Le tre principesse di Dastrea (/viewuser.php?uid=16796)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Nuova arrivata ***
Capitolo 2: *** 2. Lezioni di danza ***
Capitolo 3: *** 3. La principessa ferita sulla trave ***
Capitolo 4: *** 4. In centro ***
Capitolo 5: *** 5. Scelta di vivere ***
Capitolo 6: *** 6. Dolci baci ***
Capitolo 7: *** 7. L'incubo peggiore ***
Capitolo 8: *** 8. Ti amo ***
Capitolo 9: *** 9. Il fiore della serra ***
Capitolo 10: *** 10. Prepariamo il saggio ***
Capitolo 11: *** 11. L'amore non ha confini ***
Capitolo 1 *** 1. Nuova arrivata ***
Salve a tutti questa
è la prima fanfiction che pubblico in questa sezione^^,
chiedo scusa anticipatamente per la punteggiatura che ho cercato di
correggere il più possibile, spero che la lettura risulti
facile e che la storia piaccia.
Tre
amiche, tutte diverse alle prese con le prime cotte, forse un
pò in ritardo, ma che arrivano ed ora vi lascio al primo
capitolo.
1. Nuova
arrivata
L’aereo
era atterrato da
poco, proveniva dall’America settentrionale,
dall’aeroporto di New York, era
stato un viaggio lungo e il fuso orario faceva girare la testa a una
ragazza di
circa diciotto anni. Era seduta vicino al finestrino affiancata da una
donna
dai capelli corti castani vestita di tutto punto. La ragazza guardava
con aria
scocciata fuori dal finestrino, per niente entusiasta di essere
atterrata nelle
capitale Giapponese, Tokyo. Le hostess annunciarono ai passeggeri che
erano
atterrati con successo nell’aeroporto, senza sbandamenti e
con efficienza, la
donna si alzò prendendo le valigie che avevano portato,
Heris abbassò il volume
dell’iPod e prese in mano la sua borsa. La gente si
accalcava, erano per lo più
giapponesi ritornati nella loro patria, ma c’erano lei e sua
madre che erano
americane, Heris non aveva accettato di buon grado il trasferimento,
aveva
dovuto lasciare le amiche e tutto il resto per arrivare in un paese
lento e
monotono, guardava quella gente dall’alto verso il basso
mentre sua madre la
guardava facendole capire che tutto ciò era necessario, ma
la ragazza non
voleva saperne e rimaneva con la faccia imbronciata.
Portava larghi pantaloni
scuri e una maglia larga da lasciare intravedere la spalla destra che
sopportava il peso della grande sacca contenente tutti i suoi affetti
personali. Prima di partire alla ragazza erano state impartite lezioni
di
giapponese in modo che potesse ambientarsi subito nella nuova
città, le aveva
seguite e ora conosceva ben tre lingue, ma il buon umore non le
tornava, era
sempre stizzita di tutto quello che la circondava.
Passato il controllo
chiamarono un taxi che le avrebbe portate nella loro nuova casa, era
una
palazzina al centro di Tokyo in modo che sua madre potesse spostarsi
meglio per
il lavoro, era un’importante commercialista e lavorava da un
po’ di tempo per
delle imprese giapponesi, a distanza, ma ora il suo datore le aveva
chiesto il
trasferimento completo in modo da aiutare anche loro e lei aveva
accettato
immediatamente anche se la figlia non era d’accordo. Non
appena arrivata Heris
si fiondò nella sua nuova stanza e poggiò il
borsone su una sedia.
“Heris vieni a darmi una mano
con le valigie per favore!” la voce acuta di sua madre la
chiamò, ma lei non
rispose, si stese sul materasso e si passo le mani dietro la testa
continuando
a sentire la voce di Beyoncè che la faceva sentire ancora
quella ragazza
americana, il suo idolo, la sua voce erano lei le ancora a quella vita
che
aveva condotto prima.
Sua madre entrò nella stanza
e si sedette sul letto, sapeva che la figlia non voleva andare a vivere
a
Tokyo, ma di certo non poteva lasciarla da sola.
Le
tolse amorevolmente le
cuffie spegnendo l’iPod, le prese una mano e la face mettere
a sedere.
“So che questo posto non ti
piace, ma devi solo abituarti poi ti sembrerà uguale a New
York.”
“Ti
sbagli mamma, la gente
qui è noiosa, tutta uguale!”
“Domani dovrai iniziare la
scuola, è il primo giorno per tutti e frequenterai la classe
che avresti dovuto
iniziare l’anno prossimo, perciò non ti
preoccupare.”
Heris fece roteare gli occhi
annuendo distrattamente a ciò che le diceva sua madre e
quando se ne fu andata
iniziò a sistemare le sue cose nell’armadio,
tirò fuori la sacca e
quell’orribile divisa che avrebbe dovuto indossare, nella sua
vecchia scuola
non era così.
Non cenò nemmeno, aveva
aiutato sua madre a mettere tutto apposto, ma non volle fare altro, era
svogliata sì, ma in quel momento si sentiva fiacca proprio
per il fuso orario,
programmò la sveglia e si mise sotto le coperte profumate
del letto.
Fece un
sonno pesante tanto
che a malapena riusciva a sentire la sveglia, il fuso orario era
davvero una
cosa insopportabile, si alzò stiracchiandosi e aprendo le
persiane della
finestra, stranamente c’era il sole e forse la giornata
poteva essere positiva.
Andò in bagno a lavarsi e di nuovo in camera per vestirsi e
truccarsi, la
divisa consisteva in una gonna lunga fino a metà coscia e
una camicetta bianca
e una giacca, giacca e gonna erano verde scuro, si mise dei calzini e
le sue
amate sneakers, mise i libri nella sacca e ridiede una controllata
all’orario
di lezioni, sua madre la chiamò per accompagnarla, prese una
brioche che
avrebbe mangiato strada facendo. In quel momento non aveva
né caldo né freddo,
vedeva il centro di Tokyo coi negozi aperti e la gente che camminava
frenetica
per arrivare chi a scuola chi a lavoro.
Sua madre l’accompagnò
dalla
preside che l’avrebbe condotta nella sua classe, era una
donna un po’
cicciotella che vestiva un tailler marrone, sembrava molto dolce, ma
era anche
una donna severa e autoritaria.
Gli alunni erano già tutti in
classe, mancava solo lei, la professoressa era entrata e stava
aspettando la
preside.
“Bene ragazzi da oggi avrete
una nuova compagna di classe, si chiama Heris Ongaku.” I
ragazzi si alzarono in
piedi per salutarla, vide che era stato messo un banco vuoto forse per
fare
spazio a lei. La preside la lasciò nelle mani della
professoressa mentre la
madre di Heris era fuori e si faceva spiegare dalla preside tutto per
quanto
riguardava la scuola.
“Bene Heris, io sono la
signorina Tamada e insegno giapponese, puoi andarti a sedere in quel
banco
vuoto vicino alla signorina Heiwa.” La professoressa aveva un
viso davvero
simpatico, sorrideva spesso ed era molto cortese coi suoi alunni e da
loro
pretendeva rispetto e apprese subito che lei lo avrebbe richiesto a
prescindere
dal volere dei suoi allievi.
Heris si andò a sedere dove
le venne richiesto, i banchi erano separati formando ampie file, lei si
sedette
accanto alla ragazza,
aveva i capelli corti neri e un sorriso smagliante,
sembrava molto simpatica così si strinsero la mano.
“Io sono Yamahana, ma puoi
chiamarmi Hana.” Lei annuì col capo e si sedette,
la lezione iniziò, e ci fu un
ripasso generale sulle varie forme verbali giapponesi e le varie
coniugazioni,
sinceramente Heris non ci capiva granchè, riusciva a seguire
a malapena, ma a
bassa voce la ragazza di fianco le spiegava tutto, evidentemente quella
ragazza
voleva farsela amica. Heris apprezzava i consigli, ma non si
sbilanciava più
del singolo ciao e grazie. Furono due ore strazianti, ma quando la
campanella
dell’intervallo suonò tutti quanti sospirarono di
sollievo.
“Prima non abbiamo avuto
molto tempo per parlare, da dove vieni? Come ti trovi qui?”
Heris naturalmente
faceva buon viso a cattivo gioco, una volta capita
l’ingenuità della ragazza.
“Vengo da New York e…
no, non
mi trovo bene, anzi non ci vorrei proprio stare qui.” Si
imbronciò appoggiando
la schiena alla spalliera della sedia, Hana ne rimase sorpresa e si
scansò da
lei, leggermente offesa da quello che le era stato detto, si volto
verso la sua
sinistra dove una ragazza guardava fuori dalla finestra, aveva un viso
carino e
lunghi capelli castani.
“Te l’avevo detto
Hana.”
Disse seccamente la ragazza prendendo i quaderni per l’ora
successiva, Heris
che non era sorda si sentì immediatamente messa in gioco, si
sporse per
guardare in faccia la ragazza, aveva un trucco nero, sfumato sulle
palpebre, e
la matita calcata sopra e sotto, doveva essere una di quelle cha
chiamano dark,
in testa portava una specie di cuffietta nera e sinceramente le
sembrava
davvero buffa e orribile.
“Scusami che hai da dire su
di me? Parla in faccia.”
La ragazza appena sentì
quelle parole sospirò senza neanche guardarla negli occhi,
anzi non la stava
calcolando proprio.
“Ongaku sta zitta e lasciami
in pace.” Lei
si stupì perché aveva
imparato immediatamente il suo cognome e non pronunciava proprio il suo
nome,
la prese come un’offesa e si alzò dal suo posto
dirigendosi davanti al banco
della ragazza. Il resto della classe femminile si voltò
verso di loro, Heris
sbatté pesantemente le mani sul banco della ragazza, ma non
ottenne né un
sobbalzo né niente, solo uno sbuffo. La porta era aperta e
di fronte alla loro
classe c’era quella dei ragazzi del quinto anno, che
incuriositi si
affacciavano a vedere le belle ragazze più piccole, questa
volta furono
attratti dalla nuova arrivata che aveva sbattuto le mani sul banco.
“Guardami in faccia!”
urlò lei, la ragazza ubbidì,
e alzò gli occhi nocciola freddi che fecero gelare il sangue
nelle ossa della
ragazza, provò paura anche per il trucco che portava, Hana
guardò l’amica che
per la prima volta guardava diritta negli occhi un’altra
ragazza, si preoccupò
e si mise in mezzo separandole.
“Avanti ragazze basta, il
professore sta entrando.” Heris ci rinunciò e
andò al proprio posto, una
ragazza la chiamò da
dietro.
“Che vuoi?” chiese
freddamente Heris.
“Non dare retta a ciò
che
dice e fa, è una strega.” Disse lei, come se
volesse consigliarla, l’americana
annuì e subito dopo iniziò la lezione. Continuava
a pensare però agli occhi
freddi di quella ragazza, nonostante il loro colore avrebbe dovuto
emanare
calore, lei emanava freddezza da tutti i pori, le avevano detto che era
una
strega, in che senso? Che volevano dire? Certo aveva un gusto davvero
orrido di
vestirsi, soprattutto con quella cuffietta in testa. Altre tre ore di
lezione e
finalmente finì quella tortura che avrebbe preso il nome di
primo giorno di
scuola.
Sua madre
andò a prenderla e
all’uscita intravide le due ragazze che si sedevano affianco
a lei, Hana
parlava allegramente, ma l’altra no, camminava dritta per la
sua strada, per un
attimo rivide quegli occhi freddi e rabbrividì al solo
pensiero. Entrò in
macchina e ritornò a casa.
“Allora com’è
andata?”
“Bene.”
“Hai fatto qualche
amicizia?”
“No.”
“Andrà meglio
domani.”
“Sì.”
Una discussione molto fredda
quella che avevano avuto, d’altronde Heris era concentrata su
altro e non aveva
tempo di stare a pensare a certe cose.
Hana accompagnò a casa la sua
amica, lei si chiamava Tsuki ed era definita da tutta la classe
un’asociale,
per questo era sempre triste e non parlava con nessuno, quelle poche
parole che
diceva erano scambiate solo con Hana che invece si attaccava e non la
finiva
più, erano alcune volte cose riferenti al suo anime
preferito, ma niente di
più, alcune volte le raccontava del suo falco Onegai e di
ciò che combinavano
quando andavano nei boschi. Non appena arrivarono a destinazione Tsuki
baciò
sulla guancia la sua amica entrando nella casa, aveva un grande
giardino con un
albero di ciliegio purtroppo non fiorito perché non era il
tempo.
Entrò dalla porta d’ingresso
senza spiccicare parola, sua madre l’andò ad
accogliere, baciandole le guance,
suo padre non era ancora arrivato a casa.
C’era una cucina comunicante
con la sala da pranzo, il salotto con la televisione e il tavolino. Le
scale
conducevano al piano superiore dove c’erano le camere da
letto e un’altra
stanza abbastanza ampia da ospitare un pianoforte a coda dove Tsuki il
più
delle volte suonava. La ragazza andò nella sua stanza e si
tolse la divisa
mettendosi una gonna a palloncino nera, il corpetto nero da sopra a una
camicia
bianca a maniche larghe, la sua cuffietta sulla testa e i gambaletti
neri.
Accese lo sterio facendo partire il cd inserito dalla mattina,
iniziò la
musica. Saikai no chi to bara. Era una musica che la rilassava e
l’aiutava a
pensare quando si trovava in situazioni come quella della mattina.
Heris la
nuova arrivata era una ragazza davvero insopportabile, aveva sfidato
una come
lei, ma non l’aveva vinta, aveva sentito la paura nelle sue
ossa quando l’aveva
fissata negli occhi, un sorriso maligno si delineò sulle sue
labbra ripensando
a ciò.
Yamahana
arrivò a casa sua e
salutò tutta pimpante la madre che era intenta a cucinare
mentre i suoi fratelli
erano già seduti a tavola, suo padre non avrebbe pranzato
con loro quel giorno
perché era già andato a lavorare. Aveva due
sorelle e un fratello che erano
intenti a litigare su una delle loro discussioni infantili, lei
salì le scale
che la condussero nella stanza che divideva con le due sorelle e si
svestì
della divisa mettendosi dei jeans e una maglietta a maniche corte e una
giacca,
preparò la borsa con il suo strumento perché dopo
pranzo doveva andare alla
lezione di clarinetto.
Lei amava suonare e alcune
volte si incontrava a casa di Tsuki per suonare un duetto,
ciò allietava molto
la madre della giovane dark che non sentiva mai musiche allegre, solo
quelle
tristi cantate e suonate da sua figlia. Salì le scale che
conducevano alla
terrazza, lì c’era il suo falco Onegai che non
appena la vide iniziò a volare
nella sua direzione
per salutarla.
“Ciao piccolo!” lo salutò
lei
infilandosi il guanto retinato e aprendo la gabbia per farlo poggiare
sul suo
avambraccio, il giovane falco iniziò a strusciare la
testolina sotto il collo
della ragazza facendola ridere per il solletico che le procurava. Hana
andò a
prendere il cibo da dare al suo amico, lui non appena vide i pezzetti
di carne
essiccata che conservava iniziò ad agitarsi cercando di
strapparglieli dalle mani
della ragazza, lei rideva divertita e lo chiamava per farlo stare
buono. Quando
soddisfatta riuscì a calmarlo lo rimise nella voliera con il
cibo.
“Onegai io devo andare, ci
vediamo quando torno!” disse per poi scendere le scale
velocemente, afferrare
lo zaino e poggiarlo all’ingresso, andò nella
cucina e si sedette a tavola
assieme ai suoi fratelli e a sua madre, mangiarono con gusto un bel
piatto di
riso con carne, era una specialità che sua madre faceva
molto spesso e lei era
sempre contenta di ciò. A differenza di Tsuki, Hana era una
tipa solare che non
faceva altro che ridere e sorridere mettendo a tutta la classe
il buon umore.
Quando ebbe finito sciacquò
la sua ciotola e la mise sul banco del lavello, salutò sua
madre
frettolosamente con un bacio sulla guancia e infilate le scarpe
scappò via.
Durante il tragitto contrario incontrò vide in lontananza un
ragazzo dai
capelli corti che si dirigeva verso di lei, lo riconobbe immediatamente
come
suo vicino di casa.
“Ciao Gatsu-kun!”
“Hana-chan dove vai così
di
fretta?”
“A lezione, scusa non posso
fermarmi ciao!”
Fece tutto così di fretta che
lui no potè risalutarla, lei tutta felice
continuò a correre, Gatsu era uno del
quinto faceva parte della compagnia di Shin Sakana, si conoscevano da
quando
erano bambini ed erano molto amici, andava nella classe di fronte alla
sua
assieme allo stesso Shin e un altro ragazzo che si chiamava Higashi,
erano un
trio affiatato e il loro capo era il più richiesto dalle
ragazze di tutte le
classi inferiori alla loro, Gatsu non era così, lui era il
tipo che metteva
pace tra Shin e i ragazzi più grandi.
Continuò a correre finchè
non arrivò a scuola ed entrò nell’aula
di
musica dove tutti i partecipanti dell’orchestra iniziavano le
prove per la
parata che la scuola offriva nella settimana natalizia.
*********************************************
Eccolo
finito il primo capitolo spero che sia piaciuto e per favore
commentante facendomi capire cosa ne pensate
grazie mille per l'attenzione alla prossima.
Dastrea
|
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Capitolo 2 *** 2. Lezioni di danza ***
2. Lezioni di danza
Il giorno
seguente a scuola,
Heris entrò in classe con la solita aria scocciata, aveva
tenuto l’iPod
all’orecchio per rilassarsi prima di incontrare i suoi
compagni di classe. Si
andò a sedere al posto accanto ad Hana che rideva
allegramente cercando di far
sorridere Tsuki che invece guardava fuori dalla finestra intenta a
contemplare
le nuvole per trovare chissà quale spiegazione a
ciò che vedevano i suoi occhi,
Heris si soffermò sullo sguardo annoiato di Tsuki che
sembrava non sentire
affatto le parole della compagna, aveva quegli occhi castani persi come
se non
avesse un’anima dentro, pensava che quella ragazza era
davvero strana si
vestiva in un modo intollerabile per la sua mente e risultava essere
glaciale
anche con la povera Hana che cercava in tutti i modi di farla sorridere.
“Hana, mi potresti spiegare
come funziona l’intervallo per uscire?”
La ragazza interessata si
voltò e la guardò un po’ stranita, ma
col sorriso sulle labbra le si avvicinò
meglio e le spiegò ogni cosa. Heris si rese conto che
sebbene le parole dure
che le erano state rivolte il giorno passato, lei le aveva dato la
speranza di
riscattarsi e fare amicizia, forse era per questo che restava attaccata
a
Tsuki, per la semplice ragione di darle il tempo di abituarsi alla
solarità,
iniziarono a parlare tranquillamente quando il professore
entrò in classe e
decisero di rimandare tutto all’intervallo.
Tsuki guardava ciò un
po’
ingelosita dal fatto che Hana avesse lasciato lei per parlare con la
nuova,
soprattutto su ciò che le aveva detto, scosse le spalle e
iniziò a seguire la
lezione di storia dell’arte, almeno qualcosa che la rilassava
e la faceva
vagare per mondi lontani.
Nell’ora seguente ebbero
Giapponese e come sempre dovettero sorbirsi un’altra lezione
sui verbi, era
piuttosto scocciante e a prima vista sembrava difficile, ma subito dopo
era un
gioco da ragazzi. All’ intervallo, Hana ed Heris continuarono
il loro discorso
mentre Tsuki approfittava della distrazione delle due per salire sul
terrazzo
della scuola, aprì la porta e si affacciò alla
ringhiera, alzò lo sguardo
guardando le nuvole, cercò di sporgersi un po’ di
più come per prendere un
qualcosa di irraggiungibile.
“Potresti cadere
così…” una
voce dietro di lei la risvegliò facendola voltare, un
ragazzo con gli occhiali
e la divisa maschile dell’istituto le sorrideva cordialmente,
si avvicinò a lei
e si appoggiò alla ringhiera.
“Guardavi le nuvole? Trovo
che oggi siano molto più bianche del solito, la tua pelle
è come la loro, così
chiara come se fosse irreale.”
“Cosa vuoi da me?” la
foce
dura e sprezzante di Tsuki lo stupì, aveva gli occhi freddi
contro quelli caldi
di lui, non sorrideva, sembrava arrabbiata, non sembrava nemmeno avere
espressione, era una statua di marmo.
“Farti sorridere… e
credimi…
ci riuscirò…” disse staccandosi dalla
ringhiera e sussurrandole le ultime
parole all’orecchio, facendola rimanere scioccata, Tsuki non
perse tempo, si
voltò verso di lui rimanendo al suo posto.
“Non sperarci tanto
Kaze.”
Gli rispose lei, il ragazzo sorrise, bene, almeno conosceva il suo nome
ed era
una cosa positiva, le piaceva quella ragazza, ma quel velo di tristezza
lo
faceva star male, come se ce l’avesse con il mondo. Non
appena il ragazzo si fu
dileguato la campanella suonò e lei si diresse in classe,
Heris ed Hana erano
già sedute e parlavano allegramente, come se non si fossero
mai accorte della
sua presenza, la ragazza si intristì e mogia
ritornò al suo posto, non le fu
rivolta una sola parola, non per cattiveria, ma solo perché
erano così prese da
non riuscire a fermarsi, Hana pensava che Heris era una brava ragazza,
un po’
impulsiva, ma che allo stesso tempo riusciva a riflettere su
ciò che diceva, si
erano confidate e Hana gli aveva raccontato della sua amicizia con
Tsuki e del
suo obbiettivo di farla sorridere, non aveva specificato il motivo per
cui la
ragazza era sempre così, d’altronde erano cose
private non stava bene andarle a
dire in giro senza il permesso della diretta interessata.
Le
tre ore seguenti passarono
velocemente, nessuno si accorse che era arrivata già
l’ora di andare a casa,
Tsuki si dileguò in meno di un minuto, fece
un’altra strada come se volesse
seminarle, Hana si stupì di non trovarla da nessuna parte
pensò che forse suo
padre o sua madre erano andata a prenderla così non si
preoccupò più di tanto.
La ragazza camminava a testa bassa quando sentì la mano di
qualcuno poggiarsi
su una sua spalla, si voltò di scatto spaventata e vide il
ragazzo della
mattina.
“Come mai tutta sola? Sai che
è pericoloso camminare da queste parti?”
Lei abbassò lo sguardo mentre
lui le scostava la mano, sorrise.
“Se ti va ti accompagno a
casa.”
Tsuki non rispose si voltò
percorrendo la strada, sempre a capo basso si fermò e si
voltò verso il ragazzo
che contento si avvicinò a lei camminandole al fianco.
Quando la ragazza fu
arrivata a casa, il ragazzo la salutò con la mano iniziando
a correre,
evidentemente era tardi per lui, entrò in casa mormorando un
“sono a casa” e
salendo in camera sua come se trasportasse dei pesi. La stanza di Tsuki
aveva
un grande armadio di legno simile a quelli dell’ottocento, un
letto con la
spalliera di ferro e i cuscini e la coperta erano di un violetto scuro,
c’erano
due orsetti di peluche sopra e null’altro, le mensole
contenenti libri e la
scrivania in lagno con il portatile chiuso e posato ordinatamente
accanto a un
libro.
La scrivania aveva piccoli
cassetti con quaderni e libri scolastici e non, le mensole erano colme
di manga
e libri horror, appesa ad una c’era un piccolo
spaventapasseri con la testa di
zucca, la libreria accanto all’armadio era piena di testi
scolastici,
vocabolari ed enciclopedie. E su di un ripiano c’era lo
sterio con una decina
di cd posti ordinatamente al fianco, lo accese lasciando cantare la
voce di
Gackt in uno sei suoi pezzi migliori. Si cambiò velocemente
indossando le calze
rosa e il body nero, quel giorno aveva la lezione di danza e doveva
prepararsi,
si mise il suo solito abito nero con camicia bianca e corpetto, si
alzò i
capelli in uno chignon, non scompose la frangetta che cadeva morbida
sulla fronte.
Era ufficialmente pronta, prese la sua sacca nera e
controllò che tutto fosse
apposto, e quando ne fu sicura scese le scale andando in cucina, sua
madre
stava cucinando, guardò la figlia baciandole le guance
mettendogli tra le mani
un sacchetto contenenti delle polpette di riso. Tsuki la
ringraziò e uscì di
casa incamminandosi verso la scuola di danza sgranocchiando quella
deliziosa
pietanza che le piaceva tanto. Quando arrivò era presto e
come al solito
salutata la segretaria andò a cambiarsi negli spogliatoi, si
mise degli
scaldamuscoli rosa ai polpacci e uno scaldacuore sul body
così da non avere
freddo durante la lezione, tanto sapeva che avrebbe tolto
quest’ultimo per
lavorare al meglio con le spalle. Le altre allieve arrivarono correndo
pensando
di essere in ritardo, non la salutarono nemmeno, con lei avevano
instaurato un
rapporto chiuso limitandosi al “ciao” e a
nient’altro per loro lei non se lo
meritava, per ciò che avevano appreso a scuola sul suo conto.
Heris era
stata accompagnata
a casa da Hana e avevano chiacchierato su ciò che la ragazza
avrebbe fatto il
pomeriggio, la madre dell’americana l’aveva
iscritta a una scuola di danza in
cui si studiava hip-hop, così avrebbe potuto fare
ciò che le piaceva di più.
“Hana scusami, ma adesso devo
assolutamente andare ci vediamo domani mattina!” disse
baciando le guance della
ragazza, Hana divenne tutta rossa, forse in america si usava
così, sorrise e si
incamminò verso casa sua.
Heris salì le scale di casa e
andò nella sua stanza a preparare tutto quanto, non credeva
che una ragazza
come Hana poteva essere così simpatica, si trovava bene con
lei e per una
giapponese certo non era niente male. Optò per un paio di
pantaloni larghi e la
maglia a maniche a giro come prima lezione, si vestì nel suo
solito stile ed
andò in cucina, sua madre non era ancora tornata da lavoro
così prese un
foglietto e scrisse che andava a lezione di hip-hop, si sarebbero di
certo
viste al ritorno, con sé aveva qualche yen in modo da poter
prendere la
metropolitana e raggiungere il luogo in poco tempo, soprattutto
perché non
voleva fare tardi al suo primo giorno, sarebbe stata una vera e propria
brutta
figura.
Il
centro di Tokyo era pieno
di gente che camminava avanti e in dietro, chi per le spese chi tornava
finalmente a casa dopo una giornata di lavoro e chi era pronto per
iniziarne
un'altra, uomini d’affari con i loro occhialetti tondi e le
valigie in mano, i
grandi cartelloni elettronici che mostravano alcune date di concerti o
semplici
pubblicità, credeva di perdersi a quanto era grande, ma
riuscì a trovare
l’indirizzo, dovette chiedere informazioni a più
di una persona, ma alla fine
riuscì nel suo intento. La scuola di danza era grandissima,
si entrava
percorrendo un corridoio e la cattedra con dietro la segretaria che
trafficava
con i vari orari e quote di iscrizione. Heris si presentò da
lei per sapere se
l’orario della lezione era corretto.
“Siete in anticipo signorina,
gli spogliatoi sono di là e la sala adesso è
occupata dal gruppo di danza
classica avanzato.” Disse cordialmente col sorrisetto sulle
labbra, sembrava
una donna davvero simpatica, le donne giapponesi era così
cordiali e dolci e
non mostravano mai la parte dura cosa che era compito degli uomini.
Quella
scuola di danza aveva tre piani, in cui si divideva la classe di danza
al
primo, al secondo quella delle arti marziali e al terzo la palestra in
cui
tenevano anche lezioni di yoga.
Heris
andò a cambiarsi e
decise di farsi un giro per i piani, erano davvero ben attrezzati,
c’erano i
ragazzi che praticavano il taekwondo, chi il judo e il karate, i
ragazzi erano
tutti concentrati e colpivano duro, c’erano anche alcune
ragazze che non se la
cavavano per niente male. Passò dal terzo e vide i ragazzi
che facevano i pesi,
gli addominali, le flessioni e tantissimi altri esercizi, colpirono la
sua
attenzione un gruppo di ragazze ammucchiate e sforzandosi
riuscì a vedere che
accerchiavano un ragazzo dai capelli medio-lunghi neri e gli occhi
color pece,
era davvero affascinante, ma si riscosse quando vide l’altra
affianco a sé con
gli occhiali che scuoteva la testa, pensandoci meglio gli aveva
intravisti
nella classe del quarto di fronte alla loro, ma non aveva chiesto in
giro i
loro nomi. Guardò l’orologio appeso in ogni
corridoio del piano, doveva
immediatamente scendere, vide altre ragazze vestite più o
meno come lei negli
spogliatoi che si esercitavano, la porta della sala era aperta e vide
una
persona che non si sarebbe mai aspettata di incontrare proprio
lì. Era Tsuki.
Era
al centro della sala con
gli scaldamuscoli rosa e il body nero, le scarpette ai piedi e si
esibiva in un
adagio mozzafiato, le gambe che si alzavano come tirate da una corda e
l’equilibrio perfetto anche sulla mezza punta, un arabesque
perfetto con la
gamba in linea. Era stupenda, l’espressione malinconica
tipica di quegli assoli
la faceva sembrava una vera ballerina, rimase a guardarla incantata,
come
poteva nascondersi in tanta freddezza, quella dolcezza e morbidezza con
cui
saltava e sviluppava la gamba, ne avrebbe chiesto di più ad
Hana l’indomani. La
musica si fermò e così anche Tsuki, ricevette un
applauso dalle sue compagne e
le congratulazioni dell’insegnante, ma lei non cambiava
espressione, faceva
sorrisi forzati e aveva un’espressione tristissima. Vide dei
ragazzi scendere
le scale, erano gli stessi che aveva intravisto al piano delle
palestre, quello
con gli occhiali si avvicinò ad Heris, ma il suo sguardo era
indirizzato a
Tsuki, la guardava come incantato dalla sua bellezza, il suo amico gli
mise una
mano sulla spalla e lo trascinò via.
Le
ragazze uscirono tutte e
gli occhi di Heris incrociarono quelli di Tsuki, lei ritornò
dritta per la sua
strada mentre l’americana entrava in sala, seguita da altre
ragazze,
l’insegnante si presentò con lei e iniziarono il
riscaldamento, mentre guardava
allo specchio vide Tsuki abbigliata di nero, sembrava una bambola di
porcellana. Heris trovò il riscaldamento piuttosto semplice
e dopo questo
iniziarono a provare qualche passo, le altre ragazze se la cavavano
bene e lei
altrettanto, riceveva i complimenti dall’insegnante e le
altre le davano una
pacca come per dire “sei forte e ci piaci”. Fece
amicizia con loro e sembrava
di stare a parlare con delle vere americane, lei non aveva notato che
il
ragazzo dai capelli neri l’aveva guardata più di
una volta mentre seguito dal
suo amico se ne andava, era l’inizio delle torture
più atroci che la povera
Hana avrebbe dovuto sorbire.
“Andiamo
Higashi! Non è morto
nessuno.. ah ah questa sì che è una battuta per
quella!” Shinichi ricevette
un’occhiataccia da parte del suo amico con tanto di riflessi
negli occhiali,
scosse le spalle e si allontanò dal ragazzo moro.
“Ma che ho detto?!” si
chiedeva perplesso lui con la faccia del più innocente degli
angeli del
paradiso, sicuramente se ci fosse stata una ragazza in giro si sarebbe
messa
pure dalla parte del ragazzo senza guardare nemmeno il povero Higashi
che
continuava a sospirare.
“Hai detto una cosa che non
devi pensare.” Disse tranquillamente il ragazzo voltandosi e
facendogli il
verso, arrivarono a casa di Shinichi e si trovarono appoggiato al muro
Gatsu
che guardava la strada, sembrava felice.
“Ma guarda un po’ chi
c’è?
Come hai fatto ad arrivare prima di noi?”
“Il vento mi ha portato qui
Kaze.” Disse sorridendo al ragazzo e come ricambio ricevette
una bella
stritolata di capelli mentre Shinichi apriva il cancello facendo
entrare i suoi
amici.
“Allora voi avete capito
qualcosa di fisica?”
“Io sì.” Disse
fiero di sé
Higashi, in fisica e in chimica era un asso quindi un compagno del
genere in
quel gruppo era tutto di guadagnato anche se il più
intellettuale era Gatsu,
Ichi pensava solo e soltanto alle ragazze stop quella era la sua
materia
preferita.
“Bene allora adesso mio caro
ci spieghi questa cosa che domani non voglio un brutto voto o i miei mi
strozzano… come se potessero.” Disse ironicamente
e a bassa voce il più figo
della scuola. I due si guardarono e scossero la testa prima di ridere.
Il
pomeriggio passò così tra i compiti di fisica e
matematica e le solite
citazioni di Higashi quando si cercava di studiare filosofia che
diventata
noiosa persino per un tipo sognatore come Gatsu.
“Ehi Higashi! Hai visto
quella tipa alle lezioni di hip-hop non era quella che va nella classe
di
Hana-chan e della tua piccola Tsuki?” sussurrò
l’ultimo nome con voce mielosa,
più dolce anche dello stesso miele.
“Uno non è la mia
‘piccola
Tsuki’ secondo sì e va nella loro classe quarta
è amica di Hana-chan e quarto
non provare a metterti con lei perché è un osso
duro.” Conclusione lunga, ma da
far rabbrividire chiunque, ma non Shinichi Sakana che andava in fondo a
tutte
le tipe di quel genere.
“Bene bene mi sembra
abbastanza interessante, la farò cadere ai miei
piedi.” Strinse il pugno come
se ce l’avesse già in mano.
“Ti pareva che non chiedeva
certe cose dopo i compiti.”
“Già… a
proposito e Tsuki?
Come va con lei?” Gatsu era sempre pronto ad ascoltare i
problemi dell’amico
nei riguardi di quella ragazza, Hana gli aveva parlato molto di lei e
sapeva
che oltre a non avere rispetto per la sua vita, era una ragazza molto
fredda e
distaccata.
“Sa il mio nome e questo mi
basta, l’ho incontrata stamattina sulla terrazza fortuna che
non si stava
buttando giù.” Disse lui sospirando un sollievo.
“Per me quella è
pazza!”
sempre a conclusioni affrettate correva il nostro Shin.
“Ehh Ichi lei ha bisogno di un
ragazzo come Higashi…” sospirò Gatsu
poggiando una mano sulla spalla
dell’interessato che era immerso nei suoi pensieri, non
appena sentì quella
frase diede un piccolo schiaffo sulla testa di Gatsu per vietargli di
dire
altre parole sulla ragazza.
“Bene scusami Shin, ma
dobbiamo tornare a casa domani abbiamo ed. fisica alla prima ora e
Higashi deve
riposare per poter incontrare la sua piccola luna.” Stava per
volare un altro
schiaffo, ma Gatsu si mise a correre per scamparlo.
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Capitolo 3 *** 3. La principessa ferita sulla trave ***
3. La principessa
ferita sulla trave
Il
tintinnio dell’acciaio che
cadeva per terra, scie rosse che scorrevano mischiandosi con
l’acqua, i denti
stretti di una ragazza, la ferita aperta della mano. Sua madre
entrò in bagno e
la vide sanguinare guardò la mano, chiamò il
marito e la fece uscire, corsero
con la macchina fino all’ospedale, erano le dieci di sera,
ben cinque punti
alla mano destra, disinfettata e fasciata ritornarono a casa, Tsuki si
sorbì
tutta la preoccupazione e la rabbia dei genitori, non disse una parola,
solo le
lacrime che scendevano, l’aveva fatto di nuovo e si era
promessa di non farlo
più, lo aveva promesso ad Hana, ma sembrava che
ciò non aveva avuto effetto.
Tornati a casa si mise la
camicia da notte bianca e tra le coperte violette si
addormentò profondamente.
Come
ogni mattina Tsuki si
svegliò presto e indossò la divisa inserendo
nella cartella oltre ai quaderni
con gli esercizi fatti anche la divisa da ginnastica, mise lo zaino in
spalla e
scese le scale, si era lavata i denti e la faccia e truccata come il
suo
solito, scese da sua madre che era in cucina a preparare la colazione,
la
salutò con il solito buongiorno e le prese la mano per
controllare se la
fasciatura fosse apposto, le mise il piatto con la colazione davanti
mentre anche
lei si sedeva di fronte a lei, una colazione silenziosa, suo padre era
già
andato a lavorare ed erano sole in casa.
Quando ebbe finito Tsuki
poggiò il piatto sul lavabo della cucina e dopo aver baciato
una guancia della
madre uscì di casa per dirigersi a scuola. Comprò
il biglietto della
metropolitana che l’avrebbe portata nella piazza adiacente
alla scuola, ci
vollero solo pochi minuti e dopodiché come altri ragazzi
facevano entrarono
dentro di essa e quando la voce all’altoparlante
chiamò la sua fermata si
diresse verso le porte della metro e quando si aprirono uscì
e salì le scale
che portavano alla piazza.
Camminò per un bel po’
finchè
non vide i cancelli della scuola e altri ragazzi che si erano riuniti
in
gruppetti per chiacchierare prima dell’inizio delle lezioni,
lei attraversò il
corridoio di entrata, si cambiò le scarpe davanti al suo
armadietto e si
incamminò verso la sua classe. Hana non era ancora arrivata
e nemmeno la nuova
ragazza, si sedette al suo banco ed estrasse i quaderni di giapponese
iniziando
a ripetere l’argomento assegnato a casa. I suoi occhi castani
erano immersi
nella lettura e il sole che entrava dalla finestra illuminava i capelli
mostrandoli con leggere sfumature bionde, Higashi, Shinichi e Gatsu che
stavano
entrando in classe la videro sola seduta a leggere, Higashi rimase a
guardarla
incantato e pensava di vedere un angelo come citato dai poeti
stilnovisti,
bloccandosi fermò i suoi amici che stavano chiacchierando
dietro e gli andarono
a sbattere contro senza smuoverlo, incuriositi si
voltarono verso la classe e
videro Tsuki che ripeteva e si voltarono verso Higashi che la fissava a
bocca
spalancata.
“Buongiorno Tsuki-chan!”
disse Gatsu richiamando l’attenzione della ragazza che
alzò gli occhi dal suo
viso e chinò il capo in segno di saluto.
Di seguito i due presero il
loro amico stregato per le braccia e lo trascinarono in classe
evitandogli
brutte figure davanti alla ragazza che aveva rapito il suo cuore.
“Possibile
che tu debba
sempre fissarla? Finirai col spaventarla Higashi!” lo
rimproverò Gatsu che
aveva notato quella punta di spavento da parte della ragazza quando
aveva
chinato il volto.
“Ma cosa dici Gatsu! Non
potrei mai farlo!” disse il diretto interessato facendo
sedere con un colpo il
compagno che gli aveva rivolto quelle parole. Shinichi guardava la
scena
divertito.
Heris ed
Hana entrarono in
classe insieme mentre Tsuki continuava a leggere, la salutarono e lei
ricambiò
con un cenno del capo, nascondeva la sua mano in tutti i modi
allungando la
camicia così da fingerla parte di essa, il professore di ed.
fisica entrò e
dopo aver fatto l’appello portò i suoi alunni in
palestra. Le ragazze andarono
nel loro spogliatoio e si vestirono con la divisa da ginnastica, quel
giorno
avrebbero fatto lezione con altre classi infatti c’era un
gruppetto di ragazze
più grandi rintanate nel bagno a fumare, Hana le riconobbe
come compagne di
classe di Gatsu e ciò significava che quel giorno avrebbe
presentato il suo
migliore amico ad Heris. Mentre Tsuki si cambiava Hana notò
la fasciatura alla
mano della compagna e la guardò torva perché non
le aveva detto nulla, Tsuki
non seppe come spiegargli, certo era difficile dirle che si era ferita
di
nuovo.
“Ehi Tsuki che hai fatto alla
mano?” chiese Heris senza peli sulla lingua.
“Per sbaglio mi sono tagliata
a un ferro.” Mentì lei nascondendo la mano e
avviandosi con le compagne in
palestra, certo con l’americana non aveva avuto un vero e
proprio rapporto
comunicativo, avevano limitato solo il ciao e qualche domanda, erano
piuttosto
chiuse l’una con l’altra.
Mentre raggiungevano la loro
classe riunita da una parte della palestra Hana trovò Gatsu
e lo chiamò alzando
la mano per indicargli la loro posizione.
“Hana-chan ciao!” disse
il
ragazzo avvicinandosi e seguito dai loro amici che salutarono la
ragazza
amichevolmente, Heris guardò l’amica come per dire
“conosci questi bei
ragazzi?” Hana sorrise e si sbatté una mano in
testa.
“Che sbadata, lei è
Heris
viene da New York, Heris loro sono il mio amico Gatsu, lui Shinichi e
Higashi.”
Disse indicando i due che la salutarono cordialmente, Shinichi
però rimase a
guardarla mentre faceva più conoscenza con gli altri due,
era una ragazza
davvero stupenda, lunghi capelli ondulati scalati e un fisico davvero
attraente, purtroppo non aveva avuto l’onore di conoscerla
meglio però se era
amica di Hana avrebbe potuto sfruttare Gatsu per farli incontrare e
conoscerli.
“Ciao Tsuki…”
disse Higashi
avvicinandosi alla ragazza che era rimasta in disparte, si
avvicinò prendendole
la mano e guardando la fasciatura, le stava per chiedere cosa fosse
successo
quando sentì la sua mano contro la sua guancia in un
violento schiaffo, come si
permetteva lui di toccarla? Scappò via lasciando il ragazzo
perplesso.
“Scusala Higashi, non è
abituata.” Disse Hana mentre Heris guardava la ragazza appena
andata via con
disapprovazione per il suo comportamento.
“Bene ragazzi è stato un
piacere incontrarvi se vi va ci vediamo
all’uscita.” Sorrise Hana guardando
Shinichi che spesso faceva da portavoce al gruppo, lui scosse la testa
in assenso
e lasciò andare le due.
“Certo che te lo ha dato
proprio forte.” Disse sghignazzando Ichi che non aveva
resistito nel farlo, era
troppo divertente vedere quel ragazzo tanto dolce schiaffeggiato solo
per aver
preso la mano della ragazza.
Heris ed Hana raggiunsero
Tsuki che stava ascoltando il professore, quel giorno si sarebbero
esercitate
alla trave, l’americana ne ebbe quasi paura, non se la cavava
bene con
l’equilibrio però ci avrebbe provato. In ordine
alfabetico le ragazze andarono
lì sulla trave.
“Bene Heiwa tocca a te.”
Hana
sorrise e salì sulla trave, certo non se la cavava
perfettamente, ma riuscì a
fare qualche salto e una ruota, quando toccò a Heris le
prese il panico e il
professore le spiegò cosa doveva fare e la fece respirare
profondamente per
farla rilassare, una volta pronta si posizionò sulla trave
con Hana che faceva
il tifo per lei, fece una camminata veloce e una ruota,
riuscì a fare una
spaccata e a passare sulle mani con la gamba alzata. Il professore
soddisfatto
la fece scendere.
“Bene Kuroi tocca a te.”
Disse il professore chiamando la ragazza, Heris era curiosa di vedere
Tsuki, in
quel momento, anche i ragazzi del quinto smisero di giocare, Gatsu,
Shinichi e
Higashi si voltarono verso di lei, Tsuki si mise la mano fasciata
dietro la
schiena.
“Ma come può farcela con
una
mano sola?” chiese Heris perplessa.
“Lei faceva ginnastica, sa
quel che fa.” Disse Hana sorridendo.
Tsuki sotto ordine del
professore iniziò l’esercizio, una capovolta in
avanti molto lenta su una sola
mano e quando ritornò in posizione eretta si
preparò, due salti all’indietro
per finire in perfetto equilibrio, due batterie e un gran
jeté una lieve
corsettina all’indietro per poi prendere la rincorsa e finire
con un doppio
avvitamento, ricevette gli applausi
della classe e anche quelli di Higashi e i
suoi amici.
“Brava Tsuki credevo che con
una mano non ci saresti riuscita.”
“Già sussurrò
lei.” Ormai
mancavano solo poche ragazze che completarono tutti gli esercizi,
quando l’ora
fu finita andarono negli spogliatoi a cambiarsi, Heris aveva notato che
durante
l’esercizio oltre alla concentrazione, nei suoi occhi
c’era anche un pizzico di
gioia, fu in quel momento che la ragazza capì che le persone
come Tsuki
potevano avere quel po’ gioia che li mandava avanti.
Rientrarono in classe e il
professore di economia domestica entrò, fortunatamente da
quel giorno iniziava
il week-end, il primo dall’inizio della scuola, tutti gli
alunni avevano
aspettato questo momento perché la settimana era finita in
modo pesante, Heris
ne avrebbe approfittato per fare compere e riordinare meglio la stanza
nel suo
stile, Hana ne avrebbe approfittato per passeggiare con Gatsu e il suo
falco
Onegai, le sarebbe concesso un po’ di riposo prima di
ritornare a casa per
occuparsi di quelle pesti dei suoi fratelli.
Tsuki avrebbe fatto ciò che
faceva sempre, navigare in rete, ascoltare musica e suonare il
pianoforte, era
una cosa che la rilassava e la metteva in pace con sé stessa.
“Hana che ne pensi di venire
con me questo pomeriggio a fare compere?” chiese Heris mentre
il professore
spiegava nell’aula di economia. Hana accettò
chiedendo anche di far venire
anche Tsuki, stranamente la ragazza acconsentì ad andare con
loro, soprattutto
per svagarsi un po’ e poi non voleva sentire le solite
prediche dei suoi
genitori che le raccomandavano di non toccare mai più un
oggetto appuntito.
“Sì…
può venire.” Sussurrò
lei quando stava per essere beccata dal professore, la giornata
andò avanti con
la stessa lentezza di una lumaca che cerca di attraversare una strada,
la
campanella suonò con i sospiri di tutte le ragazze e il
sollievo di tutti i
ragazzi della classe, Heris e Hana trascinarono Tsuki fuori dalla
classe pronte
per incontrare i loro amici.
I
tre ragazzi le aspettavano
davanti al cancello della scuola, Hana prese a urlare il nome di Gatsu
mentre
le altre correvano come disperate per seguirla, arrivarono tutte e tre
col
fiatone.
“Scusate.. anf… il
ritardo…
anf..” si scusò la mora piegata in due respirando
più aria che poteva, Tsuki
tutta composta guardava preoccupata l’amica, Heris aveva
poggiato una mano
sulla spalla di Hana per farla riprendere, Gatsu si era preoccupato
allo stesso
modo, ma la sua amica risalì e tutta sorridente diede una
pacca ai due che
l’avevano aiutata.
“Non cambierai mai
Hana-chan.” Disse Shinichi scuotendo le spalle mentre tutti
esplodevano in una
calda risata, Tsuki sospirò per il passato pericolo, vederla
ridere era una
rarità e anche se in quel momento la situazione era
piuttosto buffa, la ragazza
rideva dentro di sé e non lo dava a vedere. I sei si
incamminarono, la prima ad
accompagnare era Heris che era stata sequestrata da Shinichi e i tre
sembravano
andare d’accordo, tutto sembrava perfetto quando si sentirono
i due alzare la
voce.
“Come ti permetti di dire
certe cose?”
“Ma sta zitta guarda che
Beyoncè è una schiappa non ha niente a che vedere
con Jennifer Lopez.”
“Ma vedi di stare zitto che
scommetto che non l’hai mai sentita.”
“Sentitela la nostra
ballerina, guarda che io ho sentito entrambe perché mio
fratello maggiore è
stato in america e si è fatto avere i cd
autografati!” disse Ichi rosso di
rabbia mentre dalle orecchie di Heris usciva fumo per quanto si era
irritata.
Tsuki si avvicinò ai due e mise una mano sulla spalla di
ciascuno.
“Mi spiace ragazzi, ma…
Gackt
batte tutte e due messe insieme.” Disse la ragazza colpendoli
e mettendoli a
tacere, tutti e due la guardarono con odio.
“Ma che stai dicendo?”
dissero in coro mentre Tsuki si voltò traballando e li
guardò con uno sguardo
severo e spaventoso che non permetteva obbiezioni anche se Heris
avrebbe voluto
ucciderla in quel preciso momento e lo stesso pensiero passava per la
testa di
Ichi.
“Almeno ora stanno zitti e si
mettono a parlare contro Tsuki.” Disse Hana a Gatsu divertita
dalla scena,
l’unico che pensava
il contrario di
tutti e tre era Higashi che rimaneva fedele ai suoi adorati gruppi
metal.
Arrivati davanti alla casa di
Heris, Hana le diede un bacio sulla guancia.
“Sentite vi va di uscire
questo pomeriggio? Io dovrei fare compere.”
“Sì andiamo a fare
compere!!”
urlò contenta Hana che accettò a volo la
richiesta dell’amica, Shin accettò
perché voleva conoscere meglio Heris e Gatsu avrebbe
accontentato la sua amica
che si sarebbe messa a pregare per farlo venire assieme a lei.
“Voi due che dite?”
chiese
Hana guardando Higashi e Tsuki, la ragazza ci pensò su e
accettò visto che
aveva preso a farle gli occhioni dolci, Higashi accettò
anch’esso perché
pensandoci bene gli servivano un po’ di cose per la palestra
e ne avrebbe
approfittato per trovare un qualcosa adatto a Tsuki e poi poteva
passare il
pomeriggio assieme a lei.
“Bene ci vediamo davanti a
questa piazza alle quattro. Ciao!”
Disse lei aprendo la porta e
salendo le scale dell’appartamento.
I ragazzi accompagnarono
Tsuki a casa e le raccomandarono di essere puntuale, non
c’era neanche bisogno
di chiederlo, la goth loli era una delle ragazze più
puntuali che si potessero
trovare al mondo, giapponese, ma anche con un orologio svizzero nel
cervello,
tutti si chiedevano come faceva, ma era la legge degli opposti infatti
la sua
amica Hana era una ritardataria di prima categoria, se non ci fosse
Gatsu che
ogni mattina l’andava a chiamare per fare il tragitto insieme
il bellissimo
fiore rimarrebbe volentieri nel suo letto. Lei era fatta
così, ma proprio per
questo era una delle amiche più simpatiche che si potessero
trovare.
Higashi la guardò andare via
mentre entrava nel cancello di casa, Shinichi e lui abitavano vicini e
Gatsu e
Hana avevano come separazione soltanto un muro, i quattro se ne
andarono
insieme, certo Hana si sentiva leggermente a disagio perché
era sola con tre
ragazzi anche se erano suoi amici si sentiva comunque un pesce fuor
d’acqua,
non appena raggiunsero la casa di Gatsu, la ragazza si buttò
letteralmente
dentro casa sua salutando con un ciao veloce.
“Ma che le prende?”
domandò
Ichi con l’aria sbalordita a perplessa, non se lo sarebbe mai
aspettato da una
come Hana, tutta quella fretta poi.
“Si sentiva a disagio
comunque io vado, ci vediamo questo pomeriggio.” Disse
saggiamente l’amico
della ragazza che entrò in casa dopo aver salutato i
compari. I due ritornarono
a casa parlando del più e del meno, di come trovava la nuova
arrivata e del
modo strano di mettere pace che aveva adottato Tsuki, ognuno in quel
gruppo
sembrava avere in comune tanto.
******************************************************************
x Sasori_Danna: Esagerata, pubblicarla addirittura! La storia
è finita, ho tutti i capitoli scritti, ma non penso che sia
tanto buona da pubblicarla, in realtà mia cugina sta facendo
i disegni dei personaggi^^ ecco perchè la si tiene per
altro. Spero continuerai a seguirla. E grazie per la recensione.
Ecco finito il terzo capitolo, certo la parte finale con
Beyoncè e Jennifer Lopez non è per cattiveria, in
realtà non mi venivano altre cantanti da mettere in
contrapposizione e Tsuki è una fan di Gackt
perciò ne è uscita la scenetta^^
spero vi piaccia ed a presto, spero nelle vostre recensioni, per
continuarla con un altro seguito.
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Capitolo 4 *** 4. In centro ***
IN 4 chap
4. In
centro
Tsuki
aveva acceso lo stereo
e aveva acceso il portatile per fare qualche disegno o semplicemente
trovare
immagini, questo era ciò che faceva oppure si documentava
sulla storia passata
dell’Egitto, era un qualcosa che l’affascinava
profondamente, non si era
nemmeno vestita, mancavano ancora due ore al loro incontro, per
un’assemblea
l’orario scolastico era stato ridotto, ma dalle prossime
settimane avrebbero
iniziato ad uscire alle quattro come ogni scuola adottava. La canzone
che
sentiva in quel momento era Life di Mika Nakashima, le metteva allegria
ed era
una cosa positiva per lei.
sou
kizuiteta noni
dare mo ga shirenai ureshiteta
mou subete wo atte
shimaeba ii to omotteta
aa furi amanai ame no naka
nani mo iwazu
sotto kimi ga sashi no beta
sono te ga yuuki to shitte yo
hateshi
naku tooi ashita he
boku tachi ha iki wo kire shitte mukau
zutto nakai aida
ikite kita kigasuru keredo mada
todoka nasute
Spesso
e volentieri
canticchiava quel motivetto, e l’interpretazione era ottima,
la cantante aveva
un tono molto simile a quello della ragazza perciò imitarla
non era di certo un
problema. Sua madre andò a chiamarla perché era
pronto il pranzo e in quel
momento le chiese se sarebbe potuta uscire con Hana.
“Sì certo
che puoi, ti lascio
qualche yen così se trovi qualcosa di carino puoi
comprarlo.” Tsuki annuì, in
effetti le sarebbe piaciuto trovare qualcosa che potesse abbinare coi
pantaloni
che le aveva regalato sua madre. Suo padre tornò stanco e
dopo averla baciata
sulla testa si sedette a tavola per pranzare assieme alle sue due
donne, non
avevano parlato molto da quando lei si era tagliata, suo padre e sua
madre non
accettavano questo comportamento e si spaventavano ogni qualvolta lei
rischiava
la vita.
Heris aiutò sua madre
a
sparecchiare, la donna aveva fretta perché il suo capo aveva
indetto una
riunione importante alle tre e mancava circa mezz’ora alla
fatidica ora, le
lasciò parecchi yen perché conosceva sua figlia
che davanti a un bel negozio
cercava di acchiappare qualsiasi occasione le capitasse in mano. Decise
di
prepararsi prima, prese dei bei pantaloni corti fino alle ginocchia e
le suo
amate scarpe con dei calzini del medesimo colore, una maglietta a
maniche
lunghe e i capelli legati in due codine. Si mise un filo di trucco. Un
ombretto
chiaro e la matita, lucidalabbra ed era pronta per uscire. Ci teneva a
fare
colpo, soprattutto sui bei ragazzi, tra i quali Shinichi, doveva
ammettere che
per essere un giapponese non era poi tanto male, non le sarebbe
dispiaciuto farci
un giro insieme per vedere com’era e poi lei aveva occhio e
sapeva come la
guardava, quindi non le era tanto indifferente.
Hana tutta contenta per la
giornata andò a salutare Onegai andandogli a raccontare quel
che era successo,
dell’odio che Shinichi e Heris avevano provato per Tsuki
quando si era messa in
mezzo alla loro discussione, ripensandoci però divenne
triste, era come se
Tsuki lo facesse apposta a farsi odiare dalle persone, sapeva dei
terribili
periodi che aveva passato la ragazza e quello che la tormentava ancora
e Hana
cercava in tutti i modi di farla sentire allegra, di farle passare tutto.
Andò a preparare il pranzo
assieme a sua madre e questa volta tutta la famiglia cenò
intorno al tavolo e
mangiò di gusto facendo i complimenti alla ragazza che si
stava avviando verso
la strada della brava casalinga.Salì
in camera iniziando ad
ascoltare i Greenday a tutto volume mentre afferrava un paio di jeans e
una
maglietta a maniche a giro e la felpa, non badava mai al suo
abbigliamento, ma
quando usciva appariva come una ragazza semplice e carina allo stesso
tempo, si
diede una spazzolata ai capelli mentre si metteva a cantare come una
pazza
davanti allo specchio, la sorella la guardò stralunata
dall’uscio della porta
mentre con l’aria indifferente l’unico fratello
entrò a prendere un libro di
scienza. La famiglia di Hana era formata da lei, la più
grande, quella che
doveva sempre aiutare la madre e di conseguenza essere la migliore per
dare
esempio al resto. Poi c’era la seconda figlia, Sachiko che
era una ragazza
attiva e vivace un po’ vanitosa che cercava di mettere in
cattiva luce la
sorella maggiore, era brava a scuola ed era una gran chiacchierona; poi
c’era
il terzo figlio ovvero Eriol lui era un genio nelle scienze e
nell’informatica,
gli piacevano esclusivamente quelle materie e cercava di aiutare le
sorelle che
ne sapevano meno di lui e infine l’ultima Paddy che era una
ragazzina un po’
lunatica e strana era molto elastica e faceva impazzire, aveva una voce
acutissima e con un solo urlo poteva render sordi, non aveva peli sulla
lingua
come tutti i bambini.Ciò
che li accomunava era
l’amore per gli animali per il resto erano l’uno
più diverso dall’altro, anche
se Eriol e Hana andavano molto d’accordo così come
Sachiko e Paddy. Hana,
arrivata l’ora di andare scese le scale, si infilò
le scarpe da ginnastica
prese il giubbotto e uscì salutando tutti a gran voce, fece
qualche passo per
poi suonare alla casa di Gatsu, la madre di lui rispose di aspettare
qualche
minuto e finalmente lui arrivò seguito da Higashi,
evidentemente avevano
pranzato insieme, Gatsu aveva un semplice paio di jeans e una felpa a
collo
alto, le mani in tasca e salutava la ragazza radiosa come sempre,
Higashi aveva
una camicia bianca e i pantaloni neri, le mani in tasca e una sciarpa
al collo.
I
tre compagni si avviarono
verso la casa di Heris e arrivati davanti alla piazza incontrarono Shin
che con
le mani in tasca era appoggiato a uno dei tanti pali dei cartelli
pubblicitari,
certo che Heris era stata proprio fortunata a trovare una casa in quel
quartiere.
“Tracce di
Tsuki?”
Shinichi scosse la testa, non
l’aveva proprio vista.
Tsuki si era vestita, una
gonna a palloncino nera con le rifiniture bianche di pizzo le maniche a
tre
quarti finivano con ampio pizzo bianco stretto da un nastro nero, il
sopra
aveva lo stesso pizzo che scendeva per il petto e il nastro nero legava
con un
fiocco, i capelli legati in due codine e la cuffietta bianca sulla
testa, prese
il suo zainetto e si incamminò verso la porta.
“Non sentirai freddo
così?”
“Affatto
mamma.” Disse
freddamente la ragazza iniziandosi a infilare le scarpe nere con un
tacco alto
che sembrava impossibile sopportare, ma lei ne era in grado come
sempre, era
davvero molto carina e iniziò a camminare a passo svelto
verso la piazza, non
portava nessun orologio, improvvisamente il violino della canzone di
Gackt si
impossessò delle sue orecchie e capì che il suo
cellulare squillava, lo aprì e
comparve sulla schermata il nome di Hana.
“Pronto?”
“Tsuki dove sei? Ti
stiamo
aspettando tutti!”
“Sto arrivando sono in
metropolitana.”
“Va bene noi ti
aspettiamo
ciao.”
La ragazza riagganciò
e fece
il biglietto per la metro che l’avrebbe portata in piazza,
fortunatamente fu
puntuale e salì sul treno che non appena chiuse le porte
partì velocissimo, non
appena la voce all’altoparlante pronunciò il nome
della sua fermata lei scese e
salì le scale dell’uscita, era arrivata in piazza
vide i ragazzi in lontananza
e camminò verso di loro, Heris era accanto a loro e non
appena vide la ragazza
conciata in quel modo le scoppiò a ridere in faccia, tutti
quanti guardarono
l’americana sbalordita.
“Ecco
perché sei arrivata in
ritardo Kuroi, sei passata nel settecento!” rideva mentre
Hana salutava
l’amica, Gatsu non credeva ai suoi occhi, Tsuki guardava la
ragazza che rideva
con una freddezza…
“Certo non devo
giustificarmi
con te Ongaku di come mi vesto o quello che faccio, perché
sei tu che mi hai
invitato sarei potuta anche rimanere a casa mia. Certo differenza non
mi fa.”
Heris la prese sul personale,
come si permetteva quella sottospecie di bambolina di prenderla in giro
in quel
modo, non volle andare oltre.
“Bene ora che siamo
tutti
possiamo andare.” Si mise in mezzo Hana che non voleva
più vedere gli sguardi
carichi d’odio che si lanciavano le due. Heris prese
sottobraccio Hana
conducendosi in prima fila, Higashi si avvicinò a Tsuki e
portò le labbra
vicino al suo orecchio.
“Sei molto carina con
questo
vestito… è nuovo?” Tsuki si
voltò di scatto e annuì diventando rossa e
mettendosi in disparte, il ragazzo sorrise, e Shinichi e Gatsu gli
poggiarono
una mano sulla spalla in senso di sollievo perché almeno lei
non si era
spaventata. Passeggiarono per le vie del centro fermandosi ad ogni
negozio,
Heris era attratta da tutto, trascinava Hana da un negozio
all’altro mentre
tutti gli altri se la ridevano, Tsuki si guardava intorno come
sperduta, in
realtà le mancava la vicinanza di Hana quando uscivano, fu
attratta da un
negozio della Moi-mete-moitie, in vetrina c’era una
bellissima figura di Mana
abbigliata con la sua nuova collezione e le mani congiunte, rimase a
guardarla
entusiasta, Hana lo notò e si staccò
momentaneamente da Heris per raggiungere
l’amica.
“Tsuki non ti
incantare a
guardare Mana altrimenti cadi per terra…” sorrise.
“Io…io…voglio…”
Hana iniziò a
ridere per la reazione, capiva cosa stava guardando l’amica,
dei bellissimi
guanti retinati che portava un manichino, sopra una gonna di tulle a
palloncino
e sopra una maglietta sotto era a maniche a giro e sopra aveva le
maniche corte
che partivano dalle spalle lasciate scoperte e poi quei guanti.
“Sai ti starebbero
bene sopra
quella gonna che ti ha regalato tua madre, vuoi entrarci?”
Tsuki era incapace
di muoversi guardava a bocca aperta.
“Heris noi entriamo
qui.”
L’americana snobbata volle vedere quel negozio e tutto il
gruppo entrò, era
pieno degli stessi vestiti orrendi che portava Tsuki, Heris li guardava
con
disprezzo mentre le due si dirigevano dall’assistente del
negozio.
“Buona sera, senta
vorremmo
vedere quella maglia e quei guanti che avete esposto in
vetrina.”
“Certo
signorina, sono per la
sua amica?” chiese mentre
Tsuki non sapeva cosa dire.
“Esatto!
Da cosa l’ha
capito?”
“Dal vestito della
signorina,
lo usava Mana-sama in un video giusto?” chiese informata
l’assistente a Tsuki.
“Sì,
è simile a quello che
indossava nel video di Shiroi.” L’assistente
annuì e andò a prendere i guanti
da uno scaffale e la maglia da un altro, aveva intuito la taglia della
ragazza.
“I camerini sono di
là, le ho
preso quella che dovrebbe essere la sua taglia, mi dica se poi non
è la stessa
e se la vuole più grande o più piccola.”
Tsuki annuì ed
entrò in un
camerino, si sbottonò la camicetta di sopra e
infilò la maglietta, era
perfetta, si infilò i
guanti e si guardò
allo specchio.
Intanto fuori Heris guardava
attentamente una fotografia di Mana in posa per un giornale.
“Mi scusi signorina, ma questa ragazza chi
è?”
“Vuole dire Mana-sama? È lo
stilista di questa marca è anche chitarrista
dell’attuale gruppo dei Moi dix
Mois, voi non lo conoscete non siete di qui vero?” Heris
annuì quando Tsuki
uscì per farsi guardare dall’amica che le
saltò al collo, stava benissimo.
“Certo
con questa gonna non
ci sta bene il tutto però con la mia gonna a tulle ci
starà senz’altro meglio.”
L’assistente annuì, Tsuki andò a
cambiarsi e quando fu pronta porse il tutto
all’assistente che le fece un ottimo prezzo anche
perché portava quello
stupendo vestito.
Uscirono tutti contenti, i
ragazzi erano usciti fuori dopo un po’ e le avevano aspettate
con ansia,
decisero di fare una piccola pausa, fin ora avevano comprato accessori
per i
capelli di Heris e quel completo a Tsuki, andarono in un bar e i
ragazzi
ordinarono tre caffè, il cappuccino al cioccolato per Heris,
un succo di frutta
per Hana e un tè verde per Tsuki che con stupore
dell’americana prendeva con
pochissimo zucchero e altrettanto di limone,
le sembrava sempre più strana, si fece
spifferare inoltre dai ragazzi
che la ragazza prendeva il caffè prima di andare a riposare
e anche questo
senza zucchero. Le pareva molto innaturale prendere il caffè
prima di
addormentarsi, ma per Tsuki questo funzionava come un sonnifero
facendole fare
un sonno tranquillo.
Andarono avanti per ore i
poveri ragazzi erano costretti a portare le buste mentre Higashi era
diventato
il facchino personale di Tsuki che si era offerto di portarle la busta.
“Higashi posso portarla io
quella.”
“Non ti preoccupare lo faccio
volentieri.” Più in là Shinichi e Gatsu
sommersi dai pacchi se la prendevano
con lui.
“No mia adorata non ti
disturbare a me fa piacere…” fece Ichi con voce
mielosa per fare il verso a
Higashi che inviperito si girò e non appena si
avvicinò gli pestò violentemente
il piede facendogli cadere le buste e facendo arrabbiare di brutto
Heris che
gli dava dell’incapace.
“Ma la colpa è di Higashi non
mia!”
“Zitto che lui sta parlando
con Tsuki ed è più avanti di noi! Muoviti
sfaticato.”
“Senti brutta strega
portateli da sola i pacchi.”
Heris si
imbestialì, come si permetteva quell’arrogante?
Iniziarono a litigare di brutto
attirando l’attenzione di mezza Tokyo, si buttavano tutti gli
insulti possibile
mentre Heris iniziava a parlare in inglese e Shinichi non capiva una
parola,
mormorava un “si si” annoiato perché non
sopportava più quell’oca che continuava
a urlargli nelle orecchie.
“Bene ragazzi che ne dite di
vedere questo negozio di musica?”
Hana come sempre era pronta a
salvare la situazione e il gruppo ricomposto si diresse verso
l’entrata; Hana
se ne andò da una parte del negozio dai suoi amati Greenday,
Higashi verso il
metal, Gatsu lo seguì ed Heris e Shin si ritrovarono a
guardare uno stesso cd
di Beyoncè, Tsuki invece aveva tra le mani l’album
Nocturnal Opera dei Moi dix
Mois, le piaceva soprattutto la canzone Nocturnal Romance.
Ognuno ascoltava ciò che gli
piaceva di più e in quel momento il gruppo si
voltò verso Shinichi ed Heris che
invece di litigare ascoltavano di buon gusto una canzone di
Beyoncè.
“Almeno sulla musica sono
d’accordo, non ci speravo più credevo stessero
litigando.” Disse entusiasta
Hana mentre Tsuki era intenta a sentire la sua canzone, si rilassava da
morire, la chitarra che suonava, era come in paradiso, prese il cd e lo
andò a
pagare in cassa era decisa nel comprarlo perché le mancava,
poi
poteva trovare
lo spartito e suonare le note al pianoforte e vedere che cosa ne usciva
fuori.
Questo è tutto ciò che fecero
il gruppetto, finalmente Shin ed Heris parlavano tranquillamente come
se
fossero due gemelli identici, era incredibile quante cose avessero in
comune e
quante invece ne avevano trovato i loro amici. Tutti ritornarono a casa
perché
si era fatto piuttosto tardi, ma nessuno avremmo mai immaginato quanto
sarebbe
accaduto l’indomani.
Dal
diario di Hana.
Caro Diario,
come ti ho già
scritto in
precedenza ho una nuova amica che si chiama Heris, dapprima non andava
d’accordo con nessuno però io sono riuscita a
farla addolcire come sempre e
adesso siamo ottime amiche anche se né Tsuki né
lei riescono a sciogliersi
l’una con l’altra, io conto che ciò
accada presto. Sai fortunatamente domani mi
salto scuola perché ho una delle mie camminate col gruppo
degli ambientalisti e
richiederà tutta la mattinata, mi sento un po’
triste a questo pensiero però…
mi salterò la Tamada che bello!! Bene ora è
meglio che vada prima che Sachiko
afferri queste preziose pagine. Buona notte.
Dal
diario di Heris.
Cara Mama,
questa nuova situazione sta
andando sempre meglio, forse mamma aveva ragione, mi sto abituando al
nuovo
ambiente che mi viene mostrato, tutti sono simpatici con me a eccezione
di quel
insopportabile di Shinichi Sakana, è un odioso che non si
mette mai al suo
posto, pretende di aver ragione ed è più testardo
di un mulo, ma gli concedo la
bellezza, in fondo per un giapponese non è male. Oggi sono
entrata di un
negozio per “bambole di porcellana” quella
ragazzina… com’è che si chiama? Ah
sì
Tsuki, non so a cosa paragonarla, sembra simpatica, ma se ne sta in
disparte
come se tutti la trattassero da cane bastonato, non so dirlo
proverò domani a
vedere com’è visto che Hana, che mi ha chiamato
proprio due minuti fa, non
verrà quindi vediamo se sono così
“immortale” da starle al fianco. Bene ora
vado a ripetere quei dannati kanji che faccio confusione.
Night by the new slooowly.
Dal diario di
Tsuki.
Cara Mana,
Oggi ho comprato una
maglietta adatta a quella gonna di tulle e poi i guanti retinati neri,
sì sono
davvero quello che mi servivano, ora ascolto Nocturnal Romance,
finalmente ho
quel cd e non smetterò mai di cantare questa canzone, mi fa
sentire viva, mi fa
sentire le tenebre che ho nel cuore, già ho voluto
deliziarmi di questo. Mamma
mi vuole mandare da uno psicologo, ha preso appuntamento per domani e
dopo
danza ci devo andare. Io sebbene sia strana non voglio andare da un
uomo che me
lo faccia pesare, perché solo perché sono diversa
ciò non vuol dire che sia una
pazza, gli psicologi servono ad aiutare le persone di solito, ma in
realtà ti
buttano ancora più giù di quanto tu non stia, io
gliel’ho detto, ma a quanto
pare anche quell’incapace del mio medico ha dato ragione ai
miei genitori,
peggio di così non può andare. Oggi quando siamo
usciti ho visto che Higashi
Kaze, quel ragazzo che si ostina a parlare con me si è
offerto spontaneamente
di portarmi la borsa sebbene io non gliel’abbia chiesto ed ha
persino
“picchiato” se così si può
dire quel maleducato di Sakana. Solo perché aveva
fatto una battuta poco carina su entrambi, è stato molto
dolce, forse dovrei
iniziare a fare come dice Hana, devo diventare un po’ meno
distaccata e parlare
con le altre persone, mi farebbe bene. E va bene domani ci provo.
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Capitolo 5 *** 5. Scelta di vivere ***
5 Scelta di vivere
Il giorno dopo a scuola
Tsuki ed Heris
entrarono insieme poiché l’americana aveva rapito
la goth loli trascinandola
per un braccio lasciandola a bocca aperta. Tsuki era rimasta un
po’ male perché
Hana non le aveva detto che non sarebbe venuta e aveva preferito
confessarlo ad
Heris, fu in quel momento che sprofondò, si sentì
come messa da parte dalla sua
migliore amica, infatti era da un po’ che Hana si stava
distaccando da lei per
parlare con l’americana e ciò di certo non le
faceva piacere perché lei doveva
uscire fuori da quello strato di tenebre che l’avvolgevano,
almeno così aveva
detto sua madre perciò era un male tutto quello che stava
accadendo…
Ho
deciso… oggi metterò fine al mio dolore.
Tsuki
era del tutto negativa
sulla vita sua e quella degli altri, cercava di essere realista, ma la
troppa
realtà l’aveva portata a pensare al negativo come
se oltre a un piano Alfa non
ci potesse essere un piano Beta. Da tanto tempo cercava di togliersi la
vita,
ma quello che era riuscita a fare era solo ferire il suo corpo e
nient’altro.
Dopo odiose lezioni di
inglese in cui Heris spiccava su tutta la classe e una
d’informatica ecco che
suona la campanella della ricreazione, Tsuki scappa via prima che Heris
la
raggiunga e va nella terrazza, si butta contro la ringhiera tenendosi
stretta a
questa e guarda in basso, sì è alto, potrebbe
semplicemente buttarsi e nessuno
vedrebbe. Prese forza e si arrampicò sulla ringhiera
mettendosi in piedi e
tenendo le mani lungo i fianchi, lo sguardo rivolto alle nuvole mentre
il
leggero vento le scompigliava i lunghi capelli, e i nastri del suo
fiocco si
libravano anche loro con essi. Camminava sul filo del rasoio, guardando
triste
le nuvole, portò il piede in avanti quando la porta della
terrazza si aprì
mostrando la figura di Higashi seguito da Shinichi e Gatsu, il ragazzo
spaventato guardò Tsuki.
“Tsuki!”
urlò pieno di paura,
la ragazza spaventata si voltò di scatto, ma perse
l’equilibrio cadendo,
Higashi corse verso la sua figura e fece appena in tempo a prenderle la
mano,
Tsuki lanciò un flebile urlo spaventata da sé
stessa mentre gli altri due
accorrevano per prenderla.
“Prendi
l’altra mano Tsuki!”
disse Higashi prostrandola a lei.
“Lasciami
andare….” Chiedeva
lei, ma lui scosse la testa disperato.
“Non lo
farò mai! Prendila
ora!” Tsuki si lasciò prendere e fu tirata su da
tutti e tre, fu in quel
momento che scoppiò in lacrime, stringendosi improvvisamente
contro Higashi, lo
aveva fatto di nuovo, aveva tentato si farsi del male ancora una volta,
il
ragazzo la strinse forte a sé consolandola.
“Va tutto bene
Tsuki…” disse
lui carezzandole piano la schiena in modo da farla tranquillizzare,
Heris aveva
incontrato Shinichi e Gatsu con un muso lunghissimo e aveva chiesto
spiegazioni
chiedendo oltretutto dov’era Tsuki.
“E’ in
terrazza con Higashi,
non andare, aspettala in classe, non è un bel
momento.” Heris capì e durante il
pomeriggio avrebbe chiesto spiegazioni ad Hana. Intanto su in terrazza
Tsuki si
era calmata
rimanendo ancora abbracciata
ad Higashi.
“Mia madre vuole mandarmi da
uno psicologo… io non voglio…
io…”
“Basta Tsuki, oggi non
andarci, non ti serve, tu sei molto diversa dagli altri. Hai solo
bisogno di
svagarti un po’. Ora andiamo.” Entrambi si alzarono
e Tsuki baciò una guancia
del ragazzo in senso di gratitudine, si sentiva pesante e stanca per
tutta la
preoccupazione che aveva causato a quel povero ragazzo che teneva tanto
a lei.
Non appena ritornò in
classe
si sedette al suo banco senza parlare con nessuno, Heris aveva deciso
di
lasciar perdere nel parlare con lei, almeno per quel giorno poi si
sarebbe
visto in seguito.
In classe di Shinichi,
Higashi e Gatsu i ragazzi erano accorsi in contro al secondo quando era
tornato
dalla terrazza.
“Allora come
sta?”
“Adesso meglio Gatsu,
non so
per quanto durerà però.” Disse
amaramente, infatti Tsuki era una ragazza sulle
sue e alcune volte quando qualcuno provava la morte voleva provarla
ancora e
ancora come se fosse una droga.
“Stalle vicino. Forse
l’aiuti.” Consigliò Shinichi, i due lo
guardarono stupiti dal sentire una
simile frase da lui, forse anche lui stava pensando al bene di Tsuki,
la
conoscevano bene poiché era stata la stessa Hana a
presentarla a tutti, perché
la vedeva isolata dal resto del mondo. Higashi dentro di sé
aveva capito il
motivo per cui Tsuki aveva tentato di nuovo il suicidio, era da un
po’ infatti
che la sua migliore amica non parlava con lei.
“Sentite per me Tsuki
non è
una tipa che fa le cose senza ragionarsi, forse è stata
spinta a farlo… non
avete notato che Hana sta più con la nuova che con lei?
Forse si sente sola.”
“Allora scaldale il
cuore
Casanova!” iniziò Shinichi battendo fortemente la
mano sulla spalla di Higashi
che emise un gemito.
“Ma che fai? Comunque
oggi
quando la incontro in palestra la rapisco.”
“Sì
sì…. Come vuoi tu.”
Mormorò
Ichi tornandosene al
suo posto, mentre Gatsu annuiva complice, cercava di incoraggiare il
suo amico
anche se non ne aveva bisogno poiché sapeva che se Higashi
si metteva in testa
una cosa quella era e nessuno lo smuoveva da lì. Anche Gatsu
ritornò al suo
posto preparandosi per la lezione.
Le
lezioni finalmente
terminarono e tutti se ne ritornarono a casa, Heris affiancò
Tsuki che
camminava a testa bassa.
“Perché lo
fai?” la ragazza
interessata si voltò verso l’americana guardandola
strana, non capiva a cosa si
riferisse.
“Credi che sia
stupida? So
che le voci che circolano sono vere perciò o ti muovi o
meno, è comodo provarci
e non fare niente. Se muori tutti si dimenticheranno di te quindi ti
conviene
vivere.”
Tsuki apprezzò quelle
parole,
ma doveva riflettere su ciò che doveva fare, non era una
tipa che prendeva
decisioni affrettate, doveva riflettere su quello che in
realtà voleva dalla
vita, in quel momento ciò che l’aveva tenuta a
quel mondo era stato il bene che
le dimostrava Hana, ma in quel momento, pensava che forse doveva
provare a vivere
per Higashi, già quel ragazzo le stava simpatico,
l’aveva protetta e sentiva
che di lui poteva fidarsi sul serio forse aveva sbagliato tutto fin
dall’inizio.
“Non dirlo ad
Hana.” Chiese
Tsuki voltandosi verso Heris, l’americana notò che
negli occhi della ragazza
c’erano due punte di gratitudine, e finalmente Heris
capì che molto presto
sarebbero andate d’accordo.
“Comunque…
cerca di dare una
possibilità a Higashi.”
“Che vuoi
dire?” chiese lei
imbarazzata e non capendo, forse gli aveva visti.
“Come? Non fare la
finta
tonta mia cara, ho visto come ti guarda e sembra che tu ti stai
addolcendo… mia
cara la tua maschera cala!”
“Cosa! Non
è affatto vero!”
ribatté inviperita per l’appellativo datole.
“Ah
sei davvero buffa Tsuki
quando arrossisci, sembri più bella di quanto sei
già.”
“Non
è vero…” disse
impacciata lei mentre camminavano come se fossero due buone amiche da
sempre,
sì si stavano sciogliendo entrambe.
“Comunque ci
incontriamo oggi
pomeriggio quindi dopo usciamo coi ragazzi.” Disse Heris una
volta arrivata a casa
sua.
“Io ho un altro impegno
veramente.”
“Non andarci, si vede
lontano
un miglio che non vuoi quindi lascia perdere.” Disse senza
lasciarle il tempo
di ribattere, Tsuki accettò poiché non riusciva a
dirle il contrario. Ritornò a
casa e quando sua madre la vide felice si avvicinò alla
figlia, che si fosse
abituata alla sua nuova vita in Giappone? O forse c’era un
ragazzo di mezzo.
“Allora tutto bene? Ti
vedo
particolarmente felice.”
“Sì, lo
sono, oggi esco dopo
hip-hop.”
La madre annuì mentre
lei
saliva velocemente le scale per poi buttarsi a capofitto sul letto
stringendo
il suo peluche preferito e guardando i possenti pettorali di 50Cent che
aveva
appeso alla parte. Si chiedeva come potevano essere quelli di Shinichi,
ma si
diede della stupida perché di certo non doveva fare certe
considerazioni
soprattutto su un ragazzo che conosceva solo di vista, ma sembrava
niente
male, forse era
questo quello che si
provava alla prima cotta, forse sarebbe potuta anche andare oltre in
fondo non
era più una bambina, ma di certo non poteva aspettarsi che
il ragazzo fosse
accondiscendente come i suoi pensieri dimostravano di conseguenza
doveva
togliersi dalla mente tutto questo erotismo che aveva in testa, si
sentiva come
una pervertita a pensare certe cose.
Si tranquillizzò e
prese il
telefono della stanza che aveva sul comodino e digitò il
numero di Hana, doveva
essere tornata a casa visto che le aveva assicurato che la marcia
sarebbe
durata solo quanto l’orario scolastico. Il telefono squillava
e subito una voce
infantile le rispose dall’altra parte della cornetta,
sicuramente era una delle
due sorelle, chiese di parlare con la maggiore e Sachiko
perché era di lei che
si trattava andò a chiamare Hana che era su in voliera
assieme ad Onegai.
Fondandosi giù dalle scale rispose al telefono.
“Allora ci vieni oggi
pomeriggio al cinema?”
“Sì, mia
madre ha detto sì,
poi ti va se andiamo a cena tutti insieme? Avviso io i ragazzi
perché sono
tutti a casa di Gatsu penso che gli spiccioli li avranno!” La
conversazione andò
avanti per le lunghe, parlavano del più e del meno e Hana
non la smetteva di
raccontare quanto si fosse divertita a quella camminata, aveva
conosciuto altre
ragazze, ma come la solita sbadata non si erano scambiate i numeri di
telefono
per tenersi in contatto. Heris raccontò di quanto era stata
noiosa la giornata
a scuola e di come era riuscita ad andare d’accordo con
Tsuki, ma non fece
parola del tentato suicidio della ragazza così come
l’altra le aveva chiesto,
aveva inventato una bugia quando le aveva chiesto se avevano passato
insieme
l’intervallo. Di certo non poteva dirle che la sua cara amica
stava per
buttarsi dal terrazzo se non fosse stato per il trio del quarto che
avevano
prontamente fermato la ragazza, ma una volta accordate meglio
sull’orario
riattaccarono.
****************************************************************
Spazietto autrice
Salve a tutti, sono arrivata a
postare il quinto capitolo, chiedo scusa per il ritardo, ma
aggiornerò al più presto non appena mi
regolarizzerò l'orario scolastico. E un grazie
infinito a tutti coloro che leggono^^
A presto.
|
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Capitolo 6 *** 6. Dolci baci ***
6. Dolci baci
Tsuki
ritornata a casa aveva
salutato sua madre che era seduta in cucina a leggere un fascicolo per
il suo
asilo, era salita in camera a lasciare lo zaino ed era scesa di nuovo
mettendosi davanti a sua madre che alzò gli occhi.
“Mamma io non
andrò dallo
psicologo né ora né mai, oggi Heris la nuova
arrivata mi ha invitata a fare una
passeggiata con lei ed Hana e ceneremo fuori visto che andremo anche al
cinema
io non…”
“Fa niente, meglio
così in
fondo.” Sussurrò piano la donna guardando gioiosa
la figlia che era rimasta
paralizzata da tanta dolcezza, almeno aveva ottenuto ciò che
voleva con
soddisfazione.
“Verrò a
prendere solo la
borsa di danza così non porterai pesi. Oggi al supermercato
ho incontrato anche
la madre della tua amica Heris, perciò so che sei in buone
mani inoltre mi ha
invitata per un caffè visto che non lavora.”
Tsuki annuì e
salì le scale
per andare nella sala del pianoforte, si sedette e aprì lo
spartito, era
riuscita a trovare le note di “Saikai no chi to
bara” e iniziò a pigiare i
tasti tentando di memorizzare bene le note e suonarla con
più scioltezza. Era
molto musicale per questo i suoi genitori l’avevano iscritta
sin da piccola in
una scuola di danza così che potesse coltivare la passione
della musica e della
danza apprendendo sempre di più ed essere corteggiata da
altri ragazzi. Infatti
i suoi genitori erano rimasti un po’ all’antica nel
senso che ogni donna della
famiglia doveva essere femminile ed elegante, come una geisha legata
solo e
soltanto al suo danna e a nessun altro uomo. Quando suo padre
tornò la chiamò
per il pranzo, finì di suonare le ultime note e composta
scese le scale per
dirigersi nella cucina.
Mangiò con gusto
ciò che
aveva cucinato sua madre e poi era salita in camera a prepararsi per la
danza,
questa volta scelse per uscire un nuovo vestito, lo prese
dall’armadio era
tipicamente autunnale, blu con temi floreali e di velluto, aveva il
pizzo
all’orlo della gonna e delle maniche, bottoni grandi sul
petto e il fiocchetto
al collo. Dietro era cucito un bellissimo fiocco bianco,
lasciò i capelli
sciolti e prese due borse, una con gli yen per la cena di quella sera e
la
borsa per andare a danza.
Salutò sua madre ed
uscì di
casa imboccando la solita strada per raggiungere la sua scuola di
danza. Ci
impiegò un po’ rispetto a quanto faceva di solito
soprattutto perché la
metropolitana aveva ritardato e lei non era la tipa che amava i ritardi
perciò
ci rimase anche parecchio scocciata. Quando arrivò alla
porta della scuola
sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla si
voltò e vide il viso sorridente di
Heris che era appena arrivata dietro di lei.
“Potevi girarti prima
bambolina!” la prese in giro l’americana che
entrò assieme a lei, dal canto suo
Tsuki mormorò un qualcosa di incomprensibile, ma aveva
apprezzato le sue parole
a eccezione del bambolina, non era molto gonfio il vestito eppure dava
quell’aria. Secondo Tsuki, l’americana era troppo
fissata con le bamboline
allora aveva preso a chiamarla così.
Tsuki si svestì e
ripiegò
delicatamente il vestito, a Heris sembrava che ci mettesse la propria
anima
come se stesse pregando, lei capì che l’altra era
una ragazza posata e
tranquilla, e le importava poco degli altri che sapevano cosa aveva
tentato,
lei era diversa così come le aveva detto Higashi.
“Ehi Tsuki visto che
è presto
che ne dici di andare a trovare i ragazzi al piano di sopra?”
La ragazza
sospirò e accontentò l’amica mettendosi
qualcosa addosso e uscendo dagli
spogliatoi, la lezione era alle tre e mezza e le tre non erano neanche
scoccate, erano arrivate decisamente in anticipo. I ragazzi si
allenavano due
ore, esattamente il tempo che serviva per uscire tutti insieme. Gatsu
aveva
lezione di judo in quell’ora e poi avrebbe fatto qualche
addominale in palestra
assieme ai suoi compagni.
Quando arrivarono al piano
superiore videro Shinichi che faceva qualche peso mentre Higashi era su
un
tappetino a fare yoga con l’istruttore che passava tra la
gente a mostrare
correttamente la postura evitando così che i suoi allievi si
facessero male.
Ichi si accorse della presenza delle due e notò che Heris
gli stava sorridendo
mentre gli occhi della moretta al fianco erano persi per il suo
compagno
d’altronde non appena l’americana l’aveva
riscossa era arrossita di colpo segno
che Higashi non le era indifferente, soprattutto dopo quello che
avevano
passato quella mattina.
“Voi due belle
signorine che
ci fate qui?” Shin il solito cascamorto si
avvicinò alle due esibendo i suoi
muscoli che si notavano dalla maglietta esageratamente aderente, era un
tipo
altezzoso e sempre al centro dell’attenzione di qualsiasi
ragazza. Ci teneva
particolarmente a Heris.
“Siamo venute a dare
un’occhiatina a voi qui e direi che non ve la cavate
male.” Sorrise
vistosamente Heris che aveva iniziato a dare pacche sulla spalla di
Shinichi,
il ragazzo ai colpi della ragazza non reagì bene
perché detestava essere
toccato in quel modo e poi provava un certo fastidio.
“Giù le
mani yankee!” aveva
detto il ragazzo provocando l’offesa da parte di Heris che
inviperita gli aveva
mollato un ceffone.
“Ti sta bene cafone!
Andiamo
Tsuki non merita la nostra attenzione questo Casanova, anzi lasciatelo
dire non
hai niente del Don Giovanni! Sei un esibizionista!”
urlò ancora di più la
ragazza. Schietta e senza peli sulla lingua, si voltò e se
ne andò via,
Shinichi sorrise per quell’affermazione facendo ben
attenzione a guardare
il
sedere della ragazza, sentendosi gli occhi puntati addosso Heris si
voltò e lo
guardò freddamente.
“Pervertito!”
aveva detto
infine correndo verso le scale, facendo quasi cadere la povera Tsuki
che invece
se la rideva naturalmente senza mostrarlo all’amica.
Shinichi non appena vide la
figura di Higashi accanto a lui rise di gusto.
“Ti sta bene Ichi, non
puoi
certo guardarla in quel modo, hai avuto una bella dimostrazione della
potenza
di quella Heris.”
“Zitto che ho notizie
scottanti sulla tua principessina gotica!” disse Shinichi
arrossendo per la
rabbia, già certe volte Higashi gli faceva saltare i suoi
poveri nervi, già
perché quelli erano intoccabili.
“Sentiamo mostro del
corteggiamento!”
ribatté scherzosamente l’altro.
“È
arrossita mentre ti
guardava fare yoga, ah ah ah.. si sta sciogliendo.” Higashi ritornò
nella saletta poiché aveva
avuto solo qualche minuto di pausa.
Intanto Tsuki ed Heris erano
rientrate nello spogliatoio che iniziava già a riempirsi,
Tsuki ripensava
ancora alla scenata che la sua amica aveva fatto al povero ragazzo,
già stava
iniziando a considerare Heris una parte della sua vita, forse una
persona in
più per vivere, come diceva sempre Hana, più sono
le persone che ti rendono
felice più la tua vita sarà positiva.
Le bambine che c’erano
nella
saletta di danza classica uscirono tutte e Tsuki salutò
Heris per andare a
riscaldarsi, altrimenti non sarebbe riuscita ad esprimere tutta la sua
eleganza. Anche l’altra sala finalmente si liberò
e il gruppo di hip-hop potè
entrare.
Heris raggiunse la prima fila
e iniziò a seguire l’insegnante quando mise la
musica per il riscaldamento, era
necessario poter utilizzare bene le spalle seguendo il ritmo veloce
della musica
e le gambe dovevano essere coordinate, in alcuni passi sembravano delle
marionette senza fili, lo sguardo deciso di tutte quelle ragazze era
anche un
misto di concentrazione per eseguire alla perfezione le evoluzioni che
l’insegnante richiedeva.
Heris mosse la testa di lato
e il suo sguardo sembrò profondo come se fosse
già sul palcoscenico e migliaia
di persone guardavano solo lei, i riflettori erano puntati su di lei
mentre si
muoveva con forza e scioltezza nel medesimo istante, tutti erano
incantati nel
guardarla. Immaginò che anche Shinichi fosse lì a
guardarla e quando la musica
finì e tutti erano stanchi lei nella sua mente
sentì gli applausi che la
premiavano per la sua bravura.
Tsuki invece era
nell’altra
sala e il suo sguardo era malinconico mentre le sue gambe si alzavano
come
trasportate dagli stessi fili di Heris, le braccia coordinate e dolci
allo
stesso tempo, sembrava una creatura soprannaturale che danzava sola nei
boschi,
impaurita tra la nebbia scansava con lievi gesti delle mani le nubi che
le
intralciavano il cammino, i passi andanti che si alternavano ai tratti
veloci
del fraseggio musicale. Gli occhi addolciti da tanta melodia la
facevano
sembrare ancora più bella e il suo collo scoperto poteva
essere il desiderio di
qualsiasi vampiro che fosse stato in quella stanza.
Quando la lezione
finì sia
Heris che Tsuki si rivestirono aggiustandosi meglio i capelli, Tsuki
aveva
ancora lo chignon così iniziò a scioglierlo,
l’americana la guardò mentre lo
slegava e tolte le ultime forcine vide i lunghi capelli castani della
ragazza
cadere come una cascata sulle spalle. Erano liscissimi e luminosi,
Tsuki prese
la spazzola e iniziò a pettinarli come se fossero stati fili
d’oro e quando
furono entrambe pronte uscirono e videro Higashi, Shinichi e Gatsu
pronti a
seguirle, Hana come al solito non era ancora arrivata. Così
rimasero ad
aspettarla davanti alla scuola finchè Tsuki non vide una
macchina conosciuta,
era quella di sua madre passata a prendere la borsa come promesso,
Heris la
guardò senza capire però vide che la ragazza
salutò la madre consegnando la
borsa e ritornando da loro.
“Credevo te ne stessi
per
andare!” disse l’americana non appena
l’altra ritornò accanto a loro. Tsuki
scosse la testa negando l’affermazione appena esposta
dall’amica. Improvvisamente
i cinque sentirono una voce che li chiamava, si voltarono e videro i
capelli
svolazzanti di Hana mentre correva e agitava la mano per salutarli, non
appena
li raggiunse si piegò in due per prendere fiato.
“Scu.. sate il rit..
ardo…”
ansimò lei prendendo quanta più aria possibile.
Gatsu le poggiò una mano sulla
schiene e l’aiutò a tirarsi su per poter
riprendere a camminare.
“Possiamo ripartire
ritardataria?” disse Heris maliziosa e fissando
l’amica.
“Sì
andiamo!” ritornò
sprizzante di allegria da tutti i pori come se non fosse accaduto
nulla. Gatsu
sorrise e prese una mano di Hana che era arrossita e la
trascinò correndo.
“Avanti gazzella fammi
vedere
che sai fare!” rispose lui e come una sfida Hana
iniziò a correre, Heris rideva
quando sentì un braccio circondarle le spalle, si
voltò e vide il sorriso di
Shinichi, lo ricambiò e ripresero a camminare, Tsuki li
seguì altrettanto quando
notò un braccio piegato e prostrato a lei, la ragazza
guardò che quest’ultimo
apparteneva ad Higashi, con le guance arrossate la ragazza accetto
afferrandolo
con tutte e due le mani e stringendosi a lui, stranamente provava un
certo
calore. Arrivarono fino al centro iniziando a guardare di nuovo tutti i
negozi,
decisero di andare al centro commerciale a fare una passeggiata. Era
grandissimo con le scale mobili e centinaia di negozi di articoli
sportivi,
eleganti, biancheria, edilizia, informatica, musica. C’era di
tutto e di più
senza tralasciare i bar e ristoranti traboccanti di gente.
“Io sto morendo di
fame!
Andiamo a comprare qualcosa?” fece Heris con occhi dolci
rivolti a Shinichi,
era una tattica per farsi offrire qualcosa, il ragazzo alzò
un sopracciglio e
ribatté.
“Non ci penso neanche,
non
avrai niente da me!” ma più faceva così
più l’americana sfoderava i suoi
occhioni scuri tanto che Shinichi rimanendone intrappolato
accettò venendo
trascinato da quest’ultima.
“A voi cosa va
ragazzi?”
chiese gentilmente Gatsu.
“Io vorrei tanto degli
arancini è da un sacco che non ne mangio!” disse
con fare sognante Hana che per
quel pasto ne andava matta e Gatsu lo sapeva bene, ricordava che quando
erano
bambini e sua madre li faceva Hana esultava dalla gioia ed era capace
di
mangiarne a quintali.
Tsuki dal canto suo
declinò
qualsiasi offerta rimanendo in silenzio, non aveva fame, e poi era per
i gusti
di Higashi era troppo pensierosa, si sentiva un po’ in colpa
per non aver detto
nulla ad Hana di quanto successo la mattina a scuola e il ragazzo lo
notò.
“Noi torniamo tra un
attimo.”
Aveva detto lui portando via Tsuki trascinandola per una mano. Quando
furono
abbastanza lontani lei ebbe modo di protestare.
“Ma cosa ti salta in
mente?”
disse arrabbiata.
“Si può
sapere cosa prende a
te? Divertiti per una volta non pensare a quello che è
successo! Hana capirà
tutto se continui a fare così.” Disse lui mentre
lei abbassava il capo
sentendosi di nuovo in colpa. Higashi le si avvicinò e
l’abbracciò forte
stringendola contro il suo petto, Tsuki si lasciò andare
capendo che aveva
ragione e ricambiò senza troppi complimenti. Quando si
staccarono Higashi le
sorrise e le accarezzò una guancia.
“Vieni ti offro una
crepe, ti
va con la crema?” Tsuki alzò lo sguardo verso di
lui e si alzò per dargli un
bacio sulla guancia, lui ne rimase stupito ancora, era il secondo bacio
che gli
dava, forse si stava addolcendo. La vide sorridere, la bocca incurvata
in un
sorriso. Lui la prese per mano ed entrarono nel bar, sotto lo sguardo
stupito
di Gatsu che invece capì perfettamente.
“Ma Tsuki non aveva
detto che
non voleva nulla?”
“Sta cambiando Hana,
tutto
merito di Higashi.”
“Se
n’è innamorato veramente
allora.” Rispose di nuovo lei mentre venivano raggiunti da
Shinichi ed Heris
che guardavano all’indietro vedendo quei due felici.
“Che ne dite di
lasciarli
soli e vedere che succede?” disse Heris addentando una
polpetta che aveva
comprato.
“Ma sei perfida! Non
possiamo
Tsuki ne soffrirebbe!” disse Hana, capendo le intenzioni
dell’amica.
“Concordo con lei,
tutti e
due non sono ancora pronti, Tsuki per adesso prova affetto come pensate
che
reagirebbe se accadesse qualcosa sul serio? Rischieremo di rovinare
tutto.”
Quella fu l’unica cosa intelligente che pronunciò
Shinichi in tutta la sua vita
e Gatsu dandogli pacche sulla spalla si complimentò per le
belle parole. Certe
volte aveva delle uscite davvero sconvolgenti e tutti ne rimanevano
spiazzati.
“Mi raccomando di non
rubare
il posto di filosofo ad Higashi eh?” disse Hana ridendo e
prendendo
sottobraccio Heris che per la fretta si stava per strozzare con una
polpetta,
prese a tossire violentemente e Shin se ne preoccupò davvero
tanto che le si
avvicinò e picchiò contro la sua schiena.
“La
prossima volta che vuoi
morire chiedi a Tsuki un modo meno spaventoso.” Disse
scherzosamente il
ragazzo, da dietro le sue spalle si sentirono dei colpi di tosse
forzati e
quando il ragazzo si girò trovò lo sguardo
omicida di Tsuki con una crepe in
mano e altrettanto fece Higashi.
“Stavi
dicendo Shin?” Ribattè
il ragazzo avvicinandosi pericolosamente all’amico dopo aver
dato la sua crepe
in mano a Tsuki affinchè gliela mantenesse, stava per dargli
un bel colpo
quando sentì una mano sul braccio, si voltò e
vide il volto sorridente di Tsuki
che cercava di dirgli di lasciar perdere. Gli porse la crepe sotto lo
sguardo
stupito di tutti.
“No allora fatemi
capire una
cosa. Da quando miss tenebre sorride?”
disse sconvolto Shinichi che
non l’aveva mai vista così, Hana si convinse che
la sua amica americana aveva
ragione, la piccola goth loli si stava aprendo e finalmente stava
ritornando a
sorridere alla vita come aveva fatto tantissimi anni prima, stava
ritornando la
vecchia Tsuki.
“Possibile che la tua
bocca
sappia dire solo stupidaggini?” disse Heris dandogli un pugno
sul braccio e ciò
che ottenne furono imprecazioni contro di lei che prontamente gli
pestò un
piede.
“Cafone!”
ripeté come in
palestra e Hana si mise a ridere. Tsuki intanto mangiava la sua crepe a
piccoli
morsi tenendola con tutte e due le mani mentre Higashi le
poggiò un braccio
intorno alle spalle sorridendole.
“Grazie
Higashi-kun.” Affermò
la ragazza al suo fianco, lui si voltò e abbassò
il volto verso la sua fronte
baciandogliela.
“Higashi e basta.
Tsuki.”
Disse dolcemente lui mentre continuavano il giro di negozi. I litigi
tra
Shinichi ed Heris non erano certo finiti, per ogni cosa in cui non
erano
d’accordo eccoli a urlare attirando l’attenzione di
tutto il centro
commerciale, mentre il resto rideva per le figuracce che stavano
facendo i due.
Uscirono camminando per i grandi giardini e sedendosi su delle panchine
messe a
cerchio tra di loro, Hana stanca poggiò la testa sulla
spalla di Gatsu che
sorridente le baciò la fronte facendola scattare come una
molla rossa in volto,
tutti ne risero di cuore persino Tsuki sogghignò contenta
che anche la sua
migliore amica avesse qualcuno che sul serio teneva a lei, si
ritrovò a sperare
che presto anche lei se ne sarebbe accorta di provare il medesimo
sentimento
per Gatsu, nell’aria circolava l’amore, lo sentiva
come il vento, già lei che
non l’aveva mai provato lo captava più facilmente
degli altri che lo
scambiavano come semplice amicizia. Heris era vicina a Shinichi e
sentiva che
il ragazzo era interessato a lei, voleva davvero capire come era fatto,
perché
l’attraeva, il suo carattere abbastanza simile al suo,
inoltre capiva perché
aveva così tanto successo con le ragazze, i suo capelli neri
e gli occhi color
pece la incantavano e stregavano e come imprigionata da un incantesimo
sottostava ai suoi ordini, era furbo, utilizzava la sua bellezza per
farsi fare
favori da tutti. Gli unici che si opponevano a lui erano proprio i suoi
amici e
le due sue nuove compagne. Improvvisamente il suo cellulare
squillò, rispose in
inglese come sempre e sentì le sue amiche.
“Ragazze!! Siete
davvero voi
come state?”
Era davvero felice di
sentirle, per loro chiamarla doveva essere stato difficile anche
perché sentiva
nella loro voce una punta di stanchezza, poverine dovevano essere
distrutte dal
sonno. Iniziarono a parlare del più e del meno e raccontava
di come era qui la
sua vita, della nuova scuola e delle nuove amicizie, ma
tralasciò Shinichi così
che lui non sentisse quello che provava per lui. Le saluto dolcemente e
ritornò
dal gruppo.
“Chi era?”
chiese
immediatamente Shinichi con voce gelosa, mentre la stessa domanda venne
ripetuta da Hana che invece era curiosissima e i suoi occhi brillavano
dalla
curiosità.
“Vecchie amiche
americane!
Era da un secolo che non le sentivo, mi ha fatto davvero piacere
sentire le
loro voci.”
“Ti manca New
York?” chiese
Tsuki seduta composta con le gambe da un lato e le mani placidamente
appoggiate
sul grembo come se fosse davanti ad una persona importante.
“Sì un
po’ però adesso mi sto
ambientando e poi questa è la mia nuova vita e dico che mi
trovo bene.” Sorrise
anche se Tsuki aveva notato un’aria malinconica nei suoi
occhi. Però
preferirono fidarsi di lei in fondo era libera di fare le sue scelte,
tutti
stavano crescendo e acquistavano pian piano una loro
mentalità per ragionare,
chi negativa come quella di Tsuki, chi positiva come Hana e chi
lunatica come
Heris, alcune volte la vedevi sorridente e poi ritrovarsi col broncio e
poi di
nuovo allegra, come era accaduto in quel momento, non appena si erano
alzati
per proseguire il giro lei era ritornata più allegra di
prima.
Presero la metropolitana per
raggiungere la casa di Heris, Shinichi disse che si sarebbe fermato da
sua
nonna che abitava da quelle parti e visto che la cara vecchietta non
vedeva il
suo bel nipotino da tanto tempo pensava che le avrebbe fatto piacere
così
quando finalmente tutti si furono allontanati ritornò
davanti ad Heris che lo
guardava senza capire nulla.
“Che
c’è ancora?” disse
seccata lei, Shinichi non disse nulla la prese per un polso tirandola
verso di
sé e la baciò, dapprima la ragazza ne rimase
stupita, ma poi si arrese perché
era quello che voleva, ricambiò il bacio attorcigliando le
sue braccia intorno
alla vita di lui, si staccarono e si guardarono negli occhi. Un altro
bacio
richiesto da Heris fu il loro saluto.
Ciò che spinse
Shinichi a
fare ciò era la profonda attrazione che provava per Heris e
tutto il suo
carattere, pensava infatti che tutte le ragazze che avevano avuto in
confronto
a lei non era niente, voleva un’avventura, qualcuna che gli
facesse provare dei
veri sentimenti ed Heris con quel suo carattere un po’ da
vipera lo avevano
incuriosito a tal punto da fargli provare quel sentimento a tutti
conosciuto
come amore. Ne era felice e si sentiva soddisfatto.
Heris dopo quel bacio era
salita direttamente nella sua camera e si era gettata sul letto
abbracciando il
cuscino per la felicità! Non si era mai sentita
così sprizzante di allegria,
era contentissima, si trovò in piedi sul letto a saltarci
sopra e a pronunciare
frasi scomposte misti a gridolini di gioia. Si ristese sul letto
pensando a
quelle emozioni, quando l’aveva baciata aveva provato
emozioni miste di
affetto, amore e rabbia perché non se l’aspettava
da uno così antipatico e
scorbutico, però la sua amicizia per lui si era trasformata
in amore ricambiato
e questa era la cosa più importante, sentirsi bene con lui.
Domani però doveva
parlargli e chiarire tutto, non si sentiva sicura, aveva paura che lui
potesse
deluderla e che quel bacio era solo stata la voglia di farlo. La serata
passò
tranquilla e quando andò a dormire lo fece con ancora
più convinzione del
pensiero di prima.
**************
Il capitolo è un pò lunghetto questa volta
semplicemente perchè^^ bhè, la storia non era
stata divisa perciò ho provveduto in seguito ed eccone il
risultato, è normale che i capitoli siano uno più
lungo o più corto rispetto all'altro, è
normale! Chiedo scusa di non aver aggiornato così presto, ma
sto al computer pochissimo tempo per via della scuola e degli impegni
extra-scolastici. Poi devo continuare un'altra fiction quindi
andrò piano piano^^ scusatemi e spero che ciò
nonostante continuate a seguirmi.
Ecco perchè ringrazio tantissimo chi mi ha aggiunto nei
preferiti^^
xXBlack Rose OSheaXx,:
Ti ringrazio tantissimo per la recensione^^ e per i complimenti spero
che anche questo nuovo capitolo ti piaccia altrettanto, per la
fantasia, bhè non so se sia proprio vero ciò che
hai detto^^" sai com'è alcune persone dicono il contrario
forse sembra tale perchè questa fiction è stata
scritta in un periodo diciamo molto importante e bello^^ quindi
rileggendola ora per me sembra una storia all'inizio triste e poi tanto
felice e mi manca tantissimo quella felicità che penso di
aver espresso o che sarà espressa in seguito. Grazie ancora^^
_New_Moon_
: Grazie per la recensione^^ purtroppo la tua storia la
leggerò quando avrò un pochetto di tempo in
più di oggi forse la prossima settimana che sarò
più libera, grazie per aver letto la mia non
mancherò di fare altrettanto^^ grazie ancora e spero che il
nuovo capitolo ti sia piaciuto.
Bene purtroppo ora devo andare a studiare ^^ grazie ancora a coloro che
leggono e recensiscono.
|
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Capitolo 7 *** 7. L'incubo peggiore ***
7
L’incubo peggiore
Gi
altri quattro ritornarono
alle proprie case dandosi appuntamento l’indomani davanti ai
cancelli della
scuola, Higashi salutò Tsuki dandole un bacio sulla guancia
che la fece
arrossire parecchio, ma in fondo non era tanto stupita visto che ormai
le era
chiaro che il ragazzo provava qualcosa per lei, ma non era ancora
pronta per
ricambiare, doveva capire prima ciò che lei pensava di
Higashi.
Rientrò in casa
salutando i
suoi e negando la cena anche quella sera, aveva mangiato
un’ottima crepe e non
se la sentiva di cancellare quella dolcezza con altro, in fondo si
sentiva
dannatamente felice in quel momento e non voleva rovinare quel momento,
chissà
quando sarebbe stata di nuovo così.
Si cambiò mettendosi
la sua
camicia da notte rose antica coi pizzi al collo e alle maniche, lunga
fino ai
piedi, si pettinò i capelli e si struccò, sebbene
il trucco pesante le dava
un’aria misteriosa e tremendamente triste anche senza di
questo era identica a
prima, come se il trucco esaltasse soltanto i suoi occhi color
nocciola, andò
nella stanza del pianoforte, e si sedette a questo iniziando a suonare
una
musica allegra, doveva essere la Primavera di Vivaldi, le dita
percorrevano i
tasti del pianoforte facendo ben attenzione a quali pigiare e quali lasciare
lì. I piedi nudi pestavano i
pedali per dare più accento al suono; dalla sala da pranzo i
suoi genitori la
sentirono suonare e compiaciuti sorrisero, conoscevano la figlia e se
suonava
quella melodia voleva dire che stava bene, che era successo qualcosa di
particolare, la madre pensò subito all’incontro
con un ragazzo, in fondo
essendo donna capiva le esigenze della figlia.
In realtà
però Higashi era
completamente diverso dalle aspettative dei genitori della ragazza, lui
e la
loro piccola Tsuki erano come la stessa persona, due entità
uguali divise solo
dal sesso diverso, potevano persino sembrare gemelli per i loro gusti.
Forse
quelli di Tsuki più dark, ma compatibili con quelli del
ragazzo, ma la
pensavano allo stesso modo solo che il modo pessimista di lei
apparentemente
poteva sembrare contrario a quello di Higashi. In tutta la casa
risuonò quella
melodia per due volte consecutivi, sembrava come se in quella casa il
sole
splendesse ancora nel cielo sebbene fossero già nate le
tenebre e quella stanza
rimasta antica era illuminata da candelabri
d’argento.
Tsuki ormai stanca spense
tutte le candele e ritornò nella sua stanza stendendosi nel
suo letto, era
stanca infatti le braccia di Morfeo l’avvolsero prima che lei
potesse solo
iniziare i suoi sogni.
Correva
scappando da tutte le
porte per cui era passata, in tutte quelle stanze c’erano
sempre le stesse
figure, teschi e corpi ancora ricoperti dalle loro carni, e quel che
più era
brutto era che erano tutte persone che lei amava, fuggiva ancora
cercando si
scansare quelle immagini.
Giunse in una porta, e
l’aprì
il tutto era circondato da sangue, e appeso alla parete il corpo ormai
morto e
decomposto di Higashi, urlava e piangeva mentre vedeva fantasmi
avvolgerla e
una donna vestita di nero armata di una falce, la Morte,
l’avrebbe riconosciuta
tra mille, aveva letto di lei e aveva sognato ancora tutto questo, non
ce la
faceva più e non sopportava che i volti dei suoi amici
fossero presenti anche
lì, in quell’orribile incubo, era spaventata
finchè non vide il sangue avanzare
verso di lei come comandato dalla morte stessa finchè non le
tocco i piedi.
Tsuki
si ritrovò nella sua
cucina, immobile con in mano un coltello, non appena lo vide lo fece
cadere e a
quel minimo rumore i suoi genitori accorsero e la videro cadere per
terra
svenuta, sconvolta da tutto quello, notarono il coltello
però videro che non
aveva lesioni sul corpo, quindi non aveva intenzioni malvagie, non
riuscivano a
farla rinvenire, chiamarono un’ambulanza e quella stessa
notte Tsuki fu rianimata
più volte.
Chiamarono lo psichiatra che
il giorno dopo l’avrebbe visitata, parlò con i
suoi genitori, si chiamava
Subaru Kaze e per ironia della sorte era il padre di Higashi Kaze, il
ragazzo
aveva confessato più volte quell’amore a suo padre
che sebbene fosse molto
severo con lui aveva capito perfettamente cosa provava suo figlio ed
ora si
ritrovava davanti alla
ragazza di cui il figlio era innamorato.
I suoi genitori dissero che
era un’autolesionista e l’uomo fece finta di non
sapere nulla, ma in realtà lui
conosceva profondamente quella ragazza dalle descrizioni che suo figlio
le
aveva fatto. Adesso Tsuki era in una camera d’ospedale con la
flebo al braccio
e un’infermiera che le prendeva la pressione. I dottori
avevano detto che era
stato lo spavento di un incubo e null’altro, però
poiché era svenuta e non si
era svegliata decisero di tenerla in osservazione qualche giorno sotto
le cure
dello psichiatra.
Subaru
Kaze ritornò a casa,
suo figlio Higashi era già in piedi non riusciva a dormire e
andò in cucina, ma
sentì la porta aprirsi e vide il padre rientrare.
“Dove sei stato?
Perché sei
uscito a quest’ora di notte?” chiese curioso.
“Emergenza in
ospedale.”
Disse vago, in realtà non voleva dirgli chi era la sua nuova
paziente, forse
avrebbe fatto preoccupare il figlio.
“Chi
è?” chiese lui
sorseggiando un po’ d’acqua, ecco la fatidica
domanda a cui non voleva
rispondere, ma per far sì che lui non sospettasse lo
accontentò, forse ne
avrebbe sofferto, ma c’era lui a consolarlo.
“Tsukiyoru
Kuroi.” Quel nome
fece andare di traverso l’acqua ad Higashi, non ci credeva,
la sua Tsuki in
ospedale a quell’ora? Non poteva crederci, non voleva farlo,
si sedette su una
sedia prendendosi la testa fra le mani, sentì la mano di suo
padre sulla
spalla.
“Ha avuto un incubo e
per lo
spavento è svenuta senza rinvenire, hanno deciso di
affidarla a me, per il
momento farò degli incontri in ospedale poi dovrà
venire nel mio studio qui.”
Lui non osava dire parola,
non capiva come potesse essere successa una cosa del genere la sera
quando
erano usciti era felice e spensierata, gli aveva persino sorriso ed ora
era in
ospedale.
“Non ci posso credere,
prima
era felice e spensierata ora in ospedale. Ha tentato il
suicidio?” chiese lui
nel caso fosse successo di nuovo.
“No, non aveva lesioni
sul
corpo ecco perché hanno pensato all’incubo. Ma ora
mi dici che ha tentato il
suicidio?” disse sconvolto l’uomo che prese il
figlio per le spalle facendolo
voltare verso di lui.
“Sì sta
mattina, l’ho fermata
e poi siamo usciti questa sera e mi ha sorriso, lei sta bene
papà non ha nulla
di grave. È solo diversa.”
Proferì il ragazzo,
il padre
annuì e lo portò in camera dove prese finalmente
sonno, ma l’indomani dopo
scuola sarebbe andato all’ospedale dove suo padre avrebbe
seguito la ragazza,
voleva starle vicino.
***********************************************************
Eccomi
qui col settimo capitolo, prima di tutto ringrazio xXBlack
Rose OSheaXx per la recensione e _New_Moon_ e Isuzu per aver
aggiunto la storia tra i preferiti, grazie infinitamente. Poi volevo
aggiungere anche alcune precisazioni, sì lo so che lo
psichiatra non c'entra poi tanto nell'ospedale, ma in realtà
la scena mi è scivolata via senza che io abbia avuto il
tempo di definire bene il ruolo del medico, e so che sembra stupido
farla finire in ospedale per un'incubo, ma la ragazza è
mooooolto sensibile^^ tutte alla povera Tsuki vanno a
capitare XD^^ bene adesso passo alle recensioni^^
xXBlack Rose OSheaXx: Gazie
mille per i complimenti^^ sono contenta che le mie descrizioni vengano
bene da poterti far immaginare un pò la situazione, riguardo
alla scena quando danzano, mi sembrava il minimo perchè l'ho
scritta quando mi preparavo per fare un esame di danza ed allora ho
unito tutto quello che diceva la mia insegnante per poi scriverlo
perfetto. Spero che il personaggio di Tsuki non sembri troppo fasciato
di testa, ma il prossimo capitolo ci saranno delle belle...
Ora penso che sia tutto concluso,
spero che il capitolo non abbia deluso i lettori ed aspetto lo stesso
calore per la prossima volta grazie infinitamente.
|
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Capitolo 8 *** 8. Ti amo ***
8. Ti amo
Il
mattino seguente Heris era
davanti scuola aspettando Hana che sopraggiunse assieme a Gatsu e
Shinichi, non
appena lo vide la ragazza divenne rosse e il ragazzo se ne accorse, le
si
avvicinò e le stampò un bacio sulle labbra.
Quanto le erano mancate quelle
bellissime labbra rosee, le sorrise ed insieme entrarono in classe.
“Da quando quei due si
baciano?” disse Hana curiosa guardando Gatsu storto, il
ragazzo scosse le
spalle non sapendo come risponderle. Si salutarono entrando ognuno
nella
propria classe e i due ragazzi si stupirono nel vedere Higashi
già lì con la
testa poggiata sul banco e lo sguardo perso.
“Ehi che ti
prende?” lui non
rispose non ce la faceva proprio, si sentiva distrutto per tutto quello
che era
successo la notte.
“Higashi sicuro di
star
bene?” la voce calma di Gatsu lo fece risvegliare, lui
guardò i suoi amici con
tremore e sbatté un pugno sul banco.
“No! Non va affatto
bene!
Tsuki è in ospedale e mio padre le presta le sue
cure!” disse tutto d’un fiato
coi nervi a fior di pelle, i due rimasero sconvolti, pensavano di aver
capito
male, ma non era così.
“Tsuki è in ospedale? E
perché?” Shinichi era confuso.
“Ha avuto un incubo e
i suoi
l’hanno ritrovata in cucina svenuta con un coltello vicino a
lei, non ci ha
fatto niente però. Ora mio padre deve capire che le
prende.” Disse nervoso
facendo traballare la gamba sotto il banco.
“Io sono sicuro che
tuo padre
riuscirà a fare qualcosa, Tsuki non fa le cose di proposito
e poi ieri era
felice. Io sono a favore che si sia spaventata.” Disse
tranquillamente Gatsu,
guardò Higashi in preda al panico così lo
abbracciò, tra amici c’era sempre
stata quell’intesa, anche Shinichi lo abbracciò,
più di questo non poteva fare,
conoscevano la situazione di Tsuki e non capivano cosa potesse
succedere se i
suoi incubi fossero anche reali.
“Andrà tutto bene.” Mormorò
Gatsu mentre lasciò andare l’amico, lui
annuì e tutti presero posto poiché il
professore era appena entrato.
Nella
classe affianco Heris
ed Hana si interrogarono su come mai la loro amica non fosse venuta a
scuola,
ma pensarono ad un’influenza passeggera, in fondo era meglio
no sottovalutare
un qualsiasi raffreddore, certo poverini non potevano sapere di quale
brutta
sorte era finita la loro amica.
La giornata passò veloce, i
cinque amici si incontrarono nel corridoio, ma i tre ragazzi non fecero
parola
di Tsuki, forse più tardi quando all’uscita
Higashi sarebbe andato a trovarla.
Parlarono del più e del meno anche se il ragazzo non
proferì parola. Shinichi
prese da parte Heris portandola in un angolo.
“Si può
sapere perché mi hai
baciata davanti a tutti? Anzi perché lo hai
fatto?” disse incavolata quando
finalmente furono
soli, lui sorrise e la baciò di nuovo.
“Non credo ti dispiaccia
Heris e poi a me piace quindi ci tengo a te.” Lei ne rimase
stupita,
incredibile si era dichiarato, certo non in maniera proprio da
cavaliere, ma in
modo naturale ed era questo che aveva colpito Heris, sembrava un
giapponese
americanizzato, come un qualsiasi ragazzo, per niente superiore agli
altri. Era
naturale con lei e lo aveva capito quando litigavano, lei sorrise e gli
mise le
braccia al collo baciandolo senza che lui potesse dire di no e infatti
non lo
avrebbe mai fatto, lui si era innamorato di quella piccola ochetta
americana e
voleva tenersela stretta
stretta.
“Quindi ora stiamo insieme?”
chiese impaziente lei, il ragazzo annuì dandole un altro
dolce bacio, si
presero per mano e ritornarono in classe altrimenti i loro professori
avrebbero
dato filo da torcere ad entrambi.
Tutto era cambiato da quando
Heris era arrivata, non sembrava, ma erano passati più di
due mesi, in quei due
mesi Tsuki si era ristabilita ritornando allegra, Heris aveva
conosciuto tanti
nuovi amici e il suo ora ragazzo, aveva imparato alla perfezione il
giapponese
ed ora poteva competere con i più bravi della classe, ma
ciò non le importava
voleva essere solo sé stessa e continuare a fare tutti
ciò che le era sempre
piaciuto. Heris era come un uragano che arrivando aveva portato la
felicità nei
cuori di quel gruppo e soprattutto aveva fatto sorridere la piccola
Tsuki che
non sorrideva da ormai anni.
Quando le lezioni finirono si
fondarono fuori dalla classe incontrandosi fuori nel cortile. Higashi
decise di
parlare.
“Ragazze quello che vi
dirò
non vi piacerà, ma è giusto che lo
sappiate.” Le due iniziarono a preoccuparsi,
Heris era abbracciata a Shinichi perché Higashi era talmente
serio che poteva
competere con Tsuki. Era di lei che si trattava?
“Ecco…
Tsuki ieri notte ha
avuto un incubo ed è svenuta in casa sua, non rinveniva e
l’hanno portata in
ospedale, mio padre si occupa del suo caso è uno psichiatra
e può aiutarla, io
vado a trovarla, voi potete anche venire.” Disse lui chinando
il capo, Hana non
credeva alle sue orecchie, le venne una voglia incredibile di piangere,
la sua
migliore amica era in ospedale e loro ancora lì, sarebbe
andata con Higashi per
capire come stava e informarsi, Heris si strinse più forte
al suo ormai
fidanzato, che l’aveva circondata tra le sue braccia per
darle coraggio.
“Che stiamo facendo
ancora
qui? Dobbiamo andare da lei, Tsuki ha bisogno di noi!” aveva
urlato Heris in
preda alle lacrime, non era riuscita a trattenerle, tutti quanti aveva
saputo
che lei e Shinichi stavano insieme era stato proprio lui a dirglielo
nella
classe, la prese per mano e tutti si diressero in ospedale. Chiesero ad
un’infermiera dove si trovasse la stanza.
“Si
è svegliata ed ora c’è il
dottor Kaze con lei.”
Tutti
la ringraziarono e
percorsero il corridoio alla ricerca della stanza, la trovarono, le
tende non
erano chiuse e si vedeva Tsuki sul letto appoggiata al cuscino che
parlava con
il padre di Higashi, tutti avevano intuito che lui fosse il padre del
loro
amico.
Tsuki non seguì
più quello
che diceva lo psichiatra perché guardava fuori dalla
finestra col sorriso sulle
labbra, guardava Higashi, il dottor Kaze si voltò e vide il
figlio che
sorrideva alla ragazza e i suoi amici che la guardavano,
le due ragazze erano
quasi in lacrime.
“Ti lascio a loro Tsuki.” Lei
annuì e il padre di Higashi fece entrare tutti, il figlio
dello psichiatra non
potè trattenersi, si sedette sul letto e
l’abbracciò stringendola contro di sé,
lei ricambiò l’abbraccio iniziando a piangere,
tutti gli altri strinsero i due,
avevano pensato di lasciargli soli, ma la ragazza non voleva, preferiva
essere
stretta da tutte le braccia dei suoi amici.
“Come stai
ora?” gli chiese
sottovoce il ragazzo, lei si staccò da lui, carezzandogli
una mano, la mano era
fredda e bianca, la strinse sulla sua guancia e la baciò
più volte, tutti gli
altri li guardavano teneramente.
“Io
sto bene, è stato solo un
incubo, tuo padre ha detto che vuole sapere com’è
andata per aiutarmi.”
“Ci
sono anche io con te.”
Disse lui d’impulso, la ragazza sorrise ancora, un bellissimo
sorriso ed annuì,
Heris ed Hana si sedettero accanto a lei e le accarezzarono i capelli,
dissero che
si erano preoccupate non appena lo avevano saputo, non aveva saputo
come
reagire.
“Hanno detto che mi
possono
dimettere sta sera, e domani ritorno a scuola, voi non ci crederete, ma
anche
qui dovrò fare i compiti.” Le due iniziarono a
ridere di gioia mentre i ragazzi
sogghignarono, poi Tsuki vide lo sguardo dolce di Shinichi verso Heris.
“Così
finalmente state
insieme.” Disse, Shin la guardò stupita
perché i suoi sguardi andavano da Heris
a lui.
“Come hai fatto a
capirlo
Tsuki-chan!” disse improvvisamente Hana che fino a poco prima
aveva parlato
poco e niente.
“Shinichi non sa
tenere il
suo sguardo a freno.” Tutti quanti risero, Higashi era
davvero felice di averla
vista così sorridente, rimasero con lei ancora a lungo
finchè non giunse l’ora
di andare a casa, Higashi sarebbe ritornato a casa con suo padre, in
fondo
mancava poco alla fine del suo turno.
“Mi hai fatto preoccupare lo
sai?” disse lui accarezzandole la mano che aveva peso tra le
sue, lei era così
piccola e fragile, le sembrava un fiore da proteggere ed era
ciò che avrebbe
fatto.
“Mi
dispiace…” disse lei
accarezzandogli una guancia, lui ne rimase intenerito, quanto voleva
darle un
bacio, ma pensava
che non era ancora il momento.
“Tsuki… io...” Higashi non
riusciva a pronunciare quelle parole, Tsuki aveva capito e per tutto il
tempo
in cui era stata addormentata aveva pensato a lui, a quanto
l’aveva fatta
sentire felice in quei due settimane, a quando le aveva preso la mano
baciandogliela e quando l’aveva salvata dal suicidio, aveva
tenuto conto di
tutto questo. Avvicinò il suo viso a quello del ragazzo, lui
fece altrettanto,
la distanza era minima, unirono le loro labbra, un dolce bacio che
nessuno dei
due seppe rifiutare, lui le poggiò la mano sulla guancia
avvicinando di più il
suo volto al suo e approfondire quel bacio, Tsuki non si ritrasse, era
il suo
primo bacio e lo aveva dato al ragazzo che l’aveva fatta
sorridere di nuovo. Si
staccarono e si guardarono negli occhi, Higashi, si sentiva
immensamente
felice, l’aveva baciata e lei non aveva fatto niente per
ostacolare tutto
questo e sorrideva solo per lui.
“Ti amo
Tsuki…” disse lui
abbracciandola, lei ricambiò l’abbraccio, suo
padre entrò per chiamarlo, si
staccarono e si salutarono.
“Higashi!”
chiamò lei, lui si
voltò guardandola ancora una volta.
“Anche io ti
amo…”disse lei
sorridente e salutandolo con la mano. Suo padre lo guardò
felice portare le
braccia dietro la testa, era contento di quello che aveva appena fatto.
“Avanti che
è successo?”
disse lui dando leggere gomitate al figlio.
“L’ho
baciata e lei ha
ricambiato…” disse lui con fare sognante, il padre
si voltò verso il figlio e
gli strinse la mano congratulandosi, più che altra sembrava
che si stavano
scambiando gli auguri per un matrimonio.
Ritornarono a casa tutti e
due soddisfatti del loro lavoro.
****************************************************************************
Eccomi ritornata, chiedo perdono infinitamente se non aggiorno subito,
ma ogni morto di papa, purtroppo, la scuola m'impiega molto anche se
sono al secondo anno T.T, ma devo studiare sodo per avere buoni voti e
penso che tutti da questo punto di vista mi capiscono, sono davvero
contenta che ci sono persone a cui piace la mia ficcy e che continuano
a seguirla nonostante i miei rari aggiornamenti. Ora penso sia lecito
ringraziare queste persone^^
xXBlack Rose OSheaXx: Ti ringrazio tantissimo, veramente
sì lo so che ad ogni capitolo finisce troppo presta,
purtroppo è che tutta la storia è lunga e non
l'avevo suddivisa perciò per ogni parte in cui interrompevo
e passavo ad un altro giorno o mese ecc... ho pensato di suddividerla
in questo modo, molto, ma molto strano diciamo la verità
però, forse questo potrebbe arricchire la suspanse,
purtroppo non sono molto brava in questo genere di tecniche
narratologiche XD^^ Sono contenta che il chappy precedente ti sia
piaciuto spero di non averti deluso con questo anche se lo trovo molto
romantico e quasi sdolcinato per i miei gusti.
_Nami_94_: Che bello una new entry!^^
Sì il titolo non era il massimo lo dico persino io che l'ho
scritta il fatto è che scrivendo da sola mi è
ventuo da affidare il titolo a quelle tre senza volerlo allora mi
è venuto spunto per il titolo, in effetti è molto
banale, però forse perchè anche la ficcy
è un pò banale XD, Sì i capitoli non
sono molto lunghi, ma dipende per esempio rivedendo quelli che mancano
la fine sono decisamente più lunghi, non lo so per quale
arcana ragione, però stranamente ho alternato le azioni e
sono venuti uno più corto ed uno più lungo. Sono
contenta che gli altri capitoli ti siano piaciuto e spero che con
questo amoroso al massimo non ti abbia fatto venire il volta stomaco
XDXDXD Grazie ancora.
Bene ringrazio anche tutti gli altri che lo leggono e chiedo scusa
veramente perchè evidentemente a partire dal prossimo chappy
ci saranno certe incomprensioni su quello che c'è scritto in
questo, perchè mentre la scrivevo cambiavo idea a destra ed
a manca e non sono riuscita a capire più granchè
così ho cercato di modificarla e mettere alcune toppe, ma la
distorsione si nota lo stesso. Spero che piaccia lo stesso. Grazie.
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Capitolo 9 *** 9. Il fiore della serra ***
9. Il fiore della serra
Tsuki
venne dimessa quella
sera e ritornò a casa accompagnata dai suoi genitori, era
stranamente felice,
accese il computer, ricordò solo in quel momento che Heris
le aveva dato il suo
indirizzo mail per parlare. Fu allora che Tsuki decise di scriverle, le
parlò
di quello che era successo tra lei ed Higashi, l’amica
dapprima non ci credeva
e dalla sua stanza moriva dalla gioia per loro due, si sarebbe
incontrata con
Shinichi il sabato sera, forse avrebbero potuto organizzare una bella
uscita
per festeggiare il suo ritorno a casa, lo propose all’amica
che accettò felice.
Bisognava avvisare solamente Hana e poiché era tardi ci
avrebbero pensato la
mattina seguente.
Tsuki pensava che quella che
stavano facendo era una bella chiacchierata, ma poiché era
molto tardi, decise
di spegnere e andare a letto, si mise una camicia da notte bianca e si
addormentò profondamente, fu un sonno pesante senza sogni e
null’altro.
Heris era eccitata all’idea
di uscire con Shinichi come se fossero una vera coppia, domani si
sarebbe
vestita così bene che lui le sarebbe caduto ai piedi, ci
teneva a fare bella
figura davanti al suo fidanzatino.
La giornata scolastica fu
noiosissima, e tutte e tre le ragazze che si erano sedute ognuna ai
propri
banchi erano stanche morte, purtroppo per una riunione
nell’auditorium della
scuola non poterono uscire a incontrare i ragazzi, infatti loro ne
rimasero
addolorati, soprattutto perché Shin voleva mettersi
d’accordo con Heris per
l’uscita, in realtà voleva stare da solo con lei,
non voleva Higashi e Gatsu
tra i piedi. Higashi non aveva detto nulla ai due di lui e Tsuki,
preferiva
mantenere il segreto e vederli sorpresi quella sera, voleva proprio
vedere le
loro facce. Si rincontrarono all’uscita e tutti si guardarono
amorevolmente,
Shin ed Heris si salutarono con un bacio cosa che invece non fecero
Higashi e
Tsuki, preferivano farlo in un posto più appartato a
differenza dei loro
compagni non volevano dar mostra dei loro sentimenti, si incamminarono
per
ritornare a casa.
“Allora sta sera dove ci
incontriamo?” disse Hana mentre camminava voltata verso i
loro compagni, per
poterli guardare in faccia senza nemmeno ascoltare tutti gli
avvertimenti che
gli dava Gatsu come il guardare avanti perché poteva anche
finire contro un palo
o in mezzo alla strada, ma lei non ascoltava nessuno.
“Ehi coppiette non
ignoratemi!” disse lei arrabbiata, possibile che non le
dessero ascolto? Mise
il broncio e camminò più veloce.
“Hana aspetta!” disse
Gatsu
iniziando a correre ed afferrarla appena in tempo prima che iniziasse a
correre.
“Ci incontriamo davanti alla
piazza della casa di Heris.” Propose Shin, tutti annuirono e
si salutarono
ognuno diretto per la propria strada.
Hana salì le scale di casa e
raggiunse immediatamente la sua stanza, accese lo sterio e si stese sul
letto, guardava il
soffitto pensando a
tutto quello che era successo. Heris che ormai era ufficialmente
fidanzata con
Shinichi, Tsuki ed Higashi nella stessa situazione, lei e Gatsu erano
gli unici
messi un po’ da parte, erano insomma gli unici che mettevano
pace tra loro,
eppure nessuno dei due si era mai accorto che l’uno provava
sentimenti per
l’altra, ripensandoci però Hana aveva notato da
sempre che Gatsu era più
gentile con lei, anzi lo era sempre stato, forse poteva provare a
dargli
qualche soddisfazione. Ultimamente aveva pensato spesso a lui, lo
conosceva da
una vita, e un giorno aveva sognato di lui e lei che si scambiavano dei
baci,
non ci aveva mai creduto e si era svegliata di soprassalto stupita di
quel
sogno, però si era riaddormentata col sorriso sulle labbra.
Si era ricordata
solo in quel momento che Novembre stava finendo e presto sarebbe anche
giunto
natale sì avrebbero festeggiato, forse lì avrebbe
confessato a Gatsu quello che
provava per lui.
La
sera giunse come un
fulmine, tutti si incontrarono come deciso, Heris indossava una
gonnellina nera
lunga fino alle cosce e con una cintura piuttosto elaborata, una maglia
lunga
con un fiocchetto sul petto e un cappottino lungo fino alla vita, con
una
sciarpa bianca. I capelli lasciati sciolti sulle spalle e un cerchietto
in
testa con un fiocco al lato. Il trucco non molto pesante, un ombretto
chiaro
sugli occhi e il rossetto roseo sulle labbra carnose, era una ragazza
solare e
il suo volto illuminato dalla luna era come un sole alla prima alba.
Hana invece era molto
semplice dei pantaloni neri e delle scarpe da tennis del medesimo
colore, un
maglione colorato e un giubbotto rosa antico accollato e una sciarpa
bianca, i
capelli corti legati in due codine basse, senza trucco con uno zainetto
sulle
spalle.
Tsuki invece era
completamente diversa da tutte e tre, portava una lunga gonna nera con
una
camicia bianca ed una sopraveste corta da sopra che aveva lo strascico
sulla
gonna, ma era come un gilet il collo della camicia aveva il risvolto in
avanti
come un panciotto, aveva anche un bel fiocchetto nero che le circondava
il
collo. Indossava un cappotto nero lungo fino ai polpacci che le
lasciava
scoperto il collo, ma lei prontamente aveva coperto tutto con una
sciarpa del
medesimo colore così da non prendere freddo, i capelli
castani sciolti e una
cuffietta nera in testa, gli occhi truccati di nero e il rossetto rosso
sulle
labbra, rendevano la sua pelle ancora più bianca, dandole un
aspetto spettrale
sotto la luna.
I ragazzi erano vestiti in
modo semplice, forse Higashi era l’unico che aveva preferito
indossare
pantaloni neri ed una camicia bianca, da sotto al cappotto nero lungo
quasi
quanto quello della sua “piccola luna”. Si erano
incontrati davanti alla piazza
ed erano pronti per proseguire, Shinichi aveva salutato la sua
fidanzata con un
passionale bacio sulle labbra, se non fosse stato per gli altri
avrebbero
continuato per ore, fu allora che Higashi e Tsuki si scambiarono il
loro
secondo bacio, si avvicinarono e lui le mise la mani sui fianchi
alzandola
verso di lui e baciandola sulle labbra, un piccolo bacio che
lasciò sorpresi
tutti i presenti. Le ragazze non tanto, ma Gatsu e Shin sì
che guardavano
l’amico con gli occhi strabuzzai.
“Da quand’è
che fate certe
cose in pubblico voi due?” Shinichi sempre pronto a sfottere
quei due.
“Almeno siamo più
delicati.”
Insistette Tsuki guardando ancora Higashi che le sorrideva concordando
con la
ragazza.
“Senti senti che cosa
vorresti insinuare piccola… ahi!!!” Shin fu
bloccato da una violenta gomitata
data dalla sua ragazza che lo guardava storto.
“Non ti permetto di dire
certe cose alla mia amica tesoro quindi riga dritto avanti!”
disse puntando il
dito in direzione della strada per il centro, sbuffando Ichi si mise le
mani in
tasca e continuò a camminare, Gatsu ed Hana se la ridevano
così come Higashi e
Tsuki che aveva preso il braccio del suo ragazzo e seguivano i capo
fila.
“Come ti senti oggi?” gli
aveva chiesto lui avvicinandola di più a sé per
riscaldarla nel caso sentisse
freddo, era un ragazzo molto affettuoso e cercava di coinvolgere Tsuki
il più
possibile.
“Bene, grazie, tuo padre mi
ha detto che lunedì potrò iniziare la
cura.” Disse quasi triste, in realtà
tutto ciò l’amareggiava molto, ma non poteva farci
niente, era stato il dottor
Kaze a invogliarla forse per evitare di fare altri incubi.
“Tsuki, andrà tutto
bene,
potrei anche stare al tuo fianco durante le cure.”
“Tu mi conosci per te non ho
segreti… potrebbe anche essere una buona idea.”
Sospirò lei mentre sentì un peso
sulle sue spalle, Higashi l’aveva abbracciata e baciato una
guancia,
dolcemente, sorrise e lo strinse a sé.
“Ti amo tanto piccola
luna.”
Aveva detto lui al suo orecchio.
“Anche io sole
dell’est.” Si
sentirono richiamati dal resto del gruppo e si affrettarono a
raggiungerli.
Decisero di andare in un chiosco per mangiare qualcosa di caldo, i
ragazzi
ordinarono per tutte, dei ravioli una ciotola di ramen, alcuni onigiri
e tre
okonomiyaki e takoyaki. Le ragazze pensavano che fosse troppo tutto
quel cibo,
ma mangiarono di buon gusto non appena i piatti furono serviti, i
takoyaki
vennero divorati da tutti per la loro bontà, persino Tsuki
si arrese agli
inviti che facevano i ragazzi e assaggiò tutto quanto. Hana
invece divorò da
sola tutti gli onigiri, erano i suoi preferiti, Shinichi
tentò di far
assaggiare il ramen alla sua fidanzata che si rifiutò
categoricamente. Divisero
i tre okonomiyaki e li gustarono. Non ordinarono il dolce
perché preferivano
lasciar perdere, si erano ingozzati troppo, Tsuki si sentiva scoppiare,
non
aveva mai mangiato così tanto e il suo stomaco non era
abituato. Heris invece
apprezzò la cucina giapponese, non aveva mai mangiato niente
di così buono e
diverso allo stesso tempo.
Pagarono il conto ed uscirono
tra mille risate, Tsuki stretta ad Higashi e Gatsu che stava picchiando
Ichi
per aver fatto una battuta poco carina ad Hana riguardo agli onigiri e
la
diretta interessata era consolata da Heris che continuava a urlargli
parole
incomprensibili in inglese, almeno per loro.
“Sembriamo dei matti, dai
smettiamola!” disse arrabbiata la ragazza americana che
sbatteva i piedi per
terra imbarazzata da tanta confusione.
“Avanti tesoro non
prendertela! Ci stiamo divertendo!” disse ridendo Ichi.
“Che ne dite di andare alla
serra?” propose Hana ritornando col sorriso sulle labbra e
gli occhi che le
luccicavano pregando i suoi amici di ascoltare la sua richiesta. Heris
fu
prontamente d’accordo, non ci era mai stata e voleva vederla,
immaginandosi un
posto tutto pieno di fiori ritornava bambina ricordando quando a
Central Park
si fermava incantata dalle siepe di orchidee. Erano il suo fiore
preferito.
Fecero tutta al camminata a
piedi, e poiché i soldi non bastavano non presero il taxi,
quando giunsero
davanti alla sfera illuminata le ragazze si misero a correre per
raggiungerla,
erano tutte emozionate.
Entrarono e rimasero tutte
stupite dalla varietà di fiori e piante che le circondavano,
Hana ci era già
stata però diventava felice ogni volta che ci ritornava,
Tsuki ci era stata da
bambina coi suoi genitori e per un progetto scolastico delle
elementari. Si
giravano intorno tirate chi da una parte chi dall’altra,
Heris prese per mano
Shin non appena scoprì la strada che portava ai cespugli di
orchidee, il suo
fiore preferito visto in milioni di colori diversi, era così
emozionata e poi i
fiori portavano augurio alle coppie.
“Hana vieni ho trovato dei
biancospini!” disse Gatsu richiamando l’amica che
non appena sentì quel fiore
si mise a correre verso l’amico, adorava quei fiori, le
davano sempre tanta
speranza perché sorgevano dalla neve e mettevano il buon
umore a tutti quanti.
Tsuki invece era stata
attratta dalle rose, Higashi l’aveva seguita, mentre lei
passava per i corridoi
che il roseto permetteva, quando sentì la presenza del
ragazzo vicino alla sua iniziò
a correre per fargli uno scherzo.
Lui stette al gioco e si mise
ad inseguirla, vedeva i suoi capelli al vento e quando entrambi
indecisi
camminavano l’uno alle spalle dell’altra si
toccarono e si voltarono
spaventati, quando si accertarono che erano loro si abbracciarono e
baciarono
più volte, piccoli baci dati tra le risate di Tsuki.
“Tsuki…”
pronunciò lui
prendendola per mano, uscirono dal roseto per incontrare i loro amici
che li
stavano aspettando all’ingresso. Heris aveva gli occhi
luccicanti per aver
visto così tante orchidee che le sarebbero bastate per tutta
la vita. Anche
Hana era soddisfatta di quello che aveva visto.
“Bene credo che sia meglio
tornare a casa, si sta facendo tardi.” Disse Hana guardando
il suo orologio da
polso che segnava le dieci di sera, sua madre si sarebbe preoccupata
così come
quelle delle altre due ragazze.
Uscirono dalla serra dopo
aver ringraziato i giardinieri di avergli fatto assistere a quello
spettacolo,
decisero che ci sarebbero ritornati anche a Natale dove le feste
avrebbero
permesso più incontri con loro, Heris e Tsuki camminavano
abbracciate ai loro
ragazzi perché entrambe sentivano la stanchezza, soprattutto
Tsuki che si era
dovuta sorbire tranquillanti non appena si era svegliata in ospedale e
si era
fatta prendere dal panico, Higashi allora decise di prenderla in
braccio e
senza avvisarla la sollevò da terra, la ragazza spaventata
lanciò un flebile
urlo e si aggrappò al suo collo.
“Ma che fai?”
“Ti vedo stanca e ti porto in
braccio.” Disse lui sorridendole e dandole un tenero bacio
sul naso, lei
arrossì per quel contatto così dolce, quasi da
bambini.
“Ichi perché non mi
porti
anche tu in braccio? Io sono stanca!” disse anche Heris per
vedere se il suo
ragazzo si comportava da cavaliere.
“Neanche per sogno pesi e poi
come faccio ad arrivare sano a casa?” Heris inviperita gli
diede un ceffone
sulla faccia allungando il passo, Gatsu gli rivolse uno sguardo freddo,
doveva
andarla a recuperare, ed erano già due giorni che stavano
insieme e già
litigavano, erano incredibili.
“Perché Higashi non
cerchi di
essere un po’ meno cavaliere?”
“Scusami Shin, ma è
nella mia
natura.” Sorrise lui ridendolo e invitandolo a raggiungere la
sua ragazza.
Shinichi lo fece e la prese per un braccio stringendola contro il suo
petto e affondando
il volto tra i suoi capelli.
“Come va amore?” disse
lui
baciandole il collo, la ragazza lo scansò violentemente,
ecco adesso si
prendeva pure gioco di lui, non si faceva così.
“Sei un cafone!” disse
lei
allontanandosi, lui però l’afferrò di
nuovo e questa volta andò al sodo, la
baciò con passione senza neanche darle il tempo di
obbiettare, era stato troppo
lontano dalle sue labbra, gliele dischiuse con la sua lingua
coinvolgendo
quella della ragazza in una danza, un acchiappa e fuggi, la strinse
più forte
così che non potesse scapparle più.
Gli altri ne furono
soddisfatti e applaudirono quando i due si staccarono Tsuki era scesa
dalle
braccia di Higashi altrimenti sul serio il poveretto non sarebbe
neanche
riuscito ad arrivare in metro. Hana andò ad abbracciare
l’amica che emozionata
si strinse a lei ridendo e saltellando come bambine
dell’asilo, almeno Shinichi
aveva fatto la sua parte. Gatsu si avvicinò al ragazzo
dandogli pacche sulla
spalla e sorridendo felice per l’amico, Tsuki ed Higashi
erano mano nella mano
mentre raggiungevano l’entrata della metropolitana, sorrisero
entrambi
aspettando gli amici che iniziarono a correre per raggiungerli. Fecero
i
biglietti e si sedettero vicini, il loro vagone era quasi deserto se
non per
qualche persona che portava valigette in mano, i lunghi cappotti e i
cappelli
sulla testa, i ragazzi però poterono intravedere le loro
facce stanche, già
chissà cosa sarebbe successo loro dopo le superiori, Higashi
aveva già in mente
tutto e pensava di farsi aiutare da suo padre, Gatsu sarebbe stato un
ottimo
veterinario dopo l’università, anche Hana voleva
fare la stessa cosa, Tsuki
invece era indecisa, pensava di prendere il posto di suo padre in
un’importante
studio tecnico, ma non era tanto convinta per paura di non esserne
all’altezza
e infine Shin ed Heris, la ragazza pensava di intraprendere la stessa
carriera
di sua madre anche perché la conoscenza delle lingue non le
mancava poteva
essere d’aiuto, ma Shin? Lui aveva genitori ricchissimi e suo
padre era a capo
di una potente industria, lui essendo il primogenito aveva il compito
di
studiare per diventarne il successore. In realtà il ragazzo
non ne voleva
proprio sapere di quello che gli diceva il padre infatti non parlava
mai di
lui, avevano un rapporto piuttosto conflittuale, anche il rapporto che
c’era
tra Higashi e suo padre non era sempre dei migliori, l’unica
cosa che li faceva
stare in pace era il caso di Tsuki, ormai lei era conosciuta come la
sua
ragazza e di certo il padre non avrebbe avuto niente da ridire su di
lei, ma
per quanto riguardava le sue scelte il più delle volte
finivano in litigi
violenti e questo lo faceva innervosire. Fortuna che trovava la calma
tra gli
occhi nocciola della sua piccola luna. Uscirono tutti dalla metro e si
ritrovarono di fronte alla casa di Heris, la ragazza salutò
con bacio
frettoloso il suo ragazzo ed entrò nella porta del palazzo,
era davvero tardi.
Il gruppo restante era
piuttosto silenzioso, Hana stava cadendo dal sonno e ogni tanto
sbandava
andando a sbattere contro la schiena di Tsuki che prontamente
l’aveva presa
sottobraccio aiutandola, Gatsu decise di prendersela in spalla e
sebbene la
ragazza rifiutasse fu costretta ad accettare perché non ce
la faceva proprio
più, arrivarono davanti alla casa dei due, Gatsu
chiamò i genitori di lei
perché ormai si era addormentata sulla sua schiena e
salutò gli altri.
Shinichi, Higashi e Tsuki abitavano a qualche isolato più in
là e non appena
furono davanti alla casa della ragazza Higashi
l’abbracciò baciandola sulle
labbra e portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio,
si staccarono e si
guardarono negli occhi, sorrisero entrambi e il ragazzo la
guardò entrare dalla
porta dopo aver attraversato il grande giardino.
“Ti piace
veramente…” sospirò
Ichi, poggiandogli una mano sulla spalla quando si rincamminarono,
Higashi
sorrideva e sembrava non ascoltare le sue parole perché era
intento a fissare
la Dama d’Argento che splendeva nelle Tenebre del cielo.
“Sì, è una
persona stupenda…”
***********************************************************************************
Buon anno a tutti!!!! Sì in ritardo, ma sono
tornata con un nuovo capitolo, ringrazio tutti quelli che leggono e
commentano la fiction^^ ne sono veramente entusiasta, spero
però che anche questo nuovo capitolo piaccia e non deludi i
lettori. Ed ora passo alle recensioni^^
xXBlack Rose
OSheaXx : Ciao!!! Scusa il ritardo, non sono riuscita ad
aggiornare prima di oggi, impegnata tra i vari compiti in classe prima
e coi cenoni nel periodo di Natale non ho avuto un briciolo di tempo
per venire ad aggiornare la fan fiction. Spero vivamente che ti sia
piaciuto e ti ringrazio infinitamente se commenterai anche
quest'obrobrio di 9 capitolo^^ XDXD avrei dovuto metterla in periodo
natalizio questa parte^^ altro che primo dell'anno, ma spero ti
farà contenta lo stesso. Grazie per le tue recensioni, mi
fanno stare veramente allegra e poi sapere che c'è a
qualcuno che piace ben venga^^
Bene sembra giunto il momento di andare, vi lascio e spero
che continuiate a seguire la nostra storia che presto
giungerà al termine, a presto!!^^
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Capitolo 10 *** 10. Prepariamo il saggio ***
IN chap 10
10. Prepariamo il
saggio
Le
vacanze di natale erano
ormai giunte, aveva iniziato a nevicare da una settimana e tutti i
ragazzi
della scuola avevano tirato fuori le divise invernali, già
perché fino al mese
di Aprile era meglio non stare leggeri fuori, c’erano venti
freddi che venivano
e se ne andavano condizionando il modo di vestire di tutta la
popolazione. Le
ragazze si ritrovarono come ogni mattina davanti al cancello, i ragazzi
erano
stranamente in ritardo così le tre compagne decisero di
entrare in classe e
iniziare a ripetere per le interrogazioni che si sarebbero susseguite,
c’era
stato l’incontro dei genitori e come al solito per Tsuki
niente da dire era una
delle migliori anche se erano tutti un po’ spaventati dal
fatto che fosse
taciturna, ma solo a scuola si comportava così, con le altre
ragazze si apriva
di più e c’era dialogo, in realtà la
ragazza non sopportava che il rimanente
delle compagne l’avesse allontanata solo per quelle volte in
cui aveva tentato
il suicidio, ma tutto stava passando grazie all’intervento
del dottor Kaze,
facevano un incontro a settimana il sabato che era il giorno
più favorevole,
inoltre si sentiva sempre più libera da ogni pensiero,
c’era anche Higashi ad
assistere alle sedute anche perché lei non si sentiva molto
a suo agio con una
persona adulta che era anche il padre del suo ragazzo, non si sentiva
all’altezza della situazione, ma piano piano tutto si stava
aggiustando. Di
Heris tutti si stupivano perché era in grado di parlare
perfettamente
giapponese ed inglese senza scordarsi le due lingue, aveva preso il
posto che
meritava tra i più bravi della classe, col suo fidanzato
Shin andava tutto a
gonfie vele e stranamente si trovavano d’accordo su tutto
anche se ogni tanto
Heris storceva il naso ad alcuni detti del ragazzo che, le facevano
venir
voglia di zittirlo con la cosa giusta, ma preferiva stare zitta ed
annuire così
da mantenere tutto tranquillo, il fatto era che non voleva essere
lasciata da
lui perché si sentiva troppo felice in sua presenza.
Hana aveva ricevuto i
complimenti da tutti i professori per il partecipare costantemente alla
banda
della scuola che come ogni anno prima delle vacanze natalizie preparava
un
piccolo saggio, lì Tsuki avrebbe cantato accompagnata
dall’orchestra e dal suo
pianoforte, Heris si era iscritta per mostrare a tutti il suo
fantastico modo
di ballare assieme ad altre ragazze che aveva scoperto andavano
nell’altra
classe del suo stesso corso. Erano state ben liete di accettare ed ora
si era
formato tutto il gruppo del saggio.
La giornata passò tranquilla
tra le varie chiacchiere e le interrogazioni generali, e il giorno
seguente
sarebbe stato quello del saggio tutti erano eccitate e quel pomeriggio
si
sarebbero tenute le prove delle varie sequenze, anche i ragazzi
sarebbero
venuti con loro perché la loro classe aveva una recita! Loro
erano entusiaste
purtroppo non avrebbero avuto l’opportunità di
vederli perché gli ordini di
esecuzione erano diversi, il coro e la banda sarebbe stata la chiusura
mentre i
balletti andavano prima di questo e all’apice
c’erano le varie recite
organizzate dall’istituto. Higashi, Shinichi e Gatsu
recitavano una commedia e
per un tipo come Shin era più che adatta, Heris era curiosa
di sentirlo
recitare.
“Allora ci vediamo questo
pomeriggio davanti scuola ok?” disse l’americana
portando la borsa dietro la
schiena, le altre due annuirono.
“Hana non arrivare in ritardo
perché non ti aspettiamo!” la richiamò
di nuovo, di tutto punto la ragazza
vistosamente arrossita le mostrò la lingua prendendo
sottobraccio Tsuki e correndo
a più non posso per la strada, Heris si lanciò
all’inseguimento delle due e
riuscì a raggiungerle, iniziarono a ridere di gusto tutte e
tre, per la loro
amicizia, la loro felicità e la loro voglia di amare sempre
di più. Ritornarono
a casa e dopo circa un’ora si ritrovarono lì a
scuola, come al solito sebbene
le raccomandazioni di Heris, Hana era in ritardo e tutte battevano il
piede per
terra nervose, quando arrivò la sgridarono di brutto ed
entrarono correndo
nella scuola, Heris sarebbe andata direttamente
nell’auditorium per provare con
le ragazze e decidere le posizioni, Hana e Tsuki nell’aula di
musica. Si
scusarono col professore e presero i loro posti, sul pianoforte di
Tsuki c’era
un microfono per provare l’audio, il direttore
d’orchestra, nonché professore
di musica alzò le braccia iniziando a dirigere, il
clarinetto di Hana prese a
suonare accompagnata dal pianoforte suonato da Tsuki e dai violini,
dopo poco
la giovane goth iniziò a cantare, la voce chiara e acuta
risuonava per tutta la
stanza, si aggiunsero anche altri strumenti e sembrava sul
serio di essere in
un famoso teatro, naturalmente c’era una sorpresa alla fine
del concerto.
Heris aveva acceso lo stereo
dopo aver spiegato alle ragazze la sua idea, iniziarono a ballare,
tutte e quattro
si riscaldarono un po’ e poi diedero il via al loro
spettacolo, si muovevano
con scioltezza e sembravano prive di ossa, muovevano qualsiasi parte
del corpo,
e si esibivano come se fossero delle vere professioniste, infatti
l’obbiettivo
di Heris era quello, dimostrare a tutta al scuola che era la
più brava, che era
perfetta, era una ragazza molto orgogliosa ed intraprendente che non si
faceva
comandare da nessuno a meno che questo non fosse strettamente
necessario.
Sopportava tutto, ma con moderazione.
Erano circa le otto quando
finirono di provare, all’uscita incontrarono tre figure che
imitavano un non si
sa di preciso quale drammaturgo, li riconobbero erano Gatsu, Ichi e
Higashi. Li
raggiunsero correndo.
“E voi cosa fate qui?!”
chiese Hana stupita e guardandoli ad occhi spalancati.
“Vedi siamo
venuti a provare
la recita.” Si spiegò Gatsu mentre gli altri due
andavano a salutare le loro
rispettive fidanzate che li abbracciarono e coccolarono un
po’, in fondo lo
meritavano! Si incamminarono insieme per raggiungere ognuno le proprie
case, si
misero d’accordo su cosa fare il giorno di Natale, sarebbero
andati alla serra
come prima cosa e infine sarebbero andati al tempio, era stata Heris a
chiederlo perché non l’aveva mai visto e ci teneva
tanto, voleva fare una
preghiera così da rimanere per sempre assieme a Shin. Il
ragazzo non era
propriamente d’accordo sulla scelta della fidanzata, ma forse
era meglio
lasciarla fare perché non si sapeva quali sorprese gli
avrebbe presentato.
Higashi era contento di andare al tempio, sapeva che Tsuki
c’era molto legata,
gli aveva raccontato che da bambina ci andava spesso, se la immaginava
proprio,
piccolina con il vestitino e il cappotto, sul piazzale del tempio a
chiamare i
suoi genitori, a quel pensiero l’abbracciò
teneramente da dietro, facendola
sussultare. Vedendo quel viso felice la ragazza non potè che
sorridere, gli
poggiò le mani sulle braccia che le avevano circondato le
spalle e chinò il
capo di lato poggiandolo sull’avambraccio. Gatsu ed Hana
invece parlavano come
al solito di fiori, la ragazza voleva andare tutti i giorni alla serra
ed era
stata contentissima di rivederla proprio quando Tsuki era uscita
dall’ospedale,
saltellava felice per la strada mentre tutti quanti ridevano, sembrava
una
bambina felice e Gatsu la trovava ancora più stupenda, era
incredibilmente
strana e infantile, ma molto dolce da farti tenerezza ecco cosa frenava
tutti
dal considerarla una bambina, la sua bontà e forza di
volontà.
*******************************************************************
Ciao a chiunque legga questa fan fiction e chiedo scusa per
il ritardo di questo aggiornamento, sorry il tempo non è mai
abbastanza per tutto! Volevo dire che questo è il penultimo
capitolo, lo so è più corto rispetto agli altri
però diciamo che è un capitolo d'intermezzo per
il gran finale che sarà l'ultimo capitolo. Sono veramente
contenta di coloro che hanno recensito e alla quale la mia fiction
è piaciuta sul serio^^ Vi ringrazio molto perchè
non ero molto sicura dell'esito che ne avrebbe avuto. Capisco ora che
il titolo non è molto azzeccato per la storia
però... in fondo ogni ragazza è una principessa e
queste tre protagoniste hanno tutte situazioni particolari che possono
permettere a loro di avere una felicità pari a quella avuta
dalla regalità delle principesse.
Ringrazio coloro che la leggono e che l'hanno aggiunta tra i preferiti,
non smetterò mai di farlo.
xXBlack Rose OSheaXx:
Sì tra Gatsu ed Hana alla fine ci
sarà
qualcosa, ma in questa storia non verrà mai specificato, per
la semplice ragione che voglio che siano gli altri a farsi i filmini in
testa diciamo ed anche perchè il personaggio a cui
è ispirata Hana, non era molto contenta della fine che le
facessi fare, ovvero anche lei fidanzata con Gatsu^^ allora per evitare
disguidi con questa persona ho preferito non condizionare troppo la
vita sentimentale di Hana. Spero che anche questo preludio ti piaccia e
spero vivamente che il capitolo finale ti lasci soddisfatta. Grazie
ancora per le recensioni che fai, mi rendono sempre felice. Granzie
ancora e spero che leggerai anche questo capitolo!
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Capitolo 11 *** 11. L'amore non ha confini ***
11. L’amore
non ha confini
Il
giorno seguente la scuola
era in preda ai preparativi per la festa a inizio delle vacanze
natalizie. Per
l’occasione Heris aveva deciso di correre dal parrucchiere e
dall’estetista per
farsi trovare pronta e bellissima non che non lo fosse, ma voleva
essere
perfetta.
I professori avevano
accordato con l’orchestra il modo di vestirsi, non avrebbero
utilizzato le
solite divise, questa volta speravano di stupire la gente con le
creazioni, il
coro naturalmente era composto da allievi più giovani che
dovevano
assolutamente portare la divisa per rispetto. L’orchestra
maschile avrebbe
messo uno smoking mentre le ragazze potevano indossare abiti da sera,
tutti
naturalmente confezionati dai laboratori scolastici, era questo il
bello. Hana
si era rifiutata, ma dato che non voleva deludere il professore si era
convinta
ad indossare il vestito verde assegnatole, aveva piccole striature alla
gonna
di colori più scuri e decorati da strass per renderla ancor
più luminosa come
se fosse la luce del sole sui prati verdi ecco perché Hana
lo aveva scelto dopo
che sia Heris che Tsuki l’avevano pregata. Fu facile intuire
invece quello di
Tsuki. Lungo e nero, un tessuto di velluto per il corpetto a
decolté e la gonna
in cui spiccavano veli dalla stoffa, un piccolo fiocco dietro, tutti
però
sapevano che ci avrebbe aggiunto qualcosa di suo e così fece
soprattutto negli
accessori. Trovo dei lunghi guanti così da sembrare ancor
più elegante. Aveva
in mente un’idea, non si sarebbe fatta vedere da Higashi per
tutto il tempo.
Heris aveva un vestito
semplice anche perché doveva ballare, la gonna del suo
arrivava fino alle
ginocchia ed era bianco, sotto aveva dei fusone neri e le scarpette da
hip-hop,
tutte le ragazze del gruppo erano vestite alla stessa maniera, ma con
colori
diversi, i capelli semplicemente ognuno come preferiva. Tutte decisero
di
legarli o con trecce e codine, lei invece si impuntò coi
capelli sciolti e una
fascia di tessuto scintillante.
Rimasero tutto il giorno a
provare e le tre erano esauste anche perché non vedevano i
ragazzi dalla sera
precedente, non c’era stato un attimo di tregua, loro si
sarebbero cambiate lì.
Inoltre sarebbe venuta la madre di Tsuki ad aiutarle nelle acconciature
e nel
trucco, la recita sarebbe stata prima dell’orchestra quindi
potevano rischiare
di essere scoperte dai ragazzi. Niente paura avevano portato le
vestaglie e
quando si sarebbero cambiate le avrebbero indossate per render loro una
dolce
sorpresa.
Erano tutte e tre sedute su
una sedia, Tsuki aveva gli occhi chiusi e canticchiava una delle
melodie che
avrebbe dovuto intonare infatti era questa la sorpresa, la voce di
Tsuki non
accompagnata dal coro, ma dal semplice assolo della voce lirica della
ragazza.
Hana aveva lo sguardo verso
il soffitto ed accasciata sulla sedia con le braccia indolenzite, Heris
invece
era tutta pimpante e allegra ed aspettava con impazienza di andare in
scena ed
essere truccata.
“Avanti ragazze non è poi la
fine del mondo manca poco dovete essere vispe!” disse con
entusiasmo, ma
ricevette un’occhiata storta da parte di Tsuki e uno sbuffo
da parte di Hana
che di andare in scena era più preoccupata per la figura che
avrebbe fatto con
quel vestito che per altro.
La porta del loro camerino
improvvisato si aprì ed entrò uno dei professori
che guardandole di sbieco le
fece trasalire.
“Avanti dovete vestirvi manca
poco, l’auditorium è pieno!” sentirono
solo in quel momento i passi frenetici
del corridoio e la figura di una donna minuta e bassina con grandi
buste tra le
mani.
“Mamma!” disse Tsuki
accorrendo per aiutarla, era vestita di tutto punto solo per vedere la
figlia.
Le prese le buste di mano coi loro vestiti.
“Ci sono tutti anche tua
madre Heris.” Disse cordialmente la donna. Heris sorrise
annuendo e prese la
sua busta con l’abito. Entrambe lo indossarono e
l’aggiustarono come meglio
potevano. Poi la madre di Tsuki avrebbe pensato al trucco ed ai capelli.
Dai
ragazzi invece era
tutt’un'altra storia, Shinichi non si decideva a vestirsi
anche perché non
voleva recitare, proprio loro tre dovevano interpretare i personaggi
principali? Si trattava infatti della recita dei tre moschettieri e i
tre
compagni si erano ritrovati ad interpretare i tre combattenti Higashi e
Gatsu
non se la cavavano male nella recitazione, ma Ichi era negato
perché non
sopportava il teatro, aveva accettato solo perché il
professore l’ha scelto per
le abilità fisiche con la spada.
Stavano provando le loro
battute quando entrò il padre di Higashi, il ragazzo gli
andò incontro
sbuffando, odiava essere interrotto.
“Abbiamo preso posto accanto
alla famiglia di Tsuki.”
Higashi sorrise scuotendo la
testa, si era affezionato alla ragazza e inoltre aveva persino detto
lui ai
genitori della ragazza che era fidanzata con suo figlio, non
c’era stato tanto
stupore anche perché i genitori di Tsuki erano pienamente
d’accordo. Lui annuì
poi richiuse la porta, ogni tanto suo padre sembrava interessato fin
troppo a
lei soprattutto da quando la seguiva in ospedale.
“Allora che ti ha detto?”
chiese Shin guardandosi allo specchio, non gli convinceva affatto
questa
storia.
“Niente si è seduto vicino ai
genitori di Tsuki.” Sbuffò lo irritava quella
situazione, anche perché non la
vedeva dalla sera prima e non riusciva a stargli lontano tanto a lungo.
“Per me sta storia finirà con
un bel matrimonio, una casetta ed una quarantina di figli.”
Esagerato come
sempre vero Shin? Pensò nella sua testa Higashi che dal
canto suo lo fulminò
con lo sguardo.
“Non pensi di esagerare? La
farai morire la povera Tsuki se dici che avrà quaranta
figli.” Intervenne
Gatsu, fortunatamente aveva spento il fuoco che ardeva negli occhi del
diretto
interessato.
“E va bene sorry Higa!” alzò
le mani in senso di arresa, apprezzava sempre quando un amico si
scusava. Non
fece in tempo ad andare a dargli una pacca sulla spalla che il
professore entrò
chiamandoli perché sarebbero andati in scena proprio in quel
momento.
Andarono in palcoscenico,
mettendosi in posa mentre il sipario veniva aperto con lentezza
provocando nei
ragazzi una terribile ansia. Le ragazze si trovavano dalla parte
opposta e
sentivano tutto dalle rispettive stanze, inviavano un buona fortuna
mentale. La
madre di Tsuki aveva acconciato già Hana che li portava
raccolti con un
pettinino con un giglio sopra e capelli sciolti dietro le orecchie. Ad
Heris
non c’era bisogno aveva lisciato tutto la mattina prima
quindi guardava le
altre, erano al turno di Tsuki, sua madre stava facendo tutto il meglio
che
poteva, aveva arricciato alcune ciocche che sarebbero cadute in avanti,
il
rimanente dei capelli lo stava legando sulla testa in una treccia che
attorniava la nuca, dei fermacapelli neri e bianchi tenevano ferma
l’acconciatura e le ciocche a boccoli scendevano davanti alle
orecchie. Stava
benissimo.
“Abbiamo finito!” esclamò
soddisfatta sua madre, lei si guardò allo specchio e
sorrise, sì era perfetta,
prese la sua amata croce e la legò al collo come era solita
fare, sembrava una
creatura notturna.
Si alzarono ed andarono anche
loro dietro le quinte a guardare i ragazzi sempre con la vestaglia
addosso,
ogni tanto Hana inciampava nel vestito così le sue amiche
decisero di farla
esercitare a camminare nel tempo che rimaneva.
I ragazzi sul palco erano
davvero bravissimi, sembravano veri attori, si erano impegnati molto,
li
avevano costretti persino a truccarsi, avevano il cerone bianco sul
volto, ma
sui loro volti illuminati dai riflettori si vedevano gocce di sudore
per lo
sforzo sia mentale che fisico, era difficile recitare e allo stesso
tempo
concentrarsi ad utilizzare le spade per rendere il combattimento
più reale.
Videro attraverso le quinte i
loro genitori, erano seduti tutti su una fila, la madre ed il padre di
Hana coi
rispettivi fratelli della ragazza messi in ghingheri per
così dire, poi c’era
la madre di Heris che affiancava i genitori di Tsuki e notarono i
genitori di
Higashi al fianco, con la sorella maggiore di lui, Tsuki se ne
stupì e le
ragazze lo notarono, cosa ci facevano tutti insieme lì? Non
volle indagare
oltre; la recita terminò con grandi applausi ed inchini, i
ragazzi rientrarono
nelle quinte e ricevettero complimenti e pacche dagli altri che avevano
recitato brevi battute e anche dai professori che erano fieri della
bella
figura fatta.
I ragazzi con gli occhi
cercavano le ragazze, intravidero Heris, ma non le altre due
evidentemente si
erano nascoste, come prima cosa Higashi voleva togliersi quel cerone
dalla
faccia che gli dava fastidio così come agli altri, si
chiusero in camerino e si
cambiarono velocemente, Shin voleva assistere al balletto della sua
bella
Heris.
Stavano per arrivare in
ritardo così assistettero al balletto dietro le quinte. I
salti che compivano
le ragazze e i corpi sciolti persino nei pezzi in cui andavano a terra,
passetti veloce e braccia sciolte, onde, e i capelli di Heris che
fluttuavano
come se il corpo di lei non volesse fermarsi o ne avesse il tempo.
Shinichi ne
era rimasto incantato con la bocca aperta la guardava entusiasta di
quella
ragazza che aveva scelto come ragazza, era stupenda nel vero senso
della
parola.
Heris si sentiva benissimo,
orgogliosa di se stessa, di quello che stava facendo e la passione che
si
vedeva dai suoi occhi mentre ballava, la determinazione di mostrare a
tutti ciò
di cui era capace, il vestito che ondeggiava con lei, la gonna che si
alzava
per ogni giro, le gambe lunghe erano come prive di qualsiasi osso.
Stupenda, si
sentiva la più bella del mondo.
La musica finì, il sudore
dalla sua fronte per lo sforzo, gli applausi la stavano gasando, aveva
voglia
di ballare di nuovo di far vedere a tutti ciò che aveva
fatto! Abbracciò le sue
compagne e rientrò dietro le quinte dove ad aspettarla
c’era Ichi che la
guardava con tanto amore e dolcezza. Lei si avvicinò e lo
abbracciò forte
baciandolo sulle labbra. La strinse a sé perché
altro non poteva fare, baciarla
all’infinito e renderla la donna più felice del
mondo, sacrificarsi per la
bellezza che gli stava innanzi.
“Sei stata meravigliosa…” disse
lui tenendola ancora stretta tra le sue braccia, non
l’avrebbe lasciata andare
per nulla al mondo.
“Anche tu lo sai? Siete stati
bravissimi tutti quanti.”
Lui rise a quelle parole e la
portò lontano dalle quinte anche perché stavano
entrando alcuni che stavano
sistemando gli strumenti per l’orchestra e i posti dedicati a
loro, il sipario
era chiuso.
“Andiamo da Higashi e Gatsu,
stanno cercando Hana e Tsuki per tutta la scuola. Ma dove
sono?”
“Come? Sono dall’altra parte
del palco, stanno entrando ora guarda!” disse lei indicando
le due, Hana col
vestito verde e Tsuki in tutta la sua magnificenza.
“Mamma mia…. Vado a chiamarli
aspettami qui!” disse lui correndo come un pazzo alla ricerca
dei suoi amici
che erano andati a vedere in tutti i camerini senza trovarle, erano
appoggiati
al muro.
“Ei voi due! Sono già sul
palco muovetevi!” disse Shinichi chiamandoli a gran voce. A
quelle parole
Higashi scattò veloce superando il ragazzo, sapeva dove
sarebbe stato
posizionato il pianoforte e dove la sua bellissima regina avrebbe
suonato con
la sua grazia. Gatsu lo seguì cercando Hana dalla parte in
cui erano posti gli
strumenti a fiato.
Higashi stava per svenire,
Gatsu era in stato di shock a vedere il piccolo fiore vestito di verde.
Stava
scrutando il leggio con gli spartiti e provava con il suo clarinetto a
regolare
il suono così come facevano gli altri musicisti.
Higashi guardava lei, era di
spalle e non riusciva a vederle il viso, voleva solo vederla, la sua
magnificenza, la bellezza dei suoi occhi castani.
Hana se ne accorse e guardò
di fronte a lei e vide i due che la salutavano, capì
immediatamente cosa
chiedevano gli occhi di Higashi e chiamò Tsuki la quale dopo
pochi minuti si
girò guardando il ragazzo che rimase imbambolato a fissarla.
Lei sorrise e si
rigirò, il professore entrò sul palco e
scacciò i ragazzi con segni delle mani,
poi guardò Tsuki come per chiederle se era pronta e lei
annuì tutti tacquero
anche il pubblico, il sipario si aprì, e Tsuki, mosse solo
alcune note sul
pianoforte, suonava Mozart, un piccolo assolo per attrarre
l’attenzione di
tutti su di lei.
Poi lei si fermò e
l’orchestra prese a suonare, Higashi la guardava muovere le
dita ricoperte dai
guanti sul pianoforte, veloci in un allegro agitato, accompagnata
sempre dal
suono dei violini e dei clarinetti.
Quando quella prima opera
finì gli applausi risuonarono in tutto
l’auditorium che ospitava lo spettacolo.
Era il momento di cantare, la prima canzone era molto facile, per non
dire la
preferita di Tsuki: Shiroi, il suono del pianoforte era accompagnato
dalle
chitarre e dai bassi, ci avevano aggiunto persino la voce dei
clarinetti,
poiché avevano ciò a disposizione. Tsuki
iniziò a cantare e tra le strofe
c’erano intervalli musicali, si stupivano di come cantava
continuando a suonare
imperterrita, come se fosse una questione di vita o di morte. La
canzone era
bellissima, le parti parlate da Tsuki erano dette con voce sensuale che
facevano tremare le gambe di Higashi, avrebbe voluto correre verso di
lei,
farla smettere di suonare e baciarla, le gambe si mossero quando una
mano lo
fermò, lui si voltò e vide Shinichi con Heris al
fianco.
“Trattieniti….” Disse il
ragazzo all’amico che annuì sconsolato, non sapeva
quanto avrebbe resistito,
era la creatura più angelica che avesse mai visto, un angelo
dannato, pensava,
il suo piccolo angelo dell’Inferno.
La canzone finì e tutti
applaudirono soddisfatti. Il chitarrista però si
sentì male, si scusò col
direttore ed uscì lasciando la chitarra che
d’altronde apparteneva alla scuola.
Hana lo guardò andare via pensando a come saremmo andati
avanti, senza il
chitarrista, il direttore uscì per vedere come stava e non
era in condizioni di
ritornare a suonare.
Hana ebbe un lampo, si alzò e
parlò col professore, gli disse che Higashi era un portento
con la chitarra,
poteva sostituirlo anche perché conosceva la canzone e
più di una volta aveva
accompagnato la voce di Tsuki.
Lui accettò e si diresse
verso di lui.
“Sei disposto a sostituire il
chitarrista? La signorina Hana mi ha detto che non te la cavi male. Te
la senti
Kaze?”
“Sì… con onore!” rispose
fieramente. Gli altri musicisti uscirono dalla sala, questa sarebbe
stata la
penultima canzone, l’altra doveva essere un duetto di
chitarra e piano con
voce, sarebbero rimasti in scena solo Higashi e Tsuki. Ma per la
penultima
erano necessari i bassi e la chitarra. Erano pronti.
Il pianoforte prese a suonare
mentre Higashi studiava le parti che doveva suonare, non fu difficile e
prese a
suonare anche lui assieme ai bassi. C’era il coro e poi
chitarra e pianoforte.
Anche la batteria avevano lasciato e il ragazzo concentrato batteva il
ritmo.
Era un duetto con la voce di Tsuki e di un tenore del coro.
La strofa parlata da entrambi
e infine il primo verso cantato dal ragazzo, il secondo dalla
bellissima regina
della notte e il terzo entrambi. Il pianoforte suonava
finchè non ci fu
l’assolo con la chitarra che Higashi suonava divinamente come
se avesse sempre
provato con loro e i bassi lo seguivano come se fosse lui il capo.
Higashi era
concentrato solo per lei, che accompagnava il loro suono. La gente
guardava
stupiti tutti.
Hana uscita per andare ad
incontrare Gatsu, così come tutti gli altri musicisti
avevano fatto l’inchino
ed erano usciti. I ragazzi continuavano a suonare e il ritornello
finale in cui
la voce lirica di Tsuki si sentiva maggiormente rispetto al tenore del
corista,
era davvero meraviglioso, Higashi che continuava ad accompagnarla
incantato lui
medesimo dalla bellissima voce di lei.
Gli applausi riempirono la
sala, e gli inchini dell’orgoglioso professore, Higashi non
si staccava dalla
sedia, l’ultima canzone, il batterista uscì con
gli inchini e così altrettanto
il batterista, vennero tolte le sedie e rimase solo loro due, anche il
direttore li lasciò soli, questo era il loro momento.
Tutti
erano quasi in lacrime,
Heris si stringeva a Shinichi, Hana a Gatsu e in platea i genitori dei
due
avevano i volti fieri dei loro figli che stavano per suonare insieme la
canzone
a conclusione di tutto.
Il
pianoforte di Tsuki iniziò
a suonare ancora per primo, breve pezzo prima di essere affiancata
dalla
chitarra di Higashi che l’assisteva come un angelo custode,
tutti aspettavano
ansiosi di sentire la voce della ragazza che non tardò a
farsi sentire, strofa
con ritornello, continuava a cantare e lui a suonare, brevi e fugaci
sguardi
tra di loro prima di ritornare concentrati a suonare, e infine
l’ultima strofa
del ritornello, le ultime note di chiusura e infine gli applausi che
esplosero
ad acclamare i due.
Tsuki si alzò abbandonando il
pianoforte, Higashi lasciò la chitarra ed andò da
lei per reggerle la mano e
gli inchini, si guardarono uno di fronte all’altro,
l’inchino anche tra i due
musicisti, volevano abbracciarsi e baciarsi, ma non era il momento.
Tsuki
ricevette le rose, tutti i concertisti, le ballerine, gli attori
invasero il
palco per ringraziare tutti con un ultimo inchino poi il sipario si
chiuse. Non
resistettero, Tsuki diede le rose ad Hana.
“Sono per te,
te le sei meritate più di me… per
tutto
quello che hai fatto Hana-chan…” disse lei
inchinandosi. Poi ritornò da Higashi
lanciandogli le braccia al collo e baciandolo con tutta la passione che
aveva
in corpo, lui ricambiò, non ce la faceva più ad
aspettare, quelle labbra, le
amava, amava tutto di lei e la stringeva, la prese in braccio
continuandola a
baciare.
Non erano gli unici, Shinichi
aveva seguito il suo amico con la sua Heris, tutti erano soddisfatti. I
due
dovettero staccarsi per forza, si guardarono negli occhi e si
abbracciarono per
scambiarsi un altro fugace bacio.
“Ti amo.. non sai
quanto…”
“Invece lo so… anche io
ti
amo…” disse lei scendendo dalle sue braccia per
stringergli la mano.
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Eccomi giunta qui per l'ultimo
capitolo, ringrazio principalmente coloro che hanno avuto la pazienza
di seguire la mia fan fiction e di aver recensito ed aggiunto nei
preferiti, ringrazio immensamente queste persone, e anche un grazie
grandissimo a tutti coloro che hanno letto.
Le canzoni che ci sono nel corso dei capitoli sono di Mika Nakashima e
dei Malice Mizer, più citazioni sui Moi dix Mois.
Grazie ancora !
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