†Disturbia† di littlemoonstar (/viewuser.php?uid=31225)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Insania. ***
Capitolo 3: *** Sun. ***
Capitolo 4: *** Lilian. ***
Capitolo 5: *** Blood. ***
Capitolo 6: *** Secret. ***
Capitolo 7: *** Escape. ***
Capitolo 8: *** Love. ***
Capitolo 9: *** Falling. ***
Capitolo 10: *** Loss. ***
Capitolo 11: *** Rebirth. ***
Capitolo 12: *** Waking up. ***
Capitolo 1 *** Prologo. ***
Disturbia
†Disturbia†
Prologo
“
L'amore
è un sogno.
Sogna
pure,ma non stupirti se ti sveglierai
piangendo.”
(Jim
Morrison)
Cominciai
a sentire lo strano effetto della luce sulla pelle solo quando tentai
di aprire a fatica le palpebre,pesanti e affaticate, sotto una strana
luce troppo forte per essere paragonata a quella bianca e ovattata
–
nonché tremendamente rilassante – di Forks.
Riuscivo
a vedere solo ombre indistinguibili,alcune più scure di
altre,ma
niente di più.
Respiravo a fatica,e
la testa mi girava vorticosamente.
Quando
tornai ad avere coscienza del mio corpo mi accorsi di non essere
più
nella mia camera,a casa di Charlie.
Non
ero neanche a Jacksonville,da Reneè,ne dai Cullen. Dov'ero
finita?
La
stanza era sterile,completamente bianca e priva di qualsiasi oggetto
o elemento d'arredo.
C'era
solo il lettino su cui ero distesa – troppo scomodo per
essere
mio,troppo sottile per essere di qualsiasi persona – e la
porta
bianca nell'angolo a destra.
Tentai
di mettermi seduta,ma ci riuscii solo dopo pochi secondi,quando
ritrovai la sensibilità alle gambe per sostenermi.
Fu
in quel momento che mi accorsi di non essere vestita: indossavo una
sterile tunica bianca priva di forma,a maniche corte.
Simile
a quella dei malati negli ospedali.
La
luce accecante mi impediva di tenere gli occhi aperti troppo a
lungo,li sentivo stanchi e gonfi di pianto. Strano.
Calmati,Bella.
E' solo un sogno.
Ma
nei sogni non si prova dolore,ed io avevo un gran mal di testa.
All'improvviso
la porta bianca si aprì,mostrando l'esile figura di un uomo
in
camice bianco: era alto,i capelli scuri erano tenuti corti e gli
occhi sotto le sopracciglia nere erano color pioggia,grandi e
rassicuranti.
Forse
quell'uomo avrebbe potuto darmi delle risposte?
-Ben
svegliata,Bella- mi disse,con voce pacata.
-dove...dove
sono?- chiesi io,senza troppi convenevoli. La mia voce era un
sussurro,roca e bassissima -dov'è Edward?-.
Lui
era sempre con me. Possibile che ora non ci fosse?
Il
medico davanti a me abbassò lo sguardo,divenendo subito
serio.
-Bella...-
-che
sta succedendo? Voglio vedere Edward. Edward Cullen,lui...lui
dovrebbe essere qui. E' sempre qui,sono sicura che sarà
fuori ad
aspettarmi...-.
-Bella...-
mi interruppe, gli occhi fissi su di me -non c'è
nessun Edward
Cullen. Devi capirlo,Bella. Edward Cullen è solo frutto
della tua
immaginazione,non è mai esistito. Riesci a
capire,tesoro?-.
Rimasi
in silenzio,a fissarlo. Le sue parole non avevano senso,e adesso
iniziava a farmi seriamente arrabbiare.
-dove
sono? Dov'è Edward?!-.
-continui
a ripeterlo da mesi ormai,Bella. Non esiste nessun Edward. Ti trovi
nell'ospedale psichiatrico di Phoenix,in Arizona. Non
preoccuparti,andrà tutto bene.-.
xxx
Note:Buonaseraaaaa!
Come vedete ho subito iniziato un'altra storia,ispirazione mode-on!^^
Conclusa "Six Years Old" mi è venuta una tristezza tremenda
nel rimanere a mani vuote,così non appena mi è
venuta questa idea l'ho subito buttata giù! Questo
è solo il prologo,spero vi sia piaciuto anche se breve (
stile Meyer,ovviamente. XD).
Adesso posso anche andare,spero continuerete a seguire questa storia e
che mi farete sapere cosa ne pensate^^
Baci
LMS*
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Capitolo 2 *** Insania. ***
Disturbia
†Insania†
†Disturbia†
-cosa...di
cosa sta parlando? E' uno scherzo,vero? Non è divertente,la
prego,mi
faccia vedere Edward.-.
-Bella,devi
ascoltarmi. Sei a Phoenix. Non c'è Edward,Bella.-.
Rimasi
a fissarlo per qualche istante: non era divertente,quell'uomo stava
dicendo delle assurdità che pensai fosse un pazzo entrato in
camera
mia per rapirmi.
-chi
è lei?-
-sono
il Dottor Wolf,cara. Adesso riposati,devi...-
-no,io
voglio...voglio vedere Edward...io...-.
Rimase
in silenzio,osservandomi a pochi centimetri di distanza dal letto.
-mi
dispiace,Bella. Devi capire che è stato tutto un sogno.-.
-no...no,non
è possibile...-.
Non
era possibile. Me l'avevano portato via.
Mi
avevano portato via tutti,i Cullen,la mia nuova famiglia.
Spariti
nel nulla: quella era una situazione davvero paradossale.
-no...no!-.
La
mia razionalità affermata non resse a quella notizia:
iniziai a
piangere prima silenziosamente,poi sempre di più,stringendo
con
forza il lembo del lenzuolo.
Mi
morsi il labbro fino a sentire dolore,le unghie premevano sulla pelle
delle mani e sembravano andare sempre più a fondo,non
avevano
intenzione di fermarsi.
Io
non
volevo fermarmi.
-Edward!-
-infermiera,un'altra
crisi!- la porta si aprì di nuovo,ed entrò
un'altra donna in camice
bianco.
Iniziai
a vedere tutto sfocato,le lacrime ormai scendevano abbondanti sul
viso,sentivo il sapore del sangue in bocca e non avevo alcuna
intenzione di fermarmi.
Possibile
che Edward non ci fosse più? Che se ne fosse andato per
sempre?
Possibile
che non fosse mai esistito?
No,cancellai
subito quell'orribile pensiero dalla mente.
Non
poteva essere vero: le sensazioni provate,le emozioni e i pericoli
della mia permanenza a Forks non potevano essere frutto della mia
immaginazione.
Il
tranquillante che mi diede l'infermiera bionda non fece effetto
subito,e riuscii ancora a sentire le parole del Dottor Wolf riguardo
la mia situazione.
-è
una situazione molto particolare,negli ultimi mesi abbiamo cercato di
farle capire che non si tratta della realtà...-.
Avrei
voluto alzarmi e picchiare quell'uomo,ma ero troppo debole anche per
tenere solo gli occhi aperti.
-continua
a ripetere di abitare a Forks...si,nella penisola di Olympia,dove
abita suo padre...-.
Dannazione,io
vivo
a Forks! Non avrei più potuto emergere da questo incubo
terrificante?
-nomina
molto spesso I Cullen,ma non ho idea di cosa voglia significare...e
poi c'è il nome che più di tutti si ripresenta
nella sua mente...-.
La
mia famiglia. Mi vennero in mente la voce cristallina di Alice,la
bellezza mozzafiato di Rosalie e la tenerezza di Esme,seguita dagli
altri.
Ma
quando pronunciò quel nome,ebbi una fitta al cuore che solo
il
tranquillante iniettato nelle mie vene riuscì a placare. Al
momento.
-si,Edward
Cullen...-.
-Edward...torna
da me...-.
Quando
mi svegliai ero di nuovo sola.
Avevo
ancora gli occhi gonfi di pianto e la gola in fiamme,dopo aver urlato
così tanto poche ore prima.
La
luce al neon continuava a darmi fastidio agli occhi,così
affondai di
nuovo il viso nel cuscino bianco.
Non
riuscivo...a capacitarmi di ciò che stava accadendo: vagliai
tutte
le possibilità,ma alla fine nessuna reggeva il confronto con
la
terribile verità.
Era
stato davvero tutto frutto della mia immaginazione? Era forse pazza?
Forse
lo ero davvero.
Ecco
perché ero rinchiusa in quell'ospedale psichiatrico di
Phoenix.
Perché
non mi ero mai stabilita a Forks,ne in qualunque altro luogo fuori
dall'Arizona.
Niente
Cullen,niente James ne Victoria.
Niente
licantropi,ne vampiri.
Non
era un sogno. Era un incubo ad occhi aperti.
-come
va,Bella?-.
Spaventata,guardai
in direzione della porta,riconoscendo l'infermiera bionda che mi
aveva addormentato.
In
quel momento presi la mia decisione: non avrei mai,mai accettato
quella realtà,neanche se avessi avuto le prove della mia
malattia
mentale.
Neanche
se avessi visto con i miei occhi che la mia bellissima vita con i
Cullen era solo frutto di una pura illusione.
Ma
avrei indagato,avrei scoperto cosa stava accadendo.
Perché
la mia vita senza Edward era un grande,profondo buco nero.
Un'agonia
senza fine,una tortura.
La
fine. La fine di tutto.
Tuttavia,non
mi sarei mai arresa senza combattere.
-quanti...quanti
anni ho?- chiesi con la voce tremante all'infermiera,che si
stupì di
sentire la mia voce.
-oh..b-beh...hai
quasi diciotto anni,Bella.-.
Diciotto.
Diciotto,diciotto...
Questo
voleva dire che il tempo trascorso a Forks era stato in
realtà tutto
un incubo consumato in quella stanzina sterile e bianca,priva di
qualsiasi colore?
Gli
occhi iniziarono a bruciare,sentivo di nuovo le lacrime sulle guance:
era terribile,quella perenne sensazione di agonia e di profondo vuoto
che non mi aveva abbandonata da quando mi ero svegliata,con la
consapevolezza che niente sarebbe stato più come prima.
Come
un automa mi piegai sul cuscino,rigida e inespressiva come un ciocco
di legno: ma in tutta sincerità non mi interessava.
Tuttavia,sembrava
che le poche parole scambiate con l'infermiera avessero suscitato
parecchio scalpore: riconobbi la voce del dottor Wolf dopo pochi
secondi,e intravidi un'altra figura accanto a lui,offuscata dallo
scudo di lacrime che rimanevano a proteggere i miei occhi.
Proteggevano
i miei occhi dal mondo reale,da qualcosa che mai e poi mai avrei
voluto vedere.
Li
chiusi,stringendoli e sentendo le lacrime scendere copiose sulle
guance e cadere sul lenzuolo con un rumore quasi impercettibile.
-non
li ha neanche nominati.- sussurrò l'infermiera,trionfante.
-eccellente.-
Wolf sembrava soddisfatto di se stesso,ma in quel momento me ne
disinteressai -facciamola riposare,domani controlleremo nuovamente il
suo stato di salute.-.
Affondai
nell'oblio poco dopo aver udito quelle parole. Non volevo sentire
più
niente.
Per
la prima volta sognai Edward: era bello come sempre,ma lontano e
sfocato,e mi era impossibile raggiungerlo.
-Bella!Bella!-.
Non
era lui che mi chiamava,ma avrei saputo riconoscere lo scampanellio
di quella voce anche a chilometri di distanza.
Era
lontana,e tendeva il braccio pallido verso di me: incredibile che un
vampiro forte e veloce come lei non riuscisse a raggiungermi.
-Bella!
Non dimenticare,Bella!-.
Mi
svegliai urlando,sudata e con le lacrime agli occhi.
-Alice!-la
voce si abbassò con un gemito sonoro,tanto che le ultime
lettere
divennero sussurri impercettibili.
Ero
di nuovo sola,nella stanza bianca.
Alice.
Solo in quel momento la ricordai bene come non avevo mai fatto prima.
Il
mo pensiero costante,in quei due giorni,era stato sempre Edward,e
solo ora iniziai a pensare agli altri componenti della famiglia
Cullen.
Alice
mi aveva detto di non dimenticare: ma come potevo farlo?
La
mia vita era legata a loro in modo permanente,e anche dopo tutto
quello che stava succedendo non avrei potuto cancellare
quei...ricordi.
Si,erano
ricordi preziosi,e non avrei mai potuto considerarli frammenti dei
miei sogni senza fine.
Stavo
impazzendo. O forse,senza rendermene conto,ero già pazza.
Rinchiusa
in una cupola di vetro con una famiglia perfetta e un'anima gemella.
Ricaddi
inerme sul cuscino,che emise uno sbuffo.
Guardai
il soffitto per l'ultima volta,prima di chiudere gli occhi e tentare
con tutte le forze di sognare di nuovo.
Perché
in quel momento i sogni erano l'unica cosa che poteva farli rimanere
accanto a me.
-bene,Bella.
Molto bene.-.
Il
dottor Wolf continuava a ripetere quelle uniche parole da circa dieci
minuti,ed io iniziavo a spazientirmi notevolmente.
Ormai
rispondevo automaticamente alle sue domande,senza neanche capire a
fondo il perché di quell'esercizio stupido.
Perché
ti considerano una squilibrata...
Erano
passati tre giorni dalla notte in cui avevo sognato Edward ed Alice,e
da quel giorno la mia immaginazione non aveva smesso di vagare:
sognavo continuamente Edward Cullen,era una specie di fobia da cui
non volevo uscire.
Tentavo
di dormire anche dopo dodici ore filate di sonno,nella speranza di
vedere di nuovo il suo viso,ogni volta che mi svegliavo iniziavo
automaticamente a piangere,maledicendomi per il sonno leggero.
Oramai
non ero più Bella.
Ero
un involucro senza spessore,un foglio di carta lasciato per terra
sotto la pioggia,a sfaldarsi lentamente sotto il battere costante
delle gocce d'acqua.
-direi
che ci siamo.-.
Erano
tre giorni che continuava a dire le stesse cose. Ormai ero stanca.
-stai
migliorando,Bella. Di giorno in giorno.-.
-dov'è
mia madre?- chiesi senza alzare lo sguardo: in effetti da quando mi
ero svegliata non l'avevo vista,ma non me ne ero preoccupata troppo.
Lei
aveva Phil,e lui era troppo normale per essere una fantasia.
-non
possiamo fartela vedere subito,Bella. Non sei ancora pronta per
vedere nessuno,potresti avere una crisi. Capisci?-.
-s-si.-.
Certo che capivo,ma a quanto pare tutti lì mi consideravano
un'idiota - dottor Wolf...-.
-dimmi,Bella.-
Cercò di rimanere neutrale,ma anche lui era sorpreso.
Probabilmente
da quando ero li non avevo fatto molte domande.
-mi
ha chiamata Bella...-
-preferisci
Isabella?-.
Pronunciato
da lui il mio nome completo suonava come uno stridio contro le mie
orecchie.
Detto
da...Edward,invece,mi faceva rivivere.
Non
volevo più sentirmi chiamare così,da nessuno.
-no...per
favore,Bella.-
-me
lo hai detto tu,sai?-
-davvero?-.Quando?
-quando
hai avuto la tua prima crisi. Mi dicevi di essere Bella,di chiamarti
Bella. Ecco perché tutti ti chiamano così qui.
Era questa la tua
domanda?-.
-no-
risposi prontamente -crede che...sia stato tutto un sogno,Dottor
Wolf?-.
Avevo
ricominciato a piangere in silenzio,e lui per confortarmi mi
accarezzò la spalla.
-c'è
tempo,Bella. Ti abituerai,prima o poi.-.
No,questo
non accadrà mai.
xxx
Note:Ma
che bello!!! quante recensioni,non pensavo che la mia storia attirasse
tanto!!^^ Sono commossaT_T Comunque,per adesso diciamo che alcune cose
sono state spiegate (il prologo era molto poco preciso XD) ma ancora
rimane la domanda più importante: cosa ci fa Bella in
quell'ospedale? E soprattutto,è pazza oppure no? Spero vi
sia
piaciuto questo capitolo,grazie mille per le recensioni e per tutti i
bei commenti,spero continuerete a seguire questa storia!
Baci
LMS*
|
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Capitolo 3 *** Sun. ***
Disturbia
†Sun†
†Disturbia†
-Bella!
Bella!-.
I
miei occhi non smettevano di muoversi: guizzavano da una parte
all'altra di quell'oblio scuro alla ricerca della
sua voce.
Quella
voce che non avrei mai smesso di cercare.
Fu
in quel momento che la vidi.
Una
luce,un bagliore lontano che aumentava di intensità mano a
mano che
mi facevo più vicina: era caldo,come se avessi avuto il sole
in
pieno viso,una sensazione che ormai non sentivo più da tanto
tempo.
Ed
eccomi,finalmente,nel luogo che tanto avevo desiderato trovare.
Ero
nella radura. Nella nostra radura.
C'era
calore,fiori ovunque e sentivo una piacevolissima sensazione di
morbido e fresco sotto i piedi.
Mi
guardai intorno,l'ombra di un sorriso sul mio volto: ero di nuovo a
casa,e la voce era sempre più vicina.
-Bella!
Vieni,Bella! Non vorrai rimanere li,vero?-.
Era
una voce...allegra. Spensierata.
-Edward...-.
-sono
qui.-.
Mi
voltai.
Edward
era bello come sempre,e sorrideva: era da tanto che volevo vedere
quel sorriso.
Il
sole luminoso faceva brillare la sua pelle marmorea,riflettendo la
luce come tanti piccoli diamanti posti l'uno accanto all'altro.
-Edward...-
sorrisi,chiudendo gli occhi e posando la guancia sul suo petto,che
malgrado il sole era ancora freddo e liscio come il marmo.
-ti
amo,Bella.-.
Mi
svegliai con il cuore che batteva all'impazzata,sembrava mi stesse
uscendo dal petto: tuttavia,per la prima volta non mi ritrovai ad
urlare come una pazza nel cuore della notte,e questo mi fece stare
meglio.
Mi
ripetevo di calmarmi,anche se il pesante groppo in gola per la
mancanza di Edward era tale da farmi scoppiare in lacrime per la
tensione.
Era
come se ogni notte,ogni volta che riuscivo a sognarlo o tentavo di
farlo,lui mi abbandonasse.
E
ogni volta era una continua tortura.
Qualcuno
accese la luce,in quella stanza senza finestre: l'aria cominciava a
diventare irrespirabile e opprimente,negli ultimi giorni.
Era
passato un mese da quando mi ero ritrovata li,ma in quei giorni non
mi ero mai preoccupata delle condizioni in cui mi trovavo,ne di dove
fossi o chi entrasse nella mia stanza.
Ero
rinchiusa nel mio bozzolo personale a piangere,non riuscivo a trovare
la forza per muovermi.
Tuttavia,negli
ultimi giorni,la stanza stava diventando troppo piccola per me,e le
continue frasi fatte del dottore – molto bene,stai
migliorando,uhm,direi che ci siamo – erano ancora
più irritanti
mano a mano che i giorni passavano,e la mia situazione
“uhm,sta
migliorando” in realtà non si muoveva di un
millimetro.
Guardai
verso la porta,riconoscendo la figura ormai familiare del Dottor Wolf
e dell'infermiera bionda,seguita da un'altra più anziana e
dai
capelli scuri,che portava davanti a se una carrozzella di metallo.
I
miei occhi guizzarono da una parte all'altra,confusi,e in quel
momento Wolf sorrise.
-tranquilla,Bella.
Oggi ci sono buone notizie.-.
-cosa...cosa
sta succedendo?- chiesi io,guardando di sfuggita le enormi ruote
della sedia a rotelle.
-ti
cambiamo di stanza,sono sicuro che questa piccola stanza senza
finestre ormai non sia più necessaria.-
-oh.-.
Sul serio,era una buona notizia.
Ma
in tutta sincerità non potevo essere allegra,in quel momento.
Il
mio corpo non rispondeva più,oramai,e io non facevo nulla
per
risvegliarlo dall'eterno torpore in cui il mio corpo,paradossalmente,
era caduto proprio al mio risveglio.
Prendendomi
in braccio Wolf mi posizionò sulla sedia a rotelle: lo
guardai solo
di sfuggita,tornando poi ad osservare le mani bianche e magre che
ormai non sembravano neanche più mie.
Cercai
di piegarle,e io stessa notai quanto i miei movimenti fossero deboli
e lenti.
-la
tua nuova stanza ti piacerà,Bella.-.
Risposi
con quello che sembrava essere un accenno di un sorriso,ma
probabilmente solo secondo i miei canoni: avrei scommesso che Wolf
non l'avesse neanche notato.
Lo
scricchiolio delle rotelle accompagnò i passi veloci
dell'infermiera,affiancata costantemente dal dottore,che scambiava le
dovute informazioni con quella donna dall'espressione tanto dolce da
farmi ricordare Esme in un maniera indescrivibile.
Scossi
la testa,tentando di reprimere le lacrime che erano già
pronte a
scendere al ricordo della mia mamma vampira.
Di
sottecchi tentai di osservare ai lati del corridoio,senza mai alzare
lo sguardo,per cercare di capire dove stessi andando: le stanze che
riuscivo a vedere dalle poche porte aperte erano ampie,luminose e con
un'ampia finestra dalle rigide grate bianche.
-ho
già avvertito l'infermiera dello spostamento di Bella
nell'ala dei
casi più leggeri,e ho anche avvertito la Dottoressa Hallen.
Bella-
si rivolse a me,piegandosi all'altezza dei miei occhi.
Finalmente
lo osservai con attenzione: abituata com'ero ai bellissimi volti
senza età dei Cullen,quel volto pieno di imperfezioni mi
diede quasi
fastidio.
-ti
stiamo portando nella tua stanza. Da ora in avanti verrai affidata
anche alle cure di un altro medico,la dottoressa Hallen. La vedrai
questo pomeriggio,va bene?-.
Annuii
con il capo,malgrado avessi perso metà discorso per
osservare la mia
nuova stanza,più spaziosa e con un mobilio minimo. Ma almeno
era già
qualcosa.
Il
Dottor Wolf mi prese in braccio,posandomi sul letto morbido con
delicatezza.
Affondai
la testa nel cuscino,senza emettere il minimo suono.
Ero
senza suoni,senza colori,senza niente.
-adesso
siamo solo tu ed io,Bella. Te la senti di parlare di...Forks?-.
Quel
nome fu un nuovo tuffo al cuore,per me: il Dottor Wolf non aveva mai
insistito più di tanto su quello che tutti consideravano
l'oggetto
della mia pazzia,forse perché vedevano quanto fossi mal
disposta a
parlarne dopo il trauma del risveglio.
Tuttavia,in
quel momento c'era qualcosa di cui mi avrebbe fatto piacere parlare:
qualcosa che non se ne sarebbe mai andato,che c'era da sempre e per
sempre.
-Charlie...-.
-come
hai detto,tesoro?-
-Charlie.
Mio padre,dov'è?-.
-Bella,devi
riposare. Sei molto stanca,e...-
-voglio
vedere Charlie. Per favore.-
-sai
che non puoi vedere nessuno in questo momento,Bella.- mi rispose
quasi con frustrazione,sedendosi sul mio letto e contemporaneamente
controllando i miei riflessi sparandomi una luce accecante negli
occhi.
-ma
io...-
-abbiamo
provveduto ad avvertire tua madre,per ora non può vederti ma
sa che
stai migliorando. Sono sicura che avvertirà anche tuo
padre,presto.
Adesso riposa.-.
Se
ne andò prima che potessi controbattere,lasciandomi sola
nella mia
nuova stanza: fortunatamente,qui c'era luce,e faceva più
caldo.
Avevo
lasciato il lugubre cubicolo delle patologie gravi,ma nell'animo ero
comunque un buco nero di agonia e tristezza.
Cercai
di alzarmi in piedi,e mi resi conto di avere le gambe tremendamente
deboli,quasi non riuscivo a stare in piedi: quella sedia a rotelle
che avevo considerato tanto stupida adesso mi sembrava uno degli
oggetti più utili al mondo,ma sfortunatamente se l'erano
portata
via.
Non
volevano farmi muovere,o forse pensavano che non l'avrei fatto
comunque.
Riuscii
ad appoggiarmi al cornicione della finestra poco prima di sentire le
gambe cedere sotto il peso del mio corpo,ma riuscii ugualmente a
guardare fuori dalla finestra.
Il
sole era abbagliante – ormai non ci ero più
abituata – e il
clima mite e caratteristico dell'Arizona non permettevano errori.
Ero
a Phoenix,la mia città.
No,la
tua città è Forks! Ricordatelo!
Già,Forks.
Forks
era la mia casa. Ma a quanto pare nessuno mi credeva.
-signorina!
Cosa fa!?- la voce stridula dell'infermiera bionda mi arrivò
alle
orecchie pochi secondi dopo il mio arrivo alla finestra,facendomi
sobbalzare e perdere l'equilibrio.
Sentivo
il sangue rifluire alle gambe,che tuttavia erano ancora troppo deboli
per camminare.
Ma
avevo deciso,non volevo più rimanere in quella stanza.
-Signorina
Swan,la prego,deve riposare...-.
Mi
accorsi che l'infermiera che aveva sempre affiancato il Dottor Wolf
non aveva i capelli biondi – probabilmente era un effetto
della
luce al neon della piccola stanza di prima – e che alla luce
del
sole erano leggermente più scuri,con dei riflessi ramati.
Fui
presa da una nuova sensazione di sconforto,e mi accasciai a terra
perdendo la concentrazione.
-Oh,Isabella!-
-la
prego,ehm...infermiera,mi...-
-chiamami
Lorette.-
-Lorette...-
ripetei io,con un sospiro di sollievo -ti prego,non voglio rimanere
in questa stanza. Voglio uscire.-
-
il Dottor Wolf ha detto che devi riposare...- le sue parole si
affievolirono vedendo la mia espressione affranta -tuttavia,una bella
passeggiata non può che farti bene. Sono mesi che non esci
da qui.
Vieni,ti porto io.-.
Per
la prima volta mi aprii in un debole sorriso vedendola tirare fuori
la sedia a rotelle.
Mi
issò sull'aggeggio metallico e in pochi minuti fummo
all'aria
aperta,nel cortile dell'ospedale.
Phoenix
manteneva il suo clima perfetto e limpido,e in quel momento sentii la
mancanza del vecchio umido di Forks.
In
quel momento pensai che tutta quella storia aveva un che di
paranormale,come se quel risveglio improvviso fosse tutt'altro che un
segno della mia pazzia: i miei ricordi erano ancora nella mia
mente,troppo dettagliati e indelebili per essere solo frutto della
mia immaginazione malsana.
In
quel momento,mentre Lorette mi faceva respirare un po' d'aria
buona,iniziai a pensare a come avrei potuto dimostrare –
forse più
a me stessa che agli altri – che le mie non erano solo
sciocche
fantasie da psicopatica.
Come
potevo giustificare la mia sanità mentale?
In
fondo,non avevo nessuna prova.
Poi,improvvisamente,la
luce: perché c'era una cosa che non apparteneva ai miei
ricordi,qualcosa che sarebbe rimasto indelebile sul mio corpo.
Chiusi
gli occhi,inspirando a fondo e stando ben attenta a non far
insospettire Lorette,a cui dovevo già molto per avermi fatto
uscire.
Scoprii
lentamente il lembo della giacca di lana che avevo addosso,seguendo
con lo sguardo il profilo delle dita scarne e bianche,che con il
passare dei giorni cominciavano a diventare più umane,benché
mi ostinassi da tempo a non mangiare.
E
quando tirai totalmente indietro la manica mi mancò quasi il
respiro.
-Bella?
Va tutto bene? - Lorette iniziò ad insospettirsi,udendo il
mio
respiro affannato.
-si...tutto
bene.-
Era
li,ed era reale.
La
cicatrice.
-Lorette...-
-cosa
c'è,Bella?-
-dove...dove
me la sono fatta,questa?-
Il
palmo della mia mano era aperto verso l'alto,la mezzaluna fredda e
bianca spiccava sulla pelle pallida in modo più che visibile.
Nel
mio cuore si riaccese la speranza: avevo una prova,ce l'avevo fatta.
-oh,quella?
- Lorette diede un'occhiata veloce,continuando a spingere la sedia a
rotelle per tornare all'interno dell'edificio – te la sei
fatta
durante la tua prima crisi,hai rotto un contenitore di vetro durante
le analisi con la dottoressa Hallen. Si è occupata lei della
ferita,ha fatto un buon lavoro considerando la profondità
del
taglio. Ma non preoccuparti,in futuro potrai sempre eliminarlo
con...-.
Persi
il resto del discorso.
Nonostante
tutti gli sforzi,stavo di nuovo piangendo: avevano cancellato le
prove,non avevo più nulla su cui contare.
E
neanche quella cicatrice,adesso,poteva aiutarmi.
Strinsi
la mano,sentendo le unghie penetrare nella carne: volevo vederla
sparire.
Non
volevo più alcun segno addosso.
Non
volevo più soffrire.
xxx
Note:Ma
quante belle recensioni! Grazie ragazzi,siete magnifici! Come vedete
l'incubo di Bella continua,tutte le prove che cerca,che tenta di
trovare vengono sgretolate e lei non può facri nulla. Nel
prossimo capitolo la storia seguirà uno sviluppo
interessante,e
Bella farà un incontro piuttosto scioccante...vi ho
incuriosito?^^
LMS*
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Capitolo 4 *** Lilian. ***
Disturbia
†Lilian†
†Disturbia†
Lorette
mi fece di nuovo sedere sulla sedia a rotelle,sorridendomi: era
già
qualche giorno che mi portava fuori a prendere un po' d'aria,e mi
resi conto solo in quel momento quanto mi facesse bene
quell'escursione all'aria aperta.
Almeno
avevo una distrazione per non pensare ad Edward.
E
ogni volta che rimanevo da sola,in quella stanza soleggiata,non
potevo fare a meno di pensare a lui,alla nostra radura,ai pochi
giorni di sole di Forks che passavamo nel nostro posto segreto.
Scossi
la testa,cercando di scacciare quei pensieri che non riuscivano a
scostarsi dalla mia mente,attaccati ad ogni singola fibra del mio
essere,incancellabili.
-allora,Bella,che
ne dici di un bel giro nel parco? - propose Lorette,guardando in
avanti lungo il corridoio semivuoto.
-okay.
- risposi io,ancora con la testa fra le nuvole –
ehm...Lorette,potrei avere un po' d'acqua? -
-certo
– rispose lei,estraendo dalla sacca che teneva dietro la
carrozzella una bottiglia di plastica – tieni,ti fa bene un
po' di
idratazione. -.
Risposi
con un sorriso debole,bevendo un piccolo sorso e reggendo con una
mano la bottiglia,mentre con l'altra mi sistemavo una ciocca di
capelli ribelli.
Dopo
essere venuta a conoscenza di “come mi ero procurata la
cicatrice”,avevo chiesto a Lorette di fasciarmi la mano.
Il
dottor Wolf l'aveva trovato strano,ma aveva comunque accettato.
Fu
in quel momento che la vidi.
Proseguivamo
lungo il corridoio quando riuscii a scorgerla sulla porta di una
delle stanze.
Il
camice bianco le donava un aspetto etereo,la pelle candida non era
mutata e i capelli ricadevano sulle spalle morbidi e setosi.
Lasciai
cadere la bottiglia d'acqua a terra,facendo quasi spaventare
Lorette,che si fermò per verificare che andasse tutto bene.
Voltai
il capo in direzione della stanza,tentando di alzarmi per
raggiungerla.
-Bella!
Fermati,ma cosa fai?!-
-devo
alzarmi! Devo alzarmi!-
-tu
non devi fare proprio nulla! - rispose lei,bloccandomi.
-NO!-.
Non
potevo
farlo.
Dovevo raggiungere quella stanza,perché li potevo trovare le
mie
risposte.
Perché
ero sicura di non essere pazza.
Perché
in quella stanza non mi ero immaginata proprio niente.
Perché
li,forse, c'era l'unica cosa che avrebbe potuto aiutarmi.
Perché
io l'avevo vista.
Li
c'era Rosalie.
-Bella!Bella,calmati!
- il dottor Wolf mi afferrò le spalle,cercando di tenermi
stretta al
letto della mia camera.
-no!
Lasciatemi,devo andare da lei! - gridai io,infuriata.
Più
che rabbia,ero nel panico totale.
Perché
in quel momento pensai che se avessi continuato con la mia sfuriata
da psicopatica probabilmente mi avrebbero rispedito nella celletta
bianca,ma in tutta sincerità non riuscivo proprio a pensarci.
In
quel momento non mi importava.
Avrei
voluto scrollarmi di dosso quella gente e correre giù fino
al
corridoio centrale,dove avevo visto Rose.
-chi?
Bella,di chi stai parlando?!- mi chiese Wolf,cercando di attirare la
mia attenzione.
-Ros...Quella
dottoressa,quella che era giù! Devo andare da lei! -
-la
dottoressa bionda? -
-si,proprio
lei! -
-perché,Bella?-
-perché...-
mi fermai,titubante. Mi avrebbero di nuovo considerata una pazza?.
-non
aver paura. - proseguì lui,sorridendo di nuovo –
Bella,parlarne è
il primo passo verso la guarigione,non aver paura di...-
-Rosalie
– sbottai io,ad occhi chiusi. Non volevo vedere la sua
espressione.
-uhm.
- farfugliò lui,concentrato – fa parte dei
Cullen,questa...Rosalie? -
Non
sapevo cosa rispondere,non sapevo se dargli corda in modo che
proseguisse le sue “analisi” o tacere per evitare
di aggravare la
mia condizione in quel manicomio.
-si.
- risposi alla fine,rassegnata – lei era una delle sorelle. -
-capisco.
- sussurrò lui,ancora in preda ai suoi monologhi.
-lei
non mi crede,vero? -.
Sapevo
che era così. Ma non avrei cambiato idea così
facilmente.
-Bella...io
credo che tu sia una bellissima persona,che abbia un cuore d'oro e
uno spirito libero. -
-già.
- e con la parola “spirito libero” - da collegare
con “fervida
immaginazione” - avevo chiuso ogni possibile ponte con il mio
mondo.
E
Wolf mi aveva fatto capire tra le righe che non mi avrebbe mai
creduto.
E
in quel momento mi resi conto che lui era il mio più grande
nemico,perché mi avrebbe aiutato a guarire.
E
questo significava dimenticare.
In
quel momento,qualcuno bussò alla porta.
-avanti-
rispose Wolf,alzandosi dal bordo del mio letto e recuperando la mia
cartella clinica.
-buongiorno,Dottor
Wolf. -
Mi
si bloccò il respiro.
Era
lei,ed era a due passi da me.
Bellissima
come sempre,una super modella dalla pelle candida e dalle labbra
rosso scarlatto – inconfondibile rossetto.
Mi
squadrò...sorridendo.
Ma
malgrado tutto,sapevo che era lei.
-Rose...-
sussurrai a mezza voce,ma probabilmente non mi sentì nessuno.
-oh,dottoressa
Hallen,che piacere. Stavamo proprio parlando di lei. -
Lei
era la dottoressa Hallen?!
Abbassai
il capo,guardandomi la mano fasciata.
E
in quel momento la speranza si riaccese in me come una scintilla.
Mi
venne in mente il primo incontro con i Cullen,quando Edward mi aveva
detto come cercassero di dimostrarsi più giovani per
frequentare la
scuola,come fingessero di provenire dall'Alaska,di essere una
famiglia normale...
Forse
anche in quel momento Rosalie stava mentendo.
Strinsi
i pugni,incrociando il suo sguardo.
-bene,vi
lascio un po' sole. - disse dopo poco Wolf,sistemandosi il collo del
camice – ci vediamo dopo,Bella. Lilian. -.
Lilian?
Il
dottor Wolf si congedò,e in un attimo mi ritrovai sola con
lei.
Un
altro sorriso. Era inquietante,non l'avevo mai vista così
amichevole.
-ciao,Bella.
Io sono la Dottoressa Hallen,ti ho seguita in questi ultimi mesi
affiancando il dottor Wolf. Vediamo un po'...prima hai avuto una
crisi...-.
La
mia testa pulsava spasmodicamente,avevo le mani calde e sentivo il
sudore scendermi sul collo: era lei,ne ero certa. Ma allora
perché
era li?
-come...come
mai sei qui? -
-uh?
Te l'ho già detto,Bella. Sono qui per seguirti.- rispose
lei,cordiale.
-no.
Lei mi ha detto perché Lilian Hallen è qui,non
perché Rosalie è
qui. -
Un
attimo di silenzio,poi fu di nuovo la Hallen a parlare.
-Rosalie?
- piegò la testa,sedendosi sul bordo del letto e posando la
cartellina che aveva in mano sul comodino – Si tratta di un
persona
dei tuoi sogni? -
-no.
Si tratta di te. Ti prego,non prendermi in giro,Rosalie. -
-Bella,adesso
proverò a spiegarti come stanno davvero le cose. - rispose
lei,posandomi la mano sulla spalla – il tuo disturbo viene
comunemente chiamato “disturbo schizoide della
personalità”. So
che sembra un nome strano,ma non devi averne paura. I sintomi
più
evidenti sono l'allontanamento completo dal mondo reale,la creazione
di un mondo immaginario e crisi emotive più o meno gravi. Ti
riconosci in questi sintomi,Bella?-.
No.
No,no,no,no!
-si.
- risposi,ormai senza una via d'uscita – si,sono qui per
questo,vero? -
-esattamente,ma
non preoccuparti. Io ti aiuterò,Bella. Ti aiuterò
a guarire,e a
tornare nel mondo reale. Scoprirai che è molto
più intenso di
quello immaginario. -.
Bella!
Non dimenticare!
Sussultai,di
nuovo colpita da quelle parole.
Non
potevano farmi questo,doveva esserci una via di fuga.
Ma
in quel momento,neanche io seppi dare risposta alla mia domanda.
Dopo
qualche giorno la mia situazione cambiò radicalmente.
La
dottoressa Hallen - alias Rosalie,ma questo non l'avrei mai detto ad
alta voce – era davvero molto competente,riuscì a
farmi riprendere
il controllo del mio corpo in pochi giorni.
In
fondo era solo questione di esercizio.
Ero
di nuovo seduta sul letto,stremata dopo una seduta infinita di
fisioterapia,e Lilian continuava a controllare quella stupida
cartellina con tutti i miei dati alla quale ovviamente non potevo
accedere.
-stai
migliorando,Bella. - ripeté lei,soddisfatta.
La
situazione stava degenerando,cominciava ad essere tutto troppo
statico,stagnante.
Come
se mi fossi arresa all'idea di aver vissuto un sogno.
Sapevo
che nel mio cuore quell'idea insulsa non sarebbe mai entrata,ma le
continue pressioni e sedute di convincimento della Hallen erano
micidiali.
Non
potevo proprio vincere,contro quel bellissimo mostro biondo.
Mostro
biondo.
Risi
di quel pensiero,immaginandomi di nuovo la Rosalie – vampira
che
tanto avevo temuto a Forks.
Non
potevo lasciar andare tutti loro.
E
fu proprio in quel momento che ebbi l'illuminazione che in quei mesi
non avevo neanche potuto immaginare.
Non
dovevo cercare di comunicare con quello che definivano “mondo
reale”.
Dovevo
comunicare con i miei sogni.
E
sapevo esattamente come fare.
-dottoressa
Hallen – sussurrai alla fine,stiracchiandomi –
potrei fare una
passeggiata? Ho bisogno di un po' d'aria. -.
-ma
certo,Bella. -.
Come
al solito salii sull'ormai nota sedia a rotelle,arrivando con la
dottoressa fino all'ingresso principale.
-bene,Bella.
Purtroppo devo occuparmi di un altro paziente,ma può
accompagnarti
Lorette a fare un giro nel parco,che ne dici? - mi disse
Lilian,sorridendo.
Annuii,con
un sorriso debole.
Aveva
uno sguardo particolarmente intenso,e gli occhi erano color oro
liquido.
Continua
a mentirmi,Rosalie...
Lorette
arrivò subito,dandole il cambio.
-oh,cavolo.
- esclamai alla fine,dandomi un colpetto sulla testa. Il piano era
iniziato.
-cosa
c'è,Bella? - mi chiese Lorette,piegandosi verso di me.
-ho
dimenticato il giubbotto di sopra. Dovremo risalire a
riprenderlo...-
-non
preoccuparti,ci penso io. Te la senti di aspettarmi qui? -
-ma
certo,non si preoccupi. -
-mm...va
bene,ci saranno le altre infermiere a tenerti d'occhio. -
-non
si fida di me? - chiesi,con gli occhi da cerbiatto.
-oh,ma
certo,Bella. -esitava,indecisa se andare o portarmi con se.
Incrociai
le dita,fissandola.
-ci
metto un secondo. - concluse poi,dirigendosi svelta verso
l'ascensore.
Mi
guardai più volte intorno,per poi alzarmi dalla carrozzina e
dirigermi verso la piccola saletta in fondo al corridoio.
Era
un piccolo ufficio che nessuno usava mai,ma a me non importava di
nulla se non del telefono.
Afferrai
la cornetta,inquieta: se mi avessero scoperto,che scusa avrei potuto
inventare?
Composi
il numero,sicura.
La
mia esperienza a Forks non era stata un sogno,e se dicevo il vero a
quel numero avrebbero risposto al primo squillo.
-pronto?
-
Sentii
le gambe cedere,improvvisamente leggere.
-pronto?-
ripeté la voce,confusa.
Cercai
da qualche parte la forza per rispondere,le parole per afferrare
quell'opportunità.
-Billy?
Sono Bella. -
xxx
Note:Ragazziiiii!!!Ehi,vi
piace questa storia? Vi piace il colpo di scena? Vi piace tutto? XD
Veramente,fatemi sapere,così almeno se ci sono dei punti
poco
chiari vedrò di spiegarli meglio,se ci sono delle cose che
non
vanno le risolverò! Eheh.
Bene,che ne pensate di questo capitolo? Direi che non ce lo
aspettavamo,e cresce l'idea che Bella sia pazza ( per chi continua a
chiedermi se è davvero pazza,leggete fra le righe: non ho
sempre
detto che adoro gli happy ending? ^^)...ma questa chiamata a Billy?
Secondo voi come si concluderà? non fate scendere le
recensioni,mi piace un sacco leggerle! (ehehehehXD).
Okay,vedrò di aggiornare il prima possibile,il prossimo
capitolo sarà...sconvolgente!^^
Ringrazio nel frattempo i/le fedeli/e commentatori/commentatrici,che mi
fanno sempre sorridere con le recensioni e produrre una storia sempre
migliore,Grazie davvero!!! E ovviamente chi legge la fic senza
lasciare...come dire?Traccia di sè? Non so se è
il termine giusto^^,e alla fine anche tutti coloro che hanno aggiunto
la storia ai preferiti! Ora scusatemi,ma sono di fretta( devo finire di
studiare =_=...ma la scuola è un fardello così
pesante anche per voi?).
Un bacione!
LMS*
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Capitolo 5 *** Blood. ***
Disturbia
†Blood†
†Disturbia†
Per
un attimo,dall'altra parte ci fu solo silenzio.
Contai
i secondi,pregando per una risposta,anche per un solo segno di vita.
-Bella?
Bella Swan? -
Un
gemito mi uscì dalle labbra: spalancai gli occhi,un misto di
sorpresa,terrore e speranza.
-s-si...sono
proprio io. -
Billy
rise a bassa voce,facendomi quasi credere che mi avesse riconosciuto.
Forse
potevo farcela.
-non
ci sentiamo da...da tanto di quel tempo. Mi ricordo di quando giocavi
nel mio giardino con Jake. Te lo ricordi,mio figlio Jacob? -
Oh,mio
dio.
-un
momento,ma da dove stai chiamando? Credevo che tu...si,Charlie mi
aveva detto che...-
-sul
serio non ti ricordi di me...- era una domanda,ma forse mi
uscì più
che altro un sussurro.
-ne
è...passato di tempo –
ripeté,guardingo. Cominciava a sospettare
qualcosa.
Riattaccai,sconfitta.
Il
mio unico appiglio,la mia unica speranza di ritornare nel mio
mondo
era svanita come neve al sole.
In
quel momento mi resi conto che non erano solo le mie speranze ad
essersi sciolte.
Io
ero la neve. E mi stavo,lentamente,sciogliendo.
-Isabella!
- la voce stridula di Lorette mi arrivò alle orecchie prima
che
potessi pensare ad altro.
Di
sicuro mi avrebbe fatto una bella ramanzina per questo.
Fantastico.
Ero
di nuovo in trappola.
E
nessuno,ora come ora,poteva salvarmi.
Ingoiai
un altro maccherone,guardando fuori dalla finestra in attesa della
dottoressa Hallen.
Inizialmente
mi era arrivato in camera un piatto di ravioli ai funghi,ma l'avevo
subito mandato via.
Neanche
a farlo apposta.
Sospirai,guardandomi
le mani che oramai avevano acquisito di nuovo la loro forma naturale.
La
mia vita non era più tale.
Era
apatia,passività.
Era
il nulla.
Dopo
la telefonata con Billy Black – e le dovute false spiegazioni
a
tutto il personale dell'ospedale – ero tornata nel mio
bozzolo.
Era
come se qualcuno tagliasse i fili delle mie speranze subito dopo
l'inizio della mia scalata per raggiungere la superficie.
E,inevitabilmente,ricadevo
ogni dannata volta nell'oblio.
La
dottoressa Hallen mi aveva spiegato che tutti i riferimenti in quelli
che lei chiamava sogni potevano essere facilmente spiegati: il mio
arrivo a Forks e i primi giorni in una nuova scuola,secondo
lei,coincidevano con l'inizio della mia patologia,e il successivo
incontro con Edward e i Cullen rispecchiava i mesi trascorsi nella
clinica.
-molti
dei nomi,delle persone e delle cose che vedi qui ti ricordano i tuoi
sogni perché le hai viste davvero,nei tuoi sprazzi di
lucidità.
Ecco perché le ricolleghi a Forks. -.
Quando
me l'avevano detto aveva fatto finta di capire,ma nella mia mente
pensavo “anche tu,Rose?”.
Ero
convinta della loro esistenza,ero certa di non essere pazza.
Eppure
tutte le prove sembravano essere contro di me.
Ed
io stavo cominciando a desistere.
In
quel momento una dolce melodia mi arrivò alle orecchie: la
dottoressa Hallen mi aveva portato una radio il giorno prima,e
l'unica stazione ricettiva in quel posto era quella della musica
classica.
Ma
quando partì Claire
de Lune,sentii
di nuovo il vuoto dentro di me.
Ogni
cosa,li dentro,mi ricordava Edward.
Nominarlo
era la cosa che faceva più male,e di certo sentire quelle
note lo
era ancora di più.
Spensi
la radio velocemente,spostando il vassoio mobile. Mi era passata la
fame.
Tentai
di appisolarmi – il che voleva dire sognare Edward
– ma era tutto
inutile: in quel momento mi ci sarebbe voluto Jasper con il suo
fantastico potere di rilassamento.
Continuavo
a rimanere in bilico,sospesa tra sogno e realtà.
Era
davvero frustrante.
C'era
un'unica,ultima cosa da fare,ma avrebbe richiesto tempo.
Era
un gesto estremo – lo avevo rinnegato dal primo momento in
cui lo
avevo pensato – ma era l'unica cosa da fare per dimostrare
che
avevo ragione.
Sentii
dei passi lungo il corridoio,e decisi di agire il prima possibile.
Dovevo
solo trovare i mezzi necessari.
Aprii
la mano sana,osservando il palmo liscio e le dita sottili. Mi guardai
intorno,cercando qualcosa che potesse aiutarmi.
Mi
alzai in piedi,respirando lentamente e tentando di controllarmi per
pensare a qualcosa di buono.
Alla
fine ebbi un'idea.
-Bella...-
la porta si aprì,mostrando la bellissima figura perfetta
della
dottoressa Hallen.
Non
appena si voltò verso di me chiudendo la porta,ebbe un
fremito,seguito da un gemito sommesso e impossibile da nascondere.
Era
di pietra,la sua espressione una maschera di terrore.
Perché
mi aveva visto,ed era proprio ciò che volevo.
La
guardai,inespressiva,lasciando cadere il pezzo di vetro che avevo
stretto nella mano con un colpetto leggero,tentando di non guardare
le gocce di sangue e svenire lì per terra.
Avevo
svitato la lampadina della piccola abat-jour sul comodino affianco al
letto.
Si
fidavano di me,ormai ero in via di guarigione.
Mai
avrebbero pensato che avessi potuto rompere la lampadina e stringerla
in mano tanto da farmi male.
Avevo
appena distrutto il ponte di fiducia che mi legava a lei,ma
sinceramente non me ne importava.
Portai
la mano tremante davanti a me,stendendo il braccio.
Lilian
scosse la testa,chiudendo gli occhi per mantenere la concentrazione.
Ma
quando li riaprì,portandosi una mano davanti alla bocca,vidi
con
orrore ciò che solo quel gesto estremo avrebbe potuto
mostrarmi.
Gli
occhi della dottoressa Hallen erano rossi come il sangue.
Solo
in quel momento mi resi conto che anche io non avevo considerato a
pieno il mio gesto,forse anche io pensavo a quello come un gesto
privo di senso.
Avevo
le prove.
E
un vampiro famelico puntava dritto verso di me.
-stupida ragazzina.
- sussurrò lei,sedendosi a terra.
Mi
guardai di nuovo le mani,sbuffando.
Ora
erano entrambe fasciate.
Perfetto,sembravo
una completa idiota.
Iniziai
a togliermi la fasciatura che copriva la cicatrice a mezzaluna: ormai
non mi faceva più effetto vederla.
Perché
ho ragione.
Rosalie
entrò nella stanza dopo un bel po',e mi accorsi che l'odore
di
sangue se n'era andato solo da poco.
Solo
in quel momento riuscii a collegare tutto quanto,maledicendomi per
non aver scovato le prove quando le avevo proprio davanti agli occhi.
Hallen.
Non
era un nome messo a caso,aveva un'origine precisa che solo la mia
continua distrazione non era riuscita ad afferrare.
Hale
e Cullen. Hallen. Bella trovata.
Solo
dopo aver capito quello ricordai che il secondo nome di Rosalie era
Lilian,e questo mi fece capire che avevano architettato tutto alla
perfezione,e anche se avessi fatto quel collegamento probabilmente
Rosalie avrebbe tirato fuori la storia della psicosi e dei nomi della
mia fantasia corrispondenti a quelli uditi durante la mia permanenza
nel manicomio.
Dannazione,erano
stati proprio bravi.
Già,ma
chi?
-Bella.
- disse lei,inespressiva.
-non
parlare con me. - risposi,stupita dalla mia sicurezza –
d'altra
parte,io sono pazza,giusto?-
-oh,Bella,non
fare la melod...-
-melodrammatica?
Certo. Sai che ti dico? A questo punto potremmo festeggiare,no? -.
Ero
fuori di me. E ne avevo tutti i motivi.
-calmati,Bella.
Posso spiegarti tutto. -
-spiegare
cosa? -
-di
come sei finita qui,e di come non avresti dovuto sapere nulla.-
Prestai
un po' più di attenzione,calmandomi: - non avrei dovuto
sapere...-.
In
quel momento mi sentii profondamente sola.
Ero
stata abbandonata da tutti in un istante,portata via dall'unico luogo
in cui mi sentivo davvero felice.
Qualcuno
– non sapevo chi,ne come – mi aveva portato via la
felicità,imprigionandomi nella mia solitudine.
Ero
una maschera di cera,non riuscivo a mostrare nessuna emozione,tante
erano quelle che si mescolavano sul mio volto nello stesso momento.
-perché
sei qui? Perché continuate a...a farmi uscire di testa?! -
gridai,affondando il viso nelle mani e sentendo le lacrime
inumidirle.
-qualcuno
doveva pur sorvegliarti,Bella. Se fossimo spariti probabilmente
nessuno ti avrebbe controllato,e chissà quale pazzia avresti
combinato. Con tutta probabilità ti saresti lanciata
dall'ultimo
piano o avresti tentato il suicidio. E' per questo che sono rimasta
qui,per controllarti e cercare di...guarirti,farti credere che tutto
ciò che vedevi era frutto della tua pazzia. -
-una
bella scocciatura per te,eh? - sussurrai,inespressiva: in fondo era
risaputo che Rosalie mi aveva sempre odiato per i suoi buoni motivi,e
non riuscivo proprio a capire come avesse potuto accettare
quel...quel cosa?
Ancora
non sapevo nulla di tutta quella storia,e di certo Rosalie ci avrebbe
messo un po' per spiegare.
-non
essere sciocca. E poi,ero l'unica in famiglia che avrebbe potuto
farlo,una mente fredda capace di controllarmi. -
-siete
vampiri – pronunciare quella parola mi fece rabbrividire
–
l'autocontrollo è la vostra dote speciale. -
-non
ne sarei così sicura. - aggiunse lei,guardando nel vuoto
– senza
di te l'intera famiglia ha subito un grave impatto emotivo. Ed
escludendo Carlisle,che di sicuro sarebbe stato troppo riconoscibile
nell'ambito medico,rimanevo io. -
-hai
studiato medicina? -
-ne
ho avuto di tempo – si aprì in un sorriso
debole,ma nelle sue
parole c'era una certa malinconia – tuttavia non potevo stare
a
diretto contatto con il sangue,per cui ho subito escluso reparti a
rischio come chirurgia. Mi chiedo come Carlisle riesca a resistere.
Bella...-mi guardò di nuovo,come se tutto quello di cui
stessimo
parlando fosse spuntato fuori dal mondo dei folli e tornato ad essere
un elemento reale.
Tuttavia,in
quel momento avevo solo un nome che mi girava vorticosamente in
testa.
Uno
ed uno solo.
Ma
non volli chiederlo,avevo troppa paura di pronunciarlo ancora.
-Rosalie,ti
prego...cosa sta succedendo? Perché...perché sono
qui,cosa...cosa
succede?-.
Rose
sembrava turbata,indecisa sulle parole da usare: non sapeva ancora se
rivelarmi tutto,questo era certo.
Ma
perché la situazione si stava facendo così
pericolosa?
-dimmelo,Rosalie.
Dimmi che non sono una squilibrata,ti prego. Ho bisogno di sentirlo.
- dissi alla fine con un lungo sospiro stanco,attendendo la risposta
ad occhi chiusi.
Un
attimo di pausa.
-non
sei pazza,Bella. - rispose Rosalie,scuotendo leggermente la testa
–
ma sei in pericolo. -
-e
dov'è...- avevo troppa,troppa paura di chiederlo,ma con un
enorme
sforzo riuscii a tirar fuori quel dolorosissimo nome –
dov'è
Edward...-
Rosalie
era sempre stata una persona diretta,e di certo la risposta non fu da
meno: l'aspetto positivo del suo carattere era che in certe
situazioni non si dilungava molto a parlare.
E
la risposta arrivò diretta,come una spada nel petto.
-dai
Volturi. -
xxx
Note:Taratataaaaaa!
Oddio,oggi sclero alla grande XD Scusate,il troppo studio a volte -
diciamo molto spesso - fa male^^
Allora,bella gente...mamma mia quanti bei commenti! Grazie
mille,ragazze! (ragazzi? Ci siete anche voi? Ditemelo,sennò
sai
che figuraccia! ^///^) Che ne pensate di questo capitolo?
Alla fine qualcosa è stato chiarito,no? Devo farvi davvero i
complimenti,siete stati davvero bravi con tutte le ipotesi su
Rosalie,soprattutto chi si è ricordato del suo secondo nome
e
della somiglianza di Hallen con Hale (braviiii!^^),ma soprattutto anche
chi ha sospettato del fatto che la cara Rose non ha accompagnato nel
capitolo precedente Bella fuori a fare una passeggiata a causa del
sole...davvero,sono sconvolta dal vostro occhio *_*
Comunque ci tengo a ringraziarvi ancora,e a spiegare un paio di cosette
per chi non avesse letto il libro o magari visto solo il film:
-i ravioli ai
funghi sono
il piatto preso da Bella durante la prima uscita con Edward,in Twilight:
ecco perché li manda via appena glieli portano (ma credo che
comunque anche nel film viene detto,vero? Mi pare di si...)
-Claire de Lune,come
tutti sapete,è la canzone ascoltata da Bella ed Edward nella
camera del vampiro: insomma,tutti questi riferimenti la faranno
impazzire! XD
Per chi mi ha chiesto di Billy:
in effetti l'intenzione di Bella era quella di parlare con Jake,ma
comunque con chiunque fosse legato al mondo di vampiri,licantropi e
compagnia bella...quindi per lei era tutto buono,in quel momento! XD
Ah,un'ultima cosa: che c'entrato i Volturi ora? E perché
Edward
è da loro? Se non lo sai tu,mi direte voi...ehehe,questo lo
scoprirete solo al prossimo capitolo!!^^
Un bacione!
LMS*
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Capitolo 6 *** Secret. ***
Disturbia
†Secret†
†Disturbia†
Mi
mancò il respiro,e in pochi secondi persi gran parte della
lucidità
che mi era rimasta,iniziando a tremare al solo pronunciare di quel
nome.
I
Volturi. Cosa ci faceva li?
-Dai...dai
Volturi...- ripetei,più a me stessa che a lei –
perché...perché?!
Cosa gli è successo?! -.
Iniziai
automaticamente a piangere e a sussurrare il suo nome,il panico si
era ormai impossessato del mio corpo e della mia mente.
Era
anche peggio che non averlo accanto,sapere che in quel momento si
trovava a Volterra sottoposto a chissà quale tortura.
In
quel momento ebbi l'orribile visione degli occhi spietati e accesi
dalla sete della piccola Jane,quel candido angelo italiano dal cuore
nero.
Non
avevo vinto,l'incubo era appena iniziato.
-e
ora che facciamo!? Rose,dobbiamo salvarlo,dobbiamo raggiungere
l'Italia e...-
-Bella!
Bella,calmati! Non è così semplice. Non l'hanno
catturato. -
-c-come?
E allora che cosa è successo? -
Rosalie,per
la prima volta,apparve affranta,il suo volto era marchiato da un
debole segno di tristezza.
-è
andato in Italia di sua volontà. -
In
quel momento tutto il peso,tutta l'angoscia provata negli ultimi mesi
si lanciarono su di me,scagliandosi con tutta la forza che avevano e
lasciandomi nella desolazione più completa.
Di
sua volontà?
Spalancai
gli occhi al suono di quelle parole orribili,ma mai quanto
ciò che
venne dopo.
-cosa...-
-è
a Volterra,Bella. - proseguì lei,abbassando il capo
– è entrato
nel corpo dei Volturi. -.
Quando
mi svegliai ero ancora in camera mia: quando mi ero addormentata?
Rosalie
era ancora vicino a me,e mi osservava.
Oh,adesso
si spiegava tutto. Ero svenuta dopo ciò che Rosalie mi aveva
detto.
Le
immagini della nostra conversazione si ripresentarono nella mia mente
in modo decisamente più confuso e spaventoso,come un brutto
incubo
ricompare nella mente la mattina appena svegli.
Edward.
Lui,il mio unico grande amore,quello di cui non avevo mai dubitato
malgrado tutti mi considerassero pazza.
-Rose...ti
prego,devo andare da lui. -
-e
come,Bella? - sbottò lei,dopo aver atteso in silenzio il mio
risveglio: intravidi nei suoi occhi un certo stupore nel vedere che
le prime parole dopo il mio risveglio erano state per lui.
-io
non...non lo so,non so neanche cosa sta succedendo! -
-sei
veramente testarda,Bella. Tu non...-attese,cercando di riprendere il
controllo – ti rendi conto che avrei potuto perdere il
controllo se
avessi inspirato più a fondo l'odore del tuo sangue? -.
Mi
misi seduta,incurante di ciò che mi stava dicendo in quel
momento:
-non
mi interessa. Devi spiegarmi,devo capire come ho fatto a finire qui.
-
Rosalie
sbuffò,ormai si sarebbe dovuta abituare alla mia costante
cocciutaggine.
-e
va bene. Ma devi essere pronta. -
Annuii,convinta,tentando
di ignorare le mani sudate e scosse da tremiti irregolari che cercai
in tutti i modi di reprimere.
-ricordi
qual'è stata l'ultima cosa che hai fatto a Forks? Almeno
un'immagine,un'idea sfocata? - mi chiese,fissandomi.
-l'ultima
immagine...- tentai di sforzarmi,ma i ricordi che avevo non
comprendevano la notte prima del risveglio nel manicomio. Strano,in
effetti non ci avevo mai pensato.
-Rosalie,non
ricordo...non ricordo nulla. Solo...- in quel preciso istante il
sorriso di Edward graffiò la mia memoria
sfocata,danneggiandola
irrimediabilmente. - Edward. Si,mi ha dato la buonanotte in camera e
poi si è addormentato con me sul letto. -
-quante
cose possono accadere in una notte...- sussurrò lei
sorridendo ad
occhi chiusi.
-che
vuoi dire? -
-il
tempo è cambiato,Bella. Lo spazio intero non è
più quello di
prima...e tutto per opera dei Volturi. -
-vuoi
dire che è colpa dei Volturi se mi ritrovo in questo stato? -
-si,e
in particolar modo di Aro. -.
Fui
scossa da un fremito nel sentir pronunciare quel nome spigoloso e
antico,nascosto nei meandri più bui di Volterra,coperto da
centinaia
di vittime e da un passato oscuro e crudele.
Aro
continuava a incutere terrore nonostante fosse lontano.
-quella
notte,quando ti sei addormentata,Aro è arrivato a Forks. -
-a
Forks?! Ma come...-
-Alice
non è riuscita a vederlo,Aro ha fatto in modo di modificare
i suoi
pensieri e le sue scelte per non farci allarmare,ed è
arrivato qui
all'improvviso insieme a Caius,Marcus e i gemelli. -.
Iniziai
a respirare a fatica: possibile che quello che Rosalie stava dicendo
fosse tutto reale?
-eri
in pericolo. Tutti noi lo eravamo. Aro voleva
ucciderti,perché eri
ancora umana. Ed è per questo che Edward ha deciso di
scambiare la
tua vita...con la sua. -.
Abbassai
il capo: non ero sconvolta.
Semplicemente
sconfitta.
Aro
aveva sempre desiderato avere Edward ed Alice nella sua scorta,e di
certo il ricatto sembrava l'unica cosa che in quel momento avrebbe
potuto salvarmi.
-come
al solito Emmett voleva combattere contro di loro,ma non sapeva che
nello stesso momento nella tua stanza Jane stava aspettando un
segnale per ucciderti. Era l'unico modo per salvarti la vita. -
-ma
come...e Alice? Alice dov'è? - chiesi,in preda all'ansia.
-non
preoccuparti,non è caduta nella trappola.
Tuttavia,Bella,c'è molto
di più di quanto tu possa immaginare dietro questa storia.-.
Lo
squillo del telefono di Rosalie mi fece trasalire,risvegliandomi dal
flusso di pensieri che circolava incontrastato nella mia
mente,padrone di se stesso.
-pronto?
-
La
voce al telefono era troppo alta e arrabbiata per essere normale,e di
certo non ci misi molto a riconoscerla.
-Jacob?
- sussurrai,abbastanza stupita da non riuscire neanche a muovere i
muscoli.
Rosalie
annuì appena,disgustata.
-che
vuoi,cane? -rispose,con disprezzo. -si. Si,lo sa. Finiscila,lo sai
che glielo avresti detto tu comunque...Bella,il cane vuole parlare
con te. -.
Ci
pensai un attimo.
Jake
era il mio miglior amico,e di certo avrebbe potuto aiutarmi.
Afferrai
il cellulare,tentando di reprimere le lacrime.
-Jake?
-
-Bella!
Oh...Cristo,Bella,stai bene! Perdonami,ho provato a chiamarti,ma la
bionda non voleva farmi parlare con te e...ho sentito che hai
chiamato mio padre,io...Bella,sei in pericolo e...-
-calmati,Jake.
-lo interruppi io,con voce stranamente controllata – Rosalie
mi sta
spiegando tutto. Sto cercando di...capire. Come fai a sapere tutto? -
-il
vampiro italiano ha visitato Forks,prima del...di quello che
è
successo. -
-e
cosa è successo? -
Jacob
inspirò,lo sentivo teso e preoccupato dall'altro lato della
cornetta.
-nel
momento in cui Edward ha accettato di scambiare le vite,per
consolidare il patto Aro gli ha stretto la mano e...in un momento
è
cambiato tutto. Come se la scelta di Edward avesse condizionato il
tempo e lo spazio,come se ci trovassimo in una dimensione parallela.
Il
succhiasangue è con i vampiri italiani,tu sei in quella
specie di
manicomio e nessuno a Forks ti conosce e Charlie...-
Charlie?
Oh,no.
-Charlie?
Cosa...Jake,cosa?! Che gli è successo?! - gridai,fuori di me.
-è
distrutto dal fatto che tu sia impazzita...beh,lui crede che tu sia
pazza,però...-
-però
non lo sono. Questo lo so,Jake. Oh,Charlie...-
In
effetti doveva essere un brutto colpo per lui non aver mai condiviso
i bei momenti a Forks,e ancora di più sapere che ero uscita
di
testa.
Solo
una cosa non riuscivo a spiegarmi: come facevano loro a sapere tutte
quelle cose?
-Jake...tu
come fai a...a ricordarti di me? -
-anche
se i fatti sono cambiati,i tuoi succhiasangue...-
-vampiri
– puntualizzai,seccata.
-i
tuoi
vampiri ricordano
tutto. E anche Billy ed io. Non so se è per il fatto che
apparteniamo anche noi al mondo sovrannaturale o no,ma siamo gli
unici del clan che si ricordano di te.
Forse
è una questione di legame...-
Annuii,forse
per dargli ragione: in effetti Jake e suo padre erano quelli che
avevano rappresentato un punto di forza,una tappa importante durante
la mia permanenza a Forks.
Il
loro legame,dopotutto,poteva resistere anche a casi come quelli.
In
fondo,Billy mi aveva mentito al telefono solo sotto richiesta dei
miei vampiri.
L'aveva fatto per proteggermi.
La
mia testa girava vorticosamente,e iniziavo a non capirci più
nulla.
-Bella,loro
ricordano tutto per fare in modo di non avvicinarsi a te. Sei in
pericolo,lo capisci questo? I Volturi se ne accorgeranno,e verranno a
controllare...-
Rabbrividii,ripensando
all'orribile volto di Aro: - Jake,devo uscire da qui. -
Guardai
Rosalie,speranzosa. Non
dimenticare,non dimenticare.
Il
mio sogno mi tartassava,dovevo uscire da quel posto e tornare dalla
mia
famiglia.
Rosalie
afferrò il telefono,schiarendosi la voce – anche
se non ne aveva
affatto bisogno.
-stammi
a sentire,cane. Se provi a parlare sarai la mia cena,per cui non ti
azzardare a fare proposte che non puoi mantenere. -
-ehi,bionda,non
ti agitare. Lo so che piani come questi sono troppo complessi per i
tuoi neuroni stanchi,ma se i Volturi se ne accorgono la verranno a
prendere li. -
-non
accadrà. Questa conversazione non è mai avvenuta.
-
-come?-
-il
tuo odore si sente fino a qui. Riattacco,specie di cucciolo peloso. E
fatti una doccia,l'odore di cane è insopportabile. -
Sentii
qualche verso di Jake – un ringhio,o forse tentava di farsi
sentire
da me? - e Rosalie riagganciò.
-se
facciamo finta di niente probabilmente non ci scopriranno. Edward non
può percepire i pensieri in lontananza,e Aro ha bisogno del
contatto. Se facciamo sparire questo ricordo tu...-
-s-sparire?
Rose,ma come...NO! -
Avevo
capito anche io.
Voleva
insabbiare tutto,rimandarmi nell'oblio da cui ero appena risorta.
-preparati,fra
poco devi scendere per le analisi. - disse lei,come se quella
conversazione non fosse mai avvenuta.
-NO!-
La
porta si richiuse prima che potessi dire altro.
E
in un attimo mi ritrovai sola.
Di
nuovo.
Avevo
la strana sensazione di essere di troppo.
Edward
era in Italia,ed io sarei morta se fossi rimasta ancora più
a lungo
senza di lui.
A
pensarci bene se lo avessi raggiunto sarei morta comunque.
Erano
passate esattamente tre ore e diciotto minuti da quando Rosalie mi
aveva lasciata di nuovo sola.
Ed
io non mi ero mossa dal punto in cui mi ero fermata.
Ero
rimasta li,sul letto, senza battere ciglio.
Inerme,come
un sacco buttato li per sbaglio.
Improvvisamente,la
porta si aprì. Ed io non potei fare a meno di sussultare.
-R...Rose?
-
-prepara
le valigie. Evadiamo. -
xxx
Note:buonasera
genteee!^^ Come va la vita? Io sono un pò incasinata con la
scuola,ma come vedere ho sempre tempo per pubblicare la mia ficcy,con
tutti questi commenti poi! E' un piacere sapere che vi piace! Lo sapete
che sto scrivendo un'altra storia? (eheh,non mi fermo mai!)In
realtà è solo un'idea,vedrò di buttare
giù
qualcosa non appena avrò una seconda ispirazione...comunque
intanto mi occuperò di finire questa,perciò
continuate a
seguirla e a dirmi cosa ne pensate!
Allooora,in questo capitolo viene svelato il misterioso segreto,spero
si sia capito in generale cosa è successo: Aro è
arrivato
a Forks per uccidere Bella,così Edward per salvarla si
è
offerto come povera piccola merce di scambio in cambio della vita di
Bella,entrando nel Corpo dei Volturi...per il resto dovrete aspettare^^
Seconda cosa: ho sempre amato il personaggio di Rosalie,e soprattutto i
battibecchi che ha con Jake in Breaking Dawn XD Mi facevano morire!
Come ho detto,Rose è un personaggio che mi è
sempre
piaciuto,e non volevo farle continuare ad essere la fredda vampira che
odiano tutti,per cui ho lasciato a lei il ruolo di far evadere Bella.
Non solo perché Jake aveva ragione ( in effetti i Volturi ci
avrebbero messo poco a scoprirla nel manicomio),ma anche
perché
una buona azione gliela volevo far fare...XD
Si,però...come andrà a finire? Riusciranno le due
a scappare? Oppure saranno internate insieme?XD
Lo scoprirete presto,lo giuro!^^
Terza cosa: molti di voi mi hanno chiesto in che "periodo della saga"
ci troviamo: in effetti non ci ho pensato bene,diciamo che è
sicuramente dopo New Moon e Bella sa già della natura di
Jake(licantropi e cose varie),però non ho proprio
considerato la
relazione Jake/Bella (forse perché non mi va molto a genio?
XD)
Per tutte le altre domande sono sempre qui!^^
Un bacione!
LMS*
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Capitolo 7 *** Escape. ***
Disturbia
†Escape†
†Disturbia†
Evadiamo.
Si.
Si,si,si!
-Rose,ma
come...-
Era
strano vederla prendere una decisione del genere –
specialmente se
stava decidendo per me – e di certo non me lo feci ripetere
due
volte.
Provai
a cercare qualcosa di me che fosse rimasto in quella stanza,ma per la
prima volta mi accorsi che non avevo praticamente nulla.
Rosalie
mi lanciò sul letto una camicetta bianca e un paio di
pantaloni
neri,allungando verso di me anche un paio di scarpe da ginnastica e
una specie di camice molto simile a quello che continuava a indossare
lei nelle vesti di Lilian Hallen.
-nascondi
il camice,ci servirà dopo. - disse lei,parlando velocemente.
Notai
che aveva portato la sedia a rotelle,probabilmente voleva camuffare
la nostra fuga in una semplice passeggiata nel parco,così mi
sedetti
e nascosi il camice appallottolato sotto le braccia,fingendo che
fosse una coperta di cui al momento non avevo bisogno.
Rosalie
si avvicinò,iniziando a spingere la sedia e continuando a
parlare di
analisi e di quanto stessi migliorando,guardando sempre avanti e
degnando di un cenno gli altri dottori,che la osservavano con
riverenza.
Dovevo
ammettere che era davvero un'ottima attrice.
Per
rendere più credibile la scena iniziai ad annuire
sporadicamente.
Uscite
fuori ci inoltrammo nel parco,nascondendoci in un punto lontano alla
vista.
-indossa
il camice,proviamo ad uscire. Mettiti anche questi. - mi
passò un
elastico per capelli e un paio di occhiali da sole scuri,insieme a
una specie di cappellino da infermiera.
Avevo
capito,dovevo fingere di essere una collega.
Mi
infilai velocemente camice e cappellino,legandomi i capelli in una
coda il più possibile ordinata,e poco dopo seguii Rosalie
nel
parcheggio,notando che adesso guidava una bellissima auto sportiva
nera,simile alla “magnifica rossa” che ormai
collegavo solo a
lei.
Quel
cambiamento mi mise un po' di tristezza,e inevitabilmente pensai ad
Edward.
-tieni.
-mi disse,consegnandomi il suo cartellino – alla sbarra non
controllano mai,specialmente a me. Mi conoscono,ma con te potrebbero
fare delle storie.-.
Avrei
voluto chiederle cosa avrei dovuto fare se mi avessero chiesto di
scendere dalla macchina e farlo controllare,ma rimasi zitta,il panico
si stava già lentamente e sufficientemente impossessando di
me.
Mi
infilai in macchina,indossando gli occhiali.
Rosalie
mise in moto e in pochi secondi ci ritrovammo alla sbarra: il tizio
nel cubicolo di controllo diede un occhiata alla vettura,accennando
un saluto.
-buongiorno,Earl.
- salutò la magnifica vampira,facendolo quasi imbarazzare
per tutta
quella bellezza.
-salve,Lilian...-sussurrò
lui,con un sorriso debole.
-andiamo
a mangiare qualcosa. -disse lei,e inevitabilmente Earl
guardò verso
di me.
Cercando
di dare sfogo alle mie scarse abilità da attrice sfoderai
uno dei
miei migliori sorrisi,gonfiando il petto e mettendo in bella mostra
il cartellino che avevo attaccato alla parte superiore del camice.
Earl
sorrise,spingendo un pulsante e attendendo che la sbarra si alzasse.
-bé,allora
buon appetito. - disse alla fine,schiarendosi la voce.
Salutammo
entrambe con la mano,dirigendoci a tutta velocità verso la
strada.
Non
appena svoltammo l'angolo Rosalie accelerò ancora di
più,ed io
trassi un sospiro di sollievo,togliendomi quel costume ridicolo.
-siamo
fuori...- non sapevo se era una domanda.
-siamo
fuori.-confermò lei,una punta di soddisfazione nella sua
voce.
-Rosalie...come
hai fatto a nascondere la tua identità nell'ospedale? -
chiesi,osservando che alla debole luce del sole la splendida vampira
iniziava a brillare.
Per
tutta risposta lei si sfilò il camice,indossando una giacca
che le
copriva praticamente tutto il corpo e abbassando lo sportellino sopra
la sua testa,in modo da non far vedere il volto.
-facevo
i turni di notte. Ho ottenuto facilmente il permesso poiché
c'era
poca richiesta. E poi le solite cose...- continuò
lei,guardando la
strada – vestiti coprenti,camici a maniche lunghe,vetri
oscurati.
Il reparto di patologie gravi,come hai visto tu stessa,non ha
finestre,e se avessi osservato con più accuratezza tutte le
volte
che la tua finestra era aperta io non c'ero. -
Ci
ripensai,dandole ragione. Rosalie arrivava sempre di sera o quando la
finestra era chiusa e c'era solo la luce della lampadina ad
illuminarla,non mi aveva mai portato fuori a fare una passeggiata
–
ci pensava sempre Lorette, e ora avevo capito perché
– e la vedevo
più spesso nei rari giorni in cui il cielo era nuvoloso.
-cavolo,hai
pensato a tutto – sussurrai,sconvolta.
-diciamo
che mi ci sono impegnata. - rispose lei,uscendo da Phoenix e
svoltando in direzione dell'aeroporto.
Rosalie
parcheggiò all'interno,sfruttando quel pomeriggio
leggermente
offuscato e nuvoloso che giocava di sicuro a nostro favore.
Entrammo
nel grande aeroporto – mi ricordò terribilmente la
fuga da James,e
rabbrividii – ed io ancora non avevo capito cosa diavolo
stavamo
facendo li.
-Rose,ma
che diavolo...-
Mi
bloccai,iniziando inevitabilmente a credere che non fossi del tutto
sana di mente.
La
mia testa iniziò a girare vorticosamente,presa dal panico.
Forse
era felicità,forse terrore. Non lo sapevo neanche io.
-Bella...-
Quanto
mi era mancata la sua voce.
Sorrisi,senza
controllare le mie emozioni.
-Alice!
-
Mi
corse incontro,ed io feci lo stesso,abbracciandola e tentando di
reprimere le lacrime che malgrado i miei sforzi scesero ugualmente.
-oh,Alice!
Alice,mi sei mancata così tanto,pensavo di non rivederti
più,pensavo
che...-
-Mi
sei mancata anche tu,Bella. - sussurrò lei,stringendomi. Se
avesse
potuto piangere,probabilmente lo avrebbe fatto – mi dispiace
per
quello che ti abbiamo fatto,ma dovevamo proteggerti. -
-certo,peccato
solo che io non possa più stare senza di voi.- risposi
io,come se la
risposta fosse ovvia – ora ditemi che ci facciamo qui,questa
situazione mi sta mandando al manicomio. -.
Rose
e Alice aggrottarono la fronte: in effetti non era un'espressione
piacevole da usare,nella mia situazione.
-prima
c'è un'altra sorpresa per te,Bella. -disse Alice,prendendomi
per
mano come una bambina in cerca di caramelle. Era elettrizzata.
Ci
dirigemmo verso l'interno dell'aeroporto,arrivando ad un gate
vuoto,riempito solo da quattro persone che,immobili,stavano
aspettando.
E
quando le riconobbi scoppiai davvero a piangere,ormai mi era
impossibile trattenere l'emozione.
-sono
qui per te,Bella. Tutti siamo qui per te. - sussurrò
Alice,spingendomi verso di loro.
-bentornata,Bella.
-
-Esme...-
Mi
avvicinai cauta,come se la troppa vicinanza fosse fatale,come per
paura di svegliarmi all'improvviso.
E
dopo aver appurato che era tutto vero,la abbracciai.
-siamo
contenti che tu sia qui,Bella! - ridacchiò Emmett,con la sua
solita
espressione allegra.
-io
non...non ci posso credere...-
-scusa
se abbiamo abusato della tua sanità mentale,ma era
necessario. -
Carlisle mi sorrise,abbracciandomi.
-bentornata.
- mi disse Jasper,facendomi l'occhiolino per poi sfiorarmi una
spalla.
Sorrisi,finalmente
di nuovo a casa.
-grazie.-
dissi,e non solo a Jasper. A tutti loro.
Perché
erano li,perché malgrado volessero proteggermi non avevano
esitato a
volermi bene,perché mi avrebbero protetto anche ora che ero
in un
pericolo maggiore.
Grazie.
-ho
una domanda. - chiesi all'improvviso,ancora abbracciata ad Alice
–
perché sta succedendo tutto questo? Come ha fatto Aro a
modificare
il tempo? -
-nessuno
lo sa,per ora. -mi rispose Carlisle,scuotendo la testa –
è
probabile che abbia ampliato i suoi poteri,ma non è mai
successo
nella storia dei vampiri. L'unica ipotesi è che abbiano
trovato un
modo,abbiano scoperto qualcosa per farlo. -
-e
ora...cosa facciamo? -
Ci
guardammo tutti,senza sapere cosa dire.
-la
situazione è molto pericolosa – disse Rosalie,ma
la interruppi
subito.
-io
andrò in Italia. Devo andare da Edward. Subito. -
Esme
annuì,forse capendo il mio stato.
-sentite
– continuai,decisa: perché erano loro la mia forza
– so che è
pericoloso,e non mi aspetto che voi veniate con me. Vi ho
già perso
e non voglio perdervi di nuovo. Per cui...-
-non
se ne parla. - rispose Alice,stringendomi la mano – io vengo
con
te.-
Jasper
la guardò,allarmato.
-è
una buona idea. D'accordo. -confermò Carlisle,sotto gli
occhi
stupiti di tutti – sappiamo tutti che Aro desidera il potere
di
Alice,perciò se Bella andrà li insieme a lei non
potranno
ucciderle. Aro ha troppo bisogno del potere di Alice per ucciderla. -
-ma
da sole è ancora più rischioso! - proruppe
Jasper,preoccupato.
-calma,Jasper.
Non faranno loro del male. Alice e Bella andranno in Italia,mentre
Jasper,Emmett ed io rimarremo nelle vicinanze,diciamo in modo tale da
non essere percepiti. -
-si,Amsterdam!
- esultò Emmett,ricevendo una sonora gomitata da Rosalie.
-non
stiamo andando a divertirci,Emmett. -puntualizzò
Esme,divertita da
quel piccolo battibecco.
Io
annuii,convinta.
Ero
pronta. E avrei trovato Edward, in un modo o nell'altro.
Fortunatamente
da Phoenix partiva un
last second
per l'Italia,e quello era davvero un periodo piatto per i voli
transcontinentali.
Aggiungendo
le mazzette sparpagliate in giro da Carlisle e i sorrisi luminosi e
ammaliatrici di Alice e il gioco era fatto,in meno di un paio d'ore
eravamo già sul volo diretto verso l'Italia.
Dormii
per quasi tutto il tempo,ma i miei sonni furono scandagliati e
sconvolti da milioni di immagini lugubri e inquietanti: vedevo Edward
tra le mura sotterranee di Volterra,il suo sorriso mutato in un
ghigno spaventoso e sinistro,gli occhi cremisi accesi verso di
me,desiderosi di nuovo del mio sangue.
Mi
svegliai di soprassalto,con il fiato corto e il cuore che scandiva i
battiti in modo irregolare: Alice capì tutto non appena
aprii gli
occhi,così mi tranquillizzò carezzandomi i
capelli e facendosi
portare un tè caldo dalla hostess.
Quando
ripresi il controllo mi accorsi che stavamo preparando
l'atterraggio,e strinsi la cintura di sicurezza.
Arrivammo
all'aeroporto che pioveva: il tempo era malinconico,uggioso,ma
perfetto per permettere ad Alice di viaggiare a piede libero.
E
quando uscimmo verso il parcheggio non riuscii a credere ai miei
occhi nel vedere una splendida Porsche giallo canarino parcheggiata e
pronta per essere guidata.
Alice
notò il mio stupore,e mi si avvicinò entusiasta
indossando un paio
di occhiali da sole scuri:
-non
sai quanto possa essere stato traumatico capire che tu non eri mai
arrivata a Forks. Sai questo cosa significa? -
Lo
capivo benissimo.
Niente
arrivo a Forks,niente incontro con i Cullen. Niente abbandono di
Edward,niente viaggio contro il tempo verso Volterra. E per questo
niente Porsche.
-mi
dispiace,Alice. - risposi io,anche se in realtà non era
colpa mia.
-non
preoccuparti. E' un altro dei motivi per cui Aro non mi
andrà a
genio,d'ora in poi. -
Salimmo
in macchina,diretti verso la piccola Volterra.
Dove,finalmente,avrei
rivisto Edward.
E
lo avrei riportato a casa,a qualunque costo.
xxx
Note:E
potete tutti quanti trarre un lunghissimo respiro,ce l'hanno fatta!!^^
Allora,che ne dite di questo capitolo? A scriverlo mi veniva la
lacrimuccia,lo ammetto...volevo che l'incontro fosse reso alla
perfezione,spero di esserci riuscita.
Insomma,fatemi sapere voi!
Emmett e la sua battutina di turno ci stava alla grande,ce la dovevo
mettere per forza! XD
E poi Alice...bé,io la adoro (come tutti,del resto XD), ed
era
l'unica che in effetti poteva accompagnare Bella in Italia...ma ci
riusciranno,le nostre eroine?
Lo scopirete solo nel prossimo capitolo!
Grazie mille per il sostegno che continuate a darmi,spero vi sia
piaciuto anche questo capitolo^^
Un bacio
LMS*
|
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Capitolo 8 *** Love. ***
Disturbia
†Love†
†Disturbia†
Con
la guida veloce di Alice fummo a Volterra in pochissimo tempo,quasi
non me ne accorsi.
Il
tempo era ancora nuvoloso,e fortunatamente aveva smesso di piovere.
Parcheggiamo
fuori le mura,dirigendoci a piedi verso l'interno e arrivando in
Piazza dei Priori.
Quel
luogo mi riportò alla mente dei ricordi impossibili,e troppo
dolorosi.
Ricordi
che,in quella dimensione,non erano mai esistiti.
Mi
vidi riflessa in quella prigione di pietra,in quella piazza prima
affollata e ora deserta nella mia folle corsa per salvare Edward
dalla luce del sole.
Mi
vidi in un mondo in cui tentavo di recuperare l'amore.
Cosa
che,adesso,cercavo di raggiungere con tutte le mie forze.
Ovviamente
anche Aro e la sua schiera ricordavano tutto come me,come noi.
Ma
di certo non avrebbero esitato a raggiungerci nella
piazza,specialmente adesso che non c'era il sole a limitare i loro
movimenti.
In
quel momento mi resi conto che non avevamo un piano: dovevo andare da
sola? Alice mi avrebbe accompagnato? Sarebbero venuti loro?
-E
adesso? - chiesi,posando lo sguardo sul campanile e sulle lancette
che scandivano rumorosamente – o forse le sentivo solo
io,come se
quei rintocchi segnassero il tempo che ci rimaneva prima
dell'incontro.
-adesso
dobbiamo trovarli. -mi rispose lei,gli occhi scuri che vagavano nei
meandri delle vicende future.
Chiuse
gli occhi: stava pensando.
O
forse solo aspettando.
Con
un movimento impercettibile Alice guardò a sinistra muovendo
solo
gli occhi,e quando anche io mi voltai vidi due figure incappucciate
all'ombra dei portici che sembravano aspettarci.
Alice
mi prese per mano,ed io sentii la paura crescere in me.
Rabbrividii,ma
cercai in tutti i modi di sembrare naturale davanti a quei due
individui bellissimi che non avevo mai visto prima –
benché già
sapessi perché fossero li.
-non
puoi stare qui,fra poco uscirà il sole. - il tipo
più alto si
rivolse ad Alice con fare minaccioso.
-sono
venuta qui per parlare con mio fratello. Sono Alice Cullen,sorella di
Edward Cullen. -
-Alice
Cullen. - ripeté il tipo più basso con un
sorrisetto – Aro sarà
contento di vederti:purtroppo ora è impegnato con...alcuni
turisti.-
Un
fremito mi attraversò la schiena:ricordavo quel gruppo di
turisti
intravisti nel mio primo viaggio a Volterra,condotti li da Heidi per
diventare il pasto principale di Aro.
-è
ora di pranzo. - sentii sussurrare Alice,con un sorrisetto
ammaliante.
Quello
che non riuscivo a capire era come quei due non mi avessero
riconosciuto: non erano vampiri anche loro? Non avrebbero dovuto
ricordarsi tutto?
-e
lei? - disse il tipo nerboruto,indicandomi con un cenno della testa
–
è umana,che ci fa qui? -
-diciamo
che ho voluto portare un regalino al mio adorato fratello. Non potevo
venire qui a chiedere di entrare nel corpo di guardia e presentarmi
senza neanche un pensierino per lui. Sarebbe stato molto sgradevole.
-
Capii
che recitava solo perché la conoscevo bene,ma dovevo
ammettere che
vista così la situazione poteva essere interpretata in un
unico
modo,ovvero con me come portata principale.
-sentite
anche voi il suo profumo meraviglioso...-Alice chiuse gli
occhi,sicura che i due approvassero – sarà una
vera prelibatezza
per Edward. -
I
due sorrisero,guardandosi e scambiandosi occhiate compiaciute.
-rimani
qui un secondo. -disse il tipo magrolino,allontanandosi insieme al
compagno – torniamo subito. E allora vi condurremo da Edward.
-
Appena
si allontanarono Alice si voltò,facendomi avvicinare al suo
volto:
-scusa
se ti ho spaventato e se non ti ho detto nulla prima – mi
sussurrò
lei,mantenendo lo sguardo fermo – fingere di aver accettato
la
proposta di Aro di entrare nel corpo dei Volturi era l'unico modo per
farci entrare. E poi ieri,all'aeroporto,ho visto noi due qui a
Volterra che parlavamo con questi due tizi,e loro non ci
riconoscevano. Ecco perché siamo partite subito,dovevamo
trovare la
coincidenza con i...”turni di guardia”. -
Parlò
velocemente,ed io non la interruppi fino a che non completò
la
spiegazione: era davvero un genio.
-come
mai non mi hanno riconosciuto? -
-credo
per il fatto che siano entrati nel corpo dei Volturi dopo il salto
spazio-temporale. Ecco perché non ti conoscono. Li hanno
arruolati
in questi mesi. Questo indica che nessuno si aspetta del nostro
arrivo. -
-e
se incontriamo Aro? -
-non
preoccuparti,prima di tutto vedremo Edward. Aro è impegnato,
e
Edward ricorda ancora chi sei,perciò appena ti
vedrà non esiterà a
proteggerti. In questo momento sto cercando di non pensare ne a te ne
a tutta la vicenda,in modo che lui non ci veda prima del previsto
nella sua mente e non faccia gesti inconsulti -
In
quel momento mi resi conto che in tutti quei mesi Edward aveva
sofferto forse anche più di me: lui sapeva che ero
lontana,che mi
trovavo a Phoenix,e doveva lasciar passare i ricordi dolorosi dopo
aver accettato il patto.
Per
salvarmi doveva dimenticarsi di me.
Era
terribile,una vera tortura per entrambi.
I
due tizi tornarono immediatamente,più vicini di prima:
-come
vi abbiamo detto Aro è occupato. Ma Edward sta rientrando o
dovrebbe
a breve. Seguiteci. -
Alice
mi prese per mano con più forza del normare,cercando di
nascondere
il legame che ci univa e trattandomi come una preda.
Scendemmo
lungo le scalinate ripide di pietra antica,immergendoci nel bui
sotterranei di Volterra.
Arrivammo
lungo un sentiero lungo il quale tante fiaccole segnavano il
cammino,giungendo ad una scalinata più recente e lunga,che
ci portò
in un grande corridoio dalle pareti scure,che ricordavo vagamente dal
mio ultimo viaggio.
In
fondo riconobbi l'ingresso luminoso attraverso cui ero entrata la
prima volta,cercando di ricordare i lineamenti di Gianna,la
segretaria italiana che controllava l'ingresso nel centro dei
Volturi.
Svoltammo
a sinistra,entrando in un altro corridoio: intravidi,alla fine di
esso,una gigantesca porta rosso rubino dalle rifiniture dorate.
Solo
in quel momento mi accorsi che insieme a noi era rimasto solo il tipo
più mingherlino,che si tolse il cappuccio: la sua pelle era
chiarissima e i suoi occhi ancora più rossi del normale.
Inspirò
il mio profumo,intuendo il terrore insidiato in me.
-Siamo
arrivati. -
La
porta si aprì con un suono profondo e cupo,e il tipo dietro
di me si
infilò di nuovo il cappuccio,scomparendo nell'ombra.
Alice
gli schioccò un sorriso complice,maligno: mi
spaventò.
Facemmo
qualche passo avanti,e la porta si richiuse dietro di noi.
-Bella...-
Mi
bloccai,spalancando gli occhi: finalmente,contro ogni possibile
pronostico,ero arrivata lì viva e vegeta.
E
rischiavo di rimetterci il cuore,che mancò un battito.
Era
li,e stava bene. Ma soprattutto,era reale,questa volta.
Con
quell'orribile tonaca nera che copriva il fisico perfetto,in
cappuccio abbassato solo per vedere me,la sua figura meravigliosa in
quella stanza enorme dal pavimento cremisi.
Una
lacrima mi attraversò il volto,inconsapevolmente avevo
iniziato a
piangere.
Ultimamente
mi capitava un po' troppo spesso,ma adesso ne ero felice.
-Edward!-
Iniziai
a correre,senza preoccuparmi di ciò che era stato e di
quello che
sarebbe avvenuto dopo.
Ora
volevo solo andare da lui.
Edward
era uguale al solito,splendido nella sua etera perfezione,forse dai
tratti leggermente più contratti e dallo sguardo
più severo –
capii che il corpo dei Volturi operava simili trasformazioni,e nella
mia folle corsa rabbrividii.
Non
appena mi vide il suo volto si addolcì,segno che ricordava
perfettamente la vicenda,come tutti i Cullen.
-Bella!
-
Fece
qualche passo in avanti,ma oramai lo avevo già
raggiunto,abbracciandolo con forza e scontrandomi con la pelle
marmorea e fredda – da quanto non sentivo quella magnifica
sensazione – che bagnai con le mie lacrime.
-Edward!
Edward! - continuavo a sussurrare ripetutamente,senza un attimo di
respiro,abbracciata a lui.
Dopo
poco,sentii le sue braccia avvinghiarsi a me,per restituire la
stretta con la stessa quantità di dolcezza e amore che avevo
sempre
immaginato in quei mesi d'astinenza.
-Bella,ma
come...-
-sei
uno stupido,Edward – lo guardai,piangendo – uno
stupido. Come
pensavi che sarei potuta rimanere anche un solo secondo in
più senza
di te!? Come!? -
-Bella...-
mi guardò,lo stupore fatta persona –
Bella,guardami ancora. -
Alzai
di nuovo lo sguardo,guardando nei suoi occhi perfetti e color
dell'oro:era ancora...vegetariano?
-ti
sto guardando.-
-ti
amo. Ti amo,Bella Swan. Ti ho amato e ti amerò
sempre,qualsiasi cosa
accada. Ricordatelo sempre. Mi dispiace,mi dispiace. Non sai cosa ho
passato in questi mesi.-
-lo
so,Edward. Lo so benissimo. - mi riferivo anche alla mia situazione.
In fin dei conti,eravamo nella stessa situazione.
-già,lo
sai. - per la prima volta sorrise. Quel sorriso sghembo,che tanto
avevo sognato. Il suo. - ma era l'unico modo per proteggerti.
Stringere il patto...-
-so
tutto. Ma non avrei potuto sopravvivere comunque,senza di te. Lo vuoi
capire o no che ti amo,Edward Cullen? -
Edward
sorrise,e alzandomi il mento mi baciò.
Fu
una sensazione meravigliosa,molto meglio di quanto ricordassi: forse
era l'astinenza,la paura che avevo provato o la tensione,ma quel
bacio immerso in un mare di lacrime mi ridiede la vita.
Edward
si allontanò,sfregando il suo naso freddo con il
mio,arrossato da
quel pianto convulso,e velocemente mi asciugò una
lacrima,per poi
abbracciarmi.
E
fu in quel momento che vide Alice,che era rimasta alla porta: ci
osservava,ma aveva una mano sulla bocca,che le copriva metà
viso,e
faceva fatica a mantenere gli occhi aperti.
Se
fosse stata in grado di piangere,probabilmente sarebbe scoppiata in
lacrime.
Quell'immagine
mi trasmise un grande senso di tenerezza,e compresi che si volevano
davvero bene,perché anche Edward,guardandola,le sorrise con
dolcezza,dicendo con lo sguardo “ mi sei mancata”.
Erano
bellissimi.
E
adesso,finalmente,avevo potuto raggiungere la mia
felicità,l'unica
cosa di cui avessi bisogno.
xxx
Note:Eccomi quaaaa! Scusate
il ritardo,ragazzi,ma gli ultimi giorni di scuola sono stati piuttosto
pesantucci. Comunque adesso ho il tempo di aggiornare con questo
capitolo mooolto zuccheroso (e ci voleva,no?^^) e con un avvertimento:
questa NON è la fine. Anche se può sembrare la
nostra Bella non ha ancora finito...ma quello che succederà
dopo ve lo svelerò solo nel prossimo capitolo^^ Nel
frattempo grazie ancora per le magnifiche recensioni,per i 158
preferiti che continuano a seguire questa fic con la speranza che
continui a piacervi. Fatemi sapere,mi raccomando!
Ho voluto inserire anche un piccolo momento Edward/Alice,che adoro! E'
difficile vederli in un momento come questo,ed ho cercato di dare una
mia impressione del loro rapporto. Che dire,li amo!^^
Ps_ ricordate l'idea che avevo per un'altra fanfic? La sto
sviluppando,contenti?^^
Un bacio
LMS*
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Capitolo 9 *** Falling. ***
Disturbia
†Falling†
†Disturbia†
-Edward,come
è successo tutto questo?-chiesi,ancora abbracciata a lui:
non ci
eravamo ancora mossi da quella grande stanza,e neanche dal punto in
cui ci eravamo incontrati di nuovo.
-è
stato Aro. Quando abbiamo stretto il patto...- rispose lui,serio.
-vi
siete dati la mano. - conclusi per lui,annuendo.
-esatto.
Ma non avevamo calcolato il suo potere secondario. -
-potere
secondario? -
-già.
L'ho scoperto quando mi sono svegliato qui,non è un potere
interno a
lui,ma esterno. Più precisamente...un medaglione. -
-un
medaglione? Ma come...-
-appartiene
ai Volturi da molti secoli,ma sono riusciti a scoprire il loro potere
solo ultimamente...si tratta di un medaglione appartenuto alla
famiglia di Sulpicia,la moglie di Aro. E' in grado di mutare lo
spazio e il tempo,apparteneva alla sua famiglia da tempo e
inconsapevolmente aveva questo potere incredibile...-
Avremmo
proseguito se sia Alice che Edward non si fossero improvvisamente
irrigiditi,voltandosi verso la porta,che si spalancò senza
preavviso
con un rombo sordo.
Chi
la aveva aperta era tanto forte da aver incrinato gli enormi cardini
dorati,che emisero un altro suono sinistro.
Istintivamente
strinsi la mano di Edward,che ricambiò la stretta con fare
protettivo: inutile descrivere come mi sentii quando capii che era
ancora accanto a me.
Lui
mi amava,era li ed era reale.
E
grazie a lui adesso ero più forte.
Smisi
di piangere,guardando in direzione della porta: Alice ci
affiancò,i
suoi occhi guizzavano da una parte all'altra della stanza,velocissimi
e impercettibili.
Ed
eccolo li,in tutta la sua spaventosa figura.
Aro.
Colui
che mai avrei voluto vedere: ero furiosa.
Perché
era tutta colpa sua,e dei suoi subdoli piani.
Il
mostro dai capelli neri fu affiancato da Marcus e Caius,e intravidi
al collo del primo vampiro il bellissimo ciondolo: era rotondo e di
media grandezza,fatto d'oro puro finemente intarsiato. Al
centro,splendente,c'era una bellissima pietra rotonda color blu
elettrico: sembrava davvero liscia e splendente,come se al suo
interno fosse piena d'acqua.
Come
se fosse fatta di vetro. Era davvero quel misterioso medaglione ad
aver creato tutto questo disastro?
-Oh,ma
che piacevole sorpresa! - gridò Aro,con un sorriso
– dolce
Bella,che piacere averti qui. -.
Alice
sbuffò,con un ghigno amaro,mentre Edward mi strinse a se.
-non
provare ad avvicinarti a lei,Aro,o non esiterò a difenderla.
- disse
Edward,ponendosi davanti a me e venendo affiancato in breve da Alice.
-mi
dispiace che tu la pensi così,Edward. Bella...-
Caius
proseguì per lui: - hai fatto un terribile errore a venire
qui,ragazzina. Gli hai detto del medaglione,traditore! -
gridò poi
ad Edward,puntandogli il dito contro.
-Caius,per
favore. - disse Aro,con un ghigno – sappiamo tutti,in questa
stanza, che questo medaglione non è stato usato nel migliore
dei
modi. -.
Edward
si irrigidì,e smise di respirare.
Non
capivo: cosa intendeva Aro con quelle parole?
-No!
- il ringhio di Edward si disperse in un'atmosfera
blu,ovattata,troppo tardi.
Aro
aveva appena stretto con una mano il medaglione,e attraverso la perla
blu si era sprigionata una luce fortissima e intensa.
Era
strano,in quel momento iniziarono a bruciarmi gli occhi: come immersa
in un profondo oceano,non riuscii a mantenere gli occhi aperti ancora
per molto,e in un attimo vidi tutto buio.
No,non
poteva vincere,non ora!
Caddi
in una specie di torpore,ma era in qualche modo rilassante.
Mi
sentivo bene,per un attimo la mia mente si svuotò.
E
quando riaprii gli occhi,vidi solo uno sfondo bianco e impalpabile.
Sentivo
ancora la stretta di Edward,ma muovendo la mano mi accorsi che in
realtà non stringeva nulla.
Ero
intorpidita,e stanchissima.
Ero
morta?
No,questo
lo esclusi nel momento in cui mi concentrai su quella distesa
bianca,distinguendo delle piccole imperfezioni,e anche
quando,provando a muovere il braccio,provai un leggero bruciore
all'altezza del gomito.
Ero
sdraiata su qualcosa di estremamente morbido,così ne
approfittai per
fare un respiro profondo prima di rimettermi seduta,ignorando il
giramento di testa che mi colpì prima che i miei occhi si
abituassero a tutto quel...bianco.
-Bella?
Come ti senti?-
Mi
girai,riconoscendo una figura familiare.
Fu
un incredibile deja
vu,e
quando focalizzai meglio l'attenzione sulla figura accanto a me
impallidii.
No...
-fai
un bel respiro,Bella,hai preso una bella botta. Io sono Lorette,ti
trovi al Phoenix Hospital. -.
NO!
-ti
senti bene,tesoro? - mi chiese di nuovo Lorette,posando una mano
sulla mia fronte madida di sudore.
Non
riuscivo neanche a parlare,le parole mi uscivano in sussurri spezzati
da gemiti a metà tra pianto e rassegnazione.
Non
sapevo neanche io cosa fare.
-cosa...cosa
è successo? - chiesi,titubante e disorientata. L'ultima cosa
che
ricordavo era...la luce di quel medaglione.
-sei
svenuta qui vicino sulla strada,così un passante ti ha
portato qui.
Ma non preoccuparti,abbiamo fatto le dovute analisi e non risulta
nulla di anomalo,probabilmente sarà stato un calo di
zuccheri. Con
questo caldo,poi,è naturale avere dei mancamenti! -
Sorrise,ignara
che oramai conoscevo ogni suo piccolo movimento,ogni sua espressione:
Aro aveva ripetuto l'incantesimo?
-ce
la fai a stare in piedi da sola? - mi chiese,aiutandomi ad alzarmi.
Oddio,non
sono di nuovo pazza.
Cercai
di comportarmi normalmente,come se tutto quello che mi fosse accaduto
fosse stato un semplice svenimento: non potevo rimanere in
quell'ospedale,dovevo uscire.
Se
mi avessero rinchiuso lì dentro di nuovo non sarei riuscita
ad
uscire.
-sto
bene,grazie. - le risposi,accennando ad un sorriso – io...non
ho
fatto colazione,questa mattina...e sono ore che cammino. -
-oh,è
comprensibile. - mi sorrise di nuovo,accompagnandomi fuori. - se vuoi
rimanere ancora non c'è problema,comunque. Abbiamo
già provveduto
ad avvertire tua madre,ha chiamato sul tuo cellulare mentre
eseguivamo le analisi. -
Reneè?
Dalla
mia bocca uscì un sospiro di sollievo,almeno sapevo che lei
stava
bene: a pensarci bene erano mesi che non la vedevo,benché
probabilmente quel salto temporale non fosse stato percepito da lei.
-sta
venendo qui? - chiesi a Lorette,passandomi una mano tra i capelli.
-purtroppo
ha detto che la sua macchina era fuori uso,per cui aveva deciso di
raggiungerti in taxi. -
Sorrisi.
Mi mancavano i momenti come quelli,la macchina che non partiva,il
telefono che non si trovava,la mia sconclusionata mamma...
Edward...
Ma
in quel momento niente poteva ridarmi l'allegria necessaria per
superare quel momento.
Dovevo
farcela con le mie forze.
-per
non farla muovere abbiamo chiamato un taxi dall'ospedale,ti
riporterà
a casa senza che ti stanchi. - concluse Lorette,fiera della sua
operazione.
-grazie
– sussurrai,stringendomi nelle spalle.
-sicura
di stare bene? -
-mai
stata meglio. -confermai,salutandola.
Bugiarda.
Ero
quasi a casa.
Il
taxi proseguiva lentamente sulle strade – a quell'ora
intorpidite
dal traffico – di Phoenix.
Il
tipo alla guida era un ragazzo sulla trentina,stava ascoltando un
programma radiofonico di musica rock,per cui scambiammo solo poche
parole.
Ma
da parte mia non avevo nessun bisogno di parlare.
Afferrai
il telefonino,componendo il numero – ovviamente sparito dalla
rubrica – che forse avrebbe potuto darmi delle risposte.
Dovevamo
ricominciare da capo,tutto qui.
Sentii
la sua voce cristallina subito dopo il primo squillo.
-pronto?
-
-Alice,sono
Bella. - risposi svelta,con un sorriso. La sua voce era tremendamente
rilassante,e mi ridiede la speranza.
-Bella
chi? -
-Bella,tesoro!
-
Reneè
iniziò a corrermi incontro non appena mi vide,abbracciandomi
come
una mamma iperprotettiva.
-Bella,che
ti succede? -
Ero
inespressiva,gli occhi lucidi e spenti.
-hai
una bruttissima cera. Vieni in casa e sdraiati sul letto. -
La
seguii come un automa,le immagini della conversazione di poco prima
mi si ripresentarono confuse insieme a tutti i ricordi della mia
esperienza in manicomio,nei sotterranei dei Volturi,con Alice che mi
stringeva la mano,che mi abbracciava in aeroporto...
Alice,sono
Bella! Non...non mi riconosci?
Mi
dispiace,devi aver sbagliato numero. Io sono Alice Cullen,abito a
Forks. Devi aver sbagliato numero...
Aver
sbagliato numero...
Mi
buttai sul letto,bagnandolo con lacrime silenziose.
Aro
aveva esasperato quel maledetto medaglione,e adesso nessuno ricordava
più nulla.
Solo
io. Io,il caso clinico,la mente a cui nessun vampiro può
accedere.
Forse
era per questo che Aro non mi aveva ucciso,per sfruttarmi.
Per
usare il mio potere.
O
forse voleva solo farmi impazzire.
E
considerato il soggetto,la vedevo molto più probabile.
Non
ricordavo a memoria il numero di Rosalie,ma chiamarla non aveva
senso.
Di
certo nessuno adesso ricordava nulla,ma la cosa positiva era che
nessuno mi considerava pazza.
Certo,c'è
davvero da esserne contenti.
Tutto
quello che sapevo era che non ero mai arrivata a Forks,e che ora i
Cullen abitavano lì perché non sapevano nulla di
me.
Afferrai
il cellulare,componendo il numero del centralino e stando ben attenta
che Reneè non entrasse di nuovo in camera.
-pronto?-
-salve,potrebbe
mettermi in contatto con il Phoenix Hospital? -
-certamente.
Attenda solo un secondo. -
Contai
i secondi ad occhi chiusi,ripetendo quel rito per un paio di volte.
-pronto,qui
Phoenix Hospital. -
-buongiorno,stavo
cercando la dottoressa Lilian Hallen. -
-Lilian..Hallen?
Mi dispiace,ma qui non c'è nessuno con quel nome. -
-siete
sicuri? E' molto alta,bionda,ha la pelle chiara...-
-mm...mi
dispiace. -
Riattaccai,ringraziandola
con poche parole biascicate tanto per dire qualcosa.
Era
inutile proseguire la mia ricerca,tanto non avrei saputo trovare
nulla.
Eppure
doveva esserci qualcosa,qualche elemento che mi potesse aiutare...
Accesi
il computer,e velocemente andai su un motore di ricerca a caso.
Leggende
italiane.
xxx
Note:Ecco,io ve l'avevo
detto che non c'era subito il lieto fine!^^ Ma non vi
preoccupate,arriva^^ In questi giorni sono stata fuori,quindi non ho
avuto la possibilità di aggiornare,però spero che
questo capitolo vi sia piaciuto anche se vi ho fatto aspettare un
pò troppo!
Diciamo che la storia del medaglione mi ha permesso di parlare almeno
un pò delle "mogli" italiane,che mi hanno sempre affascinato
malgrado se ne parli davvero poco nella saga.
Il medaglione mi è venuto in mente spontaneamente,spero si
sia capito in che modo è fatto: comunque questa immagine ci
va molto vicina( benché la parte trasprente intorno alla
pietra azzurra sia dorata e la catenella più mascolina^^).
Ho visto che le recensioni sono un pò calate,spero non sia a
causa della storia (mi raccomando,io seguo soprattutto i vostri
consigli per proseguire con i capitoli^^)...comunque ci tengo a
ringraziare chi ancora commenta e chi ha aggiunto la storia tra i
preferiti,augurando a tutti una felice Pasqua (un pò in
ritardo...),un buon rientro a scuola,a lavoro o da qualsiasi altra
parte(beanché molto traumatico...facciamoci forza T_T) e un
abbraccio fortissimo a tutte le vittime del terremoto in Abruzzo,e in
modo particolare alle ragazze e ai ragazzi di Efp,sperando che stiano
bene e che questa brutta situazione passi presto.
Noi siamo con voi.
Ci vediamo al prossimo capitolo^^
Un bacioneee!
LMS*
|
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Capitolo 10 *** Loss. ***
Disturbia
†Loss†
†Disturbia†
Dopo
aver dato un'occhiata ad un paio di siti mi resi conto che la mia
ricerca era troppo generica,e che se avessi proseguito non sarei
mai giunta alla fine.
Osai
con le parole Medaglione,
Volterra
e persino Sulpicia,ma
l'unica cosa che mi ritrovai in mano furono un paio di recensioni di
un film horror di seconda categoria e qualche vendita di ciondoli
all'asta.
Bé,per
il film horror potrei anche starci.
Mi
massaggiai le tempie,mescolando le parole e provando un ultimo
tentativo sul motore di ricerca,ma di quel medaglione non c'era
traccia.
Non
che mi servissero più di tanto quelle informazioni,d'altra
parte...
Fu
in quel momento che ebbi l'idea che forse poteva salvarmi: dovevo
distruggere il medaglione.
Spensi
il computer,alzandomi e andando alla finestra.
Reneè
stava armeggiando in giardino,e il sole brillava come mai nel cielo
terso.
L'unico
problema era raggiungere Volterra,e soprattutto senza sapere cosa
avrei trovato: dovevo procedere al buio?
Avanti,sai
che non ne hai il coraggio.
Scrollai
la testa,anche se davo ragione a quella stupida voce che mi ronzava
in mente,tartassandomi senza tregua.
Mi
sdraiai sul letto,cercando di pensare,di mettere in moto il cervello
e trovare un modo per farne uscire qualcosa di buono.
Ti
amo,Bella Swan. Ti ho amato e ti amerò sempre,qualsiasi cosa
accada.
-si...-sussurrai
– qualsiasi cosa -
Una
lacrima mi solcò il volto: come potevo combattere contro il
tempo,contro quella specie di magia,di dejà
vu senza
ritorno?
Presi
un respiro profondo,chiusi gli occhi e cercai di visualizzare il
volto di Edward,ma per qualche strano motivo mi venne in mente solo
l'immagine di quell'odioso medaglione.
Dovevo
trovare qualcuno che ricordasse.
Qualcuno
che potesse aiutarmi.
Ma
se Alice non ricordava,questo voleva dire che anche Edward non
ricordava nulla.
Per
un attimo vagliai l'ipotesi di andare a Forks,ma in qualche modo
l'unica soluzione possibile continuava ad essere quella di
raggiungere Volterra e distruggere il medaglione,ovvero firmare la
mia condanna a morte.
-tesoro!
- Reneè mi urlò dal piano di sotto,come suo
solito – io esco un
attimo,chiama se hai bisogno! -
Le
gridai un “va bene” strascicato prima di sentire il
rumore della
porta che si chiudeva,e tentai allo stesso momento di riflettere.
Afferrai
di nuovo il telefono,componendo il numero di Charlie: lo avrebbe
trovato strano,ma dovevo indagare a tutti i costi.
-pronto?-
-Charlie?
Sono Bella. -
-Bells,tesoro!
- mi rispose entusiasta – ehi,è da un po' che non
chiami! -
-si,lo
so. Mi dispiace. - mi scusai,sorridendo istintivamente. Mi mancava la
sua voce. -ho bisogno di un'informazione. -
-un'informazione?
Da me? -
-si,si
tratta di una famiglia che abita a Forks. -
-mm...e
a cosa ti servirebbero queste informazioni? -mi chiese
lui,sospettoso.
-oh,ecco...ho
conosciuto...una ragazza ieri,mi ha detto che i suoi parenti sono di
Forks. -
Continuavo
a mentire spudoratamente,e pregai con tutto il cuore di non tradirmi
proprio ora.
-sul
serio? Com'è piccolo il mondo! E chi sono? -
-ehm...i
Cullen. -
-I
Cullen? Davvero?-
-li
conosci? -
-bé,diciamo
di si...- mi rispose lui,mangiandosi le parole – il
capofamiglia
lavora come medico all'ospedale di Forks. -
-e
ha figli? -
-si,quattro,ma
sono tutti adottati. Lui e sua moglie sono molto giovani e...un
momento,ma perché hai bisogno di tutte queste informazioni? -
Quattro?
-sai,credo
ci sia stato un equivoco. - risposi io,ignorando la sua domanda
–
la mia amica mi ha detto che sono cinque fratelli. -
-uhm...mi
dispiace,allora la tua amica avrà confuso. Carlisle Cullen a
quattro
figli,davvero una bella famiglia. -
Non
avrei avuto bisogno di chiederglielo. Oramai conoscevo la risposta.
-quindi...-
stavo migliorando,come attrice – non sono loro ad avere
cinque
figli maschi? -
-oh,no.
Sono due ragazzi e due ragazze. - si schiarì la
voce,sospettoso.
-posso
chiederti un'ultima cosa? -
-certo...-
-come
si chiamano i due ragazzi? -
-uhm...fammici
pensare...il biondino si chiama Jasper,mentre l'altro...-
iniziò il
suo monologo ad alta voce,ma tanto avevo già capito tutto
–
sinceramente non ricordo il nome dell'altro ragazzo,solo che
è molto
grosso. Tesoro,non vedo come queste cose possano...-
-credo
che la mia amica si sia confusa. Scusa,ti chiamo stasera,adesso devo
andare. -
Edward
non c'era.
E
sapevo benissimo dove l'avrei trovato.
Chiamai
un taxi per farmi venire a prendere a casa,misi in borsa tutto
ciò
che mi serviva per partire,scrivendo un biglietto con la mia grafia
tremante.
Scesi
di sotto,posando il bigliettino sul tavolo,dove mia madre di certo
avrebbe potuto trovarlo.
Uscii
di casa con la consapevolezza di dovermi sbrigare,ma per qualche
strano motivo il tempo mi sembrava un elemento troppo rarefatto in
quella mia strana avventura per considerarlo.
Quando
arrivò il taxi mi ci infilai velocemente.
-all'aeroporto.
-
Mi
massaggiai le tempie,concentrandomi sul rombo del motore in partenza
e ricordando le parole scritte su quel biglietto.
Ti
prego,non cercarmi.
Sto
bene,tornerò tra un paio di giorni.
Non
preoccuparti.
Ti
voglio bene.
Bella
Se
Edward non era con i Cullen,questo voleva dire che – come dai
piani
di Aro – era ancora a Volterra.
Una
lacrima mi solcò il viso,e istintivamente rabbrividii.
Perché
sapevo che se neanche Alice si ricordava di tutto quello che era
successo,neanche Edward ricordava più nulla di me.
Di
noi.
Avevo
sospettato che c'era qualche cosa che non andava dalla voce di Alice:
mi era sembrata leggermente diversa,anche se sempre così
cristallina
e acuta.
Come
se le mancasse una parte,come se qualcosa da tanto tempo si fosse
staccato da essa.
Nel
momento in cui salii sull'aereo diretto in Italia – avevo
preso
tutti i soldi che avevo trovato in camera e nella piccola scatola in
cui tenevo i miei risparmi,prendendo un po' di soldi anche da
Reneè
– cominciai a chiedermi cosa diavolo stessi facendo.
Ero
una pazza.
Pronta
a morire.
Ti
ho amato e ti amerò sempre...
In
quel momento mi stupii di me stessa.
Perché
nonostante fossi consapevole di aver appena dato inizio al mio
viaggio verso la morte,non ne avevo alcuna paura.
Avevo
cambiato un'infinità di voli,fatto tanti di quegli scali da
poter
segnare un record,e adesso non avevo la minima idea di cosa fare.
Mentre
scendevo dall'ultimo aereo mi accorsi che era arrivata la fine.
Ero
giunta,finalmente,al capolinea.
Presi
un bel respiro,dirigendomi verso l'uscita dell'aeroporto.
-signorina!
Signorina! - una ragazza giovane e molto bella mi chiamò da
lontano,muovendo con grazia una mano per attirare la mia attenzione:
i capelli erano legati in una coda ordinata,in completa armonia con
il completo blu molto professionale che risaltava la pelle ambrata.
Mi
fece segno di avvicinarmi,sorridendo.
Feci
qualche passo avanti,notando che era appoggiata ad una bellissima
Mercedes blu nuova di zecca.
-le
serve qualcosa? - chiesi,ancora scombussolata dal viaggio.
-si.
Mi servi tu. - rispose,con un sorrisetto.
Aggrottai
le sopracciglia,confusa,ma non feci in tempo a chiedere spiegazioni
che la ragazza mi afferrò il braccio con una forza
disumana,aprendo
lo sportello e sbattendomi all'interno della vettura.
-non
preoccuparti,non durerà molto. -mi disse lei,sedendosi
accanto a me
e tirando fuori una siringa con uno strano liquido azzurrino.
Gridai,cercando
di divincolarmi in quel cubicolo soffocante.
Sentii
qualcosa di freddo pungermi il braccio,e il liquido denso
appropriarsi lentamente del mio corpo.
In
quel momento iniziai a sentirmi sempre più debole,e non
potei fare a
meno di chiudere gli occhi,capendo cosa mi avevano iniettato.
C'era
profumo di pelle nuova e di una fragranza dolce,un misto fra
ciclamino e fiori di pesco proveniente dalla misteriosa ragazza.
Le
ultime parole che sentii furono proprio le sue.
“Aro
ha detto che i giochi sono finiti. Portiamola a Volterra.”
Chiusi
gli occhi.
Avevo
tanto cercato qualcuno che ricordasse il nostro precedente salto
temporale,senza riflettere che probabilmente l'unica persona che
potesse ricordare tutto era Aro.
Dannazione.
xxx
Note:Eheheheh,lo
so che sono perfidissima! *_* Ma non preoccupatevi,come avete visto
Bella sta facendo uscire il leone che è in lei,considerando
che
è andata a Volterra tutta sola...e ci sta pure rimettendo la
pelle!! Bé,che dire...sei furba come una volpe,Bellina cara!
XD
Coooomunque,per l'idea della ragazza mi sono ispirata ad Heidi (New
Moon),un personaggio che,anche se appare per brevi istanti nel libro,mi
ha sempre affascinato...non ho dato un nome a questa bella e perfida
ragazza,volevo lasciare un pò di mistero...^^ Comunque credo
si
sia capito che è una specie di aiuto-Volturi,e adesso che
cosa
accadrà?
Non preoccupatevi...il prossimo capitolo sarà
molto...zuccheroso,commovente e...insomma,preparate i
fazzolettini,gente!
Grazie per tutte le recensioni che ogni volta non valorizzo mai a
sufficienza (purtroppo lo studio mi permette di aggiornare moooolto in
fretta),comunque sappiate che le vostre recensioni sono davvero una
favola per il mio cuore da piccola scrittrice XD
(modesta,aggiungiamocelo.).
Un'ultima cosa,per rispondere alle domande che mi lasciate nei
commenti:quando Bella si risveglia,nel capitolo precedente,è
nello stesso ospedale (Phoenix Hospital) della volta precedente,solo
che non si trova nel reparto psichiatrico ma nel pronto soccorso(e per
questo le risulta semplice uscire)...come avete visto Bella abita a
Phoenix con la madre,mentre i Cullen sono ancora a Forks,ma da questo
capitolo si capisce che Edward non c'è...e un'ultima cosa:
Bella,benché si risvegli e si riaddormenti in
continuazione,mantiene sempre l'età di diciotto anni,anche
se
non viene specificato in seguito (per controllare l'età date
un
occhiata al primo capitolo - Insania).
Spero di avervi chiarito un pò di dubbi,e che la storia vi
piaccia^^
Ultimo appunto: probabilmente a breve pubblicherò un'altra
storia ( la famosa ispirazione di cui vi avevo parlato...),spero di
riuscirci il prima possibile!
Un bacioneee!
LMS*
|
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Capitolo 11 *** Rebirth. ***
Disturbia
†Rebirth†
†Disturbia†
Puoi
mettere a rischio la tua vita per proteggere quella di chi ami.
Ma
cosa puoi fare quando chi ami è pronto ad ucciderti?
Quando
l'unica cosa per cui vivi non vive per te?
Riusciresti
a difenderti?
...
Quando
mi svegliai vidi solo buio.
Il
braccio era ancora intorpidito,e nel punto in cui quella maledetta
donna aveva colpito con la siringa sentivo ancora freddo.
Mi
alzai in piedi,frastornata,mentre iniziavo ad abituarmi all'assenza
di luce.
Portatela
a Volterra,aveva detto la donna misteriosa.
Ecco
dove mi trovavo.
-buongiorno,Bella.
-
Le
grandi finestre si aprirono all'improvviso,mostrando il cielo terso e
incredibilmente blu,lasciandomi intuire che non ero nei
sotterranei,ma in qualche strana torre della città.
Ma
la cosa che mi lasciò senza fiato fu quel saluto, o
perlomeno chi
lo aveva pronunciato.
Avrei
riconosciuto quella voce ovunque,anche fra mille.
E
subito dopo riconobbi il gigantesco portone rosso dagli intarsi
dorati,il pavimento finemente decorato e la grande stanza riempita
solo da un trono fastoso sul fondo.
E
fu proprio lì che incontrai il suo sguardo.
-Edward...-
La
tonaca nera e il cappuccio tirato su furono un incredibile
dejà vu,ma
improvvisamente mi concentrai sul volto del mio unico amore.
Quell'amore
che non ricordava neanche chi ero,se non per il mio nome sentito
probabilmente da Aro o dalla misteriosa ragazza della Mercedes.
L'espressione
era rigida e fredda,gli occhi color del sangue e i suoi gesti,seppur
aggraziati,lasciavano trasparire una crudeltà che non avevo
mai
visto in lui.
Mi
sorrise,e per la prima volta riuscii a scorgere in lui il puro odio.
Era
terribile.
-Edward...tu...tu
non mi riconosci? -sussurrai,sentendo le lacrime scendermi sul viso.
-certo
che ti riconosco,Bella. Avrai l'onore di essere la mia cena,no? Non
sei contenta? -
Aro
mi aveva presentato a lui come “la sua cena”.
Non sapeva neppure chi fossi.
Era
diventato un mostro.
E
non mi amava più.
-Edward...-
le ginocchia mi cedettero,e caddi come un peso morto sul pavimento.
-Aro
mi ha detto che tu hai il sangue più buono e profumato che
abbia mai
sentito. - continuò Edward,alzandosi dal trono e dirigendosi
verso
di me – mi fido di lui,ma chissà,forse
è meglio provare...-
Ormai
era di fronte a me,ci separavano solo pochi centimetri.
Rimasi
per terra,le lacrime oramai non accennavano a fermarsi.
Si
abbassò,stringendomi il mento per costringermi a guardarlo.
Non
mi opposi,osservando quegli orribili occhi privi di ciò che
mi aveva
fatto innamorare di lui.
-allora,non
sei contenta?-
Aro
lo aveva cambiato,e adesso l'unica cosa che volevo era sparire.
Quando
puoi correre contro il tempo,la tua unica forza è la
consapevolezza
di avere qualcuno pronto ad aspettarti.
Puoi
mettere a rischio la tua vita per proteggere quella di chi ami.
Ma
cosa puoi fare quando chi ami è pronto ad ucciderti?
Quando
l'unica cosa per cui vivi non vive per te?
Riusciresti
a difenderti?
Sorrisi.
E
in quel momento un accenno di confusione spuntò nello
sguardo di
Edward.
-si.
- risposi,in ritardo.
Mi
scrutò,inarcando le sopracciglia.
Una
microscopica ruga si formò sulla fronte perfetta,scomparendo
nel
momento in cui si rilassò di nuovo.
-che
strana risposta. - commentò,sfiorandomi il viso con un gesto
inusuale.
Non
riuscivo a riconoscerlo.
Era
diverso,cambiato.
Ma
non potevo fare a meno di amarlo.
Allungai
la mano verso il suo viso,senza curarmi di ciò che avrebbe
potuto
farmi.
Lui
si ritrasse con un movimento impercettibile,come se quel gesto fosse
il più strano del mondo.
-Aro
ti ha detto altro...di me? -
dopo
qualche secondo la mia mano entrò in contatto con la sua
pelle
fredda e liscia come il marmo,ed Edward sussultò.
Probabilmente
non era abituato ad un contatto del genere.
Non
volevo pensare a cosa stavo facendo.
Ero
ad un passo dalla morte e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era
lui.
Volevo
davvero salvarlo,volevo davvero che si ricordasse di me.
Continuò
a guardarmi,gli occhi cremisi fissi sui miei.
-perché
mi stai chiedendo questo? -
-perché
tu ed io ci conosciamo,Edward Cullen. - risposi,sorridendo –
non te
lo ricordi,ma tu mi amavi. -
Lo
stupore si fece spazio nei suoi occhi,insieme ad una grande
confusione.
Quell'improvviso
sprazzo di disorientamento mi fece ricordare l'uomo che amavo.
-no...questo
non è vero. - disse all'improvviso,riprendendo la sua
maschera
d'odio – tu...tu stai cercando di ingannarmi. Sei solo una
fragile,sciocca umana. -
Mi
afferrò il braccio,scaraventandomi verso la parete a
velocità
massima.
Neanche
mi accorsi di tutto quello che mi stava accadendo: per un attimo
avevo pensato di potercela fare,ma in quel momento capii che era
finita.
Non
potevo contrastare il tempo.
La
testa mi pulsava,sentivo il sangue colare sulla tempia e il suo
sapore sulle labbra.
Il
braccio che mi aveva stretto mi faceva male e mi accorsi che aveva
impresso i segni delle sue dita sulla mia pelle chiara,macchiata da
quelle tracce livide e pulsanti.
Si
avvicinò a me con un balzo,inspirando il mio profumo.
Quel
momento mi ricordò di nuovo il mio incontro con James,solo
che non
ci sarebbe stato nessuno a salvarmi.
Possibile
che il mio angelo fosse diventato il mio nemico?
-sarai
un'ottima conquista,Bella Swan. -chiuse gli occhi,sopraffatto
dall'odore del mio sangue – davvero ottima. -
Non
riuscivo a muovermi,e sentivo le lacrime sempre più pesanti:
perché
oltre al dolore fisico,anche il mio cuore piangeva.
-ti
prego...ricordati di me...- sussurrai,sperando che riuscisse a
sentirmi.
-No!
- ringhiò lui,scaraventandomi dall'altra parte della stanza
con una
forza disumana – smettila! Io non so chi sei! -
In
lui due anime stavano combattendo,e la parte cattiva stava vincendo.
Si
avvicinò di nuovo,famelico.
Mi
afferrò il collo,iniziando a stringere: involontariamente,lo
guardai.
-Edward...-
sentivo il respiro farsi sempre più flebile,e la vista
sempre più
appannata. - io...ti...-
No,no!
Non smettere ora!Dannazione,diglielo!
Stupida
voce.
-...amo
-
Chiusi
gli occhi,aspettando di morire.
Non
mi importava,l'unica cosa che volevo era che Edward ricordasse sempre
il mio amore per lui.
Difficile
definire quanto tempo passò prima di accorgermi di
sprofondare
nell'oblio.
Un
grande mare di pece scura,da cui era impossibile risalire.
Ti
ho amato e ti amerò sempre,qualsiasi cosa accada...
Si,sapevo
che sarebbe stato sempre così.
Malgrado
tutto,sapevo che in uno spazio e in un tempo lontano lui mi amava.
E
lo avrei ricordato così.
Forse
non era poi così male morire per mano di chi ami.
-Bella...
No,Bella! Bella! -
Edward?
-Bella!
Bella! Ti prego...Bella,ti prego! -
Che
bello sentire di nuovo la sua voce.
Forse
qualcuno mi stava premiando,forse avrei sentito la sua bellissima
voce per l'ultima volta.
Grazie.
Qualcuno
stava gemendo. Singhiozzando,piangendo.
Per
me?
-Bella...ti
prego,Bella...-
Era
la sua voce. La riconoscevo,era lui!
Edward!
Edward!
Perché
non riusciva a sentirmi? Perché i miei pensieri non
diventavano
parole?
Edward
si ricordava di me. Le mie parole – chissà come
– avevano
scatenato in lui qualcosa.
In
quel momento mi resi conto che l'amore che provavo per lui era una
forza più grande di quanto avessi potuto immaginare.
-Bella,mi
senti? Bella,ti prego!-
-è
finita,Edward. Bella è morta. -
Oh.Oh.Oh.
Un
momento,io non sono morta!
Riconobbi
anche quella voce. Aro.
Non
credergli,Edward! Sono qui!
Ero
di nuovo in trappola.
Come
nel manicomio,come nella Mercedes,come sotto la morsa fatale di
Edward.
Ero
in trappola e non riuscivo a riemergere.
Il
ringhio di Edward spezzò il silenzio che mi invadeva. Si
stava...ribellando?
Li
sentivo combattere,sentivo i colpi di Edward affondare nella pelle
delicata di Aro.
Presto
sarebbero arrivate le guardie,e sarebbe finita per tutti.
Sentii
un tonfo sordo,e pregai che quello non fosse Edward.
-Bella...Bella...-
Era
vivo. Aveva messo Aro al tappeto.
Ora
potevo riemergere.
Aro
sorrise a malapena,tentando invano di piegare il braccio.
Sapeva
che Edward era dotato di una forza disumana,e che lo aveva voluto
nella sua Guardia anche perché,dopotutto,aveva paura di lui.
Nessuno
si era mai opposto al suo volere,perché tutti temevano per
Aro,il
capo dei Volturi.
Non
per la sua forza,ma per la potenza che la sua persona poteva
scatenare contro chi si opponeva al suo volere.
E
ora,in quello strano spazio-tempo modificato dal medaglione di
Sulpicia,era solo.
Stranamente
non arrivava nessuno a difenderlo.
Era
stato sconfitto dalla sua stessa brama di potere,dal suo stesso
desiderio di gloria.
Era
stato sconfitto da se stesso.
Un
lieve bagliore attirò la sua attenzione,seguito da uno
scricchiolio
leggero: la bellissima perla blu al centro del medaglione si
spaccò,disintegrandosi poco a poco.
Aro
poteva considerarla una fortuna,dato che in un altro tempo sarebbe
stato ancora in vita.
In
quel futuro era già morto,ma nel passato, nel momento in cui
aveva
stretto la mano ad Edward per consolidare la promessa,lui era ancora
vivo.
-ci
vediamo ieri...- sussurrò,prima di chiudere gli occhi.
Aprii
gli occhi,pronta a salire in superficie.
Pronta
per rivivere di nuovo.
Arrivo,amore
mio.
xxx
Note:E
olèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè!
XD Questo è un capitolo straziante,lo so,ma
soprendentemente anche uno dei miei preferiti.
E - e mi dispiace ammetterlo - il penultimo T_T.
Questo,insieme all'ultimo capitolo,è più lungo
rispetto
agli altri proprio perché non volevo interrompere la storia
sul
più bello(benché adori la suspance XD),anche se
la
visione di Edward così cattivo mi stringe il cuoreeee!
Ringrazio ancora una volta chi ha recensito e chi ha aggiunto la storia
tra i preferiti,o anche chi ha solo letto...davvero,sono commossa *_*
E indovinate un pò? Ricordate la storia che avevo in mente
di
pubblicare? Bé,l'ho pubblicata! ^^ Se siete curiosi,la
storia si
intitola
Valzer,potete trovarla cliccando su questo link oppure
andando
sulla mia pagina,sperando che vi piaccia^^
Al prossimo capitolo!
Un bacioneee!
LMS*
|
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Capitolo 12 *** Waking up. ***
Disturbia
Disturbia
†Waking
up†
†Disturbia†
xxx
Quando
i miei occhi si abituarono alla luce non riuscii a distinguere altro
che il bellissimo volto di Edward.
I
suoi occhi erano tornati di quel color dorato che tanto amavo,anche
se in quella dimensione probabilmente doveva essere molto difficile
per lui resistere al mio sangue.
Notai
che aveva strappato un pezzo della sua tonaca per tamponare la ferita
sulla mia testa e pulirmi il viso.
Aveva
l'espressione sconfitta,ma non appena aprii gli occhi il suo volto si
illuminò.
-Bella...-
sussurrò,sconvolto.
Sorrisi.
Era davvero buffo vederlo così impreparato.
-ehi...-riuscii
a dire,a fatica.
-Bella...mi
senti ora? Sei...-
-sono
qui...-
-ti
amo,Bella. Mi...mi dispiace così tanto...-
-ssh...-non
sarei riuscita a continuare per molto – non importa. Ti
ricordi...ora? -
Sorrise,se
avesse potuto piangere di sicuro l'avrebbe fatto.
-come
potrei dimenticare...-
Una
lacrima mi solcò il viso. Era gioia,felicità. Non
lo sapevo.
E
non mi importava.
-ti
amo anch'io. Qualsiasi cosa...-strinsi i denti,il dolore era quasi
insopportabile – accada. -
Mi
strinse a se con dolcezza: - vedrai,andrà tutto bene. -
-lo
so. -
Un
lieve bagliore attirò il nostro sguardo.
Il
medaglione si era appena disintegrato sotto i nostri occhi,e la luce
blu tornò ad invaderci.
In
quel momento tutto il dolore sparì,ed io tornai di nuovo a
stare
bene.
Abbracciai
Edward,stringendomi a lui per non lasciarlo andare.
-Bella,ricordati...qualsiasi
cosa...-
Non
poteva accadere di nuovo.
E
sperai con tutto il cuore che il medaglione avesse rotto quella
specie di magia.
-qualsiasi
cosa! - gridai,stringendo la sua mano.
Dannata
luce bianca.
Forks
godeva – se così si poteva definire – di
quella costante luce
bianca che...
Un
momento...Forks?!
Aprii
gli occhi,e mi accorsi di essere nella mia stanza a Forks,sul mio
letto e con la luce bianca che filtrava dalla finestra.
Mi
catapultai giù dal letto,aprendola a fatica.
Ero
di nuovo a casa.
Andai
diretta a guardare il calendario,per paura di aver dimenticato
qualcosa: era quel giorno.
Il
medaglione aveva portato tutto alla normalità,avevo dato la
buonanotte ad Edward,non esisteva nessun medaglione e Aro non aveva
stretto nessun patto in cambio della mia vita.
Ce
l'avevo fatta.
Mi
vestii in fretta,scendendo le scale con il sorriso sulle labbra e
pronta per andare dai Cullen.
-buongiorno,tesoro!
- mi salutò Charlie,come tutte le mattine.
-Papà!
- gridai,abbracciandolo – buongiorno! -
-ehi,che
cos'è tutta questa allegria? Sembra che non ci vediamo da
mesi! -
Sorrisi.
-diciamo
che sono di buon umore! Vado da Edward,ci vediamo dopo! -
Entrai
nel pick up – quanto mi era mancato! - e ingranai la
marcia,diretta
verso la meta.
Il
viaggio fu più breve del previsto – forse
perché andavo davvero
troppo,troppo veloce – e solo in quel momento pensai che il
mio
pick up mi avrebbe abbandonato presto se avessi continuato a
martoriarlo così.
Svoltai
nei viale alberato,riconoscendo gli abeti Sitka e il bosco
meraviglioso che costeggiava la casa dei Cullen.
E
quando arrivai all'entrata erano tutti lì.
Sotto
il portico, e mi stavano aspettando.
-Bella...-
sentii sussurrare Alice,in un cinguettio familiare che mi era mancato
da morire.
Scesi
dal pick up,sbattendo la porta. Mi bloccai di colpo dopo aver sentito
quella vocina squillante,e soprattutto dopo aver visto che tra tutti
loro – la mia famiglia,adesso – c'era la cosa
più importante che
avessi continuato a cercare in tutti quei mesi.
Edward
non era mai stato bello come quel giorno.
Forse
l'idea di non rivederlo più alterava leggermente le cose,ma
restava
il fatto che non appena uno spiraglio di sole – strano,per
essere a
Forks – lo illuminò giusto il tempo per
apprezzarne la perfezione
gli andai incontro,tentando almeno quella volta di non rovinare tutto
inciampando come mio solito.
Riuscii
ad arrivare alla mia meta,abbracciando Edward e sentendo di nuovo la
sua pelle liscia e marmorea sotto la mia,calda e morbida.
Due
cose esattamente diverse. Due opposti,che chissà per quale
strano
gioco del destino erano ancora insieme.
Si
dice che gli opposti si attraggono,e che due calamite di cariche
opposte,se messe vicine,si uniscono per non separarsi più.
Tuttavia,anche
per loro esiste un limite.
Nel
momento in cui vengono separate irrimediabilmente,poste a metri di
distanza tanto da non potersi attrarre più,i piccoli
oggettini
rimangono separati e soli,per sempre.
In
quel momento mi resi conto che noi non potevamo essere due calamite:
perché malgrado tutto,anche se a separarci era stata
un'intera
dimensione,il nostro amore aveva vinto su tutto e tutti.
-mi
sei mancato. - gli dissi,gli occhi già lucidi per l'emozione
e le
mani strette alle sue.
Come
risposta,Edward mi abbracciò di nuovo,respirando il mio
profumo: mi
accorsi anche io che questa volta era diverso.
Quando
Edward si trovava dai Volturi aveva sentito l'odore del mio sangue,lo
bramava ed era pronto ad uccidermi per averlo.
Ora
no.
Le
su mani mi sfiorarono i capelli,e lo sentii inspirare a fondo il mio
profumo affondando il volto tra le ciocche castane ormai leggermente
bagnate dalla tremenda umidità di Forks.
Quanto
mi era mancata.
-anche
tu mi sei mancata,amore. - disse,sfiorandomi le labbra con le labbra
fredde. - mi dispiace. -
-vuoi
smetterla di ripeterlo? - gli dissi,sorridendo.
Che
diamine,non era colpa sua!
-fate
pure con comodo,se volete ci voltiamo! - gridò Emmett con un
ghigno.
Sorrisi.
In effetti stavo decisamente ignorando la mia famiglia,e
questo non
era proprio giusto.
Mi
affacciai da dietro il corpo di Edward,guardando verso il portico, e
schioccai una sonora linguaccia al mio fratello orso,che
scoppiò a
ridere.
-come
sei volgare...- sibilò Rosalie con una gomitata,rivolgendosi
al
compagno.
Corsi
verso il portico,abbracciando prima di tutto Alice,che mi
saltò
letteralmente in braccio.
-Ah,Bella!
Che ti è saltato in mente? - mi chiese,sorridendo
– volevi
diventare la cena dei Volturi,per caso? -
-non
sono mai stata del tutto normale,Alice. - confermai,alzando gli occhi
al cielo – mi sei mancata tanto. -
-oh,lo
so. - confermò lei,annuendo – è
difficile resistere senza di me!
-
-come
fa un essere così minuscolo ad essere così
petulante? - scherzò
Jasper,baciando Alice sul collo.
-ciao,Jasper.
-
-bentornata.
- mi salutò lui,sorridendomi – il tuo ottimo umore
mi sta facendo
davvero bene-
Sorrisi,stringendo
al contempo la mano ad Edward,che si era avvicinato a me.
-spazio
ai giovani,gente! Fatemi abbracciare la mia sorellina! -
gridò
Emmett,stringendomi a se nella sua morsa da grizzly e stando ben
attento a non esagerare.
Dopo
fu il turno di Carlisle, che si complimentò con me per la
riuscita
dell'impresa a Volterra – a quanto pare Edward aveva
già
raccontato tutto all'intera famiglia, e di Esme,che mi
abbracciò
teneramente come una mamma.
-bentornata
tra noi,Bella. - mi disse,carezzandomi la guancia.
-grazie.
- sussurrai,con un groppo in gola. La sua dolcezza era infinita.
Voltandomi,vidi
Rosalie ad un passo da me.
Mi
sorrise timidamente – il che era già piuttosto
strano – e mi
sfiorò la spalla.
-bentornata,Bella.
-
Rimasi
scioccata da quelle parole,e dal silenzio che c'era lo erano tutti.
-Grazie,Rose.-
sapevo che non la stavo ringraziando solo per quel saluto. - di
tutto. -
Rosalie
era stata la prima ad aiutarmi,mi aveva fatto fuggire dall'ospedale e
condotto fino all'aeroporto,mi aveva protetto dalle mie crisi emotive
e trattato come una di famiglia.
Le
dovevo tutto.
Mi
sorrise di nuovo,e sentii da Alice un debole “cavolo,due
volte in
pochi secondi!”.
Probabilmente
parlava di quei sorrisi insoliti,perché Rosalie
sbuffò subito dopo.
-la
smettete di guardarmi? - sbottò,infastidita.
-va
bene,adesso basta. - sussurrò Esme,tornando a fare la mamma
–
tutti dentro,abbiamo tante cose da dirci. -
Esme
portò dentro tutti quanti,lasciando me ed Edward soli nel
portico.
Quanto
adoravo quella donna.
-questa
volta,a quanto pare,sono diventata Superman. -dissi,ricordando la
grande figura da eroina che avevo fatto a Volterra.
Edward
mi cinse la vita con le sue braccia,guardandomi dall'alto dei suoi
occhi dorati:
-questo
significa che dovrei essere io Lois Lane? -
-bé,sei
perfetto,vedrai che ti donerà anche la gonna. -
Edward
scoppiò a ridere,baciandomi di nuovo.
-non
ti vedevo ridere da tanto di quel tempo...-
-ti
ho già detto che mi dispiace? - mi disse lui,scavando nel
mio
sguardo.
Troverai
solo felicità oggi,continuavo a ripetere nella mia
mente,cercando di
farlo apparire anche attraverso lo sguardo e di farlo capire
finalmente anche a lui.
-ti
ho già detto che non è colpa tua? -
-oh,certo.
- sbuffò lui – ti ho quasi ucciso,non è
colpa mia.-
-smettila.
- gli sussurrai all'orecchio,chiudendo gli occhi – ora
è finito.
Tutto quanto. Siamo insieme,il medaglione è scomparso,tutto
si è
risolto bene e io ti amo. Non ti basta?-
Edward
sorrise. Era incredibile come quell'allegria si trasmettesse anche al
suo sguardo.
-a
me basti tu. Succeda quel che succeda. E ti amo anch'io,questo
è
ovvio.-
-perfetto.
- conclusi,chiudendo definitivamente l'argomento.
Ne
avremmo parlato ancora e ancora,questo lo sapevo.
Ma
il fatto di stare vicino a lui mi bastava,e ora potevo ricordare
quell'avventura come una memoria lontana e a lieto fine.
-ragazzi,questa
scommessa non me la perdo di certo! - sentimmo gridare Emmett
all'interno,probabilmente invischiato in una di quelle scommesse
assurde con Jasper.
-andiamo
a vedere cosa succede?- chiesi,prendendolo per mano.
-sarà
come tutte le altre volte. Jasper ed Emmett perderanno di nuovo. -
-tu
non partecipi alla scommessa? - risi,camminando verso l'entrata.
-è
per questo che perderanno. Perché giocherò io. -
-oh,ma
come siamo modesti! - esordii,imitandolo.
Mi
baciò i capelli,stringendomi ancora di più a lui.
-puoi
scommetterci. Le sfide sono il mio passatempo preferito. -
disse,alludendo a noi due.
-oh...così
sarei solo un passatempo? - inarcai le sopracciglia,tentando di fare
l'indispettita.
Ma
quello che ne uscì fuori non rasentava minimamente
ciò che volevo
ottenere: probabilmente le mie qualità d'attrice erano
sparite con
il medaglione,o forse ero solo sopraffatta dall'avere Edward accanto.
-mm...-
fece finta di pensarci,di sicuro mostrando qualità di attore
migliori delle mie – prima dimmi una cosa. Passatempo inteso
come
l'unica ragione per cui passo il mio tempo su questa terra? -
-si...-
stetti al gioco.
-allora
sei decisamente,inequivocabilmente il mio passatempo. -
Sorrisi,aprendo
la porta e notando che Emmett e Jasper mi fissavano,come se
aspettassero qualcosa.
Guardandoli
non mi resi conto dello scalino che seguiva l'entrata di casa Cullen
prima di raggiungere l'ampio salone,e come mio solito ci incappai
rischiando quasi di cadere per terra.
Edward
mi afferrò,sorridendomi.
Emmett
esultò facendomi insospettire.
Non
posso crederci...
-ci
è cascata! Lo sapevo che non si sarebbe ricordata dello
scalino. Ti
conviene iniziare a sganciare,Jazz...-
Jasper
sbuffò,ma per quanto quella situazione mi sembrasse
paradossale non
mi sembrò affatto strano che avessero scommesso su di me.
Mi
sorrisero entrambi con aria innocente.
-traditore...-
sussurrai ad Edward,scatenando l'ilarità generale.
-scusa
– mi disse Edward con il suo sorriso sghembo – ma
avevo
partecipato alla scommessa anche io. -
Sbuffai,mentre
Alice e Rosalie si occupavano di punire i loro compagni per quei
giochi idioti.
Ma
nonostante tutto non potei fare a meno di guardare con gioia la mia
nuova famiglia.
Sarei
andata a trovare Jake,Billy e gli altri,nel pomeriggio.
Ma
ora volevo solo godermi quel giorno come tanti nella mia famiglia.
Un
giorno che avrebbe preso parte alla loro – e presto anche
alla
mia,alla nostra
– splendida eternità.
“Vincitore
è semplicemente
un
sognatore che non ha
mai
mollato.”
(anonimo)
~
The End
~
xxx
Note:
E' sempre brutto concludere una ficcy. Anche se al momento ho ne ho
appena iniziata un'altra (
Valzer,grazie
di cuore a chi ha iniziato a seguirla!!),mettere la parola fine ad una
storia che ormai è diventata parte della tua giornata
è
sempre un grande dispiacere T_T .
Che dire? GRAZIE per tutte le recensioni,i commenti, i complimenti che
mi invogliano a scrivere e a continuare per vedere che le mie storie
sono così seguite,e soprattutto che piacciono! (non riesco
ancora a crederci,davvero! ^///^).
Ed ecco qui lo spazio dedicato a VOI,che continuate a sostenermi!
I preferiti:
Chi ha anche sfruttato la nuovissima funzione di Efp,e ha aggiunto la
fic anche tra le seguite:
E ovviamente tutti coloro che hanno commentato (e che ringrazio ogni
volta) ogni singolo capitolo!
Spero seguiate la mia nuova storia e che questa vi sia piaciuta!^^
Un bacioneee!
LMS*
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