Piovuta dal cielo

di Sanzina Shirogane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 2 ***
Capitolo 4: *** 3 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 9 ***
Capitolo 11: *** 10 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 14 ***
Capitolo 17: *** 15 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** MAH ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** ........ ***
Capitolo 23: *** ........ ***
Capitolo 24: *** .... ***
Capitolo 25: *** ......... ***
Capitolo 26: *** ..... ***
Capitolo 27: *** ke brava sono, ho aggiornato di due cappy ***
Capitolo 28: *** x ***
Capitolo 29: *** .... ***
Capitolo 30: *** .. ***
Capitolo 31: *** ... ***
Capitolo 32: *** 32 ***
Capitolo 33: *** 33 ***
Capitolo 34: *** 34 ***
Capitolo 35: *** 35 ***
Capitolo 36: *** 36 ***
Capitolo 37: *** 37 ***
Capitolo 38: *** 38 ***
Capitolo 39: *** 39 ***
Capitolo 40: *** 40 ***
Capitolo 41: *** 41 ***
Capitolo 42: *** verso la fine ***
Capitolo 43: *** Di ricordi e vita ***
Capitolo 44: *** passato e presente ***
Capitolo 45: *** 45 ***
Capitolo 46: *** 46 ***
Capitolo 47: *** 47 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


p class=MsoNormal>Ciao! Rieccomi qui con una nuova ff scritta nelle mie notti insonni, perciò se ci trovate qualche erroraccio..passateci sopra..PRIMA DI TUTTO VOGLIO DIRE UNO STRAMEGAGRAZIE A TUTTI QUELLI CHE HANNO LETTO E SOPRATTUTTO COMMENTATO SEX OR LOVE..GRAZIE DAVVERO!!

Questa storia parte da quando Straw ha scoperto che Mark è il cavaliere blu..la coppia..bè a voi scoprirla, e ricordatevi, non date niente per scontato!buona letture..e commentate vi prego

 

Il cielo era limpido e terso, una splendida giornata di sole, che avrebbe incantato chiunque, anche Strawberry, se la ragazza non fosse stata come sempre in ritardo per le lezioni.

-Accidenti..come ho fatto ad addormentarmi anche oggi..yahmm che sonno, ieri mi è toccato lavorare fino a tardi e sono a pezzi, senza contare che non ho avuto il tempo (e la voglia) di fare i compiti..tutta colpa di Ryan..ma quando arrivo al caffè lo distruggo!!- disse ad alta voce la ragazza correndo come una forsennata.

 

-Strawberry sei in ritardo anche oggi..hai preso la scuola come optional?!- la voce dell’insegnate era severa ma rassegnata, sapeva che poteva farle un sacco di ramanzine, ma la situazione non sarebbe migliorata –Sono davvero mortificata- bofonchiò lei chinando il capo –eh..va bene, va al tuo posto ora e segui la lezione- -si-. La ragazza sedette, il suo banco era vicino alla finestra e oltre il vetro era possibile scorgere il parco. Rimase attenta per circa cinque minuti, dopodiché la sua mente si trasferì in un'altra dimensione; ripensava alla sorpresa che aveva avuto, nello scoprire che Mark era il cavaliere blu..già il ragazzo di cui era innamorata, era anche l’affascinante cavaliere che l’aveva salvata più di una volta dall’attacco di Ghish e company..Si sentiva al settimo cielo, anche perché sapeva che Mark sarebbe entrato a far parte della squadra mew, e quindi avrebbero potuto vedersi, praticamente tutti i giorni. Arrossì vistosamente, cominciando a sorridere e a lasciare che lo sguardo vagasse sognante –Signorina Momomiya (è questo il suo cognome?..boh non lo ricordo più cmq datemelo per buono) a quanto pare oltre ad arrivare in ritardo, non trova la mia lezione abbastanza interessante..- al quel richiamo la ragazza cadde come si suol dire dalle nuvole –ecco..io..- -quella è la porta signorina- aggiunse l’uomo, indicando con un dito l’uscita dell’aula –si professore- disse la ragazza contrita, ma pur sempre con quella gioia dentro, che non le fece poi pesare il fatto di essere stata buttata fuori dalla classe.

 

Era il tramonto, la giovane aveva passato il resto del pomeriggio a pulire le aule scolastiche per punizione, ed ora stava camminando per strada come un mulo carico, mentre gli occhi erano diventati piccoli per la stanchezza –Aiuto..darei qualsiasi cosa per avere un letto..non ho nemmeno visto Mark , e come se non bastasse sono in super ritardo al lavoro..quasi quasi non ci vado, per coronare la serata mi mancherebbe solo una bella sfuriata di Ryan, e sarei veramente apposto..ho deciso me ne vado a casa- disse volgendo lo sguardo al parco ormai deserto “quasi quasi taglio di qui, così faccio prima” pensò, quando ad un tratto un suono la fece sobbalzare, era il cellulare. La ragazza rispose senza badare al nome sul display –Strawberry!-

-ah..R..Ryan-  balbettò la ragazza sentendo la voce del giovane che pareva piuttosto alterata

-si può sapere perché non sei al cafè?!? Non ti dimenticare qual è il tuo compito- la giovane sospirò, sapeva che se gli avesse raccontato della punizione il ragazzo l’avrebbe certamente derisa, decise così di inventarsi una scusa –Scusami ma oggi ho avuto molto da fare..- “non potevo inventarmi qualcosa di meglio..” pensò subito dopo, imbronciandosi –Ma davvero?!- Strawberry comprese il tono insinuante di Ryan, e indispettita gli rispose a tono –Non sono uscita con Mark (purtroppo)oggi..se è questo al quale  vuoi alludere..- -Io non alludo proprio a niente, non mi importa la tua vita privata, ciò che tengo a ricordarti è che nelle tue mani c’è il destino dell’umanità, perciò finiscila di fare la bambina e comincia a prenderti le tue responsabilità- da qualche giorno, e più precisamente da quando il cavaliere blu era stato smascherato, Ryan la trattava anche peggio del solito, mettendo spesso a dura prova la sua pazienza e la sua sensibilità

-Perché mi devi sempre trattare in questo modo..credi che non sappia qual è il mio compito?! Mi sono sempre impegnata per la buona riuscita del tuo progetto e continuerò a farlo, perciò smettila di trattarmi così, non lo sopporto..egoista!-  la ragazza riattaccò, tremando ancora di rabbia “è un egoista..un  dannato egoista” pensò entrando nel parco. Il sole calante, rendeva rosee le chiome degli alberi, mentre lo scrosciare della fontana dileguava il silenzio tutt’intorno –Bip bip- sul cellulare di Strawberry comparve un messaggio: Ciao gattina mia! Oggi mi sei mancata tanto, ho così tanta voglia di vederti, appena torno dagli allenamenti di Kendo ti chiamo..per sempre tuo Mark. * La ragazza sorrise “cosa farei senza di te” sussurrò, cominciando a camminare più velocemente per dirigersi a casa. D’un tratto però avvertì una strana sensazione, le sembrò che il paesaggio circostante si deformasse, si sentì barcollare, poi  un bagliore la costrinse a chiudere gli occhi, un tonfo, e si trovò per terra con il fondo schiena dolorante –Ahio- mugolò, riaprendo gli occhi, tutto era tornato normale “possibile che io me lo sia immaginato?” –Mamma!- una vocina dolce e squillante la fece sobbalzare, abbassò lo sguardo, trovandosi una bambina aggrappata al grembo –una..una bambina- esclamò sorpresa Strawberry, osservando la piccola –Mamma..- sorrise la piccola, stringendosi a lei –Mamma?!? No tesoro ti sbagli io non sono la tua mamma..- disse la ragazza alzandosi e prendo in braccio la piccina, la quale le buttò le braccina al collo,”Ma da dove sarà spuntata??” –Senti piccola da dove vieni?- -Casa- -Ah bene e dov’è la tua casa?- -Casa mamma- esclamò come se fosse ovvio, -già..e dov’è la tua mamma- -mamma- -si esatto la tua mamma..allora dov’è?- la piccola non rispose ma sorrise strofinando il viso sul petto di Strawberry

-la mia mamma- disse contenta, mandando la mew mew nel pallone –no..io non sono la tua mamma- disse dolcemente Strawberry, ma la piccola sgranò gli occhi che poco dopo si riempirono di lacrime –uaaaaaa..mamma no vuole- -no no per carità non piangere- la ragazza non seppe più che fare, iniziò a cullarla per farla smettere di piangere e per l’ansia le spuntarono le famose orecchie da gatto, con coda al seguito, la piccola smise di piangere, sporgendosi per toccare le orecchie scure che spuntavano dai capelli rossicci –beh per lo meno hai smesso di piangere..forse mi conviene portarti a casa..mia madre saprà cosa bisogna fare-.

Giunta a casa, Strawberry non trovò nessuno, sul tavolo della cucina vi era solo un biglietto

“ Tesoro io e tua madre siamo dovuti ripartire, perché a quanto pare tuo nonno è in crisi con la nonna, e hanno richiesto il nostro aiuto, speriamo di essere di ritorno tra qualche giorno..fai la brava e NON PORTARE MARCK IN CASA!!” –Ma per chi mi ha preso..è proprio vero mio padre non si smentisce mai..eh, e ora io che faccio con te?!- si domandò ad alta voce, guardando la bimba beatamente seduta sul divano –Ho bisogno di una doccia..- sbottò infine, la bambina le si avvicinò a piccoli passi, perché ancora faticava a camminare bene –bagnetto- esclamò, facendosi prendere in braccio –vuoi fare il bagnetto anche tu- chiese allegramente Strawberry, mentre la bimba annuiva, portandosi un ditino in bocca –ok..allora andiamo a preparare una vasca con tanta bella schiuma.

Entrambe si rilassarono nella vasca, la piccola soffiava via la schiuma, ogni volta emettendo una sonora e dolce risata, poi si avvicinava alla mew, poggiando la guancia sulla sua –mamma- sussurrava, con un sorriso, Strawberry, anche se un po’ imbarazzata, avvertiva un’incredibile tenerezza verso quella bambina, la conosceva da poche ore e già le si era affezionata –dovremo trovarti anche un nome..come ti chiami?..lo sai piccolina?- la piccola la guardò, e con ennesimo sorriso esclamò –Anna- -Anna..è davvero carino lo sai..io sono Strawberry- -mamma!- disse tutta felice.

Finito il bagno, Strawberry le mise una delle sue magliette di quando era piccola, che parve piacere molto ad Anna, che si mise davanti allo specchio a rimirarsi –ti piace?..ti sta davvero bene- nello stesso istante suonò il campanello, e la ragazza corse ad aprire seguita dalla piccola –Kyle!- esclamò trovandosi il ragazzo davanti alla porta –Buona sera, scusa il disturbo- -ma no figurati-

-Sono passato per darti questo..- il ragazzo le mise in mano una sorta di ricetrasmittente dotata di un computerino – l’abbiamo messa appunto da poco, con questa ti sarà più facile comunicare con le altre mew e con il cafè, e il computerino e dotato di uno speciale dispositivo per individuare l’acqua cristallo- -grazie ma..come mai me lo hai dato stasera, avrei potuto prenderlo io domattina al cafè-

-è vero.. ma Ryan ha insistito che ognuna di voi le avesse già da stasera..è per maggior cautela-

-E ha mandato te a fare il postino- -a dire il vero ci siamo divisi i compiti, lui le ha portate a Pam e a Lory, mentre io ho pensato a te, Mina e Paddy- “Poteva passare lui e chiedermi scusa..” pensò la ragazza, non accorgendosi che intanto Anna era arrivata alla porta –E questa bella bimba chi è?- domandò Kyle, accucciandosi per guardarla meglio –Ah..lei è Anna- esclamò Strawberry, -bel nome..è una tua parente?!?- -a dire la verità, l’ho trovata oggi nel parco..non so niente di lei- -L’hai trovata e non hai chiamato la polizia?- -Beh no- -Devi farlo..magari i genitori ne hanno denunciato la scomparsa..- -già che stupida non ci avevo pensato- -io ora devo andare..ci vediamo domani mattina..ciao ciao Anna- disse il giovane salutandola con la mano –Tao tao- ricambiò la piccola tutta contenta. Strawberry la prese in braccio, dirigendosi verso il telefono, compose il numero della polizia, mentre Anna emetteva dei piccoli versetti –Centrale di polizia..- -Pronto..buona sera, vorrei sapere se per caso stamani avete ricevuto una denuncia sulla scomparsa di una bambina- -un momento prego..no qui non risulta nulla..signorina vuole fare una denuncia.?- -Ecco io avrei trovat..- senza capire perché, la ragazza incontrò lo sguardo solare della bambina, e questo le impedì di dire altro

-signorina?- -n..no nulla..la ringrazio- riattaccò velocemente “che sto facendo?devo essere impazzita..” –mamma?!?- -eh?..oh scusami ero sopra pensiero..è ora di andare a nanna non trovi?!-

-..si tanta cionno-   -lo credo..su andiamo a dormire-. Si addormentarono, strette l’una all’altra.

 

Il cafè era già pieno di gente di prima mattina, le ragazze andavano avanti/indietro dalla cucina con i vassoi pieni di dolci e cioccolate fumanti. Quando Strawberry arrivò. Le sue amiche furono sorprese di vedere ciò che teneva in braccio –Oh che amore..chi è quest’angioletto?- esclamò Lory avvicinandosi alla piccola –Ecco è una lunga storia..poi ve la racconto- -Che visino dolce- disse Pam, accennando ad un sorriso, Paddy invece cominciò a fare alcune acrobazie, facendo ridere di gusto Anna –Avete visto le sono piaciuta!!- dichiarò la biondina saltellando, anche Mina si sciolse in complimenti, cosa che lasciò Strawberry sbigottita. –Vedo che la nostra principessina è ancora qui- Kyle si avvicinò pizzicando dolcemente una guancia alla bambina –Tao!- fece lei, battendo le manine –non deve avere più di uno-due anni..ma dimmi hai chiamato la polizia?- -Si ma non risulta nessuna denuncia..e poi..prima di incontrarla è accaduto una cosa strana- -ovvero?- -non so di preciso cosa fosse..sembrava uno sbalzo temporale..ho avvertito un capogiro, e un bagliore mi ha accecato- (cosa ti sei fumata??nda)  -potrebbero essere stati gli alieni..magari è una loro complice- affermò Paddy con aria sospetta –ma va non dire sciocchezze- ribadì la mew rosa, dando un bacio in fronte alla piccola –no non credo centri nulla con gli alieni, anche perché altrimenti Mash lo avrebbe captato- disse Kyle. –Cosa avrebbe captato Mash?- al suono di quella voce Strawberry avvertì una strana ansia seguita da nervosismo, il giovane dai capelli d’oro e gli occhi acqua marina, si avvicinò al gruppo con fare non curante –niente..stavamo ipotizzando le origini della nostra nuova amica- affermò Kyle sorridendo, -nuova amica..?- lo sguardo di Ryan si posò sulla bambina,  la quale sgranò gli occhi che le si illuminarono di gioia –papà!- esclamò, lasciando tutti i presenti a bocca aperta, -co..come?- balbettò Ryan  con imbarazzo e sorpresa –papà..papà- continuò Anna, allungando le braccia verso il ragazzo –ti..ti ha chiamato papà- mugolò Paddy incredula, ma la più incredula era Strawberry . Senza rendersene conto, Ryan allungò la mano, in modo che Anna potesse prenderla con le sue, –papà- esclamò nuovamente, tutta contenta, poi il suo visino si posò su Strawberry con gli stessi occhi gioiosi –mamma-. I due ragazzi arrossirono all’uniscono. –Cos’è questa storia?- domandò Lory, che aveva l’aria un po’ contrariata, -Già che ci nascondete?!? Ohoho è la vostra figlia illegittima?’- -Ma..ma non dire sciocchezze Paddy- sbraitò Strawberry rossa come una fragola –E allora perché vi chiama papà e mamma?- chiese Mina, portando le braccia converse al petto –Forse perché..beh..ecco..- la ragazza non sapeva dare una risposta, aveva letto che gli animali riconoscono come madre la prima cosa che vedono, che quella storia valesse anche per i bambini?? No era assurdo, anche perché se così fosse stato,il primo ragazzo che Anna aveva visto era Kyle, e allora perché non aveva chiamato lui “papà” ?? Ciò che Strawberry sapeva è che si sentiva imbarazzata..molto imbarazzata. –Si vede che gli piacciamo entrambi, e magari non ricordando i suoi genitori, o avendo paura di rimanere sola identifica noi come tali- tagliò corto Ryan, che in quel momento ebbe tutta la gratitudine di Strawberry. –Mi sembra plausibile..- aggiunse Pam seguita dalle altre –meno male- sussurrò Lory –Hai preso paura eh Lory?!?..Temevi che Ryan..- non la lasciò finire, le mise subito la mano sulla bocca -accidenti a te Paddy, perché  devi sempre aprire la bocca quando non devi- urlò la ragazza arrossendo –ma se lo sanno tutti che Ryan ti piace da impazzire- -taci..taci-, in mezzo a quella confusione, la voce del bel biondo tuonò

-Insomma la volete finire! Forza tornate al lavoro, il locale è pieno e non c’è nessuno che serve i clienti- -Subito- dissero in coro squagliandosela. Strawberry intanto si era diretta verso gli spogliatoi sempre con Anna in braccio –Strawberry..-.la ragazza si bloccò, inarcò le sopracciglia, girandosi poi arrabbiata verso il suo interlocutore –che c’è?- -Sempre con quel tono da mocciosa imbronciata- ribatté lui stizzoso –Non sono una mocciosa..e comunque non ho scordato il modo in cui mi hai trattata ieri..- -e va bene..ti chiedo scusa..sei contenta-, la giovane non credette alle sue orecchie, Ryan che chiedeva scusa, era davvero molto raro –sono piuttosto nervoso ultimamente, perciò..non avrei dovuto prendermela a quel modo-. Lei abbassò lo sguardo –vabbè..facciamo finta che non sia successo nulla- -Perfetto..allora, qui c’è la lista di quello che devi fare: c’è l’ingresso da spazzare, la cucina da pulire, la credenza da sistemare, le casse di farina da mettere in magazzino, passare la cera nella sala principale, spolverare..- -Argh..scusa tanto, ma perché queste cose le devo fare tutte io???- -Beh visto che ieri non sei venuta, mi pare giusto che tu debba recuperare il tempo perso..- sbottò lui, incrociando le braccia al petto, mentre la ragazza sentiva il fumo uscirle dalle orecchie –lo sai Ryan sei uno schiavista..e poi il cafè non è solo una copertura?- -si ma gli affari sono affari e questo posto deve essere sempre presentabile- -ma tu sei già ricco sfondato- -che centra..il guadagno va sempre bene, più ce né meglio è..- -questi discorsi da imprenditore non li sopportò- borbottò tra se la ragazza –mamy..pappa- -Come? Ma Anna hai appena fatto colazione..-

-uh pappa- - daccordo..ora vediamo cosa offre la cucina- -Non credi che dovresti cominciare a cercare i suoi genitori?- -Bella idea..il problema è..che tra scuola, lavoro al cafè e chimeri in giro, il tempo non me lo permette..tu guarda che strano!!- -ok non ti scaldare..vedrò di aiutarti- -stai dicendo sul serio..?- -quando mai ti prendo in giro?..-  -praticamente sempre- -quello è fare dell’ironia su di te..che è diverso- -grazie per la precisazione- la ragazza si voltò sdegnata, mentre sul volto del biondino comparve un sorriso ironico.

 

 

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Capitolo 2
*** 2 ***


ahoma;mso-bidi-font-family:"Times New Roman"'>Quella giornata era stata davvero stressante “ci mancava solo che Anna chiamasse quell’antipatico papà..uffa ma perché tutte a me” pensò a ragazza gonfiando le guance, mentre indossava il pigiama color fragola. Sciolse i codini, sedendosi sul letto, osservando Anna che dormiva beatamente. –Sarai proprio curiosa di sapere da dove vieni lo sai piccolina..yahm, mamma che sonno, urge un pisolo immediato- così dicendo si distese accanto alla piccola, addormentandosi poco dopo, ignorando che quella sarebbe stata una nottata un po’ movimentata.Non passò nemmeno un’ora che Anna si svegliò, con gli occhi pieni di lacrime.

 

-Papà..papà..uaaaa- -su Anna perché piangi..vedrai pap..ehm Ryan domani- -Voio papà..voio papà- non la smetteva più di piangere, Strawberry cercò in tutti i modi di farla calmare e alla fine fu costretta ad arrendersi. Si vestì, prendendo Anna in braccio, e dirigendosi a grandi passi verso il cafè, non sapeva nemmeno lei bene ciò che stava facendo, la sola cosa di cui era certa, è che aveva bisogno di dormire o sarebbe crollata. Bussò alla porta, suonò per diverso tempo, finché qualcuno non scese ad aprire –Strawberry che succede..sono le tre del mattino- -papà!- Anna si buttò al collo del ragazzo –Anna..- il suo sguardo tornò sul volto distrutto della ragazza –continuava a piangere e a chiamarti..così l’ho porta qui- -volevi vedermi Anna?!?- sorrise il giovane, un sorriso dolcissimo che illuminava il viso così bello, Strawberry non lo aveva mai visto sorridere così –nanne con papà- esclamò la bimba, posando la testa assonnata sul petto del ragazzo –te la lascio qui..io ho bisogno di dormire..ti spiace?- -ma..io non so occuparmi di una bambina- -nemmeno io lo sapevo fare- ribatté la giovane barcollando –eh..d’accordo, tu però va  dormire.hai una faccia da oltretomba..- -Per forza lavoro tutto il giorno e la notte non dormo..- la giovane fece per andarsene, ma quasi Anna avesse dei sensori si svegliò di colpo, afferrando con la manina la maglia della sua “mamma”  -no via mamma..no via..- -Ma Anna non posso stare qui-

-Qui mamma..con Anna e papà – Strawberry arrossì e notò che anche Ryan era imbarazzato –il problema e che ho un letto soltanto- -vedi Anna non c’è posto per tutti- la piccola non volle sentire ragioni, e si rimise subito a piangere –ssst..Anna così sveglierai tutto il vicinato- disse Ryan preoccupato, entrando nel locale seguito da Strawberry –Che..che facciamo?- domandò la ragazza, esasperata –tu e Anna dormirete nel letto ed io..sulla poltrona della mia camera, a questo punto mi sembra l’unica soluzione- Strawberry annuì, si sentiva troppo stanca per protestare. Salirono nella stanza, Anna era li li per addormentarsi, il ragazzo l’adagiò sul letto, la piccola sbatté le palpebre, per poi addormentarsi di botto, il ragazzo le spostò i ciuffetti biondi dal viso e sorrise, quella bambina gli provocava un affetto incredibile e non riusciva a spiegarsi il motivo. Il suo sguardo si posò poi su Strawberry, che era rimasta in piedi con la schiena appoggiata alla porta e gli occhi che faticavano a rimanere aperti, -è meglio che ti sdrai..o vuoi dormire in piedi come i cavalli?!- sfotté ironico lui avvicinandosi –sempre molto spiritoso- la ragazza si staccò dalla porta, inciampò, finendo tra le braccia di lui, il sonno stava prendendo il sopravvento –che sciocca..sono proprio imbranata..- si sentì sollevare  e adagiare sul letto, in quel momento fu come se un secchio d’acqua gelida le fosse versato addosso, si alzò seduca di scatto, guardando ad occhi sgranati il ragazzo

-che stai facendo??- lui non comprese, l’aveva semplicemente adagiata sul letto –come sarebbe a dire che sto facendo, ti ho messa a letto, volevi dormire sul pavimento??- -n..no..e che..credevo che tu..-

-Per chi mi hai preso?Mocciosa- -Non sono una mocciosa- -slaf- -tieni..- il giovane le lanciò una maglietta pulita –ti andrà un po’ grande, ma almeno non dovrai dormire vestita..e non ringraziarmi per carità- disse ironico dirigendosi verso la poltrona –però tu stai voltato- intimò lei sempre arrossata –se non ti fidi puoi andare in bagno- ribatté lui indicando la porta del bagno. Strawberry vi entrò, e indossò la maglietta nera del ragazzo, aveva davvero un buon profumo. Poi uscì andando a sistemarsi sul letto in fianco alla bambina –buona notte Anna- le sussurrò dolcemente, poi portò lo sguardo sul ragazzo, che aveva anch’esso gli occhi chiusi, la testa appoggiata su una mano, era davvero bello, la ragazza scosse la testa, mettendosi finalmente a dormire.

Era passata neanche un’ora quando un urlo, gli fece svegliare entrambi. Strawberry posò lo sguardo spaventato sulla bambina, che ancora con gli occhi chiusi lasciava scivolare dei lacrimosi, e si dimenava spaventata, anche Ryan si precipitò per vedere cosa accadeva –Anna..Anna- entrambi la chiamarono, e la piccola spalancò gli occhioni arrossati –mammaaa..papààà-mormorò abbandonandosi tra le braccia di Ryan e facendosi accarezzare da Strawberry –povera piccola ha avuto un incubo- disse la ragazza preoccupata –Dai Anna non piangere..va tutto bene io e..la mamma siamo qui..- la bimba accennò un sorriso, poi strinse la mano dell’uno e dell’altra –qua con noi papà- esclamò, lasciando Ryan del tutto impreparato a quella richiesta, gli occhi di lui fissarono Strawberry, la quale non sapeva bene che rispondere –domiamo tutti inseme mamma?!?!!- gli occhi supplichevoli di Anna la osservavano, Strawberry annuì timidamente, tentando di portarsi al lato più estremo del letto, che però essendo per una persona sola, non poteva permettere grandi possibilità. I due ragazzi si ritrovarono così molto vicini, l’unica cosa tra loro era il corpo addormentato della piccola, che aveva ripreso a dormire con un espressione serena, continuando a stringere le mani dei suoi nuovi genitori. Ryan accennò ad una risatina e Strawberry lo guardò sorpresa –che c’è di così divertente?- -no è che..tutto avrei pensato, tranne che mi sarebbe mai accaduta una cosa simile..- -come ti capisco..- disse lei, alla fine sorridendo di quella loro strana situazione. –Anna vorrà che..si insomma che noi faremo così ogni notte..- la voce di Ryan era flebile ma seria, -si..ma..non potremo mica dormire tutti e tre in un letto sempre..- ribatté lei sentendosi avvampare –Ovvio..forse..pensavo che finché non troviamo i suoi genitori, potremmo mettere in atto una specie di convivenza..- -co..convivenza?!?- -Ora non mi fraintendere, saremmo comunque autonomi, tu avrai la tua vita ed io la mia, semplicemente divideremo per un po’ la stessa casa, in questo modo eviteremo serate imbarazzanti come questa e faremo contenta Anna..poi per il resto non cambierà nulla..- -non so se a Marck questa cosa andrà bene- sussurrò Strawberry,

-come?- -eh? Ah no nulla- -allora tu cosa ne pensi?- -bhe se è per il bene di Anna..d’accordo..ma dove staremo, qui è troppo piccolo..- -già..ci trasferiremo nella mia villa, li le stanze non mancano di certo..- -Ma è fuori città, e io poi come faccio ad andare a scuola..- -hai un’idea migliore?-. Strawberry pensò, che i suoi non sarebbero tornati tra meno di una settimana e in quell’arco di tempo era più che probabile che i genitori di Anna sarebbero saltati fuori. –I miei sono fuori città..potremmo andare da me, così io sarei vicina alla scuola e tu al caffè..- -si..va..bene- il giovane si addormentò, e quell’aria innocente che aveva assunto fece sorridere Strawberry, che si addormentò poco dopo.

 

La sveglia ruppe il silenzio, il ragazzo allungò la mano verso il comodino, cercando la fautrice del loro risveglio. –yahmm..- si stiracchiò andando ad urtare qualcosa con il braccio, come un fulmine a ciel sereno gli tornò in mente cosa era accaduto la sera prima..Sollevò il busto, sentendovi sopra qualcosa di appoggiato –S..Strawberry..- balbettò sorpreso, trovando la ragazza beatamente addormentata sopra il suo petto –uhm..ancora cinque minuti..è domenica mamma..- sussurrò la ragazza stringendo il suo “cuscino” dai capelli biondi. Ryan non sapeva che fare, era certo che se lei si fosse svegliata, sarebbe passato a miglior vita..tentò quindi di allontanarla lentamente, ma la giovane le si era avvinghiata contro. Il ragazzo si sentì arrossire, il che da parte sua era molto strano, infatti lui stesso se ne stupì –Papà..Mamma!- squillò una vocetta, in piedi vicino al letto, con un sorrisone sulla bocca –Anna..ma che fai li??- esclamò il giovane, mentre la bimba saltellava contenta. Nello stesso istante Strawberry aprì gli occhi, sorridendo nel vedere la bimba tutta felice, poi un brivido le percorse la schiena “da quando il cuscino aveva cominciato a profumare di dopobarba???” si domandò, alzando lentamente la testa, e incrociando quell’oceano blu che erano gli occhi di Ryan –aaaaaaahhhh- strillò staccandosi da lui e assumendo un colore rosso accesso

–Cosa strilli..vuoi che ti sentano tutti!- intimò lui con aria alterata –co..cosa strillo?!?! Che ci facevo io abbracciata a te??- continuò con i battiti cardiaci alle stelle –bella domanda alla quale dovresti darmi tu una risposta..io mi sono svegliato trovandomi un gentil peso sul petto..perciò è inutile che mi guardi in quel modo- -Cosa vorresti dire??! Che mi sono avvinghiata a te di proposito??!!!??-

-Potrebbe essere un’ipotesi..- -Impossibile..e poi..poi c’era Anna tra noi, quindi..a proposito perché non è nel letto?- i due ragazzi la guardarono, ricevendo dalla bimba l’ennesimo sorriso –Anna..ma dove hai dormito??- -zio Kyle- -che?- fecero i due all’uniscono, mentre la porta si aprì –Oh eccoti qua..- esclamò una voce gentile –Kyle..- borbottò Ryan, guardando l’amico con sguardo indagatore –Buon giorno ragazzi..dormito bene?- -i due arrossirono senza rispondere –sta notte ho sentito dei rumori, così sono venuto a vedere se per caso ti sentivi male Ryan..poi vi ho visto addormentati, tranne Anna che invece aveva gli occhi aperti, così pensando che in tre in un letto stavate piuttosto scomodi, ho chiesto alla piccola se voleva dormire in un letto più grande, e lei mi ha detto di si, facendo segno di non svegliarvi..l’ho portata in camera mia e ha dormito nel lettone, mentre io mi sono sistemato sul divano..per la vostra pargoletta questo ed altro- disse raggiante il giovane –vieni Anna andiamo a fare colazione!- aggiunse poi, prendendola in braccio e uscendo dalla camera. I due ragazzi erano come inebetiti, tutta quella situazione era veramente assurda, fu Ryan il primo a

riacquistare un po’ di favella. –vai..vai in bagno prima tu?- domandò, senza staccare gli occhi dalla porta –mh- mugugnò la ragazza alzandosi come un automa.

Una volta in bagno, sospirò profondamente, buttandosi l’acqua fredda sul viso “ho..ho dormito con un ragazzo..nello stesso letto..oddio..e se Marck dovesse venire a saperlo?..No no no..devo dirglielo io, in fondo non è successo niente, quindi mi capirà sicuramente..ma sei poi dovesse equivocare e si arrabbiasse??” Presa dai suoi pensieri Strawberry non aveva notato la coda che si muoveva nervosamente..-quasi quasi mi faccio una docc..ahia!- inciampò nel tappetino cadendo a terra

–Strawberry che combini?- domandò Ryan aprendo la porta –niente sono solo cadut..esci immediatamente!- -ah io..scusa ero..- -Esci!- -Va bene non ti scaldare..- -maooooooo- “ma perché capitano tutte a me”.

 

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Capitolo 3
*** 2 ***


ahoma;mso-bidi-font-family:"Times New Roman"'>Quella giornata era stata davvero stressante “ci mancava solo che Anna chiamasse quell’antipatico papà..uffa ma perché tutte a me” pensò a ragazza gonfiando le guance, mentre indossava il pigiama color fragola. Sciolse i codini, sedendosi sul letto, osservando Anna che dormiva beatamente. –Sarai proprio curiosa di sapere da dove vieni lo sai piccolina..yahm, mamma che sonno, urge un pisolo immediato- così dicendo si distese accanto alla piccola, addormentandosi poco dopo, ignorando che quella sarebbe stata una nottata un po’ movimentata.Non passò nemmeno un’ora che Anna si svegliò, con gli occhi pieni di lacrime.

 

-Papà..papà..uaaaa- -su Anna perché piangi..vedrai pap..ehm Ryan domani- -Voio papà..voio papà- non la smetteva più di piangere, Strawberry cercò in tutti i modi di farla calmare e alla fine fu costretta ad arrendersi. Si vestì, prendendo Anna in braccio, e dirigendosi a grandi passi verso il cafè, non sapeva nemmeno lei bene ciò che stava facendo, la sola cosa di cui era certa, è che aveva bisogno di dormire o sarebbe crollata. Bussò alla porta, suonò per diverso tempo, finché qualcuno non scese ad aprire –Strawberry che succede..sono le tre del mattino- -papà!- Anna si buttò al collo del ragazzo –Anna..- il suo sguardo tornò sul volto distrutto della ragazza –continuava a piangere e a chiamarti..così l’ho porta qui- -volevi vedermi Anna?!?- sorrise il giovane, un sorriso dolcissimo che illuminava il viso così bello, Strawberry non lo aveva mai visto sorridere così –nanne con papà- esclamò la bimba, posando la testa assonnata sul petto del ragazzo –te la lascio qui..io ho bisogno di dormire..ti spiace?- -ma..io non so occuparmi di una bambina- -nemmeno io lo sapevo fare- ribatté la giovane barcollando –eh..d’accordo, tu però va  dormire.hai una faccia da oltretomba..- -Per forza lavoro tutto il giorno e la notte non dormo..- la giovane fece per andarsene, ma quasi Anna avesse dei sensori si svegliò di colpo, afferrando con la manina la maglia della sua “mamma”  -no via mamma..no via..- -Ma Anna non posso stare qui-

-Qui mamma..con Anna e papà – Strawberry arrossì e notò che anche Ryan era imbarazzato –il problema e che ho un letto soltanto- -vedi Anna non c’è posto per tutti- la piccola non volle sentire ragioni, e si rimise subito a piangere –ssst..Anna così sveglierai tutto il vicinato- disse Ryan preoccupato, entrando nel locale seguito da Strawberry –Che..che facciamo?- domandò la ragazza, esasperata –tu e Anna dormirete nel letto ed io..sulla poltrona della mia camera, a questo punto mi sembra l’unica soluzione- Strawberry annuì, si sentiva troppo stanca per protestare. Salirono nella stanza, Anna era li li per addormentarsi, il ragazzo l’adagiò sul letto, la piccola sbatté le palpebre, per poi addormentarsi di botto, il ragazzo le spostò i ciuffetti biondi dal viso e sorrise, quella bambina gli provocava un affetto incredibile e non riusciva a spiegarsi il motivo. Il suo sguardo si posò poi su Strawberry, che era rimasta in piedi con la schiena appoggiata alla porta e gli occhi che faticavano a rimanere aperti, -è meglio che ti sdrai..o vuoi dormire in piedi come i cavalli?!- sfotté ironico lui avvicinandosi –sempre molto spiritoso- la ragazza si staccò dalla porta, inciampò, finendo tra le braccia di lui, il sonno stava prendendo il sopravvento –che sciocca..sono proprio imbranata..- si sentì sollevare  e adagiare sul letto, in quel momento fu come se un secchio d’acqua gelida le fosse versato addosso, si alzò seduca di scatto, guardando ad occhi sgranati il ragazzo

-che stai facendo??- lui non comprese, l’aveva semplicemente adagiata sul letto –come sarebbe a dire che sto facendo, ti ho messa a letto, volevi dormire sul pavimento??- -n..no..e che..credevo che tu..-

-Per chi mi hai preso?Mocciosa- -Non sono una mocciosa- -slaf- -tieni..- il giovane le lanciò una maglietta pulita –ti andrà un po’ grande, ma almeno non dovrai dormire vestita..e non ringraziarmi per carità- disse ironico dirigendosi verso la poltrona –però tu stai voltato- intimò lei sempre arrossata –se non ti fidi puoi andare in bagno- ribatté lui indicando la porta del bagno. Strawberry vi entrò, e indossò la maglietta nera del ragazzo, aveva davvero un buon profumo. Poi uscì andando a sistemarsi sul letto in fianco alla bambina –buona notte Anna- le sussurrò dolcemente, poi portò lo sguardo sul ragazzo, che aveva anch’esso gli occhi chiusi, la testa appoggiata su una mano, era davvero bello, la ragazza scosse la testa, mettendosi finalmente a dormire.

Era passata neanche un’ora quando un urlo, gli fece svegliare entrambi. Strawberry posò lo sguardo spaventato sulla bambina, che ancora con gli occhi chiusi lasciava scivolare dei lacrimosi, e si dimenava spaventata, anche Ryan si precipitò per vedere cosa accadeva –Anna..Anna- entrambi la chiamarono, e la piccola spalancò gli occhioni arrossati –mammaaa..papààà-mormorò abbandonandosi tra le braccia di Ryan e facendosi accarezzare da Strawberry –povera piccola ha avuto un incubo- disse la ragazza preoccupata –Dai Anna non piangere..va tutto bene io e..la mamma siamo qui..- la bimba accennò un sorriso, poi strinse la mano dell’uno e dell’altra –qua con noi papà- esclamò, lasciando Ryan del tutto impreparato a quella richiesta, gli occhi di lui fissarono Strawberry, la quale non sapeva bene che rispondere –domiamo tutti inseme mamma?!?!!- gli occhi supplichevoli di Anna la osservavano, Strawberry annuì timidamente, tentando di portarsi al lato più estremo del letto, che però essendo per una persona sola, non poteva permettere grandi possibilità. I due ragazzi si ritrovarono così molto vicini, l’unica cosa tra loro era il corpo addormentato della piccola, che aveva ripreso a dormire con un espressione serena, continuando a stringere le mani dei suoi nuovi genitori. Ryan accennò ad una risatina e Strawberry lo guardò sorpresa –che c’è di così divertente?- -no è che..tutto avrei pensato, tranne che mi sarebbe mai accaduta una cosa simile..- -come ti capisco..- disse lei, alla fine sorridendo di quella loro strana situazione. –Anna vorrà che..si insomma che noi faremo così ogni notte..- la voce di Ryan era flebile ma seria, -si..ma..non potremo mica dormire tutti e tre in un letto sempre..- ribatté lei sentendosi avvampare –Ovvio..forse..pensavo che finché non troviamo i suoi genitori, potremmo mettere in atto una specie di convivenza..- -co..convivenza?!?- -Ora non mi fraintendere, saremmo comunque autonomi, tu avrai la tua vita ed io la mia, semplicemente divideremo per un po’ la stessa casa, in questo modo eviteremo serate imbarazzanti come questa e faremo contenta Anna..poi per il resto non cambierà nulla..- -non so se a Marck questa cosa andrà bene- sussurrò Strawberry,

-come?- -eh? Ah no nulla- -allora tu cosa ne pensi?- -bhe se è per il bene di Anna..d’accordo..ma dove staremo, qui è troppo piccolo..- -già..ci trasferiremo nella mia villa, li le stanze non mancano di certo..- -Ma è fuori città, e io poi come faccio ad andare a scuola..- -hai un’idea migliore?-. Strawberry pensò, che i suoi non sarebbero tornati tra meno di una settimana e in quell’arco di tempo era più che probabile che i genitori di Anna sarebbero saltati fuori. –I miei sono fuori città..potremmo andare da me, così io sarei vicina alla scuola e tu al caffè..- -si..va..bene- il giovane si addormentò, e quell’aria innocente che aveva assunto fece sorridere Strawberry, che si addormentò poco dopo.

 

La sveglia ruppe il silenzio, il ragazzo allungò la mano verso il comodino, cercando la fautrice del loro risveglio. –yahmm..- si stiracchiò andando ad urtare qualcosa con il braccio, come un fulmine a ciel sereno gli tornò in mente cosa era accaduto la sera prima..Sollevò il busto, sentendovi sopra qualcosa di appoggiato –S..Strawberry..- balbettò sorpreso, trovando la ragazza beatamente addormentata sopra il suo petto –uhm..ancora cinque minuti..è domenica mamma..- sussurrò la ragazza stringendo il suo “cuscino” dai capelli biondi. Ryan non sapeva che fare, era certo che se lei si fosse svegliata, sarebbe passato a miglior vita..tentò quindi di allontanarla lentamente, ma la giovane le si era avvinghiata contro. Il ragazzo si sentì arrossire, il che da parte sua era molto strano, infatti lui stesso se ne stupì –Papà..Mamma!- squillò una vocetta, in piedi vicino al letto, con un sorrisone sulla bocca –Anna..ma che fai li??- esclamò il giovane, mentre la bimba saltellava contenta. Nello stesso istante Strawberry aprì gli occhi, sorridendo nel vedere la bimba tutta felice, poi un brivido le percorse la schiena “da quando il cuscino aveva cominciato a profumare di dopobarba???” si domandò, alzando lentamente la testa, e incrociando quell’oceano blu che erano gli occhi di Ryan –aaaaaaahhhh- strillò staccandosi da lui e assumendo un colore rosso accesso

–Cosa strilli..vuoi che ti sentano tutti!- intimò lui con aria alterata –co..cosa strillo?!?! Che ci facevo io abbracciata a te??- continuò con i battiti cardiaci alle stelle –bella domanda alla quale dovresti darmi tu una risposta..io mi sono svegliato trovandomi un gentil peso sul petto..perciò è inutile che mi guardi in quel modo- -Cosa vorresti dire??! Che mi sono avvinghiata a te di proposito??!!!??-

-Potrebbe essere un’ipotesi..- -Impossibile..e poi..poi c’era Anna tra noi, quindi..a proposito perché non è nel letto?- i due ragazzi la guardarono, ricevendo dalla bimba l’ennesimo sorriso –Anna..ma dove hai dormito??- -zio Kyle- -che?- fecero i due all’uniscono, mentre la porta si aprì –Oh eccoti qua..- esclamò una voce gentile –Kyle..- borbottò Ryan, guardando l’amico con sguardo indagatore –Buon giorno ragazzi..dormito bene?- -i due arrossirono senza rispondere –sta notte ho sentito dei rumori, così sono venuto a vedere se per caso ti sentivi male Ryan..poi vi ho visto addormentati, tranne Anna che invece aveva gli occhi aperti, così pensando che in tre in un letto stavate piuttosto scomodi, ho chiesto alla piccola se voleva dormire in un letto più grande, e lei mi ha detto di si, facendo segno di non svegliarvi..l’ho portata in camera mia e ha dormito nel lettone, mentre io mi sono sistemato sul divano..per la vostra pargoletta questo ed altro- disse raggiante il giovane –vieni Anna andiamo a fare colazione!- aggiunse poi, prendendola in braccio e uscendo dalla camera. I due ragazzi erano come inebetiti, tutta quella situazione era veramente assurda, fu Ryan il primo a

riacquistare un po’ di favella. –vai..vai in bagno prima tu?- domandò, senza staccare gli occhi dalla porta –mh- mugugnò la ragazza alzandosi come un automa.

Una volta in bagno, sospirò profondamente, buttandosi l’acqua fredda sul viso “ho..ho dormito con un ragazzo..nello stesso letto..oddio..e se Marck dovesse venire a saperlo?..No no no..devo dirglielo io, in fondo non è successo niente, quindi mi capirà sicuramente..ma sei poi dovesse equivocare e si arrabbiasse??” Presa dai suoi pensieri Strawberry non aveva notato la coda che si muoveva nervosamente..-quasi quasi mi faccio una docc..ahia!- inciampò nel tappetino cadendo a terra

–Strawberry che combini?- domandò Ryan aprendo la porta –niente sono solo cadut..esci immediatamente!- -ah io..scusa ero..- -Esci!- -Va bene non ti scaldare..- -maooooooo- “ma perché capitano tutte a me”.

 

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Capitolo 4
*** 3 ***


Nel pomeriggio, Strawberry aiutò Ryan a portare la sua roba a casa Momomiya, il villino era piuttosto modesto, rispetto alla casa di Ryan, ma il giovane non parve sdegnare la sua momentanea nuova abitazione. –Per il momento vieni, lascia le tue cose nella mia stanza- disse la ragazza facendoli strada su per le scale, e spalancando la porta della stanza –ecco qua- biascicò facendo segno al ragazzo di entrare. Quest’ultimo si guardò attorno –beh rispecchia la persona che la occupa- esclamò posando per terra le valigie –Cosa vorresti insinuare? Che visto il disordine sono anch’io una persona dall’animo da caos??- -lo hai detto tu non io..- sbottò il giovane –quando fai così non ti sopporto- ribattè lei pestando a terra un piede. Ryan non le badò, lasciando vagare lo sguardo per la stanza, i suoi occhi si fermarono su una cornice posta sul comodino: Strawberry e Marck abbracciati davanti all’entrata del luna park. Il giovane distolse lo sguardo, venendo improvvisamente serio e pensieroso –dimmi Strawberry..Marck  ti ha spiegato qual è l’origine della sua trasformazione nel cavaliere blu?..- domandò guardando fuori dalla finestra. –No, credo che non lo sappia nemmeno lui..- rispose lei –capisco- Strawberry capì che come al solito Ryan sapeva di più di ciò che dava a vedere –A proposito di Marck..ora che sappiamo che è il cavaliere blu, e lui conosce il progetto Mew mew..perché non..perché non farlo entrare ufficialmente a far parte della squadra?- a quella richiesta Ryan la guardò negli occhi –Fai come credi..l’importante è che i sentimenti personali non intralcino il buon esito della missione- -Perché devi sempre dubitare..mi pare che Marck sia sempre accorso in nostro aiuto e ci abbia sempre difeso..- -è più esatto dire che ti ha sempre difeso..- -Sei ingiusto..se non fosse stato per lui non avremmo mai ottenuto grandi risultati.per lo meno lui è sempre accorso quando c’era pericolo- -Già..invece io sono sempre rimasto a guardare..- ribatté il giovane con un tono che si stava facendo sempre più irritato

Strawberry si era resa conto che anche Ryan l’aveva salvata più di una volta rischiando la vita e quindi non poteva rinfacciargli nulla, tuttavia non comprendeva perché il giovane fosse così scettico nei confronti del Cavaliere blu –Non capisco..perché devi essere sempre così negativo nei confronti di Marck..- anche la ragazza aveva un tono arrabbiato –io non ho nulla contro il tuo ragazzo..è che non possiamo fidarci di una forza che non sa controllare- -Come fai a dire che non sa controllare il suo potere..lui è il cavaliere blu!- -Quei poteri non gli appartengono!- gridò infine il biondo con un tono che la ragazza non gli aveva mai sentito –che..che vuol dire?- domandò spaventata 

-nulla..lascia perdere..non capiresti..- -Io voglio sapere..se è una cosa che riguarda il ragazzo che amo, io devo venirne a conoscenza..se lui è in pericolo io lo devo sapere!- -Non temere non permetterò che gli accada nulla..non resterai sola un’altra volta- la voce di Ryan era quasi un sussurro, ma Strawberry comprese benissimo –cosa vuoi dire con..non resterai sola un’altra volta..?- -visto la piega che stanno rendendo le cose è probabile che tutto ti venga spiegato..ma ancora non è il moment..- il giovane provò una fitta improvvisa, la vista si fece offuscata –Ryan..che hai?- la giovane lo sostenne, guardandolo preoccupata –niente..stanchezza- -è meglio che tu dorma..penserò io ad Anna tu distenditi e fa..come se fossi a casa tua..- -ti ringrazio..- -hai bisogno che ti porti qualcosa?- -No sto bene così- -come vuoi..se hai bisogno di me, chiama senza esitazione- così dicendo Strawberry ancora confusa, lo lasciò solo.

 

*****

-Cosa..Ryan si è trasferito a casa di Strawberry?!?!?!0__0- Lory sgranò gli occhi preoccupata

–Visto che la bambina vuole averli entrambi vicini, hanno deciso di convivere finché i veri genitori non salteranno fuori- spiegò Kyle, cercando di rassicurare la ragazza –Questa storia è davvero strana..non vorrei che ci fosse lo zampino degli alieni- aggiunse Mina pensierosa – è una possibilità da non scartare..per il momento teniamo gli occhi aperti ragazze- così dicendo Pam, tornò a servire i clienti, seguita anche dalle altre, tranne Lory che invece era rimasta ferma ad osservare il pavimento –C’è qualcosa che ti preoccupa?- domandò Kyle –passeranno insieme molto tempo..- sussurrò la ragazza –come?- -No..nulla..torno al lavoro!- Lory fece un sorriso forzato uscendo dalla cucina.

 

****

Strawberry era appena rientrata da scuola, con la scusa di dover preparare la pappa ad Anna, non aveva avuto il tempo di vedere Marck, e la cosa l’aveva resa piuttosto malinconica. Spinse la maniglia della porta d’entrata, la casa profumava di frittelle, e dalla cucina si sentiva della musica, la ragazza sbatté le palpebre velocemente, dirigendosi verso la porta della cucina, quando vi fu dinnanzi, lo spettacolo che le si presentò davanti agli occhi aveva dell’incredibile: Anna era seduta sul tavolo, con un sorriso radioso stampato sul visino, la musica era alta, e Ryan imboccava la piccola, cantando e muovendosi a ritmo, la maglietta bianca e stretta che indossava, metteva in risalto il petto compatto e scolpito, mentre il suo viso era illuminato da una seducente serenità. Strawberry rimase imbambolata ad osservarlo per qualche minuto, tempo in cui il giovane si accorse di essere fissato, e si apprestò a spegnere velocemente la musica, sul suo viso comparve una sorta di imbarazzo –ecco..io..Credevo che saresti tornata più tardi..e..- incredibile, stava farfugliando come un idiota, cosa che non era assolutamente da lui, si infastidì di quella situazione, così riacquistando il suo autocontrollo, prese in braccio Anna, tornando poi ad osservare la ragazza –Diciamo che è l’unico metodo che ho trovato per farla mangiare..- tagliò corto, dirigendosi a passo spedito verso il salotto. Strawberry dal canto suo, non aveva fiatato, quella scena l’aveva un po’ spiazzata, se non si fosse trattato di Ryan certo non si sarebbe così stupita, ma vederlo sotto quello strano aspetto, le aveva provocato un’enorme tenerezza. Scosse la testa, cominciando a sistemare un po’ la cucina, passò poco, che sentì Anna piangere. Si precipitò nel salotto, Ryan teneva la bimba in braccio, ma quest’ultima aveva degli enormi lacrimosi sulle guanciotte –Che è successo?- -Non ne ho idea..ha iniziato a piangere senza motivo..forse..mpf credo di aver capito..- sentenziò il ragazzo, allontanando la bambina dal petto, e notando la macchia scura sulla maglietta –bleah..mi ha lasciato un ricordino-, Strawberry si mise una mano sulla bocca, cercando in vano di trattenere una risata

–C’è poco da ridere!- sbraitò il bel biondino –scusa ma non posso farci niente..hai fatto una faccia troppo buffa..- -ahaha che ridere!Piuttosto di grazia, che dovremmo fare ora?!- -Cambiarla suppongo- -Perfetto..prendila..- -Ma..ma io non ho mai cambiato un pannolino..- disse lei, mentre Ryan le lasciava la bimba –Perché io si? Sei tu la “mamma”..perciò è un tuo compito..- -Se è per questo anche il “papà” dovrebbe saperlo fare!- -è inutile stare a discutere, la facciamo piangere e basta..vado a prendere un asciugamano- il giovane entrò nel bagno, uscendo pochi istanti dopo con un asciugamano, lo stese sul divano –ecco appoggiala qui..- -Ma Ryan ha bisogno di essere lavata prima..Saliamo nel bagno di sopra, così saremo più vicini alla mia stanza e potrò cambiarla sul letto-. Dopo averla lavata, Strawberry adagiò la bimba sul letto –Ecco..fatto..e adesso..il pannolino! Ryan passamene uno, sono in quella borsa..- -Tieni..- -Grazie..dunque..così..e così..ecco fatto, non ci vuole di certo la laurea- esclamò contenta. –Come può una  bambina..ehm fare tutta quella roba..- sentenziò il ragazzo osservando la piccola che aveva preso a ridere contenta – Perché tu alla sua età che facevi?!- disse ironica la ragazza, cominciando a rivestire Anna –Che dici se andiamo a fare un po’ di spesa..a comprarle qualche giocattolo, biberon e compagnia bella- -Direi che è una buona idea..ovviamente paghi tu MR miliardo..- -neanche da chiedere..-.

 

I due uscirono, l’aria primaverile si faceva frizzante, e il sole emanava un piacevole tepore

–dovremmo comprarle anche un passeggino..guarda quello non è delizioso- Strawberry si avvicinò ad una vetrina, seguita da Ryan e dalla loro pargoletta –Non ti pare un po’ troppo pacchiano, con tutti quei fronzoli..- -Affatto, è carino..e poi ha un bel colore- -Ok hai vinto..entriamo a comprarlo-

-Ma hai visto che prezzo che ha..?- -I soldi non sono certo un problema, e poi Anna si merita solo il meglio- -Fossi così gentile anche con me..- bofonchiò la mew, entrando nel negozio. Per tutto il pomeriggio non fecero altro che acquisti, ritornando a casa, carichi di pacchi e pacchettini –AH sono distrutto..stare dietro a te è più faticoso che difendere la terra dagli alieni..- disse il bel biondo lasciandosi cadere sul divano –Esagerato!E poi io mi sono divertita..e anche Anna..- disse sorridendo, guardando la bimba che dormiva nel passeggino “Anna Shirogane..non suonerebbe affatto male” arrossì per averlo pensato –Che hai? Sei diventata color porpora..- -Nulla che ti interessi!- -scommetto che stavi  pensando a quando avrai un figlio tuo..- Sentendo quell’affermazione, la giovane lo fissò sorpresa “Cos’ha capacità telepatiche?” pensò, abbassando lo sguardo –beh..credo sia normale pensare ogni tanto a come sarà il proprio futuro..- mugolò lei senza distogliere lo sguardo dal pavimento –Speriamo solo che tua figlia non assomigli a te..altrimenti altro che alieni..la terra avrebbe una minaccia ben più grave- il tono ironico di Ryan, la fece irritare, tant’è che gli scaraventò in faccia un cuscino –Possibile che tu debba essere così antipatico?!- -E tu invece sei fin troppo permalosa- -Non sono permalosa! Semplicemente non capisco perché tu debba sempre trattarmi in questo modo..non mi meraviglia che tu non abbia alcun legame!- si pentì subito di ciò che aveva appena detto, sapeva bene di quanto Ryan avesse sofferto, come sapeva che aveva praticamente dedicato tutti quegli anni, alla riuscita del progetto..-..sono stanco..vado un po’ a riposare- il giovane mantenne un’espressione impassibile, ma Strawberry capì bene di averlo ferito –Ryan..ti prego perdonami..io non volevo..- -Non ha importanza..e comunque ciò che hai detto corrisponde a verità..se hai bisogno di aiuto con Anna, chiamami pure..- lo vide salire le scale, e in quel momento trattenne a fatica l’impulso di corrergli dietro, abbracciarlo e dirgli che era solo una stupida e che non pensava ciò che aveva detto. Aspettò qualche minuto, dopodiché si decise a salire, non bussò nemmeno, entrò nella stanza, il ragazzo stava disteso sul letto, lo sguardo rivolto al soffitto, mentre gli ultimi raggi solari che entravano dalla finestra, gli illuminavano i capelli biondi e il petto nudo. La ragazza si avvicinò al letto imbarazzata, lui non distolse lo sguardo dal muro –Anna si è già svegliata?- -No..dorme ancora…perdonami per ciò che ho detto..- -Non ha importanza..- -Per me ne ha!A volte parlo a vanvera senza realmente pensare a ciò che dico..è uno dei miei innumerevoli difetti- la voce di Strawberry era tremula, Ryan la osservò, notando con stupore che gli occhi di lei erano lucidi –Ehi non ti metterai mica a piangere..- si mise seduto, facendo segno alla ragazza di sedersi accanto a lui. –Quando ero bambino..ero spesso vittima di prese in giro, e le prendevo spesso e volentieri..avevo un’intelligenza di gran lunga superiore alla norma, conoscevo nozioni universitarie già all’età di otto anni, e quindi venivo considerato una sorta di fenomeno da tenere a distanza..mio padre diceva “questo è il prezzo dell’essere genio”..Ma per quanto colto io potessi essere, e per quanto molti mi invidiassero..ero solo..dannatamente solo..Ebbi accesso all’università a dodici anni..roba da fantascienza..eppure superavo brillantemente ogni esame..tuttavia i ragazzi dell’università non si sarebbero certo messi a conversare con un dodicenne..quindi le uniche conversazioni concessemi erano quelle con gli insegnati..si parlava di filosofia..biologia..Il mio stato di solitudine era diventato una realtà perenne, alla quale feci l’abitudine..ovviamente avevo Kyle e i miei, e li amavo con tutto me stesso..fino a quel giorno..in cui quell’incendio mi portò via tutto ciò che di importante aveva la mia vita..se Kyle non fosse rimasto con me..io credo che..non avrei mai superato il trauma della morte dei miei genitori..il resto lo sai..ho dedicato questi ultimi otto anni al progetto mew, estraneandomi da qualsiasi relazione sociale, che non convenisse al bene del progetto…- -Ma così facendo..hai sacrificato la tua adolescenza..- -Non ho avuto altra scelta..e tu lo sai bene..ciò di cui sto cominciando a pentirmi e di aver coinvolto cinque ragazze che ogni giorno rischiano la loro vita per..- -salvare l’umanità..e quindi anche se stesse..come puoi pentirti di questo?- la voce di Strawberry era incredibilmente dolce, il giovane distolse lo sguardo, andando a fissare la parete

 –non mi detesti per aver fatto di te una mew mew e averti impedito di vivere una vita normale?-

-Detestarti?Non dire scemenze..sono fiera di essere una mew mew, sono fiera di poter difendere ciò che amo..e poi ora che anche Marck fa parte della squadra non potrei essere più felice..-. Ryan accennò un sorriso malinconico –sarà meglio scendere, Anna si spaventerà non vedendoci- disse alzandosi –già è vero- anche la giovane si alzò in piedi, avviandosi verso la porta.. “detengo un potere che mi smarrisce..mi sento soffocare..” avvertendo quella voce, Ryan  si sentì barcollare, la vista si offuscava e la testa cominciava a fargli male –ah..- si lasciò cadere in ginocchio, cercando di non perdere i sensi –Ryan!- Strawberry si precipitò accanto a lui, facendolo sedere con la schiena appoggiata al letto –che  succede?- domandò preoccupata –nulla..un capogiro..- -è già la seconda volta che ti succede..è meglio che vada a chiamare un medico..- -no..non ho bisogno del medico..è solo un abbassamento di pressione..è dovuto alla stanchezza..al pensiero del passato..- senza nemmeno rendersene conto il giovane poggiò la fronte sulla spalla di lei, il cuore della mew gatto cominciò a battere velocemente,tant’è che ebbe quasi paura che lui potesse sentirlo, avvertì il corpo del ragazzo abbandonarsi, cadere nel sonno –Ryan..- sussurrò la ragazza impacciata “e ora che faccio? Lo sveglio..beh per forza non posso certo rimanere così..” gli posò ambo le mani sulle spalle, per scrollarlo dolcemente –mi..mi hai portato via ciò che amo..tutto è scomparso nelle fiamme- la voce del giovane era angosciosa. Strawberry comprese che il ragazzo stava sognando, il suo corpo tremava leggermente “non dai mai a vedere ciò che provi, hai una grande forza Ryan..ma tenerti sempre tutto dentro..ti fa soffrire nella solitudine..e questo non è giusto..” mentre lo pensava, la ragazza lo strinse a se, non sapeva perché lo stava facendo, sperava che però con quel contatto Ryan si calmasse, e così fu. Quel loro stato, fu interrotto dal suono squillante del telefono, i due ragazzi sobbalzarono, Strawberry corse a rispondere, ma nel farlo inciampò tirandosi dietro il telefono –Ahio!- -Pronto..pronto Strawberry..?-  -M..Mark..ciao!- -Che stavi combinando?- -beh io..ecco..stavo sistemando la mia stanza..- -oggi dopo scuola, sei subito corsa via, non vorrei che tu mi stessi evitando..- -ma no assolutamente..è solo che avevo una cosa urgente da fare..- -riguarda il progetto mew..?- -No..è una faccenda di..famiglia..-

-Capisco..domani vorrei cominciare a lavorare al caffè, sempre che Ryan me lo permetta..ho parlato con Kyle e mi ha dato il suo consenso..-

-do..domani..?- -si..così ci potremo vedere sempre- -già che bello!- la ragazza era felice di quella notizia, ma come spiegare a Mark la sua convivenza con Ryan, aveva troppa paura che lui la prendesse male –Ma riuscirai a tenere dietro anche agli allenamenti di Kendo, lo studio, la difesa della terra..- -beh ecco il prossimo lunedì avrei un combattimento importante che mi consentirebbe di vincere il titolo anche quest’anno..ma lavorando al caffè, dovrò saltare gli allenamenti, quindi pensavo di lasciar perdere..- -Non puoi! Il Kendo è una delle tue passioni, non è giusto che tu la sacrifichi..- -C’è in gioco il destino della terra..- -Io credo che tu dovresti allenarti questa settimana, e cominciare a lavorare al caffè, dalla settimana prossima..anche perché tra scuola, combattimenti e lavoro, dopo saresti sempre stanco e non riusciremmo più ad uscire insieme..- -Già hai ragione..seguirò il tuo consiglio, e quando avrai bisogno di me,io accorrerò sempre in tua difesa..ti amo- -ti..ti amo anch’io- -sabato potremmo uscire..andiamo a fare un giro da qualche parte – -si va bene!- -Ci vediamo al parco alle 15.00?- -Non mancherò- -ciao gattina, a sabato- “quant’è dolce!!” ^/////^ ( direi melenso!nda) . Riattaccò il telefono, si sentiva un verme, non era riuscita a dirgli nulla, ma anzi aveva volutamente posticipato l’entrata di Mark nella squadra mew mew..Si voltò  notando che Ryan non c’era, così scese, trovandolo nel salotto a guardare la tv con Anna

–Anna ti sei svegliata!- -Ciao Mama!- -Penso sia ora di preparare la cena- fece il ragazzo, spegnendo il televisore –Mi metto subito all’opera..- -Ferma dove sei..non vorrei rischiare di morire avvelenato-

-Cooosa?? Metti in dubbio le mie abilità di cuoca???- -Abilità..ma se sei una frana- -Ah si! Preparerò un riso al carry da leccarsi i baffi..preparati ad ammettere che ai fornelli sono un mito- “ma cosa blatero..non so nemmeno cucinare un uovo..e adesso?” –Ti vedo titubante- -Eh?!Ma figurati, mi sto solo organizzando- -perché non fai prima e ammetti di non essere capace.. – ti piacerebbe!E ora esci dalla cucina che mi sconcentri..- -come vuoi..-. “Gliela farò vedere io..dunque, il riso poi..poi devo..lasciarlo bollire..o prima devo già metterci la salsa..non è impossibile..la salsa va preparata a parte..si ma come si fa..?”. Dopo circa un’ora –E va bene..hai vinto non ne sono capace!!- sbraitò lanciando per terra il grembiule e dirigendosi a passo marziale nel salotto –che ti avevo detto..- -Prova ad infierire ulteriormente e ti rompo il muso!- -Lo vedi Anna..quando la mamma fa così sembra un ippopotamo con la nevrosi..- -mamma..ippotamo-

-Ippopotamo??Stai forse insinuando che sono grassa??- -Era una battuta..lo vedi da sola che sei nel peso forma..ah non si può mai scherzare con te..- DIN DON  -Chi..chi potrà essere?- “e se fosse Mark..cosa gli direi?” –è la nostra cena..visto che immaginavo l’esito della tua esibizione culinaria, mi sono permesso di ordinare delle pizze-   -mpf- .

 

 

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Capitolo 5
*** 5 ***


Signorina Momomiya..- -Ryan lasciami dormire..e ancora presto..- -Strawberry!- -Ah..cosa..che c’è?- la ragazza si guardò intorno scorgendo i visi indagatori dei suoi compagni, e andando poi ad incontrare lo sguardo severo del professore –Reputa tanto noiosa la nostra lezione di letteratura inglese, da mettersi a dormire?- -Mi scusi..- -Io non so più che fare con lei..ultimamente poi arriva sempre in ritardo, si addormenta durante le lezioni e i suoi voti sono calati..ha dei problemi in famiglia?- -No..io..le prometto che mi impegnerò- -Lo spero, anche perché ci avviciniamo alla fine del trimestre!-.

Strawberry era nella terrazza sul tetto della scuola, i suoi ultimi risultati scolastici lasciavano a desiderare, e l’arrivo di Anna aveva completamente sconvolto la sua vita –Ehi Strawberry- la voce delle sue amiche, la fece distogliere dai suoi pensieri –Ragazze..- -non te la prendere per quello che ha detto l’insegnante..sai che tende sempre ad esagerare..- -Sta volta invece ha avuto ragione..ho tralasciato molto lo studio..è che ho talmente tanti impegni che non riesco a tener dietro a tutto..-

-Scusa Strawberry ma noi..ci stavamo chiedendo..come mai prima nel sonno..hai detto il nome Ryan..è quel bellissimo ragazzo che lavora al caffè con te giusto??- la giovane mew arrossì –s..si ma..ma io non posso aver detto il suo nome nel sonno..- -E invece si..hai detto..Ryan lasciami dormire è ancora presto..- -ah..beh il fatto è che..a volte la mattina mi chiama al cellulare per intimarmi di alzarmi e di essere puntuale al lavoro..è diventato un po’ un tormento, tutto qui-

le due la guardarono con occhi sognanti –tu non sai quanto sei fortunata..sei fidanzata con il ragazzo più popolare della scuola, e hai un bellissimo e affascinante  datore di lavoro..- -ma dai cosa dite..piuttosto quand’è il compito di inglese?- -Non lo sai?! È domani alle prime due ore, e poi c’è anche quello di matematica..- -State..state scherzando..?- -Affatto..lo abbiamo fissato ancora due settimane fa..- -Maledizione, me ne ero completamente dimenticata..- “oggi in oltre devo andare a cercare l’acqua cristallo con le altre, probabilmente in giro ci saranno dei chimeri..e poi ho Anna a cui badare..dove diamine lo trovo il tempo di studiare?!?”.

 

Era sera, e Anna si era addormentata da poco, Strawberry era seduta alla scrivania, sommersa da pile di libri “Possibile che io non riesca a farmi entrare in testa nulla..maledizione!- appoggiò la testa sul libro, con il viso chiaramente stanco “se Mark mi vedesse ora..proverebbe vergogna per me..lui è così studioso e diligente..mentre io..”. La porta della stanza si aprì lentamente e la ragazza fissò il giovane –Volevo solo avvertirti che sono tornato..è tutto a posto?- -Si Anna ha mangiato e ora sta dormendo..nel pomeriggio l’ho lasciata a Kyle, poiché gli alieni hanno attaccato un centro commerciale con un orribile chimero..ma la minaccia e stata sventata..tu piuttosto dove sei stato?-

-Alla mia casa al mare..laggiù ho un altro laboratorio, dove ho raccolto dei dati che potranno essere utili per individuare l’acqua cristallo..- -immagino che ti sarai fatto anche una bella nuotata..- -No non ne ho avuto il tempo- -Sarà..- così dicendo Strawberry tornò a fissare il libro, pochi instanti dopo si mise le mani nei capelli mordendosi il labbro inferiore –è inutile non riesco a concentrarmi..quanto sono stupida!- -Che ti prende?- -Che mi prende? Domani ho un compito di inglese e uno di matematica, sono le nove di sera e io devo ancora studiare tutto..perché oggi ho dovuto correre dietro ai chimeri, e poi avevo Anna a cui pensare..i miei voti sono un disastro e non posso permettermi di prendere un’insufficienza nei compiti di domani..però..ho la testa nel pallone, non ci capisco nulla..-. –capisco..torno subito- lo sentì scendere le scale e risalire poco dopo con due tazze di caffè fumante, le poggiò sulla scrivania, prendendo una sedia e posizionandosi accanto alla ragazza –Allora fammi vedere dov’è il problema..- lei lo guardò stupita  -che stai..che stai facendo?- -Mi sembra ovvio..ti aiuterò a studiare, farò in modo che tu abbia dei voti eccellenti..- -dici..dici davvero..?Ma se una volta quando ti ho chiesto di aiutarmi con i compiti, mi hai risposto che mi dovevo arrangiare o pagarti..- -Si..ma allora avevi oziato tutta l’estate, tralasciando il tuo dovere..la situazione adesso è un po’ diversa..fammi vedere cosa devi studiare di inglese..- -ecco..il periodo vittoriano..- -Interessante..- -come no?!- -se parti già di malavoglia non concluderai nulla..e poi non puoi imparare tutto a memoria..- -e cosa dovrei fare..?L’inglese non è il mio forte..ti ricordi quando invitasti al caffè quella bravissima pianista americana..?!?Beh non capivo una parola di ciò che diceva-

-l’inglese non è difficile- -per te è facile palare visto che sei mezzo americano!- -vuoi prendere un bel voto si o no?- -..si..-  -Prima di tutto facciamo un riassunto generale, traducendolo, dopodiché penseremo a studiarlo..dunque..-. Ryan si mise a spiegare con molto pazienza, era davvero bravo, e Strawberry rimase incantata dal suo modo di sapere le cose e di spiegarle, incredibilmente sentiva di stare apprendendo tutto ciò che il giovane le diceva. Le spiegava, poi la faceva ripetere, e le insegnava la giusta pronuncia, e il modo corretto di scrivere, ogni tanto facevano una pausa per trangugiare caffè, dopodiché si rimettevano al lavoro, il tutto risultò a Strawberry talmente piacevole, che si dimenticò la stanchezza. –Mi sembra che con l’inglese siamo a posto..sai tutto quello che c’è da sapere sul Victorian age…che ore sono?- guardò l’orologio notando che era quasi l’una –beh dobbiamo sbrigarci per fare matematica..- -sono pronta!- Ryan si sorprese di quanto la ragazza fosse arzilla e vogliosa di apprendere –sicura di sentirti bene?- -che domande..sto benissimo..allora cos’è questa roba?- -sono formule algebriche da applicare a questi esercizi che ora andiamo a fare..prova a risolvere questo problema- -ok..allora..ehm..che cos’è?- -Ve bene mi sa che ci toccherà partire da principio..- il giovane prese una penna ed un foglio cominciando a spiegare, e Strawberry trovò che la matematica non era poi così difficile. Sfiniti si abbandonarono sulle sedie, la ragazza chiuse gli occhi, addormentandosi e lasciandosi cadere tra le braccia di lui

–Grazie Ryan..- sussurrò mentre il giovane accennando ad un sorriso, la prese in braccio, distendendola poi sul letto –buona notte Strawberry-.

***

La campanella della scuola annunciò la fine delle lezioni, una ragazza con i codini e il viso particolarmente gioioso, si precipitò fuori dall’edificio, con il sorriso stampato in faccia

–Strawberry aspettaci..- le sue amiche la rincorsero, lei si fermò e fu raggiunta nel cortile –ma dove vai cos’ì in fretta..non ci hai dato nemmeno il tempo di complimentarci..hai preso i voti più alti di tutti oggi..ma come hai fatto?- -Con una buona dose di studio..e un po’ di aiuto!- esclamò contenta stringendo i fogli dei compiti, le due la guardarono scettiche –e ora dove vai così di corsa?- -vado al caffè..anzi sono già in ritardo..- -Non mi saluti nemmeno..- una voce la fece voltare di scatto

–Mark..-  -finalmente riesco a parlarti..sei sempre di corsa- -Noi vi lasciamo soli- esclamarono le due ragazze allontanandosi. –Allora.. ti vedo particolarmente contenta..- -Lo sono..- -Posso chiederne il motivo?- -Mi sono andati particolarmente bene due compiti in classe- -fa vedere!- la ragazza porse i fogli al moro, che sorrise –accidenti hai preso il massimo..sono proprio fiero di te!- -grazie..ma non è solo merito mio..- disse arrossendo –Come no?! La solita modestona.. Piuttosto..- il suo viso si fece serio –possiamo vederci nel pomeriggio..avrei bisogno di parlarti..-

-d’accordo ma..è successo qualcosa?- -Nulla di che..ho solo voglia di parlare un po’ con te..- -Va bene..allora ci vediamo dopo..ora scusami ma sono in ritardo al lavoro-. Strawberry corse via, senza dare il tempo a Mark di fissare l’ora e il luogo dell’appuntamento. La ragazza era troppo ansiosa di dire i risultati a Ryan, entrò nel caffè come una furia, prendendo Anna dalle braccia di Mina, e baciandola sulla guancia –Ciao tesorino mio- esclamò stringendo la piccola, che la ripagò con un sorriso –ehi ti vedo piuttosto euforica- -Lo sono Kyle..dov’è Ryan?- -beh credo sia in laboratorio..- -Grazie..oh puoi tenere Anna per qualche minuto- -certo- lasciò la bambina a Kyle, e si diresse a passo spedito verso il laboratorio, spalancando la porta –cos’è in arrivo un uragano?!- esclamò il ragazzo voltandosi verso di lei, Strawberry non badò al commento ironico, e gli gettò le braccia al collo, urlando di contentezza –ce l’ho fatta..ce l’ho fatta..ho preso dieci in entrambi i compiti ed è tutto merito tuo!-

lui le mise un dito sulla fronte spingendola indietro –il merito è solo tuo e alla tua capacità di apprendere così velocemente-. Incredibile le aveva fatto una sorta di complimento, si sentì arrossire, mentre impacciata liberava il ragazzo dall’abbraccio –anche se c’è da dire che se non fossi venuto a darti una mano saresti rimasta li a rimuginare sul da farsi, senza concludere niente!- “ovvio..come potevo illudermi che mi facesse un complimento senza aggiungerci una nota velenosa..” pensò lasciando cadere le braccia –e va bene..senza di te non avrei combinato nulla..soddisfatto?!?- -più o meno..forse dovresti idolatrarmi ancora un po’- -ora non esageriamo razza di opportunista!!- lui sorrise ironico, dopodiché si sedette al computer –io pensavo di andare a casa per far mangiare Anna ..tu vieni con noi?- “ma cosa dico..mi sto comportando come se fossimo realmente sposati..” rimase sorpresa dalle sue stesse parole –non ce n’è bisogno..le ho già dato da mangiare prima, e Mina e Paddy si sono offerte di occuparsi un po’ della bambina..in quanto a te..hai una missione da compiere oggi..- -e cioè?- -tu e Pam andrete alla fermata della metropolitana sotto la torre della televisione, Mash ha captato un segnale alieno, è probabile che ci sarà un attacco..puoi portare con te anche Lory e..Mark..- Strawberry lo guardò sorpresa –vuoi dire che anche il cavaliere blu parteciperà alla missione?- -Infatti..dovresti essere contenta..- -Si lo sono, è solo che credevo che tu..fossi contrario..- -Non sono convinto che sia una scelta giusta, tuttavia sarà in grado di proteggervi se le cose dovessero mettersi male..lo contatterai una volta arrivati alla torre..e..- -che c’è?- -strano non rilevo più alcun segnale..possibile che..il nemico sembra essersi dileguato- -chissà magari hanno cambiato obbiettivo..- -Non ne comprendo il motivo..il computer non rileva nulla..dannazione..per il momento il vostro intervento è sospeso-

-Meglio così- -ma che dici?- -Non mi sento di combattere chimeri oggi..sono troppo di buon umore, e poi ho un appuntamento con Mark, al quale non posso certo mancare..certo mi servirebbe una mezza giornata libera..- disse lei ottenendo il suo scopo –e va bene per oggi ti farai sostituire da Paddy, ma domani non voglio sentire scuse!- ah grazie sei un angelo..- così dicendo uscì dal laboratorio tutta felice. “Già..un angelo” pensò malinconico Ryan, buttandosi indietro con la sedia.

-Vi prego ragazze potete badare ad Anna..solo per oggi..- -e va bene ma ci devi un favore!- disse Mina a braccia conserte, -Certo qualsiasi cosa! Anna adesso ehm mammina deve uscire un po’, tu fai la brava con le zie, e non farle arrabbiare ok?- -tì- -brava la mia stellina!Allora a dopo-.

***

AL PARCO

Mark la stava aspettando vicino alla fontana, si erano telefonati per stabilire il luogo dove incontrarsi visto che la mattina Strawberry era praticamente scappata via –Mark- -eccoti qui..sei venuta di corsa?!?- -Già..avevo tanta voglia di vederti- -anch’io..- -sta mattina hai detto che dovevi parlarmi..- -Si..vedi, il fatto è che da qualche giorno mi sembra che tu mi stia evitando..questo mi spaventa, ho paura che tu ti stia allontanando da me..- -No questo non è vero..è che ho avuto parecchi impegni che..non mi hanno permesso di vederti..- la ragazza abbassò il capo, Mark l’abbracciò, e lei poteva sentire il suo cuore battere freneticamente –Se c’è qualcosa che ti turba, voglio che tu me lo dica..sto male nel sentirti lontana, soprattutto ora che tra noi non ci sono più segreti, che so che sei una mew mew, come tu sai che io sono il cavaliere blu..- “ è vero tra noi non devono esserci segreti..” pensò la ragazza, sedendosi sulla panchina, con il viso appoggiato alla spalla del suo ragazzo (che io detesto!nda)  -Mark il fatto è..- era decisa a raccontargli di Anna, in fondo perché doveva tenerglielo nascosto? –Maoooo- sobbalzò, osservando che qualcosa le era saltato sulle ginocchia –Rya..cioè un gatto- esclamò lei, osservando gli occhi azzurri del micio

–Conosci questo gatto?- domandò Mark, osservandolo sorpreso –Diciamo che bazzica spesso vicino a casa mia..ultimamente in particolar modo- -miaoooo- -Ma perché si lamenta così, forse sta male..- Mark allungò la mano per accarezzarlo, ma ricevette una zampata –fffffff- -Ry..anzi brutto cattivo, perché lo hai graffiato..- -Miaooooo- Ryan sembrava disperato, senza contare che i dieci minuti stavano per scadere –Miao miaooo (digli che mi devi portare dal veterinario!)- -cosa?-

-miaooo (tu diglielo e basta ma sbrigati è urgente)- -Strawberry stai..stai parlando con un gatto?-

-ehehe già..è una delle capacità che ho acquisito avendo il dna di un gatto..purtroppo non sta bene e vuole che lo porti dal veterinario- -vuoi che ti accompagni?- -no..non è necessario..ti telefono sta sera..-  “perdonami Mark”. Strawberry prese in braccio il gatto e cominciò a correre sparendo tra gli alberi del parco; una luce blu l’accecò e cadde all’indietro, riaprì gli occhi quasi subito, andando ad incontrare quelli acqua marina di Ryan, lo cingeva alla vita, mentre i loro visi erano poco distante l’uno dall’altro, lei assunse una tonalità porpora, -e alzati!- gli intimò. Mentre lui ubbidì subito –potevi fare a meno di prendermi in braccio, sapevi che mi sarei trasformato!-

-Spero per il tuo bene, che l’aver interrotto il mio appuntamento con Mark abbia come motivazione una cosa urgente..altrimenti è la volta buona che ti prendo a calci!- -Ho provato a chiamarti al cellulare ma non è colpa mia se lo tieni sempre spento! Così l’unico modo per interrompere meno traumaticamente il tuo idillio amoroso con quello, era venire a chiamarti in versione gatto..ma poi cosa sto qui a darti spiegazioni a fare..dobbiamo correre dal dottore- -perché?- -Anna sta male!-

-cosa?- il viso di lei si fece chiaramente preoccupato –Ma perché, cosa è successo?- -Continuava a piangere e le è salita la febbre, Lory e le altre l’hanno portata dal medico, ma lei continua a chiamare mamma e piangere..- senza ascoltare altro, Strawberry si mise a correre, ma fu afferrata da Ryan –ferma- -devo correre all’ambulatorio- -ho la moto qui appena fuori dal parco, faremo prima..avanti andiamo-.

***

-Non nulla di grave,una lieve influenza, in un paio di giorni starà già meglio..- disse la dottoressa appena finito di visitare la bambina –Non ha bisogno di nessun medicinale?- chiese Strawberry prendendo in braccio Anna –No..la cura migliore è aria buona e tante coccole- -va bene..la ringraziamo molto-.  Fuori dall’ambulatorio Anna aveva ripreso a sorridere contenta di avere entrambi i suoi genitori li vicino –Torni al caffè?- domandò Mina a Strawberry, mentre quest’ultima scosse il capo –Preferisco portare Anna a casa- -ti accompagno- disse Ryan affiancando la ragazza

-certo che se non sapessimo come stanno realmente le cose, sembrereste davvero una coppia di sposini- -Ma cosa dici Paddy!- intervenne Lory contrariata –Noi torniamo al caffè, ci vediamo più tardi- così dicendo le quattro ragazze si allontanarono, lasciando la “famigliola” da sola –Sai Anna mi hai fatto davvero preoccupare..- -scusa mamma- -è meglio portarla a casa ora, credo debba riposare-    -si hai ragione..ma non possiamo portarla in moto- -questo lo so..la lascerò qui, più tardi mi farò accompagnare da Kyle a riprenderla..passiamo per il centro?- -si va bene-. I due si incamminarono raggiungendo le vie del centro, sempre affollate di gente –sembra di andare contro un fiume in piena- si lamentò Strawberry scansando i passanti , notò di avere lo sguardo di molta gente puntato addosso –hai visto come è giovane quella ragazza..ha già un bambino..- -sono davvero una bella coppia..lui poi è così carino- -non trovi che siano troppo giovani per aver già messo al mondo un bambino..-. La ragazza avrebbe voluto sprofondare –li senti..?- mugugnò, notando che invece Ryan non sembrava badarci –che ti importa di ciò che dicono..- disse semplicemente, -beh è..un tantino imbarazzante che ci..considerino sposati e già genitori..-

-sarebbe imbarazzante anche se al mio posto ci fosse Mark?- la voce di Ryan era fredda, e Strawberry rimase del tutto spiazzata da quella domanda –co..come?-  balbettò fissando il giovane che continuava a camminare –nulla lascia perdere..ci conviene prendere la metropolitana altrimenti non arriviamo più- lei non disse nulla e lo seguì, nel giro di venti minuti si ritrovarono davanti alla porta di casa. La segreteria conteneva ben tre messaggi, Strawberry premette un tasto per ascoltarli 1) Strawberry possibile che tu sia sempre in giro..tua madre e d io non tolleriamo questo comportamento..richiama appena arrivi a casa..capito?!! 2) Strawberry sono Kyle..vorrei che dicessi a Ryan  di fornirmi i nuovi dati via e-mail..grazie. 3) Ultimamente sei come una stella cadente..non faccio ora a vederti che tu già scompari..mi manchi tanto Strawberry. NON CI SONO ALTRI MESSAGGI.

-Non gli hai ancora parlato di Anna?- quella domanda la colse alla sprovvista –a dire il vero..no-

-…non dovevate dirvi sempre tutto?- -piantala Ryan..è complicato ho paura che..- -lui si arrabbi sapendo della nostra convivenza forzata..non ne vedo il motivo, piuttosto il vero guaio salterà fuori quando saprà che glielo hai tenuto nascosto..- -questo lo so anch’io..è che non so..ogni volta che provo a dirglielo, mi blocco..è stupido ma è così- -Significa che in fondo non vi fidate l’uno dell’altra- -Ma tu cosa ne sai?- domandò lei chiaramente irritata  -so che tu e Marck vi amate, perciò perché farvi problemi che non ci sono..sii sincera con lui, e tutto tornerà a posto, se inizi a mentirgli, crederà che lo stai prendendo in giro- la voce di Ryan era seria, e Strawberry rimase di stucco nel sentire pronunciate quelle parole “so che tu e Marck vi amate..” dette da Ryan quelle cose suonavano in un modo strano, quasi fastidioso –si hai ragione..domani usciremo e io, glielo dirò-

-Alleluia!tks potrei aprire un centro di consulenza amoroso- -Come no!Piuttosto perché hai graffiato Marck..?- -Graffiato è una parola grossa, l’ho semplicemente allontanato, essere accarezzato da un ragazzo non rientra proprio tra le mie aspirazioni- -Comunque hai esagerato!-

 -domando scusa allora..mio dio quanto sei suscettibile!-  -mai più di te!- ribatté l’altra facendo una linguaccia.

-Ryan visto che domani esco con Marck…potresti badare tu ad Anna?- -..si la porterò al caffè-

-la dottoressa ha detto che ha bisogno di aria buona e coccole, non vorrai rinchiuderla nel caffè mentre tu traffichi con i computer..- -Ti pare che io abbia qualche scelta?!..Non so se lo hai notato, ma il fatto che gli alieni non si siano ancora fatti vivi, è assai preoccupante..- -io ora sono preoccupata per Anna..non voglio che stia sola..- -e allora perché non la porti con te..sarebbe l’occasione giusta per parlare e spiegare le cose al tuo ragazzo..- -non so..non vorrei..si che insomma Anna ci rimanesse male..- -di cosa?- Ryan notò che la ragazza era arrossita –beh del fatto che mi veda assieme ad una persona differente da quello che lei considera il suo papà..- lui la studiò sorpreso –non ti facevo così scrupolosa..o è semplicemente una scusa per non dire ancora la verità a Marck..io proprio non capisco di cosa hai paura..-. Lei lo guardò offesa –perché devi avere sempre conclusioni negative quando si tratta di me..- -mi viene naturale..- -io proprio non ti sopporto..buona notte!- -vai a letto senza cena?!?- -Mi è passata la fame..- -eh..va bene domani starò a casa con Anna..sei contenta?!-  -che immane sacrificio..- -cosa stai insinuando? Credi che non voglia bene ad Anna?!?- -Se tu le volessi bene non faresti così tante storie per tenerla un pomeriggio!- ecco che cominciavano a litigare, ormai doveva essere ordinaria routine, ma Ryan si arrabbiò di brutto

.-Puoi dire ciò che vuoi..ma non ti devi azzardare ad affermare che non voglio  bene ad Anna, mi hai capito?! Buona notte!- si diresse a passo spedito nella stanza degli ospiti, sbattendo la porta.

***

La mew gatto non riusciva a prendere sonno, ogni tanto lanciava un occhiata alla bambina, che dormiva beatamente accanto a lei, da quando l’avevano trovata, quella era la prima volta che Ryan e Strawberry avevano avuto una discussione così accesa “non ti azzardare a dire che non voglio bene ad Anna” le aveva urlato dietro, prima di sbattere la porta. – Forse ho esagerato..- pensò lei a voce alta, mentre fuori  si cominciava a sentire il suono dei grilli “Ryan è così diverso da Marck..con lui non faccio altro che discutere, forse perché entrambi siamo due teste dure..non ne ho mai capito il motivo, ma già dalle prime volte che avevo cominciato a lavorare al caffè, Ryan non mi trattava certo coi guanti di velluto..anzi, mi rimprovera sempre per qualsiasi cosa quell’antipatico!..C’è anche da dire però, che ogni volta che sono in difficoltà, ho la certezza che Ryan è sempre disposto ad aiutarmi..perché? Tutto questo non è un controsenso?!? Forse lo fa perché io delle 5 detengo il potere maggiore, e se mi succedesse qualcosa il progetto potrebbe non riuscire..ma allora perché quando ho qualche problema, lui in un modo o nell’altro riesce a farmi rinsavire? E  un enigma per me..a volte credo che mi detesti, altre presumo di essergli indifferente..anzi semplicemente credo mi reputi una bambina…” . Strewberry si alzò, visto che prendere sonno, sembrava essere un’impresa impossibile, si diresse verso il terrazzino nel corridoio, notando con sorpresa che anche Ryan, stava appoggiato alla ringhiera, con lo sguardo perso nel vuoto. “Che faccio..torno in camera?Non vorrei si arrabbiasse di nuovo..” mentre lo pensava, la ragazza fece un passo indietro –Ti ho sentita..- al suono di quella voce, si bloccò, notando che il battito cardiaco era accelerato –beh allora, hai intenzione di rimanere li imbambolata?- lei scosse il capo, uscendo sul terrazzino –perché non dormi?- gli chiese, senza però guardarlo –potrei farti la stessa domanda..- -Non riesco a dormire…prima non intendevo dire che tu non vuoi bene ad Anna, so bene quanto tieni a lei..mi sono espressa male..- -Dovresti cercare di darti una regolata..- il tono del biondo era severo, e Strawberry abbassò lo sguardo –hai ragione..- sussurrò, lasciandolo sorpreso –sei come Nemes..- disse osservando il cielo, lei non comprese e lo guardò curiosa –come chi?- -Nemes..è una stella! Una volta all’anno a causa del lavoro di mio padre, i miei mi portavano in Scozia..a mio padre piaceva molto, per lui era una terra di ricerca..per mia madre invece era il paese delle favole..sebbene io non vi credessi, lei riusciva sempre a trasmettermi quella magia che respirava, inventando storie fantastiche su castelli, grifoni alti, elfi e regni mitici..mi faceva sognare..Una notte, ricordo, eravamo in un albergo fuori Edimburgo, io provavo un enorme nostalgia di casa, la stanza dove dormivo era arredata con mobili pesanti, la luce era fioca,  il tutto aveva un aspetto sinistro, mia madre entrò, e mi prese per mano avvicinandomi alla finestra, il cielo era pieno di stelle,non ne avevo mai viste così tante, così luminose, credevo che se avessi allungato la mano, avrei potuto raccoglierle, tanto erano vicine..ce n’era una in particolare che attirò la mia attenzione..Non era molto grande, ma brillava incredibilmente..domandai a mia madre come si chiamava e lei mi disse: Nemes. La figlia del sole e della luna..- Strawberry sembrava come un bimbo incantanto ad ascoltare una favola –Nemes di tutte le stelle era la più vivace, spesso combinava dei disastri..facendo arrabbiare le altre stelle, a volte si cacciava in guai seri, ma riusciva sempre ad uscirne, con un sorriso luminoso, dentro se racchiudeva una forza e un coraggio invidiabili, e anche se spesso ne dubitava e si reputava goffa e bambina..sapeva bene di essere speciale e di riuscire a brillare anche più delle stelle che sembravano più grandi e sagge..Eccola. la vedi?..é quella, così brillante e bella che si vorrebbe afferrarla e tenerla con se..ma invece è irraggiungibile..bisogna osservarla da lontano..non ho altra possibilità- la voce di Ryan era malinconica, si passò una mano tra i capelli biondi, accennando ad un sorriso ironico –Tks questo non è proprio da me..- disse rivolgendo il viso verso Strawberry, la ragazza aveva gli occhi languidi e sorpresi –ehi..che hai?!? Mica ti sarai commossa a sentire questa favoletta?Non ti facevo così sentimentale..- -Non credo sia una favoletta..i tuoi occhi erano luminosi mentre la raccontavi..-

-Sarà..comunque credo sia meglio andare a dormire..-

-Ryan..- -si?- -perché hai detto che..che sono come Nemes?- la domanda lo colse alla sprovvista, ma tentò di mantenere la sua solita aria strafottente –Forse ho bevuto..- disse ironico, facendole un cenno con la mano –vado a letto..la stanchezza mi fa dire cose strane- -non ti smentisci mai tu!- bofonchiò Strawberry vedendolo rientrare nella stanza. Lei rivolse nuovamente il viso al cielo “Nemes” pensò, prima di dirigersi anche lei nella sua camera.

 

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Capitolo 6
*** 6 ***


-Ryan..Ryan!- -Umpf..che c’è?- -Alzati sono le nove passate..dopo ti lamenti che sono io la dormigliona, invece sono molto più mattiniera di te!- Strawberry aveva le braccia conserte e un’aria impaziente –è un caso eccezionale..ti sei svegliata di buon ora solo perché esci con Mark..altrimenti saresti rimasta a ronfare fino a mezzogiorno!- ribatté il biondo stiracchiandosi

-Non esageriamo..piuttosto..che te ne pare..sto bene vestita così?- la mew, fece una piroetta, aveva un semplice vestitino bianco in lino, lievemente scollato, che pure le donava moltissimo, Ryan la guardò un po’ imbambolato –si..stai bene- -Ok..allora io vado..- disse arrossendo, pensando all’appuntamento con Mark – Anna ha già fatto colazione, l’ho anche già lavata..devi solamente vestirla..è giù che guarda la tv..allora ci vediamo più tardi!- -si yahm ok- il biondo sbadigliò. Strawberry era intanto scesa, aveva dato un bacio ad Anna,e poi era uscita. Ryan si buttò sotto la doccia, lasciando che il forte getto dell’acqua lavasse via quella strana ansia che l’opprimeva. Indossati dei jeans neri e una camicia bianca, scese nel salotto: Anna stava guardando la televisione, ma distolse subito l’attenzione, non appena il suo bel “papà” fece  ingresso nella stanza. –Papà!-

-Ehilà buon giorno Principessa!..Dormito bene?- -tante nanne- -Hai fatto tanti bei sogni..sei andata nel paese delle fate?- la bimba annuì sorridendo –Che dici..ci vestiamo e poi andiamo a trovare lo zio Kyle?- -cì! Anche mamma?!?- -Oggi la mamma starà via per un po’..ma vedrai che ci faremo compagnia..su vieni qui..- Anna corse tra le braccia del ragazzo, che la prese in braccio –Di che colore ci vestiamo?- -zurro- -Azzurro..vediamo..- il giovane frugò tra gli acquisti che Strawberry aveva fatto per Anna, trovando  un vestitino a maniche corte, celeste, -voilà! Sei proprio una principessa..ora stai qui sul divano buona buona, che papà si mangia qualcosina, e poi facciamo una bella passeggiata fino al Caffè Mew Mew- -mew mew- -esatto- la baciò sulla fronte, dirigendosi verso la cucina, fece appena in tempo a mettere in bocca il primo morso di toast, che il campanello prese a suonare –e ti pareva!- bofonchiò, -papà..din don- -si amore..ora vado ad aprire- “chi diavolo è che rompe le scatole a quest’ora” Ryan aprì la porta, trovandosi davanti, Pam, Mina e Paddy

–Buon giorno Ryan- dissero in coro, mentre lui le guardò un po’ esasperato –che fate qui..non dovreste essere al lavoro?- -Kyle ci ha dato il giorno libero- disse Paddy sfoderando un sorriso sornione, -Si vede che manco io..Kyle è troppo buono- sfotté ironico –Poco ma sicuro..piuttosto..Strawberry?- -è uscita..- -scommetto che aveva un appuntamento con Mark, quella fannullona..- -ci hai azzeccato Mina..piuttosto come mai qui?- -Vorremmo Anna in prestito..- tagliò corto Pam, guardando il biondo, -in prestito..mica è un pacco- -Quello che Pam vuol dire..è che, ci piacerebbe se tu ce la lasciassi per questo pomeriggio..- aggiunse Mina –Già..e poi tre baby sitter ti servono, come farai a lavorare e badare ad Anna contemporaneamente?!- -Cosa c’è sotto Paddy?- la saru fece un sospiro –e va bene..hanno aperto un nuovo centro pieno di giocattoli..io potrei andarci senza problemi, ma queste due si sentono a disagio..quindi se avessimo con noi una bimba..beh sarebbe meno imbarazzante- Pam e Mina arrossirono un po’ –perché non portare i tuoi fratellini?- -sfascerebbero il negozio..e poi la verità è che Anna è così tenera e dolce, che è un piacere tenerla..non è giusto che ve la godiate solo tu e Strawberry..dopotutto noi siamo le sue ziette!- -E va bene..in fondo io dovrò stare dietro ad un computer per buona parte della giornata..finirei col trascurarla, e non voglio certo che si rattristi…- Ryan si girò, verso la bimba, che a piccoli passi era giunta sulla soglia –Che dici Anna..vuoi andare a fare un giretto con le zie?-

-tu dove vai?- -Papà deve andare dallo zio Kyle..ma ti prometto che sta sera, giocheremo insieme..e ti dirò di più..domani ti porto in un posto speciale!- -paese fate?!?- domandò lei speranzosa.

–proprio così..ora dai un bacio a papà-. –Quanto sono teneri..non trovate che Anna gli somigli?-

chiese Paddy sotto voce –Si un po’ si somigliano- bisbigliò Mina. –Ragazze ecco il passeggino, nella borsa ci sono i pannolini, il biberon, il ciuccio e le salviettine ah e ovviamente i soldi..non fatele bere roba fredda mi raccomando!- -Che premuroso! Non ti preoccupare, saremo bravissime- così dicendo la mew bionda, prese in braccio la piccola –Su Anna andiamo..-, Anna si voltò per salutare Ryan, con la manina, dopodiché si allontanò con le sue zie provvisorie.

***

Il centro era affollato, Marck le aveva dato appuntamento davanti a una gelateria, ed era già li ad attenderla.- Marck..sono qui!- il ragazzo si voltò, vedendo Strawberry che gli correva incontro, salutandolo con la mano –Ecco qui la mia gattina- disse dolcemente, lei arrossi, sentendo le orecchie spuntarle –ah-tentò di coprirsele con le mani, e Marck le venne in aiuto, coprendole con le sue –mi spiace- disse lei afflitta –e di cosa?..Sei tenerissima in versione micio- -dici davvero?-

-assolutamente- Mark tolse le mani, le orecchie non c’erano più. Lui le prese la mano, e cominciarono a passeggiare, per le vie del centro –Sai sono felice che oltre a sabato ci siamo visti anche oggi- -anch’io sono molto contenta..quando non ti vedo è come se..mi mancasse l’aria- sussurrò con il cuore che le batteva forte –ti amo Strawberry- -oh Marck- (io nel frattempo posso vomitare?!?! Nda) – come sta il gatto?- -eh?- -si..il gatto che ieri hai portato dal veterinario-

-ah..sta bene..non..non aveva niente di grave- -per fortuna..da come si lamentava, sembrava avesse davvero un gran male- -ehm..già- -Strawberry..- -si?- -ti andrebbe di..fare una gita insieme da qualche parte questo fine settimana?- -intendi..io e te..da soli?- -si..che ne dici?-, il cuore batteva forte, una gita da sola con Marck..era quello che aveva sempre desiderato..

***

-è inutile che continui a trafficare con quel computer..non rileva nulla- -Non sei preoccupato Kyle?Gli alieni non si sono più fatti vedere..temo  stiano tramando qualcosa..detesto questa situazione- Ryan batté i pugni sul tavolo senza distogliere lo sguardo dallo schermo –lo so, ma per il momento tutto ciò che possiamo fare è tenerci pronti..è inutile fondersi il cervello, tanto più che mi pare che oggi la tua mente sia da un’altra parte..- -a cosa stai alludendo?- il biondo squadrò l’amico che fece spallucce –mah..nulla di particolare..Anna come sta?- -bene..oggi era bella vispa, Pam e le altre l’hanno portata al nuovo toys center-  -nessuna notizia dei genitori?- -l’investigatore che ho assunto, non è riuscito a trovare ancora nulla, sembrano essersi eclissati- -e Strawberry..?- -è fuori con Marck..- -no intendevo, cose ne pensa lei di questa faccenda..?- -a dire il vero non ne abbiamo mai parlato seriamente..sarà ora di farlo..- -lo credo anch’io..ma per il momento perché non ti prendi anche tu una pausa?!- -cioè?- -oggi tutti sono in giro a divertirsi, tu non vorrai stare qui ad ammuffire?- -voglio ricordarti che teniamo le sorti del pianeta?- -bisogna anche svagarsi ogni tanto però..hai bisogno di distrarti e respirare un po’ d’aria..- -Già forse mi converrebbe andare a fare quattro passi..ma e il locale?- -Potremmo tenerlo chiuso per oggi, tanto tutte le ragazze sono fuori..eccetto Lory- -dov’è?- -ha voluto risistemare la cucina- -vado a scambiare quattro chiacchiere con lei..se succede qualcosa, informami!- -sarà fatto-. Lory stava riordinando alcuni scaffali, non indossava la divisa da cameriera, ma dei jeans, con una maglietta rosa attillata, aveva i capelli stranamente sciolti, che le scendevano lunghi e mossi, lungo le spalle, Ryan non poté fare a meno di pensare che era molto carina –lavori, mentre le altre si divertono?- disse facendola sobbalzare e arrossire –R..Ryan..beh io..non sapevo che fare e allora..mi sono messa un po’ a riordinare- -la solita diligente..tu si che hai il senso del dovere..- -non esageriamo..sono anche una gran pasticciona- disse, osservando il pavimento, con il viso sempre arrossato –Lory..- -s.si?- -ti va di..andare a fare quattro passi..il caffè così vuoto è davvero malinconico, e con una giornata come questa rimanere dentro è un vero peccato- gli occhi della ragazza si illuminarono di felicità

-molto volentieri!- esclamò contenta.

***

-Potremmo partire domani sera e rientrare domenica..che  ne dici?- Strawberry era contenta di quella richiesta, ma come fare con Anna? No, non poteva, ed era venuto il momento di raccontare tutta la storia al ragazzo –Sai Marck..mi piacerebbe molto, ma proprio..non posso- disse abbassando lo sguardo –Già forse è prematuro lasciare la città, gli alieni potrebbero attaccarla..- -si ma..non è solo per questo..vedi, ieri stavo tentando di parlarti di una cosa, prima che Rya..cioè quel gatto ci interrompesse..-  lui la guardò con aria preoccupata –è successo qualcosa che non so?- -No..cioè si-

-vieni sediamoci in questo bar, così potrai spiegarmi tutto con calma- lei annuì e si sederono. Il bar era piccolo ma carino, aveva dei tavolini fuori, contornati da aiole multicolore, i due giovani presero posto in uno di questi, da dove era possibile vedere la strada e l’enorme centro commerciale appena aperto..

****

-Ragazze questo posto è enorme..guardate che carini quei peluche!- -Paddy smettila di correre come una furia..tra te e Anna non so chi sia la bambina!- -oh Pam non fare l’antipatica..- ribatté la biondina, spingendo il passeggino –oh guardate quel carillon..non è bello?!- esclamò, notando l’oggetto su uno scaffale, nel centro vi erano raffigurati una fata e un principe che ballavano

–guardate come sono belli..mi ricordano qualcuno- continuò la biondina avvicinandosi, anche Anna fece chiaramente capire che voleva vedere l’oggetto più da vicino, così Paddy la tirò giù dal passeggino, facendola avvicinare allo scaffale –aspetta che lo carico Anna, così sentiamo che melodia ha..- Mina caricò il carillon: i due personaggi al centro iniziarono a girare sulle note di una famosa melodia, Anna osservava incantata,poco prima che il carillon smettesse di suonare, la piccola si imbronciò, gli occhi le divennero lucidi –papà..mamma- sussurrò con una vocina carica di malinconia, si guardò attorno, c’erano tante famiglie che compravano giocattoli, ma di Ryan e Strawberry nemmeno l’ombra. –Ha una melodia carina..ricorda quella che utilizza il camion dei gelati..- azzardò Paddy esaminando l’oggetto, -Ma quale camion dei gelati?! Quello era lo schiaccia noci!- -Schiaccia noci?!? Vuoi dire che esiste un camion che vende schiaccia noci..farà affari piuttosto magri!- -Ignorante! Lo Schiaccia noci è una melodia famosissima, la ballano le migliori ballerine del mondo- Mina aveva gli occhi sognanti –Ignorante a me??- -Si esatto..- -Come ti permetti brutta cornacchia!- -Cornacchia a chi, razza di scimpanzé ammaestrato!- (ci vorrebbero Goyjo e Goku) –La volete piantare!- -Ma Pam hai sentito cosa ha detto? Mi ha dato della cornacchia- -Così impari a darmi dell’ignorante- -Smettetela non vedete che vi stanno guardando tutti!- le due notarono gli sguardi puntati su di loro, e all’uniscono abbassarono lo sguardo rosse di vergogna –eh..presumo sia meglio andare- disse Pam sbuffando –già..coraggio Anna andiamo..Anna..? Paddy dov’è la bambina?- -No lo so era qui un attimo fa..- -Non vorrete mica dire che..l’abbiamo persa!- Pam si guardò intorno, mentre Mina e Paddy si lasciarono prendere dal panico –oddio dove sarà..e se qualcuno l’avesse rapita?!?- esclamò la brunetta  -Non dirlo nemmeno..dobbiamo trovarla..e in fretta..se Ryan lo viene a sapere come minimo ci ammazza..-

-Avanti cominciamo a cercare, sarà ancora nel negozio..tu Paddy vai all’entrata, Mina tu a sinistra, mentre io vado di qua, la prima che la trova avverta le altre con la ricetrasmittente.-

****

-Non sapevo ti piacesse la fotografia- esclamò il biondo –e invece si..adoro i libri di foto, soprattutto quelli che hanno come soggetti i paesaggi, il sole che tramonta specchiandosi in un lago, l’arcobaleno sopra la foresta, mentre le nuvole del temporale si allontanano, lasciando spazio ai raggi solari..scusa sto diventando patetica- -Affatto, non lo sei mai..- lei arrossì, mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio –anche a te piace la fotografia?- -Molto..in America avevo anche frequentato un corso, e ti dirò che fare il fotografo per professione non mi sarebbe affatto dispiaciuto- -E allora una volta finita tutta questa storia degli alieni..potresti dedicarti a questa passione- -Magari, si vedrà..e tu, che progetti hai per il futuro?- -beh..a dire la verità, sono molto incerta, non ho per niente fiducia in me stessa..temo che non riuscirò mai a combinare nulla..-

-queste sono tutte sciocchezze!- entrambi smisero di camminare, lo sguardo di Ryan era serio, e Lory lo guardava timorosa –Lory tu hai delle capacità incredibili, sei intelligente, buona e gentile con tutti, sei la prima delle mew che ha compiuto la trasformazione completa..- Lory arrossì, pensando a quel bacio che aveva dato a Ryan, salvandolo dall’annegamento, non capiva dove aveva trovato il coraggio di farlo..forse perché lui in quel momento era privo di coscienza? E se fosse stato sveglio come avrebbe reagito? Se lo era chiesto un sacco di volte, senza potersi mai dare risposta, ciò di cui era certa e non poteva negare a se stessa stava nel fatto che lui le piaceva, era diventato il centro di tutti i suoi pensieri, ma come fare a dirglielo?  -Devi credere in te stessa Lory, perché hai tutte le capacità di riuscire in tutto ciò che vuoi..e poi sei una ragazza anche molto carina te lo posso assicurare- concluse facendole l’occhiolino, cosa che la fece quasi andare in arresto cardiaco, si sentiva le guance roventi, e le tempie martellare –lo..lo pensi veramente?- -Sai che dico sempre quello che penso..non sono certo uno che parla tanto per dire qualcosa- -verissimo!- sorrise lei

“Lory è davvero una ragazza eccezionale, sembra quasi surreale dolce com’è” pensò il ragazzo riprendendo a camminare –Che dici se andiamo al nuovo bar che hanno aperto davanti al centro commerciale..?-  -Quello dove c’è anche il nuovo toys center?- -Già, proprio quello..dicono che abbiano dei frappè eccezionali- -Perché no..ho giusto voglia di bere un bel frappè al cioccolato-

-non sei l’unica- sorridendosi a vicenda, si incamminarono, Lory era al settimo cielo, non ricordava da quanto non si sentiva così felice.

***                                                          

-Strawberry ti prego..non tenermi così sulle spine..mi stai facendo preoccupare- Marck la guardava preoccupato, fece un respiro profondo “perché è così difficile?” pensò, fissando negli occhi il ragazzo –Ecco..vedi..meno di una settimana fa..al parco, io..insomma ho..- -Mamma!- Strawberry sgranò gli occhi, voltandosi di scatto sperando di aver capito male, a pochi passi da lei, due occhi color cioccolato la fissavano lucidi e gonfi per le lacrime  -Anna..- sussurrò Strawberry alzandosi dalla sedia, la bambina le corse incontro, abbracciandola forte –mamma..mamma- -calmati tesoro non piangere sono qui- le disse dolcemente, accarezzando i boccoli castani. Marck invece era ammutolito, era rimasto imbambolato come un idiota ad osservare quella scena incomprensibile

-Anna..ma perché sei qui..dov’è papà?-  domandò, guardandosi intorno cercando di intravedere il biondo, del quale però non c’era traccia –Strawberry scusa..ma..chi è questa bambina?- a quella domanda la ragazza si sentì sprofondare, Anna l’aveva chiamata mamma davanti a lui, e lei come se non bastasse aveva aggiunto “dov’è papà?” –lei..lei è Anna..è la mia..la mia bambina- -c..cosa?-

-No aspetta ti posso spiegare, io volevo parlartene, ma temevo che tu avresti frainteso, che ti saresti arrabbiato, io avrei voluto dirti della convivenza, che però è forzata, ma abbiamo dovuto farla perché Anna ci voleva vicini entrambi, poi comunque abbiamo..o meglio ha pagato un investigatore che li cercasse, ma di loro nessuna notizia, e per questo non posso lasciarla sola, altrimenti sarei venuta volentieri a fare una gita con te..ma fare la mamma comporta un sacco di cose e..- Marck le mise un dito sulla bocca –tesoro riprendi fiato e raccontami tutto con calma..- il ragazzo le sorrise comprensivo, cosa che diede a Strawberry coraggio –io l’ho trovata al parco..non trova più i suoi genitori, e così chiama me mamma..io ho voluto tenerla con me e..- -Sei sempre sorprendente..è per questo che sei così speciale- disse Marck, porgendo poi una mano alla bimba –ciao Anna..io sono Marck- la bimba lo guardò sospettosa –avanti Anna saluta Marck- -tao Mac-  il ragazzo rise –lo sai è davvero dolce..trovo che ti somigli..non ha bisogno anche ti un papà provvisorio?!? Mi piacerebbe provare l’effetto di essere chiamato papà- Strawberry arrossì –tu no papà!- esclamò Anna, mentre Strawberry mandò giù nervosamente la saliva –Scusala..deve ancora mangiare e quindi è un pochino nervosa- -nessun problema..perché non le ordiniamo qualcosa?-

-la vuoi una bella cioccolata Anna?- -si come zio Kyle- -si esatto proprio come quella che fa lo zio Kyle- -lascia Strawberry, vado io a ordinartela..- -ti ringrazio Marck- il moro si alzò dirigendosi verso il bancone

-Anna..mi dici cosa fai qui sola..?- la bambina non rispose, ma divenne silenziosa e con l’aria triste

-Accidenti a Ryan..se questo è uno dei suoi soliti..- non finì la frase, i suoi occhi si puntarono, su una coppia che si stava avvicinando al locale, chiacchieravano e ridevano, lui guardava la ragazza che gli camminava a fianco con una dolcezza tale, che solitamente non le apparteneva. Strawberry avvertì una strana angoscia salirle al petto “Cosa ci fanno Ryan e Lory qui..insieme?” quella domanda le passò nella mente come un fulmine, si sentiva inebetita e non capiva il motivo –Ecco la cioccolata….Strawberry…Strawberry..?- -eh? Oh si..grazie Marck..-  -qualcosa non va?- -no va tut..- -papà!- la vocina della bambina echeggiò, richiamando l’attenzione dei due nuovi entrati,

-A..Anna, ma cosa fai qui e dove sono le zie?- la bambina non rispose, ma si aggrappò alle gambe del ragazzo –possibile che sia qui sola?!?- si domandò Lory ad alta voce, mentre sondava il locale. Strawberry era rimasta inebetita ad osservare la scena, Marck, la gente nel locale, tutti sembravano essere spariti, davanti ai suoi occhi c’erano solo Ryan, Anna e Lory, poco dopo incontrò lo sguardo del biondo, i due si fissarono per qualche attimo, poi il giovane distolse lo sguardo, posandolo sulla persona che sedeva accanto a Strawberry, assunse un’espressione fredda, mentre squadrava il moro che a sua volta lo fissava. Quello strano stato di contemplazione fu interrotto da Lory –Anna ma perché sei qui sola?- -è quello che vorrei sapere anch’io!- disse Strawberry che  si era alzata dalla sedia, ed ora era di fronte a Ryan, con un aria molto arrabbiata –allora Ryan perché Anna è qui?- domandò la ragazza con voce irritata –Non ne ho idea,io..- Strawberry non gli diede il tempo di finire –Non ne hai idea?! Io te l’avevo affidata questo pomeriggio!- -Questo lo so bene il fatto è che..- -Avevi detto che dovevi lavorare, “starò al caffè tutto il pomeriggio” e invece ti trovo qui a spassartela..-

-finiscila e fammi parlare!- il ragazzo alzò la voce –Paddy e le altre sono venute a casa sta mattina, chiedendomi di lasciare loro Anna il pomeriggio- -E perché? Tu avevi di meglio da fare a quanto vedo!- Lory si sentì chiamata in causa –Strawberry..ti posso assicurare che è stata una cosa casuale, io e Ryan non avevamo programmato nulla e..-  -Non dobbiamo certo giustificarci Lory..la tua reazione Strawberry è esagerata- -Esagerata?!? Se io non mi fossi trovata qui, che sarebbe successo ad Anna? Sei tu l’irresponsabile..è colpa tua!- -A dirla tutta è colpa nostra..- all’uniscono Ryan e Strawberry si voltarono, trovandosi davanti le tre mew con l’aria afflitta –L’avevamo portata al toys center qui di fronte..e in un momento di distrazione, l’abbiamo persa di vista..Ryan ci spiace molto-

-Ve l’avevo affidata..avrebbe potuto essere rapita, finire sotto un’auto..non è una bambola!- -ci dispiace davvero- disse Pam, chinando il capo –Ormai è inutile rivangare la faccenda, quel che è successo è successo..per fortuna non è accaduto nulla di grave- così dicendo Ryan sospirò, quasi per calmarsi –papà è arrabbiato?- -Si Anna, sono molto arrabbiato, non ti dovevi allontanare da sola!- il tono severo del ragazzo la fece rabbrividire, dagli occhi cominciarono a scendere dei lacrimoni

-io no volevo- -Non devi farlo mai più mi hai capito?- -Smettila di alzare la voce con lei!- intervenne Strawberry fulminando il ragazzo –deve imparare che certe cose non si devono fare-

-lei non avrebbe fatto nulla se tu avessi mantenuto la promessa e l’avessi tenuta con te!- -ma siamo state noi a chiedergli di lasciarci Anna- intervenne Paddy –Ciò non toglie che io l’avevo affidata a lui..- -Sentiamo, sapendo che probabilmente io sarei dovuto rimanere al caffè tutto il pomeriggio, costringendola a restare reclusa ad annoiarsi, tu al posto mio, non l’avresti lasciata uscire a divertirsi?!?- -Perché non dici piuttosto che volevi uscire con Lory e non volevi Anna tra i piedi!-

-Ti prenderei a sberle..hai la testa più dura del cemento armato!- -E allora spiegami cosa fai qui con Lory!- -Prima di tutto questi non sono affari tuoi!- -Io e Ryan eravamo al caffè..visto che il computer non rilevava..tu sai cosa, abbiamo deciso di prenderci una pausa e uscire a camminare un po’, saremmo rientrati praticamente subito- spiegò la mew verde, tranquillamente –Non serve che le dai spiegazioni, tanto non capisce niente- -ah io non capisco niente?!?- ribatté l’altra furente

–infatti..non vedi ti comporti come una bambina..- -papà mamma..basta-  -tu sei un irresponsabile,pensi solo alla riuscita del tuo progetto, sei un egoista..- -ti stai arrampicando sui vetri, la verità è che hai sempre reazioni esagerate!- -la cosa mi capita solo con te..sei l’unico che mi fa arrabbiare così, non ti sopporto..- -Sai quanto me ne importa!- -Già infatti..non te ne è mai importato niente..- la voce di Strawberry si fece strozzata, sentiva le lacrime salirgli agli occhi “non posso..non posso dargli la soddisfazione di vedermi piangere” prese Anna in braccio –noi ce ne andiamo- senza dare a nessuno il tempo di dire nulla, corse fuori, cercando di allontanarsi il più veloce che poteva da quel  luogo.

 

 

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Capitolo 7
*** 7 ***


Ryan si sentì afferrare per la maglia con un forte strattone –Shirogane perché hai trattato così Strawberry?- la voce di Marck era incredibilmente arrabbiata, il biondo afferrò la mano che lo tratteneva, scostandola in malo modo, -è inutile continuare con le discussioni, tanto più che ci stanno guardando tutti- intervenne Mina per salvare la situazione. –Coraggio andiamo a cercare Strawberry..- continuò Pam, ma proprio in quel preciso istante, i vetri del bar si frantumarono: uno sciame di insetti chimero, fecero il loro ingresso causando il panico generale –Mew Mew vediamo come ve la cavate, vi avviso che i loro pungiglioni sono davvero velenosi!- il piccolo alieno, divertito dal fuggi fuggi generale, scagliò altri chimeri, che diventavano sempre più numerosi

Le quattro ragazze compirono la metamorfosi, aiutate anche dal cavaliere blu, Ryan invece corse in strada, nella speranza di vedere Strawberry ed Anna.

***

La ragazza continuava a correre, tenendo sempre la bimba tra le braccia, una volta giunta al parco si fermò a riprendere fiato, intorno non c’era nessuno, e lei si abbandonò alle lacrime –mamma..no pangere- Anna asciugò con le manine le piccole gocce salate che irrigavano il viso di Strawberry

-Anna..mi spiace tanto- -colpa mia se papà si è abbiato..- -No tesoro..la colpa..la colpa non è tua, però mi devi promettere che non ti allontanerai più da sola..me lo prometti vero Anna?!?- -cì-

-brava la mia piccola- -sei abbiata con papà??- -no..abbiamo solo avuto una discussione..-

-cussione?- -si..ma tu stai tranquilla non è stata colpa tua..è Ryan che ha un carattere odioso e..- “e io ho avuto una reazione esagerata, in fin dei conti Ryan non ha fatto nulla, perché me la sono presa tanto? Cos’è che mi ha fatto così arrabbiare..il fatto che fosse con Lory..?” mentre lo pensava, si sentì arrossire, provava un enorme disagio, e rabbia, tanta rabbia “a me non importa nulla di Ryan, io amo Marck, è lui il mio ragazzo e l’unico con cui voglio stare..chissà cosa avrà pensato di tutta questa situazione? Se almeno gliene avessi parlato subito..” –che ci fai qui tutta sola bambolina..?- Strawberry si voltò di scatto –Ghish..- -Perché quegli occhioni lucidi, il tuo cavaliere in calzamaglia ti ha fatto piangere?!- -vattene- -non ci penso proprio-. Strawberry prese a correre velocemente, nascondendosi tra gli alberi del parco, si acquattò insieme ad Anna dietro ad un grosso cespuglio

-Anna..ora mamma deve allontanarsi un momento..tu devi stare qui buona ed in silenzio..ti prego Anna, è importante che tu faccia come ti dico..ok?- -Cì- -Non uscire da qui per nessun motivo..io ti verrò a riprendere presto..promesso?- -si mamma-, la ragazza diede un bacio alla bambina, poi uscì dal nascondiglio per depistare l’alieno “non devo permettergli di trovare Anna” –Mewberry metamorfosi!-, fece appena in tempo a trasformarsi, che Ghish le comparve davanti –lo sai che in versione gatto sei ancora più sexy bambolina- -Sparisci..non ti è bastata la lezione dell’ultima volta?- -Sta volta il tuo cavaliere blu non è qui a difenderti e nemmeno le tue amichette..perciò nessuno mi impedirà di portarti via con me- -tu non mi porterai proprio da nessuna parte!- -come ti sbagli..io ti voglio bambolina e che tu lo voglia o no riuscirò a portarti via..tu non sarai di nessun altro solo mia..- -Ala del cuore..fiocco di..- -tks..stavolta non mi cogli impreparato, tieni, senti se ti piace..- Ghish lanciò sulla ragazza una fiala di liquido azzurro –cos’è questa roba?- -è una nuova invenzione di Pai, nel giro di pochi istanti rallenta i riflessi e le capacità motorie- sogghignò l’alieno, mentre Strawberry con la vista ormai offuscata, tentò di scappare, ma Gish l’afferrò per un braccio –eh no tesoro..ora dammi un bacio e vieni con me..- il volto di Ghish si avvicinò a quello di lei, tentò di dimenarsi, ma quel liquido stava facendo effetto “non voglio essere baciata da lui..ti prego vieni a salvarmi..ti prego” –sta volta nessuno ti potrà aiutare bamboli..ah- qualcosa afferrò Ghish alle spalle, con un forte strattone fu gettato per terra, Strawberry barcollò, perdendo l’equilibrio, avvertì qualcuno cingerla forte e sostenerla –Strawberry..Strawberry che ti ha fatto?- la ragazza schiuse gli occhi, due specchi celesti la scrutavano preoccupati –Ryan..- sussurrò la ragazza aggrappandosi a lui –va tutto bene  Strawberry..ora ti porto a casa- -stupido essere umano, tu non  la porterai proprio da nessuna parte, lei è mia!- -Staremo a vedere Ghish-  -No Ryan che vuoi fare..?- chiese la ragazza preoccupata, aggrappandosi al bavero della camicia del ragazzo

–cercherò di trattenerlo, tu così potrai scappare..- -Non ti lascio qui solo..e poi c’è Anna nascosta poco distante da qui e..- -allora va a prenderla, di Ghish me ne occupo io- -no ce la puoi fare, lui ha dei poteri che..- le mise un dito sulle labbra, poi la guardò serio –fidati di me..coraggio ora vai..- lei lo guardò per qualche istante, prima di annuire –che state confabulando?..ora biondino mi hai proprio stufato-

Ghish lanciò un fascio di vento, Ryan spinse via Strawberry, e prima che il vento lo raggiunse, riuscì a schivare il fascio –sei agile essere umano..ma saltellare qua e la non ti servirà a nulla- nelle mani dell’alieno comparvero due spade –chiunque osa ostacolarmi viene eliminato, perciò dì addio moccioso-. Strawberry non si era ancora allontanata, Ryan le lanciò un’occhiata –avanti cosa aspetti..vattene- le gridò, la mew gatto tentò di correre, ma si sentiva gli arti paralizzati, tutto intorno a lei sembrava dondolare e perdere volume –io..io non riesco a muovermi- cadde a terra nuovamente –Strawb..ah..- Ryan schivò il colpo di Ghish, appena in tempo, la spada gli aveva solo lacerato una manica della camicia –pensi di continuare a scappare?- così dicendo l’alieno lo attaccò di nuovo –è meglio che te ne vai essere umano, altrimenti ti dovranno raccogliere in pezzi- -questo lo credi tu..e poi  non te la lascerò certo portare via-, Ghish fermò l’attacco sogghignando –così la vuoi difendere?! Ti conviene rassegnarti perché lei sarà mia e solo mia..e ora prendi questo!- SBAM, Ghish aveva tentato di trafiggere il biondo, ma quest’ultimo lo aveva preceduto, dandogli un calcio in pieno stomaco –maledetto essere umano io..- l’alieno alzò gli occhi, cercando di colpire con un pugno il volto di Ryan, il ragazzo però bloccò il colpo, stringendo nella mano destra il pugno dell’alieno, a Ghish sembrò che il polso gli si spezzasse e trattene a stento un gemito di dolore, gli occhi ambrati furono inghiottiti da quelli acqua marina, Ghish sentì un brivido attraversargli il corpo, conosceva quegli occhi..-ma tu..tu sei..- l’alieno balbettò, con in faccia stampata una chiara espressione di incredulità –Fiocco d’acqua- -Fiocco d’energia- le due attaccarono di lato l’alieno, Ghish colpito dal primo attacco di MewLory, riuscì a sparire prima di ricevere anche quello di MewPam –Ryan..Ryan stai bene?- -Si Mew Lory va tutto bene..e grazie di essere intervenuta- la ragazza arrossì, Ryan poi volse il viso verso Strawberry, la ragazza era tra le braccia del cavaliere blu –Strawberry..ti prego rispondimi- la scrollò leggermente e la mew aprì gli occhi

-…Marck.- -come ti senti?- -Non riesco a compiere nessun movimento..è come..se fossi paralizzata- la voce della ragazza era resa tremante dalla paura, Marck la strinse a se, poco dopo i due furono contornati da Ryan e le altre Mew –Ryan..perché..perché non riesco a muovermi?- gli chiese la ragazza con voce flebile, il ragazzo affiancò il cavaliere blu, e la guardò, notando il liquido  che gocciolava dai capelli –Ghish ti ha tirato addosso qualcosa?- chiese il biondo –una..una fiala contenente dello strano liquido- -che ha bloccato i tuoi movimenti…dobbiamo andare al caffè, Kyle analizzerà il liquido e vedrai che troverà un antidoto-. –Ragazzi!- il gruppo si voltò all’uniscono verso Paddy, -presto..io e Mina non ce la facciamo più a tenere a bada i  chimeri insetti, stanno diventando troppo numerosi- -Mew Lory andiamo..- fece Pam lanciando un’occhiata alla compagna

-siate prudenti..- aggiunse Ryan –Forse sarebbe meglio che anche il cavaliere blu venisse con noi..visto che Strawberry non può combattere una mano ci servirebbe..- disse sempre Pam volgendo uno sguardo a Marck e subito dopo a Ryan, il cavaliere blu non sembrava molto convinto, ma non aveva grande scelta, porse Strawberry a Ryan, baciandola sulla fronte –trova l’antidoto- disse al biondo, prima di sparire assieme alle altre mew.

****

 Recuperata Anna, Ryan si incamminò tenendo in braccio Strawberry, nessuno di loro aveva ancora parlato, e nemmeno la bambina solitamente vivace, non aveva aperto bocca, cammino piano ed in silenzio in fianco a biondo, fu proprio quest’ultimo a spezzare l’imbarazzante silenzio

–Certo credo che per nessuno la giornata sia andata come previsto..incredibile come si sconvolgano gli avvenimenti- “ Che cretinate sto sparando?!?” –come..come hai fatto a sapere che ero al parco?- la voce di Strawberry era bassa, come i suoi occhi, perennemente puntati sull’asfalto della strada, Ryan sospirò, era contento di sentirla parlare –chiamalo sesto senso- disse semplicemente scorgendo il Caffè poco distante –papà è ancora arrabbiato?- domandò la bambina –No..non sono più arrabbiato- rispose il ragazzo, scombinando i riccioli  della bimba che sorrise sollevata

-ecco Strawberry siamo arrivati- entrarono nel Caffè, Kyle stava armeggiando con dei dolci, e fu piuttosto sorpreso dalla scena che gli si presentò di fronte –ma che è successo?- -Kyle..c’è bisogno di un antidoto-. Dopo le varie spiegazioni, Kyle analizzò il liquido trovato sui capelli di Strawberry

-allora di che si tratta?- -è una sostanza che priva il corpo delle vitamine e dei sali minerali indispensabili..provocando una debolezza tale da non permettere più i movimenti..ora farò un’iniezione a Strawberry contente particolari sostanze energetiche, la quantità sarà elevata, per cui è normale che perda i sensi in reazione..basterà che la porti a casa a farla riposare e sta sera starà già meglio- -ok- . Kyle prese una siringa. Riempiendola di un liquido color ruggine, poi lentamente sollevò il braccio della ragazza –ehi che vuoi fare?- domandò lei preoccupatissima –è solo un iniezione di vitamine..- -io non voglio che quel brutto coso appuntito mi sfiori!- ma..- -No no nooooo io detesto le punture, vi prego non potete farmi questo!- -ma non vedi che sei ridicola?!-

sbottò Ryan massaggiandosi la tempia con le dita –sarò anche ridicola, ma non voglio fare la puntura!- -Ma è per il tuo bene- -No e poi no Kyle, ti proibisco di avvicinarti a me!- -Smettila, e poi che esempio dai ad Anna?- -si ma..fa male..- -vuoi rimanere paralizzata a vita?- -no- -e allora..-plik

-sono..sono ancora viva?- -e capirai per una puntura- -però mi sento..mi sento..zzzzz- -credevo perdesse i sensi e non che ronfasse..- -sai com’è Ryan..ognuno reagisce a modo proprio..ora sarà meglio che la porti a casa- -già- -vuoi lasciare qui Anna?- -Non vorrei che ti creasse disturbo- -Ma va figurati, e poi dopo ci saranno anche le ragazze a darmi una mano..tu e Strawberry avete bisogno di riposare-

 

****

Ryan passò un asciugamano umido sulla fronte di Strawberry, -ti senti meglio?- lei annuì, guardandosi intorno –se stai cercando Anna, ho chiesto alle ragazze e a Kyle di occuparsene, in questo modo tu potrai riposare, almeno fino a domani mattina..sai ho detto alla piccola che tu non stavi bene, e che avevi bisogno di fare tante nanne, e lei ha capito..mi ha detto “cura la mamma” è davvero tenera e molto intelligente..a volte vorrei che rimanesse con noi per sempre..in questo modo io…- Ryan non proseguì, rendendosi conto che stava lasciando scorrere i sentimenti, e non doveva. –Strawberry mi spiace per..per la litigata che abbiamo avuto..e mi spiace per ciò che ti è successo..è stata colpa mia se Ghish ha cercato di farti del male..se io non mi fossi arrabbiato a quel modo, tu non saresti corsa e via, e quell’alieno non ti avrebbe trovata..- lei posò un dito sulla bocca del ragazzo –Non serve che ti scusi..ho anch’io la mia dose di colpa..non avrei dovuto aggredirti e ficcanasare nella tua vita privata..mi sono comportata da bambina- non poteva dirgli che lo aveva fatto per gelosia –è meglio se non ci pensiamo più..piuttosto, perché non trascorriamo qualche giorno nella mia casa al mare..- a quella proposta, lei provò uno strano fremito, già una volta le era accaduto, quando dopo la prima apparizione del cavaliere blu, il biondo le aveva proposto di trascorrere due giorni al mare assieme a lui, Kyle e le altre mew

–potremmo portare con noi anche le altre ragazze, e magari..potresti chiedere anche a Marck di unirsi al gruppo-. Il fremito cominciò a smorzarsi, nemmeno lei capiva il motivo, ma si sentiva delusa -..già..sarebbe una buona idea..- disse flebilmente senza guardare il ragazzo –sei stanca..ti lascio riposare..se hai bisogno chiama pure..- a stento Ryan riuscì a trattenere l’impulso di stringerla forte, si alzò uscendo dalla stanza.

***

L’orologio segnava le tre del mattino, Strawberry non aveva ancora chiuso occhio, ogni singolo rumore la faceva sussultare, aveva il timore che  Ghish entrasse, e le facesse del male, come aveva tentato di fare l’ultima volta; strinse il cuscino, scoprendo di tremare visibilmente. A l’ennesimo rumore, si alzò di scatto, aveva paura, e desiderava..desiderava essere stretta forte, ma non pensò ne a Marck ne tanto meno al cavaliere blu..Quasi come una sonnambula si diresse lentamente fuori dalla stanza, fino a giungere davanti alla porta della camera di Ryan “ma che sto facendo..?Cosa penserà se gli piombo in camera a quest’ora..crederà che sono una mocciosa fifona..” si lasciò scivolare sul pavimento, portando le ginocchia al petto, e poggiandovi sopra il mento, cominciava a sentire freddo, e ogni singolo muscolo era teso come i suoi nervi “vieni con me bambolina..” “basta smettila..” “Smettila? Troppo semplice..io ti voglio..voglio che tu venga con me..altrimenti..non potrò lasciarti in vita” –No!- ancora impaurita per quelle parole che le rimbombavano nella testa, Strawberry spalancò la porta, facendo svegliare Ryan di scatto, il ragazzo accese la piccola lampada sul comodino, andando a fissare la ragazza, che stava ferma sulla porta con gli occhi lucidi di lacrime .-Strawberry..che cos’hai?- -Perdonami io..io non volevo svegliarti..ma ..io ho..io..- aveva la voce rotta dai singhiozzi, mentre tremava per i brividi provocati dalla paura. Lui la guardò preoccupato, alzandosi e dirigendosi verso di lei –Stai tremando..- le posò una mano sulla fronte per sentire se aveva la febbre –scusa se ti ho svegliato..che stupida..torno..torno nella mia camera- fece per voltarsi, ma lui l’afferrò per un braccio, tirandola verso di se –Perché stai piangendo?- domandò serio, asciugandole le lacrime che copiose scendevano sulle guance, lei strozzò un gemito -..ti sembrerò patetica..ma ho..ho paura..ho paura che lui entri e mi faccia del male..mi spaventa stare sola, continuo a rigirarmi  nel buio..e non..non riesco a ..- Ryan la strinse forte, e Strawberry appoggiò le guancia umida sul petto di lui, aspirando il suo meraviglioso profumo, quelle braccia forti che la cingevano, la facevano sentire protetta, un piacevole tepore, fece scomparire i brividi che l’attraversavano un attimo prima –io non permetterò che nessuno ti faccia del male..ora non piangere più..- la dolcezza con cui le disse quelle parole fu per lei davvero rincuorante, non avrebbe più voluto staccarsi da quell’abbraccio –Vuoi dormire nel mio letto? Io mi sistemerò sulla poltrona- le sussurrò lui, accarezzandole i capelli –stai vicino a me sta notte Ryan..ti prego..- lui arrossì, poi si avvicinarono al letto, mettendosi sotto le coperte, Strawberry era sempre stretta a lui, e avvolta in quel calore, ogni paura scomparve, ora c’era solamente Ryan..non più l’ombra di Ghish, di profondo blu, o di qualsiasi altro essere..tra le braccia di lui, Strawberry si sentiva bene, si lasciò cullare in quel tepore, cadendo in un dolce sonno.

***

Ryan si svegliò, i raggi del sole che entravano dalla finestra lo colpivano in pieno viso, guardò l’orologio che segnava le 9.30 “non mi era mai capitato di dormire così tanto” pensò, guardando poi Strawberry che dormiva accanto a lui. “Dovevi essere davvero spaventata per accettare di dormire accanto a me..” si disse ironico, mettendosi seduto. –Si può..è permesso?-, il biondo sobbalzò, sentendo dei passi dirigersi al piano di sopra, si gettò verso la porta, aprendola appena, vide Mark che stava salendo le scale, e con aria un po’ smarrita si guardava attorno –Strawberry..- il moro si stava dirigendo proprio verso quella camera “dannazione!” Ryan si voltò verso Strawberry che ancora dormiva “non penso di avere molta scelta”, la porta si spalancò –Strawberry sei qui..?- Mark portò gli occhi sul letto, vedendo la sua ragazza ancora tra le braccia di Morfeo, sorrise teneramente avvicinandosi al letto, un rumore però lo fece  voltare di scatto –e tu cosa..cosa fai qui?-, il moro prese il gatto per la collottola –tu sei il micio dell’altro giorno- -maoooo “mettimi giù brutto idiota”- -sei stato qui a fare compagnia a Strawberry?!?- -ffffff- -accidenti hai proprio un caratteraccio!- Mark lo rimise a terra –maoo mao “come osi!”-  -Ma chi è che fa tutto questo chiasso c’è gente che vuole dormire e…Marck!- la mew spalancò gli occhi sorpresa, il cuore le martellava –buon giorno..scusa se sono entrato senza permesso, ma ho suonato il campanello diverse volte ma nessuno è sceso ad aprirmi..così mi sono preoccupato..ti senti meglio?- -si oggi sto davvero meglio..vedi riesco a muovermi perfettamente- non finì di dirlo che Mark la strinse forte

-mi hai fatto preoccupare da morire- le sussurrò, mentre lei arrossiva ancora di più “il mio Mark” 

-ho visto che però avevi una guardia del corpo..- continuò il ragazzo, sfiorando il campanellino al collo di Strawberry –una..una guardia del corpo?- si sentiva ansiosa –già..il tuo gatto era qui quando sono entrato- -il mio gatto?- -Perché questo non è il tuo gatto?- domandò tirando su il micio dal pavimento –Miaù “e ridaiè, mi vuoi mettere giù”- -oh..già- mugolò lei, cominciando a sudare –non ha un carattere facile...- -sai è un gatto un po’ particolare ehehe- “se Ryan si ritrasforma sono finita”

-ffff maoooo “particolare sarai tu mocciosa, e ora dì a questo impiastro di mettermi giù”- -come osi razza di antipatico!- -che ti ha detto?- -eh? A niente di che, è solo un po’ maleducato- -meooo “i dieci minuti sono quasi scaduti..digli di lasciarmi andare!”- -ahem Mark, è meglio che lo metti giù ora, sai non gli piace molto essere preso in braccio- -l’avevo capito- disse ironico rimettendolo sul pavimento, Art sparì nel girò di due secondi –caspita che razzo..come si chiama?- -Ry.. cioè Art!-

-carino…Senti Strawberry. Ieri con tutto quello che è successo non abbiamo avuto il tempo di parlare..- -già- -Lory mi ha raccontato tutta la storia..so anche che..vivi con Ryan e..- a Strawberry parve di riceve un pugno nello stomaco -..io volevo parlartene, ma avevo paura che tu ti arrabbiassi..ma lo facciamo solo per Anna..tra me e Ryan non c’è assolutamente nulla e..- lui la zittì mettendole un dito sulle labbra –questo lo so, ammetto di essere un po’ geloso e m rattrista il fatto che tu non me lo abbia detto prima..credevo che tra noi non ci fossero segreti- -lo so..ma temevo che tu..tu mi avresti odiata..tutte le volte che ci vedevamo volevo spiegarti la situazione ma avevo tanta paura..temevo di perderti- gli occhi di lei erano lucidi, lui le accarezzò la guancia

–non mi perderai mai, lo sai che ti amo, in futuro però vorrei che ci dicessimo tutto..- Strawberry sorrise, gettandogli le braccia al collo –grazie Mark- sussurrò con dolcezza, abbandonandosi a quel meraviglioso istante.(puah nda)

***

Quando Mark scese, Ryan stava stravaccato sul divano, con in mano un giornale, Mark rimase qualche istante ad osservarlo –Perché mi fissi Aoyama?..Sono così interessante?- Mark distolse lo sguardo imbarazzato –no è che..ti ringrazio per aver salvato Strawberry- -mh..- -tuttavia non tollerò il tuo atteggiamento nei suoi confronti..e poi vorrei sapere se tu..per caso..insomma..- -Non sei capace di formulare una frase..strano visto che da quel che sento a scuola sei uno studente modello-

-Non tirare troppo la corda con me Shirogane..sono paziente e gentile fino a un certo punto- -mi fa piacere saperlo Mark..saresti inquietante altrimenti sempre con quell’aria da santo stampata in faccia..allora che volevi chiedermi?- nuovamente Mark non sostenne lo sguardo di Ryan –nulla..o meglio..quali sono i tuoi sentimenti per Strawberry?- il tono del moro era freddo e accusatore, ma Ryan non perse la sua perenne faccia di bronzo –prima rispondi tu ad una domanda Aoyama..Strawberry ti ama?- -cosa?- -Hai capito benissimo..ti ho chiesto se Strawberry ti ama..?-

-certo che mi ama, come io amo lei- -e allora la domanda che mi hai fatto prima non ha senso, le tue preoccupazioni sono infondate..tra me e Strawberry non c’è nulla- Mark non ribatté, ma doveva ammettere di sentirsi più sollevato –ora devo andare…prima però volevo chiederti..quando potrò entrare a far parte della squadra delle mew mew..?- -Tu fai già parte della squadra..puoi cominciare a lavorare al café, quando ti pare..- sbottò Ryan, mantenendo una luce ironica negli occhi –ti ringrazio Shirogane- così dicendo si diresse verso la porta.

-Ryan..Mark è già andato via?- Strawberry scese le scale, avvicinandosi al biondo –proprio in questo momento..sei stata felice della sua visita a sorpresa?- -Moltissimo- disse con voce gioiosa

-vedo che ti sei ripresa bene..- -già..e a questo proposito..ti voglio ringraziare..- -mpf.non ne hai motivo..è meglio se ti prepari dobbiamo andare a prendere Anna- -hai ragione..ho così tanta voglia di abbracciarla- -allora mentre tu fai colazione io vado sotto la doccia- -ok!-.

Strawberry si sedette in cucina, non fece in tempo a finire la colazione,che suonarono alla porta “forse sono le ragazze..” si sistemò un po’ i capelli spettinati, e corse verso la porta, quando l’aprì, rimase un po’ inebetita ad osservare la persona che aveva di fronte: era una ragazza davvero bella, i capelli lunghi e ramati, le scendevano mossi, gli occhi erano color giada, ed era più alta di lei, la sconosciuta fece un sorriso cordiale prima di parlare –Salve..mi chiamo Kora, Kora Garner..sto cercando Ryan Shirogane- Strawberry sembrò svegliarsi da uno stato di trans,

-S..Salve io sono Strawberry Momomiya..- farfugliò –Ryan abita qui?Forse ho sbagliato casa..- -no no..lui abita qui..prego entra- -grazie-. Strawberry la fece accomodare in salotto, si sentiva a disagio, quella ragazza era così bella e vestita bene, mentre lei era in pigiama con i capelli tutti arruffati –ti posso offrire qualcosa?- -oh no grazie- la ragazza aveva l’accento americano “forse è una sua parente” si disse Strawberry, cercando di notare nell’ospite, una qualche somiglianza con Ryan –ok Strawberry ho finito..il bagno è tutto tuo- Ryan scese le scale, aveva i capelli un po’ umidi, e qualche goccia d’acqua scendeva sul viso, indossava i jeans e una camicia scura, si avvicinò al salotto, prima di paralizzarsi di colpo –Ryan..- sussurrò la nuova arrivata, alzandosi in piedi di scatto, anche lui la guardò, Strawberry notò che Ryan era chiaramente sorpreso –Ryan ti ricordi di me..sono Kora-

-Kora..dio mio, sei veramente tu..- lei non resistette, gli corse in contro gettandogli le braccia al collo, lui ripresosi dall’imbambolamento, la sollevò, stringendola –Non posso credere che tu sia qui..- -sono venuta appositamente dall’America..accidenti sei sempre bellissimo- disse arrossendo

-e tu sei la solita civetta- ribadì scherzoso, rimettendola giù –accidenti saranno cinque anni che non ci vediamo..e tu non ti sei più degnato di tornare in America..- -ho avuto parecchie cose da sbrigare qui..e ancora non ho finito- -capisco..sei sempre l’uomo del mistero immagino..- -così dicono..- solo in quell’istante Ryan si accorse della presenza di Strawberry  -immagino che tu abbia già conosciuto Strawberry..- la voce di Ryan si fece più seria –si è stata lei a venirmi ad aprire..-

-Ma a proposito come facevi a sapere che ero qui..?- -Sono andata alla tua villa, ma il giardiniere mi ha detto che eri al Café, che poi devo farti i complimenti perché quel locale è davvero carino..-

-grazie-

-li ho incontrato Kyle, affascinante come al solito, e mi ha dato l’indirizzo di questo posto e così eccomi qua..- -mi hai fatto davvero una piacevole sorpresa- -piacevole.?!?- -ok..una meravigliosa sorpresa!- -Così va bene Shirogane, anche se vedo che come sempre non ti sprechi nei complimenti-

-sediamoci così mi racconterai tutto ciò che hai fatto in questi anni-. Nel frattempo Strawberry aveva capito di essere di troppo –beh..io vado di sopra, vi lascio parlare in intimità- disse accennando un sorriso, salendo poi al piano di sopra, seguita dallo sguardo di Ryan –è molto carina- commentò Kora, guardando il pavimento –è una bimba dalla testaccia dura- il tono di voce di Ryan voleva essere offensivo, eppure a Kora sembrò di sentirvi una vena di tenerezza –chissà quante ragazze hai avuto Shirogane- Kora era passata subito all’argomento che più la interessava –a dire la verità, a parte qualche avventura, non ho mai avuto una vera e propria ragazza..non ne avevo il tempo..- -uno come te senza ragazza..andiamo questa è una bugia bella e buona- -Invece è la pura verità..sono stato troppo impegnato..- -mi piacerebbe davvero sapere che cosa assorbe tutto il tuo tempo..ma suppongo che come era un segreto 5 anni fa..lo sia anche adesso- Ryan si limitò a sorridere

–tuttavia condividi la casa con una ragazza..-  -come mai siamo andati a parare su questo punto..?- Ryan non era certo stupido e sapeva bene cosa Kora voleva sentirsi dire, e l’accontentò

–tra  me e Strawberry non c’è nulla..diciamo che la nostra è una convivenza forzata, poi ti spiegherò il motivo..ma ora parliamo un po’ di te..- -Di me..beh che vuoi che ti dica, lavoro nel mondo dello spettacolo, sono una coreografa, del resto è sempre stato il mio sogno fin da bimba-

-un peccato però che una come te debba rimanere dietro le quinte- -cos’era questo un complimento indiretto?!?-

-può darsi- disse lui guardandola maliziosamente –sempre arrogante e affascinante Shirogane, per questo facevi girare la testa a tutte..anche se poi ci sdegnavi con quella tua aria di superiorità-

-non ti pare di rendermi un po’ troppo spietato?!- -non direi..-. –Scusate.. scusate se vi interrompo  ma..- i due puntarono lo sguardo su Strawberry –dobbiamo andare a prendere Anna- lo disse quasi in un sussurro –Anna?- Kora rivolse un’occhiata interrogativa a Ryan –già è una bambina..d’accordo andiamo..tu vieni con noi al cafè’-  -se non sono di troppo- -ma figurati, e poi mi devi ancora raccontare tutto ciò che hai fatto-

 

 

 

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Capitolo 8
*** 8 ***


Strawberry si buttò sul letto della propria camera, la stanza era avvolta da una semioscurità, e il silenzio era rotto soltanto dalle voci, di Anna, Kora e Ryan, che al piano di sotto stavano allegramente chiacchierando; lei invece si  era sentita completamente estraniata, appena Kora era arrivata, Ryan era cambiato, le sembrava un’altra persona, ed era spontaneo chiedersi se stesse recitando o facendo sul serio..chi era quella ragazza? Strawberry se lo era chiesta per tutto il giorno, me Ryan non si era degnato di darle spiegazioni, anzi a mala pena le aveva rivolto la parola, ed ora quell’estranea si trovava in casa sua, teneva in braccio Anna e parlava allegramente con Ryan.. “sia chiaro, non me ne importa niente di Ryan..quello che un po’ mi da fastidio è di come abbia legato con Anna..” pensò sbuffando, coprendosi gli occhi con il braccio. Quella giornata era stata snervante per lei, quando era arrivata al café tutte le attenzioni erano state rivolte a Kora, ma non era questo il problema..una cosa che aveva infastidito la mew, era stata quando alla vista di Anna, che chiamava Ryan, papà, aveva esclamato –Dunque tu hai avuto una figlia da lei-  l’aveva detto quasi inorridita, guardando Strawberry dall’alto in basso “cos’è, io non sarei degna di avere un figlio da Ryan..?!?Brutta vamp americana!” aveva pensato con rabbia ed imbarazzo, Ryan dal canto suo aveva fatto una risatina nervosa, e poi con aria strafottente aveva guardato Strawberry con  ironia –Una figlia da chi? Da Strawberry? Ma non siamo ridicoli, non ha mai nemmeno dato un bacio in vita sua…e poi saremmo proprio una coppia poco azzeccata- quel tono ironico e superficiale, era stato come uno schiaffo, puntualizzare che non aveva mai baciato, e in più deriderla e umiliarla davanti a tutti, Strawberry aveva sentito le lacrime salirle agli occhi “l’ultima cosa che vorrei è avere un figlio da uno come  te Ryan..perché Anna non ha scelto Mark come padre provvisorio?!? E poi  perché deridere il fatto che io non mi abbia baciato, sai bene che non mi è possibile..eppure ti diverte lo stesso  umiliarmi, perché? Forse compiace di più la tua bella amica americana? Andate al diavolo tutti e due..ma soprattutto tu Shirogane..ti prenderei a sberle!” mentre lo pensava, la ragazza aveva fatto vagare lo sguardo nella sala, cercando disperatamente il viso rassicurante di Mark, e vederlo, che le sorrideva, l’aveva fatta rincuorare, non si sarebbe certo messa a piangere, non davanti a loro. Aveva assunto così un’aria di sfida

–Infatti..e poi solo una Santa potrebbe stare insieme ad un nevrotico come Ryan, non mi stupisce che non riesca a creare rapporti  duraturi, con il carattere che si ritrova- Strawberry non trovava nessun piacere nel dire quelle cose, anzi, le bruciavano in petto, non desiderava offendere il biondo, ma non poteva nemmeno lasciare che lui la ridicolizzasse, tuttavia lo sguardo freddo e vuoto di Ryan, le aveva fatto provare un tuffo al cuore. –Come puoi vedere Kora, io e Strawberry non ci sopportiamo gran che, è strano che fino ad ora non ci siamo ancora presi a botte-, l’americana aveva fatto una risatina. Dopo poco tutti si erano seduti attorno ad un tavolo, Mark l’aveva abbracciata, sussurrandole all’orecchio –non badare a ciò che dicono..tu sei la mia gattina speciale-, nonostante fosse arrossita, quelle parole non le avevano dato nessun tipo di conforto. Si alzò dal letto, dirigendosi verso la finestra, nel cielo c’erano le stelle “Sei come Nemes” le venne in mente quella frase, mentre vedeva la piccola stella che brillava in cielo, “ perché ti comporti così con me Ryan? Mi offendi, facendomi male..anche se non vorrei, se non ne capisco il motivo..hai la capacità di farmi soffrire, di farmi arrabbiare, poi però sei capace di abbracciarmi, di tenermi accanto a te per non farmi più avere paura, mi difendi, rischiando spesso anche la vita..Perché? Qual è il senso di tutto questo? Più ci penso e più mi convinco che..un senso non ci sia”. Strawberry poggiò la fronte sul vetro freddo, ripensando agli ultimi avvenimenti della giornata..

FLASH BACK

-Dove alloggi Kora?- aveva chiesto Kyle , porgendole una tazza di cioccolata –Ecco..a dire il vero devo ancora prenotare un albergo..-  a quel punto era intervenuto Ryan –Perché andare in un albergo? Puoi sistemarti nella mia villa..- - Sei gentile, ma mi sentirei a disagio a stare in quella casa enorme tutta sola visto che tu devi rimanere da Strawberry ancora per un po’- -Ryan se  non sbaglio la settimana prossima le ragazze cominciano le vacanze estive..- -E con questo Kyle?-

-Beh..potremmo andare tutti alla tua casa al mare..li non ci sarebbero certo problemi di sistemazione..- -Già hai ragione..e poi un po’ di aria di mare ci farà bene!Sei d’accordo Kora?-

-Adoro il mare!- -Quindi lo prendo per un si..E voi ragazze?Quattro giorni di mare e sabbia, vi andrebbero?- a quella domanda, Mina fu la prima a parlare –Ovvio..e poi l’aria di mare fa bene alla pelle- -Che bello, sguazzare nell’acqua dalla mattina alla sera!Io ci sto!- -Anch’io come Mina e Paddy accetto volentieri l’invito..- Lory arrossì, puntando lo sguardo sul pavimento, -Io non dovrei avere nessun impegno lavorativo..perciò un break posso anche prendermelo- disse Pam con voce piatta, -e tu signorina Momomiya?- domandò sempre Ryan, squadrando la ragazza, lei aveva mantenuto un’espressione rabbuiata –Non manco solo io..anche Mark fa parte della..squadra-

-Ovviamente l’invito è esteso anche a Mark, la cosa è scontata- -e Anna?- -Strawberry, secondo te, ho intenzione di lasciare qui Anna da sola? È chiaro che verrà anche lei!- -D’accordo, saremo dei vostri- disse Mark, stringendo la mano di Strawberry –Perfetto, allora si parte dopo domani..ora tornate pure al lavoro..tu Anna resti qui con papà e Kora vero?!?- -E mamma?- -la mamma deve lavorare..noi invece andiamo al Luna park!- -una pac!- -si, è il paese delle fate..ti avevo promesso che ti ci avrei portato- la bimba lo abbracciò –vieni con noi Kora?- -volentieri!-. Strawberry intanto aveva sentito, attese che Ryan si allontanasse un momento da Kora, -posso parlarti?- il tono della sua voce era freddo, condusse Ryan nel laboratorio, chiudendo la porta con violenza. –Allora che mi devi dire?- -Non toccherò l’argomento delle offese subite prima, poiché voglio farti sapere che non mi importa ciò che dici di me Shirogane davanti alla tua amichetta, i tuoi stupidi apprezzamenti non mi toccano minimamente- -lo vedo- il suo tono di derisione, la fece arrabbiare ancora di più

-Sei solo un arrogante, presuntuoso, troppo pieno di te, ma non è questo il punto..voglio sapere perché porti Anna fuori, senza consultarmi?- -cos’è devo chiederti il permesso? Andiamo al luna park, glielo avevo promesso..- -e se poi le accadesse qualcosa?- -Cosa dovrebbe accadere?Non sono un’irresponsabile, quella è una “virtù” che non ti toglie nessuno- SCIAF, gli aveva mollato una sberla, mettendoci tutta la forza che aveva, Ryan aveva un livido rosso sulla guancia –Smettila di offendermi!- -Tks, credevo che i miei apprezzamenti non ti toccassero minimamente-  -Tu sei tanto bravo ad offendere e a giudicare gli altri ma..- -ti sbagli io non giudico proprio nessuno- -è quello che hai fatto fin’ora..comunque voglio che sta sera porti via la tua roba da casa mia..e al mare vengo solamente per Anna..altrimenti lo eviterei volentieri- -Fa quello che credi..che tu ci sia o meno, per me non fa nessuna differenza..- così dicendo era uscito, lasciando Strawberry sola, nella stanza semi buia.

FINE FLASH BACK

La porta della stanza di Strawberry  si aprì, lei si voltò di scatto, trovando Ryan sulla porta, con Anna in braccio addormentata –è crollata di stanchezza, ha avuto una giornata piena, la metto sul letto..- così dicendo l’aveva posata nel letto di Strawberry   - Ho lasciato le chiavi che mi avevi dato sul tavolino del salotto, ho liberato la stanza degli ospiti, cercando di fare più ordine possibile..se Anna ha bisogno di qualcosa, chiama pure..ci vediamo lunedì-  -Hai trovato una sistemazione anche per Kora?- -è già andata al caffè, occuperà la mia stanza- -e..tu dove dormirai?- -Sulla cara vecchia poltrona..come mai tanto interessamento?- -Nessun interessamento..era solo per chiedere- -….beh io vado- Ryan fece per uscire, ma Strawberry lo fermò senza nemmeno rendersene conto, lo aveva afferrato per un braccio, si erano ritrovati a fissarsi per dei lunghi istanti, poi lei aveva distolto lo sguardo –puoi dormire qui..non voglio che mi rinfacci di averti sfrattato per farti dormire su una scomoda poltrona..- -ora ti preoccupi che io stia scomodo?Davvero onorevole signorina Momomiya-

“sempre quel tono sfottente!” –E allora fa un po’ quello che ti pare..per quel che me ne importa!- Strawberry aveva alzato la voce, e Anna si era svegliata di soprassalto, mettendosi a piangere

-Anna..scusami tesoro..- -Mamma è abbiata con me?- -No..assolutamente no, rimettiti a dormire piccolina- -papà dove va?- Anna lo scrutò con gli occhioni lucidi, lui le sorrise andandosi a sedere accanto a lei –da nessuna parte principessa, sono qui vicino a te..ora però devi dormire che sei tanto stanca-  la bambina annuì e nel giro di poco si riaddormentò, anche Ryan faticava a tenere gli occhi aperti, si sarebbe abbandonato volentieri su quei cuscini color pesca, che avevano lo stesso profumo di Strawberry. –L’investigatore che hai assunto..non ha saputo ancora nulla vero?- domandò lei, guardando Anna con espressione malinconica, -mi ha detto che ha trovato una traccia ed è fiducioso che riuscirà a trovare i suoi genitori entro la fine del mese..- -spero che non li trovi mai- sussurrò la ragazza inconsciamente,-I tuoi genitori tornano la prossima settimana..spiegare loro, tutta questa storia non sarà facile- -Appena lo sapranno, chiameranno la polizia e mio padre sapendo che..- non finì la frase, accorgendosi di arrossire “mio padre sapendo che ho tenuto in casa un ragazzo più grande, che lui nemmeno conosce, si infurierà di brutto”.

–Pensavo di trasferirmi alla villa e portare Anna con me..li non le mancherebbe certo lo spazio per giocare e potrei assumere una baby sitter che se ne occupi mentre noi siamo al caffè- -Una baby sitter? Non potremmo tenerla al Café con noi?- -Rifletti..gli alieni conoscono la nostra “base” perciò se dovessero attaccarci, Anna sarebbe in pericolo, la villa invece è sicura- -si hai ragione..ma..io dubito che i miei mi faranno venire a stare da te fino a quando Anna non riavrà i suoi veri genitori- -Credo che tu ti sia occupata di Anna abbastanza..- -che..che vuoi dire?- lei sgranò gli occhi quasi con paura –è probabile che Kora si fermi qui per tutto il mese e credo che sarebbe felice di sostituirti con Anna..in questo modo tu potrai riposarti e pensare alla missione, le mew mew devono essere in perfetta forma, perché temo che gli alieni stiano architettando qualche nuova minaccia, è da troppo che non si fanno vivi..e poi avrai più tempo per la scuola e per Aoyama- ogni singola parola pronunciata da Ryan l’aveva fatta raggelare –Kora prendere il mio posto con Anna?!? Lei crede che sia io sua madre, cosa credi che sia semplice sostituirmi..e poi sono stata io a trovare Anna non tu..quindi non ti permetto di portarmela via!- -Non urlare, la sveglierai di nuovo-, lui la prese per il braccio portandola fuori dalla stanza. –Io non ho detto che Kora prenderà il tuo posto, ho detto che..- -Lo so quello che hai detto..se tu vuoi andare a stare con quella a me non importa, però Anna resta qui..- quello era il giusto coronamento di quella disastrosa giornata, Strawberry si sentì esplodere, tutte le lacrime che era riuscita a trattenere, le salirono agli occhi, si sentiva quasi mancare, barcollò, fino a perdere l’equilibrio, si sarebbe spalmata al suolo, se Ryan non l’avesse prontamente afferrata –Strawberry..-

-Non è niente..sto bene- -è meglio che ti siedi- -ho detto che sto bene- disse tra le lacrime, si sentiva fragile, come un oggetto di cristallo che stava per rovesciarsi a terra. Ryan le asciugò le lacrime con le dita, dopodiché fece qualcosa che lasciò Strawberry di sasso, la strinse forte, accarezzandole i capelli –perdonami, mi sono comportato da idiota, volevo risolvere tutto in fretta e non ho pensato ai tuoi sentimenti..dimentica tutto ciò che ho detto prima..- -Ryan..- sussurrò quel nome, ma era troppo sorpresa per dire qualcos’altro –ora è meglio che tu vada a dormire non hai avuto certo una bella giornata e me ne attribuisco buona parte di colpa..io mi sistemo giù sul divano..- 

 

 

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Capitolo 9
*** 9 ***


-Si può sapere perché da qualche giorno te ne stai confinato quassù?Abbiamo una missione da compiere!- Pai si avvicinò all’alieno, scrutò gli occhi ambrati di Ghish che guardavano un punto vuoto, mentre tutt’intorno si sentiva il forte rumore del traffico provenire dalla strada sottostante al grattacielo. –Ritornerò alla base, quando tu crederai a ciò che ti ho raccontato!- disse asciutto Ghish (Quishe o Kish..boh) chiudendo gli occhi in modo pensieroso. –Non posso credere a ciò che sostieni..anche perché è assurdo, dovresti rendertene conto da solo!- -Assurdo?Si lo pensavo anch’io all’inizio..eppure quegli occhi..li ho osservati bene..ha parato il mio colpo e credevo mi spezzasse il braccio- -Non fai prima a dire di essere un’incapace che si è fatto mettere al tappeto da un umano privo di poteri- azzardò Pai sbuffando. Ghish abbandonò la sua postazione, avventandosi contro l’alieno, facendolo finire con le spalle al muro –io non sono un’incapace!E ti dimostrerò che ho ragione..- -finiscila! Se ciò che dici è vero, vorrebbe dire che Profondo Blu ci ha presi in giro tutto questo tempo..che per secoli la nostra gente è vissuta in una menzogna!E questo non è possibile!La sola verità è che ti è andato in acqua il cervello..ti sei innamorato di quell’umana e in questo modo volti le spalle alla tua gente- -Questo non è vero!Io farò di tutto per far sì che gli esseri umani vengano cancellati e questo pianeta restituito ai suoi veri abitanti..tuttavia non mi fido di Profondo Blu- -Stai giocando col fuoco e finirai per morire bruciato!- -tks..non sottovalutarmi…ti dimostrerò che ho ragione- -e se invece come sostengo io, tu avessi torto?- -allora in quel caso ne pagherò le conseguenze!- così dicendo si voltò ma Pai lo afferrò per un braccio –i varchi dimensionali sono quasi pronti..una volta ultimati, i nostri chimeri potranno invadere il mondo, a quel punto quelle cinque mocciose non potranno più fare nulla..Pensaci prima di agire di testa tua- -I tuoi varchi sono stati un buco nell’acqua- -era solo un esperimento, sta volta funzioneranno..e noi dovremo essere uniti, riportare Profondo Blu alla sua forma originale e conquistare il pianeta- -Sono solo parole..la verità è che qui ci vogliono fatti, se quello che ho scoperto è vero, allora tu comprendi che tutto prenderà una piega diversa- -Come diavolo te lo devo far capire che non hai scoperto un bel niente..le tue sono solo fantasie!E invece di gironzolare pensando a quella gatta dovresti stare con me e Thart per escogitare un piano che tolga di mezzo quello scocciatore del cavaliere blu- -spiacente ma non sono interessato- -idiota..se lo togliessimo di mezzo..Strawberry rimarrebbe..sola e tu potresti..consolarla- -il cavaliere blu non è uno sprovveduto, ed il suo potere è alimentato dall’amore di Strawberry..comunque sia, non è lui il nemico del quale mi preoccuperei- -e allora chi è? Ancora la tua ipotesi strampalata?-. Ghish non rispose, si limitò a sogghignare, prima di sparire dalla vista di Pai.

***

L’auto andava sull’asfalto (ma va credevo sull’acqua ndGhish), mentre oltre il finestrino si poteva già scorgere il mare baciato dai raggi del sole, che ne provocavano dei riflessi dorati sulla superficie turchese

–ma..maè- esclamò Anna, sporgendosi dal grembo di Strawberry, e andando ad appoggiare le mani sul finestrino –Hai visto..quello è il mare- disse dolcemente la ragazza, scombinando i capelli riccioli della bimba, che non distoglieva lo sguardo da quel paesaggio così nuovo per lei. Strawberry sospirò, assumendo un aria malinconica. Un tocco leggero le sfiorò la guancia –cos’ha la mia gattina?- domandò il moro seduto al suo fianco, mentre lei cercò di fare un sorriso – a dire il vero non lo so..mi sento tesa- -riguarda le discussioni dell’altro giorno?- -forse..ma non ne sono sicura- -è per via di Ryan..per il fatto che..insomma è arrivata quella ragazza?- Strawberry si voltò di scattò, andando ad incontrare lo sguardo serio del suo ragazzo

-no..ma come ti viene in mente..che me ne importa di Ryan e Kora?!- “oh Mark..non guardarmi così, lo sai che io sono innamorata di te” –a me piaci solo tu- affermò lei, mentre il giovane sorrise, facendola appoggiare alla propria spalla –vedrai che ci divertiremo..a pensarci questa è la prima volta, che facciamo una vacanza insieme..per un motivo o per l’altro, è sempre saltata- -già..ma ci rifaremo..con un mare così!- esclamò lei, sfoderando un sorrisone. –Ehi voi due là dietro, la smettete di tubare..state diventando noiosi- disse Kyle in tono scherzoso, senza distogliere l’attenzione dalla guida- -Ci scusi capitano!- biascicò la rossa arrossendo. –eddai Kyle,lasciali stare, sono così carini!- affermò Lory, seduta davanti, vicino al brunetto.

–papà..brum brum- Anna si agitò, saltellando sulle ginocchia di Strawberry e battendo le mani sul finestrino. Una moto aveva affiancato l’auto rossa, -il solito esibizionista- sussurrò Kyle con un sorrisetto. Strawberry osservò imbambolata oltre il vetro, la Suzuki (è la prima moto che mi è venuta in mente) gli affiancava, con il motore che rombava. Il pilota alzò la visiera scura, scrutando con gli occhi blu come il mare, la bimba che sorrideva e lo salutava tutta contenta, -papà papà-, Ryan sorrise, facendo l’occhiolino ad Anna, dopodiché rimise giù la visiera, mettendo una mano sulle braccia che lo cingevano in vita

-tieniti forte Kora- disse, accelerando e facendo rombare ancor più il motore. La moto superò l’auto sfrecciando sulla strada, Kora si strinse ancor di più al biondo, appoggiandosi alla giacca in pelle scura (caspita sono un vero easy driver con figacciona al seguito ndRyan). Anche se tutto si era svolto velocemente, a Strawberry era parso di vedere la scena a rallentatore, la mano di Ryan che premeva su quelle dell’americana, mentre quest’ultima aderiva a lui come una giunga. La mew rosa scosse la testa nervosamente mordendosi il labbro inferiore. –Certo che quella non dovrebbe prendersi così tante confidenze..vabbé saranno anche amici ma non mi pare il caso di..si di comportarsi così- esclamò Lory assumendo un lieve color porpora sulle gote, sperando di non far capire quanto fosse gelosa. –Mi pare di capire che Kora non ti è molto simpatica- la voce di Kyle anche se insinuante, non perdeva certo la sua tranquilla tonalità. –è solo un’oca- sussurrò Strawberry, rincuorandosi del fatto che nessuno l’avesse sentita. –All’inizio può sembrare un pochino snob..come Ryan del resto, quei due sarebbero proprio una bella coppia- -Non credo- esclamarono sia Lory che Strawberry all’uniscono. La prima si voltò stupita verso Strawberry, la quale distolse immediatamente lo sguardo –andiamo..chi sopporterebbe uno con Ryan, se dovessero mettersi insieme..povera Kora- disse poi, osservando Anna, che tentava di scorgere la moto, che ormai era sparita dalla visuale. “Sono certa che Anna si sente trascurata..lui non fa altro che rivolgere le sue attenzioni a quella ragazza..sarei curiosa di sapere che tipo di rapporto c’è stato tra loro, sembrano molto in confidenza..potrei domandarlo a Kyle, ma poi Mark penserebbe che mi sto interessando alla cosa, e non voglio, l’ho già fatto preoccupare abbastanza..” appoggiò la testa al finestrino, mentre la bambina si appoggiava al suo petto, cadendo dopo poco nel sonno. Gli avvenimenti di quegli ultimi giorni, erano ben marcati nella mente di Strawberry, si ricordava la furibonda litigata con Ryan, poi il suo abbraccio..quella notte non aveva dormito, tanto si sentiva umiliata e confusa.

Flash Back

La mattina, era scesa di buon ora nel salotto, la sala era avvolta nel semibuio, sufficiente però, per intravedere il divano, si era avvicinata guardinga credendo di trovarvi Ryan addormentato, ma così non era stato. Il ragazzo infatti se n’era andato poco prima, dileguato come un ladro, perché..perché non l’aveva aspettata?

Fine Flash back

Da quella sera, Ryan l’aveva evitata, si rivolgeva a lei con un tono freddo e distaccato, come se le parole che le aveva detto la notte della litigata, non fossero mai state pronunciate. Questo l’aveva fatta arrabbiare, che motivo aveva di fare così? Se tra i due c’era qualcuno che doveva fare l’offeso, quella era lei “arrogante..solamente uno snob arrogante” pensò. Mentre in lontananza era possibile scorgere la villa sulla spiaggia. Deglutì nervosamente, non capiva il perché di tanta agitazione. Era dalla mattina che se la portava dietro, quando al Caffè si erano ritrovati tutti dividendosi in due auto, lei,Mark, Anna, Kyle e Lory in una, Mina, Paddy e Pan nell’altra con tanto di autista (cosucce che mi posso permettere..che volete, una delle gratifiche della celebrità ndPAM), Ryan invece si era presentato spavaldo con il casco sotto il braccio, giacca in pelle nera e jeans dello stesso colore, sembrava un attore pronto per girare la scena di un film poliziesco, mentre al suo seguito si era presentata Kora, con un sorriso radioso, che Strawberry avrebbe voluto cancellare a suon di ceffoni, non capiva perché quella ragazza le risultasse così antipatica, solitamente si sentiva socievole con tutti..ma non con quell’america. Ryan le aveva lanciato uno sguardo molto eloquente,e Kora saltellando come una gazzella, era salita in sella, mentre Shirognae con cura quasi maniacale, le aveva sistemato il casco, scostandole i lunghi capelli ramati, e a Strawberry era parso che ci provasse un certo gusto ad accarezzarglieli, facendoli scivolare come fili dorati tra le dita.

-eccoci Ragazzi..la nostra residentuccia estiva- esclamò Kyle, distogliendo Strawberry dai suoi pensieri.

–Accidenti..è davvero enorme- intervenne Mark, osservando la villa, -Mina e le altre non sono ancora arrivate- Lory si guardò intorno per cercare di vedere la limousine. –No..però Kora e Ryan..sono arrivati, e sembrano molto al loro agio- la voce di Mark lasciò tradire una tonalità divertita. Al suono di quelle parole, Strawberry si era sollevata di scattò dal sedile, facendo svegliare Anna di soprassalto, tuttavia in quel momento non ci fece caso, i suoi occhi erano puntati su Kora e Ryan che si stavano abbracciando.

 

Lo so non è un gran che, ma non ho avuto il tempo di allungarlo un po’, non temete i prossimi arriveranno presto, intanto vi lascio con un po’ di suspance..di cose ne devono succedere ancora parecchie!!UNO STRAMEGAGRAZIE A TUTTI QUELLI CHE HANNO COMMENTATO..NON SMETTETE VI PREGO, VVB

ALLA PROSSIMA!!

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** 9 ***


"Times New Roman"'>-Sei sicura di non esserti fatta male?- -no..sono solo inciampata, mi spiace di esserti caduta addosso in questo modo- -figurati non mi è certo dispiaciuto..e poi ormai sono abituato ad avere le donne che cadono ai miei piedi- -presuntuoso come sempre..- disse Kora ironica, riavviandosi un po’ i capelli schiacciati dal casco

-Papà!- un gridolino fece voltare i due ragazzi, Anna stava “correndo” nella loro direzione con il sorriso sulle labbra  e le braccia spalancate. La corsetta si interruppe con un tonfo, Ryan si precipitò subito verso la bambina, prendendola in braccio –tesoro..ti sei fatta male?- domandò, mentre Anna, trattenne con forza i lacrimosi –fatto niente- esclamò, ricevendo un bacio sulla guancia dal suo bel “papà” –che brava la mia piccola- non finì di dirlo che sul viso della bimba comparve una smorfia –bucia- -come?- -bucia- ripeté lei, indicando il ginocchio con un ditino, facendo notare al ragazzo una lieve sbucciatura –non è niente piccola, ora la bagniamo con un po’ d’acqua e vedrai che passa tutto- -dalla a me- alzò lo sguardo, andando ad incrociare gli occhi color cioccolata di Strawberry, che avevano un’espressione rabbuiata. Lui la guardò freddo, -vuoi stare in braccio a papà o preferisci andare da quella lagnosa della mamma?- -papà- esclamò contenta (e te credo..coccola anche me papà nda. Non ci tengo ndRyan). Strawberry diventò di tutti i colori

“quanto lo detesto!” –fatto un buon viaggio?- a quella domanda la rossa si voltò, trovandosi davanti Kora

–ah..si..- farfugliò la mew, piuttosto impacciata –qui è davvero bellissimo..tu c’eri già stata?- -si l’estate scorsa- -quindi sei di casa- -beh..non proprio- la ragazza si sentì arrossire –hai un ragazzo davvero carino-

-come?- la guardò sorpresa –ho detto che hai proprio un ragazzo carino..si chiama Mark giusto?- “e adesso che vuoi arpia..Mark è proprietà privata” si sentì ribollire e Kora parve accorgersene

-non mi fraintendere, la mia era sola un’osservazione..io ho altri interessi- mentre lo diceva, il suo sguardo si portò verso l’ingresso della casa, dove Ryan stava medicando Anna. –Strawberry le tue valige non si scaricano da sole, vieni a darci una mano!- -..si eccomi arrivo- -spero che parleremo ancora io e te- il tono di Kora anche se garbato, suonò a Strawberry terribilmente acido.

***

La camera di Strawberry, aveva una terrazzina sul mare, come sempre l’arredamento era dei migliori, e a giudicare dalla pulizia, Ryan doveva aver assunto una domestica che si occupasse della casa. –Non disfi i bagagli?- domandò Lory, scorgendo la sua amica pensierosa –eh?..ah si..tra poco- -la solita pigrona..noi andiamo in spiaggia, vieni?- -tra poco vi raggiungo- -come vuoi-. Lory uscì dalla stanza, e a Strawberry sembrò di poter finalmente respirare, uscì nel terrazzino. Da li si poteva vedere la spiaggia, Paddy era già in acqua, Pam si concedeva al sole, mentre Mina e Lory stavano facendo un castello di sabbia con Anna. Poco lontano, Kyle e Mark stavano facendo surf, e il morettino si era subito dimostrato un bravo surfista “sei sempre bravo in tutto ciò che fai” pensò Strawberry sospirando. “Chissà se venire qui è stata la decisione giusta..una cosa è certa, quando tornerò a casa, mio padre me ne dirà di tutti i colori, quando gli ho detto che andavo al mare, credevo spuntasse fuori dal telefono..se poi sapesse che ho diviso la casa con un ragazzo..”qualcosa di freddo le sfiorò la fronte, la ragazza rabbrividì, risvegliandosi dai suoi pensieri –torna fra noi..anche se in fondo tu sei sempre in un’altra dimensione- sbottò ironico il biondo, togliendo la lattina fredda dalla fronte di Strawberry –e tu sei..bah..lasciamo perdere- -non demordere così gattina..non mi va che perdi lo spirito combattivo- -sei venuto qui per litigare?!?-

-No, solo a proporti una tregua- -tregua?Sei tu che mi tieni il muso..io sono come sempre- -Muso?- -Già, è inutile che fai lo gnorri..continui a deridermi, a trattarmi male- -mi sembra di essere come sempre- -..perennemente antipatico- -e tu sei permalosa- -non lo sarai, se tu mi trattassi con un po’ di umanità..quando vuoi sai fare tutto il mieloso..alla tua amichetta sfoderi di quei sorrisi..- Ryan assunse un’aria divertita –se non fossi sicuro del contrario, potrei credere che tu sia gelosa-

-Coooosa?- si sentì arrossire –gelosa di uno come te..ma per favore!Il fatto è che mi pare che tu stia trascurando Anna- -io non trascuro Anna, e questo lo sai..passa molto più tempo con me che con te- la ragazza batté un piede a terra –questo non è vero, e poi ogni volta che voglio portarla da qualche parte, saltate fuori tu e Kora e..- lui le mise un dito sulle labbra e a Strawberry sembrò che il cuore volesse uscirle dal petto “perché mi sento così nervosa..?” –adesso smettila di sbraitare, siamo qui per rilassarci, prendila come una vacanza..al nostro ritorno dovremo vedercela con il nemico, perciò è meglio approfittare.Ad esempio perché non sei in spiaggia?- -Sarei scesa tra un momento se tu non fossi piombato qui..- -non c’è verso di farti essere meno acida- -sei tu che mi porti a sti passi..- -ti va di fare una gita in barca?- -co..come?-

-ho noleggiato un motoscafo, qui vicino c’è una piccola baia quasi sempre deserta..che dici?- -una baia..deserta?!?- “ma..ma che razza di proposta è??” si chiese, diventando come un semaforo rosso –Ryan sono pronta- nella stanza piombò Kora –oh scusatemi..- -figurati, non stavamo parlando di niente in particolare, stavo solo proponendo a Strawberry di venire con noi..- -ah perché no!- cinguettò l’americana, avvicinandosi ai due. La rossa si ritrovò a squadrarla: Kora aveva un fisico mozzafiato. Messo ancor più in risalto dal bikini blumarine, lei al confronto sarebbe sembrata una mocciosa un po’ in carne –n..no io soffro il mal di mare, andate pure voi due soli- bofonchiò la mew –un vero peccato..bè ti porterò qualche conchiglia portafortuna- esclamò la biondina alzando le spalle “te le do io le conchiglie” –pensiero davvero gentile, dopo potrei farne una collana per Anna- “ o potrei usarla per strozzarti…è inutile, questa ragazza non mi piace..forse perché è una sorta di Ryan al femminile..?!?” (-.-***nda) –portiamo anche Anna- -che?- Strawberry lo guardò strabuzzando gli occhi –bè perché fai quella faccia?- -non mi pare il caso, potrebbe prendere freddo, cadere in acqua, spaventarsi..- -potrebbe anche cadere il mondo, piombare un meteorite nella tua stanza o spuntare un mostro marino dal mare..- -insomma Ryan sii serio- -sono serissimo, io non capisco che male ci sia..le starò attento cosa credi!- -bah fa un po’ come ti pare, tanto discutere con te è inutile- -ma senti da che pulpito- -suvvia non litigate..coraggio Ryan è meglio che andiamo- -si- biascicò lanciando alla rossa un’occhiataccia fulminante, e uscendo a passo marziale. Mentre Strawberry faceva la linguaccia.

***

-Non trovo sia prudente Ryan, guarda laggiù il cielo è coperto, non vorrei che vi trovaste in mezzo a un temporale- disse Kyle, indicando le nuvole in lontananza -uff, ti pareva- “così dovrò darla vinta a quella mocciosa coi codini” pensò irritato, scorgendo Strawberry che stava scendendo verso la spiaggia –mi spiace Kora, ma dovremo rimandare a domani- la ragazza alzò le spalle in segno di rassegnazione. –ehi Ryan, qua sotto è pieno di pesci..se mi date un retino, vi procuro la cena-

-poveri pesci lasciali in pace- -ah già Lory, dimenticavo che sono tuoi simili..ihihi- -Non sei per niente spiritosa- -Lascia perdere Paddy, per stasera ho organizzato un party sulla spiaggia-

-Wow..e cosa si festeggia??- domandò la biondina saltellando nell’acqua, Ryan prese la mano di Kora –bè l’arrivo di questa deliziosa ospite, e naturalmente la piccola Anna- -Hai sentito Anna..il tuo papi ti ha organizzato una festa- -esta!- esclamò la bambina sgranando gli occhioni verdi e giocherellando con  una ciocca di capelli castani (non potevi trovare un altro modo per descriverla??ndRyan. Uff non fare il pignolo, l’importante è che si è capito come è fatta nda)

-mi hai organizzato un party..davvero galante- la voce di Kora si fece suadente, mentre strofinava la guancia sul braccio del biondo –mi pare il minimo, una come te si meriterebbe un ricevimento in grande stile- -esagerato! Preferisco le onde del mare, la sabbia calda e..- -e?- -te lo dico più tardi..ora vado a prendermi un po’ di sole, ma ti tengo d’occhio- così dicendo si allontanò, stendendo l’asciugamano vicino a quello di Pam, la quale non pareva molto entusiasta della nuova compagnia. Strawberry intanto aveva seguito i discorsi, tenendosi un po’ in disparte, ormai era chiaro che Ryan voleva tagliarla fuori “faccia pure, per quel che me ne importa” pensò la ragazza, guardando Anna che si attaccava alle gambe del ragazzo –papà..nuota- -vuoi che nuoti con te?-

-cì- il ragazzo sorrise, prendendo in braccio la bimba –allora prendiamo il tuo cagnolino salvagente..e andiamo a immergerci- -mergerci- ripeté Anna, che pur non capendo il significato, trovò quella parola interessante. La mew rosa, non poté fare a meno di notare il fisico di Ryan mentre si dirigeva verso l’acqua, il corpo compatto ed elegante, gli addominali scolpiti e l’incredibile gioco di luce che il sole faceva con quei capelli che parevano fili dorati. Si sentì arrossire (tanto per cambiare nda) mentre con imbarazzo, si mordeva il labbro inferiore, distogliendo lo sguardo “che diavolo guardo! Uff chissà dove sarà finito Mark..” –se stai pensando al tuo ragazzo, si è offerto di andare in paese a fare un po’ di acquisti per sta sera- quasi come se Kyle avesse intuito i suoi pensieri, le sedette a fianco –avrebbe potuto dirmelo..sarei andata con lui- -avrà pensato che preferivi riposarti un po’..in questi giorni hai davvero faticato, immagino che stare dietro a tutto, sia stata dura- -già..ma i duri resistono- disse lei ironica, facendo un buffetto al brunetto che le sorrise –ti reputi una dura?- -per niente, ma posso calarmi nella parte- -questo però è imbrogliare- -dici?!?Può darsi..- -mammaaaaaaaa- il grido fece eco per tutta la spiaggia, mentre Strawberry si alzava spaventata, fissando la bambina sul salvagente al largo, che si sbracciava piangendo –oddio mio, Anna- urlò la ragazza, correndo in acqua, mentre tutti gli altri sulla spiaggia rimasero impietriti qualche istante senza capire cosa stesse succedendo. Strawberry nuotò il più velocemente possibile, raggiungendo il piccolo salvagente –stai tranquilla tesoro, sono qui, va tutto bene- la bimba aveva un lieve tremito, mentre le lacrime continuavano a scenderle dal viso –non piangere tesoro, è..- poi un brivido l’attraversò “Ryan..dov’è Ryan..?” –Anna dov’è papà?- domandò spaventata, mentre la bambina indicava l’acqua scotendo la testa “non..non sarà..” –Strawberry che succede?- intanto Kyle l’aveva raggiunta, seguito da Lory –Presto Kyle riportala a riva- disse spingendo il salvagente verso il ragazzo, per poi immergersi nell’acqua.

***

“Dannazione, perché doveva succedermi proprio ora..non riesco a muovermi, non riesco a nuotare, sto affogando, e ho lasciato Anna sola..se le succedesse qualcosa, non potrei perdonarmelo..” Ryan si sentiva spingere verso il fondo, l’ossigeno cominciava a mancargli mentre  l’acqua salata invadeva i polmoni. Sentiva le palpebre farsi pesanti “è finita” pensò, poco prima che qualcuno lo cingesse forte, riportandolo verso la superficie. Non appena avvertì il contatto con l’aria, spalancò gli occhi,iniziando a tossire –Ryan..Ryan oh grazie al cielo- -Strawberry- sussurrò il ragazzo sentendo quella voce –forza aiutatemi- gridò la ragazza, mentre il biondo si sentiva afferrato da mani più forti (Kyle) per poi essere trascinato sulla spiaggia –coff..coff..maledizione-

-cosa..cosa è successo?- domandò Kora, inginocchiandosi vicino al ragazzo -..uno stupidissimo mancamento..- ribatté lui con rabbia, mettendosi seduto di scatto –Anna..dov’è Anna?- -non ti preoccupare è qui- rispose Mina, con la bimba in braccio, la quale cominciò a dimenarsi, per farsi mettere giù. Corse verso il giovane, buttandogli le braccina al collo, per poi scoppiare nuovamente a piangere –mi spiace tesoro..mi spiace tanto- la voce del ragazzo era roca, si sentiva dannatamente in colpa –ti sei sentito male nell’acqua dunque..?- Kyle pareva dubbioso –già..uno stupido crampo- ribattè il biondino con voce piatta –è meglio che ti accompagniamo in casa- -no Kyle, mi arrangio..- si alzò un po’ barcollando, rifiutando che qualcuno lo accompagnasse dentro. A passi lenti si avviò verso la casa, passandosi una mano sui capelli bagnati. Strawberry gli fu dietro, afferrandolo per un braccio, costringendolo a girarsi –Ryan..- lo sguardo del giovane sembrava vuoto –dov’è Mark?- chiese lui, quasi come se da quella domanda dipendesse la sua vita –è..è andato in paese a fare spesa..- rispose lei stupita da quella domanda, il biondo fece per andarsene, ma nuovamente la ragazza glielo impedì –aspetta hai bisogno di aiuto..- -non ho bisogno di niente- -lo vedi che barcolli- -non è nulla..sono solo stordito- -cosa è successo veramente?-lo scrutò con i grandi occhi color cioccolato –te l’ho detto, ho avuto un crampo..- -non è vero, ti è successo quello che è accaduto anche a casa..cosa stai nascondendo..?- -tu lavori troppo di immaginazione, io non sto nascondendo niente..vuoi una medaglia per avermi tirato fuori dall’acqua?!? Bene l’avrai, insieme a tutta la mia gratitudine, ma non mettere il naso in cose che non ti riguardano!- -Mi riguardano eccome, visto che a causa di questo Anna è rimasta da sola in mezzo al mare- -..hai ragione..- sussurrò quasi tremando, come se i suoi occhi stessero vedendo uno spettacolo orribile. Strawberry provò una stretta al cuore, raramente Ryan lasciava intravedere i suoi sentimenti, sembrava sempre così freddo, distaccato ed orgoglioso, vederlo in quello stato la spiazzava; istintivamente posò la mano calda sulla guancia del ragazzo, costringendolo ad alzare lo sguardo – io..io sono preoccupata per te, e vorrei aiutarti- la sua voce era flebile, ma il ragazzo comprese benissimo, volgendole un’occhiata di gratitudine –non devi essere preoccupata per me, non ce n’è motivo..è solo che..- -solo che..?-, Strawberry notò che Ryan si stava mordendo il labbro inferiore, assumendo un’espressione combattuta, il ragazzo scosse la testa, riacquistando il suo sangue freddo –solo che..ultimamente sento che cose che prima riuscivo a controllare ora..ora stanno diventando più difficili, o sono io che mi sto indebolendo- -scusami ma..non capisco- in risposta lui alzò le spalle –non badare a ciò che dico, probabilmente sto delirando..vado a buttarmi un po’ sul letto, ci vediamo più tardi..ah sai del party vero?- -Si, Kyle me lo ha detto- sospirò lei con rassegnazione –bene..allora a dopo-. Ryan entrò nella casa chiudendosi la porta alle spalle, senza sapere di aver lasciato la mew, più confusa che mai.

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** 10 ***


La spiaggia era stata decorata di luci e torce greche, Ryan come al solito non aveva badato a spese: un’enorme tavola era stata riempita e decorata con ogni ben di dio, c’erano pietanze tipiche ed altre francesi per il quale Mina andava matta, italiane e messicane. Una pista da ballo era stata allestita in riva al mare, mentre un gruppo di musicisti era stato appositamente chiamato per l’occasione. Al party parteciparono anche figli di rampolli, conoscenti di Ryan, i quali non erano certo suoi amici, ma il bel biondo gli aveva scherzosamente definiti “parte dell’arredamento”. Anche ragazzi del posto avevano potuto partecipare alla festa, semplicemente chiedendolo, in fondo più si è più ci si diverte. Nei pressi della villa, aveva cominciato ad esserci un grande via vai, la musica animava già i più bollenti spiriti che si erano  buttati in pista, per la gioia di Paddy, la quale si trovava perfettamente a suo agio. Mina aveva conosciuto il figlio di un noto imprenditore, e aveva instaurato con lui una lunga (e noiosa nda) conversazione. Pam come al solito era circondata da schiere di ammiratori, che però l’avvenente modella ignorava palesemente. Lory era rimasta vicino al buffet, la sua timidezza  aveva avuto la meglio, impedendole di potersi godere la festa. –Perché te ne stai qui sola?- la mew verde sobbalzò, rischiando di cadere rovinosamente a terra –ehi attenta- il suo affascinante interlocutore l’afferrò al volo, scatenando sul viso della ragazza un evidente rossore –Ry..Ryan..ti ringrazio- -devi fare più attenzione- -già..ma sai quanto sono sbadata e poi tu..- lo osservò arrossendo ancora di più, era così bello ed elegante che per poco non le si mozzò il fiato –tu..tu sei così affascinante da..- “ma cosa dico” si portò le mani al viso sentendosi un’idiota (-_-*** ), Ryan sorrise, poggiando una mano sulla testa della ragazza

–grazie del complimento..ma anche tu sei davvero carina- -co..cosa?-

-hai capito benissimo..ed è un vero peccato che te ne stia qui in disparte, sono certo che ci sono un sacco di ragazzi che vogliono parlare con te- -si però.. “a me non interessano gli altri ragazzi..io sono innamorata di te, oh quanto vorrei dirtelo”..hai ragione, rimanermene qui è anche poco carino nei confronti degli altri ospiti, però sai che sono molto timida- -devi solo scioglierti un po’, e come ti dico sempre..abbi più fiducia in te stessa..a proposito, mi prenoto per un ballo con te più tardi, quindi tienimi un posto libero!- -c..certo- sorrise lei, sentendo che il cuore le arrivava in gola.

-Riesci sempre a infonderle coraggio- disse Kyle, avvicinandosi al biondo  –Lory ha un sacco di qualità..deve solo essere incoraggiata a tirarle fuori, non posso negare di essere molto affezionato a lei- -credo che lo stesso valga per lei..anche se, più che affetto il suo si direbbe…

enorme cotta!- -cosa?- domandò il biondo sorpreso –andiamo, non dirmi che non te ne sei accorto?!?- -la tua è solo una supposizione infondata, Lory ed io siamo amici tutto qua..e poi chi avrebbe l’insano coraggio di innamorarsi di uno come me..non penso di essere proprio il tipo che ispira amore, ma se mai l’esatto contrario- -convinzione assurda a mio parere, ma contento tu..-

-piuttosto, parlando di Lory, scorgo nei tuoi occhi un certo interesse- -è vero non lo nego..ho un debole per lei- -e non intendi dirglielo?- -fin che non si toglierà qualcuno dalla testa.. no..Ma nutro grandi speranze..- Ryan si limitò a sorridere -Ryan riguardo a quello che è accaduto oggi..ti confesso di essere molto preoccupato per te..- -uff un altro, come devo dirvelo che non ce n’è motivo- -il motivo c’è, ti conosco e lo capisco quando menti..- -Quando sarà il momento Kyle, te ne parlerò..- -questo discorso non mi piace..- -lo so, nemmeno a me..ma prima ci sono alcune cose che devo capire..non pensiamoci ora e godiamoci la festa..le festeggiate ancora non ci sono?- -una sta arrivando, ed è davvero adorabile- il brunetto indicò Anna, la bimba aveva i capelli raccolti in due codini con dei nastri color pesca che mettevano in risalto i boccoli castani, il vestitino dello stesso colore dei nastri era vivace e solare proprio come la sua indossatrice –buona sera, mia bellissima principessa- fece il biondo, accarezzando la bimba, poi il suo sguardo passò su Strawberry che la teneva in braccio ; la ragazza portava un abito stretto e lungo, color avorio, bordato di lustrini (fa molto chic), i capelli erano sciolti e leggermente mossi, incorniciavano un viso lievemente truccato che conferiva alla ragazza un’espressione più adulta. Il biondo rimase qualche istante a fissarla e Strawberry dovette accorgersene, perché arrossì abbassando lo sguardo –complimenti al vestito- sbottò ironico Ryan, ricevendo una linguaccia di rimando, -papi balli con me?- -tra un momento tesoro- -intanto perché non balli un po’ con lo zio Kyle- domandò il brunetto con un sorriso –cì- rispose tutta contenta la bambina, buttandosi tra le braccia del suo affascinante zietto.

–Ti senti meglio?- domandò la ragazza portandosi un bicchiere di succo di frutta alla bocca –si..- Ryan si vuotò da bere, lasciando vagare lo sguardo sulla pista gremita di gente che ballava, dove spiccava la figura di Kyle che faceva divertire Anna. –è davvero bella- mormorò il ragazzo con tenerezza –già..pensa che ha scelto da sola che abitino mettersi, ha già il senso del bel vestire..-

-cosa che a te è sconosciuta..- -cooosa?- -Devo darti atto che sta sera sei anche decente..ma a volte te ne esci con certi abbinamenti- -…senti da che pulpito, con te che solitamente porti quella specie di collarino rosso effetto dandy- -è originale e poi mi sta bene, denota un look elegante/stravagante al contempo..e poi proprio tu critichi, che te ne vai in giro con quel campanello per gatti al collo..scusa ma io lo trovo ridicolo- -ridicolo un corno!Questo è il regalo di Mark!- ribatté furente la rossa –già che c’era poteva metterti anche il guinzaglio e marcarti l’orecchio..e poi vicino al campanellino poteva attaccarci la medaglietta con nome e indirizzo, sai nel caso ti perdessi..- -la tua sadica ironia è vomitevole..ma comunque puoi dire quello che ti pare, a me non importa- -State sempre a litigare voi due?!- -Mark- esclamò la ragazza, sentendosi cingere le spalle –sei bellissima gattina- sussurrò il moro dolcemente –miao- mugugnò ironico Ryan, ricevendo un’occhiata fulminante dalla rossa –posso sapere dove sei stato tutto il giorno?-

-sono andato in centro a fare un po’ di spesa per Kyle, poi ho..avuto un contrattempo e ho fatto tardi- -un contrattempo?- Mark si limitò ad annuire, -per caso..hai combattuto contro un chimero..?- domandò serio il biondo, lasciando stupito Aoyama –bè..si- -e ti sei trasformato nel cavaliere blu vero?- -già- -capisco- sbottò il biondo con un’espressione indescrivibile, mentre buttava giù un sorso di champagne –cosa hai affrontato un chimero da solo?Perché non hai avvertito, sarei venuta ad aiutarti- -non ce n’era bisogno..e poi sai che non sopporto quando combatti contro quei mostri..ho il terrore che ti succeda qualcosa- -oh Mark- la ragazza lo guardò con occhi sognanti –oh Gesù!Scusate vi lascio tubare in santa pace, altrimenti rischio di farmi venire l’ulcera- così dicendo il bel biondino si allontanò dalla melensa coppietta. –Ma che gli è preso?- -mah..lascialo perdere..- -Te l’ho detto che sei bellissima?- -Più o meno due secondi fa..ma se me lo ripeti di certo non mi spiace- disse arrossendo.

***

-Tutto solo ad osservare il mare..come l’affascinante personaggio di un romanzo..- -Kora!- -buona sera- la ragazza si avvicinò puntando gli occhi di giada in quelli azzurri di Ryan –accidenti, sei stupenda- -cosa?Ho sentito bene, mi hai fatto un complimento?- -Temo di si..ma era inevitabile- la voce del ragazzo era calda e suadente, mentre il suo sguardo si posava sulla figura slanciata, avvolta in un abito nero firmato, uno spacco vertiginoso lasciava scoperta la gamba destra, mentre la scollatura dava ben poco spazio all’immaginazione –tutti questi complimenti da parte tua mi sorprendono e mi fanno un immenso piacere! Ma perché il ragazzo più affascinante della spiaggia se ne sta qui solo?- -Aspettavo la mia sirena, che a quanto pare ha deciso di mostrarsi in tutto il suo splendore- -mi preoccupi lo sai..?!?- -bene, allora non riceverai più nessun complimento da me, per tutto il resto della serata..contenta?- Kora fece un’espressione corrucciata, prendendo la mano del biondo con la sua –un ballo me lo concedi?- domandò lei attirandolo verso la pista da ballo –posso fare questo sacrificio- biascicò, portandosi al centro della pista per poi scatenarsi in un ballo latino americano.

 

-ragazzi è davvero eccezionale!!- Paddy si buttò velocemente sul buffet, cercando di riempire il piattino il più possibile, lanciando spesso un’occhiata verso la pista da ballo –chi è che è eccezionale?- domandò Strawberry, avvicinandosi alla biondina –Ryan..quel ragazzo ha veramente la musica nel sangue..guarda laggiù- indicò la pista da ballo, dove Ryan e Kora stavano dando prova di saperci davvero fare con il ballo, la rossa rimase imbambolata a guardarli, sentiva la testa vuota –ehilà sei ancora tra noi??- fece la biondina, pizzicando l’amica –eh?Ah si si..- -e il tuo cavaliere do’vè?- -è andato un momento alla toilette- -eh già quando natura chiama..bè io mi ributto nella mischia..tu non vieni?- -No meglio di no- -ok come vuoi- -ehi aspetta furia- Kyle afferrò la mew gialla –ti spiace darmi il cambio con Anna..purtroppo temo di essere un po’ fuori forma- -d’accordo!Vieni Anna, adesso la zia Paddy ti fa vedere come si balla- escalmò contenta, trascinando la bambina nuovamente nella mischia. –oh povero me..sono distrutto- -sei poco resistente Kyle- sbottò ironica Strawberry, battendo sulla spalla dello spilungone –sai com’è, non sono più abituato- -Ryan invece sembra nel suo habitat ideale- anche se non voleva, il tono di voce le uscì terribilmente acido –ballare gli è sempre piaciuto..sono contento che ogni tanto si svaghi, ne ha bisogno- -si hai ragione- Strawberry tentò di assumere un’aria indifferente “questo è il momento giusto per sapere qualcosa in più su Kora..” pensò, cercando un modo per attaccare discorso –Kora frequentava l’università con Ryan??- Kyle non sembrò stupito della domanda e questo incoraggiò Strawberry –no..sai che Ryan è stato ammesso all’università a dodici anni, e quindi non ha frequentato il liceo come Kora..si sono conosciuti ad un corso di fotografia, Ryan non era certo meno schivo di adesso, anzi era ancora più taciturno e freddo, la ferita della morte dei suoi genitori bruciava ancora troppo, perciò nonostante avesse un sacco di ragazze che lo corteggiavano, lui le sdegnava completamente- -ma con Kora..è stato diverso..?- -Già..Kora era, una ragazzina tutto pepe che non si dava mai per vinta, i suoi genitori sono due famosi produttori cinematografici, e l’hanno molto trascurata, perciò in un certo senso, Kora riusciva a comprendere Ryan molto più di quanto avesse fatto chiunque altro in quegli anni..eccetto me, Ryan non frequentava nessuno, per questo fui davvero contento quando tra lui e Kora nacque un’amicizia-

-un’amicizia- sussurrò la ragazza con fare riflessivo –Credo che per certi versi, Kora sia sempre stata innamorata di Ryan, e chissà magari lo era anche lui..ma la sua devozione al progetto mew non gli ha mai permesso di costruire dei legami e quando lasciammo l’America, Kora e Ryan dovettero separarsi- -e ora lei è tornata per..riprenderselo..- -come?- -eh?Ah no niente, farfugliavo tra me cose senza importanza- Kyle le sorrise con l’aria di chi la sa lunga, ma Strawberry non vi fece caso. –Eccomi qua- la voce di Mark interruppe il discorso dei due –che dici, ci buttiamo nella mischia anche noi??- La rossa non riuscì a rispondere, perché Ryan richiamò l’attenzione, radunando attorno a se gli invitati –Gentili ospiti, vorrei proporre un brindisi alle festeggiate..ovvero alla mia piccola Anna e a Kora..cin cin- si levò nell’aria il rumore dei bicchieri e gli applausi degli invitati, a Strawberry parve di non far parte di quella scena, si sentiva in un angolo e non ne capiva il motivo –papà ora balli con me?- domandò Anna, alzando le braccia verso il ragazzo –ovvio principessa..tu sei la miglior dama che si possa desiderare- disse scherzoso il ragazzo, prendendola in braccio per poi iniziare a volteggiare con lei. –Non avevo mai visto Ryan così..è cambiato molto- al suono di quella voce, Strawberry si era accorta di essere stata affiancata da Kora –Strawberry..vorrei domandarti una cosa, e gradirei tu fossi sincera..- la rossa sbatté le palpebre nervosamente –certo..chiedi pure- -tu non provi nulla per Ryan..non è vero?- -co..cosa?-

-Ti ho chiesto se provi qualcosa per Ryan..?- -Non..non capisco il perché di questa domanda- -tu rispondi e basta..- Strawberry si sentiva terribilmente a disagio, “perché mi martella così il cuore..?E perché fatico a rispondere, in fin dei conti io per Ryan non provo nulla” –io..io provo per Ryan amicizia, solo questo- rispose infine, senza guardare in faccia Kora –ah..mi sento più sollevata- Strawberry la guardò con aria interrogativa –vedi la tua risposta mi ha reso più serena, perché vuol dire che non siamo rivali- -rivali?- -Già..io sono venuta qui, perché voglio che Ryan torni in America con me..in questi cinque anni non ho fatto altro che pensare a lui, non c’è stato più nessun altro ragazzo che facesse battere il mio cuore come ci riusciva Ryan..per questo lotterò con le unghie e con i denti per averlo- fece un sorriso di circostanza, per poi allontanarsi, lasciando Strawberry ferma immobile, appoggiata al tronco di una palma, dei brividi le percorrevano la pelle, mentre in lei si instaurava una sorta di strana angoscia.

 

La musica era finita e Anna cominciava ad avere il viso stanco –vuoi riposarti un po’ amore?- domandò il biondo, posando la bambina su una sedia di vimini –lo sai che sei una ballerina eccezionale?- lei sorrise annuendo contenta –anche tu sei un gran ballerino- Kora lo prese per un braccio –e tu sei una civetta- fece lui ironico, scatenando in lei un’espressione maliziosa –cattivo..- sussurrò suadentemente portandosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli ramati –ti va un po’ di champagne?- domandò poi lasciando la presa –volentieri- -allora aspettami qui, torno subito- così dicendo Kora si allontanò, dirigendosi verso il buffet. –Papi..dov’è mamma?- domandò Anna, guardando il biondo con occhi assonnati –bella domanda..sarà..- si guardò intorno, scorgendola nell’ombra, con un’espressione spenta sul viso. –Che fai ti nascondi?- le chiese, avvicinandosi

lei si sentì fastidiosamente avvampare, mentre distoglieva lo sguardo –no è che..volevo starmene un po’ in pace- -non è da te..- -che ne sai tu di quello che è da me- ribatté con voce seccata

-vuoi che me ne vada?- domandò lui con lo stesso tono, Strawberry lo guardò negli occhi, le venne in mente la sera in cui lui l’aveva aiutata a studiare, quella in cui l’aveva tenuta accanto a se, facendole dimenticare Ghish, -no, non voglio che te ne vai- disse flebilmente. –Ah ecco dove eri!- esclamò Kora avvicinandosi con due bicchieri di champagne –ti senti forse male Strawberry, perché te ne stai qui in disparte?Il tuo ragazzo poi ti stava anche cercando- “Mark” si guardò intorno scorgendolo accanto alla pista da ballo, senza dire nulla corse nella sua direzione, abbracciandolo. Avrebbe voluto scoppiare a piangere tra le sue braccia, senza saperne il motivo.

-Ho forse interrotto qualcosa?- domandò Kora con falsa preoccupazione –no, nulla figurati- rispose il biondo, portando alla bocca il bicchiere colmo di champagne.

***

Le mew mew, Mark, Kyle, Kora e Ryan si erano seduti ad un tavolo, mentre gli altri invitati occupavano la pista da ballo senza dar segno di volerla abbandonare. I nove ragazzi chiacchierarono allegramente, fino a quando Anna ripresasi dal sonno, “saltò” in braccio a Paddy per partecipare alla conversazione. –La nostra principessa si è svegliata- esclamò Kyle sorridendo alla bimba –mamma papà..ballate?- i due ragazzi si guardarono imbarazzati –insieme a te?!?- domandò Strawberry sicura di una risposta affermativa –no..tu e papà da cioli- fece lei convinta.

Strawberry deglutì a fatica, guardando Mark, che nonostante avesse un’espressione serena, faceva capire di non essere d’accordo  –ti va di ballare con me Strawberry?- domandò il biondo con voce cordiale  -lo sai che non so ballare..- -certo che sai ballare..una volta abbiamo ballato insieme..ricordi?- lei annuì, ripensando alla sensazione che aveva provato, al cuore che sembrava volerle uscire dal petto –basta che non cominci a criticarmi dicendo che sono imbranata- -non lo farò promesso..- le porse la mano, che la rossa rimase a fissare titubante –dai mamma balla- insistette Anna battendo le mani, Strawberry lanciò un’occhiata a Mark, il quale annuì rassegnato. Lei afferrò la mano del biondo, portandosi al centro della pista –ti da fastidio?- domandò Ryan, guardandola negli occhi, lei scosse la testa, lasciando che lui la cingesse alla vita, caso volle (o meglio autrice volle ^_^) che la canzone fosse un lento. –oddio mio, mi sento terribilmente impacciata- -rilassati e segui la musica- -come se fosse facile- -sono io che ti metto in soggezione?- -ora non darti troppe arie!- -e allora qual è il problema?- -nessuno..- farfugliò lei

-chiudi gli occhi- -che?- -ti ho detto di chiudere gli occhi, ma non guardarmi come fossi un lupo mannaro, non ho intenzione di farti niente- lei lo guardò dubbiosa, dopo di ché obbedì. –Perfetto, ora ascolta la musica..lasciati guidare da lei, dimentica le persone intorno, non esistono..ci siamo solo tu ed io- -solo tu ed io- sussurrò lei, lasciandosi trasportare dal dolce ritmo della musica, per poi riaprire gli occhi –ce..ce l’ho fatta, mi sto muovendo a tempo!- esultò, mentre lui le sorrideva

–hai visto che mica è tanto complicato-. Si lasciarono cullare dalla melodia, Strawberry avvertiva un’infinita sensazione di pace, senza accorgersene, appoggiò la fronte sul petto del biondo –hai davvero un buon profumo- sussurrò, quasi le parole uscissero fuori senza controllo –non andartene Ryan..non andartene mai-.

 

Fine capitolo, scritto a velocità “razzica”,perché ultimamente ho poco tempo, perciò prendetelo come viene.. (come se avessero scelta ndRyan)  Cercherò di aggiornare al più presto con i prossimi capitoli, di certo non lascerò questa fic in sospeso..NON VI LEBERERETE DI ME TANTO FACILMENTE AHAHA!!! (Credo che questa sia la peggior minaccia che potevi fare -.-***)

Alla prossima, se potete commentate, che a me fa un immenso piacere, mi stimola a continuare, quindi siate clementi.

A presto, baci!!!

 

 

 

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Capitolo 12
*** 12 ***


p class=MsoNormal>Rieccomi qua, chiedo scusa per il ritardo, ma ho avuto dei problemi col pc, prometto che adesso i miei aggiornamenti non saranno più così in ritardo. Poi vi devo ringraziare per aver commentato questa fic, quindi uno stramegagrazie a Ichigo Shirogane,Onda, Vera, ceres88,Margharet, lady reven,KaiHiwatari,Martina, Scorpioncina90..GRAZIE INFINITE!Spero che commenterete ancora anche per i prossimi capitoli. Ci tengo.

baci

 

Strawberry non sentiva più la musica, tuttavia Ryan continuava a tenerla stretta a sé, una sensazione che le dava il capogiro, come se tutte le persone che avevano intorno fossero scomparse, si vergognò sentendo crescere dentro di lei il desiderio che succedesse davvero.

-Ehi, la musica è finta- esclamò Paddy, richiamando i due, che si staccarono con le facce di chi era appena stato svegliato dal sonno. –Non mi ero nemmeno accorto che non c’era più la musica- disse Ryan, fissando Strawberry che invece guardava il pavimento. –tutto bene?- domandò lui, vedendo che la ragazza sembrava paralizzata –s..si, tutto bene- -sei stata brava, non mi hai mai pestato i piedi nemmeno una volta!- lei alzò le spalle senza ribattere. –Complimenti, siete bravi, sembravate una coppietta in luna di miele- apostrofò Mina,  mentre Strawberry alzava il capo di scatto –Non dire scemenze!Abbiamo ballato insieme solo per Anna, se fosse dipeso da noi l’avremmo volentieri evitato- -si..d’accordo, ma calmati- Mina rimase sconcertata da quella reazione. Ryan dal canto suo, aveva assunto uno sguardo freddo come il ghiaccio, che Strawbeery sentì sulla propria pelle, come un brivido sinistro. “Che sciocca..perché ho avuto una reazione simile..che cosa penserà ora..?” tentò di alzare lo sguardo verso il ragazzo, ma questo si stava già allontanando, facendosi spazio tra gli ospiti. –Ryan, aspettami- Kora gli corse dietro, svanendo anche lei, in mezzo alla gente. –Non capisco perché te la sei presa a quel modo, ho fatto solo una battuta, lo sanno tutti che sei innamorata di Mark!Per fortuna Anna non ti ha sentito..- la voce di Mina era giustamente contrariata. Strawberry si sentiva osservata da tutte le sue amiche, e da Mark, lui la fissava “cosa stai pensando Mark..?” –Il fatto è che mi da fastidio che continuiate a fare insinuazione, tra me e Ryan non c’è nulla..- continuò guardando il suo ragazzo, che annuiva per darle man forte.

***

“Non andartene Ryan..non andartene mai” si sedette su uno scoglio in riva al mare, con quella frase che gli martellava la testa “se fosse dipeso da noi, l’avremmo volentieri evitato”, perché si divertiva a torturarlo a quel modo –stupida mocciosa- sussurrò, lanciando un sasso nell’acqua

-come se me ne importasse qualcosa, di te, e del tuo damerino, andate al diavolo..-. Si passò una mano tra i capelli, sentendosi patetico, “Tra me e Strawberry..non c’è nulla”. –Ryan..- -mh?Oh sei tu Kora..- -posso sedermi accanto a te?- -si certo- il ragazzo le fece un po’ di posto. Rimasero in silenzio qualche istante ad osservare il mare. –Sei praticamente scappato via- -mi sentivo soffocare- -è..per quello che ha detto Strawberry?- -no, può dire ciò che vuole, a me non importa-

-sei certo di, essere sincero con te stesso?- -che razza di domande fai!- ribatté lui bruscamente

–scusami, non volevo alzare la voce- -fa nulla- la voce di Kora sembrava triste. –Ryan..il motivo per cui sono qui, non è una semplice visita di piacere- -è successo qualcosa?- -si, è successa ancora cinque anni fa, e da allora non se n’è più andata- lui la guardò non capendo. –Ti ricordi quando, ci salutammo all’aeroporto, dicesti che un giorno saresti tornato, mi avresti raccontato tutto..e io ho vissuto nella speranza che quel giorno arrivasse, ma dentro di me, sapevo che tu..non avresti più fatto ritorno..- -Kora, io..- -ti prego, fammi finire. Ho avuto altri ragazzi, non che io e te, siamo mai stati veramente insieme, anche se io ci ho sempre sperato. Tuttavia cercavo te in loro, sbagliavo, lo so, ma non potevo farne a meno. Non potevo credere che tu te ne fossi andato, che tutto quello che provavo, dovesse essere cancellato..io, io ti amo Ryan, non ho mai smesso di farlo- -Kora- -sono tornata qui, per chiederti di tornare con me in America, per dirti ciò che provo, perché non saprei vivere nel rimpianto. Sai quando sono partita, mi sentivo fiduciosa, perché tra tutte le ragazze che ti venivano dietro, avevi scelto me, ero l’unica con cui ti confidavi, l’unica ad avere l’onore di poterti stare accanto, avevo te, e tutta la mia solitudine svaniva..Ma adesso mi rendo conto che non è più così, tu non guardi me, come guardi lei- -che stai dicendo?-

-la verità, io me ne sono resa conto, sarebbe ora che lo facessi anche tu- -io non capisco a chi tu ti stia riferendo- -smettila Ryan!Mi fai solo stare male così!- lui rimase ammutolito, mentre dagli occhi verdi e caldi della ragazza, scendevano delle lacrime –l’ho capito sta sera, anche quando parlavi con me, il tuo sguardo la cercava..sempre, il tuo pensiero era rivolto a lei- -ti sbagli!Io..io-

-Domani torno a Los Angeles- -cosa?- -non c’è motivo, che io resti- -ma..- -lei non gli permise di parlare, posando il dito sulle labbra di lui –c’è una cosa che però, vorrei chiederti..-

***

Tamburellava le dita sul tavolo, nervosamente, lo sguardo concentrato  sul fondo del proprio bicchiere, ormai vuoto, sentiva Pam e Mina parlare, ma le loro voci le risultavano più simili a ronzii. Anche Kyle e Mark parlavano, sorridendosi come fossero stati amici da sempre. Lei invece non aveva voglia di partecipare ai discorsi, di qualunque natura fossero. Si sentiva un nodo in gola. Alzava lo sguardo, nella speranza di vederlo spuntare tra la folla, perché non tornava?Possibile che si fosse offeso così tanto?Ma per quale motivo? Lei in fondo aveva solo detto la verità..Sospirò, non resistendo più a rimanere seduta –scusate vado un attimo a rinfrescarmi- esclamò, senza aspettare commenti di rimando. “Devo dirgli che non volevo essere così brusca..non so che mi è preso!Ryan..è..insomma è un amico e io gli sono riconoscente per tutto quello che ha fatto per me”. Si diresse verso la spiaggia, la luna piena faceva brillare i piccoli granelli bianchi di sabbia, mentre l’acqua sbatteva sui grandi scogli che contornavano una piccola baia. Quasi come se avesse avuto una percezione, Strawberry si incamminò verso quegli spuntoni rocciosi, sicura che un tipo solitario come Ryan, cercasse il posto più improbabile, per contornarsi della sua tanto amata solitudine. Giunta là, prese il respiro, pensando a come affrontarlo, se con una faccia pentita, o una sdrammatizzante..cosa sarebbe cambiato?Dopo tutto in ogni situazione era sempre stato Ryan ad avere l’ultima parola. Si sporse, da dietro lo scoglio, notando due sagome. Quatta, con la sua agilità da felino, si avvicinò a quelle ombre scure, così vicine tra loro. La luce della luna, contornava i due ragazzi, le braccia di Kora intorno al collo di Ryan, le loro bocche, unite in un bacio. Strawberry si sentì avvampare, il suolo sottostante sembrava aver preso mobilità, mentre i suoi occhi non riuscivano a staccarsi da quell’immagine. Arretrò di qualche passo, scivolando contro la superficie liscia della roccia. Il tonfo fu accompagnato da un piccolo gemito di dolore. Alzò lo sguardo, notando che Kora e Ryan l’avevano vista, i loro occhi erano puntati sulla mew seduta a terra, Kora aveva un’espressione malinconica, mentre lo sguardo di Ryan era indecifrabile, ciò nonostante i due continuavano ad avere le braccia avvinghiate le une al corpo dell’altro. Strawberry si morse il labbro, mentre le tempie le martellavano –scu..scusatemi io..non volevo interrompervi!Gli altri si stavano preoccupando e così..vi..vi rilascio soli- farfugliò, balzando in piedi, e correndo via, desiderando quasi di volare per poter far prima. Davanti agli occhi continuava a vedere quella scena, perché le bruciava così tanto in petto? Ryan, era rimasto a fissare il punto da cui Strawberry era corsa via. Si liberò della stretta di Kora, mettendosi a correre per raggiungere la ragazza. Kora si strinse nelle spalle, mentre i suoi occhi si inondavano di lacrima.

***

Raggiunse la veranda della casa, ansimando per la corsa folle che aveva fatto, i polmoni sembravano voler scoppiare, il viso arrossato per lo sforzo, aveva un’espressione di incredulità. “Perché sono corsa via?Perché ho provato l’impulso così forte di voler scappare?” Appoggiò ambo le mani alla balaustra in legno bianco che contornava la veranda. Il suo sguardo si perdeva nel vuoto, le sembrava di aver ricevuto un calcio in pieno stomaco. Pensò a Mark, ad Anna, ma la sola immagine che i suoi occhi riuscivano ad inquadrare, era quella di Kora e Ryan, che si baciavano. –Quanto sono stupida!- ringhiò, portandosi le mani tra i capelli.

-Si può sapere perché sei scappata così?- sussultò, voltandosi verso la persona che aveva parlato. Ryan le stava di fronte, il petto che si alzava e abbassava al ritmo del respiro irregolare, dovuto alla sforzo per raggiungerla. Lei distolse lo sguardo, portandosi nervosamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio –non sono scappata- -Ah no?!? Correvi come se fossi stata inseguita da un branco di lupi- apostrofò lui, avvicinandosi. –è solo che non volevo disturbare, visto e considerato che..- -Kora voleva parlarmi..- -ha uno strano modo di parlare..molto intimo devo dire!- -ti da fastidio che mi abbia baciato?- -assolutamente no!-

-e allora..cosa c’è?- -“gia, cosa c’era’ Avrebbe voluto saperlo anche lei -Non mi va di parlarne- -si tratta di Kora? Ti sta antipatica?- Strawberry scosse il capo –infatti, è una ragazza d’oro, non potrebbe mai starti antipatica!- quell’affermazione la fece accigliare –già lei è una ragazza d’oro, non come la sottoscritta, pasticciona, imbranata..terribilmente infantile- -l’hai detto tu, non io- sbottò lui mettendosi a braccia conserte

-eccolo, la sua solita aria da snob..Sai che ti dico..non ti sopporto!- -Lo so, l’hai già detto! Bè, la cosa è reciproca, sei contenta?- -Certo!Non vedo l’ora che questa storia degli alieni sia finita, così non dovrò venire più in quello stupido caffè e non dovrò più trovarmi davanti la tua perenne faccia di bronzo!- -Esatto, così te ne potrai stare tra le braccia della tua ameba, lui si che è un uomo!- -Non osare parlar male di Mark, io lo amo!-

-Perché hai distolto lo sguardo?- -cosa?- -voglio che mi guardi negli occhi mentre mi dici che lo ami- La ragazza paonazza, lo guardò negli occhi, azzurri, freddi come il ghiaccio –io amo Mark!- ripeté. –Benissimo, e allora come io non posso fare commenti su di voi, tu non devi farli su Kora- -io non ho mai fatto commenti su Kora!- -ma hai fatto chiaramente sapere che non la sopporti- -Non è vero, e se anche fosse, non avresti giustificanti, visto il modo in cui tratti Mark…Tutta questa discussione è ridicola, non ha senso- -esatto non ne ha, sono semplicemente venuto qui per chiederti che hai, perché ti comporti in questo modo, e come risultato mi trovo infamato di parole!- fece per andarsene, ma la voce della ragazza si fece sentire nuovamente –ne sei innamorato?- quella domanda le era venuta fuori senza che lei lo volesse. Ryan la guardò, uno sguardo indecifrabile, gelido. Strawberry deglutì, andando ad osservare la punta delle proprie scarpe –scusa, non sono affari miei- -infatti non lo sono, vedi di ricordartene anche in futuro-. Lei annuì, stringendosi nelle spalle, sembrava una bambina che aveva appena ricevuto una dura punizione. Il bel biondino si avvicinò, sfiorando una ciocca rossa dei capelli di Strawberry –sembra che sia proprio impossibile che io e te riusciamo a stare più di mezzora senza litigare- lei mugugnò in risposta. –Perché mi hai chiesto di..non andarmene?-. la ragazza alzò lo sguardo arrossendo “credevo..credevo non mi avesse sentita” –perché..io- fece una pausa, espirando –a che sei ne dica..noi siamo amici Ryan, e a me dispiacerebbe che tu te ne andassi. Kora aveva detto che ti avrebbe riportato in America..- -quindi è per questo che sei scappata?- -si..cioè no..io..non so..non so che mi succede..adesso sarà meglio che torni da Mark, si starà chiedendo dove sono finita- -già, torna da Mark. Io resto ancora un po’ qui, poi vi raggiungo-

-non mi piace lasciarti solo, vieni con me- -io sono solo Strawberry..- lo disse con asprezza, quasi l’avesse sputato fuori –sai che non è vero..- ribatté lei convinta. Ryan scosse il capo –tu non puoi capire..ora vai-

-uff, ecco, vedi come sei..è impossibile non avere una crisi di nervi con te- -Ancora!Ma ti vuoi levare di torno?!?- -Ah io dovrei levarmi di torno?Sei tu che sei venuto qui, dopo di me- -ma se hai appena detto di voler andare da Mark- -infatti, ma ciò non ti autorizza a trattarmi come la tua servetta- -sei una mocciosa!Una testardissima mocciosa!- -finiscila di chiamarmi mocciosa!- -e tu finiscila di fare la saccente, di dirmi quello che devo o non devo fare, tu non sai un bel niente di me, sei brava a sputare sentenze e basta- -cosa?- -hai capito benissimo!- -vai al diavolo- fece per allontanarsi, ma qualcosa l’accecò, un bagliore le ferì gli occhi tanto che fu costretta a chiuderli. Un fascio di vento violento la investì, Strawberry provò un dolore lancinante alla testa. Si sentì cingere, forte, mentre veniva sobbalzata con violenza addosso al muro della casa, qualcosa tuttavia le aveva attutito il colpo.

Le sue orecchie si riempirono di grida, c’era gente che correva, scappava, ma lei non riusciva a muoversi. Aprì gli occhi lentamente, mettendoci un po’ per mettere a fuoco correttamente la situazione. Si posò una mano sulla fronte, notando che un rivolo purpureo le aveva macchiato le mani. Sfiorò nuovamente il viso, non avvertiva nessuna ferita. Tentò di alzarsi, ma qualcosa glielo impedì, sollevò un poco il busto, spalancando gli occhi mentre una morsa le stringeva il cuore. Ryan stava riverso sopra di lei, i capelli biondi, che gli scendevano sulla fronte, erano striati di rosso, mentre i suoi occhi erano chiusi. –Ryan- sussurrò la ragazza spaventata, prima di scoppiare in lacrime –rispondi..Ryan..Ryan!- urlò cercando di scuoterlo.

 

Ecco qui un piccolo capitoletto (mi scuso già in anticipo se ci trovate qualche errore, ma è frutto delle mie nottate), non certo uno dei migliori, ma ho poco tempo perciò portate pazienza se aggiorno un po’ in ritardoL! Qui sono stata un pochino tragica, ma niente paura, i veri intrighi devono ancora arrivare^_^ !! Mi darò una mossa lo prometto!!

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Capitolo 13
*** 13 ***


Times New Roman"'>La testa del ragazzo stava reclinata indietro, e nonostante Strawberry continuasse a scuoterlo, quei pozzi celesti non davano segno di spalancarsi. La ragazza sentì una morsa d’angoscia salirle al petto “ti prego Ryan..ti prego svegliati” con gli occhi colmi di rabbia guardò l’alieno sospeso a mezz’aria davanti a lei. –Maledetto!- urlò, mentre Ghish la guardava con un’espressione indescrivibile –Non ti agitare micina, in fin dei conti mica è morto- -Come hai osato fargli del male?- -Tks, è lui che ha voluto fare l’eroe e si è messo in mezzo. E ora spostati e lascialo a me, devo verificare una cosa..- -Se credi che te lo lascerò anche solo sfiorare ti sbagli di grosso!-

-senti, senti..ma non l’avevi mandato al diavolo!- -cosa?- la ragazza sgranò gli occhi –Ecco non mi pare che siate in buoni rapporti, perciò che ti importa di lui! Se ora te ne vai zuccherino, prometto che ritirerò il chimero- Strawberry guardò verso la spiaggia, le altre mew mew stavano combattendo contro una creatura simile ad un pipistrello gigante (Batman??). “Come ha fatto quella creatura a trasportarsi qui?é comparsa all’improvviso dal nulla..” –allora gattina, sto aspettando- -e continua ad aspettare! Ti ho detto che non ti permetterò nemmeno di sfiorarlo! Mewberry metamorfosi!-. –Mpf..adesso che sei vestita di rosa..brrrr mi fai molta più paura- sfotté l’alieno con un ghigno. –Fai pure lo spiritoso, ma adesso ti aggiusto io..- non finì di dirlo che l’alieno le fu praticamente sopra –mi ecciti quando mi minacci, lo sai?- -lasciami andare!-

-altrimenti che fai?Mi graffi?-. Strawberry tentò di dimenarsi, ma la forza di Ghish era troppa, le stringeva i polsi, facendola gemere dal male. –Perché non mi dai un bacetto, dopo tutto è tanto che non ci vediamo..- -mi fai schifo!- disse rabbiosa la ragazza, ricevendo uno schiaffo di risposta

-così te ne starai un po’ buona-. Afferrò il collo candido di lei con ambo le mani, iniziando poi ad avvicinarsi al suo viso. Poi come se un capogiro improvviso lo avesse sorpreso, si sentì spingere lontano di qualche metro, sembrava un’onda d’energia (kamehameha!!) ma non era possibile che fosse stata Strawberry a scatenarla. Alzò gli occhi ambrati, notando che il biondo che poco fa era disteso sull’erba, non era più lì, no, ora stava in piedi di fronte a Strawberry, un rivolo rosso gli scendeva lungo la guancia, l’alieno si sentiva perforare da quegli occhi glaciali. Di nuovo quella sensazione, avrebbe voluto domandare, chiedere conferma, ma invece tutto quello che riusciva a fare, era fissare quello strano essere umano..

Strawberry si alzò tossendo convulsamente, la stretta di Ghish l’aveva quasi soffocata. Guardò avanti a sé, Ryan le faceva nuovamente da scudo, nonostante fosse ferito –Ryan..che fai spostati da lì- si aggrappò a lui, notando che quegli occhi acqua marina, erano completamente vuoti, quasi privi di vita. Ghis che ancora osservava la scena, si sentì sorprendere dalla gelosia –adesso basta!- si scaraventò sui due, con le mani occupate da due spade. La sua corsa fu interrotta, le sue spade si incrociarono con quella di un altro essere. –Questa è la volta buona che ti tolgo di mezzo- sussurrò il cavaliere blu, costringendo Ghish ad arretrare. Si rendeva conto che non avrebbe potuto ottenere vittoria, non in quel momento almeno. –Per sta volta me ne vado..ma non finisce così!- disse sparendo di colpo. Mark riprese le proprie sembianze, voltandosi verso Strawberry, la quale sosteneva Ryan, nuovamente privo di sensi. –Come sta?- la mew scosse la testa –dobbiamo portarlo dentro- suggerì Mark, prendendo in braccio il biondo.

Dalla grande finestra stile inglese, entravano i raggi del sole, doveva esserci vento, perché le foglie di palma si muovevano con vigore, lasciando cadere dei piccoli semi sulla sabbia rovente. Ryan osservava quell’immagine, anche se realmente non la vedeva. Si era svegliato già all’alba, rimanendo nel letto, con lo sguardo ostinatamente fisso, al paesaggio oltre il vetro della finestra. Una benda gli fasciava la fronte, mentre dei piccoli cerotti gli erano stati messi sulle braccia. Si sentiva come un bambino alla sua prima zuffa. Non ricordava molto di quello che era accaduto la sera precedente, così come non ricordava chi l’avesse portato in quel letto. Che importanza aveva?Nessuna, era solo un pensiero banale per tenersi la mente occupata, per non incappare in pensieri pericolosi, per non pensare a quello che gli stava succedendo. La porta della camera si aprì lentamente. Kyle stava fermo sulla soglia con in mano un vassoio –grazie al cielo, ti sei ripreso- disse sorridendo quasi con commozione. –Ci vuole altro per mettermi K.O- bofonchiò il biondo, abbandonandosi sul cuscino. –Come ti senti?- chiese Kyle, poggiando il vassoio sul comodino, e sedendo su una sedia posta vicino al letto. –Solo un po’ di mal di testa. Purtroppo non ricordo molto degli avvenimenti dell’altra sera- -Capisco..Comunque alla fine la situazione si è risolta, le mew hanno battuto il chimero, e nessuno, a parte te, si è fatto male- -Anna sta bene?-

-Si, era ancora un po’ spaventata, così Strawberry l’ha portata a fare una passeggiata per calmarla un po’-

-e lei..come sta?- -tutto bene, per fortuna Mark è intervenuto in tempo-. Kyle si accorse che Ryan stava stringendo le lenzuola e il suo sguardo si era fatto vitreo –era molto preoccupata per te..-

-cosa?- -Strawberry..ha fatto la ronda davanti alla porta della tua camera per tutta la notte- una luce di stupore illuminò il volto del biondo –probabilmente si sentiva in colpa per la litigata di ieri- sbottò, tornando a fissare fuori dalla finestra. –Kora è partita stamattina..- nuovamente lo sguardo di Ryan si spostò su Kyle –partita?- -già, una volta assicuratasi delle tue condizioni, è partita per l’aeroporto. Mi ha solo detto che tu, avresti capito-. Ryan abbassò lo sguardo annuendo –non volevo se ne andasse- sussurrò appena. –ti amava- -lo so..probabilmente l’unica persona che sia mai riuscita ad amarmi, ed io..l’ho fatta andare via- -perché?- -no so il motivo, forse ho paura che possa accaderle qualcosa, non sono più disposto a perdere le cose a cui tengo- -ma così l’hai persa comunque-. Ryan non rispose, limitandosi a fissare il copriletto scuro. –Ryan..a proposito di quello che è successo ieri sera, ecco c’è una cosa di cui devi essere informato. Ma non so se, devo dirtelo ora…- -Certo, parla pure- -ma non ti sei ancora ripreso..- -Kyle!- -d’accordo..ecco, l’improvvisa apparizione di quel chimero, è dovuta a un varco temporale- -un varco temporale?- -Si, funziona con una specie di campo magnetico, permettendo di aprire dei portali dimensionali, che collegano appunto una dimensione all’altra, che so, come attraversare una porta e ritrovarti improvvisamente in Australia o in Alaska..- -quindi gli alieni hanno trovato il modo di aprire questi varchi..-

-esattamente..anche se credo che gli stiano ancora sperimentando, tuttavia una volta che sapranno usarli in modo adeguato, potranno invadere il mondo di chimeri, e a quel punto saremmo spacciati- -dannazione!- Ryan sferrò un pugno al materasso. –Purtroppo noi non abbiamo nessun dato che ci aiuti a distruggere questi varchi- -Vuoi dire che non possiamo fare niente?- domandò l’altro con rabbia. –Una soluzione c’è, ed è appunto di questa che ti volevo parlare..Tuo padre aveva compiuto delle ricerche sull’origine dei varchi, ne aveva studiato i fenomeni, me lo ricordo perché ogni tanto gli fungevo da assistente..- -Ma noi qui non abbiamo quel materiale- puntualizzò Ryan, quasi certo di dove volesse arrivare Kyle. –Qui no, sono nel laboratorio Shirogane..a Los Angeles- il cuore del biondo cominciò a battere per l’ansia –Ryan..dobbiamo tornare in America, dobbiamo trovare il modo di impedire che i varchi vengano spalancati- -to..tornare in America..?- -è la sola soluzione. Abbiamo bisogno del laboratorio di tuo padre e delle sue ricerche. Sarà per poco, una settimana al massimo, porteremo anche le ragazze con noi-. Ryan non riusciva più a sentirlo, nella sua mente c’era solo una frase che rimbombava, tornare in America, il luogo da dove tutto era cominciato e dove tutto era finito. Significava affrontare un passato dal quale era sempre scappato, significava rivedere quel luogo. Sentiva l’odore del fuoco pervaderli le narici. –E Anna?Lei ha bisogno di noi..se partissimo, chi se ne prenderebbe cura?- -la persona che hai contattato, non ha ancora trovato i suoi genitori, e a questo punto, o la si affida a qualche istituto, oppure semplicemente la portiamo con noi- -non permetterò mai che Anna finisca in un istituto- -e allora la porteremo con noi!- -Non c’è altra soluzione..- la voce di Ryan risultò flebile –Mi spiace, ma prima o poi, avresti dovuto fare i conti con il passato- -si, hai ragione..tu sarai al mio fianco, vero Kyle?- il ragazzo gli sorrise annuendo

-come sempre- rispose dolcemente. –Ti ho preparato dei sandwich e del tea, hai bisogno di mangiare per rimetterti in forze e..ah dimenticavo, qui c’è una torta al cioccolato che ha fatto Lory, era preoccupatissima per te- -dalle un bacio da parte mia- disse ammiccando. –non mancherò!-.

Il brunetto si diresse verso la porta, e appena la spalancò, si ritrovò davanti due occhini cioccolata che lo fissavano ansiosi. Kyle sorrise, facendo segno a Strawberry di entrare. La ragazza avanzò timorosa, mentre il brunetto con una piccola spinta la fece scivolare oltre la porta, richiudendola poi dietro le spalle della ragazza.

La stanza era silenziosa, un dolce profumo vanigliato ne caratterizzava l’aria. Ryan si era portato alla bocca un sandwich, addentandolo con poco appetito. Sembrava non essersi accorto della presenza della ragazza. Strawberry sospirò, avanzando verso il letto, fino ad entrare nel campo visivo di Ryan. –Ciao- sussurrò abbassando lo sguardo imbarazzata. –Ciao- rispose lui, faticando a nascondere una tonalità sorpresa. –Io e Anna siamo state in un vivaio prima, c’è n’è uno davvero carino, proprio vicino al mare. Lei ha voluto sceglierti dei fiori- tra le mani della ragazza, vi era un mazzo di rose, alcune rosse, altre arancio, e blu. –Però, è romantica la mia piccolina- esclamò Ryan, sporgendosi per annusare il profumo dei fiori –ringraziala tanto- aggiunse, mentre Strawberry metteva le rose in un vaso sul davanzale della finestra. –La ferita ti fa male?- -brucia un pochino, ma niente di ché- -Non avresti dovuto..farmi da scudo- abbassò gli occhi con vergogna –perché no?- -Bè..non me lo meritavo, e non  dovevi rimanere coinvolto per causa mia-

-che sciocchezza!- -Mi spiace, per come ti ho trattato ieri sera, ho reagito male e senza motivo..ti chiedo scusa- -non serve, cinquanta e cinquanta, equo direi- -già, direi di si- finalmente Strawberry sorrise, era così bella quando sorrideva, e Ryan s chiedeva se lei se ne rendesse conto. –Kyle ha detto..che dobbiamo andare in America..- a quell’affermazione, Ryan si rabbuiò –non sei contento,vero?- -non è che non sono contento, più che altro, non sono pronto, sto scappando da troppo tempo..ed il passato non si può cambiare- -ma si può reagire- Ryan la fissò, così dolce e ingenua –non è semplice..non per me- -ma tu ci puoi riuscire, io lo so- -forse, ma è complicato, ci sono cose di me che..- “tu non sai, che nessuno sa, cose che mi divorano l’anima, porto dentro un segreto che mi consuma, giorno dopo giorno” –lasciamo stare..piuttosto, hai detto ai tuoi del viaggio?- domandò lui con la sua solita abilità di glissare i discorsi e eludere le domande –no, non ancora, temo che mi ammazzeranno, ma Kyle ha promesso di influire per me..chissà, magari mia madre cederà- -Kyle sa essere molto persuasivo- -si ma tu non conosci mio padre, se in più sapesse che ho tenuto un bambina e ho convissuto con..- si sentì arrossire, non riuscendo a finire la frase –continua- ribatté lui maliziosamente. –bè..se sapesse che..che io..insomma..si che noi..-

-abbiamo diviso la casa e dormito insieme?!?- la faccia di Strawberry sembrava congestionata, mentre cominciava a muovere le mani nervosamente e deglutire in continuazione –c’è..c’è bisogno di puntualizzarlo?!- -No, ma bisogna comunque dire come stanno i fatti- -I fatti, ma quali fatti? Non è successo niente!- -questo lo so bene, perciò assumere quella tonalità porpora e agitarti tanto, è sciocco non trovi?!?- -Io non ho assunto nessuna tonalità porpora!!- -Già, forse sono io che sono diventato improvvisamente daltonico- le scalmane di Strawberry stavano aumentando

–oh insomma piantala!Altrimenti ti prendo a calci- -sarebbe poco carino da parte tua, vedendo e considerando che sono anche ferito, dopo il tentativo di salvarti da quell’alieno pervertito- -si questo lo so, ma..una bella pedata te la meriteresti- -Sei proprio un maschiaccio, è inutile, non ci sono speranze!- -maschiaccio a chi??Antipatico- la ragazza furibonda simulò un pugno avvicinandosi a Ryan, tuttavia inciampò sul tappeto persiano, finendo direttamente tra le braccia del ragazzo. Le tempie avevano preso a martellarle, mentre il cuore sembrava un tamburo, doveva alzarsi subito, eppure si sentiva paralizzata, lui la cinse alla vita, facendola aderire ancora di più al suo corpo. –Lo vedi, sei un maschiaccio- le sussurrò dolcemente, mentre la mente della ragazza stava divenendo annebbiata, e il cuore sembrava volerle uscire dal petto, ormai era certa che lui potesse sentirlo. Rimasero così per dei lunghi istanti, nessuno dei due riusciva a staccarsi; Strawberry ormai senza rendersene conto, si era completamente abbandonata a quella stretta, sentiva il corpo di Ryan premuto al suo, il calore pervaderla, e quel dolce profumo confonderla in modo assurdo “perché?Cosa significa?..Nulla, lo so bene, eppure non riesco a staccarmi da lui, non voglio staccarmi da lui”. I muscoli tesi fino ad un attimo prima, si stavano ora rilassando, la guancia di Ryan era premuta sulla sua, com’era meravigliosa quella dolce sensazione di infinito

-Strawberry!- la voce di Mark proveniva dal corridoio, la ragazza come svegliata da una sorta di meravigliosa ubriacatura, si staccò di scatto da Ryan, evitandone lo sguardo. Rimase ferma in piedi, sentiva gli occhi del ragazzo su di sé, ma era troppo confusa e intontita per riuscire a dire qualcosa. Si diresse verso la porta, con una strana sensazione di vertigine, respirava velocemente sperando di regolarizzare il battito del proprio cuore. –Strawberry..- si fermò al suono di quella voce che la richiamava da dietro le spalle. Si voltò timorosa, andando ad incrociare le iridi azzurre del biondo, che la fissavano con distacco, anche se le labbra di Ryan erano piegate in un sorriso

-sono certo che Kyle, riuscirà a convincere i tuoi genitori. Ringrazia ancora Anna, per le rose, mi sono piaciute molto-. Lei riuscì ad annuire, aprendo poi la porta e richiudendola dietro sé una volta nel corridoio. Rimase appoggiata ad essa per qualche istante, prima di scendere di sotto, dove Mark e le altre la stavano aspettando.

 

Ecco un capitolino sfornato in mezzora (si vede, fa schifo), voi direte, potevi anche risparmiartelo..non vi do torto!

Pian piano questa fic sta procedendo verso la conclusione (vuoi dire che finalmente ti levi di torno? ndRyan) (…prima però levo di torno te!) (mica vorrai farmi morire?Io sono il protagonista!ndRyan)

(si sa mai, metti che mi vengano istinti omicidi!)….

Cmq nel prox capitolo i nostri eroi partiranno per l’America (chissà perché sempre l’America, nessuno va mai, che so, in Nuova zelanda??nda. -.-** ndRyan) e laggiù ne capiteranno delle belle!

Si accettano commy..sono moooolto graditi^_^!!!

Baci!   

 

 

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Capitolo 14
*** 14 ***


Un passo davanti all’altro e il viso fisso sulle mattonelle lucide. L’altoparlante comunicava il numero dell’uscita per l’imbarco sul boing dell’America Air lines diretto a Los Angeles. Avvertiva le voci delle ragazze, sembravano eccitate all’idea di quel viaggio, ma non riusciva ad afferrare ciò che dicevano, nelle sue orecchie sentiva solo un brusio, fastidioso, insinuante, come quel giorno. Al funerale ci saranno state più di 200 persone, tra amici e parenti, i loro occhi erano tutti puntati sul piccolo orfano, dagli occhi asciutti, lo sguardo freddo, nessuna lacrima “hai visto, non ha nemmeno pianto..non gli importa che i suoi siano morti” “è un piccolo mostro, quello sguardo fa paura” “non mi stupirei se fosse stato lui ad appiccare l’incendio” sussurravano, eppure lui li sentiva benissimo, ma non aveva importanza, no, più niente da quel giorno aveva avuto importanza, niente, eccetto la vendetta. Ma non era pronto a tornare, come poteva tornare?Riaffrontare qualcosa dal quale era scappato, un ricordo maligno che aveva tentato di seppellire nell’angolo più remoto del suo cuore, per non soffrire..come se ci si potesse riuscire, come se il dolore potesse essere fermato, dalla fragile diga della volontà. Era stato sciocco a crederci. Ora mentre si avvicinava al gate, si sentiva sospeso sull’orlo di un precipizio, un salto nel buio, in quel buio che aveva tentato di accantonare, ed era solo, solo ad affrontare nuovamente la sua sofferenza. Camminava lentamente, sorpreso da un lieve senso di vertigine, e da una sensazione di smarrimento “smarrito..ho smarrito la mia strada” pensò barcollando impercettibilmente. Qualcuno lo sorresse, portando un braccio sotto il suo. Ryan alzò lo sguardo vacuo, incontrando un sorriso incoraggiante, caldo, rassicurante –Kyle- mormorò, fissando quel ragazzo, che da sempre l’aveva sorretto, che gli era rimasto accanto, sacrificando la propria esistenza per lui. Kyle era come un fratello maggiore, il solo appoggio sul quale aveva sempre potuto contare, sapeva che se lui non ci fosse stato, se quel giorno non gli avesse impedito di gettarsi fra le fiamme, se non gli fosse rimasto accanto, sarebbe stato rinchiuso in un ospedale psichiatrico, divorato dal dolore e dal senso di colpa. No, Kyle non l’avrebbe abbandonato, l’avrebbe sorretto anche questa volta, avrebbe camminato al suo fianco, proteggendolo come aveva sempre fatto. Sorrise, sentendosi più sicuro. Al controllo d’imbarco, lo sguardo di Ryan si posò sulle tre assistenti di volo che controllavano i biglietti, gli fu impossibile non paragonarle alle tre parche che attendono le anime dei defunti nell’ade. Sogghignò per sdrammatizzare,dirigendosi poi verso il pulmino che portava all’aereo. Paddy saltellava eccitata, era la sua prima volta all’estero, un paese come l’America le sembrava veramente distante. Mark e Strawberry erano l’uno accanto all’altra, mentre Anna affiancava la ragazza, guardandosi intorno, spaesata e confusa. Ryan avrebbe voluto prenderla in braccio, rassicurarla, dicendogli che quell’enorme uccello bianco, l’avrebbe portata nel paese delle fate, e che lei non doveva avere paura. Ma ogni suo buon proposito morì, come poteva parlare di fate, quando si sentiva cadere verso l’inferno?Distolse lo sguardo da quei tre, pensando per un attimo, che sarebbe stato meglio se la bimba avesse scelto Mark, come padre provvisorio. Aoyama sembrava incapace di far soffrire le persone, una qualità ammirevole, che lui invece non possedeva.

Una volta giunto alla rampa, iniziò a contare mentalmente i gradini “1..2..3..” un conto alla rovescia, come quello che veniva fatto prima di una fucilazione. Forse esagerava, forse aveva ragione Strawberry, doveva reagire. Ma tutte le volte che ci aveva provato, aveva fallito. Meglio nascondersi dietro una maschera di indifferenza, nascondere agli altri e a se stesso la propria sofferenza, apparire freddo e superficiale, ma ogni giorno sentirsi morire. Lanciò un’occhiata a Lory, Paddy, Mina e Strawberry, che lo precedevano sulla scala. Loro non avrebbero potuto capire, non sapevano cosa volesse dire, per fortuna. La hostess lo salutò con un falso sorriso, indicandogli il posto dove sedersi, la prima classe era riservata a loro, aveva sborsato una buona somma per permetterselo. Sedette accanto al finestrino, Kyle era al suo fianco, come un angelo custode. Ryan si passò una mano sul viso, la tensione lo schiacciava. Lasciò vagare lo sguardo, notando che due occhi blu e profondi come il mare lo stavano guardando. Quegli occhi erano distaccati, eppure riuscivano a leggergli l’anima, lei ci riusciva sempre, lui lo sapeva. Pam poteva capirlo, lo aveva sempre fatto, tra loro c’era una tacita solidarietà, un tacito affetto, saldato da un dolore comune. Anche Pam sapeva cosa volesse dire, perdere qualcuno, anche lei nascondeva il suo dolore, dietro al gelo dell’indifferenza, ma sotto era come lui, fragile.

Le sorrise, la sua presenza, il suo appoggio silenzioso, lo rincuorava. Lei rispose al sorriso, prima di distogliere lo sguardo, per concentrarlo al paesaggio fuori dal piccolo finestrino.

L’aereo decollò, e con esso anche tutte le angosce di Ryan, lo attendevano nove ore di supplizio, e non poteva nascondersi nella propria camera, come faceva di solito. Nessun laboratorio scuro lo avrebbe protetto, da quegli sguardi, che si sentiva addosso. Si lasciò andare sul sedile, facendo profondi respiri, mentre l’assistente di volo spiegava le procedure di sicurezza, salvagente, bombola d’ossigeno..Tutte cose che facevano accapponare la pelle. Decise di non seguire quella spiegazione, se un aereo doveva cadere, cadeva, non c’erano salvagenti che tenessero. Si disgustò nell’essere così incredibilmente pessimista e cinico, addirittura da sperare in un ammaraggio, pur di non dover arrivare in America. La prima classe fu invasa dal chiacchierio, Lory spiegava a Paddy quanti erano di stati USA, cosa voleva dire repubblica federale..un discorso che la mew gialla non sembrava gradire. Mina invece aveva messo in piedi un dibattito su un profumo che i suoi gli avevano spedito dalla Francia. La povera Pam, subiva rassegnata quel monologo privo di contenuto. Mark, sedeva accanto a Strawberry, i suoi occhi erano fissi su una rivista di ecologia, un vero e proprio pappone di spirito da Green Peace, non che in questo ci fosse qualcosa di male, anzi. Poi il suo sguardo incontrò quelle enormi iridi color cioccolato. Erano calde, abbaglianti, e preoccupate..preoccupate per lui?Possibile che Strawberry intuisse il suo stato d’animo?Si concentrò sulla bambina che stava rannicchiata tra le braccia della ragazza, come un cucciolo spaventato, con gli occhioni sgranati che studiavano quella strana macchina volante. Ryan sorrise impercettibilmente. Chiudendo poi gli occhi, nella speranza di prender sonno.

Strawberry lo osservava. Nonostante quella scorza di non curanza che il biondo indossava con tanta disinvoltura, lei capiva che il suo animo stava soffrendo. Tornare in America per Ryan, significava rivivere i momenti più dolorosi della sua vita, e questo lei lo comprendeva. Ciò che non sopportava, stava nel fatto che Ryan non si sfogasse, quel silenzio le era insopportabile. Ripensò al calore dell’abbraccio che lui le aveva dato soltanto due giorni prima. Quel contatto inaspettato l’aveva fatta confondere, irritare e al contempo, le aveva dato una meravigliosa sensazione. Più volte aveva pensato al significato di quel gesto, certo non era la prima volta che lui la stringeva a sé, ma quella volta era stato diverso. Forse, era il modo con cui Ryan, chiedeva il suo aiuto, non poteva essere un gesto affettivo. Non da parte di uno come lui. Scosse la testa, sentendosi ancora più sviata. Mark le sfiorò la guancia con le dita –hai paura dell’aereo’- -un pochino- -non devi, ci sono io accanto a te-

-lo so- sussurrò lei dolcemente, appoggiando la fronte sulla spalla di lui.

***

All’uscita dell’aeroporto, il rombo del traffico cittadino, e le nubi di smog, davano il ben venuto in una delle città più popolari d’America. Mina si guardò intorno, i suoi occhi brillavano d’eccitazione

-ci pensate, siamo a Los Angeles, la città dei grandi divi del cinema, Hollywood, Beverlyhills..oddio mio, è fantastico!- -Prenderemo due taxi, per dirigerci nel centro- commentò Kyle, osservando le macchine gialle che accaparravano clienti. –Dove alloggeremo?- domandò Pam, con apparente non curanza. –Per sta notte andremo in un albergo a Melrose,uno dei quartieri più IN della città. Domani invece raggiungeremo Kirkstonpalace - -Kirston chè?- fece eco Paddy alzando il viso verso Kyle –Kirkstonpalace, è la villa di famiglia dei Shirogane- la voce del ragazzo si strozzò sul finale. Strawberry si voltò, cercando di scorgere Ryan. Il ragazzo stava fermo appena fuori l’uscita dell’aeroporto. Come se l’edificio potesse ancora proteggerlo da quella città. Nella sua mente si agitavano mille sensazioni diverse, ma quelle  più vivida in lui era, il panico, un panico talmente forte da impedirgli di fare un altro passo avanti. Anna vedendo che il suo papà aveva quella strana espressione, lasciò la mano di Strawberry, dirigendosi verso di lui. –Papà!- chiamò, costringendolo ad abbassare lo sguardo. Ryan la guardò come se la vedesse per la prima volta

–si..dimmi Anna..?- sussurrò, mentre la bimba gli porgeva la mano –andiamo- esclamò lei. Ryan riuscì a sorriderle, era buffo trovare sostegno in una creatura così piccola. Prese la mano della bimba, incamminandosi verso il gruppo. Kyle intanto aveva fermato due taxi. Lui, Ryan, Mina e Pam in uno, Mark, Anna, Strawberry , Lory e Paddy nell’altro.

 

I grandi grattaceli si elevavano grigi e imponenti, tanto che era praticamente impossibile riuscire a scorgerne la cima. Mina osservava estasiata, mentre Pam le spiegava a  grandi linee le caratteristiche di quella città. Kyle conversava con l’autista, che elencava i cambiamenti che la città aveva fatto in cinque anni. Ryan aveva lo sguardo inchiodato fuori dal finestrino, il cuore in tumulto, mentre ogni immagine del suo passato si faceva sempre più nitida. Los Angeles, la città della sua infanzia, gli appariva come un luogo spettrale. “La città degli angeli” pensò, mentre scorgeva una statua di Eros, posta sopra una costruzione. Si era sempre domandato perché la città si chiamasse così. Da piccolo era solito fantasticare, si diceva ché, visto che era una città così  grande e bella, erano stati gli angeli a costruirla. Ma col tempo l’ipotesi gli era sembrata stupida, perciò collegava quella città a sua madre. Lei era nata e cresciuta lì, ed era solita dire che non se ne sarebbe mai andata, perché quel posto era speciale. Ryan non l’aveva mai reputato tale, ma tuttavia si era convinto che visto che per lui, sua madre era un angelo, quella città meritava certo quel nome. Sorrise impercettibilmente, pensando a quanta fantasia si può avere da bambini. Osservò la sua immagine riflessa nel vetro, e provò una sorta di orgoglio. Già perché era orgoglioso di assomigliare così a sua madre. I capelli biondi, gli occhi color acqua marina, e i tratti delicati, quasi effeminati. Se solo avesse preso anche la sua forza, la sua gioia di vivere. Ma come poteva averla? Aveva perso tutto. Non aveva più nulla, se non il desiderio di vendicarsi, di punire l’essere che aveva ucciso i suoi genitori. Più volte Kyle gli aveva ripetuto, che vivere solo in base alla vendetta, l’avrebbe portato alla follia. Doveva costruirsi dei legami, crearsi una nuova vita. Ma non poteva, non voleva, perché Ryan sapeva, sapeva che quando si stabilisce un rapporto si diventa vulnerabili, si comincia ad averne bisogno, diventa il centro della propria vita, e il giorno in cui ti viene tolto, se ne va anche la tua gioia di vivere.

I taxi si fermarono davanti a un’enorme palazzina stile vittoriano, nel quartiere di Melrose. L’hotel  Queen, era uno dei più raffinati edifici di villeggiatura. Aveva un grande salone di ricevimento, arredato in stile ottocentesco, con mobili in legno pregiato, enormi lampadari di cristallo, e tappeti persiani ovunque. Dei grandi arazzi decoravano le  pareti, mentre delle piccole salette, davano ospitalità ai turisti che volevano chiacchierare, oppure fare qualche gioco di società. Strawberry si guardò intorno, meravigliata e al contempo a disagio. Quel posto le sembrava eccessivo per loro, un albergo meno lussuoso e più terra a terra, sarebbe stato a suo avviso molto meglio. Mina naturalmente non era d’accordo con lei. L’assegnazione delle stanze fu fatta in fretta. Tutte stanze doppie, tranne una singola che volle Ryan

Il viaggio aereo era stato devastante, Anna si addormentò appena toccato il grande letto della stanza, che divideva con la sua “mamma”. –Strawberry, posso entrare?- -Si, entra pure Mark- esclamò la ragazza distogliendo lo sguardo dalla grande finestra. –Wow, caspita hai una camera stupenda- -perché, la vostra è diversa?- -diciamo che non è così grande- sorrise il ragazzo, lanciando un occhiata sul letto –povera piccola, doveva essere veramente distrutta- -già, per una bambina così piccola, fare un viaggio simile è molto faticoso, è stata fin troppo brava – disse lei sottovoce, sfiorando i boccoli scuri di Anna. –Sono contento- -di cosa?- -di essere qui, assieme a te, in una città così grande- Strawberry arrossì –anch’io sono contenta- -appena questa storia sarà finita, faremo un viaggio io e te, da soli..- -da..da soli?- si sentì avvampare –sì, una meta a tua scelta, quella che vuoi…anche se..- -anche se..?- -Mi piacerebbe portarti a Parigi-  -Parigi..- ripeté lei incredula  -non ti piace?- -oh, certo, è una delle città più belle del mondo..ed è considerata la..insomma, la città dell’amore- -infatti, quindi è il posto giusto per noi, non ti pare?- -oh, Mark-

(****nda) il ragazzo la prese per un braccio attirandola a sé, Strawberry sentiva il cuore battere più velocemente, mentre le orecchie facevano capolino –accidenti!- esclamò imbarazzata. –Non importa, sei bellissima anche così- le labbra del ragazzo si stavano avvicinando alle sue, mentre le tempie di lei, martellavano impazzite. “Sta..sta per baciarmi..fa che non sia un sogno”. –Mamma!- quella voce li fece sobbalzare entrambi. All’uniscono si voltarono verso la bambina, che stava seduta sul letto con un’espressione imbronciata –A..Anna, perché..perché ti sei svegliata tesoro, devi riposare- lei scosse la testa, guardando Mark malamente –papà- -co..cosa?- fece Strawberry strabuzzando gli occhi –lui no papà..io vogio il mio papà!- batté le mani sul letto mentre dei lacrimoni le scendevano dal viso. –brutta mamma- così dicendo, scese dal letto, con l’intenzione di dirigersi vero la porta. Strawberry le fu dietro, prendendola in braccio –non puoi uscire tesoro- tentò con voce dolce, ma la bambina aveva preso a scalciare e  dimenarsi tra le sue braccia –papà..voio papà!- Mark si avvicinò, cercando di accarezzarla, ma la bimba sfuggì prontamente –tu, brutto vai via!- -adesso basta Anna, smettila!- la  voce di Strawberry era arrabbiata, era la prima volta che alzava la voce con Anna. Il risultato però, fu quello di farla piangere ancora più forte. La porta della stanza si spalancò di colpo –si può sapere che succede?- domandò una voce irritata. Strawberry rimase imbambolata a guardare il nuovo entrato. Ryan fece scorrere lo sguardo prima su di lei, poi su Mark, i suoi occhi celesti erano freddi e distaccati. –Anna cosa c’è?- domandò il ragazzo dolcemente, mentre la bambina tendeva le braccia verso di lui –papà- strofinò il viso sul petto del giovane, mentre ancora singhiozzava –si può sapere che è successo?- la voce del biondo era accusatoria –è semplicemente stanca- commentò Mark ricevendo un’occhiata fulminante di rimando. –Se piange così un motivo ci deve essere!- adesso i suoi occhi erano puntati su Strawberry, la quale sembrava in uno stato di paralisi –ebbene?- la voce di Ryan così dura, la fece risvegliare –piange, perché..- non riuscì a finire la frase, abbassando lo sguardo. –Forse è meglio che io vada- esclamò Mark con un sospiro. -Si è meglio!- fece eco il biondo, con sguardo omicida.

-Ci vediamo dopo, Strawberry-  così dicendo, Mark chiuse la porta dietro sé.

 

Nella stanza era piombato un silenzio imbarazzante, rotto solo da qualche singhiozzo di Anna.

–Dai, tesoro, va tutto bene- -mamma cattiva- disse la bimba indicando la ragazza. Strawberry provò un tuffo al cuore. –No tesoro, è solo stanca, non voleva arrabbiarsi con te- -peché tu no stai qua con noi?- -perché questa stanza è riservata alle signorine, e il padrone si arrabbia se mi trova qui- -e peché Mark può?-. Ryan abbassò lo sguardo, poggiandolo poi con rimprovero su Strawberry, la quale deglutì nervosamente. –bè..forse si era sbagliato, qui è grande e ci si può confondere con le stanze- mentre lo diceva, Ryan era sicuro che Anna non capisse, ma invece aveva compreso fin troppo bene. –Allora peché bacia mamma?- gli occhi di Ryan si spalancarono, mentre Anna lo osservava attendendo con ansia una risposta. –Ora è meglio che torni a riposare- tentò di dire lui, sforzandosi di mantenere una tonalità neutra, ma la bambina non sembrava voler sentire ragioni

–pchè bacia mamma?- -perché io bacio te?- ribatté lui dolcemente, Anna sembrò pensarci su un po’, poi sorrise –papà vuole bene- -Esatto, te ne voglio tanto e lo sai. E Mark vuole tanto bene alla mamma- -e tu no?- quella domanda lo spiazzò –peché tu non baci mamma?No bene?- entrambi i due ragazzi si sentirono catapultati in una dimensione assurda, una bambina con delle semplici ingenue domande, li stava mettendo in gran difficoltà. –Adesso basta con tutte queste domande signorina!- così dicendo, la sollevò in aria facendole fare l’aeroplano, Anna rise, mentre il ragazzo poi l’abbracciava per coccolarla. –Se fai la brava, e adesso ti metti a dormire, domani ti porto nel paese dei giocattoli!- -Come quello delle fate?- -meglio, potrai portarti a casa un amico, una bambola, un orsacchiotto- -iotto!- -esatto, però ora devi metterti a dormire, va bene?- lei annuì, mentre il ragazzo la metteva nel letto, rimboccandole le coperte. –Ecco qua, sogni d’oro principessa!- Anna sbadigliò in risposta, chiudendo gli occhi e addormentandosi in pochi istanti.

Ryan l’accarezzò su una guancia, voltandosi poi verso Strawberry; i due si fissarono qualche istante. Poi il biondo distolse lo sguardo, e senza dire una parola si diresse verso la porta. In un gesto istintivo Strawberry, lo afferrò per un braccio –non volevo farla piangere- sussurrò, in tono colpevole –lo so- si limitò a dire lui, senza guardarla. –Mark non aveva cattive intenzioni, ci siamo trovati vicini e..- lui liberò il braccio dalla presa –non mi devi giustificazioni, quello che fate non è affar mio, ti pregherei solo di non ferire la sensibilità di Anna, ci considera pur sempre i suoi genitori- -si, questo lo so- la voce di lei, era bassa e triste. –Ora è meglio che ti riposi anche tu, vi farò chiamare per la cena- -tu..dove vai?- a quella domanda lui finalmente si voltò a guardarla –a fare quattro passi- -solo?- -tks..la cosa ti fa qualche differenza?- -no- -Perfetto!Ci vediamo più tardi-

Così dicendo, uscì dalla stanza, richiudendo la porta che emise un cigolio. Strawberry sedette sul letto, gli occhi le divennero lucidi, e silenziose cominciarono a scendere le lacrime.

 

La sera dopo cena, Kyle propose un locale, per distrarsi e divertirsi un po’. Paddy,Anna e Lory rimasero in albergo, perché troppo stanche. I restati membri del gruppo invece, trascorsero la loro prima serata americana, al Planet Hollywood, uno dei più rinomati e conosciuti locali della città.

L’interno era decorato in modo esotico, con palme, tappezzeria zebrata (sto copiando quello che c’è a Londra, non vogliatemene. Nda) e manifesti di personaggi famosi appesi ovunque. Grandi schermi, trasmettevano video musicali, ballerine succinte ballavano su grandi tavoli. Era un’atmosfera decisamente strana, nella quale le ragazze si trovarono un po’ spiazzate. Al bancone, ragazzi dai vestiti colorati, preparavano bevande di ogni genere. Strawberry gli osservava mentre lanciavano in aria bottiglie e bicchieri, come fossero dei giocolieri “ci vorrebbe Paddy” pensò con un sorriso, mentre si avvicinava al bancone –What do you drink?- domandò uno dei barman con un sgargiante sorriso –eh?Ah io ecco..water!- esclamò, mentre l’altro la guardava malamente –water?-

lei annuì con imbarazzo, mentre sul volto del ragazzo comparve un ghigno divertito. –here to you!- disse posando il bicchiere colmo d’acqua sul bancone. –Come? Bevi acqua?- Mark si avvicinò con un sorriso –perché, che c’è di male?- -nulla- ribatté lui poco convinto. –Io e Kyle facciamo un tour per il locale, ti unisci a noi?- -preferisco starmene qui- -come vuoi, ci vediamo dopo, micina mia- la baciò sulla guancia, dopodiché si allontanò.

La ragazza rimase appoggiata al bancone, la musica assordante la infastidiva, mentre non riuscire a capire quello che le persone dicevano intorno a lei, la faceva sentire terribilmente a disagio “così imparo ad aver studiato poco l’inglese” si disse mordendosi il labbro, e facendo vagare lo sguardo, che si bloccò su una figura a due metri da lei. Stava appoggiato al bancone, la camicia scura ne denotava la limpidezza degli occhi, i capelli biondi, assumevano dei riflessi rossicci a causa delle luci multicolor. In mano teneva un bicchiere colmo di whisky, che sorseggiava come se si fosse trattato di un’aranciata. Lo sguardo era assente, completamente estraneo a tutto quello che gli accadeva in torno. Strawberry avvertì un nodo in gola, ripensando a quello che era successo nel pomeriggio, non capiva perché si sentiva così angosciata. Si avvicinò a Ryan, tenendo il suo bicchiere d’acqua con ambo le mani. Lui aveva lo sguardo fisso su qualcosa di indefinito, ma sembrava essersi accorto della sua presenza –non ti diverti?- domandò in tonalità piatta. –A dire il vero mi sento un po’ spaesata, non sono mai stata in un locale come questo- -non è poi niente di ché- -mi sento una sciocca a non capire quello che dice la gente- -io non ci baderei se fossi in te, il linguaggio del corpo è mondiale, prova con quello- ribatté buttando giù il whisky alla russa. Strawberry lo guardò accigliata –non ti pare di esagerare, non dovresti bere così!- -Lo faccio perché ne ho voglia- allungò la mano col bicchiere, al barman –another one!- ordinò, mentre il ragazzo riempiva nuovamente il bicchiere di quel liquido scuro. –Ryan, non è da te rifugiarti nell’alcool!-

-rifugiarmi?- -si, bevendo non si risolve nulla, bisogna reagire se si ha qualche dolore- -ma che diavolo ne sai tu mocciosa!Cosa credi che non sappia che non risolvo nulla così?!Voglio semplicemente lasciarmi andare, evadere dalla mia mente per qualche ora, non mi pare di chiedere tanto- sbottò lui portandosi il bicchiere alle labbra. Strawberry afferrò la mano di Ryan, facendo cadere il whisky a terra –che cavolo combini?!?- -Finiscila di piangerti addosso- ribatté lei a voce alta, poggiando il bicchiere vuoto sul bancone. –E tu finiscila di intrometterti in faccende che non ti riguardano!Perché non sei insieme al tuo damerino, magari è la volta buona che limonate!- la ragazza lo fulminò con lo sguardo, e Ryan si rese conto di aver esagerato. –Scusa- sussurrò, passandosi una mano tra i capelli. Lei sospirò, ma contrariamente alle aspettative di lui, non si allontanò. –Tieni- le porse una ciondolo, che lei guardò stupita –ma questa è..la tua acqua cristallo-

lui annuì, mettendola nella mano della ragazza –perché..perché la dai a me?- -a me non serve- -ma..- -ti prego non replicare, accettala e basta. E poi chissà che non ti sia utile- -utile?Intendi per la metamorfosi?- -Non solo- -e cioè?- sembrava molto curiosa, e questo scatenò in lui un accenno di sorriso –Blocca gli effetti collaterali- -continuo a non capire..- -le orecchie, la coda, o il fatto stesso di diventare un gatto..se la tieni al collo, non avrai più questi problemi- lei lo guardò stupita, quasi incredula –perché mi guardi così? Non è quello che volevi?- -bé..si- -in questo modo, potrai contenere le tue emozioni, credo che anche Mark ne sarà contento- disse strizzando l’occhio, e tornando poi a guardare davanti a sé. Strawberry non capì il motivo, ma si sentì infastidita -..quindi, mi hai dato questo ciondolo, perché io possa baciare..Mark?!- il tono di voce era assolutamente incolore –Te l’ho dato e basta, dopo non mi importa di come ne usufruirai- -già, perché dovrebbe importarti..- -insomma, ti ho fatto un regalo e ancora ti arrabbi!- -Non sono arrabbiata, anzi ti ringrazio- -meno male- sbuffò lui poco convinto.

Nel frattempo una ragazza lo aveva affiancato, aveva dei lunghi capelli scuri e occhi giacinto, Strawberry si ricordò di averla vista ballare su un tavolo, quando erano entrati. –Ciao dolcezza!-

Esclamò con voce seducente. –Ciao- rispose lui senza particolare entusiasmo. –Sei nuovo di qui?Non ti ho mai visto- -è passato molto tempo dall’ultima volta che sono venuto- -è un peccato che un bel ragazzo come te se ne stia qui, solo, un vero spreco- -perché tu che idea avresti?- -se vieni con me, te lo dimostro- lui sorrise, sentendo l’alcool entrare in circolo. –Mi costerà qualcosa?-

domandò divertito, mentre la ragazza parve offesa –tutta la tua energia- disse infine, percorrendo con un dito il petto di Ryan. Strawberry che aveva afferrato il concetto (parlavano in inglese, ma non aveva voglia di metterci la traduzione) si avvicinò a lui, poggiandoli una mano sulla spalla

-credo sarebbe meglio tornare in albergo- disse convinta. –In albergo? E perché?- -Perché sei ubriaco- -sciocchezze!E poi la signorina mi ha fatto una proposta interessante, sarei sgarbato a rifiutare- -Non starai parlando sul serio?- -Che ti sembra?!- -Hai lo sguardo vacuo, e barcolli-

-E allora, tra poco mi troverò lungo e disteso tra delle lenzuola di seta, perciò che problema c’è se barcollo?- Strawberry lo guardò come se avesse davanti un estraneo, quello non era Ryan, stava indossando una maschera, stava cercando un trastullo per non pensare, ma lei non glielo avrebbe permesso. Si aggrappò al suo braccio, guardando poi la ragazza dai capelli corvini , facendole chiaramente capire che la sua presenza non era gradita. –It’s yuor girlfriend?- domandò la morettina, con occhi di sfida. Lui la guardò, poi volse un’occhiata  a Strawberry, che stava avvinghiata al suo braccio, quasi a volerlo sostenere –yes- rispose divertito. La sconosciuta chiaramente furibonda, imprecò ad alta voce prima di andarsene. –Allora, sei la mia accompagnatrice- sbottò il biondo ironico, mentre Strawberry lasciò la presa, buttandogli un po’ dell’acqua che aveva nel bicchiere, sul viso –Ma cosa..- -Ubriacarti è stata la cosa più stupida che potevi fare!Non credere che abbia allontanato quella ragazza per gelosia- -non lo credo- ribatté lui sarcastico –L’ho fatto, perché domani Anna non debba vederti tornare mezzo rintronato e sbrindellato- .oh certo, l’hai fatto per Anna..Però non ti fai tutti questi problemi quando Mark, tenta di baciarti davanti a lei- -La cosa è diversa!- -Ma davvero?- -Certo che è diversa!Mark è il mio ragazzo!Quella invece era in trastullo di una sera, che non ti avrebbe portato a niente-. Lui non rispose. Si passò una mano sul viso, constatando di provare una sorta di nausea mentale, per quanto potesse essere possibile. –Torno in albergo. Dillo tu a Kyle e alle altre- -Tu non torni in albergo in queste condizioni- -e allora che faccio, mi accascio qui?- -No, ti accompagno io- -Che brava bambina- il tono era freddo, ma lei non vi badò, si mise il braccio di Ryan intorno al collo, sostenendolo verso l’uscita. Intravide Pam, la quale senza chiedere niente, intuì la situazione, limitandosi ad annuire con la testa.

Uscirono nella strada, l’aria era fresca, tanto che Ryan provò un forte senso di vertigine. Strawberry chiamò un taxi, mentre il biondo osservava i grandi grattacieli come fossero pareti di una prigione.

 

Spalancò la porta della stanza di Ryan, adagiandolo poi sul letto. Il giovane sentiva la testa girare, i cinque bicchieri di whisky stavano facendo il loro effetto. –Mi sento da schifo- mormorò osservando il soffitto. –Resta disteso, vuoi che ti bagni un po’ la fronte?- domandò lei, sedendosi sul bordo del letto. Lui scosse la testa, avvicinando la mano a quella di lei. –Sono stato un vero idiota, domani mi scoppierà la testa- -volevi dimenticare, vero?- -non posso dimenticare, ora che sono qui poi, è praticamente impossibile. Ogni dannato angolo di questa città, mi logora. Cercavo di non pensare, ma nemmeno l’alcool riesce ad annacquarmi il cervello- -Capisco ma..- -No, tu non capisci, nessuno può- -Perché sottovaluti così gli altri?- -Io non sottovaluto nessuno..dico semplicemente la verità. Dio mio perché questa stanza non si ferma!- -La stanza è ferma- -Non nella mia testa, mi sembra di essere in un frullatore- chiuse gli occhi, prendendo a respirare con affanno. Strawberry poggiò una mano sulla guancia di lui, quasi con fare materno. Ryan sorrise, quel contatto era piacevole. –Strawberry..- -dimmi..?- -posso, posso tenere la tua mano?- lei arrossì, ma dopo qualche istante, prese la mano del biondo nella sua. Fu come se una scossa elettrica le percorresse la pelle. Ryan sembrava più sereno. Il suo respiro si fece regolare, mentre si abbandonava al sonno. –Grazie- sussurrò, prima di addormentarsi.

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** 15 ***


Il sole si rifletteva nelle grandi vetrate dei grattaceli, uno spettacolo suggestivo, reso ancora più mozzafiato, dal cielo indaco che si perdeva all’orizzonte, regalando una sfumatura di rosso al Pacifico. Partirono la mattina presto, noleggiando un pulmino, la tratta da percorrere era abbastanza lunga. Man mano che Kyle faceva “rombare” il motore, la città alle loro spalle si allontanava. Percorsero una lunghissima periferia, ci vollero circa due ore, per uscire da Los Angeles. –Accipicchia, ma non siamo ancora arrivati?- domandò Paddy, con voce chiaramente annoiata. –E smettila di lamentarti, e goditi piuttosto il panorama- Mina. Il tratto di strada era bordato dal caldo mare californiano, spiagge immense si estendevano per chilometri, perdendosi all’orizzonte. –Scommetto che la casa di Ryan è una vera e propria reggia!- esclamò Mina, saltellando sul sedile, aspettando che Ryan gliene desse conferma, cosa però che non accadde. Il ragazzo aveva il solito sguardo puntato nel vuoto. Il viso totalmente inespressivo. –Ryan!Ma mi senti?Dacci un segno di vita..- la voce della brunetta era chiaramente irritata, e avrebbe continuato per ore, se Pam, non le avesse tappato la bocca –lascialo stare!- mormorò, fulminando Mina con uno sguardo. L’altra arrossì per l’imbarazzo, mettendosi poi zitta e buona. Nessuno fiatò per il resto del viaggio.

Ryan si sentiva vuoto, nessun sentimento lo animava, come una bambola di porcellana, fredda, rigida, con un’espressione statica.

Laggiù c’era la sua casa, una casa dove non aveva mai messo piede.

Immaginate una valle. Le colline hanno curve dolci, il boschi sono di querce, faggi, frassini e betulle; nulla indica che pochi chilometri più a sud il paesaggio cambi bruscamente nella fredda periferia di Los Angeles. La valle, nel corso dei secoli è stata affinata dall’uomo. Ci sono un parco, e una chiesetta stile colono, costruita su un colle. Ci sono prati e campi da tennis, infinità di roseti. E oltre un grande viale alberato, si scorge Kirkstonpalace, la grande villa dei Shirogane. La struttura porta il classico stile vittoriano delle grandi case del sud ai tempi di Lincon. Da un lato ci sono i muri degli orti e il brillio dei vetri delle serre, con coltivazioni di uva nera, meloni, pesche, e fragole. Il corso di un torrente, è stato deviato e le acque si riversano in un bel lago ornamentale, dominato da un gazebo in marmo bianco. Oltre ancora si possono scorgere le scuderie, e un sentiero panoramico che conduce al mare.

 

Quando scesero dal pulmino, i presenti rimasero, per qualche istante imbambolati ad ammirare tutta quell’ opulenza che si presentava davanti ai loro occhi. –Ditemi che non è un sogno! E’ meraviglioso!Oh Ryan, ti sto completamente rivalutando lo sai..-

-Ma Mina, ti sembrano cose da dire?- proruppe Lory a bassa voce, mentre Mina scrollava le spalle. –Ci sono anche i cavalli?- chiese Paddy, indicando le scuderie

-Certo, se vuoi puoi andare a vederli- disse Kyle sorridendo. Anna che teneva stretto l’orsacchiotto che il biondo le aveva preso, prese timidamente la mano della mewgialla, facendole capire, che anche lei voleva vedere i cavalli. Paddy se la caricò sulle spalle, iniziando poi a correre verso le scuderie. –Noi intanto possiamo entrare..non è vero Ryan?- Kyle si voltò verso il ragazzo, era pallido come un cencio, pareva il fantasma di sé stesso –si..si certo- mormorò, prendendo poi ad incamminarsi verso la casa. Strawberry affiancò Kyle, anche lui aveva l’aria preoccupata –dimmi, da quanto Ryan non mette più piede in questa casa?- chiese la ragazza a bassa voce. –A dire il vero, non ha mai trascorso neanche un giorno a Kirkstonpalace. Vedi, qui una volta sorgeva la casa dei suoi genitori, quella che fu distrutta nell’incendio. Dopo quella volta, Ryan impegnò molta della sua eredità, per far costruire questa villa, ma il suo scopo non è mai stato quello di abitarci, quanto più, funge da..bè, monumento funebre- concluse il ragazzo in tono strozzato. –Nei seminterrati, si trova un laboratorio, è l’unica stanza sopravvissuta all’incendio, nel suo interno vi sono molti file, tesi, documenti, che vanno tutti a comporre quelle che erano le ricerche del Professor Shirogane. Crediamo che tra quelle ricerche, ci sia anche il modo di fermare i varchi spazio temporali- -Avrebbe dovuto essere una cosa graduale, questo impatto improvviso col passato lo sta distruggendo- commentò la ragazza, portando i suoi occhi su Ryan. Il ragazzo camminava fiero ed eretto davanti a loro, le mani in tasca, l’espressione vaga, ma dentro si sentiva andare al patibolo.

Una schiera di domestici accolse i nuovi ospiti, tutti furono veramente sorpresi dell’inaspettato ritorno del padrone di casa, ormai non ricordavano più come fosse fatto. –Signorino Shirogane, ben tornato!- esclamò un uomo di mezza età, dai capelli radi e il sorriso benigno. Il ragazzo si limitò a fare un cenno con il capo. –Wexton, questi sono i nostri ospiti, ti occupi tu della loro sistemazione?- domandò Kyle, con fare cortese. –Certamente, prego seguitemi-.

 

La stanza che Strawberry e Pam si ritrovarono a dividere insieme, era larga e spaziosa, un enorme letto a baldacchino, pieno di fronzoli, stava su un rialzo, accanto ad un’enorme terrazza dalla quale si vedeva il mare. –è molto bella- commentò Strawberry sistemando le sue cose, nel grande armadio color zafferano. –Trovi?A me sembra più un monumento per nulla vissuto- -Bè, è naturale, visto che praticamente non ci ha mai abitato nessuno- -Lui non voleva tornare qui!- commentò Pam, volgendo lo sguardo al mare. –Lo so..- -Non credo, è difficile da capire- -Lo dice anche lui ma io penso di poter comprendere come si sente-. Pam scosse la testa –no, non puoi, e forse è meglio così- -Perché dici questo?- -Ci sono cose, che solo chi vive certe esperienze può capire- -Quindi tu mi stai dicendo che..puoi capire Ryan meglio di me?-. Sul viso di Pam comparve un sorriso divertito –e se anche fosse?A te cosa potrebbe importare..non provi nulla per Ryan, è solo un datore di lavoro- -Ti sbagli lui è..è un amico- ribatté Strawberry tradendo un lieve tremore nella voce. –A volte sei patetica- -Coooosa?- -Anzi, forse è meglio dire, ottusa- -Ma come ti permetti?!?-

-Eddai non ti scaldare, piuttosto cambiati, tra poco si pranza, io ti aspetto di sotto- così dicendo, Pam uscì dalla stanza, senza lasciare a Strawberry il tempo di obbiettare.

Intanto Anna era stata sistemata in una Nursery, le pareti avevano colori vivaci, e sul soffitto vi erano raffigurate fate,cavalli alati e dozzine di fiori. Sul grande letto c’erano dei peluche, molto più grandi del suo, ma certo nessuno avrebbe potuto prendere il posto di Chorc, la sua scimmiotta vestita da cosacco. Se n’era innamorata non appena l’aveva vista, e poi era ancora più speciale, visto che gliel’aveva regalata Ryan.

 

Durante il pranzo, il bel padrone di casa, non si fece vedere, sembrava essersi eclissato. Lory sembrava in apprensione,avrebbe voluto cercarlo, ma Kyle le aveva fatto chiaramente capire che non era il caso, che Ryan aveva bisogno di rimanere solo. Strawberry non era della stessa opinione. Finì in fretta il dessert, e si alzò congedandosi. Mark la osservò andarsene, e nel profondo del cuore, avvertì una sensazione di timore.

 

Percorse un lungo corridoio, che si apriva poi in un elegante salone, le grandi finestre facevano entrare la luce del sole, che andava a riflettersi sui lampadari in cristallo, creando dei bellissimi prismi sulla parete. L’attenzione di Strawberry fu attirata da un quadro sopra ad un grande camino. Rappresentava una donna, i lunghi capelli biondi le scendevano sulle spalle, accarezzando il vestito color pesca che indossava. Gli occhi erano di un azzurro intenso, ed infinitamente dolci, e le mani tenevano delicatamente un mazzo di girasoli. La ragazza non poté fare a meno di notare, quanto la donna di quel quadro, somigliasse a Ryan. –Ti sei persa?- domandò una voce dietro di lei. Strawberry sobbalzò, trovandosi il biondo praticamente davanti. –R..Ryan..- -Mi guardi come se fossi un fantasma..- -No è, è solo che mi hai preso alla sprovvista-

-capisco..- il tono della sua voce era totalmente inespressivo. –Non sei venuto a pranzo- -Non ho molto appetito- -Ma dovresti mangiare, ieri sera non hai toccato cibo-

-sarà per il cambiamento d’aria..- -uhm, mi sa che l’aria non centra proprio niente-

-allora che stavi facendo, curiosavi?- “ecco che glissa l’argomento con maestria ineguagliabile..dovrei esserci abituata” –a dire il vero ti stavo cercando- -il motivo?-

-te ne sei sparito senza lasciare traccia e così io ero..preoccupata- -molto nobile da parte tua- -me ne sto già pentendo- fece con una smorfia, ma se ogni volta che litigavano gli occhi di Ryan erano derisori, sta volta non lasciavano trasparire nessun tipo di emozione. –La donna di quel quadro..- -è mia madre- sussurrò, portando lo sguardo sul ritratto –è davvero molto bella- -si lo era, ma che vuoi farci, c’est la vie!-

-smettila, non ti sopporto quando fai così- -e che dovrei fare, piangermi addosso?-

-no,dovresti smetterla di nasconderti, di nascondere quello che provi- -va bene Freud, ci proverò!- disse ironico, sfiorandole il naso con le dita. Lei lo guardò perplessa, scatenando sul volto del ragazzo un sorriso –ti ho detto che sto bene, non devi preoccuparti! Dai andiamo, Kyle ha organizzato una partita di tennis, vediamo come te la cavi con la racchetta-  -non ho mai giocato a tennis..- -un buon motivo per cominciare ora, ti pare?!- così dicendo Ryan si incamminò verso l’ingresso. Strawberry diede un ultima occhiata al quadro, prima di raggiungere Ryan.

**

Il match vedeva Mina e Pam in coppia contro Mark e Kyle, i ragazzi conducevano per un set a zero. Paddy gli osservava annoiata, mentre Lory si era sistemata accanto ad un roseto, con in mano un libro. Il personaggio di quel romanzo le ricordava molto Ryan, e lei avrebbe pagato oro per poter essere la protagonista femminile, che coronava il suo sogno d’amore con l’affascinante ragazzo. Arrossì impercettibilmente. Anna invece, sembrava molto interessata al gioco, le piaceva osservare la pallina che sfrecciava da una parte all’altra del campo. Strawberry invece, era seduta su una panchina, ignorava completamente il gioco. Non le interessava. I suoi occhi vagarono a vuoto“si è eclissato nuovamente..mi piacerebbe sapere dove và..” pensò, non scorgendo Ryan. “Ma ché penso! Dovrei piantarla di preoccuparmi per quell’insensibile..” la sua espressione si fece triste “Ci sono cose che, solo chi vive certe esperienze può capire” le parole di Pam, le tornarono alla mente. Lei avrebbe voluto capire Ryan, ma forse, come diceva la mewlupo, non era la persona adatta. Si morse il labbro inferiore, furiosa per la sua incapacità. Girò la testa, in direzione di una collinetta, dietro i campi da tennis. Scorse una figura, qualcuno che si addentrava nel boschetto, scomparendo nella fitta degli alberi. Senza pensarci, quasi mossa dall’istinto, si allontanò dalla panchina. Nessuno parve accorgersene.

Salì la collinetta, giungendo all’inizio del bosco. Il profumo di resina era inebriante, così come l’arietta frizzante che faceva vibrare la foglie. Strawberry si addentrò tra gli alberi, avvertiva il proprio cuore accelerare i battiti, mentre i piccoli rumori, prodotti dagli animaletti selvatici, di tanto in tanto la facevano sobbalzare. Scorse quella che sembrava una piccola radura, baciata dal sole,e contornata a corona dagli alberi. I suoi occhi diventarono due fessure, mentre metteva a fuoco l’immagine che comparve improvvisamente di fronte ai suoi occhi. Si nascose dietro un grosso albero, osservando la scena in silenzio. Il ragazzo stava fermo, immobile, lo sguardo basso, gli occhi coperti da quei fili d’oro che erano i suoi capelli. In mano teneva due gigli, uno di un color rosa pallido, mente l’altro era candido come un cigno.

Fissava due piccole lapidi in marmo bianco, in mezzo alle due stava un piccolo angioletto di pietra, seduto su una colonnina greca, con il mento appoggiato tra le mani, come un bambino pensoso. Ryan poggiò un fiore su ciascuna lapide, rimanendo poi a fissarle nuovamente in silenzio. Le sue mani si strinsero in due pugni, mentre il suo corpo tremava leggermente –mi spiace..mamma, papà, mi spiace tanto! Sono un fallito, un piccolo fallito..- i suoi occhi divennero lucidi, mentre delle lacrime affioravano da quei profondi pozzi celesti. Le scacciò rabbiosamente con un gesto della mano, mordendosi il labbro fino a farlo sanguinare. –Avevo giurato che non avrei più pianto, avevo giurato che avrei mandato avanti il progetto, che avrei salvato il mondo, che vi avrei vendicato…e invece, sento che tutto mi sta scivolando dalle mani. Credevo di essere forte, di poter trovare sempre il coraggio in me stesso. Dio come mi sbagliavo. Se tu mi vedessi ora papà..ti vergogneresti di me, io volevo renderti fiero ma invece, sto fallendo miseramente…- si inginocchiò a terra, scagliando violentemente un pugno al terreno erboso. “Il mio Ryan Sunshine” così lo chiamava sua madre, quando se lo prendeva sulle ginocchia, e lo stringeva forte, facendolo sentire sicuro, protetto, e soprattutto, amato. “ Ryan Sunshine piccolino un pugno d’orzo nel taschino. Ryan Sunshine piccolino, chiocciole lumache e un cucciolino. Ryan Sunshine piccolino, un Mozart sempre meno pischellino, Ryan Sunshine piccolino…” risentiva nella sua mente quella filastrocca, le ginocchia di sua madre che andavano su è giù, facendo cavalluccio, e lui rideva, dimenticandosi delle brutte giornate passate a scuola, le prese in giro dei compagni. “Ryan Sunshine piccolino un sorriso per celare un cattivo bambino, Ryan Sunshine piccolino solo un perfido assassino..” Si mise ambo le mani sulle tempie, strozzando un gemito –perdonami mamma, perdonami..Mi manchi così tanto. Non voglio piangere, non voglio essere debole, perché tu mi dicevi che sempre dovevo essere forte, dovevo proteggerti, e invece..invece ti ho persa-. Le lacrime erano diventate ormai incontrollabili, si sentiva di nuovo quel bambino, impotente davanti alle fiamme che inghiottivano tutto, si portavano via la sua famiglia e la sua vita.

Strawberry che fino a quel momento era rimasta ferma ad ascoltare, quasi in colpa per aver invaso quella parte della vita di Ryan che non era autorizzata a conoscere, uscì allo scoperto. Si diresse a passi decisi verso di lui, anche lei aveva gli occhi lucidi,le guance solcate dalle lacrime salate. Si portò accanto a Ryan, sfiorando i suoi capelli biondi. Il ragazzo balzò in piedi di scatto, girandosi dall’altra parte, per non farle vedere la sua debolezza. –Ryan..- sussurrò lei, osservandolo piena d’angoscia.

-Hai scoperto di essere una schiappa nel tennis!- commentò lui, cercando di usare una tonalità ironica, tuttavia non si voltò per guardarla. –Te l’ho detto, non sono capace di giocare a tennis- ribatté flebilmente, non sopportando più di vederlo in quello stato. Anche davanti all’evidenza negava di fronte a lei il suo dolore.

-Non so perché sono venuto qui..non c’è nulla sotto quelle lapidi. Già una cosa perfettamente inutile- mormorò con voce strozzata. Lei a fatica riuscì a non singhiozzare. Lo afferrò per un braccio, costringendolo a voltarsi. Quei meravigliosi occhi azzurri erano colmi di dolore –Sono solo uno stupido, un inutile stupido- sussurrò, -smettila di dire cavolate!- esplose lei abbracciandolo forte, e scoppiando in un pianto angoscioso. –Tu sei una bravissima persona, sei meraviglioso..e io sono sicura che  i tuoi genitori sono fieri di te- -Hai ascoltato ciò che ho detto..- la ragazza lo scrutò con i suoi grandi occhi scuri, limitandosi ad annuire. –Come possono essere orgogliosi di me?Li ho delusi..sono un incapace- -No! Sei solo uno stupido orgoglioso che nasconde il proprio dolore dietro all’indifferenza, sei uno scorbutico viziato, arrogante e presuntuoso..e sei un ragazzo che ha rinunciato alla propria adolescenza per salvare il mondo, uno che è pronto a mettere a repentaglio la vita per i suoi ideali. Cosa ne sarebbe stato della nostra città, della terra se tu non avessi continuato il progetto mew?..Rispondimi!- lui la guardò, un’espressione di stupore aveva animato quel volto freddo e al contempo sconvolto dal dolore –Dimmi Ryan, quanti lo avrebbero fatto? Quanti avrebbero sacrificato se stessi per questo?Te lo dico io..nessuno! Perciò i tuoi genitori devono essere fieri di te! Io sono fiera di te!- disse con convinzione. Lui sorrise, un sorriso dolce e bellissimo che le allargò il cuore –tu non devi vergognarti di piangere davanti a me. Non devi aver paura di mostrare il tuo dolore. Perché io lo capirò, lo capirò sempre, e ti sarò sempre vicina, la nostra amicizia è molto importante per me- mentre lo diceva, regalò a Ryan uno dei suoi sorrisi migliori, lui sapeva che era sincera, capiva che voleva veramente aiutarlo. –Ti ringrazio, Strawberry- -Non devi. Ora torniamo,  ti lancio una sfida a tennis!- esclamò assumendo una finta espressione di sfida. Lui abbassò lo sguardo.-Vorrei stare qui ancora un po’- -allora, io starò qui con te- Ryan ne fu felice. Si sedettero l’uno accanto all’altra, Strawberry teneva una mano sulla nuca di Ryan, il quale aveva appoggiato il viso sul collo della ragazza. Le lacrime calde di lui, le scivolavano lungo il collo, mentre gli stringeva la mano. E lei si rese conto che era come se fossero uniti in una cosa sola, non servivano parole, in quel momento. Strawberry faceva suo il dolore di Ryan, partecipava alla sua angoscia, e questo le permetteva di capire. “Tu potrai sempre contare su di me Ryan, sempre”.

 

Facciamo progressi non vi pare? (Anche se è scritto un po’ alla cakkio di cane)

R: basta che non venga fuori una roba tipo beautiful

A: x carità!

R: devo aspettarmi qualche bastonata o c’è in arrivo qualcosa di bello?

A: vedrai nel prossimo capitolo..ho il vago sospetto che ti piacerà..anche se, potrei sempre sbagliarmi..

R:????

A: Non anticipo niente. Alla prossima.

 

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Capitolo 16
*** 14 ***


'>Uscirono dal bosco tenendosi ancora per mano, nessuno dei due aveva parlato, si era venuto a creare un silenzio complice, che nessuno dei due aveva il coraggio di spezzare. Strawberry osservava di tanto in tanto la propria mano tenuta da quella di Ryan. Sapeva di avere le gote imporporate, tuttavia la piacevole sensazione che provava, le impediva di prendere l’iniziativa e staccarsi da quel contatto. Si fermarono sulla collinetta, da dove si potevano scorgere i campi da tennis, ora vuoti. –Non c’è più nessuno- sussurrò la ragazza, facendo vagare lo sguardo nel tentativo di scorgere qualcuno. –Ti va se facciamo un giro un po’ più lungo prima di rientrare?- domandò il biondo, mentre lei si stringeva nelle spalle –No, perché dovrebbe spiacermi?!-. Ryan sorrise, incamminandosi lungo un sentiero che aggirava la collina, le loro mani erano ancora unite, e Strawberry si sentiva stranamente nervosa. Lui dovette accorgersene, perché si fermò di colpo, tant’è che la poverina gli sbatté contro. –Auch! Ma ti pare il caso di bloccarti così?- sbottò massaggiandosi il naso. Ryan le strinse la mano più forte –ti dà fastidio?- -eh?- -Ti dà fastidio che..ti tenga per mano?- quella domanda semplice e diretta la spiazzò completamente. Strawberry scosse il capo, tenendo lo sguardo imbarazzato fisso al suolo. Ripresero a camminare, nella quiete della tenuta, era possibile sentire il rumore delle onde del mare, infrangersi sul bagnasciuga. Giunsero ai piedi di una stradina che conduceva al mare. Il panorama era magnifico, il sole baciava l’oceano turchese, in un incedibile spettacolo di riflessi e luci. –è meraviglioso! Da qui è come respirare l’eternità- esclamò la ragazza, mentre i suoi occhi avevano un’aria sognate. –Mia madre da bambino mi portava qui, ci sedevamo e per ore guardavamo il mare, mi raccontava ogni genere di storia, sui nativi americani, sulle creature magiche che abitavano il mare, mi regalava un mucchio di sogni, che si sono infranti con la stessa facilità con il quale si erano creati- -Non parlare così, nessuno può smettere di sognare- -Tu credi?Allora dimmi..- -Cosa?- -Parlami dei tuoi sogni..- la ragazza avvampò, mentre con impaccio si sedeva sul manto erboso. –Bè..non sono niente di ché- disse sperando di far desistere Ryan, cosa che però non avvenne. –Avanti, che c’è ti vergogni?-
-No, ma..- -sentiamo..- -Uff, quanto sei insistente..il mio sogno..il mio sogno è..- -Sposare Mark, mettere su famiglia e imparare finalmente a cucinare- disse lui ironicamente assumendo un’aria altezzosa. –Sei sempre il solito..- ribatté lei con una linguaccia –Perché? Non ci ho azzeccato forse?-. Strawberry distolse lo sguardo iniziando a giocherellare con i fili d’erba. –Si..ma, in un certo senso hai ridicolizzato i miei sogni- -Non era mia intenzione, lo sai che sono un po’..- -Si, lo so!- -Eh..comunque non lo trovo ridicolo, anzi- il suo sguardo si perse verso l’orizzonte. –E tu?-
-Io?- -Si, qual è il tuo sogno?- -Salvare la terra, ovvio- -Si ok, ma dopo che avrai fatto questo?-
-Non so..non mi sono mai soffermato a pensarci- -Ma un’ideuccia piccolina?- -Ah, che noiosa sei!-
-Ma senti da che pulpito! Tipo non ti piacerebbe avere una famiglia?- -Non sono il tipo giusto per mettere su famiglia- -Con Anna te la sei cavata splendidamente- -Non è difficile, con una bimba meravigliosa come lei!- -Questo è vero, però..ti ci vedrei come papà!- -Solo come papà?- sul viso di Ryan comparve un sorrisetto malizioso, la ragazza si sentì ardere di imbarazzo –bè..no..cioè..credo che..- -La domanda è così imbarazzante?- -No! E’ solo..che, insomma certo che saresti anche un buon marito!- disse tutto ad un fiato, con il viso congestionato. Ryan scoppiò a ridere, era strano vederlo così. –E adesso perché ridi?- -Per te, sei buffa, sai?- -Ché?- -Dovresti vedere la faccia che hai, in tinta con i capelli!- -Brutto antipatico!- cercò di fare una voce offesa, ma non vi riuscì. Perché vedere Ryan ridere, la faceva sentire assurdamente felice. –Comunque ti ringrazio, quando troverò una poverina disposta a sposarmi, ti farò fare da testimone-. Strawberry abbassò lo sguardo, sentiva una strana malinconia –Ti sei..ti sei mai innamorato Ryan?- lui fu totalmente spiazzato da quella domanda –perché me lo chiedi?- -Oh così..curiosità, non importa se non vuoi rispondere-
-Una sola volta- disse osservando il cielo limpido come i suoi occhi. –E..lei dov’è?- domandò, mentre Ryan continuava a fissare il cielo –lei..è irraggiungibile- -Come Nemes?- -Cosa?- -Nemes, la stella..- -Non dirmi che ricordi ancora quella favola?- -Certo, mi era piaciuta- -Ah, era una sciocchezza, una storiella per bambini- -Sarà, ma a me è piaciuta!- -Bimba- -Antipatico- -Miao miao- -ffffff- -attenta che non ti spuntino orecchie e coda- -te le do io le orecchie e la coda!- disse pizzicando il ragazzo sul braccio, e poi alzandosi con fare irritato. Il tutto sarebbe venuto anche bene, se il terreno non fosse stato umido e scivoloso. Strawberry barcollò, finendo praticamente sopra a Ryan. I loro visi si trovarono a pochi centimetri l’uno dall’altro. La mew avvertì i battiti del proprio cuore accelerare. –Però..non credevo di fare quest’effetto- sussurrò lui. La ragazza balzò indietro, mentre il volto assomigliava più a una brace “stupida, stupida, stupida”. Lui si alzò porgendole la mano –su alzati, è meglio tornare, si domanderanno dove siamo finit, e poi non vorrei dovermi confrontare con qualche fidanzato geloso- chiaramente il tono di Ryan era più distaccato. Strawberry accettò l’aiuto per rialzarsi. Dopodiché entrambi si incamminarono verso la villa.

Una volta davanti all’ingresso furono completamente assaliti da tutti gli altri membri dell’abitazione
Fu tutto un susseguirsi di “dove eravate finiti, eravamo preoccupati, perché non avete detto niente??” i due subirono l’interrogatorio, prima di dirigersi ognuno verso la propria stanza.
Strawberry stava seduta sul letto, da quando lei e Ryan si erano separati, si sentiva strana, avvertiva una sensazione di vuoto che non riusciva a spiegarsi (certo che è dura di comprendonio non vi pare??) In quel pomeriggio lei e il ragazzo erano stati vicini in un modo incredibile, lui l’aveva resa partecipe del proprio dolore, si era confidato con lei, in un modo che probabilmente non aveva mai fatto nemmeno con Kora. Questo cosa voleva dire? Al dì là dei litigi e degli screzi, di quella loro rivalità e intolleranza..che fosse tutta una messa in scena di entrambi per nascondere qualcos’altro? No era ridicolo, lei era sicura dei suoi sentimenti per Mark, come era sicura che Ryan la reputasse una semplice amica “è irraggiungibile” non aveva altro che pensare a quella frase, al suo significato. Ryan era stato innamorato, ma di chi? Forse di Kora..ma allora perché l’aveva lasciata andare? Forse per paura che potesse accaderle qualcosa? L’ipotesi non faceva una grinza, ma Strawberry non si sentiva di accettarla. Pensò alle altre mew, Mina non poteva rientrare negli interessi di lui, erano troppi distaccati, sebbene entrambi fossero due rampolli viziati, Paddy era da scartare a priori. Restava Lory, anche se non l’aveva mai confessato, nei suoi occhi si leggeva di più di una semplice amicizia nei confronti di Ryan, e anche lui si era sempre dimostrato gentile e premuroso nei suoi riguardi..però definirla irraggiungibile..era esagerato. Poi come una folgorazione, le venne in mente l’immagine della sua compagna di stanza. Pam era sicuramente la più affascinante tra loro, bella, seducente, eppure chiusa e apparentemente fredda, proprio come lui, ed in oltre non era stata a lei a dirle che “solo chi ha vissuto determinate esperienze poteva capira lo stato d’animo di Ryan” Si riferiva forse a sé stessa? Era lei la ragazza irraggiungibile che faceva battere il cuore di Shirogane?Si morse il labbro, l’ipotesi non era da scartare. Sbuffò lasciandosi cadere lunga e distesa sul letto, in fin dei conti non era importante, erano affari di Ryan, lei non centrava nulla. Doveva pensare a Mark, a quanto si poteva sentire trascurato. Effettivamente avevano passato poco tempo insieme da quando erano arrivati. Doveva fare qualcosa, fargli capire quanto era importante per lei. La mente capricciosa però, la ricondusse sulla collina, il suono del mare, il profumo degli alberi, e il calore che aveva avvertito mentre Ryan la teneva per mano, l’imbarazzo e il batticuore quando i loro visi erano stati tanto vicini. “Ah cretina, a cosa pensi!Io amo Mark, Mark e solamente Mark, non devo cadere in questi pensieri sciocchi, la mia vita è separata da quella di Ryan, punto e stop. Noi siamo solo amici”. Sospirò, chiudendo gli occhi. Passò qualche istante, che il suo viso fu sfiorato da qualcosa. Un contatto tenero e dolce. Spalancò gli occhi, trovandosi immersa in uno sguardo caldo e affettuoso. –Mark- sussurrò, mentre il ragazzo le sorrideva. –Ti ho disturbata?- -No, affatto- avvertì un profondo senso di sollievo, mentre si buttava tra le braccia di lui, -Oggi sei sparita, e ti confesso che quando ti ho visto tornare con Ryan..ho provato una forte gelosia- lei lo guardò con imbarazzo e stupore –Non devi, vedi Ryan sta passando un brutto momento, e io da amica volevo stargli vicino, ma non c’è nient’altro, credimi- -Ti credo- disse lui, baciandola sulla fronte, sta volta però non spuntarono ne le orecchie ne la coda. –Che dici se andiamo a fare una passeggiata?- -adesso?- domandò lei perplessa –sì, una passeggiatina romantica prima di cena- -bè..perché no?!-.
Uscirono, percorrendo il viale che portava al laghetto artificiale, il cielo si faceva scuro, ed era possibile scorgere le prime stelle. Passeggiavano mano nella mano, Mark parlava della fauna californiana, delle specie in rischio di estinzione. Strawberry però non riusciva ad ascoltarlo, cercava di concentrare le sue sensazioni sul contatto tanto simile a quello avuto con Ryan, eppure così differente. Si sentiva a disagio, perché il suo cuore non batteva forte, come tutte le altre volte in cui Mark le aveva tenuto la mano? –Tu cosa ne pensi?- si ritrovò a cadere dalle nuvole, mentre Mark la osservava con un fiducioso sorriso “oh Mark, che mi sta succedendo?” –Strawberry?-
-s..si?- -Cosa pensi al riguardo?- -riguardo, cosa?- -alla disboscazione di molte foreste per la costruzione di ville e alberghi- -Trovo sia..uno scempio della natura, una cosa ingiustificabile- ribatté lei con convinzione, ma in colpa per non aver seguito il discorso del suo ragazzo. –Vieni qui-
l’attirò a sé, stringendola tra le braccia, lei poggiò la guancia sul petto di lui, respirando il profumo che tante volte l’aveva inebriata. –Non potrei amare nessuno più di quanto amo te- le sussurrò all’orecchio, premendo la guancia sulla testa di lei. Strawberry si staccò un po’, lui le posò un dito sulle labbra, percorrendone il contorno. –Guarda Strawberry, le stelle, io sono fortunato ad averne una qui accanto a me- -Nemes- disse lei a bassa voce, mentre i suoi occhi scrutavano il cielo
–come?- -Nemes..lì, davanti a noi- -Nemes?- -è piccolina, però brilla incredibilmente, così lontana e irraggiungibile- le parole le vennero fuori senza che lei se ne rendesse conto. Il suo viso si abbassò, andando nuovamente ad incontrare lo sguardo del ragazzo –tu non pensi che le favole siano sciocche, vero Mark?-. Lui la guardò senza capire, avvertiva una strana sensazione, come se tra loro due si stesse formando una sorta di baratro, la strinse di più, quasi con la paura che lei sparisse da un momento all’altro. Da poco distante, una voce interruppe l’idillio tra i due. Kyle comparve nel viale –scusatemi, ma Mark, ho bisogno di parlarti- il moro lasciò la presa mal volentieri
–Cercherò di cavarmela in fretta amore mio, ci vediamo a cena- lei non disse nulla, sembrava in uno stato di stordimento, non ricordava le parole di mark, non aveva sentito nemmeno il contatto mentre lui la stringeva. Alzò lo sguardo nuovamente verso la stella, stringendosi nelle spalle mentre le lacrime silenziose le scendevano dal viso. Lentamente si incamminò verso la villa, le luci della sala da pranzo erano accese, e le ragazze dovevano già essere a tavola, a giudicare dal chiacchierio. Srawberry decise di tagliare per la veranda, illuminata solo da una piccola luce. Si fermò all’ingresso di essa, osservando la figura girata di spalle che stava riordinando qualcosa sul tavolo. Il potere dell’inconscio, di qualcosa che va oltre la ragione, cosa poteva essere?Istinto?No, non lo era, ma qualunque cosa fosse, lei non riuscì a reprimerla. Cinse la vita di Ryan, appoggiando la fronte sulla sua schiena, il battito del cuore, il rumore del mare, la sensazione di eternità, probabilmente il giorno seguente se ne sarebbe pentita, si sarebbe maledetta, ma ora, non importava, lui era lì, contava solo quello. Una mano di lui si posò su quelle di lei, un tocco leggero, istanti che parevano infiniti. –Hai..litigato con Mark?- la sua voce, fredda e distante, infranse tutto, come accade per uno specchio colpito con una pietra. La mente di Strawberry cominciava a tornare alla lucidità –No..io..non ho litigato con Mark, perché?- -Perché altrimenti questo, non avrebbe senso- Strawberry si sentì gelare, mentre liberava il biondo della presa. Lui si voltò, fissandola con sguardo serio e intimidatorio. –E’..è meglio che vada a cena- lei fece per allontanarsi, ma prontamente fu ripresa da Ryan, che la costrinse a guardarlo nuovamente in faccia –Ryan mi fai male..- -Ah io ti faccio male..?- -Mi stai stringendo troppo il braccio- -Perché mi hai abbracciato?- -io..io..- -Tu cosa?- -Io, io non lo so- ribatté quasi spaventata –che vuol dire non lo so?Potresti farlo con chiunque, se al mio posto ci fosse stato Kyle, avresti abbracciato lui?- -No!Io..- -Ti faccio pena, è perché il bimbo qui presente oggi ha versato lacrime e tu ti sei sentita in dovere di dargli un segno di commiserazione affettiva?- -Sai che non è così..- -Me lo devi dire tu cos’è- -Lasciami!ti prego..- -No, non ti lascio- il suo tono era più calmo, ma i suoi occhi erano sempre freddi –Mi fai male-
-e tu, tu perché non ti rendi conto di quanto fai male a me?- lei sbarrò gli occhi, la presa si era allentata, tuttavia qualcosa non le permise di allontanare il braccio. –Perché non lo capisci?- con uno strattone, si ritrovò il corpo a contatto con quello di lui, il cuore sembrava impazzito, mentre le labbra di Ryan si posavano sulle sue, annebbiandole completamente la mente, cielo e terra sembravano unirsi, formare qualcosa di unico. Ryan continuava a premere le labbra su quelle di lei, Strawberry si sentiva sospesa, come se tutto intorno avesse perso consistenza, il suo corpo allentò la tensione, mentre le sue mani andavano ad appoggiarsi sulle spalle di lui. Le labbra si schiusero, e il contatto con il bel biondo divenne più profondo, avvertivano i battiti del loro cuore unirsi in un ritmo unico.
Quando Ryan si staccò da lei, Strawberry si sentiva il terreno mobile sotto i piedi, i loro sguardi si incontrarono, quelli di lei erano sbarrati e stupiti, Ryan invece aveva un’aria malinconica. Abbassò lo sguardo, stringendo i pugni. –Mi dispiace..perdonami- disse, prima di allontanarsi e scomparire nell’ombra del corridoio.

Un altro capitolo sparato fuori a razzo, scusate se aggiorno così a rilento, ma proprio non ho tempo, bacioni, bacioni alla prossima!!

 

 

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Capitolo 17
*** 15 ***


>Strawberry non riusciva a togliersi dalla testa la sensazione che aveva provato, quando il corpo caldo di Ryan l’aveva attirata a sé con una dolce irruenza, le sue labbra morbide avevano sfiorato le sue, passione, desiderio, dolore e rabbia..possibile che con quel bacio Ryan le avesse trasmesso tutte quelle cose? Aveva sentito solo il proprio cuore battere impazzito, le era parso di librarsi in volo con una sensazione di confusa ma incontenibile felicità, tutto il resto non aveva avuto più senso, in quell’attimo c’erano stati solamente loro due. Tutto questo l’aveva stordita e confusa. Quando le loro labbra si erano staccate, lo sguardo di Ryan era freddo e malinconico, aveva sussurrato un “perdonami” e poi era sparito. Perdonarlo?Come fare a perdonarlo? Aveva fatto crollare tutte le sue certezze, le aveva regalato emozioni mai provate, l’aveva baciata, era stato lui e non Mark, era stato lui a farla fremere, era stato lui che l’aveva fatta sentire viva, lui e non Mark. “Maledizione a te Ryan!” pensò mordendosi il labbro inferiore, non potendo negare a se stessa che era felice, immensamente felice che fosse stato Ryan a baciarla. Le cose però erano cambiate, da quella sera, Ryan non le aveva più rivolto la parola, la evitava volutamente, cosa che lei faceva allo stesso modo con Mark, sentendosi terribilmente in colpa. Durante il giorno, Ryan faceva in modo di non dover mai rimanere solo con Strawberry.La sera prendeva in braccio Anna, le raccontava delle favole, senza notare però che la bimba soffriva del distacco tra i suoi genitori. Non riusciva a capire perché mamma e papà non si parlassero, a mala pena si guardavano, e lei si ritrovava a piangere con la paura di vederli litigare come era avvenuto a Los Angeles. Quando Anna chiedeva al biondo, perché lui e la mamma erano così strani, Ryan non le rispondeva, le dava un bacio sulla fronte, augurava un veloce “buona notte” a Strawberry, e se ne andava.La mew capiva quanto Anna soffrisse di quella situazione “Sei uno stupido Ryan” era il pensiero che faceva con ricorrenza.

Quella mattina Kyle e Mark erano andati in città, mentre Lory e le altre avevano portato Anna a fare un’escursione. Ryan faceva il recluso nella sua stanza, mentre Strawberry vagava per la casa come un’anima in pena. Non era voluta andare con gli altri, si sentiva troppo nervosa, aveva paura che Mark potesse intuire qualcosa, e non voleva che Anna la vedesse turbata.
“Perché ogni volta che ci penso, sento il cuore battere a mille..eppure sono già passati quattro giorni, e lui continua a evitarmi..Mi hai preso in giro Ryan, come tutte le altre volte? No, non puoi essere così meschino e non sei mai stato nemmeno un vigliacco, tuttavia ti nascondi, non mi guardi nemmeno in faccia. Prima fai battere il mio cuore e poi mi ignori, e io sono qui come una stupida a pensarti. A pensare a quel bacio, e a tutte le altre volte che hai avuto la meglio su di me, tutte le volte in cui io..ho pensato a te. Mi detesto perché ho un ragazzo meraviglioso che mi ama, e dovrei essere con lui ora, con il mio Mark..e invece sono qui che non riesco a togliermi te, brutto stupido, dalla testa. Ma quando mi comparirai davanti ti dirò che..non ti sopporto..che..” I suoi pensieri furono interrotti dall’aprirsi della porta della sala, dove lei si trovava. Il cuore prese a batterle irregolarmente. Ryan stava fermo sulla soglia, la mano appoggiata alla maniglia, lo sguardo smarrito. Rimasero a fissarsi per qualche istante, poi lui distolse lo sguardo –scusami..credevo di essere rimasto solo in casa, non volevo disturbarti..- fece per andarsene, me Strawberry si precipitò verso di lui –Aspetta, dobbiamo..dobbiamo parlare- lo disse arrossendo visibilmente –non c’è nulla di cui parlare- ribatté lui in tono secco. –Se è così, perché continui ad evitarmi?- -Mi prendi in giro?Non dirmi che non lo sai..?- la voce di Ryan era ironica e malinconica al contempo. –Io so solo che non ci capisco più niente, e non riesco a spiegarmi perché tu..tu mi hai baciato- -Non ha importanza- -Si che ne ha!Voglio sapere perché mi hai baciato e perché mi eviti- -Sei ottusa?Mi pare ovvio dopo ciò che ti ho fatto ho dedotto di aver attratto su di me la tua più totale avversione nei miei riguardi. Ho ferito i tuoi sentimenti, so che ami Mark e nonostante ciò io..mi spiace per ciò che è successo- Strawberry aveva un’espressione arrabbiata –Non dovresti darti tanta pena, non ti sei mai fatto scrupoli a giocare con i miei sentimenti..potrei fartene un elenco?Dunque, quella volta quando hai dato la festa sullo yacht, quando mi hai riaccompagnato a casa dopo che ero diventata un gatto..oddio ce ne sono state talmente tante che potremmo star qui fino a domani! Non hai fatto altro che prenderti gioco di me Shirogane..e credo sarebbe stupido da parte mia credere che in questo caso la situazione possa essere diversa!- -Che differenza potrebbe fare?E’ da Mark che volevi essere baciata, perciò quello che ti ho dato quella sera non deve avere nessun significato per te-. Strawberry lo fissò, la luce del sole che filtrava dalla finestra rendeva ancora più biondi quei bellissimi capelli, le sue labbra erano serrate in una linea sottile e Strawberry si ritrovò a desiderare che la baciasse di nuovo. Scosse la testa con vergogna –già che importanza potrebbe avere..tanto sono solo una stupida!- -Non ho detto questo!Io non mi sono mai preso gioco di te, non avrei mai potuto!Ti stuzzicavo nella speranza che tu..- Ryan fece una pausa, inspirando mentre qualcosa dentro di lui scoppiava –maledizione!Da quando ti conosco non c’è stato un solo maledetto istante nel quale io non abbia desiderato baciarti, fin dal primo giorno che ti ho vista, mi hai fatto sussultare, ho provato cose che nessuno, nessuno mi aveva mai fatto provare prima e questo mi ha spaventato! Per questo ti ho sempre trattato con cinismo, temevo tu scoprissi che mi rendevi vulnerabile, che avevi la capacità di ferirmi, di morire di gelosia ogni dannata volta nominavi il nome “Mark”! Sono stato un idiota e mi dispiace, l’altra sera non ho pensato alle conseguenze delle mie azioni..Ma ti prometto che non ti rovinerò la vita. L’investigatore che ho assunto ha trovato tracce dei genitori di Anna, è certo di riuscire a trovarli presto e a quel punto tu non sarai più costretta a convivere con me, in oltre quando questa storia degli alieni sarà finita, riavrai la tua vita normale, non dovrete più combattere e io sparirò, me ne ritornerò a Los Angeles e ..non intralcerò più la tua vita-. A sentire quelle parole, Strawberry provò un senso di vertigine, si premette la mano chiusa a pugno sul petto e abbassò lo sguardo – e ai miei sentimenti non ci pensi?- Ryan la fissò stupito – i tuoi sentimenti?- -Già Shirogane, i miei sentimenti! Progetti e predisponi tutto, agisci senza pensare al calvario che fai patire agli altri! Sei un egoista antipatico, arrogante, presuntuoso! Non fai che farmi arrabbiare, sei uno snob che guarda il mondo dall’alto in basso..ma sei anche l’unico che sa capirmi come nessun’altro riesce, sai mandarmi in confusione con uno sguardo, mi offendi, mi prendi in giro, eppure quando ho bisogno sei sempre pronto ad accorrere in mia difesa..sai..sai far battere il mio cuore in modo pazzesco..tutto questo mi fa venire una gran rabbia!Se tu ora te ne andassi, risolveresti le cose?No, non si risolvere uno stramaledetto niente, perché io sarei, sempre maledettamente innamorata di te!- dagli occhi cominciarono a scenderle delle lacrime, si sentiva vulnerabile e facilmente feribile, si aspettava un commento ironico, una risatina di scherno..ma non ci fu nulla di tutto questo. Ryan la stava abbracciando, così forte da toglierle quasi il respiro, avvertiva il contatto della guancia di lui, poggiata sulla sua, umida per le lacrime, mentre il cuore aveva perso un battito. –Dillo ancora ti prego..- sussurrò lui tradendo l’emozione che lo stava invadendo, perché tutto ciò che contava, tutto ciò che amava era lì tra le sue braccia. –Io ti amo Ryan, sono innamorata di te, chissà da quanto tempo, è solo che non volevo rendermene conto. Quanto sono sciocca- -Si lo sei, la più meravigliosa sciocca che possa esistere- disse dolcemente, andando a fissare quei grandi occhi lucidi color cioccolato –Ti amo- così dicendo catturò le labbra di lei con le sue, regalandole un altro meraviglioso bacio, che Strawberry ricambiò con tutta la passione che le era possibile. Di nuovo si sentiva alzare da terra, invadere di sensazioni meravigliose, perché era il ragazzo che amava che la stava baciando.

Voilà, capitoluccio concluso (scusate se è così corto), il prossimo? Eh, ci sto lavorando.. purtroppo mi spiace aggiornare così in ritardo, ma ho veramente poco tempo.
Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo questa fic, e la commentano spronandomi a continuarla VVB!!
Owari
Sanzina

PS: sto scrivendo una cosina anche su Beyblade, ho già inviato i primi due capitoli, e certo se qualcuno volesse leggerla, a me non è che dispiace..ANZI
Ciaux

 

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Capitolo 18
*** 18 ***


Ciao a tutti e Buon anno!!! Mi scuso per questo immane ritardo, ammetto di aver accantonato questa fic x una su beyblade su manga.it (argh pubblicità occulta)  alla quale ho dedicato tutta la mia ispirazione x ben 40 capitoli (buon tempo, lo so) . Sono commossa di vedere quante recensioni mi avete lasciato per spronarmi a continuarla, e per questo VI RINGRAZIO TANTISSIMO cercherò di non deludervi e di portarla al più presto alla conclusione. Un bacione e ancora un infinità di grazie ç_ç!!!

 

Le sue braccia l’avvolgevano, da quanto tempo stavano in quella posizione? Non aveva importanza, perché Strawberry sentiva che quello era sempre stato il suo posto, ed era stata sciocca a capirlo con così tanta difficoltà. La luce del tramonto avvolgeva la stanza, le pareti pallide, erano ora color indaco, e un dolce tepore avvolgeva quell’atmosfera magica, un silenzio complice e meraviglioso, le parole erano inutili, avrebbero rovinato tutto. Si strinse di più al ragazzo, avvertendo i battiti del proprio cuore fondersi con quelli di lui, era felice, sentiva di poter toccare il cielo, un volo infinito dove nient’altro era importante. “Quanto sono stata sciocca Ryan. Come ho fatto a non capirlo prima?Era così semplice, così chiaro e nitido, eppure sono stata capace di offuscare questo sentimento, credendo che un’infatuazione potesse essere amore…associavo questa parola al nome Mark, senza ammettere che in realtà, volevo associarla a te…piccola , stupida Strawberry. Se non mi fossi accorta di questi sentimenti, se tu non mi avessi baciato, io avrei vissuto in un’illusione, in un falso sentimento, sentendomi incompleta a vita” le sue guance si irrigarono di lacrime, ne sentiva il sapore salato sulla bocca, le solcavano il viso scendendo a bagnare la camicia scura di Ryan. Lui le prese il viso tra le mani, costringendola a guardarlo –Perché piangi Strawberry?- non riuscì a nascondere la propria ansia, temeva che lei gli dicesse, che era stato un errore, che non potevano stare insieme. Ma il dolce sorriso che animò il viso della ragazza, riuscì a tranquillizzarlo –Piango perché..sono stata tanto sciocca. Avevi ragione quando mi rimproveravi sempre, dicendomi “ragazzina ottusa”..ho rischiato di perderti Ryan, e pensarlo mi fa paura..io..- lui le posò un dito sulle labbra, sorrise e puntò gli occhi color del cielo su di lei. “Sei così bello” pensò Strawberry arrossendo, mentre sosteneva lo sguardo del biondo –Non hai mai rischiato di perdermi, eri e sarai sempre la persona più importante per me, sciocca ragazzina ottusa-  -Quest’ultima frase, potevi anche evitarla- disse lei con finta aria arrabbiata, simulando un pugno all’altezza della guancia del ragazzo –Cosa vuoi, le vecchie abitudini sono dure a morire, e poi non pensare che ora che…- si fermò di colpo, colto da un brivido “ora che siamo insieme” è questo che avrebbe voluto dire, ma si rendeva conto che avvolti nella magia di quel momento, avevano dimenticato la realtà. Lei era ancora la ragazza di Mark, e quell’odioso campanellino che portava al collo, stava lì a ricordarglielo. Avrebbe voluto strapparglielo, scaraventarlo a terra, per non sentire più quel tlin tlin che sembrava dire “Sono di Aoyama” . E poi c’era anche un altro motivo…un motivo che lo spaventava e che per la prima volta, gli faceva capire quanto quel legame avrebbe potuto essere pericoloso per Strawberry. Ma lui poteva rinunciare a lei? No, aveva vissuto solo allo scopo di poterla avere, stringere e amare, “Sono un egoista? Ebbene lo voglio essere, ma non posso rinunciare a lei, sarebbe come morire, perdere nuovamente ciò che amo…ed io non voglio”. Strawberry notò che il viso di Ryan, era diventato di colpo, serio e cupo, quasi preoccupato. Allarmata lo fissò, perché non parlava più?Perchè quel silenzio tanto dolce che li aveva avvolti prima, ora era insostenibile? –Ryan..cosa c’è?Perchè, perché ti sei interrotto?-. Lui sciolse l’abbraccio, volgendo lo sguardo alla finestra, come faceva tutte le volte che qualcosa lo turbava, si rifugiava in un orizzonte lontano che in qualche modo lo confortava –Tu sei ancora la ragazza di Mark- disse, con un tono inespressivo, quasi gelido. La mew sbarrò gli occhi cioccolato, sfiorando il campanellino che teneva al collo. Poi ci fu un piccolo tonfo. Ryan abbassò lo sguardo, il campanellino rotolò un poco sul parquet , fermandosi di colpo, trattenuto dal peso del nastro rosso, che contrastava sul legno scuro. Alzò lo sguardo, quasi con stupore, incontrando gli occhi della ragazza, che lo fissavano seri e sicuri –Io appartengo alla persona che amo, così come lei appartiene a me. Non è un nastro con un campanellino che buon cambiare questo, io ti amo e voglio stare con te..è questo quello che voglio, averlo capito così tardi mi rattrista. Ma ora so che è l’unica verità.

Mark è un ragazzo splendido, al quale io sarò sempre legata da un profondo affetto, ma nulla più di questo, ora lo so, ora lo comprendo. E’ te che voglio Ryan, e potrai dire o fare qualunque cosa, ma non riuscirai a cambiare i miei sentimenti..hai capito, antipatico arrogante?- si avvicinò, prendendo la mano di lui nella sua –Nemes non è più irraggiungibile, ti appartiene e ti apparterrà per sempre- sussurrò, appoggiando la fronte al petto di lui. –Strawberry, io…- si sentiva bruciare, l’amava questo era più che sicuro, eppure al contempo aveva paura….paura di perderla così com’era accaduto con i suoi genitori. –Strawberry, ci sono cose di me che..tu non conosci, cose che potrebbero..- scosse la testa –io ho paura, temo di perderti, mi maledico ogni giorno per averti fatto diventare una mew mew, mettendo a repentaglio la tua esistenza, costringendoti a una vita rischiosa, rinunciando a vivere  normalmente come una qualsiasi altra ragazza della tua età- lei sorrise, scostando un ciuffo ribelle dalla fronte di Ryan, sembrava un bambino impaurito. –E’ buffo, io invece ti benedico ogni giorno per avermi fatto diventare una mew mew. Avere la possibilità di rendermi utile al mio pianeta, aver vissuto tante straordinarie avventure è quello che tutte le ragazze sognano. Ho trovato delle amiche meravigliose che impegnano tutte loro stesse per i loro ideali, e poi..ho trovato te, e questo non sarebbe mai accaduto se non fossi diventata ciò che sono. Non avrei mai conosciuto l’amore vero, dio mio Ryan, tu mi hai fatto vivere!- Il ragazzo sentì qualcosa rompersi dentro di lui, non capiva quella riconoscenza, forse perché si era sempre reputato una persona detestabile, non certo degno di riconoscenza –Non so se..posso meritarmi una persona come te- sussurrò, -Io potrei dire la stessa cosa..- sorrise lei, cercando quel contatto che tanto la faceva stare bene –Io ti amo Strawberry- l’abbracciò, stringendola forte quasi con la paura che lei potesse sparire da un momento all’altro. –Ti amo anch’io, e questo tutto ciò che conta. Perciò non stiamo a discutere, anche se è la cosa che sappiamo fare meglio- sussurrò con dolce ironia. La mano di Ryan le carezzò la guancia, sollevandole poi il mento  con dolcezza, si avvicinò lentamente, poggiando le labbra su quelle morbide e rosee di lei, dolci come una piccola fragola. Strawberry avvertì il proprio cuore accelerare. Circondò con le braccia il collo del bel biondo, ricambiando e perdendosi totalmente nella magia di quel bacio.Il sole tramontò, lasciando il cielo color del fuoco, lo sfondo perfetto per un’ unione perfetta. Quando si staccarono, Strawberry si rispecchiò nuovamente nell’acqua marina degli occhi di Ryan –Sta sera parlerò con Mark, è giusto che lui sappia..certo non sarà facile, tu lo capisci..- il ragazzo annuì –Non voglio perdere la sua amicizia, è importante per me. Credo che sia paragonabile a quella che tu hai con Kyle- -Bè, tra noi è un po’ diverso, io e Kyle non siamo mai stati una coppia, e non ho mai provato la tentazione di baciarlo- scherzò, colpendo con un dito il naso della ragazza –Lo spero bene, perché non vorrei trovarmi ad essere gelosa del tuo migliore amico!- rise poi tornò seria –Sta sera gli parlerò-  -Te la senti? Se preferisci aspettare io..- Ryan tentava di fare il comprensivo ma Strawberry sapeva bene che in realtà voleva che le cose con Aoyama venissero chiarite al più presto, e questo tutto sommato le faceva piacere –No, non intendo aspettare, sono sicura. Non sarebbe giusto nei suoi confronti e nemmeno nei nostri- -Stai maturando Momomiya! C’è il rischio di un cataclisma!- -Razza di antipatico- si baciarono nuovamente, prima di lasciare la stanza, le voci al piano di sotto stavano diventando più forti.

 

Anna si gettò tra le braccia di Strawberry non appena vide la ragazza apparire nel salone.

–Mamma!-  si strinse forte a lei, strofinando la propria guancia su quella della sua giovane “mamma” –Guarda cosa portato- esclamò, porgendo a Strawberry una conchiglia dai riflessi dorati

-Oh Anna è bellissima, ti ringrazio- la baciò sulla fronte. Anna sorrise facendo poi una piccola piroetta, rischiando di perdere l’equilibrio –mi ha inegnato zia Mina- confermò mentre la mew brunetta assumeva un’aria soddisfatta –già gliel’ho insegnato io. Diventerà una ballerina da grande-

-Ballerina va bene, basta che non prendi anche il caratteraccio della zia Mina- scherzò la ragazza dai capelli rossi, ricevendo un’occhiata fulminante da Mina. –Eh stata davvero bravissima questo pomeriggio- Lory sfiorò di i riccioli scuri di Anna. –Già, abbiamo giocato con la sabbia e trovato un sacco di bellissime conchiglie, guarda!- Paddy le mostrò il secchiello, con un sorriso a trentadue denti. –Sono molto belle- Strawberry le osservò con attenzione, erano colorate e ognuna aveva riflessi differenti. –Dov’è papà?- Anna si guardò intorno, aveva paura che il suo bel papà fosse ancora arrabbiato con la mamma, vederli litigare la faceva star male. Ryan fece la sua entrata, aveva un viso sereno e i suoi occhi avevano una luce diversa, così serena e felice. –Papà!- Anna gli corse incontro, il ragazzo la sollevò facendola volteggiare, dopodichè le diede un bacio sulla guancia

-Ciao principessa!Sei stata a trovare le sirene oggi?- la bambina annuì, le piacevano quei giochi magici e quelle favole che solo il suo “papà” sapeva raccontare –ho raccolto tante conchie- -Tante conchiglie, bravissima, e ti sei divertita?- -Si,  zia Lory mi ha fatto nuotare e Paddy ha giocato con me- -Hai proprio delle brave ziette. Scommetto che ora però avrai fame- -tanta- -Allora ti facciamo preparare qualcosa di speciale-. La bambina gli cinse le braccia intorno al collo e rise. –Sembrate proprio una famigliola felice- esordì Pam che fino a quel momento era rimasta in silenzio. Strawberry arrossì, mentre Ryan puntava gli occhi in quelli blu-ametista della bella mew. Aveva intuito che Pam sapeva,tra loro bastava uno sguardo, una semplice occhiata valeva come un lungo discorso. La mew viola aveva capito che quel pomeriggio era successo qualcosa, qualcosa che Ryan aveva sempre sperato. Pam sorrise, un sorriso dolce e complice che il biondo ricambiò. Il clima allegro che si era venuto a creare, fu rotto, quando nella stanza entrarono Kyle e Mark. Il primo sorrise cordialmente, come era solito fare, Mark fece altrettanto, ma il suo sguardo era tutto dedicato a Strawberry. La ragazza avvertì il battito del proprio cuore divenire più forte, mentre la testa le martellava furiosamente. Eccolo, si stava avvicinando, erano a pochi passi, e ora lui le sfiorava il viso, le sorrideva e le portava una ciocca dei rossi capelli, dietro l’orecchio. –Ciao, gattina mia- disse con la sua solita dolcezza. Strawberry abbassò lo sguardo, avvertiva gli occhi di Ryan puntati su di lei, avrebbe voluto allontanarsi da Mark e aggrapparsi al braccio del ragazzo che amava, gridare che era innamorata di lui, ma non poteva, Mark non meritava una scena simile, doveva parlare con lui e al più presto. Tuttavia mentre alzava lo sguardo per incontrare gli occhi caldi del moro, avvertì l’angoscia invaderla. Si sentiva in colpa, in quei mesi aveva dato a Mark una bugia, seppur lei stessa  aveva creduto di amarlo, non poteva fare a meno di avvertire quel disagio. Aveva fatto star male Ryan e ora stava per fare la stessa cosa con Aoyama. Ma era una cosa necessaria, lei ora sapeva di chi era veramente innamorata, perciò continuare ad ingannare Mark, era una crudeltà. –Mark..- il suono della sua voce era appena percettibile –dimmi- -ecco..io, dovrei parlarti..- lui la guardò per un istante, la serietà della sua ragazza lo allarmava –va bene, di cosa devi parlarmi?- -Non qui…vorrei parlarti in privato-. Pam notando la strana tensione che si era creata, prese Mina sotto braccio –ragazze che ne dite di andare a mangiare, io ho una fame…Anna, su vieni anche tu- la bambina guardò il biondo come per chiedere conferma –Si Anna, andiamo anche noi..dai la mano a zia Paddy, io arrivo subito- la piccola annuì, stringendo forte la mano della biondina tutto pepe. Le mew mew lasciarono il salone. Ora erano rimasti solo Mark, Strawberry, Ryan e Kyle.

Mark e Strawberry erano vicini, nessuno dei due parlava, e questo innervosiva Ryan. Vederli a pochi centimetri l’uno dall’altra gli rodeva l’anima, frenò a stento l’impulso di raggiungerli, afferrare Strawberry e baciarla. Ma sarebbe stata una mossa che la mew non avrebbe approvato di certo. Sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla, il tocco famigliare e rassicurante di Kyle –andiamo a mangiare Ryan..- -Va avanti, io ti raggiungo- -Preferirei che tu venissi con me- il biondo si voltò a guardare l’amico, il quale gli sorrise dolcemente –devi avere fiducia in lei, lo sai, non è vero?- sussurrò. Ryan guardò il pavimento poi accennò un sorriso –io ho fiducia in lei- -Andiamo a mangiare?- -Si-. Lanciò un ultimo sguardo a Mark e Strawberry, dopodichè si allontanò assieme a Kyle verso la sala da pranzo.

 

Strawberry arretrò di qualche passo, dirigendosi verso la porta finestra che conduceva nel parco

-camminiamo un po’..ti spiace?-

Mark scosse la testa e la raggiunse. Uscirono nella sera, gli astri erano offuscati dalle nuvole, e l’aria era fresca, tanto che Strawberry sentì la pelle rabbrividire, anche se non sapeva dire se era per il freddo o per l’ansia che stava provando. Camminarono in silenzio, arrivando a sedersi su una panchina di pietra, sotto un grosso albero dalle foglie a stella. Mark le sfiorò la mano, prendendola poi nella sua –Che cosa devi dirmi, c’è forse qualcosa che non va?-

La ragazza mosse le labbra, ma ogni parola le moriva in bocca “Perché è così difficile?..Oh Mark, sei stato tanto importante per me, ma non posso fingere che quello che provo per Ryan non esista..”

Mark non smise di guardarla, mentre quel silenzio lo stava quasi facendo impazzire. Osservò la bocca di lei, la desiderava tanto, tutto quel tempo insieme, senza poterla baciare..era stato devastante. Forse il problema era questo. Forse Strawberry soffriva del fatto che loro non potessero avere un contatto vero, come ogni coppia. I suoi occhi si spostarono sul collo pallido di lei, cominciò a sentirsi ansioso –Perché..perchè non porti il campanellino…?Si è forse rotto?-. Strawberry scosse la testa, e finalmente riuscì a guardarlo negli occhi –Mark..- pronunciò quel nome con una tale serietà, che Mark desiderò che non dicesse altro, si sporse tentando di catturare le labbra di Strawberry, la quale si scansò prontamente –Ti prego Mark, no- -Perché?Non mi importa se diventerai un gatto, dopo ti ribacerò per farti tornare come prima. Quel maledetto progetto mew non  ci può impedire di amarci. Lo vogliamo entrambi da troppo tempo..- nuovamente si avvicinò, e nuovamente la ragazza fece resistenza. Lui la guardò, chiaramente confuso e allarmato –Io non voglio baciarti-. Il ragazzo sentì qualcosa rompersi all’altezza del petto, mosse le labbra ad intermittenza, ma non proferì parola. –Tu sei meraviglioso Mark, sei buono, leale, intelligente, hai tutte le qualità che una ragazza cerca e ama..e anch’io credevo di..credevo di amarti, ne ero convinta. Quando ti guardavo in silenzio, dicendomi che ero troppo goffa e infantile per te, desideravo anzi vivevo per un tuo sguardo, un tuo semplice sorriso. Quando poi hai detto di amarmi, ne sono stata immensamente felice, incredula. Ma nonostante passassimo il tempo insieme, nonostante tu fossi il cavaliere che mi difendeva, io…io mi sentivo incompleta, sentivo che qualcosa mi sfuggiva, che c’era qualcosa che dovevo sapere, che dovevo chiarire con me stessa. All’inizio volevo ignorarlo, ma poi..poi ho capito che non era più possibile-. Lui si allontanò di scatto, guadandola con un’espressione indescrivibile –cosa..cosa stai cercando di dirmi?-. Lei inspirò, proiettò nella sua mente l’immagine di Ryan, i suoi meravigliosi occhi che la scaldavano, le sue mani che l’accarezzavano, le sue labbra, il modo in cui le faceva battere il cuore –Ciò che provo per te Mark, non è amore, ti voglio bene, ma non ti amo…- -Come puoi dirlo?Certo che mi ami, lo sai bene, come lo so bene io!-

Strawberry scosse la testa –No Mark, la mia era un’infatuazione, forte e convinta, che non mi permetteva di vedere..chi amo veramente-

Mark scattò in piedi, il suo viso era pieno di collera e dolore –cosa vuol dire, non mi permetteva di vedere chi amo veramente…?- -Io..io sono innamorata di Ryan- la voce le uscì seria e sicura.

-Bugiarda!Stai mentendo..stai solo mentendo!- l’afferrò per un braccio, costringendola ad alzarsi dalla panchina –Te lo ha chiesto lui non è vero?! Lui vuole che ci allontaniamo, ti ha ricattato, minacciato..so che è così, perché noi due siamo una cosa sola, non ci possiamo separare..io sono nato per proteggerti e amarti. Lui è solo un maledetto riccone snob, e tu non lo ami!-

-Mark nessuno mi ha ricattato, ciò che ti ho detto è la verità…io amo Ryan, non posso più mentire a me stessa, non posso più mentire a te…io lo amo-

-Sta zitta!Zitta!- la scrollò violentemente

-Mark, lasciami, mi stai facendo male- si liberò della presa, dirigendosi poi verso la casa. Nuovamente Mark l’afferrò –ti prego dimmi che è una bugia..ti prego- la sua voce angosciosa la faceva star male.

-Mi dispiace, Mark- mormorò, ma lui non lasciò la presa.

-Non può essere vero, tu ami me!Io sono nato per proteggerti..sono nato per proteggerti!- gridò, mentre la sua voce rompeva il silenzio della sera.

 

Un tonfo, il bicchiere cadde a terra rompendosi in mille frammenti di cristallo. Kyle corse al suo fianco, riuscendo ad afferrarlo al volo prima che cadesse dalla sedia –Ryan..Ryan che ti succede?-

Lory diventò pallida, Paddy corse a bagnare un fazzoletto d’acqua, Pam e Mina si avvicinarono a Kyle, entrambe con il volto seriamente preoccupato –Ryan..Ryan!- Pam lo chiamò, afferrandogli la mano per sentirgli il polso –Kyle, cosa gli succede?-.

-Non lo so, maledizione..un medico..Lory sbrigati, chiama un’ambulanza!-

La ragazza rimase ferma, come paralizzata. –Muoviti!- gridò Kyle, risvegliandola dal suo stato di shock. Anno scoppiò in lacrime, tanto che la cameriera riuscì a portarla fuori dalla sala da pranzo con grande fatica.

Il volto di Ryan era pallido, gli occhi erano vacui, come due pozzi vuoti, si premeva una mano all’altezza del petto, mentre a stento strozzava i gemiti di dolore –Ti prego, dimmi cosa ti succede..? Ryan..Ryan..- Kyle si sentì pendere dal panico. Un suono strozzato e poi il silenzio.

 

Ecco ho concluso questo capitolino,ok non è sto gran ké ,fa un po’ pena ma cercherò di aggiornare al più presto. Nuovamente vi ringrazio per tutti i vostri commenti (fatemene ancora, mi spronano a continuare..vi prego)

Un bacione e anche se in ritardo BUON ANNO A TUTTI

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Capitolo 19
*** 19 ***


Lo adagiarono sul divano, aveva il volto pallido, perlato di sudore, e il suo respiro si faceva sempre più affannoso –Stai tranquillo, tra poco arriverà il medico- sussurrò Kyle, passandogli il panno bagnato sulla fronte. –No!- proruppe con voce roca, lasciando i presenti a occhi sbarrati.

-Ryan, tu stai male- disse Lory, che tratteneva a stento le lacrime per la preoccupazione.

-No, sta passando..non è niente di cui dovete preoccuparvi..ti prego Kyle, dì al medico di non venire-

-Ma..-

-Kyle!- gli afferrò il polso con forza, puntando gli occhi celesti e vacui su di lui.

Kyle sospirò con rassegnazione –va..va bene Ryan, come vuoi..- si allontanò dal divano, per dirigersi verso il telefono, posto su un mobiletto appena fuori la sala da pranzo.

Pam gli fu dietro, raggiungendolo fuori dalla stanza –Non devi dargli retta..sta male, è meglio che un medico lo visiti- disse convinta, mentre Kyle alzava la cornetta e abbassava lo sguardo.

-Il medico non potrebbe fare nulla- sibilò il ragazzo, componendo il numero.

-Vuoi..vuoi dire che..tu sai cosa gli sta succedendo?-

La domanda rimase in sospeso, perché dall’altra parte del filo, il medico aveva risposto.

-Pronto dottor Miller..non è più necessario che venga…..Si, si era solo un mancamento, se mai passeremo domani per una visita di controllo. La ringrazio. Buona sera- riattaccò.

-Allora Kyle..vuoi dirmi che sta succedendo?-

-Mi piacerebbe saperlo..ma Ryan non me lo vuole dire- disse sconsolato, alzando le spalle.

-Perché dici che non è un problema di salute?-

-Perché so che non lo è..se un medico lo visitasse, non riscontrerebbe nessuna anomalia..Il problema è molto più complesso, solo che non so quale ne sia la fonte-

-Possiamo fare qualcosa?-

-Solo aspettare che sia lui a dirci, come stanno realmente le cose-.

-testardo com’è..si terrà tutto dentro, come al solito!- la ragazza si morse il labbro inferiore. Kyle le mise ambo le mani sulle spalle –Ryan non è uno sconsiderato..vedrai che appena lo riterrà possibile, ci spiegherà ogni cosa. Ora torniamo di là-

 

Ryan stava ora in posizione seduta, il suo viso aveva ripreso colore, la crisi pareva passata.

-Vuoi che ti porti qualcosa?- domandò Paddy

-No, ti ringrazio. Però vorrei che tu andassi da Anna, l’ho fatta piangere, ma so che tu puoi tirarle su il morale e rassicurarla-

Paddy annuì –Non temere, ci penso io-

Il biondo le rivolse un sorriso di gratitudine. Sapeva che presto lo avrebbero tempestato di domande, domande al quale non poteva rispondere.

-Che cosa ti è successo?- ecco, Mina stava già cominciando.

-Nulla, devo aver semplicemente mangiato qualcosa che mi ha fatto male-

-Non è la prima volta che ti succede- proruppe Pam, che era rientrata nella stanza, affiancata da Kyle.

-Probabilmente sono solo un po’ stressato. Davvero, non avete motivo di preoccuparvi- fece un sorriso di circostanza.

Un suono di passi incerti, che si fermarono all’ingresso della sala. Tutti si voltarono verso la figura che aveva appena fatto il suo ingresso.

Strawberry fissò i presenti, notò che avevano un aria ansiosa, preoccupata. Poi lo vide, lì seduto sul divano, il volto stanco, pallido, e un panno umido tra le mani. –Ryan..- sussurrò, correndo verso di lui. –Che cos’hai?- domandò preoccupata. Lui la fissò con stupore, aveva gli occhi lucidi, e un livido sulla guancia destra. –Strawberry..- avvicinò la mano per sfiorarle la guancia, ma lei lo precedette, prendendo quella mano tra le sue. –Hai..hai avuto un’altra crisi?-

-Sto bene..non ti devi preoccupare, ora sto bene- “si, ora che sei qui, io sto bene”.

Lei sorrise, avrebbe voluto abbracciarlo, stringersi a lui e piangere. Ma sapeva che gli altri non lo avrebbero compreso.

Nuovamente lo sguardo di Ryan si portò sul viso della ragazza. Quel livido rosso sul viso, era il chiaro segno di uno schiaffo. “Mark” pensò con rabbia, stringendo i pugni. Lei comprese la sua collera e scosse il capo. Poi sorrise nuovamente –è tutto a posto- disse semplicemente, stringendo di più la mano di lui.

-Non sai che spavento ci ha fatto prendere- esordì Mina, passandosi una mano tra i capelli corvini.

-Mai più..- mormorò Strawberry –mai più devi farmi preoccupare..mi hai capita, Ryan?-

Il ragazzo annuì.

Lory osservava la scena in silenzio. Sentiva il proprio cuore in tumulto. Perché Ryan e Strawberry si guardavano a quel modo? Perché si tenevano la mano?

Si guardò attorno, Mark dov’era?...No, non doveva preoccuparsi, Ryan e Strawberry erano solo amici, niente più di questo, lo avevano confermato loro stessi tante volte, ma allora perché, perché si sentiva così angosciata?

Paddy rientrò nella stanza, teneva per mano Anna. La piccola aveva gli occhi arrossati dal pianto. Guardò Ryan, e poi si gettò tra le sue braccia, scoppiando nuovamente a piangere. –no, no piccolina. Scusami, non ti volevo far preoccupare-

-Papà ha la bua?- chiese lei, tirando su col nasino

-Adesso papà sta meglio. E’ guarito, hai capito principessa?-

La piccola annuì, appoggiando il viso al collo del ragazzo. Strawberry le accarezzò la testolina riccioluta.

-Papà..racconti una storia?-

Il biondo sorrise –va bene. Però te la racconto nel lettino, perché è tardi, e le signorine come te a quest’ora dormono già, sai?-

La prese in braccio, vacillando lievemente.

-Ryan, è meglio che tu la dia a me- disse Strawberry, ma il ragazzo scosse la testa. –No ce la faccio, non sono mica moribondo-

-Mami, vieni ache tu!-

-Si, vengo anch’io- sorrise arrossendo lievemente.

-Bene, dai la buona notte principessa..-

-Notte!- esclamò, ricevendo un coretto di rimando che le augurava la stessa cosa.

 

Salirono nella nursey. Strawberry le mise il pigiamino, poi Ryan l’adagiò nel letto tutto tulle, color lampone. –Che storia vuoi che ti racconti?- chiese, sedendosi sul bordo del letto.  Anna gli prese la mano con la sua piccola e paffuta, la strinse forte –Non starai più male..vero papà..?- era incredibile come quella bimba così piccola, sembrasse già matura –No tesoro, non starò più male-

-Promesso?-

-Promesso. E ora, ti racconto di un piccolo elfo che…- il ragazzo iniziò a raccontare la storia.

Strawberry rimase ad osservarlo. Si sfiorò la guancia lesa, ma neppure lo schiaffo di Mark aveva importanza, no perché ora poteva amare Ryan, liberamente, senza impedimenti. E lo amava, lo amava da impazzire, in un modo che lei stessa non avrebbe mai potuto creduto possibile.

Anna si addormentò. Ryan le rimboccò le coperte, e la baciò sulla fronte. Non avrebbe mai voluto separarsene.

Si voltò poi verso Strawberry. La ragazza, era in piedi, ferma vicino alla porta. Si fissarono per qualche istante. Poi lui si alzò, raggiungendola. I loro sguardi erano avvinghiati. La rossa arrossì, come tante volte le era successo in passato. Ryan l’afferrò, attirandola a sé, facendola aderire al proprio corpo. –Perché hai quel segno sul viso?- chiese, poi, mentre lei poggiava la guancia sul petto di lui. –Non è nulla. Probabilmente Mark ha fatto bene a darmelo, la responsabile di tutto sono io, avrei dovuto accorgermi prima di quali fossero i mie veri sentimenti…-

-Questo non lo  giustifica..- sibilò lui con rabbia. Strawberry lo guardò, carezzandogli il viso

–Davvero Ryan, non ha importanza. L’importante siamo noi, qui, adesso. Dimmi cosa è successo, perché ti sei sentito male?-

Lui sfuggì lo sguardo – te l’ho detto, niente di ché, quante volte te lo dovrò ripetere che non ti devi preoccupare..?-

-Mi stai dicendo la verità?-

Non rispose. Catturò quelle labbra color fragola in un bacio. Strawberry rimase sorpresa di tutta quella foga, imprevista, sconosciuta, meravigliosa. Schiuse la bocca, permettendo a Ryan di giocare con la sua lingua, come in una danza ritmica e magica. Si abbandonò alla passione del bacio. Mentre lui la serrava tra la porta e il proprio corpo. Quando si staccarono per riprendere fiato, lui la guardo e sorrise –era ora che qualcuno ti baciasse come si deve..?!- esordì, mordicchiandole il labbro inferiore.

-Cosa vorresti dire?!?!- chiese ironica lei, mentre le sue gote si imporporavano nuovamente.

-Ti amo- i suoi occhi color del mare, si fecero seri,e Strawberry vi lesse quei sentimenti meravigliosi che provava solo per lei. Si sentì invadere di una felicità quasi incontenibile, avrebbe voluto urlare di gioia.

-Ti amo anch’io..tanto, dio mio, tantissimo- lo abbraccio, lo strinse forte. Il cuore le batteva a mille. Si strofinò su di lui come un gatto, imbarazzandosi subito dopo per tanta audacia.

-Ehm..scusami, io..è che..sai l’istinto felino..io..- farfugliò impacciata.

-Scemottera. Non mi da certo fastidio- esordì lui, arrossendo lievemente.  Poi entrambi scoppiarono a ridere. –E’ meglio che usciamo, altrimenti rischiamo di svegliarla-

Ryan annuì. Uscirono nel corridoio semibuio. Le voci degli altri, al piano inferiore, si distinguevano perfettamente.

-Lo sai..ora questo posto..non mi è più intollerabile come prima. E’ buffo pensare che qui dove sembrava finita la mia vita, ora invece stia ricominciando..grazie a te-

La mew, color peperone, abbassò lo sguardo –Mi fai apparire tanto nobile..- mugolò

-Non montarti la testa, ti reputo sempre un’imbranata impicciona, che arriva sempre tardi al lavoro!-

-E tu si sempre il solito snob antipatico!- lo pizzicò sulla mano, facendo una linguaccia.

-Mocciosa!-

-Snob!-

Nuovamente risero. –Sai Ryan..ammetto che, vorrei che queste giornate, qui, non finissero mai-

-Lo vorrei anch’io-

-Sei stato nel laboratorio?-

-Sto studiando le tesi di mio padre, riguardante i varchi dimensionali.. purtroppo non abbiamo molto tempo, ogni ora che passa è un’opportunità in più per gli alieni. Se dovessero riuscire a..-

Strawberry gli posò un dito sulle labbra –Ma non ci riusciranno, noi non lo permetteremo-

-No, non lo permetteremo-

-Appoggiamo in pieno!-

Al suono di quelle voci, Ryan e Strawberry si voltarono di scatto, verso le due mew mew, che li stavano osservando.

-Pa..Pam..Paddy- Strawberry si allontanò da Ryan, ormai il colore del viso e quello dei capelli erano diventati un tutt’uno.

-Ma bravi..così pensavate di tenerci nascosta la cosa, eh?- fece Paddy con ironica insinuazione.

Strawberry mosse le mani nervosamente –ma..ma no..è solo che, ecco noi..voi..cioè..-

-Guarda che l’avevamo capito che tra voi c’era un sentimento speciale. Era ora che vi svegliaste fuori- Pam era sempre schietta.

-Voi..Voi lo sapevate?- la mew gatto le guardò inebetita

-Non ci vuole un genio per capirlo!Io e Pam abbiamo sempre sospettato..ed ora ecco la conferma-

-Siamo contente che finalmente vi siate dichiarati-

-ragazze..mi spiace, avrei dovuto parlarvene, ma è successo così in fretta che..-

 -Perché ti scusi?Non ne hai motivo- Paddy sorrise

-Sentite, io vado di sotto, devo parlare con Kyle, voi continuate pure..-

-Ma Ryan..- Strawberry non fece tempo a ribattere, che Ryan se l’era già svignata.

“Ecco lo sapevo, quello se la svigna, e io mi devo sorbire il terzo grado”

-Strawberry!- Paddy le buttò le braccia al collo –Quanto sono contenta per voi!!!-

-Ti ringrazio ma..ehm, Paddy mi stai strangolando!-

-Ops..scusa…ma, piuttosto, se tu ora stai con Ryan..Mark che fine a fatto?-

A quella domanda, Strawberry abbassò lo sguardo. Come era da prevedersi, Mark aveva reagito molto male, e avevano avuto una brutta discussione.

Pam pestò il piede alla biondina –Ahio!Ma che ti prende?-

-Vorrei sapere quand’è che imparerai a stare zitta!-

-Lascia stare Pam, non importa. Dopotutto capisco la domanda di Paddy, è solo che..al momento non me la sento di parlarne-

-Scusami, sono stata troppo impicciona-

-Ti ho detto che va tutto bene. Ora sarà meglio raggiungere gli altri..-

-Certo che ora sarà un bel problema..- sussurrò Paddy, ma Strawberry la sentì benissimo

-A cosa ti riferisci?-

-Eh? Ah, niente di particolare..

-Paddy..-

-Ecco pensavo a Lory…-

-Lory?Perchè, cos’ha Lory?-

-Andiamo Strawberry, non dirmi che non lo sai..?!?!?- la biondina la fissò

-Cosa dovrei sapere?- Strawberry pareva confusa

-Certo che sei veramente ottusa..-

-Uè, poco offendere, e parla chiaro..-

-Lory è innamorata cotta di Ryan..vuoi dirmi che non l’avevi mai notato?-

Strawberry si sentì sprofondare –Co..come hai detto?-

-Che Lory ama Ryan-

-Lory..è..è..- non riuscì nemmeno a dirlo. Perché non se n’era mai accorta? Perché Lory non le aveva mai detto niente?Ma se poi anche glielo avesse detto, lei cosa avrebbe potuto farci?Sentì l’angoscia e la gelosia, mischiarsi in un sentimento non ben definito. –Io..io non lo sapevo- sussurrò.

-Adesso basta, Lory amerà Ryan, ma lui non la ricambia, perché ama te, perciò il problema non sussiste, Lory non è una sciocca, sono certa che capirà..- Pam tentò di essere il più convincente possibile, ma non avrebbe saputo dire con certezza quale reazione avrebbe potuto avere Lory, dopotutto aveva già sofferto tanto, e vedere infranto il suo sogno d’amore poteva essere un duro colpo.

-Coraggio, scendiamo ora..-

Strawberry annuì, ma non si mosse, aveva gli occhi persi nel vuoto “Lory è innamorata di Ryan..e io non me ne sono mai accorta..” quel pensiero le rimbombava in testa, non voleva che l’amica soffrisse, ma come poteva evitarlo?

 

Capitolino un po’ così, alla carlona, come si suol dire..andrà meglio con il prossimo, salutoni a tutti!!!

 

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Capitolo 20
*** MAH ***


Strawberry entrò esitante nella sala, le altre mew stavano bevendo il caffè, che fumante emanava il suo aroma dalle tazzine di finissima porcellana. –oh, eccoti qui- esclamò Mina con aria di sufficienza. La rossa si avvicinò al tavolo con una certa titubanza. –e Ryan dov’è?- fu Lory a fare la domanda. Strawberry arrossì imbarazzata –Ecco, credo sia con Kyle in laboratorio- mormorò con voce incerta.

-E Marck?-Lory sembrava molto curiosa –non è venuto a cena..-

Strawberry scosse la testa amareggiata –Non so dove sia..-

-Avete forse litigato?-

-Adesso smettila Lory, non credo che dovremmo immischiarci- Pam alzò la voce, facendo sentire in colpa la mew verde –Hai ragione, mi spiace..scusami Strawberry-

-Non ti devi scusare, davvero- sedette assieme a loro, prendendo tra le mani una tazzina.

-E poi tra innamorati è normale bisticciare..uff un sacco di seccature, per questo essere single è molto meglio- Mina lo disse con convinzione, scatenando alcune smorfie da parte di Paddy

-Secondo me sei single, perché un ragazzo appena ti sente parlare scappa via a gambe levate..-

-Come ti permetti scimmietta da circo!-

-ssst..non urlate o sveglierete Anna- Lory riuscì a farle calmare.

-Quella bambina è veramente un angelo, e poi impara tutto così in fretta, deve avere una grande intelligenza-

-Mina ha ragione, è veramente dolcissima..separarsene sarà veramente triste-

Quella frase di Paddy, lasciò Strawberry allibita. Effettivamente era vero, la presenza di Anna per lei non era più un fatto anomalo. La reputava veramente come una figlia, ed era certa che la stessa cosa valesse anche per Ryan..perciò come concepire il fatto che un giorno Anna le sarebbe stata tolta?

-Ancora non avete avuto notizie dei suoi veri genitori?- Pam non seppe trattenere la domanda.

-No- la rossa abbassò lo sguardo – Non se ne sa ancora nulla..- “Sarò egoista, ma spero che quell’investigatore non riesca a trovarli”

-Povera piccola, deve essere dura per lei..- puntualizzò Mina

-Io non credo, lei ormai reputa Strawberry e Ryan i suoi veri genitori..-

-Lo so Paddy, ma più passa il tempo più c’è il rischio che Anna se ne convinca pienamente, non riconoscendo più la sua vera famiglia..per lei sarebbe un trauma lo capisci?-

Strawberry sbarrò gli occhi, Mina aveva ragione. E lei era stata tanto sciocca da non pensarci. Si sentì mancare, e a stento trattenne le lacrime. Pam poggiò una mano sulla spalla dell’amica.

-Non c’è questo rischio. Anna è una bambina sveglia e intelligente, sono certa che al momento saprà capire come stanno le cose- sorrise con rassicurazione.

-Però, se per ipotesi i genitori di Anna non saltassero fuori, che si farebbe?- chiese Paddy

-Come che si farebbe?- Strawberry sbatté più volte le palpebre

-Si, insomma, tu e Ryan dovreste continuare a farle da genitori, prenderla in custodia per intendersi-

-mpf ma per favore!- Mina sbuffò –Che razza di famiglia sarebbe? Strawberry è la ragazza di Marck, lei e Ryan hanno due vite completamente diverse, a mala pena si sopportano, che tipo di rapporto potrebbe mai essere il loro?!-

Strawberry arrossì, Mina non sapeva di lei e Ryan, certo non sarebbe stato un problema dirle la verità, ma nemmeno Lory ne era al corrente, e come fare per non ferire i suoi sentimenti? Tenere la cosa nascosta non aveva senso, però..Mise la testa tra le mani, le tempie le martellavano. Detestava non essere sincera con le sue amiche, ma al contempo non se la sentiva di infliggere un tale colpo a Lory. –E poi, Strawberry non potrebbe mai fare la madre-

A quel commento della brunetta, Strawberry si mise sull’attenti –aspetta un po’ che vorresti dire?-

-Esattamente quel che ho detto. Sei ancora troppo immatura e ingenua per sobbarcarti un impegno simile-

-Ma davvero?! A me pare di aver fatto un buon lavoro fin’ora-

-Si è trattato di un mesetto e poco più, qui si parla di responsabilità per tutta la vita. Insomma, quando Anna si farà più cresciuta e comincerà a fare certe domande, si troverà davanti una giovane mamma completamente inesperta-

-Certe..certe domande?- balbettò Strawberry

-Si, le più classiche ma che mettono sempre nel panico i genitori..ad esempio “come vengono al mondo i bimbi?” è una domanda legittima, e tu sei priva di esperienza..non hai mai neanche dato un bacio!-

Il viso della mew rosa era congestionato –Che ne sai, e poi senti chi parla!-

-DI sicuro me ne intendo più di te, e comunque nei miei progetti non c’è ancora quello di fare la mamma- spiegò Mina con diplomazia

-Però ci sarebbe sempre Ryan, lui avrà di sicuro esperienza- intervenne Paddy.

Strawberry la fissò ad occhi sbarrati.

-Insomma, Ryan è più grande, ha un’intelligenza superiore alla media e di certo avrà già fatto molte esperienze-

-Ma ti sembrano discorsi da fare?!?- Pam le diede una gomitata.

-Ahio, sostengo semplicemente quel che credo. Ma..Strawberry stai bene?-

La ragazza oltre ad avere il viso rossissimo, aveva un’aria indecifrabile. Scattò in piedi battendo ambo le mani sul tavolo –Come fai a dire che Ryan ha già avuto..insomma certe esperienze??-

-Ma perché ti arrabbi? Non ci sarebbe da stupirsi, quando si è una coppia è normale che ci sia interesse anche fisico, e sono più che certa che Ryan abbia avuto storie simili in passato- esordì Mina –e poi, insomma, non è certo il tipo da andare con ragazzine acerbe..non so se mi spiego..-

Strawberry si strinse nelle spalle quasi per proteggersi. Era scesa da meno di venti minuti e aveva già ricevuto un sacco di mazzate.

 

Il laboratorio era avvolto da una semi oscurità. Kyle lavorava al computer, completamente concentrato, mentre Ryan, provava un certo disagio. Quello era stato il laboratorio di suo padre, il tempio dove il suo genitore aveva compiuto grandi scoperte, divenendo uno scienziato di fama internazionale. “Riuscirò a diventare come lui?” si chiese, abbassando lo sguardo.

-Ehi, Ryan..ci siamo!-

Il biondo si avvicinò al computer –Cosa hai scoperto?-

-Tuo padre aveva già compiuto molti studi sui varchi temporali..guarda..-

Sul monitor comparve un’immagine satellitare della città di Tokyo –Per ottenere un varco, è necessaria una forte presenza elettromagnetica..per questo i tentativi degli alieni sono sempre falliti fin’ora..-

-Vuoi dire che è necessaria una condizione particolare..?!-

-Infatti, come un forte temporale con un alta presenza di fulmini..mi stupisce che ancora non ci siano arrivati..qui la cosa puzza di bruciato..-

-Ma tu hai detto che erano già riusciti a..-

-Sai..c’è una cosa che ho notato, e prima di metterti al corrente, ho tentato di verificarla diverse volte..-

-Di che si tratta?-

Kyle sospirò, assumendo un’espressione amareggiata –Ecco, ho rilevato il primo tentativo di apertura di un varco dimensionale da parte degli alieni..-

-e quindi..?-

-risale a un mese fa, precisamente al tre di maggio…-

-E allora? Che c’entra?-

-Il varco ha collegato la città di Hokkaydo a quella di Tokyo…Ryan, rifletti, cosa è successo quel giorno?-

Il biondo lo guardò con aria confusa –Non saprei, di cose ne succedono talmente tante che non mi ricordo quel giorno in particolare..-

-è stato il giorno in cui Strawberry ha trovato Anna…- ammise Kyle fissando negli occhi l’amico.

-Cosa?..-

-  Ti ricordi che ha detto Strawberry? Ha detto che l’ambiente circostante si è improvvisamente distorto, una luce abbagliante e poi si è trovata Anna in braccio..-

-Stai cercando di dirmi che..la bambina è passata attraverso il varco dimensionale?-

-Probabilmente si è trovata all’interno inconsapevolmente..ciò spiegherebbe anche perché, i suoi genitori sono introvabili, tu hai commissionato un investigatore a Tokyo..ma è logico che non trovi nessun indizio, visto che Anna è di Hokkaydo-

Ryan barcollò andando ad appoggiarsi alla scrivania – Sei certo di quel che dici Kyle?-

-Si, insomma, se vuoi ricontrollerò, ma ci sono troppe coincidenze, la spiegazione mi sembra quella più logica..-

-Già..- sussurrò Ryan, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.

-Ascolta, è impossibile evitare un fenomeno atmosferico..mi riferisco ai temporali, cicloni o qualunque cosa possa scatenare un campo magnetico..In questi appunti, tuo padre parla di un raggio alimentato dall’acqua cristallo, in grado di prevenire l’apertura del varco..-

-e come funziona?-

-Eh..è piuttosto complicato, deve essere montato su un satellite, controllato da terra. Capisci bene che questo non impedirà agli alieni di attuare il loro piano, ma se non altro ci permetterà di avere più tempo..dobbiamo trovare la loro base e distruggerli-

-Questo lo so anch’io…-

-Far costruire un satellite in così breve tempo, richiede una spesa non indifferente..-

-Non importa, ti autorizzo a dare fondo a tutto il mio patrimonio se è necessario..tu rimarrai qui a coordinare i lavori, io e le ragazze torneremo a Tokyo..gli alieni hanno finito il loro periodo di pausa e stanno scatenando nuovi chimeri. Partiremo domattina-

-Come vuoi…Ryan..-

-mh?-

-C’è niente che mi vorresti dire?-

Si fissarono per qualche istante –No, nulla-

-Nemmeno di Strawberry?- a quella domanda il ragazzo arrossì lievemente –bè noi..stiamo..insieme ora-

Kyle sorrise e strizzò l’occhio –era ora che ve ne rendeste conto!-

-C’è un problema però..un problema non indifferente..-

-Ti riferisci a Marck?-

-Diciamo che centra anche lui..ora scusami, vado..vado un istante a prendere una boccata d’aria-.

Kyle lo guardò uscire, avvertiva una strana ansia invaderlo, Ryan gli stava nascondendo qualcosa, qualcosa di molto importante, ne era certo.

 

 

Quando Ryan entrò nella sala, puntò istintivamente lo sguardo su Strawberry. La ragazza stava chiacchierando con le amiche, e la discussione pareva abbastanza animata “Dovrei dirle di Anna, basterà contattare la polizia di Hokkaydo e sapremo subito chi sono i veri genitori della bimba..di certo ne avranno denunciato la scomparsa..Però, ancora non me la sento. Anna è diventata troppo importante, sia per me che per Strawberry, d’altra parte però, se rimanesse con noi, sarebbe esposta a terribili rischi..”

-Ryan, che fai lì imbambolato?- la voce di Paddy lo distolse dai suoi pensieri.

-Pensavo. Di che state parlando?-

Strawberry arrossì –ah..niente di importante!Ora scusatemi ma..sono molto stanca me ne vado a letto!-

-Ma è ancora presto..- Mina cercò di trattenerla.

-Già ma io sono stanca…Notte notte-

Si alzò velocemente dalla sedia, e con passo marziale puntò verso la porta, dove stava Ryan. Non lo guardò nemmeno in faccia, passò oltre augurando uno sbrigativo “buona notte”.

Il ragazzo la fissò sconcertato –ma..Strawberry..-

Lei non si voltò, fece un rapido cenno con la mano –ci vediamo domattina- e corse al piano di sopra.

-Qualcuno sa cosa le è preso ?- domandò Lory, fissando le altre.

-boh- risposero Mina e Paddy all’uniscono.

-Ragazze..volevo comunicarvi che domani si torna a Tokyo-

Le quattro ragazze puntarono tutte lo sguardo sul biondo –Che?Ma così all’improvviso?Perchè?-

-gli alieni stanno tornando alla carica, dobbiamo rientrare-

-Uffaaaaaaaa, e quando mi ricapita l’occasione di tornare in America..?- esclamò Paddy

Amareggiata

-Mi spiace. Ora è meglio che prepariate i bagagli e andiate a letto-

-Ryan scusa…-

-si, dimmi pure Lory-

La ragazza abbassò lo sguardo e arrossì –ecco io..ti spiace se, parliamo un po’-

Lui sorrise –no, perché dovrebbe dispiacermi. Vieni andiamo sulla veranda-

Lory annuì, e lo seguì, con lo sguardo di tutte puntato addosso.

 

L’aria era fresca e profumava di fiori, le stelle erano oscurate da alcune nuvole passeggiare, dai bordi argentei grazie ai raggi di luna.

-Qui fuori si sta decisamente meglio..allora di che mi volevi parlare?-

La ragazza si strinse nelle spalle, avvertiva il proprio cuore battere all’impazzata, mentre un forte calore le invadeva le guance. Aveva sognato da tanto quel momento, il momento in cui sarebbe riuscita a rivelare al ragazzo che amava i suoi reali sentimenti. Inspirò cercando la forza in sé stessa, doveva riuscire ad abbattere le mura della sua insicurezza.

-Io..ecco, in questi giorni ti ho visto un po’ strano, mi chiedevo cosa c’è che non va..?-

Lui la guardò con sorpresa –Si..bè ecco, sai dentro di me sono successe molte cose, ad esempio il fatto di essere tornato qui, è stata una prova difficile da affrontare..ma comunque non ti devi preoccupare per me, davvero non ce n’è motivo-

Lei alzò lo sguardo andando a specchiare gli occhi blu in quelli del ragazzo –Ma io mi preoccupo per te, e molto anche-

-Sei davvero una cara ragazza, Lory. Sei così buona e sensibile..-

-Non..non si tratta di sensibilità o semplice gentilezza..il fatto è che io tengo molto a te..si insomma io..io..io sono innamorata di te- lo disse tutto ad un fiato, certa che il cuore le sarebbe balzato fuori dal petto da un momento all’altro.

Ryan era rimasto del tutto impreparato ad una simile dichiarazione.

-è così, io ti voglio bene, già da un sacco di tempo..ma ho..ho sempre avuto paura di rivelarti i miei sentimenti perché..insomma non sono certo la ragazza degna di stare con te.Ma non ce la facevo più a tenermi dentro questa cosa. Lo capisci..io..io..-

Ryan le sfiorò la guancia con una mano, Lory era sempre stata così dolce con lui, gli aveva perfino salvato la vita rischiando la sua, era davvero una ragazza eccezionale. Ma un’amica, niente più di questo.

-Lory..io sono davvero lusingato. Tu sei una ragazza meravigliosa e ti voglio bene, ma..vedi il mio cuore è già di un’altra persona. Non voglio ferire i tuoi sentimenti e credo che..se probabilmente non fossi già innamorato di un’altra ragazza, potrei ricambiare questi tuoi sentimenti..-

Lory assunse un lieve tremore, mentre le lacrime salate le solcavano le guance –Si..io..io lo capisco. Che sciocca, sono veramente patetica-

Ryan l’abbracciò –no, non lo sei e lo sai bene-

-è Strawberry non è vero?!? Si, so che è lei, dentro l’ho sempre saputo che tra voi c’era un legame, nonostante sembrasse veramente innamorata di Marck, non ho mai potuto fare a meno di avvertire una sorta di magnetismo tra voi due. Sono stata sciocca a ignorarlo, a credere che non fosse vero..oh si, molto sciocca- non riuscì più a trattenere i singhiozzi.

-Lory..-

-Ti prego Ryan, non dire niente, le frasi di circostanza le ho sempre detestate. Sono un copione al quale si ricorre sempre in questi casi. Va bene così..spero che, tu voglia continuare ad essermi amico-

-Io ti sarò sempre amico- le sorrise, e le fece lo stesso sebbene avvertisse un forte dolore all’altezza del petto.

-Ora..ora scusami, ma voglio stare un po’ sola- si staccò da lui, scendendo le scalette in legno e dirigendosi verso il giardino. Si sentiva sciocca, voleva scappare, voleva allontanarsi, svanire nel nulla “quanto sei stupida Lory, sei solo una stupida” pensò, sparendo nell’oscurità del giardino.

 

Ryan rimase a fissare il vuoto, si sentiva amareggiato e dispiaciuto, sapeva bene cosa volesse dire, soffrire per amore.

-Non potevi fare altrimenti..- disse una voce alle sue spalle. Kyle lo affiancò, poggiandogli una mano sulla spalla. –Si, lo so. Ma mi spiace vederla soffrire. Lory non lo merita-

-Ma che vuoi farci, tu ami Strawberry, no?-

-Più della mia vita. Anche se ammetto di avere paura..-

-Cosa? Ryan Shirogane che ha paura?- canzonò Kyle.

-Sai bene che non sono così duro come fingo di essere. È la prima volta dopo la morte dei miei genitori che..provo un sentimento devastante verso qualcuno. Questo un po’ mi spiazza-

-Ehi, non scordarti di me..-

-Già, tu sei il mio migliore amico. Sei come un fratello per me, e ti voglio bene-

-Tutte questa smancerie non sono certo da te-

-Bè non devi farci certo l’abitudine-

-Non c’è pericolo- sbottò ironico –Vado da Lory- disse poi, mentre Ryan annui.

 

Strawberry stava sdraiata sul letto a fissare il soffitto. Si sentiva confusa, tutti quei discorsi l’avevano sconcertata a tal punto da non riuscire nemmeno più a guardare in faccia Ryan.

-ah, ma perché sono così stupida!- esclamò con rabbia, coprendosi gli occhi con un braccio.

“ho paura..ho paura di deluderlo” pensò, mentre un brivido le percorreva il corpo.

Sentì chiaramente la porta aprirsi. Non cambiò posizione, probabilmente era Pam che entrava in camera. Si stava dirigendo verso di lei, Strawberry sbuffò –Allora mi avete preso in giro fin’ora..?- disse con rabbia, togliendo il braccio dagli occhi. Sussultò quando si vide riflessa in due bellissimi occhi acqua marina. –Perché avrebbero dovuto prenderti in giro?- domandò sedendosi sul letto di lei. Strawberry balzò seduta, coprendosi di più con la trapunta –ah..Ryan, cre..credevo fosse Pam-

-Ti spiace che sia qui?- chiese lui senza distogliere lo sguardo.

-No..certo che no!- farfugliò, mentre le sue guance si imporporavano.

Ryan la guardò scettico, notando che la ragazza si stringeva nelle spalle, quasi a proteggersi.

-Sai, poco fa ho parlato con Lory..- mentre lo diceva si mise a fissare il soffitto.

Strawberry deglutì –a che proposito?-

-mi ha confessato i suoi sentimenti..-

La rossa sobbalzò –Cosa? E tu che le hai detto?-

-Cosa avrei dovuto dirle?La verità, mi pare ovvio-

La ragazza abbassò lo sguardo, pensò a come dovesse sentirsi Lory, ai suoi sentimenti infranti.

-Avrei dovuto..avrei dovuto dirglielo io. Si sarà sentita tradita da me..-

-Non ne avevi il coraggio?-

Lei annuì, stringendo la coperta –A volte sono davvero infantile-

-è per questo che mi hai evitato?-

Alzò lo sguardo, e si ritrovò a fissarlo –evitarti?- “se n’è accorto”

-Prima mi hai a mala pena guardato, e anche in questo momento ti comporti quasi come se..fossi spaventata, o la mia presenza ti dia comunque disagio. Non credo sia una mia sensazione. Era per Lory o c’è dell’altro?- gli occhi penetranti la ipnotizzavano. Distolse lo sguardo abbassando la testa.

-Ti..ti sbagli- mugolò.

Ryan tentò di prenderle la mano, ma Strawberry la ritrasse di scatto

-Mi sbaglio?!? A me non sembra proprio. Perché non sei sincera con me? Ti do fastidio?- la sua voce era chiaramente alterata.

-No, non è questo-

-E allora cos’è?- la prese con forza stringendole il polso.

-....- Strawberry mosse le labbra ma non ne uscì nessun suono.

Ryan lasciò la presa, alzandosi dal letto –Strawberry io..credo di sapere cos’hai. E a questo punto ti faccio una richiesta. Vorrei che tu, valutassi quali sono i tuoi reali sentimenti. Io ti amo e questa è la sola certezza che ho. Ma temo che tu, tu non sia ancora certa di chi vuoi tra me e Aoyama. Ed io ho bisogno di saperlo, perché questo tuo comportamento mi fa male. Non posso pensare che tu stia con me..e nel frattempo i tuoi pensieri siano ancora rivolti a lui- così dicendo, si diresse verso la porta. Non riuscì a raggiungerla, perché Strawberry era saltata giù dal letto e lo aveva afferrato per un braccio, costringendolo a guardarla. Poi lo aveva abbracciato, strofinando il viso sul petto di lui. gli occhi erano arrossati e prossimi al pianto. –Io so di chi sono innamorata. Amo te e soltanto te. Non stavo pensando a Marck..- disse con voce ferma.

Ryan le passò una mano fra i capelli. Strawberry avvertiva il corpo di lui così fortemente premuto al suo. Arrossì mentre un profondo calore si impadroniva di lei. –E allora cosa c’è? Devi dirmelo, non ci devono essere segreti-

-Il fatto è..che ho paura di deluderti, insomma ho il terrore che tu un giorno ti renda conto che, non sono degna di stare al tuo fianco-

-Degna? Che diavolo vuol dire? E poi perché mai dovresti deludermi..?-

- bè, io sono goffa, sciocca e a volte infantile..non sono bella come Pam, non ho la classe di Mina, la dolcezza e la generosità di Lory..e sono totalmente priva di esperienza..-

Ryan trattenne a stento una risatina, gli sembrava di stringere una bambina, qualcosa di puro e fragile da dover proteggere.

-Sciocca che sei!- le prese il mento tra le mani, costringendola a guardarlo –Io mi sono innamorato di te, per come sei, amo tutto ciò che sei.. potrei cercare anche mille anni e sono più che certo che non troverei nessuna capace di rubarmi il cuore come te. Hai capito, razza di bamboccia?-

-lo dici davvero?-

-Certo e non lo ripeterò. E per quanto riguarda l’esperienza, cosa ti fa credere che io sia tanto navigato?-

Strawberry arrossì –bè, molte cose lo lasciano intendere..-

-Uhm questa me la spieghi..ma prima..- posò le labbra su quelle di lei, catturandole in un bacio. La ragazza lo ricambiò, finché una luce accecante non l’avvolse. Di lì a qualche istante, Ryan si ritrovò una gattina nera fra le braccia. –Maooooo “ma perché, accidenti!”-

-eh..dove hai lasciato l’acqua cristallo che ti avevo dato?- la rimproverò, mentre la micia volgeva il muso verso il comodino. Il ciondolo con l’acqua mew era riposto dentro un porta gioie. Strawberry con un balzò raggiunse il letto. Con le zampette riuscì a recuperare il prezioso amuleto. Lo prese in bocca rivolgendosi poi a Ryan. Nel guardarlo però, il ciondolo le cadde di bocca, finendo per fortuna tra le trapunta del letto. La gattina sbarrò gli occhi non distogliendoli dal suo ragazzo

–Maoooooo?!?! “Ryan..ma..ma che stai facendo”?!?!-

 

 

Ecco ce l’ho fatta, si, bé non è gran ché, il prossimo andrà meglio lo prometto.

Come sempre, un grazie di cuore a tutti voi che continuate a commentare VI VOGLIO BENE ç_ç

 

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Capitolo 21
*** 21 ***


Strawberry fissò il ragazzo, che si era sbottonato la camicia, quanto bastava per lasciar vedere completamente il petto –Maoooo “Ma cosa..cosa fai?- ringraziò di essere un gatto in quel momento, altrimenti Ryan avrebbe potuto vedere la tonalità porpora del suo viso.

-Che c’è? Ho semplicemente caldo..ma se ti da fastidio mi riabbottono-

-mao “be..ecco..io”-

Si avvicinò al letto, sedendosi accanto al botolo di pelo scuro che lo fissava stralunata.

-Allora, non vuoi tornare normale?- sorrise, prendendola in braccio –l’acqua cristallo non è un gioiellino qualsiasi, dovresti portarla sempre al collo..possibile che io debba continuare a ripeterlo?!?-

-fffff “non sei in posizione di criticare”-

Ryan sospirò, infilando la collanina sul collo della gattina –ecco fatto..e ora stai ferma, baciarti in versione tutto pelo, non è poi così piacevole, sai?-

-meao “antipatico”- il ragazzo si portò il muso di Strawberry vicino al viso, posando le labbra su quelle del gatto. Una luce bluastra invase la stanza, e pochi istanti dopo la mew rosa si ritrovò praticamente sopra il proprio ragazzo. Sentì il cuore andarle in gola, mentre con un balzo si ritraeva, cadendo dal letto.

-Ahio..che botta-  prese a massaggiarsi il fondo schiena dolorante.

-Strawberry..?-

-mh?-

-Posso sapere cosa ti succede?- Ryan la guardava interrogativo

La ragazza balzò in piedi, portandosi una mano dietro la nuca e ridendo con il viso completamente congestionato –Succede?Nulla..cosa dovrebbe succedere?ehehehe-

-Sei a dir poco bizzarra..- il ragazzo si alzò in piedi, ma non appena fece per avvicinarsi, la ragazza arretrò velocemente –Bizzarra, io?..Ma che dici..sto benissimo-

-Ma davvero..?- nuovamente Ryan fece per avvicinarsi e nuovamente Strawberry arretrò, finendo con le spalle al muro.

-Adesso basta, si può sapere cosa c’è?!?- la fissò serio, perché d’improvviso si allontanava da lui? Perché non voleva che l’abbracciasse, la baciasse? Centrava Marck..? Eppure aveva detto di non amarlo più..Ryan non sapeva dove sbattere la testa, e il fatto che Strawberry non sembrava intenzionata a dargli spiegazioni, lo faceva arrabbiare e angosciare ancora di più.

Strawberry abbassò lo sguardo, stringendosi nelle spalle, aveva gli occhi lucidi.

-Perché invece di metterti a piangere non mi spieghi cosa ti succede..?-

-Io..ecco..io..- non riusciva a parlare, d’improvviso si sentiva come paralizzata.

La porta si aprì, e Pam fece il suo ingresso nella stanza –oh, scusatemi, non volevo interrompere..-

-No..- Strawberry le andò in contro –..non hai interrotto nulla, davvero- disse, quasi nascondendosi dietro le spalle dell’amica.

-Già..io stavo per andarmene- la voce del bel biondino era fredda e non poco risentita. Uscì dalla stanza, congedandosi con un glaciale –buona notte-

Le due mew rimasero per qualche istante in silenzio, Strawberry aveva un lieve tremore ed era praticamente sull’orlo del pianto. –Strawberry…cosa succede?-

La rossa scosse la testa.

-Avete litigato?..Perchè non parli?-

-Io..io sono una vera stupida- si buttò fra le braccia di Pam scoppiando in lacrime. La mew lupo, totalmente spiazzata, le accarezzò i capelli spettinati –su, calmati ora..vieni sediamoci sul letto. Ecco. E ora dimmi perché sei in questo stato..?-

Strawberry si stropicciò gli occhi, dai quali non la smettevano di scendere le lacrime –Oh Pam, sono così sciocca..Non posso credere che Ryan si sia innamorato di un’ idiota come me-

 -Invece di dire sciocchezze, mi vuoi spiegare il motivo di questo tuo stato d’animo-

-Ho paura di deluderlo..- disse tutta d’un fiato –Prima, di sotto quando Mina ha detto che sono una ragazzina immatura e acerba, ho capito che aveva ragione. E presto o tardi lo capirà anche lui e non vorrà più saperne di me..-

-Perché dici questo?Non posso credere che tu ti sia lasciata influenzare dalle chiacchiere di Mina-

-E poi..mi è successa una cosa che..non mi era mai capitata..-

-E cosa?- Pam le strinse la mano, per incoraggiarla a parlare

Strawberry arrossì maggiormente –Io..l’ho desiderato..-

Pam sbatté le palpebre più volte –desiderato..?-

-Si..ho..quando siamo stati vicini, io ho avvertito un enorme calore, e volevo che Ryan mi baciasse mi toccasse..ma al contempo ho avuto una gran paura..io non ho nessuna esperienza, non ho mai provato dei sentimenti simili..quando ero con Marck non mi sono mai spinta a..insomma a prendere in considerazione l’amore completo, quello che unisce due persone in tutto e per tutto..Con Ryan questo è successo, e mi ha spaventato..Così mi sono comportata da stupida, ho lasciato che la mia insicurezza prendesse il sopravvento e ora..ora lui penserà che è perché non gli voglio bene veramente..ma non è vero Pam, io lo amo..lo amo tanto-

-Lo so che lo ami Strawberry, e lo sa anche lui..- le scombinò i capelli come se si fosse trattato di una bambina –Quello che hai provato è del tutto normale, non ti devi sentire sciocca. Quando si ama una persona all’inizio si ha sempre paura di perderla e di deluderla..Credi forse che per Ryan non sia lo stesso? Anche avrà le tue stesse paure, e il modo in cui ti sei posta sta sera, di sicuro deve averlo turbato..Ma io sono sicura che se gli spiegherai la situazione..-

-No, no, no..Non posso spiegargli una cosa simile! Mi imbarazzerei tantissimo..-

-E quindi..non intendi fare nulla?- la voce di Pam era sempre pacata

-Vorrei..vorrei correre da lui abbracciarlo, dirgli che sono solo un’idiota..ma che non posso fare a meno di lui-

-E allora fallo, razza di patata!- le picchiettò la testa con un pugno

-Ma se lui mi dicesse che..dovevo pensarci prima? Che è stufo di me?-

-E se il cielo prendesse fuoco e se ti cascasse il naso?!?Con i se e i ma, non risolvi niente..vai da lui, dammi retta-

Strawberry si asciugò le lacrime, e cinse il collo dell’amica, abbracciandola forte –grazie Pam..non so che farei senza di te-

-Quante smalcerie, io proprio non le sopporto…esci subito da qui!-

-Agli ordini!- la mew rosa si diresse velocemente verso la porta, voltandosi un’ultima volta verso l’amica. Pam le aveva dato una nuova sicurezza, e per questo gliene era grata.

Quando la mew viola rimase sola, sorrise fra sé, fondamentalmente invidiava un po’ Strawberry, lei aveva la fortuna di avere un ragazzo meraviglioso che l’amava, aveva provato tutte le emozioni più belle date dall’amore..ma Pam, no. Lei non si reputava altrettanto fortunata. La sua era una triste solitudine, si era distaccata dal mondo per non soffrire più ed aveva rifiutato qualsiasi tipo di contatto. Al di fuori delle sue quattro amiche, di Ryan e di Kyle, non aveva provato affetto per nessuno..”Sono forse priva di sentimenti?” si chiese, avvicinandosi alla finestra. Sapeva che non era del tutto vero, da qualche tempo provava qualcosa per qualcuno, e questa sensazione la spaventava terribilmente..si sentiva praticamente assurda. “Devo smetterla di pensarci..sono assolutamente ridicola” con irritazione tirò le tende, e si gettò poi sul proprio letto “Non posso provare dei sentimenti per lui..è semplicemente ridicolo” sospirò, lasciando vagare lo sguardo nel vuoto.

 

Strawberry percorse il corridoio, soffermandosi un istante davanti alla porta della nursey. Aprì un poco la porta, quel tanto che bastava per vedere la piccola Anna, abbracciata al suo orsacchiotto, completamente abbandonata alle braccia di Morfeo. La mew sorrise, la sua piccola sembrava proprio un piccolo angioletto. Richiuse la porta, inspirando ed espirando come per farsi coraggio. Pochi passi ed era davanti alla stanza di Ryan, il ritmo del cuore era impazzito, e avvertiva una vaga sensazione di vertigine. “Coraggio Strawberry” si disse, bussando lentamente alla porta. Nessuna risposta. Possibile che Ryan non fosse in stanza? Riprovò e nuovamente silenzio. Fece pressione sulla maniglia, entrando nella stanza semibuia. Adattò gli occhi alla penombra e lo vide, seduto accanto alla finestra, il viso rivolto al paesaggio oltre il vetro. –Ryan..- sussurrò. Si chiuse la porta alle spalle, portandosi poi al centro della stanza. –Ryan..- sta volta la tonalità era più alta. Il ragazzo voltò il viso nella sua direzione ma non disse niente, la fissava con quello sguardo indifferente che solitamente lo caratterizzava. Strawberry si sentiva morire. –Ryan..mi dispiace..mi dispiace davvero, mi sono comportata da stupida, io..ecco non stavo cercando di evitarti, ero solo..mi sentivo insicura, ho provato tutta una serie di emozioni nuove che mi hanno scombussolato..Ma..ti prego dì qualcosa..questo silenzio mi spaventa..- Ryan non si mosse, non cambiò espressione, continuava a fissarla senza avere la minima intenzione di dire qualcosa. –Ti prego..- mormorò la ragazza, con le lacrime che già le solcavano il viso (oh ma sei proprio una lagna nda) –Io ti amo..oddio tu non sai quanto..se tu ti allontanassi da me io..io impazzirei- era riuscita a dirglielo. Il ragazzo distolse lo sguardo, nemmeno una parola. Strawberry avvertiva un baratro. Si rannicchiò nelle spalle, reprimendo a stento i singhiozzi “è arrabbiato..non mi vuole più..” si voltò come un automa, non sarebbe riuscita a trattenere a lungo la sua angoscia. Poi un rumore, e dei passi. Non ebbe il tempo di voltarsi che si sentì afferrare e stringere. Le labbra di Ryan premevano sulle sue, e Strwberry non esitò a schiuderle per permettere al suo amore di approfondire il bacio, si sentì svuotare da tutte le sue paure, mentre la felicità cominciava a dilagare dentro di lei. Cinse le braccia attorno al collo del bel biondino, ricambiando il bacio con tutta la passione di cui era capace. Quando si staccarono per riprendere fiato, Ryan la strinse a se accarezzandole i capelli rossicci –Non farmi più star male così- sussurrò, mentre lei le si stringeva più addosso in risposta. Ryan era diventato prezioso come l’aria, senza di lui non sarebbe più stata in grado di respirare. Si scostò quanto bastava per guardarlo in viso, era così bello, un angelo biondo solo per lei. –Prendimi..- sussurrò arrossendo. Il ragazzo la fissò stupito. –Sei..sei sicura..?-. Strawberry gli poggiò la guancia sul petto, lo amava e lo voleva, ora lo sapeva, ora si sentiva pronta. –Una cosa sola, io e te- disse mentre il suo cuore le balzava dal petto. Ryan la baciò nuovamente, percorrendo con le mani la schiena della ragazza, dal basso verso l’alto, insinuando le mani sotto la stoffa sottile del pigiama. Avvertì il corpo della ragazza rabbrividire e lui si sentiva bruciare. Quanto la desiderava, quanto la amava..aveva paura di svegliarsi e scoprire che  si era trattato solo di un bel sogno. La liberò della maglia, lasciandola scivolare a terra, la pelle di Strawberry brillava sotto i riflessi di luna che filtravano dalla finestra

–Sei così bella- (che fantasia nda) le sussurrò, baciandole il collo, lasciando proseguire la bocca lungo le spalle, liberandole dalla spallina del reggiseno. Strawberry emise un sospiro di piacere, le sue mani cominciava a muoversi febbrilmente sul corpo di lui. Prese a sbottonargli la camicia, che finì sul pavimento a far compagnia alla maglietta del pigiama. Il petto di Ryan sembrava scolpito nel marmo; la ragazza prese ad esplorare con le dita ogni centimetro di quella pelle chiara che odorava di buono. Ora entrambi era nudi da sopra la cintola, e si stringevano l’uno contro l’altro. Ryan avvertiva i piccoli seni di Strawberry, premere contro il suo petto. Le risalì il ventre con le mani,andando a sfiorare i capezzoli turgidi dapprima con le dita, poi prese a stuzzicarne una con le labbra. La ragazza reclinò la testa indietro emettendo un piccolo gemito, aveva la sensazione che cielo e terra si unissero, che i loro corpi galleggiassero fuori dal tempo e dallo spazio. Insinuò le mani tra i capelli di lui, alzandogli il viso, baciandolo sulla fronte, poi sulla guancia, ed infine presa da una nuova audacia, gli percorse il petto con la lingua, giù fino a raggiungere al basso ventre. Ryan avvertiva la propria eccitazione accrescere, ma doveva resistere all’impeto del desiderio, non voleva che le cose finissero troppo presto. Con dolcezza, attirò la ragazza verso il letto, facendola distendere . Ora aveva la posizione dominante e Strawberry era sua, solamente sua.

Le lasciò scivolare la mani lunga la coscia, liberandola anche degli ultimi ingombranti indumenti. La fissò per qualche istante estasiato, poi ricominciò a baciarla, entrambi ansimavano ed erano scossi da un lieve tremore. Strawberry lo aiutò a privarsi dei vestiti, aveva sempre avuto una sorta di ansia e di paura del corpo maschile, spesso provando a pensarci era arrossita e non era mai riuscita a concepirne l’immagine. Ma ora Ryan le pareva, anzi era, bello e perfetto in tutto e per tutto, non si sentiva spaventata, vedere la virilità pulsante di lui la faceva sentire desiderata e questo era meraviglioso. Il ragazzo le scostò i capelli umidi dal viso, Strawberry gli prese la mano e la strinse forte con la sua –tienimi con te, per sempre- sussurrò. Ryan sorrise, un sorriso dolce e bellissimo –ti amo-. Strawberry sentiva che il momento era arrivato, presto sarebbero stati una cosa sola, lo voleva, lo voleva dentro di lei e questa sensazione la faceva sentire quasi ubriaca. Istintivamente allargò le gambe, sentiva la virilità di Ryan premere contro il suo ventre. Il ragazzo le strinse la mano a sua volta ed entrò in lei ormai al limite del desiderio. Strawberry si inarcò lasciandosi sfuggire un gridolino di dolore, mentre una piccola lacrima le scendeva lungo la guancia, il biondo l’asciugò con le labbra –ti..prometto che non ti farò più male- iniziò a muoversi dentro di lei, prima lentamente poi aumentando il ritmo. La ragazza sentì il dolore svanire, sostituito da qualcosa di meraviglioso e indescrivibile, il piacere dei sensi e della mente. Si aggrappò alla schiena del ragazzo, ansimando e gemendo per il piacere. Tutto il resto aveva cessato di esistere, erano solo loro al centro dell’universo, nient’altro contava, tutto si annullava. Strawberry avvertì il seme di Ryan invaderla, mentre lui veniva con un grido raggiungendo l’orgasmo assieme a lei. Si abbandonò esausto sopra il corpo della ragazza, che lo stringeva e lo baciava con una dolcezza infinita..ora il loro amore era completo…

 

Continua

 

Puff ce l’ho fatta, con un cappy da carie ai denti, ma x lo meno sono riuscita ad aggiornarla e chissà che non riesca a portarla anche verso la conclusione, anche se ci sono ancora alcune cose che devono succedere. Ringrazio la vostra infinita pazienza, e le vostre recensioni ormai quasi arrivate al num 100..GRAZIE, VI VOGLIO BENE!!! Non smette mi raccomando però J

Ok, ammetto che il capitolo fa un po’ skifio..ok un po’ tanto, ma spero di rifarmi

Un bacione a tutti

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Capitolo 22
*** ........ ***


Aprì lentamente le palpebre, fuori cominciava ad albeggiare, e la stanza era resa rosea dai riflessi del sole nascente. La ragazza sollevò leggermente la testa, quando bastava per poter guardare il viso del ragazzo che la stringeva a sé. Dormiva ancora, ciuffi di capelli biondi e ribelli gli ricadevano sul viso, mentre l’espressione era di completa beatitudine. Strawberry sorrise, sfiorando la guancia di Ryan con le labbra, stando attenta però a non svegliarlo. –Quanto sei bello- sussurrò con un lieve rossore in viso, mentre ripensava alla notte trascorsa e a quello stato di assoluta felicità nel quale si sentiva. Poggiò la guancia sul petto caldo di lui, e respirò il suo profumo, stringendosi addosso quasi con la paura che Ryan svanisse da un momento all’altro.

-mh..- il bel biondino mugugnò, aprendo gli occhi. Subito si accertò che la sua Strawberry fosse lì, che tutto non fosse stato solo un bel sogno. La rossa alzò nuovamente la testa e sorrise –buon giorno- esclamò, mentre Ryan si stropicciava gli occhi assonnati –buon giorno-  prese fra le dita una ciocca di capelli rossi, sistemandogliela dietro l’orecchio. –Dormito bene?- domandò poi, guardandola con una dolcezza infinita.

-Meravigliosamente..- Strawberry poggiò le labbra su quelle di lui, baciandolo teneramente.

-Strawberry..?-

-dimmi..-

-ti amo-

-ti amo anch’io-

Dopo un altro bacio, Ryan si sporse verso il comodino, per controllare la sveglia –Sono quasi le sei..sarà meglio che cominciamo a prepararci..-

La ragazza lo fissò con stupore –Prepararci? Alle sei del mattino?!? Ma perché..qui al calduccio si sta così bene- disse, strofinando la guancia sul petto di lui.

-Concordo, ma rischiamo di perdere l’aereo-

-Aereo..quale aereo?-

-Quello che ci riporterà a Tokyo-

-Cosa?Non..non mi avevi detto niente, cos’è questa storia?-

-L’ho comunicata alla altre ieri sera, quando tu sei praticamente fuggita via..poi..insomma non ho più avuto occasione di parlartene..avevamo altre cosa a cui..ehm pensare- Ryan arrossì lievemente, facendo sorridere Strawberry. –Uff..e va bene sei scusato. Ma se penso che devo mettermi a fare le valige..argh che incubo!-

-Sei una pigrona! Su alzati, ti concedo di usare per prima il bagno..- le premette un dito sulla fronte, come aveva fatto tante volte in passato quando la prendeva in giro.

-..Antipatico- Strawberry afferrò un cuscino, gettandoglielo in faccia.

-Ah sì..- di lì a poco improvvisarono una battaglia, picchiandosi con i cuscini, ridendo come due bambini.

-Di questo passo finiremo per svegliare tutta la casa..-

-Guardati..hai delle piume su quei capelli spettinati da streghetta-  la ragazza non badò al commento acido, gli buttò le braccia al collo, stringendolo forte a sé –non ci lasceremo mai- sussurrò all’orecchio del biondino, il quale la strinse a suo volta.

-bè..?-

-bè cosa?-

-Avresti dovuto dire “No, Strawberry, non ci lasceremo mai”-

-Hai buttato giù un copione?-

-No ma..- arrossì –speravo lo dicessi-

-Su ora vai in bagno..lenta come sei sarà un miracolo se prenderemo il volo in tempo-

-Ti stupirai della mia velocità- così dicendo si allacciò la vestaglia di Ryan, e si diresse ciabbattando fino al bagno.

Il ragazzo la seguì con lo sguardo “non ci lasceremo mai..vorrei potertelo promettere, lo vorrei davvero..” abbassò la testa con amarezza, portandosi una mano sulla fronte “che cosa devo fare?..” sospirò, colpendo con un pugno il proprio guanciale.

 

-Ormai ci siamo..presto saremo in grado di aprire varchi in tutto il mondo, sguinzaglieremo i nostri chimeri e gli esseri umani saranno spacciati. Quelle cinque mocciose non potranno fare niente..- Pai parlava compiaciuto, e Tart annuiva, anche se in lui non sembrava esserci entusiasmo.

-E tu, cosa ne dici?- Pai si voltò verso Ghish, che stava appoggiato a una colonna, con lo sguardo totalmente assente.

-Ghish..?-

-mh? Che c’è?-

-Hai ascoltato quello che ho detto fin’ora?-

-No, le tue chiacchiere solitamente mi annoiano..-

-Si può sapere a cosa diavolo pensi? Mica stai pensando a Mewberry, vero?-

-Sta volta no, Pai-

-e allora? A quella tua malsana teoria su quel ragazzo umano?!?-

-Ti dimostrerò che non è affatto malsana!-

-e invece sì, lo è! E se Profondo blu lo verrà a sapere, ti ritroverai in grossi guai-

-Non me ne importa niente di Profondo blu, sono stanco di prendere ordini da un essere senza volto. D’ora in poi, agirò per conto mio-

-Sei un egoista, non pensi alla nostra gente?-

-Proprio perché penso a loro, mi dissocio da voi, combriccola di lecchini..-

-Bada a come parli..- sta volta fu Tart a far sentire la sua voce.

-Tu sta zitto. Nemmeno tu approvi il piano di Pai, però non lo dici, perché sei solo un marmocchio senza spina dorsale-

-Come osi..-

-bah..mi avete stufato..- così dicendo Ghish scomparve.

-Io proprio non capisco cosa gli succede..tu sai qualcosa?- Tart si rivolse a Pai

-Lascialo perdere..la sua presenza, non è necessaria-

 

 

Le ragazze erano sedute nel gate, attendendo che il loro volo fosse chiamato. Strawberry e Lory non si erano ancora scambiate una parola, e la mew rosa si sentiva terribilmente in ansia, non sapeva come comportarsi. “Non voglio perdere l’amicizia di Lory..vorrei andare da lei e parlarle, ma ogni volta che provo a guardarla, lei evita immediatamente di incontrare il mio sguardo..” sospirò, abbandonandosi sulla sedia. –mamma..-

-mh..dimmi tesoro..?-

-Quando arriva ereo?-

-tra poco..devi portare ancora un po’ di pazienza- sorrise, prendendosi Anna in braccio, facendole fare cavalluccio. –Ah..sono le dieci passate..e quel disgraziato di Ryan sta mattina mi ha fatto alzare all’alba per prendere il volo delle undici..- sbuffò, guardando il proprio ragazzo, che se ne leggeva tranquillamente il giornale, ignorando i mugolii alterati della rossa.

-Sentì un po’..- Mina si parò davanti a Strawberry, con un’espressione a dir poco minacciosa.

-s..si, Mina..che..che c’è?-

-Bell’amica che sei! Quando avresti avuto intenzione di dirmi di te e Ryan?!?!?- sbraitò la morettina, attirando l’attenzione generale.

-ssst..Mina per carità abbassa la voce-

-Tanto qui nessuno capisce quello che dico..Piuttosto, rispondi alla mia domanda..-

-bè, sai io volevo parlartene ma..come dire..sai..ecco..-

-Avanti Mina, lasciala stare, Strawberry te l’avrebbe detto..non fare dei drammi- sminuì Pam, facendo arrossire la mew blu.

-E va bene..- sbuffò la brunetta, lanciando un’ultima occhiata fulminante.

-Hai dormito bene sta notte, vero Strawberry?!- Pam le fece l’occhiolino, mentre Strawberry si sentiva ardere le guance. –Si, bene..grazie-

-Ragazze, scusate una cosa ma..che fine ha fatto Mark?- alla domanda di Paddy, Strawberry rattristò lo sguardo, rivolgendo il viso verso Ryan, attendendo da lui una risposta. Il biondo non si fece attendere. –Sta mattina ho bussato alla sua camera ma l’ho trovata vuota..probabilmente è ripartito già ieri..-

-povero Mark..- sussurrò la mew gatto, stringendo Anna al petto.

-ehi, Strawberry? Ritorna tra noi, hanno chiamato il nostro volo, dobbiamo andare..-

-eh? Oh si..si va bene-

 

“Siamo uniti dal filo del destino

Siamo la stessa linfa, la stessa anima

Io sono te e tu sei me

da questo non puoi sottrarti

non puoi ribellarti..ora lotti contro di me

ma verrà il giorno ormai prossimo

in cui incroceremo le spade e faremo tremare

il suolo che fu nostro e che ci appartiene di diritto

Attendo il tuo risveglio..perchè voglio condurti io stesso

nell’abisso della fine..”

 

 

Il cielo di Tokyo era cosparso di nuvole, e minacciava di piovere da un momento all’altro. Strawberry fissò il cielo, tenendo stretta la manina di Anna “Rieccoci qui..come svegliati da un sogno. Sono tornata nella mia città, tornerò a combattere per salvare la mia gente..ricomincerò la vita di tutti i giorni, come prima…No, no sarà diverso. Perché ora ho Ryan al mio fianco, e Anna..loro sono tutto il mio mondo, e io lotterò con tutta me stessa per difenderli”

-Sei pensierosa..?- Ryan le poggiò una mano sulla spalla.

-Un po’..-

-Stavi pensando ai tuoi genitori?-

Lei strabuzzò gli occhi “già..i miei genitori” -…Mi domando come reagiranno..Ryan se..se porterò Anna a casa, loro chiameranno la polizia..e la porteranno via. Io non voglio, non voglio separarmi da lei. E’ diventata troppo importante. È come se fosse..nostra, realmente nostra figlia, mia e tua..-

-Ma non lo è..- il tono del ragazzo era serio, quasi freddo.

-..perchè parli in questo modo?I suoi genitori non sono stati trovati, e lei crede che siamo noi la sua vera famiglia. Perciò…-

-Lei crede in una cosa che non è vera..e più passerà il tempo e peggio sarà. Tu non sei sua madre, sei una liceale e una mew mew..ed io non sono sua padre. Lei non ci appartiene-

Strawberry lo fissò incredula, e Anna fece altrettanto. –Mamma..che succede?- domandò ingenuamente, senza ricevere risposta.

-cre..credevo che tu le volessi bene..-

-e infatti le voglio bene, e tanto. E proprio per questo non possiamo far continuare questa storia. Anna ha bisogno dei suoi veri genitori. Lo sai benissimo anche tu..-

-Io so che le voglio bene..e non voglio lasciarla- gridò la ragazza, battendo le mani chiuse a pugno, sul petto del ragazzo. Lui la prese per i polsi, e la sgorlò dolcemente –ascoltami..quando l’hai trovata, hai detto che il paesaggio intorno a te, sembrava deformarsi. Ebbene quello era l’effetto di un varco temporale, nel quale Anna è finita accidentalmente. Il varco ha collegato Tokyo con Hokkaido..capisci ciò che voglio dire? I genitori di Anna, non sono qui..vivono ad Hokkaido..e saranno disperati.Hanno perso la loro figlia, prova a metterti nei loro panni. Noi non possiamo continuare a fingere, è stato bello, ed io soffro quanto te..ma dobbiamo pensare al bene di Anna..non lo credi anche tu?-

Singhiozzò, gli occhi lucidi, e un dolore lancinante al petto..ma Ryan aveva ragione, Anna doveva tornare dalla sua vera famiglia. Si strinse a lui, cercando di ricacciare indietro le lacrime -..fa male..fa tanto male- sussurrò.

-Lo so..ma devi sorridere, vederti così non l’aiuta..-

Strawberry annuì, stropicciandosi gli occhi come una bambina.

-Ora vuoi che, ti accompagni a casa? Terrò Anna al caffè e..-

-No, voglio venire con te..i miei non sanno del nostro ritorno, voglio fargli credere di essere ancora in America. Così potrò passare più tempo con Anna..e con te. Come fossimo, una reale famiglia..me lo permetti?-

Ryan sorrise acconsentendo, in fondo era quello che desiderava anche lui.

 

continua

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Capitolo 23
*** ........ ***


Anna correva per il caffè, contenta di essere finalmente tornata in quella che lei reputava la sua vera casa. Ormai aveva imparato a camminare bene, e di conseguenza non stava mai ferma, aveva sempre bisogno di scoprire qualcosa, in quel mondo che lei reputava pieno di magie e sorprese. Una teiera poteva diventare l’oggetto più interessante che ci fosse, e un cucchiaio una bacchetta magica perfetta. –Anna..metamofosi- diceva mentre agitava il cucchiaio per aria, girando su se stessa.

Strawberry stava seduta e la fissava, non poteva fare a meno di ripensare a quanto quella piccola bimba dagli occhi vivaci e i capelli scuri, avesse cambiato la sua vita. Stravolgendo tutto quello che lei aveva sempre reputato immutabile, come il suo amore per Mark ad esempio. Ora che la guardava, aveva come la strana paura che, una volta che la piccola fosse tornata ai suoi genitori, anche il mondo di gioia in cui Strawberry si era ritrovata, sarebbe andato in frantumi, come un bicchiere di cristallo, lasciato cadere su un gelido pavimento.

-Guardami mamma..sono una mew mew..- esclamò la bambina, assumendo una posa buffa

-Certo..sei MewAnna..- disse la ragazza con dolcezza, mentre la bambina rideva contenta –Si, io sono MewAnna..-

Ryan si fermò sulla porta per qualche istante, inspirò, come per farsi coraggio, dopodichè si avvicinò a Strawberry porgendole una tazza di cioccolata.

-..ti ringrazio- sussurrò la ragazza, mentre Ryan le sedeva accanto.

-Strawberry..-

-Sai pensavo che..quando Anna sarà ad Hokkaido, potremmo andare a trovarla i fine settimana..i suoi genitori ce lo permetteranno, tu non credi?..Chissà se sanno che non si addormenta se non le racconti la favola di cenerentola almeno due volte a sera, che adora le omelette che le preparo, e che ormai non ha più bisogno del pannolino perché va in bagno da sola. Sapranno qual è la sua ninna nanna preferita? Sanno che le piace quando la prendi in braccio e le fai fare l’aeroplano, così lei raggiunge il paese delle fate?? E..-

Ryan le posò un dito sulle labbra, scrutando in quegli occhi lucidi e tristi.

-Vieni qui..- le sussurrò, stringendola forte, mentre lei si abbandonava tra le sue braccia, lottando per trattenere i singhiozzi.

-Vorrei che fosse davvero nostra figlia..lo sai Ryan, è la cosa che vorrei di più al mondo-

-Lo vorrei anch’io..ma purtroppo non è così..-

-Mamma..mamma perché pangi?- Anna si era avvicinata ai due ragazzi, e li guardava preoccupata.

-La mamma è proprio una piagnona, non trovi Anna?- Ryan strizzò l’occhio

-No..non sono una piagnona- brontolò la rossa, asciugandosi gli occhi

-Anna fa pangere mamma?-

-Ma va là sciocchina, vieni qui piuttosto, che ti voglio abbracciare forte, forte- tese le braccia, e strinse la bimba, che le cinse il collo con le braccina –No pangere mamma, io sono qua-

Ryan le guardò, e avvertì qualcosa rompersi dentro di lui, un suono sordo che proveniva dal cuore.

-Sentite principesse..che ne dite se vi porto a fare un giro in un bel posto?-

-Dove?- esclamarono le due, all’uniscono

-è una sorpresa..-

-nel paese delle fate, papà..?-

-Vorresti andarci?-

-si- annuì la bimba energicamente

-Allora andate di sopra a cambiarvi..la carrozza parte tra meno di 15 minuti-

-Accidenti, hai sentito Anna, dobbiamo sbrigarci- Strawberry la prese in braccio, facendo schioccare un bacio sulla guancetta rosata. –Faremo prestissimo- così dicendo, Strawberry salì le scale, che portavano ai piani superiori.

Ryan abbassò lo sguardo, Anna era il suo piccolo angelo, se ora era felice lo doveva a lei, a quella dolce bimba piovuta dal cielo, che aveva meravigliosamente stravolto tutto. Si alzò dalla sedia, dirigendosi verso il bancone per prendersi una bibita, quando sentì chiaramente qualcuno entrare nel locale.

-Spiacente, siamo chiusi- disse ad alta voce, avvicinandosi alla porta per vedere chi fosse entrato.

Un uomo alto, dai capelli radi, stava fermo davanti all’ingresso, con il cappello in mano, e uno sguardo ansioso.

Ryan lo squadrò –ma lei è..l’investigatore che ho assunto- disse con voce sorpresa.

-Si signor Shirogane..Sono venuto per comunicarle che ho rintracciato i genitori della bambina-

-co..cosa?-

-Sono di Hokkaido, è stata dura, ma alla fine gli ho trovati..-

-e..ti sei già messo in contatto con loro?-

-Si signore-

-Capisco..- il ragazzo abbassò lo sguardo sul pavimento –e tra quanto verranno a prendere la bambina..?-

-A dire il vero signore, sono già qui?-

-come..come sarebbe a dire?-

-Appena ho dato loro la notizia si sono precipitati qui, pregandomi di portarli al caffè..adesso sono qui fuori-

Ryan si sentiva come paralizzato “sono qui..la porteranno via..così presto”

-Signor Shirogane..? Li faccio entrare..-

Il ragazzo riuscì solo ad annuire, mentre l’uomo fatto un veloce inchino, si sporse sulla porta, facendo cenno a degli emeriti sconosciuti, di entrare.

Il bel biondino si ritrovò davanti una giovane coppia, con il viso segnato dalla stanchezza e dalla preoccupazione, chissà com’erano stati dolorosi per loro, quei giorni senza sapere dov’era la loro figlia. La donna aveva gli occhi arrossati, prossimi al pianto, i lunghi capelli castani, le incorniciavano il viso e scendevano a boccoli sulle spalle. Anna le assomigliava molto. Ryan deglutì, avrebbe voluto parlare, ma sentiva ogni parola morirgli in gola.

-Lei..lei ha ritrovato la nostra bambina..?- domandò l’uomo con voce speranzosa.

-Si..cioè, la mia ragazza l’ha trovata..- disse a bassa voce.

-E dov’è? La prego mi dica dov’è?- la donna era ceduta alle lacrime, aggrappandosi alle braccia di Ryan quasi con disperazione.

Udirono dei passi veloci scendere le scale  -Eccoci qua!- Strawberry fece il suo ingresso nella sala, tenendo in braccio Anna, vestita con un salopette di jeans, che Mina le aveva regalato a Los Angeles. Strawberry si fermò impietrita ad osservare gli sconosciuti che contornavano Ryan.

-Ryan..che..che succede?- non ebbe il tempo di ricevere risposta, perché la donna corse verso di lei, strappandole praticamente la bimba dalle braccia.

-Anna..la mia bambina, la mia piccolina..oh tesoro, tesoro mio..non sai..non sai quanto eravamo preoccupati per te- la strinse forte, raggiunta poi dal marito che fece altrettanto.

Strawberry li fissava incredula, volse poi lo sguardo verso Ryan, sperando che le desse una spiegazione –Strawberry..queste persone sono..i genitori di Anna- disse con voce ferma, che alla ragazza suonò quasi fredda.

“I suoi genitori” quella frase rimbombò nella sua testa come un eco assordante.

Anna dal canto suo era rimasta totalmente spiazzata, quelle persone le erano famigliari, ma perché l’abbracciavano e la baciavano a quel modo? Si voltò verso Strawberry, con un visino confuso e preoccupato –chi sono questi signoi mamma?- domandò, mentre la rossa lottava per non cedere alla tremenda tristezza che la stava invadendo.

-Loro sono..la tua mamma e il tuo papà..- disse, cercando di sorridere.

Anna guardò prima lei e poi Ryan, dopodichè scosse la testa, mettendosi a piangere –no..tu sei la mia mamma..mamma- allungò le braccia verso Strawberry, nella speranza che lei la prendesse in braccio, ma non fu così. Strawberry stava ferma, rigida e aveva un’espressione che Anna non le aveva mai visto –No, io non sono la tua mamma- disse quasi freddamente. Ryan le si avvicinò, cercando di prenderle la mano, ma la mewrosa gliela allontanò in malo modo.

-mamma..papà..- Anna continuava a piangere, quello spettacolo era straziante.

Poi all’improvviso la donna dai lunghi capelli scuri, iniziò a cantare una canzone, aveva una voce dolce, e il suo sguardo era pieno d’amore. Accarezzò il viso della bimba continuando a cantare. Anna smise di singhiozzare e la guardò, come se prendesse atto per la prima volta della sua presenza. –Te la ricordi Anna?..è la nostra canzoncina..la ricordi, vero tesoro?-

La bimba la fissò qualche istante prima di annuire lentamente –ma..mamma!- si aggrappò a lei, strofinando il visino sul petto della donna, che la strinse ancora più forte. –Si tesoro, sono la mamma, la tua mamma-

Strawberry e Ryan osservavano la scena in silenzio –Hai visto..ha riconosciuto la sua vera famiglia- sussurrò Ryan, voltandosi verso la ragazza, lei annuì. Dopodichè si allontanò, dirigendosi verso la cucina. –Strawberry..- il ragazzo le andò dietro, bloccandola prima che lei raggiungesse l’uscita del retro. –Fermati, dove vai..- l’afferrò per il braccio, ma lei si liberò bruscamente della presa

–lasciami!- uscì iniziando a correre, si sentiva male, terribilmente male.

 

Raggiunse il parco, sedendosi su una panchina per riprendere fiato. Quello era lo stesso punto dove Anna le era caduta in braccio, lo stesso punto da dove tutto era cominciato. Ricordò l’imbarazzo quando la piccola l’aveva chiamata “mamma” e quando aveva scelto Ryan come papà. Volse il viso al cielo, lasciando che le lacrime le scorressero lungo le guance “Che sciocca..mi sono comportata come una bambina..” si rannicchiò nelle spalle, coprendosi il viso con le mani.

-Adesso smettila-

Alzò il volto di scatto, trovandosi Ryan davanti che la fissava con severità.

-Ryan..-

-Smettila di piangere. E’ stupido non lo capisci?-

-Come puoi definirlo stupido? La porteranno via..tu non puoi capire! Senza di lei io, noi..come faremo..? Lei era felice con noi, siamo noi la sua famiglia ora..perchè sei così sciocco da non capirlo?..Perchè!-

SCIAF

Strawberry sgranò gli occhi, portandosi la mano sulla guancia lesa. Ryan le aveva dato una sberla, l’aveva colpita..lasciandola del tutto spiazzata.

-Ora smettila di fare la bambina. Avresti dovuto vedere il viso di Anna, era così felice..perchè tutta la sua famiglia era lì, non solo i suoi veri genitori, ma anche noi..Quando ha visto che ti sei allontanata, si è sentita in colpa, ha chiesto se era colpa sua se tu piangevi, perché lei ti vuole bene e non vuole vederti piangere..-

-Ha..ha detto questo?- la voce di Strawberry era un sussurrro.

Ryan annuì, sedendosi poi accanto a lei –noi non la perderemo mai Strawberry, e lei non perderà mai noi. Questa è la sola cosa che conta, mi hai capito razza di scema?!?-

Strawberry si asciugò gli occhi, fissando poi il suo ragazzo –Hai ragione..mi sono comportata male. Ora voglio tornare al caffè, e stringerla e dirle che..la sua Strawberry ci sarà sempre per lei-

-Così mi piace- le scombinò i capelli con fare fraterno.

La ragazza si sfiorò la guancia –Fammi capire..mi hai dato una sberla?!-

-Pere di sì-

-Mi hai fatto male, lo sai?-

-te la sei meritata..TARMA VIVENTE-

-Co..come mi hai chiamata??-

-Hai sentito benissimo Mimomiya..- si alzò dalla panchina, mentre Strawberry era a dir poco paonazza. –Razza di baka!!!- gli fu dietro, e in quel mentre Ryan si voltò per abbracciarla.

-Un giorno ne avremo uno nostro..- sussurrò, facendo arrossire Strawberry

-Intendi..intendi un bambino?!?- chiese sempre più rossa in viso

-certo..non sei d’accordo?-

-eccome!- si strinse a lui, finalmente sorridendo, quel sorriso che Ryan amava tanto.

-Avremo una famiglia e..il nostro bambino avrà i tuoi occhi- Strawberry lo disse convinta, mentre fissava i bellissimi occhi del ragazzo.

-Speriamo che abbia anche il mio cervello non solo gli occhi..- scherzò lui facendole una linguaccia

-Scemo!!!-

Quando tornarono al caffè, Anna corse incontro ai due ragazzi, e Strawberry la prese in braccio, abbracciandola –Perdonami Anna, mi sono comportata male-

-Non mi vuoi più bene?-

-Ma certo che ti voglio bene, te ne vorrò sempre-

-Anche tu..papino Ryan?- la bimba lo fissò speranzosa

-Certo principessa, ti voglio bene-

Anna sorrise, si sentiva rasserenata ed era felice, aveva due mamme e due papà che le volevano bene.

-Non so davvero come ringraziarvi..Sia io che mia moglie eravamo al limite della disperazione. Anna è il nostro bene più prezioso- il padre di Anna, tese la mano verso Strawberry, e la ragazza la strinse –Per noi è stato un piacere, Anna è diventata molto importante anche per noi-

-Per fortuna l’avete salvata voi..chissà altrimenti il suo rapitore dove l’avrebbe portata- fu la madre della bimba a parlare. Strawberry la fissò confusa –rapitore?-

Ryan intervenne –l’importante è che ora l’abbiate ritrovata..Direi di organizzare una grande festa qui al caffè, in onore di Anna, se voi siete daccorso ovviamente-

-Ma certo, volentieri..-

Strawberry sorrise –inviteremo le ragazze e Kyle..e faremo una bellissima festa-

-con la musica?- domandò Anna

-certo con la musica, così farai vedere ai tuoi genitori quanto sei brava a ballare-

-cì!!-

Il clima era diventato piacevole, all’interno del caffè era tornata la serenità, mentre fuori però un ombra scura osservava e attendeva lo sconvolgersi degli eventi..

 

Continua…

 

Eh no, non è finita, mi spiace, c’è ancora qualke casino che deve succedere, come sempre vi ringrazio per tutti i vostri commenti. GRAZIEEEEEEEEEE!!!!

Oggi ho guardato dopo tanto una puntata di piccoli problemi di cuore, e c’era Alessandro, una volta lo odiavo, ma ora..lo preferisco a Yuri, forse perché Alessandro mi ricorda Ryan (hanno anche la stessa voce)..non so..questi improvvisi cambiamenti di gusti..mah

Gliene frega qualcosa a qualcuno?!? ndRyan

No, era giusto x fare conversazione..adesso me ne vado

Ecco brava, fa una cosa utile ndRyan

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Capitolo 24
*** .... ***


Pam camminava per il centro, controllando di tanto intanto l’orologio per assicurarsi di non arrivare in ritardo alla festa di Anna. Lanciò un’occhiata al pacchettino che teneva in mano. Era stata molto attenta nella scelta: un ciondolo a forma di goccia tempestato di zaffiri. Forse per una bambina era esagerato, ma Pam era certa che, appena Anna fosse stata un po’ più cresciuta, quell’elegante regalo, sarebbe sicuramente stato apprezzato. Prese una via laterale che conduceva alla metropolitana, a quell’ora sicuramente affollata di pendolari. Corse, riuscendo a salire in tempo, stritolata fra un grosso armadio a due ante, e una signora di mezza età. Il cielo era scuro, quando la ragazza giunse a destinazione. Si aggiustò il cappotto, e proseguì dirigendosi verso il parco, la strada più veloce per arrivare al caffè.

-Come siamo carine..- una voce alle sue spalle, la fece voltare di scatto.

-..Ghish..-

-Allora Pam, dove vai così ben agghindata?!?- sogghignò l’alieno, avvicinandosi di qualche passo.

-Che diavolo ci fai tu qui?- la ragazza si mise in posizione di difesa

-Che brutto carattere, sei davvero scortese sai?! E io che ti avevo anche fatto un complimento-

-Parla, cosa vuoi?-

-Io? Proprio niente, mi stavo semplicemente facendo quattro passi..qualcosa in contrario?-

-Sì, visto che hai deciso di passeggiare vicino al caffè mew mew..una strana coincidenza, non trovi?-

-Può darsi, ma non sono tenuto a darti spiegazioni..cara la mia lupacchiotta-

-Ora ti darò una bella lezione..MewPam matamorf..- non riuscì a finire, che Ghish  le si avventò sopra, bloccandole le braccia.

-Eh no, carina..niente metamorfosi..-

-Lasciami andare, maledetto!-

-Sei tu che mi costringi..Se fosse dipeso da me, ti avrei lasciato andare tranquilla alla festicciola che hanno organizzato i tuoi amichetti-

-Come..come fai a saperlo?- lei puntò gli occhi viola in quelli ambrati di lui.

-So molte cose..Cose che nemmeno tu e le altre mew mew immaginate- sorrise senza lasciare la presa.

-Sei solo un subdolo spione-

-No, ti sbagli..Sono un buon osservatore, che è diverso. Vedo cose che voi non riuscite a vedere..che Strawberry non riesce a vedere..- lo disse con rabbia, aumentando la stretta intorno ai polsi di Pam -..mi stai facendo male..- sibilò la ragazza a denti stretti.

-oh, come mi dispiace..- canzonò ironico, mentre la ragazza tentava disperatamente di liberarsi.

-Riferisci questo messaggio: Strawberry è solo mia, e presto la porterò con me..e nessuno me lo potrà impedire, nemmeno lui..chiaro?-

-Ti..ti riferisci a Ryan?- mormorò lei, ormai esausta.

-Ora si fa chiamare così? d’accordo..allora sì, mi riferisco a Ryan..A lui e a quell’altro insulso essere umano traditore, che ha osato incrociare le spade con me-

-Perché vuoi portare via Strawberry?!? Sei innamorato di lei?-

Ghish la fissò, non nascondendo un certo stupore –Non sono affari tuoi-

-Se è così, hai uno strano modo di dimostrare amore..i sentimenti non si prendono con la forza, nascono spontanei dal cuore..-

-Grazie mille, ora me la segno!..Che diavolo ne sai tu? Sei frigida quanto un iceberg, che ne vuoi sapere dei sentimenti..?- sbottò lui, premendola ancora di più sul terreno erboso.

-Forse..più di quanto credi. In fin dei conti, tu non sei molto diverso da me, lo sai?-

-Che idiozie vai dicendo?-

-Anche tu ti nascondi, dietro una maschera di spavalderia, quando in realtà sei fragile e facilmente feribile- lo disse, accennando a un sorriso.

-Taci!Io non sono affatto fragile! Chi ti da la presunzione di insinuarlo?!- le gridò, mentre Pam non la smetteva di sorridere, un sorriso quasi dolce, che Ghish avrebbe voluto cancellare.

-Stupida mocciosa..ora vedr..- sta volta fu lui a non poter finire la frase, perché quello che accadde, lo colse totalmente alla sprovvista. Pam aveva alzato il busto quanto bastava ed ora le sue labbra premevano su quelle dell’alieno, lasciandolo totalmente spiazzato.

La ragazza si scostò lentamente, non distogliendo mai lo sguardo, dagli occhi sbarrati e increduli di Ghish.  Quest’ultimo si ritrasse all’istante, lasciando la presa e balzando indietro. Istintivamente si portò un dito alla bocca, sfiorandosi le labbra. Quella ragazza lo aveva baciato. Quella mocciosa dall’aria arrogante, lo aveva baciato. –Che..che significa..?- farfugliò ancora incredulo.

Pam sorrise malinconicamente, stringendosi nelle spalle –Significa..che sono nei guai- sussurrò arrossendo.

L’alieno rimase a fissarla –un trucchetto molto astuto, non c’è che dire- commentò, passandosi poi il dorso della mano sulle labbra –Da te simili giochetti non me li sarei mai aspettati-

Pam alzò lo sguardo, i suoi occhi scintillavano di qualcosa che Ghish non seppe definire

-Già, questi giochetti sono più adatti a te!- sbottò, alzandosi in piedi, prendendo a spolverarsi il soprabito. Per un istante Ghish fu certo di scorgere una lacrima, solcare la guancia della bella mew –Adesso vattene- il tono di Pam non concedeva repliche

-Me ne vado..per il momento. Ma non credere che vi dia vita facile, il giorno si avvicina e allora sarà la resa dei conti- così dicendo il ragazzo sparì, lasciando la mew, sola al centro del parco deserto. –Quanto sono..stupida- si disse amaramente, cercando di trattenere lacrime che non versava più da tempo immemore.

 

Gli ospiti erano già tutti arrivati, mancavano solo Pam, e Kyle che trovandosi in America non aveva potuto presenziare alla festina in onore di Anna.

Sulla tavola c’era ogni tipo di delizia, Ryan aveva chiamato un pianista per l’occasione, e i fratellini di Paddy intrattenevano la festeggiata, facendola divertire come non mai.

Strawberry la osservava, sorseggiando di tanto in tanto del succo di frutta.

-Strawberry..è così che ti chiami, vero?-

La ragazza si voltò, andando ad incontrare lo sguardo della madre di Anna.

-Si..il mio nome è Strawberry..- rispose la ragazza accennando un sorriso.

-Il sono Karin..oggi dopo tutto quello che è successo, non abbiamo avuto modo di presentarci-

-Già- la mew abbassò lo sguardo

-Io volevo ringraziarti di tutto cuore, per quello che hai fatto per la mia piccola-

-Non è necessario, anzi sono io che devo ringraziare lei..-

-me, e perché?- la donna la fissò con dolcezza

-Perché ha una figlia veramente meravigliosa, ed io sono stata fiera di occuparmi di lei-

-Sei veramente dolce, lo sai Strawberry..?-

-Dico solo la verità..- la ragazza alzò le spalle e sorrise –Però c’è una cosa che vorrei domandarle..-

-certo, dimmi pure..-

-Ecco, mi piacerebbe venire a trovare Anna ogni tanto, e magari portarla anche qui, sempre se lei è d’accordo-

-Certamente, ne sono felice. Anna ti adora e io sono più che lieta che passi del tempo con una brava ragazza come te-

-Così mi fa arrossire- la mew si mise a ridere, con il volto arrossato.

-è solo perché non ti conosce realmente- Mina si intromise nella conversazione –Deve sapere cara signora, che la nostra Strawberry è un’imbranata totale, arriva sempre in ritardo, a scuola è una frana e in fatto di abbigliamento ha dei gusti pessimi-

Strawberry la fulminò con lo sguardo –ma senti da che pulpito!-

-Però è anche l’amica più leale e affettuosa che si possa desiderare-

Strawberry la fissò incredula, e Mina le strizzò l’occhio –credo ci sia Lory che vuole parlare con te..-

La rossa annuì, voltandosi verso il bancone. Lory si stava vuotando della cedrata, e sebbene facesse di tutto per nasconderlo, la sua espressione lasciava trasparire i suoi sentimenti. Strawberry le si avvicinò timidamente –Lory..-

La mew verde alzò gli occhi blu, andando ad incontrare quelli scuri dell’amica –ah, è una bella festa, Anna mi pare davvero felice- si sforzò di sorridere.

-Lory, io volevo scusarmi per..-

-Ti prego non è necessario, io..-

-Invece lo è! Tu sei una delle mie migliori amiche, e io ti voglio bene, non voglio perderti-

-Non lo voglio nemmeno io-

-Sono stata tanto ottusa a non accorgermi dei tuoi sentimenti per Ryan, se me ne fossi resa conto prima, te ne avrei parlato, non volevo che lo scoprissi a quel modo..insomma io..-

-è acqua passata, dico davvero. Fondamentalmente sapevo che lui non mi avrebbe mai ricambiata, e probabilmente è meglio così..-

-Lory..-

-Non sono disposta a perdere anche te, perciò ti prego, facciamo che le cosi tornino com’erano prima- la mew tese la mano e Strawberry con le lacrime agli occhi, l’abbracciò

-si Lory, noi siamo amiche..amiche inseparabili-

Ryan le osservava da un angolo del locale, sorrise, era contento che tra le due ragazze fosse tornato il sereno. Un suono lo richiamò dai suoi pensieri, era il cellulare.

-Si, pronto?-

-Ryan..sono Kyle-

-Kyle, finalmente-

-Scusa se non mi sono fatto sentire prima, volevo informarti che il mini satellite è pronto..-

-dici davvero?!-

-Sì, domani farò ritorno a Tokyo e ti spiegherò meglio.. va tutto bene?-

-Anna ha..ritrovato i suoi genitori..-

-Cosa?..E come l’ha presa? Voi come state?-

-diciamo che ce ne facciamo una ragione. Comunque Anna sta bene, e questo è l’importante-

-E tu..tu come stai, Ryan?-

-Bene..perchè me lo domandi?-

-Ecco..- il ragazzo dall’altro capo del filo, fece una breve pausa –Ho trovato..ho trovato degli strani documenti, tra gli archivi di tuo padre..un file segreto, chiamato x5..-

Ryan deglutì

-è un esperimento molto strano, non sono riuscito a decodificarlo tutto e..-

-Chi ti ha dato il permesso?-

-come?-

-Chi ti ha dato il permesso di accedere al file?-

-Nessuno, ma..-

-Non ti permetto di prenderti certe libertà Kyle, si tratta del lavoro di mio padre!-

-si, questo lo so..pensavo ci fosse utile per il progetto e..-

-Per niente! Quel file non ci serve, smetti di decodificarlo, hai capito?!-

Kyle rimase sconvolto, Ryan, il suo Ryan, non aveva mai usato un tono simile con lui

-s..si ho capito..non ti arrabbiare..- mormorò a bassa voce

-Non mi va che ficchi il naso dove non devi!-

-Hai ragione..scusami..-

-No..no scusami tu, non avrei dovuto alzare la voce. Ci vediamo domani-

Non attese che Kyle dicesse qualcosa, interruppe la comunicazione, stringendo poi il telefono nel pugno.

-Ryan..che succede?- Strawberry si era avvicinata, e gli aveva posato una mano sulla spalla.

-E lasciami!- Ryan si scostò malamente, lasciando la ragazza del tutto incredula.

-..scu..scusami Strawberry, io non volevo..davvero- la guardò con aria mortificata.

-è successo qualcosa?- chiese lei, osservando il rossore sulla propria mano.

-No..no, non è successo niente-

-Ryan..tu, non mi stai nascondendo niente vero?-

Il ragazzo fece un sorriso di circostanza –Certo che no-

-Tra noi non devono esserci segreti..se qualcosa non andasse, tu me lo diresti non è vero?-

Lui evitò lo sguardo, mentre nei suoi occhi si agitavano emozioni contrastanti, che lo facevano apparire lontano anni luce.

-Non è vero?- insistette lei, aggrappandosi al suo braccio.

-Ti spiace se ne parliamo più tardi, è la festa di Anna dopotutto, non mi pare il caso di mettersi a discutere ora..- le accarezzò una guancia, prima di allontanarsi, in direzione della bambina che ballava nel centro della stanza.

“Che ti succede Ryan..?” Strawberry non poté fare a meno di sentirsi invadere dall’ansia.

Qualcuno la affiancò, e ci volle un po’ perché lei se ne accorgesse.

-Strawberry..-

-Eh?..Pam, sei arrivata!- esclamò la rossa, sbattendo più volte le palpebre.

-Così sembra..-

-Dove sei stata, hai avuto impegni lavorativi?-

-In un certo senso- la ragazza abbassò lo sguardo.

Strawberry notò che aveva qualcosa che non andava, ma Pam era tale e quale a Ryan, entrambi ermetici, due enigmi umani.

-Così quelli sono i genitori di Anna..-

-Sì. Sono due brave persone, niente da dire-

-E tu come ti senti..?-

-Ho sofferto molto, ma ora mi sento più forte, so che non perderò mai la mia piccola Anna. E poi ho voi e..il mio Ryan- mentre lo diceva, i suoi occhi si rattristarono.

-Qualcosa non va?-

La mew rosa scosse la testa –Non so, prima mi ha guardato in un modo, sembrava che tra me e lui si stesse aprendo un crepaccio. L’ho sentito distante…Chissà, probabilmente è solo una mia impressione-

-Può darsi che come te, sia scosso per via di Anna. Ryan fa fatica a parlare delle proprie emozioni, il più delle volte sembra indifferente, ma dentro assorbe tutto..e sta male-

-Questo lo so, ma vorrei che si aprisse con me. Sono la sua ragazza e lo amo, mi fa soffrire quando mi allontana, quando non mi permette di capire cosa gli succede-

-Vedrai che col tempo le cose saranno diverse-

-Lo spero- la rossa tornò a sorridere –Ti va un frappé? Ne ho fatto una al cioccolato che è venuto una meraviglia-

Pam annuì –volentieri..ah Strawberry..?-

-si?-

-No, niente..non importa..- Pam l’affiancò –su, andiamo a bere questo frappé-

Le due ragazze si avvicinarono al tavolo del buffet, e in quell’istante la porta d’ingresso si spalancò.

Qualcuno entrò furiosamente nel locale, sondando ogni persona al suo interno. Poi gli occhi dell’uomo si fermarono su Strawberry.

-Così sei qui..razza di piccola bugiarda!-

-Pa..papà..- mormorò lei con un filo di voce.

Il padre la raggiunse in poche falcate, -SI può sapere cosa credevi di fare?- gridò lui, colpendola con uno schiaffo.

Nella sala calò il silenzio, mentre Strawberry si portava una mano, sulla guancia rovente.

 

Continua..<

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Capitolo 25
*** ......... ***


Si portò la mano alla guancia lesa, sentendola bruciare terribilmente, così come il suo orgoglio.

-Sciagurata! Prendi e vai in America, e poi torni e non avvisi nemmeno la tua famiglia..-

Gli occhi del padre di Strawberry erano furenti. La ragazza non poté fare altro che abbassare lo sguardo, mordendosi il labbro per trattenere le lacrime –Mi..mi dispiace papà, ma vedi..-

-Cosa? Non accetterò le tue solite scuse! E ora andiamo a casa, una volta là signorina, prenderò dei seri provvedimenti-

Lei non si mosse –Non torno a casa..- sussurrò, lasciando l’uomo allibito. Vedeva sua figlia sempre più distante, la sentiva staccarsi da lui in maniera bruciante. La sua bambina che si ribellava, che anteponeva qualcos’altro alla famiglia, ma cosa?

-Come?- gridò e Strawberry alzò lo sguardo, sfidandolo apertamente.

-Ho detto che non torno. Non ora. C’è una festa qui, una festa per qualcuno che per me è molto importante- lo disse con una sicurezza tale che fu lei stessa la prima a stupirsi.

-Tu ora vieni con me, sono stato chiaro!- l’afferrò per un braccio, stringendola talmente forte, che la ragazza ebbe l’impressione di spezzarsi.

-Nemmeno ti immagini quanto io sia deluso da te, no, proprio non lo immagini, Strawberry..-

-Papà io..-

-Ti rinchiuderò in casa, uscirai solo per andare a scuola, e scordarti Mark..Sono certo che alla fin fine è lui la causa di tutto questo! L’avevo detto a tua madre, le avevo detto che lasciarti frequentare quel falso educanda, era un errore, ma lei ha la tua stessa testaccia..-

-Lasciami, mi stai spezzando il braccio!- la ragazza cercò di liberarsi, ma si sentì afferrare più saldamente. Puntava i piedi, lasciandosi trascinare verso l’ingresso, dove scorse sua madre, ferma accanto alla porta, con lo sguardo basso e un’espressione malinconica.

-Mamma..- sussurrò Strawberry, ricevendo uno sguardo di impotenza da parte di lei.

Ormai erano giunti alla porta, quando qualcosa, o meglio qualcuno, afferrò il padre di Strawberry per il braccio.

La ragazza rimase allibita, e lo stesso fu per suo padre, che fissava il ragazzo con stupore misto a ostilità.

-C’è qualche problema, signore?- domandò educatamente, senza però diminuire la pressione della presa.

-E tu chi sei, razza di impudente?-

-Il mio nome è Ryan, Ryan Shirogane. Sono il proprietario di questo locale-

-ah così saresti tu, quello che tieni qui mia figlia tutti i pomeriggi, a lavorare in questo posto assurdo-

-Le posso assicurare che questo è un locale di tutto rispetto-

-Lo immagino, gestito da un moccioso, abbigliato in maniera ridicola!-

-Papà, smettila!-

-Tu sta zitta! Ne ho sentite abbastanza-

Fece per allontanarsi, ma Ryan lo trattenne nuovamente.

-Senti ragazzino, lasciami subito, o non passerò sopra la tua maleducazione-

-Se c’è qualcuno di maleducato, quello è lei. Irrompere qui, sbraitare davanti ai miei ospiti è una totale mancanza di rispetto-

A quel rimprovero, l’uomo si guardò intorno, rendendosi conto solo in quel momento delle altri persone presenti. Chiaramente imbarazzato, deglutì nervosamente. –vi domando scusa per il disturbo arrecato. Adesso andiamo Strawberry-

-Sua figlia è una mia ospite, gradirei che rimanesse fino alla fine della festa-

-Non se ne parla!-

-Credo che spetterebbe a lei decidere, non trova?-

-Strawberry è in punizione..- l’ennesimo strattone.

-basta!- gridò una vocina.

Ryan vide Anna correre nella loro direzione, aggrapparsi alle gambe di Strawberry, guardando il padre di quest’ultima –Cattivo, smetti di fare male alla mia mamma!-

Calò nuovamente il silenzio. L’uomo restò incredulo a guardare quella piccola bambina

-co..come hai detto?-

-No fare male alla mamma-

-Anna, non ti preoccupare, va tutto bene- riuscì a dire la ragazza, sforzandosi di sorridere

-che significa questa storia?Perchè ti ha chiamato mamma?-

-è una storia lunga, che se ti spiegassi, tu di certo non capiresti!-

-Strawberry!-

-Mi sono occupata di Anna in questi ultimi due mesi, la bambina si era persa, e oggi abbiamo ritrovato i suoi veri genitori, ecco il motivo di questa festa- disse tutto d’un fiato

-lei è mia seconda mamma, e lui è mio secondo papà- esclamò Anna, indicando il ragazzo biondo.

-Quindi vi siete occupati di lei, insieme?-

Strawberry annuì –Io..io e Ryan stiamo insieme- non sapeva nemmeno lei da dove gli era uscito il coraggio di ammetterlo.

-Abbiamo convissuto per qualche tempo e io..-

Strawberry non finì, perché suo padre le lasciò malamente il braccio, guardandola in un modo tale, che la ragazza ebbe la sensazione che il cuore le si spezzasse all’istante.

-A quanto pare, io non conosco più mia figlia-

-Ti prego, io non volevo tenervelo nascosto, ma so che tu non avresti capito..-

Lui non disse nulla, si avviò verso la porta, e Strawberry fu costretta a rincorrerlo –Papà, aspetta ti scongiuro, lascia che io ti spieghi-

-C’è poco da spiegare. È chiaro che la tua famiglia non è poi così importante per te. Restatene qui, io..non ne voglio più sapere- con quel tono gelido, si liberò della presa della figlia, uscendo dal locale.

Strawberry fissava la porta chiusa, era assurdo. Non poteva credere che suo padre se la fosse presa tanto, addirittura da non volerla più in casa, e sua madre, sempre comprensiva, disponibile, perché non era intervenuta in suo aiuto? Vacillò leggermente, quell’ennesima emozione la fece crollare.

 

Aprì gli occhi lentamente, si sentiva stanca, terribilmente angosciata. Si mise seduta sul letto, tenendosi la testa tra le mani.

-Strawberry..come ti senti?- Ryan glielo chiese gentilmente, porgendole una tazza di te caldo.

-Sto male..sto davvero male-

-Scusa se te lo dico, ma tuo padre è un’idiota!-

La mew, si ritrovò a guardarlo. Scosse la testa –no, non lo è! La responsabile sono io, avrei dovuto dirgli tutta la verità fin da subito. E invece..ha dovuto scoprirlo a quel modo. Si è sentito deluso, tradito da me. So bene che a volte è eccessivo, ma mi vuole bene ed io l’ho ferito. Questa serata è stata un vero incubo, prima i genitori di Anna, poi il tuo strano comportamento e infine mio padre..mi scoppia la testa, e mi sento sola..terribilmente sola-

-Hai me, lo sai questo?- lui la guardò, non nascondendo che quelle parole l’avevano ferito.

-Se mio padre dovesse venire a sapere che io..che noi..- si mordicchiò il labbro, non riuscendo a finire.

-Cosa? Che abbiamo fatto l’amore..?-

Annuì lentamente, mantenendo lo sguardo basso.

Ryan lo distolse, stringendo i pugni –te ne sei pentita, pensi sia stato uno sbaglio?!?- domandò con una vena di insicurezza, che lo faceva apparire come un bambino facilmente feribile.

Strawberry lo guardò, pentendosi di quel suo comportamento. Si buttò tra le braccia di lui, stringendolo forte, strofinando il viso sul petto forte e caldo di Ryan. –No, no che non mi pento, è stato meraviglioso. Siamo diventati una cosa sola. Io ti amo, non volevo ferirti, sono solo confusa per quel che è accaduto poco fa, ma non mi importa se mio padre non mi vuole più, l’importante è che tu mi tenga con te, Ryan..Senza di te, io non potrei più stare, mi sarebbe inconcepibile-

Si ritrovarono a fissarsi, mentre le loro labbra si sfioravano

-Sono sicuro che tuo padre non diceva sul serio. Era in collera e ha parlato senza pensarci..vedrai che tutto si sistemerà- la rassicurò, accarezzandole i capelli. Lei sorrise, era come se Ryan fosse in grado di scacciare tutte le brutte emozioni, tutti i momenti dolorosi..

-E poi in un certo senso di invidio..- continuò lui, facendo vagare lo sguardo per la stanza

-Mi invidi?- Strawberry sbatté velocemente le palpebre

-Sì, sei fortunata ad avere una famiglia che si preoccupa tanto per te, seppur nella sua eccessività, tuo padre ti ama molto e anche tu gli vuoi bene-

-Si, gli voglio bene..- ammise, stringendo di più la mano di Ryan

-Domani appena avrà sbollito la rabbia, lo andrai a trovare..parlarvi e chiarirvi è la cosa migliore-

-Ma se lui mi proibisse di vederti? È stato già difficile fargli accettare Marck, figuriamoci te..-

Il biondo assunse un’espressione accigliata –ah, grazie tante- le premette un dito sulla fronte spingendola indietro –Io sono il diavolo e Marck l’acqua santa?!?-

-Scemo! Lo sai bene cosa voglio dire..tu sei più grande di me, mentre io e Mark siamo coetanei-

-Ho solo due anni in più, non mi sembra una differenza abissale..e questo dovrebbe dare maggior sicurezza a tuo padre, potrebbe prenderlo come indice di maggior maturità-

Lo guardò bieco – Maturità? Ma se sei un moccioso snob-

-oh, invece Mark è..-

-Un bravo ragazzo, educato e diligente, sempre gentile, studioso..un golden boy insomma-

-Melenso ecco cos’è..e in quanto a intelligenza e a sapere culturale non credo certo di essere meno di lui- sbuffò indispettito, mentre Strawberry sorrideva non nascondendo un certo divertimento.

-Sei carino anche quando fai il broncio lo sai?- disse dolcemente, scatenando un lieve rossore sulle guance del ragazzo.

-Tks, se pensi di cavartela con qualche complimento..-

Gli cinse le braccia attorno al collo e lo baciò con passione

-Questo è essere sleali- sussurrò Ryan

-o innamorati..- aggiunse lei

-Ora sarà meglio scendere di sotto, devo rassicurare la mia piccolina-

-A dire il vero..- Ryan fece una pausa –giù non c’è più nessuno-

-Co..come non c’è più nessuno?!?-

-Hai dato un occhiata all’orologio?-

Strawberry lo guardò stralunata, dopodichè volse l’attenzione alla piccola sveglia sul comodino

-le una!..Ma..ma com’è possibile, non posso essere rimasta svenuta per così tanto-

-A dire il vero ti sei ripresa un paio di volte, ma poi sei sprofondata in una sorta di..azzarderei chiamarlo sonno-

-Ma non è possibile! E Anna? Dov’è Anna?-

-I suoi l’hanno portata in albergo, passerà la notte con loro-

La ragazza abbassò lo sguardo, era la prima volta che(tralasciando la notte di fuego)  dormiva senza la sua piccola piovuta dal cielo e questo le procurò una profonda angoscia.

-Non ti rattristare, domani mattina la vedrai..lasceranno Tokyo nel primo pomeriggio-

-mh..- mugolò.

-Ora è meglio che ti metta a dormire, è tardi e domattina ci dovremo alzare presto..Conoscendo le tue doti di ronfatrice, non vorrei essere costretto a suonare pignate e padelle per svegliarti-

Gli fece una linguaccia –Antipatico!..E ora dove vai?-

-a dormire- disse lui avvicinandosi alla porta.

-Ma..io..pensavo che..- Strawberry arrossì.

-Ti senti bene, mica ti sarà salita la febbre?-

-Eh? Ah no, sto benissimo..- arrossì maggiormente

-Sicura? Hai lo sguardo vacuo-

-A dire il vero pensavo che noi..insomma, avremmo dormito insieme-

-Lo vuoi veramente?- Ryan la fissò interrogativo

-Che domande, mi pare ovvio!- disse la ragazza a voce alta, col viso sempre più congestionato.

-Meno male, stavo cominciando a temere che non me lo chiedessi..Ci sarei rimasto male-

-Vuoi dire che la tua era tutta una simulazione?-

-In un certo senso, volevo valutare un po’ la tua audacia-

-Che bifido!- biascicò mettendo il muso

Lui si avvicinò al letto, gattonando sul materasso fino a raggiungerla . Strawberry lo accolse fra le braccia, colma d’amore e desiderio. Si sentiva bruciare, e questo la faceva sentire un po’ in imbarazzo.

-Ryan..-

-mh?-

-Noi..noi faremo ancora l’amore, non è vero?-

Sta volta fu lui ad arrossire –che domande mi fai?!?- farfugliò imbarazzato

-Quindi potremmo..anche ora..- sussurrò con il cuore che pareva uscirle dal petto.

Ryan non le rispose localmente, ma si abbandonò su di lei, prendendo a baciarla con tutta la passione di cui era capace. Strawberry si lasciò trascinare da quel contatto meraviglioso. Tutto il resto era dimenticato.

 

 

Credo che siate dei Santi x la vostra pazienza!!! Sono in super mega rit

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Capitolo 26
*** ..... ***


La stazione era affollata, Anna stava ritta in mezzo ai suoi due genitori. Il venticello le scombinava i capelli scuri che ricadevano scomposti sul vestitino color Magenta.

Salutò e abbracciò una ad una le quattro mew mew, che lei avrebbe sempre considerato le sue “care zie”. Ma il momento più doloroso era dividersi dai suoi “genitori” che in quei due mesi l’avevano tanto amata. Perché non possiamo vivere tutti insieme? Si era chiesta spesso, rivolgendo la domanda ai suoi veri genitori, che con molta dolcezza le avevano spiegato che, la cosa non era possibile, tuttavia li avrebbe rivisti ancora e molte volte.

Strawberry si inginocchiò davanti a lei, faticando a trattenere le lacrime.

-Ho una cosa da darti..- disse alla bambina, mettendole al collo un ciondolo a forma di gatto

-è un piccolo regalo per la mia bambina, così non ti scorderai di me- sorrise, imponendosi di non far capire ad Anna, quanto la sua partenza la facesse star male.

-Io no ti dimenticheò mai, Strawberry..- Anna le saltò al collo, stringendosi forte a lei –mi verrai a trovare, vero mamma?-

-Certo che ti verrò a trovare e tu verrai a trovare me, e poi ci telefoneremo spessissimo..te lo prometto-

Anna annuì tirando su con il nasino. Volse gli occhi verso Ryan, che le sorrideva dolcemente

-Farai la brava, non è vero principessa?!?-

-sì, la brava- confermò la bimba allungando una mano verso di lui. Il ragazzo la prese in braccio, baciandola sulla guancia. Poi le si accostò all’orecchio –Sei il mio piccolo angelo, lo sai Anna?!? Ti voglio  bene- sussurrò stringendola a sé. Anna ricambiò l’abbraccio, mentre le lacrime le bagnavano il visino –ti voglio bene anch’io, papà-.

La rimise a terra.

-Ora dobbiamo andare, Anna- la madre la prese per mano, e Anna l’afferrò malinconicamente.

I ragazzi la osservarono, mentre saliva sul treno assieme ai suoi veri genitori. Poco dopo, il dolce viso della bambina comparve dietro il grande finestrino. Salutò con la mano, mentre il treno cominciava a muoversi.

-Ciao Anna, a presto!- gridarono le mew mew

Strawberry corse accanto al treno –Ti voglio tanto bene- gridò, mentre il mezzo prendeva velocità e si portava via la loro piccola.

Ryan raggiunse Strawberry, che fissava il treno sparire in lontananza. –Vieni, andiamo- le prese la mano e la ragazza annuì con un triste sorriso.

-Mi spiace così tanto che sia partita- mormorò Paddy mentre uscivano dalla stazione.

-La rivedremo ancora, ne sono certa- la consolò Lory, posando una mano sulla spalla della biondina. In quello stesso istante, Mash comparve davanti  a loro, agitandosi come non mai –un alieno..un alieno-

-Cosa? Dove?- Pam afferrò il piccolo robot

-Alla piscina pubblica- continuò l’aggeggino con voce agitata.

-Ragazze, siete pronte?- Mina si voltò verso le altre, le quali annuirono.

Strawberry fece per andare, ma Ryan la trattenne per un braccio. Lei lo guardò interrogativamente.

-Ragazze, voi andate pure..se ci saranno particolari problemi contatterete Strawberry-

-Ma..Ryan- la rossa fece per protestare, ma lui le premette un dito sulle labbra. Poi si rivolse alle altre –Tokyo mew mew, entrate in azione- ordinò, ricevendo da tutte un –Sì signore!-

-Non temere Strawberry, ce la caveremo- la tranquillizzò Paddy, mettendosi poi a correre insieme alle altre.

-Perché? Perché non vuoi che vada con loro?- domandò la rossa, una volta che i due rimasero soli.

-Saresti loro di intralcio. Non sei in vena di combattere, dammi retta-

-Starmene qui senza far nulla mi fa agitare e basta. Davvero, è meglio se vado con loro..-

Nuovamente Ryan scosse il capo –Abbiamo un altro posto dove andare-

-e dove?-

-Seguimi e vedrai-

 

Un quarto d’ora dopo, Strawberry si ritrovò davanti al cancello della propria casa.

-Non posso, mi caccerà, lo sento- disse indietreggiando

-No, non ti caccerà..Ne sono certo- il biondo le fece un sorriso incoraggiante.

-Come fai ad esserne certo?- mugolò la ragazzina

-Fidati di me..- la spinse in avanti

-Tu..tu non vieni?-

-Sarebbe un errore, hai bisogno di parlare da sola con loro. Se vedessero me, probabilmente si sentirebbero frenati o indispettiti-

-Mi lasci entrare nell’arena da sola?!?- sgranò gli occhi in modo supplichevole

-è inutile che mi fai  gli occhioni, e ora vai-

-mh- annuì timorosamente, dirigendosi verso la porta d’ingresso.

“Coraggio Strawberry, dopotutto sono i tuoi genitori, la tua famiglia..la famiglia è una cosa importantissima” Ripensò ad Anna, all’affetto che nutriva per lei, che poteva davvero essere paragonabile a quello di una madre. Questo le diede coraggio, suonò il campanello restando ferma immobile ad aspettare.

La porta si aprì

-So che non dovrei essere venuta qui, che siete arrabbiati ma..- iniziò a parlare velocemente. Non ebbe il tempo per proseguire perché sua madre l’abbracciò

-Strawberry..oh tesoro mi spiace tanto-

-mamma..- la rossa ricambiò l’abbraccio, stringendosi forte al corpo della sua cara mamma

-Quello che è accaduto ieri sera..Tuo padre non pensava tutte quelle cose, ma sai com’è impulsivo, lui si sente ferito solo perché ti vuole bene e..-

-Lo capisco mamma, non temere..E’ in casa?-

-sì, è in sala- sciolsero l’abbraccio, e prendendo coraggio Strawberry attraversò la soglia.

Suo padre stava seduto nel salotto, teneva in mano un giornale, che però non sembrava leggere.

-Chi era?- domandò vagamente, mentre sua moglie entrava nella stanza, seguita dalla figlia.

Lui le guardò entrambe, dopodiché distolse lo sguardo, assumendo un’espressione gelida.

-Caro ti prego..- cercò di intervenire la donna, ma Strawberry le prese la mano scotendo la testa.

-Vi..vi lascio soli- disse infine, uscendo a testa bassa dalla sala.

-Papà..-

Lui la ignorò totalmente, cominciando a sfogliare il giornale.

-Non hai intenzione di guardarmi?-

-……….-

-Lo so che sei arrabbiato con me, e hai tutte le ragioni di esserlo. Avrei dovuto informarvi delle cose fin dall’inizio invece di fare di testa mia..Non cerco giustificanti e probabilmente se tornassi indietro mi comporterei allo stesso modo..Voglio solo dirti che per me questi gironi sono stati importanti, mi sento più matura e ho cominciato a vedere le cose in un modo che prima sottovalutavo. La famiglia ad esempio. Un tempo davo tutto per scontato, ma non è così. L’amore che lega genitori e figli è qualcosa di inscindibile che non si può cancellare tanto facilmente. Così come l’amore che mi lega a voi non potrà mai modificarsi, per quanto io cresca o per quanto io possa cambiare..resterò sempre vostra figlia, con i miei pregi e con i miei difetti..So di essere una pasticciona imbranata, a volte ottusa, di non essere la studentessa modello che vorresti e probabilmente molte volte ti ho deluso. Ma ti voglio bene, e tanto..- sentiva le lacrime solcarle le guance –Sono venuta solo per dirti questo-

L’uomo aveva sempre gli occhi fissi sul giornale. Strawberry abbassò lo sguardo, cominciando a dirigersi verso la porta.

-Strawberry..- finalmente l’uomo parlò, il suono della sua voce era strozzato –torna qui-

la ragazza obbedì

-è vero, mi hai deluso..O forse, più semplicemente..fatico ad accettare il fatto che non sei più la mia bambina, che stai crescendo, che ti stai facendo adulta..questo mi spaventa..Ma credo sia una cosa comune a tutti i padri. Mi sono comportato molto male ieri sera, e me ne sono vergognato..perciò, anch’io devo porti le mie scuse-

-Non ha importanza papà..davvero, ora non ne ha- si gettò fra le braccia di lui, felice di sentirsi stringere a quel modo.

-Tornerai a casa, vero figliola?-

-Sì papà, tornerò qui con voi- sorrise, un sorriso raggiante.

-Tua madre preparerà il tuo piatto preferito..-

-oh cielo, è da tempo immemore che non mangio più le bontà che prepara la mamma-

-Strawberry..-

-mh?-

il volto del padre si fece nuovamente serio –Quel tipo, quel ragazzo di ieri sera..ora, stai veramente con lui?-

Strawberry sapeva che quello sarebbe stato l’argomento della serata, e che avrebbe dovuto combattere a spada tratta per far valere le proprie ragioni.

-Sì papà- affermò lei con sicurezza

-Ma, e Mark? Ne eri così innamorata..addirittura da sfidarmi a Kendo pur di stare con lui-

-Ho voluto molto bene a Mark, sarei una bugiarda se lo negassi..Ma quello che provo per Ryan è più maturo e complesso-

-Ma noi non sappiamo nulla di questo ragazzo, e poi mi pare più grande di te!-

-Solo due anni in più papà- cercò di mantenere la serenità

-Non è poco! E poi è straniero-

-Solo per metà, sua madre era americana-

-era?-

-entrambi i suoi genitori sono morti in un incendio- lo sguardo le si rattristò

-terribile..e come, insomma..chi si è occupato di lui?-

-Un amico, un ragazzo più grand e di nome Kyle, lui e Ryan sono come due fratelli-

-Un ragazzo cresciuto senza genitori, può essere facilmente influenzabile e mancare di valori-

-Non è assolutamente vero! Ryan è un ragazzo serio e una bravissima persona, sono sicura che se lo conoscessi meglio cambieresti idea- il viso di lei si illuminò –Oh idea! Perché non lo invitiamo domani sera a cena?-

L’uomo strabuzzò lo sguardo –mi..mi sembra un po’ prematuro- borbottò –Comunque non è un’idea malvagia, scambiare quattro chiacchiere con lui mi sarà utile..però non domani sera..facciamo la settimana prossima-

-Va bene! Vvado subito a dirglielo..-

-Ehm, Strawberry..preferirei che tu rimanessi a casa sta sera-

-Ma ad andare fino al café e a tornare ci metterò una ventina di minuti non di più-

-Puoi sempre telefonargli-

-eh..e va bene papà, per sta sera te la do vinta- era troppo contenta per ricacciarsi in un altro bisticcio. Salì velocemente in camera sua, dopo aver dato un bacio alla madre sulla guancia.

Si buttò sul letto afferrando il telefono

 

-pronto?-

-Ryan!-

-ahio..mi spacchi i timpani- si lamentò il biondino dall’altro capo del filo

-scusa..Comunque ho parlato con i miei genitori, avevi ragione..le cose si sono sistemate-

-Che ti dicevo?! Mi fa piacere-

-E altra novità..Sei invitato a cena da noi per la prossima settimana-

-…verrò sacrificato al Budda?-

-No, sarai presentato ufficialmente alla mia famiglia-

-è quello che tutti i ragazzi temono-

-Non vorrai declinare l’invito?!?- domandò irritata

-Mi pare di avere poca scelta. Verrò, gattina..-

-Ne sono felice- fece una pausa –sta sera purtroppo non ci possiamo vedere-

-L’avevo già messo in conto, è giusto che i tuoi ti vogliano tutta per loro, anche se non nego di essere geloso-

-un po’ di gelosia ti fa bene- scherzò la ragazza. Poi udì uno strano rumore dall’altro capo e la voce di Ryan non era più udibile

-Ryan?..Ryan? Che succede? Rispondi-

-..N..no niente, ho urtato il telefono-

-La vecchiaia comincia a farsi sentire-

-eh?-

-Non ho dimenticato che il prossimo giovedì sarà il tuo compleanno-

-oh, già- lo sentì rattristarsi –A dire il vero il compleanno non è una ricorrenza che ho mai festeggiato-

-allora vi porremo rimedio- esclamò la ragazza con dolcezza

-..Ora perdonami, ma ti devo salutare, ho Kyle sull’altra linea-

-Va bene, ci vediamo domani-

-sì, a domani-

-ti voglio bene-

-ti voglio bene anch’io-

 

Ryan riattaccò il telefono, ormai le gambe non gli reggevano più. Si lasciò cadere a terra premendosi una mano sul petto. Mantenere un normale tono di voce era stato per lui uno sforzo.

-maledizione- mormorò respirando con affanno. Attese, ci vollero diversi minuti, la crisi era più forte del normale.

Quando riuscì ad alzarsi, si sedette sul letto, passandosi una mano tra i capelli mantenendo lo sguardo basso. “Che devo fare..che devo fare?” domandava la sua mente con disperazione, mentre lui raccoglieva tutta la sua forza di volontà per farla tacere.

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Capitolo 27
*** ke brava sono, ho aggiornato di due cappy ***


Le mew mew colpirono il chimero all’uniscono, tant’è che l’alieno fu sconfitto di lì a poco.

-Evvai, ottimo lavoro ragazze!- esclamò Paddy con il sorriso sulle labbra.

-Ce l’abbiamo fatta anche senza Strawberry..avrò modo di punzecchiarla- disse ironicamente Mina con aria compiaciuta.

-Complimenti siete sempre più forti- Ghish comparve sopra di loro

-Invece di startene lì per aria, vieni qui e affrontaci- gli urlò la Mew gialla con tono di sfida.

Ghish parve non sentirla, i suoi occhi erano puntati su Pam. I due si fissarono per qualche istante, istanti nei quali Pam aveva avvertito una fitta d’angoscia al cuore.

-Non credere che ti risparmierò- disse l’alieno senza smettere di guardarla.

-Non lo credo- disse Pam freddamente

-Per ora potete pure divertirvi a fare le eroine..godetevela per il tempo che vi resta..-

-Che cosa vuoi dire?-

-Tks..non vi anticipo nulla. Le cose si scateneranno sotto i vostri occhi increduli, senza che voi abbiate il tempo di intervenire- così dicendo scomparve.

-Quel tipo, è sempre più odioso! Non trovi Pam?- Mina la guardò, ma la mew lupo aveva l’aria di non sentirla.

-Pam, qualcosa non va?-

-eh?..No, nulla. E ora andiamo-

-Perché ha detto “non ti risparmierò”?- domandò Lory ingenuamente.

La mew viola non rispose e prese ad incamminarsi, lasciando le altre indietro.

//////////////////////////////////////////////////

“Accidenti sono quasi le sette..a furia di gironzolare per negozi non mi sono nemmeno accorta del passare del tempo”

Mentre lo pensava, Strawberry guardava con orgoglio il pacchetto contenente il regalo per Ryan. Aveva rovistato ogni negozio del centro per trovarlo “quasi, quasi glielo porto ora…non posso aspettare le nove per vederlo^///^ . Taglierò per il parco”.

Si incamminò nel parco, a quell’ora solitamente non c’era più nessuno, e la luce del tramonto che illuminava la fontana era uno dei suoi spettacoli preferiti.

–Non è stato facile fargli un regalo..non volevo che fosse qualcosa di banale..spero proprio che gli piaccia- disse pensando ad alta voce, quando sentì qualcosa afferrarla per il braccio.

La ragazza si voltò di scatto, rimanendo completamente allibita

–M..Mark- sussurrò, trovandosi il ragazzo davanti, lui non disse nulla, limitandosi a fissarla con un’espressione indescrivibile “perché mi guarda in quel modo..” arretrò di un passo, non sapeva come comportarsi, da quando si erano lasciati aveva fatto di tutto per evitarlo, sperando in quel modo di farlo soffrire di meno.

La mano di Mark continuava a stringerle il braccio, lei tentò di sorridere cercando di nascondere quello stato d’ansia che la stava invadendo

 –Accipicchia, sono..sono contenta di vederti, ho saputo che hai vinto il campionato regionale di Kendo, non avevo dubbi che ce l’avresti fatta e..- non la lasciò finire, stringendola a sé, lasciandola completamente inebetita

–ma..Mark..-

-mi manchi Strawberry, mi manchi da morire..io non ce la faccio a stare senza di te, mi sento disperato..-

-ti prego Mark, lasciami-

-No io ti amo!E so che mi ami anche tu, è il nostro destino, siamo una realtà unica, ricordi me lo dicesti tu stessa, quel giorno, quando mi salvasti da quel chimero, piangendo hai gridato che non avresti potuto vivere senza di me..te lo ricordi?-

-s..si ma-

-Quello che provi per Shirogane, non è, non può essere reale..ti scongiuro, torna da me..altrimenti rischio di impazzire-

La ragazza sentiva il cuore batterle a mille, quella situazione l’angosciava, e Mark non accennava a lasciarla andare –io..io ti voglio bene Mark, te ne ho sempre voluto, ma non posso cambiare ciò che provo, se tornassi da te, mentirei a te e a me stessa..io amo Ryan,  e non..-

-Smettila!Stai mentendo!- la scrollò violentemente mentre i suoi occhi si  riempivano  di lacrime

–quel mostro ti ha ricattata, con la storia del progetto mew..è solo un moccioso bastardo e snob-

-lasciami!- ordinò Strawberry, dimenandosi –perché vuoi farmi del male Mark..?- gridò spaventata

–io non ti voglio fare male, voglio farti capire che stai sbagliando-

-..io amo Ryan. Lo amo, come devo fartelo capire!-

-..non puoi amarlo, perché ami me..in oltre comportandoti così, io non posso più diventare il cavaliere blu, non posso più proteggere ne te ne la terra..e la colpa è solamente tua-

-..non puoi essere così meschino da ricattarmi..- riuscì a liberarsi della stretta di Mark, ma il ragazzo la riafferrò velocemente.

Senza che lei riuscisse a rendersene conto, le labbra del moro erano ora appoggiate alle sue, la stava baciando, quel bacio che lei in passato aveva tanto desiderato e che ora invece odiava con tutta se stessa. Fece forza con le mani cercando disperatamente di allontanarlo, ma ottenne solo di essere stretta ancor di più, rimase immobile, con gli occhi spalancati che si stavano riempiendo di lacrime. Avvertiva il rumore dell’acqua della fontana farsi sempre più forte, il lieve vento sfiorare le chiome degli alberi e poi..un rumore che non riuscì ad identificare, sembrava qualcosa che si allontanava velocemente. Dentro di lei era caduto il più totale silenzio, si sentiva vuota. Mark si staccò da lei, rimanendo del tutto schioccato da quello sguardo vuoto e disperato che si ritrovò davanti

–Strawberry io..io..-

-vattene via- la sua voce era un sussurro strozzato

 –io..-

 -vattene!-  gridò lei, scoppiando in un pianto rabbioso. Mark esitò per qualche istante, prima di voltarsi, e correre via, con il cuore in frantumi.

***

Era rimasta seduta sul bordo della fontana, il cielo aveva assunto il color indaco, ma non riusciva a trasmetterle nessun tipo di calore, si sentiva ferita “come hai potuto..come hai potuto farmi una cosa simile? Proprio tu, la persona che stimavo tanto e al quale ho voluto bene”

(neanche ti avessi violentata ndMark) Si asciugò gli occhi, osservando poi il pacchetto che era finito per terra; se lo strinse al petto, chiudendo gli occhi. Aveva bisogno di Ryan, del suo calore, del suo amore, era tutto ciò che voleva, quello che era successo era un fatto che andava dimenticato, privo di importanza. Si alzò, iniziando a correre in direzione del caffè. Man mano che si avvicinava, avvertiva una strana agitazione mista a timore “devo dirgli quello che è successo..No, così farei il gioco di Mark. Ora tutto quello che voglio è abbracciarlo,dirgli che lo amo, lo griderei all’infinito”.

 Giunta davanti all’ingresso, fece un respiro, doveva essere il più normale possibile, spinse la maniglia entrando nel locale semibuio, non c’era traccia ne di Kyle ne delle ragazze.

Non vi fece molto caso, infilando velocemente le scale che portavano alla camera di Ryan, il cuore le batteva, e si sentiva arrossire, una cosa che le capitava spesso anche solo pensando al suo bel biondo.

Bussò “sarebbe anche capace di urlarmi dietro perché non ho bussato alla porta” ripensò a tutte le volte che era entrata in camera sua come una furia, trovandolo spesso con solo un asciugamano addosso e lo sguardo tra l’arrabbiato e l’imbarazzato. Sorrise aspettando che la voce di Ryan la invitasse ad entrare, ma non accadde. Bussò nuovamente, non ottenendo risposta “che sia uscito??” spinse la maniglia lentamente: la stanza era illuminata solo dagli ultimi raggi del sole, Ryan era fermo in piedi, con lo sguardo perso oltre il vetro della finestra, si metteva sempre li quando doveva pensare o qualcosa lo faceva soffrire.

Strawberry entrò, richiudendo la porta dietro di sé –allora ci sei!Cos’è volevi farmi bussare all’infinito antipaticone- disse la ragazza con un sorriso, non ricevendo però la minima attenzione.

 Sentì una strana ansia invaderla, perché non le rivolgeva la parola? “Possibile che sia così assorto dai suoi pensieri, da non sentirmi nemmeno?”. Lentamente si avvicinò al ragazzo,il cuore le martellava in petto, ma era certa di avere una sensazione sbagliata, Ryan doveva essere semplicemente perso nei suoi pensieri. Gli appoggiò una mano sulla spalla

–Ryan..-

 SCIAF

 Le aveva colpito la mano con la sua, facendola allontanare, e Strawberry era rimasta impietrita, la sua bocca si muoveva ad intermittenza, ma non riusciva a pronunciare nessun suono. Il biondo non aveva distolto lo sguardo dalla finestra –hai fatto presto- disse poi a labbra strette, lei rimase in silenzio qualche istante

–non..non direi..è tutto il giorno che vago per il centro..- tentò di riassumere una tonalità di voce tranquilla, la sua mente non pareva accettare ciò che era appena successo -..ho fatto un vero e proprio tour de force-

-ma alla fine ne è valsa la pena giusto?-

-..certo..guarda ho qui qualcosa che..-

-ed è stata una fortuna che Mark fosse nei paraggi per darti un po’ del suo ossigeno..altrimenti saresti stramazzata al suolo, povera gattina-

-co..cosa?- alla ragazza saltò il cuore in gola, mentre Ryan finalmente andava ad incontrare i suoi occhi, quei due specchi azzurri erano freddi come il ghiaccio e al contempo vividi di rabbia

-Se c’è una cosa che non tollerò è essere preso in giro..quindi togliti quell’aria da martire- Lui..lui l’aveva vista, aveva visto Mark baciarla. D’un tratto la ragazza si ricordò di quel rumore che aveva percepito al parco, come qualcuno che si allontanava velocemente, e quel qualcuno era Ryan. Il mondo sembrò crollarle addosso, si aggrappò al giovane che però la spinse subito via –non è come credi..-

-ah no?Lo hai baciato tanto per fare?-

-io non l’ho baciato..-

-sei così stupida da negare l’evidenza..vi ho visti..tu e quel damerino, finalmente hai avuto il bacio che tanto volevi no?Per lo meno ti sono servito come allenamento- disse colpendo la cornice sul comodino, con dentro la foto che avevano fatto insieme a Los Angeles.

 –Non dire così Ryan, tu non capisci, io…-

-capisco fin troppo bene..sono stato un idiota!Un dannato idiota..Ho creduto..ho creduto che qualcuno potesse amarmi..povero imbecille-

-No!Io ti amo davvero..è questa la sola verità, ti prego fammi spiegare..-

-Non ne voglio più sapere..e ora esci-

-come?- domandò disperata sperando di aver capito male

–ti ho detto di uscire, fuori da questa stanza, fuori dalla mia vita..-. le lacrime calde le solcavano il viso, si sentiva morire mentre avvertiva uno squarcio nero, dividerla dal suo Ryan. Scosse la testa, non voleva andarsene, doveva spiegargli ciò che era successo –Ryan..ti prego  ascoltami..-

-No, non voglio più ascoltarti, non voglio più la tua commiserazione..ti avevo chiesto di rifletterci, di farlo anche per me, di accertarti se realmente non provavi più niente per lui..e tu mi hai preso in giro, hai voluto vedere se ero vulnerabile?Bene lo sono, soddisfatta!E dimmi, mentre eri a letto con me, immaginavi di farlo con lui?O l’hai fatto per pietà nei miei riguardi?Il povero orfanello, reietto della società..-

-Smettila!io non amo Mark, non provo più niente per lui..sono innamorata di te, solo di te!-

-Vattene Strawberry, ti scongiuro esci da quella porta..io sono stanco, stanco di soffrire, di perdere ciò che amo..và via- Ryan aveva distolto lo sguardo, i capelli biondi gli coprivano gli occhi, mentre le sue mani erano serrate a pugno, ed avevano assunto un lieve tremore –devi farmi spiegare cosa è successo..- non la lasciò finire, Strawberry si sentì afferrare violentemente per un braccio e trascinare verso la porta, puntò i piedi, cercando di aggrapparsi al ragazzo “non mi mandare via Ryan, io ti amo..ti amo, non ti posso perdere” Con una spinta violenta, si sentì scaraventare sul muro del corridoio, mentre la porta si chiudeva. La ragazza si lanciò su essa, battendo i pugni, urlando e piangendo disperata –Fammi entrare..aprì Ryan..aprì!-. Rimase a battere sulla porta, finche le mani non le si riempirono di lividi, ma Ryan non aprì “finita..no, non può essere finita..è solo un momento, passerà..perché io..io lo amo” si lasciò scivolare sulla porta, coprendosi il viso con le mani, cercando di strozzare i singhiozzi, dall’altro lato Ryan era appoggiato alla stessa porta, gli occhi gli bruciavano, dentro si sentiva morire, aveva perso, l’unica cosa che importava nella sua vita

“Non posso Strawberry..non posso più…è meglio così”

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Capitolo 28
*** x ***


Strawberry era rannicchiata sul letto, le ginocchia al petto e le braccia strette attorno al cuscino.

-Tesoro..mangia qualcosa..- la incoraggiò sua madre, posando sul comodino un piattino di frutta.

-Ormai è una settimana che sei chiusa in casa..non riuscirò per molto a far credere a tuo padre che hai l’influenza..-

-Domani andrò a scuola- sussurrò la ragazza guardando nel vuoto.

-Vuoi che parliamo un po’?- chiese la donna carezzando i capelli rossi della figlia.

-no..- un altro sussurro –non me la sento di parlare, scusami-

-tenerti tutto dentro è peggio-

-Ora sto bene, davvero. Prometto che più tardi mangerò..ma adesso vorrei rimanere ancora un po’ sola-

-eh..e va bene- sua madre a malincuore lasciò la stanza, lanciando un’ultima occhiata a sua figlia che non aveva cambiato espressione.

“Fa male, fa tanto male Ryan. Mi sento così vuota, non ho più lacrime..e tutto questo è ingiusto..sì, è maledettamente ingiusto. Perché non hai voluto ascoltarmi? Perché?” si morse il labbro con rabbia e angoscia. Come avrebbe dovuto comportarsi? A scuola, con le altre? E al caffè? Non poteva più fingersi malata, era sciocco e non risolveva nulla.

 

Il giorno seguente si alzò di buon’ora, per evitare di vedere i suoi genitori e  dar loro spiegazioni. Camminò a passo lento fino a scuola, lo sguardo totalmente perso nel vuoto e la testa bassa.

Nel cortile si erano già radunati alcuni studenti. Certi ripassavano per qualche eventuale interrogazione, altri copiavano i compiti di matematica dal compagno più bravo, e altri ancora chiacchieravano in gruppo. Strawberry li osservò per un breve istante prima di dirigersi verso l’ingresso.

-Strawberry!- esclamò una voce che la fece sussultare

-Aya- sussurrò la rossa, voltandosi verso l’amica

-Finalmente sei tornata! Ma dove sei stata tutto questo tempo? Durante le vacanze non ti sei mai fatta sentire..-

-Hai ragione ma..ho avuto alcune cose da fare- mantenne lo sguardo basso

-Che aria abbattuta che hai, è forse successo qualcosa? Hai litigato con Mark?-

Strawberry scosse lentamente la testa –Io e Mark..-

-Strawberry, sei proprio tu!- Rika saltò fuori all’improvviso abbracciandola

-La stavo giusto rimproverando di non essersi più fatta sentire- Aya si rivolse alla nuova venuta

-Già, sei stata veramente cattiva! Piuttosto, come mai così mattiniera?!? Solitamente arrivi sempre in ritardo-

-Ma và, non è vero..a volte riesco anche ad arrivare in orario!- si sforzò di essere quella di sempre, ma con non poche difficoltà

-Vieni a vedere gli allenamenti della squadra di kendo con noi? A Mark farà sicuramente piacere-

-Sì, e poi dopo scuola potremmo andare al caffè mew mew..E’ da un sacco di tempo che non vedo Ryan- Aya arrossì vistosamente. Non si accorse che la rossa aveva nuovamente abbassato lo sguardo e faticava a trattenere le lacrime.

-Strawberry..ma che hai?- domandarono le due amiche all’uniscono

-Io..scusate. Non mi sento ancora bene..devo.devo andare a casa..- non lasciò loro il tempo di dire nulla. Corse via, non badando a chi urtava.

“Ryan…ti prego dimmi che è solo un brutto sogno” le lacrime le solcavano il viso. Corse sempre più velocemente, fino ad arrivare al Caffè mew mew. Con sua sorpresa trovò Mina sulla porta, insieme a Paddy –Strawberry! Oh meno male- la biondina le andò incontro –ma che ti era successo? Perché non hai mai risposto ai nostri messaggi?-

-Vi chiedo scusa, non sono stata bene-

-Hai gli occhi arrossati..-

-Un po’ di allergia.-

 

-Per fortuna ora sei qui- Mina le si avvicinò –Ryan ci ha chiamate tutte con urgenza. Mi è parso strano che non te l’avesse detto visto che state insieme..Eh, semplicemente sei arrivata in ritardo, come tuo solito-

-Coraggio entriamo, Pam e Lory sono già nel laboratorio-

Paddy prese la mano di Strawberry, e lei si lasciò condurre come una bambola morta fin dentro il locale. Il cuore le schizzò in gola, non appena varcarono la soglia del laboratorio

-Strawberry, meno male che ci sei anche tu- Lory le sorrise dolcemente, mentre Pam esprimeva la sua contentezza con un cenno del capo.

La mew gatto non le vide, il suo sguardo si puntò subito sul ragazzo davanti a loro. Stava appoggiato alla scrivania, le braccia conserte e gli occhi freddi come il ghiaccio. Strawberry strozzò un gemito e per poco non si sentì mancare.

-Bene, ora che ci siete tutte possiamo cominciare- il suo tono era totalmente incolore –Kyle mi ha telefonato poco fa, comunicandomi che la costruzione del satellite ha avuto successo. Entro breve ci sarà possibile individuare le zone favorevoli ai varchi temporali e intervenire prima che questi vengano attivati. Oltre tutto ciò ci consentirà di trovare la base aliena e attaccare direttamente i nostri nemici-

-Potrebbe essere una mossa rischiosa- intervenne Pam –credi che con i nostri attuali poteri saremo in grado di permetterci un attacco diretto?-

-Proprio per questo vi ho fatto venire qui- il ragazzo si allontanò dalla scrivania –sostituirò i vostri attuali medaglioni, con altri più potenti-

-Più potenti?- fece eco Lory

-Al loro interno vi è una sfera d’acqua cristallo, aggiunta ai poteri degli animali codice rosso vi permetterà di disporre di nuovi attacchi e di richiamare a voi nuove armi-

-Grandioso!- Paddy saltellò –E dove sono questi medaglioni?-

-Qui, sulla scrivania. Potete pure prenderli-

-Come faremo ad accertarci che funzionino realmente-

-Risolverò il tuo dubbio, Mina- Ryan puntò il dito sul monitor del computer –vedete, sta segnalando la presenza di chimeri nelle zone segnate dal punto rosso. Consideratelo un  allenamento, ragazze-

-Forza, che aspettiamo- Pam strinse il medaglione, poi seguita dalle altre corse fuori dal laboratorio. Soltanto Strawberry era rimasta immobile, con gli occhi puntati su Ryan

-Tieni- Ryan le lanciò il medaglione –il tuo è dotato anche di un particolare sensore collegato al satellite, che quindi ti permetterà di individuare i varchi dimensionali-

La ragazza fissò il medaglione, lacrime silenziose cominciavano a scenderle nuovamente dalle guance –Ryan..- sussurrò –Ryan, dobbiamo parlare..-

-Qualcosa della missione non ti è chiaro?- quegli occhi che lei amava tanto continuavano ad essere freddi come ghiaccio

-Parlare di noi..- il tono le uscì tremante

-Noi? Non c’è nessun noi-

-Non puoi dire sul serio- si avvicinò a lui. Ora poteva avvertirne il profumo, sentire il potere del suo sguardo –io e te, insieme per sempre. Lo ricordi vero?-

-ho imparato a mie spese che la parola “sempre” non esiste. Così come non esiste un noi! Solamente io e il mio progetto! E’ la cosa più importante, la cosa che ha priorità su tutto! Quindi ora raggiungi le altre-

Strawberry si aggrappò a lui e scoppiò in singhiozzi –io so che ora sei arrabbiato, è per questo che parli così! Non mi hai lasciato il tempo di spiegarti. Tra me e Mark non c’è nulla, quello che hai visto..-

-Non ha importanza- Ryan la interruppe –Sarebbe finita comunque-

lei sbarrò gli occhi incredula

-E’così, mi sono reso conto che non ti amo poi così tanto. Anzi, non ti amo proprio-

Strawberry sentì qualcosa rompersi dentro di lei, lacerarsi in un dolore terribile

-Ero semplicemente infatuato di te. Probabilmente la magia che la presenza di Anna creava fra noi, mi deve aver fatto annebbiare il cervello. Ho confuso i sentimenti. Mi spiace- distolse lo sguardo

 –dovresti tornare da Mark, lui ti ama realmente e sono certo che sarebbe disposto a ricominciare la vostra storia-

La ragazza lasciò cadere a terra il medaglione, l’aria le mancava –che..che stai dicendo..?-

-Hai capito benissimo, o sei talmente ottusa da non arrivarci? Mi sei stata vicina in un momento difficile ed io ho creduto di provare dei sentimenti che in realtà non c’erano. Prova a pensarci..io sono ricco e ho un’intelligenza superiore alla media, un moccioso qualsiasi nemmeno a quarant’anni avrebbe mai potuto sognarsi di creare quello che ho saputo creare io. Perciò ora dimmi..perchè mai uno come me dovrebbe stare con una banale ragazzina quale sei tu?!? Credi di essere speciale solo perché sei una mew mew? Considerando poi il fatto che lo sei diventata per errore..un puro caso..non vali che un po’ più di niente, Momomiya- la voce continuava ad essere gelida con una punta di sadico divertimento. Fissò la giovane, impietrita davanti a lui. i suoi gradi  occhi cioccolato erano lucidi e vacui..eppure le sue labbra erano piegate in un sorriso

-Non ti credo..quello che stai dicendo, sono solo bugie- si portò le mani al petto quasi a voler fermare i battiti dolorosi e violenti del proprio cuore –E’ vero, io non sono speciale, non sono ricca e non sono intelligente come te..- esitò strozzando un singhiozzo –ma ti amo e so che le emozioni che ho provato io, le hai provate anche tu! Le ho viste nei tuoi occhi, non so perché tenti di ucciderle, ma ci sono state e qualunque cosa tu possa dire o fare non cambieranno ciò che..-

-Io amo un’altra ragazza- la interruppe Ryan –crogiolati pure nelle tue illusioni, ma te lo ripeto Strawberry, per te io non provo più nulla-

-un..un’altra ragazza..?-

-Ti ho usata perché credevo di poterla dimenticare, ma non ci sono riuscito. Perciò il teatrino è finito! Speravo che la ricomparsa di Mark mi evitasse questo spiacevole contrattempo..in fin dei conti ti ha baciato, ti ha supplico di tornare da lui..se ci pensi bene è la cosa migliore. Non eri tu a dire che non avresti potuto vivere senza di lui?!-

Strawberry barcollò, le gambe le cedettero e si ritrovò inginocchiata a terra, il corpo scosso da un tremendo tremore –Non dici sul serio..no..non è vero! Mi stai mentendo! Perché?-

-Non sono mai stato più serio e sincero, il tempo di giocare a mamma e papà e finito! Abbiamo una missione da portare a termine..o per meglio dire..- Ryan raccolse il medaglione –la tua si conclude oggi. Voglio che tu abbandoni la squadra mew mew-

La ragazza alzò il volto e sbarrò gli occhi –Cosa?-

-Ho trovato chi potrà sostituirti. Ora che la battaglia si farà più difficile e che il destino del mondo è completamente nelle nostre mani, non ho certo bisogno di una mocciosa piagnucolona e imbranata. Sono arrivato alla conclusione che non ne saresti all’altezza, ti lasci trasportare troppo dai sentimenti. Quante volte per salvare Mark hai messo in pericolo le altre?!? Perciò ora vai a casa e conduci la normale vita da studentella. Con il tempo i geni del gatto si indeboliranno fino a scomparire e allora sarei un comune essere umano a tutti gli effetti-

-Io non lascerò mai le mie amiche!- si alzò contorcendo il viso in una smorfia di sofferenza

-Io sono una mew mew, ho combattuto e sacrificato tante cose per arrivare fin qui, non puoi chiedermi di abbandonarle..Non lo farò mai!-

-E invece lo farai! E’ un mio ordine!-

-Non me ne importa nulla! Io non vi lascerò mai soli! Arriverò fino in fondo a costo di mettere a repentaglio la vita!-

Ryan strinse più forte il medaglione –Ma perché ti ostini a non capire?! Saresti solo un peso! Se alle mew mew accadesse qualcosa, sarebbe causa tua!-

-Credi che potrei mai permettere che accadesse qualcosa alle mie più care amiche?!?-

-E come le aiuterai, di grazia? Maneggiando un bastone?-

Strawberry lo fissò, non capiva perché non riusciva a svegliarsi, era chiaro che fosse un incubo

Ryan giocherellò con il medaglione –Senza questo non puoi compiere la metamorfosi. Sei totalmente inutile-

-Perché mi fai questo?Mi stai uccidendo, lo sai?- gridò disperata, gettandosi su di lui per prendere il medaglione. Ryan la spinse a terra –Ciò che provi non mi riguarda. Io sto facendo ciò che ritengo giusto per il mio pianeta-

-E a noi, a noi non pensi?-

-Noi?- nuovamente Ryan fece un ghigno divertito –mi sembra di avertelo già detto, “Noi” non esiste. E ora fuori!-

-Ryan..-

-Fuori!-

Strawberry corse via, raccogliendo le ultime forze che le restavano . Si sentiva morta.

 

Ryan rimase fermo, in piedi nella stanza semibuia, lo sguardo a fissare la porta chiusa. Si sentiva morto.

-E’ quello che vuoi realmente?-

Si voltò nell’udire quella voce. Kyle stava a pochi metri da lui, i lunghi capelli incorniciavano un viso pallido e preoccupato. Per la prima volta vide gli occhi del suo protetto riempirsi di lacrime..Non vedeva Ryan piangere da quando c’era stato l’incendio. Da allora gli occhi del giovane Shirogane non avevano più trasmesso nessun tipo d’emozione. Ma ora il dolore era più che evidente all’interno di quei due profondi pozzi acqua marina.

-Kyle..- a stento respinse l’impulso di gettarsi tra le braccia dell’amico –Sono un debole..dio mio..se mio padre mi vedesse ora- si lasciò scappare una risatina isterica

-Quello che hai fatto..reputi realmente sia la cosa giusta?-

-Non avevo scelta, Kyle..se voglio proteggerla. Devo allontanarla da me e da tutto questo-

-Ho letto i file- annunciò Kyle con voce solenne

Ryan lo guardò inebetito, dopodichè abbassò lo sguardo –ora capisco-

-Perché me l’hai tenuto nascosto, Ryan?- Kyle si avvicinò al ragazzo, poggiandogli una mano sulla spalla. Ryan lo allontanò in malo modo

-Ti avevo detto di non leggerli! Ti avevo vietato di farlo! Mi hai disubbidito! Ti sei intromesso in cose che non ti riguardano! Non dovevi..non dovevi!- era fuori di sé dall’angoscia e dalla frustrazione

-Avevo bisogno di capire, Ryan!- il giovane alzò la voce – Per il bene che ti voglio, avevo bisogno di capire cosa ti stava accadendo..-

Il biondo si portò ambo le mani alla testa –Ora ti disgusto, non è così?!? Ora che sai la verità..-

Kyle sorrise amorevolmente –Perché mai dovresti disgustarmi, Ryan?-

-perché sono una menzogna..sono..- si lasciò scivolare lungo la parete –Dovevo farlo, Kyle. La amo troppo e se..se dovesse accaderle qualcosa io..Non avrei mai dovuto permettere che accadesse. Avrei dovuto tenere i sentimenti per me, lei era felice insieme a Mark..lui..-

-Ma lei ama te, Ryan! E tu la stai facendo soffrire terribilmente-

-Non conoscevo altro modo. Voglio che mi odi, che mi detesti!-

-No, non è questo ciò che vuoi, e lo sai-

-Lei non sa la verità, e in quei file non è riportata completamente-

-Vuoi dire..vuoi dire che c’è dell’altro?-

Il biondo annuì lentamente –Credevo di essermi sognato tutto..ma ora so che è vero. Vuoi sapere la verità Kyle? Tutta la verità?

I due ragazzi si guardarono per un lungo istante

-Tutta la verità, Ryan-

 

 Continua..

 

Come sempre sono commossa nel vedere che non avete dimenticato questa ff, che a dire il vero ero tentata di non continuare. Più che altro perché non ho più avuto tempo di scrivere, ma anche se non posso garantirvi veloci aggiornamenti, è un fatto certo che la porterò a compimento, anche perché non manca molto. Vi ringrazio tutte dal profondo del cuore, grazie davvero!

 

 

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Capitolo 29
*** .... ***


>-L’ho sempre sospettato- Kyle sorrise dolcemente e Ryan lo fissò sorpreso

-come?-

-Ho sempre saputo che sei speciale e qualunque cosa tu mi dirai non cambierà mai il bene che ti voglio-

Ryan scosse la testa – è tipico di una persona buona come te, Kyle, non capire la realtà..Mio padre e mia madre non mi hanno mai rivelato la complessità dell’esperimento..l’ho scoperto da solo, casualmente..- sospirò – immagino che fu allora che capii perché ero predestinato a portare a termine il progetto di papà-

-Esperimento?-

I due si fissarono –Non hai detto di aver letto i file ?!? Quindi dovresti sapere di cosa parlo..-

-Ecco- Kyle esitò –c’era la spiegazione del funzionamento della capsule k5..-

-Vasche simili a provette giganti, alimentate da una particolare fonte d’energia- continuò Ryan

-L’acqua cristallo-

-Esattamente. Dopo la mia nascita..-

-Sei rimasto in una di quelle capsule per due anni. Tuo padre nel file, spiega che eri nato con una grave malformazione al cuore e che i poteri curativi dell’acqua mew erano l’unico sistema per salvarti..Fu per questo che ti tenne due anni in quel laboratorio…E’ per questo che ti reputi una sorta d’esperimento? Gli attacchi di dolore che hai di solito, sono forse inerenti a quella malattia? Sta tornando, Ryan?-

Il biondo si lasciò sfuggire una risatina isterica –Magari fosse così-

-che vuoi dire?-

-Che quello che hai letto in quei file, è la spiegazione che mio padre diede ai suoi colleghi per spiegare la permanenza di un neonato in una vasca di liquido sconosciuto..la verità è ben diversa-

Gli occhi di Ryan fissarono il vuoto –Ti sei mai chiesto, Kyle, perché un ragazzino di dieci anni sviluppa un’intelligenza tale da essere addirittura in grado di codificare progetti scientifici, come se si trattasse di elementari equazioni matematiche? Ti sei mai chiesto come ho potuto modificare il codice genetico di cinque ragazze facendo combaciare il loro dna con quello di animali estinti?-

-Cosa..cosa stai cercando di dirmi, Ryan?-

-Essere un genio, l’enigma di un’anomalia del cervello..dicevano gli scienziati..ma questo non riguarda il mio caso-

 

-Ribbon lettuce rush!-

-Pudding ring inferno!-

-Il nostro attacco combinato ha funzionato, Lory-  Paddy saltellò mentre il chimero si dissolveva nell’aria.

-Ryan aveva ragione, grazie all’acqua cristallo i nostri poteri sono aumentati incredibilmente-

-Siamo riuscite a distruggere tutti i chimeri in pochissimo tempo- affermò Mina con soddisfazione

-Ma..dov’è Strawberry?- Lory si guardò intorno, accorgendosi solo in quel momento che l’amica mancava all’appello

-Sarà rimasta al laboratorio a sbaciucchiarsi con Ryan- esclamò Paddy con un sorriso

-Uff..prima per Mark, ora per Ryan..fatto sta che quella scema è sempre in ritardo-

-Eddai Mina, non essere così severa-

-Sei tu che sei troppo buona, Lory. Io dico solo la verità-

-Ma tu guarda quanti bei confettini- al suono di quella voce le quattro ragazze volsero all’uniscono gli occhi verso l’alto

-Ghish, Pai..- mormorò Lory

-Thart…che sei venuto a fare qui?-

-zitta scimmietta-

-Come osi, moccioso!-

 

-Vedo che avete sconfitto tutti i nostri chimeri, ma che brave- Ghish le squadrò, soffermando lo sguardo su Pam per qualche istante

-Ma il momento dei giochi è finito, signorine. Adesso si comincia a fare sul serio-

-Credete forse di farci paura?!?- ringhiò Mina –Ribbon mint echo!-

l’attacco della mew blu andò a vuoto –Bel tentativo, lascia che contraccambi..tieni!-

Una raffica di vento investì la ragazza che fu scaraventata a terra

-Mina!..Me la pagherete..Ribbon Zakuro pure!-

-Spiacente lupacchiotta, ma hai sbagliato mira-

-Dannazione, sono molto più forti del solito- esclamò Paddy soccorrendo Mina

-E non avete ancora visto niente..abbiamo un chimero molto speciale per voi- Pai fece comparire una creatura, avvolta dalle fiamme. Aveva la coda simile a quella di un drago, il volto d’arpia e ali che ricordavano quelle dei pipistrelli.

-Vediamo cosa riuscite a fare..- Pai rise e nello stesso istante qualcosa si aprì alle sue spalle

-Un varco dimensionale? Pai che stai facendo?-

-Eseguo semplicemente gli ordini di Profondo blu, cosa che dovresti fare anche tu, Ghish-

-Ma in questo modo c’è il rischio che ogni cosa venga distrutta..resterà il nulla simile a quello dove vive ora la nostra gente, non ci hai pensato?-

-Io mi fido di Profondo blu, e se ti metterai di mezzo Ghish, sarò costretto a eliminare anche te! E ora vai chimero, attacca!-

-Ragazze, presto attacchiamolo contemporaneamente- suggerì Pam

-Non ha funzionato! Dove diavolo è Strawberry?Non capisce che abbiamo bisogno di lei..e..Strawberry?-

Le quattro ragazze la videro camminare nella loro direzione

-Eccoti finalmente- Lory le sorrise –ora possiamo batterlo-

La rossa non disse nulla, continuò a camminare, i suoi occhi erano totalmente vuoti

-Strawberry..che diavolo fai, perché non ti trasformi?-

 

“ho trovato qualcuno che potrà sostituirti”

 

-Strawberry!-

 

“non me ne faccio nulla di una ragazzina piagnucolona ed emotiva”

 

-la metamorfosi, svelta!-

 

“se dovesse accadere qualcosa alle altre la responsabilità sarebbe soltanto tua, perciò vattene a casa!”

 

-ma cosa ti sta succedendo?-

 

“Noi? Non c’è mai stato un noi..io non ti amo più”

 

-Strawberry attenta!-

 

il colpo la fece sobbalzare. Il suo corpo fu scaraventato contro un albero. Ma dalla bocca della ragazza non uscì nessun gemito.

 

-Strawberry..- le quattro ragazze le corsero incontro, Mina le sollevò il capo, notando che una scia scarlatta colorava la guancia della ragazza.

-Brutta stupida- la mew blu scoppiò in lacrime –perché non hai compiuto la metamorfosi?.-

 

“credi di essere speciale solo perché sei una mew mew?”

 

-No, io non sono speciale..ma non abbandonerò mai le mie amiche- mormorò con un sorriso

-Guardate ragazze, Strawberry non ha il medaglione-

-Paddy ha ragione. Perché non hai al collo il medaglione, Strawberry?-

-Non è possibile che Ryan non te l’abbia dato..-

 

“Mi sei stata vicina in un momento difficile ed io ho frainteso i miei sentimenti credendo di amarti, Mi spiace”

 

-Uff, mi sono stufato di questa scenetta..-

-Pai, fermati..Strawberry è già ferita, non lo vedi?!?- Ghish cercò di fermarlo

-Metti da parte i tuoi schiocchi sentimenti! E’ l’occasione giusta per sbarazzarci di quelle cinque mocciose..Elettro siluro-

L’attacco dell’alieno fu alimentato da quello del chimero. Le cinque ragazze finirono a terra. Nuovamente Strawberry avvertì il proprio corpo venir sbalzato in aria, ma sta volta qualcosa l’afferrò saldamente, impedendogli di cadere.

La rossa aprì lentamente gli occhi, la vista le era annebbiata

-Strawberry, Strawberry mi senti?- domandava una voce preoccupata e così distante che lei non riusciva a distinguerla. Si sentì stringere forte, dopodiché una mano fredda le accarezzò il viso. Vide due grandi occhi azzurri fissarla con preoccupazione. Il cuore le batté forte mentre con ambo le mani sfiorava quel viso famigliare.

“Ryan” riuscì  a sorridere, mentre ciò che vedeva diventava più nitido

-Strawberry sono io..sono Mark. Ti prego dì qualcosa-

 

Kyle si lasciò cadere sulla sedia. Fissava il suo fratellino con incredulità. Ryan teneva la testa bassa, e il suo sguardo era puntato nel vuoto

-Mi..mi spiace di non avertelo mai detto Kyle, ma nel profondo avevo la speranza di essermi sognato tutto. Stare con Anna e Strawberry mi aveva illuso che..oh quanto sono stato stupido e irresponsabile- udì un movimento, poi si sentì cingere forte. Kyle lo stava abbracciando. Rayn si abbandonò contro il petto dell’amico, come aveva fatto tante volte da bambino

-Avresti dovuto dirmelo, hai tenuto per te un segreto così grande e quello che mi fa rabbia è il fatto che così facendo hai sofferto in solitudine..sei come un fratello per me. Lo sai che darei la mia vita se tu me lo chiedessi-

-Ti sei già sacrificato abbastanza per me, Kyle. Hai messo da parte la tua ragazza, la tua vita per badare a me..sono io quello che dovrebbe dare la vita per te-

-Ryan..te lo ripeto, non cambia nulla, anche ora che so la verità, niente cambierà fra noi e le mew mew-

-Non può non cambiare! Ti rendi conto poi che a causa mia un’altra persona sta..- si bloccò di colpo e fissò il computer –Una concentrazione d’energia negativa! Hanno aperto un varco dimensionale-

Kyle raggiunse il computer –Non è possibile, perché il satellite non l’ha individuato in anticipo? Il medaglione di Strawberry avrebbe dovuto..- il giovane dai lunghi capelli si voltò di scatto

-Ryan..lei..lei non ha il medaglione, non è vero?!?-

Il biondo impallidì –Le avevo detto di andare a casa..non sarà..No, non puoi averlo fatto, Strawberry!- balzò in piedi e per un istante ebbe la percezione del vuoto, era freddo e profondo

-Si sta risvegliando..- mormorò

-cosa?-

-Lui si sta risvegliando..- corse verso la porta –Strawberry..devo salvare Strawberry-

-No! Mark sarà già laggiù, ne sono certo. Non devi..-

-Io devo andare Kyle! E’ venuto il momento che mi prenda le mie responsabilità e faccia ciò che è giusto-

Lo so, ancora non ho svelato il segreto di Ryan, diciamo che lo rimando al prox cappy (sono contenta che Lukia sia tornato!!) Come sempre vi ringrazio TANTISSSSSSSSSIMO per tutte le vostre recensioni e il vostro sostegno. Grazie davvero a ciascuno di voi!!

owari

 

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Capitolo 30
*** .. ***


-Io la proteggerò, mi avete capito!- il cavaliere blu sguainò la spada pronto a combattere contro i tre alieni.

-Nemmeno noi ci arrenderemo. Le mew mew combatteranno fino alla fine- aggiunse Mina lanciando uno sguardo di sfida indirizzato a Pai.

-Come vi pare- l’alieno scrollò le spalle –tanto tra poco il nostro signore ritornerà e la vostra razza di assassini inquinatori verrà estinta e il nostro popolo potrà finalmente tornare al suo pianeta d’origine-

-Il vostro signore?-Pam li guardò con aria interrogativa

-Esatto! Per voi, non c’è più speranza. Intanto ecco qui un omaggio d’addio..Elettro siluro-

Le quattro ragazze riuscirono a schivarlo

-Stai diventando monotono. Puddy ring inferno!-

-coraggio chimero, attaccale!- ordinò Thart all’enorme creatura dalle sembianze mitologiche.

-fiocco d’acqu…ahhhh-  Lory fu colpita dal chimero

-Oh no, Lory! Adesso vedrai: fiocco d’energia-

-Inutile- il chimero respinse l’attacco senza difficoltà

-Quel mostro è fortissimo, anche se l’acqua mew aumenta i nostri poteri non  riusciamo a procurargli nemmeno un graffio-

 

“Perché le mie amiche stanno combattendo ed io sono qui, immobile a guardarle rischiare la vita? Non è giusto, anch’io sono una mew mew, anch’io devo difendere il mio pianeta. Non posso abbandonarle” Strawberry fece per alzarsi. Si mosse incerta, traballando sul terreno erboso.

-Strawberry che fai?- Mina si accorse dell’imprudenza della sua amica –non puoi combattere, non hai i poteri, non fare la sciocca!-

La rossa sembrò non sentirla ed avanzò verso il chimero

-Strawberry, no!- Mark si precipitò verso di lei, proteggendola con la propria spada. L’abbracciò, tenendola a sé appoggiando la guancia sui suoi capelli setosi. –Non devi rischiare la vita, io non te lo permetterò. Voglio proteggerti, non permetterò mai che ti accada qualcosa. Ti amo, e questo lo sai. Io esisto solo grazie a te-

Lei sbarrò gli occhi, quel tenero e dolce abbraccio le scaldava il cuore e al contempo la feriva profondamente – …Mark..-

-Può essere tutto come prima se tu vuoi, quando tutto questo sarà finito io non ti abbandonerò mai, sarò al tuo fianco per sempre, mi capisci?-

 

“Dovresti tornare con Mark, lui ti ama veramente”

 

Le guance della rossa s’irrigarono nuovamente di lacrime –Mark..io..io..-

-Basta con queste scenette sdolcinate!- Ghish si gettò con furiosa gelosia verso il cavaliere blu, il quale allontanò Strawberry per metterla al riparo.

-Strawberry è mia, mi hai capito, solamente mia!- l’alieno attaccava animato da una dolorosa energia.

-Ghish piantala!- lo rimproverò Pai, ma l’altro non sembrò sentirlo

-Dannazione, e tutto per colpa di quella mocciosa- lanciò un’occhiata irosa verso Strawberry, che stordita stava con la schiena appoggiata al tronco d’un albero e a mala pena si reggeva in piedi

-Attaccala chimero! Fa in modo che di lei non rimanga nulla-

Il mostro si lanciò a capofitto verso la sua preda, gli artigli affilati erano pronti per colpire

Ghish sembrò accorgersene –co..cosa..? Strawberry allontanati presto!-

La ragazza fissò la creatura che si avvicinava, la forza l’aveva totalmente abbandonata, non riusciva a muoversi. Socchiuse gli occhi e strinse forte l’acqua mew che portava al collo “ti amo, Ryan”.

Sentì il proprio corpo venire afferrato con forza, rotolare per terra, avvolto in qualcosa di familiare, il cuore cominciò a batterle più forte. Era fra le braccia di Ryan, possibile? Era uno scherzo, un crudele scherzo della morte? Sbatté le palpebre e riconobbe quel viso cinico e altezzoso, quegli occhi freddi che la fissavano con severità.

-Razza di stupida!- la rimproverò la voce che lei tanto amava

-Sei una maledetta stupida! Cosa credevi di fare?!? Non ti avevo detto di startene a casa!- la scosse violentemente –Perché? Perché non hai fatto come ti avevo detto?-

-Perché..io voglio combattere, voglio proteggere ciò che amo- le sue labbra si piegarono in un dolce sorriso –e poi te l’ho promesso, ricordi? Ti avevo detto che avresti sempre potuto contare su di me. Anche ora..sì anche ora che non mi ami più, io non smetterò mai di volerti proteggere-

Ryan rimase spiazzato, a stento represse l’impulso di abbracciarla forte e dirle la verità. Ma presto lei l’avrebbe scoperta, ne era certo.

-mpf..avrei dovuto saperlo, hai la testa dura come il marmo- sorrise ironico e le strinse la mano. Strawberry avvertì qualcosa di freddo nel proprio palmo. Aprì la mano e fissò con stupore il suo medaglione. Se lo portò al petto sforzandosi di sorridere nuovamente –Grazie, Ryan- riuscì ad alzarsi in piedi –Mewberry metamorfosi-

-Guardate, Strawberry ha finalmente compiuto la metamorfosi!- esclamò Paddy con un largo sorriso

-Ora che la squadra mew è al completo vi sarà data una bella lezione!- Mina lo disse con convinzione, scatenando un’espressione ironica sul volto di Pai

-Angeli protettori della terra custodi, meow- (-__- ‘)

-Atteggiatevi pure a paladine del mondo fin che vi è possibile- Pai scrollò le spalle, portandosi dinnanzi al cavaliere blu –Tu sai che il momento, finalmente sei tornato per guidare alla salvezza la nostra gente- si inginocchiò davanti a lui, facendolo rimanere sconcertato

-Che..che stai dicendo? Io non ho nulla a che fare con voi..-

“Tu sai che non è vero, mi appartieni”

Mark lasciò cadere la spada, portandosi ambo le mani alla testa –di chi è..di chi è questa voce?-

“Ormai è giunto il momento, non puoi sottrarti a me”

-Basta, fatela tacere, fatela tacere!- gridò il ragazzo avvolto da una luce violastra, simile ad una forte scarica elettrica.

-Ma..Mark, cosa ti sta accadendo?- Strawberry tentò di avvicinarsi ma lui la guardò malamente –và via! Scappa..scappa fin che..ah- il ragazzo prese ad urlare –Io devo proteggerla..non posso..non posso cedere-

-Mark!- Strawberry corse nuovamente verso di lei, quando udì un tonfo alle proprie spalle. Si voltò di scatto, sgranando gli occhi quasi scioccata.

Ryan era inginocchiato a terra, la mano premuta sul petto, il respiro affannoso, il viso pallido e provato. Ad ogni urlo di Mark, il biondo sembrava soffrire maggiormente. Stringeva agli occhi per resistere a qualcosa di misterioso.

-Ryan, che sta succedendo a Ryan?- Lory si fece cadaverica dalla preoccupazione

-un altro attacco?!?- mormorò Pam ripensando a quanto era successo in America

Il ragazzo, comprendendo la preoccupazione generale, fissò Strawberry riuscendo a sorridere

-mi dispiace tanto- disse tra gli ansiti –ma ti prometto che lo salverò-

La mew gatto scosse la testa senza capire, precipitandosi verso di lui –Cosa ti succede? Rispondimi ti prego!- cercò di sostenerlo, ma il ragazzo si scostò

-Strawberry, la tua acqua mew..-

-come?-

-l’acqua mew che ti ho dato, ho bisogno che tu me la dia per un po’, ti prometto che poi ti verrà restituita-

La ragazza senza capire, annuì, mettendo al collo del biondo il ciondolo contenente l’acqua cristallo

-Andrà tutto bene, vedrai- la rassicurò

-io non capisco, non riesco a capire cosa sta succedendo- Strawberry lo disse con voce strozzata, mentre fissava il volto pallido di Ryan

-Smettila, lasciami in pace!- Mark gridò nuovamente, dimenandosi in quell’aura viola che pareva soffocarlo.

Ryan riuscì a rialzarsi, stringendo forte nel proprio pungo l’acqua cristallo. A passi incerti si diresse verso Mark.

-Cosa credi di fare, umano?- Pai sembrò intenzionato a bloccargli la strada, ma qualcosa glielo impedì. Ghish lo stava trattenendo con forza.

-Razza di stupido cosa fai? Lasciami andare!-

-Perché hai forse paura di un essere umano?- lo beffeggiò Ghish con un sorrisetto

-Non sappiamo cosa abbia in mente, potrebbe combinare qualcosa- rispose Pai prontamente

-Spiacente, ma non ho intenzione di lasciarti andare. Resterai qui a guardare insieme a me-

-Guardare cosa?- Pai si fece pallido

-La prova che avevo ragione- affermò l’altro alieno con serietà

 

-aaah..và via!-

“non puoi sottrarti al tuo destino”

-smettila! Io non so chi tu sia- Mark scosse il capo come avesse avuto la testa piena d’acqua

“lo sai molto bene, io sono te”

Il cavaliere blu cadde in ginocchio, e fu a quel punto che Ryan riuscì a raggiungerlo, portandosi proprio davanti a lui.

-Mark, stringi la mia mano- disse il biondo allungano la mano verso l’altro

-Non..non ci riesco-

-Sì che ci riesci, devi farlo-

Il cavaliere tentò di sporsi verso il biondo, ma l’aura viola glielo impedì con una potente scarica elettrica. Accanto al corpo del giovane si materializzò un’ombra scura dai profondi occhi color ghiaccio.

-Intendi ostacolarmi?- l’ombra parlò rivolgendosi a Ryan

-Lascialo andare, lui non c’entra nulla con i tuoi piani- la voce di Ryan era fredda e carica di disprezzo

-E tu cosa ne sai umano? Sei solo una parte della spazzatura che ha intaccato il nostro mondo..Ora mi riprenderò ciò che mi spetta-

-Non sei cambiato per niente, mascheri la tua sete di potere spacciandola per una giusta causa-

Gli occhi di ghiaccio furono percorsi da una strana luce, dopodichè l’ombra rise

-Tu guarda..che sorpresa. Così sei tu che hai creato le mew mew, vero? Degno di te, anche da umano sei un insetto fastidioso. Tuttavia il tuo progetto non ha fatto altro che accelerare il mio risveglio-

-Cosa?-

-Hai capito benissimo, per questo ti ringrazio. E ora se non ti spiace, avrei un po’ da fare, perciò di addio-

-aaah- Mark gridò nuovamente, la sua energia era assorbita da quella strana ombra, mentre in lui cresceva una sorta d’odio che non faceva altro che congiungerlo maggiormente alla sinistra figura

-Mark, presto prendi la mia mano-

-…….-

-Mark! Fa come ti ho detto!- gridò Ryan, allungandosi maggiormente verso l’altro ragazzo

-No! Sarò io a proteggerla non tu!-

-Finiscila di fare l’idiota!-

-Straw..Strawberry..- mormorò Mark con gli occhi che gli si velavano

Ryan lo guardò con comprensione, ignorò la scarica elettrica riuscendo a toccare Mark –Sì tu la proteggerai, ti prenderai cura di lei, questo me lo devi promettere- disse Ryan con un sorriso di rassegnazione e una voce malinconica. Ora lascia che riprenda il fardello che è ingiustamente caduto sulle tue spalle-

-Ryan- udì gridare il suo nome, mentre la scarica diventava sempre più insopportabile. Riuscì a voltarsi, andando ad incontrare gli occhi di Kyle

-Non farlo!- lo supplicò l’amico, ricevendo un sorriso rassicurante in cambio

“Tu sai che devo farlo, Kyle”

Il brunetto sembrò rassegnarsi, sta volta non poteva proteggere il suo fratellino.

 

-Adesso basta, mi hai stancato- un raggio rosso proveniente dell’ombra che, istante dopo istante acquistava sempre più fisionomia, fu scagliato verso Ryan. Il colpo non andò a segno poiché il giovane fu avvolto da una luce azzurra e abbagliante.

-Che succede?- gridò Mina coprendosi gli occhi, imitata anche dalle altre mew. Soltanto Strawberry riuscì a mantenere lo sguardo verso il fascio celeste “Ryan..”

-Kyle, Kyle che succede, dov’è Ryan?- fu Lory che con agitazione pose la domanda. Kyle abbassò lo sguardo –Lui deve portare a termine la sua missione- disse, ritornando con la mente a qualche ora prima, quando erano rimasti soli nel laboratorio

 

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Capitolo 31
*** ... ***


Flash back

 

-Ti sei mai chiesto perché..- Ryan aveva esitato –Mark mi somiglia tanto quando assume le sembianze del cavaliere blu?- i suoi occhi azzurri si erano posati su Kyle e attendevano risposta

-Ho notato la somiglianza ma..l’avevo considerata una pura casualità..Non è così? Cosa stai cercando di dirmi, Ryan?-

-Siediti- il biondo gli aveva indicato la sedia, e Kyle con aria meditabonda si era seduto senza nemmeno accorgersene

-Diciasette anni fa, durante uno scavo nel sud est della California, non furono rinvenute soltanto strane ossa che risalivano a prima del periodo giurassico, no, mio padre trovò anche qualcos’altro- deglutì cercando di controllare un lieve tremore delle mani

-cosa..cosa trovò tuo padre?-

-Un involucro simile a un rombo di cristallo sconosciuto, al suo interno vi era custodito un embrione. Era immerso in uno strano liquido che mio padre ribattezzò acqua cristallo. La scoperta certo era sbalorditiva, ma mio padre non la rese pubblica. Tenne per sé l’involucro e cominciò a studiarlo. Mise al corrente soltanto  mia madre di quella scoperta. E fu allora che ebbe luogo un esperimento rischioso, probabilmente assurdo..sinceramente non credevo che mio padre avrebbe mai..-

-cosa?- Kyle si sentiva col  fiato sospeso

-l’embrione fu..fu trapiantato in mia madre…Sai cosa vuol dire questo, non è vero?-

-Non..non è possibile-

-E invece è così. Portò avanti la gravidanza senza nessuna  complicazione. Per ordine genetico, quando nacqui avevo le sembianze di un comune essere umano. Tuttavia ero privo di energia, e sarei certamente morto. Mio padre fece costruire la capsula contenente l’acqua cristallo presa nel rombo e altra che aveva rinvenuto nel Colorado. Passai un paio d’anni privo di sensi in quella vasca. Naturalmente i colleghi di mio padre cominciarono a porre domande, per questo lui scrisse i file che tu hai letto…per depistare gli altri scienziati sul domandarsi chi fossi io…- sospirò lentamente, dopodichè assunse il suo solito sguardo freddo

-Nonostante ciò, quando uscii dalla capsula, mio padre non fece nessun tipo di studio su di me, mi amò come un qualunque padre dovrebbe amare il proprio figlio, e lo stesso fece mia madre..Quando compii sei anni avevo già sviluppato un’intelligenza superiore alla media, mi interessavo alla scienza nel desiderio di poter diventare come papà..Un pomeriggio mentre entravo nel suo laboratorio, trovai i suoi appunti sugli uma , seppi modificarli cominciando già a tracciare i punti di quello che sarebbe stato il futuro progetto mew. Fu allora che trovai una documentazione che spiegava il ritrovamento dell’embrione, l’esperimento su mia madre, la mia nascita e la mia permanenza all’interno dell’acqua cristallo..Fu scioccante..- la bocca di Ryan si contorse in una smorfia dolorosa – Io discendevo da una razza che credevo estinta. Ero un essere indefinito. In quel momento compresi il perché della mia intelligenza, il perché di quelli strani sogni…-

-Sogni? Quali sogni? Perché non me ne parlasti?-

Alzò le spalle –sostanzialmente perché non ci volevo credere..Sognavo quelli che ora chiamo alieni. Una civiltà fiorente che abitava questo pianeta prima del disastro che li costrinse a fuggire..sognavo volti e qualcuno che mi somigliava..Poco per volta tornarono i ricordi. Offuscati nella mia mente. Per salvarmi la vita fui ridotto allo stato embrionale e lasciato in quel rombo di cristallo che sopravisse ai millenni fino al ritrovamento..- il tono di voce si era abbassato –Capisci, Kyle? Ero un bambino al quale veniva sbattuta in faccia una verità assurda. Da allora iniziai ad isolarmi dagli altri ragazzini, perché mi reputavo diverso..chissà magari anche superiore. Non parlai ai miei genitori di ciò che sapevo, avevo troppa paura di perderli. In fin dei conti ero sempre il loro figlio e li avrei resi fieri di me! Poi scoppiò l’incendio, il chimero e…- strinse i pugni –la morte delle sole persone che amavo-

-Ryan..-

-Ti chiederai cosa c’entra tutto questo con Mark, non è vero?-

Kyle riuscì soltanto ad annuire

-Ricordi quando il chimero uscì dalle fiamme? Mi fissò e io mi sentii sempre più debole e per qualche istante persi i sensi. Aveva risucchiato tutto il mio potere alieno, privandomi dei ricordi inerenti al mio lontano passato. Tutto questo fino alla comparsa del cavaliere blu..da quando è apparso all’improvviso, ho cominciato ad accusare dei forti dolori e una privazione di energia fisica..ma la sua apparizione mi ha anche consentito di ricordare. In qualche modo io e Mark siamo collegati. Per qualche ignoto motivo il chimero che quel giorno uscì dalle fiamme, trasferì i miei poteri nel corpo di un normale essere umano: Mark. La sua rabbia e il suo desiderio di proteggere Strawberry risvegliano i poteri facendogli assumere quell’aspetto..il mio aspetto originale-

Kyle lo fissava sbalordito, quasi senza fiato –Ma perché quando Mark diventa il cavaliere blu, tu stai male, Ryan?-

-Per arrivare al massimo d’energia deve attingere dalla fonte primaria, cioè me. Il mio fisico umano però fatica a resistere a questa privazione..-

-Ca..capisco..-

-Mi spiace di non avertelo detto Kyle, avrei tanto voluto ma…-

-Non importa- Kyle si era alzato per abbracciarlo –non cambia nulla, io ti voglio bene, tanto bene-

 

******

Quando il fascio celeste divenne più tenue, era possibile intravedere Ryan che teneva in braccio il corpo privo di sensi di Mark.

-Mark, Ryan- gridò Strawberry cercando di raggiungerli. Intanto anche l’ombra si manifestava nel suo vero aspetto. Lunghi capelli corvini contornavano un viso gelido, dagli occhi vuoti e glaciali.

-Ma..ma quello chi è?- domandò Paddy praticamente paralizzata.

-Lui è profondo blu, il nostro signore- rispose Pai ho un sorriso maligno

-Profondo cosa?- fece eco la biondina sta volta rivolta a Thart che teneva lo sguardo basso

-Ryan presto allontanati da lì!- gridò Lory, ma parve che il biondo non la sentisse.

L’essere chiamato Profondo Blu sorrise, un ghigno malefico tutto rivolto all’umano che lo fronteggiava

-Hai salvato la sua anima, ma io ho assorbito la sua energia..-

Ryan abbassò gli occhi, guardando il viso di Mark. Dopodichè si voltò verso Kyle e Strawberry

-Portatelo via da qui- disse, mentre Kyle afferrava Mark

-Che..che cosa è successo? Ryan che vuoi fare?- Strawberry corse verso di lui –Non puoi combatterlo, devi fuggire..-

Lui non disse nulla, si limitò a guardarla accarezzandole una guancia “ti proteggerò, Strawberry

L’allontanò a lui, quasi in modo brusco –Mettevi al riparo- disse, iniziando a tracciare una sorta di mezza luna con le braccia. L’acqua cristallo che gli pendeva al collo prese a brillare di una luce calda

-cosa crede di fare?- Pai cercò di fermarlo, ma nuovamente fu trattenuto da Ghish

-Perché Ghish? Sei un maledetto traditore!-

-Affatto! Sei tu che non vuoi capire..-

-Lasciami o ti ucciderò!-

-Sta zitto e guarda-

 

Il corpo di Ryan era totalmente avvolto di quella luce

-Ryan!- nuovamente Strawberry andò verso di lui, ma quando la luce scomparve, s’immobilizzò di colpo. Davanti a lei c’era, il cavaliere blu. I lunghi capelli gli scendevano lungo la schiena, luminosi come i raggi del sole. L’abito verde e bianco aveva un ché di principesco,  in mano teneva una spada simile ad una sciabola.

Le mew mew lo guardarono incredule, e lo stesso fecero gli altri tre alieni

-Io..io non riesco a capire, lui..lui è uno di noi- sussurrò Pai incredulo

Ghish sbalordito sorrise –avevo ragione, avevo ragione-

-Non può essere lui! E’ morto migliaia di anni fa!-

-Come Profondo Blu anche lui deve aver dormito per tutto questo tempo nel corpo di quell’umano, fino a risvegliarsi. Il nostro principe è tornato-

Profondo Blu lo fissava imperterrito –Tks, mi fai ridere. L’esser tornato al tuo aspetto originario non ti servirà a niente. Ho assorbito tutta l’energia di Mark e di conseguenza anche la tua. Sapevo che prima o poi saresti tornato, ho atteso questo giorno per farti pagare ciò che mi facesti-

-Ti impedirò di distruggere questo pianeta-

-Questo pianeta appartiene a noi! La razza umana lo ha distrutto ed io distruggerò essa, per far tornare qui il nostro popolo-

-A te non importa nulla del popolo, così come non te ne importava allora! Mascheri la tua sete di potere spacciandola per una giusta causa-

-Taci- Profondo blu alzò la spada, colpendo il terreno davanti a lui. Di lì a poco si scatenò una sorta di terremoto che squarciò il terreno

-Fiocco d’acqu…ah- Lory fu colpita e sbattuta contro le mura di un tempio

-Fiocco immobilizza-

-Stai attenta Paddy!- Thart corse in suo aiuto, venendo colpito da un fascio rosso al suo posto

-Oh no, Thart- la ragazzina corse verso l’alieno mortalmente ferito –Thart, Thart rispondimi-

Il piccolo alieno riuscì ad aprire gli occhi

-Sciocco d’un moccioso, perché l’hai fatto?!?- domandò disperata, mentre dagli occhi le scendevano copiose le lacrime

-Sei tu la..mocciosa…perché..tu..tu una volta hai detto che noi siamo..amici- le porse una piccola caramella, e la biondina non poté far altro che stringerlo di più a sé

-Fiocco d’azione- Mina riuscì ad evitare uno dei colpi di profondo blu, ma di lì a poco si ritrovò a terra ferita. Il suo ciondolo si era spezzato e i suoi poteri erano svaniti

-Mew Mina!- Pam corse verso di lei. Inutilmente poiché fu ferita mentre cercava di soccorrere l’amica

-Non..non mi arrendo così. Fiocco d’az..- cadde in ginocchio, incapace di rialzarsi. Chiuse gli occhi, quando si sentì sollevare in aria. Riaprì gli occhi trovandosi davanti il viso di Ghish

-Tu?-

-Ti pare forse giusto morire a quel modo? Io e te abbiamo un conto in sospeso, ricordi?- disse Ghish, e Pam accennando ad un sorriso si abbandonò all’oblio dei sensi

Soltanto Strawberry era rimasta in piedi. A pochi metri da Ryan che, sguainata la spada, stava affrontando profondo blu in uno scontro frontale.

-Hai già il fiatone?!?- lo schernì l’alieno dagli occhi di ghiaccio

Ryan cercò di non mostrare il suo affanno, ma era vero. Si sentiva troppo debole, faticava a controllare quel corpo privato della sua energia.

-Io non mi arrenderò-

-Tipico di te, Crystal. Anche allora mi ostacolasti-

-Fu a causa tua che sulla terra avvenne il cataclisma. La tua seta di potere ti fece perdere il controllo e portasti la nostra civiltà alla rovina, è questa la verità Profondo Blu-

-Io meritavo quel potere, dovevo essere io l’erede, invece nostro padre nominò te suo successore..Dovevo farvela pagare ad ogni costo-

-Hai costretto tu la nostra gente a vivere su quel pianeta inospitale! Hai distrutto il nostro mondo ed ora vuoi distruggere la terra! Come se non bastasse hai ucciso i miei genitori!-

-Quei due inutili umani? Ficcavano il naso dove non dovevano-

-Maledetto- il biondo si scagliò su di lui e in quello stesso istante Profondo Blu svanì

-E’..è scomparso?- Kyle si guardò intorno cercando la sinistra figura

-No..è là- Ryan indicò il cielo. Sospesa sopra le loro teste stava un’enorme astronave.

-Ora che vuoi fare?-

-Devo raggiungerlo, mi sta aspettando- i due ragazzi si guardarono a lungo –Kyle, devi subito sostituire il ciondolo di Mina, dopodichè ordina alle mew mew di usare i loro poteri per costruire una barriera attorno all’astronave. Dobbiamo fare in modo che gli attacchi di profondo blu siano bloccati dal potere dell’acqua cristallo-

-Sì..come vuoi, Ryan- lo disse con malinconia, mentre il giovane alieno si alzava la spada, fecedola splendere di una luce sfolgorante.

-Prima di eliminare Profondo Blu però..ho un conto in sospeso con te!- volse lo sguardo gelido al chimero che lo sovrastava.

-Questo, è per i miei genitori!- spiccò un balzo, andando direttamente  a trafiggere il petto del mostro. Il chimero si avvolse nelle fiamme, e guardò il suo uccisore con astio, prima di svanire e ridursi in cenere.

-Ryan!- Mewberry lo raggiunse, fermandosi a pochi passi da lui –Ryan..-

-Mi dispiace, di avertelo tenuto nascosto, Mewberry- la guardò negli occhi –per crudele ironia del destino..la causa di tutto sono io-

Strawberry sussurrò il nome del ragazzo, mentre si sentiva preclusa a qualsiasi movimento

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Capitolo 32
*** 32 ***


-Non vorrai andarci da sola!- Mina prese la mano dell’amica –Dobbiamo restare qui e creare una barriera, hai sentito cosa ci ha detto Ryan-

Strawberry la guardò accennando un sorriso –Sono certa che voi riuscirete a creare la barriera senza di me, vi raggiungerò presto-

-Non puoi andare là dentro, lo capisci?!?- insisté la brunetta, ma già negli occhi dell’amica leggeva che niente sarebbe valso per farle cambiare idea. Sospirò rassegnata –Prometti che tornerai indietro sana e salva?-

-Ti preoccupi per me, Mina?-

-Certo che no! E’ solo che se tu mancassi toccherebbe a me fare i lavori al caffè!-

Strawberry sorrise e annuì –Ti prometto che io e Ryan torneremo entrambi sani e salvi- volse lo sguardo verso la fortezza che si stagliava sopra la loro testa

-Sto arrivando, Ryan-

 

Profondo Blu scagliò un altro fendente con la spada, Crystal riuscì ad evitarlo in tempo, ma la sua energia era decisamente minore rispetto a quella dell’avversario.

-Quando capire che è tutto inutile? Il tuo potere è nettamente inferiore al mio. In questi anni tu hai vissuto come un banale essere umano, mentre io mi sono nutrito di energia nel corpo di Mark, la tua resistenza non servirà a fermare la mia vendetta-

-Taci!- con uno sforzo Crystal lanciò un fascio d’energia che fu facilmente respinto da Profondo Blu –Lo vedi!?- rise l’alieno –Addio, sciocco- alzò la spada e con un potente colpo andò a conficcarla nel pavimento, una crepa e una forte luce giallastra si scagliò verso il biondo cavaliere. Serrò gli occhi cercando di pararsi formando uno scudo energetico, decisamente troppo debole rispetto alla forza del colpo

-Fiocco di luce massimo splendore!-

Il colpo di Profondo Blu fu fermato da un’energia che l’alieno si trovò improvvisamente a respingere

-Prova a fargli del male e te ne farò pentire!- Mewberry comparve fra i due, fronteggiando Profondo Blu

-Sciocca umana! Sei solo un insetto fastidioso, levati di torno!- un forte fascio di vento fu scagliato nella sua direzione, Strawberry si sentì afferrare e spingere da un lato. S ritrovò a correre tra i corridoi dell’astronave, tenuta saldamente per mano dal cavaliere blu.

Quando si fermarono a riprendere fiato, lui non le aveva ancora lasciato la mano.

-Perché sei venuta?- la rimproverò, Strawberry si ritrovò a fissarlo, contemplando il nuovo aspetto del ragazzo che amava. Lui distolse lo sguardo volgendolo verso il basso

-Se mi odi..ti capisco-

-odiarti? Come potrei odiarti?!?- ribatté la ragazza

-Io ti ho mentito, ho scombinato la tua vita, ti ho resa infelice-

-Ryan!- gli gettò le braccia al collo –il tempo trascorso con te è stato il più felice della mia vita. Non mi importa se sei un alieno, non mi importa del passato. Conta il futuro insieme-

-Ma tu non vuoi sapere perché..

-Certo. Quando tutto questo sarà finito tu mi racconterai tutto, senza dubitare che io ti sarò accanto per sempre-

-Strawberry, devi andartene da qui-

-Non senza di te-

-Ascolta, noi..-

Il ragazzo fu interrotto, Profondo Blu gli aveva individuati

-Ti nascondi, Crystal?!? E’ così che l’eroe vuole salvare le cimici umane?!- una forte risata spezzò il silenzio –Ora finirà tutto, il gioco è giunto a conclusione-

Tutto intorno a loro iniziò a tremare, Profondo Blu stava per usare tutto il suo potere.

Ryan strinse forte MewBerry, avvolgendo entrambi in una sfera protettiva.

Fra le braccia di Ryan la ragazza ritrovò il dolce calore che tanto gli era mancato in quei giorni, era di nuovo con lui e sembrava che nient’altro avesse importanza

-Strawberry..-

Lei alzò il volto per guardarlo, i grandi occhi color acqua marina la fissavano con dolcezza

-Ti ringrazio-

-perché?-

-Perché sei la cosa più meravigliosa che potesse capitarmi-

-Ryan,io..-

Lui gli premette un dito sulle labbra –ti prego, fammi finire, non c’è molto tempo- esitò –voglio che tu sappia che i miei sentimenti per te non cambieranno mai, seguiterò ad amarti per sempre. In cambio però tu devi farmi una promessa-

-Quale?- non capiva perché, ma sentiva che gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime

-Che continuerai  a vivere e a sorridere-le sorrise accarezzandole una guancia umida

-Pe..perchè mi dici questo? Non, non mi piace questo discorso-

-C’è un modo per distruggere profondo blu, ma per farlo è necessario che io dia fondo a tutta la mia energia, questo provocherà un’esplosione e tu e le altre mew mew dovrete erigere la barriera per proteggere la città dall’onda d’urto-

-No!- scosse il capo aggrappandosi a lui con disperazione –non voglio lasciarti, non te lo permetterò!-

-E l’unica soluzione per salvare la terra, tu lo sai-

-No, io so solo che ti amo e non posso vivere senza di te!-

-Tu ci riuscirai invece, devi farlo per me- l’allontanò e il corpo della ragazza fu avvolto da una sfera

-Ryan!-

-Ti amo…addio- le sorrise, mentre la sfera che lui aveva creato si allontanava portando in salvo la mew mew

-Ryan!Ryan! Fammi uscire! Ti prego!- batté disperatamente sulle pareti della sfera, inutilmente. Ormai si trovava all’esterno dell’astronave, Ryan non era più visibile.

-Credi di averla salvata?- domandò Profondo Blu –lei morirà insieme a tutti gli altri esseri umani, tu sarai il primo-

-Sì, io morirò. Ma tu verrai con me, fratello..-

-Cosa?-

Il cavaliere alzò le braccia verso l’alto, tracciando un mezzo arco

-che vuoi fare? Credi di spaventarmi?- si gettò verso di lui con la spada

“Kyle, Strawberry..vi voglio bene”

 

Il cielo fu squarciato da un lampo, una forte esplosione mandò in frantumi l’astronave

Sotto di essa, MewPaddy, MewLory, MewPam e MewMina, aiutate dai tre alieni, riuscirono grazie al loro potere, a dare forma ad uno scudo protettivo che limitò i danni su Tokyo. Intanto una piccola sfera si dissolse nel parco dove le mew mew avevano dato inizio al combattimento. Strawberry era salva.

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Capitolo 33
*** 33 ***


Ehi?- un lieve colpo sul viso –Mi senti?-

Strawberry riuscì ad aprire gli occhi, la testa le doleva terribilmente –ahio- mormorò appena con gli occhi ancora semichiusi.

-Si può sapere che è successo?-

Fu un istante. La rossa spalancò le palpebre e si rizzò seduta.

-La solita imbranata, come hai fatto a cadere?- lui la fissava con quel suo cipiglio cinico e ironico al contempo

-Ry..Ryan?- le labbra le si mossero con un tremito

-Almeno non soffri d’amnesia- sbuffò – le ragazze si stavano preoccupando visto che non arrivavi e Kyle mi ha mandato a cercarti. Lo sai che è quasi buio?! I parchi diventano pericolosi- un sospiro e gli occhi color del mare tornarono a posarsi sul viso incredulo della ragazza –le inventi proprio tutte pur di far tardi al lavoro, eh!?-

Strawberry seguitava a stare zitta e a fissarlo, sentiva una forte fitta al cuore che le impediva di muoversi. Lui  le si inginocchiò accanto guardandola con preoccupazione –Hai battuto la testa? Ti fa male?-

-la testa?- riuscì a dire lei quasi in stato di trance

-Sì- lui la fissò più attentamente –ricordi che è successo? Sei scivolata?-

Solo in quel momento Strawberry riuscì a guardarsi attorno. Il parco. La fontana. Lo riconosceva. Era il luogo dove aveva trovato Anna.

-Ma..qui..Anna- balbettò smarrita

-chi?- domandò Ryan

La rossa tornò a fissarlo –Anna! Qui è dove ho trovato Anna..-

-Anna? E’ una tua amica?-

Il cuore di Strawberry fece una capriola –Come sarebbe, non..non ti ricordi di lei?-

-Non mi pare di aver mai conosciuto una persona che si chiama così..è forse venuta qualche volta al caffè?-

La rossa si portò una mano alla testa, si sentiva male

-Senti è meglio che ti accompagni a casa, dirò ai tuoi di portarti da un medico, mi pare che tu non stia per niente bene- fece per alzarsi ma lei lo trattenne per un braccio

-Profondo Blu? La navicella?..Il principe Crystal?- disse tutto d’un fiato fissando il giovane –io e te..noi-

Ryan sbatté le palpebre, tornò ad inginocchiarsi e posò la mano sulla fronte della ragazza –Sei molto calda, Strawberry. Devi avere la febbre- si tolse la giacca per posarla sulle spalle di lei –ora andiamo a casa e ti metti a letto. Non verrai al caffè fin quando non ti sarai ripresa, okay?-

La mewmew scosse la testa –Non posso aver sognato tutto!- sussurrò incredula

-Come?-

-Era..era solo un sogno- le guance le si irrigarono di silenziose lacrime –un sogno- ripeté angosciata

Il biondo la guardava sempre più preoccupato, le sfiorò una guancia umida –vuoi..vuoi che chiami Mark? La cosa potrebbe farti star meglio-

Lei ingoiò a fatica la saliva “Mark..Stiamo ancora insieme, non ci siamo lasciati..e Anna non esiste. Niente è veramente successo eppure..” puntò gli occhi bagnati in quelli di Ryan “i miei sentimenti, sono reali. Quello che provo è vero”  lui la aiutò a rialzarsi accertandosi che rimanesse in equilibrio poi si allontanò di qualche passo dandole le spalle –andando dritti per di qua dovremmo sbucare nel tuo quartiere, esatto?-

 

“continuerai a vivere e a sorridere, devi farmi questa promessa”

 

-Ryan!- lo raggiunse cingendolo con le braccia, appoggiando una guancia alla sua schiena, lui s’irrigidì incredulo

-Non lasciarmi- la voce di Strawberry era dolce e supplichevole –io ti amo, non lasciarmi mai-

Il ragazzo si voltò. La guardò per un lungo istante e le sorrise. Un meraviglioso sorriso.

-Sciocchina che sei, te l’ho già detto- le premette le labbra sulla fronte – i miei sentimenti per te non cambieranno mai, seguiterò ad amarti per sempre- si allontanò di un passo e strizzando l’occhio si avviò lungo il sentiero fra gli alberi –ora devi tornare a casa, Strawberry, saranno tutti preoccupati per te-

Lei si mosse per raggiungerlo, ma la testa iniziò a girarle e la vista si offuscava

-a..aspettami Ryan, non mi sento bene..io non..riesco a..camminare- tutto divenne buio.

 

 

-Si è mossa! Si sta svegliando!- quella voce inizialmente così lontana era ora più comprensibile alle orecchie della rossa. Si stropicciò gli occhi, aprendoli per poi socchiuderli a causa della luce del sole che entrava dalla finestra.

-Strawberry!- qualcosa, o meglio qualcuno le si gettò addosso. Strawberry riconobbe la zazzera bionda e il profumo vanigliato della piccola  Paddy

- Paddy- disse, guardandosi poi intorno notando le sue quattro amiche tutte vicine al letto –ci siete tutte!-

-Ma è ovvio!- sbraitò Mina con le lacrime agli occhi –brutta sciocca non sai quanto ci hai fatto preoccupare!-

-Sei stata priva di coscienza per due giorni- le disse Pam sedendosi sul bordo del letto

-due giorni? Accidenti!- si accorse che quella non era la sua stanza –ma sono in un letto d’ospedale- esclamò poi notando l’ambiente spoglio e la flebo nel braccio –brrrr un ago!- si morse il labbro

-toglietemelo vi prego! Non li sopporto, mi fa senso! Mi sento benissimo non ho bisogno di questo coso!-

Quasi come se le sue preghiere schiamazzose fossero state udite, un’infermiera entrò nella stanza, notando con gioia che la paziente era più che pimpante.

-Ma bene, si è svegliata. Avverto subito il dottore-

D lì a poco un uomo brizzolato con un camicie bianco, liberò Strawberry dallo “spaventoso” ago, rischiando di farla svenire nuovamente.

-Ancora qualche giorno di osservazione e poi potrà tornarsene a casa signorina- le disse lui con voce incoraggiante –bisognerà avvertire i suoi genitori-

Lory annuì e poi si rivolse a Strawberry –ti hanno vegliato costantemente per due giorni di seguito, poveretti erano distrutti. Se ne sono andati poco fa e noi abbiamo dato loro il cambio. Saranno felicissimi della notizia-

La rossa le sorrise –Caspita, tu guarda se per la mia sbadataggine dovevo farvi stare tutti quanti sono in pensiero-

Le ragazze non capirono. Paddy le porse un mazzo di fiori dai colori bellissimi

-Che meraviglia!- Strawberry ne annusò il profumo

-li ha portati Mark poco prima che ti svegliassi, anche lui è rimasto in ospedale costantemente per avere tue notizie. Lo abbiamo mandato a riposarsi-

-Poveretto, non si reggeva in piedi- aggiunse Mina, evitando lo sguardo di Strawberry

-Lo immagino- sussurrò la rossa con impaccio. Fissò la porta e dopo cercando di apparire il più rilassata possibile si rivolse nuovamente alle amiche –E Ryan?..Non ditemi che è rimasto al caffè invece di venire a vedere come stavo?!?- lo chiese con ironia –Neppure Kyle è venuto..- aggiunse poi –ho una voglia matta di una delle sue cioccolate-

Le mew mew si guardarono l’un l’altra esitanti. Lory dovette fare un enorme sforzo per non scoppiare in lacrime. Pam era l’unica fra loro in grado di parlare.

-Kyle è tornato in America, Strawberry-

-In America, ma perché? – lo chiese con faccia confusa

-Tu- Pam deglutì –non ricordi nulla di ciò che è successo?-

Strawberry si fissò le mani –Nel parco sono scivolata e ho sbattuto la testa. Ryan è venuto a cercarmi. Nel lasso di tempo che sono stata svenuta avevo fatto un sogno..sembrava così reale e poi Ryan ha detto..- rabbrividì e in quello stesso istante alzò di scatto la testa andando a fissare gli occhi blu della mew lupo .  “Seguiterò ad amarti per sempre…….. Ora devi tornare a casa, Strawberry, saranno tutti preoccupati per te”

Gli occhi cioccolato erano due pozzi di puro terrore –dov’è?- gridò aggrappandosi a Pam. La mew non riuscì a risponderle e abbassò lo sguardo scotendo la testa. Anche le altre evitarono di guardare Strawberry. Imprevedibilmente la ragazza balzò giù dal letto. Iniziò a percorrere di corsa il corridoio, gli occhi erano assolutamente  vacui, parevano ciechi. Raggiunse l’ingresso e una volta fuori gridò il nome di Ryan con tutto il fiato che aveva in corpo.

Pam le fu immediatamente dietro e la cinse forte, mentre la ragazza si dimenava e piangeva

–No!No! Lasciami andare! Ryan, io devo vederlo, lasciami!-

-Smettila Strawberry!-

-Lasciami!-

-Non potrai mai più vederlo. Ryan è morto!- gridò di rimando Pam anche lei con gli occhi lucidi di lacrime. Avvertì il corpo di Strawberry abbandonarsi contro il suo. Un gemito soffocato le uscì dalla bocca.

Le altre ragazze seguite da alcune infermiere le raggiunsero. –Strawberry- Mina si avvicinò a Pam che continuava a sostenere il corpo della rossa.

-Ha perso i sensi- mormorò la brunetta portandosi una mano alla bocca

-E’ meglio così- fu la risposta di Pam.

 

Seduta sulla panca del piccolo giardino dell’ospedale, Pam fumava una sigaretta. La prima dopo tempo immemore. Il fumo azzurrino l’avvolgeva e le bruciava gli occhi già arrossati dalle lacrime. Lei sapeva perfettamente cosa volesse dire perdere chi si ama. Una ferita che non si poteva rimarginare. Gettò il mozzicone e si avvolse nel cappotto. Lì intorno non c’ara nessuno, solo il contorno tetro del cielo grigio.

-Ti ammalerai- disse una voce alle sue spalle. Pam si limitò a scrollarle. Ghish le sedette accanto e la guardò con la coda dell’occhio. La bella, fredda e imperturbabile Pam, sembrava ora una ragazzina ferita e fragile avvolta in un cappotto da donna.

-Le ho urlato in faccia la verità,  non ho avuto un minimo di tatto. E’ come se l’avessi uccisa-

-non avresti potuto fare altrimenti-

-E invece sì!- gridò lei, e Ghish la guardò, tremante nella sua disperazione

-Lui aveva già scelto il suo destino. Sapeva quello che stava facendo-

-Lo so- asserì Pam –ma se noi fossimo state in grado di aiutarlo di più, Ryan non avrebbe dovuto sacrificarsi e Strawberry..Strawberry ora non soffrirebbe in maniera atroce- si asciugò gli occhi con il dorso della mano –mi sento una fallita-

-Ma non lo sei!- Gish la costrinse a guardarlo e la scosse –se vogliamo parlare di colpe bè, guardami. Meriterei di morire poiché io ho favorito la rinascita di quell’essere. Sono stato schiavo di Profondo Blu, cieco come un burattino. Se io, Pai e Tarth avessimo aperto gli occhi prima, niente di tutto ciò sarebbe accaduto-

-Voi lo avete fatto per la vostra gente, non avevate reali scopi malvagi- Pam si vide riflessa nei caldi occhi ambrati di Ghish

-Ciò non toglie la nostra colpa. Voi mew mew invece, avete rischiato la vostra vita per difendere il vostro pianeta. Non devi sentirti in colpa Pam. Tu hai vinto-

-E’ merito delle altre. Io sono sempre stata- esitò concedendosi una risatina amara –un lupo solitario. E ho sbagliato molte volte. Ma loro mi hanno sempre riportato sulla diretta via. A dire la verità non capisco proprio come facciano a volermi bene-

-io sì-  lo disse con sincerità e un lieve rossore gli colorò le guance –volerti bene è molto più semplice di quanto tu creda. E non devi temere di nascondere ciò che provi-

A quelle parole Pam scoppiò, versando tutte le lacrime che aveva soffocato in quegli anni. Si accoccolò nell’abbraccio di Ghish il quale non seppe trattenersi all’impulso di stringerla forte.

-Permettimi di starti vicino, Pam-  le sussurrò l’alieno

La ragazza si asciugò gli occhi, ma le lacrime seguitavano a inumidirli

-credevo che avessimo un conto in sospeso, non volevi darmi una lezione? Ed ora invece ti preoccupi per me..-

Ghish la fissò serio per un istante –Hai ragione, abbiamo un conto in sospeso- le prese il viso fra le mani e poggiò le labbra su quelle della mew lupo. Pam si abbandonò al calore di quell’istante, aggrappandosi a lui quasi priva di forze, come un naufrago si aggrappa ad uno scoglio per salvarsi.

Fu lei però a staccarsi per prima, distogliendo lo sguardo –Non è necessario, Ghish-

-cosa?- sbatté le palpebre senza capire, e Pam lo guardò accennando un sorriso –So che cosa provi per Strawberry, ne sei innamorato. Perciò non serve questa compassione per me. Il mio è solo un momento di debolezza, saprò reagire..come sempre-

Il bel alieno non distolse lo sguardo –E’ vero, ho amato Strawberry. Ma ho capito anche che quello che provavo per lei non era paragonabile a ciò che lei provava per quell’umano. Durante la battaglia, quando profondo blu stava per ucciderti, dentro di me ho avvertito un angosciante senso di perdita. Ho realizzato che se ti avessi perduto, io…- arrossì -..insomma vorrei stare con te-

La ragazza si poggiò una mano sul cuore, e con l’altra accarezzò una guancia del ragazzo –grazie- sussurrò appena, per la prima volta in vita sua in tutto quel dolore buio,sembrava poter emergere una luce.

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Capitolo 34
*** 34 ***


veva cercato in tutto il quartiere, ormai il fiato le mancava a forza di correre. Si sedette su una panchina, lo sguardo basso e rammaricato.

Mordicchiò il labbro inferiore, consumando tutto il lucida labbra alla fragola che era solita mettere.

Niente, aveva cercato ovunque e non era riuscita a trovarlo. Non era la prima volta che spariva, ma solitamente non le era stato difficile acchiapparlo, poiché non si allontanava mai dal quartiere.

Sospirò, tirando indietro la testa per osservare il cielo color del tramonto. Non si accorse nemmeno che qualcuno, a gran velocità, le stava venendo incontro.

-Berry!-

La ragazza sussultò per lo spavento –Ta..Tasuku..Mi hai spaventata, possibile che tu debba saltare fuori sempre così all’improvviso!- ruggì inviperita, ma il ragazzo non si scompose e continuò a sorriderle.

-Ero venuto a prenderti a scuola, ma le tue amiche mi hanno detto che sei letteralmente corsa via. E’ successo qualcosa?- si sedette accanto a lei, notando la sua espressione triste.

-Durante l’intervallo mia madre mi ha chiamato dicendomi che è sparito di nuovo-

-Ancora?- Tasuku sbatté le palpebre –è già la quarta volta in due settimane-

Berry annuì sconsolata –Non riesco a capire perché, non si è mai comportato così-

-Coraggio- le passò un braccio intorno alle spalle facendola arrossire –sono sicuro che lo troveremo-

-Troveremo?-

Il ragazzo annuì –certo! Ti aiuto a cercarlo, con i roller sarò un jet-

-Da..davvero?-

-Ovvio. Questo ed altro per la mia bellissima Berry-

-mpf- si scostò –smettila di prendermi in giro-

-In giro? Non potrei mai prenderti in giro-

-Sì sì va bene- sbuffò tentando di nascondere il permanente rossore –io guarderò di nuovo nel parco-

-Ed io farò un altro girò di ricognizione per il quartiere- la precedette Tasuku schioccandole un bacio sulla guancia.

 

///////////////////////////

 

-Hai fatto davvero un ottimo lavoro, se continui così potresti benissimo vincere la borsa di studio per gli Stati Uniti-

-La ringrazio professore, ma credo di avere ancora molta strada da fare- abbozzò un sorriso, riconsegnando il foglio del compito.

-Di sicuro hai imboccato quella giusta. E credimi, non sono solito a fare tanti complimenti ai miei allievi-

-La sua fiducia mi lusinga-

L’uomo le sorrise, riavviandosi verso la cattedra.

-Sei stata incredibile, di solito a quel musone non va mai bene nessun compito- le sussurrò una compagna seduta nel banco dietro

- A me non sembra così burbero, vuole solo che ci impegniamo per impiegare al meglio le nostre capacità-

-Questa me la scrivo, anzi avrei dovuto registrarla. Una volta non avresti mai detto una cosa simile- continuò la ragazza alle sue spalle –senti, hai già trovato chi ti accompagnerà al ballo della scuola?-

-Non verrò-

-Come? Ma perché?-

-Non mi interessa. Lo sai che non mi vanno le feste-

-Ma..-

-Reika ti prego-

Uno sbuffo –okay, okay… Ma se continui così diventerai una mummia egizia, te lo dico io-

Lo squillo della campanella la fece tacere. Finalmente poteva tornarsene a casa.

Velocemente mise i libri nello zaino, uscendo dall’aula con un “ciao” generale. Non voleva incontrare nessuno, e tutti sapevano quanto fosse restia alle conversazioni.

 

Raggiunse casa, l’odore di cibo invadeva l’aria, sua madre doveva essersi cimentata in qualche piatto particolare, ed infatti di lì a poco sbucò dalla cucina con un sorrisone stampato in faccia

-Ben tornata tesoro!!-

-ciao, mamma-

-come è andata-

-Bene.. il professor Mikado dice che potrei anche vincere una borsa di studio-

-Incredibile! Sono davvero orgogliosa di te! E per festeggiare ho preparato una cenetta fantastica, appena torna anche tuo padre ci facciamo una bella mangiata-

-A dire il vero non ho molto appetito-

-cosa?- il viso della donna divenne malinconico –cara sei così magra, mangi il minimo indispensabile, non vorrai ammalarti?!-

Alzò le spalle –è solo che non ho fame, tutto qui-

-Non puoi continuare così..-

-Salgo un momento in camera mia, sistemo i libri e poi ti raggiungo- e senza aspettare la controbattuta, si diresse velocemente verso le scale.

Una volta nella stanza, chiuse la porta alle sue spalle tirando uno strano sospiro di sollievo. Lasciò lo zaino in un angolo, raggiungendo il letto, gettandosi sopra sfinita.

-stanca?-

Lei annuì, stringendo il cuscino. Osservò le pareti rosate della sua stanza, da poco ridipinte.

-giochi?-

-ora non mi va, scusami-

-tu non giochi mai, dici sempre no-

-perdonami, ma proprio non me la sento- si mise in posizione fetale e chiuse gli occhi. Il fiato le mancò e dovette riaprirli immediatamente. Fissò la foto sul comodino, la prese stringendosela al petto. Non aveva più lacrime, ma non erano necessarie per piangere.

 

///////////////////////////////

 

-La torta non ti va?-

Berry si ridestò dai sui pensieri, guardando la sua amica con aria stralunata –come, la torta?-

-Sì, ne ho fatta una al cioccolato, mi è venuta una meraviglia! E poi sapendo quanto sei golosa..-

-Non mi va, ma ti ringrazio comunque-

-Ancora non sei riuscita a trovarlo, vero?-

Berry scosse il capo, giocherellando nervosamente con una ciocca dei suoi capelli biondi – quando mio fratello lo verrà a sapere andrà su tutte le furie-

-ma mica è colpa tua-

-lo so, ma sono io che mi ero presa l’impegno di occuparmene. Ieri io e Tasuku abbiamo perlustrato il quartiere da palmo a palmo, senza nessun risultato. E tu sai che lui non si allontana mai dal quartiere-

-mh- le pose davanti un piattino con una fetta di torta –e tra te e Tasuku come vanno le cose?-

Berry arrossì subito –ma..ma che dici?! Siamo solo amici d’infanzia-

-come no?!-

-Ah, Jinguji, sempre a fare insinuazioni!- la biondina si portò una fetta di torta alla bocca

-Dico solo quel che vedo,Shirayuki! Insomma, viene a prenderti a scuola, ti accompagna la mattina, ti abbraccia in continuazione. Si vede che è cotto di te-

-Smettila!- il viso congestionato e la bocca sporca di cioccolato –siamo amici, punto e stop-

-Come ti pare. Buona la torta?-

-Eh? Oh, accidenti l’ho mangiata-

Jinguji rise –è ovvio, tu non sai resistere al potere dei dolci. Mi domando solo come riesci a mantenere quel fisicuccio esile.-

-Metaboismo, mia cara-

-Forse volevi dire: metabolismo..-

-Quello che è! Ora scusami ma, devo andare all’istituto superiore Oichi-

-E perché?-

-Devo incontrare la mia nuova sempai, me lo ha detto stamattina il prof.-

-La mia è molto simpatica. Vedrai che lo sarà anche la tua-

Berry sospirò –speriamo. Ultimamente non mi sento molto fortunata-

-Dov’è finita tutta la tua allegria. Su fai un bel sorriso-

La biondina obbedì, Jinguji aveva il potere di farla sentire meglio, proprio come Tasuku. Arrossì nuovamente, e dopo aver salutato l’amica si diresse verso la scuola.

 

///////////////////

Chiuse l’armadietto dopo aver riposto i libri. L’aspettavano due ore di educazione fisica e un incontro con un’allieva del primo anno. Scostò un ciuffo ribelle dalla fronte, accorgendosi solo in quel momento che un rivolo di sangue le scendeva dal dito.

“come diavolo ho fatto a tagliarmi?” si diresse verso uno dei lavandini del cortile, per sciacquarsi. Una lieve brezza dava sollievo dal caldo afoso di inizio estate.

-oramai siamo agli ultimi round- disse una voce alle sue spalla.

-Già- rispose lei –stai andando agli allenamenti?-

-Ho appena finito. E tu?-

-Due ore di educazione fisica- disse sconsolata chiudendo il rubinetto dell’acqua.

-Hai l’aria stanca, non hai dormito vero?-

-Non molto. Sembrerò una piccola zombi- accennò un sorriso che non arrivò agli occhi

-Momomiya..-

-Davvero, non serve che ti preoccupi per me. Sto bene. Sono solo un po’ presa dallo studio, tutto qui- scrollò le spalle, guardandosi il dito per non incrociare lo sguardo di Aoyama

- Non posso non preoccuparmi per te, Strawberry..-

La rossa alzò finalmente lo sguardo, incontrando quello caldo di Mark –sei molto caro- mormorò

-Lo sai del ballo, non è vero?-

Lei si limitò ad annuire

- Vorresti venirci con me, Strawberry?- la guardò speranzoso

-Mark, io ti ringrazio davvero. Ma non mi va di andare a nessun ballo. Ora scusami ma..-

-Sono passati due anni, Strawberry- la prese per un braccio attirandola a se –due anni che il bel sorriso che amavo tanto non colora più il tuo viso. Non è giunto il momento di lasciarsi tutto alle spalle, e vivere di nuovo?-

-Io..non ci riesco..- scosse il capo –ci ho provato davvero, ma ogni giorno che passa mi sento sempre più soffocare e..-

Lui la strinse di più –e..?-

-Mi sento sola- sussurrò –è sciocco perché in fin dei conti sono io che mi isolo dagli altri-

-Usciamo-

-che?-

-io e te.. Un appuntamento tra amici. Andiamo via da Tokyo, potremmo che so..andare a fare un giro a Kyoto! C’è una bellissima fiera dei fiori, non ti piacerebbe?-

-Io..-

-Non accetto un no per risposta-

Dopo qualche istante di titubanza la ragazza annuì. Forse era la cosa giusta. Forse…

-Perfetto! Domenica mattina, okay? Vengo io a prenderti- Mark lo disse con entusiasmo, e poi, senza che la rossa se ne rendesse conto, le legò qualcosa al collo. Strawberry notò il campanellino.

-Ma..no..mi spiace non posso- lo slacciò riconsegnandolo nelle mani di Mark .  fece per andarsene, ma lui nuovamente la trattenne.

-Perdonami. Lo porto sempre con me nella speranza che..Sono uno sciocco. Ma ti prego, vediamoci domenica-

-Ecco, ti farò sapere. Adesso lasciami ti prego, sono in ritardo-

Lui lasciò la presa, e la guardò allontanarsi. La sua Strawberry. I tempi in cui erano stati felici insieme sembravano così lontani. Ma lui non si sarebbe arreso. Ne era troppo innamorato

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Capitolo 35
*** 35 ***


///////////////////////////////////

 

Berry era ferma davanti al cancello della scuola, era in anticipo di dieci minuti e si sentiva stranamente nervosa.

“Coraggio Berry, perché devi sentirti tanto a disagio. Si tratta solo di una ragazza più grande, non c’è niente da temere. Spero solo di non fare brutte figure” con la coda dell’occhio notò una piccola ombra, dirigersi verso il parco lì vicino.

-Ah!- sgranò gli occhi –aspetta!- corso verso l’inizio degli alberi, il parco era deserto

///////////////////

 

Strawberry raggiunse il cancello. Controllò l’orologio. La ragazza che doveva incontrare sarebbe dovuta arrivare a momenti. Si appoggiò ad un muretto in attesa.

 

“Sono passati due anni, non è il momento di lasciarsi tutto alle spalle?”

 

Scosse il capo, e volse lo sguardo al piccolo Mash che, sottoforma di portachiavi, stava attaccato al suo zainetto.

-Sei ancora arrabbiato con me?-

-Strawberry non gioca mai con Mash- disse il piccolo robot rosa

-Mi dispiace piccolino..anche tu sei preoccupato per me?-

-Mash sempre preoccupato per Strawberry-

-Mi spiace- sussurrò lei –non faccio altro che far stare tutti quanti in pensiero. Ed ora sono qui a fare la sempai. A pensarci è davvero ridicolo- alzò lo sguardo verso il cielo screziato di viola –Mi manchi tanto- la sua voce era appena percettibile.

Tornò a guardare la strada. Della ragazza neanche l’ombra. Prese Mash in mano e se lo portò alla guancia –Sei così caldo, non vorrei che con questo sole mi andassi in corto circuito-

-Mash super resistente!-

-Bravo il mio piccolino- sorrise –questa Shirayuki è un po’ in ritardo. Comincio a credere che si sia dimenticata. E a stare qui muoio di caldo- volse lo sguardo verso il parco lì vicino –mi rinfrescherò là sotto- si diresse verso l’ingresso del parco. L’unico suono era quello delle cicale.

-Si sta decisamente meglio, vero Mash?!- si stiracchiò e di li a poco si ritrovò per terra.

-Ahi ahi- era caduta in mezzo ad un cespuglio tutto rami e poche foglie –ma cosa..?-

-Oh, accidenti mi spiace tanto!-

Si ritrovò davanti una ragazzina dai lunghi capelli biondi e gli occhi di un nocciola vivace. Portava l’uniforme della scuola e ai piedi dei pattini.

-Non so come scusarmi, proprio non ti avevo vista-

-Ma no, non fa niente. Cose che succedono- tentò di sminuire la rossa, riuscendo a rialzarsi a fatica

-Sono mortificata-

-Davvero non fa nulla- Strawberry cercò di assumere l’aria più convincente possibile.

-E’ che è da una settimana che lui è sparito e sono certa di averlo visto venire qui e allora sono corsa a cercarlo, ma è un furbetto e si nasconde sempre-

-Scusa ma..ehm..di chi parli?-

Berry arrossì imbarazzata –ah già..del mio gatto. Cioè non è proprio mio, è più di mio fratello. Però ci sono molto affezionata anch’io-

-Capisco..-

-quando saprà che è scappato..-

-Sei certa che sia venuto qui?-

-Sì, sono sicura fosse lui- asserì la bionda

-allora se vuoi posso aiutarti a cercarlo?-

-Davvero!-

-diciamo che con i gatti ci so fare- la rossa si tolse qualche foglia dai codini

-ti ringrazio davvero..-

-Strawberry. Strawberry Momoiya-

Berry sbarrò gli occhi –Sempai!-

Ora fu Strawberry a restare sorpresa –Tu sei Shirayuki?-

-Sì è esatto. Mi chiamo Berry Shirayuki- abbassò lo sguardo –mi spiace di non essermi presentata all’incontro, a dire il vero ero arrivata anche in anticipo ma poi ho visto il gatto e..-

-bè tanto ci siamo conosciute lo stesso. Allora, io cercherò da questa parte-

-ed io dal lato opposto. Grazie ancora sempai-

Strawberry la guardò con imbarazzo –ti prego, chiamami Strawberry. Sempai mi suona talmente strano..-

-Va bene, semp..ehm, Strawberry-

Le due si divisero, prendendo ognuna una direzione diversa.

 

“Che sciocca, non gli ho nemmeno chiesto come si chiama il gatto”

-Micio, dove sei? Qui micio micio- girò tra i cespugli, rischiando più volte di inciampare. Ormai non aveva più i geni di hiromote, e il suo istinto felino era del tutto sparito. Giunse ad una piccola piazzetta con dei giochi per bambini. Fu impossibile non pensare ad Anna. L’ultima volta che si erano viste era stato a Natale, e la bimba era davvero cresciuta.

Strawberry le aveva regalato un braccialettino con dei gattini d’argento, e lei ne portava al polso uno uguale.

Si guardò intorno, ma di gatti nei paraggi sembravano non essercene, fino a quando scorse una piccola ombra accoccolata sotto una betulla.

-Micio- si avvicinò lentamente. Il gatto scattò in piedi guardingo e la osservò con attenzione.

-non voglio farti del male. La tua padroncina ti sta cercando ed è molto preoccupata per te, sai?-

-meeeow- il gatto arretrò di un passo.

-dai non avere paura, vieni- allungò la mano ed il micio l’annusò. Poco a poco uscì dall’ombra. Era grigio ed aveva al collo un collarino nero.

-bravo, vieni- lo prese in braccio, carezzandone la pelliccia soffice

-Strawberry..- la voce di Berry la raggiunse –hai trovato qualcosa-

La rossa per risposta si voltò, facendole vedere l’animale che teneva in braccio

-oh meno male- esclamò Berry prendendo il micio. –cattivo, non sai quanto mi hai fatto preoccupare- aveva la lacrime agli occhi per la gioia –ora ti porto subito a casa, e guai a te se mi fai stare ancora così in ansia, Arth-

Il sorriso che fino a poco prima aveva illuminato il volto di Strawberry si spense all’istante, sostituito da un improvviso pallore

-co..come lo hai chiamato?- riuscì  a domandare

Berry alzò lo sguardo verso la sua sempai, notando il cambiamento –Ti senti male?-

-Il gatto, come si chiama?-

Berry sorrise –Arth, lui è il piccolo Arth. E’ un nome strano lo so, a dire il vero è stato mio fratello a darglielo. Strawberry sei molto pallida, qualcosa non va?-

- I..Io devo tornare a casa..scu..scusami- e senza aggiungere altro corse via. Lasciando Berry del tutto spiazzata.

“E’ solo una coincidenza lo so bene.. Eppure non riesco a smettere di piangere” entrò velocemente in casa, salendo nella sua stanza. Si gettò sul letto, soffocando i singhiozzi nel cuscino.

-Lasciarmi tutto alle spalle? Come posso fare, Mark?- mormorò in preda ad un forte tremore. Ricordava il suo risveglio in ospedale, le parole di Pam, i giorni, i mesi che si erano susseguiti in un dolore lacerante per prendere coscienza che lui non sarebbe tornato.

Il telefono squillò, e come un automa la ragazza afferrò il cellulare.

-Strawberry!- la voce di Lory, dolce e pimpante.

-Lory..ciao-

-Che succede, tu stai piangendo?-

-Non è nulla davvero-

-Oh Strawberry. Perché non vieni a stare da noi per un po’, cambiare aria. E’ da tanto che non vieni a trovarci-

-E’ che ho molto da fare, presto ci saranno gli esami-

-Sì ma almeno un weekend potresti lasciar perdere i libri. Mina tornerà dalla Francia il mese prossimo, e Pam girerà una serie televisiva proprio qui vicino. Sarebbe un’occasione per ritrovarci. Sono riuscita a rintracciare anche Paddy, suo padre ha preso dimora fissa a Pechino. Mi ha detto che è davvero cresciuta e si è fatta crescere i capelli. Una vera signorina. Potrebbe raggiungerci anche lei senza problemi-

-In due anni sono cambiate davvero tante cose- Strawberry lo disse rivolta a se stessa. Da quanto non vedeva più le sue amiche? Per un motivo o per l’altro era sempre riuscita a trovare una scusa. Lory le era stata molto vicina nel periodo dopo la sconfitta di Profondo Blu. Sapeva che anche lei aveva sofferto della morte di Ryan, che dopotutto era stato il suo primo amore, anche se platonico.

In primavera aveva convolato a nozze con Kyle. Ora vivevano in una bella casa nei pressi di Katano.

-Kyle sta bene?-

Ci fu un pochino di silenzio –Sì, ma sai..anche lui non si è mai completamente ripreso-

Strawberry annuì silenziosamente, come se l’amica potesse vederla.

-Allora verrai?-

-Farò il possibile-

-guarda che ci conto! E ora vuoi dirmi cosa non va?- Lory si rendeva conto che la domanda era piuttosto sciocca.

-Nulla. E’ successa una cosa stupida che mi ha fatto pensare… Lory..-

-dimmi-

-Uscirò con Mark questa domenica-

-Davvero!- esclamò la ragazza –ne sono contenta, terribilmente contenta-

-Credi che io faccia bene? A dire il vero non ne ho molta voglia-

-Scherzi! Devi assolutamente andarci e divertirti, chiaro?!?-

-chiaro- si concesse una risatina

-oddio le patate! Ehm scusami ma..ah il forno! Devo lasciarti, ci sentiamo presto, vero?-

-Sì, ci sentiamo presto-

Chiuse la comunicazione, e nello stesso istante entrò sua madre-

-Tesoro, sei entrata come una furia. E’ successo qualcosa?-

-No..-

-Strawberry-

La ragazza non riuscì più a trattenersi, si gettò tra le braccia della madre scoppiando a piangere

-scusami mamma, non so cosa mi succede-

-Sfogati bambina- la strinse e l’accarezzò in silenzio. Non c’erano parole da dire.

 

///////////////////////////

 

-Così lo hai trovato nel parco?-

Berry annuì, mentre la madre le metteva l’omelette nel piatto –Sì, anche se a dire il vero il merito non è mio-

-Mi stupirei del contrario- disse una voce facendola sobbalzare

-Fratello!-

-Te lo avevo affidato e tu come al solito, da brava distratta lo hai fatto scappare- il ragazzo sedette al tavolo guardando la sorella con ironia.

-Non è così! E’ Arth che prende e sparisce! Non posso controllarlo sempre!-

-Berry, ti sta cadendo il cibo dalla forchetta- la rincalzò la madre guardando al cielo –sempre la solita sbadatona-

-Uffi, ma vi siete alleati tutti contro di me?!-

Madre e figlio risero, e di lì a poco anche Berry si lasciò contagiare. Voleva bene alla sua famiglia. Sua madre era sempre sorridente e suo fratello aveva preso un po’ la figura del padre che aveva perso ancora da bambina. E poi c’era Tasuku..Si sorprese a pensare così spesso a quel ragazzo.

-Però Berry ha ragione, dovresti insegnare a quel micio a non gironzolare troppo-

-Arth è un avventuriero, ma mi sembra strano che si sia spinto così lontano da casa-

-magari cercava qualcosa- azzardò Berry assumendo un’aria pensierosa –e se si fosse innamorato di una gattina?-

-Lo escludo-

-E perché? Cosa ci sarebbe di strano?!- Berry guardò il fratello di sottecchi

-tu piuttosto, quando ti troverai una brava ragazza?- continuò poi

-Non c’è nessuna che mi interessa-

-Per forza, col caraterraccio che ti ritrovi-

-Ma senti senti, non mi pare che lei signorina abbia una schiera di corteggiatori fuori dalla porta-

-dimentichi Tasuku..- disse sua madre con un sorriso

-Oh no, mamma non ti ci mettere anche tu! Io e Tasuku  siamo A-M-I-C-I  e basta!-

-E’ un ragazzo così carino ed educato, solare, intelligente e ti vuole un gran bene-

-Che ci troverà in una come Berry..-

- aaaaaah, adesso piantala antipatico! Se vuoi saperlo sono la più carina della classe!-

-e anche la più chiassosa immagino-

-mamma, digli qualcosa!-

-siete due bambini. Avanti finite di mangiare.-

-Mai che tu alzi la voce con lui-

-sono tuo fratello maggiore, non un moccioso come te-

-sei stressante!-

-meeeeow- anche Arth fece il suo ingresso in cucina, saltando sulle ginocchia del fratello di Berry

-E anche tu, lo sai che a causa tua ho fatto una pessima figura con la mia sempai?!?-

-meow?-

-Ah, ma che parlo a fare. Vado di sopra a fare i compiti-

-Berry..-

-Cosa?-

-Domani non ti spiacerebbe andare in centro, ho ordinato una composizione di fiori ma non posso andare a ritirarla, puoi andarci tu?-

-in centro?-

-Al centro commerciale, sai quello nuovo che hanno aperto. C’è un negozio di fiori bellissimo-

A Berry s’illuminarono gli occhi. Centro commerciale= negozi=vestiti= accessori

-Oh mamma ci vado più che volentieri!!-

-Bene, ti accompagnerà tuo fratello-

-come?-

-Non mi va che la mia bambina giri da sola, lo sai. E guai a te se rifiuti, Shirayuki-

-Eh, non mi pare di avere molta scelta-

//////////////////////////

Strawberry  fissò pensierosa l’armadio. Non trovava nulla di adatto da mettersi per domenica. Sbuffò lasciandosi cadere sul letto. Forse uscire con Mark non era una buona idea, non voleva che il ragazzo s’illudesse. Ma da un lato sapeva anche che non poteva continuare così. A sopravvivere invece di vivere. Per la prima volta realizzò quel pensiero che aveva rifuggito per diverso tempo.

Prese la foto di Ryan dal comodino. Ne seguì i contorni del viso con l’indice, come aveva fatto un sacco di volte. Era ora di riporla nel cassetto? Scosse il capo. –Mai- mormorò.

In quel momento il cellulare prese a vibrare sul letto. Allungò una mano per afferrarlo, senza nemmeno guardare il nome sul display.

-Pronto?-

-Strawberry-

-Mark…ciao- si mise a sedere, e per un attimo provò una certa serenità nel sentire la voce del ragazzo.

-Come stai? Non starai ancora studiando?-

-No. Tanto non diventerò mai brava come te- disse la rossa con finta voce triste

-Mi tratti come fossi un genietto. Allora, andiamo domenica?- la voce di Mark era piena di aspettativa. Strawberry fissò la foto che teneva in mano. Quegli occhi azzurri dove tante volte si era specchiata..Era giusto?

-Strawberry?-

-s..sì. Va bene, per domenica-

-Fantastico! Abbiamo il treno alle 9.00. E’ troppo presto?-

-No, va bene. Mi prendi ancora per una pigrona?!?-

-Affatto! Passo di lì e..-

-No- disse lei subito –cioè..vengo direttamente in stazione, ci vediamo lì-

-Ah- sembrò deluso –va bene, come vuoi-

-Allora, a domenica-

-Sì,a domenica-

Chiuse la comunicazione. Tornando a fissare l’armadio –Tu diresti che dovrei vestirmi carina..- si rivolse alla foto, quel sorriso sembrava voler confermare.

Ripose la cornice sul comodino e prese la borsa.

Uscì dalla stanza, scendendo le scale. Sarebbe andata al centro commerciale per rimediare qualcosa di decente da mettere.

////////////////////////////////////////////////////

 

Berry correva da una vetrina all’altra, sotto lo sguardo esasperato del fratello, che ogni tanto sbadigliava.

-Oh, che carino!! Guarda questo vestito!-

-Non è identico a quello di due vetrine fa?!?-

-No. Questo ha la manica a ¾ e la fantasia è totalmente differente-

Il ragazzo alzò le spalle.

-Uf. Fare shopping con te è davvero una noia-

-Credimi, lo è di più per me-

Berry gli fece una linguaccia – Visto che non hai niente da fare, perché non vai a prendermi un gelato, io intanto do un’occhiata a quel negozio di accessori-

-Mi hai preso per uno schiavo?-

-Eddai, io sono piena di borse, farei cadere tutto-

Con uno sguardo al cielo e un blando –okay- il fratello della ragazza si allontanò, e lei parve rasserenarsi.

“Mi diverto a farlo esasperare” saltellò senza badare alla gente intorno, fino a che non finì a sbattere contro qualcuno.

-Ohi- tutte le borse finirono a terra, compresa lei. Alzò lo sguardo e si accorse che chi aveva urtato era finito a terra come lei.

-Mi disp…oh-

-Berry?-

-Sempai Momomiya?-

-E’ possibile che dobbiamo sempre scontrarci noi due?!?- disse con un accenno di sorriso

-E’ colpa mia, sono sempre con la testa per aria!- balzò in piedi per aiutare la rossa a rialzarsi.

-Ti sei fatta male?- le chiese poi, mentre Strawberry si sistemava la gonna

-No, niente di rotto-

-Meno male. Hai fatto acquisti?- disse indicando la borsa che Strawberry teneva in mano. Sembrava imbarazzata.

-Giusto qualcosina-

Si sedettero su una panchina, per riprendersi un po’ dalla caduta.

-Hai comprato qualcosa per farti carina con il tuo ragazzo, scommetto!-

Strawberry arrossì –Io non ho il ragazzo-

-Che?- la biondina sgranò gli occhi –Non è possibile. Tutti dicono che tu e il capitano della squadra di kendo state insieme-

-Molto tempo fa. Ora non più-

-oh, mi spiace. Scusa se mi sono impicciata-

-Non importa. Tu piuttosto, sei qui sola?-

Scosse il capo con un po’ di broncio –No, sono con mio fratello. A proposito che fine avrà fatto?- si alzò per guardare tra le gente, e Strawberry si alzò a sua volta.

-Non mi avrà mica piantata qui!-

-Esagerata. Non credo che sia così cattivo-

-Sa essere tremendo, te lo assicuro…-

-Berry!-

-Ah no, eccolo lì- la biondina alzò la mano attirando l’attenzione di un sacco di gente. Strawberry abbassò lo sguardo nel sentirsi tutti quelli sguardi addosso.

-Si può sapere dove eri finita? Il tuo gelato mi si sta sciogliendo tutto sulla mano-

-Scusa, è che ho incontrato la mia sempai, vieni te la presento- prese la mano del fratello e lo condusse verso Strawberry, che sembrava totalmente persa nei suoi pensieri.

-Strawberry! Ti presento quell’antipatico di mio fratello!-

-Berry!-

-Che c’è? E’ vero che sei antipatico- ribadì la biondina.

Strawberry scosse il capo riscossa dal suo mondo interiore. Alzò lo sguardo con un bel sorriso.

-Piacere di conosc…-

Berry e il ragazzo la guardarono preoccupati, era impallidita di colpo.

-Strawberry? Ehi, cosa succede?-

La rossa non rispose, ma barcollò all’indietro. La borsa le cadde in terra, e subito dopo anche lei si sentì cadere.

Fu afferrata prontamente dal fratello di Berry, prima che toccasse il suolo.

-Strawberry! Strawberry! Oh ma che cos’ha?-

-Deve essere un calo di pressione, presto vai a prendere dell’acqua e zucchero-

-Eh?-

-Muoviti!-

-Sì- e corse verso il bar, investendo un sacco di gente.

Il giovane intanto faceva aria con la mano alla ragazza, che sembrò riprendersi. Aprì lentamente gli occhi, che poi si sbarrarono vacui.

-Come ti senti? Ora Berry ti porta dell’acqua-

-Ryan?-

-Come?-

-Tu..tu sei Ryan?-

Il ragazzo la guardò stupito, perché ora quei grandi occhi color cioccolato si stavano riempiendo di lacrime.

-Mi dispiace- mormorò lui non sapendo bene che fare –Il mio nome è Ryo, Ryo Shirayuki-

 

 

 

 

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Capitolo 36
*** 36 ***


 

Sulla via di casa Berry aveva faticato a mantenere il silenzio rigoroso imposto da suo fratello. Non che le avesse detto di stare zitta ma il suo volto cupo le aveva impedito di proferire parola.
Fino a quel momento.
- Era davvero sconvolta- si azzardò a commentare fissando lo sguardo sulla punta lucida delle proprie scarpe.
-Uhm- Ryo non sembrava disposto a darle ulteriore considerazione. Ma Berry era testarda e poco paziente.
- Voglio dire, quando ti ha visto è diventata così pallida, proprio come se avesse visto un fantasma-
- Forse ha visto un fantasma per davvero- finalmente suo fratello sembrava deciso a collaborare al dialogo.
- Eh?-
- Quando ha aperto gli occhi mi ha chiamato "Ryan". Significa che le ricordo molto questa persona, no?-
- Ryan. Chissà chi è-.
- Non ne ho idea. Forse un qualche amore mal concluso. Voi ragazze ci sguazzate in queste cose- e con una mano scompigliò la zazzera bionda della sorella per niente entusiasta del gesto.
- Non generalizzare!- sbuffò per poi cadere in un infantile stato meditativo -  Ryan è un nome straniero. Se ti somiglia significa che anche lui è...- si bloccò d'improvviso mordendosi le labbra.
- Guarda che puoi dirlo- Ryo le sorrise e Berry scosse il capo.
-No-.
- Perché no? In fin dei conti è la verità-.
-E' una verità senza importanza. Tu sei mio fratello e su questo non voglio discutere-.
Ryo scrollò le spalle divertito. Berry invece tutto d'un colpo si era fatta malinconica. Detestava la sua maledetta lingua lunga incapace di fermarsi al momento adeguato. Suo fratello era abile a dissimulare i sentimenti, lei lo conosceva bene, dietro quella scorza di ironica non curanza, Ryo era fragile. Terribilmente fragile.
-Oniisan, mi spiace, mi spiace tanto- si aggrappò a lui strofinando il viso bagnato di piccole gocce salate contro la stoffa ruvida della sua giacca.
- Scema che diavolo c'è da piangere ora!-
-Sono una stupida lingua lunga senza sensibilità- gridò d'un fiato senza smettere di lavargli la giacca.
- Questo è vero ma, tuttosommato, mi piaci lo stesso-.
Finalmente lei si decise a guardarlo, gli occhi color cioccolato erano arrossati ma mai quanto le sue guance.
- Come?-
- Spiacente non mi ripeto. E ora mollami che ho la manica fradicia-.
Berry obbedì asciugandosi poi gli occhi con le mani. La malinconia sembrava scomparsa d'improvviso. Era una prerogativa di Ryo dire la frase giusta al momento giusto per risollevare l'atmosfera. Una prerogativa che lei di certo non sembrava avere.
- Dimmi...- lo affiancò nuovamente tentando di intravedere ancora l'ombra di un qualche turbamento sul suo viso.
- Cosa?-
- Che impressione ti ha fatto la mia sempai?-
Ryo sembrò pensarci su. -Bè non è che abbiamo avuto un vero e proprio dialogo-
- Sì ma così d'impatto che effetto ti ha fatto?-
- Mi è parsa una brava ragazza-
- E' carina non trovi!?-
- Sì è carina-
- Ed in più è anche simpatica e molto dolce. Ho sentito da alcune mie amiche che una volta era la ragazza di Mark Aoyama, quello che ha vinto i campionati regionali di kendo. Poi si sono lasciati ed adesso pare stiano riprendendo a frequentarsi però non c'è nulla di certo-
-Berry-
-Sì?-
- Per quale  motivo mi stai raccontando tutto questo?-
La ragazza si riscoprì ad arrossire nuovamente -Oh, così. Solo per parlare di qualcosa-
- Siamo sicuri che il tuo "qualcosa" non abbia un secondo fine?-
- Ma no! Anche se...-
- Mi pareva strano-
- E' che tu pensi sempre allo studio e non hai mai avuto una relazione seria-
- E tu cosa ne sai?-
- Io vivo con te e sono una ragazza. Certe cose  le noto-
- E quindi?-
-Quindi, se assomigli a qualcuno che per la sempai è stato importante magari potresti fare breccia nel suo cuore-
- Solo perché somiglio a qualcun'altro?!?-
-No! Cioè, questo sarebbe solo un piccolo vantaggio-
- Dimentichi che il somigliare ad una persona fisicamente non significa somigliargli anche caratterialmente. E comunque non ho nessuna intenzione di uscire con la tua sempai-
-Ma perché? Hai detto che è carina!-
- Questo però non significa che io sia interessato a lei. Ho troppo da fare ultimamente, e poi ci sei già tu che mi stressi abbastanza, avere anche una fidanzata sarebbe una pura azione masochista-
- Sei  per caso un misogino?-
-Probabile. E ora andiamo a comprare da mangiare ad Art, mamma è fuori e dubito si sia ricordata di comprare le crocchette del micio-
- Potremmo comprargli anche un collarino. Quella bandana verde oramai ha fatto il suo tempo-
-A lui sembra piacere-
- Te lo ha detto lui?!-
-In un certo senso-
Berry sospirò rumorosamente - Tu e quel gatto avete un rapporto troppo complice. Comunque tornando al discorso di prima io ci penserei prima di rifiutare la possibilità di conoscere Strawberry-
-Preferisco quando la chiami "sempai"-
- Ho deciso di chiamarla per nome  dato che è pure carino-
- Più che altro è significativo della scarsa fantasia che hanno in questa città nel dare i nomi- le lanciò un'occhiatina divertita conoscendo bene la reazione.
- Berry e Strawberry sono due nomi stupendi! Ed il fatto che siano così fruttolosamente simili io lo prenderei come segno del destino!-
- Continuo a pensare che Pumpkin ti sarebbe stato meglio-
- Sei simpatico quanto un brufolo, sai?-
- Poco importa-
- A parlare di frutta comunque mi hai fatto venire fame. Possiamo fermarci in qualche café? Ho voglia di una fetta di torta e una buona  tazza di cioccolato caldo. Oh guarda!-
Berry si fermò di colpo. Ryo da subito non capì il motivo del suo entusiasmo, poi volse lo sguardo nella medesima direzione.
-Che c'è?-
- Quella costruzione, la vedi?-
- Se ti riferisci a quella sepolta sotto tre strati d'edera più che altro  la intravedo-
- Doveva essere il famoso Café Mew Mew-
- Café che?-
-Mew Mew. Credo fosse stato chiamato così in onore delle guerriere mew-
- Potevi dirlo subito che stavi parlando di fumetti-
- Oniisan ma dove vivi! Le guerriere Mew Mew! Erano cinque eroine che vegliavano sulla città. Nessuno sa dire che fine abbiano fatto. Sparite loro anche questo locale ha chiuso. Uffa. Io non ci sono mai venuta ma gira voce che i dolci fossero eccezionali-
- Dubito che sia rimasto del cioccolato là dentro. E' tutto dimesso ed entrarci non è facile-
- Scusa ma come lo sai?-
- Una volta ho seguito Art in uno dei suoi pellegrinaggi ed è finito là. Garantisco che recuperarlo non è stato facile-
- Waaa ci sei entrato!! Voglio farlo anch'io! Su, andiamo, muoviti!-
-Berry là dentro è tutto pericolante, finiremmo solo per farci del male. Oltretutto a parte i topi non c'è nulla da vedere-
- Topi?-
-Esatto. Art era andato lì per cacciare-
- Bleah odio i topi-
- Un motivo in più per abbandonare i tuoi propositi da piccola esploratrice. Ed ora andiamo o il market chiude, prenderemo dei dolci da sporto e la cioccolata la preparo io a casa-
- Dovrai prepararne in abbondanza perché sarà probabile che capiti Tasuku-
- Non scaricare la tua golosità su di lui-
- Ti assicuro che è goloso quanto me-
 
****************************************************
 
Il telefono squillava. Lory rischiò di lasciar cadere i piatti a terra nella fretta di raggiungere la cornetta. Chi poteva essere a quell'ora?
- Pronto-
-Lory, sono Strawberry-
-Strawberry! Oh sono così felice che tu mi abbia richiamato! Ti sei decisa a venirci a trovare?-
- Lory devo parlare con Kyle. Ti prego dimmi che si trova lì-
- Deve  essere nello studio-
- Posso parlargli? E' una cosa molto importante-
- D'accordo. Vado a chiamarlo. Strawberry, va tutto bene?-
- Non lo so, per questo devo parlare con lui-
 Lory annuì alla cornetta, come se l'altra ragazza potesse vederla, poi si precipitò a  chiamare il marito.
Kyle era nel suo studio intento a leggere dei documenti le cui lettere si accavallavano l'una sull'altra per la stanchezza.
-Kyle...- Lory entrò lentamente nonostante avesse fatto le scale di corsa per raggiungere lo studio al piano superiore della casa.
- Lory- lui sorrise gentilmete strofinandosi poi gli occhi stanchi - Che c'è?-
- Ecco, Strawberry è al telefono e vuole parlare con te. Mi sembra molto agitata-
Il ragazzo scese di colpo, il viso contratto in un'espressione tesa.
- Pronto, Strawberry?-
-L'ho visto- la voce della ragazza era agitata, forse spaventata.
- Cos...-
-Ryan! Ho visto Ryan!-
Kyle rimase in silenzio per qualche istante. La bocca si muoveva ma non emetteva suoni.
-Cosa significa che hai visto Ryan?- riuscì a dire con voce bassa e sempre più tesa.
- Esattamente ciò che ho detto, l'ho visto proprio oggi. Kyle, Ryan è vivo!- si capiva che Strawberry stava piangendo. Lacrime di paura mischiate a lacrime di gioia.
- Io non riesco a crederlo- anche gli occhi di Kyle diventarono lucidi -Ci hai parlato? Cosa ti ha detto?-
- Lui..Lui non mi ha riconosciuto-
- Cosa?-
- Ha detto che mi stavo sbagliando che il suo nome era un altro. Ma io sono certa si trattasse di lui. Kyle ne sono sicura!-
-Aspetta, dimmi con chi era, dov'è esattamente che lo hai visto?-
-Al centro commerciale-
-Al centro commericiale?- Kyle era incredulo.
- Sì, era con una mia kohai- Strawberry parlava come se la logica del suo discorso non avesse fitte crepe di assurdità.
- Strawberry io non capisco- tentò il ragazzo
- Cosa c'è da capire! E' vivo! Per questo devi tornare immediatamente a Tokio, dobbiamo parlare con lui, aiutarlo a ricordare-
Kyle prese un lungo respiro. Detestava dover frenare lo speranzoso entusiasmo della ragazza, e sapeva che trovare il giusto tatto non sarebbe stato semplice.
- Quello che mi hai raccontato è piuttosto assurdo-
- Non ti pare che tutto negli ultimi anni della nostra vita sia stato piuttosto assurdo? Perchè dovrei inventarmi una cosa del genere!?-
- Io non sto dicendo che tu lo abbia inventato ma sai bene come, talvolta, il dolore possa portarci a sperare o a credere in cose non reali. Forse quello che hai visto è semplicemente una persona che gli somiglia. Strawberry ricordi anche tu quello che accadde quindi...-
- Lo so. Lo so benissimo cosa accadde! Ma il ragazzo che ho visto... Kyle non si tratta di semplice somiglianza, è lui ne sono certa! Pensi che io non sia in grado di riconoscere la persona che amo?-
- Strawberry, Ryan è morto!-
Fu la prima volta da quanto lo conosceva che Kyle aveva demolito ogni barriera difensiva lasciando andare tutta la disperazione contenuta in quegli anni. - Se fosse vivo si sarebbe fatto sentire, pensi che avrebbe potuto vivere una nuova vita così come se niente fosse?-
Strawberry rimase in silenzio per qualche istante prima di riprendere il discorso cercando di dominare la voce.
- Potrebbe non ricordare. A Mark era successo dopotutto. Se fosse la medesima cosa?-
- E' tutto troppo assurdo-
- La verità è che hai paura-
- Cosa?-
- Hai paura di verificare se è vero o meno, altrimenti ti staresti già precipitando qui. Non importa. Ci penserò da sola.-
Così dicendo Strawberry chiuse bruscamente la conversazione. Kyle rimase fermo ad ascoltare il segnale d'interruzione. Paura? Sì ne aveva. Ne aveva da morire. Perchè non sarebbe stato in grado di sopportare  un'ennesima illusione infranta. Riattivare la speranza significava rischiare anche di vederla frantumarsi. E il suo animo sarebbe stato in grado di reggere?
No.
Lory osservava in silenzio la schiena immobile del marito. Non sapeva se cingerlo forte o lasciarlo solo. Nonostante i due anni trascorsi insieme il muro invisibile dei silenzi fra di loro aveva sempre avuto uno spessore  che lei non aveva mai imparato ad abbattere.
 
******************************************
 
Tasuko quella mattina l'aveva svegliata di soprassalto. A che serviva fare tanto chiasso la domenica mattina!
- Ti è dato di volta il cervello!- sbraitò la ragazza affacciandosi al terrazzo dove Tasuko stava appollaiato come un gatto.
- E' una bella giornata sarebbe un peccato sprecarla dormendo, ti pare?-
- Questa non è una buona giustificante per tirare giù dal letto le persone. Lo sai che ore sono!-
- Le 11.30- Tasuko sorrise vedendo la faccia di Berry assumere le varie tonalità del rosso.
- B...Bè, non avresti dovuto svegliarmi ugualmente!-
- Ma così la tua ospite avrebbe aspettato in eterno- il ragazzo mise il broncio ma Berry non vi badò.
- Quale ospite?-
- La ragazza dai capelli rossi. L'ho fatta accomodare in giardino dato che tua madre e tuo fratello non ci sono. E' da un pezzo che sbraito per farti scendere, ma te manco con le cannonate-
Berry non ascoltò oltre. Si precipitò in bagno lavandosi faccia e denti insieme, prima di infilare il primo vestitino sotto mano e fiondarsi al piano di sotto.
- Sempai Momomiya!- esclamò uscendo nel giardino.
La ragazza stava seduta su una della sedie da giardino, le mani congiunte in grembo ed un espressione piuttosto tesa in volto.
- Ti prego di scusarmi, purtroppo la domenica dormo molto e...-
Strawberry accennò un sorriso - Non preoccuparti, e comunque non sono qui da molto-
- Vuoi del té? Limonata? Ci metto un attimo!-
- No, io avrei bisogno di parlarti-
Berry restò congelata dal tono della ragazza e senza aggiungere altro le sedette di fronte. - Dimmi pure-
- Lo so che troverai strano il fatto che io ti sia piombata qui in  casa senza nessun preavviso ma davvero non ne potevo fare a meno. Vedi, ho delle cose da domandarti riguardo tuo fratello-
Berry lì per lì ne fu sorpresa ma poco dopo il suo viso s'illuminò di un  sorriso compiaciuto.
-Waaaa! Lo sapevo!-
Toccò a Strawberry restare sorpresa. -Cosa?-
- Sì, l'avevo predetto. Ed in vero ne sono molto contenta. Quell'antipatico avrebbe davvero bisogno di staccarsi dai libri e vivere la vita. Posso garantirti che avresti tutto il mio appoggio. E non devi preoccuparti  è single! Anche se ammetto che ce ne sono parecchie che gli stanno dietro. Ma tu sei speciale sempai! Io sono convinta che potresti far breccia nel suo cuore. Certo ti avviso che ha un pessimo carattere, talvolta sarebbe da prenderlo a schiaffi dalla mattina alla sera, però sotto ha un animo dolce e sensibile. Essendo sua sorella io lo so bene- ammise soddisfatta.
- Veramente- Strawberry era rimasta piuttosto allibita dall'esuberanza della ragazzina ed ebbe qualche difficoltà a ritrovare il filo del proprio discorso. - Non è questo che volevo chiederti-
-Eh? Ma allora non ti piace-
- No!- si morse la lingua - Cioè sì, cioè... Berry, voglio sapere se Ryo è realmente tuo fratello-
Berry s'irrigidì di colpo - Che razza di domanda è?-
- So bene che può suonarti assurdo ma tuo fratello è identico a una persona che è stata molto importante per me-
- Ah, Ryan-
Strawberry sussultò - Tu, tu sai di Ryan?-
- A dire il vero no. E' stato mio fratello a dirmi che l'avevi scambiato per questo Ryan-
-Non ha aggiunto altro?-
- No, direi di no-
- Berry io sono convinta che Ryo e Ryan siano la stessa persona-
- Cosa?-
- Per questo ti ho chiesto se Ryo è realmente tuo fratello-
Berry restò in silenzio per qualche attimo, pareva confusa. - Certo che è mio fratello-
- Vuoi dire che è sempre stato con te fin da bambina?-
- E' così. Nostro padre è francese per questo siamo entrambi di sangue misto. Abbiamo vissuto a Parigi fino a due anni fa, poi i miei si sono separati ed io e Ryo ci siamo trasferiti a Tokyo con nostra madre. Perciò è davvero impossibile quello che sostieni-
- E' la verità, Berry? Non mi stai mentendo?-
- Perché dovrei?-
-Ryan è morto due anni fa, esattamente quando tu e Ryo siete arrivati in questa città. Sei certa che lui sia sempre stato con te? Sei certa di non mentirmi?-
Berry scattò in piedi. Aveva il viso arrossato e gli angoli degli occhi le bruciavano.
- Non per offenderti sempai ma il tuo discorso non ha senso! E' del tutto assurdo. Stiamo parlando della realtà o di un film di fantascienza?-
- Io- Strawberry non riuscì più a trattenersi, le lacrime silenziose le bagnarono le guance - Io ho bisogno di credere che lui sia vivo, capisci? Il modo in cui ci siamo dovuti separare è stato così ingiusto che non riesco a rassegnarmi. Quando ho visto Ryo, ho sentito la sua voce io...io sono stata certa di riavere di fronte il ragazzo che ho amato tanto-
Berry distolse lo sguardo. Vedere Strawberry in quello stato la faceva soffrire ma non poteva proprio aiutarla.
-Mi dispiace sempai-
Strawberry scosse il capo cercando di asciugarsi gli occhi con le mani - No, è a me che dispiace. Sono venuta qui con i miei discorsi sconnessi pretendendo che le mie illusioni fossero reali. Ti prego di perdonarmi-
Non aggiunse altro. Berry capì che la ragazza voleva solo correre via. Così lasciò che si congedasse in fretta prima di avviarsi verso il cancello. Sulle prime Berry fu tentata di  rincorrerla, ma il pensiero di Ryo la trattenne. Non poteva.
Sì  voltò verso la porta d'ingresso dove Tasuko aveva assistito alla scena in silenzio.
- Non guardarmi in quel modo- mormorò la ragazza passandogli accanto.
- Era così disperata-
- Non posso farci nulla, le persone morte non tornano in vita, prima o poi bisogna farsene una ragione-
-Berry...-
- Ryo non c'entra nulla con tutto questo. Se per assurdo quello che la sempai dice fosse vero, mio fratello si sarebbe ricordato di lei, ti pare?-
- Forse le cose non sono così semplici. Avresti potuto essere sincera con lei-
- Sono stata sincera!-
- Lo sai che con me non attacca, ti conosco da una vita-
- Ti sembra così crudele che io voglia proteggere mio fratello?-
- Ma forse prima dovresti chiedere a lui quello che vuole-
- Ha detto che non gli interessa frequentarla e questo la dice tutta. Quindi fine del discorso-
- Tu potresti cambiare le cose-
- Ho detto fine del discorso-
Così dicendo Berry rientrò in casa sbattendo violentemente la porta alle proprie spalle.
 
 
 
 
 
 
 
Dunque, sono passati diversi secoli da quando pubblicai su efp Piovuta dal cielo. Non me ne ricordavo nemmeno più fino a quando dai meandri di un cassetto è spuntata una vecchia usb con i capitoli conclusivi che stagnavano lì da parecchio. Subito la mia amnesia è scomparsa. Dato che la fic al tempo era stata seguita con entusiamo (nonostante gli erroracci di cui è piena e ve ne domando immensamente scusa) mi sono sentita in dovere di rispolverarla per tutti coloro che mi avevano tanto incoraggiata a concluderla. Quindi se desiderate invierò i pochi capitoli mancanti dopo averli ben riguardati e aggiustati alle meno peggio. Intanto invio quest
o. Della serie meglio tardi che mai. 

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Capitolo 37
*** 37 ***


La condensa del bicchiere faceva colare piccole gioccioline sulla superficie del vetro. Aveva ordinato una limonata fresca nonostante la totale mancanza di voglia ad ingerire qualunque cosa. 
- Stai aspettando che evapori?-
Strawberry sussultò un istante prima di scuotere la testa e sorridere.
- No è che al momento non ho sete. Ma vedrai che la terminerò prima che ce ne andiamo-
- Non è un obbligo-
- Lo so. Ma sarebbe un peccato-
Pam le lanciò un occhiata significativa rigirandosi tra le mani la tazza di caffé americano-
- Allora, non hai intenzione di dirmi che succede?-
La rossa sorseggiò finalmente la limonata, un pretesto per riordinare le idee, per giungere a patti con se stessa nella scelta di perseverare in quella che pareva a tutti una follia oppure tacere e rassegnarsi all'impossibilità delle proprie illusioni.
- In realtà non succede nulla. La scuola prosegue come al solito, i miei voti sono nella media, partecipo alle attività del club di atletica leggera. Ho comprato un pesce rosso ma non è di molta compagnia- rise - E probabilmente uscirò con Mark domani sera. Mi ha invitato non ricordo nemmeno dove. Pensavo di comprarmi un vestito nuovo. Dare una spuntatina alla frangetta magari-
L'altra ragazza rimase interdetta dalla capacità recitativa che Strawberry aveva acquisito, non fosse per il tono di voce palesemente costruito l'avrebbe anche potuta giudicare sincera e finalmente pronta a vivere nuovamente.
- E il retroscena qual'è?- domandò diretta.
- Retroscena?- Strawberry si finse stupita - Nessun retroscena-
Pam annuì - Capisco. Quindi mi hai invitato a bere qualcosa per raccontarmi che va tutto bene e la tua vita ha ripreso il suo corso, giusto?-
-Già- era poco più che un sussurro - Volevo rassicurarti, siete stati tutti in pena per me in questi ultimi due anni e sicuramente senza di voi non so cosa avrei fatto. Ho capito che ne sono uscita e posso camminare con le mie gambe-
Pam poggiò la tazza con un gesto nervoso che fece fuoriuscire un po' del liquido scuro 
- Strawberry non amo essere presa in giro-
-Ma...-
- Credi sia così sciocca da non capire che in realtà non si è risolto proprio niente. Non sono cieca, ti conosco bene. E questa recita è del tutto fuori luogo te lo assicuro-.
Strawberry tentò di replicare ma non poteva altro che dirsi sconfitta. La qualità della sua recitazione mostrava troppe crepe che non potevano renderla credibile.
- Dimmi che succede- la voce di Pam si fece più dolce e incoraggiante. Forse, dopotutto, con lei avrebbe potuto parlare senza sentirsi dare nuovamente dell'illusa.
- Ho incontrato un ragazzo- disse fissandosi sul bicchiere di limonata - Appena l'ho visto ho creduto fosse Ryan-
- Gli somiglia a tal punto?- 
La rossa annuì - Io ero certa fosse lui-
- Ti ha parlato?-
- Mi ha detto di chiamarsi Ryo. E' il fratello di una mia kohai. La sua famiglia si è trasferita qui da un paio d'anni. E...- si morse il labbro inferiore - E così mi sono detta che non potevano essere coincidenze. Sono andata a parlare con la sorella e ho fatto davvero una figura pessima insistendo sul fatto che quel ragazzo fosse il mio Ryan. E' ovvio che non possa essere così. Ryan è morto, lo ha detto anche Kyle. Insomma, lo sapete tutti no? Sono solo io quella che non ha accettato la cosa. Solo perchè quel ragazzo gli somiglia non vuol dire nulla-.
 - O forse vuole dire qualcosa- mormorò la ragazza più grande senza nemmeno accorgersene.
- Ma lui... lui non mi ha riconosciuta. Mi ha guardato davvero come si guarda una perfetta estranea. Credi davvero che Ryan arriverebbe a tanto?  E poi perchè?-
- A quel che ne sappiamo il corpo di Ryan dovrebbe essere andato distrutto nell'esplosione della navicella. Ma non abbiamo mai trovato nessuna prova effettiva. Nulla vieta di credere che possa essersi salvato-
- Hai sempre detto che era impossibile-
- Vero. Ma questo Ryo potrebbe essere...- scosse il capo
- Cosa? Ti prego Pam non lasciarmi con delle maledette frasi in sospeso-
- Ryan era un alieno. Nulla vieta di pensare che durante lo scontro con Deep Blue possa essersi salvato, magari scindendo la parte aliena da quella umana, come già era successo con Mark.  Può aver perduto i ricordi riguardanti tutti noi. Ma se si trattasse davvero di lui non credi sarebbe almeno il caso di tentare di...-
Strawberry la interruppe bruscamente - Ma se non fosse come dici. Se davvero quel ragazzo non avesse nulla a che fare con tutto ciò, io...-
- In quel caso dovrai fartene una ragione definitiva Strawberry. Non puoi vivere aspettando chi non c'è più-.
- E' orribile sentirselo dire- mormorò
- Ma devi prenderne atto-
- Cosa dovrei fare ora?-
- Devi parlare con quel ragazzo-
Lo sguardo di Pam era serio e determinato e in quel momento Strawberry provò invidia per quella determinazione. Ma Strawberry temeva il dolore. Il dolore che non aveva fatto altro che correderle l'anima in quei mesi infiniti trascorsi a inventarsi la vita per non doverla guardare troppo in faccia, per non rassegnarsi ad accettarla così com'era.
-Parlerò con quel ragazzo-
Pam le sorrise - Comunque vada avrai tentato Strawberry. Ed ora lascia perdere quella limonata, andiamo a fare shopping, hai detto che ti serve un vestito, giusto?-
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Non era facile occuparsi di Art. Ryo se ne era reso conto fin da subito. Quel gatto si dileguava sempre con estrema facilità, poco incline alle regole e alla vita domestica. Tuttavia da qualche tempo sembrava che nei suoi vagabondaggi ci fosse una meta preferita. Il vecchio caffé abbandanato che tanto aveva attratto Berry. Il luogo ideale per cacciare piccoli roditori o altri animaletti che avevano trovato rifugio oltre la coltre d'edera. Così anche quella sera Ryo stava davanti a quel luogo dimenticato con in mano un sacchetto di crocchette per gatti e lo sguardo spazientito. Sapeva che Art sarebbe stato benissimo in grado di ritrovare la strada di casa da solo una volta stancatosi di bighellonare qua e là, tuttavia il viso imbronciato di Berry davanti alla finestra mentre aspettava di veder rientrare il piccolo fuggitivo, lo faceva ogni volta allontanare dai suoi enormi libri di scienza per andare a recuperlo.
- Andiamo Art! Vieni fuori!- salì in gradini che conducevano all'ingresso del café. La porta era sprangata ma Ryo aveva trovato altre vie d'accesso prodotte da qualche piccolo vandalo. Fu solo in quel momento che notò un'ombra a pochi passi dalla costruzione. Stava immobile e lo fissava sebbene la mancanza di illuminazione non consentisse di identificarla.
- Ti dispiacerebbe avvicinarti non mi piace essere fissato- disse il ragazzo con irritazione.
- Mi dispiace- sussurrò un voce muovendosi verso di lui in modo titubande.
Ryo capì che si trattava di una ragazza ora resa visibile dalla luce traballante d'un lampione.
- Momomiya?-
Lei annuì senza riuscire a dir nulla. Aveva pensato durante tutto il pomeriggio a come mettersi in contatto con lui, come esordire per non sembrargli pazza, come affrontare l'argomento, che domande porgli. Ma ora che era davanti a lei, bello come sempre lei lo ricordava, ogni razionalità svaniva.
- Mi hai spaventato. Che facevi lì nell'ombra?-
Lei si fece coraggio, tentò di riacquisire il senso di realtà - Vengo qui ogni tanto, questo...questo posto mi piace-
Lui puntò lo sguardo sulla costruzione - D'avvero? Non è un po' triste tutto così abbandonato!?-
- Si lo è- ammise lei tentando di nascondere la malinconia - Un tempo era davvero un bel posto-
- Eri solita frequentarlo dunque. Mia sorella me ne ha parlato, pare avesse una nomea famosa ma non ricordo sinceramente per cosa-
- Bè la pasticceria era ottima- esclamò la ragazza - i servizi da tè erano tutti i finissima porcellana nonostante...- sorrise - se ne rompesse qualcuno spesso e volentieri-
- Lavoravi qui-
- Lo sai?- sgranò gli occhi sorpresa
-No ma da come ne parli è intuibile. Come mai è stato chiuso?-
La sorpresa si tramutò in una amara delusione - I proprietari... Diciamo che se ne sono andati-
- Un peccato-
- Sì, un peccato- scostò un ciuffo di capelli che nascondeva lo sguardo malinconico. Non riusciva ad alzarlo verso quel ragazzo senza sentirsi sopraffatta dalla voglia d'abbracciarlo e di supplicarlo di ricordarsi di lei. - E tu come mai sei qui?-
Ryo alzò la mano con la busta delle crocchette - E' colpa del mio gatto. Viene sempre a rintanarsi qui-
- Art!-
- Già, è stata Berry a chiamarlo così-
Strawberry intuì che quello era il momento - Avete vissuto in Francia?-
Ryo la fissò per un attimo senza parlare. Uno sguardo distante che d'improvviso le fece desiderare di non aver parlato.
- Sì. Siamo nati laggiù, poi i miei si sono separati e mia madre... Insomma siamo venuti qui-
- Non ne sembri entusiasta-
- No al contrario mi piace Tokyo. E' una città particolare-
- E Art?-
- Art?-
- Si, anche lui stava con voi in Francia?-
Ryo rise - Certo che sei davvero curiosa Momomiya-
Lei arrossì - Perdonami è che avevo un gatto e bè aveva lo stesso nome-
- Strana coincidenza-
- Già, ho a che fare con molte coincidenze strane ultimamente- di nuovo distolse lo sgurado.
- Ti riferisci a quanto è successo al centro commerciale?-
Stavolta non poté fare a meno di guardarlo
- Mi spiace d'essere stato sbrigativo quella volta, tu eri così sconvolta... Non ci so fare con questo genere di situazioni. Mi dispiace-.
-Non... non devi scusarti sono stata io a...- non riuscì a proseguire
- Gli somiglio così tanto?-
Strawberry avvertì il cuore mancare un battito 
Ryo sembrò accorgersene e pentirsi di aver domandato. - Scusami non avrei dovuto-
- Gli somigli. Si gli somigli molto. Potreste essere gemelli-
In quel momento un musetto scuro spuntò dall'edera seguito da un miagolio affamato.
- Eccoti qui- esclamò accucciandosi per prendere in braccio il gatto. Un gatto grigio dagli occhi chiari. Davvero solo una coincidenza?
- Pare che tu abbia perso il collarino che ti aveva preso Berry. Affari tuoi per quando saremo a casa-. il gatto annusava con insistenza il sacchetto delle crocchette.
- Pare affamato- disse la ragazza osservando sia il micio che il ragazzo in maniera quasi ipnotica.
- Sì è un mangione. A te piacciono i gatti, Momomiya?-
Avrebbe voluto ridere e piangere all'unisono - Sì, mi piacciono molto- allungò una mano per accarezzare il pelo lucido del gatto ma poi la ritrasse  come scottata. 
- Shirayuki...-
-Si?-
-Sei mai stato innamorato?-

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Capitolo 38
*** 38 ***


 
Forse era stato un azzardo. La cosa più nociva e distruttiva è instillare nelle persone speranze che, con buona probabilità, potrebbero rivelarsi vane. Dal quel pomeriggio Pam non era riuscita a darsi pace, qualcosa le prendeva lo stomaco come una morsa. Gli occhi di Strawberry avevano brillato di paura ma anche di una nuova aspettativa, si era fidata di lei e delle sue conclusioni che non avevano nessun altro fondamento se non quello della supposizione. Si lasciò cadere sul divano, per terra erano sparse riviste con foto di vecchi ingaggi, dopotutto non disprezzava la vanità. Ma ora le sembravano sciocchezze, quel lavoro per il quale si era tanto adoperata ma che alla fine sapeva di effimero, di vuoto.
- A cosa pensi?-
Gish si sedette accanto a lei. Era la sola presenza nella sua vita con la quale non aveva paura di rivelarsi; gli occhi di Gish erano uno specchio incapace di restituire un'immagine falsata. Si poteva rimanerne terrorizzati ma, per Pam, era la cosa più vicina alla salvezza.
- Credo di aver detto delle sciocchezze e di aver...-  fece una pausa - Di aver illuso qualcuno al quale voglio molto bene-
L'alieno sembrò indispettirsi e Pam a quella visione riuscì a far nascere un sorriso sulle labbra.
- Parlo di Strawberry-
Il ragazzo sospirò prima di avvolgerle le spalle con un braccio - Che è successo?-
- Pensa che Ryan sia vivo-
- Lo ha sempre voluto credere- mormorò messamente lui
- Sì. Ed io l'ho sempre ragguardata sul fatto che era impossibile- poggiò la testa sulla spalla del ragazzo nascondendovi contro il viso. - Ma oggi ho detto delle cose che non so nemmeno come mi siano uscite-
- Qualunque cosa tu abbia detto sono certo che non avevi intenzione di farle alcun male-
- Ho supposto che potesse aver ragione-
Gish si scostò sorpreso. Gli occhi blu della sua ragazza erano colmi nuovamente di un'infinita tristezza, la tristezza di chi ha perso qualcosa di importante e conosce la delusione ad ogni nuovo verità in grado di mandare in frantumi la più piccola illusione.
- Perchè?-
- Strawberry dice di aver incontrato un ragazzo identico a Ryan. Si trattasse solo di somiglianza non vi avrei dato peso ma com'è possibile che una persona sia identica ad un' altra? Non parlo solo di fisionomia ma anche l'età, il fatto che sia spuntato dopo esattamente due anni dalla scomparsa di Shirogane e non prima-.
- Dubiti sia una casualità?-
- Non lo so. Ho visto benissimo quella navicella finire in mille pezzi, Deep Blue è svanito con essa e così Ryan. Il fatto poi che questo sosia abbia una sorella e una famiglia. Sarebbe troppo irreale-
- Bè anche essere la ragazza di un alieno visto dal punto di vista della totalità degli esseri umani può essere solo una cosa surreale-.
- Pensi che ci siano delle probabilità allora?-
Gish si fece pensieroso - Deep Blue si  era rifugiato nel corpo di quell'umano che al contempo però condivideva anche la forza opposta del principe Crystal che gli permetteva di assumerne l'aspetto di Knight Blue- lasciò vagare lo sguardo ambrato lungo la stanza prima di tornare a fissare la ragazza - Può essere che Crystal abbia fatto lo stesso. Forse il suo spirito si è rifugiato nel corpo di un nuovo essere umano. Anche se resta sempre il problema della somiglianza. Questa persona conosciuta da Strawberry deve aver sempre avuto l'aspetto attuale anche quando Shirogane era in vita-
Pam scosse la testa - Ci sono mille possibilità ma poche plausibili-
- L'importante è che ce ne siano. E forse non hai fatto male a consigliare a Strawberry di seguire questa strada, dopotutto anche se si rivelerà errata lei potrà finalmente affrontare la realtà-
- E se questo la distruggesse?- d'improvviso si fece ansiosa tanto che a Gish risultò istintivo abbracciarla a se - Se diventasse come me?- 
-Perchè cosa c'è in te che non va?-
- Oh Gish lo sai bene-
- Hai sofferto Pam, hai sofferto molto ma sei forte e altruista, hai dato la possibilità anche a me di ricominciare una vita nuova, di capire l'amore e di quanto questo sia scindibile dal possesso. Cosa che prima invece associavo senza ritegno. Perdere qualcuno è indubbiamente tragico ma...-
- E' questo che ci accomunava- esclamò lei d'improvviso - Io e Ryan eravamo accomunati da questo, è il motivo per il quale la maggior parte delle volte capivo ciò che pensava o provava- si distaccò un momento da Gish presa dall'idea di una nuova possibilità - E forse per un certo periodo di tempo abbiamo condiviso una speranza, un desiderio comune... Se così fosse allora non è da esludere che quel ragazzo sia Ryan-
Gish non potè nascondere un'espressione perplessa - Perdonami ma non capisco-
La ragazza si sporse verso di lui baciandolo. Un bacio intenso che il ragazzo ricambiò in egual nome - Però io per nessun motivo vorrei dimenticarmi di te- sussurrò lei prima di baciarlo nuovamente. 
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Ryo era rimasto immobile per alcuni istanti a guardarla. La domanda lo aveva colto di sorpresa. Non era la prima volta che qualcuno chiedeva conto sul fatto che in passato avesse amato o meno qualcuno. La cosa che più lo disorientava erano gli occhi di quella ragazza, così pieni di emozioni contrastanti che s'infrangevano l'una contro l'altra come onde contro uno scoglio. Per un istante sperò ritrattasse, magari un po' imbarazzata per aver azzardato tanto, ma invece i suoi occhi rimanevano fissi su di lui in attesa.
- No- disse il ragazzo infine - Non penso d'esserlo mai stato-
La vide deglutire, fissare il lastricato in modo smarrito prima d'annuire per prendere atto di quanto appena sentito.
Perchè era così importante? Si domandò lui.
- Capisco. Perdonami, era una domanda personale non avevo il diritto-
- Era una domanda come un'altra in vero- sorrise lui. 
-Già- la voce le tremeva - Si è fatto tardi sarà meglio che io torni a casa-
- Ti accompagno-
-No, non importa. Abito a pochi isolati-
- Sei sicura?-
Annuì con eccessiva convinzione prima di alzare una mano in segno di saluto.
- Bene. Ci vediamo- non attese che lui replicasse.
Affrettò il passo per allontanarsi il più velocemente possibile ma qualcosa le si parò davanti pochi attimi dopo rischiando di farla inciampare. 
Era il gatto di Shirayuki, Art. L'aveva raggiunta ed ora le stava di fronte leccandosi una zampetta prima di passarla sul muso per pulirsi. Lei s'inginocchiò ai piedi dell'animale accarezzandolo per un momento -Ryan- sussurrò, ma il micio seguitò a leccarsi la zampa con non curanza.
-Pare non voglia che io ti lasci fare la strada da sola- 
Strawberry sussultò. Quella voce. Poteva davvero trattarsi solo di una colossale follia?
-D'accordo. Allora accompagnami, Shirayuki-. disse la rossa senza voltarsi a guardarlo. Lui le si mise accanto aspettando che lei iniziasse a camminare. 
-Momomiya-chan- la vide irrigidirsi per poi iniziare a ridere. Una risata allegra e malinconica al contempo. 
-Ho detto qualcosa di divertente?- s'indispettì
-No, ma...- Strawberry prese un grosso respiro - E' la prima volta che un ragazzo si rivolge a me in questo modo-
-Pensavo fosse consuetudine in Giappone-
-Sì, ma nel mio caso, solitamente sono le compagne di classe a chiamarmi così- finalmente riuscì a guardarlo. La risata le aveva colorato le guance.
- Almeno ti ho fatto sorridere. Sei sempre molto seria- commentò lui iniziando a camminare con lei. 
- Nemmeno tu sembri particolarmente solare- ribatté la ragazza
- Ti sbagli, sono estremamente solare-
- Non l'avrei mai detto- sorrise di nuovo - Ma anche in questo somigli molto a Ryan- le era scappato di bocca senza nemmeno se ne accorgesse.
- Era il tuo ragazzo?- 
- Era molto di più- sussurrò per poi ricomporsi un attimo dopo - Si, anche se non abbiamo avuto la possibilità di stare assieme per molto-
Ryo valutò se continuare su quell'argomento o sviarla. Si voltò indietro notando che Art non li aveva seguito e così emise un sospiro teatrale per distrarre la ragazza - E' sparito di nuovo-.
Strawberry parve inizialemente non capire ma poi si voltò a sua volta e comprese.
- Mi dispiace. Vuoi che torniamo a cercalo?-
-No. Art sa badare a se stesso perfettamente. Lo so bene. E' Berry che entra in apprensione. Le è molto affezionata. E' stata lei a trovarlo-
Strawberry lo fissò con curiosità - Lei?-
Ryo annuì. - Era un randagio e Berry non ci pensò due volte a portalo a casa. Purtroppo non sono mai riusciti ad entrare in sintonia-
-Quanto tempo fa?-
-Come?-
-Da quanto Art è con voi?-
-Non saprei con esattezza. Da molto comunque-
-Più di due anni?-
Ryo parve confuso - Certo, mi pare di sì-
Nuovamente la luce negli occhi di Strawberry parve scemare.
-Momomiya, perchè ti interessa tanto?-
Ecco, Strawberry avrebbe preferito evitare quella domanda, dover dare chiarimenti, imbastire teorie che quel ragazzo non avrebbe potuto comprendere.
"Non si ricorda di me, non può essere Ryan".
- Hai mai creduto nell'impossibile, Shirayuki?- dovette sorreggersi con una mano contro un lampione, improvvisamente si sentiva priva di forza. - Io non faccio altro da un paio d'anni a questa parte, sai? Continuo a credere in qualcosa d'impossibile. Ho fatto preoccupare la mia famiglia e le mie amiche. Mi sono detta che avrei finito col distruggermi. Non mi importava. Ma sapevo che avrei ferito coloro che mi vogliono bene. Così ho tentato di reinventare me stessa. Lo faccio ogni giorno. Eppure ogni giorno continuo anche a credere in cose che non possono essere- .
-Non è sbagliato Momomiya. Credere in qualcosa talvolta è la sola forza che abbiamo. Tuttavia è una caratteristica della vita perdere coloro che amiamo. Dobbiamo comunque continuare a camminare, a vivere, anche per loro- si fece più vicino e Strawberry provò un forte impulso ad abbandonarsi contro di lui e chiudere gli occhi. Un attimo così. A guardare gli occhi azzurri come quelli di Ryan, l'ultimo ricordo. E poi svanire.
-Dopotutto se tu non continuassi a vivere e a portarlo dentro di te, non sarebbe come farlo morire nuovamente?-
La ragazza sbarrò gli occhi. L'equilibrio questa volta venne veramente a mancare e fu costretta ad aggrapparsi al ragazzo per non cadere.
- Morire?- sentiva il petto bruciare, gli occhi appannarsi - Perchè hai usato priprio questa parola, io non ti ho parlato di lui. Non ti ho detto che è morto-. 
E fu nel pronuciare quella di parola "morto" che Strawberry scoppiò in lacrime senza riuscire a frenare i singhiozzi. Il dolore le scuoteva il petto in modo tale che era certa di finire in mille pezzi. Ryo la sostenne abbracciandola contro di se. Era il calore di Ryan e al contempo non lo era.
-Ti prego- lo sopplicò senza riuscire a controllare l'affanno del respiro - Dimmi che andrà tutto bene. Dimmelo ti prego. Dimmi: " non piangere Strawberry vedrai che tutto andrà bene-. 
-Andrà bene-.
Ryo privato di ogni impaccio la cinse più forte - Andrà tutto bene Strawberry. Non piangere più-.

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Capitolo 39
*** 39 ***


 
 
Era silenziosa. Stava seduta composta portando di tanto in tanto un cucchiaino di gelato alla bocca. I capelli raccolti le davano un aspetto più maturo, lontano dalla ragazza con i codini che ricordava. Era bellissima. Bellissima e malinconica come la luna. E per quanto lui si sforzasse di scorgere dietro lo specchio degli occhi scuri la Strawberry che aveva amato, non vi vedeva  altro che un' ombra lontana, chiusa a doppia mandata dietro la porta del tempo.
- Spero di non averti messa in difficotà- la voce di Aoyama era calda e dolce. Strawberry gli sorrise. - No, anzi avevo proprio voglia di un gelato-
- Un tempo l'avresti finito in un batter d'occhio-
- Ma ora sono una sempai e come tale cerco di comportarmi. Bisogna dare il buon esempio, no?- e raccolse un lampone finito sul bordo della coppa di gelato.
- Tu hai sempre dato il buon esempio- Mark si fece serio - Nessuno potrebbe mai dirsi deluso da te-.
- Sei troppo buono- sospirò - Ma non è così-
- Per me lo è- il viso del ragazzo tornò sereno - Non sono mai riuscito a provare qualcosa di negativo nei tuoi confronti. Nemmeno quando... Bè lo sai-
Si fissarono per un lungo istante prima che Strawberry riuscisse a spezzare il silenzio - So di averti fatto del male- ammise - Ed è sciocco dirlo ora, pare una giustificazione, ma non avrei mai voluto ferirti-.
- Lo so. Per questo ti dico che non ho mai potuto provare rabbia o delusione. Certo mi è stato difficile accettare il fatto che il tuo cuore battesse per un altro. Ma a conti fatti sono stato io a farti del male. Ricordi? Quel giorno al parco..- Mark deglutì e Strawberry distolse lo sguardo nella vana speranza che il ragazzo non proseguisse.
- Ero così disperato che ho smesso di ragionare. Dissi delle cose orribili. Di questo non ho mai potuto perdonarmi-
Lei scosse il capo sorridendo - Non hai nulla da farti perdonare. Ed è passato così tanto tempo. Non dovresti dartene più pensiero-.
- Credi sia tanto tempo?-
La domanda un po' la spiazzò ma si stupì della strana tranquillità che albergava in lei in quel momento - A volte mi sembra di sì. Altre..- scrollò le spalle - Altre invece mi sembra ancora tutto così vicino da mandarmi in confusione-.
Mark allungò un mano sul tavolino per poter toccare quella della ragazza. Un tocco leggero e confortante.
- Ci sono momenti in cui mi dico che Ryan non vorrebbe vedermi così. Lo deluderebbe. In altre circostanze, quando riesco a distrarre i pensieri, un istante dopo provo un profondo senso di perdita, come se smettendo di pensare a lui lo facessi cessare nuovamente di vivere. Sono momenti brevi, attimi in cui probabilmente prendo una pausa da me stessa-.
- Non è sbagliato, lo sai?-
- Forse. Quando accetterò quanto è successo certe cose si sistemeranno. E' evidente che non è ancora il momento-.
- Sono stato in grado di renderti felice, Strawberry?-
- Mark..-
- So che non è giusto chiedertelo ma.. Lo vorrei sapere- e per un istante a Strawberry parve di avere nuovamente davanti il ragazzino del club di kendo, quello per il quale aveva perso la testa fin dal primo attimo che aveva incrociato il suo sguardo.
- Sì, con te sono stata felice- ammise e se ne sentì sollevata.
- Non credi potrebbe essere ancora così?-
- Sono cambiate molte cose Mark- sussurrò perdendo lo sguardo oltre le spalle del ragazzo, come a voler cercare di avvistare qualcosa di irrimediabilmente perduto.
- Eccetto una- mormorò lui a sua volta facendola annuire.
-Già, eccetto una. Non posso smettere di amarlo, lo sai.-
- Lo so, e non oserei  nemmeno chiedertelo. Ma non credi che sia giusto continuare a vivere Strawberry? -
- Sarebbe giusto. E' giusto. Ma vorrei essere io a scegliere come e in che modo vivere-
Il giovane sospirò abbandonandosi sulla sedia come sfinito - Eh, ci sono un altro paio di cose che fanno eccezione ai cambiamenti-
-Cioè?-
-Bè- la guardò con finto rimprovero - La prima è che hai sempre la testa dura. Potrebbero prenderti in considerazione in un'impresa di demolizioni-
La vide arrossire e imbronciare un po' le labbra - Grazie tante-
-La seconda- la fissò negli occhi - E' che non riuscirò mai a smettere di essere innamorato di te.  Spero che la cosa non sia un problema-
-Cos..-
- Sì perchè per me non lo è- giocherellò con la cannuccia affondata in un bicchiere di cola ancora pieno - Voglio dire non voglio darti ansia con questa cosa. Semplicemente desidero essere sincero. E starti vicino. Nel modo che ti è più d' aiuto. Ma..- la cannuccia fece pressione su un cubetto di ghiaccio - Non escludermi dalla tua vita-.
Strawberry si sentiva confusa. Da un lato era felice per le parole del ragazzo, dall'altro sapeva di non poterlo ricambiare e questo la faceva sentire profondamente egoista.
- Non so che dire- mormorò impacciata.
- Dai semplicemente l'okay-
- Mi fai sentire egoista-
- Tutti lo siamo. Credi che la mia richiesta non lo sia? E' puro egoismo mascherato da altruismo. Questo dovrebbe farti sentire meglio-
- Direi di no-
Mark fece l'occhiolino e Strawberry arginò la propria barriera non senza difficoltà.
- Va bene- era appena un sussuro
- Credo di non aver capito-
-Ho detto va bene. Ma poi non rinfacciarmelo-
- Farò il possibile. Piuttosto... Ci andiamo allora al ballo della scuola?-
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Art stava accovacciato sulle ginocchia di Berry. Era stranamente quieto e di tanto in tanto emetteva le fusa.
- Che stia male?- chiese la biondina in direzione della madre che stava trafficando con pentole e coperchi.
- Hai detto qualcosa, tesoro?-
- Il gatto è stranamente tranquillo. Non ti pare strano?-
- Oh Berry- la donna emise uno sconsolato quanto teatrale respiro - Sarà semplicemente stanco-
-Art non è mai stanco-
- E' stato fuori tutta notte non è affatto anomalo che recuperi durante il giorno. I gatti sono animali notturni dopotutto-
La ragazza lo stuzzicò tirandoli delicatamente un baffo - Dì un po' Art mi stai fecendo preoccupare inutilmente?-
Il micio accennò appens ad un miagolio. D'improvviso Berry parve essere colta da un'illuminazione. - Ma certo!- esclamò facendo sobbalzare il povero animale sulle ginocchia - Ti sei trovato una micina! Ecco il perchè fai il cavaliere notturno-.
-Berry smettila o lo farai vomitare- Ryo era rientrato in quel momento. Posò lo zaino in un angolo della cucina prima di abbandonarsi su di una sedia a sua volta.
- Lo sai fratellone, credo che il nostro Art si sia innamorato-
- Buon per lui- fu la risposta ben poco entusiasta.
- Non trovi che questo spiegherebbe il fatto che la notte non rientra mai a casa?-
- Potrebbe anche aver trovato una colonia di topi da cacciare o una nuova padrona che non lo tormenta mentre dorme-
La bionda riuscì a rimanere impassibile - Bah non credo. Questo gatto ti adora troppo per prendere in considerazione altre sistemazioni. E poi perchè non puoi semplicemente avallare  il fatto che io possa aver ragione!-
Ryo alzò le braccia in segno di resa - Come vuoi-
-Almeno a differenza tua Art si da da fare-
- Una liceale non dovrebbe dire queste cose- intervenne sua madre mentre teneva a bada quella che nei suoi intenti doveva essere una consommé di verdure.
- Se è per questo i liceali dicono di peggio. Vero Ryo?-
-Non so chi frequenti- rispose lui maliziosamente.
- Tuo figlio vuole fare l'arcangelo Gabriele ma sotto sotto è un vero playboy- continuò Berry nel falso intento di rivolgersi alla madre - Ha fatto colpo anche sulla mia sempai-.
- Berry-
-Che c'è? Non è forse vero? Secondo me si è presa male per te-
Era strano ma Berry aveva usato un tono irritato che Ryo non le aveva mai sentito prima.
- Dovresti essere contenta di avere un fratello così popolare- fu il commento distratto della madre.
- Oh ma nel caso della mia sempai mica è merito suo- tirò più forte un altro dei baffi di Art e stavolta il gatto si fece insofferente - E' solo perchè somiglia ad uno che è morto. Incoraggiante non trovi?-
- Adesso smettila- il tono di Ryo si era fatto agrassivo ed anche Art lasciò il grembo della padrona ormai stufo di venir molestato da quei dispetti.
- Perchè? Non ho forse detto la verità?- la voce di Berry aveva tremato sebbene la ragazza si sentisse scossa da una strana rabbia della quale non aveva chiara l'origine.
- Quel che stai dicendo è crudele nei confronti della sempai Momomiya. Credevo ti piacesse- Ryo riacquistò un tono neutro che però non ebbe l'effetto sperato.
- E' crudele verso di lei o verso di te?- Berry si alzò in piedi di scatto. Gli occhi scuri come ossidiana erano lucidi e ormai incapaci di trattenere le lacrime. Sua madre le si fece vicina mettendole una mano sulla spalla ma la ragazza si ritrasse prontamente.
-Berry ma che ti è preso d'improvviso? Non capisco perchè vi stiate beccando per cose simili-
- E invece dovresti capirlo!- ribattè la ragazza - Vado in camera mia-
Nel tentativo di allontanarsi però fu fermata da Ryo il quale le tenne saldamente il polso impedendole la ritirata.
- Perchè piangi?-
-Non sto piangendo-
- Lo capisci che sei ridicola!-
Lei strattonò per liberarsi - E tu invece sei uno stupido! Adesso lasciami-
- No, prima voglio che mi dici che diavolo ti è preso-
- Ho detto lasciami!- con uno strattone forte tanto da farsi male la ragazza riuscì a liberarsi della presa e a correre nella propria camera. Ryo fece per seguirla ma sua madre lo bloccò intimandogli che era meglio lasciarla un po' sola.
Intimazione che Art invece non prese in considerazione correndo dietro alla ragazza.
 
Note: Da qui in poi non ci saranno più capitoletti di transizione così brevi e la storia comincerà a prendere una linea definita.
Grazie per aver pazientato ^^'

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Capitolo 40
*** 40 ***


Ryo bussò più volte prima che Berry concedesse l'accesso alla sua stanza. Era sdraiata sul letto, lo sguardo puntato sul soffitto color crema, Art addormentato sulla  pancia.
- Non hai intenzione di mangiare nulla?- domandò il ragazzo sedendosi sul bordo del letto. Berry scosse appena il capo senza staccare lo sguardo dal soffitto. Ryo fece uno sbuffo prima di abbandonarsi accanto a lei nella medesima posizione. Il letto, troppo piccolo per consentire la comodità, costringeva i due fratelli a premere l'uno contro l'altro senza che questo però scomponesse la stasi della ragazza.
"Cocciuta". Pensò Ryo accennando un piccolo sorriso. - C'è una piccola crepa- disse indicando un punto del muro. Berry scosse le spalle - C'è nè più d'una-. mormorò tentando poi di scostarsi - Nessuno ti ha dato il permesso di sdraiarti sul mio letto-.
-L'avevo preso per silenzio assenso. E comunque ora è troppo tardi non ho intenzione di spostarmi-.
-Come ti pare- Berry accarezzò la testolina di Art che parve apprezzare emettendo fusa non poco rumorose.
- Berry perchè non mi dici cosa ti succede?- 
- Onestamente- disse lei -Non lo so nemmeno io che succede-.
- La tua reazione di stasera avrà avuto un motivo scatenante. E' successo qualcosa con Strawberry?-
-Strawberry- ripeté lei - Da quando la chiami per nome?- gli occhi scuri si socchiusero appena.
-Ah- Ryo si posizionò su un fianco, giocherellando con una ciocca bionda della ragazza 
-Potevi dirlo subito che sei gelosa-
Fu solo in quel momento che Berry si decise a guardarlo, un lieve rossore sulle guance e l'espressione contrariata -Non sono affatto gelosa-.
- Certo che lo sei! E' normale, sai? D'altronde con un fratello così-.
-Idiota-
- Anch'io a volte sono geloso di Tasuku-.
Berry si mise seduta di colpo facendo cadere il povero Art in malo modo. - La smetti con queste idiozie! Tasuku poi! Che diavolo c'è da essere gelosi di Tasuku!-
Ryo recuperò il povero micio - E poi ti lamenti se non ti si affeziona- brontolò tenendo il povero animale in braccio.
- E' normale avere certe gelosie, Berry. E' perchè nonostante tu abbia la testaccia dura io sono tuo fratello e ti voglio bene. Non voglio tu possa soffrire. Certi istinti di protezione sono naturali-. fece una pausa sistemando il collarino del gatto - E' per questo che ti sei arrabbiata, sei preoccupata per me-.
Berry abbassò lo sguardo sulla trapunta decorata. - Si, sono preoccupata-. ammise
 -Inizialmente credevo che la sempai potesse essere una buona conoscienza per te. Mi ispirava fiducia-.
-Ma?-
- E' interessata a te solo perchè somigli al suo precedente ragazzo. E' una cosa ossessiva che non può portare a nulla di buono. E poi tutte quelle domande...- portò le ginocchia al petto rannicchiandosi fino a sembrare ancora più piccola - Non voglio turbino la nostra famiglia. Non voglio che tu soffra-.
Ryo sorrise attirandola a se - Lo so- le scombinò la zazzera bionda e per la prima volta Berry non diede segno di lamentarsi. Le piaceva sentirsi stretta dalle braccia del fratello, quel senso di tranquillità che il suo calore trasmetteva. -Ma non devi preoccuparti per me. Non c'è niente tra me e la tua sempai. Mica è così facile conquistare il sottoscritto-.
-Io invece credo ti piaccia-.
- Mi incuriosisce più che altro-
- Questo è già sinonimo d'interesse. Che accadrebbe se ti innamorassi per davvero?-
-Avevo capito saresti stata la prima a gioirne-
- Ti ho spiegato cosa mi spaventa-.
- Vuol dire che ritieni la mia personalità assolutamente piatta e priva di attrattiva se devo piacere ad una ragazza solo perchè somiglio al suo defunto ragazzo-.
- Non sto dicendo questo.  E poi non ti sei chiesto perchè gli somigli tanto?- scattò lei per pentirsene un istante dopo.
-Come?-
-Niente, stavo per dire una sciocchezza-.
- Esatto, stavi per dire una sciocchezza- Ryo si scostò bruscamente, sembrava quasi voler fuggire ma Berry si aggrappò prontamente al suo braccio -Ti chiedo scusa- disse - Mi dispiace per quanto ho detto, mi dispiace per il comportamento che ho avuto tutta la sera. E' che come hai detto tu sono solo preoccupata per te-.
Il ragazzo sembrò rasserenarsi. - Sono grande e forte non devi temere per me-.
- Le delusioni d'amore sono duri colpi. Per quanto distacco tu possa metterci sono un dolore tremendo-. giocherellò con le ciocche dei capelli accennando una smorfia quando le doppie punte comparivano alla sua vista.
- Tu corri troppo. E a proposito chi è che ti ha delusa?-
-Mh?-
- Hai parlato come un'esperta di delusioni, c'è qualcosa che vuoi dirmi?- e il tono scherzoso non fece troppo piacere a Berry.
- Non sono affari tuoi-.
-Avanti. Non dirmi si tratta di Tasuku perchè non ci crederei, quello è innamorato di te da sempre-.
- Sempre è una parola che dovrebbero abolire. E' utopica. Comunque non capisco perchè tutti ci teniate così tanto a vedermi sistemata con lui-.
- Forse perchè ti piace-.
Lei arrossì -Mai detto-
-Certe cose non serve dirle, sono palesi. Sarà lui ad accompagnarti al ballo?-
Il broncio sul viso di Berry si fece più accentuato - No. Ha un febbrone da cavallo, oggi si è presentato qui per assicurarmi che domani sera mi avrebbe accompagnato comunque. Avresti dovuto vederlo, stava malissimo, a mala pena si reggeva in piedi. E' così zuccone. Gli ho detto chiaro e tondo che non doveva nemmeno provare ad alzarsi dal letto. Per uno stupido ballo poi. Per me non è importante. Ci è rimasto male ma io non voglio metta a repentaglio la salute per una sciocchezza simile. Ho chiamato anche sua madre ragguardendola sul fatto di non lasciarlo assolutamente uscire. So già che tenterà la fuga-
-E' proprio amore-
-Basta! Ho quindici anni permetti che in merito io sia ancora un po' confusa-
- E allora con chi andrai?-
Berry emise un teatrale sospiro - Non ci andrò. Ho fantasticato sul fatto che il sensei Aoyama della squadra di kendo si facesse avanti improvvisamente folgorato dal mio bel faccino. Ma così non è andata-.
Ryo la guardò per qualche istante -Il vestito color menta ti starebbe benissimo-
Berry rimase sorpresa - Non credevo facessi caso ai miei vestiti. Comunque ero più propensa a quello lampone. Non importa-.
-Ti accompagno io-.
-Cos..- per poco non cadde dal letto -Tu? Ma sei mio fratello e non fai nemmeno parte della scuola!-
-E allora? Non penso ci siano divieti in merito-
-No ma... Che diranno i compagni?-
Lui sogghignò atteggiandosi - Che sei indubbiamente accompagnata dal più figo in assoluto. E poi nessuno sa che sono tuo fratello-.
-Come no. Dopo due secondi verrò sommersa da orde di gridolini concitati e da milioni di domande-.
Berry si prefigurò la scena. Soprattutto la faccia di Haruko Shinzai, l'essere più antipatico della scuola. Di certo sarebbe diventata verde nel vederla insieme ad un ragazzo bello come Ryo.
- Allora è un no?-
-Un nì. Nel senso, che figura ci farei se sapessero che sei mio fratello?-
- Non vedo dove stia il problema-
- Perchè sei privo di sensibilità-
- Se si sapesse dovrebbero convenire tutti che abbiamo un ottima genetica-.
-Già- lasciò vagare lo sguardo - E va bene. Ma azzardati a farmi qualche scherzo che...-.
- Fidati-. Le fece l'occhiolino senza che questo però smussasse il dubbio in Berry.
-Ah!- esclamò d'improvviso - Lo fai perchè al ballo ci sarà anche Momomiya!-
-Ci sarà?-
Berry rizzò in piedi sul materasso - E' ovvio! E tu lo sapevi fin da subito. Ecco perchè ti sei offerto senza remore. Te l'avessi chiesto io un anno fa mi avresti dato picche. Opportunista!-
Lui scrollò le spalle - Ti assicuro che non ci avevo proprio pensato-.
-Ma  a chi la racconti! Ad ogni modo va bene non sono affari miei. 
 
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-Color panna?- la madre di Strawberry esaminava l'armadio della figlia - Anche quello turchese dovrebbe starti bene...-
- Ho la pella troppo chiara- disse distrattamente la regazza concludendo una relazione di storia antica - Il turchese non mi dona. Andrà bene quello color panna-
La madre non parve convinta - Non che quel colore ti doni particolare luce. Oh!- esclamò d'un tratto riesumando un abito color lampone - E questo? Questo è stupendo!- disse piroettando con l'abito in mano. Strawberry vi lanciò d'apprima un'occhiata per poi alzarsi di colpo togliendolo dalle mani della donna.
-No, questo no-
Lo ripose nell'armadio con estrema cura, lisciando la gonna da invisibili pieghe.
- Ma perchè? E' splendido.-
-Si lo è. Ma non lo indosserò-. Strawberry tornò a sedersi seguita dallo sguardo rattristato della signora Momomiya-
- Tesoro..- la donna le si avvicinò accarezzandole delicatamente la testa - Perchè non parliamo un po'?- 
La ragazza rigirò nervosamente la penna fra le dita, una piccola macchia d'inchiostro faceva bella mostra tra gli scritti della relazione. -Sono sempre un'imbranata- mormorò in tono neutro.
-Strawberry-
-Mamma perdonami ma, davvero, non c'è nulla di cui dover parlare-.
La donna non si allontanò -Sono due anni che ti sento dire che non c'è nulla di cui parlare. Pensi io sia solo un'ombra che gira per casa con un grembiule senza accorgersi di quanto soffra sua figlia?-
- Non ho detto questo- Strawberry la fissò. Ora che il tempo era passato la ragazza si accorgeva di quanto la somiglianza fra lei e sua madre fosse marcata. - Mi spiace farti preoccupare. Cerco in tutti i modi di non far pesare il mio stato d'animo agli altri ma sembro non riuscirci-.
- Dissimulare il dolore non è facile e nemmeno giusto- 
- E' che non passa. A volte vorrei essere priva d'ogni sentimento. Vorrei essere così distaccata da non dover più sentire queste mareggiate di dolore corrodermi- le lacrime iniziarono a scivolare calde sul viso - Tutti dicono che devo ricominciare a vivere, che non è giusto nemmeno nei suoi confronti restare sospesa in un limbo. Lui non lo vorrebbe-.
Abbandonò la testa contro il petto della donna - Mi sembra sempre di camminare sul ciglio d'un burrone. E talvolta..-  "talvolta la tentazioni di lanciarmi in quel vuoto si fa più insistente" lo pensò senza dirlo. Sarebbe stato troppo crudele e sua madre di certo si sarebbe allarmata maggiormente.
-Talvolta?-
- Nulla, stavo per dire una stupidaggine-
- Credi che morire sarebbe la soluzione?- 
Strawberry avvertì il proprio cuore perdere un battito, gli occhi di sua madre erano seri e penetranti che la ragazza percepì l'incredibile capacità della donna di penetrare oltre ogni barriera.
- Allora è questo che credi?-
- No io...No-
- Questo sarebbe ingrato. Ingrato non solo nei suoi confronti e di chi ti ama. Ma sarebbe prima di tutto ingrato verso te stessa-.
- Mi affibiate tutti una nobiltà d'animo che in realtà non possiedo-. Si strinse nelle spalle abbandonansi ai singhiozzi. 
- Davvero? Che fine avremmo fatto tutti se non ci fossi stata tu-
Le labbra di sua madre si erano piegate in un sorriso - Che fine, Strawberry?-
La ragazza era incredula - Tu..Tu sapevi?-
Il sorriso si fece più luminoso - Schiocchina che sei. Credi non sappia riconoscere mia figlia? Sono davvero sottovalutata.  Fin dalla prima volta che vidi le Mew Mew riprese in televisione capii che si trattava di te. Ebbi una gran paura lo ammetto-.
-Perchè non me lo hai mai detto?-
- Sapevo che la cosa ti avrebbe messo in ansia. Ti avrei sicuramente trasmesso tutta la mia preoccupazione. Voglio dire, sono una madre e non posso certo dirmi serena di sapere che mia figlia rischia la propria vita per questo nostro malandato mondo. Fosse per me ti terrei sempre tra le braccia, protetta sotto la famosa campana di vetro. Ma vedendo con quanto coraggio e volontà hai affrontato tutti quei pericoli mi sono sentita orgogliosa e un po' meno egoista-. le sistemò un ciuffo di capelli rossi dietro l'orecchio - Tesoro, tutti possono dirti tante belle parole, dirti che è necessario ricominciare, che tu faccia questo e quello. E da un lato può essere anche giusto. Ma il dolore che senti è solo tuo. Sei tu a conoscerne l'intensità . Col tempo si  attenuerà e farà parte di te. Tu sei una combattente, e non solo perchè sei stata una Mew Mew, tu sei una combattente da sempre. Sei fatta per proseguire in questa vita e affrontarla. Pensi che Ryan non lo sapesse? Io credo fosse ben consapevole. Amava quella ragazza-.
- E allora perchè mi ha abbandonata?- non riuscì a trattenersi - Se si fosse fidato, se fosse stato onesto con me fin da subito! Avrei potuto aiutarlo. Se davvero mi riteneva così forte avrebbe dovuto sapere che poteva contare su di me. Invece mi ha esclusa. Quello stupido! Stupido! Stupido! Ha voluto fare tutto di testa sua come al solito. Per proteggermi diceva! Allora avrebbe dovuto proteggermi da questo dolore! Avrebbe dovuto...- lasciò che la donna la stringesse forte a sé - Sono egoista. Lo sono. So bene di esserlo. E' che talvolta non posso fare a meno di essere arrabbiata con lui per tutto questo-.
- Forse non è un male dopotutto- le baciò la fronte attendendo che si calmasse. E in tutte quelle lacrime Strawberry si sentì sollevata, come se  la morsa che la opprimeva si fosse un po' allentata. 
-Anche papà sa?- domandò infine asciugandosi gli occhi.
-Tuo padre è un po' più ottuso. Ma in realtà credo sia perchè non reggerebbe a saperti in pericolo-.
- Povero papà quanto l'ho fatto penare-. Sorrise pensando alle sfuriate e alla gelosia paterna.
- Va un po' meglio ora?-
Strawberry annuì - Sì, ti ringrazio-. Prese un bel respiro - Avrei dovuto farlo prima. Sfogarmi un po' intendo-.
La signora Momomiya sorrise nuovamente - Che ne dice di mangiare qualcosa? Una fetta di dolce ad esempio?-
- Va bene- si sentiva spossata ma l'aver parlato con sua madre le aveva fatto bene 
- E del tè?-
- Vada anche per il tè-
La donna parve sollevata. Da brava mamma riteneva il cibo un buon rimedio contro lo sconforto delle lacrime. - Vado a preparare allora-.
Strawberry annuì - Grazie-
Prima che la donna uscisse dalla porta la ragazza la richiamò. -Mamma-
- Mh?-
-Credo..- spostò lo sguardo verso l'armadio - Credo che indosserò il vestito color lampone-
- Penso sia un'ottima scelta-.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 41
*** 41 ***


Era strano trovarsi lì. Strano essere contornata da tutte quelle persone ormai divenute familiari; sguardi spensierati, il rossore sulle guance ad ogni nuovo complimento sui vestiti, la scelta delle musiche, le lacrime di chi dall'anno successivo sarebbe entrato nel mondo universitario. Un microcosmo che in qualche modo la vedeva ai margini, aliena al tipico disperato entusiasmo adolescenziale. Accarezzò l'abito color lampone, il fiocco appuntato al petto da una spilla, i capelli raccolti nei codini proprio come un tempo. Mark le era affianco. Bello e dolce come un sogno surreale. Le porgeva la mano e lei senza titubanza l'afferrava per lasciarsi condurre, lasciarsi guidare in mezzo alla gente, abbassare la guardia della propria malinconia e sorridere.
-Come sei bella Strawberry- Aya le pose una rosa cremisi da legare al polso - E' doverosa stasera- disse soddisfatta lanciando poi un occhiata a Mark. - Sarete la coppia più invidiata-
I due ragazzi si limitarono a sorridere prima di proseguire verso il piccolo buffet.
- Qualcosa di alcolico o un succo di frutta?- domandò lui lanciando uno sguardo verso le bevande.
- Non credo occorra rispondere-.
- Certo. Rum e coca?- 
La ragazza gli diede un lieve pizzicotto e Mark le pose un succo senza smettere di sorridere 
- Non abbiamo ancora l'età per bere alcolici, lo sai?- lo rimbeccò lei mentre lui rispondeva con un'alzata di spalle - Pare che gli organizzatori del ballo siano contravvenuti alla legge-.
- Aspetta che arrivi il preside-
-Io non lo farei così paladino cara la mia Strawberry-.
- Mi meraviglio di te Aoyama, dov'è finito il bravo ragazzo che conoscevo?!-
Risero entrambi e Strawberry si riscoprì leggera, la morsa si era allentata e le sembrava di poter respirare dopo aver vissuto in una lunga apnea. ll ragazzo se ne accorse e le sfiorò una guncia - Sono contento di vederti sorridere-.
Lei annuì - Lo sono anch'io- sorseggiò il succo spostando lo sguardo su alcune coppie che avevano già guadagnato la pista da ballo. La mente la riportò a quell'unico ballo di tempo prima, quando indossava quello stesso abito e il ragazzo che amava le aveva insegnato a ballare. Quanto aveva battuto forte il cuore quella volta? "Avrei dovuto capirlo già allora" si disse riponendo il bicchiere sul tavolo. 
-Vuoi ballare?- la voce di Mark la riportò al presente.
- Temo che i tuoi piedi non ne sarebbero entusiasti-.
- Lo sapremo subito- non attese che lei acconsetisse, con delicatezza la guidò verso la pista, la melodia era dolce, bastava abbandonarsi ad essa senza pensare più. - Lasciati guidare da me- Strawberry avvertì il cuore mancare un battito ma decise di non darlo a vedere. Quello era il presente, il suo presente. Mark si rivelò un ottimo cavaliere. Era facile lasciarsi guidare da lui, ritrovare la sintonia che avevano avuto un tempo. Guardare nei suoi occhi era come lasciarsi cullare in una marea d'ossidiana; sapeva che quegli occhi erano pieni di promesse, e sarebbe bastato acconsentire, Mark non le avrebbe tradite. Se ne era innamorata subito la prima volta che l'aveva visto. Una scarica elettrica che le aveva fatto arrossire improvvisamente le guance. Una ragazzina pasticciona innamorata del ragazzo numero uno della scuola. Il preludio d'un fallimento. Eppure Mark l'aveva ricambiata subito senza nessuna titubanza. D'improvviso le balenò alla testa il pensiero di quello che avrebbe potuto essere. Se quel giorno di tanto tempo prima quel chimero non li avesse attaccati, se il progetto mew non fosse mai esistito. Che sarebbe stato? Lei e Mark sarebbero stati una coppia indissolubile, qualcosa di riconducibile ad una favola. Probabilmente un amore sereno e semplice come quello dei suoi genitori.
Se non fosse esistito il progetto mew.
Se Ryan non fosse mai comparso nella sua vita.
Si morse il labbro distaccandosi improvvisamente da Mark. Il ragazzo la guardò d'apprima spaesato, tuttavia sapeva che nella mente di Strawberry si agitavano mille emozioni, mille contrasti che guerreggiavano tra loro senza tregua. Potevano acquietarsi per un po', ma poi tornavano alla carica. 
-Scusa- mormorò lei - E' solo che ho bisogno d'aria-
- Va bene- il tono non smise un secondo di esserre rassicurante - Usciamo un momento. Sta cominciando ad esserci troppa ressa-
- Non serve che mi accompagni, rientrerò a breve-
- Preferirei accompagnarti, se non hai qualcosa in contrario-
La ragazza scosse la testa iniziando lentamente a dirigersi verso la porta finestra.



La serata era tiepida, piacevole, Berry trasse un grosso respiro prima di entrare nel salone. L'abito le risaltava addosso splendidamente, si impose di mantenere la calma e sorridere nella remota speranza che nessuno facesse domande.
-Nervosa?-
- E' che mi fa un effetto strano essere qui con te-
-Vuoi che ce ne andiamo?-
Scosse il capo - Con tutta la fatica che ho fatto ad acconciarmi i capelli e a scegliere il vestito- brontolò - sarebbe un peccato-.
-E allora togli quel broncio ed entriamo-. Ancora una volta Berry si disse che suo fratello non aveva modo. La trascinò dentro rischiando più volta di farla inciampare. Se in un primo momento nessuno parve notare il loro ingresso permettendole di abbandonarsi ad un sospiro consolatorio, la gioia durò poco perchè l'espressione sul volto delle compagne lasciava poco al fraintendimento.
Un gruppetto di tre, più corragiose, le si fece incontro, l'enfasi del saluto fu eccessiva.
-Shirayuki  alla fine hai deciso di venire!-
Berry annuì anche se era palese che nessuna delle tre riuscisse a tenere più di tanto lo sguardo concentrato su di lei. Pareva che  Ryo fosse diventato il faro che illumina la notte più nera.
Shinobu Ino le si fece accanto con aria complice -Mamma mia Shirayuki dove lo hai pescato un ragazzo così? E' bello da svenire-
-Bè ecco..-
- E poi è più grande, non è vero? Non frequenta la nostra scuola-
- No, infatti- bonfonchiò notando che Ryo se la rideva sotto i baffi
- Da quanto lo frequenti? Hai dunque lasciato Tasuku-
Arrossì - Io e Tasuku non siamo mai stati insieme-
- Ma quanti anni ha?-
-Come si chiama?-
Ed intanto il contorno femminile si andava via via ampliando. Berry lanciò un'occhiata supplicante a Ryo il quale invece sembrava divertito e per nulla intenzionato a venirle in aiuto. 
"Sadico" pensò mentre i coro di domande si faceva più insistente.
-Non è il mio ragazzo- disse infine esasperata - E' mio fratello! Contente!- si aspettava qualche battuta di scherno ma invece, se possibile, l'attenzione si fece ancora maggiore. Era ovvio, pensò Berry, ora che sapevano  che il legame che li univa era quello di sangue avrebbero fatto a gara per accapparrarsi la sua benevolenza e usarla come degno mezzo per arrivare a Ryo. 
- Berry balliamo- Ryo non attese risposta ma afferrandola per un braccio la trascinò fuori dal concitato gallinaio, per condurla verso la pista.
-Grazie tante! Ti sei divertito un mondo immagino!-
- Sarei bugiardo se dicessi il contrario-.
-Mpf, ormai non ho nemmeno la forza di arrabbiarmi tanto non serve a nulla. Piuttosto...- lo guardò sottecchi - Sei conscio di aver scatenato un putiferio, vero? Mi ritroverò il banco e l'armadietto invasi da lettere e regalini delle tue ammiratrici in supplica perchè io ti porti a conoscenza dei loro sofferti sentimenti-.
- Basta che cestini tutto prima di arrivare a casa. Anche se odio certi sprechi di carta-
- Eh no bello mio! Assumiti le tue responsabilità-.
- In realtà mi pare un prezzo equo. Io ti ho portato al ballo e tu in cambio non mi ammorberai con bigliettini profumati-.
Un sorriso maligno si dipinse sul volto della ragazza - E va bene. Ho già la soluzione dopotutto-
- Davvero?-
-Certo-
-Ora mi incuriosisci-
- Dirò che sei gay-
-Berry!-
- Non hai messo veti sui mezzi persuasivi. E poi al giorno d'oggi è cosa comune. Scriveranno fanfiction su di te e qualche virile bishonen, e risparmieremo lo spreco di carta e il mio non voluto impiego di corriere espresso-
- Da chi hai preso certi sadismi?-
Rise - Sono una allieva diligente mio sensei- 
Il ragazzo sbuffò - Mi è passata la voglia di ballare-
- Mh a me invece è venuta improvvisamente! Sei preoccupato perchè non l'hai ancora vista?-
-Chi?-
-Ti prego non fingere di cadere dalle nuvole-
- Berry il mio essere qui non ha nulla a che vedere con Momomiya-
- Certo, anch'io respiro con gli occhi e vedo col naso-
Si finse spazientito - Comincio a credere che portarti qui sia stata una cavolata-
- Hai insistito tu! Ora perchè la tua rossa non c'è vuoi piantarmi in asso?-
- Mai detto-
- Sicuramente lo hai pensato-
- Hai capacità telepatiche?-
-Può darsi! Comunque...oh...tu guarda- Berry fissò lo sguardo verso la veranda prima di rivolgersi nuovamente a Ryo - Pare che tu sia arrivato tardi-
Ryo volse lo sguardo nella stessa direzione di Berry. Sua sorella cercò di indovinarne i pensieri ma Ryo pareva assolutamente imperturbabile.
- Quello è Aoyama- disse - Frequenta l'ultimo anno ed è campione regionale di kendo oltre che il più bel ragazzo della scuola. Pare che lui e la sempai abbiano avuto una storia tempo fa- si pentì quasi subito di aver parlato. Ryo non le aveva chiesto nulla e lei era partita a raffica e con intenti di certo non nobili. - Non penso ci sia più nulla tra loro, probabilmente sono solo amici- tentò di correggere il tiro.
- Mi pare di averlo già visto- fu il semplice commento di Ryo
- Davvero?-
- Si, sarà stato su qualche giornale locale-
- Vuoi che andiamo a salutare?-
- Non c'è fretta-.
 
Strawberry si sentiva meglio, l'aria le aveva schiarito un po' le idee e la presenza di Mark  era sempre rassicurante. 
- Perdona i miei repentini sbalzi d'umore-
- Non importa. Piuttosto come ti senti?-
- Bene! Possiamo ballare ancora se vuoi-
- E tu vuoi?-
Sorrise -Non l'avrei chiesto altrimenti-
- No è che se è per farmi un piacere...-
- Tu mi credi troppo generosa Aoyama. Hai un'immagine di me molto sfasata-
- Eh è probabile-
- Prego?-
Si lanciarono una breve occhiata prima che Mark le offrisse il braccio per tornare verso la stanza - Fa molto telefilm americano, non trovi?-
- Già, ma è piacevole- Strawberry scorse lo sguardo sulla sala prima di arrestare improvvisamente l'andatura.
-Strawberry?-
La vide abbassare lo sguardo come smarrita. D'improvviso era diventata rigida come una statua.
- Straw..-
-Sempai!-
Al richiamo di quella voce squillante Mark scorse una ragazzina dai capelli biondi andare loro incontro. Ci volle qualche istante per riuscire a mettere a fuoco la figura alle sue spalle che avanzava con lei in loro direzione. Strawberry avvertì il braccio di Mark lasciarsa, il suo calore scostarsi da lei. Trovò la forza di guardarlo riconoscendo sul suo viso un turbamento più che comprensibile. Si pentì di non avergli parlato di Ryo, di tutte le angosce che la sua apparizione aveva provocato. Ma ormai era tardi.
- Sempai!- Berry era ad un passo. Strawberry sorrise - Ciao, Berry-
- Sono contenta di vederti! Volevo scusarmi per il mio comportamento dell'ultima volta- la ragazzo abbassò il capo contrita.
- Dovrei essere io quella che si scusa. Mi spiace di averti turbata- ribadì la rossa in tono dolce.
- Buonasera- 
Strawberry rabbrividì ma riuscì a non darlo a vedere. Sorrise con tutta la naturalezza che le fu possibile - Buonasera, Shirayuki. Anche tu qui?-
Il biondo annuì - Accompagno la peste visto che tutti gli ammiratori hanno dato forfait-
- Non credo sia così, Berry è talmente carina che non avrà di sicuro questi problemi-
- Brava diglielo anche tu sempai. Sono io che ho fatto un piacere a lui che altrimenti non si scrolla mai dai libri-
In quel gioco di dialoghi formali, Mark era rimasto muto. Gli pareva di assistere ad una scena surreale e men che meno non riusciva a distogliere gli occhi da quel ragazzo. Ryo parve accorgersene e pose la mano nell'atto di presentarsi.
- Ryan- lo precedette Mark - Tu sei Ryan-
La mano di Ryo restò sospesa a mezz'aria mentre il suo sguardo si spostava verso Strawberry visibilmente inquieta.
- Si somigliano molto, vero?- la voce era neutra e ostentatamente imperturbata - L'ho pensato anch'io la prima volta-
Mark si girò di scatto a guardala e Strawberry ebbe paura di quello che traspariva in quello sguardo.
-Ryo, Ryo Shirayuki- il ragazzo pose di nuovo la mano ad Aoyama - Lieto di conoscerti-
Mark non la strinse. Fissò il ragazzo davanti a sé come a sondarlo scrupolosamente.
-Mark Aoyama- disse infine - Hai ragione Strawberry la somiglianza è incredibile-
Lei annuì senza però capire i reali pensieri di Mark. 
- Mio fratello ed io abbiamo vissuto per un lungo periodo in Francia- Berry s'intromise percependo la tensione - Ci siamo trasferiti qui in seguito alla separazione dei nostri genitori. Tutto sommato ci piace Tokyo, vero Ryo?-
-Sì, è una città particolare, nel senso positivo del termine-
- E da quanto tempo vi siete trasferiti?- domandò Mark cercando d'ignorare il fatto che Strawberry gli stesse stringendo il braccio.
- Due anni- esclamò Berry - All'inizio è stato difficile, soprattutto con la lingua. Certo i nostri genitori ce l'hanno insegnata ma è stato comunque complicato. Per me soprattutto-
- Passare dal francese al giapponese non è di certo facile. E poi sei fortunata perchè sei bilingue. Io invece sono una frana, sono anni che studio l'inglese ma resto comunque mediocre- fu il commeno di Strawberry.
- Strawberry hai sete?- domandò improvvisamente Mark
- Bè, io..- 
Non la lasciò rispondere - Che dici, Ryo, facciamo i bravi cavalieri e andiamo a prendere qualcosa alle donzelle?-
- Io non ho sete in verità- tentò Strawberry 
- Oh io un po' sì- mugugnò Berry ingenuamente.
- Andiamo a prendervi da bere così facciamo un brindisi analcolico. Non vorrai fare la guasta festa?- il tono di Mark era gentile ma totalmente differente a quello che la ragazza aveva sentito solo pochi minuti prima. 
- Torniamo subito- Ryo lo precedette verso il tavolo delle bevande. Quando Mark si allontanò da lei, Strawberry percepì un angosciante senso di gelo. 
- A parte il succo di frutta e qualche bibita non c'è grande scelta- Ryo versò del succo d'arancia in un bicchiere mentre Mark stava a pochi passi da lui.
- Dimmi pure, Aoyama- disse infine - So bene che hai voluto che ci allontanassimo perchè hai qualcosa da dirmi. Se è per via di Strawberry voglio rassicurati, non ho intenzione di corteggiarla. La conosco solo in quanto è  sempai di mia sorella-.
-Vorrei capire che cosa hai mente questa volta-
Ryo lo guardò senza capire - Come?-
- Ha sofferto terribilmente per due anni!- faticò a non alzare la voce - E ora tu sei qui come se nulla fosse-.
- Temo di non capire-
- Lo stai facendo per proteggerla, Shirogane? Perchè se è così sappi che non funziona. Conosco Strawberry e per quanto tenti di fingere capisco benissimo quando è sconvolta. Se volevi che tutti ti credessimo morto non dovevi tornare qui. E' crudele-
Il biondo scosse il capo - Sei in errore. Tutti qui non fate che scambiarmi per questo Shirogane ma io non...-
- Posso credere alle somiglianze ma tu sei identico a lui. Il tuo aspetto, la tua voce, il modo di muoverti-.
- Ti garantisco che è un caso-
- Non sarebbe la prima volta che menti per nascondere qualcosa. Sei sopravvissuto all'esplosione. Se amavi davvero Strawberry perchè non sei tornato subito da lei?-
Ryo pose il bicchiere traendo un lungo respiro - Amico io non so davvero come dirvelo, e mi dispiace a questo punto avere questa faccia e questa voce ma te lo posso giurare io non sono Ryan Shirogane-.
-Menti-
Ryo non riuscì a nascondere la contrarietà - Ora basta! Padrone di non credermi ma non ho nessuna intenzione di essere tormentato con questa storia-.
Fu in quel momento che qualcosa scattò nell'animo di Mark, una rabbia repressa per troppo tempo. Si scagliò su di lui finendo per farlo sbattere contro il tavolo. Bicchieri e bottiglie si rovesciarono rovinosamente a terra.
- Se ti è sparita la memoria ho tutta l'intenzione di fartela tornare! Lei non merita questo! Non ti pare di averle fatto male abbastanza!-
 - Tu sei pazzo- Ryo riuscì a liberarsi della presa colpendolo a sua volta. Tutti assistettero alla scena ma nessuno sembrava avere il coraggio di intervenire. Strawberry e Berry attirate dal frastuono li raggiunsero cercando invano di separali.
- Che state facendo! Mark sei impazzito?-
-Ryo! Che diavolo fai!- Berry si aggrappò al braccio del fratello tentando di allontanarlo 
-Smettetela immediatamente- Strawberry fece lo stesso con Mark il quale però distratto dalla ragazza non riuscì a schivare un colpo in pieno viso che lo lasciò a terra.
Strawberry gli fu subito accanto - Perchè?- e guardò Ryo il quale si stava asciugando un piccolo rivolo rosso accanto al labbro inferiore.
-Dovresti chiederlo a lui. Ha iniziato a dire cose prive di senso-
- E tu per questo hai dovuto colpirlo?- domandò Berry lasciando la presa.
- Sono stato aggredito e mi sono difeso. Se...- riprese fiato, gli occhi di ghiaccio si puntarono in quelli di Strawberry - Mi dispiace per la tua perdita, dico davvero. Ma non potete pretendere da me qualcosa che non esiste-
E Strawberry avrebbe voluto gridargli di non proseguire, supplicarlo di non aggiungere altro.
- I morti sono morti! Non ritornano in vita e sarà ora che tu te ne faccia una ragione!-
-Ryo!- 
- Non ti intromettere Berry, ho detto solo la verità. Ne ho abbastanza torniamo a casa-
Ignorò la sorella rivolgendosi nuovamente a Strawberry -L'altro giorno ti ho detto che tutto sarebbe andato bene. Era quello che hai voluto sentirti dire, giusto?-
Lei non lo guardò.
-Ma non potrà mai andare bene per te se hai deciso di aggrapparti ad una menzogna-. Così dicendo Ryo si allontanò, il passo svelto, senza mai voltarsi. 
Strawberry stava ancora accanto a Mark, ferma immobile come una statua di sale. Il ragazzo riuscì a sedersi prima di notare gli occhi completamente vuoti della ragazza.
- Sempai...- Berry era ancora vicino a loro. Gli occhi lucidi, fissava la sua sempai senza sapere cosa dire. Le sembrava sciocco tentare delle giusticanti in favore di Ryo, ma dopotutto non poteva nemmeno biasimare il fratello. Ryo non era un fantasma. Ryo era Ryo. Cosa c'era di così tremendo da accettare? Sussurrò un "mi dispiace" prima di correre nella stessa direzione in cui Ryo era sparito.
Mark ritrovò la forza di alzarsi, e una volta in piedi pose la mano alla ragazza. - Stawberry- 
Lei parve non sentire tanto che fu costretto a chiamarla una seconda volta. 
Non disse nulla e lasciò che lui l'aiutasse. - Andiamo, ti accompagno a casa-
Ma inaspettatamente la ragazza scosse il capo - No, non voglio andare a casa. Voglio..voglio camminare e...Ti prego Mark non portarmi a casa-.
-Va bene. Ora usciamo di qui però-.
 
Non c'era traccia di Ryo, si ritrovò sola sui gradini esterni della scuola con gli occhi arrossati e le gambe tremanti.  Nei suoi ricordi non aveva mai visto suo fratello così arrabbiato e così privo di difese al contempo. Detestava il fatto di essere solo una mocciosa, di non avere le giuste parole, il giusto comportamento.
-Perfettamente inutile- singhiozzò prima di sedersi sui gradini. Rientrare era impensabile, non restava che dirigersi verso casa, anche se il pensiero di farlo da sola l'angosciava. Udì il frenare di una bicicletta e un istante dopo Art le stava in braccio e la fissava con i suoi occhioni acqua marina così simili a quelli del fratello.
- Meno male! Temevo te ne fossi già andata- 
Al suono di quella voce Berry alzò lo sguardo trovandosi di fronte il viso preoccupato di Tasuku. 
- Tasuku, cos...cosa fai qui?-
- Tuo fratello mi ha mandato un messaggio dicendomi di venirti subito a prendere. Quando ho preso la bicicletta Art è saltato nel cestino. Penso che anche lui fosse preoccupato per te-.
- Ma hai la febbre! Come ti è venuto in mente di uscire!-
Il ragazzo fece spallucce - Sto molto meglio non preoccuparti, solo qualche linea-
Berry strinse a sé il gatto il quale si strofinò contro le sue guance umide - Quel demente di mio fratello, farti venire qui in queste condizioni-
- Per me non è affatto un problema. E poi non ero per niente contento di saperti al ballo senza di me-
-Scemo- singhiozzò lei più forte senza riuscire a controllare le lacrime.
- Va tutto bene, Berry. Vedrai che si sistemerà tutto-
-Come fai a dirlo! Non sai nemmeno cosa è successo-
Tasuku seguitò a sorridere - Vuoi parlarmene?-
Berry scosse il capo - No, non ora-
- Torniamo al ballo-
- Voglio solo tornare a casa- lasciò che Tasuku le asciugasse gli occhi.
-Berry-
-Che c'è?-
- Sei veramente carina con questo vestito-
Per tutta risposta la ragazza si alzò di scattò in piedi, l'espressione indipettita e il povero Art malamente aggrappato ad una spalla - Ma ti pare il momento!-
- Sì, quando mi ricapita? Non posso aspettare il ballo del prossimo anno per dirtelo. E comunque so che ti ha fatto piacere-
- Per niente!-
- E allora perchè sei arrossita?- disse montando in sella alla bicicletta. Berry brontolò ancora qualcosa prima di sistemarsi dietro il ragazzo. Art approfittò per rientrare nel cestino, in qualche curioso modo pareva sollevato.
- Pedala- ordinò la ragazza, l'espressione arrabbiata mantenuta ancora per un po'. In vero era grata a Tasuku, grata per quel momento in cui poteva aggrapparsi a lui, specchiarsi in occhi sempre sorridenti. Quel testone che era venuto a recuperarla anche con la febbre. Avrebbe voluto dirgli di pedalare per tutta la notte senza mai portarla a destinazione. Temeva quello che avrebbe trovato o non trovato a casa. Nella testa non poteva fare a meno di chiedersi dove fosse Ryo, se stava bene? Tasuku lo sapeva? Non ebbe il coraggio di domandare. 
 
 
Note: Sono imperdonabile lo so, ormai ci avrete fatto l'abitudine. Posso solo dirvi che non manca molto alla conclusione. ^^"

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Capitolo 42
*** verso la fine ***


Sul labbro c’era una piccola ferita. Strawberry vi pose con delicatezza il lembo di un fazzoletto ma Aoyama non parve gradire il gesto perché si scostò tamponandosi la ferita con la manica della giacca. La ragazza rimase muta un istante per riordinare le idee. Comprendeva il fatto che il ragazzo fosse confuso e probabilmente ferito nell’animo per l’ennesima volta. Fu questa la cosa che la fece sentire maggiormente in colpa.
-So che sei arrabbiato- mormorò – E ne hai tutte le ragioni-
Mark seguitò a non guardarla. Era la prima volta che questo accadeva. Nemmeno il giorno in cui aveva confessato i suoi sentimenti per Ryan, gli occhi caldi di Aoyama avevano smesso di riflettersi nei suoi. 
-La verità è che non capisco- disse infine il ragazzo. 
Strawberry gli sedette accanto su di un muricciolo in cemento –Lo so, ad essere onesta nemmeno io capisco- giocherellò con le mani nervosamente – La prima volta che l’ho visto ero certa si trattasse di Ryan…-
-Ed ora non lo sei più?-
- Hai sentito quel che ha detto-
-Strawberry il suo aspetto è identico a quello di Ryan-
-Ma non la sua anima- e si sorprese lei stessa di dire una cosa simile –  Dopotutto può trattarsi davvero di un incredibile somiglianza. Sono arrivata al punto che non mi sorprende più nulla-
Mark provò l’impulso di cingerle le spalle, ma abbandonò il proposito un istante dopo. 
-Dov’è che ho sbagliato?- sussurrò tornando finalmente a guardarla. E lei sentì il corpo tremare, d’un tratto la ragazzina spensierata delle medie bussò contro la parete del suo cuore per domandarle di essere ascoltata. Ma era una voce troppo distante, un piccolo fantasma che offriva soltanto nostalgia. 
- Tu non hai mai sbagliato, Mark-
- E invece devo averlo fatto. Penso che ci siamo amati davvero Strawberry,  tu eri…sei importante per me. In quale momento il nostro amore ha finito per soccombere?-
In quale momento? Strawberry  si ritrovò inconsapevolmente a pensarci. L’amore per  Mark non era mai stato messo in dubbio. Ma poi era giunta Anna e a causa di questo lei e Ryan si erano ritrovati incredibilmente vicini. L’aver condiviso tanto l’aveva fatta innamorare di lui? O forse c’era stato qualcosa di non ammesso anche prima?
-Non penso che abbiamo mai smesso di volerci bene, Mark. Non c’è stato nulla che tu abbia sbagliato. Ma l’amore per Ryan è stato un fiume in piena dal quale sono tuttora travolta-
-Pensi di voler conoscere meglio quel ragazzo?-
Lo fissò sorpresa – Come?-
Aoyama si sforzò in un sorriso comprensivo – Pensi di volerlo frequentare?-
-No- disse risoluta – Non voglio più rincorrere illusioni-
-Stai escludendo definitivamente che possa trattarsi di Ryan, dunque- Aoyama parve pensieroso
- Perché, non è forse così?!- si alzò in piedi non riuscendo più a rimanere seduta -  Talvolta penso che se si fosse trattato davvero di lui non mi avrebbe allontanata. Avrei riconosciuto la luce dei suoi occhi. Ma mi sono resa conto che Ryo mi guarda come una perfetta sconosciuta-
- Forse non ricorda-
La ragazza rabbrividì – Ci avevo già pensato ma… Berry mi ha confermato che lei è suo fratello hanno sempre vissuto insieme-
-Potrebbe mentire-
-A che pro?- esclamò esasperata – E poi come mi diceste tutti due anni fa come sarebbe potuto sopravvivere all’esplosione? E’ pazzesco che ora stiate tutti cercando di istillarmi il tarlo del dubbio-
-Tu non hai mai creduto fosse morto-
- E’ più giusto dire che non ho mai voluto crederci- d’improvviso Mark vide la rassegnazione, non c’era più traccia della Strawberry di cui si era innamorato un tempo.
- Ryan era comunque una creatura aliena, di certo aveva molte più probabilità rispetto ad un normale essere umano-
-Lo era anche Deep Blue ma questo non ha impedito che si disintegrasse- e le costò uno sforzo enorme dire una cosa del genere, figurandosi che anche  Knight Blue avesse fatto la medesima fine. 
- E sa avesse trovato rif…- ma Strawberry alzò prontamente una mano impedendogli di continuare 
- Non ne  voglio più parlarne Mark. Voglio porre fine a tutto questo. I morti non ritornano. Se continuo così questa cosa finirà col distruggermi totalmente. Stasera ho capito che non è giusto nei confronti di nessuno, tanto meno nei miei, che io continui a perseguire questa strada-.
Mark si alzò abbracciandola, tenendola stretta contro di sé come per impedire che svanisse da un momento all’altro. Strawberry rimase rigida ma lasciò che il calore del ragazzo le scaldasse un po’ l’anima così lacerata dagli eventi.
-Permettermi di starti vicino. Non voglio nulla solo continuare a vegliare su di te-
La rossa accennò un sorriso – Devo essere proprio un disastro se tutti quanti volete continuare a vegliare su me-.
-E’ solo che ti vogliamo bene. Molto bene-.
- E perché non sento di meritarlo- si abbandonò contro il petto di Aoyama. Sentiva di non aver più lacrime per piangere, pungevano agli angoli degli occhi ma rifiutavano di voler scorrere e liberarla dal quel peso opprimente. 

Era rimasta ferma sui gradini di ingresso. Nonostante la sua insistenza Tasuku non aveva voluto lasciarla sola, ed ora le teneva la mano assecondando il suo silenzio.
-Non è qui- disse infine Berry – Mio fratello non è tornato a casa-
-Come lo sai?-
Alzò le spalle – Lo sento. E’ come se, non te lo so spiegare, ma io e Ryo condividiamo qualcosa. Tipo i gemelli, sai?-
-E’ perché gli vuoi bene. A me accade la stessa cosa-
- Cosa?- Berry lo fissò perplessa
-Sì con te mi accade la stessa cosa-
La ragazza arrossì, la pelle chiara del viso non dava adito a fraintendimenti. 
-Smettila- borbottò
-Ma è la verità-
Strinse di più la  mano di Tasuko prima di schioccargli un bacio sulla guancia – Vedi di non montarti la testa però- disse infine d’un fiato per poi lasciargli la mano.
In ragazzo ancora un po’ sorpreso dall’improvvisa spontaneità della coetanea non poté fare a meno di sorridere. Un sorriso che a Berry piacque molto.
-Ora vai a metterti a letto altrimenti domani ti avrò sulla coscienza- disse lei iniziando a dirigersi verso l’ingresso della casa.
-Ti dirò credo di essere guarito- esclamò lui con entusiasmo.
-Quello che credi non è quello che è in realtà. Fila!-
- E va bene. Ma chiamami se dovessi aver bisogno di me-
- Non ci sarà bisogno di chiamarti- rispose lei senza nascondere il sorriso – Tanto tu saprai se ho bisogno di te, giusto?-
-Giusto- Tasuko la guardò un' ultima volta prima di iniziare a pedalare verso casa.
Berry lo seguì con lo sguardo fino a vederlo scomparire alla vista. Ora era sola. Si fece coraggio e infilata la chiave nella serratura aspettò ancora qualche secondo prima di farla scattare.
- Non c'è motivo di avere paura- si disse entrando nell'atrio illuminato. Fissò prima la scala che portava al piano superiore. La stanza di Ryo era la prima una volta girato l'angolo delle scale.
Sapeva che non l'avrebbe trovato.
Poco dopo una voce ansiosa la raggiunse. Era sua madre. Il viso era pallido e l'espressione preoccupata. Quando vide Berry sul principio parve delusa, e questo non sfuggì alla ragazza.
-Berry- la donna cercò di celare la propria ansia - Già di ritorno, ti sei divertita?-
-Mamma, Ryo è qui?- chiese immediatamente sapendo che era inutile tergiversare. 
-NO- scosse il capo - è rientrato e uscito nuovamente pochi minuti fa- 
-Avete parlato?-
Lo donna distolse lo sguardo incamminandosi verso il salotto.
-Mamma-
-Sì...Sì abbiamo parlato un po'-
-Ti ha detto cosa è successo alla festa?-
Lei parve spaventarsi - Perchè cos'è successo?-
Berry prese un profondo respiro - Di cosa avete parlato?-
-Io...Gli ho chiesto cosa era successo, perchè era rientrato prima e soprattutto senza di te. Lui non mi ha dato spiegazioni, ha detto solamente che si sentiva stanco e che tu avevi preferito rimanere al ballo con i tuoi amici-
-Nient'altro?-
- Ho detto che mi sembrava strano e lui mi ha risposto bruscamente dicendo che...-
-Cosa?- insistette Berry
- Che un cadavere che si presenta ad un ballo pare strano a molta gente-
-Ha detto questo-
-Sì, e poi è uscito senza aggiugnere altro. Sono in pensiero. Che cosa voleva dire?-
Berry si lasciò cadere sul divano, d'improvviso si sentiva sfinita. 
- C'è stata una discussione con la mia sempai ed un suo amico-
-Che genere di discussione?-
- Loro sostengono che Ryo in realtà sia un'altra persona-
-Un'altra persona?-
La ragazza annuì - Un certo Ryan Shirogane. Pare che sia morto un paio d'anni fa e che Ryo gli somigli in modo impressionante-
La madre sedette su una poltrona, i suoi occhi seguitavano ad essere ansiosi. - Che cosa sciocca- mormorò - Per Ryo deve essere molto frustrante-
Berry la imitò sedendo sulla poltrona accanto - Mamma forse dovremmo...-
-No!- non la lasciò terminare - So quello che vuoi chiedermi ma non sarebbe giusto-
- Non sarebbe giusto per chi?- insistette la ragazza.
-Per Ryo, per questa famiglia. E' stato difficile per me tenere tutti i pezzi insieme, e non lascerò che questa cosa mandi tutto all'aria solo perchè quattro idioti vanno dicendo cosa senza senso-.
-Come vuoi. Ma se permetti ho intenzione di saperne di più su questo Ryan Shirogane-
Lo sguardo della signora Shirayuki si spostò immediatamente sulla figlia - Perchè? Dovresti lasciar perdere non c'è nulla da voler sapere-
- Lo sappiamo entrambe mamma che non è così-
- Credevo volessi bene a tuo fratello-
- E' proprio perchè gliene voglio che desidero saperne di più su tutta questa storia-
- Gli farai ulteriormente del male. Finalmente Ryo ha una vita serena perchè vuoi turbarla con questa storia!-
A quel punto Berry si alzò in piedi - Ryo non è felice mamma!-
-Te lo ha detto lui?-
Scosse il capo - Non è difficile percepirlo-
- Io credo che tu ti sia fatta influenzare da quella tua sempai e vedi cose che non ci sono-
- Vorresti dirmi che per te Ryo è felice?-
-Sì! Io ho fatto in modo che lo fosse-
- Oh ti prego- Berry sentiva la rabbia esplodere - Tenerlo sotto una campana di vetro non vuol dire renderlo felice-
- Non ne voglio più parlare-
- Come ti pare-
- E gradirei che smettessi di parlarne anche tu-
- Non ne parlerò più con te-
- Voglio che non ne parli con nessuno. Berry ti supplico, andava tutto bene prima che uscisse questa storia. Ryo è turbato come lo sarebbe chiunque-
-Ryo è turbato perchè non capisce quel che succede- ribatté la ragazza con un tono di voce più alto - E onestamente non lo capisco nemmeno io-
-Berry-
- Ricordi cosa mi dicesti prima di partire da Parigi?-
- Berry ho detto che non ne voglio più parlare- sua madre aveva gli occhi lucidi -Ti prego-
- Continueremo così?-
-Vai a dormire. E' tardi. Domani potremo ragionare meglio-
-E Ryo?-
-Tornerà. Non preoccuparti-.
Ma Berry non aveva intenzione di rintanarsi in camera e di certo non sarebbe riuscita a chiudere occhio sapendo che suo fratello era fuori chissà dove. 
Senza ascoltare il richiamo della madre uscì nuovamente di casa affidandosi semplicemente all'istinto.

Aveva corso per lungo tempo. Le strade della città a quell'ora andavano pian piano svuotandosi. Se ne sentì sollevato. Le gambe lo condussero a girovagare ancora a lungo prima di ritrovarsi di fronte a quel café dalle pareti rosa scrostate divorate dall'edera.
Su quel vialetto aveva abbracciato Momomiya dicendole che tutto sarebbe andato bene. Le aveva fatto una sorta di promessa senza nemmeno accorgersene. Ma nulla era andato bene, e ricordare gli occhi della ragazza, il modo in cui quella sera l'aveva ferita, lo facevano sentire miserabilmente in colpa.
Sedette sul primo gradino dell'ingresso. Si sentiva stanco e irrimediabilmente vuoto.
- E' un luogo anomalo questo per passare una serata- 
Ryo alzò velocemente lo sguardo. Una ragazza dai lunghi capelli e gli occhi più profondi che avesse mai visto lo fissava dall'alto in basso.
-Chi sei?- 
-Volevo domandarlo io a te. Chi sei?-
- Mi pare di aver posto la domanda per primo-
- Ma che simpatico giochino. Sono solo un lupo solitario che non ha di meglio da fare che girovagare accanto agli edifici in rovina-
-Poetico- Ryo si concesse un sorrisino - Allora io potrei dire che sono un lupo solitario a mia volta-
- Chissà che tra simili non ci si intenda- senza chiedere il permesso la ragazza gli sedette accanto. Per qualche tempo rimasero in silenzio.
-Vieni spesso qui?- fu Ryo a rompere il silenzio per primo.
- Solo quando fiuto una preda-
-Capisco. Ed io sarei la tua preda?-
- Togliti quel sorriso malizioso dalla faccia. Non ho intenzione di essere fraintesa-.
Ryo alzò le spalle - Ti ho fraitesa?-
- Ho solo visto un ragazzo solo con lo sguardo triste quanto il mio ed ho pensato "ehi, bel soggetto per fare quattro chiacchiere"-.
- Sei la prima persona che mi dice che ho lo sguardo triste-
- Evidentemente hai passato una serataccia- 
- Puoi ben dirlo-
- Capita- la ragazza stiracchiò le braccia e Ryo non poté non osservarla meglio. L'aggettivo che gli passò per primo nella testa fu semplice e immediato. Bella.
- Ultimamente capita piuttosto spesso-
-Stai cercando di incuriosirmi-
Sorrise - Pare che io sia morto-
La ragazza non disse nulla attendendo che proseguisse. Ma Ryo non pareva averne più l'intenzione.
- Mi stai dicendo che sto parlando con uno zombie?!Bè complimenti ti mantieni bene-
- Zombi? Chissà, potrebbe essere così-
Senza preavviso la ragazza gli diede un pizzicotto sul braccio, e senza particolare delicatezza.
-Ehi!-
-Controllavo. Ma sono delusa a quanto pare non sei uno zombi-
- Accidenti ne hai di forza- 
- Sono un lupo te l'ho detto-
- E che ci fa un lupo così vicino alla civiltà?!-
La ragazza sospirò -Ho dovuto adattarmi a molte cose particolari in questi ultimi anni. Non ultima la convivenza con un alieno-
- Hai tutta la mia comprensione- Ryo seguitò a scherzare, ma nonostante quella ragazza sorridesse di rimando i suoi occhi rimanevano indubbiamente seri.
- Davvero? Hai avuto a che fare con alieni anche tu?-
Alzò le spalle - Talvolta penso che mia sorella provenga da qualche pianeta sconosciuto. Ma preferisco tenere questo sospetto per me-
-Può essere, talvolta gli alieni si mescolano agli esseri umani, e vivono come noi. Ma vivere come un essere umano non è semplice, non trovi? Siamo così complicati, pieni di piccole e grandi tragedie personali, a volte preferiremmo dimenticarle. Ricominciare da capo, magari senza legami. I legami portano in un modo o nell'altro a soffrire-
Ora Ryo non sorrideva più. La vicinanza di quella strana ragazza, le sue parole. Perchè gli stava dicendo tutto quello?
- Io ho perso la mia famiglia in una maniera orribile- lei ignorò lo sguardo di lui e proseguì - Ero persa ed ho iniziato a vivere superficialmente. Credevo che una simile anestesia mi avrebbe salvato. Però non funziona così-.
Ryo distolse lo sguardo non riuscendo più a sostenere quello di lei - E come funziona?-
- Dovresti dirlo tu a me...-
Ora il ragazzo era sorpreso - Non saprei. Non ho perso nessuno dei miei cari. Sì mio padre vive all'estero e la sua presenza nella nostra vita è pressoché nulla ma non credo proprio sia quello che intendi tu-
Lei alzò le spalle - Una volta ho conosciuto un ragazzo molto simile a me. Anche a lui erano state tolte le cose più importanti. A dispetto di questo però ero sorpresa dalla sua determinazione. Aveva messo tutto se stesso in una causa perseguendola senza mai vacillare-
- Una cosa importante-
-Sì, molto importante. Sai perchè lo faceva?-
Ryo non rispose.
- Lo faceva perchè era una brava persona certo. Ma anche per mantenere vivo lo scopo di coloro che l'avevano preceduto. Ho imparato molto da quel ragazzo. Ed è grazie a lui che sono cambiata. Avevamo una silente complicità ed ho sempre creduto di poterlo comprendere meglio di chiunque altro. Ora però comincio a pensare che forse qualcosa mi sia sfuggito-.
-Dov'è lui ora?-
-E' quello che vorrei sapere anch'io-.
- Hai appena elogiato la sua determinazione ed ora vuoi dirmi che tutto un tratto è sparito!? Che ne è stato di quel famoso scopo?-
-Lo ha portato a termine-
Gli occhi di Ryo tornarono a riflettersi in quelli blu e profondi della ragazza.
- Non pensi che una volta portato a termine ciò che si era prefissato non avesse più nessuna ragione per...-
-Per?-
Ryo scosse il capo - Non lo so-
-Stavi dicendo vivere?-
Alzò le spalle - Come posso saperlo. Sei tu che lo conoscevi non io-
- Ipotizza-
- Forse voleva semplicemente lasciarsi tutto alle spalle-
-Forse- ora il tono di lei si era fatto malinconico
- Ne eri innamorata?-
- Non nel senso che credi- rispose con un sorriso - Eravamo tutti un po' innamorati di lui, in un certo senso
- Non mi hai detto come ti chiami- 
-Nemmeno tu. COmunque il mio nome è Ryo-
- Carino- mormorò lei
- Toccherebbe a te-
- Pam- 
- Sei una idol o qualcosa del genere?-
-Qualcosa del genere-
- Credo che mia sorella abbia un tuo poster in camera-
- Tua sorella ha buon gusto-
 Il ragazzo sorrise me un istante dopo il suo viso si addombrò rivelando una profonda tristezza - Ho ferito molte persone stasera-
- E non puoi porvi rimedio?- domandò lei inarcando le sopracciglia 
Ryo rimase spiazzato dall'ovvietà che la domanda sottointendeva - Non ne sono sicuro-
Pam si alzò porgendogli la mano un istante dopo - Bè se te ne rimani qui a rimuginare non potrai mai saperlo. Tuttosommato è vero che non gli somogli...-
- Cosa?-
- Lui avrebbe agito senza pensarci due volte- fece l'occhiolino e così come era comparsa d'improvviso altrettanto velocemente scomparve. A RYo venne il dubbio di aver sognato tutto.


Berry aveva corso ininterrottamente, i polmoni le bruciavano dallo sforzo e sembrava che l'aria non fosse più in grado di saziare il suo bisogno di ossigeno. Non credeva possibile di non riuscire a trovarlo. 
Si lasciò scivolare per terra esausta sforzando la mente su altri eventuali posti in cui il fratello avrebbe potuto trovarsi.
Quando rialzò lo sguardo si resa conto di dove si trovava. La costruzione fatiscente dall'altro lato della strada non lasciava dubbi. Percorse i pochi metri che la separavano dalle mura mangiate dall'edera. Ne strappò un po' rivelando la porta d'ingresso. 
Non si aspettava certo di trovarla aperta. 
Fece il giro dell'edificio. Una finestrella dai vetri rotti poteva rivelarsi la soluzione per riuscire ad entrare. A Berry non era chiaro il perchè quel luogo l'attirasse tanto.
Con agilità riuscì ad issarsi sulla finestra, non riuscendo ad evitare qualche graffio procurato dai frammenti di vetro. 
L'interno era buio, e più volte urtò ed inciampò nella mobiglia ammucchiata all'interno. Tuttavia si stupì della facilità con la quale riusciva a muoversi, come se quella non fosse la prima volta che vi metteva piede. 
Tastò le pareti alla ricerca di un interruttore. Forse la corrente elettrica non era stata staccata. 
Un pulsantino impolverato fece accendere l'unica lampadina rimasta su un grosso lampadario a centro sala. Tutto intorno non era altro che piramidi di tavole e sedie, polvere e scricchiolii. 
Spettrale era di certo la parola giusta. Ma più che paura quel luogo le rievocava una strana malinconia.
Individuò una scala che portava al piano superiore. Non c'erano luci funzionanti ad illuminare il percorso e Berry dovette attendere di essere arrivata in cima prima di poter trovare un altro interruttore funzionante.
Puntò lo sguardo sulla penultima porta infondo al corridoio. Le gambe la condussero fin lì con sicurezza. Spinse la maniglia rivelando una stanza spoglia con una grande finestra. La luce aranciata del lampione esterno ne definiva i contorni. Una scrivania, le doghe di un letto. 
Si avvicinò a quest'ultime e si sorprese nel vedere cosa c'era sopra.
-Art- mormorò scorgendo l'animale addormentato. Gli accarezzò la testa ed il micio la alzò appena. Non era difficile capire che fosse estremamente debole.
Lo prese delicatamente in braccio cercando di scorgere il luccichio degli occhi celesti. - Art che ti è successo- 
Il gatto emise appena un miagolio poggiando la testina sul petto della ragazza.

Note: so che non ho scusanti e che questa ff è una storia infinita. Ma mancano tre capitoli e finalmente sarà conclusa.

Ringrazio la vostra immensa pazienza verso la mia latitanza. 

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Capitolo 43
*** Di ricordi e vita ***


~~Quando varcò la porta di casa trovò sua madre seduta al tavolo della cucina; la testa tra le mani,  lo sguardo avvilito perso in pensieri che si accavallavano gli uni su gli altri.  Anche Ryo aveva pensato molto in quella sera carica di eventi strani. Il risultato era stato quello di sentirsi ogni istante più estraneo a sé stesso. Nel sentirlo entrare in cucina sua madre ebbe un sussulto, di scatto alzò la testa ed un istante dopo abbracciava il figlio colma di ansia.
-Sei qui! Sei qui!- singhiozzò la donna stringendolo più forte quasi ad accertarsi che la sua non fosse solo una fantasia ingannatrice.
-Mamma mi dispiace. So di essermi comportato in malo modo stasera, ti chiedo scusa- Ryo ricambiò l’abbraccio della donna la quale scosse il capo rincuorata.
-Hai passato una brutta serata è normale tu fossi smarrito-
-Berry ti ha raccontato cosa è successo?-
La donna lo liberò dall’abbraccio annuendo sommessamente.
-C’è qualcosa di cui credi dovremmo parlare?- a quella domanda del figlio la donna si ritrasse maggiormente come un animale minacciato.
- Vorresti parlare?- rispose con una domanda.
Ryo la fissò un istante – Lo vorrei. Ma vorrei fossimo tutti insieme-
Lei annuì.
-Dov’è Berry?-
-E’ rientrata poco fa. Credo fosse uscita a cercarti. Ma quando è tornata a casa è salita nella sua stanza, ho fatto appena in tempo ad intravederla. Penso sia arrabbiata con me. Prima abbiamo avuto una discussione-
-Riguardava me-
Annuì nuovamente senza guardarlo.
-Le parlerò io e sistemeremo tutto. Tu mettiti tranquilla ora e prepara un po’ di tè, ci farà bene- le sorrise incoraggiante prima di allontanarsi per raggiungere la scala che portava al piano superiore.
Sapeva che avrebbe trovato Berry amareggiata, ferita dal modo in cui lui si era comportato. E come poteva biasimarla? L’aveva lasciata sola in mezzo a sguardi e domande come il più egoista e codardo dei cavalieri.
Busso un po’ di volte non aspettando certo di ricevere risposta. Fece pressione sulla maniglia ben lieto nello scoprire che la porta non era stata chiusa a chiave. La stanza era buia. Poteva intravedere l’ombra di Berry seduta sul letto. Cercò l’interruttore sulla parete e quando finalmente riuscì a trovarlo la stanza si illuminò della luce fioca di lampadina a basso consumo.
-Berry-
La ragazza gli dava le spalle, era ancora avvolta nell’abito della festa ma i capelli biondi erano sciolti e scomposti lungo la schiena. Così immobile sembrava una bambola abbandonata da qualche bambino distratto.
-So che sei arrabbiata e ne hai tutte le ragioni. Vorrei rimettere a posto le cose se tu me lo consentirai-
Ma la posizione di Berry non variava ed in quell’istante qualcosa di gelido attraversò Ryo, come una carezza invernale. Prontamente si portò davanti a lei in modo da poterla guardare negli occhi.  Teneva il capo chino fisso sulle braccia dove, senza muoversi, giaceva Art.
Ryo sfiorò il pelo grigio del gatto, era caldo ed il ventre si alzava e abbassava debolmente.
-Berry che cosa è successo?-
Ma quando sua sorella si decise ad alzare lo sguardo Ryo si ritrovò ad arretrare istintivamente.  Gli occhi tormalina erano pozzi vacui nei quali pareva essere cessata ogni luce vitale.  Cercando di fare forza su se stesso davanti a quello sguardo, le cinse forte le spalle per scuoterla.
-Berry!Berry! Che hai!?-
Leggermente la testa di Berry s’inclinò da un lato, le labbra pallide accennarono ad un sorriso
-Temevamo non saresti arrivato in tempo- mormorò
-In tempo per cosa? Berry devi dirmi cosa sta accadendo!-
-Ho trovato Art. Credo non ce la faccia più ad essere rifiutato da te, credo voglia tornare-.
- Tornare dove? Berry perché sei in questo stato?-
-Volevo proteggerla sai? Non capisco come ho potuto dimenticarlo-
-Chi volevi proteggere?-
-Strawberry-
-Momomiya? Da cosa la volevi proteggere?-
Berry spalancò gli occhi quasi con sorpresa – Tu credevi fosse la soluzione migliore. Ma non sei felice. Ciò che abbiamo voluto indietro è falso e non basta più-.
Ryo si sentiva disperato, l’amarezza che lo invadeva e quel senso di impotenza sempre più pressante non faceva altro che portarlo a scuotere la sorella maggiormente.
-Non capisco nulla di quel che dici! Adesso smettila! Dimmi cosa ti è successo?-
-Sta morendo non abbiamo più tempo- e di nuovo lo sguardo di lei cadde sul gatto.
-Devi fare qualcosa. Tu devi fare qualcosa- incalzava quella voce atona e a quel punto Ryo si ritrovò a stringere forte Berry a sé con il cuore che batteva a mille e la paura che accresceva – Cos’è che devo fare Berry? Ti prego dimmelo!-
Ma in quell’istante il corpo di Berry si fece più pesante addossandosi completamente al corpo del fratello.
-Che cosa succede?- la madre entrò velocemente nella stanza allarmata dalle grida di Ryo.
-Ha perso conoscenza. Mamma Berry non sta bene-
-Dobbiamo portarla subito in ospedale!- sentenziò la donna non lasciando al figlio il tempo di replicare.
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-A vederti non deve essere stata una gran festa-
Strawberry sorrise – Non posso che confermarlo- disse giocherellando con le orecchie di Mash
Pam si lasciò cadere sul letto dell’amica. Un gesto spontaneo che Strawberry trovò anomalo da parte della più algida delle sue amiche; tuttavia le fece piacere. Era parecchio tempo che non si ritrovavano più a chiacchierare così, come due normali adolescenti.
- E’ lecito sapere che è successo?-
- Ti annoierebbe- asserì la rossa affiancandola sul letto – Però le tartine erano ottime, avrei voluto mangiarne di più-.
- E va bene.  Visto che tu non hai voglia di parlare ti racconterò la mia serata-
Strawberry annuì compiaciuta.
-Stavo vagando per il parco, sai che di notte sono un’anima in pena-
-Dovresti perderla questa abitudine- ribatté Strawberry con tono preoccupato – Non mi rassicura pensare che una delle mie più care amiche se ne va in giro di notte tutta sola-.
Pam alzò un sopracciglio prima di scoppiare a ridere –Per favore!-
-Che c’è?! E’ la verità!-
-Non dimenticarti con chi stai parlando ragazzina-
-Mh- la rossa piegò le labbra in una smorfia – Talvolta sei uguale a Ryan-
-Ah sì?-
-Certo. Invece di ascoltare i consigli di chi si preoccupa per voi non c’è verso, fate sempre di testaccia vostra-
-Non trova che una simile descrizione si addica più a lei signorina Momomiya?!-
-Uff- Strawberry gonfiò le guance – Sorvoliamo. Dicevi?-
Pam stiracchiò le lunghe gambe cercando di ignorare l’occhiata invidiosa di Strawberry.
- Mentre camminavo mi sono imbattuta in un ragazzo che pareva in pena quanto me-
- Non era un maniaco?-
- Può darsi. Comunque ci siamo seduti vicini a fare conversazione. Parecchio vicini direi.-
- Pam!- saltò la rossa fissando l’amica dall’alto in basso – Come puoi dire certe cose con tanta disinvoltura! E Ghish?-
- -Che c’entra Ghish!?-
Strawberry era allibita –Come che c’entra! E’ il tuo ragazzo!-
-Ma nella vita bisogna provare anche cose nuove amica mia, altrimenti rischio di diventare come te-
La rossa era incredula – Co..come me? Ti pare il caso di biasimare i dolori altrui, io non…-
-Comunque dicevo che stavamo parlando. Parlando! Lui aveva un’aria davvero dispiaciuta e quindi non ho potuto fare a meno di indagare su che cosa lo affliggesse tanto. Un ragazzo così carino poi…-
-Smettila o lo dico a Ghish per davvero!-
Pam la ignorò – Lui mi ha detto che era molto triste perché aveva fatto soffrire una ragazza-
-Capirai.  Di tizi così è pieno il mondo-
-Mi ha detto di essersi comportato male senza volerlo-
-Classica scusa-
-Ed io gli ho chiesto se a questo c’era rimedio-
-Quindi?-
-Quindi non ha risposto ma credo che tenterà di rimediare. Non è mai stato uno che lascia le cose in sospeso. Soprattutto quando sono importanti-.
-Ah ma allora lo conoscevi già!-
-Ci si conosce tutti noi vagabondi dei parchi-
Strawberry rabbrividì –Non so perché ma la cosa è inquietante-
- Perché tu sei pura e ingenua-
- E com’è finita?-
- Cosa?-
- La chiacchierata-.
- Niente, ho preso e me ne sono andata. Lo sai che non mi piace prolungare le cose-
Strawberry evitò qualsiasi commento. Pam era la più strana delle sue amiche.
-No forse lo è Mina- pensò poi a voce alta
-Prego?-
Arrossì –Ah no niente pensavo ad alta voce-
-Senti la mancanza di Mina?-
-Figurati! Fosse qui avrebbe da ridire sul mio copriletto perché ci sono stampate le fragole, le pareti le risulterebbero anonime e la stanza eccessivamente piccola ed invivibile-
-Avrebbe torto?-
-Pam!-
La Mew Lupo rise – Ti sto prendendo in giro-
Strawberry rise a sua volta – Dovremmo farlo più spesso-
-Prendere in giro la tua stanza?-
-Anche. Ma trovarci più spesso. Noi cinque come una volta. Magari fare un bel pigiama party. Lory potrebbe portare uno degli splendidi dolci di Kyle e raccontarci un po’ della sua vita matrimoniale. Con Paddy so già che rideremmo un sacco e questo renderebbe le critiche di Mina più sopportabili-.
- Se tu aprirai la porta a tutto questo noi saremo ben liete di tornare ad essere un magnifico quintetto-
- Vi ho lasciato fuori dalla mia vita per tanto tempo e di questo mi dispiace-
Pam scrollò le spalle – Credo tu sia perdonata. Il tempo ti è servito e forse anche questi ultimi avvenimenti. Sei cresciuta. Prima hai anche parlato di Ryan senza che questo comportasse dolore-
Strawberry annuì –S’, è vero. Sto cercando di conservare in me solo le cose belle. Ryan è stata la cosa più bella della mia vita fino a questo momento ed io lo custodirò sempre come un tesoro solo mio. Stasera però ho capito la verità e l’ho accettata. Ha fatto male, Pam. Un male tale che credevo di morire. Ma poi ho pensato a quel maledetto giorno sull’astronave. Gli occhi di Ryan erano limpidi e mi supplicavano di vivere. Ci sono stati molti momenti in questi due anni in cui ho pensato… Sai di raggiungerlo. Ogni qualvolta la sua assenza mi risultava insostenibile e il destino di una crudeltà immane, io pensavo a come morire-.
Pam le prese la mano e la strinse forte.
-Ma poi mi dicevo che Ryan mi avrebbe odiata. Il suo sacrificio sarebbe stato inutile e mi avrebbe reputato egoista. Così mi sono data da fare per sopravvivere. Poco alla volta. Un passo dopo l’altro. Ora penso sia giunto il momento di mantenere quella promessa fatta e di riprendere da dove mi ero smarrita-.
Lacrime silenziose scesero dagli occhi di Strawberry come piccole perle su di un viso che però sorrideva sincero.
Pam le asciugò con le dita. –Sono contenta che tu sia tornata- disse.

 

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Capitolo 44
*** passato e presente ***


~~-Sono molto contenta che siate venute a trovarmi! E’ l’occasione buona per farvi assaggiare i miei cupcakes al lampone- Lory pose orgogliosa al centro del tavolo un vassoio pieno di piccoli cupcakes.
Strawberry osservò deliziata i dolci, dopodiché lo sguardo si perse per il salotto. L’arredo della stanza esprimeva a pieno lo stile di Lory.  Ninnoli d’ogni tipo facevano bella mostra sui mobili semplici ma raffinati. E poi le fotografie. C’era da perdere lo sguardo in quelle bellissime immagini incorniciate e appese alle pareti pastello.
-Sono meravigliose!- commentò la ragazza seguitando a fissarle. –Sono lieta che tu non abbia perso questa passione-.
Lory arrossì soddisfatta – In verità è merito di Kyle. Sono sempre stata molto insicura e temevo che le mie fotografie risultassero mediocri. Kyle mi ha fatto comprendere che gli scatti non venivano come desideravo proprio perché catturavo l’immagine accompagnata da quella stessa insicurezza. Ma la fotografia è sempre stata il mio sogno e così mi sono impegnata; catturare le immagini tramite le mie sensazioni senza aver paura del giudizio altrui-.
-Devo dire che il risultato è eccellente- commentò Pam con un sorriso – Vorrei tanto proporti come  fotografa ufficiale per il mio prossimo servizio-
-Co…come?-
- Sarebbe splendido per me  se tu accettassi-
-Non so che dire- la ragazza arrossì maggiormente faticando a nascondere il sorriso sempre più pieno
-Che accetterai mi pare ovvio!- esordì Strawberry – E’ un’occasione per far conoscere il tuo talento se non accetti ti ci porterò io di forza-.
-Ma ragazze io non sono una fotografa di moda, non so nulla di quel tipo di ambiente-
-E’ proprio questo il bello!- continuò Pam – Tu sai andare oltre l’estetica di un’immagine, tu puoi rendere semplicemente quel che sono dietro i paraventi del fake pubblicitario. E’ da molto che vorrei avere una foto in cui potermi realmente riconoscere-.
Lo sguardo di Pam si era fatto un po’ triste, per la prima volta una crepa di malinconia aveva attraversato le iridi blu della ragazza.
-Ti ringrazio molto Pam, una possibilità simile mi lusinga e accetto con piacere- asserì Lory, d’improvviso adulta, come se la ragazzina impacciata di un istante prima si fosse  trasformata da crisalide a farfalla.
Strawberry guardò con commossa soddisfazione le sue amiche, il modo in cui erano entrambe maturate e avevano scelto le loro strade. Presa com’era stata dalla sua situazione, Strawberry si rese conto improvvisamente di aver perso il filo di congiunzione che l’aveva legata a loro; non aveva mai realizzato prima di quel momento che la loro vita aveva subito dei cambiamenti e non sapeva nulla di cosa questo avesse comportato per loro.  Pam non era più la giovane distaccata che si nascondeva dietro a sguardi enigmatici per sopportare la sofferenza del suo trascorso del quale Strawberry sapeva molto poco. Era molto più predisposta ad aprire il suo cuore, a mostrare le sue fragilità. Aveva compiuto la scelta coraggiosa di vivere un amore di certo non semplice , proteggerlo così come aveva protetto lei.  Lory, seppur apparentemente immutata, era invece una giovane donna, una moglie e una fotografa di talento. Aveva combattuto contro le sue insicurezze e le aveva sconfitte. Era da rimanere incantate nel modo in cui descriveva le proprie fotografie, o da come fosse semplice per lei entusiasmarsi  delle piccole cose del quotidiano. In un certo senso Strawberry si sentì lasciata indietro. Rimasta immobile lungo la strada mentre le sue compagne avevano proseguito nel cammino.
-Ne vuoi un altro, Strawberry?- la voce di Lory che le offriva un altro cupcake la ridestò dai pensieri.
-Come dire di no sono ottimi!- sorrise la rossa in risposta-
- E’ bello vedere che hai ripreso il tuo storico appetito-
-Riprenderò anche un bel po’ di chili se proseguo così- rise e mentre portava il dolce alle labbra non poté fare a meno di notare la fotografia che stava alle spalle di Pam.  Erano Lory e Kyle il giorno del loro matrimonio. Strawberry non ricordava nulla di quel giorno, annebbiata com’era dal proprio lutto. Tuttavia l’amore negli occhi dei due sposi la portò ad inumidire i propri nonostante lo sforzo di non cedere.
-Strawberry?-
-Quella è meravigliosa- la rossa indicò la fotografia
Lory seguì l’indicazione con lo sguardo e un sorriso tenero le illuminò il viso – Si, è stato un giorno speciale per me. Ma lo sai che poco dopo  averla scattata ho inciampato nella gonna del vestito e ho ruzzolato sulle scale della chiesa!- commentò scotendo la testa –Un disastro!-
Pam rise – Ricordo che sembravi una’enorme meringa capovolta-.
-Già, e Mina invece di preoccuparsi per me era inorridita perché, santo cielo, un abito francese trattato in modo tanto molesto! Parole sue-
Le ragazze risero. Anche Strawberry sebbene si sforzasse di portare alla mente quella scena.
-Oh, la prossima volta…- Lory rise ancora – La prossima volta dobbiamo essere tutte e cinque. Ci faremo un sacco di risate. So che Mina rientrerà dalla Francia tra un paio di giorni.-
Pam annuì – Sì, e Paddy inizierà le vacanze di primavera. E’ perfetto, avremo tutte del tempo per poterci trovare-.
-Che ne pensi Strawberry?-
La rossa fece un cenno di assenso – Certo, sarebbe splendido-.
-E’ deciso allora!- esclamò Lory.
Pam osservò Strawberry, era calma, ma teneva le mani giunte in grembo come una bimba penitente. Non le era sfuggito che spesso tra lei e Lory gli sguardì si erano evitati.  Decise che era il caso che le cose rimaste sospese non fossero più tali.
-Ragazze io esco un istante devo chiamare il mio agente, voglio parlargli della faccenda delle fotografie. Non ci metterò molto-
-Devi proprio farlo ora?- Chiese Lory un po’ apprensiva
-Eh sì, il lavoro è lavoro!- così dicendo Pam trovò la scusa perfetta per lasciar sole le due giovani.
Strawberry rigirava il tè nella tazzina mentre invece Lory si era ritrovata improvvisamente a corto di argomenti.
-Mi dispiace- disse d’un tratto la rossa ricevendo uno sguardo confuso di rimando.
-Talvolta penso a come mi sono comportata in passato.  Al tempo ero troppo sciocca per capire. Devo averti fatto soffrire molto-
Lory abbassò lo sguardo un istante per poi scuotere lievemente il capo.
-Non c’è nulla del quale tu debba dispiacerti, Strawberry-.
-Ma tu ne eri innamorata- mormorò la rossa – Ed io ho fatto finta di non accorgermene-.
-Perché eri innamorata anche tu- rispose semplicemente la ragazza – Ad essere onesti non ho mai provato nessun sentimento negativo nei tuoi confronti, anzi.  Sapevo bene che per Ryan io non ero che un’amica. Ho sofferto sì, ma chi non soffre alla sua prima cotta? – sorrise – Ora che sono sposata ho realizzato che quella situazione era molto diversa rispetto a quella che si è evoluta poi con Kyle. E’ buffo ma non avrei mai pensato che Kyle potesse interessarsi ad una persona come me. Lo vedevo così adulto e distante. E poi invece, come se fosse la cosa più naturale del mondo, scoprirci vicini e simili nelle nostre diversità mi ha portato a…- Lory arrossì – Insomma me ne sono innamorata. Terribilmente innamorata. E’ stato meraviglioso, Strawberry e… - si bloccò di colpo –Scusami-
Strawberry le prese la mano – E di cosa?! E’ così bello vederti felice-
Lory s’intristì –Vorrei tanto lo fossi anche tu- sussurrò
Strawberry l’abbracciò forte e in quell’istante provò la nostalgia di tutto quello che le era mancato in quegli ultimi anni. Non solo Ryan, ma anche il rapporto speciale che aveva instaurato con quelle amiche così dissimili l’una dall’altra e tuttavia unite in un legame impossibile a spezzarsi.
-In questo momento lo sono- disse sincera la rossa – Sono felice di poter avere indietro questi momenti, queste confidenze; sono felice delle vostre felicità. E come una mano calda posata sul cuore-.
Lory sorrise e ricambiò quell’abbraccio. –Ho una cosa per te- disse poi alzandosi e dirigendosi verso un comò di legno chiaro. Ne estrasse una cornice e la strinse al petto prima di porla a Strawberry.
La rossa spalancò gli occhi sorpresa –Ma questa…-
-L’avevo scattata alla casa al mare-
Strawberry la fissò per qualche istante – Ci siamo tutti. Anche Anna!- sorrise con gli occhi lucidi.
-Avrei voluto regalartela da tempo ma temevo ti avrebbe fatto soffrire-
-E’ un bellissimo ricordo- Strawberry strinse a sé la fotografia .-Grazie-
-C’è anche Kora-
-Mh?-
-Non te la ricordi?-
Strawberry fissò nuovamente la foto – E’ vero!- la indicò – Anche se non riuscivo ad ammetterlo ero così gelosa di lei- sospirò sonoramente
-Anch’io!- ammise Lory. Si guardarono prima di scoppiare entrambe a ridere.
Pam le osservava lieta che non si fossero ancora rese conto della sua presenza.
-Pare ve la stiate spassando- e così dicendo riprese il suo posto mentre le altre due seguitavano a ridere.
-Scusaci. Allora che ha detto il tuo agente?-
- Che sarai la mia fotografa, ovvio-
Sia Lory che Strawberry gioirono, e per qualche istante sembrava che il tempo non fosse mai trascorso, che i giorni spensierati al Caffè Mew Mew fossero ancora lì con loro.
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La signora Shirayuki seguitava ad andare avanti indietro lungo il corridoio dell’ospedale.  Ryo, invece sostava davanti alla porta dove avevano ricoverato la sorella.
-E’ pazzesco- si disperò sua madre – Come può essere che non capiscano di cosa si tratta?-
-Hanno detto che stanno facendo il possibile- ribatté Ryo atono senza distogliere lo sguardo dalla porta.
-La mia bambina. La mia piccola principessa. Se solo non fossi stata così dura con lei, se solo l’avessi ascoltata-.
Ryo le mise una mano sulla spalla – Vedrai che andrà tutto bene, mamma-
-Che cosa ne sai tu!- la voce della donna era disperata ma si pentì un istante dopo della sua aggressività
-Perdonami- disse
-In realtà hai ragione. Non capisco nulla di quanto sta avvenendo e tuttavia ho la certezza di esserne il responsabile-
-Non dire così, tesoro- lei gli prese il viso tra le mani- Tu non centri nulla-
-Perché sei così protettiva con me?-
-Perché siete i miei figli-
Mentre pronunciava quelle parole il medico uscì dalla stanza della ragazza. Teneva in mano una cartellina ma il suo viso non prometteva notizie liete.
-Allora?- domandarono all’unisono madre e figlio tentando di ignorare l’impaccio dell’uomo.
- Stiamo tentando il possibile, gli esami risultano negativi e quindi non siamo ancora in grado di fare una diagnosi-
-Si è svegliata?-
Il medico scosse il capo –No, il coma persiste. Sapete dirmi se avete notato qualcosa di strano in lei negli ultimi tempi-
La donna scosse il capo –No, forse era un po’ aggressiva ma nulla di anomalo. Abbiamo avuto una discussione l’altra sera e lei era molto agitata-
-Difficile che una discussione possa provocare danni di natura neurologica. Non si dia delle colpe inutili, signora-.
-Non avete nessuna ipotesi?-
-Le prometto che appena possibile saremo in grado di darle delle spiegazioni-
-E se non ce ne fossero?- esordì Ryo d’improvviso
-C’è sempre una spiegazione-
-Delirava ieri sera- ammise il ragazzo
Sua madre lo guardò ad occhi sgranati –Cosa?-
Il giovane abbassò lo sguardo  -Non so, parlava di qualcuno che stava per tornare, del fatto che temeva che io non arrivassi in tempo-
-In tempo per cosa?-
Ryo scosse la testa e per la frustrazione colpi violentemente il muro con un pugno.
-Perché non entrate e state un po’ accanto a lei, questo potrebbe avere degli effetti positivi-.

Quando furono nella stanza, la signora Shirayuki sedette al capezzale della figlia prendendole la mano.
-Berry? Berry puoi sentirmi? Non aver paura tesoro, la mamma è qui. La mamma ti proteggerà-
Anche se cercava di dimostrarsi forte, le labbra della donna tremavano.
-Ti proteggerò- continuava a ripetere.
Ryo osservava in disparte. La disperazione di sua madre e il corpo di sua sorella, abbandonato come quello di una bambola.
-Ti proteggerò-
“Volevo proteggerla” così aveva detto Berry prima di abbandonarsi fra le sue braccia la sera prima.
-Perchè Berry?- sussurrò il giovane
Rievocò quello sguardo vuoto, il respiro sempre più lento di Art…
-Dov’è Art ,mamma?-
La madre gli lanciò un’occhiata vaga –Ryo ti pare il momento per domandarmi dove si trova il gatto?-
-E’ importante-
-Sarà a casa. Ieri sera era nella stanza di Berry, no?!-
-Torno presto- così dicendo Ryo lasciò la stanza. Più per voler fuggire da quell’immagine che lo terrorizzava.
Se Berry non si fosse più ripresa?
Il solo pensiero lo attanagliava.
“Sono stanco di perdere ciò che amo”
La voce di un bambino aveva pronunciato quella frase nella sua testa. 
“Volevo proteggerla”.
Iniziò a correre lungo il corridoio non badando ai rimproveri del personale. Una volta fuori espirò come fosse appena uscito da una lunga apnea.  Non aveva tempo. Riprese a correre verso la strada trafficata parandosi davanti ad un taxi che frenò bruscamente.

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-Ti sei divertita?- sua madre l’accolse sulla soglia – Hai lo sguardo luminoso-
Strawberry arrossì un po’ –Sì mi sono divertita. E’ stato bello poter stare insieme a loro. Mi sono accorta solo oggi di quanto mi fossero mancate-
Sua madre annuì commossa carezzando delicatamente una guancia della ragazza.
-Sto preparando una cenetta che ti lascerà sicuramente soddisfatta!- esclamò poi allegra.
-Ottimo! Salgo a farmi una doccia e poi vi raggiungo-.
Salì in fretta le scale. Si sentiva stanca ma soddisfatta della giornata. Tirò fuori dalla borsa la foto che Lory le aveva regalato e la pose sul comodino accanto al letto.  Ryan le sorrideva, gli occhi acqua marina erano intensi , sembrava fissarla da quell’immagine congelata al tempo.
-Mi ha fatto bene- disse Strawberry rivolgendosi a quell’immagine – Stare con loro, ridere come un tempo. Mi sono sentita in colpa per averle trascurate in questi due anni. Lo sai che non facevo che pensare a te. Però gli avvenimenti degli ultimi giorni mi hanno fatto capire che devo andare avanti. Così come volevi tu. Anche la vicinanza di Aoyama è stata preziosa- sorrise – Non esserne geloso. Sai bene che quel che provo non potrà mai cambiare- il tono le uscì sereno e rassicurante – Però voglio vivere. Ora l’ho capito- sentiva le lacrime sulle guance, ma il loro peso sul cuore era dolce, quasi liberatorio.  Asciugò in fretta gli occhi.
Tolse il vestito ed lanciò una veloce occhiata allo specchio. I capelli erano cresciuti ed ora arrivavano alle spalle. “Che mi invecchino?!” pensò piegando le labbra in una smorfia ironica. Una volta entrata nella doccia lasciò che l’acqua scrosciasse sopra di lei liberandola anche dei pensieri e delle paure.
Per un istante pensò a Ryo e a quel suo sguardo quando le aveva detto in faccia e senza alcun filtro che la realtà andava accettata e che chi ci ha lasciato non può fare ritorno. Era stato come ricevere uno schiaffo dopo un lungo sonno. In quel frangente lui e Ryan erano stati più simili che mai. Niente giri di parole. Solo la realtà. 
“Dovrò scusarmi con lui” pensò insaponandosi i capelli “Ed anche con Berry”
Quando ebbe terminato,  si avvolse in un asciugamano caldo. La sensazione sul corpo le piacque. Rientrò nella stanza da letto e nuovamente si guardò allo specchio. Aveva ripreso peso ed il suo viso non era più pallido e malinconico. Aveva imboccato la strada giusta. Fissò ancora la propria immagine. Per un istante rimase perplessa, poi corse a sedersi sul letto. Il cuore aveva iniziato a battere più forte. Scostò l’asciugamano e, non c’erano dubbi, nell’interno coscia il segno faceva mostra di sé come un marchio vivido. Lo sfiorò con le dita.
“Come è possibile?!” sgomenta si precipitò al telefono.
Una voce maschile rispose dall’altro parte. Era una voce stanca eppure sorpresa. –Strawberry?-
-Kyle!-
-Che succede? Ti sento in affanno. Mi dispiace di non averti visto oggi, Lory mi ha raccontato…-
-E’ riapparso!- disse d’impeto la ragazza non facendolo proseguire.
-Di che parli?-
-Il segno di Iromote è riapparso-
 

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Capitolo 45
*** 45 ***


~~Kyle era perplesso. Il segno risaltava perfettamente sulla pelle di Strawberry e questo significava che la ragazza poteva nuovamente effettuare la metamorfosi con i geni di Iromote. Il punto era: perché?
-Da quanto è ricomparso?-
Strawberry alzò le spalle – Me ne sono accorta questa sera. Ma sono certa sia una cosa recente. Che significa?-
Il ragazzo si sfiorò la fronte come a voler fermare le ipotesi che si accavallavano l’una sull’altra senza trovare una direzione univoca.
Volse poi lo sguardo verso la moglie. Lory si sfiorò il petto – Quello che non comprendo è perché sia successo solo a Strawberry. Io non possiedo più i geni della neofocena e penso che anche per le altre valga la medesima cosa-
Kyle sedette al computer riaprendo i file di ricerca eseguiti al tempo da Ryan – I geni degli animali codice rosso erano destinati a svanire con la conclusione del progetto Mew. Quando avete impegnato la Mew Aqua per la battaglia contro Deep blue essa si è esaurita portando alla perdita dei vostri poteri-.
Lory annuì –Dopo quella volta nessuna di noi è stata più in grado di trasformarsi e i medaglioni sono divenuti dei comuni oggetti-
Strawberry fissò il segno – Che cosa potrebbe riattivare i poteri?-
Kyle scosse il capo –Onestamente non saprei-
-Forse il giungere di una nuova minaccia?- azzardò la rossa –Può darsi che siamo in pericolo-
-Potrebbe darsi. Tuttavia fino ad oggi non ho mai smesso di studiare i fenomeni anomali che si verificano intorno al nostro pianeta, non ho mai rilevato nulla di allarmante-
-Magari si tratta di una minaccia interna-
-Questo non spiega perché solo tu abbia riacquistato la capacità di metamorfosi-
Strawberry si fece seria – Non so ancora se ho riacquistato i poteri, a parte il simbolo non c’è nulla che mi faccia pensare di poter essere nuovamente Mew Berry-
Lory le si avvicinò –Possiedi il medaglione quindi puoi scoprirlo subito-
-Ma il medaglione non ha potere se privato della Mew Aqua- suggerì Kyle – Non più perlomeno-
-La Mew Aqua era necessaria a potenziare il nostro potere ma non era indispensabile alla trasformazione-
-Questo all’inizio dell’esperimento. Con le modifiche avute in seguito la mew aqua era indispensabile. Anche Ryan non sarebbe potuto tornare all’aspetto originale senza il potere dato da essa-.
Lory trasalì –Ryan indossava il medaglione con la mew aqua quando la navicella è esplosa!-
Sia Kyle che Strawberry la fissarono attendendo il seguito
-Se in qualche modo Strawberry potesse percepirne il potere?-
-Che diavolo vai dicendo!?- Kyle si pentì un istante dopo di aver usato quel tono che tuttavia non scoraggiò la ragazza.
-Dico che dei frammenti di mew aqua potrebbero essere rimasti integri nonostante l’esplosione-
Strawberry rabbrividì rivivendo la scena che ogni giorno l’aveva tormentata.
-La cosa è avvenuta due anni fa quindi perché comparire proprio ora? E questo inoltre non spiega perché sia successo solo a Strawberry-
Lory cinse l’amica con un braccio notando lo stato d’animo terribilmente confuso.
-Strawberry era la leader delle Mew Mew nonché la custode della Mew Aqua. Il suo potere era superiore al nostro ed era direttamente collegato a Knight Blue che altro non era che la vera forma di Ryan-
Kyle era sorpreso da quell’intuizione ma non si sentiva certo di scartarla a priori.
Strawberry si sforzò di mantenersi concentrata e non abbandonarsi alle emozioni – Stai dicendo che qualcosa dentro di me sta reagendo a dei possibili frammenti di Mew Aqua?-
Lory la guardò con dolcezza – Penso che potrebbe essere un’ipotesi-
Kyle pose una mano sulla spalla della moglie – Lory ha ragione, effettivamente la sua è un’ipotesi plausibile-
Strawberry si strinse nelle spalle –Ciò non spiega perché sia successo-
-Forse qualcosa ha potenziato i frammenti e tu ora puoi percepirli. Condurrò delle ricerche in merito ma tu nel frattempo devi provare a compiere la metamorfosi-
- Si, ho capito. Confesso di essere spaventata-
-Non devi, Strawberry. Sono certo che insieme trovero una spiegazione. Possiedi ancora il medaglione?-
Strawberry accennò un sorriso. Al seguito di quel fatidico giorno di due anni prima, aveva riposto con cura il medaglione dentro un cofanetto come si trattasse di una gemma incredibilmente preziosa. Era tutto ciò che rimaneva del suo passato di Mew Mew.
-Se preferisci puoi portarlo qui- suggerì Lory ma Strawberry scosse il capo.
-No, c’è un luogo dove vorrei andare-
Entrambi i coniugi Akasaka compresero e non tentarono di dissuaderla.
---
“Devi aiutarmi”
“Chi sei?”
“Tu comprendi il perché”
“No, non capisco cosa vuoi dirmi”
“Non ho più tempo, se non si sveglierà non mi rimarrà più tempo”
“Di chi parli?”
-Pam!-
La ragazza lupo spalancò gli occhi, la penombra della stanza la confondeva, non capiva dove si trovava.
-Pam? Stai bene?-
Girò appena la testa sul cuscino per incontrare due occhi color ambra che la fissavano apprensivi.
-Ghish-
L’alieno accennò un sorriso –Hai avuto un incubo- sussurrò facendosi più vicino.
-Un incubo?-
-Ti agitavi nel sonno. Che cosa hai sognato?- la strinse a sé e quel contatto la rassicurò.
-Una voce-
-Una voce?-
Pam annuì – Qualcuno che mi chiedeva aiuto. Diceva…- si sforzò di ricordare – Se non si sveglierà non mi rimarrà più tempo- si sollevò a sedere cercando di afferrare i frammenti di quelle parole.
-Ma cosa può significare?- si chiese turbata
-Forse non significa nulla- Ghish sedette a sua volta – Perché ci dai tanto peso?-
-Io sogno raramente. E quando accade sogno il passato. Quello che non ho potuto fare per salvare chi amavo. Ma stavolta è stato diverso. Era come un messaggio. Qualcuno sta cercando di dirmi qualcosa-
Ghish si stiracchiò – Magari anche tu stai prendendo troppo sul serio tutta la faccenda-
-Che vuoi dire?-
-Pam io ti appoggio sempre, e lo sai. Ma in questi ultimi tempi, con la storia di quel ragazzo biondo tornato dall’aldilà, sembrate tutti impazziti-
-Sei stato tu a dire che poteva essere possibile-
-Possibile ma non certo. Hai detto di aver incontrato quel ragazzo al parco e di  non aver avuto l’impressione si trattasse di Ryan-
-Non è così semplice-
-E se invece lo fosse!- Ghish sembrava alterato. Si alzò in piedi avvicinandosi alla finestra. – Ricordo benissimo quel giorno, la forza distruttiva che si è sprigionata. Deep Blue era molto potente, molto più potente di Crystal. Per quanto il corpo di Knight Blue avesse riacquisito il suo aspetto originale le sue nuove origini erano terrestri. Un terrestre non avrebbe potuto sopravvivere ad un impatto simili. Anche per voi è stato difficile preservare la barriera. Avete dovuto dare fondo a tutto il vostro potere, l’acqua cristallo ha esaurito la sua potenza-
-Dimentichi i varchi dimensionali-
- E tu dimentichi che se ci fosse stata la possibilità di utilizzare un varco dimensionale il primo a farlo sarebbe stato Deep Blue-
-Questo non è detto!- ribatté la ragazza portandosi le ginocchia al petto.
Ghish sospirò – Posso dire quel che voglio tanto né tu né Strawberry volete vedere la realtà-
-E qual è la realtà?-
Ghish la fissò, un lampo freddo attraversava i suoi occhi – Quel ragazzo è morto! Dopo oltre due anni Strawberry dovrebbe averlo compreso invece di seguitare a farsi del male. Detesto vederla così spenta, la sua vitalità e il suo sorriso erano la sua forza ed ora…-
Pam strinse più forte le ginocchia – Potrebbe essere tua-
Ghish rimase interdetto –Cosa?-
-Potrebbe essere tua- ribatté atona la ragazza – Dopotutto è seriamente improbabile che Strawberry possa tornare insieme ad Aoyama. L’attesa paziente che hai avuto potrebbe essere ripagata. Se lei ti conoscesse per davvero comprenderebbe che non è difficile amarti, Ghish. Anzi, può essere molto facile-
-Perché dice simili sciocchezze!-
-Non è forse la verità! Questa verità!- ed il volto della ragazza era trasfigurato in una smorfia di dolore mal trattenuta, con gli occhi grandi e blu pieni di lacrime – Io detesto piangere accidenti!- disse mordendosi le labbra con forza – Detesto frignare come una stupida! Non ho mai più pianto da quando ho perso la mia famiglia e lo faccio ora per… gelosia. Che stupida! Stupida!-
-Pam- tentò di afferrarle in braccio ma lei lo ritrasse come un animale braccato
- Mi sei stato vicino e so che non è semplice. Hai dovuto rinchiuderti in un mondo non tuo, celare la tua vera natura, privarti della libertà e del tuo mondo d’origine. Ed io ti sono grata per questo. Ma so che sei sempre stato innamorato di Strawberry…- cercava di asciugarsi gli occhi che seguitavano a non darle tregua dalle lacrime
-Lo sai hai ragione- disse Ghish, d’improvviso distante –Hai ragione sei proprio una stupida!-
Pam poggiò la fronte sulle ginocchia, così rannicchiata e singhiozzante sembrava una bambina persa nel mare bianco delle lenzuola. Con rabbia Ghish le fu di fronte, afferrandola prepotentemente per le spalle, costringendola a guardalo.
-Non fuggire lo sguardo Pam! Non è da te!-
-Vorrei essere lasciata sola- appena un sussurro
-No, stavolta non farò come dici. Non ti lascerò crogiolare nelle tue maree scure. Da quanto tempo pensi tutto qusto?-
La ragazza scosse il capo.
-Rispondi!-
-Da sempre!- ammise infine allontanandolo – Lo penso da sempre-
Ghish era immobile come una statua di granito. Sembrava che in quella breve distanza che li separava si fosse aperto un crepaccio senza fine.
-Da sempre- ripeté lui con un sorriso malinconico – Quindi tutto questo che senso avrebbe? Ti avrei usato per stare più vicino a lei?-
-Non ho detto questo-
-E allora cosa mi stai dicendo, Pam?- la voce come una lama – Hai detto di conoscermi, no? Ebbene ti pare che in questi due anni io abbia dato anche solo accenno di tentare di stare con lei? Voglio tu sia sincera! L’ho fatto?-
La ragazza si coprì le orecchie con le mani – Avevi paura di un rifiuto!- e lo disse così spontaneamente che a Ghish sembrò di ricevere un cazzotto in pieno stomaco.
-Perché a dispetto di tutto tu conosci molto bene Strawberry,tanto quanto la conosco io! Sapevi che non avrebbe rinunciato a Ryan, al ricordo di Ryan! Ed ora che è comparso questo ragazzo ti fa paura pensare che possa trattarsi di lui!-
L’alieno rise, una risata così amara che Pam sentì la pelle rabbrividire –Fa paura a me o a te?-
Pam non capiva.
-“Io comprendo Shirogane meglio di chiunque altro”. Sono parole tue, no?-
-Che…che vuoi dire con questo?-
Lui scrollò le spalle – Non saprei, cosa posso voler dire?-
-Non sono mai stata innamorata di Ryan, non nel senso che credi tu!-
-E quale altro senso potrebbe esserci!? La sua morte ti ha distrutto e ti sei aggrappata a me!-
Ora la rabbia era palpabile ma anche Pam la sentiva salire come una mareggiata improvvisa
-Questo non è vero! Ti ho dimostrato i miei sentimenti molto prima che Ryan scomparisse! Ho fatto di tutto perché lui e Strawberry comprendessero quanto importanti erano l’uno per l’altra!-
-Forse perché eri tu quella ad avere paura di un rifiuto!- di nuovo quel tono di voce tagliente, come il Ghish crudele che ricordava all’inizio delle loro battaglie.
-Avresti potuto combattere per averlo!-
La ragazza strinse i pugni arpionandosi alle lenzuola. Un istante prima Ghish l’aveva guardata con tutta la tenerezza di cui era capace ed ora la martoriava con parole che facevano sempre più male.
-Non volevo combattere per Ryan, Ghish! E’ per te che volevo combattere!- lo urlò con tutta la voce che aveva ed un istante dopo si sentì esausta.
Ghish era ancora di fronte a lei e tuttavia era sempre più distante.
-E allora non capisco perché hai voluto arrenderti- una frase, ed il calore di Ghish si stemperava già in un ricordo fugace, mentre lo guardava uscire dalla porta, lontano da quella stanza, lontano da lei.

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Capitolo 46
*** 46 ***


Ci sono profondità oltre le quali è pericoloso andare, ci vuole coraggio, essere disposti all’idea di non poter tornare indietro. Per Gish tutto questo era sempre stata una costante della  vita, fin da quando i suoi occhi si erano aperti su di un mondo devastato. Lui era solo una delle tante creature alle quali era stata donata la precarietà dell’esistenza.  Poi era arrivata Strawberry, come un fiore che d’improvviso sbuca dal grigio dell’asfalto e non puoi fare a meno di domandarti quanto coraggio ci sia voluto per puntare al sole nella solitudine di un mare grigio.  Col tempo però tutto questo non si era rivelato esatto. Strawberry era un fiore certo, bello e raro, ma intorno a lei non c’era mai stato un deserto d’asfalto grigio.  Pam era il fiore che sboccia nelle avversità. Quella che combatte e se ne frega di quanto duro e disperato il suo tentativo possa essere. Una forza simile in un corpo tanto esile. Non l’aveva amata subito. L’aveva rispettata, se n’era sentito intimidito, attratto verso un potere che lei sola custodiva e che aveva il sapore della sopravvivenza. Troppo dissimile da Strawberry.  Strawberry aveva sfumature di luce che Gish, nato in un mondo senza speranza, non aveva mai avuto occasione di vedere. Per questo l’aveva desiderata subito, aveva desiderato possedere quella luce, quella spontaneità, quel gusto della vita che tanto invidiava agli esseri umani. E più Strawberry si ostinava a rifiutarlo, più la rabbia di Gish cresceva, la gelosia lo divorare, la possibilità della perdita lo annichiliva. Tutto questo d’improvviso sembra stupido. Riflette i suoi occhi di alieno nel profondo del fiume e pensa che l’acqua scura ha lo stesso colore dello sguardo di Pam.  Potrebbe tuffarsi ora dentro quelle profondità e riemergervi incolume?
-E’ insolito trovarti qui-
Gish abbandona il suo proposito e si volge di scatto verso il suono familiare di quella voce. Lei gli sta a pochi passi, emana una silente forza, come una scintilla ritrovata ma ancora troppo debole per potersi manifestare.
-Ogni tanto vengo qui a pensare. Tu invece che ci fai in giro tutta sola?-
Lei alza le spalle –Più o meno la stessa cosa-
Gish sorride divertito – Non hai ancora imparato che te le leggo in faccia le bugie, bambolina?!-
-E tu non hai ancora imparato che non mi piace essere chiamata bambolina!-
Gish china il capo con uno sguardo malinconico, osserva nuovamente l’acqua –Scusa- mormora.
Strawberry gli si avvicina, poggia le braccia sulla balaustra d’acciaio e asseconda il silenzio di Gish. Entrambi sono sintonizzati su pensieri differenti, parallele  che non possono congiungersi.
-Però è vero- esclama infine la rossa – Ho detto una bugia. In realtà ho una meta precisa-.
Gish si stiracchia fingendo uno sbadiglio – Mi pareva strano-
-I geni di Iromote sono comparsi di nuovo ed è probabile che io possa ancora trasformarmi in una Mew Mew- il tono è incolore perché lei stessa non sa trovare un reale significato ad una simile possibilità.
Gish è sorpreso. Molto sorpreso. Pensa a Pam, al suo sogno. Può essere che sia connesso in qualche modo?
-Pam non mi ha detto nulla al riguardo-
-Lo so, questo perché a parte Lory e Kyle, non ne ho ancora fatto parola con nessuno. Pare io sia l’unica ad avere nuovamente i geni-
L’alieno pare pensarci sopra –Fatto curioso-
-Che cosa ne pensi, Gish?- gli occhi grandi color cioccolato lo stanno fissando. Sono occhi più adulti rispetto a quelli della ragazzina incontrata per la prima volta in un anonimo quartiere della città. Sono occhi pieni di interrogativi e in qualche modo lo stanno pregando di darle una soluzione. Quante volte il suo cuore aveva battuto per quegli occhi?
-Temo di non poterti aiutare, Strawberry. Ne so quanto te del progetto Mew-
Strawberry è delusa – Lory pensa che il mio corpo stia reagendo a dei frammenti di mew aqua. Tuttavia l’unica mew aqua rimasta era quella che portava al collo Ryan durante lo scontro con Deep Blue-
-In verità- Gish sospira –Se non ricordo male era stato con il potere della mew aqua che Crystal aveva fatto in modo di farti uscire dall’astronave-
La rossa si irrigidì –Continua-
-E’ solo un’ipotesi-
-Stai dicendo che  così facendo si è privato della protezione del medaglione?-
Gish scuote il capo –Sottovaluti il potere della Mew Aqua.  Il medaglione è rimasto al collo di Crystal e tramite esso ha avuto la forza di combattere il nemico. Un parte di questo potere è stato utilizzato per trarti in salvo, una volta fuori il potere delle Mew Mew combinato a quello del loro leader, cioè il tuo, ha impedito la distruzione di Tokyo. La verità è che tutti indistintamente avete utilizzato la Mew Aqua.  Era parte di voi. Tuttavia per contrastare il nemico avete dato fondo a quel potere e ne siete rimaste sprovviste. Quello che ti sta accadendo…- fece una pausa riflettendo – potrebbe essere una reazione sì alla mew aqua, ma contenuta dentro di te-
-Non capisco-
-Tu sei stata la prima a compiere la metamorfosi e custodire l’acqua cristallo. Questo faceva di te la più potente delle guerriere. L’acqua  ha la particolarità di risplendere quando un  avvenimento turba i normali equilibri del pianeta o del custode che ne detiene il potere. Mi viene da pensare che stia avvenendo qualcosa che richiede il tuo intervento-
Strawberry era sbalordita – E le altre? Vuoi dire che sta accedendo qualcosa alla terra?-
Il ragazzo portò un dito a battere contro il mento come a voler riflettere con più enfasi – Alla terra o semplicemente a te. Prenderei più questa seconda ipotesi visto che ad oggi sei l’unica a poter fare ancora la metamorfosi-.
-Dentro di me!?- Strawberry ancora non capiva – Gish non ho ancora provato a compiere la metamorfosi-
Lui la fissa strabuzzando gli occhi – E che diavolo aspetti bambolina!-
Arrossisce  – Voglio…voglio andare in un posto-
-Mh- le sorride con l’aria di chi la sa lunga –Ho capito. Non ti trattengo oltre-
Sul volto di Strawberry si dipinge  un’espressione riconoscente – Parli proprio come Pam-
E questo colpisce Gish al cuore come una scarica elettrica –Trovi?-
La rossa annuisce – Non lo avrei mai detto in passato ma siete davvero due parti di un’unica cosa-
L’alieno si morde le labbra –Vorrei che anche lei la pensasse allo stesso modo-
Quel tono improvvisamente brusco rivela il reale stato d’animo dell’alieno.
-Che è successo?-
Gish punta gli occhi ambrati contro quelli scuri della ragazza, un tempo sarebbe stato più difficile.
-C’è stato un tempo che ti ho amata, Strawberry…-
-Gish ma…- Strawberry arretra farfugliando
-Inutile che tu faccia la finta tonta, te l’ho sempre detto e dimostrato anche piuttosto, beh, rudemente- si concede un risolino – Ero ossessionato da te e avrei fatto di tutto per saperti mia. Pam lo sapeva. Lo ha sempre saputo.  Tuttavia dopo quel che è successo due anni fa  ho compreso che l’ossessione e l’amore sono faccende differenti. Il vostro mondo è complicato, adattarsi non è stato facile, ma i sentimenti di un alieno e un essere umano sono gli stessi.  Ho voluto stare vicino a Pam e prima ancora che me ne rendessi conto io…- una pausa che pesa come un macigno –Ho capito di amarla. La amo! La amo davvero quella stupida! E lei pensa invece che non sia così, che io pensi ancora a te. Ho fatto di tutto per dimostrarle il contrario. Tengo a te certo, ma allo stesso modo in cui ci tiene lei. E stasera  abbiamo discusso per simili sciocchezze che…-
Sciaf!
Gish barcolla rischiando di cadere nell’acqua, la guancia è rovente.
-Ma dico sei impazzita!- grida in direzione della rossa
-Sei un idiota! Stai qui a contemplare l’acqua  invece di tornare a casa e ripetere per filo e per segno a Pam quello che hai appena detto a me!-
Gish sbatte le palpebre un paio di volte di fronte a quell’improvvisa furia –Ti pare il caso di diventare violenta!-
-Eccome! Se non sei onesto con lei come pretendi che capisca?! Non ti perdonerò se la farai soffrire! E ora fila!-
In quel momento Gish riconosce la Strawberry di un tempo.  La ragazzina per la quale si era preso un’incredibile cotta. Ma ora ama una donna e quella donna lo sta aspettando a casa con quegli occhi profondi come l’acqua più profonda ed il cuore grande quanto il mare.
-Grazie- dice semplicemente, prima di lasciarsi alle spalle la ragazza ed il passato che ha rappresentato per lui. Il futuro è tutta un’altra storia.

 

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-E’ passato diverso tempo e ancora non sapete dirmi nulla?- la signora Shirayuki fissa il medico con malcelata disperazione –Che cosa succede a mia figlia!- grida mentre l’uomo, comprendendo i sentimenti della donna, sforza la voce in un tono pacato.
-Non ci sono anomalie fisiche è come se sua figlia fosse caduta in un profondo sonno. Non riusciamo a spiegare il motivo, un caso simile non ci era mai capitato-
-E quindi cosa dovremmo fare!?-
-Aspettare- confessa impotente il medico  -Lei le stia accanto, le parli, le tenga la mano.  A questo punto nulla è vano-
Come un automa la donna ritorna al capezzale della figlia. Le tiene la mano e l’ascolta respirare.
-Berry? Berry tesoro mi senti? So che sei arrabbiata. Sono stata stupida, non avremmo dovuto avere quella discussione, tu volevi aiutare Ryo ed io proteggerlo dalla realtà. So quanto lo ami, tesoro. Lo hai amato da subito, da subito lui è stato tuo fratello maggiore. Ne sei sempre stata orgogliosa, sempre.  Il mio modo di proteggervi è davvero egoistico, lo so.  Ma vi amo entrambi e non saprei cosa fare senza di voi. Tu sei sempre stata forte piccolina mia perciò svegliati ti prego. Sistemeremo tutto, noi tre insieme, aggiusteremo ogni cosa-
Il cellulare squilla. Shirayuki si asciuga gli occhi, forse il marito ha finalmente visto il messaggio e si è degnato di chiedere notizie della figlia.
-Pronto? Ryo! Dove sei? Dovresti essere qui maledizione! Tu più di chiunque altro dovresti essere qui!- c’è rabbia nel tono di voce. Fa un profondo respiro. –Scusami, è solo che Berry non vuole svegliarsi ed io non so che fare. Non so perché ti trovi in quel posto ma ti prego di tornare qui. Abbiamo bisogno di te-
La comunicazione si chiude.
Shirayuki torna accanto alla figlia. Le sfiora la mano e la scopre gelida.
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 Al centro del salone Strawberry  stringe al petto il medaglione. Il cuore batte forte combattuto tra la speranza e la paura. Da un lato spera che la trasformazione riesca, dall’altro spera che nulla possa cambiare.
“Avanti, ora che sei qui non puoi tirarti indietro, non fare la stupida!”
-Mew Berry metamorfosi!-
Attende. Non accade nulla.
-Mew Berry metamorfosi!- tenta ancora ma nessun potere si risveglia dentro di lei. Strawberry sorride amaramente. In un certo senso se l’aspettava. Lascia cadere a terra il medaglione e con esso anche le ginocchia cedono sul pavimento polveroso.  Il Café Mew Mew è ormai un polveroso tempio di ricordi, di cose che non potranno mai più essere. Illudersi per l’ennesima volta era stato sciocco.
Si rialza, recupera il medaglione infilandolo nella tasca della giacca –Sarà meglio avvertire tutti che ho fatto un gran trambusto per nulla. Chissà poi cosa mi aspettavo- così dicendo volge lo sguardo verso l’uscita.
-Perché ho voluto venire qui!- e mentre lo urla facendo rimbombare la sua voce tra le pareti, un rumore attrae la sua attenzione. Strawberry si volta immediatamente verso la scala che conduce al piano superiore.
Qualcuno? Qualcuno che può averla sentita o peggio ancora vista?
Facendosi coraggio raggiunge la scala che tante volte aveva salito per arrivare nella stanza di Ryan. Il cuore martella. Paura, aspettativa. Nemmeno lei sa dire di che si tratti.  Ma è una ragazza in grado di difendersi, lo ha dimostrato. Non servirà nessun principe azzurro a correre in suo soccorso.
Una volta raggiunto il piano superiore, ascolta con attenzione.  La stanza di Ryan il rumore proviene da lì. Il cuore le rimbomba così forte che per un attimo ha il timore possa esplodere. Avanza lentamente. Bussare? Idea stupida davvero. Apre appena l’uscio, oscurità e polvere e ombre passate. Apre un po’ di più. Riconosce la sagoma stagliata contro la finestra. Stavolta il cuore potrebbe cedere. Ma è solo un istante.
-Che fai qui, Shirayuki?-

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Capitolo 47
*** 47 ***


La casa era silenziosa; Gish sapeva di trovarla nel suo luogo preferito, una poltrona color pastello che dava sulle grandi finestre del salotto. Le gambe al petto e lo sguardo perso oltre gli alti palazzi di Tokyo. Indossava una vestaglia leggera, i capelli ricadevano umidi ai lati del viso, mentre un asciugamano era abbandonato a terra. Una composta immagine di incompostezza.
Non disse nulla quando lo sentì avvicinarsi, non si mosse, niente nella sua espressione sembrava voler cambiare. Gish sapeva che quella costruita impassibilità era la difesa che Pam aveva eretto nel corso degli anni. Attendeva il dardo ma non avrebbe mostrato nessuna sofferenza di fronte al "nemico". 
Il ragazzo sorrise malinconico. -Pare stia per piovere- disse in tono neutro mentre Pam si limitava ad annuire.
 - Ma a noi la piogga piace, no?-
-Non ho voglia di chiacchierare Gish, sei venuto a prendere la tua roba?-
L'alieno comprese la sfida - Ne ho ammucchiata davvero parecchia, sarebbe una gran faticaccia doverla portar via!-
-Preferisci che la faccia buttare?-
Sembrò pensarci su - Potrebbe essere una soluzione- 
Pam rabbrividì, qualcosa di impercettibile ma non abbastanza da sfuggire agli occhi di chi aveva imparato a conoscerla fin troppo bene.
- Allora farò così-
-Già- camminando lentamete Gish le fu di fronte - E' più facile, giusto?-
La ragazza sostenne lo sguardo - Facile?-
-Sì, accantonare, gettare... Impedisce di affrontare il problema-
Lo sguardo del lupo si rifletteva ora nelle iridi del giovane - Stai dicendo che sto scappando?!-
L'alieno alzò le spalle - Nh, sì. Credo di stare proprio dicendo questo-
-Come osi!- e lo schiaffo fu fermato saldamente dalla mano di Gish. Le stringeva il polso con forza, più Pam tentava di liberarsi dalla presa più questa aumentava.
-Ho incontrato Strawberry poco fa- disse Gish sorridendo come se la conversazione fosse del tutto normale.
-Non mi importa!-
-Ah no? Dalla nostra chiacchierata di stamattna sembrava importarti. Comunque abbiamo rinvangato il passato. Le ho ricordato di quando le correvo appresso come un pazzo pur di averla. Ma questo lo ricordi bene anche tu!-
Pam non riuscì a trattenere, strozzò a malapena un singhiozzo -Lasciami...-
La presa si fece meno feroce ma Gish non aveva intenzione di lasciarla andare.
- La prima volta che l'ho incontrata etrambi lo ricordiamo come fosse ieri-
Lei scosse il capo - Queste cose non mi interessano, non voglio ascoltarti-
Gish le afferrò anche l'altro polso, richiamando a sé i suoi poteri alieni ora stava sospeso di fronte a lei, spinse con forza nella sua direzione tanto che la poltrona si rovesciò all'indietro e Pam si ritrovò per terra, Gish la sovrastava.
-Facevo cose pazze tipo questa- seguitava a sorridere -Volevo un appiglio a tutti i costi-
-Vattene!-
L'alieno scosse il capo - Te l'ho detto non mi farò accantonare. Ora ascolterai quanto devo dire-
Lei lo fulminò -Mi pare tu abbia detto abbastanza-
Come non l'avesse sentita proseguì - Strawberry sa davvero fare la finta ottusa. Pensa che quando le ho detto che ne ero innamorato ha avuto anche il coraggio di fingersi sorpresa-
Pam tremava, mostrare una simile debolezza la faceva sentire nuda, un'anima troppo esposta, troppo facile da dilaniare.
- Per me lei era un' ossessione. Quella che qui sulla terra chiamate cotta. Ero attratto dalla sua positività. L'amore è una cosa diversa, vero Pam?-
Ormai le lacrime le solcavano il bel viso senza tregua - Non credo di saperlo-
Gish le baciò le guance -Bugiarda- sussurrò e solo in quell'istante Pam si rese conto che gli occhi dell'alieno erano lucidi.
- Potrei diventare folle e tenerti chiusa qui dentro per sempre se questo dovesse essere il solo modo per tenerti mia. Noi due nella nostra torre di cemento e il resto del mondo là fuori. Ma tu mi hai insegnato che amare è prima di tutto mettere la felicità dell'altro al primo posto. E tu sei al primo posto in tutto per me. Non scuotere la testa perchè sai che è vero!- labbra su labbra. L'ultima resistenza di una donna innamorata.
- Mentirei se dicessi che la tua gelosia non mi fa piacere e mentirei nel non ammettere di essere geloso del tempo che rivolgi alle tue amiche e alle loro turbe. Mentirei se dicessi che la mia malsopportazione verso Shirogane o chi per lui è dovuta al fatto che non sopporto sentirti dire "noi ci comprendavamo profondamente", perchè, che diavolo!Voglio essere io la persona da cui ti senti maggiormente compresa. Sai benissimo che è così!-
- Sai fare i discorsetti, alieno- Pam lanciò l'ultimo moto di orgoglio. 
-Come ti pare ma ora io ti bacerò e sarai tu a decidere se quel che ho detto è vero o meno-
Senza attendere oltre Gish ne catturò le labbra, Pam lo ricambiò prima con un morso, ma poi il suo corpo si abbandonò alla marea calda che fluiva dentro di lei, che la faceva piangere, essere felice e triste allo stesso tempo. Aveva temuto di perderlo, aveva temuto confermate tutte le sue paure, eppure quegli occhi color dell'ambra sembravano profondamente onesti.
Quando si sentì stringere più forte e toccare la pelle nuda sotto il leggero strato della vestaglia un sussulto sorpreso la portò ad arretrare. Gish stava ancora sopra di lei, la sua bocca e le sue mani non sembravano avere intenzione di desistere dal loro obbiettivo.
-Non ho intenzione di trattenermi- le sussurrò all'orecchio -Né adesso né mai più-
La ragazzo si aggrappò con forza alle sue spalle, non era la prima volta che facevano l'amore, e nel tocco di Gish riconosceva la consueta dolcezza. Stavolta però la passione lo animava con più disperazione.
-Giurami che non mi farai mai più una cosa simile- le disse mentre gli indumenti perdevano la loro utilità ed i loro corpi potevano finalmente fondersi in un tutt'uno. 
-Io ti amo! Giurami che non dubiterai mai più di questo-
La testa di Pam era un vortice di pensieri che viaggiavano velocissimi per poi congiungersi e disgregarsi, rompersi in mille pezzi. Inarcò la schiena quando Gish entrò in lei, non trattenne il gemito, il richiamo del proprio corpo, il richiamo del proprio cuore.
-Lo sai che ti amo, idiota- riuscì a dire - Non ti avrei permesso di vedermi piangere altrimenti-
Gish si sollevò un poco per poterla guardare negli occhi -Superba come al solito- un altro bacio, stavolta intento a lasciare entrambi senza respiro. Non c'era più nulla da dire, nulla a cui pensare, c'era solo la loro unione, forte e rumorosa, dimentica di ogni freno. Dimentica del mondo esterno. 
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Le pareva di galleggiare all'interno di una bolla, sospesa in un frammento di tempo congelato, qualcosa di intangibile, privo di nome, privo di senso. Eppure questo non sembrava sconvolgerla. Sapeva che era giusto restare lì, in attesa. Ogni tanto le era concesso uno sguardo sulla finestra di ciò ch era stato, ma le immagini erano troppo veloci e spesso facevano male. Si raggomitolva su se stessa e rifiutava di ascoltarlo nonostante la sua voce fosse gentile.
-Mi dispiace- le ripeteva - Non volevo fossi coinvolta in tutto questo, non l'avevo previsto-
Ed ormai era stufa di tutte quelle scuse; avrebbe preferito qualcosa di differente, un racconto differente. Ma dopotutto erano la stessa cosa, dove lui finiva lei iniziava, perciò non poteva pretendere visioni dissimili anche se ogni tanto cercava di ribattere.
-Sono stanca ora- sussurrava, ed era stanca per davvero. 
-Riposa- la  voce gentile la cullava - Quando sarà il momento verrò a destarti-
-Con un bacio?- e sorrideva nel chiederlo mentre le palpebre si facevano via via più pesanti.

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Di quella che un tempo era stata la stanza di Ryan, non rimanevano che le doghe di un letto e una scrivania spoglia. Strawberry guardava oltre il vetro polveroso, tracciava linee immaginarie a contornare gli alberi mentre fuori l'oscurità calava definitivamente.
-Hai in mente qualche altro posto ?- chiese al ragazzo seduto sulle doghe. Aveva lo sguardo basso e le mani serrate a pugno sopra le ginicchia.
-No- ammise
-Non è facile trovare un gatto specie se non vuole farsi trovare-
Il giovane emise un profondo respiro - E' strano, ieri non era certo nelle condizioni di muoversi. Sembrava stesse per morire-
La rossa smise di guardare fuori dalla finestra - Quando sono malati i gatti tendono a nascondersi, di solito si isolano per andare a morire- e non sapeva perchè le era uscita una realtà tanto crudele. Ma dopotutto lei possedeva i geni di iromote e in tutto e per tutto era legata ad essi.
-Ti ringrazio Momomiya era proprio quello che speravo di sentire!- 
-Mi dispiace, ma sei stato tu il primo a dirmi che con la realtà bisogna fare in conti-
-Hai ragione, sono stato crudele con te. E lo sono stato anche con Berry-
La rossa si decise a guardarlo - Con Berry?-
Ryo annuì - L'ho lasciata al ballo da sola, sconvolta dal mio comportamento. Se fossi stato meno stupido e impulsivo forse a quest'ora non sarebbe...- ma non proseguì. Era troppo penoso ricordare la sua sorellina in quel letto, addormentata in un sonno che non aveva spiegazioni.
Strawberry si fece serie e lo fronteggiò -Shiarayuki cos'è successo a Berry?-
Il giovane scosse il capo - Non lo so. Quando sono rientrato delirava, e poi ha perso i sensi e non si è più svegliata-
-Ma è terribile!- la ragazza era incredula -E tu per quale motivo sei qui invece di starle vicino!?-
-Te l'ho detto, volevo trovare Art. So che sembra stupido ma ho avuto la sensazione che Art e Berry fossero in qualche modo correlati. Sembra ridicolo eppure...-
Strawberry si inginocchiò di fronte a lui ponendo le mani sulle sue - In che modo potrebbero essere correlati?- chiese
Ma Ryo non aveva risposta. - Berry ti ha nominata, ha parlato di doverti proteggere-
-Proteggermi?- 
Lui annuì - Chi sei tu Momomiya?-
Di colpo la ragazza fu nuovamente in piedi come un animale che fiuta il pericolo.
- Che domanda sarebbe?-
- Sei tornata in questo posto per quale motivo? Non credo si tratti di nostalgia. Questo posto era il caffé Mew Mew, giusto? Il nome delle cinque combattenti che proteggevano Tokyo fino ad un paio d'anni fa-
-Chi...chi ti ha detto questo?-
Ryo sorrise - Non è difficile fare una ricerca oggi giorno, basta semplicemente accendere un pc. E' curioso che quelle ragazze siano sparite-
Lei alzò le spalle- Non so che dirti-
-Io invece vorrei che tu fossi sincera se questo può aiutare Berry-
Strawberry strinse il medaglione nella tasca. Doveva rivelare il segreto? 
- Mi spiace Shirayuki non posso davvero aiutarti-
Ryo scattò in piedi e l'afferrò per le spalle - Mia sorella è in pericolo Strawberry e questo ha qualcosa a che fare con te! -
-Ca...capisco i tuoi sentimenti ma...-
-Non si tratta di sentimenti sono informazioni!-
-Informazioni?-
-Lasci perdere. Voglio solo sapere cosa ti lega a questo posto, alle Mew Mew e di conseguenza a Berry!-
Strawberry era seria, prese il medaglione dalla tasca e lo mostrò a Ryo.
-Che cos'è?-
-Un medaglione- 
-Questo lo vedo ma che significa?-
La ragazza prese un lungo respiro - Grazie ad esso potevo trasformarmi in una Mew Mew-
Ryo le lasciò le spalle -Allora non sbagliavo, tu sei...-
-Mew Berry. O per essere più corretti lo ero. Il medaglione non ha più alcun potere ora, è solo un comune oggetto così come io sono tornata ad essere una comune ragazza-
Ryo sfiorò il medaglione con le dita - Somiglia- fece una pausa -Somiglia ad un gioello della mamma. Anzi è identico-
-Tua madre ha un medaglione come questo?- 
Il ragazzo strinse gli occhi come se bruciassero - Sì, in un portagioie. Me l'ha mostrato qualche volta. Era un regalo di mio padre. Lui...lui glielo regalò quando si conobbero-
Strawberry si sentì confusa. Ma dopotutto poteva trattarsi di una coincidenza?
-Perchè non puoi più trasformati?-
Lei distolse lo sguardo - Non lo so. Io ero una combattente non conoscevo realmente come funzionava il progetto mew-
-Il progetto mew?-
Strawberry sorrise malinconica - Ryan lo chiamava così.  E' stato lui a fare in modo che io e le mie compagne potessimo avere i geni degli animali codice rosso. Spesso si sentiva in colpa per questo e ripeteva che una volta conclusa la missione saremmo tornate alle nostre normali vite. Come vedi è stato così-
-Non mi hai mai detto come è morto-
Si morse le labbra - In verità non ha importanza e non ti aiuterebbe a sapere ciò che vuoi. Non so cosa possa essere accaduto a Berry, tuttavia nonostante io non possa più copiere la metamorfosi, per qualche motivo porto ancora in me i geni di Iromote. Questo significa che ho lo stesso istinto di un gatto e in quanto tale posso aiutarti a trovare Art-
Ryo non comprendeva a pieno ciò che la ragazza stava dicendo, ma non importava, l'importante era trovare il modo di risvegliare Berry.
-Aiutami allora, ti prego Momomiya-
Lei sorrise incoraggiante. Sentiva che il destino la stava chiamando ad un' ennesima prova, e lei non si sarebbe tirata indietro. 

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