Grimm | Jager der ... Happy Ending!

di Nene_92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come, dopo la cena, continuò la vita di... ***
Capitolo 2: *** Daniel ed Eleonore ***
Capitolo 3: *** Page, Micah e Brian ***
Capitolo 4: *** Caos e Virginia ***
Capitolo 5: *** Lex e Chris ***
Capitolo 6: *** Michelangelo e Raphael ***
Capitolo 7: *** Fabian e Anastasia ***
Capitolo 8: *** Federica e Milly ***



Capitolo 1
*** Come, dopo la cena, continuò la vita di... ***


1 - Come, dopo la cena, continuò la vita di...
Ehilà!

Partirò da questo capitolo come pilot e analizzerò man mano il futuro delle coppie / personaggi di questa storia.

Il capitolo è COMPLETO!

Buona lettura! ;)


- Per ogni fine c'è un nuovo inizio. Ovvero come, dopo la cena, continuò la vita di... -
 


Fine luglio, mattina prima della cena, Villa Black - Grimm


 

 

Un bussare insistente fece spalancare gli occhi contemporaneamente ai due ragazzi.
Borbottando qualche improbabile maledizione in tedesco, Eleonore si infilò velocemente la vestaglia e si diresse verso la porta, aprendone solo uno spiraglio. Per vedere suo fratello rivolgerle un sorriso di circostanza prima di augurarle il buongiorno.
"Hans... che vuoi?" Domandò scocciata stropicciandosi gli occhi. "Ho sonno."
"Se tu stanotte avessi dormito anzichè fare altro a quest'ora saresti fresca come una rosa." Commentò lui in tono cupo.
La Corvonero lo fissò stralunata per qualche secondo, prima di replicare seccata "Mi hai svegliato solo per questo?"
Hansel a quelle parole la fissò torvo. "Visto? Neanche lo neghi!" Disse puntandole il dito contro.
"Questa conversazione non ha senso."
"E stanotte avete fatto troppo rumore!"
"Eh? ... Ma... com'è possibile? Ho
insonorizzato la stanza!" Esclamò lei a quel punto diventando gradualmente di un rosso sempre più intenso.
L'ex Serpeverde, davanti alla faccia color pomodoro della sorella, scoppiò a ridere. "Oh vedessi la tua faccia Elly! Stavo scherzando! COSA VUOI PER COLAZIONE DANIEL?" Urlò alla fine non dandole il tempo di replicare, mentre il ragazzo chiamato in causa si limitava a soffocare le risate sprofondando la testa nel cuscino, facendo finta di non aver sentito.

Se stava per avvenire un omicidio, almeno avrebbe potuto dire di non saperne nulla perchè accaduto mentre dormiva.
 

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Stessa giornata, sera, ristorante babbano

"Credo che prima della fine dell'anno scolastico riuscirò a riottenere ogni cosa che mi spetta di diritto... appena succederà - dopo i MAGO - vi porto tutti a cena fuori per festeggiare!"
Micah Price (Cap. 23 - Daniel)

 

 

Cercando di non attirare l'attenzione, Chris si avvicinò al punto dove Brian stava suonando e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.

Al cenno di assenso del ragazzo, tornò verso la folla con un gran sorriso e in particolare verso Lex, impegnata in una conversazione con Eleonore.

"Che ne dici, balliamo?" Le chiese porgendole la mano e invitandola.

Ovviamente la Serpeverde non se lo fece chiedere due volte e lo seguì immediatamente sulla pista improvvisata. 

Di certo non si aspettava quello che sarebbe successo lì a breve.

Chris, senza che lei se ne accorgesse, la guidò pian piano sempre più vicino al Corvonero. Al segnale concordato tra i due, Brian si avvicinò alla coppia, lasciando al licantropo il microfono.

E mentre il silenzio calava di colpo nella stanza, Christopher McTavish si inginocchiò di fronte a Caitriona, che nel frattempo si portava le mani davanti alla bocca, colpita, sorpresa ma, soprattutto, emozionata.

"Vuoi sposarmi?"


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"E chi l'avrebbe mai detto che sarebbero stati loro i primi a convolare a nozze?" Commentò divertita Anastasia con Page, mentre entrambe gettavano occhiate curiose alla nuova coppia ufficiale. 

"Beh stavano insieme da un bel pezzo, non dico che me lo aspettassi stasera, ma di sicuro non in una data remota." Fu la risposta allegra di Page. Sembrava quasi che quella sera, con la sua gioia e luce, stesse facendo da contraltare all'anno pessimo che avevano appena trascorso.

"Io lo sapevo." Intervenne una voce alle loro spalle. Micah era appena arrivato. Davanti al sopracciglio innarcato della fidanzata, si affrettò a spiegare. "Diciamo che Chris mi aveva avvertito. Voleva essere sicuro di poterlo fare senza rovinare la serata, nel caso avessi voluto programmare altro. Ma mi ha anche chiesto di non fare pubblicità perchè ci teneva che fosse una sorpresa."

"In tal caso sei perdonato." Gli rispose Page divertita. "Però ora sono curiosa Ani... chi pensavi sarebbero stati i primi?" 

"Io avrei puntato tutto su Eleonore e Daniel. Soprattutto dopo la questione della fluschschlafes" Spiegò Anastasia. "Meno male che non ho scommesso allora!"

"A proposito di loro due... Micah.. tu non dovevi fare quella cosa?" Gli ricordò la fidanzata.

Micah si battè la mano sulla fronte, esclamando "E' vero! Meno male che esisti!" e attirando così la curiosità di Anastasia.

"Quella cosa cosa?" Domandò infatti, mentre Micah si dirigeva verso Eleonore e Daniel e lei veniva raggiunta da Fabian, che senza dire nulla la prese delicatamente per la vita e le appoggiò il mento sulla spalla.

"Vuole offrire loro Villa Black." Spiegò Page. "Gliel'hanno regalata per Natale, ma aveva già detto che a lui bastava la dependance - che tra l'altro mi chiedo ancora come facciano a chiamarla dependance: è enorme! - Quindi vuole accordarsi con loro per chiudere la questione. In fondo sono tutti e tre eredi legittimi."

Fabian, nonostante fosse arrivato a metà conversazione, emise un sonoro fischio.

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Virginia seguì Caos, che la stava trascinando per mano in un punto appartato della stanza.

Quando arrivarono, il ragazzo si schiarì la voce ripetutamente. "Ehm... dovrei chiederti anche io una cosa."

La tassorosso lo fissò perplessa per qualche secondo, mentre si chiedeva cosa lui volesse mai cheiderle. Trattandosi di Caos la richiesta poteva riguardare qualsiasi cosa. 

"Ecco..." Iniziò lui tentennando. "Stavo pensando che adesso, visto che ho ricevuto i risultati dei MAGO e tu hai ancora a disposizione più di un mese prima del settimo anno, potremmo andare insieme in Italia in vacanza per almeno una settimana... o anche da qualche altra parte... insomma fare qualche giorno insieme in un posto dove..."

"Dove ci siano mare, sole e caldo?" Completò lei sorridendo e allacciandogli le braccia al collo. 

Caos annuì, sollevato che lei avesse capito così in fretta. "Dopo un anno del genere ce lo meritiamo no?"

"Ad una condizione" Propose lei allargando il sorriso "Dopo la settimana in Italia vieni a passare una settimana da me in Francia. Così vediamo entrambi i posti dove l'altro è cresciuto."

"Affare fatto! Dammi il cinque!" Esclamò lui mostrandole il palmo della mano destra spalancato.

"Ehm... cosa dovrei darti scusa?" Domandò Virginia perplessa.

"Ma come non lo sai?" Chiese Caos divertito "Si chiama 'batticinque': devi far scontrare la tua mano con la mia... Così!" Concluse prendendo quella della ragazza e mostrandole come andava fatto il gesto.

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Raphael, appoggiato con la schiena al muro dell'edificio, appoggiò la sigaretta sulle labbra e ne inalò una boccata. 

Per un breve attimo chiuse gli occhi, concentrato solo e unicamente su quel singolo gesto. Ma poi, i suoi sensi sviluppati da lupo, gli segnalarono la presenza di qualcun altro nel cortile del ristornate.

Il Serpeverde aprì così brevemente gli occhi per incrociarli con quelli di una ragazza che non aveva mai visto che lo stava osservando.

"Non è che ne hai una anche per me?" Domandò lei a quel punto, dopo aver notato lo sguardo interrogativo del ragazzo.

Raphael le porse annuendo il pacchetto. "Serviti pure." 

La ragazza estrasse una sigaretta dalla scatola che il Serpeverde le stava porgendo poi, con fare esperto, la accese con un accendino recuperato dalla borsa e iniziò a fumare. "Grazie. Mi serviva proprio. I miei non me le fanno tenere."

"Figurati, per così poco! Ma penso che i tuoi facciano bene." Rispose lui con un sorrisetto ironico.

"Considerato che fumano tutti e due..." Rispose lei con una smorfia "Mi chiamo Juliette comunque." Si presentò.

"Raphael. Piacere." 

 

Qualche minuto dopo i due stavano chiaccherando quando vennero interrotti da due fattori: prima arrivò Michelangelo, che stava cercando il gemello da un po'. E subito dopo i genitori della ragazza, che stavano facendo la medesima cosa. 

Raphael ebbe i riflessi pronti per strappare la sigaretta di mano a Juliette e cacciarla in mano al fratello.

"Ci si vede Raphael."

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"Tu non balli?" 

Alla domanda, Milly girò la testa verso Federica. "L'ho fatto fino ad ora e adesso mi fanno male i piedi." Spiegò dolorante. "Stavo cercando di riprendermi un attimo."

"Per forza, con quelle scarpe!" La prese in giro la Serpeverde bonariamente.

"Ehy! Queste scarpe sono stupende!" Rispose a tono la Grifondoro.

"Saranno anche stupende, ma di sicuro non comode." Le rispose l'altra accompagnando il tutto con una linguaccia. "E infatti si vede." 

Per un attimo rimasero entrambe in silenzio, poi scoppiarono a ridere.

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Daniel iniziò a guardarsi intorno leggermente in ansia.
Eleonore si era allontanata per andare in bagno, ma ciò era avvenuto almeno mezz'ora prima. Possibile che ci fosse una fila così lunga?
Chiudendo gli occhi per qualche secondo, il Tassorosso si focalizzò sul legame che avevano instaurato a seguito di quella maledetta pozione. E si sorprese nel sentire la ragazza rispondergli dal cortile del ristorante.
Alla prima distrazione del suo interlocutore, ne approfittò per raggiungerla.

"Ehy!"
La Corvonero si girò appena verso di lui. Aveva le gambe allungate sul bordo della fontana e con una mano percorreva lentamente avanti e indietro la superficie dell'acqua.
"Tutto bene?" Domandò a quel punto Daniel, continuando ad avvicinarsi finchè non si sedette al suo fianco.
"Più o meno." Rispose lei indietreggiando con la schiena fino ad aderire al petto del ragazzo, che ne approfittò per circondarle la vita col braccio, attirandola ancora di più a sè.
"Cos'è che ti fa propendere per il 'meno'?" Chiese a quel punto il Tassorosso sospirando, mentre una serie di immagini confuse iniziavano ad invadergli la mente.
Tra i vari flash riuscì a distinguere l'immagine di Chris, il volto di Lex e quello di Micah, oltre a varie occasioni in cui Eleonore si era occupata dei piccoli Talisia e Brian.
Ma decise di rimanere in silenzio. Sarebbe stata la Corvonero a parlare quando avrebbe voluto farlo.
Se c'era una cosa che aveva imparato quell'anno, era di non forzare la mano quando aveva a che fare con lei. Ne aveva già abbastanza pagato le conseguenze a causa di cose non dette o dette a metà.

"E' solo che..." Cominciò infatti la ragazza in un sussurro prima di zittirsi nuovamente. La mente di Daniel venne nuovamente riempita delle immagini dei due neonati. "Non so se potrò mai dartele certe cose... Non sono una fan del matrimonio e non so se riuscirò a renderti padre in futuro a causa della fluschschlafes 
... e LO SO che questo non è il momento giusto per dirtelo ma..." Spiegò con un tono di voce bassissimo. "... mi è venuto in mente con quello che è successo prima... e so che dovrei essere felice per loro ma... volevo solo avere cinque minuti per..." La sua voce si spense, ma il ragazzo capì comunque.
"Amore... abbiamo diciott'anni...
" Commentò infatti "E abbiamo tutto il tempo del mondo per pensarci. Non mi interessa in che modo, mi basta sapere che resteremo insieme: è l'unica cosa alla quale non potrei mai rinunciare." Per rimarcare il concetto, aumentò la stretta. "E poi chi te l'ha detto che voglio per forza sposarmi?" Aggiunse con tono scherzoso per alleggerire l'atmosfera. "La convivenza è molto meglio." Continuò facendola girare verso di lui "Hai i benefici senza gli obblighi." Concluse prima di iniziare a baciarla.
La ragazza lo lasciò fare per qualche secondo prima di replicare ironica, mentre gli allacciava le braccia al collo e si arrampicava su di lui "Benefici? Se stai cercando una che ti stiri le camicie hai sbagliato persona!"
Daniel non potè fare a meno di sorridere, prima di commentare ad un centimetro dalle sue labbra "Stirare le camicie, lavare i pantaloni, rifare i letti... ti ci vedo proprio come casalinga! Da cacciatrice dell'oscurità a cacciatrice delle macchie su..." Ma non riuscì a completare la frase, soffocata da un bacio della Corvonero, al quale ne seguirono subito dopo altri sempre più intensi.
"Allora? ... Andiamo a prendere possesso della Villa?"
"Perchè no? ... Così almeno evitiamo situazioni imbarazzanti come stamattina... Avvisiamo Micah?"
"Siamo spariti entrambi ed è un Corvonero... dovrebbe arrivarci. Tanto la cena è già pagata!"


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Capitolo 2
*** Daniel ed Eleonore ***


2

- Daniel ed Eleonore -




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4 anni dopo - ex Villa Black (ora Villa Grimm - Freeman)



Eleonore osservò intensamente se stessa nello specchio. Una ragazza di ventidue anni, con i capelli sciolti che le ricadevano in boccoli ordinati fino alla vita, gli occhi verdi brillanti di gioia e il corpo completamente fasciato da un sontuosissimo abito da cerimonia, le restituì lo sguardo.
"Io non so se ti farò uscire con quell'abito, amore. E' troppo sexy." Commentò una voce poco distante da lei.
"Mi agganci la collana che voglio vedere come sta?" Fu la sua unica risposta.
Daniel fece la sua comparsa nel riflesso, iniziando ad eseguire quanto richiesto, mentre l'ex Caposcuola si radunava i capelli di lato per facilitarlo. "In ogni caso io non mi preoccuperei dell'abito, tesoro. Non credo che mi metterò questo, al matrimonio di Caos e Virginia." Aggiunse.

I due ex tassorosso, dopo anni di fidanzamento, avevano deciso finalmente di convolare a nozze. A differenza di loro due, che convivevano dalla fine della Scuola ma che non avevano ancora fatto il grande passo.
Non che non ne avessero parlato. Ma poi, per un motivo o per un altro, finivano sempre per rimandare.
In fondo c'era davvero bisogno di una cerimonia per ufficializzare ciò che già sapevano di provare l'uno per l'altro?
 
"Guarda che scherzavo!" Iniziò a giustificarsi lui "Cioè... non nella parte in cui dico che sei sexy, perchè lo sei." Continuò attirandola ancora di più verso il suo corpo e depositandole una scia di baci sul collo "Ma su..."
"Ti sei appena accorto di aver fatto una gaffe e stai cercando di sedurmi per rimediare, Freeman?" Commentò divertita l'ex Corvonero interrompendolo.
"Se così fosse, funzionerebbe?" Domandò il ragazzo facendola girare per poi continuare indisturbato la sua opera.
"Uhm... non lo so. Dipende..."
"Da cosa?" Chiese Daniel iniziando a farsi leggermente guardingo, ma continuando comunque a baciarla. Non sapeva il perchè ma qualche campanello d'allarme iniziò a risuonargli nella testa.
"Parliamo ancora del vestito. Secondo te come mi sta?" Riprese il discorso lei.

L'ex Tassorosso si bloccò per un attimo. Dal momento che si era già espresso in merito, quella domanda gli suonava come un trabocchetto. Perciò optò per una risposta che - almeno in teoria - poteva andare bene sempre... e magari salvarlo da un qualsiasi eventuale guaio.
Cercava sempre di ricordare che abitava non con una ragazza qualunque, ma con una Grimm. Non di certo una da far arrabbiare a cuor leggero.
"Divinamente?
" Chiese incerto, per poi aggiungere velocemente "Ma tu staresti benissimo anche con un sacco della spazzatura addosso. Perchè sei bellissima tu!"

La faccia di Eleonore, a quella risposta, rimase impassibile.
E Dan iniziò a sudare freddo.
Che cos'è che voleva sapere da lui esattamente? Era un uomo, una categoria avente solo due neuroni - come aveva sentito dire da un famoso comico babbano - non se ne intendeva minimamente di vestiti da donna!

"Secondo me mi sta stretto." Commentò alla fine lei, criptica.

Eh?

Sollevando un sopracciglio, spiazzato dalla piega che aveva preso la conversazione, il ragazzo riuscì a formulare solo un neutro "Io trovo che ti fasci perfettamente il corpo." Di sicuro non poteva confermare la teoria della ragazza.
E comunque non gli sembrava che la sua fidanzata fosse ingrassata, visto che quell'abito ce l'aveva da due anni.

"Soprattutto in vita."
Aggiunse l'ex Corvonero, che ormai era palesemente divertita dalla situazione. "Non trovi anche tu, amore?" Continuò con finto tono zuccheroso... e che in realtà prometteva morte a chiunque avrebbe osato affermare il contrario.
Daniel, ormai completamente immobile, continuò a restare in silenzio mentre osservava il sorriso della ragazza allargarsi man mano.
Ad Eleonore sembrò quasi di sentirli, gli ingranaggi del cervello del fidanzato muoversi - molto lentamente - per dare un pieno significato al discorso. Quando intuì che era ad un passo dal capire ogni cosa, ruppe gli indugi, prendendogli la mano destra tra le sue e portandola dolcemente verso il ventre.

A quel punto il viso di Daniel si illuminò completamente, aprendosi in un enorme sorriso. "Davvero?" Chiese incredulo. "Avevi detto che con la maledizione del sonno..."
"Sarebbe stata un'ipotesi molto difficile da realizzare, sì." Completò lei. "Ma a quanto pare... l'amore, il tuo amore, tu mi hai risvegliato la prima volta. E mi hai concesso questo dono la seconda."
Preso dall'entusiasmo, la sollevò delicatamente da terra facendola girare. E quando la mise giù, iniziò a baciarla con foga in ogni punto che riusciva a raggiungere, mentre la ragazza ridacchiava divertita.

"Da quanto lo sai?" Chiese alla fine, tornando serio.
"Otto settimane, più o meno." Ammise lei, leggermente in imbarazzo. "So che è tanto ma..."
"Avevi paura che potesse andare qualcosa storto a causa della maledizione vero?" Replicò lui, sbuffando leggermente.
"Avevo paura ad ammetterlo ad alta voce per non illudere me stessa, se qualcosa fosse andato storto." Spiegò la ragazza con un filo di voce. "Anche se, per noi Grimm, è difficile non notare una gravidanza. Una mattina ti guardi allo specchio... e la tua aurea non è più la stessa."
L'ex Tassorosso roteò gli occhi. "Ragione in più per dirmelo. Se fosse andata male avrei voluto starti accanto e aiutarti ad affrontare la cosa." Commentò "Nella buona e nella cattiva sorte no?" Chiese alla fine attirandola verso di sè e immergendo il volto tra i suoi capelli.
"Ma non siamo mica sposati!" Protestò lei divertita, mentre sentiva le mani del ragazzo iniziare a slacciarle l'abito.
"Dettagli inutili, tutta burocrazia." Fu la replica. "Cambia qualcosa un pezzo di carta?" Chiese lui armeggiando con un laccio che non voleva proprio saperne di sciogliersi. La sentì ridere e vide le sue mani raggiungere le proprie, districando il nodo nel modo corretto. "Sì, hai ragione: questo abito non va bene." Borbottò.
"Se è tutta burocrazia... perchè
ti porti dietro quell'anello da tre mesi?" Chiese divertita. "A quanto pare non sono l'unica a nascondere le cose." Concluse ironica, facendogli strabuzzare gli occhi.
"Maledizione Grimm! Mandi tutto il romanticismo a puttane in questo modo!" Sbottò lui.
"Mai quanto te! Tra qualche mese ci sarà un neonato per casa... che ne dici di iniziare a moderare il linguaggio?" Domandò lei sfilandogli la maglia.
"Ma mi hai rovinato la sorpresa!" Piagnucolò Daniel, riuscendo finalmente a toglierle l'abito.
"Veramente pensavo di avertela appena fatta!" Replicò Eleonore, mentre veniva spinta sul letto.
"Non è la stessa cosa!" Borbottò lui raggiungendola e ricominciando a baciarla.
La ragazza roteò gli occhi e, appena si staccarono, replicò divertita "E va bene! Visto che non ti decidi, te lo chiedo io: Daniel Freeman vuoi sposarmi?"

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Eleonore è al settimo mese di gravidanza e Daniel la vede spesso ridacchiare.
Soprattutto quando lui è nelle vicinanze.
All'inizio da la colpa agli ormoni impazziti presenti nel corpo della ragazza.
Ma quella domenica sono a pranzo da Hansel e Ariel. E stanno ridacchiando anche loro.
Guardano l'ex Corvonero, guardano Daniel e ridono.
"Si può sapere cosa mi nascondete?" Domanda così ad un certo punto lui semi esasperato.
Ma entrambi scuotono la testa, continuando a sorridere.
"Che cognome pensate di dargli?" Domanda ad un certo punto Hansel, con tono casuale.
E il Tassorosso capisce, sgranando gli occhi. "Sono come me?"
Un breve cenno di assenso e anche Daniel ride.
Voleva dar loro il suo, di cognome.
Ma deve ammettere che anche David ed Electra Grimm, metamorphomaghi suona benissimo.


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"Io te l'avevo detto che far entrare Daniel poco prima della cerimonia avrebbe portato male" Sbuffò Hansel reggendo la schiena della sorella e sentendo la sua mano stringersi sulla propria in preda a nuove fitte. "Ma perchè vi dovevate sposare proprio adesso?"
"Hansel... zitto." Si limitò a riprenderlo lei, aumentando la stretta. "E aiutami a togliere il vestito."


Stavano per uscire dalla stanza per raggiungere il luogo dove si sarebbe svolta la cerimonia nunziale, quando ad Eleonore si erano rotte le acque all'improvviso.
In un primo momento non aveva capito neanche lei cosa stesse succedendo e aveva chiesto ad Hansel un minuto per sedersi. Poi, prima di raggiungere la sedia, la consapevolezza era arrivata.


"Se la situazione non fosse tragica e non fossi tuo fratello ti farei una battutaccia per quello che hai appena detto." Rispose lui sarcastico. "Ma dove diamine è finito Daniel? Era qua fino a cinque minuti fa, porco Salazar! Basta! Io ti porto in ospedale!"
"Se non lo chiami come fa ad arrivare?" Domandò lei prima che un'altra fitta la attraversasse. "E non ho la minima intenzione di andare là senza di lui!" Protestò poi.
"Come faccio a chiamarlo se mi stai trattenendo qua a fo...?"
L'occhiataccia che gli rivolse la sorella gli fece morire le parole in gola "Ma ti sei ricretinito?... Sei un mago o cosa?... Usa un patronus!"
Neanche due minuti dopo, Daniel era entrato nella stanza con il fiatone.
"Stanno nascendo adesso?" Domandò sconvolto.
"Evidentemente avevano voglia di partecipare alla cerimonia." Fu il commento sarcastico della ragazza. "Partiamo bene."
"Oh bene sei qui!" Lo accolse invece frettolosamente Hansel "Possiamo andare in ospedale ora? Daniel... prego! Vieni pure a farti spaccare il braccio al mio posto!"


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Eleonore rientra a casa dopo un duro giorno di lavoro.
E' davvero entrata a far parte del Dipartimento Auror, alla fine. La sua unica condizione è stata farsi mettere in squadra con il fratello.
Una piccola consolazione per Daniel che, nonostante sappia molto bene cos'è in grado di fare la moglie, continua ad essere preoccupato quando non la vede rincasare la sera alla solita ora.
L'ex Corvonero è davvero stanca e l'unico desiderio sarebbe farsi una doccia e andare a dormire.
Ma non riesce proprio a farlo nel momento in cui vede il marito appoggiato al divano, con la testa fra le mani, e l'aria esasperata.
Intuendone già il motivo, la ragazza non può fare a meno di sorridere divertita. "Oh tesoro, cosa c'è?" Chiede avvicinandosi a lui fino a posizionarsi sulle gambe dell'uomo, che inevitabilmente la stringe a sè sospirando.
Dopo qualche secondo di silenzio e un bacio a fior di labbra, Daniel trova il coraggio di ammettere con tono abbattuto "Ricordami cosa avevo in testa quando ho deciso di prendere una settimana di vacanza per stare dietro ai nostri figli. Ricordamelo tu perchè, per quanto io faccia mente locale, proprio non mi viene in mente nulla! Sono due pesti! Mi stanco di meno ad andare a caccia di tesori per i Folletti! Oggi, ad esempio, hanno..."
Ma il discorso dell'uomo viene interrotto dalla risata cristallina della donna. E poi dal suo urlo spaccatimpani. "ELECTRA ELEONORE E DAVID DANIEL GRIMM-FREEMAN! VENITE SUBITO QUI!"
Attirati come una calamita dal richiamo della madre, due bambini di sette anni fanno il loro ingresso nella sala e si lanciano sulla coppia, sfoderando i loro migliori sorrisi angelici... e facendo crollare entrambi i genitori sul divano a causa del loro dolce peso. "Abbiamo fatto qualcosa che non va mamma?"
Ed è con Electra attaccata al collo ed Eleonore avvolta nel suo braccio destro - con la guancia di David tra i seni - che Daniel all'improvviso ricorda perchè l'ha fatto.
"No Ele, niente. Solo che ogni tanto è bello stare tutti insieme."


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I gemelli quel giorno compiono undici anni. Undici anni in cui hanno già dimostrato tutta la loro indole Grimm.
Daniel li guarda saltellare eccitati per tutta casa, in attesa che arrivi la lettera e pensa che, in fin dei conti, forse è un bene che non siano riusciti ad avere altri figli. Da soli assorbono energie per venti.
All'inizio, Eleonore se ne era crucciata: proprio lei, che aveva sempre desiderato una famiglia numerosa, si era dovuta fermare alla prima gravidanza. Ma poi, vedendo quanto quei due danno loro da fare, si era ricreduta.
Il gufo con lo stemma di Hogwarts finalmente arriva e l'ex Tassorosso osserva rassegnato i figli esibirsi in cortile in una serie di acrobazie per festeggiare. Poi si voltano e lo guardano. "Papà, dov'è mamma?"
In effetti, adesso che ci pensa, non la vede da un po'. "Probabilmente in bagno." Risponde prima di recarsi a controllare.
E ovviamente i due lo seguono come un'ombra.
Sua moglie è effettivamente in bagno. Sdraiata per terra e bianca come un cencio.
A Daniel viene quasi un infarto a vederla in quelle condizioni. "Perchè non mi hai chiamato?"
"Perchè non volevo rovinargli il compleanno." Risponde lei, indicando con un cenno della testa i figli "Scusatemi, ma non credo che oggi riuscirò ad accompagnarvi in quel negozio come promesso." Balbetta tremante, accettando la mano del marito per tirarsi su.
Si era sentita male solo dieci minuti prima, mentre sistemava dei documenti. E poi non era più riuscita ad uscire dal bagno.
Incredibilmente però, il volto di entrambi si apre in un sorriso entusiasta, mentre si chinano all'altezza della madre per abbracciarla.
"Non hai rovinato proprio nulla. E' il più bel regalo che potessi ricevere... posso sceglierlo io il nome?" Domandano in coro.
Qualche secondo di silenzio, occhi che si sgranano e poi Eleonore si precipita davanti allo specchio per controllare.
"Merlino, dammi la forza! Un'altra peste no!"


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"No, no, no e ancora no."
"Ma..."
"Ma niente Gretel. Lo sai anche tu che per te sarei disposta davvero a fare tante cose, ma questa non rientra nella lista."
"Ma non ti sto chiedendo di farlo al posto mio! Solo di darmi una mano!"
"Otto ore al giorno sarebbero dare una mano? A me sembra un lavoro a tempo pieno! E ne ho già uno, grazie." Risponde lei piccata. "Anzi due." Aggiunge ripensando ai gemelli.
"Nessuno ha mai parlato di otto ore al giorno!" Esclama Gretel indignata. "E poi tu sarai sia la madrina che la zia! A chi altro dovrei chiedere?"
"Uhm non lo so..." Risponde l'ex Corvonero con finta aria meditabonda. "A suo padre forse?"
"Lavora anche più di me!"
"Perchè, io sono forse disoccupata?"
"No, ma tu hai sempre fatto sembrare tutto facile quando si è trattato di bambini. Con me, con i nostri nipoti, con i gemelli... e adesso con Bianca! E' per quello che sei stata la prima alla quale ho pensato!"
"Beh ti ringrazio, ma farlo sembrare facile non significa che lo sia. Sarò ben felice di occuparmi di mio nipote, di portarlo al parco, di farlo giocare con i cuginetti, di fargli mangiare più schifezze di quante tu vorresti e di viziarlo in generale. Ma l'educazione spetta a te e a Gabriel, non a me e Daniel. Quindi, se non siete sicuri di riuscire a starci dietro per tutto il giorno, iniziate a dare un'occhiata alle baby sitter disponibili! Perchè io lo terrò solo quando potrò. Mi sono appena liberata dei gemelli per nove mesi l'anno - meno male che Hogwarts esiste! - e Bianca per fortuna è un angioletto. Non mi rimetterò sotto con pannolini e pappine a tempo pieno solo per fare un favore a mia sorella."
Detto ciò, prende dal seggiolone la sua ultimogenita - di neanche un anno - che aveva osservato la discussione tra madre e zia con gli occhioni sgranati senza emettere un suono.
Poi la mette tra le braccia di Gretel. "Ecco. Fai pratica."



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Eleonore, con la piccola Bianca appena addormentata in braccio, sta sorseggiando tranquillamente del the, quando la sua pace viene interrotta.
Da delle urla e da uno stivale volante.
Roteando gli occhi e con una vaga sensazione di deja vu, si arrende all'idea di dover abbandonare la pace appena trovata e, soprattutto, al fatto di dover passare la successiva mezz'ora a calmare le due pesti.
Non fa in tempo a contare mentalmente fino a tre che i sue due figli entrano nella stanza, rossi come pomodori maturi e urlanti.
Bianca si sveglia di soprassalto e i suoi occhioni grigi - ereditati dal padre - fissano la scena confusi.

"TU NON CI VAI! QUELLO IO LO CONOSCO BENE E TI ASSICURO CHE..."
"ANDREW NON TI ANDAVA BENE! MARK NON TI ANDAVA BENE! ADESSO NON TI VA BENE NEANCHE IL TUO MIGLIORE AMICO JUSTIN? SE FOSSE PER TE NON USCIREI MAI CON NESSUNO!"
"E HO AVUTO RAGIONE IN ENTRAMBI I CASI! QUESTO NON TI DICE NIENTE? ESISTONO TANTI PASSATEMPI CHE ESCLUDONO LA PRESENZA DI UN RAGAZZO!"
"I MOTIVI PER CUI HO ROTTO CON ENTRAMBI NON TI RIGUARDA! HO DICIASSETTE ANNI, NON TI DEVO CHIEDERE IL PERMESSO!"
"TU NON HAI DICIASSETTE ANNI E NON SEI MAGGIORENNE! IO SONO PIU' GRANDE!"
"SOLO PERCHE' SEI NATO DUE MINUTI PRIMA?"
"OVVIO CHE SI'!"
"Ehm ehm."

Nonostante il colpo di tosse alquanto basso, entrambi sentono perfettamente la madre e si voltano di scatto nella sua direzione, zittendosi immediatamente.

"Primo: avete svegliato Bianca. Secondo: avete interrotto il mio momento di pace quotidiano. Terzo: devo ancora capire il principio per cui i ragazzi possono uscire con chi vogliono e le ragazze no."
Passano due minuti di silenzio prima che, con un filo di voce, David abbia la forza di replicare "Ma tu... non sei uscita con molti ragazzi. Hai trovato papà quasi subito."
"Vero, ma ti posso assicurare che tuo zio Hansel reagì esattamente come te." Risponde lei "Solo che io, anzichè uno stivale, gli tirai una scarpa." Aggiunge divertita spostando lo sguardo sulla figlia. "Quindi, visto che gli unici a cui dovete chiedere il permesso siamo io e vostro padre, direi che la discussione neanche si pone." Conclude stroncando così ogni possibile replica.
Peccato che la pace duri neanche due minuti. Poi entrambi si rimettono a litigare per qualcos'altro.
Per zittirsi di colpo, quando iniziano a tossire e sputacchiare nell'assoluto silenzio.
Eleonore sgrana gli occhi per un momento, prima di spostare lo sguardo su Bianca che sta fissando i fratelli con aria soddisfatta.
"Adesso puoi rilassarti mamy. Io dormo." Afferma con voce angelica prima di appoggiarle nuovamente la testa sul petto e riaddormentarsi in tempi record.
...
E pensare che quella è la sua prima magia!


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Piccole note di chiusura:
il nome completo dell'ultimogenita è Bianca Neve Crimilde Grimm-Freeman (ogni riferimento non è casuale :P ). Nell'ultima scena ha sei anni.
Per quanto riguarda invece i gemelli: innanzitutto volevo dar loro i nomi con le iniziali dei genitori. Inoltre Electra è un tributo alla famiglia Black, dalla quale discendono sia Eleonore che Daniel, mentre David si riferisce ad un altro mito, quello di Davide e Golia, che io considero una metafora del loro amore.
Infine abbiamo Bianca Neve... non credo di dover spiegare no? ;)
Chi sarà / saranno i prossimi?

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Capitolo 3
*** Page, Micah e Brian ***


3

- Page, Micah e Brian -





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Fine luglio 2021, Casa Price




"Allora? Com'è andata?"
Domandò Brian a bruciapelo, osservando di sottecchi Micah che continuava a fissare perfettamente immobile il foglio appena arrivato da Hogwarts.
Da quando aveva ricevuto la busta contenente i risultati dei MAGO, l'ex capitano dei Corvonero non aveva più detto una parola.
Cosa strana, visto che per tutta mattina sia il chitarrista che Page non avevano fatto altro che ascoltare le sue elucubrazioni sullo svolgimento degli esami.
"Diciamo che non sono andato male." Fu la risposta criptica.
La ragazza, con uno sbuffo, gli strappò il foglio di mano. "Fa vedere!" Rimase un attimo in silenzio prima di esclamare "Sette Eccezionale e tre Oltre ogni Previsione! Alla faccia del 'non male'!" Lo prese in giro mentre Brian iniziava a ridere.

"Cosa pensi di fare adesso?" Domandò dopo un po' Page. "Proverai ad entrare all'Accademia di Medimagia? Con questi voti saresti accettato di sicuro!"
Ma Micah fece un segno di diniego con la testa. "In realtà non lo so... credo di averne abbastanza della magia dopo quest'anno."
Davanti alle facce perplesse dei due Corvonero, si spiegò meglio "In realtà stavo pensando di iscrivermi alla Facoltà di Medicina babbana e poi prendere la specializzazione in pediatria infantile." Ammise alla fine "Però non ne sono sicuro..."
"Sarebbero un bel po' di anni di studio in più." Commentò Brian. "Ma se è quello che vuoi fare, allora fallo."
"E' che in realtà non lo so neanche io... per tutta la vita ho avuto sempre qualcun altro che ha deciso per me... e adesso che sono libero di scegliere... mi sento... strano." Cercò di spiegarsi Micah, mentre Page gli prendeva la mano per accarezzargliela.
"Lo sai che qualsiasi cosa scieglierai io ti appoggerò sempre... e anche questo rompiscatole qua di fianco!" Aggiunse allungando l'altra mano per sfregarla in maniera giocosa sui ricci di Brian.

"Il rompiscatole di fianco ha appena avuto l'idea del secolo!" Esclamò il diretto interessato all'improvviso "Perchè non ti prendi un anno sabbatico durante il quale decidi cosa fare? Visto che vorrei fare anche io un percorso di Medimagia, se alla fine vorrai restare nel mondo magico potremo svolgere il percorso insieme... se invece deciderai di fare il medico alla babbana... beh non ti libererai del rompiscatole comunque!"




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4 anni dopo



Page si sfregò ripetutamente le mani sulla giacca, in preda ad un forte tic nervoso.
Era terribilmente emozionata quel giorno. Da quei risultati, sarebbe dipeso tutto il suo futuro.
Sgomitando per riuscire ad aprirsi un varco nella folla che assediava il corridoio, avanzò fino ai tabelloni appesi al muro e iniziò a cercare febbrilmente il suo nome.
Se ci fosse stato, allora avrebbe significato che ce l'aveva fatta davvero.
Dopo qualche minuto di agonia - con la sua fortuna aveva beccato proprio il tabellone contenenti i cognomi delle ultime lettere dell'alfabeto - finalmentè trovò il gruppo A-C.
Ed eccolo lì, il suo nome completo.

Page Raegar Anderson.

Il volto dell'ex Corvonero si aprì in un sorriso di pura gioia.

Erano stati quattro anni di quasi solo studio, dedizione e impegno costante.
Ma ne era valsa assolutamente la pena: dopo il massimo dei voti ottenuti ai MAGO e tre anni di Accademia ce l'aveva fatta.

Era diventata un'Auror.

Saltellando per la gioia - e non facendo neanche più caso alle persone che si trovavano di fianco a lei - iniziò ad aprirsi nuovamente un varco tra la folla.
Quando raggiunse l'ingresso del Ministero potè finalmente smaterializzarsi al San Mungo.

E fu davanti all'angolo bar che lo trovò, intento a chiaccherare con Brian e Anastasia.
Non ebbero bisogno di parlarsi per capire.
Micah, con un sorriso a trentadue denti, allargò le braccia e lei, presa dall'entusiasmo, gli si lanciò addosso, sentendo a malapena le congratulazioni degli altri due guaritori. Era troppo impegnata a volteggiare per aria e a baciare il suo ragazzo.

Certo che se solo cinque anni prima le avessero detto che tutto ciò un giorno sarebbe successo, non ci avrebbe mai creduto. Non poteva essere più felice di così.

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"Page!"
Alla voce familiare che la chiamava, la ragazza arrestò i suoi passi.
Si trovava nell'ampio corridoio che conduceva ai vari uffici degli Auror, pronta a prendere servizio.
"Ciao Elly!" La salutò allegra "Non è che mi sai dire dove trovo la squadra 171? Mi hanno assegnato a loro ma mi sono persa..." Ammise in imbarazzo. "A quanto pare dovrò sostituire un componente della squadra che sta per prendere il congedo per maternità, ma non so più dove cercare!"
Una risata cristallina della ragazza la lasciò per un attimo perplessa.
"Ma certo! Ti accompagno volentieri." Commentò l'ex Caposcuola. "Tanto stavo andando proprio là."

Solo quando Page Anderson si ritrovò a fare il colloquio con Hansel Grimm, capì il perchè di quella risata.
Non era finita in una squadra qualunque. Avrebbe sostituito temporaneamente Eleonore.


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"Sei sicuro che possa piacerle?" Chiese Micah per l'ennesima volta.
Brian roteò gli occhi. "Sarà la centesima volta che me lo chiedi amico! Datti una calmata!"
"Sì ma voglio che tutto sia perfetto!"
"Anche questo lo so già."
"Brian, per favore! Sii un po' collaborativo!"
Il chitarrista sbuffò esasperato. "Ho rinunciato alla mia pausa pranzo per aiutarti... con che coraggio puoi dire che non sono collaborativo?"
"Scusa, hai ragione... è solo che..."
"Sei nervoso per stasera. Lo so.... Senti: prendi questo." Disse cacciandogli una scatoletta in mano. "Vai alla cassa, paga e non voltarti indietro. Niente repliche. Scommetto cinquanta galeoni che sarà un successo."
"Ma..."
"V.A.I-A.L.L.A-C.A.S.S.A" Gli ordinò Brian quasi spintonandolo.




Page si guardò attorno meravigliata.
Micah le aveva fatto trovare una scatola contenente un abito elegante blu scuro sul letto e un biglietto - rivelatosi essere poi una passaporta - in cui la informava che quella sera avrebbero cenato fuori.
Ma di sicuro non pensava che "fuori" significasse quel posto.
Erano effettivamente all'aperto, sotto un gazebo illuminato da migliaia di piccole lucciole fatate.
E il ragazzo era di fronte a lei, in ginocchio.
"Mi vuoi sposare?"
Non doveva neanche pensarla la risposta. "Sì."





La mattina
dopo il chitarrista  si era completamente scordato della scommessa, perciò rimase spiazzato quando Micah gli mise sotto al naso un sacchetto strapieno di monete.
"
E questi cosa sarebbero?" Domandò interrogativo.
"Avevi ragione. E' stato un successo."
Brian lo fissò stralunato per qualche secondo. Era ovvio che sarebbe stato un successo, indipendentemente dall'anello. Di sicuro il merito non era suo. Ma il volto si allargò in un ampio sorriso, felice per l'amico. "Facciamo così... tienti i soldi. Ma voglio che, quando sarà il momento, tu faccia altrettanto per me."
"Neanche da chiedere! A proposito... vuoi farmi da testimone?"
"No, non voglio."
Micah, di fronte alla serietà del ragazzo, spalancò gli occhi incredulo. Prima di vederne il sorrisetto ironico.
"Ahahah! Vedessi che faccia hai fatto! E' stato troppo divertente!... Ma certo! Saresti perso senza di me!"

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Micah stava leggendo la cartella di un paziente quando venne interrotto da un Brian esagitato.
"Buongiorno anche a te." Esclamò pacato, cercando di capire il perchè di tutta quella allegria.
Il chitarrista tentennò per un momento ma senza abbandonare mai il sorriso, prima di chiedergli "Ti ricordi la promessa che mi hai fatto tempo fa?"
Il purosangue alzò un sopracciglio scettico "Quale delle tante?"
"Ieri sera ho chiesto a Caroline di sposarmi!" Sputò fuori Brian tutto d'un fiato. "Volevo solo sapere se tu e Page siete ancora disponibili a farmi da testimoni!"


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"Non mi sento tanto bene."
"Micah per l'amor di Morgana! Sei un medimago, ripigliati!" Esclamò Brian ridendo, mentre dava dei piccoli schiaffi sul volto dell'amico.
"Non ce la faccio."
L'altro roteò gli occhi al cielo sbuffando.

Ma perchè proprio in quel momento doveva venirgli un attacco di panico?

"Oh andiamo! L'hai già fatto milioni di volte!" Provò nuovamente a convincerlo.
"Lo so... ma per gli altri, mai per me stesso!"
Brian stava per aggiungere qualcos'altro, ma venne interrotto da un urlo beduino femminile. "MICAH EMMANUEL PRICE SE NON VIENI SUBITO QUI APPENA HO FINITO DI PARTORIRE TI AMMAZZO! A COSTO DI FAR DIVENTARE SUBITO ORFANA NOSTRA FIGLIA!" Esclamò Page con il viso rosso per lo sforzo.
A quelle parole, Micah si nascose dietro a Brian, mentre sembrava diventare di colpo piccolo piccolo.
E il suo amico capì che c'era un unico modo per farlo reagire. "Ok Page. Lasciamolo qua. Vengo io con te in sala parto." Affermò impugnando i manici della carrozzina dove la ragazza era stata temporaneamente adagiata e iniziando a dirigersi verso la meta."Tanto dovrò essere comunque presente, tantovale farlo per bene."
Come da previsione, questo riscosse immediatamente Micah: sbattè un paio di volte le palpebre prima di mettersi ad urlare in mezzo al corridoio: "TU NON GUARDERAI MAI MIA MOGLIE LI' SOTTO!"
Nonostante la situazione, sia Page che Brian scoppiarono a ridere.

"Bene allora muovi il culo."
"E cerca di non svenire!"



Qualche ora dopo, Caroline Hunt - spingendo una carrozzina contenente il piccolo James Randy, nato da due mesi - attraversò velocemente i corridoi del San Mungo fino a raggiungere il reparto maternità.
Lì, seguendo le indicazioni di una curatrice, si recò nella camera dove era ricoverata la "Signora Price". E all'interno trovò i tre Corvonero.
Page, stesa sul letto, teneva tra le braccia un piccolo fagotto rosa che si era appena addormentato.
Micah le osservava in silenzio, incantato da quello che riteneva essere lo spettacolo più bello al quale avesse mai assistito.
Brian invece era rintanato in un angolo, mentre cercava di non essere di troppo in quel perfetto quadretto familiare. Fu il primo a notare la presenza della moglie. Silenziosamente, le si avvicinò e la attirò a se, depositandole un leggero bacio a fior di labbra, attirando così l'attenzione dei due neo genitori.
"Complimenti, è bellissima." Sussurrò Caroline, avvicinandosi piano alla bambina per non svegliarla.
"Ah bene, sei qui anche tu. Ti stavamo aspettando." La salutò Page con un enorme sorriso. "Allora... chi dei due vuole prendere per primo in braccio la piccola
Sarah Natalie Price, la vostra figlioccia?"



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"Sarah aspetta!" La ragazza, con un groppo in gola, si girò verso Jon, il suo fratellino. Poi spalancò le braccia per stringerlo in un ultimo abbraccio. Non l'avrebbe rivisto fino a Natale.
Più o meno la stessa cosa che stava facendo James con sua sorella Elena.
"Perchè non posso venire anche io?"

Davanti a quella domanda, Page roteò gli occhi. Era da quando era arrivata al lettera alla sorella maggiore che il suo ultimo genito chiedeva in continuazione la stessa cosa.
Brian invece si attivò per staccare
dal figlio la sua piccola principessa, che pur di non mollare la presa sul fratello si era attaccata come una ventosa ai suoi ricci.
Nonostante il dolore causato dalla forte presa, gli occhi azzurri di James brillarono per il divertimento. Sarebbero passati tre mesi prima di poterla rivedere di nuovo. "Ti scriverò ogni giorno, promesso. Ma adesso devo proprio andare." Provò a convincerla.

Ci volle del bello e del buono per staccare i due figli minori dai rispettivi fratelli, ma sia Sarah che James riuscirono a salire sul treno prima che partisse.

Page, arpionando la mano di Jon per evitare che scappasse, si avvicinò al marito che le avvolse le spalle con il braccio. Avevano entrambi gli occhi lucidi.
"Se la cavarenno."  Affermò l'uomo. "Come ce la siamo cavata noi."
"Io sono curioso di sapere dove verranno smistati." Commentò Brian, stringendo tra braccia la figlioletta, che non aveva smesso di piangere da quando il treno era scomparso all'orizzonte.
"Allora stasera tu e Caroline siete invitati a cena da noi. Così aspetteremo insieme la notizia. Come abbiamo fatto sempre."


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Note di chiusura:

Sarah, per chi non lo ricordasse, è il nome della sorella di Page, sacrificatasi per salvarla quando erano piccole. Natalie è il nome della mamma che Micah ha perso quando era piccolo.
Il nome completo del piccolo Jon è Jonathan Joseph Price: per quanto possa ricordare i nomi di due personaggi che avevo all'inizio della storia, questo è il nome del padre di Micah. Che poi i due coniugi abbiano voluto ricordare in questo modo anche i due compagni di scuola persi, sta a voi deciderlo ;)



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Capitolo 4
*** Caos e Virginia ***


5

- Caos e Virginia -


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3 anni dopo


Virginia gettò un'occhiata all'orologio a pendolo presente sulla mensola e imprecò mentalmente.
La pozione sulla quale stava lavorando l'aveva presa talmente tanto che non si era resa conto dello scorrere del tempo.

Caos sarebbe tornato dalla Romania entro l'ora successiva e lei doveva ancora sistemarsi!
Ci teneva a farsi trovare al Ministero - dove il ragazzo sarebbe atterrato con la passaporta - per dargli il bentornato.
Quindi doveva proprio sbrigarsi!

Non seppe mai come ci riuscì, ma neanche mezz'ora dopo si era materializzata nell'Atrium del Ministero, dove non fece fatica a trovare la numerosa famiglia del fidanzato intenta ad aspettarlo a sua volta.
Così come non potè evitare l'abbraccio di gruppo al quale la sottoposero non appena la videro.
Ormai aveva imparato ad accettarlo: se entra un Pagano nella tua vita, entrerà anche tutta la sua infinita famiglia.

"Ehy! Pensate di lasciarmi un pezzettino della mia fidanzata o me la consumate tutta voi?" Risuonò la voce di Caos da un punto indefinito dietro di loro.
Presi com'erano ad abbracciare Virginia, nessuno si era accorto del suo arrivo.
Come un sol uomo, tutti i membri della famiglia Pagano si girarono verso il ragazzo e ben presto fu lui ad essere travolto dall'abbraccio collettivo.
"Ok, ok, ho capito: la prossima volta sto zitto e sgattaiolo via in silenzio alle vostre spalle." Commentò lui divertito, mentre passava dall'abbraccio di suo fratello Dionisio a quello di sua zia Althea.
Enea invece, appena riuscì ad afferrarlo, gli prese entrambe le guance e iniziò a tirargliele emettendo suoni strani e senza senso. "Pucci pucci uh! Ga ga ga!".
Almeno finchè Ercole non gli tirò uno scappellotto sulla nuca.

Virginia, davanti a quello spettacolo, non potè far altro che ridere divertita.
Per lei che era stata cresciuta solo dai nonni era stato molto strano abituarsi alla presenza di quella numerosa e alquanto strana famiglia.
Eppure, mentre Caos riusciva finalmente a liberarsi di tutti loro e finalmente a raggiungerla per stringerla e abbracciarla, si ritrovò a pensare che non avrebbe desiderato assolutamente nulla di diverso.

Neanche se questo avrebbe significato evitare i sonori fischi che Enea aveva emesso appena Caos l'aveva attirata a sè per baciarla.

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"Ti va una caccia al tesoro?"
Virginia, intenta a leggere un libro, alzò lo sguardo per fissare perplessa Caos, sul quale era semi sdraiata. "Come scusa?"

Ok, era abituata alle stranezze del fidanzato. Ma le cacce al tesoro le faceva quando era una bambina di cinque anni, non si metteva di sicuro a farle in quel momento che ne aveva ventuno!


"Ti ho chiesto se ti va di fare una caccia al tesoro." Ripetè lui con il tono più tranquillo del mondo. Più o meno come se le stesse chiedendo se voleva un caffè.
"Ehm... ok." Si arrese alla fine davanti allo sguardo da cucciolo abbandonato che Caos aveva assunto. Mise un segno al libro che stava leggendo e lo ripose sulla mensola. "Hai una mappa già pronta?"
Il ragazzo, di fronte alla disponibilità della ragazza, tramutò l'espressione da "cucciolo ferito" a "sorriso a 32 denti". Poi le allungò un foglio piegato in quattro e, prima che lei potesse emettere un suono, si smaterializzò.

Virginia roteò gli occhi al cielo ma aprì comunque il biglietto. Dentro, nella tipica calligrafia di Caos, c'era scritta una frase.

Vai nel recinto e prendi Joel.

Joel era lo snaso preferito di Caos.
Il ragazzo aveva veramente realizzato un allevamento, come aveva sognato di fare tante volte ai tempi di Hogwarts. Ma non si era fermato lì. Per fortuna che i Pagano avevano un cortile molto grande, o tutti gli animali che il ragazzo portava puntualmente a casa non ci sarebbero mai stati.

Dopo aver indossato un leggero mantello, Virginia uscì in cortile e si diresse verso il recinto.
Joel evidentemente sapeva perfettamente dove doveva andare, perchè appena lo mise a terra si diresse zampettando verso un punto ben preciso del cortile. Lasciando così alla ragazza solo la possibilità di seguirlo incuriosita.

Fu così che l'ex Tassorosso venne condotta in un punto riparato del cortile dove l'attendevano una coperta e un cestino da picnic. Ma non c'era alcuna traccia di Caos.
Joel tuffò il muso dentro al cesto, invitandola così a fare altrettanto.
All'interno era presente una scatolina blu con un nastro dorato, che Virginia prese in mano incredula.

"Il percorso in realtà era molto più articolato e lungo, ma Joel ti ha portato subito qui." Risuonò la voce di Caos alle sue spalle.
Virginia si girò, trovandoselo così alle spalle. Inginocchiato.
"Ma la sostanza non cambia: vuoi sposarmi?"

Beh, di sicuro con uno snaso come alleato la caccia al tesoro poteva solo essere fruttuosa.

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"Caos no!"
"Ma..."
"No!"
"Ma io..."
"Ho detto no!"
"Zia..."
"Se dico no è no." Ripetè per l'ennesima volta Althea Pagano guardando di traverso il nipote e piazzandosi davanti alla porta. "Tu non andrai nella stanza di Virginia solo per controllare che non sia scappata il giorno delle vostre nozze. Almeno oggi che ti sposi, comportati da persona normale."
"Ma la conosco, starà andando nel panico!" Provò a convincerla lui.
"A me sembra che ci stia andando tu, nel panico." Constatò la donna sbuffando. "E di là con lei c'è Daniel, quindi sono sicura che se avrà una crisi di panico sarà in ottime mani."
Ma anzichè rassicurarsi, il ragazzo sembrò agitarsi ancora di più. "Appunto! Daniel non l'accompagnerà mai all'altare! La aiuterà a scappare!"

Per Virginia il matrimonio ideale sarebbe stato essere accompagnata all'altare da suo nonno. Ma il signor Petronovik era ormai talmente anziano da far fatica a restare in piedi per più di qualche minuto.
Così, dopo un breve litigio tra i fratelli Pagano per accaparrarsi tale privilegio, la ragazza aveva decretato che, per non scontentare nessuno dei tre, si sarebbe fatta accompagnare dal fratello che aveva sempre avuto per scelta: Daniel.

"Se non è scappata fino ad ora - e ne avrebbe avuto tutte le ragioni - dubito che lo farà oggi." Commentò Althea, non sapendo neanche lei se ridere o piangere per le assurdità del nipote. "Merlino dammi la forza!"

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"Aaaaaaah!"
"Aaaaaah!"
"Aaaah! AIUTO!" 
"..."
"Aaaaah!
AIUTO!"
"Caos..."
"Aaaaah! VIRGINIAAAA! SCAPPAAAAA!"

"Caos!" Ripetè Virginia, guardando suo marito con un sopracciglio innarcato.
"Aaaaah! Aaaaaahhhh!"
"CAOS PAGANO TI VUOI DARE UNA CALMATA?"
"Aaa.. eh?" Si bloccò lui a metà urlo, sgranando gli occhi e fissando stralunato la moglie. "Gin... sei tu?" Domandò alla fine con un filo di voce.
"No, sono il mostro di Loch Ness." Commentò ironicamente lei. "Si può sapere che diavolo ti è preso?" Chiese alla fine, notando con un sospiro di sollievo che Caos sembrava essersi calmato.

L'aveva appena incrociato nel corridoio. E lui si era messo ad urlare come un pazzo. In un primo momento aveva urlato anche lei per la sorpresa.
Poi si era resa conto dell'assurdità della situazione.

"Che fine ha fatto il tuo viso?" Domandò lui tornando ad impanicarsi.
"Come sarebbe a dire 'che fine ha fatto il mio viso'?" Chiese incrociando le braccia al petto e assotigliando gli occhi.
"E' verde!" Spiegò lui puntandole il dito contro. "Io non ho sposato un ET!"

Ah ecco.

"Caos... ti sei davvero messo ad urlare come un pazzo per la mia maschera di bellezza mensile?"

Mentre sospirava rassegnata per le assurdità del marito, Virginia si chiese come avrebbe fatto: se si spaventava per una sciocchezza come una maschera di bellezza, chissà come avrebbe reagito sapendo che era rimasta incinta.

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"Papà!"
Caos non fece in tempo a smaterializzarsi nel cortile della loro villetta che due bambini lo raggiunsero correndo, attaccandosi rispettivamente alla sua gamba destra e sinistra.
Ares, il suo secondo genito di appena tre anni, lo lasciò andare quasi subito per iniziare a rincorrere una creatura magica che zampettava a pochi metri di distanza - ormai la casa che divideva con Virginia era diventata una specie di zoo.
Giovanni invece rimase ancorato a lui: tra i due figli era quello più calmo, tranquillo, dolce e pacato.
Perciò l'ex Tassorosso si piegò per prenderlo in braccio e iniziare a trasportarlo in modo buffo verso casa, riuscendo in poco tempo a farlo ridere.
Nel tragitto agguantò anche Ares, che a sua volta si trascinò dietro la gallina sputafuoco che era appena riuscito a catturare.
Fu in cucina che trovò la moglie, intenta come al solito a rimescolare una delle sue pozioni.
"Indovina amore?" Chiese allegro mentre appoggiava entrambi i bambini a terra. "La famiglia si sta per allargare di nuovo! Ho trova..."
"Già, hai proprio ragione." Lo interruppe però Virginia. "La famiglia si sta per allargare. E questa volta è una femmina."

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Alla prossima!
Ciaoo! ;)

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Capitolo 5
*** Lex e Chris ***


4

- Lex e Chris -



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Lex aprì gli occhi e sorrise.
Era avvolta nell'abbraccio di Chris e non poteva essere più felice.
Lentamente, per non svegliarlo, alzò la mano destra, nella quale era presente la fede d'oro che simboleggiava la loro unione.

Si erano sposati solo il giorno prima a Melrose, il luogo dove - secondo la tradizione - era stato sepolto Re Artù. E in quel momento si trovavano a Parigi, in luna di miele.

Delicatamente, scivolò fuori dall'abbraccio del marito e, dopo essersi avvolta nella vestaglia, si diresse in punta di piedi verso la finestra della camera.
Per qualche minuto godette del panorama che la capitale dell'amore aveva da offrirle.
Poi sentì due braccia forti avvolgerle la vita e delle labbra sfiorarle il collo.
"Allora signora McTavish, pensava già di fuggire?" Le chiese in un sussuro Chris.
"Ovvio, mi ero accordata con uno dei camerieri dell'albergo." Rispose lei appoggiandosi con la nuca al petto del ragazzo. "Mi ero affacciata alla finestra per vedere se era già arrivato, ma mi hai beccato prima tu." Continuò con tono ironico "Peccato, era un ragazzo promet..."
Non riuscì a completare la frase perchè le labbra di Chris furono sulle sue.
"Più promettente di questo licantropo?" Domandò il capobranco quando si staccarono.
"Uhm non lo so... forse la dimostrazione è stata troppo breve per poter avere un'idea precisa." Fu la risposta divertita.
Il ragazzo davanti a quella frase rise. Poi si piegò sulle ginocchia per prenderla in braccio e iniziare a ridirigersi verso il letto. "Bastava chiedere."
Catturò le sue labbra in un bacio.

"Sono..."

Bacio

"... a sua ..."

La appoggiò delicatamente sul letto

"... completa ..."

La privò della vestaglia

"... disposizione."

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"Naturalmente saremo più che felici di accoglierla nel nostro ufficio per un tirocinio."
Annunciò Arn Empton, il capo dell'Ufficio dei Rapporti tra Maghi e Creauture Magiche "Siamo sempre disponibili ad aiutare giovani maghi ad entrare nel mondo del lavoro" Continuò mentre un piccolo sorriso faceva capolino sul volto di Lex "E inoltre sono convinto che le sue capacità potranno risultarci parecchio utili." Concluse il ragionamento.
"La ringrazio per questa opportunità." Rispose l'ex Serpeverde, mentre mentalmente riniziava a respirare: era stata in ansia per tutto il tempo del colloquio.
"Vedrà che si troverà bene." La rassicurò lui "E il tirocinio la aiuterà ad ambientarsi nell'Ufficio e a capire se questo è il lavoro che davvero vuole. Servirà sia a lei che a noi, si fidi. E, nel caso di soddisfazione da entrambe le parti, non ci saranno problemi a tramutare il suo tirocinio in un lavoro vero e proprio." Terminò alzandosi in piedi per stringerle
la mano. "Ma sono sicuro, anzi certo, che questo è esattamente ciò che succederà."

Ne era certa anche lei che sarebbe successo. Quello era esattamente il lavoro che aveva sempre sognato. E presto se ne sarebbero accorti anche al Ministero.

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2 anni dopo



Era una frizzante giornata di marzo, riscaldata appena da un pallido sole.
Lex si avvolse per bene nel suo mantello prima di uscire di casa. Non voleva di certo prendere freddo. Non in quel momento.
Con un gran sorriso e a passo svelto attraversò il piccolo paese nel quale lei e Chris vivevano insieme ormai da due anni.
Era un paese piccolo, ma molto accogliente e familiare. Dove si conoscevano tutti. E lei se n'era innamorata al primo sguardo.

Quando vide lo studio da veterinario del marito all'orizzonte spiccò una corsa per completare quei pochi metri che ancora li dividevano e, senza curarsi minimamente delle persone presenti all'interno, avanzò fino alla porta dell'ambulatorio.
Dopo aver bussato - ma senza aver atteso una risposta precisa - si precipitò dentro, trovando il giovane uomo intento a fasciare la zampa ad un cane.

Chris non ebbe neanche bisogno di alzare lo sguardo per capire che era lei. Così come non le chiese il perchè di quella entrata: di sicuro aveva una buona motivazione per farlo.

"Aspetta un attimo che finisco qui, poi sono tutto tuo." Disse sorridendo senza alzare lo sguardo dalla medicazione.
Quando, pochi secondi dopo, terminò, sollevò il busto e le si avvicinò.

Lex, con un sorriso che le andava da un orecchio all'altro, gli allacciò le braccia al collo.
"Volevo che tu fossi il primo a saperlo: sono incinta!" Disse tutto d'un fiato, mentre il sorriso sul suo volto si allargava sempre di più.

Sì, la motivazione era proprio ottima.

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"Dopo Anakin, Luke? Obi One e Padme li teniamo per il prossimo giro?" Chiese divertita Eleonore, il cui volto sbucava dal camino della casa di Lex.
L'ex Serpeverde le aveva appena comunicato la notizia di aspettare un secondo bambino - un altro maschio - e che avevano l'intenzione di chiamarlo Luke.
"Vedo che hai imparato in fretta, mia giovane padawan." Scherzò Caitriona. "Ho fatto bene a convincerti a guardare tutti i film allora!"
"Non so come ho fatto a vivere senza per tutto questo tempo." Confermò la purosangue sghignazzando.

In effetti aveva scoperto i film della saga in compagnia della sua amica storica solo qualche mese prima - una sera in cui Daniel era rimasto fuori per lavoro - e le erano piaciuti parecchio. Ma le sembrava un po' esagerato dare i nomi dei protagonisti ai propri figli, anche se non l'avrebbe mai ammesso a voce alta.

In quel momento il piccolo Anakin, di circa un anno, decise di attirare l'attenzione di entrambe le donne mettendosi a piangere.
"NON TI PREOCCUPARE CI PENSO IO!" Giunse alle loro orecchie la voce di Chris.
Pochi secondi dopo, il pianto del bambino si calmò.

A Lex però non sfuggì il lampo di tristezza che passò negli occhi della Corvonero. Fu quindi per quel motivo che si inginocchiò di fianco al fuoco, per guardare dritto negli occhi la sua migliore amica.
"Elly, sono sicura che riuscirete anche tu e Daniel ad averne. La vostra è una storia troppo bella per non concludersi nel migliore dei modi." Affermò convinta. "E ne avrete così tanti che rimpiangerete presto i bei momenti che potevate passare da soli in pace."
"Guarda che non voglio mica mettere su una squadra di Quidditch!" Rise Eleonore. "Comunque spero proprio che tu abbia ragione."
"Io ho sempre ragione." Commentò Lex con tono convinto "Ma nell'attesa che anche tu scopra le gioie della maternità, ti volevo chiedere: non è che intanto vuoi fare da madrina al mio secondo genito?"

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Lei aveva sempre ragione.

Lex ripensò a quella conversazione parecchi anni più tardi, mentre portava la sua figlioccia Bianca al parco insieme alla sua ultima figlia Sookie.
A differenza dei primi figli, che erano nati ad anni di distanza, le ultimogenite di casa Freeman e McTavish erano nate a pochi mesi l'una dall'altra.
Erano perciò diventate subito molto amiche, esattamente come un tempo lo erano state le loro madri.

La Serpeverde le osservò attentamente per qualche minuto, mentre si lanciavano allegramente una palla colorata e un sorriso si allargò sul suo volto.
In un certo senso era strano per lei: da una parte aveva davanti a sè la figlia più piccola - a detta di Chris  la sua copia sputata - che giocava ancora con le bambole, ma dall'altra aveva Anakin, il suo figlio più grande, già diplomato a pieni voti ai MAGO che stava cercando una casa dove andare ad abitare con la sua fidanzata storica.
Sapeva di non poterlo trattenere lì - in fondo lei stessa si era sposata che aveva poco più di diciotto anni - ma le sembrava di averlo partorito solo il giorno prima.

Era davvero strano pensare che - almeno potenzialmente - lei e Chris sarebbero potuti diventare nonni di lì ad un anno.
In fondo non aveva neanche quarant'anni, per Morgana!

Eppure, mentre tornava a concentrare la sua attenzione sulle bambine che avevano lasciato perdere la palla per arrampicarsi sullo scivolo, si ritrovò a pensare che avere un altro frugolotto in giro per casa non sarebbe stato affatto male.
Lei sarebbe di sicuro stata una nonna fantastica!

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Alla prossima!
Ciaoo! ;)

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Capitolo 6
*** Michelangelo e Raphael ***


6

- Michelangelo e Raphael -


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"E se non mi avessero accettato?"
Raphael, con il tagliacarte in mano, bloccò il gesto a metà davanti alla domanda del gemello. "In tal caso, prima la apri, prima lo scopri, prima potrai decidere cos'altro poter fare nella tua vita."

Conquistati i MAGO, entrambi i gemelli Hamato si erano dedicati per un breve periodo al Quidditch, prima di capire che non sarebbe stata quella la loro strada. Per nessuno dei due.

Così Raphael aveva fatto domanda per entrare dentro all'Accademia Auror, Michelangelo invece aveva provato ad entrare al Ministero, per lavorare all'Ufficio della Cooperazione Magica Internazionale.

Nonostante la busta contente la risposta per il Serpeverde fosse arrivata da un paio di giorni, il ragazzo aveva preferito aspettare un po' prima di aprirla. Non perchè non fosse curioso di scoprire se era stato ammesso all'Accademia oppure no.
Moriva dalla voglia di saperlo.
Ma aveva sempre fatto ogni singola cosa con il gemello. Così aveva aspettato qualche giorno, per vedere se una busta simile sarebbe arrivata anche a Michelangelo.

E adesso che entrambi l'avevano ricevuta, era venuto il momento di aprirle.

Qualunque fosse stata la risposta.


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Raphael tornò a casa esausto e anche parecchio dolorante.
C'erano stati dei disordini a Leeds che la sua squadra e altre tre avevano dovuto sedare.
Niente di troppo grave, quasi normale routine per un Auror, ma tre degli arrestati avevano opposto una fiera resistenza e nessuno aveva potuto abbandonare il campo prima dell'una di notte.
L'unica cosa di cui aveva bisogno in quel momento era una doccia calda e un letto.

Ma a quanto pare Juliette non era d'accordo.

Lo aspettava accanto alla porta, in camicia da notte e con una coperta addosso. Sembrava quasi sull'orlo delle lacrime.

"Julie, tesoro... perchè non sei a dormire?" Domandò allungando una mano verso di lei.
"Che fine avevi fatto?" Chiese però lei scansandosi. "Sono le 2 di notte passate! Ero terrorizzata! Pensavo non tornassi più!"
Raphael sospirò pesantemente, mentre allungava le mani per stringerla in un abbraccio. "Lo sai che sono un Auror... ci sono stati dei disordini a Leeds... e non potevo abbandonare il campo. E' più o meno come aver sposato un poliziotto." Le spiegò per l'ennesima volta, senza pensare troppo a quello che diceva.

Di certo non si aspettava che lei scoppiasse a piangere. "Ma noi non siamo sposati!" Urlò istericamente.
A quelle parole il Serpeverde spalancò gli occhi incredulo, mentre la ragazza continuava a parlare "E se ti succedesse qualcosa? Io non sono una strega! Cosa dovrei fare? Qualcuno mi avviserebbe?" Raphael stava per aprire bocca per rassicurarla, ma le ultime parole di Juliette lo bloccarono del tutto "E poi chi mi aiuterebbe a crescere nostro figlio?"

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Zoey, insieme ad altre invitate, si mise in posizione dietro alla sedia dove Juliette era appena salita per il classico lancio del bouquet.
Non che ci credesse fino in fondo alla leggenda babbana. Ma Michelangelo, dopo averle rivolto un occhiolino, l'aveva incoraggiata a recarsi là insieme alle altre ragazze e lei aveva accettato di buon grado.

Se fosse stata più attenta, avrebbe notato determinati dettagli.
Come ad esempio, il fatto che la sposa si era girata a guardare la sua esatta posizione tre secondi prima del lancio.
Oppure che le altre ragazze si erano scambiate uno sguardo di intesa prima che Juliette si apprestasse a lanciare i fiori.
Oppure il fatto che tutte si fossero spostate in modo da lasciarle campo libero.
Ma mentre Zoey afferrava con stupore il bouquet, che le atterrò tra le mani quasi con precisione millimetrica, non si accorse di nulla di tutto ciò.
La sua attenzione venne immediatamente catapultata sullo strano peso del mazzo di fiori... e pochi secondi dopo da una piccola scatoletta nascosta tra i boccioli di rose bianche.

Scatoletta contenente un anello di fidanzamento destinato solo a lei.

"Zoey Charlotte Baston vuoi sposarmi?"

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Michelangelo attraversò di corsa una decina di corridoi del San Mungo prima di riuscire a trovare quello giusto.
Era stato avvisato dal fratello - tramite un povero gufo infreddolito - che Juliette era entrata in travaglio all'improvviso e così si era precipitato all'ospedale.
Era convintissimo che avrebbe trovato il gemello in un fascio di nervi e in uno stato d'animo difficilissimo da gestire.
Quando arrivò nella stanza che avrebbe dovuto ospitare i neo genitori invece, trovò Raphael ad attenderlo sorridente con in braccio un piccolo fagotto, mentre sua moglie dormiva tranquilla.
"Evidentemente aveva fretta di nascere." Fu il commento entusiasta del fratello. "E' una femmina. L'abbiamo chiamata Gabriela."


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"Perchè papà non viene?" Domandò Gabriela Hamato, chiedendo per la sesta volta la medesima cosa a suo zio Michelangelo, che alzò gli occhi al cielo sbuffando.
"Te l'ho detto: ha avuto un'emergenza al lavoro." Ripetè l'uomo guardando la sua nipote più grande spingere il carrello.
"Ma oggi è il primo di settembre! E me l'ha promesso che mi avrebbe sempre accompagnato lui a prendere il treno!" Protestò la ragazzina, gettando un'occhiataccia a suo zio, quasi come se  la colpa
fosse sua.
"Lo so, ma non decide lui se avere delle emergenze al lavoro tesoro." Provò a rabbonirla sua madre.
"Ma anch'io volevo salutare papà prima di prendere il treno!" Si unì alle proteste Giacomo, il secondo genito della coppia.
"E anch'io!" Si unì alla conversazione Sophia, l'ultimo genita.
"Ma che cosa stai dicendo...?" Iniziò a prenderla in giro suo cugino Loras.
"...tu non li hai ancora undici anni!" Completò per lui la frase il gemello Logan.
La bambina stava per aprire bocca a sua volta e ripondere per le rime, ma un secco "BASTA" esclamato in coro sia da Michelangelo che da Juliette troncò la discussione sul nascere.

Michelangelo affrettò il passo per raggiungere la nipote, alla quale mise un braccio sulle spalle. "Gaby lo so che sei triste, ma sono sicuro che tuo padre farà tutto il possibile per mantenere la sua promessa. L'ha sempre fatto."
"Dici sul serio zio?" Chiese lei, mentre una piccola luce sbucava nei suoi occhi.
"Sono serissimo."

Mezz'ora dopo, tutti i bauli erano già stati caricati sul treno e i ragazzini stavano per salire.
Gabriela stava abbracciando suo zio quando il rumore di una materializzazione le fece voltare la testa. Senza perdere tempo, lasciò Michelangelo e corse in braccio a suo padre, arrivato giusto in tempo per salutarla.

"Hai mantenuto la promessa!"
"Avevi qualche dubbio? Io le mantengo sempre."

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Eccomi qua con la nuova! (scusate ma non voleva proprio essere scritta!)

ps: per chi volesse, questa è la mia nuova interattiva!  (le iscrizioni sono aperte!) --> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3556015&i=1

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Capitolo 7
*** Fabian e Anastasia ***


7

- Fabian e Anastasia -



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Fabian entrò in punta di piedi nella camera da letto.
Anastasia era talmente avvolta nelle coperte e rannicchiata su se stessa, che era visibile solo una piccola parte volto.
Il ragazzo avanzò lentamente verso di lei. Era combattuto: da una parte voleva lasciarla dormire, ma dall'altra aveva una gran voglia di baciarla.
Il dilemma venne sciolto quando percepì la voce della Corvonero domandargli a bassa voce "Resterai ancora lì a guardarmi per molto?"
Quella frase lo convinse a raggiungere il letto, sedendosi sopra al materasso. "Non volevo svegliarti nel caso in cui stessi ancora dormendo." Spiegò allungando una mano e accarezzandole una guancia.
"Lo sai che dormo poco... Che ore sono?"
"Mancano pochi minuti alle nove." Fu la risposta tranquilla del ragazzo, mentre si accomodava meglio al suo fianco.
"E che ci fai a quest'ora già vestito di tutto punto?" Domandò curiosa, mentre sentiva i muscoli della schiena irrigidirsi all'improvviso.

Era domenica mattina
. Quella domenica mattina.

"Te l'ho detto un po' di giorni fa." Iniziò a spiegare lui, scivolando col corpo lungo il materasso. "Non fare finta di non saperlo."

Accidenti!

Ma prima che lei potesse reagire in qualsiasi modo, Fabian la attirò a sè per baciarla.
Sentì la Corvonero irrigidirsi, ma - al contempo - approfittare della situazione per ancorarglisi addosso. "Mi sembrava di aver capito che avessi cambiato idea." Commentò prima di aggiungere "In ogni caso, non ha importanza... tu non ti muovi di qui. E neanche io."
Fabian sorrise tra i suoi capelli, stringendola solo più forte. "Io non ho cambiato idea: sei tu che hai provato in tutti i modi a farmela cambiare... con scarsi risultati direi." Commentò ironico.
"Ti può essere utile una gamba rotta?" Chiese lei truce.
"Una gamba rotta non credo sarà sufficiente a scamparla... in effetti non credo che lo sarebbe neanche un'apocalisse." Replicò il ragazzo palesemente divertito.

Anastasia, ormai completamente sveglia, roteò gli occhi verso l'alto in un moto di stizza. Ma con quel sorriso il suo broncio era molto poco credibile... e adorabile.
"Allora... vieni anche tu a sacrificarti per la causa della prozia Josephine oppure le dico che sei malata?"


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Fabian venne svegliato di soprassalto da delle urla.
Confuso, mise a fuoco in poco tempo la figura familiare del salotto: si era addormentato sul divano.
Riconoscendo la voce che continuava ad urlare spaventata
, si precipitò immediatamente.

"Ani!" La chiamò mezzo minuto dopo, raggiungendola di corsa. "Che cos'è successo? Hai avuto una delle tue visioni?"

Ma sua moglie sembrava incapace di rispondere, mentre continuava a fissare terrorizzata la porta del bagno.
Alla fine, con quello che sembrava esserle costato un enorme sforzo, spostò lo sguardo sul ragazzo, capendo finalmente il senso della sua domanda.
"No, nessuna visione." Ammise dopo un po', facendo tirare un sospiro di sollievo a Fabian.
"E allora cosa...?" Ma il ragazzo non riuscì a completare la domanda, perchè sua moglie strillò di nuovo.
"C'è uno scarafaggio enorme dietro di te!"

Fabian, a quelle parole, si voltò giusto in tempo per vedere l'animale incriminato zampettare lungo il muro, prima di voltarsi nuovamente verso Anastasia per fissarla con un sopracciglio innarcato. "Sul serio? Hai visioni di cose orripilanti almeno una volta a settimana e hai gridato per uno scarafaggio?"

Sapeva che la ragazza gliela avrebbe fatta pagare, ma in quel momento non riuscì proprio a non scoppiare a ridere.

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"Secondo me, se viene a sapere che ne sono venuto a conoscenza prima io di lui, mi uccide. E allora addio alla figura del Tassorosso docile e gentile." Borbottò Micah.
"Per favore!" Lo implorò Anastasia "Non posso farlo da sola! Per favore!"
"Ma..." Provò a ribattere il Corvonero.
"Mio caro, siamo stati nella stessa casa insieme per 7 anni, in squadra per altri 4, condiviso gli studi di medimagia per 2 e adesso siamo colleghi di lavoro." Elencò lei interrompendolo. "Tu mi devi aiutare." Concluse perentoria.
"Ok, ok, va bene." Si arrese il ragazzo "Ma se Fabian..."
"Se non glielo diciamo, Fabian non lo saprà mai."
"Ok." Ripetè di nuovo il medimago. "Allora... dammi una fialetta del tuo sangue. Entro sera ti saprò dire l'esito."

Era da almeno due settimane che Anastasia si sentiva strana.
Era molto stanca, aveva più fame del solito ed era molto più sensibile agli odori.
Naturalmene, da medimaga quale era, aveva riconosciuto subito i sintomi. Ma non voleva sbilanciarsi più di tanto finchè non avesse avuto un risultato certo in mano.
Per quel motivo aveva chiesto a Micah di aiutarla. Uno dei migliori medimaghi in ambito infantile del San Mungo.

Quando a metà pomeriggio il ragazzo si recò nel suo ufficio e bussò piano alla porta, Anastasia alzò la testa di scatto e si precipitò nella sua direzione. "Allora?"
Micah le rivolse un caloroso sorriso. "Complimenti signora Martin! E' un maschietto!"

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"Fabian!"
L'uomo, sentendosi chiamare in quel modo concitato, alzò lo sguardo dal rapporto che stava studiando. "Dimmi Aaron!" Esclamò all'indirizzo del suo collega obliviatore, che stava sventolando nella sua direzione un foglio di carta. "Questo arriva dal San Mungo! Credo che tua moglie sia entrata in travaglio!"
L'ex Tassorosso a quelle parole impallidì di botto. "Travaglio? Ma... è a malapena all'ottavo mese!" Esclamò sorpreso alzandosi di scatto.

Poi del resto ebbe solo uno sfocato ricordo.

Gli sembrava quasi che il mondo girasse al contrario.

Lui che si precipitava fuori dal Ministero, l'arrivo concitato all'ospedale, Brian che lo aveva aspettato all'imbocco del corridoio per indicargli la strada...

Si accorse di aver trattenuto il respiro troppo a lungo solo quando vide Micah uscire dalla sala parto porgendogli un fagotto rosa. "Tranquillo, ci sono state delle complicazioni ma adesso stanno bene tutte e due. Vuoi prendere in braccio la bambina?" Domandò porgendogliela.
"Grazie." Rispose lui prendendola delicatamente tra le braccia.

Il mondo aveva ricominciato a girare dalla parte giusta.

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Scusate per l'assenza di foto, ma stamattina efp fa i capricci! :( (le aggiungerò appena possibile). Ci vediamo presto con l'ultima! (è già scritta! ;) ).

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Capitolo 8
*** Federica e Milly ***


8


Ed eccoci alla OS finale, quella che chiude questo scorcio sul futuro dei protagonisti.
A questo giro ho preferito fare qualcosa di leggermente diverso rispetto alle altre, che spero riuscirete ad apprezzare!

Buona lettura! ;) (e quando siete all'elenco in fondo... guardate fino alla fine, mi raccomando!)


- Federica e Milly -

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"Il fatto è che vorrei davvero accontentarla Signorina Halliwell, ma al momento la cattedra di Trasfigurazione la occupa la Professoressa Hellcat."

Erano bastate quelle poche parole per far crollare il mondo addosso a Milly.
Aveva sempre desiderato insegnare e soprattutto avrebbe sempre voluto farlo in trasfigurazione, che era stata la sua materia preferita ad Hogwarts.
Eppure quel giorno la professoressa McGrannitt, ormai prossima alla pensione, le aveva negato questa possibilità, adducendo come motivazioni ulteriori il fatto che lei era troppo giovane - aveva appena ottenuto i MAGO - e troppo inesperta per avere a che fare con le future classi.

"Non è la fine del mondo, ti ha solo detto che al momento il posto è occupato ma non sarà per sempre così." Provò ad incoraggiarla Federica, prima di proporle "Perchè non ti iscrivi con me all'Accademia di Merlino e Morgana? Così fai esperienza. Poi negli anni sai quante cose possono cambiare?"

L'Accademia era luogo di studio costruito qualche secolo dopo Hogwarts, conosciuto in tutto il mondo magico per fornire a giovani streghe e maghi un'istruzione successiva ai MAGO per tutti coloro che volevano intraprendere determinate carriere.
Chiunque si poteva iscrivere, ma non tutti riuscivano a portare a termine il loro percorso a causa della difficoltà degli studi.

Ma sia Milly che Federica erano molto determinate. E sapevano cosa volevano ottenere.
Milly voleva diventare un'insegnante.
E Federica un magiavvocato.

Furono quattro anni duri per entrambe. Duri, ma non privi di gioie.

Come quando
all'inizio del primo anno Milly, dopo diversi tentennamenti, venne convinta dall'ex Serpeverde ad uscire con Damien Gillen, un ex Corvonero di tre anni più grande di loro. "Tu e Alex avete rotto ormai da più di un anno. Inizia a costruirti il tuo futuro, anzichè rimanere ancorata al passato." Le aveva consigliato Federica.

O come quando al secondo anno Federica venne invitata ad uscire da Peter Kils, un timido ragazzo proveniente da Durmstrang frequentante il Dipartimento di Economia. Dopo un primo appuntamento andato bene, ne seguirono parecchi altri.

O quando, dopo quattro anni passati a studiare insieme - anche se materie completamente diverse - a ripetere, a bere litrate di caffè e a notte intere
trascorse insonni a ripetere pagine e pagine di programma, ritirarono felici i loro diplomi durante la cerimonia, circondate dall'affetto dei familiari, di vecchi amici e dei loro ormai rispettivi fidanzati.



In ogni caso, il giorno successivo a quello in cui Damien si inginocchiò davanti a Milly per la classica proposta di matrimonio, fu Federica la prima a saperlo.

Così come fu Milly la prima a conoscere il risultato del colloquio di lavoro di Federica: dopo alcuni rifiuti, il suo curriculum venne accettato da un famoso studio di avvocati, del quale l'ex Serpeverde divenne socia in appena due anni.

Ma la sopresa più grossa, Milly l'ebbe l'anno dopo la sua uscita dall'Accademia.
Una lettera con lo stemma di Hogwarts l'attendeva sul comodino. La McGrannit era andata in pensione e il suo posto era stato preso da Robert Prewett, l'insegnante di Difesa contro le Arti Oscure così tanto apprezzato in passato dai suoi studenti.
Insieme all'anziana donna, erano andati in pensione anche molti altri insegnanti e così il nuovo Preside aveva aperto diverse candidatura per ricercare i profili adatti. La McGrannitt, memore della proposta della sua alunna, l'aveva segnalata all'uomo, che non aveva perso tempo nel contattarla.
La cattedra di Trasfigurazione era ancora occupata, ma in compenso si erano liberate quelle di Incantesimi e Difesa Contro le Arti Oscure, oltre che quelle di Aritmanzia e Antiche Rune.

Dopo un breve colloquio e un piccolo periodo di prova, Milly si rese conto di trovarsi estremamente a suo agio con la cattedra di Incantesimi.

Fu così che lei e Damien lasciarono il piccolo appartamento dove vivevano in affitto nella periferia di Londra per comperare una casa molto più grande ad Hogsmeade.
E fu nell'infermeria di Hogwarts che l'ex Grifondoro partorì - un po' a sorpresa perchè in anticipo - il suo primo figlio Ned.

Scoprendo solo dopo qualche giorno - tramite lettera - che Federica, dopo quattro mesi dalle nozze, aveva appena scoperto di essere incinta di due gemelli, Simon e Norah, che sarebbero nati nove mesi più tardi in una calda giornata di maggio.

"Quindi come ti dovranno chiamare?" Chiese Federica un freddo giorno di novembre, mentre entrambe si scaldavano in un pub con una bella cioccolata calda. "Se si abituano a chiamarti zia, sai che casini quando saranno studenti ad Hogwarts?"
"Come mi disse un tempo una ragazza molto saggia, sai quante cose possono cambiare negli anni?" Fu la risposta divertita di Milly. "E poi sarà divertente! Pensa che a breve dovrò insegnare davvero ai figli di alcuni nostri vecchi amici."
"Ad esempio?" Indagò l'ex Serpeverde.
"Credo che i primi saranno i figli di Lex." Commentò l'ex Grifondoro, dopo aver fatto per un attimo mente locale.
"Beh, non vorrò di sicuro essere al tuo posto quando arriveranno i figli di Eleonore e Daniel." Sghignazzò Federica. "Da quanto ho sentito dire in giro sono due vere pesti."
"Perchè, i figli di Caos e Virginia? Se assomigliano anche solo vagamente al padre, credo che dovrete rinchiudermi in manicomio prima della fine dell'anno." Fu il commento neanche troppo scherzoso dell'insegnante, mentre si massaggiava il pancione con una smorfia di dolore in volto. La sua futura seconda figlia Jennifer aveva già iniziato a farsi sentire.

"Fa uno strano effetto essere dall'altra parte vero?"


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1 Settembre 2039, Sala Grande



Milly, dal tavolo degli insegnanti, guardò curiosa la fila dei ragazzini del primo anno avanzare per la prima volta in Sala Grande. Aveva assistito a diversi smistamenti ormai nella sua carriera, ma quello era speciale. Quello sarebbe stato lo smistamento del suo primo figlio Ned. E insieme a lui sarebbero stati smistati anche tanti altri figli dei suoi vecchi compagni di scuola.
Se solo ripensava a ciò che era successo quasi vent'anni prima, non le sembrava vero di essere arrivata fino a lì.

Vedendo la professoressa Hellcat, la vicepreside, schiarirsi la voce, si riscosse dai suoi pensieri e iniziò a prestare attenzione ai nuovi arrivati.

Dopo pochi nomi, venne chiamato suo figlio.
"Gillen Ned!"
Senza farsi notare, la donna gli rivolse un piccolo sorriso di incoraggiamento.
"Tassorosso!" Strillò il cappello dopo pochi minuti. Dopo un brevissimo cenno di saluto alla madre, il ragazzino si diresse verso il tavolo della sua nuova Casa, dove - tra gli altri - ad accoglierlo festante c'era Giovanni Pagano, di due anni più grande.

"Hamato Gabriela!" Pronunciò Melanie, chiamando così la figlia maggiore di Raphael, chiamata così in onore del primo amore del ragazzo.
"Grifondoro!"
Milly seguì con lo sguardo la giovane ragazza, finchè questa non andò a sedersi a poca distanza da David Freeman, concentrato a parlottare con il suo migliore amico Justin Thompson e con Luke McTavish. Mai come in quel momento Milly desiderò aver imparato l'arte della legimanzia: era sicura che quei tre stessero già progettando cosa combinare da lì a Natale.

"Hunt James!"
"Corvonero!" Strillò immediatamente il cappello, non appena sfiorò il capo del ragazzino.
"Tutto suo padre" Si ritrovò a pensare divertita Milly, mentre seguiva il nuovo Corvo al tavolo. Tra coloro che applaudivano, scorse anche l'altra spina nel fianco degli insegnanti, Electra Freeman, che si era addirittura messa a sventolare la sciarpa blu per dare il benvenuto al nuovo compagno di casa. 

Quando
Robin Martin  venne smistata in Tassorosso, vide la ragazzina gettare un'occhiata sconsolata al fratello Joseph, seduto al tavolo dei Corvonero: Robin aveva sperato ardentemente di finire nella stessa casa del fratello.
Più o meno la stessa cosa che fece Ares Pagano, quando il cappello lo smistò nei Grifondoro. Sia i genitori che il fratello erano finiti in Tassorosso, perciò un po' gli dispiaceva rompere la tradizione di famiglia.

Ma la vera sorpresa, per Milly, fu Sarah Price: da come le avevano descritto la ragazza, era convinta sarebbe stata smistata in Corvonero, esattamente come entrambi i genitori. Invece il cappello, dopo lunghi minuti di ragionamento, preferì assegnarla a Serpeverde, dove venne accolta anche dagli applausi di Anakin McTavish.

Milly, un volta finito lo smistamento, sospirò.
Era fatta.
Metà dei figli dei suoi vecchi amici erano ormai ad Hogwarts.

E lei non vedeva l'ora di riniziare.

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1 Settembre 2049, Hogwarts.


"Bianca Neve Crimilde Grimm Freeman!"
Davanti al suo nome completo, la ragazzina storse il naso. Nessuno la chiamava così in casa. "Bianca" Sussurrò appena, mentre avanzava verso lo sgabello. "Sono solo Bianca."

Con il cuore in gola si sedette e per un attimo la sua visuale venne completamente ricoperta dal cappello, troppo grande rispetto alla sua piccola testa.
Perse così di vista anche il volto di Sookie, alla quale era rimasta accanto in fila fino a quando non l'avevano chiamata.
Nel totale silenzio che la avvolgeva - i borbotti del cappello riempivano solo un angolino della sua testa - ripensò al saluto che sua madre le aveva rivolto prima di farla salire sul treno.

"Se ti dicessi cosa fare o cosa non fare mi sentirei alquanto ipocrita, visto ciò che io e tuo padre abbiamo combinato ad Hogwarts - senza contare le innumerevoli lettere ricevute per i tuoi fratelli. Quindi ti dico solo che studiare è importante, ma ancora di più lo è trovare degli amici veri, che credano in te e ti sostengano sempre. Non importa il tuo nome o cognome, in che Casa finirai, i voti che avrai o i ruoli che finirai per ricoprire. Importa solo ciò che sei veramente. Sii sempre e solo fedele a te stessa e fidati di ciò che dice il tuo istinto: spesso è lui il miglior consigliere. Ma se ti dovesse venire qualsiasi dubbio o incertezza, anche la minima sciocchezza, io e tuo padre siamo qui e ci saremo sempre. Adesso vai e intraprendi la tua strada al meglio delle tue capacità. Ti voglio bene Bianca."

La ragazzina riaprì gli occhi, trovandosi ancora avvolta nel buio del cappello.
"Allora Bianca? Hai molte qualità che rispecchiano tutte le qualità richieste dalle case, quindi... dove ti colloco?" Sentì la voce sussurrarle nell'orecchio.
Udendo la risposta della ragazzina, il vecchio cappello sorrise divertito. "Molto bene... allora così sia. SERPEVERDE!"

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 Image and video hosting by TinyPicBianca Freeman

Vi concludo mettendo le date di nascita dei figli dei vostri pargoli, sperando di fare cosa gradita!

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-          McTavish Anakin = 2023

-          McTavish Luke = 2024

-          Martin Joseph = 2025

-          Freeman Electra e David = 2026

-          Pagano Giovanni = 2026

 

-          Gillen Ned (Milly) = 2028

-          Hamato Gabriela = 2028

-          Hunt James = 2028

-          Martin Robin = 2028

-          Pagano Ares = 2028

-          Price Sarah = 2028

 

-          Kils Simon e Norah (Federica) = 2029

-          Hamato Giacomo = 2030

-          Gillen Jennifer = 2030

-          Hamato Loras e Logan = 2031

-          Pagano Diamond = 2031

 

-          Gillen Lyra = 2033

-          Hamato Sophia = 2033

-          Hamato Eliza = 2033

-          Hunt Elena = 2033

       Price John = 2033

-          


Freeman Bianca = 2038

-          McTavish Ahsoka = 2038

   Ringrazio tutti voi per esserci stati e per avermi donato questi OC, poi ringrazio le 9 persone che hanno messo la storia tra le seguite e le 10 che l'hanno messa tra le preferite.

    Un ringraziamento speciale va a Shori Lily Chiara, che nonostante non fosse iscritta mi ha commentato OGNI SINGOLO CAPITOLO!

 

   Visto che ho appena iniziato un'altra interattiva sui Grimm (e molti di voi si sono iscritti) non vi dico addio ma solo... a presto! ;)

    Ciaooo! 

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2022, Villa Grimm - Freeman


"Sul serio Gretel, era orripilante!" Stava spiegando Eleonore gesticolando "La sua faccia era qualcosa di spaventoso, immondo, assurdo! Sembrava appena uscito dai miei peggiori incubi! In tutta la mia vita non ho mia visto qualcosa di così... Oh per Merlino! Non riesco neanche a definirlo da quanto mi ha spaventata! Guarda!" Continuò mostrandole il braccio "Mi viene ancora la pelle d'oca al solo pensiero!" Concluse rabbrividendo.
"E perchè non l'hai schiantato?" Domandò sua sorella.
"Io avrei voluto farlo!" Esclamò Eleonore "Ma Daniel" e qui gettò un'occhiataccia al ragazzo che era presente nel salotto anche se intento a fare altro "me l'ha impedito!"
"E perchè avrebbe dovuto?" Chiese curiosa Gretel.

In realtà la sapeva già la storia, ma sentirla raccontare da sua sorella era tutto un altro paio di maniche.

"Perchè... perchè eravamo in un posto pieno di babbani!" Spiegò lei "E quindi c'erano di mezzo tutte le regole sulla segretezza e blablabla... così alla fine si è limitato a trascinarmi via!"
Daniel a quel punto si girò verso di loro sbuffando. "Elly... te lo ripeto per l'ultima volta: non potevi usare la magia in quel contesto!"
"Anche i minorenni possono usare la magia se si trovano in una situazione di pericolo di vita!" Ribattè lei scocciata.
"Ma tu non eri in pericolo di vita!" Cercò di farla ragionare lui.
"Adesso te ne salterai fuori con cose del tipo 'ti avrei protetto io' immagino!"
Daniel a quelle parole roteò gli occhi scocciato "Amore non essere ridicola! Non avevi bisogno di essere protetta semplicemente perchè non c'era nessun pericolo." Spiegò pazientemente "Eravamo al luna park, c'erano solo babbani e... quello che tu chiami creatura demoniaca era soltanto un pagliaccio!

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