The Chipped Boy

di ViTed98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorpresa ***
Capitolo 2: *** Gold o French ? ***
Capitolo 3: *** Villa Gold ***



Capitolo 1
*** Sorpresa ***


Il retrobottega di Rumpel è un misto tra polvere e diavolerie! Quel giorno ero decisa a mettere apposto quel disastro. Spazzai per terra sorridendo, spolverai ogni oggetto, ogni le mensola sistemando tutto con attenzione in modo da non rompere nulla, lucidai anche la mia chipped cup, sistemandola, successivamente, sul piattino, mi soffermai un secondo ad ammirarla, sorridendo mi girai verso l’arcolaio ormai l’unico oggetto rimasto da spolverare ed iniziai delicatamente a pulirlo.
- Con cosa lo stai pulendo? -
Sobbalzai, Rumpel mi stava guardando severamente, quando c’era di mezzo il suo arcolaio diventava iperprotettivo.
 - con un panno-
dissi semplicemente, ritornai a concentrarmi sul mio lavoro prestando molta attenzione ad ogni movimento, in modo da non rovinarlo in alcun modo
- lo sai che per pulire il mio arcolaio c’è un panno apposito te l’ho detto centinaia di volte, altrimenti si rovina. È molto delicato, lo sai bene. -
 sospirai alzando gli occhi al cielo domandandomi per quale assurda ragione avessi deciso di spolverare quel affare, non contando l’arrivo del proprietario che sapeva essere molto pesante quando si trattava del suo arcolaio, schioccò le dita e il panno che cinque secondi prima avevo in mano cambiò, facendomi leggermente irritare.
Mi ero impegnata per buona parte del pomeriggio a mettere apposto quel disastro, lui l’unica cosa che aveva fatto era stata rimproverarmi perché stavo pulendo l’arcolaio con uno stupidissimo e normalissimo panno ? ma stiamo scherzando!, gli lanciai il panno in faccia
- dato che ci tieni tanto, perché non te lo pulisci tu allora?-
lo guardai male, avevo pulito tutto da sola per fagli un favore, mi sedetti sul tavolo incrociando le braccia al petto guardandolo negli occhi con sfida, mi guardò adirato rispondendomi:
- non dovresti parlarmi in questo modo.. Pensavo ti facesse piacere mettere apposto le cose, ma dato che non è cosi, nessun problema lo farò io, come ho sempre fatto-
quell'uomo era davvero fastidioso alle volte, stava pulendo il suo arcolaio con estrema attenzione come se si potesse rompere da un momento all'altro, questo mi fece maggiormente irritare:
- questa poi, non l'hai mai fatto, se non ci fossi io questo negozio sarebbe il regno della polvere, per non parlare della casa, ti devo ricordare come era combinata quando sono arrivata ? mi fa piacere darti una mano Rumpel ma vorrei un po’ di riconoscenza non credo di chiedere tanto, infondo non sono più la tua governante, sono tua moglie -
si girò di spalle con una strana espressione, non ci piaceva litigare, e iniziavo a sentirmi in colpa per come gli stavo parlando, mi morsi il labbro inferiore osservando la sua schiena
- non dovresti alterarti cosi, lo sai che non mi piace discutere-
abbassai lo sguardo sulla fede e ci giocherellai un po’, mentre lo guardavo di sottocchi
- vorrei solo che tu mi ringraziassi qualche volta, lo stavo facendo per farti un piacere, non lo avrei mai danneggiato, so quanto ci tieni -
- ti ringrazierò quando farai più attenzione.. -
All'improvviso la stanza fu invasa da una luce d’orata, chiusi gli occhi per proteggerli, quando la luce cessò venne sostituita da un pianto, mi voltai immediatamente verso la fonte di quei vagiti, dove pochi momenti prima si trovava la tazzina ora vi era un bambino. Rimasi un momento sorpresa, perché c’è un bambino, dov'è la tazzina? che sta succedendo, un bambino, quello che sto vedendo è davvero un bambino? Crucciai la fronte e guardando il frugoletto che si dimenava piangendo, iniziava ad agitarsi maggiormente e mi fiondai a prenderlo in braccio, evitando di farlo cadere dal ripiano dove pochi secondi prima si trovava la chipped cup, preso in braccio iniziai a cullarlo leggermente; osservai quel fagottino rosa con attenzione, aveva pochi capelli biondo platino, il nasino leggermente al insù, sulla parte superiore della guancia una piccola cicatrice che ricordava incredibilmente la sbeccatura della tazzina. Guardai Rumpel che a sua volta guardava il bambino
- cosa è successo? -
gli domandai, passò la sua attenzione su di me piuttosto scioccato, non rispose, rimase semplicemente lì a fissarmi
- Lui sarebbe la nostra tazzina Rumpel? -
nessuna risposta, il piccolo continuava a piangere interrottamente, Rumpel che non emetteva parola mentre osservava il bambino, sembrò riscuotersi da quel momento di mutismo e balbettando disse:
- Belle, questo non è possibile... no... -
Mi avvicinai a lui facendogli notare la piccola cicatrice, iniziando ad accarezzare la guanciotta paffuta, la manina, le piccole dita, il piccolo piano piano iniziò a calmarsi.
- lo potremmo tenere-
 si allontanò di scatto guardandomi come se fossi impazzita
- no Belle, non voglio un secondo bambino, almeno non ora, no non se ne parla, è poi come potrebbe essere la tazzina, andiamo Belle -
- Rumpel dammi una ragione logica su come un bambino così piccolo possa essere arrivato qui cosi, poi guarda lì-
 indicai dove poco prima la tazzina era sistemata
- è scomparsa, guarda la cicatrice del piccolo è uguale alla sbeccatura- scosse la testa iniziando ad andare avanti e indietro per il retrobottega
 - io non lo voglio, non voglio essere padre, non me la sento, Bae era il mio unico figlio e io.. Io non credo di riuscirci, no Belle no, lo daremo in adozione avrà un’altra famiglia, si è la soluzione migliore-
La rabbia piano piano iniziò a prendere possesso del mio corpo, quel bambino lo volevo, non sapevo perché ma dal momento che lo avevo preso in braccio era scattato qualcosa in me, come un senso di protezione, non lo avrei dato in adozione, no.
- se tu non lo vuoi, va bene, sarò io a tenerlo, non lo darò in adozione. Io lo terrò diventerà mio figlio, se un giorno cambierai idea bene, io sarò lì ad aspettarti ma per il momento credo che sia meglio che io mi trasferisca da qualche altra parte-
dissi guardandolo negli occhi, con un velo di tristezza. Per un secondo ci avevo sperato che lui avesse accettato almeno l'idea di tenerlo, ma non era così, avrei tanto voluto iniziare una famiglia con lui, per giorni avevo pensato all'idea di avere un figlio insieme ma non avevo ancora aperto quel argomentò. Ora non ero sicura che stare nella stessa casa fosse un bene, Rumpel ed io avremmo discusso maggiormente, mi sarei pentita della decisione che avevo preso, lo guardai un'ultima volta, poi guardai il piccolo assopito, presi la decisione andare via. Coprii il bambino con la mia giacchetta, afferrai la borsa ed uscii dal negozio, lui mi chiamo diverse volte ma non mi voltai, se lo avessi fatto sapevo che non ci sarei riuscita.















Angolo Autrice 
Flameo Everyboody, sono ViTed ma potete chiamarmi Vi :3 
Allora come è nata questa storia, lo sognata, si avete letto bene, 
spero di non essere l'unica ad aver sognato i Rumbelle, perchè io so 
di non esserlo maaaa comunque aggiornero questa FF una volta al mese,
onde evitare problemi legati alla scuola. 
Detto questo vi saluto e vi invito a comentare se volete questa storia e dirmi cosa ne pensiate :3
accetto le critiche costruttive :3 al prossimo mese  

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Capitolo 2
*** Gold o French ? ***


L'unico posto che mi venne in mente fu il negozio di mio padre. Non sapevo come l'avrebbe presa, sarebbe stato felice di quella mia scelta ? lui le aveva sempre rispettate, beh quasi sempre, l'unica cosa che avrei dovuto fare adesso era solo vedere la sua reazione, scoprire se mi avesse aiutata in quel momento. Quando mi ritrovai davanti alla porta del negozio tentennai, guardavo quella porta rossa osservavo ogni minimo dettaglio, vi era un piccolo buco vicino a quei vetrini, la maniglia doveva essere lucidata, ogni cosa in quella porta attirava la mia attenzione. Dovevo ritardare i tempi, anche se sapevo che prima o poi sarei dovuta entrare per forza, respirai un paio di volte profondamente per infondermi coraggio, 'dai Belle ce la puoi fare', misi la mano sulla maniglia ed entrai. Mio padre era intento a leggere qualcosa in un grosso libro con le pagine ingiallite e inizialmente non si accorse di me, quando alzò la testa mi sorrise illuminandosi e quasi correndo si avvicinò per abbracciarmi, si fermò di scatto quando notò la piccola presenza che in quel momento sonnecchiava tranquillamente tra le mie braccia, guardò lui poi me poi di nuovo lui e lo indicò 
- è una storia lunga papà, ho bisogno del tuo aiuto - 

Gli spiegai tutto, della piccola e stupida discussione che io e Rumpel avevamo avuto, della luce dorata e dell' improvvisa comparsa del bambino e della mia decisone..
- quindi posso venire da te ?-
Mio padre crucciò la fronte alzandosi dalla sedia, iniziando a camminare avanti e indietro, all'interno del piccolo negozio pensieroso, non c'era molto spazio dove camminare, tra i vasi pieni di fiori che ingombravano il passaggio, messi un po' dappertutto, ma quando doveva prendere una decisione importante faceva sempre così, le mani dietro la schiena, la fronte corrugata, gli occhi persi da qualche parte, per un attimo rividi il vecchio re con il suo lungo mantello e la corona rosse addosso, in un secondo mi ritrovai bambina tra le braccia di mia madre a guardare quell' uomo che stava prendendo la decisione giusta per il nostro popolo. I suoi occhi si incastrarono nei miei, così simili ma così diversi, i suoi più saggi, i miei più ingenui, i suoi più duri i miei più dolci, come potevano quei due cristalli essere diversi fra loro ma allo stesso tempo così simili? Parlò, portando le mani davanti e sfregandole tra loro, aveva preso la sua decisione ma non ne era sicuro, quel movimento lo conoscevo piuttosto bene. 
- figlia mia, certo che puoi venire, ma sappi che crescere un bambino non è una cosa semplice - 
Corsi ad abbracciarlo stando attenta sempre a non far male al bambino, mio padre mi abbracciò a sua volta e mi accarezzò i capelli, mi sentii piccola in quell'abbraccio. 
- grazie papà, davvero, grazie- 
- Di nulla figliola, ora dimmi che nome avevi pensato per questo piccolo ?- 
effettivamente non ci avevo ancora riflettuto, nello scappare da quella voce, che tanto amavo, che gridava il mio nome non ci avevo pensato, scossi la testa guardai mio padre che stava osservando il piccolo con una strana luce negli occhi, sorrisi e gli misi il bambino tra le braccia. 
Guardai mio padre per una buona mezz'ora andare avanti ed indietro per il negozio canticchiando una canzoncina al piccolo, che si era risvegliato dal riposino, guardava l'uomo con stupore allungando il braccino verso il suo viso, sorrisi a quella scena avvicinandomi poi a loro e rivolgendomi a mio padre 
- Papà, lo so che sei contento di avere un nipotino ma credo sia meglio andare a comprare qualche cosa per vestirlo e nutrirlo non credi ?- 

 

Insieme ci dirigemmo a l'unico negozio di storybrooke per neonati. Non era un posticino tanto male, dappertutto si trovavano cosine per neonati, tra ciucci, tutine e giochini vari. Non credevo sarei mai entrata così presto in un negozio del genere, mi diressi verso la sezione delle tutine, erano tutte così piccole e adorabili, di varie forme e colori, di tutte le taglie, l'occhio mi cadde su una in particolare a forma di koala, non vi dico che fu amore a prima vista, cucite sul cappuccio le orecchiette, nei piedini le unghie, quella dovevo assolutamente prenderla, comprai altre tutine alternando quelle mono colore, altre ancora con svariati disegni. Mi guardai attorno cercando mio padre, ma di lui nessuna traccia, lo cercai per tutto il negozio inutilmente, presi il telefono e lo chiamai, chiuse la chiamata, sbuffai, presi alcuni capellini è un giubbottino per proteggerlo quel freddo dicembre che ogni volta affliggeva il Maine, poi mi diressi verso la sezione igiene, presi il sapone, e alcuni pacchi di pannolini, le salviette. Qualcuno mi toccò la spalla voltandosi vidi mio padre con uno strano sorriso sul volto, mi prese le cose e le mise sul carrellino 
-eccoti finalmente, ti abbiamo cercato per tutto il negozio, vero piccolino ? - 
L'occhiata che gli mandai lo fece ridacchiare, mi passò il bambino profondamente addormentato 
- ah io dove ero finita ? Non tu con il mio bambino- 
Guardai il bambino e sorrisi quando fece una faccia strana, portò il piccolo labbruccio di fuori e arricciò il nasino corrugando la fronte, mi piegai verso di lui per lasciarvi un bacio sulla fronte. 
-Stavamo vedendo una cosa - 
Riportai la mia attenzione sull'uomo che mi aveva donato la vita che in quel momento ridacchiava compiaciuto 
- cosa ?- 
Non mi risposte ma sorrise tranquillamente, mi chiese se avevo terminato gli acquisti ed annuii, per comprare il latte in polvere saremmo andati al supermercato della città. Mi avvicinai al bancone per pagare, la cassiera appena mi vide fece una faccia alquanto strana, di tutta fretta mise le cose che stavo comprando in una busta, mi disse il prezzo balbettando, chi sa per quale assurda ragione si stava comportando così, poi capii, essere la moglie di Rumpel non ti faceva vedere bene dalla società, pagai gli acquisti ed uscì da quel negozio pensierosa, ero andata via da poche ore e già mi mancava, mi sentivo come in apnea, stavo facendo bene ? 

 

La casa di mio padre era molto più piccola rispetto alla villa in cui avevo vissuto fino a quella mattina, aveva due piani, in quello inferiore si trovavano due stanze, una cucina piuttosto piccola, al centro c'era un tavolo rotondo con quattro sedie, nella stanza accanto si trovava un salottino, nel mezzo della stanza un piccolo divano rovinato, davanti una televisione piuttosto vecchiotta, incastrata nel muro una piccola libreria stra piena di libri ti tutti i generi e dimensioni. Al piano superiore si trovavano tre stanze, la camera da letto di mio padre, un bagno e la stanza degli ospiti che da quel momento sarebbe stata mia. Entrata in quella casa la prima cosa che feci fu vestire il bambino con quella adorabile tutina da koala, non un'azione semplice, si girava di qua e di là, muovendo i piedini e le manine, facendo degli urletti acuti, riuscì ad infilargli il pannolino appena in tempo, dato che decise di augurarlo immediatamente, mi guardò con una faccina strana come se mi stesse prendendo in giro,con quegli occhietti blu scuro, sospirai togliendogli il pannolino e infilandogliene uno nuovo. 
- allora piccolino, ci dobbiamo mettere d'accordo io e te- 
Gli feci il solletico sul pancino, che lo fece ridacchiare, mi abbassai a baciagli la parte che avevo solleticato, mise le sue piccole manine sulle mie guancia, salendo poi verso il naso e la bocca sfiorandola con un dito, tutto concentrato facendo dei versetti, gli baciai la manina dolcemente. 
- Belle ? Devo uscire un attimo, riesci a cavartela da sola ? - 
Mi voltai verso mio padre che mi portò bruscamente alla realtà, con la mano sulla porta si apprestava ad uscire tutto imbacuccato, annuii sorridendogli 
- ci vediamo più tardi, fai ciao al nonno piccolo - 
Presi delicatamente una manina del piccolo e gli feci salutare Moe, mio padre sorrise e uscì di casa. Feci vedere la tutina 
- che dici la mettiamo ? -
Un urletto di assenso venne subito dopo, gli misi prima una manina poi l'altra, tentai di prendergli un piedino ma decise di muoverli ridacchiando 
- oh tu mi darai filo da torcere piccoletto, ma sappi che io non mi arrendo facilmente - 
Riuscii a prenderne uno infilandolo nella tutina, gli misi anche l'altro più facilmente e chiusi i bottoncini, lo presi in braccio trionfante 
- visto che ho vinto io ? -
Gli bacia la fronte dolcemente iniziando a camminare cullandolo 
- dobbiamo scegliere il nome - 
Gli toccai il nasino sorridendo, catturò il mio indice nella sua piccola mano osservandolo attentamente alternando alcuni piccoli versetti e urletti. Camminai dal salotto alla cucina pensando ad un nome, mossi leggermente l'indice facendolo ridacchiare 
- Stefan ? No,no... Lucas uhmm non so, non mi convince - 
Guardai il piccolo intento ad osservare il mio dito, le sopracciglia inclinate la boccuccia leggermente tirata 
- Vorrei ci fosse Rumpel, sicuramente lui avrebbe un nome - 
Avevo lasciato Rumpel al negozio senza girarmi al suo richiamo, lo avevo lasciato per quel bambino. Scossi la testa concentrandomi suo nome, faceva male, troppo male.
- un nome, un nome, piccolo aiutami su - 
Mi guardò con i suoi occhietti vispi facendo un piccolo sorriso sdentato, lentamente un sorriso si fece spazzino sul mio viso, non seppi perché ma in quel momento solo un nome mi sembrava perfetto. 
- Charlie ? Ti piace ? - 
Fece un urletto come per approvare quel nome. 
-Charlie Gold o French ? -

 

 

 

 

 

Angolo Autrice 
Flameo Everybody, come state ? 
io alla grande e oggi sono tornata con un nuovo capitolo. 
Spero vi piaccia e se volte lasciare una recienzione mi fareste tanto tanto contenta detto questo alla prossima :3 
Flameo <3 

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Capitolo 3
*** Villa Gold ***



È un mese che Rumple non si fa sentire, Gennaio era passato con svariate telefonate e "sorprese" sotto casa. Veniva a chiedermi di tornare a casa, mi chiedeva di lasciare il bambino; ma la risposta era sempre la stessa, "no, con il bambino o niente".
Il piccolo Charlie stava crescendo alla velocità della luce, aveva già iniziato a sedersi diritto senza nessun aiuto, era adorabile, guardava tutto quello che lo circondava con stupore, toccava tutto e lo osservava con attenzione, poi sorridendo si girava verso di me facendomi vedere la sua nuova scoperta con quel sorriso sdentato che amavo da impazzire.
La sera invece Charlie dormiva con me e si girava verso la parte vuota del letto matrimoniale come se stesse cercando qualcuno, anche io cercavo qualcuno in quel letto, cercavo lui che non si faceva sentire, la mattina quando andavo in biblioteca con il piccolo mi fermavo davanti al banco dei pegni ma era sempre e costantemente chiuso. Ero preoccupata, non era da lui scomparire di punto in bianco, terrorizzata che gli fosse successo qualcosa quel giorno lasciai il bambino a mio padre e corsi verso villa Gold.
Erano due mesi che non vedevo quell'enorme casa, corsi verso la porta e suonai il campanello in continuazione fino a quando da dietro la porta non si sentì
-andate via -
Urlato malamente, con il cuore più leggero bussai
-sono io, apri ?-
Non passò un minuto che la porta si aprì rivelando il proprietario, ebbi difficoltà a riconoscerlo, la barba troppo lunga, la camicia sgualcita, i pantaloni macchiato di qualcosa e i suoi meravigliosi capelli spettinati.
- Belle -
Mi abbracciò, ma quell'abbraccio non aveva il solito odore, no era un brutto odore, qualcosa che doveva essere assolutamente lavato, non potevo credere che quella puzza la mandasse proprio lui.
-Rumpel...Che cosa hai combinato? -
Lo feci allontanare ed entrai dentro la casa, se l'inquilino era combinato in quel modo la casa era peggiore, bottiglie di ogni tipo di liquore buttate per terra, cravatte in giro per la casa, boxer, camice, lampade infrante per terra e chi più ne ha più ne metta, mi girai verso di lui scioccata, alzai la mano ed indicai il piano superiore
-fila a fare la doccia -
Scossi la testa mentre lui saliva le scale con il capo chino.
Mentre iniziavo a raccogliere le bottiglie venni afferrata per i fianchi e sbattuta contro il muro, le labbra di Rumpel catturarono le mie in un bacio bisognoso, rimasi sorpresa da quel bacio ma dopo un attimo di esitazione lo ricambiai, mi erano mancate, le sue labbra calde, le sue mani sui fianchi che mi attiravano di più verso di lui, mi era mancato portare le braccia dietro il suo collo e immergere le mani nei suoi capelli.
Ci separammo con il respiro corto, appoggiò la fronte sulla mia sussurrando
-ne avevo bisogno-
Anche io Rumpel, anche io ne avevo bisogno, riavvicinai le labbra alle sue per assaporarle nuovamente, venni ricambiata mentre mi prendeva in braccio e mi portava al piano superiore, le mie mani corsero verso la sua camicia, sbottonai ogni bottone il più velocemente possibile, buttai la camicia per terra e mi fermai a guardarlo negli occhi.
-bagno -
Sibilai solamente
-dopo-
Ricatturò le mie labbra e mi portò verso la nostra camera, mi stese sul letto e mi tolse la maglia
-ora-
Sussurrai, lo allontanai e mi misi seduta indossai nuovamente la maglia e lo guardai 
-mi ritroverai ancora qui quando avrai finito, te lo prometto - 
Mi alzai e gli accarezzai la guancia dolcemente, uscì da quella camera tornando al piano di sotto. Le bottiglie che avevo in mano qualche minuto prima ora giacevano a terra in mille pezzi, sospirai e iniziai a prendere tutti i frammenti, al piano superiore si sentì lo scrosciare dell'acqua, mi morsi il labbro inferiore che ancora sapeva di lui e chiusi gli occhi, quanto mi era mancato, lo avevo capito soltanto quando le nostre labbra si erano rincontrate dopo due lunghissimi mesi, buttai i pezzi nella spazzatura malamente, dovevo tornare da lui, con il bambino, ne avevamo bisogno sia io che lui, camminai spedita in salotto e raccolsi tutte le bottiglie dal pavimento, sul tavolino, dietro il televisore, come era finita una bottiglia la dietro me lo avrebbe dovuto spiegare, tra l'altro anche piena, buttai il contenuto nel lavandino e là bottiglie nel cestino.
Appoggiai le mani al lavandino e lo guardai, delle braccia mi circondarono la vita e mi strinsero al petto, voltai il viso verso di lui e mi girai tra le sue braccia, aveva solo un asciugamano legato in vita. Iniziò a baciarmi il collo lentamente, istintivamente spostai la testa di lato per lasciagli più spazio.
-Rumpel, aspetta...-
Tentai di allontanarlo spingendolo leggermente, mi strinse più forte a se senza fermarsi
-Rumpel, dobbiamo parlare-
Lo spinsi con più forza ma non si allontanò né si fermò, passo le mani sotto la mia maglia salendo di fino al reggiseno, tentavo di spingerlo via in tutti i modi, ma era troppo forte per me, anche il mio corpo non oppose così tanta resistenza, mi morsi le labbra e chiusi gli occhi decisa a lasciarmi andare al suo tocco, quando mi toccò il seno sopra la stoffa lo spinsi con maggior forza riuscendo ad allontanarlo.
-RUMPEL, dobbiamo parlare ho detto-
Usai un tono fermo e deciso guardandolo leggermente male
-vatti a vestire, ti aspetto sul divano -
Lo superai senza dire altro andandomi a sedere dove gli avevo detto, il telefono mi squillo, lo presi dalla borsa:
'Papà? È successo qualcosa? Charlie sta bene?'
' si, si sta benissimo solo...'
' solo cosa ?'
Mi alzai di scatto pronta ad afferrare la maniglia e uscire 
' non trovò il cuccio, lo cercato da per tutto '
' a la felpina? '
' si, perché questa domanda?  '
' controlla se è dentro il cappuccio'
Ci fu un attimo di silenzio
' oh, si, eccolo qui, tieni Charlie, come facevi a sapere che era lì ?'
Sorrisi e mi risedetti
' sono sua madre no?'
-no, non lo sei-
Alzai lo sguardo verso le scale e lo guardai negli occhi
'devo andare papà, torno fra poco'
Chiusi il telefono e mi avvicinai a lui
-oh sì che lo sono, e tu non puoi dire il contrario -
Gli puntai il dito contro e lo guardai negli occhi adirata
-invece posso, guarda quello che ha fatto questo bambino, ci ha allontanato...-
-oh no Rumpel, sei tu che mi hai allontanata, tu e soltanto tu.-
-io ? Ma cosa stai dicendo, le ho provate tutte per farti tornare da me, sono venuto fino a casa di tuo padre per riprenderti e tu no 'con il bambino o niente'
Mi fece il verso è mi guardò dritta negli occhi
-dove la tazzina ?-
-che diamine c'entra ora?-
-ti ho chiesto dove-
-non lo so, non lo trovata al negozio-
-ah, non l'hai trovata ? Forse perché è Charlie-
-smettila con questa storia, non è la nostra tazzina-
-si che lo è, lo è, e come se lo è-
Presi il telefono e gli feci vedere una foto che avevo scatto al piccolo.
-guarda vicino all'occhio, dimmi se questa cicatrice non è tale e alla sbeccatura-
Prese il telefono e lo buttò sul divano, stavo per protestare quando le sue labbra catturarono di nuovo le mia, non opposi resistenza mi sollevò da terra e mi portò nella nostra stanza.

 

 

-che ore sono ?-
Sussurrai appoggiata al suo petto che si alzava e abbassava lentamente. Lo sentii muoversi verso il comodino
-mezzogiorno e un quarto-
Era tardissimo, Charlie senza di lei non avrebbe mangiato, svariate volte Maurice aveva provato a dargli il latte ma era sempre tutto inutile.
-devo andare da lui-
Mi allontanai da lui di controvoglia e mi alzai iniziando a raccogliere i miei indumenti
-potremmo averne uno nostro-
Mi voltai verso di lui mentre mettevo il reggiseno
-è troppo piccolo, non posso avventurarmi ora in una gravidanza con Char..-
-ti ho già detto che non è tuo-
Infilai gli slip senza più dire una parola, lo aveva detto con un tono così duro, con un tono che non aveva mai usato con me, infilai i  collant
-non importa, ora è mio-
Sibilai irritata, misi la camicetta e mi voltai come una furia contro di lui
-non lo dire più, Charlie e mio, sarà, solo ed esclusivamente mio chiaro ? Hai perso la tua occasione-
Infilai la gonna cercando di trattenere le lacrime
-e io che volevo tornare qui, che sciocca-
Riflettevo fra me e me, mi sedetti sul letto per infilare le scarpe, le sue braccia mi circondarono la vita è mi fecero aderire al suo copro
-rimani qui, Belle, andiamo Sweetheart, ne avremo uno nostro, possiamo provare anche subito-
Scossi la testa e misi l'ultima scarpa prima di alzarmi e annullare quel abbraccio.
-questa sarà l'unica e l'ultima volta che te lo chiederò, vieni a vedere il bambino, a tenerlo in braccio almeno -
Sospirò e mi guardò negli occhi, sostenni il suo sguardo e lui annuì
-va bene, lo incontrerò e lo terrò in braccio, contenta ? -
Alzai gli occhi al celo e scesi nel salone per prendere la mia borsa e il telefono, il contentino, gli stava facendo il contentino seriamente?
Presi il cappotto e lo indossai velocemente, lo sentii scendere le scale di corsa, mi voltai, aveva solo una vestaglia, la mia vestaglia, era ridicolo, mi trattenni dal ridere
-voglio farlo davvero, Belle, voglio incontrare..Charlie giusto ? -
Mi voltai verso di lui e annui a quella domanda
-perché Charlie ?-
Si avvicinò e mi prese una mano baciandola dolcemente
-lo ha scelto lui, lo porto oggi pomeriggio, verso le cinque e l'ora in cui si sveglia, ci vediamo al tuo negozio-
Gli strinsi la mano prima di lasciarla e uscire di casa, mi voltai di nuovo verso di lui e
tornai indietro a baciarlo con dolcezza, rimanemmo così fino a quando i nostri polmoni non ci chiesero aria, appoggiò la fronte sulle mia e sorrise
-a più tardi Rumpel-
Lo baciai a stampo un'ultima volta prima di allontanarmi completamente da lui, continuai a salutarlo con la mano fino a quando  non scomparve dietro le altre case.











Angolino autrice
Flameo Everybody, come va ? la scuola ?
spero bene, questo mese sono arrivata un po’ prima,
visto che brava :3
Sono stata brava vero, li  ho fatti riunire al terzo capitolo
ma non gioite molto, Charlie metterà molta zizzania tra i nostri Rumbelle.
Approfitto per ringraziare la mia amica Rachele che con molta pazienza ogni volta mi corregge la storia, Grazie Sfrantezza <3
Al prossimo mese <3 :3   

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