Twins' War di kymyit (/viewuser.php?uid=36835)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sacrifice ***
Capitolo 2: *** Within Temptation ***
Capitolo 3: *** Brave Little Soldiers ***
Capitolo 4: *** Light in The Shadow ***
Capitolo 5: *** 5: Addio? ***
Capitolo 6: *** 6. Padri e Figli. ***
Capitolo 7: *** 7: A forza di dubbi. Passato che avanza. ***
Capitolo 8: *** 8. Tragedy's Birth - Passato e presente I ***
Capitolo 9: *** 9. Tragedy's Birth II - Passato e presente, poi dritti verso il futuro (ignoto). ***
Capitolo 10: *** 10. Figlio, sorella, rivale. ***
Capitolo 11: *** 11.Hikaru ***
Capitolo 12: *** 12.Purify ***
Capitolo 13: *** 13.Il lato oscuro della luna. ***
Capitolo 14: *** 14. Grandi sogni ***
Capitolo 15: *** 15.Fuori controllo ***
Capitolo 16: *** 16.Neo, portatore di tempesta ***
Capitolo 17: *** 17. Macchinazioni ***
Capitolo 18: *** 18. Arrivi e partenze ***
Capitolo 19: *** 19. La via dell’Eremita: confusione ***
Capitolo 20: *** 20. La via dell’Eremita: distruzione ***
Capitolo 21: *** 21. Sotto assedio ***
Capitolo 22: *** 22. Dramethyst ***
Capitolo 23: *** 23. Basta! ***
Capitolo 24: *** 24.Luna aggraziata ***
Capitolo 25: *** 25. La svolta peggiore ***
Capitolo 26: *** 26. Raccattare i pezzi ***
Capitolo 27: *** 27. Disperazione e Speranza ***
Capitolo 28: *** 28. Contrattacco ***
Capitolo 29: *** 29. Affidabilità e Temperanza ***
Capitolo 30: *** 30. Distruzione VS Creazione ***
Capitolo 31: *** 31. Lame del Futuro ***
Capitolo 32: *** 32. La fretta è cattiva consigliera ***
Capitolo 33: *** 33. La formazione dell'amore lucente ***
Capitolo 34: *** 34. La resistenza di Lilymon ***
Capitolo 35: *** 35. Scivolare nell'incubo ***
Capitolo 36: *** 36. Vigore ***
Capitolo 37: *** 37. La resa dei conti di Daemon ***
Capitolo 38: *** 38. Nella valle della morte ***
Capitolo 39: *** 39. Un Miracolo che viene dall'Oscurità ***
Capitolo 1 *** Sacrifice ***
tw1
Twins'
War
Part 1: Wicked Keepers
No one mourns the Wicked
No
one cries "They won't return!"
No
one lays a lily on their grave
Nessuno
porta il lutto per i malvagi.
Nessuno
piange il fatto che non torneranno.
Nessuno
lascia un giglio sulla loro tomba.
Questa
è la speranza di chi combatte: che del male venga cancellata
ogni traccia: le sue conseguenze e la sua esistenza.
Ma
non fu così.
Né
per loro, né per lui.
(No One Mourns
the Wicked - Wicked, the Musical)
Capitolo
1: Sacrifice
You
spout out what they said to sacrifice a child
And smelt their burning heads to sacrifice a child
And I can see the tears, a queue and men and senses
And I can hear the screams
(Chikinki - To Sacrifice a Child)
Digiworld.
Il mondo digitale
composto da dati.
Nelle sue viscere esiste
un luogo chiamato Dark Area, o Area Oscura.
Un luogo che racchiude
tutta la malvagità e i vizi che hanno per secoli deturpato
la purezza
di quel mondo.
Là sta
Lucemon: l'essere perfetto, l'angelo caduto.
In attesa di riscatto.
°
-Yamato! Yamato!-
La voce di Taichi era incrinata dal terrore.
Non poteva rispondergli.
Non poteva muoversi.
Non poteva fare nulla, se non vedere e sentire gli amici in pena per
lui.
Gli occhi dilatati, gonfi dal pianto e il petto trafitto che tremava.
Il respiro era sempre più affannato e il panico stava
prendendo il sopravvento.
"Perché?" si chiese. Perché proprio lui? C'era
poi un perché o BelialVamdemon voleva semplicemente un
compagno per il viaggio all'inferno e aveva sparato quel raggio oscuro
a casaccio?
Le forze lo abbandonavano, la vista si annebbiava, la carne gli si
lacerava e le lacrime si mischiavano al sangue.
-Yamato... -
Sora...
Yamato pianse ancora di più. Non le sarebbe più
potuto stare accanto. Non avrebbe più potuto vedere il suo
sorriso.
Un pensiero urgente, però, attraverso la sua mente.
Istintivamente afferrò la mano della prescelta dell'Amore e
la strinse con forza.
-Ri... - cercò di dire.
-Non parlare, Yama... Jou, Jou fa qualcosa!-
-Che posso fare?! Dobbiamo portarlo sulla Terra, presto!-
-Come lo spostiamo?- Takeru era vicino al panico.
-Ri... sei... -
Stava ancora cercando di pronunciare quella parola quando il buio
totale l'avvolse e il silenzio ovattò ogni suono.
Era morto.
-Che diavolo sta succedendo?!-
L'urlo di Taichi irruppe in quel nulla. Lui non poté
vederla, ma una luce accecante avvolse il suo corpo e, lentamente,
davanti agli occhi sgranati di tutti, una figura femminile si
separò da esso.
Volteggiò nell'aria per qualche istante e, infine, si
posò su di lui. La luce si fece sempre più fioca,
fino a spegnersi. I digiprescelti si avvicinarono esitanti e
osservarono i due, senza dire una parola.
Erano due gocce d'acqua.
Daisuke stava per dire qualcosa quando un tonfo sordo attirò
l'attenzione dei ragazzi e dei digimon su una figura scura accasciata
in un angolo, fra Digiworld e l'altra dimensione.
-Finalmente... posso riparare... i miei errori... - balbettò.
Era Yukio Oikawa. O almeno, ciò che restava di lui.
-No! Che sta facendo?- esclamò Iori sostenendo l'uomo privo
di forze -Doveva usare la sua energia per guarire!-
Quello chiuse gli occhi.
-Non può andarsene proprio ora che è riuscito ad
arrivare a Digiworld! Ha realizzato il suo sogno!-
Oikawa sorrise e, prima di svanire, mormorò: -Grazie,
Iorikun... sei... il degno figlio.... di Hiroki... -
Il corpo dell'uomo si tramutò in una miriade di farfalle
arcobaleno, che percorsero il mondo digitale.
Alcune si diressero verso i corpi stesi a terra e, come li toccarono, i
due parvero riprendere i sensi. Sotto gli sguardi sconvolti di tutti i
digiprescelti, la ferita sul petto di Yamato guarì senza
lasciare traccia, neppure una debole cicatrice.
Pervaso da una forte sensazione di benessere e da una nuova forza, il
ragazzo aprì gli occhi. Vide la ragazza stesa accanto a lui
e prendendole la mano sussurrò: -Ylenia... -
Anche lei aprì gli occhi e gli bisbigliò
sorridendo, con le lacrime che le rigavano le guance:
-Fratellone... -
Da qualche altra parte...
-C'è mancato poco!- sospirò Mugendramon.
-Già! Per poco non ci lasciavo le penne!- sbottò
Vamdemon su tutte le furie, tastandosi il corpo allo stadio Evoluto,
per fortuna integro.
-Su, su. Alla fine è andato tutto bene. Sai che non ti avrei
comunque lasciato morto troppo a lungo.- rispose Piemon cercando di
sedare gli animi.
-Tu e i tuoi stupidi piani!- protestò il digimon vampiro.
-Non potevi concepire qualcosa di meno complicato?!-
-Scusa, non sono io che mi sono rifugiato nel corpo di un umano per
sopravvivere. Dì grazie a Mugendramon che ha recuperato i
tuoi dati.-
-Tsk. Grazie Mugendramon... -
-Una passeggiata.-
Piemon tacque, compiaciuto, in attesa della sua parte di
ringraziamenti. Che non arrivò.
-Dimentichi qualcosa?-
-Forse ho dimenticato che sei un idiota. Passiamo alla fase due.-
Piemon sospirò.
-Ah, l'Orgoglio, gran brutta bestia.-
Già, e
lui ne sapeva qualcosa. Ovviamente nessuno glielo
fece notare.
Più
tardi, sulla Terra.
Si sentiva solo
il rumore del motore. Una volta tanto che la loro famiglia era riunita,
pensò Takeru, poteva essere un momento di pace, no? No.
Eppure nutriva una sottile speranza che tutta quella situazione
volgesse al meglio. Accanto a lui Yamato si sforzava di restare
sveglio, ma era esausto, così come la ragazza al suo fianco.
Fino a poche ore prima era nuda. Arrossì. Fortuna che Taichi
le aveva dato la sua giacca, avrebbe gelato altrimenti. Quando erano
tornati sulla Terra i due fratelli erano stati accolti da una sorpresa
quasi più grande del racconto di Gennai. Takeru si
appuntò di riportare quanto venuto a sapere quella notte,
ogni dettaglio. Certi particolari, però, non avrebbe potuto
immortalarli.
Lo stupore e la
gioia negli occhi dei loro genitori nel vederli sani e salvi tutti e
tre. Il muro di tensione fra loro che s'infrangeva dopo tanto
tempo...
Tutto ruotava
intorno a suo fratello e... a sua sorella.
-Di colpo sono
diventato il terzogenito, eh?- la buttò lì.
-Beh, Mikachan
è diventata la quartogenita, di che ti lamenti? Siete
comunque i più viziati.- rispose Hiroaki tirando una boccata
di fumo.
-A proposito,
dov'è Mika?-
-L'ho lasciata
dalla signora Takeda.- rispose Natsuko.
Mika Ishida era
nata il 5 maggio del 2000. Lei e Hiroaki si erano riscoperti dopo il
viaggio a Digiworld dei figli nel 1999, ma non erano sicuri sul fatto
di tornare a vivere insieme, come una famiglia. Ma forse ora che
avevano di nuovo Ylenia...
-Immagino vorrete
delle spiegazioni, giusto?
I tre annuirono e
con loro anche Gabumon e Patamon.
-Gennai ci ha
accennato un paio di cose.- disse Takeru -Perché ce lo avete
nascosto?-
-Era un po'
difficile spiegare a due bambini che la loro sorellina stava nel corpo
di uno di loro.-
-Già...
- rispose Yamato. Era chiaro come il sole che c'era
qualcos'altro a turbarlo.
-Raccontateci
tutto, per favore.-
-Va bene.- disse
Natsuko.
E
iniziò a raccontare.
Era
un tardo pomeriggio. Ore interminabili di doglie sfociarono nel pianto
isterico di due creature. Un maschietto e una femminuccia. I neo
genitori si strinsero l'uno all'altro. Natsuko Takaishi era sudata ed
esausta, Hiroaki Ishida aveva il cuore accelerato per la gioia e la
tensione. Entrambi avevano vissuto quella prima gravidanza come due
perfetti novellini, fra alti e bassi. Arrivare alla fine fu davvero il
raggiungimento di un traguardo sofferto.
-Avete
già deciso i nomi?- a parlare fu la madre di Natsuko. La
donna aveva preso l'aereo da Parigi qualche settimana prima del parto,
in modo da poter assistere la figlia. Dopo il parto era stata riservata
alla giovane madre una stanzetta singola e la donna si era impossessata
della sedia accanto al letto. In quel momento sbucciava una mela e
indagava negli sguardi dei neo genitori. A posteriori Hiroaki
pensò che lei avesse già capito che qualcosa non
andava.
I
medici avevano portato i bambini nella nursery per ripulirli e
visitarli, alla madre e al padre restava solo da attendere.
-Il
maschietto si chiamerà Yamato.- disse Hiroaki.
-Mentre
la bambina Ylenia. Lo avevo promesso a Yle, ricordi?-
-Come
dimenticarlo? Da quando eravate piccole non parlavate che di questo.
Anche se ricordo che volevate fare l'accoppiata Yamato/Takeru, o
sbaglio?-
-Sì.-
sorrise Hiroaki -Ma l'amicizia femminile vince sulla cultura
e la storia, perciò se avremo un altro figlio si
chiamerà Takeru.-
-Ecco
perché sono nato così adorabile, in pratica mi
avevate già programmato.- Sghignazzò il prescelto
della Speranza.
-Evidentemente
avevano sbagliato qualche calcolo, visto il tuo lato stronzetto.- lo
punzecchiò il fratello.
Ylenia mise la
mano sulla spalla della madre che sussultò.
-E poi?
Cos'è successo, mamma?-
Natsuko non
riuscì a contenere le lacrime e per qualche minuto non
riuscì a spiccare parola. Fu Hiroaki a continuare il
racconto.
Pochi
minuti dopo la cosa dei nomi, entrarono i medici con uno dei bambini.
Avevano l'aria da cattive notizia.
-Che
succede?- domandò allarmata Natsuko.
-Ecco,
lo prenda.-
L'infermiera
le mise il piccolo in braccio. Era Yamato, sembrava in ottima salute e,
infatti, questo le dissero, ma Ylenia...
-Non
sappiamo se supererà la notte.-
Il
medico tentò di usare molto tatto nel comunicare quella
notizia, ma fu ugualmente come un fulmine a ciel sereno.
-Cosa?-
esclamò Hiroaki -Dalle visite era risultato che non ci
fossero problemi!-
-La
bambina ha la febbre alta. Sospettiamo sia uno stafilococco aureo, ma
dobbiamo terminare gli accertamenti.-
-Aspetti,
quanto è grave?- domandò la madre di Natsuko.
Il
medico chinò il capo.
-E'
curabile, ma la piccola è meno sviluppata rispetto al
fratello. Dovremmo tenerla in incubatrice e...-
-Sperare
che superi la notte?- lo interruppe la signora Takaishi.
Natsuko
tremò e Hiroaki le strinse la mano.
-Ma
com'è successo?-
-Stiamo
facendo accertamenti. Dovremo tenere sotto osservazione anche il
maschietto nel caso di contagio.-
Per
i due fu penoso. Il loro mondo rischiava di distruggersi
così com'era venuto alla luce.
-Povera
piccolina... -
Natsuko
piangeva toccando la manina della figlia nell'incubatrice. Hiroaki
stava parlando coi medici quando, da uno dei computer dell'ospedale
esplosero due fasci luminosi. Essi sfrecciarono nei corridoi deserti e
piombarono sui bambini. Natsuko urlò, chiamando il marito.
Quegli la raggiunse, seguito da un medico che non aveva mai visto.
-Cos'è
successo?-
-Due...
due raggi... i bambini... -
-Quindi
sono loro.- disse il medico.
-Era il vostro
amico Gennai.-
-Grazie per
averci rovinato la scena papà.-
-Di niente, Take.
Comunque Gennai si accorse che Ylenia non... beh, delle sue condizioni
e decise di intervenire. Vorrei dire che fu difficile prendere quella
decisione, ma non lo fu.-
-Sigillarla?
Cosa vuol dire? Cosa sono i digimon?- Natsuko era isterica.
-Se
è uno scherzo vedi di piantarla!- ruggì Hiroaki.
Gennai
posò la mano sull'incubatrice dove giaceva la piccola Ylenia.
-La
Luce... come temevo. Non c'è tempo. Mi spiace essere
così schietto, ma se morisse, anche il potere svanirebbe. Il
nostro mondo ha bisogno di quest'arma a doppio taglio.-
-Quindi...
c'è un modo per salvare la bambina?.- lo interruppe Hiroaki.
Dietro di loro, la suocera si chiuse la porta alle spalle. Aveva
sentito tutto.
-Sì.-
rispose Gennai. -In futuro il sigillo potrebbe venire sciolto
e i due si separeranno.-
-Non
m'interessa cosa succederà a questo mondo o a quell'altro.
Non so neppure se tutto ciò è reale, ma se puoi
salvare nostra figlia, ti prego fallo!- supplicò Natsuko.
L'Agente
annuì e impose le mani sui bambini.
-Il resto lo
conoscete.- concluse Hiroaki.
Il silenzio
tornò a regnare sovrano nell'auto. Pochi minuti dopo
arrivarono a destinazione, nell'appartamento di Natsuko e Takeru.
-Perché
non vi fermate qui per stanotte?- domandò la donna,
impacciata. Sentiva la necessità di non separare nuovamente
la famiglia. Un desiderio che Hiroaki condivideva.
-Mi farebbe molto
piacere.- rispose. -Mikachan ne sarebbe contenta.-
La famiglia si
riunì in casa. Con in braccio l'ultimogenita addormentata,
Natsuko chiuse l'uscio sull'ennesima notte più
lunga della sua vita. Una notte che prometteva meglio delle altre.
Fine
Capitolo 1
Taaaadaaaaaan!!!
Spero che questo
capitolo abbia attirato la vostra attenzione, perché ne
succederanno delle belle.
E digimon per voi non
sarà più lo stesso.
Per prima cosa,
userò i nomi originali di digimon e umani, quindi se non li
conoscete, ditemelo e nei prossimi capitoli vi metterò una
specie di elenco con nomi originali e non dei personaggi che appaiono e
che molto probabilmente non conoscerete.
Punto secondo, il
capitolo è un po' corto perché è una
specie di prologo, gli altri sono un bel po' più lunghi e
l'azione comincerà dal quarto.
Punto terzo: ho cambiato il nome di Reseph in Risei, non aggiungo altro
per non fare spoiler a chi sta leggendo ora questa storia, ma questa
decisione mi è costata molto, per motivi affettivi. Risei ha
una
pronuncia simile a Reseph, comunque (Risef diventa quindi Risee, con
buona pace del mio cuore)
Punto quattro: dopo tutti questi anni, grazie a Tri siamo venuti a
conoscenza dei retroscena di Digiworld. Retroscena da cui sono
costretta a divergere per ovvi motivi. Mi piace incastrare il tutto, ma
non sarà possibile. Quindi, questa è la mia
versione di
Digimon Adventure.
Ma tanto già c'era l'avviso What If?
Grazie a chi ha letto
e continuerà a farlo.
Oh, giusto:
Mugendramon:
Machinedramon
BelialVamdemon:
Malomyotismon.
Bye!!!!
|
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Capitolo 2 *** Within Temptation ***
d
Elenco digimon che
appariranno e di cui (forse) non conoscete i nomi originali:
Dagomon:
Dragomon
Daemon: Demon
Lord Knightmon:
Crusadermon
Piemon: Piedmon
Mugendramon:
Machinedramon
Vamdemon: Myotismon
Pinocchimon: Puppetmon
Tailmon: Gatomon
Capitolo
2: Whithin Temptation
This world may have failed you
It doesn’t
give you reason why
You could have chosen a
different path
(Angels, Within
Temptation)
Tenebre.
Nient'altro che tenebre
sconfinate.
L'aria salmastra era
pesante da respirare.
Già altre
volte era successo.
Già altre
volte era stata là.
Hikari Yagami stava in
mezzo a quelle tenebre con lo sguardo terrorizzato da tutto quel nulla.
Odiava quella sensazione
opprimente di tristezza e solitudine miste a
malvagità che aleggiava in quel luogo.
-Tail... mon... - terrorizzata,
balbettò il nome dell'amica, ma nessuno rispose.
Era sola?
Sarebbe stata preda
delle tenebre?
-Digiprescelta della
Luce... - una voce gutturale la
chiamò e lei tremò. L'oscurità si
diradò, rischiarata da una luce fioca e grigia. Una figura minuta si
fece avanti e lei
indietreggiò.
-Non
fuggire da me, ti prego... - la voce si fece
più dolce e... femminile... la sua voce!
Dalla
profondità di quel grigiore emerse una bambina di circa otto
anni che indossava una
canottiera gialla e pantaloncini fucsia. Al collo un fazzoletto
rosa pastello e un fischietto argentato.
Era lei.
Lei all'epoca della
prima avventura a Digiworld.
Quanto era passato da
allora?
Sei anni circa.
Che nostalgia...
-Ecco,
brava. Non temermi. Sono qui per aiutarti.- le disse la piccola Hikari.
-Aiutarmi?-
La piccola Hikari
annuì.
-Da
tanto tempo ti aspettavo... mi dispiace incontrarti in queste
circostanze, ma evidentemente era destino... il vostro mondo
è in grave pericolo... ancora... -
Hikari annuì.
Perciò Gennai
aveva comunicato a tutti loro la chiusura delle frontiere digitali.
Né i digiprescelti, né i
loro partner digimon sarebbero più potuti tornare a
Digiworld, almeno finché lui non avesse dato loro il via
libera.
Da quando BelialVamdemon
aveva tentato di uccidere Yamato, qualcosa si era messo in moto,
qualcosa che loro non erano riusciti a capire. E che ovviamente nessuno
si era degnato di spiegare loro.
-Chi sei?-
domandò la
giovane Yagami.
-Dagomon.- rispose la
bambina
-Da... Dagomon?-
La piccola Hikari
annuì.
-Non temermi, mia
amata... non voglio portarti via dal tuo mondo, non
più. Sono stato un digimon crudele, volevo conquistare ogni
cosa e sottomettere tutti, ma sono stato combattuto e sconfitto,
dopodiché sono stato esiliato quaggiù, nel Dark
Ocean. Una punizione giusta, ho sbagliato. Ho eliminato tante vite
innocenti però... - gli occhi gli si
inumidirono -In mezzo a questa solitudine, a questa
oscurità, ho avuto modo di comprendere il male che ho fatto
e mi sono pentito amaramente. Purtroppo però,
nessuno mi ascoltava e sono rimasto qui, a bramare la luce. Nel
bramarla sono riprecipitato nelle tenebre.-
Dagomon
addolcì lo sguardo nell'osservare la ragazza.
-Quella Luce
sei tu, mia amata. Ti osservo da quando nascesti. Ti ho vista crescere.
Gioivo
per i tuoi progressi e mi rattristavo quando il sorriso spariva dalle
tue labbra. Ho temuto per la tua vita quando ti sei ammalata
all'età di quattro anni o quando Vamdemon ha cercato di
ucciderti. Ti amavo. Ho aspettato per tanto tempo il tuo arrivo, ma tu
mi temevi, temevi l'oscurità e le mie intenzioni nei tuoi
confronti, che non erano più pure. Sono stato
così stolto, così... perdonami, mia amata,
perdonami... -
Hikari si
asciugò le guance rigate dalle lacrime, in preda al senso di
colpa. Non aveva capito le
sofferenze di quel digimon e l'aveva abbandonato
all'oscurità. Ma non era solo quello, era Dagomon stesso ad
angosciarla, la sua voce non era solo dolce e triste. Diventava sempre
più affaticata e debole, leggeva l'urgenza nelle sue parole.
Soffriva. Non mentiva, lo sentiva nel cuore e soffriva con lui.
-Mi dispiace... non
sapevo che... io... non so cosa dire... -
-Non
importa... - riprese Dagomon -L'importante è che sei qui
prima che sia
troppo tardi. Ecco, prendi questo.- disse
porgendole la mano, il piccolo pugno stretto intorno a qualcosa. -Vi
servirà per combatterli.-
-Combattere chi?-
-Non mi
è rimasto molto tempo... prendi... non avere paura... -
Tra le mani di Dagomon
stava un piccolo uovo completamente nero, delle dimensioni di una
noce, avvolto da numerose crepe come una fitta ragnatela.
Hikari porse la mano per
ricevere quel piccolo oggetto.
Come lo prese, l'uovo si
illuminò. Fasci di luce
fuoriuscirono dalle crepe dando l'impressione che esso potesse
schiudersi da un momento all'altro.
La piccola Hikari
posò allora le manine sopra quelle della se stessa grande,
chiudendole
il
pugno intorno all'oggetto.
-Grazie... - le
sussurrò sorridendole. -Mia amata
Hikari.-
La digiprescelta della
Luce annuì, le lacrime le solcarono le guance mentre,
accarezzando le
mani della piccola, questa si dissolveva scomponendosi in dati.
-Pregherò per
te, ovunque sarò.-
Non aveva smesso di sorridere.
Si svegliò di
soprassalto.
Ogni volta che sognava
qualcosa riguardante il Dark Ocean, la paura la
accompagnava per tutta la notte, o tutto il giorno, ma
quella volta era diverso. Si sentiva triste ed infuriata con se stessa. Se solo avesse saputo...
-Hikarichan, che
succede?- le domandò assonnata Tailmon.
La ragazza si
ributtò sul cuscino e fissando il soffitto
sussurrò: -Dagomon è morto.-
Tailmon rimase un po'
sconcertata dalle parole della sua prescelta.
-Che cosa?-
-È morto... -
balbettò quella con le lacrime agli occhi.
Tra le
mani stringeva ancora l'uovo nero, segno che non
era stato solo un sogno. Era reale. Dagomon l'aveva voluta avvertire
nonostante fosse in punto di morte. Rabbrividì al pensiero.
N'era certa: c'era sofferenza anche fisica in lui. Che l'avessero
ucciso? Ma chi?
Il suo, o i suoi assassini erano quelli che dovevano combattere? Ma
perché diavolo Gennai aveva chiuso le frontiere senza
degnarli di uno straccio di spiegazione? L'angoscia ebbe il sopravvento
su
di lei, che iniziò a versare copiose lacrime davanti allo
sguardo preoccupato dell'amica digitale.
-Hikari... -
-Aveva bisogno di me...
- pianse -Invocava il mio nome e io... io... -
Tailmon si
accoccolò vicino a lei in modo da darle
conforto, non poteva fare molto se non lasciarla sfogare e ascoltare
ciò che le diceva, consolarla, rassicurarla. Odiava quando
accadeva questo genere di cose, perché non poteva mai fare
molto per lei.
Era palese che ci fosse qualcosa di
terribile in atto e se Gennai non aveva detto loro nulla, un motivo
c'era. Da ex soldato poteva capirlo e questo l'aiutava a sopportare
meglio quella situazione, tuttavia ciò non toglieva che
anche lei si sentisse frustrata come tutti.
L'incombere di quel qualcosa di grave dal quale stavano proteggendosi
era sempre più manifesto e il tentato omicidio di Yamato era
solo la punta dell'iceberg.
Un iceberg del quale non
conoscevano le dimensioni.
°
"Ora che Dagomon
è fuori combattimento, posso finalmente
concentrarmi sul mio progetto." pensò Daemon, trionfante.
Era riuscito a
lasciare quel postaccio del Dark Ocean, troppo noioso e umido per i
suoi gusti. Finalmente avrebbe potuto raggiungere la sua base segreta
nelle viscere della
terra del WWW Continent e continuare gli esperimenti interrotti a causa
dei digiprescelti. Impiegò non poco tempo a raggiungere quel
luogo, a causa
delle ferite riportate e della stanchezza accumulata. Dagomon
non voleva saperne di morire. Combatteva in nome di quella
Luce che gli era
stata negata.
Pfui!
Idiozie.
"I sogni non rendono
forte nessuno. Ciò che conta sul serio
è il potere."
Quello era il pensiero
di Daemon.
Si strinse con la mano
la spalla sinistra. Doveva risolvere quel
problema. Il braccio che quel maledetto polpo gli aveva tranciato era
un handicap non indifferente, ma non per questo irrimediabile.
Una volta al laboratorio
avrebbe risolto tutto.
Doveva ancora procurarsi
due o tre cosette per mettere definitivamente
in moto il piano, dopodiché, nessuno sarebbe stato in grado
di fermare la sua scalata al potere. Nemmeno quel superbo di Lucemon
(sempre se fosse riuscito ad uscire
dalla Dark Area), o quell'avaraccio di Barbamon, che non faceva altro
che desiderare potere e ricchezze, ma di sganciare finanziamenti manco
a parlarne. Se eri fortunato, con lui funzionavano i baratti, ma doveva
esserci qualcosa di davvero grosso in pentola, altrimenti non c'era
nulla da fare.
"Ad accumulare in
continuazione, quel vecchio
nasuto si autodistruggerà."
pensò ridendo tra sé.
Il digimon demone
attraversò uno sperduto e polveroso
deserto oscuro. Non c'erano dune altissime da scalare, né
cactus giganti sotto i quali
ripararsi dai raggi cocenti del sole. Solo un'immensa landa desolata e
nera dal cielo color del piombo, nonostante fosse sgombro di nubi.
Davanti a lui il nulla.
Dietro altrettanto.
Ma questo solo in
apparenza.
Daemon sapeva benissimo
cosa aveva davanti a sé.
Infatti, non fu per
niente sorpreso quando, dall'aria,
fuoriuscì un digimon fantasma dal teschio metallico e per
occhi due inquietanti luci rosse sprizzanti malignità. Il
cranio era
coperto da un cappuccio nero foderato in rosso, con le
estremità
stracciate che costituivano il
mantello. Il corpo era formato dalla spina dorsale metallica che
terminava in una crepitante sfera d'energia elettrica violacea. Tra le
costole, a mo' di sterno, era incastonata una grossa gemma rossa. Le
mani erano anche esse arti scheletrici uniti al corpo tramite
scariche elettriche e reggevano una falce metallica
nera, la cui doppia lama
era costituita da due fasci di luce rossastra.
La sua voce spettrale
avrebbe fatto tremare il più valoroso
dei digimon, ma non Daemon, che sogghignò compiaciuto alla
sua vista.
-Supremo Daemon!-
esclamò quello, salutandolo con tono
reverenziale -Sono lieto di rivederla.-
-Come procedono i
lavori, MetalPhantomon?- chiese il Demone dell'Ira
-Benissimo, mio signore.
Abbiamo continuato a coltivare i Dark
Seeds come lei ci ha ordinato e ormai siamo a buon punto. Alcuni sono
fioriti prima del tempo e stanno crescendo a vista d'occhio.-
Daemon entrò
nel suo regno, seguito da MetalPhantomon che lo
aggiornava sulla situazione.
I due digimon
attraversarono diversi locali e lunghissimi corridoi per
giungere, infine, davanti ad una porta metallica che si aprì
al loro passaggio.
Il Demone dell'Ira entrò in un locale vastissimo
completamente al buio. In quel buio, però, si intravvedevano
dei bagliori rossi che
costellavano l'oscurità come piccole e maligne
stelle.
Daemon si
chinò verso uno di quei bagliori che si
rivelò essere simile ad un dente di leone, ma color
rubino. La
luce che emetteva era pulsante e vivida. Quelli erano i Dark Flowers.
Daemon accarezzo l'esemplare constatando
quanto fosse pieno di malvagità e sofferenza.
Quei fiori erano una
delle tante chiavi che avrebbero permesso la sua
ascesa al dominio totale.
°
Come ogni giorno lui
stava lì, di guardia a quell'oscuro
abisso chiamato Dark Area. Sorvegliava gli spiriti maligni per impedir
loro la fuga. E, come ogni giorno, quegli spiriti tentarono di
corromperlo.
Uno in particolare cercava di attirare la sua attenzione, ma, a differenza di tutti gli
altri, non si accalcava alle porte di
quell'inferno.
Non spingeva.
Non urtava.
Non gridava insulti di
ogni genere.
Stava semplicemente
seduto e parlava con la calma piatta di un demone
che sa che prima o poi la spunta.
(((I digimon sono
così deboli.)))
Il
guardiano alzò gli occhi al cielo.
"Ci
risiamo."
Normalmente, non se ne
sarebbe preoccupato, ma questo 'ospite'
argomentava bene i suoi tentativi di corruzione.
(((Desiderano la pace.
La anelano con tutte le loro forze e quando la
ottengono, desiderano distruggerla. Ti pare normale?)))
Fece finta di non aver
sentito.
Anubimon era conscio di
non poter resistere a lungo alle parole
suadenti del dannato.
La bocca canina emise un
profondo sospiro. Cercando di ignorare quella
voce così gentile e allo stesso tempo diabolica,
si passò le enormi zampe cerulee fra i lunghi capelli
argentei
che gli ricadevano ai lati del viso.
Vesti bianche e gioielli
egizi ricoprivano il
suo corpo e sulla sua schiena si aprivano due enormi ali dorate,
simbolo della sua maestosità e dell'importanza del suo ruolo
ai
confini del mondo.
(((Perché non
rispondi? Ti ho fatto solo una domanda.)))
-Direi che è
normale. Il bene e il male... -
(((Sono le due facce
uguali della stessa medaglia? Già... me la ripetevano spesso
vecchiacci. Ma la loro era solo rassegnazione.
Questo mondo è divorato dal male. Io posso liberarlo! Io
posso purificarlo!)))
-Non ti sembra di
peccare un po' di megalomania?- gli chiese il
guardiano, ormai
rassegnato al non poter più ignorare
quell'insistente voce.
(((Peccherei di
megalomania se non fossi capace di compiere
ciò che mi sono proposto. Ma io posso farcela.)))
seguì un attimo di silenzio. (((Pensaci bene, Anubimon.)))
riprese (((Tu sei costretto a stare qui, isolato da tutti a causa di
digimon che, pur conoscendo la verità, la ignorano
completamente. Pur sapendo a cosa porta il male, lo perseguono per
avere un tornaconto. E digimon buoni soffrono. Non vorresti che tutto
questo finisse?)))
-Non sei tu quello che
ha tentato di distruggere Digiworld?-
rispose pacato il guardiano.
(((Spesso per il bene
superiore sono richieste scelte drastiche.
Questa è l'unica cosa che condivido con quei cinque
vecchiacci.))) ribatté il condannato pronunciando con forte
astio quelle ultime tre parole.
Anubimon
percepì, però, anche profondo dolore e
angoscia,
nonché rabbia in esse.
Conosceva la storia.
Sapeva che i Supremi
avevano agito per il bene di tutti, ma
era
davvero necessario arrivare fino a tanto?
Non si sarebbe potuto
trovare un accordo e risparmiare al mondo
digitale altro dolore e altre sofferenze?
Quanti erano morti e
quanti avevano patito?
E nonostante tutto, i
digimon continuavano a farsi del male a vicenda.
Anubimon aveva sempre
allontanato da sé qualsiasi domanda,
qualunque
dubbio riguardo ai valori che accompagnavano i Supremi nelle loro
scelte. Lui era un semplice guardiano, non gli importava altro se non
adempiere al meglio il suo compito e garantire così la pace
su Digiworld, vegliando su quei digimon malvagi, tanto perfidi e
intrisi di cattiveria da non essere stati purificati del tutto e
pertanto condannati all'oblio della Dark Area.
Ma quella voce...
Lucemon... Era veramente così malvagio?
Non aveva in parte
ragione?
Dopotutto era stato lui
a sedare molti dei conflitti digitali...
Nel momento in cui
iniziò a dubitare, Anubimon cedette.
°
Lord Knightmon
gettò ancora una volta lo sguardo al salone
vuoto del Lucifer Castle: il Castello della Stella del Mattino. Quel
luogo prima così pieno di vita e rallegrato dal
fragore di centinaia, migliaia, di digimon pieni d'ardore e forza di
volontà. Digimon disposti a dare la vita per il Nuovo Mondo
che gli era stato promesso. Disposti a morire in previsione di una
pace perenne.
Ora quel luogo era deserto e malinconico. La luce che filtrava dalle
ampie finestre non era la prolifica luce che riscaldava e dava la vita.
Era la luce del deserto assolato che non risparmia nessuno ed evidenzia
le debolezze e le sofferenze.
Una luce di morte.
Fuori, sotto gli ampi
archi trasparenti simili a vetro, non vi era
più il verde, ma terra arida e crepata. Non
più acqua fresca e vivificante.
Terra.
Polvere.
Fuoco.
Solo quello rimaneva di
quella che molti continuavano a definire la
Stella della Vita.
-Tsk.- Lord Knightmon
odiava quel posto, ormai così ostile.
-Ancora qui? Non avevi
una missione?- esclamò un altro
digimon entrando nel salone, interrompendo il filo dei suoi pensieri.
Era alto. Molto alto. La
pelle cerulea ricoperta da una solida corazza
bianca con rifiniture dorate e due grandi ali indaco dietro la schiena,
simili a quelle di un pipistrello. L'elmo bianco era dotato di due
corna ricurve sul davanti, gli occhi
rossi e i tanti spuntoni dorati che gli ricoprivano le spalle
conferivano
al nuovo arrivato un'aria truce e poco raccomandabile.
-Piemon e i suoi sono
testardi come dei muli. Non ne vogliono sapere.-
rispose Lord Knightmon, rigirandosi una rosa rossa fra le
mani. -È un peccato...- sospirò.
-Oh Goddramon... Dimmi
che non stai ancora pensando a quel marmocchio!-
Lord Knightmon
sghignazzò ancora.
-Suvvia, Dynasmon,
è così carino! E comunque, non
è più un moccioso, è un Evoluto ora,
sai? Ma... non
sarai mica geloso?-
-Ma neppure per sogno!-
-Sicuro? Mi pare che tu
stia arrossendo... -
-Ti ho detto di- -Ancora
qui a
bighellonare voi due?-
tuonò una voce -Il
grande Lucemon sarà qui a momenti, e voi state qui a
grattarvi!-
-Rilassati Craniummon.
È tutto sotto controllo. Tutto è
pronto.- rispose Lord Knightmon con pacatezza. La sua armatura rosa
sgargiante rifletté la luce solare come si spostò
dalla vetrata.
-Lo spero per te, Lord
Knightmon, perché se qualcosa non
è a posto io... - l'enorme digimon cominciò ad
agitarsi
e a balbettare confusamente frasi sconnesse riguardo all'ordine e alla
pulizia del castello.
-È sempre
stato fissato.- commentò Dynasmon.
-E poi sarei io quello
strano. Dovresti prendertela un po' comoda, sai?- gli fece eco l'altro.
D'un tratto, i tre
cavalieri si bloccarono, avvertendo lo sprigionarsi
di una potenza incredibile. Come di qualcosa che è stato
tenuto a freno per tanto tempo
per poi esplodere, libero da ogni impedimento.
-Lucemon... sama... -
sussurrò commosso Craniummon,
il colossale Cavaliere Reale.
°
Da
qualche altra parte...
C'erano sette troni
elevati, posizionati alla stessa identica altezza, con uno spazio fra
essi. Erano neri come
la
pece, con decorazioni di vari colori a seconda di chi vi era seduto.
Uno con decorazioni
arancioni.
Uno con decorazioni
rosse.
Uno verdi.
Uno azzurre.
Uno viola.
Uno argentee.
Uno gialle.
-Signori,
direi che il momento si avvicina.- disse quello seduto sul
trono con le decorazioni arancioni.
-Non direi, Piemon.
Tutti gli accessi al Mondo Reale sono stati chiusi.
Da qui non possiamo fare nulla.- disse quello seduto sul trono nero
decorato di viola.
-E se aprissimo un
Digivarco noi?- disse quello sul trono nero e argentato.
-Ci vuole troppo tempo,
Etemon. È più facile che un
Digivarco si apra da solo. Oppure bisognerebbe usare i Digivice.- disse
quello seduto sul trono nero e rosso.
-Già... I
digivice... - grugnì una figura minuta
sul trono nero e azzurro.
-L'unica è
pazientare. Avete sentito anche voi lo
sprigionarsi di quella forza, no?- disse con voce diabolicamente
ambigua quello sul trono nero e giallo.
Gli altri annuirono.
-Ora che
Lucemon si è liberato, i Supremi dovranno per forza aprire i
Digivarchi per far tornare qui quei marmocchi.-
-Quei cinque... dicono
di essere le maggiori autorità qui a
Digiworld, ma alla fine per salvare
questo mondo sono sempre ricorsi ai Digiprescelti.- disse un altro
dalla voce profonda ma dal corpo umanoide, salvo due lunghe code
serpeggianti. -Inoltre, non solo non sono stati
in grado di fermare Lucemon, ma noi siamo stati in grado di sigillarli
senza fare tanta fatica.-
-Penso dipenda dal fatto
che allora, come adesso, eravamo in possesso
dei dati di Apokalymon. Altrimenti, non l'avremmo spuntata.- disse
Piemon, per placare i bollenti spiriti dell'altro che, sul suo trono
nero e verde, stava galvanizzandosi troppo.
-Ma se non ho impiegato
tanto a sconfiggere quell'uccellaccio del
malaugurio di Zhuqiaomon!- ribatté quello, irritato.
-Dipende dal tuo
concetto di poco, Metalseadramon. Ci hai messo tre
giorni e tre notti.- Lo stuzzicò Etemon.
-Almeno io non sono
stato spedito in un'altra dimensione incastrato in
un gomitolo di cavi.-
replicò quello, velenoso.
-Sì, ma sei
stato tranciato come una sardina!-
-E tu sei stato trafitto
come un idiota, Mr. Metallo Cromato Digizoide!-
-Suvvia, non litigate...
- tentò Piemon, conscio di avere peggiorato la situazione
-Non è
il caso... piuttosto, iniziamo a prepararci. Appena il varco per la
Terra verrà aperto, ne approfitteremo e anticiperemo
Lucemon.-
Annuirono tutti,
smettendo di battibeccarsi.
-Certo che Lordcosomon
è proprio idiota, eh? Come
poteva pensare che tornassimo agli ordini di Lucemon?-
ridacchiò infantilmente la figura sul trono nero e azzurro.
-Forse è
venuto solo perché aveva nostalgia.-
rispose Etemon. -Bei vecchi tempi... -
-Secondo me è
venuto per qualcuno in particolare. Hai visto
che occhiate lanciava al tuo generale, eh, Piemon?- Domandò
il drago d’acqua ridendosela sotto i baffi.
-Possiamo tornare al
discorso principale?!- rispose seccato il clown.
°
I preparativi erano a
buon punto anche sull'isola di File. Un altro
anno di
lavoro circa e
sarebbero stati pronti ad affrontare l'ennesima emergenza.
Avevano preparato le
nuove Digipietre e i nuovi Digimedaglioni da
incorporare ai nuovi digivice. Gennai si avvicinò ad uno dei
vetri del laboratorio che lo separava dal nuovo congegno che avrebbe
permesso le Digievoluzioni. Era simile al digivice V-Tamer che era
stato
assegnato a Taichi nel continente di Folder, quando aveva affrontato
per
la prima volta Daemon.
Gennai non fu presente a
supporto del giovane amico in quell'occasione,
ma era stato
costantemente informato dei suoi spostamenti e dei suoi
successi e n'era orgoglioso. Certo avrebbe
preferito che anche gli
altri l'avessero affiancato in quella missione, ma sapeva che non era
possibile. Daemon avrebbe cercato di prendersi qualcosa di troppo
importante per Digiworld, qualcosa che non potevano permettersi di
perdere. Già nel 1999 c'erano andati molto vicini, ma,
contro ogni previsione, non solo Yamato era vivo e vegeto, era riuscito
a strappare a Daemon una delle chiavi del suo piano maligno.
Sospirò.
La Digipietra
dell'Onestà.
Yamato non sarebbe stato
contento di sapere a chi sarebbe appartenuto
quello Stemma.
Ormai, comunque,
mancavano solo due digiprescelti all'appello.
Uno dei nuovi era
Ylenia, a cui sarebbe stata affidata, ironia del
destino, la Digipietra della Memoria. Proprio lei che non aveva un
passato.
Poi c'erano Vigore,
Volontà, Onestà e Giustizia.
Mancavano
Fedeltà e Sogno.
Per la Digipietra del
Sogno, bisognava che la detentrice crescesse
ancora un poco.
Era la digiprescelta
più piccola che ci fosse mai stata, ma
Digiworld la chiamava. Non sarebbe stato facile portarla
laggiù contro la volontà dei suoi fratelli.
E poi c'era la
Fedeltà, per il cui prescelto non
c'era neanche il digimon.
Erano casi rari, ma
accadeva.
I primi digimon nacquero
grazie ai Supremi.
Quei digimon crescevano,
incontravano altri digimon e procreavano.
Nella Città della Rinascita apparivano nuove Digiuova che
attendevano pazientemente i genitori affinché questi le
andassero a prendere. Anche i digimon morti rinascevano e
così la
città era sempre piena di nuovi digimon da accudire. Col
passare del tempo, i Supremi non crearono più digimon,
dato che questi nascevano già da soli.
Quando accadeva, era
perché quei digimon erano speciali.
Ovviamente, c'erano
delle eccezioni, alcuni digimon
speciali lo diventavano.
°
Intanto,
in un luogo
imprecisato di Digiworld...
-E così
Lucemon si è liberato dalla Dark Area e
Daemon dal Dark Ocean.- disse una voce gracchiante
-Così pare.
Sembra che presto ci sarà una nuova
riunione di famiglia. Uhuhuh.- ridacchiò una voce sensuale.
-ZZZZZZZZ....-
-I tuoi interventi sono
sempre così illuminanti,
Belphemon... - commentò la prima voce, sarcastica.
-Sono stanco di
aspettare, procediamo!- sbottò una voce
gutturale.
-Porta pazienza,
dobbiamo muoverci con cautela.- lo placò la
prima voce, con un tono che non ammetteva repliche.
°
E
nuovamente nel WWW
Continent...
"Lucemon... Sei
libero... " un digimon umanoide sospirò e
alzò gli occhi al cielo, diventato più
luminoso e carico di energia "Immagino ce l'avrai con me...
vero?''
Fine
Capitolo 2
Note:
Ebbene sì, signori e signore! Dopo due settimane ho deciso
di
aggiornare. Il capitolo 1 era troppo corto per permettermi di lasciarvi
a bocca asciutta per un mese. Purtroppo i prossimi aggiornamenti
necessiteranno di circa un mese, perché anche se ho altri 4
capitoli pronti, se pubblicassi tutto subito, poi mi ritroverei senza e
dovendo studiare per gli esami, non mi posso dedicare molto alla fic.
T_T
Lo so, dovevo pensare a
pubblicarla un altro momento, ma ragazzi
sono anni che mi porto dietro questa storia!! Dovevo assolutamente
scriverla!
Comunque: il generale di
cui parlano è un mio digimon, che
apparirà più avanti. Avevo letto il suo nome in
un altra fic, scritta in inglese, mai due personaggi hanno in comune
solo due cose. E una non è l'aspetto.
A parte questo, spero il
capitolo vi sia piaciuto anche stavolta.
Alcuni digimon non li ho
messi nell'elenco perché i loro
nomi mi pare siano originali (Metalseadramon, Etemon e Devimon sono
sicuri, Anubimon e MetalPhantomon idem, mentre Craniummon non
c'è nelle versioni italiane, solo nella 5a serie e se non
sbaglio, il nome dovrebbe essere originale).
Ultima cosa: la scena di
Hikari e Dagomon, viene da una doujinshi,
intitolata Cubes, dove il polpo gigante si manifesta alla ragazza con
le sue sembianze del 1999. Adoro quella Doujinshi!! (Che per la cronaca
non è hentai xp)
Non so se si possa
trovare su internet, io la comprai molti anni fa e
ancora la trovo stupenda.
Passiamo alle recensioni.
beccacina:
Grazie ^^
RedCrystal:
et
voilà!!! ^^ thanks
Eden89:
spero di non
deluderti XD
chrystal:
*_* Tesoro!!
Ecco il continuo! Come vedi, ci sono certi scemi di nostra conoscenza
*risata idiota*
Smartgirl:
Grazie ^^
Echo:
Grazie amore!!
Ecco qui il continuo!! ^O^
|
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Capitolo 3 *** Brave Little Soldiers ***
d
Culumon: Kalumon
Bakumon: Tapirmon
(per gli
altri
digimon e personaggi, non ci dovrebbero essere problemi, spero)
Capitolo
3: Brave little soldiers
I'm a brave little soldier
I must do what I can
I'm a brave little
soldier
And I must take a stand
I'm a brave little
soldier
(Brave little soldier,
Dolly Parton)
Anno 2006 sul continente
di Server.
I preparativi erano stati
quasi
ultimati, mancavano solo due prescelti
all'appello, ma non potevano più aspettare.
Gennai uscì dalla sua stanza da letto dopo una notte quasi
insonne, soffermandosi appena a guardare con nostalgia una
vecchia foto che da sempre stava sul comò a
rammentargli
i bei vecchi tempi in cui Digiworld era comunque un casino, ma il tutto
era comunque giustificabile. Era un mondo giovane, allora. Credevano in
un futuro roseo, ma erano stati davvero ingenui.
-Ma si risolverà tutto anche stavolta, amico mio.-
disse rivolto al digimon ritratto nella foto accanto a lui.
Come si erano ridotti...
Si costrinse a lasciare i ricordi nei cassetti della memoria e
attraversò il corridoio per entrare nel soggiorno. Dopo
colazione sarebbe partito per il mondo degli umani riaprendo
ufficialmente le frontiere.
Digiworld e la Terra sarebbero stati di nuovo connessi.
Sapeva, però, che nel momento preciso in cui questo sarebbe
avvenuto, l'intero
universo sarebbe stato in pericolo. Avrebbe aperto le porte al caos per
distruggere il caos. Una guerra che non dava certezze, eccetto una: in
prima linea ci sarebbero stati ancora una volta i Bambini Prescelti e i
loro digimon.
-Ah, siete già svegli, voi due?- domandò, per
nulla
sorpreso, nel trovare due dei posti a tavola già occupati. E
il
tavolo già a uno sfacelo di briciole. Avrebbe dovuto esserci
abituato.
Avrebbe.
La verità era che un tempo la sua casa era molto
più
tranquilla e vuota e non si sarebbe mai abituato troppo ad avere dei
coinquilini. Specie così chiassosi.
Seduto al lato sinistro del tavolo stava un maestoso digimon samurai
dall'elmo arancione e le sembianze più mostruose che umane
armato di una grande spada. Accanto a lui, un figura
più
piccola, ma non meno vistosa.
-Ce ne hai messo di tempo a prepararti. Sembri una ragazzina il primo
giorno di scuola.-
-Mi dispiace avervi fatto aspettare.- rispose sorridendo Gennai. -Vi
spiace ripulire dopo aver fatto colazione?-
-Sei sicuro di quello che stai per fare, vecchio?-
-Naaa. Vecchio?- Gennai alzò gli occhi al cielo -Non vedi
quanto sono
giovanile?-
-Sarai anche giovanile, ma ultimamente tutti gli anni che hai si stanno
facendo sentire.- ribatté l'altro.
Il digimon continuò a sorseggiare del tè
godendosi il
battibecco mattutino che a quanto pare doveva essere diventato
un'abitudine da un po' di tempo a quella parte.
Il saggio prese posto di fronte a loro e cercò di recuperare
il
necessario per la colazione in mezzo alla giungla che era diventato
quel tavolo.
-Da domani comincerà la vostra missione, Hiroyuki.-
disse, infine, versandosi del tè con aria seria.
Il tipo vistoso numero due era un ragazzo umano, di media altezza, dai
corti capelli ramati e gli occhi neri e pungenti. Le
lentiggini
conferivano al suo viso un'aria pestifera, che lui certo
non smentiva.
-Era ora!- esclamò, infatti, battendo i pugni -Non vedevo
l'ora di rendergli il favore a quei bastardi!
Sei d'accordo con me, Musyamon?-
Il digimon assentì.
-Lieto che tu abbia tutto questo entusiasmo, ma per favore, cerca di
comportarti bene con gli altri digiprescelti.-
-Sì, sì, d'accordo. Forse.- sbuffò
quello. -A proposito, li hai
già avvisati?-
-Ho detto loro di tenersi sempre pronti. Domani verranno a Digiworld,
così potrai conoscerli.-
Hiroyuki annuì.
-Ci saranno anche gli Ishida?-
-Tutti.-
-Non sarebbe più sicuro nascondere quello là da
qualche parte?-
Gennai sospirò.
-Tu accetteresti di startene al sicuro mentre i tuoi amici combattono?-
-Certo che no.-
-Ecco, appunto. Chiedergli anche questo sarebbe troppo.-
commentò infine il saggio.
Hiroyuki annuì e si alzò e rimase a guardare i
pesci del lago nuotare davanti alla finestra.
-Prima di andare ad allenarti, comunque, ripulisci questo porcile.- lo
redarguì Gennai. Inutile, il ragazzo non l'aveva ascoltato,
tanto per cambiare.
Musyamon lo fissò con aria colpevole.
-Faccio io.- disse.
-Ti ringrazio. State attenti mentre sono via.-
Ciò detto, Gennai lasciò quell'angolo di pace
della sua modesta dimora per dirigersi sulla Terra.
Nel riaprire il varco fra i mondi, gli parve di aprire le porte
dell'inferno.
°
Sulla Terra, intanto, Izawa Mamoru, diciassette anni, stava sdraiato
sul suo
letto a fissare il poster
appeso alla porta. C'erano raffigurati i personaggi di quel telefilm
poliziesco
che tanto gli piaceva e non perché amava la suspense che un
difficile caso di omicidio o rapimento offrivano. Amava vedere i
protagonisti affannarsi per il bene degli altri. Osservare come
smontavano gli alibi di persone senza scrupoli e come
cercavano in tutti i modi di salvare gli innocenti.
Gli innocenti....
La sua mente tornò indietro a quel giorno...
Al suo amichetto rapito, stuprato e ucciso.
Al suo assassino, che stava in carcere in attesa della pena di morte e
rideva.
Non si era pentito.
Pensò a tutti gli sforzi fatti da suo padre per trovarlo e
salvarlo.
All'amarezza provata per non essere riuscito ad arrivare in tempo, non
essere riuscito a risparmiare al bambino quel dolore.
Mamoru non dava la colpa a suo padre, ce l'aveva messa tutta. Tornava a
casa tardi, a volte neanche tornava per diversi giorni. Era sempre
distante, la sua famiglia aveva rischiato di disgregarsi e,
nonostante tutti gli sforzi della polizia, quel bambino non ce l'aveva
fatta. Il suo rapitore l'aveva ucciso subito, nemmeno ventiquattr'ore
dopo il sequestro.
Digrignò i denti.
L'asilo non era più stato piacevole senza il suo amichetto
del
cuore.
Aveva provato ad andare avanti.
Era piccolo, capiva e non capiva le cose. Ma aveva capito benissimo che
il suo amichetto, che Tsutomu, non sarebbe
più tornato.
Mai più.
Perché glielo avevano portato via.
E poi quel giorno....
Aveva circa undici anni.
Si
era recato alla
centrale di
polizia per portare il pranzo al padre,
che preso dal suo lavoro, l'aveva dimenticato. Come al solito. Il
genitore non era in ufficio e doveva essere veramente con l'acqua alla
gola, perché aveva abbandonato sulla scrivania una cartella.
La cartella contenente i dati sul caso di Tsutomu.
Ipnotizzato l'aprì e scoprì la verità.
Nessuno
gli aveva
raccontato i
particolari, ma era tutto lì, su carta, su pellicola. Foto
del
luogo del delitto, foto del corpo di Tsutomu, il verbale dei
vari interrogatori all'assassino...
Quel mostro non si era mai pentito.
Aveva raccontato ai poliziotti come aveva ucciso il piccolo Tsutomu,
ridendo, come se stesse raccontando una storia comica.
Fu come ricevere un pugno in pieno stomaco.
La rabbia lo prese e corse via trattenendo i conati di vomito.
"Perché?"
pensò "Perché
al mondo
esistono mostri simili?"
Dal allora promise a se stesso e a Tsutomu che sarebbe diventato un
poliziotto
migliore di suo padre, che avrebbe salvato più vite
possibili. Grazie a quella promessa, a quel sogno, era riuscito ad
andare avanti.
E poi un tizio vestito da Jedi gli aveva presentato il suo digimon,
dicendogli che lui era uno dei digiprescelti che avrebbero
dovuto salvare i due mondi. Perfetto, meglio iniziare subito la sua
carriera da supereroe, no?
-Elecmon.- chiamò saltando in piedi.
Un digimon dal manto rosso e viola si stiracchiò svogliato e
saltò giù dal letto.
-Andiamo.-
-Sì!- il digimon seguì il ragazzo e
insieme lasciarono l'appartamento per dirigersi al Daiba
Kouen,
l'ampio parco dove li aspettavano Gennai e gli
altri digiprescelti.
Jun Motomiya, vent'anni, uscì di casa seguita da un esserino
bianco saltellante.
L'esserino in questione si chiamava Culumon e le zampettava intorno
come il pulcino con mamma chioccia.
Jun lo adorava. Quell'esserino la faceva sentire speciale. Ancora
ricordava quel giorno di tre anni prima quando Gennai le aveva
consegnato il digiuovo. Le aveva detto che Digiworld avrebbe avuto
anche bisogno di lei e le
aveva donato un amico insostituibile. Un amico che le aveva portato
fortuna. Il giorno di San Valentino, nel 2003, aveva conosciuto l'amore
della sua vita: Jou Kido, un ragazzo serio e affidabile.
Quel giorno, decisa a lasciar perdere Yamato, si era recata con le due
sorelle di Miyako Inoue ad un triplo appuntamento a casa dei Kido.
Era
al settimo cielo!
Finalmente avrebbe fatto conoscenza con Shun Kido, così
maturo e responsabile e affascinate... e invece...
Dopo un primo momento di imbarazzo, aveva scoperto di andare d'accordo,
non col maggiore dei Kido, ma col minore.
Sapeva che era un digiprescelto e così, quando avevano
cominciato a vedersi loro due da soli, Jun si era fatta raccontare
tutte le avventure
passate a Digiworld. Di come Jou avesse conosciuto Gomamon, come
Ikkakumon aveva fatto
la Super Digievoluzione, di come aveva sconfitto MetalEtemon...
Jun ne era rimasta affascinata.
Quando era stata rapita da Vamdemon, aveva provato tanta paura e, in
fondo al cuore, desiderava che il suo principe azzurro venisse
a
salvarla. Fantasie da ragazzina o no, quel principe azzurro era
arrivato davvero.
Jou Kido, insieme a tutti i suoi amici, aveva combattuto contro il
mostro cattivo per salvare migliaia di persone, tra cui lei, la sua
principessa che
nemmeno conosceva. Era un ragazzo ipocondriaco e metteva sempre le mani
avanti, preparandosi sempre al peggio, ma, nonostante la paura
dell'ignoto, quel bambino era tornato a Digiworld per
combattere dei mostri fortissimi di cui non sapeva nulla.
Per questo lo ammirava.
Al suo fianco aveva finalmente trovato la felicità che tanto
aveva cercato e non l'avrebbe certo lasciato andare a combattere senza
di lei.
La sua grande forza di volontà made in Motomiya le diede la
possibilità di farlo. Sapeva che non era una missione
facile, ma
lei era testarda come e quanto suo fratello. Insieme a tutti gli altri
l'avrebbe portata a termine.
Ylenia Ishida, aveva diciassette anni circa, ma in realtà ne
aveva trascorsi solo tre in quel mondo. Tre anni in cui aveva dovuto
crescere paurosamente per abituarsi ad un mondo che non conosceva se
non per sensazioni.
Si sentiva estranea. Persino il suo nome era diverso da quello dei suoi
coetanei.
Giustificabile,
aveva parenti in Francia. Pareva che sua madre le
avesse dato il nome di una cara amica francese, se fosse stata maschio
si sarebbe chiamata Takeru. Se fosse nata solo un minuto prima sarebbe
stata lei a chiamarsi Yamato. Ma se lei fosse stata maschio, poi Takeru
come si sarebbe chiamato? C'erano così tanti ma e se nella
sua
breve vita da farle venire il capogiro. Di solito li ignorava
ostentando la sua aria spensierata e infantile.
-Beachan, sbrigati!- esclamò, su di giri. -Ragazzi!!-
Chiamò con insistenza i fratelli fin quando non uscirono
dalla loro stanza, armati coi loro digivice.
-Forza, lumache!- li incitò.
-Sì, sì... - fece Yamato, nervosamente. Era
emozionato, ma il nervosismo prevaleva.
-A tenere sempre quell'aria corrucciata, fratellone, finirai per
rovinarti
quel bel faccino!-
-Non dargli suggerimenti per liberarsi dalle sue fan.- la
ammonì Takeru -Vuoi rovinare la sua agenzia?-
-Diciamo che perderesti la tua parte di coccole da fratello della star
e ti secca, fratellino.- rispose il maggiore, rubandogli il cappello.
Ylenia ridacchiò al siparietto dei due in guerra per
l'accessorio. Che avessero intuito che si sentiva un po' nervosa?
Facevano sempre gli idioti quando volevano tirarla su e negli ultimi
tempi si erano impegnati davvero molto per distrarla dai suoi pensieri.
Insomma, non era una ragazza normale, non sapeva molto del mondo,
perché, per qualche strano motivo, aveva
convissuto per quattordici anni nel corpo del fratello. Questo la
faceva soffrire veramente tanto, ma i suoi le avevano detto che se non
fosse stata sigillata nel corpo di Yamato, sarebbe morta. Grazie a questo si era
salvata.
Altri se, altri ma, altre spiegazioni da ricevere. A Digiworld, n'era
certa, avrebbe avuto le risposte che desiderava.
Temeva però che non le sarebbero piaciute.
Con un salto da cestista, Takeru rubò il cappello a Yamato e
usò sua sorella come scudo contro il fratello maggiore.
-Salvami, neesan!-
-Oh, certo, nasconditi dietro le sue gonnelle, troppo comodo
così.- borbottò fintamente irritato il maggiore.
-Arrivo!- disse una vocina e un'orsetta dal manto bruno fece capolino
dalla stanza
della ragazza, trafelata. Aveva
occhi grandi e vispi, un cappellino viola sulla testa e lunghi artigli.
Non era certo un animale domestico.
*Digimon
Analyzer*
Bearmon
Livello:
Intermedio
Tipo: Bestia
Tipologia: AntiVirus
Attacchi: Koguma
Seikendzuki:
Carica d'energia il pugno prima
di colpire con tutta la forza.
Bear
Claw:
Un forte
attacco sferrato con gli artigli.
-Bearmon, aiutami a fare uscire di casa questi deficienti.- rise la
diciassettenne.
La digimon obbedì, unendosi al gioco. Era una creatura
allegra,
tenera e comprensiva, sempre pronta a tirare su
il morale della sua amica nei momenti bui, che non erano poi pochi.
Ylenia era come appena nata, conosceva così poco del mondo e
si
comportava come una bambina imprudente. Le cose che
conosceva, le conosceva perché le aveva condivise col
fratello, ma erano poche le cose che aveva potuto scoprire da sola.
Una di queste era Taichi.
Stavano insieme da circa due anni, ma le difficoltà erano
sempre
dietro l'angolo. Nonostante nel corpo fosse una ragazza matura, non lo
era anche mentalmente, non abbastanza.
E si sentiva diversa.
Non più speciale.
Per lei essere speciale voleva dire
distinguersi positivamente. Essere diversi era una cosa
più triste, perché
significava distinguersi in maniera negativa.
Taichi, Bearmon e gli altri la aiutavano davvero molto a non sentirsi
così, doveva loro tanto.
-Sbrighiamoci, dopo ho un impegno.- esclamò Yamato,
lasciando il gioco e precedendo i fratelli.
Si assomigliavano molto lui e Ylenia, sia nell'aspetto che nei
gusti.
Entrambi amavano la musica, ma mentre lui preferiva suonare e cantare,
lei adorava il ballare. Aveva il ritmo nel sangue. Anche se vestivano e
si comportavano in maniera opposta, compivano
gesti simili, indossavano senza rendersene conto accessori simili. Quel
giorno, per esempio, Yamato indossava scarpe e t-shirt nere e jeans
neri in gessato che gli fasciavano le gambe mettendo in
risalto i
polpacci. Sul braccio sinistro spiccava un polsino nero, portava due
anelli nella mano destra e un plettro bianco al collo.
All'orecchio aveva un piccolo orecchino argentato a forma di stella.
I capelli sfilacciati e ribelli gli arrivavano appena alle
spalle.
Ylenia, invece, indossava un dolcevita rosa e una gonna di jeans che le
arrivava alle ginocchia. Calze bianche le
fasciavano le gambe, mettendo in risalto le sue forme femminili.
Alle orecchie due stelle argentate e al polso destro un polsino bianco.
Niente anelli. In compenso, i capelli sbarazzini, che ricordavano
quelli del fratello all'età di undici anni, presentavano due
ciuffi lunghi fin sotto il mento raccolti in due treccine ai lati
del viso con degli elastici argentati.
-Pronti?-
domandò Gabumon.
-Pronti!- esclamò Patamon prendendo possesso della sua
postazione preferita, alias la testa del suo compagno di battaglie.
-Dove andate?- domandò una vocina bloccando i sei sulla
porta d'ingresso.
Una bambina di sì e no sei anni corse verso di loro e si
strinse
alla gamba di Yamato. Aveva i capelli biondi raccolti in due codine
sbarazzine ai lati della testa e un vestitino rosso con un elefante
rosa sul davanti, Ballerine nere lucide e calze bianche, il tutto
"abbinato" con una borsetta a tracolla a forma di elefantino. Peluche e
borsetta, due in uno, un accessorio indispensabile per lei.
-Usciamo a fare una commissione Mikachan. Tu fai da brava e non fare
adirare la mamma.- le disse lui, carezzandole la testolina.
La bambina sorrise e fece cenno di sì.
-Stai andando a
comprarmi un digimon, oniichan?-
-Ehm... Non proprio. I digimon non si comprano. Ma vedrai che un giorno
non lontano lo incontrerai anche tu.-
-Ma quando?-
-Presto, continua a fare la brava bambina.- intervenne Takeru.
-Bene, andiamo, è già tardi.- fece Yamato.
-Torniamo presto.- aggiunse Ylenia.
I tre ragazzi salutarono la sorellina e la madre che li aveva
raggiunti, poi uscirono di casa.
Natsuko sospirò.
Era chiaro che c'era qualcosa in atto.
E questa volta coinvolgeva direttamente i suoi due figli maggiori. Il
passato stava tornando a galla, tutti i nodi stavano per venire al
pettine.
Ricordò ancora con stupore il giorno della loro nascita. Lei
e
Hiroaki non avevano capito allora le spiegazioni di Gennai,
né potevano comprenderlo
ora
senza uno straccio di spiegazione, ma avevano sempre convissuto con la
speranza e la certezza di riabbracciare la loro figlia.
Figlia di cui solo loro parevano ricordarsi.
Quando Gennai fece quel che fece, solo loro e la madre di Natsuko
ricordavano ciò
che
era successo, per tutti gli altri, la giovane
signora Ishida
aveva avuto un bel maschietto di nome Yamato.
-Mammina,
perché io non ho un digimon?-
-Mikachan, presto lo incontrerai.- rispose prendendo in braccio
l'ultimogenita.
Ironico come eventi tanto terribili avessero portato la loro famiglia a
riunirsi. Era stato un ritrovarsi alla fine di un tunnel. La gioia dei
loro figli era stata grande, sia dei ragazzi, che delle ragazze, anche
se per loro in modo diverso. Mika, dal canto suo, era
contenta che mamma e papà
andassero
a vivere
insieme. Trovava strano che, a differenza di quelli delle sue
amichette, i suoi genitori stessero in due case separate, pur volendosi
molto
bene.
Ogni cosa sembrava essersi rimessa a posto per quella famiglia.
Ogni cosa era nuovamente in pericolo.
Poteva Natsuko stare tranquilla?
No.
I tredici digiprescelti e i loro digimon arrivarono al parco
più
o meno puntuali.
Gennai li aspettava vestito come un normale essere
umano, canottiera e
pantaloni neri, onde evitare di dare troppo nell'occhio. Accanto a
lui c'era un ragazzo coi folti capelli neri che gli arrivavano alle
spalle e
una ragazza dai disordinati capelli rossicci.
Il ragazzo indossava una polo a righe orizzontali di varie sfumature,
dal rosa al viola, col colletto
bianco, jeans grigio chiaro e scarpe viola e nere.
La ragazza, invece, indossava una t-shirt bianca con lo scollo a
V che le lasciava scoperto l’ombelico. Pantaloncini
viola
pastello sopra il ginocchio e scarponcini dello stesso colore, decorati
da strisce
bianche sul davanti.
Accanto a loro stavano due digimon.
Il primo aveva il
manto
rosso con striature
viola che ricordavano molto delle saette, occhi azzurri e zampette
tozze.
Era Elecmon.
*Digimon
Analyzer*
Elecmon
Tipo:
Mammifero.
Tipologia: Dati
Livello: Intermedio
Attacchi: Sparkling
Thunder: Spara
potenti scariche elettriche dalla sua coda.
Tai
Atari: Colpisce
il nemico
lanciandosi su di lui e schiacciandolo.
Nine
Tails: Schiaffeggia
il nemico con la coda.
Thunder
Knife: Scaglia
contro il nemico numerose di lame d'elettricità.
Il secondo invece ricordava vagamente un coniglietto bianco
con le orecchie frastagliate viola. Sulla fronte dei triangoli: uno
rosso rovesciato e tre piccoli triangoli neri intorno. Gli occhietti
verdi erano vispi e irrequieti. Sempre in movimento,
prestavano attenzione ad ogni piccola cosa.
*Digimon
Analyzer*
Culumon
Tipo:
Animale Sacro.
Tipologia: AntiVirus
Livello: Intermedio
Attacchi: Culumon no
Inori: Ristora
le energie degli alleati attraverso la
preghiera.
È un digimon misterioso, i cui attacchi e le
potenzialità
sono quasi del tutto sconosciuti.
-Eccoci!- esclamò Daisuke
-Ciao, ragazzi!- li salutò Gennai
-Sono loro i digiprescelti che ci affiancheranno?- chiese Mimi.
Gennai annuì.
-Jun la conoscete tutti.- cominciò -Lui invece
è Mamoru Izawa e ha diciassette anni. La sua Digipietra
è
quella della Giustizia, mentre Jun detiene quella della
Volontà.-
Daisuke era più o meno sconvolto.
-TU!- indicò la sorella -Era questo il tuo appuntamento
segreto?!-
-Sorpresa, fratellino.- ghignò lei e si concesse una
risatina
malvagia che gettò il fratello nella
completa disperazione.
In missione con sua sorella! Con quella rompi di sua sorella! Ma che
aveva fatto di male?!
-Izawakun, è un piacere averti con noi!- esclamò
Taichi
stringendo la mano del
ragazzo della Giustizia. Fu una sorpresa ritrovare
uno dei suoi compagni di classe. Beh, almeno erano sulla stessa
lunghezza
d'onda
e
Izawa era un tipo apposto.
-Chiamami Mamoru, Taichi.- rispose quello facendogli l'occhiolino.
-Potevi dirmi che eri stato scelto per la missione.-
-Sai com'è, anch'io amo le sorprese.- gli rispose.
-Scusate l'interruzione... - fece Iori , educatamente -Vi conoscevate
già?-
-È un mio compagno di classe.- ammise Taichi. -Sapevo che
era un
digiprescelto, ma... -
-Beh, in questi anni non c'è stato bisogno di mobilitare i
vari digiprescelti, perciò alla fine ero uno dei tanti.-
rispose il moro. -Ed è solo da poco che ho
saputo di essere stato scelto per questa specifica missione.
Credo che lo Jedi ci stesse studiando per scoprire chi fosse il
più adatto fra noi nuovi.-
-Anch'io l'ho saputo da poco.- ammise Jun.
-Io pure.- fece Ylenia. -Anche se per me il discorso è un
po' complicato... -
Già, lei c'era già dentro fino al collo.
-Ma lo Jedi me l'ha confermato qualche settimana fa.-
-Ma perché mi chiamate tutti Jedi?- domandò
esasperato Gennai.
-Codino.- commentò Taichi.
-Vestiti.- fece Mamoru.
-Spada.- disse Yamato.
-Obi Wan Kenobi.- fece Daisuke.
-Maestro Yoda.- commentò Takeru suscitando
l'ilarità generale della vecchia guardia al ricordo del
vecchio e rugoso Gennai. Il digiprescelto del Coraggio, con le lacrime
agli occhi dal ridere, strinse la mano anche a Jun.
-Felice di avervi entrambi in squadra! Vero, Yamato?- si
girò con un
ghigno diabolico dipinto sul viso verso il suo migliore amico, che,
intanto, si era prontamente nascosto dietro Jou.
Nonostante Jun avesse rinunciato a lui come preda d'amore, era pur
sempre una delle sue fan più accanite e il suo carattere
forte e impetuoso lo terrorizzava.
-Ehm... sì.- disse nascosto dietro le spalle del
digiprescelto
dell'Affidabilità suscitando una seconda ondata
d'ilarità.
-Takeru, Patamon, sono felice di rivedervi!- esclamò
Elecmon, alzando la zampa verso i due.
-Ma non mi dire... - cominciò Takeru -Sei quell'Elecmon?-
-Esatto!- esclamò il digimon rosso.
-Scusa... - fece Jou -E la Città della
Rinascita? Se tu sei qui, chi la sta sorvegliando?-
-Non ci crederete mai, ma se ne stanno occupando Leomon e Ogremon.-
A sentire quelle parole si sollevo un coro di 'Ma daiiiii!' da parte
dei digiprescelti della prima guardia.
-Giuro!- disse Elecmon poggiando la zampa sul cuore.
-Sono sotto shock!- esclamò Taichi fingendo lo svenimento
sopra Ken e Koushirou.
-Beh, non è poi così strano! Ogremon in fondo
è un tenerone.- esclamò Mimi, al che si
sollevò un coro di 'Molto in fondo'.
Tutti erano consci del
fatto che Ogremon stava dalla loro, ma era estremamente
difficile pensarlo nei panni di baby sitter a tempo pieno.
Con Leomon poi...
Gennai li guardò tutti, dal primo all'ultimo. Erano cambiati
tantissimo, sia d'aspetto che interiormente.
Erano più maturi e consapevoli del loro ruolo. Su suo consiglio, tanto
per
dirne una, ogni tanto i ragazzi si riunivano per allenare se
stessi e i loro digimon e impedire così che loro, con tutti
i comfort e
la routine di quel mondo, s'indebolissero troppo. Ovviamente si
recavano in posti
desertici lontani miglia e
miglia dalla civiltà. Il tutto era reso possibile da
Imperialdramon.
Mimi
non n'era particolarmente entusiasta, ma sapeva che presto
avrebbero dovuto combattere ancora e perciò
acconsentì che anche Palmon si
allenasse. Non che gli altri si divertissero a vedere i
loro amici suonarsele di santa ragione, ma era necessario che
fossero pronti a tutto.
Taichi Yagami, diciassette anni.
I capelli spigolosi erano tirati all'indietro lasciando la fronte
scoperta ed erano fermati dalla solita fascia azzurra sulla quale
spiccava un altro paio di goggles molto simili ai vecchi, ma decorati
ai lati con delle stelle. Erano un prezioso regalo da parte di Ylenia,
perciò erano il suo più caro tesoro.
Dietro la nuca innumerevoli ciuffi ribelli minacciavano di pungere
chiunque provasse a sfiorarli.
Indossava jeans e una lunga giacca smanicata nera coi bordi
azzurri e sulla schiena l'impronta di una zampa di dinosauro, dello stesso colore dei
bordi.
Le scarpe erano nere coi lacci
azzurri.
Era evidente
che Taichi adorasse quel colore.
Agumon si era irrobustito parecchio dall'ultima volta che l'aveva visto
ed era anche molto
più saggio e meno impulsivo di come poteva essere anni prima.
Sora Takenouchi, diciassette anni.
Sulla testa un copricapo giallo di quelli che l'avevano sempre
caratterizzata.
Le curve dei seni messe in risalto da una deliziosa t-shirt a righe
rosa e arancio. Indossava poi jeans chiari e scarpe da tennis color
pesca,
comode, ma eleganti allo stesso tempo.
Pyomon era sempre allegra e petulante, ma a differenza del passato,
anche lei era diventata molto più forte e soprattutto non
sentiva più il bisogno di mostrare il suo affetto per Sora
in maniera eccessiva come quando la assillava ripetendo in
continuazione il suo nome come un pappagallo.
Koushirou Izumi, sedici anni.
I capelli erano cresciuti giusto un poco rispetto al taglio che
sfoggiava a tredici anni. La moda continuava a
interessargli meno di niente. Se non vestiva male era solo grazie a sua
madre che, ogni tanto, lo trascinava fuori dalla sua stanza/tana e
lo
portava a comprare degli abiti. E ovviamente era lei a consigliare il
figlio che per quanto gli interessavano i vestiti, sarebbe potuto
uscire in mutande anche d'inverno. Quel giorno indossava una t-shirt
verde. Pantaloni
corti con parecchie tasche color sabbia e scarpe
verdi e viola. Sulle spalle portava l’inseparabile pc, che a
detta
dei suoi amici, ormai era un’appendice del suo corpo.
Tentomon indossava un capellino verde che sfoggiava cercando di far
ingelosire gli altri digimon.
Il suo esoscheletro rosso era più lucente che mai e gli
occhi verdi più vispi del solito.
Come al solito sputava sentenze e faceva affermazioni da grande saggio,
ma se un tempo non si sapeva spiegare il perché di certe
nozioni, ora aveva un campo di conoscenze molto più vasto.
Mimi Tachikawa, sedici anni.
Era finalmente tornata in Giappone e questa volta per restarci.
Il suo look ovviamente aveva 'risentito' degli anni passati in
America. Infatti, sembrava una fotomodella uscita da qualche rivista.
I capelli sembravano zucchero filato alla fragola: ricci e morbidi,
color rosa confetto con qualche stellina applicata qua e la e un
delizioso berretto azzurro che le conferiva un'aria più
sbarazzina.
Portava una maglietta a maniche lunghe svasate che lasciava scoperte le
spalle. La maglietta era bianca con delle strisce colorate nelle
maniche e nel bordo inferiore e stelline sparse qua e là.
Scarpe rosa e jeans che riportavano la bandiera americana.
Palmon era di un verde acceso che sembrava potesse illuminarsi
al buio. La cosa poteva sembrare da ridere, ma quello era segno che la
digimon era più forte e soprattutto conduceva una vita sana.
Lei e Mimi passavano interi pomeriggi esposte al sole nella terrazza
dell’appartamento.
Ma ovviamente, questo non voleva dire che oziassero: Palmon aveva
bisogno del sole per la fotosintesi e di tanta acqua per poter crescere
sana e forte.
Jou Kido, diciotto anni.
I capelli blu erano
cresciuti ancora, appena oltre le spalle e il
ragazzo aveva modernizzato il taglio sfilacciandoli un poco. Quel
giorno li teneva legati in una coda bassa.
Gli occhi neri penetranti non erano più nascosti dagli
occhiali dato che il Kido si era finalmente deciso a passare alle lenti
a contatto. Anche la sua carnagione era migliorata notevolmente, non
aveva
più la pelle bianca da topi di
biblioteca. Indossava una polo bianca con colletto e maniche azzurri.
Pantaloni e
scarpe grigi. Al polso un orologio metallico.
Gomamon era sempre allegro e sboccato e non faceva che stuzzicare
Tailmon che era da sempre il suo bersaglio preferito. Nonostante tutto
la considerava una novellina. In senso buono, ovviamente.
Erano pur sempre amici, ma quante volte aveva avuto da ridire sui modi
pessimisti della gattina? Troppe volte per poterle ricordare tutte.
Daisuke Motomiya, quattordici anni.
Il leader del secondo gruppo era sempre uguale.
Allegro, leggermente presuntuoso e ottimista. Il suo peggior difetto,
l'impulsività, si era per fortuna affievolito col passare
del tempo e il Motomiya dimostrava sempre più di avere tutte
le carte in regola per essere un vero leader.
I capelli erano sempre a porcospino con gli occhialini in bella mostra
a mo' di trofeo.
La canottiera nera con delle fiamme rosse armonizzava con la
pelle abbronzata e metteva in risalto la muscolatura proporzionata.
Portava poi pantaloncini
marroni con tantissime tasche e scarpe
rosse.
Veemon stava a cavalcioni sulle spalle del partner.
Era cresciuto e si era irrobustito e la sua ingenuità era
diminuita, ma sempre presente e in agguato per il povero Daisuke che si
trovava a dover spiegare al suo partner ancora tante cose.
Takeru Ishida, quattordici anni.
Capellino bianco da pescatore. Sempre lo stesso da anni.
Maglietta verde a stampa militare e pantaloncini bianchi che
arrivavano appena sotto il ginocchio, dove erano chiusi da elastici.
Scarpe verdi.
Anche lui era cambiato tantissimo.
Non solo nell’aspetto (era diventato ancora più
alto e i capelli biondi erano in perenne disordine) ma anche dentro.
Il matrimonio dei genitori aveva curato il suo animo
ferito,così come per Yamato, e sul suo viso non si notava
più quel malinconico velo di tristezza che l’aveva
accompagnato per anni.
Era più allegro, più sociale e meno propenso alle
liti e ai contrasti con l’eterno rivale, ma ciò
non escludeva una naturale inclinazione alla pestiferaggine.
Patamon aveva fatto il nido sulla testa del biondo ormai da anni e
lì stava anche quel giorno. Si era irrobustito molto e, a
quanto pareva, aveva anche imparato a volare più velocemente.
Miyako Inoue, quindici anni.
Era cambiata moltissimo.
Il caratteraccio e i modi mascolini c’erano sempre,
altrimenti
non sarebbe stata più Miyako, ma la ragazza aveva acquisito
una notevole femminilità che erano tanti i ragazzi a
correrle dietro, nonostante lei li rifiutasse tutti.
I capelli lunghi erano lasciati sciolti lungo la schiena, con due
treccine ai lati della testa tirate all’indietro e
fissate con un elastico.
Indossava un morbido vestitino bianco corto che terminava in una
gonna grigia a righe nere e bianche e la cravatta dello stesso
colore. Non sopportando di mettere le gambe in bella mostra, Miyako
indossava sotto il vestitino dei pantaloncini indaco con ai lati il
motivo di una tastiera e, infine, scarpe bianche.
La prima cosa che però si notava in lei erano gli occhiali.
Non più la montatura tonda e enorme, ma rosa e quadrata.
Sembrava quasi la segretaria di un personaggio importante (nel suo caso
l’astro nascente del calcio Ken Ichijouji)
Hawkmon era cresciuto notevolmente.
Le ali rosse erano molto più robuste e il becco
più duro forte. A vederlo dava la sensazione di essersi
rinforzato parecchio, anche grazie ai numerosi allenamenti extra ai
quali la sua partner lo sottoponeva. E il povero falchetto aveva il suo
bel da fare per arginare il carattere esuberante della ragazza. Fortuna
per lui che ci avesse fatto il callo.
Ormai stava con Miyako da parecchio tempo, ma non si sarebbe mai
abituato abbastanza.
Iori Hida, dodici anni.
Se Miyako era cambiata, Iori era irriconoscibile.
Era alto il doppio e i capelli erano più lunghi e
scompigliati e gli ricadevano sugli occhi verdi quasi
nascondendoli. Indossava una maglietta
color sabbia, pantaloni grigi e scarpe da ginnastica verde
oliva.
Il carattere meno ostinato e più maturo, capace di scegliere
cosa era giusto e cosa no.
La fissa che gli restava, purtroppo, era quella di voler
essere un ragazzo
modello. Non lo faceva apposta per apparire. Lui era un ragazzo
educato, il figlio che tutti le madri desiderano di possedere, ma il
commettere anche solo il minimo errore lo portava a rimproverare
continuamente se stesso.
Armadimon si era anche lui irrobustito notevolmente, tanto da poter
portare in groppa due digiprescelti senza faticare tanto. Il
suo carattere invece era lo stesso: ottimista, premuroso, sociale,
attento a quello che gli succedeva intorno.
Hikari Yagami, quattordici anni.
La giovane Yagami si era fatta veramente bellissima. I capelli avevano
ancora il
caratteristico taglio, scalati dietro e lunghi davanti, e lei
adorava ornarli con fermaciuffi e mollettine.
Aveva la riga a zigzag e due grandi fermagli rosa le
raccoglievano i capelli da entrambi i lati della testa.
Indossava una maglietta bianca a maniche corte rosa e il cappuccio
dello stesso colore che le ricadeva sulla schiena. Sul cappuccio
stavano attaccate delle
alucce, sempre rosa pastello.
Pantaloncini gialli e guanti bianchi senza dita.
Ai piedi scarponcini rosa con una croce bianca disegnata sul fronte.
Tailmon era notevolmente cresciuta e si era rinforzata parecchio. Il
pelo era candido come la neve. Gli occhi vispi come non mai. Era
gentile, più ottimista rispetto al passato, ma proprio a
causa di ciò che aveva vissuto, non riusciva proprio ad
esserlo 24 ore su 24,
come invece lo era Agumon.
La povera gattina era intenta a tenere lontano Gomamon che non esitava
a stuzzicarla e infastidirla.
Ken Ichijouji, quattordici anni.
I capelli azzurri gli arrivavano al mento, come al solito, ma era
diventato molto più alto. Le gambe erano più
robuste grazie agli allenamenti di calcio che non aveva smesso di
seguire e il suo viso era più sereno.
Indossava una t-shirt bianca con quadretti bianchi e neri nella parte
bassa che sfumavano verso l'alto.
Pantaloni neri e scarpe bianche. Al polso sinistro un orologio
digitale.
Wormmon era accovacciato fra le braccia del suo prescelto, felice e
spensierato. Sorrideva molto, il piccolo bruco, ed era gentile e
cordiale
con tutti, ma non esitava a tirare fuori le unghie per proteggere il
suo amico Ken.
E come tutti gli altri, era diventato molto
più forte.
“Sì, sì, sono proprio
cresciuti.” Pensò
Gennai.
I suoi occhi si fermarono su Yamato e Ylenia.
I gemelli rappresentavano per Digiworld e la Terra sia la speranza che
la distruzione. Non dovevano cadere nelle mani sbagliate. Dovevano
essere indirizzati
lungo la retta via. Gli dispiaceva che fossero loro i portatori di quel
potere
così grande. Yamato era un ottimo digiprescelto e fino a
pochi anni prima, non
sapeva neanche di essere speciale. Aveva sempre combattuto per
Digiworld credendo nel profondo legame tra umani e digimon senza mai
pensare di poter essere un'arma a doppio taglio e di poter essere
sfruttato da entrambe le parti. A Gennai
non andava questo, ma, ovviamente, per il bene dei mondi
doveva tacere e sperare che le cose procedessero per il
verso giusto.
Cosa di cui dubitava fortemente.
E poi c’era Ylenia.
Fin dalla sua
nascita, Digiworld
era nel caos e nessuno era mai
riuscito
a portarvi ordine, pace e armonia duraturi, nemmeno i digiprescelti. Per quanti sforzi
compissero per eliminare un nemico, un altro ancora
più forte era sempre in agguato.
Ma soprattutto erano quei Sette che andavano sconfitti.
Senza di loro i digimon avrebbero potuto raggiungere la pace tanto
anelata, perché quei Sette, rappresentavano i vizi che
deturpano tutti mondi e nella fattispecie i cuori di tutte le
creature, portandoli alla rovina.
“Chissà se anche nei loro cuori alberga un
po’ di luce… ” si chiedeva tante volte
Gennai, pensando a Lucemon e a quella che era la sua storia. O meglio a
quella versione dei fatti che si tramandava da millenni.
-Ehm… Ma ci sono solo loro?- chiese Daisuke leggermente
stupito. Si aspettava un intero
squadrone di nuovi prescelti con chissà quali nuovi arnesi
per la digievoluzione.
-Tranquillo, Daisuke. Ci sono altri prescelti. C’è
Ylenia, per esempio.-
-Ma lei già lo sapevamo.- ribatté lui.
Gennai ridacchiò.
-Ci sono altri due prescelti che vi aspettano a
Digiworld.- disse ancora -E altri due qui sulla Terra. Uno non sono
riuscito a trovarlo, l’altro… beh… -
non
sapeva come dirlo -Voglio dire, l’altra… -
guardò i fratelli Ishida.
Yamato, Takeru e Ylenia ebbero un sospetto.
-Non sarà Mika?- chiese Yamato.
Gennai annuì.
-Non se ne parla!- esclamò il biondo più grande.
-Se fosse una semplice
prescelta, non avrei nulla
da ridire. Ma qui si tratta di spedire una bambina di sei anni a
farsi ammazzare!!-
-Yamato… - riprese Gennai -Digiworld ha bisogno
anche di lei, come aveva bisogno di Takeru. Neanche a me piace
l’idea di andare a portare il Digivice ad una bambina e
dirle: 'Vai e combatti.' Ma… -
-Ma COSA? Ha.solo.sei.anni!!- Yamato era furioso. Gli capitava spesso.
Quegli anni di snervante attesa, avevano cominciato a farsi sentire.
Il non sapere lo stava portando all’esasperazione.
Sapeva di essere un elemento fondamentale per l’equilibrio
tra i mondi, ma non sapeva perché di preciso.
Lui chi era?
Perché avevano cercato di ucciderlo?
Perché l’avevano separato da Ylenia?
E perché ora si erano ritrovati?
Era una coincidenza?
Queste e altre domande si affollavano nella mente del digiprescelto
dell’Amicizia e il non riuscire a trovare delle risposte
adeguate, minava il suo equilibrio.
-Non posso incontrare Mikachan?- da dietro le gambe di Gennai,
comparve
un esserino timido e impaurito.
*Digimon
Analyzer*
Bakumon
Tipo: Animale
Sacro
Tipologia: AntiVirus
Livello: Intermedio
Attacchi: Deleting
virus: Rilascia una nuvola di nebbia tossica.
Nightmare Syndrome: Sputa contro il nemico una
nube d'incubi non digeriti.
-Tu sei… la sua digimon?- chiese Takeru.
Bakumon per tutta risposta si nascose nuovamente dietro Gennai.
Era un piccolo tapiro dalla pelle cerulea ricoperta da un manto di
peli
marroni, gli occhi celesti e piccole zanne bianche. Il
resto del muso era coperto da un elmo metallico con decorazioni dorate.
Spiccava in particolare il simbolo della Crest del Sogno.
Le sue zampe posteriori erano fatte di fumo grigio e sulla zampa
sinistra anteriore scintillava un anello sacro.
-Non avere paura.- disse Ylenia andando a riprenderla da dietro le
gambe del saggio. La
prese in braccio.
-Noi siamo felici che starai con Mika, è che siamo
preoccupati per lei,
perché è molto piccola. Vero, fratellone?-
guardò Yamato che chinò il capo, leggermente
imbarazzato.
-Uhn… - mugugnò il biondo annuendo. Poi
guardò
Gennai -Immagino sia inutile protestare.-
-Già.- rispose quello. -Mi spiace, non dipende da me. Ora
però
sedetevi. Vi devo parlare in breve della vostra nuova missione.-
I prescelti obbedirono e si sedettero in cerchio sull’erba.
Gennai cominciò a spiegare le cose, sempre riferendosi a
ciò che sapeva. Purtroppo certi dettagli erano sconosciuti
anche a lui, ma
rivelò ai gemelli il motivo di tanto interesse per loro.
-Lucemon era uno dei digimon più forti mai esistiti. Aveva
combattuto tante volte per portare la pace su Digiworld, ma un giorno,
entrò a contatto con l’oscurità.
Imparò a controllare la Luce e le Tenebre, e si mise in
testa di distruggere Digiworld. I primi digiprescelti riuscirono a
fermarlo… ma a caro prezzo…- chinò il
capo.
-Co… cosa gli è successo?- chiese Miyako
spaventata.
Gennai la tranquillizzò.
-Loro sono vivi… ma i loro digimon…- non ci
voleva pensare. Odiava ricordare com’era diventato il suo
migliore amico. Però loro dovevano sapere. -Uh?-
-Che c’è?- chiese Mamoru
-Nulla.- rispose pensieroso. Si sentiva osservato.
Lui lo stava osservando.
Non aveva scelta. Probabilmente si sarebbe messo subito in azione
appena ne avrebbe avuto occasione. Doveva stare in guardia e non
perdere di vista Yamato e Ylenia.
Con lui sarebbero stati al sicuro.
-Comunque… dopo che Lucemon è stato sconfitto,
è stato confinato nella Dark Area, l'inferno di Digiworld, e
privato dei suoi poteri. Che sono stati trasferiti in voi.-
Istintivamente, sia Yamato che Ylenia, si guardarono le mani, come a
percepirne chissà quale forza pronta a venire fuori.
-Tu Yamato hai ricevuto il potere delle Tenebre, mentre tu, Ylenia,
quello della Luce.-
Come disse “Luce” Hikari si voltò di
scatto verso l’uomo che le sedeva accanto.
Gennai se ne accorse.
-Non parlo della Luce come la tua capacità di infondere
coraggio e speranza nel cuore degli altri, Hikari, ma di una Luce
più… fisica.-
-Vuoi dire che Yamarin e Ylechan hanno dei super poteri e sono in grado
di lanciare raggi e cose simili?- intervenne Mamoru.
-Sì. Diciamo di si… Più o
meno… -
rispose Gennai.
-Yamarin???- chiese Yamato, seccato del soprannome affibbiatogli.
-Perché non ti piace? Io lo trovo carino.- rispose il moro.
-Anche io.- risposero in coro Ylenia, Daisuke e Jun ridacchiando.
Il prescelto dell’Amicizia si rassegnò al suo
destino.
Quei quattro erano ormai coalizzati e d’ora in poi, lui
sarebbe stato Yamarin, volente o nolente.
-Lucemon si è liberato e vuole recuperare i suoi poteri e,
state certi, farà di tutto per riaverli.-
Tutti ammutolirono.
I gemelli, ovvero i diretti interessati, rimasero pensierosi per
qualche secondo.
-Comunque… Vi darò i dettagli a Digiworld,
domani.-
-Perché non qui?- chiese Iori -Credevo fossimo qui per
questo.-
-Se dovessimo pianificare mosse e contromosse qui, verremmo
senz’altro scoperti. Senza contare che non siete tutti
presenti. In
un luogo sicuro potremo parlare con calma. La vostra missione
principale però è questa: fermare Lucemon e
salvare Digiworld e la Terra.-
Tutti annuirono.
Era chiaro che Gennai non avrebbe detto loro nient’altro per
il momento.
-Bene… Se abbiamo finito, io dovrei andare…-
disse Yamato alzandosi.
-Dove?- chiese Daisuke
-Oggi io e i TAW abbiamo un appuntamento con una fan speciale.-
Jun si alzò e gli si strusciò addosso.
Jou sospirò.
-Parli di me,Yamarin?-
-Ehm… no…- disse staccandola delicatamente -Jou
senpai, credo che tu abbia perso qualcosa.-
"Una
complicazione, accidenti."
Pensò
Gennai.
°
Piemon sogghignò seduto sul suo scranno nell'Errant Castle,
il Castello Errante dei Dark Masters, il loro quartier generale.
Le frontiere erano state riaperte e poteva osservarli.
Preoccupati, infuriati, ma decisi ad andare fino in fondo.
Erano cresciuti, i bambini prescelti….
E lì fra loro vi erano la salvezza la rovina.
Se l’avesse saputo prima, avrebbero puntato a quel bambino da
subito e invece…
Se Gennai non fosse intervenuto insieme a Metalgarurumon, la loro
speranza sarebbe stata distrutta, doveva dargliene atto. Yamato Ishida
sarebbe morto, vero, ma sarebbe morta anche Ylenia Ishida: la chiave
della loro
libertà.
La loro Luce.
-Bene bene. Si dia inizio al piano.- si concentrò e la sua
mente chiamò un nome "Kokueimon!"
La risposta non tardò a farsi sentire nella sua testa
"Eccomi."
Note: Dunque, per prima
cosa: perdonatemi se il capitolo è palloso, ma dovevo
descrivere com'erano cambiati i personaggi. I nuovi digiprescelti non
ci
sono tutti. Manca qualcuno che verrà svelato più
avanti, così come i primi digiprescelti e tutti i vari
segretucci. ^^
Mmmm...
Ah, sì. L'Errant Castle è tipo il castello
errante di Howl, ma vedrete.
Iori somiglia molto a Light Yagami, in effetti. Uhuhu Ma non vi
spaventate, non
è come lui.
Mamoru Izawa, in un'altra fic dicevo che aveva la Digipietra
dell'Intuito. Per motivi di nuovo carattere (XD) gli ho messo
quella della Giustizia, anche se l'intuito lo accompagnerà
sempre.
Ok,
passiamo alle recensioni.
beccacina:
grazie per
i complimenti ^^
crhystal:
Devo ricordarmi di postare le immy di Kokueimon per il
prossimo cap XD baci!!!
Eden89:
GRAZIE!!!
Grazie a tutti!!!
|
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Capitolo 4 *** Light in The Shadow ***
tw4
Capitolo
4: Light in the Shadow
Crawling
through this world as disease flows through my veins
I look into myself, but my own heart has been changed
I can't go on like this
I loathe all I've become
Lost in a dying world I reach for something more
I have grown so weary of this lie I live
(Away from me, Evanescence)
((( Kokueimon!)))
Una voce riecheggiò nella sua testa.
Mentalmente rispose
“Eccomi!”
Si era sempre impegnato a fondo negli addestramenti e nelle missioni,
ma quella che lo aspettava, era il compito più importante
della sua vita.
Avrebbe dimostrato tutto il suo valore.
Raccolse la katana da sopra il letto e si diresse verso la sala dei
troni.
Era lì che lo aspettavano.
Che lo aspettava.
Entrò e giunto al centro tra i troni,
s’inginocchiò.
-Mi ha chiamato, signore?- disse.
Sembrava molto giovane, ma aveva un corpo tonico e allenato.
La pelle era scura, quasi dorata, così come i capelli.
Ciuffi biondo scuro gli ricadevano sul lato sinistro del viso e le
ciocche si sollevavano sulla nuca, come quelli di Piemon, solo
più corti.
Sul viso erano tatuati dei segni, sopra e sotto gli occhi. Linee nere,
come lacrime evidenziavano la somiglianza tra il giovane digimon e il
Dark Master.
Il petto scolpito era coperto da una maglia sbracciata a collo alto che
terminava con delle balze e con due lunghe ''code''. Cinghie di cuoio
si incrociavano a forma di X sullo sterno, bloccate da una fibbia a
forma di picche argentato.
Dietro la schiena stavano riposte due katana dall’elsa e il
fodero neri come la pece.
Il nero era il suo colore.
Cinghie nere sulle braccia, unghie nere e affilate, pantaloni neri e
stivali neri...
L'unica nota di colore nel suo abbigliamento, erano tre cinghie viola
che portava appena sopra i gomiti e l'interno degli stivali, sempre
viola.
Questi riprendevano il modello di quelli di Piemon: svasati, punta
ricurva e con qualche centimetro di tacco.
Uniche differenze il colore, le cerniere sui lati e una cinghia sulla
parte superiore del piede.
-Hai aspettato con ansia questo momento, vero Kokueimon?- chiese
Piemon. Conosceva già la risposta.
-Si, mio signore.- rispose. Non c’era giorno in cui non
sperava che quel momento arrivasse.
E ora l’occasione di essere riconosciuto da Piemon gli era
stata finalmente concessa.
-Sai cosa fare, vero?-
Annuì.
-Si, mio signore.-
-Allora vai. Uccidi Yamato Ishida, e ti riconoscerò davanti
a tutti come mio figlio.-.
Si alzò.
-Si fidi di me. Morirà.-
Detto questo, il giovane digimon lasciò la sala e si diresse
verso la sua stanza a terminare i preparativi per la missione
più importante di tutta la sua carriera.
La missione che l'avrebbe finalmente innalzato agli occhi del padre.
-Tuo figlio è come te.- cominciò Etemon -Si gasa
subito.-
-Vero.- ribatté Metalseadramon sorseggiando dell'acqua da un
grosso bicchiere di carta con la cannuccia.
-Sgrunt...- ringhiò il pierrot
-Ma che hai? Ogni volta che si parla di lui, ringhi! Ti sembra
normale?- continuò Metalseadramon
-Affari miei.-
Il drago d'acqua fece per ribattere, ma un'occhiata di Mugendramon lo
fece desistere.
-Concentriamoci sul piano.- disse il drago nero.
Tutti annuirono.
Il pavimento e il soffitto si aprirono e apparve un grande telescopio
che puntava verso l'alto.
I troni si disposero dietro di questo e i Dark Masters si apprestarono
a guardare le immagini che cominciavano a sfilare davanti a loro.
-Forse era meglio fare i pop corn. -disse Pinocchimon.
- Già... Forse...- ribatté Etemon -Zucchero o
cioccolato?-
-Zucchero fa schifo.- disse Pinocchimon
-Ma sei scemo nanerottolo? Con lo zucchero sono buonissimi.-
-Non si potrebbe farli col sale? Le cose dolci non mi piacciono.-
chiese Metalseadramon -E fanno ingrassare.-
Vamdemon alzò gli occhi al cielo.
Mugendramon scosse la testa.
-Purtroppo Gennai è appiccicato a Ylenia, quindi non
possiamo rapirla. Non se lui è lì.- disse Piemon.
Davanti ai suoi occhi scorrevano le immagini dei digiprescelti intenti
a tornare nelle loro case e Gennai stava affianco a Ylenia.
-Accidenti.- cominciò Devimon -Ma non potremmo...-
-No. Si metterebbe in mezzo ad ogni costo e io non voglio che...
Insomma...-
Annuirono. Sapevano come stavano le cose.
-Hai istruito Kokueimon al riguardo?- chiese il pierrot al vampiro.
Vamdemon annuì.
-Tranquillo. L'ho fatto. Anche se questo complicherà le
cose.- disse indicando lo schermo.
Le immagini erano cambiate.
Intanto,
ad Odaiba,
precisamente a Palette Town...
-Scusate il ritardo!-disse Yamato.
-Era ora!- ribatté un ragazzo moro andandogli incontro.
-Gabumon!!-esclamò un ragazzo rossiccio.
Gabumon si nascose dietro Yamato.
-Uffa! Perché da Yamato ti fai coccolare??-
- Perché Yamato non mi arruffa il pelo come fai tu, Yutaka!-
ribatté il digimon rettile.
-Sei in ritardo e paghi da bere.- fece un ragazzo con i capelli azzurri
e gli occhiali.
-Non essere così antipatico, dopotutto tu arrivi sempre in
ritardo e non sei ancora sul lastrico.- ribatté Yamato.
Tutti si fecero una risatina.
-Yamato sei arrivato, finalmente!- esclamò un uomo sulla
trentina. Era il loro manager, nonché collega di Hiroaki
Ishida. Quello sempre un po' agitato con occhiali e bandana.
-Ehm... Ci scusi se ci abbiamo messo tanto...- disse il digiprescelto
dell’Amicizia, poi notando che tutti non facevano che
guardare l'uomo che lo accompagnava, si decise a presentarlo.
-Lui è mio zio. Gennai Ishida.-
-Piacere.- esclamò sorridendo.
Tutti fecero le dovute presentazioni e si apprestarono a raggiungere la
base dell'enorme ruota panoramica che li sovrastava.
°
-Accidenti... Quel furbone... Sarà lui o uno dei suoi cloni?
Metalseadramon, riesci a leggergli nel pensiero?-
-Scherzi?- chiese il drago ingurgitando acqua -Da questa distanza
è impossibile, ma tu non riesci a riconoscerlo?-
Piemon sospirò.
-Purtroppo no. Non per questo Hogan, Josè, Ilya, Benjamin e
Jackie sono cloni di Gennai. Sono uguali in tutto e per tutto.-
Ci fu un sospiro generale.
"Gennai
sei un idiota!"
pensò Piemon pieno d’astio.
°
-Eccola là!- esclamò il manager e si diresse
verso una ragazza dall'aria un po' smarrita.
-E' lei la dolce stellina a cui hai dedicato Tobira?- chiese
l'occhialuto
Yamato arrossì.
-Piantala Akira!-
-Oooh... Siamo timidi per caso?- chiese il castano.
-Takashi, ti ci metti pure tu?-
-Dai Gabumon, fatti coccolare!- disse invece Yutaka.
Silenzio.
-Che ho detto?-
-Niente.- disse Takashi sospirando.
-Ragazzi!- il manager attirò la loro attenzione -Lei
è Azusa Miwakochan. Mi raccomando, comportatevi bene con
lei.-
-Lieta di fare la vostra conoscenza.- disse la ragazza arrossendo per
l'emozione e facendo un educato inchino.
Era alta, ben
formata fisicamente, la pelle chiara e un accenno di
lentiggini. I lunghi capelli castani erano raccolti in due trecce che
le ricadevano lungo la schiena fino ai fianchi.
Gli occhi verdi erano nascosti dietro un paio d’occhiali
dalle lenti sottili ma dalla montatura piuttosto grande, seppur fine.
Indossava un top bianco con le maniche a palloncino, con i laccetti che
si chiudevano a formare delle X sul petto.
Una gonna verde elettrico mostrava le lunghe gambe slanciate e ai
fianchi aveva una cintura verde con applicate minuscole borchie.
Scarpe da basket verdi completavano il tutto insieme con uno zainetto
monospalla, sempre sul verde.
-Piacere!-
risposero i ragazzi restituendo l'inchino.
-Sono così felice di incontrarvi!- esclamò -E
ovviamente sono felice di incontrare anche te, Gabumon-san!-
Gabumon arrossì e si massaggiò la testa
imbarazzato.
-Così mi fai arrossire!-
La ragazza sorrise.
Chiacchierarono un poco e poi decisero di salire sulla ruota.
Entrarono in una delle cabine e si accomodarono.
Il manager, che era pur sempre un giornalista, tirò fuori la
sua videocamera. Un gioiellino capace di riprodurre immagini ad alta
definizione nonostante le piccole dimensioni.
-Se non vi dispiace vorrei immortalare alcuni momenti di questa gita.-
disse
Gabumon arrossì
-No no! Non mi riprenda!-
-Dai Gabumon, dici cheese!- esclamò Yutaka mettendogli un
braccio intorno alle spalle e costringendolo a voltarsi verso la camera.
-Yutaka, dai lascialo in pace.- disse Yamato, guardando rassegnato il
batterista ''torturare" il suo migliore amico.
-Ma io mi diverto un sacco a stuzzicarlo!- rispose il rosso.
La ragazza rise divertita.
I TeenAge Wolves
erano da sempre i suoi idoli, non perché
fossero belli o famosi, ma perché veri.
Quando aveva sentito la
notizia che avrebbero cambiato nome, si era
sentita molto giù, come centinaia di altre fan, le sembrava
che il gruppo stesse risentendo di trovate pubblicitarie o di
espedienti per raggiungere maggiore notorietà, ma leggendo
le interviste si era ricreduta.
Yamato, Takashi, Akira e Yutaka avevano cominciato a suonare quasi per
gioco e in poco tempo si erano trovati in testa alle classifiche.
E il nome della band forse poteva andare per un gruppo di 14enni, ma
non per quattro diciassettenni cresciuti un po' troppo in fretta.
Yamato aveva affermato anche, che tutti i membri erano affezionati al
vecchio nome del gruppo e perciò ne avevano scelto uno che
lo ricordasse.
Unendo le iniziali del precedente nome, era venuto fuori: TAW.
Suonava bene...
Azusa raccontò di quando, disperata per una futura
operazione agli occhi, aveva mandato una cassetta a Yamato,
confessandogli di essere innamorata della loro musica e di come le loro
canzoni fossero capaci di scuotere il suo animo e darle coraggio.
Tutti la ascoltavano rapiti, contenti che la loro musica non servisse
solo a far esaltare migliaia di fan urlanti e impazzite, ma anche a
portare coraggio e speranza nei cuori.
°
-Bene signori.- disse Vamdemon -Che lo spettacolo abbia inizio!-
°
La
ruota aveva cominciato a girare da un po' e procedeva
col suo solito
ritmo, rilassante. I passeggeri potevano ammirare il quartiere di
Odaiba e buona parte di Tokyo dall'alto. Era tranquillizzante e
divertente.
Gennai cominciò a pensare che forse non c’era da
preoccuparsi. Forse la sua era solo un’impressione.
Non erano spiati e Piemon non aveva deciso che fare.
Ma pensandoci bene quest’ ultima ipotesi non calzava.
Piemon sapeva sempre cosa fare.
Lo conosceva bene. Era un digimon dalle mille risorse, capace di
convertire a suo favore una situazione spiacevole.
Non si sarebbe mai lasciato scappare l’occasione.
Il digiprescelto dell’ Amicizia, quasi solo e indifeso.
In pratica era un invito a farsi avanti.
Doveva stare in guardia.
Non doveva preoccuparsi per Ylenia.
Con lei c’era Hogan e sicuramente nessuno avrebbe notato la
differenza tra lui e il suo clone.
Nemmeno Piemon, di conseguenza, non si sarebbe azzardato ad agire allo
scoperto col rischio di ferirlo.
“Già…
Dopotutto noi siamo ancora
amici… vero?”
Nel frattempo a terra un’ombra scura si staccò
dall'ombra alla base della ruota e cominciò a salire la
stessa, puntando alla cabina dove stavano i TAW, il loro manager,
Gabumon, Gennai e Azusa.
"Niente di più
facile." pensava Kokueimon "Evitare Gennai e
colpire il moccioso con un colpo secco, pulito. Niente sangue, niente
scene cruente... Solo la morte che lo raggiungerà
silenziosamente... come un'ombra."
Il digimon, ancora trasformato in ombra, si trovava proprio sopra la
cabina desiderata.
Entrò silenziosamente e piano attraverso le fessure e si
unì all'ombra dell'Ishida, che conversava allegramente coi
suoi amici, tentando “disperatamente” di salvare
Gabumon dalle grinfie del batterista.
-Dai, lascialo!-
-Nooo! Regalamelo Yamato!-
-Aiutami Yamatoooo!- piagnucolò Gabumon, troppo timido per
sopportare quelle attenzioni.
Azusa sorrise divertita guardandoli.
Kokueimon era molto vicino a Yamato.
Poteva ucciderlo subito, ma per qualche motivo, non se la sentiva di
agire.
Forse era la presenza di Gennai a ostacolarlo o forse era quella
ragazza…
Non lo sapeva, ma si sentiva uno stupido.
Pensò che doveva sbrigarsi.
A Digiworld qualcuno non sarebbe stato contento di
quell’esitazione.
Fece due respiri profondi.
Osservò Yamato.
Era un moccioso, molto più piccolo di lui.
Non sentiva alcun potere provenire dal suo corpo, tanto meno si sentiva
minacciato da lui.
Ma davvero sarebbe stato un pericolo?
“Bah… Che mi importa… Se lo uccido,
tutto ciò che ho sempre desiderato si
avvererà.”
Osservò Gennai.
Era sorridente, chiacchierava, ma era vigile.
Doveva stare attento,perché tra gli insegnamenti di
Vamdemon, ufficialmente il suo tutore, c’era una regola
“ Solo Piemon può attaccare Gennai.”
Non ne capiva il perché, ma se quello era il volere del
padre, non c'era neppure da discutere.
Gennai non andava attaccato.
Ma in quella missione c’era il rischio che si mettesse in
mezzo, così gli era stato concesso di metterlo fuori
combattimento,ma solo se necessario e senza ferirlo troppo.
Per fare felice suo padre, doveva uccidere il digiprescelto senza che
Gennai potesse fare nulla, in modo da non coinvolgerlo e lasciarlo
illeso.
-Oddio, sono così felice di avervi conosciuto di persona!-
esclamò la ragazza, distraendo anche il digimon dai suoi
pensieri. -Posso… Posso farvi delle
domande… personali?-
I TAW si guardarono.
-Ma sì, come vuoi!- esclamò il manager.
-Ehm… Se non vi dispiace….-
-Ma no, ma figurati!- esclamò Takashi
Lei sorrise timidamente e arrossì un po’.
Si senti un po’ stupida per il fatto di avvampare
così di fronte a quattro ragazzi più piccoli di
lei di due anni, ma non ci poteva fare nulla.
-Siete fidanzati?- chiese a capo chino e il volto rosso.
I quattro si guardarono imbarazzati.
Dovevano aspettarsela questa domanda.
Tutte le fan la facevano e nelle interviste era la prima cosa che gli
veniva chiesta.
Ma evidentemente, le fan volevano sentirselo dire di persona.
-Si.- rispose Yamato.
-Anche io.- gli fece eco Takashi.
-Io mi vedo con una persona, ma non stiamo insieme.- disse Akira,
grattandosi la nuca.
-Io no,ma se vuoi possiamo rimediare!- esclamò il
batterista, che a quanto pare, era il clown del gruppo.
Kokueimon digrignò i denti come il rosso prese le mani della
ragazza.
Gli dava fastidio e non sapeva perché.
E il non saperlo gli dava ancora più fastidio.
“Ora
basta
perdere tempo! Se voglio che mio padre mi
riconosca come figlio devo ucciderlo!”
°
-Che noiaaaa!- Pinocchimon si dondolò sul suo trono -Ma
quando lo fa fuoriiiiii???-
-Abbiate pazienza.- rispose Vamdemon -Deve approfittare del
momento giusto.-
Il vampiro guardò il clown che era occupato a guardare
nervosamente lo schermo.
Apparentemente sembrava che non fosse preoccupato per nulla, ma
Vamdemon sapeva cogliere i segni.
Braccia incrociate e gambe accavallate per non gesticolare nervosamente
e sguardo serio e fisso.
Quando le situazioni erano di bassa rilevanza o in ogni caso non
così delicate, il clown sorrideva.
Ma una cosa nessuno poteva decifrare: il sentimento che Piemon provava
verso suo figlio.
Nessuno di loro, nemmeno Metalseadramon e Vamdemon, che erano capaci di
leggere il pensiero, potevano conoscere il motivo di tanta
preoccupazione da parte del pierrot.
Era preoccupato che Kokueimon dimostrasse di essere degno delle
aspettative di un padre o temeva che ferisse Gennai lasciandosi
prendere dalla foga?
O peggio, era più importante che uccidesse il moccioso?
Vamdemon non aveva mai sopportato i drammi familiari, per questo aveva
steso la sua ala protettrice su Kokueimon occupandosi della sua
formazione insieme a Devimon, Pinocchimon e…
-Ma quanto ci
metteeeeeee!- piagnucolò ancora Pinocchimon.
-Ma insomma marmocchio! Piantala di starnazzare!- esclamò
Etemon
-Perché? Se no cosa mi fai?- gli rispose il burattino
puntandogli una pistola alla testa.
-Vacci piano moccioso! Manco la sai usare una pistola!-
Una serie di spari fece ricredere lo scimmione che si trovò
a dover schivare proiettili in puro stile matrix.
-L’hai voluta tu! Etemon
kyuukyoku shin… -
-Adesso basta.- ordinò Piemon interrompendo l'evoluzione.
I due contendenti si sedettero l’uno affianco
all’altro in silenzio, lanciandosi occhiate truci e omicide.
°
I ragazzi continuavano a parlare, ridere e scherzare, ma Yamato
notò che Gabumon e Gennai erano piuttosto tesi.
La pelliccia di Gabumon sembrava più ispida del solito e non
dipendeva di certo dalla strapazzata del batterista. Gli occhi nervosi
percorrevano il locale.
-Cos’ hai, Gabumon?- gli sussurrò il suo partner
-C’è qualcosa… non so cosa…-
Kokueimon rimase fermo.
Non poteva farsi scoprire.
Era noioso, ma lui era il maestro delle ombre, il più adatto
nell’assassinare le persone senza che queste se ne
accorgessero.
Avrebbe potuto ucciderli tutti staccando la cabina dalla ruota, ma
c’era Gennai… e c’era quella ragazza.
Il digimon non capiva perché, ma sentiva nei suoi confronti
un forte senso di protezione. Gli sembrava di conoscerla nonostante non
l’avesse mai vista.
Non voleva ferirla e non voleva che fosse lì ad assistere.
Ma doveva uccidere il Digiprescelto.
Doveva.
E l’avrebbe fatto, perché di lui non gli importava
nulla.
-Qualcosa?- chiese Yamato.
Rimase in silenzio.
Gli altri lo guardarono meravigliati.
-Che c’è?- gli chiese Takashi.
Non rispose. Rimase in ascolto, come a percepire qualcosa.
Ora che Gabumon gliel’aveva fatto notare, sentiva quasi un
ronzio. E non era la prima volta.
Ogni volta che un digimon pericoloso era nelle vicinanze, sentiva
questo ronzio, ma non ci aveva mai fatto troppo caso,anche
perché non ne aveva mai avuto il tempo.
Non avevano tempo di fermarsi a riflettere i bambini prescelti, durante
la loro prima avventura.
Dovevano stare vigili, guardarsi perennemente le spalle e scattare,
fuggire, combattere i nemici che calavano su di loro
all’improvviso cercando di ucciderli.
Le orecchie gli fischiavano sempre per i boati e le esplosioni e
lì per lì non faceva caso al fatto che il ronzio
cominciasse poco prima degli attacchi.
Suggestione o no, il suono era sempre più forte e fastidioso.
Kokueimon non poteva attaccare.
Voleva ma non poteva.
“Una
mossa
falsa e va tutto a farsi fottere!”
pensò “Aspetterò
che il ragazzo rimanga
solo. Un attimo soltanto. E sarà mio.”
°
-Ma Kokueimon sta dormendo???- grugnì Pinocchimon
-Non può attaccare adesso, verrebbe scoperto.- disse
Mugendramon, pazientemente.
-Si ma che noiaaaaaa! Se non fosse per quel fottuto deficiente di
Gennai!!! Grrrr. Mi rovina tutto il divertimento, vero, Piemon?-
Piemon annuì.
-Proprio non puoi fare a meno di mettermi i bastoni tra le ruote, eh?-
disse rivoltò verso lo schermo che inquadrava Gennai.
°
Nella cabina era calata un po’ di tensione, ma
fortunatamente, il giro era finito.
La cabina scese ed era giunto il momento per i suoi ospiti di uscire.
Yutaka aiutò Azusa, poi scesero Akira, Takashi e il manager.
L’ombra di Yamato si innalzò dal terreno e
colpì Gabumon alle spalle. Il digimon sbatté
sopra Gennai e i due caddero dalla cabina, che per fortuna era ferma e
ad appena un metro da terra.
-Ma cosa?- il digiprescelto ebbe appena il tempo di porsi questa
domanda che una mano d’ombra gli tappò la bocca.
Lo sportello della cabina si chiuse davanti a lui e l’intera
struttura cominciò a muoversi ad alta velocità.
La gente urlò dalla sorpresa e dal terrore.
-YAMATO!- urlò Gabumon.
-Dannazione! Non sono riuscito a evitarlo!- ringhiò Gennai.
Saltò e cominciò a correre salendo lungo la
ruota, cercando di raggiungere la cabina che nel frattempo si era
portata sulla sommità.
Yamato tentò di liberarsi, ma la sua stessa ombra glielo
impediva.
Gli chiudeva la
bocca per non urlare e gli bloccava i movimenti
avvolgendosi intorno al suo corpo.
Un forte dolore cominciò a propagarsi nel suo corpo.
Qualcosa di acuminato spingeva lungo la sua schiena penetrandola. Una
lama d’ombra stava cercando di raggiungere il suo cuore.
Le lacrime gli offuscarono la vista.
Come tre anni prima con BelialVamdemon.
“Non
voglio
morire!” pensò.
Non voleva.
Non dopo aver realizzato il suo sogno più grande: la sua
famiglia unita di nuovo.
Cosa poteva desiderare di più se non potersela godere?
E poi c’era Sora.
L’amava, voleva starle accanto, perché no,
sposarla, avere dei figli da lei.
Figli…
Un figlio l’aveva…
L’aspettava a Digiworld.
Gli aveva promesso che sarebbe tornato e che l’avrebbe
protetto da chiunque avesse tentato di fargli del male.
Se fosse morto, non avrebbe potuto mantenere quella promessa proprio
ora che Digiworld, e di riflesso il piccolo, era in pericolo.
Non doveva morire.
“
Non devo!
Non voglio! Reseph, Takeru, Ylenia, Mika, Sora,
Gabumon… NON
VOGLIO MORIRE!!!” gridò
mentalmente.
-Che diavolo???- esclamò Kokueimon sorpreso.
“Per
cosa ti
spingi a tanto, Piemon?”
La ruota vibrò. La gente gridò in preda al panico.
Gennai smise di correre guardando la cabina che si era fermata sulla
sommità.
Aveva avvertito lo sprigionarsi di una forza oscura che non conosceva,
anche se solo per pochi istanti.
Poi più nulla.
Le cabine erano ferme.
E nonostante la gente urlasse, nell’aria non c’era
più quella sensazione di oppressione.
Ricominciò a correre verso la cabina e aprì lo
sportello.
-Yamato! Rispondi!- esclamò. Il digiprescelto
dell’Amicizia giaceva sul pavimento privo di sensi. Gennai
gli portò due dita sulla giugulare. Pulsava ancora.
Lo scosse.
-Yamato, svegliati!-
Il ragazzo aprì piano gli occhi.
- Meno male.- emise debolmente l’essere digitale.
Il ronzio se
n’era andato. Si respirava un’aria
tranquilla e priva di tensione. Yamato richiuse gli occhi nuovamente e
sospirò, quasi a cercare rigenerazione dalla spossatezza che
l’aveva preso.
“Sono
ancora
vivo?”
si chiese “Ma
come
mai?”
Non c’era traccia di quel digimon.
L’aveva visto, ma solo per pochi istanti.
Troppo poco per mettere a fuoco i dettagli.
L’unica cosa che ricordava erano gli occhi rosso sangue che
rassomigliavano incredibilmente a quelli di qualcun altro. Ma non
ricordava di chi.
°
-Devi dirmi qualcosa Kokueimon?- ringhiò Piemon al digimon
che lo guardava dal basso.
Kokueimon era tornato a Digiworld e stava inginocchiato davanti a
quello che doveva essere suo padre, ma che dal comportamento non lo
sembrava affatto.
Non capiva perché fosse così duro con lui tanto
da non permettergli neanche di chiamarlo “padre”.
-La missione non è terminata come previsto.- disse alzando
il capo. Piemon lo guardò furente.
Scese dal trono gli si avvicinò velocemente.
-Ti ho insegnato a fallire?- gli urlò pronto a colpirlo.
-Con tutto rispetto… - cominciò -La
missione non è fallita.-
Piemon si bloccò.
-Spiegati.-
-Quando ho colpito Yamato Ishida, dal suo corpo è
scaturita una forza spaventosa, anche se solo per un attimo. Le mie
forze se ne sono andate per poco tempo e Gennai si stava avvicinando.
Sono andato via, ma l’obbiettivo è stato comunque
raggiunto, grazie alla Doku Kage.-
Piemon annuì.
La Doku Kage, l’Ombra Velenosa, era una delle mosse
più letali di Kokueimon, il cui effetto variava da persona a
persona o da digimon a digimon.
-Quanto gli resta?-
-Meno di ventiquattro ore.- disse
Piemon gli diede le spalle.
-Allora, se tutto va bene, fra meno di ventiquattro ore faremo un
ricevimento. E sai cosa significa?-
Kokueimon annuì.
Piemon
l’avrebbe finalmente riconosciuto come figlio davanti
a tutti i suoi uomini.
Non sarebbe stato più solo il Generale delle Ombre, il
guerriero scelto, il più potente dopo i Dark Masters. Il
sogno di quando era solo un piccolo Mokumon si sarebbe finalmente
avverato.
Meno di ventiquattro ore…
Lasciò la sala e si diresse verso il giardino.
Là lo aspettava una figura femminile, intenta ad affilare le
unghie già taglienti e appuntite.
-Madre.- le disse.
La digimon si alzò e gli andò incontro
prendendogli le braccia muscolose tra le mani.
-Com’è andata?- gli chiese
-Fra ventiquattro ore, sarò suo figlio.- lei sorrise.
Si mise a sedere
sul bordo della fontana e invitò Kokueimon
a sdraiarsi poggiando la testa sulle sue gambe.
Lui obbedì, leggermente imbarazzato.
Sua madre era forse la creature più strana che conoscesse,
dopo suo padre, si intende.
Era dolce e comprensiva, ma di fatto lo era solo con lui. In
realtà era una furia cieca, crudele e sadica.
Eppure non era sempre stato così.
LadyDevimon, come i Dark Masters, non era sempre stata la sadica dark
lady che tutti conoscevano.
In un passato lontano aveva gioito e si era disperata anche lei.
Ma quei ricordi erano troppo tristi da ripercorrere e lei preferiva
ricacciarli negli abissi della sua mente piuttosto che soffrire ancora
rammentandoli.
Non voleva più ricordare.
Gli faceva troppo male ripensare ai giorni in cui lei e Piemon erano
felici e stavano insieme.
Ora era solo un lontano sogno malinconico.
Quando incrociava il suo sguardo, i suoi occhi piangevano.
Kokueimon se ne accorgeva, nonostante la donna mascherasse la sua
tristezza dietro una maschera maligna.
Il volto sorridente e gli occhi rosso sangue sprizzavano
malvagità e amore per il sangue, ma lui leggeva la
malinconia per aver perso una delle persone a lei più care.
Piemon era cambiato, non era sempre stato così duro e
indecifrabile. Certo era sempre stato cattivello, enigmatico e tutto il
resto, ma lei riusciva a cogliere le sfumature nei suoi gesti.
Dopo quella battaglia nulla era più come prima.
Nemmeno lei.
La Superbia era il veleno che li aveva corrotti.
E Piemon non pensava ad altro che a se stesso.
Troppo orgoglioso per vedere i suoi sbagli.
Troppo orgoglioso per riconoscere l’importanza delle persone
che lo circondavano.
Troppo preso da sé per amare lei e suo figlio.
Kokueimon non era previsto.
Era stato un attimo di debolezza del clown.
L’alcool, la rabbia, la tristezza, troppe forze avevano agito
insieme per spingerlo a compiere quel gesto.
Era la prima volta dopo tanto tempo che consumavano la loro unione.
Tantissimi anni.
E mentre la stringeva a se, LadyDevimon aveva intravisto il Piemon che
conosceva. Che amava. Dal quale aveva sempre desiderato avere dei figli.
Probabilmente anche solo per un istante Piemon aveva pensato la stessa
cosa.
Perché quel figlio era arrivato.
Kokueimon era un
dono del cielo per la donna, che non aveva mai capito
invece il perché Piemon non sopportasse l’idea di
essere padre.
Forse la Superbia che lo avvelenava, gli impediva di vedere oltre
l’idea che quella piccola creatura che ogni giorno lo
guardava piena di ammirazione e affetto, potesse un giorno desiderare
di prendere il suo posto e togliergli tutto.
-Madre… Stai piangendo… - le sussurrò
Kokueimon asciugando le lacrime che le colavano lungo la maschera di
pelle.
-Ora dobbiamo solo aspettare che i digiprescelti tornino a Digiworld.-
disse Vamdemon
-Rimarranno leggermente delusi.- fece Devimon
-Solo leggermente?- chiese sarcastico Metalseadramon, poi
sospirò -Questo mondo ormai è partito.-
-Lucemon ha cominciato a darsi da fare.- ribatté Mugendramon.
-Ma se pensa che noi ce ne staremo con le mani in mano, si sbaglia.-
disse Piemon. -Appena i Digiprescelti torneranno a Digiworld,
prenderemo la Chiave della Luce, e metteremo fine alla maledizione.-
Tutti annuirono.
“Dannazione. Se davvero Kokueimon ha infettato la Chiave
delle Tenebre, le cose si mettono male. Devo informare al
più presto Lucemonsama.”
-Dove vai Piemon?- chiese Pinocchimon.
Il clown si levò la maschera e si massaggiò le
tempie.
-Mi scoppia la testa. Credo che andrò a riposare un
po’. Pensate voi al resto.-
Uscì dalla sala.
Gli altri si
guardarono leggermente stupiti.
Da un po’ di tempo a quella parte Piemon si comportava ancora
più stranamente del solito
-Quelle emicranie cominciano davvero a preoccuparmi.- disse Vamdemon
-Potrebbe essere la tensione.- ribatté Etemon.
Nessuno rispose. Tensione o no, qualcosa non quadrava, solo che nessuno
riusciva a focalizzare cosa.
Fine
Capitolo 4
Palette Town
è la zona di Tokyo dove c'è la ruota
panoramica!!!!!!!
Ed eccoci al quarto
capitolo!!! Sono contentissima che la fic piaccia, e spero continuiate
a
seguirla ^^
Da questo capitolo
cominciano le rivelazioni (penso) sconvolgenti. Piemon lo preferisco
con Vamdemon, ma troppo yaoi nuoce alla salute XD
Ma da principio pensavo che Kokueimon avesse bisogno di una mamma...
poi ehm... visto successivi accadimenti... non era necessario... ma per
me lei è l'unica madre possibile per Kokueimon. Punto. La
vita sentimentale di Piemon è complicata U.U
Lui e
Vamdemon avranno sempre e comunque un legame speciale per me.
Mmm... Vediamo
che altro dire... Ah, si. Hogan e Josè dovrebbero essere i
veri nomi di Eukalin e Cosé. Hogan lo trovo fantastico come
nome. Mi sembra il nome adatto per un macho O_O non so voi.
Edit dell'ultimo minuto:
e invece pare che il vero nome fosse Eukalin... beh, diciamo che dopo
che l'ho chiamato Hogan per tanti bellissimi mesi, lo lascio
così, adoro quel nome XP
....
Adoro come Gabumon
chiama Yamato in giapponese, non so se voi avete notato, ma allunga
sempre la o finale XD
Ultima cosa: ho messo
su deviant art un disegno su Kokueimon. Il titolo è
''Lord Knightmon's love XD" e il mio nick è "kymyit"
anche lì (anche se per anni sono stata
"bucciarati". Se
siete curiosi, andate, mi farebbe piacere (ma attenti >_>
potreste rimanere sotto shock per la vista di certi disegni)
Ok, passiamo alle
recensioni, che è meglio!!!! ^^
beccacina: Grazie,
sono contenta ti sia piaciuto ^^
Echo: Che mondo
sarebbe senza Mamoru? E' come la nutella, non riesco a fare fic senza
di lui ormai U_U
Eden89: Vedo che ti
ho messo su di giri XD
chrystal: Grazie.
Disegno messo U_U come promesso (fa anche rima) Yamarin è
semplicemente un modo stupido di chiamare Yama, ormai mi viene di farlo
chiamare così persino dai nemici XD
Recensite, mi raccomando ^_-
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Capitolo 5 *** 5: Addio? ***
Capitolo
5: Addio?
Non è facile lo so ma
sento che
(Questo è)
è un addio
Non è facile
per me ma sento che
(Questo è)
è il mio addio
(Addio, Finley)
Nel frattempo che
Gennai e Yamato si trovavano sulla ruota panoramica a
Palette Town, i digiprescelti avevano fatto ritorno nelle loro case.
Erano tutti molto
pensierosi e cercavano dentro di se le parole per
comunicare ai genitori la loro prossima partenza, per quella che era
sicuramente la battaglia più impegnativa delle loro vite.
-Siamo tornati.-
disse Ylenia entrando in casa.
-Neesan! Niisan!
Oniichan! Bearmon! Gabumon! Patamon! -
saltellò Mika andando verso la porta d'ingresso. -Uh? Dove
sono Niisan e Gabumon?- chiese
-Ciao!-
esclamò Ylenia e massaggiò la testa della
sorellina - Yamachan non c'è, ma torna fra un po'.-
-Però
c'è una sorpresa per te.- disse Takeru.
Dietro di lui
avanzò Hogan.
-Lei
è...- cominciò Natsuko vedendo l'uomo.
-Non sono Gennai,
se è quello che pensa.- la
anticipò, poi le prese la mano e la baciò -Il mio
nome è Hogan, sono uno dei cloni di Gennai.-
-Ah...- Natsuko
annuì, leggermente confusa. Hogan rivolse lo
sguardo a Mika.
-E
così saresti tu la principessina di cui mi hanno tanto
parlato.-
-Io una
principessa?-
Hogan
annuì -Esatto. E per una principessa così
carina, ci vuole un regalo speciale.- a quelle parole, fece il suo
ingresso nella casa Bakumon.
La piccola
digimon entrò nell'abitazione un po' titubante.
-Un digimon!-
strillò Mika saltellando per l'emozione per
poi lanciarsi su di lei. -E' mio????-
-Vorrai dire mia.
E' una femminuccia.- le sorrise -E da oggi ti
farà compagnia.-
-Cosa??-
esclamò la signora Motomiya
-Purtroppo
è così mamma. Anche a noi non piace
l'idea,ma dobbiamo farlo.- rispose Daisuke.
Appena tornati a
casa i fratelli Motomiya avevano raccontato ai loro
genitori della loro missione a Digiworld, o meglio di quello che
sapevano di quella missione.
C'erano molti
punti oscuri e anche un bambino piccolo sarebbe stato
capace di accorgersene.
Gennai aveva
preso molte precauzioni e questo rendeva la situazione
delicata e pericolosa.
La madre di
Daisuke e Jun cominciò a porre loro infinite
domande, giustamente, ma della metà non ricevette risposta.
Non conoscevano
neanche loro tutta la verità, ma una volta a
Digiworld, Gennai li avrebbe messi al corrente di tutto.
Cominciò
a frugare per tutta la casa in cerca di cose utili:
bende, medicinali, carta igienica (la vecchia cara carta igienica che
li
aveva seguiti durante il primo viaggio a Digiworld,contro i Dark
Masters, sorrise al pensiero di quell' idea così ingenua che
gli era venuta quella volta. In un certo senso, se un digimon come
Ogremon era passato dalla loro, era anche merito di quella carta
così poco nobile. Gli scappò un altra risatina)
cibo in scatola, scalda mani (dovette mettere a soqquadro la casa
letteralmente, dato che era estate inoltrata) corde, due coperte, non
si sa mai, giubbotto, bloc-notes...
-Ehm... Jou...
Vuoi metterci anche una bicicletta in quella borsa?- il
digiprescelto dell'Affidabilità si voltò e
incrociò lo sguardo del suo partner che gli indicava la
borsa pronta ad esplodere
-Mmmh... Forse ho
esagerato...-
-Forse?-
Jou rimase
pensieroso -E' che non sappiamo... cosa ci aspetta...-
-E nonostante
ciò vuoi andare lo stesso?! E se ti succedesse
qualcosa?- esclamò la signora Tachikawa
-Tesoro,
calmati...- cercò di tranquillizzarla il marito
-Calmati un
corno! Mimi, Palmon! Non voglio che vi succeda qualcosa!-
-Mamma...-
cominciò Mimi, non sapeva proprio che dire.
Qualunque cosa avrebbe detto, avrebbe contribuito a far agitare sua
madre.
-Proteggerò
io Mimi!- esclamò Palmon, portando le
zampette al cuore -A qualunque costo!-
La signora
Tachikawa fissò prima Palmon, poi sua figlia, poi
si abbracciò al marito scoppiando in un pianto
dirotto,peggio di prima -Visto che è pericolosoooooo.....-
Sulle teste di
Mimi e Palmon si formò la solita gocciolina
che indicava lo stupore o lo shock (in questo caso, la seconda opzione).
-Scusa...-
sussurrò Palmon
-Non è
colpa tua.- le sorrise Mimi e si precipitò
da sua madre cercando di rassicurarla.
-State attenti,
vi prego.-
Annuirono.
-Stai tranquillo,
papà.- disse Ken -E tu in particolare,
mamma.- continuò osservando sua madre che lo osservava con
lo sguardo malinconico sulla porta della sua stanza.La signora
Ichijouji appariva leggermente più affaticata del solito. Il
viso leggermente sciupato e stanco, ma nonostante tutto, appariva
più bella.
-Mi raccomando,
Umi, non fare affaticare la mamma.- il giovane
Ichijouji accarezzò la testolina di una bambina alta quanto
un soldo di cacio.
Aveva circa tre
anni, Umi Ichijouji, sorella minore di Ken e Osamu.
-Ti.-
annuì lei in risposta, stringendo tra le braccia
Wormmon, contento di essere strapazzato di coccole.
-Vuoi che lo dica
io a tua madre?- chiese il vecchio Chikara al nipote.
Iori
annuì.
-Non capirebbe.-
il digiprescelto si passò il ricevitore del
telefono più volte tra la mani.
Sua madre, suo
nonno, Seiko... Dovevano saperlo... Ma probabilmente
nessuno dei tre avrebbe capito a fondo.
Nessuno avrebbe
capito a fondo le sue preoccupazioni perché
le ritenevano troppo grandi per un dodicenne.
-Iori...-
cominciò Armadimon -Devi trovare la forza di
dirglielo tu, altrimenti tua madre non riuscirà davvero a
capirti.-
-Già...
Lo so... Però...- così sarebbe
stato più doloroso l'addio, specie da parte sua.
-Però
cosa Miyako Inoue?- la signora Inoue si
risistemò gli occhiali sul naso -Mi stai chiedendo di non
preoccuparmi mentre tu e i tuoi amici andate in un mondo assurdo a
farvi ammazzare!-
Miyako
montò su tutte le furie -Questo a dimostrare che non
mi ascolti mai quando ti parlo!- gracidò, ultimamente i
rapporti con la madre erano particolarmente tesi, forse per il fatto
che la digiprescelta si dimostrava più ribelle e desiderosa
di libertà, aveva un ragazzo e non sopportava l'idea di
subire il terzo grado dopo ogni uscita col giovane Ichijouji.
Però era giusto che la madre si preoccupasse per lei, Miyako
lo capiva, ma il suo carattere talmente cocciuto le impediva di chinare
il capo e dire ''Hai ragione, mamma.''
-Miyako...-
cominciò Hawkmon che assisteva alle sfuriate tra
le due ogni giorno da un po' di tempo a quella parte, ma mai aveva
sentito Miyako rivolgersi con tanto astio a sua madre.
-Io mi preoccupo
per te!- esclamò la donna
-E secondo te io
perché ci vado a Digiworld??? Per
proteggere tutti voi!- sbraitò prima di uscire di casa
sbattendo la porta, dirigendosi verso il negozio di alimentari a pian
terreno.
-Mi dispiace...-
balbettò il falchetto -Miyako sicuramente
non voleva...- ma si interruppe osservando il viso della donna.
Gli occhi
arrossati e lacrime pronte a rigarle le guance.
-Che male
c'è a essere preoccupata per mia figlia?-
riuscì a dire, soffocando i singhiozzi.
-Mamma, non
preoccuparti per noi. Andrà tutto bene.-
Koushirou aveva ripetuto quella frase almeno dieci volte, ma sua madre
era ancora sotto shock. Non le piaceva l'idea che il suo adorato figlio
rischiasse la vita, ma cercava comunque di non darlo a vedere, voleva
mostrarsi fiduciosa nei suoi confronti, come aveva sempre fatto, ma
questa volta era molto più difficile.
Koushirou
sospirò e si rimise a trafficare al computer.
Doveva liberarlo dalle cose inutili in modo da lasciare spazio per
qualsiasi file o software, Gennai gli avesse passato.
Via la musica,
via le foto, via qualunque cosa non servisse.
Trasferì
i file sul computer fisso e cominciò a
maneggiare con varie periferiche e penne USB, a questo punto potevano
tornargli utili.
Mentre smanettava
da un pc all'altro, il suo DigiTerminal prese a
suonare.
Sollevato il
piccolo display dell'apparecchio, Koushirou lesse un
messaggio che lo lasciò profondamente angosciato.
-Sora,cos'hai?-
chiese Pyomon all'amica mentre sistemava delle cose in
una borsa.
-Non lo so. Sento
un grande peso al cuore, ma non so
perché... E' angosciante...-
Pyomon le si
appoggiò ad una spalla -Stai tranquilla, pyo.
Ci sono io con te.-
La rossa sorrise.
Pyomon sarebbe
sempre stata con lei, vero,ma non era quello che la
preoccupava maggiormente.
Improvvisamente
il suo ragazzo era al centro di qualcosa di
straordinario e rischiava di essere ucciso da un momento all'altro. Che
poteva fare lei?
-Ti vedo
abbastanza tranquilla.- scherzò il signor
Takenouchi, rivolto alla moglie, intenta a sistemare dei fiori.
Un fiore cadde.
-Se anche mi
agitassi...- rispose calma la donna raccogliendolo -...
Non cambierebbe nulla.-
-Sora
è una ragazza responsabile...- le fece eco il marito.
Lei
annuì.
Annuì.
-Si. Gliel'ho
detto, ma la mamma non l'ha presa molto bene.- Mamoru
rispose a Elecmon. Già da qualche giorno aveva accennato a
sua madre che sarebbe dovuto andare a Digiworld a combattere per la
salvezza del mondo, ma ovviamente la donna non riusciva a comprendere
fino in fondo la situazione. Era molto preoccupata per suo
figlio e subito erano iniziate le discussioni con suo padre che non
c'era mai.
-Credo che non mi
sposerò mai.- disse prendendo una coperta.
-Perché?-
chiese Elecmon
-Perché
costruire una famiglia se poi non la si vive?-
-Ti riferisci a
tuo padre?-
Annuì
-Ma non devi
necessariamente seguire le sue orme, Mamoru.-
Mamoru si sedette
sul letto.
-Io voglio
seguire le sue orme... E superarlo... -
Elecmon lo
guardò leggermente angosciato.
Conosceva la
storia di Tsutomu.
Il suo partner si
trascinava una ferita ancora sanguinante e non si
sarebbe mai dato pace. Voleva che il mondo venisse purificato da ogni
male. Ma era praticamente impossibile e Mamoru doveva rendersene conto
al più presto.
-Non
fraintendermi Taichi.-disse il signor Yagami.
Era ormai passata
l'ora di cena. L'intera famiglia era davanti alla
televisione, ma il quiz televisivo che trasmettevano in quel momento
era l'ultimo dei loro pensieri.
-Non voglio dire
che non mi fidi di te, di voi. Solo che tua madre ed
io siamo preoccupati. Questo Lucemon che dovrete affrontare, non
è come gli altri, l'hai detto tu stesso.-
Taichi
annuì.
-Ma io e Tailmon
proteggeremo Taichi e Hikari, vero?-
-Certo.-
annuì la gattina.
-Lo sapiamo, ci
fidiamo di voi, ma non possiamo rimanere qui in
silenzio col sorriso sulle labbra.-
-Lo so. Ma cosa
vuoi che ti dica?- Taichi si ficcò dei
popcorn in bocca.
-Dovevate proprio
dircelo oggi?-
-L'abbiamo saputo
solo stamattina.- intervenne Hikari.
Il signor Yagami
sospirò.
-Non voglio farvi
la predica.- disse mettendo una mano sulla spalla di
Taichi e una su quella di Hikari -Sono solo preoccupato,
perciò cercate di fare del vostro meglio e tornate sani e
salvi.-
Annuirono
tristemente.
Odiavano dare
tante preoccupazioni ai loro genitori, dopotutto, non
avevano scelto mica loro di diventare digiprescelti. Per quanti lati
positivi avesse esserlo, quando accadevano cose del genere, la cosa
peggiore era sempre informare i propri genitori.
Troppo doloroso
vederli angosciati.
"Ma
perché...
Perché devono andare?" la signora
Yagami era intenta a fare i piatti. Li sciacquava nervosamente e
altrettanto nervosamente li metteva nello scolapiatti seguendo il ritmo
frenetico dei suoi pensieri. Aveva paura. Come aveva detto Taichi,
questa missione era più pericolosa delle precedenti. In ogni
missione i suoi figli avevano rischiato la vita forse più di
tutti gli altri prescelti e ora... Ora dovevano tornare a combattere in
un mondo selvaggio che non era neanche il loro. Non ce l'aveva con i
digimon, Agumon e Tailmon ormai erano di famiglia, ma in fondo al cuore
si chiedeva
"Perché non ci pensano loro al proprio mondo?"
-Non hai una
bella cera, Natsuko.- disse il signor Ishida porgendo alla
moglie del caffè.
-Non sono
riuscita a dormire stanotte.- rispose lei mettendoci lo
zucchero e sorseggiandolo.
-E'
comprensibile.-
-Hiroaki...-
cominciò -Perché proprio i nostri
figli?-
-Se non fossero
stati i nostri, sarebbero stati quelli di qualcun
altro.- rispose lui, apparentemente calmo e freddo.
Lei
poggiò la tazzina sul tavolo e tenne la testa fra le
mani -Ma perché Yamato e Ylenia? Non potevano affidare quei
poteri a qualcun altro?-
-Sigillare quei
poteri a Digiworld era molto più
pericoloso.- si intromise Hogan.
Natsuko
inarcò il sopracciglio, guardando l'uomo con
sufficienza. La storia della loro famiglia era stata travagliata sin
dall'inizio, senza che ci mettessero lo zampino dei digimon con manie
di grandezza. Certo, ora Ylenia era insieme a loro e se non
fosse successo ciò che era accaduto 17 anni prima, non
sarebbe stata lì, ma una domanda ronzava in testa alla donna.
Insistentemente,
come un martello d'angoscia quelle parole colpivano la
sua mente. "E se morissero?"
Le mani le
tremarono, tanto che stava per rovesciare la tazzina da
caffè sul tavolo.
Hiroaki
avvertì quel senso di smarrimento, era lo stesso che
provava anche lui e si maledisse per essere un uomo, perché
come tale non riusciva ad esternare appieno i suoi sentimenti e
appariva distaccato e freddo.
Non poteva
ricevere forza da qualcuno, doveva darla. E così
fece, prendendo la mano della moglie e stringendola per rassicurarla.
-Yamato,
cos'hai?- chiese Takeru al fratello.
Si erano
svegliati abbastanza presto, per prepararsi per bene ad andare
a Digiworld, ma mentre Takeru era completamente sveglio e veloce nel
vestirsi e preparare le ultime cose, Yamato stranamente tardava.
Il biondo della
Speranza guardò attentamente il fratello che
sedeva sul bordo del letto.
Yamato sudava e
ansimava ed era molto pallido.
-Yamato?- gli
chiese. Anche Gabumon e Patamon cominciarono a
preoccuparsi.
-Non... mi
sento...molto bene...- biascicò il maggiore,
prima di ricadere su un fianco.
E fu in quel
momento che Takeru notò un strana macchia scura
sotto la maglietta del pigiama.
°
Un bizzarro
digimon varcò la soglia del salone, a passo
lento e deciso, quasi calcolato. Davanti a lui, dall'altro capo della
stanza, stava un trono completamente realizzato in oro bianco e sopra
di esso, una figura minuta e aggraziata.
-Hai qualcosa di
importante da dirmi, Piemon?-
Piemon, il leader
dei Dark Masters, procedette ancora verso il trono,
per poi inchinarsi dinanzi all'interlocutore.
-Purtroppo la
situazione sta degenerando, Lucemonsama.-
Lucemon, il
demone della Superbia, si mise ritto a sedere. Il suo
aspetto era quello di un bambino biondo, dalla pelle rosea, gli occhi
azzurri e le ali sulla schiena. Ben sei paia di ali sulla schiena e due
alucce ai lati della testa. I capelli biondi ordinati in un grazioso
caschetto, presentavano due ciuffi leggermente rialzati, sulla
sommità del capo, come delle piccole corna. Indossava una
tunica bianca che lasciava scoperta metà del busto e le
gambe. Ai polsi e alle caviglie, dei grossi bracciali dorati. Sotto
l'occhio e il braccio sinistro e sul petto erano tatuati dei simboli
viola.
Nonostante
l'aspetto innocuo, Lucemon era uno dei digimon
più potenti mai esistiti. E per questo, anche uno dei
più soli.
-Parla! Che avete
combinato stavolta?-
-Non dica
così, la prego.- rispose Piemon ridacchiando -Sa
benissimo che non posso interferire con le azioni di quell'altro. Se lo
facessi, mi scoprirebbero.-
-Tsk... Vai al
dunque.-
-L'altro me, ha
dato ordine a Kokueimon di uccidere Yamato Ishida,
ovvero la Chiave delle Tenebre.-
-E....-
-Yamato Ishida
è in pericolo di vita. Non gli rimangono che
poche ore.-
-Non ci voleva
proprio.- il piccolo angelo caduto prese a riflettere -
Se morisse, il potere che ho acquisito con fatica, svanirebbe con lui.
Piemon!- scattò in piedi esclamando il nome del demone clown.
-Si, signore?-
-Tienimi
informato.-
Annuì,
poco prima di lasciare la sala. La testa gli doleva.
Si massaggiò le tempie. Non poteva continuare
così. Se il suo altro se stesso fosse riuscito nei suoi
piani, la maledizione di Lucemon sarebbe sparita, e così lui.
Forse un modo
c'era per impedirlo, ma doveva stare molto attento.
Fine
Capitolo 5
Bene
signori, eccoci
al 5o capitolo, che come gli altri non presenta scene d'azione
(arriveranno, ve lo prometto).
Ho
cercato di
collegare le varie scene le une con le altre, spero che l'effetto sia
stato gradito.
Per
chi se lo sta
chiedendo Seiko è la bambina che Iori ha incontrato in
quell'ospedale, quando MarineDevimon ha cominciato a fare danno.
E
si, Iori ha trovato
la ragazza prima di Daisuke XD
Comunque
il nome
Seiko gliel'ho messo io, che il vero non lo so.
Spero
che
il capitolo sia di vostro gradimento U_U e grazie a chi legge,
recensisce e mette fra i preferiti la storia ^^
Bene,
ora passiamo
alle recensioni.
crhystal:
Grazie ^^
Non abituarti all'idea di LadyD. dolce e depressa U_U
Eden89:
Lo scoprirai
presto. Eh si, Yama ha un figlio e l'ha avuto durante la prima serie, i
dettagli nel corso della storia ^^
Echo:
Si, Yama ha un
figlio U_U ma aspetta prima di strozzarmi XD Ti posso spiegare.
|
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Capitolo 6 *** 6. Padri e Figli. ***
TonosamaGekomon:
ShogunGekomon
Yukidarumon: Frigimon
Capitolo 6:
Padri e figli
C'è un tempo per
cambiare
Amare e poi soffrire
E lentamente crescere
Da soli
(Vivere normale, Roby
Facchinetti)
Gennai
aprì il varco non appena Hogan lo informò
di quanto accaduto e quasi immediatamente vide riversarsi sul tatami
della sua "umile" dimora, una miriade di ragazzini e digimon.
-Ahi!-
esclamarono Taichi e Agumon, che erano finiti sotto al mucchio.
L'unico ad essere rimasto illeso fu Hogan che teneva in braccio Yamato.
Mika per fortuna era finita sopra di tutti, seduta sulla schiena di
Daisuke, atterrato sopra il fondoschiena di Takeru che stava
schiacciando Hikari, finita sopra Jun che massacrava Mamoru. Insomma,
in quel groviglio di corpi umani e non, non si riusciva a capire come
districare braccia e gambe.
-Ma
è
sempre così traumatizzante?- chiese Jun,
una volta che tutti riuscirono a rimettersi in piedi.
-Non
sempre.- le
rispose il fratello, scuotendosi la polvere di dosso
-Di solito si, però.-
-Ah,
bene!- fece
lei sarcastica.
Tutti
portavano
gli abiti indossati il giorno prima.
I
cloni di Gennai
non tardarono a presentarsi e aiutarono i prescelti a
sistemare i bagagli nelle rispettive camere, in fretta e silenzio.
Rimasero
solo i
fratelli Ishida e Yagami.
-Quel
digimon
deve avergli fatto qualcosa...- disse Gennai
-Sai
chi era?-
chiese Taichi
Gennai
scosse la
testa.
-No.
So solo che
aveva un legame con Piemon.-
-Piemon?
Quel
Piemon?-
Gennai
stavolta
annuì.
-Ma
come puoi
esserne sicuro?- chiese Takeru, con voce tremante. Si
stava trattenendo dal piangere. Aveva paura per suo fratello e
ciò era comprensibile. Anche lui, una volta tanto, poteva
smettere di fare il duro, come quando era piccolo. Allora sì
che piangeva, ma erano rare le volte in cui si era preoccupato davvero
per Yamato. Perché il suo Niisan era forte.
Ylenia
avvertì quello smarrimento nel fratello minore e gli
mise una mano sulla spalla. Pensò che fosse strano. Semmai
era lui a dover dare coraggio a lei e non viceversa.
Il
digiprescelto
dell'Amicizia giaceva sul divano verde al centro della
stanza.
-Il
digimon che
l'ha attaccato, non era Piemon, ma potevo percepire
chiaramente un’energia simile alla sua, quindi deve essere
qualcuno che gli è molto vicino. Ma adesso dobbiamo pensare
a Yamato.- disse uscendo dalla stanza.
Percorse
il
corridoio per poi lasciare l'abitazione e risalire il lago.
La
cittadina di
Bernika sorgeva intorno al lago nelle cui
profondità stava la casa di Gennai.
Era
un complesso
relativamente recente e a dir la verità,
edificato piuttosto in fretta. Tutti i digimon le cui terre erano
andate distrutte avevano trovato lì rifugio e accoglienza.
Vi
erano diversi
edifici, che ricordavano delle vecchie fabbriche.
C'era anche un ospedale, un lago, sulla cui riva sorgeva un cartello
con scritto "Gennai's House" e un altro edificio a forma di Hard Disk,
che però risultava dietro l'ospedale e non era molto
visibile.
Le
abitazioni
erano piccole e modeste, ma comunque comode e vivibili.
Il
lago si
richiuse dietro Gennai, che si diresse verso una costruzione
circolare dalla forma d’igloo, ma non costruita di ghiaccio.
Era
in pietra,
decorata all'esterno da stoffe colorate dai motivi
più bizzarri ed era la più grande di tutte.
Lì,
infatti, vivevano Jijimon e Babamon, marito e moglie.
Erano tipi solitari, ma conoscevano Digiworld e i suoi segreti come le
loro tasche. Molti si chiedevano come mai si fossero rintanati
là, considerato il fatto che essendo due saggi, molto
probabilmente preferivano la quiete e il silenzio, e la cittadina di
Bernika era tutt'altro che silenziosa.
Era
sempre
affollata, i piccoli digimon nascevano e crescevano
là dopo che la Città della Rinascita originaria
era andata distrutta insieme a tutta l'isola di File dopo che i
Cavalieri Reali, per ordine di Lucemon avevano cominciato a raccogliere
i Digicodici portando devastazione ovunque.
A
quanto pareva
l'angelo caduto non aveva intenzione di starsene con le
mani in mano nel frattempo che avrebbe recuperato i suoi due poteri.
Gennai
bussò alla porta di legno massiccio che si
aprì quasi immediatamente.
°
-Piemon!
Piemon!-
Si
mise a sedere
sul letto, di malavoglia.
-Che
vuoi,
Pinocchimon?- prese a massaggiarsi la testa. Sembrava gli si
dovesse spaccare.
Il
burattino,
senza smettere di saltare sul letto, continuò
-Sbrigati! Probabilmente i digiprescelti sono già entrati a
Digiworld-.
A
quelle parole
il clown, che aveva seguito con la testa i rimbalzi del
fratello minore, smise di massaggiarsi le tempie.
-Giusto...-
disse
e si alzò velocemente. Indossò
la camicia bianca di seta e la giacca rossa, dopodiché
uscì dalla stanza da letto in fretta, seguito dal burattino.
-Siamo
pronti?-
chiese con autorità entrando nella sala dei
troni. Gli altri non risposero. Erano tutti lì, mancava solo
lui.
Mugendramon
e
Metalseadramon, per comodità, erano soliti
girare per il castello con una forma ibrida, che non ostacolasse i loro
movimenti, dato erano dei veri giganti.
Il
drago nero
aveva i capelli argentati e gli occhi rossi. L'occhio
destro era coperto da un dispositivo metallico, dotato di una lente
rosso rubino che fungeva da dispositivo di controllo del suo enorme
potenziale.
Per
il resto,
l'abbigliamento era piuttosto semplice: cappotto lungo di
pelle nera, col collo ampio e svasato, guanti, scarpe, pantaloni, tutto
era nero.
Metalseadramon
invece portava i capelli indaco sciolti lungo la schiena
nuda. Indossava solo dei pantaloni color del mare, con dei grossi
spacchi all'altezza delle cosce. Gli occhi erano rossi e le labbra
rosate erano una tentazione per chiunque. Le guance presentavano delle
scagliette azzurre che componevano quattro strisce puntute, due per
ogni guancia. E al posto delle orecchie aveva delle pinne azzurre.
Piemon
prese
posto sul suo trono nero, di fronte ad un gigantesco
schermo a cristalli liquidi.
Davanti
a lui
stava la mappa di Digiworld. Ormai il loro mondo era
ridotto a pochi agglomerati di terra tenuti insieme da lunghissime
strisce metalliche, percorse quotidianamente da Trailmon. Un insieme di
puntini rossi lampeggiava in una delle tante zone sparse del continente
di Server.
-Sicuramente
i
digiprescelti avranno avuto accesso a Digiworld dal
nascondiglio di Gennai.- disse Metalseadramon.
-Dobbiamo
costringerli a venire fuori.- fece Etemon -Dall'esterno non
possiamo fare nulla.-
-Che
vuoi dire?-
fece Piemon.
-La
Rete Oscura
che passa per quella zona, segnala la loro presenza, ma
di fatto in quella zona non c'è nulla.- rispose lo scimmione.
-Come
sarebbe a
dire?- chiese nuovamente il leader, col fiato sospeso.
Aveva lasciato che Mugendramon ed Etemon si occupassero di quella parte
del piano, ma a quanto pare c'erano state delle complicazioni.
-Mmmmm...
Abbiamo
controllato qualche giorno fa, io e Mugendramon,
ma...-
-Ma?-
-Ma
nulla.-
rispose il drago nero -Quella zona è vuota. I
cavi sono in perfette condizioni e non ci sono segni di sabotaggio.-
-C'è
un'unica soluzione.- continuò Etemon -In
quella zona si apre uno spazio parallelo. Anche se non sappiamo in che
punto. L'abbiamo controllata palmo a palmo. Niente.-
-Sbaglio
o
lì sorgeva il mio castello?- fece Vamdemon, quasi
con nostalgia per il suo maniero andato distrutto a causa degli odiati
Bambini Prescelti e dei loro digimon.
-Già.
Ed è quello che è strano.
Lì prima non c'erano spazi paralleli, giusto?- fece Etemon
Vamdemon
scosse
la testa.
-No.
Non sapevo
neanche che il lago lì vicino fosse la tana
di Gennai.- rimase un attimo in silenzio -Magari ci si entra
utilizzando qualche formula magica.- ipotizzò.
-Probabile.
Il
problema è sapere quale.- rispose Mugendramon.
-Per
questo vi
siete presi i miei libri?- ribatté il
vampiro, leggermente infastidito del fatto che i suoi preziosi volumi
fossero spariti dalla sua libreria per poi comparire nel laboratorio
del drago nero.
-Si
ma ancora
nulla da fare.- terminò discorso il
Mugendramon.
Piemon
sospirò, sconsolato.
Voleva
che
finisse tutto e subito. Odiava sentirsi così
impotente e vincolato a Lucemon dal germe della Superbia. Voleva essere
libero di vivere come in passato. Ma il desiderio è solo
sofferenza se manca la forza di volontà di realizzarlo. E la
Superbia di Lucemon aveva l'effetto di distruggere quella
volontà così forte che aveva sempre accompagnato
il loro gruppo. Distruggendo persino il gruppo stesso.
In
fin dei conti
avrebbero dovuto ringraziare i digiprescelti per
averli
liberati in parte da quell'influsso negativo, ma il germe era sempre
nel loro cuore, portandoli a sbagliare ancora e ancora.
Se
Yamato Ishida
fosse sopravvissuto, Lucemon avrebbe ottenuto
più facilmente la possibilità di riacquistare
entrambi i poteri.
Le
Tenebre
corrompono e sono corruttibili, molto più
facilmente della Luce.
Per
questo, la
Chiave delle Tenebre andava distrutta prima che fosse
troppo tardi.
-Appena
morirà, ci impadroniremo della Chiave della Luce e
diremo addio a tutti i nostri problemi.- concluse il clown.
La
Luce sconfigge
le Tenebre e i sigilli da esse creati.
Così
col potere della Luce un tempo appartenuto all'angelo
Superbo, si può distruggere il germe di Tenebre e Superbia
da questi creato.
Mugendramon
e
Vamdemon si lanciarono un'occhiata.
-Vuoi
dire che
è meglio aspettare?- chiese Mugendramon, con
la potente voce metallica che risuonò nella sala.
Tutti
lo
guardarono.
-Vedi
altre
soluzioni?- fece Piemon, con un tono che
infastidì l'altro.
-Il
problema,
Piemon...- cominciò il drago nero - ... non
è se io vedo altre soluzioni. Il problema è se le
vedi tu. Ammettilo. Non sai che pesci pigliare.-
-Ho
detto che
dobbiamo aspettare che escano fuori.- ribatté
il clown
Mugendramon
scosse il capo sconsolato.
-Piemon...
Se
quello muore, gli altri non usciranno mai da
là.-
-Prima
o poi lo
faranno.-
-E
come facciamo
a convincere Ylenia a collaborare, dopo che le abbiamo
ucciso il fratello?-
-La
costringiamo.-
Mugendramon
si
trattenne dal saltare addosso al suo leader. Possibile
che fosse così testardo? Non voleva saperne d'aver torto fin
dall'inizio.
Quello
che diceva
lui era legge e chi lo contraddiceva passava dei guai.
Non
guai dal
punto di vista fisico.
Ci
mancava. La
forza di Mugendramon era pressoché pari a
quella del clown, ma il problema era che l'adorato leader gli avrebbe
messo i bastoni fra le ruote per qualsiasi cosa, assillandolo e
infastidendolo.
Preferivano
di
gran lunga dargli spago, sperando che prendesse le
decisioni giuste.
"Ne
ho
abbastanza." pensò tra se -Mi spiace dirtelo, ma da
quando abbiamo affrontato Lucemon ti sei completamente rincitrullito.
Devi imparare ad ascoltare gli altri!-
-Ti
sto
ascoltando, e finora non mi hai dato un’alternativa
al mio piano.-
Metalseadramon
guardò il drago nero.
Era
palesemente
infuriato,sull'orlo di una crisi di nervi, ma cercava
di stare calmo e discutere civilmente.
Un
ronzio
attirò la loro attenzione sulla porta della sala.
°
Il
disegno era
uscito bene.
Forse
il migliore
che avesse mai fatto.
Prese
una puntina
e lo attaccò al supporto di legno che
sovrastava il suo lettino.
Era
pieno di
disegni che rappresentavano la stessa cosa. O meglio, la
stessa persona.
Il
bambino li
guardò uno per uno.
Era
passato tanto
tempo e ogni giorno il desiderio di rivedere quella
persona era cresciuto sempre di più.
A
volte aveva gli
incubi e la nonna Babamon lo prendeva per mano. Era
dolce e gentile con lui, ma con gli altri, lo spaventava, era una pazza
scapestrata. Il nonno Jijimon gli raccontava sempre un sacco di storie
e quando piangeva gli diceva che suo padre sarebbe tornato a prenderlo.
-Ora
non
può venire perché se no ti metterebbe in
pericolo. Lo capisci, vero Risei?-
Lui
annuiva e
tirava su con il nasino.
Prendeva
i
pastelli e disegnava il suo papà.
Ora
non avrebbe
più dovuto solo disegnarlo,
perché Jijimon gli aveva annunciato che l'avrebbe rivisto
presto.
Risei
udì la porta dell'ingresso richiudersi e fece per
uscire dalla sua stanza, ma si fermò, quando
sentì la voce
di Gennai.
Poggiò
il visino alla porta e ascoltò cosa aveva
da dire l'uomo.
-Saggi,
abbiamo
un grosso problema!-
-Che
problema?-
fece Jijimon smettendo di fare quello che stava facendo.
-I
digiprescelti
sono arrivati, però...- Gennai
s’interruppe e Risei avvertì un brivido
risalirgli lungo la schiena.
Aprì
la porta.
-E'
successo
qualcosa a papà???- chiese spaventato.
Gennai
lo
guardò.
Era
la fotocopia
in miniatura di Yamato. Era piccolo, aveva circa sei
anni, ma sembrava molto più maturo per la sua
età. Dipendeva sicuramente dal fatto che non era un essere
umano, ma un ibrido. Metà umano e metà digimon.
Quasi a ricordarlo con insistenza a tutti quelli che posavano lo
sguardo su di lui, vi erano delle piccole voglie verdi a forma di
triangoli sulle guance (simili a quelle di Metalseadramon), ma nel suo
caso non erano formate da scaglie. Inoltre, quando
s’infuriava, il suo corpo cresceva, i denti diventavano
più appuntiti e gli occhi si tingevano del colore del
sangue.
Era
una fortuna
che il piccolo fosse d’indole tranquilla a
dispetto del digimon che gli aveva "donato" i dati.
-Cos'è
successo zio Gen??- gli chiese, mentre l'ansia lo
attanagliava. Le manine portate al petto stringevano la maglietta
azzurra a mezze maniche, che scendeva morbida lungo i fianchi.
Indossava anche dei pantaloncini marroncini e ai piedi dei sandali.
Gennai
non sapeva
se dirgli la verità. Gli altri prescelti
non sapevano di lui, perché a Yamato era stato
esplicitamente chiesto di non dire nulla per non mettere in pericolo se
stesso e il bambino. Come avrebbero reagito gli altri nel venire a
conoscenza di una cosa così delicata in un momento del
genere?
Gli
si
avvicinò.
-Papà
non sta bene, per questo sono venuto a chiamare
Jijimon e Babamon. Ma tu stai tranquillo Risei e non ti muovere di
qui.-
-Ma...-
Babamon
gli diede
delicatamente la scopa sulla testa.
-Stai
buono qui e
prepara un bel disegno.-
-Ma...
Nonna
aspetta...-
Gli
adulti
uscirono, lasciandosi alle spalle il piccolo.
Risei
fissò la porta chiusa.
-Papà...-
°
-Papà!
Papà!!- il piccolo Hiroyuki Urameshi, nove anni,
entrò nello studio del padre saltellando dalla
felicità. Aveva preso 100 nel compito di storia ed era
così orgoglioso di se che non aveva resistito alla
tentazione di sentirsi lodato dagli altri membri della sua famiglia.
-Il
mio Hiro!- aveva
esclamato sua madre scompigliandogli i capelli.
Sua
sorella si era
limitata a sorridergli e dargli un bacione sulle guance lentigginose e
suo fratello l'aveva preso a cavalcioni e portato in trionfo per la
casa, dove i servi della famiglia lo acclamarono, contenti che il
signorino Hiro fosse così studioso.
Voleva
che anche suo
padre vedesse quel compito in classe ed entrò senza bussare
nello studio.
Il
padre era immerso in
una marea di fogli di carta accartocciati, cercando di creare qualcosa
d’interessante per la sua linea di gioielli, ma non aveva
ispirazione ed era alquanto nervoso.
-Papà
guarda!
Ho preso 100!- esclamò il bambino
-Hiroyuki,
sto
lavorando.- rispose, senza neanche voltarsi, l'uomo.
-Ma
papà,
guarda! Ho preso 100! 100!-
-Hiroyuki,
smettila!
Devo lavorare.- rispose seccato l'uomo.
Un
duro colpo per un
bambino di soli nove anni. Che male c'era nel chiedere l'attenzione di
suo padre per pochi secondi?
Da
quando avevano fatto
fortuna ed erano diventati ricchi, suo padre voleva
più bene ai soldi che a lui e ai suoi fratelli.
-Cosa
abbiamo
qui?- chiese allegramente una lontana voce femminile,
decisamente anziana, ma ancora piena di vitalità.
-Babamon,
la
prego, può fare qualcosa?- chiese Gennai.
-Odio
mio padre.- si era
lasciato scappare
-Perché?-
gli
aveva detto Yamato, nove anni, suo compagno di banco.
-Perché
lui
mi odia.-
Yamato
aveva sbuffato
-Impossibile.- per il piccolo Ishida era inconcepibile che un genitore
odiasse il proprio figlio, specie suo padre, dato che lui viveva solo
con Hiroaki.
-E
invece si.-
-E
io ti dico di no.-
A
quel punto Hiroyuki,
che odiava essere contraddetto, lo spinse giù dalla sedia.
-Ahi!-
-Ma
cosa ne sai tu!?-
gli aveva urlato prima di uscire dall'aula come una furia.
Se
non avrebbe attirato
l'attenzione di suo padre con i meriti, l'avrebbe fatto comportandosi
male.
-E
che ne so, se
non l'ho visitato?- Hiroyuki poté udire
perfettamente il rumore di un qualche oggetto abbattersi secco su
Gennai, che si lasciò scappare un gemito di dolore.
-Babamon
per
favore...- un'altra voce anziana, questa volta maschile
intervenne.
-Invece
di
cianciare, Jijimon, porta la barella!- ribatté la
vecchia.
I
digiprescelti
ora erano riuniti nella stanza, shockati per la
presenza dei due digimon davanti a loro.
La
prima,
sembrava una donna, dalla pelle molto chiara, quasi grigia,
come i capelli legati a cipolla sulla nuca e decorati con una bacchetta
dorata alla quale era incastrata una sferetta rossa.
Le
orecchie
portavano degli orecchini a cerchietto e al collo portava
una grossa collana di perle rosa, la cui perla centrale riportava un
simbolo violetto, costituito da rombi. Ricordava la Crest della Luce.
L'abbigliamento
era alquanto bizzarro, dato che '' l'anziana donna''
indossava una giacca verde con le maniche decorate di bianco e rosso,
sopra una tunica a scacchi viola e celesti. I colori erano parecchio
contrastanti, ma nel compenso non stonavano su di lei. A completare la
bizzarra visione, la digimon impugnava una scopa che agitava verso
l'alto, come una majorette in una parata.
Il
digimon
accanto a lei sembrava uscito da un videogioco.
-Guarda!-
esclamò Veemon, indicandolo -Sembra il vecchietto
di Metal Slug!-
-E'
vero...- gli
fece eco Daisuke ricordando il vecchietto barbuto che
nel videogioco veniva continuamente rapito e che nascondeva nei boxer
scatole di munizioni e missili d’ogni tipo.
Il
digimon aveva
il volto coperto dalla folta capigliatura e dalla
barba, entrambe grigie e leggermente arruffate. Il suo vestito era
più simile ad un sacco rattoppato dal quale spuntavano due
grandi e pelosi piedi.
La
pelle era
rosea e le mani impugnavano un bastone la cui
estremità era una zampa di un qualche animale. Forse un
felino.
A
differenza
della sua compagna, il digimon aveva modi di fare
più composti e gentili e pareva più conscio della
situazione, infatti non era entrato menando colpi di scopa a destra e a
manca saltellando a ritmo di chissà quale assurdo motivetto.
*Digimon
Analyzer*
Babamon, moglie di
Jijimon
Tipo: Antico
Tipologia: Antivirus
Livello: Mega
Attacchi: Empress
Haze: Con la scopa crea una strana foschia che
confonde
il nemico e lo fa star male (può essere letale)
Jijimon, marito di
Babamon
Tipo:
Antico
Tipologia: Antivirus
Livello:
Mega
Attacchi:
Hang
on
Death: Spara
una
sfera di luce che riduce in cenere il nemico oppure restituisce le
forze ai digimon sconfitti.
Gentle
Punch: Immagazzina
potere nel suo pugno e poi colpisce il nemico.
Jijimon
fece
apparire una barella, dove fu sistemato il digiprescelto
dell'Amicizia. Due dei cloni di Gennai, precisamente Jackie e
Cosè, portarono la barella fuori.
Neanche
il sole
accecante risvegliò il ragazzo.
Fuori
del lago
stavano tantissimi digimon, i sopravvissuti alla
distruzione di Digiworld da parte dei Cavalieri Reali. Per questo
tranne particolari zone, Digiworld era ormai solo composto di rotaie
sospese nel vuoto.
L'Isola
di File,
col laboratorio era andata distrutta. L'ex
laboratorio, divenuto in seguito il castello di Vamdemon, era andato
distrutto anche quello. La Città della Rinascita.... Tutto
sparito.
Ora
per quei
digimon, il loro mondo era quella cittadina, dove tutti si
davano da fare per ristabilire la pace e l'armonia perduta.
I
prescelti
seguirono i due digimon all'esterno della casa e videro i
digimon intorno a loro. Molti li conoscevano molto bene.
Mimi
cominciò a piangere, seguita a ruota da Sora, Hikari e
Miyako.
C'erano,
oltre a
Meramon, TonosamaGekomon, i Gekomon e gli Otamamon,
Whamon e Yukidarumon, tutti i digimon dei quali avevano pianto la
scomparsa.
Leomon
era poco
più in là, discutendo vivacemente
con Ogremon riguardo a dei Punimon particolarmente birichini e
dispettosi.
-Leomon!-
gridarono Mimi e Palmon saltandogli addosso.
-Mimi!
Palmon!-
esclamò lui.
Jou
sorrise
commosso, ricambiato dal leone.
Elecmon
si
diresse verso di loro, o meglio costrinse Mamoru a farlo,
dato che aveva preso possesso della sua schiena. Voleva sapere come
stavano i suoi piccoli che non vedeva da anni.
°
La
porta
metallica si aprì scorrendo e LadyDevimon fece il
suo ingresso nel salone. Tutti la guardarono col fiato sospeso,
meravigliati. Era da molto che non vi entrava con la stessa aria
determinata di un tempo. Al contrario di loro era diventata servile e
viveva per Piemon, ma qualcosa era cambiato nel momento in cui
Angewomon l'aveva eliminata. Il Germe della Superbia aveva avuto in lei
l'effetto opposto, distruggendo il suo orgoglio e facendola dipendere
da qualcuno. Ma la digimon che avevano di fronte in quel preciso
istante, era completamente un'altra.
LadyDevimon
voleva che Piemon riconoscesse loro figlio come tale, tanto
più che non aveva senso nasconderlo. Perciò prese
la decisione di andare contro al suo adorato. Piemon aveva bisogno di
una bella strigliata e se non ci pensavano gli altri maschietti, era il
caso che, come una volta, ci pensasse lei.
-Ti
vergogni di
me?- gli chiese irritata.
-Ora
che
c'entra?- le chiese lui secco, senza accennare un sorriso,
dopo la discussione con Mugendramon non era dell'umore migliore.
-Ti
vergogni di
me?- ripeté lei.
Lui
rimase zitto.
-E
rispondimi
quando ti parlo! Non ti riconosco più! -
-Lo
sai benissimo
che dopo che abbiamo sconfitto Lucemon...-
-Lo
so, lo so!-
ripeté lei esasperata, alzando le braccia al
cielo -Tutti noi siamo nella tua stessa situazione, ma stiamo cercando
di superare la cosa e come puoi vedere ci stiamo riuscendo. Solo tu sei
rimasto così stupidamente orgoglioso.-
Piemon
la
guardò -Non pensi che io possa essere sempre stato
così?-
-No.
Non eri
così, quando hai salvato me e Devimon. Non eri
così quando hai pagato il riscatto di Vamdemon a Daemon. Non
eri così quando abbiamo incontrato Mugendramon,
Metalseadramon ed Etemon. Non eri così quando abbiamo
conosciuto Hina e gli altri e NON ERI COSI' PRIMA DI COMBATTERE CONTRO
LUCEMON!- gli urlò. Dopodiché volò
verso di lui e lo afferrò per la giacca. -Sarai anche a
livello mega, ma di sicuro non me ne starò con le mani in
mano mentre fai soffrire NOSTRO figlio! Tu adesso alzi quel c**o
flaccido che ti ritrovi e vai a parlarci, capito?!-
Il
clown rimase
sorpreso dei toni della digimon e non
ribatté.
Neanche
lui era
sicuro di quello che provava per il figlio.
Non
temeva che
cercasse di superare la sua forza e prendere il suo
potere. Kokueimon era fedele e avrebbe fatto tutto per lui.
Era
un bravo
figlio, ma lui non riusciva ad essere orgoglioso di nessun
altro all'infuori di se stesso.
Rimase
in
silenzio per qualche secondo, sotto gli sguardi attoniti
degli altri. Nessuno aveva avuto il coraggio di parlargli
così, senza mezzi termini, perché erano stanchi
del suo egocentrismo e sentivano di non poterci competere.
Anche
pochi
minuti prima, Mugendramon si era contenuto, pesando bene le
parole prima di aprire bocca.
Come
ai vecchi
tempi, era LadyDevimon che doveva risolvere la
situazione, ed era quello che aveva appena fatto.
In
quel momento i
Dark Master erano per la prima volta tutti insieme in
quella sala a discutere del proprio futuro.
Piemon
fissava il
vuoto e dopo interminabili secondi, prese finalmente
una decisione.
-E
va bene. Che
il digiprescelto dell'Amicizia sia morto o meno, io
riconoscerò Kokueimon come mio figlio. Doveva conquistare la
mia fiducia e l'ha fatto.-
LadyDevimon
inarcò un sopracciglio, anche se da sotto la
maschera non si vedeva. Piemon le pareva comunque strano, si aspettava
una sfuriata, magari che estraesse le spade e la minacciasse.
Invece
aveva
acconsentito.
-Ora
dobbiamo
pensare a come prendere Ylenia Ishida e risolvere il
problema.-
-Io
avrei
un'idea.- disse Mugendramon, richiamando la loro attenzione.
-Ovvero?-
-Salvare
Yamato.-
Piemon
fece una
smorfia di sorpresa.
-Che
diavolo stai
dicendo?- gli chiese acido.
Mugendramon
non
si scompose.
-Sto
dicendo, che
potremmo promettere ai digiprescelti di salvare
Yamato se loro acconsentiranno a consegnarci Ylenia. Per loro
sarà conveniente. Kokueimon potrebbe rallentare l'effetto
della Doku Kage fino a quando Ylenia non ha svolto il suo compito.
Dopodiché...-
-
Dopodiché?-
-Dopodiché
vedremo.-
-Lo
uccideremo.-
fece Piemon -Se quel ragazzo vivesse e Lucemon dovesse
impossessarsi di lui, saremmo punto e a capo.-
Gli
altri
annuirono. Era testardo fino alla fine, ma almeno in quel
momento Piemon aveva ragione.
-LadyDevimon,
vai
ad informarlo.- disse il clown.
-Vacci
tu.-
rispose di rimando lei -Sarebbe una cosa carina.-
-VAI!VAI!VAI!-
esclamarono in coro Pinocchimon, Etemon e Metalseadramon.
-Voi
tre
piantatela, se non volete diventare tre chiazze rosse sul
muro!-
-Va
bene.- si
zittirono,come dei "bravi angioletti".
Piemon
scosse la
testa rassegnato.
-E
va
bene!-ringhiò. E sparì.
Gli
altri
cominciarono a parlottare tra loro finché Lady
Devimon non li interruppe.
-E
voi, muovetevi
a convocare i soldati! O volete che vi ci spedisca
io?-
Tutti
la
guardarono. Improvvisamente era tornata la digimon aggressiva
che conoscevano. E non era un bene per la loro incolumità.
-Ooook...-
fu la
risposta.
Velocemente
cominciarono i preparativi, mentre LadyDevimon rimase sola,
riflettendo su quello che aveva fatto. Si. Ora si che si sentiva se
stessa.
°
Hiroyuki
aprì gli occhi.
Accanto
a lui
Kotemon dormiva beato. Era così piccolo e
coccoloso che decise di lasciarlo dormire ancora un po'. A giudicare
dal trambusto che aveva sentito poco prima, in quegli angoscianti
attimi di dormiveglia, gli altri digiprescelti erano arrivati.
-Finalmente.-
disse, anche se era piuttosto curioso. Sembrava che fosse
successo qualcosa, ma Gennai non gli aveva detto nulla, lasciandolo
dormire.
Si
vestì velocemente, indossando la giacca color verdone,
con tanto di pelliccetta bianca nel cappuccio, sulla canottiera nera. I
jeans blu scuro erano sporchi e sbiaditi nelle ginocchia e stracciati
alle estremità, perché perennemente schiacciati
dalle scarpe ormai vecchie e rotte in diversi punti.
-Mmmmm...-
Kotemon fece segno di svegliarsi, rigirandosi sul futon. Si
stropicciò gli occhietti (o almeno era quello il gesto) con
la manica della tunica troppo grande per lui e biascicò
-Hirooo... Dove vai?-
-Sono
arrivati.-
aprì la porta e fece per uscire -Se vuoi
rimani a dormire, te lo meriti in fondo.-
Il
piccolo si
alzò in fretta.
-Aspettami!-
corse fino alla porta e col suo partner uscì
dalla camera, ancora piuttosto in disordine, ma a nessuno dei due
sembrava importasse.
Chiusero
la porta
alle loro spalle, dirigendosi verso la parte della
casa dalla quale provenivano le voci.
"Sono
passati tre anni,
chissà come sono cambiati e cosa
diranno. Sicuramente Ishida avrà ancora da ridire."
pensava
sghignazzando.
Fine
Capitolo 6
Ok,
signori, ora si entra nel vivo della vicenda. I Dark Masters hanno
deciso come agire e dal prossimo capitolo entreranno in azione.
Succederanno
diverse cosette, come l'incontro tra Risei e Sora, come
reagirà lei?
E
Hiroyuki farà il bravo e sarà gentile con tutti?
I nuovi prescelti saranno affiatati? Chi è quello mancante?
Ylenia
dovrà prendere una grossa decisione, che cosa
farà?
Tutto
nella prossima puntata.
Uau...
Sembravo quasi il narratore del cartone XD
Vabbé,
spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Non
vi nascondo che mi ha causato un mucchio di problemi e non
perché fosse difficile. Il fatto è che scrivendo
ero arrivata al capitolo 10, ma le cose procedevano lente e
sinceramente non mi convincevano. Mi veniva difficile smontare belle
frasi costruite con fatica per adattare i capitoli alle nuove idee.
Spero vi piaccia comunque.
Ancora
due parole:
Bernika
è un tributo ad un personaggio che mi piace molto (Bernika
di RAVE per intenderci)
L'attacco di
Babamon, o meglio, il suo effetto, l'ho inventato,
perché nel Digidex non c'era scritto, ma il nome
è quello.
Grazie,
continuate a seguirmi ^^
Echo: Mi fido?
Non è che mi ammazzerai alla fine della fic?
^_^'' Sono contenta di averti incuriosita ^^
Kymyit
|
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Capitolo 7 *** 7: A forza di dubbi. Passato che avanza. ***
hhjhf
Capitolo
7: A forza di dubbi. Passato che avanza
Corri, corri, corri, che la vita
se ne va
e tutto è
troppo tardi, tutto è sempre un po' più in
là
e la clessidra perde la
sabbia
e il tempo ci denuda a
forza di dubbi.
(La Clessidra, Marco
Masini)
I digiprescelti
erano nella sala d'attesa dell'impianto ospedaliero
della città, con le facce cupe, nervosi come non mai. Takeru
era
quasi intrattabile e ne Daisuke, ne Hikari, sapevano cosa dirgli per
cercare di dargli speranza e conforto. Rimasero a fianco del biondino
della Speranza in silenzio, cercando di trasmettergli quei sentimenti
con la vicinanza dei loro corpi e non con gesti e parole, che avrebbero
potuto urtarlo e sortire l'effetto opposto.
La mente di
Koushirou era piena di domande.
Molte
riguardavano ovviamente Yamato, Ylenia, Lucemon e Piemon, e
così via...
Ma c'era un'altra
cosa che lo turbava.
Era il messaggio
arrivatogli la sera prima.
"Ciao,
Koushirou-kun.
Non l'ho ancora detto a nessuno, volevo che fossi
tu il primo. Finita questa storia dovrò tornare a New York.
Sembra che a mio padre sia stato offerto un lavoro più
vantaggioso del precedente T_T ti sembra giusto??? Proprio ora che
eravamo di nuovo tutti insieme. T______________T Comunque...
Sei
pronto? Io ho un po' di paura, ma andrà tutto bene,
vero?Vero?
VERO??? ... "
Il messaggio era
lungo e alla fin fine quello che c'era scritto non gli
"importava" molto. Aveva ricevuto mail più o meno da tutto
il
gruppo. Messaggi riportanti frasi del tipo "Ricordati
il pc..."
oppure
"Per
caso Gennai ti ha
detto qualcos'altro?", perciò il
rosso
non si era interessato più di tanto al continuo di quella
mail,
ma a quelle prime dannate frasi e alla firma. "Mimi"
Non voleva che se
ne andasse.
Se fosse tornata
in America, le volte in cui avrebbe potuto rivedere il
suo sorriso così bello e sincero sarebbero state rarissime,
colpa del dannato fuso orario e della distanza oceanica.
Il cuore si
fermava ogni volta che rammentava ogni singola lettera di
quel funereo messaggio.
Non l'avrebbe
più vista.
Michael invece
l'avrebbe avuta tutta per sé.
Scosse la testa.
Non doveva essere
geloso dell'americano. In fondo, i digiprescelti
erano tutti amici, no?
"Forse
dovrei
dichiararle i miei sentimenti... Ma non è il
momento... Che devo fare?" si alzò e
si
diresse verso
l'ingresso.
La sala d'attesa
era ampia e bianca, con sedie e panche verde smeraldo,
un colore che porta pace e tranquillità, ma che in quel
momento
lo tormentava. Il verde era il colore della Digipietra della
Sincerità di Mimi. Percorse a grandi passi il corridoio che
lo
separava dalla porta in vetro dell'entrata, urtando qualcuno. Un
digimon, o forse no.
Si
voltò appena per intravedere un cappotto verde scuro
voltare
l'angolo. Decise di non seguirlo. Era curioso, ma doveva pensare,
perciò proseguì senza tornare indietro.
Mimi si torceva
le mani. Se non fosse successo nulla, quel messaggio
inviato a Koushirou non le sarebbe sembrato così colpevole.
"E
invece mi sento in
colpa a pensare a lui mentre Yama è in
quelle condizioni... "
Sora era apatica,
vicino a lei. Non sorrideva ne piangeva. Si stringeva
la maglia all'altezza del cuore, come a dargli forza di continuare a
battere.
"Si
salverà..." pensava.
"Ce
la farà,
vero?" pensavano
tutti, rivolgendosi a nessuno
in
particolare. Era solo una domanda retorica che le loro menti, unite
dalla paura, ripetevano all'unisono.
Gabumon sedeva
vicino a Pyomon, che gli stringeva la zampa e gli dava
delle piccole beccate alla pelliccia. Gli piaceva quando la papagallina
lo faceva. Gli dava sicurezza ed era anche un giochetto dolce. Lui le
rispondeva arricciandole ancora di più la piuma che le
ornava la
testolina. Stava bene con lei, come Yamato stava bene con Sora.
Perciò
il digimon rettile si augurava che la ragazza fosse
forte nel conoscere tutta la verità su Yamato.
Lui sapeva e
aveva taciuto. Come l'avrebbero giudicato?
Neanche Patamon e
Bearmon sapevano nulla. Persino Takeru e Ylenia.
Nessuno.
Solo lui e Yamato.
Tailmon era
giù di morale anche per un'altra cosa, oltre che
per Yamato, ovviamente.
Wizarmon.
Tutti i digimon
che avevano perso la vita per aiutarli erano rinati.
Tranne lui.
Dipendeva dal
fatto che Wizarmon era morto sulla Terra e non a
Digiworld?
Hikari le
accarezzò la pelliccia candida, anche lei
preoccupata
per qualcosa, che andava oltre l'attesa che quella dannata insegna
rossa, lampeggiante sulla porta della sala operatoria, si spegnesse.
Pensava a
Dagomon, a quel sogno e si fissava il palmo della mano vuoto.
"A
questo punto mi
chiedo se non sia stato davvero un sogno..."
Leomon e Ogremon,
nel frattempo, avevano accompagnato Mamoru ed Elecmon
nella zona della città riservata all'asilo.
In quella
città ogni digimon aveva un compito preciso.
Il leone e l'orco
si occupavano dei piccoli, preparandoli alla dura
vita che li attendeva.
I Digitamamon e i
loro assistenti si prodigavano di fornire cibo,
mettendo da parte l'avarizia che li caratterizzava.
Andromon e
Centarumon si occupavano della difesa dei vari lati della
base, insieme a TonosamaGekomon e Whamon.
Piccolomon si
occupava dell'ospedale, con i Saggi e in quel momento era
insieme con loro nella sala operatoria, ma spesso aiutava Leomon e
Ogremon con i cuccioli che raggiungevano lo stadio Intermedio, con
addestramenti più adatti all'indole d'ogni singolo digimon.
-Elecmon!!!- uno
dei piccoli saltò giù dalla sua
culletta
e corse incontro al digimon di Mamoru, che saltò
giù
dalla schiena del partner e lo prese in braccio, contento di rivederlo.
Erano passati tre
anni da quando aveva lasciato i piccoli per andare
sulla terra e incontrare Mamoru. Gli mancavano quei pargoli dai grandi
occhi luminosi che lo chiamavano in continuazione e per la pappa e per
i bisognini. Per quanto quel compito fosse estenuante, era il
suo
compito. Quei piccoli erano i suoi piccoli e lasciarli era stato
veramente difficile.
-Guarda Elecmon!-
gridò un Koromon - Mi sono evoluto!- poi
si
gonfiò, come ad imitare i colossi che mettono i muscoli in
mostra -Guarda come sono forte!-
A tutti
scappò una risatina. Mamoru si sedette su un cubo
verde
morbido, sul quale si sprofondava e lasciò che il suo
digimon si
crogiolasse con i suoi cuccioli. Quel posto pieno di giocattoli e
oggetti morbidi era bellissimo e lo riportava ai dolci ricordi
d'infanzia.
E inevitabilmente
finiva per pensare a Tsutomu e al vuoto che aveva
lasciato nella sua vita.
Leomon e Ogremon,
con la scusa di andare a vedere come andavano le cose
nell'ospedale, lasciarono il volpino a trastullarsi con i suoi
piccoletti e Mamoru a perdersi nei suoi pensieri.
Takeru si
alzò, pronto a dileguarsi anche lui per
qualche
corridoio, seguendo l'esempio del Digiprescelto della Conoscenza.
Magari avrebbe preso a calci qualcosa per sfogare l'ansia e la paura
che lo attanagliavano, chi avrebbe potuto dargli torto e
colpevolizzarlo per quello?
Suo fratello
stava morendo!
In quei lunghi
minuti si era trovato a pensare al romanzo che stava
scrivendo, e che giaceva nel suo cassetto. Raccontava le avventure dei
digiprescelti e dei loro digimon, ma non riusciva a scrivere certe
parti e perciò le aveva saltate. Pensò che quel
momento
che stava vivendo, non sarebbe riuscito a scriverlo se non con enorme
fatica, proprio come non riusciva a riportare lo scontro di Angemon con
Devimon. Erano emozioni troppo forti e negative, che non riusciva a
rievocare senza perdersi nel terrore di quei momenti.
Patamon era
appollaiato in silenzio sulla sua testa. Nessuno fiatava
per paura di dire qualcosa di sbagliato che l'avrebbe potuto turbare.
Come il biondo
della Speranza fece per voltare l'angolo,
urtò un ragazzo dall'aria truce.
-E' veramente
strano.- disse Babamon, in sala operatoria.
-Questo potere
è chiaramente legato all’Ombra,
però
non riesco a capire come annullarlo. Non avevamo mai visto una cosa del
genere... - le fece eco Jijimon
Piccolomon li
guardò preoccupato. Le cose si erano fatte
più complicate.
Per ore, i due
non avevano fatto altro che agitare scopa e bastone sul
corpo del digiprescelto dell'Amicizia, infondendogli energia per
risvegliarlo, ma la macchia nera non accennava a sparire. Anzi
dilagava. Erano poche le parti del corpo del ragazzo rimaste ancora
rosee. Persino i capelli stavano diventando neri come la pece.
-Deve appartenere
ad un digimon unico nel suo genere... - riprese
Jijimon -Credo ci sia bisogno di un'analisi più
approfondita.-
Babamon pareva
non attendere altro e, senza perdere tempo, estrasse una
motosega da sotto il tavolo operatorio.
-Pronta
all'autopsia!- ridacchiò
Sia Jijimon, che
Piccolomon, che i vari digimon infermieri rimasero
sconcertati e spaventati. Conoscendo Babamon, quello poteva essere uno
scherzo, come poteva non esserlo.
-Scherzavo.-
rispose lei, riponendo l'arnese infernale -Che credevate?-
Tutti sospirarono
rumorosamente, mentre la solita gocciolina di sudore
colava lungo le loro tempie.
Jijimon riprese
ad agitare la zampa felina sopra il corpo di Yamato e
così fece Babamon con la scopa. I due oggetti compivano dei
perfetti movimenti a spirale.
Dovevano vederci
chiaro, non era rimasto più molto tempo.
Quello era il
padre di Risei, non potevano permettersi che morisse.
Koushirou,
arrivato all'ingresso insieme al fedele Tentomon, aveva
notato un distributore di bevande, gratis.
Sorrise al
pensiero di non dover sborsare quattrini per prendere un
caffè e selezionò una bevanda che pareva
ricordarlo.
Era marroncina e
dolciastra, un misto tra caffè e coca cola,
ma buona, in fin dei conti.
Aspettò
che raffreddasse e la bevette tutta d'un sorso.
-Kou... -
cominciò Tentomon
-Mi sento uno
stupido... -fece
-C'è
qualcosa che ti preoccupa? Oltre Yamato, intendo.-
Koushirou
annuì.
-Mimi si deve
ritrasferire in America.-
Tentomon sapeva
che Koushirou amava Mimi, la notte invocava il suo nome
nel sonno e appena sentiva la sua voce andava nel pallone.
Però
era strano. Palmon non gli aveva parlato di questa cosa.
"A meno che..."
La digimon gli aveva detto in confidenza che alla
Tachikawa il rosso piaceva, quindi probabilmente "Mimi gli ha
raccontato una bugia per spingerlo a fare il grande passo."
-Se ti piace
così tanto perché non glielo dici?-
gli suggerì.
Koushirou
arrossì.
-Ma a che
servirebbe? Poi dovrà partire per l'America.-
Tentomon lo
squadrò.
-Preferisci
roderti il fegato per non averlo fatto? Kou... Non
riuscirai mai a esprimere i tuoi sentimenti, se non ci provi.-
Lui
annuì silenziosamente.
-Hai ragione...
lo farò... ma non in questo momento... non
mi
sembra il caso.-
Gettò
il bicchierino di carta vuoto nel
cestino
della spazzatura imitato da Tentomon e prese a camminare verso la sala
d'attesa, stringendo i pugni con una nuova certezza.
Hiroyuki
guardò il biondo più piccolo. Si
ricordava di lui, l'aveva visto qualche volta.
Spostò
il suo sguardo prima all'insegna rossa accesa, poi
agli altri ragazzi.
Taichi, Jou,
Mimi, Hikari e Sora lo guardavano sorpresi.
-Ma tu sei... -
Taichi si diresse verso di lui e solo allora Hiroyuki
notò Ylenia, accanto al prescelto del Coraggio.
"E' uguale a
Ishida... Gennai me l'aveva detto, ma cavolo! La
somiglianza è enorme... Certo, se non fosse per le tet... "
-Urameshi?-
concluse Taichi.
Lui
annuì.
-Da quanto tempo
è lì dentro?- chiese,
riferendosi a Yamato.
-Circa due ore.-
fece Jou guardando l'orologio.
-Vi conoscevate
già?- fece Iori
Mimi
annuì.
-Sì,
eravamo a nella stessa scuola. Sia alle elementari, che
alle
medie. Vabbè, io le medie le ho fatte quasi tutte a New
York... -
ridacchiò
-Tu finivi sempre
in classe con Yamato.- fece Taichi
-Già.-
rispose Hiroyuki -Pensa te che sfortuna.-
Il prescelto del
Coraggio si lasciò scappare anche lui un
accenno di sorriso.
-Hiro, sei qui!-
esclamò Kotemon affannato, sbucando da
dietro l'angolo.
Hiroyuki lo
guardò.
*Digimon
Analyzer*
Kotemon
Tipo: Rettile
Tipologia: Dati
Livello:
Intermedio
Attacchi:
Fire
Men:
colpisce il nemico con una maschera infuocata, o con una
spada di bambù, anche essa infuocata.
Thunder
Kote:
carica il pugno con della corrente elettrica, per poi
colpire il nemico.
-Kotemon, ti sei
perso di nuovo?- lo prese in giro il teppista
-Sei tu che corri
troppo veloce, scemo!- gli ringhiò il
piccolo digimon.
-Sei il digimon
di Hiroyuki?- chiese Sora
-S-si... -
rispose il piccolo, che era veramente troppo timido con gli
altri, mentre col ragazzo lentigginoso era quasi aggressivo.
-Non essere
timido.- gli disse il suo partner, quasi sospirando.
-E tu non essere
così cattivo, scemo!- gli rispose agitando
le braccia e facendo sventolare le maniche troppo lunghe.
Qualcuno
ridacchiò per la scena buffa che i due offrivano
insieme.
Takeru si
incupì.
Si stavano
dimenticando della situazione in cui erano.
-Che succede di
bello?- arrivò Mamoru, con Elecmon che gli
zampettava accanto. -Tu devi essere il famoso digiprescelto che ci
aspettava a Digiworld!- esclamò vedendo Hiroyuki -Piacere,
Mamoru Izawa.- Hiroyuki lo guardò con aria di sufficienza.
-Beh? Che
c'è?- chiese Mamoru, stupito.
Hiroyuki lo
ignorò, e indicò la porta.
-Che gli
è successo?-
"Ma
pensa te, mi ha
ignorato."
pensò il moro, col sorriso
stampato sulle labbra.
-E' stato
attaccato da un digimon.- fece Gabumon chinando il capo -Non
sono riuscito a difenderlo.-
Taichi temette
che Hiroyuki cercasse di far sentire Gabumon uno schifo.
Era la sua specialità demoralizzare gli altri e schiacciarli
senza pietà.
Invece il
teppista non disse nulla.
-Tu come ti
chiami?- ripeté Mamoru, sempre sorridendo.
Hiroyuki si
sedette in una sedia vuota, tra Miyako e Iori, di fronte a
Taichi e Ylenia.
"Mi
ha ignorato di
nuovo..."
pensò Mamoru, sempre col
sorriso sulle labbra "Ma
pensa te..."
°
I Dark Masters si erano radunati in un locale pieno zeppo di mezzi di
trasporto.
C'era un sottomarino, il vagone di Etemon, la carrozza di Vamdemon e
altri mezzi dalle forme più strane.
C'erano anche, in diversi angoli, ammassi di ogni materiale
concepibile, probabilmente servivano come pezzi di ricambio per i mezzi
di trasporto.
Su una pedana stava il vagone metallico di Etemon. O meglio, era stato
modificato ed era diventato un camioncino. A formare gli occhiali da
sole, normalmente disegnati sulla faccia da scimmia sul davanti, vi
erano i vetri che davano alla cabina del conducente. Anche gli interni
erano stati migliorati e i macchinari ingombranti eliminati. Vi erano
tre computer, di piccole dimensioni, ma molto più efficienti
dell'ammasso di schermi che occupava l'abitacolo in precedenza.
C'era anche un maxi schermo a dire il vero, un tavolino, delle sedie e
uno stereo, con ovviamente un microfono e la chitarra violetta dello
scimmione.
Vamdemon, Kokueimon ed Etemon vi salirono e il portellone si
chiuse.
Lo scimmione si mise alla guida.
-Bene, ora stacco.- fece Mugendramon, riferendosi a degli archi
metallici che bloccavano le ruote del camion.
-Pronto!- fece Etemon.
Mugendramon digitò dei tasti e le ruote furono libere. Poi
selezionò la destinazione sul monitor e tirò una
leva,
inserita al centro di un quadrante colorato.
Sei colori: verde, blu, bianco, celeste, nero, rosso, che
rappresentavano altrettante zone di Digiworld: foreste e prati, spazi
verdi insomma; oceani, fiumi, laghi; montagne; luoghi sacri; luoghi
oscuri; luoghi incandescenti.
Il drago nero posizionò la leva sul quadrante verde e
contemporaneamente, lungo la parete di fronte al camion, una freccetta
si posizionò sul medesimo colore di un altro quadrante.
Vi era una struttura in ferro ad arco rovesciato, dalla quale si
intravedeva, come in una proiezione, la destinazione scelta.
-Bene. Potete andare.-
-Bye Bye!- esclamò Etemon all'altoparlante -Lasciate fare al
grande Etemon! Looove Serenade!- esclamò, attaccando a
cantare a
squarciagola, mentre il camion spariva nel varco.
-Secondo voi ce la faranno?- chiese Pinocchimon, col sudore che gli
colava lungo le tempie.
-Ehm... Siii... - fece Metalseadramon, poco convinto.
-Dove sono LadyDevimon e Devimon?- chiese Mugendramon.
Pinocchimon alzò le spalle.
-Lady sta preparando il ricevimento e tutto il resto. Devimon credo
stia tenendo d'occhio Piemon.-
Calò il silenzio.
-Mio fratello è troppo strano... - borbottò il
burattino.
Gli altri annuirono.
Era strano davvero.
Dovevano stare doppiamente in guardia.
°
-Quindi sei diventato un digiprescelto... - fece Taichi,
rivolto a
Hiroyuki. Erano uno di fronte l'altro. Ylenia stava appoggiata con la
testa alla spalla del suo amato ragazzo e ascoltava attentamente ogni
singola parola che veniva detta. Koushirou era tornato dal distributore
di bibite pochi attimi dopo Mamoru, ed era rimasto anche lui molto
sorpreso del fatto che il peggior individuo che Odaiba avesse mai
visto, si trovasse a Digiworld come digiprescelto, selezionato a
compiere quella missione. Non sarebbe stato meglio uno qualunque dei
prescelti internazionali? Insomma, i fratelli Hoi, Michael, Chichos,
Chatrine, uno qualunque... Ma lui?!
Hiroyuki annuì.
-Per farla breve, tre anni fa ho deciso di andarmene da casa mia e,
mentre pianificavo la cosa, Gennai è uscito dal mio
computer. Mi
ha consegnato il Digivice e un digiuovo, mi ha detto che Digiworld
aveva bisogno di me. Non me lo sono lasciato ripetere due volte. Ho
accettato, ed eccomi qui.-
- Perché volevi scappare di casa?- chiese Iori, curioso.
Hiroyuki sbatté le palpebre.
-Il nostro mondo mi stava stretto. Non mi andava più di
rimanere
lì.- rispose con un’alzata di spalle. Non gli
andava molto
di rivelare a chicchessia i suoi problemi personali.
I digiprescelti che non lo conoscevano, lo guardarono meravigliati. Non
riuscivano a capire bene la faccenda, ma sembrava che Taichi, Sora,
Koushirou, Mimi e Jou, lo sapessero bene.
-Che idiozia.- fece Taichi.
-Che cosa hai detto?- ringhiò Hiroyuki
-Sapevi benissimo cosa dovevi fare.-
Hiroyuki sbuffò.
-Ma certo... Seguire il consiglio del tuo amichetto del cuore e cercare
di mettere in riga mio padre?- fece una fastidiosa risata, che a Ken
ricordò tantissimo quella dell’Imperatore
-Sveglia, testa
quadra. Le cose non sempre si risolvono a parole.-
Taichi lo guardò con sufficienza.
-Ci hai mai provato almeno? Infondo si trattava solo di parlargli.-
Lo sguardo di Taichi infastidì talmente Hiroyuki, che questo
si alzò di scatto, contemporaneamente allo Yagami.
I due si afferrarono rabbiosamente per le giacche, pronti a menarsi,
come accadeva spesso, per quanto ricordavano i prescelti della prima
guardia.
-Per favore…- fece Sora, cercando di sedare gli animi -Non
è il caso…- guardò Takeru, che fremeva
di rabbia,
stringendo i pugni, finché le nocche non gli divennero
bianche.
Mika stava per piangere, era piccola, ma aveva compreso fin troppo bene
la situazione.
Taichi si risedette e così fece Hiroyuki. In fondo, litigare
non
aveva senso in quel momento, certo poteva aiutare Taichi a sfogarsi, ma
per il resto…
-Niisan si sveglierà, vero? - la piccola cominciò
a piangere, stringendosi a Bakumon.
-Stai tranquilla.- fece quella, che fino a quel momento
era rimasta in silenzio.
Mika la abbracciò forte forte, mentre Patamon cercava di
tranquillizzare Takeru, dandogli delle piccole pacche sulla guancia,
con le sue zampine nere. Takeru prese il suo piccolo digimon fra le
mani e poi lo strinse a sé.
Ylenia prese ad accarezzare Bearmon, come faceva ogni volta che si
sentiva giù. All’orsacchiotta non dispiaceva, se
accarezzarla significava dare conforto alla sua Yle, sarebbe rimasta
anche tutto il giorno ferma immobile a sentire le sue mani scorrerle
sulla pelliccia.
“Ma
perché nessuno si degna di venire fuori a
dirci
qualcosa??” Jun si mordeva nervosamente un
unghia, rovinando
la
manicure perfetta fatta il giorno prima, tanto per distendere i nervi,
prima della partenza.
Daisuke accarezzò la testolina di Mika che lo
guardò con gli occhi lacrimosi e le guance rosse.
-Si salverà, vero?- chiese ancora in cerca di conforto.
Lui disse la prima cosa che gli venne in mente.
-Ma certo.- e le sorrise. Non poteva mica infrangere le speranze di una
bimba così piccola e gettare Takeru ancora di più
nello
sconforto.
Porse alla bambina un fazzoletto e lei si pulì rapidamente.
-Ecco, brava.- fece lui mettendole nuovamente la mano sulla testolina
bionda.
"Non immaginavo che
Daisuke potesse essere così dolce..."
pensò Hikari, guardandolo ammirata, per poi distogliere lo
sguardo e riposarlo su Takeru. Gli prese una mano e incrociando il suo
sguardo, cercò di tranquillizzarlo con un sorriso.
Il prescelto della Speranza dal canto suo, strinse la mano alla sua
dolce Hikari.
Quante cose avrebbe voluto dirle…
Ed ogni volta che si accingeva a farlo, succedevano un sacco
d’imprevisti.
“Ma
riuscirò a dirle quanto mi piace!”
promise a se stesso.
°
Andromon, Centarumon ed un altro digimon, si trovavano nel laboratorio
della città, situato nella struttura a forma di Hard Disk.
Nella sala vi erano tantissimi monitor, per tenere
d’occhio la situazione sia fuori, che dentro la
città
E in quel momento, in uno degli schermi, riportante la sigla E-1 (che
stava per Esterno 1), videro qualcosa che attirò
la loro
attenzione.
Il digimon “misterioso” stava in un angolo,
trafficando con
un computer, inviando messaggi in continuazione. Voleva lasciare quel
lavoro per andare da Lei, ma non poteva, perché quel lavoro
era
fondamentale, ed era stato affidato a lui.
-Centarumon…- emise Andromon, senza staccare gli occhi dal
monitor.
Il digimon centauro si voltò verso l’androide e
guardò lo schermo che gli indicava.
Anche l’altro digimon lo guardò.
E quello che vide non gli piacque per niente.
-LUI!- esclamò
-Avviso Gennai.- fece Andromon, inoltrando dei comandi attraverso i
computer. Il messaggio appena scritto arrivò quasi subito a
Gennai che lasciò la sua casa per dirigersi al laboratorio,
dove
stavano Andromon e gli altri.
Attraversò corridoi e sale, per poi entrare nella stanza e
osservando il monitor, capì che era giunto il momento di
mettere
i prescelti al corrente d’ogni cosa.
Perciò uscì di fretta, mentre il digimon
“misterioso”, si preparò ad accogliere i
due,
conscio di poter solamente intrattenerli un poco, in attesa di
incontrare Lei.
Gennai si diresse verso la casa di Jijimon e Babamon, bussando per tre
volte, come faceva sempre, quando Risei rimaneva solo.
Il piccolo gli aprì quasi subito la porta.
-Come sta il mio papà?- gli chiese, senza dargli il tempo di
dire nulla.
Gennai per tutta risposta, lo prese per mano.
-Non bene. Ma vedrai se la caverà.-
-Mi stai portando da lui?- fece, mentre l’uomo si avviava
verso l’ospedale tenendogli la manina.
-Si, ma devi fare il bravo ed essere forte.-
Il biondino non capiva bene, ma si lasciò guidare dallo zio
Gen e non fece domande.
°
Il camioncino di Etemon era ormai giunto a destinazione.
Lo speciale varco aperto dal macchinario di Mugendramon, li aveva
portati nel luogo stabilito in quattro e quattr’otto. Erano
nella
radura in cui sorgeva Bernika, anche se apparentemente davanti a loro
non vi era nulla, se non erba, alberi, piante.
Solo quello, in apparenza.
-Non possiamo sbagliare.- disse lo scimmione guardando il monitor. I
punti rossi erano tutti radunati in quel posto.
Scese dal camioncino per osservare degli speciali trasmettitori rotondi
nascosti fra i cespugli.
S’inginocchiò davanti ad uno di questi e con un
cacciavite
lo scoperchiò, analizzandone i componenti elettronici.
-Allora?- Vamdemon era sceso anche lui e si era avvicinato al compagno.
-Niente.- fece Etemon richiudendo l’apparecchio e
sollevandosi.
-Volevo ricontrollare i cavi. Ma nessuno ha toccato nulla.-
-Poco importa.- il vampiro guardò in direzione della
città, scrutando la radura.
-Allora?- gli chiese Etemon sghignazzando, in un certo senso gli stava
facendo il verso.
Vamdemon lo guardò con aria di sufficienza.
-Dobbiamo attirare la loro attenzione, perciò datti da fare.-
Lo scimmione rimase perplesso nell’osservare
l’altro
ritornare dentro il camion e riaccomodarsi sul sedile. Dietro di lui,
nel sedile che dava le spalle al suo, stava seduto Kokueimon, in
fremente attesa.
-Come sarebbe a dire che devo pensarci io??- chiese Etemon
-Sei stato tu a dire “Lasciate fare al grande
Etemon!” no?-
Lo scimmione sbuffò e sbatté i piedi per terra.
-Mi
raccomando, tu non fare mai nulla, che ti si seccano le mani, eh!-
Detto ciò risaltò sul camion e prese a trafficare
con i computer e con lo stereo.
-Ecco. Ora non ti lamentare.- prese il microfono e la chitarra
elettrica e, rivolto al vampiro, esordì con un
-L’hai
voluto tu! Loooovee Serenade!-
°
I prescelti erano ancora in sala d'attesa.
Senza notizie, con tanta ansia dentro.
-Ora basta!- Takeru si alzò di colpo e si diresse verso la
porta.
-Takeru…- fece Taichi, svogliatamente, senza intenzione di
fermarlo. Non ne poteva più neanche lui di aspettare. Ogni
tanto
lanciava occhiate a Hiroyuki, che si limitava a ignorare lui e Mamoru,
che invece sorrideva.
D’improvviso, la luce venne a mancare e udirono perfettamente
esplosioni nell’aria.
Si scatenò il panico nella struttura.
Digimon correvano qua e là, infermieri e medici cercavano di
portare la calma, perfettamente abituati a quel genere di cose e
tentavano di ricondurre i pazienti terrorizzati nelle loro stanze.
-La situazione è sotto controllo!- dicevano -Non
c’è alcun pericolo!-
-La città è protetta da qualsiasi attacco.-
disse ancora
un altro digimon, un Gazimon, per la precisione. Perché
Bernika
era un rifugio per qualsiasi digimon, di qualunque stadio e di
qualunque tipologia.
Mimi e Miyako, come c’era d’aspettarsi, urlarono
all’unisono, abbracciate.
-Miyako, calmati!- fece Hawkmon, volandole in spalla, mentre Palmon si
stringeva alla sua amica.
-Che diavolo succede?- fece Taichi.
-Kotemon!- esclamò Hiroyuki. Il piccolo digimon
saltò su
anche lui e seguì il suo partner lungo il corridoio. Gli
attacchi in quella zona capitavano, perciò non si stupivano
più di tanto, anzi, erano sempre pronti all’azione.
-Ehi, aspetta!- fece Taichi andando ad inseguirlo, mentre Takeru
spalancò la porta della sala operatoria.
-Niisan!- fece entrandovi. -Yamato…- si avvicinò
a suo fratello e provò a scuoterlo.
-Fatti forza Niisan!-
-Yamato.- fece Gabumon
Babamon parve infuriarsi.
-Insomma ragazzini! Qui non stiamo giocando!- sbottò, ma
nessuno parve ascoltarla.
-Yamato-kun…- Sora si portò al tavolo metallico,
prendendo per mano il suo adorato ragazzo, che in quel momento, ebbe
una reazione, che non sfuggì a Piccolomon e gli altri.
Strinse appena la sua mano.
-Yamato-kun!- sorrise la rossa, per il sollievo, con le
lacrime agli occhi, ma Yamato continuava a dormire.
In quella lenta agonia che lo stava consumando.
Nel buio più profondo, in cui ogni tanto gli era concesso
qualche sprazzo di lucidità.
Sentiva tutto.
La voce di Sora.
Di Takeru.
Quelle esplosioni.
Voleva dare segno di essere vivo.
Gridare forte -Vi
sento!-
Invece niente.
Non ci riusciva.
“E questi
dannati poteri che dicono che possiedo…
Dove
diavolo sono, quando ne ho bisogno?”
pensò, per
poi
ricadere nell’oblio.
-Aspettate.- esclamò Gennai, tenendo per mano Risei e
bloccando
la corsa dei Leader (Taichi, Hiroyuki e Daisuke) e quella degli altri
che li seguivano.
Si bloccarono.
Ma per la vista del piccolo.
-Gennai…- fece Taichi, col cuore in gola -Ma lui
chi è?-
-Abbiamo un grosso problema.- esordì l’uomo.
°
Etemon aveva cominciato a darsi da fare, suonando e cantando a
squarciagola, sprigionando così la forza della sua Rete
Oscura,
i cui cavi trasmettevano ovunque energia devastante.
Alberi crollarono e il fuoco divampò,
Etemon non si accontentò solo di quello e prese a scagliare
le
sue sfere oscure qua e là, per poi guardare con aria di
sfida
Vamdemon.
-Così va bene, sua maestà?-
-Tsk… Esibizionista.-
-Vamdemon…- Kokueimon richiamò rispettosamente
l’attenzione del suo tutore, indicandogli qualcosa davanti ad
Etemon.
Una figura minuta apparve dal nulla, attraversando la barriera
invisibile di Bernika.
-Chi si vede…- Vamdemon si alzò -E
così sei rinato.-
L’altro fece qualche passo verso di lui e verso Etemon, che
si
era fermato. Avevano ottenuto l’attenzione che cercavano.
Il digimon misterioso scrutò Vamdemon, senza paura, senza
rancore. Si, l’aveva ucciso, ma lui non lo temeva
più,
proprio da quel preciso momento in cui tutto era finito.
Strano a dirsi.
-Anche tu.- rispose, sollevando il suo bastone, dalla forma di sole
leggermente allungato. Il mantello da mago ondeggiò al vento
e i
capelli biondi, raccolti in una bassa coda, si agitarono per
l’aria.
-Wizarmon…- Vamdemon sorrise, quasi divertito.
°
-Ragazzi! Yamato…- Sora si paralizzò.
Voleva comunicare che Yamato aveva stretto la sua mano. Che era ancora
vivo. Che c’era ancora speranza. Ma aveva visto Risei.
Le parole le morirono in gola.
Perché quel bambino le faceva sentire il cuore stringersi?
Non le passò neanche per la testa, l’ipotesi che
potesse trattarsi di un altro fratellino del suo amore.
No.
Era diverso.
Strinse i pugni e deglutì.
-Ragazzi. Sedetevi.- fece Gennai. Tutti obbedirono, tranne ovviamente
Hiroyuki, che se ne stava a braccia conserte, appoggiato al muro,
fremendo per il desiderio di correre fuori e combattere.
“Si
tratterà nuovamente di quei dannati Cavalieri
Reali,
ma stavolta non la passeranno tanto liscia!”
pensava. Non era
la
prima volta che si era scontrato con loro, ma più che altro
cercava di salvare digimon e città dai loro attacchi. Non
c’era mai uno scontro serio tra Musyamon e quei dannati.
I digimon stavano bene, riuscivano a lasciare le città e
raggiungere Bernika.
Ma Hiroyuki e Kotemon, non riuscivano ad impedire che i Digicodici
venissero rubati, e tornavano alla città pieni di rabbia e
ferite, col forte desiderio di ribaltare la situazione.
Sora si abbandonò pesantemente sulla sedia.
-Lui è Risei.- esordì Gennai, mentre il piccolo
si
stringeva a Gabumon. -Ed è… il figlio di Yamato.-
-Cosaaaaa?- le ragazze trasalirono.
-Come sarebbe a dire?- fece Mimi
-Ma come è possibile?- fece Miyako
-Sora-san…- fece Hikari, rivolgendosi alla rossa, la quale
era rimasta immobile, come se il tempo si fosse fermato.
-Sora…- bisbigliò Pyomon, prendendole la mano
tremante.
Gennai le si avvicinò.
-Sora, stai tranquilla. Non è come pensi.-
Lei lo guardò piena d’ira.
-Niente è come penso!- esclamò seccata, per poi
ritrovare la sua calma, chinare il capo e fissare il pavimento.
-Ma perché Yamato non ci ha detto nulla?- chiese Taichi.
-Non sapevo nulla neanche io…- gli fece eco Ylenia.
-E io nemmeno…- sospirò Takeru sulla porta della
sala
operatoria, mentre Babamon, seccata per l’intrusione, cercava
di
ritrovare la concentrazione, costringendolo ad uscire.
Gennai mise una mano sulla testa al piccolo Risei, che
guardò preoccupato Sora.
-Sono stato io a chiedergli di non dire nulla. Per proteggere Risei. E
perché se ve ne avesse parlato, la cosa vi avrebbe distratto
dal
vostro obbiettivo. Ovvero sconfiggere Piemon e Apokalymon. Inoltre, non
eravate pronti.-
-Pronti a cosa?- fece Koushirou.
-Gennai-san…- cominciò Iori, stanco dei segreti
-Per
favore, non tenerci sulle spine, dici come stanno le cose, una volta
per tutte.-
-Non eravate pronti per fronteggiare Daemon.- fece lui, mentre Ken
ripeté bisbigliando il nome del Demone dell’Ira,
che a
Tokyo si era messo sulle sue traccie.
Gennai proseguì -Ora però abbiamo un altro
problema,
purtroppo.Vamdemon ed Etemon, sono fuori dalla barriera a portare
distruzione.-
-Vamdemon?- stavolta fu Tailmon a saltare su.
Gennai annuì.
-Non so bene cosa vogliono. Vi chiedo di non rivelare la presenza di
Risei.- lo avvicinò, quasi spingendolo, alla rossa
-Proteggetelo. Yamato vorrebbe così.-
Hiroyuki si allontanò dal muro e cominciò a
lasciare il corridoio.
-Hiro…- cominciò Gennai
-Vado solo a vedere che vogliono, rilassati, codino.- rispose,
esasperato dal desiderio di correre a menare le mani. Hiroyuki amava la
lotta sotto tutti i punti di vista.
Il “codino” sospirò -Mi raccomando,
cerca di usare un po’ di diplomazia.-
Il teppista per tutta risposta fece un segno di saluto e
lasciò il corridoio.
-Qualcuno lo segua.- disse Gennai, con un sorriso rassegnato -Non
conosce il significato della parola diplomazia.-
Taichi, Daisuke, Hikari, Mamoru, Miyako e Ken, insieme ai digimon, si
fecero avanti per accompagnare il teppista.
Il saggio si rivolse poi agli altri.
-Voi venite con me al laboratorio qua dietro. Sora, anche tu. Lasciate
Yamato nelle mani di Jijimon e Babamon.-
°
-Cosa siete venuti a cercare?- chiese il mago.
-Tu non ci interessi.- fece il vampiro -E’ stata una
“piacevole” sorpresa incontrarti ancora, ma adesso
sparisci.-
-Non ci posso credere!- Tailmon aveva appena attraversato la barriera
con Hikari, Miyako, Taichi, Hiroyuki, Daisuke, Ken e i loro digimon, e
subito si era trovata avanti, non solo il suo aguzzino, ma il suo
migliore amico, che credeva perso per sempre.
Wizarmon era lì, davanti a lei in carne ed ossa, o meglio in
dati, ma sono dettagli. Lui era lì, era quello che contava,
nient'altro.
Ignorò Vamdemon e si lanciò sul mago,
strusciandosi su di
lui, gli fece le fusa, era pur sempre una felina, pianse, non sapeva
come comportarsi.Voleva darsi più contegno.
Ma era Wizarmon!
Non poteva ignorare la gioia di riabbracciarlo dopo tanto tempo.
-Tailmon.- sussurrò Wizarmon, pieno di nostalgia,
accarezzandole il pelo candido.
-Wizarmon!- anche Hikari si fece avanti per abbracciare il maghetto.
-Sei vivo!- disse Hikari, stringendosi a lui con foga, piangendo calde
lacrime.
-Mi sei mancato tanto... - Tailmon piangeva e a stento riusciva a
parlare.
Tutti gli altri erano sul punto di piangere di gioia, ma quel momento
magico non poteva durare a lungo, ovviamente.
-Che scena patetica.- disse Vamdemon, interrompendo l'idillio.
In fondo al cuore non ne era convinto più di tanto.
Gli mancavano quegli abbracci calorosi. Quanto tempo era passato da
quando lui e gli altri avevano pianto e sofferto e si erano consolati
l’uni gli altri, così? Troppo. Quasi non ricordava
il
calore di un abbraccio e il salato delle lacrime.
Perché anche lui era troppo orgoglioso per lasciarsi andare.
-Vamdemon... - Tailmon gli ringhiò contro.
-E' passato un po' di tempo, cara Tailmon.- rispose il vampiro, quasi
con noia.
-Che diavolo volete?- fece Taichi, rivolto ai due.
Vamdemon schioccò le dita e Kokueimon si fece avanti.
-Lui è Kokueimon.- lo presentò.
-In pratica è lui che ha ridotto così il vostro
amichetto.- esclamò Etemon al microfono.
Il DigiTerminal di Miyako cercava le informazioni sul digimon, ma
nulla. La ricerca andò a vuoto.
-Che significa digimon sconosciuto?- chiese, più a se stessa
che altro, la viola.
-E così saresti tu ad aver ridotto Yamato in quelle
condizioni?-
esclamò Taichi, pieno di rabbia. Avrebbe voluto dargliene
tante
a quel maledetto, ma ovviamente c'era un piccolo problema.
Lui era un essere umano, Kokueimon era un digimon e pareva anche essere
parecchio forte.
Kokueimon non rispose.
L’importante non era cosa pensava il nemico.
L’importante era che finalmente il suo sogno si stava
avverando.
Piemon lo considerava finalmente suo figlio e presto tutti
l’avrebbero saputo. Era così fiero di essere
figlio del
clown, lo considerava il più grande digimon mai esistito.
Così orgoglioso, così maestoso... Aveva, si, i
suoi
difetti, ma lui lo riteneva invincibile e mai avrebbe desiderato
superarlo. Voleva solo essere considerato degno di lui.
E stava accadendo.
Cosa l’avrebbe reso più felice?
-Siete qui per i Digicodici?- fece Hiroyuki, sul piede di guerra.
-I Digicodici?- chiese Agumon
-Ylenia Ishida.- fece Vamdemon -E’ lei che ci
interessa.-
-Perché?- fece Taichi
Il vampiro sorrise.
-E’ importante per noi.-
-Beh, lo è anche per noi!- esclamò Taichi,
portandosi con
foga la mano al cuore. Ylenia era sua! La amava troppo, figurarsi se
avrebbe permesso a Vamdemon di portarla via con sé.
Il vampiro si fece vicino al castano, così velocemente che
Taichi non ebbe tempo di reagire. Lo sollevò per il collo,
ignorando il suo continuo dibattersi per riconquistare l’aria
che
veniva a mancare.
-Non farmi perdere tempo, moscerino!- disse freddo. Poco gli importava
dei sentimenti del ragazzo. Lui aveva bisogno di Ylenia. Era stanco di
vivere quella vita. Avrebbe ricommesso tutti gli sbagli del passato,
pur di tornare libero.
E portare a termine la sua vendetta…
-TAICHI!- Agumon sentì forte il desiderio di proteggere
l’amico e, tra le grida di Daisuke e gli altri, il suo corpo
si
trasformò.
-Agumon, warp
shinkaaaaa…. WARGREYMON!-
-Veemon, sei pronto?-esclamò Daisuke
-Si!- annuì l’altro, sempre pronto.
-Wormmon!-
-Prontissimo, Ken!-
-Tailmon!-
La gattina annuì, decisa.
-Hawkmon.-
-Pronto!-
-Veemon, shinkaaaa….
EXVEEMON!-
-Wormmon, shinkaaaa….
STINGMON!-
-EXVEEMON! STINGMON!- gridarono i due all’unisono -JOGRESS SHINKAAAAA….
PAILDRAMON! WARP
SHINKA…. IMPERIALDRAMON!-
-Hawkmon shinkaaaa….
AQUILAMON!-
-AQUILAMON! TAILMON!
JOGRESS SHINKAAAAA…SILPHYMON!-
Il vampiro e lo scimmione non si scomposero nel vedere quello
spiegamento di forze. Anzi, sorrisero, come se niente fosse. Il vampiro
lasciò andare Taichi che cadde a terra e si portò
le mani
alla gola.
Wargreymon si portò subito fra il partner e il nemico.
-Tutto bene, Taichi?-
Il ragazzo annuì.
Wizarmon rimase di stucco nel vedere a che livello era giunta
la
sua amica. Aveva addirittura effettuato una fusione con un altro
digimon. Ne era così fiero, ma non era il momento di
perdersi in
apprezzamenti. Era giunta l’ora di regolare i conti con
Vamdemon.
Strinse il suo bastone, pronto ad appoggiare ancora i digiprescelti, a
rischio della sua stessa vita.
A costo di venire ucciso ancora e ancora.
°
Gennai, nel frattempo, accompagnò gli altri ragazzi in una
struttura poco distante dall'ospedale. Era una curiosa costruzione che
appariva come un enorme Hard Disk. Varcata la soglia, il gruppo di
digiprescelti rimase senza fiato.
Un sacco di digimon, specialmente di tipo robotico, stavano lavorando
su tantissimi dati, trascrivendoli, copiandoli, salvandoli.
Strani simboli ricoprivano le pareti e Koushirou constatò
che si
trattava degli stessi simboli che si trovavano nella fabbrica di
Andromon. Col tempo aveva scoperto che si trattava dell'alfabeto dei
digimon, una lingua parecchio complessa e si stava seriamente
impegnando per apprenderla, per scoprire i segreti del mondo digitale.
Gennai li guidò in un laboratorio più piccolo,
con un grande tavolo e molte sedie disposte in cerchio.
Di fronte al tavolo stava uno schermo enorme e una tastiera composta
dai simboli digitali.
Lì vi erano Andromon, Centarumon e altri digimon, per lo
più Hagurumon, digimon simili a ingranaggi.
I prescelti salutarono gli amici e si accomodarono nelle sedie. Dai
monitor potevano osservare ogni cosa.
Avevano sentito tutto.
-E’ lui che ha attaccato Yamato, quindi.- fece Koushirou,
osservando Kokueimon. -Perché non ci
sono dati su di
lui?-
-Molto probabilmente è un digimon unico nella sua specie.-
rispose il saggio.
-Perché mai dovrebbero volere me viva e Yamato morto?- disse
piano Ylenia, ignorando i discorsi su Kokueimon.
Bearmon guardò Gennai che scosse la testa.
-Mi dispiace. Questo non lo so proprio. Ma evidentemente ci tengono che
tu ti consegni loro spontaneamente, altrimenti non avrebbero esitato a
fare una carneficina.-
-E invece se ne stanno buoni senza attaccare più di tanto.-
Iori
prese a pensare e anche Koushirou meditò su quello strano
comportamento.
-Nonostante lo schieramento di forze, non si scompongono…-
Jou
mise le braccia conserte -Non so più cosa pensare.-
Risei lasciò che discutessero e concentrò
l’attenzione su Sora, che stava seduta accanto a lui. Pallida
e
tremante. Si sentiva responsabile.
-Sei adirata con papà?- le chiese, innocentemente.
Lei non rispose. Non sapeva se essere arrabbiata o meno, con Yamato,
almeno.
Se glielo avrebbe detto, forse si sarebbe calmata.
Gennai aveva detto solo che lui era il figlio del prescelto
dell’Amicizia. Ancora non aveva accennato al resto, per non
ferirlo. Ma seppur piccolo, il bambino sapeva chi era, o meglio cosa
era...
-Non devi… Io non…- le mise le manine sulle
ginocchia,
mentre lei alzò lo sguardo e lo incrociò coi suoi
bellissimi occhi zaffiro.
Il bimbo fu interrotto dalla voce della prescelta della
Sincerità e non poté proseguire la frase.
-Ylenia, dove stai andando?- chiese Mimi, allarmata.
La bionda si voltò verso la rosa.
-Vado da Taichi e gli altri, no? Così chiariremo la faccenda
una volta per tutte.-
-Non ha tutti i torti…- emise Jun, non che desiderasse
consegnare la bionda al nemico. Solo era stufa dei segreti. Culumon
gironzolava per il laboratorio, poi si mise davanti al computer e
fissò attentamente i contendenti.
Era appena iniziato uno scontro.
-Non fare pazzie!- Gennai tentò di fermare la prescelta
della
Memoria, prendendole un braccio.
Lei lo strattonò.
-Se rimaniamo fermi qui a guardare, non risolveremo nulla,
perciò lasciami!- fece, secca.
Sentiva qualcosa di strano, nella sua testa.
Dal momento in cui aveva posato gli occhi sullo schermo e aveva visto
quei tre.
Anzi quei due.
Voci.
Suoni.
Sensazioni che non le appartenevano.
Eppure così vere…
-Vattene! Non vogliamo
gente come te qui!- gridò qualcuno.
Un tonfo.
Il dolore che gli
pervadeva il petto.
La voglia di gridare e
sfogare il suo dolore, di cantare al mondo intero, che lui era come gli
altri.
E ancora…
-Padre! Padre!- piangeva
qualcun altro, mentre una voce pacata e maligna replicava
-E’morto, Vamdemon…-
-Sei stato tu!-
Altri suoni confusi.
Urla.
Tonfi.
Dolore.
-Che diavolo significa?- pensò.
Il tocco di Gennai che aveva cercato di fermarla, aveva scatenato un
altro flusso di rumori, urla, sentimenti, dentro di lei.
-Stai attento... -
scherzò qualcuno, divertito. Tutto intorno rabbia e dolore.
-Grazie Piemon.- la voce
di Gennai, sollevato -Mi hai salvato.-
-Ma figurati…
Cerca piuttosto di stare attento, non posso sempre toglierti dai guai.-
-Anche tu, mi
raccomando.-
-Tsk.-
-Piemon…-
-Si?-
-Quando
quest’assurda guerra finirà, che farete?-
-Andremo a vivere tutti
insieme, come prima, solo che sarà diverso, no?-
-Speriamo…-
-Lucemonsama ha
promesso di portare la pace a Digiworld, e io credo in lui.-
Urla, dolore, rabbia.
Ma questa volta, Ylenia percepì anche speranza trapelare da
quelle parole.
Poi tutto si fece confuso.
Continuò a camminare, ignorando Gennai, ignorando Mimi,
ignorando persino la paura.
La vita di Yamato dipendeva da lei.
E quella situazione andava risolta.
Era tutto in mano sua.
Era l’unica consapevolezza che aveva.
°
Etemon si
schioccò le dita delle mani e si
preparò a buttarsi nella mischia.
-Vado a fare un
po’ di esercizio.- disse al
vampiro, che rassegnato, alzò gli occhi al cielo.
-Etemon kyuukyoku
shinkaaaaaaa…METALETEMON!!-
Lo scimmione
metallico prese a mettersi in mostra.
-Bene, signori,
chi sarà il primo?-
-Vamdemoooon!-
gridò Silphymon correndo verso il vampiro. I
sentimenti d’astio che Tailmon provava per lui, trapelavano
persino nello stato di fusione con Aquilamon.
Il diretto
interessato non si mosse.
Ci
pensò Kokueimon a difenderlo.
-Daku Hebi.-
disse, mentre dalla sua ombra prese forma un enorme
serpente nero, che scivolò lungo il terreno, assorbendo
l’ombra di Vamdemon e di Silphymon stessa.
L’ombra
divenne enorme e si avvolse intorno al corpo della
digimon, immobilizzandola.
Silphymon
lanciò un grido strozzato, tra la rabbia
e la
sorpresa. Le spire nere la strinsero forte tanto da farle perdere
l’equilibrio e mozzarle il fiato.
Cadde a terra
sollevando un sacco di polvere, ma il peggio fu che cadde
proprio davanti ai piedi di Vamdemon, che la guardò
dall’alto in basso, sorridendo soddisfatto.
Ma non
alzò un dito su di lei.
Passò
oltre.
Ignorò
Hikari e Miyako, che, fuori pericolo, si
precipitarono dalla digimon e cercarono di liberarla.
Kokueimon era
immobile.
Il vampiro
proseguì.
-Fateci entrare.-
disse, riferendosi alla barriera.
-Toglitelo dalla
testa.-
Hiroyuki
marciò verso di lui, tra le mani un d3 arancione,
che presto sarebbe stato surclassato dal nuovo Digivice.
-E sarai tu ad
impedirmelo?- chiese divertito il vampiro.
-Non mi
provocare, belloccio. Kotemon, sei pronto?-
Il piccolo
annuì e si illuminò,
contemporaneamente al Digivice.
-Kotemon shinkaaaaaa….
Musyamon!-
Il samurai
superava in altezza il vampiro, ma questo non
servì
ad intimorire il signore delle tenebre, che si limitò ad
aggiustare una ciocca di capelli, per poi afferrare la sua frusta.
-Bloody
Stream!-
La frusta
infuocata sferzò l’aria, ma Musyamon la
evitò, saltando all’indietro.
Era a livello
campione, ma non era debole. Poteva tenere testa a
Vamdemon, o almeno questo pensava Hiroyuki.
*Digimon
Analyzer*
Musyamon
Tipo: Demone
Tipologia:
Virus
Livello:
Campione
Attacchi:
Kirisute Gomen: un
potente colpo di spada.
Shiratorimaru:
attacco
di spada che sottrae energie al nemico, prende il nome dall'arma che
Musyamon impugna.
°
Il gruppo rimasto dentro attendeva col cuore in gola.
Osservavano i vari scontri.
MetalEtemon contro Wargreymon, Kokueimon contro Silphymon e Wizarmon,
Vamdemon contro Musyamon e l’accorso ImperialDramon.
Solo Elecmon rimaneva in disparte, ma data l’aria tranquilla,
sembrava stesse studiando la situazione.
-Musyamon sembra veramente forte.- fece Iori
-Già…- gli fece eco Armadimon -Riesce benissimo a
tenere testa a Vamdemon.-
-Ma se quel dannato decide di fare sul serio, dubito che avremo qualche
possibilità.- disse Takeru
-Non essere pessimista.- gli fece Mimi.
-Per batterlo l’ultima volta ci siamo dovuti unire a tutti i
digiprescelti del mondo.- concluse il prescelto della Speranza.
-Vero anche questo… Ma ImperialDramon ha sicuramente qualche
speranza.- insisté la prescelta della Sincerità.
-Musyamon è diverso dagli altri digimon.- fece Gennai
-In che senso?- chiese Jun, cercando di separare Culumon dagli schermi.
-Tempo fa un videogioco di samurai, sulla Terra, è stato
infestato da un virus, ed è nato lui. Ho preso il suo
digiuovo,
e l’ho affidato a Hiroyuki, la persona più
qualificata per
crescerlo. Per quanto Kotemon possa sembrare tranquillo, state sicuri
che nella lotta non lo batte nessuno. Shiratorimaru (Spada
dell’Uccello Bianco), è una spada dotata di potere
magico.
Assorbe l’energia del nemico ogni volta che lo colpisce e,
ogni
mille ferite, si rafforza.- spiegò Gennai
-Ma è stratomitico!- esclamò Jun.
-Guardate lì!- esclamò Patamon, indicando lo
schermo con le zampine nere.
Ylenia era apparsa dal nulla.
Vamdemon, Kokueimon e MetalEtemon si erano bloccati per un attimo,
mentre i digimon dei ragazzi si erano disposti in difesa.
Silphymon era stata liberata da un incantesimo di Wizarmon, che aveva
prodotto una luce tanto forte da dissolvere l’ombra che la
imprigionava e non vedeva l’ora di chiudere definitivamente i
conti col vampiro.
-Dannazione!- fece Gennai.
°
-Guarda
guarda…- disse Vamdemon -Ti sei decisa a venire
fuori.
-Ylenia!-
esclamò Taichi -Che sei venuta a fare? Torna
dentro!-
cercò di rimandarla indietro, ma lei sfuggì alla
sua
presa e camminò verso Vamdemon a passo spedito.
-Ylenia…-
Taichi voleva farla ragionare, ma lei lo
zittì, mettendogli una mano davanti alla bocca.
-Aspetta.- gli
disse.
Guardò
il digimon biondo negli occhi, senza timore.
Lesse la
tristezza nel suo sguardo di ghiaccio e tese la mano.
Contemporaneamente,
mentre gli altri rimasero col fiato sospeso, anche
lui allungò la sua, nera e affusolata.
Le mani si
incontrarono.
Ed Ylenia ebbe un
altro flash, questa volta vi erano immagini.
-E’
da un
po’ che non ci vediamo…- disse Piemon, ansimante.
La
pioggia cadeva
scrosciante. Tutto intorno distruzione, probabilmente i due si stavano
battendo.
-Vedo
che ti sei
evoluto, dall’ultima volta che ci siamo visti.-
Vamdemon
fece sparire la
frusta.
-Anche
tu.-
-Mi
deludi.-
-Uh?-
alzò la
testa sorpreso.
-Uno
come te che si fa
sottomettere così da Daemon?-
-Tsk…
Non mi
sono fatto sottomettere.-
Piemon
si
alzò.
-Se
la metti
così, allora vieni via con me.-
Vamdemon
parve pensarci
su.
Poi
porse la mano
all’altro e la strinse forte.
-Basta
così.- disse il vampiro, allontanando la mano. Voleva
evitare che lei gli leggesse dentro oltre, ma la ragazza ormai sapeva,
che lui desiderava il calore della famiglia e l’amore che gli
era
stato negato.
-Perché
mio fratello?- gli chiese
-E’
pericoloso.-
-Anche io.-
-No, non tu.-
-Perché
no?
-Abbiamo bisogno
di te.-
-Perché?-
-Vieni con me e
lo saprai.-
-Spero la
finiscano con questo botta e risposta.- fece Mamoru ad
Elecmon.
-Io non ci sto
capendo niente.- disse Daisuke
-E secondo te
io?- gli fece di rimando Ken
-Aaaah…
- Mamoru incrociò le braccia deluso -Di
questo passo non arriverà il nostro turno Elecmon.-
-Io non ci tengo
a combattere.- disse il volpino
-Come no? Tutti
si stanno dando da fare, persino Pel di carota.-
Hiroyuki lo
sentì e si voltò come la bambina
dell’esorcista.
-Come mi hai
chiamato, Maminchio?-
-Ahahaha!- rise
il moro, quasi
si
piegò in
due dalle
risate, poi si fece serio -Rimangiatelo.-
-Scordatelo…
- disse il teppista in aria di sfida
I due si
fissarono con astio per diversi secondi finché
Mamoru
non si lasciò scappare un -Oooh! Basta
così! Che
noia.-
-Il vostro amico sta bene?- chiese MetalEtemon, dopo essersi cappottato
ed essersi rimesso in piedi.
Elecmon scosse la
testa.
-Ehm…
beh è sempre così, quindi credo di sì-
-Certo che sto
bene, che domande... Elecmon, sei pronto?
-Sì!-
-Aspetta.-
fece Ylenia, poi si voltò verso
Vamdemon.
-Farò
quello che volete, ma solo se aiuterete mio fratello.-
incrociò le braccia al petto -Altrimenti non se ne
parla.-
Vamdemon sorrise
vittorioso.
Fine
Capitolo 7
Ecco
qui
signori. Questa frase diventerà un tormentone: QUESTO
CAPITOLO MI HA FATTO DANNARE.
E
sapete
perché?
Perché
stufa di vederli
depressi e angosciati ho fatto arrivare in fretta e in furia Vamchan ed
Etemon, con Kokueimon, per dar battaglia.
Ci
tenevo a
soffermarmi su diversi punti:
L'incontro
con
Hiroyuki
L'incontro
di
Sora e co. con Risei
I
diversi flash sul
passato dei Padroni delle Tenebre e Gennai
L'incontro
tra
Wizarmon e Tailmon
L'incontro
tra Ylenia
e Vamdemon
Ci
sarebbe anche la
storia di Mimi e Kou, ma quella si svilupperà più
avanti U_U
Ho
cambiato Mammoletta in
Maminchio XD
La
storia del gioco
di samurai
l'ho leggiucchiata su un sito dv c'era la descrizione delle carte di
digimon, non ricordo, mi sembrava una cosa bella.
Ora
devo dare uno
sviluppo ai poteri di Culumon e Bakumon, ma ho già delle
idee, così come per Bearmon ed Elecmon.
E
aspettatevi
sorprese per Risei,
chi sarà il suo digimon? Muhahah! Lo saprete presto.
Così
come saprete chi è la "madre" del piccolo.
Ovviamente
anche
Kokueimon avrà il suo ruolo, oltre a quello che ha adesso.
Mmmm...
Per
finire, ecco la
scheda di Kokueimon, essendo unico nel suo genere, i prescelti non
potranno avere notizie su di lui, ancora, ma voi sì U_U
Kokueimon:
Tipo: Mago
Guerriero
Tipologia: Virus
Livello: Evoluto
Attacchi:
possiede diverse tecniche, basate sull’ Ombra, ma
conosce alla perfezione le arti marziali e tutti gli stili di
combattimento. E’ il guerriero perfetto.
Kagemusha: crea
un sosia perfetto in tutto e per tutto.
Kage Kireme
(Taglio d'Ombra): l’ombra diventa tangibile e
tagliente, molto pericolosa.
Doku Kage
(l’Ombra Velenosa): E’ la tecnica che ha
colpito
Yamato. L’ombra pervade il corpo del nemico, bloccandone
lentamente tutte le funzioni vitali. Perciò il nemico muore
dopo
poco tempo.
Kokuei no Gekijou
(il Teatro delle Ombre): crea delle ombre di
qualunque forma, che attaccano il nemico.
Kokuei Requiem,
la mossa letale di Kokueimon, mai utilizzata, se non
durante gli allenamenti per perfezionarla. Consiste in un raggio
energetico di enorme potenza. Nessuno però l’ha
mai vista
in azione.
Daku Hebi
(Serpente Oscuro): potrebbe rientrare nel Kokuei no Gekijou,
ma
è una variante utilizzata spesso. L’ombra forma un
serpente che immobilizza il nemico e a seconda dei casi,
può stritolarlo e ucciderlo.
Non vedo l'ora di
fargli usare il Kokuei no Gekijou!!!
Credo di aver
finito i sinonimi per Gennai, non è un uomo,
quindi definirlo così, non so. Lo chiamerò
saggio,
codino, poi non so. Consigli?
E Silphymon?
Tecnicamente non è ne maschio ne femmina, per
ora le
ho dato del lei, dato che la personalità di Tailmon
è
emersa di più, ma poi? Dura la vita della scrittrice U_U
Ok, ora vi lascio
^^
Fatemi sapere che
ne pensate, sono bene accetti consigli e critiche
costruttive. Non insulti, o vi spedisco Vamdemon a casa, anzi Piemon,
che ultimamente è parecchio girato.
crhystal:
Spero tu
non sia svenuta vedendo quanto è lungo questo cap ^_^''
Grazie per i commenti, io credo, se mio figlio fosse che so, Yamato, o
uno degli altri, lo segregherei in casa U_U Povero stellino, tutte a
lui capitano.
Echo:
ecco, il piano
sembra andato a buon fine. Stavi per dire Take, eh? Colpa mia, pardon,
ti ho fatto 'na testa così XD Spero di salvarmi ancora dalla
tua ira
*si
fa scudo con
Risei, che assume l'aria più pucciosa che ha*
Risei:
se uccidi
kym, lo dico alla ''mamma''
Io:
bravo cucciolo!
Ehm... ok. Vi lascio davvero XD
|
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Capitolo 8 *** 8. Tragedy's Birth - Passato e presente I ***
Capitolo
8: Tragedy's Birth
- Passato e presente
When
the Gods were young the burden was less
It was not grief and it was not fear
Who cast the shadow upon our age?
Who has crippled the young and blinded their eyes?
(Tragedys Birth, Primordial)
Il Lilith
Castle, detto
anche Castello Lunare, era il castello in cui si era ritirata
Lilithmon, la Demon Lady nata dal germe della Lussuria di GranDracmon.
Era un luogo
molto
elegante, ma ogni singolo elemento, dai muri ai più piccoli
dettagli
d'arredamento, traboccava di una sensualità non
indifferente. E la
diabolica Sovrana non era da meno. I suoi gesti erano mirati a
suscitare i bassi istinti di chiunque posasse lo sguardo sul suo
splendido corpo. Sfortunatamente per lei però, i digimon che
aveva
innanzi non traboccavano della sua stessa sensualità, anzi.
Infatti, alla
"riunione di
famiglia" si erano presentati solo Barbamon, Leviamon e Daemon: un
vecchio tirchio barbuto, un coccodrillo geloso e un incappucciato
perennemente sull'orlo di una crisi di nervi.
Belphemon non
si era fatto
vivo (prevedibile), Belzeebumon era ormai fuori dal gioco, mentre
Lucemon non era nemmeno stato avvisato.
I Demon Lord
erano radunati
intorno ad un tavolo d'ebano nero, liscio e dalle curve sinuose.
Leviamon, data
la sua
considerevole stazza e le fattezze di coccodrillo, stava placidamente
sdraiato sopra dei morbidissimi cuscini rossi.
Barbamon
faceva tintinnare
avidamente le gemme che gli coprivano la veste, Daemon sghignazzava tra
sé e sé, quasi a infastidire l'avido "fratello
maggiore", mentre
Lilithmon si limitava a ciondolare il capo, limandosi le unghie.
-Dobbiamo
aspettare ancora
molto?- chiese, rivolta specialmente a Daemon, col preciso intento di
farlo imbestialire e divertirsi un poco.
Lui raccolse
la
provocazione.
-Perché
lo chiedi a me,
serpe? Che colpa ne ho io se quello non fa altro che dormire?-
ringhiò
riferendosi a Belphemon, il Demon Lord dell'Accidia.
Lei fece per
ribattere
spudoratamente, quando udì dei colpi decisi alla porta della
sala.
Aveva dato ordini di non venire disturbata durante la riunione, di
conseguenza doveva trattarsi del ritardatario.
-Avanti.-
disse.
Si aspettava
di vedere il
gigantesco corpo del Demone dell'Accidia trascinarsi svogliatamente
oltre la porta, magari rotolarsi, ma a pensarci bene, era improbabile.
Da sveglio Belphemon era intrattabile, sarebbe entrato sfondando la
porta e cercando di ucciderla per averlo disturbato. Avrebbe distrutto
mezzo castello e si sarebbe messo a dormire come un sasso prima di
ferirla seriamente. Una volta era successo, ma con Leviamon, durante
l'ultima riunione negli abissi marini.
Il coccodrillo
aveva
sollevato un polverone perché... Non se lo ricordava... Era
geloso di
qualcuno di loro, forse di Barbamon. Aveva fatto l'errore di fare
troppo rumore e Belphemon si era svegliato.
Quando
dormiva, seppur
gigantesco, era proprio carino. Sembrava un cucciolo indifeso, ma guai
a farsi imbrogliare da quell'aspetto "angelico".
Il viso della
digimon si
corrugò vedendo entrare, invece che il bestio, una figura
più piccola.
-Cosa ci fai
qui,
Phelesmon? Non è permesso ai subordinati partecipare a
queste
riunioni.- tuonò.
Il digimon
annuì e fece un
rispettoso inchino. Poi alzò il capo e sfoggiò un
orribile e maligno
sorriso, avvicinandosi al tavolo.
I capelli neri
come la pece
si sollevavano sul capo in una scomposta cresta e gli occhi dorati
brillavano inquietanti risaltando nel rosso sanguigno del viso.
Il suo aspetto
era in tutto
e per tutto identico a quello di un diavolo. Aveva le corna appuntite
sul capo e
la coda cuneiforme che teneva avvinghiata ai fianchi, come una cintura.
I suoi colori
erano
principalmente: cremisi, nero, bianco e oro.
Neri i guanti,
gli stivali
in pelle, i bracciali in ferro all'altezza dei gomiti, l'alto collo del
pressoché inesistente mantello e la parte ossea delle ali.
Queste
invece erano cremisi come il resto del corpo e il tridente che il
digimon stringeva fra le mani, come simbolo di potere che lo faceva
sentire simile ai digimon che aveva davanti.
Dorati erano
la spilla a
forma di pipistrello che portava al petto e gli anelli alle dita.
Bianchi i
simboli sul viso
e il petto. Sulla tempia sinistra portava scritto il numero simbolo del
maligno.
-Sembra che
lei non
gradisca la mia presenza, Maestra Lilithmon.- fece lui di risposta -Ma
io sono veramente onorato di vederla. Anzi, deliziato è il
termine
giusto.-
Lei lo
guardò con disgusto.
Non lo sopportava proprio.
-Taglia in
corto.- gli fece.
Lui
incassò e rinunciò a
"corteggiarla".
-Sono venuto
in vece del
Maestro Belphemon.-
-Dorme
ancora?- gli chiese
Daemon, la sua era ovviamente una domanda retorica.
-Esattamente.-
fece lui con
un alzata di spalle e gli occhi chiusi. -Ma presto si
sveglierà. Mi ha
ordinato di riferire, che sarà lui a occuparsi della Terra e
che
perciò, non dovrete preoccuparvi di altro se non di
raggiungere i
Vostri obbiettivi qui a Digiworld.-
°
Yamato
aprì gli occhi.
Confuso, si,
ma lentamente
le forze tornavano e la macchia scura che gli pervadeva il corpo era
ormai quasi del tutto svanita, liberando il suo cuore dalla costrizione
che quasi l'aveva ucciso, soffocandone i battiti.
Solo la gamba
sinistra non
riusciva ne a sentire ne a muovere. Era ancora scura, ma non ebbe il
tempo di formulare un idea su ciò che gli stava succedendo,
perché fu
travolto da una miriade di umani e digimon.
-E-ehi!- era a
petto nudo e
sentiva leggermente freddo, per di più il contatto con le
mani gelide
che lo sommergevano di carezze e colpetti affettuosi quasi lo
infastidiva, ma in fondo, era bello essere vivi, perciò
accettò di buon
grado quelle pacche.
Non capiva che
dicevano,
perché parlavano tutti insieme, Mika gli si era gettata fra
le braccia
e lui l'aveva stretta forte, per poi passare a Takeru, che
sprofondò il
viso imbarazzato nell'incavo del suo collo.
-Fratellone...-
sussurrò,
sollevato.
Lui lo strinse
forte. Erano
rari quegli abbracci, perché entrambi erano piuttosto timidi
l'uno nei
confronti dell'altro.
Poi
toccò a Taichi.
-Piantala di
farci
preoccupare!- esclamò scompigliandogli i capelli.
Ylenia gli si
strinse al
collo quasi soffocandolo -Pia... Piano Orso!!!- esclamò lui.
La
chiamava Orso perché la sua delicatezza era a livelli
minimi, ma anche
perché alle volte le ricordava un tenero orsacchiotto da
coccolare. Lei
per ripicca strinse la presa.
-Ahi! Ahi!
Scherzoooo!-
guaì, e dopo che la sorella lo lasciò prese a
massaggiarsi il collo e
le spalle.
Poi si
fermò.
Sora.
Era il suo
turno.
La
guardò.
Gli occhi
ambrati di lei
parevano spenti. Però lo vide, vi era una piccola fiamma,
quasi di
ribellione.
La rossa aveva
conosciuto
il figlio del suo amato, figlio che non era certo suo.
Stava male, ma
d'altro
canto non poteva infuriarsi prima di conoscere la verità.
Yamato non
poteva dirglielo.
"Non poteva, ma ora
può.
Non poteva ma ora può...." se lo
ripeté tante volte dentro di sé.
Voleva capire e non voleva accusarlo senza sapere. E, soprattutto,
voleva riabbracciarlo. Non voleva perdersi quel momento.
-Yamato!- gli
si gettò al
collo.
Silenzio.
La
abbracciò, le schioccò
un bacio sulla guancia, le mise la mano sulla nuca accarezzandole i
capelli ramati. Il cappellino giallo era fra le zampette di Pyomon,
che con Gabumon attendeva con ansia quell'incontro fra i due.
"Si sistemerà tutto."
pensavano fiduciosi.
Sora pianse,
sollevata.
-Sora...-
Yamato lanciò un
occhiata a Gabumon, lui annuì -Te l'hanno detto?-
La rossa
riemerse appena
dall'abbraccio -L'abbiamo conosciuto, Yamato...Io...-
-Perdonami...-
stavolta fu
il biondo a lasciarsi scappare una lacrima -Non potevo dire nulla... ma
avrei dovuto...-
Sora si
separò da lui e gli
mise le mani sulle spalle, guardandolo faccia a faccia, facendo
sfiorare le loro fronti.
-Voglio tutta
la verità, ti
prego...- Yamato annuì.
Poi Sora
lasciò il suo
posto a Gabumon che con sollievo si strinse al suo compagno. E
sottovoce gli riferì che era meglio non parlare di Risei
lì e che
comunque il bambino stava bene.
Il biondo non
capì subito
che significava, ma nel momento in cui scorse oltre le sagome di Jun,
Hikari e Miyako, la figura di Kokueimon, poggiato allo stipite della
porta, capì.
Era lui che
l'aveva
attaccato. I suoi occhi... Ma quelli di chi gli ricordavano?
-Tu...-
cominciò, ma il
digimon lo guardò appena.
Come da ordini
aveva
sciolto la Doku Kage. Il suo ruolo l'aveva svolto, anche se non
immaginava finisse così, considerato che il suo compito dal
principio
era quello di uccidere il ragazzo. Comunque, in quel momento gli
premeva tornare all'Errant Castle, dove sua madre lo attendeva con
trepidazione.
-Adesso
basta!- Babamon
prese a disperdere la folla con la sua scopa, menando colpi a manca e a
destra, per poi farla ricadere sul cranio del biondo dell'Amicizia.
-Ugh...- fece
lui.
-I malati
devono riposare!-
esclamò e ciò detto lo afferrò per le
caviglie e, con l'aiuto di
Jijimon, lo lanciò su una barella, per poi partire in quarta
fuori
dalla sala e cercare una stanza libera e sicura per lui.
Usciti dal
corridoio il
ragazzo incrociò gli sguardi di Vamdemon ed Etemon. Fortuna
volle che i
''vecchietti'' marciassero a passo svelto, anzi, si può dire
che quasi
volassero per il corridoio. Tanto che nessuno disse nulla.
I due
''intrusi'' stavano
nella sala d'attesa precedentemente occupata dai ragazzi, Vamdemon in
piedi, accostato alla parete, Etemon seduto a braccia conserte e gambe
incrociate.
Il corteo di
prescelti
seguì velocemente Babamon e Jijimon e Tailmon, passando,
lanciò
un'occhiata interrogativa verso il suo ex-Maestro e poi verso Ylenia,
che percorreva il corridoio mano nella mano con Bearmon e accanto a
Taichi.
Che diavolo
poteva volere
da lei?
Ma
soprattutto, perché poco
prima aveva sorriso alla bionda? Non un sorriso maligno e
sbeffeggiatore, ma genuino e malinconico, come mai si sarebbe aspettata
da lui.
Lui da parte
sua ricambiò
l'occhiata, per poi distogliere lo sguardo.
"Risei?"
pensò "Chi
diavolo è?! Troppe cose non tornano, dannazione!"
°
-Lady!-
Pinocchimon trovò
la donna oscura intenta a minacciare dei Bakemon.
Voleva fosse
tutto perfetto
per il ricevimento in onore di Kokueimon e, agli occhi del burattino,
la sala dei ricevimenti non era mai stata così bella. Anche
se in
effetti, non avevano avuto modo di festeggiare da quando
l’Errant
Castle era stato assemblato.
Ebbene
sì. Assemblato. Non
costruito. Avevano messo insieme i loro territori, i loro nascondigli,
ed era venuto fuori quello, non avevano tempo, di fermarsi ed edificare
un castello nuovo di zecca. Inoltre era anche molto più
sicuro, con lo
schermo d’invisibilità e il sistema di
levitazione. Il problema era
fare rifornimento d’acqua marina almeno una volta al mese, ma
era un
dettaglio quasi trascurabile.
Lady Devimon
si rivolse al
piccolo burattino.
-Che vuoi
nanerottolo?- lui
si arrabbiò. Era tornata l’antipatica di sempre
nel giro di dieci
minuti, che tipa!
-Un tempo non
mi avresti
risposto così!- esclamò puntandole una pistola
alla tempia e sparando.
Lei schivò il colpo, come se niente fosse, facendo passare
il
proiettile fra i morbidi capelli argentati, mossi con vanità.
-Per fortuna
sono tornata
normale. Dovrei ringraziare quella Angewomon…- disse, poi ci
ripensò e ricordando la batosta subita aggiunse
–La prossima
volta che la incontrerò, le strapperò i capelli a
morsi e poi…- prese a
farfugliare riguardo a torture e complicate mosse, finché il
burattino
decise di darci un taglio –Cercavo Piemon, sai
dov’è?-
Lei si
riscosse –Chiedi a
Devimon.- disse secca.
-E lui
dov’è?-
-E che ne so?-
Il burattino
era ancora più
sotto shock.
-Ma non eri tu
quella che
lo seguiva anche al bagno?- il nanerottolo si riferiva ai tempi
antichi, quando un’impaurita Lady Devimon cercava di
proteggere sempre
e in ogni occasione il suo “dolce” fratellino.
Ovviamente
l’imbarazzante
riferimento suscitò le ire della Dark Lady, che, trasformato
il braccio
in un aguzzo spuntone, cercò di impalare il nanerottolo. E
ci sarebbe
riuscita se dal nulla non fosse apparso in extremis il digimon diavolo.
-Ti vedo in
forma,
sorella.- disse, felice della cosa.
Pinocchimon
sbucò da dietro
la sua schiena –Fiuuu! Salvo per un pelo!-
-Non farla
imbestialire,
sai quanto è tremenda…-
Dopo il suo
intervento, la
situazione parve placarsi.
-Dov’è
Piemon?- chiese
Pinocchimon e Devimon assunse un’aria preoccupata.
-Nella sua
stanza, chiuso a
chiave.-
-E’
successo qualcosa?-
chiese la donna.
-Vamdemon ed
Etemon?-
chiese il demone.
-Non sono
ancora tornati.
Però il piano va a gonfie vele, ce l’hanno
comunicato poco fa.- rispose
il burattino.
-Tsk…-
Devimon si guardò
alle spalle, in direzione del corridoio che dava all’ala del
castello
dove vi erano i dormitori –Meglio che non rientrino subito.-
Gli altri due
si
allarmarono.
-Insomma,
Devi, che
succede?- chiese Lady Devimon.
°
-Piemon, ne
sei sicuro?-
chiese Dynasmon, la cui stazza era circa due volte quella del pierrot.
-Se non ne
fossi sicuro,
non sarei venuto fin qui.- rispose col suo solito sorriso ambiguo.
-Sei un tipo
strano tu….-
fece Lord Knightmon
-Credo sia
l’unica
occasione che avrete per impadronirvi della Chiave della Luce. Per
quella delle Tenebre sarà solo questione di tempo.-
-Ma se
prenderemo prima la
Luce, che farete voi?- chiese Craniummon, sospettoso.
Piemon sorrise.
-Cercherò
di ottenere la
Chiave delle Tenebre, in modo che voi verrete a prenderla.-
-E tutto in
cambio
di…?-Dynasmon lo invitò a continuare.
Piemon riprese
a sorridere.
-Voglio
condividere il
potere con voi.- certo, come no. Si vedeva lontano un miglio che
mentiva. Per colpa della corruzione da parte della Superbia di Lucemon,
era diventato tremendamente orgoglioso, ma aveva anche sviluppato una
doppia personalità. Ma perché questa sua seconda
identità pareva così
desiderosa di seguire Lucemon? Certo però, che pareva poco
disposto a
dividere l’ammirazione del piccolo angelo caduto con loro.
Puntava in
alto, ma,
fortuna per loro, non così in alto.
-Ehi!- riprese
Craniummon
–Sospettano qualcosa?-
-Probabile,
per questo
tornerò indietro immediatamente. Portate i miei saluti a
Lucemonsama.-
detto ciò sparì, mentre Lord Knightmon diceva
–Saluta Kokue…
Maleducato. Possibile che non ascolti mai????-
Il cavaliere
rosa era
amareggiato. Non sopportava proprio Piemon per com’era
diventato. E
pensare che un tempo faceva anche discorsi intelligenti, mentre
ora…
Ora non capiva che gli passava per la zucca.
°
Gennai
riaccompagnò il
gruppo nel laboratorio da dove avevano osservato la battaglia
precedentemente, e stavolta vi era anche Yamato.
I tre intrusi
erano tenuti
sotto stretta sorveglianza all’esterno della
città, ma in ogni caso,
non era loro intenzione attaccare Bernika. Volevano Ylenia e una volta
che Gennai avesse messo in chiaro come stavano le cose coi prescelti,
se ne sarebbero andati con lei.
-Fra poco
sapranno la
verità.- disse, quasi malinconico, Etemon.
-Non
tutta…- disse
Vamdemon, sistemandosi la mascherina sul viso.
-Ma
lui… E’ ancora in
circolazione?-
Il vampiro
lanciò un
occhiata al suo allievo, che capì all’istante di
doversi allontanare.
Quei discorsi erano privati.
Nessun
problema. Aveva
parecchi pensieri per la testa, così non gli dispiacque
affatto il
doversi allontanare.
Sentiva una
strana
preoccupazione, come se una persona vicino a lui fosse in pericolo. Ma
era strano.
Sua madre? Suo
padre?
Vamdemon, Devimon, Pinocchimon? Chi?
No. Erano
forti e sapevano
cavarsela meglio di lui.
Ma allora chi?
Si sorprese a
pensare ad
Azusa Miwako, sulla Terra.
“Chissà poi
perché penso a
lei… tsk…” rise di se
stesso.
-E’
al servizio di
Belphemon.- disse il vampiro –Non so altro. Ma sicuramente
è più attivo
del suo padrone.-
-Belphemon…-
ripeté
meccanicamente Etemon –Il Demone
dell’Accidia… Non sembra pericoloso.
Da l’impressione di uno che fa fare tutto il lavoro agli
altri.-
Vamdemon si
strinse nelle
spalle. Sicuramente l’avrebbe rincontrato. Voleva
dimostrargli che, a
differenza sua, lui non dipendeva da nessuno. Ecco perché
voleva
assolutamente stroncare definitivamente quel dannato legame con Lucemon.
Se poi sarebbe
riuscito ad
eliminare anche quella persona e Daemon, i conti col suo passato
sarebbero stati definitivamente chiusi.
I prescelti
entrarono nel
piccolo laboratorio.
Vi era Risei,
che
ciondolava i piedi seduto al tavolino, mangiucchiando qualcosa.
Il bimbo
inghiottì di
fretta quello che aveva in bocca, quando ad entrare fu Yamato sostenuto
da Takeru.
-Papà!!-
esclamò,
gettandoglisi al collo.
-Oh, Risei!-
il prescelto
dell’Amicizia strinse a sé il piccolo.
Il suo bambino!
Era
così strano definirlo
tale e abbracciarlo con tanto amore, ma nonostante tutto era suo
figlio, no?
-Ho avuto
tanta paura per
te!- esclamò il bambino –E mi sei anche mancato
tanto!-
Il prescelto
gli accarezzò
i capelli.
-Ora sono qui,
tranquillo.-
Erano
così dolci.
Gennai
però doveva parlare
loro, perciò chiese a tutti di sedersi e disporsi
all’ascolto, cosa che
tutti fecero, anche il bambino, che si sedette accanto a suo padre.
Il saggio
prese posto in
una sedia vicino al monitor e pigiò il tasto di accensione.
Quello che
apparve ai
digiprescelti fu una mappa grigia, composta da piccole chiazze di
diversi colori legate tra loro da fili bianchi.
-Questo che
vedete, è
Digiworld ai giorni nostri.-
-Ma
com'è potuto
succedere?- chiese Mimi.
-La sconfitta
di
BelialVamdemon, ha dato il via a quella che sarà la vostra
missione più
grande.-
I
digiprescelti annuirono.
Quello l'avevano capito.
-Ma vi
stupirà sapere che
Vamdemon ha organizzato tutto col solo obbiettivo di contrastare
Lucemon.-
-Spiegati
meglio. - chiese
Iori stupito.
-Voglio
dire.... Ok. E' il
caso che riparta dall'inizio. Dunque....- pigiò altri tasti
e nello
schermo sparì la mappa di Digiworld per aprirsi quella che
era una
presentazione simile a quelle realizzate con Power Point, o almeno
così
parve ai prescelti esperti di computer.
-Digiworld
è nato in
contemporanea alla nascita del primo computer sulla terra. A quel tempo
esistevano solo cinque digimon, ovvero i Supremi.-
-Cinque?-
chiese Miyako
-Pensavamo fossero quattro.-
Sullo schermo
apparvero
delle sagome che ricordavano molto i quattro animali sacri: il drago,
la fenice, la tartaruga e la tigre. Le sagome erano disposte nei punti
cardinali all'interno di una sfera e al centro c'era un'altra figura.
-I Supremi si
occupano
della protezione di Digiworld e ognuno di loro controlla una
determinata zona: Qinglongmon il Drago Azzurro che controlla l'Est,
Zhuqiaomon la Fenice Rossa per il Sud, Baihumon la Tigre Bianca
dell'Ovest e Xuanwumon la Tartaruga Nera a Nord.
Il quinto
Supremo,
Huanglongmon, viene risvegliato dall'unione dei poteri degli altri
Supremi ogni qualvolta Digiworld affronti una grave crisi.-
I
digiprescelti rimasero in
silenzio.
-I Supremi
cominciarono a
popolare Digiworld creando le prime digiuova e i digimon che nacquero
erano tutti di tipo Dati. Non esistevano digimon di tipo Virus e di
conseguenza non aveva senso che esistessero gli Antivirus. Purtroppo
con la nascita del primo virus del computer sulla Terra, nacque anche
il primo digimon Virus. Il peggiore. L'origine dei mali.-
-Lucemon?-
azzardò Daisuke
-No. Un
Kuramon.-
-CHEEEEEE?-
Daisuke trasalì
-Quella medusa con le lenti a contatto è l'origine di tutti
i mali???-
-Ehm... Si...-
fece Gennai,
con la solita gocciolina di sudore che colava dalla fronte. -Ma non
quella medusa che conoscete voi. Non c'entra nulla con Diaboromon.
Anche i Supremi fecero l'errore di considerarlo un piccolo digimon
innocuo. Era piccolo e dolce e nonostante fosse diverso dagli altri,
non pareva pericoloso. Anzi a dire di Qinglongmon era tenerissimo e
coccoloso. Ma col passare del tempo, i Cinque si accorsero che Kuramon
aveva cominciato ad evolversi con una velocità superiore
rispetto agli
altri digimon, che impiegavano anche diversi decenni per passare da uno
stadio all'altro. Inoltre, era un autentico flagello. Ovunque passava
seminava discordie e più cresceva, più le
discordie si tramutavano in
odio.
Cercarono di
capire il
problema, ipotizzarono che lui fosse innocente, che non lo facesse
apposta. Ma ben presto si resero conto, che lui si divertiva a causare
tutti quei guai.
Non c'era un
briciolo di
bontà in lui, nonostante l'amore con cui l'avevano
cresciuto.-
I
digiprescelti rimasero
rapiti dalle parole dell'uomo che continuava il racconto.
-Ormai Kuramon
aveva
raggiunto il livello mega: GranDracmon e aveva corrotto tantissimi
digimon. Questi cambiarono radicalmente e la loro tipologia era ormai
differente, perciò furono chiamati Virus. Seminavano terrore
e odio e i
Supremi crearono i digimon Antivirus per contrastarli.
Anche questi
non erano del
tutto immuni all'influenza di GranDracmon, perciò i Supremi
decisero
che avrebbero dovuto intervenire di persona.
Huanglongmon
ricevette il
potere degli altri quattro e dopo una lotta estenuante,
riuscì a
sconfiggere e distruggere GranDracmon. Ma non finì
lì. I dati di
GranDracmon si divisero ai sette angoli di Digiworld e contaminarono
sette digiuova. Da quelle Digiuova nacquero Lucemon, Daemon e gli altri
Demon Lords.-
-E noi
dobbiamo
sconfiggerli tutti e sette?- chiese Mamoru arrivando al sodo.
Gennai
annuì.
-Purtroppo si.
Lucemon e
Daemon stanno facendo sentire la loro influenza su Digiworld, ma degli
altri non ci sono segni di vita. E non è un bene.-
-E
così Daemon è tornato?-
fece Daisuke. Yamato, Gabumon e Risei si incupirono.
-Non
è possibile che siano
stati sconfitti da qualcuno?- chiese Jun
-No. Se
così fosse stato,
se ne avrebbero notizie. E' quasi impossibile sconfiggerli. Daemon non
è morto nonostante sia stato eliminato da UlforceVeedramon
ed
è riuscito a
lasciare il Dark Ocean di Dagomon.-
Hikari
rammentò del piccolo
uovo nero che Dagomon gli aveva consegnato.
Credeva che
fosse un sogno,
visto che la mattina l'oggetto era scomparso. Ne aveva parlato con
Taichi, ma senza l'oggetto incriminato, non avrebbero potuto conoscerne
il significato. Era il caso di parlarne a Gennai.
-Ma come
avrà fatto a
fuggire dal Dark Ocean?- si chiese Ken preoccupato.
-Dagomon
è morto.- disse
Hikari
-Eh?- fece
Miyako.
-Credevo fosse
un sogno, ma
lui mi è apparso. Mi ha detto che i nostri mondi erano in
pericolo e mi
ha consegnato un uovo nero. Ma non so cosa sia. Non l'ho neanche
più.-
-Non l'avrai
mica perso?-
le chiese la Inoue inarcando il sopracciglio.
-Ma figurati.-
le fece
Hikari -La mattina non ce l'avevo più. L'ho cercato ovunque,
senza
risultato.-
-Probabilmente
era qualcosa
di molto importante e al momento giusto ne verremo a conoscenza.- fece
Gennai
-Toglimi una
curiosità.-
disse Koushirou -L'entità che ha posseduto Hikari e che ci
ha parlato
di come ci avete scelto, chi era?-
-Era
Huanglongmon. Quando
voi avete combattuto contro i Dark Masters lui era immerso nel suo
sonno, ma non poteva ignorare cosa vi stava succedendo.-
Calò
il silenzio, che il
prescelto del Coraggio interruppe.
-L'abbiamo
polverizzato...-
disse Taichi sprezzante, riferendosi a Daemon -E non è
servito.
L'abbiamo spedito nel mare oscuro, e niente. Cosa diavolo dovremmo
fare?-
-Qui entrano
in gioco i
nuovi Digivice.- disse Gennai -Taichi ricordi il prototipo di Digivice
che ti abbiamo affidato per aiutare Agumon a evolvere in Veedramon?-
Taichi
annuì.
-Bene. Il
nuovo modello vi
consente di purificare i digimon, oltre che svolgere tutte le varie
funzioni dei precedenti modelli. Il digimon sconfitto perde i
dati corrotti che vengono assorbiti all'interno dei Digivice, mentre i
normali vengono ricodificati in digiuova. Ora come ora la
città della
rinascita non è più agibile, sono rimasti solo i
piccoli che la
abitavano.-
Elecmon
sospirò
profondamente.
-E i dati
negativi? Che
fine fanno?- chiese.
- I Digivice
li
racchiudono. Poi verranno trasferiti alla Dark Area e da lì
si
procederà alla loro eliminazione totale. Ma per quello
c’è tempo. Prima
dovete riuscire a sconfiggerli.-
Tutti
annuirono, poi
Yamato, quasi per assicurarsi di non aver avuto un allucinazione, si
voltò verso Hiroyuki, che stava quasi in disparte in fondo
alla sala.
-Che diavolo
ci fai qui?-
-Mi godevo il
vederti
all'ospedale, fino a poco fa.- rispose "sorridendo", quasi deluso.
-Ti secca di
non avermici
mandato tu?- Yamato ricambio il "sorriso".
-Mmmm... un
po'... - ammise
l'altro.
Yamato scosse
la testa. Non
si aspettava che quel tipo fosse diventato un digiprescelto, ma d'altro
canto era possibilissimo, non era un ragazzo cattivo.
-Come vi
dicevo.- riprese
il saggio -Dalle digiuova che GranDracmon contaminò,
nacquero
sette digimon. I Supremi le trovarono e cercarono di crescere i piccoli
digimon indirizzandoli nella retta via. Fu inutile. Tutti avevano un
vizio più forte di loro. Erano i sette peccati capitali
incarnati.-
-I sette
peccati
capitali...- fece Takeru
-Aspetta...-
cominciò
Daisuke -Erano: gola, ira, gelosia... e poi?-
-Superbia,
lussuria,
avarizia e accidia.- concluse Jun
-Accidia?-
fece Daisuke
-Più
semplicemente ozio,
anche se non è molto corretto.- intervenne Jou.
-E bravo il
mio amore!-
ribatté Jun dandogli una forte pacca alla schiena che gli
fece perdere gli occhiali.
-Ops…
Scusa.- ridacchiò e
fece la linguaccia.
Gennai
continuò, mentre
Gomamon passava a Jou gli occhiali caduti -Tutti manifestavano quei
vizi, ma uno di loro aveva un'indole tranquilla.-
-E Daemon non
è di sicuro.-
fece Yamato, ricordando il demone dell' Ira. Il loro primo incontro
l'aveva terrorizzato. Se non fosse stato per Gabumon sarebbe
sprofondato nelle tenebre della caverna, incapace di rialzarsi e
affrontare le difficoltà. Sarebbe morto li dentro e Daemon
ne sarebbe
stato felice, perché avrebbe comunque raggiunto il suo
scopo. Piemon
avrebbe sconfitto Taichi e gli altri e tutti i loro sforzi sarebbero
stati inutili.
Ma
fortunatamente il suo
digimon gli era sempre rimasto accanto.
E lui era
lì, insieme ai
suoi amici, per chiudere la partita.
-Daemon
rappresenta l'Ira,
quindi non era lui sicuramente quello tranquillo.- ridacchiò
Gennai -
Il digimon tranquillo era Lucemon, che rappresentava la Superbia.-
-Avrei detto
che il tizio
tranquillo era quello dell'ozio.- ridacchiò Daisuke.
Gennai sorrise
e riprese
-Erano tutti a livello intermedio e nonostante fossero cresciuti
insieme, non sembrava che andassero d'accordo. Il loro rapporto
sembrava particolarmente finto, si sopportavano insomma. A Digiworld le
cose erano sempre uguali: i digimon virus venivano perseguitati anche
se non facevano nulla di male. Venivano attaccati anche quei digimon
che pur essendo di tipo Antivirus o Dati, avevano dei legami con i
Virus.
Ed
è qui che entrò in scena
Apokalymon.-
-Un altra
rivelazione!-
esclamò teatralmente Mimi.
-Apokalymon
nacque dal
rimpianto e dalla sofferenza di tutti i digimon la cui vita ed
evoluzione erano stati stroncati per l'egoismo degli altri. Neanche lui
era malvagio, solo non provava fiducia negli altri digimon che
affermavano di voler purificare il mondo senza capire qual'era il vero
problema.
Vagò
disperato per
Digiworld, cercando di rimanere nascosto per non avere problemi,
finché
non incontrò due digimon: Piemon e Pinocchimon. -
-Non ci verrai
a dire che
anche loro erano buoni?- chiese Jou, scettico.
-Beh, buoni
buoni, no. Ma
se non fossero stati perseguitati fin da piccoli, sicuramente le cose
sarebbero andate diversamente. Ma lasciatemi continuare. Piemon e
Pinocchimon stavano vagando per Digiworld in cerca di una fissa dimora,
di un posto dove vivere in pace e degli amici. Durante il loro viaggio
incontrarono Vamdemon e anche lui, non era cattivo, ve lo posso
assicurare.-
-Come sarebbe
a dire?!-
chiese Tailmon -Ho sofferto le pene dell'inferno per colpa sua.-
-So che
è difficile
crederci. Ma è la verità. Tutti i nemici che
avete affrontato finora,
in passato hanno combattuto per fare di Digiworld un mondo migliore.
Tutti: Piemon, Pinocchimon, Vamdemon, Metalseadramon, Etemon, Devimon,
Lady Devimon,Mugendramon, Apokalymon. Tutti, nessuno escluso. Tutti
hanno fatto la loro parte e hanno combattuto per questo mondo.
Perché
erano loro i digimon dei primi bambini prescelti.-
Fine
Capitolo 8
Spero che il capitolo sia stato di
vostro
gradimento, con tutte le varie rivelazioni e Yamato che finalmente esce
dal coma XD
Non vedo l’ora di fare
entrare in scena
Phelesmon, ma sarà più avanti. Fra poco si chiude
la saga coi Dark
Masters e nel prossimo cap ANTICIPAZIONE (neanche tanto velata): Ylenia
dovrà seguire Vamdemon, ma mica andrà da sola. E
comunque continueranno
il resoconto del passato di Digiworld e se ci riesco spiego
com’è nato Risei, così magari vi metto
il cuore in pace, credo.
Ho messo degli indizi,ma
chissà se qualcuno
ha capito chi è la sua “mamma” XD
Bene, ora passiamo alle
recensioni.
Eden89: Lunario? XD Cmq, sono
contenta ti
stia simpatico. ^^ Grazie!!!
Beccacina: Modestamente XD No,
dai, mille
grazie!!! Troppo buona. (credo di essere masochista, per come mi
complico le cose con storie intricate XD)
Grazie a tutti ^^
Kymyit
|
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Capitolo 9 *** 9. Tragedy's Birth II - Passato e presente, poi dritti verso il futuro (ignoto). ***
twins 9
Capitolo
9: Tragedy's Birth II - Passato e presente, poi dritti verso il futuro
(ignoto)
When the Gods were young the
burden was less
It was not grief and it
was not fear
Who cast the shadow upon
our age?
Who has crippled the
young and blinded their eyes?
(Tragedys
Birth, Primordial)
Un numero: 706.
Nient’altro che un numero.
Una delle pedine più importanti, ma non il pezzo
più importante del puzzle.
Solo un numero.
Il corpo tonico era rivestito da una stretta tuta grigia, alla quale
erano collegati tubicini e anche aghi, specie in vicinanza ad organi
vitali. Erano dolorosi, specialmente quando compiva movimenti bruschi,
perciò Neo Saiba preferiva star seduto, continuando a
fingere tranquillità e indifferenza.
Utile per lui, ma con Daemon non attaccava. Il Demone
dell’Ira sapeva per certo che il ragazzo umano aveva paura di
lui, per sé stesso e per sua sorella.
-MetalPhantomon: Digimon
evoluto di tipo Virus. Peso 35 GB, i suoi attacchi sono: Soul Predator
e Grave Scream.- Pronunciò l’albino con aria
saccente. Strano che fosse un digimon evoluto a seminare terrore senza
motivo. Di solito erano i digimon di livello più basso che,
in preda allo spavento di trovarsi per sbaglio in un mondo sconosciuto,
creavano scompiglio. Inoltre erano quelli di tipo bestiale a
spaventarsi maggiormente, a causa del loro istinto
“animale”. Gli umanoidi avevano più
autocontrollo.
Rei Saiba strinse forte
la mano del fratello maggiore. Avevano appena lasciato
l’ospedale, dove aveva fatto la fisioterapia. Forse
c’era ancora speranza che le sue gambe recuperassero il loro
vigore e che tornasse a camminare.
Lo speravano entrambi
con tutto il cuore.
-Neo Saiba, 17 anni,
razza Umano, traditore di Sua Eccellenza Daemon.- MetalPhantomon
ghignò o almeno così parve, considerata
l’assenza di labbra. In ogni caso i suoi occhi brillarono
maligni ed inquietanti. -Hai la possibilità di redimerti.-
accennò a Rei –Il Grande Daemon potrebbe persino
concederti in dono di far guarire la tua sorellina.-
Anche Neo
ghignò a sua volta, per cacciare la paura.
-Redimermi?
Tsk…Ma non farmi ridere…- chiuse gli occhi per
qualche secondo, poi, stringendo i pugni esclamò
–Non so cosa voglia da me Daemon, ma lascia fuori mia sorella
da questa storia! Le cose sistemiamole tra noi! METALGREYMON!-
Esatto.
MetalGreymon.
Dopo aver combattuto al
fianco di Taichi contro Daemon, Neo aveva rimesso la testa a posto.
Aveva compreso i suoi sbagli e chiesto perdono. Con grande sforzo,
sotterrando il suo orgoglio, aveva cercato MetalGreymon e gli aveva
chiesto perdono per averlo usato e ucciso.
E il digimon gliel'aveva
accordato, perché sapeva che per Neo pronunciare la parola
“scusa” era già una punizione tremenda.
Ed era tornato al suo fianco.
Il dinosauro digitale
apparve alle spalle del suo partner, fuoriuscendo dal vecchio Digivice
V-Tamer del ragazzo. Era grosso circa il doppio del M.Greymon di
Taichi, di un arancione più scuro e dalle ali nere.
-Fratellone…-
esitò Rei. Voleva aiutarlo anche lei. Strinse il suo
Digivice.
Si, perché ne
aveva uno anche lei. –SkullSatamon!- esclamò, e il
digimon apparve, accanto al dinosauro. La stazza del digimon di Neo lo
fece apparire minuscolo, ma in realtà il digimon di Rei era
molto forte e la sua altezza non era indifferente. Insomma, era
sicuramente più alto di un essere umano.
Il digimon scheletro si
parò davanti alla carrozzella di Rei, per proteggerla. Neo
era il suo domatore, ma gli aveva affidato Rei. La ragazza era molto
dolce e non lo giudicava affatto per il suo aspetto, nonostante gli
avesse confessato di aver paura degli scheletri. Col passare del tempo,
le si era affezionato moltissimo e il compito che Neo gli aveva
assegnato era diventato una sua missione personale. La proteggeva
perché lo voleva davvero, dal profondo del cuore.
Lei era la sua partner.
Strinse
forte il bastone. Dal pomo dorato sull'estremità
fuoriuscirono scintille.
-Sei pronto?- gli chiese
MetalGreymon.
-Tsk, certo che si.- gli
fece eco lo scheletro.
-Ma guarda... - rise
MetalPhantomon -E' la mia giornata fortunata. Volete combattere? Siete
sicuri? Guardatevi un po' intorno...-
Neo e gli altri sudarono
freddo.
Erano al parco.
Centinaia di persone si
trovavano lì. La maggior parte per fortuna aveva
già tagliato la corda alla vista di MetalPhantomon.
Ma restava sempre chi si
trovava abbastanza lontano da non vedere i digimon o qualche pazzo
curioso.
Non potevano coinvolgere
assolutamente quelle persone.
-Merda.-
ringhiò l'albino -SPARITE DALLA CIRCOLAZIONE! E'
PERICOLOSO!- gridò a due ragazzi più grandi che,
impugnando una macchina fotografica e una videocamera, tentavano di
immortalare quelle immagini. I due si scossero.
-E' sparito...- disse
uno.
Neo si voltò
velocemente.
MetalPhantomon non era
più davanti a loro...
La sua risata maligna
giunse alle sue spalle e, voltandosi, Neo, M.Greymon e S.Satamon si
resero conto, con orrore e frustrazione, che MetalPhantomon si era
portato velocemente dietro la carrozzella di Rei, senza che loro se ne
accorgessero.
-Claw Bone!- la scarica
che partì dal bastone di SkullSatamon fu deviata dalla falce
dell'altro digimon scheletrico, che si limitò ad avvicinare
l'arma alla gola della sedicenne.
-Ah...- emise Rei.
Essendo una falce composta da energia oscura, il lieve contatto con la
gola le provocò un forte dolore.
-Scacco matto.-
ghignò maligno il fantasma.
°
-I digimon dei primi
bambini prescelti...- Koushirou trattenne il fiato.
-Mi riesce difficile credere che fossero buoni in passato.- disse
Tailmon, pensando ovviamente al suo Maestro.
No.
Padrone e aguzzino era il termine giusto.
-Anche a me.- fece Hikari -Ma a quanto pare è
così.-
-Anche Devimon era buono... Ma allora perché diavolo ci
hanno combattuto così aspramente?- chiese Takeru, che
provava un profondo rancore nei confronti del digimon diavolo.
-Ora vi spiego. La storia non è finita.- disse Gennai -E'
così lunga e complessa che non basterebbe una vita per
raccontarla tutta. Ma torniamo a Lucemon e agli altri Demon Lord....
Molto prima che Piemon e Pinocchimon incontrassero Vamdemon, i Demon
Lord sfuggirono alla custodia dei Supremi. Lasciarono la Foresta Sacra
per continuare a diffondere il male. Tranne Lucemon. A lui non
interessava. Reputava Digiworld un posto bellissimo e fece di tutto per
proteggerlo dai suoi "fratelli". Quando si scatenò una
guerra tra digimon Bestiali e digimon Umanoidi, Lucemon era in prima
linea. E fu in quell'occasione che imparò a unire Luce e
Tenebre.-
Yamato e Ylenia si sentirono quasi chiamati in causa. Incrociarono le
braccia contemporaneamente e deglutirono.
-I Supremi gli affiancarono un gruppo di cavalieri scelti, per vegliare
su di lui ed evitare che compisse azioni insensate. Erano i Royal
Knights, i Cavalieri Reali. Lucemon radunò digimon da ogni
dove, sia umanoidi che bestiali, sia Antivirus che Dati e Virus e
cercò di portare la pace tra i due schieramenti.
Piemon e gli altri si unirono alla causa, confidando in lui per vivere
in un mondo migliore e il loro gruppo ebbe un bel da fare per placare i
due schieramenti.
Alla fine, riuscirono a portare la pace, ma come vi dicevo, durante lo
scontro Lucemon ebbe modo di entrare nel Dark Ocean, dove è
stato confinato Dagomon.-
Hikari chinò il capo -Quindi Dagomon stava in quell'orribile
posto già da allora.-
Gennai provò tenerezza nei confronti della prescelta della
Luce -Vedi Hikari, Dagomon era uno dei primi Virus nati e si era
macchiato di numerosi crimini. E' stato confinato nel Dark Ocean
perché la morte sarebbe stata solo una liberazione per lui.-
-Ma poi si è pentito.- disse Hikari -Avremmo potuto
liberarlo da lì, dargli una possibilità di
ricominciare... Quanti anni saranno passati da allora? Più
di mille sicuramente... E invece gli abbiamo mandato contro Daemon!- la
Yagami si coprì il viso con le mani e singhiozzò.
Takeru e Taichi cercarono di confortarla.
-Hikari...- le sussurrò il biondo
-Non fare così.- le disse il fratello -Ti ha perdonata. E
poi, vedrai che rinascerà, come tutti i digimon.-
Gennai annuì -Quando un digimon muore in un luogo
che non è Digiworld, può rinascere ugualmente,
perché, come nei computer della Terra, nella
Città della Rinascita rimane una sorta di back-up dei suoi
dati. E anche se la Città della Rinascita ora non esiste
più, i dati sono rimasti memorizzati comunque. Appena
tornerà in funzione, Dagomon potrà tornare e
vivere così una nuova vita. E ricominciare...-
Hikari parve tranquillizzarsi un poco.
-Tieni.- le disse Jun porgendole un fazzoletto.
-Grazie.- rispose lei sorridendo appena.
°
Da qualche parte a
Digiworld, intanto...
"Lucemon sta procedendo col
suo piano..." quel pensiero rallegrava Beelzebumon, il Demone
della Gola "Devo raggiungerlo, e raccontargli la verità."
camminava da diversi giorni ormai.
Era letteralmente esausto, perciò si sedette a riposare. In
quanto Daemon Lord avrebbe potuto raggiungere la sua destinazione in
quattro e quattr'otto, ma non doveva attirare l'attenzione.
Perciò non aveva spiegato le sue ali nere e non aveva preso
il volo. Non aveva neanche usato il suo velocissimo mezzo di trasporto,
la moto chiamata Behemoth. No...
Lui doveva essere morto.
-Che diavolo stai dicendo,
vecchio bastardo?!- ringhiò.
Il vecchio bastardo in
questione era Barbamon, in apparenza il più anziano dei
sette.
-Quello che ho appena
detto. Non presteremo soccorso a Lucemon.- disse, con voce pacata, ma
nel pronunciare il nome dell'angelo caduto, il "vecchio" emise una nota
di scherno, che Beelzebumon percepì. E lo detestò.
Erano uguali.
Potevano definirsi
fratelli, ma erano pronti a calpestarsi gli uni con gli altri. Non che
gli importasse.
Però con
Lucemon era diverso...
Era come... del cibo per
lui...
Una cosa a cui teneva
particolarmente e di cui voleva godere sempre di più.
Anche solo la sua vista
lo "nutriva".
Dopo aver lasciato la
Foresta Divina come Impmon, aveva vagato con i cinque "fratelli" che
erano fuggiti. Lucemon era voluto rimanere indietro. Perché
lui non aveva sete di conquista come loro.
Ancora era innocente.
Non sapeva quanto il
mondo fosse rimasto corrotto dopo la dipartita di GranDracmon.
Poi a Barbamon era
venuta l'idea di possedere tutto. E nessuno aveva obbiettato.
Leviamon desiderava
tutto ciò che gli altri possedevano.
Lilithmon voleva
possedere tutti i piaceri che quel mondo offriva.
Belphemon bramava l'ozio
completo, ovviamente con la minima fatica, altrimenti non sarebbe stato
lui. Voleva solo un mondo in cui poter riposare in pace, letteralmente.
Un mondo praticamente
noioso per uno come lui.
Perché
Beelzebumon adorava i banchetti, il cibo, la lotta. Tutto
ciò che offriva alla vita un gusto in più.
Infine Daemon desiderava
il potere, diventare più forte e sfogare su tutti la sua
costante ira.
E Lucemon
che voleva?
Solo la pace.
Per realizzare quei loro desideri l'avevano coinvolto.
Lui gli aveva mostrato la
corruzione di Digiworld.
Proprio lui.
Lui non era stato capace
di aiutarlo a realizzare il suo sogno.
Proprio lui.
Aveva promesso e non era
stato capace di soccorrerlo.
Beelzebumon
guardò storto il vecchio. Solo in quel momento comprese
appieno l'intero piano del "fratello maggiore". Lui ne era stato tenuto
all'oscuro perché DAVVERO si era affezionato a Lucemon.
Barbamon voleva che Lucemon fosse sconfitto!
Ecco perché aveva riunito la "famiglia".
Perché bramava gli immensi poteri del "fratellino".
In lontananza la
battaglia si faceva sempre più cruenta.
Lucemon contro i Dark Masters e i bambini prescelti.
Con orrore Beelzebumon
vide ergersi nell'aria un corpo gigantesco.
-Apokalymon?!-
esclamò con rabbia - Ma non era morto? Merda!- il Demone
della Gola decise che era il momento di dare man forte al Demone della
Superbia. Che gli altri lo appoggiassero era questione di poca
importanza.
Il proprio corpo
sprigionò un'energia tale che gli abiti in pelle nera
parevano sciogliersi. Dalle scapole crebbero due nere ali piumate con
le quali Beelzebumon sarebbe volato verso Lucemon.
Da solo non avrebbe mai
potuto sconfiggere Apokalymon di nuovo. Perché non si
trattava solo di lui.
I Padroni delle Tenebre
si erano uniti in un solo corpo.
-Non ti
lascerò rovinare i miei piani, proprio adesso.- disse
Barbamon. Il Demone della Gola era già in volo ed ad udire
quelle parole fece appena in tempo a voltarsi.
Un' energia potentissima
lo investì in pieno. Le ali bruciarono, la giacca in pelle
si sciolse, l'aria fu pervasa dal lezzo della carne bruciata.
In lontananza l'urlo di
rabbia di Lucemon e la Dark Area che si apriva, inghiottendolo.
Lo aveva abbandonato.
Proprio lui.
Beelzebumon riaprì gli occhi. Neanche lui sapeva
perché era sopravvissuto. Pura fortuna. O forse no?
Carezzò l'erba verde.
Presto i Cavalieri di Lucemon sarebbero giunti fin lì,
distruggendo anche quel luogo. Doveva sbrigarsi a raggiungerlo.
Raccontargli la verità.
Non voleva abbandonarlo!
°
-Nessuno sa come, ma Lucemon da allora divenne padrone della Luce e
delle Tenebre e si servì di quei poteri per porre fine al
conflitto. La pace durò per diverso tempo, ma nonostante
tutto, non si poteva parlare di pace. I digimon ormai erano in qualche
modo corrotti e Lucemon ne soffriva.
E fu in quel momento che entrarono in gioco gli altri Demon Lord.
Sembra che coi suoi poteri Lucemon avesse attirato Barbamon, l'Avaro.
Questi riuscì in qualche modo a rientrare in contatto con
lui e gli promise di affiancarlo nel suo folle progetto di ricostruire
Digiworld da zero.
Quella che all'inizio era solo un'idea di Lucemon poteva essere
realizzata e così i Demon Lords cominciarono a seminare il
terrore a Digiworld.
I Supremi furono costretti a correre ai ripari: la barriera spaziale
tra i nostri due mondi si era assottigliata e vennero a conoscenza del
mondo degli umani. Scoprirono che le emozioni degli esseri umani
potevano essere trasmesse ai digimon sotto forma di energia. Scelsero
perciò dei bambini, perché erano più
puri rispetto agli adulti e li invocarono.-
Sullo schermo apparve una vecchia foto.
C'era Gennai, vicino a Piemon. Facevano le smorfie. Accanto a loro
c'erano tutti i loro nemici e poi dei bambini.
-Questa foto la facemmo poco dopo la grande battaglia finale. E questi
sono i primi bambini prescelti.-
-Sbaglio o manca un digimon?- chiese Ken
Gennai annuì e indicò uno a uno i bambini.
La prima era una ragazzina di circa 11 anni, coi capelli viola raccolti
in due bizzarre codine. Vestiva con una t-shirt rosa e pantaloncini
neri. Sulla testa degli occhialetti rosa a cuoricini, simili a quelli
di Taichi e Daisuke, ma più piccoli.
-Lei è Kirara Kira. Aveva la Digipietra del
Coraggio e il suo digimon era Piemon. Era lei la leader del primo
gruppo.-
La bambina a fianco a lei, aveva circa 10 anni, i capelli
rosso scuro, sfilati e ribelli. Portava una salopette verde militare e
una maglietta arancione e rideva abbracciata a Pinocchimon.
-Lei è Aki Mori, la sorellastra di Kirara. All'inizio non
andavano d'accordo, ma l'avventura le ha unite tantissimo. La sua
digipietra, era quella dell' Amicizia e come potete vedere, il suo
digimon era Pinocchimon.-
Tutti annuirono, fissando i loro predecessori.
-Questo con la bandana e i capelli viola scuro è Gie
Kurogane.- continuò Gennai indicando un ragazzino sui 12
anni, dall'aria un po' aggressiva, vestito completamente di nero
(canottiera, jeans e bandana) -Lui è il partner di
Mugendramon e la sua digipietra, era quella dell'Amore.-
-Gennai, ma le digipietre le avete distribuite a caso?- chiese Mimi
quasi spaventata.
-Mugendramon la digipietra dell'Amore??- fece Gomamon -E'
più sconvolgente del sentire Jou cantare sotto la doccia!-
-EHI!!- esclamò il prescelto dell' Affidabilità
rosso in volto, cercando di tappare la bocca al suo dispettoso digimon.
-Ho solo detto la verità.- ribatté Gomamon tra le
risate generali.
-E quel ragazzino biondo?- chiese Koushirou.
-Ah, lui... Lui si chiama Karl Keisuke Von Sturm, ma tutti lo
chiamavano Kei. Aveva 10 anni ed era cagionevole di salute. Molto
cagionevole. Però era molto intelligente, proprio come te,
Koushirou. Infatti la sua digipietra era quella della Conoscenza. E'
stato quello che più ha tardato ad abituarsi a Digiworld
perché era abituato a vivere sotto una campana di vetro. Lui
e Vamdemon sembravano fatti apposta l'uno per l'altro.-
Keisuke aveva la tipica aria aristocratica, i capelli ricci e biondi
color del grano e gli occhi castano-dorati. Camicia e cravattino, molto
eleganti e probabilmente costosi. Il viso era pallido e magro, ma in
quella foto sprizzava di vitalità.
-L'ho già visto da qualche parte...- disse Hiroyuki,
facendosi pensieroso - Tsk... Ma guarda... e così l'erede
della Sturm Corporation è un prescelto...- La Sturm
Corporation era una grande azienda informatica, in pratica una delle
più famose al mondo, almeno negli ultimi decenni. La
famiglia si era stabilita in Giappone in seguito al matrimonio tra il
conte Ludwig Von Sturm con Kaname Chinou, una donna intelligente sia
di nome che di fatto. Per non parlare della brillante carriera.
Insomma, questo Keisuke pareva nato sotto una buona stella. O
chissà se anche lui...
-Questo ragazzino qui invece è Mei Ryuuzaki, 10 anni. Lui e
Gie andavano molto d'accordo.- Gennai interruppe i pensieri di Hiroyuki
e indicò un bambino coi capelli corti celesti sopra il drago
d'acqua -Metalseadramon era il suo digimon e la sua digipietra era
quella della Sincerità. Questa è Hina Satou.- la
ragazza in questione aveva circa 12 anni e aveva i capelli color della
neve, molto belli e morbidi. Gli occhi erano grigi e brillanti.
Hiroyuki scattò.
-Ma quella è...-
-La conosci?- chiese Daisuke.
Lui si risedette e si lasciò scappare un flebile fischio di
apprezzamento -Chi si aspettava che Hina Segaossa fosse una
prescelta... tsk...- sghignazzò.
-Vedo che conosci un sacco di gente famosa, Hiropon...- disse Mamoru,
che, vicino al prescelto del Vigore, non si trattenne dal mettergli un
braccio intorno alle spalle, con molta confidenza -Dato che ci sei, non
è che mi daresti il suo indirizzo?-
-E perché mai?- Hiroyuki gli afferrò il braccio e
si liberò da quella stretta troppo confidenziale.
-Ha spaccato il parabrezza della macchina di mio padre giusto una
settimana fa.- ribatté Mamoru, ignorando il gesto dell'altro.
Hiroyuki rise come un matto.
-Ahahaha!! Non è cambiata per niente quella strega!-
-Dai, smettetela!- disse Miyako. Si, facevano ridere, ma era curiosa di
sapere chi erano gli altri ragazzi.
-Io vorrei sentire il resto della storia.- le fece eco Iori.
-Ehm...- Gennai riprese la parola... -Segaoss... Hina... Era la
digiprescelta della Luce e il suo digimon è LadyDevimon. Ma
davvero è una teppista?-
-Atti vandalici ai danni di pubblico ufficiale, per non parlare del
resto, cosa ti suggerisce, Gennai?- Mamoru, con aria melodrammatica.
Hikari e Tailmon si lanciarono una strana occhiata.
Hiroyuki rise di nuovo, ma più sommessamente, mentre Gennai
passò ad un altro bambino.
-Meglio andare oltre...Questo bambino, qui aveva 8 anni. Si chiama Ban,
ed è il fratello minore di Hina.- Takeru rimase colpito nel
vedere il piccolo Ban a cavalcioni su Devimon, intento a ridere
aggrappato alle corna del digimon diavolo -La sua digipietra
è quella della Speranza.- Il cuore del giovane Ishida quasi
si fermò. Gli sembrava così strano che Angemon e
Devimon si fossero scontrati. Angeli portatori della Speranza, invece
di stringersi la mano si erano uccisi a vicenda. Per il suo romanzo era
un buono spunto, ma la cosa gli lasciava l'amaro in bocca.
Per ultimo Gennai indicò un ragazzo moro, coi capelli neri
lunghi fino al mento sul davanti e scalati dietro. Una fascia rossa gli
copriva la fronte e gli occhi verdi sembravano smeraldi. Sotto l'occhio
sinistro c'era un piccolo neo, molto grazioso.
-Lui è Nobu Yaen. Aveva 11 anni anche lui e il suo digimon
è Etemon. La sua digipietra è quella
dell'affidabilità, anche se a volte appariva totalmente
inaffidabile.- ridacchiò rammentando i vecchi tempi.
-Sto cominciando a seccarmi.- disse Vamdemon.
Erano vicino alla macchina del caffè, lui ed Etemon. Lo
scimmione prendeva una bibita, lui proprio no. Non c'era sangue dentro
quell'aggeggio infernale. Doveva sbrigarsi a tornare al castello.
-Abbi pazienza.- fece Etemon, aprendo la lattina -Non ti facevo
così impaziente.-
-Sono preoccupato... Ho un pessimo presentimento.-
-Riguardo a Keisuke?-
Vamdemon annuì.
-Lui... poi Phelesmon... Non so se sto diventando paranoico, ma tutta
questa storia mi sta facendo diventare matto.-
Etemon sorseggiò ancora la bibita -Forse stai solo tornando
ad avere un cuore.-
-Tsk... Mi spiace ammetterlo, ma ogni tanto dici qualcosa di
intelligente.-
Etemon ridacchiò, poi sospirò.
-Sarei potuto andare a cercarlo... Nobu mi odierà.-
-Probabilmente...- disse atono il vampiro.
Etemon si agitò -Ehi! Tu proprio non sai consolare la gente!-
-Probabilmente si sarà anche dimenticato il
perché avete litigato.- concluse il vampiro.
-Nobu viveva in un orfanotrofio. Il cognome Yaen se l'è dato
da solo dopo aver conosciuto Etemon.- continuò il saggio
-Non so molto, ma l'incontro con Etemon ha cambiato totalmente la sua
vita. Non è più tornato sulla Terra e non so dove
sia ora.-
-Come sarebbe a dire?-
-E' rimasto con Etemon per un bel po', non aveva una casa in cui
tornare e l'orfanotrofio non era un gran bel posto. Un giorno
è successo qualcosa ed è scomparso, ma nessuno sa
dove sia. L'unica cosa certa, è che non è morto.
Il primo caso di umano morto a Digiworld non passerebbe certo
inosservato...-
Tutti erano pressoché allibiti.
-E quella ragazzina?- chiese Mamoru dopo un poco -Non dirmi che il suo
digimon eri tu, Gennai?-
-Io non sono un digimon.- rise il saggio -Comunque, lei è
Marin Hyuga. La sua digipietra è quella del Perdono ed
è l'unica prescelta a non avere ancora un digimon come
partner.-
-Come mai?- chiesero in coro Iori e Armadimon.
Gennai scosse le spalle.
Dietro di lui, nella foto, Marin sorrideva. I capelli neri erano corti
fin sotto il mento e gli occhi erano chiusi, ma Gennai
affermò che erano castani, quasi dorati. Stava abbracciata
sia a Hina che a LadyDevimon. Aveva 11 anni.
-I Supremi hanno visto in lei una persona speciale, ma non c'era nessun
digimon che rispecchiasse quelle qualità.-
-E Apokalymon?- chiese Sora
- Lui fu sconfitto da Lucemon quando si accorse che cosa
avevano organizzato i Supremi. Si sacrificò per proteggere
Piemon e gli altri, i suoi cari figli. Ma sembra che anche lui avesse
un asso nella manica e infatti ha diviso i suoi dati tra i suoi
ragazzi, ed è stato grazie a questo che Piemon e gli altri
sono alla fine riusciti a sigillare Lucemon della Dark Area, l'inferno
dei digimon. Lì gli sono stati sottrati i due poteri,
affinché non ne uscisse più.-
-E perché siamo stati scelti io e Ylenia?- chiese Yamato
-Perché servivano due corpi distinti, simili ma opposti allo
stesso tempo. E quel giorno gli unici due corpi che trovarono erano i
vostri.-
Calò il silenzio.
Era ovvio che il giorno in cui Lucemon fu sconfitto, corrispondeva al
giorno in cui Yamato ed Ylenia erano nati. Ma questo non era
fondamentale, sembrava piuttosto un brutto scherzo del destino.
"Se non fosse stato per
Lucemon non sarei mai stato un digiprescelto?"
si chiese Yamato. Insomma, avevano ritenuto opportuno convocarlo a
Digiworld solo per tenerlo d'occhio?
Il pensiero lo fece stare parecchio male, come tutta la vicenda del
resto.
"Ma che diavolo mi
prende?" pensò Kokueimon.
Aveva le farfalle sullo stomaco e, se le cose fossero state come al
solito, non ne sarebbe rimasto sorpreso.
Ma non si trattava di attendere l'ammirazione o anche solo il consenso
di suo padre.
No. Ora che quello c'era, perciò, perché era
preoccupato?
-Da quando ho visto quella ragazzina umana...- disse tra sé.
Doveva sapere -Chiederò un giorno di permesso, dopo la
cerimonia.- alzò gli occhi al cielo.
"Che sia la sensazione
che anche mia madre ha provato? Anche mio padre
si sarà sentito così?"
°
-Dobbiamo stare attenti a Piemon.-
Mugendramon e Metalseadramon parlottavano tra loro nel laboratorio del
drago nero. Ovvio che le loro sembianze fossero ancora quelle umane e
minute. Coi loro vocioni reali, non avrebbero avuto la privacy che
richiedeva il momento: Piemon li avrebbe sentiti.
-E' strano. Eppure... -Metalseadramon si sedette su un tavolo metallico
-Non avverto pensieri negativi, tranne i soliti ovvio.-
Mugendramon gli si portò accanto e gli accarezzò
il capo, prendendo poi tra le dita una ciocca indaco.
-Ricordi quando si parlava di raggiungere il castello di Lucemon dalla
base spaziale del continente WWW?-
Il drago d'acqua annuì -Il giorno dopo era completamente
rasa al suolo.-
-Solo Piemon può aver fatto una cosa del genere.-
Il clown possedeva l'ubiquità, ovvio pensare a lui come il
colpevole.
-C'è qualcosa che non quadra.-
-Una doppia personalità.- disse Mugendramon -Piemon prova
astio nei confronti di Lucemon, figurati se accetterebbe di seguirlo.
Ma se avesse una doppia personalità, i conti tornerebbero
tutti.-
-E così è svelato il mistero delle emicranie...-
Metalseadramon rimase in silenzio qualche secondo -Dici che anche con
Kokueimon ci sia lo zampino dell'altro Piemon?-
Il drago nero ci pensò appena -Ma no... E' solo che Piemon
è troppo testardo per ammettere che l'ha voluto anche lui.-
Metalseadramon arrossì.
-Che c'è?- chiese Mugendramon, allarmato.
-Ehm... Io...- il drago esitò un poco, poi all'improvviso,
assunse le sue reali sembianze -Voglio un figlio da te!-
esclamò, con fare trionfale.
Sulla nuca di Mugendramon apparve la gocciolina di sudore da shock.
-E che bisogno c'era di chiederlo così??- sbraitò.
Metalseadramon si chinò su di lui -Così non avrai
il coraggio di dirmi di no.-
Mugendramon si fece silenzioso.
Poi prese la sua decisione.
Perché no?
-Ne riparleremo quando questa storia sarà finita.-
Era un si.
E Metalseadramon ne fu felice e urlò un -Evviva!-
che
rimbombò per tutto il palazzo.
°
-Che storia intricata.- commentò Miyako.
-Però ci sono parecchi punti oscuri. Che fine hanno fatto
quel Barbamon che ci hai detto? Perché non hanno aiutato
Lucemon alla fine? Se davvero voleva il suo potere, perché
l'ha abbandonato a se stesso, permettendo che fosse imprigionato?-
chiese Ken
Gennai rispose -Purtroppo questo non lo sappiamo. Però,
sappiamo che Lucemon non ha rinunciato al suo progetto e che ha mandato
i suoi Cavalieri Reali a distruggere Digiworld, per ricostruirlo dalle
basi.-
-Quanti sono?- chiese Mamoru
-Tre.- fece Hiroyuki.
-Dynasmon, Lord Knightmon e Craniummon. In passato c'era anche un
quarto Cavaliere, ma cadde per proteggere Lucemon. Si chiamava Duftmon
ed era l'unico cavaliere di sesso femminile, nonostante l'aspetto
mascolino. Gli altri cavalieri che hanno scelto di ribellarsi a
Lucemon, sono stati eliminati. Anche se...-
-Anche se?- fece Tentomon
-Il Digimental dei Miracoli, che ha permesso a V-mon di evolvere
Magnamon, altro non è che il Digimental di Magnamon. Vi
è rinchiuso il suo spirito che da sempre si oppone al male,
in qualunque sua forma. Era un grande guerriero dai più
nobili principi, ma anche lui cadde sotto Lucemon.-
-Poverino...- fece Mika che aveva ascoltato tutto in silenzio -E la
signorina, era brava?- chiese riferendosi a Duftmon
-Non era cattiva. - fu la risposta di Gennai
-E Lucemon è cattivo?-
Gennai tardò a rispondere.
-Un po'...- cambiò discorso -Bene... Ora è il
momento che vi consegni i vostri Digivice nuovi.- annunciò,
e li invitò a seguirlo nel laboratorio adiacente a quella
stanza.
Era un locale più ampio con una teca molto grande e dentro
di essa, vi erano i nuovi Digivice, uno dei quali era ancora collegato
al suo digiuovo. Il digiuovo era nero con disegnate, in orizzontale,
righe a zig zag gialle.
L'uomo digitò dei comandi, e la teca si aprì.
-Ecco, potete prendere i vostri Digivice.-
Tutti si avvicinarono, compreso Hiroyuki.
Sotto ogni Digivice era riportato il disegno di una digipietra e
perciò ogni prescelto prese, senza errore, quello che gli
spettava.
Quello di Taichi era arancione, con i tasti blu scuro.
Quello di Yamato era l'esatto contrario: blu scuro, coi tasti arancioni.
Sembrava che i Digivice fossero accoppiati. Almeno quelli dei primi due
gruppi.
Quello di Sora era rosa scuro, con i tasti verdi. Quello di Mimi verde
coi tasti rosa.
Quello di Koushirou era viola coi tasti argentati e quello di Jou
argentato coi tasti viola.
Il Digivice di Takeru era verde chiaro, coi tasti dorati e quello di
Iori dorato coi tasti verdolini.
Quello di Daisuke era azzurro, coi tasti neri e quello di Ken nero coi
tasti azzurri.
Hikari prese il suo, rosa coi tasti rossi, il contrario di quello di
Miyako: rosso coi tasti rosa.
I Digivice degli altri prescelti erano invece diversi l'uno dall'altro.
Quello di Hiroyuki era arancione scuro, coi tasti verde militare.
Quello di Mamoru era viola scuro, coi tasti dorati, quello di Jun era
bianco coi tasti violetti.
Quello di Mika era molto bello. Non aveva un colore solo, ma tutti i
colori dell'arcobaleno che cambiavano disposizione a seconda di come lo
posizionava.
Rimasero due Digivice.
Uno marrone dai tasti dorati e uno nero e giallo. Quest'ultimo era
collegato al digiuovo rimasto.
Risei si avvicinò a quell'uovo.
-Io... questo...-
Gennai gli mise la mano sulla spalla.
-E' il tuo digimon.-
Yamato gli lanciò un'occhiata torva.
Prima Mika, ora Risei.
Se non fosse stato inutile protestare l'avrebbe fatto, magari lanciando
la stampella che usava per sorreggersi dritta in bocca al saggio.
Sembrava che tutti si divertissero a mettere in mezzo la sua famiglia e
i suoi cari.
-Tsk...- emise.
Risei strinse al petto il digiuovo e prese a strofinarlo, per farlo
schiudere in fretta, come aveva visto fare tante volte dai nonni.
-Come mai qui non c'è il digiuovo?- chiese Iori, guardando
il Digivice marrone e spostando l'attenzione da Risei e dal digiuovo
nero, sull'oggetto.
-Probabilmente il digimon partner di quel prescelto è
già nato. O non ancora, come nel caso di Marin. Ad ogni
modo...- Gennai prese il Digivice e si avvicinò ad un
terminale -Invierò questo Digivice sulla terra, dove una
nostra vecchia conoscenza, si occuperà di trovare il
prescelto.-
-Una vecchia conoscenza? Di chi parli?- chiese Daisuke
-Yukio Oikawa?-
-Eeeeeeeh?- fecero i prescelti in coro, ovviamente quelli che avevano
avuto modo di conoscere l'ex-nemico.
-Ma lui è morto!- fece Miyako, con tono quasi
melodrammatico.
-Dopo il suo sacrificio, gli è stata concessa una
seconda possibilità.- rispose Gennai, trafficando sul
terminale- Non era malvagio, è stato usato. Ora non
è più un essere umano e neanche un digimon. E'
come me.-
Il Digivice e il medaglione erano poggiati su un ripiano accanto al
terminale. Come Gennai premette il tasto d'invio, un raggio li
smaterializzò e un messaggio di conferma apparve sul monitor
-Bene... Una preoccupazione in meno.-
-Com'è che noi non sapevamo nulla?- chiese Taichi irritato.
Una sorpresa ok. Ma ora si esagerava.
Yamato guardò il suo migliore amico umano. Anche
lui gli aveva nascosto tante cose.
Si sentì in colpa. Doveva raccontare agli altri della
nascita di Risei. Del perché il piccolo era stato "creato".
Guardò suo figlio.
"No... Non davanti a lui. Lo farei soffrire troppo. E non lo merita."
gli carezzò la testolina e gli sorrise "Va tutto bene... Non
permetterò a Daemon di usarti, per nessun motivo."
-Bene bene...- disse una voce roca, alle loro spalle.
Tutti si voltarono Yamato si mise davanti a Risei per coprirlo.
Vamdemon ed Etemon erano nel laboratorio. Erano riusciti ad entrare,
forse eludendo la sorveglianza o comunque mettendola fuori
combattimento senza far rumore.
Il vampiro avanzò verso di loro e si guardò
intorno.
-Vedo vi siete organizzati bene... Ma temo non basterà.-
posò lo sguardo su Ylenia -Hai il Digivice, ora andiamo, si
è fatto tardi e non intendo aspettare oltre.-
Ylenia guardò Yamato.
-Quando avrò fatto ciò che chiedi, libererete
completamente Yamarin?-
-Eh? Yamarin?- fece Etemon
-Si, si , lui!- Ylenia indicò il fratello, che si diede una
manata sulla faccia, arrossendo.
-Ancora questo nomignolo...-
-Beh, è un nomignolo carino...- disse Mamoru, fiero di
averlo coniato.
-Io tengo sempre fede alle promesse.- disse il vampiro, riportando
l'attenzione su di sé.
-Bene.- Ylenia sorrise e Vamdemon sperò di poterla mantenere
davvero quella promessa così rischiosa. Perché
quel sorriso gli scaldava il cuore più di ogni altro.
Era strano per lui. Ma quel sorriso gli piaceva, era un dato di fatto
che non poteva trascurare.
In fondo, almeno con se stesso, poteva smettere di fingersi insensibile
e spietato, no?
Un suono digitale lo riportò alla realtà. Etemon
afferrò il piccolo portachiavi a forma di Monzaemon che
aveva appeso al fianco. In realtà conteneva un cercapersone.
-Mmm... Leggi un po'.- lo mostrò al vampiro che
commentò, aspro -Dannazione...-
Gli seccava, ma era rischioso fare altrimenti.
-Taichi Yagami.- quasi lo ringhiò quel nome. Sapeva che lei
era sua. E non lo sopportava!
-Che vuoi?- chiese il ragazzo, più o meno con lo stesso tono.
Vamdemon gli diede le spalle, per nascondere quanto gli costasse quella
richiesta -Sarà meglio che venga anche tu.-
-Io ci capisco sempre meno...- emise Hawkmon.
Taichi avanzò con Agumon e si portò al fianco di
Ylenia, stringendola a sé.
-Poco male, anche perché non avrei mai lasciato venire la
mia fidanzata da sola con voi due.-
Ylenia arrossì vistosamente.
E anche Taichi.
La bionda gli si appoggiò al petto.
-Adoro quando sei così melodrammatico ciccipupù!-
-Ciccipupù???- esclamò Etemon, sempre
più sconvolto.
-Si, lui.- fece Ylenia, senza battere ciglio.
Taichi arrossì ancora di più.
-Tu sei troppo melodrammatica...- commentò, pieno di
vergogna. Ylenia era fatta così. Era come una bambina,
pareva non preoccuparsi di ciò che gli altri potessero
pensare di lei. E questo la rendeva speciale e irresistibile. Ma allo
stesso tempo così fragile...
-Andiamo!- esclamò Vamdemon nervoso.
-Aspetta un po'!- ringhiò Yamato.
Figurarsi se voleva lasciare le cose come stavano.
I due digimon lo guardarono ostili e sudò freddo.
Esitò un poco. Gabumon era vicino a lui, in modo da
proteggerlo e da coprire Risei.
-Non...- cominciò.
-Non azzardatevi a portarla via?- Vamdemon gli lesse nella mente -Se
preferisci, rimetto le cose come prima.- disse minaccioso, ma sempre
pacato, come suo solito.
Il prescelto dell'amicizia rimase in silenzio. Certo di tornare in quel
semi coma non ne aveva proprio intenzione.
-E allora sta buono e zitto.- Vamdemon uscì dalla sala.
Ylenia guardò colpevole il fratello.
-Scusa...- poi gli sorrise un poco -Andrà tutto bene.- lo
abbracciò forte, cercando di rassicurarlo. Era raro che si
abbracciassero. Era più normale vederli a punzecchiarsi e
litigare per ogni cosa. Ma quando Yamato era triste Ylenia c'era e
quando era lei a star male, lui le era sempre accanto.
Taichi lanciò un'occhiata all'amico biondo. Avevano tante
cose da dirsi, ma il tempo stringeva. Avrebbe aspettato.
-Stai tranquillo.- disse, posandogli la mano sulla spalla.
°
Lord Knightmon osservava il cielo.
Al palazzo del Sole la notte calava raramente. Per la precisione:
quando al Sole venivano a mancare dei dati e si spegneva. E quello non
era un bene, dato che era l'astro della vita. Perciò, quando
ciò avveniva, chi di dovere cercava di ripristinare il tutto.
Chi viveva a palazzo era abituato alla luce abbagliante, ma il dilemma
era il riuscire a vedere le stelle.
E per un cavaliere dallo spirito raffinato e romantico, qual'era
Lord Knightmon, equivaleva ad una profonda sofferenza.
A volte riusciva a scorgere qualche astro nelle zone in cui comparivano
le macchie solari, ma non potendone prevedere l'ubicazione, il
cavaliere preferiva scendere sulla "Terra".
La giornata era stata estenuante: i rapporti dei vari informatori sui
movimenti dei vari Demon Lord, Piemon e la cerimonia in onore di
Kokueimon (si, era
riuscito ad ottenere anche quel pettegolezzo)...
Il cavaliere rosa sospirò.
Forse, se si fosse formata una VERA alleanza fra i Cavalieri Reali e i
Padroni delle Tenebre, avrebbe potuto avere per lo meno una
possibilità col Generale delle Ombre.
Sapeva chi fosse Kokueimon in realtà, aveva le sue fonti, ma
di fatto il giovane digimon non sapeva nulla di lui e sicuramente, non
avrebbe gradito i suoi sentimenti.
-Ancora a perderti in futili pensieri?- tuonò la voce di
Craniummon, il gigantesco cavaliere reale dall'armatura blu scuro e
l'enorme lancia a due punte.
-Per oggi ho svolto il mio dovere alla perfezione, Craniummon. Non mi
assillare.-
L'altro fece per ribattere, ma il cavaliere rosa lo anticipò
-Ho estrapolato il Digicodice da circa cento settori, registrato e
riferito a Lucemon-sama i vari messaggi degli informatori, sopportato
Piemon e inviato ai Dark Masters l'ennesima intimidazione
affinché si alleino con noi. Ho tralasciato qualcosa?- disse
tutto velocemente, quasi senza respirare -E tu Craniummon?-
L'altro rimase interdetto.
-Io... Ho fatto molte altre cose.-
"Si. Il leccapiedi..." fu il commento che il cavaliere rosa avrebbe
voluto esprimere, ma lo tenne per se, dal momento che non erano
più soli.
Lucemon entrò nella sala, seguito da Dynasmon e Anubimon.
Il piccolo angelo caduto prese posto nel suo trono, mentre i quattro si
inginocchiarono.
-La situazione che mi hai riferito è piuttosto grave,
Lord Knightmon.- disse pacatamente l'angelo.
Il rosato annuì.
-Non siamo certo gli unici ad avere spie ovunque, perciò,
parlerò di questa cosa solo con voi e solo questa volta. Non
mi ripeterò, perciò aprite bene le orecchie.-
I presenti annuirono.
°
Da qualche parte a
Digiworld...
-Oh mio Dio...- emise
una voce femminile flebile e dolce.
La mano destra sfiorò il fazzoletto rosso legato al braccio
sinistro.
Aprì gli
occhi e incrociò quelli dorati della ragazza che, china su
di lui, trafficava con una borsa, estraendone medicinali e bende.
-Tu, piccola...! - aveva
tentato di alzarsi, per aggredirla, ma senza successo.
Quella mocciosa aveva
contribuito sconfiggere Lucemon. Doveva ucciderla. Doveva...
-Stia fermo,
è
ferito!- minuta, capelli scuri corti e lucenti. E nonostante
fosse così indifesa non pareva temerlo. Anzi, lo spinse a
terra con forza e riprese la medicazione.
Portava al collo un
fazzoletto rosso fuoco. Lo tolse e con le manine piccole glielo
legò attorno al braccio.
-Bisogna fermare
l'emorragia.- disse, premurosa.
Beelzebumon si rese
conto solo in quel momento dell'orribile ferita al braccio.
Non sentiva il dolore e
non riusciva a muoversi. La bambina lo guardava con pietà.
Se avesse potuto, si
sarebbe sottratto all'umiliazione di venire medicato dal nemico.
Avevano già avuto modo di scontrarsi. E allora
perché si stava prendendo cura di lui?
-Mariiiin!- un'altra
voce femminile si levò nell'aria. La mora scattò
in piedi.
-Arrivo!-
esclamò, poi tornò a concentrarsi su di lui -Devo
andare, la prego, si rimetta presto. Ecco, le lascio questi.- e
così com'era apparsa sparì, lasciando dietro di
sé solo quei medicinali e il fazzoletto rosso legato al suo
braccio.
Nessuno lo
attaccò.
Lei non aveva detto
nulla agli altri.
Lei lo salvò
dalla morte.
Nel giorno più buio
della sua vita,
un sole nero era sorto.
Se aveva pensato che
fosse finita, se quell'onda d'energia aveva bruciato ogni parte del suo
corpo, se anche non avesse avuto il desiderio...
Quel sole nero l'aveva scosso.
Non doveva lasciarsi
andare.
Ma sperare.
Osservò il cielo.
Il cielo era ancora azzurro, ma perdeva colore rapidamente. Presto
tutto sarebbe finito e un nuovo sole sarebbe sorto.
Pur provando gratitudine per Marin Hyuga, lui avrebbe sempre affiancato
Lucemon.
Perché lui...
Lo amava?
°
-Stai tranquillo.- aveva
detto Taichi.
Fu quella l'ultima cosa che Yamato sentì dire dal suo
migliore amico.
L'ultima volta che aveva visto Ylenia, prima dello scoppiare del caos.
Quel giorno stesso, Yamato Ishida, prescelto dell'Amicizia, fu
dichiarato morto anche nella stessa Bernika. Per impedire a Lucemon di
portare avanti il suo piano.
Fine
Capitolo 9
Frase di rito:
perdonate il ritardo XD
Come al solito, spero
abbiate gradito il capitolo, che non mi uccidiate sia per Yama che per
la presenza di shonen ai. Beh, io avevo avvertito che la storia non
è come le altre e comunque, a conti fatti, le
coppie etero sono molte di più (è già
troppo duro per me rinunciare al Pieato, ma dovevo star male quando ho
deciso che Piemon voleva Yama morto...)
Ok ok...
In ogni caso,come
vedete, ecco i primi bambini prescelti, ancora non in azione (Hina a
parte XD) ma chissà.
Se poi andate a
controllare che significano i loro nomi e cognomi, vedrete che hanno
qualcosa in comune col loro digimon partner. E vi giuro che per alcuni
è stato un caso (Kirara, Keisuke e Marin).
Nobu è un
personaggio che mi complicherà la vita e mi
toglierà dieci anni d'esistenza, ma non quanto Daemon, che
già vorrei massacrare. Ma temo dovrò attendere.
Infine, questa fic è ambientata dopo la serie due, ma io
faccio conto che tra la prima e la seconda serie siano accaduti anche i
fatti di Digimon V-Tamer. Solo che in quel fumetto si tratta di un
Digiworld e di una Terra paralleli a quelli in cui effettivamente si
svolgono le vicende del "nostro" Taichi. Qui no. Solo non credo
inserirò Sigma, Mari e Hideto. L'idea c'era, magari come
supporto, come comparse. Ma i loro digimon sono, per chi non lo
sapesse: Piemon, Rosemon e Omegamon. Di conseguenza creerei solo un
sacco di confusione. Probabilmente alla fine gli farò fare
qualcosa. Io mi complico la vita sempre e in ogni caso U_U
Ah. Nel manga Taichi aveva Veedramon, o Zeromon.
Ma dato che è a livello campione, nella mia storia, Agumon
potrà evolvere anche Veedramon, oltre che Greymon ** (l'idea
principale era fare incontrare Agumon e Veedramon e creare poi delle
gelosie tra loro, ma questa storia è già un caos
di suo...)
Non mi chiedete perché io abbia affiancato SkullSatamon con
Rei (non avendo finito di leggere il manga bene, non so neanche se alla
fine sia morto o meno, so solo che ha preso un brutta batosta da
Veedramon XD). Mi ispira U_U
Mmmm...
A malincuore noto che le recensioni sono diminuite. Se qualcosa non va
della fic, se non vi piacciono i tempi morti, se avete consigli,
parlateeee!!
Echo: Kokueimon lo
adoro anche io XD Ma non anticipo proooooprio nulla, anche se a te ti
ho già spoilerato mezza fic... Grazie per la recensione,
tesoro!!!!
Eden89: Et
voilà, ovviamente Gennai non sa tutto, perciò
molti dettagli saranno svelati più avanti.
Sperò che tu riesca a reggere fino ad allora XD
Bene, ora vi
riabbandono, fino alla prossima.
Ylenia
avrà il suo bel da fare insieme a Taichi, con Piemon che
come avete avuto modo di notare, non è tanto messo bene di
testa XD
Come vedete non sono
riuscita ancora a spiegare come cavolo è nato Risei, ma non
vi voglio annoiare troppo coi Flashback, preferisco distribuirli ben
bene nella storia in modo da non soffermarmi troppo sul passato.
Ah, giusto!
Grazie per le
recensioni a "Prima che l'ultimo foro si chiuda..." potevo fare molto
meglio XD
Echo: Certo,Vamdemon
è felicissimo, Taichi invece mi vuole denunciare al telefono
azzurro U_U Scherzi a parte, sono felice che la fic
ti sia piaciuta. L'importante è che sia piaciuta alla
festeggiata ^^
Eden89: Si in
pratica si. ^^ Grazie anche a te per la recensione!
Bene. Grazie a tutti che mi seguite ^^
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Capitolo 10 *** 10. Figlio, sorella, rivale. ***
10
Capitolo
10: Figlio, sorella, rivale.
For the child, for the light
For
the heart I once had
I`ll
believe and foresee
Everything
I could ever be
(For
the Heart I once Had, Nightwish)
-Le cose sono andate così. - disse Yamato.
Il gruppo lo osservava in silenzio.
Il prescelto dell'amicizia avrebbe voluto lì anche Taichi e
sua sorella, ma cosa poteva farci? Ylenia con Taichi era al sicuro, ma
per quanto lo sarebbe stata? E per quanto ancora sarebbe stato
costretto a nascondersi e stare in quel locale isolato da tutto e tutti?
Ai pazienti dell'ospedale che avevano visto il maggiore degli Ishida
vivo e
vegeto, era stata riferita la falsa informazione della sua presunta
morte a causa di complicazioni. Ma in realtà lui era vivo!
Ed era lì!
E sapeva che Daemon, Lucemon... tutti l'avrebbero cercato, ma
specialmente Daemon, per porre fine a quello che aveva iniziato.
Risei non era nella sala perché si trovava in quella
adiacente con Mika, Bakumon e Gennai, perciò Takeru, accanto
a lui esclamò: -Quando hai detto che Risei era figlio di
Daemon mi hai fatto spaventare. Ho immaginato una scena veramente
orripilante.-
-Sono molto sollevata.- disse Sora a sua volta.
-Ma questo non toglie che quel maledetto continuerà a
cercare Risei per avere i poteri di Lucemon.- sospirò
Yamato assorto -Non avevo il quadro chiaro, ma ormai ho capito a cosa
gli serviva unire i miei dati con i suoi.-
-Sorridi.- lo prese in giro Hiroyuki -Un alieno ti
ha rapito, no?-
Il biondo arrossì, maledicendo il giorno in cui aveva
confessato al teppista di voler diventare astronauta e di voler avere
un incontro ravvicinato con creature extraterrestri. In un certo senso,
l’aveva avuto.
-Avrei preferito un Grigio, ma suppongo non si possa avere tutto dalla
vita... - sorrise appena, riferendosi agli inquietanti alieni dagli
occhi enormi e la pelle grigiastra -Però... -
pensò a Risei -Non riesco a pensare di tornare indietro e
rifare tutto quello che ho fatto senza il pensiero di mio figlio.-
Undici anni.
Aveva solo undici anni quando Risei era stato creato.
Era un progetto di Daemon, un esperimento in piena regola: ecco
ciò che il prescelto dell’Amicizia cercava di far
dimenticare al piccolo.
Risei era suo
figlio e nient’altro!
I dati del Demon Lord e quelli del prescelto dell'amicizia erano stati
forzatamente combinati più e più volte,
finché non era venuto alla luce il piccolo ibrido.
Gli esperimenti precedenti non avevano retto al potere e alla
diversità dei dati che li componevano, tuttavia Daemon,
provando e riprovando, aveva capito come garantire ai soggetti la
sopravvivenza.
Yamato chiuse gli occhi per qualche secondo.
Si rivide in quel
laboratorio enorme e spaventoso, pieno di Digimon che monitoravano le
sue funzioni vitali, gli inserivano aghi nel corpo e compivano tutta
una serie di accertamenti, sotto l’occhio vigile del Demon
Lord.
-Mio
signore…- disse MetalPhantomon -E’
sicuro di voler procedere?-
Daemon annuì.
-Scusi se insisto, ma
inserire una maggioranza di dati umani nell’ibrido, potrebbe
portarlo alla ribellione.-
La risata di Daemon
l’aveva fatto tremare. Era rombante come un tuono
potentissimo e riecheggiò per diversi secondi nel locale.
Se avesse potuto, si
sarebbe coperto le orecchie, cosa che probabilmente si sarebbe rivelata
inutile, ma purtroppo gli era impossibile: le mani e i piedi erano
legati a un tavolo reclinabile in metallo.
Un Vademon gli si
avvicinò e gli cinse la fronte con un diadema metallico al
quale erano collegati dei fili.
Daemon ricevette un
cerchio di diametro maggiore e lo mise sulla fronte anche lui.
Ovviamente essendo coperto dal cappuccio vermiglio, Yamato non
poté scorgere il suo vero volto. Come il ragazzo, anche il
digimon fece aderire la schiena a un altro tavolo reclinabile, posto
però in verticale.
I Bakemon azionarono il
solito marchingegno dal quale scaturì una luce arancione,
che percorse i corpi dei due.
Non era dolorosa,
causò al ragazzo solo un leggero formicolio, tranne quando
arrivò alla testa. In quel momento percepì una
forte resistenza. Solo in quell’istante il suo corpo aveva
deciso di opporsi? Pensò infastidito.
Non era proprio
così.
I dati dei due poteri
risiedevano nell’anima e in quanto essa tutto il nostro
essere, emozioni, ricordi, desideri, sensazioni e
quant’altro, a conti fatti, avrebbe pensato Yamato ormai
adolescente, evidentemente era quello il motivo del dolore:
l’anima risiedeva nel cervello e il potere combatteva per non
esserne separato.
Poi aveva nuovamente
perso i sensi e quando aveva riaperto gli occhi, aveva visto
l’ennesimo corpicino sospeso in un qualche strano liquido
dentro ad un cilindro di vetro.
Lo osservò: a
differenza degli altri questo gli assomigliava tantissimo. Sembrava
proprio un bambino umano, se non fosse stato per quelle macchie verdi
sul viso.
-Non ricordo bene come sono finito in quel laboratorio... ho solo
ricordi frammentari, anche di ciò che è successo
dopo... - si morse il labbro. Era certo che, prima o poi, l'avrebbe
ricordato, ma era angosciante l’attendere che la situazione
degenerasse. Perché era convinto che, al punto cui erano
arrivati, tutto sarebbe sicuramente precipitato.
Silenzio.
Erano tutti abbastanza sconvolti, ma almeno i loro dubbi erano stati,
in parte, dissolti. Anche Sora si sentiva rinfrancata ed era decisa di
non fare pesare nulla né al suo ragazzo, né a
Risei. Se Yamato avesse parlato di Risei, anche i nemici avrebbero
saputo e il piccolo sarebbe stato in pericolo.
-Quando poi Daemon ha cercato di unirsi a lui, ho cercato di
difenderlo. E da lì zero assoluto. Mi sono svegliato solo
una volta che eravamo fuori dal laboratorio.-
Gennai intervenne: -Credo che in quel momento tu abbia inconsciamente
usato i tuoi poteri. È stata una fortuna, ma adesso devi
imparare a governarli.-
Yamato annuì mentre pensava: "Se voglio proteggere gli altri
e me stesso, non ho scelta.”
Il suono di un DigiTerminal ridestò il gruppo dal silenzio.
-Toh, un messaggio di Taichi.- disse Koushirou, leggendo il nome del
mittente.
-Che dice?- chiese Iori.
Il rosso prese a leggere, ma considerando la sua scarsa
capacità di recitazione, che lo fece addirittura arrossire,
fu Jun a leggere il messaggio, con enfasi tale da suscitare
l’ilarità del folto gruppetto.
“Dopo tre
giorni, Ylenia è ancora su di giri. Mi kiedo come faccia a
non essere preoccupata. A me questo posto non piace!! Avrà
anke quell’atmosfera da film horror ke adoro, ma qui il
nemico è reale e non sono così idiota da
abbassare la guardia. Kou, tienici aggiornati, mi raccomando! Cmq,
sembra che qui ci sia molto movimento a causa del tizio che ha cercato
di uccidere Yamato. Sembra ke ci sarà una festa in suo
onore. Mi chiedo perké, considerando ke alla fine Yama
è vivo… non sono riuscito a cavare nulla nemmeno
a quel logorroico di Etemon. Per di più siamo costretti a
stare isolati in una stanza, che ovviamente secondo Ylenia è
bellissima. Non cambierà mai XD Ah, sai l’ultima?
Vamdemon sta facendo misurare a Ylenia dei bellissimi vestiti per quel
ricevimento. Mooolto sexy e belli e continua a guardarmi malissimo.
Credo che il grande Vamdemon sia mooolto geloso del sottoscritto, e la
cosa mi rende estremamente felice. Muhahaha!!!! La festa si
terrà fra quattro giorni circa. Stasera siamo stati invitati
a cenare con i Dark Masters. E anke se sono preoccupato (credimi,
Ylenia è l’unica ad essere su di giri)
sarà l’occasione in cui finalmente sapremo che
diavolo sta succedendo! PS: Anke Agumon non si sta mettendo grossi
problemi, specie x il cibo. U_U’’”
Terminata la lettura, Mamoru batté le mani alla Motomiya.
-Ottima recitazione!!-
La ragazza fece diversi inchini -Grazie, grazie!-
-Culu! Culu!- la scimmiottò Culumon.
Yamato e Takeru emisero un sospiro di sollievo.
-Meno male va tutto
bene.- disse piano il prescelto della Speranza.
La porta metallica si aprì e fece il suo ingresso Gennai,
seguito dai bambini, Bakumon e dai due saggi. E non solo.
Dietro di loro vi era un altro digimon che nessuno dei ragazzi
conosceva, eccetto Risei e forse Hiroyuki.
Il digimon in questione indossava un cappuccio color panna che gli
copriva il capo e nascondeva il viso. S’intravedevano appena
gli occhi topazio. Da sotto il cappuccio, che fungeva anche da
mantella, fuoriuscivano le estremità che, tagliate simili ad
ali, molto probabilmente potevano assumere quella funzione. Il digimon
indossava anche una lunga tunica scarlatta che mostrava appena le
scarpe metalliche. Altro segno identificativo era costituito da un
enorme libro che volteggiava accanto a lui. Le mani scure come l'ebano
si scorgevano appena dalle lunghe maniche dalla tunica, così
come anche la cinta scura che s’intravvedeva appena.
Hiroyuki mostrò agli altri la funzione Digidex del nuovo
Digivice, puntando l'antenna verso il digimon.
I prescelti e i digimon poterono osservare un raggio arancione
fuoriuscire dallo strumento e colpire la creatura. Dal piccolo schermo
apparve l'ologramma di una sfera arancione, con dentro
l’immagine tridimensionale del digimon e le informazioni
necessarie.
*Digimon
Analyzer*
Wisemon
Livello:
Evoluto
Tipo:
Mago
Tipologia:
Virus
Attacchi:
Pandora
Dialogue: Trattiene gli attacchi dell'avversario
nello spazio-tempo per poi respingerli a velocità elevata.
Eternal Nirvana: Imprigiona
l'avversario nelle pietre dello spazio
tempo per l'eternità.
-Wow! Portentoso, questo nuovo Digivice!- si lasciò scappare
Koushirou, per poi iniziare a pigiare i tasti del suo per comprendere
meglio le funzioni.
-Imparerete presto a usarlo.- sorrise Gennai -Hiroyuki, ci pensi tu?-
Il teppista annuì.
-Se vogliamo sconfiggere i Demon Lord non bastano i buoni sentimenti.
Serve anche la resistenza fisica. Non possiamo andare allo sbaraglio.
Per molti di noi questa è la prima esperienza a
Digiworld…-
-Hiropyon sembra un sergente militare…- ridacchiò
Mamoru, rivolto verso Elecmon, quando un pugno si abbatté
sulla sua testa.
-Quando parlo, taci Maminchio!-
Jou scosse la testa. Tra quei due era chiaramente odio a prima vista.
Altro che le liti tra Taichi e Yamato...
-Scusa…- il moro abbozzò un sorriso tra il
dispiaciuto e il divertito.
-Tsk… Dicevo, prima che mister sopracciglia unite
m’interrompesse...-
-E’ solo un peletto!- ribatte Mamoru indicandosi tra le
sopracciglia.
-E dai, non interromperlo!- si esasperò Miyako
-Non sa a cosa va incontro… - emise Mimi
-Abbiamo un aspirante suicida nel gruppo.- ribatté Sora.
Un colpo di tosse di Hiroyuki, simile più a uno sparo, tanta
era la foga, attirò nuovamente l’attenzione del
gruppo.
-Dobbiamo allenarci. E non mi riferisco solo ai digimon.-
Yamato fissò Mika e Risei.
Gennai prese la parola.
-Vi dividerete in gruppi, secondo le vostre attitudini e procederemo a
degli allenamenti mirati.-
-Come la mettiamo con Taichi e Ylenia?- chiese Gomamon, andando dritto
al sodo.
-Credo che questa esperienza insegnerà molto a Ylenia e
anche a Taichi e sistemerà molte cose. Piuttosto Yamato,
come va la gamba?-
Il biondo sollevò la gamba del pantalone mostrando la pelle
ancora scura.
-Morta. Hai intenzione di lasciarli soli nella merda?-
-Il fratellone ha detto una parolacciaaaaa!- Mika si finse spaventata
-Ehm… Non ripetere tu, eh!-
-Yamato, ve l’ho già detto. Piemon e gli altri non
sono cattivi. Se hanno devastato Digiworld… beh, non so
neanche io perché l’hanno fatto. Dopo che hanno
sconfitto Lucemon, sono cambiati, ma dato che li conosco
bene… - Gennai fece una pausa -So che
c’è un motivo serio dietro tutto questo. E che
Ylenia riporterà le cose com’erano un tempo.
Perciò abbi fiducia in lei.-
Il biondo chinò il capo.
-E’ troppo ingenua… sa così poco del
mondo… Per certi versi è ancora una bambina. So
che non posso proteggerla e preoccuparmi per lei per sempre,
però… Che ci posso fare?-
-C’è mio fratello con lei. Agumon,
Bearmon… Vedrai che tornerà qui col sorriso
stampato in faccia.- disse Hikari, cercando di consolarlo.
-Come al solito tra l’altro.- le fece eco Takeru. Da quando
la conosceva, raramente vedeva Ylenia piangere. Era una persona
particolare. Ma non ci voleva molto a capire quanto la sua condizione
di “neonata” la facesse soffrire e come cercasse di
nasconderlo.
La prima volta che aveva pianto risaliva a quando Yamato,
particolarmente irritabile quel giorno, le aveva dato
dell’infantile. Takeru non era presente, ma Ylenia si era
sfogata con lui e, per quanto in quel momento volesse cantarle al
fratello maggiore, aveva preferito aspettare di sapere anche da lui
come stavano le cose. Yamato era solo nervoso e il troppo entusiasmo di
Ylenia, così aperta alla vita e, apparentemente senza
problemi, in quel momento gli aveva dato fastidio. Non voleva ferirla.
E avevano fatto pace.
Da quel momento però, il più giovane aveva
iniziato a conoscere meglio la sorella e il maggiore aveva deciso di
essere più paziente con lei. Perché anche se nel
corpo pareva adulta, Ylenia era solo una bambina, in fin dei conti.
-Se siete pronti, seguitemi. Procediamo con l'addestramento.- fu la
prima volta che Wisemon parlò. La voce profonda pareva
composta di due voci diverse sovrapposte. Il libro che lo accompagnava
si aprì davanti ai ragazzi e le pagine si sfogliavano come
animate di vita propria, velocemente, fino a fermarsi di colpo.
Sotto gli occhi meravigliati di tutti, in mezzo al volume, si
creò un varco verso un oscuro tunnel in pietra. Wisemon vi
entrò e dalla soglia invitò i prescelti a
procedere.
-Da qui si accede a Witchelny, il luogo di nascita dei digimon di tipo
Mago. Vogliate seguirmi.-
Yamato fu il primo ad alzarsi e a procedere verso il tunnel, zoppicando
per via della gamba e sorreggendosi con la stampella.
-Voglio chiudere questa storia.- lo sentì pronunciare Sora
che lo sorresse, entrando nel tunnel in sua compagnia.
Gli altri seguirono a ruota.
°
-La cena, è servita.- annunciò con un sorriso
smagliante Lilamon, una digimon molto simile a Lilymon.
Taichi pigiò uno dei tasti del suo Digivice e dal piccolo
schermo emerse una sferetta arancione, leggermente più
chiara di quella apparsa dal congegno del teppista a Bernika.
*Digimon
Analyzer*
Lilamon
Livello:
Evoluto
Tipo:
Fata
Tipologia:
Dati
Attacchi:
Lila Shower: Spara raggi dalla punta delle dita simili a petali.
Beauty Slap: Colpisce molte volte il nemico con le sue flessibili
braccia. Sembra che i nemici finiscano per innamorarsi di lei.
Un Deux Pollen: Strega gli avversari con un polline dal dolcissimo
profumo.
Marvel Shot: Spara sfere di
energia dalle mani.
Una creatura esile, col copricapo fatto di petali rosa,
l’abitino verde chiaro decorato da un fiore rosa pesca, le
lunghe maniche svasate che terminavano in petali bianchi e le ali sulla
schiena, che erano fiori rosa anch’esse.
Portava, come Lilymon, i capelli verdi, ma a differenza della digimon
di Mimi, i suoi non erano rovi, ma lisci fili d’erba fresca e
profumata.
A giudicare dal viso dolce e gentile, nessuno si sarebbe mai aspettato
che fosse uno dei generali dell'esercito di Pinocchimon.
Al dolce battito delle sue mani, innumerevoli Floramon fecero il loro
ingresso con aggraziate movenze portando vassoi carichi di pietanze
dall'aspetto delizioso.
Taichi fissò i presenti uno a uno.
Piemon e Vamdemon gustavano il cibo con eleganza ed educazione. Anzi,
il vampiro pareva essere preso più da Ylenia che dal sangue
che gli veniva servito in un calice dorato. Sangue di chi poi... Taichi
non ne aveva idea, però lo incuriosiva saperlo.
Il drago d'acqua, che aveva già avuto modo di vedere
nell'aspetto ibrido, si gettò sul cibo divorando le portate
man mano che arrivavano.
"A quanto pare il suo
stomaco dev'essere l'unica cosa a non essersi
rimpicciolita." pensò il leader, quando il
drago gli
lanciò un’occhiataccia "Ah già... legge
nel pensiero... "
Mugendramon si era fatto servire olio per motore e altri aggeggi
meccanici ed elettronici e sgranocchiava dei circuiti come se fossero
crackers.
Poi Etemon. Lui mangiava abbastanza normalmente, sennonché
pretendeva che tutti gli passassero o il sale o l'olio, anche se quelle
cose stavano vicino a lui.
Pinocchimon, che gli sedeva accanto, l'aveva letteralmente riempito di
schizzi di olio e grasso e non pareva essere a conoscenza
dell'esistenza del tovagliolo. Lilamon, in piedi accanto a lui lo
osservava sorridendo e ogni tanto gli puliva la bocca, come una madre
paziente o una fidanzata innamorata. Forse fra loro c'era del tenero. O
forse era solo Lilamon a provare qualcosa. L'infantilità di
Pinocchimon pareva tutt'altro che apparente.
Devimon pareva avere qualche difficoltà con le braccia
lunghe che si ritrovava, ma a quanto poteva vedere, in quanto a
voracità non era da meno degli altri.
Lady Devimon mangiava in modo composto, accanto a Piemon, ma quanti
bicchieri di vino si era bevuta? Il prescelto del coraggio aveva perso
il conto.
Infine vi era Kokueimon, che aveva ricevuto il permesso di cenare con
tutti gli altri in vista del ricevimento, per discutere così
di eventuali dettagli.
-Lo mangi quello?- la domanda giunse da Ylenia, che non si era
assolutamente preoccupata di eventuali sostanze nocive e si dava alla
pazza gioia con un enorme cosciotto.
Vamdemon le aveva chiesto di indossare uno splendido abito scuro e
scollato che le stava d'incanto e le dava un fascino più
maturo e sensuale. Peccato però che i modi infantili di lei
rovinassero la magia.
-Allora?- chiese al suo ragazzo, con la bocca piena.
-Eh...?- di nascosto il moro analizzò il piatto che aveva
innanzi col suo Digivice "Non
sembra ci siano sostanze strane"
-Allora?-
-Si che lo mangio!- esclamò, decidendosi finalmente ad
addentare il cibo.
Agumon che da principio pareva diffidente pure lui, si era lasciato
andare e gustava una mela di carne, che per lui sapeva di un non
specificato piatto a base di carne macinata.
Bearmon invece era pensierosa e si concedeva appena qualche assaggio,
tenendo d'occhio la sua partner.
-Non è avvelenato, se ti può interessare. Se
avessi voluto ucciderti, l'avrei già fatto, non ti pare?-
disse Vamdemon.
"Effettivamente,
poteva..." il prescelto respinse l'impulso di
carezzarsi il collo. Se avesse stretto la presa solo di poco, il
vampiro gliel'avrebbe frantumato. Prendendo coraggio, Taichi
iniziò il discorso.
-Insomma... Si può sapere perché Ylenia
è così importante per voi?-
Etemon rispose -Gennai vi ha raccontato la storia no?-
-Shi... Però certe coshe non le shapeva manco lui. - rispose
la bionda tra un boccone e l'altro. -Tipo, perché
gnam… vi shiete comportati coshì male
dopo… gnam…-
Il vampiro scosse la testa sconsolato, mentre Taichi abbozzava un
sorriso ironico verso di lui.
-Oh beh...- lo scimmione tirò fuori un microfono da
chissà dove e saltò sul tavolo. Si
esibì in due piroette per poi assumere la sua caratteristica
posa da "Ora comincia lo show!" -Col vostro permesso...-
Le luci si spensero e un fascio di luce fu puntato verso di lui.
-Tanto tempo faaaaa... - prese a cantare -Noi combattemmo contro
Lucemoooon!-
-Basta con questa nenia!- Pinocchimon gli scagliò contro un
bicchiere.
-Piccolo bast... -
Come al solito, ai due fu impedito di massacrarsi da Piemon, il quale
si limitò a battere le mani per riportare la calma.
Considerando il suo pessimo umore, era meglio non contraddirlo.
Etemon si raddrizzò stizzito.
-E va bene, nano infame, se vuoi che canti qualcosa di più
veloce, ti accontenterò!-
-Preferirei ti tappassi quella fogna.- rispose il burattino, ma Etemon
non lo ascoltava già più. Allo schiocco delle
dita partì una base musicale e lo show cominciò
per davvero.
Agitandosi come un forsennato, Etemon recitò, come se la
conoscesse a memoria, la canzone che stava improvvisando sulla base di
Love Serenade.
Vi chiederete
perché vi abbiamo attaccati
La causa dei tanti
casini creati
Nient’altro
che la superbia che ci ha insidiati
Il castigo al tradimento
il tono divenne più malinconico
...per aver abbandonato
il nostro caro amico.
Nessuno può
capire ciò che provammo
Ciò che tutti
vedono è che siamo diventati come lui
orgogliosi bastardi che
non guardan in faccia nessuno
Assolo di chitarra.
La luce e le tenebre son
sorelle
Si annientano l'un
l'altra
ma si completan a
vicenda.
Gli inganni dell'una,
sol l'altra può disfare.
-Per questo Yamato deve crepare!- saltò sul tavolo
Pinocchimon, interrompendo l'altro.
-Smamma nano. Non volevo dire quello!- ringhiò il
cantante, rimettendo il fastidioso nanerottolo al suo posto,
forzatamente.
Ylenia alzò la mano.
-Dimmi dolcezza.-
-Io non so usare questi poteri, come potrei aiutarvi?-
-Di questo non devi preoccuparti.- intervenne Mugendramon -Ti daremo
istruzioni noi.-
-E dopo di che?- chiese ancora Taichi -Diventerete "buoni"?- fece il
segno delle virgolette.
-Non aspettarti grandi cambiamenti.- rise Lady Devimon -Buoni non lo
siamo mai stati.-
-Se ti può interessare, non cercheremo di conquistare
Digiworld in un momento così delicato. Sarebbe da idioti.-
disse Vamdemon.
-Posso continuare?!- esclamò Etemon stizzito.
Un mormorio di disapprovazione si alzò nella sala.
°
Il
tunnel era finito, finalmente.
Ciò che i prescelti videro, fu un enorme spazio in pietra,
con degli spalti scavati nella roccia e quattro stalagmiti a fungere da
pilastri ai quattro angoli dell’arena.
I pilastri avevano dei buchi. Allo schioccare delle dita di Wisemon, da
quei fori divamparono piccole fiammelle, che illuminarono meglio
l’ambiente.
-Sotto la città c’era un posto del genere?- chiese
Hiroyuki, per poi guardare storto Gennai, che rabbrividì.
-N-no…-
-Questo luogo è un sito mistico che non si trova sotto la
città, né in qualsiasi altro luogo voi
conosciate. Ci troviamo fra le pagine del mio libro, luogo di accesso
per ogni dove. Ora prescelti, v’illustreremo come usare i
nuovi Digivice.- osservò Hiroyuki
-Tu, sei molto impulsivo, ragazzo mio. Credo che dovremmo
correggere un poco questo tuo aspetto.-
Il teppista fissò il mago inarcando il
sopracciglio.
-Ah si? E come farai?-
Il digimon rise fra se e se.
-Per il momento, mi limiterò a verificare le vostre
capacità, perciò, vi prego di entrare nell'arena
a gruppi di quattro. Due ragazzi e due digimon ovviamente. Combattete
con tutte le vostre forze e alla fine potrete accedere alla seconda
fase.-
-Sembra interessante, vero Kotemon?- il piccolo digimon
scattò in piedi.
-Si!- esclamò, correndo verso Hiroyuki e mettendosi nella
sua stessa identica posa, a braccia conserte e sguardo truce.
Una risata.
Mamoru pareva godersela davvero.
-No sul serio, mi farai morire un giorno, Hiropyon!-
Hiroyuki lo guardò storto, proprio non gli andava
giù il moro. Troppo spensierato, troppo sboccato...
Troppo... quello che non era lui... Non sapeva Hiroyuki della
sofferenza che Mamoru soffocava dietro quelle risate e della rabbia
celata dietro quel sorriso. Non lo conosceva per niente, altrimenti
avrebbe sicuramente capito di essere molto simile a lui.
-Anticipiamo i tempi?- lo sfidò
Mamoru scosse le spalle. -Elecmon?-
-Perché no?- il digimon scese a saltelli i gradini,
dirigendosi verso l'arena.
-Va bene se iniziamo noi?- chiese il prescelto della Giustizia
Wisemon lanciò un'occhiata a Babamon e Jijimon che
annuirono.
-Molto bene. Combattete al meglio delle vostre capacità. Gli
spalti sono protetti da una barriera perciò non fatevi
problemi.-
Ciò detto, i tre saggi si sedettero nella tribuna, invitando
i ragazzi a fare altrettanto.
Jijimon fece un segno a Yamato, che si avvicinò. Il vecchio
gli sussurrò delle cose, che lo lasciarono sorpreso e gli
diedero da pensare. Sora lo vide protestare un poco, per poi arrendersi
e infine dettare le sue condizioni. Quando fu da lei, riferì
il messaggio e terminò sussurrandole -Non dire nulla agli
altri, per ora: influenzerebbe il loro allenamento...- Lei
annuì e lui aggiunse -Te lo dico perché sono
stanco di mantenere segreti, almeno con te.- le cinse i fianchi col
braccio libero e la baciò piano sulle labbra, facendola
arrossire.
-Quando avete finito di fare i piccioncini, iniziamo!-
ringhiò Hiroyuki.
Yamato scosse la testa, rassegnato.
-Iniziate pure.- con un gesto della mano, Wisemon diede il via. Dalle
stalagmiti fuoriuscì dell'energia che si interpose tra
l'arena e gli spalti.
L'aria umida della caverna era carica di tensione. Hiroyuki fissava
Mamoru e questi non distoglieva lo sguardo. Sembrava dovessero
improvvisamente trasformarsi o utilizzare chissà quali
arcane tecniche, mentre a dover affrontare in primis le battaglie,
erano i due digimon che si stringevano le zampe, augurandosi un buono
scontro.
-Sarà un onore.- Kotemon fece un profondo inchino,
ricambiato da Elecmon -Anche per me.-
I corpi dei due s’illuminarono.
-Kotemon shinkaaaa....
Musyamon!-
-Elecmon shinkaaaa....
Raiamon!-
Hiroyuki analizzò i dati del digimon di Mamoru.
*Digimon
Analyzer*
Raiamon
Livello:
Campione
Tipo:
Bestia Sacra
Tipologia:
Antivirus
Attacchi:
Critical
Strike: attacca il nemico in un punto vitale con
i suoi artigli.
Thunder of King:
lancia scariche elettriche al nemico
Raiamon era in tutto simile a un leone, eccetto il fatto che possedeva
due code, aveva orecchini circolari in argento alle orecchie e la
criniera decorata di perline colorate.
-Pronto, Hiropyon?-
Hiroyuki fece schioccare le dita delle mani.
-Pronto. Spero mi farai divertire, Maminchio.-
Fine
Capitolo 10
Dopo tanto tempo sono riuscita ad aggiornareeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!
Banzai! Banzai! Banzai!!!
Ignorate l'idiotissima e orribile canzone di Etemon.
Etemon: Ehi! L'hai inventata tu!
Kymyit: Ma prendersi le responsabilità dei fallimenti U_U
Etemon: Begli insegnamenti dai ai giovani!
Kymyit: Vogliamo parlare di te e di quando tu e Devimon... (le tappa la
bocca)
Sclero finito xp
Eden89: Non ricordo se avevo già risposto alla tua rece in
privato, considerato che non sapevo quando avrei aggiornato, nel caso
non l'avessi fatto, beh, ti ringrazio tanto. Io sono una decina danni
che mi faccio saghe su saghe e più il tempo passa
più personaggi saltano fuori e più questa storia
diventa un autentico macello.
I veri livelli intermedi dei DL (secondo me U_U):
Zurumon-Pagumon-Tsukaimon-Witchmon-Lady Devimon-Lilithmon
Mokumon-PetitMeramon-PicoDevimon-Bakemon-Metalphantomon-Daemon
Kuramon-Dracumon-Porcupamon-Mephismon-Barbamon
Pitchmon-Pukamon-Shakomon-Coelamon-WaruSeadramon-Leviamon
Mamma mia XD Con Barbamon non sono stata il massimo
dell'originalità, ma ho seguito la linea evolutiva.
Ah, so che Lucemon è definito il Leader dei DL, ma una volta
sconfitto, è Barbamon il più potente e ha molte
conoscenze, perciò mi viene da considerare lui come "leader"
(ognuno è per i cavoli suoi)
Ora, visto che molti (credo) se lo saranno chiesto, vi
illustrerò come avviene la riproduzione tra digimon secondo
me. *ride sotto i baffi*
L'avevo già accennato in uno dei capitoli:
I supremi hanno creato le prime digiuova che si sono schiuse alla
città della rinascita.
Quando due digimon si amano hanno diversi modi di riprodursi.
Può funzionare sia l'amore platonico che quello
più fisico a generare delle uova e ci sono digimon che come
Metalseadramon non possono tecnicamente fare l'amore, quindi per loro
l'unica sarebbe l'amore platonico, ma sappiamo che i Dark Masters sono
cattivelli e ribelli, figuriamoci se si accontentano, tzè...
Ooooppure potrebbero usare un aspetto ibrido, ma ovviamente non tutti i
digimon hanno avuto contatti con gli umani e conoscono le loro
sembianze da imitare, non so se mi spiego.
Inoltre, nel caso dei piccioncini Mugen e Metal, Mugen si
limiterà ad unire i dati suoi e di Metal in laboratorio
(come fare un digimon in provetta, insomma).
Ecco... spero di aver chiarito e di non avervi annoiato ^^
Bene, meglio che chiuda, ma prima vi spiegherò come fanno...
Scherzo XD
Voglio ringraziare il
sostegno di Echo e Roe e specialmente Roe per avermi aiutato a
correggere il capitolo.
|
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Capitolo 11 *** 11.Hikaru ***
tw
Capitolo
11: Hikaru
Camminavo
brancolando dentro l'alba
la
tua figura inondata dalla luce mi scottava in un ricordo
[…]
E
anche quell'ombra poco alla volta silenziosamente va svanendo
(Asrun
Dream, Gackt)
Era mattina
presto, quando Lilamon bussò alla porta della stanza dove
riposavano Taichi, Agumon, Ylenia e Bearmon.
La digimon
floreale aveva al suo seguito delle Floramon, come la sera precedente,
questa volta però cariche di lenzuola e asciugamani.
-Non vorremmo
disturbare oltre.- disse educatamente Ylenia, con indosso solo la
biancheria intima: una canottierina e slip celesti, mentre Taichi era
quasi vestito di tutto punto e tentava sconsolatamente di domare la sua
chioma ribelle, ovviamente con scarsi risultati.
-Faccio solo
il mio lavoro, signorina.- disse Lilamon, sempre gentile
–Mentre noi ci occupiamo della stanza, se volete gradire, il
Maestro Metalseadramon sarà felice di mettere a vostra
disposizione il proprio bagno privato, per rilassarvi prima della
colazione che si terrà alle 10:00 in punto. Vi faccio
strada.-
Non sembrava
avessero altra scelta, perciò, anche se sospettoso, Taichi
acconsentì al bagno.
“Speriamo
sia davvero rilassante. Se non avessero bisogno di Ylenia, dubito
fortemente che sarebbero gentili anche con me. Certo che sono degli
opportunisti!”
Quando la
prescelta della Memoria terminò di vestirsi (con i suoi
soliti
abiti), la digimon floreale li condusse attraverso un lungo corridoio,
poi scesero una scalinata di legno e un'altra in pietra, per
raggiungere infine un’area del castello chiaramente a tema
acquatico.
Le mura e il
pavimento erano costituiti da acquari dai vetri infrangibili e la
soffusa luce azzurrina che diffondevano accentuava l’incanto
di quel dedalo di corridoi.
Pesci bizzarri
mai visti neppure nei testi scolastici sfilarono davanti ai loro occhi,
alcuni persino parlavano e facevano commenti volgari sui passanti.
Taichi rimase
basito per la loro maleducazione e marciò spedito, provando
a ignorarli, con grosse difficoltà “Ma che diavolo
vi ha insegnato Metalseadramon?!”
Quando
finalmente giunsero al bagno del drago d’acqua, i quattro
furono accecati dalla luce solare. Oltre la porta perlacea aperta da
Lilamon, vi era un’enorme sala realizzata con un materiale
simile al marmo del mondo degli umani. Bianchi erano il pavimento, i
bassi scalini che salivano verso una piscina grande all'incirca quanto
un campo da calcio, anch’essa marmorea. Bianche erano anche
le colonne che costituivano il portico circolare. Taichi
osservò quel locale meraviglioso con gli occhi sbarrati. Non
pensava proprio che Metalseadramon avesse un certo gusto. Sembrava
tutto tranne che un cultore della bellezza. Aveva, sì, una
certa avvenenza con quelle sembianze fittizie che aveva assunto, ma
proprio non rifletteva l’eleganza dei suoi locali.
Certo, da
fuori, l’intero castello non sembrava che
un’accozzaglia di elementi disarmonici, e anche
l’interno in un certo senso lo era… ma ogni
sezione possedeva un suo fascino e beh... doveva ammetterlo, era un
gran bel posto. Per lo meno non ci si annoiava mai.
Tornando al
locale, la volta era aperta e il sole si rifletteva abbacinante
nell’acqua tiepida, creando spettacolari giochi di luce sulla
superficie. Ylenia rimase incantata sul bordo, fissando le piccole luci
sulle minuscole creste generate dal venticello leggero.
“Luce…
bella la luce… ” pensò,
quasi senza rendersene conto, recitando quelle parole quasi come una
nenia. “La
luce calda, la luce bianca… ”
-Yle?- era
Taichi. Era anche lui a bordo vasca, intento a immergere appena la
punta dell’alluce, e per controllare la temperatura, e per
accertarsi che non ci fossero pericoli.
“Dubito
che ci sia qualcosa di strano, ma non mi fido completamente di
loro… non posso ancora credere che siano i nostri
predecessori!”
-Dimmi. -
chiese lei, ridestandosi.
-Tutto bene?-
La ragazza
fece spallucce. –Non saprei.- disse, poi prese a levare la
maglia, costringendolo a voltarsi dall’altra parte.
-Ti prego,
evita!- esclamò il prescelto del Coraggio, seccato.
-Eh? Ma
scusa… mi hai vista mille volte così!- rispose
lei, come se nulla fosse.
Taichi si
voltò e la fissò.
-Io. Nessun
altro. Probabilmente ci tengono d’occhio. Non ci hai pensato?-
La ragazza
scosse la testa.
-No. Ma non
è che m’impor… -
-A me
sì!- la interruppe lui, improvvisamente geloso. Forse
Vamdemon li spiava, la guardava e si sarebbe gustato la vista di lei
nuda nella vasca. Non poteva accettare una cosa del genere. Raccolse da
un cesto lì accanto a loro due asciugamani (ovviamente
portati lì dalle Floramon) e ne lanciò uno alla
ragazza. –Dai, mettitelo addosso.-
Lei
chinò appena il capo. “Ho
sbagliato, ancora… ”
pensò, sospirando e coprendosi il petto prosperoso con il
morbido asciugamano bianco. Slacciò poi il reggiseno, fece
scorrere ancora l’asciugamano e se lo legò
davanti, finendo di svestirsi. Taichi era voltato e si stava togliendo
gli abiti a sua volta, leggermente irritato e imbarazzato. Non era
certo la prima volta che vedeva Ylenia così, ma come aveva
detto, probabilmente erano osservati e lui era tremendamente geloso
della sua pestifera fidanzata.
Agumon e
Bearmon erano dentro la vasca già da quando Taichi ne aveva
controllato temperatura e sicurezza. Avevano approfittato della
“conversazione” tra i loro partner per rimanere un
poco soli e ispezionare tutta la vasca. Era una
“normalissima” piscina, con delle fontanelle a
forma di testa di drago ai lati. Beh, normale no, ma sembrava innocua,
almeno.
Finalmente i
due fidanzatini entrarono in acqua: Taichi con calma e circospezione,
Ylenia a modo suo, velocemente, poi si tuffò,
nuotò, riemerse, saltò fuori
dall’acqua, schizzò il suo ragazzo, insomma era la
solita e in un certo senso era un bene. In pochi minuti aveva tirato su
il morale al gruppetto e i quattro, terminato il delirio, sedevano
negli scalini, con l’acqua che li arrivava al ventre.
°
-Ma
guarda che sorpresa… - il Demone dell’Ira rise
compiaciuto –I nipoti di GranDracmon. E ditemi, che cosa vi
porta nella mia “umile” dimora?- altra risata
rimbombante, accompagnata da gesti di falso ossequio.
Vamdemon
volse appena lo sguardo verso il basso.
Avrebbe
voluto fuggire, però… lui non glielo avrebbe
permesso.
Osservò
di sottecchi Phelesmon.
“Questo
qui, è davvero mio fratello?” si chiese.
Il
digimon diavolo rispose all’occhiata e sogghignò.
Vamdemon
non avrebbe mai dimenticato il ghigno sinistro di colui che aveva
ridotto la sua vita a quell’inferno penoso, portando la
decadenza del casato e strappandogli via i cari.
L’adorata
madre.
Il
padre.
La
libertà.
Non
provava rimorsi nel cederlo a Daemon. Davvero era suo fratello?
Prove
che dimostrassero il contrario purtroppo non ve n’erano.
-Sanguisugaaaaaa!
Succiasangueeeeeee!-
-Sta'
attento a dove metti i piedi!-
Persino
un Vademon si permetteva di trattarlo con sprezzo fra i corridoi in
pietra. Il vampiro era stanco di quella vita frustrante. Il terrore
iniziale, però, se n’era andato. Gli occhi ormai
di ghiaccio non distoglievano più lo sguardo. Nella sua
mente, pulsava forte il desiderio di ribellione. Senza tregua, con
insistenza. Soltanto dando una svolta a quella bigia esistenza
l’avrebbe potuto placcare.
Calciò
violentemente il digimon “alieno” che cadde
pesantemente a terra diversi metri più in là.
Come prima vittima avrebbe preferito di meglio, ma
tant’era…
-Night
Raid!- esclamò. Un folto stormo di pipistrelli
fuoriuscì dal suo mantello e piombò su Vademon
che tentò di difendersi –Bacio Vol… -
Ma
fu troppo lento.
I
pipistrelli lo divorarono in un istante e il vampiro ne
assorbì i dati.
Vamdemon
si leccò le labbra livide.
-Non
male, per un essere così infimo.- disse, proseguendo lungo
il corridoio, ignorando i mormorii spaventati e le minacce dei suoi
cosiddetti superiori.
“Diventerò
forte, ancora di più.” pensava “E allora
ti ucciderò, Phelesmon.”
-Vamdemoooooon!-
Aprì gli occhi e un violento raggio di sole lo costrinse a
richiuderli all’istante.
-Ma che
diav… chiudi!- cercò inutilmente di sigillare
nuovamente il proprio feretro e godersi il meritato riposo (ma quel sogno… non
stava riposando per niente, in effetti…)
-E’
urgente!- esclamò Pinocchimon, insistendo a tirare via il
coperchio della bara, fino a scoperchiarla del tutto.
Infastidito,
il vampiro si tirò su e inviò due pipistrelli
verso la finestra, chiudendo le pesanti tende in velluto rosso che lo
stupido burattino aveva aperto per infastidirlo.
-Che diavolo
c’è?- si massaggiò gli occhi irritati e
indossò la maschera magenta.
-Piemon
è sparito!-
-Di nuovo?-
-Sì.
E Ylenia sta facendo il bagno nella piscina di Metalseadramon!-
ribatté il burattino con finta aria innocente.
Vamdemon si
voltò verso di lui con gli occhi sbarrati -Come sarebbe a
dire?!-
-Beh, Etemon
ha detto che bisogna essere gentili con le belle ragazze e… -
Il vampiro
arrossì, e si mise in piedi velocemente -Non è
una bella cosa! Meglio andare a controllare!- esclamò
richiudendo il sarcofago con la telecinesi e procedendo, a passo
svelto, verso la porta.
-Eh?! Vuoi
spiarla mentre fa il bagno? Adeeeesso ho capito… -
Pinocchimon aveva iniziato a prenderlo in giro, tanto per cambiare. Era
uno dei suoi fastidiosi passatempi.
-Non sono un
pervertito, come qualcun altro! - lo interruppe (sicuramente si
riferiva a Etemon). Afferrò la cappa e se la
gettò sulle spalle. La sua mente a quell’ora del
mattino era tutt’altro che lucida, specie dopo
quell’incubo. Avrebbe voluto giacere ancora fra le pareti in
rosso e morbido velluto del feretro, ma era evidente che qualcuno di
sua conoscenza stesse approfittando proprio del suo
“piccolo” problemino con la luce solare.
-Sei
arrossito!- esclamò il burattino, varcando la soglia dietro
il vampiro.
-Oh, ma taci!-
°
Nel frattempo,
Taichi era uscito dalla vasca con il suo partner e stava seduto sul
bordo, con fra le mani il Digiterminal. Aveva appena finito di leggere
la risposta di Koushirou alla mail.
-E
così si alleneranno tutti… é il caso
che anche noi ci diamo da fare, Agumon.-
Il piccolo
dinosauro arancione annuì.
-Sempre
d’accordo con te. E chissà se riuscirò
a evolvere ancora V-Dramon.-
-Contro Daemon
ci tornerebbe utile sicuramente. Uh? Un messaggio di Yamato… “Ti affido Ylenia. Te
l’ho già detto tante volte, lo so, ma ti
prego.” … -
Continuando a
leggere in silenzio, Agumon e Taichi appresero la verità su
Risei. Il prescelto del Coraggio cancellò immediatamente la
missiva.
-Se non ce
l’ha potuto dire fin’ora, immagino nessuno
dovrà saperlo.- sussurrò, poi lanciò
un’occhiata verso Ylenia, attirato dalla voce di Bearmon.
-Yle?
– l’orsacchiotta la scuoteva, ma lei non reagiva.
Taichi
scambiò col compagno un’occhiata inquieta ed
entrò velocemente in acqua, raggiungendo la fidanzata.
-Ylenia?-
ancora nessuna risposta.
La chiamarono
ripetutamente, tutti e tre, ma lei taceva, fissando l’acqua.
Era immobile,
immersa appena ai fianchi, con lo sguardo concentrato su
qualcosa…
“Luce…
bella la luce… guarda come s’infrange in altre
piccole luci al minimo spostamento
d’acqua…” Da sempre aveva
prestato attenzione a particolari inutili per chiunque, ma in quel
caso, la diciassettenne si sentiva parecchio attratta da quei piccoli
sprazzi luminosi riflessi nel fluido.
Intorno a lei
pareva tutto più luminoso. Oppure era dovuto al fatto che
non aveva occhi che per quelle lucette che le scorrevano attorno?
In ogni caso,
quei riflessi catturavano totalmente la sua attenzione impedendole di
accorgersi della voce di Taichi e degli altri che la chiamavano. E
ancora peggio, della presenza di Piemon che incombeva su di lei.
Perché
il clown, anzi, la parte di lui che serviva Lucemon, le si avvicinava
di soppiatto, invisibile agli occhi di chiunque.
O almeno
così credeva.
Accadde
qualcosa d’inaspettato, almeno per lui.
WarGreymon e
Taichi s’intromisero fra lui e la digiprescelta, muovendosi
con facilità all’interno della dimensione che
aveva creato per agire indisturbato.
Insieme a
loro, vi era un altro digimon, Gryzmon, ossia l'evoluzione di Bearmon.
*Digimon
Analyser*
Gryzmon
Livello:
Campione
Tipo:
Animale
Tipologia:
Antivirus
Attacchi:
Atemigaeshi e Crescent Down (Potenti attacchi fisici)
Gryzmon era
del tutto simile a un orso. Di differente aveva il manto: azzurro sul
dorso e bianco sul ventre, una macchia bianca a forma di mezza luna
sulla fronte, guantoni rossi artigliati nelle zampe anteriori e
copri-spalle borchiati dello stesso colore.
-Com’è
possibile? Come avete fatto ad accorgervi della Mask Square?- Piemon
indietreggiò sorpreso.
Taichi sorrise
mostrando compiaciuto il suo Digivice V-Tamer.
-Forse non lo
sai, ma oltre a te io e Agumon abbiamo combattuto e sconfitto un altro
Piemon, che utilizzava questa tecnica. Grazie al nuovo Digivice posso
aiutare WarGreymon a combattere.-
-Prima dici di
aver bisogno di Ylenia, poi cerchi di rapirla, qual è il
vostro obbiettivo?!- esclamò furente Gryzmon.
Le labbra del
Padrone delle Tenebre si deformarono in un sorriso trattenuto a stento.
La sua risata irrisoria riecheggiò nello spazio circostante
per diversi istanti, poi, dopo un attimo di teatrale silenzio, il
digimon rispose alla domanda di Gryzmon.
-Il mio
obbiettivo, vorrai dire.- indicò Ylenia, che pareva essersi
accorta che qualcosa non andava. Oppure no? Guardava dalla vasca, con
gli occhi assenti, il punto dove si trovavano i compagni, mentre questi
stavano sospesi in nello spazio artificiale.
-Vedi, non
m’importa di tornare a essere quello di un tempo.- fece
schioccare la lingua -Io ambisco a qualcosa di più.-
Velocemente il
clown si portò alle spalle di Taichi e degli altri due.
-E
ancora… dei Piemon che esistono, sono io quello
più potente.- sparì ancora, avvicinandosi
pericolosamente a Ylenia.
Ma
nell’istante in cui le sue mani le sfiorarono i fianchi, la
luce attorno alla ragazza crebbe smisuratamente, avvolgendo tutti i
presenti.
-Mammaaaaa!!
Mamma dove sei?-
-Mushroomon!-
-Fratellone!-
BlueMeramon accorse. Mushroomon, un piccolo digifungo, strisciava per
terra, tendendo le manine tozze verso la sua casa divorata dalle fiamme.
BlueMeramon
raccolse delicatamente il corpicino minuto e coperto di fuliggine. Il
suo fuoco non lo bruciava, perché aveva una
capacità di controllo superiore rispetto agli altri della
sua specie, ma il fuoco intorno a loro... aveva divorato ogni cosa,
senza lasciare alcuna traccia.
-La
mamma e il papà… -
Il
digimon evoluto scosse mestamente la testa.
-Ormai…
-
Mushroomon
scoppiò a piangere. BlueMeramon lo strinse a sé,
portandolo via da quel massacro. Impedendogli di osservare ancora quel
tristo spettacolo. Il loro piccolo villaggio nascosto era stato appena
devastato da un gruppo di digimon di tipo Antivirus. BlueMeramon
avrebbe per sempre provato astio nei confronti dei digimon angeli.
“Chi
ha il diritto di giudicare gli altri in questo modo?”. Non
avevano fatto nulla di male. Certo c’erano delle teste calde
nel villaggio ma… in quel momento, solo le fiamme ardenti
della cosiddetta giustizia divampavano sinistre consumando ogni cosa.
Cancellando ogni minima traccia di felicità.
Cercare
vendetta?
Sì,
li avrebbe sterminati tutti. Dal primo all’ultimo pennuto
predicante quell'ignobile presunta giustizia.
-Che sta
succedendo?!- esclamò Taichi, coprendosi gli occhi, la luce
era molto intensa, scorgeva appena due sagome,
nell’immensità abbacinante. Una era ferma, sospesa
in aria, quasi il tempo si fosse fermato.
Non era
proprio così.
“Questo
potere… è già così
forte?” si chiese Piemon, riemergendo dai suoi
infelici ricordi.
°
-Waaaaaaaaaaaaaaah!-
Il grido di
Hiroyuki riecheggiò nell’aria per qualche istante.
Poi silenzio.
Musyamon e
Raiamon si scrutavano, malconci, attenti l’uno alla minima
mossa dell’altro. I loro partner invece… Hiroyuki
ansimava, col braccio teso e il pugno serrato. Lo sguardo fisso innanzi
a sé, rivolto verso il rivale, che parava il colpo, senza
smettere di sorridere.
“Chi pensava che
‘sto idiota fosse così forte!”
le labbra del teppista s’incresparono in un sorriso,
ricambiato dall’altro.
Mamoru poteva
sembrare un idiota patentato, ma era molto forte. Non l’aveva
mai detto a nessuno, ma era stato espulso dalla sua vecchia scuola per
averla “ripulita” dall’
“immondizia”.
Non era una
notizia clamorosa, perciò le televisioni non ne avevano
parlato, ma i giornali locali sì.
Il prescelto
della Giustizia viveva a Shibuya. Era passato solo un anno,
ma… aveva deciso di cambiare registro. O forse non aveva
ricevuto stimoli sufficienti, perché a Odaiba era solo un
ragazzo allegro e tranquillo, che andava d’accordo con tutti,
senza lasciarsi mettere i piedi in testa. Era in classe con Taichi e
andavano anche piuttosto d’accordo. Ma vogliamo tornare al
racconto?
Quando
studiava a Shibuya, nel suo liceo, vi erano scontri fra bande di
teppistelli montati. I primini venivano continuamente tormentati dai
veterani straripetenti. Uno come lui, figlio di poliziotto, difensore
dei deboli, poteva farsi da parte?
Mamoru diede
una lezione a tutti i teppistelli della scuola, come un angelo
sterminatore mandato dal cielo. I deboli si rivolgevano a lui se presi
di mira e i forti preferivano averlo dalla loro.
Perché
fu espulso? Un ragazzo di terza, un giovanotto ormai ventenne cui aveva
spaccato il naso, gli fece credere di star molestando una ragazza della
scuola e lui… lui lo picchiò così
tanto da spedirlo all’ospedale in ambulanza. Che
l’altro sia stato alquanto incauto o meno, quel pestaggio
costò all’Izawa l’espulsione. La ragazza
era la fidanzata del ventenne, ma Mamoru non l’aveva
calcolato. Le mani dell’altro sul corpo di lei, lo sguardo
terrorizzato, le suppliche…
Il reato che
più di ogni altra cosa odiava... aveva semplicemente perso
la testa.
La nota
positiva di tutta la faccenda, fu che suo padre si decise ad accettare
il posto come capo della polizia a Odaiba e la famigliola vi si
trasferì.
Hiroyuki
scattò all’indietro, alzando la guardia.
-Però,
Maminchio, devo ammetterlo, ci sai fare.-
-Aha.- fu
l’unica risposta –Anche tu… pratichi la
boxe?-
Hiroyuki
rimase leggermente sorpreso.
-Come
disciplina non mi attira molto, ma vedere te combattere è
tutta un’altra cosa, ahahaha!- e rise, spezzando la tensione.
Ciò permise a tutti di tirare un sospiro di sollievo. Erano
esausti, avevano combattuto parecchio e non solo i ragazzi. Raiamon e
Musyamon non si erano certo risparmiati. Wisemon dissolse la barriera
protettiva.
-Voi
quattro… - disse, attirando su di se l’attenzione
- … potete passare alla seconda fase.-
-Sarebbe il
caso che riposassero, prima. Non è certo cosa da poco.-
s’intromise Jijimon. Wisemon annuì, limitandosi a
voltare le spalle.
-Yamato?-
domandò piano, Sora.
- …
-
-Yama…
- gli carezzò il braccio e lui parve rendersi nuovamente
conto di dove si trovava. –Tutto bene?-
Annuì.
Aveva una strana sensazione. Ylenia… Era ormai mattina, la
presunta cena coi Padroni delle Tenebre era ormai finita, ma…
Un insistente
formicolio alla gamba atrofizzata lo costrinse a sollevare il pantalone
e scoprire così che il nero, lentamente, veniva assorbito,
in certi punti.
-Che
diavolo… -
Babamon lo
notò e con un salto fu da lui. Esaminò
attentamente l’arto, poi pronunciò la sentenza,
accompagnandola con un colpo di scopa alla testa del prescelto.
-Credo che i
tuoi poteri stiano tornando alla luce.-
-Ma…
io non ho fatto nulla.-
- …
- la vecchia si carezzò il mento –Sarà
una reazione legata al risveglio di quelli di tua sorella, allora.-
-Ma
allora… -
Babamon
intuì dal tono preoccupato che Yamato forse pensava che
Ylenia fosse in pericolo.
-Senti una
strana sensazione?-
Annuì.
-Com’è?
Angosciante?-
-No…
- alzò entrambe le braccia, gesticolando
–E’ come se… non so… qualcosa
dentro di me ribollisse… non riesco a spiegarmelo.-
-Allora non ci
sono problemi.- rispose Babamon.
-Ma…
-
Come tutti
potrete immaginare la vecchia digimon colpì la testa del
ragazzo con la sua ramazza. Quello strumento così innocuo
era un’arma micidiale fra le sue mani.
E non lo dico
ironicamente.
-Ho detto che
non ci sono problemi e ora segui con attenzione gli incontri.-
Il prescelto
dell’Amicizia sorrise, appena divertito.
Quando Ylenia
era felice, lo era anche lui. Quando soffriva, anche lui stava male.
Ovviamente valeva il viceversa.
Perciò…
“Sì,
devo stare tranquillo… e devo anche pensare a come
proteggere Risei da Daemon.”
Un dolore
sordo alla testa lo riportò brutalmente alla
realtà.
-Ho detto di
seguire gli incontri!-
-Si…
- disse piano, massaggiandosi la testa, fra i risolini generali e le
risate sguaiate di Hiroyuki.
Il piccolo
Risei sospirò. Sapeva che suo padre era un po’
giù e non lo biasimava certo.
“Devo
cercare di stare attento, o papà si preoccuperà
troppo.”
Mika accanto a
lui giocava a batti manine con Bakumon, cantando una filastrocca che
aveva sentito solo qualche giorno prima.
-Ho tante noci
di cocco, splendide, didiri didu didu didu! Grandi! Grosse! Anche
più grandi di te!!-
“Se
Daemon cercasse di ucciderlo io... ”
-E
adesso che il mio contenitore è pronto, non mi resta che
provare la fusione.-
Risei
tremò. Quelle parole, quella voce… il solo
ricordo di quel giorno gli serrò lo stomaco in una ferrea e
dolorosa morsa.
-Rese?- Mika
tirava insistentemente la manica della sua maglietta, per attirare la
sua attenzione.
-Eh? Dimmi.-
-Ti insegno la
canzoncina delle noci di cocco?- lo fissava con quegli occhioni
così dolci. E li sbatteva pure, civettuola, come la
sorellona le aveva insegnato, per averla vinta con gli uomini di casa.
Infatti, il
suo papà non resisteva a quello sguardo da bambolina.
-Dopo. Ora
devo stare attento.- disse, tornando a guardare l’arena. Era
vuota, ma Wisemon vi stava entrando.
Difatti, il
digimon mago era pronto ad aprire un altro varco. Un varco per un luogo
sinistro quanto affascinante. E stava anche per annunciare i prossimi
sfidanti.
Fine
Capitolo 11
Tataaaaan!
Sempre in
ritardo, come al solito. Dunque. Stavolta volevo chiudere con la pazzia
di Piemon, ma il capitolo si faceva lungo e insomma, avrei rovinato il
momento solenne in cui il signorino rinsavisce.
Spero il cap
sia stato di vostro gradimento, come al solito una marea di flashback e
poca concretezza. Pardon.
Beh. Nel
prossimo capitolo si combatterà **
E nell'altro
ancora, perché per Mamoru e Hiroyuki, ho in mente una
cosuccia davvero cattiva. Specie con Hiro.
Hiroyuki:
Già... Ma io ti ammaaazzooooo!!
Mamoru (lo
trattiene): Su su, Hiro-pyon, ci sarà da divertirsi.
Hiroyuki: Oh
certo, tanto non è a te che... *gli tappa la bocca*
Ecco, fortuna
che ho zittito in tempo lo tsundere di turno U_U
Quello che accade a Ylenia, il rimanere incantata a fissare i riflessi
luccicosi XD l'ho provato anche io. Li guardavo e ad un certo punto,
ero come incantata. Ovviamente quando poi mi sono ripresa non c'era
nessun pagliaccetto schizofrenico alle mie spalle (peccato U_U)
Neko2410:
Thank you!! Un'altra fan di Pie-samaaaa *o* non siamo tante, almeno
credo. Comunque spero che la storia continui a piacerti.
Eden89:
Io a vederli sempre seri quei cattivoni non ci riesco. Cioè,
con Pinocchimon ed Etemon in giro, chi ci riuscirebbe a non ridere? O a
non subire la loro influenza. Come vedi nemmeno Vamdemon ci riesce
(è difficile tenerli IC quando la mia stessa mente tende al
demenziale XD)
Bene,
altri nodi che vengono al pettine e altri misteri. Fra poco ci saranno
le risposte U_U
Comunque, con
questi allenamenti, mi sono proprio incastrata, mannaggia...
Vabbè.
Chiudo qui, anche se di cose da dire ne avrei un sacco XD
(scusate lo
schifo di impaginazione, ma Nvu mi odia, domani provo a sistemare.
Avvertitemi se vedete le scritte troppo grandi o troppo piccole ^^)
|
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Capitolo 12 *** 12.Purify ***
Capitolo
12: Purify
“I'm just
thinking how fine it is
To feel myself so fine
again
[…]
Celebrate
I'm alive
again”
(Purify, Lacuna Coil)
Witchelny
-Mi raccomando, non abbassate la guardia e collaborate.- disse Wisemon,
conscio che i due prescelti non avrebbero collaborato se non messi
realmente alle strette. Per quello li stava inviando in quel luogo.
Perché dovevano fidarsi ciecamente l’uno
dell’altro e non solo Hiroyuki e Mamoru. Tutti.
Ma quei due in particolare.
Hiroyuki poi, era di un’indisponenza ai limiti del
sopportabile e molti si chiedevano come Mamoru riuscisse a non
prenderlo a pugni dalla rabbia.
Certo, i colpi che si erano menati poco prima potevano essere stati
anche uno sfogo. Ma il moro sembrava tutto divertito mentre chiedeva
spiegazioni -Quindi, dovremo trovare due oggetti ed è
fatta?-
Wisemon annuì.
-Perfetto! Ho sempre adorato le cacce al tesoro. Tu Hiropyo…
Hiro?-
Hiroyuki non lo degnò di uno sguardo e camminò a
passo svelto verso il varco aperto dal digimon mago. Quando fu
vicinissimo, si volse in direzione dell’altro –Stai
zitto e muoviti.- ciò detto sparì
dall’altra parte.
Mamoru sospirò, senza smettere di sorridere –Che
tipo… Elecmon, sei pronto?-
Il digimon fissò il suo compagno qualche secondo
–Non saprei… non ho un buon
presentimento…-
Il moro fissò a sua volta il proprio partner e poi il varco,
dove anche Kotemon era sparito.
Era nero.
Un vortice nero davvero inquietante. Deglutì.
“Maminchio!”
Quel soprannome non gli piaceva proprio, ma chi di soprannome ferisce,
di soprannome perisce, no?
Si massaggiò i capelli ispidi e, mani in tasca,
s’incamminò verso il passaggio. Prima di
addentrarsi là dentro, si voltò e fece
“ciao-ciao” a tutti –A più
tardi!!- esclamò agitando le braccia. Dopodiché
seguì l’esempio del teppista e sparì
oltre il portale.
Tutti erano rimasti col fiato sospeso.
Errant
Castle
Vamdemon e Pinocchimon irruppero nella sala da bagno proprio
nell’istante in cui dal corpo di Ylenia scaturì
quella luce abbacinante.
Il vampiro fu costretto a fermarsi di colpo e ripararsi col mantello ma
Pinocchimon continuò a correre, scorta l’ombra del
fratello.
-Fermo!- esclamò, come in una supplica.
Non aveva le idee chiare su ciò che accadeva, ma sapeva che
c’era qualcosa di sbagliato.
Che suo fratello era tutto sbagliato in quegli ultimi tempi.
Infatti, il clown sollevò la ragazza fuori
dall’acqua e lei parve risvegliarsi ancora un poco di
più dalla trance.
Nel frattempo che tutto questo accadeva, a Witchelny…
-Fratellone?-
-Papà?-
-Yamato?-
Nessuna risposta.
Ancora una volta, il ragazzo subì un attacco. Ancora una
volta sotto i loro occhi.
Quando Mamoru e Hiroyuki sparirono dietro il varco seguiti da Wisemon,
poco dopo che questi diede disposizioni a Wizarmon riguardo alla
prossima sessione di allenamenti, Yamato percepì
l’ennesima bizzarra sensazione.
Come l’intensità della Luce di Ylenia si espanse,
le sue Tenebre crebbero, involontariamente, di conseguenza.
Lui questo ancora non lo capiva bene…
Ad ogni modo, tutto era cominciato con quella strana sensazione alla
gamba.
Seguì un senso di risucchio.
E poi il buio.
Era circondato dall’oscurità e le sue orecchie
percepivano solo lo sciabordio dell’acqua scura nella quale
era immerso fino alla vita.
“Ci mancava
solo questo…” pensò
irritato. Trovò buffo il fatto di sentirsi sollevato
dall’assenza di Hiroyuki, l’unica persona che
l’avrebbe certamente criticato.
Ma d’altro canto, Hiroyuki avrebbe avuto ragione.
“Perché
devo sempre rimanere vittima delle cose?” scosse
la testa, guardandosi ancora, inutilmente, intorno.
Acqua torbida e buio.
Fine.
Quando però si ripresentò il fastidioso
ronzio… quando l’acqua si mosse un poco,
capì di non essere solo.
Si voltò.
Non vi era nessuno.
Deglutì e provò ad avanzare alla meno peggio in
quell’oscurità.
Sotto i suoi piedi (sotto quello sano di più, quello ancora
vittima dell’ombra di Kokueimon aveva una
sensibilità limitata, ora) percepiva un fondo solido, come
delle piastrelle. Poi urtò qualcosa. Il pavimento pareva
essere sconnesso, ma tastando col piede, scoprì che non era
una crepa “Un
gradino?” inarcò le sopraciglia e vi
salì sopra.
Lo sciabordio proveniva sia dalla sua destra, che dalla sua sinistra.
Si rese conto di scorgere il suo riflesso nel liquido, in quel buio e,
poco a poco, anche i tenui contorni di ciò che lo circondava.
Lentamente, i suoi occhi si abituarono
all’oscurità…
C’erano delle linee scure che fuoriuscivano
dall’acqua “Sono in una vasca?” si
chiese. Alla sua destra vide, dapprima con la coda
dell’occhio, poi si voltò per osservare meglio,
una piccola sagoma scura da cui sgorgava il fluido.
Tutto intorno il buio parve rischiararsi ancora più
velocemente, divenendo grigio. Solo l’acqua rimase scura e
insidiosa. Ma ormai aveva appurato di trovarsi in una vasca. Non che la
cosa fosse una garanzia di sicurezza, ma era sempre meglio di trovarsi
a vagare nell’ignoto.
Ancora quel ronzio…
Si voltò e ancora non vide nulla. “Che diavolo succede,
dannazione!” sospirò, cedendo allo
sconforto “Non
capisco più niente…”
Ed era a capo chino, con le mani fra i capelli, intento a passare in
rassegna le sue disgrazie, quando sottili fili neri corsero
nell’acqua verso di lui, come piccoli serpentelli.
Sussultò e provò a scacciarli, infrangendo la
superficie del fluido.
La pozza scura si scompose nuovamente nei fili neri per poi
ricompattarsi e circondarlo ancora.
“E’
assurdo…” continuò a
pensare “Nonostante
stia sprofondando in quest’oscurità…
non ho paura…”
Non temeva quella macchia. Non più.
Non era dolorosa.
E sentiva che la gamba invalida recuperava piano la
sensibilità.
Percepiva qualcosa entrare nell’arto ed espellere
qualcos’altro.
Aveva un’idea in proposito, ma la sua mente non fece in tempo
a formulare un pensiero coerente, che due lunghe mani guantate gli
cinsero i fianchi.
-Cos’è?- chiese Takeru, in ansia.
-Nulla.- rispose Babamon, con tutta la calma del mondo. Avrebbe potuto
tranquillamente bersi un tè con i biscottini. Non era
affatto preoccupata o almeno non lo diede a vedere.
-Come, nulla?!- sbottò Takeru
E…
Sì. Indovinato. Gli arrivò una ramazza sulla
testa.
-Ouch…-
-Ragazzo mio, ti ho detto che non ti devi preoccupare e non ti devi
preoccupare.-
-Cos’è questa cupola nera?- chiese allora Iori, a
distanza di sicurezza.
-E’ stato Yamato a generarla.-
-Eh?- fu, più o meno, il commento di tutti.
-O meglio: è stato lui, ma inconsciamente. Ricordate
cos’ha detto prima Babamon?- intervenne allora Jijimon.
Fu Miyako a rispondere –Si… ha detto qualcosa
come… che i poteri di Ylenia si stanno risvegliando e di
conseguenza anche quelli di Yamato…-
-Esattamente.- fece la vecchia, distogliendo lo sguardo dalla cupola
nera –Voi tutti sapete che la Luce e le Tenebre sono le due
facce eguali della stessa medaglia, no?-
-Già… ce l’hanno ripetuto fino alla
nausea.- Daisuke alzò gli occhi al cielo.
-Ecco. In più loro sono gemelli. Anche se non sono
omozigoti, il loro legame è comunque più saldo
rispetto a quello di due fratelli normali. Hanno condiviso tutto fin
dalla nascita. Anche se nessuno la vedeva, Ylenia era con Yamato, no?-
-Nonnina, sai già tutto, eh?- continuò a
risponderle il Motomiya.
-Mi piace tenermi informata.- rispose lei sorridendo soddisfatta, con
un tono da fanatica di gossip.
-Ora, se Ylenia sta usando i suoi poteri, anche il corpo di Yamato
reagisce. Percepisce le sensazioni di lei e il suo potere cerca quello
opposto.-
Nessuno disse nulla, così la digimon riprese
–Perciò, state calmi e non agitatevi. Una volta
che riusciranno a controllarli, questi piccoli inconvenienti non
capiteranno più.-
-Chiamali piccoli…- fu il commento di Gomamon.
Intanto, Hiroyuki e Mamoru erano dall’altra parte del varco e
Mamoru si lasciò scappare un
–Belloooooo…- -Ehm… dove siamo?-
Hiroyuki prese a camminare, in silenzio.
-Hiropyooon?-
Ancora silenzio.
Mamoru si grattò la testa.
-Dai, non offenderti. Se ti da fastidio, ti chiamo Hirosama. O
Hirosenpai, o Urameshi… come vuoi, eh! Non essere
permaloso… cioè, ti capisco… sarei
scontroso anch’io se tutti mi giudicassero,
chessò, per il colore dei capelli e…-
Hiroyuki si voltò e fissò freddo
l’Izawa.
Se con uno sguardo si potesse uccidere, Mamoru non sarebbe
più parte di questa storia. Da un pezzo.
-Che cazzo c’entrano i miei capelli?!-
-Ehm…- una goccia fredda colò lungo le tempie del
moro –Dicevo… così per dire…-
-Senti, riesci a tapparti la bocca un attimo?-
-Secondo te dove siamo?
-E non cambiare discorso!-
-Ma non dovevo stare zitto?-
-Ma proprio non capisci quando smettere di dare aria alla bocca?!-
-Hirosama, tu non sei per nulla chiaro.-
Hiroyuki era sull’orlo di una crisi di nervi. Proprio non
riusciva a spuntarla.
-Senti, Maminchio, chiudi quel cess… - Mamoru gli chiuse la
bocca con la mano.
Quel luogo silenzioso era molto strano.
Si trovavano in un lungo corridoio scavato nella pietra. Su tutte le
pareti erano incisi i caratteri dell’antica lingua digitale e
l’odore acre che si respirava era quello pesante di polvere e
muffa, tipico dei luoghi chiusi.
A momenti era addirittura stordente.
Hiroyuki da piccolo era stato in Egitto con i suoi. L’odore
che si percepiva nelle viscere delle piramidi era lo stesso.
Fortunatamente Kotemon ed Elecmon avevano trovato e acceso delle torce,
perciò almeno il quartetto non era al buio. Eppure
riuscivano a illuminare solo un breve tratto. Davanti e dietro di loro
il buio era totale. E pareva avanzare, come a volerli inghiottire.
-Mmmm…- protestò Hiroyuki, provando a liberarsi
della mano dell’altro, ma Mamoru si era fatto serio -Hai
sentito, Hirosama?-
Il teppista tese le orecchie.
Dei passi.
Passi cadenzati tremendamente familiari.
Socchiuse gli occhi per concentrarsi, ma il rumore si
affievolì.
I due ragazzi si lanciarono un’occhiata e indietreggiarono.
Hiroyuki prese la torcia dalle zampe di Kotemon e Mamoru fece
altrettanto con Elecmon. I due digimon si schierarono in difesa uno
davanti e uno dietro, non si sa mai.
-Uno spiffero…- sussurrò Mamoru, guardando nella
direzione dalla quale, teoricamente erano appena venuti.
In pratica il varco li aveva portati nel bel mezzo del corridoio.
Scelsero comunque di indietreggiare, anche se normalmente Hiroyuki non
l’avrebbe mai fatto.
Lui era tipo da non temere nulla finché non si trovava a
costretto a un confronto diretto. Ma in quel posto era come se i suoi
timori prevalessero. E lui non riusciva a sopportarlo.
Man mano che camminavano, il rumore dei passi si faceva più
vicino. Pensarono di spegnare le torce, ma allora sì che
sarebbero stati problemi, poiché non sapevano proprio dove
andare.
Il corridoio proseguiva dritto per lunghi tratti, ma ogni tanto
capitavano biforcazioni e dovevano comunque evitare i vicoli cechi.
Più vicino.
Poi svanì.
Poi lo udirono ancora…
Pur voltandosi diverse volte, nessuno riusciva a vedere nulla.
“Eppure io
questi passi strascicati li conosco bene… ma non
è possibile…”
-Ma cosa dovremmo fare, di preciso?- chiese Elecmon d’un
tratto, fermandosi.
-Wisemon ha detto che l’avremmo scoperto una volta qui.- gli
rispose Kotemon, arrestandosi anche lui –Però non
capisco. Perché stiamo scappando, eh Hiro? Non dovremmo
fermarci e affrontare quella cosa?-
-No…- non era sicuro.
Se era come pensava, non ne aveva minimamente intenzione “Ma è
stupido pensare che sia lui, no?”
-Accidenti a questi vegliardi!- sbottò, colpendo con un
pugno una parete –Perché diavolo non si sbrigano
loro le proprie questioni?!-
Mamoru lo fissò –Sembra sia svanito…-
si riferiva a quel rumore –Me lo chiedo
anch’io… ma un motivo ci sarà, no?-
-Pigrizia?-
-Ipotesi molto suggestiva la tua, Hiropyon… ma dubito che ci
sia lo zampino di un Demon Lord anche in questo.-
-No no. Intendevo pigrizia loro.-
Mamoru si finse pensieroso –Ipotesi suggestiva anche questa,
ma, Hiropyon, tu hai idee davvero troppo sovversive.-
-Oh, ma basta con ‘sto soprannome!-
-Vogliamo parlare di Maminchio?-
Hiroyuki gli puntò un dito al petto -Chi ha
cominciato con i nomignoli?!-
Mamoru alzò le mani, in segno di resa.
-Ok, ok! Mea culpa!-
Contemporaneamente a Witchelny
e nel Castello
Errante, Piemon si trovava a che fare con i due gemelli.
O meglio.
Loro si trovarono ad aver a che fare con lui.
Li aveva presi.
Entrambi!
-Lasciami!- ringhiò Yamato.
Il clown gli sorrise, senza dar troppo peso alle parole minacciose del
ragazzo, tantomeno ai suoi calci e pugni.
-Una volta da Lucemon, avrò la mia ricompensa.- disse, fra
sé e sé.
-Non ho intenzione di venire con te!-
Piemon inarcò il sopracciglio ma Yamato non poté
ovviamente vederlo, dato che il clown indossava la maschera.
-Oh… e come hai intenzione di impedirmelo?-
“Già…
come?” deglutì. Provò a
concentrarsi, anche se in quella sensazione era difficile “Forse, potrei
riuscire a usare i miei poteri, in qualche modo…”
Sentì qualcosa.
E sarebbe riuscito certamente a usare il suo potere con più
tempo a disposizione. Ma era fra le braccia di un nemico che ovviamente
non diede tempo a quel piccolo successo.
-Allora?-
Ancora a mezz’aria, Yamato aprì gli occhi e lo
fissò truce. O almeno credeva. A Piemon il suo pareva solo
lo sguardo offeso di un marmocchio insignificante.
Addirittura i suoi occhi scarlatti parvero intenerirsi -Su,
su…- gli disse tenendolo a mezz’aria ma muovendolo
come si fa con un bimbo piccolo per calmarlo -Imparerai a usare i tuoi
poteri… poi però Lucemon li
assorbirà…- scosse la testa - … e
morirai… ma almeno avrai imparato, no?- e sorrise.
Yamato lo odiò.
Odiò tutti quelli che l’avevano messo in mezzo.
Lucemon.
I Demon Lords.
Persino i Supremi.
Non potevano tenerseli loro quel cavolo di poteri?!
L’unica cosa positiva che ne aveva ottenuto era la vita di
Ylenia, che avrebbe perduto per sempre, altrimenti.
Solo quello.
Tutti giocavano con le loro vite senza considerare i loro sentimenti.
Tutti li vedevano come pedine da muovere deliberatamente sulla loro
scacchiera.
Non era d’accordo con quell’ingrato destino.
Tutti avrebbero pagato!
Aveva così tanta rabbia repressa in corpo, che la sua gamba
scattò da sola, colpendo il mento del Padrone delle Tenebre
con una forte ginocchiata. Ovviamente era l’arto sano.
Barcollò.
Suo fratello l’aveva tradito.
-Torna in te!-
gli aveva gridato Pinocchimon. Poi gli aveva scagliato contro la sua
croce di legno, a costo di ferire Ylenia.
Anzi, sapeva che lui non avrebbe permesso lei fosse ferita.
Perché era solo un’umana e sarebbe potuta morire.
E allora addio poteri, addio ricompensa ecc…
La ragazza ricadde in acqua e in quel momento era completamente sveglia.
Si allontanò di corsa dal clown, reggendosi
l’asciugamano con le mani, mentre Taichi le andava incontro
con gli altri e con Vamdemon.
Aleggiava ancora la Luce scaturita dal suo corpo, ma era più
sopportabile, perciò anche il vampiro
s’inoltrò nella stanza.
-Ora noi faremo una bella chiacchierata.- disse alla ragazza. Poi si
rivolse a Taichi -Proteggila. E tu, Ylenia, qui occorre una cura
drastica.-
-U-una cura drastica?- chiese lei.
Mentre il vampiro le spiegava ciò che aveva in mente,
perché non potevano più aspettare, Pinocchimon e
Piemon combattevano aspramente.
-Bullet
Hammer!- gridò il burattino. Le sue mani
reggevano il particolare martello a forma di tamburo d’arma
da fuoco dalle cui bocche schizzarono proiettili luminosi a ripetizione.
Piemon certo non aspettò di ricevere i colpi in pieno. Ne
schivò tre muovendosi agilmente, anche grazie alla Mask
Square. Poi usò due delle sue spade per pararne altri.
Al contatto col freddo metallo i colpi luminosi emisero un fastidioso
stridio e schizzarono in disparate direzioni.
Uno sfiorò Vamdemon, lacerandogli il mantello.
-Ehi!- ringhiò il digimon, interrotto nel bel mezzo della
sua spiegazione.
Mentre infuriava la battaglia fra i due fratelli, giunsero
Metalseadramon e Mugendramon, seguiti dagli altri.
I due dragoni si scambiarono una rapida occhiata e Metalseadramon
scattò in volo verso i due contendenti. Assunte le sue reali
sembianze, una delle sue spire metalliche si avvolse violentemente
intorno al corpo di Piemon, allontanandolo dal burattino.
-Aargh!-
ringhiò lui. Poi cercò di divincolarsi, ma il
colpo all’addome l’aveva fermato per il tempo
necessario a permettere a Metalseadramon di immobilizzarlo del tutto.
-Lasciami!- ringhiò a denti stretti -Lasciami o
io…-
-O io cosa?- intervenne Mugendramon –Su, portalo
qui…- ordinò all’altro drago.
La lotta era durata poco, per fortuna.
Per quanto potente, Piemon era circondato. E pareva aver perso la testa.
Per la sua dannata Superbia, non accettava il fatto d’essere
stato “tradito” dai suoi compagni.
Mugendramon lo liberò dalle spire di Metalseadramon, per
imprigionarlo fra le sue braccia.
Anche nella forma ibrida la sua forza era comunque elevata. Infatti,
Piemon non riusciva a liberarsi.
-Ma ci pensate, idioti?! Potremmo avere Digiworld ai nostri piedi
ancora una volta!-
-Non a questo prezzo, idiota.- ringhiò il drago nero di
rimando.
LadyDevimon era sconcertata.
“E’
meglio che Kokueimon non assista a questa scena.”
pensò e, dopo un gioco di sguardi con Devimon,
lasciò la stanza che aveva appena raggiunto, per
intercettare suo figlio e impedirgli quella patetica visione di suo
padre.
-Hai capito?-
Ylenia annuì, confusa.
-Sì… cioè, teoricamente.-
-Ma sei sicuro che funzionerà? Ylenia non ha mai usato i
suoi poteri prima d’ora.- s’intromise Taichi.
-Non abbiamo molta scelta. Se lo lasciamo così-
squadrò Piemon che si dimenava –non riusciremo a
fermarlo. Anzi, ascolta. Lui può stare in più
luoghi contemporaneamente. E’ probabile che sia andato anche
da tuo fratello.-
Taichi, WarGreymon, Ylenia e Gryzmon trasalirono.
-Ma… ci sono gli altri, per proteggerlo, no?- chiese Ylenia,
rivolta al suo ragazzo e questi annuì, mentre il sudore gli
colò lungo la tempia.
-Potrebbe non bastare. Piemon è impazzito, ma anche molto
scaltro.-
-Io… devo solo colpirlo?- si fece avanti Ylenia, inarcando
appena il sopracciglio, ancora non del tutto sicura.
-Sì.- rispose Vamdemon, accompagnandola verso il gruppo dei
suoi compagni, mettendole una mano dietro la schiena.
E questo infastidì Taichi, che gli corse dietro e
riacchiappò la sua ragazza, allontanandola dal rivale.
Il vampiro lo fissò truce, poi tornò a parlare
alla prescelta della Memoria -Devi concentrarti sulla sua
testa. Mentre libererai il tuo potere, anche quella piccola traccia di
Tenebra che lo costringe sarà visibile. Dovrai solo
distruggerla.-
-Ma non sarà pericoloso?-
-Se anche morisse, potremmo farlo rinascere qui e in breve tempo,
perciò non preoccuparti. Pensa a tuo fratello.-
Lei annuì.
Ma Taichi chiese -E poi? Voi volete uccidere Yamato, no?-
Ylenia si fermò.
“E’
vero… per quanto buoni siano con me, vogliono uccidere
Yamarin…”
-Le priorità sono cambiate. Ne discuteremo in seguito. Se
vuole però che Piemon lo porti da Lucemon, allora
può trattenersi a parlare ancora un po’.- concluse.
-Dai! Non abbiamo mica tutto il giorno qui!- esclamò
Mugendramon.
Ylenia si portò davanti a lui e Piemon e deglutì.
-Sai cara,- cominciò però il clown –se
tornassi normale, ucciderei il tuo fratellino. D’altro canto,
avresti più tempo e possibilità di salvarlo, se
lo portassi a Lucemon.-
-Non complicarmi le cose, bimbo.- Piemon avanzava sospeso in aria,
mentre lui cercava disperatamente di correre dentro l’acqua.
Ma gli arrivava alla vita, e ciò costituiva un grosso
rallentamento.
L’altro stava solo giocando con lui.
Era da diversi interminabili minuti che la cosa si protraeva e, ormai
lo sentiva, non avrebbe retto ancora per molto.
Aveva anche provato a urlare, ma non arrivavano risposte da oltre il
buio.
Poi perse l’equilibrio e cadde sott’acqua.
Puntò i piedi per spostarsi velocemente, ma quando
uscì, si accorse di non essere più seguito.
Piemon era diversi metri più in là, col capo fra
le mani.
-No!
No!- ringhiava.
-No,
smettila! Pensa a tuo fratello!!- continuava a lamentarsi
e contorcesi stretto fra le braccia forti del drago nero, cui si erano
aggiunte le spire di Metalseadramon. -Smettetela
idioti!-
-Lo vedi?- chiese Vamdemon.
Ylenia annuì.
La stanza era nuovamente illuminata da quella Luce sfolgorante di
pocanzi.
Il vampiro si era avvolto nel suo mantello, ma doveva dare istruzioni,
perciò cercò di stare dov’era e
resistere all’agonia che la Luce gli procurava. Si
circondò di uno strato di nebbia, per attutire il dolore.
-Ascolta… devi concentrare il tuo potere in un punto unico.-
Ylenia annuì. Socchiuse gli occhi e tutti videro chiaramente
la Luce ritirarsi per pochi istanti e poi espandersi ancora. Tutto
questo per diverse volte.
-Che succede ora?- esclamò Jun, mentre la cupola oscura si
rimpicciolì e ingrandì velocemente per pochi
istanti.
-Credo siamo giunti a una svolta.- Jijimon si tormentava la barba
–Ma suppongo questo posto non sia poi così
sicuro…-
-Stammi bene a sentire…- cominciò Piemon,
parlando contemporaneamente ai due gemelli.
Yamato era fermo a fissarlo basito per la scena da film
dell’orrore che aveva innanzi (ne aveva visto uno di
esorcismi con Taichi l’estate prima... era una cosa
allucinante. Beh, la scena di Piemon che si contorceva per aria con una
fiammella scura sulla fronte era molto simile a una del film)
-…Morirete. Entrambi. Non si sfugge al proprio destino. Per
quanto possiate opporvi, Lucemon riavrà i suoi poteri.-
-Ylenia.- disse Vamdemon –Va bene così.-
Lei annuì.
“Ancora un
po’…” per essere la prima
volta, pensò d’aver ottenuto un ottimo risultato.
Aveva ridotto e concentrato quella Luce a una sfera grande come una
mela. La teneva con due dita, puntate contro la fiamma nera sulla
fronte di Piemon.
Mentre stava per rilasciare un raggio, con uno strattone notevolmente
più forte di prima, il clown riuscì a liberarsi
dalla stretta dei due draghi. Si svincolò come
un’anguilla e sfuggì ai tentativi di riacciuffarlo.
Ylenia indietreggiò per la paura, ma il colpo fu liberato
comunque.
La sfera luminosa liberò una freccia fulgida che raggiunse
spedita il suo bersaglio.
-Aaaagh!-
ruggì di dolore il capo dei Dark Masters, inarcando la
schiena all’indietro mentre la Luce penetrava nella sua testa
con violenza.
Sì, era decisamente una scena da esorcismo.
Piemon ora si contorceva in acqua, mentre una strana Luce gli
illuminava il capo ed entrava dentro di lui. E qualcosa uscì.
Una piccola massa nera, che si dissolse nella Luce.
Piemon scomparve di fronte al prescelto dell’Amicizia,
urlando di rabbia.
E quella parte di lui che aveva causato così tanti problemi
si dissolse davanti agli occhi del gruppo riunito nella sala da bagno
del drago d’acqua.
Videro chiaramente un altro Piemon svanire nel nulla insieme a quel
Germe di Superbia.
Ma quello che contava, quel Piemon che amavano, era lì.
Giaceva a terra, privo di forze.
Ylenia cadde all’indietro, ma Taichi fu veloce e la prese fra
le sue braccia.
-Sono stata brava?- gli chiese, prima di perdere i sensi.
E lui non poté che annuire.
La cupola nera svanì e il prescelto dell’Amicizia,
ansimante e sudato, si ritrovò davanti ai compagni.
-Yamato!- sospirò Sora facendo un passo avanti, ma lui si
chinò per sollevare la gamba del pantalone.
-E’ guarita!- esclamò.
L’arto era perfettamente roseo e riusciva a muoverlo alla
perfezione.
-Che è successo?- chiesero Gabumon e Risei.
Yamato fece per rispondere, ma si fermò.
-… Boh…- riuscì a dire soltanto,
grattandosi la nuca.
-Ci hai fatto preoccupare!- esclamò Sora, gettandogli le
braccia al collo e quasi rovesciandolo a terra.
-Mi spiace…- riuscì a dire -…non sai
quanto…-
La fiaccola fra le mani di Mamoru tremò e parve spegnersi
per un attimo, ma fortunatamente tornò a guizzare allegra e
crepitante.
Avevano terminato la discussione di poco prima sulla pigrizia e i
nomignoli, perché stavolta avevano sentito non solo dei
passi.
Mamoru sostenette d’aver sentito una voce.
Hiroyuki però negò.
C’erano solo passi trascinati.
Il disaccordo fra i due era destinato a esservi in eterno, ma
l’angoscia che aleggiava su di loro, quella era anormale.
Mamoru mise una mano nella tasca dei jeans e tastò qualcosa.
Lo rigirò fra le dita, per calmarsi un poco. Ma non ottenne
l’effetto desiderato.
Anche Hiroyuki stringeva qualcosa fra le mani.
Un anello d’oro che portava sempre appeso al collo.
E proprio mentre iniziava l’ennesima discussione, si
scoprirono di fronte ad un bivio.
Destra o sinistra?
Fine
Capitolo 12
Ed eccomi di ritorno con un capitolo leggermente... ok, tanto
incasinato.
Spero di essere riuscita a spiegarmi bene. In caso contrario, sono
pronta a rispondere alle vostre domande *gulp*
Finalmente Piesama è liberoooooooooo!!
Ehm... io tenevo tanto ad una scena con lui e Yama **
Però ovviamente questa fic sarà Sorato U_U (non
mi dispiace affatto perché la coppia mi piace, sono io che
c'ho la fissa col biondo e il pagliacetto... diciamo che è
stato un regalino a me stessa)
Con Hiro e Mamoru è una comica dietro l'altra, ma vi
assicuro che le lacrime arriveranno U_U eccome se arriveranno.
E ora, passiamo alle rece.
Eden89:
si si, sono le loro forme involute. Ylenia, non Ilanya XD e per i flash
back alla lost... scusa ^^''
Per ovviare il problema o pensato ad una raccolta di One Shot sul
passato dei DM. Per ora ho pronta solo quella su Apokalymon, che non
spiega molto, ma mi piace com'è uscita. Ad ogni modo,
pubblico quando ne avrò almeno tre o quattro sotto mano.
Fine pubblicità.
Dicevo. Yama e Yle hanno i poteri di Luce e Tenebra, ma non li sanno
usare. Ma avendo la digipietra dela Memoria, Yle ha il dono di vedere il
passato (ovviamente è anche dovuto al potere della Luce).
Come avrai capito qui, la gamba di Yama è guarita di
riflesso allo scaturire del potere di sua sorella. Le sue Tenebre hanno
assorbito l'ombra di Kokueimon.
Perché mi complico la vita così?!
Neko2410:
grazie! Evviva! Un'altra fan!! *banchetta per festeggiare* Ecco, Piemon
ora è rinsavito, per la felicità mia e vostra. E
Metal, si ha buon gusto, ma è troppo diretto nel dire le
cose U_U Mugenchan avrà un infarto un giorno o l'altro.
Infine, scorrendo i Kanji, ho scoperto che un Kanji che si legge I
significa Yamato.
Così cercando cercando ho trovato un buon significato per il
nome Ylenia.
Immaginando che in giapp si legga IRENYA (ma sì, scriviamo
un nome straniero in kanji come Light di Death Note)
倭恋矢
I-REN-YA
Con gli ideogrammi di Yamato, Romanticismo e Freccia.
Direi sono azzeccati. Dovrei controllare le pronunce eccetera,
comunque, alla fine, si è rivelato un nome non campato per
aria XP
Bacioniiii
(e correggetemi se sbaglio... sono le due di notte, posso anche aver
preso una cantonata XP)
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Capitolo 13 *** 13.Il lato oscuro della luna. ***
Capitolo
13: Il
lato oscuro della luna.
You raise
the blade, you make the change
You re-arrange me'till I'm sane
You lock the door
And throw away the key
There's someone in my head but it's not me
[...]
I'll see you on the dark side of the moon
(Brain
Damge, Pink Floyd)
-A
destra.-
disse Mamoru e ovviamente Hiroyuki ribatté –A
sinistra.-
Allora il moro si sentì in diritto di esprimere la sua
opinione discordante –Ho sentito dire che le persone nei
labirinti tendono
sempre a svoltare a sinistra.-
Hiroyuki alzò il
braccio, mostrando all’altro ragazzo il polso, con annesso
Digivice. Dal
piccolo schermo a cristalli liquidi fu proiettata una piccola mappa
tridimensionale.
-Senti, qui non
si parla di statistiche. Dobbiamo andare a sinistra.-
Mamoru scosse la
testa –Dobbiamo scendere semmai. E vedi altre scale se non
queste qui a destra,
Hi.ro.yu.ki?- sillabò il nome del ragazzo, con quel suo tono
allegro e
canzonatorio che il teppista odiava a prescindere.
-Hiro, forse
dobbiamo davvero scendere per quelle scale…- propose
Kotemon, per poi tapparsi
preventivamente le orecchie. O almeno ci provò. Indossando
il men, ovvero
l’elmo, gli fu impossibile e la voce tonante di Hiroyuki, che
lo additava come
traditore, gli spaccò i timpani e riecheggiò fra
le pareti in pietra.
Elecmon,
evidentemente il più maturo della comitiva,
iniziò a imboccare le scale,
zampettando rassegnato davanti al gruppo.
-Forza, ci sarà
qualche passaggio per arrivare da quella parte da sotto.- disse, con un
tono
che non ammetteva repliche.
Il viso del
teppista si contorse in una smorfia di fastidio.
Tutto in quel
luogo gli dava sui nervi. E più cercava di concentrarsi sul
reale obiettivo
della loro presenza lì, più non poteva evitare di
portare le mani al collo.
A quell’anello,
alle sue incisioni.
“Go
for the goal”
“Vai
al traguardo”
Ma
a che
traguardo portava la sua strada?
Fra quelle
quattro mura, Hiroyuki si sentiva quasi sperduto e infastidito.
Perché aveva il
sentore di qualcosa di sovrannaturale che costringeva le sue emozioni
più
celate e profonde a venire allo scoperto, ove occhi e orecchie
indiscreti
avrebbero potuto coglierle contro la sua volontà.
Proseguì il
cammino controvoglia per quella scalinata, tanto più che i
passi avevano smesso
di seguirli e ciò gli fece tirare un profondo sospiro di
sollievo.
°
Nel
frattempo Lilymon
e Garudamon si affrontavano nell’arena sotto gli sguardi
impensieriti dei
compagni. La digimon floreale, con la sua corporatura minuta era
più rapida
dell’amica ma Garudamon aveva dalla sua la potenza.
-Flower Cutter!-
esclamò Lilymon, dopo avere evitato lo Shadow Wing
dell’altra che s’infranse
sulle pareti invisibili della barriera, regalando un pirotecnico
spettacolo agli
astanti. I fiori sugli stivali della digimon floreale
s’ingrandirono e
divennero affilati come rasoi. Avrebbe potuto ferire Garudamon
ma…
-Più
convinzione!- esclamò Babamon agitando la scopa per aria
–I Demon Lords non vi
diranno certo grazie se vi fermerete così.-
Le due chinarono
il capo. Anche prima, Garudamon aveva lanciato il suo colpo a un decimo
della
sua potenza effettiva e Lilymon non aveva mirato punti vitali col suo
Flow’
Cannon.
Mimi e Sora
furono messe sotto torchio con esercizi atti a rinvigorire i loro corpi
e
rilassare le loro menti e la Tachikawa non era molto felice della cosa.
Gli
addominali le dolevano da morire e sudava tanto. Troppo per i suoi
gusti. L’unica
nota positiva era che non era certo l’unica a sudare sette
camicie. Tutti i
ragazzi e i loro digimon erano sottoposti a un trattamento simile,
tranne Mika,
Jun, Bakumon e Culumon, i quali avevano ben altro cui pensare. Infatti,
Wisemon
era in procinto di aprire per loro il secondo varco per quello strano
mondo in
cui erano stati inghiottiti i quattro compagni. Per qualche strano
motivo però,
il digimon esitava. Parlavano di qualcosa, ma la prescelta della
Sincerità non
li sentiva, disturbata dal proprio respiro affannato, dalle urla
concitanti
della vecchia digimon e dai discorsi dei ragazzi poco distanti da lei.
Gennai, infatti,
stava fornendo a Koushirou, Iori e Ken utili dati da trasmettere nei
loro
Digivice.
-Fammi capire…-
fece il giovane Iori –Devono trovare due schede USB?!-
Gennai sorrise,
mentre una gocciolina di sudore gli colava giù per la nuca
–Beh, sì… detta così
sembra banale, ma l’importante è il risultato, no?-
-Ma…- fece per
ribattere il ragazzo. Due schede USB! Si aspettava ben altro, insomma!
-In quelle
schede…- disse paziente Gennai, interrompendolo
–E’ contenuto un elevato
quantitativo d’energia. Un aggiornamento, ecco. E’
il metodo più veloce per ottenere
un livello più alto nell’evoluzione, ma certo non
potevamo consegnargliele senza
metterli alla prova, non credete?-
-Perché no?-
chiese allora Miyako, impegnata in esercizi di defaticamento.
-Devono legare,
trovare affinità.- fu la risposta del saggio.
Il riflessivo
Iori, invece, non poteva fare a meno di essere scettico riguardo a
certe cose.
Sia lui che Koushirou erano portati continuamente a farsi numerose
domande e
fino a pochi minuti prima stavano discutendo anche con Ken e Jou
riguardo
alcune loro deduzioni.
Yamato era stato coinvolto perché aveva raccontato di Piemon
e di quanto
successo all'interno della cupola nera.
-Non credo siamo ancora in pericolo.- aveva detto Koushirou.
-Tu dici?- gli rispose Ken
-Sono d'accordo.- fece Iori -Ken, ricordi la volta in cui Daemon
è apparso per
impadronirsi del tuo Seme delle Tenebre?-
-Si, per questo dico che non mi sento tranquillo. Forse sanno
già dove siamo.-
-Oikawa era posseduto da BelialVamdemon, no?- ribatté Iori.
-Si, allora?- Ken percepì il messaggio subito dopo aver
formulato la domanda
-Capisco... beh, allora immagino che abbiate ragione. O almeno ci
spero. Questi
nemici sono molto più di quanto ci saremmo aspettati di
dover affrontare.-
Yamato scosse la testa -Daemon sicuramente ne sa una più del
diavolo. Anche se
i Padroni delle Tenebre non faranno nulla contro di noi, né
lo terranno informato,
se ha da trovarci, lo farà.-
-Eeh, ma come siamo pessimisti!- esclamò Jou.
-Già... scusate.- fece il prescelto dell'Amicizia.
Era solo preoccupato per Risei.
Ma era rassicurante il fatto che Vamdemon non sarebbe certo andato a
trovare
Daemon per dirgli dove si trovavano. Lo volevano sì, morto,
ma anche loro
avevano troppe cose in gioco per scendere a patti con un nemico
piuttosto che
con un altro.
Era
passata
almeno un'ora da quando lo squinternato quartetto era sparito oltre il
varco. Jijimon
e Babamon ritennero però doveroso concedere a tutti una
pausa, poiché non era
certo stata una giornata tranquilla. L'anziana digimon si
assentò così qualche
minuto per poi tornare armata di carrello per vivande stracolmo di
deliziosi
panini che distribuì ai presenti atteggiandosi a venditrice
di noccioline da
stadio. Per essere vecchia abbondava di spirito d'iniziativa e
pazzia.
Un'adorabile nonnina, a detta di Daisuke. Mentre il gruppetto
continuava a
snocciolare questioni e tempestare il povero Ishida di domande, Gennai
spiegava
a Miyako e agli interessati il motivo della scelta di Wisemon.
-Come avete
potuto costatare quei due ragazzi non riusciranno mai ad andare
d'accordo senza
un confronto diretto. Anche Taichi e Yamato erano più o meno
così, no? Saranno
loro a dover reggere le redini del nuovo gruppo ed è
fondamentale che siano
pronti a qualsiasi cosa.-
-Qualsiasi
cosa?- chiese allora Hawkmon.
-Per aprirsi
dovranno confrontarsi e scoprire così che non sono poi
così diversi.-
-Ma voi come fatte
a dirlo?- chiese allora Sora, cessando i suoi esercizi e accingendosi a
dare un
morso al suo panino –Voglio dire… ok, Urameshi che
è stato qui diverso tempo,
ma Mamoru? Si può dire che lo conoscete appena, no?-
-Io leggo le
cose.- s’intromise Wisemon, che aveva terminato di dare
istruzioni a Jun e
Mika. -Vi conosco già tutti, ragazzi miei, dal primo
all’ultimo.- risalì gli
spalti, portandosi davanti al gruppo più numeroso e
camminando davanti ad
ognuno di loro.- Il mio libro ha analizzato i vostri dati dal momento
in cui
avete messo piede a Witchelny. Conosco i vostri timori e ciò
che più vi piace. So
già dove potranno spingersi molti di voi e sono a conoscenza
dei tasti giusti
per farvi imboccare la retta o la rea via. Quando usciranno da quel
portale
quei due giovani saranno meno litigiosi e più propensi a
trovare un accordo di
quanto non stiano facendo in questo momento.-
Tutto quel
discorso diede ovviamente da pensare ai ragazzi. Alcuni si sentirono
spogliati.
In pericolo. Perché quel digimon così misterioso
e imponente incuteva un certo
timore in loro.
Così calò il
silenzio per qualche secondo.
Finché Yamato
non si alzò in piedi.
Sulla Luna Rossa, intanto, Mamoru e
Hiroyuki
si erano separati.
Trovandosi
innanzi all’ennesimo bivio avevano nuovamente discusso.
Poi di nuovo
quei passi e la voce. Mamoru si era scurito in volto e si era lanciato
a
destra, verso la voce, almeno secondo lui, ed Elecmon l’aveva
seguito a rotta
di collo, col sudore freddo che gli colava sul corpicino scarlatto.
Kotemon aveva
seguito il suo partner, che invece aveva imboccato la sinistra, lontano
dai
passi.
-Hirooooo!-
gridò il piccolo kendoka –Smetti di correre,
cos’hai?-
Hiroyuki non
accennava a rallentare, ma si voltò verso di lui.
-Questi passi…-
ansimò –Questi passi sono… i
suoi… non voglio vederlo ora!- esclamò, testardo.
-Mamoru…-
-Sst…- il
prescelto della Giustizia zittì il compagno portandosi
l’indice all’altezza
delle labbra.
Alzò la torcia,
per accrescere l’alone luminoso che rischiarava a malapena la
fitta oscurità.
Oltre la curva,
finalmente scorse una sagoma.
E illuminandola
al chiarore della torcia, il ragazzo rimase quasi paralizzato per la
sorpresa,
mentre l’ansia istantanea gli attanagliò lo
stomaco e l’ira funesta crebbe
dentro il suo cuore.
-Tu!-
-Cos'è stato,
Hiro?- chiese ancora Kotemon ma Hiroyuki non rispondeva. Sudava freddo
e anche
se non correva, procedeva a passo veloce.
Anche loro due
erano in prossimità di una svolta, ma prima di terminare il
tratto di strada
che li avrebbe portati a superarla, il digimon insistette
–Insomma, stupido,
rispondimi!-
Hiroyuki si
fermò.
I passi erano
cessati.
-Che vuoi?-
-Hai sentito
quel rumore?-
-Si… i suoi
passi…-
-Non i suoi
passi. Intendevo quell’urlo, scemo!- Kotemon era preoccupato
–Sembrava la voce
di Mamoru.-
Hiroyuki tirò su
col naso e lanciò un’occhiata alle sue spalle, poi
di nuovo verso Kotemon.
-Tranquillo, si
dice che gli idioti non muoiano mai.-
-Esattamente,
figliolo.-
Gli
occhi del
prescelto del Vigore si spalancarono per lo stupore e si
voltò di scatto alle
sue spalle. Dove pochi istanti prima non v’era nessuno.
-Pa… papà?!-
L’uomo
davanti
al prescelto della Giustizia sogghignava.
Un tale sulla quarantina,
con i capelli brizzolati e gli occhi piccoli, la pelle abbastanza scura
e il
sorriso sghembo di chi mostra tutto e niente agli altri. Quegli occhi
neri come
la pece, Mamoru non li avrebbe mai potuti dimenticare.
Perché li aveva visti in
quel giorno funesto.
Perché erano
sorridenti e maligni e, benché neri, ardevano come tizzoni.
-Ci conosciamo?-
chiese l’uomo.
La sua voce era
viscida.
Tutto di lui lo
era.
Mamoru non
sapeva se star per vomitare dalla rabbia o per lo schifo che quello gli
causava.
-Mamoru, chi è?-
chiese Elecmon spaventato dell’improvviso voltafaccia del
compagno.
-Lui è… è quel
tale… quello che uccise Tsutomu… Eizo Sakamochi.-
-Tuo
padre?- gli
occhietti di Kotemon si fecero grandi per lo stupore –Ma non
è possibile, non
può essere entrato a Digiworld!-
Eccome
se aveva
ragione il piccolo rettile mascherato…
Ma
il signor
Urameshi era lì. Hiroyuki lo vedeva. Era in tutto e per
tutto suo padre.
Quell’uomo robusto e mezzo calvo dai capelli rossicci e gli
occhi azzurri,
quell’uomo che aveva ammirato e adorato fin da quando era uno
scricciolo.
Quanto si sentiva morire. Non era affatto pronto a tornare a Tokyo e
affrontarlo, ne era consapevole, ma trovarselo davanti in quel modo
improvviso
fu per il ragazzo come un colpo di fulmine. E non di quelli astratti
che ti
lasciano cotto a puntino, innamorato e felice. Uno di quelli reali, che
lasciano cotti a puntino, sì, ma stecchiti e carbonizzati.
-Vedo
che
conosci il mio nome, ragazzo.-
Mamoru deglutì -Cosa
ci fai qui a Digiworld?- chiese poi, astioso. L’uomo
alzò le spalle e sul suo
viso si dipinse una beffarda espressione d’ignoranza
–Non saprei… Oh, ma io ti conosco.-
disse d’un tratto –Tu sei il figlioletto di Shigeru
Izawa.-
Deglutì. Come
faceva a saperlo?
-E tu sei stato
giustiziato l’anno scorso, lo ricordo bene.- la sua voce si
fece più acuta a
ogni parola. -Che cosa ci fai qui?!- chiese, quasi urlando.
-Sì.- assentì
l’uomo –Sono morto, infatti. E posso assicurarti
che tuo padre si è premurato
di venirmi a vedere sulla forca, l’anno scorso.-
Non aveva molto
senso tutta quella situazione. Era morto, perciò,
quell’uomo non era reale, no?
Forse era stato “mandato” là da Wisemon.
“A
conti fatti”
pensò Mamoru “Era
tutto troppo semplice…”
Rimaneva però
che chiunque fosse “Quest’uomo
ha ucciso
Tsutomu.”
E reale o
fasullo che fosse, era davanti a lui.
-Perché
non posso venire, papà?- chiese un Mamoru più
giovane di un anno
appena.
Shigeru Izawa lo fissò storto e pronunciò solenne
–Un’esecuzione capitale
non è certo cosa da ragazzini, stattene buono Mamoru!-
-Ma…- protestò lui puntando i piedi
–Tanto per cominciare non sono più un
bambino e poi quello…-
La mano di suo fratello calò sulla sua testa in una pacca
gentile –Papà ha
ragione. Oggi quell’uomo pagherà i suoi peccati,
ma chi gli toglierà la vita
commetterà un peccato a sua volta. Mamoru, vuoi che la tua
anima si sporchi per
lui?-
-Kaede…-
-Neppure io vorrei assistervi.- disse il fratello maggiore indossando
il
berretto d’ordinanza –Ma purtroppo devo.-
-E’
tempo-
continuò l’adulto –Di ricambiare il
favore al tuo paparino.- Fra le sue mani
grandi apparve dal nulla una corda robusta che sferzò
l’aria. Vi era un cappio
all’estremità. Anche Elecmon lo vide e
capì che dovevano o fuggire, o
combattere. Ma Mamoru era rimasto immobile, pensieroso, col sudore che
colava
lungo le sue tempie. Il crepitare delle fiamme della torcia che reggeva
fra le
mani erano l’unico rumore che infrangeva il silenzio.
-Perché sei
scappato di casa, figliolo?- chiese il signor Urameshi.
Hiroyuki strinse
i pugni –Hai pure il coraggio di chiedermelo?- rispose,
infastidito.
Suo padre fece
qualche passo verso di lui.
-Non
avvicinarti.- il teppista indietreggiò –A casa non
ci torno a meno che tu- -A
meno che io cosa, figliolo?- lo interruppe l’altro
–A meno che io non rinunci
ai risparmi di una vita?-
Il ragazzo fece
allora un passo in avanti, battendo il piede sulla fredda roccia
–Preferisci
quelli alla tua famiglia?!-
Urameshi parve
pensarci su, con gli occhi rivolti al soffitto, come in attesa
d’ispirazione.
-Beh… Sì,
figliolo.-
Hiroyuki strinse
l’anello che aveva al collo.
Suo padre si
avvicinò ancora e Kotemon intuì qualcosa di greve
nell’aria, perché afferrò un
lembo dei pantaloni del compagno e provò a scuoterlo.
-Hiro, andiamo
via…- gli disse, ma Hiroyuki non si mosse.
-Non t’interessa
della mamma, di Hirofumi e Hiromi?- nessuna risposta. Hiroyuki si
batté la mano
al petto –Ti è mai interessato di me?!-
Perché poi stava
dicendo quelle cose? Credeva di non poter esternar quei pensieri, tanta
era la
soggezione che suo padre gli causava, eppure…
-Hiro, questo
posto non mi piace, andiamo via!- insistette Kotemon.
Urameshi
sorrise.
-Ma certo che
m’interessi Hirochan.-
Gli fu vicino.
Molto vicino.
Hiroyuki percepì
il profumo preferito di suo padre pervadere le sue narici.
E una lama
lacerargli l’addome.
-I tuoi organi,
per esempio, m’interessano tantissimo.-
-No, Hirooooo!-
gridò Kotemon.
Di
nuovo a Witchelny, Yamato si era
alzato,
attirando a sé gli sguardi degli altri.
Era infuriato.
Molto. Strinse i pugni e diede le spalle a Wisemon, risalendo la
scalinata.
-So, come ti
senti.- disse questi e fu la goccia che fece traboccare il vaso.
-Sai come mi
sento?- disse il prescelto dell’Amicizia fra i denti. Si
voltò piano verso il
digimon che lo fissava dal basso –Oh, io non credo proprio
che qualcuno qui
sappia come mi sento.-
Gabumon, che si
era alzato per seguirlo, si fermò.
-Andiamo… tutti
avete pensato fin dall’inizio alla salvezza di questo mondo.
Magari sono
diventato un digiprescelto solo per questi cazzo di poteri.-
-Ah!- Mika si
portò le manine davanti alla bocca. Il fratellone aveva
detto una parolaccia!
Ma ovviamente
lui non si curò di simili dettagli. Era furente Yamato, da
morire. E in quel
momento le parole uscirono dalla sua bocca una dietro
l’altra, straripando
nell’aria come un fiume in piena.
I fatti degli
ultimi giorni, tutta la tensione accumulata da anni… era
stato tutto troppo
pesante per lui. E tornando a quei fatti, con gli attentati vari a suo
discapito e la paura per Risei, Mika e Ylenia…
-Che c’è?
Avevate paura che in qualche modo facessi qualche cacchiata e che
seguissi la “rea via”.
Beh, potrei anche farlo, a
questo punto! - disse urlando. Poi si voltò di nuovo e fece
per andarsene
chissà dove.
Gabumon fece per
seguirlo, ma il ragazzo lo fermò.
-Voglio stare DA
SOLO.- disse e il suo partner desistette.
Aveva bisogno
davvero di stare un po’ in pace.
Sulla
Luna Rossa, davanti agli occhi
sbarrati
del prescelto della Giustizia e del suo digimon, l’uomo
chiamato Eizo Sakamochi
mutò nell’aspetto in una creatura simile ad un
enorme, schifoso ragno privo di peli,
dagli occhi grandi e neri e dalla lingua lunga e penzoloni. Aveva otto
arti,
sei braccia e due gambe. Ed era grande. Enorme. Tanto che veniva quasi
pressato
dalla volta e incombeva curvo su di loro e li scrutava come fossero
piccole
mosche di cui nutrirsi.
Mamoru si sentì
schiacciato e impotente e il primo pensiero che ebbe, fu che anche
Tsutomu, il
piccolo Tsutomu, dovette essersi sentito così. In quel
momento, dalla sua tasca
cadde l’oggetto che si premurava di portare sempre con
sé. Era un piccolo
ippopotamo, di quelli che si trovavano un tempo nelle uova di
cioccolato.
Mamoru aveva quasi tutta la collezione, gliene mancava giusto uno.
Quello.
Lo raccolse in
fretta.
Le sue mani si
strinsero in serrati pugni.
Era davvero
furente. Tanto che fece la cosa più assurda che una persona
sana di mente
avrebbe osato fare in una situazione simile. Urlò, e con la
torcia in pugno
colpì quell’orrida creatura a una delle sue zampe.
L’impatto non fece che
accrescere il corpo del mostro e per un attimo, forse di troppo, Mamoru
rimase
fermo a guardarlo, sorpreso.
Poi Eizo alzò
una mano e gli calò un cappio sul collo.
Il nodo si
strinse.
Elecmon urlò.
A Witchelny, Sora decise di seguire
Yamato
dopo qualche minuto che questi aveva lasciato l’arena.
Lo trovò appena oltre
l’arcata che conduceva a un corridoio in pietra, seduto con
la schiena poggiata
a uno dei pilastri, con le cuffie nelle orecchie e, probabilmente, la
musica a
tutto volume, perché non la sentì arrivare.
Fissava un punto
imprecisato della parete di fronte e si accorse di lei solo quando la
vide
inginocchiata davanti a sé, intenta a scrutarlo con quei
suoi occhi di fuoco.
Si tolse una delle cuffie e lei cominciò a dirgli
-Yama…-
Ma lui la
interruppe, piatto e freddo -Ho detto che volevo stare solo.-
Lei non
desistette e scavalcò le sue lunghe gambe per sedersi
accanto a lui, sulla
destra.
-Scusa.- disse
solo, con un sospiro.
Lui non rispose.
Rimase in silenzio per circa mezzo minuto prima di dirle –No,
scusa tu…-
-Posso capire
come ti senti.- gli posò una mano sulla gamba e lui
scostò lo sguardo da una
crepa davanti a sé per portarlo di nuovo su di lei, giusto
un attimo prima di
dissentire.
-No, scusa... non
puoi capirlo, Sora.-
Lei s’intestardì
e gli mostrò il suo nuovo Digivice. Sullo schermo non
illuminato era visibile l’icona
della sua Digipietra.
-Quando ho
saputo che la mia Digipietra era quella dell’Amore, quando ho
parlato con
PicoDevimon, mi sono sentita confusa e presa in giro. Ricordi, vero?-
Lui annuì.
-Io pensavo che
mia madre non volesse che giocassi a calcio perché mi
dedicassi ai fiori, che
seguissi il suo esempio. Non potevo accettare di seguire la strada
scelta da
qualcuno. In realtà non voleva quello. Era solo preoccupata
per me. Mi ero fatta
molto male quella volta, alla partita.-
Yamato allora la
guardò in viso.
-Alla fine la
colpa era delle mie- fece il segno delle virgolette con le dita
–“amiche” se
decisi di abbandonare la squadra. Avrebbero perso anche con me in
campo, ma
loro non si erano affatto preoccupate della mia salute.- sorrise
–Ma ora non c’entra
questo. Volevo dirti, insomma, che capisco che tu possa sentirti
confuso, Yama,
ma anche se ti avessero scelto per tenerti d’occhio,
l’hanno fatto per
proteggerti. Immagina se non avessi avuto Gabumon al tuo fianco.-
Yamato
rabbrividì.
Quando Daemon l’aveva
catturato quella volta, lui era solo, anche se solo per un attimo e si
era
salvato solo grazie al tempismo del suo migliore amico.
-Però…- fece, ma
Sora l’interruppe posandogli un dito sulle labbra.
-Sono contenta
che tu sia uno di noi, perché sei diventato una persona
splendida, Yama.-
Arrossì e aveva
anche le lacrime agli occhi.
Con Sora non
aveva scampo, sapeva sempre che parole usare e quali tasti toccare. Non
leggeva
i suoi pensieri, ma i suoi sentimenti sì. Leggeva i suoi
gesti e le sue
espressioni, il minimo suo cambiamento d’umore era per Sora
un campanello d’allarme,
a volte in senso buono a volte in senso cattivo.
Le carezzò il
viso.
-Non sono così
splendido, ma tu sei la degna prescelta dell’Amore.-
Le loro labbra
si schiusero in un fugace e dolce bacio e il cuore di Yamato, per un
attimo si
rasserenò.
°
Ylenia
aprì gli occhi. Vicino a lei, seduto su una sedia, intento a
scrivere un messaggio sul Digiterminal, c'era Taichi. Bearmon e Agumon
riposavano accanto alla ragazza, ancora profondamente addormentati.
-Taichi?-
-Dimmi.-
-Quanto ho dormito?-
-Poco. Un'oretta… nemmeno. Ho già avvertito gli
altri dell'accaduto.- chiuse il
terminale e si fece vicino a lei, toccandole la fronte e portando il
viso
abbronzato vicinissimo al suo -Come ti senti?- chiese sottovoce.
-Bene, un po' stanca, ma bene... e Piemon?-
Taichi fece una sorta di smorfia e si staccò da lei, alzando
le braccia al
cielo, alzando le spalle. -Da quanto ne so è ancora nel
mondo dei sogni. Ma
dovrebbe star bene. Ora fatti una bella dormita.-
-Ma...- Ylenia si lasciò comunque andare sul cuscino e si
tirò su la coperta
-Taichi...-
-Dimmi.-
-Sei geloso di Vamdemon?- gli chiese sorridendo.
Lui inorridì, ma le sue guance avvamparono -Ma siamo matti?
Casomai è il
contrario!-
-Io sarei geloso di te?-
Si voltarono. Vamdemon era sulla porta, con le braccia conserte e lo
sguardo
fiero -Non credo proprio, Taichi Yagami. Ma se crederlo può
servire ad
accrescere la tua autostima...-
-Ciao.- fece Ylenia e il vampiro rispose con un gesto della mano.
-Ma insomma, che vuoi?- sbottò il ragazzo –E tu
non dargli corda!!- esclamò
rivolto alla ragazza che sghignazzò. Il Padrone delle
Tenebre entrò nella
stanza e si mise di fronte al letto, sempre con le braccia conserte.
Guardò gli
ospiti per qualche secondo, poi si decise a dire ciò per cui
si era presentato.
-Piemon si è svegliato, anche se per pochi minuti. Vi porge
i suoi più
vividi ringraziamenti.- fece una pausa –Il prossimo
sarà Mugendramon, perciò riposati,
se ne riparla domani.-
-Mugendramon…- fece Taichi pensieroso. A giudicare da come
si era
comportato sin ora, forse non era un caso perso,
però… era Mugendramon! In
pratica fra Agumon e i due draghi c’era un conto bello aperto!
-Ok, notte!- fece Ylenia, ignara delle preoccupazioni del ragazzo,
salutando il vampiro con la mano e Taichi la fissò di sbieco
–La finisci di
dargli corda, sì o no?-
-Scusa.- lei fece una mezza linguaccia e Vamdemon sorrise fra
sé e sé
lasciando la stanza.
Due
luci della
digievoluzione brillarono ai due poli del labirinto sotterraneo della
misteriosa
Luna Rossa, insinuandosi fra le
crepe e rischiarando ogni anfratto e al posto di Kotemon ed Elecmon
comparvero
i Campioni Musyamon e Raiamon.
Ma ovviamente,
non era quello il risultato da conseguire.
Fine
Capitolo 13
Bene,
signore e signori, vi chiedo immensamente perdono per la lunga attesa.
Come saprete ho un sacco di fic e la mia testa ogni tanto perde
l'ispirazione. Per giustificarmi ulteriormente vi passo dire che questo
è il terzo tentativo di scrivere il capitolo ed è
stato un dramma, perché se non fosse che temo o di correre
troppo o di essere troppo lenta, a quest'ora Hiro e Mamoru avrebbero
già concluso.
Vi
posso dire che il prossimo capitolo li vedrà protagonisti in
parallelo con Jun, Mika e i loro digimon e forse, se mi riesce, un
certo rosse si decide a dichiararsi.
Avete
presente in digimon Tamers il pioniere digitale coi capelli arancioni,
che mi pare sia padre della ragazzina con Dobermon? Ecco, quello
è sputato al padre di Hiro, ma in realtà fra i
due non c'è collegamento. Si somigliano, ecco. Hirofumi
è il fratello maggiore e Hiromi la sorella maggiore
maggiore, non so se questa cosa salterà fuori o meno, ma
è medico legale e se la intende/rà con Kaede
Izawa, il fratellone di Mamoru. Mamoru ha anche una sorella di nome
Erin, più piccola. So che non ve ne frega, ma d'altro canto
non so neppure se tutte queste cose le userò, ecco.
Vamdemon
e Ylenia insieme li adoro da morire, anche se lui perde la sua
cattiveria con lei.
Quasi
finito: Eizo Sakamochi... ogni riferimento ad un certo Sakamochi brutto
e lardoso è puramente casuale. Per chi non l'ha capito
è uno degli antagonisti bastardi di Battle Royale. In
realtà mi serviva un cognome da personaggio viscido, ecco.
L'incisione
nell'anello di Hiro è anche quella una citazione di una
canzone, Go for the goal, di Aimee Blackschleger, appunto. Mi
sembrava adatta, ecco. Raggiungi il tuo obbiettivo, Hiro. Sapesse solo
dov'è piantato il ragazzuolo.... U_U
Ed
infine: grazie a Roe ed Echo che sopportano i miei deliri, a Roe che mi
ha offerto consulenza per la correzione del capitolo e a Eden89 che mi
ha recensito lo scorso capitolo dimostrando di sopportarmi U_U Grazie a
chi legge, mette fra i preferiti o fra le seguite. A tutti, insomma.
Eden89:
ehm... ecco il nuovo capitolo. Rassegnati, Hiro e Mamochan sono una
causa persa. Quasi. Sto lavorando alle One shot ^_- spero di non
deluderti!
Bacioni
e pregate che riesca ad essere regolare col prossimo aggiornamento. Io
ci provo di certo ^^
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Capitolo 14 *** 14. Grandi sogni ***
Capitolo
14: Grandi sogni
Le
ragazze sono come fiori
profumati
di fragilità
ma
in amore sono come querce...
E
qui dall'altra parte...
E
qui dall'altra parte siamo noi
incerti
ed affannati siamo noi
violenti
ed impacciati siamo noi
che,
non ne veniamo
mai
a capo, mai a capo...
(Le
ragazze fanno grandi sogni, Edoardo Bennato)
Era notte
inoltrata ormai.
Molte ore
prima che Hiroyuki e Mamoru, con i loro digimon, mettessero piede nella
Luna Rossa, l’armata di Daemon aveva bivaccato in una vecchia
cava in disuso ai margini della Valle
della Morte. Il viaggio aereo dal WWW Continent fino
all’isola di File era stato a dir poco estenuante.
C’erano
digimon draghi, fantasmi, robot…
E poi
c’era lui.
Mentre tutti
mangiavano, ridevano, scherzavano, Neo Saiba era seduto in un angolo a
leccarsi le ferite. Non letteralmente, ovvio. Però gli
dolevano i punti del corpo in cui Daemon gli faceva iniettare quelle
strane sostanze.
“Rei…”
pensò il ragazzo massaggiandosi il braccio nudo. Era
finalmente libero da quella tuta infernale, ma aveva freddo, con una
semplice maglina in cotone e osceni pantaloni grigi in tela grezza. Per
grazia concessa gli avevano lanciato una coperta, ma non bastava certo
a placare i tremori. E neppure il dolore, se per quello. Aveva un
brutto livido sull’incavo del gomito. Prese a frugare nella
sua sacca e pochi secondi dopo ne trasse fuori delle bende e una pomata
che applicò alla tumefazione. Terminata la medicazione al
braccio, passò all’addome e alle gambe. Non poteva
certo dire di essere in buone condizioni.
L’aria
nel deserto roccioso sapeva di polvere ed era gelida a
quell’ora della notte.
Si strinse le
spalle con le braccia, meditando sul da farsi.
“Non la
darò certo vinta a Daemon, ma non posso neppure mettere mia
sorella in pericolo… merda… se ci fossero Hideto
e gli altri probabilmente si sarebbero già mossi. Sigma
avrebbe escogitato un piano e Mari… beh,
Mari…” sorrise “Mari probabilmente si
farebbe in quattro per aiutarmi. E anche Hideto. Se potesse, sarebbe
già a salvare Rei…”
Mentre pensava
all’amico Hideto nelle vesti di principe azzurro, e di
conseguenza sorrise per un attimo, MetalPhantomon si portò
alle sue spalle.
-Ti vedo
pensieroso.- disse, maligno.
Il ragazzo si
alzò e si voltò per fissarlo negli occhi vermigli.
-E allora?-
chiese.
-Spero
vivamente che tu non creda di poter fuggire.-
-Mi prendi per
un idiota?- lo interruppe lui indicando il deserto col capo
–A quest’ora di notte, con questo freddo, in un
labirinto naturale come questo? Se pensassi davvero di fuggire
aspetterei un’occasione migliore.-
Ci
provò davvero a non sorridere nell’osservare gli
occhi dell’altro ardere d’ira. Perché si
era accorto di come fosse suscettibile MetalPhantomon, il grande
stratega, il luogotenente di Daemon. Era molto abile, quello era vero.
Ma anche lui non era da meno e in quel momento aveva bisogno di sfogare
la sua frustrazione.
-Tu non me la
racconti giusta.- disse carezzando la sua falce oscura –Ma
non posso strapparti dalla faccia quel sorrisino insolente
perché andrei contro il volere di Sua Eccellenza Daemon.-
Il fantasma
puntò l’arma sotto il mento del ragazzo che
alzò un poco la testa, ma tenne lo sguardo fiero. Se
c’era una cosa che aveva imparato in quei miseri diciassette
anni di vita, era che mai bisogna mostrarsi deboli innanzi al nemico.
-Se
però mi accorgerò che stai tramando qualcuno dei
tuoi giochetti strategici, io lo farò sapere al Maestro e la
tua dolce, cara sorellina, se la vedrà molto brutta.-
annuì con enfasi e Neo s’irrigidì.
Strinse i pugni e rimase in silenzio a stringere i denti per non
rispondere con le rime.
MetalPhantomon
rise mentre lo abbandonava a sé stesso nel suo angolo della
solitudine.
-Dormi,
adesso. Dormi, mia piccola esca.-
Quando Jun e
Culumon attraversarono il varco per la Luna Rossa, si
ritrovarono al buio completo. Non era una bella cosa. C’era
uno spiraglio di luce, un poco lontano. La ragazza deglutì e
meditò se proseguire. Che aveva detto Wisemon?
Di non
preoccuparsi.
La faceva
facile lui.
La
verità era che neppure Jun era d’accordo con i
misteri che venivano loro propinati dal momento del loro arrivo. E non
avevano avuto un attimo di tregua.
I saggi, e chi
di dovere, li avevano tagliati fuori dai piani per tre lunghi anni
(almeno per quanto riguardava suo fratello e gli altri) e poi
riversavano su di loro ciò che avevano progettato, senza
spiegazioni esaurienti.
Aveva fatto
bene Yamato a imbestialirsi. Chissà che non fosse servito a
qualcosa.
-Jun,
sbrigati, culu!- esclamò il piccolo digimon bianco, che
saltellava poco più avanti.
-Aspetta!-
esclamò lei –Non essere avventato, Culumon!- si
guardò intorno.
Dov’erano
Mika e Bakumon?
-Se non ti
muovi, la apro da solo, culu!-
-Aspetta!-
esclamò ancora e accelerò il passo.
Una volta di
fronte alla porta socchiusa, Jun percepì una strana
sensazione.
“Ma
è una porta in metallo!” pensò.
Intorno a lei
c’erano mura in pietra e iscrizioni simili a geroglifici. Una
porta simile non solo stonava, ma risultava persino inquietante.
Deglutì.
Era comunque
quella la sua prova. Chissà come si sarebbe evoluto il
piccolo e giocherellone Culumon.
-Che porta
piccola!- esclamò Mika osservando una porticina rosa
confetto alta appena quanto lei.
-Che strano
colore…- commentò Bakumon.
-Non ti piace
il rosa?- chiese la bimba.
-A te piace?-
chiese la digimon.
Mika
annuì sorridendo –Tanto tanto!-
-Allora piace
anche a me!-
E la bambina
sorrise, poi mise mano alla maniglia –Allora adesso apriamo e
vediamo cosa c’è. Magari dentro
c’è una principessa che prende il tè
con il suo principe!- lo disse tutta contenta e senza esitazioni
s’infilò nella stanza oltre quella piccola porta.
Senza preoccuparsi del fatto che fosse inusuale una porticina in una
sorta di labirinto di roccia.
Hiroyuki cadde
seduto a terra.
Faceva un male
cane.
Musyamon
s’interpose fra il suo compagno e l’uomo davanti a
loro.
-Aagh…-
il prescelto del Vigore premette le forti mani sulla ferita per
arrestare il sangue. L’affondo della lama era stato
più profondo del previsto. Usciva un sacco di sangue e
pareva non arrestarsi a crescere di misura e profondità,
come a volergli dilaniare l’addome.
Suo padre si
passò fra le mani un affilato coltello.
-Pensavo…-
disse -Rende di più un rene o una porzione di fegato?-
-Hiroyuki, va
tutto bene?- chiese Musyamon che, essendo di spalle, non vedeva le
condizioni in cui versava il ragazzo.
-Ugh…-
il prescelto del Vigore si tirò in piedi e
barcollò, appoggiandosi alla parete di
pietra.-No…- disse –Sembra me ne vogliano uscire
le budella.- rispose.
-Non sarebbe
una cattiva idea…- disse meditabondo suo padre, per poi
concentrarsi di nuovo su di lui –Quanto le pagheranno al
chilo?-
-Grazie.-
esordì il prescelto della Giustizia –Se non mi
avessi afferrato, probabilmente sarei morto in maniera davvero stupida.-
-Di nulla.-
rispose Raiamon.
Mamoru si
guardò alle spalle, preoccupato.
-Accidenti, a
me!- esclamò -Non avrei mai dovuto leggere IT!-
urlò in preda ad una sorta di crisi isterica.
-Io te
l’avevo detto che non era roba per te!- ribatté
rassegnato il compagno.
-Ma io non ho
mai avuto problemi con l’horror!- gridò ancora il
ragazzo.
Il digimon
leone correva veloce come il vento fra quelle quattro claustrofobiche
mura. E dietro di lui e Mamoru avanza a gran carriera
l’enorme ragno, rompendo e scavando la roccia con quelle sue
enormi e pelose zampe, lasciandosi dietro solo devastazione e una
nuvola di polvere. Tutto intorno a loro tremava, le fiamme delle torce
danzavano frenetiche per poi spegnersi appena prima del loro passaggio
e consentendogli solo una fuga disperata nella semioscurità.
-Io odio i
ragni!- esclamò ancora Mamoru reggendosi con forza alla
criniera del suo digimon.
-Io te
l’ho detto…- rincarò la dose il felino,
sempre urlando per coprire il frastuono alle loro spalle.
-Ma mica per
Pennywise!- gli fece Mamoru, agitando il palmo della mano in segno di
diniego. Consultò appena la mappa del suo Digivice
–Gira a sinistra.-disse, poi riprese il discorso, mentre
Raiamon obbediva al comando –Dicevo, i ragni mi fanno schifo
perché sono animali vigliacchi!-
Ancora si
guardò alle spalle e certo non si aspettava che
l’eco frastornante fosse dovuto a una causa naturale. Il
ragno ancora c’era e ripeteva istericamente il cognome suo e
di suo padre facendogli rizzare i capelli sulla testa.
–Izawa…
Izawa…-
-Sai come sono
no?- fece il ragazzo, ignorandolo o almeno provandoci -Catturano le
mosche con le ragnatele e le immobilizzano con quel loro liquido
gastrodigestivo… o come si chiama…-
corrucciò la fronte –Le mosche possono solo
subire…-
Ecco dove
voleva andare a parare.
Raiamon
continuava a correre ma a una decina di metri da loro c’era
un muro.
Erano in un
vicolo cieco.
-E adesso?-
-Beh,
distruggilo, no?- disse Mamoru sogghignando.
Quando Jun
aprì la porta, fu inondata da una luce abbacinante. Forse
era dovuto alla troppa oscurità di pocanzi. Ma non fu di
certo la luce a spiazzarla, quanto una scena già vissuta
della sua vita. Una scena che non avrebbe mai scordato, che aveva
scavato nel suo cuore ed era come un tarlo perenne nella mente di lei,
di suo fratello e di tutti quei bambini che nel lontano 1999 erano
stati presi in ostaggio da Vamdemon.
Lui era
lì, con i suoi digimon. E c’erano i bambini del
suo quartiere, i suoi amici, le sue amiche, qualche cuginetto,
c’erano anche Mimi e Sora, ma allora non le conosceva affatto.
E
c’era Daisuke.
-Ho
paura…- piangeva la se stessa più giovane.
Anche Daisuke
aveva paura.
Tutti.
E
c’era una bambina che non smetteva di singhiozzare
rumorosamente, urtando quella poca pazienza che il digimon vampiro
sembrava possedere in quel momento.
La prescelta
della Volontà indietreggiò, spaventata da quelle
immagini dolorose di gente spaurita.
Quando il suo
corpo alla disperata ricerca d’un appiglio fu invece
lì per lì per cadere, si rese conto della peggior
cosa che potesse succedere.
La porta era
scomparsa. E lei era in trappola, prigioniera di quel doloroso ricordo.
-Che succede
Jun?- le chiese Culumon posandole la zampina sulla gamba. Lei lo
raccolse da terra e lo abbracciò stretto.
Stava per
accadere.
-Fai
silenzio!- ruggì uno dei digimon fantasmi scoprendo i denti
verso la povera bimba che tacque giusto il tempo dello spavento, per
poi riprendere a piangere come e più di prima.
Vamdemon era
palesemente nervoso. Seguitava a scrutare fuori dalla finestra, in
attesa di scorgere qualcosa. Qualche nemico, forse. Forse era solo il
fallimento di non aver trovato l’ottavo bambino prescelto a
renderlo così. Fatto sta, che a un certo punto si
voltò di scatto, procedendo spedito verso la bambina.
-Tu sei troppo
chiassosa per i miei gusti.- le disse irato.
La bimba aveva
appena otto anni. O di meno… Beh, Jun bambina si era appena
voltata per guardarla. La Jun adulta vide la se stessa del passato
inorridire quando Daisuke, dopo essersi asciugato lacrime e moccio con
quelle sue manine appiccicose, si era precipitato fra la bimba e il
vampiro.
-La vuoi
finire?!- gli urlò contro dal basso dei suoi otto anni.
Era
così buffo con quella sua vocina lamentosa e quei dentini in
crescita.
Un tempo
avrebbe detto fermamente che era un piccolo rompiballe. Ma a vederlo
così, a mente fredda, o comunque lontana da ciò
che accadeva, la Motomiya fu quasi costretta a rivedere il fratello
sotto una luce diversa.
“Aveva già
la tempra dell’eroe,
quell’impiastro…”
pensò, mordendosi il labbro.
Il resto,
quello sì che lo conosceva a memoria.
Daisuke
inveiva contro Vamdemon e quello alzò il braccio.
E lei che
sperava di essere salvata. Che qualcosa accadesse.
Che un cavallo
bianco entrasse sfondando la vetrata e che un cavaliere sguainasse la
sua spada e li proteggesse.
Che poi la
sollevasse da terra con le sue forti braccia e le dicesse.
-Va tutto
bene, culu.-
Si.
Esattamente.
-Ehm…-
Ok, forse il
culu non era necessario. Anche perché la Jun presente in
quel momento pensava al fantomatico principe. Ma certo non desiderava
fosse un qualunque belloccio da rivista di moda. Oh, no. Le andava
benissimo anche un Jou a cavalcioni sul suo Ikkakumon, armato di
fiocina e di tutto il suo amore per la giustizia. In quel momento
pensò al dipinto di Napoleone.
Un uomo
così piccolo ritratto in maniera sì grandiosa.
-Sparisci,
marmocchio.- Vamdemon, con un pesante colpo di mano, scansò
il bambino facendolo cadere a terra. E se il piccolo Motomiya se ne
fosse rimasto buono sul pavimento, sarebbe finita lì. Ma si
rialzò e fissò il digimon con quello sguardo
impertinente e speciale da bambino deluso che non lasciava scampo.
-Sei solo un
vigliacco!- gli gridò.
-No,
Dai…- emise la prescelta della Volontà.
-Uno stupido
vigliacco! Perché te la prendi con una bambina, eh?-
-Non saggiare
la mia pazienza.- ribatté quello, dandogli le spalle.
Daisuke si aggrappò al suo mantello e lo
strattonò.
Il signor
Motomiya si gettò sul figlio per prenderlo e impedirgli di
fare altre sciocchezze.
Ma era troppo
tardi.
Daisuke urlava
che il padrone delle tenebre era un vigliacco, un coniglio e pure un
figliaccio (un modo gentile usato da suo padre per dire
“figlio di buona donna” davanti ai figli, quando
capitava che gli sfuggisse).
E la pazienza
di Vamdemon s’esaurì.
Jun
sentì l’impulso di scattare a sua volta. Di
impedirgli di fare del male a suo fratello.
Quando era
stato colpito, il piccolo Daisuke aveva tenuto la faccina gonfia per
una settimana. Non si era mai lamentato più di tanto. Era
una ferita di guerra, dopotutto.
“Quello scemotto ride
sempre quando lo racconta!” pensò
avanzando prima con indecisione, poi più veloce.
-Jun!- era
Culumon alle sue spalle.
La ragazza,
quasi inconsciamente attraversò le fila di bambini, adulti e
digimon.
Schivò
i fantasmi e si gettò su suo fratello e su suo padre.
-Fermo!-
esclamò quasi in una supplica.
Il colpo di
Vamdemon la attraversò, come se lei lì non ci
fosse neppure e un rumore secco risuonò nella sala.
-Ma…-
si voltò per guardarsi alle spalle.
E il piccolo
digiprescelto del Coraggio e dell’Amicizia cadde a terra
tramortito.
-Da quanto sei
qui, Daisuke-sama?- chiese Mika sorseggiando il suo tè con
eleganza, tenendo il mignolo sollevato come vedeva fare da nonna
Chantal.
-Da poco fa.-
disse quello, agghindato con un meraviglioso abito di stoffe preziose e
ricami pregiati. Sulla sua testa c’era un enorme e
principesco copricapo dotato d’una pomposa piuma rosata.
-Mi passi lo
zucchero, Daisuke-sama? Per cortesia.-
-Ecco qui.-
fece lui con gli occhi che brillavano.
Letteralmente.
Mika era
vestita come una principessina. Con abitino e scarpine rosa confetto e
le codine legate da piccoli diamanti a forma di stella. Le sue manine
erano fasciate da minuscoli guanti di seta e lei stava ritta e
composta, calata nella parte.
-Volevo
restituirti una cosa.- disse poi, frugando nella sua borsettina. La
coroncina sulla sua testa si mosse e lei se la risistemò
prima di tirare fuori un fazzolettino e porgerlo a Daisuke.
-Ti ringrazio
per il prestito, Daisuke-sama.- gli disse, educata.
In
realtà il fazzoletto datole dal prescelto
dell’Amicizia e del Coraggio era di semplice carta, ma la
bimba lo vedeva come un pezzo di stoffa su cui era ricamata in oro una
grande D.
-Mika-chan,
non dovremmo andare?- le chiese Bakumon, timida.
-No, prima il
tè. Non è educazione lasciare così gli
ospiti, vero, Daisuke-sama?-
E lui
sorrideva e annuiva, complice della piccola.
Erano
così buffi entrambi, seduti a quel minuscolo tavolo rosa
confetto mentre l’atmosfera intorno a loro era pura magia di
luci e suoni.
Il resto era
come se non ci fosse.
A Witchelny…
-Mi fischiano
le orecchie…- si lamentò Daisuke.
-Qualcuno sta
parlando di te.- ribatté allora Miyako –O
un’oca sta camminando sulla sua tomba.-
La viola fece
un agghiacciante sorriso che infastidì il Motomiya.
-Allora alza
le chiappe da lì!- ribatté quello e Miyako fece
per saltargli addosso e riempirlo di pugni, sennonché Ken
l’afferrò da sotto le braccia.
-Dai Miyako,
lascialo in pace.- la supplicò.
-E poi la
storia dell’oca si dice per la pelle d’oca.- ci
tenne a precisare Iori bevendo una tisana alle erbe
dall’odore tutt’altro che invitante.
Yamato e Sora
erano tornati nell’arena, ma erano in disparte, fra loro, a
dirsi cose dolci che davanti ai compagni non sarebbero riusciti a
pronunciare.
Gabumon e
Pyomon perciò rimasero dove stavano, ma si prodigarono di
mettere cibo da parte per i due, visto che alcuni elementi del gruppo
erano inconsciamente degli ingordi.
V-mon, per
esempio. Lui era un piccolo ghiottone, ma Daisuke era troppo impegnato
a dare dell’oca giuliva a Miyako per rimbeccarlo.
Tailmon
scuoteva la testa sconsolata e si grattava la tempia con uno dei suoi
artigli.
-A volte mi
chiedo come faccio a sopportarli…- si disse.
Hikari sorrise
e prese a giocherellare con la sua macchina fotografica.
-Ehi, Takeru,
girati un po’ qui.- disse all’amico e quello si
voltò, ignaro della cosa, finendo immortalato in una foto
mentre una foglia di lattuga impregnata di maionese e tonno faceva
capolino dalla sua bocca.
-Ehi!- si
lamentò imbarazzato.
In un altro
angolo, di fronte alla scalinata in cui stava la maggioranza del
gruppo, sedevano Mimi e Koushirou.
Entrambi erano
in silenzio e rossi in volto.
Lei si
aspettava, o meglio sperava, che arrivasse una dichiarazione da parte
del rosso. Lui cercava di riportare alla mente le parole che avrebbe
voluto dirle e che si era ripetuto fino a pochi minuti prima di averla
chiamata in disparte per parlarle. Poco lontano, Tentomon e Palmon
seguivano la scena con angoscioso interesse.
-Speriamo che
Kou riesca a dirglielo.- fece Tentomon.
-E’
così timido.- ribatté Palmon –Certo che
se lo levi da computer e hard disk è proprio una
frana…-
-Dai, non dire
così. Ha solo bisogno di una spinta, tutto qui.- lo difese
il coleottero.
Fosse solo
quello.
-Ecco…
io…- cominciò, infatti, il rosso.
Mimi fremette.
-Si?- lo
incoraggiò.
-Ecco,
io… pensavo che…- si torceva le mani
–Ho letto il tuo messaggio e…-
-E?- la
Tachikawa si sporse un poco verso di lui, incoraggiandolo a parlare.
-Non devi
avere paura… ecco.- disse, cambiando discorso.
-Oh…-
disse piano lei, delusa e si rimise a sedere composta e a fissare il
nulla davanti a sé.
Koushirou
sospirò e si fece ancora più rosso in viso. Si
sentiva le gote in fiamme e sarebbe voluto sprofondare nella roccia per
la vergogna.
-Tu…
devi…. Devi proprio partire?- le chiese infine, a voce quasi
impercettibile.
Mimi sorrise,
bonaria.
E decise lei
di fare il primo passo. Koushirou era irrecuperabile, in fondo. Accolse
fra le sue braccia il corpo del prescelto della Conoscenza e
posò la testa sulla sua spalla.
-Ma no, era
uno scherzo.-
-CHE COSA?!-
esclamò lui in falsetto, trasalendo e assumendo una
colorazione facciale simile al porpora.
Lei tolse
fuori la lingua.
-Non ti sarai
offeso?- gli chiese con un tono contrito di voce.
E lui di nuovo
arrossì, roteando gli occhi, come a cercare qualcosa o
qualcuno che lo aiutasse a levarsi d’impiccio.
-No…
è solo che mi hai spaventato… ecco.-
Lei allora gli
disse.
-Anche se mio
padre dovesse partire di nuovo, farei di tutto per rimanere.-
s'inumidì un poco le labbra, per cercare le parole
–Mi piaci molto, Kou.-
E fu per lui
come un fulmine a ciel sereno. Le sue braccia tremanti lasciarono il
suolo e si avvolsero intorno al corpo della prescelta della
Sincerità.
-A-anche
tu…- disse infine –Anche tu mi piaci molto.-
Sulla Luna Rossa, Hiroyuki
era in fuga anche lui.
O meglio,
Musyamon l’aveva preso in braccio e portato via. Non riusciva
a muoversi e grondava di sangue.
-Che razza di
prova è questa?- disse fra i denti –Fa un male
cane…-
Quando furono
più o meno sicuri di non essere seguiti, il digimon samurai
si fermò.
Erano anche in
un vicolo cieco.
-Strano.-
disse –Ho seguito la strada che abbiamo fatto
prima…-
Hiroyuki fece
leva sulle spalle del compagno e si mise a sedere fra le sue braccia.
-Questo posto
è assurdo. Non voglio starci un minuto di più.-
sbottò.
Si sentiva
davvero umiliato.
Lui che temeva
suo padre?!
Ma
dai…
Un qualunque
mostro bitorzoluto andava più che bene, ma suo padre no!
Sospirò,
però. -E se tornando a casa lui…- si
zittì e lasciò cadere la frase.
-Dimmi.- lo
intimò il digimon.
Il prescelto
del Vigore scosse la testa.
-Nulla.-
Lanciò
un’occhiata al suo Digivice per consultare la mappa, quando
di nuovo i passi lenti e strascicati di suo padre si fecero sentire.
-Oh,
porca…- disse.
-Sei un
bambino cattivo, Hiroyuki.- disse l’uomo leccando
scenicamente il piatto dell’arma.
E prima che
Musyamon potesse muovere un solo muscolo del suo corpo corazzato,
accadde che la parete alla loro destra venne sfondata
d’improvviso sotto il peso di una luce accecante che
s’insinuò fra le pietre e le sospinse via con un
boato.
-THUNDER OF
THE KING!- fu il grido che accompagnò il tutto.
E pochi
secondi dopo al cessar del tuono, Hiroyuki e Musyamon erano di nuovo
insieme a Mamoru e Raiamon.
Jun provava
così tanta rabbia nei confronti del digimon.
L’aveva sempre provata mista al terrore che le causava. Ma in
quel momento semplicemente non ci vide più.
-Perché
l’hai fatto?!- sbottò.
Vamdemon
ovviamente non le rispose. Diede ordine ai suoi digimon di dividere
bambini e adulti.
-Ehi, mi
senti?!-
Poi le
immagini le scorsero davanti agli occhi velocemente, come se qualcuno
avesse dato l’avanti veloce col telecomando. Sora e Mimi,
insieme a tante altre persone avevano tentato di fuggire. Era scoppiato
il putiferio. Lilymon aveva combattuto contro il vampiro, ma era stata
da lui sopraffatta. Solo Sora riuscì a fuggire con
Birdramon. Dei Bakemon presero a dividere i bambini dai genitori. La
afferrarono.
-Mamma!-
urlò –Mamma! Papà! Aiuto
papà!-
-Jun!
Daisuke!- gridavano di rimando i genitori mentre veniva portata via e
Daisuke con lei, ancora fra le sue braccia, svenuto.
-Smettetela,
lasciateci in pace!- urlò ancora, ma nessuno le rispondeva.
Le urlavano che doveva camminare ed era terrorizzata al punto che le
gambe cedettero anche alla sua controparte adulta.
Non poteva
fermare quella scena.
Ma allora,
cosa doveva fare?
-Culu…-
Culumon cercò di attirare la sua attenzione tirandole un
poco la maglietta –Jun, non avere paura, ci sono io a
proteggerti.- le disse. E lei prese a piangere per la tensione
accumulata.
Chiuse gli
occhi, stringendo al petto il suo digimon.
Era tutto
così terrificante e si sentì sperduta, in mezzo
al nulla.
Sola in balia del suo incubo peggiore.
E quello un
tempo era stato un digimon buono?
-Ma non fatemi
ridere…- disse fra i denti.
-Jun…-
la chiamò la vocina di Daisuke –Sorellina, non
piangere.-
Aprì
gli occhi.
Non era
più nella sala grande. Era con gli altri bambini. Con suo
fratello fra le braccia. Circondata dai fantasmi. Dopo il primo attimo
di smarrimento, le fu subito chiaro che il motivo per cui aveva visto
tutto quello era che doveva fare esattamente ciò che avrebbe
tanto voluto fare quel lontano giorno.
-Va tutto
bene.- disse mettendo a terra il fratellino. Si guardò
intorno, Culumon era aggrappato alla sua schiena, spaurito per la
meraviglia.
-Sei pronto
piccolo?-gli disse.
-Pronto a
cosa, Jun?- le fece Daisuke che non voleva sentirne di essere messo a
terra e si aggrappò a lei con tutte le sue forze. Allora la
ragazza, nel suo corpo di quattordicenne, lo strinse al petto
nuovamente.
-Nulla,
tranquillo.- rispose e corse di filato verso quella sala ignorando e
schivando i fantasmi ora tangibili.
Sì,
aveva paura.
Sì,
aveva il cuore in gola.
Sì,
non aveva scelta se voleva chiudere quella storia.
-Vamdemoooooooon!-
esclamò giungendo infine a destinazione e facendo una
frenata secca.
Lentamente, il
digimon si voltò verso di lei.
-Hai sentito
nulla?- fece Mika.
-No, nulla.
Ora, a cosa vuoi giocare, mia principessa?- disse Daisuke prendendole
la manina e baciandogliela ed emanando letteralmente cuoricini.
La bimba
ridacchiò, poi il suono del Digivice la costrinse a
rimettere mano alla borsettina.
-Che
cos’è…- disse fra sé.
Toccò uno dei tasti e dallo schermo uscì una
mappa. C’erano tre puntini rossi che lampeggiavano.
E poi la bimba
sentì delle voci e il frastuono della battaglia.
Erano Mamoru e
Hiroyuki. E poi c’era Jun, che parlava con qualcuno. O meglio
urlava. Era molto arrabbiata.
La piccola
Mika rimase in silenzio, spaventata nel sentire i versi orribili di un
qualche orribile mostro. Forse un drago, pensava. E ancora il clangore
delle spade e il ruggito di una belva.
-IO…-
-Che succede,
mia principessa?- le chiese Daisuke riattivando l’attenzione
della bimba su di sé e incantandola con
un’atmosfera luccicante e profumata.
-Io…-
iniziò lei impaurita.
-Mika-chan!-
esclamò Bakumon –Dobbiamo andare anche noi!-
-Lo
so…- disse dispiaciuta la bimba, poi il suo viso
s’illuminò e batté le manine
–Ho un’idea!- esclamò
–Daisuke-sama, ti prego, vieni con me!-
-Non posso.-
disse quello portandosi le mani al petto –Potrei farmi molto
male. E tu non vuoi questo, vero?-
La bimba
allora si aggrappò a lui –Ma tu sei un principe
coraggioso!- protestò.
Daisuke scosse
la testa.
-Perché
non rimani con me e continuiamo a giocare?- le propose.
La bimba
però s’impuntò e sbatté il
piede a terra.
-No!-
esclamò –Tu sei un principe e devi difendere i
più deboli!-
Il principe
annuì.
-Esatto,
Mika-chan.- le sorrise –Io sono molto debole. Dai rimani con
me.-
Un grido
risuonò alto in quel luogo d’incanto e la piccola
prescelta del Sogno si spaventò non poco. Mise il broncio e
diede le spalle al suo adorato Daisuke-sama.
-Mika-chan.-
-Lasciami in
pace, stupido!- gridò –Sei un brutto fifone!
Andiamo Bakumon, ci pensiamo noi ad aiutare tutti!-
La piccola
digimon annuì e seguì la sua piccola partner
senza certo nascondere un poco d’ansia. Era il suo primo
scontro vero e proprio, dopotutto.
-Aspetta.-
Daisuke afferrò la piccola per il braccino e lei si
voltò per dirgli di lasciarla andare. Ma il suo principe non
era più bello e gentile. Il suo viso era cattivo, codardo,
brutto. Non era quel ragazzo che le aveva accarezzato la testolina
quando il fratellone non stava bene. Era uno che non voleva aiutare i
suoi amici. Non un bellissimo principe invincibile e coraggioso. Come
Filippo della Bella Addormentata.
Oh, no.
La
tirò verso di sé.
-Dai, rimani
con me, Mika-chan.- le disse.
-No!-
esclamò lei e lui strinse la presa, facendole male.
-Lasciala!-
esclamò Bakumon.
-Prendiamo il
tè, Mika-chan.-
-Non voglio!-
ribatté la bimba tentando di avanzare.
Bakumon
cercò di separar il braccio di Mika dalla mano di Daisuke
stretto a tenaglia su di esso, ma senza successo.
-Lasciala!
Lasciala!- gridò.
-Mi fai male!-
gemette la bambina –Lasciamiiiiiiiiiiiiiiiii!!-
Il suo grido
si perse nell’aria.
Ma ebbe il suo
effetto. Perché il corpo di Bakumon brillò di
luce propria.
-Bakumon
shinkaaaaaaaaaa…. Hanumon!-
*Digimon
Analyser*
Hanumon
Livello: Campione
Tipo:
Animale
Tipologia: Antivirus
Attacchi:
Dohatsuten:
spara contro il nemico i peli del suo corpo, acuminati come aghi.
Nyoi Bone:
Usa la
sua clava d’osso come arma.
Fine
Capitolo 14
E riuscì ad aggiornare per tempooooooooo!
*Stappa
bottiglia di spumante e balla a braccetto con Etemon*
Non ci speravo più **
Ok, ok, passiamo a i dettagli. Non mi riesce proprio di far evolvere
quei due in fretta e da un lato meglio così.
Avrei finito per propinarvi altre cinque pagine, due delle quali
già scritte. Ma preferisco rimandare, anche
perché ogni volta che penso come deve andare la storia,
arrivo al momento di scriverla e cambio tutto.
Per esempio, al posto di Daisuke in passato c'era Hiroyuki a rompere le
palle a Vamdemon XDD Ma meglio Dai.
Poi la vicenda dell'evoluzione dei due rompi era slegata a quella dei
digimon di Mika e Jun, ma la piccola Mika ha bisogno di certi stimoli e
poi... beh, vedrete il casino che combinerà Musyamon nel
prossimo capitolo.
Chantal è la nonna francese di Yama e fratelli. Ovviamente
il nome che le ho affibbiato. Nonna Chantal è tremenda,
rammentatelo, lei sa tutto e vi tiene d'occhio. E dimostra meno anni
della sua età.
Poi... vediamo...
Finalmente Neo Saibaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!
E finalmente Mimi ha deciso di fare il primo passo lei, che Koushirou
proprio non ce la faceva.
Il tema di oggi è stato il sogno e l'incubo, il principe ed
il vigliacco... molto il principe... non l'ho fatto apposta O_O Ma
anche Hideto c'è passato ahahaha!
Dohatsuten
è composto dai kanji di capelli, rabbia e
celestiale/divino/quello che è.
Infine ecco a voi un avviso e una domanda.
Pensavo di bloccare Pairings
Project per un poco ed iniziare con le fic sui Dark
Masters, tanto più che quella su Piemon e Pinocchimon ce
l'ho già in corsa e dovrei riuscire a finirla. Ovviamente se
ne riparla ad aprile e si parte con lo zio Apo, che ha bisogno d'amore
U_U
Pooooi: fra poco le cose si incasineranno perché
dovrò lavorare parallelamente su due gruppi, uno sulla terra
e uno a Digiworld. Sono indecisa se fare tutto in una fic o fare due
fic parallele. La prima parte della vicenda forse la
tratterò in Twins' War però, perché
c'è un punto che devo assolutamente collegare, circa una
certa fanciulla ed un certo digimon che mancano all'appello **
Bene, alla prossima e vista l'ora: Buonanotte.
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Capitolo 15 *** 15.Fuori controllo ***
Capitolo
15: Fuori
controllo
La
nostra mente fuori controllo
il
nostro cuore fuori controllo
la
nostra anima fuori controllo.
(Huga
Flame, Generazione Fuori Controllo)
Musyamon
adagiò Hiroyuki accanto al prescelto della Giustizia e
questi lo sostenne per non farlo cadere a terra, beccandosi fra
l’altro un’occhiataccia gratuita.
Il volto del
disgustoso aracnide s’insinuò nello spacco sulla
parete sovrastante e ruggì ferocemente facendo vibrare fra
le mura circostanti il cognome Izawa.
-E
quello…- lo indicò sconcertato il prescelto del
Vigore –Cos’è?-
Mamoru, per
tutta risposta, s’irrigidì e il teppista
sogghignò, convinto di avere fra le mani un punto debole da
usare contro l’altro in qualsiasi momento.
-Hai paura dei
ragni?- lo stuzzicò.
-Magari fosse
quello…- disse piatto il moro facendo crollare i suoi
castelli mentali di vendetta –E’ una cosa
più complicata di una fobia.-
Il ragno
infilò la sua zampaccia scarna e pelosa oltre la spaccatura
e completò così il suo trionfale ingresso nella
camera di pietra. I quattro, inconsciamente, si strinsero fra loro,
minacciati dalle due oscure presenze che incombevano inesorabili su di
loro.
-Pronto?- fece
Raiamon.
Musyamon
agitò in risposta la sua spada che luccicò
sinistra al chiarore delle torce. Socchiuse gli occhi pregustando la
battaglia.
-Si.- disse
soltanto.
Una pesante
zampata del ragno smosse la pavimentazione rocciosa nel punto dove
stavano i due digimon, i quali schizzarono via evitando
l’impatto, ma incautamente lasciarono incustoditi i loro
protetti.
-Difendi i
ragazzi!- esclamò Musyamon correndo a testa bassa, sguardo
fisso davanti a sé -Basto e avanzo io!-
Raiamon non si
mise certo a discutere, e obbedì. L’occasione di
attaccare anche lui si presentò quando il ragno
tentò nuovamente di colpire Mamoru. La sua zampa fu
intercettata dal corpo ferino del leone che
s’aggrappò ad essa coi suoi artigli e
affondò le zanne nel robusto esoscheletro.
Il padre di
Hiroyuki si rivelò veloce nonostante la sua stazza, ma certo
ciò non spaventò Musyamon che respinse facilmente
il fendente della sua lama e con un calcio ben assestato lo fece cadere
a terra. L’uomo si rialzò in fretta e si
scagliò nuovamente contro il digimon samurai che
parò anche quel colpo e poi, con un gesto secco del braccio
armato, fece indietreggiare l’avversario. Si
avventò su di lui per colpirlo con un fendente laterale. A
sorpresa, il signor Urameshi bloccò il colpo col pugnale
esercitando una forza inaspettata per un uomo come lui.
Mamoru
fissò il ragazzo che stava sorreggendo, poi di nuovo
Musyamon, Raiamon e i loro avversari.
-Posso
chiederti una cosa personale?- domandò.
Il teppista lo
guardò sottecchi, meravigliato per il fatto che avesse
chiesto il permesso di dar fiato alla bocca piuttosto che parlare a
sproposito.
-Che cosa?-
chiese.
-Tuo
padre…-
In quel
momento il prescelto del Vigore si aspettava sicuramente una boiata del
tipo “Tuo
padre era un ninja?”
Invece il moro
gli chiese –Tuo padre ti faceva del male?-
Deglutì.
-No.- disse,
con la voce impastata dalla spossatezza.
L’emorragia
non si arrestava.
-Sicuro?-
Hiroyuki
annuì. L’altro era dannatamente serio in quel
momento, perciò gli rispose con franchezza.
–E’
solo che ha smesso di interessarsi alla famiglia quando
l’attività andava a gonfie vele. Perché
me lo chiedi?-
Mamoru sorrise
tristemente.
–Vedi…
se c’è una cosa che io odio al mondo, sono i
pervertiti.- si frugò nelle tasche e prese il piccolo
ippopotamo -Te li ricordi?- chiese.
Hiroyuki
inarcò il sopracciglio –Beh, ne avevo a bizzeffe,
ma che c’entra?-
-Questo era
del mio amichetto Tsutomu.- disse Mamoru, osservando
l’oggetto con malinconia –Mi mancava solo questo
alla collezione. Avevo un sacco di doppioni, ma non riuscivo a
vincerlo. Tsutomu allora mi disse che me l’avrebbe prestato
finché non avrei vinto il mio.-
Strinse il
pugno intorno al giocattolo fino a far sbiancare le nocche.
-Il giorno
dopo, lui non venne all’asilo.- fissò il ragno che
si contorceva inumanamente con foga bestiale, demoniaca, pur di
raggiungerlo. Raiamon tentò di ostacolarlo, ma ottenne solo
di essere scagliato contro la parete alle spalle dei ragazzi, per
fortuna sorvolandoli senza travolgerli.
-Raiamon!-
urlò Mamoru e si diresse barcollando verso di lui, col peso
di Hiroyuki a rallentarlo. Il digimon leone si tirò su non
senza fatica e superò i due ragazzi.
-State
indietro.- disse.
I due non
ribatterono e si appiattirono contro la parete di pietra, ma quella
situazione di stallo cominciava ad innervosire entrambi.
Era chiaro
come il sole che i loro digimon non avrebbero retto a lungo.
-IZAWAAAAAAAAAAAA!-
sbraitò il mostro facendo nuovamente vibrare
l’aria intorno a loro e il prescelto del Vigore scorse un
guizzo di terrore misto a rabbia negli occhi del prescelto della
Giustizia.
Quello riprese
a parlare, rimostrando l’oggetto che stringeva fra le dita.
-Non
ho mai trovato un altro di questi, ne ho potuto restituirglielo. Fu
l'ultima volta che rividi Tsutomu... questo è tutto
ciò che mi resta di tangibile di lui... e la colpa
è di quel... di quel…-
Non
riuscì a terminare la frase, ma l’altro aveva
già capito tutto.
Hiroyuki
inarcò le sopracciglia e, dopo diversi secondi di studiata
pausa, ammise –Sai, ti avevo sottovalutato su tutti i
fronti.-
Il che fece
sorridere appena l’altro.
-Ah, si?-
-Pensavo fossi
solo un cretino che sa menare le mani, ma ora ho capito che sei solo un
cretino che si nasconde dietro un sorriso.-
-Beh,
è già un bel cambiamento.- alzò le
spalle Mamoru –Sai invece cosa penso di te?-
Hiroyuki
sputò –Cosa?- sulla difensiva.
-Che sei
infantile.-
All’udire
quelle parole, il teppista elargì al moro il suo speciale
sguardo omicida.
–Non
t’incazzare, su… Tu mi hai dato del cretino ed io
l’ho presa sul ridere. Perché tu te la prendi
subito a male, invece?- sospirò con noncuranza -Ho sentito
che sei scappato di casa, ma non sarebbe stato meglio se avessi parlato
con tuo padre, invece?- chiese Mamoru sorridendo, quasi benevolo.
Hiroyuki gli
afferrò il braccio e si liberò del suo sostegno
con rabbia.
-Possibile che
qui nessuno si faccia i cazzi suoi?!- esclamò, appoggiandosi
alla parete.
Ma Mamoru non
si scompose neppure in quel momento.
–Mi
ricordi tanto Peter Pan, sai?- disse -Hai presente quando lui torna a
casa sua e trova la finestra chiusa e i genitori alle prese col
fratellino?-
Hiroyuki non
rispose, serrando le labbra in una smorfia infastidita.
-Perché
Peter non ha bussato alla finestra?-
Calò
nuovamente il silenzio fra loro.
Un silenzio di
stallo interrotto soltanto dal brusio assordante della battaglia.
-Dovresti
tornare Hiroyuki, vedere com’è la situazione e poi
decidere. Tuo padre è una brava persona…-
A
quell’ultima affermazione, il prescelto del Vigore non ci
vide più. Scattò e afferrò
l’altro per il bavero, non senza trattenere un gemito per il
dolore all’addome.
-Cosa diavolo
ne sai tu?!-
Mamoru si
liberò facilmente della sua presa, aiutato dal fatto che
l’altro fosse ferito.
Tutto intorno
a loro il terreno vibrava, le pareti si sgretolavano, scoppiavano lampi
e clangavano le armi. Era quasi inconcepibile un combattimento fra
Musyamon e la creatura che possedeva l’aspetto del signor
Urameshi. Il digimon samurai in realtà conosceva
quell’uomo dai racconti che il suo compagno gli faceva.
Hiroyuki parlava di suo padre sempre al passato.
Gli aveva
raccontato dell’anello, primo gioiello realizzato
dall’uomo che glielo donò come esempio di come il
sudore del duro lavoro ed impegno venga prima o poi ripagato; di quando
gli rimboccava le coperte o inventava un sacco di storie per lui,
specie per convincerlo a mangiare le verdure. Erano racconti lontani,
melanconici, che nascondevano il desiderio malcelato del ragazzo di
tornare nella sua casa, fra i suoi cari.
Il suo
avversario era semplicemente il frutto del terrore del suo compagno di
essere respinto di nuovo e se avesse potuto sentire il discorso fatto
da Mamoru, Musyamon avrebbe certo concordato che Hiroyuki Urameshi era
come Peter Pan.
Un grande uomo
che non accetta di essere in realtà solo un bambino.
-Attento!-
esclamò d’un tratto Raiamon gettandosi sul samurai
e proteggendolo da uno degli attacchi del mostruoso aracnide. Purtroppo
per lui, il digimon felino rimase invischiato in qualcosa che in
apparenza somigliava a un’enorme ragnatela, ma che in
realtà erano corde e cappi e, ormai, invadevano
metà della sala. Musyamon calò la sua possente
spada contro il padre del suo partner, ma questi la respinse con quel
suo pugnale come se fosse stata un bastoncino in mano ad un bimbo
inesperto e, con una mossa davvero fulminea, ruppe la guardia del
digimon samurai scalfendo la sua robusta armatura.
-Sai Hiro, mio
padre mi ha parlato spesso di te.-
-Cosa
c’entra adesso tuo padre?!-
-Lasciami
parlare.- lo zittì il moro. Lanciò
un’occhiata preoccupata a Raiamon e Musyamon, ma
proseguì il suo discorso –I tuoi genitori ti hanno
cercato ovunque, ogni giorno erano lì, in ufficio a chiedere
tue notizie. Mio padre non trovava mai le parole giuste per dire al tuo
quanto gli dispiaceva il non poterlo aiutare più di
così. E’ la seconda volta che l’ho visto
così indaffarato per trovare qualcuno. Ho temuto per te,
anche se non ti conoscevo. Credevo che qualcun altro fosse finito come
Tsutomu.- deglutì –Nessuno poteva immaginare tu
fossi qui. Se l’avessero saputo, i tuoi non avrebbero perso
tutto per cercarti anche dopo che il caso è stato archiviato
dalla polizia.-
Hiroyuki
rimase senza parole.
Suo padre
aveva…
Non riusciva a
crederci, ma ciò non poteva che renderlo felice.
Se solo fosse
stato vero.
Mamoru, quasi
come se nulla fosse, pigiò uno dei tasti del suo V-Tamer,
facendo comparire la planimetria olografica della struttura. I loro
obiettivi, indicati dai punti luminosi, erano esattamente dove aveva
pensato si trovassero: nella camera di pietra.
A guardare lo
scontro con occhio oggettivo, doveva ammettere a malincuore che i loro
digimon erano in netto svantaggio.
I movimenti di
Musyamon erano ostacolati dalle funi che percorrevano la camera come
un’enorme ragnatela. Raiamon se l’era vista peggio,
dato che si era invischiato in quella trappola poco prima ed era
impegnato a dibattersi come un ossesso per liberarsi. Il ragno lo
contemplava coi suoi occhietti scuri, come se avesse avuto davanti una
minuscola mosca di cui nutrirsi e non sapesse bene da che parte
cominciare. Mamoru lasciò Hiroyuki al suo stupore e corse
verso il suo digimon con la torcia in pugno. Il ragno lo vide e
cercò di calpestarlo con una delle sue zampe, ma lui
scivolò fra le funi, riuscendo a fargli impigliare
l’arto fra le sartie.
-Izawa!
Izawa! Izawa!- si agitò quello, ma Mamoru fu
lesto a bruciare alcune corde per tagliarle e usarle per legarlo ancora
più saldamente.
Voleva
guadagnare un po’ di tempo.
Era lontano
rispetto a Raiamon e per raggiungerlo doveva per forza transitare sotto
il corpo scuro e minaccioso del mostro. La stanza sembrava
improvvisamente più grande e stretta, come in
un’immagine distorta da un paranoico incubo.
Lo fece. Corse
con tutte le sue forze, senza guardare in alto, né ai lati,
solo davanti a sé.
Esitare anche
solo per un attimo l’avrebbe fatto cadere preda del terrore o
della rabbia.
Il fasullo
signor Urameshi riuscì ad infliggere l’ennesima
scalfittura all’armatura di Musyamon, e si
avvicinò ancora di più al prescelto del Vigore,
ancora immobile.
-Hiro, levati
di lì, idiota!- gli urlò Musyamon
per
riscuoterlo, ma lui rimase esattamente dov’era.
Il ragno si
agitò, produsse altre funi, che il prescelto della Giustizia
evitò per puro miracolo, ma poi un cappio gli
s’infilò sotto il piede e strattonandogli la
caviglia lo fece rovinare a terra e trascinò per diversi
metri. Raiamon, con un impeto di forza riuscì a spezzare la
fune gli bloccava la zampa anteriore destra e una volta libera quella,
il resto fu semplice, ma sarebbe arrivato in tempo?
Corse
veloce come il vento ed afferrò coi denti la maglia di
Mamoru.
“Perché?”
si
chiese “Perché
non riesco ad
evolvermi?!”
Da
tutt’altra parte, Jun fissò Vamdemon in cagnesco e
lui ricambiò con i suoi occhi di gelo.
-Cosa ci fai
qui?- le chiese freddo –Torna insieme agli altri!-
Lei invece
compì un lento e calcolato passo in avanti, in segno di
diniego.
-Ragazzina…-
iniziò il digimon –Oggi non sono
dell’umore adatto, perciò tor…-
-Oh, ma sta
zitto!- lo interruppe lei, stupendosi poi del suo stesso
tono seccato –Neppure io sono dell’umore adatto, ma
devo stare qui a sopportarti!-
Il digimon
lasciò perdere il paesaggio oltre la finestra e si diresse
verso la ragazzina a passo veloce.
-Le mocciose
impertinenti non mi sono mai piaciute.-
Lei
indietreggiò e le sue caviglie si scontrarono con il
corpicino di Culumon dietro di lei, facendolo cadere. Voltandosi a
guardarlo la Motomiya ritrovò la Volontà di
insistere. Non poteva sempre scappare. Vamdemon le faceva paura, ma
c’erano nemici là fuori, che erano decisamente
molto peggio di lui. Mise un piede davanti all’altro,
esitante. Doveva proseguire… era solo un allenamento, in
fondo. No?
Quel mostro
spaventoso (non aveva altro modo per definirlo. Vampiro era troppo
riduttivo per i suoi gusti.) si era fermato a mezzo metro da lei e la
fissava dall’alto in basso, compiaciuto di aver sortito
l’effetto desiderato.
Il terrore.
-Perché
hai fatto tutto questo?- domandò allora la ragazzina.
Lui sorrise,
melenso, e rimase a fissarla come una povera sciocca che ne aveva
appena detta una bella grossa.
Lei insistette
esclamando –Perché diavolo hai rapito tutte queste
persone?!-
-Non sono
affari che ti riguardano.- le rispose, irritato.
-Sono affari
che mi riguardano, visto che hai rapito me e la mia famiglia e hai
fatto del male al mio fratellino!-
Ecco, in quel
momento scorse un piccolo cambiamento.
L’immagine
del digimon subì un’interferenza, lieve, ma lei la
notò. E pure Culumon, che si portò la zampina
sulla boccuccia e sussurrò un –Oooh…-
sottile.
Jun
deglutì.
Era forse una
coincidenza?
Hanumon era
molto simile a una grande e aggraziata scimmia dalla folta pelliccia
dorata striata di venature rossicce, con gli occhi di un verde
brillante come fossero smeraldi e la pelle cinerea. Indossava un
bracciale verde e oro poco sopra il gomito e un anello sacro
all’indice della mano sinistra.
Il principe
Daisuke lasciò andare Mika per lo stupore e la bambina si
rifugiò dietro la digimon, aggrappandosi alla pelliccia
della sua zampa come avrebbe fatto con le gambe di sua madre o di suo
padre. La digimon agitò la sua clava d’osso contro
la creatura che aveva innanzi e la minacciò –Non
osare mai più sfiorare Mika-chan!-.
Aveva una voce
davvero molto dolce e materna, rassicurante per la piccola.
Un grido
lontano catturò nuovamente l’attenzione della
bambina verso la minuscola porta rosa.
-Bakumon,
dobbiamo andare ad aiutarli.- disse e la digimon annuì,
prendendola in braccio e dirigendosi veloce verso l’entrata
di quel piccolo paradiso principesco, che alla fine non lo era poi
tanto. Daisuke, principe azzurro fasullo, rimase lì, troppo
timoroso di farsi del male per muovere un solo muscolo.
Superata la
porta, le due si ritrovarono nel corridoio in pietra. Solo che era
più stretto di come se lo ricordava Hanumon. Dipendeva forse
dal fatto che si era evoluta?
-Perché
è così stretto adesso?- le domandò la
vocina di Mika, che si guardava intorno meravigliata.
“Non
era solo una mia impressione, quindi…”
Era come se
qualcuno volesse che imboccassero una direzione soltanto. Le urla erano
sempre più vicine, il pavimento tremava, Mika si stringeva
alla sua pelliccia.
-Ho paura,
Bakumon…- si lamentò, raggomitolandosi fra le sue
braccia e la digimon la strinse a se ancora più forte,
rallentando l’andatura lesta.
-Tranquilla,
Mika-chan, ci sono io.- le disse.
-Fratello?-
L’immagine
di Vamdemon si distorse nuovamente e Jun provò della
soddisfazione per aver centrato il problema al volo, senza dover
ripetere tutte le parole della frase precedente.
-Cosa ti da
così fastidio di questa parola?- chiese avanzando e il
vampiro indietreggiò –Fratello.-
-Zitta!-
esclamò quello.
Sì,
doveva avere un qualche complesso, perché sembrava quasi
impaurito, il che la fece sentire molto più serena, anzi
sarebbe meglio dire soddisfatta nell’avanzare e prenderlo in
contropiede, ricambiandolo del dolore e del terrore che le aveva
causato. Jun alle volte sognava ancora i Bakemon che la strappavano via
dall’abbraccio di suo padre in quella lontana mattina di
agosto. E anche Daisuke. Era una cosa che non si poteva dimenticare
solo perché i malvagi erano stati sconfitti e poi si era
scoperto che in realtà prima erano i buoni.
Jun era
realista e concordava sul fatto che le persone non cambiano tanto
facilmente o a schiocco di dita. Probabilmente Vamdemon non era cattivo
di principio, allora era quel fratello misterioso che sembrava
intimorirlo la causa del suo essere il mostro che popolava i suoi
incubi più terrificanti. Solo pochi sono cattivi di nascita
e a quanto pare, lui non lo era, ma doveva aver sofferto tanto per
diventarlo. La cosa comica di tutta la faccenda era che ci stava
pensando solo in quel momento e per di più innanzi ad uno
che non era davvero Vamdemon.
Ma non aveva
tempo da perdere in congetture.
Anche lei
sentiva la terra tremare e le grida.
Ad un certo
punto aveva udito chiaramente la voce di Mamoru gridare qualcosa.
Poi il
corpicino di Culumon s’illuminò.
-Che
succede?!- esclamò Jun spaventata.
Il simbolo
sulla fronte del piccolo digimon brillava di luce propria.
Durò un attimo, poi tornò normale e lui si
carezzò la testolina, confuso.
-Cos’è
successo, culu?-
Jun scosse la
testa –Non lo so, ma, credo sia ora di andare.-
-Oh, io non
credo proprio.- disse fredda la voce di Vamdemon. Jun rimase
terrorizzata dal riaffiorare dei ricordi. Strinse i pugni.
“No, devo fare
ciò che mi sono preposta…” pensò.
Guardò il suo Digivice. Aveva già tutto
ciò che le serviva. Il simbolo della Volontà
brillava sullo schermo a cristalli liquidi, rammentandole che quella
era la sua qualità migliore.
“Non mi sono mai
fermata davanti a niente…” pensò
“Ciò
che volevo l’ho sempre ottenuto: un bel ragazzo,
l’amicizia di Yamato, ho un digimon anch’io e sono
qui ad aiutare Daisuke, per non sentirmi inutile.” Non
se ne accorse, persa com’era nella sua riflessione, ma il
corpo del piccolo Culumon in quel momento tornò a brillare,
completamente, di luce calda e pulsante “Ora voglio regolare
i conti con Vamdemon e superare la mia paura. E se poi sconfiggeremo i
Demon Lord, avrò evitato a tanti bambini di subire
ciò che abbiamo patito noi.”
E accadde.
Perché
in fondo, a Jun bastava solo il forte desiderio, il volere ardentemente
qualcosa per ottenerla. Doveva solo avere un obbiettivo, per trovare in
se la Volontà di perseguirlo.
-Culu?-
La luce si
espanse e le pareti intorno alla ragazza e al piccolo digimon si
dissolsero. Sotto gli occhi stupiti della Motomiya, il corpicino di
Culumon crebbe, assunse una fisionomia più definita. Gli
occhi di Jun brillarono per la bellezza della visione che le si stava
manifestando innanzi.
Perché
non c’era più Culumon davanti a lei, ma un angelo
splendente dai sottili e lunghi capelli d’oro, la veste
bianca come la neve e un lungo drappo viola che svolazzava leggero
nell’aria. Le sue ali bianche erano più lucenti
della neve sulla cima delle montagne, il suo sorriso così
dolce e rassicurante la fece sciogliere.
Il Digivice
non tardò a ridestarla mostrandole i dati della creatura.
*Digimon
Analyser*
Pidmon
Livello: Campione
Tipo: Sacro
Tipologia: Antivirus
Attacchi: Fire Feather:
genera dalle ali due sfere infuocate che scaglia contro il nemico.
Mega Heal: Usa
l’energia per guarire gli alleati, oppure per ferire i nemici.
Pid Speed: Attacca
i nemici con il suo bastone ad elevata velocità.
Apollo Tornado:
Genera un tornado roteando il suo bastone.
-Pidmon…-
ripeté meccanicamente Jun. Era bellissimo, da lasciarla
senza parole. Vamdemon indietreggiò coprendosi col mantello
per ripararsi dalla troppa luce emanata dal digimon angelico.
L’arrivo
di Hanumon e Mika nella camera di pietra, esattamente attraverso la
fenditura nella parete causata dal Thunder of the King di Raiamon,
diede una svolta alla situazione, anche se, in effetti, fece
precipitare tutto.
Raiamon non
riuscì a portare Mamoru in salvo, perché la
creatura con una prima zampata rapida gli tagliò la strada.
E la seconda lo colpì con forza alle costole, scagliandolo
contro Musyamon. In questo modo Urameshi ebbe la strada libera e giunse
innanzi ad Hiroyuki, lo afferrò per la gola e lo
sbatté alla parete a diversi centimetri da terra. Hiroyuki
sentì il fiato mancargli e non aveva le forze necessarie per
reagire.
Il ragno
schiacciò la schiena di Mamoru con la zampa, costringendolo
a terra.
-Merda…-
ruggì frustrato il prescelto della Giustizia.
Sentì poi qualcosa scorrergli sul corpo come tanti serpenti.
Erano corde. Si avvolsero intorno a lui e lo sollevarono da terra,
disponendosi in una mortale ragnatela. A testa in giù,
debole e inerme, Mamoru non aveva assolutamente voglia di fare commenti
assurdi, né tantomeno di rimanere avvinghiato lì,
ovviamente. Il ragno gli si avvicinò con la sua testa
contorta e deforme e lo scrutò con quei suoi terribili occhi
scuri.
-Izawa…-
sibilò, con un tono divertito che fece accapponare la pelle
al ragazzo -Adesso
renderò il favore al tuo
paparino…-
Mamoru si
dimenò come un ossesso per liberarsi, ma invano.
Hiroyuki
invece sentiva di stare per perdere i sensi.“Che…
delusione…” pensò, ormai
quasi del tutto estraniato da ciò che lo circondava. “Sono
proprio… pessimo…”
Poi un grido.
-DOHATSUTEN!-
E migliaia di
minuscoli e sottili fili dorati pervasero la sala, affondarono nelle
carni di Urameshi e negli occhi del ragno. Il primo cadde riverso al
suolo, lasciando scivolare il corpo del prescelto del Vigore lungo la
parete di roccia, l’altro si dibatté e
ringhiò, contorcendosi per coprirsi gli occhi con le zampe.
Mamoru tirò un mezzo sospirò di sollievo e
rivolse lo sguardo verso la spaccatura dalla quale sembrava fosse
venuto quell’attacco insperato.
-Mika-chan!-
esclamò contento.
E fu
lì che la situazione degenerò totalmente.
Perché
il ragno riuscì nonostante le ferite agli occhi a vedere
Mika e il suo sguardo si fece maligno. Increspò
l’angolo sinistro della bocca.
Mamoru
riconobbe quel sorriso nonostante il volto dell’uomo fosse
ormai deforme e irriconoscibile.
Era lo stesso
sorriso che l’uomo aveva nella foto del fascicolo.
-Mika-chan!-
urlò –Scappate!-
La bimba
strillò.
Come il
prescelto della Giustizia ebbe gridato nella loro direzione, il ragno
quasi parve lanciarsi verso di loro. Lo videro scivolare veloce sui
muri con le fauci spalancate. Diceva cose incomprensibili, versi
osceni. Mamoru si dibatté con più forza e
urlò.
-Raiamon!
Raiamon!-
Raiamon e
Musyamon giacevano stremati a terra, in particolare il felino non
riusciva a reggersi sulle zampe.
-Raiamon, fa
qualcosa! Raiamon!- continuava a gridare Mamoru.
Il ragno diede
un altro assaggio della sua potente voce che vibrò fra le
pareti, più forte e assordante di prima. Molte pietre della
volta si spaccarono e Hanumon cadde a terra colpita da un pesante
masso. La bimba cadde diversi metri più in là,
per fortuna solo sbucciandosi le ginocchia.
-Ahia…-
si lamentò con le lacrime agli occhi.
-Mika-chan!-
urlava ora Mamoru per attirare la sua attenzione –Mika-chan
va via da lì. Scappa!-
-Bimba…-
La prescelta del Sogno si accorse della presenza maligna che incombeva
su di lei ed emise un grido acuto. La sua vocina penetrante
rischiarò per un breve istante la mente di Hiroyuki
ottenebrata dalla carenza d’ossigeno, dal dolore,
dall’autocommiserazione.
Il prescelto
del Vigore si sentì d’improvviso in dovere di fare
quella cosa così semplice.
In fondo era
lui a dovere guidare gli altri. Si era assegnato da solo il dovere di
farlo e poi si era quasi fatto ammazzare dalla paura di suo padre e dal
suo orgoglio.
Che bravo
leader che era.
Quasi si
faceva i complimenti da solo.
Strinse il
pugno sul suo anello d’oro e digrignò i denti
–Merda…-
Appoggiandosi
alla parete, riuscì a rimettersi dritto e compì
il primo difficile passo.
Gli altri
furono più leggeri.
Non era
così difficile…
Suo padre gli
si avvicinò, pugnale alla mano.
Hiroyuki si
fermò.
Cosa avrebbe
dovuto fare o dire di preciso?
Si
rigirò l’anello fra le dita.
Le voci
intorno a lui lo disturbavano.
-Mika-chan,
scappa!- continuava a gridare Mamoru.
Hanumon
riuscì a scrollarsi di dosso il masso che la schiacciava al
suolo e corse verso il mostro agitando la clava d’osso.
-Nyoi Bone!-
esclamò cercando di colpirlo, ma quello la scaglio via con
un gesto rapido e secco della mano.
-Thunder
of the King!-
Il colpo
elettrico di Raiamon andò a segno, distraendo
l’aracnide che si voltò infastidito verso di lui.
Il felino si reggeva a malapena in piedi.
Musyamon fece
diversi passi, ma esitò, preoccupato per Hiroyuki.
-Attento!-
esclamò Raiamon. Inutile, quel mostro li spazzò
via di nuovo con le sue zampe ossute. Mamoru strattonò le
corde invano.
-Merda!
Merda! Merda!- urlò, come in preda al panico.
-Attento
Mamo-chan!- urlò Tsutomu saltando giù dallo
scivolo dell’asilo e “sparando”
all’impazzata con le sue pistole di lego.
La
testolina di Mamoru sbucò dalla casettina in plastica in
cima allo scivolo.
-Grazie
Tsu-chan!- esclamò facendo il saluto militare
–Quegli stupidi zombie stavano per morirmi!-
Tsutomu
sorrise rivolto all’amichetto.
-Tranquillo,
Mamo-chan, ti proteggo io.-
-Aiutoooo.-
Mika piangeva a dirotto, il ragno l’aveva quasi presa –Mamma!
Mammaaaa!-
-Tranquillo,
Mamo-chan, ti proteggo io.-
Mamoru
sentì come un’eco risuonare nella sua mente.
-Ti
proteggo io. Ti proteggo io…-
Mamoru
urlò e finalmente la Crest della Giustizia si
attivò. Il corpo di Raiamon fu pervaso dalla calda luce
dell’evoluzione. L’energia scorreva fra le sue
vene, i suoi dati fremevano come impazziti scomponendosi e
ricomponendosi in una nuova struttura.
-Raiamon
chou shinkaaaaa…. LoaderLeomon!-
Contemporaneamente,
Hiroyuki strinse il pugno sull’anello fino a farsi sbiancare
le nocche. Anche la Crest del Vigore s’accese di luce propria
e Musyamon si sentì soggiogare da un’energia
incontenibile. Da una rabbia potente. Hiroyuki doveva sentirsi
così frustrato da trasmettere quel sentimento persino a lui,
che normalmente riusciva a non farsi sfiorare dalla sua furia perenne.
Il ragazzo non
era bravo a parole. Non sapeva mai cosa dire se riguardava lui in prima
persona, ma tutto quel casino gli aveva fatto venire un gran mal di
testa. C’era uno schifoso ragno che aggrediva una bambina,
persino Mamoru il cretino era terrorizzato e lui si faceva seghe
mentali inutili?!
La potenza del
suo poderoso gancio destro sgretolò l’immagine
fasulla di suo padre e i muscoli del viso del prescelto pian piano si
distesero. Sparito l’appoggio, rovinò a terra, ma
si rialzò subito, costatando che la ferita
all’addome era scomparsa.
-Io non ho
paura.- disse, scuro in viso –Non ho paura…-
-Musyamon
chou shinkaaaaa…. Asuramon!-
*Digimon
Analyser*
LoaderLeomon
Livello: Evoluto
Tipo:
Macchina
Tipologia: Antivirus
Attacchi: Boring Storm: Fa
ruotare la sua criniera come una trivella e perfora il nemico.
Loader Morning Star:
Attacca con la sfera chiodata sulla sua coda.
Asuramon
Livello: Evoluto
Tipo: Demone
Tipologia: Antivirus
Attacchi: Asura Shinken:
Scatena una raffica di pugni con le sue quattro braccia che possiedono
il potere di annientare il nemico. Se usato mentre Asuramon mostra la
faccia iraconda, l’attacco sarà notevolmente
più potente.
Asura Ennetsuken:
Lancia le fiamme che circondano i suoi pugni.
Il metallo
giallo della corazza del digimon leone risplendeva ipnotico alla luce
bassa e traballante delle torce. A guardarlo bene, ricordava uno di
quei mezzi pesanti usati per la costruzione o la demolizione di
edifici. La sua criniera era costituita da lamine gialle striate
alternate a puntute lame scure. La sua coda era una palla ferrata da
demolizione e i cuscinetti delle sue zampe erano pneumatici.
Asuramon aveva
tre facce, ognuna con una maschera diversa, blu e compassionevole a
sinistra, rossa e benevola al centro, gialla e iraconda a destra.
Possedeva quattro possenti braccia e il suo incarnato era scuro, di un
grigio pietra che risaltava con l’oro dei suoi bracciali, col
drappo rosso, con la cintola bianca di corda e con le fiamme che
l’avvolgevano e ardevano sulla sua testa.
Come se si
fossero trasmessi un tacito messaggio, LoaderLeomon e Asuramon, si
accanirono contro il ragno, riuscendo finalmente a colpirlo seriamente
prima che potesse fare del male a Mika.
La criniera
metallica del digimon felino ruotò vorticosamente come una
trivella e affondò nelle carni del mostro. I pugni infuocati
di Asuramon si abbatterono ferocemente sui suoi occhi scuri,
illuminandoli per l’ultima volta prima di bruciarli con
ferocia. Il digimon mostrava la faccia con la maschera
dell’ira e non sembrava propenso a smettere di colpire il
nemico, che ormai non faceva neppure resistenza, anzi iniziava a
svanire nelle tenebre.
Solo quando il
mostruoso aracnide scomparve completamente, Asuramon si
placò e per qualche istante tornò il silenzio. Le
corde erano scomparse, ma Mamoru era rimasto a terra, ancora
scombussolato. Però ridacchiò.
-Accidenti…
ce la siamo vista brutta, eh?- sorrise in direzione del suo partner che
gli fu subito vicino. -Stai bene?- gli chiese.
Mamoru
annuì. –Si, sto bene.- si alzò
scuotendosi la polvere dagli abiti e si diresse verso Mika e Hanumon.
-Va tutto bene, se n’è andato. Ti ha fatto male?-
Mika piangeva
a dirotto.
-No…
ho avuto tanta pauraaaaa.-
Mamoru le
carezzò la testolina.
-Mi dispiace.-
disse intenerito –Ma adesso quel brutto mostro se
n’è andato.-
In
realtà non ne era poi così sicuro. Il ricordo di
quell’uomo era ancora nella sua mente, vivido come se lui
fosse stato un’altra sua vittima. Se c’era una
lezione da imparare da tutta quella faccenda, non era sicuro di averla
capita appieno.
LoaderLeomon
aiutò Hanumon a mettersi in piedi. Hiroyuki si
riscoprì completamente risanato e dopo essersi tastato
l’addome, si avvicinò ad Asuramon per contemplare
quel livello così maestoso. Si riteneva soddisfatto, o
almeno lo pensò per un attimo. Tutto ciò che era
accaduto, non gli era piaciuto per nulla, ma il suo digimon
così fiero e battagliero sì, decisamente.
-Ben fatto.-
gli disse, ma poiché quello non rispondeva ma si limitava a
fissare il vuoto, Hiroyuki si avvicinò. Asuramon tremava. Il
prescelto del Vigore gli diede una pacca sul braccio.
-Che
c’è?- chiese ironico –Grande e grosso e
avevi paura di un ragnetto?- rise.
-…stati…-
-Eh?-
Il digimon
demone lo scalzò con un forte colpo del braccio. Fortuna che
il ragazzo avesse i riflessi pronti, perché indietreggiando
d’improvviso evitò di ricevere il colpo in pieno.
-Ehi, ma sei
matto?!- gli urlò contro.
Sotto la
maschera gialla, ora al centro della testa, gli occhi di Asuramon si
stringevano in un disperato sforzo di contenere la prorompente rabbia.
-Sposta…ti…-
disse a denti stretti -
scappa…te…-
Non era ancora
finita.
-Io ho paura.-
Mika si abbracciò di più a Mamoru.
-Hiropyon,
vieni via da lì.- suggerì il prescelto della
Giustizia.
Hiroyuki
indietreggiò, ma non era per scappare. -Asuramon, che ti
succede?- domandò ostentando una calma invidiabile, ma
sudando freddo.
-Andate….
VIAAAAAAAA!-
urlò il digimon colpendo una parete con un possente pugno
fiammeggiante. E un altro distrusse il pavimento, poi l’altra
parete. Era come impazzito d’improvviso.
-Oh merda, di
nuovo!- esclamò il prescelto del Vigore e prese a trafficare
col suo V-Tamer.
A volte
capitava che Musyamon uscisse di testa e tutto quello che lui faceva
era somministrargli un sedativo.
Non
funzionò quella volta.
Il raggio
arancione del Digivice trasmise i dati della sostanza calmante nel
corpo del digimon demone, ma questi non smise di colpire alla cieca
qualsiasi cosa si trovasse innanzi.
-Merda…
dev’essere che coi digimon evoluti ce ne vuole di
più…- sbottò il prescelto del Vigore.
Ne aveva
ancora un’unità, ma non sarebbe bastata. Forse due
unità, o peggio tre, avrebbero potuto qualcosa. Oppure era
il caso di farlo sbollire e basta.
Indietreggiò
nuovamente.
-Andiamo via!-
esclamò alla volta di Mamoru, Mika, Hanumon e LoaderLeomon.
-E Asuramon?-
chiese il felino.
Hiroyuki gli
passò davanti di corsa –Quando perde le staffe non
c’è modo di farlo ragionare.- disse.
Mamoru
deglutì. Li avevano messi alla prova completamente. Gli
altri prescelti non avevano subito un trattamento simile, ma per loro
quello era una sorta di corso avanzato, come quando si studiano due
anni scolastici in uno per non rimanere indietro rispetto alla classe.
In fin dei conti, loro erano dei supporti per Taichi, Daisuke e i loro
gruppi. Del tipo, più siamo meglio è. Come quando
negli scacchi si fanno avanzare i pedoni a casaccio per sviare il
giocatore avversario con mosse apparentemente avventate.
Mamoru
pensò che forse Hiroyuki e Musyamon lo sapessero bene questo
e l’unico motivo per cui il teppista non aveva fatto
più storie del dovuto, era che in fondo voleva fare vedere
di non essere solo un prescelto qualunque.
-Dovremmo
provare a fermarlo.- disse Mamoru, ma Hiroyuki dissentì
scuotendo la testa.
-Non se ne
parla. Il dislivello è troppo.- lo afferrò e lo
spinse verso il digimon felino –Kotemon può
sembrare tranquillo, ma quando evolve ha come un bonus di
energia dovuto alla rabbia. Tenere a bada Musyamon è
già abbastanza complicato, figurarci ora che si è
evoluto in Asuramon.- fece una pausa –Pensavo che evolvendosi
si sarebbe fortificato nello spirito, invece i suoi istinti sono
peggiorati.- lanciò un’occhiata al digimon demone
che smanioso si avventava contro ogni sporgenza, ogni parete, ogni
anfratto della camera di pietra.
Mamoru si
lasciò convincere e salì in groppo a
LoaderLeomon. E dietro di lui salì il prescelto del Vigore
e, infine, Hanumon che reggeva Mika fra le braccia.
LoaderLeomon
scattò, evitando un grosso macigno che Asuramon
lanciò verso l’uscita, più per la furia
cieca che per reale intenzione, e si gettò in un corridoio
buio illuminato appena dai fari impiantati nel suo corpo.
Mamoru si
voltò verso Hiroyuki e gli sorrise. Questi inarcò
il sopracciglio e sudò ancora più freddo.
-E questo che
significa?- domandò sul chi vive.
-Nulla nulla.-
-Cos’è
quel sorrisino?!-
-Ma nulla,
tranquillo…-
E
probabilmente avrebbero continuato così per diversi minuti,
sennonché Hanumon non li zittì urlando a
LoaderLeomon di accelerare la sua corsa. Allora tutti si voltarono e
videro con orrore pesanti massi staccarsi dal soffitto. Hiroyuki aveva
il cuore in gola. Asuramon se la sarebbe cavata?
-Dovremmo
tornare indietro…- propose nuovamente Mamoru, come se avesse
letto i suoi pensieri.
-Tornerò
indietro io, ma prima devo portarvi al sicuro.- disse LoaderLeomon ed
evitò una grossa pietra che gli cadde davanti tagliandogli
la strada.
-Perché
è adirato?- domandò Mika fra le braccia di
Hanumon.
Hiroyuki non
rispose subito.
-Lui
è fatto così.- disse reggendosi saldamente a
Mamoru mentre LoaderLeomon compiva un balzo in avanti per evitare un
altro masso. E poi… poi cadde un masso enorme.
Non sarebbero
mai riusciti a evitarlo. Asuramon stava facendo un gran casino nella
camera di pietra. Sarebbero morti sepolti sotto quel macigno.
Mika
urlò, i ragazzi imprecarono fra i denti e LoaderLeomon si
rovesciò di fianco, in modo da proteggerli col suo corpo.
Ma non ce ne
fu bisogno.
Il masso fu
attraversato da una crepa luminosa e si spaccò in
più pezzi. Nessuno rimase ferito e sopra le loro teste,
davanti ai loro occhi increduli, c’erano Jun e un digimon
angelico.
-Siamo
arrivati in tempo.- commentò la ragazza sulle spalle del
digimon che sorrideva benevolo.
-Che botta di
culo.- esclamò Hiroyuki e Mika si tappò le
orecchie per poi sgridarlo –Non si dicono le parolacce!-
Le urla di
rabbia di Asuramon attirarono l’attenzione dei due nuovi
arrivati.
-Che sta
succedendo?- domandò Jun guardando
nell’oscurità alle loro spalle.
-Nulla.-
rispose Hiroyuki, ostentando una certa calma.
-Il suo
digimon si è messo a spaccare tutto!- esclamò
Mika indicandolo.
-Ugh…-
ringhiò il prescelto del Vigore imbarazzato –Ad
ogni modo, si calmerà, prima o poi.-
Un boato
più forte li costrinse a guardare nuovamente verso la camera
di pietra. Nel buio brillavano le fiamme di Asuramon che avanzava
lentamente nella loro direzione. I suoi occhi bruciavano ancora di
rabbia così come i suoi pugni che fendevano le pareti.
Pidmon fece
scendere a terra Jun con calma e avanzò verso il digimon
demone.
-Aspetta!-
esclamò Hiroyuki –Non puoi competere con lui!-
-Tranquillo,
non ho intenzione di combattere. Mega Heal!- rispose quello.
Agitò la sua verga per aria e generò una sorta di
bolla di luce iridea che rischiarò il corridoio
più della luce dei fari e delle fiamme. Quando Pidmon
rilasciò la bolla, questa attraversò il corpo di
Asuramon che rimase come paralizzato. Il digimon demone emise dei versi
rabbiosi di diniego, ma pochi secondi dopo, la sua faccia
ruotò e la maschera rossa fu di nuovo centrale. Il suo viso
contorto dalla rabbia tornò ad essere calmo e benevolo, poi
il corpo enorme del digimon si rimpicciolì involvendo in un
confuso Kotemon.
-Co…
cos’è successo?- domandò guardandosi
intorno, spaventato.
-Ti spiego
tutto dopo.- rispose Hiroyuki dandogli una pacca sulla testa.
-Non lo
ricordi?- chiese Jun.
Kotemon scosse
la testa.
-Perché
che ho fatto?- chiese –C’era il ragno e
poi…-
Una luce
diversa dalle altre illuminò il corridoio e Wisemon apparve
ai prescelti attraverso il varco che li aveva portati lì
sulla Luna Rossa.
-Direi di
rimandare le spiegazioni a dopo.- disse pacato –Avete
superato la vostra prova, complimenti.-
I ragazzi
deglutirono.
Com’era
possibile? Non avevano trovato neppure ciò che stavano
cercando.
Wisemon fece
loro cenno di attraversare il varco.
Era ovvio che
fare domande lì era inutile, inoltre stava crollando tutto,
perciò il gruppo obbedì, lasciandosi alle spalle
il misterioso labirinto di pietra.
Ognuno
voltando le spalle alle proprie paure.
O ai propri
sogni contorti.
Fine
Capitolo 15
Sempre in ritardo, ma
almeno il capitolo è lungo e in parte compensa l'attesa.
Vi posso assicurare che per scriverlo ho sudato sangue. Hiroyuki mi ha
creato un sacco di problemi, perché in realtà non
doveva dare un pugno a "suo padre" e invece... lui non è
tipo da grandi discorsi, è uno d'azione... mi ricorda
qualcuno... ah si, lui e Masaru sono simili, con la
differenza che con Masaru ci si può parlare.
Con Hiro... beh, mica tanto.
E no, non ho dimenticato di concludere la vicenda di Jun e Vamdemon,
sono cattiva e l'ho fatto apposta a lasciarla in sospeso, per ora. No,
tranquilli, non li rispedisco sulla Luna Rossa. Avranno altre gatte da
pelare adesso.
Mi ero preparata tutto un discorso, accidenti, ho la memoria di un
porcellino d'india...
Insomma,
quello che volevo dire è che forse questo capitolo non
piacerà, però visti i soggetti, il modo di far
evolvere i digimon non è che potesse variare tanto. Penso
che Hiroyuki è troppo testardo per chiedere scusa, ancora.
Musyamon e Raiamon in questa evoluzione sono stati svantaggiati
perché i loro compagni si fanno troppi problemi, hanno dei
fantasmi troppo forti per metterci una pietra sopra così.
Spero si sia capito ^^''
Poi la faccenda del padre di Hiro che spende tutto... io ricordavo di
averla già proposta, ma, o ho riletto male i capitoli,
oppure l'avevo cancellata per riproporla appunto qui. Perché
non me la sono ritrovata. Spero di non aver fatto il mio solito casino
coi capitoli... a volte capita, in quel caso, pardon ^^''
Beh, al
prossimo capitolo!
Kiss e grazie
a tuttiiiiiiiiii!!
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Capitolo 16 *** 16.Neo, portatore di tempesta ***
Capitolo
16: Neo, portatore di tempesta
Stormbringer coming
Time to die
Got to keep running
Stormbringer coming
(Stormbringer, Deep
Purple)
-E così, hai combattuto contro Vamdemon?- domandò
Daisuke.
-Non era proprio lui. Infatti, non era neppure così forte.-
-Oppure era Pidmon ad essere più forte!- esclamò
Veemon e Culumon mise le zampine sui fianchi, tronfio
d’orgoglio.
-Non lo so. Se fosse stato il vero Vamdemon, non avrebbe esitato a
ucciderci. Ma sapevo che era finto. Ero nei miei ricordi, dopotutto.-
la maggiore rimase un attimo perplessa di fronte al fratello, si
carezzò la testa e gli diede infine una pacca sulla spalla.
-Sai, assistendo a quella scena con occhi diversi, posso dirti di
essere orgogliosa di te, fratellino.-
Lui arrossì violentemente.
-G-grazie- biascicò.
Jun che si complimentava con lui? Si vedeva che era in atto la fine del
mondo.
Quell’idillio familiare fu interrotto da Hiroyuki.
Ovviamente. Il prescelto del Vigore aveva come un radar anti
momenti-di-silenzio-imbarazzante e aveva posto una domanda a Gennai.
Una domanda che gli frullava in testa da un po’ e che
frullava nel cervello anche degli altri prescelti, a livello subconscio.
Cera un’incongruenza nel racconto fatto dal saggio.
Un’incongruenza bizzarra, quasi insignificante se non ci si
prestava attenzione. Ma lui, una volta uscito dal varco e rimesso piede
a Witchelny, aveva considerato l’idea di tornarsene sulla
terra, per controllare la situazione. Magari dire ai suoi –
Ehi, sono vivo, mettetevi il cuore in pace!- per poi fare retro-front a
Digiworld e vivere come un guerriero come aveva fatto finora. E
pensando a quei suoi tre avventurosi anni nel mondo digitale, aveva
richiamato alla memoria la ragazza più seccante e pericolosa
dell’universo. Lunghi capelli bianchi e occhi come
d’argento, lingua tagliente, pugni spappola
budella… sì, gli mancava un po’ quella
ragazzina. Le loro risse, i suoi pugni, le sue minacce. Si comportava
proprio da piccola teppista e se non fosse stata perfettamente in grado
di mandare qualcuno all’ospedale, avrebbe riso di lei, con
quelle catene enormi che si trascinava dietro.
-C’è qualcos’altro che non ci hai detto,
Gennai?- chiese accendendosi una sigaretta.
Gennai lo guardò fisso per diversi secondi.
-Non dovresti fumare.-
Hiroyuki aspirò la stecca, con noncuranza e poi
ribatté.
- Riguardo ai primi bambini prescelti.-
-Una cosa che non ci ha detto?- Miyako ci pensò su un
attimo. In effetti, i conti non tornavano neppure a lei.
-Le loro età?- suggerì Koushirou.
°
-Taichi!- esclamò Ylenia sventolando davanti al naso del
ragazzo il suo Digi Terminal. -Taichi, è arrivato un
messaggio!-
-Non ora, Yle. Non vedi che sto vincendo?- fece, quasi seccato lui,
allontanando l’oggetto col dorso della mano.
-Spostati lumaca!- esclamò Pinocchimon spintonandolo e
gridando -VROOOOOOOOOOOOOOOOM!-
-AHIA!-
gemette Taichi sbattendo i gomiti a terra. Si rialzò in
fretta e sovrastò il burattino in tutta la sua altezza. - Ma
sei matto?! E’ solo un gioco!-
Quello gli fece il verso e diede una sterzata col volante del suo
videogioco, tagliando il traguardo prima dell’auto azzurra
del ragazzo.
-Piccolo baro…- commentò aspro il prescelto del
Coraggio. I suoi occhi adocchiarono poi una serie di giochi splatter
all’apparenza estremamente godibili per un intenditore del
suo calibro.
-Taichino…- lo richiamò Ylenia mentre quello
continuava a battibeccarsi col burattino per la scelta del seguente
gioco.
A complicare la situazione giunse Etemon, che riferiva che Mugendramon
e Metalseadramon erano pronti per essere purificati.
-Come?- emise Ylenia -Due in una volta? Ma non so se riesco…-
Etemon le porse una rosa, tolta da chissà dove, e gliela
porse con fare galante.
-Tu non preoccuparti di questo, mia cara. Il grande Etemon
farà sempre il tifo per te.-
-Oh, grazie, mio eroe!- esclamò lei, dandogli corda, ma poi
tornò dal suo ragazzo e lo sottrasse alla lotta con uno
strattone.
-C’è un messaggio di Mimichan!-
esclamò e iniziò a leggerlo. -Dice che lei e
Koushirou sono ufficialmente una coppia!-
Taichi emise un fischio di apprezzamento Era anche ora che Kou si
dichiarasse.
-Dice anche che stata lei a dichiararsi perché lui
era troppo impacciato.-
Come volevasi dimostrare.
-E dice qualcos’altro?-
-Si. Dice che i ragazzi hanno superato la prova della Luna Rossa. Anche
Mikachan! Oh, Mikachan è adirata con Hirotama
perché dice un sacco di parolacce e…
oh…- non lesse il messaggio a voce alta. Mimi le riferiva
che toccava a Risei entrare nel varco, ma non da solo. Non era il caso
nel modo più assoluto.
-Ma che strano- commentò poi la ragazza.
-Che cosa?- s’intromise Pinocchimon cercando di leggere il
messaggio, ma Taichi fu più veloce e riuscì a
cancellarlo.
-Ehi!- esclamò il burattino puntandogli contro una pistola
Perché l’hai fatto?!-
-Non scaldarti tanto, sono cose private.-
-Decido io cosa è privato e cosa non lo è, testa
di palma!-
-Testa di…- Taichi s’incupì -Come mi
hai chiamato?-
E iniziò l’ennesimo battibecco fra lui e
Pinocchimon. Etemon se ne stava lì in disparte a corteggiare
Ylenia e intanto Mugendramon e Metalseadramon aspettavano da circa un
quarto d’ora abbondante. Fu Vamdemon a recuperare il
gruppetto.
-Vorrei proprio sapere perché state perdendo tempo qui
dentro.- esclamò infuriato entrando nella stanza.
-Colpa mia!- mentì Ylenia -Ero un po’ insicura,
sai…-
-Bene, andiamo allora.- disse lui calmandosi e accompagnandola fuori
dalla stanza, sotto gli sguardi attoniti degli altri.
-Com’è che con lei diventa un agnellino?-
sbottò Pinocchimon.
Percorsero il corridoio quasi in silenzio. I loro passi picchiettavano
leggeri sul legno della pavimentazione. Si diressero verso il
laboratorio del drago nero, che aveva deciso di monitorare
l’intero processo di purificazione per fini scientifici, ma
anche per constatare se si poteva agire in maniera diversa rispetto a
come la prescelta della Memoria aveva agito con Piemon.
-Vamchan.- iniziò la ragazza -Posso farti una domanda?-
Lui annuì.
-Riguarda Kei e gli altri ragazzi.-
Il vampiro si fermò.
-Conosci Kei?- chiese.
Lei scosse la testa.
-No, ma Hiroyuki sì. E anche Hina. E ora che ci penso,
l’anno scorso al festival interscolastico la commedia
vincitrice aveva come attrice una ragazza molto brava, ricordi
Taichino?-
-Già.- rispose lui arrossendo appena -Si chiamava Kirara, in
effetti. Cavolo, quella vittoria se la sono meritata su tutti i fronti.-
-Conosci una bambina che si chiama Aki?- domandò allora
Pinocchimon agitato. Ylenia ci pensò su.
-Una volta la squadra di basket di Takeru si è scontrata con
quella allenata da una ragazza di nome Aki, mi pare…-
-E com’era?- Pinocchimon era letteralmente su di giri.
Ylenia si grattò la guancia -Scusa, io non c’ero,
avevo l’influenza il giorno. Non so neppure se fosse
lei… però la cosa strana…- e si
rivolse a Vamdemon - … è che hanno più
o meno le nostre età da quanto ne so, mentre in
realtà dovrebbero avere il doppio dei nostri anni.-
I Padroni delle Tenebre si bloccarono, tutti e tre, come statue.
-Perché?- domandò Ylenia.
Vamdemon la guardò, poi fissò il corridoio
davanti a sé -E’ una storia piuttosto
seccante da raccontare ma credo che non ci siano grossi problemi
a…-
-La racconto io!- esclamò Etemon impugnando
l’inseparabile microfono.
-NO,
TU NO!- lo zittirono gli altri due.
°
-Alla fine, le schede USB non sono servite.- disse Gennai porgendole ai
ragazzi -Ma era su questo che contavamo. Dovevate far brillare le
vostre Digipietre e l’avete fatto. Ora prendete queste e
usatele con saggezza, senza forzare i vostri compagni.- I ragazzi
annuirono. Hiroyuki avrebbe voluto ribattere circa il continuo cambiare
discorso del saggio, ma lasciò correre. Dopotutto aveva
ottenuto il surplus energetico per cui si era quasi fatto ammazzare.
-Conoscete il significato delle vostre Digipietre?- domandò.
Scossero tutti la testa. Le conoscevano, ma solo sommariamente.
-Apparentemente è il coraggio ciò che ci spinge
ad
osare. Ma è anche ciò che ci spinge a compiere
scelte, a sacrificarci per uno scopo, a protrarre una lotta o anche a
vivere semplicemente la vita, superando le comuni avversità.-
Così Gennai fece una digressione, per arrivare infine a
tutto ciò che i prescelti volevano sapere.
-Il Vigore è la forza latente che ognuno ha
dentro. Ciò che erge l’individuo fra le
avversità. Lo rende come una roccia fra le onde di una
tempesta. Hiroyuki, in un momento di simile crisi, avevamo assoluto
bisogno di una persona traboccante di una simile forza.-
Passò a Jun -La volontà è
ciò che spinge l’uomo a raggiungere le mete che si
prefigge a dispetto di ogni ostacolo, di ogni timore. E ciò
che lo aiuta a proseguire e, ora come ora, Digiworld ha davvero bisogno
di trovare questa Volontà.-
La ragazza arrossì un poco, fiera della fiducia accordatale.
-E Mikachan, la tua Digipietra è la più bella di
tutte.-
La bimba si rallegrò -Davvero?-
-I sogni tengono vivo il mondo. Senza sogni le persone sono gusci
vuoti. Come le bambole.-
-Le bambole sono belle.- protestò allora la bambina.
-Sono belle perché sono giocattoli. Ma una persona che si
comporta come una bambola non sarebbe bella, non credi.-
La bambina ci pensò su e concordò -Si, hai
ragione.-
-Allora contiamo su di te.- le carezzò la testa Gennai.
Lanciò un’occhiata a Risei, seduto sugli scalini
dietro la bambina, ma prima di parlare a lui, diede una pacca alla
spalla di Mamoru.
-La Giustizia è un onere. Solo pochi possiedono il
vero senso di giustizia. Molti ritengono che il proprio lo sia,
perciò, Mamoru, devi stare sempre in guardia. Giustizia
è il bene di tutti, non solo di chi subisce un torto.
E’ una bilancia, le due controparti devono rimanere sempre ad
eguale altezza. Altrimenti si attua un crimine.-
Il ragazzo annuì, ma non era convinto.
-Infine, restano Onestà, Memoria e Fedeltà, ma
per quest’ultimo se ne riparlerà in seguito.
Risei, sai cos’è l’onestà?-
Il bambino alzò gli occhi e rispose -No.-
-Significa essere leali, sinceri, trasparenti. Qualunque cosa succeda,
tu sei tu, non perdere te stesso, hai capito?-
Alzò le spalle -Zio, non trovavi altre parole per dirmelo?-
sorrise.
Gennai annuì -Sei la persona più onesta
che conosca.-
Yamato sentì una sorta di gelosia. Gennai aveva un rapporto
con suo figlio. Lui no. Forse, se avesse dovuto scegliere, alla fine
Risei avrebbe preferito Digiworld e Gennai, non lui e la Terra.
Ebbe paura e cercò di non pensarci.
-Non mi farò assorbire da Daemon, né gli
farò fare i suoi comodi.- s’incupì il
piccolo Risei -Io quello lo odio.-
Il prescelto dell’Amicizia gli si sedette accanto allora e
gli diede una pacca leggera sulle spalle.
-L’odio non ti porterà a nulla.- gli disse.
-Ma ti ha fatto del male!- si agitò il bambino.
-A me, infatti, fa solo pena.- mentì. Lo odiava anche lui,
ma sapeva che l’odio era fra le cose da non insegnare mai ad
un bambino. -Fa pena a tutti, come fanno pena Lucemon e tutti quegli
altri che pensano che il potere sia la cosa più importante
nella vita. Persone così non le capirò mai.-
Al termine del discorso Yamato si rese conto che erano rimasti tutti in
silenzio a sentirlo parlare. Ma non poteva che essere contento del
fatto che Wisemon lo scrutava con occhi diversi.
Lui non era solo una chiave di distruzione.
Sapeva pensare ed agire di testa sua e certo non si sarebbe tirato
indietro al momento cruciale.
Uno scricchiolio sonoro allertò tutti e Risei
esclamò gioendo -SI STA
APRENDO!-
Il piccolo digiuovo nero e giallo era segnato da una crepa in tutta la
sua larghezza. Quella crepa crebbe, finché l’uovo
non si spaccò completamente mostrando ai ragazzi due
occhietti ambrati, smaniosi di vedere la luce. Il piccolo guscio
schizzò via e il digimon, un piccolo Botamon,
saltò sulle mani di Risei, contento. Il bambino lo
afferrò al volo -E adesso?- chiese ansioso.
-Dovresti abbracciarlo, per farlo sentire al sicuro.- propose Sora e
lui obbedì, cullandolo.
-Tranquillo, piccolo, tranquillo…- gli disse.
E da quel momento in po’, fu totalmente assorto nella cura
del suo partner. Mika gli ronzava intorno e sembravano una coppietta da
“il gioco dell’allegra famiglia”.
A Yamato faceva male il pensiero di non essersi preso cura di lui a
quel modo.
“Posso solo
proteggerlo, ma quando finirà questa storia, che cosa dovrei
fare?”
-Concludi il discorso, Gennai.- chiese Mamoru -Perché ci hai
detto delle nostre Digipietre?-
Il saggio distolse la sua attenzione dai bambini e rispose -Giusto.
Accadde durante lo scontro contro
Lucemon…- annunciò e tutti gli rivolsero la loro
completa attenzione.
°
-C’erano una volta, nove bambini prescelti e i loro digimon.-
iniziò a raccontare Piemon, mostrando degli scarabocchi agli
esterrefatti ospiti. -Che avevano il compito di sconfiggere
Lucemon, per portare la pace nel Mondo Digitale.-
Scambiò il foglio.
-Ma non avevano fatto i conti con la forza del nemico, che li sconfisse
in un attimo.-
Cambiò foglio.
-E i digimon perdettero la capacità di evolversi.- il suo
sguardo si fece triste -Anzi, iniziarono ad involvere,
finché non giunsero a livello primo stadio.-
All’inizio Taichi e Agumon si lamentarono per i pastrocchi
riciclati dal combattimento contro di loro, ma Piemon li aveva zittiti
riprendendo il racconto. Nonostante usasse un modo poco serio per
raccontare la vicenda, con disegnini pressoché infantili, le
sue ultime parole trasmisero una tristezza senza eguali.
-I bambini decisero di donare ai digimon ciò che permetteva
loro di crescere. I digimon furono salvati e…-
cambiò foglio ancora -Sconfissero infine Lucemon,
confinandolo nella Dark Area.-
Un ultimo cambio di foglio e la storia finì -La
missione era terminata. I bambini e i digimon avevano trionfato, ma i
primi non sarebbero più cresciuti, i secondi avrebbero perso
se stessi… c’è un lieto fine in questo?-
Taichi deglutì in silenzio, poi prese la parola -Non starai
cercando di scaricare le tue colpe su Lucemon?-
Piemon si alzò dalla sedia, in silenzio, con un movimento
lento e calcolato e rispose -No. Ora posso dire chiaramente
che ho sbagliato. Lo ammetto. Ma per noi non è stato facile,
né prima, né dopo. Abbiamo sconfitto Lucemon, ma
cosa abbiamo guadagnato da tutto questo?-
Taichi fece per aprire bocca, ma il Padrone delle Tenebre lo interruppe
-E non dire che queste cose si fanno spontaneamente senza
dover desiderare qualcosa in cambio. Perché non è
così. Abbiamo abbandonato Lucemon perché ci siamo
accorti che aveva imboccato una strada che non ci andava di seguire.
L’abbiamo sconfitto perché ciò che
faceva non era giusto. L’abbiamo tradito e abbiamo pagato per
quel gesto.- la sua voce s’incrinò -Non
sono riuscito a ringraziare Kirara per avermi salvato la vita e avermi
seguito fino in fondo nonostante non fosse una cosa che la
riguardasse.- distolse lo sguardo -I ragazzini non dovrebbero
essere coinvolti in cose simili.-
In quel momento Taichi provò rabbia,
-Aspetta un momento!- esclamò -Adesso parli
così, ma avete cercato di ucciderci più di una
volta. Tu ha cercato di uccidere Mimi sei anni fa e ci saresti riuscito
se non fosse stato per Chuumon. E parliamo di Yamato?!-
Il clown annuì.
-So che può sembrare riduttivo, ma sono pentito. Prima non
ero capace di ammettere che sbagliavo, ora sì.-
alzò la mano accennando alla prescelta del Memoria -Grazie a
te, Ylenia.-
Lei sorrise e incrociò le braccia dietro la schiena -Sono
contenta per voi.- rispose, ma poi assunse
un’aria seria -Però… vorrei
che chiedeste scusa a mio fratello. Se siete davvero pentiti, non
dovrebbe essere difficile, no?-
Piemon annuì.
-Vorrei parlare con lui… non ci sono andato leggero, in
effetti.-
-L’hai quasi ucciso…- commentò gelido
Taichi, sempre sulla difensiva.
Eppure non sentiva nessuna minaccia proveniente dagli astanti. Non
più.
-Perché potrebbe prendere una strada sbagliata e questo
comporterebbe la fine di ogni cosa.-
Taichi allora, istintivamente, afferrò l’altro per
la giacca.
-COME
POTETE PENSARE TUTTI QUANTI CHE LUI SIA COSI’?-
Piemon si liberò facilmente della sua presa
-Perché ho visto che toccando certi tasti
è facile fare leva su di lui. Ognuno ha le sue debolezze.-
-Oh e tu hai ben pensato di ucciderlo, per fare prima!-
batté le mani -Ma che bravo! E’ il
ragionamento più idiota che io abbia mai sentito!-
Piemon s’incupì -Senti un po’,
moccioso. Mettiti un attimo nei miei panni!-
Ylenia ascoltava entrambi con preoccupazione crescente. La sua mano
incontrò quella di Bearmon e la strinse forte.
Metalseadramon lanciò un sorriso provocante a Vamdemon e gli
trasmise telepaticamente “Vorresti
essere al suo posto?” e ricevette una gomitata
allo sterno in risposta.
-Tutto quello per cui ho lavorato in questi anni, tutto ciò
che sono riuscito a recuperare dopo averle prese da un branco di
marmocchi, era minacciato! Se avessi saputo prima che il tuo amico era
la Chiave delle Tenebre, pensi che l’avrei risparmiato?
Allora non ero neppure totalmente consapevole di essere stato
contaminato da Lucemon. Non la prendevo sul serio.- assunse un tono
greve e indicò la prescelta della Memoria -Avrei
ucciso anche lei e non avrei avuto rimpianti.-
Ylenia indietreggiò un poco.
Taichi fece per ribattere, ma lei lo zittì posandogli una
mano sulla spalla.
-Lascia perdere, Tai.- disse piano -Avete ragione entrambi,
c’erano troppe cose in ballo per poter dire chi era nel torto
o nella ragione. Ora pensiamo a fare quello per cui siamo qui e
torniamo dagli altri.-
Vamdemon sorrise dolcemente e Metalseadramon ne approfittò
per lanciargli un’altra beccata.
“Lei ti
piace… ”
Che poi lui si limitava a pensare la cosa. Era Vamdemon che leggeva
nelle menti di tutti, alla fine era colpa sua se poi ci restava male,
no?
Infatti, gli diede un’altra gomitata.
°
-Dopo che Piemon e gli altri sono morti- disse Gennai
-L’insieme di dati che consentiva la crescita ai
ragazzi è stato liberato. Ora dovreste avere più
o meno gli stessi anni.-
I ragazzi si erano stretti intorno al saggio, pendevano dalle sue
parole ancora una volta, assetati di sapere.
-E’ una storia molto triste.- disse Miyako -Ma allo
stesso tempo, mi fa accapponare la pelle. In senso positivo.-
-Già.- concordò Iori -In confronto al
loro sacrificio, tutto ciò che abbiamo fatto viene sminuito.-
-Non dire così.- gli fece Jou -Ognuno fa quello
che può, e probabilmente ognuno di noi avrebbe fatto lo
stesso per il suo digimon in una situazione analoga.-
Iori annuì.
-E noi avremmo fatto lo stesso per voi!- affermò Armadimon
raccogliendo consensi da ambo le parti.
-Io sono morto per salvare Takeru.- affermò Patamon
mettendosi diritto su due zampine e pavoneggiandosi. Takeru
s’incupì al ricordo, ma Veemon fissò il
piccolo mammifero con ammirazione. Ma poi afferrò Wormmon e
lo trascinò al centro dell’attenzione.
-Anche lui è morto per il bene di Ken!-
esclamò, al che il piccolo bruco arrossì
violentemente e tentò di dimenarsi.
-No, io… ti prego, mi metti in imbarazzooo!-
E Hawkmon sorrise benevolo osservandolo.
Era sempre così timido. Più lo conosceva,
più lo trovava squisitamente dolce e buono.
Non c’era altro digimon che potesse affiancare Ken Ichijouji.
Bontà e bontà.
Così come lui stava accanto a Miyako nonostante il carattere
eccentrico di lei, Wormmon era arrivato a farsi uccidere, si era
umiliato fino alla fine, pur di salvare Ken da se stesso.
E poiché le premesse non erano buone con Daemon in
circolazione, il falchetto sapeva benissimo che con Miyako avrebbero
dovuto lottare tantissimo per aiutare i due. La prescelta
dell’Amore e della Sincerità cercava di non
pensarci e si sfogava su Daisuke, ma in realtà temeva per la
sorte del suo ragazzo.
Stavano insieme da quando era finita la loro prima avventura. Ken,
contrariamente alle aspettative, si era dichiarato a lei durante uno
spettacolo pirotecnico.
-
Miyakosan…- aveva iniziato a dire, un po’
impacciato, ma poi lei l’aveva visto stringere il pugno e
arrossire leggermente.
-Dimmi.- rispose.
-Ehm… no,
è che… insomma, tu cosa ne pensi del fatto che
l’uomo tenti di razionalizzare ogni cosa?-
Miyako quasi rimase di
sasso. Che bisogno c’era d’imbarazzarsi per
chiederle quello? Ma poi lui le si era avvicinato un po’ di
più. E lei rispose, giusto per educazione.
-Be’, direi
che è il bisogno di non brancolare nel buio. Più
si conoscono le cose, meno paura fanno.-
Lui annuì.
-Ma così si
perde tutta la magia…-
Non gli sembrava un tipo
romantico, ma lo lasciò proseguire nel discorso.
-E’
solo…-
disse ancora Ken -Che io ho sempre avuto un approccio
scientifico alle cose e invece ora… ora non ci riesco.-
disse ancora, palesemente più agitato. -Quello che
voglio dirti, Miyakosan, è che ora come ora… sei
come un sale dentro un mortaio, insieme ad un ossidante e ad una
miscela di combustibile… ecco.- e in quel momento si era
fermato, chinando il capo.
Miyako intuì
una leggera sfumatura romantica nella cosa, perciò gli si
avvicinò ancora.
-E poi che succede?-
chiese sorridendo.
Era così
bella nello yukata lillà decorato d’orchidee e
farfalle ricamate in oro.
-Le sostanze
sublimano…- disse rosso in volto e alzò un dito
al cielo. Era come se avesse calcolato tutto, perché un
fiore di fuoco violaceo sbocciò su di loro con fragore. E
Ken le si fece più vicino.
Erano così
vicini che le loro labbra potevano sfiorarsi.
Ma erano solo bambini
delle medie, in fondo. E nonostante fossero due genietti fatti e
finiti, erano ancora troppo piccoli per desiderare un contatto
così profondo.
Ken le posò
le labbra sulla guancia, con delicatezza.
-Miyakosan…-
sussurrò quando pochi secondi dopo si scostò da
lei. Era praticamente rosso in volto. E non era un gioco di luci.
Poteva ridere a crepapelle per il buffo effetto che faceva vederlo
così, ma non lo fece.
Ken deglutì.
-Non voglio vederti in
maniera razionale… ti sminuirebbe. Così come per
i fuochi d’artificio.- inspirò a fondo
-E’ che tu mi piaci così
tanto…-
E poi il gran finale aveva interrotto Ken Ichijouji, ma lei, Miyako
Inoue, l’aveva preso per mano decretando
l’accettazione dei suoi sentimenti. Non pensava che si fosse
mai dichiarato, semmai l’avesse voluto. Meditava di farlo
lei, un giorno. E invece…
-Hanno avuto davvero tanto coraggio.- disse riferendosi ai primi
prescelti. Sorrideva, ancora immersa nel suo dolce ricordo -Speriamo di
averli presto al nostro fianco.-
E nonostante questo comportasse anche l’aiuto di coloro che
erano i nemici, le incarnazioni dei loro incubi, di fronte alla
minaccia di Daemon che incombeva, quello era il male minore.
°
Ma torniamo un attimo
ancora sull’Errant
Castle, nel laboratorio di Mugendramon.
Alla fine era calato l’ennesimo silenzio e il drago nero si
era seduto davanti ad Ylenia, nella sua originale stazza. Aveva poi
aperto la bocca, mostrando una grossa lente rossa che brillava
nell’oscurità delle sue fauci.
-Devi indirizzare qui il raggio.- disse col vocione metallico che
assordò i presenti.
Lei annuì.
-E se sbagliassi?-
Mugendramon, con fragore metallico si chinò su di lei -Non
sbagliare.- rispose.
Ylenia allora inarcò un sopracciglio. Nervosetto il tipo.
-E questo cosa sarebbe?- chiese Agumon indicando una teca con
all’interno quella che sembrava una pistola tecnologicamente
molto avanzata di color platino.
-E’ un esperimento.- rispose quello -Ma prima di
tutto devo raccogliere altri dati, perciò sbrigati con quel
raggio e chiudiamola qui.- disse infine, a Ylenia.
-Non sarà che hai paura?- lo beccò Agumon e la
luce negli occhi del digimon cambiò per un istante. Si
spense e riaccese, a indicare che stava mentalmente contando fino a
dieci prima di spiaccicare il piccolo dinosauro arancione sul pavimento.
Allearsi con lui era l’ultima cosa che voleva, ma anche il
grande Mugendramon aveva i suoi conti da chiudere e non solo la ricerca
di Gie o la salvezza di Digiworld. Era un qualcosa di più
seccante. La ragione per cui era venuto al mondo, tanto tempo prima.
Ciò che l’aveva gettato nella disperazione. E
anche il motivo per cui aveva quel corpo quasi indistruttibile.
Quasi…
Doveva lavorarci su.
Aveva bisogno di tempo, di dati, ma era a buon punto.
E innanzitutto aveva bisogno di liberarsi di quell’orgoglio
che gli impediva di chiedere ai suoi compari un piccolo, minuscolo
favore.
Via il dente, via il dolore.
Si rimise a sedere a terra, mansueto come chi sa che non ha molto da
perdere.
Ylenia allora gli andò davanti e fece esattamente quello che
fece con Piemon. Puntò il dito indice verso la gola del
digimon, come fosse la canna di una pistola.
-Sono pronta.- disse.
-Aspetta!- esclamò il digimon, come se ricordasse qualcosa.
Con la zampa armata indicò la teca con la pistola. Trasmise
un comando e da questa fuoriuscì una lente azzurra.
-Prova prima a colpire quella. Giusto per calibrare la potenza del
colpo.-
La ragazza annuì e si posizionò di fronte allo
strumento.
Agumon zampettò verso il digimon e gli lanciò una
frecciatina -Paura?-
Mugendramon ancora si trattenne, ma la risposta giunse da sola.
Perché Ylenia sparò un raggio di luce abbagliante
contro la lente, ma fallì miseramente la mira e il colpo fu
lì per lì per prendere Vamdemon in pieno. Questi
si spostò di fortuna.
E Metalseadramon gli lanciò un’occhiata divertita.
“Un bel colpo di fulmine.” Sghignazzò
inarcando ad intermittenza le sopracciglia.
Il vampiro preferì non infierire troppo su quella mente
decisamente troppo inferiore per i suoi gusti. E il drago
d’acqua ne fu deluso. Insomma, voleva solo svagarsi! Era
preoccupato per il suo compagno, dopotutto. Mugendramon stava istruendo
Ylenia, che aveva aggiustato la mira anche grazie ai consigli da serial
killer di Pinocchimon.
-Se miri un po’ più a sinistra fai centro sicuro.-
le disse -Così se c’è vento
non ti sposta il raggio.-
-Ma un raggio non è come un proiettile!- ribatté
lei.
-Non ho bisogno di precisione millimetrica, dai spara!-
esclamò spazientito il drago nero.
La ragazza obbedì.
Il raggio colpì la lente che divenne rossa.
Si udì un forte brusio e sul vetro della teca comparvero
delle scritte di luce arancione che scorsero davanti agli occhi di
tutti per qualche minuto. Al termine di quel tempo, il drago disse.
-Prova adesso a contenere un po’ la forza.-
-E come si fa?-
Intervenne Piemon.
Mugendramon era un ammasso di metallo. Un’arma. Una volta
scelta la potenza dei colpi li sparava senza ridurne la prestanza.
Occorreva il suo intervento in qualità di digimon mago.
-Cerca di tenerla dentro. O pensa alla valvola di un rubinetto che si
chiude riducendo il getto d’acqua. Una volta che capisci come
funziona, è abbastanza semplice.-
E lei provò ancora.
Dopo tre colpi raggiunse il livello di energia necessario.
Scagliò altre tre frecce di luce verso la lente e,
finalmente, Mugendramon diede ordine di procedere.
-Pronto?- chiese la ragazza.
Lui diede conferma, spalancando nuovamente le fauci.
La digiprescelta della Memoria si concentrò sulle sue
energie
che fluivano dal corpo verso il braccio e da lì alla mano.
Dalla mano all’indice.
Una sfera luminosa si generò e rimase immobile,
accrescendosi quanto bastava. Ylenia immaginò il rubinetto
che veniva socchiuso. Potenza calibrata. Non aveva
l’adrenalina in circolo come quando aveva colpito Piemon.
Adesso aveva più scrupolo. Meno urgenza. Inspirò,
espirò. Lasciò andare il colpo.
La luce sfrecciò nell’aria, nella bocca di
Mugendramon. Colpì la lente rossa e si trasmise nei suoi
circuiti fino alla parte più nascosta dell’essere.
Fino ad un piccolo agglomerato di dati in forma di scheda madre.
Questo brillò e da esso fuoriuscì una minuscola
massa d’energia nera che si dissolse all’istante
separata dal suo ospite.
Disgregata dalla luce.
°
Neo correva da diverse ore.
Era esausto, ma quelli che aveva alle spalle lo attaccavano davvero. E
MetalPhantomon era in prima linea, dannato!
“Che
bisogno c’è?!” si chiese.
Doveva farsi notare dai digiprescelti, quello era vero. Ma se uno di
quei raggi l’avesse colpito, sarebbe morto. E allora addio
piano, grande Daemon! Si gettò a capofitto nel sottobosco, e
continuò a correre sfrecciando fra gli alberi. Secondo i
dati raccolti, doveva esserci una zona con lo spazio distorto nelle
vicinanze. Si sentì in colpa perché facendo in
quel modo, una volta rivelato l’inganno (perché
era sicuro che presto o tardi Daemon avrebbe dato a lui il "merito" di
tutta l’operazione) Taichi l’avrebbe odiato.
Ora, Neo Saiba non aveva mai avuto in simpatia Taichi. Ma il prescelto
del Coraggio aveva protetto Rei, i suoi amici e gli aveva aperto gli
occhi.
Avevano sconfitto Daemon insieme e perciò, nonostante
l’incompatibilità di carattere, provavano stima
reciproca. Potevano definirsi amici, in effetti. E lui stava per
distruggere tutto. Perdere tutto, di nuovo.
Ma che scelta aveva?
Poteva solo tentare di fare il doppio gioco, ma doveva gestire bene le
cose.
Giunse infine nella zona in cui sorgeva Bernika, ma non la vedeva.
Sapeva di esserci in mezzo però. E sperò che non
ci fosse nessuno lì intorno. Si massaggiò i
polpacci che gli dolevano per l’incessante corsa e le
braccia, martoriate dagli esperimenti.
Daemon tramava qualcos’altro.
“In effetti,
poteva trovare tantissimi modi per rapire il suo
“contenitore” ai digiprescelti. Quindi,
perché è venuto a cercare proprio me?”
Un’ipotesi si fece largo nella sua mente e Neo
poté solo spostarsi appena in tempo prima di venire
investito da un potente raggio bluastro.
-Perché ti sei fermato, Neo Saiba?-
Il ragazzo, steso sull’erba, alzò un poco la testa
e guardò davanti a sé.
MetalPhantomon l’aveva raggiunto come da copione. I
Mechanorimon erano sicuramente nascosti col resto del plotone fra la
vegetazione. Col luogotenente di Daemon vi era soltanto un altro
digimon che aveva avuto modo di vedere in azione una volta soltanto:
Metal Tyranomon. Questo digimon era molto simile ad un Tyranomon, ma
aveva la pelle squamata biancastra e varie parti metalliche e cavi
lungo tutto il corpo. Ricordava un Mugendramon, ma ancora incompleto.
Era stato lui a scagliare il raggio verso il suolo ai suoi piedi.
Stava per ripetere l’attacco. E mirava alla barriera, ma Neo
sapeva di doversi mettere in mezzo il tanto che bastava per far
continuare la messinscena.
Si alzò e prese a correre più veloce che poteva.
“Signori e
signori, che lo show inizi!” pensò
sarcastico.
L’esercitò rimase nascosto in silenzio nella fitta
radura e il digimon rettile si diede all’inseguimento del
ragazzo. Si tratteneva, era evidente. Sparò colpi a
casaccio, ma anche questa era apparenza. Voleva attirare
l’attenzione.
E ci riuscì.
°
-Abbiamo un problema.- esclamò Andromon nella sala di
controllo, rivolto a Leomon e Ogremon in piedi alle sue spalle. I due
digimon si scambiarono un’occhiata e s’avvicinarono
al cyborg. Osservarono gli schermi luminosi, restando interdetti
nell’osservare quanto accadeva fuori del villaggio nascosto.
-Chi è quel moccioso?- domandò Ogremon, sempre
molto gentile.
-Non lo so…- rispose pacato Leomon -Ma certo non
possiamo farlo uccidere così.-
-Scherzi?!- esclamò l’orco -Senti bello,
non so tu se lo sai, ma quello è Metal Tyranomon,
dell’esercito di Daemon! E quell’altro è
MetalPhantomon, il suo nuovo luogotenente! Quelli non hanno
pietà di nessuno!-
Leomon estrasse dal fodero la sua spada e la osservò, come
in trance, bramando giustizia.
-Mi spiace, ma finché i ragazzi saranno impegnati, spetta a
noi difendere i dintorni. E non posso semplicemente stare a guardare,
non credi?-
Ogremon schioccò la lingua contro il palato.
-Forse non ti rendi conto di chi stai andando a combattere.-
Leomon lo fissò dritto negli occhi
-Dov’è finito tutto il tuo coraggio?-
-E il tuo senno?!-
Entrambi avevano ragione, ma nessuno dei due l’avrebbe mai
data vinta all’altro. Andromon si era quasi convinto di
doversi mettere all’opera, ma il problema si risolse da solo.
-Devo andare.- disse Leomon lasciando la stanza -Tu sta pure
qui e prenditi cura dei bambini.-
-Ma certo!- esclamò ancora l’orco sarcastico -E
magari quando torni, caro, ti massaggio i piedi e preparo
il bagno! Va, va! E cerca di non morire di nuovo!-
Il leone annuì e lo salutò -Mi
raccomando.-
Uscì dalla sala di controllo.
Ogremon si morse la lingua, rimase pensieroso qualche secondo, poi
pestò i piedi in terra e si precipitò dietro il
rivale brandendo la sua clava d’osso.
-Aspetta! Aspetta, dannazione!- gli urlò contro -Non ti
permetterò di superarmi di nuovo, dannato!-
Inutile negarlo. Quando si trattava di mettere in piedi sadiche
messinscene, MetalPhantomon era un campione. Oh, ma
gliel’avrebbe fatta scontare anche quella.
Mentre correva per evitare di essere colpito dagli attacchi del
dinosauro, Neo si vide volare contro anche il digimon fantasma. E
nonostante il suo volto fosse scheletrico, i suoi occhi avevano un che
di maligno. Forse la luce, l’adrenalina, o forse
l’effetto di qualche strana sostanza, ma sembra
sogghignasse. Brandì la sua falce e
sferrò diversi colpi, che se non avesse evitato
l’avrebbero preso di certo.
Neo si abbassò, scattò di lato. E c’era
un sasso… perché sassi e radici sono sempre dove
non devono essere quando uno scappa. In mezzo ai piedi. Lui mise il
piede in fallo e sentì distintamente un rumore sinistro
provenire dalla sua caviglia. Un dolore lancinante
s’inerpicò lungo la gamba e perse
l’equilibrio, rovinando fra l’erba.
-Merda…- disse tra i denti. “Ma mi
vendicherò… mi vendicherò, bastardo.
Te lo giuro!”
Metal Tyranomon era sopra di lui, fece per calpestarlo con la sua zampa
enorme.
L’avrebbe schiacciato sul serio?
Aveva paura.
Neo odiava non essere messo al corrente delle cose. Odiava quando i
piani subivano variazioni che sfuggivano al suo razionale controllo.
Perché temeva gli imprevisti più di qualsiasi
altra cosa.
Pensò che fosse finita. Per lui, per Rei e anche per i loro
digimon.
Daemon lo aveva giocato in grande stile e lui era solo un grande fesso.
Un ragazzino fesso che credeva di saper gestire le cose.
La zampa calò su di lui che chiuse ermeticamente gli occhi e
strinse i denti. Non avrebbe dato a quei maledetti la soddisfazione di
urlare di terrore.
-Ho capito.- disse Gennai, parlando con Andromon attraverso una
trasmittente di piccole dimensioni che aveva al collo -Qui
siamo a buon punto. Se avranno bisogno d’aiuto possiamo anche
intervenire.-
Chiuse la comunicazione e si rivolse ai prescelti che lo fissavano con
aria interrogativa.
-I digimon di Daemon sono qui.- disse.
E Hiroyuki scattò in piedi, seguiti da Kotemon.
-Ma non preoccupatevi.- disse Gennai -Sembra siano solo due.
Se ne occuperanno Leomon ed Ogremon. Però…-
-Però?-
-Sembra che gli sgherri di Daemon stiano dando la caccia ad un ragazzo.-
-Il prescelto mancante?- domandò Jun alzando la mano.
Gennai alzò le spalle -Non lo so ancora. -
La zampa di Metal Tyranomon si fermò a mezz’aria.
Neo aprì gli occhi percependo il suo corpo ancora integro.
Una sagoma scura lo sovrastava e fermava l’enorme zampa del
rettile con un’arma che sembrava essere un’ascia.
-Che aspetti a toglierti da lì?!- sbraitò il suo
salvatore e Neo obbedì, trascinandosi lentamente
sull’erba.
MetalPhantomon attendeva. Sorrideva fra sé e sé.
Lo sapeva!
-Ti muovi? Non resisterò qui sotto ancora per molto!-
-Beh, scusa tanto se non ci riesco!- esclamò furioso il
ragazzo. Metal Tyranomon si stancò di spingere
l’arto inferiore contro il suo avversario e fece un passo
indietro. Caricò il cannone che aveva impiantato nella zampa
superiore e generò una sfera d’energia
azzurrognola.
Il digimon con l’ascia, intuendone la
pericolosità, afferrò Neo per il braccio e
saltò con lui appena in tempo. Il colpo fece terra bruciata
del punto in cui stavano poco prima i due e della vasta zona
circostante.
-L’ho salvato.- disse il digimon a qualcuno -Ora
cosa vuoi fare?-
Neo guardò verso il basso (erano sopra un albero) e vide
avanzare a passo felpato un enorme felino dai lunghi denti a sciabola
che ricordava molto l’antico smilodonte, solo che aveva la
criniera ed era decisamente più grande del preistorico
animale terrestre.
Era SaberLeomon, livello mega di Leomon, tipologia variante fra Dati e
Antivirus, tipo Bestia Antica, peso 20 Gb.
L’altro era Boltmon, livello mega di Ogremon, tipologia Dati,
tipo cyborg, peso 25 Gb.
Metal Tyranomon era un evoluto dal peso di 40 Gb e come Boltmon era un
cyborg costruito a partire da una base organica.
-Ora dobbiamo allontanarli da qui.- rispose il felino.
Boltmon lasciò andare il ragazzo e si gettò
dall’albero, atterrando di fianco al compagno.
-Va bene, ci penso io. Tu stai pure nascosto.-
Non cambiava mai.
Il felino insistette nell’avanzare insieme
all’altro e, fra un battibecco e l’altro, giunsero
nuovamente di fronte a Metal Tyranomon e MetalPhantomon.
-Sono convinto che ci sia qualcosa di strano…- disse
pensieroso SaberLeomon.
-Non importa.- disse Boltmon carezzando la lama della sua ascia
pregustando la battaglia imminente -L’importante
è farli fuori.-
-No, l’importante era salvare il ragazzo e metterli in fuga.-
In realtà il felino meditava di far evacuare Bernika.
Se il luogotenente di Daemon si trovava lì, non era certo
per caso. Erano stati scoperti. Forse proprio lui e Ogremon avevano
dato conferma al nemico della locazione della città, ma non
potevano fare altro.
Un rumore di esplosioni poco distante da lì scosse i
presenti. La foresta era in fiamme. MetalPhantomon era meravigliato.
-Cosa diavolo succede?!- esclamò.
Andromon aveva visto giusto.
Aveva pensato che fosse tutto troppo strano e aveva dato
un’occhiata ai dintorni. Come pensava, vi era una parte
dell’esercito meccanico di Daemon stanziato da quelle parti.
Così aveva lasciato la sala controllo e con Centarumon si
erano precipitati a soccorrere i compagni. Non avevano lasciato i
monitor incustoditi, comunque.
-Hunting Cannon!- esclamò il centauro digitale caricando il
suo raggio distruttore contro una fila di Mechanorimon.
Colpì con precisione le loro lenti, disintegrandole.
Andromon invece si lanciò nella mischia respingendo i raggi
distruttori con le sue lame di luce rotante. Le generò
roteando a massima velocità il suo braccio destro e con
questo avanzò fra le fila nemiche, squarciando i corpi
metallici come fossero burro. Saltò poi su uno degli
avversari e spaccò la cupola rinforzata. Afferrò
il Bakemon all’interno della cabina di pilotaggio e lo
scagliò lontano. Dall’altro braccio fuoriuscirono
numerosi cavi che s’inserirono fra i circuiti del
Mechanorimon, riprogrammandolo.
Pochi secondi dopo il digimon si rivoltò contro i suoi
compagni e Andromon ripeté l’opera con altri
quattro di essi per poi tornare al fianco del centauro e sferrare con
lui un ultimo devastante attacco.
-Non va tutto come avevi previsto, vero?- sussurrò Neo
sogghignando da sopra l’albero.
MetalPhantomon non era per nulla contento e dimostrò di
perdere le staffe decisamente piuttosto in fretta. Evidentemente non
aveva ben calcolato la situazione. O forse pensava che le truppe
fossero forti a sufficienza da resistere a qualsiasi rappresaglia.
E anche Metal Tyranomon non se la stava vedendo troppo bene.
Da un lato vi era Boltmon che parava i suoi colpi respingendoli col
metallo della sua arma, dall’altro SaberLeomon lo colpiva
alle zone vitali.
Quando poi però respinse il felino che gli era balzato al
collo, fu Boltmon a metterlo in seria difficoltà.
Questi, infatti, alzò la sua ascia e
l’affondò con forza fra le carni del digimon. -Battle
Tomahawk!- gridò. Sangue
misto ad olio schizzò ovunque. Il dinosauro ruggì
dolorante e tentò di scrollarsi di dosso i due digimon
nemici che lo attaccarono senza concedergli tregua.
-Nail
Crusher!- esclamò SaberLeomon affondando gli
artigli fra l’ammasso di cavi elettrici nel suo addome.
Non gli piaceva l’idea di uccidere qualcuno, ma non poteva
fare altrimenti.
Il suo colpo affondò nel buco sul ventre che permetteva ai
cavi elettrici di raggiungere l’interno del corpo del
dinosauro metallico e, grazie alla poca resistenza che ne ricevette, lo
trapassò da parte a parte.
Il grido di dolore di Metal Tyranomon pervase l’aria per poi
cessare.
Dissolto in dati.
MetalPhantomon si ritrovò inaspettatamente solo.
“A questo
punto mi conviene ritirare ciò che resta delle truppe e fare
immediato rapporto al grande Daemon!”
pensò “Abbiamo
sottovalutato il nemico, ma non accadrà
più.”
Lanciò un’ultima occhiata a Neo e quello
deglutì.
Boltmon e SaberLeomon avevano ripreso a discutere, ma
s’avvicinavano inesorabili al fantasma i cui occhi arsero
d’ira.
-Non fatevi illusioni.- ammonì i due -Oggi non
eravamo qui per combattere. Quando quel momento giungerà,
sappiate che non avrete scampo!-
Ciò detto sparì, sfuggendo ai due e richiamando
l’esercito.
Avevano vinto, così pareva.
Ma quella frase che si era lasciato alle spalle confermò a
SaberLeomon che ormai erano stati scoperti anche dal Demone
dell’Ira. E quando poco dopo lo riferì ad Andromon
e Centarumon, si decise di comune accordo di dislocare il villaggio
nascosto.
°
Metalseadramon
s’innalzò nell’aria urlando di gioia.
Era libero!
Finalmente poteva
sentirsi libero di fare le cose come voleva davvero.
Combattere quando
voleva, amare quando voleva, fuggire quando voleva. E al diavolo
l’orgoglio! Grazie a quello si era fatto solo ammazzare da
Wargreymon.
Il Padrone delle Tenebre
si chinò verso la prescelta della Memoria, mostrandole la
solita massa d’energia oscura che lo abbandonava. Le sorrise.
-Ti ringrazio.- le disse.
Ylenia si
grattò la testa.
-Ma figurat…-
Ovviamente si era
sforzata troppo, perciò si sentì debole e cadde
seduta a terra, per poi accasciarsi e piombare in un sonno profondo.
Taichi la
chiamò preoccupato diverse volte, ma non c’era
nulla da fare.
Avrebbe dormito per un
po’ e aveva tutto il diritto di riposare.
Le sorrise carezzandole
il capo e scostandole dei ciuffi ribelli dalla fronte sudata.
-Sei stata
brava… orsacchiotta.- Gliela disse piano quella parola.
Così piano che nessuno lo sentì e quel momento
rimase solo loro.
La porta del laboratorio
si aprì e fecero capolino Lady Devimon e Kokueimon.
La digimon
lanciò un’occhiata alla prescelta della Memoria e
poi a Piemon. Quello scosse la testa per dirle che non c’era
nulla di cui preoccuparsi. Allora lei gli fece cenno di seguirla e lui
obbedì.
Fuori dal laboratorio,
padre e figlio si scrutarono attentamente, come mai avevano fatto prima.
O meglio, come Piemon
non aveva mai fatto prima.
Suo figlio era il
ritratto di sé.
Affascinante,
flemmatico, arguto, efficiente… Non per quello aveva il
ruolo di generale. Le sue doti le aveva sempre riconosciute.
Era
qualcos’altro che gli mancava.
E Piemon si decise a
compiere quel piccolo passo.
Lo abbracciò
stretto.
Gli occhi di Kokueimon
si spalancarono colmi di stupore e le sue braccia tremanti esitavano,
indecise se abbracciare a loro volta suo padre.
-Mi
dispiace… - disse Piemon -Mi dispiace davvero,
figliolo.-
Non se lo aspettava,
Lady Devimon. Non aveva accompagnato il suo caro figliolo nel
laboratorio per quello, ma per un consulto. Per un problema. E
invece…
Piemon la vide, mentre
si voltava verso il muro.
Provò a
nascondere le lacrime, la signora delle tenebre, ma fallì
miseramente e si trovò invischiata in un tenero abbraccio da
parte del digimon che amava.
-Te l’ho detto
che ti amo?- le chiese Piemon prendendole poi il mento fra le dita.
Kokueimon era ancora
immobile alle loro spalle, troppo sconvolto per reagire.
Lady Devimon sorrise e
posò una delle dita artigliate sulla bocca rossa di Piemon.
-Si, una volta me lo
dicesti, ma non ricordo bene. Gradiresti ripetere, mio signore?-
Lui la baciò
teneramente.
-Ti amo, mia signora. Ti
amo.-
Inutile dire che dopo
tutto il tempo trascorso a ignorare i propri sentimenti, questi
sfuggirono al controllo di Piemon. E anche lui pianse tanto.
Ma anche quel momento
rimase intimo fra loro e il proprio figlio, anche se solo per pochi
minuti.
-Guardate!-
esclamò Pinocchimon spalancando la porta -Piemon e Lady
Devimon sono in vena di smancerie!-
“Cretino
di un fratello…”
Fine Capitolo 16
Quindi, che
dire del capitolo? Che adoro Piemon ancora di più e anche se
ora è sdolcinato come una patata lessa (??) trovo giusto che
sia così. Mica deve darsi contegno ora che riesce a
lasciarsi andare, no?
E mo' che è arrivato Neo, sono casini amari, per me, per voi
e per i prescelti. Ma già pregusto i capitoli più
avanti, solo immaginati nella mia mente, mi spiace. Spero di poterli
scrivere al più presto.
Povero Kokueimon, aveva tanto bisogno di coccole.Ovviamente, per chi
non lo sa (è stato disattento o ha iniziato a leggere
quest'ultimo capitolo) Neo viene dal manga Digimon V-Tamer, che ho
integrato nella storia, quindi gli eventi a cui si riferisce vengono da
lì (e anche se si trattava di un Digiworld parallelo, me ne
frego e mi prendo la licenza poetica).
Ogremon mi ha lasciata leggermente così per la sua
evoluzione. Perché avevo davanti due digimon papabili:
Boltmon e DeathMeramon. Uno con un'ascia (amo le asce) e uno figo (non
so voi, ma lo trovo stupendo nonostante tutto).
Ma doveva essere un mega e così mi sono fregata delle
implicazioni che avrebbe arrecato alla mia ispirazione e l'ho messo lo
stesso.
Perché le pagine da cui attingo contengono davvero
così tante idee ispiranti Q_Q E Boltmon appare nel drama in
cui Yama si dichiara a Sora come creatura senza cuore che soffre per
questo.
Capite quanto mi costa trattenermi dal fare di ogni digimon un romanzo?
Q_Q
Ok, alla prossima, senza anticipazioni che poi scrivo ben altro XD
Aggiornamento dell'ultimo minuto: ho cambiato la digipietra di Yle da
Passato a Memoria. Il succo è lo stesso, credo suoni meglio
anche a livello di capacità della ragazza.
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Capitolo 17 *** 17. Macchinazioni ***
Capitolo 17: Macchinazioni
They decide when it ends
They don't let me do it
myself
They got a use for me
A gun for a conspiracy
(Machination,
Nothingface)
-Papà?-
Risei si era svegliato nel buio di quella stanza enorme.
Era solo.
Erano tornati tutti ad allenarsi?
-Non è possibile.- si disse. Guardando fuori dalla piccola
finestra poteva scorgere la piazza principale di Witchelny con
l’alto campanile. L’orologio segnava la mezzanotte.
Risei avvertiva qualcosa nell’aria. Posò i piedi
sul pavimento di marmo e si diresse verso la porta chiusa.
La luce filtrava appena da sotto di essa.
Abbassò piano la maniglia e tirò
l’uscio con estrema lentezza, ma questo stridette in maniera
straziante.
Ma devastante fu ciò che vide oltre la porta.
Il bambino inorridì alla vista di quella sagoma enorme che
conosceva molto bene.
-Dae… Daemon!- biascicò quasi senza fiato cadendo
seduto a terra.
Daemon teneva qualcosa fra le mani enormi.
Improvvisamente, Risei fu consapevole di ciò che lo
circondava.
Morti.
Erano tutti morti.
Gennai, i nonni, Sora, Black Koromon… persino Mika.
Si guardò intorno, disperato.
C’erano solo mucchi di cadaveri che si scomponevano.
-Papà… PAPA’!- chiamo, ma nessuno gli
rispose. Daemon allora si voltò e Risei scoprì
che suo padre non avrebbe potuto più aiutarlo.
Gli si colmarono gli occhi di lacrime.
-Papà…- disse piano.
Daemon fissò prima lui, poi Yamato che reggeva agonizzante
per il collo.
-…Re…se…ph…-
rantolò il ragazzo, col sangue che gli colava dalle labbra e
gli occhi rivoltati per la sofferenza.
-Cosa… cosa gli hai fatto?!- sbottò il bambino
rimettendosi in piedi furioso.
La rabbia superò la paura -COSA
HAI FATTO AL MIO PAPA’?!- urlò mentre
uno strano alone rosso lo avvolgeva.
E Daemon sorrise.
-Papà?- gli chiese -Tu non hai bisogno di cose
simili.-
Il bambino vide la sua grande mano grigiastra stringersi appena e un
crack sonoro riecheggiò nel silenzio.
Yamato si dissolse in dati ma il rumore sordo del suo collo che si
spezzava continuò ad aleggiare nell’aria.
-Esisti solo per me.-
Daemon lasciò andare suo padre e incurante
dell’alone e dell’aria elettrica che circondava il
piccolo ibrido, lo afferrò saldamente per la testa.
Risei si sentì risucchiato. Era come se la mano di Daemon
si stesse fondendo col suo capo.
-NO!-
gridò -NO!
NO! NO! LASCIAMI! LASCIAMIIIIIIIIIII!-
Inutile, inutile, inutile.
Scalciava, si dibatteva, urlava, ma ormai le sue membra erano esauste e
fredde, non aveva più le forza neppure per piangere.
Risei si lasciò andare, sconfitto.
Un salto nel vuoto. La sensazione del risveglio fu quella.
C’era la luce di una lampada elettrica.
-Risei, va tutto bene?-
Il bambino alzò appena gli occhi.
Suo padre era chino su di lui, preoccupato dalle grida che aveva
emesso. Il bambino si tirò su a sedere e si
guardò intorno, confuso. Erano tutti, vivi, tutti svegli a
guardarlo, angosciati.
-Papà?- domandò con un filo di voce.
-Sono qui.- rispose Yamato carezzandogli la testolina bionda.
Risei sentì il suo calore pervaderlo e rassicurarlo.
Il freddo che Daemon gli aveva fatto provare in quello che era stato
poi solo un sogno, era ormai un ricordo lontano.
Un calore simile non poteva sognarlo.
Il bambino si aggrappò alla camicia del padre e
affondò il viso nel suo petto.
-Papà…- pianse -Ho…
avuto… tanta… paura…-
Il digiprescelto lo strinse a se.
-E’ stato solo un incubo, tranquillo.- disse -Sono
qui. Siamo tutti qui.-
Risei annuì e pianse ancora un poco.
Sora, nel letto vicino a quello di Yamato li osservava benevola.
“E’
un bravo papà.” pensò.
Si alzò dal letto e andò nella stanza accanto,
che era una cucina. Accese il piccolo fornello a gas e mise su
l’acqua per della camomilla. Quando pochi minuti fu calda a
sufficienza, immerse due bustine in due tazze, aggiunse dello zucchero
in una e portò la zuccheriera con sé.
-Non voglio che ti faccia del male…- diceva Risei, un
po’ più calmo, ma ancora scosso
dall’incubo.
-Stai tranquillo.- rispose Yamato. Ma dalla sua faccia Sora capiva che
era lui il primo a non essere sereno.
Di fatto, Yamato non sapeva dare false speranze.
Quando Vamdemon aveva attaccato Tokyo e Taichi gli aveva affidato
Hikari, la prescelta della Luce aveva pianto per un bel po’ e
lui non era riuscito a dirgli -Ce la farà.-
Non era solo pessimista.
Era razionale. Per quello lui e Taichi se le suonavano perennemente
anche a diciassette anni. Erano quasi incompatibili di carattere e in
certe occasioni, come quella, saltava all’occhio anche
troppo.
-Vi ho portato della camomilla.- disse la prescelta
dell’Amore offrendo le tazze ai due. -Vi aiuterà a
dormire, senza più brutti sogni.-
Risei prese la sua e la prescelta gli aggiunse la quantità
di zucchero che desiderava.
Yamato le sorrise, con gratitudine.
BlackKoromon finse indifferenza, ma quel bambino, Risei, il suo
partner, lo incuriosiva assai.
Quando quella mattina si erano recati con Elecmon, Mamoru, Hiroyuki e
Kotemon all’asilo del villaggio, l’orco e il leone
erano impegnati con i piccoli digimon in una simulazione
d’attacco. Ogremon si fingeva un mostro malvagio, senza
sforzarsi troppo, e i piccoli dovevano agire secondo quanto loro detto
da Leomon.
Fuggivano spaventati da morire.
E pazientemente il felino ripeteva loro di non correre alla rifusa, ma
di dividersi in piccoli gruppi e scappare, di non lasciarsi prendere
dal panico.
Botamon non era d’accordo.
Mentre Elecmon e Mamoru discutevano con Leomon circa il metodo
educativo utilizzato, il piccolo digimon era schizzato via dalle
braccia di Risei e aveva aggredito Ogremon, tempestandolo di bolle
iridescenti.
Mamoru e Hiroyuki se la risero compiaciuti (dopo aver fatto a botte
nell’arena erano sempre ben disposti l’uno verso
l’altro), mentre Risei aveva dimostrato di non sopportare
troppo la violenza.
E quando si era infuriato, il neo evoluto BlackKoromon
percepì un forte brivido scorrergli dalla testa sin sulla
punta delle appendici.
Si placò.
Risei era una persona misteriosa e il digimon iniziava a capire
perché lui fosse il suo compagno. L’aveva sempre
sentito quel richiamo, quel bisogno di qualcuno. Era come se in un
lontano passato ne avesse avuto bisogno, ma non fosse mai riuscito a
capire chi fosse questo qualcuno che cercava. E vagava, vagava, vagava.
Cercava qualcosa, distruggeva ogni cosa alla ricerca di questo qualcuno
che non sapeva neppure fosse una persona.
Lui cercava la forza, senza trovarla.
L’immagine di un piccolo fiore sbocciò nella sua
mente.
Un piccolo, insignificante fiore.
°
Da quando erano iniziate le purificazioni, Piemon e gli altri avevano
tenuto i contatti con Gennai. All’inizio erano Taichi e
Ylenia a riferire ai compagni l’accaduto per poi potersi
informare. Per questo ormai sapevano ogni cosa: della Luna Rossa, di
Neo Saiba, del pericolo imminente e persino di Botamon che era evoluto
BlackKoromon e che, devastante come una macchina da guerra in
miniatura, non faceva altro che dare tormento a Ogremon
perché combattesse con lui.
-Povero.- rise Ylenia.
-Già!- le fece eco Taichi -Però non
avrei mai pensato che Hiroyuki si prendesse a cuore
qualcuno…-
-Io penso sia un bravo ragazzo, in fondo.- ribatté lei
-Taichi, mi aiuti?-
Lui si voltò verso di lei e arrossì.
Il giorno della cerimonia era finalmente giunto. I Dark Masters erano
tornati in loro, anche se personalmente il prescelto del Coraggio non
vedeva tutta questa differenza, e li avevano invitati. Così,
Vamdemon si era presentato a loro con degli abiti e, ovviamente, con
Ylenia si era mostrato molto gentile. L’abito che le aveva
portato era corto appena sopra delle ginocchia, con le spalline sottili
e la scollatura non troppo accentuata. Lungo l’abito si
rincorrevano rose di raso e pizzo del medesimo colore satinato del
vestito. E come scarpe le aveva dato delle ballerine della medesima
fantasia. Forse era perché Ylenia gli aveva confessato di
amare la danza e quindi le aveva portato qualcosa che gliela ricordasse
vagamente? O forse per lo stesso motivo ne voleva approfittare per
farsi concedere un ballo?
In quel momento Taichi Yagami provò molta gelosia, ma
lasciò cadere e anche quando Ylenia gli chiese di aiutarlo a
chiudere l’abito, fece finta di nulla.
Lui aveva indosso pantaloni eleganti neri e una camicia bianca dalle
maniche svasate.
-Si, ma mi chiedo se ci andrà leggero con Risei.
E’ solo un bambino.-
-E anche un digimon, Taichi.- lo corresse Ylenia -Se Yamato
è d’accordo, questo lo aiuterà a
rinforzarsi e questo vale anche per BlackKoromon.-
-Taichiiiii!!- Agumon entrò nella stanza correndo e
spalancando la porta.
I prescelti quasi si spaventarono.
-Taichi, devi assolutamente venire a vedere!- esclamò il
piccolo rettile arancione -C’è una torta
di gelatina enorme!-
Tutti tacquero, in religioso silenzio di commiserazione.
-Agumon!- Bearmon arrivò anche lei, esausta per la corsa.
Non aveva il solito capellino viola, ma era stata agghindata con una
coroncina di preziosi e un fiocco azzurro al collo.
-Ti avevo chiesto di aspettarmi!- sgridò l’altro
sistemandogli il papillon al collo -La sala è
lontana e mi stava cadendo tutto!-
-Scusa.- disse pentito il dinosauro, ma poi si volse di nuovo verso il
compagno che stava indossando la cravatta -Taichi, Vamdemon
ha detto che deve parlarci.-
-A noi?- chiese il ragazzo, meravigliato.
Il dinosauro alzò le spalle.
-Ok…- fece poco convinto il prescelto.
-La festa sta per iniziare.- disse invece Bearmon -Presto,
dobbiamo andare!- esclamò afferrando la sua partner e
trascinandola fuori dalla stanza.
-A-aspetta!- la sentì lamentarsi Taichi, prima di seguire
Agumon.
La stanza di Vamdemon era arredata come la stanza di un classico
vampiro da romanzo. Elegante e raffinata, una combinazione equilibrata
di nero, oro e rosso. Molto nero e molto rosso. Lui non
c’era, e la sua bara era aperta in bella vista su un gradino
rialzato, attorniata da torce dall’asta allungata e fiamme
verdeggianti. Le tende scure erano aperte e la luce lunare rischiarava
l’ambiente.
Il digiprescelto, benché amante del genere horror e simili,
si preoccupò un poco e indietreggiò,
ma…
-Agumon, hai chiuso la porta?- domandò, ansioso.
-No, perché?- chiese il dinosauro.
Dopo una rapida occhiata, i due si gettarono sulla maniglia.
-Merda, è chiusa a chiave!- sbottò Taichi.
-E aprila, no?!- lo beccò Agumon.
-Che simpaticone! Lo farei se ci fosse la chiave!-
-State cercando questa?-
I due videro allora il vampiro sogghignante, placidamente accomodato
sul coperchio del suo feretro e con la chiave della stanza roteante fra
le dita.
Piemon si sistemò la camicia rossa e mise su la giacca
bianca che Lady Devimon gli aveva imposto a suon di cazzotti .Aveva
indossato anche il passamontagna nero per l’occasione, ma la
maschera aveva lasciato la solita, solo lucidata a specchio. Portava
poi pantaloni neri, sempre alla zuava e stivali dello stesso colore.
Lady Devimon aveva indosso un abito in pelle, molto simile
all’altro, ma terminante in una minigonna decisamente corta.
La digimon era nella stanza di suo figlio, intenta a contemplarlo
mentre si finiva di sistemare davanti allo specchio.
-Sei tutto tuo padre.- gli disse socchiudendo gli occhi rubino, quasi
mangiandoselo con lo sguardo.
-In che senso?- chiese lui senza staccarsi dallo specchio.
-Fai tanto lo spartano come Vamdemon, ma in realtà sei molto
vanitoso.-
Il digimon evoluto arrossì.
-Non è questo!- esclamò -E’
solo che voglio che oggi sia tutto perfetto… tutto qui.-
Lei annuì. Era già tutto perfetto, mancava la
ciliegina sulla torta.
Certo nessuno si aspettava una ciliegina così grossa ed
esplosiva.
La sala era gremita di digimon festanti.
Erano di tutti i tipi, di tutti i livelli, molti erano Virus o Dati, ma
vi erano anche diversi AntiVirus. Tutti raccolti intorno al palco
innalzato per l’occasione e abbellito di fruscianti tendaggi
rossi. E c’erano stendardi sulle pareti e lampadari
appariscenti e luminosi carichi di luci come fossero torte nuziali, ma
capovolte e pronte a ricadere sui presenti come pioggia. Il pianoforte
di legno scuro di Vamdemon era stato lucidato e splendeva al centro
della sala. Quando il vampiro vi si sedette e aprì le danze,
molti tacquero in gesto di profonda ammirazione per tanta bravura,
mentre quando Etemon afferrò la sua chitarra elettrica dando
una scossa al ritmo dei balli, il vocio in sala si mutò in
canti sfrenati.
Ylenia, insieme a Bearmon e ai due draghi camminava per la sala,
gettandosi sui rinfreschi.
-Allora?- chiese emozionata -Quando lo dirà?-
-Mah…- fece Mugendramon -Credo verso le tre del
mattino. E’ sempre così teatrale…-
-Perché proprio alle tre del mattino?- si chiese la ragazza.
-Come dice Mugendramon…- le disse Metalseadramon, nella sua
stazza minuta e rivestito da un’armatura dorata che copriva
ben poco -Piemon è uno teatrale, adora fare
scena.- e sorrise.
-Ma Taichi dov’è?- chiese ancora la ragazza
guardandosi intorno.
Il suo ragazzo era sparito da quando si erano lasciati nella loro
stanza. O meglio, da quando Vamdemon l’aveva chiamato. Per
cosa non lo sapeva.
Ad ogni modo, guardando l’enorme orologio alla parete, si
rese conto che ormai le tre di notte erano quasi arrivate.
-Sono un po’ preoccupata… - disse girandosi una
ciocca di capelli fra le dita.
Aveva sempre le trecce, ma legate con elastici floreali in tinta con
l’abito.
Taichi se ne stava lì, come un beota, calice alla mano a
guardarsi intorno.
-Dovresti mangiare qualcosa.- gli disse Agumon porgendogli un piattino
con delle tartine.
-No grazie.- rispose il prescelto, continuando a voltarsi ovunque e poi
sospirando. -Poteva anche avvertirmi prima, quel…
lasciamo stare.-
L’aveva visto.
-Agumon… - disse piano e il dinosauro guardò
nella
direzione in cui gli occhi di Taichi puntavano.
Lord Knightmon era fra la folla festante e si guardava intorno a sua
volta, ma sembrava più propenso a fissare
l’orologio e il palco che i digimon in particolare. Quando
finalmente le lancette dell’orologio segnarono le tre del
mattino, Piemon salì sul palco e batté le mani.
La musica cessò. Il silenzio di trepidante attesa
calò d’improvviso, carico d’aspettativa.
-Quando ho deciso di organizzare questa serata, ho detto a voi tutti
che si trattava di un omaggio a Kokueimon, il nostro Generale delle
Ombre.- il Padrone delle Tenebre camminava su e giù per il
palco, sembrando quasi un cabarettista. Certo sapeva tenere viva
l’attenzione degli invitati. -Ebbene, non
è solo per gli innumerevoli meriti di cui si è
insignito che ho deciso di rendergli omaggio.-
Con un cenno della mano, invitò Kokueimon a salire sul palco
e quello, con le mani sudate d’emozione, obbedì.
Un fruscio di stoffa e lui era lì, sul palco, con suo padre
e sua madre. Forse era ormai tardi per chiamare Piemon papà,
però…
Finalmente era giunto il momento in cui l’avrebbe
riconosciuto.
Il suo abbraccio solo pochi giorni prima era un ricordo che ancora
sentiva fresco sulla pelle. E ogni volta che ci pensava, più
la sentiva accapponarsi in un brivido d’emozione intensa.
Piemon gli sorrise dolcemente, facendolo arrossire e il suo
temperamento controllato lo abbandonò nuovamente.
Annuì avvicinandosi di più a lui e Piemon lo
prese sottobraccio, per poi posargli la mano sulla spalla.
-Kokueimon è figlio mio e di Lady Devimon.-
annunciò finalmente.
-Questo lo sapevamo già!- gridarono Metalseadramon e
Pinocchimon, suscitando così un coro di risatine. Alle
risate susseguirono i bisbigli meravigliati e d’ammirazione.
Mugendramon scosse la testa, rassegnato all’idiozia del
compagno ed Etemon si piegò in due su Vamdemon, soffocando
le risate. Anche il vampiro se la rideva, anche perché
Piemon era rimasto interdetto. Il leader si massaggiò la
nuca.
-E comunque… - disse cercando di attirare nuovamente
l’attenzione verso di sé -Da oggi in
poi, egli sarà ufficialmente uno dei Padroni delle Tenebre,
così come Lady Devimon.-
Un coro d’approvazione s’innalzò
nell’aria e centinaia di braccia si sollevarono verso
l’alta volta. Ylenia giunse le mani al petto, commossa,
mentre Taichi sospirò, felice per quel tale misterioso che
aveva quasi ucciso il suo migliore amico. Lord Knightmon
applaudì in silenzio per diversi minuti, finché
non ripartirono le danze e allora si mise alla ricerca della Chiave
della Luce, uno dei motivi per cui si trovava nella sala quella sera.
-Allora?-gli chiese
accomodandosi sulla poltrona imbottita nello studio del clown, alla
vigilia della cerimonia.
-… - Piemon
tacque.
-Il grande Lucemon
è stanco di attendere. Vuole dei risultati.-
-Li avrà, ma
c’è stato un intoppo.- disse e guardò
in volto il suo interlocutore, che parve non gradire la cosa.
-Un intoppo?-
Piemon gli
versò del vino in un bicchiere di cristallo e se ne
versò anche per sé. Lo agitò un poco,
degustandolo con tutta la calma del mondo. Il Cavaliere Reale lo
fissò sottecchi.
-Che genere
d’intoppo?- insistette.
-Si dice che la Chiave
delle Tenebre abbia perso la vita.-
Il cavaliere
sussultò e saltò in piedi.
-COSA?!-
Piemon scosse il capo
-Non ci credo molto, ma sapete benissimo che Daemon non vede
l’ora di metterci le mani sopra. Vuole impedire il ritorno
del Grande Lucemon, non mi stupirei se ci fosse il suo zampino.-
Lord Knightmon smise di
bere.
-E la Chiave della Luce?
Sbaglio o ce l’avevi sottomano?-
Piemon annuì.
-Peccato che questi
dannati digiprescelti si siano rivelati seccature più
spinose di quanto pensassi.-
Il Cavaliere Reale
saltò su.
-Insomma mi vuoi dire
che non abbiamo in mano nulla?-
Piemon
sogghignò -Non è detto… ci
sto lavorando su. Infatti, domani sera terrò una cerimonia.-
Lord Knightmon
annuì. Era quella per Kokueimon, lo sapeva già,
ma non per una confidenza del paparino (come se lui non avesse capito
fin da subito che fosse figlio di Piemon).
-Ci sarà la
Chiave della Luce. Sono riuscito a convincerlo che il mio comportamento
precedente fosse dettato da uno squilibrio.-
-Comportamento
precedente?-
-Ho cercato di
catturarlo, ma sono stato fermato da Mugendramon e dagli altri. Una
vera disdetta… - disse piccato -Ma sembra che si
sia bevuto la storia del mio pentimento.-
-E l’altro te?-
-Dovrò stare
più attento a lui che a quel moccioso, in verità.-
Il Cavaliere Reale
rimase in silenzio a soppesare le parole del clown. Bevette un sorso di
vino ancora, poi domandò -Perché
è rimasto qui?-
-Credo che Vamdemon
voglia scendere a patti per uccidere Daemon.- Piemon
sogghignò -Alla cerimonia ci saranno un sacco di
digimon. La Chiave della Luce potrebbe rimanere priva di protezione per
qualche minuto. Anche di meno… -
Lord Knightmon si
rigirò il calice fra le mani.
-Interessante proposta
la tua… Ma come faccio a fidarmi?-
-Mi spiace, ma non posso
offrirvi altre possibilità. Devimon e Mugendramon
sospettano, devo lasciar più spazio all’altro me.
Mi manifesterò domani, alle tre del mattino in punto.-
Il Cavaliere Reale
annuì.
-Molto bene.- fece per
andarsene, poi si fermò -Attento Piemon,
perché se stai tramando qualcosa, non te la farò
passare liscia.-
Che si fosse già manifestato?
Non sembrava, ma era risaputo come il Padrone delle Tenebre fosse abile
nel rendersi ambiguo. Ignorando i seguaci del caro paparino, Lord
Knightmon finalmente lo vide.
“Taichi
Yagami!”
Doveva agire in fretta.
La volta del castello si aprì, accompagnata da un potente
rombo metallico. I lampadari ondeggiarono paurosamente e molte
decorazioni caddero. Il cielo stellato si stagliava sulle teste di
tutti e gli artificieri fecero esplodere fuochi d’artificio
multicolori.
Gli occhi di Ylenia brillarono estasiati.
Taichi, invece, si accorse del pericolo immediato che correva quando lo
strano tizio in armatura rosa fra la folla prese a fissarlo.
-E’ lui… - disse ad Agumon.
-Sono pronto quando vuoi Taichi.- rispose il dinosauro arancione.
Lord Knightmon camminava verso il moccioso, ma non sembrava essersi
accorto di nulla.
Pinocchimon lo tenne sotto tiro per diversi secondi, poi rise fra
sé e sé e infine…
Sparò.
Un colpo silenzioso sibilò diretto verso il Cavaliere Reale,
ma questi se ne rese conto all’ultimo e lo schivò
gettandosi su Taichi ad alta velocità.
-Preso!- esclamò afferrandolo per il braccio e alzandosi in
volo con lui.
-Dannazione!- esclamò allora Metalseadramon, lanciandosi al
suo inseguimento e tagliandogli la strada. -Fermo!-
esclamò aprendo le braccia -Non penserai che ti
lasci passare, vero?-
Lord Knightmon rise.
-Non credo che tu abbia molte possibilità, Signore degli
Oceani.-
-Questo lascialo decidere a me.- rispose sogghignando il drago.
E sotto gli occhi di tutti, accompagnato dalle urla inneggianti la
battaglia, Metalseadramon riprese la sua vera forma. Non
intimorì però il Cavaliere Reale, che si
limitò ad agitare le fasce metalliche dorate della sua
armatura e a rivolgersi a Piemon.
-Mi aspettavo che tu fossi un pochino più intelligente,
papino.-
-Io sarei lo stupido?- sogghignò -E tu che hai
preso un normalissimo moccioso?-
Lord Knightmon s’incupì.
-Ehi!- esclamò Taichi.
-Che significa tutto questo?- domandò il Cavaliere Reale e
Metalseadramon lo avvolse con forza fra le sue spire.
-Visto che non capisci, te lo spiego io.- disse compiaciuto iniziando a
stringere la presa -Significa che sei morARGH!-
Una delle lame sottili di Lord Knightmon era riuscita a svincolarsi
alla sua presa, ferendolo. Il drago strinse i denti per contenere
l’ira, ma quello era il problema minore. Il Cavaliere Reale
si era spostato velocemente verso l’alto, con Taichi al
seguito.
-Lasciami!- esclamò il prescelto “Dannazione a quando
mi sono lasciato coinvolgere da Vamdemon!”
pensò.
-Ma certo.- rispose il cavaliere fermandosi a diversi metri di altezza,
per poi lasciarlo andare -Meriti una punizione esemplare per
averli aiutati a farmi questo scherzetto.-
Taichi cadde.
Precipitò nel vuoto urlando per qualche secondo, ma poi
agì.
-Intanto vediamo i suoi dati.- disse fra sé e sé
e pigiò uno dei pulsanti del suo V-Tamer, mirando al
Cavaliere Reale. Pochi secondi dopo, giunse il responso olografico.
*Digimon Analyser*
Lord
Knightmon
Livello: Mega
Tipo:
Cavaliere Reale
Tipologia:
Virus
Attacchi:
Urgent Fear:
riduce le distanze con il suo avversario grazie alla sua super
velocità e colpisce con esplosioni generate dal suo scudo.
Spiral
Masquerade: Usa le fasce affilate della sua armatura per
tagliare a pezzi l’avversario.
-Mmmmh… - pensò Taichi puntando ora il suo
V-Tamer
verso il suo partner -Se è davvero veloce, meglio
mandargli contro qualcuno di ancora più veloce. AGUMON!-
Ricevuta l’informazione, il dinosauro rispose al richiamo.
-AGUMON
WARP SHINKAAAAAAAA… WARGREYMON!-
Il dinosauro umanoide si precipitò più veloce che
poté e riuscì a prendere il suo partner prima che
questi potesse farsi male..
-Mamma che volo… - commentò Taichi,
massaggiandosi
la nuca.
-Scusa.- sussurrò WarGreymon -Ho provato a
evolvere UlForce V-Dramon, ma non ci sono riuscito.-
Il prescelto del Coraggio gli diede una pacca sulla spalla.
-Non preoccuparti.- disse sorridendo -Evidentemente abbiamo
bisogno del Digimental… ma sono sicuro che verrà
l’occasione. Teniamoci la sorpresa per Daemon.-
Il guerriero annuì, per poi volgere lo sguardo verso il
Cavaliere Reale sospeso sopra le loro teste.
-Sapete cosa comporta questo?- domandò, riferendosi ai Dark
Masters in particolar modo.
-Sì, e non ce ne frega un cazzo!- Pinocchimon dal
basso gli rispose col gesto dell’ombrello guadagnandosi il
consenso generale.
Lord Knightmon scosse il capo, rassegnato.
-Che bifolchi...- sospirò -Sua
eccellenza non ve la farà passare liscia.-
esclamò per poi indirizzare verso il castello sottostante il
suo scudo.
Dalla gemma incastonata al suo centro, si diramò una marea
di raggi esplosivi. WarGreymon si liberò velocemente dello
scudo che aveva sulle spalle e lo usò per proteggere se
stesso e Taichi. L’impatto fu tremendo e ci mancò
poco che la protezione andasse in mille pezzi. WarGreymon perse
l’equilibrio, ma riuscì ad aggrapparsi ai capelli
di Metalseadramon, che nel frattempo si occupava dei raggi diretti
verso il castello.
-ULTIMATE
STREAM!- ruggì liberando l’energia
dal cannone ricavato dal suo elmo d’oro.
Il raggio luminoso possedeva un alto potenziale distruttivo che
neutralizzò i colpi del Cavaliere Reale, ma ancora Lord
Knightmon eccelse in velocità e in un attimo gli fu vicino,
mirando all’occhio con le sue lame dorate.
-Merda!- sibilò il drago.
-CLOWN
TRICK!-
La deflagrazione respinse le lame del Cavaliere Reale e
salvò l’occhio del drago d’acqua. Lord
Knightmon si ritrovò così circondato da ben
quattro avversari. Cinque se si contava il moccioso.
Piemon, Metalseadramon e lui, Kokueimon, l’avevano circondato
in aria, costringendolo fra l’altro ad allontanarsi dal
castello.
Quell’informe ammasso di ciarpame si stagliava nel cielo
notturno, al di sopra dell’enorme voragine priva dei
Digicodici rubati in nome di Lucemon.
E mentre il Cavaliere Reale s’intratteneva con i suoi ospiti,
una carrozza sfrecciava inosservata nella notte, a molti chilometri da
lì.
°
-Sono preoccupata per Taichi… - disse Ylenia, sospirando
pesantemente e stringendo la mano di Bearmon.
Vicino a lei c’era Etemon, di fronte Vamdemon.
-Se la caverà.- gli disse lo scimmione - Non
preoccuparti troppo.-
Lei annuì, ma non era così convinta.
-Sei sicuro che fosse il segnale del suo Digivice?- domandò
il vampiro a braccia conserte.
Etemon annuì.
-Certo, non ci sono dubbi. Non sbaglio mai. Io.-
-Tsk… certo, come no… - sorrise sarcastico
l’altro.
-Aspetta!- esclamò Ylenia -Quindi hai ritrovato
Nobu?-
Etemon si grattò la testa.
-Beh, diciamo che so in che zona si trova, quindi, se non vi dispiace,
signorine, prima di riportarvi dai vostri amici vorrei andare a
parlargli.-
-Non c’è nessun problema.- disse la ragazza
contenta e Bearmon confermò.
-Si, nessun problema.
Vamdemon, intanto, cercava di distogliere lo sguardo da lei e
dall’abito. Perché l’aveva scelto
apposta, ma non immaginava di trovarsela seduta davanti,
così. Fra l’altro era dannatamente ingenua e le
sue gambe non erano composte, ma incrociate… Se quella
dannata carrozza non avesse corso più veloce sarebbe morto
per epistassi totale.
Un pensiero però lo distolse dalla prescelta della Memoria.
-Chi è Risei?- le domandò a bruciapelo e lei
sudò freddo.
-Mio cugino.- disse.
-Non mentire.- rispose indagatore Vamdemon.
-Non sto mentendo.- era vero, in parte.
-Tuo fratello vedendoci si spaventa e pensa a tuo cugino?-
Ylenia tacque.
-Ti leggo nel pensiero, Ylenia.-
Lei corrucciò le sopracciglia.
-Questo è giocare sporco.- lo accusò.
-E’ così fondamentale nascondermelo?-
Lei ci pensò su.
-Beh… è suo figlio, tutto qui.-
I due digimon si guardarono, poi Etemon scoppiò a ridere.
-Suo figlio? Ahahaha! Precoce però, il ragazzino!-
Lei sorrise sudando freddo ma Vamdemon sapeva giocare sporco fino in
fondo e lesse i suoi pensieri, arrivando così a capo del
mistero.
-E quando pensavate di dirci che quello è anche figlio di
Daemon?-
Etemon ebbe un collasso.
-Non è suo figlio!- esclamò Ylenia -Daemon
l’ha creato in laboratorio per duplicare il
potere di Lucemon e tenerlo tutto per sé! Non ha diritto di
essere chiamato padre!-
Vamdemon annuì.
-Si, capisco quello che provi. Ad ogni modo era una cosa importante che
avresti dovuto dirmi.-
Lei parve imbarazzata.
-Vedi, Vamdemon… - si sistemò il vestito e i
capelli, cercando le parole -Io ti sono grata.
Perché se tu non avessi ferito mio fratello quella volta, io
non sarei qui ora… però…
però so anche che tutti pensate che forse è
meglio fare del male a Yamato e capisci che non posso fidarmi fino in
fondo di voi?-
La sua voce era incrinata da pianto. Era ancora una bambina, no?
Vamdemon annuì.
-Si, capisco. Ma ti posso assicurare che prima pensavamo solo a
liberarci della maledizione di Lucemon perché eravamo troppo
orgogliosi per sopportare di essere sotto l’influsso di
qualcosa. Ora che siamo liberi e possiamo ragionare lucidamente, ti
assicuro che uccidere tuo fratello è l’ultimo dei
miei pensieri.-
Lei lo fissò dritto negli occhi, severa.
-Ah, sì?-
Il vampiro annuì.
-Ora sono preoccupato per Kei, che non vedo da tanto tempo. Sento che
è in pericolo e vorrei poter essere con lui.-
Etemon ascoltava interessato, perché era raro che Vamdemon
facesse un discorso così lungo e personale con chicchessia.
-Quando era a Digiworld, era il più indifeso, il
più viziato, quello più debole di
salute… dovevo proteggerlo da ogni cosa e ciò che
mi fa sorridere è che non mi dispiaceva affatto.-
-Capisco quello che provi.- disse la ragazza toccandogli la mano.
E fu allora che vide qualcosa nel passato del suo interlocutore che la
fece inorridire.
Vamdemon osservò il suo viso corrugarsi, le lacrime cadere
dai suoi occhi e lesse i suoi pensieri.
Allontanò la mano di scatto e rimase immobile.
Aveva visto ogni cosa.
-Non… dirlo a nessuno dei tuoi amici… - le chiese
con voce sommessa.
Lei scosse la testa.
-No… - lo rassicurò, ancora molto scossa. Poi
però con malizia gli chiese -Ma tu mi prometti che
non farete del male a Yamato?-
°
Lord Knightmon doveva ammettere che tre Mega e un Evoluto erano un
po’ difficili da gestire.
In più Piemon aveva attivato la sua Mask Square e riusciva a
teletrasportarsi, compensando la sua velocità.
Metalseadramon aveva degli attacchi molto potenti, ma di fatto tentava
principalmente di travolgerlo. WarGreymon era altrettanto potente e
veloce. In più riusciva a sfruttare il vantaggio della Mask
Square grazie alle istruzioni trasmessegli dal Digivice di Taichi
Yagami.
E poi c’era Kokueimon, con cui aveva scambiato qualche colpo.
Il Cavaliere Reale decise di giocare un poco con lui, per dare un tocco
di positività a quella serata così storta.
In meno di un secondo gli fu di fronte e i petali della rosa che
reggeva fra le dita si sparpagliarono intorno all’Evoluto,
circondandolo in una nebbia rosa profumata e stordente.
Kokueimon era stato veloce a spostarsi, ma fu comunque raggiunto da
quell’attacco che gli confuse i sensi, provocandogli non solo
lo stordimento, ma persino dolore.
Lord Knightmon si scagliò su di lui con le sue lame dorate e
tentò di colpirlo -Spiral
Masquerade!-
Il nuovo Padrone delle Tenebre schivò i colpi elegantemente.
Uno dei fendenti lo colpì al ventre, ma il suo corpo si
dissolse nell’ombra. Lord Knightmon ricevette un potente
calcio alla schiena che lo fece precipitare diversi metri
più in là.
E poi un altro colpo e un altro e un altro ancora.
Si ritrovò in una giostra delle ombre che lo sballottava
ovunque.
“Però,
non se la cava niente male!” pensò
contento.
L’ultimo colpo lo parò, distruggendo il clone
d’ombra incaricato di infliggerlo.
Due secondi dopo era nuovamente faccia a faccia con Kokueimon.
-Sei forte, ragazzo.- ammise.
Quello tacque, senza cambiare la sua espressione seria. Non era da lui
compiacersi dei complimenti, o meglio esternare la gioia che gli davano.
-Kokuei
Gekijou.- disse solo dissolvendosi nell’ombra
della notte.
-Ora inizia il divertimento.- disse Lady Devimon dando una gomitata a
suo fratello.
Lord Knightmon avrebbe senz’altro inarcato le sopracciglia se
ne avesse avute.
-Un Trailmon?- si chiese, prima di schivare un enorme treno
d’ombra che scomparve alle sue spalle. Dall’alto
però soggiunse quello che sembrava un enorme felino. E poi
un serpente.
Il Cavaliere Reale riuscì a schivare il felino, ma non il
rettile, che tentò di tranciare con le sue lame, senza
successo.
Le spire d’ombra l’avvolsero e stritolarono con
forza, costringendolo a urlare.
-Ugh…
-
Kokueimon, nascosto nell’ombra, contemplava la sua opera.
Troppo semplice.
“Padre?”
domandò telepaticamente a Piemon.
“Papà.”
Lo corresse lui.
“…”
era imbarazzante. Difficile chiamarlo papà, per abitudine,
più che altro “Vuole…
vuoi occupartene tu?”
Piemon sorrise.
“No, lascio
l’onore a te.”
Kokueimon allora decise di usare per la prima volta la tecnica che
aveva studiato per anni per impressionare suo padre.
Nelle sue mani si condensò una sfera oscura di medie
dimensioni. Imprimendole una forte spinta, l’Evoluto la
spinse verso il Cavaliere Reale e quegli non riuscì a
liberarsi per evitare o respingere il colpo. La sfera
attraversò la sua robusta armatura e Lord Knightmon
sentì distintamente qualcosa esplodergli dentro. Il dolore
si propagò nel suo corpo attraverso i centri nervosi e come
se non bastasse, il suo udito fu fortemente messo a dura prova da un
lungo lamento ultrasonico.
Le sue grida di dolore furono accolte con giubilo da parte di tutti,
sennonché ognuno dei presenti percepì quel
requiem infernale, persino lo stesso Kokueimon. Ma lui ci era abituato,
strinse i denti e afferrò la sua katana nera che estrasse
dal fodero, pronto a dare al nemico il colpo di grazia.
Ma Piemon lo fermò e fissò Taichi.
Il digiprescelto sudò freddo.
-Taichi… - disse WarGreymon -Sei sicuro
di… -
Quello strinse i pugni.
-Si.- disse -Se questo servirà a proteggere
Ylenia… -
Così alzò il braccio verso Lord Knightmon e
questi distinse, nonostante la confusione dei sensi generata dal
dolore, una sfera di luce generarsi dalle sue mani.
E la sfera crebbe a dismisura, sciogliendo le ombre e avvolgendolo
completamente.
-AAAAAAAAAGH!-
Il dolore fu lancinante.
Ecco come doveva essersi sentita Duftmon.
“Terribile…”
pensò, ma conservò il sangue freddo
e pochi secondi dopo, dove prima vi era il Cavaliere, c’erano
solo petali di rosa fluttuanti nella luce.
°
La carrozza sfrecciava ora nell’immensa foresta e
là, fra gli alberi di quell’immenso reame
verdeggiante, vi era un piccolo villaggio costruito sulle alte fronde.
Non era un centro abitato come i piccoli nuclei paesani degli esseri
umani, ma una distesa sterminata di enormi giacigli di foglie. In
ognuno di questi vi era un digimon primate che riposava o si dedicava
alla pulizia personale, ma in silenzio, per non disturbare nessuno dei
vicini. Sugli alberi periferici di quell’accampamento,
stavano altri digimon, intenti a fare la guardia.
Perché se fossero disgraziatamente arrivati i Royal Knights,
sarebbero dovuti fuggire in anticipo.
Nobu Yaen non era d’accordo col pensiero del capobranco, ma
era consapevole che tutti quei digimon non potevano far nulla contro
uno solo dei seguaci di Lucemon. Più di ogni altro lo sapeva
bene. E rimpiangeva quella stupida lite con Etemon.
“Se potessi
tornare indietro…” si disse mentre la
testa gli crollava sulle braccia.
-Se sei stanco, dovresti andare a dormire.- disse una voce.
Il ragazzo si voltò appena.
-Non sono stanco, Koemon.-
-Ma stai crollando.- rispose cinico il digimon.
Nobu sospirò.
-Sono solo un po’ triste. Perché non vai tu a
dormire?-
L’altro si gettò a sedere.
-Perché Gorimon russa come una motosega.-
A Nobu scappò un sorriso.
Fin da quando era piccolo, desiderava avere una famiglia, dei genitori
che l’accudissero e dei fratelli con cui crescere. Fino a
quando non aveva incontrato Etemon quelle cose non le aveva mai avute.
Era felice col suo partner, così felice, che al momento di
lasciare l’unico padre/fratello che avesse mai avuto, si era
sentito mancare. E aveva preferito rimanere al suo fianco.
Erano felici ma Etemon era cambiato. Poco a poco la maledizione che
Lucemon aveva lanciato ai loro compagni si era fatta sentire, come se
non bastasse il fatto che lui non poteva più crescere, ed
Etemon era diventato da irritante a insopportabile.
Quel lontano giorno d’estate… o era inverno?
Insomma, quel giorno fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Nobu fuggì dal suo compagno e quando fu sul punto di tornare
da lui in lacrime, trovò loro: Koemon e Gorimon. Il piccolo
scimmiotto verde dal carattere cinico e l’enorme gorilla
bianco dal carattere piuttosto semplice. Due personaggi piuttosto
diversi ma uniti come fratelli e valorosi difensori di una piccola
tribù che l’aveva accolto senza pretendere nulla
da lui.
Erano la sua nuova famiglia.
Ma lui desiderava rincontrare Etemon di nuovo. L’aveva
cercato ovunque, ma non aveva osato parlargli, perché
l’aveva visto mentre combatteva contro i successori dei primi
bambini prescelti.
Là, in quel vasto deserto, non c’era
più il Grande Etemon, ma solo un pazzo esaltato alla fine
dei suoi giorni.
E lui pianse amare lacrime nel vederlo scomparire, d’altro
canto non poteva fare nulla per lui. Scoprì solo in seguito
che poi Etemon non era morto. E quando andò a cercarlo,
Metal Etemon stava combattendo contro Saber Leomon.
E, ironia della sorte, fu proprio Zudomon, il partner del suo
successore, Jou Kido, a contribuire alla sua disfatta.
“Sarai rinato,
Etemon?”
-Arriva qualcosa… - disse in allerta Koemon, guardando
all’orizzonte con la mano sulla fronte, gli occhi enormi
stretti a fessura per inquadrare per meglio l’oggetto in
lontananza.
Nobu guardò anche lui e quando il suddetto oggetto fu
più visibile, il suo cuore riprese a sperare.
-Siamo arrivati.- esclamò Etemon concitato.
Ylenia e Bearmon guardarono fuori dal finestrino.
Nel buio della notte non riusciva a scorgere poi molto e il silenzio
aleggiava nell’aria.
Vamdemon sospirò.
-Ho l’impressione che non siamo i benvenuti qui.- disse e,
come a dar conferma alle sue parole, una lancia ruppe il vetro,
conficcandosi sul pavimento dell’abitacolo.
Ylenia e Bearmon trattennero un grido e la digimon si mise fra la sua
compagna e un potenziale nemico, che poteva apparire dall’uno
o dall’altro finestrino.
Etemon e Vamdemon rimasero in silenzio a studiare la situazione, ma a
un cenno del vampiro, lo scimmione si grattò la testa,
sistemò gli occhiali sul viso e uscì dalla
vettura con le mani alzate bene in vista.
E allora i loro sguardi s’incrociarono.
Nobu ed Etemon si fissarono a lungo. Benché il prescelto
indossasse una maschera, avesse i capelli più lunghi e fosse
molto più alto e muscoloso di quanto il Padrone delle
Tenebre ricordasse, si riconobbero a una sola occhiata. Si sarebbero
certamente gettati l’uno sull’altro, incuranti
della situazione, se non fosse stato per i digimon intorno a loro che
al primo passo di Etemon brandirono le loro armi con fare minaccioso.
Etemon si fermò allora.
-Calma… - disse -Non siamo nemici… -
-Ah, si?- esclamò Koemon prendendo la mira con la sua enorme
fionda di legno. -E chi ci dice che non siate stati mandati
da Lucemon o da uno qualunque di quegli stupidi Demon Lords, eh?!-
Gorimon li teneva sotto mira col suo braccio armato, come
d’altro canto stavano facendo gli altri digimon.
-Se fossimo stati mandati da Lucemon avremmo preso i Digicodici senza
neppure degnarci di mostrare la nostra faccia.- disse Etemon, il che
diede a pensare a Gorimon ma Koemon non pareva così propenso
a lasciarsi incantare da nessuno. Caricò il colpo sulla
fionda e sferrò un primo attacco verso Etemon, il quale lo
schivò con una capriola all’indietro. Nel momento
in cui si mosse ci fu il panico.
I digimon si agitarono e alcuni fecero per sparare, ma con un salto,
Nobu s’intromise nella traiettoria comune, portandosi
talmente vicino all’intruso da impedire ai suoi compagni di
fargli del male. Si tolse allora la maschera enorme in legno e il suo
digimon riconobbe il viso vivace di quel bambino pazzoide con cui si
divertiva a cantare a squarciagola e a far dannare tutti.
Il Grande Etemon si grattò la nuca, imbarazzato, ma prima
che potesse dire una sola parola, Nobu lo abbracciò
calorosamente.
-Mi sei mancato.- gli disse con le lacrime agli occhi.
E che cosa poteva dire lui?
-Anche tu… - rispose ricambiando la stretta, imbarazzato.
°
E giunse il mattino su tutto Digiworld e sulla terra.
Nelle zone devastate, mattina o sera non faceva più
differenza: i digimon erano sempre disperati.
Dall’arrivo di Neo a Bernika,
Gennai e Andromon avevano avuto il loro bel da fare nel laboratorio di
ricerca all’interno dell’edificio a forma di Hard
Disk.
I cloni del saggio si erano divisi fra gli allenamenti dei ragazzi e la
gestione della città, occupandosi delle varie mansioni
pratiche, mentre lui e il digimon androide erano indaffarati con lo
studio dei campioni di sangue del ragazzo e con la ricerca del
prescelto mancante, che sembrava non aver portato a nulla.
Oikawa dalla Terra aveva appena comunicato loro che se il prescelto in
questione non aveva il medaglione o il Digivice, rintracciarlo era
alquanto complesso, se non impossibile, e che forse avrebbe dovuto
provvedere a creare degli stimoli appositi per verificare se fra i
gruppi di adolescenti vi era qualcuno che rispecchiava la
qualità chiamata Fedeltà. E poiché di
ragazzi a Tokyo ce n’erano tanti, i tempi
dell’operazione sarebbero stati piuttosto lunghi.
Dopo interminabili minuti di silenzio, disturbati solo dal brusio
sommesso dei macchinari, Andromon comunicò a Gennai il
termine delle analisi. L’androide porse al saggio uno
stampato con i dati risultanti dall’esame effettuato sul
sangue del ragazzo e sui campioni di pelle prelevati dalle sue ferite.
Il domatore era ricoverato nell’ospedale, ma non aveva ancora
incontrato i ragazzi, ne dava segno di volerlo fare.
Aveva chiesto di Taichi, ma appurato che non c’era, aveva
lasciato cadere il discorso e aveva dormito per parecchio tempo.
Doveva essere esausto e certo tutti quei segni sul corpo erano una
spiegazione, ma quando Gennai scorse i risultati gli si
formò in gola un groppo di saliva difficile da mandare
giù.
Deglutì quasi strozzandosi e sudando freddo.
Nella capitale magica, Witchelny,
la mattinata fu un susseguirsi di bruschi risvegli
all’insegna delle ramazzate in testa.
-Forza, forza! Ad allenarsi!- esclamò Babamon allegramente.
-Io ho sonno… - si lamentò V-mon.
L’anziana digimon certo non lo lasciò dormire
impunito.
-Su, su!- esclamò agitando la scopa -Giù dalle
brande, dormiglioni!!-
Sora si stropicciò gli occhi lentamente, mentre Daisuke
sbadigliava sonoramente. A Miyako e Mimi ci vollero diversi minuti per
trascinarsi giù dal letto, mentre Iori e Ken trovarono la
forza di entrare nel bagno, dove il minore si lavò la faccia
in acqua fredda per svegliarsi completamente. Takeru si
guardò intorno, né Yamato né Risei
erano nella stanza e a giudicare dai letti rifatti, non vi erano da un
pezzo.
I ragazzi e i digimon vivevano lì da un po’ di
giorni. Dormivano e mangiavano insieme, si allenavano e combattevano
gli uni con gli altri, litigavano, ma erano tutti in sintonia.
Nonostante tutti preferissero le comodità moderne, persino
Mimi o Miyako, sopportavano bene quella
“prigionia”. Perché erano consce del
loro dovere e dormire in un camerone con altre venti persone, delle
quali alcune decisamente disordinate e altre indisponenti, era il male
minore, pur di salvare il mondo dalla minaccia che incombeva su di esso.
Anche Hiroyuki era in piedi da un pezzo, ma aveva lasciato tutto in
disordine. Entrò nuovamente nella stanza correndo, quasi
travolgendo Jun che si accingeva con Mimi e Daisuke ad andare in cucina
per preparare la colazione. Dietro di lui Kotemon faceva una corsetta
da fermo. Il prescelto del Vigore afferrò Mamoru per la
collottola e lo trascinò via.
-Forza, sbrigati!- esclamò, particolarmente su di giri -Oggi
ho intenzione di provare una nuova strategia. E
purtroppo ho bisogno di te.- e sottolineò il purtroppo.
Il moro osservò il Digivice, erano solo le otto, ma quello
era sudato come se avesse fatto ore e ore di corsa senza tregua.
-Arrivo, arrivo, dammi almeno il tempo di far colazione, Terminator!-
Elecmon si diede giusto una stiracchiata alle ossa e
saltellò allegramente verso l’arena, con Kotemon
che lo seguiva.
Gli altri digimon parevano più propensi a mettere
innanzitutto qualcosa sotto i denti.
Sora prese la colazione per sé e per Pyomon, e anche per
Yamato e Risei, ma poiché non li trovava da nessuna parte,
decise di mettersi a cercarli.
Dalla camera all’arena non dovette percorrere molta strada.
Hiroyuki e Mamoru avevano già invaso il campo e se le davano
di primo mattino. Li ignorò e cercò con lo
sguardo il suo ragazzo.
Lo scorse in un angolo remoto e tranquillo dall’altro capo
dello stadio. I digiprescelti dell’Amicizia e
dell’Onestà erano con i rispettivi digimon e
Wisemon.
Avvicinandosi, Sora si accorse che stava accadendo qualcosa
d’insolito.
Tanto per dirne una, Yamato non aveva Wisemon in simpatia, invece in
quel momento, non solo era insieme a lui, ma lo ascoltava come se
pendesse dalle sue labbra.
Sempre che Wisemon avesse mai avuto delle labbra.
-Yamato!- lo richiamò una volta che gli fu vicino,
più che altro allarmata.
Lui si voltò verso di lei, sorridendo.
-Sora!-
-Fermo.- lo ammonì Wisemon richiamando la sua attenzione -Se
ti agiti come faccio a concludere l’analisi?-
-Ok… - il prescelto non protestò, ma rimase ad
osservare ciò che il digimon faceva.
Dalla sfera di cristallo del misterioso digimon fuoriuscivano delle
sottili braccia metalliche, terminanti in tanti piccoli strumenti da
analisi. Uno di questi era una sorta di laser che metteva in luce i
dati di cui ogni creatura digitale è composta. Wisemon lo
stava scrutando da diverso tempo utilizzando quello strumento e in quel
momento in particolare studiava la sua testa.
-Interessante… - ripeteva di tanto in tanto -Non
avevo mai visto una cosa simile… -
-Che cosa vuoi dire?- chiese Gabumon.
-Parlo della struttura ordinata e complessa di dati che costituisce il
nucleo primo della vita e… -
-Se ti riferisci al cervello… - tagliò corto
Yamato -… credo ce l’abbia anche tu.-
Il digimon parve piccato.
-Vorrai scusarmi se non ne ho mai visto uno umano. Certo preferirei
osservarlo nella sua reale forma e sostanza, ma da quello che dicono i
tuoi dati, se dovessi aprirti il cranio, moriresti.-
I presenti rabbrividirono, in particolare Yamato, ancora sotto le
grinfie del digimon.
-Ovviamente non lo farò.- ribatté quello
compiaciuto -Ma ciò che è davvero
stupefacente è il modo in cui il potere è stato
legato alla tua anima.-
-L’anima sta nel cervello, quindi.- commentò il
digiprescelto.
Wisemon ribatté -Dove dovrebbe stare altrimenti?-
Yamato increspò le labbra.
-Nel cuore, per esempio.-
-Il cuore è solo un organo motore dell’organismo e
riflette semplicemente gli stimoli che riceve l’anima.- fu la
risposta razionale del sapiente digimon.
-Allora… - Yamato osò porre quella domanda -Se
per caso decidessi di liberarmi del potere delle Tenebre,
o Ylenia di quello della Luce, cosa accadrebbe?-
Wisemon fu, come al solito, freddo e conciso -Scinderesti
l’anima da ciò che la lega al corpo. Parlando di
dati, cancelleresti un codice non riscrivibile.-
Sora ebbe una forte stretta al cuore ma Yamato insistette nel suo
desiderio di sapere.
-Insomma, morirei, giusto?-
Wisemon annuì.
-E non si potrebbe far nulla? Copiare il codice o qualcosa del genere?-
L’altro parve rifletterci.
-Teoricamente sarebbe possibile, ma ci vorrebbe troppo tempo
per riscriverlo e sarebbe inutile.-
-Se dovessi morire, potrei rinascere?-
-Sarebbe interessante scoprirlo.-
Risei si irritò a quella risposta sincera ma minacciosa e
saltò in piedi.
-Papà non
morirà!-
-Infatti!-
esclamò Sora a sua volta, per poi arrossire vistosamente
-Ecco… noi non lo permetteremo, ecco.-
Il digiprescelto dell’Amicizia sorrise un poco.
-Oh beh, chissà che anche per noi non funzioni come per i
digimon… - commentò.
Era ovvio che temeva di morire o che lo mettesse in conto. Dal suo
volto sorriso triste la digiprescelta dell’Amore vedeva
trapelare questa paura. Un timore però inferiore a quello
che sicuramente provava per il bimbo.
In realtà Yamato aveva anche un’altra
preoccupazione, ma non voleva renderne partecipe suo figlio,
perché era una cosa che lo riguardava strettamente ma, nella
fattispecie, concerneva i suoi dati misti. Wisemon terminò
l’analisi su di lui e agitò le braccia meccaniche
verso Risei -Su,giovanotto, ora tocca a te.- disse. Giusto
in tempo per esporgli il problema.
Il bambino, intimorito, fece un passo indietro.
-Ehm… non sono tanto convinto… - disse esitando.
La verità era che Risei odiava le analisi, le medicine e
soprattutto i laboratori, ma era palese il perché.
Ad ogni modo non protestò più di tanto, anche se
dovette stringere tremante la manina a suo padre per tutto il tempo.
Quando Wisemon terminò anche con lui, dopo varie
esclamazioni come -Interessante… - o -Questo è un
ottimo spunto di riflessione
scientifica… -, Yamato si rivolse a Sora.
-Potresti accompagnarlo a fare colazione?-
Sora recepì il messaggio e mise una mano sulla spalla del
bambino.
-Vieni.- gli disse -Ti preparo del latte, poi se vuoi, ci
alleniamo un po’.-
Risei osservò allora l’arena.
Musyamon e LoaderLeomon combattevano aspramente e Mamoru e Hiroyuki
litigavano per una non precisata strategia.
Jou e Koushirou s’intromisero con Zudomon e Atlur Kabuterimon
scatenando una battle royale di proporzioni catastrofiche.
Il Campione se la cavò egregiamente contro gli altri tre per
un bel pezzo, ma tre Evoluti sono pur sempre tre Evoluti e Hiroyuki
dovette ammettere a se stesso che doveva trovare il modo di placare
l’ira funesta di Asuramon al più presto, se voleva
far evolvere Musyamon e combattere contro nemici come i Royal Knights o
i Demon Lords.
-Dovresti essere meno furente.- gli consigliò Jou
dall’alto del suo digimon acquatico.
-Ah, si?- commentò Hiroyuki.
Koushirou annuì -Così facendo gli
invii molta poca energia e molta rabbia, non riuscirà mai a
controllarsi.-
Il teppista parve piccato d’altro canto non aveva la
più pallida idea di come fare.
Musyamon ascoltava tutto e taceva, concentrandosi solo sul suo
avversario di turno, Loader Leomon.
-Boring
Storm!-
Il samurai riuscì a proteggersi dalla criniera roteante del
felino meccanico, ma da quella posizione non poteva controbattere.
Zudomon, dal canto suo, aveva appena investito il digimon coleottero
con una potente scarica elettrica concentrata generata dal suo martello
in metallo cromato Digizoide, ma senza apparente effetto. Atlur
Kabuterimon si rivelò piuttosto resistente
all’elettricità e riuscì a riflettere
l’attacco sugli altri due digimon, per i quali fu devastante.
Tanto che per diversi minuti questi non riuscirono a muovere un muscolo.
-LoaderLeomon!-
esclamò Mamoru precipitandosi da lui.
-Sto bene… - disse il digimon chiudendo gli occhi e
tranquillizzandolo -Potrei star meglio, ma non
morirò.-
Musyamon si rialzò e Hiroyuki strinse i pugni.
Come inviargli l’energia necessaria senza farla sfociare in
rabbia?
Il dilemma era quello.
Koushirou guardò Jou.
-Io avrei un’idea.-
Il combattimento fu fermato definitivamente e dopo che Koushirou ebbe
esposto il suo piano per aiutare Musyamon a evolvere in un Asuramon
meno distruttivo, Jou fece cenno a Jun e Culumon di raggiungerli.
-Io non so se riuscirò a controllarmi… -
commentò Musyamon con rammarico.
-E’ questo il punto.- affermò Hiroyuki,
d’accordo col prescelto della Conoscenza -Scatenati
quanto ti pare. Suppongo che la barriera regga.-
-In ogni caso ci penso io, culu!- esclamò Culumon dandogli
una pacca sull’elmo.
Il samurai scrollò le spalle e si allontanò dal
gruppo.
Quando tutti, compreso Hiroyuki lasciarono l’arena, il
prescelto del Vigore tentò nuovamente di inviare
l’energia per la digievoluzione del suo digimon. Con scarsi
risultati.
-Che succede?- domandò Mamoru.
Hiroyuki fissò il suo Digivice.
-Non lo so, non vuole reagire.-
-Allora prova a incazzarti.- gli disse il prescelto della Giustizia
-Tanto ora l’importante è fare evolvere
Musyamon, non il come.-
Il teppista gli lanciò un’occhiata storta.
-Guarda che io non ho l’incazzatura a comando.-
commentò aspro, sollevando l’ilarità
degli altri.
-No, infatti sei sempre carino e gentile.- lo prese in giro il moro.
-Per non parlare della tua predisposizione alle belle parole.-
rincarò la dose Gomamon.
-Hirotama è un cafone.- lo sgridò Mika.
-Ma è una congiura!- esclamò il teppista e
s’inchinò verso la bambina. -Hiroyukisama, semmai.-
Lei scosse il capo -Mi piace di più Hirotama.
Anche Hiropyon è carino, sembri una ranocchietta.-
Ecco, quello sì che era un modo veloce di farlo infuriare.
Infatti, il paragone non gli fu molto gradito e il viso di Hiroyuki
s’incupì.
-Una ranocchietta, eh?- chiese e la bambina annuì,
nascondendosi però dietro Mamoru. -E chi ti
avrebbe suggerito questa cosa?-
-Lui.- indicò Mamoru che sudò freddo.
-Ehm… però le ranocchie sono carine…
potresti diventare un bellissimo principe per… Hiroyuki?-
Miyako e Ken stavano lavorando a qualcosa sul computer di Koushirou e
quando Sora fu loro vicino e gli chiese cosa stessero facendo, Ken
rispose.--Stiamo cercando di capire dove si trovi il castello di
Daemon e come sia formato, ma è piuttosto complesso, sembra
che voglia rimanere nascosto, come noi del resto.-
Un urlo disumano li fece voltare verso il gruppo più folto.
Risei vide Musyamon evolvere Asuramon e dare di matto dentro
l’arena, mentre Hiroyuki dava di matto fuori, tentando di
strozzare Mamoru.
Il bambino scosse la testa rassegnato e poi gli si avvicinò,
afferrò quello che doveva essere il suo maestro
auto-dichiarato e lo tirò per la giacca.
-Quando iniziamo l’addestramento per veri uomini, Hiroyuki
sensei?-
Quello parve calmarsi un poco.
-Giusto! L’addestramento.- lasciò andare Mamoru
risparmiandogli il viso e il suo pugno si rilassò, mutando
in una pacca sulla testa del bambino.
-Seguimi, Schizzetto, ti insegno un po’ di mosse.-
Gli altri rimasero alquanto interdetti, fra l’altro Asuramon
continuava a distruggere l’arena, ma nessuno pareva
interessato a fermarlo. Questo finché Hiroyuki non si rese
conto che i danni che stava causavano andavano oltre il limite del
consentito e che se continuava così la barriera si sarebbe
infranta da lì a non molto.
Tentò allora di infondergli un poco di calma, ma non
riusciva proprio a trasmettergli il giusto sentimento.
Il Vigore era una qualità davvero troppo complicata da
possedere ed era in momenti come quelli che se ne rendeva conto
maggiormente. E a peggiorare la situazione, la consapevolezza di
ciò lo frustrava al punto da farlo infuriare ancora di
più.
E il risultato era quello che aveva davanti agli occhi.
D’altro canto, BlackKoromon sembrava non vedere
l’ora di gettarsi sopra il digimon Evoluto e più
di una volta fu sul punto di sfuggire alle braccia del piccolo Risei.
-Vuoi farti ammazzare?!- sbottò il bambino.
-No!- protestò il piccolo digimon nero -Voglio
allenarmi anche io!-
-Asura
Shinken!-
Sobbalzarono tutti quando i possenti pugni fiammeggianti del digimon
tricefalo s’abbatterono contro la barriera riuscendo a
perforarla, in un eccessivo finale scatto d’ira. Il digimon
rimase però incastrato dall’energia che andava
rigenerando lo scudo energetico e allora, col consenso di tutti, Jun
diede il segnale a Culumon.
-Culumon
shinkaaaaa… Pidmon!-
L’angelo si librò in volo ed entrò
nella barriera, Asuramon lo vide e l’avrebbe inseguito col
preciso intento di abbatterlo se non fosse stato per il fatto che era
ancora incastrato. Pidmon sfruttò questo fattore e con tutta
calma generò una sfera di li luce iridea che avvolse
l’altro neutralizzando la sua ira e costringendolo
così ad involvere in un confuso Kotemon.
-Mi dispiace Hiro… - disse il piccolo, profondamente
dispiaciuto.
-Fa nulla.- rispose quello -Riproveremo ancora, finché non
ci riusciremo.
Nel frastuono generale, il colloquio fra il digiprescelto
dell’Amicizia e Wisemon proseguiva.
-Anche per Risei sarebbe lo stesso?- domandò Yamato.
Wisemon annuì.
-Ma il discorso è più complesso.-
Yamato si sedette sui gradoni in pietra, vicino a Gabumon.
-Che vuoi dire?-
Wisemon allora utilizzò la sua sfera per spiegare ai due la
realtà dei fatti.
-Risei ha un’anima in parte digitale e in parte umana.
Queste due parti non sono completamente unite.-
Yamato parve ricordare qualcosa.
Una sorta di sensazione lontana, ma non riusciva a mettere a fuoco
né da cosa fosse causata né in che occasione.
Wisemon proseguì nella sua spiegazione.
-Sembra che Daemon abbia dovuto legare la copia del Potere non solo
alla parte umana, ma anche a quella digitale che è una copia
della sua anima… -
Il digiprescelto deglutì spaventato.
-La parte umana è una copia della mia anima… Lui
vuole assorbilo… - disse fra sé e sé
-Ma vuole anche sbarazzarsi dei miei dati che gli servono
solo come scudo contro un’energia così
potente… -
Vedendolo così teso Gabumon non poté che
preoccuparsi tantissimo.
Ovvio che Yamato conoscesse i dettagli del piano di Daemon molto
più degli altri, ma fino a pochi secondi prima, erano solo
tanti piccoli pezzi di puzzle che non era mai riuscito a mettere
insieme.
E improvvisamente, il rompicapo era quasi completo davanti ai suoi
occhi.
-Se dovesse farlo… di Risei cosa resterebbe?-
Non poteva permettere che il suo piccolo cadesse nuovamente nelle mani
di quel pazzo.
Doveva trovarlo e farlo a pezzi prima che lui si muovesse.
Si alzò in piedi di scatto e prese a scendere le gradinate,
correndo verso il portico.
-Dove stai andando?- lo seguì il misterioso Wisemon, con
Gabumon che correva tentando di raggiungerli.
-Devo assolutamente parlare con quel Neo Saiba.- esclamò e
allora il digimon gli si parò davanti con le braccia
spalancate.
-Non puoi farlo.- lo ammonì -Tu sei morto.
E’ per la tua sicurezza.-
Yamato rise, gelido.
-Per quella di Digiworld, vorrai dire, comunque, grazie per il finto
interessamento.-
-Per me puoi anche farlo.- disse Gennai, soggiungendo alle sue spalle.
Wisemon socchiuse gli occhi in due sottili linee di luce, contrariato.
-Daemon sa benissimo dove siamo e Neo Saiba era solo un’esca
per trovarci.-
Mentre parlava, il saggio digitale porse al digimon il foglio con i
risultati delle analisi fatte da Andromon.
-Nanomacchine… interessante e questi dati… - gli
mancò il fiato. Nessuno avrebbe saputo dire se per
l’emozione o per la preoccupazione, fatto sta che Wisemon
rimase imbambolato a fissare quel foglio per diversi minuti. -Se la
mette in questo modo… non abbiamo
più tempo da perdere.-
°
Nel castello di Daemon, intanto, MetalPhantomon era nuovamente al
cospetto del suo signore, in una delle sale dell’immensa
fortezza laboratorio del Demon Lord.
-Mio signore… - s’inchinò a lui per
rispetto -Le comunico che il piano procede come previsto,
eccetto che per qualche piccolo intoppo irrilevante.
Daemon smise allora di osservare l’operato dei suoi
scienziati per concentrarsi sul suo luogotenente.
-Che genere d’intoppi?- chiese con gli occhi ridotti a
sottili fessure cerulee.
MetalPhantomon allora fece un breve rapporto.
-In fin dei conti ho potuto appurare che i digiprescelti sono nascosti
in quella zona e che non sono gli unici a poter combattere, ma ho un
dubbio signore, se mi consente si esprimerlo.-
Daemon lo invitò a proseguire.
-Ecco, lei è veramente sicuro che quel moccioso di Neo Saiba
non ci creerà problemi nonostante le precauzioni?
Il Demone dell’Ira rise sguaiatamente.
-Mi deludi, MetalPhantomon.- tuonò divertito -Ricordati
sempre che non esiste imprevisto che io non possa
fronteggiare. Prepara l’attacco e procedi pure da programma.
Non immaginano neppure le sorprese che ho in mente per loro…
-
MetalPhantomon sogghignò.
Già, quei mocciosi non sapevano proprio con chi si erano
messi contro.
Il Demone dell’Ira scorse la mano sul corpo della sua piccola
cavia dormiente, quasi benevolo.
-Rei Saiba… sono sicuro che tu e tuo fratello risponderete
alle mie aspettative molto più di quanto possiate
immaginare. -
Fine Capitolo 17
Questa volta vi ho stupito?
Disgustato? Confuso?
Ok, sono moooolto
pignola. Questo capitolo da un lato mi piace com'è venuto
fuori perché ho chiuso alcuni conti che avevo in sospeso: la
cerimonia, Ete e Nobu che s'incontrano, Lord K. e Kokueimon che
s'incontrano (non è solo per il fan service a me stessa, se
temete questo xD) e poi Yama che parla di Risei con qualcuno.
In realtà,
ecco, so che sono la solita lagna con le mie seghe mentali da
scrittrice, ma il fatto è che Neo e Risei ultimamente mi
hanno creato problemi. Come vi dicevo, questa storia la creai molti
anni fa, facciamo pure dieci, ma era completamente diversa e
più frenetica fin dall'inizio. Il che sarebbe stato meglio
se non avessi ucciso Lady Devimon fra l'indifferenza generale, il che,
per come la vedo ora, è un autentico delitto U_U
Kokueimon fra l'altro
non era neppure suo figlio ma era un semplice subalterno.
C'era una parte in cui
Taichi rimaneva ferito da Vamde per non far rapire Ylenia, accidenti,
quella avrei voluto scriverla, ehehehe!
Nobu, contrariamente
alle aspettative non mi ha dato rogne, ma un po' mi spiace avere omesso
delle cose su di lui. Potrei anche parlarne in seguito, ma vedremo.
C'è ancora tempo. Ho cambiato la Digipietra di Yle da
Passato a Memoria, prima di tutto perché suona meglio e poi
così ha un significato più vasto. Passato mi
ricorda che lei non ha un passato. Memoria è una cosa come
costruzione di ricordi eccetera.
Ora la storia
subirà un accelerata che temo sia brusca, ma necessaria,
praticamente ho degli spezzoni pronti che non ho messo in questo
capitolo e che spero di usare nei prossimi.
Non è che
scrivo la storia a pezzi XD è solo che magari certe cose
decido di non metterle ma le conservo. Lo spezzone in questione sento
che dovrò metterlo, almeno per come ho deciso di rigirarmi
la trama.
Per inciso, dopo aver
penato, credo di aver elaborato finalmente la versione mentale
definitiva di questa saga di Daemon, che non so voi, non vedo l'ora di
abbattere U_U
Wisemon invece... si
vede che sto guardando la serie Xros Wars eheheh. A proposito di
questa, nella settima c'è Astamon, il che mi manda in
delirio totale *O* <- completamente lesa...
Per concludere, se ci
sono domande, chiedete pure allo zio Vamdemon, che coi suoi modi carini
e gentili (pena la rivelazione dell'oltraggioso segreto) vi
illustrerà tutto.
Al prossimo capitolo ^^
|
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Capitolo 18 *** 18. Arrivi e partenze ***
Capitolo
18:Arrivi e partenze
se ti fermi ti perderai
sei tu chi
può darti aiuto
nel mondo che non
aspetta mai
(Arrivi e Partenze,
Neffa)
Era una situazione di stallo, come prima delle peggiori battaglie.
Umani e digimon prescelti buoni da un lato, digimon
“malvagi” dall’altro.
Tutti in silenzio, timorosi di compiere il primo passo. Era una
situazione strana per ognuno di loro, perché nessuno si
sarebbe aspettato un giorno di arrivare a quel punto.
Se da principio vi era stato uno scambio d’insulti fra i due
gruppi, dovuto più che altro ai convenevoli fra Lady Devimon
e Tailmon, era in seguito calato un silenzio quasi tombale.
Fu un commento quasi sussurrato di Etemon a smuovere le acque.
-Ho come un déjà vù…- disse
piano e fu quello, apparentemente senza motivo, a spingere Piemon a
farsi avanti per primo e a porgere la mano verso Taichi.
Il leader degli ormai cresciuti bambini prescelti si ritrovò
confuso a cercare consiglio negli occhi e nelle labbra dei suoi amici,
ma ottenne solo occhiate di rassegnazione. “Se proprio
dobbiamo…” sembrava pensassero
all’unisono, ma nessuno fiatava.
Era necessaria quell’alleanza, ma certo non gradita.
Mimi si mordeva le labbra, come a tentare di trattenersi dal parlare,
ma alla fine cedette, dopotutto era nel suo essere il dire sempre e
comunque ciò che pensava.
-Io non sono convinta che sia una buona cosa.-
Nessuno obbiettò, anzi, mentalmente tutti le davano ragione.
Primi fra tutti Takeru e Patamon, che alla vista di Devimon si erano
incupiti e stavano molto alla larga dal digimon diavolo. Se avesse
potuto, il prescelto della Speranza sarebbe fuggito… o forse
sarebbe saltato al collo di Devimon, perché ogni volta che
ripensava al giorno in cui Angemon aveva perso la vita per salvare la
sua gli saltavano i cinque minuti.
Devimon era un digimon buono, non esattamente una brava persona, ma un
alleato: questo concetto non aveva senso nella sua mente focalizzata
sul suo ghigno demoniaco e sugli occhi rossi quanto gelidi e maligni.
Inutile dire che Tailmon era divisa fra la sua
“sana” rivalità con Lady Devimon e il
rancore per Vamdemon e gli anni in cui era schiava inconsapevole al suo
cospetto.
-Neppure a me va’.- confessò Yamato e il suo
sguardo tagliente e gelido s’impresse nella mente di Piemon,
ferendolo fin nel profondo. Certo non perché effettivamente
il ragazzo non fu carino nei suoi confronti, ma quanto
perché il suo odio in quel momento era tangibile e lui era
consapevole di meritarselo.
-Ci dispiace.- disse -Mi dispiace, per aver cercato di
ucciderti.- guardò prima Yamato, poi Mimi -Di
uccidervi… insomma, noi eravamo accecati dal nostro
orgoglio, quando ci avete affrontato.-
Tutti tacevano, per cui proseguì il discorso.
-Non voglio giustificarci, perché eravamo
consapevoli di quello che facevamo, vorrei solo che pensiate a quanto
disperati fossimo quando, dopo aver salvato il nostro mondo, siamo
stati presi a pesci in faccia. Non l’abbiamo fatto per
salvare nessun’altro eccetto noi stessi, volevamo vivere
senza il terrore di essere uccisi nel sonno.-
E in quel momento guardò il digiprescelto
dell’Amicizia.
-E quando eravamo ad un passo da quel sogno, Lucemon è
impazzito e la nostra amicizia nei suoi confronti è stata
messa a dura prova. Tutto ha iniziato a crollare. Quando abbiamo
incontrato Kirara e gli altri è stato…- si
fermò a cercare le giuste parole -… è
stato un sollievo, ma la nostra caduta era solo all’inizio.
Abbiamo ucciso i nostri amici e questi hanno tentato di ammazzare noi e
infine, gli unici amici veri che avevamo se ne sono andati e non
abbiamo neppure avuto il coraggio di dire loro grazie come si deve.
Adesso vorremmo solo chiudere questa storia, ma è una cosa
troppo grande per noi e per voi.-
-Forse dovremmo fidarci.- disse a un tratto Ylenia, forse una dei pochi
tranquilli in quel frangente -Io non posso capire quanto
avete sofferto tutti, ma capisco quanto ha sofferto Yama.- si
tastò il petto all’altezza del cuore -Ero dentro
di lui, posso quasi sentire quello che provava,
ma adesso che sono solo io… - sorrise appena -Sento che non
posso odiarvi e vi capisco…-
Era imbarazzata e nervosa, dentro di sé sperava che i suoi
amici non avessero da ridire con quello che diceva, che non la
giudicassero male.
Seduti in un angolo, stavano i prescelti della nuova guardia, compreso
Risei, e poi c’era Nobu, solo soletto in disparte, attento
ad ogni parola, ogni reazione.
Si doveva arrangiare da solo, Etemon, dopotutto, lui si era cacciato
nei guai e lui ne doveva venire fuori. Era l’unica cosa che
condivideva con le streghe dell’orfanotrofio,
l’unico insegnamento che gli era davvero servito a qualcosa.
Certo poi aveva imparato che afferrare la mano di un amico non
è male, ma è importante il proprio personale
contributo alla risoluzione del problema.
Etemon aveva fatto il suo piccolo passo andando a chiedergli scusa e
poi recandosi con gli altri a chiedere perdono, perciò,
poteva aiutarlo no?
-Sarebbe bello…- disse sorridendo, legando i lunghi capelli
d’ebano con l’elastico -… rivedere
Kirara e gli altri.-
I presenti si volsero allora verso di lui che si alzò e
camminò spedito di fronte a Taichi, fra lui e Piemon.
Lasciò tutti di stucco inchinandosi di fronte al
digiprescelto del Coraggio senza esitazione alcuna.
-Vi chiedo perdono da parte loro.- disse calmo -So che non si
sono comportati per niente bene, ma so che c’erano dei motivi
profondi per cui hanno agito così, perciò, date
loro un’altra possibilità, vi supplico. -
-Nobu…- Etemon era commosso e la sua voce ridotta ad un filo.
-Basta, Nobu.- tentò di farlo desistere Piemon -Non spetta a
te scusarti, diamine!- e ciò detto,
accadde la cosa più assurda che i digiprescelti avrebbero
mai potuto immaginare.
Uno ad uno, anche se con vergogna, i Dark Masters chinarono il capo
come gesto di più sentito cordoglio.
-Perdonateci.- chiese Piemon e solo una divinità avrebbe
potuto affermare con certezza quanto gli costò pronunciare
quella parola.
I ragazzi e i digimon si guardarono l’un l’altro,
ancora una volta, colpiti e confusi.
Taichi interrogò con lo sguardo ognuno di loro.
Yamato e Mimi erano restii, anche se la comprensione era dipinta sul
volto della ragazza, nonostante tutto. Lui, invece era rassegnato ma
sul chi vive. Insomma, di certo pensava che una minuscola
possibilità poteva anche concedergliela. Gabumon e Palmon
sostenevano il suo sguardo con sicurezza, segno che avrebbero
appoggiato la decisione, ma al tempo stesso sostenuto i propri partner.
E poi c’era Sora, silenziosa e accondiscendente. Era la
digiprescelta dell’Amore dopotutto e con lei anche Pyomon era
propensa perdonare.
Jou e Koushirou non avevano problemi, vedevano la cosa come necessaria
e il minimo supporto sarebbe stato per loro gradito.
Gomamon non era molto convinto, ma non si mise certo a protestare,
capiva fin troppo bene la situazione e per lo stesso motivo Tentomon
serrò le sue “labbra”
d’insetto per evitare di sputare sarcastiche sentenze.
E, infine, Takeru, Patamon, Hikari e Tailmon... questi quattro
fissarono tristemente Taichi, consapevoli di non avere scelta, ma anche
di non poter accettare di buon grado.
Daisuke, Miyako, Iori e i loro digimon potevano essere
d’accordo, anche se il dodicenne alzò le spalle
lasciando carta bianca a lui e Ken, come Takeru, era molto, molto
recalcitrante, ma assentì col capo, e così pure
Wormmon che mai avrebbe contraddetto Ken.
Gli altri ragazzi si limitarono ad annuire al loro turno: erano quasi
estranei alla faccenda, quindi per loro il problema non sussisteva.
Solo Mamoru e Black Koromon erano pensierosi e Risei
disinteressato, ma Taichi accolse tutti i consensi e porse la mano al
Padrone delle Tenebre, ancora chinato davanti a lui.
-Va bene.- disse -Proveremo a perdonarvi.-
Piemon sorrise e si sentì profondamente sollevato nel
rivedere Kirara negli occhi del ragazzo quando alzò lo
sguardo. Strinse la sua
piccola mano senza esitazione, siglando così la sua alleanza
con lui.
E poi…
Poi l’imbarazzo divenne tangibile peggio di pocanzi e fu
Gennai ad intervenire, picchiettando sulla spalla del clown con un
inquietante sorriso a trentadue denti stampato in volto.
-Che c’è?- domandò quello sospettoso.
-Ci sarebbe un modo per farvi perdonare.- insinuò.
-E sarebbe?- non era convinto che gli sarebbe piaciuto.
-Si vuole soffiare il castello.- commentarono, involontariamente in
sincronia, Metalseadramon e Vamdemon.
-Cosaaaa?!- sbottarono Etemon e Pinocchimon.
-Dobbiamo nascondere i digimon del villaggio.- confermò
Gennai.
-Ma non se ne parla!- esclamò il burattino, ma suo fratello
lo interruppe con un gesto del braccio.
-Ok, va bene….- acconsentì.
-MA PIEMOOOOOON!- protestarono ancora i due.
Nel frattempo, sulla
Terra…
Phelesmon aveva seguito con molta attenzione l’impresa di
Vamdemon sei anni prima e conosceva ogni punto debole delle sue
strategie.
Il fratellino aveva scelto gli studi televisivi come posizione
strategica, per tagliare il quartiere di Odaiba fuori dal mondo e
cercare poi l’ottava bambina prescelta che gli aveva rotto le
uova nel paniere. Oh, quanto aveva goduto allora. Ad ogni modo,
Phelesmon decise di agire in maniera differente e in modo molto
più infido. Gli stupidi umani non si sarebbero resi conto di
nulla se non quando ormai sarebbe stato troppo tardi.
“Sono
sicuro.” Si disse pensando a Vamdemon “Che appena lo saprai
verrai da me per chiudere i nostri conti. Tsk… Puoi saltare
nel letto di chi ti pare, fratellino, non sarà quel tuo
stupido moccioso o quella tua combriccola di esagitati a fermare il mio
diabolico progetto. Tsk… diabolico? Uhuhuh,
diabolico.” Il diavolo non riuscì a
trattenere una risata sarcastica e recitò, parlottando fra
se e se -
Quando nei secoli a venire, il tempo conterà il numero della
bestia, solo allora l'invincibile re si rivelerà!-
E rise ancora come un ossesso.
-Phelesmon…- biascicò una voce infantile
impastata dal sonno.
-Signore.- rispose prontamente l’interpellato, smettendo di
ridere e inchinandosi innanzi al suo padrone immerso in una grande
vasca di liquido azzurrognolo fluorescente.
-Non riesco a dormire…- si lamentò quello.
Phelesmon diede un’occhiata ai parametri vitali e ambientali
riportati sullo schermo a cristalli liquidi del terminale. Era tutto
perfettamente nella norma, pertanto si rivolse al suo signore con
profondo rispetto.
-Maestro Belphemon, direi che dipende dal fatto che non siete
più nella vostra stanza.-
Il digimon, dall’aspetto pacifico e tutt’altro che
terrificante, emise una sorta di ringhio sommesso che generò
nel liquido una miriade di bollicine. Se non fosse stato enorme, si
sarebbe potuto considerare un cucciolo capriccioso.
-Non mi piace qui…- mugugnò ancora -E’
scomodo.-
Phelesmon sospirò ed estrasse un minerale simile a uno
zaffiro da uno scrigno, dopodiché mise la pietra in uno
speciale sportello e premette un pulsante. Il macchinario
vibrò rumorosamente, poi tutto tacque. Belphemon smise di
lamentarsi e il digimon diavolo s’inchinò
nuovamente a lui.
-Lasci fare a me Maestro. Riposi pure tranquillo. Non solo la Terra, ma
anche Digiworld saranno presto nostri e allora torneremo a casa.-
E il grande Demone dell’Accidia annuì, per poi
assopirsi completamente.
Il diavolo rimase a osservare quell’enorme palla di pelo
marrone dotata di “piccole” zampe grigiastre
avvolta fra le catene di un’enorme sveglia. Aveva delle ossa
acuminate sulla testa striata in rosso e orecchie simili ad ali
membranose violacee. Due corna ricurve completavano il tutto conferendo
alla creatura un po’ della malvagità che
rappresentava.
Il diavolo, infine, s’alzò e prese a camminare su
e giù per il locale polveroso, ripassando mentalmente i
dettagli del piano.
Nuovamente a Digiworld,
a Witchelny, ovviamente, si discuteva animatamente.
-Quello che stai pensando di fare è una follia, lo sai?-
domandò Piemon sporgendosi verso Yamato e Gabumon.
Il prescelto dell’Amicizia alzò le spalle e gli
scoccò un’occhiata di sufficienza.
-Non lo sapevo.- disse con sarcasmo -Il punto è
che prevenire è meglio che curare.- rispose.
-Se lasciate questo posto- disse il clown -sarete un
bersaglio facile da colpire.-
-Non andremo mica tutti.- ribatté prontamente quello -Fosse
per me, andrei anche solo, ma finirei per farmi
ammazzare senza concludere nulla.-
-Ok, ok, mettiamo che le cose vadano come dici- insistette il digimon
-ma hai considerato il malaugurato caso che Daemon vi trovi e
ammazzi tutti e due?-
I due gemelli si lanciarono un’occhiata complice e fu la
ragazza a rispondere -Non credo lo farebbe, non subito
almeno.-
-Che cosa intendi dire?- domandò allora Jun, seduta poco
più in alto della ragazza bionda.
-Daemon vorrà anche ucciderci.- disse Yamato -Ma,
poiché non è un deficiente, non credo che
rischierà di uccidermi prima di aver assorbito Risei.-
Il piccolo s’irrigidì e il prescelto si
pentì di essere stato così diretto.
-Ma così non sarebbe lei ad essere totalmente in pericolo?-
domandò Vamdemon, fingendosi disinteressato.
Il maggiore dei gemelli tacque, consapevole che avesse ragione, ma la
sorella minimizzò.
-Si, ma tanto ci saranno tutti a proteggermi e poi, non sono mica
così debole.- e ciò detto generò una
piccola sfera di luce col dito.
-Woooow!- esclamarono i digimon intermedi, meravigliati e curiosi.
-Sai sparare raggi!- fece melodrammatico Mamoru e, ovviamente, Hiroyuki
non poté esimersi dal lanciare la sua frecciata.
-A differenza di qualcuno.-
-Potrei sempre imparare a tue spese.- ribatté Yamato con un
tono ironico ma anche alquanto minaccioso. Nulla che
intimorì il prescelto del Vigore, comunque.
-Almeno avete idea di dove sia il laboratorio di Daemon?- chiese Piemon.
Scosse la testa Yamato.
-Credo sia andato distrutto, ma non so perché e non ricordo
come ci sono finito… non ricordo assolutamente nulla se non
qualche particolare, altrimenti non chiederei a Ylenia di correre un
tale rischio.-
Taichi si fece pensieroso qualche secondo, poi si alzò in
piedi e iniziò a camminare su e giù davanti al
gruppo.
-Beh, se non vuole ucciderti subito, forse è un vantaggio se
lei è con te. Se rimanesse qui, sarebbe più in
pericolo. Certo non possiamo lasciarvi andare da soli.- concluse -Vengo
anche io.-
-E anch’io.- disse Sora, sicura della sua scelta.
-Preferirei rimanessi con Risei.- rispose il suo ragazzo.
-Non c’è bisogno.- intervenne Takeru -Con lui ci
sono io.-
In fondo, il prescelto della Speranza sentiva di poter capire cosa
passava per la testa di Sora.
-E ci sono anche io!- si pavoneggiò Mika -Se quel
bruttone viene gliele suoniamo, vero Bakuchan?-
-S-si…- disse la piccola digimon -Ci
proverò…-
-Vedo che cercare di convincervi è una grossa perdita di
tempo.- concluse Piemon, rassegnato.
-Infatti.- disse Yamato -Però, Sora, non
è il caso…-
-No, ho detto che ti accompagno.- lo interruppe lei, prendendogli la
mano e questo le bastò per convincerlo definitivamente.
Non voleva rischiare di perderlo di nuovo, voleva fare qualcosa di
molto più concreto per lui, era quella la verità.
-Bene.- fece Taichi -Vorrei venissero altre tre persone con
noi.- il suo sguardo scorse fra Koushirou e Ken.
-Kou, credo che ci sareste d’aiuto tu e Tentomon.-
Il digiprescelto della Conoscenza scambiò
un’occhiata veloce con Mimi -Ok.- disse -In realtà
sarei voluto venire comunque.-
-Stiamo insieme da poco e già vuoi tradirmi con quegli
stupidi computer…- commentò Mimi, sospirando
teatralmente, facendo fra l’altro arrossire il ragazzo e
ridacchiare tutti gli altri.
-Wisemon.- domandò poi Koushirou -Hai detto che
Witchelny si trova in uno spazio parallelo a Digiworld, giusto?-
-Esattamente.- rispose l’interpellato -E uno degli
accessi è il mio libro, che certo non consegnerò
a Daemon.-
-Molto bene…- anche il prescelto della conoscenza mise in
moto il cervello.
-Allora, sposteremo gli abitanti di Bernika e gli altri
ragazzi resteranno qui a proteggere Risei… sarebbe il caso
però, che anche questo posto venisse evacuato.-
-Impossibile.- intervenne Wizardmon -I digimon maghi non
abbandoneranno mai la loro terra.-
-Neppure a rischio della vita?- chiese Miyako -Mi sembra una
cosa stupida.-
-Per loro la magia è vita.- rispose quello -Combatterebbero
contro chiunque pur di preservare la fonte
della loro stessa esistenza e, inoltre, abbiamo già stretto
un’alleanza anche con loro, nessun universo è al
sicuro con i Demon Lord.-
-Ci farà molto comodo avere alleati in più.-
convenne Jou -Ora, però, resta un dettaglio da
chiarire. Voi cosa farete?- si rivolse ai Padroni delle Tenebre e a
Nobu.
Fu sempre Piemon a rispondere -Noi andremo sulla Terra a
cercare Kirara e gli altri, poi torneremo ad aiutarvi.-
La risposta non fu molto gradita.
In pratica, i digiprescelti dovevano mettere il proprio mondo in mano
ai loro invasati ex-nemici, ma le carte in tavola erano tutte state
servite e dopo aver stretto quell’alleanza strategica,
romperla era fuori discussione.
-Sapete come ritrovarli?- chiese Mimi, seria.
Silenzio tombale.
-Pensavamo ce l’avreste potuto dire voi…-
sospirò Pinocchimon affranto.
-Oh beh…- commentò Hiroyuki, sarcastico -Se
sentite grida disumane e rumori di catene trascinate
sull’asfalto, una l’avete trovata.-
-Rumori di cate… Ti riferisci a Hina?- Lady Devimon parve
illuminarsi.
-Si… non la vedo da anni, ma a quanto pare-
guardò Mamoru -qualcuno mi ha detto che ha sempre
un certo caratterino.-
-Questo non ci aiuta molto…- fece Mugendramon.
-Aspetta, aspetta…- Pinocchimon prese a contare sulla punta
delle dita -Hina se ne va in giro a menare la gente, Kirara
fa teatro, Aki… TU!- indicò Takeru che ebbe un
mezzo infarto -Tu conosci Aki?-
-Aki?-
-Non si chiamava così l’allenatrice della squadra
che avete affrontato durante il campionato scolastico?- chiese Ylenia
al fratello.
-Ah, si!- esclamò il prescelto della Speranza -E’
una ragazza bassotta, capelli rossi e occhi
verde-nocciola?-
-Si!- esclamò il burattino.
-Beh, forse era lei… però non ci siamo
parlati… certo che anche lei ha un bel caratterino
energico…-
-Immagino.- sospirò Devimon -Peste.-
-Oh, andiamo, ce l’hai ancora con lei per lo scherzo della
lima?- s’imbronciò Pinocchimon.
-Vuoi una risposta sincera?- rispose quello sollevando la mano
artigliata con fare minaccioso.
-Su, su, buoni…- s’intromise Piemon -Abbiamo delle
piste da seguire, no? -
Inutile, come parlare al vento o ai muri.
-Ora che ci penso…- disse Vamdemon mentre gli altri due si
battibeccavano circa la non precisata vicenda della lima per unghie
-Hai detto che conoscete anche Keisuke, o sbaglio?-
-Ah, si!- saltò in piedi Ylenia -Hiro lo conosce
di persona.-
Tutti si voltarono verso il prescelto del Vigore che stava comodamente
sdraiato sui gradoni con aria apparentemente indifferente.
-Non è detto che abiti ancora là, comunque ve lo
dirò e magari gli portate anche i miei saluti a quel
nanerottolo snob.-
Il commento fu poco gradito dal vampiro, anche se doveva ammettere,
Vamdemon, che Kei non era mai stato un ragazzino facile e gentile.
Anzi, a tratti era persino peggiore di lui.
Mentre il discorso proseguiva, Miyako si accorse che Ken era sconnesso,
estraneo da quanto accadeva, perso nei suoi pensieri. Non poteva dire
con certezza cosa pensasse, ma forse aveva una mezza idea.
-Qualcosa non va?- gli chiese.
Il prescelto della Bontà scosse la testa -Nulla.-
-Non mentire.- lo ammonì lei -Ti si legge in
faccia, dai, dimmi tutto!- lo punzecchiò dandogli leggeri
colpetti al braccio.
-No, dai…- ripose lui, guardò per qualche secondo
il digimon vampiro e poi di nuovo Miyako -… ne parliamo
dopo, ok?-
-Hiropin, non per contraddirti, ma in quella strada ora
c’è una rotonda che ti fa fare il giro
dell’asino imboccando la strada per i giardini.-
puntualizzò Mamoru.
-Non cambia nulla no?- fece quello, piccato -Tanto la via in
cui devono andare non cambia.-
-La via no, ma la strada si!-
-Senti un po’, Mammola, dato che lo sai, perché
non glielo spieghi tu dove sta?-
-Oh, non fare il difficile!-
Mamoru non era certo irritato, anzi, era quasi come al solito e non si
alterava come l’altro che, punto nell’orgoglio, si
ritrovò nella sgradevole situazione di non sapere
più nulla del proprio mondo. Ma se lo sarebbe dovuto
aspettare quand'era scappato di casa, inutile piangere sul latte
versato o incazzarsi.
-Sentite, non mi sembra il caso di litigare!- esclamo Jun, annoiata -Di
nuovo… - fece poi un commento fra
sé e sé “
Ma perché devo fare da babysitter a questi due? I bambini
sono molto più maturi di loro.”
Vamdemon ci provò ad ascoltare la spiegazione, ma tutto quel
cicaleccio da comari gli fece saltare via la poca pazienza che aveva.
-Insomma,
adesso basta!- sbottò strappando di mano la
mappa di fortuna tracciata dal teppista, su cui, grazie al cielo, era
segnato l’indirizzo da trovare, più un sacco di
vie e stradine che, a quanto pareva, erano state cambiate.
-Troverò la casa anche senza il vostro aiuto!
Tsk…-
Metalseadramon terminò di bere un grosso tazzone
d’acqua per idratarsi e poi affermò -Beh, se
abbiamo tutto, possiamo anche iniziare i preparativi
per la partenza, no?-
Mugendramon concordò -E’ meglio che
inizi a dare disposizioni.-
-Vengo anch’io!- esclamò il drago
d’acqua seguendolo fuori dall’arena.
-A proposito di preparativi!- esclamò Gennai -Ragazzi,
vorrei chiedervi di consegnarmi i vostri digivice.-
-I digivice? Perché?- domandò Tailmon.
-Vi spiegherò con calma appena avrò terminato.
Non abbiamo molto tempo, se vogliamo che per domani sia tutto pronto.-
-L’ennesimo mistero…- sospirò Daisuke,
sfilando il proprio V-Tamer dal braccio per poi consegnarlo al saggio.
-A proposito di misteri, senpai,- si rivolse a Taichi -chi è
l’altra persona che ti vorresti
portare dietro?-
Il prescelto del Coraggio diede il suo dispositivo a Gennai e rispose
al proprio “discepolo” -Pensavo di
portare con noi Neo, se a Yamato va bene.-
L’interpellato annuì col capo -Almeno
svieremo l’esercito di Daemon per un po’.-
commentò, sempre considerando il risvolto razionale e
pessimista della situazione.
-Koushirou, vorrei anche il tuo portatile.- chiese ancora il saggio,
quasi del tutto scomparso dietro una montagna di dispositivi digitali
-E magari un aiutino, se non è di troppo
disturbo…-
°
Il manto oscuro della notte calò sulla capitale magica, su
Bernika e sull’intero emisfero digitale.
Fu una notte strana, carica d’attesa.
I prescelti dormivano nella grossa, ma solo perché aiutati
dal potere di Bakumon che infuse dolci sogni alle loro stressate menti.
E quando, al termine di ciò, la digimon crollò
addormentata, le braccia della sua piccola compagnia le
s’avvolsero attorno al corpicino peloso, abbracciandola
stretta con affetto.
Neo Saiba non dormì quella notte. Rifiutò di
ricevere quel trattamento di cortesia, perché non poteva
permettersi di dormire. Non con Rei, MetalGreymon e Skullsatamon
ostaggi di Daemon.
-Questo ti fa
ridere?!-
-No, no…
è solo, che da come ti aveva descritto Taichi, non credevo
fossi così altruista.-
Già… da quando era diventato altruista?
Sorrise amaramente.
“Essere
altruista mi sta facendo solo soffrire…”
pensò tristemente, poi il suo sguardo cadde su un piccolo
portachiavi a forma di stella rosa trasparente, poggiato sul comodino
di fianco al suo letto. Neo lo raccolse e lo rigirò fra le
dita.
“Dov’è
Yagami?”
“Non lo
so.”
“Non sapevo
potessi mentire, digiprescelta della Sincerità.”
La ragazza
sogghignò “Non è una bugia, non lo so
davvero. E comunque, non sapevo volessi farmi la corte, digiprescelto
del… del non so che cosa.”
Fu il suo turno di
sorridere divertito “Certo, tesoro, nei tuoi sogni. E,
innanzitutto, io sono un domatore, che è diverso da quello
che fate voi.”
Mimi, quello era il suo
nome, reclinò il capo “Io non ci vedo tutta questa
differenza. Noi tutti aiutiamo i nostri digimon a combattere.”
“Voi lo fate
con Digipietre e Digimental e tutte quelle cose là. Io li
addestro perché diventino forti ed invincibili.”
Parve contrariata, la
ragazza, infatti, rispose stizzita -E’ disgustoso
crescere i digimon solo per farli combattere.”
“Allora, per
cosa sono nati i vostri digimon?”
La vide mordersi il
labbro, segno che aveva centrato il problema.
Avevano discusso ancora
un poco e lei gli aveva lasciato il pranzo sul tavolo. Quella strana
miscela di uova, semi di soia fermentati e zucchero l’aveva
sì rimesso in forze, ma aveva anche compromesso il suo
povero stomaco.
Aiutarlo a rimetterlo in forze? Non sapeva che a chi sta morendo di
fame non si danno subito cibi solidi?
Beh, non che lui stesse propriamente morendo di fame, ma
c’era vicino.
Quel gingillo luccicante fra le sue dita lo riportò a
considerare il punto di vista di quella ragazza. Ovvero, che quelli
come lui che trattavano i digimon come animali da combattimento erano
persone disgustose.
Lui era disgustoso, anche se l’affetto per MetalGreymon era
divenuto sincero e incondizionato. Perciò aveva esitato alla
richiesta di Taichi Yagami, diverse ore prima, di seguirlo da qualche
parte, ma poi, il desiderio di mettere sotto scacco Daemon ebbe la
rivalsa ed eccolo lì a chiedersi se la scelta fatta non
fosse troppo rischiosa anche se la più sensata.
Un’altra persona non riusciva a prendere sonno: Kokueimon.
Perché Gennai o gli altri Padroni delle Tenebre non
dormivano per scelta personale: stavano facendo gli ultimi preparativi
per l’indomani. Lui era stato congedato a forza da sua madre,
ma di prendere sonno non se ne parlava proprio. Anche volendo, la sua
mente repelleva la stanchezza delle membra, sfiancandolo nel profondo.
Il cielo stellato era immenso, come un enorme oceano percorso da
migliaia, milioni, di pesci argentei; come un grande nulla rischiarato
da tante minuscole fiaccole. E, oltre quel niente, c’era
qualcosa…
Il senso di attesa per quel qualche cosa d’ignoto lo
soffocava. Aveva appena ricevuto tutto ciò per cui aveva
combattuto, eppure, qualcosa mancava dentro di sé e,
poiché non aveva altri desideri con cui riempire il suo
cuore, questo desiderio indefinito s’espandeva nel suo petto
quasi soffocandolo.
Anche suo padre aveva provato quel sentimento e anche sua madre, forse
era proprio per quello che volevano portarlo con loro sulla Terra,
invece che lasciarlo a prendere le redini del castello. Questa nuova
consapevolezza lo rassicurò, placando la sua ansia e
concedendogli di ammirare in santa pace quello spettacolo naturale
così meraviglioso.
E giunse il mattino e con esso l’ora della partenza.
Al loro risveglio i prescelti congedarono i Padroni delle Tenebre con
non poche domande ancora nella testa.
Era la cosa giusta da fare?
Gennai li rassicurò dicendo loro che, se fosse successo
qualcosa, avrebbe costretto i nuovi alleati a tornare indietro
forzatamente aprendogli un bel Digivarco sotto i piedi.
Questo fu rassicurante e, comunque, Piemon e gli altri non se la
presero.
Il Castello Errante prese il volo con a bordo i digimon di Bernika,
finalmente al sicuro dietro lo schermo
d’invisibilità. E neppure Lord Knightmon sarebbe
potuto tornare fra quelle mura per attentare alla pace dei profughi,
poiché in passato era sempre riuscito ad entrare grazie a
Piemon o alle sue spie. Queste ultime furono scoperte da
un’azione combinata dei due digimon lettori della mente
altrui e così, tutti i problemi circa il prestito del
maniero furono risolti.
Fu aperto un varco nel pavimento al centro dell’arena, per
collegare Witchelny alla Terra e, immediatamente, Nobu, Etemon e
Pinocchimon ci si buttarono teatralmente dentro, seguiti da
Metalseadramon e Mugendramon. Lady Devimon si attardò per
l’ultima sfilza d’insulti rivolti a Tailmon.
-Cerca di non farti ammazzare da nessun altro, gattina.- disse per
congedarla, infine.
-Lo stesso vale per te.- ribatté ghignando la digimon felina
ed emise un soffio minaccioso verso di lei.
Devimon e Patamon si guardarono appena, poi il diavolo si
ritirò in silenzio, con grande sollievo del prescelto della
Speranza e del suo piccolo compagno.
-Resteremo in contatto.- disse Piemon, quando anche Kokueimon
svanì oltre il varco.
Vamdemon, invece, si fece avanti e porse a Ylenia un oggetto piccolo e
argentato.
-Che cos’è?- chiese lei osservando quel bastoncino
metallico forato da entrambe le parti. Sì, era un
fischietto, ma a che serviva?
-Se avrai bisogno, usalo.- le sorrise e poi, con grande stizza da parte
di Taichi, le baciò la mano, prima di ritirarsi al seguito
del suo discepolo.
-Grazie!- esclamò Ylenia salutandolo -Mi
raccomando, metticela tutta!-
Quello sorrise e poi svanì del tutto oltre il portale
azzurrognolo.
-In realtà…- iniziò il clown, rivolto
a Yamato -Non so in che altro modo scusarmi per tutto,
perciò, prendi questo.-
Yamato esaminò guardingo la piccola sfera scura fra le dita
del digimon.
-Non ti mangia mica, sai.- insistette quello, sorridendo per spezzare
la tensione.
-Che cos’è?- chiese il ragazzo.
-Serve per immagazzinare energia. Potrebbe aiutarti a risolvere il tuo
piccolo problema.-
-Forse non riesco a usare il mio potere perché non
m’interessa farlo.- rispose secco.
Il clown sospirò e misurò le parole, sapendo
perfettamente i tasti da evitare di premere per non scatenare oltre la
rabbia accumulata del ragazzo.
-Ascolta, metti in conto che potrai usare il potere
dell’oscurità a tuo vantaggio, perciò
non rifiutarlo.-
Non rispose, Yamato e distolse lo sguardo e allora Piemon ne
approfittò, di nascosto, per infilargli la piccola sfera
dentro il digivice fresco di restituzione.
Il saggio stava giusto discorrendo con Koushirou circa un programma
installato all’interno di tutti i dispositivi.
-Ho visto quando l’hai inserita nella sua schiena.- disse il
prescelto dell’Amicizia e Piemon si grattò la
guancia, toccato da quell’accusa che andava a pizzicare una
corda dolente.
-Ecco… quello è uno dei modi in cui
funziona… assorbe l’energia vitale, la
immagazzina, la rilascia… dipende da te, e ora addio!-
E così, veloce come il vento, anche lui scomparve oltre il
Digivarco, lasciando i ragazzi attoniti a fissare il pavimento e il
vortice digitale che scompariva, dissolvendosi in tanti, piccoli dati.
-Sono andati…- commentò Taichi, passando il
braccio intorno alle spalle del proprio migliore amico, quello umano.
-Già…- gli fece eco questi -E’ il caso
che andiamo anche noi… se
siete ancora convinti, s’intende.-
-Ancora che ti fai seghe mentali?- il prescelto del Coraggio
inarcò il sopracciglio -Per una volta, fai come ti
dico, non pensare troppo alle cose.-
E ciò detto risalì la scalinata.
-Andiamo?- domandò allegro, come se la partenza premesse
più a lui che ad altri.
Yamato sorrise e lo seguì, insieme a Sora, Koushirou, Ylenia
e i loro digimon. Avrebbero preso Neo dall’ospedale e
sarebbero partiti. Tuttavia, ebbero un piccolo contrattempo di nome
Risei, che si aggrappò alla gamba del padre con forza.
-Ti prego… non andare…- gli disse.
Yamato si fermò per poi chinarsi su di lui e abbracciarlo.
-Non voglio che tu vada via…-
-Tranquillo.- disse.
-E se Daemon ti uccidesse?- domandò piagnucolante, ancora
remore del sogno orrendo in cui il Demon Lord uccideva tutti loro,
Yamato per ultimo.
-Non lo farà, tranquillo.- lo rassicurò.
-Ma io…-
-Risei, qualunque cosa succeda, io non gli permetterò di
portarti via, ricordatelo questo.-
Il prescelto dell’Onestà si separò, suo
malgrado, dal padre e, accanto a Takeru e Mika,
l’osservò lasciare la terra dei maghi, lo vide
lasciare Bernika e lo salutò mostrandogli di avere capito,
con gli occhi velati di lacrime trattenute a stento. Dopotutto era
ancora un bambino, ma capiva perfettamente le cose.
Black Koromon era, invece, stranamente tranquillo, abbandonato fra le
sue braccia e osservava anch'egli il gruppo volar via sulle spalle del
digimon insetto chiamato Kabuterimon. Il suo pensiero costante in quel
momento era il dover assolutamente diventare più forte e
proteggere quel bambino al quale sentiva di voler bene, nonostante lo
conoscesse appena.
Quando poi la sagoma scura di Kabuterimon scomparve
nell’azzurro, i digiprescelti rientrarono nella
città nascosta, a Witchelny, per organizzare al meglio le
proprie difese in attesa di un imminente quanto certo attacco delle
truppe di Daemon.
Fine
capitolo 18
Ecco qui, questo è un "bel" capitolo di transizione. Di
quelli dovuti. A scriverlo non ci ho messo molto, riuscendo a
presentarvi di nuovo Phelesmon e le rotelline del suo cervello
malandato e una parte del dialogo fra Mimi e Neo che vi dicevo (ve l'ho
detto vero? O_O) In realtà scriverlo tutto mi sarebbe
piaciuto, ma non mi avrebbe portato poi molto, se non a vedere Mimi
quasi strangolare quel poveraccio. Perché ritengo siano
opposti caratterialmente, ehehehe!
Ma, ancora più importante è che quei monellacci
abbiano chiesto scusa, anche se non sapevo proprio come rendere la
cosa... non so, vederli scusarsi è quasi un'utopia O_O
Pie avrebbe dovuto regalare un pugnale magico a Yama, ma forse ha
previsto che quello gli avrebbe cavato un occhio, perciò
vada per la sfera. Ma è il minimo che potesse fare e si
merita la freddezza con cui lui lo tratta.
Non mi soddisfa tanto il capitolo, ma mi rifarò col prossimo
*O*
Perciò, ci si vede fanciulliiiii!!
Come avrete notato, ho modificato il modo di indicare i
luoghi nei capitoli, perché mi sembrava staccasse troppo le
scene ed era inutile. Ho anche corretto qualche errore ortografico e
nei primi capitoli erano davvero tanti X°°°D
Beh, se notate che mi è sfuggito qualcosa, fate un fischio!
^_-
|
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Capitolo 19 *** 19. La via dell’Eremita: confusione ***
Part 2: Wrath's
Showdown
Let them taste the wrath
as the agony consumes them
Swallowed by the
darkest light a blackened state of dismay
Survival is the
only thing left for them
This grievous
revelation is a new beginning
Led to the
solution against their will
Lasciali gustare
l'ira mentre l'agonia li consuma
Inghiottito dalla
luce più oscura, uno stato di sgomento annerito
La sopravvivenza
è l'unica cosa rimasta per loro
Questa rara
rivelazione è un nuovo inizio
Guidato alla
soluzione contro la loro volontà
(Make Them
Suffer, Cannibal Corpse)
Capitolo
19:
La via dell’Eremita: confusione
There's
a poison drop in this cup of Man
To drink it is to follow the left hand path
(Bless the Child, Nightwish)
-Signori
passeggeri, è il pilota che vi parla.-
annunciò Kabuterimon ad un certo punto del viaggio -Vi
comunico che siamo proprio al di sopra dell’Arco di Trionfo,
siete pregati di allacciare le cinture e prepararvi
all’atterraggio.-
A sentirlo
parlare a quel modo i”signori
passeggeri” si guardarono fra loro, divertiti e attoniti al
tempo stesso. Persino Koushirou aveva smesso di trafficare col suo
portatile per guardare il suo digimon quasi con spavento.
-Da quando siamo
così simpatici?- sghignazzò
Taichi.
-Da quando tento
di rincarare le mie finanze.- rispose il digimon
posando le enormi zampe artigliate sull’asfalto. Attese
qualche secondo che tutti scendessero dal suo dorso e involse. Tentomon
zampettò allora verso Agumon e porse i suoi rostri verso il
dinosauro arancione.
-Ho vinto la
scommessa, paga.- gli disse compiaciuto. E lui, con
nonchalance si rivolse al suo partner umano.
-Taichi, avresti
venti mila yen da prestarmi?-
Il prescelto del
Coraggio ebbe un mezzo infarto, mentre gli altri se la
ridevano divertiti e Neo scuoteva il capo.
-Non dovremmo
concentrarci su qualcosa di più importante?-
insinuò e Taichi gli si fece vicino, elargendogli delle
pacche alla schiena.
-Su, su, si
sdrammatizzava un po’, tutto qui.-
-Io ero serio.-
fece Tentomon.
-Io
pure… - commentò disperato Agumon.
-Non siete
d’aiuto così.- li ammonì il
prescelto della Conoscenza, rimettendosi all’opera con il
computer.
-Non mi sembra il
caso di sdrammatizzare.- replicò Neo e
Taichi smise di sorridere, annuendo.
-Ok, ok, scusa,
cerchiamo il laboratorio. Yamato, ricordi
qualco… Yamato?-
Yamato, Sora e i
loro digimon erano alla base dell’Arco di
Trionfo digitale e rimiravano la struttura, l’una ammirata,
l’altro tentando di rievocare qualche ricordo. Ylenia e
Bearmon li raggiunsero quasi subito.
-Allora, ricordi
qualcosa?- chiese la ragazza al fratello.
-No.- scosse la
testa lui -Purtroppo in questo punto i miei ricordi
finiscono. Ricordo qualcosa del laboratorio, ma non di come ci sono
finito… -
-E tu, Gabumon?-
cinguettò Pyomon.
Il rettile
impellicciato negò.
-Quando siamo
arrivati qua, volevamo dare man forte a Taichi, Koushirou
e gli altri contro Mugendramon, abbiamo visto che non si mettevano bene
le cose, però poi… - si guardò intorno
-Siamo stati attaccati da qualcuno. E’ stato improvviso, non
sono neppure riuscito ad evolvermi.- e, ciò detto,
guardò il compagno sottecchi, in segno di scusa.
-Però
non può essere molto lontano.- riprese
Yamato, ragionando -Mentre ero prigioniero, ho sentito della sconfitta
di Mugendramon, quindi saranno passati pochissimi giorni.
C’è stato qualche casino anche là
dentro, forse perché il Monte Spirale si stava
disintegrando.-
-Non ricordi in
che zona ti sei risvegliato?-
-No, mi sono
svegliato che era già dentro.-
guardò il suo digimon con aria triste -E ho temuto che
Gabumon fosse morto.-
-Ma mi sono
salvato per pura fortuna.- disse quest’ultimo
-Grazie a Gennai. Ma anche noi siamo entrati direttamente nel
laboratorio, ma non sappiamo perché.-
-Come, non sapete
perché?-
I due si
guardarono con aria interrogativa.
-Quando sono
arrivati, Metalgarurumon ha attaccato Daemon per distrarlo
e Gennai ha portato via me e Risei. Eravamo abbracciati, ma io non so
perché, questo è quello che mi hanno detto, per
il resto…- scosse la testa.
Per il resto,
vuoto totale.
Koushirou
ridacchiò.
-Tu che hai da
ridere?- domandò Taichi curioso,
poiché non era certo il caso di concedersi risatine
divertite. E Koushirou non era tipo da sarcasmo derisorio delle altrui
disgrazie.
-Sto facendo un
controllo crociato, Taichi. Poi ti spiego, datemi
qualche minuto.- rispose quello.
-Idea!-
saltò in piedi Taichi, entusiasta -Forse il tuo mal
di testa potrà esserci d’aiuto! Nei film funziona
sempre.-
-Nei
film… - commentò Neo, sospirando -Sempre nel
mondo delle favole, eh?-
-Beh, se ci
avviciniamo a un settore sospetto, la sua emicrania
aumenterà, no?- insistette il prescelto del Coraggio.
-Pensaci, non
possiamo girarci mezza Digiworld a casaccio!-
continuò Neo, inarcando il sopracciglio.
-Ok, ok, calma e
zitti, mi scoppia la testa!- protestò il
prescelto dell’Amicizia, tentando di rimuginare su quanto
accaduto.
-Datemi qualche
minuto… - ribadì, invece, il
prescelto della Conoscenza concentrato al massimo sul suo portatile.
Ylenia e Bearmon
passeggiarono sotto l’Arco, curiose,
ammaliate da tanta bellezza, anche se vederlo in una città
diversa da Parigi lo privava di tutto il suo fascino. Certo il panorama
surreale che si godeva era da mozzare il fiato. Non sapeva definire,
Ylenia, ciò che provava nell’osservare il
devastante vuoto oltre l’Arco che s’apriva come una
porta verso la desolazione, verso un baratro oscuro segno del passaggio
dei Cavalieri Reali. Avevano volato nascosti grazie ad una delle
barriere di Piccolomon e osservato scrupolosamente tutte le indicazioni
di Gennai per sfuggire a Lucemon o a qualunque nemico potesse aggirarsi
nelle vicinanze, perciò poteva tirare un sospiro di sollievo
per il momento. Certo era davvero triste pensare che prima
quell’atollo deserto di terra fosse abitato da una
moltitudine di digimon e nel presente, mentre loro si godevano la loro
vita, era stato ridotto a quel modo.
Che avevano fatto
i Supremi?
Qual’era
il loro vero potere? Poiché, a quanto
pareva, confidavano molto nei digiprescelti.
Queste e altre
domande annegarono la sua mente in un marasma di
tristezza. Lei Digiworld l’aveva visto solo così,
se non tramite le foto e i racconti dei suoi fratelli. Aveva percepito
le emozioni del gemello quand’erano ancora una cosa sola ma
le uniche che aveva provato personalmente una volta visto quel mondo da
sogno erano state solo rabbia e tristezza. Strinse i pugni tremanti
ripetendosi mentalmente che no, non avrebbe lasciato le cose
così come stavano. Era la prescelta della Memoria,
perciò avrebbe lottato affinché i ricordi di
quando Digiworld era davvero un mondo meraviglioso non rimanessero tali.
-Ylenia…
- una mano si posò sulla sua spalla,
leggera, il tocco lontano. Un attimo, un semplice attimo. Scorse
qualcosa, ma non definitivamente. Con uno strattone Yamato la
attirò a se, schiacciandola fra il suo corpo e la parete in
pietra. Ylenia gemette appena per la sorpresa, non comprendendo cosa
accadeva. Sora le faceva segno col dito di tacere e Taichi copriva la
visuale di lei e Yamato da qualcosa là fuori, oltre il vuoto.
Col fiato sospeso
attese e allora lo vide.
Volava a quota
relativamente bassa rispetto a quant’era
abituato.
E da solo.
Non vi era Lord
Knightmon con lui e neppure Craniummon. Avrebbe gradito
persino la sua presenza in una normale situazione di apatica noia come
poteva sembrare quel preciso momento. Ma le cose stavano diversamente.
Non era un tedio
che voleva abbandonare. Non sentiva
necessità di discorrere pacificamente, né di fare
commenti circa il fanatismo di certi individui. Voleva sprofondare
nella malinconica nostalgia dei ricordi, rievocare i momenti
antecedenti la guerra. E malgrado tentasse di rivivere quel nostalgico
“prima”, la sua mente, inesorabilmente, ritornava a
quel momento, al suo corpo ridotto a tanti minuscoli brandelli
colorati, alle sue urla di agonizzante dolore. A Magnamon, che aveva
ucciso nonostante l’amicizia che li legava. Scosse il capo
sconsolato per l’impossibilità di sfuggire a quel
circolo vizioso di sofferenza.
Neppure lavorando
alacremente da tempi immemori era riuscito a non
pensare per un solo giorno a quel tragico fatale istante e, tuttavia,
la scelta fatta era la più giusta e non se n’era
pentito. Quando i suoi piedi corazzati toccarono finalmente il suolo,
il Cavaliere Reale si diresse a passo lento verso l’Arco di
Trionfo. Là, incisi nella pietra da tempi immemori
c’erano nomi, tantissimi nomi, tante piccole testimonianze di
vite e sacrifici, di amici e valorosi compagni, di terribili morti e
grevi perdite. Con rammarico li lesse, uno ad uno, finché
non lo scorse.
Il suo.
Che ironia,
secondo il monumento era ancora viva, ma, per quanto avesse
desiderato che lo fosse, nonostante un digimon non morisse mai
definitivamente, lei non era più tornata al suo fianco. Con
rammarico scorse il dito sotto i caratteri polverosi che componevano il
suo nome e raschiando la pietra vi traccio una linea sopra con cura
maniacale, faticando a sciogliere il contatto. La sua mente rifiutava
l’ennesima separazione. Anni e anni non erano bastati ad
affievolire la sofferenza per la sua scomparsa. Si sarebbe certo
abbandonato ad un liberatorio pianto, il Cavaliere Reale, se un lieve
spostamento alla sua destra non l’avesse ridestato dai suoi
pensieri.
Dynasmon
socchiuse gli occhi scarlatti e guardingo avanzò
sotto la volta. Non vi era anima viva, non doveva essercene, forse era
stato un gioco di luce a fargli credere di aver visto qualcosa. Un
cigolio sommesso, però, lo costrinse a ricredersi e,
voltandosi nuovamente, vide la porticina per la terrazza semi aperta.
Coi tempi che correvano, non poteva abbassare la guardia e quello
spiraglio buio non lo faceva stare tranquillo, ma se c’era
qualcuno lì, era suo dovere scoprire chi e cosa ci facesse.
Perché se l’obbiettivo del presunto
“intruso” era il medesimo, non poteva permettergli
di portarlo a compimento.
Con molta
attenzione s’avvicinò alla porta e
l’aprì quanto bastava per rendersi conto che non
vi era nessuno, tuttavia non si fermò a quella prima
impressione e alzò il capo verso la volta della scala a
chiocciola in metallo che s’inerpicava lungo la struttura
come una sorta di colonna vertebrale. Vi era una sola uscita, ovvero la
terrazza, per cui uscì all’esterno e con pochi
colpi d’ali fu sulla cima del monumento.
Deserta.
Come deserte
erano le scale e tutto il circondario. Nessuno sarebbe
potuto sfuggire alla sua vista, per cui, probabilmente si era sbagliato.
*Digimon
Analyzer*
Dynasmon
Livello: Mega
Tipo:
Cavaliere Reale
Tipologia:
Antivirus
Attacchi: Dragon's
Roar:
Genera una scarica di colpi energetici dai palmi delle mani.
Dragon
Breath (Breath of
Wyvern):
Trasforma l’energia del proprio corpo
nell’aura di una gigantesca viverna.
-Un altro
cavaliere reale?!- esclamò Taichi squadrando il
proprio Digivice. Sudava freddo, perché già
durante lo scontro con Lord Knightmon si era fatto un’idea di
che razza di tipi fossero i loro avversari, ma quel Dynasmon sembrava
molto più forte, anche se forse l’aspetto
ingannava un po’. Neo gli fece segno di tacere col dito
fulminandolo con lo sguardo. Nonostante in certi momenti fosse una
persona pressoché eccezionale, talvolta bisognava proprio
insegnargli proprio tutto al signor Taichi Yagami. Procedettero in
silenzio guardandosi continuamente le spalle, in quel cunicolo talmente
stretto da costringerli a camminare in fila indiana. Agumon ad aprire e
Gabumon a chiudere la fila, in caso di pericolo erano gli unici in
grado di poter fare qualcosa, seppur il poco spazio a disposizione
rappresentasse uno svantaggio non indifferente.
D’improvviso
uno scossone destabilizzò il terreno
sotto i loro piedi e dovettero appoggiarsi alle pareti umide per non
finire a terra.
-Che
starà succedendo?- chiese Pyomon preoccupata.
-Immagino quel
Dynasmon sia qui per il Digicodice.- borbottò
Neo.
-Di grazia, a
cosa servono questi Digicodici?- sbottò
Yamato, seccato, poiché aveva appena rischiato di
schiacciare Sora e di ruzzolare a terra con lei. Con le mani puntate
alle pareti, ritrovò l’equilibrio, ma il tremore
non accennava a placarsi, anzi, il peggio non tardò ad
arrivare.
-Oh,
santissimo… - Taichi non concluse
l’esclamazione, perché un’altra,
più urgente si liberò dalle sue labbra -Correte!-
esclamò.
Alle loro spalle,
le pareti rilucevano d’azzurro e rosso e
non erano più umida roccia ma dati sfuggenti divorati da
qualcosa. Come se oltre il cunicolo vi fosse una bestia famelica che li
ingurgitasse.
-Correte!-
ripeté Taichi rivolto agli altri, che certo non
se lo fecero ripetere un’altra volta. Correvano come pazzi,
inseguiti da una bestia invisibile chiamata distruzione.
Mentre correvano
come ossessi, Koushirou si lasciò sfuggire
un’imprecazione piuttosto colorita per essere sua e Taichi
sarebbe certo rimasto sconvolto se ne avesse avuto il tempo. Ma non ce
n’era. Non potevano avanzare, non potevano indietreggiare, le
bestie di distruzione disintegravano i cunicoli in ogni direzione.
Molti tubi, autentiche gallerie sotterrane, terminavano nel vuoto
esterno. E certo potevano usare nuovamente la barriera di Piccolomon,
ma l’unica traccia che possedevano era l’Arco di
Trionfo.
-Ugh…-
lupus in fabula, arrivati all’imbocco di
una delle gallerie ancora integre, Yamato cadde in ginocchio.
-Yamato.- Sora
gli fu subito accanto in apprensione -Che succede?!-
-La
testa… fa più male… -
Koushirou
premette uno dei tasti del Digivice e lo schermo di questo
s’accese come una torcia. Scrutò
all’interno della galleria con occhio critico.
-C’è una porta… - commentò
inarcando il sopracciglio. Si sarebbe aspettato delle scale a pioli che
portavano alla luce del sole proprio sopra le loro teste, ma non una
porta inquietante nella sua anonimia.
-Non è
che ora sbucano palloncini?- commentò
Taichi, sarcastico e nervoso al tempo stesso, ma con una punta
d’insano amore.
-Ci mancherebbe
solo quello… ma sarebbero l’ultimo
dei miei problemi… - sussurrò Yamato alzando gli
occhi alla volta.
La testa gli
doleva quasi volesse scoppiargli e sarebbe diventato
sempre peggio, poteva scommetterci.
Quando tutti i
dati si raccolsero nelle sue mani, Dynasmon si
guardò intorno soddisfatto.
Il Digicodice era
nelle sue mani raccolto in una sfera luminosa di
barre digitali e nessuno cadeva nel vuoto o tentava di sfuggirgli
invano. Forse quella porta era stata aperta da tanto tempo e
dimenticata così, non era poi tanto improbabile.
Gettò un ultimo sguardo al vuoto, dove fino a pochi secondi
prima si ergeva l’Arco di Trionfo, uno dei monumenti
più importanti della storia di Digiworld. Come lei, un
sacrificio dovuto per un bene superiore.
Così
com’era arrivato se ne andò, in
malinconico e religioso silenzio.
°
Molti digimon
erano diffidenti e poco propensi ad occupare il castello,
se così si poteva definire, dei Padroni delle Tenebre.
Gennai e i suoi cloni avevano spiegato loro con molta calma che Piemon
e i suoi scagnozzi non erano più una minaccia e che avevano
messo a disposizione il castello per potersi in parte sdebitare. Certo
era troppo poco, ma era pur sempre un inizio, e comunque non
c’era molta scelta. Chi voleva restare a terra poteva, a
rischio di venire schiacciato dalle truppe di Daemon che sarebbero
presto giunte. Questo spinse gli ultimi maldisposti a lasciar correre i
vecchi rancori. Ilya salutò Gennai e gli altri compagni per
seguire gli esuli e guidarli verso la salvezza. Molti digimon invece
rimasero per combattere, fra questi Andromon, Wizarmon, Centarumon,
Leomon, Ogremon e tutti coloro che avevano già combattuto in
passato. I cuccioli di Digimon erano stati affidati alle cure di
Lilamon, la quale pensò di riadattare alcuni degli
appartamenti di Pinocchimon per accoglierli. Ovviamente chiese il
permesso al suo amato padrone e si premurò di far sparire
qualsiasi cosa potesse far del male ai piccoli. Non era una missione
d’alto rischio, ma era pur sempre un qualcosa che avrebbe
aiutato il suo signore e per lei non c’era nulla di
più importante al mondo di lui.
Gennai e Wizarmon
rientrarono nel villaggio deserto e silenzioso ed
attraversarono il varco per Witchelny, lasciandosi alle spalle
desolazione e malinconia. Una volta raggiunta la dimensione magica, si
diressero nella piazza centrale, dove si erano riuniti i digiprescelti
e gli abitanti del luogo, per discutere un adeguato piano di battaglia.
Wisemon era al
centro dell’attenzione insieme ad altri
digimon maghi.
-Non possiamo
contare solo su una barriera.- affermò
Wizarmon -Una molto potente reggerebbe sino ad un certo punto, ma anche
Daemon pratica la magia. Se trovasse il modo di infrangerla, non
avremmo altre difese.-
-Non possiamo
affrontarli faccia a faccia!- ribatté una
digimon dai capelli biondi vestita con un abito lungo scarlatto e un
manto nero. Portava un capello, sempre scarlatto, da fattucchiera,
sopra il quale era immobile lo spirito di un gatto nero.
-Non li
attaccheremo faccia a faccia.- ribatté Wizarmon
sotto lo sguardo ammirato di Tailmon e Hikari -Non avremmo speranze.
Ciò che possiamo fare è confonderli ed eliminare
piccoli gruppi per volta.-
Witchmon si morse
l’unghia attraverso il guanto di pelle.
-Ergeremo delle
barriere intorno al municipio.- affermò
Wisemon -In questo modo non dovremmo preoccuparci dei pesci piccoli.-
Il saggio digimon
fece lievitare la sua sfera di cristallo. Da essa
scaturì un’immagine olografica della pianta della
città. Witchelny consisteva in agglomerati di edifici
disposti lungo le cinque vie principali. Al centro vi era il municipio
con la torre dell’orologio che si poteva osservare
dall’arena e di fronte, all’altro lato della piazza
pentagonale vi era l’ateneo (al quale apparteneva anche
l’arena) che indirizzava i digimon maghi alle quattro arti
elementali e alle varie derivate. I corsi avanzati dotavano gli allievi
della padronanza necessaria alla pratica di certe arti arcaiche, quasi
proibite. Vi erano state molte dispute nel corso dei secoli circa
l’insegnamento di tali arti e la loro liberalizzazione da
parte di MedievalDukemon non riuscì a far cessare le
diatribe. Da un lato garantì un maggior controllo dei maghi,
che venivano registrati non appena accedevano alle facoltà
superiori, dall’altro spinse molti digimon a lasciare
Witchelny per andare alla scoperta di Digiworld che tanto offriva in
ambito di misteri.
Fu durante uno
dei suoi viaggi che Wizarmon conobbe Tailmon ed
entrò a servizio di Vamdemon. Solo in seguito avrebbe
constatato sorridendo, che quando l’amica le
rivelò
chi fosse il suo padrone, provò sì un brivido
d’eccitazione, ma decise di lavorare per lui solo per
sdebitarsi con lei. Non ci fu un secondo fine, nonostante
quell’indisponente di PicoDevimon lo insinuasse in
continuazione e il “Maestro” lo tenesse
d’occhio. Wizarmon non tentò mai di rubarne i
segreti, si accontentò degli studi che poteva affrontare e
di stare al fianco della sua compagna.
Nei suoi occhi in
quel momento, Tailmon vide ardere la vecchia fiamma
d’un tempo, una luce che tanti anni al servizio di Vamdemon
avevano contribuito a soffocare, la stessa luce che era divampata
quando lui aveva promesso che sarebbe stato per sempre al suo fianco,
la stessa che brillava nei suoi occhi prima che si chiudessero quel
giorno.
-Piccoli gruppi
verrebbero annientati.- contestò un altro
digimon, Mistymon. -La mia proposta è di radunarli in piazza
ed annientarli con un incantesimo congiunto.-
-Daemon
sicuramente saprà come controbattere.-
ripeté Wizarmon -E sono sicuro che non si metterà
certo a capo dei suoi uomini.-
-E’
probabile che si metta alla ricerca di ciò che
vuole mentre i suoi digimon combattono, così
com’è probabile che attacchi su più
fronti e con diversi reparti del suo esercito, dobbiamo agire con
prudenza e prevedere ogni sua mossa.- affermò Wisemon.
-Baluluna
potrebbe disperdere le varie truppe.- propose un altro
digimon in tutto simile a Wizarmon, solo con gli abiti bianchi e
turchesi e la testa di bastone a raffigurante un fiocco di neve.
-Daisuke... -
balbettò un confuso V-mon al suo compagno
-Credo di vederci doppio… -
-Quello
è Sorcermon.- lo rassicurò Gennai
-E’ un esponente del clan Aquary che utilizza le varie magie
legate all’Acqua. Quello invece è Mistymon,
è il capitano della Guardia, nonché uno dei
principali esponenti del clan Energe, lo stesso al quale appartiene
Wizarmon.-
-Sono guerrieri e
maghi molto validi, ci saranno di grande aiuto contro
Daemon.- affermò Jijimon. Lui e Babamon si erano
categoricamente rifiutati di lasciare Bernika. La digimon aveva
bastonato tutti quelli che la ritenevano troppo anziana per combattere.
-Se non proteggo
il mio nipotino, che razza di nonna sarei?- aveva
sbottato.
Risei fu molto
grato di questo anche se preferì tenerselo
per se.
Mistymon
avanzò verso i digiprescelti. La sfarzosa armatura
d’oro e platino brillava alla luce del sole d’un
luccichio tenue. Un bagliore quasi magico avvolgeva il guerriero. I
ragazzi non poterono che restare in silenzio mentre questi scorreva fra
loro e li studiava uno ad uno, fermandosi poi su Risei. Il bambino era
intimorito, mentre Black Koromon, irritato, socchiuse gli occhi.
-Saresti tu
quello che cercano?- domandò atono.
Risei
annuì.
-Sembri un
bersaglio piuttosto facile da colpire. Non possiamo certo
rischiare che Daemon ti trovi…- si rivolse agli altri
-Propongo di nasconderlo con i Sacri Tomi nel luogo più
sicuro della città.-
Istintivamente
tutti i digimon maghi rivolsero lo sguardo
all’enorme e fiera statua di MedievalDukemon, colui che,
quando Witchelny era sull’orlo della rovina,
riuscì a risollevarne le sorti con le sue conoscenze e con
la sua potente alabarda, Dynas.
-Si, sono
d’accordo.- disse Wisemon, poi si rivolse ai
prescelti e ai loro compagni digitali -Non abbiamo molto tempo prima
che attacchino, per Daemon questa è un’occasione
più unica e rara per colpire. Vi dividerete in sei gruppi e
adesso ascoltatemi bene, digiprescelti, perché vi
spiegherò una sola volta a cosa è servito
l’allenamento al quale vi siete sottoposti e
cos’è il programma che abbiamo installato nei
vostri Digivice.-
°
-Ma che bel
posticino… - commentò Agumon,
sarcastico -Davvero bello, potremmo passare qui le prossime vacanze
estive, altro che casa di tua nonna, Taichi.-
-Per fare surf
dev’essere il massimo.- annuì
Taichi.
Neo li
guardò entrambi come se avessero una qualche strana e
repellente malattia, mentre Yamato sedeva terra con Sora, Gabumon e
Pyomon accanto. Lei gli porgeva un’aspirina e
dell’acqua, lui rifiutò gentilmente.
-Può
darsi che Taichi abbia ragione, forse la mia emicrania
può essere utile.-
-Come
“può darsi”?- sbuffò il
prescelto del Coraggio -Io ho SEMPRE ragione, tsk…
malfidenti.-
-Ok, allora,
secondo te dove dobbiamo andare?- ribatté Neo
con un sorriso di sfida dipinto in volto.
Taichi si
guardò allora intorno con fare serio e quasi
melodrammatico.
-Davanti a noi
non c’è nulla.- disse -E neppure
dietro, a destra o a sinistra… Koushirou, secondo te dove
dobbiamo andare?-
L’interpellato
si lasciò scappare una risatina
mentre trafficava col suo portatile.
-Che stai
facendo?- domandò Ylenia chinandosi su di lui per
guardare meglio lo schermo del computer.
-Sto elaborando
una mappa tridimensionale di questo posto.- disse
-Siamo precisamente ad un centinaio di chilometri da
dov’eravamo prima.- Fece una pausa per studiare le
espressioni di genuino sbalordimento dei presenti -Quel cerchio magico
è stato provvidenziale.-
-Sei stato
geniale!- esclamò Ylenia dandogli una pacca alla
schiena.
-Non è
stato difficile… - si sminuì il
rosso, arrossendo -Sono solo… solo intervenuto su un vecchio
programma. Se fosse stato più recente, saremmo ancora nelle
fogne.-
-O ci avrebbero
scoperti.- concluse Yamato alzandosi. Il cerchio magico
trovato in quella vecchia stanzetta puzzolente sotto l’Arco
di Trionfo aveva accresciuto la sua inquietudine. -Dobbiamo sbrigarci a
raggiungere quel laboratorio… -
Neo continuava a
guardarsi intorno, perché certamente Daemon
non piazzava un cerchio magico in pieno deserto roccioso per caso. Era
totalmente incongruo, probabilmente il suo laboratorio era nascosto
agli occhi, forse era circondato da una barriera invisibile o si
trovava in uno spazio distorto. Nel silenzio che aleggiava
tutt’intorno, l’unico rumore era il ronzio del
portatile del prescelto della Conoscenza. Lungo lo schermo si
rincorrevano reticolati tridimensionali e mappe digitali si
sovrapponevano ad altre, dopo un’attesa di qualche minuto,
finalmente, una luce rossa lampeggiò accanto ad una blu.
-Ci siamo
praticamente di fronte.- disse, dando voce al pensiero
generale -Cercherò di modificare il programma della
barriera, non so quanto ci vorrà.-
E da quel
momento, Koushirou rimase in silenzio, le sue mani scorrevano
veloci sui tasti componendo ticchettanti melodie mai uguali. Quando
finalmente ebbe terminato, il rosso emise un sospiro soddisfatto e
pigiò il tasto invio. A comando ricevuto, il Digivice
collegato al portatile emise un raggio azzurrognolo che
s’infranse a mezz’aria davanti agli occhi curiosi
dei presenti. Nel punto in cui la luce era esplosa in tante piccole
scintille, l’aria s’increspò in sottili
sfumature, poi, lentamente, comparve un foro nell’atmosfera.
Un buco piccolo che dava verso il buio e che si dilatò fino
a creare un’apertura sufficiente al passaggio di tutti.
Davanti a loro,
nell’oscurità scorsero
dell’erba ormai secca e ammassi metallici abbandonati alle
intemperie atmosferiche e temporali. Yamato fu il primo a entrare,
seguito da Gabumon. Era incosciente, ma tanto entrare si doveva. Anche
gli altri li seguirono con circospezione e si guardarono intorno
spaventati. Sembrava essere un luogo aperto, ma la grande tettoia
metallica sopra le loro teste impediva al sole di raggiungere la terra,
l’erba era scura e il laboratorio enorme e minaccioso.
-Che hai,
Pyomon?- domandò Sora, preoccupata, mentre
scavalcava un cumulo di lamiere che ostruiva l’ingresso ad
uno dei corridoi e Yamato la sorresse. Pyomon superò
l’ostacolo in volo, visibilmente giù di morale.
-Sono preoccupata
per te.- rispose alla sua amica -Non mi piace
l’idea che tu ti faccia del male.-
Sora le sorrise
gentilmente -Anche per me è così,
perciò voglio aiutarti. Tutti noi siamo stanchi di vedervi
soffrire e stare solo a guardare.-
-Quando voi
combattete,- aggiunse Taichi -ci sentiamo
d’impiccio, vorremmo difendervi, sostenervi, ma non potevamo
fare molto.-
-Almeno adesso
possiamo fare qualcosa.- disse Yamato osservando il
proprio Digivice, con fare rapito. “Almeno non
sarò più un peso per nessuno…
” si augurò.
Neo li raggiunse
velocemente e dietro di lui arrivarono Koushirou e
Tentomon. Il rosso riprese a trafficare col computer, scansionando la
zona e incontrando non poche difficoltà. Fra
l’altro il suo portatile era un ingombro non indifferente ma
tutto il suo materiale era lì, perciò non poteva
fare altrimenti nel poco tempo a disposizione. Una volta ottenuta una
pianta tridimensionale completa dell’edificio la trasmise ai
Digivice dei compagni e rimasero ad organizzarsi per qualche minuto.
-Credo che il
laboratorio fosse questo.- disse Yamato indicando un
cilindro centrale all’interno della struttura olografica.
-Anche il
laboratorio che abbiamo distrutto noi aveva una forma
simile.- disse Agumon e Taichi annui.
-Credo
c’entri con la magia.- spiegò Neo -La
struttura intorno ai cilindri ha base quadrata, se non ricordo male,
è un simbolo esoterico.-
-Dovrei avere
letto un articolo al riguardo… -
commentò Koushirou -Il cerchio alla base rappresenta lo
spirito, il quadrato che lo circonda sono invece la Materia e i Quattro
Elementi. Questo significa che Daemon combina scienza e magia?-
-Non pensavo
t’interessassero queste cose… - fece
Taichi, stupito.
-In
realtà io sostengo che la magia sia solo
un’altra forma di scienza, qui a Digiworld poi il confine fra
le due cose è molto sottile.- ribatté il
prescelto della Conoscenza -Ad un esame attento, la struttura del
laboratorio si rivela piena zeppa di elementi esoterici,
perciò dobbiamo essere prudenti. Noi siamo qui-
indicò uno dei lunghi e stretti corridoi che
s’intrecciavano alla base della colonna cilindrica centrale
-Per raggiungere il cuore del laboratorio dobbiamo attraversare questo
blocco di strutture.-
-E anche se non
dovrebbe esserci nessuno… - lo interruppe
Yamato -C’è comunque pericolo… me lo
sento.- poi per spiegarsi meglio specificò -Sento il ronzio.-
-Allora
sarà meglio far funzionare subito questi cosi.-
esclamò Taichi mettendo mano al Digivice -Giusto per essere
sicuri.-
Program
Execution:
Arcana
Running:
The
Sun
Il Digivice
arancione s’accese di una luce abbagliante e
pochi secondi dopo le mani di Taichi stringevano le impugnature
crociate di un paio di chakram rossi fiammanti, le cui otto punte
dipartivano dal centro come raggi solari.
Tutti rimasero
incantati alla vista dell’arma, prescelto
possessore compreso, perché non se l’aspettava.
-Un chakram?-
domandò, infatti -Mi ero preparato a
maneggiare una spada ma questo coso… - iniziò a
farlo roteare titubante. Non era eccessivamente pesante, ma il ragazzo
lo manipolava goffamente, quasi quell’ammasso di punte
vermiglie potesse ferirlo. -Non sono mai stato un
giocoliere… -
Gli altri,
comicamente e sudando freddo, si allontanarono da lui.
-Oooh, che
simpatici… vedere le vostre!- arricciò
il naso il prescelto del Coraggio.
-Non credo sia
saggio.- lo interruppe Neo, serio in volto -Meglio se
usate i vostri gingilli se ci sarà davvero pericolo. Quelli
bastano e avanzano, per ora.-
-D’accordo…
- fu il commento del leader.
Ylenia avrebbe
voluto imitare il suo ragazzo ed era stata interrotta
proprio prima di pigiare il tasto, perciò sbuffò
e seguì gli altri due, Bearmon la seguì a ruota.
Arrivarono
diversi minuti dopo all’imboccatura del
laboratorio che Yamato aveva indicato loro basandosi sui frammentari
ricordi che possedeva. Il tragitto era stato semplice e privo di
ostacoli, una vera fortuna. Ma quando superarono la porta divelta, il
digiprescelto dell’Amicizia, spaventato,
s’appiattì contro la parete metallica, gli occhi
sbarrati e la bocca aperta in un’esclamazione muta.
-Yamato?-
esclamarono più o meno tutti mentre lui, in preda
al dolore si stringeva le ciocche dorate fra le dita e strisciava lungo
la parete fino a sedersi a terra, la testa nascosta fra le gambe e le
nocche imbianchite.
-Yamato, che ti
succede?!- esclamò Sora che tentava di
scuoterlo invano. Lui, solo dopo alcuni secondi e solo dopo che Taichi
e Gabumon ripeterono la domanda, alzò tremante il dito e
indicò qualcosa davanti a sé.
Di fronte a loro,
dietro ad un cilindro di vetro devastato al centro
della sala, ce n’era un altro, più grande e
intatto. Distruzione ovunque eccetto che per quel contenitore ancora in
funzione, colmo sino all’orlo d’un liquido
verdognolo e immerso in esso vi era il corpo scuro e massiccio di un
digimon in stato d’animazione sospesa.
°
Daemon e
MetalPhantomon avevano seguito con estrema attenzione gli
spostamenti di Neo e avevano sentito ogni parola uscita dalla sua bocca
e da quelle di tutti gli altri. Il Demon Lord sedeva sul suo scranno e
continuava ad osservare divertito nello schermo davanti a sé
l’evolversi degli eventi.
-Credo di aver
capito il perché quel moccioso sia tornato
laggiù… - disse il demone, quasi divertito, ma un
baluginio d’ira sinistra nei suoi occhi rivelava quanto poco
propenso fosse a farsi giocare da un gruppo di ragazzetti. -Portare Neo
con voi non vi farà guadagnare tempo, anzi, fate solo il mio
gioco, piccoli stolti. MetalPhantomon.-
Al richiamo il
digimon s’inchinò rispettosamente.
-Dica, signore.-
-Risveglia
Cerberumon, sarà contento di tornare in servizio
dopo tanto tempo.-
-Sarà
fatto signore.-
Ciò
detto, il digimon fantasma si dileguò,
lasciando Daemon alle sue fantasie di conquista, solo nella grande sala
del trono. Il Demon Lord osservò i ragazzini dalle diverse
angolazioni offerte dalle telecamere del laboratorio ancora attive e
dagli occhi di Neo. Li sentiva dalle orecchie di Neo e di
quest’ultimo poteva leggere la sofferenza e ne godeva, ne
godeva terribilmente. Certo non gli avrebbe perdonato l’aver
interrotto l’attivazione degli altri Arcana, ma almeno di uno
di questi era a conoscenza e poteva regolarsi di conseguenza.
Schiacciò
un pulsante sul pomo dello scranno e le immagini
sullo schermo si ridussero disponendosi in una striscia alla base del
monitor. Una figura si mostrò prontamente a ricevere ordini
nello spazio restante.
-E’
tutto pronto, DeathMeramon?-
-Mio signore,
possiamo attaccare anche subito!- esclamò
quello, gli occhi rossi bramavano carneficina e brillavano dietro la
maschera di ferro che gli nascondeva il volto. Alle sue spalle
s’intravvedeva una cittadina antica e tutt’intorno
parecchie centinaia di digimon. -Mi dia il segnale, signore!-
esclamò ancora il digimon, supplichevole, quasi fosse in
astinenza forzata.
Daemon
sogghignò da sotto il cappuccio, poi alzo la mano in
un cenno d’assenso.
-Procedete.-
°
-Arcana?- Daisuke
socchiuse gli occhi, sospettoso
-Cos’è? Un programma di lettura delle carte?!-
Il prescelto
fissava lo schermo del terminale innanzi al quale Gennai e
Wisemon avevano radunato tutti loro per organizzare un piano di
battaglia efficace. -No, Daisuke, niente tarocchi.- rise il saggio -O
meglio, non nel modo in cui pensate. Niente previsioni futuristiche.
Quelli che vedete sono dei software studiati per voi mentre vi
allenavate nell’arena.-
-Quindi stavate
tramando questo quando ci avete dato carta bianca?-
Hiroyuki si dondolava beatamente sulla sedia, come se nulla fosse.
-In
realtà, era da molto tempo che ci stavamo lavorando, ma
non avevamo dati approfonditi su voi ragazzi.-
-Eh?- fece Mimi
-Su di noi? Vuoi dire che non riguarda Palmon e gli
altri, ma proprio noi?-
Il saggio
annuì.
-Esatto,
dopotutto, dovrete pur difendervi nel malaugurato caso i
vostri digimon non possano badare a voi.-
-Questo non mi
piace per niente.- sbottò la prescelta della
Sincerità incrociando le braccia al petto e accavallando le
gambe.
-Credimi.- le
rispose bonario, Gennai -Vi sarà utile e, in
ogni caso, non siete obbligati ad usarlo. E’ solo una
garanzia.-
Ciò
detto, il saggio mostrò loro
l’immagine di uno dei Digivice e spiegò il
funzionamento del programma.
-Basterà
semplicemente cliccare il secondo pulsante e
l’applicazione verrà avviata. Ora vi
spiegherò come installarla, in questo modo potremmo
organizzare un buon piano per difenderci da Daemon.
Mimi
ascoltò il piano come tutti gli altri, ma la visiera
del cappello nascondeva a malapena il suo malcontento, solo che non
tutti potevano comprenderla. I suoi amici sapevano com’era
fatta, gli altri no, perciò quando Gennai chiese a lei e
Palmon di occuparsi di una certa zona di Witchelny e lei
assentì con uno sbuffo, Hiroyuki si lasciò
sfuggire un commento poco gradevole che la infastidì.
-Ripetilo un
po’!- lo sfidò, quello la
guardò di sottecchi, poi le rispose acido.
-Se avevi paura i
spezzarti le unghie potevi non venire.-
-Io non voglio
combattere!- saltò in piedi Mimi, furiosa.
-Odio la violenza e odio le armi!-
-Oh, non fare la
bambina viziata.- le rispose lui, mai sopportate le
ragazzine modaiole. Beh, in genere non aveva buona stima per la maggior
parte delle donne che conosceva, ma le sue conoscenze si fermavano a:
donne d‘affari (arriviste e ipocrite nella maggior parte dei
casi e non sempre a livelli estremi, era proprio l’ambiente
ad essere tale), studentesse devote agli studi, modaiole apparentemente
senza cervello e teppiste. Ecco, queste ultime rientravano nei suoi
gusti, anche se ferivano il suo orgoglio di uomo perché
alcune, una in particolare, erano molto peggio di lui. A volte
sospettava che sarebbe rimasto single a vita.
Ad ogni modo, la
Tachikawa non si lasciò criticare senza
rispondere a tono. Mimi contò fino a dieci, per reprimere
l’istinto insano di prenderlo a schiaffi, anche
perché le cose erano due: o glielo dovevano togliere dalle
mani, il che sarebbe stato gratificante, o lui avrebbe vanificato il
suo attacco punitore, il che era ancora più probabile.
-Non è
questo il punto!- batté il piede a terra e
mise le mani sui fianchi, sporgendosi verso di lui agguerrita -A me non
piace combattere. Lo faccio solo perché è giusto!
Hai capito? Non ho paura! E’ la guerra che non capisco che
senso abbia! Se a te piace menare le mani, sono contenta per te, almeno
sarai più motivato, ma io non ucciderò o
ferirò nessuno!-
-Non sono
discorsi che puoi permetterti di fare prima di combattere!-
esclamò lui, alzandosi in piedi.
-Ho combattuto da
prima di te!- ruggì lei -Ho visto morire
un sacco di digimon senza poter fare nulla, pensi che non sia stata
male per questo?!-
-Beh, ora hai il
potere di impedirlo.- disse il prescelto del Vigore
con una luce cupa negli occhi -Perciò non credere di poter
risolvere tutto solo con le parole. Non sempre si può.-
Ciò
detto si sedette e tacque per tutto il tempo, salvo se
strettamente necessario per approvare o contestare parti del piano.
Anche Mimi rimase in silenzio, tremante di rabbia, mentre Palmon e
Kotemon erano imbarazzati e si guardavano l’un
l’altra solidalmente. Gli altri ragazzi lanciavano
occhiate curiose verso Hiroyuki, ma nessuno di loro osò
rammentargli del
fatto che era perennemente in fuga da qualcosa di meno grave di una
guerra.
“Ma
chi si
crede di essere?!” pensava Mimi “Non
credo abbia ben
capito quello che volevo dire, ma è ovvio, è una
testa quadra, che altro dovrei aspettarmi da uno coi muscoli nel
cervello?!”
Il pensiero di
Hiroyuki era più o meno simile.
“Con
le belle
parole non si ottiene nulla, bisogna combattere, se non se lo ficca in
testa, finirà molto male.”
Alla fine,
eccetto quello spiacevole scambio di battute fra i due
digiprescelti, si riuscì ad organizzare un buon piano. E il
momento di metterlo in pratica giunse ben presto.
-Gennai!-
chiamarono Chuumon e Sukamon che raggiunsero il folto
gruppetto saltellando agitati. -Sono arrivati! L’esercito di
Daemon ci ha circondati!-
Nel vederli, Mimi
ebbe un tuffo al cuore e si morse le labbra. Erano
rimasti per combattere e dare la propria vita. E lo capiva, era
lì per lo stesso motivo, ma non avrebbe permesso a nessuno
di morire per lei e non avrebbe ucciso nessuno.
Era una promessa
fatta a se stessa che niente al mondo le avrebbe fatto
infrangere.
Precedette gli
altri e scomparve nei corridoi senza ascoltare le amiche
che la richiamavano.
-Mimi!- Palmon la
seguì con Miyako e Hawkmon, preoccupata,
mentre Kotemon tirava un calcio allo stinco di Hiroyuki.
-Stupido scemo,
è colpa tua!- sbottò il digimon,
ma quello emise un sonoro sbuffo e s’avviò verso
la sua postazione.
-Volete stare qui
o andiamo? Daemon non aspetta certo i nostri comodi.-
sbottò.
Risei
tremò da capo a piedi e si strinse ai pantaloncini di
Takeru. Questo gli mise la mano sulla testa e gli sorrise per
rassicurarlo.
Wisemon
aprì il suo libro di fronte a lui e il bambino ci
entrò dentro, seguito da Black Koromon, Mika e Bakumon.
-Patamon.- disse
Takeru e il suo compagno alato saltò
giù dal suo cappello per volteggiargli davanti. -Lascia fare
a noi!- esclamò.
-Patamon
shinkaaaa…. Angemon! Chou shinkaaa…. HolyAngemon!-
-Sei pronto,
Armadimon?- domandò Iori e il digimon rispose
con un saluto militare piuttosto goffo.
-Sissignore!-
-Digimental up!-
esclamò Iori attivando il digiuovo della
Conoscenza.
-Armadimon
armor shinkaaaa… Digmon!-
-Bene, ora tocca
a noi, V-mon!- fece Daisuke precedendo il compagno
all’esterno.
-Sempre pronto!-
gli corse dietro il digimon. Ken e Wormmon
s’affrettarono a raggiungerli.
-Vado a
recuperare Miyako.- disse Hikari seguita da Tailmon e Wizarmon.
In pochi minuti
ognuno era al proprio posto. Nessuno era pronto,
nessuno è mai pronto a combattere, persino chi ostenta la
sua sicurezza a testa alta. Nessuno può sapere cosa
accadrà in una guerra. E quella non era la solita missione,
non se ne respirava appieno l’atmosfera, ma era una battaglia
diversa dalle solite, il preludio di un conflitto. Nessun sicario, ma
interi eserciti. E dopo Daemon sarebbe giunto qualcun altro e poi
qualcun altro ancora. Nei cuori di tutti albergava il dubbio ed il
terrore, ma non potevano sottrarsi.
°
Koushirou si era
messo immediatamente a lavoro sul computer centrale e,
per loro somma fortuna, sembrava ci fosse ancora qualcosa da
recuperare. Gli altri ragazzi stavano accanto a Yamato che ancora
stordito si teneva a distanza di sicurezza dalla teca dentro la quale
stava il digimon.
*Digimon
Analyzer*
Cerberumon
Livello:
Evoluto
Tipo: Bestia
Demoniaca
Tipologia:
Virus
Attacchi:
Hellfire:
Sputa
fiamme verdi roventi dalle fauci
Inferno
Gate:
Cerberumon è un digimon con la capacità di aprire
i vari varchi per l’inferno digitale, la Dark Area.
Taichi
fissò prima i dati del Digivice, poi il digimon.
Cerberumon era del tutto identico al cane tricefalo a guardia
dell’inferno, non c’era modo di sbagliare. Una
delle teste era organica, le altre due erano le spalliere di
un’armatura nera che gli ricopriva il corpo. La pelle in
certi punti appariva grinzosa, come se a tratti fosse stato squartato,
davvero impressionante. Sulla sua nuca ondeggiava nella sostanza
verdognola la criniera candida. Dormiva, con una profonda cicatrice a
solcargli l’occhio sinistro. Quattro squarci gli sfregiavano
la palpebra.
Yamato bevette un
sorso d’acqua, per calmarsi, mentre gli
altri attendevano pazientemente una spiegazione. Il prescelto della
Conoscenza non aveva bisogno d’istruzioni, Yamato gli aveva
già spiegato ogni cosa in privato.
-Ancora non
riesco a mettere a fuoco i ricordi… -
sospirò sottovoce, la testa pareva in procinto di
esplodergli in tanti piccoli brandelli sanguinolenti. La cicatrice, la
cicatrice… qualcosa aveva a che fare con quella cicatrice.
Un
latrato feroce, fauci
spalancate…
-Chi sei
tu?-
Il
lacerarsi della pelle
sotto le unghie…
Due mani
si sovrappongono, si
studiano… la più piccola esita.
L’urlo
di un
bambino.
-Cos’è un nome?-
Un
bagliore irideo e
poi…
Si resse la testa
ancora e ancora, non si accorse di stare urlando, non
si rese conto di piangere. Non erano solo immagini, c’era
furia, rabbia, puro terrore e adrenalina che martoriava il cuore e la
mente in quei ricordi e non bastavano, non bastavano ancora.
Alzò la testa, esausto, chiedendosi quando tutto sarebbe
finito? Almeno i ricordi, poi avrebbe combattuto, ma prima i ricordi.
Allungò la mano verso Ylenia, in fondo erano lì
per quello, anche se la strada l’avevano trovata
relativamente subito. La prescelta della Memoria deglutì e
afferrò quella mano tremante e poi…
Poi il fiume dei
ricordi trascinò i fratelli fra i suoi
flutti impetuosi e Sora, Taichi, Gabumon, tutti gli altri poterono solo
stare a guardare Yamato contorcersi preda degli spasmi alle tempie e
Ylenia che tremava per lo sforzo. C’era un bagliore
azzurrognolo ad avvolgerli e sul petto della prescelta spiccava
l’emblema della Digipietra della Memoria. Quando cercava di
sottrarsi, Yamato le stringeva il polso, supplicandola con lo sguardo
annebbiato dalle lacrime di continuare, che di riposare tempo ce
n’era.
Anche se poi non
era così, perché nessuno si
accorse che il digimon dentro la teca aveva aperto l’occhio
sano e li fissava, bramoso, mentre il livello del liquido calava,
lentamente, inesorabilmente. -Attenzione!-
urlò Koushirou, accortosi appena in tempo del pericolo che
gli amici correvano. Gli altri si voltarono, anche Ylenia, che perse il
controllo sul potere della Digipietra.
Un latrato feroce
sferzò l’aria insieme al fragore
di vetri infranti e fu solo per la prontezza di riflessi di Agumon e
Gabumon se i digiprescelti rimasero pressoché illesi.
-Gabumon
shinkaaaaa… Garurumon!
-Agumon
shinkaaaa… Greymon!-
I due Campioni si
scagliarono contro il tricefalo e con forza frenarono
la sua corsa, Greymon gli afferrò le fauci impedendogli di
richiuderle e nel contempo fece peso sul proprio corpo per frenarlo,
mentre Garurumon inspirò ed espirò il suo fiato
ghiacciato.
-Ice
Wall!-
Il ghiaccio si
frappose fra i due digimon e i ragazzi ma Cerberumon
aveva una forza spaventosa, perché con un poderoso colpo di
reni riuscì a sbilanciare Greymon che sbatté
contro la parete gelata. Il solido strato ghiacciato fu attraversato da
crepe che si rinforzavano l’una con l’altra. Era
chiaro fin da subito che non sarebbe durato.
-Andate via!-
esclamò il lupo digitale, perentorio.
Immediatamente Bearmon, Pyomon e Tentomon si ersero a scudi dei loro
compagni e evolvettero a loro volta.
-Pyomon
shinkaaaaa... Birdramon!-
-Tentomon
shinkaaaaa… Kabuterimon!-
-Bearmon
shinkaaaa… Gryzmon!-
-Prendili tu!-
esclamò Greymon -Sei quello più
veloce!-
Garurumon non se
lo lasciò ripetere due volte. I ragazzi
salirono sulla sua groppa e si tennero stretti al suo manto, eccetto
Koushirou.
-Non posso
muovermi, sono riuscito ad entrare nel computer, ma se
interrompo adesso, perderemo tutti i dati!-
Gryzmon e
Kabuterimon rimasero allora indietro, il secondo per
difendere il proprio prescelto, la prima per dar man forte a Greymon.
-Hellfire!-
latrò rabbioso Cerberumon. Fiamme verdi divamparono dalla
sua gola, investendo il dinosauro arancione che urlò di
dolore. Con una poderosa testata il tricefalo lo respinse distruggendo
ciò che restava del muro di ghiaccio e si diede
all’inseguimento di Garurumon e Birdramon. Gryzmon
tentò di impedirgli di uscire dal laboratorio ma, nonostante
fosse una digimon di forte costituzione, fu spazzata via come un
fuscello da un forte vento. Cerberumon la colpì con una
poderosa testata all’addome sbattendola alla parete, non si
premurò di darle il colpo di grazia, nonostante si fosse
accasciata al suolo e fosse involuta. Ignorò Kabuterimon e
Koushirou, ignorò Taichi che era rimasto con Greymon,
ignorò persino quest’ultimo, che si era evoluto in
MetalGreymon e pochi secondi dopo si era messo al suo inseguimento. Non
era veloce come Garurumon, ma nonostante la sua mole anche lui poteva
vantare una discreta velocità. Era letteralmente alle
calcagna del cane infernale, ma questo proseguiva la sua corsa furiosa.
Nel suo unico occhio era riflesso un solo obbiettivo.
Garurumon
svoltò l’angolo agilmente e Cerberumon
gli fu dietro. MetalGreymon pensò che forse, visto che era
lanciato a velocità pazzesca, si sarebbe schiantato alla
parete prima di riuscire ad affrontare la curva, ma questo si
scagliò spontaneamente verso le mura metalliche e
continuò la sua corsa furiosa lungo la parete.
Birdramon si
voltò verso di lui e sbatté le ali
generando alcune palle infuocate.
-Meteor
Wing!-
Le teste laterali
di Cerberumon ebbero allora una reazione. Non
possedevano occhi, ma due sottili visori che lampeggiarono e
benché il digimon fosse ancora lanciato in quella corsa
folle e sembrasse non prestare caso alle fiamme, riuscì a
passare indenne.
-Hellfire!-
ruggì ancora sputando istintivamente il suo infernale fuoco
smeraldino. E benché le fiamme di Birdramon fossero
più calde, furono spazzate via. Superato
quell’ultimo sbarramento, Cerberumon cozzò con
forza contro qualcosa di solido e, finalmente, cadde. Latrò
rabbioso scuotendo il capo, confuso, mentre Birdramon si allontanava e
con lui un’altra sagoma ormai troppo lontana per
distinguerla. Ad ostruirgli il passaggio era un muro di ghiaccio, molto
più solido e molto più resistente di quello
precedente. MetalGreymon si erse alle sue spalle, pronto a trattenerlo
ancora, mentre i due digimon alleati portavano via Yamato, Ylenia, Sora
e Neo.
-Questo dovrebbe
rallentarlo un poco.- esclamò trionfante
Metalgarurumon -Ma dubito che basterà, perciò
torno indietro ad occuparmi di lui.-
-Stai
attento… - gli disse Birdramon, leggermente ustionata
dalle fiamme verdi.
-E’
stata una fortuna che non ti abbia colpito in
pieno… - disse Sora, preoccupata -Se penso a come ha
sbalzato via Greymon e Gryzmon… -
-Ma non sembrava
farci molto caso.- affermò Neo, guardando
Yamato -Stava inseguendo noi. Io mi sarei preoccupato più
dei dati sul computer, invece non ha considerato minimamente il vostro
amico coi capelli rossi.-
Yamato
rabbrividì e lanciò un’occhiata
al domatore.
-Sono io il suo
obbiettivo… - disse -Ma come hai detto
tu… è strano che… - inconsciamente si
guardò le mani strette intorno a delle piccole maniglie
sulla groppa di Metalgarurumon. Forse fu uno strano scherzo della
vista, perché la destra era costellata di tanti piccoli
schizzi rossi.
La
paura.
Le mani
che si tendono e fanno male, poi…
Il
sangue…
Afferrò
la mano di Ylenia e la strinse forte.
-Ancora…
- le chiese e lei acconsentì. Lontano
infuriava la battaglia, ma dalle urla agghiaccianti che udivano, i
digiprescelti potevano essere certi che presto Cerberumon sarebbe
tornato. Neo studiò attentamente ogni varia
possibilità, poi saltò giù dalla zampa
di Birdramon ed annunciò, solenne e perentorio.
-Ho un piano.-
Taichi corse
verso Bearmon, mentre MetalGreymon seguiva Cerberumon.
-Bearmon, stai
bene?-
La digimon
strizzò gli occhi e si mise a sedere, appoggiata
alla parete. Annuì leggermente, non osando alzare lo sguardo.
-Mi
dispiace…- mugolò -Io volevo aiutare Greymon,
volevo fargli vedere come sono diventata forte e invece… -
Taichi la
fissò, intenerito e le diede una pacca alla spalla.
-Non hai nulla da
farti perdonare, sei stata fortissima!-
-Mi ha respinto
in un soffio!- protestò la digimon, ma
Taichi scosse la testa. Ma lei continuò -E ora non posso
proteggere Ylenia!-
Il ragazzo la
fissò serio -Tu hai cercato di proteggere
Ylenia, se non ci fossi stata tu a rallentarlo per
quell’attimo, Cerberumon li avrebbe presi. Hai dato a
Garurumon dei preziosi attimi di tempo per fuggire, Bearmon!-
Il fuoco che gli
ardeva negli occhi, la convinzione di ciò
che diceva, rassicurò la digimon che si lasciò
portare fra le braccia del digiprescelto del Coraggio sino al punto in
cui stavano Koushirou e Kabuterimon.
-Taichi.- disse
Koushirou, il sudore gelido gli scorreva lungo le
tempie, segno che tutto il trambusto di prima doveva averlo spaventato
per bene. Insomma, era assorto nel suo compito ma non era
così totalmente fuori dal mondo come si poteva credere.
-Ancora cinque minuti, solo cinque minuti.-
-Molto bene.-
rispose il leader dopo aver deposto Bearmon fra le zampe
di Kabuterimon. Strinse fra le mani i suoi chakram e tacque qualche
secondo, serio. -Andrò a dar man forte a MetalGreymon e gli
altri. Mi raccomando.-
-Qui ci penso
io.- disse Kabuterimon.
Un rumore
elettronico attirò l’attenzione del
prescelto del Coraggio. Taichi prese il suo DigiTerminal e il messaggio
che lesse non gli piacque per niente.
-Era
Hikari…- disse -Daemon… l’esercito
di Daemon li ha attaccati.- inspirò profondamente -Yamato
sapeva che sarebbe accaduto, dannazione!- Il digiprescelto si
precipitò fuori dalla stanza a gran carica “Lo
sapeva, sa cosa
potrebbe accadere, è la scelta giusta!”
Nel laboratorio
intanto Kabuterimon evolse in AtlurKabuterimon per
meglio proteggere Koushirou e Bearmon.
Taichi non
dovette fare molta strada e non rischiò neppure
di perdersi fra i corridoi, un po’ perché sul
Digivice riceveva il segnale dei suoi compagni, che a proposito
sembravano essersi separati, un po’ perché i segni
della battaglia erano un po’ ovunque. Quando raggiunse
MetalGreymon, con orrore assistete ad uno spettacolo macabro che
avrebbe apprezzato in un film dei suoi, ma non nella realtà.
Cerberumon lo
mordeva al collo e Taichi poteva scorgere la pelle che si
strappava e il sangue che zampillava. Poteva leggere il dolore negli
occhi del proprio digimon e il terrore.
-MetalGreymon!-
urlò e, istintivamente lanciò
verso il cane infernale uno dei chakram. Non si sarebbe aspettato certo
di fare centro, ma il desiderio di colpire il nemico, unito al coraggio
istintivo che l’aveva spinto a sfidarlo, fecero scaturire
dalle lame vermiglie delle fiamme e anche se il colpo non raggiunse il
canide, le fiamme ardenti strisciarono lungo la sua schiena
ustionandolo. Cerberumon guaì rabbiosamente lasciando la
presa e MetalGreymon lo colpì, inchiodandolo al muro col suo
braccio a tridente.
-Grazie, Taichi.-
disse al compagno, i cui occhi brillarono. Finalmente
era riuscito a fare qualcosa di concreto per il proprio digimon, forse
non era la situazione più adatta, ma aveva tutto il diritto
di essere felice, no?
Sora era molto in
ansia per Yamato e Ylenia, ma Taichi le aveva parlato
molto di Neo e lei sapeva che delle sue strategie poteva fidarsi,
perciò, anche se a malincuore, si era separata da loro, per
tendere una trappola al cucciolo, si fa per dire, infernale. Le grida
di dolore erano cessate, e quel momento di stallo era carico
d’attesa.
Vittoria o
sconfitta? Chi si sarebbe affacciato nel corridoio?
-Chiunque sia
passerà obbligatoriamente qui.- disse Neo
-Perciò, abbiamo tre possibilità di abbatterlo.
Qui, qui e qui.- indicò tre differenti incroci seguenti al
punto in cui si trovavano loro. -Ma se riusciamo a farlo cadere al
piano di sotto, abbiamo buone possibilità di distruggerlo.-
-Spero solo che
le mie fiamme siano abbastanza calde…-
commentò l’enorme volatile, Garudamon.
Sora emise un
lungo sospiro, poi premette il secondo pulsante del
Digivice.
Program
Execution: Arcana
Running:
The
Lovers
In mano alla
ragazza, la luce del Digivice concretizzò un
ventaglio formato da lame sottili ed aggraziate come piume, ma
taglienti e mortali, rosse all’impugnatura sfumavano verso il
giallo e il bianco lucente. Sora poteva specchiarsi in esse ed era ben
conscia di stare impugnando un’arma e non un oggetto con il
quale vezzeggiarsi, ma era consapevole di quello che faceva, la
decisione ormai, anche per lei era stata presa, basta preoccuparsi
soltanto.
Metalgarurumon
usò il suo Cocytus Breath per ergere intorno
ai gemelli una barriera di ghiaccio solida e resistente.
Sperò vivamente che il piano di quel Neo Saiba funzionasse.
Intanto Ylenia continuava a tenere per mano suo fratello e, insieme a
lui, era immersa nei ricordi che mano a mano venivano a galla nella
mente del ragazzo.
Era
in una stanzetta
buia e fredda, aveva paura, perché presto sarebbero arrivati
a ucciderlo, ne era sicuro, Yamato. Era ancora un ragazzino, ma poteva
sentire la morte avvolgere le sue gelide spire attorno al suo corpo
troppo magro. Non riteneva che la morte fosse cattiva, ma la sua lo
sarebbe stata, non voleva morire, altrimenti avrebbe gradito quel
triste presagio. Quando la porta metallica davanti a lui si
aprì piano e uno spiraglio di luce illuminò le
tenebre, il bambino si acquattò al muro, spaventato e solo
dopo un primo momento di spavento, si rese conto che la sagoma che si
fece avanti in tutto quel buio, non era quella gigantesca di Daemon, ma
era molto più piccola, e tremendamente familiare.
Era
un bambino e curioso
si guardava intorno, un po’ impaurito, ma comunque curioso,
perché gli si avvicinò e guardò chi
fosse e lo squadrò a lungo con gli occhi azzurri. In un
primo momento Yamato pensò di vedere il fantasma di se
stesso. Forse era già morto e vedeva il suo corpo
dall’esterno. Allora era vero che l’anima prende le
sembianze dell’età che ognuno ha spiritualmente e
che le teste mozzate vedono ancora per qualche secondo? Istintivamente
si toccò il collo, constatando non solo di avere ancora la
testa, ma anche di essere vivo.
Il
bambino davanti a lui
si spaventò un poco, ma poi tornò a fissarlo a
lungo, tanto da dargli sui nervi.
-Chi
sei tu?- gli
domandò.
-…
cosa vuol
dire?-
-Come
ti chiami?- il
bambino non capiva, ma sembrava sempre molto curioso, tanto che gli
toccò le braccia, il viso, i capelli. Yamato guardandolo
meglio riconobbe in lui l’ultimo corpicino che aveva visto
galleggiare nella teca di vetro, poco prima di essere chiuso in quella
stanza buia e spaventosa. In effetti, quel corpicino somigliava tanto
al bambino che sua madre reggeva in braccio nelle foto di famiglia.
Quello stesso bambino che probabilmente non avrebbe mai più
rivisto sua madre, suo padre e Takeru, né Gabumon e neppure
i suoi amici.
Gli
amici che aveva
lasciato indietro perché terribilmente confuso…
Allungò
la
mano verso quella del bambino che fece lo stesso. Le due si sfiorarono,
si riconobbero, forse, la più piccola esitò, poi
distese le dita minuscole sul palmo di quella più grande.
-Qual
è il
tuo nome?-domandò ancora, Yamato.
Il
bambino scosse la
testa.
-Cos’è
un nome?-
-Un
nome
è… serve per…- era difficile da
spiegare, ma Yamato ci provò lo stesso -Per distinguere le
persone.-
-Qual
è il
tuo?- domandò allora il piccolo, sedendosi a terra,
incurante del freddo.
-Yamato…-
rispose il digiprescelto dell’Amicizia.
-E
perché sei
qui, Yamato?-
-…-
era una
bella domanda, mica l’aveva capito -Non lo so…-
-Il
grande Daemon non
vuole che io me ne vada in giro così, però mi
annoiavo tanto…- disse ancora il più piccolo,
guardandosi intorno e dondolando qua e là, curioso, aperto
al sapere. Yamato udiva il frastuono fuori della sua cella e fece per
domandare al più piccolo cosa stesse accadendo, quando
tuonò alta nella stanza la voce di Daemon e la sua ombra
enorme si stagliò su di loro. Yamato rabbrividì e
si strinse nelle spalle, mentre il bambino ebbe un sussulto, poi corse
verso la figura incappucciata.
Daemon
lo
afferrò come fosse una bambola di pezza, senza grazia
alcuna, e tuonò -Ti avevo ordinato di non muoverti di
lì!-
-Ma
mi annoiavo!- fu la
risposta cristallina e infantile. Daemon era furioso, ma si trattenne
dal colpirlo, chissà perché. Quando i suoi occhi
gelidi si posarono su Yamato, il ragazzino temette sul serio che di
lì a pochi attimi la sua ora sarebbe scoccata per davvero.
Invece
Daemon chiuse la
porta scorrevole e se ne andò.
Ylenia cedette
alla fatica, ansimò pesantemente. Anche
Yamato si accasciò, finalmente poteva vedere qualcosa di
concreto, la testa gli scoppiava, ma c’era della
soddisfazione in tutto ciò e anche se sarebbe stramazzato al
suolo, poiché era molto testardo, era deciso a ricordare
ogni cosa, per filo e per segno. E subito. Si trattenne solo
perché sua sorella pareva esausta.
-Dammi qualche
secondo, Yamarin.- sorrise lei, sudando copiosamente.
-Ok.-
assentì lui, poi le scorse la mano fra i capelli, in
un gesto d’affetto. -Grazie.- le disse, infinitamente
riconoscente. Trascorse qualche minuto e la digiprescelta della Memoria
si sentì pronta per continuare. Prese le mani del fratello e
ricercò la concentrazione necessaria. Le immagini ripresero
a formarsi nelle loro menti, ma un potente rombo li distrasse.
Inorriditi e
terrorizzati i tre all’interno della barriera di
ghiaccio videro il pavimento rigonfiarsi incandescente ed eruttare come
un vulcano fiamme verdi. I lembi del pavimento
s’accartocciarono su se stessi in riccioli liquefatti e un
latrato lugubre preannunciò l’entrata in scena del
cacciatore.
Per un istante
ancora Yamato ebbe un flash.
La sua mano
destra era nuovamente ricoperta di sangue.
-Io…
io…- corrucciò le sopracciglia,
per mettere a fuoco quella memoria -Sono… io… io
gli ho cavato l’occhio…-
Come a dare
conferma a quell’affermazione, Cerberumon
ruggì e risalì al piano superiore con feroce
foga, balzando innanzi ai due digiprescelti e a Metalgarurumon. Ma non
lo vedeva, non guardava neppure il lupo cibernetico, i suoi occhi
bramavano sangue e Yamato comprese appieno il perché.
Vendetta,
semplice vendetta.
La sua mano
allora si portò sul Digivice e premette il
secondo tasto.
Program
Execution: Arcana
Running:
The Hermit
Quando la luce
che materializzò l’arma nella sua
mano si spense, il digiprescelto inorridì e mentre
Cerberumon colpiva Metalgarurumon e si gettava su di lui a fauci
spalancate, per chiudere i conti, si lasciò scappare
un’imprecazione.
-Un
bastone?! Come cazzo faccio a difendermi con un bastone!?-
Tatatataaaaaaaaaan!!
E sì, lo so, sono infinitamente
perfida, e vi chiedo perdono.
Perdono
specialmente a te, Yamarin, perché ti ho messo in
mano un bastone e ti ho affibbiato un Arcano da nonnetti U^U In
realtà questo capitolo è tutto un gran casino di
cose e ne sono fiera. Fra questo e il prossimo mi
sbizzarrirò in battaglie, complotti, esoterismo e complotti
vari. Molti di voi non se ne accorgeranno, ma chi ha leggiucchiato
altre
mie storie al di fuori del fandom di digimon sa che a me piacciono i
tarocchi... beh, li metto ovunque appena posso e lo so, posso sembrare
ripetitiva, ma volevate che dessi delle armi ai ragazzini senza alcun
significato dietro? Alcuni di loro sono un vero pugno nel fianco da
accoppiare. Yamato stesso mi ha dato dei problemi, ma più
che altro lì era per far combaciare ciò che a me
piace con l'Eremita. Ma vedrete, vedrete. Si fanno certe scoperte...
U^U
Gli Amanti ero indecisa se darla a Mimi, ma non l'arma, proprio la
carta dei tarocchi, oppure a Sora, ma per Mimi ho trovato una soluzione
che forse
troverete inusuale, ma mi ha esaltata assai. Taichi mi sembrava quasi
ovvia. O il Sole o il Matto. Beh, più che altro ho anche
guardato le simbologie di ogni carta eccetera. Daemon lo ritengo un
potente mago, perciò che anche il suo laboratorio potesse
essere "magico" mi sembrava ovvio.
E Cerberumon...
ecco, in realtà al suo posto avrei voluto
mettere un Callismon, ma per ragioni cronologiche non ho potuto e
allora niente da fare... se ci fosse stato Callismon sarebbero stati
cavoli
amari, ma forse sarebbero riusciti a rallentarlo maggiormente.
E poi, che altro
dirvi?
Ah, sì, giusto
giusto: Witchelny è ispirata ad un
altro videogiochino giapponese, così sono andata a curiosare
e vedo che è una specie di tamagotchi... mia reazione @.@ e
mo'? Me la sono dovuta inventare, ma mi sono aiutata parecchio con la
wikia di Digimon.
Ultimamente NVU rompe
molto le palle Q^Q
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio di No Profit:
Dona l’8% del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
(che aggiorneranno con più costanza ed entusiasmo)
|
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Capitolo 20 *** 20. La via dell’Eremita: distruzione ***
Capitolo 20: La via
dell’Eremita: distruzione
This is my church of
choice
Love`s
strength standeth in love`s sacrifice
(Seven days to
the wolves, Nightwish)
Cerberumon era
un digimon terrificante, MetalGreymon non ne aveva mai visti di
così insistenti.
Lo teneva
schiacciato contro la parete, ma quello si divincolava come un ossesso,
incurante delle leggi anatomiche e del dolore. Tale era il suo impeto
da terrorizzare quel digimon coraggioso che era MetalGreymon. Taichi
assistette a quell’orrendo spettacolo senza poter far nulla
di concreto. La corazza del cane infernale strideva e scricchiolava, si
spezzava in più punti, ma quello non accennava a cessare la
propria resistenza, la sua forza di volontà, o forse la sua
ossessione, erano invidiabili e al tempo stesso terrificanti.
-Hell Fire!!-
latrò sputando le fatali fiamme verdi e ustionando il
dinosauro arancione che per l’improvviso e lancinante dolore
indietreggiò di scatto. Cerberumon colse al volo
l’occasione e con un poderoso colpo di reni riuscì
a liberarsi dell’artiglio che lo imprigionava contro la
parete.
-MetalGreymon!-
esclamò Taichi affranto e strinse i pugni intorno ai suoi
chakram per poi accorrere in difesa del compagno, ma Cerberumon lo
urtò con la spalla gettandolo a terra e si lanciò
in direzione del corridoio imboccato da Yamato e gli altri.
MetalGreymon lo respinse a sua volta con una poderosa testata,
ricacciandolo contro il muro e gli sbarrò la strada.
-Lasciami
passare.- latrò il canide, la sua voce furiosa era impastata
di saliva, eppure strideva come la ghiaia.
MetalGreymon
rifletté se fosse il caso di bombardarlo coi suoi Squali
Nucleari in uno spazio così ristretto, avrebbe coinvolto
Taichi, e la sua esitazione permise a Cerberumon di liberarsi
nuovamente e scartare di lato.
Sarebbe di
certo riuscito a fuggire se un dolorante digiprescelto del Coraggio non
avesse lanciato uno dei chakram verso uno degli estintori
appesi alla parete. Quello si squarciò e la schiuma bianca
spruzzò dritta in faccia al l’avversario per
alcuni secondi, accecandolo. Il canide infernale, colto di sorpresa
indietreggiò di primo acchito e prese a scuotere il capo
violentemente per liberarsi di quell’ostacolo schiumoso. La
schiuma bianca lo accecava e inibiva i suoi sensori visivi, ma dopo
quell’istintivo eccesso di furibondo panico il digimon si
stabilizzò sulle zampe e fece fuoco nuovamente.
-HELL FIRE!-
Il getto
ustionante delle sue fiamme verdi era talmente caldo da fondere le
pareti tutte intorno e con sommo terrore di MetalGreymon, Taichi era
sulla traiettoria. Che fuggisse a destra o a sinistra era inutile, le
fiamme avevano invaso in larghezza tutto il corridoio e avanzavano come
un minaccioso muro di morte verso il ragazzo che, indolenzito per il
forte colpo subito, non riusciva a muovere un muscolo.
In quel
momento Taichi capì e si sentì perfettamente
inutile, ancora. Strinse i denti per la rabbia.
-Merda!- si
lasciò sfuggire al colmo della frustrazione mentre le fiamme
verdi continuavano la loro folle corsa verso di lui. Lo avrebbero
investito in pieno, l’avrebbero ridotto in cenere e
l’avrebbero costretto a subire i peggiori patimenti prima che
quell’ardente tortura fosse giunta al termine, dopo aver
consumato le sue carni del tutto.
Quando per un
attimo pensò che sarebbe tutto finito, Taichi vide il suo
Digivice brillare e lo scudo cromato di WarGreymon si frappose fra lui
e le fiamme conficcandosi nel terreno.
-WarGreymon!-
gridò il ragazzo accucciato dietro la sua protezione, il
dinosauro guerriero non era da nessuna parte, fiamme verdi in ogni
dove, eccetto in quel piccolo angolo riparato dallo scudo con inciso lo
stemma del Coraggio.
-Wargreymon…
- sospirò Taichi, sentendosi mancare per il calore
insostenibile. Erano verdi, ma Hell Fire era un nome perfetto per esse:
roventi come fossero bianche, avrebbero ridotto in cenere qualsiasi
cosa.
Wargreymon
urlò per il dolore lancinante che esse gli causarono
ustionandogli ogni parte del corpo e poi cadde, inutile la sua
resistenza. Privo del suo scudo a poco serviva la sua enorme forza,
persino la sua armatura finiva più per ustionarlo che
proteggerlo tanto il calore l’aveva resa incandescente.
Cerberumon
rise malignamente, gustandosi appena lo spettacolo che aveva messo in
piedi e poi si dileguò scomparendo fra le sue stesse fiamme,
scansando i deboli tentativi del digimon del Coraggio per fermarlo.
Scomparve imboccando il corridoio e quando il fuoco iniziò a
spegnersi, WarGreymon, senza più forza di emettere un solo
grido, cadde a terra ed involse in Agumon. Lo scudo
scomparve, mostrando a Taichi quel’angosciante spettacolo.
-Agumon!- il
digiprescelto corse verso l’amico e lo raccolse, timoroso di
fargli male. Il suo corpo robusto era coperto di lividi e ustioni.
-Sto bene,
Taichi, sto bene, devo solo dormire… e mangiare…
e… - con un filo di voce, Agumon provò a
tranquillizzarlo sogghignando e facendo il buffone come suo solito, ma
le forze gli mancarono del tutto e perse i sensi.
-Agumon!
Agumon!- Taichi lo scosse più volte, ma quello non
reagì. Con grande sollievo del prescelto, però,
non si scompose in dati, semplicemente dormiva,
sconfitto. Il ragazzo emise un profondo sospiro e avvisò gli
altri del fallimento, prima di dedicarsi alle cure del suo digimon.
-Fortuna che
sto diventando previdente come Jou.- disse scaricando dal Digivice una
pomata per le ustioni. Gliela applicò minuziosamente su
tutto il corpo e lo portò via da quell’ambiente
troppo caldo, speranzoso che si rimettesse presto. Le energie rimaste
erano poche, la resistenza annullata, ma Wargreymon era un Mega e
l’unico motivo per cui era stato sconfitto era lui:
l’inutile Taichi Yagami.
“Se
non riusciamo a sconfiggere un Evoluto come possiamo fare con un
Mega?” si chiese affranto stringendo a se Agumon.
“Come possiamo fare con Daemon? E Lucemon? Come?!”
L’impotenza solcò le sue guance in forma di
lacrime amare.
Vittoria o
sconfitta?
Chi si sarebbe
affacciato nel corridoio?
Sora e
Garudamon sussultarono quando dei passi rapidi e pesanti giunsero alle
loro orecchie.
Vittoria o
sconfitta?
Avvolta nel
fumo dai bagliori verdognoli, una sagoma indistinta si
mostrò loro. Il messaggio di Taichi fu solo la conferma ai
loro timori prima che Cerberumon si gettasse con un balzo oltre il fumo.
Sora emise un
grido sorpreso e Garudamon si preparò a difenderla. Come al
solito, tutto come al solito. I digimon sono creature guerriere, anche
il più debole deve lottare per sopravvivere, sia che si viva
in pace, sia che la guerra dilaghi per ogni dove. Sora strinse con
forza il suo ventaglio, sulle cui punte s’accesero fiamme
smeraldine di fuoco gentile. Ma sarebbe stata davvero utile? Gli
allenamenti in fondo erano stati solo un test per i Digivice, a che
erano serviti in più? Erano poi stati veramente allenamenti?
Daemon li aveva sorpresi troppo tardi perché potessero
organizzarsi al meglio. Gennai avrebbe dovuto pensare ad una strategia
migliore, avrebbe dovuto prepararli per affrontare delle battaglie
tanto incisive. Sora in quel momento pensò che forse Gennai
e gli altri stessero nascondendo loro qualcos’altro, qualcosa
di fondamentale.
-Adesso!-
esclamò Neo strappandola improvvisamente ai suoi pensieri.
Garudamon
spalancò le ali senza esitazione e con un battito poderoso
sparò la sua Shadow Wing che colpì il pavimento
sotto il quale Cerberumon correva ferocemente. A fissarlo
nell’occhio c’era da morire di spavento tanto
l’iride gli ardeva di cieca furia omicida. Sora e Neo
indietreggiarono per il calore del colpo del digimon uccello, il fuoco
della Shadow Wing era così intenso da fondere il metallo.
Cerberumon, purtroppo però, non si fece fermare da tale
ostacolo e tentò nuovamente la corsa sulle pareti laterali.
Sora agitò il ventaglio e le piume di fuoco e acciaio
colpirono il ferro sotto le zampe del digimon canide che
vacillò, perdendo l’equilibrio. Garudamon ne
approfittò all’istante e caricò
l’ennesimo colpo potente dall’alto.
-SHADOW WING!-
L’aquila
fiammeggiante colpì il cane infernale sciogliendo la sua
armatura, il digimon urlò e li maledisse, emise rantoli e
latrati e precipitò diversi piani più sotto.
Quando udirono il tonfo del suo corpo molti metri più in
basso e un guaito di dolore, Sora tremò e si strinse fra le
spalle, impaurita, cedendo alla tensione e al terrore.
-E’stato
terrificante…- si scusò, lei di solito reggeva la
paura, ma la furia di quel digimon l’aveva scossa nel
profondo. -Perché quello ce l’ha con Yamato? Che
cosa… cosa vorrà fargli?-
-Non abbiamo
tempo per pensarci, colpiscilo ancora!- ordinò Neo a
Garudamon. Questa annuì, poi si preparò a
scagliare il colpo di grazia, quando una colonna di fiamme verdescenti
la investì in pieno sfruttando come passaggio dal sottosuolo
la stessa breccia che la digimon volatile aveva creato per cacciare il
nemico nelle viscere della base.
-GARUDAMON!-
gridò Sora in preda al terrore, anche lei assistete inerme
alla terrificante vista del proprio digimon in fiamme. Si
precipitò verso di l’amica ma Neo la
afferrò per il polso e la trascinò via.
-Lasciami!-
urlò lei, strattonandolo -Lasciami! Garudamon!-
Neo le
impedì di gettarsi nelle fiamme, la strattonò con
forza. -Vuoi morire?!- le gridò impietoso -Usa la testa!-
Sora
tentò un’ultima, stupida, resistenza, poi
però il suo sguardo cadde sul proprio ventaglio ed ebbe
un’idea, un’idea alquanto sciocca, ma
sperò che potesse funzionare. Istintivamente
agitò il braccio, un gesto ampio e secco, e
un’affilata lama di vento tagliò di netto la
colonna di fiamme. Quella poi si rigenerò come se nulla
fosse ma, incoraggiata da questo tentativo, la ragazza diede un altro
colpo, più leggero, come un elegante battito
d’ali, per spegnere il corpo di Garudamon. La digimon cadde
in ginocchio davanti a lei e Neo facendo tremare il pavimento ed
involse Pyomon.
-Scusami
Sora…- pigolò accasciandosi a terra, ustionata e
priva di energie. Sora la raggiunse e la raccolse fra le braccia.
-No, scusami
tu, non sono riuscita a proteggerti come dovevo… -
Pyomon le
sorrise e le elargì un colpetto al viso con l’ala.
-Perché
non l’hai fatto, eh?- sorrise, poi perse i sensi.
-Pyomon?
Pyomon?-
-E scappato.-
disse mestamente Neo toccandole la spalla.
Sora
sussultò -Devo… devo avvertire Yamato…
subito…-
Pyomon giaceva
priva di sensi, Agumon era privo di sensi, persino Bearmon. Koushirou
sarebbe stato una preda succulenta, poiché era il fulcro
della missione, ma Cerberumon voleva Yamato e Sora, anzi,
nessun’altro oltre il diretto interessato sapeva
perché. C’era qualcosa in quell’occhio
truce che andava oltre i semplici ordini di qualcuno, c’era
ira, troppa da contenere in corpo, energia primitiva ed efficace.
Il Domatore
prese il DigiTerminal delle mani della ragazza e le lanciò
un’occhiata eloquente. Sora ricambiò quello
sguardo frustrata.
Cerberumon era
furioso, molto furioso, ma avrebbe coltivato la sua ira verso quel
maledetto uccellaccio e il dinosauro solo dopo che avrebbe serrato fra
i denti aguzzi il braccio di quel ragazzino smunto. Solo dopo
averglielo strappato, averlo fatto urlare, solo dopo essersi beato
della sua disperazione e aver bevuto il suo sangue reso saporito dal
terrore, avrebbe cambiato obbiettivo. Era il suo stile, il suo unico
difetto, uno dei motivi per i quali Daemon lo teneva sotto controllo.
Lui odiava essere rinchiuso dentro la teca, ma al risveglio era
rinvigorito anima e corpo, la sua furia alimentata
dall’inerzia. Non doveva uccidere ancora il ragazzino, ma
poteva fargli scontare fino all’ultima goccia di sangue
l’impudenza di cui si era mostrato capace.
-Occupati
di lui.- Daemon diede l’ordine, divertito. Oh eccome se si
sarebbe svagato, lui pregustava già il sangue, si leccava le
labbra mentre il ragazzino davanti a lui tremava di paura. Cerberumon
era solito nutrirsi degli avanzi degli esperimenti del suo padrone,
quando questi non lo inviava a compiere qualche massacro o catture od
omicidi particolari, perciò amava cacciare queste prede
sfiancate per rendere il proprio servizio più spassoso.
Certo, quel moccioso era così gracile che appena sfiorato si
sarebbe spezzato in due, ma almeno avrebbe assaporato della carne umana
molto tenera. Chissà che sapore aveva e che consistenza
avevano i suoi dati.
Il
bambino indietreggiò, impaurito. Il volto era contratto in
un’espressione che voleva mostrarsi coraggiosa, ma la sua
pelle trasudava paura da tutti i pori. Daemon lo aveva gettato nella
sua arena e aveva dato ordine preciso di non ucciderlo
finché il rituale non sarebbe stato compiuto.
Cerberumon
si avvicinò al bambino e ghignò malvagio.
Tentò di colpirlo con la zampa, ma il ragazzino era lesto,
si abbassò e schizzò via di lato. Lesto, ma non
così resistente, la prigionia sfianca persino gli animi
più forti, figurarsi il corpo di un moccioso ridotto
all’osso. Con un balzo il digimon gli fu nuovamente davanti e
per il tremar del terreno il bambino perse l’equilibrio e
cadde di schiena. Cerberumon rise d’un riso crudele e
gutturale e lo colpì con la zampa. Il corpo minuto
volò per diversi metri, schiantandosi poi a terra. Lo
udì gemere appena, il respiro smorzato dal dolore, vide il
sangue colargli dal naso e dalla bocca. Il bambino cercava di
trascinarsi via. Lo afferrò con le unghie per un lembo della
canottiera e lo agitò in aria con fare derisorio.
Poi
un urlo, un urlo infantile, che gli spaccò i timpani per
quanto era acuto. Veniva dalla sala dove il grande Daemon stava
effettuando il rituale. Fu in quel momento che il marmocchio che
ciondolava inerte fra le sue unghie affilate ebbe una reazione del
tutto inaspettata. Tremò tutto, da capo a piedi.
Spalancò gli occhi e si voltò verso Cerberumon
con uno scatto fulmineo e l’ultima cosa che il suo occhio
sinistro vide furono le unghie del marmocchio che affondavano nella
palpebra con forza, rabbia, paura e urgenza. Cerberumon
lasciò andare la presa e il ragazzino sgattaiolò
via, lo inseguì, ma il dolore della ferita era lacerante. Fu
la prima volta che si sentì così umiliato e
sofferente, che non provò gusto nella strenua difesa di un
nemico già sconfitto.
Fu
la prima volta che Daemon lo punì severamente, alimentando
la sua sete di vendetta.
Lo sentiva,
sentiva il suo odore, la sua voce, la sua paura, era sopra di lui.
-Hell Fire!-
Cerberumon ripeté la stessa tecnica utilizzata
più volte. Le sue infernali fiamme verdi risalirono per
diversi piani fondendo il metallo dei pavimenti, distruggendo qualunque
cosa incontrassero, poi l’ultimo ostacolo si
accartocciò sotto il calore del fuoco. Cerberumon ebbe quasi
un orgasmo al grido di terrore che si levò oltre la volta
distrutta e galvanizzato risalì i vari piani, entrando
finalmente in scena. Atterrò esattamente di fronte agli
obbiettivi del suo Maestro e a Metalgarurumon. La sua bocca spalancata
ruggì d’una risata malsana
nell’incontrare gli occhi spalancati del ragazzo. Si
gettò su di lui e neppure considerò
Metalgarurumon, lo scagliò via come un fuscello. Il
ragazzino aveva appena trafficato col gingillo che teneva al polso,
ma non se ne curò affatto. Anzi, si scagliò su di
lui a fauci spalancate e gioì quando questi
imprecò -Un bastone?! Come cazzo faccio a difendermi con un
bastone!?-
Afferrò
coi denti il legno col quale il moccioso avrebbe voluto difendere se
stesso e l’altra ragazzina e lo morse con forza.
Avrebbe voluto
spezzarlo come uno stuzzicadenti, ma non ci riuscì e questo
lo fece infuriare. La sorpresa e il senso d’umiliazione
durarono un attimo. Stringendo la presa sull’arma, il digimon
la strattonò con forza, sbalzando il ragazzo da terra.
Yamato rimase,, però saldamente aggrappato al bastone e
tentò di colpire il digimon con un calcio. Il colpo
infastidì Cerberumon che soffiò un piccolo
beffardo vortice di fuoco e il digiprescelto dell’Amicizia
dovette lasciare la presa per non farsi colpire. Atterrò
diversi metri più in là, riuscendo a tenersi in
equilibrio e fissò il suo avversario, intimidito e
sconsolato.
-Cosa credevi
di fare?- gli domandò il digimon sputando il bastone
dall’altra parte della sala. Questo cadde con un rumore secco
e rotolò per diversi metri, lontano dal suo proprietario.
Metalgarurumon
si mise nuovamente fra Cerberumon e il suo partner. Yamato strinse i
pugni, infuriato.
Un
bastone… la sua arma era un bastone… volevano
forse ucciderlo? Era un semplice bastone in legno con una curva in cima
e al centro di questa una pietra colorata tagliata grezzamente.
Un’arma
davvero micidiale, eh!
Già
il nome The Hermit avrebbe dovuto fargli sorgere qualche sospetto, ma
lui come al solito si era fidato e non gli restava che confidare in
Metalgarurumon e proteggere Ylenia. La ragazza era accorsa per dargli
manforte, ma lui le si parò davanti e la costrinse ad
indietreggiare, mentre il canide infernale seguiva ogni loro movimento,
ancora una volta ignorando Metalgarurumon.
La
digiprescelta della Memoria, a dispetto delle raccomandazioni del
fratello di indietreggiare e mettersi al sicuro, fece divampare la
propria Luce in forma di freccia, pronta a colpire.
-Ferma.- le
disse il gemello abbassandole la mano -Se lo colpisci ti
farà a pezzi.-
-Non se lo
ucciderò.- ribatté lei.
Yamato la
fissò dritta negli occhi, chiedendosi se pensasse davvero
ciò che diceva. Uccidere? Lei? Quale concetto aveva di
uccisione lei che sapeva così poco del mondo?
-No.- le
disse, al che fu fulminato dallo sguardo penetrante della sorella, ma
non abbassò del tutto il braccio.
-Tu cosa
proponi, fratellone?- chiese Ylenia sarcastica.
-Io lo
distraggo e tu fuggi.-
-Non fa una
piega, ma col cagnetto davanti mi viene un po’ difficile.-
alzò la mano -Posso?-
-Nooo!- fu la
risposta esasperata del ragazzo -Non devi provocarlo, devi starne
fuori, hai capito?-
-Perché
sei così testardo?!-
-Oh, senti chi
parla.- rispose piccato -Ce l’ha con me perché
l’ho accecato. Tu non puoi ucciderlo e se provassi a farlo,
ti ucciderebbe.-
-Mi
ucciderebbe comunque.- rispose la ragazza perfettamente consapevole e
Yamato non poté ribattere, anche se voleva impedirle a tutti
i costi quel gesto, pur sapendo che lei non aveva tutti i torti.
-Hell Fire!-
Cerberumon sputò ancora una volta le sue fiamme verdi verso
i due fratelli, ma Yamato fu veloce e strattonò Ylenia
scampando al fuoco. -Torna qui!- sbraitò il digimon
infastidito e corse verso di loro. Fu Ylenia a tirare via suo fratello
al secondo attacco, ma più tentavano di schivare gli
attacchi, più i due si resero conto di essere esausti e in
netto svantaggio in fatto di velocità. Metalgarurumon
caricò allora contro il cane infernale, colpendolo ad un
fianco e ruzzolò con lui per diversi metri. I due,
avvinghiati, lottarono ferocemente fra loro con morsi e graffi. I
ragazzi rimasero come paralizzati dal terrore da quello scontro,
perché mai era capitato loro di trovare un avversario di
tale insistenza. Cerberumon spinse via Metalgarurumon, un Mega, con una
poderosa testata e lo imprigionò fra il suo corpo e una
parete.
-Hell
Fire!-
Il lupo
cibernetico ululò di dolore fra le fiamme che, a quella
distanza ravvicinata erano ancor più ardenti e dolorose. Il
cane infernale ripeté l’attacco, inchiodando
nuovamente il lupo contro la parete. E ancora, ancora. Era
così veloce ed incalzante, che Metalgarurumon non aveva
tempo di scostarsi e ogni colpo era talmente tremendo da intontirlo.
D’improvviso, un fascio di luce bianca sfrecciò al
fianco di Cerberumon, ferendolo al muso e conficcandosi nella parete.
Inferocita, la
belva si voltò di scatto verso la fonte di
quell’attacco che non aveva visto arrivare, perché
portato sul suo lato cieco.
Ylenia fece in
tempo a scagliare un altro colpo, ma il canide generò
l’ennesimo turbine rovente delle sue fiamme e la ragazza
dovette rinunciare all’attacco e scappare.
Approfittando
di quell’opportunità, Metalgarurumon si rimise
sulle zampe e tentò di allontanarsi dal nemico che
l’aveva tenuto in scacco, ma Cerberumon, avvertito il
movimento, si gettò nuovamente su di lui scagliandolo a
terra.
-Fatti forza!-
gridò Yamato al suo digimon. Sentiva di non poter fare
altro. Il terrore era tanto, in più sentiva sempre quel
terribile ronzio. Gli sembrava di avere la testa bloccata in un
alveare, circondata da migliaia di insetti impazziti.
Cerberumon gli
lanciò un’occhiata assassina e fu in quel momento
che Yamato, mandando al diavolo le api nella sua testa e la paura che
gli rammolliva le ginocchia, prese una decisione folle.
Il canide
aveva ripreso a stritolare Metalgarurumon fra il proprio possente corpo
e la parete, colpendolo anche con le sue fiammate a distanza
ravvicinata. Il lupo cibernetico urlava di dolore, ma resisteva, doveva
resistere.
-Cocytus
Breath!- ululò, straziato, ad un certo punto, riuscendo a
diminuire l’efficacia dell’attacco nemico e
sbilanciandolo.
Cerberumon si
scostò da lui, scuotendo il capo e il corpo per levarsi di
dosso il ghiaccio dal muso e dai sensori visivi.
-Forza,
Metalgarurumon!- gridò nuovamente Yamato alle spalle dei
due, sudando freddo. Cerberumon ringhiò, infastidito.
-Forza!-
La belva per
un attimo ignorò il suo avversario e latrò
ferocemente verso il ragazzo che tanto odiava e Metalgarurumon ne
approfittò per gettarsi su di lui e avvinghiarsi al suo
corpo, infilzando la sua robusta corazza con i suoi artigli.
I sensori che
aveva sul muso, i suoi “baffi”,
s’attivarono e, come a suo tempo distrussero le spade di
Piemon, iniziarono a disintegrare mega per mega i dati della corazza
ammaccata del cane infernale che latrò per il dolore e la
furia e lottò impennandosi, scalciando e agitandosi come un
cavallo impazzito, come un toro meccanico fuori controllo.
Metalgarurumon ce la mise tutta per restargli avvinghiato addosso e
continuò a scaricargli contro getti ghiacciati insieme alla
distruzione dei dati.
Yamato strinse
i pugni, contento del risultato ottenuto distogliendo
l’attenzione del digimon e corse a recuperare il suo bastone.
Poco prima si era lasciato prendere dallo sconforto, ma a pensarci in
maniera razionale, c’erano troppe cose in gioco per mandarlo
al macello con un bastoncino.
Quell’arma
doveva valere qualcosa.
Doveva!
Arrivò
a pochi passi da The Hermit, quando Ylenia urlò -Attento
fratellone!-
Lui non fece
in tempo a reagire.
Fu investito
in pieno dal corpo di Metalgarurumon scagliato a tutta
velocità nella sua direzione e volò, col suo
digimon, per diversi metri prima di ruzzolare a terra rovinosamente. Si
lasciò a malapena scappare un gemito forzato, mentre un
inequivocabile crack risuonò appena percettibile sotto il
clangore del metallo che cozzava qua e là.
Metalgarurumon
era un digimon robusto e tenace, in quel momento, disperatamente
aggrappato alle poche forze che gli restavano in corpo, lottava per non
involvere. Si alzò appena, a fatica, per liberare Yamato dal
proprio peso.
-Yamato!-
esclamò -Stai bene?-
Il
digiprescelto mugugnò qualcosa, trascinandosi via
dall’amico con una mano stretta sul braccio sinistro.
-Ho avuto
giorni migliori… -borbottò. Era quasi libero
quando, con una forte zampata, Cerberumon pestò
Metalgarurumon rimandandolo a terra e bloccando il ragazzo, il cui
piede era rimasto ancora sotto il corpo del compagno. Yamato
urlò, Metalgarurumon gemette. Ylenia corse verso di loro, ma
il cane infernale generò un turbine rovente di fiamme verdi
ed erse un muro infernale fra la ragazza e la propria vittima.
Calpestando il lupo cibernetico sotto di lui, Cerberumon
avanzò verso il ragazzo, il muso contorto in ghigno
vittorioso degno di un demòne. Yamato tentò
d’indietreggiare, ma col piede schiacciato fra il proprio
digimon e il pavimento non poté muoversi.
E Cerberumon
incombeva su di lui.
Il
digiprescelto sudò copiosamente, in preda al terrore, memore
del brutto quarto d’ora che il mostro digitale gli aveva
fatto trascorrere quando Daemon aveva deciso di liberarsi di lui,
quando era andato tanto vicino al compimento del suo piano, quando
aveva quasi assorbito Risei.
L’urlo
di terrore che il bambino aveva lanciato quel giorno
riecheggiò nuovamente nelle sue orecchie, come un assordante
sirena di vetri infranti all’infinito.
Il
digiprescelto dell’Amicizia provò, in
quell’istante così vicino alla fine, quando
Cerberumon stava per azzannargli la spalla, rabbia.
Incontenibile
rabbia.
La mano
corrispondente al braccio leso incontrò il legno ruvido del
bastone e il ragazzo lo afferrò saldamente, incurante del
dolore, ergendolo contro il digimon come ultima difesa. Urlò
con quanto fiato aveva in gola aggrappandosi a quella sua ultima ancora
di salvezza e la gemma grezza intagliata al centro di esso
s’accese e brillò accecante di una luce rossastra
che avvolse arma e proprietario e accecò il nemico.
Cerberumon
guaì rabbiosamente e scattò
all’indietro portandosi a distanza di sicurezza da
quell’inaspettata, quanto seccante novità.
Il prescelto
dell’Amicizia aprì gli occhi e, con sua grande
sorpresa, s’accorse che il suo bastone non era più
un bastone. Il manico era fatto di metallo blu scuro e la gemma sulla
sommità era incastonata non fra curve legnose, ma fra le
lame affilate di un’ascia bipenne.
-Ma…
- avrebbe voluto dire: “Ma che cosa
succede?”, ma la sorpresa era troppa per spiccicare
parola. Metalgarurumon, lentamente e con fatica, si alzò e
si frappose nuovamente fra l’amico e il digimon nemico. Il
cagnaccio sputato dall’inferno, purtroppo per loro, si era
già ripreso dalla sorpresa e avanzava a passo lento e
calcolato, pronto a colpire di nuovo, ancora più furente di
prima. Ogni secondo che lo separava dal compimento della sua vendetta
lo rendeva più furioso e pericoloso di prima. Yamato strinse
la sua arma in pugno e indietreggiò di qualche passo.
Nel frattempo,
mentre i latrati feroci del digimon dell’esercito di Daemon
riempivano l’aria accompagnati dai gemiti sofferenti di
Metalgarurumon e le grida di Yamato, Ylenia aveva cercato col potere
della Luce di avere ragione sulle fiamme verdi del digimon.
Ci
provò con tutte le forze, con tutta la buona
volontà che aveva, memore degli insegnamenti ricevuti, ma
era troppo inesperta e i suoi fasci luminosi non potevano nulla contro
una barriera così alta e resistente.
Quando
sentì l’urlo tremendo di suo fratello, la ragazza
fu presa dal panico e fece per gettarsi fra le fiamme, incoscientemente.
Non le
importava di farsi male.
Non lo
considerò un problema.
Si
ricoprì il corpo della sua Luce e prese a correre.
Una mano
l’afferrò a pochi metri dalla parete di fiamme e
la strattonò all’indietro.
-Ferma!-
Era Neo Saiba.
-Lasciami!-
esclamò lei voltandosi.
-Vuoi
morire?!- le disse lui strattonandola verso di sé.
-Ma
Yamato… - iniziò lei, poi sentì un
gran frastuono provenire da oltre la barriera e sentì
Cerberumon urlare per il dolore. La terra tremò sotto i loro
piedi, mentre il muro di fiamme fu investito da detriti che provenivano
dal campo di battaglia oltre ad esso.
Il metallo
delle pareti si scioglieva a contatto con le fiamme, ma qualche
frammento riusciva a superare la murata, cadendo a terra con clangore,
contorto e fuso, incandescente. La ragazza fissò attonita lo
spettacolo, per poi assistere al disfacimento totale della parete e a
ciò che accadeva oltre ad essa.
C’era
un varco nel muro alle spalle di suo fratello e Metalgarurumon. E
davanti a loro, come uno scudo gigante, si stagliava fiero
AtlurKabuterimon, in tutta la sua imponente stazza.
-Scusate il
ritardo.- disse il digimon, come se nulla fosse.
-Non importa.-
ribatté il compagno di battaglia, barcollando al suo fianco
male come poteva -Meglio tardi che mai.-
Koushirou, si
era portato immediatamente accanto a Yamato.
-Stai bene?-
-Non
saprei…- rispose quello, sinceramente. Yamato non glielo
disse, ma sentiva di stare molto meglio di prima. Il braccio non gli
faceva poi così male e riusciva a muoverlo e impugnare la
sua arma. In più, con essa fra le mani si sentiva come
più sicuro. Provava molta rabbia, ad ogni modo, fomentata
dalle preoccupazione. Però il ronzio sembrava come diminuito
d’intensità, per fortuna. Gli sembrava
d’impazzire, fra le altre cose, almeno quello!
-Sei riuscito
a recuperare qualcosa?-
Koushirou
sorrise debolmente.
-Non
è molto, hanno cercato di cancellare ogni traccia,
perciò ho faticato parecchio per riesumare qualche dato, ma
alla fine sono riuscito ad ottenere qualcosa su cui lavorare e in
più… - il digiprescelto della Conoscenza
continuò a sorridere e nel frattempo digitò
qualche comandò sul suo computer portatile.
D’improvviso,
scattò un allarme e dall’alto venne giù
acqua a catinelle.
-L’impianto
antincendio.- disse mettendosi fuori portata per evitare che il
portatile si bagnasse.
-Non mi ero
accorto.- ribatté il prescelto dell’Amicizia
ricambiando il sorrisino dopo avere evitato un getto d’acqua.
Ci mancava solo un gavettone.
L’acqua
fece il suo dovere.
Non era una
normale pioggia da impianto antincendio, era come una doccia dieci
volte più potente che spruzzava getti potentissimi
d’acqua nei punti critici dello spiazzo. Il pavimento ormai
era completamente allagato, anche se molta acqua defluiva nel buco che
il digimon aveva scavato per risalire in superficie. Impedirgli di
muoversi sfruttandola sarebbe stato utile, ma di difficile applicazione
perché sarebbe stata d’ostacolo anche agli
alleati. In ogni caso, il muro di fiamme, seppure con sfrigolii e
vampate furiose, morì soffocato dal suo naturale nemico.
Cerberumon
ringhiava sommessamente, conscio di dover rimandare la propria vendetta
per levarsi dalle palle tutti i nemici che si erano radunati intorno a
lui.
Li
squadrò uno ad uno.
C’era
il digiprescelto del Coraggio, appena soggiunto con i suoi Chakram e
pronto a fare nuovamente la sua seccante piccola parte.
C’era
la prescelta dell’Amore, col suo ventaglio.
C’era
l’umano che gli aveva fatto lo scherzetto del pavimento.
La prescelta
della Memoria, con le sue fastidiose frecce luminose.
E
c’erano quei due digimon, AtlurKabuterimon e Metalgarurumon,
unici rilevanti ostacoli alla sua vittoria.
Ma prima di
ogni altra cosa doveva occuparsi del moccioso col computer, che si era
intromesso all’ultimo momento e aveva persino neutralizzato
le sue fiamme con della misera acqua! Koushirou si accorse
dell’attenzione del nemico nei suoi confronti e
digitò rapidamente altri comandi nel suo portatile.
Improvvisamente,
i digimon dei ragazzi sentirono le forze ritornare gradualmente.
Agumon
aprì gli occhi.
-Dove…
dov’è Taichi?- si chiese.
-Si
è svegliato!- esclamò Bearmon -Pyomon, si
è svegliato!-
La
volatile si fermò di scatto e tornò sui suoi
passi, verso gli altri due amici.
-Che
è successo?- domandò Agumon alzandosi in piedi e
sentendosi stranamente rinvigorito.
-Non lo
sappiamo.- rispose Pyomon. Sora e Taichi devono averci lasciati qui
mentre eravamo svenuti. All’improvviso-
-D’improvviso ci siamo svegliate in forze. Kabuterimon e
Koushirou non c’erano più, così mi sono
messa a cercare Ylenia e vi ho trovati. Per fortuna stai bene-
finì per lei l’orsacchiotta, guardando preoccupata
il dinosauro.
Agumon si
guardò le zampe. Le sue ferite stavano rimarginandosi
rapidamente, il che era inspiegabile.
Il fracasso
della battaglia non tardò a ricordare ai digimon intermedi
che quel senso di stranezza andava accantonato.
-Sto bene,
grazie.- disse rivolto all’amica con un sorrisino
irriverente. Poi le carezzò la guancia teneramente. -Adesso
andiamo!- esclamò.
Le due digimon
annuirono e, senza perdere tempo, i tre iniziarono a correre per
raggiungere Taichi, Ylenia e Sora e quando, finalmente, riuscirono a
trovarli, dopo avere attraversato alcuni corridoi, assistettero alla
strenua lotta fra i loro compagni e Cerberumon.
Questi, a
differenza degli amici, sembrava piuttosto affaticato, ma non per
questo meno furioso e pericoloso.
Metalgarurumon
tentò di colpirlo nuovamente con un Cocytus Breath, ma
quello schivò il colpo con un balzo e si aggrappò
alla zampa di AtlurKabuterimon coi denti affilati. Lo morse con forza,
come un cane il suo osso, e il digimon insetto urlò
scuotendolo per liberarsi di lui. Scagliò il cane infernale
diversi metri più avanti e lo fulminò
scaricandogli contro il suo Mega Blaster. Cerberumon si contorse per il
dolore mentre le scariche elettriche gli attraversavano e devastavano
il corpo cibernetico più di quanto non fosse stato
martoriato dai vari e numerosi attacchi e dalla propria imprudenza.
Si
dimenò per istanti che parvero infiniti ai ragazzi e poi si
accasciò nel pavimento sollevando alti spruzzi
d’acqua.
Finalmente, fu
il pensiero collettivo.
Ma
durò poco.
Il tempo di un
sospiro di sollievo e quello tornò alla carica, con
più rabbia.
Puntò
verso Yamato, nuovamente, ma Metalgarurumon, rinvigorito, si
gettò su di lui. I loro corpi cozzarono con clangore
metallico. Si ruppero in più parti, ma nessuno dei due
cedette nel tentativo di respingere l’altro. Metalgarurumon
era assolutamente terrorizzato all’idea che quel mostro dallo
sguardo accecato d’ira potesse fare del male a Yamato e
Cerberumon, invece, in testa non aveva nient’altro che
quell’obiettivo.
In quel
momento, neppure gli ordini di Daemon avevano valore.
Esigeva
vendetta e sangue e se avesse ucciso il moccioso per averli, poco
importava!
Il cane
infernale ruggì e il suo urlo gutturale si diffuse facendo
vibrare l’aria circostante.
Continuò
a spingere contro Metalgarurumon, per spazzarlo via, ma il lupo era
animato dall’Amicizia, dall’affetto che lo legava
al suo compagno. E con le forze che aveva rinnovate, anche il suo
spirito era tornato ad essere forte. Neppure volendo avrebbe potuto
cedere il passo.
Sparò
i suoi missili contro il nemico, a distanza ravvicinata.
Cerberumon fu
colpito in pieno, urlò, ringhiò, scomparve nel
fumo gelido delle esplosioni incessanti. Metalgarurumon gli
scagliò contro colpi su colpi, finché non fu
troppo esausto per continuare a sparare e cadde in ginocchio.
-L’avrà
sconfitto?- si chiese Taichi stringendo i suoi chakram. Erano
insanguinati. Si sforzò di ignorare quello scabroso
dettaglio: aveva combattuto per proteggere i suoi amici, non per
piacere personale e per Yamato e Sora era lo stesso. Per un attimo
invidiò Koushirou, che non si era sporcato le mani
direttamente.
Yamato si
precipitò dal suo compagno e
s’inginocchiò accanto a lui.
-Stai bene?-
gli chiese.
-Sì…
- rispose quello -E’ morto?- domandò poi,
speranzoso, guardando prima l’amico, poi verso la cortina di
fumo e gelo che avvolgeva Cerberumon.
L’attesa
fu interminabile e carica di tensione. I prescelti e i loro digimon,
con circospezione, si allontanarono dall’epicentro della
battaglia e si riunirono strategicamente verso lo squarcio creato dal
digimon insettoide al momento della sua eclatante entrata in scena.
Quando il fumo
si diradò, svelò il corpo di Cerberumon,
imprigionato nel ghiaccio. Immobile.
-E’
fatta!- esclamò Ylenia stringendo i pugni trionfante.
Crack.
Uno
scricchiolio secco riecheggiò nell’aria, seguito
da tanti altri, in rapida successione. Da una prima piccola crepa nel
ghiaccio, se ne propagarono altre, sempre più lunghe e
spaventose, finché la bara gelida non ne fu totalmente
ricoperta.
Taichi scosse
il capo, incredulo. -E’… un mostro… -
disse.
-Scappiamo!-
suggerì Koushirou e scrisse nuovamente qualcosa nel suo
computer. -Presto!-
Tutti i getti
d’acqua si mossero verso il cane sputato
dall’inferno e irrorarono nuovamente il blocco di ghiaccio
che Metalgarurumon rafforzò nuovamente colpendolo con il suo
turbine glaciale. Il ghiaccio imprigionò nuovamente
Cerberumon e i ragazzi non persero tempo a controllare che se ne
rimanesse buono buonino a marcire.
Se la diedero
a gambe di volata.
O meglio,
salirono sulla schiena di AtlurKabuterimon e questi volò via
più veloce che poté, attraversando rapido
corridoi e sale, seguendo le indicazioni che Koushirou gli forniva.
Metalgarurumon,
esausto per lo sforzo, si accasciò e regredì di
livello.
-Questa non ci
voleva… - sospirò Yamato mordendosi il labbro.
-Scusami…
- rispose Gabumon. Il prescelto gli sorrise. -E di che?- gli chiese -Se
non ci fossi stato tu… - non finì la frase. A
Gabumon bastò la carezza che gli fece sulla testa.
I
digiprescelti, finalmente, ebbero un attimo di respiro e Taichi ne
approfittò per avvicinarsi a Koushirou.
-Che stai
facendo?- gli chiese, incuriosito, mentre quello smanettava come un
pazzo con il suo portatile. Nello schermo si susseguivano mappe,
comandi e codici a velocità pazzesche e l’amico
sembrava riuscire a capirli e leggerli come se nulla fosse. Ok, che era
un genietto ma... Taichi di certo non ci capiva nulla e non poteva
neppure volendo, poco ma sicuro, però una scritta
attirò la sua attenzione.
The Chariot.
Proprio
lì, in alto sulla finestra del programma che il rosso stava
utilizzando.
La
indicò.
-Esatto, ho
attivato anch’io il programma Arcana.- spiegò
quegli -Posso accedere a mappe, codici e quant’altro,
sfruttare il territorio a mio piacimento, elaborare i dati e
trasferirli velocemente. E’ uno strumento portentoso.- gli
brillavano gli occhi e le sue dita pigiavano i tasti con
rapidità tale che quasi toglievano fumo.
-Sei stato tu
a rifornirci di energia?- domandò allora Gabumon.
-Sì.-
rispose il prescelto della Conoscenza -Ho semplicemente sfruttato la
composizione dell’edificio e le diverse strutture che
contiene. Daemon è un mago, ogni locale è
disposto strategicamente secondo certi criteri esoterici. Io li ho
utilizzati a nostro vantaggio.-
-Sei un
grande!- esclamò Ylenia dandogli un’altra pacca
alla spalla e facendolo arrossire oltre che quasi volare giù
dal proprio digimon.
-Perciò,
hai usato il programma anche poco fa? Prima di entrare in scena?-
chiese Yamato massaggiandosi il braccio.
-No,
perché?-
-No,
nulla… - rispose il prescelto dell’Amicizia,
turbato.
Non sentiva
più dolore.
Però
tutti sentirono un gran fracasso e, colmi di terrore, intravidero
Cerberumon in lontananza.
Questi, cieco
di rabbia come non lo era mai stato, in un primo momento non li vide e
passò oltre in un corridoio laterale.
Sospirarono.
Poi,
però, fece dietrofront e si rimise ad inseguire nuovamente
le sue vittime che impallidirono.
-Ancora?-
esclamarono esauste Ylenia e Bearmon.
-Più
veloce, più veloce!- urlò Sora ad
AtlurKabuterimon e questi scattò in avanti, aumentando la
propria velocità.
Purtroppo per
loro, qualcuno, un certo demone incappucciato, osservava tutto da molto
tempo. E, stanco di come si stavano mettendo le cose, ben decise di
ostacolare la loro corsa. Daemon sogghignò crudelmente
mentre due spesse pareti di metallo calarono pesantemente al suolo,
imprigionando fra due fuochi i suoi nemici.
I ragazzi
urlarono in preda al terrore e Neo trattenne il fiato. AtlurKabuterimon
dovette arrestare il suo folle volo di scatto e, di contro, i prescelti
e i digimon sulla sua groppa persero l’equilibrio.
Ylenia non
riuscì a reggersi, non fece in tempo.
Scivolò
lungo il guscio rosso e liscio del digimon della Conoscenza.
Taichi non
riuscì ad afferrarle la mano, cadde nel vuoto.
Bearmon
urlò.
Cerberumon si
muoveva ormai solo per cieca furia, zero raziocinio.
I suoi sensori
danneggiati registrarono esclusivamente Il colore dei capelli di lei.
Biondi.
E anche il
taglio era simile.
Il cane
infernale saltò verso la ragazza a fauci spalancate. Un
enorme, terrificante, furia nera. Ylenia spalancò gli occhi
e urlò di terrore, raggomitolandosi su se stessa a
mezz’aria. Il ruggito furioso del digimon sovrastò
le grida dei ragazzi e dei loro compagni digitali.
“E’
la fine...” pensò la ragazza.
“E’
la fine.” pensarono tutti.
“No!”pensò
Yamato.
In quel
momento, in quel brevissimo istante, sentì qualcosa
svegliarsi in lui. C’era furia, c’era terrore,
c’era sete di sangue. La sua ascia pulsava fra le sue mani
come assetata di quel liquido scarlatto, ma lui non percepiva quella
vibrazione.
Gridava.
-Nooooooooooooooooooooooooooo!-
E gridava!
Gridava come mai aveva gridato prima.
Taichi non
riuscì ad afferrare neppure lui mentre si lanciava sul
digimon nemico. Non poté trattenerlo e urlò anche
lui un -No!- che gli morì ben presto in gola. Yamato sapeva
solo che doveva fermare Cerberumon, a costo di ucciderlo.
Sentì il potere scorrere nelle sue vene e fuoriuscire dal
suo corpo, lo raccolse nelle lame della sua ascia e colpì.
Cerberumon non
serrò mai la bocca sul corpo di Ylenia.
L’ascia
lo tagliò in due parti nel senso della lunghezza.
Un taglio
netto e pulito, fulmineo.
Rigagnoli del
suo sangue scorsero sulle lame e gocce scarlatte schizzarono sul volto
del ragazzo prima di dissolversi in dati, insieme al resto del corpo
del digimon.
AtlurKabuterimon,
nonostante lo stupore, fu lesto ad afferrare i due ragazzi a pochi
metri dal suolo, impedendo loro la rovinosa caduta.
Poi, stremato,
anche lui involse.
I
ragazzi e i digimon si guardarono, stremati e sconvolti.
Erano
proprio messi male.
Taichi rise,
dapprima fra se e se, poi sommessamente, poi mal celatamente si
lasciò scappare risatine, poi scoppiò a ridere
istericamente. Agumon lo seguì a ruota poco dopo, poi anche
Ylenia, Bearmon, Sora. Era contagioso, persino Neo si lasciò
scappare un sorrisino, poi però si fece pensieroso.
Quando le
risate si spensero, nessuno parlò più per diversi
minuti.
Si
accasciarono tutti a terra, stremati, con la schiena al muro e
ripresero fiato. Attesero che i loro cuori impazziti d’ansia
e terrore si placassero. Sperarono che tutto fosse finito, sul serio e,
d’istinto, guardarono le pareti che avevano ostacolato la
loro fuga e, ironia della sorte, stroncato per sempre la folle corsa di
Cerberumon.
-Idea folle,
la tua… - fece il prescelto del Coraggio rivolto
all’amico.
-Non sono
stato io.- rispose quello, ansimando per riprendere fiato dopo lo
spavento di poco prima.
-Lo
immaginavo.- ribatté il castano storcendo un po’
le labbra. -Perciò, chi è stato?-
Neo non
rispose, lui credeva di conoscere la risposta e quando
incrociò lo sguardo di Taichi comprese che anche lui la
pensava allo stesso modo.
-E adesso?-
chiese Pyomon.
-La buttiamo
giù.- rispose risoluto Agumon, alzandosi in piedi.
-Aspetta, non
sprecare forze, dobbiamo tornare dagli altri per aiutarli.- lo
fermò il prescelto della Conoscenza e si rimise a trafficare
col suo computer. Normalmente Taichi l’avrebbe redarguito di
non staccarsi mai da quell’affare, ma tacque: Koushirou Izumi
aveva parato il culo a tutti, poteva anche concedergli di stare qualche
oretta attaccato al suo aggeggio. Specialmente se quel suo aggeggio li
avrebbe aiutati a buttare giù quelle pareti e li avrebbe
fatti tornare in tempo per aiutare sua sorella e gli altri ragazzi.
Il rosso si
mise a lavorare di buona lena e continuò così per
diversi minuti che Taichi trascorse facendo ridere i compagni,
scimmiottando Neo ai tempi della sua avventura in solitaria. Il ragazzo
coi capelli bianchi, seppur piccato non poté che lasciarlo
fare, anche perché quello ignorava le sue proteste e
continuava imperterrito.
-Io sono un
domatore di serie A! E tu Taichi Yagami sei solo una mezza tacca di
serie Z!- lo beffò amichevolmente.
-Ok, ok,
ammetto che non ero molto simpatico.- ribatté il domatore
-Ma almeno non ero una velina fallita.-
-Solo
perché sei geloso delle mie doti artistiche.
Perché non provi anche tu la danza della vittoria?-
esclamò e infilò il braccio sotto il suo,
afferrandolo e trascinandolo in un mezzo giro del suo amato stacchetto
post battaglia, ma Neo si oppose. Si oppose troppo fermamente e
bruscamente che Taichi pensò di aver tirato troppo la corda.
-Dai, si
scherzava… - gli disse, imbarazzato, ma Neo lo guardava
preoccupato.
-Non sentite
questo strano odore?-
Era gas.
Neo
impallidì e sudò freddo. Che cavolo stava facendo
Daemon? Voleva asfissiarli? Farli saltare in aria? Perché
c’era gas in quel luogo?
Koushirou
Izumi era ancora concentrato nel suo lavoro, ma sudava comunque freddo
anche lui e sembrava procedere spedito nel suo operato, chiedergli
d’intervenire avrebbe sottratto loro tempo prezioso, ma che
fare nel frattempo?
“Vuole
uccidere anche me?” si chiese il domatore “Ma
allora a che scopo… Rei… ”
Purtroppo per
lui era difficile entrare nella testa di uno come Daemon, non era solo
uno perennemente incazzato. Era l’Ira. Lui ci conviveva con
le incazzature, non era un digimon totalmente irrazionale. Supporre che
lo fosse, era un errore colossale.
Qual’era
il suo vero piano?
Che cosa
pensava davvero di fare e come?
-Yamato.-
disse d’un tratto Taichi, attirando l’attenzione di
tutti.
-Non sono
stato io.- rispose quello sfoggiando un sorrisetto strafottente.
Al diavolo le
preoccupazioni, ci avrebbe pensato una volta fuori da lì.
Daemon voleva uccidere anche lui subito? Senza avere la garanzia di
poter ritentare l’esperimento? No, tramava qualcosa, era
tempo di rompergli di nuovo le uova nel paniere.
-Sì,
certo, tu non le fai.- gli disse, fingendo
di crederci e battendogli la mano sulla spalla.
-Fammi da scaletta, te che sei
alto.- disse poi, serio.
Yamato
obbedì. Taichi si tolse la giacca e
l’appallottolò, poi
s’arrampicò sulla mano dell’amico e gli
salì sulle spalle. Quello si sollevò lentamente,
mentre tutti gli altri, intorno a loro, iniziavano a tossire per il gas
che aveva ormai invaso l’ambiente. Il prescelto del Coraggio
ficcò la propria giacca nel piccolo condotto, per ostruirlo
completamente.
-Questo
dovrebbe farci guadagnare tempo.- disse -Kou, a che punto sei?-
-Ancora un
minuto.- disse quello.
Ormai
l’ossigeno rimasto era pochissimo, i ragazzi e i digimon si
misero a sedere a terra trattenendo a fatica il respiro.
L’attesa parve infinita, ma la verità è
che il prescelto della Conoscenza impiegò esattamente
quaranta secondi per far partire il comando decisivo.
Fu un
lavoraccio.
Lui non
conosceva il sistema, il laboratorio di Daemon era come un intricato
labirinto di dati e alcuni dei suoi macchinari erano ancora in
funzione, per lo più telecamere e sistemi di difesa. E
c’era qualcuno, che si stava divertendo ad azionarli a
distanza. Avrebbe voluto rintracciare il segnale, ma il tempo
stringeva, si concentrò sul bloccarlo, sul trovare il codice
inverso alla chiusura delle porte. Una volta trovato, poi fu un gioco
da ragazzi lasciare che The Chariot terminasse l’opera.
Premette invio e le pareti si sollevarono.
Ci fu un
sospiro generale, esausto e gratificato al tempo stesso.
-Andiamo via.-
urlò Taichi, aiutando la propria ragazza ad alzarsi in piedi.
Tutti lo
seguirono, lanciandosi in una corsa disperata, senza fermarsi mai. Via,
fuori da quella trappola, da quel laboratorio, da quella landa
desolata.
Attraversarono
il varco magico che li ricondusse al luogo di partenza. Le fogne, o
quello che restava di quelle.
I prescelti si
ritrovarono improvvisamente a precipitare nel vuoto.
-Oggi basta
emozioni… - bofonchiò Ylenia.
-Ci penso io!-
esclamò Pyomon. -Pyomon shinkaaaaaaaaaaaaaa….
Birdramon! Birdramon chou shinka…. Garudamon!-
L’enorme
digimon raccolse gentilmente gli amici nei palmi delle mani e
spiccò il volo. In alto, sempre più in alto e
sempre più veloce.
“Hikari,
ragazzi, stiamo arrivando.” Pensò Taichi.
°
Daemon
schioccò la lingua, seccato.
-Poco male.-
disse, alzandosi dal suo scranno e lasciando la sala MetalPhantomon,
seguimi.-
-Signore?-
domandò quello obbedendo.
-I
digiprescelti stanno per riunirsi ai loro compagni, dobbiamo inviare i
rinforzi al nostro esercito.- disse, nonostante la gravità
della situazione non sembrava turbato. I due percorsero
rapidamente i corridoi che li separavano dalle celle delle cavie del
Signore dell’Ira.
Questi si
fermò davanti ad una delle porte e sogghignò
maligno.
-Signore, se
permette… crede sia il caso di testarlo adesso?-
-Quale
occasione migliore?- domandò il digimon, allargando a
dismisura il suo sorriso malefico -Stiamo testando l’altro,
prendiamo due Parrotmon con una fava.-
°
DeathMeramon
non si era fatto attendere, non aspettava altro lui stesso.
Passò
brevemente in rassegna i suoi schieramenti. Centinaia, che dico,
migliaia di digimon erano allineati in ordinate fila. La maggior parte
di questi erano tozzi esseri dai corpi tondeggianti di gomma grigia
scura. Il volto era formato da maschere d’acciaio collegate
tramite tubi dello stesso materiale ad un serbatoio che avevano
agganciato sulla schiena. Il loro nome era Troopmon, prototipo del
soldato perfetto, efficiente nell’esecuzione degli ordini.
Privi di sentimenti, impugnavano i loro lanciafiamme e tacevano,
guardando fissi il loro obiettivo. Il riflesso della capitale magica,
Witchelny, si rifletteva sinistramente nelle loro lenti scure.
Fra questi
digimon, vi erano anche molti altri: digimon diavoli, digimon macchine,
digimon mostruosi di vario tipo, ma in minor numero rispetto ai
piccoli, tozzi, Troopmon.
In ogni caso,
gli occhi di costoro e le loro carni stesse reclamavano il sangue e i
dati, si trattenevano esclusivamente perché il fallimento
non era contemplato. Obbedire agli ordini era il modo più
sicuro per vincere e riportare gloria e onore e al tempo stesso
attirarsi la benevolenza del loro signore.
Fra le truppe
si distinguevano cinque digimon, fieri ed impettiti, che scrutavano
pensierosi il futuro campo di battaglia. Come lui portavano appuntato
sul petto o sulle zampe una stella d’argento capovolta con
inciso al centro un occhio. DeathMeramon fece loro segno di avvicinarsi
e questi si riunirono intorno a lui.
-I Cristalli
sono pronti?- domandò.
-Vanno solo
installati, olè!- esclamò un’eccentrica
creatura dagli abiti variopinti. Matadormon, questo il suo nome,
portò platealmente in alto la lama che costituiva la sua
gamba e con il braccio artigliato si colpì svenevolmente la
fronte -Non posso attendere oltre, che il massacro inizi,
olè!-
La digimon al
suo fianco, indossava un’armatura scura, con una maschera
volpina a coprirle gli occhi e lunghi capelli neri acconciati come una
coda di volpe. Portava con sé una lancia d’argento
la cui punta era collegata all’asta tramite un anello nel
quale erano infilati a loro volta, in pari numero per parte, tre anelli
più piccoli.
-Smettila, non
ti sopporto.- ringhiò sommessamente rivolta
all’eccentrico parigrado.
Questi fece
per ribattere, ma DeathMeramon li zittì con un gesto della
mano.
-Atteniamoci
agli ordini, riprenderemo le discussioni per quando avremo compiuto
questa missione. Il Grande Daemon si aspetta molto da noi,
dimostriamogli che la sua fiducia in noi è ben riposta.-
disse, sottolineando quel “noi”.
Gli altri
annuirono.
-Molto bene.
Matadormon, occupati dei Cristalli, Kuzuhamon, tu tieniti pronta a- -Lo
so.- lo interruppe quella con uno sbuffo. -Cercate di non
intralciarmi.- disse arrogante abbandonando il capannello di ufficiali.
Dokugumon, un
gigantesco digimon ragno, ridacchiò sguaiatamente
nell’osservarla ancheggiare, poi si rivolse a DeathMeramon.
-Torcetta, non
montarti la testa solo perché ti abbiamo accordato la
leadership. Quando questo incarico sarà portato a termine,
scordati che staremo ai tuoi ordini.-
DeathMeramon
annuì, non era per nulla toccato da quelle parole di
scherno. Rise sommessamente fra sé.
-Me lo
ricorderò. Adesso ognuno al suo posto.- li fissò
negli occhi uno ad uno, lanciò persino un’occhiata
a Kuzuhamon che era già nella sua postazione e
avanzò verso le truppe, che si misero sull’attenti.
Il capannello
si sciolse velocemente e ognuno degli ufficiali si affrettò
ad occupare il posto che gli era stato designato al momento della
pianificazione. DeathMeramon accese il suo trasmettitore e rivolse
nuovamente lo sguardo verso le alte mura che circondavano la
città magica.
-Che gli dei
della guerra vi siano propizi.- disse con gli occhi baluginanti che
ardevano bramosi di versare sangue.
Alzò
il braccio per aria e poi lo abbassò, in direzione della
capitale.
Al suo
segnale, le truppe di Daemon lanciarono un urlo tremendo, un boato
assordante reclamante sangue scosse la terra.
I
digiprescelti e i digimon in posizione accanto alle mura avevano
assistito, anche se a distanza e senza poter udire una parola, alla
riunione fra gli ufficiali nemici. Credevano di essere pronti quando
l’assedio sarebbe iniziato, ma non lo erano.
Quelle urla di
guerra raggelarono loro il sangue nelle vene.
Fine Capitolo 20
Note:
Signori
e signore, ben ritrovati. So che è passato molto tempo
dall'ultimo capitolo. Questo è stato un periodo tormentato
in cui non riuscivo a trovare ispirazione per le mie care vecchie long.
Davvero terribile. E questo capitolo, nella fattispecie, era piuttosto
delicato, con Cerberumon e tutto il resto.Ho cercato di rendere il
capitolo veloce. Moto veloce. Anche troppo @.@ quel digimon non la
finiva di correre.
Vedrete comunque che la battaglia ha lasciato il segno.
Come
vedrete altre belle cosette (spero uhuhu) .
Dovrebbe
essere più breve dei capitoli precedenti, perché
mi sono concentrata semplicemente sulla "Via dell'Eremita". Avevo
abbozzato anche l'inizio della battaglia, ma è troppo
complicata e troppo agguerrita, La gusterete, spero, al prossimo
aggiornamento. Che spero di poter fare prima dell'anno prossimo,
ispirazione permettendo. Per ora sono messa bene da quel punto di vista.
Twins'
War mi era mancato.
Comunque,
vi devo spiegare delle cose. In realtà vorrei spiegarvi
tutto ciò che mi ha portato a scegliere le armi dei ragazzi,
in particolare quella di Yama e di Kou, che in un certo senso sono
state le più complesse.
1.
Per Yama avevo già scelto l'ascia, è una mia
fissa. Ma voi avete mai visto un eremita con un'ascia? Io no. Dovevo
spiegarla bene sta cosa. E sorprendentemente ci sta d'incanto.
Dunque,
la carta dell'Eremita vuole che questi sia un individuo, oltre che
solitario, che da le spalle al passato e rivolga il viso verso il
futuro ignoto. E' la nona carta, un numero estremamente critico in
confronto della carta precedente, l'ottava. L'otto è un
numero perfetto. L'eremita porta con sé un bastone, simbolo
del cammino che si è scelto: Yama in questi due capitoli ha
scelto il suo cammino. E' passato dalla riflessione confusa all'azione.
Dalla tormentata meditazione alla via del sangue. L'ascia bipenne, con
le sue due lame è simbolo della dualità divina:
luce e oscurità.
Ora, Yamachan è puccio e carino, ma non è certo
una divinità XD però sceglie il cammino degli
uomini, un cammino fatto di sangue.
La
luce che l'Eremita porta con sé l'avete vista anche voi,
è la pietra incastonata nel bastone:
è la luce della Conoscenza, in questo caso di sé.
Lui ha capito che non doveva più scappare, anche se lo
desiderava (e chi non lo desidererebbe con quel mostro attaccato al
deretano?!).
2.
Per Kou non sapevo che cacchio di pesci pigliare. Ma secondo voi uno
come lui impugnerebbe un'arma? o.o
Il Carro rappresenta una guida. E' chi lo guida a condurre le bestie,
così come è l'intelligenza di Kou a parare il
cu... fondo schiena agli altri. Non sarà un'arma
sanguinaria,
ma tant'è u.u
Più avanti vi spiegherò gli altri, ma questi due
mi parevano ostici da capire di primo acchito.
Bene,
al prossimo capitolo e che gli dei della guerra vi siano propizi,
olè! *alza la gamba*
|
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Capitolo 21 *** 21. Sotto assedio ***
tw
Capitolo 21:
Sotto assedio
Outside
these walls
An army
awaits
But in
these halls
We feel
safe
(Under
Siege, Amon Amarth)
Le
urla crescevano di volume, le voci diventavano sempre più
indistinguibili mentre la terra tremava scossa dai passi pesanti della
moltitudine di soldati digitali. Ogni secondo che passava accentuava il
pensiero ormai chiaro ai ragazzi che quella non era la solita
avventura: era, sarebbe stata, una carneficina in piena regola e loro
erano stati chiamati in causa.
L’esercito
di Daemon marciava rapido come una marea nera di morte. Persino i
più forti maghi di Witchelny provarono paura, figuriamoci
dei ragazzini. Tuttavia, i digiprescelti non erano conosciuti per
essersela fatta sotto durante le battaglie contro avversari potenti e
sanguinari. La piccola Hikari aveva osato sfidare Mugendramon e aveva
sollevato contro di lui i suoi schiavi Numemon.
Miyako,
Takeru, Ken, persino il più piccolo di loro, Iori, una volta
giunto il suo momento aveva sfidato un grande e potentissimo nemico da
solo, rischiando la vita consapevolmente.
Dei
semplici bambini.
Perciò,
anche se intimoriti, il coraggio che ardeva nei loro cuori, gli
impedì di fuggire quella volta.
Non
prima di combattere.
E
poi, come Daisuke aveva assicurato più volte, Taichi e gli
altri sarebbero tornati presto. Tutti lo sapevano, ma sentirselo dire
era sempre rassicurante.
-Ognuno
ai propri posti.- disse Ken, serio in volto, raccogliendo consensi al
suo appello: erano tutti in posizione. Sui bastioni di Witchelny, i
maghi si affrettavano a terminare i preparativi delle contromosse
indispensabili a respingere i nemici. Era chiaro che solo la magia non
sarebbe bastata, potevano vedere enormi creature trasportare pesanti
macchine da guerra e avvicinarsi inesorabilmente. C’erano
torri per scalare le mura e balliste e catapulte per abbatterle. E
arieti, per sfondare il portone d’ingresso. Witchelny non era
dotata di macchinari bellici avanzati, d’altronde, chi era il
pazzo che osava attaccare una città di maghi?
A
quanto pareva, il pazzo c’era.
-Io
direi di iniziare le danze.- propose Daisuke, fissando lo schermo del
portatile nero di Ken -Pronto, Imperialdramon?-
-Super
pronto!- esclamò l’enorme digimon dragone nella
sua forma principale, stagliandosi fiero contro il cielo serale.
-Tu
sei, d’accordo, vero?- chiese ancora rivolto
all’amico.
-Se
ci sono delle macchine da guerra, concordo sul fatto che
l’attacco è la miglior difesa. Imperialdramon, usa
il Positron Laser per distruggerle! Ecco le loro posizioni!-
-Agli
ordini!- esclamarono le voci composite di ExVeemon e Stingmon non
appena i dati furono trasferiti dal Digivice del ragazzo al loro corpo.
Dal cannone sulle spalle del digimon esplose un potente raggio luminoso
che solcò l’aria, sempre più in alto,
come un enorme serpente, fino a uscire dalla città e
dividersi come un letale fuoco d’artificio in raggi minori,
per abbattersi sulle truppe nemiche e i loro macchinari bellici.
Indovinando
la traiettoria dei raggi, DeathMeramon urlò -Difendete le
macchine!-
I
messaggeri corsero in lungo e in largo per il campo di battaglia per
recapitare il messaggio. Inutilmente, però,
perché i raggi azzurri del drago colpirono i loro bersagli,
distruggendoli senza lasciare traccia insieme ai digimon che le
trasportavano. Dal mare di nemici s’innalzarono pennacchi di
fumo nero e fiamme ardenti, le urla rabbiose e frustrate
dell’esercito si levarono nell’aria, unite alle
grida trionfali dei digimon maghi abbarbicati sulle mura di cinta.
-Forza,
continua, Imperialdramon! Possiamo farli fuori tutti in un
battibaleno!- esclamò Daisuke, su di giri.
-Meglio
di no.- lo redarguì Ken -Meglio non sprecare troppe forze,
per il momento. Prima dobbiamo farci un quadro generale della
situazione, c’è qualcosa di strano.-
-Ok,
se lo dici tu… - commentò deluso il prescelto del
Coraggio e dell’Amicizia, -Spero proprio che tu ti sbagli.-
-Lo
spero anche io.- rispose lui, osservando il suo Digiterminal
nell’attesa di un messaggio che al tempo stesso temeva di
ricevere.
Ormai
era una questione di tempo che Taichi e gli altri tornassero. Nella
speranza di ricevere i soccorsi e usufruire dell’effetto
sorpresa, i prescelti, i loro digimon e i maghi si erano schierati nei
punti strategici della città. Nella zona a nord est, dove si
trovava l’Ateneo, Jou, Gomamon e il clan Aquary scagliavano
contro le truppe strali ghiacciati e proiettili d’acqua. Il
digiprescelto aveva il suo bel da fare a proteggere le mura indicando a
Zudomon, Yukidarumon e agli altri tutti i gruppi di nemici che
riuscivano ad avvicinarsi troppo.
-Hammer
Spark!- esclamò Zudomon, abbattendo il suo martello in
metallo cromato Digizoide sul terreno più e più
volte, fulminando chiunque avesse la disgrazia di capitargli a tiro.
-Ehi, novellina, dieci a zero!- esclamò ironico mentre la
novellina, Angewomon, gli rispondeva con una smorfia seccata dalla zona
adiacente, a nord ovest.
-Ti
piace vincere facile, eh?- ribatté il digimon angelico,
ferma nella sua posizione. Fosse stato per lei, avrebbe bersagliato
l’esercito con le sue Frecce Sacre e allora altro che dieci a
zero. A volte non capiva cosa ci fosse nella zucca del digimon
dell’Affidabilità, con lei aveva sempre
quell’atteggiamento quasi di nonnismo davvero irritante.
-Come
se tu fosse il grande esperto.- lo rimbeccò. Non aveva
trascorso i peggiori anni della sua vita al servizio di Vamdemon senza
imparare niente, semmai era lui il pivello.
-Scherzavo,
scherzavo!- alzò le zampe lui -Era per spezzare un
po’ la tensione, non ti sarai offesa? Jou lo chiamo
quattrocchi, ma lui non si offende mica, vero quattrocchi?-
-Zudomon,
per favore…- protestò flebilmente quello
-Perdonalo, Angewomon. Quando è sotto stress, non collega il
cervello alla bocca.-
-Nessun
problema.- sorrise benevola lei -Non è bene infierire su
quelli come lui, ci ha già pensato madre natura.-
-Come
hai detto, scusa?!- si agitò il mostro marino, sventolando
il martello per aria.
-Angewomon…-
piagnucolò Jou che, inutilmente, aveva cercato appoggio
nell’altra.
-Attenzione!-
urlò Hikari a un certo punto, indicando verso
l’alto.
La
divisione aerea dell’esercito di Daemon sfrecciò
rapida sorvolando la cinta di mura ed eludendo gli attacchi dei maghi.
Le truppe erano capitanate da un digimon uccello le cui piume blu come
la notte erano costellate di fulmini e sul cui petto era appuntata la
stella d’argento capovolta. Il Digivice di Hikari lo
identificò immediatamente.
*Digimon
Analyzer*
Thunderbirmon
Livello: Campione
Tipo: Uccello Gigante
Tipologia: Dati
Attacchi: Thunderstorm
- Sbatte le ali coperte d’elettricità generando
una tempesta di fulmini.
Spark Wing -
Scarica una pioggia di numerose piume elettrificate.
-Spark
Wing!-
Il
gigantesco digimon agitò le ali e le sue piume affilate e
crepitanti precipitarono su Witchelny, per poi infrangersi nel nulla. O
meglio, ora che osservava attentamente, il volatile scorse dei riflessi
iridei. Seccato, schioccò la lingua contro il palato e
planò per evitare la risposta dei FlaWizarmon che non
tardò ad arrivare. I digimon maghi del clan Energe aprirono
il fuoco contro il nemico alato scoccando centinaia di dardi
fiammeggianti. Molti di questi mancarono il bersaglio. I digimon
volanti risero a quello stupido scherzetto, come potevano delle misere
freccette creare problemi per gli imponenti Parrotmon o Kuwagamon? Le
semplici freccette, mancato il bersaglio, cambiarono immediatamente
direzione e assediarono il nemico come nugoli di vespe ardenti. Colti
di sorpresa, alcuni Parrotmon indietreggiarono urlando, ma le frecce
non smettevano di seguirli, colpirli e bruciarli. Le fiamme, una volta
centrato il bersaglio, si espandevano sui corpi dei disgraziati come
fossero imbevuti di benzina, fino a consumarli. Le grida di dolore si
levarono alte nel cielo.
Questo
però non era ancora nulla per l’esercito di
Daemon, i caduti non facevano che accrescere la loro ira e
dell’Ira si nutrivano.
La
seconda ondata di attacchi giunse, se possibile, ancora più
violenta. I possenti draghi alati GigaDramon e MegaDramon usarono i
loro potenti cannoni per ridurre in polvere frecce e barriera, ma
mentre i dardi finirono inevitabilmente distrutti, la città
rimase integra. Infuriati, fecero fuoco a volontà, ma la
barriera iridea resisteva agli impatti e alle esplosioni, ancora e
ancora. Le crepe che si originavano, se si originavano, erano talmente
sottili, che pochi secondi dopo si rimarginavano come ferite da nulla.
I
difensori contrattaccarono ferocemente. Volarono ancora frecce,
attacchi fiammeggianti e fendenti di luce. I cannoni di Centarumon
abbatterono due Parrotmon e TonosamaGekomon con la sua potente voce
generò confusione assordando uno squadrone di Saberdramon.
Gli uccelli dal piumaggio fiammante nero come la notte precipitarono
storditi, schiantandosi contro la barriera, cozzando con i commilitoni,
altri persero i sensi all’istante. E quelli meno fortunati
che resistettero al canto sgraziato del re anfibio, furono colpiti
dagli attacchi gelati di Yukidarumon e morirono congelati.
-Kuzuhamon.-
esclamò Thunderbirmon virando per l’ennesima volta
per evitare non solo delle frecce, ma altri attacchi infuocati da parte
dei FlaWizarmon, Meramon e persino un paio di missili di Andromon.
-C’è
una barriera!-
-Ancora
per poco.- rispose quella, volando al suo fianco e sollevò
all’altezza del viso i suoi talismani di carta rossa disposti
a ventaglio. Recitò una formula e li scagliò
contro lo sbarramento magico.
-Kofuusatsu!-
La
pioggia di carta rossa si abbatté sulla barriera
attaccandosi ad essa e destabilizzandola. Nel sentirla crepitare, gli
assediati inorridirono. Se pensavano che bastasse semplicemente tenerli
al di fuori della barriera, in quel momento capirono che si
sbagliavano. Thunderbirmon, ne approfittò per scagliare
nuovamente contro di essa la sua pioggia di saette che
s’infransero nuovamente contro lo scudo irideo, ma non senza
causare crepe di varie dimensioni che tardarono a rimarginarsi.
-Questa
non ci voleva!- imprecò Pidmon dalla zona sud della
città -Dobbiamo rinforzare la barriera!-
Thunderbirmon
scagliò i suoi attacchi elettrici nei punti esatti in cui i
talismani indebolivano la struttura protettiva e le crepe divennero
sempre più lunghe, sempre più profonde, sempre
più inquietanti.
-Takeru,-
disse a un tratto il digimon della Speranza -bisogna sbarazzarsi di
quella digimon con i talismani!-
Il
ragazzo annuì.
-Ok,
ma sta attento.- disse, passando i propri dati all’amico
-Quella Kuzuhamon è di livello Mega.-
*Digimon
Analyzer*
Kuzuhamon
Livello: Mega
Tipo: Divino
Tipologia: Dati
Attacchi: Taizoukai
Mandara - Col suo bastone diffonde una barriera purificatrice che
esorcizza gli spiriti maligni
Ura Izuna -
Attacca l’avversario con gli spiriti volpe chiamati
kuda-gitsune
Kofuusatsu - Come la sua controparte Sakuyamon, Kuzuhamon usa talismani
per sigillare i poteri degli avversari.
L’angelo
assentì e spiccò il volo con le sue ali argentee
per raggiungere la digimon dall’armatura volpina.
-Kofuusatsu!-
-Heaven’s
Gate!- con enorme fastidio per l’avversaria, HolyAngemon
tracciò il suo Varco Soprannaturale nel cielo della
città, proprio al di fuori della barriera e i talismani
rossi furono risucchiati al suo interno.
E
non solo quelli.
Molti
dei digimon alati che sovrastavano Witchelny iniziarono a essere
attirati verso il varco per l’oblio. Molti, troppo deboli per
lottare, indeboliti dagli altri attacchi, non riuscirono a opporsi
all’inevitabile destino. Vennero catturati anche molti altri
digimon che marciavano a terra e nel mare di creature bellicose
iniziarono a crearsi zone di vuoto molto rassicuranti che incitarono
gli assediati a continuare la loro strenua difesa.
-Stupido
pennuto.- sputò la digimon, irritata -Ura Izuna!-
HolyAngemon
attivò immediatamente il suo scudo sacro, pronto a ricevere
il colpo. Dalla cintura di Kuzuhamon fuoriuscirono quattro spiriti
volpini d’oscurità che si scagliarono contro di
lui. Il digimon della Speranza ne schivò due, ma la terza
volpe eluse la sua velocità e lui riuscì a
malapena a difendersi grazie alla propria prontezza di riflessi usando
nuovamente lo scudo, venendo però sbalzato per diversi
metri. Il quarto spirito lo colpì sul lato destro del corpo
facendolo urlare per il dolore.
-HolyAngemon!-
urlò Takeru a sua volta, preoccupato. Kuzuhamon
volò rapida verso l’angelo e gli sferrò
diversi colpi col suo bastone, mirando soprattutto alle parti lese
dalle volpi oscure. A ogni colpo, HolyAngemon gridava, nel migliore dei
casi digrignava i denti e sopportava quel dolore lancinante.
Kuzuhamon
infieriva sempre con maggior cattiveria, godendo di ogni colpo che si
abbatteva sulle carni dell’angelo. Quello riuscì a
parare l’ennesimo colpo grazie alla sua spada divina, ma
troppo debole, finì per essere sbilanciato di nuovo e
Kuzuhamon aprì le braccia, per scagliargli contro nuovamente
le sue volpi.
-Ura
IzAH!- una freccia luminosa sfrecciò sul suo viso, ferendola
di striscio. La soldatessa cercò furiosa chi avesse osato
colpirla.
-C’è
stata una svendita di angeli?- ghignò sarcastica scoprendo
il colpevole.
-Non
farmi rispondere su che svendita c’è stata.-
ribatté Angewomon, con la Freccia Sacra incoccata, pronta a
colpire nuovamente senza pietà.
HolyAngemon
fu contento di avere un attimo di tregua, ma non poteva che stupirsi
ogni volta che Angewomon s’infervorava.
-Le
battaglie tirano fuori quel suo caratterino… -
commentò, intimorito.
-Non
ho mai assistito ai suoi scontri al femminile, spero di riuscirci una
buona volta.- fece Zudomon, incuriosito.
HolyAngemon
sorrise nervosamente ma non osò esporre il suo pensiero.
Perché Angewomon era bella quanto permalosa, specie contro
altre digimon. Ti faceva dubitare su quale fosse la sua vera natura.
-Non
abbassare la guardia!- ruggì Kuzuhamon irritata,
scagliandosi contro di lui. Fortunatamente, l’angelo
riuscì a schivare l’attacco e colpì
l’avversaria con una gomitata in pieno volto, facendola
indietreggiare dolorante e irritata.
-Non
osare perdere contro di lei!- gli ordinò Angewomon e a quel
punto HolyAngemon emise una risatina isterica.
Se
avesse perso, non c’era dubbio che qualcuna gli avrebbe
tirato il collo personalmente.
-Grrrrrrrrrrr…
-
Mimi
tamburellò il tacco dello stivale sulla pavimentazione di
pietra della via, scoccando di tanto in tanto occhiatacce verso
Hiroyuki, che, dal canto suo, continuava a ringhiare come un animale e
a fulminare con lo sguardo sia i digimon nemici che tentavano di
superare la barriera, sia quelli alleati.
-Ne
hai ancora per molto?- domandò la prescelta della
Sincerità.
-Guarda
come si divertono… - protestò indicando il cielo
della zona sud, dove Raiamon faceva capolino di tanto in tanto,
scagliando i suoi colpi elettrici contro i nemici, abbattendoli.
-Non
si stanno divertendo.- puntualizzò, Mimi.
-Ero
ironico.- sbottò il prescelto del Vigore, tagliando corto.
-E comunque non capisco perché mi abbiano relegato a questa
posizione.-
-Semplice,
perché Musyamon è forte negli attacchi a distanza
ravvicinata e non possiamo permetterci di affrontare così
tanti nemici tutti insieme.- esclamò Lilymon, volando
davanti ai due ragazzi - E in più, dobbiamo difendere gli
abitanti della città che non possono combattere.-
Il
ramato storse il naso.
-Avrebbero
dovuto andarsene, piuttosto che stare qui come palle al piede!-
-Hai
sentito quello che ha detto Wizarmon.- lo redarguì Musyamon
-Non lasceranno mai la loro città.-
-Stronzate!-
continuò quello -Non è il momento di essere
sentimentali, questa è una guerra!-
Mimi
alzò gli occhi al cielo, esasperata. Ma che aveva fatto di
male per essere messa nel gruppo insieme a quello lì?!
Avrebbe voluto dire al grande uomo che lui era scappato di casa, ma si
trattenne. Non era assolutamente il momento di litigare. Sulla barriera
s’infrangevano colpi su colpi, esplosioni su esplosioni. Dava
proprio l’impressione di dover cedere da un momento
all’altro, anche se Pidmon e i maghi reggevano ancora, anche
se Raiamon e gli altri abbattevano nemici su nemici, anche se tutto
sembrava volgere per il meglio.
Era
troppo bello per essere vero.
“Miyakochan…”
pensò la prescelta “Fa attenzione…
”
DeathMeramon
osservava le truppe infastidito e frustrato.
-Così
non va!- ruggì -Finché ci sarà quella
barriera, ci troveremo a un punto morto.-
-Non
reggerà ancora per molto, Torcetta.- disse Matadormon
melenso, affiancandolo. Se avesse potuto, avrebbe sorriso malignamente.
-E’ solo questione di tempo.-
-Quanto
tempo?- domandò esasperato.
-Poco
tempo, olè.- il digimon alzò la gamba
teatralmente, poi uno squillo attirò la sua attenzione.
Schiacciò allora un pulsante sulla sua stella argentea.
-Signore…-
disse una voce -Signore, siamo pronti.-
-Olè,
come volevasi dimostrare. Sarà una battaglia sublime.-
DeathMeramon
ghignò sotto la sua maschera metallica. Una volta tanto era
d’accordo col suo bizzarro compare.
-Presto
avrà inizio la nostra beneamata carneficina.- non
riuscì proprio a trattenere una bassa risata compiaciuta.
Nel
frattempo nella piazza, Daisuke giocherellava col suo Digivice, in
attesa di qualcosa che sperava non avvenisse. Eppure, come Hiroyuki,
non vedeva l’ora anche lui di entrare in azione, non poteva
farci nulla, era un tipo d’azione, dopotutto. Ken teneva
d’occhio lo svolgimento dell’assedio attraverso il
suo computer portatile.
“Per
adesso procede tutto per il meglio, spero di sbagliarmi,
però…”
-Tutto
bene, Ken?- domandò Daisuke.
-Sì,
diciamo di sì.-
-Vedrai,
Miyako e Shurimon se la caveranno.-
Daisuke,
dannazione, centrava sempre il problema. Che lo facesse di proposito o
meno, ti sbatteva sempre in faccia il nocciolo della questione. E il
suo punto di vista. Ken sperò che avesse ragione,
perché altrimenti non se lo sarebbe mai perdonato.
Miyako
e Shurimon non parteciparono direttamente a quella prima fase della
battaglia.
Il
dilemma logistico che assillava il prescelto della Bontà dal
momento in cui gli era stata messa sotto il naso la mappa della
città, era un dubbio che sarebbe potuto costare ai prescelti
la vittoria.
L’esercito
di Daemon si era appostato sotto le mura più rapidamente di
quello che avrebbero immaginato. Muovere delle truppe così
numerose su un territorio quasi del tutto devastato com’era
Digiworld in quel momento, era quasi impossibile. Era probabile che i
contingenti si trovassero in agguato nelle vicinanze oppure che Daemon
avesse trasportato i soldati in qualche altro modo, il che rendeva la
situazione molto più delicata.
“Ken
aveva ragione!” pensò Miyako, scrivendo al suo
ragazzo che i suoi timori erano fondati.
In
quel momento si trovavano al di fuori della città, in
silenzio, mimetizzati fra le fronde di un enorme albero millenario.
Osservavano e quello che vedevano sotto di loro non gli piaceva per
nulla: le truppe che stavano assalendo Witchelny non erano tutte
disposte ad assediare la città. C’era un intero
plotone sotto di loro che smaniava per tuffarsi nel passaggio fra le
radici dell’albero che, a detta di Wisemon serviva per
raggiungere la città. E come se al peggio non ci fosse mai
fine, molti di questi soldati erano raggruppati intorno a delle strane
apparecchiature dalla forma cilindrica, simili a colonne scanalate, con
sulla cima dei lunghi e appuntiti cristalli scarlatti. Ce
n’erano parecchi di quegli affari, non c’erano
molti dubbi in proposito alla loro pericolosità.
A
qualunque cosa servissero, non era nulla di buono, purtroppo.
Nel
leggere il rapporto della ragazza, Ken s’incupì.
-Siamo
nei guai.- disse -Come pensavo, ci sono altre truppe pronte ad
assaltare la città.-
-E
noi li rispediremo al mittente.- rispose ottimista Daisuke, peccato che
l’amico non lo fosse.
-Quel
passaggio porta direttamente dentro le mura e dovrebbe essere
sigillato, ma a quanto pare non sembrano preoccupati di questo, capisci
cosa vuol dire?-
Daisuke
sudò freddo.
-Oh,
merda.-
In
pochi secondi, la scoperta della prescelta dell’Amore e della
Sincerità aveva fatto il giro della città, quasi
fosse un normale pettegolezzo. La reazione dei digiprescelti fu simile
fra tutti. Un “Oh, merda!” collettivo.
-Stiamo
in guardia.- scrisse Jun.
-Tranquilli,
loro avranno pure un esercito, ma noi abbiamo un Imperialdramon qui.-
rispose Daisuke, tentando di ravvivare l’umore dei compagni.
-Qualunque
cosa succeda, resistiamo finché non arriveranno Taichi, e
gli altri.- fece Takeru, stringendo il suo Digiterminal fra le dita,
mentre nei cieli della città si consumava lo scontro fra
HolyAngemon e Kuzuhamon. L’angelo, pur essendo un Evoluto, se
la cavava egregiamente, merito dei suoi poteri sacri. Tuttavia,
alternava momenti di rivalsa ad altri in cui Kuzuhamon sembrava avere
la meglio.
Angewomon,
con suo grande disappunto, era costretta ad assistere alla battaglia
senza poter intervenire. Se le cose stavano messe così male,
non poteva permettersi errori, solo sperare che HolyAngemon se la
cavasse.
E
lei si fidava di lui.
-Qui
siamo quasi pronti.- scrisse Iori -Affrontiamo un problema alla volta.-
-Ben
detto.- ribatté Mamoru -Mandiamo Hiropyon nella mischia?
Sono sicuro che smani dalla voglia di menare le mani.-
-Il
coso scemo ha ragione.- rispose l’interpellato -Dobbiamo
attaccare adesso.-
-Mi
trovi d’accordissimo.- fece Daisuke, per poi lanciare
un’occhiata da cucciolo deluso verso il suo migliore amico.
Non
attaccò.
-Rimanete
nelle vostre posizioni… - li redarguì esasperato
Ken. -Finché non abbiamo chiara la situazione, non possiamo
andare allo sbaraglio. Miyako, Shurimon, rientrate al più
presto.-
-Negativo.-
rispose quella -I soldati sono in agitazione, c’è
qualcos’altro nell’aria. Vi farò sapere
appena ne sapremo di più.-
-Per
favore, state in guardia… - commentò il
digiprescelto della Bontà, sulle spine -Noialtri non
facciamo mosse affrettate, rischiamo di offrire dei vantaggi al nemico.-
-Sono
d’accordo.- rispose Hikari, in apprensione, mentre Angewomon
fremeva dalla voglia di riempire Kuzuhamon di Frecce Sacre.
HolyAngemon
era di nuovo in difficoltà, inseguito dalle volpi oscure
della digimon.
-Heaven’s
Gate!- esclamò, aprendo nuovamente il suo Varco Celestiale
che assorbì l’attacco del generale, insieme a
molti altri digimon. Kuzuhamon però non aveva raggiunto quel
grado e quel livello per essersi imitata a sparare solo qualche volpe o
a lanciare qualche talismano. Incurante del pericolo che correva, si
scagliò contro il digimon angelo, sferrandogli un potente
colpo del suo bastone diretto alla testa. HolyAngemon riuscì
a pararlo con lo scudo e contrattaccò con la sua Spada
Divina. Il fendente sacro investì la digimon, che
soffocò un gemito di dolore e stizza, i suoi occhi ardevano
d’Ira sotto la maschera volpina. E come quel folle e feroce
sentimento iniziò a scorrere nelle sue vene, i suoi attacchi
rabbiosi divennero più potenti, forse meno precisi, ma
comunque devastanti.
HolyAngemon
poteva avere un bonus energetico dovuto alla tipologia, ma si
ritrovò comunque in difficoltà. Brandì
nuovamente la sua spada sacra, Excalibur, e la caricò
d’energia.
-Excaliburst!-
La
lama viola della spada si caricò di prorompente energia
prima di abbattersi su Kuzuhamon. Lei parò il colpo, ma il
suo bastone non resse a quell’assalto e si spezzò.
La lama la colpì, danneggiandole l’armatura
proprio sopra la spalla sinistra. HolyAngemon la colpì
nuovamente con un calcio, scagliandola diversi metri più in
basso. Si lanciò poi su di lei, per darle il colpo di
grazia. Purtroppo però, dovette desistere per evitare una
potente tempesta di fulmini che quasi lo colpì in pieno.
L’angelo sbatté le ali spingendosi più
in alto.
“C’è
mancato davvero poco.” pensò sudando freddo.
-Va
tutto bene, Kuzuhamon?- domandò Thunderbirmon con una punta
irrisoria nella voce. La digimon rispose sputando sangue con stizza.
-Non
osare mai più metterti in mezzo, pezzo di cretino.-
-Non
abbiamo tempo per certi giochetti.- ribatté lui serio, senza
cedere alla provocazione.
-Tsk…
e va bene, ma il colpo di grazia spetta a me.- rispose lei, scuotendo
il capo seccata.
Ciò
detto, entrambi si scagliarono contro HolyAngemon, che si mise
immediatamente di guardia, proteggendosi col suo scudo e preparandosi,
male che andasse, a sopportare il dolore.
-Thunder
Cloud!-
Una
sfera elettrica sfrecciò davanti a lui, abbattendosi contro
i due avversari. Mentre Kuzuhamon si contorse per il dolore,
Thunderbirmon non accusò troppo il colpo,
l’elettricità, dopotutto, era il suo elemento. Il
volatile scoccò la lingua contro il palato, evidentemente
seccato dell’intrusione. Non quanto la sua commilitone che,
infuriata, parve incenerire con lo sguardo il morto che cammina che
aveva appena firmato la sua condanna a morte.
-Due
contro uno è un po’ sleale.- disse quello alle
spalle di HolyAngemon.
-Wizarmon!-
-Se
permetti, ti darò una mano.-
L’assedio
continuava. Via terra, via aria, gli assedianti continuarono ad
attaccare la barriera, accanendosi rabbiosamente contro di essa, mentre
gli assediati rispondevano al fuoco con il fuoco, con l’unica
differenza che i loro attacchi avevano successo e molti
s’infervoravano accanendosi contro il nemico in
difficoltà. Già si vedevano vincitori di quella
battaglia. Mistymon guidava i clan in quell’attacco,
abbattendo un gran numero di nemici a sua volta. Poco importava se
apparteneva al clan Energe. Sì, c’era molta
rivalità fra i membri dei vari clan, ma la sua
autorità era largamente riconosciuta. In quel momento,
nessuno metteva in discussione la sua leadership. Poiché la
piazza sembrava relativamente tranquilla e al sicuro con Imperialdramon
di guardia alla statua di MedievalDukemon, il digimon mago si
addentrò per le vie della zona ovest che difendeva insieme
ai membri di vari clan.
-Signore!-
una Witchmon si portò al suo fianco -Tutti gli accessi alla
città sono sorvegliati. Siamo pronti a respingere chiunque
cerchi di entrare attraverso i portali.-
-Perfetto.-
commentò quello -Abbatteremo il nemico mano man che
entrerà, se credevano di coglierci di sorpresa, si
sbagliavano di grosso. Ritorna alla tua postazione e riferisci
l’ordine.-
-Sissignore!-
esclamò la giovane Witchmon e in sella alla sua scopa,
tornò indietro.
-E
che MedievalDukemon ci assista.- sentì dire al digimon mago.
Mistymon
fece levitare la sua sfera di cristallo fino al limitare della barriera.
-Core
Dart!-
La
sfera si rivestì di fiamme e, come una danzatrice impazzita,
sfrecciò fra i nemici nel cielo notturno, abbattendone un
gran numero.
Nell’Arena,
intanto, erano radunati i digimon maghi più deboli e i
più giovani. Mimi si trovò a pensare, mentre
guardava i loro occhi spauriti, che forse Hiroyuki non aveva tutti i
torti: sarebbero dovuti andarsene finché erano in tempo, ma
ormai non c’era più nulla da fare. Più
per trovare un diversivo che per reale necessità, la ragazza
si sciolse e rifece la coda di cavallo. Dopo la lite con Hiroyuki aveva
deciso di dimostrargli in qualche modo che lei non era più
la mocciosa viziata di un tempo liberandosi dei suoi voluminosi ricci,
il suo vanto. Legati a quel modo, non le avrebbero dato fastidio
durante gli scontri. Inutile dire che Hiroyuki non ci badò
neppure. Poco importava, Mimi non era lì per farsi adorare
da lui, né da nessuno.
Era
lì per combattere.
Non
voleva farlo per uccidere, ma per difendere i più deboli.
Quello poteva e voleva farlo.
-Mamma
ho paura…- piagnucolò un piccolo Impmon
abbracciato a una Witchmon piuttosto provata, con il braccio fasciato
tenuto legato al collo. La digimon strinse il piccolo al petto, per
calmarlo.
-Andrà
tutto bene.- gli disse -Il signor Mistymon ci proteggerà.-
-E
se non dovesse riuscirci?- piagnucolò il piccolo, spaventato
dalle urla di guerra che riecheggiavano ovunque.
-Ci
riuscirà.- rispose quella.
-Io
voglio andare via!- insistette il piccolo -Perché non ce ne
andiamo?-
La
madre non seppe cosa rispondere. Tutt’intorno, altri bambini
seguirono l’esempio del figlio e iniziarono a piangere e
protestare.
-Forse
dovrebbero davvero andarsene.- disse la prescelta della
Sincerità una volta raggiunto quello del Vigore. -E se
chiedessimo a Wisemon di portarli da qualche parte? Tipo sulla Luna
Rossa?-
Hiroyuki
tirò con la sigaretta.
-E’
un po’ tardi per cambiare idea.- disse -Avrebbero dovuto
pensarci prima. Comunque, la Luna Rossa non è un gran bel
posto.-
Schioccò
la lingua poi, memore della sua esperienza e guardò
Musyamon, che celava il suo stato d’animo meglio di lui.
Chissà che cosa sarebbe successo se l’avesse fatto
evolvere Asuramon. Sicuramente avrebbe annientato i nemici, ma anche
gli amici, che casino. Che fosse per quello che l’avevano
lasciato in disparte?
Mimi
stava per dire qualcosa, quando uno strano rumore attirò la
sua attenzione.
-L’hai
sentito?- chiese a Hiroyuki.
-Cosa?-
-Flow’
Cannon!- Lilymon colpì un Saberdramon col suo cannone
floreale, distruggendolo. -Che succede?- domandò volando
verso la sua partner.
-Non
lo so… - fece lei -Ho sentito… sssst…
- tese le orecchie.
-Che
cos- insistette il prescelto del Vigore, per poi essere interrotto da
un gesto della ragazza. Poi lo sentì anche lui:
c’era uno strano, fastidioso ronzio nell’aria e una
luce rossastra che brillava in fondo a un vicolo.
I
due si scambiarono un’occhiata d’intesa e poi il
prescelto del Vigore fece cenno a Musyamon di seguirlo.
Lo
scontro fra HolyAngemon e Kuzuhamon si protraeva da tempo nei cieli di
Witchelny. Gli sguardi preoccupati dei ragazzi si dividevano fra
l’angelo della Speranza e Wizarmon, che affrontava
Thunderbirmon, non senza difficoltà, poiché il
digimon era molto più forte del previsto.
-Magical
Game!- esclamò il mago agitando il suo bastone e si
celò agli occhi del digimon volatile.
-Dove
sei?!- sbottò quello, guardandosi intorno, irritato.
-Sono
qui.- rispose Wizarmon riapparendo alle sue spalle.
-Thunderstorm!-
Il
digimon mago schivò facilmente il colpo, sparendo nuovamente
e riapparendo sulla destra del volatile.
-Thunderstorm!-
Ancora
una volta Wizarmon sparì, lasciando al suo posto un vento
tagliente che travolse l’avversario. Thunderbirmon rimase
gravemente ferito da quell’attacco, le sue ali erano
seriamente danneggiate, tuttavia fu il suo orgoglio quello che ne
risentì maggiormente.
-Piccolo
bastardo!- urlò, la sua voce divenne acuta, come quella di
un’aquila. Un’enorme aquila elettrica incazzata
nera che si scagliò contro il mago. Wizarmon, comunque,
mantenne il sangue freddo e si prese gioco del suo avversario
scomparendo e comparendo più e più volte intorno
a lui, attaccandolo con colpi elementali d’aria e fuoco.
-MALEDETTO,
STA’ FERMO! SPARK WING!-
Le
piume elettriche attraversarono il corpo di Wizarmon come se quello
fosse incorporeo e si conficcarono nell’armatura e nel corpo
di Kuzuhamon, che impegnata nel suo scontro con HolyAngemon, non le
vide arrivare.
La
digimon urlò in preda al dolore per le scariche che le
percorrevano il corpo paralizzato.
-Bravo
Wizarmon!- esclamò Hikari, mentre Angewomon approvava
sorridendo in silenzio.
-Kuzuhamon…
mi dispiace… - Thunderbirmon si sarebbe morso le labbra se
ne avesse avuto. Fissò la commilitone contrito, preoccupato,
più che altro, mentre questa si liberava una a una delle
piume elettriche e gli scoccava occhiatacce fulminanti. E quelle
sì che lo colpivano.
-Sta
più attento, pezzo d’imbecille!-
-Io?
Sta più attenta tu, eri in mezzo!-
I
due si guardarono in cagnesco per diversi secondi, per poi rivolgere la
loro ira contro gli avversari. Prontamente, HolyAngemon e Wizarmon si
misero in guardia.
-Forza,
Wizarmon, HolyAngemon dategli quel che si meritano!- esclamò
Hikari, agitandosi.
Takeru
rimase senza parole e sudò freddo.
Il
lato oscuro di Hikari era spaventoso.
Iori
si trovava nella sua posizione, come tutti gli altri del resto, quando
gli arrivò un messaggio di Ken.
“Pronti?”
gli domandava.
-Quanto
manca?- domandò a Digmon alzando la voce, perché
il rumore delle trivelle la sovrastava.
-Poco.-
rispose quello, continuando il suo lavoro alacremente. Intorno a lui
c’erano altri digimon, maschi e femmine, armati
anch’essi di trivelle, che scavavano come tante laboriose
formiche dei cunicoli sotterranei.
Erano
dei Magiciamon, digimon maghi molto simili alle Witchmon e ai Wizarmon
negli abiti. A differenza di essi, però, vestivano in verde
e i loro lunghi capelli erano neri come la notte. Molti di loro avevano
occhi verdi, castani o rosa e sulle tese dei loro capelli non
volteggiava alcuno spirito animale. I maschi, ovviamente indossavano
una giacca corta con mantello e delle tute larghe come quelle dei
Wizarmon. Quelli che stavano collaborando col prescelto della
Conoscenza e dell’Affidabilità appartenevano tutti
al clan Earthlin, specializzato in magie legate all’elemento
Terra.
*Digimon
Analyzer*
Magiciamon
Livello: Campione
Tipo: Demone
Tipologia: Dati
Attacchi: Elemental Wand - Trasforma la sua bacchetta
magica in un altro strumento elementale, variabile a seconda della
magia di specializzazione.
Cholla
Drill - La trivella si divide in tante trivelle minori che vengono
sparate letteralmente contro l’avversario.
Circle Dig - Chiudendo le dita a
formare un cerchio, scavano magicamente dei fori perfettamente
circolari.
-Ci
siamo!- esclamò qualcuno e la voce si sparse, a catena, fino
a raggiungere le orecchie del digiprescelto dodicenne.
-Ken,
qui siamo pronti, dacci tu il segnale.- scrisse rapidamente il ragazzo.
Ken
annuì, sovrappensiero.
Il
segnale… doveva aspettare il segnale, eppure c’era
qualcosa che lo faceva tentennare. Era un brutto presentimento che non
lo voleva abbandonare, un’ansia tremenda che gli comprimeva
il petto. Da quanto non sentiva Miyako? Tentò di contattarla
nuovamente, ma la ragazza non gli rispose.
Sbiancò.
-Daisuke…
- disse, con voce tremante, tanto che l’amico quasi ci rimase.
-Che
succede?- gli chiese, agitato.
-Miyako
non risponde.-
-Sarà
nel bel mezzo di una rivelazione con i fiocchi.- tentò di
essere positivo il prescelto del Coraggio e dell’Amicizia.
-Forse…
- non riusciva a stare tranquillo. Si riconcentrò sui suoi
dati, eppure il pensiero che alla ragazza che amava fosse accaduto
qualcosa non abbandonava il suo cuore. Daisuke quasi temette
un’inversione di ruoli. Non ci si vedeva proprio nella parte
del saggio che trattiene gli altri dal fare delle sciocchezze e Ken
aveva tutta l’aria di star per farne una. Già
fissava una delle vie, come se fosse pronto a scattare e sparire fra i
meandri della città per raggiungere la sua bella. Ovviamente
anche Daisuke era preoccupato, ci mancava, ma non era così
emotivamente coinvolto da temere il peggio. Per Hikari avrebbe forse
perso la testa, c’era una sottile e dolorosa differenza.
Miyako era un’amica, sperava che se la cavasse. E per
com’era la pazzoide, era sicuro che ce l’avrebbe
fatta.
-Che
succede adesso?- esclamò esasperato il prescelto della
Bontà, mentre il suo computer reagiva a qualcosa.
Analizzandone i dati rimase ancora più profondamente
turbato. Alzò immediatamente gli occhi al cielo e fu allora
che si accorse di un grave, gravissimo problema: HolyAngemon e
Wizarmon, così come Raiamon, Angewomon, Zudomon, Pidmon e i
maghi della città, tutti quelli che partecipavano alle
difese, sembravano veramente esausti.
-Ken…
- lo chiamò la voce di Stingmon -Ken,
c’è qualcosa di strano, ci sentiamo deboli.-
-Come
sarebbe a dire?!- saltò su, Daisuke.
-Forse
siamo stati fermi troppo a lungo… - ironizzò la
voce di ExVeemon, ma il prescelto della Bontà scosse la
testa e riprese ad analizzare i dati picchiettando freneticamente le
dita sulla tastiera.
-Non
è così, c’è qualcosa che
provoca un calo energetico, dannazione!-
-Che
cosa?-
-Che
diavolo ne so!- ribatté il moro con un tono che ricordava
molto quello che aveva quando era il Digimon Kaiser, al che il suo
migliore amico pensò seriamente di restare single a vita.
L’amore faceva davvero male.
-Ken,
cerca di calmarti, per favore.- lo redarguì.
-Per
favore, Dai, ‘sta un po’ zitto!- ribatté
l’altro, nero. Poi però, resosi conto di aver
esagerato, Ken sospirò -Scusa, ti prego, questa situazione
mi sta uccidendo.-
-Non
preoccuparti.- fece quello, accennando un sorriso -Dimmi cosa dobbiamo
fare.-
-Purtroppo
credo che la mia ipotesi sia corretta, ora più che mai:
c’è un traditore fra noi, Daisuke. E a giudicare
da questi gorghi d’energia che rilevo in vari punti,
purtroppo le nostre difese sono state abilmente eluse.-
-Oh,
merda.-
Stava
diventando un tormentone.
Uno
squillo attirò l’attenzione del moro verso il
proprio Digiterminal.
-E’
Miyako!- esclamò, sollevato, ringraziando Dio e tutti i
santi del paradiso. Ma quando lesse il messaggio, si
rimangiò quel ringraziamento.
-Molti
soldati. Daemon. Aiuto.-
Miyako
non era mai stata una tipa telegrafica, se aveva mandato quattro parole
in croce, significava una sola cosa.
-E’
in pericolo… - sussurrò Ken con un filo di voce,
senza riuscire più a trattenersi dal pensare al peggio.
HolyAngemon
era sfiancato, fino a poco prima credeva di possedere ancora energie
sufficienti a sostenere lo scontro, ma dovette ricredersi.
-Tornate
qui!- li richiamò Takeru, in apprensione per il suo digimon
e per l’amico mago.
Kuzuhamon
e Thunderbirmon se la risero sotto i baffi.
-Era
ora.- disse il volatile.
-E
adesso, che inizi la nostra carneficina!- esclamò
teatralmente la digimon. -Ura Izuna!-
Le
volpi oscure si abbatterono sui due difensori senza pietà.
HolyAngemon spinse via Wizarmon, scagliandolo all’interno
della barriera, ma di contro fu colpito in pieno e cadde in picchiata
verso la città.
-HolyAngemon!-
urlò Takeru correndo verso di lui.
-Dannazione.-
ringhiò sommessamente Wizarmon osservando con orrore quanto
stava per accadere.
-Kofuusatsu!-
col viso radioso di goduria, Kuzuhamon scagliò numerosi
altri talismani verso la cupola iridea e come prima, a contatto con
essa, quelli iniziarono la loro rapida azione di distruzione.
-Non…
non riesco a mantenere il controllo… - si lamentò
Pidmon, sforzandosi di rilasciare la propria energia sacra.
-Fatti
forza!- lo pregò Jun, stringendo la mano sinistra sul
Digivice che teneva al polso.
-Non…
non…. mi sento debole… - si lamentò
l’angelo, cadendo in ginocchio e come lui tutti i maghi che
lo stavano aiutando amplificando il suo potere. La maggiore dei
Motomiya si sentì impotente e sconvolta. Che mai poteva
essere successo così all’improvviso? La risposta,
per intuizione, le arrivo quando dalla posizione elevata in cui si
trovava col suo digimon, vide brillare in alcuni punti della
città delle luci rossastre.
-Ken!-
Daisuke scosse l’amico perché si riprendesse -Ken,
dacci degli ordini! Per l’amor del cielo! Andrò io
a cercare Miyako, ma tu non abbandonare tutti gli altri, abbiamo
bisogno di te!-
Il
prescelto si riscosse a fatica e inviò i messaggi a chi di
dovere.
-Angewomon,
agisci appena la barriera cederà. Iori, Digmon, non lasciate
passare troppi nemici e tornate immediatamente indietro.-
-Affermativo.-
risposero i due.
“Dobbiamo
resistere, dobbiamo resistere… Miyako… ”
La
barriera iridea divenne pericolosamente instabile e Thunderbirmon, ne
approfittò immediatamente per scagliare contro di essa il
suo Thunderstorm. Le saette s’infransero sulla superficie
della cupola con sempre più efficacia, finché,
con orrore, gli assediati la osservarono sbriciolarsi e piovere tutta
intorno a loro, come tanti frammenti di vetro lucenti.
Immediatamente,
i generali diedero i loro segnali all’unisono.
-Attaccate.-
I
soldati risposero a quell’ordine scagliandosi sulla
città assediata, sollevando alte grida di morte.
Thunderbirmon
e le sue truppe aeree tentarono immediatamente l’assalto
contro la città sguarnita di protezione contro gli attacchi
aerei. Fiamme nere, cannoni energetici e fulmini piovvero dal cielo
ma…
-Cosa?!-
ruggì infastidito il digimon.
Contrariamente
alle sue aspettative, nessuno dei colpi andò a segno.
Fra
la città e i digimon maghi che assistevano
all’attacco con i nasi all’insù comparve
una seconda barriera colorata dei colori dell’arcobaleno.
Fiamme e fulmini ne furono letteralmente inghiottiti e questa crebbe e
brillò con maggiore intensità.
Angewomon
ghignò malignamente, pur sostenendo a fatica la sua tecnica,
la Saint Air, il cerchio sacro che le aveva permesso di sconfiggere
Vamdemon anni prima.
-Credevate
davvero che ci saremmo limitati solo a una barriera difensiva? Grazie
per la vostra preziosa energia.-
-Mi
sento già meglio.- commentò la voce di ExVeemon
-Angewomon è una forza.-
Se
non fosse stato troppo preso dal dare sostegno a Ken, Daisuke avrebbe
giurato di aver visto Imperialdramon arrossire e sbavare.
-Signore!-
urla allarmate attirarono l’attenzione
dell’ufficiale verso alcuni Saberdramon che, immobilizzati,
precipitarono schiantandosi al suolo, dentro la città. E
come fosse stato un segnale, i digimon maghi urlarono a loro volta.
Anche
le loro urla divennero boati assordanti.
I
Saberdramon precipitati, impauriti, tentarono di alzarsi in volo e
sfuggire ai nemici che si facevano loro incontro, ma inutilmente. I
loro corpi non si muovevano, non potevano opporre resistenza.
-Acquary
Pressure!-
Alcune
Witchmon del clan Aquary li accerchiarono e imprigionarono i loro
possenti e maestosi corpi in enormi bolle d’acqua. I
Saberdramon avrebbero urlato di dolore se l’acqua non avesse
tolto loro anche la voce. Spirarono schiacciati dalla pressione delle
loro prigioni acquatiche, sotto gli occhi di Thunderbirmon.
-Maledetti.-
urlò il digimon e agitò le sue ali numerose
volte, scatenando sotto di sé la sua tempesta di fulmini.
Fulmini
che furono assorbiti dalla barriera.
Altri
Saberdramon e Parrotmon caddero, tutti ricevettero
l’accoglienza di Witchelny.
Nel
frattempo i digimon fuori le mura si erano dati da fare con foga
terrificante per abbattere la resistente cinta muraria. Utilizzando le
trivelle di numerosi Drimogemon e la forza bruta di enormi digimon come
DarkTyranomon e Golemon (e non solo), era solo una questione di tempo
perché anch’essi riuscissero ad aprirsi un varco.
I digimon aracnidi capitanati da Dokugumon, nel frattempo, avevano
già iniziato la loro scalata sulle pareti.
-Ci
siamo… - pensò Jou -E’
l’inizio della fine. Taichi, ragazzi, dove siete?-
-Mi
divertirò a fare 'Acchiappa il ragno', eheheh.-
ridacchiò Zudomon pronto a colpire col suo martello.
Nonostante lo spirito, il suo pensiero era identico a quello
dell’amico.
-Oh,
merda, siamo circondati dai ragni! - rabbrividì Mamoru
-Raiamon, non è che gli daresti una fulminatina?-
domandò con gli occhi stretti a fessura, indicando i
mostriciattoli che risalivano le mura. Erano tantissimi e avevano in
pratica circondato tutta la città dall’esterno.
Una visione disgustosa e spaventosa per chiunque.
Le
punte metalliche delle trivelle roteavano a folle velocità
scavando nella pietra ed emettendo scintille. Una delle pareti cedette
e, senza perdere tempo, i Troopmon si riversarono dentro la prima cinta
di mura. Una fiumana grigia e mortale che cresceva a macchia
d’olio circondando le pareti circolari. Iori, da alcune
feritoie, scrutava sotto di sé. Attendeva, attendeva con
pazienza che le truppe entrassero. Non doveva fare errori.
Dovevano
entrarne molti, ma non troppi, qual’era il numero giusto?
Respirò
profondamente, cercando di ignorare che quei digimon dovevano morire e
che anche Digmon sarebbe potuto morire.
-Iori?-
domandò l’insetto usando un trasmettitore, su una
frequenza ovviamente diversa e protetta da quella usata
dall’esercito nemico.
-Adesso.-
esclamò il ragazzo.
Non
terminò neppure di impartire quell’ordine, che il
terreno sotto i Troopmon cedette e questi precipitarono, uno dopo
l’altro, come tessere del domino, sprofondando in una
voragine.
Immediatamente
alcuni digimon armati di arco e frecce si affiancarono al ragazzo e
iniziarono a bersagliare gli assalitori inermi e tutti quelli che
varcavano le mura con frecce magiche, pietre e persino colate di olio e
pece bollente e in fiamme. Il prescelto della Conoscenza e
dell’Affidabilità non riuscì a reggere
a lungo quello spettacolo di morte. Come Mimi, come nessuno dei
ragazzi, lui non desiderava uccidere. Non si era certo illuso che fosse
evitabile, ma non poteva accettarlo.
Lanciò
nuovamente un’occhiata verso la fossa, ormai pervasa dalla
polvere e dal fumo sollevati dagli attacchi, dalla puzza di corpi
bruciati, e scorse un dettaglio bizzarro.
I
digimon sul terreno erano stati annientati, non c’era dubbio.
Erano immobili, privi di vita, eppure non erano scomparsi. I loro corpi
martoriati dalle ferite erano bucati, devastati e sgonfi come
palloncini afflosciati.
Il
suo Digivice non gli fu molto d’aiuto, non c’erano
informazioni su di loro e il ragazzino iniziò a ragionare.
Purtroppo
ciò che intuì non fece che sconfortarlo.
-Ken?-
immediatamente inviò un messaggio all’amico
-Abbiamo un problema.-
“Un
altro?” pensò esasperato il ragazzo.
Fine
Capitolo 21
Note: La stesura di questo capitolo
è stata complicata. L'avevo iniziato da tempo, ma ho dovuto
tagliuzzarlo e rincollarlo più volte. All'inizio la barriera
doveva crollare subito e sarebbe dovuto accadere qualcosa che invece
accadrà nel prossimo capitolo. Avrei tanto voluto propinarlo
prima, ma già qui c'era lo scontro fra HolyAngemon e
Wizarmon contro Kuzuhamon e Thunderbirmon che è stato
parecchio duro. Aggiungere altri scontri sarebbe stato più
pesante. Inoltre, ho diminuito il numero di pagine anche stavolta,
vorrei continuare con un numero non troppo alto, perché
capisco che altrimenti la cosa diventa pesantuccia. La resa dei conti
com Cappuccetto Rosso si avvicina *ç*
Ora alcune specificazioni:
1. Daisuke cita Tony Stark da
The Avengers, lo so. Era una citazione troppo ghiotta *ç*
Però, poiché tecnicamente il film non
è del 2006, diciamo che sono io a citarlo, ecco.
2. L'attacco di Kuzuhamon,
quello dei talismani, in realtà è di Sakuyamon e
non ricordo nemmeno se ha quell'effetto. Però essendo la sua
controparte a colori invertiti, poteva non avere anche qualcos'altro di
suo?
3. I Magiciamon li ho inventati
apposta, perché uno dei clan era senza esponenti. All'inizio
volevo dei maghetti a tema, qualcosa tipo Earthmon o roba
così tanto "originale", poi però, essendo delle
comparse, ho optato per un nome semplice come Wizarmon o Witchmon. Non
usano solo attacchi di terra, solo questi di Earthlin,
perché hanno studiato quel tipo di magia. Le Witchmon invece
sono dotate di incantesimi d'aria e acqua perciò possono far
parte sia di Aquary che di Baluluna.
I cholla sono dei cactus che "sparano" le loro spine al minimo
movimento d'aria.
Rendetevi conto che ero molto tentata di mettere la Giga Drill Breaker
come tecnica X°D
4. L'attacco di Wizarmon,
quello in cui fa vedere i sorci verdi a Thunderbirmon, è in
realtà il suo solito attacco Rombo di Tuono. Da quello che
ho capito, l'effetto cambia, perciò, visto che Thunderbirmon
è un digimon elettrico, poteva l'elettricità
fargli qualcosa? Ecco che Wizarmon sfrutta le leggi elementali u.u Il resto me lo sono inventato.
Cosa sarà successo a
Miyakochan?
Mimi strozzerà
Hiropyon?
Yama e Tai si muoveranno?
Chi sarà il
traditore?
Tutto nella prossima puntata
(teoricamente già in stesura).
Ps: Se avete consigli, sparate.
Specie ora che si avvicinano gli scontri tosti e, beh, gli scontri sono
difficili da gestire >_>
Ps2: Mai fare incacchiare
Angewomon o Hikari u.u
|
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Capitolo 22 *** 22. Dramethyst ***
Capitolo
22: Dramethyst
A
warning to the people,
the
good and the evil
This
is war
To
the soldier, the civilian,
the
martyr, the victim
This
is war
(This
is war, 30 Seconds to Mars)
Miyako
e Shurimon si erano offerti di andare in avanscoperta delle truppe
nemiche.
Chi
meglio di un ninja per spiare qualcuno?
All'inizio
sembrava un'idea così eccitante!Che ci poteva fare, Miyako
era sempre stata una ragazza avventurosa oltre che impulsiva, ma era
molto maturata. All'inizio dell'appostamento era rimasta muta e
immobile, più di quanto la sua ninjite acuta le permettesse.
Dopo ore che se ne stavano appollaiati sul quel grande albero col cuore
in gola, però, la ragazza iniziava a non poterne
più di stare in silenzio e Shurimon temeva che presto
sarebbe scoppiata a urlare quanto effettivamente fosse palloso l'essere
ninja. Nei film lo facevano sembrare tanto figo...
Ma
Miyako resistette bene, contro tutti i pronostici. Tutto dipendeva da
lei e Shurimon. La prescelta stava per comunicare a Ken che per il
momento non c'erano grandi novità, quando vide arrivare un
digimon diverso dagli altri.
Era
un enorme e terrificante fantasma di metallo, con un cappuccio scuro a
coprirgli il volto e un grande bastone con la testa d’ariete.
Appuntata sul mantello portava una stella d'oro rovesciata.
“Le
cose si complicano.” pensò la ragazza, scoccando
un’occhiata al suo digimon.
Il
fantasma incappucciato stava comunicando con le truppe, Miyako si
sporse un poco per
sentire
meglio, senza far rumore.
-Quando
avrete preso i mocciosi lasciate la città, il grande Daemon
intende usarla per testare un soggetto.-
-Signorsì!-
esclamò uno dei comandanti.
“Testare
un soggetto? Che significa?” si chiese Miyako.
Tentò di sentire qualcos'altro ed era sicura di non aver
fatto nessun rumore, eppure il fantasma meccanico, d'improvviso
alzò lo sguardo e la fissò dritta negli occhi,
nonostante il fogliame la nascondesse.
Le
gelò il sangue nelle vene.
-Le
spie non sono ben gradite.- disse secco MetalPhantomon,
perché di lui si trattava. I suoi occhi ardenti di
malvagità le trasmisero un filino d'ira. Giusto quanto
bastava per decidere che fosse il caso di battersela alla svelta.
-Prendeteli!-
ordinò con voce tonante il fantasma.
-Oh,
mamma!- urlò la ragazza.
Shurimon
prontamente la prese in braccio e saltò sopra un ramo
più alto, per distanziare gli inseguitori e poterli colpire
con una pioggia di affilati shuriken.
Non
fu facile.
Molti
erano Phantomon, praticamente spettri, e, pertanto, gli
shuriken non sempre andavano a segno. Tanto per complicare le cose,
poi, quei
maledetti lenzuoli stracciati erano molto agguerriti!
-Maledetti
cappuccetti rossi in miniatura!- urlò sgraziata Miyako,
agitandosi come una matta, per poi aggrapparsi saldamente al collo di
Shurimon quando quello saltò nuovamente nel vuoto per non
farsi catturare dalle catene degli spettri.
-Miyako,
fammi evolvere Aquilamon, la fase ninja è finita.-
ordinò serio il digimon.
-Pensi
di riuscire a batterli?- gli chiese lei, incapace di celare la
preoccupazione.
-Non
è che abbia molta scelta.- fu la risposta. -Kusanagi!-
Shurimon
scagliò l'enorme shuriken che portava sulla schiena contro i
nemici e ne respinse e uccise diversi. O era lui ad essere diventato
molto più forte di quel che credeva, o erano quelli ad
essere schiappe a livello evoluto. La cosa più importante
era, comunque, mettere al sicuro la sua migliore amica.
-Konoha
Kakure!-
La
sua voce si perse in un turbinio di foglie. Le falci e le catene che
gli furono scagliate
contro
colpirono e legarono l'aria, prima di ricadere nel vuoto.
Prescelta
e partner digitale erano scomparsi.
-Maledizione!-
sbottò uno dei Phantomon, seccato. E chi li sentiva poi i
superiori?
-Cercateli
ovunque!-
-Trovateli
e uccideteli!-
I
Phantomon si diedero molto da fare per trovare le spie, ma invano. Se
avessero guardato bene, si sarebbero accorti di un enorme uccello rosso
che volava alto verso Witchelny.
MetalPhantomon,
però, aveva guardato bene eccome. Dopotutto, lui era il
luogotenente del Maestro, poteva non essere un tipo assolutamente
scrupoloso?
Rapido
convogliò la propria energia oscura
sull'estremità del bastone, rigenerando la sua
pericolosissima falce.
-Soul
Predator!-
Fendenti
luminosi cavalcarono l'aria, all'inseguimento dei fuggitivi.
-C'è
mancato un pelo!- esclamò Miyako tergendosi il sudore
freddo, prima di afferrare il Digiterminal per avvertire Ken e gli
altri. Ciò che aveva sentito poteva essere molto importante.
Di colpo, Aquilamon virò e lei quasi
rotolò giù dalla groppa.
-Ehi,
avverti prima! Non ho le cinture di sicurezza qui su!-
protestò.
-Scusa!-
esclamò il digimon -Tieniti forte!-
Virò
nuovamente e allora la ragazza vide con la coda dell'occhio delle scie
luminose tagliare l'aria. Osò voltarsi del tutto
per scoprirsi inseguita da una miriade di falci luminose.
-VA'
PIU' VELOCEEEEEE!- urlò aggrappandosi alle piume di
Aquilamon, mentre quello evitava in rapida successione altre lame.
Non
riuscì a difendersi per molto, purtroppo. Una delle falci
luminose gli ferì l'ala sinistra e il digimon trattenne un
urlo a stento, perdendo quota e venendo investito in pieno dagli altri
fendenti.
Urlò
di dolore e inavvertitamente sbalzò dalla propria schiena
Miyako, che precipitò nel vuoto.
-NO!-
urlò l'aquila e con grande sforzo riuscì a
planare verso di lei e ad avvolgerla fra le sue grandi ali, sperando di
proteggerla.
I
due precipitarono vorticosamente in picchiata e Miyako urlò
aggrappata alle piume scarlatte del suo adorato Aquilamon. Pensava
davvero che fosse ormai giunta la fine.
Poi
l'urto.
Fu
spaventoso, il cuore le salì in gola, ma... tutto sommato,
Miyako si sentiva bene. Era ancora viva e quasi non ci credette. A
parte qualche graffio e strappo degli abiti, non aveva riportato ferite
preoccupanti. Al massimo stava per rimettere pure l'anima, ma stava
bene.
-Poteva
andare peggio, eh, Aquilamon?- esclamò sollevata dandogli
una pacca.
Il
digimon non rispose.
-Aquilamon?-
la ragazza impallidì -Aquilamon non scherzare, sai che
questi scherzi non li reggo...-
L'unica
risposta che ottenne fu un rantolo dolorante.
-Aquilamon,
ti prego rispondi! Guarda che ti tiro il collo!- insistette la ragazza
affondando le mani nel piumaggio dell'amico per scuoterlo con forza. Il
corpo del volatile s'illuminò e rimpicciolì,
involvendo.
Hawkmon
strinse occhi e denti, soffocando un'imprecazione colorita.
-Hawkmon,
non morire!- esclamò Miyako, sollevandolo fra le braccia e
stringendolo a sé.
-P-piano...-
borbottò lui, dolorante. -Non credo morirò per
questo ma.. dobbiamo...
avvertire...
gli altri... -
-S-sì!-
La
digiprescelta della Sincerità e dell'Amore riuscì
finalmente ad iniziare a comporre il
suo
messaggio. Aveva molte cose da comunicare, ma non ebbe il tempo
materiale di
sfogarsi:
MetalPhantomon si stava avvicinando pericolosamente a lei e Hawkmon.
E
non era solo.
-Oh
mio... -
Con
le mani tremanti riuscì a comporre frettolosamente il
messaggio che poi Ken ricevette. Quattro parole in croce che erano
veramente segno che era nei casini.
Lui
era abituato a chilometri di testo!
-Che
ne pensate, Maestro?- rise gutturale il fantasma. Accanto a lui c'era
nientepopodimeno che il capo di tutti i cappuccetti rossi! Che detta
così faceva pure ridere, ma trovarselo davanti non fu
spassoso. Oh, no. Miyako e Hawkmon sentirono le budella attorcigliarsi
nello stomaco per il terrore.
Daemon
sogghignò sotto il cappuccio, compiaciuto. La ragazza vide
però solo i suoi occhi assottigliarsi nel fissarla.
-Miyako
Inoue. Amore e Sincerità. Non mi meraviglia pensare che tali
qualità abbiano strappato il suo cuore dalle tenebre.-
-Il...
cuore?- quasi pigolò, la ragazza, tanto era spaventata al
cospetto del signore dell'Ira.
-Il
cuore di Ken Ichijouji. Avete impedito al Seme delle Tenebre
più puro di avvizzire coi vostri inutili sentimentalismi.
Credo mi dobbiate qualcosa.-
-Il
Seme delle Tenebre di Ken... ormai è appassito.-
replicò timidamente lei.
-Niente
di irrecuperabile.- ribatté Daemon -Anzi. Ci sono molti modi
per rivitalizzarlo, ma noi non vogliamo che Ken soffra così
tanto, vero, ragazza?-
-Cosa
volete fare a Ken?!-
Hawkmon
scoccò un'occhiata in tralice ai due nemici, sentendosi
schiacciato di fronte alla loro forza. Daemon era terrificante,
più terrificante di quando lo incontrarono la prima volta. O
forse era l'effetto che gli faceva essere ferito a livello intermedio
ai piedi di un mostro simile? E tuttavia, doveva, voleva proteggere
Miyako.
La
ragazza, istintivamente lo strinse a sé, che ironia.
-Quando
ti vedrà,- spiegò MetalPhantomon -Ken Ichijouji
smetterà di opporre tanta resistenza e si
consegnerà al Maestro spontaneamente.-
-Non
lo farà!- esclamò lei.
I
due digimon le risero in faccia. In effetti, Ken si sarebbe consegnato
eccome per lei. Per chiunque. Era gratificante fino ad un certo punto,
ma pensare che rischiava di morire rendeva quel sacrificio molto poco
cavalleresco. Non poteva permetterlo, ma come...
-Pensate
che gli altri resteranno a guardare?- domandò, ostentando un
po' di coraggio.
-Facciano
quello che vogliono, tanto il vostro destino è segnato.
Tutti voi morirete qui. Tranne ovviamente il marmocchietto, il nostro
caro Ken e, ancora per poco, il caro Yamato. Ma tranquilla, li
rivedrete molto presto. MetalPhantomon.-
Allo
schiocco delle dita del Demon Lord, il fantasma scattò.
-Grave
Scream.-
La
falce luminosa s'abbatté su Hawkmon e Miyako. La ragazza
urlò, rannicchiandosi contro il proprio digimon e
stringendolo al petto per proteggerlo. Era certa di star per morire e,
invece, udì un forte grido e scorse nel cielo una calda luce
rossastra rischiarare la notte e abbattersi sul nemico.
-Shadow
Wing!-
-Sono
tornati!!-
Il
grido di Takeru in qualche modo fu simbolico, perché
riaccese la speranza della città. Se da un certo punto di
vista giocare in casa aveva dato un iniziale vantaggio agli assediati,
la furia e la potenza, nonché l'organizzazione militare
delle truppe invadenti aveva rimescolato la carte nel mazzo.
Kuzuhamon
e Thunderbirmon, insieme ai loro sottoposti, sembravano più
agguerriti ad ogni assalto e non sempre le Witchmon e gli altri maghi
riuscivano a tenere a bada le incursioni. Ci furono molti morti da
piangere anche nella città, ma il tempo materiale di farlo
non c'era. HolyAngemon era ferito e Angewomon era stata sul punto di
mollare capra e cavoli per correre da lui. Ma aveva tenuto duro,
dopotutto, le sue sofferenze patite a servizio di Vamdemon dovevano
servire a qualcosa! Era cresciuta come una guerriera dal sangue freddo
e le vecchie abitudini sono dure da cancellare. C'era comunque Wizarmon
al suo fianco. Afferrato saldamente l'angelo, il mago si
premurò di portarlo al riparo dagli assalti nemici, coperto
dai compagni di magia.
La
discesa di Garudamon nella piazza permise a tutti di respirare una
ventata di ottimismo. Almeno finché non videro Miyako e
Hawkmon feriti fra i suoi artigli.
-Cos'è
successo?- trasalì Ken, arrampicandosi sulle zampe
dell'enorme digimon per raggiungere la sua ragazza.
-Tranquillo,
è solo svenuta.- fece Sora, che la teneva fra le braccia.
-Miyako...-
esitò Ken -Ha mandato un messaggio. Parlava di Daemon. Lui
è...-
-Là
fuori.- concluse Yamato -Già.-
Ken
deglutì.
-Cosa
voleva da lei?-
Miyako
aprì un poco gli occhi e si ritrovò circondata da
tante persone, tutte estremamente preoccupate per lei. Ma specialmente
lui.
-Ken...
-
Il
ragazzo le strinse la mano.
-Miyako,
come... come stai?- le domandò, dandosi del cretino. Era
ovvio che non stava bene, no?
-Ho
avuto momenti migliori...- sorrise un poco lei, poi spalancò
gli occhi, nel panico e tentò di alzarsi.
-Hawkmon!-
-Tranquilla,
è qui!- esclamò Gabumon, sorreggendo il falchetto
privo di sensi.
-Oh,
mio Dio... Hawkmon, cosa ti hanno fatto!- Miyako tese le braccia per
prenderlo e scoppiò in lacrime.
-Maledetti.-
fece Daisuke -A questo punto direi che una bella scarica di laser da
Imperialdramon non gliela toglie nessuno!-
-Aspetta,
Daisuke.- lo ammonì Gennai.
-Perché?
Ci stiamo solo proteggendo! Cioè, capisco che... ma insomma,
con tutti questi digimon maghi non c'è qualcuno che sappia
fare un incantesimo coi fiocchi?-
-Dovevamo
capire quali erano le forze del nemico... Daemon è un mago
molto potente, avrebbe potuto annullare un incantesimo potentissimo
lasciandoci senza energie, in questo modo abbiamo sondato le
capacità del suo esercito e annientato parte delle truppe.
Imperialdramon è in forze.- spiegò Gennai -E
adesso ci sarà anche Omegamon e- -Ora passiamo
alle maniere forti.- lo interruppe, Ken, cupo, tenendo fra le braccia
Miyako.
-Era
ora!- esclamò Daisuke.
-Ken,
aspetta!- si agitò Miyako -Non devi...- le girò
la testa nuovamente -Non devi... Daemon vuole il Seme delle Tenebre,
Ken non devi... cedere...- si accasciò sotto gli occhi
atterriti degli altri.
-Miyako!
Miyako!-
Ken
si sentì come morire. Il suo cervello andò come
in tilt e quando Gennai gli toccò la spalla per richiamarlo,
si riscosse con un tremito spaventoso.
-Non
puoi restare qui, Ken. Se le cose stanno così, dobbiamo
mettere al sicuro anche te.-
-Cosa?
No, no! Non posso permettere che altri soffrano per- -Per un cavolo.-
lo zittì Daisuke, duro. -Obbedisci al mister, Ken.-
Era
tremendamente serio.
-Pensa
a Miyako, ne soffrirebbe se Daemon ti catturasse. Ne soffriremmo tutti,
perciò vattene in panchina a riposare un po'.-
-Ma...-
-Tranquillo,
abbiamo un Imperialdramon, ti ricordo. E un Omegamon!-
A
quell'affermazione, Agumon e Gabumon annuirono all'unisono.
-Ken,
fai come ti dicono!- esclamò la voce di Stingmon -Ti
prometto che ti proteggerò.-
-Ragazzi...-
Gli
venne da piangere, ma represse quell'istinto e puntò i piedi.
-Però
non posso semplicemente nascondermi, studierò una strategia
migliore!-
-Perfetto.-
fece Taichi e diede una manata sulla spalla a Koushirou, spingendolo in
avanti -Abbiamo due cervelloni dalla nostra. Allora, mettetecela tutta,
geniacci!-
-Dai,
Taichi non esagerare...- arrossì il prescelto della
Conoscenza ridacchiando nervosamente, per poi ricomporsi.
-Ok,
Ken, ti aiuterò io.-
-Bene.-
Gennai
fece cenno a i due di seguirlo, poi si voltò verso il
prescelto dell'Amicizia.
-Yamato,
vieni anche tu.-
L'interpellato
non rispose subito, a disagio.
-Verrò
solo per vedere come sta Risei, poi torno a combattere.- rispose
infine -Sicuramente sono più utile qui. Daemon non
può ancora permettersi di uccidermi, questo gioca a nostro
vantaggio.- fece e ghignò rivolto a Neo.
Oh,
se si godette quel momento!
Specie
perché sapeva che quel maledetto lo stava guardando.
“Bene,
guarda come ti mandiamo a rotoli il tuo bel piano.”
pensò. Evitò di aggiungere un dito medio solo
perché Neo Saiba avrebbe potuto fraintendere. Essere la
telecamera umana del nemico aveva i suoi svantaggi.
-Ok,
fate un buon lavoro e ora, scusate, ma il terzo geniaccio me lo prendo
io!- esclamò improvvisamente Taichi afferrando il polso
scarno di Neo e trascinandolo via, seguito dal fido Agumon.
°
-Maledetto
Taichi Yagami!- sbottò il signore dell'Ira, scrutando
attraverso una sfera di cristallo la città dagli occhi di
Neo.
-Etciù!-
starnutì il diretto interessato, dentro la sfera, mentre
correva tirando per il braccio la sua talpa umana. -Sono qui da pochi
minuti e già tessono le mie lodi!- esclamò
ridendo.
-Non
vantarti troppo, Taichi.- lo schernì divertito l'altro, per
poi guardarsi alle spalle.
Il
Demon Lord allora vide Imperialdramon starsene immobile come un mastino
accanto alla statua di MedievalDukemon ed ebbe un'illuminazione.
-Le
cose stanno così, quindi?- sogghignò nascosto dal
suo cappuccio vermiglio.
I
due entrarono in un edificio dove pareva che la distruzione non fosse
ancora arrivata, ma Daemon non aveva indizi utili per capire il luogo
preciso. Molti edifici erano costruiti in pietra e si somigliavano
nella struttura.
Taichi
e Neo stavano discutendo sul da farsi, quando un'esplosione e un
terribile frastuono di crollo li interruppe.
-Merda!-
sbottò il prescelto del Coraggio, correndo ad affacciarsi
alla finestra.
-Merda,
merda e doppia merda! Ha distrutto un intero palazzo!-
esclamò.
Un
palazzo...
“Ancora
non ci siamo...” fece Daemon. Doveva sapere esattamente dove
fosse il marmocchio dai capelli bianchi perché non aveva
affatto intenzione di lasciarlo ai digiprescelti. Non con qualcosa che
gli apparteneva.
-Neo,
devo andare.- fece Taichi -Tu resta qui, sarai al sicuro. Nel caso
avessi bisogno, ecco il mio Digiterminal.-
-E
tu come farai?-
-Io
ho l'auricolare, in caso.- rispose alzando il pollice -Agumon, te la
senti di evolvere?-
-Certo!
Ho già recuperato le forze!- esclamò il dinosauro
arancione, seguendolo.
Il
Demon Lord lo vide illuminarsi ed evolvere.
Per
un attimo avvertì un brivido, non poteva certo scordare
UlforceVeedramon e la dura sconfitta che gli aveva inferto.
Sentì la rabbia montare dentro di sé e poco ci
mancò che la sfera di cristallo non finisse in mille pezzi,
scagliata contro qualcosa o qualcuno.
MetalPhantomon
rammentava ancora divertito quando un oggetto era rimbalzato e tornato
dritto sulla fronte del padrone. Ma al solo pensiero della sua
reazione, rabbrividì. Le risate, fece meglio a tenersele per
sé e grazie a ciò sopravvisse a quell'episodio.
I
suoi nemici, invece, non avevano idea di chi stessero combattendo. Si
sentì invadere da quello squisito senso di vantaggio e
predominio totale.
Avevano
la vittoria praticamente in tasca.
Avrebbe
dovuto ringraziare quegli imbecilli che facevano tutto il lavoro. Forse
poteva decidersi anche ad aumentargli lo stipendio, un po' se lo
meritavano, in fondo.
°
La
città, nel frattempo, precipitava sempre più nel
caos.
Da
un lato, il ritorno dei digiprescelti aveva infuso coraggio negli
assaliti, dall'altro, la presenza di Daemon aveva sollecitato ed
esaltato i suoi uomini, i quali non sarebbero stati i degni soldati del
loro padrone se non avessero sentito dentro la furia guerriera e
assassina esplodere. Molti di loro mutarono forma davanti agli occhi
degli assediati.
-L'Ira
sta accrescendo il loro potere... - commentò Centarumon.
-Di
questo passo le cose si metteranno peggio... -
-La
nostra potenza difensiva sta calando.- convenne Andromon -E non
sappiamo quanto Angewomon riesca a resistere. Se solo potessimo
aiutarla... -
L'interpellata
non li sentì, ma se avesse potuto, avrebbe risposto che di
energie ne aveva ancora da vendere. Cosa non del tutto vera, ma era
orgogliosa, c'era poco da fare.
-Ura
Izuna!-
-Attenta!-
L'urlo
di Wizarmon fece trasalire l'angelo.
Per
un attimo Angewomon rivisse quel momento maledetto in cui il suo
migliore amico morì per salvarla.
Davanti
a lei, però, si ergeva un Wizarmon ancora vivo e vegeto, che
diede sfoggio delle migliori arti magiche per respingere l'attacco
nemico. Creando una barriera, riuscì a deviare le volpi,
portandole ad annientarsi le une con le altre.
Kuzuhamon
sputò a terra.
-Levati
di mezzo, nanerottolo!-
-Non
azzardarti a toccarla.- rispose lui, puntandole contro il bastone.
-Cos'è,
sei una specie di angelo custode o il suo fidanzato?-
-Il
suo fidanzato sono io.- rispose alle sue spalle la voce pacata di
HolyAngemon alle spalle della digimon. -Ma il
discorso non cambia.-
Kuzuhamon
sogghignò sprezzante e si rivolse ad Angewomon, che nel
frattempo era arrossita un poco.
-Oh,
che carini. Due principi e una principessina indifesa. Che disgustoso
romanticiume di merda!-
-Sciacquati
la bocca con l'idraulico liquido!- rispose secca l'angelo della Luce.
-E ritieniti fortunata che non ti metta le mani addosso io.-
I
due maschietti si guardarono turbati. Perché diavolo
Angewomon doveva sempre scaldarsi tanto quando si trovava di fronte ad
altre digimon femmine?!
L'avversaria
non prese la minaccia sul serio e diede sfoggio del suo grande sprezzo
per il pericolo volando rapida verso di lei.
-Magical
Game!-
Wizarmon
tentò di colpirla con una saetta, ma quella
schivò agilmente lo strale. Fu la volta di HolyAngemon, che
tentò d'intercettarla, ma la cui spada fu parata. Pur con
fatica, Kuzuhamon respinse col bastone il fendente sacro e, roteando,
colpì nuovamente l'angelo alla schiena con esso,
scagliandolo contro Wizarmon.
I
due gemettero di dolore e caddero al suolo.
-Come
principi non valevano poi molto.- commentò -E ora, carina,
mi sbarazzerò di te, così anche quel maledetto
cerchio sparirà!- esclamò lanciandosi contro
Angewomon.
-No!-
urlò Hikari.
Doveva
aiutarla! Doveva! Forse era il caso di testare il proprio Arcana! Anche
i due amici urlarono all'unisono e HolyAngemon, ignorando il dolore
lancinante e la fatica, si alzò in volo verso la sua amata. Non
arrivò in tempo.
Kuzuhamon
colpì Angewomon al viso.
Con
un manrovescio.
Il
tempo parve fermarsi.
-Oh...
accidenti...- commentò l'angelo della Speranza.
Angewomon,
con la guancia dolorante e arrossata, e l'orgoglio brutalmente ferito,
voltò lentamente il capo per fissare la nemica dritta negli
occhi.
-Tu,
sei morta.- scandì a denti stretti.
Il
ghigno di Kuzuhamon si spense quando un ceffone quasi le fece girare la
testa di trecentosessanta gradi.
-Che
succede laggiù?- domandò Mamoru, guardando il
cielo. -Perché la barriera di Angewomon si sta ritirando?-
-Non
ne ho idea!- fece Raiamon. -Mamoru, dovresti scendere e metterti al
sicuro.-
-Non
se ne parla! Siamo una squadra noi due. Come Starsky e Hutch.-
Il
digimon se ne compiacque, ciò non tolse però che
non voleva assolutamente che il suo amico venisse ferito. All'inizio
avevano fulminato un po' tutti i nemici che capitavano a tiro, ma ad un
certo punto, i ragni avevano iniziato ad invadere la città.
Con Zudomon si erano quasi divertiti ad accopparli, ma erano diventati
troppi.
-Mi
sembra che sulla mura di cinta stiano facendo un buon lavoro,
perché ne entrano così tanti?- si chiese il leone
digitale.
-Ho
un dubbio.- rispose Mamoru, col pollice e indice sul mento -Mi chiedo
se l'idea di lasciargli un varco per attirarli in trappola non ci si
sia rivoltato contro.-
Era
un piano veramente rischioso e lui non era molto d'accordo. Ma avevano
deciso così per misurare le forze nemiche, senza contare che
l'entrata offerta dava su un altro muro quasi invalicabile. A meno che
non si avessero otto zampe disgustose o un paio d'ali. Con sua somma
sfortuna, i ragni erano più recidivi degli scarafaggi e lui
era “leggermente” aracnofobico.
"Qui
non stanno passando ragni, riusciamo a controllare il flusso di
Troopmon, ma questi cosi continuano a rialzarsi." fu la risposta
concitata di Iori al messaggio del prescelto della Giustizia. Il
dodicenne, insieme ad Ankylomon (alla fine Digmon era passato alla sua
forma campione) e ai molti Magiciamon, aveva il suo bel da fare con
scosse telluriche e trivelle, per non parlare di lanci di massi e
qualsiasi scherzetto a base di terra che permettesse loro di ricacciare
gli invasori. Fortunatamente, di entrata ce n'era ancora una,
spiegò il più giovane, perciò
lì passavano e lì venivano attaccati senza
pietà.
-Ma
allora da dove diavolo vengono quei cosi?- trasalì seccato
Mamoru -Ho anche quasi finito l'insetticida!-
-Ho
i miei dubbi che funzioni anche sui digimon... - rispose Raiamon,
rassegnato.
-Spero
che il mio Arcana sia una bombola di gas antiragno, allora.-
s'incupì quello. -Anche antizanzara, antiformica,
antiscarafaggi, anticosischifosi andrebbe bene.-
Qualcosa
gli gocciolò sulla spalla da sotto l'arco in pietra sotto il
quale stavano transitando.
-Oh,
ecco, ora piove pure.- commentò sarcastico alzando la testa
e la mano. Un'altra goccia gli cadde sul palmo. Era viscida, calda e
aveva un odore nauseabondo. Ma lui non ci badò. Come poteva?
I suoi occhi erano rimasti incatenati a quelli verdi e maligni di un
enorme ragno sbavante.
-Shishishishi!-
rise Dokugumon, spargendo altra bava qua e là e attirando
anche l'attenzione del digimon felino. -Due prede appetitose.
Shishishishi!-
-Ma
perché mi toccano sempre i ragni?- sospirò
sconsolato Mamoru.
-Accidenti!-
si lasciò sfuggire Garudamon -Non immaginavo che il
temperamento violento di Angewomon fosse... così violento!-
Sora
aveva il sudore freddo nell'osservare lo scontro fra la loro angelica
amica e Kuzuhamon. Sembrava più una rissa fra gatte che lo
scontro fra due valenti guerriere. Volavano schiaffi da ambo le parti
ed entrambe provavano un piacere estremo nel tirarsi i capelli a
vicenda.
-Ma
che le passa per la testa? Non ci voleva, ora che il cerchio sacro sta
sciogliendo il nemico ne trarrà vantaggio!-
-Sicure
che non fossimo già in vantaggio, signorine?-
gracchiò una voce alle loro spalle.
Era
Thunderbirmon.
Nel
frattempo, in uno dei vicoli della città Matadormon
seminava, sì, distruzione, ma con eleganza.
-Olè!
Quanta poca grazia, quanto poco spirito avete!- esclamò,
svenevole, prima di trafiggere con le sue lame un FlaWizarmon che
morì all'istante. -Attaccare alle spalle, che bassezza.
Meritate di sparire tutti quanti. Olè!-
Quasi
a rispondergli, un'esplosione tonante sovrastò le altre e
fiamme azzurre si levarono nel cielo ardente.
-La
torcetta ci sta dando davvero dentro... - commentò
soddisfatto, quando un rumore attirò la sua attenzione. -Chi va'
là?-
Come
frecce, le sue lunghe dita metalliche si conficcarono sulla parete di
una casa. Il muro cedette, rivelando una sagoma scura oltre la polvere.
-Ah,
sei tu, perbacco, stavo per farti fuori. Non comparirmi così
alle spalle.- la sgridò con aria petulante il vistoso
generale, recuperando le sue lame letali. -Allora, dov'è il
moccioso?-
Fiamme
ovunque.
Taichi
tossì diverse volte. In mezzo a tutto quel fumo non vedeva
un accidenti di niente e decise di mettersi gli occhialini per
proteggersi gli occhi prima di attraversare il muro di polvere e fumo.
Una volta attraversato, lui e il fido Wargreymon scorsero
Yamato e Metalgarurumon intenti a domare le fiamme con alcune Witchmon.
-Già
fatto?- domandò con lo stesso tono della bambina della
pubblicità di siringhe e affini.
-Non potevo lasciarti solo, no?-
-Certo, certo... hai sentito Iori? Pare ci sia un'invasione zombie
là fuori e io non posso prenderci parte!-
-Quanto
mi dispiace per te.- commentò sarcastico il biondo, saltando
giù dalla schiena del lupo cibernetico. -La situazione
è critica. Dobbiamo trovare il modo di rispedire i digimon
di Daemon fuori dalla città e riorganizzarci, ma dubito che
ce lo lascino fare.-
-E
i nostri digimon sono esausti. Beh, non tutti, praticamente solo i
nostri stanno leggermente meglio.-
-Purtroppo
però,- fece Metalgarurumon -noi abbiamo anche affrontato
Cerberumon, non abbiamo recuperato del tutto le forze.-
-Io
sto benissimo.- mentì Wargreymon.
-Se
abbiamo qualcosa in mano, ne sarà valsa la pena.-
Taichi
ebbe il tatto di non aggiungere 'nel caso che Daemon riuscisse a rapire
Risei', ma Yamato capì.
-Koushirou
dice che ci sono buone probabilità, la speranza non ci
manca. Ora bisogna solo prendere a calci in culo Daemon.-
-Sei
nervoso?- domandò il prescelto del Coraggio.
-No.
Sono terrorizzato.- ribatté quello dell'Amicizia scrollando
le spalle.
-Vedrai,
ce la faremo.- ribatté l'altro porgendogli fraternamente il
pugno.
-Spero
tu abbia ragione.- rispose battendoglielo. Aveva promesso a Risei che
qualunque cosa fosse successa, l'avrebbe protetto e intendeva mantenere
quella promessa.
-Molto
bene, pronti per tirare fuori Omegamon e prendere a calci qualche
titanica chiappa?- alzò il pugno il moro.
-Sì!-
esclamarono in coro i due digimon.
Dopo
una leggera gomitata, anche Yamato cedette.
-Sì...-
-Devi
lavorare di più sull'entusiasmo...-
-Squicken.-
Mimi
era molto in apprensione. Ken aveva accompagnato Miyako nell'arena
prima di seguire Gennai nel luogo sicuro dov'erano i bambini. L'arena
era il posto più vicino a una possibile via di fuga,
perciò decise di lasciarla lì contro tutte le sue
proteste. Sia lei che Hawkmon non erano in buone condizioni e anche se
si sarebbero rimessi, la prescelta della Sincerità non
riusciva a smettere di tremare. Tutti quei digimon chiusi là
come sardine, probabilmente se le cose fossero andate per il peggio,
sarebbero morti. C'erano anziani, bambini, maghi poco esperti e molti
feriti. Jou li aveva raggiunti per dare una mano in qualità
di medico (o aspirante tale) e aveva già medicato il corpo
di Hawkmon.
-Si
riprenderà?- domandò Miyako, piangendo.
-Credo
di sì, ma non dovrà fare sforzi o le ferite si
riapriranno.- le disse. Aveva le mani tutte sporche del sangue che
tanto odiava. Tutto quell'odore di sangue era così nauseante
che temette di sentirsi male.
-Lascia,
faccio io.- disse Jun, mettendogli una mano sulla spalla per poi
chinarsi sul ragazzo e prendergli le bende dalle mani.
-Jun,
Culumon!-
Il
piccolo digimon bianco era stremato.
-Scusate,
culu... non sono riuscito a tenere su la barriera, culu.-
-Non
è colpa tua, c'è qualcosa che non va', altrimenti
avremmo respinto le truppe con facilità, voi siete stati
grandi!- lo difese la prescelta della Volontà.
-Già,
vorrei sapere cosa sia.- commentò Jou, alzandosi.
-Io
un'idea ce l'avrei.- fece Miyako ed informò gli amici di
quegli strani cristalli che aveva visto?
-Ok,
siamo doppiamente nella merda, allora.- fu il commento di Hiroyuki,
appena tornato dalla sua ispezione.
-Più
di così?- chiese Mimi.
-Ce
n'è uno nel vicolo di prima.- rispose il teppista.
-Quando
ci siamo avvicinati, ho avvertito un calo di forza maggiore.-
affermò Musyamon.
-E
quando ha provato a distruggerlo, non gli ha fatto neppure una crepa.-
commentò Hiroyuki, seccato. Musyamon sbuffò, non
gli piaceva ammettere la propria debolezza.
-Anche
noi abbiamo visto dei bagliori strani.- rammentò Jun -Almeno
quattro.-
-Sì,
ma aspettate...- ragionò Miyako -Io ho visto quei cristalli
fuori, voi dentro... come ce li hanno fatti arrivare?-
La
risposta era una sola e ci arrivarono tutti.
-Manderò
una mail a Koushirou!- esclamò Mimi e così fece.
A parte che voleva cantargliene per non averla avvisata del suo
ritorno, ma si trattenne.
La
risposta che il digiprescelto inoltrò a tutti i suoi amici
fu:
“C'è
un traditore fra noi.
E'
stato fatto entrare nella città qualcosa che assorbe
l'energia dei digimon. E' solo questione di tempo prima che crollino
uno dopo l'altro, persino quelli appena arrivati. Ho trovato le
coordinate e ve le invierò immediatamente. Ci sono cinque
punti strategici.”
Ricevute
le coordinate, i ragazzi si lanciarono sguardi d'intesa.
Hiroyuki
rispose, riferendo la sua scoperta.
Koushirou
rispose cinque minuti dopo. Cinque lunghi minuti dopo.
“Si
tratta di cristalli Dramethyst, minerali che assorbono la forza vitale
dei digimon. Devono averlo modificato per non subirne l'effetto. Nel
momento in cui un digimon attacca il cristallo, questo assorbe
l'energia dell'impatto, che quindi non fa alcun danno. Dobbiamo trovare
un sistema alternativo.”
“Credete
che le Armor Evoluzioni servano a qualcosa?”
domandò Iori, sempre via mail.
“Non
lo so, ho qualche dubbio, non stiamo parlando degli Obelischi di
Controllo...” fu la risposta sconfortante di Koushirou.
“Noi
non siamo digimon!!! Ps: sono Taichi” scrisse, invece, il
prescelto del Coraggio dal Digiterminal di Yamato “Ragazzi,
ditemi che state ponderando quello che sto ponderando io!”
“Qui
ne ho avvistato uno!” scrisse Sora “Credo che
tentare non nuoccia.”
“Idem
per me.” fece Ylenia.
“Da
Yamato: Dove vuoi andare tu?”
“Fratellone,
non preoccuparti che ti escono le rughe, ok?”
“Molto
bene, allora io mi occuperò di quello vicino
all'ateneo.” scrisse Hiroyuki.
“Se
qualcuno ha un insetticida, io penso a quello vicino...” fu
il messaggio di Mamoru.
-Ne
resta uno, a questo punto.- disse Koushirou fra sé. Chi era
il più vicino fra loro?
“Questi
maledetti li hanno piazzati ai cinque lati della città, ce
l'hanno fatta sotto il naso!” scrisse, furente.
“Ylenia, tu sei la più vicina ad
entrambi.”
“D'accordo,
lascia fare a me!” esclamò la ragazza.
“No,
aspettate, vado io.” scrisse Jou “Non
può occuparsi di due cristalli, se dovesse incontrare un
nemico, nel combatterlo perderemmo solo tempo.”
-Ma...-
protestò Jun.
-Non
ho intenzione di cambiare idea!- rispose lui, puntando i piedi. -Se
mezza città si riversasse ferita qui, non potrei fare nulla.
Non che ora possa fare granché. Preferisco estirpare alla
fonte una delle cause, dopotutto è quello che fa un medico,
arrivare alla radice del problema.-
-Adoro
quando fai lo spaccamontagne!!- esclamò lei, adorante.
-Sarai un medico strafigo... -
Il
“povero” Jou arrossì come un peperone ed
emise un risolino timido.
-Oh,
ma per favore...- borbottò Hiroyuki. -Risparmiatemi almeno
questa!-
“Ylenia,
ci penserò io al cristallo sulla destra.”
avvertì Jou.
“Mettiamocela
tutta, senpai!” fu la risposta raggiante della ragazza, con
tanto di smile a pollice alzato. Ylenia era molto ottimista o almeno
cercava di essere tale.
“Non
facciamo trapelare al nemico che sappiamo.” ammonì
Ken “Dobbiamo neutralizzare il traditore prima che sia troppo
tardi.”
E
a quel punto il consiglio di guerra finì.
La
battaglia finale dell'assedio era dietro l'angolo. Infatti, il tempo di
prendere un respiro di coraggio e marciare risoluti verso l'obbiettivo
che il soffitto sopra l'arena implose con fragore. Fiamme bluastre si
riversarono nell'apertura e pesanti detriti ricaddero sulla folla
urlante e indifesa
-Shiratorimaru!-
Musyamon
usò la sua spada per tagliare a grande velocità
gli enormi massi che ricadevano. Li sminuzzò in frammenti
così piccoli, che nessuno ne uscì ferito. In
compenso, però, dal varco aperto sul soffitto,
entrò nell'arena un digimon che tutto era tranne che
rassicurante: DeathMeramon.
-Aaaaallora!
Chi vuole essere il primo a morire, sorci codardi?-
°
Koushirou
non smise per un momento di lavorare col suo portatile. Persino quando
i bambini gli chiedettero spiegazioni rimase in silenzio.
-Sta
comunicando agli altri quello che devono fare.- disse Ken.
-I
miei fratellini stanno bene? Ho paura!- esclamò Mika.
-Sono
sicura di sì, Mikachan.- la rassicurò Bakumon.
-Pensa
che fortuna, volevo combattere anche io!- borbottò
BlackKoromon.
-Non
capisco che gusto ci provi.- rispose Risei seccato -Le persone si
fanno male combattendo.-
Mika
allora lo guardò con gli occhietti azzurri e
scoppiò in lacrime.
-Quindi
i miei fratellini e Daisukesama si faranno male?-
-N-non
volevo dire questo!- cercò di calmarla il bambino -Intendevo
dire che può succedere! Ma il mio papà
è forte e lui ci salverà!-
Ken
lo guardò quasi meravigliato, anche Koushirou per un attimo
smise di pigiare tasti.
-Me
l'ha promesso, prima.- affermò il piccolo -Ha detto che mi
avrebbe protetto e sono sicuro che adesso sta combattendo per mandare
via Daemon!-
-Giusto.-
esclamò Tentomon. -E non solo lui.-
“Speriamo
bene.” pensò Koushirou.
Una
porta si aprì alle loro spalle, facendoli sussultare.
-Ah,
sei tu, Wisemon.- Koushirou tornò a concentrarsi sui dati
-Senti, che te ne pare? Pensavo di usare la struttura della
città per accumulare altra energia.-
-Una
buona idea.- rispose quello -Ma lo faremo da un'altra parte, seguitemi.
Questo posto non è più sicuro.-
Fine
Capitolo 22
Note:
E' con piacere che vi presento
questo nuovo capitolo. Ancora una volta non ho potuto mettere la parte
che mi interessava, ma... diciamo che ne sono soddisfatta. Quando
scrivi fic come questa finisce che ti incasini e io ho il cervello
fuso. Mettermi nei panni di Ken non mi ha fatto bene @.@ E non so
neppure qual'è il risultato. Se c'è qualcosa di
poco chiaro fate un fischio e risponderò o
correggerò.
Dramethyst viene da "Drain" e
"Amethyst", ovvero "assorbire/seccare" e "ametista".
Chi sarà il
traditore? Si accettano scommesse!!
E pensare che nel prossimo
capitolo volevo mettere più in risalto Mimi @.@ si
prospettano altri Arcana e io devo dare gli ultimi
ritocchi,perciò, vado, altrimenti Jou combatterà
con uno spazzolino da denti!
Bacioni a tutti/e!!
|
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Capitolo 23 *** 23. Basta! ***
Capitolo
23: Basta!
C'è
qualcuno là
Che
ci aiuterà
A
dire "Basta!"?
C'è
qualcuno là che
Fermare
potrà
La
violenza?
(Basta!,
L'Aura)
Dopo
anni d'illusoria pace, il mondo digitale, infine, sanguinava
copiosamente.
Le
lotte intestine che l'avevano danneggiato stavano venendo alla luce
tutte insieme e il risultato fu che ormai Digiworld aveva perso le
iniziali apparenze paradisiache.
Nel
vuoto si ergevano, separati e solitari, isolotti di terre galleggianti
nel vuoto e da ognuno di questi i popoli emigravano in cerca di un
luogo più sicuro. Molti cercavano di recarsi ai templi dei
quattro Supremi per avere asilo e soccorso, ma il viaggio era insidioso
oltre ogni limite e non tutti riuscivano ad arrivarvi. Quelle anime
bisognose gridavano straziando il cuore ai Supremi, spettatori mesti di
quell'orribile corsa al potere. Quella notte in particolare, a
Witchelny il cielo scuro era costellato di luminosi dati colorati,
frammenti dei caduti. Il sonoro di quel pittoresco delirio era un
trionfo di urla disumane e gemiti di morte. E loro, i bambini
prescelti, erano solo un ricordo sfocato della loro vecchia immagine.
Non più bambini, tanto per cominciare. Di fatto si sentivano
poco più che pupazzi che imbracciavano delle armi,
sballottati nel campo di battaglia e costretti ad essere guerrieri
senza neppure un libretto d'istruzioni. Incarnavano una speranza che
non riuscivano a manifestare.
"Speriamo
di fare in tempo." pensò Koushirou, che lavorava sui dati
strutturali della città come aveva fatto per il laboratorio
di Daemon per fornire energia ai loro digimon. "Purtroppo quei
cristalli interferiscono, potrò farlo solo quando verranno
distrutti, temo." pensò guardando poi intorno a
sé le immagini che scorrevano insieme a stringhe di dati.
Codici binari verdi s'alternavano nel buio, come stelle bizzarre di un
mondo in rovina.
Giunti
ad un crocicchio di dati, i prescelti scorsero le immagini dei loro
compagni. Sulla destra, Sora e Garudamon affrontavano Thunderbirmon,
con evidente difficoltà. Angewomon si confrontava con
Kuzuhamon e Mamoru e Raiamon erano alle prese con Dokugumon. Sulla
sinistra, Mimi e Lilymon stavano passando un brutto quarto d'ora contro
DeathMeramon, che usava i digimon rifugiati come scudo agli attacchi
della fata e di Musyamon.
Ancora,
Omegamon spazzava via nemici su nemici, impedendo loro di raggiungere
la statua dell'eroe della città. Ormai Daemon aveva capito,
a quanto pareva.
Mentre
Jou e Zudomon correvano verso il cristallo che dovevano
distruggere,Ylenia e Gryzmon, invece, avevano incontrato Matadormon e
anche per loro la battaglia era iniziata, cruenta e spietata.
-Che
posto è questo?- chiese Tentomon, confuso.
-Ci
troviamo in un corridoio dimensionale.- rispose Wisemon -Fra Digiworld
e Witchelny, precisamente.- il digimon mago percorse diversi metri a
passo svelto e sicuro.
-E'
un luogo dal quale noi possiamo osservare la battaglia senza essere
disturbati. Un luogo a cui solo pochi possono accedere.-
I
suoi occhi si assottigliarono.
-Anche
Daemon.-
Nonostante
la differenza di stazza e forza, Thunderbirmon era molto veloce e
Garudamon troppo preoccupata di ferire gli alleati per riuscire ad
attaccarlo efficacemente, motivo per cui, il suo scontro aereo
procedeva a senso unico, a favore dell'avversario, che non esitava a
colpirla usando la città sotto di loro per costringerle a
far da scudo agli alleati.
-Ehehe.-
la derise il generale e, per sbeffeggiarla ulteriormente
planò sotto di lei.
-Spark
Wing!!-
Le
piume elettrificate volarono rapide verso Garudamon e Sora. La digimon
riuscì a schivarle, ma ebbe appena il tempo di un respiro e
dovette schivare una seconda scarica. E una terza.
Thunderbirmon
le attaccò continuamente, senza dar loro tregua.
Sora
provò a restituirgli il favore e agitò il
ventaglio. Le lame colorate si divisero e, come le piume elettriche,
brillarono letali verso il loro bersaglio.
Il
volatile le schivò facilmente, nonostante la sorpresa.
-No!-
urlò Sora, rendendosi conto di quello che aveva fatto.
Perché sotto di loro, in quel preciso momento, Angewomon
stava combattendo aspramente contro Kuzuhamon. Ed era troppo impegnata
a prenderla a pugni per preoccuparsi di qualsiasi altra cosa.
Sentì appena la voce di Sora e schivò invece il
calcio di Kuzuhamon, mentre le piume affilate e roventi s'avventavano
su di loro.
-Angewomon,
spostati di lì!- urlò la prescelta dell'Amore.
Invano.
-Angewomooooon!-
All'urlo
della ragazza, le piume lucenti virarono, schivando le due guerriere e
tornarono in mano alla loro proprietaria, come piccoli boomerang di
luce.
E
Thunderbirmon ancora derise lei e Garudamon, il loro costante
preoccuparsi per gli altri.
Il
loro Amore.
Volò
sprezzante sulla scia della lotta della commilitone Kuzuhamon e
dell'angelo della Luce e vigliaccamente sprigionò il suo
attacco fulmineo e letale.
-Thunderstorm!-
La
tempesta di fulmini scatenata dalle sue ali buie come la notte
colpì la città, fulminando tutti i malcapitati
che avevano la sfortuna di trovarsi sulla traiettoria.
-Pronte
a cavalcare il fulmine, dolcezze?- urlò il generale,
sputacchiando per la foga, inebriato dalla goduria e dal soave lezzo
della carne bruciata. Un secondo potente attacco colpì sia
Sora che Garudamon che si contorsero in aria, attraversate dalle
dolorose scariche elettriche, per poi precipitare.
"E'
così ingiusto..." strinse i denti Garudamon "Sono certa di
poterlo battere, ma se continua così, non
riuscirò a proteggere Sora. Non riuscirò a
proteggere nessuno. Come posso vincere se si fa scudo dei miei amici?"
La
digimon dell'Amore scoccò un'occhiata verso Omegamon, che
lottava strenuamente con qualcuno ed era in difficoltà. E
avrebbe voluto battere le ali e raggiungerlo.
"Metalgarurumon..."
Strinse
i pugni, trovando forza in quel pensiero e lo stemma dell'Amore
brillò sul suo petto e su quello di Sora, che
spalancò gli occhi.
Entrambe,
come legate da un filo di pensiero, un'unione di coscienze, giunsero
alla stessa conclusione.
-Noi
proteggeremo i nostri amici!- gridarono.
-Ora!-
urlò poi Sora, aggrappandosi alla schiena massiccia di
Garudamon, che si lanciò verso il basso come quando
schizzava verso l'alto per eseguire la Shadow Wing e generò
l'ombra fiammeggiante dal basso. Non ci fu bisogno di spiegazioni fra
loro, Sora e Garudamon erano ancora connesse, in qualche modo e il
senso di completezza che provarono non avrebbero saputo spiegarlo,
anche perché accadde tutto troppo in fretta per soffermarsi
a riflettere. Le fiamme scarlatte dell'Aquila Incandescente divamparono
con potenza verso Thunderbirmon, rimasto di sasso per la sorpresa.
-Accidenti!-
esclamò quello scartando di lato per evitare l'attacco, ma,
improvvisamente, si ritrovò il volo sbarrato da un muro di
fiamme verdi e l'enorme zampa del digimon rapace si serrò su
di lui, togliendogli ogni via di fuga.
-Hai
fatto male i tuoi conti se pensavi non ti avremmo attaccato per non
colpire i nostri amici.- esclamò Sora, aggrappata ai capelli
di Garudamon. Il ventaglio emetteva ancora scintille di smeraldo.
Thunderbirmon urlò, sentendo le ossa frantumarsi nella presa
dell'avversaria.
-Qualunque
cosa farete, noi troveremo il modo di proteggerli!- concluse Garudamon
lanciandolo lontano, verso l'alto. -Shadow Wing!-
L'aquila
fiammeggiante prese il volo, come fosse un volatile autentico e
colpì il suo bersaglio in un'esplosione scarlatta e
fragorosa.
Le
due prescelte osservarono in silenzio il corpo del nemico cadere verso
la città, inerme. Il tempo di un respiro dopo il tonfo, che,
immediatamente, alcuni maghi di Witchelny si accanirono su di lui e
infierirono con ferocia, finché i dati di Thunderbirmon non
brillarono instabili, pronti a scindersi, a scorrere via da lui. E
nonostante tutto, lui non concedeva che la soddisfazione di qualche
gemito strozzato ai suoi aguzzini.
Aguzzini.
Quel
pensiero improvviso, quell'invertirsi di ruoli, ridestò Sora
dallo shock e solo allora la ragazza si accorse di star
piangendo. Come meravigliata osservò le proprie lacrime e,
all'ennesimo straziante gemito del nemico in agonia, urlò.
-Basta,
smettetela!-
Mimi
urlò gettandosi a terra, mentre la catena di DeathMeramon le
schizzava a pochi centimetri dalla testa.
Tutt'intorno
a lei era il caos.
Miyako
e Hawkmon erano svegli e come gli altri tentavano di schivare la catena
infuocata. Miyako era quasi senza forze, ma Hawkmon era messo peggio,
perciò stringendolo fra le braccia tentava di proteggerlo
allontanandosi dal nemico, incespicando qua e là.
-Lilymon!-
chiamò Mimi -Dobbiamo far fuggire tutti!-
Gli
abitanti indifesi della città si stavano radunando sempre
più verso il fondo dell'arena poiché DeathMeramon
tagliava loro la via di fuga all'esterno.
-Mamma,
ho paura!- esclamò il piccolo Yaamon, premendosi contro il
petto della madre quando il mostro di fuoco si volse verso di loro
schernendoli con la sua risata.
-Moriremo,
lo sapevo!!- urlò una Witchmon isterica per la paura.
-Non
avremmo dovuto far entrare qui i digiprescelti.- borbottò un
vecchio mago, prima di ricevere un colpo di scopa in testa.
-Smettila
di dire fesserie, vecchio bacucco!- urlò Babamon, infuriata
-Quei ragazzi stanno combattendo per noi!- continuò
indicando i ragazzi e i loro digimon presenti, ma alludendo a tutti i
digiprescelti.
-Quello
che dobbiamo fare è sostenerli! O credete forse che senza di
loro la città non faccia gola a Daemon, brutti cretini?!-
sbraitò continuando ad agitare la scopa con ferocia mentre
Jijimon tentava di placarla.
-Per
favore, Babamon!-
-Zitto,
o ci passi pure tu!-
-Ma
se gli dessimo quel bambino... - iniziò la Witchmon
isterica, per poi rimangiarsi la proposta incrociando gli occhi
spiritati della tutt'altro che attempata nonnina.
-Chi
vuoi dare a chi, tu?!- berciò quella agitandosi ancora di
più. -Il mio nipotino non si tocca!- Tanto era furiosa, che
i combattenti si fermarono ad osservare la scena, basiti. DeathMeramon
arrivò a pensare che sarebbe stato utile arruolare la
vecchia megera, poi scoppiò a ridere.
-Davvero
commovente, l'affetto che provi per quel mostriciattolo, Babamon.-
disse, attirando su di sé la sua attenzione e la sua furia.
-Non sarebbe più facile per voi restituirlo al grande
Daemon?-
Babamon
si avvicinò a lui, stringendo saldamente la mano intorno al
manico della ramazza. -Forse hai il prosciutto nelle orecchie,
giovanotto. Mio nipote non si tocca!! Empress Haze!!-
Agitando
la scopa davanti al brutto muso metallico del giovanotto dalle orecchie
foderate di prosciutto, Babamon generò una scura nebbia
violacea.
-Via
via via, prescelti!- urlò, spazzando l'aria con foga per
spingere la nebbia contro l'avversario. Lilymon afferrò Mimi
e Miyako, allontanandole appena in tempo dalla zona impestata. Non
appena la nebbia viola entrò a contatto con la sua pelle
scura, DeathMeramon cacciò una lunga serie di gemiti
inarticolati carichi di dolore, mentre vescicole chiare gli spuntavano
ovunque e la nebbia respirata gli bruciava i polmoni.
-Presto,
non c'è tempo da perdere!- esclamò Jijimon
spingendo Hiroyuki. -Dovete distruggere il cristallo, qui ci pensiamo
noi!-
-Aspettate...
- iniziò Miyako.
Hiroyuki
la fermò.
-Sono
a livello Mega, sanno il fatto loro.-
-Sì
ma... questi digimon di Daemon sembrano ignorare cosa siano i livelli.-
borbottò lei mentre DeathMeramon continuava a gemere e
agitarsi, senza poter vedere nulla davanti a sé che non
fosse quella stupida foschia. Iniziò a colpire l'aria alla
cieca.
-Maledetta
vecchia!- gracchiò con voce roca -Che il cielo mi fulmini se
non ti ammazzo!-
Babamon,
dal canto suo, ghignava contenta e spinse a sua volta via le due
ragazze, ignorando un sentito -Che ti si rompa una rotula, vecchia
cariatide!-
-Accompagnali!-
esclamò Musyamon a Lilymon.
-Va
bene!- esclamò lei.
-Un
piccolo regalo, prima.- disse Jijimon generando delle sfere di luce che
investirono i sei, rimarginando loro le ferite subite.
-Mi
sento come rinato!- esclamò sorpreso il digimon falco,
sbattendo le ali e alzandosi in volo accanto alla sua amica. -Posso
combattere di nuovo!- esclamò.
-Purtroppo
anche questa nuova energia si esaurirà se non distruggerete
i cristalli di Dramethyst.- disse Jijimon crollando a terra, esausto.
-Fate presto, ragazzi.-
-Va
bene.- esclamò Mimi, scambiò una rapida occhiata
con gli altri e iniziò la sua corsa verso l'esterno.
-Hawkmon
shinkaaaaa... Aquilamon!!-
Fintanto
che aveva energia in corpo, Aquilamon decise di rendersi utile e
afferrati Miyako e Hiroyuki, si alzò in volo seguito da
Lilymon e Mimi, oltre la nebbia, per superare DeathMeramon.
Garudamon
atterrò fra Thunderbirmon e i maghi, e la prescelta
dell'Amore scivolò agilmente giù dal suo corpo
maestoso per dirigersi verso gli alleati.
-Non
c'era bisogno di farlo!- esclamò -Era già stato
sconfitto!-
I
maghi protestarono.
-E
quindi?! E' un nemico!-
-Dobbiamo
ucciderlo!-
-Dobbiamo
ucciderli tutti!-
Lei
inorridì.
Come
potevano parlare a quel modo? Come potevano essere così
spietati?
Poi,
come in un flashback, le tornarono alla mente tutti i momenti in cui
lei e gli altri avevano ucciso i loro nemici. I loro digimon si erano
macchiati del sangue di altri digimon. Lei stessa non riconobbe la
stessa ragazza di pochi attimi prima.
Si
sentì come sporca. Colpevole.
Guardò
Thunderbirmon con enorme dispiacere, certo era un nemico ma...
Il
digimon volatile respirava pesantemente e i suoi dati si separavano fra
loro sempre più rapidamente. E tuttavia si sentì
insultare dalla pietà della ragazza.
-Smetti
di piangere, mocciosa.- gracchiò. -Non macchiare il mio
onore.-
Sora
mosse un passo verso di lui, con la mano stretta al petto.
Thunderbirmon
usò le sue ultime forze per spalancare la bocca e caricare
un onda elettrica contro di lei. Un attimo e Garudamon lo
colpì dall'alto con un possente pugno, schiacciandolo al
suolo e uccidendolo all'istante. Il suo sangue e i suoi dati
schizzarono su di lei e Sora. La ragazza rimase immobile, con gli occhi
persi nel vuoto mentre i dati del generale solcavano l'aria, unendosi
ardenti alle scintille della battaglia.
La
catena di DeathMeramon s'attorcigliò alla caviglia di Mimi,
strattonandola.
Con un grido di sorpresa da parte di entrambe, Lilymon perse la presa
della mano dell'amica, che cadde a terra, davanti al nemico.
-Mimi!-
Dolorante,
la prescelta della Sincerità si ritrasse, intimorita dalla
stazza del nemico che incombeva su di lei.
-Prima
mi occuperò di te, poi di quella vecchia megera.- disse il
generale sghignazzando. -Ti trasformerò in un bel mucchietto
di cenere, ragazzina. Heavy Metal-
-Flow'
Cannon!-
Il
cannone floreale colpì di striscio il generale sulla tempia
grazie ai riflessi di quest'ultimo, che si scansò appena in
tempo. Barcollò irritato, mentre Mimi ne approfittava per
allontanarsi da lui e Lilymon atterrò con grazia davanti a
lei.
-Mimichan!-
urlò Miyako -Dobbiamo tornare indietro, presto, Aquilamon!-
-Andate!-
esclamò però l'amica -Distruggete il cristallo!-
-Ma...-
-Se
torniamo indietro tutti, perderemo solo tempo.- disse Hiroyuki,
stringendo i denti.
-Cos'è,
vuoi restare qui a trattenermi?- rise DeathMeramon -Vuoi fermarmi? Non
pensi di pretendere un po' troppo da te stessa, mocciosa? Credi di
riuscire a proteggere questi pezzenti e i tuoi amici, se non puoi
nemmeno proteggere te stessa? Voi digiprescelti avete davvero senso
dell'umorismo, ahahahaha!-
Lilymon
si pose fra la sua digiprescelta e il colosso muscoloso assottigliando
gli occhi e sudando freddo, mentre il nemico accorciava le distanze fra
loro.
-Non
ti avvicinerai a lei.- sibilò, centellinando le energie per
l'attacco successivo.
-Certo,
certo.- scosse il capo il generale -Vediamo come farete a proteggere
tutti!- esclamò con un urlo sgraziato. -Heavy Metal
Fire!-
Il
soffio rovente di fiamme azzurre divampò dalla bocca del
digimon incendiando l'aria circostante. Alle spalle di Mimi, i digimon
indifesi della città si strinsero impauriti contro una
parete. La ragazza e la sua digimon, però non si mossero
dalla loro posizione.
In
quel momento, entrambe sapevano cosa fare e sui loro petti spiccava il
simbolo della Sincerità.
Mimi
portò la mano al digivice.
Program
Execution: Arcana
Running: The
Hanged Man
Dal
digivice fuoriuscì uno scettro verde intarsiato di
decorazioni floreali. Le fiamme che s'avventavano come vive contro di
lei erano spaventose, eppure, se pensava a tutte le morti che poteva
evitare, Mimi si sentì spingere contro di esse, contro la
paura stessa, e afferrato lo scettro che roteava a mezz'aria sopra la
sua testa, lo puntò contro il digimon.
-A
qualunque cosa tu serva, fermalo!- urlò.
Dalla
punta dello scettro scaturì una fiumana di rovi verdeggianti
che penetrò le fiamme senza esserne scalfita se non in
parte. L'intreccio si aprì poi, come una grande ruota e si
avvolse intorno al fuoco azzurro, soffocandolo.
DeathMeramon
rimase sconcertato.
Mimi
ancora di più.
-Flow'
Cannon!-
-Kurisute
Gomen!-
Fortunatamente,
Lilymon e Musyamon avevano deciso di rimandare lo stupore a dopo e
scagliarono il nemico diversi metri più in là con
le loro potenti tecniche.
Mimi
si guardò le mani, ancora sorpresa da cosa avesse appena
fatto, mentre Babamon approfittava del momento per dare al giovanotto
in fiamme un'altra lezioncina con la sua scopa.
Davanti
al cristallo di Dramethyst la situazione era critica. Aquilamon
risentiva enormemente del potere del minerale, che gli sottraeva le
energie in quantità maggiore tanto più ci stava
vicino. Tutt'intorno a loro, c'erano i corpi indeboliti dei digimon che
avevano tentato l'impresa prima di loro. Erano allo stremo.
Omegamon
si stagliava nel cielo notturno, ma la sua fierezza era stata piegata
dalla durezza dello scontro.
“Sono
troppi anche per lui.” pensò Miyako, in un primo
momento, prima di scorgere una sagoma più piccola, ma
terribilmente familiare, colpire la fusione dei due mega con un mare di
fiamme.
-Dae-Daemon...
- balbettò stringendosi nelle spalle, terrorizzata.
-Dobbiamo
fare presto, Miyako!- la riprese Aquilamon, mettendosi dietro di lei
per contrastare i soldati nemici pronti a fare la pelle alla sua amica.
Babamon
e la sua scopa non vinsero sul giovanotto in fiamme loro malgrado. In
un eccesso d'Ira, la forza di DeathMeramon divampò ed
afferrata la ramazza della digimon, la incenerì in pochi
istanti e colpì l'anziana con un calcio, scagliandola
lontano.
-Babamon!-
urlò Mimi.
-Tesoro!-
Jijimon corse da lei.
-Adesso
basta giocare con mocciosi e vecchi.- ruggì DeathMeramon, il
fuoco azzurro ormai lo rivestiva come una seconda pelle. -Vi
ucciderò tutti in nome del grande Daemon! Heat Chain!-
Nero di rabbia scagliò la sua catena rovente verso la
ragazza, per trafiggerla, ucciderla, portare la sua testa al suo
signore insieme al bambino. Daemon sarebbe stato fiero di lui,
l'avrebbe glorificato e finalmente gli avrebbe concesso il potere che
meritava!
La
catena, però, si fermò a pochi centimetri dalla
testa della ragazza, intrecciata in una lunga e robusta frusta di rovi.
Il digimon strattonò la propria arma per liberarla, ma
ottenne solo un piccolo gemito. All'altro capo della frusta, Mimi e
Lilymon resistettero strenuamente.
-Ora
basta.- disse la sedicenne -Questa stupida guerra deve finire.-
-E
finirà, eccome se finirà!- tuonò
DeathMeramon dando l'ennesimo, potente strattone che
trascinò Mimi contro il suo pugno rivestito di fiamme.
Un
attimo.
Musyamon
scattò.
Un
battito di ciglia.
Non
sarebbe mai arrivato in tempo.
Un
forte pugno investì in pieno il generale, respingendolo
lontano, facendolo rovinare nella polvere. La prescelta della
Sincerità ruzzolò a terra e si mise in ginocchio,
dolorante e col cuore a mille. Alzò lo sguardo per
vedere Hiroyuki Urameshi pararsi davanti a lei.
-Non
te la cavi male, Tachikawa.- le disse il ragazzo, riconoscendo che la
principessina, contrariamente a quel che pensava, le palle le aveva e
pure cubiche. Il prescelto del Vigore si fece schioccare tutte le dita,
pregustando la lotta. Perché certo non aveva intenzione di
lasciare il divertimento della ribalta solo a Musyamon.
Di
primo acchito, a Mimi e Lilymon le sue mani enormi sembrarono
un'esagerata deformazione illusoria causata dal calore che incendiava
l'aria, ma ad un secondo sguardo, le due si resero conto che i pugni
del prescelto erano inguainati in grandi guanti d'armatura.
-Ma...
quelli...? -
-La
Forza.- annuì il teppista. -Da adesso ci penso io.-
Koushirou
si trascinò sul pavimento di dati, dolorante.
-Dannazione...
come abbiamo fatto a non capirlo... - disse a denti stretti. -Avremmo
dovuto capirlo che eri tu il traditore... -
Wisemon
socchiuse gli occhi.
-Un
grave errore fidarsi così ciecamente... - disse con
rammarico.
Accanto
a Koushirou e Tentomon, Ken tentava di tenere Reseph al sicuro dal
nemico doppiogiochista.
I dati sotto di loro, però, s'aprirono come una voragine,
inghiottendoli, mentre il mago sfogliava le pagine del suo libro con
calma apparente.
Fine
Capitolo 23
Note: Wow, ho aggiornato prima del
previsto! E finalmente Mimi ha tolto fuori le palle cubiche. Credetemi,
ci tenevo davvero a questa scena, anche se non è uscita
proprio come l'avevo programmata. A cominciare dalla ripresa di
Aquilamon. In realtà, Mimi e Hiro dovevano darsi il cambio e
lei doveva combattere con un Devimon random per distruggere il
cristallo,, ma Jijimon si è messo in mezzo, poi Babamon si
è scatenata, a questo punto, le mani hanno scritto da sole.
Oh, aggiungeteci anche che per sbaglio mi si è cancellata
parte del capitolo qualche giorno fa e ho dovuto riscriverla. E tanti
cari saluti al Devimon random.
Poi Daemon è sceso in campo e tatataaaaan. Con tutti questi
eventi che s'intrecciano, la narrazione viene difficile,
perciò molte scene mi vedo costretta a "tagliarle". Dubito
che interessi a qualcuno vedere il signore dell'Ira fare riti
scaramantici prima di gettarsi nella mischia. (no, ok, questa scena non
esiste, ma ci siamo capiti, spero). Il traditore si è mostrato e Omegamon è nella merda.
Bene,
direi, no?
L'Arcana di Mimi ha il significato della scelta e del sacrificio e sono
giunta a affidarglielo dopo tanto penare. Mentre per Hiro avevo
già deciso dall'inizio.
Che ci volete fare, è raccomandato u.u
Che
succederà ora a Reseph e Ken? (E Koushirou,
dettagli)
Hiroyuki e
Musyamon pesteranno a sangue DeathMeramon?
Babamon
troverà una nuova ramazza?
Appuntamento
al prossimo capitolo: "Luna Aggraziata"
Hiro: Dal titolo non mi sembra si parli di noi!
Matadormon: Olè, quanta poca grazia.
Ylenia: Te la do io la grazia, adesso, razza di fenomeno da baraccone.
*incocca la freccia*
Ps: se vedete errori o incongruenze, vi prego di dirmelo, voglio
davvero migliorare questa storia, ci tengo molto. Bacioni e alla
prossima!!
|
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Capitolo 24 *** 24.Luna aggraziata ***
tw24
Capitolo
24: Luna Aggraziata
Le
lacrime solcano le mie guance,
gli occhi arrossati bruciano
Violente
come un fulmine,
le
grida d'amore di qualcuno.
Non
importa quanto sia buio
So
di non essere sola.
La
luce lunare splende su di noi.
(Moon
Pride, Momoiro Clover Z)
Koushirou
si trascinò sul pavimento di dati, dolorante.
-Dannazione...
come abbiamo fatto a non capirlo... - ringhiò a denti
stretti.
-Avremmo dovuto capirlo che eri tu il traditore... -
Wisemon
socchiuse gli occhi.
-Un
grave errore fidarsi così ciecamente... - disse con
rammarico.
Accanto
a Koushirou e Tentomon, Ken tentava di tenere Risei e Mika al sicuro
dal nemico doppiogiochista.
Wisemon
sfogliò le pagine del suo libro con calma apparente, prima
di
pronunciare una qualche formula e i fogli intarsiati di scritte e
formule si sfogliarono rapidamente, mentre il tomo s'ingrandiva. Poi di
colpo le pagine smisero di girare e i ragazzi e i digimon ne furono
letteralmente aspirati.
Wisemon
richiuse il suo prezioso volume e recitò una seconda
formula, poi si rivolse al digimon che aveva innanzi.
-Sospettavo
da
tempo che qualcosa non andasse in te, Mistymon. Ma speravo fosse
soltanto uno stupido sospetto dovuto al clima di Digiworld, invece... -
Mistymon,
impassibile, mosse alcuni passi verso di lui.
-Cosa
ti ha promesso Daemon per farti vendere la tua città?-
-Sicuramente
molto più di quanto questa città possa offrirmi,
visto
che da molto ormai, sono l'essere più potente che vi abiti.-
-La
tua superbia è ridicola.- rispose Wisemon, mentre fra le sue
mani si condensavano due potenti sfere di energia.
-La
tua
resistenza è ridicola, vecchio mio.- rise quello -Anch'io
sospettavo di te. Sospettavo che non avessi scelto la statua come
nascondiglio per il marmocchio. E quando lo consegnerò al
grande
Daemon, questa città, questo insulso posto
scomparirà per
sempre!-
-Dovrai
passare sui miei dati agonizzanti, prima.-
All'interno
del
libro, era stato allestito un piccolo laboratorio, più un
nido
in cui rifugiarsi per fare ricerche in santa pace, con pochi comfort
strettamente necessari e coi mezzi per studiare e catalogare materiali
di ricerca. C'erano molti libri raccolti in una fornita
libreria,
alcuni riguardanti il mondo umano. Su una scrivania c'erano strumenti
da laboratorio chimico accatastati più o meno alla rifusa e,
in
un angolo della stanza, un frigorifero e un letto.
C'era
una sola
porta, con dentro il bagno, nessuna entrata, nessuna uscita. I ragazzi,
potevano comunque sentire i discorsi dei due digimon maghi all'esterno.
Koushirou non era per nulla contento di essere stato confinato
là dentro. In qualsiasi altra occasione avrebbe dato
chissà cosa per farsi un soggiorno là dentro e
studiare
tutto quel materiale, ma non poteva sopportare che il saggio digimon si
sacrificasse per loro. Ingenuamente aveva sperato non dovesse
più accadere.
-Wisemon,
facci uscire, possiamo darti una mano!- esclamò.
Risei indietreggiò guardando verso il soffitto, concentrato sulle
voci, e finì per urtare Mika. La piccola tremava
alle sue
spalle.
-Non
avere paura.- le sussurrò prendendole la manina. -Non
permetterò che ti facciano del male.-
-E
neppure io.- replicò Bakumon.
-Ma
io ho paura per te, Risechan!- replicò la bambina
stringendogli la mano.
-Nessuno
vi farà del male.- s'intromise Ken, mettendo loro le mani
sul capo.
-E
lo stesso vale per te, Ken.- replicò Koushirou, dandogli una
pacca alla spalle.
-Non
sei solo, te lo ricordi, vero?-
-Noi
saremo
pronti a difendervi in ogni momento.- aggiunse Tentomon, parlando a
nome degli altri digimon che annuirono con grinta.
-Wisemon,
facci uscire!- esclamò improvvisamente Risei.
-Fammi
combattere, cappuccetto rosso!- gli fece eco Black Koromon, ribollendo
d'energia e, fra la sorpresa generale, s'illuminò.
Risei
lasciò andare il corpicino scuro e rotondo del piccolo
digimon,
mai come in quel momento si erano sentiti così sulla stessa
lunghezza d'onda. E dire che pensava gli fosse capitato un
attaccabrighe di digimon, uno con cui non avrebbe mai legato al punto
di farlo addirittura evolvere. E lo stesso dovette pensare il digimon,
riguardo a quel bambino mezzo umano che la violenza non la concepiva
proprio. Eppure...
-Black
Koromon shinkaaaaaaaaa.... Black Agumon!-
*Digimon
Analyser*
Black
Agumon
Livello: Intermedio
Tipo: Rettile
Tipologia: Virus
Attacchi: Baby Flame:
Black Agumon, come Agumon, è capace
di sputare fuoco dalla bocca per combattere il nemico.
Spitfire: Spara
dalla bocca una palla di fuoco.
Mach Jab Combo: Una
scarica di pugni dati a gran velocità.
Uppercut: un
potente pugno dal basso verso l'alto che stende il nemico.
Il
neo evoluto digimon fece schioccare le giunture delle zampe, i suoi
occhi gialli brillavano di ferocia battagliera.
-Baby
Flame!-
Dalle
sue fauci divampò una potente fiammata che annerì
il soffitto del rifugio, purtroppo senza scalfirlo.
-Sarebbe
stato troppo semplice.- commentò giustamente Tentomon.
Black
Agumon
però non accettava l'idea di essere sopraffatto da qualcosa
come
una stupidissima barriera, perciò replicò
l'attacco con
più potenza di prima.
-Non
avrai quel
bambino.- disse Wisemon, prevedendo che non sarebbe riuscito a
trattenere i digiprescelti a lungo e tantomeno il nemico che avevano di
fronte. L'uno era molto forte e abile, gli altri erano testardi.
-Baby
Flame!-
Molto
testardi.
-Perché
vuoi proteggere un'esistenza come la sua?- gli domando derisorio
Mistymon.
-Perché
sicuramente vale più di quanto Daemon ti abbia pagato.-
rispose
Wisemon velenoso. -La mia vita è votata al nostro mondo e se
c'è qualcuno che potrà salvarlo, io non mi
risparmierò.-
Mistymon
avvertì il potere magico fluire dal corpo dell'altro mago e
indietreggiò, preparandosi a qualunque attacco magico avesse
in
mente.
-Digiprescelti,
seguite la luce e non voltatevi indietro.- disse, lasciando andare una
delle sue sfere energetiche all'interno del suo libro. La luce dorata
sfrecciò fra i ragazzi lasciandosi dietro una scia di tante
piccole luci, che scomparvero quasi immediatamente nel buio di un
passaggio creatosi là dove prima c'era il bagno.
-Wisemon...- sussurrò Koushirou.
-Kou,
che facciamo?- domandò Tentomon, che voleva proteggere
l'amico, ma che non voleva neppure abbandonare l'alleato.
-Dannazione.-
commentò Ken superandolo e spingendo i bambini davanti a
sé, nel passaggio.
-Presto,
venite!-
-Sei
proprio deciso a morire, Wisemon?-
-Vedremo
chi morirà. Certo non ti farò mettere le mani
sulle speranze del nostro mondo. Eternal Nirvana!-
°
-Che
colpo di
fortuna, trovare proprio te qui, giovinetta.- esclamò
teatrale
come al solito Matadormon quando vide Ylenia arrivare in groppa a
Gryzmon.
-Accidenti.-
borbottò la digimon, osservandolo.
L'Analizzatore
Digimon le diede immediatamente informazioni sul nemico che avrebbe
dovuto affrontare.
*Digimon Analyser*
Matadormon
Livello: Evoluto
Tipo: Non Morto
Tipologia: Virus
Attacchi: Chouzetsu
Rappashuu: Attacca i nemici coi suoi calci mortali sia
per la sua tecnica marziale Bulldog che per le lame che ha nei piedi.
Thousand Arrow:
Scaglia contro il nemico le lame metalliche che ha sulle mani.
“Sembra
non sarà facile.” pensò la ragazza.
-Ylenia,
io lo
terrò occupato, tu distruggi quel cristallo.- disse Gryzmon,
col
pelo irto. Sarebbe stato un duro scontro per lei, ma doveva farcela.
-D'accordo.-
rispose la ragazza.
-Tsk,
tsk, tsk!
Non così in fretta, giovinetta.- fece Matadormon agitando
“l'indice” in segno di diniego. -Il grande Daemon
vuole tuo
fratello vivo, ma per te ha espressamente ordinato di ucciderti. Non
preoccuparti, però, giovinetta. Sarò rapido e
aggraziato,
non proverai dolore.-
-Preoccupati
per te.- replicò lei, con un ghigno. -Perché io
non devo
ucciderti e ti riempirò di mazzate che neppure il grande
Daemon
ti riconoscerà.-
Gryzmon
sudò freddo.
-Veramente
dovrei combatterci io, perciò non farlo innervosire, per
favore... -
Matadormon
scosse appena il capo, divertito, poi scattò, lanciandosi
verso
Gryzmon e Ylenia con velocità sorprendente.
-Chouzetsu
Rappashuu!-
Con
potenza, il
digimon sferrò un calcio verso la digimon orso, che, pronta
di
riflessi, riuscì a schivarlo per un soffio. La lama
colpì
il terreno creando una voragine contornata da lunghe crepe che tagliava
la strada in tutta la sua larghezza.
-Accidenti...-
commentò Ylenia, deglutendo.
-Tsk.-
fu
invece il commento di Gryzmon. Davanti a loro c'era la voragine e il
nemico era dall'altra parte di essa. E, ovviamente, dietro di lui c'era
il cristallo.
Le
due amiche
rimasero momentaneamente indecise sul da farsi, quando la terra
tremò violentemente accompagnata dal rombo di un esplosione.
Nel
cielo notturno si levò alta una nube di polvere. Oltre i
tetti
degli edifici distrutti dalla furia dei combattimenti si stagliava la
sagoma ferita e tremante di Omegamon, ormai più simile ad
una
carcassa che ad un cavaliere bianco nella sua imponente armatura.
Taichi
e Yamato
si reggevano a lui, ma erano solo chiazze colorate sul corpo del
digimon, difficile dire se stessero bene o meno.
-Attenti!-
urlò Ylenia d'un tratto, ma la sua voce risuonò
vuota nel
caos mentre Daemon piombava sul cavaliere di Coraggio e
Amicizia
come un meteorite avvolto da fiamme scure colpendolo in pieno stomaco e
schiacciandolo al suolo. Omegamon emise uno straziante rantolo
strozzato.
-Oh
mio Dio!-
Ylenia si coprì la bocca con le mani. -Fratellone, Tai,
Omegamon!- emise. -Presto, dobbiamo aiutarli!- esclamò
aggrappandosi con forza a Gryzmon. La digimon fece per ribattere
qualcosa, ma fu interrotta da Matadormon, che scagliò contro
lei
e Ylenia alcune delle sue lame. Grazie ai propri riflessi
riuscì
a scrollarsi la prescelta di dosso, evitandole una morte atroce, ma di
contro, non riuscì a schivare del tutto la lama destinata a
lei
che le trafisse la spalla facendola urlare di dolore.
-Gryzmon!-
urlò la ragazza, rialzandosi, ammaccata ma viva, correndo
verso l'amica digitale.
-Sto
bene...-
la rassicurò lei, facendo per rimuovere l'artiglio
metallico, ma
quello si mosse da solo d'improvviso e le scavò nella carne
strappandole un altro urlo, prima di estrarsi e tornare in volo dal suo
proprietario.
Fu
in quel
momento che le due prescelte assistettero ad uno spettacolo che avrebbe
mandato Taichi in brodo di giuggiole se non fosse stato impegnato a
cercare di restare vivo contro Daemon. A loro però, vedere
il
variopinto generale aprire la bocca mostrando file di denti appuntiti
fece accapponare la pelle. Matadormon leccò la lama con
avidità, succhiandone via il sangue.
-Mediocre...-
commentò dopo -Credevo avrebbe avuto più gusto,
ma
evidentemente tutto questo mischiarsi di odori m'ha tratto in inganno.
Non siete avversarie alla mia altezza, giovinette. Siete fortunate.- i
suoi occhi violacei brillarono maligni -Altrimenti vi avrei riservato
una morte lenta e dolorosa. ThousEHI! Dove siete finite?!-
°
Una
fitta
coltre di fumo nero e rosso che bruciava i polmoni ad ogni respiro
avvolgeva ogni cosa, circondandoli in mezzo alla distruzione.
Tutt'intorno ad Omegamon, il mondo pareva essere scomparso.
Storditi,
i due
prescelti di Coraggio e Amicizia, non udirono altro che un ronzio
confuso, un rumore bianco, una spaventosa interruzione al caos della
battaglia.
Ma
poco a poco,
le loro orecchie tornarono ad udire il clangore delle lame, le urla dei
digimon e degli umani, i ruggiti, gli alti gemiti della straziante
agonia.
Spaventati
si
cercarono con lo sguardo, trovando rassicurazione l'uno nella presenza
nell'altro. Come anni prima, contro VenomVamdemon, quando si erano
tenuti per mano. Ripeterono quel gesto, per trasmettersi il coraggio a
vicenda.
I
cupi
scricchiolii delle giunture del loro compagno digimon li trascinarono
nuovamente in quel presente poco confortevole, in cui quella stretta di
mano perdeva efficacia. Ma poi videro il possente cavaliere rialzarsi,
seppur a fatica, e le loro mani si strinsero con forza, ostinate,
aggrappate ai sentimenti di quel giorno che mai erano cambiati.
Ritrovarono lo spirito combattivo.
-Omegamon,
come stai?- domandò Taichi.
-Potrei
star meglio.- ribatté quello sorreggendosi con la spada.
-Ti
prego resisti!- lo supplicò Yamato.
I
due ragazzi
corsero verso il loro digimon ma una sferzata di vento oscuro
aprì una breccia nella coltre di fumo e investì
in pieno
i tre spazzandoli via.
L'enorme
corpo
di Omegamon fu trascinato fra gli edifici distruggendo tutto
ciò
che incontrava sul suo cammino. La lucente corazza bianca del cavaliere
fu raschiata e ammaccata in più punti, oltre che sporcata di
terra e polvere.
I
due
digiprescelti, invece, furono sbalzati dal vortice nella direzione
opposta e ricaddero malamente l'uno sull'altro prima di ruzzolare su
ciò che restava del lastricato.
Doloranti,
tentarono di rimettersi in piedi, ma rimasero inermi a guardare
tremanti d'orrore il Signore dell'Ira emergere dal fumo nero. I suoi
occhi chiari brillavano nell'oscurità celati anche dal
cappuccio
che ne nascondeva i lineamenti bestiali. Taichi era l'unico, oltre a
Neo, ad aver visto quel brutto muso, e già temeva di vederlo
ancora. Nessuna descrizione avrebbe potuto preparare gli altri a quella
visione. Ringraziò in un primo istante che Cappuccetto Rosso
se
ne stesse ancora imbacuccato sotto le sue vesti, perché non
era
proprio un figurino da calendario, ma subito dopo si rese conto che
quegli stessi abiti non solo erano ancora al loro posto, ma erano anche
perfettamente integri.
E
Daemon era veramente incarognito.
I
suoi occhi di ghiaccio pareva volessero polverizzarli sul posto.
Omegamon
caricò il GaruruCannon, ma il demone lo anticipò.
-FLAME
INFERNO!- ruggì e dalla sua mano tesa divampò un
fiume di
fiamme infernali che investirono l'indebolito guerriero.
-Omegamon!-
gridando, Taichi e Yamato corsero verso il loro amico e custode.
-CHAOS
FLARE!-
La
voce del
demone li raggiunse solo dopo che un vortice di fiamme
tagliò
loro la strada e la fuga, costringendoli prigionieri nell'occhio del
ciclone. I due urlarono e incespicarono l'uno sull'altro mentre le mura
di fuoco rotearono ardenti tutt'intorno. Il calore era atroce, i due si
asciugarono il sudore sotto il mento e dalla fronte prima di rimettersi
in piedi. Il calore era tale da impedire loro di avvicinarsi al muro di
fuoco, figurarsi attraversarlo. Il loro campo visivo era ridotto ad un
cerchio di celo sopra la loro testa, ma le urla di Omegamon, urla
strazianti di puro dolore, superarono il fragore del fuoco.
-Omegamon!-
urlarono in sincrono i due ragazzi, i volti impolverati rigati da
lacrime salate che presto s'asciugarono per il calore.
-Credevate
davvero, stupidi mocciosi- tuonò la voce di Daemon con una
punta
di crudele divertimento -voi e gli abitanti di questa città
di
poter fermare il mio esercito?-
Daemon
scagliò nuovamente le sue fiamme infernali contro Omegamon
colpendolo in pieno ventre. Di riflesso, la torre di fiamme
divampò, costringendo i prescelti a stringersi l'uno
all'altro,
privi di vie di fuga.
Una
seconda
ondata di fiamme investì e uccise o ferì
malamente molti
dei digimon alleati che tentarono di prestare soccorso ad Omegamon.
Taichi e Yamato non li videro, ma Omegamon assistete straziato alla
loro agonia e tentò di rialzarsi, animato dal suo Coraggio e
dal
forte sentimento d'Amicizia che albergava nel suo cuore.
-Credevate
davvero di avere solo una possibilità contro di me?-
ruggì nuovamente Daemon, con le zanne e i denti affilati che
s'intravvedevano da sotto il cappuccio.
Un
altro colpo, Omegamon cadde nuovamente. Ustionato, ferito, sofferente.
-Omegamon!-
urlò Taichi. -Non arrenderti, ti prego!-
-Resisti!-
gli fece eco Yamato.
Omegamon
non riuscì a sentirli, perché le sue stesse urla
sovrastavano il caos.
°
Jou
e Zudomon, a differenza dei loro amici, avevano avuto fortuna.
Ad
attenderli
al varco non c'era un generale, ma un piccolo battaglione di digimon,
anche se dannatamente agguerriti, capeggiati da un gigantesco Raremon.
Zudomon
schioccò l'enorme lingua contro il palato e fece un
sorrisetto maligno rivolto agli invasori.
-Aspetta...-
tentò di trattenerlo, Jou ed esaminò i dati di
Raremon
per vedere se c'era qualcosa che potesse essergli utile.
*Digimon Analyser*
Raremon
Livello: Campione
Tipo: Non Morto
Tipologia: Virus
Attacchi: Hedoro:
Attacca i nemici con un potente getto d'acido corrosivo.
Kusai Gas: Emette
una zaffata di gas maleodorante dalla bocca che stordisce i nemici.
Altamente infiammabile.
-Nulla
che non sapessimo già.- commentò Zudomon.
-Forse...
riesci a farmeli superare?- domandò Jou.
Un
lampo
birichino negli occhi del mostro marino spinse il prescelto
dell'Affidabilità ad aggiungere in fretta -Possibilmente in
un
modo che non comporti anche la mia dipartita, grazie.-
-Come
sei noioso, Jou.- lo prese in giro il digimon. -Pensi che io ti faccia
rischiare la vita senza garanzie?-
-Shinkansen.-
gli rispose solamente l'altro.
-Eri
tu quello che voleva arrivare in tempo per gli esami ad ogni costo.-
-Ma
vivo.-
-Perché,
sei morto?-
Uno
a zero per lui.
Certo,
a Gomamon non era venuto un infarto a sfrecciare a trecento chilometri
orari e passa su, non dentro, su, un treno!
-Dimmi
solo quando sei pronto.- disse comunque il digimon
dell'Affidabilità.
I
soldati di Daemon si scagliarono contro di loro.
-Hammer
Spark!-
Zudomon levò alto il suo martello in Digizoide e lo
sbatté con forza sul terreno. Il potente fulmine che ne
scaturì sfrecciò contro l'orda nemica,
investendone una
parte. Il Raremon sopravvisse al potente attacco e avanzò
verso
di loro strisciando a rapida velocità. Lasciandosi dietro
maleodoranti pozze di fango.
-Hedano!-
ruggì gracchiante e spruzzò dalle fauci
spalancate un
potente getto d'acido. Zudomon non ne fu impressionato.
-Guarda
questa
nuova mossa che ho imparato!- annunciò orgogliosamente
all'amico
che si reggeva ad uno degli spuntoni del suo guscio.
-Ice
Lord Bump!-
Un'ondata
di
ghiaccio si levò alta fra i due digimon e l'acido s'infranse
contro di essa. Corrose centimetri su centimetri di quella potente
onda, ma, tanto era spessa, che non riuscì ad oltrepassarla
e
altro ghiaccio riparò il danno, senza smettere di avanzare
con
la potenza di uno tsunami. Avanzò spingendo violentemente
Raremon e facendolo crollare addosso ai suoi commilitoni.
-Grandioso!-
esclamò Jou, con la mano sul digivice.
-Ora,
Jou?-
-Ora.-
rispose il ragazzo.
Program
Execution: Arcana
Running:
The Temperance
Dal
digivice
del Prescelto dell'Affidabilità fuoriuscì una
piccola
sfera di luce. Quando Jou chiuse il pugno intorno ad essa, essa
mutò, condensandosi a formare un bisturi. Jou
rimirò per
un attimo quell'oggetto, che racchiudeva per lui molteplici
significati: ciò che temeva, ciò che mirava di
essere. In
quel momento era il piccolo mezzo col quale avrebbe aiutato i suoi
amici. Aveva già usato Temperance, durante gli allenamenti e
quando aveva visto quella lama la prima volta ne era rimasto deluso.
Che
cosa poteva fare quel piccolo bisturi contro un intero esercito?
-Ice Lord
Bump!-
Zudomon replicò l'attaccò, scatenando sui soldati
una
seconda ondata gelida che li travolse e imprigionò e
continuò a levarsi alta, sormontando persino il corpo
massiccio
del Raremon. Una strada di ghiaccio si costruì nell'aria
raggiungendo il cristallo di Dramethyst. Il resto del
ghiacciò
circondò il nemico ai lati, imprigionando il plotone in una
prigione gelida in modo da impedire loro la ritirata o l'aggressione al
suo digiprescelto.
Jou
saltò sul palmo della zampa del suo digimon e quello lo
lanciò sulla superficie ghiacciata.
-Vai!-
Jou
riuscì ad atterrare senza rompersi l'osso del collo. Non si
fermò ad imprecare contro i modi grezzi di Zudomon e corse
sul
ghiaccio, sopra i nemici che urlavano e volevano fermarlo, inutilmente,
non riuscirono a fare nulla contro il ghiaccio dell'enorme digimon
marino.
Zudomon
rafforzò con un'ulteriore ondata il punto debole della
prigione
ghiacciata. Jou, intanto, era arrivato alla fine della strada. Era
troppo alto per saltare, ma, come aveva constatato con meraviglia la
prima volta che aveva stretto Temperance in pugno, non fu un problema.
Si concentrò sulla lama e su ciò che voleva fare.
Espresse quel pensiero molto chiaramente, chirurgicamente, poi fece un
rapido scatto col polso e la lama tagliò l'aria. Il fendente
di
un grigio chiaro tagliò obliquamente e di netto il malefico
cristallo di Dramethyst.
Un
coro di urla
rabbiose fu il segno che un punto era andato ai prescelti e Jou ne era
fiero. Con un altro scatto del polso, Temperance
tagliò di
netto le mura di alcuni edifici tutti intorno, che crollarono sulla
truppa nemica. E Zudomon non poté essere da meno di Jou,
anche
se gli avrebbe lasciato tutta la gloria al momento giusto, ammirato dal
cambiamento che vedeva ogni volta che Jou combatteva per i suoi amici.
Se anche faceva poco, Jou lo faceva.
Poco
a poco,
Jou spianava la strada agli altri, e anche se questo passava in sordina
molte delle volte, il successo era indiscusso.
Col
suo martello, il digimon marino scagliò un potente fulmine e
i nemici non ebbero scampo.
Osservarono
insieme i dati dei morti che si levavano alti nel cielo. Il Prescelto
dell'Affidabilità nascose il suo disappunto: erano in guerra.
-Perfetto,
Zudomon!- esclamò, invece, arrampicandosi su di lui.
-Presto, dobbiamo raggiungere Omegamon!-
-Sì!-
°
-Che
sta succedendo?!- sbottò Matadormon, irritato.
-Le
forze... stanno tornando...- disse Gryzmon. -Anche se non del tutto.-
-Jou
senpai ce
l'ha fatta!- esclamò Ylenia controllando la mappa sul suo
digivice. Il punto grigio rappresentato dall'amico era in movimento da
un cerchio vuoto segnato con una X rossa.
Una
seconda X comparve sullo schermo del dispositivo.
°
-N-Non
è... possibile... - rantolò Dokugumon facendo
leva sulle
sue robuste zampe per rialzarsi, inutilmente. Quelle crollarono sotto
il peso della fatica e delle ferite e il suo tozzo ed enorme corpo
ricadde al suolo con un tonfo sordo, alzando la polvere.
-Oh,
è
possibile.- rispose Mamoru, calciando un frammento del cristallo appena
distrutto, Arcana in pugno. Vicino a lui, LoaderLeomon finiva di
liberarsi della tela appiccicosa del generale.
-Hai
commesso un grave errore, caro mio.- rispose Mamoru, grattandosi la
testa con l'arma.
-Un...
un errore?- rantolò Dokugumon, totalmente sconfitto dalla
forza dirompente del leone della Giustizia.
Mamoru
gli scoccò un'occhiata quasi pietosa.
-Senza
offese, odio i ragni.- rispose il ragazzo, come se la cosa spiegasse
praticamente tutto.
-Da
quando sono
qui...- continuò esasperato il moro -Non ho fatto che
combattere
con ragni. Alla fine sono esploso, mi sembra normale, no?-
LoaderLeomon
non ribatté, sorvolò sul fatto che era stato lui
a fare
sempre la maggior parte del lavoro. Fra attaccare il generale e
proteggere Mamoru paralizzato dalla sua tremenda aracnofobia, aveva
avuto il suo bel da fare. Ma quando le tele venefiche del nemico si
erano avvolte intorno al suo collo inceppandogli la criniera rotante,
vedendo il suo digimon in difficoltà ed inerme, Mamoru aveva
agito d'istinto invocando le due pistole che formavano The Justice e
sparando all'impazzata, colpendo ragno e cristallo.
-Promemoria.-
mormorò il digimon felino, fra sé -Io. Con te.
Contro un ragno. Mai più!-
°
-E
fuori due!- esclamò trionfale Ylenia. -Forza, Gryzmon,
sbrighiamoci anche noi!-
-Sì!-
rispose la digimon e accelerò la sua corsa, sentendosi oltre
che
rinvigorita, anche incoraggiata dai successi degli altri.
-Ora
dobbiamo solo tornare a- -TROVATE!-
Con
fragore
fece la sua entrata in campo trionfale trapassando una fila di edifici
alla loro destra. Gryzmon frenò bruscamente per evitarlo e
Ylenia si strinse a lei con quanta forza poté per non farsi
sbalzare via dalla groppa.
-Thousand Arrow!-
Le lame di Matadormon inseguirono le due e, nonostante Gryzmon
riuscisse ad evitarle o si nascondesse dietro qualche palazzo, veniva
puntualmente seguita.
-Ugh!- e colpita.
-Non posso avvicinarmi a lui, è troppo pericoloso...-
mormorò frustrata.
Le urla di Omegamon sovrastarono il fragore circostante.
-Dobbiamo distruggere il cristallo!- esclamò Ylenia.
-Non così in fretta, giovinetta.- disse Matadormon
scagliandosi contro di loro. Gryzmon, afferrò la sua amica e
la scagliò in un vicolo lì vicino, ricevendo in
pieno quel missile variopinto. Matadormon affondò le lame e
le zanne nella pelle della digimon della Memoria che bramì
di dolore.
-VAI!- urlò poi a Ylenia, poiché la ragazza era
rimasta a fissare spaventata lo scontro. -VAI!-
La prescelta annuì e scattò, correndo a rotta di
collo verso il cristallo di Dramethyst.
-Non crederai davvero di sfuggirmi?- la derise Matadormon.
-Chouzetsu Rappashuu!-
Una raffica di calci si abbatté sulla povera Gryzmon che
emise solo dei deboli lamenti prima di venire scagliata via,
sanguinante. Matadormon si lanciò subito all'inseguimento
della ragazza che correva rapida come il vento.
Ylenia ebbe un tuffo al cuore quando il nemico le tagliò la
strada.
-TROVATA!- esclamò trionfale.
"Dov'è Gryzmon?" fu il pensiero della ragazza prima di fare
retrofront.
-Smetti di fuggire, giovinetta! Sarò rapido!-
-Non ci tengo a farmi ammazzare da te!- urlò di rimando al
generale e gli fece rotolare addosso dei vecchi barili che stavano nel
vicolo. Approfittando di quell'attimo di distrazione de generale, si
dileguò. Matadormon, comunque, ci mise poco a liberarsi
dell'ingombro e proseguì la caccia.
Ylenia diede fondo alla forza delle sue gambe.
Era vicinissima al cristallo.
Un paio di svolte e sarebbe arrivata e allora avrebbe seguito l'esempio
di Jou e Mamoru.
Uscì dal vicolo proprio di fronte all'obbiettivo e
attivò il suo programma Arcana.
Program
Execution: Arcana
Running:
The Moon
Il
raggio di
luce che uscì dal suo digivice si condensò in
lungo arco
bianco, intarsiato di gemme celesti e azzurre. La prescelta tese la
mano per afferrarlo, ma una lama strisciò rapida ferendola e
conficcandosi sul terreno alla sua sinistra.
-Giovinetta
prevedibile.- disse Matadormon, richiamando la lama a sé e
leccandone il sangue.
-Insipido.
Una forza acerba... un vero peccato... -
-Dov'è
Gryzmon?- esclamò Ylenia, afferrando il suo arco.
Matadormon
alzò le spalle.
-Non
lo so. Potrebbe essere morta. Non avevo interesse in
un'avversaria così debole e poco aggEHI!-
Una
freccia luminosa saettò verso di lui ferendolo
allo zigomo destro.
-Rimangiatelo.-
lo minacciò Ylenia. -Rimangiati quello che hai detto sulla
mia
migliore amica o la prossima finisce dove non ci batte il sole.-
Matadormon
si leccò il sangue che gli colava lungo il volto spigoloso.
-Stupida
ragazzina...- mormorò, con l'Ira che gli cresceva dentro.
Gryzmon
tentò di rialzarsi, ma la ferita all'addome era veramente
profonda e grave. Si sentì spacciata e delusa. Non era
riuscita
ad adempiere alla sua missione. Non aveva potuto proteggere Ylenia,
né aiutare Omegamon.
“Mi
dispiace...” pensò chiudendo gli occhi.
“Forse alla
fine potevo fare solo questo... non è giusto... mi
spiace...”
Ylenia
urlò in lontananza nel caos e quello strillo costrinse
Gryzmon a spalancare gli occhi di scatto.
“Ylenia!”
Un
altro urlo.
-YLENIA!!-
-AHAHAHAH!
Balla! Balla, giovinetta!- Matadormon stava proprio divertendosi a
usare la ragazzina come bersaglio. Due colpi su quattro andati a segno,
doveva ammettere che era un topolino veloce, perché non
l'aveva
ferita troppo gravemente.
Ylenia
gemette sonoramente tentando di estrarre una lunga lama dalla cosca.
-Thousand
Arrow!-
Un'altra
miriade di lame volò verso di lei. Ylenia saltò
all'indietro schivandone alcune che si conficcarono in
profondità nel terreno. Una le passò a pochi
centimetri
dalla spalla agganciandosi alla maglietta e trascinandola a terra.
-Maledizione!-
imprecò la digiprescelta, non riuscendo a liberarsi
rapidamente. E il nemico incombette subito su di lei.
-Addio,
ragazza.- le disse Matadormon -Presto raggiungerai la tua amica pelosa.-
Ylenia
tentò di difendersi con l'arco lunare, ma un'altra lama le
ferì il polso. L'arma le cadde e rotolò diversi
metri
più in là. Tentò nuovamente con una
freccia di
Luce, ma il dolore delle ferite era tanto da impedirle di concentrarsi
sull'energia. Ylenia chiuse gli occhi e pianse di rabbia e paura.
La
mente di
Gryzmon riportò la digimon a ricordare quei bei giorni
trascorsi
con Ylenia. Brevi momenti quotidiani. Avevano legato in pace e la
guerra le stava distruggendo, perché, a quanto pareva, non
erano
forti abbastanza. Erano più deboli degli altri, ma,
pensò, come loro erano unite. Ricordò con
malinconia la
foto fatta con la sua amica sulla ruota panoramica, solo l'anno prima.
Ylenia
era così felice...
La
stringeva forte, pervadendola del suo calore.
Gryzmon
si trascinò nella polvere e nel sangue.
“Ylenia...
Ylenia... “
-Chouzetsu
Rappa-
Una
furia
lucente d'oro lo investì alle spalle, schiantando il
Generale
contro il cristallo di Dramethyst, il quale rimase, purtroppo,
miracolosamente intatto.
Matadormon
si
alzò dolorante e vide la digimon urside marciare verso di
lui
avvolta dalla luce dorata della digievoluzione.
-Non
ti permetterò di fare altro male ad Ylenia.- disse -Di
distruggere la sua felicità.-
-Gryzmon,
sei
viva... lo sapevo... - La ragazza sussurrò il nome
dell'amica,
con le lacrime di gioia e sollievo a rigarle le guance.
-Vivremo
altri
giorni felici come quello.- continuò la digimon e la luce si
fece ancora più intensa. Nel digivice di Ylenia,
brillò
come non mai lo Stemma della Memoria.
La
clessidra
azzurra irradiò la sua luce cerulea che si unì a
quella
dorata e Gryzmon sentì il corpo mutare. Accolse quel
cambiamento
con speranza.
Sì,
avrebbe protetto Ylenia e sconfitto Matadormon.
-Gryzmon!
Chou Shinkaaaaaaa...-
La
sagoma
animale dell'orsa, così maestosa, si fece più
minuta agli
occhi dei testimoni e quando la luce scemò, la
digievoluzione di
Gryzmon apparve loro con le sembianze di una ragazzina selvaggia con la
pelliccia d'orso violacea come copricapo e mantello. Aveva zampe
animali inguantate in guantoni rossi nei quali erano incastonate due
grosse gemme e artigli affilati. Indossava poi una veste bianca e
stivali in cuoio dal quale fuoriuscivano tre artigli robusti e
taglienti. Quando la digimon aprì gli occhi e
alzò il
capo, Ylenia vide che aveva occhi dorati e corti capelli castani a
incorniciarle il viso, sul quale erano tracciati dei segni triangolari
rossi.
-Artiomon!-
annunciò la neo Evoluta e avanzò con passo deciso
e aggraziato al tempo stesso verso Matadormon.
*Digimon
Analyser*
Artiomon
Livello: Evoluto
Tipo: Uomo Bestia
Tipologia: AntiVirus
Attacchi: Crescent Moons:
Fa a pezzi il nemico coi fendenti delle
sue unghie affilate.
Shakespeare: Vibra
un potente attacco di lancia.
Shakespeare Moon Shield:
Agitando la lancia, crea un potente scudo d'energia lunare.
La
digimon
alzò la zampa e da una delle gemme fuoriuscì una
lancia,
che Artiomon afferrò e brandì contro l'avversario.
-Ora
la pagherai.- lo avvertì con voce calda.
-Io?-
rise istericamente Matadormon. -Tu pagherai la tua leggerezza!-
urlò scagliandole contro altre lame.
Artiomon
non si
scompose e roteò la lancia per creare davanti a
sé uno
scudo luminoso sul quale le lame rimbalzarono.
Matadormon
sbuffò, poi si leccò i contorni della bocca.
“Prevedibile.”
pensò Artiomon. E, dopotutto, Agumon glielo aveva detto.
Come
Taichi insegnava: se sei un vampiro, hai un solo pensiero fisso.
“Ma non mi succhierai di nuovo il sangue.”
La
digimon si
scagliò contro l'avversario urlando di ferocia guerriera
sotto
gli occhi basiti e ammiranti della sua migliore amica. Con forza
scagliò la lancia contro il Generale, che però la
schivò con un gesto elegante e calcolato.
-Che
ti dicevo?- la derise -Quanta poca grazNO!-
Troppo
tardi il
vampiro si rese conto che Ylenia si era liberata e che stava per
scoccare una freccia dall'Arco Lunare contro il cristallo.
-NO! NON LA
MIA ENERGIA! THOUSAND ARROW!- urlò Matadormon e
sferrò un pugno all'aria per scagliare altre lame contro la
prescelta.
-CRESCENT
MOONS!-
Artiomon,
però, scattò verso di lui e spalancò
le braccia.
Riavvicinò
poi le zampe tracciando nell'aria degli archi luminosi.
Falci
lunari che tagliarono ogni cosa incontrarono sul loro cammino.
Il
Generale
urlò di sorpresa e dolore un attimo prima di vedere e
sentire la
metà inferiore del suo corpo staccarsi e dissolversi.
-NO!
Non è possibile...- balbettò -Io... io non posso
morire così! Non in un modo così indegno... NOOOOOO!-
Il
suo urlo di
rabbia accompagnò la sua dipartita, mentre Ylenia scoccava
la
freccia contro il Cristallo, che s'infranse, liberando l'energia rubata.
Artiomon
le si avvicinò, preoccupata.
-Stai bene?-
L'amica
le sorrise e annuì.
-Adesso
sì.-
Le
due si
fissarono complici e sorridenti per quella loro vittoria, poi la bionda
si gettò sull'altra e l'abbracciò forte. -Sei
bellissima,
Artiomon.-
Quella
arrossì un poco.
-G-Grazie...-
-Se
WarGreymon ti vedesse, cadrebbe ai tuoi piedi.-
-Ma
che dici?!-
balbettò l'Evoluta allontanando la ragazza da lei e
coprendosi
il viso con le zampe. Ylenia rise di cuore.
L'urlo
sofferente di Omegamon, però, le riportò alla
tragica
realtà.
-Andiamo!-
esclamò la ragazza.
Artiomon
annuì e, presala sottobraccio, si precipitò verso
Omegamon, così come fecero Zudomon e LoaderLeomon coi loro
partner umani.
°
Taichi
e Yamato
urlarono il nome del loro digimon, atterriti, mentre il Demon Lord
dell'Ira scagliava un'altra potentissima fiammata infernale contro
Omegamon.
-Flame
Inferno!-
-OMEGAMON
NOOOOOOOOOO!-
Fine
Capitolo 24
Note:
Alzi
la mano chi credeva davvero che Wisemon fosse il
traditore!
Chi
pensa che Jou sia troppo badass?
Pardon,
lui e Mimi sono così "maltrattati", che volevo dare
loro gloria e onore.
ATTENZIONE
AGGIORNAMENTO DELL'ULTIM'ORA.
Ehm...
è imbarazzante, ma ieri, mi sono resa conto che mancava una
parte del
capitolo. Avevo segnato un pezzo come appunto nel file word e poi sono
partita da lì a copiare... ora però
c'è tutto. Se notate qualche errore
simile, fate un fischio ^_-
Artiomon
è un digimon che ho inventato ispirandomi alla dea
celtica Artio e a queste sue rappresentazioni in manga style: Artio
1
e Artio
2
Con
le dovute modifiche digitali.
Volevo
che i suoi attacchi fossero in celtico, ma non ho trovato un
vocabolario celtico da cui attingere.
L'attacco
"Crescent Moons" è ispirato al "Kaiser Nail" di
Weregarurumon, a sottolineare ancora il legame fra i due gemelli.
Così
come il fatto che Artiomon ha una forma umanoide.
La
sua prima digievoluzione doveva essere Bastemon (così
contrapponevo il cane e il gatto xp), ma per arrivare a lei Bearmon
doveva diventare Mikemon, una gatta. Mi stonava. L'alternativa era che
fosse Gryzmon a diventare Bastemon, ma la micetta non era nella sua
linea evolutiva, ma in quella di Bearmon. In più un orso non
ci
sbatte con un gatto. Posso capire una patatina volante che diventa un
angelo, ma un'orsa che diventa una gatta, mi stona.
Bah.
Alla
fine ho creato la sua evoluzione.
Anche
perché in tutta questa storia si parlerà
anche di
un'altra Bastemon e capite che la cosa genererebbe confusione?
Così
come l'idea di fare evolvere Artiomon (e Bastemon prima
di
lei) in Duftmon. Ho preferito cambiare, ecco, visti i legami fra due
nemici e le due digimon scelte.
Viva
gli spoiler ma non troppo xp Ma se volete tirare a indovinare la
cosa, fate pure.
...
Bene,
ora vi saluto e ci si sente al prossimo capitolo: La
svolta peggiore
Mi
farebbe davvero piacere avere un segno di vita in questa fanfiction,
quindi, se ci siete, battete un colpo ^_^
Riuscirà
Omegamon a battere Daemon e impedirgli di rapire
Risei e Ken?
Chi
è la misteriosa ragazza che apparirà nel
campo di
battaglia causando una morìa di digimon alleati e nemici?
Ma
soprattutto, riuscirà Mamoru a non combattere con i ragni
per un po'?
(Mi
inizia a fare pena...)
No,
ok, non prendete sul serio l'ultima domanda. E' ovvio che non ci
riuscirà.
Bye
Bye!!
|
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Capitolo 25 *** 25. La svolta peggiore ***
tw25
Capitolo
25: La svolta peggiore
I am the
master of the game
that made
a fool of you
I'm
watching from the highest tower
You've got
the aura to enchant them - and a symphony
and I've
got the power
(Another
Angel Down, Avantasia)
Nel
frattempo che i digiprescelti affrontavano i generali nella speranza di
distruggere i cristalli di Dramethyst, fuori dal campo di battaglia
MetalPhantomon aveva appena ricevuto dai Troopmon ciò che
aveva loro ordinato di portargli. Il digimon fantasma si
avvicinò con gli occhi baluginanti di maligna gioia ad una
grossa scatola nera, sigillata da nastri gialli che ne indicavano la
pericolosità. Senza esitazioni e cieco al timore che aveva
assalito i suoi digimon, MetalPhantomon tolse i sigilli e
l'aprì.
-Svegliati,
dolcezza, tocca a te adesso.-
°
Omegamon
si alzò con enorme fatica. Sentiva il corpo cadere
letteralmente a pezzi, come contro Diaboromon. Con l'unica differenza
che le braccia erano ancora al loro posto, una bella consolazione,
nonostante sentisse una ad una le crepe tracciarsi sull'armatura
bianca. Frammenti di quella cadevano al suolo, emettendo agonizzanti
tonfi metallici.
E,
tuttavia, il cavaliere non volle saperne della resa e sferzò
l'aria con la sua Grey Sword. Daemon non ne uscì illeso, ma
si trattò di misere ferite di striscio, era agile nonostante
la sua stazza. Il suo sogghigno mutò però in una
smorfia di dolore quando il Garuru Cannon gli scaricò
addosso tutta la sua energia distruttiva, respingendolo per diversi
metri.
Taichi
e Yamato esultarono e incoraggiarono gli amici a proseguire l'attacco.
Purtroppo, la loro gioia fu breve. Un rapido sprazzo di gloria e
speranza, poi la disperazione si abbatté su di loro.
Con
un urlo di rabbia ferina, Daemon si scagliò su Omegamon
travolgendolo. Il cavaliere cadde nuovamente fra le macerie e il nemico
infierì su di lui tempestandolo di pugni e calci carichi di
furia omicida.
-Omegamon,
reagisci!- lo supplicò Taichi e quella preghiera parve
essere esaudita, perché il digimon dei prescelti
riuscì ad afferrare il pugno del Demon Lord e a
scaraventarlo lontano da sé. Il tempo di tirare un sospiro
di sollievo, di riprendere fiato.
-Attento!-
gli urlò Yamato.
Ma
non fece in tempo a spostarsi, Omegamon, Daemon piombò
nuovamente su di lui, colpendolo con le sue possenti corna e
perforandogli l'addome.
Il
cavaliere indietreggiò piano, rantolando e tremando, mentre
il sangue colava a fiotti. Alcuni rivoli colarono lungo le corna del
demone che ne raccolse qualche goccia per assaggiarla, leccandosi gli
artigli con un ghigno feroce. I
digiprescelti compresero immediatamente, l'avevano già
capito, che i giochi erano finiti da un pezzo. E che Omegamon era in
pericolo più che mai.
-Flame-
-Scappa,
Omegamon!- urlò Yamato.
-Togliti
da lì!- gli fece eco Taichi.
E
Daemon se la rideva, eccome se rideva, divertito da quelle urla
disperate, da tutta la distruzione senza quartiere arrecata e da quella
che avrebbe causato di lì a pochi istanti. Omegamon era
crollato, aveva un ginocchio a terra e a capo chino sembrava attendere
il colpo di grazia, come un cavaliere attende l'investitura. Lui gli
avrebbe dato quella della morte e non sarebbe stata rapida.
-Inferno!-
concluse con un ruggito vittorioso e le fiamme divamparono come un
fiume cremisi di morte e inghiottirono il malridotto paladino sotto gli
sguardi atterrirti dei suoi protetti, che neppure quando Piemon aveva
trasformato i loro amici in portachiavi avevano provato tanta
primordiale paura. Eppure si lanciarono entrambi verso il muro di
fiamme e vento. Il fuoco e il vento bollente sferzarono i loro corpi e
li respinsero. Ritentarono, senza risultato, caddero sotto la forza del
vento bollente e non poterono che restare ad ascoltare l'agonia
straziante di Omegamon. Daemon infierì su di lui davanti ai
loro occhi flaggellandolo con fruste di fuoco che fecero rimpiangere
loro Vamdemon con la sua smania di potere e il suo carattere di merda.
-OMEGAMON!-
i ragazzi urlarono atterriti il nome del loro digimon, mentre il Demon
Lord dell'Ira gli scagliava contro un'altra potentissima fiammata
infernale.
Probabilmente
l'ultimo attacco.
-Flame
Inferno!-
-OMEGAMON
NOOOOOOOOOO!-
-Hammer
Spark!-
-Shakespeare
Moon Shield!
-Loader
Morning Star!-
Una
potente mazzata e un violento fulmine s'abbatterono sul Demon Lord e un
vento forte spazzò via il fuoco quanto bastava per
permettere all'angelo della Volontà, Pidmon, e ad Angewomon
di raggiungere Omegamon e sollevarlo di peso per allontanarlo dal
nemico.
-Cosa?!-
sbottò Daemon, stupendosi di quella difesa in extremis e
sentendosi irritato anche dal fatto che quei digimon fossero ancora
vivi.
-Resisti,
Omegamon.- disse Pidmon, medicando il cavaliere immediatamente.
Angewomon, invece, si alzò in piedi lentamente, guardando in
un punto oltre le spalle del Demon Lord.
-Scusate,
ho da concludere una cosa.- disse, con voce ferma e dura.
Una
sagoma schizzò rapida contro di lei, ma l'angelo
l'abbatté con un calcio al volto, lasciando di stucco tutti.
Kuzuhamon fu scagliata ai piedi del suo signore, con suo grande
disappunto e umiliazione.
-Ice
Lord Bump!-
Le
fiamme del vortice che fino a quel momento avevano impedito a Taichi e
Yamato di accorrere (invano, lo sapevano) in soccorso dei loro amici,
furono imprigionate da un muro di ghiaccio. E dalla sommità
di quello fece capolino Zudomon.
-Presto,
venite!- esclamò Jou, apparendo sul guscio dell'amico. -Non
reggerà per molto!-
Infatti,
le fiamme erano troppo calde per essere contenute dal ghiacci, che
iniziò a sciogliersi rapidamente in più punti e
il vapore prodotto si levava verso il cielo.
I
due ragazzi non se lo fecero ripetere due volte.
Daemon
fu seccato di quella nuova svolta. Non solo gli avevano tolto Omegamon
dalle grinfie, ma i digiprescelti stavano radunandosi alla spicciolata
per combatterlo. Contenne però la rabbia e proruppe in una
risata agghiacciante. Dopotutto aveva ancora molti assi nella manica.
°
-Kirisute
Gomen!-
Un
potente drago fiammeggiante creato dalla spada di Musyamon si
abbatté su DeathMeramon, il quale però
usò il suo Heavy Metal Fire per attutire il colpo e grandi
gocce di metallo liquido bollente schizzarono ovunque. Hiroyuki
protesse se stesso e Mimi con i pugni corazzati di Strenght.
-Flo'
Cannon!-
Lilymon
scagliò la sua energia floreale contro il nemico, colpendolo
in pieno.
-Brava,
Lilymon!- esultò la prescelta della Sincerità.
-Nice Shot!-
-Attenzione!-
Musyamon
fu lesto e si frappose fra la compagna digimon e la catena rovente
lanciata dal nemico, parandola con la sua robusta spada. Un potente
pugno s'abbatté sul cranio di DeathMeramon e il generale
indietreggiò confuso, prima di restituire il colpo al
mittente.
Hiroyuki
ricevette il pugno rovente in pieno addome e la forza del nemico gli
mozzò il fiato. Il ragazzo cadde a terra e
strisciò nella polvere.
-Tu
devi essere quel moccioso che mette i bastoni fra le ruote ai Cavalieri
Reali. Forse hai bisogno di una lezione per capire la differenza fra
digimon ed esseri umani.- lo schernì DeathMeramon.
Il
prescelto del Vigore tossì e sputò sangue. Si
rialzò sulle gambe tremanti e si avvicinò
all'avversario. Strinse i denti, caricò, colpì.
Un diretto, un montante. Il corpo del digimon era rovente, ma la Forza
gli proteggeva i pugni. Hiroyuki si accanì contro di lui con
tutte le sue energie, con maggior Vigore e DeathMeramon
iniziò ad avvertire la forza crescente dei colpi.
-Maledetto
marmocchio.- ruggì, stupito ed irritato. -Cosa diavolo sei?!-
-Ora,
Musyamon!- urlò Hiroyuki.
-Shiratorimaru!-
La
spada fiammante di fuoco ceruleo affondò nel petto
costellato dei lividi inferti dal ragazzo. DeathMeramon
cacciò un urlo di dolore, ma rimase abbastanza lucido e
pronto di spirito da scagliare la sua catena contro un edificio poco
distante e agganciarsi ad esso per sottrarsi alla lotta. Solo un poco,
ovviamente, il tempo di riprendere fiato, aveva sottovalutato i
digiprescelti e i loro digimon, doveva ammetterlo almeno a se stesso.
Si accovacciò sulle tegole del tetto e si pulì il
sangue che gli colava dal mento. Fece per tornare a combattere, quando
qualcosa attirò la sua attenzione. A parte lui, non c'erano
altri digimon a combattere lì intorno.
Quella
zona era diventata stranamente silenziosa.
Scorse
poi, in lontananza, MetalPhantomon, che avanzava per le strade al
fianco di una figura minuta. Al loro passaggio, i digimon, alleati o
nemici, di qualunque fazione, cadevano a terra, senza distinzioni.
Si
udì un urlo di trionfo e un altro cristallo scomparve dalle
mappe.
-Miyako
ed Hawkmon ce l'hanno fatta.- esultò Mimi. Ma non aggiunse
altro, perché anche lei e i suoi compagni scorsero il
possente fantasma e la figura minuta procedere verso una direzione
precisa.
Andavano
verso Omegamon.
DeathMeramon
s'irritò, i suoi occhi di brace scintillarono d'Ira.
-Maledetto
MetalPhantomon...- commentò fra sé.
Scoccò
poi un'occhiata ai prescelti.
-Vi
è andata bene, mocciosi. Consideratela una tregua.- disse,
poi si diresse rapido come il vento sulla scia del fantasma e del suo
accompagnatore.
Oh,
quante gliene avrebbe cantate a quel bastardo!
°
Se
Kuzuhamon si era rivelata da principio un'avversaria ostica, Angewomon
doveva ammettere che davanti al suo Signore la generalessa era
diventata terribile. Quasi quanto LadyDevimon. Quella "buona".
Comunque,
poiché lo scontro si protraeva da ore, pur con i cristalli
distrutti, l'angelo faticava a starle dietro.
Certo era molto ostinata anche lei.
-Holy
Arrow!-
La
freccia di luce colpì Kuzuhamon al braccio, tuttavia, la
generalessa si scagliò contro Angewomon e la
colpì con forza al volto col suo bastone. Angewomon
barcollò, stordita.
Kuzuhamon
sogghignò, non avrebbe permesso a quella stronzetta bionda
di farla sfigurare davanti al suo Signore.
-Ura
Izuna!-
-Heaven's
Charm!-
Le
volpi oscure della generalessa s'infransero contro la croce di luce
dell'angelo.
-Maledetta!-
ruggì Kuzuhamon, con l'Ira che cresceva sempre
più dentro di lei.
-Ura
Izuna!-
La
potenza del suo attacco stavolta fu triplicata e Angewomon non
riuscì a pararlo completamente. Fu sbalzata via e si
schiantò contro un edificio sotto gli occhi attoniti e
spauriti di Hikari e degli altri ragazzi.
-Angewomon!-
la prescelta della Luce corse verso la sua amica per soccorrerla.
-Kuzuhamon.-
disse con voce atona Daemon. La generalessa si voltò verso
il suo Signore e accennò un inchino.
-Hai
fatto un buon lavoro, qui.-
-Mio
Signore, la ringrazio.- rispose fiera.
-E
tuttavia...- continuò Daemon -Ci hai messo un po' troppo ad
occuparti di quell'angelo.-
Kuzuhamon
si sentì fremere d'imbarazzo, si sentì umiliare.
Il calore le imporporò le guance pallide.
-Mi
dispiace, mio Signore.- disse piano.
-Eri
tu quella che derideva la mia fedele LadyDevimon. Dov'è
tutta la forza e la crudeltà di cui ti vantavi?-
-Signore,
io non mi sarei mai- -Taci! Non mentire. Non m'importa delle tue
chiacchiere, io voglio i fatti. E non ne ho visti.-
-Ma,
Signore...- Kuzuhamon si trattenne, terrorizzata per aver osato
ribattere contro il suo Signore. Ma... doveva dirglielo...
-Signore...- fece con un tono più calmo. -Con tutto il
rispetto, Signore, LadyDevimon è stata sconfitta dai
digiprescelti, io no. Lei
è caduta per mano loro, io sono qui
a servirla!-
-Taci.-
le ordinò Daemon e lei obbedì, frustrata.
La
verità era che Kuzuhamon odiava LadyDevimon, la generalessa
d'oro caduta per mano di Silphymon sulla terra tre anni prima. La
odiava maggiormente perché era la cocca di Daemon e lei
sospettava che fra i due ci fosse del tenero. Non aveva prove, ma era
evidente che quella fosse la cocchina del padrone. Mai che se la
prendesse con lei! Guai a toccargliela! E che fosse forte passava
davvero in secondo piano, quando tutto il resto gliele faceva davvero
girare!
-Hai
trenta secondi per mostrarmi il tuo valore. Portami la testa di
quell'angelo e della sua prescelta.-
-Sarà
fatto.- rispose la digimon e puntò lo sguardo sanguinario
verso Angewomon, che stava rialzandosi con estrema fatica dalle
macerie, provata dallo scontro.
Kuzuhamon
scattò e s'avventò contro di lei, colpendola col
suo bastone.
-Angewomon!-
urlò Hikari e fece per correre verso di lei, ma Taichi
l'afferrò per il braccio.
-Ferma,
è pericoloso!-
-Lasciami!
Devo aiutarla!-
-No,
Hikari!- Taichi la strinse con più forza a sé,
costringendola immobile al suo petto, dominato dalla paura per la vita
della sua sorellina.
-Holy
Arrow!-
Come
incoraggiata dalle urla della sua partner, l'angelo della Luce
riuscì a scagliare un'ultima freccia che trapassò
l'addome dell'avversaria. Kuzuhamon cessò di attaccarla e
barcollò pericolosamente. Sputò sangue e
tentò di continuare il pestaggio, ma i suoi colpi divennero
più deboli e Angewomon li schivò o
parò facilmente.
-Ura
Izuna!-
L'angelo
schivò le volpi oscure e sferrò un calcio al
volto dell'avversaria, frantumandole la maschera. Un altro calcio e la
scagliò a terra, verso Daemon.
Kuzuhamon, dolorante, cercò di rialzarsi.
-Tempo
scaduto.- decretò il Demone dell'Ira.
-Ma,
Signore!- esclamò Kuzuhamon -Posso ancora farcela, ve lo
giuro!-
Il
suo volto grondava di sangue e i suoi occhi erano velati dalla furia
mista a paura. Angewomon si rimise in guardia quando la vide pronta ad
attaccare nuovamente, ma, d'un tratto, Kuzuhamon s'irrigidì
e si portò le mani alla gola, con gli occhi spalancati per
il terrore.
-E-ehi!-
esclamò Taichi, sorpreso.
-Che
le succede?- domandò Hikari -Cosa le sta facendo?!-
Kuzuhamon
rivolse lo sguardo al padrone, ma non lo vide preoccupato per lei,
né lesse disprezzo nei suoi occhi gelidi.
Non vide nulla.
Scorse
due figure oltre Daemon procedere a passo lento.
La
vista si annebbiava.
Vide
una fiamma... la torcetta correva... era affannata...
Kuzuhamon
ripensò ai compagni con cui condivideva quell'ambizione.
L'ambizione di essere generali d'alto rango nell'esercito. In alto,
sempre più in alto, secondi a nessuno, i guardiani...
I
suoi compagni, fu quello il suo ultimo pensiero. Buffo come non
avessero fatto che litigare tutta una vita.
Si
dissolse in dati dopo aver emesso un debole sospiro, sotto gli sguardi
sconcertati dei digiprescelti e quello giulivo di MetalPhantomon.
Death
Meramon si fermò a pochi metri dal Demon dell'Ira,
inorridito.
-Che
sta succedendo qui?!-
-Fa
piazza pulita.- Daemon si rivolse così a MetalPhantomon,
senza degnare l'altro generale di uno sguardo. -Io vado a prendere i
mocciosi.-
-Sissignore.-
rispose il luogotenente. Poi si rivolse alla figura al suo fianco.
-Uccidili tutti, Rei.-
-Ma
prima...- disse Daemon, assottigliando gli occhi di ghiaccio e
puntandoli contro Yamato che s'irrigidì. -Tu verrai con me.-
-No!-
urlò Omegamon, ma non riuscì a muoversi d'un
millimetro. Daemon si scagliò contro Yamato e gli
afferrò il braccio con forza, quasi strappandoglielo via. Il
ragazzo urlò di dolore e tentò di dibattersi, ma
fu inutile, il Demon Lord lo tenne ben stretto e spiccò il
volo, non verso la statua di Medieval Dukemon, ma verso il campanile.
-Daisuke, ma quello...- Imperialdramon scorse Daemon e si
alzò in volo, allarmato. -Quello con Daemon è
Yamato!-
-Cosa?!- fece il moro, reggendosi con forza al digimon. -Fermalo,
Imperialdramon!- esclamò. -Probabilmente il traditore gli ha
detto che la statua era solo un trucco per sviarlo, dannazione! Se
scopro chi è lo riempio di calci in culo fino a domani!-
-Tieniti forte!- esclamò il digimon e aumentò la
velocità per raggiungere il nemico.
Invano.
Perché
proprio quando gli artigli del drago furono lì lì
per agguantarlo, Daemon si smaterializzò nel nulla.
Per
riapparire nel mezzo di un secondo campo di battaglia.
La
smaterializzazione e la rimaterializzazione furono talmente rapide, che
il prescelto dell'Amicizia rischiò di rimettere stomaco e
contenuto per le vertigini e il capogiro.
Ci mise qualche secondo a capire dove si trovasse e cosa stesse
accadendo.
Nello
spazio digitale attorno a loro, l'aspro scontro fra Wisemon e Mistymon
era appena giunto al termine. Chi dei due era il traditore? Aveva paura
di scoprire la risposta.
Wisemon
aveva perso un braccio, il corpo di Mistymon era ridotto alla sola
parte superiore.
-Allora?-
domandò impaziente Daemon.
-Non
sono più qui.- rispose secco e tagliente Wisemon. Il mago
squadrò il Demone e il ragazzo ancora confuso.
-Sono
dentro il suo libro, Signore!- rispose Mistymon con un grido di giubilo
e vendetta.
-Bastardo,
allora eri tu!- esclamò Yamato, scattando verso di lui, ma
Daemon lo trattenne.
-Tsk,
morire così, per niente.- commentò Wisemon,
mantenendo la calma.
Davanti
agli occhi del prescelto, il mago investì con una grande
luce ciò che restava di Mistymon, uccidendolo.
Daemon non batté ciglio, anzi, si rivolse al vincitore ghignando.
-Consegnamelo,
Wisemon. Ti farò un'offerta più alta di quella
fatta a Mistymon.-
Per
tutta risposta, il mago scagliò telecineticamente il suo
libro sul grugno del Demon Lord. Il demone ruggì mentre il
tomo, come una bestia inferocita, lo aggrediva sfogliandosi a rapida
velocità e sfregiandolo con la carta. Mentre quello tentava
di liberarsi della seccatura, Wisemon tentò di afferrare il
prescelto dell'Amicizia e metterlo in salvo, ma Daemon fu
più svelto e avvolgendo il ragazzo con la possente coda lo
spostò alle sue spalle. Yamato tentò di
divincolarsi, ma fu ovviamente inutile e, nel frattempo, Daemon si era
strappato il libro di dosso e l'aveva scagliato lontano. Furono attimi,
rapidissimi secondi.
-Chaos
Flare!-
In
pochi istanti, un altro vortice fiammante s'avviluppò
intorno a Wisemon, divorandolo.
-Nooooo!-
urlò Yamato.
Tentò disperatamente di prendere il suo Digivice, ma la coda
del Demone gli bloccava le mani contro il busto in una morsa ferrea. Il
ragazzo non poté far altro che assistere impotente alla
scena, con le lacrime agli occhi. Ancora una
volta non poté far nulla.
-Che
spreco.- commentò Daemon, con disappunto.
-No... no... nooooo!- Gridò il ragazzo in preda alla
tristezza e alla rabbia.
-Digiprescelti.-
La voce di Wisemon si fece largo nella sua mente.
-Noi tutti confidiamo in voi. Ricordate, Daemon è prudente,
ma lo è troppo. Sfruttate questo, abbiate fiducia in voi,
nei vostri Digivice e nei vostri Arcana e salvate questo mondo.-
-Wisemon...-
Yamato non riuscì a trattenere un singhiozzo. -Non... non
morire...-
-E'
stato un onore, per me, conoscervi.-
Il
vortice di fiamme cessò di ardere, mostrando il vuoto fra le
sue spire. Ma il ragazzo aveva già capito dal suo silenzio,
che Wisemon se n'era andato. E quell'assenza era devastante. Aveva
discusso con quel digimon, ma gli aveva anche affidato Risei, si era
confidato con lui sui suoi timori, aveva perso un prezioso amico e la
cosa più devastante era che si era appena reso conto di
quanto lo fosse. E aveva dubitato di lui, anche solo per un attimo.
Daemon
rise e fu terribile, davvero orribile, non potergli spaccare il muso.
Il
Demone riportò il ragazzo davanti a sé e lo
sollevò alla sua altezza. Gli afferrò la testa
col palmo enorme e strinse la presa.
Yamato
urlò.
-Un
vero idiota, Wisemon, vero?-
-Bastardo... non osare... -
Daemon
usò un incantesimo e Yamato urlò ancora,
più forte di prima, per il dolore lancinante che gli
attraversò il corpo, dalla punta dei capelli, alle dita dei
piedi.
-Come
se non sapessi come farlo venire qui da me. Non ho bisogno di muovere
un dito.-
A
quel punto, i ricordi del prescelto dell'Amicizia si fecero vaghi.
Ricordò bene solo il dolore che gli attraversò
ogni fibra del corpo, come se ogni centimetro di esso venisse
sminuzzato, pezzo per pezzo. Il cervello pulsava penosamente, come se
volesse schizzargli fuori dalla scatola cranica. Il buio intorno a lui
fu costellato di luci e sentì un forte grido squarciare
l'aria, un agonizzante, lacerante, urlo.
Era il suo.
Non riusciva più neppure a pensare, tanto soffriva e quel
dolore cresceva e cresceva. Urlava, ma ormai non era nemmeno conscio di
farlo ancora.
D'improvviso,
un lampo di luce.
-Papà!-
La
voce di Risei.
-Aspetta!-
E
Ken.
Sentì
anche Koushirou, ma la sua voce fu sovrastata dalla risata gutturale di
Daemon.
Il
dolore raggiunse l'apice.
Un
raggio di luce azzurra squarciò l'oscurità e
sentì il proprio corpo venire strappato con forza dalla
presa di Daemon e ciò gli causò più
sollievo che dolore. Il buio tornò ad inghiottirlo,
e il dolore scemò con tutto il resto.
-Papààààààà!-
La
voce di Risei divenne solo un sussurro soffocato dal silenzio.
Fine
Capitolo 25
Note:
Sì, sono una stronza. Sì, Yama è
sempre nella merda. Ma niente ragni per Mamo. In fondo non sono poi
così male, no?
Comunque,
questo capitolo l'ho finito di scrivere il 3 agosto. La data di nascita
di Risei. Come vi dicevo, sono una carogna.
Non
era pianificato, eh, voglio bene al mio cucciolotto.
E'
un capitolo molto concentrato, combattuto e incasinato e una nuova
forza è entrata in campo.
Per la cronaca, siccome non voglio che si pensi io consideri quella
LadyDevimon la p*****a di Daemon, le cose non stanno così. E
un'impressione sbagliata di Kuzuhamon. E' vero però che
Daemon aveva per lei un'alta considerazione. Come combattente, non per
le sue generose grazie, eh u.u
Quale
sarà la sorte di Risechan, Ken e Yama?
Cosa
faranno ora i digiprescelti?
Ma,
sopratutto, come funziona il sincronismo di Taichi e Yamato? (nel caso
vi aspettiate una scena figa, no, sarà una scena pirla, per
ora).
Tutto nel prossimo capitolo (e vi regalo anche uno spoiler): Raccattare
i pezzi
-Ci
sei andata davvero?- esclamò Sora, sconvolta.
-Sì.-
rispose Mimi -E sono anche stati molto gentili a dirmi i nomi dei
nostri prossimi nemici. E, prima che facciate domande sceme, non hanno
mentito. La mia Crest l'ha sentito.-
-Però
così non sappiamo comunque come entrare!- esclamò
con esasperazione Yamato.
-Scusa,
biondo, sono la ragazza di un genio, non sono attrezzata per i
miracoli. Ancora.-
|
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Capitolo 26 *** 26. Raccattare i pezzi ***
Twins' War Cap 26
Capitolo
26: Raccattare i pezzi
Don't cry for long
Our time is
coming closer
Fight through
the pain of it all
And remember
that rising comes after the fall.
(After
the fall, We as Human)
L'alba
che sorse su
Witchelny colorò coi suoi riverberi rosati le macerie
sparse,
causando un forte senso di malinconia a chiunque osservasse quello
sfacelo. Chi si era illuso di poter preservare gli antichi edifici, le
abitazioni, l'ateneo o la torre dell'orologio, anche solo una singola
costruzione dalla furia del Demone dell'Ira, si era sbagliato.
Pennacchi di fumo grigio si levavano lentamente al cielo pastello non
più sconvolto dalle battaglie. Timidamente, alcuni digimon
iniziarono ad affollare le vie distrutte per constatare quali danni
avesse causato la battaglia. Un Magiciamon fece rotolare via un grosso
masso, per cercare i resti della propria vita in quella che era la sua
abitazione. C'era una vecchia foto sotto la polvere, la strinse fra le
mani tremanti. Sarebbe stato meglio non combattere e arrendersi? Era il
pensiero di molti. C'era chi voleva che la vita proseguisse distaccata
da ogni tragedia e c'era chi pensava che Witchelny sarebbe morta col
tempo, se avesse continuato ad isolarsi. Quello era ciò che
Wizarmon pensava. La città era una comunità
isolata da
Digiworld. Loro si ostinavano a ritenerla un mondo a parte, ma la
verità era che si trattava di un piccolo satellite, un
piccolo
mondo costruito nelle pieghe di uno spazio in perenne rivoluzione.
Nonostante gli insegnamenti ricevuti, la sua patria era legata al Mondo
Digitale a doppio filo, più di quanto gli stessi abitanti
avessero potuto immaginare, più di quanto avessero voluto
ammettere.
Il mago sospirò al vociare crescente, all'aria che sapeva di
fumo e cenere, di corpi bruciati e di sangue. Perché i morti
sparivano, ma non ciò che si lasciavano dietro.
-Wizarmon.-
Era Witchmon, la sua rivale di sempre. Assieme a lei c'era Sorcerimon,
pochi passi più indietro. E c'erano anche due Magiciamon
gemelli. Erano sempre stati i migliori dei loro corsi, loro cinque. Ma
era storia vecchia, lontana. Al presente erano solo dei sopravvissuti
ad
una distruzione che non aveva risparmiato nulla. E a rendere il boccone
ancora più amaro c'era la consapevolezza di essere stati
traditi
da qualcuno che stimavano e rispettavano.
-Se solo fossimo riusciti a capirlo... forse Wisemon sarebbe stato
vivo, adesso.- disse con malinconia Wizarmon.
-Il senno di poi è inutile.- rispose Sorcerimon.
-I digiprescelti stanno pianificando il contrattacco.-
continuò
Witchmon -E sta per iniziare una riunione per decidere se affiancarli o
meno.-
-Ce n'è davvero bisogno?- replicò Wizarmon -Chi
vuole unirsi a noi lo faccia.-
-Senza Wisemon o Mistymon non abbiamo più una guida.- disse
mesto il maschio dei gemelli di Earthlin.
-No, ce l'abbiamo ancora.- ribatté Wizarmon e col capo
indicò la piazza.
La statua di MedievalDukemon era miracolosamente sempre al suo
posto.
°
-Si dia inizio alla riunione.- esclamò Taichi. Le ferite di
tutti erano state medicate e risanate dalla magia curativa, altrimenti,
Taichi e Yamato avrebbero avuto bende ovunque a proteggere la pelle
ustionata e avrebbero puzzato di pomata lontano un miglio. Il secondo
poi avrebbe avuto dolori ovunque, grazie al Demon Lord che gli aveva
"stimolato" tutti i centri nervosi. Koushirou avrebbe avuto un occhio
bendato a causa di una scheggia di legno che l'aveva ferito durante
un'esplosione. Tentomon era stato colpito da Daemon mentre si evolveva
e questo l'aveva salvato da morte certa, ma aveva riportato seri danni,
tanto che c'erano voluti diversi minuti per rimetterlo in sesto.
Infiniti minuti in cui il suo partner era rimasto col cuore in gola a
pregare. Ylenia avrebbe avuto ancora le ferite inferte da Matadormon,
così come Bearmon, che però era Superdigievoluta
e perciò i danni si erano attenuati. Tailmon aveva riportato
numerosi lividi e fratture, la sua lotta contro Kuzuhamon le aveva
lasciato pesanti segni addosso e un sapore amaro per il triste finale.
Hiroyuki aveva anche lui lividi ed ustioni, così
come Mimi. Lilymon e Musyamon erano messi peggio di loro, ma
tutto sommato erano in salute. Musyamon era un digimon molto
resistente. Ciò non toglieva che DeathMeramon gli aveva
fratturato parecchie costole. Mamoru aveva lividi ed escoriazioni ai
polsi ed era stato avvelenato dalle ragnatele di Dokugumon. Anche
LoaderLeomon ne aveva risentito in parte e il veleno gli stava
corrodendo la corazza. Tutti, insomma, persino Mika erano rimasti
feriti in modo più o meno grave. Persino Bakumon e Black
Agumon, salvi grazie alla prima, che aveva gettato a terra l'altro
Intermedio e la sua piccola amica, così che le fiamme di
Daemon non potessero ucciderli. Il digimon di Risei
non era solo frustrato, era su tutte le furie per molteplici ragioni.
Uno: non era riuscito a proteggere il suo partner.
Due: non aveva
avuto speranze contro il Demon Lord in quella forma. Oh, ma l'avrebbe
trovato. Aveva trovato cose che la maggior parte dei digimon non sapeva
manco se davvero esistessero, sarebbe andato fino in capo al mondo per
ritrovare il Demone e fargli sputare sangue per quell'affronto!
E per riavere il bambino.
Gli
alleati non erano messi meglio e Jijimon e Babamon erano esausti,
così come Wizarmon e i pochi abitanti di Witchelny che dopo
la battaglia si erano dedicati alle cure magiche di tutti. I vecchi
Mega non volevano perdere tempo per salvare il piccolo Risei e avevano
dato fondo a tutte le loro energie. Erano anche loro nella sala,
accasciati in un angolo a riprendersi dalle fatiche, ma attenti.
L'ambiente non era molto spazioso.
Era una stanza spartana, nel quale
Andromon e Gennai avevano provveduto a sistemare un grosso computer e
nella quale erano disposte in cerchio parecchie sedie. Lungo tutta una
parete era aperto uno squarcio irregolare che si affacciava su una via
alla periferia di Witchelny. Imperialdramon se ne stava accucciato
là fuori a centellinare le energie, perché era
l'unico che poteva muoversi rapidamente e raggiungere il
nemico. Jijimon si era occupato di lui immediatamente, anche se non
aveva subito molti danni.
Non potevano permettersi che involvesse.
-Meramon, allontanati, mi stai ustionando!- protestò Ogremon.
Leomon alzò gli occhi al cielo.
-E tu Yukidarumon non mi stare così attaccato, sei gelido!-
continuò a protestare l'orco.
-Che bei ricordi.- fece Mimi, con un sorrisino malinconico. -E dire che
la situazione era disperata anche allora...-
-Non è così disperata, se hanno ancora fiato da
sprecare...- commentò Centarumon.
-Forse era meglio aspettare prima di curarlo...- commentò
Jou, fissando l'orco in tralice.
Decisamente, la stanza era molto, molto affollata.
E se non fosse stato per qualche siparietto comico qua e là,
l'umore sarebbe stato davvero pessimo, come nemmeno un'ora prima.
Quando aveva riaperto
gli occhi,
il digiprescelto dell'Amicizia aveva voluto sapere subito cosa fosse
successo. Perché aveva un terribile sospetto.
-Dov'è Risei?-
Gli sguardi degli amici radunatisi intorno a lui alla spicciolata
parlarono chiari, ma fu Koushirou a dare voce alla sua paura.
-Daemon ha preso Risei e Ken.-
-No!- il tono dell'amico fu più un lamento che
un'esclamazione.
Si afferrò la testa fra le mani per ricordare. Ricordare
cos'era
successo, perché lui invece era stato risparmiato.
-Wisemon ci aveva fatto
fuggire.- iniziò Koushirou -Ma
quando ti abbiamo sentito urlare, Risei è voluto tornare
indietro.-
-Perché non l'avete fermato?- lo accusò Yamato.
-Ci abbiamo provato, anche se non avremmo voluto.- rispose Koushirou
con lo sguardo distolto da lui per la vergogna. -E comunque, non
riuscivamo a tornare indietro, fuori dal libro.-
Guardò gli altri.
-Non so spiegarlo, ma eravamo in una dimensione all'interno del suo
libro. Non so dove di preciso o dove saremmo usciti, ma non potevamo
tornare indietro. Risei però è riuscito ad
aprire un
varco.-
Guardò Yamato dritto negli occhi.
-Ha urlato e si è aperto un varco.-
-Come Majin Bu?- saltò su Daisuke.
-Come Majin Bu.- replicò Koushirou.
-Poi è corso fuori.- aggiunse Tentomon. -Non avevamo difese e lui ha
preso Risei e Ken.-
-Vi aveva in pugno
tutti e tre e ci avrebbe ucciso prima di andarsene se non fosse stato
per Daisuke e Imperialdramon.- concluse il rosso.
Molti occhi puntarono il quattordicenne e il drago imperiale.
-Beh, non è stato solo merito nostro!- esclamò il
ragazzo agitandosi sulla sedia.
-È stato il cavaliere.- spiegò Imperialdramon con
la voce
di ExVeemon.
-Noi non siamo riusciti a fermare Daemon e non sapevamo come
raggiungerlo.- continuò con quella di Stingmon. -Abbiamo pregato di
raggiungervi. Volevo raggiungere Kenchan... E l'ascia del cavaliere si
è
sollevata.-
Tutti si guardarono stupiti.
-Ha aperto il varco dimensionale.- spiegò Daisuke.
-È stato
come un colpo di vento. Un fendente e si è aperto un varco.
Vi
abbiamo visto e abbiamo cercato di fermare Daemon, ma il vigliacco
è riuscito a scappare!- esclamò battendosi un
pugno sul
ginocchio. -Fortunatamente almeno siamo riusciti a colpirlo al braccio
e ha lasciato la presa. Così almeno tu sei qui.- concluse
guardando Yamato. -Mi dispiace per Risei! Te lo prometto, lo
salveremo, io- Yamato gli mise una mano sulla testa per interromperlo.
-Va bene così, Daisuke. Grazie.- fece con un sorriso triste.
-E grazie anche a te.- disse poi ad Imperialdramon..
-Cosa facciamo adesso?- domandò Iori.
-Dobbiamo raggiungere la base di Daemon e restituirgli il favore!-
ribatté Daisuke.
-Con gli interessi.- aggiunse Miyako.
-Sapessimo
dov'è! A proposito...- iniziò Taichi -Daemon ha
portato via anche Neo e sua sorella.-
-Sua sorella?-
domandò Yamato, spiazzato. -Quella ragazza era sua sorella?-
-Sì. Daemon
deve aver fatto qualcosa anche a lei, hai visto quello che ha fatto a
quella Kuzuhamon, no?-
Yamato annuì.
E come poteva dimenticarsi di quello che aveva visto.
-Rei non era cosciente,
aveva lo sguardo vacuo.- continuò Taichi e strinse i pugni
-Finalmente quei due stavano tornando ad essere felici e lui... quel
bastardo...-
-Perché mi
stai dicendo questo?- domandò il prescelto dell'Amicizia,
indagando sul comportamento dell'amico.
Il prescelto del
Coraggio gli lanciò un'occhiata eloquente.
-Perché
Daemon li ha usati per trovarci...-
-So benissimo che non
è colpa
loro.- replicò quello. -Probabilmente senza Neo Saiba non ci
avrebbe
mai trovati e questo mi fa incazzare, ma non li abbandoneremo, se era
questa la tua preoccupazione.-
-Yamato...- Taichi lo
guardò con occhi lucidi e luminosi. -Sei diventato così
maturo...-
-Ma finiscila!-
replicò tirandogli un pugno in testa.
-Sorina, il mio bambino
è cresciuto!- continuò quello, imperterrito.
-Dai...- la rossa si
grattò la nuca, sudando freddo. -Cerchiamo di pensare ad un
buon piano.-
La ricerca del buon piano non andò subito in
porto, perché senza conoscere la locazione dell'obbiettivo
era impossibile organizzare un attacco decente, figurarsi uno vincente,
perciò il poco "buonumore" che c'era andò subito
a farsi benedire.
Ad un certo punto, mentre Mamoru e Iori sciorinavano ipotesi a
Koushirou, Ylenia alzò la mano.
-Riguardo alla base, io avrei un'idea.-
°
Jou, Mimi, Ylenia e i loro digimon, insieme a Sorcerimon,
si diressero in ciò che restava dell'ateneo, dove molte
delle
aule rimaste erano state adibite a ricoveri di fortuna per i feriti
che l'ospedale non riusciva ad ospitare. Sorcerimon
accompagnò i
ragazzi in una zona isolata dalle altre.
-Mimichan...- fece Ylenia, mentre camminavano per i corridoi. -Come fai
ad essere sempre così buona con tutti?-
La ragazza sembrò impacciata nel rispondere.
-Ecco... non mi sembrava giusto. Anche perché avevamo vinto,
che senso aveva infierire oltre?-
-Infatti, non ce l'ha.- disse Jou. -Ma a loro non importa.-
-Vogliono solo difendere la loro città.- replicò
Sorcerimon. -Personalmente non m'importa, ma so che se giustiziassero i
prigionieri non potremmo individuare la base di Daemon,
perciò
mi opporrò a questa scelta, come Wizarmon.-
-Grazie, Sorcerimon!- esclamò Mimi.
-Calma, ragazza. Abbiamo una discreta fama qui a Witchelny, io,
Wizarmon e gli altri tre, ma non tanta autorità come Wisemon
o
Mistymon. E dopo quello che è successo la città
si
chiuderà ancora di più in se stessa. Non so fino
a quando
acconsentiranno alle nostre richieste.-
-Non posso permettere che li uccidano.- Mimi strinse i pugni.
Jou si tirò su gli occhiali, era perfettamente d'accordo con
l'amica, ma era molto pessimista al riguardo.
Sorcerimon si fermò davanti ad una porta e
aspettò il gruppetto.
-Sicura?- domandò Bearmon.
Ylenia annuì.
-Sicura.-
Il mago di Baluluna aprì la porta su uno stanzone polveroso
ed
ampio rivestito di talismani, nella cui penombra giacevano incatenati
molti dell'esercito di
Daemon. Fra tutti loro spiccavano DeathMeramon e Dokugumon.
-Bastardi!-
E un Minotarumon che si lanciò con ferocia verso il gruppo.
Non ci fu bisogno per i digimon prescelti di evolvere,
perché Sorcerimon, con calma innaturale colpì il
soldato al lato del collo col bastone e lo scagliò a terra.
-Non approfittare troppo della clemenza dei digiprescelti.- lo
ammonì.
Il Minotarumon cercò di tirarsi su con rabbia.
-Sai che me ne faccio della clemenza di un gruppo di mocciosi?- si
alzò e tentò nuovamente l'attacco -Preferisco
morire qui e subito!-
Sorcerimon lo colpì nuovamente, con freddezza.
-Ma che stupidaggini sono!- urlò Mimi, la cui voce
zittì il brusio inferocito levatosi. -Non si tratta di
clemenza, ma di umanità! E mi spiace molto che tu non sappia
cosa sia, perché ti farebbe bene averne un po'!-
urlò contro il Minotarumon. Palmon alle sue spalle tese la
zampa per dire qualcosa, ma le uscì solo un -Mimichan...-
lamentoso.
-Però, che caratterino...- commentò Dokugumon.
-Non starebbe male a dettar legge nel nostro esercito.-
DeathMeramon fece una risatina metallica, prima di riflettere su quanto
detto dal commilitone. Anche l'altro tacque, pensieroso.
-Ti spiace se ti medico la ferita?- domandò Jou, accennando
alla schiena di DeathMeramon.
-Sì.- replicò quello -Non accetto la
pietà del nemico.-
Mimi fece per ribattere.
-Ma non intendo neppure morire.- rispose il digimon. -Posso fare da
solo.-
Jou sospirò.
-Purtroppo non è cosa che puoi fare da solo.-
Il digimon emise un ruggito sommesso di frustrazione e la prescelta
della Sincerità sbuffò.
-Uomini... mai che accettino aiuto.-
Quando l'avevano trovato, DeathMeramon era agonizzante. MetalPhantomon
aveva voluto umiliarlo maggiormente ferendolo alla schiena. Come fosse
stato un vigliacco, ripeteva con rabbia tentando di rialzarsi,
circondato dai maghi che volevano fargli la pelle. E Mimi non aveva
resistito a salvarlo. Si era intestardita e aveva impedito ai maghi di
ucciderlo, a costo di venire colpita dagli incantesimi.
-Un buonismo ridicolo.- mormorò DeathMeramon, irritato.
Mimi lo fulminò con un'occhiataccia, gentilmente ricambiata
dal nemico. E mentre fra i due volarono scintille, Ylenia ne
approfittò per toccare il braccio del generale. In pochi,
brevi, istanti scorse alcuni suoi ricordi.
Vide i cinque generali
tirare a sorte per decidere chi di loro dovesse comandare l'attacco.
Li vide scherzare e
litigare.
L'ambiente era spartano,
così militare. Nessun indizio. Solo infinita malinconia e
rabbia.
Altri ricordi, i
compagni caduti.
Gli ultimi istanti di
Kuzuhamon.
MetalPhantomon che si
portava rapido alle sue spalle e gli apriva uno squarcio sulla schiena.
"Come se fossi stato un
codardo!" urlava l'anima di DeathMeramon.
Alla malata gioia per la
carneficina imminente si sostituì la confusione e la rabbia
del tradimento, molto più comprensibile.
"Dove si nasconde?" pensò la ragazza. "Più a
fondo."
-Ehi, che vuoi?- protestò DeathMeramon sottraendosi al suo
tocco. S'intestardì e lo toccò di nuovo.
Un istante, fu sufficiente.
Vide un deserto circondato dall'oceano e alte montagne lisciate dal
calore della lava inerpicarsi le une sulle altre.
Poi il flusso di ricordi s'interruppe, perché con uno
strattone il digimon la allontanò da sé. La
ragazza cadde a terra con un gemito di dolore.
-Yle!-
-Tutto bene, Bearmon...- la tranquillizzò la ragazza massaggiandosi il
fondoschiena.
Sorcerimon fece per colpire il nemico, ma lei lo fermò.
-Cosa credevi di fare?- domandò irritato il generale
d'argento.
-Voglio salvare i miei amici, come tu vuoi vendicare i tuoi, ne sono
sicura!- sbottò la prescelta della Memoria.
-Non sono affari tuoi!- ruggì il digimon.
-Buona nuova, lo sono!- replicò lei, che, a differenza di
Mimi, un'altra ripassata di cazzotti glie l'avrebbe data.
-Yle, calmati...- la pregò Bearmon.
-Daemon vi ha traditi, possibile che non vogliate vendicarvi?!-
-C'è il mio onore in gioco, mocciosa! Che voi lo vogliate
capire o no, non è affar mio! Io mi vendicherò!
Non verrò mai a chiedervi di farlo per me!-
-Nessuno te l'ha mai offerto, bestione!- replicò lei.
Jou l'afferrò e tentò di allontanarla.
-Ylenia, aspetta, dai, lascia stare!-
-Lasciami, senpai!- si agitò lei -Questo bestione non prova
la minima gratitudine!-
-Per favore!-
Il povero prescelto dell'Affidabilità ebbe il suo bel da
fare per calmare la ragazza, in più i prigionieri
lì intorno non se ne stettero zitti e il risultato fu che
anche Mimi si agitò. Quando alla fine il ragazzo
lasciò quella prigione di fortuna, era assolutamente
stremato.
Gomamon era fiero di lui, perché in quegli anni Jou aveva
accettato l'imposizione di non poter tornare a Digiworld solo a patto
che Gennai gli fornisse libri e materiale per i suoi studi sulla
medicina digitale. E se molte vite erano state salvate quella notte,
Jou ne aveva i meriti.
Ma certo non sarebbe andato a raccontarlo a nessuno.
Modesto come al solito, sorrise Gomamon.
DeathMeramon, nel frattempo, mentre intorno a lui volavano commenti
aspri e sprezzanti contro i digiprescelti, fissava con l'animo in lotta
la borsa dei medicamenti lasciata ai suoi piedi insieme ad un foglio
con le istruzioni per l'uso.
°
Quando
il gruppetto tornò nella "sala riunioni", fu accolto da
un'opprimente aria d'attesa.
-Allora?- saltò su Yamato, raggiungendo sua sorella.
-Dov'è?-
-Ehm...- fece Ylenia -Non lo so...- e prima che il maggiore ribattesse,
la ragazza si rivolse al prescelto della Conoscenza. -Ho visto un
deserto sul mare e delle montagne.-
-Oh, fantastico... siamo su un'isola piena di deserti, montagne e,
guarda un po', in mezzo al mare!-
-Yamarin, stai calmo.- s'intromise Taichi.
-Non dirmi di stare calmo, accidenti!- sbottò quello.
-Stiamo solo perdendo tempo!-
-Se preferisci andare a cercare per tutta Digiworld senza uno straccio
di idea, fa pure.- ribatté il ragazzo del Coraggio.
Koushirou prese da parte Ylenia.
-Meglio se mi descrivi quello che hai visto.-
Lei annuì e i due iniziarono una nuova ricerca, mentre,
purtroppo per i timpani di tutti, Taichi e Yamato continuarono a
battibeccarsi.
-Così?-fece Koushirou, mostrando a Ylenia la foto di una
costa frastagliata.
-No, no, le rocce erano più scure e poi era visto dal
mare...-
-Come se fosse un'isola? Così?-
-No, le montagne erano diverse, più lisce... ecco, tipo
queste.-
-Da quando sei così prudente?- continuò Yamato.
-E tu da quando sei così attaccabrighe?- replicò
il leader dei digiprescelti -No, aspetta. Sei sempre stato
così!-
-Ok, stop!- s'intromise Sora, separando i due. -Avete ragione entrambi.
Ci vuole un buon piano che metta Daemon nel sacco in modo da
sconfiggerlo in fretta.-
I due si ruggirono contro, la tensione li stava logorando.
-Basta, pareggio!- esclamò Sora.
-Il pareggio non è contemplato!- replicarono i ragazzi in
coro, lasciando di stucco non solo la prescelta dell'Amore, ma anche i
presenti.
"Roba da pazzi, sono sincronizzati anche quando litigano..."
pensò Sora sudando freddo.
-TROVATO!-
L'urlo di trionfo di Koushirou salvò la situazione.
-Grande!- esclamò Ylenia battendogli il dieci.
-Dov'è?!- ruggì Yamato.
-Diglielo prima che ti sbrani...- mormorò Hiroyuki, mentre
il rosso si rimetteva a trafficare col suo portatile con tutta la calma
del mondo.
-Allora?-
insistette il prescelto dell'Amicizia avvicinandoglisi ancora di
più con Black Agumon al seguito.
-Sì.- rispose Koushirou. -Grazie a Ylenia, ora so dove si
trovano.-
Spinse il pulsante d'invio e sulla parete integra si
proiettò la mappa di un continente.
-Si trova in questa zona del continente WWW.- continuò il
rosso, indicando un'isola ad est del continente. -Ovviamente nascosta
dalla solita barriera.-
-Dubito che riusciremo ad entrarci come nell'altra
base...-commentò Pyomon.
Koushirou fece un sorrisetto furbo.
-Già... però Daisuke e Imperialdramon mi hanno
dato un'idea.-
Il prescelto di Coraggio e Amicizia s'irrigidì.
-I... io?-
-Devo ancora verificare, ma credo funzioni.-
-E quella cosa?- domandò Yamato, speranzoso.
-È quasi pronta.-
-Come quasi? Non abbiamo tempo per- Koushirou interruppe l'amico, che
stava già andando nel panico. -Tranquillo, Yamato. Ci
vorrà mezza giornata per finire.-
-Mezza giornata?! Non abbiamo tutto questo tempo!-
-Sì, invece.- replicò il prescelto della
Conoscenza. -Perché per attraversare l'oceano ci vogliono
minimo due giorni di tempo.-
Se in quel momento Koushirou sperava di placare l'amico,
scoprì a spese dei suoi poveri timpani di aver peggiorato la
situazione.
-Due giorni?!-
-Due giorni. Per loro. Noi abbiamo Imperialdramon.-
Yamato tacque, preso in contro piede.
Rimase in silenzio per qualche secondo. Era nervoso, troppo nervoso. I
suoi nervi stavano cedendo e il peggio doveva ancora iniziare.
Strinse i pugni.
-Mi dispiace... so che non dovrei agitarmi
così...è solo che...-
-Scuse accettate.- s'intromise Taichi dandogli due forti pacche alle
spalle. -Ora pensiamo a come fare il culo a strisce a Daemon.-
-Aspetta almeno che mi scusi bene!-
Mentre i due si punzecchiavano ancora un po' sotto gli sguardi di
compatimento dei loro digimon e di Sora e Pyomon, Yukidarumon
sollevò un altro problema.
-Anche se sappiamo come raggiungere la base, dobbiamo sapere chi stiamo
per combattere, ragazzi. Daemon non ci ha pensato due volte ad
eliminare i suoi generali, evidentemente conta su qualcuno di molto
più forte al suo servizio per rimpiazzarli.-
-Come MetalPhantomon.- convenne Leomon. -Ho notato che aveva una stella
d'oro addosso, mentre quegli altri generali una d'argento.-
-Brutto segno...- commentò Daisuke -Beh? Non sappiamo nulla
di loro?-
-Purtroppo Daemon non scopre mai le sue carte.- protestò
Ogremon -Conoscevamo quei cinque di fama e MetalPhantomon per essere il
suo luogotenente, ma per il resto...-
-Si dice che si sia circondato di potenti e spaventosi guerrieri, che
portano distruzione e morte ovunque.- continuò Leomon.
-Ho sentito che uno di loro è un digimon marino dal veleno
letale.- fece Yukidarumon. -E che un altro è velocissimo,
tanto che ha sterminato un intero villaggio in pochi attimi.-
-Mmmm... io ho sentito solo che MetalPhantomon raccoglie personalmente
energie negative torturando psicologicamente le sue vittime con incubi
tremendi.- commentò Meramon.
-Forse potremmo costringere i prigionieri a parlare.- ghignò
Ogremon agitando la sua clava d'osso.
-O
forse potremmo chiedergli di farlo per favore.- lo contraddisse Mimi
piegandosi verso di lui e facendogli gli occhi dolci.
-O forse potremmo... potreste- si corresse Ogremon -chiedergli per
favore di vuotare il sacco, ecco.- biascicò seccato,
evitando lo sguardo della ragazza.
-Dubito che ci diranno qualcosa.- fece Gomamon, caustico.
-Tentar non nuoce.- replicò la ragazza sulla porta.
-Mimi, aspetta!- le corse dietro Palmon, esasperata.
°
DeathMeramon si sarebbe aspettato torture e ancora torture, non certo
una ragazzetta coi capelli rosa che gli chiedeva dove fosse il loro
quartier generale e chi fossero i guerrieri più temibili al
servizio di Daemon.
-Tu... sei completamente fuori di testa!- esclamò Dokugumon,
sconvolto.
Un coro d'insulti e frasi poco decorose si levò contro la
prescelta della Sincerità e la sua partner. Palmon si tenne
pronta ad evolvere al minimo pericolo e Sorcerimon era al suo fianco,
silente e attento.
-SILENZIO!- tuonò DeathMeramon. -Voi digiprescelti siete
pazzi. Volete davvero sfidare uno potente come Daemon?-
Mimi lo fissò senza dire una parola.
-Tsk...- il digimon si passò la mano fra i capelli. -Il mio
onore non mi permette di rivelare informazioni che indeboliscano il mio
Signore.-
-Che vi ha traditi.-
-Mimi!- esclamò Palmon.
DeathMeramon si batté le mani sul petto fasciato.
-Ma sono in debito con te e il tuo amico occhialuto, perciò
vi dirò una cosa: a guardia della sua base,-
-Nell'isola ad est del continente WWW?-
DeathMeramon tacque un attimo.
-Sì.- disse freddo. Il tempo di zittire i cori di protesta e
poi riprese.
-Daemon ha altri cinque generali. Solo sconfiggendoli potrete ottenere
le cinque chiavi d'accesso.-
-Chi sono questi cinque?- domandò speranzosa la ragazza.
-Sei sorda? Ho detto una cosa.-
-Ma questo non serve a nulla!- protestò lei.
-Allora lascia che ti dica io una cosa.- gracchiò Dokugumon.
-I nomi di quei cinque sono: MetalPhantomon il Mietitore, Spinomon
della Pioggia di Sangue, Pukumon la Scheggia Velenosa, Devitamamon il
Distruttore e TygerVespamon l'Inseguitore. Anche se hanno dei nomi di
merda, non sottovalutateli. Francamente, spero li facciate a pezzi.-
-È un modo per dire che fate il tifo per noi?- Mimi gli fece
l'occhiolino.
-Se lo farete, Daemon capirà chi sono i veri inetti.-
replicò DeathMeramon. -E ora sparite, non vi diremo altro.-
°
-Ci
sei andata davvero?- esclamò Sora, sconvolta.
-Credevi
fossi in bagno?-
rispose Mimi -Comunque, sì. E sono anche stati molto gentili
a dirmi i nomi dei
nostri prossimi nemici. Che dovremo sconfiggere per entrare nella base.-
-Solo?!-
esclamò scoraggiato il prescelto dell'Amicizia.
-Scusa,
biondo, sono la ragazza di un genio, non sono attrezzata per i
miracoli. Ancora.- ribatté quella.
Jou fece
per ribattere, ma la ragazza si mise una mano sul cuore.
-E, prima che facciate domande sceme, non hanno
mentito. La mia Crest l'ha sentito. Sono davvero nel continente WWW.-
La ragazza e Palmon spiegarono ogni cosa agli amici e grazie a questo e
a Koushirou riuscirono ad avere un vago profilo dei loro nemici. Nel
giro di un'ora, avevano un buon piano da mettere in atto. Restava solo
"quella cosa" da finire e poi sarebbero potuti partire alla volta della
loro destinazione.
"Resistete, arriviamo." pensò Taichi, con lo sguardo rivolto
al frammento di cielo che s'intravvedeva dallo squarcio.
Fine Capitolo
26
Note:
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento! Credo sia
più corto degli altri perché è di
transizione. Non succede nulla di che, lo so, ma ci voleva. Vi posso
assicurare che ho sputato sangue per scriverlo, perché
l'avevo già scritto ma poi sono sorti problemi logistici che
io chiamo "La sindrome di Light Yagami". Ovvero che tutti si fanno le
seghe mentali come Light @.@ e nessuno sa più come
comportarsi...
Quindi adesso ho dei dubbi se ci siano punti che non tornano nel
capitolo. Ho combattuto con me stessa per evitare che i personaggi se
le facessero anche qui. Infatti, molte scelte che fanno, sono assai
"ingenue"... e perciò mi farebbe piacere sapere che ne
pensate, ecco.
Anche il prossimo capitolo è in parte scritto.
In parte, perché in realtà qui c'era un pezzo
riguardante Ken e Risei, ma mi sembrava non ci stesse bene. Quindi,
sarà nel prossimo e quindi Daemon avrà ancora un
po' di gioia e felicità.
Yama: Ancora per poco. è.é
Mentre scrivevo la parte di Yle e DeathMeramon mi è venuto
in mente quello sketch di Lilo e Stitch.
DM: Mi sta toccando!
Y: Non ti sto toccando.
DM: Mi sta toccando!
Y: Non ti sto toccando.
DM: Mi sta toccando!!
Y: Tocco l'aria.
DM: *Slurp*
Y:Uaaah!
Yama e Tai: MA IO TI AMMAZZO!!
E siccome la torcetta ancora mi serviva, non ho potuto metterlo (eh,
non perché sarebbe praticamente OOC).
Nella scena precedentemente scritta, c'era Jun al posto di Ylenia e
guardate che n'è venuto fuori:
Culumon
& DeathMeramon
Altra scena tagliata pirla:
Taichi: Ok, vediamo come possiamo farli uscire allo scoperto... e se
provassimo col tip tap? (vedi "Michi e no armor shinka")
Yama, Dai, Take, Iori: Già dato.
Ok, ok, vi lascio.
C'erano anche scene serie, per la cronaca, come i sensi di colpa di
Kou, le seghe mentali di Kou per trovare la base (cioè le
mie...). Un pezzo su Hikari... insomma. Ce n'era anche una con i cari
Padroni delle Tenebre, che avrebbero dovuto aiutare dalla Terra Kou con
la ricerca, ma non ci stava... cioè, hanno Ylenia e non la
usano? Eh.
I cari mascalzoni, per la cronaca, hanno i loro casini sulla Terra e
nella saga successiva a Daemon, li vedrete all'opera.
Poverini...
(No, solo perché volevano conquistare un mondo che
conoscevano appena, ecco)
-Che diavolo volete?-
-Mi deludi, Ken
Ichijouji.-
-Io? Il Seme delle
Tenebre ha smesso di crescere. E comunque, a cosa ve ne serve uno solo?
È pieno di fiori qui.-
-Il tuo non è
un seme comune, Ichijouji, ma questo tu lo sai bene, anche se non era
destinato a te.-
*Musichetta*
Al prossimo capitolo: Disperazione
e Speranza.
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Capitolo 27 *** 27. Disperazione e Speranza ***
Twins' War Capitolo 27
Capitolo
27: Disperazione e Speranza
Just got to chase the pain away.
Let it fade away
There's a ray of hope beyond
despair
Move on, look for the truth in
this world.
(Only one life to live so choose
wisely.)
Break through the confusion,
Find a solution,
Beat the twisted evil things,
Just do it, go for it.
(Never say never, Danganronpa)
L'esercito
vittorioso di Daemon fu accolto nell'enorme androne del castello da
urla esultanti di trionfo e nell'aria
si levò alto il nome del Signore dell'Ira in un canto
bellico
agghiacciante, che echeggiò potente fra le spesse pareti
metalliche.
I vincitori marciarono impettiti e boriosi fra le due file del corteo
che li aveva accolti. Non mancò molto che il canto di guerra
si
trasformasse in un coro di: -Lunga vita al Grande Daemon!- E anche
quello risuonò a lungo come il rombo di un tuono.
Il Grande Daemon si sentì galvanizzare da tutto
quell'acclamare
ed esultare, peccato che non avesse il tempo di restare a farsi adorare
dai suoi soldati, ne aveva perso già troppo quando peccando
di
sicurezza aveva abbassato la guardia. E prima ancora quando Taichi
Yagami e quel suo stramaledetto digimon avevano distrutto il suo primo
prezioso laboratorio. Quel terzo maniero si ergeva sulle esperienze
negative precedenti, perciò doveva resistere agli attacchi.
Anche perché non voleva né poteva
proprio perdere
altro tempo, dato che già ne aveva poco e sicuramente i
digiprescelti erano alle sue calcagna.
Dopo aver dato disposizioni ai suoi uomini, Daemon si
allontanò
seguito dal proprio luogotenente e da un drappello di soldati che
trasportavano quattro scatole nere.
-Portate le cavie 705 e 706 nel laboratorio di ricerca e portate a
compimento gli esperimenti.-
-Sissignore!- esclamò un Devimon e si separò dal
drappello seguito da un gruppo di Troopmon che trasportavano sulle
spalle due delle casse. Altre due seguirono Daemon e MetalPhantomon in
un secondo corridoio laterale finché, ad un bivio, il
Signore
dell'Ira s'infilò in un enorme ascensore con una di esse e
il
fantasma proseguì dritto.
Nella sua piccola prigione, Ken aveva percepito ogni movimento e
sentito ogni discorso.
"Pensa a un modo... pensa a un modo... " si diceva con le
ginocchia al petto e il sudore freddo a gelargli il corpo. Se lo
ripeteva da
due giorni, ma non era riuscito a vagliare un'idea decente.
Dov'era
finito quel ragazzo prodigio che tutti ammiravano?
No, che trovava
soluzioni alle domande più difficili?
Dov'era l'Imperatore?
No,
non voleva tornare ad essere il vecchio sé, voleva
però
quell'intelligenza. Aveva faticato per conquistare parte di Digiworld,
perché non trovava un'idea decente che gli permettesse di
fuggire e portare in salvo i suoi compagni di sventura?
Mentre si tormentava, la cassa si fermò ed iniziò
ad
aprirsi. Il ragazzo si appiattì contro il fondo, ma non
poté sfuggire alla mano del fantasma che gli
afferrò il
braccio e lo strattonò all'esterno. Trattenne a stento un
gemito
di dolore per la presa ferrea del digimon e fu sospinto verso il centro
di un enorme spazio buio costellato di soffuse luci rosse. Ci mise
qualche secondo a mettere a fuoco cosa
emettesse quei bagliori e, quando lo capì,
deglutì un
grosso groppone di saliva, impallidendo. MetalPhantomon
lo costrinse a camminare fino a dei ceppi fissati al
pavimento,
che, a quanto pareva, erano già stati predisposti per lui.
Ma
Ken Ichijouji non aveva intenzione di restare là
dentro un
secondo di più. Solo a
respirarla, quell'oscurità sembrava
volesse pervadere tutto il suo corpo. Se il suo
pensiero era giusto, quelli volevano...
Con uno scatto fulmineo scartò i due Troopmon che lo
scortavano
a fucile spianato e corse verso il quadrato luminoso alle sue spalle.
MetalPhantomon non si scompose, i Troopmon lo inseguirono e tentarono
di tagliargli la strada. Ken ne schivò altri due, ma era
debole
dopo
due giorni passati in quella maledetta scatola e i suoi riflessi non lo
aiutarono per molto. Non riuscì a raggiungere il portone
aperto
(era una specie di hangar senza aerei?), perché uno dei
soldati
gli
si gettò sulle gambe facendolo cadere malamente fra i fiori
rossi.
"Non voglio!" gridò fra sé, pervaso da un terrore
primitivo. "Non... l'Oscurità... No!"
Si ribellò, scalciò, colpì alla cieca
chiunque gli capitasse sotto tiro.
Inutile, inutile, inutile.
Se solo avesse avuto il suo digivice...
Avrebbe tanto voluto avere la frusta.
Ma la frusta apparteneva all'Imperatore...
Mentre veniva brutalmente
immobilizzato, il prescelto della Bontà pensò che
per un volta sarebbe stato utile
rivestire quei panni.
-Mettetelo qui.- ordinò MetalPhantomon, indicando i ceppi
davanti a sé. I Troopmon obbedirono, trascinando il
prigioniero
e incatenandolo.
-Che diavolo volete da me?!- urlò quello con astio e
sofferenza.
-Mi deludi, Ken Ichijouji.-
-Io?- replicò quello, ostentando un sorrisetto
forzato. -Il
Seme delle Tenebre ha smesso di crescere da un pezzo. E' perfettamente
inutile. E comunque, a cosa ve ne
serve uno solo? E' pieno di fiori qui.-
-Il tuo non è un seme comune, Ichijouji.- replicò
MetalPhantomon -Ma questo tu lo sai bene, anche se non era destinato a
te.-
-E quindi?-
-I Semi delle Tenebre sono stati creati da Millenniummon.-
spiegò il digimon -O forse sarebbe meglio dire che si
trattano
dei suoi dati morenti.-
L'adolescente deglutì.
Millenniummon era l'avversario che lui, Ryo Akiyama e i loro digimon
avevano affrontato e sconfitto durante la loro avventura. Un avversario
ostico, che, come doveva essere di moda, non si era rassegnato a morire
una volta e, grazie al Seme delle Tenebre, l'aveva portato a
diventare l'Imperatore. Non
contento di ciò, era riuscito a portargli via Ryo, l'amico
umano
più caro che aveva. Ken aveva visto tutto questo come un
accanimento della sorte nei suoi confronti. Prima Ryo, poi Osamu, poi i
suoi genitori distanti... certo il Seme delle Tenebre aveva avuto
terreno fertile in lui. Ma non doveva essere quello il piano di
Millenniummon e a quanto pare Daemon era molto informato. Era molto
informato su troppe cose e quello era un pessimo segno.
-Volete clonare Millenniummon?-
MetalPhantomon rise metallicamente.
-Sarebbe troppo problematico, per quanto grandioso. No, il grande
Daemon
ha in mente un progetto molto più semplice. Come forse vi
avranno raccontato, i poteri appartenuti a Lucemon erano grandiosi.
Assorbire una così grande quantità di potere
tutta d'un
colpo sarebbe difficoltoso per un corpo non predisposto ad accoglierne,
perciò il Maestro ha creato un contenitore che conservasse
quel
potere per sé, accumulandolo e abituando i suoi dati. Ma per
avviare tale processo, ci vuole un quantitativo d'energia altrettanto
alto.-
Ken intuì il resto.
-I Fiori delle Tenebre...-
-Esatto. I Fiori che vedi qui, però, bastano solo per
avviare il processo. Assorbirà altro potere nutrendosi di
altri
Fiori, pregni di un potere di qualità superiore, nati dai
Semi
delle Tenebre originali. E dato che Millenniummon è
andato... -
Il prescelto della Bontà digrignò i denti.
La possibilità che gli aveva prospettato Oikawa quando
l'aveva
rapito tre anni prima gli si era presentata una seconda volta.
°
Daemon entrò nel laboratorio centrale trattenendo a stento
la
prepotente eccitazione che gli gonfiava il petto. Mancava un tanto
così, un tanto così... Un urlo acuto e
terrorizzato
gli fece leccare le labbra. Stavolta non avrebbe fatto errori. In
passato non aveva preso precauzioni e ciò gli era costato un
grosso ritardo e grosse spese. Aveva persino dovuto chiedere
un prestito a Barbamon, rinunciando a parte di un altro
ambizioso
progetto. Non poteva rischiare di dover ripetere anche le altre due
parti, specie se le sue cavie stavano reggendo così bene.
Inoltre, Barbamon non si sarebbe fermato solo a quello, avrebbe preteso
di più e lui non aveva la benché minima
intenzione di
assecondarlo di nuovo, né di riniziare tutto da capo.
Scagliò il bambino contro un tavolino metallico, dove un
gruppo
di Vademon lo immobilizzò e iniziò a collegare il
suo
corpicino minuto ai macchinari disposti tutt'intorno. Vademon e Datamon
si diedero da fare ai computer che circondavano la stanza.
Risei urlò e si agitò, strizzò gli
occhi e
digrignò i denti. Se si fosse concentrato abbastanza,
pensò, sarebbe riuscito a fuggire com'era successo sei anni
prima. Era un ricordo confuso, ma sapeva per certo che non fu la prima
volta che
riuscì a farlo. Riusciva a sgattaiolare ovunque da quando
aveva aperto gli occhi per la prima volta. Solo che stavolta Daemon
allora era stato
incauto e non gli aveva messo nessun dispositivo addosso. Ora aveva un
bracciale per impedirgli di
usare quel potere.
Si agitò nuovamente, con più forza e
più foga,
contorcendosi in ogni modo possibile, ma riuscì solo ad
escoriarsi polsi e caviglie e a ferirsi con gli aghi che aveva
già sottocute. Urlò per il dolore.
-Procedete.- ordinò il Signore dell'Ira.
-Sissignore!- esclamò un Datamon accendendo alcuni
macchinari. -Avvio del processo d'Incanalamento Energia.-
-Noooo!- urlò Risei.
Daemon lo ignorò bellamente, procedendo ai preparativi
personali per l'inizio del processo di assorbimento.
-Papà verrà a salvarmi!-
Si voltò a quelle parole e guardò con
commiserazione il piccolo ibrido.
-Lo aspetto.- disse semplicemente.
°
Nel frattempo, nella sottile nebbia
scura generata dai Fiori delle Tenebre, il digiprescelto della
Bontà
sentiva il proprio corpo venire meno, mentre la sua mente era preda
degli stessi pensieri che trasformarono il piccolo Ken nell'Imperatore
Digimon.
Semplici pensieri, cose che pensava di essersi lasciato alle
spalle e di poter affrontare. Credeva...
"Pensa positivo..." s'impose. Detta così faceva un po'
ridere, ma non aveva scelta.
"Se potessi rallentarlo anche solo un po'... anche solo un poco... poi
forse..."
E poi trascorse un'ora.
Risei aveva gli occhi arrossati e la gola
secca. Non aveva più fiato, né forza per piangere
o per
opporsi.
Sentiva tutto un formicolio ovunque e la mente sembrava sempre
più staccata dal corpo. Una sensazione orribile e spaventosa
per
un bambino. Che fosse umano, digimon o un ibrido, non cambiava nulla.
Daemon si era accomodato su un tavolo simile al suo e scrutava con
trepidazione crescente i
vari schermi.
-Processo di Incanalamento al 75%, Signore.- annunciò un
Vademon.
-Processo di Distaccamento al 30%, Signore.- gli fece eco un secondo
scienziato.
Il Demon Lord si rivolse ad uno dei soldati.
-La situazione esterna?-
-Tutto tranquillo, Signore!-
-706 e 705?-
-Portati a compimento, Signore!-
-Molto bene, rendeteli operativi come previsto.-
"Papà..."
Risei supplicò mentalmente Yamato perché
arrivasse il più in fretta possibile.
Sarebbe arrivato.
Ne era sicuro.
Sarebbe arrivato...
Sarebbe...
Resisteva, resisteva, resisteva...
Ken schermava la propria mente coi ricordi più belli che
possedeva.
-Ken, guarda.-
Le bolle con Osamu.
Osamu era morto.
-Kenchaaaan!-
-Piacere, io sono Ryo. E lui è Demiveemon.-
La loro avventura...
Daisuke somigliava molto a Ryo. Era stato uno scherzo del destino o un
atto voluto che avessero lo stesso digimon? O forse i Supremi avevano
poi voluto aggiustare le cose?
Sì, avevano voluto riportarlo sulla retta via.
Perché non c'era più Ryo accanto a lui e
Wormmon... Wormmon...
Strinse i denti.
Se non avesse rubato il digivice di Osamu, Wormmon sarebbe stato il
digimon di suo fratello.
Aveva rubato quell'avventura a suo fratello.
-Wormmon...- biascicò.
Il Seme delle Tenebre nel suo collo
pulsò e si gonfiò ancora di più, ormai
ridestato da tutta
quell'oscurità. E qualunque suo ricordo, qualunque motivo di
gioia che Ken possedeva, ne veniva irrimediabilmente sporcato.
"Miyako..."
Era bellissima.
Era fortissima.
Intelligente.
Un po' pazza...
Sorrise.
Ricordò il loro primo bacio, casto e puro sotto i fuochi
artificiali.
Poi un secondo, appallottolati sul divano a casa di lei. Il suo corpo
si era mosso da solo e aveva premuto le labbra sulle sue. Rivisse le
sensazioni di quei due momenti. La morbidezza della guancia e poi delle
labbra di Miyako, il suo profumo, le sue mani che gli carezzavano i
capelli mentre si abbandonava al bacio. Erano finiti distesi sul
divano. Sorrise. Il fratello di Miyako era rientrato in anticipo quella
sera. Nell'alzarsi per non farsi beccare, si erano sbattuti cranio
contro fronte. Avevano
riso per mezz'ora della cosa.
Avrebbero riso di nuovo?
Miyako sarebbe arrivata, n'era certo. Ma...
Miyako aveva rischiato di morire, per colpa sua.
"No, no, no!"
Il suo corpo era intorpidito, le braccia e le gambe erano rigide, la
pelle lacerata in più punti. Bruciava. La carne viva
brillava di
rosso. Bagliori rossi costellavano il suo corpo, come se i Fiori delle
Tenebre avessero sostituito tutto.
"Miyako... Daisuke... Wormmon... Wormmon..."
-Wormmon...- mormorò, prima di svenire.
-Processo
di Incanalamento al 100%, Signore. Il cerchio magico è
pronto.-
-Processo di Distaccamento al 95%, Signore.-
-Iniziate il trasferimento del moccioso.- ordinò Daemon.
Davanti
a lui, anche Risei aveva ormai perso i sensi e i Vademon iniziarono a
prepararlo per il trasporto nella sala dove il loro padrone avrebbe
eseguito il rituale.
Un altro Datamon lo informò che anche il processo di
Crescita era quasi terminato.
Il Demon Lord ghignò e non poté fare a meno di
cantare vittoria.
-Aumentate le difese!- ordinò poi, giusto per scaramanzia.
-Signore.- gli si avvicinò MetalPhantomon. -E' tutto
predisposto, gli altri Generali sono alle entrate.-
-I digiprescelti non tarderanno ad arrivare, accoglieteli come si deve.-
Il fantasma fece un inchino col capo e si congedò
per dirigersi alla postazione di sua competenza.
°
Nel frattempo, nella torre di vedetta...
-Quel cespuglio è sempre stato là?-
-See.-
Essere di guardia in pieno deserto era un mestiere noioso e mal
retribuito. Certo, i soldati del Signore dell'Ira, non si sarebbero mai
azzardati a protestare, perché Daemon non aveva istituito un
sindacato lavoratori e i suoi licenziamenti prevedevano come unica
liquidazione quella del dipendente.
-Sicuro? Perché mi sembra- -E' il solito cespuglio.-
Il solito cespuglio secco mosse appena i suo rami spogli e striminziti
alla calda brezza del deserto.
Molti metri sopra di esso, celato dietro una sfera
d'invisibilità che ne schermava anche la forza,
Imperialdramon
attendeva il segnale d'inizio.
-Siete pronti?- domandò Koushirou.
Alle sue spalle, gli amici umani e digitali, evoluti e pronti alla
battaglia. Oltre ai prescelti, c'erano i loro alleati, compresi
Sorcerimon, i fratelli Magiciamon, Wizarmon e Witchmon.
Tutti proruppero in un urlo affermativo.
-Bene, allora procediamo.-
-Ehi, nanerottolo, guarda che poi quella la rivogliamo.- si
premurò di ricordare la digimon strega al prescelto della
Conoscenza. Mimi le scoccò un'occhiataccia, ma Koushirou
ignorò il 'nanerottolo' e premette il tasto Invio. Sul
Digivice
di Daisuke comparve un'icona a forma di ascia.
-A te l'onore, discepolo.- lo incoraggiò Taichi.
-Guarda e stupisciti, senpai.- ghignò il quattordicenne.
-Pronto, Imperialdramon?-
-Pronto!- esclamò il drago.
-Vai!-
Daisuke attivò il programma e lo inviò al Drago
Imperiale, che passò dalla forma
draconica a quella da combattimento.
I prescelti fluttuarono nella
sfera energetica staccatasi dal suo dorso, mentre un'altra sfera di
energia bianca assunse la forma dell'ascia rappresentata nell'icona.
Una certa ascia di un certo cavaliere di una certa città
magica.
Imperialdramon afferrò l'arma e la fece roteare a mezz'aria.
-Ragazzi...- disse Taichi -Cerchiamo di restare tutti vivi e salviamo i
nostri amici.-
Tutti annuirono.
Imperialdramon calò con potenza l'ascia.
-Majestic Strike!-
Un fendente di vento e fuoco squarciò la barriera invisibile
che
nascondeva i prescelti e, prima che potessero far nulla per impedirlo,
anche quella che celava il laboratorio di Daemon al mondo.
Fine
Capitolo 27
Note:
Ehm...
si, di nuovo in ritardo. Il capitolo era già più
o meno
finito. Ho dovuto sistemare alcune cose, aggiungerne, ricuci qui,
ricuci là... però ancora no mi convince molto...
Però adesso inizia lo scontro finale, state sintonizzati!
Per la cronaca: I Datamon non sono nessuno di nostra conoscenza. E
Imperialdramon... dubito che sia riuscito a portarsi tutti in groppa,
perciò, chi non ci stava, si trovava comunque sospeso nel
suo
scudo azzurro e volava nella sua scia. Immaginate che nausea, altro che
montagne russe @.@
Nel prossimo
capitolo: Contrattacco
Quel
sibilo agghiacciante pervase l'aria per interminabili minuti e nessuno
riuscì a colpire il Generale. Prescelti e
digimon si guardavano continuamente le spalle a vicenda, non potendo
prevedere da dove sarebbe venuto l'attacco.
-Ice Lord Bump!-
Una
barriera di ghiaccio sorse appena in tempo fra Angewomon e il Generale
nemico che ruggì, irritato da quel colpo mancato.
-C'è mancato un pelo...- commentò l'angelo,
portando Hikari alle sue spalle.
Jou si rivolse agli amici.
-Come da piano, qui ci pensiamo noi, ragazzi.
|
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Capitolo 28 *** 28. Contrattacco ***
Twins' War Capitolo 28
Capitolo 28: Contrattacco
We're the poison in the human
machine
We're the future, your
future
(God save the Queen, Sex
Pistols)
-I
digiprescelti ci attaccano!-
Nei corridoi del quartier generale del Demone dell'Ira non si udivano
che avvertimenti e ordini simili da pochi minuti a quella parte. Daemon
fece predisporre le truppe e ordinò che i prigionieri
fossero
tenuti sotto stretta sorveglianza.
-MetalPhantomon, è pronto?-
-Entrambi, signore. Vuole usare subito i Saiba?-
-No.- sogghignò Daemon -Saranno l'ultimo baluardo di
speranza che condurrà i digiprescelti alla disperazione.-
Il fantasma si concesse una risata maligna col suo padrone.
-A proposito, signore, lei è sicuro che non sarebbe
stato meglio avere anche il terzo soggetto per questa battaglia?-
Daemon fece spallucce.
-Lei non è ancora completa, ho ancora bisogno di
informazioni su
come rendere al meglio il suo potenziale. Presto o tardi Barbamon
sarà costretto a restituirmela insieme ai dati che mi
servivano.-
MetalPhantomon rise nuovamente.
All'inizio gli era parso strano che il suo signore avesse ceduto
così facilmente parte di un progetto a cui teneva in
particolar
modo. La sua lungimiranza sapeva di truffa nei confronti di
Barbamon, ma, ovviamente, c'era sempre l'incognita. Se il Demon Lord
dell'Avarizia fosse riuscito a passare sopra alle spese esorbitanti per
sfamare il suddetto soggetto, cosa alquanto improbabile, allora
sì che Daemon avrebbe dovuto
trovarsi un terzo umano compatibile. Ed era difficile trovare un
soggetto che rispondesse così bene alle sue esigenze.
-MetalPhantomon, Signore!-
Uno dei soldati entrò di corsa nel laboratorio con
la disperazione dipinta in volto.
-Che sta succedendo?- replicò seccato lo stratega. Il
soldato
deglutì. Sapeva che il suo superiore odiava le pessime
notizie.
-Ecco... i digiprescelti stanno sbaragliando le truppe all'ingresso
nord, signore! Non riusciamo più a contenerli.-
Nello schermo i due mega osservarono lo 'scontro' fra il ridotto
schieramento degli stramaledetti mocciosi e il reparto Acquatico del
loro esercito.
L'eccitazione del
Demone dell'Ira si raffreddò così com'era
arrivata.
-Inviate le
truppe aeree in supporto e concentratevi su ImperialDramon!
Dite ai guardiani di assicurarsi la cattura del digiprescelto
dell'Amicizia VIVO!- ordinò Daemon.
-Ehm... a questo proposito, signore... vivo e incolume o solo vivo?-
domandò ancora il soldato, con voce sottile e tremula. Il
Demon
Lord dell'Ira guardò prima il suo subordinato, poi
gettò
nuovamente uno sguardo sullo schermo dove
poté osservare il suo bersaglio che faceva del suo meglio
per
complicargli la vita brandendo quella maledetta ascia con cui aveva
ucciso Cerberumon.
-Basta che sia vivo.- rispose a denti stretti -E cercate informazioni
in più su quelle maledette armi!-
°
La battaglia pareva, almeno inizialmente, volgere a meglio
per i digiprescelti e i loro alleati. Questo nonostante fossero in
evidente minoranza numerica e l'esercito avversario, oltremodo accanito, li circondasse. L'ingresso Nord che
avevano scelto per l'attacco dava
su
una vasta tavola d'acqua salmastra e scura. Una laguna circondata da
piccole isole che si affacciavano nell'oscurità del
Digiworld devastato
dai Cavalieri Reali. Il mare precipitava nel vuoto in tante assordanti
cascate, mentre nella parte inferiore
restava sospesa, come se la laguna stessa fosse un enorme
acquario.
Un enorme acquario brulicante di digimon malefici.
La divisione acquatica dell'esercito di Daemon era composta
principalmente da orde di MarineDevimon,Octmon, Ebidramon e
WaruSeadramon. C'era anche un enorme Whamon volante corazzato.
-Poco male,
abbiamo un Whamon anche noi.- disse Ogremon, per nulla intimorito da
ciò. Anzi, era galvanizzato.
-Ricordatevi il
piano!- lo ammonì Centarumon galoppando verso di lui. Lo
saltò con un
agile balzo e colpì col suo Hunting Cannon un Ebidramon,
schiantandolo
violentemente contro un altro suo simile. Andromon ingaggiò
battaglia
contro un WaruSeadramon, mentre Yukidarumon e Meramon stavano
occupandosi dei Troopmon insieme ai maghi, incenerendo o congelando
chiunque di loro gli capitasse sotto tiro.
TonosamaGekomon sfruttò
le sue (discutibili) doti canore per distruggere (oltre ai timpani di
tutti) anche i loro apparecchi elettronici e disturbare le trasmissioni.
Persino Gennai e i suoi cloni erano scesi in campo in prima persona,
armati di spada, agili e scattanti, precisi e letali.
Leomon e
Ogremon erano nel pieno di una sfida a chi ne faceva fuori di
più, Witchmon aveva proposto la stessa cosa a Sorcerimon e
Wizardmon, ma nessuno dei due volle accontentarla, perciò la
digimon piccata si scatenò contro gli sfortunati soldati.
Sorte simile toccò a chi dovette affrontare Jijimon e
Babamon, specie quest'ultima, la quale aveva una scopa nuova di zecca.
Unimon e Monzaemon si gettarono nella mischia, travolgendo chiunque coi
loro attacchi.
Dal Whamon corazzato piovvero una miriade di Troopmon, che coi loro
corpi neri oscurarono il debole e timido sole che illuminava quel luogo. Il che, comprensibilmente, irritò i digimon maghi.
-Twin
Cholla Drills!-
Infervorati, i gemelli Magiciamon spararono contro i nemici raffiche di
trivelle. Witchmon scagliava ovunque rivolgesse lo sguardo
rapidi proiettili d'acqua. Wizardmon fulminò chiunque osasse
anche solo avvicinarsi troppo ad Angewomon (il che sinceramente fece un
po' ingelosire Angemon), mentre Sorcerimon sembrava assolutamente
immune all'ira...
peccato che le statue di ghiaccio intorno a lui smentissero la sua
apparente calma.
Gli alleati si stavano dando da fare alla grande, quasi senza lasciar
fare nulla ai prescelti e ai loro partner. Tutt'intorno volavano
proiettili, getti a propulsione, trivelle, fuoco,
raggi laser. Attacchi che s'incrociavano fra loro generando esplosioni,
annientandosi a vicenda o colpendo l'obbiettivo, corpi che cozzavano,
dati che scomparivano. Inutile dire che in mezzo a tutto quel caos per
qualcuno era molto difficile star semplicemente ad aspettare.
ImperialDramon sferrò un altro attacco laser per proteggere
i digiprescelti, ma Leomon si
parò davanti a lui con la spada in pugno, trafiggendo la
fronte di un MarineDevimon
che era riuscito a schivare mica tanto miracolosamente gli Arpioni
Laser.
-Pensiamo noi ai pesci piccoli, voi prescelti dovete risparmiare le
forze.- lo sgridò -Per sconfiggere Daemon avremo bisogno di
ogni oncia di potere
possibile.-
-Uhm... - Daisuke non era molto d'accordo e sapeva che il Drago
Imperiale la pensava allo stesso modo. Ma se i digimon dovevano
occuparsi dei pesci grossi, nessuno vietava ai ragazzi di fare la loro
parte coi piccoli.
-Vi ho detto di stare indietro!- ruggì Leomon rivolto a
Daisuke,
Yamato e Taichi, che si erano mossi prima degli altri e che furono poi
imitati da loro.
-Guarda, Yamarin!- esclamò Taichi. I chakram gli
vorticavano
sopra la testa, completamente avvolti da calde fiamme arancioni. Poi
con un gesto (che ricordava tanto il lancio della tiara di Sailor
Moon), scagliò uno dei Soli contro i Troopmon. Il chakram,
come
una cometa in fiamme, spazzò via un discreto numero di
soldati
prima di tornare fra le mani del suo proprietario.
-Daisuke.- replicò 'Yamarin' -Ignoralo. Salva la tua
sanità mentale finché sei in tempo!-
-Ma senpai, è così figo!-
Il digiprescelto maggiore dovette constatare che aveva perso in
partenza contro il proprio migliore amico.
Era ovvio che l'adorato discepolo avrebbe adorato qualsiasi cosa avesse
fatto l'adorabile maestro. E che avrebbe tentato di stupirlo in ogni
modo. Infatti, sconsideratamente, Daisuke si gettò nella
mischia
attaccando i Troopmon col suo Arcana in pugno: l'Imperatore. Esso era
'semplicemente' un grosso coltello da cucina decisamente fuori scala. E
per il quattordicenne, che aspirava
ingenuamente a diventare il miglior cuoco del
mondo, quel tradizionale santoku era l'arma ideale per aprire la strada
ai propri sogni.
L'Imperatore ebbe il suo primo momento di gloria in quel preciso
momento, quando Witchmon e Meramon attaccarono i loro avversari, ma
questi schivarono i loro colpi. Una pesante massa acquatica e
un'ardente sfera infuocata sfuggirono al loro controllo. I due urlarono
per richiamare l'attenzione degli altri, ma fu il prescelto il primo a
muoversi. Daisuke corse verso le sfere, come se si fosse trovato a una
partita di calcio. Scartò rapido la palla di fuoco e col
piatto
della lama la fece scivolare verso l'acqua. I due elementi impattarono,
ma non si annientarono a vicenda. Acqua e fuoco si unirono in una sfera
unica che pulsava d'energia.
-Guarda come vi cucino il calamaro!- ghignò il ragazzo
colpendo
poi la sua creazione per indirizzarla verso un MarineDevimon.
Quello rise, dato che il colpo era davvero troppo leggero. Si
spostò di lato per lasciar passare la sfera, ma questa,
arrivata
all'altezza del suo brutto muso, esplose, liberando una gran
quantità di vapore bollente. MarineDevimon urlò,
investito da quel calore intenso e imprecò, tentando di
precipitarsi in mare, ma, ad occhi chiusi, incespicò sui
Troopmon e cadde a terra, schiacciandoli col suo peso.
-Il piatto è servito.- Daisuke concluse la sua opera facendo
un inchino al suo pubblico.
-Non deconcentrarti!- Wizardmon ammonì Witchmon che gli fece
una linguaccia, mentre Meramon si scusava con il ragazzo.
-Sta tranquillo, non è successo nulla.- rispose quello per
poi ridacchiare -Ora Hikarichan mi guarderà con occhi
diversi.-
"Fischia." pensò Takeru.
-Non
distrarti
neanche tu!- lo ammonì, invece, Yamato e impugnando l'ascia
come una
mazza da baseball sfogò la frustrazione su un Octmon,
aprendo
una grossa crepa sul suo elmo prima che questo potesse colpire lui e
Metalgarurumon con uno dei suoi potenti getti d'inchiostro.
Era
un po'
innaturale quell'improvviso power up delle loro capacità
combattive. Ora sapeva cosa poteva e cosa non poteva fare Hermit, ma
nessuno gliel'aveva mai insegnato. In quella situazione,
però, né lui e né gli altri potevano
permettersi
di fare gli
schizzinosi. Era stato Koushirou ad accelerare il processo di auto
apprendimento degli Arcana in occasione di quella battaglia e stavolta
tutti loro erano stati d'accordo.
Mimi riuscì ad intrappolare alcuni Troopmon che inseguivano
Chuumon e Sukamon e Ogremon li spedì in orbita. I due si
batterono il cinque, mentre Sora usava il suo ventaglio per deviare gli
attacchi di fuoco intorno a loro.
Le dita di Koushirou stavano per prendere fuoco mentre trasmetteva
schemi e strategie a manca e a destra. Cercava posizioni adatte per gli
attacchi e per la difesa, intersezioni di energie magiche, punti di
accesso secondari. Intorno a lui infuriava una battaglia d'armi,
davanti a lui i dati duellavano con la sua mente, alcuni in funzione di
alleati, altri lo ostacolavano.
Hiroyuki stava dandosi alla pazza gioia e non degnò i
Troopmon
che di un paio di cazzotti di riscaldamento, mentre Mamoru impugnava
Justice per affrontare un Ebidramon.
Durante lo scontro con Dokugumon aveva avuto modo di 'conoscere' le sue
armi: le pistole della Giustizia. Nulla di più perfetto.
Sparò un proiettile d'energia elettrica viola che
paralizzò l'avversario, permettendo poi ad Andromon di
finire il
lavoro. Mamoru continuò a sparare con la mano destra. Aveva
una
mira decisamente buona, anche se non eccezionale. Quei soldati
erano tutti efferati assassini, si ripeteva, che male c'era a far loro
cavalcare il fulmine per un po'?
Inconsciamente,
però, il prescelto della Giustizia non usò ancora
il
massimo potere di Justice, perché, nonostante tutto, non era
davvero pronto a infrangere quel limite spontaneamente. Altri Troopmon
oscurarono il sole e Mamoru passò a loro,
affiancato da Ylenia. I due coprirono così i loro compagni
digimon, permettendo loro di attaccare, mentre intorno a ImperialDramon
si creava il vuoto. Fu allora che un forte ronzio
quasi trapanò le orecchie del prescelto dell'Amicizia.
Poteva voler dire solo una cosa.
-Sta arrivando.- esclamò Yamato avvertendo immediatamente
gli altri.
I veri guai stavano per iniziare.
E anche la fase due del loro piano.
Pukumon, il Generale
a guardia dell'ingresso nord emerse dalle scure
acque dell'oceano. Il suo attacco fu
così
rapido che ImperialDramon riuscì a schivarlo di pura
fortuna.
Una fitta pioggia di aculei quasi investì i digiprescelti
sibilando nell'aria.
-HI, ASSHOLES!!- urlò con voce stridula il Generale d'Oro
sventolando contro i ragazzi due dita medie di saluto.
-Hi!- esclamò di rimando Daisuke, restituendo il caloroso
saluto al nemico, il quale non la prese molto bene.
Pukumon era un enorme e minaccioso pesce palla e, a giudicare dal suo
nome di battaglia, la Scheggia Velenosa, doveva essere indigesto come
la sua controparte culinaria. Solo un po' più punk e un po'
più english, a
giudicare dal suo accento. E un po' più blu, con enormi
labbra,
un elmo irto di spuntoni e guantoni dotati di tirapugni. Inoltre, come
ogni
pesce palla che si rispetti, si gonfiò a dismisura elargendo
loro calorosi e colorati insulti.
-Non c'era bisogno che gli rispondessi.- borbottò Miyako,
costernata, tirando uno scapaccione all'amico. -Ora lo spegni!-
-Ma scusa, ha iniziato lui!- si difese Daisuke, dandole un pizzicotto.
-Uno è fuori. Ora pensiamo agli altri. Che è
meglio... - disse Koushirou.
Avevano già analizzato i dati dei Generali d'Oro, grazie
alle
preziose informazioni di Dokugumon, perciò diede solo una
rapida occhiata
all'Analizzatore Digimon, non si sa mai.
* Digimon Analyzer *
Pukumon
Livello:
Mega
Tipo: Mutante
Attributo: Virus
Attacchi: Needle
Squall: Scaglia i
suoi aculei in metallocromato Digizoide tutti in una volta.
Britain Punch:
Scatena contro il suo avversario la forza e la furia dei suoi pugni.
-Un digimon very British... - commentò Mamoru.
Hiroyuki batté fra loro i guantoni del suo Arcana,
l'adrenalina a mille.
-Lo farò pentire di non essere rimasto a bersi un
tè.-
-Tu non gli farai proprio niente.- lo rimbeccò Koushirou.
Hiroyuki non fece in tempo a rispondergli, perché Pukumon
passò nuovamente all'attacco.
La sua velocità rendeva giustizia al suo soprannome. E
nessuno ci teneva ad assaggiare i suoi aculei,
perciò Pidmon dovette creare una barriera per proteggere sia
il
Drago Imperiale che gli alleati dalla pioggia di aghi velenosi. Essa
cadeva tanto fitta, che il suo sibilo era come una melodia di morte che
risuonava da ogni parte a brevi intervalli. Gli spostamenti di Pukumon
erano estremamente rapidi e precisi, era difficile seguirlo con lo
sguardo.
-Merda!- esclamò Taichi -Questo è peggio di
quell'altro!-
-Dubito che il tip tap possa distrarlo... - mise in chiaro Iori,
sperando vivamente di non ripetere l'esperienza di San
Valentino.
Quel
sibilo agghiacciante pervase l'aria per interminabili minuti e nessuno
riuscì a colpire il Generale. I prescelti e
i digimon ripiegarono in difesa, guardandosi vicendevolmente
le spalle, non potendo
prevedere da dove sarebbe arrivato l'attacco.
-Ice Lord Bump!-
Una
barriera di ghiaccio sorse appena in tempo fra Angewomon e il Generale
nemico che ruggì irritato.
-C'è mancato un pelo... - commentò l'angelo,
portando Hikari alle sue spalle.
Jou si rivolse agli amici.
-Come da piano, qui ci pensiamo noi, ragazzi.-
-Jou, sei sicuro?- domandò Taichi.
Il digiprescelto dell'Affidabilità annuì.
-Tenetevi pronti ad entrare.- rispose con aria seria, lo sguardo fisso
sul nemico -Zudomon, andiamo.-
-Eccomi.- rispose quello. Due figure si fecero avanti per affiancare i
partner dell'Affidabilità.
-Jun... -
-Dobbiamo seguire il piano. E poi, credi davvero che ti lasci andare a
fare l'eroe da solo?- replicò la ragazza -Sono una Motomiya,
dopotutto.-
-Vi copriamo le spalle.- disse Pidmon.
-In effetti, ne avrei bisogno.- rispose Zudomon, vedendosi circondato
dai soldati nemici.
Il digimon angelo scagliò contro di loro i suoi attacchi di
fuoco sacro, mentre
l'altro caricò i suoi colpi mortali ed elettrizzava chiunque
gli
capitasse a tiro.
-Fuku Fuku Fuku!-
Una risata gelida e graffiante come di unghie su un vetro
lacerò loro i timpani.
Fu un attimo e non poterono scorgerlo che per un brevissimo istante.
Una piccola sagoma indistinta colpì Pidmon allo stomaco una
volta e, dopo una breve pausa, in successione rapida un numero
imprecisato di volte.
-Pidmon!-
Jun strinse la sua spada corta, l'arcana del Mago. L'elsa e le
decorazioni sulla lama erano color magenta e rappresentavano il simbolo
dell'infinito. Beh, sperava infinitamente di poter assistere al meglio
Jou, Zudomon e Pidmon, specie quest'ultimo.
-Fuku Fuku Fuku!- rise ancora la Scheggia Velenosa, saettando intorno
ai due digimon prescelti e colpendoli nemmeno al massimo del suo
potere,
così, giusto per prenderli per i fondelli.
-Ice Lord Bump!-
Zudomon eresse uno scudo di ghiaccio fra sé e il suo nemico
e
fra questo e il resto del gruppo che procedeva rapido verso l'entrata
della base, asfaltando nemici su nemici. Il grosso di loro rimase a
combattere contro i pesci piccoli, mentre i digiprescelti si divisero
in gruppi dirigendosi nelle diverse zone, per affrontare i vari
Generali come da programma.
ImperialDramon, Wargreymon e Metalgarurumon rimasero ad aspettare
pazientemente coi loro amici umani, col cuore in gola.
-Speriamo vada tutto bene.- disse Taichi. Yamato e Daisuke annuirono in
silenzio.
Non ebbero comunque tempo di riposarsi, perché una nuova
ondata di nemici arrivò all'assalto.
Pukumon si mostrò fin da subito più coriaceo del
previsto e, essendo un mega, Jou si chiese se i poteri di Zudomon e
Pidmon potessero bastare a batterlo.
Contenerlo era già un miracolo.
Si muoveva velocemente da un punto all'altro del muro di ghiaccio
sferrando attacchi in continuazione. Zudomon creò una
calotta di ghiaccio per imprigionarlo, ma resistette ben
poco. Con orrore, il prescelto
dell'Affidabilità vide la resistente lastra gelida creparsi
lungo i punti d'impatto dei pugni. Un ultimo potente colpo e Pukumon
infranse la calotta della sua
gelida prigione e si diede all'inseguimento degli altri digimocciosi,
intuendo quali fossero i loro piani.
Non era preoccupato per gli altri Generali, quelli sapevano arrangiarsi
da soli (e francamente non gliene fregava un cazzo). Era una questione
di orgoglio. Li avrebbe uccisi tutti nel suo territorio. Daemon allora
lo avrebbe eletto addirittura a suo consigliere personale, alla faccia
di MetalPhantomon.
-Non ti lascerò passare!- esclamò Pidmon volando
rapido davanti a lui e interrompendo i suoi sogni di gloria. -Fire
Feather!-
L'angelo sbatté le ali generando fiamme sacre. Un altro
battito
e quelle si scagliarono contro il nemico. Pukumon fu colto di sorpresa,
ma reagì roteando su se stesso e agitando i pugni respinse
il
fuoco.
-Hammer Spark!-
La saetta generata dal martello di Zudomon fu a sua volta evitata dal
generale con facilità. Jou sollevò Temperance,
ragionando sull'angolazione
da dare al taglio, poi gesticolò e un grosso masso
si staccò dalla parete di roccia alle spalle della Scheggia
Velenosa, reciso da un taglio netto. Pukumon evitò
facilmente
anche quello, ma non riuscì ad evitare un secondo fulmine,
che
lo colpì alle spalle.
-SHIT!!-
Dolorante e punto nell'orgoglio, il Generale d'Oro si voltò
di
scatto, gli occhi iniettati di sangue, verso il morto che cammina che
aveva osato fargli fare quella figura di merda!
La figura snella di Jun comparve nel suo campo visivo. La ragazza
stringeva l'impugnatura della sua spada e la sollevò per
proteggersi, ben conscia che non avrebbe potuto fermare un attacco
fisico.
-You, bitch!- gracchiò il
nemico
scagliandosi su di lei per colpirla col suo micidiale sinistro.
-Jun!-
Pidmon volò verso di lei, invano. Non avrebbe fatto in tempo
a
proteggerla. Jun urlò a sua volta, buttandosi di
lato e colpendo
l'aria con la spada. Da essa si generò uno scudo di
ghiaccio,
che assorbì in parte il colpo del nemico. L'impatto fu
comunque troppo forte e lo scudo s'infranse quasi immediatamente. La
ragazza
rotolò diversi metri più in là,
finendo sul bordo della scogliera rocciosa.
Pukumon era su tutte le furie. Strinse spasmodicamente i pugni,
gonfiandosi spaventosamente ad ogni sbuffo.
-Pieces
of scum! Con chi diavolo credete di avere a che fare?- berciò
-Vi
farò entrare in un mondo di sofferenze di cui non avete
idea!-
La Scheggia Velenosa sferrò un pugno al suolo e con terrore
Jou
vide la scogliera creparsi e cedere sotto i piedi di Jun.
La ragazza cadde nel vuoto urlando.
-Juuun!-
urlò il prescelto dell'Affidabilità.
Pidmon si precipitò ad afferrarla, ma fu una leggerezza.
-Needle Squall!-
Centinaia di aghi velenosi investirono l'angelo e la prescelta
della Volontà. I loro corpi danzarono al ritmo scoordinato
dettato dal Generale, accompagnandolo con le loro grida di dolore,
prima di cadere in mare e scomparire sotto la superficie scura.
Jou e Zudomon urlarono i loro nomi, mentre Pukumon rideva a
squarciagola.
-E questo era niente! Ora vi mostrerò cosa succede quando ci
si oppone al grande Daemon!-
-No, fermo!-
Il prescelto dell'Affidabilità usò l'Arcana della
Temperanza per tagliare la strada al nemico, ma la Scheggia Velenosa
schizzò via evitando tutti i fendenti e si tuffò
in mare gridando.
-Di te mi occuperò dopo, asshole! Prima penserò a
quella little bitch!-
Jun trattenne il fiato mentre stretta al corpo del suo digimon
sprofondava in quell'oceano nero,
intriso di negatività.
-Needle Squall!-
Una seconda raffica investì in pieno i due. L'angelo strinse
a sé
la ragazza con più forza, facendole scudo col proprio corpo.
Gli
aghi gli penetrarono la carne, fitti come pioggia torrenziale. Pidmon
gridò, ma dalla sua bocca uscirono solo bolle d'aria.
Annaspò, finendo per inghiottire acqua salata. Il dolore
delle punture iniziò a diventare insopportabile ogni secondo
che passava e si propagava, annebbiandogli i sensi: il veleno aveva
iniziato a diffondersi.
"Devo... devo fare qualcosa..." pensò Jun, ancora avvolta in
quell'abbraccio.
-Fuku Fuku Fuku!- Pukumon era ancora più rapido nel suo
elemento e si precipitò verso di loro.
-Fuku Fuku Fuku!-
"Maledizione,
anche sott'acqua si sente la sua odiosa voce!"
pensò la ragazza con una punta di stizza. Torse il braccio
mirando al
nemico col digivice. Un raggio di luce bianca illuminò la
tenebra fitta e toccò il Generale, il quale tuttavia si
sottrasse ad essa e colpì l'angelo con
una nuova raffica di pugni. Gli urti investirono anche Jun. La ragazza
boccheggiò dolorante e inghiottì l'acqua
salmastra che le
bruciò la gola. Annaspò nel tentativo di
respirare, ma ottenne di inghiottirne
altra. Le parve di morire. Si agitò per interminabili
secondi prima di riprendere
controllo, non doveva cedere al panico. Pidmon. Doveva aiutare Pidmon!
Il digivice lampeggiò.
"Dopo aver affrontato Vamdemon... ok... il suo ricordo..."
pensò
"Non sarà un pesce assassino a mettermi paura." si diede
coraggio, puntando nuovamente il dispositivo contro il Generale.
-Ci riprovi?- le urlò contro quello. -Needle Squ-
-Hammer Boomerang!-
Il martello di Zudomon colpì la Scheggia Velenosa stroncando
il
suo attacco e tornò in mano al proprietario.
Jun sorrise.
Jou
era con lui ed era davvero agguerrito.
Ancora
una volta il suo ragazzo faceva il principe azzurro. Ancora una volta
accorreva per salvare la principessa. Ma lei non voleva essere la
classica princess totalmente in distress. Si sforzò di
muoversi ancora e riuscì a colpire il nemico col digivice.
Pukumon aveva risentito dell'attacco del digimon
dell'Affidabilità ed era rimasto sospeso in acqua per
qualche secondo. Il tempo per il digivice di Jun di elaborare
l'informazione richiesta e inviarla agli amici digitali tramite due
raggi verdi.
"Ancora un piccolo sforzo..." si disse la ragazza, ormai senza
più aria nei polmoni.
Sotto lo
sguardo sconvolto di Pukumon, Pidmon parve riprendersi. Jun
sgusciò dal suo abbraccio e usò la spada per
tagliare l'acqua davanti a sé, creando uno spazio vuoto.
Raccogliendo le poche energie rimaste,
l'angelo della Volontà creò in quel varco una
bolla iridea che
avvolse i ragazzi e se stesso. Jun usò nuovamente il suo
Arcana per riempire la bolla di aria.
-Non è molta, dovremo farcela bastare.- disse.
Era curioso come il Mago e l'imperatore fossero simili. Forse
perché lei e Daisuke erano fratelli e quindi avevano in
comune molto più della forza di volontà e dei
geni Motomiya.
L'Imperatore possedeva la capacità di mescolare gli
elementi. Daisuke lo trovava divertente, per lui era come cucinare.
Il Mago poteva invece sigillarli, per poi usarli all'occasione.
In entrambi i casi si trattava di armi che sfruttavano il potere del
nemico, perciò doveva ammettere che avrebbe voluto fare
scambio volentieri con Mamoru o Ylenia e trovarsi almeno a venti metri
di distanza da quel pesce chiassoso per poi impallinarlo per bene.
-Non è possibile...- protestò il Generale (eccolo
che riniziava) -Non è
possibile! Che hai fatto, stronzetta?! Prima mi prendete per una
fottuta pallina da ping pong e ora questo?! Giuro che vi ammazzo qui e
subito!-
-Ma tappati quella fogna.- lo zittì Zudomon, pronto per il
bis. -Non abbiamo da perdere tempo con te.-
-Già. Il tempo è proprio quello che vi manca.-
rise malignamente la Scheggia Velenosa.
I quattro restarono interdetti.
-Fra meno di due ore il Grande Daemon otterrà il potere
supremo
e questa vostra spavalderia e la vostra stupida amicizia non saranno
servite proprio a un cazzo. Vi sarete sacrificati per nulla Fuku Fuku
Fuku!-
Fu una doccia fredda.
Non sapevano da quanto fosse iniziato quello scontro, ma pareva passata
un'eternità. Quanto tempo avevano perso? Dovevano avvertire
gli altri e fare presto.
-Fuku Fuku Fuku!-
Presto!
Fine
Capitolo 28
Siore e siori, come vedete, Jou e Jun hanno il loro bel da
fare contro il pesce.
Riguardo alla prima parte, in cui Daemon parla di un terzo elemento,
nel caso vi siate spaventati: no, non aggiungerò questo
terzo
elemento alla saga. Sarebbe veramente come aggiungere benzina sul fuoco
a questo punto. Non so neanche se apparirà in futuro qui su
Twins' War, ma dovevo introdurlo. Qui il nostro demone incacchiato ci
sta ancora lavorando, ma se in futuro dovessi introdurlo, magari in
altre fic, avrete un'idea in più sulla sua storia. Quindi,
vedete, è solo un capriccio. E' un personaggio importante, ma non ora, ecco.
Non è che sia un segreto di stato la sua
identità, comunque, l'ho
già disegnata, ho già scritto informazioni su di
lei e il
suo gruppo (qui
e qui
se siete curiosi e non vi fanno problema spoiler o altri deliri sul mio
digi universo u.u)
Tutta la parte di mischia iniziale non mi convince molto, spero inoltre
di non essermi dimenticata di nessuno @.@
Riguardo ai poteri degli Arcana dei Motomiya, sembrano super hyper
ecc... ma in realtà sono piuttosto semplici e hanno
ovviamente dei limiti.
I nostri piccioncini se
la caveranno? Vinceranno? O soccomberanno allo stupìdo pesce
palla assassino?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo: Affidabilità
e Temperanza
-Come facciamo a recuperare la
targa?- domandò Pidmon scatenando nei compagni il panico.
-Forse è da
qualche parte nel territorio.- pensò Jou -OppurATTENTA!-
Fu un attimo.
Jou si gettò
su Jun, scagliandola lontano.
La ragazza
ruzzolò malamente
a terra e quando si riprese dalla batosta vide il Generale d'Oro di
Daemon stringere con un braccio il corpo di Jou e con l'altra mano
premere il pugno corazzato contro la sua testa.
|
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Capitolo 29 *** 29. Affidabilità e Temperanza ***
tw 29
Capitolo 29: Affidabilità e Temperanza
Crawl the ocean, hold my hand
tightly and let's go.
Crawl the sky, Hey! If
we're together a miracle will happen.
(Sora wo Crawl, Jou
& Gomamon Theme)
Il gruppo di
Jou e Jun non era l'unico ad essersi trovato in difficoltà.
Takeru si fidava di Koushirou e Gennai, ma aveva da ridire giusto su un
paio di cosette circa gli abbinamenti. Sia in fatto di alleati, che in
fatto di nemici.
Affrontare un digimon chiaramente amante del potere delle tenebre con
sua sorella minore, ecco, quella era ciò che reputava una
pessima idea.
Prima cosa: era d'accordo con Yamato che Mika fosse troppo piccola,
persino più piccola di lui quando era il minore dei bambini
prescelti e tutti volevano fargli la pelle.
Due: il potere delle tenebre era qualcosa di spaventoso.
E tre: tutti gli dicevano che LUI diventava terrificante quando aveva a
che fare con esso.
-Iori, Mika, state in guardia.- disse, inconsciamente
portandoli alle sue spalle.
Davanti a loro, Devitamamon il Distruttore pregustava la vittoria.
Le tre ragazze s'appoggiarono l'una all'altra, schiena contro schiena,
mentre il generale nemico volava a velocità supersonica
intorno
a loro. La situazione non poté impedire all'animo di Miyako
di
trovare un che di divertente in tutto ciò.
-Fa tanto Charlie's Angels.- disse quella, infatti, strappando un
sorriso tirato a Sora e Hikari. Tutte e tre si domandavano se Garudamon
e Silphymon
avrebbero retto gli assalti di TigerVespamon o se sarebbero stati in
grado di compare la sua velocità e forza offensiva.
L'Inseguitore sferrò il suo attacco.
Le fiamme divoravano ogni cosa e l'aria rovente incendiava i polmoni.
-Sei sicuro di non aver sbagliato i calcoli?- urlò Mimi per
sovrastare il frastuono della distruzione.
Era
totalmente incapace di mordersi la lingua e Koushirou le rispose, di
nuovo, che sapeva quel che faceva. Anche se il cielo ardeva e pareva
sanguinare tanta era la furia degli
elementi che imperversava, lui era sicuro del suo piano. Purtroppo, a
giudicare dal campo di battaglia alle pendici di un vulcano attivo,
attivissimo, chiunque avrebbe dubitato della riuscita di quel piano
folle. E anche della sanità mentale del suo ideatore.
Il prescelto della Conoscenza però aveva lo sguardo di chi
sa
esattamente cosa sta facendo. Koushirou confidava che al momento giusto
gli amici avrebbero saputo seguire le sue istruzioni e
continuò
a lavorare col suo portatile.
-Abbiate fiducia.- disse loro.
Spinomon della Pioggia di Sangue ruggì una risata gutturale
e
feroce che fece tremare l'aria tutt'intorno e i loro cuori sentirono la
pesante morsa del terrore.
-Va bene.- replicò Mimi riscuotendosi e posando la mano
sulla spalla del rosso. Aveva paura, ma
la geniale mente del suo ragazzo li aveva sempre cavati d'impaccio,
perciò volle credere in lui ancora una volta e
così fu per i digimon.
MetalPhantomon scrutò i suoi avversari attentamente.
C'era il moccioso che aveva tenuto testa a DeathMeramon insieme al suo
digimon ribollente di furia guerriera; LoaderLeomon e il suo partner,
che avevano sopraffatto Dokugumon; Artiomon e lei, Ylenia Ishida, il
cui potere andava soppresso immediatamente. Considerato che la digimon
col cappuccio in pelliccia aveva sconfitto Matadormon, non poteva
permettersi di abbassare la guardia. Con nessuno di loro.
I tre digiprescelti si affiancarono fra loro, così come
fecero i loro digimon più avanti.
-Che sfiga.- commentò Mamoru -Un pezzo grosso
così su due piedi.-
-Tanto so che non ti dispiace.- replicò Hiroyuki con un
sorrisetto -Se lo sconfiggiamo, otterremo un grosso vantaggio.-
-E la gloria.- sogghignò Ylenia.
Digivice al polso, i tre attivarono i loro Arcana: The Strenght, The
Justice, The Moon.
Il gruppo di ImperialDramon aveva il suo bel da fare, invece, con le
truppe
"semplici". Ogremon e Leomon erano ancora nel pieno della loro sfida e
si lanciavano continuamente sui Troopmon falciandone a
dozzine. Il digimon orco era sempre più galvanizzato, anche
perché era convinto di essere in vantaggio di almeno una
ventina di nemici sul suo rivale.
In realtà erano solo due, ma nessuno glielo disse.
Nonostante le ingenti truppe a difesa del castello/laboratorio
del Demone dell'Ira, gli assedianti sembravano avere la meglio sugli
assediati e lo spirito di tutto il gruppo era piuttosto alto.
Gennai invitò comunque tutti a non strafare.
-Sono sicuramente solo pesci piccoli. Il peggio verrà quando
riusciremo ad entrare.-
-Taichi!- esclamò improvvisamente Yamato. -È Jou!
Dice che abbiamo due ore prima che... -
Non riuscì a continuare, ed era pallido. Il prescelto del
Coraggio gli prese il DigiTerminal dalle mani e lesse il messaggio che
era appena arrivato. Tirò un sospiro e scosse il capo.
-Mai un attimo di tregua, eh.- protestò -Ok, dobbiamo
prepararci mentalmente allo scontro.-
-Forse è meglio andare ad aiutare gli altri. Faremo prima
coi generali.- replicò Yamato.
-Eccolo lì, fermo.- lo ammonì Taichi -Noi
restiamo qui, Yama. Se dovessimo sconfiggere tutti i generali, riunirci
sarebbe complicato, le varie zone sono appositamente distanti.-
-Abbiamo ImperialDramon, no?-
-Yamato, ha ragione Taichi.- disse Metalgarurumon.
Il biondo si trattenne dall'imprecare malamente.
-Io non posso stare qui a far nulla.-
-Fidati di Koushirou.-
-Sai che mi fido di Koushirou, Tai. È di
Daemon che non mi fido!-
E Taichi avrebbe voluto concordare con lui, fare esattamente quello che
l'amico voleva fare, ma il compito di un leader è assai
ingrato. Si devono prendere decisioni anche dolorose, oltre che
pericolose.
-Se tu fai di testa tua, anche gli altri si sentiranno di poterlo fare.
Pensa a Miyako. Anche Ken è là dentro. È in
pericolo quanto Risei, Yama. Se tu agisci di testa tua, anche lei
potrebbe farsi trascinare. Si innescherebbe una reazione a catena
catastrofica e il nemico ci sopraffarà.-
-Io... non essere così pessimista!- protestò il
prescelto dell'Amicizia -Odio ammetterlo, ma hai ragione. Solo stavolta
però...-
Era visibilmente abbacchiato e agitato. Taichi avrebbe davvero voluto
assecondarlo, ma si trattenne e gli diede una pacca alla schiena.
-Vedrai,
lo salveremo.- promise -Cerchiamo di non mostrarci turbati o ne
approfitteranno.-
-Forse è già troppo tardi.- Yamato
chinò il capo -Ma aspetterò e poi giuro che
gliela faccio pagare a quel maledetto.-
Taichi impallidì mentre l'altro si esibiva in un colorito
susseguirsi di imprecazioni e anche su macabre promesse su dove avrebbe
infilato la sua ascia una volta entrato nella base.
Poi era lui il maniaco del macabro, no?
Però in uno o due 'progettini' avrebbe potuto aiutare
Yamato, tutto sommato, sì. Non avrebbe permesso a Daemon di
fare ancora i suoi sporchi comodi. Era la
volta che lo massacrava definitivamente o non si sarebbe più
chiamato Yagami Taichi.
-Metteremo fine alle ambizioni di Daemon e salveremo Risei.- promise a
sua volta Metalgarurumon. Yamato annuì e si strinse al suo
digimon, come se a quel modo avesse potuto ricevere parte del suo
ottimismo e forza d'animo. Ne aveva davvero bisogno.
Zudomon era avvantaggiato in uno scontro subacqueo e tuttavia aveva
serie difficoltà. Ancora non gli avevano inventato le
branchie
e non era veloce come la Scheggia Velenosa. Poteva solo
contenerlo col ghiaccio in modo da permettere a Pidmon di riemergere e
mettere al sicuro i loro partner. Pukumon gli si scagliò
contro evitando il suo
martello e riuscì a ferirlo alla spalla. Nuotò
velocissimo verso la superficie oceanica infrangendola e
scagliò un altro potente attacco contro i digiprescelti.
-Needle Squall!-
L'angelo della Volontà riuscì a parare con uno
sforzo non indifferente la pioggia di aghi
proveniente dal basso usando le sue barriere a mo' di scudi.
-Fuck!- berciò il Generale d'Oro -Che sta succedendo?!
Perché siete ancora vivi?!-
-Perché abbiamo appena preso l'antidoto al tuo veleno.- gli
rispose Zudomon con aria beffarda.
-Un antidoto?! Nessuno ha un antidoto al MIO veleno! Nessuno
è sopravvissuto per farne uno, asshole, come avete fatto
a... -
Il generale s'interruppe, comprendendo chi e come l'aveva appena
fregato. I suoi occhi dardeggianti d'Ira si fissarono sulla prescelta
della Volontà.
-Sei stata tu, bitch!-
Jun fece una smorfia.
-Ops, mi ha scoperta.-
Pukumon si scagliò ferocemente contro i prescelti e Zudomon,
ancora una volta, difese il digimon angelo col suo martello,
costringendo il Generale a cambiare traiettoria. Pidmon
riportò la
partner e Jou a terra e volò a dare man forte all'amico.
-Fire
Feathers!-
L'angelo ripagò il digimon marino con la sua stessa moneta.
Sbatté le ali e generò una pioggia di piume
affilate, ardenti di fuoco sacro. Un colpo che creò al
Generale non poche difficoltà. E lo fece irritare ancora di
più.
-Il tempo stringe... -
Jou guardava il suo orologio con preoccupazione, Jun allora gli prese
la mano e lo rassicurò.
-Ce la possiamo fare. Dobbiamo farcela.-
Poi la ragazza ordinò al suo digimon: -Ora, Pidmon!-
L'angelo della Volontà non se lo lasciò ripetere
due volte.
Creò prontamente una barriera iridea simile a quelle usate
durante gli allenamenti sulla Luna Rossa e nell'Arena di Witchelny,
quando Asuramon si era scatenato dando il peggio di sé. Come
allora, così il nemico imprigionato al suo interno non
riuscì ad infrangerla.
Purtroppo, i loro timpani riuscì a disintegrarli bene.
Jou strinse fra le dita Temperance e colpì.
Sferrò
fendenti studiati e precisi che attraversarono la barriera senza
romperla. Non superarono la seconda parete, ma rimbalzarono all'interno
della calotta e s'intrecciarono numerose volte in un tagliente
reticolo. Pukumon schivò rapido molte di quelle scie d'aria
tagliente e argentea, ma si trovò presto circondato da ogni
lato. I colpi lanciati dall'Arcana della Temperanza continuavano a
rimbalzare sempre più veloci, finché per il
generale non
fu impossibile continuare ad evitarli e ne fu sopraffatto.
Le lame luminose lacerarono ogni suo centimetro di pelle, infransero
ogni
scudo, fecero danzare il Generale ad un ritmo non suo e spensero le sue
imprecazioni, mutandole in grida atroci.
-Ora, Zudomon!- ordinò Jou a pugni stretti.
-Hammer
Spark!-
Zudomon sprigionò la propria forza prorompente e
colpì
l'avversario col suo martello, scagliandolo lontano in un turbine di
sangue e
schiuma.
Dopo pochi istanti di silenzio e apparente quiete, i quattro videro il
corpo del Generale
riaffiorare in superficie, con gli occhi rivoltati, numerosi denti
spezzati e il corpo ricoperto di innumerevoli ferite. Il suo sangue
tingeva il mare oscuro di rosso scarlatto.
Mentre Jun cantava vittoria, il prescelto dell'Affidabilità
rimaneva immobile a contemplare il proprio operato. Quell'arma da lui
usata per il bene poteva infliggere così tanto dolore. Era
così che si sentiva Gomamon dopo ogni scontro? L'amico
minimizzava e quando capitavano in argomento lo liquidava dicendo che i
digimon hanno la lotta nel sangue. Sanno combattere dalla nascita,
è scritto nei loro dati. Poi l'indole è tutta
un'altra
questione.
-Jun... - Pidmon si chinò sulla sua partner e le
tirò
piano l'orlo della maglietta, un gesto che faceva sempre quando era
Culumon.
-Dimmi, Pidmon, stai bene?-
-Sì... grazie a te... però non vedo la targa, non
avremmo dovuto trovarla una volta sconfitto il Generale?-
Il gruppo cadde in un silenzio teso.
-E' strano. Forse è da qualche parte nel territorio,
oppuATTENTA!-
Fu un attimo.
Jou spinse via la sua ragazza per un soffio. Jun ruzzolò per
diversi metri e quando si riprese dalla batosta, capì il
perché del gesto brusco del ragazzo.
La Scheggia Velenosa non voleva saperne di morire e aveva appena
catturato Jou. Lo stringeva con forza a sé con un braccio e
premeva il pugno corazzato contro la sua testa.
La prescelta della Volontà gridò.
-Fottuti mocciosetti bastardi!- berciò Pukumon schiumando
per la rabbia
e le ferite. -Siete davvero ingenui se pensate che vi farò
uscire vivi dal mio territorio!-
-Jou... -
-Fermò là, Zudomon! Anzi, esci dall'acqua!-
ordinò
perentorio la Scheggia Velenosa. -E anche tu, maledetto pennuto!
Mettiti dove ti posso vedere!-
L'Angelo della Volontà obbedì, incerto sul da
farsi.
Scoccò un'occhiata alla sua amica, ma anche Jun era
paralizzata
dal panico.
-Siete i primi ad essere ancora vivi dopo le dosi di veleno che vi ho
iniettato. Ma non vi farò certo andare in giro a
raccontarlo.
Nessuno sopravvive alla Scheggia Velenosa. Nessuno! E ora, provate a
fare anche solo una mossa e io spappolo la testa a questo quattrocchi
di merda!-
-E poi come farai senza un ostaggio?-
La voce calma e razionale del prescelto dell'Affidabilità
sovrastò la risata isterica del nemico, riscuotendo gli
animi
dei suoi compagni.
-Ne prenderò un altro!- gracchiò Pukumon e
premette con
forza il pugno contro la testa del ragazzo, ferendolo con gli spuntoni
dei guanti. Jun gemette nel vedere il sangue colargli lungo il lato del
viso. Ma Jou strinse i denti e afferrò con entrambe le mani
il braccio del digimon.
-Jun... - disse piano -Perdonami.-
Con uno scatto fulmineo, il digiprescelto sferrò un colpo
sotto
la bocca gonfia e sanguinante del Generale. Quello emise un gemito
strozzato e
scagliò lontano l'ostaggio. Jou ruzzolò un paio
di volte
prima di rimettersi in piedi. In mano brandiva stretto il piccolo
bisturi brillante di luce argentea.
-SON
OF A BITCH!- ruggì
Pukumon, anche se il suo ruggito era solo un gorgoglio atroce. Una
pioggia di aculei precipitò verso il ragazzo. Jun corse
verso di
lui per proteggere quell'incosciente del suo amato, ma fu Zudomon a
ricevere il colpo, frapponendosi fra esso e il suo partner.
Il corpo del digimon dell'Affidabilità brillava della luce
dell'evoluzione e gli aculei venefici finirono inesorabilmente
disintegrati da essa.
-Sei sempre il solito incosciente, Jou.- Zudomon sogghignò
beffardo, ma fiero del suo amico.
La luce si fece sempre più accecante e Pukumon si
coprì gli occhi con un ringhio infastidito per poi
scagliarsi contro il digimon
evolvente caricando il colpo più mortale del suo repertorio.
Le zampe forti di Zudomon, però, lo bloccarono a mezz'aria
in una morsa ferrea
e lo trattennero mentre il suo corpo mutava.
-Zudomon, Warp shinkaaaaa.... Vikemon!-
* Digimon Analyzer *
Vikemon
Livello:
Mega
Tipo:
Uomo Bestia
Attributo: Antivirus
Attacchi: Arctic
Blizzard: Rilascia contro l'avversario un vento gelido,
portando allo zero assoluto l'aria circostante, per poi spaccare con
Mjöllnir il nemico congelato.
Mjöllnir: Rilascia potenti
colpi d'energia dalle armi sulla schiena.
Berserk Howl: Ulula con tutta la furia della sua
rabbia stordendo il nemico.
-Shit!
Shit! Shit!-
Pukumon si agitò come un forsennato per liberarsi dalla
presa del guerriero del
ghiaccio e ci riuscì solo dopo un estremo sforzo.
Attaccò nuovamente il gruppo con le sue spine avvelenate,
ormai completamente preda dell'Ira ed offuscato da essa.
-Se non posso avvelenarvi, posso ridurvi a tanti fottuti colabrodi!-
Sovrastati da un cielo oscurato da miriadi di spine acuminate grondanti
di veleno, i due digiprescelti si presero per mano.
-Come se te lo lasciassi fare!- esclamò fiero Vikemon -Arctic
Blizzard!-
L'aria congelò in pochi istanti.
Le spine velenose caddero una ad una al suolo con tintinnii sinistri.
Quando il rumore cessò, Jun aprì gli occhi e
cacciò un urlo. Il Generale d'Oro era congelato, immobile,
immortalato nell'atto di
sferrare loro, ma in particolare a lei, proprio a lei, un ultimo
micidiale
pugno.
Con un solo colpo delle sue mazze chiodate, Vikemon ridusse il corpo
del nemico in mille pezzi.
I frammenti si sparsero nell'aria come polvere di diamanti. Una piccola
luce triangolare brillò timidamente, volteggiò e
infine
si adagiò sulla mano di Jou. Il digiprescelto strinse
saldamente
il pugno, serio in volto.
"Fuori uno."
Fine Capitolo 29
Note:
Jou
e Jun ce l'hanno fatta, la prima targa è in mano ai
prescelti.
Riusciranno a recuperare le altre prima dello scadere del tempo limite?
Il nostro occhialuto non è uscito indenne dallo scontro e
non
intendo fisicamente. Ma sappiamo che Jou senpai può superare
anche questa.
So di essere tremendamente in ritardo. E' stato un periodo duro. Poi
ora c'è anche questo caldo e mettersi al pc
è così stancante... ma Koushirou come fa?
Prometto che sarò più veloce coi prossimi
aggiornamenti.
Dico, avete notato quante similitudini ci sono fra Tri e la mia storia?
Ma non solo, anche con altre storie lette qua e là. Secondo
me
gli autori si hanno fatto un giretto sul web per vedere che cosa
volevano i fan. Decisamente.
Spero con tutto il cuore che questo capitolo vi sia piaciuto.
Purtroppo, ho dato troppo amore ai Generali d'Argento e questi d'Oro
sono assai fiacchi secondo me. Da un lato DeathMeramon e co. non hanno
una buona opinione di loro, il che mi ha fatto pensare che fossero
palloni gonfiati e basta, quindi la tentazione di renderli solo parole
e niente fatti era alta. Ho cercato di non farlo ma non so se ci sono
riuscita. Almeno con Pukumon. Ma lui, diciamolo, del gruppo
è
quello più avventato. La spina nel fianco di Daemon.
Yamato: Smettila. Non rifare battute simili, ti prego.
Ok, ok. *cough cough* dicevo, quindi ora Daemon avrà il
dente un po' avvelenato.
Yama: *Facepalm*
Ok, fine sul serio.
Gli altri generali sono più cazzuti. O almeno spero.
Commentate, fatemi sapere, salvate questi poveri generali
dall'anonimato!
(Oppure no...)
Giusto qualche nota: Vikemon può essere di tipo Libero, Dati
o
Antivirus, ma in questo caso ho pensato che Antivirus potesse essere
più adatto, visto l'avversario e visto l'atteggiamento di
Jou
durante la battaglia.
Non so se l'attacco Berserk
Howl serva sul serio per stordire il nemico, ma non era specificato. Ho
inventato. Mentre non ho inserito l'attacco Viking Axe
perché
non so effettivamente che faccia. Ovviamente, se riesco a scoprirlo,
aggiornerò l'analizzatore. U.U
Ok, vi lascio alle anticipazioni del prossimo capitolo, che
vedrà protagonisti il team Takeru:
Distruzione
VS Creazione
-Il potere
dell'Oscurità t'infastidisce così tanto?-
Takeru intuì
dove Devitamamon il Distruttore sarebbe andato a parare.
-Eppure tuo fratello-
-Mio fratello,-
lo interruppe il prescelto della Speranza -non usa il suo potere per
far del male agli altri.-
Il nemico proruppe in
una risata che strideva come tanti frammenti di vetro tagliente
sfregati fra loro.
-Oh, non ti ha detto
quello che ha fatto?-
Iori vide l'amico
più grande irrigidirsi.
-Cosa diavolo stai
dicendo?-
A giudicare dal tono
acido del biondino, Devitamamon capì di aver toccato un
tasto squisitamente doloroso.
-Non ti ha detto come ha
ucciso Cerberumon nella sua recente incursione nella base del Maestro?-
Takeru strinse i pugni. Perché diavolo
Yamato non gli aveva detto niente?!
-Takeru, non
ascoltarlo!- lo ammonì la voce di Angemon proveniente da
Shakkoumon.
Pregate che il Takeru non faccia cavolate u.u
E confidate in Koushirou anche voi.
Alla prossima!!
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Capitolo 30 *** 30. Distruzione VS Creazione ***
TW Cap 30
Capitolo
30: Distruzione VS Creazione
The
deepest depths, the darkest nights
Can't separate, can't keep me from your sight
I get so lost, forget my way
But still you love and you don't forget my name
(Stars, Skillet)
La
zona presidiata
da
Devitamamon era una landa desolata priva di qualsiasi cosa. Non c'erano
rifugi, non c'erano ripari. Nulla. Solo il terreno smorto e il cielo
velato di scuro. Le tenebre impregnavano l'aria stagnante e parevano
quasi palpabili. Mentre i ragazzi prescelti erano privi di nascondigli,
il
nemico era invisibile ai loro occhi, protetto dal suo elemento. Da ogni
lato si poteva però perfettamente udire la sua voce
che istigava, instillava dubbi, infastidiva...
Oltre a non poter capire da che direzione sarebbe arrivato un possibile
attacco, i digiprescelti avevano a
che fare con una creatura che amava destabilizzare le vittime prima
di colpire. Ci aggiungeva quel sale in più.
Shakkoumon vegliava sugli amici dall'alto, facendo roteare il capo e
fendendo
l'aria coi suoi raggi oculari. Hanumon teneva la sua mazza d'osso in
pugno e scrutava il terreno, i sensi ferini all'erta. Takeru teneva
Mika e
Iori dietro di sé. L'amico dodicenne capì che
c'era
qualcosa che non andava in lui. Da infiniti minuti sembrava girassero a
vuoto e più passava il
tempo, più il malumore del prescelto della Speranza
cresceva.
Certo non era l'unico a risentire degli effetti dell'ambiente, tutti
loro erano affaticati, sia nel corpo che
nella mente, ma lui era praticamente incarognito, se gli si poteva
passare il termine.
E
Devitamamon
che aveva iniziato a giocare con loro, molestandoli con quella
sua
voce
irritante non aiutava. Già Takeru non aveva bei ricordi di
digimon psicopatici e giocherelloni dai gusti sadici, ci si metteva
anche quello lì, presto il ragazzo sarebbe esploso,
purtroppo.
Un'altra risata raschiò l'aria e per lo spavento Mika si
aggrappò ai pantaloni del
fratello.
-Il potere dell'Oscurità t'infastidisce così
tanto?-
Takeru intuì dove Devitamamon il Distruttore sarebbe andato
a parare.
-Eppure
tuo fratello- -Mio fratello,- lo interruppe, infatti
-Non usa il suo potere per far del male agli altri.-
Il nemico proruppe in una risata che strideva come tanti frammenti di
vetro tagliente sfregati fra loro.
-Oh, non ti ha detto quello che ha fatto?-
Iori vide l'amico più grande irrigidirsi.
-Cosa diavolo stai dicendo?-
A giudicare dal tono acido del moccioso, Devitamamon capì di
aver toccato un tasto squisitamente doloroso.
-Non ti ha detto come ha ucciso Cerberumon nella sua recente incursione
nella base del Maestro?-
Takeru strinse i pugni.
Perché diavolo Yamato non gli aveva detto niente?!
-Takeru,
non ascoltarlo!- lo ammonì la voce di Angemon proveniente da
Shakkoumon.
-Ti nasconde un po' di cose, non trovi?-
-Ignoralo, Takeru.- fece Iori, scuotendolo per la spalla. -È
un vecchio trucco, lo sai!-
Il prescelto della Speranza non reagì subito ai richiami
degli
amici e neppure a quello della sorellina che lo guardava incuriosita e
preoccupata.
Probabilmente avrebbe voluto risposte da lui, perché non
capiva
quella situazione.
Ma come poteva dargliene, se neppure lui sapeva?
-Forse non ha fiducia in te. O forse... ha capito che il suo potere gli
sta sfuggendo di mano.-
-Takerusan, sono sicuro che c'è un motivo se Yamatosan e gli
altri non ci hanno detto nulla.- intervenne Iori, avvicinandosi
all'amico più grande.
-Per esempio?- replico irritato quello -Lui non
parla mai, non mi dice mai nulla! Se non fosse stato importante, non
c'era motivo per nascondermelo!-
-Devi considerare che con la battaglia e quanto successo a Risei e Ken
forse ha messo in secondo piano la questione.-
-Giusto a proposito!- esclamò -Neppure di Risei mi ha mai
parlato!-
Iori inarcò il sopracciglio.
-Takerusan, sei infastidito perché ti ha nascosto qualcosa o
perché potrebbe aver usato il potere
dell'Oscurità per
offendere?-
Il biondo strinse i pugni, ma non rispose. I suoi occhi, in compenso
s'indurirono.
-Nel secondo caso, ti ricordo che anche Yleniasan ha usato
allo
stesso modo il potere della Luce, ma non contro qualcuno di innocente e
non per gusto personale. Sono sicuro che lo stesso vale per tuo
fratello e credo non ti abbia detto nulla perché forse
è
solo turbato e non ritiene utile che si sappia adesso, anzi. Sarebbe
solo una preoccupazione in più, come puoi constatare tu
stesso.-
Takeru sbottò, esasperato: -Ma cosa sei, un avvocato delle
cause perse?-
-Forse non ha usato il suo potere.- asserì il minore
ignorando
la reazione. -E comunque adesso abbiamo un altro problema a cui
pensare.-
Il
maggiore si sistemò il cappello sulla testa, impacciato.
Tutta quella oscurità...
-Non dargli retta.- disse la voce di Devitamamon -Vuole solo rinviare
il problema.-
Tutta quella oscurità...
-Tu però vuoi una spiegazione subito, no? Tutti questi
segreti, da parte di tutti... non sono irritanti?-
Più cercava di calmarsi, più i pensieri negativi
lo
pervadevano, portandolo lontano dal proprio obbiettivo, dalla
soluzione...
Come poteva suo fratello convivere con un potere così
sfinente, così sviante?
-Allora? Non è vero?- ridacchiò ancora
Devitamamon e fece
per dire qualcos'altro quando il prescelto della Speranza
sbottò.
-STA' ZITTO!- urlò. Poi inspirò e
ripeté: -Sta' zitto. Tu non sai
nulla di noi, non ti permettere di insinuare cose che non sono su mio
fratello. Nessuno lo conosce. Nessuno, tranne noi.-
Guardò gli amici e fece un sorriso sollevato.
-Quando
questa storia finirà gli farò comunque un bel
discorsetto. Non sono più un bambino.-
Iori sospirò e replicò, calmo: -Neppure io lo
sono, ma tu
e tuo fratello vi somigliate in un modo che non ne avete idea... -
Takeru inarcò il sopracciglio, per poi accorgersi di essersi
messo nuovamente davanti ai suoi compagni.
-Siamo alla pari, no?- continuò Iori, mettendosi di nuovo al
suo fianco.
-I nostri digimon sono uniti, perciò anche noi
dobbiamo esserlo. Se non credi in noi, come possiamo noi fare
altrettanto?-
Non ci aveva fatto caso, ma, in effetti la situazione era molto
simile...
Per la prima volta da quando erano entrati in quel territorio, il
quattordicenne sorrise e quasi scoppiò a ridere.
-Scusa, Iori.- disse, per poi accarezzare la testa di Mika -E scusami
anche tu, piccoletta. Non ci avevo fatto caso, a quanto somigliassi a
Yamato. Lui mi proteggeva sempre, ma ad un certo punto credo rifiutasse
l'idea che io fossi più indipendente. Ma siamo cresciuti,
giusto?-
-Esatto.- replicò Iori, lieto che il suo discorso fosse
servito.
-Ok, concentriamoci sulla nostra missione.- disse Takeru, rinfrancato
dalla riflessività dell'altro che lo aveva riportato a
ragionare lucidamente.
Devitamamon,
dal canto suo,
decise di smettere di giocare col cibo e si
manifestò davanti ai sei prescelti. Era
per dimensioni il doppio di un Digitamamon e il suo vero corpo
fuoriusciva dal guscio nero come la pece. Un'inquietante e
sproporzionato mostro
color della terra, con lunghe zampe, due piccole ali e un
muso allungato e pesante, assolutamente disarmonico rispetto al resto
del corpo. Decine di occhi gialli e rossi s'aprivano su quel territorio
spento, divenendo di fatto le uniche, inquietanti, macchie di colore e
luce.
Le ossa dei gomiti allungate e sporgenti andavano a formare delle
robuste lame d'osso rivolte all'indietro. Appuntata su una fascia che
portava al braccio, stava una stella rovesciata d'oro. A completare
l'inquietante
quadro c'erano le zanne e gli artigli affilati, che lo rendevano
classificabile come 'PERICOLOSO' a prima vista.
*Digimon Analyzer*
Devitamamon
Livello: Mega
Tipo: Mutante
Attributo: Data
Attacchi: Black Death Cloud: Esalando un gas
oscuro
distrugge mente e corpo del nemico.
Dazzling Eye: priva il nemico
della vista emettendo un forte bagliore.
-Forza,
Shakkoumon!- urlò Takeru
incitando il digimon angelico, il quale non se lo fece ripetere e
socchiuse gli occhi
per condensare in raggi letali la sua luce rovente.
-Aramitama!-
Devitamamon contrattaccò per parare il colpo e Hanumon ne
approfittò per colpirlo nel punto che si era scoperto.
L'attacco
oscuro andò a vuoto, ma distrusse il territorio circostante.
Infuriato, il Generale d'Oro di scagliò contro i
digiprescelti.
Era spaventoso e ad ogni passo la sua bocca si apriva sempre
più, mettendo ancora più in mostra file di zanne
affilate e un'oscurità
profonda. Mika si strinse al fratello, poi alzò la testolina
e gli disse.
-Fratellino, dobbiamo batterlo. Dobbiamo salvare Risechan.-
-Lo salveremo.- disse il prescelto della Speranza accarezzandole la
testolina.
Lui e Iori si scambiarono dunque un'occhiata d'intesa e attivarono i
loro Arcana.
Program: Arcana
On Running: The
Star
L'Arcana della Speranza era un claymore, una spada grossa e pesante,
molto più simile ad una mazza che ad un'arma da taglio.
L'impugnatura
d'oro era decorata di ghirigori che risalivano lungo la lama
principale, disegnando la Crest della Speranza alla base e unendosi
alle cinque lame secondarie. Unite a quella principale, esse andavano a
formare una stella. Nonostante la mole, Takeru riusciva a sollevare il
claymore con facilità. Quello, inoltre, possedeva una certa
aura di sacralità.
Program: Arcana
On Running: The Hierophant
L'Arcana della Conoscenza e dell'Affidabilità era, al
contrario del claymore, una sobria
katana dall'impugnatura viola e la lama di metallo chiaro. Su di essa
erano incisi tre fori di dimensione decrescente a partire dalla base,
posti a una decina di centimetri l'uno dall'altro.
Takeru agitò la spada e da essa sprigionò un
fendente di luce sacra che
investì il nemico, rallentandolo e provandolo
momentaneamente della vista. Anche Iori colpì. La lama della
katana, tagliando l'aria la fece convergere nei fori, generando un
turbine di vento.
Impensierito dalla discreta potenza sacra della prima arma, Devitamamon
decise di non lasciarsi colpire dalla seconda e generò il
suo attaccò, urlandone il nome con la voce sgraziata.
-Black Death Cloud!-
Una nube di tenebre scaturì dalle sue fauci e
iniziò a fagocitare la luce e ad espandersi verso i
prescelti. Il vento del Gerofante, però, creò
un buco perfettamente circolare in quell'oscurità e
l'intensità della luce santa rimasta aumentò il
tanto da annientare gran parte delle tenebre. Devitamamon
poté sentire chiaramente dolore, ma fu sopratutto il suo
orgoglio ad essere ferito.
Purtroppo per i ragazzi, non tutte le tenebre vennero disperse,
perché il generale Distruttore non si risparmiava mai con
nessuno, neppure con gli infanti, figuriamoci se erano infanti nemici.
Il resto della nube nera invase l'aria e iniziò a circondare
il gruppetto.
Takeru si chinò sulla sorellina per proteggerla e la strinse
a sé.
Shakkoumon
intervenne e risucchiò l'attacco oscuro nel suo corpo. Non
riuscì però
a rigettarlo
fuori e la nube nera iniziò la sua opera di distruzione.
Pochi istanti e il digimon angelico iniziò a
barcollare in preda agli spasmi di dolore.
-Uuugh!-
-No, Shakkoumon!- fu l'urlo di Iori e Takeru.
-Stupidi mocciosi, come avete solo potuto pensare di poter competere
con me?- li apostrofò il Generale -Avete solo reso la morte
del
vostro amico più straziante. È colpa vostra se si
è
appena suicidato!-
E via con la risata malefica che era d'obbligo.
Takeru era rimasto paralizzato. Il nemico incombeva su di loro, ma
l'unico pensiero che gli veniva in mente era che per colpa sua, di
nuovo, il suo caro amico stava morendo. Credeva che il potere della
luce avrebbe potuto distruggere qualsiasi oscurità, ma
quell'oscurità stava distruggendo la sua luce dal di dentro.
Per
colpa sua. Inconsciamente si aggrappò al claymore. La luce
sacra
si affievoliva sempre più e l'oscurità incombeva.
Gli occhi del Generale s'illuminarono, uno dopo l'altro e i loro
malefici raggi colpirono le pupille dei due digiprescelti. Takeru e
Iori urlarono, improvvisamente gettati nell'oscurità totale
e,
peggio, nella paura.
-Mika! Mika! Dove sei?-
Un urlo acuto fece scattare il fratello maggiore. Privo
dell'orientamento, però, Takeru non riuscì a
muovere che
pochi passi. La risata del nemico echeggiava tutta intorno.
Mika urlò nuovamente, che stava facendo quel mostro?
-Fermati!!- gridò Takeru.
Shakkoumon soffriva e non poteva fare nulla. Oh, quanto erano stati
ingenui. Perché Koushirou aveva mandato loro contro un
avversario simile? Perché?
-Death
Black Clo- -MIKA!- la voce di Hanumon si frappose a quella
del Generale.
-Nyoi
Bone!-
La digimon scagliò con tutta la sua forza la mazza d'osso
che si
schiantò contro il guscio del nemico, senza però
danneggiarlo un granché, ma tutta via deviandone l'attacco.
Si
gettò su Mika per proteggerla e la nuvola nera
passò
sopra le loro teste. Il Generale decise di ritentare una seconda volta,
pronunciando il nome del suo attacco con una goduria nella voce che
c'era da rabbrividire.
La seconda nube nera era a pochi metri dalle due e le avrebbe investite
in pieno.
-Ora, Mika.- disse Hanumon.
All'ordine dell'amica, la bambina lanciò un oggetto
circolare
verso di essa. Devitamamon vide un riflesso di luce sulla superficie
del piccolo disco, poi l'immagine della nube nera. Era uno specchio.
Quando essa ne
toccò la superficie, invece di frantumarla, tornò
indietro alla medesima potenza. Ancora una volta il Generale
schivò il colpo, ma non avrebbe mai pensato di doverne
evitare
uno SUO! Fu quindi pura fortuna se riuscì a non venire
colpito.
-Che sta succedendo?- domandò seccato Takeru. -Mika?
Hanumon?-
-Come stai, Shakkoumon?- fece a sua volta Iori.
L'angelo gemette di rimando: -Non bene, ma il piano ha comunque
funzionato.-
Devitamamon si sentì irritato.
-Un piano? Avevate un piano? Chi vi ha dato informazioni?! Eh? Sono
stati loro?!-
Non sopportava l'idea
di essere giocato da tre mocciosi, di cui una quasi in fasce e tre
digimon, che non erano neppure al suo livello. Per non parlare poi del
tradimento!
-Sono stati DeathMeramon e la sua squadra di merdine?!-
-Cerca di stare calmo.- tagliò corto Takeru e
spiegò, omettendo una parte di verità -Siete
tristemente famosi a Digiworld, non c'è stato bisogno che di
raccogliere informazioni in giro!-
Molte di queste, in realtà, venivano da Koushirou, dato che
gli altri Generali non avevano parlato e che i sopravvissuti potevano
contarsi sulla punta delle dita. L'analizzatore digimon, il Carro e il
cervello fino del ragazzo avevano fatto il loro sporco lavoro.
L'Ira del Generale d'Oro s'intensificò, ma non perse
però occasione
di infierire sui suoi avversari con una frecciatina.
-Faceva forse parte del vostro piano che Shakkoumon assorbisse la mia
nube mortale? Siete disposti a così tanto pur di debellare
il
potere delle tenebre?-
-Non accetto che uno come te faccia certe insinuazioni!-
esclamò
Takeru, voltandosi nella direzione da cui proveniva la voce.
-Non ascoltarlo, Takeru.- disse a stento Shakkoumon tentando di
risollevarsi in volo.
Il disco luminoso, intanto, era tornato fra le mani della sua piccola
proprietaria.
Sul Digivice della prescelta del Sogno appariva la scritta:
Program:
Arcana
On Running:
The Fool
Purtroppo, il Generale d'Oro era ancora in vantaggio ed era anche
consapevole di esserlo.
Le tenebre che aleggiavano
nell'aria fremettero per qualche istante, prima di venire risucchiate
dentro di lui. Hanumon vide
il paesaggio scomporsi in dati neri e venire aspirato anch'esso dentro
il guscio crepato della creatura. Dati neri fuoriuscivano anche da
tutti loro. L'oscurità di quel campo di battaglia li stava
divorando.
Vide il claymore della Speranza spegnersi pian piano, non poteva
perdere tempo.
-Nyoi
Bo- -Black Death
Cloud!-
Un'ennesima ondata di tenebra si riversò sui ragazzi e
Shakkoumon. Hanumon rinunciò al suo attacco e prese Mika fra
le
zampe prima di saltare. La bambina urlò presa alla
sprovvista.
La digimon primate le chiuse gli occhi e osservò la
situazione.
Era assolutamente sfavorevole.
-Takeru! Iori!- urlarono le voci composite di Angemon e Ankylomon
-Abbassatevi!-
I due ragazzi si gettarono a terra.
-Kachina
Bombs!-
Il digimon angelico scagliò le sue lame volanti che
tagliarono
la fitta oscurità, ma non ebbero effetto su Devitamamon e
sul
suo ritrovato ottimismo.
-È tutto inutile. Siete immersi nell'oscurità
totale e verrete
distrutti. Sarete il concime del nuovo mondo che il Maestro
creerà
e io vi conserverò con cura per poi riversarvi nelle
fondamenta
del nostro impero!-
"Un digimon così... " pensò Takeru -Un digimon
così... se dovessero batterci e arrivare sulla Terra...
questa
sofferenza... "
"Questa paura... " pensò Iori "Non possiamo permetterci di
perdere!"
"Non è solo per Ken, Risei o Digiworld... "
continuò a pensare Takeru.
Le dita scheletriche del digimon oscuro si serrarono intorno alla sua
vita. Con l'altra mano, Devitamamon afferrò Iori e
avvicinò i due ragazzi al suo guscio. Potevano sentire i
propri
dati venire assorbiti con maggiore intensità.
"La mamma e il papà... " pensava però Takeru.
"Mamma, nonno... " fu il pensiero di Iori.
Le menti dei due poi richiamarono le rispettive persone amate.
"Hikari!"
"Seiko!"
Pur privi della vista, i ragazzi dimenticarono la paura.
-La Speranza è tenere sempre accesa una Luce nel cuore.-
recitò
il più grande rammentando quelle parole, poi
gridò.
-Adesso, Shakkoumon! Segui la mia voce!-
-Justice
Beam!-
Pur senza vedere, il digimon obbedì e scagliò il
suo attaccò di luce rovente.
Devitamamon gongolò di goduria usando i due ragazzi come
scudo,
ma, sorprendentemente, i raggi lo mancarono di una buona spanna.
-Idiota!- esclamò sorpreso, all'apice della più
crudele
gioia. L'insulto seguente però gli morì in gola,
perché Hanumon saltò alle sue spalle e ricevette
l'attacco con lo specchio del Matto. I raggi laser vennero riflessi ed
indirizzati al guscio, fra le cui crepe s'insinuarono per colpire
l'oscurità.
-Sì!- esclamò Mika, sulle spalle della sua amica.
Per la sorpresa e il dolore il Generale si lasciò sfuggire i
prigionieri. L'oscurità fuoriusciva dal guscio e dalle sue
crepe, continuando la sua opera di distruzione.
-Come avete osato?- ringhiò rabbiosamente il Distruttore,
tremando
con violenza. -Come avete potuto? Tutta questa oscurità!-
A terra, Takeru ritrovò a tastoni il claymore. L'arma
riprese a brillare con rinnovato potere.
La luce si diffuse in cerchio intorno ai ragazzi, proteggendoli. Poco a
poco, sia Iori che Takeru recuperarono la vista e Shakkoumon smise di
soffrire. E, tuttavia, l'oscurità intorno a loro non faceva
che
crescere e divampare come fiamme fameliche.
-Tutta questa squisita oscurità!- berciò ancora
Devitamamon, che pareva ormai aver perso il senno -Come avete osato
aprire questo vaso di Pandora!-
Il cielo in tutto il settore e in quelli adiacenti si fece nero,
costringendo chiunque ad guardarlo basiti.
Daemon, dal canto suo, rimase sconcertato.
"Che spreco." disse fra sé. "Maledetti digiprescelti!"
Devitamamon continuava ad emettere oscurità, sibilando e
tremando.
I ragazzi e i loro digimon indietreggiarono intimoriti.
Non lasciava presagire nulla di buono.
Fine
Capitolo 30
Note:
Ok, non dico più nulla su quando usciranno i capitoli,
và.
Allora, non ho avuto dubbi su chi dovesse beccarsi la Stella. Iori come
Gerofante era un'altra scelta ovvia, anche se in effetti... ok,
confesso, dato che se dite Gerofante, io dico Kakyoin (Jojo),
contrapporre a uno dei miei pg in assoluto un altro che non mi piace
allo stesso modo (scusa Iori), mi bloccava un poco. Diciamo che in
questo modo ho potuto riflettere meglio sul nostro prescelto
funghettoso, finendo per rivalutarlo di più. In questo
capitolo, è lui infatti a far tornare in sé il
Takeru. Sta iniziando a maturare e considerare il perché le
persone fanno certe scelte. Takeru dovrà certamente
chiarirsi col fratello, comunque.
La spada della Speranza ricorda molto il claymore di Saix in Kingdom
Hearts. O, almeno, è a quello che mi sono ispirata. Avrei
preferito fosse una mazza, ma è una spada e amen. E' intriso
di potere sacro, quindi ha parecchi benefici in battaglia, il problema
è che se il Takeru perde la Speranza, l'Arcana s'indebolisce.
La spada del Gerofante apre fori perfettamente circolari coi suoi
vortici/trivelle di vento. Noooo, non mi sono ispirata ancora a Jojo,
noooo.
Tutti gli arcana hanno due poteri e due versioni differenti. Di alcune,
tipo l'Eremita, abbiamo già scoperto la seconda forma. Ma il
primo potere non è stato usato (se non ricordo male...
oddio, non lo ricordo affatto!!)
Nel caso di Sora ho mostrato entrambi i poteri, ma ho mantenuto una
sola forma. La seconda è ancora segreta.
Rimettendo in ordine gli appunti ho notato questa cosa per alcuni e ho
deciso di riportarla per tutti, ovviamente in certi casi
dovrò aggiustare (ergo, se notate robe strane, fischiate).
Nel prossimo capitolo, la conclusione di questo scontro, che spero di
aver trattato bene.
Eh, sì, i nostri avevano studiato una bella contromossa. Il
Matto ha i suoi limiti, ovviamente. E Shakkoumon non era previsto che
rimanesse ferito, ma... beh, lui sapeva che avrebbe dato la vita per i
suoi protetti. E' Shakkoumon, eh u.u
Finito uno scontro, ne inizierà un altro, anche questo
faticoso, ma intenso, perché avrà come
protagoniste Miyako, Sora e Hikari. Due delle quali piuttosto coinvolte
nella vicenda del rapimento di Ken e Risei.
Capitolo
31: Lame del Futuro
-Il grande Daemon conquisterà questo mondo sprofondandolo
nell'oscurità e solo lui potrà governarlo!-
Takeru strinse i pugni intorno all'elsa del claymore e maledisse ancora
il potere delle Tenebre.
-Non arrenderti... - mormorò rivolto a Shakkoumon -Non
arrenderti! Shakkoumon!-
Al suo urlo si unì quello di Iori.
-Non arrenderti!- gridarono all'unisono Mika e Hanumon.
Shakkoumon si sentì pervadere dell'energia dei suoi partner.
Takeru e Iori videro i loro Digivice brillare e capirono.
Alzarono le braccia al cielo e invocarono il nome dell'angelo.
Alla prossima ^^
Presto spero.
|
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Capitolo 31 *** 31. Lame del Futuro ***
Capitolo 31: Lame del Futuro
Capitolo 31: Lame del Futuro
No
You'll never be alone
When darkness comes, I'll
light the night with stars
Hear the whispers in the
dark
No
You'll never be alone
When darkness comes, you
know I'm never far
Hear the whispers in the
dark
(Whispers in the dark,
Skillet)
Era come una pentola a pressione che infine esplode.
L'oscurità accumulata in Devitamamon era tanta che tutto
n'era
avvolto, come in un manto nero pece, eccetto per un cerchio luminoso.
Al
centro di esso vi era The Star, il Claymore della Speranza.
-Non crederete di poter sconfiggermi solo perché avete
distrutto il
mio guscio?- ruggì Devitamamon marciando verso di loro. Era
inquietante scorgere sprazzi di quel corpo di ruggine nel buio. Con un
gesto rapido, il Distruttore tentò di artigliare i
digiprescelti, Shakkoumon però intercettò il
colpo
afferrandogli la zampa. Devitamamon cercò di liberarsi, ma
il digimon sacro sostenne
egregiamente lo sforzo. Tuttavia, avvertiva la pressione del potere
delle Tenebre. Se non fosse riuscito a trattenerlo, i ragazzi alle sue
spalle ne sarebbero stati schiacciati, annichiliti.
"Non permetteremo che succeda!" pensarono i due digimon fusi insieme.
-Laser
Eyes!-
I raggi oculari del demone tentarono di incatenare lo sguardo
dell'angelo. Shakkoumon, però, usò i suoi raggi
roventi per respingerli.
-Puoi accecarci, ma non vincerai!- esclamò -Non ti
permetteremo
di far del male a Iori o Takeru, né a nessun altro!-
-Il grande Daemon conquisterà questo mondo sprofondandolo
nell'oscurità e solo lui potrà governarlo!-
Takeru strinse i pugni intorno all'elsa del claymore e maledisse ancora
il potere delle Tenebre.
-Non arrenderti... - mormorò rivolto a Shakkoumon -Non
arrenderti! Shakkoumon!-
Al suo urlo si unì quello di Iori.
-Non arrenderti!- gridarono all'unisono Mika e Hanumon.
Shakkoumon si sentì pervadere dell'energia dei suoi partner.
Takeru e Iori videro i loro Digivice brillare e capirono. Alzarono le
braccia al cielo e invocarono il nome dell'angelo.
E il miracolo avvenne.
-Shakkoumon! Kyuukyouku shinkaaaaa... SlashAngemon!-
Allo scemar della luce della miracolosa evoluzione, una figura angelica
vorticò spazzando via le tenebre con le sue ali
metalliche.
*Digimon Analyzer*
SlashAngemon
Livello:
Mega
Tipo:
Potestà
Attributo:
Antivirus
Attacchi: Heaven's
Ripper:
Fa
a pezzi il nemico con le sue lame.
Holy Espada: Taglia
il nemico con un colpo di energia a forma di croce.
Devitamamon indietreggiò stupito, ma reagì allo
shock sbraitando.
-Non crederai basti questo per battermi, vero?-
SlashAngemon avanzò frapponendosi fra il Distruttore e i
suoi
protetti, che riuscirono così a vederlo interamente in tutta
la
sua maestosità.
Il corpo robusto era protetto da un'armatura, le piume delle sue ali
erano lunghe lame metalliche. Portava corti
capelli color del cielo e i lineamenti del suo viso erano un misto fra
la
compostezza di Angemon e la rudezza di Ankylomon.
-No, non credo.- replicò l'angelo. -Ma neppure io posso
lasciarmi sconfiggere da uno come te.-
Per Takeru e Iori, per gli altri amici, perché quel potere
oscuro era malvagio. Sentiva sulla sua pelle quanta fosse la
malignità di quel buio che lo divorava. La paura gli scavava
nelle anime, mettendo a dura prova non solo l'unione, ma la
volontà stessa di combattere. Un mondo in cui pochi si
sarebbero
beati di tale sofferenza inflitta ai più deboli, questo era
ciò che il nemico desiderava. Un mondo che non intendeva
concepire. Assolutamente, doveva impedire l'avvento di un futuro del
genere.
-Heaven's
Ripper!-
L'angelo piegò le ali e dopo essersi raccolto su se stesso
in
una ruota di lame affilate si scagliò contro il demone. Se
Devitamamon resse il primo assalto, fu però sbilanciato e
non
riuscì a respingere anche il secondo e il terzo. A malapena
riuscì a sferrare un'artigliata contro il nemico angelico,
ma
quello deviò il colpo e lo colpì al muso con una
poderosa ginocchiata. Un colpo d'ali spinse Devitamamon a terra,
completamente scoperto e indifeso.
-Adesso, SlashAngemon!-
-Ora!-
-Forza!-
-Vai, SlashAngemon!-
Esortato dalle urla di Takeru, Iori, Mika e Hanumon, SlashAngemon si
preparò a dare al nemico il colpo di grazia.
-Fe...fermo!- supplicò Devitamamon -Non ricordi
cos'è successo contro Devimon?-
SlashAngemon parve esitare, perplesso.
-Sì, lo so. Sappiamo molte cose su di voi. Per questo ti
metto
in guardia. Le nostre forze si equivalgono, così come si
equivalevano le tue e quelle di Devimon. Se mi uccidi, potresti morire
anche tu. Che ne sarà dei tuoi compagni?-
SlashAngemon si rivolse direttamente ai ragazzi.
-Takeru, Iori.-
Al prescelto della Speranza parve una scena così
maledettamente familiare che ebbe una stretta al cuore.
-Non succederà.- li rassicurò l'angelo. -Holy Espada!-
SlashAngemon scisse l'aria con due colpi dai fendenti incrociati
impregnati di luce sacra. Devitamamon tentò di opporre
strenua
resistenza a quel disgustoso potere che era la Luce, ma... non ce la
fece.
Le lame sante di Speranza, Conoscenza e Affidabilità,
forgiate
dalla luce del Sogno del futuro squarciarono definitivamente le tenebre
e con esse l'esistenza dell'oscuro Generale, il vaso di Pandora del
Signore dell'Ira.
Quando i suoi dati si dispersero, il cielo fu meno nero.
*
-Non so cosa stia succedendo,- urlò Miyako -ma non possiamo
perdere altro tempo! Ken ha bisogno di noi!-
-Miya, vedrai che lo salveremo! Ma cerca di stare calma!- la
ammonì Hikari, preoccupata che l'amica desse colpi di testa.
-Come faccio a stare calma?!- sbottò quella, scompigliandosi
i capelli. -Non puoi capire come mi sento!-
Hikari l'afferrò per le spalle.
-Forse non del tutto, ma anche io... - arrossì un poco -Per
Takeru farei pazzie! Ma ora sono lucida e devo aiutarti a non farle,
perché questo ci distruggerà!-
Sora annuì e mise la mano sulla spalla dell'amica.
-Vedrai, lo salveremo. Li salveremo.-
Sì, li avrebbero salvati entrambi. Ken e Risei, il piccolo Risei...
Purtroppo, tra il dire e il fare c'era di mezzo l'Inseguitore col suo
volo preciso e veloce e la sua mente sadica e arguta.
Miyako cercò di calmarsi e rianalizzò i dati in
suo possesso alla ricerca di un qualsiasi punto debole.
Uno!
Uno qualsiasi!
*Digimon
Analyzer*
TigerVespamon
Livello:
Mega
Tipo:
Cyborg
Attributo:
Virus
Attacchi: Royal
Meister: le
sue spade gemelle, tagliano senza pietà qualunque nemico.
Mach
Stinger V:
Un attacco pungente, rapido e letale perpetrato con le Royal Meister.
Gear Stinger:
Spara
contro l'avversario una pioggia di aghi.
Il Generale
d'Oro, chiamato l'Inseguitore per ovvi motivi di sadismo, possedeva un
corpo leggero ed in apparenza esile che migliorava le sue
prestazioni in volo. Il metallo della sua corazza era striato di nero e
oro e contribuiva a snellire la sua figura. Al collo portava una
sciarpa rossa sbrindellata. Delle poche notizie risapute sul suo
conto, la più
inquietante riguardava proprio quella sciarpa. Pare che essa fosse in
origine bianca e che il nuovo colore fosse
dovuto al sangue dei nemici torturati e uccisi. Un vessillo di morte
portato con orgoglio dal Generale.
Un vessillo da distruggere, per i
digiprescelti.
"Letale, rapido, virus... spade gemelle, incredibile energia... pensa,
Miyako, pensa!"
-Miyako, sta' giù!-
La ragazza riemerse dai suoi ragionamenti in tempo per vedere il nemico
volare verso di lei. Istintivamente obbedì a Silphymon e si
abbassò, mentre il digimon caricava il suo colpo energetico.
-Top Gun!-
TigerVespamon lo evitò senza fatica, ma non importava,
ciò che contava era aver salvato Miyako.
Garudamon tentò di afferrare il Generale, invano. Inoltre,
purtroppo, con la sua stazza la digimon dell'Amore rischiava di
coinvolgere le amiche, perciò non poteva scatenarsi. Se
avesse potuto allontanare TigerVespamon dalle ragazze... ma il
maledetto si teneva nelle vicinanze del gruppetto, proprio per trarre
vantaggio dal suo punto debole.
Sora aveva attivato The Lovers e con esso aveva eretto un muro di
fiamme verdi a difesa sua e delle altre due ragazze, le
quali avevano attivato a loro volta gli Arcana: The Priestess
e The Empress.
The Priestess era un largo scudo bianco con la Crest della Luce in
rilievo. Al centro, una sfera delle dimensioni di un pugno brillava
diffondendo una luce rosata tutt'intorno alle ragazze.
The Empress era una sorta di elaborato shuriken, somigliante molto ad
un piccolo drone, perfettamente in linea con la personalità
di
Miyako. Esso volava sopra le teste delle digiprescelte, sferrando
attacchi laser e fisici al nemico ogni qualvolta il Generale si
avventava contro di
loro. La mente della prescelta di Sincerità e Amore tentava
disperatamente di trovare una strategia di rapida esecuzione e sicuro
successo.
Analizzò per l'ennesima volta il Digidex.
"Cosa posso usare contro di lui? Cosa?"
I secondi passavano e l'ansia per le sorti di Ken cresceva.
"Pensa, Miyako, pensa! Se Garudamon riuscisse ad afferrarlo...
basterebbe un attimo per spezzarlo in due! Ma diavolo, non sta mai
fermo un attimo!"
La lampadina si accese appena in tempo prima che la ragazza scagliasse
a terra il proprio Digivice.
"Non si è mai fermato! E se fosse questa la chiave?!"
La ragazza rianalizzò le informazioni in suo possesso.
TigerVespamon era piombato su di loro, ma grazie a Garudamon e
Silphymon, lei, Hikari e Sora erano rimaste illese. Nonostante fosse
una mossa azzardata per chiunque, da pazzo, il digimon insetto aveva
poi virato insinuandosi in una breccia fra i due nemici, piuttosto che
fermarsi e parare i loro colpi. Aveva anche attaccato i digimon prescelti
con le sue lame d'energia, il tutto a gran
velocità ed emettendo un odioso ronzio spaccatimpani. Per
tutto il tempo non aveva fatto altro che farli danzare al suo
forsennato ritmo, disturbando i loro attacchi, facendo breccia nelle
loro difese e impedendo loro di prendere fiato.
Il cervello di Miyako però, aveva trovato quella luce di cui
aveva bisogno, e si era messo in moto altrettanto rapido nel trovare la
soluzione.
"C'è un grande dispendio d'energia... " pensò con
le dita
sul mento, poi si rivolse alle amiche, con un sorriso forse un po'
folle.
-Ragazze, ho un piano.-
Sora e Hikari si fecero tutt'orecchi.
Fine
Capitolo 31
Note:
Non
avevo mai scritto di questi due gruppi, il che mi ha creato qualche
problemino.
Siamo nel bel mezzo dello scontro fra le ragazze e il Generale. Dato
che tutti gli scontri avvengono in contemporanea, ho optato per
inserire il lettore nel bel mezzo, piuttosto che dall'inizio (quindi
con presentazione eccetera) anche se ammetto che ciò mi
toglie
qualcosa. Sono un po' vecchio stile. Forse perché
l'Inseguitore
non ha aperto bocca... oh, lo farà, tranquilli. Non sia mai
io
non crei uno scassapalle u.u
Non ho molto da dire, tranne che nonostante le difficoltà mi
è anche piaciuto scrivere lo scontro del team Take-Iori-Mika.
E anche inserire Slash-gnocco-Angemon fra le file dei prescelti. Spero
se mai ci sarà un altro seguito che coinvolga tutti
prescelti tengano conto di lui come papabile mega *ç*
Riguardo agli arcana, le scelte mi sono sembrate ovvie:
Hikari è la più spirituale del gruppo e Miyako
è la ragazza dell'imperatore XD Ovviamente analizzando le
carte, i paragoni sono perfetti, anche se, possedendo Daisuke The
Emperor, si viene a formare tipo la strana coppia. E questo mi fa
sorridere. Scommetto che tutti pensavate che Ken possedesse
l'imperatore. E invece no xp
L'Imperatrice si contrappone alla Papessa, emana intelligenza che
agisce in tutti i campi. E' una carta forte, che rafforza le carte a
lei vicine e segna la fine di dubbi ed incertezze e di idee giuste su
persone o cose. Le sue armi sono diplomazia, tatto e
sensibilità.Visto il carattere di Miya, all'inizio
può far strano, ma non la vedo estranea a queste
caratteristiche. Daisuke è più sanguigno di lei,
per esempio XD Tranne con Ken, lì è stato
adorabile da subito.
Il lato negativo dell'Imperatrice è la perdita della
creatività e quindi, come avete visto, del punto
più forte della nostra Miya.
Anche il lasciarsi andare all'immaturità e altre cose
seccanti.
La Papessa rimanda alla conoscenza di cose ignote e a segreti svelati.
Suggerisce la pazienza ed è associata ad intuito e analisi
del profondo. La carta al rovescio può indicare la tendenza
all'isolamento.
Riguardo alle armi, la prima scelta per Hikari era un arco, poi scelto
per Ylenia, quindi ho scelto la meno arma di tutte: lo scudo. Hikari
non ferisce, lei difende, lo ha sempre fatto. Ovviamente immagino che
se tirasse lo scudo in testa a qualcuno gli farebbe maluccio...
Per Miyako, la mia paura è che sia un'arma troppo potente,
ma è perfetta per lei. E' tradizionale e moderna al tempo
stesso e sorvola il campo di battaglia proteggendo la sua padrona, come
se l'Imperatrice fosse Miyako stessa.
Al prossimo capitolo!! ^^
Dal
capitolo 32: La fretta è cattiva consigliera
-Miyako, così non
combiniamo nulla!-
-Neanche stando ferme
qui, se per quello!- replicò lei afferrando una liana.
-Andiamo a cercare TigerVespamon, piuttosto, non permettiamogli di
fuggire!-
-Miyako... - Hikari
tentò di fermarla, ma l'amica non voleva proprio starla a
sentire. La prescelta della Luce agì d'istinto, restituendo
a Miyako un vecchio favore. Le diede uno schiaffo.
-Adesso basta,
Miyakochan...- disse con le lacrime agli occhi -E' vero, Ken
è in pericolo, ma lui non vorrebbe mai che tu mettessi
così in pericolo te stessa. Ti prego, fa uno sforzo. Ti
prego, fidati di noi!-
|
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Capitolo 32 *** 32. La fretta è cattiva consigliera ***
Twins' War Capitolo 32
Capitolo 32: La fretta è cattiva consigliera
Oh, hurry back, hurry back
Don't take
it away from me
Because you
don't know what it means to me
Love of my
life
(Love of my
life, Queen)
Accerchiare TigerVespamon fu facile a dirsi. Il Generale era ben
conscio dei propri punti deboli, figurarsi se lasciava che dei mocciosi
appena svezzati lo mettessero in difficoltà. Volò
verso
di loro, costringendo i digimon prescelti a lasciare le loro posizioni
d'accerchiamento per difendere le loro disgustosamente deboli umane.
Quello era un punto debole! Un gustoso punto debole. Quanto
sublime era la rabbia del vano sacrificio!
Sfrecciò alle spalle di Miyako e la pungolò,
sadico.
-Dovreste sbrigarvi, se volete salvare l'Imperatore.-
La ragazza tentò di colpirlo con un pugno, ma la foga nel
voltarsi la fece quasi cadere. Si aggrappò a un rampicante
appena in tempo e gracchiò un furioso -Sparisci!- contro il
nemico.
Molta poca grazia,
avrebbe
detto qualcuno, ma a lei sarebbe importato meno di niente. Il suo
obbiettivo era quel maledetto insetto sfrecciante. Oh, quanto avrebbe
pagato per una mega paletta per mosche!
Seguendo l'ordine implicito in
quell'urlo, The Empress aprì il fuoco contro il Generale, ma
quegli schizzò fra i raggi con naturalezza. Una ballerina
fluttuante in un reticolato mortale, intangibile e sicura. La sua
risata derisoria fu come il sale sulle ferite, per Miyako.
Colpita e affondata.
La diceria riguardo il suo legame sentimentale con Ken
Ichijouji
era reale. Lasciarsi "scappare" che i mocciosi catturati avevano le ore
contate era stata una stoccata da maestro. Crudele e spiazzante.
-Allontanati da lei!- urlò Sora. La prescelta dell'Amore
mosse
il ventaglio, alimentando le fiamme verdi per accerchiare di nuovo il
nemico. A destra, Silphymon caricò un colpo energetico, a
sinistra, Garudamon si scagliò contro di lui, le zampe
rivestite
di fiamme. Il digimon dell'Amore sferrò numerosi calci
contro
l'Inseguitore. Fiamme e artigli in una dolorosa combinazione. Senza
contare che con quella stazza poteva schiacciarlo contro un albero con
facilità.
Poteva.
Ma TigerVespamon era l'Inseguitore, il ruolo dell'inseguito non gli
donava e non
lo divertiva, era solo una preparazione al gustoso banchetto d'Ira che
avrebbe liberato perforando i corpi delle sue vittime con le proprie
amate
lame.
Senza fermarsi volò verso l'alto, ma The Empress lo tenne
sotto
mira, seguitando a sparare all'impazzata.
Schivò, ovviamente.
Ma ecco che il suo spazio di manovra si fece più ristretto.
Silphymon aprì il fuoco, insieme a Garudamon, che
liberò
la sua aquila fiammeggiante. Riuscì a non farsi colpire
dalla
prima, ma la seconda gli lambì l'esoscheletro. Uno smacco
insopportabile.
-Colpiscimi adesso!- urlò derisorio gettandosi verso le
umane.
-Shadow
Wing!-
E Garudamon obbedì.
L'aquila di fiamme volò verso il
Generale, che scansò all'ultimo. Il colpo andò
contro le
prescelte, ma, con enorme disappunto di TigerVespamon, la mocciosa con
lo scudo era riuscita a far scivolare l'attacco alle sue spalle,
difendendo se stessa e la mocciosa coi capelli viola.
-Tsk... -
In risposta a quell'attacco, The Empress lo prese nuovamente di mira,
costringendolo a virare e... fuggire?
No, non poteva sopportarlo!
Compì qualche giro all'interno del cerchio avversario, poi
tornò a infastidire Miyako. Nel vedendoselo volare contro,
completamente scoperto, Miyako
represse l'istinto di darsela a gambe e colse l'occasione. The Empress
attaccò a raffica ancora e ancora. Purtroppo per lei, il
nemico fu pronto e volò radente a Silphymon per poi
schivare all'ultimo.
-Ehi, Miyako, attenta!-
Inutile, la ragazza aveva perso la testa. Sparava come una folle,
irritata. Era sempre
ad un passo dal colpire il maledetto insetto! Stava giocando con lei,
ma se fosse riuscita a prenderlo, avrebbe potuto aiutare Ken e
rendergli ciò che meritava!
Purtroppo, tutto quello che ottenne fu di disperdere il gruppo.
TigerVespamon le volò accanto con una mano alzata a mo' di
saluto.
-Grazie, scema!-
-Bastardo! Vatti a schiantare da qualche parte e dammi quella Targa!-
Ormai non ragionava più, il pensiero di Ken in pericolo la
rendeva avventata e cieca.
Ma le amiche potevano capirla, oh quanto potevano...
-Miyako devi calmarti!- urlò Hikari, aggrappata con forza ad
una grossa liana -Attenta!-
TigerVespamon volò alle spalle della prescelta d'Amore e
Sincerità e caricò il suo attacco.
-Miyako!- urlò Silphymon.
-Per ringraziarti ti ucciderò subito, così
rivedrai il tuo amato Imperatore Digimon, Imperatrice.-
-Maled... -
-Royal
Meister!-
Il fendente d'energia calò sulla ragazza. Miyako strinse gli
occhi e si coprì il volto
con le mani.
Ma non successe nulla.
Osò guardare. Davanti a
lei, Hikari deviava a fatica l'attacco di TigerVespamon col suo
scudo di luce. E la Luce stava non solo accecando l'Inseguitore, ma
anche indebolendolo.
-Maledetta... ragazzina... Vi strapperò quei giocattoli di
mano e li polverizzerò! Anzi, ridurrò voi e loro
in cenere!-
-Dual
Sonic!-
Silphymon creò un doppione energetico di sé e lo
scagliò contro il Generale, colpendolo in pieno e
scaraventandolo nel folto della giungla.
Per qualche istante, tornò il silenzio.
-Miyako, stai bene?- domandò la voce di Aquilamon.
-Io... - esitò...
Era pallida e spaventata ma...
-Sto bene, ma dobbiamo dargli il colpo di grazia, o Ken... -
-Miyako,
così non
combiniamo nulla!- disse Hikari.
-Neanche stando ferme
qui, se per quello!- replicò lei afferrando una liana.
-Andiamo a cercare TigerVespamon, piuttosto, non permettiamogli di
fuggire!-
-Miyako... - Hikari
tentò di fermarla, ma l'amica non voleva proprio starla a
sentire. La prescelta della Luce agì d'istinto, restituendo
a Miyako un vecchio favore. Le diede uno schiaffo.
-Adesso basta,
Miyakochan... - disse con le lacrime agli occhi -E' vero, Ken
è in pericolo, ma lui non vorrebbe mai che tu mettessi
così in pericolo te stessa. Ti prego, fa uno sforzo. Ti
prego, fidati di noi!-
La ragazza era rimasta imbambolata, con la mano sulla guancia
arrossata. Sbatté gli occhi e guardò la prescelta
della
Luce.
-Hikarichan... -
-Ce la faremo.- ripeté Hikari.
Sora le raggiunse, destreggiandosi agilmente tra i rami e il fogliame.
Prese la mano di Miyako e la strinse, così come fece anche
l'altra.
-Ce la faremo.- disse la rossa.
-Ce la faremo... - mormorò Miyako.
La prescelta di Amore e Sincerità sentì il calore
delle amiche confortarla.
L'Amore di Sora placò il suo tormento e la Luce di Hikari
brillò nella cupa disperazione e nel terrore che
annebbiavano la
sua mente.
-Ce la faremo!- ripeté, con più convinzione e
ricambiò la stretta delle altre due.
-Ma che scenetta patetica!-
Eccolo lì! Eccolo che tornava, il Generale, per insultare,
disprezzare e uccidere le sue vittime. Non era molto ammaccato, semmai
annoiato da quello scontro e dai piagnistei delle mocciose al culmine
del sentimentalismo sfrenato. Dov'era la sua disperazione e la sua
rabbia?
Purtroppo per lui finì per assistere all'ultimo dei gloriosi
eventi della sua vita.
I Digivice di Hikari e Miyako si attivarono e la luce dell'evoluzione
avvolse Silphymon.
-Silphymon kyuukyouku shinkaaaaaaa... Valkirymon!-
Fine Capitolo 32
Durante la
stesura di questo capitolo, è accaduto l'irreparabile. Si
è cancellato. Fortuna volle, che ho la versione originale
nel
mio quadernino, perciò in realtà ho dovuto solo
ricopiare, ma... ho perso tutte le modifiche e gli
abbellimenti,
che ho dovuto rifare. In realtà non la considero una grande
perdita perché non mi convinceva comunque...
La cosa seccante è che non mi convince lo stesso. Dovrebbero
essere scontri interessanti, ma... non so, qualcosa mi disturba.
Ma io sono perfettina, perciò può essere solo
un'impressione, se volete, fatemi sapere voi che ne pensate.
E mentre scrivo ho la canzone dei Queen che mi tormenta. Immaginate
Miya come sta!! Q^Q
E dopo questo duo, vedremo in azione Mimi e Kou! Tantantaaaaan!
Ma intanto occupiamoci di TigerVespamon u.u
Dal
Capitolo 33 La formazione dell'amore lucente
Non ci riprovare!- lo
ammonì Valkirymon -Combatti contro di me!-
TigerVespamon rise.
-Non è mica
un duello leale, questo. Voi digimon prescelti siete davvero patetici e
ingenui!-
-Vogliamo parlare di voi
che avete solo due cose in testa?- sbottò Miyako da sopra
Garudamon.
-Due?- Sora
inarcò il sopracciglio.
-Il potere e la
conquista.- replicò Miyako.
-Mi sento in dovere di
replicare che
abbiamo in testa molte altre cose.- rispose TigerVespamon -Anche il
sangue. E la disperazione. La paura di venire braccati che trasuda da
ogni dato del copro. E l'adrenalina che sale... -
Il Generale si tenne le
spalle, come in preda all'estasi solo al pensiero. Le prescelte lo
fissarono con astio.
-Solo per questo?-
domandò lapidaria Hikari.
-Che pretendi,
Hikarichan? Non puoi
aspettarti altro da un vigliacco che se la prende coi più
deboli.- replicò Miyako.
-Esattamente come faceva
l'Imperatore.- ribatté l'inseguitore -Si può dire
che
stia ricevendo la punizione che merita e tanto desidera, no?
Riuscirà Miyako a non sbroccare?
Riusciranno i nostri a sconfiggere l'Inseguitore?
C'è qualcuno peggio di lui? Ebbene sì, lo
scoprirete presto!
Al prossimo capitolo!!
|
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Capitolo 33 *** 33. La formazione dell'amore lucente ***
Twins' War Capitolo 33
Capitolo
33: La formazione dell'amore lucente
They say it's a river, that
circles the Earth
A beam of
light shinin' to the edge of the universe
I conquers
all
It changes
everything
(Love is,
Vanessa L. Williams e Brian McKnight)
Quando la luce dell'evoluzione si attenuò, davanti agli
occhi
delle umane e delle digimon prescelte si mostrò un guerriero
nuovo: Valkirymon.
Le piume nivee e i capelli come fili d'oro
scompigliati sotto l'elmo raffigurante un rapace. Il braccio sinistro
portava uno scudo romboidale, su quello destro posava un volatile,
anch'esso dorato. Le ali bianche e rosate gli ricadevano
sulle spalle come un mantello. Tra le sue armi annoverava una spada e
una balestra, accompagnate da una faretra colma di frecce. Un
drappo
azzurro gli cingeva i fianchi ricadendogli sulla gamba destra e zoccoli
d'oro gli rinforzavano i piedi. Come Silphymon, era dotato di coda
bianca e schermava il volto con lenti scure.
*Digimon Analyzer*
Valkirymon
Livello:
Mega
Tipo:
Guerriero
Attributo:
Antivirus
Attacchi: Fenrir
Sword:
Con un colpo di spada congela l'avversario
Aurvandil's
Arrow:
Colpisce
il nemico con la freccia di Aurvandil, che non manca mai il bersaglio.
Laser Giavelin:
Evoca un giavellotto che provoca potenti esplosioni
Sanction Storm:
Castiga i nemici con una forte tempesta
Dopo un primo istante di smarrimento, TigerVespamon decise di tornare
all'attacco. Si scagliò contro Valkirymon, ma quegli resse
lo
scontro. In forza e velocità superava di gran lunga
Silphymon,
che pure era veloce. Parava e restituiva i colpi con tale
rapidità che le sue compagne a stento potevano scorgere lui
o l'altro contendente.
-Non montarti troppo la testa!- esclamò TigerVespamon
schivando
un fendente della Fenrir Sword -Hai appena imparato cosa sia la vera
velocità! Gear Stinger!-
Centinaia di aghi volarono verso le ragazze. Garudamon le
afferrò e volò via, ma, con sua grande sorpresa,
gli aculei continuavano a seguirle. Alcuni di essi avevano colpito dei
grossi alberi, riducendoli a colabrodi vegetali o, addirittura,
facendoli esplodere.
"Che razza di armi possiede questo?!" pensò Garudamon
"Dovevo
aspettarmi una mossa del genere, dopotutto lo chiamano Inseguitore...
ma io devo
proteggere Sora!"
La digimon dell'Amore sbatté con forza le ali, aumentando la
velocità oltre i limiti del proprio corpo.
Con gli aghi ancora alle sue spalle, se avesse rallentato solo un
attimo...
TigerVespamon rise divertito, ripetendo quanto inutile fosse quello
sforzo. Anche se preferiva godersi
ancora un po' lo
spettacolo, fiaccare mentalmente il suo avversario faceva parte del
gioco. Con suo grande disappunto, però, Valkirymon
volò verso Garudamon, frapponendosi fra lei e i pungiglioni.
-Sanction
Storm!-
Un forte tornado spazzò via le letali armi del Generale e
costrinse quello a virare bruscamente per non venire travolto.
-Non ci riprovare!-
lo ammonì Valkirymon. -Combatti contro di me!-
TigerVespamon rise maniacalmente.
-Non è mica un duello leale, questo. Voi digimon prescelti
siete davvero patetici e ingenui!-
-Vogliamo parlare di voi che avete solo due cose in testa?-
sbottò Miyako da sopra Garudamon.
-Due?- Sora inarcò il sopracciglio.
-Il potere e la conquista.- replicò Miyako.
-Mi
sento in dovere di replicare che abbiamo in testa molte altre cose.-
rispose TigerVespamon -Anche il sangue. E la disperazione. La paura di
venire braccati che trasuda da ogni dato del copro. E l'adrenalina che
sale... -
Il Generale si tenne le spalle, come in preda all'estasi solo al
pensiero. Le prescelte lo fissarono con astio.
-Solo per questo?- domandò lapidaria Hikari.
-Che pretendi, Hikarichan? Non puoi aspettarti altro da un vigliacco
che se la prende coi più deboli.- replicò Miyako.
-Esattamente
come faceva l'Imperatore.- ribatté l'Inseguitore -Si
può dire che stia
ricevendo la punizione che merita e tanto desidera, no?-
-Sta' zitto! Tu non sai proprio un accidente di lui!-
-Miyakochan... - Hikari e Sora sudarono freddo. Come temevano, Miyako
scatenò di nuovo la pioggia di raggi laser contro il nemico.
Quello rise di lei e schizzò via, come un bambino monello
dopo un bel marameo. Quanto era facile giocare con le emozioni altrui,
specie se con creature così fragili, stupide e sentimentali,
così corrette...
Quanti ne aveva messo alla prova, quanti ne aveva distrutto nell'anima
e nei legami prima di togliere loro anche la vita?
Il Generale d'Oro schivò ancora facilmente i raggi
dell'Imperatrice e in pochi attimi fu di fronte a Garudamon.
La digimon dell'Amore capì che non sarebbe riuscita a
schivare l'attacco e si pose sulla difensiva.
-I sentimenti sono così d'aiuto... - TigerVespamon si
preparò a colpirla col suo doppio fendente mortale.
Ma prima che le lame calassero sul di lei, e in particolare su Miyako,
che con le altre era protetta dalle sue zampe, il gelo lo
fermò.
Un vento ghiacciato lo avviluppò fra le sue spire, gelando
ogni cosa di lui.
Armatura, sangue, dati.
Il Generale ebbe pochi istanti ancora per provare tutte le contrastanti
emozioni che tanto amava scatenare nelle sue vittime.
-Fenrir
Sword!-
La spada di Valkirymon lo tranciò di netto, spargendo al
vento i suoi dati cristallizzati.
Le tre ragazze esultarono e Miyako e Hikari si batterono il cinque.
Sora vide qualcosa luccicare fra i pochi frammenti di ghiaccio rimasti
sparsi al suolo. Si avvicinò e lo raccolse.
Era la Targa per accedere alla base di Daemon.
Con soddisfazione la lanciò a Miyako che la prese al volo.
Le due si scambiarono un altro sorriso.
-Miyakochan, sei proprio fuori di testa!- la sgridò
però Valkirymon -Provocare così il nemico... -
-Tutto calcolato.- sogghignò la ragazza, col naso
all'insù.
Poi si scatenò in strani gesti e puntò il dito al
cielo.
-Era gioco di squadra, no? Questa era la formazione d'amore lucente del
sestetto d'Amore, Luce e Sincerità!-
Gli altri rimasero immobili a "digerire" la sfilza di parole.
-La
formazione di che?- domandarono Hikari e Sora, poi scoppiarono a
ridere.
-Andiamo a salvare Ken!- urlò poi la viola saltando sulla
schiena di Valkirymon, che scosse il capo piumato sorridendo. -Forza,
andiamo!-
La digiprescelta d'Amore e Sincerità richiamò le
altre. Voleva sperare che Ken stesse bene. Voleva sperare di fare in
tempo.
Le altre la seguirono. Garudamon si offrì di portare anche
Valkirymon, perché preservasse più energie
possibili in vista della battaglia finale. Di certo le forze di un Mega
sarebbero servite di più di quelle di un Evoluto, ma la
digimon d'Amore avrebbe comunque dato fondo a tutte le sue risorse per
aiutare i compagni.
Mentre erano in volo, d'un tratto, Hikari sentì una strana
energia pervaderla.
Una sensazione familiare, ma non spaventosa come le altre volte.
Sì, le zampe di Garudamon non c'erano più,
sì, c'era l'acqua nera a lambirle le ginocchia, ma il suo
Digivice brillava rassicurante e sullo schermo vide l'icona nera di un
uovo crepato.
Fine
Capitolo 33
Note: Direi che nonostante
TigerVespamon fosse interessante come pg, il blocco dello scrittore me
lo ha reso proprio antipatico. Più di quel che è.
Il che mi spiace, perché avrei voluto rendere meglio il suo
sadismo eccetera. Beh, i suoi compagni non sono da meno...
L'Inseguitore è ispirato agli Aghi Inseguitori di Hunger
Games.
Me malvagia in molti sensi, capitemi u.u
Al prossimo capitolo, con Mimi, Kou e i loro digimon, alle prese con
Spinomon della Pioggia di Sangue.
Preparatevi ad odiare anche lui.
Dal
capitolo 34: La resistenza di Lilymon
-Ti piace la mia collezione
privata?-
Spinomon
camminò tronfio verso la digimon fata, gli occhi baluginanti
di malvagità.
-Tu sei... - Lilymon
strinse i denti, il bel visino deformato per la prima volta in una
smorfia di odio puro.
-Cosa c'è,
Lilymon?!-
-Mimichan... questo
mostro ha... trasformato in statue di diamante i corpi delle sue
vittime!-
La prescelta della
Sincerità sentì il terreno mancarle sotto i
piedi. Koushirou smise di lavorare sui dati, il cervello resettato da
quella sconvolgente rivelazione.
Ok, ora ditemi chi è peggio? U.U
Anche il prossimo capitolo sarà molto Girl Power, ma non
crediate che Kou e AtlurKabuterimon se ne stiano con le mani in mano,
dopotutto il genietto ha un piano, no? u.u
Alla prossima!
|
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Capitolo 34 *** 34. La resistenza di Lilymon ***
tw 34
Capitolo
34: La resistenza di Lilymon
So hold your head high
don't even let'em define
the light in your eyes
Live yourself, give them hell
You can take in this world
you just stand and be strong
and then fight
like a girl
Ok with style and grace,
kick ass and take names...
(Fight like
a girl, Bomshel)
Spinomon della Pioggia di Sangue era uno degli avversari più
ostici che Lilymon e AtlurKabuterimon avessero mai affrontato.
In particolare la fata floreale, il cui arduo compito fu di far da
esca all'enorme nemico. Una volta aveva fatto la stessa cosa contro
Metalseadramon e ci aveva quasi rimesso la pelle. Un colpo solo del
nemico l'aveva fatta involvere. Ma da allora era diventata
più
forte e resistente, perciò era piuttosto sicura delle
proprie
capacità.
*Digimon
Analyzer*
Spinomon
Livello:
Mega
Tipo: Dinosauro
Attributo:
Virus
Attacchi: Blue
Prominence: Converte
il metallo accumulato nel suo corpo e travolge il nemico con un potente
getto di plasma che raggiunge i 15 mila gradi.
Sonic
Slash Rain: Scaglia
contro l'avversario tutte le lame che ha sulla schiena. Queste
continuano a crescere, perciò ha un'inesauribile scorta.
Con in mano i dati
del nemico, Koushirou aveva spiegato la sua strategia.
-Uno dei punti di forza di Lilymon è la
velocità.- aveva
detto, eppure, né lui, né Mimi, né
AtlurKabuterimon potevano fare a meno di temere per lei.
Il dinosauro digitale era enorme al confronto con la piccola e leggera
Lilymon. La natura lo aveva dotato di una spessa pelle corazzata, di
robusti artigli e spuntoni ossei. La sua schiena, inoltre, era cosparsa
di taglienti lame metalliche, ottime per la difesa dei punti ciechi, ma
non solo. Già l'Analizzatore Digimon lo definiva una specie
normalmente belligerante ed altamente resistente, nel tempo che ebbero
a che fare con lui, i prescelti constatarono pure che non era
pericoloso. Era letale.
E vendicativo.
-Ok, iniziamo le danze!- aveva detto Lilymon portandosi avanti. Il
Generale d'Oro aveva riso sotto quel cielo di sangue, non prendendola
sul serio. Una risata orribile e gutturale, ma Lilymon respinse la
paura e volò sopra di lui.
-Flo' Cannon!-
Caricò un potente colpo, che fu però respinto da
un getto
di fiamme blu del Generale. La digimon riuscì ad evitarlo e
ripeté l'attacco. Non ebbe molto successo, purtroppo, ma
almeno
aveva tutta l'attenzione di Spinomon.
Ogni colpo, ricevuto o meno, veniva restituito dal dinosauro con gli
interessi. Ma poiché la fata era veloce, nessuno degli
attacchi
sia fisici che infuocati andarono a segno. Incendiarono il cielo,
incendiarono la giungla intorno, ma la fata si levò al di
sopra delle fiamme. L'Ira pervase immediatamente l'animo della
sanguinaria creatura. Solo un colpo andato a segno poteva ripagare il
debito che la fata aveva nei suoi confronti, questo pensava,
perciò ogni colpo mancato era uno spreco per il quale
Lilymon
doveva pagare in più. E poiché quel moscerino era
rapido
e irriverente, solo una pioggia di lame e sangue poteva estinguere quel
debito.
Lilymon non sapeva come funzionava la mente del nemico, ma le fu
presto chiaro quando quello corse verso di lei facendo tremare la
terra più dello stesso vulcano. Mimi cadde a terra, ma non
rimase a lamentarsi, si rialzò ed incitò l'amica.
Lilymon volò ancora più in alto, tenendosi fuori
portata delle zampe, delle fauci e della coda del Generale.
-Prova a sfuggire a questo, pulce!- ruggì Spinomon -Sonic Slash Rain!-
Il
rettile sparò verso l'alto tutte le lame presenti sulla sua
schiena. Lilymon si ritrovò in una gabbia di lame affilate
che
riuscì a schivare dando fondo ai suoi riflessi e alla sua
velocità, schizzando fra una e l'altra come una saetta.
Fuori dalla sua portata, per pochi istanti poté tirare un
sospiro di sollievo.
La zona presidiata dal potente digimon era una giungla affacciata su di
un ampio spazio brullo e roccioso. Alte rocce circondavano il
perimetro, come il guscio di un uovo preistorico, custodi di tutta
l'essenza maligna, di tutta la sofferenza sprigionata in quel luogo.
Esse permeavano l'ambiente come una cappa d'afa soffocante, complice
dominante il fuoco del vulcano in piena attività.
Respirare era diventata un'impresa.
Il corpo agile e rapido di Lilymon era imperlato di sudore e le
guizzanti ali perdevano energia. Sembrava appassissero ad ogni battito.
La fata era sempre più stanca. Con un enorme sforzo di
volontà, la digimon compì uno stretto giro
intorno a
Spinomon e mirò alla sua gola.
-Flo' Cannon!-
-Blue Prominence!-
Il Generale le vomitò addosso una rovente gettata di plasma.
Lilymon urlò mentre la schivava. Pur non venendone
investita, fu
comunque ustionata dall'aria. Il suo grido di dolore spezzò
il
cuore di AtlurKabuterimon. E fu lì lì per
lasciare
ciò che stava facendo, ma si trattenne. Lo fece a stento e
si
maledisse per questo. Le dita di Koushirou continuavano a battere
inarrestabili suoi tasti, il ticchettio diventato picchiettare di
pioggia, come pioggia erano i dati elaborati sia nel computer, sia nel
suo
cervello.
-Venti metri ad ovest.- disse -C'è una sorgente energetica.-
AtlurKabuterimon si diresse nel punto indicato. Grazie al nuovo
Digivice sapeva esattamente dove colpire. Fu difficile non farsi
scoprire da Spinomon, ma ancora di più fu il non intervenire
per
aiutare Lilymon.
"Ti prego, cerca di resistere." pregò l'amica "Dobbiamo
avere fede"
"In Koushirou." il pensiero straziato di Mimi completava il suo.
Lilymon aveva fiducia in Koushirou, come l'aveva in Mimi e in tutti i
suoi amici, perciò lottò e lottò
ancora!
-Flo' Cannon!-
L'ennesimo cannone floreale fu divorato dal plasma del Blue Prominence
del Generale. Quegli parve accorgersi di qualcosa che non quadrava, ad
un certo punto,
perciò la fata gli si gettò addosso. Spinomon la
colpì in torsione con la possente coda, scagliandola lontano
e
facendola rovinare nella polvere.
Lilymon emise un gemito strozzato e tentò di rialzarsi. I
muscoli non le obbedivano e le braccia le tremarono.
"Non posso arrendermi adesso, altrimenti si accorgerà di
quel che stiamo facendo e... "
-Lilymon attenta!- Mimi non riuscì a trattenersi e corse
verso
di lei. Spinomon voleva schiacciare la sua amica, non poteva starsene
in disparte. Con la frusta riuscì a trascinarla via per
un soffio. La fata compì un enorme sforzo e tornò
a
combattere, barcollando.
Il Generale si era accorto che stavano combinando qualcosa, ma
finché non riusciva a capire cosa, andava tutto bene.
-Maledetta peste volante!- ruggì scagliando altre lame
contro Lilymon.
La digimon della Sincerità riuscì a schivarle
ancora e
ancora e con un sorrisetto soddisfatto pensò che era proprio
diverso da quella volta con Metalseadramon.
-Sonic Slash
Rain.-
Ancora
lame.
Lilymon volò, ma la stanchezza si fece sentire, traditrice,
e perse quota.
Mimi, però, correva verso di lei e la prese al volo. Caddero
entrambe a terra, ma nessuna delle due si fece male in maniera seria.
-Mimichan... fa attenzione... è fortissimo... -
ansimò Lilymon.
-Stai tranquilla!- replicò la ragazza, aiutandola a
rialzarsi
-Se non posso assisterti in altro modo, posso almeno attutire le tue
cadute!-
-Mimichan... -
-Il tuo corpicino dev'essere stremato.- tuonò derisorio
Spinomon
-Quanto ancora riuscirai a resistere? Non so cosa vuoi ottenere, ma mi
divertirò a vederti contorcere di dolore. E supplicare.-
E rise ancora.
Aveva grandi idee per quel corpicino guizzante e fastidioso.
Idee artistiche, giusto per intenderci.
Lilymon si rialzò. Vide che AtlurKabuterimon le faceva
segno. Ancora un altro poco...
-Resisti Lilymon!- la incitò Mimi.
-Certo!- esclamò quella -Non mi arrenderò!-
Non ancora, solo un altro poco, si disse e tenne lo sguardo fisso sul
Generale. Il pensiero del male che arrecava le dava più
forza e
volontà di fermarlo.
Si allontanò in volo da Mimi, perché non venisse
coinvolta. La prescelta della Sincerità poté solo
guardarla andare a lottare. In apparenza fragile e delicata, Lilymon
avanzava fiera e tenace verso un bestione di quel calibro.
-Vieni, moscerino, vieni a scoprire che ti farò quando
avrò finito con te!-
Fu in quel momento che compresero il perché del soprannome
del Generale.
Spinomon caricò il suo attacco Blue Prominence, ma Lilymon
lo
anticipò col Cannone Floreale, colpendo il mostro rettile
sul muso e
deviando il getto di plasma, il quale bruciò in
pochi istanti un'ampia porzione di giungla.
E Lilymon le vide.
Qualcosa brillò fra le volute di fumo nero. La fata
volò verso l'alto ed osservò.
Le fiamme plasmatiche avevano aperto alla visuale un'ampia radura.
L'erba e la vegetazione erano rosse, ma ciò che la
colpì
e le torse le budella furono centinaia di statue di digimon traboccanti
di disperazione. Non sapeva se per empatia o per effetto di qualche
oscuro potere, ma
nel guardarle poteva percepire il dolore, il terrore, ogni cosa.
Perse quota e cadde in ginocchio, trattenendosi a stento dal vomitare.
-Lilymon!- urlò Mimi.
-Non ti avvicinare!- le gridò, terrorizzata.
-Ti piace la mia
collezione privata?-
Spinomon camminò tronfio verso la digimon fata, gli occhi
baluginanti di malvagità.
-Tu sei... - Lilymon strinse i denti, il bel visino deformato per la
prima volta in una smorfia di odio puro.
-Cosa c'è, Lilymon?!-
-Mimichan... questo mostro ha... trasformato in statue di diamante i
corpi delle sue vittime!-
La
prescelta della Sincerità sentì il terreno
mancarle sotto i piedi.
Koushirou smise di lavorare sui dati, il cervello resettato da quella
sconvolgente rivelazione.
-Maledetto!- AtlurKabuterimon si scagliò
contro di lui. -Horn
Buster!-
Avvolto dai fulmini, il corno cremisi colpì al collo il
Generale, scagliandolo a terra.
Con un un ruggito sommesso, Spinomon si rimise sulle zampe e
vomitò le fiamme plasmatiche contro l'insetto. Il digimon
della
Conoscenza riuscì a spostarsi, ma fu comunque colpito di
striscio. L'esoscheletro bruciò ed emise un odore terribile.
-AtlurKabuterimon!- urlò Koushirou, spaventato.
Con fatica, il digimon prescelto si rialzò.
-Va tutto bene, Koushirouhan.- lo tranquillizzò, per poi
gettarsi
sul dinosauro digitale a grande velocità. I corpi enormi
cozzarono con fragore. I due si afferrarono e si spinsero, cercando di
prevalere l'uno sull'altro. Spinomon fu per caricare altre fiamme, ma
il
digimon insetto fu veloce e gli strinse il collo con le zampe, facendo
morire sul nascere l'attacco.
Spinomon scalfì con gli artigli la corazza di
AtlurKabuterimon e
scagliò nell'aria un gran numero di lame che piovvero sul
digimon prescelto.
-Flo' Cannon!-
Il colpo di Lilymon le deviò prima che gli perforassero lo
scudo.
AtlurKabuterimon raccolse le forze e sprigionò una potente
scarica dal Corno Demolitore. Con la forza delle possenti zampe e delle
rapide ali, riuscì a spingere Spinomon. Il Generale
puntò
le zampe posteriori per resistere, ma il terreno sprofondò.
-Ma che?-
Lo stupore sul suo brutto muso fu impagabile. Non si sarebbe mai
aspettato di venir tradito dal suo stesso territorio, eppure, la terra
su cui comandava con ferocia si aprì in una
voragine, spaccata dalla forza combattiva dei guerrieri.
E da un piccolo aiuto da parte del prescelto della Conoscenza.
-E' fatta!- esclamò Mimi lanciandosi sul ragazzo. Koushirou
arrossì.
-Non ho fatto nulla di che... è stato il mio Arcana a fare
tutto... e voi.-
Il ragazzo guardò affettuosamente gli amici digitali.
-Se non fosse stato per la forza di Lilymon che ha resistito con tanto
coraggio mentre AtlurKabuterimon deviava i flussi energetici, non
avremmo mai messo in crisi Spinomon.-
-Non è stato nulla di che.- rispose Lilymon arrossendo.
-Non è vero, siete stati grandi tutti e due!-
esclamò
Mimi -Gli avete tenuto testa con forza e coraggio!- rincarò
la
dose.
Anche AtlurKabuterimon si sentì avvampare per i complimenti.
-Non che abbia capito bene come funzionasse, ma questa cosa dei campi
energetici inizia a piacermi.-
-Grazie di esservi fidati di me, fino a questo punto.- disse di nuovo
Koushirou. Lo disse col cuore in mano. Un cuore che si doleva nel
vedere gli amici ridotti in quello stato pietoso. Lo nascondevano,
nascondevano sempre di soffrire.
La pelle della fata era ustionata e coperta di tagli e graffi in
più punti. I lividi chiazzavano il suo bell'incarnato roseo
di
un viola cupo.
L'esoscheletro di AtlurKabuterimon era graffiato in più
punti,
in altri era bruciato ed annerito. Persino il suo possente Corno pareva
aver risentito degli attacchi di Spinomon.
E ancora non era finita.
Ebbe appena il tempo di formulare quella constatazione, che la terra
vomitò lame. I digimon si gettarono sui prescelti per far da
scudo coi loro corpi. L'insetto afferrò la fata, per
proteggere
anche lei e ricevere tutto il danno. Le lame li ferirono comunque,
anche se la maggior parte scalfì solo il guscio di
AtlurKabuterimon e il sangue schizzò in alto.
Mimi, stretta nell'abbraccio di Lilymon, vide gli schizzi come se il
tempo fosse rallentato.
"Ecco perché lo chiamano la Pioggia di Sangue... "
pensò.
-AtlurKabuterimon!- gridò il prescelto della Conoscenza.
-Va tutto bene, Koushirouhan... - rispose quello.
Ma non era vero.
-Non immaginavo che avrebbe fatto uscire le lame da sotto terra...
non... mi dispiace... -
AtlurKabuterimon gli mise l'enorme zampa sulla spalla.
Tremava.
Un colosso del genere tremava.
-Portali via, Lilymon.-
Avanzò verso la voragine e Koushirou fu per seguirlo, ma
Lilymon lo afferrò tirandolo verso di sé.
-Lasciami andare!-
-No. Tu e Mimi dovette mettervi al sicuro ci penserò io ad
aiutare- -No!-
esclamò AtlurKabuterimon, voltandosi un momento a
guardarli. Forse ad imprimersi nella mente un'ultima immagine degli
amici.
Di Koushirouhan...
La terra tremava, scossa dal peso e dalla forza della Pioggia di Sangue
che risaliva il baratro con furia.
-Hai resistito fin troppo. Ora ci penso io. Prenderò la
Targa e la porterete agli altri.-
-No! Non fare pazzie!- urlò Koushirou -La porteremo!
Insieme, come abbiamo sempre fatto!-
"Mi piacerebbe... " pensò l'insetto "Ma la vita di
Koushirouhan vale molto di più di un mio desiderio... "
La testa del Generale emerse dall'abisso, la bocca feroce spalancata,
le fiamme al plasma che si raccoglievano in gola, cieco di furia.
Avrebbe ucciso quei marmocchi, li avrebbe imprigionati nel diamante ed
esposti nella sua collezione, li avrebbe scherniti per
l'eternità!
Mentre questi pensieri accrescevano la su Ira guerriera, una luce
brillò.
AtlurKabuterimon rimase impietrito. Aveva visto. Volando sulla voragine
aveva visto le statue di diamante, aveva visto il terreno intriso di
sangue far da tappeto rosso a quella macabra collezione.
Mai come in quel momento aveva desiderato di vincere.
-AtlurKabuterimon
kyuukyoku shinka... HerakleKabuterimon!-
*Digimon Analyzer*
HerakleKabuterimon
Livello:
Mega
Tipo:
Insetto
Attributo:
Antivirus
Attacchi: Giga
Blaster: Dal
corno centrale scaturiscono potenti esplosioni elettriche con cui
annienta i nemici.
High Mega
Blaster: Genera
potenti sfere elettriche dalle zampe. Pochi resistono a questo attacco.
L'esoscheletro dorato luccicò alla debole luce del sole.
HerakleKabuterimon era
maestoso, con quattro arti superiori e tre robuste corna. Dal Digidex
Koushirou lesse che le origini del digimon erano dovute all'unione dei
dati fra le specie di Kuwagamon e Kabuterimon, il che rimediava
ai punti deboli imposti dalla natura digitale.
AtlurKabuterimon, per esempio, era un digimon portato per la difesa,
mentre evolvendosi, aveva perso lo scudo e la sua forma era molto
più aerodinamica. Doveva essere molto più veloce,
cosa che HerakleKabuterimon dimostrò subito, senza perdersi
in
chiacchiere.
In un istante volò sopra il Generale e attaccò.
-High
Mega Blaster!-
Generò quattro grandi sfere elettriche e le
convogliò
contro l'avversario. Spinomon venne colpito in pieno, ma
riuscì
a non venire travolto. Resistette strenuamente. Sarebbe potuto
sopravvivere? Nel dubbio, Lilymon usò le poche forze che le
restavano per dar manforte all'amico.
Caricò un Cannone Floreale a due mani e il Generale d'Oro si
trovò imprigionato fra due fuochi. Oppose ancora una debole
resistenza, ma l'attacco elettrico, lo travolse. Così Daemon
perse il penultimo dei suoi Generali.
I suoi dati si dispersero come pioggia, il suo sangue non
toccò la terra.
HerakleKabuterimon e Lilymon involsero in Motimon e Palmon e caddero
fra le braccia di Koushirou e Mimi.
Il ragazzo recuperò la Targa
caduta al suolo e se la mise in tasca, poi strinse a sé il
proprio digimon, con enorme sollievo.
-Lo sapevo... - disse a bassa voce -Sapevo che ce l'avresti fatta!-
-Proprio perché lo sapevi ce l'ho fatta!- replicò
quello, esausto.
-Grazie che hai creduto in me!-
-No, sei tu che hai creduto in me, Koushirouhan!-
-Ma guardateli!- esclamò Mimi ridendo, con le lacrime agli
occhi.
Palmon rise.
-Siete stati grandi!- continuò la ragazza, sollevando per
aria la digimon che continuava a ridere.
-Motimon, scusa se... -
-Eravamo d'accordo, Koushirouhan!- replicò il digimon della
Conoscenza -E poi il tuo supporto è stato fondamentale.-
-Ma, veramente è merito di Lilymon.- disse il rosso.
-Hai ragione! Sei stata in gamba Palmon!-
La digimon ridacchiò ed arrossì, o meglio,
divenne ancora
più verde. Era orgogliosa di sé e felice d'aver
fatto la
cosa giusta.
-Sì! Sei stata grande!- rincarò la dose Mimi e
saltellò sul posto -Girl Power! Girl Power!-
D'un tratto, la terra tremò e si spaccò,
indebolita dallo
scontro e come conseguenza della morte di Spinomon.
I digiprescelti e i
loro digimon caddero nella voragine. Sotto di loro scorreva un fiume di
lava. Che ci fosse o meno non faceva comunque differenza,
perché uno schianto da quell'altezza era comunque
equivalente a morte certa.
Forse...
Le regole del mondo digitale erano strane, ma nessuno di loro ci
pensò troppo, perché in caduta libera su un fiume
di lava pensi solo che morirai, in qualunque mondo ti trovi. Palmon
tentò di usare le sue liane, ma non ci riuscì, lo
scontro l'aveva prosciugata di tutte le sue energie.
Mimi, fu veloce e usò la frusta che si
allungò verso una sporgenza rocciosa e vi si
arrotolò.
Con la mano libera e Palmon aggrappata in vita, la prescelta
afferrò la mano del ragazzo. Subì un pesante
strattone, ma non se ne curò. Koushirou teneva stretto
Motimon col braccio libero.
Grazie al cielo aveva rimesso il computer nello zaino!
-C'è
mancato poco!- esclamò la prescelta della
Sincerità.
-Già... - disse sudando freddo.
Le ultime parole famose.
La sporgenza che li reggeva tutti e quattro si ruppe, facendoli
precipitare.
Urlarono per il terrore, ma non arrivarono in fondo al baratro.
Una mano afferrò l'Appeso e con un deciso strattone issò in salvo l'intero gruppo.
-Mi sono visto passare tutta la vita davanti... - mormorò
Motimon, tremante e pallido.
Gli altri avrebbero risposto che anche la loro era scorsa davanti ai
loro occhi come un film muto, ma lo stupore li concentrò sul
loro salvatore.
-T-Tu?-
Ancora col cuore in gola, Mimi riuscì appena a balbettare
quella
parola.
A salvarli, seppur malconcio, era stato il Generale
d'Argento DeathMeramon.
Fine
Capitolo 34
Girl Power!!
Ci tenevo particolarmente a questo capitolo. Così come al
ritorno di DeathMeramon. Vi dirà lui come e quando e
perché è là.
Non era prevista l'evoluzione di HerakleKabuterimon. Non ricordo come
avevo pensato di finire la cosa, forse con Rosemon o con un mega
attacco combinato, ma non ho resistito. AtlurKabuterimon ha sofferto
molto nel vedere la sua amica ridotta in quelle condizioni, solo la sua
fiducia in Kou lo ha trattenuto. Beh, anche in Lilymon. Forse mi
sembrava troppo ovvio fare evolvere lei. Una parte di me diceva: guarda
che anche AtlurKabuterimon sta soffrendo tanto eh, mica si diverte!
Spero di portare presto il nuovo capitolo.
Che devo scrivere...
Però so che deve succedere, è già
qualcosa.
Ormai non manca molto, il tempo scorre e Daemon sta gongolandosi per la
vicina vittoria.
Anche perché ha ancora un generale e pure bello tosto dalla
sua.
Ma anche i nostri sono tosti, quindi già sapete di dovervi
aspettare scintille.
Alla prossima!!
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Capitolo 35 *** 35. Scivolare nell'incubo ***
tw35
Capitolo 35: Scivolare nell'incubo
Talking to myself
all the way to the
station
pictures in my head
of the final destination
all lined up
(all the one’s
that aren’t allowed to stay)
tried to save myself
but myself keeps
slipping away
(Into
the void, Nine inch nails)
MetalPhantomon era perplesso.
I tanto decantati Generali d'Oro del signore dell'Ira stavano cadendo
uno dopo l'altro per mano dei digiprescelti. Era di primaria importanza
radunare i superstiti e ritirarsi, uscire allo scoperto era stato un
grave errore. Era probabile che il nemico fosse in possesso di
informazioni che li riguardavano, altrimenti che altra spiegazione
c'era? Durante l'assedio, pur con molte difficoltà, i
prescelti
avevano respinto i Generali d'Argento, ma quelli d'Oro erano su un
altro livello. In più non poteva esserci stato tempo
materiale
per rafforzarsi a tal punto. MetalPhantomon ignorava che Koushirou
possedesse l'Arcana del Carro, così come le
potenzialità
di quest'ultimo. Il suo pensiero rimase fisso sull'idea di una fuga di
notizie da parte dei soldati caduti in prigionia.
Il digimon fantasma si voltò, deciso a togliersi il dubbio.
I tre digiprescelti che
lo stavano affrontando e
i loro digimon, Musyamon, Artiomon e LoaderLeomon, erano caduti preda
del suo Grave Scream e giacevano a terra, privi di conoscenza.
E presto anche della loro anima.
°
Hiroyuki si guardò intorno.
Si trovava in un luogo buio. Una vecchia stazione della metropolitana.
Tutto era silenzioso. Davanti a sé si aprivano numerose
gallerie
non illuminate, ognuna riportante la dicitura "The end of the
line" su tutti i cartelli.
Insomma, ovunque decidesse di
andare, era nella merda, chiaro come il sole.
-Musyamon!-
Il prescelto del Vigore chiamò il suo partner, ma non
ricevette risposta. Chiamò
anche gli altri compagni, ma nulla, silenzio totale, neppure un
indizio. Secondo il Digivice, però, Mamoru e Ylenia si
trovavano lì. Con lui.
-Ehi, dove siete?- esclamò -Treccine, Maminchio!-
riprovò a
chiamarli, inutilmente. Provò anche coi loro nomi, dopotutto
Maminchio iniziava ad essere irrispettoso. Ma né
Ylenia,
né Mamoru o i loro digimon risposero. Ma se loro apparivano
nel
suo Digivice, anche lui appariva nei loro, era una cosa molto
probabile.
Come comunicare?
-Forse non vi siete mai persi di vista... - disse una voce familiare.
Hiroyuki si voltò di scatto, ma non c'era nessuno, non
fisicamente almeno.
La voce continuò: -Forse siete proprio dove dovevate essere.-
Il prescelto del Vigore tentò di eseguire il suo programma
Arcana, ma The Strength non rispose.
Mamoru sospirò.
"Questo potrebbe essere un problema... "
Entrare nelle gallerie senza un piano preciso e senza difese era come
invocare il suicidio assistito.
-Dovrei entrarci comunque?- si chiese.
-Non avete forse imparato a superare le vostre debolezze?-
suggerì la voce.
Il prescelto della Giustizia appoggiò la mano all'ingresso
di una delle gallerie.
-Direi che ci è andata un po' di culo, quella volta... -
Il buio della galleria parve risucchiarlo. Indugiò.
-C'è sempre una via d'uscita.- disse la voce.
Tre sfere rosse s'accesero nel buio. Due piccole, una più
grande. Rotearono ipnoticamente, prima di dividersi in otto piccole
sfere.
Otto, come otto occhi di ragno.
-Dovete raggiungere l'uscita.- disse la voce.
-Ti odio... - rispose lamentoso Mamoru.
-La fai facile tu!- sbottò Ylenia, mentre il buio intorno a
lei
s'accese di luci vorticanti come stelle. Il riverbero rossastro di
quegli astri maligni creava ombre e figure familiari. La prescelta
della Memoria aveva mosso solo pochi passi nella galleria, ma
già l'entrata non si vedeva più. Il nulla si
rimodellò intorno a lei assumendo le forme rassicuranti
degli
ambienti della sua casa.
-Oooo... kay?-
Ylenia restò perplessa.
Seduti al tavolo della cucina, c'erano i membri della sua famiglia e i
loro digimon.
-Risei, piccolo, come stai?- esclamò muovendosi verso il
bambino, ma quello la ignorò. E non era il solo: tutti
mangiavano e parlavano, come se nulla fosse.
-Ciao!- esclamò facendosi notare, ma ottenne solo di far
aumentare il parlottio.
-Ylenia... - disse Yamato grattandosi la testa.
-Fratellone!- la ragazza tirò un sospiro di sollievo e fece
per
rispondere, ma Yamato continuò a parlare, come se lei non ci
fosse.
-a volte è davvero imbarazzante.-
-Già... - rispose Takeru -Con che faccia dovrei dire che
è mia sorella maggiore?-
-Eh?-
Ylenia rimase come paralizzata. Fu come ricevere due pugni nello
stomaco.
-Anche Taichi a volte pensa che sia troppo infantile.-
continuò Yamato -A volte pensa di lasciarla.-
-Io non gli darei torto... -
Ylenia strinse i pugni, era davvero quello che pensavano di lei? Cadde
in ginocchio, chiudendosi le orecchie fra le mani.
-Artiomon, Artiomon, dove sei?-
-Anche Bearmon forse avrebbe voluto una partner più matura.-
disse suo padre.
-Anche per i digimon è dura, eh?- continuò sua
madre.
-A differenza della sorellona, io sono davvero una bambina.-
ridacchiò Mika.
Così distorti, i loro sorrisi, le loro parole...
-Artiomon... -
MetalPhantomon sogghignò, contento del suo operato. I
mocciosi
erano già in difficoltà, i loro digimon, invece,
si
opponevano maggiormente.
LoaderLeomon aveva aperto gli occhi nella stanza di Mamoru. Era
completamente diversa. I suoi poster, i suoi libri, tutto era scomparso
per lasciare posto a foto, documenti, appunti. Un'intera parete era
diventata una rete di fili, una mappa concettuale ossessiva. Il
felino ci si avvicinò per capire su cosa fosse.
C'erano foto segnaletiche e incriminanti di uomini e donne. C'erano
foto di bambini con scritte terribili. Erano tutti scomparsi, morti.
Tutti erano vittime di abusi...
Ma benché fosse terribile, quello che lo scosse maggiormente
fu vedere grandi X rosse sopra le foto degli adulti.
GIUSTIZIATO.
GIUSTIZIATA.
GIUSTIZIATO.
LoaderLeomon indietreggiò.
Erano tutti presunti criminali, su cui però non pendevano
accuse
sicure. In un particolare caso, un uomo era stato incastrato, ma era
finito comunque nel braccio della morte. Lo ricordava quel caso,
perché aveva scosso Mamoru, eppure... eppure anche sotto
quel
nome era scritto GIUSTIZIATO.
Alcuni articoli di giornale incollati lì vicino parlavano di
un
giustiziere, un boia che calava la giusta lama su chi era scappato alla
giustizia troppo a lungo.
-Che ci fai qui?-
Il digimon sussultò e si voltò. Era Mamoru. Era
più alto e magro, più adulto, col viso incavato e
gli occhi febbrili.
-Credevo non ti andasse più quello che facevamo.-
-Quello che facevamo?-
Mamoru rise.
-Ora fai anche lo gnorri?- si avvicinò al muro e ci
sbatté la mano -Abbiamo iniziato questa cosa insieme e poi
te ne
sei lavato le zampe!-
-Mamoru, che diavolo stai... cosa hai fatto?-
-Eh, no. Lo abbiamo fatto insieme. Noi siamo il boia.-
-Dimmi che non lo hai fatto davvero!- ruggì il digimon.
-SI!- urlò l'uomo che aveva davanti -HO FATTO QUELLO CHE
ANDAVA FATTO PER IL BENE DI TUTTI!-
LoaderLeomon lo buttò a terra e il Digivice si
staccò
dalla cintura di Mamoru per rotolare accanto alla sua testa.
-NON DIRE STRONZATE!-
Gli ruggì contro il digimon, ma poi la voce gli
morì in gola. Gli occhi di Mamoru erano spenti, come privi
di anima.
Il Digivice brillò di una luce nera. La Crest della
Giustizia
lampeggiò gli ultimi battiti, divenendo sempre
più
debole, fino a spegnersi del tutto.
-Non credere a quello che vedi.- disse la voce -Può ancora
essere impedito.-
-Accadrà?- domandò Musyamon guardandosi indietro
terrorizzato.
Una scia di cadaveri segnava il suo cammino, quelli dei suoi amici e
compagni. Iniziavano a dissolversi in dati, ma in modo così
lentamente crudele.
Hiroyuki giaceva riverso a terra con...
Il digimon sentì le gambe cedergli e il suo stomaco si
riversò a terra.
Il corpo del suo partner era contorto in modo atroce... le costole...
-No. Non accadrà!- esclamò la voce -Continua a
camminare. Non farti fermare.-
-Uhm... c'è un'interferenza... - pensò
MetalPhantomon,
seccato.
Qualcosa stava impedendo al suo potere di avere la meglio
sulle deboli menti dei nemici.
Uno dopo l'altro, come mosche, Daemon li aveva uccisi tutti,
lasciandola per ultima ad assistere a quell'ultimo spettacolo.
-È spaventato. Daemon ha paura di voi.- disse la voce.
Artiomon continuò a fissare davanti a sé.
Ciò che
vedeva era simile a quello che sconvolgeva Musyamon, ma in modo
crudelmente diverso.
-Non riuscirò a proteggerli... - balbettò -Non
sono... forte abbastanza... -
-E per questo ti fermerai?- domandò la voce, incalzante.
-Io... cosa posso fare?- Artiomon si chinò a raccogliere il
corpo esanime di Ylenia -Forse posso... portarla via prima che... -
-Morirete tutti.- riecheggiò la voce metallica
di MetalPhantomon.
-Non ascoltarlo!- tuonò la voce familiare,
sovrastandola.
-Non devi ascoltare!- tornò la voce.
-Come faccio, mi dovrei strappare le orecchie?- urlò Ylenia
con voce stridula.
Due mani scure le si posarono ai lati del viso, chiudendole le orecchie
e impedendole di sentire.
-Non sarebbe sufficiente.- le disse.
Infatti, poteva leggere le parole sulle bocche di tutti.
Erano parole dure, crudeli.
I suoi genitori, i suoi fratelli, i suoi amici digitali... e dov'era
Bearmon?
"Non vuole stare più con me... "
-Ecco, la senti?- disse la voce, le mani la lasciarono andare -Non sono
le orecchie il problema. È la paura che affanna il cuore.-
Davanti a lei, frapponendosi a quell'immagine angosciante, apparve
Wisemon.
-È
ciò di cui hai paura, non è reale. Ricorda cosa
lo
è.- la afferrò per le spalle e la scosse
-Ricordalo e
continua a camminare!-
Mamoru continuò.
Corse, corse come mai in vita sua. Se lo
ignorava, il mostro di luci, il fottuto ragno che lo inseguiva, non
riusciva a stare al passo.
Le luci intorno a lui scorrevano rapide, così che gli
sembrava davvero di cavalcare il fulmine.
Nell'oscurità davanti a sé, riusciva
a scorgere l'insegna al neon dell'uscita.
-Guardami!- ruggì la creatura alle sue spalle.
Era la voce conosciuta di Eizou Sakamochi.
Lo ignorò, seguì la voce di Wisemon.
-Guardami! Mi vuoi abbandonare?-
"Tsutomu!"
Mamoru rallentò e si voltò.
Il suo amichetto...
Stava fermo nell'oscurità. Su di lui, il ragno lasciava
colare
un lungo rivolo di disgustosa saliva. Mamoru scattò per
richiamare The Justice, ma ancora il suo Arcana non reagiva. Il suo
corpo però scattò verso il mostro.
Una mano salda lo afferrò per il braccio.
-NO!- ordinò Wisemon.
-Lasciami andare, devo salvarlo! Almeno questa volta, voglio salvarlo!-
Wisemon scosse il capo.
-È
già troppo tardi, per lui. Non è reale.-
Indicò la luce alla fine del tunnel.
-Quella è reale!-
I ragazzi e i digimon ripeterono piano, pesando ogni parola: -Devo
raggiungere la luce.-
MetalPhantomon ruggì in preda all'Ira e le visioni che
ostacolavano i digiprescelti e i loro digimon divennero ancora
più feroci. Eppure... eppure qualcuno interferiva.
E ora sapeva
pure chi.
-Maledetto Wisemon! Tu sei morto! Il Nostro Maestro ti ha ucciso!-
-Ha ucciso me.- replicò il mago e apparve dinnanzi al
digimon
fantasma -Io sono morto, ma non ho paura di Daemon e ho fiducia che i
digiprescelti riusciranno a salvare questo mondo.-
-Quei digiprescelti?- li indicò il Generale. -Quei mocciosi
che annegano nelle loro paure?-
-Quei mocciosi che sono vivi e vogliono proteggere ciò che
di
più puro e caro c'è in questo mondo.
Sì, loro.-
disse Wisemon e aprì il suo libro -Perciò sono
qui, per
guidarli nella tua oscurità, verso la luce.-
Dalle pagine del libro emerse una sfera luminosa, nella quale era
riflessa l'insegna al neon. L'immagine poi sparì nel
bagliore
che rischiarò le tenebre.
Ylenia e Artiomon, Mamoru e LoaderLeomon, Hiroyuki e Musyamon.
I digiprescelti chiusero gli occhi su quelle visioni e continuarono a
camminare, ignorando gli ostacoli e le voci, ignorando l'odio e l'Ira.
Ignorando la paura.
Ylenia ricordò come la sua famiglia l'aveva ritrovata, le
lacrime di gioia, tutti gli sforzi fatti per aiutarla ad ambientarsi in
un mondo che le era estraneo. Ricordò l'amore e l'amicizia
di
Artiomon, la lotta contro Matadormon...
-Rimangiati quello che
hai detto sulla mia migliore amica o la prossima finisce dove non ci
batte il sole.-
Una mano prese la sua.
Era Artiomon, bella e forte come appariva sempre ai suoi occhi.
-Vivremo altri giorni felici come quello.-
Il ricordo dello scontro con Matadormon aveva raggiunto anche la
digimon della Memoria, aiutandola a ritrovare la sua amica
più
cara.
-Ti voglio bene, Ylenia.-
-Anche io ti voglio bene, Artiomon!- esclamò la ragazza.
Lo Stemma della Memoria brillava di azzurro chiaro.
-La Luce, ragazza.- disse Wisemon.
Non lo vedevano, ma era con loro e davanti a MetalPhantomon al tempo
stesso.
Ylenia si concentrò sul proprio potere.
-La Luce... - mormorò -I ricordi... un ponte... -
La Luce divampò da lei e sentirono l'urlo di MetalPhantomon.
Doveva ucciderla!
Non poteva permettere che familiarizzasse di più col suo
potere, doveva fermarla prima che
-È
già troppo tardi.- disse Wisemon.
Mamoru ricordò cos'era accaduto tutte le volte che si era
lasciato prendere dalla rabbia cieca, in cui aveva abbandonato tutti
coloro che gli avevano teso la mano per fare di testa sua. Non aveva
mai portato a nulla di buono. Ricordò quando i Dark Masters
avevano chiesto perdono per le loro colpe. Non ci aveva creduto, si era
sforzato di crederci solo perché avevano bisogno d'aiuto per
sconfiggere nemici più forti.
-Come posso però salvare più vite se chi commette
certi crimini resta impunito?- domandò.
LoaderLeomon apparve vicino a lui e gli diede un colpetto col muso.
-Anche il perdono salva le persone, lo sai?-
-E se non fosse sincero?-
-Tu hai i mezzi per capirlo?-
Mamoru sorrise.
-No. Non sempre... ma mi piacerebbe se fosse così.-
Il leone della Giustizia gli diede un altro buffetto.
-Io ti aiuterò a vederlo. Siamo una squadra, no? Daemon ha
catturato Ken e Risei. Dobbiamo salvarli!-
Altri due amici, uno così piccolo, avevano bisogno di lui.
Il prescelto carezzò il muso del digimon. La Crest della
Giustizia brillò violacea e vibrante.
-Sì. Stavolta posso fare qualcosa. Stavolta possiamo
aiutarli.-
-Lo faremo insieme.-
Era Ylenia e con lei c'era Artiomon.
La ragazza gli tese la mano e Mamoru la prese. Con l'altra accarezzava
la criniera di LoaderLeomon. Ylenia dava la mano ad Artiomon e questa
a... nessuno. Fra lei e LoaderLeomon c'era uno spazio vuoto. Eppure,
sentivano che non lo era del tutto...
Hiroyuki sbatté il pugno contro la porta verde davanti a
sé, l'uscita.
Non poteva aprirla e sapeva perché.
MetalPhantomon ghignò trionfale.
Uno dei prescelti era ancora preda del suo incubo.
Musyamon era immobile, in trance.
-Combatti!- gli diceva Wisemon.
-Non posso!- replicò il digimon -Se perdessi la testa io... -
-Stupido!- Hiroyuki colpì nuovamente la porta.
Lo sentiva.
Sentiva la paura dilaniare il cuore di Musyamon e non poteva fare nulla.
-Stupido!- urlò calciando la porta e tentando di forzarla.
Doveva raggiungerlo a tutti i costi, arrivare sino a lui e scuoterlo
per bene. Prese a colpire la porta con tutte le sue forze e ad ogni
spallata, pugno o calcio, la Crest del Vigore si fece più
splendente, unita alla Luce, al ponte.
-MUSYAMOOOON!-
Con quell'ultimo urlo, finalmente la porta cedette.
Oltre l'uscio, nel buio, vide il campo di cadaveri seminato dall'amico.
Lo vide piangere e tremare.
Quel digimon così forte e maestoso.
Pensò a Kotemon, che sorrideva sempre ed era amico di tutti
e
non voleva fare del male a nessuno, ma che quando evolveva era incapace
di contenere la sete di sangue.
Quel digimon, tanto caro e gentile...
-Musyamon!- urlò e corse verso di lui. Sotto i suoi piedi,
la
Luce faceva da strada, ma di questo non si accorse. -Musyamon!- lo
chiamò ancora -Musyamon, guardami! È
tutto falso! Niente di
tutto ciò è reale!-
Il digimon però non lo guardò. Piangeva sul corpo
illusorio del digiprescelto con una disperazione che faceva male al
cuore.
-Musyamon, guardami!!-
Hiroyuki si sentì sopraffatto dalla disperazione.
-Cosa posso fare?- si disse -Io... -
-A volte basta solo chiedere aiuto.- disse Wisemon.
-Aiuto... nessuno può fermare Musyamon... neppure lui...
come possono aiutarmi?-
La Luce si mosse verso di lui e il cerchio formato da Ylenia, Mamoru e
i loro partner fu visibile al ragazzo.
-Chiedi.- disse Wisemon -Hai paura che rifiutino?-
Hiroyuki chinò il capo.
-Io... non credo di piacere molto alle persone.-
-Ma loro ti piacciono, no?-
Hiroyuki alzò le spalle.
-Non sono male... -
-Anche le persone più luminose hanno un'oscurità
altrettanto grande da affrontare.- continuò il digimon mago.
Il
prescelto del Vigore vide allora alle spalle di ognuno di loro quelle
che erano le loro peggiori paure. Scene terrificanti che si
susseguivano rapide e anche incomprensibili. Ma tutte oscure, tutte
cariche di profonda disperazione e solitudine.
-Nessuno può farcela da solo.- disse Wisemon. Hiroyuki
sentì una mano premere sulla sua schiena e spingerlo in
avanti.
In quel momento Ylenia, Mamoru e gli altri si accorsero di lui che
indietreggiò, impacciato.
-Hiropyon!- esclamò Mamoru porgendogli la mano.
-Hiropyon!- lo chiamò anche Ylenia.
Lui guardò Musyamon e poi corse verso di loro.
Afferrò le loro mani e sentì la forza riempirlo
interamente.
-Io... posso... posso aiutare Musyamon... - disse.
-Possiamo.- replicò Mamoru -Possiamo, Hiropyon.
-E poi abbiamo detto che avremmo sconfitto MetalPhantomon insieme.-
fece Ylenia -Per la gloria, no?-
Hiroyuki sbuffò e sorrise.
-Sì... per la gloria... e per il mio piccolo allievo.-
Hiroyuki pensò a Risei. Lo aveva assecondato un po' tanto
per
fare, ma si era divertito a fargli da mentore, anche se per poco.
-Dovrò insegnargli a scazzottarsi.-
-Così Yamarin ti ucciderà.- fece Ylenia.
-Allora, se proprio vuoi farti uccidere da lui, dovrai prima
sconfiggere MetalPhantomon.- disse Mamoru. Davanti a loro la Luce
brillò con più Vigore e s'alzò in un
alta colonna.
Sopra le loro teste videro la scritta EXIT e quando la Luce la
investì udirono un grido atroce.
-Abbiamo colpito il merdone.- disse Mamoru. Il Digivice di tutti
brillò e le luci delle Crest si unirono nella Luce,
raggiungendo
MetalPhantomon, o meglio, la sua anima, ingabbiandola.
Il digimon urlò furente tentando di spezzare quella prigione
e
lo stridio della sua Grave Scream raschiò l'aria.
Tentò
di precipitare i mocciosi ad un livello inferiore del loro subconscio,
ma quelli resistettero.
-Ormai hai perso.- disse la voce di Wisemon.
-No!- urlò quello -Non è così! Uno di
loro è ancora- -Chi?- chiese Wisemon.
Le mani di Musyamon presero la mano di Artiomon e la criniera di
LoaderLeomon.
-Hiroyuki... scusa se ci ho messo tanto... Tu... mi fermerai se dovessi
impazzire di nuovo?- domandò timoroso.
-Sono sicuro che non ci sarà più bisogno.- disse
il
digiprescelto -Se sei qui, hai trovato la Luce in questa
oscurità.-
-Wisemon mi ha portato qui.- disse Musyamon -Mi ha detto che mi stavi
aspettando.-
-Esatto. Abbiamo una testa di cazzo da mandare all'inferno.-
replicò il teppista -Non aprirei le danze senza il mio
partner.-
I due si fissarono fieri e Musyamon sorrise.
-Allora proviamo.-
-Vai.-
Le mani di tutti si strinsero e la Luce crebbe ancora.
-No! No!- urlò MetalPhantomon -Svegliatevi!!-
L'oscurità sparì d'improvviso sul paesaggio
reale. Il
digimon fantasma ansimava reggendosi alla sua falce. I suoi nemici
giacevano svenuti a terra. Avrebbe potuto approfittare per ucciderli
tutti.
Una luce dell'evoluzione però illuminò Musyamon e
quello si rialzò da terra.
-Musyamon kanzentai shinkaaaaa... Asuramon!-
Il digimon demone si ergeva fiero fra i corpi dei compagni.
MetalPhantomon sperò che li schiacciasse tutti, ma la sua
speranza fu vana, perché li vide svegliarsi uno ad uno.
-Sei sveglio, stupido?- domandò Asuramon a Hiroyuki, che si
massaggiò la testa. Fingeva non curanza, ma il suo cuore era
pieno di gioia ed euforia. Infatti, quando attivò il suo
Arcana,
i guantoni della Forza erano più corazzati e pericolosi di
prima. Più vigorosi.
-Sentì chi parla, ti sei appena evoluto e già mi
fai la predica, nanerottolo?-
Asuramon si mise in posizione di combattimento e così fecero
anche Artiomon e LoaderLeomon.
MetalPhantomon si mise in posizione di difesa.
-Salviamo i nostri amici!- esclamò Asuramon. Il suo cuore
era più leggero.
Aveva il perfetto controllo.
Nota:
Sì, ho una tremenda fissa per Final Destination e It.
Sì, la song è una citazione che andava usata e
sì MetalPhantomon mi sta sul cazzo. Non ho ancora esplorato
il suo lato sentimentale e mi chiedo se ne abbia uno...
Non in questo momento direi.
Ogni tanto torno.
Questo cap è stato divertente da scrivere.
Spero
che qualche lettore sia rimasto XD
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Capitolo 36 *** 36. Vigore ***
tw36
Capitolo 36: Vigore
I
want to go
Go
for the goal
Don't
stand in my way, don't try to stop me
I'm
going ahead, right to the top
Give
all I've got, I'm a winner
And
winners love winning a lot.
(Go
to the goal, Aimee Blackschleger)
I guantoni della Forza erano più corazzati di prima e
presentavano molti spuntoni simili ad artigli e zanne. Sui
dorsi vi era rappresentato il muso ruggente di un leone col simbolo
dell'infinito fra le fauci. Hiroyuki si guardò le mani con
una
punta di sorpresa. Poteva percepirne la forza traboccante. Era sua, lo
era sempre stata. Era la forza che sentiva di avere in corpo ma che non
era mai riuscito a tirar fuori. Strinse i pugni. Avrebbero vinto,
non aveva più dubbi o timori.
-Grazie, Dio.- sussurrò il prescelto in un privato
ringraziamento.
Poi fece cozzare i pugni esclamando un altrettanto sentito: -Ora
cazzone non avrai scampo!-
Era il suo gong.
Il
segnale d'inizio per
convogliare la sua forza d'animo nei pugni corazzati. Il prescelto del
Vigore sorrise e si
scagliò contro
MetalPhantomon, fregandosene altamente se quello era un
digimon Evoluto e lui un umano. Non aveva mai badato a quanto un nemico
fosse forte. Si era sempre buttato a capofitto nelle risse affrontando
con indomito coraggio e una certa dose d'incoscienza gli scontri.
In quel momento si sentiva invincibile.
Caricò il pugno destro contro il volto meccanico del
digimon. MetalPhantomon non commise più l'errore di
sottovalutarlo e
cercò di colpirlo con la falce energetica. Asuramon,
però, si portò al fianco di Hiroyuki e con
l'Asura Shinken, i suoi pugni fiammeggianti, respinse la falce aprendo
la strada al suo partner.
-Questo è per aver torturato Kotemon!- ruggì il
digiprescelto del Vigore e colpì il Cavaliere
d'Oro sul volto. Quegli gemette di dolore e rabbrividì nel
sentire il metallo spaccarsi. Ma non solo. Granelli di polvere sottile
caddero al suolo, toccando terra allo stesso momento del prescelto del
Vigore.
MetalPhantomon si tastò la faccia, quasi incredulo.
Metà di essa stava dissolvendosi, anzi era diventata...
-Sabbia... Cosa... cosa mi hai fatto, maledetto marmocchio?!-
urlò e la sua voce metallica tuonò nell'aria.
-Questo è il potere di Strength, il mio Arcana.-
spiegò Hiroyuki -Ovvero di ridurre in polvere tutti gli
stronzi come te.-
-In sabbia, Hiropyon, in sabbia.- lo corresse Mamoru.
-È uguale.- fece il prescelto sventolando la mano, poi si
rivolse di nuovo al Generale: -Tu ci hai colpiti quando noi non
potevamo difenderci... - iniziò.
MetalPhantomon vide i granelli di terra ai piedi del ragazzo agitarsi,
rispondendo al suo richiamo.
-Ora IO ti disarmerò e saremo pari!-
Con forza, Hiroyuki picchiò il pugno a terra e il suolo si
dissolse in miriadi di granelli di sabbia scura e questa
vorticò
intorno al pugno guantato della Forza. Sotto lo sguardo sempre
più incredulo di
MetalPhantomon, un'enorme quantità di sabbia
formò una
mano ancora più grande. Rapida come una frustata questa lo
colpì cercando di fargli volare via la falce, ma il digimon
la
tenne ben stretta.
La mano di sabbia si avvolse intorno all'impugnatura dell'arma e
afferratala, riuscì a strapparla di mano al digimon con
forza e
la scagliò via. MetalPhantomon imprecò, ma
l'insulto gli
morì in gola, perché fu allora che anche i
digimon dei
prescelti lo attaccarono.
Asuramon, Artiomon e LoaderLeomon si lanciarono contro di lui.
-Asura Bakunenken!- Asuramon sferrò i suoi quattro pugni
fiammeggianti.
-Loader Morning Star!- La coda di
LoaderLeomon si allungò e colpì il nemico con la
palla chiodata alla sua estremità.
-Shakespear!- Artiomon
roteò la lancia e affondò la punta nel braccio
meccanico del Mietitore.
MetalPhantomon subì tutti gli attacchi e ogni parte del suo
corpo scricchiolò dolorosamente e pericolosamente. E
tuttavia non finì al tappetto. Riuscì a levitare,
anche se in modo instabile, e a fronteggiarli di nuovo.
-Maledetti mocciosi. Pensate che non abbia mai affrontato nemici
potenti? Non avete ancora visto il mio vero potere!-
°
-T-Tu?-
Ancora col cuore in gola, Mimi riuscì appena a balbettare
quella
parola.
A salvarli, seppur malconcio, era stato il Generale
d'Argento DeathMeramon.
-Sono venuto per saltare il debito contratto con te e il tuo amico
occhialuto.- rispose il digimon, riavvolgendosi la catena intorno ai
polsi.
Mimi strinse a sé Palmon, mentre Koushirou le si mise
davanti, anche se
barcollante.
-Che
ci fai tu qui?- domandò sulla difensiva.
Motimon
cercò inutilmente di mostrarsi minaccioso, ma era
chiaramente
esausto. Contro un Cavaliere d'Argento di Daemon nelle loro attuali
condizioni non ce l'avrebbero fatta.
DeathMeramon li esaminò. Il fuoco nei suoi occhi arse con
maggiore intensità.
-Dopo che avete lasciato Witchelny, i maghi hanno giustiziato i
prigionieri.-
Mimi trasalì.
-Cosa?! Ma non... non dovevano... noi... perché?-
-Voi
siete ingenui, digiprescelti. Chiunque l'avrebbe fatto.- il digimon
rifletté, poi continuò: -Ma nessuno si sarebbe
preoccupato per un
nemico.- guardò Mimi -Perché?-
-Che domande!- esclamò la
ragazza infuriata, scoppiando in lacrime -Perché non si
può mai cercare
di stare in pace, perché, perché?!-
Koushirou le mise una mano intorno alla spalla per consolarla.
-La pace è una cosa che non esiste.- rispose DeathMeramon.
-Sono scuse... - mormorò Mimi -Nessuno ci prova davvero...
nessuno... -
DeathMeramon li scrutò nuovamente.
Gli ci sarebbe voluto un colpo per ucciderli e tornare in qualche modo
vittorioso da Daemon. Era la scelta più logica, salire sul
carro
del papabile vincitore e ingoiare l'orgoglio. Chiunque
l'avrebbe fatto,
ma non lui. Il suo orgoglio e la sua ira superarono la sua
fedeltà, pur senza intaccare il suo onore di guerriero.
-Daemon ci ha traditi, ma io non m'intrometterò nello
scontro.- disse. I rumori dello scontro in corso fra MetalPhantomon e i
suoi avversari catturarono la sua attenzione. MetalPhantomon sembrava
in difficoltà.
Quale goduria.
-Voglio proprio godermi lo spettacolo.- disse.
°
-Come credete che io abbia raggiunto la mia posizione al fianco del
grande Daemon?- sbottò MetalPhantomon.
-Immagino tu non sia passato dal suo letto... - commentò
Mamoru, beccandosi una gomitata da Hiroyuki.
MetalPhantomon non diede peso alla battuta e si toccò la
tempia col dito.
-Io conosco molte cose. Conosco ogni specie di digimon esistente.- con
un gesto della mano richiamò a sé la falce e
l'energia che
scorreva in essa aumentò, ingigantendola -E questo vale
anche
per i punti deboli.-
-Ci hai già provato e non funzionerà una seconda
volta!-
esclamò Artiomon, scagliandosi contro di lui -Crescent
Moons!-
La digimon attaccò con le sue unghie affilate, ma
MetalPhantomon
s'avvolse nel suo mantello scomparendo e riapparendo alle sue spalle.
-Artiomon... il punto debole della vostra specie sono le gambe!- disse
e con un colpo rapido la sua falce energetica investì le
gambe
di Artiomon. Non le tagliò. Ci passò attraverso
colpendo direttamente i nervi e fu altrettanto devastante. Artiomon
urlò di dolore e
cercò di roteare per colpire al volo il Mietitore, ma questo
levitò, scansandola. La digimon della Memoria
atterrò
malamente e non riuscì a rialzarsi.
-Artiomon!- urlò Ylenia raggiungendola.
-I vostri arti superiori sono molto forti, ma non direi altrettanto per
quelli inferiori. E tu, LoaderLeomon, una volta bloccata la tua
criniera non sei altro che un cucciolo indifeso!-
Un secondo colpo della sua falce investì e
catturò LoaderLeomon, bloccandogli la criniera in una presa
energetica crepitante.
-Ugh... - il digimon della Giustizia tentò di replicare con
un
secondo attacco di coda ferrata, ma MetalPhantomon lo
scagliò
lontano, contro Mamoru. Il prescelto riuscì a non farsi
investire
dalla mole dell'amico.
-Maledetto... - ringhiò Hiroyuki.
-E tu... - iniziò il Mietitore, rivolto ad Asuramon -Quattro
braccia sembrano tante, ma basta neutralizzarle tutte in un colpo!-
Un altro colpo di falce, mirato al busto del digimon demone, nel punto
dove le due braccia destre si attaccavano. Affondò colpendo
i
centri nervosi e i muscoli del digimon del Vigore, ma non
riuscì
ad attraversargli tutto il busto, perché Asuramon gli
sferrò due sinistri infuocati. MetalPhantomon
dovette
indietreggiare, ma tornò all'attacco volando in picchiata
verso
di lui, col suo nero mantello da spettro.
-E la tua mente è la più debole di tutte!-
urlò -Grave Scream!-
La falce del Mietitore emise un rumore assordante e grave, che
colpì tutti, stordendoli.
-Non funzionerà due volte!- ruggì Asuramon, i cui
sensi
erano comunque pesantemente danneggiati all'attacco. Provava una forte
vertigine e ogni movimento gli causava una fitta di stordimento
maggiore. Il Mietitore scosse la falce, ma due raggi luminosi la
deviarono.
Erano le frecce luminose di Ylenia e i proiettili elettrici di Mamoru.
-Patetici.- li sbeffeggiò quello.
-Vuoi sapere il tuo punto debole?- domandò il prescelto
della Giustizia -Noi abbiamo qualcosa che tu non hai.-
MetalPhantomon rise.
-I vostri preziosi sentimenti? Con me saranno solo debolezze!-
urlò -Grave Scream!-
La falce del digimon emise nuovamente il suo soporifero e tremendo
stridio. L'onda d'urto del suono colpì Mamoru che
barcollò e perse i sensi.
Il prescelto non cadde a terra, continuò a barcollare mentre
la
sua mente veniva assalita dal suo peggiore incubo. Mamoru lo vide
arrivare per l'ennesima volta nelle forme del ragno e del bambino, ma
non reagì.
Spalancò gli occhi tornando cosciente e fermò il
proprio corpo dal cadere.
-Ma cosa? Come hai fatto a resistere al mio Grave Scream?!-
Mamoru sogghignò.
-Qualcuno aveva previsto che ci avreste attaccati in questo modo e ci
ha mandati in villeggiatura in un posticino che ti consiglio
caldamente.- rispose -Lascia perdere questo giochetto con noi.-
Il
ragazzo s'infiammò e alzò il pugno. Dal polso un
filo di
luce lo collegava agli altri.
-Ora che sappiamo come trovare la via,
non puoi più farci perdere nelle nostre paure!-
-Allora vi farò perdere la vita direttamente!-
replicò
MetalPhantomon, che ne aveva le scatole piene di tutti quegli intoppi e
sollevò la falce per mietere le sue vittime. Le sue mani
però non
riuscirono a muoversi. La falce era stata trattenuta a mezz'aria.
-Tu... -
Il Mietitore si voltò appena. Hiroyuki era alle sue spalle e
coi guanti della Forza stava trattenendo l'arma.
-E comunque mi riferivo a lui. - continuò Mamoru beffardo
-Noi abbiamo un Hiroyuki. E oggi è piuttosto incazzato.-
-Quelli come te che usano subdoli trucchetti mi stanno sul cazzo.-
disse il prescelto del Vigore con i denti stretti -Non hai capito come
combattiamo
noi.-
MetalPhantomon lasciò la falce per liberarsi della presa, ma
la
sabbia di Hiroyuki gli si avvolse al busto meccanico trattenendolo.
Asuramon
sferrò al Mietitore un pugno devastante al volto.
O a ciò che ne restava.
-Noi combattiamo dando tutti noi stessi!- ruggì Asuramon
-Asura Ennetsuken!-
I suoi due pugni sani si abbatterono sul Mietitore esplodendo
all'impatto. Asuramon mise tutto se stesso in quel colpo. Tutto il suo
orgoglio e onore. Tutta la sua rabbia e la forza ritrovata nell'opporsi
all'ira cieca. Tutto l'affetto per Hiroyuki e anche quello per gli
altri compagni che erano con lui. Per LoaderLeomon e Mamoru, per
Artiomon e per Ylenia.
Ma sopratutto per Hiroyuki.
Se non avesse vinto,
l'aver superato le sue debolezze a cosa era servito?
-Guardami, Hiro!- urlò continuando a tempestare di pugni il
nemico -Questa è la mia forza!-
-Ti guardo!- urlò Hiroyuki.
Il Vigore di entrambi brillò in quella nebbia fitta e l'urlo
di MetalPhantomon fu soffocato da quello di Asuramon.
Il Mietitore si dissolse in dati.
Il suo ultimo pensiero sarebbe andato al grande Daemon, se solo non
avesse visto DeathMeramon intento a gustarsi la sua fine a
distanza di sicurezza dallo scontro.
Finalmente provò una
rabbia equivalente a quella di ogni singolo digimon che aveva
calpestato.
Ma l'Ira non lo salvò.
MetalPhantomon il Mietitore morì, lasciando cadere a terra
l'ultima Targa d'accesso alla base del Demone dell'Ira.
°
Fu come se un velo, un sipario, si fosse sollevato e tolto da sopra la
realtà.
La base di Daemon fu scoperta e mostrata in tutta la sua
grandezza.
-Ce l'hanno fatta!- urlò Daisuke -Sono stati grandi!!-
-Non perdiamo tempo!- fece Yamato, con l'ansia frenetica ad
attanagliargli lo stomaco. Non farfalle distruttive, ma Speranza.
Avrebbe salvato Risei e Ken.
"Manca poco piccolo." pensò.
Il suo Digivice e quello di Taichi brillarono e Wargreymon e
Metalgarurumon s'illuminarono della luce dell'evoluzione e si
unirono nel glorioso paladino Omegamon, il quale si erse al
fianco
del Drago Imperiale in tutta la sua grandezza e possenza.
"Stiamo arrivando." pensò il prescelto dell'Amicizia da
sopra la
spalla di Omegamon. Sull'altra spalla, Taichi aveva simili pensieri.
-Chiudiamo i conti definitivamente!- esclamò Taichi
-Andiamo!-
Tutti alzarono il pugno e l'armata dei prescelti e degli alleati
irruppe.
Note: Non ricordo se avevo già presentato il
digidex di MetalPhantomon, in caso dopo metto i suoi dati.
Per tutto il cap non vedevo l'ora di seccarlo, ma sapevo che dovevo
dargli il suo onore di guerriero al di
fuori della mia antipatia per lui (lo
reputo comunque un tipo tosto) e volevo fargli fare di più.
Ma
poi scrivendo mi sono infervorata come i ragazzi.
Sapete come funziona... A questo punto la storia procede da sola e tu
sei
solo il mezzo per riportarla.
Avevo
pensato di far evolvere sia MetalPhantomon
che Asuramon, ma lui ha così tanta forza che non ne ha avuto
bisogno, a sto giro. Altra idea era che MP doveva essere finito da
DeathMeramon, ma ho preferito che il
nostro si tenesse stretti i suoi principi e non interferisse.
Però la risata se l'è fatta
u.u
Una cosa ironica è che in questi giorni, mentre scrivevo,
avevo fresco di visione un video crime
sul killer otaku Tsutomu (roba pesante)... insomma, se lo avessi saputo
prima non avrei dato lo stesso nome al piccolo amico di
Mamoru.
Nel caso non ci si ricordasse: la citazione della Ost è la
stessa dell'anello che Hiro porta al collo. Il Dio a cui lui si rivolge
è quello cristiano. Probabilmente
era una cosa che avrei dovuto spiegare da principio in modo da non
mostrarla così a ciel sereno... È una scelta
fatta sin
dalla creazione del
personaggio, eoni fa. Solo che non ho mai approfondito la sua fede ed
eventuali
momenti sì o no, perché il suo background
è
già abbastanza rognoso e onnipresente e ho la costante
preoccupazione che gli OC annoino i lettori.
D'altro canto la fede è parte
di una persona e tornando indietro, forse integrerei la questione da
prima.
È un campo minato anche per me, ecco.
Lui è fortemente credente , tuttavia deve lavorare sul suo
caratteraccio del cazzo e ne è consapevole. Capirete che
partirebbe tutto un discorsone fra carattere di Hiro, angeli demoni,
divinità digitali... una marea di pippe mentali e
discussioni,
magari pesanti su come il giovanotto concilia il tutto. Vorrei che
queste cose avvenissero in modo naturale senza appesantire la
narrazione. Per ora vi basti sapere: Hiro vive la sua fede come un
ragazzo della sua età, forse in modo leggero. Come una
persona
qualunque, ecco. Tra i suoi lati positivi c'è che si affida
a
Dio, ma gli da pure una mano u.u
Tutti gli Arcana hanno due forme e due poteri. In un modo o nell'altro
i prescelti riescono a sboccarli. Alcuni lo hanno già fatto.
Nel caso di The Strength:
Forma 1: Guantoni del Potere: aumentano la forza fisica e quella
interiore è convertita in fisica
Forma 2: Guantoni del Re (Guantoni dell'Infinito era troppo): Oltre
alla conversione della forza, mutano in sabbia le cose e permettono di
manovrarla.
Perché la sabbia? Come Iggy the Fool insegna: semplice ma
invincibile.
Io ho sempre affibbiato l'elemento sabbia ad Hiroyuki. Parliamo di una
cosa decisa dall'alba dei tempi u.u
E questo è tutto u.u
La final pugna sta per iniziare!
*Digimon
Analyzer*
MetalPhantomon
Livello:
Evoluto
Tipo: Cyborg
Attributo:
Dati
Attacchi: Soul
Predator:
rilascia un enorme quantità d'energia che ingigantisce la
sua falce,
poi cala sul nemico,
famelico di anime
producendo uno
sbarramento di lame
d'energia.
Grave Scream: emette un suono inquietante, quasi un grido, dalla sua
falce che
addormenta le
vittime, in modo da
divorare le loro anime attraverso gli
incubi.
Scudi e
armature sono inutili.
|
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Capitolo 37 *** 37. La resa dei conti di Daemon ***
Twins' War Capitolo 37
Capitolo 37:
La resa dei conti di Daemon
Destructive
forces out to get you
When you can't fulfill your needs
You can't achieve what you want to
Burning bridges, a fire attack
Burning bridges, you can't go back
Unnecessary choice
Victim of your own decisions
(Burning Bridges, Anvil)
Le immagini dell'assalto scorrevano sotto gli sguardi attenti di chi
aveva interessi in gioco in quella guerra.
Barbamon, Lilithmon, Leviamon e Phelesmon (per conto di Belphemon)
osservavano la battaglia finale ognuno dal suo covo.
-Cerca di non farti ammazzare.- ghignò Barbamon rivolto a
Daemon, che però non poteva sentirlo.
Nessuno degli altri Demon
Lords poteva e benché tutti sapessero che gli altri
osservavano gli scontri,
nessuno vedeva nessuno. Si godevano o assistevano al tutto da soli,
esternando i loro pensieri liberamente.
Barbamon si girò fra le dita
un raffinato calice colmo di vino, pensieroso.
-Temo che ti lascerai prendere dal tuo Peccato, vecchio mio... tanto
per cambiare.-
Con un sospiro il Demone dell'Avarizia mandò giù
un sorso. Amaro e forte, inebriante.
-Spero per lui non voglia ingannarci.- disse Lilithmon muovendo le
sinuose dita dorate in cui risiedeva il Nazar Nail, con cui corrodeva
ogni cosa toccasse. -Non vorrei dover sprecare altro potere... -
Il suo sguardo si spostò sui digiprescelti, in particolare
su
Ylenia Ishida, la ragazza con la Luce del Demone della Superbia.
-Che spreco... -
Leviamon e Phelesmon tacevano, persi nei loro pensieri e nei loro
piani. Chiunque perdesse quella sfida era un problema in meno.
Per Phelesmon spianare la strada al suo padrone era un comodo modo di
prendere due piccioni con una fava, chiudendo i conti col sangue del
suo sangue, i dati dei suoi dati, e accaparrarsi il posto che gli
spettava.
-Se fossi rimasto al tuo posto, fratellino, non saremmo arrivati a
questo punto.- ghignò a denti stretti.
Leviamon taceva. I suoi occhi invidiosi bramavano il potere che Daemon
aveva faticosamente e costantemente messo da parte con un piano
minuzioso e certosino. Ma alla fine dei conti si era limitato prendere
solo una parte del potere di Lucemon.
-A differenza tua, io posso controllarlo.- disse socchiudendo gli
occhi. Egli era dotato di un corpo immenso e di una forza spaventosa.
Come la sua controparte biblica, era una delle creature più
potenti in assoluto, col potere di scuotere mare e terra.
Un giorno avrebbe divorato il mondo.
Il Demone della Gola non era sicuro
di voler rivedere Lucemon.
Non senza una prova di ciò che era
accaduto.
Non lo aveva abbandonato, ma Lucemon gli avrebbe mai creduto?
-No, ne sono sicuro... devo restituirti il tuo potere con queste mie
mani, altrimenti non mi
crederai mai!- disse stringendo il pugno e osservando le immagini
nell'aria.
-Sì, te li riporterò.- disse, lo sguardo fisso
sui gemelli.
Lucemon taceva di fronte a tutto provando una rabbia tanto muta e
terribile
da paralizzare persino i dati dell'aria. Ogni cosa tremò
dinnanzi a lui. I suoi Royal Knights e Anubimon s'inginocchiarono
d'istinto,
pronti ad eseguire qualsiasi ordine.
Ma Lucemon continuava tacere.
E meditare le prossime mosse della sua vendetta.
°
-È la seconda volta che mi aiuti!- esclamò
Lilymon svolazzando intorno a Wizarmon.
-Stammi vicino... - disse esitante la voce di Tailmon che proveniva da
Valkyrimon, rivolta al mago.
Wizarmon impose le mani su Motimon, che riguadagnò
il livello Intermedio.
-Grazie mille, Wizarmon!- esclamò il digimon della
Conoscenza sentendosi totalmente rinfrancato.
-Di niente.- rispose quello, per poi guardare Valkyrimon che lo
guardava a sua volta con apprensione. -Non preoccuparti, tu piuttosto
non
distrarti pensando a me.-
Valkyrimon voleva rispondergli che l'ultima volta che, come Tailmon, si
era concentrata esclusivamente sul suo avversario durante uno scontro,
Vamdemon lo aveva ucciso. Ma non
disse
nulla, perché Tentomon l'interruppe evolvendo in
HerakleKabuterimon e Leomon e Ogremon lo imitarono diventando
rispettivamente
SaberLeomon e Boltmon.
-Ora mi sento molto meglio!!- esclamò Boltmon agitando il
braccio e scrocchiandosi spalla e collo.
-Sta in guardia.- lo ammonì SaberLeomon.
-Tu stai in
guardia.- rispose il rivale stizzito -E non fare la mammina
apprensiva!-
-Stiamo tutti in guardia.- disse Gennai, mentre Jijimon ripristinava le
sue
energie.
Intorno a loro infuriavano gli scontri con ciò che
restava dell'esercito di Daemon. Gli Alleati se la cavavano alla
grande, risparmiando le energie dei prescelti per Daemon. Ma quel caos,
quel dolore, quella sofferenza che saturavano l'aria
non erano che l'antipasto dell'antipasto di ciò che stava
per
arrivare.
L'Agente schivò i proiettili di alcuni Troopmons con un
agile
salto e con un colpo di spada li disarmò. Centarumon corse
fra
loro, calpestandoli e disperdendoli. Li caricò nuovamente
insieme ad Unimon e ne uccise a iosa.
Dati su dati si disperdevano e Hikari e Mimi non potevano non
pensare a quanto tutta quella guerra fosse uno scempio alla vita.
-Dobbiamo trovare Ken.- esclamò Miyako rivolta a Koushirou
-Potrebbe essere troppo tardi!!-
-Lo sto cercando.- rispose il rosso analizzando la base di Daemon col
Chariot.
Era molto più che protetta, ma poteva farcela. Non gli
sembrava
un codice più complicato di quello di Mugendramon o di
Diablomon, e ai tempi in cui li aveva hackerati era molto
più
piccolo.
Non era solo il potere del
Chariot.
Koushirou si rese finalmente conto di quanto fosse capace di fare
con le sue abilità.
"Dopotutto sono figlio di un genio della matematica." si disse con un
sorriso, per poi esultare: -Trovato!-
-Perfetto!- esclamò Hiroyuki strappando il braccio meccanico
di
un Mechanorimon. -Andate a recuperarlo. Qui ci pensiamo noi.-
-Certo che qui non si fanno mancare nulla... - soppesò
Mamoru di fronte
ad un distributore automatico. Tutt'intorno si aprivano vari corridoi
con molte indicazioni dettagliate per il personale. -Sono
un'organizzazione non
campata per aria... -
-No! Sono un'organizzazione con le gambe per aria!- esclamò
Daisuke cavalcando Imperialdramon che da solo spazzava via gran parte
delle truppe.
-Che freddura... - protestò Witchmon, colpendo una schiera
di Phantomon con la sua acqua super pressurizzata.
-A me ha fatto ridere.- disse Sorcerimon, gelando degli Octomon, ma
restando ferito al braccio dal proiettile di un Troopmon. -Ugh!-
Ylenia si portò rapida al suo fianco e scagliò
una freccia contro il digimon soldato.
-Stai bene?- gli domandò.
-Sì... ma voi dovreste risparmiare le forze, ragazza... -
Dall'alto, Wisemon osservava tutta la scena.
Era fiero di Hiroyuki, Ylenia, Mamoru e i
loro partner.
Era fiero di ognuno dei prescelti, ma non poteva perdere tempo a
congratularsi con loro.
Non ce n'era
rimasto...
Alzò lo sguardo e le immagini intorno a lui sparirono.
Restava il buio.
E in mezzo a quel nulla, aveva da una parte
la scintilla vitale di Risei, dall'altra quella di Ken. Erano ridotte
entrambe
ad un pulviscolo trascurabile. Non c'era che da sperare, non poteva far
altro per loro se non tenere vivo quel nonnulla.
-Resistete! Resistete!-
°
Le immagini del numeroso esercito del Demone dell'Ira spazzato via
quella
sparuta e agguerrita accozzaglia di digimon impressionarono e
innervosirono gli
scienziati di Daemon, che osservavano la battaglia dagli schermi di
sorveglianza del laboratorio.
Il Demone dell'Ira non era solo impensierito da Imperialdramon e
Omegamon, ma era sopratutto irritato per il fatto che i digimon che
avevano
combattuto contro i suoi Generali non solo erano riusciti ad ucciderli,
ma erano ancora in grado di
combattere!
-Uccidete i guaritori!- ordinò telepaticamente ai soldati.
Quelli obbedirono, ma i prescelti e i loro alleati riuscirono ad
impedire quella contromossa. Daemon storse la bocca. Li aveva
sottovalutati, ma aveva in pugno carte che avrebbero ribaltato la
situazione.
-Signore, l'assorbimento è completo!- esclamò
sollevato uno dei Vademon.
Sullo schermo i dati davano una percentuale di successo nella
scissione delle due metà del bambino e dell'assorbimento
pari al
100%.
-Finalmente!- ruggì di gioia Daemon liberandosi di aghi e
impedimenti vari.
Il potere ribolliva nelle sue vene. Lo sentiva: Tenebra pura, libera da
ogni altro elemento.
-Il potere che ho tanto anelato è finalmente nelle mie
mani!- ululò di gioia e gaudio.
I Vademon e gli Ebemon erano fieri del loro operato e nell'aria si
levò un coro di voci che inneggiavano al signore
dell'Ira.
Dove prima c'era Risei, non era rimasto neppure il più
piccolo dato.
-E adesso, andiamo ad accogliere i digiprescelti.- annunciò
il
Demon Lord strappandosi di dosso la tunica e rivelando il
suo aspetto grottesco.
Fuori dal laboratorio, immobili, i suoi esperimenti attendevano gli
ordini.
Sogghignò.
-Come reagirà Taichi Yagami nel vedere cosa siete diventati?-
°
-Facciamo come da piano.- disse Koushirou -Un gruppo andrà a
salvare Ken. L'altro terrà impegnato Daemon.-
Miyako annuì. Scalpitava, ma doveva essere prudente, aveva
già avuto dimostrazione che la fretta era cattiva
consigliera.
-Ovviamente io verrò.-
-Io, Daisuke, Takeru e Iori ti accompagneremo.- disse Hikari.
-Io vi proteggerò.- disse Valkyrimon.
-Io mi occuperò di curare il ragazzo.- disse Wizarmon.
-Vengo anche io!- esclamò Mika.
-Cosa?- fecero i fratelli maggiori.
-Mikachan è pericoloso... - iniziò Takeru, ma la
piccola lo interruppe.
-Me lo ha detto Wisemon!- esclamò e non ammetteva repliche
-Mi ha detto di aiutare Kenchan col mio specchio!-
-Wisemon?- domandò Wizarmon.
-Ma Wisemon è... - fece tristemente Witchmon.
-È morto... - concluse Sorcerimon e i due Magiciamon della
terra chinarono il capo, profondamente rattristati.
-È vero, ma Wisemon ci ha aiutati a combattere!- intervenne
Ylenia.
I digimon di Witchelny la guardarono.
-È
sempre stato con noi.- si accodò Mamoru.
-Se non ci fosse stato lui... - iniziò Hiroyuki -Odio
ammetterlo, non avremmo mai sconfitto MetalPhantomon.-
-Sta combattendo con noi.- continuò Ylenia infervorata
-Mikachan ha ragione!-
Yamato strinse il pugno, poi si portò la mano alla bocca,
profondamente commosso.
-Wisemon...tu... -
Il prescelto ricordò della crudele morte dell'amico per mano
di
Daemon.
Quel digimon saggio che aveva a lungo considerato odioso...
Per quel poco che lo conosceva, ricordava che si era sempre comportato
correttamente, forse con troppa presunzione della propria sapienza.
Yamato gli si era affidato per bisogno, ma aveva sempre sentito
dell'astio nei suoi confronti. Proprio il distacco scientifico e la
dedizione del digimon gli causavano il timore di essere un topo da
laboratorio. Però pian piano gli aveva confidato i suoi
timori.
Aveva iniziato ad aprirsi con lui, gli aveva affidato suo
figlio...
Ma aveva finito per dubitare della
sua lealtà.
E quando Wisemon aveva protetto Risei e dato la vita per
salvare
lui, il prescelto dell'Amicizia aveva capito quanto davvero egli era
stato
un prezioso amico e lui uno pessimo.
-Wisemon... perdonami... ti prego... - pianse in silenzio.
-Te l'ho già detto. Non hai niente da farti perdonare.-
disse una voce alle sue spalle.
Yamato si voltò e vide il digimon mago. Wisemon
annuì.
Non vedeva la sua bocca, ma sapeva che stava sorridendo.
-Andate. Sconfiggete Daemon.- disse ancora il mago e il prescelto
annuì.
Annuirono tutti.
Tutti lo avevano visto.
-Risei e Ken sono appesi ad un filo. Ma c'è ancora Speranza.
Forza! Ricordate: noi tutti confidiamo in voi.-
Gli Alleati annuirono.
-Siete la speranza del nostro mondo.- disse SaberLeomon.
-Ma siete ancora debolucci, perciò vi coprirò le
spalle.-
disse Boltmon, che non riusciva proprio a mostrare completamente il suo
lato tenero.
-Sconfiggete Daemon e purificate i suoi dati.- disse Gennai -Riportiamo
la pace nei nostri mondi.-
-Sì!- esclamarono i digiprescelti e i digimon.
Una risata gutturale gelò tutti sul posto.
Sul pavimento metallico si aprì un varco oscuro e Daemon
emerse da quelle tenebre
accompagnato da quattro creature.
Il Demon Lord era riconoscibile
dalla voce, ma il suo aspetto era totalmente differente da quello che
persino Taichi, che lo aveva visto senza le vesti mistiche, ricordava.
-Qualunque cosa facciate adesso, non conta più nulla.- disse
il
Demone dell'Ira e non nascose la soddisfazione per il terrore che lesse
negli occhi dei nemici.
-Il
suo aspetto è diverso... - mormorò Sora cupa,
intuendo l'amara verità.
Yamato strinse i pugni.
A prima
vista Daemon sembrava un digimon bestiale, ma a guardarlo
bene, il suo muso era in realtà una distorta maschera di
pelle
livida sotto cui c'era un volto semi umano e roseo. Una bocca minuta,
seppure dotata di denti aguzzi e sporgenti. Tutto in lui era irto e
acuminato, persino il
pelame scuro sembrava una massa di
aculei. Sul capo aveva delle corna ricurve, ma ciò che
tutti fissavano allarmati erano le ali. Daemon aveva sei paia di ali
nella schiena e un
paio sulla testa, appena sotto l'attaccatura delle corna. Ma mentre le
ali sul lato destro avevano diversi artigli sulla
sommità e membrane lisce come stoffa livida, quelle sulla
sinistra
sembravano nere ali di pipistrello.
Dietro di lui vi era un alone luminoso, una sorta di sigillo
arancione distorto che anche i Digivice riportarono con grande allarme.
*Digimon
Analyzer*
Level: 666?
System: Satan?
Code: Wrath?
Caution!
Purgatory Level: 3?
Daemon Super Ultimate Hybrid Form
Livello: Mega
Tipo: Demon
Lord
Attributo:
Virus
Attacchi: Algol's Flame: Emette
una gigantesca sfera di fuoco dalla bocca.
Dark
Spreader: Inietta
nelle sue vittime un virus chiamato Dark Virus con una raffica
di onde d'energia sparate
dalla
gemma incastonata nel
suo addome.
Il
Virus gli permette di manipolare ulteriormente le emozioni di rabbia e
dolore dei nemici alterando la
composizione dei loro dati (0 e 1), invalidando persino il potere sacro.
Attenzione:
Trattandosi
di una nuova forma, non sono conosciuti altri tipi di attacchi.
-Una nuova forma... - mormorò Taichi.
Tutti avevano capito in
realtà, ma nessuno aveva concretizzato il pensiero di
ciò che davvero
avevano davanti.
Daemon
strinse e rilasciò le zampe artigliate, sentendo
fluire l'enorme potere che traboccava da esse.
Le braccia erano in parte
irsute e in parte meccaniche, coi muscoli costituiti da cavi metallici.
Il busto sottile era composto di dati azzurri e nell'alto addome
aveva una gemma del medesimo colore incastonata nella pelle.
Le sue
gambe erano striate e affusolate rispetto al resto del corpo. La sua
lunga e striata coda batteva a terra, tradendo la sua impazienza.
-Perdonatemi il ritardo.- li schernì -Ma ci tenevo a
presentarvi per bene i miei nuovi sottoposti.-
Come lo disse, le quattro figure al suo fianco avanzarono, rivelandosi
ai prescelti.
Due di loro erano il demoniaco Murmukusmon,
con la pelle pallida e le ali demoniache scarlatte, e il dragone
meccanico Chaosdramon dalla corazza in metallo Cromato Digizoide Rosso.
*Digimon
Analyzer*
Chaosdramon
Livello: Mega
Tipo:
Macchina
Attributo:
Virus
Attacchi: Chaos
Crusher: Attacca
con gli artigli e le lame di entrambi gli arti superiori.
Destroyed
Hook: Dall'arto
destro spara un missile organico che inietta un virus letale nella
vittima.
Murmukusmon
Livello: Mega
Tipo: Demon
Lord
Attributo:
Virus
Attacchi: Gehenna Flame: Spara
dalla bocca un fuoco infernale che uccide ed infligge sofferenza eterna
al nemico.
Necro
Interrogation: Scaglia
contro l'avversario una sfera mortale.
Ma
a lasciare maggiormente a bocca aperta i prescelti furono le figure
accanto ai due digimon. Erano umanoidi e se non fosse stato per
un'oscura
intuizione di Taichi, nessuno avrebbe capito chi fossero.
-Rei... e Neo... - emise il prescelto del Coraggio -Cosa
gli hai fatto?!- sbottò contro Daemon che rise.
I due non sembravano più umani, ma i Digivice non
attribuivano loro nessuna specie.
Neo aveva una maschera simile a quella di Daemon, con corna ricurve sul
capo e ispidi capelli bianchi. Le braccia lunghe erano avvolte in
bende. Mani e piedi terminavano in artigli. Vestiva una tunica
impellicciata e strappata legata alla vita e aveva anche lui una lunga
coda simile a
quella di Daemon. Una massa
incandescente di magma si avvolgeva intorno alle sue spalle, come un
nastro.
Rei aveva un nastro simile, ma nel suo caso era quasi invisibile
all'occhio, se non fosse che distorceva l'aria intorno.
La ragazza camminava sulle sue gambe, avvolte da una lunga
gonna in pelle strappata. Sul petto aveva un globo luminoso carico
d'energia elettrica. Le maniche della sua tunica erano nera e rossa sul
braccio destro e all'inverso nel sinistro.
Il viso umano s'intravvedeva a malapena sotto la maschera di teschio e
il cappuccio nero.
Anche lei aveva delle corna ricurve, ma più
sinuose di quelle del fratello.
-Mi hai sentito?- sbottò Taichi contro Daemon -Piantala di
ridere, cosa gli hai fatto, bastardo?-
Daemon si calmò solo per rispondere tronfio:
-L'ho punito per essersi ribellato a me, costringendolo a diventare il
mio partner.- disse, avvolgendo con la coda il prescelto, che non si
mosse. -È il mio Cavaliere della Guerra adesso. Mentre la
ragazza
è il mio Cavaliere della Morte.- spiegò, con un
evidente
desiderio di esporre e vantarsi del suo esperimento. -Purtroppo avete
ucciso il mio fido MetalPhantomon... povera Rei... -
piagnucolò
abbracciando anche lei con la coda. -Senza più il partner
che le
avevo predisposto è un esperimento totalmente incompleto.
È
sempre una creatura fallata.-
-Maledetto... - ruggì Taichi, stringendo con forza i pugni.
-Quei due avevano finalmente trovato la pace e tu... -
Daemon rise ancora.
-È ciò che merita chi mi tradisce, ma tranquilli.
A voi
darò una rapida e tragica morte. Dopotutto, non credo
riuscirò a controllare il mio potere... -
-Il potere di Lucemon... - mormorò Takeru -Il potere delle
Tenebre... -
-No... Quello
non è il potere di Lucemon... - disse Yamato a denti
stretti, per poi urlare -Quello è il potere di Risei!-
Daemon proruppe nell'ennesima risata ferina e denigratoria che
echeggiò stridente.
-Risei? Quanti sentimenti per una cosa che io
ho creato!-
-Tu non... - iniziò Yamato, ma le parole gli morirono in
gola.
Era vero, eppure, eppure...
-Lui è mio figlio.- disse con un lampo omicida negli occhi e
la voce che tradiva rabbia e pianto.
Daemon continuò a ridere.
-Figlio? In effetti il marmocchio ti chiamava papà.
'Papà
verrà a salvarmi' gridava.- esclamò imitando
Risei. Anzi, nel
pronunciare le parole del piccolo, la voce era proprio la sua, ma
distorta
demonicamente. -'Papàààà'!-
piagnucolò Daemon per poi ridere ancora.
I digiprescelti erano
disgustati e terrorizzati. A Yamato invece andò il sangue al
cervello.
-Io ti ammazzo, bastardo!- urlò e
sguainò Hermit in
versione ascia e caricò un fendente oscuro contro il Demon
Lord. Quello schivò di lato senza smettere di ridere e il
prescelto dell'Amicizia fu per gettarsi su di lui, circondato da
un'aura oscura che lo divorava.
-Yamato!- lo chiamò la voce di Metalgarurumon, per poi
continuare in sincrono con Wargreymon -Non cedere alle sue
provocazioni!-
Ma Yamato non lo ascoltava.
Voleva solo cancellare quel ghigno malato
dal muso di Daemon. Era totalmente incurante di tutto e fece per
lanciarsi verso di lui. Taichi però riuscì a
saltare
verso di lui e a trattenerlo, facendolo ricadere sulla spalla di
Omegamon.
-Fermo!- gli urlò -Non ascoltarlo!-
Il prescelto del Coraggio tentò di immobilizzarlo, ma quello
dell'Amicizia lo spinse via con un colpo di braccio poderoso e una
forza che non era sua.
-Lasciami.-
ordinò perentorio, mentre Taichi e gli altri lo
guardavano sconvolti. Anche sul lato sinistro della sua testa era
spuntata un'ala nera membranosa e due linee viola gli solcavano il
viso.
-Yamato... - iniziò Taichi, ma lui lo incenerì
con lo sguardo.
Il prescelto del Coraggio deglutì e fece un passo indietro.
Anche Daemon smise di ridere.
Poi d'un tratto schioccò la lingua, seccato.
-A questo punto tu non mi servi più.- disse e
generò un cerchio magico tridimensionale
composto di blocchi oscuri. Il Demon Lord dell'Ira scagliò
la sfera contro il gruppo, travolgendo tutti e sbalzando via persino
Omegamon e
Imperialdramon che cercarono di proteggere gli altri, colpendo persino
i digimon di tipo Sacro.
Rovinarono tutti a terra.
Tutto era divelto: il pavimento metallico, le
mura, il soffitto. Ormai non c'era che polvere e devastazione.
Omegamon
gemette cercando di muoversi.
Yamato si alzò tremante da terra e mosse un passo verso
Daemon, che
insieme ai fratelli Saiba e i loro digimon era a pochi metri da loro.
-Ti... ammazzo... - continuò il ragazzo, con gli occhi
carichi
di oscurità.
-Bravo, lasciati andare all'Ira, perdi la ragione, autodistruggiti.-
disse quello -Dammi tutta l'Ira che hai!-
La sua capacità di manovrare tale sentimenti gli
permise di aumentare l'Ira del prescelto, accecandolo e di riflesso
aumentando il proprio potere.
Yamato urlò, completamente fuori di testa, e davanti a lui
si
generò una sfera d'energia nera compressa e pronta ad
esplodere.
Taichi si precipitò verso di lui.
-Yamato, smettila, così colpirai i nostri amici!-
urlò,
ma quello continuò a non ascoltarlo e la sfera
s'ingrandì ancora di
più.
Takeru era sconvolto.
Nella sua mente echeggiavano le parole di Devitamamon.
-O forse... ha capito
che il suo potere gli sta sfuggendo di mano.-
-Fratellone!- urlò, ma l'altro non lo sentiva.
Nella sua mente echeggiava una sola parola: (((Uccidilo!)))
Non sapendo in che altro modo fargli tornare la ragione, Taichi lo
colpì
col Chakram del Sole. Il disco investì Yamato, scagliandolo
a
terra. La sfera perse potenza e si dissolse.
Taichi, che era caduto nella foga si rialzò a capo chino.
-Che cazzo fai... - biascicò Yamato.
-Cerca di darti una calmata cretino, così fai il gioco di
Daemon!-
-Risei... -
-Risei
è ancora vivo!- urlò Taichi
zittendolo -Ce l'ha
detto Wisemon! Non lasciarti divorare dalla rabbia o getterai al vento
il suo sacrificio!-
Questo scosse profondamente il prescelto dell'Amicizia che
recuperò lucidità. L'ala sulla sua testa
sparì,
dissolvendosi.
Si toccò il viso.
-Io... -
Aveva appena dimostrato che i Dark Masters avevano ragione.
Quel potere
era incontrollabile!
E peggio ancora, era assuefacente.
-...
mi dispiace... -
-Se vogliamo salvare Risei, Ken, Neo e Rei dobbiamo usare i nostri
sentimenti
migliori.- continuò Taichi. -Non l'Ira.-
Si rivolse anche agli altri:
-L'Ira darà solo energia a quel maledetto! Dobbiamo avere
Coraggio! È il Coraggio che ci darà le ali per
volare!-
-Il Coraggio di sperare in un Miracolo per salvare i nostri Amici... -
gli fece eco Daisuke.
-La Volontà di continuare a lottare.- Jun si
accodò a suo fratello.
-L'Amore per proteggere quelli che amiamo.- disse Sora portandosi al
fianco del suo ragazzo e aiutandolo ad alzarsi. -Salveremo Risei.-
-La Conoscenza per trovare una via d'uscita.- disse Koushirou.
-L'Affidabilità per sostenere tutti al meglio.- fece Jou.
-La Sincerità che scopre gli inganni!- esclamò
Mimi.
-La Giustizia che riconosce il male.- continuò Mamoru.
-Il Vigore per distruggerlo.- ribatté Hiroyuki.
-La Memoria dei giorni a cui vogliamo tornare.- disse Ylenia.
-Il Sogno!- esclamò Mika -Per tutte le belle cose che
verranno!-
-Conoscere cosa si può fare per gli altri... -
iniziò Iori
-Un Amore Sincero per il prossimo... - sospirò -E la
Bontà... -
-La
Speranza... - fece Takeru.
-Che tiene accesa la Luce.- rispose Hikari.
-Avete finito?- Daemon digrignò i denti, seccato dalla
tiritera. L'Ira stava abbandonando i digiprescelti.
-L'Amicizia... - disse Yamato -... Che ti lega alle persone... e
l'Onestà dei sentimenti che la tiene salda.- Con un sospiro
il
prescelto si guardò intorno -Scusatemi, ragazzi... ho perso
la
testa.-
-Lo sappiamo.- esclamarono Taichi, Hiroyuki e Mamoru.
-Ma adesso sono calmo.- sbuffò sorridendo -So che possiamo
vincere.-
Carichi di energia, i digimon si scagliarono all'attacco.
Prescelti e alleati. Daemon con un gesto inviò i fratelli
Saiba
e i loro partner.
-Andate!- esclamò Taichi rivolto a Daisuke e agli altri
-Salvate Ken!-
Chaosdramon si scagliò verso Omegamon, ma Imperialdramon lo
respinse con un colpo di coda. Chaosdramon si aggrappò ad
essa
facendo una resistenza spaventosa.
I suoi occhi erano spenti e assenti.
-Non possiamo... - disse con disappunto la voce di ExVeemon -Se ce ne
andiamo da qui, non riuscirete a tenerli a bada... -
-Miyako!- chiamò la voce di Stingmon -Valkyrimon! Pensate
voi a Kenchan! Noi dobbiamo aiutare Omegamon!-
-Va bene!- urlò Miyako, conscia che per lui fosse un
sacrificio
enorme. Saltò su Valkyrimon insieme ad
Hikari, seguendo
Koushirou, HerakleKabuterimon e gli altri.
Rei si portò alle spalle di HerakleKabuterimon e
sferrò
un fendente invisibile contro Koushirou, ma il digimon della Conoscenza
scartò di lato. Purtroppo la sua ala restò
danneggiata e
restò destabilizzato.
-HerakleKabuterimon.-
-Sto bene, Koushirou... - fece quello -Andiamo!-
Cercarono nuovamente di sfondare, ma fu Murmukusmon ad ostacolarli.
-Maledizione!- urlò Miyako, mentre Valkyrimon evitava il
demone
e contrattaccava con la Fenrir Sword. Anche lo sguardo di Murmukusmon
era vacuo, nonostante il dolore nell'incassare il colpo.
-Ormai non c'è più nulla che possiate fare!- li
derise Daemon.
-Questo lo vedremo!- esclamò Daisuke e Imperialdramon
sbalzò Chaosdramon che si schiantò a pochi metri
dal
Demon Lord, per poi rialzarsi subito.
Omegamon incrociò la sua lama con gli attacchi oscuri
di Daemon, mentre gli altri digimon cercarono di contrastare i due
fratelli e Murmukusmon per aprire la strada a Valkyrimon e gli altri.
Chaosdramon tornò ad impegnare Imperialdramon.
Per quanto il Drago Imperiale fosse potente, i suoi artigli scalfivano
a malapena il digimon.
-Quello è metallo Rosso Digizoide.- disse Centarumon -È
più resistente di quello dorato.-
-Non vuol dire che sia infrangibile!- esclamò Imperialdramon
-Imperialdramon!
Assetto da combattimento!-
In pochi istanti il dragone si erse nella sua forma bipede ed
impugnando l'ascia dimensionale di Medieval Dukemon sferzò
l'aria colpendo Chaosdramon con un fendente. E Chaosdramon lo
sentì.
Urlò di dolore, ma ancora i suoi occhi erano vacui.
"Se quello è Neo... Chaosdramon è...
MetalGreymon..."
Taichi era scosso, ma anche Omegamon lo era, dato che come Zeromon
aveva affrontato MetalGreymon. E la sua sofferenza la portava impressa
nella mente in modo indelebile.
-Omegamon... dobbiamo trovare il modo di farli tornare normali.- disse.
-Sì...- disse la voce di Wargreymon. -Non voglio combattere
contro di loro.-
-Taichi Yagami, sei un idiota.- lo derise Daemon, caricando un altro
colpo d'Oscurità.
-Dobbiamo impedirgli di lanciarlo!- urlò LoaderLeomon. Lui e
gli
altri cercarono di avanzare verso Daemon, ma l'intensità del
potere li respinse come una folata di vento.
-Il tuo punto debole è che vuoi salvare sempre
tutti... - continuò il Demon Lord -Ma la verità
è che non puoi farcela!-
lo insultò. Rei, Neo e i loro digimon avanzarono verso di
loro.
-Sarà una frase fatta, ma non posso saperlo se non ci
provo.- replicò Taichi.
Daemon scagliò contro di loro la sfera d'Oscurità.
-Vai, Omegamon!- urlarono Taichi e Yamato.
Il cavaliere caricò contro la sfera sguainando la Grey Sword.
La spada tranciò in due l'attacco Oscuro che dividendosi
andò a schiantarsi alle spalle del cavaliere. Col campo
libero
verso il Demon Lord, Omegamon caricò un potente
colpo
ghiacciato.
"Ti salverò, Risei!" pensò Yamato e se lo
ripeté
come un mantra, il volto illuminato dal colpo del Garuru
Cannon.
Omegamon sparò.
-Vai!- urlarono i prescelti.
Il proiettile di gelo attraversò l'hangar scontrandosi
contro il
Demon Lord. Quegli riuscì a trattenerlo, eppure la potenza
del
colpo era tale che il proiettile energetico lo spingeva all'indietro.
-Maledizione!- urlò nell'ennesimo motto d'Ira.
Traendo energie dal proprio Peccato, riuscì a deviare a sua
volta il colpo. Il proiettile gelido s'infranse alla sua sinistra,
ghiacciando le stesse truppe del demone.
Tutto parve fermarsi.
Un momento di stasi prima del caos più totale.
Note:
Buonsalve, note corpose, sorry XD
- Il
fatto che Taichi, Mamo e Hiro parlino in sincrono è
fanservice
per me, perché per me loro e Yama sono I 4 best friends
forever. Sono sulla stessa lunghezza d'onda. Anche se ora lo
negherebbero... almeno Yama e Hiro.
- Ebbene
sì, il progetto di Daemon prevedeva che il merdon...
MetalPhantomon fosse il partner forzato di Rei, infatti la mise della
ragazza è ispirata a lui. Solo più femminile.
Ironico che
MetalPhantomon non abbia le gambe e sia il suo partner. Se non
fosse che Taichi voleva uccidere Daemon e che sarebbe una
battuta orrenda, probabilmente sarebbe stato giusto ricordarlo al
signore dell'incazzo mentre la sfotteva.
- Ho
omesso l'attacco Hyper Mugen Cannon di Chaosdramon (Hyper
Mugen Cannon: Scatena dai
suoi cannoni
due potentissimi raggi d'energia che proviene direttamente dalla Dark
Area.) perché
sarebbe stato troppo potente. E perché in questa storia la
Dark
Area è praticamente l'inferno, non è direttamente
accessibile ai digimon.
- La
tripla parentesi, in caso non ricordate, è la voce di
Lucemon.
- Non
so se tutta la canzone della ost sia adatta, ma la prima frase
sì. Ed è
quella
che mi risuonava in testa mentre pensavo a Daemon. Una forza
ultraterrena
che porta distruzione totale. Volevo qualcosa dal punto di vista suo,
però "spacco bottiglia ammazzo famiglia" era poco elegante
anche
per "Mr. Incazzo Sgravato".
- Ci
ho messo un sacco a capire come fosse il Dark Spreader. Aria
compressa? Iniezioni al volo? Esplosioni con iniezione? Il termine
"blast" su wikimon era vago. Immagino sia come i Ki Blast di Dragon
Ball. Nel
manga V-Tamer non riesco a capirlo bene. È qualcosa di
sbrilluccicante... Quindi immagino sia
dell'energia infetta o una massa energetica di virus... Io davo
già per scontato che lui agisse sulla rabbia degli altri
e la usasse anche per rinforzarsi, ma pare che questo lo faccia
più un'altra sua forma. Perciò... ops. Licenza
poetica.
- Il
sigillo di Daemon presenta dei "?" perché non è
nella sua forma pura.
|
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Capitolo 38 *** 38. Nella valle della morte ***
Twins' War Capitolo 38
Capitolo 38:
Nella valle della morte
When I can't carry on
enter into the unknow
When I'm with you where I belong
When the night's too hard to take
And the starlight starts to fade
Come and find me, I need to be saved
Before it's too late
(Valley of death, Skillet)
I passi di Daemon creparono lo strato di ghiaccio del Garuru Cannon.
Nel silenzio fu uno scricchiolio inquietante, presagio di morte. Il
respiro del demone uscì dalla sua bocca condensato in una
sottile nube bianca. Un passo, poi un altro, prima lento, poi sempre
più veloce... Daemon si lanciò in corsa contro
Omegamon.
Un'enorme bestia sanguigna e terrificante. Taichi e Yamato si
aggrapparono ad Omegamon che si lanciò all'attacco a sua
volta.
Daemon lo colpì con una pesante artigliata, ma il guerriero
di
Amicizia e Coraggio deviò l'attacco con lo scudo e
schivò di lato. Le unghie di Daemon strisciarono lungo lo
scudo,
lasciando grosse strisciate nel metallo e producendo uno stridio
assordante.
Omegamon colpì il demone sbilanciato in orizzontale con una
potente ginocchiata che quasi gli sfondò lo sterno.
"Risei.... ti prego resisti." pensò Yamato mordendosi le
labbra e pregando che il bambino non risentisse degli attacchi.
Non c'era altro modo di salvarlo.
Strinse i pugni.
Aveva affrontato Cerberumon proprio in vista di quello sviluppo
sventurato. Ora doveva sperare che la sua intuizione e l'ingegno di
Koushirou fossero sufficienti a fare il miracolo.
"So che sei forte, piccolo. Lo so... "
Imperialdramon aveva il suo bel da fare con Chaosdramon, che continuava
a colpirlo in preda ad una furia cieca con gli artigli e le lame
metalliche o caricandolo con poderose spallate. Il dragone imperiale
voleva ribattere a piena potenza ma il drago rosso era anche egli una
vittima e questo gli legava le mani.
-Dannazione... - imprecò Daisuke -Dobbiamo trovare il modo
di immobilizzarlo!-
Imperialdramon pensò che se ci fosse stato Ken avrebbe avuto
un
piano. Ma Ken non era con loro e il team addetto al suo salvataggio
aveva il drago rosso alle costole nonostante i suoi sforzi per tenerlo
a bada.
-Maledizione!- urlò il drago imperiale afferrando le zampe
di
Chaosdramon e tentando frontalmente di frenare la sua avanzata.
-Koushirou senpai, correte!- urlò il prescelto di Coraggio e
Amicizia
-Sì!- replicò il rosso. HerakleKabuterimon e gli
altri
approfittarono del momento e dello spazio che gli amici gli avevano
procurato. D'un tratto, però, HerakleKabuterimon si contorse
in
aria, gemendo di dolore.
-Ugh... -
-Che succede, HerakleKabuterimon?!- urlò Koushirou
spaventato.
Con orrore vide che il corpo del suo partner aveva iniziato a
sgretolarsi. Il
suo esoscheletro dorato si sbriciolava in grosse scaglie e le parti
carnose si squarciavano e sanguinavano. Il colossale insetto perse
quota e cadde a terra. Koushirou rotolò malamente
giù dal
suo dorso. Il pc portatile cadde e si richiuse, ma il primo pensiero
del ragazzo non fu raccoglierlo.
HerakleKabuterimon gemeva e soffriva terribilmente e il ragazzo si
precipitò da lui, aggrappandosi alla sua zampa, in lacrime.
-HerakleKabuterimon! Che ti succede?!-
-Koushirouhan... è come dicevi... tu... -
Koushirou spalancò gli occhi, poi le sue labbra si
contorsero in
un ghigno. Prese a ridacchiare sommessamente, poi più
sonoramente.
-Kou... - Mimi indietreggiò.
-È impazzito?- si domandò Lilymon.
-Avevo ragione... - rispose semplicemente lui, lasciando il fianco
dell'amico insetto per raccogliere il computer portatile.
-Non è rotto. Bene.- disse, con una lucidità
spaventosa.
Tutt'intorno regnava il caos, ma la strana calma del prescelto
impedì il diffondersi del panico e questo attirò
l'attenzione di Daemon.
-A Witchelny, quando Rei ha colpito tutti quei digimon senza
toccarli... Ha
senso...
il cavaliere della morte cavalca un cavallo chiamato Pestilenza... -
Daemon digrignò i denti.
-Quindi hai capito... Ma sai anche che non basteranno tutte le vostre
magie curative. Siete spacciati.-
In risposta a quel momento, altri alleati caddero a terra, cadendo
anch'essi a pezzi.
I digimon guaritori intervennero prontamente.
Wizarmon tentò di aiutare HerakleKabuterimon e Sorcerimon
Witchmon, ma il risultato era sempre lo stesso: una volta rigenerato,
il corpo degenerava nuovamente e si sgretolava.
-Un virus è sempre un virus.- disse Koushirou, serio -Ho
analizzato Kuzuhamon. È morta di un virus respiratorio.-
Daemon era
concentrato su Koushirou, perciò il Omegamon avrebbe
potuto attaccarlo, ma non aveva le forze per un attacco risolutore e
ansimava, provato. Il cavaliere centellinò le forze in quei
pochi minuti, turbato dalle grida di dolore che venivano da sempre
più digimon, sia alleati che nemici.
Koushirou indicò Rei.
-Il veicolo del suo potere è l'aria. Ha infettato tutti come
una malattia umana.-
-Non
cambierà saperlo.- disse Daemon, generando una sfera oscura
-Niente può sovrascrivere-
-L'Ulforce.- lo interruppe Koushirou -L'Ultimate Force permette di
sovrascrivere
il Dark Virus che hai usato come base per modificare Rei, Neo e i loro
digimon!-
Daemon sudò freddo, mentre il ragazzo estraeva dalla tasca
una penna usb e la collegava al proprio Digivice. Dal V-Tamer della
Conoscenza fuoriuscì un raggio che colpì
HerakleKabuterimon.
Immediatamente, il corpo dell'insetto smise di
sgretolarsi ed HerakleKabuterimon sospirò, liberò
dalla
sofferenza, per poi sollevarsi sulle zampe.
-Sapevo che avevi ragione Koushirouhan.-
-Non è possibile!- urlò Daemon -Come puoi avere
tu L'Ulforce?!-
-Non ce l'ho.- disse il ragazzo. -Ho solo chiesto a chi l'aveva di
aiutarmi a creare una contromossa.-
Omegamon fece un verso compiaciuto.
-Non potrò evolvere a comando in Ulforce Veedramon, ma mi ci
sono comunque evoluto tempo fa.- disse la voce di Wargreymon.
-L'Ulforce riscrive i dati senza mettere a rischio la vita del
riscritto... - commentò Gennai pensieroso, con un sorriso.
-Potrebbe persino sconfiggere
Daemon... -
-Non in questa quantità... - commentò mesto il
prescelto
della Conoscenza -Però dandola a chi di dovere, potremo
almeno
fermare i Cavalieri dell'Apocalisse e i loro Virus.-
Ciò detto, Koushirou inserì la chiavetta nel
computer.
-Invio i dati ai digimon guaritori!-
Detto fatto, alcuni digimon percepirono un nuovo potere pervaderli:
Wizarmon, Sorcerimon, Jijimon, Lilymon, SlashAngemon, Pidmon,
Valkirymon...
-Questa è... L'Ulforce?- si chiese SlashAngemon.
Jijimon ridacchiò.
-Uhuhuhu. Mi sento come se fossi tornato ai miei cento anni!-
-Ma sei ancora maturo e affascinante!- flirtò con lui
Babamon.
-Con quest'energia... potremo salvare tutti... - fece Valkyrimon.
-Diamoci da fare!- esclamò Lilymon
e generò una
collana di fiori intorno al collo di
Centarumon che stava a terra, inginocchiato e sofferente. Subito il
centauro digitale si rimise in piedi, pronto a combattere
ancora.
Anche Sorcerimon riuscì
a curare Witchmon e quella tornò alla carica più
aggressiva di prima.
-È fatta!- esclamò Mimi, ma i festeggiamenti
durarono poco,
perché Rei Saiba e Murmukusmon stavano puntando
verso
Koushirou.
Mimi però intervenne con la sua frusta di
rovi.
Il digimon demone tentò di
liberarsi con uno strattone. Peccato che a reggere Hanged, l'arma della
prescelta della Sincerità, non ci fosse solo lei, ma anche
Boltmon.
-Ehehehe. Da qui non ti muovi!- esclamò spaccone quello.
SaberLeomon saltò su Murmukusmon affondandogli i denti nel
braccio libero.
-Adesso!- urlò Boltmon.
-Sì!-
Lilymon
lanciò la sua ghirlanda fiorita verso il demone dalle ali
scarlatte, però un fiotto di magma rovente la
intercettò,
riducendola in cenere. Neo Saiba si
fece avanti e tutto intorno a lui iniziò a sciogliersi per
il
calore.
-Oh...
cavolo... - mormorò Miyako -Come faremo a raggiungere Ken?-
esclamò affranta e infastidita nel vedere la strada verso il
ragazzo che amava
letteralmente distrutta, oltre che sbarrata.
-Eheh.-fece Daemon -Anche se hai capito come contrastare il Virus,
questo non si farà debellare tanto facilmente.-
Koushirou schioccò la lingua contro il palato.
-Il mio Dark Virus sarà alla base del potere della Morte, ma
non è come una semplice malattia, moccioso!-
urlò il Demon Lord -Puoi usare tutti i fiori e le
riscritture del cazzo che vuoi, ma che ne dici di questo?-
La gemma sul suo petto brillò e da essa si diffuse una
miriade di raggi che colpì molti digimon, in entrambi gli
schieramenti. Colmi d'Ira, tutti persero del tutto il senno e si
combatterono fra loro, ignorando gli schieramenti. Chi non era stato
colpito si guardava intorno spaesato o cercava di non farsi colpire.
-Sei un maledetto... - ringhiò Sora -Colpisci i tuoi stessi
uomini!-
-E allora? Sono solo pedine nelle mie mani!-
Daemon generò un altro colpo oscuro, ma Omegamon lo
intercettò.
-È per questo che perderai!- urlò Yamato -Chi
tradisce il prossimo prima o poi la paga!-
-Non ho mai detto che avrei combattuto seguendo delle regole,
marmocchio!-
-Grey Sword!-
Omegamon attaccò nuovamente Daemon, ferendolo con un
fendente
strisciante al petto e all'addome e costringendolo ad indietreggiare.
-Koushirou, Miyako, andate!- urlò Taichi dall'alto. -Dovete
salvare Ken.-
-Sì, però... - esitò il rosso, per poi
riscuotersi
e saltare sulla zampa di HerakleKabuterimon, che si rimise in
volo.
Chaosdramon puntò i suoi cannoni verso di loro, ma
Imperialdramon
lo caricò, deviando il colpo e aprendo ancora una volta la
strada agli altri. Neo aprì entrambe le mani davanti a
sé
e concentrò il magma per scagliarlo contro di loro, ma fu
quasi
investito da...
-Un distributore automatico?- urlò sconvolto LoaderLeomon.
Mamoru caricò di nuovo la pistola.
-Questi proiettili contenitori sono utilissimi. E questa signori
è la seconda forma di Justice.- disse prendendo la
mira e sparando nuovamente contro Neo. Il proiettile si
aprì a
mezz'aria
e da esso fuoriuscì, ingrandendosi sempre di
più, una mezza parete metallica.
Neo non si scompose e la liquefece, solo per venire colpito da un jab
sotto il mento da Hiroyuki.
-Cavaliere della Guerra un cazzo, vedi di svegliarti!-
°
Nonostante Miyako si fosse imposta la calma, il suo cuore accelerava i
battiti. Ogni metro che l'allontanava dallo scontro era un metro
più vicino a Ken. Aveva paura di cosa avrebbe trovato al suo
arrivo, perché Daemon era apparso molto sicuro che per il
prescelto della Bontà non ci fosse stato scampo.
Un bluff?
"Quella palla di pelo isterica non sembra il tipo che bluffa. No...
è successo qualcosa di irreparabile... lo sento... "
pensò, con le lacrime agli occhi. Hikari non poté
fare a
meno di posarle la mano sulla spalla e sperare a sua volta che l'amico
stesse bene.
"Ti prego... ti prego... " pensò.
Doveva tenere accesa la speranza.
-Eccoci!- esclamò Koushirou pochi minuti dopo.
Erano davanti ad una porta metallica, ma SlashAngemon la ridusse in
lamiere in men che non si dica. Miyako non diede il tempo all'ultimo
pezzo d'acciaio di toccare terra, perché saltò
giù dalle braccia di Valkyrimon con una foga che quasi la
fece
cadere a terra, trascinandosi dietro pure Hikari.
-Ma qui... - mormorò la viola trattenendo il fiato.
Tutt'intorno c'erano solo fiori secchi o recisi. Il loro colore cremisi
era di un secco marrone smorto.
-Ken... - Miyako sperò di vederlo giacere fra di essi, ma
quando
intravvide la sagoma al centro dell'hangar buio scoppiò in
pianto.
-Oddio, no!- pianse con le mani sulla bocca.
-Il Seme delle Tenebre è germogliato... - disse Takeru cupo.
Di fronte a loro vi era un albero curvo, le cui fronde come di salice
piangente toccavano il
suolo. Sebbene fosse cosparso di foglie scure, era un albero in tutto e
per tutto desolato.
Miyako ne carezzò la scura corteccia ruvida e lo
abbracciò disperata.
-Ken, no!- pianse con i singhiozzi che le facevano sussultare le spalle
-Perché? Perché?!-
-Miyakochan... - sussurrò Hikari col braccio teso verso di
lei. Il dolore dell'amica era troppo da reggere.
-Ken è ancora vivo, lo ha detto Wisemon, no?- disse Iori,
cercando di tenere la calma, a costo di sembrare insensibile.
-Ti sembra vivo?!- berciò, infatti, la ragazza.
Wizarmon posò la mano sulla corteccia.
-Posso sentirlo, questo albero è ancora vivo...
c'è ancora qualcuno qui.-
-Miyako, dobbiamo fare in fretta.- disse Valkyrimon illuminandosi di
luce santa. -Continua a chiamarlo.-
-Mikachan.- disse Takeru rivolgendosi alla sorellina -Hai capito quello
che devi fare?-
-Sì!- esclamò la bambina e puntò il
suo specchio
verso l'Albero delle Tenebre. Lo specchio s'illuminò e un
raggio di luce
penetrò la corteccia facendo fluire in essa delle immagini.
-Resisti Ken!- disse Miyako stringendo uno dei ramoscelli come fosse la
mano del suo amato. -Ci siamo noi! Resisti ti prego!-
Tutti seguirono il suo esempio e toccarono l'albero.
-Forza amico, non vorrai lasciare Daisuke e Imperialdramon da soli?-
disse Takeru.
-Forza.- disse Iori -Torna fra noi, Ken.-
Anche SlashAngemon e Valkyrimon chiamarono il suo nome. E
così
fecero Mika e Hanumon, benché lo conoscessero da molto poco
rispetto agli altri.
-Forza, ragazzo.- disse Wizarmon.
"Bravi. Così" pensò Wisemon vegliando su di loro.
"Fate
sentire le vostre voci e anche quelle di chi non c'è
più."
Ken aprì gli occhi sull'oscurità.
Il suo corpo galleggiava sospeso in un nulla assoluto, ma percepiva
l'umidità dell'hangar serra.
-Dove sono?- si chiese, ma senza parlare davvero. Si rimise dritto e
tese le mani, senza incontrare null'altro che il vuoto e i movimenti
erano anomali, perché non li sentiva. La sensazione era
quasi quella di un'anestesia. Esisteva senza percepire.
Anche la vista non era sicuro funzionasse a quel punto, però
non poteva dirlo, dato che era circondato dal nero più nero.
Eppure... sentiva un suono.
-Mi sembra di sentire la voce di Miyako... - si disse, nella mente.
L'unica cosa che era sicuro esistesse ancora di sé.
Dei passi in quel nulla senza terra né soffitto richiamarono
la sua attenzione verso un punto. Apparve pian piano, ma divenne sempre
più nitido.
-O... Osamu?!-
-Ciao, Ken.- rispose il fratello maggiore con un sorriso.
°
Omegamon era in difficoltà. Per quanti fendenti sferrasse,
Daemon sembrava inarrestabile. La sua Ira fungeva da batteria
inesauribile di energie e in una battaglia era come avere la vittoria
virtualmente servita.
Gli artigli del Demone penetrarono l'armatura bianca all'altezza del
petto, mancando il cuore del Cavaliere per un soffio grazie alla sua
prontezza. Omegamon sparò un proiettile di ghiaccio che
colpì in
pieno Daemon, sbalzandolo via e congelandogli il busto.
Tuttavia,
quello riuscì a sciogliere il gelo e si rigettò
nella
mischia ruggendo.
Lo scontro diventava sempre più accanito e Omegamon si rese
conto che Daemon non era l'unico a muoversi per l'Ira.
Anche lui covava
quel peccato. Sentiva la propria Ira crescere e spingerlo a colpire.
Sferrò due affondi contro il nemico, lasciando la guardia
completamente aperta e se non fosse stato per la prontezza di spirito
di Taichi e Yamato che lo richiamarono entrambe le volte sarebbe stato
ucciso. Se ne rendeva conto, eppure...
"Il mio corpo si muove prima che che io possa riflettere... "
E non era così solo per lui.
Tutti combattevano rapiti dall'euforia della battaglia. Vedeva violenza
ovunque si voltava, ma sopratutto vedeva crudeltà gratuite.
Meramon colpiva con i suoi pugni roventi un Ebidramon che giaceva
raggomitolato a terra, TonosamaGekomon stava letteralmente facendo
esplodere un plotone di Octomon alternando basse ed alte frequenze, ma
senza curarsi dei digimon alleati intorno a lui, che a loro volta si
gettavano nello scontro rischiando il fuoco amico.
Whamon stava lottando contro un suo simile in uno scontro sia aereo che
acquatico all'esterno della base. I due digimon cetacei si speronavano
coi musi e si colpivano
con getti d'acqua potentissimi. Il Whamon alleato fu colpito alla coda
e parte di questa fu perforata dal getto d'acqua avversario in un modo
che
ricordava il giorno in cui Metalseadramon lo aveva ucciso
trapassandogli il possente corpo. E tuttavia riprese a combattere. Non
morì come quella volta, ma urlava e il suo dolore
rievocò
nei prescelti quelle immagini. Omegamon sentì il cuore
fremere
dal dolore e quel dolore gli accese l'Ira in un circolo vizioso
infinito.
-Non dobbiamo... lasciarci prendere... dalla rabbia.- disse Taichi
stringendosi al petto -Altrimenti Daemon vincerà... -
-Come possiamo fare?- si chiese Yamato.
-Non potete farci nulla!- rispose loro Daemon con un riso malvagio.
Aprì la mano robotica contro il cavaliere e da questa si
generò una sfera d'energia oscura compressa.
A distanza ravvicinata Omegamon sapeva che sarebbe stato colpito. Ebbe
un lampo, un'idea, un'intuizione. Ma non era lui ad averla, era
l'intuizione che era arrivata a lui. L'ascia dimensionale di Medieval
Dukemon pulsò nelle mani di Imperialdramon.
-Omegamon!- esclamò quello tirandola verso di lui.
-Sì!- Omegamon capì cosa doveva fare, come se
quel
guerriero defunto da tempo glielo stesse suggerendo. Afferrò
l'ascia squarciò l'aria fra sé e Daemon.
L'attacco oscuro entrò nello squarcio, scomparendo.
-Maledizione... quella maledetta ascia è un problema.-
berciò
Daemon -Sfortunatamente per voi, anche io so aprire varchi nel tessuto
spaziale!-
E ciò detto ne aprì uno, infilandosi al suo
interno.
Omegamon scattò per seguirlo, ma il varco si chiuse. Un
altro se
ne aprì alle sue spalle e il Cavaliere riuscì a
schivare
solo
grazie ai propri
riflessi la
coda di Daemon che mirava a trafiggerlo. Il Demon Lord
schioccò la lingua fra i denti acuminati e sparì
nuovamente in un varco, ma Omegamon fu veloce ad imitarlo.
Squarciò lo spazio con l'ascia e incrociò di
nuovo il Demone nella dimensione in cui si era rifugiato. Daemon
ruggì e
lo attaccò, passando da una dimensione all'altra per
sorprenderlo. Omegamon riuscì a stargli dietro, facendo lo
stesso. Mentre tutti li vedevano apparire e scomparire, per i due
contendenti era come muoversi in un colonnato con una visuale diversa
fra una colonna e l'altra. Immagini sfocate e lampi di luce.
In quell'inseguimento a velocità folle ogni cosa perdeva
pericolosamente importanza eccetto il nemico. Ma se per
Daemon nulla aveva senso od importanza in quel momento eccetto
sé stesso, per Omegamon
erano importanti i due digiprescelti sulle spalle e questi erano con
lui in quello scontro, trasmettendogli tutta la loro energia e
impedendogli di perdersi nell'euforia dello scontro.
-Forza!- urlò Taichi e Omegamon colpì Daemon con
un
fendente al fianco.
Il Demone sanguinò dati e tentò
nuovamente la fuga nello spazio in cui si consumava lo scontro fra
eserciti.
-Fermalo! urlò Yamato, mentre il Cavaliere si gettava sul
Demon
Lord afferrandolo per la vita e bloccandogli le braccia.
-Maledetto, lasciami!-
-Ma anche no!- urlò quello -Prima eliminerò il
tuo maledetto virus! Omega Heal!-
La luce di Omegamon avvolse Daemon facendolo urlare, mentre la luce
sacra distruggeva la fonte del Dark Virus.
La gemma sul petto del Demon Lord si crepò e finì
in mille pezzi.
-E ora... restituiscimi Risei!- urlò il prescelto
dell'Amicizia, puntando il
Digivice contro di lui.
"Koushirou, spero che la nostra contromisura
funzioni... "
°
-Osamu... tu....-
Ken era sbalordito.
Osamu non poteva essere lì... ma aveva senso, se lui era
morto.
-Non sei ancora morto, Ken.- disse Osamu tendendogli la mano -Devi
tornare indietro e aiutare i tuoi amici.-
-Ma come posso fare? Io sono... -
-Non sei ancora morto.- rispose Osamu -Questo è un
limbo. È un posto a metà strada. Ma tu puoi
tornare indietro.-
-Come?-
Il prescelto della Bontà fu avvolto da una calda luce.
-Valkyrimon, Jijimon e Wizarmon stanno riportando indietro il tuo
corpo.-
-Io... sono diventato un Albero dell'Oscurità, come aveva
detto Oikawa... -
La malinconia lo prese.
-Pensavo di aver dissipato le mie tenebre... -
Eppure tutt'intorno a sé sentiva l'Oscurità
avvolgerlo.
-Non va bene... - disse Wizarmon -Qualcosa fa resistenza... -
-È l'oscurità di questo luogo.- disse Valkyrimon
-Anche se
Daemon ha assorbito tutta l'energia dei Fiori delle Tenebre, resta
stagnante.-
-Sento la disperazione di molti digimon... - disse SlashAngemon.
-Quanti digimon avrà sacrificato per ottenere tutto questo?-
disse Takeru osservando corrucciato i frammenti di fiori rinsecchiti e
il corpo di Ken. Il prescelto della Bontà era ancora in
parte
albero, con braccia gambe secche e rigide e foglie scure che
sporgevano dalla sua pelle.
-Maledetto...-
-Riuscirà Mika a farlo svegliare?- si chiese Iori.
Era una domanda sensata, dopotutto la bambina non sapeva cosa doveva
fare di preciso, ma sembrava decisa a fare la sua parte con grande
serietà. Al dodicenne parve di vedere Wisemon dietro di lei,
con
la mano posata sulla sua spalla.
Intanto, Miyako stringeva le dita intorno alla stoffa della sua gonna.
Il vestito bianco con disegnati i tasti del pianoforte era ormai lercio
e il bianco era solo un ricordo. Ma passava ovviamente in secondo piano
rispetto a Ken.
-Ken ti prego, svegliati.-
-È la voce di Miyako... - disse Ken.
-È vicino a te.- rispose Osamu -E non è l'unica.
Ci sono anche
Takeru, Iori, i digimon... Daisukesama e Imperialdramon stanno
combattendo coi cattivi.-
-Daisuke... Daisukesama?- Ken sudò leggermente poi sorrise
-Capisco... -
disse alzandosi in piedi e posò la mano sulla
testa del fratello. -Va bene così... Mika... Non mi
arrenderò... Grazie.-
Una lacrima cadde nel vuoto, dopotutto aveva sperato che fosse davvero
Osamu... ma non poteva lasciare che anche quello lo trascinasse verso
la fine. Il digiprescelto si concentrò sulla voce di Miyako
che continuava a
chiamarlo e sentì anche quelle degli altri. Le sentiva
forti,
sempre più forti, finché non vide sotto di
sé il proprio
corpo. Vide la sua ragazza piangere e chiamarlo e gli amici intorno,
stretti intorno a lui.
-Miyako...- s'intristì -Ti sto facendo davvero preoccupare.-
-Allora non aspettare oltre.- disse Osamu alle sue spalle -Vai e
combatti. E poi insegna a Umi a fare le bolle di sapone.-
-Cos?- Ken si voltò di scatto e nello stesso momento
sentì la mano di Osamu spingerlo in avanti.
E cadde.
Cadde.
Cadde come morto corpo
cade.
Cadde nel suo corpo e l'impatto fu terribile. Fu come cadere in uno
specchio d'acqua di palude e ne riemerse annaspando.
-È vivo!-
Miyako urlò, mentre i colori, le sagome e le voci prendevano
forma intorno al prescelto della Bontà.
Ken riprese coscienza del mondo che lo circondava e dei propri sensi e
un istante dopo
sentì le braccia della digiprescelta di Amore e
Sincerità
avvolgerlo.
-Sei tornato!!- urlò Miyako.
Takeru e gli altri stavano col fiato sospeso. Dietro Mika, c'era
Wisemon, ma anche Osamu. Osamu annuì e Ken sorrise,
abbracciando
la sua amata.
-Glielo insegnerò, Osamu... -
-Cosa?- fece Miyako.
-Sono tornato, Miya.- stringendola ancora di più.
°
Tenendo il V-Tamer puntato contro Daemon, Yamato fece materializzare
dal Digivice un contenitore rettangolare di metallo.
Il Digivice scannerizzò il demone, alla ricerca di dati
differenti.
Daemon tentò di ribellarsi ad Omegamon, ma quello lo teneva
stretto. Tuttavia un varco si aprì sotto le zampe del Demon
Lord
e inglobò sia lui che Omegamon e i suoi partner,
riportandoli
nella dimensione normale.
il Cavaliere, però, tenne salda la presa.
Gli scontri continuavano, ma erano più organizzati.
Da una parte, Chaosdramon affrontava Imperialdramon, Garudamon,
Lilymon e i ragazzi. Dall'altra c'era Pidmon, che con Artiomon, Jun e
Ylenia aveva
il suo bel da fare a contenere Murmukusmon e Rei.
Sorcerimon e Jijimon erano impegnati a curare tutti i digimon che
avevano contratto il Dark Virus, con Jou e Vikemon a guardar loro le
spalle.
La stragrande maggioranza dell'esercito di Daemon era stata sconfitta e
chi era rimasto non aveva più voglia di lottare.
Daemon avvertì la paura. E non era un sentimento che
conosceva bene e perciò la detestava.
"E se davvero riuscissero a tirare fuori il moccioso?" si chiese
sudando freddo "Non è possibile... non esiste
più!"
Eppure...
La determinazione dei nemici era tanta che anche Daemon credette
potessero farcela.
Yamato scandagliava il suo corpo col raggio del V-Tamer e il sudore gli
imperlava il volto.
"Risei... piccolo... ti prego, reagisci... "
In quel momento accadde un piccolo miracolo.
Black Agumon, si accorse che Daemon e Omegamon erano lì e
che il prescelto biondo aveva tirato fuori la scatola.
-Cos'è
quella?- domandò Black Agumon a Koushirou e Yamato,
indicando la scatola a cui stavano lavorando.
-È
un'incubatrice...- rispose
Yamato, mentre Koushirou continuava a lavorarci in silenzio.
Probabilmente non li aveva neppure sentiti. -Stiamo usando i dati presi
nel vecchio laboratorio di Daemon. Se riusciremo ad estrarre i dati di
Risei, questi dovrebbero stabilizzarli ed impedire che si disperdano.-
-E se non ci fosse più niente da fare?- disse con sofferenza
Black Agumon.
Yamato strinse i pugni.
-Dobbiamo sperare che ci sia... -
Black Agumon notò che il ragazzo umano era aggrappato ad una
vana speranza. Era disperato di speranza.
Come lui quando non aveva un cuore...
Ma un cuore ora l'aveva. E quel cuore si era affezionato a Risei.
Anche se non lo lasciava combattere e gli stava attaccato e lo sgridava
per i suoi atteggiamenti violenti.
Quel piccolo fiore...
-Risei, ti prego!- urlò Yamato.
-Non esiste più, quante volte devo dirtelo stupido
moccioso?-
berciò Daemon gonfiando i muscoli di braccia e petto e la
presa di
Omegamon si allentò.
-Sta zitto, lo so che lui è lì!- urlò
Yamato -Perché lui non è te!-
Black Agumon strinse gli artigli. Il demone si agitava e stava per
liberarsi. Lo sapeva.
Chaosdramon intanto aveva messo fuorigioco Garudamon e Lilymon e
Murmukusmon aveva colpito pesantemente Pidmon. Tuttavia Sorcerimon era
riuscito a colpire Rei col potere curativo e Jijimon intervenne per
colpire il digimon demone partner della ragazza.
Quel piccolo fiore...
Era da qualche parte...
-Risei!- urlò Black Agumon e il Digivice di Yamato
reagì.
Contemporaneamente, Rei tornò normale e cadde a terra e
Murmukusmon involse SkullSatamon e parve riprendere coscienza.
Fu allora che Daemon impazzì di terrore e con uno
strattone violento si liberò di Omegamon. Con furia cieca
corse
verso Black Agumon.
-Maledetta nullità! Algol's Flame!-
-Fenrir Sword!-
-Holy Espada!-
La lama di gelo di Valkyrimon e quella sacra di SlashAngemon
attraversarono il campo di battaglia colpendo Daemon, che fu
scagliato all'indietro, accusando pesantemente il colpo.
Tutti guardarono nella direzione da cui il duplice attacco era arrivato.
Il gruppo di salvataggio ce l'aveva fatta.
Ken era con loro ed era più vivo che mai.
-Ken!-
esclamò Daisuke, che con Imperialdramon, Hiroyuki, Mamoru,
Asuramon e LoaderLeomon stava faticando a contenere Neo e Chaosdramon.
-Kenchan! Ken!- urlarono le voci di Stingmon ed ExVeemon.
-Sono tornato, partners.-
Note:
Questo capitolo è stato tosto da scrivere. Dovevano
convergere tante cose. E spero che sia tutto chiaro.
Tirare i fili delle parentesi aperte è delizia e cruccio.
Perché ora ho l'ansia di non averlo fatto bene o.o
Piccolo chiarimento.
Grazie al Matto di Mika, Ken stava vedendo un'illusione di Osamu. Ma
grazie a Wisemon che è vero e morto, quindi ha un canale
preferenziale verso l'altro mondo, quell'illusione ha permesso il
connettersi di Osamu,
quello vero, con Ken. Ecco, con una piccola interferenza Mikiana. Se in
un primo momento Ken vedeva e sentiva ciò che Wisemon e Mika
volevano, il fatto di essere davvero in un limbo fra la vita e la
morte, Wisemon
e l'amore fraterno hanno permesso ad Osamu di rendere quell'illusione
realtà.
Spero in realtà si fosse capito prima dello spiegone.
In caso non ricordaste, nei primi capitoli avevo rivelato che Ken aveva
ora una sorellina minore, Umi.
La citazione di Dante mi pareva d'obbligo data la mia sempiterna fissa
e il limbo X°D
Mamoru. La cosa del distributore andava fatta. Nella mia mente bacata
è il suo signature attack. Lui lancia cose u.u
Più per distrarre... Volevo colpire Daemon in
realtà, ma
il momento era così denso, che il Demone dell'Ira non
l'avrebbe
presa bene. Mamoru è scemo, ma sa quando non deve tirare la
corda. Stare con Hiroyuki lo aiuta a capire quanto può farlo.
E sta imparando.
Infine, la canzone Valley of Death era dedicata sia a Ken, che a Rei e
Murmukusmon. Purtroppo il risveglio degli ultimi due è stato
meno eclatante, ma ora restano solo due persone da salvare e i nostri
cciovani sono agguerriti u.u
Perciò, alla prossima!! ^^
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Capitolo 39 *** 39. Un Miracolo che viene dall'Oscurità ***
39
Capitolo 39:
Un Miracolo
che viene dall'Oscurità
Death surrounds
My heartbeat's slowing down
I won't take this world's abuse
I won't give up, I refuse.
[...]
(Don't close your eyes)
No, not gonna die tonight
We're gonna fight for us together
(Not gonna die, Skillet)
Ken era tornato.
Il solo vederlo diede a tutti una spinta in più e
rinnovò le energie come un'infusione di potere.
Il saperlo al sicuro scatenò ancora di più
Daisuke ed
Imperialdramon, il quale, con il secondo partner al sicuro su di
sé, riprese a combattere col doppio della forza e della
concentrazione.
Afferrò Chaosdramon per il corno sul muso e
riuscì a sopraffarlo. Lo afferrò per il corno sul
muso e con una proiezione lo schiantò al suolo, dove
riuscì a tenerlo inchiodato bloccandogli le zampe.
Miyako, dal canto suo, ora che il suo amato era al sicuro sembrava
essere diventata una autentica furia. O
meglio, una valchiria, in tema con Valkyrimon che combatteva al fianco
suo e di Hikari con fierezza angelica e guerriera. Nel cuore della
prescelta di Amore e Sincerità c'era sì la furia
guerriera, ma era più un sollievo immenso misto al desiderio
di concludere la lotta al più presto. Con un pizzico di
vendetta. Se Valkyrimon non avesse vegliato su di lei avrebbe rivolto i
raggi laser dell'Imperatrice contro Daemon stesso. O lo avrebbe
gonfiato di ceffoni o sarebbe morta nell'impresa.
Come il suo partner, il Cavaliere della Guerra Neo era stato inchiodato
al suolo da Hiroyuki dopo una rapida sequela di cazzotti. Il prescelto
del Vigore lo teneva ben fermo sfruttando la sabbia e i guantoni della
Forza.
Chi più chi meno, tutti facevano la loro parte per finire
quella battaglia, che era giunta al culmine.
Prima di arrestarsi per l'arrivo a sorpresa di Ken Ichijouji, Daemon si
era scagliato contro Black Agumon. Una pulce inferiore ai suoi occhi.
Un sassolino sbucato dal suo cammino senza alcun senso di essere. Ma il
sassolino non aveva temuto l'avanzata furiosa del Demon Lord. Anzi,
aveva atteso il
suo attacco caricando una meteora infuocata al massimo delle sue
capacità. L'interruzione era stata solo un disturbo per lui.
Infatti, fu lui stavolta a lanciarsi verso il
Demone dell'Ira, nonostante gli equilibri di forza fossero
chiari e a lui del tutto sfavorevoli.
-Vuoi farti ammazzare per caso?- lo sgridò Taichi dall'alto
di Omegamon.
-Non darmi ordini!- esclamò di rimando quello, correndo.
-Sei testardo come un muro!- ribatté il cavaliere. Sentiva
di poterlo capire. Poteva farlo più di chiunque altro
perché Omegamon era anche Wargreymon. Con un gesto
rapido afferrò Black Agumon e se lo mise sulla spalla vicino
a Taichi.
-Se vogliamo salvare Risei dobbiamo farlo insieme.- disse il Cavaliere.
Black Agumon non era avvezzo al gioco di squadra, ma Daemon era forte
ed era tornato alla carica.
-Come lo tireremo fuori da lì?- chiese il digimon
dell'Onestà ai suoi alleati.
-Non lo so... - rispose Yamato, per poi rigirarsi fra le mani l'ascia
dell'Eremita -Ma forse ho un'idea.-
L'ascia tornò ad essere un bastone e la pietra sulla sua
sommità brillò.
-La luce dell'Eremita serve a rischiarare la via... - disse il
prescelto dell'Amicizia. -E la via è Risei. Trovalo, ti
prego.-
Strinse l'arma e quella s'illuminò di luce azzurra. La luce
si concentrò sulla gemma e da essa un raggio
colpì
l'addome fatto di dati del Demon Lord.
-Andiamo!- esclamò Omegamon -Garuru Cannon!-
Il colpo del Cavaliere Bianco investì il pavimento vicino al
demone e il
ghiaccio si diffuse alla sua gamba, bloccandolo almeno per il tempo
necessario.
-Ora!- urlò Taichi.
Omegamon colpì l'addome di Daemon con l'ascia dimensionale
di
MedievalDukemon e il Demone dell'Ira urlò di dolore e panico.
-Andiamo!- esclamò a sua volta Yamato e si lanciò
verso il demone con Black Agumon aggrappato alla schiena.
Daemon vide con orrore che il ragazzo reggeva una scatola metallica in
mano e quando quello attraversò di corsa il manico dell'arma
di Witchelny
cercò di colpirlo. Omegamon lasciò l'arma che
restò incastrata nel corpo del demone e con
entrambe le mani
fermò gli arti del Demon Lord.
Yamato arrivò all'addome di Daemon, che benché
fosse
bloccato da Omegamon e dal ghiaccio si agitava pericolosamente.
-Risei!- urlò il prescelto dell'Amicizia e ficcò
il braccio con la scatola nel corpo
del digimon, affondando fino alla spalla. I dati facevano resistenza
perciò non riuscì ad entrare anche lui, ma Black
Agumon
tentò di forzarli con gli artigli. Daemon urlava e
iniziò a generare un
raggio dalla bocca.
-Merda!- urlò Taichi.
In loro soccorso arrivò Imperialdramon che lasciò
Chaosdramon in mano ad Asuramon e Vikemon e si gettò
su Daemon chiudendogli la bocca. Daemon fu costretto a dissipare
l'energia del colpo, espirandola con un verso strozzato dal naso e
dagli spiragli liberi della bocca. Ruggì sommessamente,
tentando di divincolarsi dall'altro avversario.
-Risei! Mi senti? Siamo qui!- urlò Yamato.
-Risei!- urlò Black Agumon -Mi senti ragazzino?! Vieni fuori
o ti vengo a prendere!-
-Mi senti ragazzino?!-
Risei aprì gli occhi su un mare scuro di dati.
O meglio, quelli che dovevano essere occhi, ma forse erano solo i dati
dei suoi occhi.
-Vieni
fuori o ti vengo a prendere!-
percepirono i dati della sua mente.
"Black Agumon?"
-Risei!-
E suo padre.
Risei cercò di muoversi, ma non aveva mani o piedi. Intorno
a
lui vi erano luci di diverso colore. Alcune erano legate fra loro,
altre no. Alcune delle luci le sentiva sue, ma era una sensazione
che stava affievolendosi. Era come svegliarsi brevemente e riaffondare
nel sonno. Solo che se si fosse riaddormentato, sarebbe stata la
fine. Alcuni dati si legavano ai suoi dati e ogni volta che una di
quelle piccole luci finiva presa, lui veniva a mancare.
Alcune luci rosse erano legate alla sua mente, altre ci provavano.
-Risei!-
Ancora le voci di chi amava. Le vide oltre che sentirle. Erano impulsi
elettrici che stroncavano i legami maligni. Quelli tentavano di
riallacciarsi alla sua mente, di allentarla, ma
l'elettricità
delle voci glielo impediva.
Risei voleva tendersi verso di esse, ma un pensiero lo
fermò: "Io sono parte di Daemon".
Metà umano, metà digimon.
"Un contenitore."
Non avrebbe saputo spiegarlo a parole, ma capiva istintivamente di
essere quel tipo di contenitore adattato per non perdere neppure una
goccia di potere. Nonno Jijimon gli aveva raccontato che le barche
venivano rivestite di catrame per non fare entrare l'acqua. Per essere
impermeabili. Lui era impermeabile, la parte umana era solo catrame e
lui risprofondò nell'oscurità.
"Si sta indebolendo... " pensò Yamato. Le sentì
ancora prima che la luce sulla gemma di Hermit si affievolisse.
Tutto accadde in pochissimi minuti.
Daemon era ancora stretto nella presa di Imperialdramon e Omegamon, ma
Chaosdramon era riuscito con uno sforzo estremo a liberarsi di Asuramon
e Vikemon e a superare tutti i compagni che cercavano di fermarlo,
nonostante la
loro forza.
Neo usò il magma e riuscì a sfiorare Hiroyuki
ustionandogli la faccia nonostante quello fosse riuscito a difendersi
con la sabbia. Mamoru si lanciò su di lui per bloccarlo e
tentò di imprigionarlo dentro uno dei suoi proiettili, ma il
Cavaliere della Guerra lo afferrò per la collottola e lo
scagliò
contro il prescelto del Vigore che si teneva l'occhio destro, facendoli
rovinare malamente a terra.
-Fermati, fratellone!- urlò Rei, ma era troppo debole per
stargli dietro.
SkullSatamon cerò di fermare i due ancora posseduti dal
Virus a sua volta:
-Fermo, MetalGreymon!- urlò, ma Chaosdramon lo
colpì con una zampata
sfondandogli lo sterno e lasciandolo agonizzante a terra.
-Dobbiamo fermalo!!- urlò Takeru e tutti gli corsero dietro,
tranne Jijimon che tentava di salvare SkullSatamon.
Tutto divenne di nuovo irreale ed infinito.
Ogni istante durò lenti istanti.
(((Non riuscirai a salvarlo.)))
Lo sconforto assalì Yamato.
"Non ci riuscirò... " pensò "Se solo avessi le
forze... "
Una fitta di nausea lo colpì con quella consapevolezza, che
non era neppure nuova, ma era schietta nella sua crudezza.
(((Ti insegnerò come fare.)))
Fu la prima volta che percepì la voce come non parte della
sua coscienza.
"Chi sei?" domandò, sapendo già la risposta.
(((È nel mio interesse che sconfiggiate Daemon, se tu)))
-Non m'interessa!- urlò il ragazzo.
Chi si trovava a pochi centimetri da lui lo fissò stranito,
ma lui non ci badò.
-Se cedessi e mi facessi aiutare da te, che razza di esempio darei?!-
continuò -Risei, mi senti?-
Qualcosa in Daemon sussultò.
-So che puoi sentirmi.- urlò Yamato e affondò
anche il viso nell'addome di Daemon.
Era buio, freddo, tutto era dati.
Risei si trovava lì. Yamato aveva solo la testa, la spalla e
un braccio in quel buio. Ma erano sufficienti.
-So
che sei qui.- disse guardando verso alcuni dati spenti
-Perché in te c'è anche parte di me!-
Quelli parvero debolmente pulsare.
-Sono solo questo... non esisto... -
"Come al solito faccio schifo a consolare qualcuno... "
pensò
Yamato -Non è questo che intendevo.- disse -Tutti i figli
sono
per metà un genitore e per metà l'altro.-
I dati pulsarono.
-Ma siamo anche diversi da loro.- disse speranzoso Yamato -Io sono
diverso dai miei fratelli e tutti siamo diversi da mamma e
papà.
E tu sei diverso da me.-
-Ma io... - i dati esitarono -Sono anche Daemon... io... ti ho fatto
del male... -
-Questo non è vero!- disse Yamato -Tu mi hai salvato da
Daemon!-
I dati ricordarono quello che era successo. Ma non riuscivano a
superare di essere solo...
-Catrame... - dissero -Servo solo per contenere i poteri di Lucemon per
Daemon.-
-Esatto.- disse la voce del Demone dell'Ira -Tu sei solo un oggetto.-
-Sta zitto!- urlò Yamato, riaccarezzando l'idea di sfruttare
quel pieno potenziale sconosciuto e disintegrare quel demone maledetto.
-E anche se fosse?- urlò un'altra voce.
Era Black Agumon.
Il dinosauro nero si fece largo con uno sforzo immenso all'interno del
corpo di Daemon e ricadde nell'oscurità, con gli occhi verdi
che brillavano in essa.
-Anche io ero un oggetto!- urlò il dinosauro -100 obelischi
di
controllo! Eppure sono vivo! Tutti i digimon sono dati, ma sono vivi! E
tu... Tu sei il mio partner!- urlò Black Agumon -Eri tu che
cercavo disperatamente! È per te che sono nato da 100
obelischi oscuri!-
L'oscurità vibrò.
Yamato la sentì tutta intorno e
dentro di sé.
Daemon gemette, mentre i dati spenti si
ricompattavano nella forma di un bambino.
-Io ti aspettavo.- disse Black Agumon, con una nota disperata nella
voce.
-Io... io voglio... - il bambino iniziò a piangere -Anche
io...
voglio stare con te... e con papà... con tutti... !-
-Andiamo!- disse Black Agumon porgendogli la zampa. Il bambino
cercò di prenderla, ma Daemon si oppose e per un attimo
riuscì a ritrascinarlo nel nulla, ma il piccolo
lottò per
afferrare quella zampa. Strinse fra le dita gli artigli del dinosauro e
urlò:
-Io sono Risei!-
Daemon si sentì strappare le viscere mentre
dall'oscurità emergevano di dati di Risei.
I suoi dati!
Si
ribellò cercando di liberarsi da Imperialdramon e
tentò di tenere gli intrusi e i dati dentro di sé.
Yamato però aveva iniziato a prendere confidenza coi suoi
poteri
durante l'allenamento e creò una sorta di sfera intorno a
sé e Black Agumon, che inglobò anche Risei e
respinse
Daemon. Il prescelto lasciò cadere l'incubatrice e
afferrò il polso di
Risei, toccando anche le zampe di Black Agumon.
-L'hai detto. Tu sei mio figlio. Risei Ishida.-
Risei annuì e pianse.
-Sì.- disse.
Daemon urlò e lottò ancora con ogni dato di
sé per
tenerli dentro. Come tentacoli oscuri i suoi dati cercarono di
catturare i tre, ma la barriera d'Oscurità di Yamato li
sfaldò.
-Non ti lascerò più portarmelo via!-
esclamò il prescelto dell'Amicizia tirando fuori gli altri
due dal corpo del demone con uno sforzo enorme e urlò: -Ora
Omegamon! Imperialdramon!!-
Chaosdramon era ad un passo dal Cavaliere e dal Drago Imperiale
e Daemon folle d'Ira riuscì a
liberarsi dalla loro presa e caricò un potente colpo
energetico a due mani che avrebbe travolto tutti.
"Non può finire così!" pensò Hikari e
urlò il nome del fratello, che sarebbe stato cancellato per
primo se Daemon avesse rilasciato il colpo. -Taichiiiii!-
L'uovo di Dagomon si aprì.
Il Digivice della prescelta della Luce brillò e
l'oscurità ne scaturì come un fiume in piena.
Avvolse
Imperialdramon e Omegamon e tuttavia, pur sorpresi i due non si
sentirono minacciati da essa.
-Tutto questo dolore... -
Solo,
intristiti.
-È quello di Dagomon... - disse Imperialdramon. E nonostante
tutto quello che il signore del Mare Oscuro aveva fatto di sbagliato
verso Hikari, non poteva non sentire una grande pena per quella
disperazione senza speranza. E se finalmente Dagomon aveva capito,
aveva trovato una Luce in cui credere, Daemon gliel'aveva strappata.
-Hai fatto soffrire troppi digimon!- urlò Imperialdramon
riuscendo ad afferrare nuovamente il Demon Lord.
-È ora di chiudere i conti!- urlò Omegamon
caricando la Grey Sword.
L'energia di Dagomon morente fece da catalizzatore per la miracolosa
evoluzione che già una volta aveva salvato il mondo.
L'Oscurità del Mare Oscuro scivolò lungo le
membrane di
un paio d'ali draconiche bianche come la neve. Non le
intaccò.
Più è l'Ombra, più è
intensa la Luce.
Le due facce uguali della stessa medaglia.
Omegamon e Imperialdramon si erano fusi in Imperialdramon Paladine Mode.
-Maledizione, no!- sbottò Daemon.
Con un affondo rapido e preciso, Il digimon di Coraggio, Amicizia,
Bontà e Miracolo trapassò Daemon. Gli
perforò le mani che usò come scudo e il petto
muscoloso. La spada uscì dalla schiena grondante di sangue.
Daemon gemette, prima che i suoi dati si liberassero in un'esplosione
finale.
Così morì Daemon portatore del peccato dell'Ira,
incapace di sfogare il suo peccato.
Lucemon si gustò la sua fine e poco gli importò
se il ragazzo dell'Oscurità non gli aveva ceduto.
Quella vista lo appagò.
Note:...
Sono riuscita a seccarlo o.o
Io... sono senza parole... questo capitolo è stato un
crescendo di tentativi di seccaggio...
Ma almeno posso passare ai Dark Masters yeeee!
No, ok, serietà. Ovviamente ci sarà il finale di
saga e
ancora feels... e tanti feels. Come se in questo cap non ce ne siano
abbastanza.
È stato tutto una corsa con tante cose che
accadevano contemporaneamente e potrei avere anche scritto minchiate.
E anche l'energia dell'uovo l'ho usata. Mi pareva giusto venisse usata
contro Daemon piuttosto che più avanti.
Ovviamente non sono del tutto soddisfatta, ma temo che non sarei
riuscita a fare di meglio. In compenso ora anche Risei è
salvo.
Comunque a Daemon è andata bene. Se lo prendeva Miyako
finiva molto peggio u.u
Se ho una remora, avrei voluto trattare meglio il rapporto fra Risei e
Black Agumon, ma credo che il nostro dinosauro abbia capito nel momento
peggiore quanto davvero era legato al bambino. Per fortuna
però è andata bene u.u Dovevano essere due
capitoli, ma sono diventati uno. In realtà volevo usare
l'esempio di una barca di carta con la paraffina per Risei,
però... troppi riferimenti a It, però mi sembrava
il più calzante. Anche il catrame fa il suo dovere comunque.
Al prossimo capitolo!! ^_-
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