†Disturbia†

di littlemoonstar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Insania. ***
Capitolo 3: *** Sun. ***
Capitolo 4: *** Lilian. ***
Capitolo 5: *** Blood. ***
Capitolo 6: *** Secret. ***
Capitolo 7: *** Escape. ***
Capitolo 8: *** Love. ***
Capitolo 9: *** Falling. ***
Capitolo 10: *** Loss. ***
Capitolo 11: *** Rebirth. ***
Capitolo 12: *** Waking up. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Disturbia
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Disturbia
Prologo

xxx


L'amore è un sogno.
Sogna pure,ma non stupirti se ti sveglierai
piangendo.”
(Jim Morrison)










Cominciai a sentire lo strano effetto della luce sulla pelle solo quando tentai di aprire a fatica le palpebre,pesanti e affaticate, sotto una strana luce troppo forte per essere paragonata a quella bianca e ovattata – nonché tremendamente rilassante – di Forks.

Riuscivo a vedere solo ombre indistinguibili,alcune più scure di altre,ma niente di più.
Respiravo a fatica,e la testa mi girava vorticosamente.
Quando tornai ad avere coscienza del mio corpo mi accorsi di non essere più nella mia camera,a casa di Charlie.
Non ero neanche a Jacksonville,da Reneè,ne dai Cullen. Dov'ero finita?
La stanza era sterile,completamente bianca e priva di qualsiasi oggetto o elemento d'arredo.
C'era solo il lettino su cui ero distesa – troppo scomodo per essere mio,troppo sottile per essere di qualsiasi persona – e la porta bianca nell'angolo a destra.
Tentai di mettermi seduta,ma ci riuscii solo dopo pochi secondi,quando ritrovai la sensibilità alle gambe per sostenermi.
Fu in quel momento che mi accorsi di non essere vestita: indossavo una sterile tunica bianca priva di forma,a maniche corte.
Simile a quella dei malati negli ospedali.
La luce accecante mi impediva di tenere gli occhi aperti troppo a lungo,li sentivo stanchi e gonfi di pianto. Strano.
Calmati,Bella. E' solo un sogno.
Ma nei sogni non si prova dolore,ed io avevo un gran mal di testa.
All'improvviso la porta bianca si aprì,mostrando l'esile figura di un uomo in camice bianco: era alto,i capelli scuri erano tenuti corti e gli occhi sotto le sopracciglia nere erano color pioggia,grandi e rassicuranti.
Forse quell'uomo avrebbe potuto darmi delle risposte?
-Ben svegliata,Bella- mi disse,con voce pacata.
-dove...dove sono?- chiesi io,senza troppi convenevoli. La mia voce era un sussurro,roca e bassissima -dov'è Edward?-.
Lui era sempre con me. Possibile che ora non ci fosse?
Il medico davanti a me abbassò lo sguardo,divenendo subito serio.
-Bella...-
-che sta succedendo? Voglio vedere Edward. Edward Cullen,lui...lui dovrebbe essere qui. E' sempre qui,sono sicura che sarà fuori ad aspettarmi...-.
-Bella...- mi interruppe, gli occhi fissi su di me -non c'è nessun Edward Cullen. Devi capirlo,Bella. Edward Cullen è solo frutto della tua immaginazione,non è mai esistito. Riesci a capire,tesoro?-.
Rimasi in silenzio,a fissarlo. Le sue parole non avevano senso,e adesso iniziava a farmi seriamente arrabbiare.
-dove sono? Dov'è Edward?!-.
-continui a ripeterlo da mesi ormai,Bella. Non esiste nessun Edward. Ti trovi nell'ospedale psichiatrico di Phoenix,in Arizona. Non preoccuparti,andrà tutto bene.-.

xxx




























Note:Buonaseraaaaa! Come vedete ho subito iniziato un'altra storia,ispirazione mode-on!^^ Conclusa "Six Years Old" mi è venuta una tristezza tremenda nel rimanere a mani vuote,così non appena mi è venuta questa idea l'ho subito buttata giù! Questo è solo il prologo,spero vi sia piaciuto anche se breve ( stile Meyer,ovviamente. XD).
Adesso posso anche andare,spero continuerete a seguire questa storia e che mi farete sapere cosa ne pensate^^
Baci

LMS*








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Capitolo 2
*** Insania. ***


Disturbia
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Insania
Disturbia

xxx












-cosa...di cosa sta parlando? E' uno scherzo,vero? Non è divertente,la prego,mi faccia vedere Edward.-.
-Bella,devi ascoltarmi. Sei a Phoenix. Non c'è Edward,Bella.-.
Rimasi a fissarlo per qualche istante: non era divertente,quell'uomo stava dicendo delle assurdità che pensai fosse un pazzo entrato in camera mia per rapirmi.
-chi è lei?-
-sono il Dottor Wolf,cara. Adesso riposati,devi...-
-no,io voglio...voglio vedere Edward...io...-.
Rimase in silenzio,osservandomi a pochi centimetri di distanza dal letto.
-mi dispiace,Bella. Devi capire che è stato tutto un sogno.-.
-no...no,non è possibile...-.
Non era possibile. Me l'avevano portato via.
Mi avevano portato via tutti,i Cullen,la mia nuova famiglia.
Spariti nel nulla: quella era una situazione davvero paradossale.
-no...no!-.
La mia razionalità affermata non resse a quella notizia: iniziai a piangere prima silenziosamente,poi sempre di più,stringendo con forza il lembo del lenzuolo.
Mi morsi il labbro fino a sentire dolore,le unghie premevano sulla pelle delle mani e sembravano andare sempre più a fondo,non avevano intenzione di fermarsi.
Io non volevo fermarmi.
-Edward!-
-infermiera,un'altra crisi!- la porta si aprì di nuovo,ed entrò un'altra donna in camice bianco.
Iniziai a vedere tutto sfocato,le lacrime ormai scendevano abbondanti sul viso,sentivo il sapore del sangue in bocca e non avevo alcuna intenzione di fermarmi.
Possibile che Edward non ci fosse più? Che se ne fosse andato per sempre?
Possibile che non fosse mai esistito?
No,cancellai subito quell'orribile pensiero dalla mente.
Non poteva essere vero: le sensazioni provate,le emozioni e i pericoli della mia permanenza a Forks non potevano essere frutto della mia immaginazione.
Il tranquillante che mi diede l'infermiera bionda non fece effetto subito,e riuscii ancora a sentire le parole del Dottor Wolf riguardo la mia situazione.
-è una situazione molto particolare,negli ultimi mesi abbiamo cercato di farle capire che non si tratta della realtà...-.
Avrei voluto alzarmi e picchiare quell'uomo,ma ero troppo debole anche per tenere solo gli occhi aperti.
-continua a ripetere di abitare a Forks...si,nella penisola di Olympia,dove abita suo padre...-.
Dannazione,io vivo a Forks! Non avrei più potuto emergere da questo incubo terrificante?
-nomina molto spesso I Cullen,ma non ho idea di cosa voglia significare...e poi c'è il nome che più di tutti si ripresenta nella sua mente...-.
La mia famiglia. Mi vennero in mente la voce cristallina di Alice,la bellezza mozzafiato di Rosalie e la tenerezza di Esme,seguita dagli altri.
Ma quando pronunciò quel nome,ebbi una fitta al cuore che solo il tranquillante iniettato nelle mie vene riuscì a placare. Al momento.
-si,Edward Cullen...-.
-Edward...torna da me...-.


Quando mi svegliai ero di nuovo sola.
Avevo ancora gli occhi gonfi di pianto e la gola in fiamme,dopo aver urlato così tanto poche ore prima.
La luce al neon continuava a darmi fastidio agli occhi,così affondai di nuovo il viso nel cuscino bianco.
Non riuscivo...a capacitarmi di ciò che stava accadendo: vagliai tutte le possibilità,ma alla fine nessuna reggeva il confronto con la terribile verità.
Era stato davvero tutto frutto della mia immaginazione? Era forse pazza?
Forse lo ero davvero.
Ecco perché ero rinchiusa in quell'ospedale psichiatrico di Phoenix.
Perché non mi ero mai stabilita a Forks,ne in qualunque altro luogo fuori dall'Arizona.
Niente Cullen,niente James ne Victoria.
Niente licantropi,ne vampiri.
Non era un sogno. Era un incubo ad occhi aperti.
-come va,Bella?-.
Spaventata,guardai in direzione della porta,riconoscendo l'infermiera bionda che mi aveva addormentato.
In quel momento presi la mia decisione: non avrei mai,mai accettato quella realtà,neanche se avessi avuto le prove della mia malattia mentale.
Neanche se avessi visto con i miei occhi che la mia bellissima vita con i Cullen era solo frutto di una pura illusione.
Ma avrei indagato,avrei scoperto cosa stava accadendo.
Perché la mia vita senza Edward era un grande,profondo buco nero.
Un'agonia senza fine,una tortura.
La fine. La fine di tutto.
Tuttavia,non mi sarei mai arresa senza combattere.
-quanti...quanti anni ho?- chiesi con la voce tremante all'infermiera,che si stupì di sentire la mia voce.
-oh..b-beh...hai quasi diciotto anni,Bella.-.
Diciotto.
Diciotto,diciotto...
Questo voleva dire che il tempo trascorso a Forks era stato in realtà tutto un incubo consumato in quella stanzina sterile e bianca,priva di qualsiasi colore?
Gli occhi iniziarono a bruciare,sentivo di nuovo le lacrime sulle guance: era terribile,quella perenne sensazione di agonia e di profondo vuoto che non mi aveva abbandonata da quando mi ero svegliata,con la consapevolezza che niente sarebbe stato più come prima.
Come un automa mi piegai sul cuscino,rigida e inespressiva come un ciocco di legno: ma in tutta sincerità non mi interessava.
Tuttavia,sembrava che le poche parole scambiate con l'infermiera avessero suscitato parecchio scalpore: riconobbi la voce del dottor Wolf dopo pochi secondi,e intravidi un'altra figura accanto a lui,offuscata dallo scudo di lacrime che rimanevano a proteggere i miei occhi.
Proteggevano i miei occhi dal mondo reale,da qualcosa che mai e poi mai avrei voluto vedere.
Li chiusi,stringendoli e sentendo le lacrime scendere copiose sulle guance e cadere sul lenzuolo con un rumore quasi impercettibile.
-non li ha neanche nominati.- sussurrò l'infermiera,trionfante.
-eccellente.- Wolf sembrava soddisfatto di se stesso,ma in quel momento me ne disinteressai -facciamola riposare,domani controlleremo nuovamente il suo stato di salute.-.
Affondai nell'oblio poco dopo aver udito quelle parole. Non volevo sentire più niente.
Per la prima volta sognai Edward: era bello come sempre,ma lontano e sfocato,e mi era impossibile raggiungerlo.
-Bella!Bella!-.
Non era lui che mi chiamava,ma avrei saputo riconoscere lo scampanellio di quella voce anche a chilometri di distanza.
Era lontana,e tendeva il braccio pallido verso di me: incredibile che un vampiro forte e veloce come lei non riuscisse a raggiungermi.
-Bella! Non dimenticare,Bella!-.
Mi svegliai urlando,sudata e con le lacrime agli occhi.
-Alice!-la voce si abbassò con un gemito sonoro,tanto che le ultime lettere divennero sussurri impercettibili.
Ero di nuovo sola,nella stanza bianca.
Alice. Solo in quel momento la ricordai bene come non avevo mai fatto prima.
Il mo pensiero costante,in quei due giorni,era stato sempre Edward,e solo ora iniziai a pensare agli altri componenti della famiglia Cullen.
Alice mi aveva detto di non dimenticare: ma come potevo farlo?
La mia vita era legata a loro in modo permanente,e anche dopo tutto quello che stava succedendo non avrei potuto cancellare quei...ricordi.
Si,erano ricordi preziosi,e non avrei mai potuto considerarli frammenti dei miei sogni senza fine.
Stavo impazzendo. O forse,senza rendermene conto,ero già pazza.
Rinchiusa in una cupola di vetro con una famiglia perfetta e un'anima gemella.
Ricaddi inerme sul cuscino,che emise uno sbuffo.
Guardai il soffitto per l'ultima volta,prima di chiudere gli occhi e tentare con tutte le forze di sognare di nuovo.
Perché in quel momento i sogni erano l'unica cosa che poteva farli rimanere accanto a me.



-bene,Bella. Molto bene.-.
Il dottor Wolf continuava a ripetere quelle uniche parole da circa dieci minuti,ed io iniziavo a spazientirmi notevolmente.
Ormai rispondevo automaticamente alle sue domande,senza neanche capire a fondo il perché di quell'esercizio stupido.
Perché ti considerano una squilibrata...
Erano passati tre giorni dalla notte in cui avevo sognato Edward ed Alice,e da quel giorno la mia immaginazione non aveva smesso di vagare: sognavo continuamente Edward Cullen,era una specie di fobia da cui non volevo uscire.
Tentavo di dormire anche dopo dodici ore filate di sonno,nella speranza di vedere di nuovo il suo viso,ogni volta che mi svegliavo iniziavo automaticamente a piangere,maledicendomi per il sonno leggero.
Oramai non ero più Bella.
Ero un involucro senza spessore,un foglio di carta lasciato per terra sotto la pioggia,a sfaldarsi lentamente sotto il battere costante delle gocce d'acqua.
-direi che ci siamo.-.
Erano tre giorni che continuava a dire le stesse cose. Ormai ero stanca.
-stai migliorando,Bella. Di giorno in giorno.-.
-dov'è mia madre?- chiesi senza alzare lo sguardo: in effetti da quando mi ero svegliata non l'avevo vista,ma non me ne ero preoccupata troppo.
Lei aveva Phil,e lui era troppo normale per essere una fantasia.
-non possiamo fartela vedere subito,Bella. Non sei ancora pronta per vedere nessuno,potresti avere una crisi. Capisci?-.
-s-si.-. Certo che capivo,ma a quanto pare tutti lì mi consideravano un'idiota - dottor Wolf...-.
-dimmi,Bella.- Cercò di rimanere neutrale,ma anche lui era sorpreso. Probabilmente da quando ero li non avevo fatto molte domande.
-mi ha chiamata Bella...-
-preferisci Isabella?-.
Pronunciato da lui il mio nome completo suonava come uno stridio contro le mie orecchie.
Detto da...Edward,invece,mi faceva rivivere.
Non volevo più sentirmi chiamare così,da nessuno.
-no...per favore,Bella.-
-me lo hai detto tu,sai?-
-davvero?-.Quando?
-quando hai avuto la tua prima crisi. Mi dicevi di essere Bella,di chiamarti Bella. Ecco perché tutti ti chiamano così qui. Era questa la tua domanda?-.
-no- risposi prontamente -crede che...sia stato tutto un sogno,Dottor Wolf?-.
Avevo ricominciato a piangere in silenzio,e lui per confortarmi mi accarezzò la spalla.
-c'è tempo,Bella. Ti abituerai,prima o poi.-.
No,questo non accadrà mai.




xxx




























Note:Ma che bello!!! quante recensioni,non pensavo che la mia storia attirasse tanto!!^^ Sono commossaT_T Comunque,per adesso diciamo che alcune cose sono state spiegate (il prologo era molto poco preciso XD) ma ancora rimane la domanda più importante: cosa ci fa Bella in quell'ospedale? E soprattutto,è pazza oppure no? Spero vi sia piaciuto questo capitolo,grazie mille per le recensioni e per tutti i bei commenti,spero continuerete a seguire questa storia!
Baci

LMS*








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Capitolo 3
*** Sun. ***


Disturbia
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Sun
Disturbia

xxx













-Bella! Bella!-.
I miei occhi non smettevano di muoversi: guizzavano da una parte all'altra di quell'oblio scuro alla ricerca della sua voce.
Quella voce che non avrei mai smesso di cercare.
Fu in quel momento che la vidi.
Una luce,un bagliore lontano che aumentava di intensità mano a mano che mi facevo più vicina: era caldo,come se avessi avuto il sole in pieno viso,una sensazione che ormai non sentivo più da tanto tempo.
Ed eccomi,finalmente,nel luogo che tanto avevo desiderato trovare.
Ero nella radura. Nella nostra radura.
C'era calore,fiori ovunque e sentivo una piacevolissima sensazione di morbido e fresco sotto i piedi.
Mi guardai intorno,l'ombra di un sorriso sul mio volto: ero di nuovo a casa,e la voce era sempre più vicina.
-Bella! Vieni,Bella! Non vorrai rimanere li,vero?-.
Era una voce...allegra. Spensierata.
-Edward...-.
-sono qui.-.
Mi voltai.
Edward era bello come sempre,e sorrideva: era da tanto che volevo vedere quel sorriso.
Il sole luminoso faceva brillare la sua pelle marmorea,riflettendo la luce come tanti piccoli diamanti posti l'uno accanto all'altro.
-Edward...- sorrisi,chiudendo gli occhi e posando la guancia sul suo petto,che malgrado il sole era ancora freddo e liscio come il marmo.
-ti amo,Bella.-.
Mi svegliai con il cuore che batteva all'impazzata,sembrava mi stesse uscendo dal petto: tuttavia,per la prima volta non mi ritrovai ad urlare come una pazza nel cuore della notte,e questo mi fece stare meglio.
Mi ripetevo di calmarmi,anche se il pesante groppo in gola per la mancanza di Edward era tale da farmi scoppiare in lacrime per la tensione.
Era come se ogni notte,ogni volta che riuscivo a sognarlo o tentavo di farlo,lui mi abbandonasse.
E ogni volta era una continua tortura.
Qualcuno accese la luce,in quella stanza senza finestre: l'aria cominciava a diventare irrespirabile e opprimente,negli ultimi giorni.
Era passato un mese da quando mi ero ritrovata li,ma in quei giorni non mi ero mai preoccupata delle condizioni in cui mi trovavo,ne di dove fossi o chi entrasse nella mia stanza.
Ero rinchiusa nel mio bozzolo personale a piangere,non riuscivo a trovare la forza per muovermi.
Tuttavia,negli ultimi giorni,la stanza stava diventando troppo piccola per me,e le continue frasi fatte del dottore – molto bene,stai migliorando,uhm,direi che ci siamo – erano ancora più irritanti mano a mano che i giorni passavano,e la mia situazione “uhm,sta migliorando” in realtà non si muoveva di un millimetro.
Guardai verso la porta,riconoscendo la figura ormai familiare del Dottor Wolf e dell'infermiera bionda,seguita da un'altra più anziana e dai capelli scuri,che portava davanti a se una carrozzella di metallo.
I miei occhi guizzarono da una parte all'altra,confusi,e in quel momento Wolf sorrise.
-tranquilla,Bella. Oggi ci sono buone notizie.-.
-cosa...cosa sta succedendo?- chiesi io,guardando di sfuggita le enormi ruote della sedia a rotelle.
-ti cambiamo di stanza,sono sicuro che questa piccola stanza senza finestre ormai non sia più necessaria.-
-oh.-. Sul serio,era una buona notizia.
Ma in tutta sincerità non potevo essere allegra,in quel momento.
Il mio corpo non rispondeva più,oramai,e io non facevo nulla per risvegliarlo dall'eterno torpore in cui il mio corpo,paradossalmente, era caduto proprio al mio risveglio.
Prendendomi in braccio Wolf mi posizionò sulla sedia a rotelle: lo guardai solo di sfuggita,tornando poi ad osservare le mani bianche e magre che ormai non sembravano neanche più mie.
Cercai di piegarle,e io stessa notai quanto i miei movimenti fossero deboli e lenti.
-la tua nuova stanza ti piacerà,Bella.-.
Risposi con quello che sembrava essere un accenno di un sorriso,ma probabilmente solo secondo i miei canoni: avrei scommesso che Wolf non l'avesse neanche notato.
Lo scricchiolio delle rotelle accompagnò i passi veloci dell'infermiera,affiancata costantemente dal dottore,che scambiava le dovute informazioni con quella donna dall'espressione tanto dolce da farmi ricordare Esme in un maniera indescrivibile.
Scossi la testa,tentando di reprimere le lacrime che erano già pronte a scendere al ricordo della mia mamma vampira.
Di sottecchi tentai di osservare ai lati del corridoio,senza mai alzare lo sguardo,per cercare di capire dove stessi andando: le stanze che riuscivo a vedere dalle poche porte aperte erano ampie,luminose e con un'ampia finestra dalle rigide grate bianche.
-ho già avvertito l'infermiera dello spostamento di Bella nell'ala dei casi più leggeri,e ho anche avvertito la Dottoressa Hallen. Bella- si rivolse a me,piegandosi all'altezza dei miei occhi.
Finalmente lo osservai con attenzione: abituata com'ero ai bellissimi volti senza età dei Cullen,quel volto pieno di imperfezioni mi diede quasi fastidio.
-ti stiamo portando nella tua stanza. Da ora in avanti verrai affidata anche alle cure di un altro medico,la dottoressa Hallen. La vedrai questo pomeriggio,va bene?-.
Annuii con il capo,malgrado avessi perso metà discorso per osservare la mia nuova stanza,più spaziosa e con un mobilio minimo. Ma almeno era già qualcosa.
Il Dottor Wolf mi prese in braccio,posandomi sul letto morbido con delicatezza.
Affondai la testa nel cuscino,senza emettere il minimo suono.
Ero senza suoni,senza colori,senza niente.
-adesso siamo solo tu ed io,Bella. Te la senti di parlare di...Forks?-.
Quel nome fu un nuovo tuffo al cuore,per me: il Dottor Wolf non aveva mai insistito più di tanto su quello che tutti consideravano l'oggetto della mia pazzia,forse perché vedevano quanto fossi mal disposta a parlarne dopo il trauma del risveglio.
Tuttavia,in quel momento c'era qualcosa di cui mi avrebbe fatto piacere parlare: qualcosa che non se ne sarebbe mai andato,che c'era da sempre e per sempre.
-Charlie...-.
-come hai detto,tesoro?-
-Charlie. Mio padre,dov'è?-.
-Bella,devi riposare. Sei molto stanca,e...-
-voglio vedere Charlie. Per favore.-
-sai che non puoi vedere nessuno in questo momento,Bella.- mi rispose quasi con frustrazione,sedendosi sul mio letto e contemporaneamente controllando i miei riflessi sparandomi una luce accecante negli occhi.
-ma io...-
-abbiamo provveduto ad avvertire tua madre,per ora non può vederti ma sa che stai migliorando. Sono sicura che avvertirà anche tuo padre,presto. Adesso riposa.-.
Se ne andò prima che potessi controbattere,lasciandomi sola nella mia nuova stanza: fortunatamente,qui c'era luce,e faceva più caldo.
Avevo lasciato il lugubre cubicolo delle patologie gravi,ma nell'animo ero comunque un buco nero di agonia e tristezza.
Cercai di alzarmi in piedi,e mi resi conto di avere le gambe tremendamente deboli,quasi non riuscivo a stare in piedi: quella sedia a rotelle che avevo considerato tanto stupida adesso mi sembrava uno degli oggetti più utili al mondo,ma sfortunatamente se l'erano portata via.
Non volevano farmi muovere,o forse pensavano che non l'avrei fatto comunque.
Riuscii ad appoggiarmi al cornicione della finestra poco prima di sentire le gambe cedere sotto il peso del mio corpo,ma riuscii ugualmente a guardare fuori dalla finestra.
Il sole era abbagliante – ormai non ci ero più abituata – e il clima mite e caratteristico dell'Arizona non permettevano errori.
Ero a Phoenix,la mia città.
No,la tua città è Forks! Ricordatelo!
Già,Forks.
Forks era la mia casa. Ma a quanto pare nessuno mi credeva.
-signorina! Cosa fa!?- la voce stridula dell'infermiera bionda mi arrivò alle orecchie pochi secondi dopo il mio arrivo alla finestra,facendomi sobbalzare e perdere l'equilibrio.
Sentivo il sangue rifluire alle gambe,che tuttavia erano ancora troppo deboli per camminare.
Ma avevo deciso,non volevo più rimanere in quella stanza.
-Signorina Swan,la prego,deve riposare...-.
Mi accorsi che l'infermiera che aveva sempre affiancato il Dottor Wolf non aveva i capelli biondi – probabilmente era un effetto della luce al neon della piccola stanza di prima – e che alla luce del sole erano leggermente più scuri,con dei riflessi ramati.
Fui presa da una nuova sensazione di sconforto,e mi accasciai a terra perdendo la concentrazione.
-Oh,Isabella!-
-la prego,ehm...infermiera,mi...-
-chiamami Lorette.-
-Lorette...- ripetei io,con un sospiro di sollievo -ti prego,non voglio rimanere in questa stanza. Voglio uscire.-
- il Dottor Wolf ha detto che devi riposare...- le sue parole si affievolirono vedendo la mia espressione affranta -tuttavia,una bella passeggiata non può che farti bene. Sono mesi che non esci da qui. Vieni,ti porto io.-.
Per la prima volta mi aprii in un debole sorriso vedendola tirare fuori la sedia a rotelle.
Mi issò sull'aggeggio metallico e in pochi minuti fummo all'aria aperta,nel cortile dell'ospedale.
Phoenix manteneva il suo clima perfetto e limpido,e in quel momento sentii la mancanza del vecchio umido di Forks.
In quel momento pensai che tutta quella storia aveva un che di paranormale,come se quel risveglio improvviso fosse tutt'altro che un segno della mia pazzia: i miei ricordi erano ancora nella mia mente,troppo dettagliati e indelebili per essere solo frutto della mia immaginazione malsana.
In quel momento,mentre Lorette mi faceva respirare un po' d'aria buona,iniziai a pensare a come avrei potuto dimostrare – forse più a me stessa che agli altri – che le mie non erano solo sciocche fantasie da psicopatica.
Come potevo giustificare la mia sanità mentale?
In fondo,non avevo nessuna prova.
Poi,improvvisamente,la luce: perché c'era una cosa che non apparteneva ai miei ricordi,qualcosa che sarebbe rimasto indelebile sul mio corpo.
Chiusi gli occhi,inspirando a fondo e stando ben attenta a non far insospettire Lorette,a cui dovevo già molto per avermi fatto uscire.
Scoprii lentamente il lembo della giacca di lana che avevo addosso,seguendo con lo sguardo il profilo delle dita scarne e bianche,che con il passare dei giorni cominciavano a diventare più umane,benché mi ostinassi da tempo a non mangiare.
E quando tirai totalmente indietro la manica mi mancò quasi il respiro.
-Bella? Va tutto bene? - Lorette iniziò ad insospettirsi,udendo il mio respiro affannato.
-si...tutto bene.-
Era li,ed era reale.
La cicatrice.
-Lorette...-
-cosa c'è,Bella?-
-dove...dove me la sono fatta,questa?-
Il palmo della mia mano era aperto verso l'alto,la mezzaluna fredda e bianca spiccava sulla pelle pallida in modo più che visibile.
Nel mio cuore si riaccese la speranza: avevo una prova,ce l'avevo fatta.
-oh,quella? - Lorette diede un'occhiata veloce,continuando a spingere la sedia a rotelle per tornare all'interno dell'edificio – te la sei fatta durante la tua prima crisi,hai rotto un contenitore di vetro durante le analisi con la dottoressa Hallen. Si è occupata lei della ferita,ha fatto un buon lavoro considerando la profondità del taglio. Ma non preoccuparti,in futuro potrai sempre eliminarlo con...-.
Persi il resto del discorso.
Nonostante tutti gli sforzi,stavo di nuovo piangendo: avevano cancellato le prove,non avevo più nulla su cui contare.
E neanche quella cicatrice,adesso,poteva aiutarmi.
Strinsi la mano,sentendo le unghie penetrare nella carne: volevo vederla sparire.
Non volevo più alcun segno addosso.
Non volevo più soffrire.




xxx




























Note:Ma quante belle recensioni! Grazie ragazzi,siete magnifici! Come vedete l'incubo di Bella continua,tutte le prove che cerca,che tenta di trovare vengono sgretolate e lei non può facri nulla. Nel prossimo capitolo la storia seguirà uno sviluppo interessante,e Bella farà un incontro piuttosto scioccante...vi ho incuriosito?^^

LMS*








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Capitolo 4
*** Lilian. ***


Disturbia
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Lilian
Disturbia

xxx













Lorette mi fece di nuovo sedere sulla sedia a rotelle,sorridendomi: era già qualche giorno che mi portava fuori a prendere un po' d'aria,e mi resi conto solo in quel momento quanto mi facesse bene quell'escursione all'aria aperta.
Almeno avevo una distrazione per non pensare ad Edward.
E ogni volta che rimanevo da sola,in quella stanza soleggiata,non potevo fare a meno di pensare a lui,alla nostra radura,ai pochi giorni di sole di Forks che passavamo nel nostro posto segreto.
Scossi la testa,cercando di scacciare quei pensieri che non riuscivano a scostarsi dalla mia mente,attaccati ad ogni singola fibra del mio essere,incancellabili.
-allora,Bella,che ne dici di un bel giro nel parco? - propose Lorette,guardando in avanti lungo il corridoio semivuoto.
-okay. - risposi io,ancora con la testa fra le nuvole – ehm...Lorette,potrei avere un po' d'acqua? -
-certo – rispose lei,estraendo dalla sacca che teneva dietro la carrozzella una bottiglia di plastica – tieni,ti fa bene un po' di idratazione. -.
Risposi con un sorriso debole,bevendo un piccolo sorso e reggendo con una mano la bottiglia,mentre con l'altra mi sistemavo una ciocca di capelli ribelli.
Dopo essere venuta a conoscenza di “come mi ero procurata la cicatrice”,avevo chiesto a Lorette di fasciarmi la mano.
Il dottor Wolf l'aveva trovato strano,ma aveva comunque accettato.
Fu in quel momento che la vidi.
Proseguivamo lungo il corridoio quando riuscii a scorgerla sulla porta di una delle stanze.
Il camice bianco le donava un aspetto etereo,la pelle candida non era mutata e i capelli ricadevano sulle spalle morbidi e setosi.
Lasciai cadere la bottiglia d'acqua a terra,facendo quasi spaventare Lorette,che si fermò per verificare che andasse tutto bene.
Voltai il capo in direzione della stanza,tentando di alzarmi per raggiungerla.
-Bella! Fermati,ma cosa fai?!-
-devo alzarmi! Devo alzarmi!-
-tu non devi fare proprio nulla! - rispose lei,bloccandomi.
-NO!-.
Non potevo farlo. Dovevo raggiungere quella stanza,perché li potevo trovare le mie risposte.
Perché ero sicura di non essere pazza.
Perché in quella stanza non mi ero immaginata proprio niente.
Perché li,forse, c'era l'unica cosa che avrebbe potuto aiutarmi.
Perché io l'avevo vista.
Li c'era Rosalie.




-Bella!Bella,calmati! - il dottor Wolf mi afferrò le spalle,cercando di tenermi stretta al letto della mia camera.
-no! Lasciatemi,devo andare da lei! - gridai io,infuriata.
Più che rabbia,ero nel panico totale.
Perché in quel momento pensai che se avessi continuato con la mia sfuriata da psicopatica probabilmente mi avrebbero rispedito nella celletta bianca,ma in tutta sincerità non riuscivo proprio a pensarci.
In quel momento non mi importava.
Avrei voluto scrollarmi di dosso quella gente e correre giù fino al corridoio centrale,dove avevo visto Rose.
-chi? Bella,di chi stai parlando?!- mi chiese Wolf,cercando di attirare la mia attenzione.
-Ros...Quella dottoressa,quella che era giù! Devo andare da lei! -
-la dottoressa bionda? -
-si,proprio lei! -
-perché,Bella?-
-perché...- mi fermai,titubante. Mi avrebbero di nuovo considerata una pazza?.
-non aver paura. - proseguì lui,sorridendo di nuovo – Bella,parlarne è il primo passo verso la guarigione,non aver paura di...-
-Rosalie – sbottai io,ad occhi chiusi. Non volevo vedere la sua espressione.
-uhm. - farfugliò lui,concentrato – fa parte dei Cullen,questa...Rosalie? -
Non sapevo cosa rispondere,non sapevo se dargli corda in modo che proseguisse le sue “analisi” o tacere per evitare di aggravare la mia condizione in quel manicomio.
-si. - risposi alla fine,rassegnata – lei era una delle sorelle. -
-capisco. - sussurrò lui,ancora in preda ai suoi monologhi.
-lei non mi crede,vero? -.
Sapevo che era così. Ma non avrei cambiato idea così facilmente.
-Bella...io credo che tu sia una bellissima persona,che abbia un cuore d'oro e uno spirito libero. -
-già. - e con la parola “spirito libero” - da collegare con “fervida immaginazione” - avevo chiuso ogni possibile ponte con il mio mondo.
E Wolf mi aveva fatto capire tra le righe che non mi avrebbe mai creduto.
E in quel momento mi resi conto che lui era il mio più grande nemico,perché mi avrebbe aiutato a guarire.
E questo significava dimenticare.
In quel momento,qualcuno bussò alla porta.
-avanti- rispose Wolf,alzandosi dal bordo del mio letto e recuperando la mia cartella clinica.
-buongiorno,Dottor Wolf. -
Mi si bloccò il respiro.
Era lei,ed era a due passi da me.
Bellissima come sempre,una super modella dalla pelle candida e dalle labbra rosso scarlatto – inconfondibile rossetto.
Mi squadrò...sorridendo.
Ma malgrado tutto,sapevo che era lei.
-Rose...- sussurrai a mezza voce,ma probabilmente non mi sentì nessuno.
-oh,dottoressa Hallen,che piacere. Stavamo proprio parlando di lei. -
Lei era la dottoressa Hallen?!
Abbassai il capo,guardandomi la mano fasciata.
E in quel momento la speranza si riaccese in me come una scintilla.
Mi venne in mente il primo incontro con i Cullen,quando Edward mi aveva detto come cercassero di dimostrarsi più giovani per frequentare la scuola,come fingessero di provenire dall'Alaska,di essere una famiglia normale...
Forse anche in quel momento Rosalie stava mentendo.
Strinsi i pugni,incrociando il suo sguardo.
-bene,vi lascio un po' sole. - disse dopo poco Wolf,sistemandosi il collo del camice – ci vediamo dopo,Bella. Lilian. -.
Lilian?
Il dottor Wolf si congedò,e in un attimo mi ritrovai sola con lei.
Un altro sorriso. Era inquietante,non l'avevo mai vista così amichevole.
-ciao,Bella. Io sono la Dottoressa Hallen,ti ho seguita in questi ultimi mesi affiancando il dottor Wolf. Vediamo un po'...prima hai avuto una crisi...-.
La mia testa pulsava spasmodicamente,avevo le mani calde e sentivo il sudore scendermi sul collo: era lei,ne ero certa. Ma allora perché era li?
-come...come mai sei qui? -
-uh? Te l'ho già detto,Bella. Sono qui per seguirti.- rispose lei,cordiale.
-no. Lei mi ha detto perché Lilian Hallen è qui,non perché Rosalie è qui. -
Un attimo di silenzio,poi fu di nuovo la Hallen a parlare.
-Rosalie? - piegò la testa,sedendosi sul bordo del letto e posando la cartellina che aveva in mano sul comodino – Si tratta di un persona dei tuoi sogni? -
-no. Si tratta di te. Ti prego,non prendermi in giro,Rosalie. -
-Bella,adesso proverò a spiegarti come stanno davvero le cose. - rispose lei,posandomi la mano sulla spalla – il tuo disturbo viene comunemente chiamato “disturbo schizoide della personalità”. So che sembra un nome strano,ma non devi averne paura. I sintomi più evidenti sono l'allontanamento completo dal mondo reale,la creazione di un mondo immaginario e crisi emotive più o meno gravi. Ti riconosci in questi sintomi,Bella?-.
No. No,no,no,no!
-si. - risposi,ormai senza una via d'uscita – si,sono qui per questo,vero? -
-esattamente,ma non preoccuparti. Io ti aiuterò,Bella. Ti aiuterò a guarire,e a tornare nel mondo reale. Scoprirai che è molto più intenso di quello immaginario. -.
Bella! Non dimenticare!
Sussultai,di nuovo colpita da quelle parole.
Non potevano farmi questo,doveva esserci una via di fuga.
Ma in quel momento,neanche io seppi dare risposta alla mia domanda.




Dopo qualche giorno la mia situazione cambiò radicalmente.
La dottoressa Hallen - alias Rosalie,ma questo non l'avrei mai detto ad alta voce – era davvero molto competente,riuscì a farmi riprendere il controllo del mio corpo in pochi giorni.
In fondo era solo questione di esercizio.
Ero di nuovo seduta sul letto,stremata dopo una seduta infinita di fisioterapia,e Lilian continuava a controllare quella stupida cartellina con tutti i miei dati alla quale ovviamente non potevo accedere.
-stai migliorando,Bella. - ripeté lei,soddisfatta.
La situazione stava degenerando,cominciava ad essere tutto troppo statico,stagnante.
Come se mi fossi arresa all'idea di aver vissuto un sogno.
Sapevo che nel mio cuore quell'idea insulsa non sarebbe mai entrata,ma le continue pressioni e sedute di convincimento della Hallen erano micidiali.
Non potevo proprio vincere,contro quel bellissimo mostro biondo.
Mostro biondo.
Risi di quel pensiero,immaginandomi di nuovo la Rosalie – vampira che tanto avevo temuto a Forks.
Non potevo lasciar andare tutti loro.
E fu proprio in quel momento che ebbi l'illuminazione che in quei mesi non avevo neanche potuto immaginare.
Non dovevo cercare di comunicare con quello che definivano “mondo reale”.
Dovevo comunicare con i miei sogni.
E sapevo esattamente come fare.
-dottoressa Hallen – sussurrai alla fine,stiracchiandomi – potrei fare una passeggiata? Ho bisogno di un po' d'aria. -.
-ma certo,Bella. -.
Come al solito salii sull'ormai nota sedia a rotelle,arrivando con la dottoressa fino all'ingresso principale.
-bene,Bella. Purtroppo devo occuparmi di un altro paziente,ma può accompagnarti Lorette a fare un giro nel parco,che ne dici? - mi disse Lilian,sorridendo.
Annuii,con un sorriso debole.
Aveva uno sguardo particolarmente intenso,e gli occhi erano color oro liquido.
Continua a mentirmi,Rosalie...
Lorette arrivò subito,dandole il cambio.
-oh,cavolo. - esclamai alla fine,dandomi un colpetto sulla testa. Il piano era iniziato.
-cosa c'è,Bella? - mi chiese Lorette,piegandosi verso di me.
-ho dimenticato il giubbotto di sopra. Dovremo risalire a riprenderlo...-
-non preoccuparti,ci penso io. Te la senti di aspettarmi qui? -
-ma certo,non si preoccupi. -
-mm...va bene,ci saranno le altre infermiere a tenerti d'occhio. -
-non si fida di me? - chiesi,con gli occhi da cerbiatto.
-oh,ma certo,Bella. -esitava,indecisa se andare o portarmi con se.
Incrociai le dita,fissandola.
-ci metto un secondo. - concluse poi,dirigendosi svelta verso l'ascensore.
Mi guardai più volte intorno,per poi alzarmi dalla carrozzina e dirigermi verso la piccola saletta in fondo al corridoio.
Era un piccolo ufficio che nessuno usava mai,ma a me non importava di nulla se non del telefono.
Afferrai la cornetta,inquieta: se mi avessero scoperto,che scusa avrei potuto inventare?
Composi il numero,sicura.
La mia esperienza a Forks non era stata un sogno,e se dicevo il vero a quel numero avrebbero risposto al primo squillo.
-pronto? -
Sentii le gambe cedere,improvvisamente leggere.
-pronto?- ripeté la voce,confusa.
Cercai da qualche parte la forza per rispondere,le parole per afferrare quell'opportunità.
-Billy? Sono Bella. -




xxx




























Note:Ragazziiiii!!!Ehi,vi piace questa storia? Vi piace il colpo di scena? Vi piace tutto? XD
Veramente,fatemi sapere,così almeno se ci sono dei punti poco chiari vedrò di spiegarli meglio,se ci sono delle cose che non vanno le risolverò! Eheh.
Bene,che ne pensate di questo capitolo? Direi che non ce lo aspettavamo,e cresce l'idea che Bella sia pazza ( per chi continua a chiedermi se è davvero pazza,leggete fra le righe: non ho sempre detto che adoro gli happy ending? ^^)...ma questa chiamata a Billy? Secondo voi come si concluderà? non fate scendere le recensioni,mi piace un sacco leggerle! (ehehehehXD).
Okay,vedrò di aggiornare il prima possibile,il prossimo capitolo sarà...sconvolgente!^^
Ringrazio nel frattempo i/le fedeli/e commentatori/commentatrici,che mi fanno sempre sorridere con le recensioni e produrre una storia sempre migliore,Grazie davvero!!! E ovviamente chi legge la fic senza lasciare...come dire?Traccia di sè? Non so se è il termine giusto^^,e alla fine anche tutti coloro che hanno aggiunto la storia ai preferiti! Ora scusatemi,ma sono di fretta( devo finire di studiare =_=...ma la scuola è un fardello così pesante anche per voi?).
Un bacione!

LMS*








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Capitolo 5
*** Blood. ***


Disturbia
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Blood
Disturbia

xxx













Per un attimo,dall'altra parte ci fu solo silenzio.
Contai i secondi,pregando per una risposta,anche per un solo segno di vita.
-Bella? Bella Swan? -
Un gemito mi uscì dalle labbra: spalancai gli occhi,un misto di sorpresa,terrore e speranza.
-s-si...sono proprio io. -
Billy rise a bassa voce,facendomi quasi credere che mi avesse riconosciuto.
Forse potevo farcela.
-non ci sentiamo da...da tanto di quel tempo. Mi ricordo di quando giocavi nel mio giardino con Jake. Te lo ricordi,mio figlio Jacob? -
Oh,mio dio.
-un momento,ma da dove stai chiamando? Credevo che tu...si,Charlie mi aveva detto che...-
-sul serio non ti ricordi di me...- era una domanda,ma forse mi uscì più che altro un sussurro.
-ne è...passato di tempo – ripeté,guardingo. Cominciava a sospettare qualcosa.
Riattaccai,sconfitta.
Il mio unico appiglio,la mia unica speranza di ritornare nel mio mondo era svanita come neve al sole.
In quel momento mi resi conto che non erano solo le mie speranze ad essersi sciolte.
Io ero la neve. E mi stavo,lentamente,sciogliendo.
-Isabella! - la voce stridula di Lorette mi arrivò alle orecchie prima che potessi pensare ad altro.
Di sicuro mi avrebbe fatto una bella ramanzina per questo.
Fantastico.
Ero di nuovo in trappola.
E nessuno,ora come ora,poteva salvarmi.




Ingoiai un altro maccherone,guardando fuori dalla finestra in attesa della dottoressa Hallen.
Inizialmente mi era arrivato in camera un piatto di ravioli ai funghi,ma l'avevo subito mandato via.
Neanche a farlo apposta.
Sospirai,guardandomi le mani che oramai avevano acquisito di nuovo la loro forma naturale.
La mia vita non era più tale.
Era apatia,passività.
Era il nulla.
Dopo la telefonata con Billy Black – e le dovute false spiegazioni a tutto il personale dell'ospedale – ero tornata nel mio bozzolo.
Era come se qualcuno tagliasse i fili delle mie speranze subito dopo l'inizio della mia scalata per raggiungere la superficie.
E,inevitabilmente,ricadevo ogni dannata volta nell'oblio.
La dottoressa Hallen mi aveva spiegato che tutti i riferimenti in quelli che lei chiamava sogni potevano essere facilmente spiegati: il mio arrivo a Forks e i primi giorni in una nuova scuola,secondo lei,coincidevano con l'inizio della mia patologia,e il successivo incontro con Edward e i Cullen rispecchiava i mesi trascorsi nella clinica.
-molti dei nomi,delle persone e delle cose che vedi qui ti ricordano i tuoi sogni perché le hai viste davvero,nei tuoi sprazzi di lucidità. Ecco perché le ricolleghi a Forks. -.
Quando me l'avevano detto aveva fatto finta di capire,ma nella mia mente pensavo “anche tu,Rose?”.
Ero convinta della loro esistenza,ero certa di non essere pazza.
Eppure tutte le prove sembravano essere contro di me.
Ed io stavo cominciando a desistere.
In quel momento una dolce melodia mi arrivò alle orecchie: la dottoressa Hallen mi aveva portato una radio il giorno prima,e l'unica stazione ricettiva in quel posto era quella della musica classica.
Ma quando partì Claire de Lune,sentii di nuovo il vuoto dentro di me.
Ogni cosa,li dentro,mi ricordava Edward.
Nominarlo era la cosa che faceva più male,e di certo sentire quelle note lo era ancora di più.
Spensi la radio velocemente,spostando il vassoio mobile. Mi era passata la fame.
Tentai di appisolarmi – il che voleva dire sognare Edward – ma era tutto inutile: in quel momento mi ci sarebbe voluto Jasper con il suo fantastico potere di rilassamento.
Continuavo a rimanere in bilico,sospesa tra sogno e realtà.
Era davvero frustrante.
C'era un'unica,ultima cosa da fare,ma avrebbe richiesto tempo.
Era un gesto estremo – lo avevo rinnegato dal primo momento in cui lo avevo pensato – ma era l'unica cosa da fare per dimostrare che avevo ragione.
Sentii dei passi lungo il corridoio,e decisi di agire il prima possibile.
Dovevo solo trovare i mezzi necessari.
Aprii la mano sana,osservando il palmo liscio e le dita sottili. Mi guardai intorno,cercando qualcosa che potesse aiutarmi.
Mi alzai in piedi,respirando lentamente e tentando di controllarmi per pensare a qualcosa di buono.
Alla fine ebbi un'idea.
-Bella...- la porta si aprì,mostrando la bellissima figura perfetta della dottoressa Hallen.
Non appena si voltò verso di me chiudendo la porta,ebbe un fremito,seguito da un gemito sommesso e impossibile da nascondere.
Era di pietra,la sua espressione una maschera di terrore.
Perché mi aveva visto,ed era proprio ciò che volevo.
La guardai,inespressiva,lasciando cadere il pezzo di vetro che avevo stretto nella mano con un colpetto leggero,tentando di non guardare le gocce di sangue e svenire lì per terra.
Avevo svitato la lampadina della piccola abat-jour sul comodino affianco al letto.
Si fidavano di me,ormai ero in via di guarigione.
Mai avrebbero pensato che avessi potuto rompere la lampadina e stringerla in mano tanto da farmi male.
Avevo appena distrutto il ponte di fiducia che mi legava a lei,ma sinceramente non me ne importava.
Portai la mano tremante davanti a me,stendendo il braccio.
Lilian scosse la testa,chiudendo gli occhi per mantenere la concentrazione.
Ma quando li riaprì,portandosi una mano davanti alla bocca,vidi con orrore ciò che solo quel gesto estremo avrebbe potuto mostrarmi.
Gli occhi della dottoressa Hallen erano rossi come il sangue.
Solo in quel momento mi resi conto che anche io non avevo considerato a pieno il mio gesto,forse anche io pensavo a quello come un gesto privo di senso.
Avevo le prove.
E un vampiro famelico puntava dritto verso di me.
-stupida ragazzina. - sussurrò lei,sedendosi a terra.



Mi guardai di nuovo le mani,sbuffando.
Ora erano entrambe fasciate.
Perfetto,sembravo una completa idiota.
Iniziai a togliermi la fasciatura che copriva la cicatrice a mezzaluna: ormai non mi faceva più effetto vederla.
Perché ho ragione.
Rosalie entrò nella stanza dopo un bel po',e mi accorsi che l'odore di sangue se n'era andato solo da poco.
Solo in quel momento riuscii a collegare tutto quanto,maledicendomi per non aver scovato le prove quando le avevo proprio davanti agli occhi.
Hallen.
Non era un nome messo a caso,aveva un'origine precisa che solo la mia continua distrazione non era riuscita ad afferrare.
Hale e Cullen. Hallen. Bella trovata.
Solo dopo aver capito quello ricordai che il secondo nome di Rosalie era Lilian,e questo mi fece capire che avevano architettato tutto alla perfezione,e anche se avessi fatto quel collegamento probabilmente Rosalie avrebbe tirato fuori la storia della psicosi e dei nomi della mia fantasia corrispondenti a quelli uditi durante la mia permanenza nel manicomio.
Dannazione,erano stati proprio bravi.
Già,ma chi?
-Bella. - disse lei,inespressiva.
-non parlare con me. - risposi,stupita dalla mia sicurezza – d'altra parte,io sono pazza,giusto?-
-oh,Bella,non fare la melod...-
-melodrammatica? Certo. Sai che ti dico? A questo punto potremmo festeggiare,no? -.
Ero fuori di me. E ne avevo tutti i motivi.
-calmati,Bella. Posso spiegarti tutto. -
-spiegare cosa? -
-di come sei finita qui,e di come non avresti dovuto sapere nulla.-
Prestai un po' più di attenzione,calmandomi: - non avrei dovuto sapere...-.
In quel momento mi sentii profondamente sola.
Ero stata abbandonata da tutti in un istante,portata via dall'unico luogo in cui mi sentivo davvero felice.
Qualcuno – non sapevo chi,ne come – mi aveva portato via la felicità,imprigionandomi nella mia solitudine.
Ero una maschera di cera,non riuscivo a mostrare nessuna emozione,tante erano quelle che si mescolavano sul mio volto nello stesso momento.
-perché sei qui? Perché continuate a...a farmi uscire di testa?! - gridai,affondando il viso nelle mani e sentendo le lacrime inumidirle.
-qualcuno doveva pur sorvegliarti,Bella. Se fossimo spariti probabilmente nessuno ti avrebbe controllato,e chissà quale pazzia avresti combinato. Con tutta probabilità ti saresti lanciata dall'ultimo piano o avresti tentato il suicidio. E' per questo che sono rimasta qui,per controllarti e cercare di...guarirti,farti credere che tutto ciò che vedevi era frutto della tua pazzia. -
-una bella scocciatura per te,eh? - sussurrai,inespressiva: in fondo era risaputo che Rosalie mi aveva sempre odiato per i suoi buoni motivi,e non riuscivo proprio a capire come avesse potuto accettare quel...quel cosa?
Ancora non sapevo nulla di tutta quella storia,e di certo Rosalie ci avrebbe messo un po' per spiegare.
-non essere sciocca. E poi,ero l'unica in famiglia che avrebbe potuto farlo,una mente fredda capace di controllarmi. -
-siete vampiri – pronunciare quella parola mi fece rabbrividire – l'autocontrollo è la vostra dote speciale. -
-non ne sarei così sicura. - aggiunse lei,guardando nel vuoto – senza di te l'intera famiglia ha subito un grave impatto emotivo. Ed escludendo Carlisle,che di sicuro sarebbe stato troppo riconoscibile nell'ambito medico,rimanevo io. -
-hai studiato medicina? -
-ne ho avuto di tempo – si aprì in un sorriso debole,ma nelle sue parole c'era una certa malinconia – tuttavia non potevo stare a diretto contatto con il sangue,per cui ho subito escluso reparti a rischio come chirurgia. Mi chiedo come Carlisle riesca a resistere. Bella...-mi guardò di nuovo,come se tutto quello di cui stessimo parlando fosse spuntato fuori dal mondo dei folli e tornato ad essere un elemento reale.
Tuttavia,in quel momento avevo solo un nome che mi girava vorticosamente in testa.
Uno ed uno solo.
Ma non volli chiederlo,avevo troppa paura di pronunciarlo ancora.
-Rosalie,ti prego...cosa sta succedendo? Perché...perché sono qui,cosa...cosa succede?-.
Rose sembrava turbata,indecisa sulle parole da usare: non sapeva ancora se rivelarmi tutto,questo era certo.
Ma perché la situazione si stava facendo così pericolosa?
-dimmelo,Rosalie. Dimmi che non sono una squilibrata,ti prego. Ho bisogno di sentirlo. - dissi alla fine con un lungo sospiro stanco,attendendo la risposta ad occhi chiusi.
Un attimo di pausa.
-non sei pazza,Bella. - rispose Rosalie,scuotendo leggermente la testa – ma sei in pericolo. -
-e dov'è...- avevo troppa,troppa paura di chiederlo,ma con un enorme sforzo riuscii a tirar fuori quel dolorosissimo nome – dov'è Edward...-
Rosalie era sempre stata una persona diretta,e di certo la risposta non fu da meno: l'aspetto positivo del suo carattere era che in certe situazioni non si dilungava molto a parlare.
E la risposta arrivò diretta,come una spada nel petto.
-dai Volturi. -




xxx




























Note:Taratataaaaaa! Oddio,oggi sclero alla grande XD Scusate,il troppo studio a volte - diciamo molto spesso - fa male^^
Allora,bella gente...mamma mia quanti bei commenti! Grazie mille,ragazze! (ragazzi? Ci siete anche voi? Ditemelo,sennò sai che figuraccia! ^///^) Che ne pensate di questo capitolo?
Alla fine qualcosa è stato chiarito,no? Devo farvi davvero i complimenti,siete stati davvero bravi con tutte le ipotesi su Rosalie,soprattutto chi si è ricordato del suo secondo nome e della somiglianza di Hallen con Hale (braviiii!^^),ma soprattutto anche chi ha sospettato del fatto che la cara Rose non ha accompagnato nel capitolo precedente Bella fuori a fare una passeggiata a causa del sole...davvero,sono sconvolta dal vostro occhio *_*
Comunque ci tengo a ringraziarvi ancora,e a spiegare un paio di cosette per chi non avesse letto il libro o magari visto solo il film:
-i ravioli ai funghi sono il piatto preso da Bella durante la prima uscita con Edward,in Twilight: ecco perché li manda via appena glieli portano (ma credo che comunque anche nel film viene detto,vero? Mi pare di si...)
-Claire de Lune,come tutti sapete,è la canzone ascoltata da Bella ed Edward nella camera del vampiro: insomma,tutti questi riferimenti la faranno impazzire! XD
Per chi mi ha chiesto di Billy: in effetti l'intenzione di Bella era quella di parlare con Jake,ma comunque con chiunque fosse legato al mondo di vampiri,licantropi e compagnia bella...quindi per lei era tutto buono,in quel momento! XD
Ah,un'ultima cosa: che c'entrato i Volturi ora? E perché Edward è da loro? Se non lo sai tu,mi direte voi...ehehe,questo lo scoprirete solo al prossimo capitolo!!^^
Un bacione!

LMS*








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Capitolo 6
*** Secret. ***


Disturbia
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Secret
Disturbia

xxx













Mi mancò il respiro,e in pochi secondi persi gran parte della lucidità che mi era rimasta,iniziando a tremare al solo pronunciare di quel nome.
I Volturi. Cosa ci faceva li?
-Dai...dai Volturi...- ripetei,più a me stessa che a lei – perché...perché?! Cosa gli è successo?! -.
Iniziai automaticamente a piangere e a sussurrare il suo nome,il panico si era ormai impossessato del mio corpo e della mia mente.
Era anche peggio che non averlo accanto,sapere che in quel momento si trovava a Volterra sottoposto a chissà quale tortura.
In quel momento ebbi l'orribile visione degli occhi spietati e accesi dalla sete della piccola Jane,quel candido angelo italiano dal cuore nero.
Non avevo vinto,l'incubo era appena iniziato.
-e ora che facciamo!? Rose,dobbiamo salvarlo,dobbiamo raggiungere l'Italia e...-
-Bella! Bella,calmati! Non è così semplice. Non l'hanno catturato. -
-c-come? E allora che cosa è successo? -
Rosalie,per la prima volta,apparve affranta,il suo volto era marchiato da un debole segno di tristezza.
-è andato in Italia di sua volontà. -
In quel momento tutto il peso,tutta l'angoscia provata negli ultimi mesi si lanciarono su di me,scagliandosi con tutta la forza che avevano e lasciandomi nella desolazione più completa.
Di sua volontà?
Spalancai gli occhi al suono di quelle parole orribili,ma mai quanto ciò che venne dopo.
-cosa...-
-è a Volterra,Bella. - proseguì lei,abbassando il capo – è entrato nel corpo dei Volturi. -.



Quando mi svegliai ero ancora in camera mia: quando mi ero addormentata?
Rosalie era ancora vicino a me,e mi osservava.
Oh,adesso si spiegava tutto. Ero svenuta dopo ciò che Rosalie mi aveva detto.
Le immagini della nostra conversazione si ripresentarono nella mia mente in modo decisamente più confuso e spaventoso,come un brutto incubo ricompare nella mente la mattina appena svegli.
Edward. Lui,il mio unico grande amore,quello di cui non avevo mai dubitato malgrado tutti mi considerassero pazza.
-Rose...ti prego,devo andare da lui. -
-e come,Bella? - sbottò lei,dopo aver atteso in silenzio il mio risveglio: intravidi nei suoi occhi un certo stupore nel vedere che le prime parole dopo il mio risveglio erano state per lui.
-io non...non lo so,non so neanche cosa sta succedendo! -
-sei veramente testarda,Bella. Tu non...-attese,cercando di riprendere il controllo – ti rendi conto che avrei potuto perdere il controllo se avessi inspirato più a fondo l'odore del tuo sangue? -.
Mi misi seduta,incurante di ciò che mi stava dicendo in quel momento:
-non mi interessa. Devi spiegarmi,devo capire come ho fatto a finire qui. -
Rosalie sbuffò,ormai si sarebbe dovuta abituare alla mia costante cocciutaggine.
-e va bene. Ma devi essere pronta. -
Annuii,convinta,tentando di ignorare le mani sudate e scosse da tremiti irregolari che cercai in tutti i modi di reprimere.
-ricordi qual'è stata l'ultima cosa che hai fatto a Forks? Almeno un'immagine,un'idea sfocata? - mi chiese,fissandomi.
-l'ultima immagine...- tentai di sforzarmi,ma i ricordi che avevo non comprendevano la notte prima del risveglio nel manicomio. Strano,in effetti non ci avevo mai pensato.
-Rosalie,non ricordo...non ricordo nulla. Solo...- in quel preciso istante il sorriso di Edward graffiò la mia memoria sfocata,danneggiandola irrimediabilmente. - Edward. Si,mi ha dato la buonanotte in camera e poi si è addormentato con me sul letto. -
-quante cose possono accadere in una notte...- sussurrò lei sorridendo ad occhi chiusi.
-che vuoi dire? -
-il tempo è cambiato,Bella. Lo spazio intero non è più quello di prima...e tutto per opera dei Volturi. -
-vuoi dire che è colpa dei Volturi se mi ritrovo in questo stato? -
-si,e in particolar modo di Aro. -.
Fui scossa da un fremito nel sentir pronunciare quel nome spigoloso e antico,nascosto nei meandri più bui di Volterra,coperto da centinaia di vittime e da un passato oscuro e crudele.
Aro continuava a incutere terrore nonostante fosse lontano.
-quella notte,quando ti sei addormentata,Aro è arrivato a Forks. -
-a Forks?! Ma come...-
-Alice non è riuscita a vederlo,Aro ha fatto in modo di modificare i suoi pensieri e le sue scelte per non farci allarmare,ed è arrivato qui all'improvviso insieme a Caius,Marcus e i gemelli. -.
Iniziai a respirare a fatica: possibile che quello che Rosalie stava dicendo fosse tutto reale?
-eri in pericolo. Tutti noi lo eravamo. Aro voleva ucciderti,perché eri ancora umana. Ed è per questo che Edward ha deciso di scambiare la tua vita...con la sua. -.
Abbassai il capo: non ero sconvolta.
Semplicemente sconfitta.
Aro aveva sempre desiderato avere Edward ed Alice nella sua scorta,e di certo il ricatto sembrava l'unica cosa che in quel momento avrebbe potuto salvarmi.
-come al solito Emmett voleva combattere contro di loro,ma non sapeva che nello stesso momento nella tua stanza Jane stava aspettando un segnale per ucciderti. Era l'unico modo per salvarti la vita. -
-ma come...e Alice? Alice dov'è? - chiesi,in preda all'ansia.
-non preoccuparti,non è caduta nella trappola. Tuttavia,Bella,c'è molto di più di quanto tu possa immaginare dietro questa storia.-.
Lo squillo del telefono di Rosalie mi fece trasalire,risvegliandomi dal flusso di pensieri che circolava incontrastato nella mia mente,padrone di se stesso.
-pronto? -
La voce al telefono era troppo alta e arrabbiata per essere normale,e di certo non ci misi molto a riconoscerla.
-Jacob? - sussurrai,abbastanza stupita da non riuscire neanche a muovere i muscoli.
Rosalie annuì appena,disgustata.
-che vuoi,cane? -rispose,con disprezzo. -si. Si,lo sa. Finiscila,lo sai che glielo avresti detto tu comunque...Bella,il cane vuole parlare con te. -.
Ci pensai un attimo.
Jake era il mio miglior amico,e di certo avrebbe potuto aiutarmi.
Afferrai il cellulare,tentando di reprimere le lacrime.
-Jake? -
-Bella! Oh...Cristo,Bella,stai bene! Perdonami,ho provato a chiamarti,ma la bionda non voleva farmi parlare con te e...ho sentito che hai chiamato mio padre,io...Bella,sei in pericolo e...-
-calmati,Jake. -lo interruppi io,con voce stranamente controllata – Rosalie mi sta spiegando tutto. Sto cercando di...capire. Come fai a sapere tutto? -
-il vampiro italiano ha visitato Forks,prima del...di quello che è successo. -
-e cosa è successo? -
Jacob inspirò,lo sentivo teso e preoccupato dall'altro lato della cornetta.
-nel momento in cui Edward ha accettato di scambiare le vite,per consolidare il patto Aro gli ha stretto la mano e...in un momento è cambiato tutto. Come se la scelta di Edward avesse condizionato il tempo e lo spazio,come se ci trovassimo in una dimensione parallela.
Il succhiasangue è con i vampiri italiani,tu sei in quella specie di manicomio e nessuno a Forks ti conosce e Charlie...-
Charlie?
Oh,no.
-Charlie? Cosa...Jake,cosa?! Che gli è successo?! - gridai,fuori di me.
-è distrutto dal fatto che tu sia impazzita...beh,lui crede che tu sia pazza,però...-
-però non lo sono. Questo lo so,Jake. Oh,Charlie...-
In effetti doveva essere un brutto colpo per lui non aver mai condiviso i bei momenti a Forks,e ancora di più sapere che ero uscita di testa.
Solo una cosa non riuscivo a spiegarmi: come facevano loro a sapere tutte quelle cose?
-Jake...tu come fai a...a ricordarti di me? -
-anche se i fatti sono cambiati,i tuoi succhiasangue...-
-vampiri – puntualizzai,seccata.
-i tuoi vampiri ricordano tutto. E anche Billy ed io. Non so se è per il fatto che apparteniamo anche noi al mondo sovrannaturale o no,ma siamo gli unici del clan che si ricordano di te.
Forse è una questione di legame...-
Annuii,forse per dargli ragione: in effetti Jake e suo padre erano quelli che avevano rappresentato un punto di forza,una tappa importante durante la mia permanenza a Forks.
Il loro legame,dopotutto,poteva resistere anche a casi come quelli.
In fondo,Billy mi aveva mentito al telefono solo sotto richiesta dei miei vampiri.
L'aveva fatto per proteggermi.

La mia testa girava vorticosamente,e iniziavo a non capirci più nulla.
-Bella,loro ricordano tutto per fare in modo di non avvicinarsi a te. Sei in pericolo,lo capisci questo? I Volturi se ne accorgeranno,e verranno a controllare...-
Rabbrividii,ripensando all'orribile volto di Aro: - Jake,devo uscire da qui. -
Guardai Rosalie,speranzosa. Non dimenticare,non dimenticare.
Il mio sogno mi tartassava,dovevo uscire da quel posto e tornare dalla mia famiglia.
Rosalie afferrò il telefono,schiarendosi la voce – anche se non ne aveva affatto bisogno.
-stammi a sentire,cane. Se provi a parlare sarai la mia cena,per cui non ti azzardare a fare proposte che non puoi mantenere. -
-ehi,bionda,non ti agitare. Lo so che piani come questi sono troppo complessi per i tuoi neuroni stanchi,ma se i Volturi se ne accorgono la verranno a prendere li. -
-non accadrà. Questa conversazione non è mai avvenuta. -
-come?-
-il tuo odore si sente fino a qui. Riattacco,specie di cucciolo peloso. E fatti una doccia,l'odore di cane è insopportabile. -
Sentii qualche verso di Jake – un ringhio,o forse tentava di farsi sentire da me? - e Rosalie riagganciò.
-se facciamo finta di niente probabilmente non ci scopriranno. Edward non può percepire i pensieri in lontananza,e Aro ha bisogno del contatto. Se facciamo sparire questo ricordo tu...-
-s-sparire? Rose,ma come...NO! -
Avevo capito anche io.
Voleva insabbiare tutto,rimandarmi nell'oblio da cui ero appena risorta.
-preparati,fra poco devi scendere per le analisi. - disse lei,come se quella conversazione non fosse mai avvenuta.
-NO!-
La porta si richiuse prima che potessi dire altro.
E in un attimo mi ritrovai sola.
Di nuovo.




Avevo la strana sensazione di essere di troppo.

Edward era in Italia,ed io sarei morta se fossi rimasta ancora più a lungo senza di lui.
A pensarci bene se lo avessi raggiunto sarei morta comunque.
Erano passate esattamente tre ore e diciotto minuti da quando Rosalie mi aveva lasciata di nuovo sola.
Ed io non mi ero mossa dal punto in cui mi ero fermata.
Ero rimasta li,sul letto, senza battere ciglio.
Inerme,come un sacco buttato li per sbaglio.
Improvvisamente,la porta si aprì. Ed io non potei fare a meno di sussultare.
-R...Rose? -
-prepara le valigie. Evadiamo. -


xxx




























Note:
buonasera genteee!^^ Come va la vita? Io sono un pò incasinata con la scuola,ma come vedere ho sempre tempo per pubblicare la mia ficcy,con tutti questi commenti poi! E' un piacere sapere che vi piace! Lo sapete che sto scrivendo un'altra storia? (eheh,non mi fermo mai!)In realtà è solo un'idea,vedrò di buttare giù qualcosa non appena avrò una seconda ispirazione...comunque intanto mi occuperò di finire questa,perciò continuate a seguirla e a dirmi cosa ne pensate!
Allooora,in questo capitolo viene svelato il misterioso segreto,spero si sia capito in generale cosa è successo: Aro è arrivato a Forks per uccidere Bella,così Edward per salvarla si è offerto come povera piccola merce di scambio in cambio della vita di Bella,entrando nel Corpo dei Volturi...per il resto dovrete aspettare^^
Seconda cosa: ho sempre amato il personaggio di Rosalie,e soprattutto i battibecchi che ha con Jake in Breaking Dawn XD Mi facevano morire! Come ho detto,Rose è un personaggio che mi è sempre piaciuto,e non volevo farle continuare ad essere la fredda vampira che odiano tutti,per cui ho lasciato a lei il ruolo di far evadere Bella.
Non solo perché Jake aveva ragione ( in effetti i Volturi ci avrebbero messo poco a scoprirla nel manicomio),ma anche perché una buona azione gliela volevo far fare...XD
Si,però...come andrà a finire? Riusciranno le due a scappare? Oppure saranno internate insieme?XD
Lo scoprirete presto,lo giuro!^^
Terza cosa: molti di voi mi hanno chiesto in che "periodo della saga" ci troviamo: in effetti non ci ho pensato bene,diciamo che è sicuramente dopo New Moon e Bella sa già della natura di Jake(licantropi e cose varie),però non ho proprio considerato la relazione Jake/Bella (forse perché non mi va molto a genio? XD)
Per tutte le altre domande sono sempre qui!^^
Un bacione!

LMS*








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Capitolo 7
*** Escape. ***


Disturbia
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Escape
Disturbia

xxx













Evadiamo.
Si. Si,si,si!
-Rose,ma come...-
Era strano vederla prendere una decisione del genere – specialmente se stava decidendo per me – e di certo non me lo feci ripetere due volte.
Provai a cercare qualcosa di me che fosse rimasto in quella stanza,ma per la prima volta mi accorsi che non avevo praticamente nulla.
Rosalie mi lanciò sul letto una camicetta bianca e un paio di pantaloni neri,allungando verso di me anche un paio di scarpe da ginnastica e una specie di camice molto simile a quello che continuava a indossare lei nelle vesti di Lilian Hallen.
-nascondi il camice,ci servirà dopo. - disse lei,parlando velocemente.
Notai che aveva portato la sedia a rotelle,probabilmente voleva camuffare la nostra fuga in una semplice passeggiata nel parco,così mi sedetti e nascosi il camice appallottolato sotto le braccia,fingendo che fosse una coperta di cui al momento non avevo bisogno.
Rosalie si avvicinò,iniziando a spingere la sedia e continuando a parlare di analisi e di quanto stessi migliorando,guardando sempre avanti e degnando di un cenno gli altri dottori,che la osservavano con riverenza.
Dovevo ammettere che era davvero un'ottima attrice.
Per rendere più credibile la scena iniziai ad annuire sporadicamente.
Uscite fuori ci inoltrammo nel parco,nascondendoci in un punto lontano alla vista.
-indossa il camice,proviamo ad uscire. Mettiti anche questi. - mi passò un elastico per capelli e un paio di occhiali da sole scuri,insieme a una specie di cappellino da infermiera.
Avevo capito,dovevo fingere di essere una collega.
Mi infilai velocemente camice e cappellino,legandomi i capelli in una coda il più possibile ordinata,e poco dopo seguii Rosalie nel parcheggio,notando che adesso guidava una bellissima auto sportiva nera,simile alla “magnifica rossa” che ormai collegavo solo a lei.
Quel cambiamento mi mise un po' di tristezza,e inevitabilmente pensai ad Edward.
-tieni. -mi disse,consegnandomi il suo cartellino – alla sbarra non controllano mai,specialmente a me. Mi conoscono,ma con te potrebbero fare delle storie.-.
Avrei voluto chiederle cosa avrei dovuto fare se mi avessero chiesto di scendere dalla macchina e farlo controllare,ma rimasi zitta,il panico si stava già lentamente e sufficientemente impossessando di me.
Mi infilai in macchina,indossando gli occhiali.
Rosalie mise in moto e in pochi secondi ci ritrovammo alla sbarra: il tizio nel cubicolo di controllo diede un occhiata alla vettura,accennando un saluto.
-buongiorno,Earl. - salutò la magnifica vampira,facendolo quasi imbarazzare per tutta quella bellezza.
-salve,Lilian...-sussurrò lui,con un sorriso debole.
-andiamo a mangiare qualcosa. -disse lei,e inevitabilmente Earl guardò verso di me.
Cercando di dare sfogo alle mie scarse abilità da attrice sfoderai uno dei miei migliori sorrisi,gonfiando il petto e mettendo in bella mostra il cartellino che avevo attaccato alla parte superiore del camice.
Earl sorrise,spingendo un pulsante e attendendo che la sbarra si alzasse.
-bé,allora buon appetito. - disse alla fine,schiarendosi la voce.
Salutammo entrambe con la mano,dirigendoci a tutta velocità verso la strada.
Non appena svoltammo l'angolo Rosalie accelerò ancora di più,ed io trassi un sospiro di sollievo,togliendomi quel costume ridicolo.
-siamo fuori...- non sapevo se era una domanda.
-siamo fuori.-confermò lei,una punta di soddisfazione nella sua voce.
-Rosalie...come hai fatto a nascondere la tua identità nell'ospedale? - chiesi,osservando che alla debole luce del sole la splendida vampira iniziava a brillare.
Per tutta risposta lei si sfilò il camice,indossando una giacca che le copriva praticamente tutto il corpo e abbassando lo sportellino sopra la sua testa,in modo da non far vedere il volto.
-facevo i turni di notte. Ho ottenuto facilmente il permesso poiché c'era poca richiesta. E poi le solite cose...- continuò lei,guardando la strada – vestiti coprenti,camici a maniche lunghe,vetri oscurati. Il reparto di patologie gravi,come hai visto tu stessa,non ha finestre,e se avessi osservato con più accuratezza tutte le volte che la tua finestra era aperta io non c'ero. -
Ci ripensai,dandole ragione. Rosalie arrivava sempre di sera o quando la finestra era chiusa e c'era solo la luce della lampadina ad illuminarla,non mi aveva mai portato fuori a fare una passeggiata – ci pensava sempre Lorette, e ora avevo capito perché – e la vedevo più spesso nei rari giorni in cui il cielo era nuvoloso.
-cavolo,hai pensato a tutto – sussurrai,sconvolta.
-diciamo che mi ci sono impegnata. - rispose lei,uscendo da Phoenix e svoltando in direzione dell'aeroporto.
Rosalie parcheggiò all'interno,sfruttando quel pomeriggio leggermente offuscato e nuvoloso che giocava di sicuro a nostro favore.
Entrammo nel grande aeroporto – mi ricordò terribilmente la fuga da James,e rabbrividii – ed io ancora non avevo capito cosa diavolo stavamo facendo li.
-Rose,ma che diavolo...-
Mi bloccai,iniziando inevitabilmente a credere che non fossi del tutto sana di mente.
La mia testa iniziò a girare vorticosamente,presa dal panico.
Forse era felicità,forse terrore. Non lo sapevo neanche io.
-Bella...-
Quanto mi era mancata la sua voce.
Sorrisi,senza controllare le mie emozioni.
-Alice! -
Mi corse incontro,ed io feci lo stesso,abbracciandola e tentando di reprimere le lacrime che malgrado i miei sforzi scesero ugualmente.
-oh,Alice! Alice,mi sei mancata così tanto,pensavo di non rivederti più,pensavo che...-
-Mi sei mancata anche tu,Bella. - sussurrò lei,stringendomi. Se avesse potuto piangere,probabilmente lo avrebbe fatto – mi dispiace per quello che ti abbiamo fatto,ma dovevamo proteggerti. -
-certo,peccato solo che io non possa più stare senza di voi.- risposi io,come se la risposta fosse ovvia – ora ditemi che ci facciamo qui,questa situazione mi sta mandando al manicomio. -.
Rose e Alice aggrottarono la fronte: in effetti non era un'espressione piacevole da usare,nella mia situazione.
-prima c'è un'altra sorpresa per te,Bella. -disse Alice,prendendomi per mano come una bambina in cerca di caramelle. Era elettrizzata.
Ci dirigemmo verso l'interno dell'aeroporto,arrivando ad un gate vuoto,riempito solo da quattro persone che,immobili,stavano aspettando.
E quando le riconobbi scoppiai davvero a piangere,ormai mi era impossibile trattenere l'emozione.
-sono qui per te,Bella. Tutti siamo qui per te. - sussurrò Alice,spingendomi verso di loro.
-bentornata,Bella. -
-Esme...-
Mi avvicinai cauta,come se la troppa vicinanza fosse fatale,come per paura di svegliarmi all'improvviso.
E dopo aver appurato che era tutto vero,la abbracciai.
-siamo contenti che tu sia qui,Bella! - ridacchiò Emmett,con la sua solita espressione allegra.
-io non...non ci posso credere...-
-scusa se abbiamo abusato della tua sanità mentale,ma era necessario. - Carlisle mi sorrise,abbracciandomi.
-bentornata. - mi disse Jasper,facendomi l'occhiolino per poi sfiorarmi una spalla.
Sorrisi,finalmente di nuovo a casa.
-grazie.- dissi,e non solo a Jasper. A tutti loro.
Perché erano li,perché malgrado volessero proteggermi non avevano esitato a volermi bene,perché mi avrebbero protetto anche ora che ero in un pericolo maggiore.
Grazie.
-ho una domanda. - chiesi all'improvviso,ancora abbracciata ad Alice – perché sta succedendo tutto questo? Come ha fatto Aro a modificare il tempo? -
-nessuno lo sa,per ora. -mi rispose Carlisle,scuotendo la testa – è probabile che abbia ampliato i suoi poteri,ma non è mai successo nella storia dei vampiri. L'unica ipotesi è che abbiano trovato un modo,abbiano scoperto qualcosa per farlo. -
-e ora...cosa facciamo? -
Ci guardammo tutti,senza sapere cosa dire.
-la situazione è molto pericolosa – disse Rosalie,ma la interruppi subito.
-io andrò in Italia. Devo andare da Edward. Subito. -
Esme annuì,forse capendo il mio stato.
-sentite – continuai,decisa: perché erano loro la mia forza – so che è pericoloso,e non mi aspetto che voi veniate con me. Vi ho già perso e non voglio perdervi di nuovo. Per cui...-
-non se ne parla. - rispose Alice,stringendomi la mano – io vengo con te.-
Jasper la guardò,allarmato.
-è una buona idea. D'accordo. -confermò Carlisle,sotto gli occhi stupiti di tutti – sappiamo tutti che Aro desidera il potere di Alice,perciò se Bella andrà li insieme a lei non potranno ucciderle. Aro ha troppo bisogno del potere di Alice per ucciderla. -
-ma da sole è ancora più rischioso! - proruppe Jasper,preoccupato.
-calma,Jasper. Non faranno loro del male. Alice e Bella andranno in Italia,mentre Jasper,Emmett ed io rimarremo nelle vicinanze,diciamo in modo tale da non essere percepiti. -
-si,Amsterdam! - esultò Emmett,ricevendo una sonora gomitata da Rosalie.
-non stiamo andando a divertirci,Emmett. -puntualizzò Esme,divertita da quel piccolo battibecco.
Io annuii,convinta.
Ero pronta. E avrei trovato Edward, in un modo o nell'altro.
Fortunatamente da Phoenix partiva un last second per l'Italia,e quello era davvero un periodo piatto per i voli transcontinentali.
Aggiungendo le mazzette sparpagliate in giro da Carlisle e i sorrisi luminosi e ammaliatrici di Alice e il gioco era fatto,in meno di un paio d'ore eravamo già sul volo diretto verso l'Italia.
Dormii per quasi tutto il tempo,ma i miei sonni furono scandagliati e sconvolti da milioni di immagini lugubri e inquietanti: vedevo Edward tra le mura sotterranee di Volterra,il suo sorriso mutato in un ghigno spaventoso e sinistro,gli occhi cremisi accesi verso di me,desiderosi di nuovo del mio sangue.
Mi svegliai di soprassalto,con il fiato corto e il cuore che scandiva i battiti in modo irregolare: Alice capì tutto non appena aprii gli occhi,così mi tranquillizzò carezzandomi i capelli e facendosi portare un tè caldo dalla hostess.
Quando ripresi il controllo mi accorsi che stavamo preparando l'atterraggio,e strinsi la cintura di sicurezza.
Arrivammo all'aeroporto che pioveva: il tempo era malinconico,uggioso,ma perfetto per permettere ad Alice di viaggiare a piede libero.
E quando uscimmo verso il parcheggio non riuscii a credere ai miei occhi nel vedere una splendida Porsche giallo canarino parcheggiata e pronta per essere guidata.
Alice notò il mio stupore,e mi si avvicinò entusiasta indossando un paio di occhiali da sole scuri:
-non sai quanto possa essere stato traumatico capire che tu non eri mai arrivata a Forks. Sai questo cosa significa? -
Lo capivo benissimo.
Niente arrivo a Forks,niente incontro con i Cullen. Niente abbandono di Edward,niente viaggio contro il tempo verso Volterra. E per questo niente Porsche.
-mi dispiace,Alice. - risposi io,anche se in realtà non era colpa mia.
-non preoccuparti. E' un altro dei motivi per cui Aro non mi andrà a genio,d'ora in poi. -
Salimmo in macchina,diretti verso la piccola Volterra.
Dove,finalmente,avrei rivisto Edward.
E lo avrei riportato a casa,a qualunque costo.





xxx




























Note:
E potete tutti quanti trarre un lunghissimo respiro,ce l'hanno fatta!!^^ Allora,che ne dite di questo capitolo? A scriverlo mi veniva la lacrimuccia,lo ammetto...volevo che l'incontro fosse reso alla perfezione,spero di esserci riuscita.
Insomma,fatemi sapere voi!
Emmett e la sua battutina di turno ci stava alla grande,ce la dovevo mettere per forza! XD
E poi Alice...bé,io la adoro (come tutti,del resto XD), ed era l'unica che in effetti poteva accompagnare Bella in Italia...ma ci riusciranno,le nostre eroine?
Lo scopirete solo nel prossimo capitolo!
Grazie mille per il sostegno che continuate a darmi,spero vi sia piaciuto anche questo capitolo^^
Un bacio

LMS*








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Capitolo 8
*** Love. ***


Disturbia
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Love
Disturbia

xxx














Con la guida veloce di Alice fummo a Volterra in pochissimo tempo,quasi non me ne accorsi.
Il tempo era ancora nuvoloso,e fortunatamente aveva smesso di piovere.
Parcheggiamo fuori le mura,dirigendoci a piedi verso l'interno e arrivando in Piazza dei Priori.
Quel luogo mi riportò alla mente dei ricordi impossibili,e troppo dolorosi.
Ricordi che,in quella dimensione,non erano mai esistiti.
Mi vidi riflessa in quella prigione di pietra,in quella piazza prima affollata e ora deserta nella mia folle corsa per salvare Edward dalla luce del sole.
Mi vidi in un mondo in cui tentavo di recuperare l'amore.
Cosa che,adesso,cercavo di raggiungere con tutte le mie forze.
Ovviamente anche Aro e la sua schiera ricordavano tutto come me,come noi.
Ma di certo non avrebbero esitato a raggiungerci nella piazza,specialmente adesso che non c'era il sole a limitare i loro movimenti.
In quel momento mi resi conto che non avevamo un piano: dovevo andare da sola? Alice mi avrebbe accompagnato? Sarebbero venuti loro?
-E adesso? - chiesi,posando lo sguardo sul campanile e sulle lancette che scandivano rumorosamente – o forse le sentivo solo io,come se quei rintocchi segnassero il tempo che ci rimaneva prima dell'incontro.
-adesso dobbiamo trovarli. -mi rispose lei,gli occhi scuri che vagavano nei meandri delle vicende future.
Chiuse gli occhi: stava pensando.
O forse solo aspettando.
Con un movimento impercettibile Alice guardò a sinistra muovendo solo gli occhi,e quando anche io mi voltai vidi due figure incappucciate all'ombra dei portici che sembravano aspettarci.
Alice mi prese per mano,ed io sentii la paura crescere in me.
Rabbrividii,ma cercai in tutti i modi di sembrare naturale davanti a quei due individui bellissimi che non avevo mai visto prima – benché già sapessi perché fossero li.
-non puoi stare qui,fra poco uscirà il sole. - il tipo più alto si rivolse ad Alice con fare minaccioso.
-sono venuta qui per parlare con mio fratello. Sono Alice Cullen,sorella di Edward Cullen. -
-Alice Cullen. - ripeté il tipo più basso con un sorrisetto – Aro sarà contento di vederti:purtroppo ora è impegnato con...alcuni turisti.-
Un fremito mi attraversò la schiena:ricordavo quel gruppo di turisti intravisti nel mio primo viaggio a Volterra,condotti li da Heidi per diventare il pasto principale di Aro.
-è ora di pranzo. - sentii sussurrare Alice,con un sorrisetto ammaliante.
Quello che non riuscivo a capire era come quei due non mi avessero riconosciuto: non erano vampiri anche loro? Non avrebbero dovuto ricordarsi tutto?
-e lei? - disse il tipo nerboruto,indicandomi con un cenno della testa – è umana,che ci fa qui? -
-diciamo che ho voluto portare un regalino al mio adorato fratello. Non potevo venire qui a chiedere di entrare nel corpo di guardia e presentarmi senza neanche un pensierino per lui. Sarebbe stato molto sgradevole. -
Capii che recitava solo perché la conoscevo bene,ma dovevo ammettere che vista così la situazione poteva essere interpretata in un unico modo,ovvero con me come portata principale.
-sentite anche voi il suo profumo meraviglioso...-Alice chiuse gli occhi,sicura che i due approvassero – sarà una vera prelibatezza per Edward. -
I due sorrisero,guardandosi e scambiandosi occhiate compiaciute.
-rimani qui un secondo. -disse il tipo magrolino,allontanandosi insieme al compagno – torniamo subito. E allora vi condurremo da Edward. -
Appena si allontanarono Alice si voltò,facendomi avvicinare al suo volto:
-scusa se ti ho spaventato e se non ti ho detto nulla prima – mi sussurrò lei,mantenendo lo sguardo fermo – fingere di aver accettato la proposta di Aro di entrare nel corpo dei Volturi era l'unico modo per farci entrare. E poi ieri,all'aeroporto,ho visto noi due qui a Volterra che parlavamo con questi due tizi,e loro non ci riconoscevano. Ecco perché siamo partite subito,dovevamo trovare la coincidenza con i...”turni di guardia”. -
Parlò velocemente,ed io non la interruppi fino a che non completò la spiegazione: era davvero un genio.
-come mai non mi hanno riconosciuto? -
-credo per il fatto che siano entrati nel corpo dei Volturi dopo il salto spazio-temporale. Ecco perché non ti conoscono. Li hanno arruolati in questi mesi. Questo indica che nessuno si aspetta del nostro arrivo. -
-e se incontriamo Aro? -
-non preoccuparti,prima di tutto vedremo Edward. Aro è impegnato, e Edward ricorda ancora chi sei,perciò appena ti vedrà non esiterà a proteggerti. In questo momento sto cercando di non pensare ne a te ne a tutta la vicenda,in modo che lui non ci veda prima del previsto nella sua mente e non faccia gesti inconsulti -
In quel momento mi resi conto che in tutti quei mesi Edward aveva sofferto forse anche più di me: lui sapeva che ero lontana,che mi trovavo a Phoenix,e doveva lasciar passare i ricordi dolorosi dopo aver accettato il patto.
Per salvarmi doveva dimenticarsi di me.
Era terribile,una vera tortura per entrambi.
I due tizi tornarono immediatamente,più vicini di prima:
-come vi abbiamo detto Aro è occupato. Ma Edward sta rientrando o dovrebbe a breve. Seguiteci. -
Alice mi prese per mano con più forza del normare,cercando di nascondere il legame che ci univa e trattandomi come una preda.
Scendemmo lungo le scalinate ripide di pietra antica,immergendoci nel bui sotterranei di Volterra.
Arrivammo lungo un sentiero lungo il quale tante fiaccole segnavano il cammino,giungendo ad una scalinata più recente e lunga,che ci portò in un grande corridoio dalle pareti scure,che ricordavo vagamente dal mio ultimo viaggio.
In fondo riconobbi l'ingresso luminoso attraverso cui ero entrata la prima volta,cercando di ricordare i lineamenti di Gianna,la segretaria italiana che controllava l'ingresso nel centro dei Volturi.
Svoltammo a sinistra,entrando in un altro corridoio: intravidi,alla fine di esso,una gigantesca porta rosso rubino dalle rifiniture dorate.
Solo in quel momento mi accorsi che insieme a noi era rimasto solo il tipo più mingherlino,che si tolse il cappuccio: la sua pelle era chiarissima e i suoi occhi ancora più rossi del normale.
Inspirò il mio profumo,intuendo il terrore insidiato in me.
-Siamo arrivati. -
La porta si aprì con un suono profondo e cupo,e il tipo dietro di me si infilò di nuovo il cappuccio,scomparendo nell'ombra.
Alice gli schioccò un sorriso complice,maligno: mi spaventò.
Facemmo qualche passo avanti,e la porta si richiuse dietro di noi.
-Bella...-
Mi bloccai,spalancando gli occhi: finalmente,contro ogni possibile pronostico,ero arrivata lì viva e vegeta.
E rischiavo di rimetterci il cuore,che mancò un battito.
Era li,e stava bene. Ma soprattutto,era reale,questa volta.
Con quell'orribile tonaca nera che copriva il fisico perfetto,in cappuccio abbassato solo per vedere me,la sua figura meravigliosa in quella stanza enorme dal pavimento cremisi.
Una lacrima mi attraversò il volto,inconsapevolmente avevo iniziato a piangere.
Ultimamente mi capitava un po' troppo spesso,ma adesso ne ero felice.
-Edward!-
Iniziai a correre,senza preoccuparmi di ciò che era stato e di quello che sarebbe avvenuto dopo.
Ora volevo solo andare da lui.
Edward era uguale al solito,splendido nella sua etera perfezione,forse dai tratti leggermente più contratti e dallo sguardo più severo – capii che il corpo dei Volturi operava simili trasformazioni,e nella mia folle corsa rabbrividii.
Non appena mi vide il suo volto si addolcì,segno che ricordava perfettamente la vicenda,come tutti i Cullen.
-Bella! -
Fece qualche passo in avanti,ma oramai lo avevo già raggiunto,abbracciandolo con forza e scontrandomi con la pelle marmorea e fredda – da quanto non sentivo quella magnifica sensazione – che bagnai con le mie lacrime.
-Edward! Edward! - continuavo a sussurrare ripetutamente,senza un attimo di respiro,abbracciata a lui.
Dopo poco,sentii le sue braccia avvinghiarsi a me,per restituire la stretta con la stessa quantità di dolcezza e amore che avevo sempre immaginato in quei mesi d'astinenza.
-Bella,ma come...-
-sei uno stupido,Edward – lo guardai,piangendo – uno stupido. Come pensavi che sarei potuta rimanere anche un solo secondo in più senza di te!? Come!? -
-Bella...- mi guardò,lo stupore fatta persona – Bella,guardami ancora. -
Alzai di nuovo lo sguardo,guardando nei suoi occhi perfetti e color dell'oro:era ancora...vegetariano?
-ti sto guardando.-
-ti amo. Ti amo,Bella Swan. Ti ho amato e ti amerò sempre,qualsiasi cosa accada. Ricordatelo sempre. Mi dispiace,mi dispiace. Non sai cosa ho passato in questi mesi.-
-lo so,Edward. Lo so benissimo. - mi riferivo anche alla mia situazione. In fin dei conti,eravamo nella stessa situazione.
-già,lo sai. - per la prima volta sorrise. Quel sorriso sghembo,che tanto avevo sognato. Il suo. - ma era l'unico modo per proteggerti. Stringere il patto...-
-so tutto. Ma non avrei potuto sopravvivere comunque,senza di te. Lo vuoi capire o no che ti amo,Edward Cullen? -
Edward sorrise,e alzandomi il mento mi baciò.
Fu una sensazione meravigliosa,molto meglio di quanto ricordassi: forse era l'astinenza,la paura che avevo provato o la tensione,ma quel bacio immerso in un mare di lacrime mi ridiede la vita.
Edward si allontanò,sfregando il suo naso freddo con il mio,arrossato da quel pianto convulso,e velocemente mi asciugò una lacrima,per poi abbracciarmi.
E fu in quel momento che vide Alice,che era rimasta alla porta: ci osservava,ma aveva una mano sulla bocca,che le copriva metà viso,e faceva fatica a mantenere gli occhi aperti.
Se fosse stata in grado di piangere,probabilmente sarebbe scoppiata in lacrime.
Quell'immagine mi trasmise un grande senso di tenerezza,e compresi che si volevano davvero bene,perché anche Edward,guardandola,le sorrise con dolcezza,dicendo con lo sguardo “ mi sei mancata”.
Erano bellissimi.
E adesso,finalmente,avevo potuto raggiungere la mia felicità,l'unica cosa di cui avessi bisogno.





xxx




























Note:
Eccomi quaaaa! Scusate il ritardo,ragazzi,ma gli ultimi giorni di scuola sono stati piuttosto pesantucci. Comunque adesso ho il tempo di aggiornare con questo capitolo mooolto zuccheroso (e ci voleva,no?^^) e con un avvertimento: questa NON è la fine. Anche se può sembrare la nostra Bella non ha ancora finito...ma quello che succederà dopo ve lo svelerò solo nel prossimo capitolo^^ Nel frattempo grazie ancora per le magnifiche recensioni,per i 158 preferiti che continuano a seguire questa fic con la speranza che continui a piacervi. Fatemi sapere,mi raccomando!
Ho voluto inserire anche un piccolo momento Edward/Alice,che adoro! E' difficile vederli in un momento come questo,ed ho cercato di dare una mia impressione del loro rapporto. Che dire,li amo!^^
Ps_ ricordate l'idea che avevo per un'altra fanfic? La sto sviluppando,contenti?^^
Un bacio

LMS*








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Capitolo 9
*** Falling. ***


Disturbia
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Falling
Disturbia

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-Edward,come è successo tutto questo?-chiesi,ancora abbracciata a lui: non ci eravamo ancora mossi da quella grande stanza,e neanche dal punto in cui ci eravamo incontrati di nuovo.
-è stato Aro. Quando abbiamo stretto il patto...- rispose lui,serio.
-vi siete dati la mano. - conclusi per lui,annuendo.
-esatto. Ma non avevamo calcolato il suo potere secondario. -
-potere secondario? -
-già. L'ho scoperto quando mi sono svegliato qui,non è un potere interno a lui,ma esterno. Più precisamente...un medaglione. -
-un medaglione? Ma come...-
-appartiene ai Volturi da molti secoli,ma sono riusciti a scoprire il loro potere solo ultimamente...si tratta di un medaglione appartenuto alla famiglia di Sulpicia,la moglie di Aro. E' in grado di mutare lo spazio e il tempo,apparteneva alla sua famiglia da tempo e inconsapevolmente aveva questo potere incredibile...-
Avremmo proseguito se sia Alice che Edward non si fossero improvvisamente irrigiditi,voltandosi verso la porta,che si spalancò senza preavviso con un rombo sordo.
Chi la aveva aperta era tanto forte da aver incrinato gli enormi cardini dorati,che emisero un altro suono sinistro.
Istintivamente strinsi la mano di Edward,che ricambiò la stretta con fare protettivo: inutile descrivere come mi sentii quando capii che era ancora accanto a me.
Lui mi amava,era li ed era reale.
E grazie a lui adesso ero più forte.
Smisi di piangere,guardando in direzione della porta: Alice ci affiancò,i suoi occhi guizzavano da una parte all'altra della stanza,velocissimi e impercettibili.
Ed eccolo li,in tutta la sua spaventosa figura.
Aro.
Colui che mai avrei voluto vedere: ero furiosa.
Perché era tutta colpa sua,e dei suoi subdoli piani.
Il mostro dai capelli neri fu affiancato da Marcus e Caius,e intravidi al collo del primo vampiro il bellissimo ciondolo: era rotondo e di media grandezza,fatto d'oro puro finemente intarsiato. Al centro,splendente,c'era una bellissima pietra rotonda color blu elettrico: sembrava davvero liscia e splendente,come se al suo interno fosse piena d'acqua.
Come se fosse fatta di vetro. Era davvero quel misterioso medaglione ad aver creato tutto questo disastro?
-Oh,ma che piacevole sorpresa! - gridò Aro,con un sorriso – dolce Bella,che piacere averti qui. -.
Alice sbuffò,con un ghigno amaro,mentre Edward mi strinse a se.
-non provare ad avvicinarti a lei,Aro,o non esiterò a difenderla. - disse Edward,ponendosi davanti a me e venendo affiancato in breve da Alice.
-mi dispiace che tu la pensi così,Edward. Bella...-
Caius proseguì per lui: - hai fatto un terribile errore a venire qui,ragazzina. Gli hai detto del medaglione,traditore! - gridò poi ad Edward,puntandogli il dito contro.
-Caius,per favore. - disse Aro,con un ghigno – sappiamo tutti,in questa stanza, che questo medaglione non è stato usato nel migliore dei modi. -.
Edward si irrigidì,e smise di respirare.
Non capivo: cosa intendeva Aro con quelle parole?
-No! - il ringhio di Edward si disperse in un'atmosfera blu,ovattata,troppo tardi.
Aro aveva appena stretto con una mano il medaglione,e attraverso la perla blu si era sprigionata una luce fortissima e intensa.
Era strano,in quel momento iniziarono a bruciarmi gli occhi: come immersa in un profondo oceano,non riuscii a mantenere gli occhi aperti ancora per molto,e in un attimo vidi tutto buio.
No,non poteva vincere,non ora!
Caddi in una specie di torpore,ma era in qualche modo rilassante.
Mi sentivo bene,per un attimo la mia mente si svuotò.
E quando riaprii gli occhi,vidi solo uno sfondo bianco e impalpabile.



Sentivo ancora la stretta di Edward,ma muovendo la mano mi accorsi che in realtà non stringeva nulla.
Ero intorpidita,e stanchissima.
Ero morta?
No,questo lo esclusi nel momento in cui mi concentrai su quella distesa bianca,distinguendo delle piccole imperfezioni,e anche quando,provando a muovere il braccio,provai un leggero bruciore all'altezza del gomito.
Ero sdraiata su qualcosa di estremamente morbido,così ne approfittai per fare un respiro profondo prima di rimettermi seduta,ignorando il giramento di testa che mi colpì prima che i miei occhi si abituassero a tutto quel...bianco.
-Bella? Come ti senti?-
Mi girai,riconoscendo una figura familiare.
Fu un incredibile deja vu,e quando focalizzai meglio l'attenzione sulla figura accanto a me impallidii.
No...
-fai un bel respiro,Bella,hai preso una bella botta. Io sono Lorette,ti trovi al Phoenix Hospital. -.
NO!




-ti senti bene,tesoro? - mi chiese di nuovo Lorette,posando una mano sulla mia fronte madida di sudore.
Non riuscivo neanche a parlare,le parole mi uscivano in sussurri spezzati da gemiti a metà tra pianto e rassegnazione.
Non sapevo neanche io cosa fare.
-cosa...cosa è successo? - chiesi,titubante e disorientata. L'ultima cosa che ricordavo era...la luce di quel medaglione.
-sei svenuta qui vicino sulla strada,così un passante ti ha portato qui. Ma non preoccuparti,abbiamo fatto le dovute analisi e non risulta nulla di anomalo,probabilmente sarà stato un calo di zuccheri. Con questo caldo,poi,è naturale avere dei mancamenti! -
Sorrise,ignara che oramai conoscevo ogni suo piccolo movimento,ogni sua espressione: Aro aveva ripetuto l'incantesimo?
-ce la fai a stare in piedi da sola? - mi chiese,aiutandomi ad alzarmi.
Oddio,non sono di nuovo pazza.
Cercai di comportarmi normalmente,come se tutto quello che mi fosse accaduto fosse stato un semplice svenimento: non potevo rimanere in quell'ospedale,dovevo uscire.
Se mi avessero rinchiuso lì dentro di nuovo non sarei riuscita ad uscire.
-sto bene,grazie. - le risposi,accennando ad un sorriso – io...non ho fatto colazione,questa mattina...e sono ore che cammino. -
-oh,è comprensibile. - mi sorrise di nuovo,accompagnandomi fuori. - se vuoi rimanere ancora non c'è problema,comunque. Abbiamo già provveduto ad avvertire tua madre,ha chiamato sul tuo cellulare mentre eseguivamo le analisi. -
Reneè?
Dalla mia bocca uscì un sospiro di sollievo,almeno sapevo che lei stava bene: a pensarci bene erano mesi che non la vedevo,benché probabilmente quel salto temporale non fosse stato percepito da lei.
-sta venendo qui? - chiesi a Lorette,passandomi una mano tra i capelli.
-purtroppo ha detto che la sua macchina era fuori uso,per cui aveva deciso di raggiungerti in taxi. -
Sorrisi. Mi mancavano i momenti come quelli,la macchina che non partiva,il telefono che non si trovava,la mia sconclusionata mamma...
Edward...
Ma in quel momento niente poteva ridarmi l'allegria necessaria per superare quel momento.
Dovevo farcela con le mie forze.
-per non farla muovere abbiamo chiamato un taxi dall'ospedale,ti riporterà a casa senza che ti stanchi. - concluse Lorette,fiera della sua operazione.
-grazie – sussurrai,stringendomi nelle spalle.
-sicura di stare bene? -
-mai stata meglio. -confermai,salutandola.
Bugiarda.



Ero quasi a casa.
Il taxi proseguiva lentamente sulle strade – a quell'ora intorpidite dal traffico – di Phoenix.
Il tipo alla guida era un ragazzo sulla trentina,stava ascoltando un programma radiofonico di musica rock,per cui scambiammo solo poche parole.
Ma da parte mia non avevo nessun bisogno di parlare.
Afferrai il telefonino,componendo il numero – ovviamente sparito dalla rubrica – che forse avrebbe potuto darmi delle risposte.
Dovevamo ricominciare da capo,tutto qui.
Sentii la sua voce cristallina subito dopo il primo squillo.
-pronto? -
-Alice,sono Bella. - risposi svelta,con un sorriso. La sua voce era tremendamente rilassante,e mi ridiede la speranza.
-Bella chi? -




-Bella,tesoro! -
Reneè iniziò a corrermi incontro non appena mi vide,abbracciandomi come una mamma iperprotettiva.
-Bella,che ti succede? -
Ero inespressiva,gli occhi lucidi e spenti.
-hai una bruttissima cera. Vieni in casa e sdraiati sul letto. -
La seguii come un automa,le immagini della conversazione di poco prima mi si ripresentarono confuse insieme a tutti i ricordi della mia esperienza in manicomio,nei sotterranei dei Volturi,con Alice che mi stringeva la mano,che mi abbracciava in aeroporto...
Alice,sono Bella! Non...non mi riconosci?
Mi dispiace,devi aver sbagliato numero. Io sono Alice Cullen,abito a Forks. Devi aver sbagliato numero...
Aver sbagliato numero...
Mi buttai sul letto,bagnandolo con lacrime silenziose.
Aro aveva esasperato quel maledetto medaglione,e adesso nessuno ricordava più nulla.
Solo io. Io,il caso clinico,la mente a cui nessun vampiro può accedere.
Forse era per questo che Aro non mi aveva ucciso,per sfruttarmi.
Per usare il mio potere.
O forse voleva solo farmi impazzire.
E considerato il soggetto,la vedevo molto più probabile.
Non ricordavo a memoria il numero di Rosalie,ma chiamarla non aveva senso.
Di certo nessuno adesso ricordava nulla,ma la cosa positiva era che nessuno mi considerava pazza.
Certo,c'è davvero da esserne contenti.
Tutto quello che sapevo era che non ero mai arrivata a Forks,e che ora i Cullen abitavano lì perché non sapevano nulla di me.
Afferrai il cellulare,componendo il numero del centralino e stando ben attenta che Reneè non entrasse di nuovo in camera.
-pronto?-
-salve,potrebbe mettermi in contatto con il Phoenix Hospital? -
-certamente. Attenda solo un secondo. -
Contai i secondi ad occhi chiusi,ripetendo quel rito per un paio di volte.
-pronto,qui Phoenix Hospital. -
-buongiorno,stavo cercando la dottoressa Lilian Hallen. -
-Lilian..Hallen? Mi dispiace,ma qui non c'è nessuno con quel nome. -
-siete sicuri? E' molto alta,bionda,ha la pelle chiara...-
-mm...mi dispiace. -
Riattaccai,ringraziandola con poche parole biascicate tanto per dire qualcosa.
Era inutile proseguire la mia ricerca,tanto non avrei saputo trovare nulla.
Eppure doveva esserci qualcosa,qualche elemento che mi potesse aiutare...
Accesi il computer,e velocemente andai su un motore di ricerca a caso.
Leggende italiane.



xxx




























Note:
Ecco,io ve l'avevo detto che non c'era subito il lieto fine!^^ Ma non vi preoccupate,arriva^^ In questi giorni sono stata fuori,quindi non ho avuto la possibilità di aggiornare,però spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se vi ho fatto aspettare un pò troppo!
Diciamo che la storia del medaglione mi ha permesso di parlare almeno un pò delle "mogli" italiane,che mi hanno sempre affascinato malgrado se ne parli davvero poco nella saga.
Il medaglione mi è venuto in mente spontaneamente,spero si sia capito in che modo è fatto: comunque questa immagine ci va molto vicina( benché la parte trasprente intorno alla pietra azzurra sia dorata e la catenella più mascolina^^).


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Ho visto che le recensioni sono un pò calate,spero non sia a causa della storia (mi raccomando,io seguo soprattutto i vostri consigli per proseguire con i capitoli^^)...comunque ci tengo a ringraziare chi ancora commenta e chi ha aggiunto la storia tra i preferiti,augurando a tutti una felice Pasqua (un pò in ritardo...),un buon rientro a scuola,a lavoro o da qualsiasi altra parte(beanché molto traumatico...facciamoci forza T_T) e un abbraccio fortissimo a tutte le vittime del terremoto in Abruzzo,e in modo particolare alle ragazze e ai ragazzi di Efp,sperando che stiano bene e che questa brutta situazione passi presto.
Noi siamo con voi.
Ci vediamo al prossimo capitolo^^
Un bacioneee!

LMS*








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Capitolo 10
*** Loss. ***


Disturbia
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Loss
Disturbia

xxx













Dopo aver dato un'occhiata ad un paio di siti mi resi conto che la mia ricerca era troppo generica,e che se avessi proseguito non sarei mai giunta alla fine.
Osai con le parole Medaglione, Volterra e persino Sulpicia,ma l'unica cosa che mi ritrovai in mano furono un paio di recensioni di un film horror di seconda categoria e qualche vendita di ciondoli all'asta.
Bé,per il film horror potrei anche starci.
Mi massaggiai le tempie,mescolando le parole e provando un ultimo tentativo sul motore di ricerca,ma di quel medaglione non c'era traccia.
Non che mi servissero più di tanto quelle informazioni,d'altra parte...
Fu in quel momento che ebbi l'idea che forse poteva salvarmi: dovevo distruggere il medaglione.
Spensi il computer,alzandomi e andando alla finestra.
Reneè stava armeggiando in giardino,e il sole brillava come mai nel cielo terso.
L'unico problema era raggiungere Volterra,e soprattutto senza sapere cosa avrei trovato: dovevo procedere al buio?
Avanti,sai che non ne hai il coraggio.
Scrollai la testa,anche se davo ragione a quella stupida voce che mi ronzava in mente,tartassandomi senza tregua.
Mi sdraiai sul letto,cercando di pensare,di mettere in moto il cervello e trovare un modo per farne uscire qualcosa di buono.
Ti amo,Bella Swan. Ti ho amato e ti amerò sempre,qualsiasi cosa accada.
-si...-sussurrai – qualsiasi cosa -
Una lacrima mi solcò il volto: come potevo combattere contro il tempo,contro quella specie di magia,di dejà vu senza ritorno?
Presi un respiro profondo,chiusi gli occhi e cercai di visualizzare il volto di Edward,ma per qualche strano motivo mi venne in mente solo l'immagine di quell'odioso medaglione.
Dovevo trovare qualcuno che ricordasse.
Qualcuno che potesse aiutarmi.
Ma se Alice non ricordava,questo voleva dire che anche Edward non ricordava nulla.
Per un attimo vagliai l'ipotesi di andare a Forks,ma in qualche modo l'unica soluzione possibile continuava ad essere quella di raggiungere Volterra e distruggere il medaglione,ovvero firmare la mia condanna a morte.
-tesoro! - Reneè mi urlò dal piano di sotto,come suo solito – io esco un attimo,chiama se hai bisogno! -
Le gridai un “va bene” strascicato prima di sentire il rumore della porta che si chiudeva,e tentai allo stesso momento di riflettere.
Afferrai di nuovo il telefono,componendo il numero di Charlie: lo avrebbe trovato strano,ma dovevo indagare a tutti i costi.
-pronto?-
-Charlie? Sono Bella. -
-Bells,tesoro! - mi rispose entusiasta – ehi,è da un po' che non chiami! -
-si,lo so. Mi dispiace. - mi scusai,sorridendo istintivamente. Mi mancava la sua voce. -ho bisogno di un'informazione. -
-un'informazione? Da me? -
-si,si tratta di una famiglia che abita a Forks. -
-mm...e a cosa ti servirebbero queste informazioni? -mi chiese lui,sospettoso.
-oh,ecco...ho conosciuto...una ragazza ieri,mi ha detto che i suoi parenti sono di Forks. -
Continuavo a mentire spudoratamente,e pregai con tutto il cuore di non tradirmi proprio ora.
-sul serio? Com'è piccolo il mondo! E chi sono? -
-ehm...i Cullen. -
-I Cullen? Davvero?-
-li conosci? -
-bé,diciamo di si...- mi rispose lui,mangiandosi le parole – il capofamiglia lavora come medico all'ospedale di Forks. -
-e ha figli? -
-si,quattro,ma sono tutti adottati. Lui e sua moglie sono molto giovani e...un momento,ma perché hai bisogno di tutte queste informazioni? -
Quattro?
-sai,credo ci sia stato un equivoco. - risposi io,ignorando la sua domanda – la mia amica mi ha detto che sono cinque fratelli. -
-uhm...mi dispiace,allora la tua amica avrà confuso. Carlisle Cullen a quattro figli,davvero una bella famiglia. -
Non avrei avuto bisogno di chiederglielo. Oramai conoscevo la risposta.
-quindi...- stavo migliorando,come attrice – non sono loro ad avere cinque figli maschi? -
-oh,no. Sono due ragazzi e due ragazze. - si schiarì la voce,sospettoso.
-posso chiederti un'ultima cosa? -
-certo...-
-come si chiamano i due ragazzi? -
-uhm...fammici pensare...il biondino si chiama Jasper,mentre l'altro...- iniziò il suo monologo ad alta voce,ma tanto avevo già capito tutto – sinceramente non ricordo il nome dell'altro ragazzo,solo che è molto grosso. Tesoro,non vedo come queste cose possano...-
-credo che la mia amica si sia confusa. Scusa,ti chiamo stasera,adesso devo andare. -
Edward non c'era.
E sapevo benissimo dove l'avrei trovato.
Chiamai un taxi per farmi venire a prendere a casa,misi in borsa tutto ciò che mi serviva per partire,scrivendo un biglietto con la mia grafia tremante.
Scesi di sotto,posando il bigliettino sul tavolo,dove mia madre di certo avrebbe potuto trovarlo.
Uscii di casa con la consapevolezza di dovermi sbrigare,ma per qualche strano motivo il tempo mi sembrava un elemento troppo rarefatto in quella mia strana avventura per considerarlo.
Quando arrivò il taxi mi ci infilai velocemente.
-all'aeroporto. -
Mi massaggiai le tempie,concentrandomi sul rombo del motore in partenza e ricordando le parole scritte su quel biglietto.

Ti prego,non cercarmi.
Sto bene,tornerò tra un paio di giorni.
Non preoccuparti.
Ti voglio bene.

Bella


Se Edward non era con i Cullen,questo voleva dire che – come dai piani di Aro – era ancora a Volterra.
Una lacrima mi solcò il viso,e istintivamente rabbrividii.
Perché sapevo che se neanche Alice si ricordava di tutto quello che era successo,neanche Edward ricordava più nulla di me.
Di noi.
Avevo sospettato che c'era qualche cosa che non andava dalla voce di Alice: mi era sembrata leggermente diversa,anche se sempre così cristallina e acuta.
Come se le mancasse una parte,come se qualcosa da tanto tempo si fosse staccato da essa.
Nel momento in cui salii sull'aereo diretto in Italia – avevo preso tutti i soldi che avevo trovato in camera e nella piccola scatola in cui tenevo i miei risparmi,prendendo un po' di soldi anche da Reneè – cominciai a chiedermi cosa diavolo stessi facendo.
Ero una pazza.
Pronta a morire.
Ti ho amato e ti amerò sempre...
In quel momento mi stupii di me stessa.
Perché nonostante fossi consapevole di aver appena dato inizio al mio viaggio verso la morte,non ne avevo alcuna paura.



Avevo cambiato un'infinità di voli,fatto tanti di quegli scali da poter segnare un record,e adesso non avevo la minima idea di cosa fare.
Mentre scendevo dall'ultimo aereo mi accorsi che era arrivata la fine.
Ero giunta,finalmente,al capolinea.
Presi un bel respiro,dirigendomi verso l'uscita dell'aeroporto.
-signorina! Signorina! - una ragazza giovane e molto bella mi chiamò da lontano,muovendo con grazia una mano per attirare la mia attenzione: i capelli erano legati in una coda ordinata,in completa armonia con il completo blu molto professionale che risaltava la pelle ambrata.
Mi fece segno di avvicinarmi,sorridendo.
Feci qualche passo avanti,notando che era appoggiata ad una bellissima Mercedes blu nuova di zecca.
-le serve qualcosa? - chiesi,ancora scombussolata dal viaggio.
-si. Mi servi tu. - rispose,con un sorrisetto.
Aggrottai le sopracciglia,confusa,ma non feci in tempo a chiedere spiegazioni che la ragazza mi afferrò il braccio con una forza disumana,aprendo lo sportello e sbattendomi all'interno della vettura.
-non preoccuparti,non durerà molto. -mi disse lei,sedendosi accanto a me e tirando fuori una siringa con uno strano liquido azzurrino.
Gridai,cercando di divincolarmi in quel cubicolo soffocante.
Sentii qualcosa di freddo pungermi il braccio,e il liquido denso appropriarsi lentamente del mio corpo.
In quel momento iniziai a sentirmi sempre più debole,e non potei fare a meno di chiudere gli occhi,capendo cosa mi avevano iniettato.
C'era profumo di pelle nuova e di una fragranza dolce,un misto fra ciclamino e fiori di pesco proveniente dalla misteriosa ragazza.
Le ultime parole che sentii furono proprio le sue.
Aro ha detto che i giochi sono finiti. Portiamola a Volterra.”
Chiusi gli occhi.
Avevo tanto cercato qualcuno che ricordasse il nostro precedente salto temporale,senza riflettere che probabilmente l'unica persona che potesse ricordare tutto era Aro.
Dannazione.





xxx




























Note:
Eheheheh,lo so che sono perfidissima! *_* Ma non preoccupatevi,come avete visto Bella sta facendo uscire il leone che è in lei,considerando che è andata a Volterra tutta sola...e ci sta pure rimettendo la pelle!! Bé,che dire...sei furba come una volpe,Bellina cara! XD Coooomunque,per l'idea della ragazza mi sono ispirata ad Heidi (New Moon),un personaggio che,anche se appare per brevi istanti nel libro,mi ha sempre affascinato...non ho dato un nome a questa bella e perfida ragazza,volevo lasciare un pò di mistero...^^ Comunque credo si sia capito che è una specie di aiuto-Volturi,e adesso che cosa accadrà?
Non preoccupatevi...il prossimo capitolo sarà molto...zuccheroso,commovente e...insomma,preparate i fazzolettini,gente!
Grazie per tutte le recensioni che ogni volta non valorizzo mai a sufficienza (purtroppo lo studio mi permette di aggiornare moooolto in fretta),comunque sappiate che le vostre recensioni sono davvero una favola per il mio cuore da piccola scrittrice XD (modesta,aggiungiamocelo.).
Un'ultima cosa,per rispondere alle domande che mi lasciate nei commenti:quando Bella si risveglia,nel capitolo precedente,è nello stesso ospedale (Phoenix Hospital) della volta precedente,solo che non si trova nel reparto psichiatrico ma nel pronto soccorso(e per questo le risulta semplice uscire)...come avete visto Bella abita a Phoenix con la madre,mentre i Cullen sono ancora a Forks,ma da questo capitolo si capisce che Edward non c'è...e un'ultima cosa: Bella,benché si risvegli e si riaddormenti in continuazione,mantiene sempre l'età di diciotto anni,anche se non viene specificato in seguito (per controllare l'età date un occhiata al primo capitolo - Insania).
Spero di avervi chiarito un pò di dubbi,e che la storia vi piaccia^^
Ultimo appunto: probabilmente a breve pubblicherò un'altra storia ( la famosa ispirazione di cui vi avevo parlato...),spero di riuscirci il prima possibile! 
Un bacioneee!

LMS*








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Capitolo 11
*** Rebirth. ***


Disturbia
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Rebirth
Disturbia

xxx














Puoi mettere a rischio la tua vita per proteggere quella di chi ami.
Ma cosa puoi fare quando chi ami è pronto ad ucciderti?
Quando l'unica cosa per cui vivi non vive per te?
Riusciresti a difenderti?
...




Quando mi svegliai vidi solo buio.
Il braccio era ancora intorpidito,e nel punto in cui quella maledetta donna aveva colpito con la siringa sentivo ancora freddo.
Mi alzai in piedi,frastornata,mentre iniziavo ad abituarmi all'assenza di luce.
Portatela a Volterra,aveva detto la donna misteriosa.
Ecco dove mi trovavo.
-buongiorno,Bella. -
Le grandi finestre si aprirono all'improvviso,mostrando il cielo terso e incredibilmente blu,lasciandomi intuire che non ero nei sotterranei,ma in qualche strana torre della città.
Ma la cosa che mi lasciò senza fiato fu quel saluto, o perlomeno chi lo aveva pronunciato.
Avrei riconosciuto quella voce ovunque,anche fra mille.
E subito dopo riconobbi il gigantesco portone rosso dagli intarsi dorati,il pavimento finemente decorato e la grande stanza riempita solo da un trono fastoso sul fondo.
E fu proprio lì che incontrai il suo sguardo.
-Edward...-
La tonaca nera e il cappuccio tirato su furono un incredibile dejà vu,ma improvvisamente mi concentrai sul volto del mio unico amore.
Quell'amore che non ricordava neanche chi ero,se non per il mio nome sentito probabilmente da Aro o dalla misteriosa ragazza della Mercedes.
L'espressione era rigida e fredda,gli occhi color del sangue e i suoi gesti,seppur aggraziati,lasciavano trasparire una crudeltà che non avevo mai visto in lui.
Mi sorrise,e per la prima volta riuscii a scorgere in lui il puro odio.
Era terribile.
-Edward...tu...tu non mi riconosci? -sussurrai,sentendo le lacrime scendermi sul viso.
-certo che ti riconosco,Bella. Avrai l'onore di essere la mia cena,no? Non sei contenta? -
Aro mi aveva presentato a lui come “la sua cena”.
Non sapeva neppure chi fossi.
Era diventato un mostro.
E non mi amava più.
-Edward...- le ginocchia mi cedettero,e caddi come un peso morto sul pavimento.
-Aro mi ha detto che tu hai il sangue più buono e profumato che abbia mai sentito. - continuò Edward,alzandosi dal trono e dirigendosi verso di me – mi fido di lui,ma chissà,forse è meglio provare...-
Ormai era di fronte a me,ci separavano solo pochi centimetri.
Rimasi per terra,le lacrime oramai non accennavano a fermarsi.
Si abbassò,stringendomi il mento per costringermi a guardarlo.
Non mi opposi,osservando quegli orribili occhi privi di ciò che mi aveva fatto innamorare di lui.
-allora,non sei contenta?-
Aro lo aveva cambiato,e adesso l'unica cosa che volevo era sparire.
Quando puoi correre contro il tempo,la tua unica forza è la consapevolezza di avere qualcuno pronto ad aspettarti.
Puoi mettere a rischio la tua vita per proteggere quella di chi ami.
Ma cosa puoi fare quando chi ami è pronto ad ucciderti?
Quando l'unica cosa per cui vivi non vive per te?
Riusciresti a difenderti?
Sorrisi.
E in quel momento un accenno di confusione spuntò nello sguardo di Edward.
-si. - risposi,in ritardo.
Mi scrutò,inarcando le sopracciglia.
Una microscopica ruga si formò sulla fronte perfetta,scomparendo nel momento in cui si rilassò di nuovo.
-che strana risposta. - commentò,sfiorandomi il viso con un gesto inusuale.
Non riuscivo a riconoscerlo.
Era diverso,cambiato.
Ma non potevo fare a meno di amarlo.
Allungai la mano verso il suo viso,senza curarmi di ciò che avrebbe potuto farmi.
Lui si ritrasse con un movimento impercettibile,come se quel gesto fosse il più strano del mondo.
-Aro ti ha detto altro...di me? -
dopo qualche secondo la mia mano entrò in contatto con la sua pelle fredda e liscia come il marmo,ed Edward sussultò.
Probabilmente non era abituato ad un contatto del genere.
Non volevo pensare a cosa stavo facendo.
Ero ad un passo dalla morte e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era lui.
Volevo davvero salvarlo,volevo davvero che si ricordasse di me.
Continuò a guardarmi,gli occhi cremisi fissi sui miei.
-perché mi stai chiedendo questo? -
-perché tu ed io ci conosciamo,Edward Cullen. - risposi,sorridendo – non te lo ricordi,ma tu mi amavi. -
Lo stupore si fece spazio nei suoi occhi,insieme ad una grande confusione.
Quell'improvviso sprazzo di disorientamento mi fece ricordare l'uomo che amavo.
-no...questo non è vero. - disse all'improvviso,riprendendo la sua maschera d'odio – tu...tu stai cercando di ingannarmi. Sei solo una fragile,sciocca umana. -
Mi afferrò il braccio,scaraventandomi verso la parete a velocità massima.
Neanche mi accorsi di tutto quello che mi stava accadendo: per un attimo avevo pensato di potercela fare,ma in quel momento capii che era finita.
Non potevo contrastare il tempo.
La testa mi pulsava,sentivo il sangue colare sulla tempia e il suo sapore sulle labbra.
Il braccio che mi aveva stretto mi faceva male e mi accorsi che aveva impresso i segni delle sue dita sulla mia pelle chiara,macchiata da quelle tracce livide e pulsanti.
Si avvicinò a me con un balzo,inspirando il mio profumo.
Quel momento mi ricordò di nuovo il mio incontro con James,solo che non ci sarebbe stato nessuno a salvarmi.
Possibile che il mio angelo fosse diventato il mio nemico?
-sarai un'ottima conquista,Bella Swan. -chiuse gli occhi,sopraffatto dall'odore del mio sangue – davvero ottima. -
Non riuscivo a muovermi,e sentivo le lacrime sempre più pesanti: perché oltre al dolore fisico,anche il mio cuore piangeva.
-ti prego...ricordati di me...- sussurrai,sperando che riuscisse a sentirmi.
-No! - ringhiò lui,scaraventandomi dall'altra parte della stanza con una forza disumana – smettila! Io non so chi sei! -
In lui due anime stavano combattendo,e la parte cattiva stava vincendo.
Si avvicinò di nuovo,famelico.
Mi afferrò il collo,iniziando a stringere: involontariamente,lo guardai.
-Edward...- sentivo il respiro farsi sempre più flebile,e la vista sempre più appannata. - io...ti...-
No,no! Non smettere ora!Dannazione,diglielo!
Stupida voce.
-...amo -
Chiusi gli occhi,aspettando di morire.
Non mi importava,l'unica cosa che volevo era che Edward ricordasse sempre il mio amore per lui.
Difficile definire quanto tempo passò prima di accorgermi di sprofondare nell'oblio.
Un grande mare di pece scura,da cui era impossibile risalire.
Ti ho amato e ti amerò sempre,qualsiasi cosa accada...
Si,sapevo che sarebbe stato sempre così.
Malgrado tutto,sapevo che in uno spazio e in un tempo lontano lui mi amava.
E lo avrei ricordato così.
Forse non era poi così male morire per mano di chi ami.
-Bella... No,Bella! Bella! -
Edward?
-Bella! Bella! Ti prego...Bella,ti prego! -
Che bello sentire di nuovo la sua voce.
Forse qualcuno mi stava premiando,forse avrei sentito la sua bellissima voce per l'ultima volta.
Grazie.
Qualcuno stava gemendo. Singhiozzando,piangendo.
Per me?
-Bella...ti prego,Bella...-
Era la sua voce. La riconoscevo,era lui!
Edward!
Edward!
Perché non riusciva a sentirmi? Perché i miei pensieri non diventavano parole?
Edward si ricordava di me. Le mie parole – chissà come – avevano scatenato in lui qualcosa.
In quel momento mi resi conto che l'amore che provavo per lui era una forza più grande di quanto avessi potuto immaginare.
-Bella,mi senti? Bella,ti prego!-
-è finita,Edward. Bella è morta. -
Oh.Oh.Oh.
Un momento,io non sono morta!
Riconobbi anche quella voce. Aro.
Non credergli,Edward! Sono qui!
Ero di nuovo in trappola.
Come nel manicomio,come nella Mercedes,come sotto la morsa fatale di Edward.
Ero in trappola e non riuscivo a riemergere.
Il ringhio di Edward spezzò il silenzio che mi invadeva. Si stava...ribellando?
Li sentivo combattere,sentivo i colpi di Edward affondare nella pelle delicata di Aro.
Presto sarebbero arrivate le guardie,e sarebbe finita per tutti.
Sentii un tonfo sordo,e pregai che quello non fosse Edward.
-Bella...Bella...-
Era vivo. Aveva messo Aro al tappeto.
Ora potevo riemergere.



Aro sorrise a malapena,tentando invano di piegare il braccio.
Sapeva che Edward era dotato di una forza disumana,e che lo aveva voluto nella sua Guardia anche perché,dopotutto,aveva paura di lui.
Nessuno si era mai opposto al suo volere,perché tutti temevano per Aro,il capo dei Volturi.
Non per la sua forza,ma per la potenza che la sua persona poteva scatenare contro chi si opponeva al suo volere.
E ora,in quello strano spazio-tempo modificato dal medaglione di Sulpicia,era solo.
Stranamente non arrivava nessuno a difenderlo.
Era stato sconfitto dalla sua stessa brama di potere,dal suo stesso desiderio di gloria.
Era stato sconfitto da se stesso.
Un lieve bagliore attirò la sua attenzione,seguito da uno scricchiolio leggero: la bellissima perla blu al centro del medaglione si spaccò,disintegrandosi poco a poco.
Aro poteva considerarla una fortuna,dato che in un altro tempo sarebbe stato ancora in vita.
In quel futuro era già morto,ma nel passato, nel momento in cui aveva stretto la mano ad Edward per consolidare la promessa,lui era ancora vivo.
-ci vediamo ieri...- sussurrò,prima di chiudere gli occhi.


Aprii gli occhi,pronta a salire in superficie.
Pronta per rivivere di nuovo.
Arrivo,amore mio.






xxx




























Note:
E olèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè! XD Questo è  un capitolo straziante,lo so,ma soprendentemente anche uno dei miei preferiti.
E - e mi dispiace ammetterlo - il penultimo T_T.
Questo,insieme all'ultimo capitolo,è più lungo rispetto agli altri proprio perché non volevo interrompere la storia sul più bello(benché adori la suspance XD),anche se la visione di Edward così cattivo mi stringe il cuoreeee!
Ringrazio ancora una volta chi ha recensito e chi ha aggiunto la storia tra i preferiti,o anche chi ha solo letto...davvero,sono commossa *_*
E indovinate un pò? Ricordate la storia che avevo in mente di pubblicare? Bé,l'ho pubblicata! ^^ Se siete curiosi,la storia si intitola Valzer,potete trovarla cliccando su questo link oppure andando sulla mia pagina,sperando che vi piaccia^^
Al prossimo capitolo!
Un bacioneee!

LMS*








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Capitolo 12
*** Waking up. ***


Disturbia
Disturbia
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Waking up
Disturbia

xxx














Quando i miei occhi si abituarono alla luce non riuscii a distinguere altro che il bellissimo volto di Edward.
I suoi occhi erano tornati di quel color dorato che tanto amavo,anche se in quella dimensione probabilmente doveva essere molto difficile per lui resistere al mio sangue.
Notai che aveva strappato un pezzo della sua tonaca per tamponare la ferita sulla mia testa e pulirmi il viso.
Aveva l'espressione sconfitta,ma non appena aprii gli occhi il suo volto si illuminò.
-Bella...- sussurrò,sconvolto.
Sorrisi. Era davvero buffo vederlo così impreparato.
-ehi...-riuscii a dire,a fatica.
-Bella...mi senti ora? Sei...-
-sono qui...-
-ti amo,Bella. Mi...mi dispiace così tanto...-
-ssh...-non sarei riuscita a continuare per molto – non importa. Ti ricordi...ora? -
Sorrise,se avesse potuto piangere di sicuro l'avrebbe fatto.
-come potrei dimenticare...-
Una lacrima mi solcò il viso. Era gioia,felicità. Non lo sapevo.
E non mi importava.
-ti amo anch'io. Qualsiasi cosa...-strinsi i denti,il dolore era quasi insopportabile – accada. -
Mi strinse a se con dolcezza: - vedrai,andrà tutto bene. -
-lo so. -
Un lieve bagliore attirò il nostro sguardo.
Il medaglione si era appena disintegrato sotto i nostri occhi,e la luce blu tornò ad invaderci.
In quel momento tutto il dolore sparì,ed io tornai di nuovo a stare bene.
Abbracciai Edward,stringendomi a lui per non lasciarlo andare.
-Bella,ricordati...qualsiasi cosa...-
Non poteva accadere di nuovo.
E sperai con tutto il cuore che il medaglione avesse rotto quella specie di magia.
-qualsiasi cosa! - gridai,stringendo la sua mano.



Dannata luce bianca.
Forks godeva – se così si poteva definire – di quella costante luce bianca che...
Un momento...Forks?!
Aprii gli occhi,e mi accorsi di essere nella mia stanza a Forks,sul mio letto e con la luce bianca che filtrava dalla finestra.
Mi catapultai giù dal letto,aprendola a fatica.
Ero di nuovo a casa.
Andai diretta a guardare il calendario,per paura di aver dimenticato qualcosa: era quel giorno.
Il medaglione aveva portato tutto alla normalità,avevo dato la buonanotte ad Edward,non esisteva nessun medaglione e Aro non aveva stretto nessun patto in cambio della mia vita.
Ce l'avevo fatta.
Mi vestii in fretta,scendendo le scale con il sorriso sulle labbra e pronta per andare dai Cullen.
-buongiorno,tesoro! - mi salutò Charlie,come tutte le mattine.
-Papà! - gridai,abbracciandolo – buongiorno! -
-ehi,che cos'è tutta questa allegria? Sembra che non ci vediamo da mesi! -
Sorrisi.
-diciamo che sono di buon umore! Vado da Edward,ci vediamo dopo! -
Entrai nel pick up – quanto mi era mancato! - e ingranai la marcia,diretta verso la meta.
Il viaggio fu più breve del previsto – forse perché andavo davvero troppo,troppo veloce – e solo in quel momento pensai che il mio pick up mi avrebbe abbandonato presto se avessi continuato a martoriarlo così.
Svoltai nei viale alberato,riconoscendo gli abeti Sitka e il bosco meraviglioso che costeggiava la casa dei Cullen.
E quando arrivai all'entrata erano tutti lì.
Sotto il portico, e mi stavano aspettando.
-Bella...- sentii sussurrare Alice,in un cinguettio familiare che mi era mancato da morire.
Scesi dal pick up,sbattendo la porta. Mi bloccai di colpo dopo aver sentito quella vocina squillante,e soprattutto dopo aver visto che tra tutti loro – la mia famiglia,adesso – c'era la cosa più importante che avessi continuato a cercare in tutti quei mesi.
Edward non era mai stato bello come quel giorno.
Forse l'idea di non rivederlo più alterava leggermente le cose,ma restava il fatto che non appena uno spiraglio di sole – strano,per essere a Forks – lo illuminò giusto il tempo per apprezzarne la perfezione gli andai incontro,tentando almeno quella volta di non rovinare tutto inciampando come mio solito.
Riuscii ad arrivare alla mia meta,abbracciando Edward e sentendo di nuovo la sua pelle liscia e marmorea sotto la mia,calda e morbida.
Due cose esattamente diverse. Due opposti,che chissà per quale strano gioco del destino erano ancora insieme.
Si dice che gli opposti si attraggono,e che due calamite di cariche opposte,se messe vicine,si uniscono per non separarsi più.
Tuttavia,anche per loro esiste un limite.
Nel momento in cui vengono separate irrimediabilmente,poste a metri di distanza tanto da non potersi attrarre più,i piccoli oggettini rimangono separati e soli,per sempre.
In quel momento mi resi conto che noi non potevamo essere due calamite: perché malgrado tutto,anche se a separarci era stata un'intera dimensione,il nostro amore aveva vinto su tutto e tutti.
-mi sei mancato. - gli dissi,gli occhi già lucidi per l'emozione e le mani strette alle sue.
Come risposta,Edward mi abbracciò di nuovo,respirando il mio profumo: mi accorsi anche io che questa volta era diverso.
Quando Edward si trovava dai Volturi aveva sentito l'odore del mio sangue,lo bramava ed era pronto ad uccidermi per averlo.
Ora no.
Le su mani mi sfiorarono i capelli,e lo sentii inspirare a fondo il mio profumo affondando il volto tra le ciocche castane ormai leggermente bagnate dalla tremenda umidità di Forks.
Quanto mi era mancata.
-anche tu mi sei mancata,amore. - disse,sfiorandomi le labbra con le labbra fredde. - mi dispiace. -
-vuoi smetterla di ripeterlo? - gli dissi,sorridendo.
Che diamine,non era colpa sua!
-fate pure con comodo,se volete ci voltiamo! - gridò Emmett con un ghigno.
Sorrisi. In effetti stavo decisamente ignorando la mia famiglia,e questo non era proprio giusto.
Mi affacciai da dietro il corpo di Edward,guardando verso il portico, e schioccai una sonora linguaccia al mio fratello orso,che scoppiò a ridere.
-come sei volgare...- sibilò Rosalie con una gomitata,rivolgendosi al compagno.
Corsi verso il portico,abbracciando prima di tutto Alice,che mi saltò letteralmente in braccio.
-Ah,Bella! Che ti è saltato in mente? - mi chiese,sorridendo – volevi diventare la cena dei Volturi,per caso? -
-non sono mai stata del tutto normale,Alice. - confermai,alzando gli occhi al cielo – mi sei mancata tanto. -
-oh,lo so. - confermò lei,annuendo – è difficile resistere senza di me! -
-come fa un essere così minuscolo ad essere così petulante? - scherzò Jasper,baciando Alice sul collo.
-ciao,Jasper. -
-bentornata. - mi salutò lui,sorridendomi – il tuo ottimo umore mi sta facendo davvero bene-
Sorrisi,stringendo al contempo la mano ad Edward,che si era avvicinato a me.
-spazio ai giovani,gente! Fatemi abbracciare la mia sorellina! - gridò Emmett,stringendomi a se nella sua morsa da grizzly e stando ben attento a non esagerare.
Dopo fu il turno di Carlisle, che si complimentò con me per la riuscita dell'impresa a Volterra – a quanto pare Edward aveva già raccontato tutto all'intera famiglia, e di Esme,che mi abbracciò teneramente come una mamma.
-bentornata tra noi,Bella. - mi disse,carezzandomi la guancia.
-grazie. - sussurrai,con un groppo in gola. La sua dolcezza era infinita.
Voltandomi,vidi Rosalie ad un passo da me.
Mi sorrise timidamente – il che era già piuttosto strano – e mi sfiorò la spalla.
-bentornata,Bella. -
Rimasi scioccata da quelle parole,e dal silenzio che c'era lo erano tutti.
-Grazie,Rose.- sapevo che non la stavo ringraziando solo per quel saluto. - di tutto. -
Rosalie era stata la prima ad aiutarmi,mi aveva fatto fuggire dall'ospedale e condotto fino all'aeroporto,mi aveva protetto dalle mie crisi emotive e trattato come una di famiglia.
Le dovevo tutto.
Mi sorrise di nuovo,e sentii da Alice un debole “cavolo,due volte in pochi secondi!”.
Probabilmente parlava di quei sorrisi insoliti,perché Rosalie sbuffò subito dopo.
-la smettete di guardarmi? - sbottò,infastidita.
-va bene,adesso basta. - sussurrò Esme,tornando a fare la mamma – tutti dentro,abbiamo tante cose da dirci. -
Esme portò dentro tutti quanti,lasciando me ed Edward soli nel portico.
Quanto adoravo quella donna.
-questa volta,a quanto pare,sono diventata Superman. -dissi,ricordando la grande figura da eroina che avevo fatto a Volterra.
Edward mi cinse la vita con le sue braccia,guardandomi dall'alto dei suoi occhi dorati:
-questo significa che dovrei essere io Lois Lane? -
-bé,sei perfetto,vedrai che ti donerà anche la gonna. -
Edward scoppiò a ridere,baciandomi di nuovo.
-non ti vedevo ridere da tanto di quel tempo...-
-ti ho già detto che mi dispiace? - mi disse lui,scavando nel mio sguardo.
Troverai solo felicità oggi,continuavo a ripetere nella mia mente,cercando di farlo apparire anche attraverso lo sguardo e di farlo capire finalmente anche a lui.
-ti ho già detto che non è colpa tua? -
-oh,certo. - sbuffò lui – ti ho quasi ucciso,non è colpa mia.-
-smettila. - gli sussurrai all'orecchio,chiudendo gli occhi – ora è finito. Tutto quanto. Siamo insieme,il medaglione è scomparso,tutto si è risolto bene e io ti amo. Non ti basta?-
Edward sorrise. Era incredibile come quell'allegria si trasmettesse anche al suo sguardo.
-a me basti tu. Succeda quel che succeda. E ti amo anch'io,questo è ovvio.-
-perfetto. - conclusi,chiudendo definitivamente l'argomento.
Ne avremmo parlato ancora e ancora,questo lo sapevo.
Ma il fatto di stare vicino a lui mi bastava,e ora potevo ricordare quell'avventura come una memoria lontana e a lieto fine.
-ragazzi,questa scommessa non me la perdo di certo! - sentimmo gridare Emmett all'interno,probabilmente invischiato in una di quelle scommesse assurde con Jasper.
-andiamo a vedere cosa succede?- chiesi,prendendolo per mano.
-sarà come tutte le altre volte. Jasper ed Emmett perderanno di nuovo. -
-tu non partecipi alla scommessa? - risi,camminando verso l'entrata.
-è per questo che perderanno. Perché giocherò io. -
-oh,ma come siamo modesti! - esordii,imitandolo.
Mi baciò i capelli,stringendomi ancora di più a lui.
-puoi scommetterci. Le sfide sono il mio passatempo preferito. - disse,alludendo a noi due.
-oh...così sarei solo un passatempo? - inarcai le sopracciglia,tentando di fare l'indispettita.
Ma quello che ne uscì fuori non rasentava minimamente ciò che volevo ottenere: probabilmente le mie qualità d'attrice erano sparite con il medaglione,o forse ero solo sopraffatta dall'avere Edward accanto.
-mm...- fece finta di pensarci,di sicuro mostrando qualità di attore migliori delle mie – prima dimmi una cosa. Passatempo inteso come l'unica ragione per cui passo il mio tempo su questa terra? -
-si...- stetti al gioco.
-allora sei decisamente,inequivocabilmente il mio passatempo. -
Sorrisi,aprendo la porta e notando che Emmett e Jasper mi fissavano,come se aspettassero qualcosa.
Guardandoli non mi resi conto dello scalino che seguiva l'entrata di casa Cullen prima di raggiungere l'ampio salone,e come mio solito ci incappai rischiando quasi di cadere per terra.
Edward mi afferrò,sorridendomi.
Emmett esultò facendomi insospettire.
Non posso crederci...
-ci è cascata! Lo sapevo che non si sarebbe ricordata dello scalino. Ti conviene iniziare a sganciare,Jazz...-
Jasper sbuffò,ma per quanto quella situazione mi sembrasse paradossale non mi sembrò affatto strano che avessero scommesso su di me.
Mi sorrisero entrambi con aria innocente.
-traditore...- sussurrai ad Edward,scatenando l'ilarità generale.
-scusa – mi disse Edward con il suo sorriso sghembo – ma avevo partecipato alla scommessa anche io. -
Sbuffai,mentre Alice e Rosalie si occupavano di punire i loro compagni per quei giochi idioti.
Ma nonostante tutto non potei fare a meno di guardare con gioia la mia nuova famiglia.
Sarei andata a trovare Jake,Billy e gli altri,nel pomeriggio.
Ma ora volevo solo godermi quel giorno come tanti nella mia famiglia.
Un giorno che avrebbe preso parte alla loro – e presto anche alla mia,alla nostra – splendida eternità.










Vincitore è semplicemente
un sognatore che non ha
mai mollato.”
(anonimo)










~
The End ~






xxx




























Note: E' sempre brutto concludere una ficcy. Anche se al momento ho ne ho appena iniziata un'altra (
Valzer,grazie di cuore a chi ha iniziato a seguirla!!),mettere la parola fine ad una storia che ormai è diventata parte della tua giornata è sempre un grande dispiacere T_T .
Che dire? GRAZIE per tutte le recensioni,i commenti, i complimenti che mi invogliano a scrivere e a continuare per vedere che le mie storie sono così seguite,e soprattutto che piacciono! (non riesco ancora a crederci,davvero! ^///^).
Ed ecco qui lo spazio dedicato a VOI,che continuate a sostenermi!
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182 - zufi [Contatta]
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Chi ha anche sfruttato la nuovissima funzione di Efp,e ha aggiunto la fic anche tra le seguite:

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35 - StElLiNa_LoSt [Contatta]
36 - TheCrazyHatter [Contatta]
37 - Vale_Tvb [Contatta]
38 - __Insomnia [Contatta]


E ovviamente tutti coloro che hanno commentato (e che ringrazio ogni volta) ogni singolo capitolo!
Spero seguiate la mia nuova storia e che questa vi sia piaciuta!^^
Un bacioneee!

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