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di always_in_my_heart_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Disclaimer: Con questa mia storia, scritta senza alcuno scopo di lucro, non intendo offendere nessuno dei personaggi da me citati, dal momento che la rappresentazione di questi ultimi non è pertinente alla realtà o in alcun modo veritiera.





Capitolo 1




È un normale lunedì mattina quando la sveglia suona e, come tutte le mattine da un anno a quella parte, la ragazza si alza dal letto per andare a staccarla.
Sa che se la mettesse affianco al comodino la staccherebbe per poi tornare a dormire, per questo l’ha appoggiata sul comò che si trova dalla parte opposta della stanza. Ancora assonnata oltrepassa il grande letto matrimoniale e si avvia verso la sveglia che continua a suonare con quel monotono ‘Tic tic’ che lei odia. Pensa sia inutile, una sveglia dovrebbe svegliarti dolcemente non trapanarti i timpani con quello stupido ‘Tic,Tic, Tic’.
Stacca la sveglia scarlatta per poi avviarsi nella penombra verso il bagno della sua stanza. Accende la luce che le crea un dolore lancinante agli occhi per poi aprire l’ acqua  nella doccia. Sfila il suo pigiama dolcemente e lo getta a terra infilandosi sotto il getto d’acqua bollente che le crea tanti brividi lungo la schiena.
Finita la doccia va a vestirsi: jeans blu notte, maglietta bianca semplice con una piccola ‘L’ in corsivo alla sua sinistra all’altezza del petto e le  sue amate Toms rosse.
Jade ama il rosso.
È il suo colore preferito.
Il rosso per lei è vita, le ricorda le persone, la felicità, le chiacchiere. Insomma, per farla breve, il rosso le ricorda tutto ciò che c’è di bello nella vita.
La ragazza prende la sua giacca di pelle bianca e la sua borsa blu per poi uscire di casa. Inchiava la porta e infila le chiavi dentro la grande borsa.
Una volta arrivata in ospedale va a cambiarsi per mettere la sua divisa.
È una divisa semplice: un pantalone bianco e una maglia semplice bianca ma con uno lieve scollo a V azzurro.
-Miss Taylor buongiorno!- la capoinfermiera la saluta con tono sarcastico. Non ha mai sopportato quella  donna, è una persona così fredda e distaccata.
-Buongiorno Signorina Moore- nella voce della ragazza si poteva cogliere una piccola nota di sarcasmo che non sfuggì alla giovane donna al suo fianco.
‘Cominciamo bene’ pensò la ragazza tra sé e sé.
Poi la rossa affianco a lei se ne andò lasciandola sola.
Lei iniziò a raggruppare qualche scartoffia che si trovava sopra la scrivania imbandita di fogli.
Il campanello suonò improvvisamente facendola sobbalzare poi rivolse lo sguardo ai quadri dove c’erano i numeri delle stanze dei pazienti.
La luce rossa del numero 32 lampeggiava.
La ragazza si precipitò di corsa verso la stanza.
Il signor Lloyd si stava agitando sul suo letto.
Jade sapeva bene cosa fare in quel caso, si precipitò verso l’armadietto vicino alla finestra aprì l’anta scorrevole schiavandola con le chiavi che aveva in tasca e afferrò velocemente la siringa lottando contro la linguina di carta per aprirla. Appena ci riuscì si precipitò a fianco al paziente.
Ora veniva la parte più difficile: cercò di afferrare il polso dell’anziano signore di fronte a lei ma senza risultati, tentò di nuovo e ci riuscì ma non era abbastanza forte da immobilizzarlo totalmente così decise di andare alla ceca sperando di centrare la vena e questa volta qualcuno la assistì perché l’ago penetrò senza problemi mettendo in mostra la vena che aveva centrato alla perfezione, e allora lentamente fece scendere il liquido che iniziava già a fare effetto sull’uomo.
Lei lo conosceva molto bene. Le faceva un effetto davvero strano vederlo in quelle condizioni. Era una persona così allegra solitamente. Però aveva alle spalle una storia terribile: aveva provato più volte a suicidarsi e dato che non era riuscito nel suo intento ora stava impazzendo lentamente, ogni settimana peggiorava. Ormai nemmeno i suoi figli venivano più a trovarlo spaventati dalle crisi che aveva il padre.
Jade pensava spesso a lui, pensava che doveva essere davvero brutto sentirsi abbandonati persino dai propri figli. Non bastava aver perso tutti i suoi amici e i suoi conoscenti, anche i suoi figli dovevano andarsene. Lei questo davvero non lo capiva.
Dopo aver lasciato una dolce carezza sulla guancia dell’ uomo ritornò alla sua postazione continuando a combattere con le tante scartoffie da compilare.
Improvvisamente la ragazza sentì un pizzico all’altezza della costole e sobbalzò.
-Allora Blue che si racconta?- Lana apparve improvvisamente dal nulla facendola spaventare.
Lana era una delle sue colleghe, avevano legato molto nonostante la loro differenza di età, infatti la donna andava verso la cinquantina, capelli corti corti, mori ma tinti di un color biondo miele, aveva due figli di venti e ventidue anni ed era divorziata.
Le aveva affibbiato quel soprannome strano ‘Blue’ perché diceva sempre che la sua aurea era blu acceso, quasi elettrico, il che voleva dire che era una ragazza molto allegra e pimpante.
-La giornata non è iniziata nel migliore dei modi, speriamo che proseguirà meglio- rispose arrabbiata e nervosa.
-Perché che è successo?- chiese la donna incuriosita. Era strano vedere Jade arrabbiata e nervosa, sul suo viso c’era sempre un bellissimo sorriso e nulla la metteva mai di mal umore.
-Il signor Lloyd ha avuto una crisi prima-
-Davvero?-
-Già e ho dovuto fare tutto da sola perché oggi la ‘principessina’ era più lunatica del solito e ha fatto scappare tutti gli infermieri presenti sul piano-
-Ahh mia cara Jade.. te l’ho detto che questo è un lavoro troppo duro per te- sospirò rimproverando la ragazza con tono materno e accarezzandole dolcemente i capelli sciolti.
-Lana quante volte te lo devo ripetere? Amo questo lavoro e riesco a gestirlo benissimo, è solo che è difficile fare un iniezione ad  una persona in piena crisi senza nessuno che stia lì a tenere fermo il braccio-
-Si, ti capisco piccola-le appoggiò dolcemente una mano sulla guancia- Però io continuo a credere che questo lavoro non sia adatto per te. Sei troppo dolce indifesa e questa è una gabbia di leoni affamati.- la ragazza la guardò per un momento per poi riportare gli occhi alle sue carte come aveva fatto fino a quel momento.
Il resto del turno proseguì abbastanza bene a parte qualche sclero della Moore(soprannominata ‘principessina’ da lei e Lana). Anche il signor Lloyd sembrava essersi ripreso dalla sua crisi e Jade era molto felice di questo.
Alla fine del turno andò a pranzo con Lana al solito bar per poi tornare a casa.
Fece una doccia bollente per scacciare tutti i pensieri della giornata e in fine si sdraiò sul divano e passò il pomeriggio davanti alla tv.
A volte era davvero troppo monotona la sua vita.
Solo raramente usciva e andava a ballare. Lei adorava andare a ballare ma con il lavoro che faceva gli orari non coincidevano mai: se lavorava di mattino doveva alzarsi alle sei e non era il caso di andare a ballare la sera prima, se faceva il pomeriggio tornava a casa alle dieci ed era così stanca da non riuscire nemmeno a farsi una doccia e se faceva la notte lavorava dalle nove di sera alle sei del mattino perciò non trovava mai due ore per andare in discoteca o in qualche pub.
Insomma le sue giornate erano sempre le stesse. Nulla le sconvolgeva e nulla la svegliava da quella monotonia.



  
Spazio autrice:

Ed eccomi di nuovo ad intasare efp con una nuova storia.. 
perdonate eventuali errori ma è la prima volta che scrivo in terza persona quindi se volete darmi dei consigli sono ben accetti.
Inoltre vi comunico già da ora che le tematiche della storia saranno incentrate molto su malattie mentalie e cose simili dato che si tratta di un ospedale, io mi sono documentata molto su internet ma spero che mi perdonerete se alcune cose dovessero essere sbagliate, io ho fatto molte ricerche ma credo che a volte capiti di imbattersi in siti dove le informazioni sono sbagliate.. anche se spero di no (:
ora veniamo al capitolo: qui si inizia a conoscere un po' Jade e la sua personalità.. anche il prossimo capitolo si incentrerà su di lei ma poi ci sarà qualche comparsa.. non vi svelo altro.. spero che vi sia piaciuto il capitolo e che continuerete a seguirmi
se vorrete contattarmi per qualsiasi cosa su twitter sono @Dear_Lou
un bacio 

                                                                   -Hatchy_1D

P.s. Lei è Jade anche se le ho cambiato il cognome non so il perchè lol
è proprio grazie a lei che mi è venuta l'ispirazione della storia 




una volta era una gif questa  ma non so come metterla su efp e purtroppo non ho il link da mettervi :( 


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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***





Capitolo 2






-Hey finalmente un po’ di pausa- il rosso affianco a Jade sorrise soddisfatto.
-Già! Ti giuro non ce la facevo più- la mora lo guardò mentre parlava senza  riuscire a fare a meno di pensare a quanto quel ragazzo fosse meraviglioso: due occhi azzurri tendenti al blu, ma non erano nemmeno così blu.. erano degli occhi meravigliosi che ti scrutavano attentamente pronti a cogliere un qualsiasi cambiamento, non era magrissimo, ma di una grandezza giusta con la pancetta che spuntava da sotto la maglia grigia, poco più alto della mora, i capelli rossi incorniciavano il suo viso e facevano contrasto con le fitte lentiggini marrone chiaro che aveva sotto gli occhi e sulle guancie.
Jade adorava quel ragazzo sempre così dolce e disponibile con tutti.
-Allora che fai di bello stasera?- il rosso la scrutò con quei suoi occhi color zaffiro.
A dire la verità non ci ho ancora pensato, ma sono così stanca che resterò a casa a guardare un film-
-Ah, io volevo chiederti se ti andava di venire a ballare con me dato che non so che fare- chiese speranzoso.
La ragazza alzò gli occhi al cielo per pensare, effettivamente era molto che non usciva e non vedeva l’ora di trovare un pretesto per farlo ed ora lo aveva. Sorrise.
-Credo che verrò- il ragazzo la guardò sorpreso ma allo stesso tempo felice della sua risposta.
-Allora passo a prenderti stasera alle dieci- la mora annuì salendo sul suo autobus che era appena arrivato.
Arrivata a casa fece una doccia bollente per rilassarsi e poi si addormentò sul divano.
Ed eccola alle nove di sera che lancia nervosamente tutti i suoi abiti sul letto chiedendosi quale avrebbe dovuto mettersi. Era così tanto che non usciva che stava per entrare in crisi, ma poi cercò di calmarsi.
‘Pensa Jade pensa’ si diceva tra sé e sé ‘ siamo verso la fine dell’ estate, ma sempre estate è, quindi serve qualcosa di colorato ed estivo, quindi via i vestitini blu scuri e neri’ pensò di nuovo ributtando dentro l’armadio tutti i suoi vestitini.
A vederla era davvero comica quella ragazza, era l’opposto di come avrebbe dovuto essere, normalmente si dice che i laureati in psichiatria sono sempre molto ordinati e pignoli e sempre attenti ai dettagli, invece lei era disordinata e sbadata, anche se nel suo lavoro era sempre impeccabile.
Alla fine optò per un paio di pantaloncini corti verde acqua e una maglia gialla ma con decorazioni che richiamavano i pantaloncini, si truccò lievemente lasciando i suoi capelli neri sciolti. Alle nove e trenta era già pronta.
Verso le dieci il rosso arrivò e dopo averle fatto i complimenti per il suo abbigliamento si avviarono in discoteca.
Era un luogo molto piccolo e quasi si doveva fare a pugni solo per arrivare al bancone.
La ragazza chiese qualcosa da bere per poi girarsi verso il rosso che sorseggiava una coca mentre le sorrideva. Lui non aveva preso alcolici dato che dopo avrebbe dovuto guidare. Era un ragazzo molto responsabile e questo Jade lo sapeva.
La mora bevve il suo martini rosso tutto d’un sorso e poi si buttò in pista senza badare molto al suo collega, infatti quest’ultimo aveva appena iniziato a parlare con una biondina molto carina.
Improvvisamente due mani le afferrarono i fianchi facendola sobbalzare.
Si voltò scontrandosi con due occhi color ghiaccio, il biondo di fronte a lei le sorrise malizioso guardando prima i suoi pantaloncini verde acqua e poi il suo viso.
Per tutta risposta la mora gli rifilò un occhiataccia per poi dirigersi verso l’uscita ma sfortunatamente il ragazzo la seguì.
Eppure le sembrava di essere stata chiara.
-Hey- una volta usciti il biondo parlò. Aveva una voce davvero bella e uno strano accento.
Jade non rispose.
-E così mi dai del filo da torcere eh? Guarda che non voglio mica mangiarti, volevo solamente chiederti il tuo nome-
La mora lo guardò facendo un sorriso scettico.
Di solito in discoteca nessuno voleva sapere il tuo nome.
-Si, ma se prima mi dici il tuo-
-Niall- il ragazzo rispose sicuro, senza esitare.
-E chi mi dice che questo è il tuo vero nome? Potresti benissimo mentirmi- chiese lei facendogli intendere che non gli avrebbe comunque detto il suo nome.
Il ragazzo la guardò per un momento con l’aria divertita di chi aveva appena accettato una sfida.
-Sai, mi piaci ragazza!- le puntò il dito contro- Ma ora mi dici il tuo nome-
-E se non volessi?- lo provocò di nuovo lei.
-Allora ti darò il tormento per tutta la sera-
Lei scoppiò a ridere poi decise di dirglielo, infondo non le costava nulla farlo.
-Jade-
-Come?- il biondo parve incredulo.
-Il mio nome è Jade-
-E chi mi dice che questo è il tuo vero nome?- la imitò.
Lei per tutta risposta scoppiò a ridere e gli sussurrò un ‘allora arrangiati’ mentre si avviava all’entrata della discoteca.
Il biondo rimase immobile, era stupito. Nessuno gli aveva mai detto di no, in particolar modo in discoteca, lì erano tutte ai suoi piedi, invece a quanto pareva la ragazza non voleva cedere.
 
Jade rientrò nel locale incrociando gli occhi del rosso che le si avvicinava.
-Hey- Ed urlò a causa della musica assordante- Torniamo a casa?-
Jade guardò l’orologio. L’ una e un quarto.
Il tempo era volato, a lei non sembrava così tardi e non si sentiva nemmeno così stanca ma annuì.
Appena arrivata a casa si infilò sotto le coperte e si addormentò, il giorno dopo doveva lavorare e già sapeva che sarebbe stata dura alzarsi, ma pensò che ne era valsa la pena dato che si era divertita molto.


Spazio autrice:

eccomi di nuovo qui con un altro capitolo, le cose da dire sono molte ma preferisco non stressarvi quindi vi accennerò solo qualcosina..
innanzitutto c'è stata la comparsa come vi avevo già detto ed è il nostro biondino più una comparsa speciale(Ed) :3
poi vi avverto già da ora che la storia proseguirà lentamente(non in modo esagerato ovviamente) perchè voglio prima farvi conoscere bene i personaggi, ma già vi dico che nel prossimo capitolo ci sarà un'altra comparsa ouo
devo ammettere che è stato un po' difficile scrivere il prossimo capitolo perchè anche se si tratta di qualcosa di non molto grave non fa mai piacere scrivere certe cose.. ma come sempre non vi anticipo nulla c: <3
ahahah ora mi odierete lo so u.u
coomunque.. spero vi sia piaciuto e che continuerete a seguirmi  e a lasciare qualche recensione <3
grazie mille a tutti <3
un bacio <3

                                                                                                                               -Hatchy_1D

P.S.(di nuovo ahah) Lui è Ed, è troppo perfetto e dolce, non potevo non metterlo nella storia <3





                      
                                                                                                                       

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



Capitolo 3






La solita e monotona sveglia le rimbombò nelle orecchie, la ragazza la staccò e si infilò in bagno, aprì l’acqua nella doccia e si appoggiò al grande lavandino.
Pensò che la ragazza nello specchio non era lei, i suoi capelli, che erano sempre impeccabili e ordinati anche appena alzata, erano tutti arruffati e sporchi, il mascara durante la notte le era colato lungo le guancie e si era mescolato ai brillantini dell’ eye-liner, la sua pelle era bianca e pallida. Pensò che una bella doccia bollente le serviva davvero per eliminare tutti quei segni rimasti dalla sera prima e per togliere anche il pallore e la stanchezza dal suo viso. Si infilò sotto il getto dell’acqua bollente e iniziò ad insaponarsi.
Finito di fare la doccia si vestì infilò la sua giacca di jeans e corse all’ospedale.
Come al solito i corridoi erano bianchi e vuoti. Jade andò nel camerino per mettere la sua divisa poi si avviò alla solita scrivania iniziando a riordinare altre scartoffie. Ormai erano all’ordine del giorno, non si iniziava a lavorare senza averne riordinate alcune, altrimenti chi l’avrebbe sentita poi la Moore!
La mattinata era passata tranquillamente, a parte una piccola crisi di una paziente che non aveva però creato danni.
Jade era ancora alle prese con i soliti documenti quando dalle scale del piano di sotto arrivò la sua collega, Miriam.
Che ci faceva Miriam lì? Lei si occupava solo ed esclusivamente dell’accoglimento dei nuovi pazienti e non saliva mai al piano di sopra.
-Devi venire subito! C’è un emergenza!- la ragazza non esitò un momento e si avvicinò alla donna dai capelli rossi.
A quel punto le due porte a molla in fondo al corridoio si spalancarono all’unisono lasciando intravedere due uomini, più precisamente due paramedici, che tenevano per le ascelle un ragazzo che continuava a gridare e dimenarsi.
Il ragazzo portava un paio di pantaloni della tuta grigi tendenti al blu, un giacchetto beige leggero e in testa un cappello rosso da cui spuntavano i capelli castani che gli arrivavano poco sopra gli occhi.
Ma la cosa che spiccava di più in quel ragazzo erano gli occhi: erano di un azzurro particolare, dentro c’era il mare, il mare piatto di inizio estate. Jade riusciva a vederli benissimo pur trovandosi a circa sei o sette metri da lui, e ne rimase colpita.
Ma si dovette risvegliare presto da quello stato di trans dato che il ragazzo continuava a dimenarsi e i paramedici le stavano chiedendo aiuto.
Una volta arrivati vicino a lei uno di loro la guardò riferendole i dati del paziente.
-Maschio, ventitré anni, schizofrenico, non aveva mai avuto crisi pesanti ma questa è la seconda volta perciò abbiamo deciso di portarlo da voi- disse l’uomo continuando a combattere contro il ragazzo.
Jade si affrettò a controllare quale stanza fosse vuota ci condusse i due uomini e subito andò a prendere dall’armadietto la siringa con il calmante.
Aprì la siringa poi chiese ad uno dei due paramedici di tenere fermo il braccio del ragazzo e gliela infilò nel braccio facendo scorrere il liquido trasparente.
Il castano che fino a qualche secondo prima continuava ad affannarsi si accasciò nel letto.
-Caspita è efficace questo coso!- esclamò uno dei paramedici facendo sorridere la ragazza che annuì.
-Bene noi andiamo- disse poi l’altro.
-Certo! Lasciatemi i dati del ragazzo sulla scrivania- disse loro accompagnandoli all’uscita per poi leggere le generalità del ragazzo. Le piaceva conoscere i suoi pazienti, e poi questo in particolare aveva la sua età quindi era ancora più curiosa. Louis, si ripetè il nome mentalmente, le piaceva, era un bel nome. Ma ora sapeva che le aspettava la parte più noiosa del suo lavoro.
Andò in camera del ragazzo, si avvicinò a lui, così calmo era ancora più bello di come le era apparso qualche minuto prima mentre si dimenava tra le braccia dei due paramedici, i capelli che uscivano dal cappello erano lievemente sudati e il suo viso riposato e tranquillo. Jade non poté fare a meno di notare i suoi lineamenti così dolci e delicati, gli posò distrattamente una mano su una guancia poi iniziò a spogliarlo per mettergli il camice.
‘Che spreco’ pensò la ragazza, lui era così bello e giovane e quel camice era così di cattivo auspicio, non era un buon segno essere ricoverato lì, la maggior delle persone lì dentro non sarebbero più uscite da quella clinica’ lei sperava vivamente che il ragazzo non sarebbe stato una di queste.
Iniziò lentamente a togliere i vestiti al ragazzo partendo dalle scarpe, poi il pantalone e infine la maglietta che scoprì il suo corpo magro e bianco.
Infine gli tolse il cappello che scoprì il taglio a scodella del ragazzo.
Gli infilò velocemente il lungo camice a gonna bianco a pallini blu e lo lasciò nel letto per tornare alla solita scrivania.



Spazio autrice:
bene bene bene giornata abbastanza sconvolgente per Jade, sia per il risveglio sia per il lavoro
ecco la "comparsa" che vi avevo accennato l'ultima volta.. come vi dicevo non è facile scrivere di Louis e della persone malate ma la mia mente ancora più malata di loro mi ha fatto venire questa ispirazione per cui.. spero vi piaccia c:
scusate se il capitolo è più corto questa volta ma siccoome non avevo molta ispirazione l'ho lasciato più breve del solito.. ma nel prossimo ci sarà una sorpresina e se ci saranno nuove recensioni potrei postarvelo anche prima di una settimana.. altrimenti posterò di nuovo domenica :3
una piccola cosa su Louis poi vi lascio in pace: anche se ha ventitré anni io nella storia lo immagino con i capelli a scodella come li aveva ad x-factor, così come immagino Niall(anche se non ve l'ho detto l'altra volta) con i denti storti(che a mio parere erano perfetti), poi decidete voi come immaginarli ma io li vedo così :3
ora vi lascio perchè non voglio annoiarvi troppo spero che vi piaccia la storia e che continuerete a seguirla.
poi se mi lasciate una piccola piccolissima recensione mi farebbe davvero tanto tanto piacere, anche solo per dirmi che seguite la storia e che vi piace, o per darmi dei consigli su come miglirare, accetto tutto tranne gli insulti c:
grazie mille di tutto <3
un bacio

                                                            -Hatchy_1D



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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



Capitolo 4





Da quando in ospedale era arrivato quel ragazzo tutto era cambiato, quando non aveva crisi si aggirava sempre per i corridoi allegro e spensierato ed entrava in tutte le stanze iniziando a chiacchierare animatamente e a ridere.
Attaccava bottone con chiunque, non riusciva a stare zitto per due minuti, ma era positivo, infatti dal suo arrivo tutti erano di buon umore e felici, persino la Moore dopo aver chiacchierato con lui sembrava meno scontrosa.
Quel giorno Jade era come sempre impegnata con le scartoffie alla scrivania gialla quando il ragazzo le si avvicinò iniziando a fissarla.
La mora alzò lo sguardo.
-Hai bisogno di qualcosa?-
-No no tranquilla. Certo che sono un bel mucchio di fogli eh.- sussurrò indicando le carte che Jade aveva in mano, la voce del ragazzo era squillante ma allo stesso tempo dolce e anche un po’ nasale.
-Eh già.. sono tanti i pazienti qui dentro- lui guardò prima le carte poi lei e infine di nuovo le carte.
-Allora.. come ti chiami? È quasi una settimana che sono qui eppure non so ancora il tuo nome-
-Jade- gli sorrise la ragazza.
-Jade, sembri molto giovane- affermò.
-Già ho ventitré anni, mi sono appena laureata in psichiatria-
-Oh capisco-fece una piccola pausa- Sai? hai la mia stessa età- le sorrise teneramente.
Lei annuì.
-Posso chiederti una cosa?- la mora annuì di nuovo in segno di consenso.
-Perché proprio psichiatria?- a quella domanda la ragazza si sentì alle strette, non sapeva esattamente che rispondere, cioè lo sapeva, ma forse se ne vergognava un po’ era strano per una ragazza di ventitré anni essere affascinata da certe cose, o almeno era quello che pensavano i suoi genitori.
-Perché mi piacciono le persone- arrossì violentemente mentre lo diceva- E sono curiosa, voglio riuscire a conoscere bene le persone con un solo sguardo, riuscire a capire come sono fatte e quali sono le croci che le perseguitano. Mi piace avere tutto sotto controllo con gli altri e non voglio “sorprese”-mimò le virgolette in aria alzando le spalle.
-Non capisco..- disse il ragazzo quasi stupito- Non è bello così, non c’è gusto, avere tutto sotto controllo è noioso. Sai sempre cosa succederà, cosa sta per succedere. La vita va vissuta ci si deve divertire e si deve accettare quello che succede anche se è una “sorpresa”- anche il ragazzo mimò le virgolette in aria- Sono proprio le sorprese a rendere più bella la vita, ti danno voglia di vivere e quel poco di adrenalina che serve per non farti stancare della solita e monotona routine- Jade annuì colpita, nessuno le aveva mai detto questo, nessuno aveva osato obbiettare alla sua spiegazione, nemmeno i suoi genitori, che avevano preferito cacciarla di casa quando lei aveva riferito i suoi piani per il futuro.
Improvvisamente il campanello squillò e forse per Jade era un bene, le parole del ragazzo l’avevano spiazzata e non sapeva proprio cosa rispondergli.
Guardò il quadro, il numero sei lampeggiava di rosso.
Lei sapeva benissimo che voleva dire.
-Scusa- disse rivolta verso il castano- Hey mi serve aiuto- gridò forte lungo il corridoio, la signora della sei era un caso molto particolare sapeva che da sola non ce l’avrebbe fatta, ma sapeva anche che se non fosse arrivata in tempo sarebbe stato peggio.
Nessuno si faceva vivo lungo il corridoio così la ragazza gridò di nuovo.
-C’è nessuno? Mi serve aiuto alla sei- intanto si avviò verso la stanza.
Sapeva che la donna della sei soffriva di disturbi di panico e non era facile calmarla, più passava il tempo e più peggiorava, le crisi raggiungevano il picco dopo dieci minuti e a volte duravano anche di più.
Ed si affacciò dal fondo del corridoio e la raggiunse correndo.
Intanto Jade era già entrata nella stanza della signora Clark.
La donna era distesa sul letto sudava, tremava, aveva le palpitazioni e si massaggiava il petto con la mano destra tremante, a primo impatto sembrava quasi un infarto ma sia lei che Ed sapevano benissimo che erano gli attacchi di panico a causarle questi sintomi.
I due non potevano fare nulla per fermarli se non cercare di tenere la donna ferma a letto, infatti, se si fosse alzata avrebbe potuto causare danni anche agli altri pazienti dato che era in uno stato di trans.
Jade afferrò il braccio sinistro della donna mentre Ed il destro, entrambi dovettero utilizzare una certa forza per riuscire a tenerla ancorata al letto.
Mentre opponeva resistenza alla donna la mora non poté fare a meno di pensare al motivo per cui era lì, era così sciocco per una malattia simile, ma allo stesso tempo così comprensibile.
Era stata abbandonata da suo marito, lui aveva chiesto la separazione dopo trentacinque anni di matrimonio e il distacco dall’uomo l’aveva portata a soffrire di questa malattia. Infatti è proprio questa una delle cause della patologia: la separazione da persone significative . Ma per fortuna non colpiva tutti, altrimenti se tutti coloro che si separavano dalle persone care soffrissero di questa malattia, nessuno sarebbe riuscito a resistere e gli ospedali ne sarebbero stati pieni.
Però la signora Clark era un caso a parte, normalmente le persone che soffrono di questa patologia non sono gravi e quindi per curarsi basta andare da uno psicologo, ma la donna aveva sviluppato questa malattia in modo diverso e più pesante quindi il figlio, ormai maggiorenne, aveva sentito la necessità di rinchiuderla in un ospedale psichiatrico perché la vedeva come una minaccia per lui e per le sue sorelle, o almeno così avevano detto i paramedici che l’avevano portata in clinica.
Il resto della giornata passò tranquillo per Jade tra le chiacchiere con i colleghi e con i pazienti e alla fine del turno tornò a casa distrutta.



Heylà!
perdonate il mio piccolo ritardo ma questi gorni sono occupatissima.. ho trovato tempo per aggiornare per puro miracolo ahahah
passiamo al capitolo.. ma quanto è tenero il nostro Tommo che chiacchiera con tutti? *-*
ora sta iniziando a fare amicizia con la nostra Jade :33
e poi la signora Clark.. la malattia che ha si chiama più precisamente  'Disturbo di panico senza agorafobia' se la volete cercare.. io spero di aver descritto bene i sintomi e che non ci siano errori, in caso contrario scusate e se volete potete contattarmi qui o su Twitter(sono @Dear_Lou) e dirmelo <3
ora scappo che vado davvero di corsa a domenica <3
grazie a tutti 
un bacio <3

                                                                                                                                                -Hatchy_1D

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



Capitolo 5

 


-Ciao- Jade alzò gli occhi dai soliti e noiosissimi fogli, ormai toccava sempre a lei occuparsi di quelle maledette scartoffie dato che era l’ultima arrivata e che per i corridoi non c’era mai nessuno.
-Ciao- sorrise al castano di fronte a lei.
-Di nuovo qui?- chiese lui divertito sorridendo.
Anche lei sorrise.
-Già.. è una noia assurda ma mi tocca farlo purtroppo- sbuffò.
-Che ne dici se rimango a farti compagnia?- la guardò.
-Certo.. così mi distrai un pochino, non ce la faccio davvero più- sbuffò la mora- Siediti pure lì- gli indicò la sedia alla sua destra.
-Grazie- disse cortesemente il ragazzo.
Jade aveva una domanda che le premeva da quando aveva parlato con il ragazzo due giorni prima, ma non sapeva se chiedergli o no ciò che le passava in testa.
Infine decise di utilizzare il “metodo” che il ragazzo aveva usato qualche giorno prima con lei.
-Posso farti una domanda?- chiese timidamente.
Lui la guardò inizialmente un po’ sorpreso dalla sua richiesta ma poi sorrise
-Certo-
-Tu che hai studiato? Se hai la mia età avrai di certo fatto un liceo e forse anche l’università- affermò sicura di se.
-Si, ho fatto il liceo classico e poi sono andato a studiare lettere, amo la poesia-
Jade rimase quasi interdetta dalla risposta del ragazzo, non se lo aspettava da un amante del brivido come lui.
-Wow- sospirò lei non sapendo che dire.
-Già, non lo avresti mai detto vero?- il ragazzo la colse di sorpresa, era come se leggesse nella sua mente- Effettivamente non sembra- continuò il ragazzo guardandola- Ma io sono molto ordinato e preciso, però, ho questo particolare.. amo il brivido, amo sentire l’adrenalina che mi scorre nelle vene, è così rilassante- sospirò allegramente.
Jade si lasciò uscire una piccola risatina che fece sorridere anche il ragazzo.
-Già.. non lo avrei mai detto- affermò la ragazza sorridendo e scrutandolo con i suoi occhi castani scurissimi.
Louis pensava che il sorriso della ragazza era davvero bellissimo, quando sorrideva aveva quella luce particolare negli occhi che illuminava tutto, lui poteva capire perfettamente che la ragazza amava il suo lavoro ed era anche abbastanza soddisfatta della sua vita. Le si leggeva negli occhi e inoltre si vedeva dall’impegno che metteva ogni volta che doveva fare qualcosa, anche semplicemente compilando i soliti noiosi fogli, lui era affascinato da questo lato della ragazza, non aveva mai visto nessuno così preso da ciò che faceva. Persino lui, per quanto amasse la poesia, non ci si dedicava così tanto, non credeva valesse la pena impegnarsi con anima e corpo per qualcosa, invece Jade dava tutta se stessa, sempre.
Gli veniva da chiedersi se la ragazza avesse o meno una vita sociale, un fidanzato o magari degli amici, gli faceva così strano immaginarla fuori dall’ospedale, con dei vestiti normali e non con il solito camice, a chiacchierare con persone vere, non malati mentali di prima categoria.
-Riesci a divertirti al di fuori del lavoro? Ti vedo molto presa- senza nemmeno rendersene conto si trovò a formulare la domanda che aveva in testa.
Louis maledisse mentalmente la sua lingua che non riusciva a fermarsi un momento, era sempre stato così lui e anche se a volte questo gli tornava utile in dei momenti si odiava con tutto se stesso perché aveva una capacità di parlare fuori dal normale, non si zittiva mai.
La mora alzò gli occhi dal foglio e ci pensò su un momento.
-Certo! Ogni tanto riesco anche a divertirmi, è solo che i turni qui sono molto duri e quindi non capita spessissimo, pensa proprio la settimana scorsa sono andata a ballare con Ed- la naturalezza con cui rispose sorprese anche Jade, gli aveva parlato come se lo conoscesse da una vita, con quel tono scherzoso ma allo stesso tempo limpido e tranquillo.
-Noo non ci credo- la prese in giro il castano- È impossibile, non ti ci vedo in discoteca-
-Ohh invece ci vado, e so anche divertirmi, non capisco perché la gente mi vede sempre come una seria e timida- rispose quasi arrabbiata la ragazza.
-Devo vederlo per crederci- ridacchiò il castano - Quando uscirò di qui mi concederai una serata in discoteca?-di nuovo Louis maledisse la sua lingua lunga ma le parole gli erano uscite da sole, era impossibile non provare simpatia per quella ragazza così dolce e gentile.
Jade era stupita dalla richiesta del ragazzo e si chiese se doveva considerarlo un appuntamento.
Poi ripensò a quello che le era venuto in mente il giorno in cui Louis era arrivato alla clinica: la maggior parte delle persone che entravano lì dentro non uscivano più. Quasi si rattristò al pensiero perché un po’ le dispiaceva non poter uscire con quel ragazzo così simpatico, ma non era mai detta l’ultima parola, alcuni riuscivano a guarire se avevano la convinzione e lo stimolo giusto.
-E va bene- annuì verso il ragazzo per confermargli la sua richiesta.
-Bene allora facciamo un patto: io mi impegno a uscire da qui il più presto possibile e quando sarò uscito tu mi concederai la serata in discoteca- Jade annuì sorridendogli.
-Bene io ora torno in camera, mi devo concentrare per riuscire a guarire, sai non bastano solo le medicine- disse allegramente facendole l’occhiolino.
Jade sorrise mentre lo guardava andarsene lungo il corridoio con le mani appoggiate sulle tempie e con aria pensierosa.
 
Era passata qualche ora dalla sua chiacchierata con Louis, il suo turno era appena finito e si stava cambiando quando il suo cellulare squillò.
Guardò lo schermo lampeggiare per poi leggere il nome impresso sopra.
-Ciao Puffo- salutò il suo migliore amico.
-Hey ti ho detto un milione di volte di non chiamarmi Puffo, comunque ciao-
Jade rise alla protesta dell’amico, chiamarlo così era più forte di lei non ci poteva fare nulla, lo chiamava così da quando in quinta elementare si era colorato la faccia di blu e si era messo un cappello rosso a punta dicendo che voleva essere Grande Puffo.
Sorrise a quel ricordo, era così buffo, i ricci che gli ricadevano sul viso erano diventati azzurri, il verde magnetico dei suoi occhi faceva contrasto con il quell’ azzurro così acceso e vivo e lo facevano sembrare quasi una creatura mistica.
-Quale onore! Come mai ti sei fatto sentire così presto?- la ragazza lo schernì con un tono da presa in giro. Erano rimasti d’accordo sul sentirsi ogni mese da quando lei se n’era andata, invece erano passate poco più di due settimane dall’ultima chiamata.
-Pensavo di venire a Londra la prossima settimana e volevo sapere se avevi una stanza in cui far dormire un povero puffo solo e abbandonato al suo destino- Jade sorrise per il modo in cui cercò di convincerla, riusciva sempre a convincere tutti, lui.
-Ma certo che ho una stanza per te! Quando pensi di arrivare?-
-Lunedì ti andrebbe bene?-
-Certo! Però vieni di pomeriggio che io il mattino lavoro-
-Va bene, avevo intenzione di partire verso le due per essere lì alle quattro-
-Perfetto!- annuì distrattamente anche se sapeva che il riccio non poteva vederla.
-Allora a lunedì, e preparati, ti farò passare delle nottate folli-
-Certo! A guardare la tv vero?- lo prese in giro la mora.
-Ovvio- rise il ragazzo.
-A lunedì, ciao Hazz- anche lei sorrise.
Uscì dallo spogliatoio e stava per andarsene quando si soffermò davanti ad una stanza per vedere una scena tenerissima.
Louis era di fianco al letto di una paziente di circa sessantacinque anni, probabilmente ci si era intrufolato per chiacchierare un po’.
Lei continuava a chiedergli di sposarla e lui continuava a dirle cha appena sarebbero usciti da lì l’avrebbe sposata subito mentre le accarezzava dolcemente i capelli bianchi e secchi e le sorrideva allegramente.
 Andando via non riuscì a non pensare alla dolcezza infinita di quel ragazzo.




Sssalve(?)
scusatemi per il ritardo ma sono stata malissimo, non avevo nemmeno la forza di aggiornare nonostante avessi qualche capitolo già pronto .-.
allora che ne dite di questo capitolo? 
devo ammettere che l'ultima scena l'ho amata con tutta me stessa mentre la scrivevo, non so ancora come mi sia venuta in mente ma già si sa che il nostro Tommo è sempre dolcissimo *w*
coomunque.. Louis e Jade si stanno conoscendo meglio e qui si fa vivo anche Hazz, il migliore amico di Jade e poi.. Lo scoprirete solo vivendo(?) u.u
come avete visto ho cambiato font.. non so perchè ma mi piace di più, spero piaccia anche a voi, fatemi sapere ((:
ora io scappo che mi sto ancora riprendendo.. solo io posso prendere il virus ad agosto -.-'
mi lasciate una piccola recensione? Vi prego *fagliocchidolci*
grazie per essere arrivati fin  qui <3
un bacio <3

                                                                                                                                 -Hatchy_1D

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 

Era domenica pomeriggio e Jade non aveva la più pallida idea di cosa fare, di solito rimaneva in casa a guardare un film dato che il lavoro la sfiniva completamente ma quel giorno non era stanca per niente e aveva voglia di uscire.
Ora il dilemma era su dove andare, ha sempre amato fare shopping ma era da molto che non lo faceva per cui le era passata un po’ la voglia, però decise comunque di andare.
Si vestì prese il portafogli la borsa e uscì di casa.
Iniziò a girare per le vie di Londra osservando le vetrine dei vari negozi.
Pensò che era il caso di comprare un paio di vestitini tanto Harry l’avrebbe sicuramente costretta ad andare a ballare con lui una delle sere in cui non doveva lavorare.
Su una vetrina notò un vestitino, era blu notte molto aderente e con una grande cintura beige in vita.
Entrò nel negozio decisa a provarlo.
Il vestito aderiva perfettamente al suo corpo magro, le arrivava sei o sette centimetri sotto il sedere, per quanto riguarda la parte sopra le spalline larghe della canottiera le cingevano perfettamente le spalle. Infilò la grande cintura beige e pensò che era perfetta con quel vestito, inoltre, ironia della sorte, si sarebbe abbinata perfettamente alle decolté beige che aveva comprato l’estate prima per andare al matrimonio di sua zia, ma che aveva utilizzato solamente in quell’occasione dato che non si abbinavano con altri vestiti.
Uscì dal negozio soddisfatta del suo acquisto e iniziò a prenderci gusto, entrò in diversi negozi dove comprò alcune magliette e qualche paio di jeans.
Senza nemmeno accorgersene si erano fatte le otto così si fermò in una pizzeria per cenare.
Finita la cena decise di andare a fare un giro, era tanto che non vedeva Londra al tramonto. L’ultima volta era stato circa due mesi prima quando si era sentita poco bene a lavoro e aveva dovuto tornare a casa prima.
Solo in quel momento si rese conto, forse per la prima volta, di quanto la legava il suo lavoro, non poteva fare nulla, la occupava completamente e anche se aveva mezza giornata libera la passava spesso sul divano stanca o a riposarsi a causa del duro lavoro che la aspettava dopo, quando avrebbe iniziato il turno.
Forse per la prima volta questa cosa le pesava un po’, aveva ventitré anni, i ragazzi le ragazze della sua età passavano il tempo a divertirsi e vivevano ancora con i propri genitori che li mantenevano, invece lei doveva lavorare per mantenersi.
Però infondo non le dispiaceva poi così tanto, insomma faceva il lavoro che aveva sempre voluto fare e poteva fare ciò che voleva quando non lavorava , che chiedeva di più?
Sorrise a quel pensiero.
Non era poi così difficile la sua vita.
 
Il lunedì mattina le piombò addosso come un secchio di acqua gelida.
La solita monotona e noiosa sveglia suonò e come di routine Jade si preparò e andò in ospedale.
Quel giorno il clima era particolarmente sereno, già appena entrata i fischiettii spensierati dei suoi colleghi le fecero capire che sarebbe stata una mattinata tranquilla.
Lana arrivò di corsa salendo le scale e affiancandola.
-Buongiorno ritardataria- la mora guardò la sua collega divertita.
-Buongiorno, scusami il ritardo ma stamattina mio figlio mi ha fatta impazzire- dichiarò la donna sospirando- Non gli andava bene nulla per colazione ‘Le uova no! sono troppo pesanti. Ma come ci pensi?’- imitò la voce del figlio facendola ridere. E poi ancora –‘Marmellata? Bleah che schifo’ ‘Burro? È troppo pesante e grasso’- Jade rise divertita dalle imitazioni della sua collega.
-Ahh che pazienza con questi figli- la prese in giro la mora.
-Puoi dirlo forte. Goditelo finché puoi questo momento di libertà.-
-Ma come? Non dicevano che i figli erano regalo più bello della vita?-
-Si, lo sono ma non quando a ventidue anni si comportano come bimbi di quattro-
Jade scoppiò di nuovo a ridere.
In quel momento passò davanti a loro Louis, era appena uscito da una stanza vicina alla sua.
Probabilmente sarà andato a chiacchierare. Sorrise al pensiero.
-Hey moretta- il castano la salutò con un gesto scherzoso della mano squadrandola da capo a piedi per osservare i suoi vestiti quasi anormali per lui che era abituato a vederla sempre con la divisa. Da quando le dava tutta quella confidenza? Quel giorno doveva essere particolarmente felice.
Lei lo salutò con un cenno della mano.
-Hey ho sentito che ti sposi, congratulazioni!- lo prese in giro scherzosamente ma allo stesso tempo intenerita.
-Già.. hai visto? Sono qui da poco più di una settimana e già faccio conquiste- sorrise fiero di se stesso.
Jade scoppiò a ridere scuotendo la testa poi si avviò con l’amica a cambiarsi.
Entrate in camerino Lana iniziò subito con il terzo grado.
-Allora? Tu e lui?- la guardò maliziosa.
-Io e lui cosa? L’altro giorno ha attaccato bottone come al suo solito e ora mi ha salutata che c’è di male?
-Niente- la squadrò con sguardo innocente- Ma che è questa storia che si sposa?-
Jade sorrise.
-No, nulla è che l’altro giorno è entrato nella stanza di Amber, quella della dieci, per attaccare bottone e ha fatto colpo. Lei continuava a chiedergli di sposarla e lui le ripeteva che appena sarebbero usciti di lì l’avrebbe sicuramente sposata- Lana la guardò intenerita dal racconto.
-Certo che è proprio dolce quel ragazzo- affermò- E poi- la guardò maliziosa- Hai visto che culo? Quello fa concorrenza a Brad Pitt- Jade scoppiò a ridere, le diede uno schiaffetto sulla schiena in modo scherzoso e si avviò lungo il corridoi per portare la colazione ai pazienti.




Sssalve!
eccomi qui con un nuovo capitolo.. ho taante cose da dirvi oggi D:
Iniziamo con il capitolo, so che è un po' noioso ma all'inizio è così, vi prometto che più avanti andrà meglio.. 
soprattutto la parte finale non è un granchè però.. come non dare ragione a Lana? ahahah no ok la smetto :3 come paragone ho messo Brad Pitt, in realtà volevo mettere Belen(lol) ma poi ho considerato che forse in inghilterra non tutti la conoscono quindi ho lasciato perdere 
mi rendo conto(solo ora lo so ma abbiate pietà del mio cervellino vuoto) che forse i capitoli sono un po' corti però ormai li avevo scritti e non potevo cambiare, ma quelli nuovi che so scrivendo li ho allungati un po' quindi dal prossimo si allungheranno un pochino spero che vi farà piacere c:
nel prossimo capitolo ci sarà una nuova comparsa ouo Chi sarà mai? Lo scoprirete nella prossima puntata yeee 
no davvero ora la smetto anche perchè ho finito per vostra fortuna <3
recensite e fatemi sapere, accetto anche critiche o consigli <3
un bacio <3

                                                                                        -Hatchy_1D

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***



Capitolo 7





Non era passata nemmeno mezza mattinata di lavoro che Jade era già stanca di stare chiusa in quel posto.
Le ore sembravano non passare mai, le scartoffie erano infinite e nessuno dei pazienti aveva avuto bisogno di lei nemmeno per fare una chiacchierata.
Jade non vedeva l’ora che finisse quella tortura, amava il suo lavoro ma in giorni come quelli era davvero troppo lungo e snervante, inoltre era anche molto in ansia per l’arrivo dell’amico. Non lo vedeva da tre anni, da quando era andata via da Holmes Chapel e anche se si sentivano per telefono non era la stessa cosa.
Le mancava davvero tanto.
-Mi scusi- i suoi pensieri vennero interrotti da una voce maschile.
Alzò lo sguardo dalla cartella che stava esaminando e i suoi occhi si posarono su un ragazzo, avrà avuto si e no ventuno anni, capelli castano scuro quasi neri, occhi di un marrone indefinito, un misto tra un color ambra e un marrone chiaro, poco più alto di lei solo a causa dei capelli che erano alzati in un ciuffo, frutto di una buona mezz’oretta passata davanti allo specchio con il gel.
-Mi dica- chiese gentilmente Jade al ragazzo scrutandolo.
La luce gialla del corridoio accesa a causa del forte temporale che era scoppiato un ora prima lo illuminava per metà rendendo la sua pelle più chiara di quello che era realmente.
-Cercavo la stanza della signora Malik- Jade lo guardò perplessa, da quanto ricordava non avevano nessun paziente che corrispondesse a quel nome però per sicurezza controllò il registro per poi alzare di nuovo la testa verso il ragazzo.
-Mi dispiace ma non abbiamo nessuno che corrisponde a questo nome-
-Oh mi scusi è l’abitudine, volevo dire la signora Clark- Jade annuì.
-Tu dovresti essere il figlio giusto?-
-Si, sono Zayn- le porse la mano che la ragazza afferrò gentilmente.
-Tua madre parla spesso di te e delle tue sorelle- gli sorrise cortesemente la ragazza.
Arrivati alla stanza lo lasciò entrare annunciandolo alla donna che lo guardò felice continuando a chiamare il suo nome.
Da quando lavorava lì dentro non l’aveva mai vista così felice, ma non c’era da biasimarla, era un posto così triste quello.
Jade lasciò i due a chiacchierare animatamente e tornò al suo lavoro.
 
La mattina era risultata più noiosa del previsto, Lana era stata mandata al piano di sopra a dare una mano così non avevano nemmeno potuto chiacchierare per ammazzare il tempo, ma per fortuna la tortura era finita ed erano quasi le quattro.
Harry sarebbe arrivato a minuti e Jade stava sistemando le ultime cose dopo aver rifatto il letto del riccio.
Il campanello del suo appartamento suonò e lei si precipitò ad aprire.
Guardò il riccio di fronte a se e rimase sbalordita da quanto era cresciuto.
Se prima era alto solo un metro e settanta ora aveva di certo superato il metro e ottanta e i suoi boccoli precisi e ordinati erano diventati un ammasso indecifrabile di capelli.
Anche Harry rimase colpito dai cambiamenti dell’amica: era dimagrita ancora di più e i suoi capelli che prima le arrivavano sulle spalle ora si erano allungati e le arrivavano a metà schiena, aveva un aria felice  e spensierata anche se lievemente stanca. Non riuscì a fare a meno di pensare che la sua vita le doveva dare molte soddisfazioni per essere così tranquilla e fu felice per lei.
Jade abbracciò stretto il riccio che ricambiò e poi gli fece cenno di entrare.
Harry rimase stupito anche dalla casa, non era grande come quella dei suoi genitori a Holmes Chapel, anzi era solo un appartamentino ma era arredato davvero molto bene e aveva anche abbastanza spazio, rimase colpito in particolare dalla sua stanza, la vista era stupenda, da lontano si vedevano il Big Ben e la ruota panoramica e inoltre era una stanza molto grande e spaziosa con tanto di bagno al suo interno.
-Hey Jade- raggiunse la mora in salotto mentre guardava la tv –Domani mattina lavori?-lei spostò lo sguardo dalla tv al ragazzo che la guardava speranzosa.
-No, lavoro domani pomeriggio-
-Perfetto!- battè le mani il riccio- Allora stasera possiamo andare a ballare. Sono mesi che non entro in una discoteca!-  Jade stava quasi per chiedergli di rimandare ma poi pensò che forse non ci sarebbe stato nulla di male tanto il giorno dopo avrebbe lavorato di pomeriggio.
-Che c’è sei in astinenza Puffo Blu?- rise divertita.
-Taci e pensa per te- disse il ragazzo soddisfatto della sua risposta.
-Uhh ma come siamo trasgressivi oggi, sei proprio cattivo dentro- rispose a tono Jade prendendosi gioco dell’amico.
-Dove posso farmi una doccia?- chiese invece lui evitando di rispondere alla mora.
-Nel bagno in camera tua!- lei lo guardò sorridente.
-Bene, a che ora si parte qui per andare a ballare?-
-Harry siamo a Londra non a Narnia, ci sono gli stessi orari che abbiamo noi a Holmes Chapel, sai siamo a sole due ore di macchina da qui!-
-Bene allora fatti trovare pronta per le dieci e venti- lei annuì da brava bimba.
-Tu invece fatti trovare pronto per le otto, sei fortunato visto che è il tuo primo giorno qui ti faccio mangiare una pizza al posto del pesce che avevo per cena- sorrise guardando la faccia disgustata dell’amico alla parola “pesce” poi lui sparì per il corridoio.
 
Jade era pronta per andare a cena ma come al solito il riccio non usciva dalla sua stanza.
-Dai Hazz muoviti guarda che ci danno via il tavolo- sbuffò la mora.
-Eccomi, un minuto e ho fatto-
-Va bene- sbuffò.
Dopo dieci minuti finalmente il riccio si decise ad uscire, aveva indossato dei pantaloni neri aderenti e una maglietta bianca larga. Anche il suo stile era decisamente cambiato.
-Ma perché prenoti in una pizzeria ? io non capisco..- sbuffò il riccio.
-Hazz non siamo a Holmes Chapel, qui le pizzerie sono affollatissime e se non prenoti almeno due giorni prima nono trovi nemmeno un posto- lui sbuffò di nuovo.
Ma sapeva solo lamentarsi quel ragazzo?
-Hazz smettila di lamentarti e sali in macchina- lo rimproverò Jade.
Lei aveva una macchina ma andava a lavorare in autobus perché le rimaneva molto più semplice, con l’auto avrebbe trovato difficoltà nel parcheggiare invece l’autobus la lasciava a pochi metri dall’entrata dell’ospedale, era perfetto, senza contare che risparmiava molto anche in benzina.
Finito di cenare si avviarono all’auto e tornarono a casa.
Erano le nove e trenta e Jade si stava iniziando a preparare quando il riccio entrò nella sua stanza con una faccia pallida e triste.
-Hey che ti è successo? Sembra ti sia passato sopra un autobus- il riccio sorrise lievemente.
-Non mi sento bene- sussurrò con voce debole- Credo che mi abbia fatto male qualcosa che ho mangiato oggi a cena-
-Allora per stasera rimaniamo a casa dai, andremo un altro giorno a ballare- lui annuì dispiaciuto mantenendosi una mano sulla pancia.
Era così tenero.
Jade provava un enorme senso materno per quel ricciolino, forse perché fino a tre anni prima era più piccolo di lei anche di statura e sembrava quasi un nanetto. Lei lo aveva sempre considerato come un fratello minore.
Si tolse il mascara che aveva messo poi andò in salotto.
Harry era disteso sul divano e guardava spongebob.
La mora si sedette ai suoi piedi e lui la osservò per un nanosecondo per poi ritornare a guardare la tv.
Pochi minuti dopo si addormentò lì sul divano, in fondo aveva avuto una giornata davvero pesante ed era davvero sfinita.
Harry la osservò dormire per qualche minuto poi le posò un dolce bacio sulla fronte e la portò a letto coprendola con la coperta.
 
La mattina dopo Jade si risvegliò nel suo letto e non aveva la più pallida idea di come ci fosse finita.
Si alzò e iniziò a preparare la colazione.
-Buongiorno!- Harry le circondò la vita con le mani da dietro per poi stamparle un tenero bacio sulla guancia.
Erano sempre stati così loro, erano molto intimi,parlavano di tutto si coccolavano tantissimo, si volevano un bene dell’anima. Proprio come due fratelli, e proprio come due fratelli bisticciavano anche.
-Che prepari di buono?-
-Io ho appena mangiato una brioche, per te invece sto preparando i Pan Cakes.
-Mmm invitante la colazione- lei sorrise facendolo accomodare al piccolo piano bar in legno della cucina.
-Hazz attento ai fiori- si lamentò lei notando che il riccio aveva poggiato un gomito su un ramo delle violette che ricadevano dal vaso di vetro sopra il ripiano.
Lui alzò il gomito per un paio di secondi poi scrollò le spalle e si rimise nella posizione di poco prima allora Jade si avvicinò a lui minacciosa alzandogli il gomito. A quel punto lui la spinse a se facendola sedere sulle sue gambe e iniziò a spupazzarsela per bene.
Quando il riccio finì la sua colazione andarono a fare un giro per Londra, pranzarono e la mora andò a lavorare.




Heylà!
Eccomi di nuovo anche se con un giorno di ritardo.. scusate ma ho avuto delle giornate davvero intense çç
scusate anche per il modo in cui è finita ma non potevo contnuare, continuerò nel prossimo perchè ci sarà un enorme colpo di scena ouo
Ecco un nuovo capitolo più lungo e con due nuovi personaggi.. uno è il nostro Hazz e l'altro è il nostro pachistano che si scopre essere il figlio della signora del capitolo quattro.. centrerà qualcosa nella storia o farà solo qualche comparsa? voi che ne pensate? :3
scusatemi ma vado davvero di corsa spero di riuscire ad aggiornare domenica ma purtroppo i capitoli che mi ero anticipata sono finiti, ho già pronta la prima parte del prossimo ma devo finire a scriverla perciò non so se ci riesco :/
spero a presto <3
un bacio 

                                                                                            -Hatchy_1D

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 

Erano passati quattro giorni da quando Harry era arrivato a Londra e si era preso una bella febbre così Jade quando non era in clinica doveva occuparsi di lui.
Quel giorno il riccio si sentiva meglio e Jade era andata a lavorare più tranquilla.
-Ciao bella mora- Louis le si avvicinò con la sua solita aria  felice facendola sorridere.
Chiacchieravano quasi ogni giorno e stavano imparando a conoscersi, a dir la verità non avrebbero dovuto farlo dato che poi sarebbe stata troppo coinvolta emotivamente se fosse successo qualcosa al castano, ma non riusciva a staccarsi da quegli occhi azzurro cielo sempre allegri e sorridenti.
-Hey Tommo fai il solito giretto?- chiese scherzosamente lei.
-Si, sai tra un po’ mi sposo e dopo dovrò stare con la mia mogliettina- entrambi risero.
Il cellulare di Jade squillò e lei rispose sotto lo sguardo vigile del castano.
-Amicaaa- ammiccò il riccio dall’altra parte del telefono con voce da ruffiano.
-Hazz qualsiasi cosa tu voglia chiedermi è no sappilo-
-Dai perfavore perfavore andiamo a ballare stasera? Ne ho una gran voglia-
-Harry ti ho già detto di no. Io arrivo a casa alle dieci- protestò la mora.
-Appunto, torni a casa, ti prepari e andiamo-
-Harry no, sono troppo stanca-
-Non puoi prendere due ore? Ti prego- supplicò il ragazzo.
-Harry sono comunque stanca- Jade iniziò a spazientirsi, possibile ch era sempre così testardo!
-Dai ti prego-
-Più tardi ti chiamo e ti faccio sapere- sbuffò la mora dando un’occhiata lungo il corridoio.
-Va bene a dopo- anche il riccio sbuffò per poi riattaccare.
Louis la guardò interrogativo ma allo stesso tempo divertito.
Jade gli gettò un’occhiata esasperata per poi sussurrare un ‘ahh migliori amici’ scuotendo la testa che fece ridere Louis.
 
Jade entrò nell’ufficio della Moore.
-Buon pomeriggio signorina Moore- Jade ha sempre odiato fare queste cose, poi la Moore gliele rendeva ancora più difficili.
-Signorina Taylor, qual buon vento?-
-Senta volevo chiederle se poteva darmi due ore oggi, dalle otto fino alla fine del turno alle dieci-
-E a cosa le servirebbero mi dica- la donna la osservò con aria critica spostando gli occhiali neri verso la punta del naso.
-Cose personali- si affrettò a dirle.
-Non saprei, sa che non mi piacciono queste cose- la rimproverò.
-Non piacciono nemmeno a me, mi creda, ma devo chiederglielo- la donna annuì osservandola attentamente.
-Non so- Jade doveva trovare qualche modo per convincerla.
Poi le venne l’idea.
-Senta ho delle ferie arretrate io, se vuole può togliermi due ore da quelle- la Moore adorava togliere le ferie alla gente. La faceva sentire potente.
La donna si strinse nelle spalle.
-Certo che devi tenerci davvero molto a queste due ore- disse severa mentre la mora annuì.
Le sembrava un po’ egoista lasciare il lavoro per andare a ballare ma in fondo erano sei mesi che lavorava ininterrottamente, anzi, quando poteva faceva anche dei turni extra per non rimanere a casa da sola.
-E va bene, alle sette darà la cena ai pazienti poi se ne potrà andare, ora le firmo il permesso-
-La ringrazio- sorrise la mora mentre la donna davanti a lei iniziava a firmare un foglio.
Una volta finito uscì dalla stanza per poi tornare al piano di sotto.
Verso le sette iniziò a girare per le stanze distribuendo la cena ai vari pazienti.
-Hey che è tutta questa felicità?- il castano restò stupito vedendola entrare nella sua stanza canticchiando.
-Così- alzò le spalle Jade.
-Centra per caso quell’Hazz di oggi?- chiese curioso.
-No, cioè si ma sono felice perché mi ha convinta ad andare a ballare con lui-
-E tu non volevi?-
-No, devo lavorare però mi ha convinta a prendere un paio d’ore-
-Quindi te ne vai?- chiese facendo il labbruccio e invitandola a sedersi sul letto al suo fianco.
-Si alle otto- sorrise la mora.
-Allora mi permetti di darti la buonanotte ora?- Jade aggrottò la fronte, non le aveva mai dato la buonanotte lui.
Senza aspettare un suo gesto di approvazione il castano le si avvicinò sovrastandola con la sua altezza e premendo le sue labbra su quelle della mora in un casto bacio a stampo.
Lei era stupita e indignata da quel contatto. Era forse impazzito? Se qualcuno li avesse visti? Non voleva che i suoi colleghi pensassero male di lei.
Subito si allontanò da lui.
-Buona cena- si allontanò velocemente dalla stanza mentre il moro si avvicinava alla sua cena soddisfatto del suo gesto.
 
Velocemente arrivarono le otto, Louis era per il corridoio a chiacchierare con un infermiere, Jade invece si diresse verso la stanza per cambiarsi.
Indossò i suoi jeans, la sua maglietta e le scarpe per poi uscire.
Davanti alla porta c’era Louis.
-Buon divertimento per stasera- le sorrise allegramente per poi fare un cenno con la mano a cui la mora rispose con un sorriso imbarazzato. Non poteva fare finta di niente.
 
Appena rientrata a casa il riccio le saltò addosso tutto profumato, segno che si era fatto finalmente la doccia, per la felicità di Jade.
-Allora andiamo?-
-Si-
-Graziegraziegrazie ti adoro- disse iniziando a baciarle le guance.
-Smettila di fare il ruffiano e fammi cenare altrimenti cambio idea- lo minacciò la ragazza.
A quelle parole Harry si immobilizzò per poi andare a sedersi sul divano mentre la mora si avviò in cucina.
Dopo una bella doccia iniziò a truccarsi per poi infilare il vestito blu aderente che si era comprata qualche giorno prima.
-Wooow sei una bomba stasera- esclamò il riccio vedendola.
Lei sorrise soddisfatta.
-Andiamo?- chiese poi impaziente.
 Jade pensò che era davvero lunatico il suo amico.
Arrivati davanti al locale Harry rimase stupito dalla sua maestria, era davvero grandissimo e inoltre il terrazzo dietro al locale era adornato da moltissimi vasi di fiori che rendevano tutto più chic. Ad Holmes Chapel i locali davano tutti sulla strada ed erano molto informali visto che era solo un piccolo paesino.
Il locale all’interno era davvero grande, molto diverso da quello in cui Jade era andata con Ed.
I due puntarono subito verso il bancone ordinando qualcosa da bere, era il loro rituale: appena arrivati bevevano un bicchiere per dare il via al divertimento per poi rimanere sobri per il resto della serata. Jade prendeva sempre rum e cola, Harry un Bloody Mary.
Ogni volta Jade si domandava come faceva il suo amico a bere quel liquido rossastro così simile al sangue, lei era a contatto tutti i giorni con il sangue e non riusciva quasi nemmeno a vederlo, figuriamoci bere quel liquido così strano.
Dopo aver bevuto i loro drink i due si buttarono in pista, prima insieme poi ognuno per conto proprio.
Jade iniziò a ballare con un ragazzo dagli occhi azzurri e capelli neri davvero carino, lui le cingeva la vita con le sue braccia mentre lei aveva poggiato le sue mani sul petto del moro. Ormai c’era, valeva la pena divertirsi.
Buttò un occhio su Harry che ballava poco più in là con una biondina tutta rifatta.
Jade alzò le spalle. Se a lui piacevano così le ragazze era libero di fare ciò che voleva.
Dopo un’oretta buona circa che ballava si allontanò dalla mischia.
Jade ha sempre amato ballare, è sempre stato il suo punto di sfogo insieme alla corsa.
Si appoggiò ad uno dei divanetti posti in un’ area più tranquilla del locale. Dopo dieci minuti di riposo si alzò per tornare in pista senza dare ascolto ai piedi doloranti. Mentre si avviava due braccia forti le cinsero la vita mentre qualcuno le si avvicinava all’orecchio.
-Finalmente ti ho trovata- le sussurrò all’orecchio il ragazzo dietro di lei- Sai ti ho cercata molto ma tu non ti facevi vedere- sussurrò malizioso.
Jade si girò verso di lui, una chioma bionda e due occhioni azzurri comparirono davanti ai suoi occhi. Riconobbe subito il biondino che ci aveva provato con lei quando era uscita con Ed.
-Allora balli con me?- le sussurrò. La mora alzò le spalle per poi annuire, infondo per un ballo non sarebbe successo nulla.
Iniziarono a muoversi lentamente senza dare ascolto alla musica che era tutt’altro che lenta poi il biondo la afferrò per una mano portandola nella terrazza.
Lì la musica si andava affievolendo e sembrava quasi di stare sott’acqua dallo strano suono ovattato che accompagnava la musica.
-Allora Jade- sussurrò il biondo alla sua orecchia destra- Dove mi eri finita?-
-I-Io dovevo lavorare- ora perché balbettava? Non le era mai capitato prima ma forse quel ragazzo la spaventava un po’.
Il biondo le prese prepotentemente il polso per poi appoggiare violentemente la sua bocca su quella di Jade chiedendo poi accesso con la lingua sui suoi denti ma la mora lo allontanò immediatamente. Insomma, due baci in un giorno erano davvero troppo per lei.
Inoltre si sentiva in colpa nei confronti di Louis. Che poi perché doveva sentirsi in colpa? Era stato lui a baciarla anche se lei non lo voleva. Proprio come il biondo. Però il bacio del castano le aveva fatto un effetto davvero strano, le era forse piaciuto? No, no era impossibile. Non poteva esserle piaciuto lei era la sua infermiera.
Il biondo di fronte a lei strinse ancora di più la presa sul suo polso e la baciò di nuovo e questa  volta riuscì anche ad avere accesso alla sua bocca, ma non perché la mora lo volesse: lui l’aveva colta di sorpresa, era distratta. Louis si era rubato i suoi pensieri e la sua concentrazione.
Finalmente la mora riuscì ad allontanare il biondo iniziando a correre per rientrare all’interno del locale ma prima che oltrepassasse la soglia della porta potè benissimo sentire Niall gridarle un ‘Non è finita qui, tu ora sei mia’ che le fece salire i brividi sulla schiena.
Arrivò di corsa di fronte al suo migliore amico costringendolo a tornare a casa con lei.
Durante il tragitto gli raccontò dell’accaduto poi passarono il resto della notte a  guardare un film.
Ma Jade non si sentiva bene, aveva un brutto presentimento, un peso allo stomaco che minacciava di non andarsene. Non le era piaciuto affatto ciò che il biondo le aveva detto e non prometteva nulla di buono.





Ssalve(?)
ok ammetto che in realtà non volevo aggiornare oggi ma non vedevo l'ora di farlo perchè questo capitolo è pieno zeppo di novità e perchè ci ho messo anni a scriverlo e perfezionarlo, perciò amatemi u.u
da questo capitolo si inizia un pochino a capire meglio la storia.. che farà il biondo? Ho in mente un idea davvero diabolica puahahah
mm Louis che bacia Jade.. ve la aspettavate? 
Niall mi spaventa un pochino.. lo so sono io a scrivere ma ehy sono facilmente suscettible io sa! No ora la smetto scusate ^^
allora che ne pensate del capitolo?
e soprattutto che "coppia"(se così li possiamo definire..) vi piace di più?
vi piacciono di più Jouis(grazie alla mia amica Rò per il nome <3) o Jiall(o preferite Nade?) come bromance? Recensite su sono curiosa :3
passiamo al prossimo aggiornamento.. già vi avverto che sarà difficile perchè con la scuola che sta per cominciare purtroppo ho un mucchio di compiti arretrati e quindi non ho mai tempo di scrivere, poi per vostra sfortuna ho finito i capitoli che mi ero anticipata però vi prometto che ce la metterò tutta.
Bene spero che mi lascerete alcune recensioni. Le aspetterò con ansia <3
un bacio <3
                                                                     -Hatchy_1D

 
 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


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Capitolo 9




-Allora quando mi porterai a vedere l’ospedale dove lavori?- domandò il riccio osservando la mora mentre si vestiva.
-Non lo so Hazz, forse mai. È un ospedale non un ufficio e a volte è anche pericoloso stare lì, inoltre ci sono tante realtà diverse e non credo saresti pronto a scoprirle-
-E dai Jade non sono più un bambino ho venti anni ormai-
-Lo so Hazz ma non è davvero il caso- il riccio congiunse le mani a mò di preghiera.
-Dai ti prego-
-Hazz ti ho detto di no-
-Per favore- Jade sbuffò, quando voleva sapeva davvero rompere le scatole alla gente.
-Vedremo- sussurrò piano piano facendolo esultare.
-Grazie ti voglio bene- la abbracciò.
-Non ho ancora detto si- rispose fredda la mora per poi uscire dalla sua stanza prendere la borsa e andarsene.
Doveva passare a fare la spesa poi alle due iniziava il turno di pomeriggio.
Stava riflettendo sulla richiesta del suo migliore amico ma pensò che quella non era proprio giornata per portarlo in clinica. Louis le avrebbe sicuramente accennato del bacio e se il riccio fosse stato presente l’avrebbe riempita di domande.
Pensò che avrebbe potuto portarlo il giorno dopo, magari avrebbe rallegrato ancora di più le persone la visita di un estraneo.
Contrariamente a quanto credevano tutti le visite rallegravano i pazienti e li rendevano più tranquilli.
Si diresse verso il solito supermarket e acquistò il necessario per cucinare il pranzo.
Appena rientrata a casa il riccio la tartassò di domande così Jade dovette confermagli che il giorno dopo lo avrebbe portato con se in clinica, poi incontrava bene dato che la Moore aveva il turno opposto al suo.
Il riccio saltellava felice per casa mentre Jade iniziò a preparare il pranzo.
Alle due se ne andò dopo aver lasciato a Harry qualche piatto da lavare e si avviò alla fermata dell’autobus.
-Uhuh chi si rivede- una voce, quella voce. La voce dall’accento strano del biondo la invase e lei si girò verso di lui spaventata .
Aveva un sorriso idiota stampato in viso e solo in quel momento, alla luce del giorno si accorse che nei denti aveva un apparecchio trasparente e abbastanza costoso. Nei due locali in cui lo aveva incontrato non ci aveva mai fatto caso ma probabilmente era perché lì c'era parecchio buio.
Il suo autobus arrivò così si affrettò a salire ma il biondo la seguì e si sedette proprio di fronte a lei. Per tutto il tragitto continuò a mandarle della occhiate strane e accusatorie.
Scese con lei alla sua fermata ma poi lo perse di vista tra le strade affollate del centro.
Però non sapeva che in realtà lui le era sempre dietro.
Si affrettò ad entrare in ospedale per poi cambiarsi nel solito stanzino.
Stranamente Louis non era in giro per le stanze o per il corridoio.
Chiese al suo collega se era stato dimesso, in fondo era da quasi due settimane che non aveva crisi.
Lui le rispose che in mattinata aveva avuto una crisi davvero brutta e ora era nella sua stanza a riposare. Le disse pure che per tutto il tempo della crisi aveva chiamato il suo nome e lui e Ed volevano chiamarla nella speranza che lo avrebbe calmato un po’ ma poi avevano deciso di non farlo.
Jade era stupita. Davvero aveva chiamato il suo nome? Non sapeva se era una cosa bella o brutta. Insomma era pur sempre un suo paziente
Si avvicinò alla sua stanza.
Entrò con cautela. Il castano era steso nel letto e aveva una flebo attaccata al braccio destro.
Si avvicinò con calma e lui si voltò verso Jade sorridendole debolmente.
-Va meglio?- domandò con dolcezza.
Lui annuì piano.
-Ti sei divertita ieri sera?- quasi sussurrava.
-Si- sorrise.
-Mi dispiace- sussurrò poi affranto.
-Di cosa? Chiese curiosa Jade. Proprio non capiva cosa lo tormentasse.
-Non ci sono riuscito- disse quasi facendosi scappare una lacrima.
-A fare cosa?-
-A guarire, ti avevo promesso che mi sarei concentrato ma non ci sono riuscito, ieri ho perso la concentrazione e ho avuto una crisi- Jade sospirò intenerita.
-Ma non è colpa tua- gli poggiò delicatamente la mano sulla guancia e il castano chiuse gli occhi a quel contatto –Louis queste crisi non dipendono da te- quasi lo riprese, possibile che non lo capiva?
-Lo so ma concentrandomi sono stato due settimane senza avere crisi, se non perdevo la concentrazione magari riuscivo anche a uscire da qui e potevamo andare a ballare come ti avevo promesso-
Jade scosse la testa.
-No, Louis non dipende da te. Mi dispiace dirtelo ma anche se ti concentravi le crisi potevano tornare, non dico che la concentrazione non ha influito dico solo che anche se ti avessimo dimesso prima o poi ti sarebbero tornate- Jade disse l’ultima parte principalmente per consolarlo, sapeva che non serviva a molto la concentrazione, le dispiaceva anche mentirgli così ma se perdeva anche la speranza c’era il rischio che non sarebbe uscito più da lì sul serio.
-Dai Lou stai calmo vedrai che riusciremo a guarirti, e soprattutto vedi di riprenderti in fretta perché domani ci sarà una sorpresa per te e per gli altri pazienti- a quelle parole gli occhi del castano brillarono.
-Che sorpresa?-
-Se te la dico che sorpresa è?-
-Starò zitto con gli altri ti prego dimmelo-
-No- affermò la mora con faccia da furbetta- Ora devo scappare a più tardi- sorrise al castano per poi uscire dalla stanza soddisfatta di averlo fatto incuriosire.
Arrivò alla solita scrivania giusto in tempo, nemmeno mezzo minuto dopo suonò un campanello. Nel quadro era illuminato il numero dieci. Strano, Amber non aveva mai dato problemi.
Si avviò velocemente nella stanza e trovò la donna a dimenarsi nel letto mentre gridava più volte:‘mio marito mio marito, non me lo portate via per favore’ e piangeva.
-Amber- gridò Jade per sovrastare le urla della donna.
-No no vattene! Tu vuoi portarmelo via-
-Amber tuo marito è morto dieci anni fa- la mora la guardò con compassione, i capelli grigi scompigliati, gli occhi solcati da profonde occhiaie e pieni di lacrime.
-No! Non lui, l’altro- Jade non capiva, di che diavolo stava parlando?- Oggi non è venuto a darmi il buongiorno, voi volete portarmelo via- gridò ancora la donna. Jade proprio non capiva.
Si avviò verso l’armadietto per prendere un calmante quando una voce la bloccò.
-Credo si stia riferendo a me- Louis era appoggiato allo stipite della porta in vestaglia bianca ma con il solito cappellino rosso in testa e il carrellino della flebo nella mano destra.
Appena sentì la sua voce la donna si calmò voltandosi verso di lui.
In quel momento a Jade tutto fu chiaro. Si bloccò per poi assistere ad una scena tenerissima.
-Buongiorno o mia sposina- disse scherzosamente Louis entrando in stanza e baciandole la fronte.
Jade non potè fare a meno di pensare a quanto fosse fortunata quella donna, anche se il ragazzo non faceva sul serio si prendeva cura di lei come con una nonna malata e le lasciava credere tutto ciò che voleva. Si vedeva che le voleva davvero bene.
-Louis, allora non ti hanno portato via da me- disse lei sorridendogli.
-No, è colpa mia Amber, scusa. Mi sono deconcentrato e ho avuto una crisi-
-Una crisi? Ma ora stai bene?- Jade era sbalordita, quello era uno dei pochissimi momenti in cui aveva visto la donna lucida, normalmente farfugliava solo piccole frasi senza senso con lo sguardo perso nel vuoto, o comunque si capiva che non era lucida, in quel momento i suo occhi trasmettevano esattamente quello che provava: preoccupazione.
La malattia della donna era sconosciuta a tutti, era un mistero. C’erano solo tre persone al mondo con questa malattia di cui una era morta. Ma il nome era sconosciuto a tutti.
-Si si ora sto bene tranquilla, però ora esco a farmi un giro per il corridoio dato che stamattina sono stato costretto a letto- disse il castano lasciandole un dolce bacio nella sua fronte rugosa.
-Povero piccolo certo, a più tardi- lo salutò la donna.
La mora uscì dalla stanza sbalordita. Louis al suo fianco la guardava divertito.
-Tu non ti rendi conto del potere che hai su quella donna. Non l’ho mai vista così lucida-
-Lo so- la schernì lui ridendo –Senti.. per quanto riguarda il bacio di ieri mi dispiace-
-Tranquillo, non fa nulla- gli sorrise lei.
-Allora amici come prima?-
-Amici come prima- annuì Jade.
-Allora, la sorpresa?-
-Ah no non te la dico- il castano sbuffò per poi andarsene.
 
 
Jade aveva appena finito il turno, si era vestita e stava chiacchierando animatamente con Louis quando la porta d’entrata si spalancò facendoli girare entrambi.
Poi però Jade tornò a chiacchierare con Louis dando le spalle al portone.
-Chi è quel ragazzo?- chiese curioso il castano.
Quando si voltò Jade vide una chioma bionda dall’altra parte del corridoio.
-Oddio no ti prego- sussurrò piano per poi prendere il polso di Louis e trascinarlo dentro la sua stanza chiudendo la porta alle loro spalle.
-Chi è?- chiese il castano ancora più incuriosito.
-Uno, mi perseguita da quando sono andata a ballare, dove sono io c’è lui- sussurra Jade quasi tremante.
Louis strinse i pugni per poi poggiarle delicatamente la mano dietro la schiena iniziando a massaggiarla lentamente per tranquillizzarla.
-Louis posso dirti una cosa?- chiese poi timorosa.
-Certo che puoi-
-Però mi devi promettere di non infuriarti va bene?-
-Jade questo dipende da ciò che devi dirmi-
-Promettimelo- sussurrò debolmente.
-E va bene te lo prometto-
-Quel ragazzo mi fa paura- disse con la voce rotta dal pianto -L’ho incontrato per la prima volta in discoteca con Ed e non è successo nulla ma poi ieri sera.. lui.. lui mi ha baciata io l’ho respinto ma lui mentre me ne andavo mi ha gridato dietro dicendomi che non finiva lì e che ora io sono sua. Stamattina era alla fermata dell’autobus, è salito con me, mi si è seduto di fronte è sceso con me e mi ha seguita per un po’. Ho paura Louis. Tutto questo è troppo strano- finì di raccontare mentre una lacrima le scese sulla guancia sinistra. Louis la asciugò prontamente.
-Ora ci sono io con te Jade, non devi aver paura- la strinse dolcemente a sé mentre lei appoggiava la testa sul suo petto inspirando il suo profumo.
-Senti Jade- il ragazzo era lievemente imbarazzato- Forse è il caso che non ti muovi da sola di notte. Resta qui, dormi qui con me per stanotte tanto gli infermieri dopo aver preso la cena non passano più per le camere a meno che non suoniamo il campanello. Se resti qui sei al sicuro e io sono tranquillo- la mora annuì ancora appoggiata al suo petto poi chiamò il suo amico per avvertirlo che non sarebbe tornata a casa.
Louis si sdraiò nel letto da una piazza e mezzo della sua stanza mentre Jade si avviò verso la scrivania per poi afferrare la sedia che vi era posta di fronte.
-Che fai?- le domandò il castano divertito.
-In piedi non si dorme, sai com’è-
-Lo so ma non avrai mica intenzione di dormire lì?-
-No Louis hai ragione, ora vado a dormire sopra l’armadio. Aspetta che vado a cercare una scala per salire- disse sarcastica ridendo.
-No, io intendevo che devi dormire qui con me-
-Louis non credo sia il caso-
-Si che lo è, su vieni ti sveglio io domani mattina presto. Ho la sveglia- le disse aprendo le sue braccia verso di lei.
Jade tolse il giacchetto di pelle rimanendo in canottiera: per andare a lavorare la metteva sempre perché con il camice sopra una mezza manica o una manica lunga metteva troppo calore, poi si appoggiò nel letto e si accoccolò tra le braccia del castano.
Se c’era qualcuno di cui potersi fidare cecamente questo era Louis e in fondo pensò che per una notte era bello anche per lei sentirsi protetta tra le braccia di qualcuno di cui si fida. Ne aveva davvero bisogno.
-Grazie Louis- sussurrò prima di addormentarsi.




Heilà
Eccomi con un nuovo capitolo, sono riuscita a finirlo per miracolo però devo ammettere che in fondo non mi dispiace.
È un capitolo fin troppo dolce per i miei gusti ma si è scritto da solo, non ci posso fare nulla, mi venivano idee dal nulla.. magari durasse ancora *-*
Come avete visto ho messo il banner, inizialmente non ho chiesto di farmelo perché volevo lasciare tutto in incognita(lo so sono crudele puahaha) ma ora che si capisce meglio la storia l’ho messo e non è bellissimo? Ringrazio tanto Jens Efp per avermelo fatto :3
Per il prossimo aggiornamento non so quando sarà, conto su domenica prossima ma ora che mio nonno è in ospedale e possiamo andarlo a trovare solo la domenica non ho più molto tempo per scrivere e da questa settimana inizierà anche la scuola purtroppo çç
Spero vi sia piaciuto il capitolo, mi lasciate una recensione? Anche piccola *occhidolci*
Spero vi sia piaciuto il capitolo <3
Un bacio
                                                                               Hatchy_1D 

P.s. Ho pubblicato una os Larry, a chi piace il genere se vi va di passare mi farebbe molto piacere: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2140980&i=1


 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


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Capitolo 10




AVVISO: QUESTO CAPITOLO è UN PO’ “FORTE” AD UN CERTO PUNTO, HO VOLUTO AVVERTIRVI  PERCHE’ SE SIETE MOLTO SUGGESTIBILI VI CONSIGLIO DI NON LEGGERE DAL PUNTO IN CUI LOUIS CHIAMA JADE PER IL CORRIDOIO DELL’OSPEDALE. See you later ((:


 
-Jade- la voce bassa e dolce del castano le rimbombava nelle orecchie.
Aprii gli occhi trovandomelo a pochi millimetri dal suo viso con un sorrisetto idiota stampato in viso.
-Finalmente ti sei svegliata, stavo iniziando a pensare male- la mora sorrise ancora un po’ stordita-Se fossimo in un film o a casa ti porterei la colazione a letto ma purtroppo non posso uscire da questo schifo di posto-
-Tranquillo-  sorrise dolcemente lei.
Louis pensò che era davvero una bella ragazza, e se gli risultava bella con il trucco scolato a causa del pianto, i capelli scompigliati e il viso assonnato doveva essere davvero cotto. Insomma lui è pur sempre Louis Tomlinson il ragazzo che vive alla giornata e che non lascia sfuggire una ragazza dal suo letto di sera, ma la mattina dopo è lui a cacciarla malamente imprecando in giro per casa.
-Che ore sono?- Jade si sfregò gli occhi sbadigliando.
-Sono le cinque esatte-
-Cazzo ho un autobus tra dieci minuti- imprecò per poi alzarsi dal letto e infilare il suo giacchetto di pelle.
-Hey mora vacci piano con le paroline dolci, rischi di farmi venire il diabete- per tutta risposta lei gli rifilò uno schiaffo scherzoso in testa ridendo poi uscì dalla stanza affrettandosi ad arrivare alla fermata.
 
-Haz sono a casa- gridò per farsi sentire dall’amico che probabilmente era ancora sul letto a poltrire, ‘ma certo in fondo manca solo mezz’ora all’inizio del turno di Jade c’ètempo per prepararsi no?’ pensò sarcastica tra sé e sé.
Entrò di corsa nella sua stanza scoprendolo.
-Hazz manca mezz’ora all’ inizio del mio turno se vuoi venire muoviti- disse scoprendolo per svegliarlo.
-Mmm tra un po’ mi alzo- mugolò il riccio per risposta.
Lei iniziò a brontolare tra sé e sé poi spinse il riccio giù dal letto facendolo cadere sul parquet freddo.
Era un modo un po’ brusco per svegliarlo ma Jade sapeva che altrimenti nemmeno una bomba lo avrebbe fatto uscire da quel letto.
-Perché lo hai fatto?- le gridò contro il riccio.
-Tra venticinque minuti inizio il turno. Ora  vado di là e mi cambio, quando esco dalla mia stanza ti voglio trovare pronto altrimenti non vieni.
Il ragazzo di fronte a lei sbuffò gridandole dietro un sonoro ‘va bene’ mentre usciva dalla stanza per dirigersi nella sua.
Una volta arrivata si rifece il trucco per poi cambiare gli abiti ed infine uscì trovando il riccio seduto sul divano.
-Vedo che ogni tanto i miei scleri servono a qualcosa. Per oggi prendiamo la macchina su vieni- ridacchiò guardandolo.
 
Arrivati in clinica la mora parcheggiò poi si avviarono verso l’entrata e proprio in quel momento le arrivò un messaggio.

 
‘Ma che carini tu e il tuo amichetto. Che fai lo porti a lavorare con te? Ricordati che sei mia ;-)’
 
La mora sussultò dallo spavento. Già sapeva chi era. Si guardò intorno ma non vide nessuno.
-Chi è?- Harry la osservò curioso.
-È lui. Quello della discoteca. Ieri mi aspettava per il corridoio, per questo non sono tornata a casa. Ho paura Hazz. Come fa ad avere il mio numero?- lui serrò la mascella guardandosi intorno.
-Dai entriamo- spinse leggermente la mora verso la porta di vetro che cigolò aprendosi.
 
-Buongiorno Blue- Lana le sorrise felice vedendola entrare dalla porta-Oh vedo che hai ospiti oggi-
-Ciao Lana, lui è il mio amico Harry, quello di cui ti avevo parlato ti ricordi?-
-Ma certo! Piacere io sono Lana- la donna allungò la sua mano verso il riccio.
-Piacere Harry- le strinse la mano sorridendole.
-Io vado a cambiarmi- Jade osservò i due- E tu- indicò il riccio- Non fare casini-
Poi si avviò verso il camerino e infilò la solita divisa.
Quando tornò in corridoio trovò Harry e Lana immersi in una conversazione.
-Ecco qual’era la sorpresa- un sussurro dolce e nasale invase il suo orecchio destro.
-Visto? Piaciuta la sorpresa?- la mora si girò verso il castano che alzò le spalle.
-Non lo so, non ci ho ancora parlato-
-Parlare con una sorpresa? Ora capisco perché sei rinchiuso qui dentro- lo prese in giro.
-Come stai?-
-Bene-
-Sicura? Ti ha più dato fastidio?- domandò preoccupato. Lei voleva dirgli la verità ma non voleva che si preoccupasse troppo, così scosse la testa.
Harry iniziò a scoccarle delle occhiate curiose così decise di presentare i due.
Prese il castano per un gomito e lo affiancò alla sua amica che stava chiacchierando. Aspettò che finisse per parlare.
-Harry, lui è Louis un mio paziente. Louis lui è Harry, il mio amico- il castano allungò la mano verso il riccio e si sfiorarono delicatamente sussurrando un ‘piacere’ contemporaneamente per poi scoppiare a ridere entrambi.
-Allora Harry ti va di fare un giro?- la domanda di Louis spiazzò sia Jade che Harry il quale annuì felice dopo aver ricevuto il consenso dall’amica.
I due si avviarono per il corridoio mentre Jade e Lana iniziarono a chiacchierare tra di loro.
 
Poco più tardi un Louis trafelato con Harry bianco come la carta al suo seguito correvano gridando per il corridoio.
-Jade, Jade- il castano gridava a gran voce- Lucy.. Jade Lucy sta male corri- la mora iniziò a correre verso la stanza della donna chiedendosi perché il campanello non aveva suonato. Tutte le stanze erano provviste di un particolare sensore che capiva automaticamente quando il paziente aveva una crisi.
Appena entrata nella stanza il panico la avvolse. La donna bionda sulla quarantina era distesa a terra a fianco al letto in una pozza di sangue. Si inginocchiò velocemente su di lei cercando il punto esatto da cui proveniva il sangue ma il punto non era solo uno. Il polso aveva un taglio netto e quando le scoprì la pancia notò vari tagli che le sanguinavano ma uno in particolare, più o meno all’altezza delle costole la fece rabbrividire: l’osso di una delle costole era ben visibile segno che lo aveva tartassato varie volte e anche le gambe erano piene di tagli.
La mora tolse la maglietta della divisa rimanendo in canottiera e iniziò a premerla contro le due ferite più grandi cercando di alleviare il flusso del sangue poi iniziò a gridare per risvegliare il sensore del campanello il quale iniziò a suonare freneticamente.
A quel punto Ed e Lana entrarono nella stanza contemporaneamente, la donna si portò le mani alla bocca per poi fare il segno della croce.
-Chiamate un’ambulanza svelti!-
I paramedici arrivarono venti minuti dopo e portarono via la donna ma aveva perso davvero troppo sangue e probabilmente non ce l’avrebbe fatta.
Jade si avviò verso lo stanzino per prendere una maglia pulita e al suo interno ci trovò Harry e Louis che chiacchieravano, il primo era bianco come la carta mentre il castano cercava di consolarlo.
-Come sta?- le domandò Louis appena la notò sullo stipite della porta guardandole i piedi.
-Non lo so ma ha perso davvero troppo sangue- entrambi annuirono.
-Hey ma sei ferita?- il castano le si avvicinò velocemente facendo alzare lo sguardo al riccio per poi posarle una mano sul viso-Ah no è il sangue di Lucy- si pulì la mano sul suo camice poi tornò a sedersi.
-Tu Hazz come stai?-
-Io.. io.. non lo so.. lei.. era.. era.. lì distesa.. era in una pozza di sangue, lì- iniziò a piangere.
Jade si avvicinò a lui stringendolo forte a sé.
-Te lo avevo detto che non era una buona idea venire, sei un testone- gli sussurrò in un orecchio.
-Ci penso io- Jade e Harry guardarono spaventati l’espressione furba che il castano aveva sul viso.
-Dimmi Harry ti piacciono i videogiochi?- lui annuì debolmente ancora tra le braccia di Jade.
-Bene vedi quella stanza?- indicò la sua stanza con il dito- Vai lì e accendi la tv io arrivo subito- Harry  posò un bacio sulla fronte di Jade per poi avviarcisi.
-Come ha fatto a tagliarsi?- mi domandò schietto Louis.
-Perché lo vuoi sapere?-
-Le ferite erano strane, non era una lama vero?-
-No, è riuscita a staccare uno dei ferri della sponda del letto. Ecco come ha fatto- il castano annuì per poi avviarsi verso la sua stanza mentre la mora infilò la maglia della sua divisa.
Il resto della mattinata passò abbastanza tranquillo e Louis era riuscito a tranquillizzare Harry, lui riusciva sempre a tranquillizzare tutti. Jade si chiedeva spesso come facesse ma non aveva mai trovato la risposta.
Finita la mattinata tornarono a casa e passarono il resto della giornata a guardare qualche film o cartone animato.
-Scusami Hazz- Jade sovrastò la voce della tv. Il riccio la guardò staccando per un attimo gli occhi da Spongebob che cacciava meduse.
-E di cosa Jade?-
-Per aver acconsentito a portarti lì, non avrei dovuto- una lacrima le rigò il viso, non faceva mai la scelta giusta.
-Jade non è colpa tua e poi mi è passata-
-Si che è colpa mia, potevo non venire a svegliarti stamattina-
-No Jade, semmai la colpa è la mia che sono voluto venire a tutti i costi, ma non me ne sono pentito te lo assicuro. È passato tutto-
La mora gli si accoccolò su una spalla ma poco prima di addormentarsi le arrivò un messaggio che la fece risvegliare.

‘È bello Spongebob? Divertiti a guardarlo sulla sua spalla perché presto lui non ci sarà più e al suo posto ci sarò io. Ci sarò solo io. Ricordati: tu sei mia. Solo mia.'




Eccomi di nuovo a rompervi :3
Scusate so che è un po’ più corto del solito il capitolo ma per riuscire ad aggiornare l’ho scritto ieri sera a mezzanotte ed ero sfinita, stamattina ho giusto il tempo di aggiornare poi devo scappare via subito.
Ho messo l’avviso all’inizio perché anche se mi sono accorta che non è poi così forte come pezzo conosco una ragazza che si impressiona anche semplicemente sentendo la parola ‘sangue’ e se qualcuno ha il suo stesso problema non voglio fare danni ^^
Per il resto spero vi sia piaciuto ((:
come è andato il rientro a scuola? Il mio è stato traumatico.. la prof di arte ha interrogato il secondo giorno di scuola -.-‘’
Come avrete visto ho anche cambiato nome.. non ho resistito *---*
come sempre ringrazio Jens Efp per il bellissimo banner
un bacio <3
 
                                                                           (da ora) -always_in_my_heart_

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


                     
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Capitolo 11




La mattinata era iniziata piuttosto male.
Un messaggio di Niall aveva spaventato ancora di più Jade. Ripensò per l’ennesima volta  a quel ‘sei mia’ che la spaventava tanto.
Pensò che non era il caso di uscire da sola ma aveva davvero bisogno di fare la spesa. Harry era uscito da un paio d’ore e non accennava a voler tornare. Non poteva nemmeno chiamarlo perché, come al solito, aveva lasciato il cellulare a casa.
Entrò nella stanza del riccio ed iniziò col rifare il letto, poi riordinò la cucina, il bagno del riccio, il suo bagno e in fine il salotto.
Dove c’era Harry c’era confusione, non riusciva proprio a mettere le cose al proprio posto quel ragazzo.
Alla fine si decise ed uscì, Londra era stranamente soleggiata quel giorno e tutti sembravano di buon umore.
Tutti tranne lei.
Si aggirava per le vie quasi come un fantasma sperando di non essere vista da nessuno.
Il supermercato si trovava a circa dieci minuti di camminata e Jade era quasi a metà strada, infondo anche se Niall la trovava cosa avrebbe potuto farle? Era in un luogo pubblico se le avesse fatto del male qualcuno se ne sarebbe accorto no? inoltre la cassiera del supermercato era sua amica e se fosse accaduto qualcosa di strano lì dentro se ne sarebbe sicuramente accorta.
Era a circa dieci metri dall’entrata del supermercato e vedeva la grande insegna luminosa come la sua salvezza.
Improvvisamente una mano calda e umidiccia la attirò a se trascinandola in una piccola via che non aveva notato prima.
Jade aveva il cuore in gola.
Non aveva la forza di guardare la persona alla sua destra.
Alla fine prese un po’ di coraggio e alzò la testa.
Come sospettava una chioma bionda le si presentò davanti e il suo cuore prese a battere ancora più forte per lo spavento.
Portava una maglietta bianca con un disegnino nero e sopra un cardigan azzurrino a maniche lunghe. Sul viso dei grandi occhiali da sole che brillavano al sole proprio come il suo apparecchio.
La figura del ragazzo la sovrastava creandole un po’ d’ombra.
-Che vuoi da me?- fu lei ad interrompere l’aria soddisfatta del biondo.
-Voglio avvertirti di persona. Te l’ho detto, tu sei mia e solo mia, devi stare lontana dal tuo amichetto-
-Lui è il mio migliore amico. Io non starò lontana da lui.- rispose lei con aria di sfida.
-Bene, allora ci penserò io ad allontanarlo da te- aveva un non so che di spaventoso la sua voce. Jade iniziò a tremare.
-Che cosa vuoi fargli?-
-No- ridacchiò lui per poi ricomporsi- Hai sbagliato domanda piccola. Volevi dire che cosa voglio farti, vero? Non è a lui che punterò. Tu sei mia. Non lui.- Jade lo guardò spaventata mentre allungava una mano sul suo viso per poi lasciarle una dolce carezza sul viso- Tu non capisci. Sei speciale e loro- indicò verso un punto indefinito alla sua sinistra- Loro non ti meritano. Solo io saprò trattarti come meriti. Vien con me su!- le disse dolcemente poggiando la bocca sulla fronte della mora per poi lasciarci un bacio umido.
Lei scosse la testa in segno di disapprovazione mentre una lacrima le rigava il viso.
-Su, ora te lo dico con le buone. Vieni con me. Vieni a vivere da me. Io so come renderti felice te lo assicuro. Non ti mancherà nulla. Manderemo tutto a puttane insieme: i tuoi genitori, Holmes Chapel, quei bastardi a scuola. Tutti si inchineranno al tuo cospetto e rimpiangeranno il modo in cui ti hanno trattata-
Jade a sentire quelle parole sobbalzò.
-Tu come fai a sapere tutte queste cose?- chiese quasi spaventata. Nessuno sapeva così tante cose di lei. Nemmeno Harry sapeva tutta la verità.
-Io so tante cose su di te Jade, tu nemmeno immagini quello che so. Conosco tutti i tuoi segreti più oscuri- Jade si spaventò ancora di più.
-Tu sei un pazzo- sussurrò a bassa voce.
-Io non sono pazzo. Io ti amo Jade. Perché non lo capisci?-
-Tu non mi ami. Hai solo bisogno di cure- la mora alzò la voce per un attimo.
-Non è vero- anche il biondo alzò la voce stringendo la morsa sul polso della mora che provò a strattonarlo con tutte le sue forze, ma era troppo debole rispetto a lui che sorrise beffardo.
-Dieci anni di palestra sono serviti a qualcosa- e mentre lui si vantava la mora riuscì a cogliere un breve attimo di distrazione per strattonarlo con tutte le sue forze e liberare il polso.
A quel punto iniziò a correre il più veloce possibile verso un qualsiasi luogo affollato mentre il biondo la seguiva imprecando e facendo lo slalom tra un passante e l’altro.
Credeva ormai di averlo seminato dopo aver corso per una decina di metri, invece quando si voltò lui era ancora lì, a circa due metri da lei con un’espressione arrabbiata sul viso rosso ed affaticato.
Si voltò di nuovo per iniziare a correre ma un urto la fece sobbalzare e poco prima di finire a terra qualcuno la afferrò per le spalle salvandola dall’imminente caduta. Il panico si impossessò di lei un’altra volta, probabilmente Niall era riuscito a raggiungerla.
Ora l’avrebbe portata con lui.
Spaventata e nervosa la ragazza iniziò a piangere e gridare più forte che poteva. Qualcuno doveva sentirla.
Qualcuno doveva salvarla da quel pazzo.
-Hey, hey calma non è successo nulla- una voce particolarmente calda, e soprattutto dall’accento inglese le invase i timpani. A quel punto fu come se i  suoi pezzi si fossero ricomposti in un attimo.
Non era Niall quello che l’aveva salvata. Era salva.
Il ragazzo di fronte a lei la strinse a sé lasciandola piangere sulla sua maglietta cullandola a destra e sinistra con ritmo lento.
-Shh va tutto bene-
Jade si allontanò lentamente dal corpo del ragazzo per poi squadrarlo da capo a piedi: pelle lievemente scura, occhi castani, barbetta incolta e capelli neri raccolti in un ciuffo piuttosto alto.
-T..tu.. io ti ho già visto- sussurrò la mora osservandolo.
-Si, tu sei Jade vero? Quella che lavora in clinica. Ti ho vista e volevo salutarti, per questo ti stavo venendo in contro- lei annuì.
-Tu sei il figlio della signora Clark- sussurrò.
-Zayn- le tese la mano- Che è successo? Stai bene?-
-Ora.. ora si, se non era per te.. grazie-
-Io non ho fatto nulla. Ma spiegami che è successo-
-Un tizio mi inseguiva- cercò di rimanere sul vago.
-Cosa? Perché?-
-Non lo so-
-Lo fa da molto?-
-Da un po’-
-Devi denunciarlo. Ho un amico poliziotto che ti darà una mano, se vuoi-
-N-no. Non voglio denunciarlo-
-Perché no Jade, se ti segue da un po’ non è un bene lasciarlo andare così-
-Non è necessario denunciarlo-
-Si invece! Va bene dai sei ancora troppo scossa andiamo. Ti porto a casa-
-No, non voglio, è il primo posto in cui mi cercherà-
-Va bene allora andiamo a fare un giro- disse il moro poggiandole una mano sulla spalla.
Insieme si incamminarono per le vie di Londra chiacchierando.
 
-Mi guardano tutti male- sospirò il moro ridacchiando- Credono sia stato io a farti piangere.- anche Jade ridacchiò ricordandosi del mascara che si era messa prima di uscire e che dopo il pianto le sarà sicuramente scolato su tutto il viso.
-Si ma noi sappiamo che non sei stato tu. Ma che ore sono?- Jade si era divertita così tanto con lui che non si era nemmeno accorta del tempo che passava.
-Le due e mezza- affermò il ragazzo a fianco a lei guardando l’orologio.
-Oddio è così tardi? Dovevo iniziare il turno alle due e devo ancora andare a casa a cambiarmi-
-Dai non  ti cambiare, ti porto io in ospedale-
-Ma sarò un mostro con il mascara scolato-
-Vabè ti laverai in ospedale, non vorrai mica beccarti un rimprovero dalla Moore! Guarda che quella picchia forte sa!- disse ridacchiando.
-Come fai a saperlo?-
-Lo immagino.. dai andiamo così ne approfitto per passare da mia madre-
-Va bene- la mora annuì.
-Comunque questo è il mio numero- le porse un biglietto da visita- In caso cambiassi idea e volessi chiamare il mio amico poliziotto, o se avessi bisogno di un amico- avvocato. Wow.
-Grazie-
 
Lei e Zayn si separarono all’entrata: Jade era costretta ad entrare dalle scale di servizio mentre il moro, essendo un visitatore, doveva utilizzare quelle principali.
Appena varcata la soglia della porta un Louis preoccupatissimo le si fiondò addosso abbracciandola.
-Dio Jade mi hai fatto prendere un gran spavento. Nessuno sapeva nulla di te e tu non arrivavi. Stai bene?- si staccò da lei- Che ti è successo?- la sua espressione tornò preoccupata di nuovo – È stato lui vero? Lo hai rivisto? Che ti ha fatto?-
Jade avrebbe tanto voluto fare l’indifferente, dirgli che no, non era stato lui a farla piangere, che non lo aveva rivisto e non l’aveva minacciata senza ritegno, anche se in modo indiretto, e inseguita. Ma l’unica cosa che riuscì a fare fu piangere.
Iniziò a piangere sulla spalla del castano mentre quest’ultimo la trascinava verso la sua stanza poi, una volta chiusa la porta, la strinse a se. La abbracciò più stretta che poteva perché sapeva che era quello l’unico rimedio alla paura, alla rabbia, alla frustrazione e a tutto il resto: sentire l’amore che gli altri provano per te. Sentire di non essere soli.
E in quel momento, grazie a Louis, Jade non si sentiva sola. Jade si sentiva protetta e al sicuro da tutto.

 
 
 
Scusate çç

Mi dispiace per il ritardo.. avrei tanto voluto aggiornare prima ma ho avuto tantissimo da studiare T.T non sono riuscita a fare nulla. Zero.
Spero di aggiornare in tempo la settimana prossima.
Passiamo al capitolo ouo
Allora.. il nostro irlandese è sempre più pericoloso a quanto pare.. cosa pensate di lui?
Sappiate che io non ho nulla contro il nostro biondino.. mi è venuta l’ispirazione e l’ho scritta ma alla fine(se non cambio idea lol) scoprirete il perché di questi suoi lapsus(?)
Come avete visto c’è anche il ritorno di un altro personaggio che non si era visto per un po’: il nostro pachistano *-* di lui che pensate? Fatemi sapere sono curiosa :3
E in fine.. i vostri amati(?) Jouis.. non volevo aggiungere quel momento di dolcezza a dire il vero ma per prima cosa dovevo farmi perdonare da tutti per il ritardo e poi.. diciamo che principalmente quel pezzo è dedicato alla mai amica Rò(so che stai leggendo. Amami per questo <3) che li ama profondamente e dato che questi giorni è un po’ giù di morale ho voluto regalarle questa piccolissimo parte(so che non servirà a risollevarti l’umore ma un po’ di dolcezza non ci sta mai male giusto? Ti voglio bene Baby Cakes <3).
Bene bene.. detto questo mi dileguo.
Alla prossima.
Un bacio.
                                                                 -always_in_my_heart_

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


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Capitolo 12



Jade sentì una morsa ai polsi.
L’odore pungente di alchool le stava invadendo le narici. Era strano che le dava fastidio, insomma a lei non aveva mai dato fastidio l’odore di alchool, lavorava in un ospedale. Questa volta però era un odore diverso, più forte e più martellante rispetto a quello della clinica. Era quasi come se le stesse bruciando tutti gli organi interni. Come acido che le stava corrodendo tutto.
Aprì leggermente gli occhi. Si trovava in una stanza immersa nella semioscurità. Una luce al centro del soffitto, fredda e traballante. Sembrava stesse ridendo di lei.
Lei.
Era seduta in una sedia al centro della stanza, proprio sotto il piccolo lampadario.
Impiegò un po’ di tempo prima di capire che i suoi polsi erano legati sul retro della sedia. Le spalle e le braccia doloranti per la posizione scomoda e la bocca coperta da un pezzo di scotch. Le Caviglie erano legate alle gambe della sedia.
Dove si trovava?
Forse un sospetto lo aveva.
Improvvisamente la porta di fronte a lei si spalancò.
-Ohh allora ti sei svegliata! Finalmente! Sai mi stavo stancando di aspettare- i sospetti della mora vennero confermati quando una chioma bionda fece capolino dalla piccola porta grigia.
Niall si avvicinò piano a lei lasciandole una piccola carezza sulla guancia.
-Stai bene? Ora ti tolgo questo inutile scotch, ma promettimi di non urlare- quasi la rimproverò con voce dolce, come quella di una mamma che rimproverava il figlio.
Jade era come paralizzata. Quando il biondo le staccò, con un gesto veloce, quello stupido pezzo di plastica dalla bocca avrebbe voluto urlare, gridare a squarciagola fino a farsi mancare la voce, ma restò impietrita. Rimase a fissare il biondo che le si avvicinava sempre di più all’orecchio.
-Che poi, anche se urlassi non ti servirebbe a molto. La stanza è due metri sottoterra e completamente insonorizzata. E non potresti nemmeno scappare. È come un labirinto qui, lo sai? Ci ho messo un secolo pria di imparare la strada giusta- le sorrise soddisfatto mostrando l’apparecchio trasparente ai denti.
-Che vuoi da me?- Jade riuscì a malapena a sussurrare spaventata.
La risata contagiosa del biondo si espanse per tutta la stanza.
-Non sono io a volere qualcosa da te. Sei tu che mi hai scelto- Jade davvero non capiva. Come poteva averlo scelto se nemmeno lo conosceva? Insomma è impossibile.
-Io non ho scelto nessuno- disse con risentimento.
-Oh si invece mia cara, quella sera in discoteca tu mi hai scelto. Mi chiamavi mentre ballavi. Era come se avessi una calamita- La mora si chiese quale mente malata poteva dire una cosa simile. Era strano, lei trattava tutti i giorni con persone malate di mente, ma non le era mai capitato un caso simile, lui era convinto di quello che diceva, gli si leggeva negli occhi. Ma come era possibile? Lei non lo aveva calcolato minimamente, non lo aveva nemmeno visto. Eppure lui era convinto che, anche se tacitamente, lei lo aveva chiamato.
Quale mente malata poteva produrre un simile pensiero?
-Che vuoi fare ora?- lui le sorrise come se avesse fatto centro. Come se fosse proprio quella la domanda che aspettava.
-Oh mia cara. Tu non lo immagini nemmeno cosa ho intenzione di fare con te.- fece una piccola pausa per poi sputare con cattiveria -Voglio eliminarti. Devi sparire dalla faccia della terra. Tu mi hai sedotto e ignorato. Non si gioca con Niall Horan bellezza. Dovresti saperlo-
Ora che sapeva una gran paura era entrata in possesso del suo corpo. Voleva ucciderla. Chissà, magari sarebbe stato meglio così. Forse meritava tutto questo dopo quello che aveva fatto ai suoi genitori. Anche perché per chiamarla ‘figlia infame’ qualcosa doveva aver fatto di sicuro. Magari la morte era la giusta punizione e il modo adatto per dare un taglio a tutte quelle sofferenze.
Le dispiaceva solo un po’ per Louis, lui meritava di uscire da quella clinica e senza di lei.. ce l’avrebbe fatta comunque? Il suo unico pensiero andava a lui ora, chissà cosa stava facendo allegramente, inconsapevole di tutto ciò che stava passando lei. E chissà come avrebbe reagito alla notizia della sua morte. Si sarebbe lasciato sopraffare da un’altra crisi o sarebbe riuscito ad andare avanti? Insomma, il mondo non girava intorno a lei, probabilmente Lou si interessava a lei solo perché aveva bisogno di essere confortata e lui era un ragazzo gentile. Per il resto probabilmente lui non era interessato a lei.
La mora stava già iniziando ad accettare la sua morte imminente. Anzi, la vedeva come un qualcosa di positivo. Iniziava a pensare che forse la sua vita terrena era solo un qualcosa di passaggio per arrivare poi alla morte, che era il suo scopo. Si ritrovò a pensare al medioevo, anche in quell’epoca la pensavano così, vedevano la vita come un’era di passaggio il cui scopo finale era ricongiungersi a Dio. Poi spaziò alla filosofia: Pitagora vedeva il corpo come una prigione per l’anima e la vita come una punizione. Lei non aveva mai amato molto la filosofia, ma in quel momento riusciva a comprenderla, forse aveva fatto qualcosa di sbagliato e le avevano dato la vita come punizione, quella vita crudele e infame, ma ora finalmente era riuscita a liberare la sua anima e quindi poteva tornare in paradiso, purgatorio o ovunque si trovasse prima. Magari sarebbe riuscita a trovare la pace.
-Bene. Vedo che hai buoni piani in serbo per me- affermò con voce ferma.
Prima che potesse finire di parlare il biondo la fermò.
-Oh ma se ti aspetti che ti tolga dai piedi così facilmente ti sbagli. Sei così piccola e innocente.  Sarebbe un peccato lasciarti andare con il pensiero che tutto sia facile e veloce. Devi prima soffrire.- le disse prendendola in giro.
La mora non batté un ciglio. Sapeva benissimo che non era tutto facile e indolore. A lei non interessava come se ne sarebbe andata. Se quello era il suo destino, si sarebbe accontentata.
La sua indifferenza però fece innervosire il biondo.
-Perché non hai paura? Tutti hanno paura della morte- gridò con rabbia.
-Probabilmente hai seguito il richiamo della persona sbagliata. Mi dispiace- rispose sfacciatamente Jade.
Niall si arrabbiò ancora di più e si scagliò sulla mora iniziando a colpirla con calci e pugni.
Quando il ragazzo si stancò di picchiarla uscì veloce dalla piccola porticina.
Jade aveva il naso gonfio, probabilmente rotto vista l’enorme quantità di sangue che le usciva, il suo stomaco era tutto dolorante e se avesse scoperto la pancia probabilmente sarebbe stata piena di lividi.  Aveva, inoltre, un forte dolore al gomito sinistro, probabilmente rotto pure quello, e le mani tutte gonfie per la forza con cui la corda era tirata sui suoi polsi. Il sangue non circolava più molto. Se non si muoveva lui ad ucciderla probabilmente ci avrebbe pensato il suo corpo.
Il biondo ritornò in stanza. Aveva con sé un a lanterna con una grande fiamma accesa dentro e nell’altra mano un pezzo di ferro a forma di ‘N’, o ‘Z’ se vista lateralmente.
Quando Jade comprese le sue intenzioni si stupì parecchio. A quanto pare al ragazzo piacevano le torture alla vecchia maniera. Ma a lei non interessava. La sua pelle era abituata alle scottature, troppe volte lo aveva fatto. Troppe volte in preda alla rabbia e alla frustrazione aveva messo il braccio sul tegame bollente messo a scaldare sopra il fornello. Troppe volte aveva affondato silenziosamente la lama del taglierino in un punto a caso della sua pelle provocando quel dolore che le faceva da anestetico su tutto il resto. Tutto scompariva a quel punto. Tutto prendeva vita.
Il biondo infilò il ferro nella lanterna lasciandolo sospeso in mezzo alle fiamme. Invece Jade lo guardava provando un piacere quasi sadico al pensiero di tutto quello che avrebbe provato di lì a pochi minuti.
Dopo circa dieci minuti passati a scaldare accuratamente il ferro, che ora era diventato incandescente, il ragazzo le si avvicinò sempre di più per poi posarle il ferro bollente sul collo. Jade si sentì quasi in pace a quel punto, ma non riuscì a fare a meno di urlare. Il collo è la parte più sensibile del corpo, il dolore è sempre più forte rispetto ad altri punti.
Dopo averle lasciato diverse scottature all’altezza del collo le scoprì la pancia. Come la mora sospettava era piena di lividi e contusioni, in alcuni punti sanguinava pure.
Il biondo iniziò a lasciare delle scottature anche lì.
Improvvisamente cessò di fare quello che faceva.
-Con te non c’è gusto utilizzare questi tipi di tortura. Non provi dolore. Sei insensibile- le disse con una voce flebile e con il suo accento irlandese.- Vediamo se così c’è gusto-
Estrasse dalla sua tasca un coltellino svizzero e iniziò ad affondarlo in varie parti del suo addome contuso.
Improvvisamente un suono le invase le orecchie. Sembrava lo squillo di un telefono. Poi buio.

**********
 
Jade si alzò di soprassalto gridando e guardandosi intorno. Il collo e lo stomaco doloranti, come se fossero davvero stati contusi e scottati.
 Lo squillo del telefono fisso continuò a invaderle le orecchie così allungò una mano verso il comodino alla sua sinistra e lo afferrò.
-Pronto- rispose ancora con il fiatone e quel senso di oppressione su petto.
-Jade? Stai bene?- la voce dolce di Louis la tranquillizzò un pochino. Se fosse stato lui probabilmente non avrebbe retto la pressione.
-Si si sto bene-
-A giudicare dalla tua voce non sembra-
-Non ho niente, sono solo stanca-
-Non hai dormito?- un velo di preoccupazione ricopriva la sua voce.
-Si, ma non molto bene. Comunque.. come hai il mio numero?-
-Ah. Ho capito.- fece una piccola pausa - Ehh sapessi mia cara!- ridacchiò il castano dall’altra parte del telefono -Diciamo che la centralinista è stata molto generosa- alla mora venne un colpo.
-Ma sei matto?! Se scoprono che siamo amici mi licenziano!-
-Con ‘è stata molto generosa’ volevo dire l’opposto, non mi ha nemmeno guardato in faccia, così mi sono fatto aiutare a distrarla e l’ho fregato- disse soddisfatto di sé.
Jade ridacchiò.
-E sentiamo, chi era il tuo alleato questa volta?-
-Ed- disse ancora più fiero di sé.
-Ed?! Ma sei impazzito? Io non ho parole- Jade rise ancora più forte.
-Che c’è?! Guarda che non gli ho detto il mio obbiettivo, gli ho detto che era un gioco e lui non ha saputo resistere-
-Sei tremendo!-
-Si e tremendamente assonnato. Mannaggia a te!-
-Io? che ho fatto di male? Che ore sono?- la mora si sentiva confusa.
-Tutto! Sono le tre e mezza del mattino-
-E come mai mi hai chiamata a quest’ora?-
-Non so- Jade lo immaginò alzare le spalle- Avevo l’impressione che ti stesse succedendo qualcosa di brutto. Vabbè torno a letto và. Buonanotte-
-Notte Lou. Grazie. Mi hai salvata- poi riagganciò.
Il sogno continuò a tormentarla, era così strano. Continuava a ripensare al suo comportamento, a quanto era reale, tutte le cose che aveva pensato erano reali. Ma un po’ si stupì, quel lato strano, oscuro, era da tanto che non faceva più parte di lei. Perché ora ritornava? Perché proprio adesso, poi? Era forse il biondo a farle quell’effetto?
Provare a riaddormentarsi le risultò impossibile così rimase a letto con gli occhi chiusi fino a quando, nel dormiveglia, sentì il cellulare vibrare.
 
‘Con chiunque stessi ridendo prima al telefono: sei e rimani MIA’
 
Poi nell’oscurità due piedi gelidi entrarono in contatto con i suoi facendola sobbalzare.
 
 


Scusate scusate scusate..

Sono imperdonabile lo so, mi dispiace ):
ho avuto un sacco di problemi con la scuola, non avevo un attimo di respiro e la domenica mio nonno tornava dall’ospedale quindi stavamo insieme a lui e non riuscivo a scrivere.
Anche ora dovrei stare  a studiare per il compito di psicologia e di arte ma ho voluto sacrificare un paio d’orette(o forse più ) per voi, anche perché ci tenevo davvero tanto ad aggiornare, devo dire che questo è uno dei capitoli più belli che ho scritto fino ad ora. Mi piace il lato oscuro di Jade.
Vi prego non uccidetemi lo so che vi ho fatto prendere uno spavento ma era da tanto che aspettavo di scrivere questo capitolo :3
Spero vi sia piaciuto.
Mi lasciate una piccola recensione? Perfavore *facciadacucciola*
Cercherò di essere puntuale la prossima volta :3
Un bacio
 
                                                                                                                        -always_in_my_heart_

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


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Capitolo 13



 
Jade stava sistemando gli ultimi oggetti nella saletta degli infermieri quando Louis si affacciò fischiettando allegramente.
-Hey!! Come mai tutta quest’allegria oggi?- domandò la ragazza.
Il castano alzò le spalle.
-Non so, oggi sono di buon umore. Senti Jade, posso farti una domanda?-
-Certo, dimmi pure!- rispose gentilmente. Tutta quell’allegria metteva di buon umore pure lei.
-Secondo te c’è una cura per le mie crisi? Insomma tu hai studiato queste malattie, ne saprai qualcosa-
La domanda la spiazzò. È vero aveva studiato tutte queste cose però non poteva azzardare una possibile cura. Quello era un compito che spettava al medico.
-Non lo so Lou, insomma è vero, io ho studiato ma la maggior parte delle cure sono solo momentanee*,  non c’è una cura che ti farà passare tutto per sempre- il ragazzo abbassò la testa e Jade, vedendolo sconfortato, gli si avvicinò appoggiandogli una mano sul polso sinistro.
-Lou queste cure momentanee ti permetteranno di uscire da qui, forse. Se fatte bene ce la potrebbero fare. Non perdere mai la speranza. Non farlo mai ti prego.-
-Si ma io non voglio più stare qui dentro, l’unica cosa piacevole di questo posto è che posso passare del tempo con te, il resto è tutto una merda. Io voglio uscire da qui, voglio dire che ce l’ho fatta, che ho sconfitto la mia malattia mentale. Che ho sconfitto quello che c’era di sbagliato nelle mia mente. Voglio vivere vicino a te, voglio proteggerti. Vorrei prendere a calci quel bastardo che ti perseguita fino a farlo inginocchiare supplicandomi di smettere. Invece sono chiuso qui dentro e non posso fare altro che chiamarti per sapere se stai bene, ed è così frustrante. Potrebbe succederti qualsiasi cosa ed io non sarei lì, a proteggerti, a difenderti, a uccidere chiunque ti torca anche un solo capello. Jade io ti conosco da pochissimo tempo ma mi sono affezionato tantissimo a te e saperti nelle mani di chiunque altro mi manda in bestia, mi uccide- la mora non riusciva a credere alle sue orecchie. Nessuno le aveva mai detto una cosa simile. Aveva le lacrime agli occhi e l’unica cosa che poteva fare in quel momento era abbracciarlo. E lo fece. Lo strinse a sé ringraziandolo di quella piccola confessione che per lei aveva contato davvero molto. Aveva trovato qualcuno che le voleva bene, anche se il fatto che fosse rinchiuso in una clinica psichiatrica le faceva un po’ strano. Louis non era pazzo, lei ne era sicura, in quel momento più che mai.
-Grazie Lou- tirò su col naso asciugandosi le lacrime ai lati degli occhi- Sapere tutto questo conta tanto per me. Grazie davvero. Ti voglio bene anche io-
Il cuore di Louis perse un battito a quelle parole. Lui non lo aveva detto esplicitamente, ci aveva girato attorno perché pensava fosse troppo presto per dirlo, ma lei aveva capito tutto. Come sempre.
Questa volta fu il suo turno di abbracciarla.
Poi un campanello trillò nel freddo del lungo corridoio e Jade venne richiamata al suo lavoro mentre il castano continuò i suoi giretti per la clinica.
 
Jade era intenta come al solito a sistemare alcune scartoffie.
Qualcuno entrò fugacemente dalla porta poi iniziò a correre verso di lei.
-Jade!- la voce preoccupata del riccio la fece sobbalzare.
-Hazz che ci fai qui?- domandò lei allegramente, anche se la faccia del ragazzo non prometteva nulla di buono.
-Qualcuno è entrato in casa- sputò amaramente fissandola con i suoi occhi freddi.
-Cosa? Quando? Stai bene?- la ragazza si trovò ad appoggiare la mano sulla guancia dell’amico che chiuse gli occhi.
-Si, è successo stamattina mentre io ero a far colazione, credo. Io non ero in casa. Devi vedere, l’appartamento è tutto sottosopra-
-Non hai toccato nulla vero?-
-No-
-Bene bravo, torna a casa vedo di mandarti un mio amico con un poliziotto-
-Si, ma chi può essere stato?- domandò perplesso.
Jade aveva deciso che era meglio non parlare al riccio di tutto ciò che le era capitato negli ultimi giorni, gli aveva già detto troppo di Niall, lui era lì in vacanza. Non doveva preoccuparsi per lei.
-Non lo so Hazz. Tu fai come ti ho detto e lo scopriremo. Spero- il ragazzo se ne andò fugacemente mentre Jade si affrettò ad andare nella stanza dove c’era il suo telefono. Lo afferrò al volo insieme al bigliettino ed iniziò a comporre il numero.
-Pronto?-
-Hey sono Jade, quella della clinica psichiatrica.-
-Oh, ciao Jade. Stai bene? È successo qualcosa?- il suo tono era preoccupato.
- Volevo chiederti se sei ancora disposto a chiamare il tuo amico per me.-
-S..si ma che è successo?-
-Qualcuno è entrato in casa mia. E già immagino chi possa essere-
-Lo chiamo subito. Non muovere nulla-
-Va bene. C’è un mio amico a casa, ora vedo di prendere un paio d’ore e vi raggiungo-
-Va bene a tra poco- chiuse la chiamata. Nel suo petto si fece spazio una grande paura e una strana consapevolezza. Fino a quel momento aveva preso tutto come un gioco. Non era reale, non era lei ad essere perseguitata. Ma in quel preciso istante capì che era proprio lei il bersaglio di quel pazzo, se così si poteva definire, e qualche lacrima solcò leggera la sua guancia.
 
Jade aveva passato più di un’ora a discutere con la caposala per avere quel permesso ‘perché era sabato e di sabato tante persone venivano in visita perciò c’era da fare’ per fortuna era riuscita ad ottenere il permesso alla fine.
Il suo cellulare squillò.
-Pronto?- rispose proprio mentre il cellulare stava per caderle dalle mani piene di vestiti e oggetti.
-Jade sono Zayn. Io e il mio amico siamo per il corridoio della clinica, siamo venuti a prenderti così non vai in giro da sola-
-Va bene vi raggiungo subito, grazie- chiuse la chiamata velocemente per poi uscire dallo stanzino.
Nel lungo corridoio le luci erano accese e proprio davanti alla scrivania Zayn e un altro ragazzo dai capelli castani erano intenti a chiacchierare.
-Hey Jade te ne vai?- un Louis triste le si presentò davanti proprio mentre Zayn l’aveva notata e si incamminava verso di loro.
-Si oggi me ne vado prima- gli sorrise.
-Hey Jade!- il moro le arrivò alle spalle poggiandole una mano sul fianco.
-Ciao Zayn- gli fece un cenno con la mano. Louis li guardò interrogativo poi si soffermò sull’amico del pachistano.
-Hey io ti ho già visto!- il cuore di Jade iniziò a battere. Non voleva dirgli nulla perché poi si sarebbe preoccupato troppo come al solito. 
-Tu non sei un poliziotto?-
-Detective, si.- rispose l’altro.
-Oh. Ok- Louis li squadrò nuovamente entrambi per poi posare lo sguardo su Jade.
-Bene, allora buon pomeriggio-
-Grazie- rispose la ragazza.
Poi tutti e tre si avviarono verso la porta.
Quando furono in auto Jade ebbe il tempo di osservare meglio l’amico di Zayn.
Capelli castano chiaro, occhi color cioccolato, fisico atletico e un naso a patatina. Pensò che era davvero un ragazzo adorabile. Appena si accorse che lei lo stava osservando le sorrise.
-Piacere Liam-
-Jade- la mora sorrise imbarazzata.
-Oh che sciocco non vi ho nemmeno presentati scusate!- Zayn si portò una mano alla testa e tutti e tre risero.
-Dove abiti?-
-Prosegui sempre dritto e tra tre o quattro chilometri circa gira a destra.-
Zayn canticchiava il motivetto della canzone alla radio mentre Liam guidava.
-Ecco ora gira a destra. È la prima casa.-
Liam seguì le sue indicazioni e parcheggiò proprio sotto l’entrata.
Quando aprì la porta di casa si portò le mani alla testa.
Il tavolo della sala da pranzo era pieno di suoi vestiti, la sala, la cucina, la palestra. Tutte le stanze erano piene delle sue cose. Harry si muoveva ansiosamente tra la cucina e la sala.
-Mio dio- sussurrò piano la ragazza mentre le lacrime le salivano agli occhi.
-Ora faccio qualche foto poi puoi iniziare a riordinare- fu Liam a parlare dopo un lungo silenzio. La ragazza annuì mentre lui tirava fuori la macchinetta fotografica da una borsa.
-Quando hai finito chiamami e fammi sapere se manca qualcosa. Basta che chiami alla centrale e chiedi del detective Liam Payne.
-Va bene. Grazie. Harry- chiamò il ragazzo che girava ancora per le varie stanze della casa-Loro sono Zayn e Liam-
-Piacere- li salutò con un cenno del capo.
Liam dopo un paio di occhiate sparì in soggiorno.
Dopo un po’ ritornò con la macchinetta dentro la borsa.
-Bene, noi andiamo. Chiamami appena succede qualcosa va bene?- la mora annuì.
-Un momento- Harry lo fermò per un braccio- Non vi ho detto una cosa: le cose di Jade sono sparse per la casa ma le mie no. Le mie sono scomparse-
Liam aggrottò la fronte.
-Cosa? C’è qualcuno che ce l’ha con te?-
-No. non credo- il riccio lo guardò perplesso.
Jade era in crisi.
-Lo so io perchè. È lui. Me lo ha detto-
-Cosa? Jade che vuol dire?- Harry la guardò straniato mentre tutti gli occhi erano puntati su di lei.
-Il ragazzo della discoteca continua a seguirmi, è per questo che li ho chiamati-
-Cosa? Perché non me lo hai detto?-
-Hazz non volevo farti preoccupare-
-Tu dovevi dirmelo- le disse freddamente.
-Senti perché non mi porti a vedere la tua stanza?- Liam si intromise nella conversazione.
Harry annuì guardando male la mora per poi allontanarsi con il castano.
Il cellulare di Jade iniziò a squillare proprio nel momento in cui i due giravano l’angolo.
-Jade sono Louis- il ragazzo non le lasciò nemmeno il tempo di rispondere- Perché quel detective era lì? Che è successo?-
-Niente, formalità- rispose distrattamente.
-Jade dimmi la verità. Sono preoccupato-
-Non dovresti esserlo-
-Invece si. Il ragazzo biondo è qui. Ha chiesto di te a Ed- il cuore di Jade perse un battito.
-E lui che gli ha detto?-
-Che sei a casa. Jade ho paura per te. Non sei sola vero?-
-No, no tranquillo. Buonanotte Lou-
-Buonanotte. Al minimo problema chiamami mi raccomando-
-Va bene-
 

 
 
 
 

Eccomi qui guisto in tempo!!
come state?? 
Scusate per questo schifo ma oggi è stata una giornata così così..
Nello scorso capitolo mi avete detto dei piedi freddi che si sono infilati nel letto di Jade, non ho parlato di questo nel capitolo diciamo che lo avevo aggiunto più per sfizio, un po’ di suspance. Comunque si, erano di Harry ahaha scusate se vi ho spaventate ^^
Allora come avete visto è entrato in scena il nostro Payne ouo che ne pensate di lui? Che ruolo avrà oltre a quello del poliziotto? Fatemi sapere!!
Scusatee gli eventuali errori e so che è un po’ confusionario come capitolo ma oggi è stata una giornata abbastanza pesante. Prometto che mi rifarò con il prossimo!! Ci sono grandi colpi di scena ahaahha
Io vi saluto perché ora finisco di vedere The vampire diaries alla prossima settimana!!
Un bacio.
                                                                            -always_in_my_heart_
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


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Capitolo 14


 

La notte per Jade passò in modo estenuante. Dopo la chiamata di Louis lei aveva avvertito Zayn e Liam i quali avevano insistito per restare a dormire, così, aveva allestito una specie di letto sul divano per Liam e il divano-letto singolo per Zayn.
Jade aveva riordinato per tutta la sera la casa sotto lo sguardo freddo di Harry e nonostante tutto aveva ancora tantissimo lavoro da fare.  Harry si rifiutava di parlarle, o se lo faceva era solo per farle domande in modo freddo e composto.
Anche la notte non l’aveva passata molto bene: migliaia di  Niall popolavano i suoi incubi impedendole di dormire.
-Buongiorno- un Liam rilassato e tranquillo entrò in cucina.
-Giorno- bofonchiò la mora in risposta.
-Non hai un bell’aspetto. Hai dormito poco?-
‘sfido te a dormire con un maniaco che ti perseguita e potrebbe entrare in casa tua in qualsiasi momento’ pensò la ragazza, ma senza dare voce ai suoi pensieri. Infondo Liam le piaceva, era un ragazzo per bene e molto gentile. Non voleva trattarlo male.
-Non molto-
-Capisco- le mostrò la sua miglior faccia comprensiva per poi iniziare a preparare il caffè con gli oggetti che la mora aveva appoggiato sul tavolo ma che, troppo presa dai suoi pensieri, non aveva utilizzato.
Harry fece capolino velocemente nella stanza.
-Buongiorno- disse Jade provando ad avvicinarlo.
Lui non rispose ma rivolse un lieve cenno della mano a Liam che rispose.
Jade non reggeva più quella situazione. Aveva sbagliato a non dirglielo ma in fondo lo aveva fatto a fin di bene, no? invece il riccio non faceva altro che voltarle le spalle dalla sera prima.
-Harry smettila ti prego- sussurrò provata. Poteva anche accettare tutto ciò che le stava accadendo negli ultimi tempi. Poteva accettare Niall che la perseguitava e, magari, se lo meritava pure, ma non riusciva davvero a sopportare il litigio con il suo migliore amico.
-Ho sbagliato, è vero, e lo ammetto pure. Ma smettila di comportarti così. Smettila di fare la vittima.- dichiarò freddamente.
-Vi lascio soli- Liam si intromise un attimo per poi uscire dalla cucina chiudendo la porta.
-Io non sto facendo la vittima. Tu dovevi dirmelo. Avevo il diritto di saperlo!- quasi gridò l’altro.
-Hai ragione ma devi capire anche me, tu sei qui per rilassarti un po’ e lasciarti alle spalle i tuoi problemi. Ora io dovrei appesantirti con i miei? Quando ti rilassi? Tra meno di una settimana devi tornare a Holmes Chapel e a me fa bene averti qui, sei l’unica persona che riesce a calmarmi e se ti avessi detto tutto probabilmente avresti iniziato ad assillarmi anche tu con la storia della polizia invece io avevo bisogno di tempo, del mio tempo. Per rendermi conto che davvero quel pazzo perseguita me. Lui vuole me. Sai quanto è difficile accettarlo? Hai idea di quanto possa essere stressante? Mi dispiace, e tanto. So che ho sbagliato, ho bisogno di te e del tuo sostegno. Ma allo stesso tempo non voglio distruggerti la vita con questa storia-
Il riccio si avviò velocemente verso di lei e la strinse dolcemente a sé.
-Io, anche se non del tutto, ti capisco. Ma resta il fatto che dovevi dirmelo, proprio perché sono il tuo migliore amico dovresti condividere certe cose con me- il suo tono dolce ma deciso spiazzò la mora. Non pensava che avrebbe ceduto così. Conosceva bene Harry e sapeva che era un ragazzo molto orgoglioso.
-Lo farò, te lo prometto- lui le sorrise stringendola di nuovo.
 
Jade aveva deciso di non andare in clinica quel giorno, non si sentiva sicura e non aveva nemmeno l’umore giusto per poter lavorare. Erano circa le quattro e mezza del pomeriggio quando il telefono squillò facendola sobbalzare.
Zayn e Liam se n’erano andati da un paio d’ore e Harry dormiva beatamente in camera sua.
-Pronto?- rispose quasi timorosa di poter sentire di nuovo quella voce che continuava a torturarla a qualsiasi ora del giorno e della notte.
-Jade! Grazie a Dio stai bene! Mi hai fatto prendere un gran spavento quando non ti ho vista- la voce preoccupata dell’amico la rincuorò un pochino.
-Scusami Lou, è che non me la sentivo di venire-
-Lo so, ti capisco ma almeno avverti. Mi vuoi uccidere?-
La mora ridacchiò annuendo impercettibilmente.
-Allora come è andata stanotte? È venuto?- domandò il castano dall’altro capo del telefono.
-No. però io non ho dormito molto. Non sarà venuto di persona ma nei miei sogni c’era-
-Non sai quanto vorrei essere lì- era quasi esasperato.
-Lo so Louis, lo so-
-Chi c’è a casa con te?-
-Harry, ora dorme. Questa storia ha stressato parecchio anche lui-
-Lo immagino..-
-Comunque ora mi sento meglio-
-Come mai ti sei decisa a chiamare quel detective?- Jade non sapeva che rispondere, infondo era giusto dirgli la verità altrimenti avrebbe rischiato di perderlo come era accaduto con Harry.
-Lui è entrato dentro casa mia mentre non c’era nessuno. Ha portato via tutti i vestiti di Harry e ha sparso i miei per la casa. Lui me lo aveva detto: allontanerà da me tutte le persone che mi sono vicine così rimarrà solo lui. Questo era solo un avvertimento. Ho paura Lou-
-Io non ti abbandonerò, promesso. Certo non è molto consolatoria la cosa dato che sono rinchiuso qui dentro ma se vuoi una spalla su cui piangere io sono qui-
-Grazie. Conta molto per me-
-Harry per quanto resterà ancora?-
-Non lo so, tra una settimana l’università riapre perciò lui dovrebbe andare, però ha detto che vuole restarmi vicino e che non si fida a lasciarmi sola. È per questo che non volevo dirglielo, sta sacrificando i suoi studi per me e io mi sento in colpa-
-Non farlo, è il tuo migliore amico è naturale che voglia starti vicino in una situazione simile, lo voglio anche io che ti conosco solo da un mese! Poi, anche se non lo conosco bene, sono convinto che i suoi studi li recupererà benissimo una volta finito tutto questo-
-Lo spero-
-Invece il detective che cosa ti ha detto?-
-Che devo stare attenta, non devo andare in giro per la città da sola, ci deve essere sempre qualcuno con me. Zayn si è già offerto di venire a prendermi domani per portarmi in clinica e Harry mi tornerà a prendere. Si stanno organizzando i turni e io mi sento sempre più in colpa-
-Sembra un bravo ragazzo questo Zayn- ammise il castano, anche se con parecchia fatica.
-Lo è. Sai che è il figlio della Clark?-
-La Clark? Quella della sei?-
-Si, proprio lei-
-Effettivamente un po’ si assomigliano-
-Mmm si, forse un pochino-
I due passarono il resto del pomeriggio a chiacchierare come due vecchie amiche del college, spettegolando su questo e quel paziente, poi su attori e cantanti famosi. Jade si divertiva un mondo con lui perché riusciva sempre a farla ridere in qualche modo.
Verso le diciotto Louis la lasciò dicendole che il dottore gli voleva parlare così la mora terminò di riordinare la casa e iniziò a preparare la cena. Poi passò tra
La serata passò tra una chiacchiera e l’altra con Harry poi entrambi andarono a letto.
 

 
 
 
 
 
Eccomi qui!!
Innanzitutto vorrei scusarmi, so che è più corto del solito il capitolo ma ho davvero i minuti contati. Ho iniziato a scriverlo un pochino ieri e ho dovuto finirlo ora. Adesso devo andare a studiare italiano e mentre scrivevo il capitolo ho dovuto fare una pausa per scrivere una piccola storia(per bambini) in francese.. già.. questo è il prezzo da pagare per aver scelto il francese al posto del latino ahahah
Nello scorso capitolo quando si parlava della malattia di Louis io ho messo un asterisco ma poi mi sono dimenticata di scrivere il perché: io non sono sicura che sia vero, il fatto della medicina provvisoria è stato “inventato” da me e non mi sono nemmeno documentata perché nella storia per ora mi fa comodo così, poi con il tempo vedrete cosa succederà. Scusatemi ma sono un po’ sbadata ultimamente e ho dimenticato di scriverlo ahahaha
Passiamo al capitolo: che ve ne pare? È di passaggio però Jade prende più provvedimenti per “proteggersi” dal biondo. Poi si fa una bella chiacchierata con Louis.. è il sogno di tutte noi credo ahahah *-*
Vorrei ringraziare tutti quelli che recensiscono, chi ha messo la storia tra le seguite, tra le preferite e tra le ricordate. Mi fa davvero piacere!!
Un bacio.
                                                                                     -always_in_my_heart_
 
 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


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Capitolo 15


La mattinata lavorativa per Jade non era iniziata molto bene. La signora Clark aveva avuto di nuovo una crisi avevano dovuto chiamare Zayn dato che non erano riusciti a calmarla con la solita dose di calmanti. Il ragazzo era corso subito e aveva iniziato a parlarle della loro vita insieme prima della separazione dal marito facendola addormentare piano piano con il sorriso in bocca.
-Grazie per avermi chiamato- Zayn le sorrise chiudendo piano piano la porta della camera di sua madre.
-Grazie a te per essere venuto-
-Senti.. posso chiederti un consiglio?- il suo tono era indeciso come se non era convinto nemmeno lui di ciò che stava per fare.
-Ma certo dimmi pure- rispose cordialmente la ragazza.
-Io volevo portare le mie sorelle qui, dalla mamma. Pensi che sarebbe una buona idea? Sai, mi chiedono spesso di lei e.. insomma, chi sono io per negare loro di vederla?- non era ancora convinto di ciò che aveva chiesto.
-Io penso che sarebbe una buona idea. Potrebbe far bene a lei e anche a loro.-
-Ne sei sicura? Insomma loro sono così piccole io ho paura che vederla le possa spaventare-
-Ma no, infondo tua madre non è messa malissimo, basta solo stare attenti alle sue crisi e quello non sarà un problema. Vedrai che le renderai felici!-
-Grazie Jade, credo che le porterò domani, a patto che tu resti in stanza con noi. Credo che le potrebbe rassicurare-
-Va bene- sorrise diligentemente la mora.
Lui teneva così tanto alle sue sorelline, avrebbe voluto che anche suo fratello si interessasse così a lei.
Derek. Da quanto non lo sentiva? Ormai nemmeno se lo ricordava più. Probabilmente ora era da qualche parte del mondo su una spiaggia deserta con una bella ragazza a fregarsene di tutto il resto. È sempre stato un egoista e a Jade ha sempre dato sui nervi questa sua “qualità”, come la definiva lui. Ma non era di certo quello il motivo per cui avevano tagliato i ponti. A dire il vero lei nemmeno ricordava il motivo del loro litigio. Sapeva solo che dopo quella discussione il loro rapporto non era più stato lo stesso. Poi un giorno aveva deciso di trasferirsi a Londra e lui non era nemmeno andato alla stazione per salutarla. Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Da quel momento non si erano più sentiti. Per quanto ne sapeva poteva anche essere morto, o disperso da qualche parte del modo, o magari prigioniero di qualche maniaco e lei era lì ignara di tutto. Improvvisamente sentì un forte impulso di chiamarlo per sapere come stava, ma ancora una volta il suo orgoglio le impedì di muoversi così decise che a casa avrebbe domandato ad Harry qualche notizia su di lui.
 
Louis se n’era stato per tutta la mattina nella sua stanza senza fare i suoi adorati giretti per i corridoi. A Jade un po’ era mancato il suo sorriso allegro e la felicità che portava in ogni stanza in cui entrava. Ora che il suo turno era finito aveva deciso di andare a salutarlo e a chiedergli che cosa avesse. Stava aprendo la porta del castano quando si accorse che se il suo turno era finito le sorprese in serbo per lei dovevano ancora iniziare. Infatti, proprio nel momento in cui aveva aperto la porta della camera del ragazzo una testa bionda aveva fatto capolino dall’ entrata. Jade chiuse la porta di scatto prima che il castano si accorgesse dell’espressione spaventata sul suo viso, ma era troppo tardi perché mentre la sua mano era ancora appoggiata alla maniglia questa si abbassò e la testa del castano sbucò dalla fessura.
-Hey- disse Jade nervosamente-Ero passata a salutarti. Io torno a casa-
-Che hai? Il ragazzo la guardò stranito.
-Nulla- lo riprese Jade nervosamente.
-Andiamo ti conosco. Che hai?- le domandò gettando uno sguardo a  destra e sinistra del corridoio.
Jade capì il momento esatto in cui i suoi occhi videro la figura del ragazzo in fondo al corridoio perché questi diventarono improvvisamente gelidi come una giornata invernale. Freddi come un lago ghiacciato.
-Vieni dentro- sussurrò afferrandola per la mano mentre spalancava la porta per poi richiuderla con un botto –Che diavolo ci fa qui? Giuro che gli spacco il naso- quasi gridò. I muscoli del viso contratti in una smorfia, gli occhi scuri, le pupille più dilatate del solito e i capelli che ondeggiavano a destra e sinistra in base ai suoi movimenti.
Jade se ne stava con le spalle alla porta ad osservare la scena spaventata dalla reazione del castano.
Improvvisamente il ragazzo si rilassò e si girò verso la ragazza.
-Scusa, scusa. Non ho nemmeno pensato a come ti stai sentendo tu. Tranquilla andrà tutto bene vedrai, ora se hai il numero chiami il detective Payne che ti viene a prendere e ti porta a casa anche se vorrei tanto farlo io- disse andando verso di lei e stringendola a sé mentre la ragazza annuiva scoppiando a piangere.
-Andrà tutto bene- le sussurrava dondolandola a destra e sinistra per calmarla e,a lei, bastava la sua voce per questo.
Ne frattempo l’atmosfera creatasi nella stanza era diventata molto intima e Jade provava un senso di protezione mai avuto prima. Quando il castano si stacco da lei iniziò a carezzarle la guancia sinistra avvicinandosi sempre di più fino a quando le labbra dei due non si sfiorarono. Rimasero per un po’ con le labbra incastrate senza che nessuno dei due si muovesse ma purtroppo lo squillo de cellulare della mora li separò. La ragazza aprì il messaggio con il cuore che le batteva a mille e poi lo passò al castano spaventata.
 
‘Hey bellezza ti aspetto fuori per riportarti a casa. Niall xx ’
 
-Chiama Liam prima che vado là e gli spacco al faccia- la ragazza annuì e dopo qualche strana domanda del ragazzo dall’altra parte del telefono richiuse.
Quando lei e Liam uscirono dalla stanza del castano a testa bassa Niall era alla scrivania.
-Hey ti stavo aspettando- la guardò con tutta la preoccupazione che riusciva a fingere.
-Dai rispondi non ti ho fatto nulla- Liam la circondò con il suo braccio per poi dire un semplice e chiaro ‘lasciala in pace’.
Arrivata a casa le cose non erano migliori. Dalla litigata del giorno prima tra lei e Harry le cose erano cambiate.
-Sono tornata!- gridò la ragazza per farsi sentire dall’ amico, ma inutilmente dato che sul tavolo dell’entrata c’era un bigliettino giallo con su scritto in una calligrafia un po’ malandata che il riccio era uscito un po’ ‘per svagarsi’ come diceva la scrittura a zampa di gallina dell’amico.
Così ora Jade era sola nel suo appartamento e aveva l’opportunità di pensare, a cosa? Sicuramente all’ultimo messaggio di Niall mentre era in auto con Payne. Quella minaccia la spaventava un po’, insomma, non è da tutti i giorni ricevere un messaggio dove un maniaco afferma che prima o poi riuscirà a prenderla e che a quel punto nessuno potrà salvarla.
La mora scoppiò a piangere come una bimba, sola sul suo divano, sulla sua casa che sembrava così vuota e poco sicura. Fu proprio così che la trovò Harry tre ore dopo al suo rientro: sola, distesa sul divano, il mascara che le colava fin sotto le guancie, tremava e piangeva in modo quasi isterico.
La abbracciò quasi istintivamente e maledisse se stesso di aver preso quella decisione così da egoista senza nemmeno pensare a lei che aveva rischiato la vita rimanendo a casa da sola. Ma a tutto questo lei non ci pensava, quando sentì la stretta salda dell’amico l’unica cosa a cui pensò fu chiedergli scusa: scusa per tutto quello che aveva fatto, scusa per ciò in cui l’aveva coinvolto, scusa per ogni minimo errore commesso.
La notte passò con i due abbracciati sul divano, Jade ancora in divisa da lavoro e Harry ancora con lo smoking addosso.
Ma per fortuna l’indomani sarebbe stato un altro giorno, o almeno così pensavano.
 
Anche quella mattina per Jade fu parecchio tranquilla. La notte si era portata via tutti i brutti pensieri per fortuna e le braccia di Harry li aveva distrutti pian piano come solo lui sapeva fare.
La mora era seduta sulla sedia alla scrivania ma, per una volta, non stava riordinando scartoffie. Aspettava Zayn e le sue sorelle, lui l’aveva chiamata dieci minuti prima avvertendola che in mezz’ora sarebbero arrivati e nel frattempo lei pensava. Pensava a quella mattina: quando aveva aperto la porta e Louis le si era buttato addosso chiedendole se stesse bene e confessandole che era da un po’ che la stava aspettando. Per lei era quasi surreale tutto ciò, nessuno l’aveva mai aspettata tanto.
-Jade- dal fondo del corridoio proveniva una voce a lei familiare.
La ragazza si alzò di scatto mentre quattro figure andavano verso di lei.
-Jade loro sono le mie sorelle: Doniya, Waliyha e Safaa- erano tre ragazze tutte con gli stessi capelli e occhi scuri anche se con sfumature diverse. Zayn le guardava come se fossero la cosa più importante del mondo- Ragazze, lei è Jade- la ragazza sorrise teneramente alle tre che la guardavano sconcertate. Poi una, la più piccola si fece avanti.
-Tu sei quella che si prende cura della mia mamma?-  avrà avuto si e no sei o sette anni e la sconcertò il fatto ch e la guardava come se fosse consapevole di quanto sua madre stava male.
-Si- le sorrise la ragazza- Io sono una delle persone che si prende cura di tua madre. Ma non sono l’unica, sai? Lei è molto importante- la bambina le sorrise tendendole la mano come se le chiedesse di accompagnarla da lei. La ragazza guardò Zayn che annuì, così condusse le tre nella camera.
Erano ormai dieci minuti che quelle ragazze si trovavano dentro la stanza della madre ma il cambiamento era più che evidente nella donna. Sembrava molto più serena. Negli ultimi mesi chiedeva spesso delle figlie infatti, e ora era davvero felice di averle vicine.
-Jade- il moro la richiamò- Ora che la mamma è tranquilla dovrei parlarti un attimo- lei annuì ed uscirono dalla stanza.
 
La visita con le sorelle di Zayn era stata a dir poco perfetta. Erano rimaste tutta la mattinata e avevano portato un po’di allegria in giro per l’ospedale.
La ragazza inoltre si era ormai decisa sul da farsi, voleva accettare il consiglio di Zayn, ci stava pensando da un po’ ma non era certa di avere il coraggio di farlo, però per ora sembrava la proposta migliore. Così aveva deciso: sarebbe partita a tempo indeterminato. Voleva lottare coi denti e con le unghie e se andarsene da lì serviva a liberarsi di Niall, allora sarebbe partita.
 



Ssera!!
Scusate scusate scusate non ci sono parole per dire quanto io sia pessima.
Vi dico solo una cosa: scuola. Penso abbiate capito che intendo no? sono stata piena di compiti e interrogazioni e non avevo nemmeno cinque minuti per me. Ero certa che sarei impazzita vi giuro, credevo che non sarei mai arrivata alle vacanze intera, invece eccomi qui!! E sono anche riuscita ad aggiornare. Premetto che sono le dieci e mezza e che ho appena finito di scrivere il capitolo dato che sono stata fuori casa tutto il giorno quindi perdonate i miei errori grammaticali e non solo.. inoltre il capitolo non è un granché ma ci sono grandi cambiamenti. Un incontro con Niall, una mezza riappacificazione con Hazz e in fine Jade decide di partire. Su questo vi dirò meglio il prossimo capitolo perché sono indecisa su dove farla andare, ho diverse opzioni..
Davvero spero non siate rimaste deluse da capitolo. Mi scuso di nuovo enormemente per il ritardo, ringrazio poi tutti quelli che recensiscono o che hanno inserito la mia storia tra le seguite, preferite e ricordate!! Grazie vi adoro <3
Cercherò di aggiornare presto <3
Un bacio!!
 
                                                                   -always_in_my_heart_

P.s. tantissimi auguri di buon Natalee!!(non credo di aggiornare prima del 26 perchè di solito passo il Natale fuorni casa) <3 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


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Capitolo 16



 
-CHECCOSA?- il riccio fissò Jade come se fosse pazza -Che vuol dire che parti?!-
-Hazz è la cosa migliore da fare credimi. Io voglio liberarmi di quel pazzo e se dovrò trasferirmi allora lo farò, magari sarà per poco. Magari smetterà e allora potrò tornare-
-E qui chi pensa al lavoro, alla casa e a tutto il resto?-
-La casa è l’ultimo dei miei problemi. Per il lavoro.. per ora ho un mese di ferie arretrate che potrei utilizzare, Hazz ho davvero bisogno di una vacanza non ce la faccio più-
-E dove credi di andare eh? Non lo sai scommetto, è questo che mi preoccupa di più: il non riuscire a trovarti-
-Hazz non dovrei dirti dove vado, l’agente Payne mi ha detto che c’è il rischio che quel tizio lo scopra però mi fido di te, so che vuoi il mio bene, devi solo promettermi che non verrai a trovarmi: lui potrebbe seguirti e arriverebbe di nuovo a me- disse la mora un po’ turbata da tutto ciò.
-Ma come faccio senza di te?- piagnucolò l’altro.
-Liam mi ha detto che devo cambiare numero, lo darò solo alle persone più importanti. Tu potrai chiamarmi-
-Io continuo a pensare che non è una buona idea scappare Jade- disse il ragazzo con aria grave. La mora fece per rispondere ma l’amico la bloccò subito- E poi con Louis come farai?-
Se la ragazza fino a poco prima era sicura di se stessa esitò. Louis. A lui non aveva pensato, aveva visto le cose solo dal lato facile. Non poteva stare senza sapere sue notizie, poi si sarebbe arrabbiato tantissimo e magari avrebbe anche provato a scappare, se c’era una cosa su cui prima dubitava era ciò che lui provava per lei, ma ora tutto era cambiato ed era certa che lui le voleva bene ed era legato a lei. Non aveva dubbi su questo. Non più.
-Mi sembra che siete molto legati  ultimamente, parli spesso di lui e quando ti vede gli si illuminano gli occhi. Non è che c’è qualcosa tra voi due eh?- chiese ammiccante l’amico con la sua solita sfacciataggine.
-Tra me e Louis? No ma come ci pensi!!- mentì spudoratamente la mora. In realtà lei non era molto certa  di ciò che provava per lui ma l’unica cosa di cui era certa è che nessuno l’aveva mai fatta sentire così, anche con un solo piccolo bacio a stampo era riuscito a farla sentire a casa ma allo stesso tempo amata e protetta. I suoi sentimenti verso il ragazzo erano ancora un mistero per lei ma di certo era qualcosa di più di un semplice amico, non come un fidanzato ma sentiva che tra loro c’era un legame indissolubile. Come due fratelli, ecco.
-Gilelo dirò e cercherò di farlo stare calmo. Comunque parto domani pomeriggio-
-Ho capito ma dimmi dove vai-
-Vado da nonna. Nel Surrey-
Il ragazzo la guardò con un briciolo di speranza negli occhi.
-Devi promettermi di non venire per favore Hazz-
-E va bene sono sicuro che con tua nonna non ti succederà nulla e non farai cose stupide- rise.
-Ah è per questo che volevi seguirmi. infame!- Esclamò la ragazza per poi ridere di rimando mentre colpiva l’amico con la maglietta che aveva in mano-
-Certo! Non mi voglio perdere uno spettacolo simile- la ragazza gli saltò addosso fingendo di picchiarlo.
Una volta calmati Jade tornò a fare le valige poi chiese al riccio di accompagnarla da Liam e insieme andarono a fare una nuova scheda per il cellulare. Era dura cambiare numero ma doveva farlo. Memorizzò tutti i contatti e lasciò la sua vecchia scheda al detective anche se un po’ a malincuore.
 
La notte per Jade passò in modo disastroso, restò sveglia a pensare come dire a Louis della sua decisione. Riuscì a prendere sonno solo verso le quattro ma alle sette la sveglia suonò.
Quando arrivò alla clinica Lana era seduta alla scrivania. Quella donna aveva un talento naturale per scomparire, non la vedeva da giorni.
-Hey oggi sei tu la ritardataria!- esclamò sorridendole- Dai corri a cambiarti altrimenti la Moore ti si mangia-
-No devo parlare con la Moore ora, sai dov’è?-
-Quando il gatto non c’è i topi ballano non vanno a cercarlo. Che ci vai a fare dalla Moore?-
-Mi servono un po’di ferie-
-Come mai?-
-Cose personali. Non posso spiegarti ora-
-Va bene!- fece il broncio la donna. Sapeva che non doveva impicciarsi troppo.
Jade fece per andarsene ma una mano le si poggiò sul fianco destro e subito dopo il viso del castano le si parò davanti.
-Buongiorno Trilly- la mora lo guardò stranita.
-Trilly?-
-Si sei un trillo, un suono sei allegria- disse con enfasi.
-Ehm va bene convinto tu-
Dopo aver discusso un po’ con la Moor riuscì ad ottenere le ferie e andò così a svolgere il compito più difficile: dire tutto a Louis.
Entrò nella sua stanza cercando di essere serena.
-Trilly che ci fai qui senza divisa?- sorrise illuminando tutta la stanza come al solito.
-Louis ti devo parlare-
-Dimmi- subito si fece serio.
-Ho deciso di partire per un po’. Spero di riuscire ad allontanare quel pazzo-
Lui annuì triste.
-Me lo aspettavo sai? È la cosa migliore- Jade rimase stupita, credeva che avrebbe avuto tutt’altra reazione- Quando parti?-
-Oggi pomeriggio- annuì- Comunque ti lascio il mio numero, lo avete solo tu, Hazz, Zayn e Liam, non lo devi dare a nessuno e attento che Niall potrebbe tenerti d’occhio. Però se hai bisogno di qualsiasi cosa- scandì bene le ultime due parole- Chiamami-
-Vieni qui fatti abbracciare. Non posso credere che non ci vedremo più- disse andando verso di lei e circondandola con le sue braccia –Ti voglio bene, lo sai?-
-Si lo so Lou, ti voglio bene anche io- lui la strinse ancora più forte poi piano piano le si avvicinò alle labbra baciandola. Ormai era diventata un’abitudine ma ogni volta che lo faceva le risultava più difficile lasciarlo.
-Dai io ora vado ci sentiamo- disse lei stringendolo di nuovo a sé.
-Stammi bene Lou- disse prima di chiudere la porta alle sue spalle.
Lasciare la clinica era ancora più difficile perché questa volta non sapeva quando sarebbe tornata.
 
Due ore dopo era in viaggio. Sarebbe arrivata nel Surrey in treno poi avrebbe preso un taxi per arrivare a casa di sua nonna. I biglietti li pagò Zayn per non farsi scoprire poi lei gli restituì i soldi.
Durante il viaggio pensò alla sua vita, a tutto quello che era riuscita a fare, ai sogni che aveva realizzato. Aveva lottato contro tutto e tutti per fare ciò che voleva, aveva persino litigato con i suoi genitori eppure ora arrivava quel biondino e le rovinava tutto. Certo in fondo non le dispiaceva andare da sua nonna. Ci aveva passato dei bei periodi, i migliori della sua vita ed era felice di tornare in quella casa in campagna.
Sua nonna era le alzate presto il mattino, le chiacchierate fino allo sfinimento nel campo mentre raccoglievano i fagiolini sotto il sole bollente o mentre innaffiavano l’insalata di sera quando c’era l’ombra, era il mercato delle dieci del mattino con il viaggio in auto passato a cantare a squarciagola vecchie canzoncine inglesi degli anni sessanta settanta, era la spesa del sabato mattina sempre più abbondante del solito perché la domenica bisognava fare festa, era litigare con suo nonno di continuo per poi finire la discussione con un abbraccio e un gran sorriso stampato in faccia, e ancora era andare a letto di pomeriggio per poi alzarsi e preparare la pasta fatta a mano o la pizza ascoltando vecchi dischi in vinile, era cucinare la cena al ritmo di musica moderna perché, non si poteva ascoltare solo ciò che piaceva  a lei, era andare a chiudere le galline e le oche rincorrendo quelle che non volevano entrare nel recinto, era passare le serate dopo cena a guardare vecchi film alla tv mentre si limavano le unghie a vicenda, era andare a letto presto ma felici e piene di voglia di vivere perché la vita in campagna è faticosa ma soddisfacente e se si era in due era anche meglio.
In fondo non le dispiaceva per niente tornare in quella casa, anzi con il freddo aveva un aspetto ancora più accogliente con il caminetto acceso e il tegame della cioccolata calda sul fornello che profumava tutta casa. Lei ha sempre avuto un rapporto bellissimo con sua nonna sin da quando aveva tre anni e rimaneva per due settimane a dormire da lei. Due settimane in cui si divertivano come pazze, con suo nonno aveva sempre avuto un rapporto più burrascoso, erano molto simili quindi finivano spesso per litigare ma poi tutto si risolveva per fortuna.
No, non le avrebbe fatto per niente male stare un po’ con loro anche se avrebbe voluto farlo in una situazione più tranquilla.
Nel frattempo la sua fermata era stata chiamata perciò scese dal treno e in quel momento sperò solo che tutto questo funzionasse.
Chiamò il taxi poi diede l’indirizzo e osservò bene fuori dal finestrino la strada che ormai conosceva a memoria. Un lieve strato di neve aveva già coperto i campi, lì nevicava prima che in ogni altro posto in Inghilterra e forse è proprio questo che rendeva il paese quasi magico agli occhi di Jade. Amava il Surrey con tutta se stessa, forse più per i ricordi che per tutto il resto ma infondo lei lì si sentiva  a casa più di quanto ci si sentisse dai suoi.
 
L’auto la lasciò nello stradino di casa della nonna ma dovette percorrerlo a piedi perché una volta lì l’autista non sarebbe riuscito a fare inversione.
Quando sua nonna la vide la strinse a sé.
-Mio dio ma sei cresciuta ancora! Sei una donna ora- le disse quasi piangendo guardandola con affetto.
Jade le toccò affettuosamente i capelli biondi, la frangetta e le piccole rughette che le si stavano formando ai lati degli occhi. Sua nonna era davvero giovane, così come sua madre e fino a qualche anno prima non aveva nemmeno una ruga.
-Su entra che ci prendiamo una cioccolata calda davanti al camino. Tuo nonno è andato a prendere un po’ di cose al negozio di animali-
La serata passò poi tra una risata e l’altra e in fine Jade si addormentò tranquilla e, forse per la prima volta, non sognò nulla.
 


Eiiii!!
Buon Natalee(so di essere in ritardo ma meglio tardi che mai no?)
Eccomi qui avete visto che brava? Sono tornata prima del solito con un capitolo tutto per voi e spero che vi piaccia perché ci ho messo tutta me stessa davvero, c’è una parte di me in questo capitolo che vi ho voluto in un certo senso”regalare”: la parte finale, è una parte(scusate le mille ripetizioni ^^) a cui tengo molto e di cui sono gelosa ma spero che l’abbiate apprezzata e che non vi abbia annoiate/i perché davvero ci tenevo a raccontarvi questa piccola parte di me ed è da un mese che aspetto di scrivere questo capitolo ahahah
Detto questo mi dileguo o i miei mi uccidono lol
Spero vi sia piaciuto il capitolo e che continuerete a seguirmi, grazie mille a chi recensisce, a chi ha messo la storia tra le seguite, preferite, ricordate e se vi va di farmi un regalino per natale lasciandomi una recensione anche piccolina non mi farebbe schifo <3
A presto!! Un bacio <3
 
                                                                            -always_in_my_heart_


 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


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Capitolo 17

-Buongiorno dormigliona- sua nonna le sorrise smettendo di cantare la canzone natalizia mentre lei si sfregava gli occhi entrando in cucina. Le notti passate lì stavano andando benissimo, sarà stato per l’ambiente familiare ma non sognava mai nulla quindi il mattino era riposata e serena.
Niall non si era più fatto sentire, aveva parlato al telefono con Harry una o due volte e anche Zayn e Liam l’avevano chiamata. Le cose andavano bene più o meno a tutti e Zayn le aveva detto che aveva portato le sue sorelle a trovar la madre più di una volta, loro avevano anche chiesto di lei, soprattutto Safaa, la più piccola.
-Buongiorno nonna- anche lei sorrise alla donna.
Lì si trovava bene come sempre. Era praticamente a casa. Nei giorni precedenti non era uscita molto ma ora voleva iniziare a farlo.
-Che c’è per colazione?- ogni mattina sua nonna l’aveva viziata con qualcosa di diverso: dai biscotti al cioccolato alla crostata al limone, dalla pizza farcita agli stuzzichini.
-Croissant appena sfornati-
-Nonna ti ho detto di smetterla, mi vizi troppo e poi ingrasso!- le disse con una punta di risentimento per poi scoppiare a ridere facendo ridere anche la donna.
-Ma stai zitta và. Hai bisogno di prendere peso, guarda quanto sei magra. Ma mangi?-
-Certo che mangio nonna. Non l’hai visto?- la donna rise –Esci oggi?-
-Mhh si. Oggi è giorno di mercato non ti ricordi?-
-Perché c’è anche in inverno?- chiese stupita. La donna le se avvicinò e le diede uno schiaffetto sulla testa per ciò che aveva detto.
-Ehi non mi picchiare!-protestò ridendo per poi abbracciarla. Voleva un gran bene a sua nonna, anche se la vedeva solamente una volta al mese era come una madre per lei, la madre che non aveva mai avuto.
In quel momento la porta d’entrata si spalancò, sentirono un tonfo poi si aprì il portoncino in legno.
-Hey dormigliona sei già sveglia?- suo nonno le sorrise timidamente entrando con due grandi buste in mano.
La mora gli andò incontro, lo abbracciò e poi gli rubò una delle due buste.
-Ti aiuto. Che c’è dentro?- spalancò i due manici della busta che scoprirono una carta colorata a righe con un gallo disegnato davanti –Oh cibo per polli. Entusiasmante!- risero tutti e tre insieme.
-In realtà quello lo devo portare fuori è che prima dovevo mettere dentro questa busta. Hai preso quella sbagliata- lei annuì.
James, suo nonno, appoggiò la busta a terra lungo il corridoio e fece per toglierle la sua dalle mani ma Jade lo allontanò con un buffetto.
-Vengo con te ad aiutarti. Mi mancava tutto questo- lui le sorrise teneramente. In quei giorni, stranamente, erano andati molto d’accordo. Niente litigate, battibecchi o cose simili. Sembravano davvero nonno e nipote. –D’altronde, che c’è di meglio di una bella stancata tra i polli prima di colazione- disse sarcastica facendo ridere pure sua nonna dalla cucina.
Quando uscì Jade si trovò davanti il familiare piazzale dove da piccola scorrazzava su e giù facendo finta di vendere gli animali, le piante e i mezzi agricoli alle persone. Ora non era più spensierata come prima, come si dice sempre: crescere porta via tutta la spensieratezza.
Ammirò il grande spazio ricoperto di sassi di fronte a lei delimitato dalla rete che lo divideva dalla casa del vicino. Osservò tutte le piante che da piccola innaffiava sempre con sua nonna nelle afose giornate estive, molte di loro non avevano fiori ma solamente foglie, altre nemmeno quelle. Le metteva un po’ tristezza quella cosa, ma sapeva che poi i fiori sarebbero rinati. Mentre si avviava verso il pollaio poggiò la mano sulla panca in legno dove tutti e tre la sera dopo cena si sedevano intorno al caminetto esterno a chiacchierare come tre migliori amici e a capare fave con l’ammazza zanzare vicino che scoppiettava insieme al fuoco. Le uscì un piccolo sorriso a tutti quei ricordi.
-Dai fai uscire Lilli dal recinto poi torna dentro da nonna- le disse suo nonno quando stavano per finire il lavoro- Anche perché tua nonna mi uccide. Aveva appena sfornato i cornetti e mi aveva pregato di farti rientrare presto- risero entrambi e la ragazza annuì. Si avviò verso il recinto della cagnolina che saltava su e giù per la felicità di essere liberata. La notte la tenevano sempre dentro il recinto per la paura che combinasse qualche danno, non riusciva a stare ferma un attimo.
-Su Lilli ora sei libera- le disse aprendo il cancelletto che lei e suo nonno avevano costruito con le loro mani. Lei le saltò addosso arrivandole si e no alla coscia e la ragazza rise per poi abbassarsi a farle qualche coccola mentre l’altra la leccava sulle mani.
Dopo esser rientrata in casa e aver fatto colazione andò a prepararsi per il mercato.
Comprarono tantissimi vestiti  una piantina grassa, insieme al pesce per cena poi si fermarono davanti ad una bancarella di animali.
-Nonna come mai ci siamo fermate qui?-
-Devo prendere le crocchette per Lilli se vuoi tu intanto vai a vedere un possibile regalo per Natale che stasera facciamo l’albero e mettiamo sotto i regali incartati-
La ragazza annuì ma fu bloccata da qualcosa. In delle gabbiette c’erano dei piccoli gattini. Si avvicinò lentamente. Lei ha sempre amato i gatti. A casa di sua nonna quando non sapeva cosa fare passava la maggior parte del tempo in capanna dover c’erano sempre uno o due gatti a mangiare, e lei se li coccolava fino allo sfinimento.
Restò ad ammirare tutti quei gattini che avranno avuto si e no due mesi poi sua nonna le arrivò da dietro.
-Guarda come sono belli!- disse alla donna che sorrise.
-Già.. sono bellissimi. Ma ora vieni dobbiamo andare a scegliere il tuo regalo-
Dopo essere state al mercato andarono anche a far la spesa e al negozio della frutta poi tornarono a casa a preparare il pranzo.
Verso le cinque del pomeriggio, quando fuori aveva iniziato a fare buio, sua nonna la prese in disparte per chiederle di aiutarla a fare l’albero. Aveva no cucinato tutto il pomeriggio, avevano preparato i tortellini: una buonissima ricetta italiana che tutti e tre amavano mangiare e il giorno dopo, che era la vigilia di Natale , li avrebbero mangiati insieme.
Lei e sua nonna iniziarono a tirare fuori l’abete finto, poi le luci con cui si incastrarono varie volte l’una all’altra finendo col ridere come due pazze tutte attorcigliate attorno alle lucine colorate. Dopo aver sistemato le luci attaccarono le palline e la stella sulla cima poi il telefono della mora squillò mandandola nel panico come ogni volta.
Osservò lo schermo: numero privato. Le prese un colpo e pensò di non rispondere ma poi si decise e disse tra se e sé che se era Niall avrebbe chiuso subito.
-Pronto- la sua voce fece eco dall’altra parte ma non ci fu nessuna risposta.
Il cuore prese a batterle all’impazzata.
-Pronto- disse un’altra volta, decisa ad interrompere la conversazione.
-Hei Jade mi senti?- la ragazza si tranquillizzò subito.
-Louis ciao. Stavo per chiamarti io. Mi hai messo paura.-
-Oh scusami non volevo- era la prima volta che si sentivano da quando lei era arrivata a casa di sua nonna e lui sembrava un po’ imbarazzato.
-Che stai facendo?-
-Nulla, ho chiacchierato con Ed fino a poco fa e ora vado nella mia stanza. Tu che fai?-
-Ho appena fatto l’albero. Oggi ho fatto tantissime cose e mi sono divertita da matti- gli disse entusiasta la ragazza- Mia nonna è distrutta sul divano- affermò poi ridendo e facendo ridere il castano.
-Mi piacerebbe conoscerla, sai?- Louis si maledisse subito dopo aver pronunciato quella frase ma l’aveva sentita così serena che non potè fare a meno di dirlo, non l’aveva mai sentita così entusiasta e la cosa lo faceva sorridere. Aveva ragione lei: era meglio per tutti se se ne andava per un po’, ma soprattutto era meglio per lei.
-Cioè volevo dire- cercò di correggersi- Ti fa bene l’aria di campagna!- lei rise sentendolo mentre cercava di salvarsi da solo dal casino in cui si era messo.
-Lou non ha detto niente di male!- gli disse- Un giorno te la faccio conoscere, promesso-
-Io sono sempre qui- la invitò lui- Allora che hai fatto di tanto entusiasmante oggi?-
La ragazza iniziò a raccontargli la sua giornata mentre l’altro la ascoltava rapito, dall’altra parte del telefono, sia per la sua voce piena di felicità, ma anche per tutto ciò che era possibile fare in un solo giorno. Non ci credeva. Passarono un’ora al telefono a ridere come due vecchi amici poi Mary, la nonna della mora, la chiamò per la cena così riattaccarono.
Anche la vigilia passò abbastanza veloce, trascorsero la giornata a chiacchierare tutti e tre e a giocare a carte mentre fuori altra neve cadeva dal cielo.
Il giorno dopo era Natale e Harry sarebbe andato a pranzo lì così lei e la nonna si organizzarono anche per il pranzo e la cena. Jade era felice, non vedeva l’ora di vedere il suo migliore amico. Inoltre chiamò anche Louis per fargli gli auguri di buon compleanno: dopo che a lui il giorno prima era uscito per sbaglio che era il suo compleanno Jade gli aveva fatto una sclerata per il fatto che non glielo aveva detto. Infatti incaricò Harry di dargli lo scaccia pensieri in camere sua, si il suo scaccia pensieri perché voleva che lui avesse qualcosa di suo.
 
Jade sentì qualcosa di morbido sfiorarle il viso. Cercò di capire che cosa potesse essere senza aprire gli occhi. Poi realizzò che era il giorno di Natale allora balzò a sedere nel letto facendo cadere un batuffolo morbido e peloso sul suo stomaco. Capì cosa fosse solo nel momento in cui questo si mosse. Un gatto. Un piccolissimo gatto tigrato, anche se la semioscurità della stanza non le permetteva di vederlo bene, la ragazza stava per alzarsi in piedi gridando il nome della nonna  ma sentì qualcosa di strano, qualcosa che rompeva la sua normalità: due braccia le stringevano il bacino, che fosse sua nonna? Si voltò alla sinistra del letto matrimoniale e quasi gridò. Come poteva essere arrivato lì lui? Aveva dormito con lei e non se n’era accorta? Il suo cuore iniziò a battere all’idea di loro due  che dormivano insieme. Proprio in quel momento il ragazzo aprì gli occhi limpidi e iniziò a fissarla, prima spaesato, come se non capisse dove si trovava ma poi le sorrise teneramente, le sussurrò un ‘buongiorno’ rauco posandole un bacio caldo sulla guancia. Lei si fiondò immediatamente su di lui attenta a non schiacciare il gatto che aveva ancora in grembo e che li guardava spaesato.
-Allora ti piace il mio regalo? Mi avevi detto che ti piacevano i gatti così mi sono accordato con tua nonna e le ho chiesto di comprartene uno- lei sorrise annuendo.
-Davvero sei stato tu?- domandò quasi stupidamente, dato che glielo aveva già detto lui –Grazie-
-Come lo vuoi chiamare?- la ragazza alzò la serranda per guardarlo meglio. Era un gattino tutto tigrato tra il rosso, il marrone scuro e il nero ma con il petto bianco. Fece per pensarci su poi parlò attirando l’attenzione del ragazzo al suo fianco.
-In tutti i sogni che ho fatto i miei gatti si chiamavano Miù. Dici che lo devo chiamare così?-
-Secondo me si, il destino non sbaglia mai- le sorrise- Ti piace Miù?- disse rivolto al gatto che per risposta miagolò deciso- È ufficiale: gli piace- disse scoppiando a ridere per poi abbracciarla.
-Buon Natale Jade- la sussurrò su un orecchio.
-Buon Natale anche a te- ora Jade poteva dire di essere felice. Quello era più di tutte le sue aspettative, più di ciò che aveva immaginato. Il Natale migliore di sempre.

 
 

Buon anno ((:
Innanzitutto scustemi tanto çç tra una cosa e l’altra non sono riuscita davvero ad aggiornare, infatti vi devo dire che purtroppo non aggiornerò più puntuale come prima perchè sono davvero tanto impegnata e i capitoli mi portano via sempre più tempo quindi appena potrò aggiornerò anche se cercherò di non fare ritardi enormi tipo due mesi o più..
Che ne dite di questo capitolo? Io ne sono stranamente soddisfatta. Soprattutto il finale mi ispira molto. Non ho specificato il nome. Sono cattiva vero? Ahahah secondo voi chi è? Ditemi i vostri pensieri :3
Avete visto che brava contadinella che è Jade? Mi piace quella parte e forse a voi può risultare noiosa ma penso sia importante l’infanzia di Jade e questo è un capitolo di passaggio, è anche più corto.
Ah un ultima cosa.. è Natale. Vo vi chiederete:come siamo arrivati a Natale? È colpa mia. Non ho più messo riferimenti temporali ma nei primi capitolo avevo messo che era metà autunno, ovviamente voi non ve lo potete ricordare ed è per questo che ve lo dico io ora. Non ho saltato nulla e Jade non si può teletrasportare nel futuro ahahah :3
Spero davvero che vi sia piaciuto il capitolo. Alla prossima :3
Un bacio
 
                                                                -always_in_my_heart_
 
P.s. se volete potete trovarmi qui:
Twitter:@Dear_Lou

Tumblr:theyrloveforever.tumblr.com 

vi lascio con una gif adorabile di Miù. Vi piace il nome? Ahaha  è strano ma mi ispirava!  
https://24.media.tumblr.com/f6f4eee6d543d126ec72b674c223be3b/tumblr_mzazf0WMHK1smgkrgo1_400.gif

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


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Capitolo 18


 
Jade era ancora distesa sul letto e scioccata da ciò che era appena successo. Insomma come poteva essere arrivato lì lui?
Poi lo notò. Il ragazzo di fronte a lei aveva attaccato in fronte un fiocchettino rosso che le fece corrucciare la fronte.
-E quello?- chiese indicandolo.
Il ragazzo tossicchiò ridendo.
-Ehhm devi sapere che quello- indicò il gatto che si stava strusciando comodamente tra le braccia della mora- È il mio regalo, ma io- si indicò con l’indice- Sono a mia volta un regalo da parte di qualcun altro- ridacchiò ancora vedendo la faccia sconcertata della mora. Ma poi lei lo sentì. Sentì il russare che proveniva dalla stanza vicino alla loro e capì che non era suo nonno. Il castano di fronte a lei annuì come a confermare il suo sospetto allora la ragazza saltò in piedi con il gatto ancora tra le mani e uscì dalla stanza, entrò in quella adiacente alla sua e si fermò per un momento ad osservare il suo migliore amico che dormiva beatamente: i ricci sparsi sul cuscino, il viso angelico, le braccia sotto il cuscino, rivolto a pancia sotto. Poi sorrise al ragazzo posandogli un tenero bacio sulla fronte. La tentazione di svegliarlo saltandogli addosso era forte ma si trattenne e tornò in camera sua.
-Quando siete arrivati?- sussurrò prima di sedersi.
-Stamattina alle sette-
-Ma che ore sono?-
-Le dieci. Hai dormito tantissimo. Harry mi ha imposto di aspettare qui finché non ti fossi svegliata così mi sono addormentato anche io- sorrise mostrando le fossette ai lati degli occhi –E inoltre mi ha appiccicato questo ficco in testa- affermò sconsolato facendo ridere la ragazza –E mi ha detto che me lo devi togliere tu, io non posso farlo- mise su un broncio adorabile facendo ridere ancora di più Jade che lo fissava.
-Quando vuole sa essere un vero dittatore. Scommetto che ti ha minacciato-  affrmò lei staccando il piccolo fiocco rosso e rigirandoselo tra le mani.
-Più o meno- annuì l’altro ridacchiando –Ma ho avuto la mia piccola rivincita- la ragazza corrucciò la fronte però non fece in tempo a chiedere nulla perché sua nonna si affacciò sullo stipite della porta.
-Buongiorno ragazzi- sorrise mentre i due le rispondevano all’unisono –Venite a fare colazione?-
-Si nonna tra un po’ arriviamo- le rispose Jade sorridendo di rimando.
-Allora come mai hai seguito Harry e le sue pazze idee?- chiese Jade vedendo scomparire la nonna da dove era venuta.
Jade sapeva bene che il giorno di Natale era permesso ai familiari portare a casa i pazienti meno gravi, ma Harry non era un familiare di Louis.
-Diciamo che abbiamo lievemente mentito entrambi- ridacchiò- Anche se è stato difficile convincere la Moor-
-Lo credo- rise anche lei- È  una testa dura quella donna-
-Comunque siamo stati molto attenti per strada, l’ho tenuta sotto controllo e sono sicuro che nessuno ci ha seguiti- lei annuì debolmente e sorrise.
-Grazie. Per quanto vi fermate?-
-Harrry mi ha fatto il permesso per due giorni. Devo tornare domani sera entro le dieci. Tu fino a che giorno hai il permesso?-
-Fino al dieci gennaio, per ora.-
-Sai che mi andrebbe di fare in questo momento?- domandò la ragazza con una strana idea negli occhi.
-Colazione?- azzardò l’altro.
-No, tu hai fame?-  Louis alzò le spalle.
-Non molta. Allora?-
-Un tatuaggio- il viso le si illuminò di più mentre sorrideva. Louis invece la osservò stupito, come se stesse cercando di capire se faceva sul serio.
-Non ti facevo tipo da tatuaggi- la prese in giro –Ma non fanno male?-
-Tu prendi in giro me e poi mi chiedi se fanno male con quella faccia?- rise la ragazza –Comunque non fanno male, o almeno non molto-
-E tu come fai a saperlo?- avrebbe voluto aggiungere un “Non dirmi che ne hai già uno” ma si trattenne.
-Ne ho già uno- alzò le spalle in, la ragazza, sorprendendolo di nuovo.
-Davvero? Ma io non te l’ho mai visto!-
-Con il camice la vedo un po’difficile- rise lei in risposta alla faccia stupita dell’amico. Poi alzò lievemente la parte destra della maglia e abbassò un pochino l’elastico del pantalone del pigiama mostrando al ragazzo una piccola scritta poco sotto la pancia inesistente.

 
‘Begin Again’
 
Il ragazzo lesse ad alta voce poi le sorrise.
-Come mai questa scelta?-
-È il titolo di una canzone di Taylor Swift che mi rispecchia in modo particolare- la ragazza avrebbe tanto voluto aprirsi con lui, non sapeva però se farlo o no, insomma aveva paura.
Però mentre il ragazzo fissava il tatuaggio notò un’altra cosa, poco vicina ad esso.
-E questo?- indicò il segno di un taglio sulla pelle immacolata e chiara. Quella fu la spinta che serviva a Jade per farlo, per raccontare finalmente tutto a qualcuno. Perché era sicura di potersi fidare di Louis. Lui era una delle sue poche certezze.
(vi consiglio di metterla: http://www.youtube.com/watch?v=cMPEd8m79Hw)
-Quando sono arrivata a Londra non conoscevo nessuno, però c’era un ragazzo.- cominciò- Lui era tutti i giorni sotto casa mia e ogni volta che mi vedeva uscire mi rivolgeva la parola. Abbiamo fatto amicizia poi, poi è nato pian piano qualcosa di più tra noi. Ci siamo messi insieme e all’inizio andava tutto così bene che mi stupivo, proprio io, io che non riuscivo ad essere felice a casa, io che non stavo mai simpatica a nessuno, io che venivo presa di mira dai bulli, io che non avevo amici se non Harry, che però i miei mi impedivano di vedere spesso e volentieri, io avevo trovato qualcuno a cui piacevo. Qualcuno che mi trovava carina ma anche simpatica. O almeno pensavo fosse così- farfugliò gettandosi in un discorso senza nemmeno rendersi conto se questo avesse un senso o meno- Poi però è venuto a galla il suo vero carattere: era possessivo, geloso, maniaco dell’ordine, maschilista. A lui spettava tutto, a me niente. Io ero una donna, uno scempio della natura. Dovevo essere al suo servizio come tutte le donne perché era questo il loro scopo. Non potevo portare i tacchi a spillo e poi non mi trovava divertente, anzi, se stavo zitta era meglio. A volte mi chiudeva in una stanza insonorizzata della sua casa pur di non sentirmi parlare- Jade si bloccò singhiozzando e Louis la osservò posandole una mano sulla spalla- Con.. con i mesi le cose andavano sempre peggiorando. Amava fare dei giochetti erotici, lui. Con il coltello, con il taglierino, con la sua collezione di trofei. Ecco cos’ è quel taglio. Il risultato delle sue stronzate. Non so nemmeno io come sono riuscita a liberarmi ma alla fine ce l’ho fatta, l’ho anche denunciato. È stato in carcere un mese e poi lo hanno rilasciato. Ma lui non si è fatto più vedere. ‘Begin again’ serviva proprio per ricordarmi, per ricordare ciò che lui mi aveva fatto passare ma anche che nonostante tutto potevo comunque andare avanti e ricominciare tutto da capo- alla fine del racconto Louis la abbracciò con tutta la forza che aveva in corpo e la mora gli si aggrappò addosso.
-Mi dispiace così tanto-
-Non ti devi dispiacere, Louis. Non è colpa tua.-
-Lo so ma mi vergogno che certe persone siano uomini come me perché non lo meritano, persone come lui meritano solo una cosa: restare chiusi in cella a vita. E non dico morire perché la morte non sarebbe abbastanza. Soffrirebbe solo in quel momento, invece lui dovrebbe pagare a vita per tutto ciò che ti ha detto- disse poggiandole una mano sulla guancia sinistra.
Miù, che per tutto quel tempo era rimasto appollaiato sulle gambe della ragazza, scese dal letto e si incamminò verso la porta.
-Forse è ora che ci alziamo- sussurrò lei ridacchiando.
-Lo penso anche io- rise anche il castano –Allora, che tatuaggio vorresti farti?-
-Delle farfalle. Su una spalla- lui le sorrise.
-Dai andiamo a fare colazione-
Arrivati in cucina mangiarono poi si prepararono per uscire dato che Harry dormiva ancora.
Fecero un giro in centro chiacchierando del più e del meno. Rientrati a casa però Jade trovò una “sorpresa”, sua nonna e suo nonno erano seduti sul divano e di fronte a loro i suoi genitori. Non li vedeva da anni ormai, da quando se n’era andata di casa.
-Voi che ci fate qui?- le cose brutte per lei sembravano non finire quel giorno.
Louis capì all’istante chi erano quelle due figure: la donna vestita fin troppo bene, con lunghi capelli castani e gli occhiali neri, l’uomo con i capelli grigi non troppo lunghi e un lungo cappotto blu. Guardandoli capì perfettamente perché Jade li odiava tanto, le loro espressioni erano così fredde. Gli hanno sempre insegnato  non giudicare un libro dalla copertina ma era così difficile non pensare certe cose di loro.
-Sono i miei genitori, non posso nemmeno venire a trovarli il giorno di Natale?- domandò la donna- A proposito, auguri- la tensione nella stanza era palpabile, Jade sembrava sul punto di scoppiare così Louis le poggiò una mano sulla spalla, ma si rese conto soltanto dopo che non avrebbe dovuto farlo.
-Un altro dei tuoi amichetti, Jade?- la canzonò il padre. Il castano tolse subito la mano guardandolo adirato- Come mai hai solo amici maschi? Io avrei qualche proposta-
-Sta zitto!- la voce ferma, l’espressione tesa dei nonni e la rabbia sul volto dell’uomo.
-Non ti permettere. Sei ancora mia figlia-
-No non lo sono. Non lo sono più dal momento in cui mi avete cacciata di casa, perché? Ve lo ricordate? Perché sono una ‘figlia infame’- mimò le virgolette in aria per poi voltarsi verso la porta ed uscire sussurrando a Louis un veloce “Ho bisogno di smaltire la rabbia”. Lui annuì, aspettò qualche minuto nel più totale silenzio poi decise di seguirla.
 
La trovò sotto le piante davanti casa.
-Ei-
-Ei- gli rispose lei- Non ce la faccio più-
-Ti capisco-
-No, Louis, scusa se te lo dico ma non ci credo. Tu non sai che vuol dire avere tutte quelle pressioni addosso-
-Ti sbagli, purtroppo lo so- lei lo fissò curiosa.
-Scusa, hai ragione. Non so nulla di te non posso dire una cosa simile- si sentì immediatamente una stupida per ciò che aveva detto.
-I miei non mi hanno cacciato di casa ma è come se l’avessero fatto- iniziò a raccontare – È tradizione della nostra famiglia far sposare il primogenito con una ragazza di buona famiglia. Me l’avevano già scelta, ti rendi conto? Io a venti anni mi sarei dovuto sposare con una che non conoscevo né amavo, cos mi sono ribellato e loro mi hanno ripudiato, era come se non ci fossi in casa, come se non esistessi. È per questo che ho deciso di andarmene, però non ho retto tutto quello: avevo perso la mia famiglia e le mie sorelle, avevo perso tutto. Da quel momento ho iniziato a stare sempre peggio ed è così che mi sono ammalato- il ragazzo rimase in silenzio così Jade gli poggiò una mano sulla spalla.
-Mi dispiace Lou- in fine lo abbracciò e nulla era meglio, per loro, di quell’abbraccio consolatorio.
Ma anche se Jade non lo sapeva le sorprese per lei non erano finite, quel giorno. Nella buca della posta infatti c’era qualcosa: una lettera scarlatta la aspettava lì, e la chiamava a sé.



Salve a tutti!! 
ho un sacco di cose da dirvi e ho poco tempo :(
Come prima cosa spero vi sia piaciuto il capitolo e, si era Louis e so che non ve lo aspettavate e che forse sto correndo un po' troppo ma primo: mi piace correre, secondo: non riesco a non scrivere degli Jouis *-*
in realtà avevo altre due proposte: Harry o l fratello Dan ma non so.. poi ho deciso di mettere Louis per i motivi ctati sopra
qui vengono fuori diverse cose del passato di entrambi e, niente.. ditemi che ne pensate..
Il discorso d Jade è un po' strano, lo so ma lei è parecchio "fuori" in quel momento quindi è normale, non pensate male ahah
riappaiono i genitori di Jade e la lettere 'scarlatta'(dalla canzone Love Story di Taylor Swift che non riesco a non citare ahahah la amo *-* <3) non so perchè ma mi attirava quindi ho deciso di metterla. Chi sarà? Lo scopriremo nella prossima puntata ahahah
Spero davvero vi sia piaciuto ((:
un bacio

                                                                                                                                     -always_in_my_heart_


 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


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Capitolo 19




Jade entrò a passo spedito dentro il locale. Le luci colorate rimbalzavano sul suo corpo lampeggiando: blu, viola, verde. I fari colorati le abbagliavano gli occhi facendo sì che non capisse più nulla. Destandosi da tutte quelle distrazioni andò decisa verso la terrazza. Che diavolo si era messa in testa? Voleva forse ammazzarsi? Evidentemente si, visto ciò che stava facendo.
Appena oltrepassata la porta a vetri l’aria pungente di metà marzo le solleticò il viso e le parti del corpo scoperte facendola rabbrividire. Si guardò intorno per un momento e non vedendo nessuno le venne quasi voglia di andarsene.
Insomma, quello era un suicidio. Come le era venuto in mente di accettare la proposta? Certo, era stato facile quella mattina: era molto decisa sul da farsi. Voleva andare lì e sbattergli quattro parole in faccia convinta che potessero servire a farlo smettere, ma ora che era lì si stava rendendo conto di quanto sarebbe stato molto più difficile di così. Di certo lui non avrebbe cambiato idea così facilmente. Perché avrebbe dovuto smettere di perseguitarla così da un momento all’altro?
Per un attimo ripensò a quanto le cose fossero cambiate da quando aveva ricevuto la prima lettera.
Già.. quella lettera. Era per quel motivo che si trovava in quel dannato posto in cui ogni singolo rumore la faceva sobbalzare di paura.
Dopo la lettera del giorno di Natale se ne erano susseguite tante altre, sempre più frequenti. Minacce su minacce, insulti su insulti. Fino a quell’ultima lettera, quella che le aveva fatto prendere quella decisione così drastica, affrettata e pericolosa.
Ma quella lettera era diversa, lei doveva proteggere quelli che amava e lo avrebbe fatto ad ogni costo. Ecco perché, nonostante il suo istinto le urlasse a voce più alta che mai di andarsene, le sue gambe erano inchiodate al terreno e non si muovevano.
Per una volta, la prima forse, stava ascoltando la ragione che pulsava in ogni parte del suo corpo esile e stanco di tutta quella storia assurda.
Spesso si chiedeva perché, perché proprio lei? Perché non qualcun’altra? Qualcuno di più provocante, qualcuno che frequentasse più spesso le discoteche, bad girls, insomma. Invece aveva scelto lei, lei che non usciva di casa se non per fare la spesa ed andare a lavorare.
Ma non era quello il momento per pensare a certe cose.
Proprio quando si era decisa ad andarsene, come una codarda, si sentì afferrare per le spalle.
Il biondo le stava di fronte
-Ehi bellezza ci si rivede finalmente. È da tanto che non ci si incontra, eh? Ma io ti vedo sempre invece. Ti ho seguita ad ogni passo. Bella mossa quella di andare da tua nonna. All’inizio ho trovato qualche difficoltà a scovarti. Non c’è molto di te su internet, ma una volta corrotta la tua cara caposala mi sono bastate due righe per capire- il ragazzo le stava sussurrando tutto ciò all’orecchio destro, sembrava leggermente brillo e lo si capiva anche dall’odore che emanava la sua bocca –Non sei stata molto furba, invece, a rifarti una vita con quel tuo amichetto, come si chiama? Ah, si, Zayn. Ho detto bene? Vedi? Io so tutto, vedo tutto, sento tutto. Davvero un ragazzo simpatico. E poi, che storia commovente ha. E che sorelle adorabili. Ci ho giocato proprio l’altro giorno al parco. La piccola Safaa è semplicemente adorabile- affermò malizioso.
-Lasciali in pace. Io non mi sono rifatta una vita con nessuno, io e Zayn eravamo solo amici- quasi gridò, il tono ostile e gli occhi ridotti a due fessure. Nessuno, nessuno doveva toccare Zayn e le sue sorelle. Ma, in fondo, la colpa  era sua. Lei non doveva coinvolgere Zayn sin dall’inizio. Non doveva proprio farlo.
Si maledisse mentalmente per la sua stupidità.
-Eravate? Non credo sia il verbo giusto, l’ho visto il bacio tra di voi- un tono rabbioso sostituì quello di scherno che aveva utilizzato fino a poco prima.
-Quello è stato un errore- rispose prontamente.
-Un errore eh? Non sembra essere così per lui- a Jade quasi venne un colpo. Davvero era così? Insomma lei c’era dentro fino al collo in tutta quella storia e la sua visione non era proprio “pulita”. C’erano delle cose che non vedeva.
Oh ma che andava pensando, era chiaro come l’acqua che il biondo stava cercando di confonderla. Lui amava sentirla spaventata e confusa come un agnellino tra i lupi, così poteva salvarla spaventandola ancora di più.
-Stai solo cercando di confondermi- affermò lei con voce dura.
Per tutta risposta il ragazzo alzò le spalle con un sorrisetto divertito sul volto – Come vuoi, se è questo che credi. Ma sappi che io ti ho osservata, non sono ceco capisco come vanno le cose-
-E come vanno?- lo affrontò cercando di mantenere la calma.
-Beh tu sei chiusa nel tuo mondo è ovvio che non lo capisci- sorrise ancora più divertito, come se quello che le stava dicendo gli recasse piacere. E gliene recava, eccome. Si stava divertendo da pazzi.
-Non capisco cosa?-
-Andiamo anche le piante di fronte casa tua lo hanno capito. Si vede lontano mille metri che Zayn è cotto di te sin dal primo istante che ti ha vista. Io c’ero in quel momento. Pensavi davvero di avermi seminato? Faccio bene il mio lavoro- la ragazza avvampò a quelle parole. Era vero o cercava di confonderla di nuovo? Poi metabolizzò ciò che aveva appena detto il ragazzo. Lavoro? Quale lavoro? Stava per domandarglielo quando riprese a parlare –Ed è altrettanto chiaro che tu non lo vedi nemmeno, perché sei innamorata del pazzo- il suo cuore iniziò a martellare nel petto. Era davvero così evidente?
-Lui non è pazzo- rispose con astio –Ed io non sono innamorata di lui- mentì. Di questo se n’era accorta anche lei, ma non poteva ammetterlo.
Il ragazzo non badò alle sue parole- E a quanto pare lui ricambia, ma questo è scontato. Chi non si innamorerebbe di te? Con la tua aria da innocente e la tua gentilezza chiunque si inchinerebbe ai tuoi piedi.- Jade si sentì avvampare di nuovo. Diceva sul serio? Aveva davvero questo effetto sui ragazzi? Non le era mai capitato prima. E poi, davvero Louis ricambiava? A lei non sembrava proprio –E questo lo dimostra anche il numero di ragazzi che ci stanno fissando in questo momento-
Jade buttò una veloce occhiata intorno a loro: diversi ragazzi li fissavano in quel momento. Uno le sorrise maliziosamente facendole un gesto come a voler dire ‘Caccia quel biondino che poi ce la spassiamo io e te’. Subito tornò a guardare verso il ragazzo che le fece un cenno con la testa come a confermarle che aveva ragione lui.
-Tu..- Jade non era sicura di volerlo chiedere- Tu prima hai detto ‘Faccio bene il mio lavoro.’ che.. che intendevi- lui si allontanò leggermente da lei quasi sussultando.
-Non credo proprio di averlo detto- affermò freddo. Jade sorrise consapevole di avere, per una volta, lei il coltello dalla parte del manico.
-Oh si che lo hai detto. Ed ora mi spieghi o mi metto ad urlare e le persone qui intorno chiameranno la polizia, come avrei dovuto fare io diverso tempo fa- se Jade si aspettava di vederlo in difficoltà si sbagliava. Il ragazzo emise un ghigno per poi parlare.
-Davvero credevi che avessi iniziato a seguirti perché mi hai colpito vedendoti per strada? Sciocchina. Io non sono quel tipo di persona. Qualcun altro è interessato a te, ecco perché non ti ho mai fatto del male. Il mio compito è un altro. Ma.. lungi da te l’idea che io non commetta un gesto violento o che non sia capace di fare del male a chi vuoi bene, quello lo posso sempre fare quindi stai in campana- il ragazzo la guardò divertito.
Quelle parole la intimorirono parecchio ma allo stesso tempo non capiva cosa intendesse. Chi poteva cercarla? Chi poteva volere che la seguisse? Ma non riuscì nemmeno a porsi mentalmente tutte le domande che aveva in testa perché il ragazzo di fronte a lei le sussurrò un veloce “Ma gli ordini potrebbero cambiare” per poi sparire nel nulla come era arrivato, lasciandola con più domande di prima.
 
Non appena girò la chiave nella toppa ed aprì la porta il disastro più totale si presentò davanti ai suoi occhi. Per un momento quasi pensò che Harry avesse deciso di tornare a vivere da lei, ma questo era impossibile visto che ora si trovava all’università.
La sala da pranzo era totalmente soqquadro così come la sala e la sua camera. La cucina era, stranamente, intatta proprio come la camera degli ospiti e il secondo bagno. Il bagno nella sua stanza invece era peggio di tutte le altre stanze: la carta igienica era sparsa ovunque, i rubinetti aperti con l’acqua che scorreva e quasi strabordava. Lo specchio era tutto sporco. Le sue creme, i suoi trucchi e il sapone erano sparsi sulla superficie riflettente completamente imbrattata che creava una cornice attorno ad un punto totalmente immune a tutti quei prodotti tranne uno: al centro dello spazio pulito infatti con un pennarello nero e poi con il suo rossetto rosso sopra, era stata impressa la frase “Come ti ho già detto: gli ordini potrebbero cambiare”.
Jade portò le mani sul viso scoppiando a piangere, forse per la prima volta da quando tutto quello era successo.
Era sempre stata una ragazza forte, lei. Non aveva mai pianto per nulla. Nemmeno quando i suoi l’avevano cacciata di casa non si era scomposta, anzi si era subito mossa per cercare una casa e un buon lavoro. Ma questa volta era davvero troppo. I danni erano numerosi.
Sfiorò tristemente uno dei cassetti del bagno caduto a terra. Era spezzato, totalmente massacrato. Quello era davvero troppo.
Miù entrò nella stanza miagolando. La ragazza lo raccolse da terra, ancora con le lacrime agli occhi, per vedere se fosse ferito. Notò che teneva una zampa tesa così lo poggiò a terra e, facendolo camminare, si accorse che zoppicava. Perfetto, avrebbe dovuto portare pure lui dal veterinario. E in meno di venti minuti doveva essere in clinica. Si sedette sulla tavoletta abbassata del water poi poggiando la testa sulle ginocchia riprese a piangere sommessamente.
Come avrebbe fatto ora a far fronte a tutti quei danni? L’assicurazione le avrebbe dato si e no la metà dei soldi che le servivano, ed erano davvero troppi.
Decise, come prima cosa, di chiamare l’agente Payne. A questo punto avrebbe anche potuto sporgere denuncia, se finora nessuno le aveva creduto tranne lui ora tutti dovevano crederle. Non poteva aver fatto tutto quello da sola.
Appena l’uomo arrivò insieme ad un suo collega, che le presentò come l’ “agente Campbell”, subito la guardò con compassione. Sapeva che la ragazza si era costruita tutto quello in anni ed anni di sacrifici ed ora, in un attimo, era stato spazzato via come sabbia. Provò ad immaginare la rabbia che aveva dentro la ragazza, lui ne sapeva qualcosa, quando era più piccolo suo padre aveva distrutto la casa sull’albero che lui si era costruito con tanta dedizione. Si arrabbiò così tanto che non ci vide più e colpì suo padre allo stomaco facendolo piegare in due. Da quel momento esatto era iniziato il suo calvario, le sue giornate si erano riempite di sangue e dolore. Di manichi di scopa e oggetti casuali lanciati per aria. Anche lui appena raggiunta la maggiore età se ne andò di casa, iniziò a lavorare al distretto di polizia, si comprò una casa- Quella in cui, tuttora, viveva- e se qualcuno avesse osato distruggere tutto ciò che si era costruito con tanta fatica, probabilmente avrebbe avuto l’impulso di spezzargli il collo.
-Sai verso che ora può essere successo?- il suo collega fece la domanda al suo posto. Jade sembrò riflettere per un attimo, poi scandì lentamente le parole:
-Sono uscita di casa alle undici per andare a ritirare un abito in tintoria, poi sono stata a fare la spesa e in fine ho fatto un salto a pagare le bollette che stavano per scadere. Sono rientrata all’ una precise, quindi deve essere successo in queste due ore- L’agente di fronte a lei annuì e la ragazza si prese un attimo per osservarlo meglio: biondo, riccio, piercing sul naso. La pelle chiarissima, quasi pallida e gli occhi di un celeste chiaro chiaro che le fecero pensare ad un ghiacciaio.
-Sa chi può essere stato?-
-Potrei- rispose delicatamente –Ma per questo ho bisogno dell’agente Payne- disse sorridendo amaramente. Il ragazzo annuì.
-Mi ha detto del suo caso. Ci sono svolgimenti?-
-Lui.. continua ancora con le lettere,continua ad insistere per incontrarmi. Non gli ho mai dato peso ma l’altro giorno le minacce si sono spostate su Zayn, sulle sue sorelle. Io l’ho cacciato in tutta questa storia così ho deciso di accettare ed andare all’ incontro-
-Ma sei impazzita?- Liam quasi urlò.
-Tranquillo- lo bloccò prima che potesse dire altro- Non mi avrebbe fatto del male, lavora per qualcuno, qualcuno che vuole controllare tutti i miei spostamenti. Se l’è lasciato sfuggire mentre parlavamo.- raccontò per filo e per segno il loro incontro tralasciando, ovviamente, solo la parte su Louis.
I due diedero un’occhiata alla casa e scattarono qualche foto.
-Sembra che ci sia passato un camion- sussurrò l’agente Campbell una volta entrato in bagno. Jade emise un gemito sofferente. Miù era ancora nella stanza, si avviò zoppicante verso di lei poi miagolò per farsi prendere in braccio. Ormai era cresciuto, anche se non troppo.
-E’ stato lui, a ferirlo alla zampa- sussurrò lentamente Jade vedendo i due uomini concentrati sull’andatura malconcia del gatto- Non so come, ma è stato lui. Ed ora dovrei portarlo dal veterinario- iniziò a piangere di nuovo- Ma non posso, perché tra meno di dieci minuti devo essere alla clinica- dei lacrimoni le solcarono il viso. I due si guardarono per un attimo poi Liam le si avvicinò e la strinse a sé sussurrandole un “Va tutto bene” che non convinceva nemmeno lui.
-Io tra dieci minuti stacco, se vuoi te lo porto dal veterinario e lo tengo a casa mia fino a quando non torni- il ragazzo sbucò da dietro la spalla di Liam sorridendole leggermente.
Lei tirò su col naso poi gli sorrise –No tranquillo, ora lo trovo un modo. Non disturbarti-
Continuarono a parlare del più e del meno per un po’ ma alla fine Jade dovette andare a lavorare.
 
-Hey Jade!- Louis la stava aspettando davanti alla porta –Come mai così tardi oggi?- la ragazza si stupì quando lui le rivolse la parola.
-Ho avuto un piccolo problema a casa- subito fu pronta a rispondere.
-Che tipo di problema? Ero preoccupato- l’affermazione del castano era ancora più strana, ora. Era tornato a parlarle, ma perché? C’era qualcosa che non andava, la volta precedente aveva sputato sangue una settimana prima che lui tornasse anche solo a guardarla.
-Lou te lo dico dopo che sono in ritardassimo- affermò velocemente. Lui alzò le spalle poi le sorrise.
-Va bene ma devo dirti una cosa importantissima vieni nella mai stanza dopo!- ecco, qualcosa c’era! La ragazza annuì e corse a cambiarsi. Però era felice che le parlasse di nuovo. Mentre toglieva i vestiti riflettè su ciò che il ragazzo aveva da dirle. Non sapeva minimamente di cosa si trattasse ma dalla sua fibrillazione pensò che fosse qualcosa di positivo. Almeno uno dei due se la passava bene, se non si considera il fatto che il ragazzo era rinchiuso in un ospedale psichiatrico.
Una volta finito si avviò verso la stanza dell’amico ma prima fece una sosta dalla signora Clark. Da quando Zayn le portava le figlie ogni settimana sembrava molto migliorata.
Ma se per la donna era un bene per Jade non lo era affatto: ogni volta che lei era di turno Zayn la tartassava in un modo o nell’altro. Proprio in una di queste occasioni lui l’aveva baciata e Louis li aveva visti.
Il castano non le aveva parlato per una settimana, cosa strana da parte sua, e Zayn ne sembrava parecchio compiaciuto. Alla fine Louis aveva ceduto alle sue moine e l’aveva “perdonata”. Era tornato a parlarle come normalmente, però nel suo sguardo c’era sempre un po’ di ostilità.
Quando si erano sistemate le cose con Louis, Jade fece una bella ramanzina a Zayn dicendogli di non farlo mai più, soprattutto mentre stava lavorando.
Certo non che, come tutti in fondo, le fosse dispiaciuto essere baciata da Zayn ma lei sembrava nutrire un interesse particolare per il castano ed oltre alla mente anche il suo corpo glielo stava facendo capire in tutti i modi.
Ma il giorno in cui doveva incontrare il biondo in discoteca(cioè due giorni prima) Zayn l’aveva baciata di nuovo cogliendola completamente alla sprovvista e Louis li aveva visti, di nuovo. Così ora non le parlava da due giorni.
 
La signora Clark stava dormendo tranquillamente quando la ragazza si affacciò alla porta della sua camera, così si diresse subito nella stanza di Louis.
La finestra era completamente spalancata e la luce, insieme all’arietta fresca entravano nella stanza. Louis era seduto sul letto, il suo corpo mandava delle vibrazioni particolarmente positive, sembrava tremare dall’eccitazione.
-Hey- disse lei socchiudendo la porta- Che succede?-
-Hanno trovato un modo per curarmi, definitivamente- sputò eccitato, le mani che tremavano e gli occhi pronti a cogliere qualsiasi espressione sul volto della mora.
-Cosa?!- lei, in tutta risposta, sbarrò gli occhi- Che.. che vuol dire?- domandò confusa.
-È chiamata ‘Terapia insulinica da shock’(attenzione tutto quello che sto per dire l’ho preso da un libro, metterò i crediti sotto ma ci tengo subito a precisare che non è farina del mio sacco’), è già stata provata in alcuni pazienti ed ha funzionato. È una pratica psichiatrica.- la ragazza impiegò un po’ a capire ciò che le era stato detto.
-Ma chi ti ha spiegato questa cosa?- domandò.
Il ragazzo si rabbuiò. -Non mi credi?-
-No, io ti credo ma ho studiato psichiatria e non avevo mai sentito una cosa simile-
-E’ venuto un medico che mi ha spiegato tutto, la procedure e tutto il resto-
-Ma è una cosa sicura?- Jade non potè non dare sfogo alle sue preoccupazioni.
-In pratica mi devono mettere in una condizione da shock insulinico sempre più pesante e per parecchie settimane. Mi fanno entrare in coma per un’oretta poi mi fanno uscire. Il risultato dovrebbe essere buono e il rischio basso, se si viene controllati continuamente-
-Oh. Quindi hai deciso?- Jade lo aveva capito sin dal primo istante che le aveva nominato la procedura.
-Certo!- canticchiò il ragazzo- Sai che significa? Significa che potremo andare a ballare insieme, come mi avevi promesso. Jade io non l’ho mai dimenticato. Tu- la indicò- Tu mi hai dato la forza di andare avanti, di lottare, di credere che la mia malattia non sia una condanna. È grazie a te se ora sono qui a sperare che questa cosa funzioni perché, lo ammetto, ho pensato spesso di farla finita. Tu non sai quante volte l’ho pensato. La mia malattia mi creava così tanti problemi che in alcuni momenti l’unica cosa che avrei voluto fare era tagliarmi le vene, o bere un cocktail mortale o farmi sparare da un poliziotto ubriaco. Ma poi sono arrivato qui, tu mi ha salutato, io ho iniziato a parlare, come al mio solito, e mi sei finita qui- battè una mano sul punto dove si trovava il cuore creando un piccolo tonfo -Nella parte più profonda che esista, poi hai iniziato a contaminare anche tutto il resto. Jade, tu non hai idea di quanto sei stata importante per la mai guarigione, per me. Se tu non ci fossi stata io non avrei mai potuto assaporare il momento in cui il dottore mi  ha detto che sarei potuto guarire per sempre. Per sempre! Ti rendi conto? Mai più schizofrenia, mai più ospedale psichiatrico. Ed io.. io non me ne sono accorto finchè Zayn non ti ha baciata, non mi sono accorto di essermi innamorato di te, fino a quel momento. Si perché a quel punto la gelosia mi stava divorando. Ero geloso, di te, della bellissima donna che sei, e di lui, che poteva averti mentre io no. Perché io sarei rimasto qui a vita. Ma ora non più- Jade posò le dita sulla bocca del castano per zittirlo, anche se era chiaro che lui avrebbe voluto continuare.
-Louis, mi sono stancata di tutto, tu- gli puntò un dito al petto- Tu non hai bisogno di desiderarmi, tu mi hai già. Io sono già tua, dal primo momento in cui hai iniziato a parlare e non ti sei fermato più. All’inizio mi divertiva la cosa, ma poi mi sei piaciuto sempre più. Zayn mi ha baciata perché non sono riuscita a sottrarmi alla sua presa, io non ho mai voluto quel bacio. Certo, è un bravo ragazzo, è bello, e se vogliamo metterla così.. ha anche un botto di soldi, anche se io non guardo certe cose, ma quello che voglio sei tu, sei sempre stato solamente tu.- Jade scandì bene le parole- Sin dal primo istante quando ti ho visto con i paramedici ho capito che avevi qualcosa di speciale- detto questo, non riuscendo più a trattenersi, Jade poggiò le sue labbra su quelle del castano. Aveva sognato tante volte di farlo, lo aveva anche fatto un paio di volte in precedenza, ma ora era diverso in tutto e per tutto. Ora lei sapeva che il cuore del ragazzo le apparteneva come il suo apparteneva a lui.
Louis in un primo momento sembrò un po’ spiazzato da quel bacio ma poi fu lui stesso ad approfondirlo. Chiese accesso alla bocca della mora e allo sfiorarsi, prima delicato poi sempre più voglioso , delle loro lingue che sembravano cercarsi in un turbine di emozioni entrambi sussultarono.
Improvvisamente però un campanello suonò ed entrambi si staccarono.
Lasciando una carezza sulla guancia del castano Jade promise che sarebbe tornata appena poteva.
Ma Louis non poteva di certo sapere che quella sarebbe potuta essere l’ultima volta che avrebbe visto Jade. E Jade non sapeva che quello che avrebbe trovato entrando nella stanza numero undici sarebbe stato più di un paziente malato in piena crisi.




Lo so mi odierete per due motivi oraçç
Innanzitutto mi scuso per l’enoooooooorme ritardo. Lo so sono pessima ma con la scuola e tutto non sono riuscita ad aggiornare prima. Ma ora vi prometto che gli aggiornamenti saranno più frequenti. Per farmi perdonare ho fatto un capitolo più lungo e più ricco di sorprese.
Prima di tutto mi scuso per eventuali errori, soprattutto con i tempi verbali, sono pessima, non ci so proprio fare ahahahahah
Dato che da dove avevamo lasciato non avevo la più pallida idea di come ripartire sono scalata direttamente a qualche mese più tardi.
La malattia di Louis: come vi ho accennato sopra, e ci tengo a precisare ancora, quella cura no è farina del mio sacco, io non ci capisco nulla di queste cose. Quella cura era descritta nel libro Shades di Maureen Johnson ed io l’ho semplicemente inserito qui. Vi consiglio anche di leggerlo se vi piacciono i thriller(a me non piacciono ma questo stranamente si) e.. niente penso di aver detto tutto. Ah no una sola cosa: per favore recensite per farmi sapere se vi siete dimenticati di me o no, altrimenti che continuo a fare se nessuno segue più la storia? Quindi fatemi sapere per favore :D
Ok finalmente è finita la scuola, ora pacchia e divertimento, vero? Macchè io ho lo stage ahahah spero che voi vi divertirete invece^^
Buone vacanze a tutti!! Ci sentiamo al prossimo aggiornamento(che sarà presto).
Un bacio <3
 
                                                                     -always_in_my_heart_

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


        

IMPORTANTE: LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE!!


 

Capitolo 20



Ci sono momenti nella vita in cui tutti noi ci rendiamo conto della nostra fragilità, essere un’infermiera aveva sempre fatto sentire Jade forte, insomma, non tutti sapevano ciò che sapeva lei, non tutti riuscivano a fare una tracheotomia o altre procedure mediche per salvare le persone in un momento di difficoltà. Non tutti riuscivano a decifrare i comportamenti delle persone intorno a loro. Tutto questo faceva sentire Jade particolarmente forte, ma non forte in un modo di cui vantarsene, o per prendere potere. Lei sentiva di poter salvare tutti. Ma era davvero così? Perché dopo tutto se c’era una cosa che aveva imparato era che, nella tregua, la tempesta era sempre in agguato. La tempesta perfetta, “The perfect storm” in campo medico accade quando in un’ operazione tutto ciò che può andare storto, va storto. Ma questo termine funziona solo in campo chirurgico? O accade anche nella vita reale?
Era proprio a questo che stava pensando Jade, senza sapere perché, mentre si sbrigava a raggiungere la stanza numero undici, il campanello aveva suonato e doveva essere successo qualcosa di strano perché a quell’ora tutti i pazienti, per la maggior parte anziani, facevano il pisolino pomeridiano. Mentre si avvicinava alla stanza sentiva il brusio del televisore nella sala comune, che si trovava di fianco alla camera. Entrò staccando il campanello, tutto taceva. Il letto era sgualcito, segno che qualcuno ci aveva dormito su. L’armadio chiuso come sempre e la stanza completamente vuota.
Jade si chiese chi poteva aver suonato il campanello, era uno scherzo di pessimo gusto. Ma poi ripensò che alcuni, con le malattie che avevano, era come se tornassero bambini perciò scrollò le spalle ed uscì dalla stanza.
Riuscì a fare giusto due o tre passi che uno strano vocio la fece fermare. Questa volta però non era la tv a fare rumore, sembravano persone e le sentiva proprio dalla saletta comune, ma quell’ora non c’era mai nessuno lì. La saletta rimaneva vuota, con la tv accesa. Pensò che forse qualcuno non riuscendo a dormire si era messo lì a guardare la tv perciò decise di andare a controllare per vedere se era così.
Appena oltrepassata la cornice della porta sussultò alla vista di ciò che stava accadendo: uno dei pazienti, il signor Masters era seduto sul divanetto e al suo fianco, su uno dei braccioli, una figura lo sovrastava, portava una maglietta bianca con una scritta nera e le maniche color salmone. Gli occhiali da sole a coprirgli gli occhi, il braccio destro allungata a fianco alla testa del paziente, sulla mano stringeva una pistola nera postata sulla tempia dell’uomo.
-Te l’avevo detto che ci saremmo rivisti, non pensavi così presto però, vero? Già. Io stupisco sempre le persone- le accennò un piccolo sorriso.
Il cuore di Jade martellava nel petto. Non poteva credere a ciò che stava vedendo. Prima che potesse pensare a qualsiasi cosa il biondo di fronte a lei parlò di nuovo.
-Che c’è non mi aspettavi? Come ti ho già detto: nessuno mi vieta di fare del male alle persone che ti stanno attorno.- lei gli lanciò un’ occhiata d’odio. Poi parlò.
-Nessuno ti da il diritto di venire qui e fare questo. Chiunque potrebbe venire da un momento all’altro e chiamare la polizia. Come ti difenderesti in quel caso?- lo sfidò.
Il ragazzo ridacchiò divertito poi noncurante rispose:
-La polizia è l’ultimo dei miei problemi, se non lo sai. Chi mi ha ingaggiato sa anche come proteggermi-
-E chi è? Chi ti ha ingaggiato?- Jade sentì la sua voce tremolare mentre parlava con meno durezza di quanto avrebbe voluto.
-Oh, questi non sono affari tuoi mia piccola Jade. Semplicemente devi sapere che sono una minaccia. Da come mi rispondi sembra che tu non te ne sia ancora accorta, e questo non va per niente bene- il ragazzo spostò la pistola dall’uomo al suo fianco a lei. Quell’arma puntata addosso le diede quasi un senso di torpore, come se avesse preso un sonnifero ed ora stava crollando dal sonno, ma non poteva addormentarsi.
Era così strano, aveva pensato così tante volte a come sarebbe stata la morte. Quando viveva con i suoi genitori pensava che quella fosse l’unica via di fuga. L’ultima scappatoia che le rimaneva, quando invece l’hanno cacciata di casa le sembrava di essere rinata. Si sentiva un’altra persona. Aveva vissuto la sua vita in tutti i modi possibili ed immaginabili. Anche se le risultava strano ora non voleva morire. Quella parte di sé era morta e sepolta nell’esatto istante in cui i suoi l’avevano cacciata di casa.
-Metti giù quella pistola- sussurrò piano- Per favore-
Lui ridacchiò facendola passare da lei all’uomo, come un gioco.
Jade si ricordò una cosa: lì, proprio al suo fianco c’era il campanello per le emergenze. Le sarebbe bastato allungare una mano. E ci provò, l’allarme iniziò a risuonare per tutto il corridoio e la ragazza iniziò a sperare con tutta sé stessa che qualcuno accorresse.
Ma improvvisamente si bloccò e sembrò realizzare solo allora che Louis era lì, a poche stanze da dove si trovava, e se avesse sentito il campanello e visto la scena probabilmente sarebbe saltato addosso al biondo. Ma non solo, “Nessuno mi vieta di fare del mele alle persone che ami” le parole del biondo le saltarono in testa solo in quel momento, chiare e nitide. Lui lo sperava che il ragazzo in qualche modo se ne accorgesse. Il petto di Jade fu invaso da una strana sensazione, un calore che sapeva di paura e ansia.  Improvvisamente l’angoscia si impossessò di lei e desiderò non aver mai suonato quel campanello. Desiderò anche che nessuno rispondesse alla sua chiamata. Le venne l’impulso di arrestare il campanello. Farlo smettere di suonare, con quella cantilena che sembrava dire “Lo hai ucciso, è colpa tua. Ormai è spacciato”  il solo pensiero che a Louis potesse succedere qualcosa di brutto le faceva venire la pelle d’oca, poi ora che sarebbero riusciti a curarlo, ora che sarebbero potuti stare insieme, che poteva finalmente vivere la sua vita da normale ventenne non doveva succedergli nulla. Ma, anche se non fosse arrivato lui a salvarla, prima o poi non vedendola tornare si sarebbe insospettito e sarebbe andato a cercarla. A quel punto Jade non osava nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto succedere. Poteva reagire in tanti modi diversi, ma ognuno di questi la faceva spaventare: dal più calmo al più avventato dei gesti la sua vita rimaneva comunque in pericolo.
Nella preoccupazione per il ragazzo, Jade non aveva badato a Niall che nel frattempo si era spostato ed andava verso di lei. Quando se ne rese conto indietreggiò di qualche passo.
-Buona, non ti muovere- cantilenò il ragazzo. Il suono che emise era come una leggera ninna nanna. Sembrava quasi che volesse stordirla. La pistola alta puntata verso di lei, gli occhi azzurri fissi nei suoi e il sorriso sfacciato piantato in viso. Le faceva una tale rabbia quel ragazzo.
-Hey tu che diavolo stai facendo!?- La voce rimbombò nel corridoio ed il biondo si distrasse per un momento, quanto bastava a Jade per sfilargli la pistola, ed è quello che provò a fare ma il ragazzo fu più veloce a capire le sue intenzioni e subito la imprigionò tra le sue braccia la incatenò in una morsa ferrea che le metteva i brividi.
Ed corse verso loro due me il ragazzo fu veloce nel puntargli la pistola addosso passandola da lei al rosso.
-No!- gridò la ragazza- Ed rimani dove sei, stai buono-
-Fai come ti dice lei- fu subito pronto a dire il biondo, mentre la stringeva ancora di più.
Ed alzò le mani portandole all’altezza della testa poi gettò uno sguardo al signor Masters che sonnecchiava tranquillo sul divano. La sua malattia lo portava ad addormentarsi ovunque e in pochissimo tempo, i familiari lo avevano spedito in quel posto perché non riuscivano più a gestire la cosa, ma gli facevano visita almeno una volta a settimana.
-Il nonnetto sta bene, tranquillo- subito affermò il biondo vedendo lo sguardo dell’ infermiere.
-Lo so- si affrettò subito  precisare quest’ultimo- Ma se non metti giù la pistola quando si sveglierà inizierà ad urlare ed attirerà l’attenzione-
-E allora gli sparerò- affermò deciso.
-Non credo- sussurrò Jade- Non hai detto che farai del male solo a chi ha un rapporto con me? Lui è un mio paziente, non lo conosco, mi occupo solo di lui quando capita-
Il biondo strinse la presa sulla pistola e sussurrò un ‘Sta zitta’ a  danti stretti. Poi il suo volto si illuminò.
-A chi dovrei sparare, allora? A lui?- domandò puntando la pistola verso Ed per poi riabbassarla subito dopo –O magari potremmo andare insieme dal ricciolino che viveva da te-
-Non ci provare- gridò la ragazza dimenandosi.
-No! idea. Potremmo andare da quel Louis. In fondo è più a portata di mano-
-Non ci provare nemmeno. Nessuno di loro c’entra in questa storia. Se vuoi qualcuno allora prendi me-
-Ti piacerebbe ragazzina, vero? Ma sarebbe troppo semplice. Devo rovinarti la vita, devo farti pentire di ciò che hai fatto. Devo farti rimpiangere di essere nata. Non sei tu quella che voglio Jade, è la tua infelicità- le sussurrò piano facendo corrucciare la fronte a Ed che la osservava spaventato.
Ma il ragazzo fece giusto in tempo a finire la frase quando una terza figura fece capolino nella stanza.
Appena lo vide Jade gridò. Gridò con tutto il fiato che aveva in gola sperando che avesse la coscienza di scappare il più lontano possibile.
Ma le sue speranze furono vane.
-JADE- gridò andando verso i due, ma due mani lo afferrarono bloccandolo per le spalle mentre il biondo portava la pistola, tenuta bassa fino a quel momento, alla nuca della ragazza. Si voltò per scoprire che colui che lo bloccava era proprio l’infermiere amico di Jade. Della sua Jade, si sua, glielo aveva confermato lei proprio venti minuti prima. Poi era scappata promettendogli di tornare il prima possibile ma non vedendola arrivare aveva deciso di andare a cercarla, però non avrebbe mai pensato di trovarla in un pericolo simile. Non poteva permetterlo, doveva fare qualcosa.
-Che diavolo fai, lasciami- inveì contro Ed -Devo aiutarla-
Il rosso scosse la testa- Se ti avvicini le spara, Louis non farlo-
-Louis fa come ti ha detto Ed- Jade parlò con la voce ferma, cercando di non far trasparire la sua paura. Il suo principale pensiero era il castano. Niall stava aspettando proprio un suo passo falso per potergli sparare.
-Jade..- sussurrò il ragazzo facendola rabbrividire, i suoi occhi invasi dal terrore la stavano fissando facendola sentire importante.
-Ma che scena commovente- asserì il biondo con voce fredda, beccandosi un’occhiataccia da Louis -Ditemi- continuò divertito E’ legale ciò che c’è tra di voi? No perché da quel che mi risulta c’è gente che ha perso il lavoro proprio per questo motivo. Le relazioni tra medici, o infermieri, e pazienti sono vietate. Sbaglio?- chiese rivolgendosi prima verso la ragazza poi verso il castano.
Louis cominciò ad infuriarsi. Ed gli afferrò di nuovo le spalle bloccandolo e sussurrandogli un ‘lascia perdere’.
-E tu? Tu ne sapevi nulla?-  domandò rivolgendosi verso Ed.
Lui lo osservò per un po’ per niente sorpreso e questo spiazzò Jade.
Lo sapeva? Come? Non le aveva mai detto nulla.
-Rispondimi!- gridò il ragazzo puntandogli la pistola contro.
Il rosso scosse la testa sussurrando un no poco deciso.
-SINCERO!- incalzò facendo ballare la pistola come ad indicarla.
-Si, lo sapevo- affermò spiazzando i due diretti interessati. Eppure erano stati attenti.
Chi altro lo sapeva?
Niall ridacchiò alle loro espressioni confuse.
-Che ne pensi- si rivolse di nuovo a Ed- Sarebbe ora di parlare con il capo di questa cosa. Non credi? Non sei stanco di dover tacere?-
A quel punto nemmeno la presa forte di Ed trattenne Louis che si liberò ed iniziò a correre verso lo stalker.
Poi accadde tutto a rallentatore: Niall puntò la pistola verso il ragazzo, Jade urlò, un colpo risuonò per la stanza, poi due urla disperate si levarono in aria mentre un corpo si accasciava a terra.
 


Mi sto facendo odiare lo so ahahahah scusate
Sparisco per mesi interi poi me ne torno con certi capitoli dal finale davvero odioso e impossibile. Mi dispiace!
Come prima cosa mi voglio scusare per l’immenso ritardo, dico sempre che torno presto ma non lo faccio mai çç
Purtroppo ho avuto parecchio da fare e ora che è cominciata la scuola va peggio ancora. Però per quanto riguarda il prossimo capitolo questa volta mi sono avvantaggiata. Stasera non avevo nulla da fare quindi ho scritto anche quello, perciò se questo capitolo riceve più delle solite due recensioni lo posto subito!! Vi lascio un piccolo spoiler qui sotto ;)
Bene, detto questo vi avverto che siamo quasi alla fine della storia. Manca il prossimo, poi c’è l’epilogo ed è finita, al massimo posso scrivere un altro capitolo ma non credo perché ho già le idee chiare su come fare l’epilogo!
E niente.. come al solito se ci siete mandate qualche recensione e fatemi sapere che seguite la storia. Mi bastano anche poche parole!
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito fino ad ora, chi ha messo la storia tra le seguite, preferite, e ricordate! Grazie di cuore, spero di non avervi delusi!!
Per qualsiasi cosa mi trovate su Twitter(@Dear_Lou) e su Tumblr(theyrloveforever)
Un bacio <3
 
                                             -always_in_my_heart_





                                       


"Era successo tutto troppo velocemente, ma allo stesso tempo lentamente. Nessuno di loro aveva ancora realizzato ciò che stava accadendo, ma soprattutto nessuno di loro  avrebbe mai pensato di trovarsi in una posizione simile"





 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


       





Capitolo 21



Ed fu il primo ad arrivare su Niall approfittando del momento di confusione per sfilargli la pistola dalle mani immobilizzandolo.
Louis invece era accasciato a terra vicino al corpo di Jade disteso sul pavimento.
Era successo tutto troppo velocemente, ma allo stesso tempo lentamente. Nessuno di loro aveva ancora realizzato ciò che stava accadendo, ma soprattutto nessuno di loro  avrebbe mai pensato di trovarsi in una posizione simile.
Nel momento in cui l’irlandese aveva puntato la pistola verso il castano, che stava correndo verso lui, Jade era riuscita a liberarsi dalla sua stretta correndo a sua volta verso il ragazzo che amava e facendogli così da scudo.
Dopo il colpo nella stanza risuonarono le urla di Niall e Louis, contemporaneamente mentre Ed si affrettò a correre verso il biondo per disarmarlo.
Ora Jade era distesa a terra  in una piccola pozza di sangue che il castano non riusciva a capire da dove provenisse.
-Chiama un ambulanza, subito!- si rivolse allarmato al rosso che sparì dalla porta trascinandosi dietro Niall che si stava dimenando.
-Jade! Jade mi senti? Jade sono Louis. Resta sveglia. Resta sveglia ti prego, fallo per me. Lo hai detto anche tu, io sono tuo e tu sei mia. Se te ne andrai come farò?- sussurrò sfiorandole il viso- Se te ne andrai tu lo farò pure io-
-L-Louis, s-stai b-ene- sussurrò piano lei sorridendo –Ti.. Ti amo- una lacrima solcò il suo viso.
-Anche io ti amo, ma non chiudere gli occhi. Se mi ami non farlo. Te lo prometto appena mi avranno curato staremo sempre insieme. E quel bastardo la pagherà, lo giuro- le disse stringendole la mano.
-L-Louis p-er q-qualsiasi c-cosa.. c-chiama Har-ry. Promettimelo- sussurrò tossendo.
-Te lo prometto- le rispose mentre la ragazza piano piano chiudeva gli occhi.
Quando poco dopo Ed tornò trovò Louis in lacrime che stringeva il corpo immobile della ragazza e anche a lui venne quasi voglia di piangere. Lavoravano insieme da due anni e si era creata una certa intesa tra i due, qualche volta andavano a ballare, o uscivano a bere un caffè. Ci si parlava bene e lo aveva consolato spesso. Inutile dire ch si era affezionato a lei.
Anche il biondo, che aveva al suo fianco, sembrava distrutto dall’accaduto. Sembrava rendersi conto di ciò che aveva fatto e che non era nulla di positivo.
 
 
Harry stava uscendo di casa quando sua sorella Gemma lo richiamò.
-Hey dove pensi di andare? La mamma ha detto di non farti uscire fino a domani ed è quello che farò, volente o nolente. Non si disobbedisce agli ordini della mamma-
-Dai Gem ho 23 anni ormai, su smettila. Anche la mamma dovrebbe finirsela con queste scemenze. In punizione a 23 anni. Andiamo!-
-Hazz mi dispiace gli ordini della mamma sono gli ordini della mamma. Non posso farci nulla-
-Si che puoi, mi puoi coprire-
-No, non ci pensare minimamente! Poi mette in punizione anche me! Se è assurdo mettere in punizione uno di ventitré anni pensa come può essere con una di ventisette! Aah devo andarmene da questa casa-
-Si Gem, anche io devo andarmene da qui-
-Pensi che se le diremo che vogliamo andarcene ci metterà in punizione?- domandò la più grande facendo scoppiare a ridere il fratello.
-Possibile- rispose quest’ultimo.
Il cellulare del riccio squillò rivelando il nome di Nick, uno dei suoi tanti amici di università.
-Hey Grim che vuoi?- rispose allegramente.
-Niente di che, mi chiedevo se ti va di fare due tiri a pallone stasera-
-Magari! Quella sfasata di mia madre mi ha messo di nuovo in punizione. Ho ventitré anni, ti rendi conto? È ridicolo!- il ragazzo dall’altra parte del telefono scoppiò a ridere.
-Di nuovo Har? Ma si può sapere che combini? È la terza volta questa settimana! Sei proprio un cattivo ragazzo- lo prese in giro –Comunque te ne devi andare da lì, altrimenti a cinquant’anni starai ancora in punizione-
-Lo so- sospirò Harry- Sinceramente mi chiedo ancora che miracolo sia successo per permettermi  di andare da Jade a Londra-.
Nel frattempo sentì il telefono di casa squillare, probabilmente era sua madre che voleva sapere come andavano le cose. Vide Gemma rispondere, fece prima una faccia confusa, poi il telefono le cadde dalle mani.
-Grim devo andare. Ti richiamo più tardi scusa- e senza aspettare una risposta agganciò il telefono andando verso la sorella che lo guardò.
Afferrò la cornetta e rispose alla voce dall’altro capo.
-Sono Harry, chi parla?-
-Harry grazie al cielo! Si può sapere dove stavi? Ti ho chiamato quattro volte sul cellulare!-
-Louis? Hey amico finalmente ti fai sentire! Come stai?- Gemma lo guardò confusa.
-Non bene Harry- rispose l’altro con voce grave.
-E’ successo qualcosa?-
-Ha sparato a Jade- il cuore del riccio perse un battito. Tutta l’allegria e l’ironia di poco prima scomparvero dopo quelle quattro parole così semplici e coincise. 
-Cosa? Come sta lei ora? che diavolo è successo?- non riusciva a fermarsi dal fare domande.
-Harry, non so come sta. I paramedici l’hanno portata via ma le loro facce non erano positive. A me non è permesso uscire da qui senza qualcuno, lo sai. Non l’ho potuta seguire, c’è Ed con lei e la polizia ha arrestato il pazzo. Riesci a venire?-
-Si, non ti preoccupare Louis arrivo appena posso-
-Ok, appena sei a Londra però va da lei, va bene? Non ti preoccupare per me, io sto bene. Tu vai da lei senti come sta poi chiama la clinica e chiedi di parlare con me. Dopo ti spiego quello che è successo-
-Va bene, grazie Louis- disse il riccio prima di chiudere e rivolgersi alla sorella- Ora mi fai uscire?-
-Si, vengo con te. A costo di prendermi tre anni di punizione-
-Grazie sorellina- la abbracciò correndo su per le scale per dirigersi in camera sua e preparare un piccolo borsone.
Due ore dopo erano a Londra. Gemma lo aveva lasciato in ospedale e stava andando a prendere Louis, sotto supplica di suo fratello.
-Salve, sono qui per prendere un paziente, Louis Tomlinson- disse alla ragazza di fronte a lei.
-Un momento glielo chiamo-
Tre minuti dopo un ragazzo, castano occhi azzurri e viso da bravo ragazzo, le si fermò di fronte.
-Sono la sorella di Harry- si affrettò a dire prima che questo parlasse- Mi ha supplicata di venire qui a prenderti- il ragazzo spalancò gli occhi e la ringraziò almeno dieci volte prima di correre a cambiarsi nella sua stanza.
 
Il silenzio in auto era quasi insopportabile. Gemma guidava, Louis osservava la strada.
-Oh comunque io sono Gemma! Che maleducata, scusami!-
-Oh giusto! Louis, piacere-
-E così sei un amico di Jade- il ragazzo annuì tristemente.
-Tu la conosci?-
-Quando eravamo piccole giocavamo sempre insieme, anche grazie a mio fratello. Poi crescendo ci siamo separate, però si. Le voglio ancora molto bene. È un po’ come una sorella per me- il ragazzo annuì tornando a guardare la strada.
 
-Harry!- gridò Louis dall’altra parte del corridoio andando in contro al più piccolo.
-Louis, ciao!- si abbracciarono velocemente.
-Sai nulla di nuovo?-
-No, nulla per il momento. La stanno ancora operando-
-Cazzo sono passate tre ore! Come è possibile?-
-Non lo so, speriamo bene-
In quel preciso istante Ed arrivò con due caffè in mano.
-Louis- lo fissò confuso- Volevo venire a prenderti ma poi ho pensato che avrebbe destato troppi sospetti. Certo, ci sono le telecamere di sorveglianza ma meglio non rischiare-
-Tranquillo- scosse la testa il ragazzo- L’importante è che sei stato con lei-
-Telecamere? Sospetti? Di che sta parlando?- domandò confuso Harry.
Louis iniziò a spiegare che era successo e anche Ed intervenne nel racconto.
Poi un medico si avviò verso di loro, la sua espressione non era delle migliori quando tolse la cuffia.
Tutti loro erano parecchio storditi e confusi, o semplicemente distrutti, come Louis e le parole del medico non erano di certo rassicuranti.
Jade era sospesa tra la vita e la morte.
Un lieve filo la legava all’una e all’altra.
Ma per quanto tempo avrebbe retto quel filo? Nessuno lo sapeva.
 





Beh ora mi odierete, sono una stronza lo so ahahah beh a quanto pare non è Louis quello a cui ha sparato, bensì Jade. Si salverà? Mah..
In realtà il capitolo era davvero pronto ma ho aspettato di ricevere più recensioni, però visto che non arrivavano ho aggiornato. Ormai continuo perché manca solo l’epilogo.. si.. siamo alla fine e un po’ mi dispiace, mi mancheranno Jade e Louis e tutti i personaggi.
Naturalmente nell’ epilogo verrà chiarito tutto riguardo a Niall, sul perché faceva tutto ciò ecc.. e.. *suspance* se Jade si salverà. Voi che dite?
Beh alla prossima. Spero di ricevere più recensioni questa volta.
A presto!!
                                                    
                                                                              -always_in_my_heart_

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


       





Capitolo 21



Ed fu il primo ad arrivare su Niall approfittando del momento di confusione per sfilargli la pistola dalle mani immobilizzandolo.
Louis invece era accasciato a terra vicino al corpo di Jade disteso sul pavimento.
Era successo tutto troppo velocemente, ma allo stesso tempo lentamente. Nessuno di loro aveva ancora realizzato ciò che stava accadendo, ma soprattutto nessuno di loro  avrebbe mai pensato di trovarsi in una posizione simile.
Nel momento in cui l’irlandese aveva puntato la pistola verso il castano, che stava correndo verso lui, Jade era riuscita a liberarsi dalla sua stretta correndo a sua volta verso il ragazzo che amava e facendogli così da scudo.
Dopo il colpo nella stanza risuonarono le urla di Niall e Louis, contemporaneamente mentre Ed si affrettò a correre verso il biondo per disarmarlo.
Ora Jade era distesa a terra  in una piccola pozza di sangue che il castano non riusciva a capire da dove provenisse.
-Chiama un ambulanza, subito!- si rivolse allarmato al rosso che sparì dalla porta trascinandosi dietro Niall che si stava dimenando.
-Jade! Jade mi senti? Jade sono Louis. Resta sveglia. Resta sveglia ti prego, fallo per me. Lo hai detto anche tu, io sono tuo e tu sei mia. Se te ne andrai come farò?- sussurrò sfiorandole il viso- Se te ne andrai tu lo farò pure io-
-L-Louis, s-stai b-ene- sussurrò piano lei sorridendo –Ti.. Ti amo- una lacrima solcò il suo viso.
-Anche io ti amo, ma non chiudere gli occhi. Se mi ami non farlo. Te lo prometto appena mi avranno curato staremo sempre insieme. E quel bastardo la pagherà, lo giuro- le disse stringendole la mano.
-L-Louis p-er q-qualsiasi c-cosa.. c-chiama Har-ry. Promettimelo- sussurrò tossendo.
-Te lo prometto- le rispose mentre la ragazza piano piano chiudeva gli occhi.
Quando poco dopo Ed tornò trovò Louis in lacrime che stringeva il corpo immobile della ragazza e anche a lui venne quasi voglia di piangere. Lavoravano insieme da due anni e si era creata una certa intesa tra i due, qualche volta andavano a ballare, o uscivano a bere un caffè. Ci si parlava bene e lo aveva consolato spesso. Inutile dire ch si era affezionato a lei.
Anche il biondo, che aveva al suo fianco, sembrava distrutto dall’accaduto. Sembrava rendersi conto di ciò che aveva fatto e che non era nulla di positivo.
 
 
Harry stava uscendo di casa quando sua sorella Gemma lo richiamò.
-Hey dove pensi di andare? La mamma ha detto di non farti uscire fino a domani ed è quello che farò, volente o nolente. Non si disobbedisce agli ordini della mamma-
-Dai Gem ho 23 anni ormai, su smettila. Anche la mamma dovrebbe finirsela con queste scemenze. In punizione a 23 anni. Andiamo!-
-Hazz mi dispiace gli ordini della mamma sono gli ordini della mamma. Non posso farci nulla-
-Si che puoi, mi puoi coprire-
-No, non ci pensare minimamente! Poi mette in punizione anche me! Se è assurdo mettere in punizione uno di ventitré anni pensa come può essere con una di ventisette! Aah devo andarmene da questa casa-
-Si Gem, anche io devo andarmene da qui-
-Pensi che se le diremo che vogliamo andarcene ci metterà in punizione?- domandò la più grande facendo scoppiare a ridere il fratello.
-Possibile- rispose quest’ultimo.
Il cellulare del riccio squillò rivelando il nome di Nick, uno dei suoi tanti amici di università.
-Hey Grim che vuoi?- rispose allegramente.
-Niente di che, mi chiedevo se ti va di fare due tiri a pallone stasera-
-Magari! Quella sfasata di mia madre mi ha messo di nuovo in punizione. Ho ventitré anni, ti rendi conto? È ridicolo!- il ragazzo dall’altra parte del telefono scoppiò a ridere.
-Di nuovo Har? Ma si può sapere che combini? È la terza volta questa settimana! Sei proprio un cattivo ragazzo- lo prese in giro –Comunque te ne devi andare da lì, altrimenti a cinquant’anni starai ancora in punizione-
-Lo so- sospirò Harry- Sinceramente mi chiedo ancora che miracolo sia successo per permettermi  di andare da Jade a Londra-.
Nel frattempo sentì il telefono di casa squillare, probabilmente era sua madre che voleva sapere come andavano le cose. Vide Gemma rispondere, fece prima una faccia confusa, poi il telefono le cadde dalle mani.
-Grim devo andare. Ti richiamo più tardi scusa- e senza aspettare una risposta agganciò il telefono andando verso la sorella che lo guardò.
Afferrò la cornetta e rispose alla voce dall’altro capo.
-Sono Harry, chi parla?-
-Harry grazie al cielo! Si può sapere dove stavi? Ti ho chiamato quattro volte sul cellulare!-
-Louis? Hey amico finalmente ti fai sentire! Come stai?- Gemma lo guardò confusa.
-Non bene Harry- rispose l’altro con voce grave.
-E’ successo qualcosa?-
-Ha sparato a Jade- il cuore del riccio perse un battito. Tutta l’allegria e l’ironia di poco prima scomparvero dopo quelle quattro parole così semplici e coincise. 
-Cosa? Come sta lei ora? che diavolo è successo?- non riusciva a fermarsi dal fare domande.
-Harry, non so come sta. I paramedici l’hanno portata via ma le loro facce non erano positive. A me non è permesso uscire da qui senza qualcuno, lo sai. Non l’ho potuta seguire, c’è Ed con lei e la polizia ha arrestato il pazzo. Riesci a venire?-
-Si, non ti preoccupare Louis arrivo appena posso-
-Ok, appena sei a Londra però va da lei, va bene? Non ti preoccupare per me, io sto bene. Tu vai da lei senti come sta poi chiama la clinica e chiedi di parlare con me. Dopo ti spiego quello che è successo-
-Va bene, grazie Louis- disse il riccio prima di chiudere e rivolgersi alla sorella- Ora mi fai uscire?-
-Si, vengo con te. A costo di prendermi tre anni di punizione-
-Grazie sorellina- la abbracciò correndo su per le scale per dirigersi in camera sua e preparare un piccolo borsone.
Due ore dopo erano a Londra. Gemma lo aveva lasciato in ospedale e stava andando a prendere Louis, sotto supplica di suo fratello.
-Salve, sono qui per prendere un paziente, Louis Tomlinson- disse alla ragazza di fronte a lei.
-Un momento glielo chiamo-
Tre minuti dopo un ragazzo, castano occhi azzurri e viso da bravo ragazzo, le si fermò di fronte.
-Sono la sorella di Harry- si affrettò a dire prima che questo parlasse- Mi ha supplicata di venire qui a prenderti- il ragazzo spalancò gli occhi e la ringraziò almeno dieci volte prima di correre a cambiarsi nella sua stanza.
 
Il silenzio in auto era quasi insopportabile. Gemma guidava, Louis osservava la strada.
-Oh comunque io sono Gemma! Che maleducata, scusami!-
-Oh giusto! Louis, piacere-
-E così sei un amico di Jade- il ragazzo annuì tristemente.
-Tu la conosci?-
-Quando eravamo piccole giocavamo sempre insieme, anche grazie a mio fratello. Poi crescendo ci siamo separate, però si. Le voglio ancora molto bene. È un po’ come una sorella per me- il ragazzo annuì tornando a guardare la strada.
 
-Harry!- gridò Louis dall’altra parte del corridoio andando in contro al più piccolo.
-Louis, ciao!- si abbracciarono velocemente.
-Sai nulla di nuovo?-
-No, nulla per il momento. La stanno ancora operando-
-Cazzo sono passate tre ore! Come è possibile?-
-Non lo so, speriamo bene-
In quel preciso istante Ed arrivò con due caffè in mano.
-Louis- lo fissò confuso- Volevo venire a prenderti ma poi ho pensato che avrebbe destato troppi sospetti. Certo, ci sono le telecamere di sorveglianza ma meglio non rischiare-
-Tranquillo- scosse la testa il ragazzo- L’importante è che sei stato con lei-
-Telecamere? Sospetti? Di che sta parlando?- domandò confuso Harry.
Louis iniziò a spiegare che era successo e anche Ed intervenne nel racconto.
Poi un medico si avviò verso di loro, la sua espressione non era delle migliori quando tolse la cuffia.
Tutti loro erano parecchio storditi e confusi, o semplicemente distrutti, come Louis e le parole del medico non erano di certo rassicuranti.
Jade era sospesa tra la vita e la morte.
Un lieve filo la legava all’una e all’altra.
Ma per quanto tempo avrebbe retto quel filo? Nessuno lo sapeva.
 





Beh ora mi odierete, sono una stronza lo so ahahah beh a quanto pare non è Louis quello a cui ha sparato, bensì Jade. Si salverà? Mah..
In realtà il capitolo era davvero pronto ma ho aspettato di ricevere più recensioni, però visto che non arrivavano ho aggiornato. Ormai continuo perché manca solo l’epilogo.. si.. siamo alla fine e un po’ mi dispiace, mi mancheranno Jade e Louis e tutti i personaggi.
Naturalmente nell’ epilogo verrà chiarito tutto riguardo a Niall, sul perché faceva tutto ciò ecc.. e.. *suspance* se Jade si salverà. Voi che dite?
Beh alla prossima. Spero di ricevere più recensioni questa volta.
A presto!!
                                                    
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