Attimi.

di Destiny_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Era una cosa del tutto futile. ***
Capitolo 2: *** 2- いつも. Itsumo, sempre. ***
Capitolo 3: *** 3- Rosso. ***



Capitolo 1
*** 1- Era una cosa del tutto futile. ***


Attimi.


 

Probabilmente era una cosa del tutto futile, una cosa stupida in molti avrebbero risposto se l'avesse chiesto.
Una cosa che si fa e basta, una cosa semplice.
Non era difficile, o complicata o qualcosa di arrischiato; però era una cosa che, a lui, chiedeva comunque del coraggio.
Era una cosa che si fa tutti i giorni, come alzarsi, o mangiare o andare a dormire.
Però quella cosa lo spaventava.


Era una cosa semplice. Fattibile, insomma.
Era un formicolio nello stomaco, erano le mani sudatticcie e le guance imporporite.


Erano i suoi capelli, chiari e fini come piccoli fili dorati.
Erano i suoi occhi, di quel profondo nocciola.
Era il suo sorriso.


Era solo quello.


-Hey.-
Gli sembò di averlo solo sussurrato, un piccolo, flebile suono.


-Hey.-
Però rispose, ed eccolo, eccolo!, quel così bel sorriso.


Era una cosa futile, una cosa stupida e così semplice.
Era un sorriso accennato, un breve, brevissimo ma intenso scambio di sillabe.
Però lo rese felice.


Era solo suo, quell'attimo.
Solo loro.

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Capitolo 2
*** 2- いつも. Itsumo, sempre. ***


Attimi.


 

Seduta come sempre sul portico in legno, le gambe piegate sotto alle cosce e la schiena dritta, avvolta nel suo kimono di seta – un rosso sangue tinto da piccole macchie di fiori neri e bianchi – stringeva nella mano destra un pennello tinto di nera china, l'altra mano pacatamente poggiata in grembo.
Scriveva, sulla fine carta di riso, strisce d'inchiostro scuro che macchiavano la superficie bianca.
In lontananza sentiva gli strilli dei bambini, il cinguettare degli uccelli.
Qualcuno stava suonando un flauto di bambù.
C'era un odore aspro e pungente di legno bruciato nell'aria.
L'inchiostro nero ancora tracciava le sue strisce scure, che – lentamente – formavano parole.


静か
-Shizuka. Quiete.-


L'altra figura lesse ad alta voce i caratteri.
Come la ragazza, portava un lungo kimono rosso, l'immagine di un drago sulla schiena, le zampe di questo che si avvolgevano attorno alle maniche larghe.


痛み
-Itami. Dolore.-


Le si sedette accanto, due figure rosse dai lunghi capelli neri.
Posò la testa sulla sua spalla.



-....Ai.-
-Amore.- l'interruppe.


Si guardarono negli occhi, un istante che per loro durò minuti, ore, giorni.
-Sempre?- chiese, posò il pennello.


いつも
-Itsumo. Sempre.- rispose l'altra.


Un petalo di ciliegio volteggiò nell'aria, adagiandosi sulla superficie dello stagno nel piccolo giardino che dava sul portico in legno.
Delicatamente, le loro labbra si separarono – dolcemente, come si erano unite.


Bagliori rossi si riflettevano nello stagno, nel piccolo giardino che dava sul portico in legno.
L'odore del fumo coprì quello dei ciliegi in fiore, e lo scoppiettare del fuoco sovrastò gli strilli dei bambini, il cinguettio degli uccelli, e il suono del flauto di bambù.


いつも
Itsumo.
 


E come tutto iniziò, tutto sparì.

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Capitolo 3
*** 3- Rosso. ***


Attimi.


 

Non era quello che voleva.
Non lo era proprio.
Non era quello che si aspettava. Quel buio. Quella sensazione di gelo.
Non era quello che stava cercando.


Gocce rosse.


Faceva male?
Non lo sapeva. Cos'era il dolore?
Nulla, se non quel breve momento di panico.
Non lasciava niente dietro di se, quel dolore.
Non era quello che voleva.


Piastrelle striate di liquido cremisi.


E poi, cos'era la vita?
Cos'era, se non un misero inutle attimo, un battito di ciglia.
Era insignificante.
Cosa sarebbe cambiato nel mondo, in quel breve attimo?
Nulla.
E non era quello che voleva.


C'era una risata, un volto attorniato da fini capelli.


Cos'era l'amore?
Non sapeva se l'aveva mai provato.
Non sapeva nemmeno se esisteva!
Qualcuno gli aveva mai dato amore, nella sua breve e inutile vita?
Non lo sapeva. Non sapeva cosa fosse l'amore.
Voleva trovarlo.
Ma allo stesso tempo non lo desiderava.
E no! Non era quello che voleva.


Ecco! Erano rossi. Erano rossi i suoi capelli, rosse le sue labbra, rosso.


Gli piaceva il colore rosso.
Sembrava così caldo. Così vivo ed eterno.
Gli piaceva.
Ma non gli piaceva che una volta secco diventasse scuro.
Lui voleva quel colore così vivo e vero e tangibile!
Ne voleva di più.
Sempre di più.
Ancora!
Ecco.
Era quello.
Quello era quello che voleva.


Rosso.
Rosso come il sangue.
Rosse come il liquido che si era sparso sul pavimento.
Rosso come i suoi capelli e il suo sorriso.
Rosso, come il suo cuore.

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