Nightmares and kisses

di destiel87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 notte ***
Capitolo 2: *** 2 Notte ***
Capitolo 3: *** 3 Notte ***



Capitolo 1
*** 1 notte ***


Dean e Sam erano appena rientrati da una caccia, questa volta si era trattato di un gruppo di vampiri, le cui numerose vittime erano state trovate nello scantinato della casa, dentro dei frigoriferi dove i vampiri conservavano le loro provviste.
C'era stata una dura battaglia per sconfiggere la famiglia di vampiri, ed era stato versato molto sangue, troppo sangue.
Dean si lavò via il sangue dalle mani nel bagno del motel dove erano alloggiati, e quando finì il lavandino bianco era diventato rosso. Dean rimase per un po' a guardare quel sangue scorrere e raggrumarsi, sangue di carnefici, sangue di innocenti.
Il colore non cambia, pensò rassegnato, vittima o colpevole il risultato è lo stesso.
Ripulì il lavandino e cercando di cacciare quel pensiero fastidioso dalla mente si mise a dormire.
Ma il sangue non lo lasciava andare, anche nei sogni tornava a tormentarlo, a ricordargli chi era e che cosa aveva fatto. Era sempre stato presente nella sua vita, fin da quando ne aveva memoria.
Gli incubi ormai erano diventati una presenza fissa nella sua vita, e aveva imparato a conviverci, a controllarli, anche se a volte prendevano il sopravvento, e lui si svegliava urlando nella notte.
Castiel arrivò nel cuore della notte nella stanza dove i ragazzi dormivano, voleva vedere Dean, sapeva che era troppo tardi per svegliarlo, ma voleva lo stesso vederlo, gli mancava. Erano settimane che non si vedevano, così si sedette accanto a lui sul suo letto e lo guardò dormire, come aveva fatto tante volte in passato.
Dean dormì tranquillo per un paio d'ore, sotto lo sguardo vigile di Castiel, finchè iniziò ad agitarsi, a respirare con fatica, a ripetere frasi sconnesse.
"No... No fermati... Ti ucciderò... Vattene via... Non farlo.." Furono le parole che Cas riuscì a riconoscere tra tutte quelle che Dean sussurrava nel sonno.
Capì subito che si trattava di un incubo, e preoccupato si abbassò su di lui, avrebbe voluto calmarlo, ma non sapeva come fare senza svegliarlo.
Dean continuava a rigirarsi nel letto, sempre più freneticamente, mentre ripeteva "No, no, no!" Il suo petto si alzava e scendeva rapidamente, la sua fronte era sudata, sembrava che stesse soffrendo.
Cas si abbassò ancora di più su di lui, studiando le espressioni del suo viso, cercando un modo per tranquillizzarlo.
All'improvviso Dean sobbalzò e si alzò con un scatto, ancora immerso nel suo incubo si scontrò contro il petto di Cas, e si aggrappò disperatamente a lui, stringendo forte la sua schiena, boccheggiando ad occhi chiusi. 
Castiel rimase immobile, sorpreso da quel gesto, ma dentro di sè si sentiva stranamente felice di quel contatto tra di loro, felice che Dean si aggrappasse a lui, sentì istintivamente il desiderio di proteggerlo, così lo strinse a sua volta, passandogli le braccia sotto la schiena.
"E' tutto ok Dean... Ci sono io... Sei al sicuro." Gli disse piano.
Dean aprì gli occhi e iniziò a rendersi conto di quello che stava succendendo, incerto se fosse ancora nel suo sogno.
"Cas? sei davvero tu?" Disse senza lasciarlo.
"Si... Sono qui con te, stai tranquillo, era solo un incubo... Va tutto bene, torna a dormire." Disse, accarezzandogli delicatamente la schiena.
Quelle parole e quei gesti tranquillizzarono Dean, si sentiva un po' come un bambino spaventato che si aggrappava alla sua mamma, ma quando realizzò che non era un sogno e che Cas era davvero sdraiato su di lui, due emozioni si scontrarono con violenza nella sua mente, la voglia di staccarsi da quello strano abbraccio e quella di restare avvolto tra le sue braccia, al sicuro.
L'ansia stava diminuendo, il respiro si stava rilassando, e si sentiva bene. 
Lasciò andare i pensieri confusi nella sua mente, chiuse gli occhi e fece un profondo respiro, poi si lasciò andare fino a toccare dinuovo il cuscino, e lentamente si addormentò sotto il petto caldo di Cas. 
Quando Dean si svegliò la mattina dopo, avverti subito qualcosa di diverso rispetto ai suoi soliti risvegli, una sensazione di calore percorreva tutto il suo corpo, così si guardò confusamente il corpo, cercando di capire cosa ci fosse di diverso. Poi lo vide, il braccio di Cas che gli cingeva la vita, come a volerlo proteggere. L'angelo riposava sereno abbracciato dietro di lui, stretto alla sua schiena.
Aveva appoggiato la testa sul suo collo, e Dean poteva sentirlo respirare su di lui.
Davanti a lui Sam dormiva tranquillo, ignaro di tutto quello che stava succedendo.
"Ti sei svegliato Dean?" Disse a bassa voce Cas, senza muoversi.
Dean avvertì una fitta allo stomaco nel sentire la voce dell'amico, e di nuovo il respiro si fece affannoso.
"S-sì..."
"Hai dormito bene?"
"'Sì..." Avrebbe voluto chiedergli cosa ci facesse abbracciato a lui, e perchè la notte prima era nel suo letto, ma l'ansia e la vergogna glielo impedivano.
Sentiva solo il desiderio di scappare, scappare da quella confusione, da quel piacere, scappare da qualcosa che non riusciva a capire.
Sam iniziò a girarsi nel letto sbadigliando e strofinandosi gli occhi, si stava svegliando.
Dean non avrebbe mai permesso che suo fratello lo vedesse in un momento del genere, instintivamente si liberò dalla presa di Cas e corse in bagno, sperando che in qualche modo Cas non fosse stato li quando fosse tornato nella stanza.
Quando rientrò però lui era ancora li, seduto sul suo letto, lo guardava e sorrideva. Per un attimo i loro occhi si incontrarono, poi Dean distolse lo sguardo, era troppo imbarazzato per guardarlo negli occhi.
Si sentiva come uno appena svegliato da una sbronza, che inizia a ricordare gli avvenimenti della notte prima, e tra panico e confusione si chiedeva come aveva potuto farlo, e cosa più importante che cosa avrebbe fatto adesso.

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Capitolo 2
*** 2 Notte ***


Una caccia si era appena conclusa e una stava per iniziare.
I fratelli Winchester avevano ricevuto una chiamata da un amico cacciatore, e ora si ritrovavano in macchina diretti verso una nuova battaglia, come avevano sempre fatto.
Questa volta però c'era una differenza, Cas era venuto con loro per dargli una mano, e sebbene Dean fosse contento di avere il suo aiuto per la caccia, ancora non riusciva a guardarlo negli occhi, tantomento a parlargli.
In tutto il giorno non era stato in grado di dirgli neanche una parola, era riuscito ad abbozzare qualche si e no, ma era troppo imbarazzato per riuscire ad avere una vera conversazione con lui.
Continuava a guardarlo quando era sicuro che lui non lo vedesse, cercando di capire cosa provasse, ma non sembrava si vergognasse, si comportava come sempre. 
Anche se aveva intuito il disagio di Dean non aveva detto nulla, cercando di restare a distanza, però a volte quando pensava che Dean non lo vedesse lo fissava intensamente.
Arrivarono al motel in tarda serata, esausti per il viaggio Dean e Sam si misero a dormire, mentre Cas leggeva dei vecchi libri in cerca di aiuto per la caccia.
Dean avrebbe voluto dirgli che non poteva restare, non voleva stare tutta la notte nella stessa stanza con lui, si sentiva stranamente a disagio al pensiero, ma per dirgli che doveva andarsene avrebbe dovuto parlargli, e non ci riusciva.
Si sentiva stupido e ridicolo a comportarsi così, ma era più forte di lui, apriva la bocca per parlare, sapendo cosa voleva dire, ma poi l'ansia lo assaliva e lui restava a bocca aperta come un ragazzino.
Perciò alla fine si era rassegnato all'idea di passare la notte nella stessa stanza con lui, e si era messo a dormire cercando di non pensarci.
I sogni di Dean erano agitati, come lui: pieni di sangue, di denti aguzzi, di occhi arrabbiati, di coltelli e di cadaveri, di sofferenza e paura.
Rivide lo scantinato pieno di cadaveri, rivide gli occhi spalancati di quelle persone ammassate nei frigoriferi. Avvertì di nuovo la paura, la rabbia e la frustazione che aveva provato in quei momenti, e si ritrovò a lottare di nuovo con quella famiglia, ancora e ancora.
Sembrava tutto così reale, così vero. Una sensazione si fece strada sempre di più dentro di lui, più vivida delle altre, una mano che gli toccava la fronte, che gli accarezzava il viso.
Dean aprì gli occhi e afferrò con uno scatto la mano sul suo viso, non sapeva se fosse reale o no, ma non voleva correre rischi.
Quando la toccò si rese conto che era reale, si girò velocemente senza lasciare la presa, e si ritrovò faccia a faccia con Castiel.
Cas lo guardava spaventato e sopreso, cercava di ritrarre la mano, ma ormai era troppo tardi.
"Dean io... Scusami non volevo svegliarti... Volevo solo... Volevo solo..."
"Volevi solo?" continuò Dean.
"Tranquilizzarti... Stavi avendo un altro incubo vero?"
"Si. Ma non preoccuparti per me, ho sempre gli incubi, mi passerà."
Disse senza guardarlo, lasciandogli la mano. 
"Però sembravi molto agitato, dev' essere stato un incubo molto brutto."
"Gli incubi sono sempre brutti Cas..." Rispose sorridendo.
"Vuoi che ti racconti una storia per aiutarti a dormire?" 
"Non sono un bambino Castiel!" rispose seccato Dean.
"Ma la mia non è una storia per bambini..." 
Cas lo guardava con tenerezza, e Dean si sentiva sempre più a disagio davanti a quello sguardo così diverso dal solito.
Decise di accontentarlo, se non altro non avrebbe più dovuto parlarci, e non c'era niente di male ad ascoltare una storia, si diceva per calmare la coscenza.
"Fai come vuoi." Disse distrattamente mentre si girava nel letto.
Castiel era seduto davanti a lui, Dean chiuse gli occhi e si mise comodo, aspettando la storia.
Castiel iniziò a raccontare di una battaglia avvenuta centinaia di anni prima tra angeli e demoni, e aveva ragione, non era assolutamente una storia per bambini, così Dean restò ad ascoltarlo, immerso in quello scontro avvincente.
Ad un certo punto del racconto Cas iniziò a spostarsi sul letto, Dean avrebbe voluto aprire gli occhi per capire cosa stesse succedendo, o almeno chiederglielo, ma pensò che se ne stesse andando, visto che all'apparenza sembrava che lui stesse dormendo.
Decise di rimanere immobile fingendo di dormire, era più facile che affrontarlo.
Con sua sorpresa Cas non stava affatto andando via, si stava sdraiando delicatamente accanto a lui, faceva piano cercando di non svegliarlo.
Dean fu preso dal panico, una parte di lui voleva alzarsi, mostrargli che era sveglio, l'altra invece era curiosa di vedere cosa sarebbe successo, se fosse rimasto lì.
Mentre pensava a cosa fare la vita decise per lui, senza dargli il tempo di reagire.
Sentì qualcosa di caldo che lo copriva, e riconobbe dal tocco che era il trench di Cas.
Castiel lo coprì, si rannicchiò vicino a lui e gli accarezzò timidamente la guancia, poi come se avesse toccato qualcosa che scotta ritrasse velocemente la mano, e sussurò:
"Buonanotte Dean."

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Capitolo 3
*** 3 Notte ***


Quando Dean si svegliò la mattina dopo e aprì gli occhi, la prima cosa che vide furono gli occhi azzurri di Castiel che lo fissavano.
Cas sussultò leggermente quando si accorse che Dean si era svegliato, ma rimase a guardarlo: era insicuro e imbarazzato, ma non abbassò lo sguardo. 
Dean rimase a guardare quegli occhi azzurri come il cielo, e per la prima volta si ritrovò a pensare a quanto fossero belli e magnetici, mentre una vocina dentro di lui gli ripeteva di smetterla.
Il suo trench lo copriva ancora, nascondendo metà del suo viso.
Dean sentì l'odore di Cas su quel trench, e trovò la cosa stranamente rilassante.
Sapeva di dover fare qualcosa, di dover parlare, ma non sapeva cosa dire.
Quando finalmente trovò il coraggio di parlargli gli fece l'unica domanda che riteneva importante in quel momento.
"Che cosa stavi facendo?"
Cas lo guardò a disagio e abbassò lo sguardo, "Ti guardavo dormire."
Passarano alcuni minuti prima che Dean riuscisse a rispondere.
"Perchè?" fu tutto quello che riuscì a dire.
"Perchè... Temevo che avessi altri incubi... E poi..."
"E poi?" lo incalzò Dean.
"No nulla... Lascia perdere." 
"E poi?" La curiosità e la testardaggine gli impedivano di lasciar perdere, sebbene sapesse che sarebbe stato meglio non chiederglielo.
"Sei tenero quando dormi..." bisbigliò.
"Tenero io? ma sei matto?! Non dire più una stronzata simile!" Disse irritato.
"Scusami io... Non volevo offenderti." Si ritrasse Cas.
"Non importa... " Dean sentì di aver esagerato, e per affievolire un po' la tensione aggiunse: "Grazie per il trench."
Cas sorrise, e Dean si ritrovò a sorridere a sua volta, sebbene non sapesse perchè.
"Vado a farmi una doccia adesso." Disse poco dopo, tutti quei sorrisi e quei gesti non erano normali per lui, sentiva che c'era qualcosa di sbagliato in tutto quello che stava succedendo, qualcosa che andava oltre il loro solito rapporto di amicizia, e la cosa lo spaventava, più dei suoi incubi, più dei vampiri.
La giornata trascorse come quella precedente, tra silenzi imbarazzanti, sguardi sfuggevoli, hamburger e interrogatori.
Quando a fine giornata Sam disse che avrebbe passato la serata con una vecchia amica che abitava in città a Dean prese un colpo, lo guardò ansioso e cercò di convicerlo a non andare, ma non ci riuscì.
"Finirai per metterti nei guai con quella ragazza!" Gli disse da buon fratello maggiore, ma quello che voleva realmente dire era: "Mi metterai nei guai con Cas se mi lasci da solo!" Naturalmente non poteva dirlo, e insistere più del dovuto avrebbe sollevato dei sospetti, perciò dovette accettare la scelta di Sam e farsi coraggio. 
Quando arrivarono al motel Dean guardò il letto, poi Cas, e si sentì soffocare.
"Non fa caldo qua dentro?" Disse nervosamente.
"Non saprei, sai che non avverto i cambi di temperatura..."
"Certo... Certo beh io vado a letto, sono davvero stanco! A domani!"
"Buonanotte Dean..." 
Senza neanche guardarlo si tolse la giacca e si buttò nel letto,  affondando la testa nel cuscino.
Si ritrovò immerso nelle tenebre, da solo. 
Intorno a lui era tutto buio, caldo. Non riusciva a respirare e si muoveva con fatica.
Non sapeva dove fosse, non riusciva a vedere niente intorno a sè, ma avvertiva dei movimenti vicino a lui, e delle urla in lontananza.
Si diresse verso le urla, mentre i rumori attorno a lui crescevano di intensità: qualsiasi cosa ci fosse nelle tenebre, lo stava seguendo.
Le urla erano sempre più forti, più strazianti.
Dean corse, e le cose che si muovevano nel buio corsero con lui.
La sensazione di soffocare era insopportabile, era come annegare, Dean correva sperando di trovare l'origine di quella urla, ma le urla erano davanti a lui, dietro di lui, intorno a lui.
Il terreno sotto di lui cedette e lui cadde, cadde in un abisso senza fine, mentre creature alate lo inseguivano e lo mordevano, strappandogli la carne.
Uno, due, tre, e in attimo furuno tutti su di lui: stringendolo, bruciandolo.
Dean era in trappola, non poteva muoversi, nè difendersi, poteva solo urlare, e il suono delle sue urla si unì al coro di disperazione delle altre anime dannate.
Avvolto da quelle creature si preparò a morire, finchè all'orizzonte apparve una luce, sempre più abbagliante, sempre più vicina.
Una figura si muoveva al centro di quella luce, volando con delle enormi ali nere.
Una voce famigliare lo chiamava, ripetendo il suo nome.
La figura alata si avvicinò velocemente, e la sua luce divenne sempre più  accecante, 
così sfolgorante che le creature si tramurano in cenere lasciando cadere Dean nel abisso.
La figura alata volò verso di lui, le sue braccia si sporsero verso il suo corpo per afferrarlo, la luce cominciò ad affievolirsi, e Dean potè riconoscere i suoi occhi azzurri.
Si ritrovò unito a quella luce, circondato dalle sue braccia forti.
"Dean stai tranquillo... Ci sono io con te... Non aver paura."
Una sensazione di pace e di piacere lo avvolse completamente mentre fissava quegli enormi occhi azzurri che lo guardavano dolcemente.
I suoi occhi si fecero sempre più vicini, finchè le sue labbra si appoggiarono delicatamente su quelle di Dean. 
Dean si abbandonò a quel bacio, e insieme alle tenebre la luce spazzò via anche i suoi dubbi e le sue paure.
Aprì gli occhi, e si trovò immerso in quelli di Castiel.
Nell' oscurità della stanza capì di essere tornato alla realtà, ma questa volta non voleva scappare, non era arrabbiato, spaventato o confuso, sentiva ancora il calore di quella luce dentro di sè, si sentiva felice, appagato.
Alzò lievemente la testa fino a toccare le labbra di Castiel, avevano lo stesso sapore di quelle nel suo sogno, ma le sensazioni che aveva provato non erano paragonabili a quelle che stava provando in quel momento, era tutto amplificato: più forte, più bello, più vero.
Castiel ricambiò il bacio, appoggiandosi sul petto di Dean.
"Pensavo stessi facendo un incubo..." Gli sussurrò tra un bacio e l'altro.
"Lo stavo facendo - rispose dolcemente lui - finchè sei arrivato tu e mi hai salvato..."
Sorrise e lo baciò di nuovo, finchè dal buio della notte iniziarono a uscire i primi raggi del sole del mattino...

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