Lo specchio della mente.

di Layshaly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Cap1

Lo specchio della mente
Cap1



Una mattina iniziata come tante altre.
Era questo il pensiero di Watanuki mentre, sbadigliando, si apprestava a varcare l'ingresso dell'edificio scolastico.
Poche ore dopo, più precisamente durante la pausa pranzo, i suoi pensieri erano notevolmente mutati. Non dipendeva dalla dolce Himawari che, proprio quel giorno, si era data malata privandolo della sua compagnia, nè tanto meno da quello stupido arciere che, se possibile, si era mostrato più silenzioso del solito. No, lui non c'entrava niente, figurarsi.
Watanuki non avrebbe mai sprecato del tempo prezioso dietro un tale idiota.

°*°

«Dannato Doumeki!» Sbraitò mentre con aria furiosa, si avviava verso il negozio di Yuuko. «Ci fosse una volta che si capisse a cosa sta pensando. Ammesso che pensi, ovvio!»
Era così concentrato sull'oggetto della propria rabbia che quasi non si rese conto di essere ormai giunto a destinazione. Così, quando la strega gli pose quella fatidica domanda, Watanuki si lasciò sfuggire un sussulto, immediatamente seguito da un brivido lungo la schiena.
Aveva capito bene?
«Che... che ha detto?» Balbettò.
«Ti ho chiesto se vuoi saperlo.» Rispose la donna, osservandolo distrattamente dalla comoda amaca, sulla quale stava godendosi la fresca brezza primaverile.
«Sapere... cosa...?» Domandò l'altro.
«Quello che pensa, ovvio.»  Il ragazzo si limitò a fissarla con espressione inebetita. «Sto parlando di Doumeki-kun.» Concluse lei, con fare annoiato.

Watanuki sembrò rifletterci per un istante.
«Quanto... mi costerebbe?» Domandò infine, guardandosi intorno con aria circospetta per poi tornare a fissare la strega.
«Nulla...»
«Ah, non ci casco!» Ribattè già più nervoso.
«Dico sul serio ma... se proprio insisti... Diciamo che una doppia razione di sakè a pasto potrebbe bastare.»
«Accetto!»
«Ah, quindi se ti fa comodo la mia salute passa in secondo piano.» Ribattè la donna, fingendosi piccata.
«Lei beve sempre una doppia razione. O crede che non abbia visto le vostre scorte di alcolici?»
«Ahahah Che ragazzo simpatico.» Esclamò l'altra, fissandolo e tornando ad assumere un'espressione seria. «E dimmi, Watanuki... sei pronto a pagarne le conseguenze?»
Il ragazzo, deglutì, faticosamente.
«Ma... aveva detto che bastava...»
«Infatti. Ma non credere che un simile viaggetto, nella mente di un altro, non comporti delle conseguenze. Ciò non ha nulla a che vedere con il pagamento. Si tratta solo di come saranno le cose, dal preciso istante in cui saprai...»
«Oh, sono certo che quell'idiota non nasconde che pensieri sul cibo...» Dichiarò il ragazzo con fare sicuro. «Piuttosto, cosa intende con viaggio nella mente?»
Yuuko lo guardò per un secondo. «Questo lo scoprirai a tempo debito...»

°*°

Mezz'ora dopo, seduto su un fouton posto al centro della stanza dove era solito fermarsi a dormire, Watanuki stava rimproverandosi per la sua dannata curiosità.
Dopo averlo guidato nel magazzino che già conosceva, Yuuko gli aveva infatti consegnato uno strano specchio. Poi lo aveva invitato a chiudersi in camera per osservarne la superficie, ordinandogli di non muoversi fin quando questa non gli avrebbe inviato delle immagini.
Per aiutarlo aveva posto un incantesimo sui suoi occhi, obbligandolo a chiuderli e ponendovi sopra le dita, accompagnando il tutto con una cantilena tanto buffa da non sembrare neppure reale.
«Ricorda che quanto vedrai cambierà per sempre ogni cosa.» Gli aveva sussurrato prima di lasciarlo solo. «È per quello che i pensieri non sono udibili, sai?»

Già, le persone normali però potevano vantare una vasta gamma di espressioni facciali: Doni di cui Doumeki sembrava sprovvisto, pensò il ragazzo fissando lo specchio e cercando di concentrarsi.
Guardare quella superficie opaca, in una stanza dove l'unica luce era data da quattro grandi candele, era piuttosto stancante per i suoi occhi. Ciò nonostante, era deciso a scoprire lo strano comportamento di Doumeki. Non che di solito fosse normale, intendiamoci.
Negli ultimi giorni però i suoi silenzi si erano fatti più pesanti del solito e, pur non avendo alcun motivo per interessarsene, Watanuki si era detto abbastanza curioso da voler indagare.
Ed ora si trovava a farne le spese, perdendo il suo tempo dietro uno strano specchio che non si decideva ad inviargli alcun tipo di immagine.
Nonostante quei pensieri, tutt'altro che allegri, si obbligò a concentrarsi fin quando gli occhi non presero a lacrimare. Ci mancava solo questa, pensò.
Poi, d'un tratto, ogni cosa sembrò mutare aspetto, i suoi occhi gli lanciarono un lampo di luce nera e, quando riuscì a chiedersi cosa fosse successo, scoprì di trovarsi da tutt'altra parte.

Davanti a lui c'era una luna splendente, per metà celata dai lunghi rami degli alberi di ciliegio.
Dove era finito?
Si guardò intorno nel tentativo di riconoscere quel luogo stranamente familiare dove, alla fine del lungo viale alberato, si intravedeva un tempio.
Ma certo, in fondo era per lui che si trovava lì.
Deciso a capirci qualcosa tentò di alzarsi, scoprendo di non averne il potere.
Quel corpo che si muoveva, trasmettendogli immagini, evidentemente non era il suo.
Cercò di mantenersi calmo valutando ogni possibilità sul da farsi, quando un suono improvviso gli attraversò la mente.
«Chissà se è lì che si incontrano...»
Si mosse d'istinto, senza ovviamente riuscirci. Quella voce... Era stato Doumeki a parlare?
Rimase in ascolto fin quando un nuovo pensiero non giunse, rapido come il precedente.
«Nonostante sia uguale a me...»
Nonostante sia uguale a me... cosa?

Si ridestò di colpo, scoprendosi ancora sul fouton nella stanza improvvisamente piena di luce.
«Visto qualcosa di interessante?» Domandò la strega, sorridendogli.
A quella domanda un'ondata di frustrazione lo assalì violentemente.
«No! Quell'idiota sembra silenzioso anche quando pensa.» Borbottò.
«Probabilmente devi farci l'abitudine. Sostare nella mente altrui non è una cosa da niente.»
Sostare...
«Yuuko-san, quando ero in quel posto non riuscivo a muovermi...»
La donna si limitò ad annuire, come fosse la cosa più ovvia del mondo.
Sostare...
«Ah!» Urlò il ragazzo, alzandosi in piedi «Non vorrà dirmi che ero dentro la sua testa?!»
Yuuko lo fissò con aria rassegnata. «Eppure mi sembrava di avertelo detto.» sbottò.
«Si ma...» Watanuki sembrò rifletterci per qualche istante «Credevo fosse solo un modo di dire...»
«Ancora non hai imparato l'importanza delle parole, eh, Watanuki?»
Il ragazzo strinse lo specchio ancora tra le sue mani.
«Già... Eppure non mi ha rivelato nulla di nuovo» mormorò.
«Ne sei sicuro?»
Watanuki la fissava evidentemente in attesa e, consapevole che da solo non sarebbe mai giunto ad alcuna conclusione, la strega decise di provare a spiegarsi.
«Doumeki-kun è un ragazzo di poche parole ed anche i suoi pensieri possono sembrare pochi.» Dichiarò. «Prova a concentrarti su quelli in sottofondo, probabilmente scoprirai molto di più.» Lo fissò con attenzione «La stessa cosa, ovviamente, vale anche per te.»
«Per me? Non capisco.» Domandò il ragazzo sempre più confuso.
La strega lo guardò con aria rassegnata. «Lo capirai quando sarà il momento» Esclamò allontanandosi.
«Yuuko-san... Questo...» Sollevò lo specchio per mostrarglielo. «Posso... tenerlo?»
La donna annuì. «Stai attento però» Aggiunse, fermandosi sulla porta e lasciandola scorrere per uscire nel corridoio «Più andrai a fondo e più difficile sarà ignorare quanto sceglierai di mostrare ai tuoi occhi.»
Watanuki crollò stancamente sul fouton.
«Figurarsi...» Borbottò.
Nonostante tutto, non aveva ancora imparato ad ascoltare gli avvertimenti della strega con l'attenzione che meritavano.





Nyaaa. Un caloroso grazie a chi è arrivato a leggere fin qui ed uno ancor più caloroso a chi di voi lascerà un commentino.
Inoltre, ci tengo a ringraziare Harianne per avermi fatto da beta reader. Thanks! Thanks! Anche da Doumeki... :P
Un saluto va anche agli splendidi personaggi che si sono gentilmente prestati. Seeeee come no.
Che altri dire? Ah si... Per chi lo desidera il prossimo capitolo sarà online, a breve, su questi schermi.


Ps. Per coloro che hanno recensito le precedenti storie. Giuro che risponderò al più presto. By
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Lo specchio della mente
Cap2

«Allora..» Domandò la strega osservando il suo lavoratore part time con sguardo divertito. «Come sta procedendo il lavoro con lo specchio?»
Erano passati tre giorni da quando Watanuki aveva accettato l'inatteso favore da parte della donna, una simile domanda era quindi più che ovvia. Ciò nonostante, nel sentirla arrivare il ragazzo non riuscì a non indispettirsi.
«Quello specchio non mi sta aiutanto per niente.» Borbottò, terminando di disporre la cena sul basso tavolino di mogano.
Yuuko si accomodò sul suo cuscino, osservando gli antipasti con aria assorta.
«Cosa hai fatto esattamente?» Si informò con aria indifferente.
«Quello che ha detto lei.» Commentò l'altro in tono sfiduciato. «Mi sono rilassato, ho preso lo specchio e ho iniziato a fissarlo.»
La donna lo ascoltò portando alla bocca il primo antipasto. «Tutto qui?» Domandò, visibilmente soddisfatta dal sapore della sua cena.
«Che? Ma allora mi prende in giro!» Sbottò il ragazzo. «che altro dovevo fare?»
Ignorando la gravità della situazione anche Mokona si unì alla cena, saltellando silenziosamente fino al piatto contenente gli anpan.
«Per cominciare, potevi chiedergli cosa farti vedere.» Proseguì la strega, continuando a gustare la cena.
Watanuki la fissò per qualche secondo, sul volto l'espressione di chi stava cercando di afferrare il senso di quelle arcane parole.
«Ma... lei questo non me l'aveva detto.» Mormorò.
Yuuko accennò un lieve sorriso. «Sinceramente, Watanuki... Come pensi di interrogare uno specchio se neanche tu sai ammettere ciò che desideri sapere?»
«Eh?»
«Lascia perdere...» Sospirò la donna vuotando il bicchiere di sakè, «chiedigli di mostrarti qualche momento del passato di Doumeki-kun, piuttosto.»
Quell'osservazione sembrò spiazzare il ragazzo. «Ma come faccio se non so niente di lui?»
Yuuko ricambiò lo sguardo scettico di Mokona. «Conosci i momenti che avete condiviso, no?» Replicò, tornando a fissare il suo assistente con aria spazientita. «Prova ad interrogarlo su quelli.»
«Tsè» Watanuki strinse con forza il vassoio che aveva in mano, voltando la testa dall'altra parte. «Come se pensasse a qualcosa che non sia il cibo, quando siamo insieme!» Commentò con sarcasmo.
«Watanuki!» Lo incalzò la donna, il tono perentorio obbligò il ragazzo a voltarsi e a prestarle attenzione. «Se sai già a cosa pensa, mi dici a cosa ti serve lo specchio?»
Incapace di rispondere, Watanuki le lanciò uno sguardo di sfida. «E va bene. Farò come ha detto!» Borbottò contrariato.
A quello, Mokona si avvicinò al suo bersaglio preferito. «Watanuki non sa usare lo specchio!» Esclamò divertito.
«Zitto tu!» Replicò l'altro in tono offeso.
«Non che Mokona abbia torto...» Commentò la strega senza smettere di fissarlo. «Fa come ho detto e... ricordati delle conseguenze...»


°*°

Una volta a casa, nonostante il desiderio di lasciar perdere, Watanuki decise di fare un ultimo tentativo. Così, preso con se lo specchio, abbassate le luci e sistemate le candele, si posizionò sul fouton obbligandosi alla calma.
Quando dopo diversi tentativi riuscì a liberare la mente, iniziò a fissare lo specchio osservandone la superficie opaca e concentrandosi sul gioco di luci che le candele proiettavano su di essa.
Cosa posso chiedergli?
Nonostante i tanti momenti passati insieme all'arciere, sceglierne uno apparentemente più significativo degli altri era decisamente difficile.
«Ci sono!» Esclamò di colpo, osservando con aria soddisfatta l'oggetto tra le sue mani. «Mostrami cosa pensava Doumeki quando ha deciso di andare da Yuuko ad offrirle metà del suo occhio.»
A quella domanda lo specchio prese a scaldarsi. Di colpo emise un forte bagliore che, in pochi attimi, sembrò risucchiarlo in un tunnel di luce abbagliante seguita da un'oscurità paralizzante. Un momento dopo scene a lui sconosciute presero ad inseguirsi davanti ai suoi occhi. Quando quel treno di ricordi sembrò fermarsi, Watanuki, quasi costretto da una forza esterna, si ritrovò improvvisamente ad aprire gli occhi.

«Il posto è questo.»
Davanti a se poteva vedere il luogo dove sapeva esserci il negozio di Yuuko: Uno spazio erboso delimitato da uno steccato piuttosto malandato e, apparentemente, privo della particolare abitazione della strega.
"Che strano. Forse non lo vedo perché lui non può vederlo..." Pensò. "Quindi è così che funziona. Riesco a vedere solo quanto vede Doumeki, nulla di più..."
Leggermente incoraggiato da quel primo risultato, Watanuki decise di andare avanti osservando la storia dal punto di vista dell'arciere.
Passarono diversi minuti in cui nulla sembrò cambiare, un lasso di tempo che Doumeki lasciò scorrere senza la minima traccia di un pensiero.
"Provare a sentire quelli in sottofondo, eh?" Pensò il ragazzo con ironia.
In quel preciso istante qualcosa sembrò mutare.
"Attenderò anche fino a domani se necessario. Io... devo aiutarlo."
Quel pensiero improvviso e del tutto inatteso scosse Watanuki, portandogli un po' di confusione.
La risolutezza, il desiderio fortissimo di essergli d'aiuto. Erano tutte emozioni che non aveva mai visto sul volto di Doumeki. Eppure, in un modo che non riusciva a spiegarsi, gli erano giunte nel momento stesso in cui aveva udito quelle parole.
Poi, finalmente, vide Yuuko uscire dal punto in cui sapeva esserci il negozio.
La donna salutò l'arciere con un sorriso, puntando lo sguardo nei suoi occhi dorati, in modo tale da poter fissare anche quelli di Watanuki.
Spaventato da quello sguardo, il ragazzo si domandò per un attimo se la strega non fosse consapevole anche della sua di presenza.
Eppure lui si trovava nel passato. Non poteva esser visto, no?
«Watanuki non riavrà più il suo occhio, vero?» La voce di Doumeki lo spinse ad interrompere il via vai di pensieri. «Quando si è specchiato nella vetrata della scuola.» Lo sentì continuare. «Ha detto qualcosa come... non lo riavrò mai più.»
La donna scrutò il ragazzo che aveva davanti per un istante.
«Perché me lo chiedi, pensi di poter fare qualcosa a riguardo?»
«Vorrei esprimere un desiderio.»
Yuuko gli sorrise tristemente. «Ti ho già detto che non posso esaudire due desideri in contrasto tra loro.»
Doumeki strinse i pugni e, nello stesso istante, Watanuki sentì una fitta allo stomaco.
«Eppure deve esserci un modo.»
Yuuko annuì. «Si...» Ammise. «Ci sarebbe. Dovrai darmi qualcosa in cambio però, forse più d'una.»
Il ragazzo la guardò con aria decisa. «Mi dica cosa.» *

Tensione, dolore non espresso a parole, paura per la sorte dell'amico... Quell'insieme di emozioni sembrò espandersi rapidamente all'interno dell'arciere, giungendo fino a Watanuki. Travolto dall'inattesa forza di quei sentimenti, il ragazzo si scoprì incapace di reagire. Così rimase immobile a subire quel peso schiacciante, fino a quando il dolore non fu tale da sbatterlo fuori dal ricordo.
«Yuuko-san poteva dirmelo che era così difficile.» Borbottò, quando si scoprì ancora una volta sul suo fouton.
Indeciso sul da farsi, ripose ogni cosa al suo posto osservando il cielo volgere all'imbrunire. Rimase così per qualche minuto, guardando dalla finestra, le prime luci della sera.
D'un tratto fu come se un velo di tristezza fosse calato su quanto appena avvenuto, obbligandolo a ricacciare indietro un'amarezza priva di nome e di significato.
Non si attendeva tanta preoccupazione da quell'essere solitamente incapace di comunicare qualcosa che non fosse indifferenza.
Che si fosse sbagliato nel giudicarlo?
No, impossibile. Lui conosceva bene Doumeki. Quel ragazzo era sicuramente capace di azioni incredibili ma, da qui ad ipotizzare che avesse delle emozioni degne di un essere umano, ce ne passava.
Eppure...
"Sembrava così preoccupato per me. E tutto quel dolore... Possibile che fosse... il suo?" Pensò.
Stanco per quanto appena avvenuto, decise di sdraiarsi continuando a tormentarsi senza tregua su quell'interrogativo. Qualche momento più tardi la stanchezza sembrò avere la meglio su di lui che, stremato dalle troppe emozioni, finì per crollare in un sonno privo di sogni.



Ed eccoci alla fine di questo secondo capitolo, per il quale ri-ringrazio Harianne per aver fatto da beta reader! ^.^

*Nei ricordi di Doumeki, il dialogo tra lui e Yuuko è preso dal manga. Quindi quella parte (prettamente dialogosa) appartiene alla Star Comics ed ovviamente alle Clamp cui appartiene tutto eccetto Doumeki. :P Sisi, anche lui lo so. ;_;

Ma andiamo alle vostre recensioni sempre graditissime! *-*

Yusaki
: Mi fa piacerissimo che anche questa nuova fanfic ti stia piacendo. Tra l'altro cel'ho tutta in mente con diversi capitoli già scritti. E devo dire che guardare nella mente di Dou ha un che di affascinante. Quanto al tuo dubbio.... Ihihih lo scoprirai presto. :P Ma sai che anche io lo chiamo Haruka_sama? XD

Doremichan: Sono felice di saperti interessata. Spero che anche questo capitolo abbia avuto lo stesso effetto. :P

Nako-chan: Come darti torto. Credo che anche le Clamp provino rabbia nel vederlo tanto testardo ed imbranato. Il fatto non sarebbe Wata senza questa sua indole che, chissà perchè, piace tanto a Doumeki :P
Riguardo l'inizio si, l'effetto era voluto e mi scuso se ha provocato giramenti di testa ma aveva lo scopo di far comprendere al lettore la rapidità degli eventi che hanno reso Wata pià frastornato del solito. Ahahah anche se Wata è frastornato di suo :P

Roy4ever: La storia continua eccome. :) Spero di leggerti ancora e che l'evolversi della trama ti piaccia.



Mi raccomando fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo. Il prossimo arriverà a breve! :)
Un abbraccio collettivo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Lo specchio della mente
Cap3



Il giorno seguente, durante la pausa pranzo, Watanuki tentò in ogni modo di sondare le emozioni di Doumeki.
Dopo aver consegnato i bento box a lui e ad Himawari cercò quindi di cogliere ogni minima variazione dell'altro, stando ben attento a non farsi scoprire intento a fissarlo.
Alla fine dell'ora il risultato fu più che sconfortante.
A parte qualche parola, per lo più strappatagli da Himawari, Doumeki non sembrava avere alcun desiderio di comunicare con lui. Anzi, se possibile sembrava averne meno del solito.
Certo, aveva consumato il suo pranzo dimostrando di gradirlo, come sempre senza alcun cenno a riguardo. Tuttavia, era sempre rimasto sulle sue evitando di intromettersi tra il compagno ed Himawari. E, cosa più strana, era persino arrivato a non rubare nulla dal bento box del più giovane che, da sempre, era anche il più lento dei tre.
Queste piccole, sostanziali variazioni, sommate agli sguardi preoccupati di Himawari e a quanto visto il giorno precedente grazie allo specchio, lo convinsero a ritentare nel pomeriggio.

Inutile dire che il ritorno verso casa fu anche peggio.
«Qualcosa non va?» Domandò Watanuki d'un tratto.
Doumeki camminava al suo fianco come sempre, solo più taciturno del solito. Questo, nonostante le continue chiacchiere del più giovane che da sempre erano fonte di battibecchi infiniti tra i due.
«No.» Ful la secca risposta.
A quella, Watanuki si fermò. Lo sguardo cupo. «Sai dire solo questo?» Domandò con un accenno di rabbia.
Doumeki gli rivolse un'occhiataccia, fermandosi anche lui. «Devo forse inventarmi qualcosa?» Domandò col suo tono di sempre.
Quella risposta, così lontana dalle sensazioni avvertite il giorno prima, provocò un'improvvisa fitta di dolore nel più giovane.
«No.» Si limitò a rispondere, dandosi mentalmente dello stupido. «Non importa.» Replicò riprendendo a camminare.
"Cosa diavolo stavo pensando ieri? Doumeki è sempre il solito dannato idiota. Altro che dolore o preoccupazione. Chissà cosa ho sentito. Quello specchio deve essere difettato!"


°*°


Diverse ore dopo, ovviamente, ci stava ancora pensando. Così, una volta a casa, nonostante la stanchezza Watanuki prese con sé lo specchio e, posizionatosi sul solito fouton, chiese di andare a vedere il momento in cui Doumeki aveva scelto di donargli il suo sangue. In fondo, almeno allora, doveva pur aver pensato qualcosa.

Si ritrovò quasi subito nel cortile della scuola, davanti a sé, o per meglio dire a Doumeki, c'era il suo corpo disteso sul pavimento. Attorno ad esso una pozza di sangue e svariati cocci di vetro.
Vedersi in quelle condizioni, che ai tempi aveva vissuto in totale stato di incoscienza, faceva davvero uno strano effetto.
Ancor più strano era il cumulo di emozioni contrastanti che sentiva provenire dall'arciere.
"Dannazione..." Lo sentì pensare. "Perché non mi ha aspettato. Perché deve odiarmi fino a questo punto..."
Watanuki avvertì, in un modo che non riuscì a spiegarsi, i pugni stretti dell'arciere e la tensione riversata in ogni suo muscolo. Poi lo osservò mentre con decisione prelevava il suo corpo dal pavimento, tenendoselo stretto e muovendosi con sicurezza tra i tanti curiosi.
Sentì la voce di Himawari che, tra le lacrime, continuava ad invocare il suo nome, Doumeki che diceva di voler chiamare un'ambulanza, ed infine la voce di Yuuko che ordinava di portarle subito il ragazzo.
In quel caos era davvero difficile riuscire a distinguere le proprie emozioni da quelle dell'altro, così, ancora sconvolto dallo scenario che lo vedeva protagonista, decise di restare ad occhi chiusi fin quando lo sfondo non mutò in quello del negozio.

«Come mai riesco a vederlo, ora.»
Fu la voce di Doumeki a riportarlo nel vivo del ricordo. Al suo fianco Himawari stava guardandosi intorno con sguardo stupito.
«Perchè ciò era necessario.» Rispose la strega con sguardo serio. «Inoltre, hai un desiderio da esprimere, non è così?»
«Io... voglio che lui viva.» Dichiarò il ragazzo con tono deciso.
«È in pessime condizioni....» Commentò la donna.
Doumeki osservò il corpo di Watanuki, ancora ben stretto tra le sue braccia.
«Posso dare qualsiasi cosa.» Ribattè tornando a fissarla.
«Né sei convinto?» Ribattè lei prontamente «Sconsiglio sempre di fare simili affermazioni.»
«Qualunque cosa, purché si salvi.»
La strega lo guardò con l'espressione di chi ha sempre saputo. «E sia.» Dichiarò.«Mi servirà gran parte del tuo sangue. In cambio del suo. Questo ti priverà di molta energia e... aumenterà il vostro legame. Nonostante questo, sei ancora sicuro?»
«Si.»

Qualche minuto dopo Doumeki era seduto sul pavimento, la schiena contro il muro che lo separava dalla stanza in cui si trovava Watanuki.
«È meglio che stia qui. Si arrabbierebbe se mi trovasse al risveglio e... sarà meglio che non mi veda. Tu vai però. Gli farà piacere vederti.»
Watanuki avvertì una stretta al cuore quando, con gli occhi di Doumeki, vide Himawari che annuendo, si accingeva ad entrare.
"Così è questo che ha pensato... Ed io che giorni dopo non volevo neppure sentirlo nominare."
Di colpo una profonda tristezza sembrò stringergli il cuore, mozzandogli il respiro. Era suo quel dolore? O apparteneva a Doumeki?
Chiuse gli occhi nel tentativo di concentrarsi sui pensieri in sottofondo ma quanto iniziò a fluire attorno e dentro di lui lo travolse facendolo annegare in un mare di frustrazione, solitudine e molto altro che non riuscì a cogliere.

Come poteva essere vero? Come poteva tutto quel dolore appartenere allo stesso Doumeki che conosceva?
Certo, gli aveva salvato la vita più volte e si era imbarcato in situazioni piuttosto strane, che avrebbero spinto alla fuga chiunque. Eppure... Non aveva mai attribuito quelle attenzioni a dei sentimenti particolari.
Lo considerava da sempre un grande egoista, presuntuoso, saccente. Col tempo, anche se avrebbe preferito morire pur di ammetterlo ad anima viva, aveva finito col considerarlo un amico. Ma questo non aveva cambiato la sua visione delle cose. Doumeki era e restava il solito insensibile di sempre.
Mentre ora...
Quanto si mostrava ai suoi occhi era decisamente diverso da quanto pensava di aver compreso fino a quel momento.
Certo, Yuuko-san gli aveva espresso da subito i suoi pensieri in proposito.
Fatti amico di Doumeki. Doumeki può allontanare gli spiriti per te. Tu e Doumeki siete compatibili.
Una serie di frecciatine che era stanco di ascoltare e che, col tempo, si era rassegnato a subire passivamente nella speranza che la strega si stancasse di tormentarlo passando magari a qualche nuovo svago.
Eppure...
Forse quelle parole celavano una qualche verità che lui non era stato in grado di cogliere. Forse aveva sbagliato tutto, ostinandosi a non voler vedere quanto era invece più che ovvio agli occhi degli altri.
Forse...
Watanuki strinse con forza lo specchio, ancora tra le sue mani.
"Devo assolutamente parlarne con Yuuko." Pensò.







Ihihih Angolino della posta -Mode on-
 Come sempre grazie ad Hari che ha fatto da beta reader
E grazie a voi che avete recensito e a chi ha messo questa storia tra quelle seguite e tra le preferite. ^.^


Ma andiamo alle recensioni.

Doremichan: Sono come sempre felice di leggerti e di sapere che anche questo capitolo è stato di tuo gradimento. :)


Yusaki: Me felice che ti piaccia. (me aspetta anche i tuoi nuovi capitoli, lo sai, si? :P) Ahaha una cotta per Doumeki? Chi non cel'ha? E vogliamo parlare di quella meraviglia di Haruka-sama? *_* Watanuki dovrebbe tormentarsi per il solo fatto di non essergli ancora saltato al collo! :P Ok... Devo empatizzare o finisce che gli infliggo davvero le peggiori pene. :P
Spero che la storia continui a piacerti!

Nako-chan: Grazie per la fiducia. ^_^ In effetti come avrai letto, quella scena c'era. Insomma... come farla mancare? Anche se tante cose, ahimè non si son viste, ho provato ad immaginare lo svolgimento dei fatti e i sentimenti di Doumeki. Che a mio avviso sono struggenti e lo rendono fascinoso come non mai. :P
Spero che questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative!

Witch of the Dimensions:
Per la serie, un nome una garanzia. :P Benvenuta tra le mie fic e grazie per i commenti che hai lasciato qua e la. :)
Spero continuerai a leggermi.

Harianne: Ihih grazie del "complimento" :P Shi-kun eh?
Riguardo alla presunta gelosia di Doumeki... mmm quella credo sia un'altra fanfic, possibile? :P Comunque, chissà... Ammetto di non sapere nemmeno io cosa gli passi per la mente. In pratica uso lo specchio per sbirciare. Insomma, diciamocelo. Lo uso sicuramente meglio di Watanuki. :D
Thanks!

Ikarikun: Benvenuta in questa fic. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Fammi sapere, eh? :)

Roy4ever: Grazie di cuore. Spero di leggerti ancora e che anche questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative.


Beneeee e per questo episodio è tutto. :P
A presto con il quarto capitolo...
E tenete le dita incrociate che oggi dovrebbe uscire Holic Shunmuki :P
Me lo sta attendendo con mooooolta ansia. :P
Alla prossima allora!



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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Cap4
Lo specchio della mente.
Cap 4

Quella notte Watanuki non riuscì a prendere sonno.
L'ultimo "viaggio", compiuto attraverso lo specchio, lo aveva obbligato a riflettere su quanto aveva visto e, sopratutto, sentito. Quelle emozioni, a tratti così forti da fare male, appartenevano di certo all'arciere. Eppure... Proprio in quei giorni, Doumeki sembrava essersi improvvisamente allontanato. Come se di punto in bianco avesse eretto un muro tra loro, evitando di comunicarglierlo, al fine di rendere il tutto ancora più vero.
Probabilmente lo aveva fatto per fargli un favore. In fondo era lui quello che ormai da anni continuava a chiedergli di stargli alla larga. Quindi perché preoccuparsene proprio ora?
Continuò a rigirarsi nel fouton, cercando una posizione ma non trovandone mai una abbastanza comoda. Alla fine, stanco di continuare a pensare senza giungere a nulla, decise di alzarsi e di trovarsi qualcosa da fare.
Mezz'ora dopo stava trafficando in cucina.
Gli ingredienti erano quelli dell'inarisushi. Che strana combinazione, Pensò. Proprio quando l'arciere aveva smesso di chiederlo, lui si decideva a cucinarlo. Ironia di un destino beffardo? Chi poteva dirlo. In fin dei conti, ormai, erano ben poche le cose in grado di sorprenderlo. Di certo non sarebbe stato un banalissimo pranzo a scalfire la sua barriera di stupore, pensò, mentre con cura estrema si accingeva a preparare il contorno.

°*°

Quando le prime luci del giorno fecero capolino nel suo piccolo appartamento, Watanuki era ancora in cucina, il viso segnato dalla stanchezza.
Alla fine il sonno non si era più fatto vivo e, bisognoso di scaricare l'ansia crescente, aveva finito col preparare anche il dolce.
Infine, quando l'orologio gli indicò che era ora di andare, si vestì alla svelta e, sbadigliando, prese cartella e bento box, dirigendosi poi verso la scuola.
Fortunatamente le ore di lezione si susseguirono senza particolari intoppi, permettendogli di schiacciare persino un sonnellino. Proprio l'ideale, vista l'ansia che era subentrata nelle ultime ore.
«Watanuki...» Lo chiamò Himawari.
Quando aprì gli occhi sull'espressione preoccupata della ragazza, rimase qualche istante in silenzio fissandola e domandandosi il perché, all'improvviso, il suo cuore aveva smesso di accelerare in sua presenza.
Si disse che probabilmente era solo colpa della tensione accumulata negli ultimi giorni e, dopo averle assicurato che stava bene, si alzò e presa la busta del pranzo si avviò con lei verso il solito albero.

Quando giunsero, trovarono Doumeki seduto contro il grande ciliegio, intento a leggere un libro che si affrettò a chiudere nel momento stesso in cui notò la loro presenza.
Nel vederlo Watanuki si arrestò di colpo. Per qualche strano motivo, incrociarne lo sguardo gli solleticò il cuore.
Fu solo la sensazione legata ad un istante, nulla di importante, si disse. E, dopo un profondo respiro, prese posto sull'erba consegnando il pranzo agli amici.
Lo sguardo dell'arciere si posò sul pacchetto posto di fianco agli altri, ancora chiuso.
«È il dolce.» Sbuffò il cuoco con aria scocciata. «Lo apriremo quando sarà ora.»
Himawari si limitò a ridacchiare, apprestandosi ad aprire il suo bento-box.
Anche Doumeki fece lo stesso, fermandosi subito dopo. «E questo?» Domandò, alzando uno sguardo quasi stupito sul più giovane.
«Non lo riconosci più?» Replicò Watanuki evitando lo sguardo del compagno.«E' inarisushi.»
«Questo lo avevo intuito.» Rispose l'altro, iniziando a mangiare.
Watanuki rimase ad osservarlo per un po', in attesa di cogliere un segno di gradimento.
Quando capì che non sarebbe mai giunto, ormai rassegnato all'inevitabile, aprì anche lui la sua scatola e prese a mangiare.

«Oggi il pranzo è stato veramente delizioso.» Si complimentò Himawari quando anche il dolce fu terminato.
«Oh Himawari-chan! Meno male che ci se tu!» Commentò Watanuki, felice di ricevere la giusta gratificazione.
Del tutto indifferente a quanto dicevano i due, Doumeki stava mangiando l'ultimo bignè, gli occhi nuovamente immersi nella lettura del suo libro.
«Hei! Ti sembra educato leggere quando si mangia?» Urlò Watanuki.
«Mhh» Si limitò a rispondere il più grande, girando pagina.
«Abbi almeno la decenza di risponde con frasi di senso compiuto!» Continuò l'altro.
Davanti alla scenetta, tanto simile a quelle che negli ultimi tempi le erano quasi mancate, Himawari rise divertita.
«Andate proprio d'accordo voi due!» Esclamò sorridente. «Sono sollevata... temevo aveste litigato.» Commentò, guardando l'orologio che portava al polso. «Io devo andare. Ci vediamo domani. E... Grazie per l'ottimo pranzo, Watanuki-kun»
Il ragazzo si alzò in piedi, muovendo una mano in segno di saluto.
Le parole di Himawari avevano centrato il punto della questione e, nonostante si fosse detta felice di vederli andare d'accordo, Watanuki sapeva bene che qualcosa era profondamente cambiato.
Doumeki non aveva risposto per le rime, come suo solito. Non si era tappato le orecchie, né gli aveva dato dell'idiota. Si era limitato a mugugnare qualcosa, ignorando del tutto le sue urla. Quella consapevolezza, senza un apparente motivo, gli crollò addosso come un peso insostenibile e fu così che, improvvisamente stanco, si lasciò cadere nuovamente sull'erba, lo sguardo ancora fisso sulla ragazza ormai lontana.
«Che ti prende...» Domandò l'arciere, notando la reazione esagerata dell'altro. «Guarda che non ti ha detto addio. Vi rivedrete domani.» Commentò.
«Non è quello...» Mormorò Watanuki. Avrebbe davvero voluto parlargli. Fargli domande su domande e sincerarsi di non essere proprio lui la causa di quell'astio improvviso. Tuttavia, sapeva anche di dover prima parlare con Yuuko.
«Che hai allora.» Replicò il ragazzo, girando nuovamente pagina.
«Niente...» Ribattè Watanuki, spostandosi e rifugiandosi all'ombra del ciliegio, lo stesso sotto il quale si trovava Doumeki.
«E tu?» Tentò, incrociando le gambe.
All'inattesa domanda, Doumeki sollevò lo sguardo dal libro posandolo sul ragazzo. «Io, cosa...» Domandò.
Watanuki lo guardò a sua volta, cercando qualcosa di valido da dire. I ricordi di quanto visto attraverso lo specchio, però, cancellarono ogni precedente proposito di attacco. «I...io ecco... È che sei... strano.» Farfugliò, distogliendo prontamente lo sguardo.
«Strano come...» Domandò l'altro, tornando ad immergersi nella lettura.
«Così per esempio.» Replicò, additandolo. «Ti sto parlando. Per quale motivo mi ignori per leggere quell'assurdo...» Gli occhi, improvvisamente fermi sul libro, si allargarono per lo stupore. «Che... cosa stai cercando...?» Domandò.
A quella domanda Doumeki sembrò ricordarsi del titolo posto sul dorso del testo. «Nulla che ti riguardi.» Si affrettò a rispondere, chiudendo il libro ed alzandosi. «Sarà meglio che vada ora.»
«Già...» Commentò il più piccolo.
L'arciere sembrò non notare l'improvviso irrigidirsi del compagno, né i suoi occhi che d'un tratto si erano fatti lucidi. Così senza perdersi in chiacchiere si affrettò a salutarlo, aggiungendo che aveva da fare.
Quando fu lontano, Watanuki si alzò e, recuperate le sue cose, si soffermò ad osservare l'edificio scolastico. Le mani strette a pugno e gli occhi ormai prossimi alle lacrime.
"Vuoi allontanarti da me? Per questo ti sei messo a leggere quel libro?" Pensò, strofinandosi gli occhi con un un braccio.
Un pensiero che improvvisamente sembrò scavargli un buco nel cuore.




Rieccoci!
Lo ammetto, quella del libro è stata una cosa improvvisa. Mi è comparsa di colpo e scovato il titolo non potevo certo ignorarlo. Prometto di postare al più presto, il prossimo capitolo in modo da spiegarvi il piccolo mistero. :P
Ed ora... andiamo alle recensioni! ^-^

Doremichan:  Visto poi Shunmuki? Che meraviglia! *_*
Andando a noi. Grazie per le belle parole, come sempre. Sono felice che l'evolversi della trama ti sia piaciuto. Ammetto che sbirciare nella mente di Doumeki è qualcosa di estremamente affascinante. Potrebbe dare dipendenza. :P

Yusaki: Non so che dire. La tua recensione mi ha commossa! ^.^ Sono davvero felice di riuscire a dare delle emozioni, anche se il merito in realtà va tutto a questi due personaggi a dir poco splendidi (Shizuka in particolare. :P)
La parte in cui Watanuki vola dalla finestra credo sia una delle più esplicative sul rapporto che lega i due ragazzi. Doumeki che rimane fuori, appoggiato alla parete con quell'espressione stanca ma serena mi scioglie il cuore ogni volta che lo riguardo. Proprio non potevo non inserirla e sono lieta che sia piaciuta.
Spero che questo nuovo capitolo, un pò diverso dagli altri ti piaccia  ugualmente.

Naco chan: Ihih in effetti credo che questa sia la prima scena che ho pensato di inserire quando la fanfic iniziava a delinearsi nella mia testolina. Come non descrivere i pensieri di Shizuka in momento così delicato?
Sono felice che ti sia piaciuto. Quanto a Watanuki... mmm non so che dire. Questo ragazzo mi lascia sempre stranita! :D

Ikarikun: Grazie del complimento. Ed anche per la recensione. Spero continuerai a leggere e a dirmi cosa ne pensi dei vari capitoli. Questo compreso che, mi rendo conto, è un pò diverso dai precedenti. :P

The Witch of the dimensions:
Me è lieta di aver reso la cosa in modo che fosse di tuo gradimento. Spero continuerai anche a recensire. :)


E con questo è tutto. Al prossimo aggiornamento! ^.^

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


cap5
Lo specchio della mente
Capitolo 5

«Un libro che parla di legami da sciogliere, hai detto?» Domandò la strega con aria assorta.
Era comodamente seduta su un ampio cuscino, intenta a confezionare strani origami.
«Qualcosa... del genere...» Mormorò Watanuki, con voce incerta.
«Si, credo che esista. Perchè vuoi saperlo?»
Il ragazzo si avvicinò al tavolino sul quale aveva precedentemente riposto due tazze da thè ed un piatto colmo di pasticcini. «Curiosità...» Mentì, recuperando il vassoio.
«E' Doumeki-kun che lo sta leggendo?» Si informò la donna, senza distogliere lo sguardo dal suo origami.
«Co... Perchè...»
Yuuko sorrise a se stessa. «Perchè solo lui può avere un simile libro. E solo lui potrebbe avere un tale legame da sciogliere...»
Quell'affermazione colpì il ragazzo come un pugno allo stomaco. «Che... che intende...»
La donna, depose con cura il nuovo origami a forma di Mokona nella cesta di paglia intrecciata.  Senza fretta si voltò per guardarlo negli occhi. «Credi siano in molti ad avere un legame forte come quello che ti lega a Doumeki?» Chiese senza smettere di fissarlo. «Quel ragazzo ti ha donato metà del suo occhio. Ha dato gran parte del suo sangue per salvarti. Davvero pensi che sia una cosa "normale"?»
Watanuki la guardò senza rispondere. Deglutì a vuoto un paio di volte, stringendosi il vassoio al petto. «I...io...» Le parole morirono sul nascere e lui riuscì solo ad abbassare lo sguardo.
Yuuko tornò a dargli le spalle, iniziando un nuovo origami. «Watanuki... Non ti ho dato quello specchio per spiare Doumeki-kun ma perchè speravo ti aiutasse ad ampliare la vista...»
«La vista...» Ripetè il ragazzo, sempre più confuso. «Per... cosa?»
«Oh questo non sarò io a dirtelo. Non servirebbe e... se hai appreso anche solo la metà di quanto hai visto da quando sei qui,  converrai con me che ho ragione.»
Watanuki annuì in silenzio e, nonostante fosse ancora di spalle, la donna sembrò cogliere quel tacito assenso.
«Vai a casa ora... Rifletti su quanto ti ho detto.» Continuò sorridendo ad una nuova creazione.
Il ragazzo la ascoltò, alzandosi in silenzio e dirigendosi verso la porta.
«Watanuki...» Lo richiamò la strega.
Lui si fermò soltanto, la mano sulla porta, in silenzio, senza neppure voltarsi.
«Ricorda che un legame deve essere tagliato da entrambe le parti per svanire davvero. Ciò nonostante, esso non scomparirà mai del tutto...» Sentenziò lei.
Non certo di aver ben afferrato il senso di quelle parole, Watanuki aprì bocca per una nuova domanda, ripensandoci subito dopo. Conosceva fin troppo bene i metodi di Yuuko-san e sapeva che in nessun caso gli avrebbe rivelato altri particolari.
Così, dopo aver annuito, certo di essere visto nonostante fossero entrambi di spalle, uscì da quella stanza, avviandosi verso l'uscita.

°*°

Due ore dopo era nuovamente in negozio, più stanco ed avvilito di prima.
Tornato a casa, infatti, ogni tentativo di mettere in pratica quanto suggeritogli dalla strega, era stato inutile.
Nonostante si fosse concentrato, domandando più volte di vedere questo o quel momento, lo specchio si era infine limitato a mostrargli unicamente la sua immagine riflessa.

«Questo specchio non funziona!» Si lamentò quando, dopo essere entrato come una furia nella solita stanza, la donna si decise ad alzare lo sguardo su di lui.
«Funziona, invece.» Asserì lei, senza scomporsi.
«Le dico di no!» Ribattè il ragazzo, agitando quanto aveva in mano.
Per tutta risposta, Yuuko si limitò ad allungare un braccio, prendendo l'oggetto e specchiandovisi per un istante.
Poi, sotto lo sguardo attento di Watanuki, girò lo specchio più volte, guardandolo da varie angolazioni, quasi come lo stesse studiando in base a parametri che solo lei sembrava conoscere.
«Allora?» Si informò il ragazzo, con tono impaziente.
«Funziona benissimo.» Fu la risposta della donna.
«Che?»
Yuuko sorrise divertita. «Come sempre, il problema non è nello strumento ma in chi lo adopera.» Dichiarò alzando uno sguardo sul ragazzo.
«Che... che significa questo?» Domandò lui, sempre più teso.
«Significa che puoi mentire a te stesso ma non ad un oggetto magico. E questo specchio è più potente di quanto tu creda. Quindi...» Continuò riconsengnandogli l'oggetto. «Il problema sei tu.»
Rassegnato e deciso a ricevere un aiuto, Watanuki si sforzò di mostrarsi più tranquillo di quanto non fosse. «E sentiamo... dove... sbaglierei?» Tentò.
«Chissà...» Rispose la strega.
«Chissà?! Sa dirmi solo questo?» Urlò il ragazzo, la cui pazienza era ormai evaporata. «Come sarebbe?»
Yuuko si limitò a fare spallucce, prendendo un origami a forma di farfalla e soffiando leggermente sulle sue ali.
Sotto lo sguardo incredulo di Watanuki, l'origami iniziò a volare per la stanza, leggiadro come l'insetto del quale aveva assunto le sembianze.
«Vedi Watanuki, spesso il vero scopo della magia è quello di mostrarci le cose sotto altri aspetti.» Dectretò la donna con aria estremamente professionale. «Chiunque penserebbe che questa sia solo una farfalla.» Continuò, l'asciando che l'insetto si posasse sulla sua mano. «Eppure... basta un battito d'ali per distruggere...» Disse osservando la farfalla che tornava origami. «Ed un pò di speranza per creare da capo ogni cosa.» Concluse, soffiando nuovamente sulla nascente creatura che, carica di vita propria, si sollevò dalla mano della strega per allontanarsi verso un nuovo destino.
Per un attimo nella stanza regnò il totale silenzio, spezzato poco dopo dalla voce esisitante di Watanuki. «Io... non capisco.» Mormorò.
Yuuko, sorrise di nuovo. Di quei sorrisi che sottolineano una certezza lontana nel tempo. «Sentiamo... cosa non capisci?» Domandò con sguardo interessato.
«Cosa... cosa c'entra tutto questo... con me?» Tentò l'altro, sempre più confuso.
«Prova ad arrivarci da solo. Cosa stai guardando con occhi privi della magia indispensabile a dar vita ai sogni?»
Watanuki aprì la bocca un paio di volte, richiudendola subito dopo. L'espressione grave.
«Cosa vuole che ne sappia io.» Dichiarò, stringendo i pugni. «Qui è lei la strega. Io non so niente di tutto questo.»
«Sai quanto basta.» Ribattè la donna tornando ad osservare lo specchio. «Ed hai quanto ti serve per vedere ciò che ancora non sai. Devi solo porre la giusta domanda, lasciando che essa parta dal cuore.»

°*°

"Porre la giusta domanda..." Si ripetè Watanuki quando, da una delle stanze del negozio, si decise a ritentare l'esperimento, più volte andato a vuoto. Dopo la conversazione avuta con la strega, era stato costretto a ripagare con una cena succulenta le informazioni ricevute. Così, nonostante la stanchezza ed il bisogno di chiudere gli occhi su quell'assurda giornata, dopo cena aveva chiesto il permesso di ritirarsi subito in camera, deciso come non mai ad approfondire ciò che più gli premeva sapere.
«Specchio...» Formulò, stringendo l'oggetto incantato tra le mani. «Mostrami cosa ha spinto Doumeki a decidere di leggere quel libro.» Domandò con tono deciso.
Un attimo dopo fu risucchiato ancora una volta da una luce abbagliante.

Si ritrovò all'esterno dell'edificio scolastico. Lo sguardo su un se stesso impegnato a camminare e a lamentarsi del lavoro che lo attendeva al negozio di Yuuko-san.
Dalla mente dell'arciere non captava particolari emozioni, solo una serenità interiore. Quasi come ci fosse da stare allegri con la sua voce in sottofondo.
Non si era mai reso conto di come potese suonare stancante la serie di lamentele che era solito snocciolare al ritorno da scuola.
«Come se non bastasse ho sempre te, tra i piedi! Dannato di un Doumeki.» Si sentì dire mentre, nel ragazzo del quale stava vivendo azioni ed emozioni, continuava ad esserci una serenità all'apparenza intaccabile.
«Perchè... perchè non potevo condividere con Himawari ciò che mi lega a te! Dannata strega! E dannato tu e la tua fissa per le azioni eroiche! Oh come vorrei poter cambiare le cose.»
Continuò ad ascoltare solo perchè costretto. Così come fu obbligato a sopportare il dolore di quella serenità improvvisamente incrinata da un senso crescente di paura.
Gli sembrava quasi impossiibile un simile sentimento in Doumeki. Lui che sembrava così dannatamente impavido e sicuro di se. Eppure ne era certo, quella che ora stava provando era sicuramente paura.
Sentì l'arciere sospirare tristemente, mentre con sguardo neutro entrava con l'altro se stesso dentro il negozio, prendendo posto in sala dove, una volta solo, lasciò andare la maschera di inespressione che era solito portare in presenza dell'altro.
«Doumeki è triste?!» Domandò Mokona avvicinandosi.
«Un pò...» Si confidò lui, accettando un bicchiere di sakè dall'animaletto. "Un pò..." continuò dentro di se.
In fondo come poteva essere felice al pensiero dell'insofferenza che provocava nell'altro...
Watanuki ascoltò quel pensiero restando immobile, gli occhi chiusi per non cogliere quanto i suoi modi riuscissero a causare del male in chi gli voleva bene. La mente concentrata sui sentimenti sprigionati dall'arciere. Un insieme di sensazioni forti e spesso in contrasto tra loro. Emozioni che il ragazzo non aveva mai lasciato intravedere, neppure lontanamente, serbando per se soltanto ogni forma di dolore o solitudine.

"Fammi vedere qualcosa di diverso..." pensò d'un tratto Watanuki. La speranza era quella di trovare un momento di quiete tra se e l'amico.
E se pur esaudito sulla questione del cambio, la sua richiesta non trovò riscontri per quanto riguardava la quiete.
«Aspettami dopo le lezioni.»
Di nuovo un momento tra loro.
Un ricordo che per Watanuki era appena sfumato e sovrascritto da attimi ben più tragici, avvenuti pochi minuti dopo.
«Che hai detto?» Si sentì esclamare. «Ammettilo che è perchè speri che ti prepari da mangiare!»
La sua voce in lontananza per un attimo lo distrasse da quanto stava pensando l'arciere.
"E' solo il cibo che voglio... come no..."
Una fitta di dolore colpì Watanuki, facendogli odiare se stesso per il male che con poche stupide parole era stato in grado di infliggere all'altro.

Poi una nuova immagine giunse a colpirlo con più forza di altre.
Per un attimo, il dolore fu sostituito da una forma di commozione così forte da provocargli le lacrime.
Si guardò intorno e quanto vide fu se stesso che, con fare imbarazzato, lo stava ringraziando. Il volto nascosto da un braccio, le guance arrossate.
Per un istante gli sembrò di avvertire il battito del cuore che accelerava. Fu solo un attimo però e non se ne diede pena.
Il ragazzo che stava spiando si era avvicinato, cercando di osservare l'espressione che si celava dietro la maschera della vergogna.
Poteva quasi coglierne l'aspettativa e l'incredulità, nata dal poter assistere ad un qualcosa che ormai aveva imparato a considerare impossibile.
Poi, lui era fuggito, urlando offese che terminarono solo quando Mokona gli arrivò dritto in faccia.
Ricordava bene quei momenti, aveva faticato non poco a trovare il coraggio per dire quella sola parola. Ciò nonostante mai e poi mai avrebbe immaginato di aver reso l'arciere così felice.
Un semplice grazie, una sua parola era così potente da creare quell'emozione tanto forte da togliere il fiato...
Come poteva essere.
Neppure Himawari aveva un tale effetto su di lui.
Cosa doveva pensare...

«Perchè...» Domandò alla stanza vuota. Gli occhi ormai prossimi alle lacrime.
Per quale motivo Doumeki si ostinava a mostrarsi così diverso da come appariva attraverso lo specchio.
In quale dei due doveva credere. Quale dei due era il vero Doumeki?
Sempre più confuso, Watanuki decise di darsi tempo, accantonando lo specchio ed abbandonandosi ad un sonno ristoratore.
Domani sarebbe giunto presto, e di certo Yuuko-san avrebbe trovato una soluzione a quanto stava avvenendo.



Rieccoci qui! Questa volta con un pò di ritardo. Sorry...
Mettere su il primo capitolo di Destino Inevitabile ha portato via diverso tempo. Ma superato il primo ostacolo prometto di tornare a postare con la frequenza di sempre. Magari anche più rapidamente. Chissà. :P
Ma andiamo ai vostri commentucci che sono sempre super graditi!

Ikarikun: Lieta che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Sono riuscita a farti apprezzare anche il quondo? Speriamo. ^_^
Se fai un bel filmino sui due, ricordati di me! :D


Naco chan: Ahah le tue recensioni le adoro. A volte sembra che tu abbia una qualche visione futura su quanto scrivo. :P
Detto questo, credo che il contenuto del libro di Doumeki sia ormai chiaro. Quello che non lo è, come sempre, è cosa passa per la testa di Watanuki. ^^;

Witch Of The Dimensions:
Hem... un pò mi sono fatta attendere. :P Chiedo venia.
Mmh un libro di Haruka, dici. Chissà... (me ha preso questo modo di dire da Yuuko-san ;_; )

Doremichan: Ahahah quei due fanno scintille anche nella mia di testa. La speranza è che queste scintille raggiungano anche le Clamp. Magari la capiscono e ci danno un bel finale degno di loro. E per loro intendo Dou e Wata, che se fosse degno delle Clamp finiremmo in tragedia. ;_;
Spero continuerai a leggermi e a recensire. E che il titolo del libro ti abbia soddisfatta. :P

Harianne: Ahahah Watanuki che si fa furbo al terzo capitolo? Mmh la vedo difficile anche io, salvo qualche strano incantesimo, ovvio. :P
Cos'è che vuoi vedere di Yuuko-san? ¬.¬

Yusaki: Ahahaha quanto ho riso! XD Ma sai che potrebbero scriverlo davvero quel libro?
Spero che il titolo del libro ti abbia raggiunta prima della fine della tua scrivania, che saluto! :D

Al prossimo aggiornamento allora. E per chi è già in vacanza... divertitevi! 
Io intanto, continuerò a scrivere sperando di allietare almeno un pò i giorni di chi le vacanze le ha già terminate. :P

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Lo specchio della mente
Capitolo sei


Quella mattina il risveglio di Watanuki fu piuttosto traumatico.
Era appena riemerso dallo stato di veglia quando Mokona gli saltò addosso urlando una serie di parole confuse che, qualche minuto dopo, tornarono alla mente del ragazzo come nomi di pietanze piuttosto difficili da preparare.
«Mokona, insomma. Stavo dormendo!» Sbottò, togliendosi l'animaletto di dosso.
«Pigrone! Pigrone!» Fu la festosa replica del manju nero. «Yuuko ci ha portato un nuovo libro di ricette!» Continuò, tirando fuori un testo che Watanuki non aveva notato. «Waaatanuki, preparami questo!» Urlò infine, mostrandogli una pagina contenente la ricetta di un dolce a base di ricotta, crema, cioccolato e ingredienti difficilissimi da reperire.
«Mo-ko-na!» Strillò il ragazzo quando, messi gli occhiali, lesse per bene la ricetta. «Ci vogliono almeno due giorni per preparare il tutto. Come pensi possa fartelo questa mattina!»
«A Mokona non interessa!» Urlò il manju nero con tono divertito.
«Su Mokona, lascia in pace il nostro cuoco.» Si inserì Yuuko che, sulla porta, stava osservandoli con aria di scherno. «Vedrai che preparerà presto ogni singola ricetta contenuta su quel libro.»
A Watanuki non sembrò vero di udire simili parole. «E quando pensa dovrei farlo. Di notte?!» Sbottò, alzandosi e prendendo le sue cose.
«Questo non mi riguarda...» Lo schernì la strega. «Piuttosto... Visto qualcosa di interessante?» Continuò con espressione più seria.
A quella domanda, Watanuki posò un rapido sguardo sull'oggetto ancora di fianco al fouton. «Io... non ne sono sicuro... ma...» I suoi occhi si persero a contemplare per un lungo attimo quelli carminei della donna che aveva di fronte. «Doumeki... mi appare molto diverso da come si mostra di solito e... mi chiedevo come sia possibile.»
«Strano...» Sentenziò Yuuko. «Eppure sembrate essere in confidenza...» Dichiarò senza smettere di guardarlo. «Chissà, forse sei tu che non gli permetti di mostrarti certi lati del suo carattere...» Terminò con fare allusivo.
Watanuki arrossì di colpo, imbronciandosi ed avviandosi verso l'uscita. «Lasci perdere! Dovevo aspettarmelo da lei!» Borbottò dirigendosi verso il bagno.
Yuuko si lasciò andare ad una risatina divertita, poi fissò il punto dove il ragazzo era sparito ed il suo sguardo si fece improvvisamente distante. «Sta solo a te saper cogliere il vero aspetto di quanto gli altri ti mostrano... Watanuki Kimihiro.» Mormorò.

«Yuuko-san è sempre la solita!» Si lamentò Watanuki qualche minuto più tardi mentre, rabbioso, si avviava verso scuola.
Come gli capitava da quando aveva preso l'abitudine di rimanere al negozio, si trovò a passare davanti al tempio dei Doumeki.
Lì si bloccò, colto dall'improvviso bisogno di dare uno sguardo all'interno.
Si addentrò in silenzio, fermandosi solo davanti al grande albero dal quale, ne era quasi certo, aveva assistito al primo pensiero di Doumeki. Senza pensarci si mise a sedere, poggiandosi al grosso tronco del secolare ciliegio, gli occhi puntati sulla parte di tempio visibile da quella particolare angolazione.
Lievi ondate di vento soffiarono sulla sua pelle, rilassandolo. Quel luogo era colmo di un'energia in grado di far dimenticare ogni dolore. Eppure, ricordò, proprio in quel punto Doumeki aveva fatto dei pensieri carichi di tristezza. Pensieri che adesso non riusciva a ricordare. "Forse dovrei chiedere allo specchio" pensò, pentendosi di averlo lasciato al negozio. «Tanto vale approfittarne per godersi questo attimo di pace.» Mormorò, sbadigliando.

«Oi...»
«...Mmh...» Si lamentò Watanuki, aprendo gli occhi sul volto dell'arciere. «Do...Doumeki!» Esclamò tirandosi su a sedere. «Che... che ci fai qui!»
Doumeki lo fissò con un leggero disappunto. «Sono a casa mia. Tu piuttosto, cosa ci fai addormentato nel mio giardino.» Ribatté senza smettere di guardarlo.
Quella risposta ricordò al più piccolo di come si era intrufolato al tempio, per di più addormentandosi senza neppure un saluto al padrone di casa. «I...io... scusa. Mi ero messo qui ad aspettarti!» Mentì. «E... devo essermi addormentato.»
Doumeki prese posto al suo fianco, poggiando le mani sull'erba fresca. «Questo punto non è visibile dal cancello.» Dichiarò voltandosi a guardarlo. «Perché eri qui?»
«Oh insomma! Cos'è, non si può più stare un po' nel verde, in questa città?!» Si difese Watanuki.
«Non in quello privato.»
«Beh, scusa tanto! Non lo farò più!» Commentò il più piccolo. Poi il ricordo di quanto provato la sera prima lo colse senza preavviso, ed il suo tono si fece improvvisamente più morbido. «Dou...meki...»
L'altro lo scrutò per qualche istante. «Cosa...»
«Tu... ti siedi spesso qui?» Domandò cercando, senza successo, di porre la domanda in tono casuale.
«Qualche volta... Perché?»
«Così... è un posto tanto bello che...» Si fermò nel notare un lieve cambiamento nello sguardo del compagno.
«Immagino che per te lo sia...» Replicò questi, portando lo sguardo davanti a sé.
Watanuki fece lo stesso e, nel notare il porticato del tempio e l'angolo dove spesso si fermava a parlare con Haruka, per un attimo si sentì gelare. «I...io, non dicevo per quello...» Protestò, pentendosi subito dopo. «E comunque... non credo sia un problema no? Il fatto... che parlo con tuo nonno, dico...»
Doumeki rimase immobile, gli occhi fissi su quel punto dove lui non aveva mai avuto alcun ruolo. Un angolo di mondo che, seppur nella sua versione onirica, aveva spesso riunito due anime a loro modo affini. Qualcosa che con lui non sarebbe mai avvenuta.
Il suo sguardo si incupì per un istante, dopo il quale, alzatosi, tornò a fissare il ragazzo. «Si sta facendo tardi.» Esclamò, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Senza ribattere Watanuki accolse l'aiuto, sollevandosi per poi riperdere rapidamente l'equilibrio.
In un attimo si ritrovò addosso all'altro ragazzo che, rimasto immobile, si limitò a fissarlo.
«Scu... scusa...» Mormorò il più piccolo, arrossendo di colpo.
In preda all'imbarazzo, spinse le mani contro il torace di Doumeki, allontanandosi un minimo. «Io... sono inciampato.» Concluse, tornando a reggersi sulle proprie gambe un po' tremolanti.
«Me ne sono accorto.» Fu la risposta lapidaria dell'altro. «Andiamo?» Aggiunse infine facendogli strada.
Watanuki annuì seguendolo in silenzio, la mente concentrata sul battito improvvisamente accelerato del suo cuore.

°*°

Quel pomeriggio al termine delle lezioni si trovarono a percorrere, come spesso accadeva, la via verso casa.
Himawari era rimasta a scuola per sbrigare alcuni oneri da capo classe e Watanuki, che da quel mattino si sentiva decisamente strano, fu quasi grato al destino per l'inattesa opportunità di chiarire alcune cose con l'arciere.
Peccato che la totale mancanza di parole a riguardo stesse mandando in fumo ogni proposito.
«Sei strano.» Esordì d'un tratto Doumeki.
Deciso ad approfittare dell'opportunità appena offertagli, Watanuki si fece forza. «Ecco... io... stavo pensando...»
Doumeki non sembrò interessarsi alla cosa e, senza ribattere, continuò a camminare.
«Non mi chiedi a cosa penso?» Tentò il più piccolo.
«Me lo diresti?»
Watanuki lo osservò e, per un attimo, quella risposta gli provocò una stretta allo stomaco. «S...si, certo.» Dichiarò convinto.
«Ok allora. Ti ascolto.»
«Certo che due parole di più non ti ammazzerebbero eh!» Protestò a quel punto il più piccolo.
L'altro non disse nulla e, scoraggiato, Watanuki sospirò amaramente, riprendendo a parlare. «Mi chiedevo... se sei sempre stato così taciturno.» Esclamò infine.
Evidentemente sorpreso dalle parole dell'altro, Doumeki si fermò. «Stavi pensando... a me?»
«N...no. Mi chiedevo... Insomma, rispondimi no?» Protestò un Watanuki al colmo dell'imbarazzo.
L'arciere sembrò pensarci. «Credo...»
«Credi? vuoi dire che non lo sai?!»
«Da bambino parlavo con mio nonno...» Decretò l'arciere.
«E poi...?»
«Poi lui è morto...»
Watanuki gli rivolse un'occhiataccia. «Questo lo so anche io, idiota!» Commentò.
«I miei erano sempre via e non ho mai avuto tanti amici... »
«Dimmi qualcosa che non so!» Commentò Watanuki con fare sarcastico. «E comunque è solo colpa tua se non ci riesci. Piaci praticamente a tutti e se non hai uno straccio d'amico è solo perchè sei un insopportabile musone. Ecco!»
Doumeki continuò a camminare, apparentemente indifferente alle parole del ragazzo. «Tranne che a te...» Mormorò di colpo.
«Eh?» A quello, Watanuki si fermò. «Che... che hai detto?» Chiese, improvvisamente turbato.
«A te non piaccio...» Continuò l'altro, senza fermarsi.
«Cosa... cosa c'entra adesso!» Protestò il ragazzo, improvvisamente adirato per quella risposta inattesa, giunta proprio quando aveva deciso di trovare un punto d'incontro con l'altro.
Doumeki lo ignorò e, nel tentativo di obbligarlo a rispondere, Watanuki lo afferrò per la manica. «Rispondimi. Cosa c'entra!»
L'arciere si fermò, senza guardarlo.
«Rispondimi ho detto!» Ripeté l'altro.
«Niente. Ho solo precisato che non piaccio proprio a tutti.» Chiarì Doumeki.
Watanuki lo fissò senza ribattere, gli occhi stretti in due fessure blu che gli conferivano un aspetto quasi felino. «E per questo...» Sibilò poi, senza mollare la presa e senza staccare gli occhi da quelli dell'arciere. «È per questo che stai leggendo quel libro?»
«Questo non ti riguarda!» Protestò Doumeki, scansandosi dalla presa dell'altro per poi dargli nuovamente le spalle.
Watanuki restò momentaneamente paralizzato. Per un breve istante lo sguardo dell'arciere si era fatto infuocato mostrando una risolutezza che in qualche modo aveva finiro con lo spiazzarlo «Non... mi riguarda, hai detto... Con chi altri hai un legame come quello che ti unisce a me, eh? Chi vuoi prendere in giro?!» Gli urlò raggiungendolo.
«Watanuki...» Precisò il più grande. «Non mi fermerai. Quindi... non metterti in mezzo.»
«Co...»
L'arciere riprese a camminare e, ancora immobile, Watanuki si limitò a fissarlo. Le mani strette a pugno, il cuore che improvvisamente, e senza un apparente motivo, sembrava essersi fermato sotto il peso di quelle ultime parole.
"Ti fermerò invece. Io... non ti permetterò di allontanarti... da me."




Rieccociiiii! 

Uhm... un passo avanti per Watanuki? Ahah lui è come i gamberetti, quindi... non fate troppo affidamento su di lui. ^^;

Alloraaaa
Questo capitolo è nato in una notte di follia, così come il prossimo. :P
Notte che ha visto nascere anche un'altra fanfic (e bastaaaa, direte voi ^^;) sempre sui nostri due amati ragazzi! Ma bando alle ciance e via alle recensioni!!

Witch Of The Dimensions: In una sola parola: Grazie! ^_^
Me è commossa e lusingata. E si... il mistero del libro si scoprirà a breve. Per quanto riguarda Haruka invece... mmm temo di dover mantenere il"chissà" Certi aspetti infatti non sono molto chiari neppure a me che li scrivo. ^^;

Naco chan: Grazie del complimento. Son felice che la mia versione di Yuuko ti piaccia. :P
Quanto a Watanuki... che dire se non che sono troppo d'accordo con te? Quel ragazzo è semplicemente irrecuperabile. A volte mi viene da prenderlo a bastonate anche mentre sto scrivendo di lui. :P
Eppure Doumeki è così cotto. Mah...
Ahah in effetti anche io non disdegnerei lo specchio della mente. Peccato che Watanuki sia in grado di combinare pasticci anche con uno strumento nato per semplificarti i problemi. ^^;

Yuki Ishimori: Sono davvero felice che la storia ti piaccia. E ancor di più che ti stia piacendo anche l'altra. XD
Spero che questo nuovo capitolo sia stato ugualmente di tuo gradimento.

Doremichan: Me è estremamente lieta ed orgogliosa di allietare almeno un po' la tua estate.
Mi fa piacere sapere che anche il modo in cui vengono resi i personaggi ti piaccia. ^_^
Purtroppo per Watanuki le speranze sono sempre poche. Ma confido in Yuuko, nello specchio e nella forza dell'histuzen. :P

Ikarikun: Nuuuu temo che il video si sia perso... Che l'abbia rubato Watanuki? ¬.¬
Se è così me la pagherà moooooolto cara. XD

Harianne: Ah Ah Ah e questo era per il tuo primo commento. :P (me pensa a come non la vorrai più quando ci toccherà modificare i capitoli di DI in cui non facevo che chiamare con un altro nome un certo personaggio bastardo. XD)
Dai Dai che il tempo delle medicine è passato. :P

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
Lo Specchio della mente
Capitolo 7


«Waaatanuki!»
La voce di Yuuko giunse improvvisa, distogliendolo dai suoi pensieri.
«Si, arrivo!» Urlò dalla cucina, dove stava finendo di sistemare i dolcetti che avrebbe servito per la merenda.
«Quella donna è veramente impossibile...» borbottò, versando la cioccolata calda nelle tazze.
Per un attimo rimase ad osservare, come ipnotizzato, il gioco creato dal liquido scuro.
Da quando era rientrato non aveva mai smesso di interrogarsi su quanto avvenuto poco prima.
Lui non aveva mai fatto certi pensieri, non si era mai preoccupato della vicinanza di Doumeki. Eppure, proprio quando lo aveva sentito improvvisamente distante, si era sorpreso a scoprire di non volerlo perdere.
Quell'ultimo pensiero bastò da solo per riportarlo al presente.
Sospirando, prese con se il vassoio e si avviò verso la sala.

«Allora, Watanuki...» Domandò Yuuko dopo aver assaggiato un pasticcino. «Come procede con Doumeki-kun?»
Quella domanda sembrò coglierlo impreparato. «Ecco... non procede, a dire il vero...» Tentennò il ragazzo.
La sua risposta fu accolta da uno dei coretti festosi di Maru e Moro.
«Ssh... silenzio voi.» Le richiamò la strega, evidentemente incuriosita dalle parole del suo dipendente. «Vuoi forse dirmi che sta ancora leggendo quel libro?» Si informò.
«Io... credo... Si.»
La donna accostò le labbra alla tazza fumante. «Capisco...» Mormorò un attimo prima di assaporarne il contenuto.
Watanuki la osservò bere, in attesa di un verdetto.
«E...?» Domandò, quando comprese che questo non sarebbe mai giunto.
Per tutta risposta Yuuko sollevò lo sguardo su di lui. «E... niente. Ho detto che ho capito.»
«Tutto qui? Nessun consiglio da dare?»
La donna gli rivolse un sorrisetto ironico. «Oh... tanto non mi ascolteresti. Perché perdere tempo?» Dichiarò.
«Perdere tempo! Perdere tempo!» Canticchiarono Maru e Moro.
Watanuki le osservò interdetto, soffermandosi per un breve istante sull'assurdità di quella scena e, forse, della sua intera vita.
«Ho capito.» Mormorò infine. «Io... me la caverò da solo.» Concluse, voltandosi ed avviandosi verso la porta.
«Watanuki.» Lo richiamò la strega. «Ricorda... non hai molto tempo.»

Già, il tempo.
Quello era sempre stato un grosso problema per lui. Esattamente come lo erano gli spiriti, la sua innata capacità di cacciarsi sempre nei guai. Un po' tutto, insomma.
Sospirando, Watanuki si avviò verso quella che, all'interno di quel negozio, era ormai la sua stanza.
Una volta dentro, lo sguardo si posò immediatamente sullo specchio.
"Cosa dovrei fare..." Pensò, sempre più affranto.
Doumeki sembrava più che intenzionato a procedere per la sua strada. E lui, non era mai stato bravo a distoglierlo dai suoi intenti, per quanto rischiosi o assurdi che fossero.
Eppure... nonostante trovasse ancora strano un simile pensiero, una parte di lui era davvero intenzionata a non perderlo. E fu proprio in nome di quella piccola parte di anima che, carico di una decisione mai sperimentata prima, si mise a sedere sul fouton, prendendo lo specchio e cercando qualcosa di sensato da chiedergli.
Rimase a fissarlo per una buona mezz'ora. Intento a scartare le domane più futili, in attesa di quelle più adatte alla situazione. Un tentativo che ebbe il solo risultato di fargli perdere del tempo prezioso.
«Uff...» Sbottò di colpo, rigirandosi l'oggetto tra le mani. «Mentre sto qui, Doumeki sta sicuramente studiando quel dannato libro. Ci sarà qualcosa di utile che puoi dirmi a riguardo.» Si lamentò, fissando la superficie dello specchio.
Neanche avesse espresso una domanda precisa, una luce abbagliante si sprigionò dal disco riflettente, catturandolo in un vortice di calore che terminò solo quando la luce fu sostituita dal buio.
«Ma cosa...»

Fuori stava piovendo. Un tempo cupo che ben si sposava con il cielo carico di nuvole.
Incerto su quanto stesse avvenendo, Watanuki si guardò intorno, alla ricerca di indizi utili a fargli comprendere cosa stesse osservando.
Fortunatamente non gli ci volle molto.
All'improvviso il corpo, dentro il quale si trovava, si immobilizzò fissando una figura lontana.
Watanuki sentì una stretta al cuore, un dolore profondo e lancinante che gli fece comprendere l'identità del ragazzo che, in riva al fiume, stava parlando da solo.
Dopo un profondo respiro, pronto al peggio, decise di osservare la scena.
«Che strano...» Pensò. «Non ho memoria di questo momento...»
Poi Doumeki fece un paio di passi e questo bastò a mostrargli i dettagli mancanti.
Il Watanuki del passato stava stringendo il corpo senza vita di un cucciolo. Le guance rigate di lacrime.
«Anche io morirò così...» Si sentì dire. «Solo.»
Nell'udire quelle parole, l'arciere deglutì con amarezza. Lo sguardo fisso su di lui. Il cuore che pur senza sbalzi sembrava battere un ritmo struggente.
"Non lascerò che accada." Lo sentì pensare. "Non resterai da solo."
Poi il paesaggio si colorò di tinte pastello e nonostante il desiderio di cogliere ancora qualche indizio, la scena mutò, trasportandolo al tempio.

Si trovavano nella camera di Doumeki.
Davanti a se poteva vedere il suo corpo disteso sul fouton dell'arciere. Un avvenimento che si era presentato fin troppe volte. Pensò.
Lo sguardo di Doumeki era fisso su di lui. Il cuore quasi agitato, il respiro carico di apprensione. Era tutto talmente chiaro, vissuto dal di dentro, che per un attimo Watanuki si sentì un'idiota. Come aveva potuto dubitare a quel modo della sensibilità di Doumeki?
Quei pensieri furono stroncati dalla sua stessa voce che, con modi non proprio gentili, stava informandosi sull'accaduto.
In preda ad un malessere crescente, Watanuki udì la voce dell'arciere spiegare ogni cosa con la sua solita calma. La stessa che lui aveva sempre scambiato per indifferenza.
«Sarà meglio che vada!» Si sentì dire. Il tono brusco a tal punto da farlo vergognare di se stesso.
Attraverso gli occhi di Doumeki accarezzò con lo sguardo la sua figura ormai in piedi. Dentro, una sensazione di disagio piuttosto spiacevole.
Era così che lo faceva sentire? Per questo stava cercando di cambiare le cose?
“Si può sapere che cos'hai in quella testa?!" Pensò in un impeto di rabbia.
Un attimo dopo la scena era nuovamente mutata.

Watanuki si sforzò di comprendere la nuova destinazione. Gli occhi dell'arciere però erano fissi su qualcosa di bianco. Il soffitto, capì qualche istante più tardi.
Era sdraiato, le braccia dietro la testa e la mente assorta in pensieri senz'altro carichi di dolore, visto lo stato emotivo in cui si trovava.
Watanuki rimase in ascolto per un po', attendendo pazientemente un qualsiasi indizio.
Poi, finalmente, Doumeki si voltò, gli occhi fissi su un libro. "Devo farlo. Non importa se il suo odio aumenterà" pensò.
Quelle parole fecero scendere un velo di profonda tristezza nel cuore del più piccolo che, solo un attimo dopo, si rese conto che quello che l'arciere stava fissando era il libro che stava leggendo proprio in quei giorni.
Evidentemente il passato nel quale si trovava era piuttosto recente.
Stava giusto pensando di restare ancora un po' ad osservare, quando Doumeki si alzò in piedi, sfiorandosi la fronte.
«Che strano...» Lo sentì dire.
Watanuki cercò di sondare la presenza di pensieri più profondi ma, ancor prima di riuscirci, qualcosa sembrò sbatterlo fuori.
Quando riaprì gli occhi era nuovamente nel negozio di Yuuko.

«Che diavolo era quello!» Borbottò.
«Davvero non ci arrivi?» Domandò la strega, osservandolo con sufficienza.
«Yuuko-san!» Sbottò il ragazzo, nel vederla appoggiata contro una parete, le braccia incrociate ed uno sguardo carico di scherno. «Cosa vuole che ne sappia!» Si lamentò.
«Quello...» Ribatté la donna, indicando lo specchio. «Non mostra solo il passato. E tu... hai appena visto il presente di Doumeki-kun...»
Nella stanza calò improvvisamente il silenzio, interrotto poco dopo dalla voce di Watanuki.
«Che?!» Sbottò, indietreggiando con sguardo spaventato. «Si può sapere che razza di diavoleria è mai questa?» Urlò, indicando con mano tremante lo specchio poco distante.
La strega sospirò rassegnata. «Mi spieghi cos'hai da urlare?» Ti stupisci tanto dopo aver passato giorni interi a spiare nel passato?»
Quell'affermazione sembrò scuotere il ragazzo. «Io non ho spiato un bel niente!» Puntualizzò risentito.
«Ah no?» Fece lei.
A quello, Watanuki arrossì visibilmente. «Ecco... io... Ok!» Stabilì prontamente. Il tono nuovamente aggressivo. «Ma ho avuto seri motivi per farlo. E non è affatto piacevole! Cosa crede?!»
«Hai scoperto qualcosa, almeno?» Domandò la donna, ignorando le proteste del suo dipendente.
«Io... si, credo di si.»
«Bene...» Fece lei, sorridendogli. «Hai ancora una speranza, allora.»
Sotto lo sguardo stranito di Watanuki la strega si voltò, riaprendo la porta. «Hai il resto della giornata libera.» Esclamò, prima di allontanarsi.
Watanuki restò a fissare la porta, nuovamente chiusa, per alcuni secondi. «La giornata libera.» Ripeté. «Bene!» Esclamò, mettendosi in piedi.

Poco dopo, stava correndo verso il tempio.




Rieccoci qui! ^_^
Sono davvero felice che questa storia vi stia piacendo. In particolare perchè ogni capitolo è una novità anche per la sottoscritta. ^^;
Grazie ad Hari per aver fatto ancora una volta da beta reader! 
Che altro dire... Ormai non manca molto al finale e nel prossimo capitolo i nostri due giungeranno finalmente ad un confronto. Speriamo solo che Watanuki non rovini tutto, come suo solito. :P


Doremichan: Definire un capitolo "DouWata" è un complimentone. Altro che scuse. 
Sono davvero felice di sapere che la storia ti piace. Ormai non manca poco al finale (credo...^^;).

Ikarikun: Uh magari hai visto anche i miei allora! :P
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!

Naco chan: Come vedi, Watanuki non è poi così brillante. ^^; A volte lo prenderei a schiaffi anche mentre lo scrivo. Riesce a complicare situazioni così semplici in cui a mio avviso basterebbe solo correre da Shizuka e dirgli "ti amo!"
Ma lui, no. Proprio non ci arriva. ;_;
Vabè... speriamo solo che questo capitolo ti sia piaciuto. :)

Witch Of The Dimensions: *Arrossisce e si nasconde dietro a Yuuko-san* Grazie! Me commossa. E sono davvero felice di riuscire a mantenere l'atmosfera di Holic. Spero continuerai a leggere anche il resto. :)

Yusaki: Oh, mi eri mancata! *_* Sono felice che il proseguo ti stia piacendo. Il prossimo capitolo vedrà i nostri due finalmente uno di fronte all'altro ed in modo serio. Vedremo cosa combinano. :P

Harianne: Non risponderò a possibili spoiler. :P Detto questo, me è felice di sapere che ti piace. E Shizuka freddo. Oh ma tu l'hai visto e scritto molto più freddo di così! Vuoi mettere con Di? XD
Ok si era detto niente spoiler. :P


Un saluto a tutte!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Cap. 8
Lo specchio della mente
Capitolo 8


Il sole stava per congedarsi da quella lunga giornata quando Watanuki giunse al tempio, il fiato corto per via della corsa.
A quell'ora Doumeki era solito meditare.
Era stata Himawari a rivelarglielo, un pomeriggio della settimana prima. Con i suoi modi gentili gli aveva porto un libro, spiegando di doversi fermare oltre l'orario scolastico per le lezioni di piano che in quei giorni finivano più tardi del solito, portandola a passare dal tempio proprio quando Doumeki era impegnato.
Certo, c'erano state tante e tante volte in cui l'arciere aveva impiegato in modo diverso quel momento che anticipava la cena.
A volte gli aveva salvato la vita, certe altre lo aveva accompagnato a risolvere qualche bizzarro lavoro di Yuuko, altre ancora si era limitato ad osservarlo dormire nel suo fouton.
Ripensandoci, era strano come certi particolari fossero sempre rimasti chiusi nella sua mente, ben isolati l'uno dall'altro.
Assorto in quei pensieri, Watanuki quasi non sentì i passi alle sue spalle, saltando per lo spavento quando la voce di Doumeki lo raggiunse. «Che razza di modi sarebbero questi, eh?» Domandò, urlando come suo solito, salvo poi ricordarsi del perché si trovasse al tempio.
«Che ci fai qui...» Domandò l'altro, come sempre impassibile.
Nel vederlo, Watanuki comprese di essere capitato in uno di quei giorni in cui la meditazione veniva messa da parte per altro.
«Che... stavi facendo?» Domandò, sempre più agitato.
«Cosa ci fai qui.» Ripeté l'altro.
A quelle parole il più piccolo sospirò amaramente, lo sguardo perso nel tramonto. «Io... devo parlarti.» Mormorò, senza riuscire a guardarlo negli occhi.
L'arciere sembrò rifletterci un'istante. «Seguimi.» Disse infine, incamminandosi verso la biblioteca del nonno.
Watanuki obbedì, ragionando mentalmente su come iniziare il discorso che si era ripromesso di fargli.
«Allora?» Domandò l'altro, fermandosi a pochi passi da una delle scaffalature che fungevano da arredamento.
Nel vederlo, con quell'espressione più seria del dovuto, il cuore di Watanuki tremò lasciandolo senza fiato. «I...io...» Tentennò.
Doumeki si limitò a guadarlo, le iridi dorate puntate su di lui.
«Si può sapere che cavolo ti ha preso?» Sbottò infine il più giovane.
«Lo chiedi a me?» Ribatté l'altro.
«E a chi altri? Sono giorni che sei... distante. O credi non me ne sia accorto?!»
«Non so di che parli.» Lo congedò l'arciere. «Dovevi dirmi solo questo?» Domandò infine.
Watanuki annuì, dandosi mentalmente dell'idiota per la mancanza di coraggio che lo aveva portato a non esprimere esattamente quanto avrebbe voluto.
«Vai a casa allora. Lo sai che la sera diventa pericoloso per te.» Concluse l'altro ragazzo.
«Doumeki...» Ritentò il più piccolo. «Senti... lo so che a volte sono stato... pesante...» Lo sguardo rivolto al pavimento e agli strani simboli che vi erano stati tracciati.«Se ho fatto qualcosa che ti ha urtato...» Continuò alzando gli occhi sull'espressione immutata dell'arciere. «Ti chiedo scusa...»
A quelle parole Doumeki si avvicinò, osservandolo. «Stai bene?»
«Che? Si! certo che sto bene!» Si scaldò subito, Watanuki. «Che... che razza di domanda è! Hai sentito quello che ho detto?» Domandò, riprendendo a muoversi in modo scomposto.
«È per quello che ti ho chiesto se stai bene.»
La risposta dell'altro bastò a placare l'agitazione del più piccolo. «Senti...» Riprese, distogliendo nuovamente lo sguardo. «So bene di non essere bravo in questo genere di discorsi. Ma... sto cercando di... rimediare per...» La difficoltà evidente nell'esprimere ciò che sentiva lo spinse a fissare l'altro ragazzo, quasi in cerca di aiuto. «Cambiare le cose...»
Doumeki lo fissò, appoggiandosi alla libreria posta alle sue spalle, le braccia incrociate.
«Insomma per... riportarle a prima che tu ti allontanassi e che... prendessi quel... libro.» Continuò, notando il grosso volume sul tavolino poco distante.
«Ti ho già detto di non immischiarti.» Fu la fredda replica del più grande.
«Ma io...» Tentò l'altro, sentendosi improvvisamente perduto. «Non posso! Lo so di non averne il diritto e di non averti mai ringraziato a sufficienza ma... non voglio...» La gola improvvisamente secca. «Perderti...»
Quelle parole sembrarono raggiungere l'arciere, che improvvisamente si mosse, afferrandolo e tirandolo a sé.
Watanuki lo fissò senza comprendere, catturato dallo sguardo intenso dell'altro. «Che... ti prende...» Mormorò, distogliendo lo sguardo e notando che i simboli visti poco prima formavano un cerchio che al momento li stava letteralmente circondando.
In breve la sua espressione si corrucciò. Trovarsi dentro un cerchio era qualcosa che stranamente gli ricordava Yuuko-san, benché al momento non avesse la lucidità per coglierne i motivi. «Dou...meki...» Sussurrò quindi, alzando nuovamente lo sguardo verso l'arciere.
In quel preciso istante il ragazzo più grande gli rivolse uno sguardo carico di parole non dette, dopo il quale lo strinse con forza, posando le labbra sulle sue.
Fu un contatto tiepido, stranamente piacevole, carico di qualcosa che Watanuki non aveva mai lontanamente immaginato.
Ciò nonostante, quando giunse al termine, il ragazzo si scostò rapidamente osservando l'arciere con sguardo scioccato.
«Che cavolo hai fatto!» Urlò, portandosi una mano alla bocca. «E cosa diamine è quello?!» Continuò, indicando lo strano cerchio.
Doumeki lo fissò in silenzio, spostandosi verso il tavolino, richiudendo il libro e facendo ordine tra le sue cose.
«Sto parlando con te!» Continuò il più piccolo, sempre più agitato.
«Puoi andartene se vuoi.»
«Certo che lo voglio. E lo farò, dopo che avrò avuto una spiegazione!»
Doumeki si voltò senza fretta, appoggiandosi nuovamente ad uno dei numerosi scaffali. «Non ho nulla da dirti. Capirai quando sarà il momento.»
«Che?» Rispose l'altro con espressione inebetita. «Capirò?» Continuò, sempre più irato. «Capirò cosa?!»
«Ti ho già risposto.» Concluse l'arciere. «Ed ora scusami. Devo ancora cenare.»
Watanuki rimase immobile, osservando il più grande che con aria assente lo superava uscendo dalla biblioteca.
«Allora, ti muovi?» Lo sentì dire.
Se pur controvoglia il più piccolo obbedì, raggiungendolo e fermandosi a pochi passi da lui.
«Io... volevo davvero sistemare le cose tra noi... Cosa c'entrava quello... Per...ché mi hai baciato.» Domandò, cercando di resistere alle lacrime che pungenti continuavano a spingere contro i suoi occhi ormai lucidi.
«Era l'unico modo...» Rispose l'altro, senza guardarlo. «Vai a casa ora...»
Poi, come fosse la cosa più naturale da farsi, l'arciere gli voltò le spalle e, senza dir nulla, si allontanò.
Quella freddezza sembrò spiazzare il più piccolo che, incredulo, rimase a fissarlo dando sfogo alle prime lacrime.
«Sei solo un'idiota!» Urlò infine, avviandosi di corsa verso l'uscita del tempio.


*°*


Aveva percorso la via del ritorno scappando da un dolore sordo che, nonostante gli sforzi, non era riuscito a seminare.
Scontrarsi con la freddezza glaciale dell'arciere lo aveva completamente svuotato, cancellando ogni proposito e rendendolo infinitamente triste. E solo.
Il ricordo di quanto avrebbe voluto dire a Doumeki tornò alla sua mente solo quando oltrepassò il cancello del negozio.
Lì, appoggiata alla porta, c'era Yuuko evidentemente in attesa del suo ritorno.
«Yuuko-san...» Esclamò nel vederla, asciugandosi prontamente gli occhi.
«Devo dedurre che il tuo piano è andato in fumo... eh Watanuki?» Constatò lei.
Il ragazzo le lanciò un'occhiataccia. In quel momento il male che provava era fin troppo, per pensare anche solo lontanamente di sommarvi la frustrazione che sarebbe conseguita dalle parole della donna. «Non ora...» mormorò stancamente, superandola per aprire la porta.
Ciò che voleva era potersi nascondere nel buio della camera che lo ospitava, magari raggiungendo quel Doumeki che solo lo specchio riusciva a mostrargli, lo stesso Doumeki che gli era divenuto tanto importante.



Eccoci qui. Mi scuso per il lieve ritardo ma ho riscritto questo pezzo ben tre volte. E continuava a cancellarsi da solo. ;_;
Comunque! Sperando vi sia piaciuto... andiamo alle recensioni.
Prima però un grazie speciale ad Hari che ha come sempre betato (mmh si può dire? :P) il capitolo. A tarda notte. (Se tarda si può definire visto le le albe fatte per DI)
Ma non divaghiamo... :P

Yusaki: Spero che le novità di questo capitalo ti siano piaciute.
La scena del gatto... l'ho adorata anche io. *_* Domeki era carinissimo e Wata mi ha fatto una tenerezza. Davvero un'immagine bellissima.
Ahhh *sospiro da fangirl* (E seeeeeenti, ma quando posti il nuovo capitolo? :P)

Ikarikun: Buone vacanze. Spero di rileggerti al tuo rientro. ^_^

Naco-chan:
Come sempre... temi bene. Wata le idiozie le fa anche solo respirando ormai. Ma confido nella saggezza di Yuuko e nell'amore di Doumeki. :P

Doremichan: Mi scuso per il colpo basso e spero di non averne dato un altro con questo nuovo capitolo. ^^;
Le cose si sono smosse parecchio, ora sta solo da ricondurle verso la giusta direzione.

Witch Of The Dimensions:
Grazie ^_^ Sono liega di leggere che il capitolo ti è strapiaciuto.


Bene... anche per questa volta è tutto. Spero che la storia continui a piacervi.
Intanto (angolino pubblicitario) è nato il forum di xxxHolic se ne avete voglia lo trovate QUI

Alla prossima   



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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Lo Specchio della mente
Capitolo 9


Dolore. Era questo ciò che aveva dentro. Semplice e puro dolore.
Dal primo istante in cui la sua mente aveva compreso di essere sulla via che lo avrebbe portato a perdere l'amicizia dell'arciere, la sensazione di incompletezza provata qualche attimo prima, aveva preso ad espandersi internamente formando un cratere che, poco dopo e proprio sotto il peso della parole di Doumeki, si era lentamente riempito di una sensazione capace di corrodergli l'anima.
Watanuki sollevò un braccio per cancellare alcune lacrime.
Era seduto sul fouton della camera che lo ospitava quando restava a dormire da Yuuko. Gli occhi velati dal troppo piangere, le guance arrossate, l'espressione persa e addolorata.
"Perchè è dovuto succedere tutto questo... Perchè non ho capito prima." Pensò amareggiato.
In fin dei conti, Yuuko gli aveva dato non pochi spunti sui quali riflettere, così come le stesse esperienze vissute lo avevano più volte messo faccia a faccia con quanto provava. Eppure la sua voglia di non vedere, aveva avuto la meglio, confinandolo in una spirale di interminabile dolore.
«Dou...meki...» Singhiozzò, abbracciandosi nel buio di quella stanza.
Trascorse così diverso tempo, dopo il quale decise di fare qualcosa.
Messosi a sedere, prese in mano lo specchio e, se pur provato dalla giornata trascorsa, decise di interrogarlo ancora una volta.
«Dimmi cosa sta pensando Doumeki.» Ordinò.

Un attimo dopo si trovò seduto in uno spazio scuro, attraversato da sottilissime onde energetiche.
Diversamente da quanto accadeva di solito, davanti a se non vedeva nulla. "Che stia dormendo?" pensò.
Un'onda più forte sembrò urtarlo provocando un forte stridere che gli entrò dentro la testa, superando i normali confini del suono.
Spaventato, Watanuki cercò di far luce su quanto stesse accadendo e, all'improvviso, le immagini tornarono, mostrandogli l'interno del tempio in continuo movimento.
La calma piatta nella quale si era trovato fino ad un attimo prima, sostituita da una determinazione, molto prossima alla rabbia.
Poi di colpo, sentì il cancello del tempio chiudersi, mentre la strada scorreva velocemente sotto ai suoi occhi.
Nei minuti successivi, osservò senza capire, i luoghi che andavano cambiando passo dopo passo, fino a condurlo vicino al negozio dei desideri.
Di solito lo specchio non gli mostrava le parti prive di significato. Lo trasportava in giro nel tempo e tra i vari luoghi, ponendolo sempre nel momento esatto che voleva mostrargli.
Quell'improvvisa variazione iniziò ad allarmarlo, portandolo a chiudere e riaprire gli occhi, nella speranza di trovare uno scenario diverso ad attenderlo.
Poi, le cose iniziarono a mettersi male. Doumeki oltrepassò lo steccato che dava sul negozio, bussò alla porta e, quando Maru e Moro gli aprirono, Watanuki capì.
Aprì gli occhi sulla realtà della sua stanza. Scoprendosi ancora in lacrime.

In quel preciso istante la porta si aprì rivelando la figura dell'arciere.
«Dou...meki...» Esclamò il ragazzo.
Il più grande gli rivolse uno sguardo gelido. «Non mi sbagliavo.» Esordì fissando lo specchio.
Watanuki posò l'oggetto magico, asciugandosi le lacrime ed alzandosi in piedi. «Doumeki... senti.»
«Perchè.» Continuò lui, avanzando minacciosamente. «Sei entrato nella mia testa, vero?»
«Oh...» Esclamò l'altro, confermandogli ogni sospetto. «Ecco... io, non...»
Doumeki lo bloccò con un gesto della mano. «Lascia stare. Non ha più importanza.»
«Ma...»
«Volevo solo accertarmene.» Concluse.
Watanuki lo fissò tra le lacrime. «Shizuka...»
L'arciere però sembrò non sentirlo, e senza aggiungere altro, si allontanò dalla stanza, lasciandolo solo con quel dolore crescente.

°*°

Intorno a lui c'erano solo pareti scure le cui superfici sembravano riflettere immagini a colori, stinte dal tempo.
Enormi ombre lo circondavano. Spettri di grossi alberi le cui fronde venivano smosse da un vento caldo e leggero, si stagliavano sulla sua testa.
«Questa non è la mente di Doumeki...» Commentò tra sé e sé.
«No, non lo è...» Spiegò una voce a lui conosciuta.
Watanuki si girò evidentemente sorpreso. «Haruka-san...» Mormorò.
Il sacerdote si limitò a sorridergli, l'espressione gentile come sempre.
«Do...dove siamo?» Domandò, guardandosi intorno con aria spaesata.
«In una parte di te..» Replicò l'uomo come fosse la cosa più ovvia.
«Ma...» Watanuki lo fissò con aria allarmata.
Haruka mosse un paio di passi verso il ragazzo. «Siamo... nella parte in cui hai scelto di relegarti...» Dichiarò, guardandosi intorno.
«Relegarmi...» Ripetè Watanuki.
«Esattamente.» Commentò Haruka. «Non hai forse desiderato di poterlo sentire vicino come quando osservi attraverso lo specchio?» Domandò l'uomo con estrema calma.
Il ragazzo arrossì, limitandosi ad annuire.
«Così però... finirai con l'allontanarlo per sempre. Vivendo nel passato, intendo.»
Watanuki sollevò due occhi lucidi sull'uomo. «Lui... è già lontano.» Sospirò, adombrandosi.
L'uomo lo osservò con una certa apprensione. «Dimmi... Riesci ad essere felice, Kimihiro-kun?»
Il ragazzo lo osservò senza rispondere, abbassando il capo e stringendo i pugni quando, lo sguardo dell'altro si alzò su di lui comunicandogli che si attendeva una risposta.
«Non molto...» Ammise infine. «Io... devo aver sbagliato qualcosa. E lui ora... si è allontanato per sempre...»
«Ne sei sicuro?» Chiese l'altro, poggiandogli una mano sulla spalla.
Watanuki sollevò gli occhi sulla figura del sacerdote. «Io... credo di si.»
«Non imparerai mai, eh?» Domandò l'altro. «Devi riuscire a vedere al di là delle apparenze, specie con persone impenetrabili come mio nipote.» Replicò infine.
«Ci ho provato...» Replicò il giovane. «Ma lui... ha preso le distanze...» Continuò, gli occhi ormai lucidi.
Haruka sorrise. «Sono sicuro che troverete il modo.» Lo rassicurò. «Per cominciare... prova a parlargli con il cuore, Kimihiro-kun. Spesso la mente usa le parole sbagliate.»
«Che?» Il ragazzo sollevò gli occhi appena in tempo per vederlo sparire.

Un attimo dopo era ancora nella sua stanza. Nella testa un nuovo rompicapo da risolvere.
«Fantastico.» Sbottò, carico di tensione.
«Qualcosa non va?» Domandò in tono ironico la strega.
«Yuuko-san... da quanto...»
La donna gli andò vicino, lo sguardo serio che mal si abbinava all'espressione sorridente. «Solo qualche minuto.» Dichiarò, curvandosi su di lui.
Watanuki rimase immobile, osservandola mentre con i modi di sempre gli prendeva il mento tra le dita sottili per obbligarlo ad incontrare il suo sguardo. «Dimmi Watanuki, hai capito ora?» Chiese infine.
Senza un apparente motivo il ragazzo si scostò da lei bruscamente. «No! Non... non ne sono capace.» Urlò quasi.
«Eppure...» Proseguì lei. «Ero convinta che l'arrivo di Doumeki-kun ti avrebbe aperto gli occhi...»
«E... come.» Sospirò il ragazzo, ricordando con rammarico la delusione dipinta sul volto dell'arciere.
Yuuko sorrise appena, sollevandosi ed avvicinandosi alla porta. «Quello specchio serviva a cogliere i suoi pensieri e non a spiarne i movimenti. Così facendo hai interferito con la sua realtà.»
«Con la sua realtà?»
Yuuko annuì, fissandolo dall'alto in basso. «E' evidente che dovrai ancora cercare...» Dichiarò infine.
«Yuuko-san!» La chiamò lui, alzandosi in piedi. «Cercare... dove?»
Per tutta risposta la donna fece scorrere la porta shoji, uscendo dalla stanza e voltandosi per richiuderla. «Sta a te comprenderlo, Watanuki Kimihiro...» Dichiarò infine, lanciando un'occhiata fugace, proprio dove si trovava lo specchio.

Quando fu solo, Watanuki, tornò a sedersi sul fouton, osservando l'oggetto magico.
Se la strega non l'aveva ancora ripreso era perchè in qualcosa gli sarebbe tornato utile. Dopo l'infinità di giorni trascorsi in quel negozio, alcune cose iniziava a capirle anche lui, dopo tutto.
I suoi occhi si mossero sulla superfice ancora lievemente accesa dello specchio. Alla fine non aveva fatto che procurargli guai su guai, confondendolo e mostrandogli un'immagine dell'arciere che evidentemente non era affatto reale, pensò.
Chiuse gli occhi, stringendolo a se e soffermandosi sulle ultime immagini viste attraverso quella strana forma di magia.
Aveva chiesto di vedere qualcosa che riguardasse Doumeki ed al suo posto aveva incontrato Haruka-san. Era stato lo specchio a condurlo da lui? Il sacerdote aveva parlato di un incubo. Che si fosse semplicemente addormentato?
Quel pensiero lo portò a riaprire gli occhi.
«Voglio sapere.» Ordinò all'oggetto, stretto saldamente tra le sue mani. «Mostrami i pensieri di Doumeki.»

Fu un viaggio breve. Uno scorrere lento di immagini che, come lo scorrere di un fiume, non sembravano aver fine.
Doumeki stava osservandolo. Non riusciva a ricordare il momento che attraverso la mente dell'arciere stava rivivendo.
Capitava spesso di trovarsi insieme e a scuola e non si era mai soffermato a fissare l'arciere nella sua mente. I suoi pensieri erano sempre
stati per Himawari, non certo per lui.
«Vuoi piantarla di seccarmi?» Si era sentito urlare?
Lo sguardo di Doumeki, per nulla mutato, continuava a fissarlo. «Lo mangi?» Domandò indicando un dolcetto tra le sue mani.
«Eh?» Aveva chiesto lui con l'aria di non capire.
Eppure era tutto così ovvio se visto da chi stava compiendo l'azione.
Vide la sua mano, anzi quella dell'arciere, muoversi per afferrare il pasticcino ancora intatto. Ci fu un lieve contatto tra le loro dita. Una sorta di lieve carezza che ai tempi non aveva neppure notato, concentrato com'era nel capire cosa volesse l'altro per poterlo ricoprire di insulti.
Tutt'altra cosa fu quanto sentì dalla mente di Doumeki. Il battito che accelerava, un senso di calore improvviso ed il gusto morbido e fragrante del dolcetto che lui aveva preparato.
Era per questo che continuava a prendergli il cibo da sotto al naso? Era questo ciò che intendeva Haruka-san quando gli aveva parlato dei gusti difficili del nipote, in fatto di cucina?
Watanuki chiuse gli occhi, colpito da quanto aveva appena visto e sentito.
Quando li riaprì, nuove lacrime presero a scorrere, incontrollate.
Era proprio stato un'idiota.


Ok... scusate per il mega ritardo ma questi capitoli sono piuttosto pesanti da scrivere ^^;
Un grazie ad Hari, come sempre per aver editato.
Ed ora via alle recensioni! ^_^

Doremichan: Ciauuu. Beh ormai che sono Layshaly lo sai già. ^_^
Ahah quel libro è la mia nemesi. Comunque il mistero suppongo verrà svelato nel prossimo capitolo o in quello dopo. Quindi non manca molto.

Naco chan: Sorvolo su alcuni punti per non spoilerare. XD
Sono felice che la storia ti stia incuriosendo. Watanuki ha fatto tenerezza anche a me devo ammetterlo. E credo che nonostante i modi da duro, anche Doumeki ha provato il desiderio di stringerselo forte. :P

Yusaki: Ziiiiii anche qui Wata non si è risparmiato la sua dose di lacrime. E' che a Doumeki piace tanto vederlo con gli occhi lucidi e le guance arrossate. Gli fa uscire il lato protettivo del seme. XD
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. :P

Ikarikun: Bentornata ^_^
Mi scuso per l'attesa e spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento.

Roy4ever: In effetti quel libro è un pò una bomba ad orologeria anche per la sottoscritta XD Sui tuoi ragionamenti, beh... direi che non sono poi tanto stupidi! XD
Grazie per i tuoi commenti.^_^

Witch Of The Dimensions: Che dire... sono felicissima per l'entusiasmo! :)

Ciao e alla prossima, da
Ps. Vi ricordo il forum di xxxHOLiC con gdr

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Lo specchio della mente
Capitolo dieci



Era rimasto a fissare il vuoto davanti a sé, lo specchio ancora ben stretto tra le mani.
Grazie ad esso, come in un film visto al contrario, si era calato in alcuni dei momenti passati con l'arciere, provando ad immaginare le motivazioni che si celavano dietro i tanti silenzi o le azioni, a volte anche drastiche ma indispensabili a salvargli la vita.
Non aveva mai provato a soffermarsi sul perché ogni volta veniva salvato da lui.
Una cosa assai stupida, se ne rendeva conto, ma impossibile da cancellare.
Per troppo tempo non aveva fatto altro che pensare a sé stesso, arrabbiandosi per le richieste culinarie dell'altro, preparandogli i pranzi quasi automaticamente, sforzandosi di renderli ogni volta il più appetitosi possibile.
Non si era mai chiesto il perché si prendesse tanto a cuore ogni singolo piatto. Si era obbligato a dirsi che era solo per non sfigurare e da allora era andato avanti con quella stupida bugia in testa.
Probabilmente la risposta che avrebbe dovuto cercare era troppo difficile da accettare. Esattamente come lo era dare un nome al dolore fisico che lo aveva assalito dal momento in cui l'arciere si era allontanato da lui, lasciandogli in ricordo uno sguardo carico di biasimo.

Con quei pensieri per niente rasserenanti, Watanuki si allontanò dalla sua stanza, raggiungendo il portico del negozio.
La luna, già pienamente visibile, offriva pallidi raggi di luce a quell'angolo di mondo.
Era diverso tempo che frequentava la strana abitazione di Yuuko-san.
Un periodo intenso e ricco di insegnamenti che, tuttavia, non gli aveva risparmiato di commettere svariati errori. Ultimo tra tutti, quello che lo avava portato a perdere... lui.
Cosa rappresentava Doumeki, un compagno, un amico, un...?
Si sollevò, irritato da sé stesso, scuotendo la testa più volte al fine di riportare la giusta quantità di ossigeno là dove evidentemente era venuto a mancare.
Doumeki era il ragazzo che detestava da sempre.
L'arciere pieno di sé che trafiggeva i cuori di giovani fanciulle, rubando loro dolci di cioccolato per San Valentino.
Si, Doumeki era colui che dispensava saluti insopportabili a chi non faceva parte della sua cerchia di conoscenti, come lui arcieri. Il ragazzo che ogni giorno pretendeva cibi via via più complessi. Quello che si insinuava nel rapporto tra lui ed Himawari. Quello che lo disturbava sempre, salvandolo dai fantasmi, salvandolo dalla sfortuna, salvandolo da sé stesso...
Cos'era quindi per lui?
La tensione provata lo portò a piangere, facendolo sentire un perfetto idiota.
Si trovò persino a rimpiangere di non averlo lì a ricordarglielo, con quel suo tono impassibile che proprio non sopportava.
«Dou...meki...» Mormorò tra le lacrime.

«Potresti andare da lui.»
«Eh?» Si limitò a chiedere. Non c'era bisogno di voltarsi: Conosceva fin troppo bene la voce della strega.
«Ho detto che potresti andare da lui.» Ripeté la donna, raggiungendolo per sedersi al suo fianco.
«Ma...» Watanuki abbassò il viso, celando uno sguardo piuttosto cupo. «Lui... è arrabbiato ormai... e ha fatto quell'incantesimo, sa... per tenermi lontano...»
Yuuko lo squadrò con aria malinconica. «Sai...» Iniziò, parlando con un tono di voce stranamente dolce e morbido. «A volte, preferiamo intestardirci su posizioni che fanno del male solo a noi.»
Watanuki sembrò ascoltarla con attenzione, salvo poi restare fisso sulle sue idee. «Non credo sia questo il caso...»
«Ne sei convinto?» Ribatté la donna, rivolgendogli un lieve sorriso. «Doumeki-kun ha fatto tutto questo per te... Non credo che ciò possa definirsi odio...»
«Per me?» Domandò il ragazzo. «Ma... Lui ha... spezzato il legame che c'era tra noi...»
«Questo... te l'ha detto Doumeki-kun?» S'informò la strega.
«N...no ma... è ovvio. Aveva un libro che parlava di legami... come scioglierli...» Ribattè, pensieroso.
La strega sospirò stancamente. «Watanuki... un libro che parla di come sciogliere i legami, spiegherà anche come crearli o... consolidarli.»
Il ragazzo la fissò senza ribattere, spiazzato da quella rivelazione. «Ma... Doumeki... Lui... Non sembrava intenzionato a consolidare qualcosa... con me. Né tanto meno a crearla.» Sospirò.
Per tutta risposta la strega si alzò, rivolgendogli un ultimo sguardo. «Hai solo un modo per conoscere la verità.» Esclamò, allontanandosi per poi fermarsi una volta giunta davanti alla porta. «Inoltre... puoi sempre chiederti come mai i fantasmi non si stiano più avvicinando...»
A quelle parole Watanuki si voltò.
Come faceva a saperlo?
I suoi occhi, increduli, si scontrarono con la porta che si chiudeva.
Ah già... si trattava pur sempre di Yuuko-san, pensò amaramente, lei sapeva sempre tutto...
E forse... forse aveva persino ragione.
Probabilmente solo Doumeki avrebbe potuto dargli le risposte che stava cercando.
Inoltre, se pur la cosa non lo rendesse affatto felice, aveva davvero bisogno di vederlo. Di capire.
La sua mente si soffermò per un attimo su quell'ultimo pensiero.
Se davvero Doumeki avesse cercato di aiutarlo, forse... tutto quello che lo specchio magico gli aveva mostrato... era reale?
Doumeki quindi, teneva a lui?
Pensava davvero che lui lo odiasse?
Che preferisse la vicinanza di Haruka-san?
Tutti quegli interrogativi ebbero il solo risultato di confonderlo, così, in uno stato di ansia crescente, si alzò allontanandosi rapidamente dal negozio.

°*°

Fu solo quando si trovò davanti al tempio che capì l'assurdità di ciò che stava per fare.
Arrivare da lui a tarda sera, di corsa e senza preavviso. Poteva esserci qualcosa di più insensato?
Ad ogni modo, ormai era lì. Tanto valeva tentare.
Fu questo l'ultimo pensiero che gli sfiorò la mente, un attimo prima che la voce dell'arciere lo cogliesse di sorpresa.
«Che ci fai qui...»
Watanuki si voltò, osservandolo con espressione dubbiosa. Già... che ci faceva li, a quell'ora?
«I...io... volevo parlarti...» Tentò, evitandone accuratamente lo sguardo.
L'arciere lo osservò, l'espressione ancora tesa per il precedente incontro. «Di cosa...»
«Ecco....» Seppur con enorme sforzo, Watanuki si obbligò a sollevare gli occhi sull'altro. «Prima... mi dispiace per... So che non dovevo.»
«E sei venuto fin qui solo per questo?»
Il più piccolo scosse la testa. Non era abituato ad un simile confronto. Tra i due era lui quello sempre arrabbiato.
«No io... Volevo sapere se... se quanto ho visto in quello specchio è vero!» Tentò infine. Lo sguardo fisso sul terreno.
«Non ho idea di cosa hai visto.» Commentò l'altro.
«Già... beh... sembravi... interessato a me... No! Cioè... al mio benessere... volevo dire... al mio benessere...»
Doumeki lo osservò per un po' prima di rispondere. «La cosa ti stupisce?» Domandò infine.
«N..no... solo che... pensavo che quel libro... sai quello sui legami... servisse a spezzare... quelli tra noi.» Replicò il più piccolo.
«Sei un idiota...»
Watanuki lo guardò senza rispondere e all'arciere bastò osservarne lo sguardo per capire che da solo non ci sarebbe mai arrivato.
«Credi che dopo tutto questo tempo ti lascerei andare così?» Domandò, andandogli vicino e afferrandolo per le spalle.
«Io... io non...»
«Cosa?!» Proseguì il più grande. «Io sono quello che ti protegge, da sempre! Come puoi pensare che... Lascia perdere...» Concluse, lasciandolo andare. «Tanto, non capiresti mai.»
Non lo aveva mai visto così.
O forse, non lo aveva mai visto alla luce di quella nuova consapevolezza.
Doumeki aveva dei sentimenti ben più forti di quanto non desse a vedere, e di certo in quel momento stava malissimo.
«Shizuka...» Tentò, avvicinandosi. «Per favore...»
Sentirsi chiamare per nome sembrò convincere l'arciere a voltarsi. «Watanuki... lascia perdere. Ormai non hai più bisogno di me quindi... hai ragione tu. In un certo senso, è come se avessi tagliato ogni legame.»
Quelle parole, emesse con un tono più freddo del solito, gli giunsero come una sentenza.
«Ma... perché...» Domandò, mentre le prime lacrime iniziavano a scendere.
Il pensiero di averlo perso per sempre era così orribile da sconvolgerlo. «Perché...»
L'arciere intanto era tornato a voltargli le spalle. «Non sto facendo niente che tu non voglia. Torna alla tua vita e lascia me alla mia.» Dichiarò.

Fu solo l'improvviso singhiozzare di Watanuki che lo spinse nuovamente a prestargli attenzione.
«Che ti prende ora...» Domandò, voltandosi per trovarlo rannicchiato su sé stesso.
«Watanuki...» Mormorò, avvicinandoglisi, piegandosi sulle gambe e sfiorandogli il viso. «Che ti prende...»
Quell'improvvisa dolcezza spinse il più piccolo ad abbracciarlo, incurante delle lacrime.
Rimasero così per diversi minuti, in un silenzio interrotto solo dai singhiozzi di Watanuki, che andavano diminuendo con lo scorrere del tempo.
Per Doumeki era una vera sorpresa vederlo così fragile, tra le sue braccia.
«Oi...» Sussurrò, sfiorandogli i capelli.
Per un attimo gli sembrò di aver perso il battito del cuore quando il ragazzo, ancora tra le sue braccia, sollevò il viso su di lui guardandolo tra le lacrime.
«Perché piangi...» Domandò quando lo sentì finalmente più calmo.
«Sono un'idiota...» Mormorò l'altro.
«Lo so.»
A quella risposta Watanuki sorrise amaramente, lasciando che le lacrime riprendessero a scorrere.
«Non lasciarmi...» Sussurrò appena, appoggiandosi a lui.
«No...» Rispose l'altro, affondando la testa sui suoi capelli.
Profumavano di buono, proprio come Watanuki e quanto lo circondava.
Lo amava così tanto che per lui sarebbe stato disposto a vivere una vita colma di infelicità.
«Entriamo...?» Domandò poi, temendo improvvisamente la fine di quell'attimo così prezioso.
Watanuki si limitò ad annuire e, senza aggiungere altro, Doumeki si sollevò lentamente aiutandolo a fare lo stesso.

Era tanto nuova la sensazione data dall'essere l'uno di fronte all'altro. Entrambi così consapevoli da non avere quasi nulla da dire.
Si osservarono a lungo, come si contemplerebbe il tramonto incantevole di un luogo che ci si appresta a lasciare, ognuno perso nei propri pensieri.
Fu Watanuki a spezzare quell'attimo intriso di magia, dando voce al pensiero intrappolato in quel momento a lui così caro.
«Perdonami...» Sussurrò, semplicemente.
Una parola che da sola sembrava racchiudere le lacrime versate in quei giorni, il dolore provato alla sola idea di perderlo, la gioia del saperlo a sua volta innamorato o, almeno, interessato.
Era stato tutto così rapido da lasciare ad entrambi quasi un senso di vertigine, sfumato lentamente in un moto di sorpresa che in quegli attimi si tramutò in un lieve ed inafferrabile sorriso dell'anima.
«Non ho nulla da perdonarti.» Comunicò l'altro, senza smettere di fissarlo. «A parte l'aver osservato i mie pensieri così a lungo.» Aggiunse poco dopo.
Watanuki lo osservò mentre calde lacrime spingevano contro i suoi occhi nuovamente lucidi. «Io volevo solo capirti... Non mi aspettavo di scoprire quelle cose e... i tuoi sentimenti... mi hanno confuso.» Ammise asciugandosi le lacrime. «Tu poi eri così distante e quello era l'unico modo per sentirti mio...» Ammise tornando a specchiarsi in quelle iridi dorate. Sapevano di coraggio e amore infinito, lo stesso che in quegli anni non gli era stato di certo negato.
«Perdonami per essere stato così cieco.» Concluse, al colmo dell'imbarazzo.
Non era da lui dire simili cose, ancor meno considerando la persona cui le stava dicendo.
Shizuka Doumeki, colui che da nemico era diventato un custode silente, un amico ed infine il preludio di ciò che a tutti gli effetti sembrava essere amore.
«Perdonami...» Sussurrò ancora.
Doumeki non disse nulla, limitandosi a fissarlo, premendo poi le labbra sulle sue.

Quel bacio improvviso lasciò il più piccolo senza parole.
Si mosse appena, quasi per respingerlo.
Fu la reazione di un istante, dopo il quale sembrò arrendersi, lasciando il comando al ragazzo che aveva appena scoperto di amare.
Nel giro di poco venne avvolto da una sensazione dolcissima, che rapidamente si fece elettrica quando la lingua dell'arciere si insinuò tra le sue labbra, cercando la sua, trovandola ed accarezzandola.
Avrebbe voluto fermarlo, dargli del pervertito. Quel bacio però era troppo languido e buono per permettergli di dar voce ai troppi pensieri che sentì passargli distrattamente per la mente.
Di colpo, sentì come se una nuvola di felicità gli avesse avvolto la mente, ovattando ogni pensiero, ogni parola, tutto.
Lasciò quindi che l'altro si sdraiasse su di lui e, quando lo vide fissarlo con occhi carichi di desiderio, si limitò a sorridergli, impaurito ed eccitato da quanto stava per accadere tra loro.
Per urlargli, in fondo, avrebbe avuto tanto, tantissimo tempo.
Tutta la vita, pensò, abbandonandosi ad un nuovo bacio.



Hem... mi scuso tantissimo per il super mega ritardo. Questa fanfic però aveva finito con l'incasinarmi la vita in una lotta tra il mio volere e quello dei pg. Alla fine, inutile dirlo, hanno vinto i pg ed io mi son trovata con un finale che non c'entra nulla con quello che avevo in mente. 
Vabè... mi rifarò alla prossima.
Prima delle recensioni ci tengo a ringraziare tutte voi per l'aver seguito con tanto affetto questa storia.
E si... se non si fosse capito la storia si è ormai conclusa. Spero sia stata all'altezza delle vostre aspettative. ^_^
Bye da

Gioielle:
Visto che alla fine sono riuscita a terminarla? ^_^

In effetti la svolta sul finale è stata tale da portare rapidamente verso l'epilogo della storia.

Nacochan:
Ma nuuuu, non voglio torturarvi ;_; E poi dai... al nono capitolo l'ha capita. XD
Ammetto di aver dovuto pagare Yuuko-san con litri e litri di sakè per convincerlo a muoversi. Ma almeno è valso a qualcosa. Essì...

Yusaki: Dai, direi che gattino Wata ha seguito il tuo consiglio, no? :P
Spero ti sia piaciuto anche il finale.

Roy4ever:
Concordo su tutto. Specialmente su Watanuki curo come un masso. Per fortuna, la reazione dura di Shizuka è riuscito ad aprirgli gli occhi appena in tempo. ^^"

Witch Of The Dimensions: Che dire se non... Grazie ^_^
I tuoi complimenti mi emozionano e spero che nonostante la lunga attesa questo capitolo ti sia piaciuto.



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