Le tre principesse

di Dastrea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Nuova arrivata ***
Capitolo 2: *** 2. Lezioni di danza ***
Capitolo 3: *** 3. La principessa ferita sulla trave ***
Capitolo 4: *** 4. In centro ***
Capitolo 5: *** 5. Scelta di vivere ***
Capitolo 6: *** 6. Dolci baci ***
Capitolo 7: *** 7. L'incubo peggiore ***
Capitolo 8: *** 8. Ti amo ***
Capitolo 9: *** 9. Il fiore della serra ***
Capitolo 10: *** 10. Prepariamo il saggio ***
Capitolo 11: *** 11. L'amore non ha confini ***



Capitolo 1
*** 1. Nuova arrivata ***


Salve a tutti questa è la prima fanfiction che pubblico in questa sezione^^, chiedo scusa anticipatamente per la punteggiatura che ho cercato di correggere il più possibile, spero che la lettura risulti facile e che la storia piaccia. 

Tre amiche, tutte diverse alle prese con le prime cotte, forse un pò in ritardo, ma che arrivano ed ora vi lascio al primo capitolo.

1. Nuova arrivata

L’aereo era atterrato da poco, proveniva dall’America settentrionale, dall’aeroporto di New York, era stato un viaggio lungo e il fuso orario faceva girare la testa a una ragazza di circa diciotto anni. Era seduta vicino al finestrino affiancata da una donna dai capelli corti castani vestita di tutto punto. La ragazza guardava con aria scocciata fuori dal finestrino, per niente entusiasta di essere atterrata nelle capitale Giapponese, Tokyo. Le hostess annunciarono ai passeggeri che erano atterrati con successo nell’aeroporto, senza sbandamenti e con efficienza, la donna si alzò prendendo le valigie che avevano portato, Heris abbassò il volume dell’iPod e prese in mano la sua borsa. La gente si accalcava, erano per lo più giapponesi ritornati nella loro patria, ma c’erano lei e sua madre che erano americane, Heris non aveva accettato di buon grado il trasferimento, aveva dovuto lasciare le amiche e tutto il resto per arrivare in un paese lento e monotono, guardava quella gente dall’alto verso il basso mentre sua madre la guardava facendole capire che tutto ciò era necessario, ma la ragazza non voleva saperne e rimaneva con la faccia imbronciata.
Portava larghi pantaloni scuri e una maglia larga da lasciare intravedere la spalla destra che sopportava il peso della grande sacca contenente tutti i suoi affetti personali. Prima di partire alla ragazza erano state impartite lezioni di giapponese in modo che potesse ambientarsi subito nella nuova città, le aveva seguite e ora conosceva ben tre lingue, ma il buon umore non le tornava, era sempre stizzita di tutto quello che la circondava.

Passato il controllo chiamarono un taxi che le avrebbe portate nella loro nuova casa, era una palazzina al centro di Tokyo in modo che sua madre potesse spostarsi meglio per il lavoro, era un’importante commercialista e lavorava da un po’ di tempo per delle imprese giapponesi, a distanza, ma ora il suo datore le aveva chiesto il trasferimento completo in modo da aiutare anche loro e lei aveva accettato immediatamente anche se la figlia non era d’accordo. Non appena arrivata Heris si fiondò nella sua nuova stanza e poggiò il borsone su una sedia.
“Heris vieni a darmi una mano con le valigie per favore!” la voce acuta di sua madre la chiamò, ma lei non rispose, si stese sul materasso e si passo le mani dietro la testa continuando a sentire la voce di Beyoncè che la faceva sentire ancora quella ragazza americana, il suo idolo, la sua voce erano lei le ancora a quella vita che aveva condotto prima.
Sua madre entrò nella stanza e si sedette sul letto, sapeva che la figlia non voleva andare a vivere a Tokyo, ma di certo non poteva lasciarla da sola.

Le tolse amorevolmente le cuffie spegnendo l’iPod, le prese una mano e la face mettere a sedere.
“So che questo posto non ti piace, ma devi solo abituarti poi ti sembrerà uguale a New York.”

“Ti sbagli mamma, la gente qui è noiosa, tutta uguale!”
“Domani dovrai iniziare la scuola, è il primo giorno per tutti e frequenterai la classe che avresti dovuto iniziare l’anno prossimo, perciò non ti preoccupare.”
Heris fece roteare gli occhi annuendo distrattamente a ciò che le diceva sua madre e quando se ne fu andata iniziò a sistemare le sue cose nell’armadio, tirò fuori la sacca e quell’orribile divisa che avrebbe dovuto indossare, nella sua vecchia scuola non era così.
Non cenò nemmeno, aveva aiutato sua madre a mettere tutto apposto, ma non volle fare altro, era svogliata sì, ma in quel momento si sentiva fiacca proprio per il fuso orario, programmò la sveglia e si mise sotto le coperte profumate del letto.

 

Fece un sonno pesante tanto che a malapena riusciva a sentire la sveglia, il fuso orario era davvero una cosa insopportabile, si alzò stiracchiandosi e aprendo le persiane della finestra, stranamente c’era il sole e forse la giornata poteva essere positiva. Andò in bagno a lavarsi e di nuovo in camera per vestirsi e truccarsi, la divisa consisteva in una gonna lunga fino a metà coscia e una camicetta bianca e una giacca, giacca e gonna erano verde scuro, si mise dei calzini e le sue amate sneakers, mise i libri nella sacca e ridiede una controllata all’orario di lezioni, sua madre la chiamò per accompagnarla, prese una brioche che avrebbe mangiato strada facendo. In quel momento non aveva né caldo né freddo, vedeva il centro di Tokyo coi negozi aperti e la gente che camminava frenetica per arrivare chi a scuola chi a lavoro.
Sua madre l’accompagnò dalla preside che l’avrebbe condotta nella sua classe, era una donna un po’ cicciotella che vestiva un tailler marrone, sembrava molto dolce, ma era anche una donna severa e autoritaria.
Gli alunni erano già tutti in classe, mancava solo lei, la professoressa era entrata e stava aspettando la preside.
“Bene ragazzi da oggi avrete una nuova compagna di classe, si chiama Heris Ongaku.” I ragazzi si alzarono in piedi per salutarla, vide che era stato messo un banco vuoto forse per fare spazio a lei. La preside la lasciò nelle mani della professoressa mentre la madre di Heris era fuori e si faceva spiegare dalla preside tutto per quanto riguardava la scuola.
“Bene Heris, io sono la signorina Tamada e insegno giapponese, puoi andarti a sedere in quel banco vuoto vicino alla signorina Heiwa.” La professoressa aveva un viso davvero simpatico, sorrideva spesso ed era molto cortese coi suoi alunni e da loro pretendeva rispetto e apprese subito che lei lo avrebbe richiesto a prescindere dal volere dei suoi allievi.
Heris si andò a sedere dove le venne richiesto, i banchi erano separati formando ampie file, lei si sedette accanto alla ragazza,
aveva i capelli corti neri e un sorriso smagliante, sembrava molto simpatica così si strinsero la mano
.

“Io sono Yamahana, ma puoi chiamarmi Hana.” Lei annuì col capo e si sedette, la lezione iniziò, e ci fu un ripasso generale sulle varie forme verbali giapponesi e le varie coniugazioni, sinceramente Heris non ci capiva granchè, riusciva a seguire a malapena, ma a bassa voce la ragazza di fianco le spiegava tutto, evidentemente quella ragazza voleva farsela amica. Heris apprezzava i consigli, ma non si sbilanciava più del singolo ciao e grazie. Furono due ore strazianti, ma quando la campanella dell’intervallo suonò tutti quanti sospirarono di sollievo.
“Prima non abbiamo avuto molto tempo per parlare, da dove vieni? Come ti trovi qui?” Heris naturalmente faceva buon viso a cattivo gioco, una volta capita l’ingenuità della ragazza.
“Vengo da New York e… no, non mi trovo bene, anzi non ci vorrei proprio stare qui.” Si imbronciò appoggiando la schiena alla spalliera della sedia, Hana ne rimase sorpresa e si scansò da lei, leggermente offesa da quello che le era stato detto, si volto verso la sua sinistra dove una ragazza guardava fuori dalla finestra, aveva un viso carino e lunghi capelli castani.
“Te l’avevo detto Hana.” Disse seccamente la ragazza prendendo i quaderni per l’ora successiva, Heris che non era sorda si sentì immediatamente messa in gioco, si sporse per guardare in faccia la ragazza, aveva un trucco nero, sfumato sulle palpebre, e la matita calcata sopra e sotto, doveva essere una di quelle cha chiamano dark, in testa portava una specie di cuffietta nera e sinceramente le sembrava davvero buffa e orribile.
“Scusami che hai da dire su di me? Parla in faccia.”
La ragazza appena sentì quelle parole sospirò senza neanche guardarla negli occhi, anzi non la stava calcolando proprio.
“Ongaku sta zitta e lasciami in pace.”  Lei si stupì perché aveva imparato immediatamente il suo cognome e non pronunciava proprio il suo nome, la prese come un’offesa e si alzò dal suo posto dirigendosi davanti al banco della ragazza. Il resto della classe femminile si voltò verso di loro, Heris sbatté pesantemente le mani sul banco della ragazza, ma non ottenne né un sobbalzo né niente, solo uno sbuffo. La porta era aperta e di fronte alla loro classe c’era quella dei ragazzi del quinto anno, che incuriositi si affacciavano a vedere le belle ragazze più piccole, questa volta furono attratti dalla nuova arrivata che aveva sbattuto le mani sul banco.
“Guardami in faccia!”
urlò lei, la ragazza ubbidì, e alzò gli occhi nocciola freddi che fecero gelare il sangue nelle ossa della ragazza, provò paura anche per il trucco che portava, Hana guardò l’amica che per la prima volta guardava diritta negli occhi un’altra ragazza, si preoccupò e si mise in mezzo separandole.

“Avanti ragazze basta, il professore sta entrando.” Heris ci rinunciò e andò al proprio posto, una ragazza la chiamò da dietro.
“Che vuoi?” chiese freddamente Heris
.

“Non dare retta a ciò che dice e fa, è una strega.” Disse lei, come se volesse consigliarla, l’americana annuì e subito dopo iniziò la lezione. Continuava a pensare però agli occhi freddi di quella ragazza, nonostante il loro colore avrebbe dovuto emanare calore, lei emanava freddezza da tutti i pori, le avevano detto che era una strega, in che senso? Che volevano dire? Certo aveva un gusto davvero orrido di vestirsi, soprattutto con quella cuffietta in testa. Altre tre ore di lezione e finalmente finì quella tortura che avrebbe preso il nome di primo giorno di scuola.

Sua madre andò a prenderla e all’uscita intravide le due ragazze che si sedevano affianco a lei, Hana parlava allegramente, ma l’altra no, camminava dritta per la sua strada, per un attimo rivide quegli occhi freddi e rabbrividì al solo pensiero. Entrò in macchina e ritornò a casa.
“Allora com’è andata?”
“Bene.”
“Hai fatto qualche amicizia?”
“No.”
“Andrà meglio domani.”
“Sì.”
Una discussione molto fredda quella che avevano avuto, d’altronde Heris era concentrata su altro e non aveva tempo di stare a pensare a certe cose.

 
Hana accompagnò a casa la sua amica, lei si chiamava Tsuki ed era definita da tutta la classe un’asociale, per questo era sempre triste e non parlava con nessuno, quelle poche parole che diceva erano scambiate solo con Hana che invece si attaccava e non la finiva più, erano alcune volte cose riferenti al suo anime preferito, ma niente di più, alcune volte le raccontava del suo falco Onegai e di ciò che combinavano quando andavano nei boschi. Non appena arrivarono a destinazione Tsuki baciò sulla guancia la sua amica entrando nella casa, aveva un grande giardino con un albero di ciliegio purtroppo non fiorito perché non era il tempo.
Entrò dalla porta d’ingresso senza spiccicare parola, sua madre l’andò ad accogliere, baciandole le guance, suo padre non era ancora arrivato a casa.

C’era una cucina comunicante con la sala da pranzo, il salotto con la televisione e il tavolino. Le scale conducevano al piano superiore dove c’erano le camere da letto e un’altra stanza abbastanza ampia da ospitare un pianoforte a coda dove Tsuki il più delle volte suonava. La ragazza andò nella sua stanza e si tolse la divisa mettendosi una gonna a palloncino nera, il corpetto nero da sopra a una camicia bianca a maniche larghe, la sua cuffietta sulla testa e i gambaletti neri. Accese lo sterio facendo partire il cd inserito dalla mattina, iniziò la musica. Saikai no chi to bara. Era una musica che la rilassava e l’aiutava a pensare quando si trovava in situazioni come quella della mattina. Heris la nuova arrivata era una ragazza davvero insopportabile, aveva sfidato una come lei, ma non l’aveva vinta, aveva sentito la paura nelle sue ossa quando l’aveva fissata negli occhi, un sorriso maligno si delineò sulle sue labbra ripensando a ciò.

Yamahana arrivò a casa sua e salutò tutta pimpante la madre che era intenta a cucinare mentre i suoi fratelli erano già seduti a tavola, suo padre non avrebbe pranzato con loro quel giorno perché era già andato a lavorare. Aveva due sorelle e un fratello che erano intenti a litigare su una delle loro discussioni infantili, lei salì le scale che la condussero nella stanza che divideva con le due sorelle e si svestì della divisa mettendosi dei jeans e una maglietta a maniche corte e una giacca, preparò la borsa con il suo strumento perché dopo pranzo doveva andare alla lezione di clarinetto.
Lei amava suonare e alcune volte si incontrava a casa di Tsuki per suonare un duetto, ciò allietava molto la madre della giovane dark che non sentiva mai musiche allegre, solo quelle tristi cantate e suonate da sua figlia. Salì le scale che conducevano alla terrazza, lì c’era il suo falco Onegai che non appena la vide iniziò a volare nella sua
direzione per salutarla.
“Ciao piccolo!” lo salutò lei infilandosi il guanto retinato e aprendo la gabbia per farlo poggiare sul suo avambraccio, il giovane falco iniziò a strusciare la testolina sotto il collo della ragazza facendola ridere per il solletico che le procurava. Hana andò a prendere il cibo da dare al suo amico, lui non appena vide i pezzetti di carne essiccata che conservava iniziò ad agitarsi cercando di strapparglieli dalle mani della ragazza, lei rideva divertita e lo chiamava per farlo stare buono. Quando soddisfatta riuscì a calmarlo lo rimise nella voliera con il cibo.

“Onegai io devo andare, ci vediamo quando torno!” disse per poi scendere le scale velocemente, afferrare lo zaino e poggiarlo all’ingresso, andò nella cucina e si sedette a tavola assieme ai suoi fratelli e a sua madre, mangiarono con gusto un bel piatto di riso con carne, era una specialità che sua madre faceva molto spesso e lei era sempre contenta di ciò. A differenza di Tsuki, Hana era una tipa solare che non faceva altro che ridere e sorridere mettendo a tutta la classe il buon umore.
Quando ebbe finito sciacquò la sua ciotola e la mise sul banco del lavello, salutò sua madre frettolosamente con un bacio sulla guancia e infilate le scarpe scappò via. Durante il tragitto contrario incontrò vide in lontananza un
ragazzo dai capelli corti che si dirigeva verso di lei, lo riconobbe immediatamente come suo vicino di casa.
“Ciao Gatsu-kun!”

“Hana-chan dove vai così di fretta?”
“A lezione, scusa non posso fermarmi ciao!”
Fece tutto così di fretta che lui no potè risalutarla, lei tutta felice continuò a correre, Gatsu era uno del quinto faceva parte della compagnia di Shin Sakana, si conoscevano da quando erano bambini ed erano molto amici, andava nella classe di fronte alla sua assieme allo stesso Shin e un altro ragazzo che si chiamava Higashi, erano un trio affiatato e il loro capo era il più richiesto dalle ragazze di tutte le classi inferiori alla loro, Gatsu non era così, lui era il tipo che metteva pace tra Shin e i ragazzi più grandi.

Continuò a correre finchè non arrivò a scuola ed entrò nell’aula di musica dove tutti i partecipanti dell’orchestra iniziavano le prove per la parata che la scuola offriva nella settimana natalizia.
 
  

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Eccolo finito il primo capitolo spero che sia piaciuto e per favore commentante facendomi capire cosa ne pensate 
grazie mille per l'attenzione alla prossima.
Dastrea

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Capitolo 2
*** 2. Lezioni di danza ***


2. Lezioni di danza

Il giorno seguente a scuola, Heris entrò in classe con la solita aria scocciata, aveva tenuto l’iPod all’orecchio per rilassarsi prima di incontrare i suoi compagni di classe. Si andò a sedere al posto accanto ad Hana che rideva allegramente cercando di far sorridere Tsuki che invece guardava fuori dalla finestra intenta a contemplare le nuvole per trovare chissà quale spiegazione a ciò che vedevano i suoi occhi, Heris si soffermò sullo sguardo annoiato di Tsuki che sembrava non sentire affatto le parole della compagna, aveva quegli occhi castani persi come se non avesse un’anima dentro, pensava che quella ragazza era davvero strana si vestiva in un modo intollerabile per la sua mente e risultava essere glaciale anche con la povera Hana che cercava in tutti i modi di farla sorridere.
“Hana, mi potresti spiegare come funziona l’intervallo per uscire?”
La ragazza interessata si voltò e la guardò un po’ stranita, ma col sorriso sulle labbra le si avvicinò meglio e le spiegò ogni cosa. Heris si rese conto che sebbene le parole dure che le erano state rivolte il giorno passato, lei le aveva dato la speranza di riscattarsi e fare amicizia, forse era per questo che restava attaccata a Tsuki, per la semplice ragione di darle il tempo di abituarsi alla solarità, iniziarono a parlare tranquillamente quando il professore entrò in classe e decisero di rimandare tutto all’intervallo.
Tsuki guardava ciò un po’ ingelosita dal fatto che Hana avesse lasciato lei per parlare con la nuova, soprattutto su ciò che le aveva detto, scosse le spalle e iniziò a seguire la lezione di storia dell’arte, almeno qualcosa che la rilassava e la faceva vagare per mondi lontani.
Nell’ora seguente ebbero Giapponese e come sempre dovettero sorbirsi un’altra lezione sui verbi, era piuttosto scocciante e a prima vista sembrava difficile, ma subito dopo era un gioco da ragazzi. All’ intervallo, Hana ed Heris continuarono il loro discorso mentre Tsuki approfittava della distrazione delle due per salire sul terrazzo della scuola, aprì la porta e si affacciò alla ringhiera, alzò lo sguardo guardando le nuvole, cercò di sporgersi un po’ di più come per prendere un qualcosa di irraggiungibile.
“Potresti cadere così…” una voce dietro di lei la risvegliò facendola voltare, un ragazzo con gli occhiali e la divisa maschile dell’istituto le sorrideva cordialmente, si avvicinò a lei e si appoggiò alla ringhiera.
“Guardavi le nuvole? Trovo che oggi siano molto più bianche del solito, la tua pelle è come la loro, così chiara come se fosse irreale.”
“Cosa vuoi da me?” la foce dura e sprezzante di Tsuki lo stupì, aveva gli occhi freddi contro quelli caldi di lui, non sorrideva, sembrava arrabbiata, non sembrava nemmeno avere espressione, era una statua di marmo.
“Farti sorridere… e credimi… ci riuscirò…” disse staccandosi dalla ringhiera e sussurrandole le ultime parole all’orecchio, facendola rimanere scioccata, Tsuki non perse tempo, si voltò verso di lui rimanendo al suo posto.
“Non sperarci tanto Kaze.” Gli rispose lei, il ragazzo sorrise, bene, almeno conosceva il suo nome ed era una cosa positiva, le piaceva quella ragazza, ma quel velo di tristezza lo faceva star male, come se ce l’avesse con il mondo. Non appena il ragazzo si fu dileguato la campanella suonò e lei si diresse in classe, Heris ed Hana erano già sedute e parlavano allegramente, come se non si fossero mai accorte della sua presenza, la ragazza si intristì e mogia ritornò al suo posto, non le fu rivolta una sola parola, non per cattiveria, ma solo perché erano così prese da non riuscire a fermarsi, Hana pensava che Heris era una brava ragazza, un po’ impulsiva, ma che allo stesso tempo riusciva a riflettere su ciò che diceva, si erano confidate e Hana gli aveva raccontato della sua amicizia con Tsuki e del suo obbiettivo di farla sorridere, non aveva specificato il motivo per cui la ragazza era sempre così, d’altronde erano cose private non stava bene andarle a dire in giro senza il permesso della diretta interessata.

Le tre ore seguenti passarono velocemente, nessuno si accorse che era arrivata già l’ora di andare a casa, Tsuki si dileguò in meno di un minuto, fece un’altra strada come se volesse seminarle, Hana si stupì di non trovarla da nessuna parte pensò che forse suo padre o sua madre erano andata a prenderla così non si preoccupò più di tanto. La ragazza camminava a testa bassa quando sentì la mano di qualcuno poggiarsi su una sua spalla, si voltò di scatto spaventata e vide il ragazzo della mattina.
“Come mai tutta sola? Sai che è pericoloso camminare da queste parti?”
Lei abbassò lo sguardo mentre lui le scostava la mano, sorrise.
“Se ti va ti accompagno a casa.”
Tsuki non rispose si voltò percorrendo la strada, sempre a capo basso si fermò e si voltò verso il ragazzo che contento si avvicinò a lei camminandole al fianco. Quando la ragazza fu arrivata a casa, il ragazzo la salutò con la mano iniziando a correre, evidentemente era tardi per lui, entrò in casa mormorando un “sono a casa” e salendo in camera sua come se trasportasse dei pesi. La stanza di Tsuki aveva un grande armadio di legno simile a quelli dell’ottocento, un letto con la spalliera di ferro e i cuscini e la coperta erano di un violetto scuro, c’erano due orsetti di peluche sopra e null’altro, le mensole contenenti libri e la scrivania in lagno con il portatile chiuso e posato ordinatamente accanto a un libro.
La scrivania aveva piccoli cassetti con quaderni e libri scolastici e non, le mensole erano colme di manga e libri horror, appesa ad una c’era un piccolo spaventapasseri con la testa di zucca, la libreria accanto all’armadio era piena di testi scolastici, vocabolari ed enciclopedie. E su di un ripiano c’era lo sterio con una decina di cd posti ordinatamente al fianco, lo accese lasciando cantare la voce di Gackt in uno sei suoi pezzi migliori. Si cambiò velocemente indossando le calze rosa e il body nero, quel giorno aveva la lezione di danza e doveva prepararsi, si mise il suo solito abito nero con camicia bianca e corpetto, si alzò i capelli in uno chignon, non scompose la frangetta che cadeva morbida sulla fronte. Era ufficialmente pronta, prese la sua sacca nera e controllò che tutto fosse apposto, e quando ne fu sicura scese le scale andando in cucina, sua madre stava cucinando, guardò la figlia baciandole le guance mettendogli tra le mani un sacchetto contenenti delle polpette di riso. Tsuki la ringraziò e uscì di casa incamminandosi verso la scuola di danza sgranocchiando quella deliziosa pietanza che le piaceva tanto. Quando arrivò era presto e come al solito salutata la segretaria andò a cambiarsi negli spogliatoi, si mise degli scaldamuscoli rosa ai polpacci e uno scaldacuore sul body così da non avere freddo durante la lezione, tanto sapeva che avrebbe tolto quest’ultimo per lavorare al meglio con le spalle. Le altre allieve arrivarono correndo pensando di essere in ritardo, non la salutarono nemmeno, con lei avevano instaurato un rapporto chiuso limitandosi al “ciao” e a nient’altro per loro lei non se lo meritava, per ciò che avevano appreso a scuola sul suo conto.

Heris era stata accompagnata a casa da Hana e avevano chiacchierato su ciò che la ragazza avrebbe fatto il pomeriggio, la madre dell’americana l’aveva iscritta a una scuola di danza in cui si studiava hip-hop, così avrebbe potuto fare ciò che le piaceva di più.
“Hana scusami, ma adesso devo assolutamente andare ci vediamo domani mattina!” disse baciando le guance della ragazza, Hana divenne tutta rossa, forse in america si usava così, sorrise e si incamminò verso casa sua.
Heris salì le scale di casa e andò nella sua stanza a preparare tutto quanto, non credeva che una ragazza come Hana poteva essere così simpatica, si trovava bene con lei e per una giapponese certo non era niente male. Optò per un paio di pantaloni larghi e la maglia a maniche a giro come prima lezione, si vestì nel suo solito stile ed andò in cucina, sua madre non era ancora tornata da lavoro così prese un foglietto e scrisse che andava a lezione di hip-hop, si sarebbero di certo viste al ritorno, con sé aveva qualche yen in modo da poter prendere la metropolitana e raggiungere il luogo in poco tempo, soprattutto perché non voleva fare tardi al suo primo giorno, sarebbe stata una vera e propria brutta figura.

Il centro di Tokyo era pieno di gente che camminava avanti e in dietro, chi per le spese chi tornava finalmente a casa dopo una giornata di lavoro e chi era pronto per iniziarne un'altra, uomini d’affari con i loro occhialetti tondi e le valigie in mano, i grandi cartelloni elettronici che mostravano alcune date di concerti o semplici pubblicità, credeva di perdersi a quanto era grande, ma riuscì a trovare l’indirizzo, dovette chiedere informazioni a più di una persona, ma alla fine riuscì nel suo intento. La scuola di danza era grandissima, si entrava percorrendo un corridoio e la cattedra con dietro la segretaria che trafficava con i vari orari e quote di iscrizione. Heris si presentò da lei per sapere se l’orario della lezione era corretto.
“Siete in anticipo signorina, gli spogliatoi sono di là e la sala adesso è occupata dal gruppo di danza classica avanzato.” Disse cordialmente col sorrisetto sulle labbra, sembrava una donna davvero simpatica, le donne giapponesi era così cordiali e dolci e non mostravano mai la parte dura cosa che era compito degli uomini. Quella scuola di danza aveva tre piani, in cui si divideva la classe di danza al primo, al secondo quella delle arti marziali e al terzo la palestra in cui tenevano anche lezioni di yoga.

Heris andò a cambiarsi e decise di farsi un giro per i piani, erano davvero ben attrezzati, c’erano i ragazzi che praticavano il taekwondo, chi il judo e il karate, i ragazzi erano tutti concentrati e colpivano duro, c’erano anche alcune ragazze che non se la cavavano per niente male. Passò dal terzo e vide i ragazzi che facevano i pesi, gli addominali, le flessioni e tantissimi altri esercizi, colpirono la sua attenzione un gruppo di ragazze ammucchiate e sforzandosi riuscì a vedere che accerchiavano un ragazzo dai capelli medio-lunghi neri e gli occhi color pece, era davvero affascinante, ma si riscosse quando vide l’altra affianco a sé con gli occhiali che scuoteva la testa, pensandoci meglio gli aveva intravisti nella classe del quarto di fronte alla loro, ma non aveva chiesto in giro i loro nomi. Guardò l’orologio appeso in ogni corridoio del piano, doveva immediatamente scendere, vide altre ragazze vestite più o meno come lei negli spogliatoi che si esercitavano, la porta della sala era aperta e vide una persona che non si sarebbe mai aspettata di incontrare proprio lì. Era Tsuki.

Era al centro della sala con gli scaldamuscoli rosa e il body nero, le scarpette ai piedi e si esibiva in un adagio mozzafiato, le gambe che si alzavano come tirate da una corda e l’equilibrio perfetto anche sulla mezza punta, un arabesque perfetto con la gamba in linea. Era stupenda, l’espressione malinconica tipica di quegli assoli la faceva sembrava una vera ballerina, rimase a guardarla incantata, come poteva nascondersi in tanta freddezza, quella dolcezza e morbidezza con cui saltava e sviluppava la gamba, ne avrebbe chiesto di più ad Hana l’indomani. La musica si fermò e così anche Tsuki, ricevette un applauso dalle sue compagne e le congratulazioni dell’insegnante, ma lei non cambiava espressione, faceva sorrisi forzati e aveva un’espressione tristissima. Vide dei ragazzi scendere le scale, erano gli stessi che aveva intravisto al piano delle palestre, quello con gli occhiali si avvicinò ad Heris, ma il suo sguardo era indirizzato a Tsuki, la guardava come incantato dalla sua bellezza, il suo amico gli mise una mano sulla spalla e lo trascinò via.

Le ragazze uscirono tutte e gli occhi di Heris incrociarono quelli di Tsuki, lei ritornò dritta per la sua strada mentre l’americana entrava in sala, seguita da altre ragazze, l’insegnante si presentò con lei e iniziarono il riscaldamento, mentre guardava allo specchio vide Tsuki abbigliata di nero, sembrava una bambola di porcellana. Heris trovò il riscaldamento piuttosto semplice e dopo questo iniziarono a provare qualche passo, le altre ragazze se la cavavano bene e lei altrettanto, riceveva i complimenti dall’insegnante e le altre le davano una pacca come per dire “sei forte e ci piaci”. Fece amicizia con loro e sembrava di stare a parlare con delle vere americane, lei non aveva notato che il ragazzo dai capelli neri l’aveva guardata più di una volta mentre seguito dal suo amico se ne andava, era l’inizio delle torture più atroci che la povera Hana avrebbe dovuto sorbire.

“Andiamo Higashi! Non è morto nessuno.. ah ah questa sì che è una battuta per quella!” Shinichi ricevette un’occhiataccia da parte del suo amico con tanto di riflessi negli occhiali, scosse le spalle e si allontanò dal ragazzo moro.
“Ma che ho detto?!” si chiedeva perplesso lui con la faccia del più innocente degli angeli del paradiso, sicuramente se ci fosse stata una ragazza in giro si sarebbe messa pure dalla parte del ragazzo senza guardare nemmeno il povero Higashi che continuava a sospirare.
“Hai detto una cosa che non devi pensare.” Disse tranquillamente il ragazzo voltandosi e facendogli il verso, arrivarono a casa di Shinichi e si trovarono appoggiato al muro Gatsu che guardava la strada, sembrava felice.
“Ma guarda un po’ chi c’è? Come hai fatto ad arrivare prima di noi?”
“Il vento mi ha portato qui Kaze.” Disse sorridendo al ragazzo e come ricambio ricevette una bella stritolata di capelli mentre Shinichi apriva il cancello facendo entrare i suoi amici.
“Allora voi avete capito qualcosa di fisica?”
“Io sì.” Disse fiero di sé Higashi, in fisica e in chimica era un asso quindi un compagno del genere in quel gruppo era tutto di guadagnato anche se il più intellettuale era Gatsu, Ichi pensava solo e soltanto alle ragazze stop quella era la sua materia preferita.
“Bene allora adesso mio caro ci spieghi questa cosa che domani non voglio un brutto voto o i miei mi strozzano… come se potessero.” Disse ironicamente e a bassa voce il più figo della scuola. I due si guardarono e scossero la testa prima di ridere. Il pomeriggio passò così tra i compiti di fisica e matematica e le solite citazioni di Higashi quando si cercava di studiare filosofia che diventata noiosa persino per un tipo sognatore come Gatsu.
“Ehi Higashi! Hai visto quella tipa alle lezioni di hip-hop non era quella che va nella classe di Hana-chan e della tua piccola Tsuki?” sussurrò l’ultimo nome con voce mielosa, più dolce anche dello stesso miele.
“Uno non è la mia ‘piccola Tsuki’ secondo sì e va nella loro classe quarta è amica di Hana-chan e quarto non provare a metterti con lei perché è un osso duro.” Conclusione lunga, ma da far rabbrividire chiunque, ma non Shinichi Sakana che andava in fondo a tutte le tipe di quel genere.
“Bene bene mi sembra abbastanza interessante, la farò cadere ai miei piedi.” Strinse il pugno come se ce l’avesse già in mano.
“Ti pareva che non chiedeva certe cose dopo i compiti.”
“Già… a proposito e Tsuki? Come va con lei?” Gatsu era sempre pronto ad ascoltare i problemi dell’amico nei riguardi di quella ragazza, Hana gli aveva parlato molto di lei e sapeva che oltre a non avere rispetto per la sua vita, era una ragazza molto fredda e distaccata.
“Sa il mio nome e questo mi basta, l’ho incontrata stamattina sulla terrazza fortuna che non si stava buttando giù.” Disse lui sospirando un sollievo.
“Per me quella è pazza!” sempre a conclusioni affrettate correva il nostro Shin.
“Ehh Ichi lei ha bisogno di un ragazzo come Higashi…” sospirò Gatsu poggiando una mano sulla spalla dell’interessato che era immerso nei suoi pensieri, non appena sentì quella frase diede un piccolo schiaffo sulla testa di Gatsu per vietargli di dire altre parole sulla ragazza.
“Bene scusami Shin, ma dobbiamo tornare a casa domani abbiamo ed. fisica alla prima ora e Higashi deve riposare per poter incontrare la sua piccola luna.” Stava per volare un altro schiaffo, ma Gatsu si mise a correre per scamparlo.

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Capitolo 3
*** 3. La principessa ferita sulla trave ***


3. La principessa ferita sulla trave

 
Il tintinnio dell’acciaio che cadeva per terra, scie rosse che scorrevano mischiandosi con l’acqua, i denti stretti di una ragazza, la ferita aperta della mano. Sua madre entrò in bagno e la vide sanguinare guardò la mano, chiamò il marito e la fece uscire, corsero con la macchina fino all’ospedale, erano le dieci di sera, ben cinque punti alla mano destra, disinfettata e fasciata ritornarono a casa, Tsuki si sorbì tutta la preoccupazione e la rabbia dei genitori, non disse una parola, solo le lacrime che scendevano, l’aveva fatto di nuovo e si era promessa di non farlo più, lo aveva promesso ad Hana, ma sembrava che ciò non aveva avuto effetto.
Tornati a casa si mise la camicia da notte bianca e tra le coperte violette si addormentò profondamente.

Come ogni mattina Tsuki si svegliò presto e indossò la divisa inserendo nella cartella oltre ai quaderni con gli esercizi fatti anche la divisa da ginnastica, mise lo zaino in spalla e scese le scale, si era lavata i denti e la faccia e truccata come il suo solito, scese da sua madre che era in cucina a preparare la colazione, la salutò con il solito buongiorno e le prese la mano per controllare se la fasciatura fosse apposto, le mise il piatto con la colazione davanti mentre anche lei si sedeva di fronte a lei, una colazione silenziosa, suo padre era già andato a lavorare ed erano sole in casa.
Quando ebbe finito Tsuki poggiò il piatto sul lavabo della cucina e dopo aver baciato una guancia della madre uscì di casa per dirigersi a scuola. Comprò il biglietto della metropolitana che l’avrebbe portata nella piazza adiacente alla scuola, ci vollero solo pochi minuti e dopodiché come altri ragazzi facevano entrarono dentro di essa e quando la voce all’altoparlante chiamò la sua fermata si diresse verso le porte della metro e quando si aprirono uscì e salì le scale che portavano alla piazza.
Camminò per un bel po’ finchè non vide i cancelli della scuola e altri ragazzi che si erano riuniti in gruppetti per chiacchierare prima dell’inizio delle lezioni, lei attraversò il corridoio di entrata, si cambiò le scarpe davanti al suo armadietto e si incamminò verso la sua classe. Hana non era ancora arrivata e nemmeno la nuova ragazza, si sedette al suo banco ed estrasse i quaderni di giapponese iniziando a ripetere l’argomento assegnato a casa. I suoi occhi castani erano immersi nella lettura e il sole che entrava dalla finestra illuminava i capelli mostrandoli con leggere sfumature bionde, Higashi, Shinichi e Gatsu che stavano entrando in classe la videro sola seduta a leggere, Higashi rimase a guardarla incantato e pensava di vedere un angelo come citato dai poeti stilnovisti, bloccandosi fermò i suoi amici che stavano chiacchierando dietro e gli andarono a sbattere contro senza smuoverlo, incuriositi si voltarono verso la classe e videro Tsuki che ripeteva e si voltarono verso Higashi che la fissava a bocca spalancata.
“Buongiorno Tsuki-chan!” disse Gatsu richiamando l’attenzione della ragazza che alzò gli occhi dal suo viso e chinò il capo in segno di saluto.

Di seguito i due presero il loro amico stregato per le braccia e lo trascinarono in classe evitandogli brutte figure davanti alla ragazza che aveva rapito il suo cuore.

“Possibile che tu debba sempre fissarla? Finirai col spaventarla Higashi!” lo rimproverò Gatsu che aveva notato quella punta di spavento da parte della ragazza quando aveva chinato il volto.
“Ma cosa dici Gatsu! Non potrei mai farlo!” disse il diretto interessato facendo sedere con un colpo il compagno che gli aveva rivolto quelle parole. Shinichi guardava la scena divertito.

Heris ed Hana entrarono in classe insieme mentre Tsuki continuava a leggere, la salutarono e lei ricambiò con un cenno del capo, nascondeva la sua mano in tutti i modi allungando la camicia così da fingerla parte di essa, il professore di ed. fisica entrò e dopo aver fatto l’appello portò i suoi alunni in palestra. Le ragazze andarono nel loro spogliatoio e si vestirono con la divisa da ginnastica, quel giorno avrebbero fatto lezione con altre classi infatti c’era un gruppetto di ragazze più grandi rintanate nel bagno a fumare, Hana le riconobbe come compagne di classe di Gatsu e ciò significava che quel giorno avrebbe presentato il suo migliore amico ad Heris. Mentre Tsuki si cambiava Hana notò la fasciatura alla mano della compagna e la guardò torva perché non le aveva detto nulla, Tsuki non seppe come spiegargli, certo era difficile dirle che si era ferita di nuovo.
“Ehi Tsuki che hai fatto alla mano?” chiese Heris senza peli sulla lingua.
“Per sbaglio mi sono tagliata a un ferro.” Mentì lei nascondendo la mano e avviandosi con le compagne in palestra, certo con l’americana non aveva avuto un vero e proprio rapporto comunicativo, avevano limitato solo il ciao e qualche domanda, erano piuttosto chiuse l’una con l’altra.
Mentre raggiungevano la loro classe riunita da una parte della palestra Hana trovò Gatsu e lo chiamò alzando la mano per indicargli la loro posizione.
“Hana-chan ciao!” disse il ragazzo avvicinandosi e seguito dai loro amici che salutarono la ragazza amichevolmente, Heris guardò l’amica come per dire “conosci questi bei ragazzi?” Hana sorrise e si sbatté una mano in testa.
“Che sbadata, lei è Heris viene da New York, Heris loro sono il mio amico Gatsu, lui Shinichi e Higashi.” Disse indicando i due che la salutarono cordialmente, Shinichi però rimase a guardarla mentre faceva più conoscenza con gli altri due, era una ragazza davvero stupenda, lunghi capelli ondulati scalati e un fisico davvero attraente, purtroppo non aveva avuto l’onore di conoscerla meglio però se era amica di Hana avrebbe potuto sfruttare Gatsu per farli incontrare e conoscerli.
“Ciao Tsuki…” disse Higashi avvicinandosi alla ragazza che era rimasta in disparte, si avvicinò prendendole la mano e guardando la fasciatura, le stava per chiedere cosa fosse successo quando sentì la sua mano contro la sua guancia in un violento schiaffo, come si permetteva lui di toccarla? Scappò via lasciando il ragazzo perplesso.
“Scusala Higashi, non è abituata.” Disse Hana mentre Heris guardava la ragazza appena andata via con disapprovazione per il suo comportamento.
“Bene ragazzi è stato un piacere incontrarvi se vi va ci vediamo all’uscita.” Sorrise Hana guardando Shinichi che spesso faceva da portavoce al gruppo, lui scosse la testa in assenso e lasciò andare le due.
“Certo che te lo ha dato proprio forte.” Disse sghignazzando Ichi che non aveva resistito nel farlo, era troppo divertente vedere quel ragazzo tanto dolce schiaffeggiato solo per aver preso la mano della ragazza.
Heris ed Hana raggiunsero Tsuki che stava ascoltando il professore, quel giorno si sarebbero esercitate alla trave, l’americana ne ebbe quasi paura, non se la cavava bene con l’equilibrio però ci avrebbe provato. In ordine alfabetico le ragazze andarono lì sulla trave.
“Bene Heiwa tocca a te.” Hana sorrise e salì sulla trave, certo non se la cavava perfettamente, ma riuscì a fare qualche salto e una ruota, quando toccò a Heris le prese il panico e il professore le spiegò cosa doveva fare e la fece respirare profondamente per farla rilassare, una volta pronta si posizionò sulla trave con Hana che faceva il tifo per lei, fece una camminata veloce e una ruota, riuscì a fare una spaccata e a passare sulle mani con la gamba alzata. Il professore soddisfatto la fece scendere.
“Bene Kuroi tocca a te.” Disse il professore chiamando la ragazza, Heris era curiosa di vedere Tsuki, in quel momento, anche i ragazzi del quinto smisero di giocare, Gatsu, Shinichi e Higashi si voltarono verso di lei, Tsuki si mise la mano fasciata dietro la schiena.
“Ma come può farcela con una mano sola?” chiese Heris perplessa.
“Lei faceva ginnastica, sa quel che fa.” Disse Hana sorridendo.
Tsuki sotto ordine del professore iniziò l’esercizio, una capovolta in avanti molto lenta su una sola mano e quando ritornò in posizione eretta si preparò, due salti all’indietro per finire in perfetto equilibrio, due batterie e un gran jeté una lieve corsettina all’indietro per poi prendere la rincorsa e finire con un doppio avvitamento, ricevette gli applausi della classe e anche quelli di Higashi e i suoi amici.
“Brava Tsuki credevo che con una mano non ci saresti riuscita.”

“Già sussurrò lei.” Ormai mancavano solo poche ragazze che completarono tutti gli esercizi, quando l’ora fu finita andarono negli spogliatoi a cambiarsi, Heris aveva notato che durante l’esercizio oltre alla concentrazione, nei suoi occhi c’era anche un pizzico di gioia, fu in quel momento che la ragazza capì che le persone come Tsuki potevano avere quel po’ gioia che li mandava avanti.
Rientrarono in classe e il professore di economia domestica entrò, fortunatamente da quel giorno iniziava il week-end, il primo dall’inizio della scuola, tutti gli alunni avevano aspettato questo momento perché la settimana era finita in modo pesante, Heris ne avrebbe approfittato per fare compere e riordinare meglio la stanza nel suo stile, Hana ne avrebbe approfittato per passeggiare con Gatsu e il suo falco Onegai, le sarebbe concesso un po’ di riposo prima di ritornare a casa per occuparsi di quelle pesti dei suoi fratelli.
Tsuki avrebbe fatto ciò che faceva sempre, navigare in rete, ascoltare musica e suonare il pianoforte, era una cosa che la rilassava e la metteva in pace con sé stessa.
“Hana che ne pensi di venire con me questo pomeriggio a fare compere?” chiese Heris mentre il professore spiegava nell’aula di economia. Hana accettò chiedendo anche di far venire anche Tsuki, stranamente la ragazza acconsentì ad andare con loro, soprattutto per svagarsi un po’ e poi non voleva sentire le solite prediche dei suoi genitori che le raccomandavano di non toccare mai più un oggetto appuntito.
“Sì… può venire.” Sussurrò lei quando stava per essere beccata dal professore, la giornata andò avanti con la stessa lentezza di una lumaca che cerca di attraversare una strada, la campanella suonò con i sospiri di tutte le ragazze e il sollievo di tutti i ragazzi della classe, Heris e Hana trascinarono Tsuki fuori dalla classe pronte per incontrare i loro amici.

I tre ragazzi le aspettavano davanti al cancello della scuola, Hana prese a urlare il nome di Gatsu mentre le altre correvano come disperate per seguirla, arrivarono tutte e tre col fiatone.
“Scusate.. anf… il ritardo… anf..” si scusò la mora piegata in due respirando più aria che poteva, Tsuki tutta composta guardava preoccupata l’amica, Heris aveva poggiato una mano sulla spalla di Hana per farla riprendere, Gatsu si era preoccupato allo stesso modo, ma la sua amica risalì e tutta sorridente diede una pacca ai due che l’avevano aiutata.
“Non cambierai mai Hana-chan.” Disse Shinichi scuotendo le spalle mentre tutti esplodevano in una calda risata, Tsuki sospirò per il passato pericolo, vederla ridere era una rarità e anche se in quel momento la situazione era piuttosto buffa, la ragazza rideva dentro di sé e non lo dava a vedere. I sei si incamminarono, la prima ad accompagnare era Heris che era stata sequestrata da Shinichi e i tre sembravano andare d’accordo, tutto sembrava perfetto quando si sentirono i due alzare la voce.
“Come ti permetti di dire certe cose?”
“Ma sta zitta guarda che Beyoncè è una schiappa non ha niente a che vedere con Jennifer Lopez.”
“Ma vedi di stare zitto che scommetto che non l’hai mai sentita.”
“Sentitela la nostra ballerina, guarda che io ho sentito entrambe perché mio fratello maggiore è stato in america e si è fatto avere i cd autografati!” disse Ichi rosso di rabbia mentre dalle orecchie di Heris usciva fumo per quanto si era irritata. Tsuki si avvicinò ai due e mise una mano sulla spalla di ciascuno.
“Mi spiace ragazzi, ma… Gackt batte tutte e due messe insieme.” Disse la ragazza colpendoli e mettendoli a tacere, tutti e due la guardarono con odio.
“Ma che stai dicendo?” dissero in coro mentre Tsuki si voltò traballando e li guardò con uno sguardo severo e spaventoso che non permetteva obbiezioni anche se Heris avrebbe voluto ucciderla in quel preciso momento e lo stesso pensiero passava per la testa di Ichi.
“Almeno ora stanno zitti e si mettono a parlare contro Tsuki.” Disse Hana a Gatsu divertita dalla scena, l’unico che  pensava il contrario di tutti e tre era Higashi che rimaneva fedele ai suoi adorati gruppi metal.
Arrivati davanti alla casa di Heris, Hana le diede un bacio sulla guancia.
“Sentite vi va di uscire questo pomeriggio? Io dovrei fare compere.”
“Sì andiamo a fare compere!!” urlò contenta Hana che accettò a volo la richiesta dell’amica, Shin accettò perché voleva conoscere meglio Heris e Gatsu avrebbe accontentato la sua amica che si sarebbe messa a pregare per farlo venire assieme a lei.
“Voi due che dite?” chiese Hana guardando Higashi e Tsuki, la ragazza ci pensò su e accettò visto che aveva preso a farle gli occhioni dolci, Higashi accettò anch’esso perché pensandoci bene gli servivano un po’ di cose per la palestra e ne avrebbe approfittato per trovare un qualcosa adatto a Tsuki e poi poteva passare il pomeriggio assieme a lei.
“Bene ci vediamo davanti a questa piazza alle quattro. Ciao!”
Disse lei aprendo la porta e salendo le scale dell’appartamento.
I ragazzi accompagnarono Tsuki a casa e le raccomandarono di essere puntuale, non c’era neanche bisogno di chiederlo, la goth loli era una delle ragazze più puntuali che si potessero trovare al mondo, giapponese, ma anche con un orologio svizzero nel cervello, tutti si chiedevano come faceva, ma era la legge degli opposti infatti la sua amica Hana era una ritardataria di prima categoria, se non ci fosse Gatsu che ogni mattina l’andava a chiamare per fare il tragitto insieme il bellissimo fiore rimarrebbe volentieri nel suo letto. Lei era fatta così, ma proprio per questo era una delle amiche più simpatiche che si potessero trovare.
Higashi la guardò andare via mentre entrava nel cancello di casa, Shinichi e lui abitavano vicini e Gatsu e Hana avevano come separazione soltanto un muro, i quattro se ne andarono insieme, certo Hana si sentiva leggermente a disagio perché era sola con tre ragazzi anche se erano suoi amici si sentiva comunque un pesce fuor d’acqua, non appena raggiunsero la casa di Gatsu, la ragazza si buttò letteralmente dentro casa sua salutando con un ciao veloce.
“Ma che le prende?” domandò Ichi con l’aria sbalordita a perplessa, non se lo sarebbe mai aspettato da una come Hana, tutta quella fretta poi.
“Si sentiva a disagio comunque io vado, ci vediamo questo pomeriggio.” Disse saggiamente l’amico della ragazza che entrò in casa dopo aver salutato i compari. I due ritornarono a casa parlando del più e del meno, di come trovava la nuova arrivata e del modo strano di mettere pace che aveva adottato Tsuki, ognuno in quel gruppo sembrava avere in comune tanto.

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x Sasori_Danna: Esagerata, pubblicarla addirittura! La storia è finita, ho tutti i capitoli scritti, ma non penso che sia tanto buona da pubblicarla, in realtà mia cugina sta facendo i disegni dei personaggi^^ ecco perchè la si tiene per altro. Spero continuerai a seguirla. E grazie per la recensione.

Ecco finito il terzo capitolo, certo la parte finale con Beyoncè e Jennifer Lopez non è per cattiveria, in realtà non mi venivano altre cantanti da mettere in contrapposizione e Tsuki è una fan di Gackt  perciò ne è uscita la scenetta^^
spero vi piaccia ed a presto, spero nelle vostre recensioni, per continuarla con un altro seguito.

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Capitolo 4
*** 4. In centro ***


IN 4 chap

4. In centro

Tsuki aveva acceso lo stereo e aveva acceso il portatile per fare qualche disegno o semplicemente trovare immagini, questo era ciò che faceva oppure si documentava sulla storia passata dell’Egitto, era un qualcosa che l’affascinava profondamente, non si era nemmeno vestita, mancavano ancora due ore al loro incontro, per un’assemblea l’orario scolastico era stato ridotto, ma dalle prossime settimane avrebbero iniziato ad uscire alle quattro come ogni scuola adottava. La canzone che sentiva in quel momento era Life di Mika Nakashima, le metteva allegria ed era una cosa positiva per lei.

sou kizuiteta noni
dare mo ga shirenai ureshiteta
mou subete wo atte
shimaeba ii to omotteta


aa furi amanai ame no naka
nani mo iwazu
sotto kimi ga sashi no beta
sono te ga yuuki to shitte yo

hateshi naku tooi ashita he
boku tachi ha iki wo kire shitte mukau
zutto nakai aida
ikite kita kigasuru keredo mada
todoka nasute

Spesso e volentieri canticchiava quel motivetto, e l’interpretazione era ottima, la cantante aveva un tono molto simile a quello della ragazza perciò imitarla non era di certo un problema. Sua madre andò a chiamarla perché era pronto il pranzo e in quel momento le chiese se sarebbe potuta uscire con Hana.
“Sì certo che puoi, ti lascio qualche yen così se trovi qualcosa di carino puoi comprarlo.” Tsuki annuì, in effetti le sarebbe piaciuto trovare qualcosa che potesse abbinare coi pantaloni che le aveva regalato sua madre. Suo padre tornò stanco e dopo averla baciata sulla testa si sedette a tavola per pranzare assieme alle sue due donne, non avevano parlato molto da quando lei si era tagliata, suo padre e sua madre non accettavano questo comportamento e si spaventavano ogni qualvolta lei rischiava la vita.
Heris aiutò sua madre a sparecchiare, la donna aveva fretta perché il suo capo aveva indetto una riunione importante alle tre e mancava circa mezz’ora alla fatidica ora, le lasciò parecchi yen perché conosceva sua figlia che davanti a un bel negozio cercava di acchiappare qualsiasi occasione le capitasse in mano. Decise di prepararsi prima, prese dei bei pantaloni corti fino alle ginocchia e le suo amate scarpe con dei calzini del medesimo colore, una maglietta a maniche lunghe e i capelli legati in due codine. Si mise un filo di trucco. Un ombretto chiaro e la matita, lucidalabbra ed era pronta per uscire. Ci teneva a fare colpo, soprattutto sui bei ragazzi, tra i quali Shinichi, doveva ammettere che per essere un giapponese non era poi tanto male, non le sarebbe dispiaciuto farci un giro insieme per vedere com’era e poi lei aveva occhio e sapeva come la guardava, quindi non le era tanto indifferente.


Hana tutta contenta per la giornata andò a salutare Onegai andandogli a raccontare quel che era successo, dell’odio che Shinichi e Heris avevano provato per Tsuki quando si era messa in mezzo alla loro discussione, ripensandoci però divenne triste, era come se Tsuki lo facesse apposta a farsi odiare dalle persone, sapeva dei terribili periodi che aveva passato la ragazza e quello che la tormentava ancora e Hana cercava in tutti i modi di farla sentire allegra, di farle  passare tutto. Andò a preparare il pranzo assieme a sua madre e questa volta tutta la famiglia cenò intorno al tavolo e mangiò di gusto facendo i complimenti alla ragazza che si stava avviando verso la strada della brava casalinga.
Salì in camera iniziando ad ascoltare i Greenday a tutto volume mentre afferrava un paio di jeans e una maglietta a maniche a giro e la felpa, non badava mai al suo abbigliamento, ma quando usciva appariva come una ragazza semplice e carina allo stesso tempo, si diede una spazzolata ai capelli mentre si metteva a cantare come una pazza davanti allo specchio, la sorella la guardò stralunata dall’uscio della porta mentre con l’aria indifferente l’unico fratello entrò a prendere un libro di scienza. La famiglia di Hana era formata da lei, la più grande, quella che doveva sempre aiutare la madre e di conseguenza essere la migliore per dare esempio al resto. Poi c’era la seconda figlia, Sachiko che era una ragazza attiva e vivace un po’ vanitosa che cercava di mettere in cattiva luce la sorella maggiore, era brava a scuola ed era una gran chiacchierona; poi c’era il terzo figlio ovvero Eriol lui era un genio nelle scienze e nell’informatica, gli piacevano esclusivamente quelle materie e cercava di aiutare le sorelle che ne sapevano meno di lui e infine l’ultima Paddy che era una ragazzina un po’ lunatica e strana era molto elastica e faceva impazzire, aveva una voce acutissima e con un solo urlo poteva render sordi, non aveva peli sulla lingua come tutti i bambini.Ciò che li accomunava era l’amore per gli animali per il resto erano l’uno più diverso dall’altro, anche se Eriol e Hana andavano molto d’accordo così come Sachiko e Paddy. Hana, arrivata l’ora di andare scese le scale, si infilò le scarpe da ginnastica prese il giubbotto e uscì salutando tutti a gran voce, fece qualche passo per poi suonare alla casa di Gatsu, la madre di lui rispose di aspettare qualche minuto e finalmente lui arrivò seguito da Higashi, evidentemente avevano pranzato insieme, Gatsu aveva un semplice paio di jeans e una felpa a collo alto, le mani in tasca e salutava la ragazza radiosa come sempre, Higashi aveva una camicia bianca e i pantaloni neri, le mani in tasca e una sciarpa al collo.

I tre compagni si avviarono verso la casa di Heris e arrivati davanti alla piazza incontrarono Shin che con le mani in tasca era appoggiato a uno dei tanti pali dei cartelli pubblicitari, certo che Heris era stata proprio fortunata a trovare una casa in quel quartiere.
“Tracce di Tsuki?”
Shinichi scosse la testa, non l’aveva proprio vista.
Tsuki si era vestita, una gonna a palloncino nera con le rifiniture bianche di pizzo le maniche a tre quarti finivano con ampio pizzo bianco stretto da un nastro nero, il sopra aveva lo stesso pizzo che scendeva per il petto e il nastro nero legava con un fiocco, i capelli legati in due codine e la cuffietta bianca sulla testa, prese il suo zainetto e si incamminò verso la porta.
“Non sentirai freddo così?”
“Affatto mamma.” Disse freddamente la ragazza iniziandosi a infilare le scarpe nere con un tacco alto che sembrava impossibile sopportare, ma lei ne era in grado come sempre, era davvero molto carina e iniziò a camminare a passo svelto verso la piazza, non portava nessun orologio, improvvisamente il violino della canzone di Gackt si impossessò delle sue orecchie e capì che il suo cellulare squillava, lo aprì e comparve sulla schermata il nome di Hana.
“Pronto?”
“Tsuki dove sei? Ti stiamo aspettando tutti!”
“Sto arrivando sono in metropolitana.”
“Va bene noi ti aspettiamo ciao.”
La ragazza riagganciò e fece il biglietto per la metro che l’avrebbe portata in piazza, fortunatamente fu puntuale e salì sul treno che non appena chiuse le porte partì velocissimo, non appena la voce all’altoparlante pronunciò il nome della sua fermata lei scese e salì le scale dell’uscita, era arrivata in piazza vide i ragazzi in lontananza e camminò verso di loro, Heris era accanto a loro e non appena vide la ragazza conciata in quel modo le scoppiò a ridere in faccia, tutti quanti guardarono l’americana sbalordita.
“Ecco perché sei arrivata in ritardo Kuroi, sei passata nel settecento!” rideva mentre Hana salutava l’amica, Gatsu non credeva ai suoi occhi, Tsuki guardava la ragazza che rideva con una freddezza…
“Certo non devo giustificarmi con te Ongaku di come mi vesto o quello che faccio, perché sei tu che mi hai invitato sarei potuta anche rimanere a casa mia. Certo differenza non mi fa.”
Heris la prese sul personale, come si permetteva quella sottospecie di bambolina di prenderla in giro in quel modo, non volle andare oltre.
“Bene ora che siamo tutti possiamo andare.” Si mise in mezzo Hana che non voleva più vedere gli sguardi carichi d’odio che si lanciavano le due. Heris prese sottobraccio Hana conducendosi in prima fila, Higashi si avvicinò a Tsuki e portò le labbra vicino al suo orecchio.
“Sei molto carina con questo vestito… è nuovo?” Tsuki si voltò di scatto e annuì diventando rossa e mettendosi in disparte, il ragazzo sorrise, e Shinichi e Gatsu gli poggiarono una mano sulla spalla in senso di sollievo perché almeno lei non si era spaventata. Passeggiarono per le vie del centro fermandosi ad ogni negozio, Heris era attratta da tutto, trascinava Hana da un negozio all’altro mentre tutti gli altri se la ridevano, Tsuki si guardava intorno come sperduta, in realtà le mancava la vicinanza di Hana quando uscivano, fu attratta da un negozio della Moi-mete-moitie, in vetrina c’era una bellissima figura di Mana abbigliata con la sua nuova collezione e le mani congiunte, rimase a guardarla entusiasta, Hana lo notò e si staccò momentaneamente da Heris per raggiungere l’amica.
“Tsuki non ti incantare a guardare Mana altrimenti cadi per terra…” sorrise.
“Io…io…voglio…” Hana iniziò a ridere per la reazione, capiva cosa stava guardando l’amica, dei bellissimi guanti retinati che portava un manichino, sopra una gonna di tulle a palloncino e sopra una maglietta sotto era a maniche a giro e sopra aveva le maniche corte che partivano dalle spalle lasciate scoperte e poi quei guanti.
“Sai ti starebbero bene sopra quella gonna che ti ha regalato tua madre, vuoi entrarci?” Tsuki era incapace di muoversi guardava a bocca aperta.
“Heris noi entriamo qui.” L’americana snobbata volle vedere quel negozio e tutto il gruppo entrò, era pieno degli stessi vestiti orrendi che portava Tsuki, Heris li guardava con disprezzo mentre le due si dirigevano dall’assistente del negozio.
“Buona sera, senta vorremmo vedere quella maglia e quei guanti che avete esposto in vetrina.”

“Certo signorina, sono per la sua amica?” chiese mentre Tsuki non sapeva cosa dire.
“Esatto! Da cosa l’ha capito?”
“Dal vestito della signorina, lo usava Mana-sama in un video giusto?” chiese informata l’assistente a Tsuki.
“Sì, è simile a quello che indossava nel video di Shiroi.” L’assistente annuì e andò a prendere i guanti da uno scaffale e la maglia da un altro, aveva intuito la taglia della ragazza.
“I camerini sono di là, le ho preso quella che dovrebbe essere la sua taglia, mi dica se poi non è la stessa e se la vuole più grande o più piccola.”
Tsuki annuì ed entrò in un camerino, si sbottonò la camicetta di sopra e infilò la maglietta, era perfetta, si infilò i guanti e si guardò allo specchio.
Intanto fuori Heris guardava attentamente una fotografia di Mana in posa per un giornale.

“Mi scusi signorina, ma questa ragazza chi è?”
“Vuole dire Mana-sama? È lo stilista di questa marca è anche chitarrista dell’attuale gruppo dei Moi dix Mois, voi non lo conoscete non siete di qui vero?” Heris annuì quando Tsuki uscì per farsi guardare dall’amica che le saltò al collo, stava benissimo.

“Certo con questa gonna non ci sta bene il tutto però con la mia gonna a tulle ci starà senz’altro meglio.” L’assistente annuì, Tsuki andò a cambiarsi e quando fu pronta porse il tutto all’assistente che le fece un ottimo prezzo anche perché portava quello stupendo vestito. Uscirono tutti contenti, i ragazzi erano usciti fuori dopo un po’ e le avevano aspettate con ansia, decisero di fare una piccola pausa, fin ora avevano comprato accessori per i capelli di Heris e quel completo a Tsuki, andarono in un bar e i ragazzi ordinarono tre caffè, il cappuccino al cioccolato per Heris, un succo di frutta per Hana e un tè verde per Tsuki che con stupore dell’americana prendeva con pochissimo zucchero e altrettanto di limone,  le sembrava sempre più strana, si fece spifferare inoltre dai ragazzi che la ragazza prendeva il caffè prima di andare a riposare e anche questo senza zucchero. Le pareva molto innaturale prendere il caffè prima di addormentarsi, ma per Tsuki questo funzionava come un sonnifero facendole fare un sonno tranquillo. Andarono avanti per ore i poveri ragazzi erano costretti a portare le buste mentre Higashi era diventato il facchino personale di Tsuki che si era offerto di portarle la busta.
“Higashi posso portarla io quella.”

“Non ti preoccupare lo faccio volentieri.” Più in là Shinichi e Gatsu sommersi dai pacchi se la prendevano con lui.

“No mia adorata non ti disturbare a me fa piacere…” fece Ichi con voce mielosa per fare il verso a Higashi che inviperito si girò e non appena si avvicinò gli pestò violentemente il piede facendogli cadere le buste e facendo arrabbiare di brutto Heris che gli dava dell’incapace.

“Ma la colpa è di Higashi non mia!”

“Zitto che lui sta parlando con Tsuki ed è più avanti di noi! Muoviti sfaticato.”

“Senti brutta strega portateli da sola i pacchi.”  Heris si imbestialì, come si permetteva quell’arrogante? Iniziarono a litigare di brutto attirando l’attenzione di mezza Tokyo, si buttavano tutti gli insulti possibile mentre Heris iniziava a parlare in inglese e Shinichi non capiva una parola, mormorava un “si si” annoiato perché non sopportava più quell’oca che continuava a urlargli nelle orecchie.

“Bene ragazzi che ne dite di vedere questo negozio di musica?”

Hana come sempre era pronta a salvare la situazione e il gruppo ricomposto si diresse verso l’entrata; Hana se ne andò da una parte del negozio dai suoi amati Greenday, Higashi verso il metal, Gatsu lo seguì ed Heris e Shin si ritrovarono a guardare uno stesso cd di Beyoncè, Tsuki invece aveva tra le mani l’album Nocturnal Opera dei Moi dix Mois, le piaceva soprattutto la canzone Nocturnal Romance.

Ognuno ascoltava ciò che gli piaceva di più e in quel momento il gruppo si voltò verso Shinichi ed Heris che invece di litigare ascoltavano di buon gusto una canzone di Beyoncè.

“Almeno sulla musica sono d’accordo, non ci speravo più credevo stessero litigando.” Disse entusiasta Hana mentre Tsuki era intenta a sentire la sua canzone, si rilassava da morire, la chitarra che suonava, era come in paradiso, prese il cd e lo andò a pagare in cassa era decisa nel comprarlo perché le mancava, poi poteva trovare lo spartito e suonare le note al pianoforte e vedere che cosa ne usciva fuori.

Questo è tutto ciò che fecero il gruppetto, finalmente Shin ed Heris parlavano tranquillamente come se fossero due gemelli identici, era incredibile quante cose avessero in comune e quante invece ne avevano trovato i loro amici. Tutti ritornarono a casa perché si era fatto piuttosto tardi, ma nessuno avremmo mai immaginato quanto sarebbe accaduto l’indomani.

Dal diario di Hana.
Caro Diario,
come ti ho già scritto in precedenza ho una nuova amica che si chiama Heris, dapprima non andava d’accordo con nessuno però io sono riuscita a farla addolcire come sempre e adesso siamo ottime amiche anche se né Tsuki né lei riescono a sciogliersi l’una con l’altra, io conto che ciò accada presto. Sai fortunatamente domani mi salto scuola perché ho una delle mie camminate col gruppo degli ambientalisti e richiederà tutta la mattinata, mi sento un po’ triste a questo pensiero però… mi salterò la Tamada che bello!! Bene ora è meglio che vada prima che Sachiko afferri queste preziose pagine. Buona notte.

Dal diario di Heris.
Cara Mama,
questa nuova situazione sta andando sempre meglio, forse mamma aveva ragione, mi sto abituando al nuovo ambiente che mi viene mostrato, tutti sono simpatici con me a eccezione di quel insopportabile di Shinichi Sakana, è un odioso che non si mette mai al suo posto, pretende di aver ragione ed è più testardo di un mulo, ma gli concedo la bellezza, in fondo per un giapponese non è male. Oggi sono entrata di un negozio per “bambole di porcellana” quella ragazzina… com’è che si chiama? Ah sì Tsuki, non so a cosa paragonarla, sembra simpatica, ma se ne sta in disparte come se tutti la trattassero da cane bastonato, non so dirlo proverò domani a vedere com’è visto che Hana, che mi ha chiamato proprio due minuti fa, non verrà quindi vediamo se sono così “immortale” da starle al fianco. Bene ora vado a ripetere quei dannati kanji che faccio confusione.
Night by the new slooowly.

Dal diario di Tsuki.
Cara Mana,
Oggi ho comprato una maglietta adatta a quella gonna di tulle e poi i guanti retinati neri, sì sono davvero quello che mi servivano, ora ascolto Nocturnal Romance, finalmente ho quel cd e non smetterò mai di cantare questa canzone, mi fa sentire viva, mi fa sentire le tenebre che ho nel cuore, già ho voluto deliziarmi di questo. Mamma mi vuole mandare da uno psicologo, ha preso appuntamento per domani e dopo danza ci devo andare. Io sebbene sia strana non voglio andare da un uomo che me lo faccia pesare, perché solo perché sono diversa ciò non vuol dire che sia una pazza, gli psicologi servono ad aiutare le persone di solito, ma in realtà ti buttano ancora più giù di quanto tu non stia, io gliel’ho detto, ma a quanto pare anche quell’incapace del mio medico ha dato ragione ai miei genitori, peggio di così non può andare. Oggi quando siamo usciti ho visto che Higashi Kaze, quel ragazzo che si ostina a parlare con me si è offerto spontaneamente di portarmi la borsa sebbene io non gliel’abbia chiesto ed ha persino “picchiato” se così si può dire quel maleducato di Sakana. Solo perché aveva fatto una battuta poco carina su entrambi, è stato molto dolce, forse dovrei iniziare a fare come dice Hana, devo diventare un po’ meno distaccata e parlare con le altre persone, mi farebbe bene. E va bene domani ci provo.

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Capitolo 5
*** 5. Scelta di vivere ***


5 Scelta di vivere

 Il giorno dopo a scuola Tsuki ed Heris entrarono insieme poiché l’americana aveva rapito la goth loli trascinandola per un braccio lasciandola a bocca aperta. Tsuki era rimasta un po’ male perché Hana non le aveva detto che non sarebbe venuta e aveva preferito confessarlo ad Heris, fu in quel momento che sprofondò, si sentì come messa da parte dalla sua migliore amica, infatti era da un po’ che Hana si stava distaccando da lei per parlare con l’americana e ciò di certo non le faceva piacere perché lei doveva uscire fuori da quello strato di tenebre che l’avvolgevano, almeno così aveva detto sua madre perciò era un male tutto quello che stava accadendo…
Ho deciso… oggi metterò fine al mio dolore.
Tsuki era del tutto negativa sulla vita sua e quella degli altri, cercava di essere realista, ma la troppa realtà l’aveva portata a pensare al negativo come se oltre a un piano Alfa non ci potesse essere un piano Beta. Da tanto tempo cercava di togliersi la vita, ma quello che era riuscita a fare era solo ferire il suo corpo e nient’altro.
Dopo odiose lezioni di inglese in cui Heris spiccava su tutta la classe e una d’informatica ecco che suona la campanella della ricreazione, Tsuki scappa via prima che Heris la raggiunga e va nella terrazza, si butta contro la ringhiera tenendosi stretta a questa e guarda in basso, sì è alto, potrebbe semplicemente buttarsi e nessuno vedrebbe. Prese forza e si arrampicò sulla ringhiera mettendosi in piedi e tenendo le mani lungo i fianchi, lo sguardo rivolto alle nuvole mentre il leggero vento le scompigliava i lunghi capelli, e i nastri del suo fiocco si libravano anche loro con essi. Camminava sul filo del rasoio, guardando triste le nuvole, portò il piede in avanti quando la porta della terrazza si aprì mostrando la figura di Higashi seguito da Shinichi e Gatsu, il ragazzo spaventato guardò Tsuki.
“Tsuki!” urlò pieno di paura, la ragazza spaventata si voltò di scatto, ma perse l’equilibrio cadendo, Higashi corse verso la sua figura e fece appena in tempo a prenderle la mano, Tsuki lanciò un flebile urlo spaventata da sé stessa mentre gli altri due accorrevano per prenderla.
“Prendi l’altra mano Tsuki!” disse Higashi prostrandola a lei.
“Lasciami andare….” Chiedeva lei, ma lui scosse la testa disperato.
“Non lo farò mai! Prendila ora!” Tsuki si lasciò prendere e fu tirata su da tutti e tre, fu in quel momento che scoppiò in lacrime, stringendosi improvvisamente contro Higashi, lo aveva fatto di nuovo, aveva tentato si farsi del male ancora una volta, il ragazzo la strinse forte a sé consolandola.
“Va tutto bene Tsuki…” disse lui carezzandole piano la schiena in modo da farla tranquillizzare, Heris aveva incontrato Shinichi e Gatsu con un muso lunghissimo e aveva chiesto spiegazioni chiedendo oltretutto dov’era Tsuki.
“E’ in terrazza con Higashi, non andare, aspettala in classe, non è un bel momento.” Heris capì e durante il pomeriggio avrebbe chiesto spiegazioni ad Hana. Intanto su in terrazza Tsuki si era  calmata rimanendo ancora abbracciata ad Higashi.
“Mia madre vuole mandarmi da uno psicologo… io non voglio… io…”

“Basta Tsuki, oggi non andarci, non ti serve, tu sei molto diversa dagli altri. Hai solo bisogno di svagarti un po’. Ora andiamo.” Entrambi si alzarono e Tsuki baciò una guancia del ragazzo in senso di gratitudine, si sentiva pesante e stanca per tutta la preoccupazione che aveva causato a quel povero ragazzo che teneva tanto a lei.
Non appena ritornò in classe si sedette al suo banco senza parlare con nessuno, Heris aveva deciso di lasciar perdere nel parlare con lei, almeno per quel giorno poi si sarebbe visto in seguito.
In classe di Shinichi, Higashi e Gatsu i ragazzi erano accorsi in contro al secondo quando era tornato dalla terrazza.
“Allora come sta?”
“Adesso meglio Gatsu, non so per quanto durerà però.” Disse amaramente, infatti Tsuki era una ragazza sulle sue e alcune volte quando qualcuno provava la morte voleva provarla ancora e ancora come se fosse una droga.
“Stalle vicino. Forse l’aiuti.” Consigliò Shinichi, i due lo guardarono stupiti dal sentire una simile frase da lui, forse anche lui stava pensando al bene di Tsuki, la conoscevano bene poiché era stata la stessa Hana a presentarla a tutti, perché la vedeva isolata dal resto del mondo. Higashi dentro di sé aveva capito il motivo per cui Tsuki aveva tentato di nuovo il suicidio, era da un po’ infatti che la sua migliore amica non parlava con lei.
“Sentite per me Tsuki non è una tipa che fa le cose senza ragionarsi, forse è stata spinta a farlo… non avete notato che Hana sta più con la nuova che con lei? Forse si sente sola.”
“Allora scaldale il cuore Casanova!” iniziò Shinichi battendo fortemente la mano sulla spalla di Higashi che emise un gemito.
“Ma che fai? Comunque oggi quando la incontro in palestra la rapisco.”

“Sì sì…. Come vuoi tu.”
Mormorò Ichi tornandosene al suo posto, mentre Gatsu annuiva complice, cercava di incoraggiare il suo amico anche se non ne aveva bisogno poiché sapeva che se Higashi si metteva in testa una cosa quella era e nessuno lo smuoveva da lì. Anche Gatsu ritornò al suo posto preparandosi per la lezione.

Le lezioni finalmente terminarono e tutti se ne ritornarono a casa, Heris affiancò Tsuki che camminava a testa bassa.
“Perché lo fai?” la ragazza interessata si voltò verso l’americana guardandola strana, non capiva a cosa si riferisse.
“Credi che sia stupida? So che le voci che circolano sono vere perciò o ti muovi o meno, è comodo provarci e non fare niente. Se muori tutti si dimenticheranno di te quindi ti conviene vivere.”
Tsuki apprezzò quelle parole, ma doveva riflettere su ciò che doveva fare, non era una tipa che prendeva decisioni affrettate, doveva riflettere su quello che in realtà voleva dalla vita, in quel momento ciò che l’aveva tenuta a quel mondo era stato il bene che le dimostrava Hana, ma in quel momento, pensava che forse doveva provare a vivere per Higashi, già quel ragazzo le stava simpatico, l’aveva protetta e sentiva che di lui poteva fidarsi sul serio forse aveva sbagliato tutto fin dall’inizio.
“Non dirlo ad Hana.” Chiese Tsuki voltandosi verso Heris, l’americana notò che negli occhi della ragazza c’erano due punte di gratitudine, e finalmente Heris capì che molto presto sarebbero andate d’accordo.
“Comunque… cerca di dare una possibilità a Higashi.”
“Che vuoi dire?” chiese lei imbarazzata e non capendo, forse gli aveva visti.
“Come? Non fare la finta tonta mia cara, ho visto come ti guarda e sembra che tu ti stai addolcendo… mia cara la tua maschera cala!”
“Cosa! Non è affatto vero!” ribatté inviperita per l’appellativo datole.

“Ah sei davvero buffa Tsuki quando arrossisci, sembri più bella di quanto sei già.”
“Non è vero…” disse impacciata lei mentre camminavano come se fossero due buone amiche da sempre, sì si stavano sciogliendo entrambe.
“Comunque ci incontriamo oggi pomeriggio quindi dopo usciamo coi ragazzi.” Disse Heris una volta arrivata a casa sua.
“Io ho un altro impegno veramente.”

“Non andarci, si vede lontano un miglio che non vuoi quindi lascia perdere.” Disse senza lasciarle il tempo di ribattere, Tsuki accettò poiché non riusciva a dirle il contrario. Ritornò a casa e quando sua madre la vide felice si avvicinò alla figlia, che si fosse abituata alla sua nuova vita in Giappone? O forse c’era un ragazzo di mezzo.
“Allora tutto bene? Ti vedo particolarmente felice.”
“Sì, lo sono, oggi esco dopo hip-hop.”
La madre annuì mentre lei saliva velocemente le scale per poi buttarsi a capofitto sul letto stringendo il suo peluche preferito e guardando i possenti pettorali di 50Cent che aveva appeso alla parte. Si chiedeva come potevano essere quelli di Shinichi, ma si diede della stupida perché di certo non doveva fare certe considerazioni soprattutto su un ragazzo che conosceva solo di vista, ma sembrava niente male,  forse era questo quello che si provava alla prima cotta, forse sarebbe potuta anche andare oltre in fondo non era più una bambina, ma di certo non poteva aspettarsi che il ragazzo fosse accondiscendente come i suoi pensieri dimostravano di conseguenza doveva togliersi dalla mente tutto questo erotismo che aveva in testa, si sentiva come una pervertita a pensare certe cose.
Si tranquillizzò e prese il telefono della stanza che aveva sul comodino e digitò il numero di Hana, doveva essere tornata a casa visto che le aveva assicurato che la marcia sarebbe durata solo quanto l’orario scolastico. Il telefono squillava e subito una voce infantile le rispose dall’altra parte della cornetta, sicuramente era una delle due sorelle, chiese di parlare con la maggiore e Sachiko perché era di lei che si trattava andò a chiamare Hana che era su in voliera assieme ad Onegai. Fondandosi giù dalle scale rispose al telefono.
“Allora ci vieni oggi pomeriggio al cinema?”
“Sì, mia madre ha detto sì, poi ti va se andiamo a cena tutti insieme? Avviso io i ragazzi perché sono tutti a casa di Gatsu penso che gli spiccioli li avranno!” La conversazione andò avanti per le lunghe, parlavano del più e del meno e Hana non la smetteva di raccontare quanto si fosse divertita a quella camminata, aveva conosciuto altre ragazze, ma come la solita sbadata non si erano scambiate i numeri di telefono per tenersi in contatto. Heris raccontò di quanto era stata noiosa la giornata a scuola e di come era riuscita ad andare d’accordo con Tsuki, ma non fece parola del tentato suicidio della ragazza così come l’altra le aveva chiesto, aveva inventato una bugia quando le aveva chiesto se avevano passato insieme l’intervallo. Di certo non poteva dirle che la sua cara amica stava per buttarsi dal terrazzo se non fosse stato per il trio del quarto che avevano prontamente fermato la ragazza, ma una volta accordate meglio sull’orario riattaccarono.

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Spazietto autrice

Salve a tutti, sono arrivata a postare  il quinto capitolo, chiedo scusa per il ritardo, ma aggiornerò al più presto non appena mi regolarizzerò l'orario scolastico. E  un grazie infinito a tutti coloro che leggono^^

A presto.

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Capitolo 6
*** 6. Dolci baci ***


6. Dolci baci

Tsuki ritornata a casa aveva salutato sua madre che era seduta in cucina a leggere un fascicolo per il suo asilo, era salita in camera a lasciare lo zaino ed era scesa di nuovo mettendosi davanti a sua madre che alzò gli occhi.
“Mamma io non andrò dallo psicologo né ora né mai, oggi Heris la nuova arrivata mi ha invitata a fare una passeggiata con lei ed Hana e ceneremo fuori visto che andremo anche al cinema io non…”
“Fa niente, meglio così in fondo.” Sussurrò piano la donna guardando gioiosa la figlia che era rimasta paralizzata da tanta dolcezza, almeno aveva ottenuto ciò che voleva con soddisfazione.
“Verrò a prendere solo la borsa di danza così non porterai pesi. Oggi al supermercato ho incontrato anche la madre della tua amica Heris, perciò so che sei in buone mani inoltre mi ha invitata per un caffè visto che non lavora.”
Tsuki annuì e salì le scale per andare nella sala del pianoforte, si sedette e aprì lo spartito, era riuscita a trovare le note di “Saikai no chi to bara” e iniziò a pigiare i tasti tentando di memorizzare bene le note e suonarla con più scioltezza. Era molto musicale per questo i suoi genitori l’avevano iscritta sin da piccola in una scuola di danza così che potesse coltivare la passione della musica e della danza apprendendo sempre di più ed essere corteggiata da altri ragazzi. Infatti i suoi genitori erano rimasti un po’ all’antica nel senso che ogni donna della famiglia doveva essere femminile ed elegante, come una geisha legata solo e soltanto al suo danna e a nessun altro uomo. Quando suo padre tornò la chiamò per il pranzo, finì di suonare le ultime note e composta scese le scale per dirigersi nella cucina.
Mangiò con gusto ciò che aveva cucinato sua madre e poi era salita in camera a prepararsi per la danza, questa volta scelse per uscire un nuovo vestito, lo prese dall’armadio era tipicamente autunnale, blu con temi floreali e di velluto, aveva il pizzo all’orlo della gonna e delle maniche, bottoni grandi sul petto e il fiocchetto al collo. Dietro era cucito un bellissimo fiocco bianco, lasciò i capelli sciolti e prese due borse, una con gli yen per la cena di quella sera e la borsa per andare a danza.
Salutò sua madre ed uscì di casa imboccando la solita strada per raggiungere la sua scuola di danza. Ci impiegò un po’ rispetto a quanto faceva di solito soprattutto perché la metropolitana aveva ritardato e lei non era la tipa che amava i ritardi perciò ci rimase anche parecchio scocciata. Quando arrivò alla porta della scuola sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla si voltò e vide il viso sorridente di Heris che era appena arrivata dietro di lei.
“Potevi girarti prima bambolina!” la prese in giro l’americana che entrò assieme a lei, dal canto suo Tsuki mormorò un qualcosa di incomprensibile, ma aveva apprezzato le sue parole a eccezione del bambolina, non era molto gonfio il vestito eppure dava quell’aria. Secondo Tsuki, l’americana era troppo fissata con le bamboline allora aveva preso a chiamarla così.
Tsuki si svestì e ripiegò delicatamente il vestito, a Heris sembrava che ci mettesse la propria anima come se stesse pregando, lei capì che l’altra era una ragazza posata e tranquilla, e le importava poco degli altri che sapevano cosa aveva tentato, lei era diversa così come le aveva detto Higashi.
“Ehi Tsuki visto che è presto che ne dici di andare a trovare i ragazzi al piano di sopra?” La ragazza sospirò e accontentò l’amica mettendosi qualcosa addosso e uscendo dagli spogliatoi, la lezione era alle tre e mezza e le tre non erano neanche scoccate, erano arrivate decisamente in anticipo. I ragazzi si allenavano due ore, esattamente il tempo che serviva per uscire tutti insieme. Gatsu aveva lezione di judo in quell’ora e poi avrebbe fatto qualche addominale in palestra assieme ai suoi compagni.
Quando arrivarono al piano superiore videro Shinichi che faceva qualche peso mentre Higashi era su un tappetino a fare yoga con l’istruttore che passava tra la gente a mostrare correttamente la postura evitando così che i suoi allievi si facessero male. Ichi si accorse della presenza delle due e notò che Heris gli stava sorridendo mentre gli occhi della moretta al fianco erano persi per il suo compagno d’altronde non appena l’americana l’aveva riscossa era arrossita di colpo segno che Higashi non le era indifferente, soprattutto dopo quello che avevano passato quella mattina.
“Voi due belle signorine che ci fate qui?” Shin il solito cascamorto si avvicinò alle due esibendo i suoi muscoli che si notavano dalla maglietta esageratamente aderente, era un tipo altezzoso e sempre al centro dell’attenzione di qualsiasi ragazza. Ci teneva particolarmente a Heris.
“Siamo venute a dare un’occhiatina a voi qui e direi che non ve la cavate male.” Sorrise vistosamente Heris che aveva iniziato a dare pacche sulla spalla di Shinichi, il ragazzo ai colpi della ragazza non reagì bene perché detestava essere toccato in quel modo e poi provava un certo fastidio.
“Giù le mani yankee!” aveva detto il ragazzo provocando l’offesa da parte di Heris che inviperita gli aveva mollato un ceffone.
“Ti sta bene cafone! Andiamo Tsuki non merita la nostra attenzione questo Casanova, anzi lasciatelo dire non hai niente del Don Giovanni! Sei un esibizionista!” urlò ancora di più la ragazza. Schietta e senza peli sulla lingua, si voltò e se ne andò via, Shinichi sorrise per quell’affermazione facendo ben attenzione a guardare il sedere della ragazza, sentendosi gli occhi puntati addosso Heris si voltò e lo guardò freddamente.
“Pervertito!” aveva detto infine correndo verso le scale, facendo quasi cadere la povera Tsuki che invece se la rideva naturalmente senza mostrarlo all’amica.
Shinichi non appena vide la figura di Higashi accanto a lui rise di gusto.
“Ti sta bene Ichi, non puoi certo guardarla in quel modo, hai avuto una bella dimostrazione della potenza di quella Heris.”
“Zitto che ho notizie scottanti sulla tua principessina gotica!” disse Shinichi arrossendo per la rabbia, già certe volte Higashi gli faceva saltare i suoi poveri nervi, già perché quelli erano intoccabili.
“Sentiamo mostro del corteggiamento!” ribatté scherzosamente l’altro.
“È arrossita mentre ti guardava fare yoga, ah ah ah.. si sta sciogliendo.”  Higashi ritornò nella saletta poiché aveva avuto solo qualche minuto di pausa.
Intanto Tsuki ed Heris erano rientrate nello spogliatoio che iniziava già a riempirsi, Tsuki ripensava ancora alla scenata che la sua amica aveva fatto al povero ragazzo, già stava iniziando a considerare Heris una parte della sua vita, forse una persona in più per vivere, come diceva sempre Hana, più sono le persone che ti rendono felice più la tua vita sarà positiva.
Le bambine che c’erano nella saletta di danza classica uscirono tutte e Tsuki salutò Heris per andare a riscaldarsi, altrimenti non sarebbe riuscita ad esprimere tutta la sua eleganza. Anche l’altra sala finalmente si liberò e il gruppo di hip-hop potè entrare.
Heris raggiunse la prima fila e iniziò a seguire l’insegnante quando mise la musica per il riscaldamento, era necessario poter utilizzare bene le spalle seguendo il ritmo veloce della musica e le gambe dovevano essere coordinate, in alcuni passi sembravano delle marionette senza fili, lo sguardo deciso di tutte quelle ragazze era anche un misto di concentrazione per eseguire alla perfezione le evoluzioni che l’insegnante richiedeva.
Heris mosse la testa di lato e il suo sguardo sembrò profondo come se fosse già sul palcoscenico e migliaia di persone guardavano solo lei, i riflettori erano puntati su di lei mentre si muoveva con forza e scioltezza nel medesimo istante, tutti erano incantati nel guardarla. Immaginò che anche Shinichi fosse lì a guardarla e quando la musica finì e tutti erano stanchi lei nella sua mente sentì gli applausi che la premiavano per la sua bravura.
Tsuki invece era nell’altra sala e il suo sguardo era malinconico mentre le sue gambe si alzavano come trasportate dagli stessi fili di Heris, le braccia coordinate e dolci allo stesso tempo, sembrava una creatura soprannaturale che danzava sola nei boschi, impaurita tra la nebbia scansava con lievi gesti delle mani le nubi che le intralciavano il cammino, i passi andanti che si alternavano ai tratti veloci del fraseggio musicale. Gli occhi addolciti da tanta melodia la facevano sembrare ancora più bella e il suo collo scoperto poteva essere il desiderio di qualsiasi vampiro che fosse stato in quella stanza.
Quando la lezione finì sia Heris che Tsuki si rivestirono aggiustandosi meglio i capelli, Tsuki aveva ancora lo chignon così iniziò a scioglierlo, l’americana la guardò mentre lo slegava e tolte le ultime forcine vide i lunghi capelli castani della ragazza cadere come una cascata sulle spalle. Erano liscissimi e luminosi, Tsuki prese la spazzola e iniziò a pettinarli come se fossero stati fili d’oro e quando furono entrambe pronte uscirono e videro Higashi, Shinichi e Gatsu pronti a seguirle, Hana come al solito non era ancora arrivata. Così rimasero ad aspettarla davanti alla scuola finchè Tsuki non vide una macchina conosciuta, era quella di sua madre passata a prendere la borsa come promesso, Heris la guardò senza capire però vide che la ragazza salutò la madre consegnando la borsa e ritornando da loro.
“Credevo te ne stessi per andare!” disse l’americana non appena l’altra ritornò accanto a loro. Tsuki scosse la testa negando l’affermazione appena esposta dall’amica. Improvvisamente i cinque sentirono una voce che li chiamava, si voltarono e videro i capelli svolazzanti di Hana mentre correva e agitava la mano per salutarli, non appena li raggiunse si piegò in due per prendere fiato.
“Scu.. sate il rit.. ardo…” ansimò lei prendendo quanta più aria possibile. Gatsu le poggiò una mano sulla schiene e l’aiutò a tirarsi su per poter riprendere a camminare.
“Possiamo ripartire ritardataria?” disse Heris maliziosa e fissando l’amica.
“Sì andiamo!” ritornò sprizzante di allegria da tutti i pori come se non fosse accaduto nulla. Gatsu sorrise e prese una mano di Hana che era arrossita e la trascinò correndo.
“Avanti gazzella fammi vedere che sai fare!” rispose lui e come una sfida Hana iniziò a correre, Heris rideva quando sentì un braccio circondarle le spalle, si voltò e vide il sorriso di Shinichi, lo ricambiò e ripresero a camminare, Tsuki li seguì altrettanto quando notò un braccio piegato e prostrato a lei, la ragazza guardò che quest’ultimo apparteneva ad Higashi, con le guance arrossate la ragazza accetto afferrandolo con tutte e due le mani e stringendosi a lui, stranamente provava un certo calore. Arrivarono fino al centro iniziando a guardare di nuovo tutti i negozi, decisero di andare al centro commerciale a fare una passeggiata. Era grandissimo con le scale mobili e centinaia di negozi di articoli sportivi, eleganti, biancheria, edilizia, informatica, musica. C’era di tutto e di più senza tralasciare i bar e ristoranti traboccanti di gente.
“Io sto morendo di fame! Andiamo a comprare qualcosa?” fece Heris con occhi dolci rivolti a Shinichi, era una tattica per farsi offrire qualcosa, il ragazzo alzò un sopracciglio e ribatté.
“Non ci penso neanche, non avrai niente da me!” ma più faceva così più l’americana sfoderava i suoi occhioni scuri tanto che Shinichi rimanendone intrappolato accettò venendo trascinato da quest’ultima.
“A voi cosa va ragazzi?” chiese gentilmente Gatsu.
“Io vorrei tanto degli arancini è da un sacco che non ne mangio!” disse con fare sognante Hana che per quel pasto ne andava matta e Gatsu lo sapeva bene, ricordava che quando erano bambini e sua madre li faceva Hana esultava dalla gioia ed era capace di mangiarne a quintali.
Tsuki dal canto suo declinò qualsiasi offerta rimanendo in silenzio, non aveva fame, e poi era per i gusti di Higashi era troppo pensierosa, si sentiva un po’ in colpa per non aver detto nulla ad Hana di quanto successo la mattina a scuola e il ragazzo lo notò.
“Noi torniamo tra un attimo.” Aveva detto lui portando via Tsuki trascinandola per una mano. Quando furono abbastanza lontani lei ebbe modo di protestare.
“Ma cosa ti salta in mente?” disse arrabbiata.
“Si può sapere cosa prende a te? Divertiti per una volta non pensare a quello che è successo! Hana capirà tutto se continui a fare così.” Disse lui mentre lei abbassava il capo sentendosi di nuovo in colpa. Higashi le si avvicinò e l’abbracciò forte stringendola contro il suo petto, Tsuki si lasciò andare capendo che aveva ragione e ricambiò senza troppi complimenti. Quando si staccarono Higashi le sorrise e le accarezzò una guancia.
“Vieni ti offro una crepe, ti va con la crema?” Tsuki alzò lo sguardo verso di lui e si alzò per dargli un bacio sulla guancia, lui ne rimase stupito ancora, era il secondo bacio che gli dava, forse si stava addolcendo. La vide sorridere, la bocca incurvata in un sorriso. Lui la prese per mano ed entrarono nel bar, sotto lo sguardo stupito di Gatsu che invece capì perfettamente.
“Ma Tsuki non aveva detto che non voleva nulla?”
“Sta cambiando Hana, tutto merito di Higashi.”
“Se n’è innamorato veramente allora.” Rispose di nuovo lei mentre venivano raggiunti da Shinichi ed Heris che guardavano all’indietro vedendo quei due felici.
“Che ne dite di lasciarli soli e vedere che succede?” disse Heris addentando una polpetta che aveva comprato.
“Ma sei perfida! Non possiamo Tsuki ne soffrirebbe!” disse Hana, capendo le intenzioni dell’amica.
“Concordo con lei, tutti e due non sono ancora pronti, Tsuki per adesso prova affetto come pensate che reagirebbe se accadesse qualcosa sul serio? Rischieremo di rovinare tutto.” Quella fu l’unica cosa intelligente che pronunciò Shinichi in tutta la sua vita e Gatsu dandogli pacche sulla spalla si complimentò per le belle parole. Certe volte aveva delle uscite davvero sconvolgenti e tutti ne rimanevano spiazzati.
“Mi raccomando di non rubare il posto di filosofo ad Higashi eh?” disse Hana ridendo e prendendo sottobraccio Heris che per la fretta si stava per strozzare con una polpetta, prese a tossire violentemente e Shin se ne preoccupò davvero tanto che le si avvicinò e picchiò contro la sua schiena.

“La prossima volta che vuoi morire chiedi a Tsuki un modo meno spaventoso.” Disse scherzosamente il ragazzo, da dietro le sue spalle si sentirono dei colpi di tosse forzati e quando il ragazzo si girò trovò lo sguardo omicida di Tsuki con una crepe in mano e altrettanto fece Higashi.
“Stavi dicendo Shin?” Ribattè il ragazzo avvicinandosi pericolosamente all’amico dopo aver dato la sua crepe in mano a Tsuki affinchè gliela mantenesse, stava per dargli un bel colpo quando sentì una mano sul braccio, si voltò e vide il volto sorridente di Tsuki che cercava di dirgli di lasciar perdere. Gli porse la crepe sotto lo sguardo stupito di tutti.
“No allora fatemi capire una cosa. Da quando miss tenebre sorride?”
disse sconvolto Shinichi che non l’aveva mai vista così, Hana si convinse che la sua amica americana aveva ragione, la piccola goth loli si stava aprendo e finalmente stava ritornando a sorridere alla vita come aveva fatto tantissimi anni prima, stava ritornando la vecchia Tsuki.
“Possibile che la tua bocca sappia dire solo stupidaggini?” disse Heris dandogli un pugno sul braccio e ciò che ottenne furono imprecazioni contro di lei che prontamente gli pestò un piede.
“Cafone!” ripeté come in palestra e Hana si mise a ridere. Tsuki intanto mangiava la sua crepe a piccoli morsi tenendola con tutte e due le mani mentre Higashi le poggiò un braccio intorno alle spalle sorridendole.
“Grazie Higashi-kun.” Affermò la ragazza al suo fianco, lui si voltò e abbassò il volto verso la sua fronte baciandogliela.
“Higashi e basta. Tsuki.” Disse dolcemente lui mentre continuavano il giro di negozi. I litigi tra Shinichi ed Heris non erano certo finiti, per ogni cosa in cui non erano d’accordo eccoli a urlare attirando l’attenzione di tutto il centro commerciale, mentre il resto rideva per le figuracce che stavano facendo i due. Uscirono camminando per i grandi giardini e sedendosi su delle panchine messe a cerchio tra di loro, Hana stanca poggiò la testa sulla spalla di Gatsu che sorridente le baciò la fronte facendola scattare come una molla rossa in volto, tutti ne risero di cuore persino Tsuki sogghignò contenta che anche la sua migliore amica avesse qualcuno che sul serio teneva a lei, si ritrovò a sperare che presto anche lei se ne sarebbe accorta di provare il medesimo sentimento per Gatsu, nell’aria circolava l’amore, lo sentiva come il vento, già lei che non l’aveva mai provato lo captava più facilmente degli altri che lo scambiavano come semplice amicizia. Heris era vicina a Shinichi e sentiva che il ragazzo era interessato a lei, voleva davvero capire come era fatto, perché l’attraeva, il suo carattere abbastanza simile al suo, inoltre capiva perché aveva così tanto successo con le ragazze, i suo capelli neri e gli occhi color pece la incantavano e stregavano e come imprigionata da un incantesimo sottostava ai suoi ordini, era furbo, utilizzava la sua bellezza per farsi fare favori da tutti. Gli unici che si opponevano a lui erano proprio i suoi amici e le due sue nuove compagne. Improvvisamente il suo cellulare squillò, rispose in inglese come sempre e sentì le sue amiche.
“Ragazze!! Siete davvero voi come state?”
Era davvero felice di sentirle, per loro chiamarla doveva essere stato difficile anche perché sentiva nella loro voce una punta di stanchezza, poverine dovevano essere distrutte dal sonno. Iniziarono a parlare del più e del meno e raccontava di come era qui la sua vita, della nuova scuola e delle nuove amicizie, ma tralasciò Shinichi così che lui non sentisse quello che provava per lui. Le saluto dolcemente e ritornò dal gruppo.
“Chi era?” chiese immediatamente Shinichi con voce gelosa, mentre la stessa domanda venne ripetuta da Hana che invece era curiosissima e i suoi occhi brillavano dalla curiosità.
“Vecchie amiche americane! Era da un secolo che non le sentivo, mi ha fatto davvero piacere sentire le loro voci.”
“Ti manca New York?” chiese Tsuki seduta composta con le gambe da un lato e le mani placidamente appoggiate sul grembo come se fosse davanti ad una persona importante.
“Sì un po’ però adesso mi sto ambientando e poi questa è la mia nuova vita e dico che mi trovo bene.” Sorrise anche se Tsuki aveva notato un’aria malinconica nei suoi occhi. Però preferirono fidarsi di lei in fondo era libera di fare le sue scelte, tutti stavano crescendo e acquistavano pian piano una loro mentalità per ragionare, chi negativa come quella di Tsuki, chi positiva come Hana e chi lunatica come Heris, alcune volte la vedevi sorridente e poi ritrovarsi col broncio e poi di nuovo allegra, come era accaduto in quel momento, non appena si erano alzati per proseguire il giro lei era ritornata più allegra di prima.
Presero la metropolitana per raggiungere la casa di Heris, Shinichi disse che si sarebbe fermato da sua nonna che abitava da quelle parti e visto che la cara vecchietta non vedeva il suo bel nipotino da tanto tempo pensava che le avrebbe fatto piacere così quando finalmente tutti si furono allontanati ritornò davanti ad Heris che lo guardava senza capire nulla.
“Che c’è ancora?” disse seccata lei, Shinichi non disse nulla la prese per un polso tirandola verso di sé e la baciò, dapprima la ragazza ne rimase stupita, ma poi si arrese perché era quello che voleva, ricambiò il bacio attorcigliando le sue braccia intorno alla vita di lui, si staccarono e si guardarono negli occhi. Un altro bacio richiesto da Heris fu il loro saluto.
Ciò che spinse Shinichi a fare ciò era la profonda attrazione che provava per Heris e tutto il suo carattere, pensava infatti che tutte le ragazze che avevano avuto in confronto a lei non era niente, voleva un’avventura, qualcuna che gli facesse provare dei veri sentimenti ed Heris con quel suo carattere un po’ da vipera lo avevano incuriosito a tal punto da fargli provare quel sentimento a tutti conosciuto come amore. Ne era felice e si sentiva soddisfatto.
Heris dopo quel bacio era salita direttamente nella sua camera e si era gettata sul letto abbracciando il cuscino per la felicità! Non si era mai sentita così sprizzante di allegria, era contentissima, si trovò in piedi sul letto a saltarci sopra e a pronunciare frasi scomposte misti a gridolini di gioia. Si ristese sul letto pensando a quelle emozioni, quando l’aveva baciata aveva provato emozioni miste di affetto, amore e rabbia perché non se l’aspettava da uno così antipatico e scorbutico, però la sua amicizia per lui si era trasformata in amore ricambiato e questa era la cosa più importante, sentirsi bene con lui. Domani però doveva parlargli e chiarire tutto, non si sentiva sicura, aveva paura che lui potesse deluderla e che quel bacio era solo stata la voglia di farlo. La serata passò tranquilla e quando andò a dormire lo fece con ancora più convinzione del pensiero di prima.


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Il capitolo è un pò lunghetto questa volta semplicemente perchè^^ bhè, la storia non era stata divisa perciò ho provveduto in seguito ed eccone il risultato, è normale che i capitoli siano uno più lungo o  più corto rispetto all'altro, è normale! Chiedo scusa di non aver aggiornato così presto, ma sto al computer pochissimo tempo per via della scuola e degli impegni extra-scolastici. Poi devo continuare un'altra fiction quindi andrò piano piano^^ scusatemi e spero che ciò nonostante continuate a seguirmi.
Ecco perchè ringrazio tantissimo chi mi ha aggiunto nei preferiti^^

xXBlack Rose OSheaXx
,: Ti ringrazio tantissimo per la recensione^^ e per i complimenti spero che anche questo nuovo capitolo ti piaccia altrettanto, per la fantasia, bhè non so se sia proprio vero ciò che hai detto^^" sai com'è alcune persone dicono il contrario forse sembra tale perchè questa fiction è stata scritta in un periodo diciamo molto importante e bello^^ quindi rileggendola ora per me sembra una storia all'inizio triste e poi tanto felice e mi manca tantissimo quella felicità che penso di aver espresso o che sarà espressa in seguito. Grazie ancora^^

_New_Moon_ : Grazie per la recensione^^ purtroppo la tua storia la leggerò quando avrò un pochetto di tempo in più di oggi forse la prossima settimana che sarò più libera, grazie per aver letto la mia non mancherò di fare altrettanto^^ grazie ancora e spero che il nuovo capitolo ti sia piaciuto.

Bene purtroppo ora devo andare a studiare ^^ grazie ancora a coloro che leggono e recensiscono.

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Capitolo 7
*** 7. L'incubo peggiore ***


7 L’incubo peggiore

Gi altri quattro ritornarono alle proprie case dandosi appuntamento l’indomani davanti ai cancelli della scuola, Higashi salutò Tsuki dandole un bacio sulla guancia che la fece arrossire parecchio, ma in fondo non era tanto stupita visto che ormai le era chiaro che il ragazzo provava qualcosa per lei, ma non era ancora pronta per ricambiare, doveva capire prima ciò che lei pensava di Higashi.
Rientrò in casa salutando i suoi e negando la cena anche quella sera, aveva mangiato un’ottima crepe e non se la sentiva di cancellare quella dolcezza con altro, in fondo si sentiva dannatamente felice in quel momento e non voleva rovinare quel momento, chissà quando sarebbe stata di nuovo così.
Si cambiò mettendosi la sua camicia da notte rose antica coi pizzi al collo e alle maniche, lunga fino ai piedi, si pettinò i capelli e si struccò, sebbene il trucco pesante le dava un’aria misteriosa e tremendamente triste anche senza di questo era identica a prima, come se il trucco esaltasse soltanto i suoi occhi color nocciola, andò nella stanza del pianoforte, e si sedette a questo iniziando a suonare una musica allegra, doveva essere la Primavera di Vivaldi, le dita percorrevano i tasti del pianoforte facendo ben attenzione a quali pigiare e  quali lasciare lì. I piedi nudi pestavano i pedali per dare più accento al suono; dalla sala da pranzo i suoi genitori la sentirono suonare e compiaciuti sorrisero, conoscevano la figlia e se suonava quella melodia voleva dire che stava bene, che era successo qualcosa di particolare, la madre pensò subito all’incontro con un ragazzo, in fondo essendo donna capiva le esigenze della figlia.
In realtà però Higashi era completamente diverso dalle aspettative dei genitori della ragazza, lui e la loro piccola Tsuki erano come la stessa persona, due entità uguali divise solo dal sesso diverso, potevano persino sembrare gemelli per i loro gusti. Forse quelli di Tsuki più dark, ma compatibili con quelli del ragazzo, ma la pensavano allo stesso modo solo che il modo pessimista di lei apparentemente poteva sembrare contrario a quello di Higashi. In tutta la casa risuonò quella melodia per due volte consecutivi, sembrava come se in quella casa il sole splendesse ancora nel cielo sebbene fossero già nate le tenebre e quella stanza rimasta antica era illuminata da candelabri d’argento.
Tsuki ormai stanca spense tutte le candele e ritornò nella sua stanza stendendosi nel suo letto, era stanca infatti le braccia di Morfeo l’avvolsero prima che lei potesse solo iniziare i suoi sogni.

Correva scappando da tutte le porte per cui era passata, in tutte quelle stanze c’erano sempre le stesse figure, teschi e corpi ancora ricoperti dalle loro carni, e quel che più era brutto era che erano tutte persone che lei amava, fuggiva ancora cercando si scansare quelle immagini.
Giunse in una porta, e l’aprì il tutto era circondato da sangue, e appeso alla parete il corpo ormai morto e decomposto di Higashi, urlava e piangeva mentre vedeva fantasmi avvolgerla e una donna vestita di nero armata di una falce, la Morte, l’avrebbe riconosciuta tra mille, aveva letto di lei e aveva sognato ancora tutto questo, non ce la faceva più e non sopportava che i volti dei suoi amici fossero presenti anche lì, in quell’orribile incubo, era spaventata finchè non vide il sangue avanzare verso di lei come comandato dalla morte stessa finchè non le tocco i piedi.

Tsuki si ritrovò nella sua cucina, immobile con in mano un coltello, non appena lo vide lo fece cadere e a quel minimo rumore i suoi genitori accorsero e la videro cadere per terra svenuta, sconvolta da tutto quello, notarono il coltello però videro che non aveva lesioni sul corpo, quindi non aveva intenzioni malvagie, non riuscivano a farla rinvenire, chiamarono un’ambulanza e quella stessa notte Tsuki fu rianimata più volte.
Chiamarono lo psichiatra che il giorno dopo l’avrebbe visitata, parlò con i suoi genitori, si chiamava Subaru Kaze e per ironia della sorte era il padre di Higashi Kaze, il ragazzo aveva confessato più volte quell’amore a suo padre che sebbene fosse molto severo con lui aveva capito perfettamente cosa provava suo figlio ed ora si ritrovava davanti alla ragazza di cui il figlio era innamorato.
I suoi genitori dissero che era un’autolesionista e l’uomo fece finta di non sapere nulla, ma in realtà lui conosceva profondamente quella ragazza dalle descrizioni che suo figlio le aveva fatto. Adesso Tsuki era in una camera d’ospedale con la flebo al braccio e un’infermiera che le prendeva la pressione. I dottori avevano detto che era stato lo spavento di un incubo e null’altro, però poiché era svenuta e non si era svegliata decisero di tenerla in osservazione qualche giorno sotto le cure dello psichiatra
.

 Subaru Kaze ritornò a casa, suo figlio Higashi era già in piedi non riusciva a dormire e andò in cucina, ma sentì la porta aprirsi e vide il padre rientrare.
“Dove sei stato? Perché sei uscito a quest’ora di notte?” chiese curioso.
“Emergenza in ospedale.” Disse vago, in realtà non voleva dirgli chi era la sua nuova paziente, forse avrebbe fatto preoccupare il figlio.
“Chi è?” chiese lui sorseggiando un po’ d’acqua, ecco la fatidica domanda a cui non voleva rispondere, ma per far sì che lui non sospettasse lo accontentò, forse ne avrebbe sofferto, ma c’era lui a consolarlo.
“Tsukiyoru Kuroi.” Quel nome fece andare di traverso l’acqua ad Higashi, non ci credeva, la sua Tsuki in ospedale a quell’ora? Non poteva crederci, non voleva farlo, si sedette su una sedia prendendosi la testa fra le mani, sentì la mano di suo padre sulla spalla.
“Ha avuto un incubo e per lo spavento è svenuta senza rinvenire, hanno deciso di affidarla a me, per il momento farò degli incontri in ospedale poi dovrà venire nel mio studio qui.”
Lui non osava dire parola, non capiva come potesse essere successa una cosa del genere la sera quando erano usciti era felice e spensierata, gli aveva persino sorriso ed ora era in ospedale.
“Non ci posso credere, prima era felice e spensierata ora in ospedale. Ha tentato il suicidio?” chiese lui nel caso fosse successo di nuovo.
“No, non aveva lesioni sul corpo ecco perché hanno pensato all’incubo. Ma ora mi dici che ha tentato il suicidio?” disse sconvolto l’uomo che prese il figlio per le spalle facendolo voltare verso di lui.
“Sì sta mattina, l’ho fermata e poi siamo usciti questa sera e mi ha sorriso, lei sta bene papà non ha nulla di grave. È solo diversa.”
Proferì il ragazzo, il padre annuì e lo portò in camera dove prese finalmente sonno, ma l’indomani dopo scuola sarebbe andato all’ospedale dove suo padre avrebbe seguito la ragazza, voleva starle vicino.

 

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Eccomi qui col settimo capitolo, prima di tutto ringrazio  xXBlack Rose OSheaXx per la recensione e _New_Moon_ e Isuzu per aver aggiunto la storia tra i preferiti, grazie infinitamente. Poi volevo aggiungere anche alcune precisazioni, sì lo so che lo psichiatra non c'entra poi tanto nell'ospedale, ma in realtà la scena mi è scivolata via senza che io abbia avuto il tempo di definire bene il ruolo del medico, e so che sembra stupido farla finire in ospedale per un'incubo, ma la ragazza è mooooolto sensibile^^  tutte alla povera Tsuki vanno a capitare XD^^  bene adesso passo alle recensioni^^

xXBlack Rose OSheaXx:  Gazie mille per i complimenti^^ sono contenta che le mie descrizioni vengano bene da poterti far immaginare un pò la situazione, riguardo alla scena quando danzano, mi sembrava il minimo perchè l'ho scritta quando mi preparavo per fare un esame di danza ed allora ho unito tutto quello che diceva la mia insegnante per poi scriverlo perfetto. Spero che il personaggio di Tsuki non sembri troppo fasciato di testa, ma il prossimo capitolo ci saranno delle belle...

Ora penso che sia tutto concluso, spero che il capitolo non abbia deluso i lettori ed aspetto lo stesso calore per la prossima volta grazie infinitamente.

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Capitolo 8
*** 8. Ti amo ***


8. Ti amo

Il mattino seguente Heris era davanti scuola aspettando Hana che sopraggiunse assieme a Gatsu e Shinichi, non appena lo vide la ragazza divenne rosse e il ragazzo se ne accorse, le si avvicinò e le stampò un bacio sulle labbra. Quanto le erano mancate quelle bellissime labbra rosee, le sorrise ed insieme entrarono in classe.
“Da quando quei due si baciano?” disse Hana curiosa guardando Gatsu storto, il ragazzo scosse le spalle non sapendo come risponderle. Si salutarono entrando ognuno nella propria classe e i due ragazzi si stupirono nel vedere Higashi già lì con la testa poggiata sul banco e lo sguardo perso.
“Ehi che ti prende?” lui non rispose non ce la faceva proprio, si sentiva distrutto per tutto quello che era successo la notte.
“Higashi sicuro di star bene?” la voce calma di Gatsu lo fece risvegliare, lui guardò i suoi amici con tremore e sbatté un pugno sul banco.
“No! Non va affatto bene! Tsuki è in ospedale e mio padre le presta le sue cure!” disse tutto d’un fiato coi nervi a fior di pelle, i due rimasero sconvolti, pensavano di aver capito male, ma non era così.
“Tsuki è in ospedale? E perché?” Shinichi era confuso.

“Ha avuto un incubo e i suoi l’hanno ritrovata in cucina svenuta con un coltello vicino a lei, non ci ha fatto niente però. Ora mio padre deve capire che le prende.” Disse nervoso facendo traballare la gamba sotto il banco.
“Io sono sicuro che tuo padre riuscirà a fare qualcosa, Tsuki non fa le cose di proposito e poi ieri era felice. Io sono a favore che si sia spaventata.” Disse tranquillamente Gatsu, guardò Higashi in preda al panico così lo abbracciò, tra amici c’era sempre stata quell’intesa, anche Shinichi lo abbracciò, più di questo non poteva fare, conoscevano la situazione di Tsuki e non capivano cosa potesse succedere se i suoi incubi fossero anche reali.
“Andrà tutto bene.” Mormorò Gatsu mentre lasciò andare l’amico, lui annuì e tutti presero posto poiché il professore era appena entrato.

Nella classe affianco Heris ed Hana si interrogarono su come mai la loro amica non fosse venuta a scuola, ma pensarono ad un’influenza passeggera, in fondo era meglio no sottovalutare un qualsiasi raffreddore, certo poverini non potevano sapere di quale brutta sorte era finita la loro amica.
La giornata passò veloce, i cinque amici si incontrarono nel corridoio, ma i tre ragazzi non fecero parola di Tsuki, forse più tardi quando all’uscita Higashi sarebbe andato a trovarla. Parlarono del più e del meno anche se il ragazzo non proferì parola. Shinichi prese da parte Heris portandola in un angolo.

“Si può sapere perché mi hai baciata davanti a tutti? Anzi perché lo hai fatto?” disse incavolata quando finalmente furono soli, lui sorrise e la baciò di nuovo.
“Non credo ti dispiaccia Heris e poi a me piace quindi ci tengo a te.” Lei ne rimase stupita, incredibile si era dichiarato, certo non in maniera proprio da cavaliere, ma in modo naturale ed era questo che aveva colpito Heris, sembrava un giapponese americanizzato, come un qualsiasi ragazzo, per niente superiore agli altri. Era naturale con lei e lo aveva capito quando litigavano, lei sorrise e gli mise le braccia al collo baciandolo senza che lui potesse dire di no e infatti non lo avrebbe mai fatto, lui si era innamorato di quella piccola ochetta americana e voleva tenersela
stretta stretta.
“Quindi ora stiamo insieme?” chiese impaziente lei, il ragazzo annuì dandole un altro dolce bacio, si presero per mano e ritornarono in classe altrimenti i loro professori avrebbero dato filo da torcere ad entrambi.

Tutto era cambiato da quando Heris era arrivata, non sembrava, ma erano passati più di due mesi, in quei due mesi Tsuki si era ristabilita ritornando allegra, Heris aveva conosciuto tanti nuovi amici e il suo ora ragazzo, aveva imparato alla perfezione il giapponese ed ora poteva competere con i più bravi della classe, ma ciò non le importava voleva essere solo sé stessa e continuare a fare tutti ciò che le era sempre piaciuto. Heris era come un uragano che arrivando aveva portato la felicità nei cuori di quel gruppo e soprattutto aveva fatto sorridere la piccola Tsuki che non sorrideva da ormai anni.
Quando le lezioni finirono si fondarono fuori dalla classe incontrandosi fuori nel cortile. Higashi decise di parlare.
“Ragazze quello che vi dirò non vi piacerà, ma è giusto che lo sappiate.” Le due iniziarono a preoccuparsi, Heris era abbracciata a Shinichi perché Higashi era talmente serio che poteva competere con Tsuki. Era di lei che si trattava?
“Ecco… Tsuki ieri notte ha avuto un incubo ed è svenuta in casa sua, non rinveniva e l’hanno portata in ospedale, mio padre si occupa del suo caso è uno psichiatra e può aiutarla, io vado a trovarla, voi potete anche venire.” Disse lui chinando il capo, Hana non credeva alle sue orecchie, le venne una voglia incredibile di piangere, la sua migliore amica era in ospedale e loro ancora lì, sarebbe andata con Higashi per capire come stava e informarsi, Heris si strinse più forte al suo ormai fidanzato, che l’aveva circondata tra le sue braccia per darle coraggio.
“Che stiamo facendo ancora qui? Dobbiamo andare da lei, Tsuki ha bisogno di noi!” aveva urlato Heris in preda alle lacrime, non era riuscita a trattenerle, tutti quanti aveva saputo che lei e Shinichi stavano insieme era stato proprio lui a dirglielo nella classe, la prese per mano e tutti si diressero in ospedale. Chiesero ad un’infermiera dove si trovasse la stanza.

“Si è svegliata ed ora c’è il dottor Kaze con lei.”
Tutti la ringraziarono e percorsero il corridoio alla ricerca della stanza, la trovarono, le tende non erano chiuse e si vedeva Tsuki sul letto appoggiata al cuscino che parlava con il padre di Higashi, tutti avevano intuito che lui fosse il padre del loro amico.
Tsuki non seguì più quello che diceva lo psichiatra perché guardava fuori dalla finestra col sorriso sulle labbra, guardava Higashi, il dottor Kaze si voltò e vide il figlio che sorrideva alla ragazza e i suoi amici che la guardavano, le due ragazze erano quasi in lacrime.
“Ti lascio a loro Tsuki.” Lei annuì e il padre di Higashi fece entrare tutti, il figlio dello psichiatra non potè trattenersi, si sedette sul letto e l’abbracciò stringendola contro di sé, lei ricambiò l’abbraccio iniziando a piangere, tutti gli altri strinsero i due, avevano pensato di lasciargli soli, ma la ragazza non voleva, preferiva essere stretta da tutte le braccia dei suoi amici.

“Come stai ora?” gli chiese sottovoce il ragazzo, lei si staccò da lui, carezzandogli una mano, la mano era fredda e bianca, la strinse sulla sua guancia e la baciò più volte, tutti gli altri li guardavano teneramente.

“Io sto bene, è stato solo un incubo, tuo padre ha detto che vuole sapere com’è andata per aiutarmi.”
“Ci sono anche io con te.” Disse lui d’impulso, la ragazza sorrise ancora, un bellissimo sorriso ed annuì, Heris ed Hana si sedettero accanto a lei e le accarezzarono i capelli, dissero che si erano preoccupate non appena lo avevano saputo, non aveva saputo come reagire.
“Hanno detto che mi possono dimettere sta sera, e domani ritorno a scuola, voi non ci crederete, ma anche qui dovrò fare i compiti.” Le due iniziarono a ridere di gioia mentre i ragazzi sogghignarono, poi Tsuki vide lo sguardo dolce di Shinichi verso Heris.
“Così finalmente state insieme.” Disse, Shin la guardò stupita perché i suoi sguardi andavano da Heris a lui.
“Come hai fatto a capirlo Tsuki-chan!” disse improvvisamente Hana che fino a poco prima aveva parlato poco e niente.
“Shinichi non sa tenere il suo sguardo a freno.” Tutti quanti risero, Higashi era davvero felice di averla vista così sorridente, rimasero con lei ancora a lungo finchè non giunse l’ora di andare a casa, Higashi sarebbe ritornato a casa con suo padre, in fondo mancava poco alla fine del suo turno.
“Mi hai fatto preoccupare lo sai?” disse lui accarezzandole la mano che aveva peso tra le sue, lei era così piccola e fragile, le sembrava un fiore da proteggere ed era ciò che avrebbe fatto.

“Mi dispiace…” disse lei accarezzandogli una guancia, lui ne rimase intenerito, quanto voleva darle un bacio, ma pensava che non era ancora il momento.
“Tsuki… io...” Higashi non riusciva a pronunciare quelle parole, Tsuki aveva capito e per tutto il tempo in cui era stata addormentata aveva pensato a lui, a quanto l’aveva fatta sentire felice in quei due settimane, a quando le aveva preso la mano baciandogliela e quando l’aveva salvata dal suicidio, aveva tenuto conto di tutto questo. Avvicinò il suo viso a quello del ragazzo, lui fece altrettanto, la distanza era minima, unirono le loro labbra, un dolce bacio che nessuno dei due seppe rifiutare, lui le poggiò la mano sulla guancia avvicinando di più il suo volto al suo e approfondire quel bacio, Tsuki non si ritrasse, era il suo primo bacio e lo aveva dato al ragazzo che l’aveva fatta sorridere di nuovo. Si staccarono e si guardarono negli occhi, Higashi, si sentiva immensamente felice, l’aveva baciata e lei non aveva fatto niente per ostacolare tutto questo e sorrideva solo per lui.

“Ti amo Tsuki…” disse lui abbracciandola, lei ricambiò l’abbraccio, suo padre entrò per chiamarlo, si staccarono e si salutarono.
“Higashi!” chiamò lei, lui si voltò guardandola ancora una volta.
“Anche io ti amo…”disse lei sorridente e salutandolo con la mano. Suo padre lo guardò felice portare le braccia dietro la testa, era contento di quello che aveva appena fatto.
“Avanti che è successo?” disse lui dando leggere gomitate al figlio.
“L’ho baciata e lei ha ricambiato…” disse lui con fare sognante, il padre si voltò verso il figlio e gli strinse la mano congratulandosi, più che altra sembrava che si stavano scambiando gli auguri per un matrimonio.
Ritornarono a casa tutti e due soddisfatti del loro lavoro. 

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Eccomi ritornata, chiedo perdono infinitamente se non aggiorno subito, ma ogni morto di papa, purtroppo, la scuola m'impiega molto anche se sono al secondo anno T.T, ma devo studiare sodo per avere buoni voti e penso che tutti da questo punto di vista mi capiscono, sono davvero contenta che ci sono persone a cui piace la mia ficcy e che continuano a seguirla nonostante i miei rari aggiornamenti. Ora penso sia lecito ringraziare queste persone^^

xXBlack Rose OSheaXx: Ti ringrazio tantissimo, veramente sì lo so che ad ogni capitolo finisce troppo presta, purtroppo è che tutta la storia è lunga e non l'avevo suddivisa perciò per ogni parte in cui interrompevo e passavo ad un altro giorno o mese ecc... ho pensato di suddividerla in questo modo, molto, ma molto strano diciamo la verità però, forse questo potrebbe arricchire la suspanse, purtroppo non sono molto brava in questo genere di tecniche narratologiche XD^^ Sono contenta che il chappy precedente ti sia piaciuto spero di non averti deluso con questo anche se lo trovo molto romantico e quasi sdolcinato per i miei gusti.

_Nami_94_: Che bello una new entry!^^ Sì il titolo non era il massimo lo dico persino io che l'ho scritta il fatto è che scrivendo da sola mi è ventuo da affidare il titolo a quelle tre senza volerlo allora mi è venuto spunto per il titolo, in effetti è molto banale, però forse perchè anche la ficcy è un pò banale XD, Sì i capitoli non sono molto lunghi, ma dipende per esempio rivedendo quelli che mancano la fine sono decisamente più lunghi, non lo so per quale arcana ragione, però stranamente ho alternato le azioni e sono venuti uno più corto ed uno più lungo. Sono contenta che gli altri capitoli ti siano piaciuto e spero che con questo amoroso al massimo non ti abbia fatto venire il volta stomaco XDXDXD Grazie ancora.

Bene ringrazio anche tutti gli altri che lo leggono e chiedo scusa veramente perchè evidentemente a partire dal prossimo chappy ci saranno certe incomprensioni su quello che c'è scritto in questo, perchè mentre la scrivevo cambiavo idea a destra ed a manca e non sono riuscita a capire più granchè così ho cercato di modificarla e mettere alcune toppe, ma la distorsione si nota lo stesso. Spero che piaccia lo stesso. Grazie.

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Capitolo 9
*** 9. Il fiore della serra ***


9. Il fiore della serra

 
Tsuki venne dimessa quella sera e ritornò a casa accompagnata dai suoi genitori, era stranamente felice, accese il computer, ricordò solo in quel momento che Heris le aveva dato il suo indirizzo mail per parlare. Fu allora che Tsuki decise di scriverle, le parlò di quello che era successo tra lei ed Higashi, l’amica dapprima non ci credeva e dalla sua stanza moriva dalla gioia per loro due, si sarebbe incontrata con Shinichi il sabato sera, forse avrebbero potuto organizzare una bella uscita per festeggiare il suo ritorno a casa, lo propose all’amica che accettò felice. Bisognava avvisare solamente Hana e poiché era tardi ci avrebbero pensato la mattina seguente.
Tsuki pensava che quella che stavano facendo era una bella chiacchierata, ma poiché era molto tardi, decise di spegnere e andare a letto, si mise una camicia da notte bianca e si addormentò profondamente, fu un sonno pesante senza sogni e null’altro.

Heris era eccitata all’idea di uscire con Shinichi come se fossero una vera coppia, domani si sarebbe vestita così bene che lui le sarebbe caduto ai piedi, ci teneva a fare bella figura davanti al suo fidanzatino.
La giornata scolastica fu noiosissima, e tutte e tre le ragazze che si erano sedute ognuna ai propri banchi erano stanche morte, purtroppo per una riunione nell’auditorium della scuola non poterono uscire a incontrare i ragazzi, infatti loro ne rimasero addolorati, soprattutto perché Shin voleva mettersi d’accordo con Heris per l’uscita, in realtà voleva stare da solo con lei, non voleva Higashi e Gatsu tra i piedi. Higashi non aveva detto nulla ai due di lui e Tsuki, preferiva mantenere il segreto e vederli sorpresi quella sera, voleva proprio vedere le loro facce. Si rincontrarono all’uscita e tutti si guardarono amorevolmente, Shin ed Heris si salutarono con un bacio cosa che invece non fecero Higashi e Tsuki, preferivano farlo in un posto più appartato a differenza dei loro compagni non volevano dar mostra dei loro sentimenti, si incamminarono per ritornare a casa.
“Allora sta sera dove ci incontriamo?” disse Hana mentre camminava voltata verso i loro compagni, per poterli guardare in faccia senza nemmeno ascoltare tutti gli avvertimenti che gli dava Gatsu come il guardare avanti perché poteva anche finire contro un palo o in mezzo alla strada, ma lei non ascoltava nessuno.
“Ehi coppiette non ignoratemi!” disse lei arrabbiata, possibile che non le dessero ascolto? Mise il broncio e camminò più veloce.
“Hana aspetta!” disse Gatsu iniziando a correre ed afferrarla appena in tempo prima che iniziasse a correre.
“Ci incontriamo davanti alla piazza della casa di Heris.” Propose Shin, tutti annuirono e si salutarono ognuno diretto per la propria strada.
Hana salì le scale di casa e raggiunse immediatamente la sua stanza, accese lo sterio e si stese sul letto,  guardava il soffitto pensando a tutto quello che era successo. Heris che ormai era ufficialmente fidanzata con Shinichi, Tsuki ed Higashi nella stessa situazione, lei e Gatsu erano gli unici messi un po’ da parte, erano insomma gli unici che mettevano pace tra loro, eppure nessuno dei due si era mai accorto che l’uno provava sentimenti per l’altra, ripensandoci però Hana aveva notato da sempre che Gatsu era più gentile con lei, anzi lo era sempre stato, forse poteva provare a dargli qualche soddisfazione. Ultimamente aveva pensato spesso a lui, lo conosceva da una vita, e un giorno aveva sognato di lui e lei che si scambiavano dei baci, non ci aveva mai creduto e si era svegliata di soprassalto stupita di quel sogno, però si era riaddormentata col sorriso sulle labbra. Si era ricordata solo in quel momento che Novembre stava finendo e presto sarebbe anche giunto natale sì avrebbero festeggiato, forse lì avrebbe confessato a Gatsu quello che provava per lui.

La sera giunse come un fulmine, tutti si incontrarono come deciso, Heris indossava una gonnellina nera lunga fino alle cosce e con una cintura piuttosto elaborata, una maglia lunga con un fiocchetto sul petto e un cappottino lungo fino alla vita, con una sciarpa bianca. I capelli lasciati sciolti sulle spalle e un cerchietto in testa con un fiocco al lato. Il trucco non molto pesante, un ombretto chiaro sugli occhi e il rossetto roseo sulle labbra carnose, era una ragazza solare e il suo volto illuminato dalla luna era come un sole alla prima alba.
Hana invece era molto semplice dei pantaloni neri e delle scarpe da tennis del medesimo colore, un maglione colorato e un giubbotto rosa antico accollato e una sciarpa bianca, i capelli corti legati in due codine basse, senza trucco con uno zainetto sulle spalle.
Tsuki invece era completamente diversa da tutte e tre, portava una lunga gonna nera con una camicia bianca ed una sopraveste corta da sopra che aveva lo strascico sulla gonna, ma era come un gilet il collo della camicia aveva il risvolto in avanti come un panciotto, aveva anche un bel fiocchetto nero che le circondava il collo. Indossava un cappotto nero lungo fino ai polpacci che le lasciava scoperto il collo, ma lei prontamente aveva coperto tutto con una sciarpa del medesimo colore così da non prendere freddo, i capelli castani sciolti e una cuffietta nera in testa, gli occhi truccati di nero e il rossetto rosso sulle labbra, rendevano la sua pelle ancora più bianca, dandole un aspetto spettrale sotto la luna.
I ragazzi erano vestiti in modo semplice, forse Higashi era l’unico che aveva preferito indossare pantaloni neri ed una camicia bianca, da sotto al cappotto nero lungo quasi quanto quello della sua “piccola luna”. Si erano incontrati davanti alla piazza ed erano pronti per proseguire, Shinichi aveva salutato la sua fidanzata con un passionale bacio sulle labbra, se non fosse stato per gli altri avrebbero continuato per ore, fu allora che Higashi e Tsuki si scambiarono il loro secondo bacio, si avvicinarono e lui le mise la mani sui fianchi alzandola verso di lui e baciandola sulle labbra, un piccolo bacio che lasciò sorpresi tutti i presenti. Le ragazze non tanto, ma Gatsu e Shin sì che guardavano l’amico con gli occhi strabuzzai.
“Da quand’è che fate certe cose in pubblico voi due?” Shinichi sempre pronto a sfottere quei due.
“Almeno siamo più delicati.” Insistette Tsuki guardando ancora Higashi che le sorrideva concordando con la ragazza.
“Senti senti che cosa vorresti insinuare piccola… ahi!!!” Shin fu bloccato da una violenta gomitata data dalla sua ragazza che lo guardava storto.
“Non ti permetto di dire certe cose alla mia amica tesoro quindi riga dritto avanti!” disse puntando il dito in direzione della strada per il centro, sbuffando Ichi si mise le mani in tasca e continuò a camminare, Gatsu ed Hana se la ridevano così come Higashi e Tsuki che aveva preso il braccio del suo ragazzo e seguivano i capo fila.
“Come ti senti oggi?” gli aveva chiesto lui avvicinandola di più a sé per riscaldarla nel caso sentisse freddo, era un ragazzo molto affettuoso e cercava di coinvolgere Tsuki il più possibile.
“Bene, grazie, tuo padre mi ha detto che lunedì potrò iniziare la cura.” Disse quasi triste, in realtà tutto ciò l’amareggiava molto, ma non poteva farci niente, era stato il dottor Kaze a invogliarla forse per evitare di fare altri incubi.
“Tsuki, andrà tutto bene, potrei anche stare al tuo fianco durante le cure.”
“Tu mi conosci per te non ho segreti… potrebbe anche essere una buona idea.” Sospirò lei mentre sentì un peso sulle sue spalle, Higashi l’aveva abbracciata e baciato una guancia, dolcemente, sorrise e lo strinse a sé.
“Ti amo tanto piccola luna.” Aveva detto lui al suo orecchio.
“Anche io sole dell’est.” Si sentirono richiamati dal resto del gruppo e si affrettarono a raggiungerli. Decisero di andare in un chiosco per mangiare qualcosa di caldo, i ragazzi ordinarono per tutte, dei ravioli una ciotola di ramen, alcuni onigiri e tre okonomiyaki e takoyaki. Le ragazze pensavano che fosse troppo tutto quel cibo, ma mangiarono di buon gusto non appena i piatti furono serviti, i takoyaki vennero divorati da tutti per la loro bontà, persino Tsuki si arrese agli inviti che facevano i ragazzi e assaggiò tutto quanto. Hana invece divorò da sola tutti gli onigiri, erano i suoi preferiti, Shinichi tentò di far assaggiare il ramen alla sua fidanzata che si rifiutò categoricamente. Divisero i tre okonomiyaki e li gustarono. Non ordinarono il dolce perché preferivano lasciar perdere, si erano ingozzati troppo, Tsuki si sentiva scoppiare, non aveva mai mangiato così tanto e il suo stomaco non era abituato. Heris invece apprezzò la cucina giapponese, non aveva mai mangiato niente di così buono e diverso allo stesso tempo.
Pagarono il conto ed uscirono tra mille risate, Tsuki stretta ad Higashi e Gatsu che stava picchiando Ichi per aver fatto una battuta poco carina ad Hana riguardo agli onigiri e la diretta interessata era consolata da Heris che continuava a urlargli parole incomprensibili in inglese, almeno per loro.
“Sembriamo dei matti, dai smettiamola!” disse arrabbiata la ragazza americana che sbatteva i piedi per terra imbarazzata da tanta confusione.

“Avanti tesoro non prendertela! Ci stiamo divertendo!” disse ridendo Ichi.
“Che ne dite di andare alla serra?” propose Hana ritornando col sorriso sulle labbra e gli occhi che le luccicavano pregando i suoi amici di ascoltare la sua richiesta. Heris fu prontamente d’accordo, non ci era mai stata e voleva vederla, immaginandosi un posto tutto pieno di fiori ritornava bambina ricordando quando a Central Park si fermava incantata dalle siepe di orchidee. Erano il suo fiore preferito.
Fecero tutta al camminata a piedi, e poiché i soldi non bastavano non presero il taxi, quando giunsero davanti alla sfera illuminata le ragazze si misero a correre per raggiungerla, erano tutte emozionate.
Entrarono e rimasero tutte stupite dalla varietà di fiori e piante che le circondavano, Hana ci era già stata però diventava felice ogni volta che ci ritornava, Tsuki ci era stata da bambina coi suoi genitori e per un progetto scolastico delle elementari. Si giravano intorno tirate chi da una parte chi dall’altra, Heris prese per mano Shin non appena scoprì la strada che portava ai cespugli di orchidee, il suo fiore preferito visto in milioni di colori diversi, era così emozionata e poi i fiori portavano augurio alle coppie.
“Hana vieni ho trovato dei biancospini!” disse Gatsu richiamando l’amica che non appena sentì quel fiore si mise a correre verso l’amico, adorava quei fiori, le davano sempre tanta speranza perché sorgevano dalla neve e mettevano il buon umore a tutti quanti.
Tsuki invece era stata attratta dalle rose, Higashi l’aveva seguita, mentre lei passava per i corridoi che il roseto permetteva, quando sentì la presenza del ragazzo vicino alla sua iniziò a correre per fargli uno scherzo.

Lui stette al gioco e si mise ad inseguirla, vedeva i suoi capelli al vento e quando entrambi indecisi camminavano l’uno alle spalle dell’altra si toccarono e si voltarono spaventati, quando si accertarono che erano loro si abbracciarono e baciarono più volte, piccoli baci dati tra le risate di Tsuki.
“Tsuki…” pronunciò lui prendendola per mano, uscirono dal roseto per incontrare i loro amici che li stavano aspettando all’ingresso. Heris aveva gli occhi luccicanti per aver visto così tante orchidee che le sarebbero bastate per tutta la vita. Anche Hana era soddisfatta di quello che aveva visto.
“Bene credo che sia meglio tornare a casa, si sta facendo tardi.” Disse Hana guardando il suo orologio da polso che segnava le dieci di sera, sua madre si sarebbe preoccupata così come quelle delle altre due ragazze.
Uscirono dalla serra dopo aver ringraziato i giardinieri di avergli fatto assistere a quello spettacolo, decisero che ci sarebbero ritornati anche a Natale dove le feste avrebbero permesso più incontri con loro, Heris e Tsuki camminavano abbracciate ai loro ragazzi perché entrambe sentivano la stanchezza, soprattutto Tsuki che si era dovuta sorbire tranquillanti non appena si era svegliata in ospedale e si era fatta prendere dal panico, Higashi allora decise di prenderla in braccio e senza avvisarla la sollevò da terra, la ragazza spaventata lanciò un flebile urlo e si aggrappò al suo collo.
“Ma che fai?”
“Ti vedo stanca e ti porto in braccio.” Disse lui sorridendole e dandole un tenero bacio sul naso, lei arrossì per quel contatto così dolce, quasi da bambini.
“Ichi perché non mi porti anche tu in braccio? Io sono stanca!” disse anche Heris per vedere se il suo ragazzo si comportava da cavaliere.
“Neanche per sogno pesi e poi come faccio ad arrivare sano a casa?” Heris inviperita gli diede un ceffone sulla faccia allungando il passo, Gatsu gli rivolse uno sguardo freddo, doveva andarla a recuperare, ed erano già due giorni che stavano insieme e già litigavano, erano incredibili.
“Perché Higashi non cerchi di essere un po’ meno cavaliere?”
“Scusami Shin, ma è nella mia natura.” Sorrise lui ridendolo e invitandolo a raggiungere la sua ragazza. Shinichi lo fece e la prese per un braccio stringendola contro il suo petto e affondando il volto tra i suoi capelli.
“Come va amore?” disse lui baciandole il collo, la ragazza lo scansò violentemente, ecco adesso si prendeva pure gioco di lui, non si faceva così.
“Sei un cafone!” disse lei allontanandosi, lui però l’afferrò di nuovo e questa volta andò al sodo, la baciò con passione senza neanche darle il tempo di obbiettare, era stato troppo lontano dalle sue labbra, gliele dischiuse con la sua lingua coinvolgendo quella della ragazza in una danza, un acchiappa e fuggi, la strinse più forte così che non potesse scapparle più.
Gli altri ne furono soddisfatti e applaudirono quando i due si staccarono Tsuki era scesa dalle braccia di Higashi altrimenti sul serio il poveretto non sarebbe neanche riuscito ad arrivare in metro. Hana andò ad abbracciare l’amica che emozionata si strinse a lei ridendo e saltellando come bambine dell’asilo, almeno Shinichi aveva fatto la sua parte. Gatsu si avvicinò al ragazzo dandogli pacche sulla spalla e sorridendo felice per l’amico, Tsuki ed Higashi erano mano nella mano mentre raggiungevano l’entrata della metropolitana, sorrisero entrambi aspettando gli amici che iniziarono a correre per raggiungerli. Fecero i biglietti e si sedettero vicini, il loro vagone era quasi deserto se non per qualche persona che portava valigette in mano, i lunghi cappotti e i cappelli sulla testa, i ragazzi però poterono intravedere le loro facce stanche, già chissà cosa sarebbe successo loro dopo le superiori, Higashi aveva già in mente tutto e pensava di farsi aiutare da suo padre, Gatsu sarebbe stato un ottimo veterinario dopo l’università, anche Hana voleva fare la stessa cosa, Tsuki invece era indecisa, pensava di prendere il posto di suo padre in un’importante studio tecnico, ma non era tanto convinta per paura di non esserne all’altezza e infine Shin ed Heris, la ragazza pensava di intraprendere la stessa carriera di sua madre anche perché la conoscenza delle lingue non le mancava poteva essere d’aiuto, ma Shin? Lui aveva genitori ricchissimi e suo padre era a capo di una potente industria, lui essendo il primogenito aveva il compito di studiare per diventarne il successore. In realtà il ragazzo non ne voleva proprio sapere di quello che gli diceva il padre infatti non parlava mai di lui, avevano un rapporto piuttosto conflittuale, anche il rapporto che c’era tra Higashi e suo padre non era sempre dei migliori, l’unica cosa che li faceva stare in pace era il caso di Tsuki, ormai lei era conosciuta come la sua ragazza e di certo il padre non avrebbe avuto niente da ridire su di lei, ma per quanto riguardava le sue scelte il più delle volte finivano in litigi violenti e questo lo faceva innervosire. Fortuna che trovava la calma tra gli occhi nocciola della sua piccola luna. Uscirono tutti dalla metro e si ritrovarono di fronte alla casa di Heris, la ragazza salutò con bacio frettoloso il suo ragazzo ed entrò nella porta del palazzo, era davvero tardi.
Il gruppo restante era piuttosto silenzioso, Hana stava cadendo dal sonno e ogni tanto sbandava andando a sbattere contro la schiena di Tsuki che prontamente l’aveva presa sottobraccio aiutandola, Gatsu decise di prendersela in spalla e sebbene la ragazza rifiutasse fu costretta ad accettare perché non ce la faceva proprio più, arrivarono davanti alla casa dei due, Gatsu chiamò i genitori di lei perché ormai si era addormentata sulla sua schiena e salutò gli altri. Shinichi, Higashi e Tsuki abitavano a qualche isolato più in là e non appena furono davanti alla casa della ragazza Higashi l’abbracciò baciandola sulle labbra e portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, si staccarono e si guardarono negli occhi, sorrisero entrambi e il ragazzo la guardò entrare dalla porta dopo aver attraversato il grande giardino.
“Ti piace veramente…” sospirò Ichi, poggiandogli una mano sulla spalla quando si rincamminarono, Higashi sorrideva e sembrava non ascoltare le sue parole perché era intento a fissare la Dama d’Argento che splendeva nelle Tenebre del cielo.
“Sì, è una persona stupenda…”

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Buon anno a tutti!!!! Sì in ritardo, ma sono tornata con un nuovo capitolo, ringrazio tutti quelli che leggono e commentano la fiction^^ ne sono veramente entusiasta, spero però che anche questo nuovo capitolo piaccia e non deludi i lettori. Ed ora passo alle recensioni^^

xXBlack Rose OSheaXx : Ciao!!! Scusa il ritardo, non sono riuscita ad aggiornare prima di oggi, impegnata tra i vari compiti in classe prima e coi cenoni nel periodo di Natale non ho avuto un briciolo di tempo per venire ad aggiornare la fan fiction. Spero vivamente che ti sia piaciuto e ti ringrazio infinitamente se commenterai anche quest'obrobrio di 9 capitolo^^ XDXD avrei dovuto metterla in periodo natalizio questa parte^^ altro che primo dell'anno, ma spero ti farà contenta lo stesso. Grazie per le tue recensioni, mi fanno stare veramente allegra e poi sapere che c'è a qualcuno che piace ben venga^^

Bene sembra giunto il momento di andare, vi lascio e spero che continuiate a seguire la nostra storia che presto giungerà al termine, a presto!!^^

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Capitolo 10
*** 10. Prepariamo il saggio ***


IN chap 10

 

10. Prepariamo il saggio

 
Le vacanze di natale erano ormai giunte, aveva iniziato a nevicare da una settimana e tutti i ragazzi della scuola avevano tirato fuori le divise invernali, già perché fino al mese di Aprile era meglio non stare leggeri fuori, c’erano venti freddi che venivano e se ne andavano condizionando il modo di vestire di tutta la popolazione. Le ragazze si ritrovarono come ogni mattina davanti al cancello, i ragazzi erano stranamente in ritardo così le tre compagne decisero di entrare in classe e iniziare a ripetere per le interrogazioni che si sarebbero susseguite, c’era stato l’incontro dei genitori e come al solito per Tsuki niente da dire era una delle migliori anche se erano tutti un po’ spaventati dal fatto che fosse taciturna, ma solo a scuola si comportava così, con le altre ragazze si apriva di più e c’era dialogo, in realtà la ragazza non sopportava che il rimanente delle compagne l’avesse allontanata solo per quelle volte in cui aveva tentato il suicidio, ma tutto stava passando grazie all’intervento del dottor Kaze, facevano un incontro a settimana il sabato che era il giorno più favorevole, inoltre si sentiva sempre più libera da ogni pensiero, c’era anche Higashi ad assistere alle sedute anche perché lei non si sentiva molto a suo agio con una persona adulta che era anche il padre del suo ragazzo, non si sentiva all’altezza della situazione, ma piano piano tutto si stava aggiustando. Di Heris tutti si stupivano perché era in grado di parlare perfettamente giapponese ed inglese senza scordarsi le due lingue, aveva preso il posto che meritava tra i più bravi della classe, col suo fidanzato Shin andava tutto a gonfie vele e stranamente si trovavano d’accordo su tutto anche se ogni tanto Heris storceva il naso ad alcuni detti del ragazzo che, le facevano venir voglia di zittirlo con la cosa giusta, ma preferiva stare zitta ed annuire così da mantenere tutto tranquillo, il fatto era che non voleva essere lasciata da lui perché si sentiva troppo felice in sua presenza.
Hana aveva ricevuto i complimenti da tutti i professori per il partecipare costantemente alla banda della scuola che come ogni anno prima delle vacanze natalizie preparava un piccolo saggio, lì Tsuki avrebbe cantato accompagnata dall’orchestra e dal suo pianoforte, Heris si era iscritta per mostrare a tutti il suo fantastico modo di ballare assieme ad altre ragazze che aveva scoperto andavano nell’altra classe del suo stesso corso. Erano state ben liete di accettare ed ora si era formato tutto il gruppo del saggio.
La giornata passò tranquilla tra le varie chiacchiere e le interrogazioni generali, e il giorno seguente sarebbe stato quello del saggio tutti erano eccitate e quel pomeriggio si sarebbero tenute le prove delle varie sequenze, anche i ragazzi sarebbero venuti con loro perché la loro classe aveva una recita! Loro erano entusiaste purtroppo non avrebbero avuto l’opportunità di vederli perché gli ordini di esecuzione erano diversi, il coro e la banda sarebbe stata la chiusura mentre i balletti andavano prima di questo e all’apice c’erano le varie recite organizzate dall’istituto. Higashi, Shinichi e Gatsu recitavano una commedia e per un tipo come Shin era più che adatta, Heris era curiosa di sentirlo recitare.
“Allora ci vediamo questo pomeriggio davanti scuola ok?” disse l’americana portando la borsa dietro la schiena, le altre due annuirono.
“Hana non arrivare in ritardo perché non ti aspettiamo!” la richiamò di nuovo, di tutto punto la ragazza vistosamente arrossita le mostrò la lingua prendendo sottobraccio Tsuki e correndo a più non posso per la strada, Heris si lanciò all’inseguimento delle due e riuscì a raggiungerle, iniziarono a ridere di gusto tutte e tre, per la loro amicizia, la loro felicità e la loro voglia di amare sempre di più. Ritornarono a casa e dopo circa un’ora si ritrovarono lì a scuola, come al solito sebbene le raccomandazioni di Heris, Hana era in ritardo e tutte battevano il piede per terra nervose, quando arrivò la sgridarono di brutto ed entrarono correndo nella scuola, Heris sarebbe andata direttamente nell’auditorium per provare con le ragazze e decidere le posizioni, Hana e Tsuki nell’aula di musica. Si scusarono col professore e presero i loro posti, sul pianoforte di Tsuki c’era un microfono per provare l’audio, il direttore d’orchestra, nonché professore di musica alzò le braccia iniziando a dirigere, il clarinetto di Hana prese a suonare accompagnata dal pianoforte suonato da Tsuki e dai violini, dopo poco la giovane goth iniziò a cantare, la voce chiara e acuta risuonava per tutta la stanza, si aggiunsero anche altri strumenti e sembrava sul serio di essere in un famoso teatro, naturalmente c’era una sorpresa alla fine del concerto.
Heris aveva acceso lo stereo dopo aver spiegato alle ragazze la sua idea, iniziarono a ballare, tutte e quattro si riscaldarono un po’ e poi diedero il via al loro spettacolo, si muovevano con scioltezza e sembravano prive di ossa, muovevano qualsiasi parte del corpo, e si esibivano come se fossero delle vere professioniste, infatti l’obbiettivo di Heris era quello, dimostrare a tutta al scuola che era la più brava, che era perfetta, era una ragazza molto orgogliosa ed intraprendente che non si faceva comandare da nessuno a meno che questo non fosse strettamente necessario. Sopportava tutto, ma con moderazione.

Erano circa le otto quando finirono di provare, all’uscita incontrarono tre figure che imitavano un non si sa di preciso quale drammaturgo, li riconobbero erano Gatsu, Ichi e Higashi. Li raggiunsero correndo.
“E voi cosa fate qui?!” chiese Hana stupita e guardandoli ad occhi spalancati.

“Vedi siamo venuti a provare la recita.” Si spiegò Gatsu mentre gli altri due andavano a salutare le loro rispettive fidanzate che li abbracciarono e coccolarono un po’, in fondo lo meritavano! Si incamminarono insieme per raggiungere ognuno le proprie case, si misero d’accordo su cosa fare il giorno di Natale, sarebbero andati alla serra come prima cosa e infine sarebbero andati al tempio, era stata Heris a chiederlo perché non l’aveva mai visto e ci teneva tanto, voleva fare una preghiera così da rimanere per sempre assieme a Shin. Il ragazzo non era propriamente d’accordo sulla scelta della fidanzata, ma forse era meglio lasciarla fare perché non si sapeva quali sorprese gli avrebbe presentato. Higashi era contento di andare al tempio, sapeva che Tsuki c’era molto legata, gli aveva raccontato che da bambina ci andava spesso, se la immaginava proprio, piccolina con il vestitino e il cappotto, sul piazzale del tempio a chiamare i suoi genitori, a quel pensiero l’abbracciò teneramente da dietro, facendola sussultare. Vedendo quel viso felice la ragazza non potè che sorridere, gli poggiò le mani sulle braccia che le avevano circondato le spalle e chinò il capo di lato poggiandolo sull’avambraccio. Gatsu ed Hana invece parlavano come al solito di fiori, la ragazza voleva andare tutti i giorni alla serra ed era stata contentissima di rivederla proprio quando Tsuki era uscita dall’ospedale, saltellava felice per la strada mentre tutti quanti ridevano, sembrava una bambina felice e Gatsu la trovava ancora più stupenda, era incredibilmente strana e infantile, ma molto dolce da farti tenerezza ecco cosa frenava tutti dal considerarla una bambina, la sua bontà e forza di volontà.

 

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Ciao a chiunque legga questa fan fiction e chiedo scusa per il ritardo di questo aggiornamento, sorry il tempo non è mai abbastanza per tutto! Volevo dire che questo è il penultimo capitolo, lo so è più corto rispetto agli altri però diciamo che è un capitolo d'intermezzo per il gran finale che sarà l'ultimo capitolo. Sono veramente contenta di coloro che hanno recensito e alla quale la mia fiction è piaciuta sul serio^^ Vi ringrazio molto perchè non ero molto sicura dell'esito che ne avrebbe avuto. Capisco ora che il titolo non è molto azzeccato per la storia però... in fondo ogni ragazza è una principessa e queste tre protagoniste hanno tutte situazioni particolari che possono permettere a loro di avere una felicità pari a quella avuta dalla regalità delle principesse.
Ringrazio coloro che la leggono e che l'hanno aggiunta tra i preferiti, non smetterò mai di farlo.


xXBlack Rose OSheaXx:   Sì tra Gatsu ed Hana alla fine ci sarà qualcosa, ma in questa storia non verrà mai specificato, per la semplice ragione che voglio che siano gli altri a farsi i filmini in testa diciamo ed anche perchè il personaggio a cui è ispirata Hana, non era molto contenta della fine che le facessi fare, ovvero anche lei fidanzata con Gatsu^^ allora per evitare disguidi con questa persona ho preferito non condizionare troppo la vita sentimentale di Hana. Spero che anche questo preludio ti piaccia e spero vivamente che il capitolo finale ti lasci soddisfatta. Grazie ancora per le recensioni che fai, mi rendono sempre felice. Granzie ancora e spero che leggerai anche questo capitolo!

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Capitolo 11
*** 11. L'amore non ha confini ***


11. L’amore non ha confini

Il giorno seguente la scuola era in preda ai preparativi per la festa a inizio delle vacanze natalizie. Per l’occasione Heris aveva deciso di correre dal parrucchiere e dall’estetista per farsi trovare pronta e bellissima non che non lo fosse, ma voleva essere perfetta.
I professori avevano accordato con l’orchestra il modo di vestirsi, non avrebbero utilizzato le solite divise, questa volta speravano di stupire la gente con le creazioni, il coro naturalmente era composto da allievi più giovani che dovevano assolutamente portare la divisa per rispetto. L’orchestra maschile avrebbe messo uno smoking mentre le ragazze potevano indossare abiti da sera, tutti naturalmente confezionati dai laboratori scolastici, era questo il bello. Hana si era rifiutata, ma dato che non voleva deludere il professore si era convinta ad indossare il vestito verde assegnatole, aveva piccole striature alla gonna di colori più scuri e decorati da strass per renderla ancor più luminosa come se fosse la luce del sole sui prati verdi ecco perché Hana lo aveva scelto dopo che sia Heris che Tsuki l’avevano pregata. Fu facile intuire invece quello di Tsuki. Lungo e nero, un tessuto di velluto per il corpetto a decolté e la gonna in cui spiccavano veli dalla stoffa, un piccolo fiocco dietro, tutti però sapevano che ci avrebbe aggiunto qualcosa di suo e così fece soprattutto negli accessori. Trovo dei lunghi guanti così da sembrare ancor più elegante. Aveva in mente un’idea, non si sarebbe fatta vedere da Higashi per tutto il tempo.
Heris aveva un vestito semplice anche perché doveva ballare, la gonna del suo arrivava fino alle ginocchia ed era bianco, sotto aveva dei fusone neri e le scarpette da hip-hop, tutte le ragazze del gruppo erano vestite alla stessa maniera, ma con colori diversi, i capelli semplicemente ognuno come preferiva. Tutte decisero di legarli o con trecce e codine, lei invece si impuntò coi capelli sciolti e una fascia di tessuto scintillante.
Rimasero tutto il giorno a provare e le tre erano esauste anche perché non vedevano i ragazzi dalla sera precedente, non c’era stato un attimo di tregua, loro si sarebbero cambiate lì. Inoltre sarebbe venuta la madre di Tsuki ad aiutarle nelle acconciature e nel trucco, la recita sarebbe stata prima dell’orchestra quindi potevano rischiare di essere scoperte dai ragazzi. Niente paura avevano portato le vestaglie e quando si sarebbero cambiate le avrebbero indossate per render loro una dolce sorpresa.
Erano tutte e tre sedute su una sedia, Tsuki aveva gli occhi chiusi e canticchiava una delle melodie che avrebbe dovuto intonare infatti era questa la sorpresa, la voce di Tsuki non accompagnata dal coro, ma dal semplice assolo della voce lirica della ragazza.
Hana aveva lo sguardo verso il soffitto ed accasciata sulla sedia con le braccia indolenzite, Heris invece era tutta pimpante e allegra ed aspettava con impazienza di andare in scena ed essere truccata.
“Avanti ragazze non è poi la fine del mondo manca poco dovete essere vispe!” disse con entusiasmo, ma ricevette un’occhiata storta da parte di Tsuki e uno sbuffo da parte di Hana che di andare in scena era più preoccupata per la figura che avrebbe fatto con quel vestito che per altro.
La porta del loro camerino improvvisato si aprì ed entrò uno dei professori che guardandole di sbieco le fece trasalire.
“Avanti dovete vestirvi manca poco, l’auditorium è pieno!” sentirono solo in quel momento i passi frenetici del corridoio e la figura di una donna minuta e bassina con grandi buste tra le mani.
“Mamma!” disse Tsuki accorrendo per aiutarla, era vestita di tutto punto solo per vedere la figlia. Le prese le buste di mano coi loro vestiti.
“Ci sono tutti anche tua madre Heris.” Disse cordialmente la donna. Heris sorrise annuendo e prese la sua busta con l’abito. Entrambe lo indossarono e l’aggiustarono come meglio potevano. Poi la madre di Tsuki avrebbe pensato al trucco ed ai capelli.

Dai ragazzi invece era tutt’un'altra storia, Shinichi non si decideva a vestirsi anche perché non voleva recitare, proprio loro tre dovevano interpretare i personaggi principali? Si trattava infatti della recita dei tre moschettieri e i tre compagni si erano ritrovati ad interpretare i tre combattenti Higashi e Gatsu non se la cavavano male nella recitazione, ma Ichi era negato perché non sopportava il teatro, aveva accettato solo perché il professore l’ha scelto per le abilità fisiche con la spada.
Stavano provando le loro battute quando entrò il padre di Higashi, il ragazzo gli andò incontro sbuffando, odiava essere interrotto.
“Abbiamo preso posto accanto alla famiglia di Tsuki.”
Higashi sorrise scuotendo la testa, si era affezionato alla ragazza e inoltre aveva persino detto lui ai genitori della ragazza che era fidanzata con suo figlio, non c’era stato tanto stupore anche perché i genitori di Tsuki erano pienamente d’accordo. Lui annuì poi richiuse la porta, ogni tanto suo padre sembrava interessato fin troppo a lei soprattutto da quando la seguiva in ospedale.
“Allora che ti ha detto?” chiese Shin guardandosi allo specchio, non gli convinceva affatto questa storia.
“Niente si è seduto vicino ai genitori di Tsuki.” Sbuffò lo irritava quella situazione, anche perché non la vedeva dalla sera prima e non riusciva a stargli lontano tanto a lungo.
“Per me sta storia finirà con un bel matrimonio, una casetta ed una quarantina di figli.” Esagerato come sempre vero Shin? Pensò nella sua testa Higashi che dal canto suo lo fulminò con lo sguardo.
“Non pensi di esagerare? La farai morire la povera Tsuki se dici che avrà quaranta figli.” Intervenne Gatsu, fortunatamente aveva spento il fuoco che ardeva negli occhi del diretto interessato.
“E va bene sorry Higa!” alzò le mani in senso di arresa, apprezzava sempre quando un amico si scusava. Non fece in tempo ad andare a dargli una pacca sulla spalla che il professore entrò chiamandoli perché sarebbero andati in scena proprio in quel momento.
Andarono in palcoscenico, mettendosi in posa mentre il sipario veniva aperto con lentezza provocando nei ragazzi una terribile ansia. Le ragazze si trovavano dalla parte opposta e sentivano tutto dalle rispettive stanze, inviavano un buona fortuna mentale. La madre di Tsuki aveva acconciato già Hana che li portava raccolti con un pettinino con un giglio sopra e capelli sciolti dietro le orecchie. Ad Heris non c’era bisogno aveva lisciato tutto la mattina prima quindi guardava le altre, erano al turno di Tsuki, sua madre stava facendo tutto il meglio che poteva, aveva arricciato alcune ciocche che sarebbero cadute in avanti, il rimanente dei capelli lo stava legando sulla testa in una treccia che attorniava la nuca, dei fermacapelli neri e bianchi tenevano ferma l’acconciatura e le ciocche a boccoli scendevano davanti alle orecchie. Stava benissimo.
“Abbiamo finito!” esclamò soddisfatta sua madre, lei si guardò allo specchio e sorrise, sì era perfetta, prese la sua amata croce e la legò al collo come era solita fare, sembrava una creatura notturna.
Si alzarono ed andarono anche loro dietro le quinte a guardare i ragazzi sempre con la vestaglia addosso, ogni tanto Hana inciampava nel vestito così le sue amiche decisero di farla esercitare a camminare nel tempo che rimaneva.
I ragazzi sul palco erano davvero bravissimi, sembravano veri attori, si erano impegnati molto, li avevano costretti persino a truccarsi, avevano il cerone bianco sul volto, ma sui loro volti illuminati dai riflettori si vedevano gocce di sudore per lo sforzo sia mentale che fisico, era difficile recitare e allo stesso tempo concentrarsi ad utilizzare le spade per rendere il combattimento più reale.
Videro attraverso le quinte i loro genitori, erano seduti tutti su una fila, la madre ed il padre di Hana coi rispettivi fratelli della ragazza messi in ghingheri per così dire, poi c’era la madre di Heris che affiancava i genitori di Tsuki e notarono i genitori di Higashi al fianco, con la sorella maggiore di lui, Tsuki se ne stupì e le ragazze lo notarono, cosa ci facevano tutti insieme lì? Non volle indagare oltre; la recita terminò con grandi applausi ed inchini, i ragazzi rientrarono nelle quinte e ricevettero complimenti e pacche dagli altri che avevano recitato brevi battute e anche dai professori che erano fieri della bella figura fatta.
I ragazzi con gli occhi cercavano le ragazze, intravidero Heris, ma non le altre due evidentemente si erano nascoste, come prima cosa Higashi voleva togliersi quel cerone dalla faccia che gli dava fastidio così come agli altri, si chiusero in camerino e si cambiarono velocemente, Shin voleva assistere al balletto della sua bella Heris.
Stavano per arrivare in ritardo così assistettero al balletto dietro le quinte. I salti che compivano le ragazze e i corpi sciolti persino nei pezzi in cui andavano a terra, passetti veloce e braccia sciolte, onde, e i capelli di Heris che fluttuavano come se il corpo di lei non volesse fermarsi o ne avesse il tempo. Shinichi ne era rimasto incantato con la bocca aperta la guardava entusiasta di quella ragazza che aveva scelto come ragazza, era stupenda nel vero senso della parola.
Heris si sentiva benissimo, orgogliosa di se stessa, di quello che stava facendo e la passione che si vedeva dai suoi occhi mentre ballava, la determinazione di mostrare a tutti ciò di cui era capace, il vestito che ondeggiava con lei, la gonna che si alzava per ogni giro, le gambe lunghe erano come prive di qualsiasi osso. Stupenda, si sentiva la più bella del mondo.
La musica finì, il sudore dalla sua fronte per lo sforzo, gli applausi la stavano gasando, aveva voglia di ballare di nuovo di far vedere a tutti ciò che aveva fatto! Abbracciò le sue compagne e rientrò dietro le quinte dove ad aspettarla c’era Ichi che la guardava con tanto amore e dolcezza. Lei si avvicinò e lo abbracciò forte baciandolo sulle labbra. La strinse a sé perché altro non poteva fare, baciarla all’infinito e renderla la donna più felice del mondo, sacrificarsi per la bellezza che gli stava innanzi.
“Sei stata meravigliosa…” disse lui tenendola ancora stretta tra le sue braccia, non l’avrebbe lasciata andare per nulla al mondo.
“Anche tu lo sai? Siete stati bravissimi tutti quanti.”
Lui rise a quelle parole e la portò lontano dalle quinte anche perché stavano entrando alcuni che stavano sistemando gli strumenti per l’orchestra e i posti dedicati a loro, il sipario era chiuso.
“Andiamo da Higashi e Gatsu, stanno cercando Hana e Tsuki per tutta la scuola. Ma dove sono?”
“Come? Sono dall’altra parte del palco, stanno entrando ora guarda!” disse lei indicando le due, Hana col vestito verde e Tsuki in tutta la sua magnificenza.
“Mamma mia…. Vado a chiamarli aspettami qui!” disse lui correndo come un pazzo alla ricerca dei suoi amici che erano andati a vedere in tutti i camerini senza trovarle, erano appoggiati al muro.
“Ei voi due! Sono già sul palco muovetevi!” disse Shinichi chiamandoli a gran voce. A quelle parole Higashi scattò veloce superando il ragazzo, sapeva dove sarebbe stato posizionato il pianoforte e dove la sua bellissima regina avrebbe suonato con la sua grazia. Gatsu lo seguì cercando Hana dalla parte in cui erano posti gli strumenti a fiato.
Higashi stava per svenire, Gatsu era in stato di shock a vedere il piccolo fiore vestito di verde. Stava scrutando il leggio con gli spartiti e provava con il suo clarinetto a regolare il suono così come facevano gli altri musicisti.
Higashi guardava lei, era di spalle e non riusciva a vederle il viso, voleva solo vederla, la sua magnificenza, la bellezza dei suoi occhi castani.
Hana se ne accorse e guardò di fronte a lei e vide i due che la salutavano, capì immediatamente cosa chiedevano gli occhi di Higashi e chiamò Tsuki la quale dopo pochi minuti si girò guardando il ragazzo che rimase imbambolato a fissarla. Lei sorrise e si rigirò, il professore entrò sul palco e scacciò i ragazzi con segni delle mani, poi guardò Tsuki come per chiederle se era pronta e lei annuì tutti tacquero anche il pubblico, il sipario si aprì, e Tsuki, mosse solo alcune note sul pianoforte, suonava Mozart, un piccolo assolo per attrarre l’attenzione di tutti su di lei.
Poi lei si fermò e l’orchestra prese a suonare, Higashi la guardava muovere le dita ricoperte dai guanti sul pianoforte, veloci in un allegro agitato, accompagnata sempre dal suono dei violini e dei clarinetti.
Quando quella prima opera finì gli applausi risuonarono in tutto l’auditorium che ospitava lo spettacolo. Era il momento di cantare, la prima canzone era molto facile, per non dire la preferita di Tsuki: Shiroi, il suono del pianoforte era accompagnato dalle chitarre e dai bassi, ci avevano aggiunto persino la voce dei clarinetti, poiché avevano ciò a disposizione. Tsuki iniziò a cantare e tra le strofe c’erano intervalli musicali, si stupivano di come cantava continuando a suonare imperterrita, come se fosse una questione di vita o di morte. La canzone era bellissima, le parti parlate da Tsuki erano dette con voce sensuale che facevano tremare le gambe di Higashi, avrebbe voluto correre verso di lei, farla smettere di suonare e baciarla, le gambe si mossero quando una mano lo fermò, lui si voltò e vide Shinichi con Heris al fianco.
“Trattieniti….” Disse il ragazzo all’amico che annuì sconsolato, non sapeva quanto avrebbe resistito, era la creatura più angelica che avesse mai visto, un angelo dannato, pensava, il suo piccolo angelo dell’Inferno.
La canzone finì e tutti applaudirono soddisfatti. Il chitarrista però si sentì male, si scusò col direttore ed uscì lasciando la chitarra che d’altronde apparteneva alla scuola. Hana lo guardò andare via pensando a come saremmo andati avanti, senza il chitarrista, il direttore uscì per vedere come stava e non era in condizioni di ritornare a suonare.
Hana ebbe un lampo, si alzò e parlò col professore, gli disse che Higashi era un portento con la chitarra, poteva sostituirlo anche perché conosceva la canzone e più di una volta aveva accompagnato la voce di Tsuki.
Lui accettò e si diresse verso di lui.
“Sei disposto a sostituire il chitarrista? La signorina Hana mi ha detto che non te la cavi male. Te la senti Kaze?”
“Sì… con onore!” rispose fieramente. Gli altri musicisti uscirono dalla sala, questa sarebbe stata la penultima canzone, l’altra doveva essere un duetto di chitarra e piano con voce, sarebbero rimasti in scena solo Higashi e Tsuki. Ma per la penultima erano necessari i bassi e la chitarra. Erano pronti.
Il pianoforte prese a suonare mentre Higashi studiava le parti che doveva suonare, non fu difficile e prese a suonare anche lui assieme ai bassi. C’era il coro e poi chitarra e pianoforte. Anche la batteria avevano lasciato e il ragazzo concentrato batteva il ritmo. Era un duetto con la voce di Tsuki e di un tenore del coro.
La strofa parlata da entrambi e infine il primo verso cantato dal ragazzo, il secondo dalla bellissima regina della notte e il terzo entrambi. Il pianoforte suonava finchè non ci fu l’assolo con la chitarra che Higashi suonava divinamente come se avesse sempre provato con loro e i bassi lo seguivano come se fosse lui il capo. Higashi era concentrato solo per lei, che accompagnava il loro suono. La gente guardava stupiti tutti.

Hana uscita per andare ad incontrare Gatsu, così come tutti gli altri musicisti avevano fatto l’inchino ed erano usciti. I ragazzi continuavano a suonare e il ritornello finale in cui la voce lirica di Tsuki si sentiva maggiormente rispetto al tenore del corista, era davvero meraviglioso, Higashi che continuava ad accompagnarla incantato lui medesimo dalla bellissima voce di lei.
Gli applausi riempirono la sala, e gli inchini dell’orgoglioso professore, Higashi non si staccava dalla sedia, l’ultima canzone, il batterista uscì con gli inchini e così altrettanto il batterista, vennero tolte le sedie e rimase solo loro due, anche il direttore li lasciò soli, questo era il loro momento.

Tutti erano quasi in lacrime, Heris si stringeva a Shinichi, Hana a Gatsu e in platea i genitori dei due avevano i volti fieri dei loro figli che stavano per suonare insieme la canzone a conclusione di tutto.
Il pianoforte di Tsuki iniziò a suonare ancora per primo, breve pezzo prima di essere affiancata dalla chitarra di Higashi che l’assisteva come un angelo custode, tutti aspettavano ansiosi di sentire la voce della ragazza che non tardò a farsi sentire, strofa con ritornello, continuava a cantare e lui a suonare, brevi e fugaci sguardi tra di loro prima di ritornare concentrati a suonare, e infine l’ultima strofa del ritornello, le ultime note di chiusura e infine gli applausi che esplosero ad acclamare i due.
Tsuki si alzò abbandonando il pianoforte, Higashi lasciò la chitarra ed andò da lei per reggerle la mano e gli inchini, si guardarono uno di fronte all’altro, l’inchino anche tra i due musicisti, volevano abbracciarsi e baciarsi, ma non era il momento. Tsuki ricevette le rose, tutti i concertisti, le ballerine, gli attori invasero il palco per ringraziare tutti con un ultimo inchino poi il sipario si chiuse. Non resistettero, Tsuki diede le rose ad Hana.
“Sono per te,  te le sei meritate più di me… per tutto quello che hai fatto Hana-chan…” disse lei inchinandosi. Poi ritornò da Higashi lanciandogli le braccia al collo e baciandolo con tutta la passione che aveva in corpo, lui ricambiò, non ce la faceva più ad aspettare, quelle labbra, le amava, amava tutto di lei e la stringeva, la prese in braccio continuandola a baciare.
Non erano gli unici, Shinichi aveva seguito il suo amico con la sua Heris, tutti erano soddisfatti. I due dovettero staccarsi per forza, si guardarono negli occhi e si abbracciarono per scambiarsi un altro fugace bacio.
“Ti amo.. non sai quanto…”
“Invece lo so… anche io ti amo…” disse lei scendendo dalle sue braccia per stringergli la mano. 

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Eccomi giunta qui per l'ultimo capitolo, ringrazio principalmente coloro che hanno avuto la pazienza di seguire la mia fan fiction e di aver recensito ed aggiunto nei preferiti, ringrazio immensamente queste persone, e anche un grazie grandissimo a tutti coloro che hanno letto.
Le canzoni che ci sono nel corso dei capitoli sono di Mika Nakashima e dei Malice Mizer, più citazioni sui Moi dix Mois.
Grazie ancora ! 

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