia dalla finestra... 
  Anche se lei non lo ricordava, lui ne era innamorato, della Belle precedente e di questa.

  E così da quel giorno, tutti i giorni alle cinque, soleva recarsi senza essere visto alla balaustra e si sedeva sulla scala, ad osservare la sua Belle da lontano ridere con qualcuno che non era lui.
  Diede uno sguardo alla biblioteca, Belle si era data molto da fare per pulirla, era un luogo che aveva imparato ad amare e lui glie lo lasciava libero.
  Non ci aveva davvero più messo piede da quando quel giorno in una vita ormai passata, l’aveva veduta dalla finestra ritornare da lui. Il giorno del loro bacio. Quando anche lei gli aveva confessato i suoi sentimenti.
  Il giorno in cui l’aveva persa per sempre.
 Continuando in quel modo lei certo non si sarebbe innamorata di lui ma lui lo avrebbe fatto ancora di più.
 Così, aveva poi deciso che avrebbe trovato un altro modo per tornare a casa con Belle e che l’avrebbe poi lasciata libera. Lui l’amava e ne aveva paura ma non poteva forzarla ad amarlo, non per la seconda volta.

  -Credo che per fare la voce del principe mi serva un volontario!
  Tutte le tazzine in coro iniziarono a strillare che loro volevano fare quella parte, nella fiaba che lei stava leggendo loro.
  -Tu, farai il mio principe che ne dici?
  Prese il piccolo dal bordo sbeccato, non sapeva perché ma era il suo preferito e se lo portò accanto al volto stampandogli un bacio sul bordo.
  La tazzina rise e Rumplestiltskin sospirò, forse troppo forte, perché in un attimo tutti si girarono spaventati dalla sua parte.
  Belle si alzò da terra lisciandosi la gonna e guardandolo fiera. Non ne aveva certo paura, ma quando era in sua presenza, il suo cuore iniziava a battere forte e lei a tremare.
  -Salve.- Lo salutò cordiale.
  -Salve a te Belle. Io ero passato solo a vedere come… ho sentito delle risa e…
  -Faremo più piano. – non voleva che lui li facesse tornare ad essere oggetti, aveva appreso dalla Teiera che una volta erano stati umani, e che almeno adesso potevano fare quello che facevano tempo prima al castello, rendersi utili per gli altri. Quindi aveva deciso che sarebbe stata cordiale con lui per i suoi amici.
  -No, no – mosse la mano a mezz’aria.- Mi abituerò io. Non è poi così fastidioso sentirvi.
  -Belle ci stava leggendo la favola del principe e del mago cattivo! Vieni a sentirla anche tu!- la piccola tazzina saltò dalle mani della ragazza scivolando allegra sul suo vestito e si diresse verso Rumplestiltskin.
  -Come? – lui la fissò incerto.
  -Se...se volete rimanere, non ci date alcun disturbo.
  -Si e poi stavamo cercando chi faceva il mago cattivo. – saltellò su un’altra tazzina.
  Gli esseri incantati della dimora repressero un sussulto, timorosi che con quella frase il signore oscuro li avrebbe di nuovo resi inutili, invece lui andò accanto a Belle e le si sedette davanti, a terra sul tappeto. Con un batter di mani accese il caminetto e subito la stanza si riscaldò.
  -Oh beh grazie. -Gli disse la fanciulla riguardo al fuoco.
  -Ma io non ho ancora accettato di fare il mago cattivo. – alzò un sopracciglio. – tutta via potrei accettare e rimanere se la prossima volta mi farete fare...la bella principessa.
  Le scappò un risolino a quella inaspettata battuta.
Rumplestiltskin alzò un sopracciglio ridacchiando anche lui: -Hai ragione, potrebbe non funzionare...
  Era strano vederlo ridere e non ghignare come suo solito. Belle rise con lui, e anche se si sentiva un po’ imbarazzata per via del suo sguardo penetrante che a quanto pareva riservava solo a lei, continuò a leggere la fiaba della principessa cigno, con somma gioia dei bambini che le erano accanto e che adesso erano tranquillizzati dall'apparente tregua tra lei ed il folletto.
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Capitolo 8
*** Il patto è sigillato ***


7
Il patto è sigillato

 
  In un’altra parte di un altro mondo una perfida regina teneva sotto scacco una piccola città.

L’unica loro speranza di salvezza risiedeva nella figlia di una principessa. Mentre il popolo cercava riparo dagli incantesimi malvagi della perfida regina, la principessa combatteva strenuamente e con tutte le sue forze insieme alla madre, il padre ed una moltitudine di buoni amici, per salvare il piccolo erede al trono dalle sue grinfie.

-Non abbiamo un piano Jefferson, cosa ti fa credere che Regina possa mai fidarsi di te ed entrare in quel ridicolo cappello per poi teletrasportarsi da Gold e…

-Lo farà. Non chiede di meglio che avere quel fuso! E poi è sua l’idea! - sorrise di traverso il cappellaio matto ad Emma.

-Ma così facendo lei potrà uccidere Snow! – Charming si girò verso la sua amata sposa – non glie lo permetterò, deve esserci un altro modo! - asserì convinto.

MaryMargareth strinse il braccio della figlia.

-Non c’è un altro modo. La cosa che vuole più di tutte è uccidermi. E se noi le forniamo il mezzo, lei per andarselo a prendere farà di tutto. - sorrise triste.- Non dobbiamo dimenticarci che la figlia di Jefferson ed i figli di tutti noi sono nelle sue mani ed io credo sia più importante la vita di Henri che non la mia.

Emma sgranò gli occhi. Ancora non credeva che tutto quello fosse accaduto, ma non poteva non pensare di avere una madre davvero in gamba. Mise una mano sulla sua.

-E allora facciamolo.

Jefferson prese la parola:

-Quando aprirò il varco, io e Regina verremo direttamente catapultati dall’altra parte. Come ben sapete, Rumplestiltskin è la che aspetta di poter tornare, ma se anche lui tornasse, le cose qui non cambierebbero poi di molto. Quindi farò in modo che rimangano tutti e due là, e prenderò la ragazza, e tornerò indietro. Ricordate, due entrano e due tornano.

Erano tutti d’accordo, l’unico neo era:

-Sei sicuro che il signor G…Rumplestiltskin – era un nome davvero ridicolo pensò Emma-e Regina non sappiano che stai facendo il doppio gioco con noi?

- Forse Regina sospetta, o forse sospetta Rumplestiltskin, ma non posso lasciare le cose così come stanno. E poi è la nostra unica possibilità, dopo tutto è stata Regina stessa a chiedermi di far funzionare il cappello.

-Allora per me va bene ma andrò io.

-Emma non puoi…

-David… papà. E…mamma,-chiamarli così la imbarazzava- sono io colei che spezzerà il sortilegio. Quindi è giusto che sia io ad andare a recuperare la ragazza.

-E se non riuscissi a tornare indietro?- Mary Margareth non avrebbe mai voluto una cosa simile, ma la figlia aveva il suo stesso coraggio e non poteva non apprezzarlo.

-Tornerò. Regina deve pagare per quello che ha fatto alla nostra famiglia!

-No Emma. Andrò io. Qualcuno dovrà restare al di qua del cappello semmai io dovessi fallire,e ti pregherei di liberare i bambini. E di prenderti cura di Page.

-Detto da uno che voleva quasi ammazzarmi non è il massimo - asseri fissando poi gli occhi preoccupati ed ansiosi della. - ma, per me va bene.

-Allora è deciso. L’operazione Cobra sta per avere inizio! –Disse Snow sorridendo alla ritrovata figlia.



-Questo giardino è incantevole signore… come mai sono allibita sia vostro…?

-Potete chiamarmi per nome.- le disse lui mentre insieme camminavano nel rosero che aveva dietro il castello.

La ragazza abbassò lo sguardo, poi lo riportò su di lui.

-Rumplestiltskin. - disse sottovoce.

-E’ il mio nome. Per servirvi madame! -Fece un lieve inchino al suo cospetto. La ragazza rise. A suo modo, lui riusciva sempre a strapparle un sorriso.

-Mi è stato riferito che voi non vogliate si ripeta in giro...il vostro nome.

-Beh,sapere il nome del vostro avversario vi rende più potente.- le disse chinandosi su una rosa respirandone il profumo.

-Non posso sapere come. Ma il mondo da quale provengo io non è così fantastico come questo qui.

-Allora ammettete che vi piace?!

-Non mi dispiace…-rise, poi si fermò. Quella strana sensazione di dejavù, forse il profumo delle rose?! -E Perché mi avete portata qui? Nel vostro mondo... - ricominciò a camminare lentamente. -ora non credeva più di essere pazza, e voler scoprire quanto più possibile di un posto come quello la riempiva di eccitazione.

Rumplestiltskin le si fermò accanto: -Non sono stato io ma, una perfida regina cattiva che ti ha tenuta lontana dal tuo amore quando eri nel tuo mondo.

-Sembra una fiaba per bambini…

-E’ la realtà Belle! – le si era fatto vicino, e le aveva messo una mano sul braccio stringendo quel poco che bastava, per far si che lo sentisse reale.

Non l’aveva più toccata da quando l'aveva issata tra le braccia stremata per portarla in camera pochi giorni prima, ma non era cosciente e anche se aveva il sospetto che tra di loro le cose fossero migliorate, non poteva forzarla. Presto sarebbero tornati a Storybrooke e lei sarebbe stata libera.

Anche di andare via da quella città. Non ci sarebbe stato più alcun maleficio a trattenerla.

-Se volete di nuovo baciarmi, vi avverto che vi picchierò di nuovo. - trattenne il fiato.

 -Cos..? Ah sei davvero divertente. – la indicò ridacchiando. – Molto, molto divertente! Ma cosa ti fa pensare che io voglia…- le si avvicinò di scatto mentre lei reprimeva un sussulto. Le era così vicino che avrebbe potuto specchiarsi negli occhi azzurri di lei-…baciarti?

Rumplestiltskin fece un velosce saltello all'indietro: non avrebbe dovuto mettersi così alla prova, no, non avrebbe dovuto farlo! Era davvero stato ad un passo dal baciarla nuovamente!

-Siete uno… stupido!- la ragazza scappò verso il castello, prima camminando, poi sempre più velocemente finché non si accorse che stava correndo. Entrò a perdifiato nella sua camera da letto.

Lui non voleva baciarla?

Quella frase le rimbombava nella testa.

Bene! Cosa credeva che l'avrebbe cercato lei?

Arrossì.

L’averle dato la possibilità di stare in biblioteca con i bambini e tutti i servitori non l'aveva certo resa meno cauta!

Si era divertitoa prenderla in giro!

Guardò il tavolo della camera da letto che ora occupava: lo splendido vaso di vetro colorato con dentro diversi tipi di rose rosse era al suo solito posto da una settimana a quella parte. Lui si preoccupava sempre di farle trovare rose ovunque e dal carretto-giardiniere era venuta a sapere che era lui in persona a cogliere le rose più belle da farle trovare in camera.

Ecco perchè quel pomeriggio l'aveva portata nel roseto, dopo la propria insistenza su dove erano state coltivate quelle rose lui aveva infine deciso di mostrarglielo.

Strinse i pugni sulla coperta. Andiamo Belle, erano solo rose!

Rose però che erano ovunque nel castello. Per lei.

Anche la biblioteca ne era piena e quando per errore il piccolo pluto aveva fatto cadere a terra un vaso mentre lei leggeva per i più piccoli, Rumplestiltskin non si era arrabbiato come le altre creature incantate avevano creduto. Aveva anzi ridacchiato all’espressione di paura di tutti.

Sono solo rose le aveva detto.

Pensarci non avrebbe risolto il groviglio di emozioni che Rumplestiltskin le aveva fatto nascere pian piano nel cuore. Prese il libro che aveva appena finito di leggere per riporlo in biblioteca.

Salendo la scalinata ripensò a quante volte lo aveva sentito avvicinarsi e mai farsi vedere, lei sapeva che lui si fermava là ad ascoltarla. Poi da quando si era seduto con loro, le cose erano cambiate. Era diventato più… poteva dire dolce? Non lo sapeva, ma il fatto era che adesso nessuno nel palazzo lo temeva più.

La piccola tazzina sbeccata quasi gli correva incontro ogni volta che lo vedeva, e Belle aveva notato che quel piccolino sembrava avere una vera predilezione per averli entrambi accanto a sé.



-Come ti sei fatto quella sbeccatura?

Da sopra la scala Belle lo aveva guardato, il piccolo Lou era sul tavolino, erano soli, era rimasto con lei a farle compagnia mentre riordinava i libri.

-Me l’hai fatta tu, non ricordi? Oh ma non ho sentito male, ero ancora inanimato! – picchiettò sul bordo del tavolino il piccolo.

-Che dici? Quando avrei mai… - la ragazza lo fissò. Chiuse gli occhi, c’era qualcosa che non andava, si sfiorò le tempie con le dita. Quando li riaprì, ad attenderla sotto la scala non c’era il suo amico ma Rumplestiltskin.

-Che cosa stai facendo? – il suo volto era preoccupato? Non avrebbe saputo dirlo. Era strano e lei non lo capiva davvero. 

-Riordino i libri è ovvio!- gli aveva risposto poi seccata rigirandosi per scendere. Perché la stava interpellando in quel modo? Alla faccia del cambiamento!- fammi scendere.

-Ti aiuto io,rischieresti di nuovo di cadere.

-No, grazie posso farcela da me… cosa vuol dire che rischierei di nuovo di cadere?

-Come quella volta che per togliere le tende gli sei caduta tra le braccia! – finì per lui la piccola tazzina.

-Belle… - Rumplestiltskin fece un passo indietro e la ragazza lo fronteggiò dall’ultimo scalino. Era alla sua altezza ora. Non si era mai resa conto che lui fosse così alto.

-Cosa vuol dire Rumplestiltskin? Quella storia che mi hai raccontato, su me e te, sulla regina cattiva… non è una fiaba…

Lui sospirò chinando lo sguardo:

-Te lo avevo detto che era tutto reale.

-Per favore, devo sapere. Perché non mi dici…. – Gli mise una mano sulla guancia per riportare i suoi occhi lì dov’erano stati fino a qualche istante prima, nei suoi. E fu un errore.

Il cuore iniziò a batterle velocemente in petto, mentre Rumplestiltskin poggiava la propria a coprire quella di lei.


-Ma che bella scenetta! Vi faccio i miei complimenti!

Splendida e terribile, nel suo abito nero, la regina del mondo delle fiabe, ora sindaco di Storybrooke si fece avanti. Dietro di lei la seguiva quello che Belle identificò come il suo scarceratore nell'altro mondo. L'infermiere che le aveva detto di andare da quel certo signor Gold per chiedere aiuto.

-Regina! Benvenuta nella mia umile dimora, ma, non siete in anticipo? Avremmo dovuto prendere un tè alle cinque. Vi avevo chiesto di aspettarmi nella sala! - il folletto coprì la visuale a Belle.

Quella donna le era familiare  ed il modo sibillino in cui Rumplestiltskin parlava con lei fece sciogliere qualcosa dentro. Puntò le mani sulle spalle di lui per spostarlo e così vederla meglio.

-Voi siete… la dama della carrozza trainata dai cavalli neri! Voi… mi avete rinchiusa qui e nell’altro mondo!

Si gettò in avanti dall’ultimo scalino e Rumplestiltskin la prese tra le braccia evitandole una caduta.

-Rumplestiltskin, cosa sta succedendo… Quando hai incontrato questa donna, tu… tu sei il signor Gold, noi… eravamo al pozzo! – esordì poi spalancando gli occhi ricordando all'istante tutto. 

-E così ora ricordi mia cara! – la voce profonda della regina li fece voltare nuovamente verso di lei. Rumplestiltskin si mise davanti a Belle.

-Come vedi i tuoi incantesimi hanno delle falle.

-Come i tuoi patti caro. - ghignò. - comunque stai tranquillo, non te la tocco la principessina, ormai non serve più. Ottenni la mia piccola vendetta su di te inventando quella bugia a cui tu hai creduto come uno sciocco. -rise.

Belle pose i palmi delle mani sulla sua schiena e vi poggiò il viso. Ora ricordava di nuovo. Era impossibile fosse accaduto tutto questo! Respirò piano il profumo di Rumplestiltskin, così familiare.

Era scappata, poi ci aveva ripensato ed era tornata al castello, ma aveva di nuovo incontrato lei. Quella donna. Che l’aveva rapita fino a quando il sortilegio oscuro non si era abbattuto su tutti loro, trasportandola da carcerata del regno delle fiabe a carcerata del mondo umano.

-Regina, prendi il fuso e andiamocene, il cappello non terrà aperto a lungo il varco.
-Jeffy Jeffy, mattacchione - gli pose le mani sul petto. – non preoccuparti e sentiamo cosa vuole in cambio del fuso il mio amico. – Si rivolse di nuovo a Rumplestiltskin. – Ovviamente non scioglierò la clausola.

Sciogliere la clausola? Cosa voleva dire?

Belle strinse il gilet del folletto. Lo sentiva tremare di rabbia.

-Con uno schiocco delle dita, un potente fulmine viola investì appieno Jefferson, che cadde svenuto a terra.

-Ecco qui un traditore in meno di cui preoccuparsi. – Sorrise di sghembo alla ragazza che Rumplestiltskin cercava di nascondergli. – voleva uccidermi mia cara, - le disse.-sfruttando il fatto che io fossi venuta qui a chiedere un oggetto in aiuto al potente mago oscuro per uccidere mia volta una persona.

Belle sussultò. Era vero? Una volta le aveva creduto e il sortilegio si stava spezzando, forse non mentiva. Guardò le spalle di Rumplestiltskin che si afflosciarono un poco, e capì che la regina non stava mentendo.

-Quindi è vero? Non capisco Rumple... a cosa ti serviva dare un’arma a questa strega per farle uccidere qualcuno?

-il tuo innamorato mia cara, è un vigliacco assassino! Che non esiterebbe a sacrificare il tuo amore per cavarsi fuori dai guai.

-Rumplestiltskin non è un vigliacco, lui…

Già,cos’era lui per lei? Lo aveva amato prima che lui la spingesse lontano da lì, ma adesso?

-Belle mia cara, per favore, vattene. Io e questa signora dobbiamo discutere di una cosa importante…

-Di cosa? Voglio saperlo! – incalzò lei.

-Di te ovviamente cara! Non lo hai ancora capito perché non ti ha lasciata scappare via da qui? –le andò incontro, e Rumplestiltskin si intromise di nuovo tra le due.- Pensava che il tuo amore avrebbe potuto sciogliere questo maleficio e che lui sarebbe potuto tornare a Storybrooke, ha altri affari che lo attendono lì.

Belle era allibita. Farla innamorare perché gli serviva che sciogliesse un incantesimo?

-Per questo eri così cambiato? - ripensò all'iniziale terrore che tutti gli oggetti animati provavano verso di lui, sostituito da stupore verso quello strano e docile comportamento che aveva adottato- quindi... una volta tornato di là? Mi avresti lasciata andare? Di nuovo?

Senza rispondere, il potente mago oscuro spintonò lontano la ragazza e nello stesso istante, alzò un dito al cielo ed una potente folgore si abbatté sul castello intero.


Quasi al termine...stavolta ci ho messo un po' ad aggiornare.
Commentate se volete, sia in bene che in male fa sempre bene sapere se si sta svolgendo bene qualcosa o se si può fare meglio :D

 
 

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Capitolo 9
*** C'era una volta ***


8
C'era una volta...



Nella coltre violacea la regina cattiva tentava invano di vedere qualcosa avanti a se:

-Rumplestiltskin...idiota. - mosse la mano a creare un incantesimo che diradasse quel fumo ma non servì a nulla. Le aveva appena fatto un blocco! Non ci credeva!

-Stupido! Me la pagherai mi senti?

Si voltò non udendo che silenzio attorno a lei. Poi sorrise: l'unico inconveniente di un incantesimo del genere era che non durava che pochi minuti a seconda del potere della persona alla quale lo si faceva e che il mago sarebbe stato troppo spossato alla fine dell'effetto, quindi una preda facile. Per questo veniva usato in genere per aver il tempo di fuggire.

Vuoi scappare con la tu bella?Non te lo permetterò di certo!

-Non farai mai in tempo! L'incantesimo si spezzerà ed io tornerò più forte che mai e ti polverizzerò mi senti?! - ringhiò verso l'ignota nube che gia si stava diradando.



-Jefferson!Svegliatevi - lo schiaffeggiò anche forte Rumplestiltskin- sveglia!

L’uomo aprì gli occhi ancora intontito dal colpo di poco prima trovandosi il folletto a pochi centimetri dal viso::

-Cosa volete? - non potè evitare un moto di stizza - Dov’è Regina?

-Regina ha da fare in questo istante- ridacchiò Rumple suo malgrado- prendete la ragazza e andate via da questo mondo e non tornate mai più indietro! Mi avete capito bene?

-S…sì – fece l'uomo credendo di non aver davvero compreso.

-Belle! – le prese la mano,- purtroppo non c’è molto tempo, la regina sarà qui a momenti, non sono riuscito...

-Rumplestiltskin… aspetta.- la ragazza gli si fece vicino.- mi avete spinta via quando avete fatto quella magia, perché se non vi importa di me? Perchè farmi scappare? Perché... fate tutto questo?

-Belle. – le strinse le spalle. – ho perso Beafire, mio figlio per vigliaccheria, e poco dopo ho perso voi. Adesso voglio rimediare a tutto il male fatto. Spero solamente che ovunque si trovi mio figlio possa avere un’esistenza dignitosa, diversamente da me, per quanto riguarda voi...avrete la vita più meravigliosa che possiate desiderare.-le carezzò le guance rigate di lacrime- Stai piangendo…

-Rumplestiltskin – fece per abbracciarlo.

-Il cappello si sta per chiudere, due sono entrati e due devono uscire, non possiamo aspettare. - Jefferson prese la ragazza per un braccio e la condusse via, fuori dalla porta, fuori dal castello e per sempre fuori stavolta, dalla vita del signore oscuro.



Un rumore sordo squarciò l’aria in due ed una nube nera fece apparire la splendente regina davanti al suo cospetto.

Di nuovo.

-Non te lo aspettavi eh regina reginella? – scimmiottò un balletto davanti all’ira fatta persona. – ora tu sei qui, con me, per sempre! Non ti sembra un vero lieto fine per tutti?

-Un incantesimo di blocco... Non ti servirà aver fatto tutto questo! -il mago era stremato ma cercava in ogni modo di non darglielo a vedere, ma lei non era una stupida. - La riprenderò, prenderò la tua sgualdrina e le mangerò il cuore!

Il castello tremò per la potenza magica che c’era in quelle parole.

-Non puoi farlo regina, non te lo lascerò fare! - con la poca forza rimastagli, ormai da semplice essere privo di poteri le si parò davanti.

-Moriresti quindi per lei? Tu?- rise sguaiatamente dandogli un sonoro ceffone che lo fece cadere a terra. Subito dopo la sua bocca si allargava in modo innaturale e zanne enormi prendevano il posto dei suoi candidi denti. – Morirete insieme allora, tu per primo!

Si allungò in altezza mentre i suoi capelli neri come la notte diventavano spire diaboliche. Quella che era stata Regina e che ora era un enorme drago nero sputò fuoco liquido dalle fauci che cadde in lava bollente sciogliendo tutto ciò che trovava avanti a se.

Ringhiò abbassandosi al livello di Rumplestiltskin per ingoiarlo intero, ma lui scattò di lato come una cavalletta, ed iniziò a correre per raggiungere la sala principale mentre vari oggetti caracollarono addosso alla regina dei draghi.

L'animale si voltò incespicando a terra ed un enorme divano completo di quattro sedie ed un poggia piedi le bloccarono la strada picchiandola forte sul muso. Si morse la lingua biforcuta urlando di dolore, di seguito un intero arsenale di forchette e coltelli, molto, molto appuntiti le si scagliò addosso ferendola in più punti.

-Stupida accozzaglia di...inutili oggetti... - perchè lo stavano aiutando? Lui li aveva resi schiavi! Perchè? 

Con una zampata se ne liberò abbastanza in fretta, il tempo di vedere il folletto chiudere una porta dietro di se.

-Dove scappi vigliacco!- urlava ringhiando il feroce drago rincorrendolo distruggendo tutto al suo passaggio. – prima tu poi lei e poi tutto il regno di inutili oggetti avrà fine! 

Sfondò con una spallata la porta dove lo aveva visto entrare notando l'arcolaio che il folletto usava per filare il suo oro.

-Quell’arcolaio a te tanto caro! Inizierò da lui... Sputò il fuoco e lo bruciò rendendolo cenere in un attimo.

Rumplestiltskin sussultò, era l'unico oggetto in tutto il palazzo al quale lui davvero teneva, eccetto la tazzina sbeccata.

Regina approfittò di quell'attimo di distrazione di Rumple, si voltò e tentò di agguantarlo con la zampa, ma un potente armadio bianco a due ante si intromise nel mezzo proteggendolo.

-Signora Armaud... - fece lui allibito.

-Svelto signore, trovate un modo per distruggerla prima che lei distrugga noi!

Gli artigli del drago crearono una fenditura profonda nel legno scheggiandolo, ma non potè prendere Rumplestiltskin, poichè un candeliere acceso le si scagliò contro gli occhi bruciandoli.

L'urlo che la strega emise fu disumano, ma pià che spaventato fu incredulo, come del resto quella lotta impari lasciò incredulo lui.

Di seguito tazzine, teiere e bicchieri le si avventarono contro.

-Non te lo aspettavi eh strega?- le urlò il folletto ridendo come un folle prima di prendere l’ago che non era bruciato come l'arcolaio e saltarle al collo. 

La punse.

-Ho cercato in lungo e in largo l’ago maledetto che tanto avresti voluto mia cara. E indovina dove lo avevo riposto? proprio nel mio arcolaio!

Rise di nuovo battendo le mani per quello che solo ora gli veniva in mente sarebbe potuto accadere:

-Assurdo che avrei potuto morire in qualsiasi momento mi fossi punto! - rise sguaiato.

Il drago cadde a terra, ma non fece tonfi, bensì man mano che scendeva da quell’altezza, si ritramutava nelle fattezze che lo avevano originato.

Regina era a terra, caduta nel sonno profondo che solo un bacio d'amore avrebbe potuto svegliare. E di certo lui non glie lo avrebbe dato!

-La strega è morta la strega è morta. – scimmiottò i personaggi delle fiabe che Belle leggeva spesso. Poi cadde a terra esausto, mentre il corpo di Regina Mills spariva come polvere sotto una folata di vento davanti a lui che rimase esterefatto.

Sono rimasto solo… Bè non del tutto.

Tutti gli esseri animati che lui aveva reso tali, gli si erano avvicinati. La piccola tazzina sbeccata gli salì in grembo.

-Te la sei vista davvero brutta amico?

-Già… amico-sorrise lui mesto.

Si alzò in piedi sentendo che il suo potere stava tornando.

-Signora Armaud... -era stato aiutato da tutti loro. Dopo che lui li aveva minacciati, trasformati ed alcuni anche uccisi,ora loro lo avevano aiutato. - perchè?

-Se la signorina Belle pensa voi siate una brava persona, allora anche per noi lo siete. E poi non potevamo rischiare che incenerisse voi e tutto il mondo incantato, dopo tutto è anche casa nostra!

Era ora di fare piazza pulita di tutto quello che davvero non andava.

Schioccò le dita e tutti quelli che aveva reso oggetti furono avvolti da una polvere dorata, tornando finalmente esseri umani.

La gioia nel castello esplose, molti si abbracciarono tra di loro felici di aver recuperato il dono della parola e del tatto in molti casi, ma nessuno aveva il coraggio di dire alcunché troppo spiazzati per quel gesto magnanimo. 

Solo un bambino biondo, con una bella finestrella al posto dei denti davanti gli sorrise, e lo abbracciò sulle gambe.

-Mi dispiace tanto per te sai?

Colui che una volta era stato il mago oscuro si chinò alla sua altezza.

-E’ stato giusto così. Dovevo rimettere a posto le cose, e poi lo sai, i cattivi non hanno un lieto fine.

-Ma tu non sei cattivo, e poi... ora chi ci leggerà più le storie? – insistette il piccolo guardandolo.

La madre, la signora che una volta era stata una teiera lo prese per un braccio.

-Perdonatelo signore…

-Rumplestiltskin. Potete chiamarmi col mio nome. E comunque non avete più nulla da temere da me, siete liberi, tutti! Non esisterà più un Signore oscuro, ne maghi cattivi da ora in poi. -Allargò le braccia. Alla fine tutto quello era servito per dare a lui la sua seconda possibilità, e non avrebbe reso giustizia al profondo amore che provava per Belle se non l'avesse usata a fin di bene.

-Il regno magico è enorme e potrete rifarvi una vita. Con la mia benedizione.- si inchinò teatralmente.

L’arcolaio era svanito, la tazzina anche e la sua Bella… la sua vita per la felicità di chi amava, e del regno incantato... anche Regina era svanita e non riusciva a spiegarsene il motivo, ne ad immaginare ora dove potesse essere.

Uscì senza neanche aspettare che qualcuno dicesse qualcosa. Ma sapeva che sarebbero scappati e alla svelta. Non erano ancora pronti a fidarsi totalmente del terribile macchinatore Rumplestiltskin.

Fece le scale che lo riportarono alla biblioteca, e guardò il tappeto dove belle era solita sedersi a leggere. Calde lacrime gli scesero dagli occhi inarrestabili fino a finirci sopra bagnandolo.

Si voltò e con la vista offuscata vide la scala adagiata agli scaffali, lì dove la ragazza era stata intenta poco prima e salì, prendendo poi tra le mani il libro che stava riordinando lei.

-E’ un bel libro, te lo consiglio. E se non fai il bravo, ti racconto come finisce.

Belle? Aveva la sua voce nella testa ora? Meglio di quella di Gold, non si sarebbe sentito più troppo solo.

-Dopo tutto la pazzia era il finale giusto per me. -Si voltò per scendere le scale e la vide. 

Sfocata, per via delle lacrime negli occhi ma... era lei?

Possibile?

Era davvero lei?

Scese in una frazione di secondo i pioli quasi inciampando e Belle fu lì per sorreggerlo.

-Attento!

-Sei…sei reale…

-Sì, come te. Forse di più- gli sorrise.

-Sei tornata…

-Per restare.-Lo strinse forte a sé sentendolo tremare, poi lo guardò negli occhi. – credi ancora che io sia una visione?

Il folletto non rispose, chinò il viso su quello di lei e si fermò ad un millimetro dalle sue labbra.

-Come...perchè? Come è possibile? Dovevano entrare due persone nel cappello...

Come evocato da quelle parole apparve Jefferson.

-In realtà è così ma, mentre stavamo per saltare Belle ha avuto un'intuizione... che avrebbe potuto salvare tutto il mondo incantato, e l'altro... - si gettò seduto su una poltroncina la accanto come ad aspettare.

-Diciamo più che altro che ho fatto di tutto per non entrare nel cappello. - sorrise con uno sguardo di scuse verso Jefferson. - ma alla fine so di avere ragione e ve lo proverò!

-Speriamo, non mi alletta l'idea di passare la vita a fare il terzo incomodo di un mostro e della sua bella sciroccata fidanzata... -allungò le gambe pigramente in avanti.

Rumplestiltskin li fissava allibito, ancora ad un palmo dal viso di Belle che tossì per guadagnare la sua attenzione.

-Se non mi baciate alla svelta mio signore potrei mollarvi un ceffone.

Non se lo fece ripetere, e la baciò sul suo sorriso.

Tutto il calore dell’amore che li aveva tenuti legati a filo doppio sino ad allora si sciolse invadendo i loro cuori, i loro corpi, il castello ed il regno intero in una nube bianca.

Non c’era più ostilità, inganno e sotterfugio a dare una ragione di vita a Rumplestiltskin, ma l’amore. quello vero, quello che aveva provato per breve tempo una volta con quella stessa ragazza. Un’eroina determinata che alla fine aveva sciolto il maleficio che lui aveva nel cuore.

-Non mi interessa se vivremo per sempre in un regno vuoto. A me basta stare insieme a te. Ti amavo allora e ti amo immensamente adesso… Rumplestiltskin…- sussurrò. Poi gli toccò la guancia.- la tua pelle sta cambiando…

-Mi sento strano Belle… come quella volta ma molto più… vivo!- la baciò di nuovo schiudendole le labbra. La dolcezza della sua bocca entrò in quella di lui innondandolo di amore, e una luce sfolgorante prese ad uscire dalla pelle ormai umana del ex folletto che stava tornando ad essere il signor Gold.

-Il maleficio? Com’è possibile Belle?

-Il bacio d’amore può sciogliere qualsiasi maleficio. - rise Jefferson. -Allora è vero!

Già. – sorrise la ragazza - ho fatto bene a leggere tutti quei libri, ne avevi molti su magie ed incantesimi... - alzò il sopracciglio spiegandogli, mentre tutto il regno si ripopolava pian piano di tutti coloro che lo avevano abitato una volta che tornavano da Storybrooke fin lì.

Fate, grilli parlanti, principesse, ranocchi e quant'altro vennero trasportati tutti in quel luogo magico come d'incanto.

Era come se il mondo stesse vorticando indietro per certe cose ed avanti per altre, finchè tutti coloro che avevano avuto parte a quella fiaba, tornarono finalmente nel luogo dove tutto aveva avuto inizio.

Senza capire come, la nube biancastra che si era creata dal pozzo a Storybrooke e che li aveva avvolti, li aveva riportati nella loro terra natia, ogniuno di loro nel proprio regno di appartenenza.

-Snow! -Charming era allibito di vedersi nuovamente vestito di tutto punto con la sua camicia bianca a balze gli stivali, il mantello...-Siamo...a casa...?

-Com'è possibile? - sorrise lei meravigliata toccandosi i capelli lunghi. Si fissò allo specchio del castello che era appartenuto al padre dove desso erano tornati: era abbigliata da regina.

-Questo non lo so, ma abbiamo i nostri ricordi, quindi non si tratta di essere tornati indietro nel tempo... - Emma infatti è adulta!

Emma si toccò l'abito in pelle. Era cambiato tutto tranne il suo giacchetto rosso.

-Mamma...

-Henry!  - il ragazzino le corse incontro abbracciandola.- hanno spezzato il sortilegio oscuro?

Accanto a loro appare una bara di cristallo ornata di cuscini rossi fatti di pizzo, con dentro una donna che pareva dormire beata.

-Regina! - sussurrò Emma.

Snow le si avvicinò:

-Credi sia sotto l'incantesimo del sonno eterno? - chiese al marito.

-Si, e fossi in te mi guarderei bene dallo svegliarla!

-Oh ma dopo tutto quello che ci ha fatto come pensi che io possa ancora volerle bene? - lo picchiettò sul braccio.

Henry aprì il coperchio che si spostò lateralmente:

-Mamma... - chiamò verso Emma.

La donna ebbe un sussulto ma alla fine fece cenno al ragazzino di si col capo e lui baciò Regina, la bella addormentata sulla guancia.

Pochi istanti dopo la donna aprì gli occhi sotto lo sguardo apprensivo di Snow e di Charming che mise mano alla spada.

-Dove...mi trovo? - chiese la donna alzandosi a sedere. Il vestito che era stato nero lucido fino a qualche istante prima lasciò il posto ad un complicato abito leggero bianco intrecciato da lacci, e candide piume le acconciarono i capelli che anzichè essere tirati su le ricadevano abboccolati sulle spalle. - chi sono e chi siete voi? - chiese.

Henry l'abbracciò di slancio e poi porse la mano ad Emma che aveva visto negli occhi di Regina che il pericolo era definitivamente svanito.

-Sei a casa. E io sono tuo figlio e...suo figlio. - le disse indicando la donna bionda vestita in pelle che le stava davanti.



Nella stanza più in alta della dimora lucente, la moglie di un ex folletto, abbracciata stretta a lui guardava il mondo assumere ogni giorno nuovi colori. Il marito la strinse più forte e la baciò sulla testa.

-Non ti seccherà non avere più qualcuno accanto che ti faccia ridere? - le chiese.

-No, non più di tanto. In fin dei conti tu mi fai ridere già di tuo- gli fece la linguaccia.

Lui la baciò di nuovo, sembrava essere diventato il suo hobby preferito avendo abbandonato quello degli accordi.

-Hai spezzato il maleficio Belle…tutto è tornato come doveva essere.

-Lo abbiamo spezzato insieme Rumple, con il nostro amore! –gli sorride socchiudendo gli occhi ad un raggio di sole che le sfiorò il volto.-Sai, sono convinta che riusciremo a trovare anche Beafire qui. Infondo tutti sono tornati...

-Anche la salvatrice. - rimuginò lui. -...in forma adulta...- si, lo avrebbero trovato: Beafire, come anche altre persone del regno incantato, dovevano essere rimaste adulte come lo erano state a Storybrooke.

La baciò di nuovo -Insieme lo troveremo.- Ora non era più solo, ma soprattutto aveva qualcosa che nessun potere oscuro gli avrebbe potuto donare: l’amore, che adesso sentiva di poter meritare.

Ora si sentiva a casa e amato.

-Alla fine non tutti i cattivi non hanno il lieto fine signore!

Rumple si voltò e carezzò la bionda testa del piccolo figlio di Mrs Brick. La signora, Miss Armaud e molti altri rano voluti rimanere a servizio quando avevano saputo che Belle era tornata.

-E adesso chi mi leggerà una storia? - chiese il piccolo sdentato con un libro in mano.

Rumple glie lo prese, poi si voltò verso Belle e le sussurrò piano:

-I cattivi non hanno davvero mai un lieto fine! - sospirò chinandosi sul tappeto. Belle lo raggiunse ridacchiando. Gli si accoccolò tra le braccia ed iniziò:

"C'era una volta..."

END

Spero la storia vi sia piaciuta, se vi va commentate :D e scusate se vi ho fatto aspettare così tanto per il finale ^^' A presto ;)

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