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di vale93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


UNO
Salve a tutti!
Questo è un annuncio per tutti quelli che seguivano la mia ff precedente:
AMORI E SEGRETI AD HOGWARTS. La storia è stata sospesa perché dopo averla riletta ho capito che non mi piaceva come l'avevo scritta. Essa è infatti frutto di una me ancora troppo poco esperta e con capacità narrative ancora non del tutto sviluppate. Ho deciso quindi di riscriverla da capo, cambiandola (gli avvenimenti saranno gli stessi che avevo cominciato ad introdurre nell'altra, quindi tranquille non mando a monte nulla) e allungandola. Cambierò solamente la parte che riguarda l'innamoramento di Lily e James, tagliando alcune scene e aggiungendocene di nuove, mantenendo però sempre in campo l'idea di Malfoy e Piton che avevo cominciato a sviluppare nell'altra storia. Spero che questa nuova fanfiction vi piaccia e se possibile più dell'altra e spero anche che non me ne vorrete a male per questa pazzia. Vi assicuro che tratterò questa nuova versione con maggiore impegno ed attenzione. Un bacio a tutte quante, buona lettura...









PROLOGO



Lily Evans. Sedici anni. Prefetto.
Lunghi capelli mossi e rossi come la fiamma di una candela.
Grandi occhi verdi scuri come una pozza d'inchiostro.
Studentessa modello al suo sesto anno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, una delle più prestigiose di tutto il mondo magico.
Pelle chiarissima, diafana, qualche lentiggine sulle gote di porcellana.
Uno stuolo di ragazzi dietro, senza dimenticarci di...
-Potter, si può sapere cosa stai facendo?-
-Cosa credi che stia facendo?-
-Ah non lo so, non sono io a pedinare la prima persona che mi capita davanti quando esco di camera la mattina-
-Ma tu non sei la prima persona che mi capita davanti-
Sospiro, alzando gli occhi al cielo.
-Avanti, Potter, sputa: di cosa hai bisogno?-
-Sicura di volerlo sapere?- domanda sfoderando uno dei suoi tipici sorrisetti sghembi.
Lo odio quando fa così.
Affretto il passo, distanziandomi da lui di qualche metro sperando che afferri il messaggio.

-Liily? Dove vai?-
Ok, come non detto.
-A lezione Potter, come ogni essere umano qua dentro-
-E c'è bisogno di tutta questa fretta? Rilassati, stai col ragazzo più bello di tutta la scuola, goditi questi momenti, Lumacone può aspettare- dice, raggiungendomi.
Questo è davvero troppo.
-Forse non sono stata abbastanza chiara l'ultima volta quando ti ho detto di lasciarmi perdere-
-Oh, sei stata chiarissima- esclama lui, sorridendo.
Ok, è piuttosto irritante.
-Bene, ne sono contenta. Allora vedi di collegare le orecchie al cervello e di allontanarti, non mi piace averti così appiccicato, mi metti i brividi-
-Wow, addirittura? E che sono?- esclama girandosi a guardarmi sempre con quel suo sorriso limpido stampato sulle labbra -Sapevo di fare un certo effetto sulle ragazze, ma non credevo di essere capace addirittura di farti venire i brividi!-
Alzo gli occhi al cielo, irritata.
-Forse non hai capito, Potter. I brividi mi vengono per il ribrezzo, ed ora, se non ti dispiace, sparisci!-
-Sì sì dicono tutte così-
-Potter, che cosa precisamente della parola "sparisci" non ti è chiara?-
-Dai, non essere sempre così acida, che fastidio ti do?-
-Che fastidio mi dai? Intendi oltre al rompermi continuamente le scatole, pedinarmi, pavoneggiarti come se fossi il leone della savana e urtarmi i nervi con le tue stupide battutine? Nessuno, immagino-
-E dai, non fare l'esagerata-
-Potter, sto perdendo la pazienza. Quando dico sparisci intendo sparisci dalla mia vista all'istante o sei nei guai, chiaro?-
-Wow, che caratterino, svegliata male 'sta mattina?-
-Ogni risveglio è un incubo ormai, se so che ti troverò fuori dal mio dormitorio ad aspettarmi tutte le mattine-
-Usi parole grosse, non ti rendi conto di quello che dici. Milioni di ragazze darebbero l'anima per avere il privilegio che hai tu-
-L'unico privilegio che potrei avere in questo momento è il vederti sparire nel nulla per ritrovarti appeso alla torre di Grifondoro fino alla fine dell'anno- rispondo, acida.
Apre la bocca per ribattere, ma non gli do neanche il tempo di parlare che riaffretto il passo e mi allontano. Merlino, quant'è insopportabile. Possibile che non capisca quanto sia fastidioso?
-Lily!-
Oh, no ti prego, fa che non ricominci!
-Lily aspettami, dai-
Sbuffo, allungando il passo nella speranza di seminarlo.
-Che fai, non ci senti?-
Avanti, Lily, non ci fare caso, ora la smetterà, tu continua dritta per la tua strada.
-Liliy!-
Grr, accidenti a lui, si deve mettere pure a urlare in mezzo al corridoio adesso? Che vergogna.
-Lily!-
Ma perché continua? Si diverte?
Mi giro un attimo a guardarlo, furiosa.
-Potter smettila di urlare come una Mandragola, sei irritante-
-Sono costretto a farlo visto che tu non mi senti-
-Solo un sordo non ti sentirebbe, oppure qualcuno provvisto di una buona dose di volontà, Potter!-
-E allora perché non ti fermi?-
-Semplice, cerco di stare il più lontano possibile da te-
-E perché mai?- esclama lui, e sta volta sembra sinceramente sorpreso.
Mi risparmio la fatica di rispondergli, anche perché per colpa sua sto facendo tardi alla mia lezione di pozioni, e mi rigiro, riprendendo a correre.
Lo sento dietro di me che affretta il passo per raggiungermi, ma io sono più veloce di lui e mi fiondo dentro alla seconda aula sulla destra richiudendomi con un tonfo la porta alle spalle. L'aula è piena di ragazzi che chiacchierano allegramente, in piedi o seduti sui banchi. Segno che il professore non è ancora entrato. Sollevata tiro un sospiro di sollievo e raggiungo il banco dove sta seduta Agata, la mia migliore amica. Un attimo dopo si sente il tonfo della porta che si riapre e Potter fa il suo trionfale ingresso in classe guadagnandosi l'approvazione di una miriade di ragazze e il disappunto da parte mia. C'era bisogno di fare tutto quel baccano? Sempre il solito.
-Ciao Lily, finalmente sei arrivata- dice la mia compagna di banco voltandosi a guardarmi.
-Ho avuto un piccolo contrattempo- rispondo, e so che lei capirà a cosa mi riferisco.
Poggio la mia borsa sul banco e comincio a tirarne fuori il contenuto quando sento una presenza raggiungermi alle spalle e non faccio neanche in tempo a girarmi che già ne riconosco il proprietario.
-Lily, ma che fai scappi?-
Alzo gli occhi al cielo, raddrizzandomi e girandomi a guardarlo con un sorrisetto poco sincero.
-Sì Potter, scappo. Scappo da te!-
-Da me?- ripete aggrottando le sopracciglia.
Sospiro, chiedendomi per quale motivo gli risulti così difficile carpire il significato di un enunciato talmente semplice. Sto per rispondergli qualcosa di poco carino quando per fortuna
entra il classe il professor Lumacorno levandomi dall'impegno di spiegare a Potter i più svariati significati della parola: "evapora".
-Avanti ragazzi, tornate tutti a posto, su su-
Potter si gira, vede entrare i suoi amici e li raggiunge all'istante, non senza avermi prima lanciato un sorriso a trentadue denti e avermi esclamato un -A dopo, Lils-
accompagnato da un occhiolino.
E' fatto così lui, non cambierà mai. Posso pure passare il resto della mia vita a ripetergli che non mi interessa e che mi irrita notevolmente, ma lui non ci farà caso. Certe volte mi chiedo "ci è o ci fa?".
Seccata tiro la borsa giù dal banco e prendo il mio libro e il mio quaderno sbattendoli entrambi su di esso. Agata al mio fianco soffoca una risatina.

-Che c'è da ridere?- dico

-Niente, figurati- mi risponde continuando a sorridere. Poi aggiunge -Tu e Potter siete una forza-

Io mi volto lentamente verso di lei.

-Che cosa hai detto?- sillabo fulminandola con lo sguardo -Non ti ci mettere pure tu sai?-

-Dico sul serio, secondo me stareste un sacco bene insieme-
A quelle parole sento il mio stomaco contrarsi e so di essere improvvisamente impallidita.
-Non dirlo neanche per scherzo, Ag. Tu mi vuoi morta!- mormoro imitando la voce di un condannato ad Azkaban.
Lei riscoppia a ridere ed è costretta a coprirsi la bocca con la mano per non farsi vedere dal professore.
-Silenzio!- la voce tonante di Lumacorno richiama all'ordine e nell'aula cala un silenzio di tomba. Io e Agata tratteniamo a stento i sorrisi e apriamo i libri. Lumacorno comincia la lezione.
-Ohi, prima che tu arrivassi... ho sentito una notizia fantastica!- mi sussurra Agata da dietro le pagine del libro. Ha uno sguardo che conosco.













Eccomi qua. Allora che ne dite di questo primo capitolo? Molto breve, è vero, conto di allungarli sempre di più man mano che vado avanti con la storia. Per le lettrici che seguivano la mia versione precedente: che ne pensate di questa? Deluse? Spero di no. Un grazie speciale in anticipo a tutti quelli che mi leggeranno, recensiranno o -sarebbe bellissimo *.*- metteranno tra preferiti! Fatemi sapere cosa ne pensate! 1 bacio
                                                                                                                                     la vostra Vale*

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Capitolo 2
*** 2 ***


2

Fine della lezione di pozioni. Gli studenti si alzano e cominciano ad uscire chiacchierando. Sembrano tutti presi da un qualcosa di eccitante, come se ci fosse una novità... della quale Lilian Evans, però, non è ancora al corrente. Avrà forse a che fare con quello che Agata voleva dirmi? Forse... e infatti:
-Allora, ti dicevo- comincia, ma viene immediatamente interrotta dall'esuberante comparsa di...
-Potter, mi spiegheresti perché te ne stai lì impalato a guardarmi come un idiota?- sbotto.
-Ammiro la tua bellezza- risponde lui con sincerità... troppa.
Ma chi si crede di essere?!
-Si dà il caso che la cosa non sia reciproca- rispondo con un falso sorrisetto -Ed ora, se non ti dispiace stavo parlando con una mia amica prima che tu arrivassi a disturbarci, quindi prendi e vattene-
-Perché, non posso sentire anch'io?- chiede poggiando una mano sul banco con fare strafottente.
-Purtroppo no, carino. Agata ed io stavamo parlando di cose nostre e gradiremmo continuare a farlo... da sole!-
-Ah, ho capito- esclama Potter prendendo il suo borsone da terra.
Wow, incredibile. Forse ha capito davvero!
-Non puoi certo dire alla tua amica quanto mi ami se io sono qui. Me ne vado subito- continua e con uno scatto felino si precipita alla porta.
-Quanto-è-scemo- esclamo. Intanto Sirius e Remus lo seguono e prima di andare si rivolgono a noi:
-Che dire ragazze, l'avete proprio scosso! Ah ah. Ci si vede all'intervallo. Ciaoo-
-Intervallo? Quale intervallo?- domando non credendo alle mie orecchie.
-Ecco è proprio di questo che volevo parlarti! Per noi del sesto anno è stato inserito un intervallo dopo un tot di ore. In teoria sarebbe per aiutarci ad anticipare i compiti, ma...-
-Cosa? Dici sul serio?- esclamo -Ma è fantastico!-
-Già, è lo stesso che ho pensato anch'io quando me l'hanno detto. Non potevo credere alle mie orecchie..- afferma lei alzandosi e uscendo dalla classe.


E così il fatidico intervallo è arrivato. Dopo un'ora di Rune e due di Erbologia finalmente esco dalla serra affollata e mi sento libera di abbandonare la borsa da una parte e di sedere a rilassarmi su una panchina del cortile. So che dovrei approfittarne per studiare, ma voglio godermi almeno questo primo giorno in pace.
-Non è fantastico?- mi chiede Agata raggiante sedendosi accanto a me.
-Eccome, non posso crederci! E' un sogno...- annuisco ridendo, ma la risata mi muore in gola. Potter si sta avvicinando. Come non detto, è un... incubo! Con lui ci sono anche Sirius, Remus e Peter.
"Wow, il trio al completo" penso, sarcastica.

-Ciao, Lily! Hai visto? Un intervallo! E chi se lo aspettava? E' uno sballo ve'?-
-Sì Potter, lo era... prima che arrivassi tu-
-Non essere sempre così scontrosa- mi rimprovera lui
-Non prendo ordini da te, Potter-
-Calma ragazzi- interviene Sirius prima che si scateni una delle solite liti tra me e quel troglodita -Cerchiamo di non rovinarci questo bel primo giorno, eh-
Io mi giro e incrocio le braccia al petto, sbuffando.
Ci mancava solo lui. Tra tutti e due non si sa chi è peggio. L'unica cosa buona che ha fatto quel tizio è stato di finire a Grifondoro. Anche se continuo ad essere dell'idea che sarebbe stato molto meglio tra le file di Serpeverde. A quel punto un pensiero improvviso invade le fila della mia mente, annebbiandola, mentre un'ondata di sensazioni miste e contrastanti mi scuotono come un mare in tempesta. " Stupida Mezzosangue..".  Un brivido, e ritorno in me. Mi guardo attorno, un po' scossa. Agata sta parlando con Sirius e James, mentre Remus si è seduto accanto a me immergendosi in un libro. Nemmeno me ne ero accorta. Sospiro. Devo smetterla di restare ancorata al passato. Lui non c'è più. Mi ha lasciata. Ed io devo andare avanti. Forse se cercassi di essere più aperta nei confronti della gente che mi circonda... Magari non sono così male come sembrano, penso mentre lascio vagare il mio sguardo sul profilo del ragazzo biondo seduto accanto a me. Ha lo sguardo concentrato nel libro che sta leggendo, e sembra che non si accorga più di niente. Sorrido, non pensavo che un Malandrino potesse avere un hobby così "intellettuale". Anche se devo ammettere che Remus è un po' diverso dagli altri ragazzi del suo gruppo. E' sempre stato meno presuntuoso e molto molto più gentile. Non capisco proprio cosa ci trovi in due tipi come Potter e Sirius. Per non parlare di Peter Minus.  Cosa avranno mai in comune?
-Eh Lily che ne dici?-
-Uhm, cosa?- chiedo, risvegliandomi dai miei pensieri.
-Andiamo a vedere gli allenamenti di James e Sirius questo pomeriggio?- chiede Agata sorridendomi.
Cosa? Non ci penso proprio.
-Questo pomeriggio dovrò studiare, cosa che dovrebbero fare anche loro- rispondo, senza mostrare il minimo entusiasmo.
-Ma dai, Evans, sempre col naso chiuso in quei libri polverosi, vieni a prendere un po' d'aria fresca, divertiti!- esclama Sirius poggiando un braccio sulla spalla di James.
-No grazie, non ho bisogno di venire a vedervi sfasciarvi la testa per divertirmi- rispondo, secca.
Sirius alza gli occhi al cielo e Potter si avvicina, passandosi una mano fra i capelli.
-Lo so, lo so che il solo pensiero di vedermi esposto ad un tale pericolo ti fa sentire male, Lils, ma..-
-Male? Questo è solo il minimo che potrei augurarti, Potter, ma non voglio trovarmi sulla scena del delitto quando incanterò la tua scopa per mandarla a schiantarsi contro una torre-
-Aiah!- esclama Sirius scuotendo la mano all'altezza del petto sghignazzando.
-Lily, ti ho mai detto che sei eccitante quando ti arrabbi?- chiede Potter ghignando come suo solito.
Arrossisco di rabbia e mi alzo di botto dalla panchina, distogliendo Remus dalla sua attenta lettura.
-Sei proprio un'idiota- rispondo, e afferrando la borsa da terra me ne vado senza aggiungere altro.


"Nel 1612 scoppiò la tanto combattuta rivolta dei Goblin, i quali, volendo ottenere maggiore terreno per sè, si allearono con i Giganti contro i Maghi e oltrepassarono.."
-E' stato un peccato non essere andate all'allenamento- sospira Agata affacciata alla finestra.
E' pomeriggio inoltrato, il sole sta già tramontando oltre i monti ritirando le sue rosee dita sottili dal mondo.
-Perché non l'hai fatto? Nessuno te lo impediva- rispondo, continuando a scrivere il mio tema.
-Sì certo, da sola-
Alzo un sopracciglio senza distogliere gli occhi dalla pergamena che sto scribacchiando.
-Un conto era che andassimo in due, così sarebbe sembrato normale..-
-Normale?- ripeto, voltandomi  allora a guardarla.
Agata si morde la lingua e arrossisce.
-No, intendevo che.. oh, lascia perdere-
Io sbatto le ciglia, aggrottando la fronte.
Agata fa finta di niente e ritorna a immergersi nella sua silenziosa contemplazione oltre i vetri. Curiosa, mi alzo e raggiungo la mia amica alla finestra. Oltre di essa, sopra al campo da Quiddich sottostante si possono distinguere le figure dei giocatori che volano a cavallo delle proprie scope. In particolare due di esse si sfrecciano accanto, incrociandosi, per poi tornare indietro e battersi il cinque. Mi accorgo dello sguardo di Agata perso e intenso, distante da quella stanza almeno qualche metro. Riporto lo sguardo alle due figure che ora si sono divise rivolando a terra, poi di nuovo su di lei e ancora giù, ad una in particolare. I ragazzi scendono dalle loro scope e si congratulano a vicenda, dirigendosi insieme verso gli spogliatoi. Agata sospira e si stacca dal davanzale, tornando a sedersi sul letto. Io la seguo con lo sguardo e aggrotto la fronte, mentre un vago sospetto si fa strada nella mia mente.
-Agata, non è che per caso ti sei presa una cotta per un Malandrino?- chiedo, incrociando le braccia al petto.
Ma lei non risponde e riprende a scrivere il suo tema in silenzio.


-Non hanno speranze-
-Ben detto, Ramoso, siamo troppo forti!-
Alzo gli occhi al cielo, pescando una fetta di pane dal cestino a centro tavola.
-Noi tiferemo per voi- squittisce Peter Minus emergendo per un attimo dalla sua posizione marginale.
-Certo, Peter, e farete bene. Quei fifoni dei Tassorosso si cagheranno in mano appena..-
-Potter! Gradirei che tu moderassi i tuoi termini almeno mentre sto mangiando- esclamo indignata.
-Uh, scusa Lily, me ne ero dimenticato- risponde lui sorridendo dall'altro lato della tavola.
Io lo guardo incredula per un attimo mentre lui ritorna a parlare con i suoi amici dell'imminente partita Grifondoro-Tassorosso. Un momento, ho sentito bene? James Potter mi ha davvero chiesto scusa per qualcosa? Sbatto le ciglia perplessa, poi faccio spallucce e torno a concentrarmi sul mio piatto. Sarà stato un lapsus, penso. Non si è neanche accorto di quello che ha detto.
Accanto a me Agata è più silenziosa del solito, e rimesta senza ingerirne neanche un goccio la ciotola con la zuppa di verdure che io ho già finito da un bel pezzo.
-Ag?-
Non risponde, lo sguardo fisso davanti a sè, quasi non fosse più presente insieme a me in questo stesso tavolo.
-Ag?-
Niente. Aggrotto le sopracciglia, sempre più scettica.
-Agata, insomma svegliati!- esclamo dandole una gomitata.
In quel momento sembra ridestarsi da un sogno e mentre si guarda attorno battendo le ciglia spaesata io sospiro scuotendo la testa.
-Pianeta terra chiama Agata, sono Lilian Evans, ti ricordi di me?-
Agata sorride e i suoi occhi tornano per un attimo ad essere chiari e luminosi come sempre.
-Scusa Lily, non ti stavo ascoltando, hai detto qualcosa?-
Sbuffo non riuscendo però a nascondere un sorrisino.
-Niente, Ag. Solo vedi di sbrigarti che il cibo si fredda- dico e torno a riempirmi il piatto di pollo ripieno.
Agata annuisce e riprende a mangiare.
E' sempre più strana, non riesco proprio a capire cos' abbia. Anche se un mezzo sospetto ce lo avrei.. Di sottecchi lancio una breve occhiata ai ragazzi che mi stanno seduti di fronte. Potter e Sirius vicini, come sempre, uno di fronte a me e l'altro di fronte ad Agata. Accanto a Black, Lupin e vicino a lui Minus. I Malandrini. I ragazzi più ambiti e invidiati di tutta la scuola. Potter e Sirius in primis. In sei anni - ma già a partire dal primo - si sono guadagnati l'ammirazione di tutta la popolazione femminile di Hogwarts, più l'invidia e l'odio di molti dei ragazzi. Sbuffo, scettica. Ma cosa ci troveranno in dei tipi come loro? Potter soprattutto. Sempre convinto di essere il migliore, si da un sacco di arie pavoneggiandosi come fosse il dio in terra, e le altre stupide che gli vanno pure dietro. Per non parlare del modo in cui tratta i ragazzi più deboli. Sempre pronto a sbeffeggiarli e a deriderli. Un altro frammento di ricordo si fa spazio nella mia mente, lasciandomi un brivido lungo la schiena. Chiudo gli occhi e respiro a fondo. Mano a mano, scaccio via anche quel pensiero, come prima nel cortile, cercando di non lasciarmi sopraffare dai ricordi. Ma è troppo tardi. Sento gli angoli degli occhi inumidirsi mentre un morso soffocante mi attanaglia lo stomaco. Un altro respiro, e cerco di non cedere alle emozioni. Non qui, non ora, davanti a tutti. Ma non ce la faccio.. le immagini scorrono veloci nella mia mente, libere da qualsiasi catena, forti, prepotenti, impetuose. Stringo il tovagliolo abbandonato sulle mie gambe con le dita, cercando di scaricare su di esso la tensione.
-Lily?- una voce, vicina.
La sento, ma continuo a tenere gli occhi chiusi.
-Lily cos'hai?-
Ancora un ultimo sforzo. Aggrappata a quella voce, a quel minimo squarcio di presente, caccio via le lacrime e riemergo dal torpore lasciandomi i rimorsi alle spalle. Riapro gli occhi, guardandomi attorno, scossa.
Potter all'altro lato del tavolo mi guarda con la fronte aggrottata e capisco che deve essere stato lui a chiamarmi.
-Che vuoi?- chiedo, cercando di ridarmi un contegno.
-Mi sembri un po' strana, è tutto a posto?-
-Come se te ne importasse qualcosa. Comunque sì, sto benissimo, non vedo perché dovrebbe essere altrimenti- rispondo, secca.
Lui mi guarda, poco convinto, e apre la bocca per dire qualcosa. Ma io non gli do il tempo di pronunciare una sola parola che distolgo l'attenzione da lui e riprendo a mangiare come se nulla fosse. Agata accanto a me mi lancia una breve occhiata ma non dice nulla. Sa quando è il momento di fare domande e quando no. E probabilmente immagina anche quello che mi è appena successo. Non servono parole. E' questo il bello della nostra amicizia. Con gli occhi bassi e l'espressione indifferente finisco il mio pollo senza più rialzare la testa per parlare con nessuno. Di fronte a me sento lo sguardo fisso di Potter che continua a scrutarmi diffidente. Ma io fingo di non accorgermene e dopo un po' lui ci rinuncia.


E' sera inoltrata. Gli studenti dovrebbero già essere tutti nelle loro camere, ma un giro di controllo per i corridoi è obbligatorio. Sbuffando, volto l'angolo dell'ultimo isolato e lo illumino con la lanterna magica che ho in mano. Remus accanto a me gira un'altra pagina del libro che sta sfogliando da quando abbiamo cominciato il giro di perlustrazione e mi segue facendo appena attenzione a dove mette i piedi. Sbuffo.
-Remus, non vorrei interromperti ma gradirei che mi aiutassi a controllare- dico, sbirciando dentro a un'aula deserta.
-Oh, sì scusa. E' che sono arrivato a un punto molto interessante e non riesco a trattenermi-
Sorrido, mentre mi richiudo la porta alle spalle.
-Ti capisco, anche a me succede. Di che libro si tratta?-
-Oh, non credo ti piacerà, è la storia di un naufrago che rimane intrappolato su un'isola che credeva deserta, quando poi scopre che è abitata da un gruppo di cannibali-
-E perché non dovrebbe piacermi?- chiedo proseguendo.
-Beh, non è esattamente il vostro genere. Di solito voi ragazze leggete romanzi rosa, o altre sdolcinatezze del genere-
-Chi l'ha detto? Io per esempio quei romanzi non li sopporto. Sono falsi e molto stupidi, non rispecchiano per nulla la realtà- rispondo.
-Oh, beh.. la maggior parte..-
-Io non sono la maggior parte- lo interrompo.
Lui non dice niente, ma mi sembra di sentirgli borbottare un "già" a bassa voce.
-Fammi vedere- dico allora girandomi verso di lui.
Remus mi allunga il libro ed io lo prendo in mano, leggendo il titolo in copertina.
-Robinson Crusoe, Daniel Defoe-
-E' uno scrittore babbano- spiega Remus avvicinandosi -Me l'ha regalato mio padre- esita -E' un babbano-
Silenzio.
-Lui... ultimamente è un po' cambiato. Ha cominciato a bere, spesso litiga con la mamma. Ma ci vuole comunque sempre bene, anche se a volte sparisce e non si sa dove vada. Credo che questo sia un suo modo per farsi perdonare..- dice, con un mezzo sorriso.
Io non rispondo.
In quel momento, in quello scuro corridoio mezzo nascosto nella penombra, la mia mente vola veloce come un lampo ad un frammento di vita passata, senza che io possa fare niente per fermarla, tornando a un tempo, un giorno molto lontano.

"Come vanno le cose a casa?"
Sullo sfondo, il rumore di un ruscello che scorre, gorgogliando fra le rocce e il terreno ruvido ricoperto di foglie secche.
Una smorfia. "Bene"
"Non litigano più?"
Il cielo sopra di noi è sereno, il sole filtra tra i rami spogli che ondeggiano al vento sulle nostre teste. E' estate e il clima allegro e solare che aleggia nell'aria non sembra contagiare l'espressione mesta del ragazzo che mi sta seduto di fronte.
"Oh sì, litigano. Ma fra un po' me ne andrò..."

-Lily?-
Una scossa al braccio mi fa tornare alla realtà, in quel corridoio poco illuminato del secondo piano.
-Scusa, non so neanch'io perché ti ho raccontato tutto questo..- dice, passandosi imbarazzato una mano dietro la nuca.
-Oh, no..- rispondo, risvegliandomi -Che dici, figurati. Mi fa piacere che tu abbia voluto confidarti con me-
-Davvero? Beh.. sai, non mi capita spesso.. di confidarmi. Non sempre mi sento a mio agio a parlare di me-
Sorrido, restituendogli il libro.
-Tranquillo, se hai voglia di farlo, con me puoi parlare-
-Grazie- risponde, riprendendo in mano il volume e infilandoselo nella borsa a tracolla.
-Comunque, conosco quel libro. Anch'io sono...- esito -Anche i miei sono babbani-
-Sì, lo so..-
Silenzio. Distolgo lo sguardo puntandolo davanti a me e Remus lo abbassa, imbarazzato.
Forse sta pensando a ciò che penso io.
-Beh.. mi pare di capire che qui sia tutto a posto giusto?-
Annuisco.
-Bene, allora possiamo tornare- dice, sorridendo esitante.
Annuisco di nuovo, riportando lo sguardo su di lui.
Il suo sorriso è talmente dolce e affabile che ha il potere di contagiarmi.
-Certo, andiamo. Così potrai andare a leggerti il tuo Robinson Crusoe- dico, avviandomi verso le scale. Remus ride e mi segue, tastando con la mano la borsa a tracolla dove ha deposto il libro.
E' strano, non ho mai pensato che un Malandrino potesse essere così dolce e amichevole. Ho sempre pensato a loro come a un mucchio di arroganti palloni gonfiati pieni di sè e menefreghisti. Forse sono sempre stata un po' prevenuta nei loro confronti, fermandomi solo alle apparenze. Parlare con Remus oggi è stato piacevole. Ho scoperto cose di lui che non sapevo e visto un lato della sua personalità che, in un Malandrino, non mi sarei mai aspettata. Sono contenta che avremo un anno intero di pattuglie serali come prefetti, per conoscerci. Come ho detto 'sta mattina, forse non sono così male come sembrano.

Eccezion fatta per Potter, ovviamente.



















Salve a tutti!! Ed eccomi qui tornata con il 2° capitolo.
Allora, che ne dite? Vi piace? Una volta ho letto su internet che Remus Lupin è sempre stato molto affezionato a Lily Evans, lo dimostra il modo in cui ne parla ad Harry sul ponte di Hogwarts in "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban". Ho pensato perciò che il ragazzo da giovane avesse instaurato un buon rapporto con lei, magari grazie alle serate passate a fare i giri di ronda insieme in qualità di prefetti.
Ringrazio immensamente le 8 persone che hanno già inserito la mia storia tra preferiti e le 3 che mi hanno recensita:
avril96: oi, ciaooo! ke bello, leggi anke questa storia!! *.*  Sono felice che tu abbia voluto recensire, e che il cap precedente ti sia piaciuto! di qst ke mi dici? aspetto di sapere un tuo parere! grazie 1000, 1 bacione ciau*
felpa_fan: ciaooo!! ke bello, non sai quanto mi ha fatta felice rivedere il tuo nome fra le recensioni! temevo che avendo cambiato titolo alla storia nessuna delle vecchie lettrici mi avrebbe più seguita T.T grazieeee! x quanto riguarda la storia di lily e james nn ti preoccupare, non la cambio del tutto, voglio solo allungarla un po' e, come hai detto tu, approfondirla. Quella scena che mi hai detto anche a me è piaciuta molto, quindi tranquilla, la inserirò di nuovo! intanto cosa mi dici di questo capitolo? so ke nn succede molto, ma ogni cosa a suo tempo.. =P  fammi sapere, mi raccomando!! 1 bacio ciauu
Pan_Tere94: una nuova lettrice! ciao Tere, sono felice che il cap precedente ti sia piaciuto. spero che anke qst nn sia stato da meno. fammi sapere il tuo parere, anche se negativo, accetto tutte le critiche, purchè costruttive! 1 bacio a presto (spero) ciao ^^

1 grazie a tutte quante, e mi raccomando recensite!
E ricordate: accetto tutte le critiche, belle brutte, positive negative, basta che siano costruttive! Ci tengo molto a conoscere il vostro parere per correggermi e migliorarmi! Quindi mi raccomando fatemi sapere!!
                                                                                                                vi saluto Vale*

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Capitolo 3
*** 3 ***


3

Mi affaccio alla porta sbirciando discretamente oltre di essa, circospetta. Il corridoio sembra vuoto. Faccio un passo avanti e dopo aver salutato la Signora Grassa mi avvio velocemente verso le scale, cercando di passare inosservata. Svolto l'angolo e scendo il primo scalino in punta di piedi, prima di tirare un sospiro di sollievo.
-Liily, dove stai andando?-
Sobbalzo. Come non detto.
Sbuffo, rassegnandomi all'idea che neanche 'sta volta sono riuscita a sfuggirgli.
-Ciao bellezza, come va?- dice lui raggiungendomi con un ghigno stampato sulle labbra.
-Mi rifiuto di risponderti- sibilo e scendo le scale seccata.
Lui ridacchia alle mie spalle e mi si affianca senza dar troppo peso al mio tono scocciato. Accanto a noi passa un gruppo di ragazze con lo stemma di Grifondoro sulla divisa che si gira verso di noi e sorridendo saluta:
-Ciao James-
-Salve ragazze- risponde lui con un sorriso che le fa ridacchiare e affrettare il passo soddisfatte.
Sbuffo. Spaccone.
-Che c'è Lily, sei gelosa?-
-Ah, e di chi scusa?- chiedo sarcastica alzando un sopracciglio.
-Di me ovviamente-
-Pf- faccio e mi giro dall'altra parte, non degnandolo di una risposta. Lo sento ridere ma non gli do la soddisfazione di vedermi arrabbiata. Indifferenza, questa è la regola numero uno.
Continuiamo a scendere senza più rivolgerci la parola, io che cerco in tutti i modi di convincermi che lui non esista. A un certo punto però sento una mano posarsi sulla mia schiena e cinque secondo dopo mi ritrovo con il braccio di Potter arrotolato alla vita. In quel momento subisco una miriade di reazioni devastanti tutte contemporaneamente. Alla prima mi si mozza il respiro, per lo stupore. Poi sento il sangue affluirmi alla testa e per ultimo lancio un urlo che credo si ricorderà in tutta Hogwarts come il primo grido in tutto il mondo magico ad aver superato quello delle mandragore.
-POTTER!!- strillo, catapultandomi a cinque metri di distanza da lui -Sei matto?!? Che cavolo fai?!!-
Lui mi guarda con quel ghigno divertito che gli spunta sempre ogni volta che mi fa arrabbiare e risponde, trattenendosi chiaramente dallo scoppiare a ridere.
-Avanti Lily, non ti agitare, era solo un piccolo gesto innocente-
-Innocente?! Potter, d'ora in poi noi due staremo a venti metri di distanza, limite minimo di sicurezza, mi hai capito bene?!- strepito, rossa in viso.
-Contaci- fa lui ridacchiando come se la cosa fosse di una comicità palese.
Io arrossisco ancora di più dalla rabbia e dopo avergli lanciato un'occhiata di fuoco volto i tacchi e me ne vado a passo di marcia il più lontano possibile da lui.
Maniaco! Penso mentre sbatto i piedi furiosa. Cosa gli fa credere di potersi comportare in questo modo? Chi pensa di essere? Solo perché quelle stupide galline senza cervello non fanno che sospirare ogni volta che lo vedono.. crede di essere il più figo del mondo e di potersi comportare di conseguenza! Ah, ma se pensa di poter fare con me come fa con loro...
-Lily-
Mi volto, i pugni ancora stretti lungo i fianchi. Agata mi guarda con un sopracciglio alzato qualche metro più in dietro di me e fa un passo avanti per raggiungermi.
-Oh ciao Ag- la saluto, ricomponendomi.
-Dove andavi così di fretta?-
-Scappavo da Potter, come sempre- rispondo agitando la mano con un gesto vago.
Lei emette una breve risatina e riprende a camminare a fianco a me.
-Anche 'sta volta ti ha beccata, eh?-
-Già. E' incredibile...-
-Beh, che pretendi. Dormite nella stessa casa, è inevitabile incontrarvi-
-Stai pur sicura che troverò il modo- rispondo, aprendo con una mano la porta della Sala Grande.
I tavoli sono già quasi tutti pieni e mentre attraverso la stanza per andare a sedermi al mio solito posto sento il profumino inconfondibile del latte e del caffè impregnarmi le narici, facendomi brontolare lo stomaco.
-Ho una fame che non ti immagini- dico, infilandomi sulla panca di legno che corre lungo tutta la tavolata.
-A chi lo dici, mi sembra di non mangiare da una vita-
-In effetti ieri sera non hai toccato cibo, sapresti spiegarmelo?-
-Oh.. non mi sentivo molto bene.. avevo lo stomaco chiuso...-
Io la guardo scettica, ben sapendo che la sua non è altro che una scusa, ma proprio in quel momento quattro ragazzi ci raggiungono alle spalle, seguiti dall'inconfondibile coro di sospiri proveniente da tutta la popolazione femminile della scuola.
-Buongiorno ragazze- salutano, sedendosi di fronte a noi.
-Buongiorno- rispondo, riempendomi la tazza di caffellatte.
-Dormito bene?- chiede Sirius stravaccandosi sulla panca come suo solito.
-A meraviglia- risponde Agata, sorridendo tranquillamente e prendendo una fetta di pane dal vassoio a centro tavola.
Potter, Minus e Lupin si siedono accanto al ragazzo e cominciano a loro volta a riempirsi i piatti.
-Ciao Remus- dico, sorridendo al ragazzo seduto di fianco a Sirius.
-Ciao Lily, com'è andata la nottata, dopo la ronda?-
-Mi sono riposata- rispondo -E tu? Sei andato avanti col tuo libro?-
-Oh sì, non riuscivo più a staccarmici! Ma poi qualcuno ha lanciato un incantesimo alla mia lampada per non farla più accendere...- dice, lanciando un'occhiataccia ai due Malandrini seduti di fianco a sè.
-Avanti Rem, ti si rovina la pelle a leggere così fino a tardi- si giustifica Potter accarezzandosi con un dito il profilo del viso.
-Ma sentitelo, certe volte sei peggio di una ragazza, Potter- intervengo guardandolo con un sopracciglio alzato.
-Avere cura del proprio aspetto è una prerogativa degna di ogni essere umano. Altrimenti come farei ad essere così affascinante?-
Sbuffo.
-Credo proprio che tu abbia sbagliato crema di bellezza, allora- rispondo, increspando le labbra in un sorrisetto ironico.
-Divertente.. Ehi che ne dite di uscire oggi?- chiede lui cambiando repentinamente argomento.
-Per andare dove di grazia?- domando
-Fuori, alla foresta-
-E che cosa ci sarà mai di così eccitante nella foresta, me lo spiegheresti?- domando, sarcastica.
-Tante cose, per esempio potremmo..-
-Ag passami un po' di quel latte per favore- dico, non degnandomi neanche di ascoltarlo.
Solo uno stupido non capirebbe che la mia era una domanda retorica.
-Dopo posso dare un'occhiata al tuo tema?- mi chiede lei consegnandomi la caffettiera -Non sono sicura di aver scritto bene alcune date-
-Sicuro, io le ho controllate tutte sul libro-
-Grazie Lils, sai quanto sono distratta- risponde lei sorridendo coi suoi caldi occhi dorati da cerbiatta.
-E come se lo so-
-Allora che ne dite?- chiede a quel punto Potter guardandoci sorridente.
-Che ne diciamo di cosa, Potter?-
-Ma come, non mi hai ascoltato?-
-Avrei dovuto?- chiedo, alzando entrambi i sopraccigli.
Lui arriccia la bocca, offeso, ma non si arrende- e quando mai.
-Ho chiesto se vi va di andare alla foresta con noi- ripete.
-Mi pareva di averti già risposto- dico, fredda come al solito.
-E dai, ogni volta che propongo di fare qualcosa dici sempre di no, si può sapere perché non ti va mai bene niente?-
-Se tu facessi ogni tanto delle proposte decenti, Potter, magari avresti più possibilità di vederle accettate- rispondo, acida.
-E che cosa ci sarebbe di indecente nella mia proposta?-
Alzo gli occhi al cielo, scuotendo rassegnata la testa. E' inutile, io ci rinuncio.
-James, lei è un prefetto- gli ricorda a quel punto Sirius guardandolo storto.
-Ma è anche nostra amica, potrebbe coprirci per una volta-
-Amica? Coprirvi? Potter, resetta il cervello-
-Avanti, solo per questa volta, devi vedere com'è eccitante ogni tanto trasgredire le regole, e poi...-
-James- si intromette a quel punto Remus, vedendomi sul punto di esplodere -Ha ragione lei..-
Io mi giro a guardarlo riconoscente, ringraziando il cielo che in quel gruppo di matti esista qualcuno con un po' di buon senso. Potter si gira a guardarlo stralunato, non potendo credere alle proprie orecchie.
-Sì, insomma.. c'è un motivo se è proibita.. se ti beccano, alla luce del giorno..-
-Avanti Lunastorta, non mi dirai che adesso ti fai tanti problemi per andarci!- esclama Potter guardandolo incredulo -Con tutte le volte che..-
-Ssh, zitto!- bisbiglia Sirius rifilandogli una gomitata in pancia.
Potter tossisce e si massaggia il torace con la mano, zittendosi.
-Tutte le volte che cosa?- chiedo, guardandoli sospettosa.
-Oh, niente... intendeva dire, con tutte le volte che infrangiamo le regole qui a scuola.. una in più una in meno...- risponde Sirius con aria fin troppo poco credibile.
-Ah davvero?- chiedo, incrociando le braccia al petto -Siamo sicuri che non mi state nascondendo qualcosa? No perché in quel caso voi sapete che cosa sono capace di fare..-
-Certo, certo, figurati..- rispondono i due annuendo vigorosamente. Io li guardo truce e non mi lascio per nulla ingannare dalle loro espressioni innocenti. Se c'è una cosa che ho imparato in questi sei anni passati a conoscerli è di non credere mai alle loro espressioni. Il novantanove per cento delle volte stanno pensando l'esatto contrario di quello che dicono o vogliono far credere. Volto sospettosa la testa verso Remus, che mi guarda ora con un sorriso a trentadue denti stampato sulle labbra, lo stesso che hanno i due ragazzi sedutigli a fianco.
-Remus Lupin. Mi auguro che tu conosca sufficientemente le regole di comportamento, in qualità di prefetto- dico, squadrandolo con le braccia incrociate e la fronte aggrottata.
-Certo- risponde lui, precipitoso.
-Bene- dico, lanciandogli un'occhiataccia piuttosto eloquente.
Non sono per nulla convinta, e questo loro lo sanno.
Incredibile. Quegli scapestrati sono riusciti a corrompere persino un prefetto! Rimango dell'idea che per quanto possano sembrare.. piacevoli, a volte, non cambieranno mai. Inutile sperarci.
-Vedete di non combinarne una delle vostre, ragazzi, vi tengo d'occhio. E tu, Potter, vedi di non uscirtene più con proposte del genere in mia presenza o potrebbe essere l'ultima volta che ti verrà voglia di farlo- decreto, lanciandogli un'occhiataccia.
-Sì signora- risponde lui, sull'attenti.
Io emetto un verso sdegnoso e concludo il discorso, riprendendo a mangiare senza più rivolgergli la parola.
Staremo a vedere.


-Perché sei sempre così dura con lui?- chiede Agata bisbigliando durante l'ora di storia della magia.
-Devo risponderti?-
-Avanti, lo sappiamo benissimo entrambe che non puoi odiarlo semplicemente perché è arrogante o strafottente o tutte quelle cose che dici tu-
-Ah non posso?- domando, sarcastica -Scusa, non sapevo che ci volesse un permesso scritto. Ora che me l'hai fatto presente andrò subito a ritirarlo-
-Non fare la spiritosa, sai a cosa mi riferisco-
-No non lo so- rispondo, secca.
Agata mi guarda un attimo in silenzio, scrutandomi con i suoi grandi occhi dorati come il miele. Io mi agito sul posto, infastidita.
-Smettila di fissarmi- bisbiglio -Non riesco a concentrarmi-
Lei mi lancia un'ultima occhiata e poi sospira, tornando a guardare davanti a sè, fingendo di seguire la lezione.
-L'unica cosa che non capisco- dice -è perché tu ce l'abbia tanto con lui, dopo quello che è successo-
Io non rispondo, assottigliando l'udito per cercare di ascoltare il professore.
-Perché sei ancora così legata a lui? Avevi detto che lo avresti dimenticato, e allora perché adesso ti comporti così?-
Non rispondo, tenendo lo sguardo dritto davanti a me. Sospira.
-Non puoi avercela con James per quello che ha fatto. Soprattutto considerando quello che lui ha fatto a te. Non puoi...-
-Basta- sibilo, assottigliando gli occhi.
-Non voglio più sentire niente. Perché mi continui a fare queste domande? La mia vita non ruota tutta attorno a lui, se detesto James è per altri motivi, è perché proprio non lo sopporto. Lui non centra niente, niente-
-Ma...-
-Niente ma. Il discorso è chiuso. Ci credo che poi non ti ricordi niente se non segui mai le lezioni- dico.
Lei mi lancia un'ultima occhiatina scocciata, trattenendosi chiaramente dall'aggiungere qualcosa ed io appoggio la testa sul palmo della mano, mettendo così fine al discorso.
Ma in cuor mio, purtroppo, so che ad avere ragione è lei.


E' pomeriggio, saranno circa le quattro passate.
Sto seduta sul mio letto con le gambe incrociate, un libro di incantesimi sotto il naso e una matita infilata tra i capelli. Agata mi sta ripetendo la lezione per il giorno dopo, visto che probabilmente sarà una delle prossime interrogate. Il sole è ancora alto nel cielo anche se le giornate si stanno via via accorciando sempre di più. Mi passo distratta una mano fra i capelli per portarmeli dietro l'orecchio, annuendo stancamente ad Agata, quando sento un rumore di voci provenirmi attutito in lontananza. Con un gesto faccio cenno ad Agata di tacere, aguzzando l'orecchio. Un altro rumore, altre voci. Mi pare di conoscerle fin troppo bene. Storcendo la bocca mi tolgo la matita dai capelli e mi alzo, prendendo la bacchetta dal comodino.
-Dove vai?- chiede Agata guardandomi dal letto in cui sta seduta con gli appunti sparsi sulla coperta di fronte a sè.
-Tu aspettami qui, torno subito. Devo controllare una cosa- dico, precipitandomi alla porta.
Lei non dice nulla e rimane sbigottita a guardarmi volare giù dalle scale con la bacchetta nascosta dietro la schiena. Quando arrivo più o meno a metà gradinata rallento, abbassandomi un po' con fare circospetto, mentre due figure si dirigono svelte e non troppo silenziose verso l'uscita. Scuoto la testa, seccata. Come non detto.
I due Malandrini si avvicinano alla porta, uno con una mappa in mano e l'altro con uno zaino in spalla. Guardandosi attorno un'ultima volta poggiano la mano sulla maniglia e fanno per aprirla quando io decido di porre fine a quella pagliacciata.
-Che cosa credete di fare?- domando, guardandoli accigliata dall'ultimo gradino della scala. I due sobbalzano all'unisono e lentamente si voltano, stampandosi sul viso un largo sorrisetto innocente.
-Liily, ma che... sorpresa!- esclama Potter passandosi una mano dietro la schiena, nascondendomi la mappa.
-Già, direi proprio una bella sorpresa. Dove stavate andando?- domando avvicinandomi.
-Noi? Da nessuna parte. Dove stavamo andando? Andavamo.. a studiare in cortile. Sai, all'aria aperta... ci godiamo queste ultime giornate di sole- risponde mentre l'amico, a fianco, annuisce vigorosamente.
-Ah davvero? E scommetto che quello zaino sia stracolmo di libri di scuola, giusto?-
-Esatto, abbiamo deciso di fare un ripasso generale-
-Sul serio? Ma che bravi- dico, accorciando sempre di più le distanze fra me e i due furfanti. I due indietreggiano di un passo, guardandomi visibilmente agitati. E' chiaro che loro non la danno a bere a me quanto io non la dia a loro.
-Potter, che cosa nascondi dietro la schiena?- domando, avvicinandomi a lui.
-Niente- risponde, indietreggiando ancora. Io sorrido, per nulla ingannata. Incredibile come certe cose non cambino mai. Quante volte ci saremo scambiati quest'ultima battuta negli ultimi tempi?
-Avanti Potter, smettila di fingere, non sono così stupida come credi sai?-
-Io non penso che tu sia stupida- risponde lui facendo qualche passo indietro, seguito da Sirius che intanto si è tolto lo zaino, cominciandolo ad aprire.
-Allora smettila di trattarmi come tale-
-Non mi permetterei mai di farlo, lo sai- risponde lui, accostandosi all'amico. In quel momento succedono tante cose tutte contemporaneamente. La prima è che Sirius tira fuori dallo zaino un lungo mantello antico che conosco fin troppo bene; la seconda è che James ne afferra un lembo e se lo passa sopra la testa mentre io, con gli occhi sgranati mi getto su di lui per impedirgli di nascondersi e Sirius butta a terra lo zaino, prendendo anche lui un lembo e coprendosi velocemente sotto il mantello trascinandosi dietro l'amico. In un attimo, mi ritrovo da sola nella stanza, con davanti solo aria.
-Potter!- ringhio -Esci fuori immediatamente o te ne farò pentire-
Sento la sua risata a un metro da me, pericolosamente vicina alla porta.
-Come dicevo, non mi permetterei mai di trattarti come una stupida, ma certe volte è purtroppo necessario!-
-Grr, aspetta che ti acchiappo..- esclamo estraendo la bacchetta da dietro la schiena e scagliando uno schiantesimo nella direzione in cui ero certa ci fosse lui. Li sento lanciare un urlo divertito, mentre l'incantesimo si schianta contro il muro, staccandone appena un po' l'intonaco.
-Mancati!- esclamano, sghignazzando.
Io ribollo dalla rabbia e scaglio un altro incantesimo in direzione delle voci. Ancora una volta lo evitano, ma nel farlo si scontrano per un attimo con l'orologio a pendolo accostato alla parete. Ghignando, miro in quella direzione e sta volta emettono un urlo di sorpresa, precipitandosi via con un rapido spostamento d'aria.
-Di striscio, la prossima volta potrebbe essere fatale- esclamo, puntando già nel punto dove immagino debbano essere adesso. Per fortuna ho un buonissimo intuito.
Con un colpo secco li sento cadere a terra, mentre dal nulla spuntano due paia di scarpe marroni che si agitano frenetiche nel tentativo di rimettersi presto in piedi. Sogghigno, soddisfatta, e mi lancio in quella direzione.
-Cavolo, Evans, sei bestiale!- esclama la voce di Sirius mentre si rimette in piedi con un balzo, di nuovo nascosto dal mantello.
-Lo prenderò come un complimento- rispondo, afferrando repentinamente il gruppo d'aria dove so essere nascosto Potter. E infatti, la mia mano si richiude su un qualcosa di solido. Sorrido soddisfatta.
-Presi!-
-Non credo proprio- esclama lui, strattonandomi. Ma io non mi faccio disarcionare tanto facilmente. Ora che li ho trovati, non li mollerò più tanto presto.
-Avanti Potter non fare il bambino, togliti quel maledetto mantello e fatti vedere!-
-Neanche per sogno- risponde lui dimenandosi.
-Idiota- sibilo, stringendo la stretta
-Vorrà dire che te lo toglierò io- dico allora, tirando.
Lo sento digrignare i denti nel tentativo di liberarsi, percependo le sue dita invisibili spingere sotto le mie per cercare di allentare la stretta mentre Sirius, accanto a lui, mi afferra per la vita tirandomi via.
-Black, toglimi le mani di dosso o te le taglio!- strillo, cercando con una mano di liberarmi da lui.
-Pardon, Evans, ma a mali estremi estremi rimedi-
-Vedo che un po' di cultura ce l'hai anche tu, ma 'sta volta non ti servirà, Black, sono un prefetto e in quanto tale sono pronta per qualsiasi aggressione!- esclamo, liberandomi con uno strattone dalla sua stretta. Purtroppo quel movimento un po' troppo brusco mi porta a perdere l'equilibrio, sbilanciandomi indietro e facendomi cadere a terra, trascinandomi dietro Potter e il suo stupido mantello.
-Ah!- esclamo, battendo la schiena per terra e sentendo un peso enorme piombarmi molto poco delicatamente addosso. Fra le dita stringo ancora il mantello dell'invisibilità che ora giace a terra accanto a me, mentre a pochi centimetri dal mio viso Potter sogghigna decisamente divertito. Arrossisco, sentendo il sangue salirmi velocemente alla testa.
-Potter, che cavolo stai facendo, levati subito!- esclamo, tirandogli un pugno sul torace.
Lui ridacchia, osservandomi dai quei pochi centimetri che ci separano senza accennare a spostarsi.
-Mi sembrava di averti pregato di starmi a venti metri di distanza!!- strepito, per nulla contagiata dal suo buon'umore.
-Non è colpa mia se mi hai trascinato giù con te, sai- protesta lui -E poi, io non mi trovo poi così male- aggiunge sorridendo malizioso.
Io arrossisco ancora di più, rendendomi conto della situazione decisamente poco conveniente in cui ci troviamo e lo spingo via da me furiosa.
-Levati! Levati levati levati!- strillo, picchiandolo sul petto.
-Ehi, stai calma, ora mi tolgo ora mi tolgo- fa lui fermandomi i polsi e spostandosi da sopra di me. Io mi alzo di scatto allontanandomi velocemente da lui.
-Voi due siete obbligati a restare entro queste mura fino a nuovo ordine, non vi azzardate a uscire o veramente ve la farò pagare cara, sono stata chiara?- esclamo, il respiro leggermente affannato, il viso rosso per l'imbarazzo.
-Ok ok, come vuoi tu Evans, basta che non ci scuoti più come un sacco di patate- risponde Sirius, stirandosi con le mani la maglietta.
Io mi astengo dal rispondere qualsiasi cosa e mi volto, risalendo veloce le scale per allontanarmi il più possibile da Potter.
-Eih Lily- lo sento dire, prima che io sparisca in cima alla scalinata.
-E' questa una delle cose che mi piacciono di te, l'aggressività-
Io fingo di non aver sentito e me ne vado, sentendolo ridacchiare alle mie spalle.
Decisamente, ci sono un mucchio di cose che non sopporto di James Potter. Ma la più eclatante di tutte forse è questa: la sincerità.




















Salve a tutti! Ecco qui il 3° capitolo di questa fic.
So che la parte centrale [dove parlano Lily ed Agata durante la lezione] potrà non sembrare molto chiara.. spero che abbiate capito che i lui oggetto della conversazione siano due. Ma non preoccupatevi, si spiegherà tutto meglio con il procedere della storia.
Ringrazio immensamente le tre che hanno recensito il capitolo precedente:
 avril96
 lizzyejane
 Pan_Tere94
e i 13 che hanno inserito la mia storia fra i preferiti!   Grazie!!
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo, mi raccomando! Accetto tutte le critiche i consigli e, ovviamente, anche i complimenti^^
1 bacione a tutte        
                                                                                                                                                  la vostra Vale*

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Capitolo 4
*** 4 ***


4


-"Ti chiamerò Venerdì"-*

Sospiro, mentre Remus rialza la testa dal libro e lo richiude con un piccolo tonfo.
-Fine lettura- esordisce sorridendomi mentre io scendo dal muretto con un salto.
-Già, che ore sono?- chiedo sgranchendomi le gambe. Dietro di noi, sopra al cortile, la luna splende candida nel cielo ammantato di blu.
Remus scuote la manica della felpa e assottiglia la vista per leggere nell'ovale dell'orologio da polso che porta al braccio sinistro.
-Quasi mezza notte. Credo sia ora di andare-
-Uhm, credo anch'io. Altrimenti domani chi si alza-
-Eh sì-
-E non ti azzardare ad andare avanti senza di me!- esclamo ammonendolo con l'indice.
-Uh uh- fa lui sorridendo sarcastico e cominciando ad andare avanti.
-Ehi, guarda che è inutile che continui perché tanto io ti farò rileggere dal punto in cui siamo rimasti insieme!- puntualizzo raggiungendolo da dietro e prendendo a camminargli a fianco.
-Per me non è un problema- risponde lui voltandosi a sorridermi.
Io gli faccio la linguaccia e affretto il passo, superandolo.
Lui emette una breve risatina e continua a camminarmi dietro, accarezzando la copertina del libro che porta in mano.
Svoltiamo l'angolo che porta dal cortile all'interno della scuola e saliamo le scale in silenzio, dandoci un'ultima occhiata intorno per assicurarci che non ci sia nessuno a gironzolare di nascosto per le aule. Evitiamo di controllare il primo e il secondo piano come abbiamo già fatto prima e proseguiamo spediti per il terzo. Remus riprende a camminarmi a fianco, rimuginando fra se in silenzio. Io, assonnata, mi porto una mano alla bocca sbadigliando e chiudo un attimo gli occhi, con un sospiro.
-Perché lo detesti tanto?- chiede lui di punto in bianco girandosi a guardarmi.
-Chi?-
-James. Non è così male-
-Ah- sbuffo con un gesto annoiato della mano.
-Dico sul serio, è simpatico-
-Non credo che la tua parola sia di grande affidamento- rispondo continuando a camminare.
-Perché?-
-Sei suo amico, ovvio. L'hai coperto oggi quando voleva scappare fuori con Sirius, figurati se..-
-Coperto?!-
-Beh, di certo non glie lo hai impedito- faccio io lanciandogli un'occhiataccia.
-Volevano solo uscire a studiare- risponde lui serafico.
-Sì come no..-
Svoltiamo l'angolo e ci dirigiamo spediti verso il ritratto della signora grassa.
-Dico sul serio- continua lui imperterrito -Anche se è un po'.. egocentrico, e arrogante.. è simpatico. Te ne accorgi se lo conosci meglio-
-Sei anni mi sono decisamente bastati per capire di che pasta sia fatto. Ti sembrano pochi?-
-Forse non sono abbastanza-
-Già, sono troppi-
Remus fa per ribattere ma in quel momento la dama del quadro parla, chiedendo la parola d'ordine.
-Succo di zucca- rispondo decisa, dopodiché il vano si apre, scoprendo l'entrata.
Uno alla volta lo oltrepassiamo e ci ritroviamo immediatamente nella calda e accogliente sala comune di Grigondoro.
-Beh, ci vediamo domani- dico a quel punto girandomi a guardarlo con un sorriso.
Remus mi guarda in silenzio, imbronciato perché come sempre sono riuscita ad impedirgli di dire quello che voleva dire. Io me ne accorgo e trattengo a stento una risata.
-'nottee- dico, cominciando a salire le scale che portano al mio dormitorio.
-Buonanotte. E comunque lo sai che ho ragione io- dice lui da sotto, continuando a guardarmi salire le scale dalla sala comune.
-A domani, Remus- rispondo, fingendo di non aver sentito la sua ultima affermazione, e sparisco dietro la porta dei dormitori.

Il mattino seguente mi sveglio come al solito con il rumore della doccia accesa del bagno e le chiacchiere frenetiche delle mie compagne di stanza che si districano tra trucchi e vestiti per riuscire a prepararsi in tempo. La finestra è aperta, le tende scostate e il sole butta libero i suoi caldi raggi luminosi all'interno del dormitorio, illuminandone il pavimento e le pareti.
-Ti sei svegliata eh- dice la voce di Agata mentre la mia migliore amica mi passa velocemente davanti per andare a pescare qualcosa dall'armadio.
-Uhm, che ore sono?- biascico alzandomi a sedere e stropicciandomi gli occhi.
-Quasi le otto. Hai quindici minuti di tempo, pensi di farcela?-
Non rispondo, e con uno sforzo disumano mi alzo in piedi, affondando i piedi nelle pantofole.
-Chi c'è in bagno?-
-Leslie, ma ha quasi finito-
-Grazie al cielo- commento, e comincio a radunare i vestiti per indossarli.
Quella mattina la sala grande è agitata da un gran fermento, perché la prossima uscita ad Hogsmeade si avvicina e tutti si preoccupano di organizzare la giornata o di cercare qualcuno da accompagnare o da cui farsi accompagnare. Io e le mie amiche ci dirigiamo svelte verso il nostro tavolo dove già ci aspettano i ragazzi. Inevitabilmente punto lo sguardo su Potter, il quale sta seduto vicino a Sirius, come al solito. Strano che non mi abbia aspettata fuori dal varco come sempre, tanto per innervosirmi come ogni mattina. Non che mi dispiaccia, s'intende. Anzi.
-Buongiorno ragazze- salutano appena ci vedono arrivare.
-'Giorno-
Io e Agata ci sediamo di fronte a loro, come di consueto, mentre le nostre compagne raggiungono i loro rispettivi amici.
-Uova al bacon, wow- esclama Sirius avventandosi sul piatto.
Io mi sistemo per bene sulla panca e poggio la borsa dei libri sulle gambe. Quando poi alzo lo sguardo di fronte a me scopro Potter che mi sta guardando. Per qualche lunghissimo istante rimango immobile a ricambiare lo sguardo. Poi, come un fulmine, il ricordo del pomeriggio precedente mi torna alla mente ed io riabbasso subito lo sguardo, arrossendo. Diavolo, ci mancava solo questa. Lo vedo sorridere sotto i baffi e prendere la forchetta con la mano per cominciare a mangiare. Ma che cosa si ride? Ci manca solo che pensi che mi sia presa una cotta per lui! Stizzita, lo imito all'istante, sforzandomi di ignorarlo e di posare il meno possibile il mio sguardo su di lui.
-Domani c'è la partita- annuncia Sirius dopo un po' pescando una pagnotta dal cestino di vimini.
-Già, paura?- chiede Agata
-Una cifra. Ma loro, mica noi- risponde lui sorridendo.
Agata ricambia il sorriso e mi pare di scorgere un qualcosa di diverso in lei. Un cambiamento. Ma non riesco a capire di che cosa si tratti.
-Ci verrete a vedere?- chiede allora Potter giocherellando con gli angoli del tovagliolo poggiato sul tavolo.
-Ma certo, vero Lily?-
A quel punto Potter sposta gli occhi su di me e mi guarda, in attesa della risposta.
-Non lo so, devo vedere- rispondo, evitando di guardarlo.
-E dai Evans, facci questo piacere- esclama Sirius di fronte a me allargando le braccia in segno di protesta
-Scommetto che riuscirete a giocare benissimo anche senza di me- rispondo.
-Non tutti- fa  lui di rimando, prima di venire colpito al fianco da una gomitata proveniente da chissà chi. Io rialzo lo sguardo e me lo guardo stranita, non capendo a cosa si riferisca. Accanto a lui Potter abbassa lo sguardo e riprende a mangiare senza dire una parola. Osservo la sua espressione. Sembra quasi.. triste? No, impossibile.
La giornata di lezioni passa piatta e scorrevole, così che mi ritrovo all'ultima ora senza neanche essermene resa conto. L'aula di pozioni si riempe velocemente degli studenti del sesto anno, mentre Lumacorno ci aspetta già davanti alla cattedra con  il suo solito sorrisetto snervante stampato sulle labbra. Non lo sopporto. Soprattutto da quando ha fondato quel suo stupidissimo club per celebrità, in cui sono invitati a partecipare solamente gli alunni "migliori". Aggettivo che attribuisce più che altro ai più ricchi, belli e famosi della scuola. Patetico. E, cosa ancora peggiore, mi è giunta voce che voglia invitare a farne parte anche me, dicendo che sono un'alunna modello e che nella sua materia faccio scintille. Per carità, se solo me lo chiedesse penso che non riuscirei a resistere abbastanza prima di scoppiargli a ridere in faccia, il che non sarebbe propriamente educato. Spero solo che cambi idea, o che trovi qualche altra oca sgallettata di quelle che pagherebbero oro per entrarne a far parte, solo per il gusto di dirlo alle amiche e di farsi riconoscere come "quella del lumaclub".
Appena ogni studente si è sistemato al proprio posto con il proprio calderone accanto, Lumacorno fa un passo avanti staccandosi dalla cattedra cui era appoggiato e ci guarda coi suoi occhietti grigi che brillano come ogni volta che deve dire qualcosa, e vuol far credere che sia una novità o un qualcosa di particolarmente eccitante.
-Bene ragazzi- comincia, sfregandosi le mani -Oggi faremo un po' di esercitazione. Lavorerete a coppie, e quella che finirà per prima la pozione otterrà il voto più alto. Se fatta bene, ovviamente- aggiunge, ammiccando.
Io alzo impercettibilmente gli occhi al cielo mentre lui comincia a nominare i primi accoppiamenti.
-Eden, Taylor-
-Lewis, Swan-
-Flitt, Nott-
-Evans... Potter-
Eeh?!
James si gira subito a guardarmi con un sorrisetto sghembo stampato sulle labbra sottili ed io sbuffo, scuotendo la testa. E ti pareva?! Con tutti gli studenti rimasti proprio con me doveva metterlo, no? Mi pare ovvio.
Potter si alza dal suo banco e mi si avvicina con la sua solita andatura sciolta e disinvolta mentre io fingo di non vederlo, girando la testa di lato.
-Ciao Lily- saluta, fermandomisi davanti.
-Potter- dico, con un cenno della testa.
Lui ghigna e si appoggia coi gomiti sul banco, potendomi così guardare alla stessa altezza dei miei occhi.
-Si lavora insieme oggi- dice a pochi centimetri dal mio viso
-Che emozione- rispondo, alzando le sopracciglia.
Lui sorride e continua a fissarmi con i suoi scurissimi occhi castani finché Lumacorno non finisce di accoppiare gli studenti e non dà il via alla lezione. Io mi alzo, spostando la sedia con un gesto secco e comincio ad aprire il libro alla pagina assegnata. James mi guarda in silenzio, senza fare nulla. Quando leggo il titolo della pozione e gli ingredienti necessari mi avvio senza fiatare verso l'armadietto delle scorte, per prendere tutto l'occorrente. Una volta tornata in banco, senza dire una parola, sistemo tutti gli ingredienti sopra al tavolo e accendo il fuoco sotto al calderone con un colpo di bacchetta. Mentre faccio questo, Potter continua a fissarmi in silenzio, seguendo ogni mio movimento con lo sguardo. Io faccio finta di nulla, continuando il mio lavoro che come vedete "di coppia" ha ben poco, e cerco di concentrarmi il più possibile sulle istruzioni. Ma non è facile, con una paio di occhi insistenti che ti fissano costantemente e ininterrottamente qualsiasi cosa tu faccia. Sbilancio il peso del corpo su un piede e poi su un altro, infastidita. Ma perché non la smette?! Ok lo ammetto. Mi sento a disagio. Odio essere fissata. Mi fa sentire sotto esame, e improvvisamente ogni movimento mi sembra sbagliato, troppo veloce, troppo accentuato. Che cosa avrà poi da guardare? Pensi a lavorare, piuttosto. Non sarebbe male se dicesse: ti aiuto? posso fare qualcosa? Ma forse è chiedere troppo. Stizzita, getto dell'erba azzurra dentro al calderone e impugno il mestolo per mescolare. L'orologio appeso alla parete segna l'una e dieci. Bene, cinque minuti di pausa e poi potrò continuare. Nel frattempo preparo gli altri ingredienti. Distogliendo lo sguardo dalla pozione tiro fuori il resto del materiale dai barattolini e comincio a prepararlo. Accanto a me, la figura del ragazzo rimane immobile, mentre con la coda dell'occhio vedo che ha ancora gli occhi fissi sul mio viso.
-Che hai da guardare?- sibilo all'improvviso, spazzando via dal banco la polvere in eccesso.
-Niente- risponde, continuando però a fissarmi.
-E allora vedi di darti una mossa o il voto me lo prendo solo io- ribatto, pulendomi le mani sulla divisa.
-Ok- fa lui, e con un unico gesto afferra il libro con una mano e se lo porta davanti, strusciandolo sul banco.
-Sono già arrivata al punto 2- gli dico -Continua. Vediamo cosa sai fare-
Lui rialza il viso dal testo che sta leggendo e punta i suoi scurissimi occhi castani sui miei.
-Cos'è una sfida?- domanda, con un sopracciglio alzato.
-Può darsi- rispondo sogghignando.
Lui accetta la risposta con un ghigno e con gli occhi finisce di leggere il resto delle istruzioni.
-Benissimo- dice poi allontanandosi dal tomo, e fa un passo verso il tavolo per esaminare la situazione.
Io lo guardo in silenzio appoggiandomi al banco dietro, mentre lui si porta una mano sotto al mento e pensa. Poi prende una manciata di bacche rosse e le butta nel pentolone, aspettando qualche secondo per vedere che non scoppi nulla. Quando dalla pozione escono poche bolle di vapore e la superficie assume un rassicurante colorito vermiglio, sorride compiaciuto e torna davanti al tavolo per continuare. Io lo guardo in silenzio mentre lui fruga fra i barattoli, legge le etichette e sbircia nei sacchetti, permettendomi di esaminarlo con calma ora che lui non si accorge che lo sto guardando. Ha i corti capelli castani tutti spettinati, ma che, nel loro disordine, riescono ad assumere una piega non del tutto trasandata, e, lo devo ammettere, non male. Comincio a sospettare che li spettini con le mani di proposito, per farli apparire così disordinatamente a posto. Scivolo con gli occhi sul profilo del suo viso, seguendone i lineamenti non troppo marcati, ma longilinei e regolari. Il suo volto sembra a tratti quello di un ragazzino troppo cresciuto, e a tratti quello di un ragazzo che si finge bambino. Quell'aria malandrina che lo accompagna sempre ne illumina lo sguardo, facendolo apparire perennemente provocatorio e smaliziato, mentre le labbra sottili incorniciano un sorriso perfetto che per anni ha fatto andare in iperventilazione milioni di studentesse di tutte le età. Inutile negarlo, è un gran bel ragazzo. Se non fosse per il suo caratteraccio... A quel pensiero mi risveglio del tutto dalle mie fantasie illecite e mi riporto bruscamente coi piedi per terra, nell'aula di pozioni, con davanti il ragazzo più strafottente, egocentrico ed arrogante che io abbia mai conosciuto. Il ragazzo in questione ha appena finito di rimestare la pozione e appoggia il manico del mestolo sul bordo del calderone, girandosi a guardarmi.
-Beh?- chiede, incrociando le braccia al petto e squadrandomi con quegli occhietti compiaciuti e il solito sopracciglio bruno alzato.
-Beh cosa?-
-Hai finito di fissarmi?-
Io me lo guardo per una frazione di secondo in silenzio, senza sapere cosa dire, dopodiché esclamo un:
-Cosa?-
Lui sorride, compiaciuto, e si avvicina di un passo.
-Ho detto, hai finito di mangiarmi con gli occhi, Lilian Evans?- soffia ad un centimetro dal mio orecchio, fermandomisi di fianco.
Io trattengo il respiro, senza sapere perché il sentire il suo fiato caldo accarezzarmi la pelle mi abbia provocato un'improvvisa scossa elettrica attraverso la schiena.
-Io non ti stavo fissando- riesco solo a dire, mantenendo a fatica un tono di voce normale e controllato.
-Ah no?- continua lui, ridacchiando
-No- ribadisco, secca.
Lui sogghigna, divertito, e mi si allontana di un passo, tornando a guardarmi in faccia.
-Benissimo. Sarà stata una mia impressione- dice, dopodiché torna davanti al tavolo e prende una manciata di foglie secche, l'ultimo ingrediente, prima di buttarlo nel calderone e portare a termine la preparazione della pozione.
-Fatto- dice poi, voltandosi a guardarmi.
Lumacorno, che proprio in quel momento stava passando a fare un giro di perlustrazione per i banchi, lo sente, e corre subito a vedere il risultato.
-Benissimo!- esclama quando butta l'occhio dentro al nostro calderone e vede il liquido color lilla giacere perfettamente amalgamato al suo interno -Ottimo lavoro, signor Potter e signorina Evans. Trenta punti in più a Grifondoro!-
A quel punto dalla stanza si alza un urlo concitato da parte dei nostri compagni di casa e uno di sconfitta da parte degli altri studenti.
Potter sorride, continuando a guardarmi con i suoi scurissimi occhi castani, mentre io ricambio lo sguardo, in silenzio, senza muovermi.
In quel momento si sentono le prime sedie strusciare sul pavimento mentre uno ad uno gli studenti raccolgono le loro cose e si avviano fuori dalla classe, salutando il professore. Potter si spazzola le mani, prende la sua borsa dal banco e si allontana dal calderone ancora fumante.
-Ci vediamo dopo, Lily- saluta con un ghigno soddisfatto, prima di uscire dalla classe.
Agata mi raggiunge da uno dei primi banchi accompagnata da alcune nostre compagne e mi guarda con un sorrisetto sulle labbra.
-Allora Lily, alla fine non è così male lavorare con James- dice, scrutando la mia espressione.
-Già.. non così male- rispondo prendendo la mia borsa e avviandomi con lei verso la porta.
-Ho visto che siete riusciti a lavorare insieme senza prendervi a fatture, è un passo avanti- continua, camminandomi a fianco.
-Si è comportato meno peggio del solito- affermo, con un mezzo sorrisetto sulle labbra.
-Hai un'espressione strana- commenta lei guardandomi in faccia -Rimasta affascinata dalle sue doti culinarie?-
-Direi piuttosto scioccata dal fatto che sia riuscito a stare davanti a un calderone per più di due minuti senza far esplodere l'aula intera- rispondo sarcastica, prima di uscire dalla porta seguita dalle risate della mia migliore amica.

Quel pomeriggio io e Agata decidiamo di uscire a studiare in cortile, per goderci questi ultimi giorni di sole prima che inizi l'inverno. Così, borsa in spalla e qualche libro in mano, attraversiamo i lunghi corridoi porticati che circondano il cortile e ci dirigiamo sicure verso l'unica panchina ombreggiata che si trova sotto a un alto salice piangente. Il sole splende alto nel cielo azzurrino e l'atmosfera è pacifica e serena, proprio come dovrebbe essere una giornata estiva. Devo dire che mi mancano le giornate soleggiate, in cui anche se il sole picchia cocente c'è sempre un po' d'arietta tiepida pronta a rinfrescarti e a permetterti di uscire a fare passeggiate, pic-nic e gite al mare. Adoro l'estate, stare sdraiata in spiaggia a prendere il sole, tuffarmi nell'acqua limpida dell'oceano e uscire la sera con gli amici a gironzolare per la città. Adoro questo sole che illumina ogni cosa facendola apparire più bella, più viva, più allegra. Spero che quest'inverno non arriverà troppo presto.
Una volta sedute comodamente all'ombra dell'albero apriamo le nostre borse e tiriamo fuori tutto il necessario.
-Con che cominciamo?- domanda Agata poggiandosi i libri sulle gambe.
-Io direi Storia della Magia che è più pesante- propongo -Poi proviamo incantesimi-
-Buona idea- concorda, e sfila il libro giusto dalla pila che ha sulle ginocchia -Pagina?-
-Centottantasette- rispondo, sfogliando il tomo.
E cominciamo a studiare insieme, ripetendo a turni, aiutandoci a vicenda quando non ricordiamo qualche data o nome precisi. Dopo circa un'ora di guerre, goblin, maghi e rivolte, chiudiamo i libri con un sospiro e buttiamo la testa all'indietro, appoggiandola al bordo della panchina di ferro.
-Finalmente- sospira Agata chiudendo gli occhi.
Io mi accarezzo i capelli con le dita sovrappensiero, fissando un punto imprecisato davanti a me. Ad un tratto Agata si volta a guardarmi, tenendosi il viso sulla mano con il braccio piegato e poggiato sul bordo della panchina, e resta a fissarmi per una lunga manciata di secondi.
Io resto impassibile, ben sapendo che qualunque cosa voglia dirmi o chiedermi, non resisterà a lungo. E ho ragione.
-Lily- dice, scrutandomi coi suoi caldi occhi color miele.
Poi fa un sospiro, abbassa gli occhi, e parla.
-Mi piace Sirius-
Credo che la mia faccia in questo momento sia paragonabile a quella che avevo a undici anni quando ho visto per la prima volta Nick quasi senza testa con la testa piegata di lato.
-Ah..- dico.
A dire il vero, se proprio devo essere sincera, un po' lo avevo sospettato. Già da quando aveva insistito tanto ad andare all'allenamento di James e Sirius, ed era rimasta tutto il pomeriggio con gli occhi fissi sul campo a vederli giocare. Certo, sentirselo dire e averne la certezza è un'altra cosa.
-Bene-
Lei sorride.
-Avanti Lily, non c'è bisogno che fingi. So benissimo cosa pensi di lui-
-Più o meno lo stesso che penso di Potter- affermo -Anche se forse per Sirius nutro un po' più d'ammirazione-
-Ah sì? Come mai?-
-Beh, lui almeno ha avuto il coraggio di andare contro la sua stessa famiglia per non compiere le loro stesse azioni. Se n'è infischiato delle loro convinzioni e ha avuto la maturità di scegliere da solo la propria strada, quella giusta-
-Già... è stato coraggioso..-
Per i quindici secondi che seguono nessuna delle due dice più nulla, ognuna persa nei propri pensieri. Poi, Agata riprende la parola
-Comunque non ho intenzione di strisciargli ai piedi come una povera sciocca- afferma, altezzosa.
-Ah no?-
-Certo che no. Non mi comporterò nella stessa maniera di quelle galline starnazzanti che gli vanno dietro come api appresso al miele. Sarà lui a venire da me. Come si dice, chi mi ama mi segua-
-Ehm, non credo che centri molto in questo momento- dico, portandomi una mano alla bocca per non ridere.
-Ah.. beh, comunque mi hai capita- risponde lei, convinta.
-Sìsì, certo-
Lei annuisce, decisa, e poi prende a rigirarsi una ciocca di capelli ricci fra le dita, sovrappensiero. Io me la guardo in silenzio, con un sorriso sulle labbra, intenerita. Quando si mette qualcosa in testa, difficilmente molla prima di averla ottenuta. Chissà, magari riuscirà veramente a far innamorare Sirius di sè. Anche se ne dubito. Non che Agata non sia carina, anzi. Ma non è lei il problema. Il punto è che se c'è una cosa che hanno in comune lui e James, oltre all'arroganza e alla strafottenza, quella è sicuramente l'indole malcelata ad essere un po'.. come dire.. farfalloni. Cambiare ragazza con la stessa facilità con cui si cambiano pantaloni due volte la settimana ne è la dimostrazione. Pare che non siano capaci di innamorarsi veramente di nessuna, e per loro avere una ragazza è come aver appena vinto un premio ad una gara. Se la portano a spasso per qualche giorno, mostrandola a tutti, dopodiché si stancano e partono già alla ricerca di una nuova sfida. Senza ovviamente curarsi dei sentimenti delle povere illuse che puntualmente cascano nelle loro trappole. Ingenue..
-Farò come te- dice a quel punto Agata interrompendo il silenzio.
Io mi giro a guardarla con un sopracciglio alzato, senza capire a cosa si riferisca.
-Sì, insomma... come te con Potter. Beh, non proprio, ovviamente non gli urlerò contro ogni volta che cercherà di avvicinarmi- ridacchia.
-Che cosa c'entro io e soprattutto cosa c'entra Potter?- domando aggrottando la fronte.
-Beh... si vede lontano un miglio che tu gli piaci. E in fondo in fondo lo so che piace anche a te..-
Che cosa?! Questa proprio mi mancava!
-Agata sei impazzita? Non bastano tutti gli insulti che gli faccio volare dietro ogni volta che parliamo? Cosa devo fare per convincervi che non mi piace? Ucciderlo?!-
Agata ridacchia, guardandomi come se sapesse qualcosa che io non so e si stesse divertendo a prendermi in giro.
-Avanti Lils, ammettilo... non puoi negare che un po' ti piaccia-
-Ma che diavolo stai dicendo?- esclamo, non potendo credere alle mie orecchie. Adesso ci si deve mettere pure lei? Pazzesco!
-Per tua informazione, nel caso la cosa ti fosse sfuggita, non riesco ad avere quel ragazzino vicino per più di cinque secondi senza cominciare ad avere l'orticaria, e questo anche prima che apra bocca, dopodiché è la fine-
Lei ride, mentre io la fulmino con lo sguardo, incrociando le braccia al petto.
-Che cosa hai da ridere?- esclamo, stizzita.
-Avanti, Lils ammettilo-
-Ammettere cosa?-
-Che è carino-
-Senti tu, non dicevi che ti piaceva Sirius?-
-Certo- risponde -Ma non si può dire che anche James non sia bello. Lo sono entrambi, anzi, più che belli direi proprio da stupro!-
-Agata!- esclamo, non credendo alle mie orecchie
-Eddai Lils non fare la finta tonta, non puoi dire che non sia vero!-
-Ok ok saranno pure carini e tutto quello che ti pare, ma non conta solo quello-
-Quindi ammetti che James non ti dispiaccia, fisicamente parlando-
-Diciamo che è passabile- rispondo, evasiva -E comunque ogni minimo briciolo di fascino presente in quell'individuo viene puntualmente soffocato dalla sua arroganza, dalla sua strafottenza e dal suo essere pieno di sé come un pallone. Senza contare che è insopportabile, antipatico, stupido, infantile e tremendamente snervante-
-Dici così solo perché te ne vuoi convincere, non lo pensi davvero-
-Che cosa te lo dice?-
-Intuizione- fa lei, serafica.
Io me la guardo con un sopracciglio alzato, scettica.
-Intuizione dici eh? Intuizione del cavolo, ti ricordo che a Divinazione hai meno di me-
-Che centra? Qui non si tratta di foglie rinsecchite ne di the ammuffito. Qui si tratta di te-
-E quindi?-
-E quindi io ti conosco abbastanza da poter dire che quella che stai usando è tutta strategia-
-Eh?-
-Esatto. Continui a ripeterti che è sciocco e insopportabile solo perché te ne vuoi convincere, perché in fondo ti piace e non lo vuoi ammettere e cerchi di costruirti una corazza per non farlo avvicinare perché hai paura di soffrire-
Io me la guardo per qualche secondo a bocca aperta, senza sapere cosa dire, le palpebre che si abbassano e si rialzano un paio di volte mentre i miei occhi increduli la fissano come se fosse diventata matta. Dopodiché mi riprendo, scuoto la testa, apro un libro e mi trattengo dallo scoppiare a ridere.
-Ag, torna a studiare va- le dico, prima di immergermi nella lettura.




* non sono propriamente sicura che la frase del libro originale fosse proprio questa, ma facciamo finta che sia così, chiudiamo un occhio e andiamo avanti, ok? =P














Buongiorno gente!! Come va?? Che bello, è iniziata la primavera *-*

Sole sole sole sole soleeee    =P ok, non ci fate caso, sono matta.
Ma io adoro la primaveraaaaa <3
Beh, tornando a noi... ecco a voi il 4° capitolo di questa ff, dove ho voluto inserire in modo un po' più esplicito i pensieri di Lily riguardo a James. Come avrete capito, il ragazzo non è che le faccia proprio schifo, fisicamente parlando =P l'unica cosa che non sopporta di lui è il carattere esageratamente sicuro di sè e gonfiato come un pallone da festa. Se solo fosse un po' più.. un po' meno...

Ringrazio di cuore tutte quelle che mi hanno recensita nel capitolo precedente, sono felicissima che la mia storia piaccia e che quelle che leggevano la vecchia abbiano deciso di seguire anche questa ^^ Grazie! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, e spero che mi farete sapere i vostri pareri.
Intanto ringrazio anticipatamente tutti quelli che leggeranno, recensiranno o metteranno fra preferiti la mia storia. Fatemi sapere!!
1 bacio a tutti quanti!       ciauuuu
                                                                                                                                                       la vostra vale*

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Capitolo 5
*** 5 ***


5
Il mattino successivo comincia con un gran temporale.
Io mi sveglio all'improvviso con un tuono più forte degli altri e quando apro gli occhi scopro tutte le mie compagne agitarsi frenetiche per la stanza.
Assonnata, sposto gli occhi sulla sveglia poggiata sul comodino e sbircio l'orario segnato in rosso sul mini display illuminato. Le sette e mezza. Ora di alzarsi, penso, chiudendo gli occhi e stiracchiandomi.
Fuori, la pioggia comincia a picchiettare freneticamente sul vetro trasparente della finestra.

Quando esco dalla mia sala comune passando attraverso il quadro della signora grassa non ho neanche bisogno di guardarmi attorno per evitare Potter perché ho già avuto la sfortuna di incontrarlo in sala, insieme ai suoi amici, che mi aspettava.
-Buongiorno Lily- esclama appena mi vede scendere le scale, sorridendo.
Io alzo gli occhi al cielo, facendo un gran respiro.
-Buongiorno Potter- rispondo, seguita da Agata e dalle mie compagne di stanza, che non mancano di bisbigliare fra loro come ogni volta che vedono i Malandrini e, soprattutto, ogni volta che vedono i Malandrini parlare con noi.
Remus sta appoggiato al divano rosso ed ha, come da copione, il naso affondato in un libro.
-Ehi, tu- esclamo scendendo l'ultimo scalino -Non vale, stai andando avanti-
Remus alza lo sguardo dal tomo e mi guarda sorridente.
-Tranquilla, sto rileggendo il capitolo di ieri sera-
Io lo guardo scettica, con un mezzo sorrisetto sulle labbra e mi avvio fuori dalla sala dopo le mie compagne. Agata, dietro di me, mi segue in silenzio, subito imitata dai quattro Malandrini che imprecano infastiditi contro il tempo. A quel punto ho un'illuminazione.
-Ehi, ma non dovreste avere la partita voi oggi?- domando, girandomi appena a guardarli.
-Dici bene- risponde Potter, che non so come è finito al mio fianco, appena un passo dietro di me -Infatti se non smette dovremo rimandare-
-Che tragedia- sbuffo, tornando a guardare davanti a me.
-Lo è- fa lui di rimando, affiancandomi -Ero partito con l'idea di non fare nulla tutto il pomeriggio, ora mi toccherà studiare-
-Davvero una tragedia- ripeto, sarcastica.
Lui abbozza un sorriso, dopodiché mi si fa più vicino, arrivando a sfiorarmi l'orecchio con il viso.
-Magari, potresti aiutarmi a rendere questo pomeriggio meno noioso- sussurra a bassa voce, sfiorandomi la schiena con il suo torace.
-E come dovrei fare, sentiamo?- domando, scettica, tentando di non fare caso - almeno per il momento - al fatto che mi stia così vicino
-Beh- fa lui ghignando -Potresti venire a trovarmi in camera, troveremmo di sicuro qualcosa di divertente da fare-
Arrossisco, scostandomi velocemente da lui.
-Nei tuoi sogni Potter- rispondo affrettando il passo.
Lo sento ridacchiare alle mie spalle, mentre mi segue insieme agli altri ed io tiro lunghi respiri, per calmare i battiti frenetici del mio cuore che hanno cominciato a dare di matto.
Ma che diamine mi prende?!
Quella mattina la sala è invasa dal vociare agitato degli studenti che guardano preoccupati il temporale imperversare oltre i vetri delle finestre, e sperano che per il pomeriggio torni il bel tempo. Agata ed io ci sediamo al nostro solito posto, con davanti i ragazzi, e cominciamo a mangiare.
Di fronte a me sento due paia di occhi insistenti martellarmi fastidiosamente sulla fronte. Non alzo lo sguardo per controllare, sono quasi sicura di sapere a chi appartengano. Nervosa, stringo con le dita il tovagliolo bianco poggiato sulle gambe. Diamine. Non capisco perché mi stia innervosendo così tanto. E' Potter, per Merlino. Quell'idiota di Potter. Dovrei essermi abituata ai suoi modi di fare. Perché tutto d'un tratto mi rendono così nervosa? Forse sta esagerando. Dovrei dirgliene quattro. Va bene fingere indifferenza. Ma a tutto c'è un limite. E lui lo sta superando.
Quel giorno abbiamo due ore di Incantesimi, una di Divinazione e una di Rune. Dopodiché, c'è la pausa preclusa agli alunni del sesto e settimo anno in cui ogni studente dovrebbe avvantaggiarsi con i compiti e studiare in vista dell'esame, mentre invece preferisce spaparanzarsi su qualche panchina in cortile o rifugiarsi in camera e in aule vuote a pomiciare indisturbato.
Io e Agata usciamo in cortile con la borsa dei libri in mano, decise a studiare, e adocchiamo subito la nostra panchina abituale sotto il salice, dirigendoci immediatamente in quella direzione. Per fortuna il temporale ha smesso, almeno momentaneamente, di imperversare sopra la scuola, così che possiamo restare all'aperto senza fracicarci e goderci persino qualche timido raggio di sole che spunta di tanto in tanto fra le nuvole.
Dopo soli cinque minuti veniamo raggiunte da un gruppo chiassoso di ragazzi i quali, anche senza alzare gli occhi e guardarli, sono molto facilmente riconoscibili dalle chiacchiere idiote e dal modo decisamente poco normale in cui decine e decine di ragazze si sono voltate contemporaneamente con gli occhi fissi nella nostra direzione.
-Salve ragazze, che fate?- chiedono appena ci raggiungono, poggiandosi sui braccioli della panchina.
-Cosa potremmo mai star facendo con dei libri sotto il naso e una pergamena in mano?- domando sarcastica, senza guardarli.
-Potreste starli per chiudere e venire con noi a divertirvi, per esempio- risponde Sirius sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi caccia-sospiri.
Non so perché, ma ogni volta che dalla sua bocca esce la parola 'divertirsi' non riesco a non pensare male.
-Non credo che sia una buona idea- rispondo -Anche perché ho come l'impressione che il divertirsi per voi non includa fare qualcosa di lecito o quantomeno entro le regole-
-Davvero diamo quest'impressione?- domanda Sirius sbattendo le ciglia in quella che secondo lui dovrebbe essere un'espressione limpida e innocente.
-Davvero- rispondo, squadrandolo scettica.
-Oh.. beh, ci dispiace. Non sapevamo che fare una partita a carte fosse un qualcosa di illecito. Poveri noi, siamo proprio dei mascalzoni- dice, scuotendo la testa serio e facendo schioccare la lingua in segno di disapprovazione.
-Giocare a carte?- chiedo, alzando un sopracciglio.
-Sì, e chi perde offre il gelato a tutti alla prossima uscita ad Hogsmeade- risponde Potter, sorridendo.
Uhm, interessante.
-Che dici, Lils?- domanda Agata guardandomi -Accettiamo la sfida?-
Io fingo di pensarci un pochetto, portandomi una mano sotto al mento.
-Mah.. si potrebbe anche fare- rispondo infine, chiudendo il libro con un tonfo.
-Grande Evans! Allora non sei proprio il topo da biblioteca che vuoi far credere!-
-Per tua informazione, Black, io studio quando devo studiare, quel tanto che mi basta per non finire le ultime due settimane prima degli esami rinchiusa in camera nel panico più totale senza neanche sapere dove andare a cercare i libri!- rispondo, lanciando un'occhiataccia abbastanza eloquente a lui e a Potter, che ridacchiano imbarazzati
-Per il resto sono un essere umano esattamente come voi e anch'io amo divertirmi, di quando in quando-
Agata sorride, divertita dalla mia espressione risoluta.
-Come Lunastorta!- esclama allora Sirius ridendo.
-Come chi?- ripeto aggrottando la fronte.
-Ehm ehm.. no niente- tossicchia imbarazzato James dando una spinta all'amico -Intende dire Remus. Come Remus. Anche lui è uno studioso. Ma quando si tratta di divertirsi non si tira mai indietro!-
Remus sorride e mi lancia un'occhiatina accondiscendente, come a voler dire che insieme a quei due scalmati non potrebbe fare altrimenti.
-Beh, vogliamo muoverci?- esclama a quel punto Sirius indietreggiando in direzione degli archi.
Agata mi guarda. Poi sorride, si alza e lo raggiunge.
Io faccio altrettanto, infilando libro e pergamena in borsa.
Dopotutto, non mi fa male divertimi un po', ogni tanto.


Non posso crederci. Mi hanno stracciata!
A me! Campionessa di scopa, poker, scala quaranta e briscola, temuta da tutti i miei parenti, zii, nonni, cugini e compagni! Conosciuta come la miglior giocatrice di tutta la famiglia, l'orgoglio degli Evans quando si tratta di riunirsi a Natale, Capodanno e Pasqua per delle amichevoli sfide fra amici. Inaudito!
Anche se devo ammettere che le carte dei maghi sono ben diverse dalle nostre e che certe volte fatico ancora a ritrovarmi con certe regole, troppo abituata a quelle babbane. Al goblin e all'elfo ancora ancora sono riuscita a cavarmela. Ma quando hanno tirato fuori quelle da Supermago è stata la fine. Potter poi è stato senza pietà. Per non parlare di Agata! Non posso crederci, era una bestia! Vabbè che lei ci giocava già da bambina... Una volta terminate tutte le partite si è dichiarata la vincitrice del torneo e nessuno ha osato contraddirla.
-Certo, non mi aspettavo che fossi così brava- ha detto Sirius una volta messe via le carte per una pausa -E' la prima volta che vengo battuto da una ragazza, incredibile!-
-Modesto, il ragazzo- ho ribattuto ridacchiando, sistemandomi meglio sul divano della nostra sala comune, con le ginocchia piegate.
-Lascialo parlare- ha detto Agata, sorridendo superiore -Fanno sempre così una volta che li straccio-
A quelle parole tutti sono scoppiati a ridere ed io non ho potuto trattenermi dal pensare che, dopotutto, passare un po' di tempo con i ragazzi non è male. Forse dovrei ricredermi, sono sempre stata un po' prevenuta nei loro confronti. Tutto sommato sanno essere divertenti, simpatici e anche di buona compagnia. Magari si potrebbe fare più spesso, questa cosa di passare del tempo insieme.
Sorrido, mentre esco dalla sala comune attraverso il varco nel quadro, diretta in sala grande per il pranzo.
Fuori, il cielo si è schiarito e le nuvole grigie hanno cominciato a diradarsi, lasciando libero il sole di illuminare timidamente la scuola e la foresta circostante. Credo proprio che non ci sarà bisogno di rimandare la partita, questo pomeriggio. E infatti...
Appena mettiamo piede in sala un gruppo di ragazzi ci viene incontro, fermandoci in mezzo alla folla che si riversa affamata verso i propri tavoli e prendendo James e Sirius in ostaggio.
-La partita si fa!!- esclamano, esaltati
-Silente ha detto che il temporale è passato e che nel pomeriggio ci sarà il sole-
-Fantastico!- esclamano i due Malandrini sorridendosi.
Gli altri annuiscono, eccitati, cominciando a incoraggiarli e a battere le mani in segno di approvazione.
Loro sorridono, soddisfatti e si guardano attorno compiaciuti, battendo il cinque ai ragazzi e occhieggiando verso le ragazze che li guardano adoranti.
Io alzo gli occhi al cielo, stizzita.
Come non detto. Sempre i soliti palloni gonfiati. Altro che simpatici e divertenti...
Ammetto che a volte basta davvero poco per farmi saltare la mosca al naso. Soprattutto quando c'è di mezzo Potter. Ma loro pure potrebbero evitare di pavoneggiarsi così insistentemente davanti a tutti, no? Sbuffo. Inutile sperarci, non cambieranno mai.
Il pranzo trascorre tra le chiacchiere concitate degli studenti che non fanno altro che parlare della partita. Quidditch Quidditch e ancora Quidditch. Sirius e Potter seguitano a vantarsi per tutta l'ora e a promettere di essere clementi, perché non vogliono ferire il povero orgoglio dei loro avversari stracciandoli nei primi cinque minuti. Si rilasseranno, riposando comodamente sulle loro scope, e appena James ne avrà voglia si guarderà attorno e metterà fine alla partita acchiappando il boccino con un dito.
Io me li guardo con un sopracciglio alzato, incredula. Piuttosto sconcertante come l'ego di quei due individui stia pericolosamente sovrastando la loro stessa immagine. Pazzesco.
Appena usciamo dalla sala dei banchetti per tornarcene nei dormitori troviamo un altro numeroso gruppo di Grifondoro ad aspettarci, il quale acchiappa i due giocatori per la divisa e li acclama, battendo loro pacche amichevoli sulle spalle e incoraggiandoli. Come se ne avessero bisogno... penso, scuotendo la testa seccata. E' inutile. Rinuncio a capirli.
I due si guardano attorno sorridendo e tranquillizzano tutti dicendo le solite cose, ossia che la partita non durerà più di mezz'ora perché saranno loro a farla finire prima e bla bla bla. Piuttosto noiosi, dopo un po'.
-Forza andiamo- dico, prendendo Agata per un braccio e allontanandomi dalla folla.
Lei mi segue, sorridendo. Probabilmente è elettrizzata come tutti gli altri dall'imminente evento, e spera come loro che sia la nostra casa a vincere. Si è sempre interessata al Quiddich, non si è mai persa una partita e ha sempre tifato per la nostra casa. Le piace sul serio, non finge come le altre solo per il gusto di farsi notare dai ragazzi. Una volta è stata capace di raccontarmi l'intera replica della finale Grifondoro-Serpeverde nei minimi dettagli, e dovevate vedere come le brillavano gli occhi! Spaventoso.
A me, sinceramente, non me ne importa un fico secco. Non ne capisco molto e sicuramente non ho intenzione di sfiatarmi per fare il tifo a Potter. Anzi, se vincessero i Tassorosso, per una buona volta, sarebbe anche meglio. Così la smetterebbe di pavoneggiarsi come un gallo nel pollaio e proverebbe per la prima volta in vita sua cosa significhi perdere.
-Ehi Lily!- chiama lui proprio in quel momento sbucando dalla folla che lo circonda.
-Ci verrai a vedermi vero?-
-Tutto è possibile Potter- rispondo evasiva -Anche che nevichi ad Agosto-
E detto questo mi allontano spedita dal corridoio lasciandolo attorniato dai suoi amatissimi fans.


-Come sto?-
-Bene-
-Sicura?-
-Sì-
-E me lo dici con quella faccia?!- esclama incrociando le braccia al petto, imbronciata.
Sospiro, alzando gli occhi su di lei.
Indossa una felpa col cappuccio rossa, la sciarpa rossa-oro legata al collo e una spilla col simbolo del Grifondoro messa in bella mostra all'altezza del cuore. Si è anche truccata.
-Ag, è una partita, non una sfilata di moda-
-Sì, ma è la partita della nostra casa, in cui giocheranno i nostri compagni, e che sarà vinta dai nostri amici, ricordi?-
-A parte il fatto che non sta scritto da nessuna parte che saranno loro a vincere. E poi non capisco che cosa centri tu con questo. O hai forse deciso di trasformarti in una delle ragazze pon-pon?-
-Dio mio quanto sei cinica-
-E tu esagerata-
-Ok, perfetto. Sono esagerata. Ma almeno io non rifiuto ogni tentativo dei ragazzi di coinvolgerci nel loro mondo, tappandomi in camera con la scusa di studiare!-
-Prima di tutto non è vero che rifiuto ogni tentativo dei ragazzi di coinvolgermi..-
-Sto parlando di James e Sirius-
-Beh loro sono un caso a parte. E poi non capisco che cosa ci trovi di tanto esaltante in una partita di Quidditch. Se vinceranno bene, altrimenti amen. Il risultato, credimi, si sentirà chiarissimo fin da qui-
-Stai scherzando vero?- chiede lei strabuzzando gli occhi -Stai forse dicendo che non ti interessa minimamente assistere alla partita della nostra casa? Sostenendola, incoraggiandola, pregando che vinca?-
Io alzo un sopracciglio scettica, e la risposta credo che sia abbastanza evidente.
-Mio dio- esclama lei afferrandomi per un braccio -Dobbiamo assolutamente rimediare-

E così mi ritrovo qui, seduta fra gli spalti dello stadio, nell'ala sud completamente occupata dagli stendardi rosso oro. Attorno a noi la gente è super elettrizzata e molti esibiscono orgogliosi la propria sciarpa bicolore sopra la testa, in attesa che entrino i giocatori. Dopo soli pochi minuti il cronista annuncia la loro entrata in campo e dalle due porte opposte di esso cominciano a uscire i ragazzi vestiti delle loro divise, scope in mano e occhi che mandano scintille.
Agata, seduta di fianco a me, si sporge dal bordo del corrimano per guardare meglio.
-Ag, stai attenta che caschi- dico, acchiappandola  per la divisa.
-Aspetta, aspetta... eccoli! Coraggio ragazzi, siete i migliori!!- grida, sbracciandosi come una pazza.
Io alzo gli occhi al cielo rassegnata, e sbuffo.
-Speriamo solo che si sbrighino- mormoro tra me, guardando le due file di giocatori fermarsi, e i due capo squadra stringersi la mano. Agata si risiede e noto che anche lei stringe la sciarpa coi colori della nostra casa fra le mani.
-E quella?- chiedo indicandola con un dito.
-Un portafortuna- risponde lei sorridendo, dopodiché torna a concentrasi sull'inizio della partita.
I primi dieci minuti sono i meno tesi, i giocatori volteggiano sulle loro scope distribuendosi sul campo, e si passano la palla buttandola a turno negli anelli. Potter, perfettamente in equilibrio sulla sua Nimbus, osserva la scena dall'alto, godendosi lo spettacolo. Quando i Tassorosso segnano il quinto punto contro gli otto dei Grifondoro, decide finalmente di cominciare a giocare e, voltandosi, fa scorrere gli occhi sullo spazio attorno a sé, assottigliando la vista.
-Eccolo- sussurra a quel punto Agata toccandomi un braccio -Questo è il momento che tutti aspettano fin da inizio partita-
Io me la guardo scettica, alzando un sopracciglio bruno.
-Ah sì?-
Annuisce -Adesso sta cercando il boccino-
Nello stadio cala improvvisamente un silenzio surreale. Sembra che tutti si siano accorti delle intenzioni del cercatore e trattengano il fiato in attesa di un suo movimento. Io mi guardo attorno scettica, squadrando quei visi spiritati, gli occhi fissi sulla figura di Potter sospesa per aria, come se da lui dipendesse il destino dell'umanità. Sbuffo, scuotendo la testa.
Ancora mi sto chiedendo cosa ci faccia qui.
Avrei fatto molto meglio a restarmene in camera a studiare, impiegando tutto questo tempo in qualcosa di realmente costruttivo. Agata accanto a me non sembra pensarla allo stesso modo. Anzi, fra tutti i presenti, credo che la più presa sia lei. Proprio non la capisco. Sapevo che le piaceva il Quidditch. Ma non credevo ne fosse una tifosa sfegatata. Non fino a questo punto. Le sue dita stringono spasmodicamente la sciarpa portafortuna, mentre gli occhi rimangono fissi su James, senza mai batter ciglio, e sembra stia sul punto di non respirare più.
-Ag..-
-Ssh, zitta zitta- fa lei agitandomi la mano davanti.
-Ag, io..-
-Zitta!- esclama, stridula.
Io me la guardo scioccata e decido che quello è il momento di farla finita.
-Senti io me ne torno in camera..-
Lei scuote la testa, sporgendosi in avanti senza rispondere.
-Oh, al diavolo!- esclamo e, alzandomi, mi allontano dagli spalti passando davanti a una miriade di spettatori che non mancano di lanciarmi dietro fatture innominabili per il solo fatto di aver coperto loro la visuale per una frazione di secondo. Roba da matti!
Una volta lasciati gli spalti mi dirigo a passo di marcia giù per le scale, maledicendo me stessa quando ho permesso ad Agata di trascinarmi in quel covo di allucinati. Non potevi neanche parlare che ti assalivano! Pazzesco. Che cosa ci sia di tanto eccitante poi, non l'ho mica capito. Basta, la mia idea sul Quidditch rimane sempre la stessa, checché ne dicano Agata, Sirius o Potter. Una perdita di tempo. Solo una gran perdita di tempo.
Stizzita per essermi lasciata convincere ad arrivare fin lì mi allontano dallo stadio il più velocemente possibile, sbuffando continuamente e soffiandomi via dagli occhi un paio di ciocche di capelli che mi ricadono puntualmente davanti. Una volta entrata a scuola salgo le scale e mi dirigo nella biblioteca che grazie alla partita è quasi del tutto vuota. Sbuffando passo attraverso gli innumerevoli scaffali stracolmi di libri e ne afferro uno al volo, andandomi a sedere ad un tavolo sotto ad una delle tante finestre che danno sul campo. Il sole è alto nel cielo, e mi chiedo come possa essere così forte e luminoso, se solo questa mattina si riusciva a malapena a scorgerne la luce. Bah.
Con un gesto scocciato della mano apro il libro che ho davanti agli occhi e cerco la pagina giusta, mentre fuori dalla finestra la partita continua e si alzano a intervalli irregolari grida di disapprovazione e urli di incoraggiamento.
Scorro concentrata con gli occhi sulla prima frase, cercando di capirci qualcosa, quando dal campo sottostante si leva un grido di esclamazione, seguito da fischi e altre voci sparse, che mi fa perdere il filo del discorso. Stizzita, mi sistemo meglio sulla sedia, provando a ricominciare. Ma proprio quando finisco di leggere il primo paragrafo e inizio con il secondo, un altro boato, più forte del precedente, mi induce a sobbalzare, facendomi perdere l'attenzione. Scocciata, mi affaccio alla finestra, cercando di capire per quale motivo quegli idioti stiano facendo tanto baccano. Vedo James e il cercatore di Tassorosso sfrecciare l'uno a fianco all'altro puntando nella stessa direzione e capisco che entrambi hanno individuato il boccino.
Pare che il signorino mi-sveglio-quando-voglio-e-vinco abbia qualche difficoltà. Ghigno, senza accorgermene. Poi indietreggio, prendo il libro e la borsa e torno indietro.
-Porto questo in camera, glie lo restituisco appena finisco- dico alla bibliotecaria, uscendo dalla stanza.
Inutile continuare a studiare lì, non combinerei niente. La finestra è troppo vicina al campo e il rumore arriva troppo nitido. Mi chiedo chi sia quell'idiota che ha progettato il palazzo. Costruire una biblioteca a così stretta vicinanza da un campo. Bah.
In camera mi tuffo sul letto, togliendomi al volo la mantellina nera. Gambe incrociate, matita fra i capelli e libro sotto al naso comincio a studiare, finalmente lontana da urli e schiamazzi. Sono le quattro del pomeriggio e il tempo sembra volare in un attimo, come se un paio di ali passeggere gli si fossero attaccate addosso e lo avessero portato via. Quando rialzo lo sguardo dal libro è già passata un'ora e il sole arancione splende luminoso oltre la finestra, buttando i suoi tenui raggi luminosi dentro la stanza.
Chiudo il libro con un tonfo, stirando la schiena e sbadigliando.
Poi sbuffo, sentendomi le gambe pizzicare a causa della posizione in cui le ho costrette per tutto il tempo, schiacciate da un grosso libro di Incantesimi, e decido che è il caso di sgranchirle.
Con un salto, balzo giù dal letto, prendo il libro dalla coperta e mi sfilo la matita multi funzione dai capelli.
Andiamo a riportare questo piccolo a casa, penso, mentre mi avvio alla porta aggiustandomi la divisa.
Chissà se la partita è finita. Non ho più sentito niente da quando sono salita in dormitorio, a parte pochi ronzii lontani e indistinti. In dormitorio non è ancora rientrato nessuno. Forse stanno agli sgoccioli.
Scendo le scale con una piccola corsetta, chiedendomi quanto manchi ancora prima che il solito boato esploda nel campo, facendo tremare i vetri e le pareti della scuola, quando all'improvviso sento il fischio dell'arbitro, risuonare stridente per una lunga manciata di secondi.
Mi blocco, fermandomi proprio all'imboccatura del piano terra, e aspetto. Uno, due, tre...
SBOOOOOOOOOO!
Strizzo un attimo gli occhi, mentre il silenzio immacolato del corridoio viene violentemente spazzato via dal grido di vittoria, che da qui non riesco a capire a chi si riferisca.
In un attimo tutti gli spettatori si alzano in piedi, gridando, fischiando e sventolando con passione la propria sciarpa, pieni di gioia e di soddisfazione. Lo so, perché è uno spettacolo a cui ho avuto la sfortuna di assistere, qualche anno fa, quando, ancora ignara, mi ero lasciata convincere da Agata ad assistere ad una partita intera di Grifondoro-Corvonero, l'ultima dell'anno. Ero rimasta letteralmente scioccata, mentre attorno a me sembrava essersi scatenata la fine del mondo ed i miei compagni, quelli che conoscevo da sempre, che frequentavano le mie stesse lezioni, che uscivano la mattina dal dormitorio insieme a me, venivano improvvisamente sostituiti da una massa di alieni impazziti e assatanati. Quel giorno, avevo seriamente temuto per la mia incolumità, se non fosse stato per i professori che erano presto intervenuti a ristabilire un po' d'ordine.
Scuoto la testa, aspettando che il volume delle urla si abbassi, e riprendo a camminare verso la biblioteca.
Non ci metto molto a capire chi abbia vinto, mentre, consegnando il libro alla bibliotecaria, sento le voci dei tifosi gridare tutti in coro un nome. Madame Pince aggrotta la fronte, irritata da tutto quel frastuono che disturba inevitabilmente la quiete pacifica della biblioteca, mentre io scuoto la testa, rassegnata, con un mezzo sorriso sulle labbra.
Quando esco, ravvivandomi con una mano i capelli e stringendo con l'altra il manico della borsa, scorgo i primi studenti sbucare dall'imboccatura del corridoio, camminare velocemente di spalle e battere fragorosamente le mani, riempendo l'aria di fischi, grida, incitazioni e inni di vittoria.
Mi blocco, aspettando di vedere l'orda di gente festante riversarsi nel corridoio, mentre le persone, pressate e schiacciate le une contro le altre, tengono tutte le mani alzate, come a voler sostenere qualcosa.
E infatti, dopo soli pochi secondi, la figura scapigliata di James e il suo inconfondibile sorriso euforico spuntano sorretti da migliaia di mani, mentre davanti, dietro e tutt'attorno decine di ragazzi e ragazze applaudono urlando, correndo per non restare indietro e seguendo a ruota la banda.
Sopra tutti, James sorride e alza le braccia in segno di vittoria, intervallando i cinque dati ai compagni di squadra alle risposte ai commenti eccitati e su di giri del resto della scuola.
Fra di loro, in prima fila, scorgo la chioma ricciuta di Agata, che accompagna affiancata da Sirius e dal resto dei Malandrini quell'allegra parata, scherzando e ridendo come tutto il resto della compagnia.
Nel frattempo, dalla massa informe di gente urlante si alza un nuovo coro, se possibile ancora più convinto dei precedenti, che comincia a cantare:
-Potter! Potter! Potter è il migliore!
 Potter! Potter! Grifone dentro al cuore!-
Mi sposto di lato, schiacciandomi con le spalle alle parete, mentre l'orda di gente comincia a spingersi avanti, camminando compatta e continuando a cantare, a squarciagola, il nome di James.
Questo, continuando a sorridere, si volta a destra e a sinistra per rispondere alle pacche dei compagni e alle loro parole piene di ammirazione, finché a un certo punto, alzando gli occhi davanti a sé, mi vede.
Il suo sguardo si illumina all'improvviso e il suo viso prende vita come se fosse stato improvvisamente alimentato dalla fiammella di un fuoco, mentre punta i suoi scurissimi occhi castani nei miei, guardandomi oltre le file e file di gente che ci dividono.
-Lily!- esclama, sorridendo raggiante
-Ho vinto!- e la sua voce entusiasta sembra quella di un bambino alla sua prima partita, quando corre dalla mamma per farle vedere il premio.
-Sì Potter, ho sentito- rispondo, guardandolo avvicinarsi sospinto dalle braccia dei compagni.
E il suo sguardo si rabbuglia, mentre tutta l'allegria e l'euforia che lo avevano animato fino a cinque secondi prima sembrano svanire tutto d'un tratto, come sotto l'effetto di una nuvola passeggera.
-Tu non c'eri- dice, continuando a fissarmi, e qualcosa nel suo tono di voce mi fa capire che è deluso. 
-Io.. dovevo studiare- sussurro, con un fil di voce.
Lui non risponde, ma continua a fissarmi serio, mentre i suoi sostenitori mi raggiungono e mi passano accanto, senza degnarmi di uno sguardo.
Io riabbasso subito gli occhi, inspiegabilmente a disagio, e mi volto.
Sento il suo sguardo puntato alle mie spalle, mentre poggio la mano sulla tracolla, e lo ignoro, facendo un passo avanti e allontanandomi velocemente lungo la fine del corridoio.


-Perché te ne sei andata?- bisbiglia Agata al mio fianco sbirciando l'espressione del ragazzo che ci sta seduto di fronte, di sottecchi.
-Avevo da studiare, Ag, te l'ho già detto- rispondo, mantenendo gli occhi sulla minestra che sto mangiando.
-Sì ma potevi anche aspettare, no?- insiste, sempre bisbigliando -Che ti costava?-
-Perché avrei dovuto rimanere? Non ci capisco niente di Quidditch e manco m'interessa- ribatto, secca.
Lei mi fulmina, inchiodandomi con quegli occhi chiari come il miele che ha, e con cui spera di farmi vacillare.
-Non sei stata carina, lui ci teneva-
-Tzè- sbuffo indifferente, servendomi un altro mestolo di zuppa.
Agata accanto a me scuote la testa, sospirando, e riprende a mangiare.
Alzo per un attimo gli occhi dal mio piatto, per posarlo sul viso di James, serio, che rimesta svogliatamente la propria porzione sovrappensiero.
Ad un certo punto, la sua testa si alza, e i suoi occhi incontrano i miei. Restiamo a fissarci, entrambi con il cucchiaio di minestra nel piatto e a me sembra di scorgere durezza nel suo sguardo, come se pensasse a qualcosa di particolarmente triste che lo fa star male. Non voglio pensare che quel qualcosa sia io, per il semplice fatto di non essere rimasta a guardare la sua stupida partita. Agata si sbaglia. C'erano altre migliaia di ragazze sedute lì a fare il tifo per lui. Cosa vuoi che glie ne importi se fra loro non c'ero io?
Eppure, dallo sguardo che mi lancia, tutte queste considerazioni sembrano vacillare, smosse dall'occhiata delusa e mortificata che sembra volermi imprimere a fuoco sulla fronte.
Riabbasso lo sguardo, scossa, e mi agito sulla sedia. Sento ancora i suoi occhi fissi su di me mentre fingo di non accorgermene, finendo la minestra di verdure che ho nel piatto.
Poi anche lui torna a mangiare, rigirandosi ed io gli lancio una rapida occhiata mentre prendo il pane.
E' tornato a rimestare la zuppa, senza dare segni di volerla mangiare, gli occhi cupi abbassati e i lineamenti del viso induriti.
Inspiegabilmente, sento l'impulso di chiamarlo e chiedergli cos'abbia, ma poi mi trattengo. Problemi suoi. Avrà sicuramente a che fare coi suoi amici, o con qualche compagno. Di cosa mi preoccupo? Di certo, io sono l'ultimo dei suoi problemi.
Una volta terminata la cena si alza senza aspettare nessuno e se ne va, allontanandosi velocemente dalla sala.
I ragazzi si lanciano una breve occhiata interrogativa, segno che anche loro si devono essere accorti di qualcosa che non va.
-Beh, noi andiamo- dicono, alzandosi a loro volta
-Credo che James sia stanco per la partita e abbia voglia di riposare. E anch'io, lo devo ammettere, non sono da meno- aggiunge Sirius, poi ci lascia un sorriso e ci fa un segno col capo -Buona notte ragazze, a domani-
-Notte- rispondiamo, vedendoli allontanarsi.
Poi, ci alziamo anche noi.
-Hai visto?- chiede Agata, lanciandomi un'occhiataccia.
-Cosa?-
-Fai la finta tonta. E' chiaro che ci è rimasto male-
Io roteo gli occhi, affrettando il passo.
-Smettila- dico, e mi avvio in silenzio verso l'uscita.
Dentro di me però, sento nascere la sensazione inspiegabile di colpa, anche se obbiettivamente non ho fatto niente. Che Agata abbia ragione? Che sia veramente colpa mia se James sta così? Non ci credo. Eppure... ripenso al suo sguardo afflitto, alla sua espressione quando mi ha vista nel corridoio, e poi io me ne sono andata via correndo. No, impossibile. Non può essere per quello. Per quella stupida partita. Mi porto una ciocca di capelli dietro all'orecchio e comincio a giocherellare con la punta, mordendomi il labbro. E se fosse vero? Ma insomma, contava davvero così tanto per lui?














Ehm, ehm... ciaaao.
=P ok, sono in immenso ritardo. scusate scusate!
mi dispiace, ma tra scuola e altro... ho dovuto studiare più del solito x cercare di recuperare matematica, la quale comunque mi lascerà una bella sorpresina a fine anno, quando mi farà l'occhiolino dai quadri appesi alla parete, con sotto la scritta: rimandata. T.T oooh, povera me
ma non vi sto ad annoiare ulteriormente con le mie disgrazie, piuttosto, passo ai ringraziamenti:
avril96: ciao! tranquilla, l'importante è che hai lasciato un segno del tuo passaggio^^ sono felice che la storia ti piaccia, e spero che questo capitolo non sia stato da meno. aspetto di sapere il tuo parere, mi raccomando! bacioni =)
cullen isabella: oi! scusa, mi dispiace, non ho aggiornato presto come mi avevi chiesto =(  ma le scuse le trovi già sopra, e ti assicuro che sono tutte vere - purtroppo - T.T  spero cmq che il capitolo ti sia piaciuto, anche se piuttosto in ritardo e spero che continuerai a lasciarmi le tue impressioni. ci conto! 1 bacio
ed ora connettiamoci con... CHI L'HA VISTO?
dove sono finite Lilly 94, lizzyejane, Pan_Tere94 e felpa_fan?? nooo non mi abbandonateeee T.T
me tapina, cosa vi è successo?? ci siete ancora? se sì fatemi un fischio oppure ricorrete ai segnali di fumo, ma fatevi sentire! ok, smetto di fare la scema. xD, non ci fate caso, certe volte il caldo da alla testa.
Spero che recensirete ancora la mia storia, che continuerete a seguirla, e che mi farete sapere cosa ne pensate. accetto commenti di tutti i tipi, anche le critiche purché costruttive!
  Ringrazio tutte quelle che hanno aggiunto tra preferiti e/o seguite e spero di non deludervi.
Inoltre vi prometto che d'ora in poi aggiornerò con + frequenza, dato che la scuola sta ormai finendo e avrò molto + tempo per dedicarmi alle mie storie.
Ora vi lascio, nella speranza di trovare presto i vostri pareri, le vostre impressioni e tutte le considerazioni che vi andrà di fare.
a presto, spero. 1 bacio vale*


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