La nostra vita insieme ( Raccolta di One-Shot)

di ballerina 89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 2: *** Gelosie ***
Capitolo 3: *** Fata madrina? ***
Capitolo 4: *** Prime parole ***
Capitolo 5: *** Principesse e pirati. ***
Capitolo 6: *** Una serata tutta per noi ***
Capitolo 7: *** Piccola birbante (parte 1) ***
Capitolo 8: *** Piccola birbante (parte 2) ***
Capitolo 9: *** Incomprensioni ***
Capitolo 10: *** Adolescenza ***
Capitolo 11: *** Supereremo anche questo ( Parte 1) ***
Capitolo 12: *** Supereremo anche questo ( Parte 2) ***
Capitolo 13: *** Supereremo anche questo ( Parte 3 ) ***
Capitolo 14: *** Una visita inaspettata ***
Capitolo 15: *** Cosa non si farebbe per i figli? ***
Capitolo 16: *** Anniversario di morte ***
Capitolo 17: *** che cosa ne sarà di noi (parte 1) ***
Capitolo 18: *** che cosa ne sarà di noi (parte 2) ***
Capitolo 19: *** Quando il male vince ***
Capitolo 20: *** Bisogna rialzarsi sempre ***
Capitolo 21: *** Un nuovo arrivo ***
Capitolo 22: *** Salvatrice ***
Capitolo 23: *** Ora si che sono guai (prima parte) ***
Capitolo 24: *** Scusate il ritardo ***
Capitolo 25: *** Ora si che sono guai (seconda parte) ***
Capitolo 26: *** Buon compleanno ***
Capitolo 27: *** Legame tra sorelle ***
Capitolo 28: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 29: *** Souvenir ***
Capitolo 30: *** Primo trimestre ***
Capitolo 31: *** Pensieri e paure ***
Capitolo 32: *** Il momento della verità (quarto mese) ***
Capitolo 33: *** Quinto mese ***
Capitolo 34: *** Sopravvivere ***
Capitolo 35: *** Ma che bella sorpresa. ***
Capitolo 36: *** L’ennesima Avventura (parte1) ***
Capitolo 37: *** L’ennesima avventura (parte2) ***
Capitolo 38: *** La nostra vita perfetta. ***
Capitolo 39: *** L’uragano Chloe ***
Capitolo 40: *** La parte migliore di te ***
Capitolo 41: *** Lei è solo mia ***
Capitolo 42: *** Chi vivrà... vedrà. ***
Capitolo 43: *** Legame indissolubile (parte1) ***
Capitolo 44: *** Legame indissolubile (parte2) ***
Capitolo 45: *** Legame indissolubile (parte3) ***
Capitolo 46: *** Dimissioni ***
Capitolo 47: *** Tornare bambino ***
Capitolo 48: *** Una lezione preziosa. ***
Capitolo 49: *** Pur di vederti felice ***
Capitolo 50: *** I fidanzatini di Chloe (parte1) ***
Capitolo 51: *** I fidanzatini di Chloe (parte2) ***
Capitolo 52: *** A volte ritornano I ( SEGUITO I FIDANZATINI DI CHLOE PARTE 2) ***
Capitolo 53: *** Non cedere all’oscurità (seguito di: A volte ritornano) ***
Capitolo 54: *** L’amore non ha età ***
Capitolo 55: *** Piccola anticipazione Natalizia ***
Capitolo 56: *** La famiglia Jones ed io vi auguriamo buon Natale ***
Capitolo 57: *** SOS Babbo Natale. ***
Capitolo 58: *** With you i have everything ***
Capitolo 59: *** Mettersi nei guai (Parte 1) ***
Capitolo 60: *** Mettersi nei guai (Parte 2) ***
Capitolo 61: *** Piccole ragazzine crescono. ***
Capitolo 62: *** Miglioramenti ***
Capitolo 63: *** A te che mi hai insegnato a vivere ***
Capitolo 64: *** Disneyland Paris ***
Capitolo 65: *** Cuori uniti ***
Capitolo 66: *** Un tuffo al cuore ***
Capitolo 67: *** Ribellione in corso (parte1) ***
Capitolo 68: *** Gelosia pericolosa ***
Capitolo 69: *** Un matrimonio da salvare ***
Capitolo 70: *** Ribellione in corso (parte2) ***
Capitolo 71: *** Ribellione in corso (parte3) ***
Capitolo 72: *** Tale madre tale figlia ***
Capitolo 73: *** Questo matrimonio non sa da fare. ***
Capitolo 74: *** I love you ***
Capitolo 75: *** Faida familiare ***
Capitolo 76: *** Madre surrogata ***
Capitolo 77: *** Che tregua sia... ***
Capitolo 78: *** Un motivo in più per sopravvivere ***



Capitolo 1
*** Ritorno a casa ***


POV. EMMA

Dopo tre lunghissimi giorni chiusa all'interno di una stanza d' ospedale è giunto finalmente il momento per me e la mia cucciolina di tornare a casa. Ancora non riesco a credere ai miei occhi che lei sia finalmente qui, eppure quella piccola culla accanto al mio letto mi da l’assoluta certezza che quello che sto vivendo è la pura realtà. E' stata dura, ma alla fine siamo riusciti nel nostro intento, Leila è finalmente a casa e Chloè è nata senza nessuna complicazione anche se in netto anticipo rispetto alla tabella di marcia. Guardo l'orologio e vedo che sono ancora le nove del mattino, non ci dimetterano prima delle undici, così decido di approfittare della mancanza di sonno e del fatto che la piccola stia ancora dormendo, per sistemare le cose da riportare a casa. Abbiamo ricevuto parecchie visite in questi giorni, come minimo mezza Storybrooke si è presentata in ospedale per conoscere la nuova arrivata e ogni persona le ha portato un pensierino. Tutti tranne Regina. Lei non si è limitata ad un pensierino... ho perso il conto di quanta roba le ha portato, so per certo che non avrà problemi nel vestirsi fino al prossimo anno.  L’etichetta “zia” deve essersi impossessata di lei, non vedo altra spiegazione. Mi avvicino all'armadietto, prendo tutti quei vestitini e li sistemo sul letto per sistemarli e metterli in valigia. Vengo interrotta dal suono più dolce del mondo. Il mio tesorino si è appena svegliato. Smetto di fare quello che sto facendo e mi avvicino senza esitazione alla culla dove c’è lei in tutto il suo splendore che mi fissa.
- Ma buongiorno piccolina! Finalmente ci siamo svegliate!- le dico prendendola in braccio.  Di risposta lei smette di piangere e continua a fissarmi  con i suoi occhioni azzurri con le sfumature verdi. È incredibile come i miei occhi e quelli di Killian si siano miscelati in così tanta perfezione, eppure lei ne è la prova.
- Disturbo? - dice una voce alle mie spalle, mi giro e mi accorgo che è Whale.
- Dottor Whale buongiorno. Prego venga pure. 
- Come ci sentiamo questa mattina?
- Mi sento in forma! Pronta per uscire! - sorrido
- Ottimo... e lei? Ha già mangiato questa mattina?
- A dire il vero no! Si è appena svegliata. Doveva mangiare un’ora fa ma dormiva così bene che non ho avuto il coraggio di svegliarla. Ho fatto male? - chiedo preoccupata.
- No no... anzi... hai fatto benissimo.  Non deve essere una regola farli mangiare ogni tre ore, se la bambina non si è svegliata è perchè non ne sentiva la necessità. E' un buon segno Emma, sopratutto per una bambina nata prematura. - la vocina della mia piccola tornó a farsi sentire interrompendo il mio dialogo con Whale che rise indicandola - Lupus in fabula - dice - Credo che qualcuno qui abbia un po’ di fame!
- Lo penso anche io!
- Vuoi che chiami un’infermiera? Hai bisogno di una mano?
- Non preoccuparti, posso farlo benissimo anche da sola!
- Vi lascio sole allora, ripasso tra un'oretta per farvi un ultimo controllo.  Se sarà tutto ok vi manderó a casa. - detto questo esce lasciandomi sola ad occuparmi della mia bambina. Mi siedo sul letto e inizio a darle da mangiare.  Una volta terminata la sua poppata, le cambio il pannolino e visto che si sono già fatte le dieci, decido di toglierle la tutina che utilizza come pigiamino per vestirla per il suo ritorno a casa. Mi avvicino a quella pila di vestitini accatastati sul letto e scelgo quello perfetto per l'occasione di oggi. Tra i tanti opto per un pagliaccetto bianco e giallo regalato da Regina e Henry con su disegnato un cigno nero. C'è anche una scritta sotto il disegno: "i'm little swan". 
- Ora sì che sei perfetta amore mio! - le dico ammirandola con il suo nuovo look. - Non vedo l'ora che ti veda papà, conoscendolo si scioglierà come un ghiacciolo al sole. Mentre le parlo la cullo un po’ con l'intento di farla addormentare, ci riesco in meno di dieci minuti, wow! un record. L'adagio nella piccola culla con le sbarre di metallo che ci hanno fornito qui in ospedale
- Non temere amore, stasera dormirai in vero e proprio lettino! - Si spera... devo solamente riuscire a trovare il tempo di scendere le vecchie cose di Leila dalla soffitta. Non so se ci riuscirò... non sto capendo nulla in questi giorni a dire la verità, ci sono  tante cose che dovrebbero già essere state fatte ma essendo nata con ventotto giorni di anticipo è stato impossibile farle. Saranno dei giorni frenetici quelli che ci aspettano per poter sistemare tutto, ma nonostante ciò non vedo l'ora di essere a casa.

POV. KILLIAN

Dormire senza Emma accanto è un vero e proprio incubo. Sono tre giorni ormai che non divide il letto con me e la sua mancanza di sente enormemente. Passo gran parte della notte a rigirarmi nel letto nella speranza di prendere sonno fino a quando una piccola signorina dai lunghi capelli biondi a piedi scalzi arriva quatta quatta nella mia stanza con in mano uno dei suoi peluche e senza chiedermi il permesso si intrufola sotto le coperte nella parte di letto destinata alla mia dolce metà. In altre circostanze le direi sicuramente qualcosa, io e Emma non vogliamo che prenda il vizio di dormire con noi ma è evidente che le manca la sua mamma così ho deciso di chiudere un occhio per questa volta, sperando che Emma non si arrabbi troppo. Anche stanotte è andata così e ora mi ritrovo rannicchiato in una piccola parte di letto perché lei e tutti i suoi pupazzi hanno occupato tutto lo spazio. La guardo e non posso fare a meno di sorridere. Oggi sarà un giornata importante anche per lei, da oggi inizia a tutti gli effetti il suo percorso come sorella maggiore. Chissà come andrà! L’impatto nel vedere la nuova sorellina non  è stato negativo, anzi... chiede spesso di andare a trovare la piccola e la sua mamma ma non credo capisca davvero il significato di una nova persona all’interno della famiglia. Oggi sarà il giorno della verità.  Guardo l'orologio e mi accorgo che è veramente tardi, ho perso la cognizione del tempo ammirando la mia bimba dormire beatamente. La lascio riposare ancora un po' e nel frattempo vado in bagno a prepararmi per andare a prendere mia moglie e l'altra mia figlia in ospedale. Scendo in cucina e trovo indaffarata nel preparare chissà che cosa ai fornelli mia suocera. Sono tre giorni ormai che entra e esce da casa come se fosse la sua. Mannaggia a Emma e a quando le ha dato le chiavi. Un giorno di questi mi farà davvero venire un infarto.
- Snow buongiorno, ancora qui? - le dico
- Oh Killian, ben alzato! Ho preparato la colazione! Vieni, siediti.
- No grazie, vado di corsa. Pensavo di chiamare Regina per controllare Leila ma visto che sei già qui non è che ti andrebbe di darle un’occhiata?
- Certo, ne sarei onorata! Tra poco comunque arriveranno anche gli altri per darmi una mano con i preparativi... ricordi?
- Verooooo.... me ne ero completamente dimenticato. Siete sicuri di quello che fate? La conoscete... sapete come la pensa. 
- Andrà tutto bene, sappiamo quello che facciamo! 
-  Non vedo l’ora di vedere Emma arrabbiata allora! -  rido pensando a tutto quello che stavano combinando i suoi a sua insaputa.
- Vai a prenderle dai.... alla bambina e al pranzo ci penso io.
-  A tra poco...
Esco di casa, entro in macchina e mi incammino verso l’ospedale. Chi avrebbe mai pensato che capitan Uncino potesse guidare un giorno, eppure Emma e la tecnologia sono ruscite in questo intento. Quando il giorno del mio compleanno scoprii che mi aveva regalato un'auto  rimasi di sasso:  come poteva uno come me guidare? La sorpresa era un’altra in realtà,  quella stessa mattina andammo da un medico fuori Storybrooke che costruì appositamente per me una protesi adatta da utilizzare durante la guida. Emma sapeva benissimo che mi sentivo limitato e impotente per questo difetto e che l’idea di dipendere da lei per alcune cose come questa non mi piaceva per niente, così ha trovato il modo di rendermi felice. Per carità, amo il mio uncino e passo la maggior parte del tempo con esso ma per guidare questa protesi è fantastica. 
Immerso nei miei pensieri non mi sono accorto di essere già arrivato in ospedale. Parcheggio e a passo sostenuto mi recò verso la stanza 406. Muoio dalla voglia di vedere la mia piccola principessa e la sua mamma. Faccio attenzione ad aprire la porta per non svegliarle quando trovo Emma già i piedi intenta a sistemare la valigia.
-Amore buongiorno ma... come mai sei già in piedi?
- Sto bene Killian non cominciare a preoccuparti inutilmente e vini a darmi un bacio!
Non me lo faccio ripetere due volte, mi avvicino a lei, la cingo per i fianchi e la stringo a me. Mi avvicino al suo viso e dopo averla guardata attentamente negli occhi poso le mie labbra sulle sue in un morbico bacio. - Non strapazzarti ok? Non farmi preoccupare.
- Tranquillo, metto le ultime cose in valigia dopodichè mi metterò a riposo per tutto il giorno metre tu farai il lavoro sporco.
- Di che lavoro parli?
- Dobbiamo scendere dalla soffitta tutta la vecchia roba di Leila. Non l'abbiamo nenache controllata, speriamo sia ancora in buone condizioni altrimenti chi li sentirà i miei. Già me li immagino:" Te lo avevo detto io che serviva roba nuova, tu non mi dai mai retta! Povera piccola bambina... costretta a dormire in una culla rotta..." non ci voglio neanche pensare guarda.
- Non farla tanto tragica, ho già controllato. E' tutto perfettamente funzionante. Devo solamente scende il tutto, quello purtroppo ancora non sono riuscito a farlo. 
- Ti amo!
- Ti amo anche io! - Le do un altro bacio, meno casto del precedente, dopodichè la lascio finire di sistemare le cose in valigia  mentre io mi diriggo verso la culla accanto al suo letto e finalmente la vedo: il mio secondo gioiellino che dorme beatamente. Facendo particolare attenzione le scostò il lenzuolino per vedere come Emma l’ha vestita e noto una scritta sul vestitino che mi fa sorridere.
- Tesoro! - dico a voce bassa ad Emma per non svegliare Chloè -  Non vorrei dire nulla ma questa signorina è una piccola Jones non una piccola Swan - indico  il vestitino per farle capire di cosa sto parlando. Lei sorride e si avvicina 
- Ma dai! Guarda come le dona!
- Nessuno lo mette in dubbio ma lei resta comunque  una Jones!
- D’accordo capitano, vorrà dire che le comprerò una tutina con su scritto "sono la figlia di capitan uncino statemi alla larga!" Sei contento?
- Non male come idea!
- Scemo! -  rise per poi stamparmi un altro dei suoi baci.
- Disturbo?!?! Oh killian ciao! - disse una voce alle mie spalle
- Dott whale buongiorno. Cosa mi dice, possiamo già andare?
- Dalle analisi risulta tutto nella norma,  do un’occhiata ad entrambe e se è tutto come dovrebbe essere le mando a casa sedutastante.
- Perfetto, Io vi aspetto fuori! - mi diriggo verso il corridoio e vado a sedermi su una panchina. Aspetto con ansia che whale esca da quella porta e finalmente dopo una mezz'oretta eccolo venirmi in contro.
- Allora? - dico con impazienza - Come stanno?
- Emma sta benone, deve risposare ancora un po’ ma sta bene. Anche per la piccolina non c’è male. Per essere prematura è una tipetta abbastanza dura.
- Quindi posso portarle a casa?
- Solitamente per i bimbi nati con largo anticipo aspetto almeno un altro paio di giorni per dimetterli ma la tua signorinella sembra stare beneone, non vedo  il motivo di tenerla ancora qui. 
- E' magnifico!
- Una cosa sola... l’ho già detto ad Emma ma lo dico anche a te. Evitate di farla uscire di casa se non per le visite di routine per le prossime sue settimane. Fa troppo caldo fuori e non è molto indicato per una bimba così piccola. 
naturalmente se - Non c'è nessun problema. 
- Altra cosa non meno importante è quella di pesarla ad ogni poppata.  La prossima settimana alla visita di controllo mi direta di quanto sarà cresciuta. E' nata che pesava 2 kg e 200g, ha fatto il calo ed è arrivata a 2 kg tondi tondi, dobbiamo monitorarla constantemente  fino a quando non raggiungerà i 3 kg e mezzo. State tranquilli però recupererà in fretta.  Detto questo non posso far altro che rinnovarvi gli auguri e agurarvi un buon rientro.
- Grazie di tutto whale. - aspetto che si allontani dopodichè rientro in stanza dalla mia famiglia 
- Amore dammi le valige, le porto in macchina e poi risalgo con l'ovetto in modo da sistemare Chloè ok?
- Ti aspettiamo qui! 
Prendo la valigia, mi reco al parcheggio, sistemo le cose in macchina e come precedentemente detto a lei torno su con l'attrezzatura per Chloè.  Appena Emma mi vede entrare con quella specie di seggiolino cambia sguardo e  indica l’oggetto
-  E questo? - chiede
- È l'ovetto!
- So c'osè! Intendevo dire... di chi è?
- Di Chloè! Di chi può essere secondo te?
- Ma non dovevamo usare la roba di Leila? Killian!  Gliel' ho detto in tutte le lingue possibili immaginabili che dovevano riportare tutto al negozio, mi hanno assicurato di averlo fatto e invece??????
- Innanzitutto io non centro nulla quindi non arrabbiarti con me e secondo stai tranquilla... c’è solo questo di nuovo! E' Da parte di Regina.  Ha detto che era troppo bello per restituirlo.
- Chloè ha solamente tre giorni e ha più roba di te e me messi insieme... ma che si sono messi in testa tutti quanti è? Se continuiamo di questo passo entreranno i vestiti e usciremo noi.
- Dai, non arrabbiati con loro... sono felici e lo manifestano così! Avanti, metti qui dentro Chloè  e andiamo, c’è Leila a casa che è impaziente di vederti... e tua madre - aggiungo successivamente a voce un po’ più bassa.
- Mamma è a casa?
- Si, è da quando sei ricoverata qui che è da noi, non fa altro che pulire, cucinare ,cucinare e pulire.
- Guarda, noi ci abbiamo ripensato... restiamo qui! -  rispose sarcastica
- Dai cammina andiamo a casa, a tua madre penserò io.
Prendo l'ovetto con all’interno la mia principessa e con mia moglie stretta tra le braccia ci rechiamo in macchina. Destinazione: casa. 
Casa nostra non è molto distante dall’ospedale e cinque minuti dopo siamo già davanti al nostro vialetto.
- Home sweet home! - dice lei sorridente
- Bentornata a casa amore. - la bacio -  Comincia ad andare dentro, parcheggio e ti raggiungo con la piccola.

POV. EMMA

- Scendo dall’auto e mi reco verso la scalinata di casa. Non salgo neanche la metà dei gradini che già riesco a sentire la voce della mia piccolina che gridava a squarciagola: "è arrivata mamma! La mamma è tornataaaaa!".  Sorrido nel sentirla così felice nel riavermi a casa e mi affretto ad entrare. Ho solo il tempo di varcare la soglia prima di ritrovarmi quello scricciolo tra le braccia. Mi è letteralmente saltata addosso.
- Mammina sei a casa finalmente!  Mi sei mancanza tantissimo! - dice con la faccia sepolta nel mio collo
- Eccola la mia piccola peste! Mi sei mancata anche tu amore. - Rispondo tenendola stretta a me. 
- Leila tesoro fai piano, la mamma è appena uscita dall’ospedale non può fare troppi sforzi! -  se non fosse stato per mio padre che chiamò la bambina facendomi alzare lo sguardo verso di lui molto probabilmente non mi sarei minimamente accorta di tutte le persone che avevo davanti.
- Papà, Robin, Regina! Che ci fate qui? Pensavo ci fosse solamente la mamma con Neal.
- SORPRESAAAAAAAAAAAAAAAAAA! - Dissero in coro
- Pensavi davvero che ci saremmo persi il vostro ritorno a casa??? A proposito...  non manca qualcuno? Dov'è la bambina? 
- Eccola, eccola! - Disse killian entrando e sistemando l'ovetto nella struttura apposita per trasformarlo in una carrozzina. Tutti accorsero curiosi ad osservarla ed è inutile dire che mia madre iniziò a piangere cone una fontana non appena la vide
- Mamma... non ti mettere a piangere subito... aspetta almeno di averla in braccio! - Le dico ridendo mentre mio padre ignorandoci  prende la parola 
- Amore di nonno, ma quanto puoi essere be­lla???? 
- Nonno parla piano o sveglierai la mia sorellina ! E comunque io sono più be­lla di Lei! - lo rimproverò mia figlia facendolo ridere.
- Tu sei la principessa di nonno amore e questo non cambierà mai!
- Vorrei farvi notare una cosa: ma quanto le sta bene il pagliaccetto che le ho comprato? E' una bimba fashion non c'è che dire! - fu il  turno di Regina questa volta
- A proposito di questo Regina - le dico - Ti ringrazio per tutto quello che le hai fatto fino ad ora ma per favore... basta regali ok? Hai già viziato questa signorina - indico Leila - Per favore,  evitiamo di viziare anche quest'altra.
- Mamma, mamma! Lo sai che la zia mi ha regalato una cucinetta più grande di me? Adesso posso aiutarti a preparare da mangiare! - disse tutta contenta 
- Ecco! Che ti dicevo?
- Sono le mie nipotine Emma! Come non posso fargli dei regali!
- D’accordo come vuoi! Vorrà dire che quando mi chiederanno la macchina le manderò dritte dritte da zia Regina!  - Rido facendo ridere anche lei
- Zia zia, facciamo vedere alla mamma quello che abbiamo preparato?
- Che altro avete fatto adesso? - dico ormai esasperata
- Nulla di così eclatante tranquilla... però Leila forse è meglio farla riposare un po’ la mamma non credi? Dopotutto è stata tre giorni in ospedale.
- Uffa però!
- Magari dopo mangiato ok?
- Va bene, allora mangiamo subito che ho fame! Nonnaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!
- Non gridare che ci sento! E' pronto tranquilla, possiamo metterci tutti a tavola. 
Entrariamo tutti in cucina e noto un enorme tavola apparecchiata e imbandita di ogni ben di Dio.
- Mammaaaa! Hai svaligiato un supermercato per caso?
- Devi rimetterti in forze! 
- Si d’accordo ma non devo mica scoppiare! Ma quanta roba è?
- Lo stretto indispensabile!  Avanti, poche storie e siediti. Da cosa vuoi iniziare?
- Che domande... Di sicuro dalle lasagne di Regina! Sogno questo piatto da tre giorni. - Dico servendomi. Neanche il tempo di prendere la forchetta tra le mani che la piccola Chloe inizia a piangere. E' evidente che ha programmi differenti dai miei.
- Vado io vado io! -  dice Leila per poi saltare giù dalla sedia e correre in direzione della sala. Riesco a vederla anche da qui e mi si scioglie il cuore nel vederla davanti alla carrozzina che cerca, anche se inutilmente, di calmare sua sorella facendole delle facce buffe.
- Scusatemi,torno subito! Qualcuno reclama il suo pranzo.
- Amore - vedo Killian alzarsi - Vuoi una mano con Leila nel frattempo?
- Tranquillo, non è necessario, ma se vuoi venire di la con me a farmi compagnia mi fa piacere.
- Non devi neanche chiederlo!
Ci sistemiamo tutti e quattro sul divano: io, Killian, Leila e la piccola Chloè che a quanto pare ha davvero una fame da lupi. Restiamo tutti li, in silenzio a gustarci il momento.
- Mamma ma anche io ero così piccola quando sono nata?
- Si amore mio, anche te entravi in una carrozzina come quella lo sai?
- Davvero?! Voglio vedere le fotoooooo! Papy le vai a prendere???
- Amore, abbiamo gente a casa, non è carino lasciarli di la da soli non trovi? Questa sera con calma le guarderemo insieme ok?
- Ci possiamo mettere nel lettone a vederle?
- No no signorina! Quale lettone... - intervengo io immaginando già dove vuole andare a parare
- Ma mamy...  papà mi ha fatto dormire con lui questi giorni... io voglio dormire con tutti e due stasera!
- Cos’è questa storia jones? - 
- Le mancavi... io non...
- Non hai saputo dirle di no! Come sempre del resto.... - lo prendo in giro alzando gli occhi per aria. Killian è un caso senza speranza quando si tratta di sua figlia, con questa nuova piccolina le cose potranno solo che peggioraee. - comunque Leila per questa sera vediamo ok?
- Ok... però ora ti voglio far vedere la sorpresa, andiamo sopra! Daiiiii!!!!!
Poso Chloè, che ha appena finito di mangiare, nella carrozzina e mi rivolgo a mio marito - Cosa c’è di così importante da farmi vedere? Devo cominciare a preoccuparmi?
La risposta alla mia domanda però non arrivò da Killian ma bensì da  mia madre che era davanti la carrozzina a sistemare il lenzuolino alla bambina - Dopo mangiato lo scoprirai. E'  una piccolissima soppresa che abbiamo voluto farvi io, tuo padre, Regina e Robin.
- Anche io ho partecipatoooooooo! 
- E' vero! Leila ha collaborato tantissimo.
- Sono troppo curiosa adesso. Fate strada avanti!
- Prima mangi!
- Se mangio tra cinque minuti non muore nessuno.
- Swan! Ho preparato queste lasagne stanotte solo d esclusivamente per te.  Ora ti siedi e non ti alzi fino a quando non avrai finito.
Ci mancava solo Regina a dirmi quello che dovevo fare -  D’accordo, d'accordo! Non vi scaldate.
Pur di non sentirli tornai a tavola e pranzai. Non ricordo neanche da quando non facevo un pasto così! Sono piena come un uovo.
- Finitoooo? Alzati mamma alzati, vieni con me! Forzaaaa!!!!!
Mia figlia mi prende per un braccio e mi trascina fino al piano di sopra davanti alla porta destinata alla stanzetta della più piccola. Tutti gli altri ci seguono a ruota.
- Apri la porta mamma!
Metto la mano sulla maniglia e piano piano apro la porta della stanza.  Resto a bocca aperta nel vedere quello che hanno combinato. Prima che nascesse la bambina, io, Killian e Leila abbiamo sistemato un po la stanza arricchendo quelle quattro mura con disegni e scritte sulle pareti, peluches e piccole cassettiere dove mettere i primi pensierini. Ora davanti ai miei occhi vi era in tutto il suo spelndore una cameretta a tutti gli effetti. C'era una culla con accanto una sedia a dondolo, un lettino, un fasciatoio, un seggiolone e a completare il tutto vi era un piccolo armadio e altri mobili tutti rigorosamente bianchi con i ricami rosa. 
- Mah....
- Ti piace mamma?!?!
- È... è a dir poco meraviglioso! Grazie di cuore ma.... perché lo avete fatto? - dico guardando anche il resto della comitiva - Avevamo la roba di Leila, non serviva spendere altri soldi.  Avrete speso una cifra per fare tutto questo!
- La nostra nipotina merita di avere le sue cose personali. 
- Mamma ma... 
- Te lo dissi anche qualche mesetto fa: Bimba nuova, roba nuova. Pensavi davvero che avessimo riportato tutto indietro?- mi chiede Regina ridendo
- Beh.... pensavo di essere stata abbastanza chiara! A quanto pare sbagliavo...
- In teoria ti abbiamo dato retta... in parte. Cioè, al negozio ci siao tornati... ma solo per cambiare il tutto da azzurro a rosa.
- Siete un caso senza speranza lasciatevelo dire, ma vi ringrazio di cuore, siete stati gentilssimi!
- Su quel mobiletto c'è la lista delle cose che sono qui e quelle che devono ancora arrivare. C'è anche scritto chi ha fatto cosa...
- Te lo dico io mamma! Zia, zio, io e Henry  abbiamo fatto la culla, la carrozzina con l'ovetto il passeggino e quel mobiletto li in fondo. La nonna E il nonno invece hanno comprato il lettino, la sedia a dondolo, il fasciatoio e il seggiolone per quando sarà più grande.
- Noto con piacere che ne sai più di me amore. Grazie ragazzi! Grazie di cuore -  ad uno ad uno li abbraccio tutti. Anche se ero contraria devo dire che ho apprezzato molto il loro gesto. Sono stati davvero dei tesori.
- Anche io ho una cosa per te Swan! -   dice Killian porgendomi un pacchetto.
- Ma... Killian... cosa...
- Apri!
Con mano tremante scarto la carta e mi ritrovo davanti una piccola scatolina di velluto blu. La apro e al suo interno trovo un anello. - Killian... - dico ormai senza parole.
- Prima di dire qualsiasi cosa guardalo bene. 
Estraggo l'anello dalla scatolina  e lo esamino accuratamente. Al suo interno noto delle incisioni. Delle date per essere più precisi: quella del nostro matrimonio e quelle della nascita  dei nostri  due gioielli  - E' bellissimo killian! Ti amo!!!!! - dico per poi baciarlo con trasporto non curante degli spettatori presenti.
- Non è finita qui... - mi dice staccandosi 
- Come non è finita! - chiedo perplessa. 
- Si... diciamo che quello che hai visto fino ad ora è la parte bella.
- Questo discorso già non mi piace. 
-  Quello che Killian vuole dirti è che adesso forse  ti arrabbierai un po', ma ricorda... non puoi gridare altrimenti la bambina di sveglierà. 
- Non portarla per le lunghe Regina. Che altro avete fatto sentiamo!
- Per questa sera avevamo programmato una festa di benvenuto per la piccola da Granny...
- Che cosaaaaaa?!?!?! No no no no no. Non se ne parla proprio! 
- Ho detto "avevamo" infatti.
- Buon per voi che siete rinsaviti allora! - dico minacciosa
-  Killian ci ha avvisato che la bambina non può uscire....
- E bravo il mio amore!
- Peranto la festa.... si terrà qui! 
- SORPRESAAAAAAAAAAAA! - Gridarono tutti in coro.
- Voglio morireeeee!!!!!! - sono le uniche cose che riesco a dire immaginando il caos che ci sarà in casa mia questa sera. 
- Dai ci divertiremo! - mi fa regina abbracciandomi.
- Prima che ve ne usciate con qualche altra pazzia vi chiedo: c'è altro che dovete dirmi?
- In realta si!
- E cosa!!!!!!! - ormai sono pronta a tutto.
- Bentornata a casa Miss Swan!
 
Note dell'autore:
Eccomi qui con la prima One-Shot di questa raccolta. Per chi si fosse sintonizzato solamente adesso, ci tengo a precisare che queste piccole storie di vita familiare che sto iniziando a scrivere, sono un susseguirsi delle storie precedentemente raccontate ( Happy beginning e L'amore vince ogni cosa) pertanto vi invito, se ancora non lo avete fatto, a dare un'occhiata anche a loro per capire un po di cose tra cui anche i caratteri dei personaggi. Cos'altro dirvi? Buona lettura e alla prossima. 

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Capitolo 2
*** Gelosie ***


POV EMMA

E' ormai una tradizione quella di passare il fine settimana a casa di uno di noi per grandi cene di famiglia. Si fa a turno di solito ma a causa dell'arrivo prematuro di Chloè per me e Killian è stato impossibile sia spostarci di casa che organizzare da noi la cena nelle  scorse due settimane. Questa mattina però sono andata da Whale per la visita di controllo, ha trovato Chloè e me in gran forma per cui ci ha dato il lascia passare per una vita a tutti gli effetti normale. Finalmente dopo quindici giorni potrò finalmente rimettere piede fuori casa. Certo, devo stare ancora attenta, Chloè non ha ancora raggiunto il peso stabilito per la sua età ma almeno potrò concedermi una cena con tutti i miei cari. Sono in camera di Leila a cercare di scegliere cosa farle indossare questa sera ma la mia opinione è assolutamente irrilevante. Dice di essere diventata grande e vuole scegliere da sola i vestiti da mettere. Di solito crea degli abbinamenti inguardabili e impiego come minimo un'ora per dissuaderla dall'indossarli, ma questa sera mi è andata bene: ha optato per un jeans nero con i brillantini sulle tasche e una magliettina bianca con la scritta nera  "I'm a bad girl". Immagino già la faccia che farà Killian quando la vedrà, adoro vederlo nel ruolo di papà geloso. Controllo che Leila non faccia troppi casini nel vestirsi dopodichè inizio a scegliere cosa far indossare alla più piccolina. Per lei, visto che ho ancora potere decisionale, opto per un vestitino bianco con dei fiorellini rosa. Non perchè è mia figlia ma è un vero e proprio incanto. Sistemo anche la sua borsa per il cambio dopodichè aspetto che Killian rientri dalla stazione per poter andare da Regina. E' da lei che si terrà la cena questa sera. Credo proprio che non dovrò aspettare molto, ho appena sentito la porta di casa aprirsi.
- C'è qualcuno in casa? - lo sento chiedere
- Papyyyyyyyyyy!!!! - e come da routine ecco Leila che corre per le scale andando in contro a suo padre. Prima o poi se non si da una regolata farà un capitombolo assurdo. - Papy eccoti finalmente, dobbiamo andare dalla zia! 
- Lo so signorina e tranquilla possiamo anche andare subito, mi sono cambiato in stazione.
- Bravo papà, allora andiamo! Voglio andare a giocare con Neal!
- Non prima che ti sarai cambiata però - le dice guardando il suo abbigliamento. Trattenendo a stento una risata - Tu sei la principessa di papà, non una cattiva ragazza! - le indica la maglia.
- Me l'ha comprata la mamma! - risponde con fare angelico
- Swan! Ma che le metti in test!. - mi dice esasperato guardandomi sapendo che glielo faccio a posta
- Ti preparo all'idea di un prossimo futuro mio caro! 
- Dovrò farle un discorsetto serio prima  o poi se continui ad incitarla così.
- si si si... ma non ora, dobbiamo andare! - gli dico mentre ho già Chloè pronta nel suo ovetto. Ci mettiamo in macchina e in meno di dieci minuti siamo a casa di Regina. Inutile dire che appena varcata la soglia l'attenzione si è focalizzata sulle mie bambine. Mia madre mi ha praticamente tolto dalle mani la carrozzina e se ne è impossessata portandola in soggiorno. Regina, Robin e mio padre con in braccio Leila l'hanno seguita a ruota iniziando a farle alla più piccola facce buffe a non finire. 
- Salve a tutti, ci siamo anche noi! - Provo a richiamarli all'ordine.
- Ah si ciiao, fate come se foste a casa vostra - mi risponde Regina senza alzare gli occhi da Chloè
- Wow che accoglienza ragazzi!
- EMMY EMMYYYYYYY! - sento una voce provenire dall'altra altra stanza. Lo avrei riconosciuto tra un milione di voci, è il mio fratellino, l'unico che in tutto questo gran caos si è ricordato di me.  - Mi sei mancata Emmy! - mi abbraccia
- Anche te ometto! - gli rispondo stampandogli un bacio sulla guancia paffuta
- Mamma hai visto c'è Emmy!
- Sei contento? - risponde mia madre - Non ha fatto altro per due settimane che parlare di te.
- Almeno per qualcuno conto qualcosa! - dico ironicamente.
- E va bene messaggio ricevuto, prestiamo attenzione anche ai genitori di queste meraviglie - si intromette Regina ridendo per poi abbracciare sia me che killian - Visto che siamo arrivati, proporrei di metterci a tavola,  è pronto... e no! Niente lasagne questa sera Swan!
- Ma come??? 
-  La mia nipotina è nata, non vedo più motivo per viziarti! 
- Ma come sei gentile! Andiamo dai che ho fame. 
Ci rechiamo in cucina, sistemo Leila nella sedia accanto alla mia e iniziamo finalmente la nostra rimpatriata.
- E insomma... come son state queste due settimane da genitori di una neonata, una bambina e un adolescente? - chiede mia madre sorridente
- Impegnativa! Dormiamo, se siamo fortunati, quattro ore a notte e il giorno tra la scuola, i compiti e il lavoro è un incubo. 
- Io ho problemi con un figlio solo... figuriamoci con tre!
- Due e mezzo - preciso io - Fortunatamente con Henry c'è Regina che mi da una grande mano. A  proposito: dov'è?
- Indovina?
- Con la fidanzata! - sospiro. E' già... il mio bambino è cresiuto. E' un adolescente in piena regola ormai, preferisce uscire con i suoi amici o con la sua fidanzata il week end piuttosto che stare con noi.  Lo capisco e non glie ne fsaccio una colpa, lo abbiamo fatto tutti alla sua età.
- Non mi ci far pensare... - mi riporta alla reatà Regina. - Ascolta, siete andati da Whale stamattina vero? Che vi ha detto?
- Si si, siamo andati e tutto sommato è andata bene. Chloè è ancora sottopeso rispetto ai bambini della sua età ma mi ha detto di non preoccuparmi che è normale. In queste due settimane ha preso qualche etto e Whale è fiducioso. Dice che se continua di questo passo già dal prossimo mese potrà considerarsi normopeso. 
- Ma si, io non la vedo dalla scorsa settimana, quando sono passata a prendere Henry, e ha fatto già un bel cambiamento. E' una nanetta ancora - dice sorridendo - Ma è la nanetta più bella che io abbia mai visto. E poi, se non fosse in salute non vi avrebbe neanche dato il lasciapassare per uscire!
- Anche questo è vero però non posso fare a meno di preoccuparmi.
- Sei una mamma è normale! - sorride - Leila tesoro - si rivolge alla bambina notando che sta giocando con il cibo - Non hai ancora mangiato nulla! Che c'è, non ti piace?
- Non ho fame. - risponde non alzando neanche gli occhi dal piatto.
- Ma come non hai fame! - Provo a dirle
- No
- Ma la zia ha cucinato le patatine fritte solo per te! Non vuoi sforzarti un po' e farla contenta?
- No! Non mi vanno.
- Sei sicura? - annuisce - Ok! Il dolce che abbiamo preparato oggi pomeriggio invece? Lo vuoi assaggiare?
- No! - mmm... mia figlia che rifiuta i dolci è strano. Soprattutto quelli al cioccolato. Sto per chiederle se c'è qualche problema ma vengo anticipata da Neal che la prende per la manina e la porta di la a giocare. Non fa tante storie prima di andare con lui quindi la lascio in pace, se avrà fame mangerà più tardi. Noi adulti finiamo di cenare dopodichè raggiungiamo i bambini in soggiorno. io e Killian siamo gli unici a sederci sul divano, il restante della famiglia inizia a far a gara su chi dovesse tenere in braccio Chloè che li guardava incuriosita
- Guardate che così me la viziate! Io non ho nessuna intenzione di cullarla l'intera notte solo perchè voi l'avete abituata così.
- Puoi sempre lasciarla a noi! - mi risponde mia madre cullandola
- Dopo tutta la fatica che ho fatto per farla nascere? No grazie, la terrò con me! - rido e mi accoccolo a Killian. E' il primo momento di tranquillità che ho dopo giorni, vorrei goderne a pieno ma come al solito c'è qalcosa che me lo imedisce.  qualcosa  non va.
- Leila! Perchè hai smesso di giocare? - sento dire da mio fratello - Ti sei stufata? Vuoi giocare a qualche altra cosa? - mia figlia non gli risponde ma si avvia verso il piano superiore. Neal la segue a ruota ma torna giù qualche minuto dopo tutto triste.
- Che hai tesoro? - provo a chiedergli
- Leila non vuole più giocare con me! 
- Forse è stanca!
- Non mi parla neanche più! Te lo giuro, io non ho fatto nulla... non l'ho fatta arrabbiare!
- Tranquillo Neal, lo so che non hai fatto nulla. Ragazzi - dico agli altri - Vado a vedere cosa c'è che non va. Torno subito.
- Amore... - mi ferma Killian - Vado io.
- Se è un modo carino per convincermi a non svegliarti di notte quando Chloè piange sappi che non funzionerà. - lo prendo in giro
- Ma che dici! Non l'ho vista per niente oggi a causa del lavoro, ne approfitto per passare un po' di tempo con lei. 
- Ok, ma chiamami se c'è qualche problema ok? - dico pensierosa.
- Cerca di star tranquilla ok? Vado a vedere... - mi da un bacio dopodichè di dirigge verso le scale per raggiungere nostra figlia.

POV KILLIAN

Se c’è una cosa che ho imparato in questi quattro anni da quando sono diventato papà è capire i gesti non verbali di mia figlia ed è chiaro come il sole  che c’è qualcosa che non va in questo momento.  Non ho notato nulla di strano durante la cena eppure qualcosa deve essere successo. E' una bambina solare, ride e scherza con tutti, non ha senso che si comporti così se non per un motivo particolare. Salgo al piano di sopra per cercarla e la trovo nella stanza che Regina tiene per Henry. È seduta sul letto e si sta tormentando le mani. E' un vizio che ha ereditato da Emma non c’è che dire. Mi avvicino alla soglia della stanza ma non entro:
- Amore di papà tutto ok? - Provo a dirle ma lei non mi rispose anzi se fino ad un istante fa il suo sguardo dava verso la porta adesso si è proprio girata di spalle. - Oiii signorinella guarda che sto parlando con te! -  le dico giocosamente mentre faccio qualche passo all'interno della stanza, ma lei continua a non prestarmi attensione. - Che c’è! Abbiamo un piccolo ammutinamento in corso per caso? - Provo infine facendole il solletico ma di tutta risposta questa volta di alza letto dove era seduta e va a sedersi a terra. Iniziò seriamente a preoccuparmi, non è normale che mia figlia non parli. Neanche quando è stata rapita si è chiusa così in se stessa. - Leila amore... che c’è che non va ?!?! A papà puoi dire tutto lo sai vero? Qualcuno ti ha fatto arrabbiare? Per caso Neal? Sei preoccupata per qualcosa? -  Niente non c’era verso di farla parlare. Opto per il silenzio anche io, magari ha solo bisogno del suo tempo per esprimersi. Mi metto tranquillo sul letto aspettando che lei faccia qualcosa ma niente da fare. Inizio a pensare a qualsiasi cosa pur di capire ma non mi viene in mente nulla. Sono talmente perso nei miei pensieri che non mi accorgo che Emma ci ha raggiunti di sopra:
- Tutto bene qui? - dice guardandomi e riportandomi alla realtà - Ho visto che non tornavate così ho pensato bene di venire a dare un'occhiata.  - Leila, che fino a quel momento era stata in silenzio,  si mette a piangere e le corre incontro alzando le braccia verso di lei
-  Amore che cosa è succe? Perché piangi? - le chiede vedendola in quello stato
- Mi... mi fa male la pancia! - riesce finalmente a dire
- Oooo nooo mi dispiace piccolina!  Posso fare qualcosa per te?
- In braccio! - le chiede con i lacrimoni. Emma non se lo fece ripetere due volte, la prende tra le sue braccia e La piccola si strinse forte a lei!
- Che ne dici di andare giu? C'è  Neal al piano di sotto che sta vedendo un cartone animato bellissimo. - la bambina annuisce e tutti e tre insieme torniamo dagli altri.
- E' Tutto ok? - ci chiede Snow vedendoci finalmente scendere
- Dice che ha un po' di mal di pancia. - rispondo io
- Ecco perché non ha mangiato nulla. Amore piccolo, vieni un po' in braccio a nonna!  - allunga le braccia  per prenderla ma la piccola  si stringe ancora più forte a sua madre. 
- Non vuoi andare dalla nonna? - le chiede Emma  e lei dice di no con la testa - Ma come...  A casa la cerchi sempre!
- Mi fa male la pancia! - continua a ripetere
- Va bene... Vuoi sedertiun po sul divano a vedere i cartoni?
- Noooo!!!! -  ricomincia  a piangere.
- Va bene, va bene shhhh.... stai tranquilla, rimani con mamma ok? - Annuisce. Passa all'incirca un'ora e noto che la bambina non ha ancora intenzionate di mollare la presa su sua madre. Anche Emme se ne è accorta. 
- Killian, direi che è meglio se andiamo a casa così magari la metto a letto e riesco a farla dormire un pochino. Tra poco comunque si sveglierà anche Chloe per mangiare - mi dice indicando l'altra bimaba che dorme beata nel suo ovetto. - E' meglio se ci incamminiamo.
- Preparo la macchina e inizio a sistemare Chloè.
- Ci vediamo domani? - chiese Snow a Emma
- Si! Porto Leila all'asilo, sperando sia un mal di pancia passeggiero e poi vi raggiungo da Granny tanto ora non ho più problemi per uscire! Grazie della cena Regina e scusaci se  vi abbandoniamo prima del previsto.
- Di nulla, figurati. A domani e tienimi informata sulla bambina.

POV EMMA

Arriviamo finalmente a casa e mentre Killian sistema Chloè nella sua culla io provo a mettere Leila a letto cosa di cui non vuole proprio sapere. Riesco nel mio intento solamente dopo un'ora e dopo ben 4 favole. Spengo la luce della sua camera e mi avvio nella mia stanza
- Si è addormentata? - mi chiede Killian
- Sembrerebbe di sì. Non ha mai fatto così per un mal di pancia...
- Non cominciare a preoccuparti inutilmente. Non sarà nulla. Vieni a riposare che tra un po' si sveglierà l'altra. 
Neanche a finire la frase che la piccolina inizia a piangere.
- Dicevi?
- Se vuoi vado io così tu puoi dormire un po di più.  
Lo guardo perplessa -Non sapevo avessi le tette!
- Che scema che sei... - mi rispodìnde lanciandomi un cuscino addosso - Abbiamo il latte in polvere di sotto.
- Non preoccuparti Killian, vado io. Scherzavo prima quando ti ho detto che devi  rimanere sveglio quando Chloè chiama.
- Non ho problemi a farti compagni anzi... mi fa piacere.
- Dormi che domani devi andare a lavoro. - Raggiungo Chloè nella sua stanzetta, le do da mangiare, aspetto che si riaddormenti dopodichè finalmente mi infilo sotto le lenzuola e mi metto a dormire. 
Veniamo svegliati alle tre di notte da un pianto. 
- È già ora? -  mi chiede Killian strattonandomi
- No - rispondo assonnata guardando l'orologio - Manca ancora un'oretta.
- Allora perchè...
- Non è Chloè... E' LEILA. - Scatto in piedi e corro nella cameretta da dove proviene il pianto. Avevo ragione: è Leila che sta piangendo. Sto iniziando seriamente a preoccuparmi, è raro che si svegli in piena notte.
- Mammaaa! - dice non appena mi vede. 
- Amore che succede?!?! - chiedo osservandola attentamente
- Non riesco a dormire...
- Hai fatto un brutto sogno?
- No!
- Hai ancora male al pancino?
- Si!
- Mannaggia! Mamma ti fa un massaggino così passa tutto ok?  - mi siedo sul letto e noto qualcosa di strano nelle coperte - Ma che... - la scopro per capire di cosa si tratta e rimango stupita - Amore, ma hai fatto la pipì! - a quelle parole inizia nuovamente a piangere
- Scusaaaaaaa!
- Eiiii tranquilla non è successo nulla. Può succedere. Dimmi la verità però: Ti fa male tanto tanto? 
- Siii! - Le metto una mano sulla fronte per sentire se ha la febbre ma è fredda. Mi sento impotente, non so come far star meglio mia figlia. 
- Facciamo così: adesso ci andiamo a lavare, ci mettiamo il pigiamino pulito e dopo vieni a dormire nel lettone con noi va bene?
- Siiiiii! - finalmente la vedo sorridere.
- Andiamo dai! -  le prendo la manina ma lei si scanza
- No, in braccio! - mi dice
- Guarda che cominci a pesare signorinella,mamma non ce la fa! -  le rispondo scherzando ma lei sembra innervosirsi
- In braccio in braccio in BRACCIOOOOOOO!
- E va bene non ti scaldare! Andiamo, salta su!
La porto in bagno, le faccio una doccia veloce,le metto il pigiamino pulito e la porto in camera da letto dove c'è Killian che mi sta aspettando sveglio.
- Ma guarda guarda chi si vede! Come mai da queste parti principessa? - chiede a sua figlia sorpreso di vederla li. 
- Ho mal di pancia. Dormo con voi! - dice convinta.
- Mmm... sei riuscita a convincere la mamma vedo! - le risponde guardandomi.  Gli faccio segno che dopo gli spiegherò tutto. Sistemiamo Leila tra di noi e dopo qualche coccola eccola che chiude gli occhi e si addormenta. 
- Che è successo? Non eri contraria a farla dormire con noi?
- Ha fatto la pipì a letto!
- Ma chi: Leila?!?!
- Strano vero? Continuava a dire di aver mal di pancia, non me la sono sentita di lasciarla nella sua cameretta da sola. Era disperata. Domani pomeriggio se continua a star così chiamo Whale e la porto a fare una visita.
- Credo sia la cosa più sensata da fare. Ora però davvero cerca di riposati altrimenti domani sarai uno straccio.
- Non mi conviene dormire in questo momento, credo sia meglio aspettare che si svegli Chloè per farla mangiare in modo tale da fare tutta una tirata fino alle sette. Dormire per un dieci minuti o venti non sarebbe il massimo adesso.
 Accendo la televisione  che abbiamo in camera, abbasso il volume per non svegliare Leila e insieme a Killian iniziamo a vedere un film fino a quando Chloè non richiama la nostra attenzione.  Appena dal  baby monitor la sento piangere, cerco di alzarmi dal letto per raggiungerla ma vengo trattenuta per un braccio da Leila che si è svegliata anche lei sentendomi muovere
- Mamma resta qui, non andare via. - mi dice 
- Non sto andando via tesoro, Vado solamente a dar da mangiare a tua sorella.
- No no nooooo! - mi dice tenendo salda la presa sul mio pigiama
- Si può sapere tesorino che ti prende? Non ci metto molto, una mezz'oretta e sono subito da te ok? Resta qui con papà intanto.
- Noooooooooo non ci andare!!!!! Io ho mal di pancia!
- Emma, vado io da Chloe, per una volta se prende il latte artificiale non succede nulla,  tu resta con Leila.
- No killian... lo sai che sono comprensiva e tutto quello che vuoi, ma fino ad un certo limite... - torno a rivolgermi a mia figlia -  Leila ascolta, vado a far mangiare tua sorella, appena ho finito torno subito da te. - senza aggiungere altro mi alzo dal letto e raggiungo la stanza della mia secondogenita ignorando le suppliche e le grida dell'altra mia figlia che lacerano il cuore. Si calma solamente quando ritorno in stanza da lei, la stringo a me e dopo qualche minuto ci addormentiamo insieme. 
Il mattino non tarda ad arrivare, i primi raggi del sole entrano dalla finestra e mi svegliano. Sono le sette. Sveglio Leila per assicurarmi che stesse meglio e per chiederle se se sente di andare all'asilo ma capisco fin da subito che non è giornata, inizia a fare una marea di capricci e supplicarmi di non volere andare così l'assecondo e la lascio dormire ancora un po. Approfitto che Killian è andato a lavoro e che le bambine dormono per dare una sistemata in casa dopodichè chiamo mia madre per avvisarla che non a avrei raggiunto lei e Regina da Granny perchè Leila si sentiva poco bene. Nel giro di poco sento suonare alla porta e indovinate un po' chi è? Mia madre.
- Mamma! Non sono mai stata più felice di vederti! - le dico entusiasta di averla li
- Che c'è? Nottataccia?
- Orribile proprio! Leila non mi ha lasciata stare neanche per un secondo.
- Povera piccola... Ha ancora mal di pancia?
- Non lo so che ha. Delle volte sembra stare benissimo altre si lamenta. Piange Chloè e tre secondi dopo piange anche lei. Non so davvero cosa pensare e dove mettere le mani.
- E Killian in tutto ciò? Una mano potrebbe anche dartela! - dice con fare ovvio.
- Killian ci sta provando in tutti i modi ad alleggerirmi il lavoro ma non può fare molto. Si è proposto di occuparsi di Chloè ma visto il problema del sottopeso gli ho detto di no. Preferisco allattarla io piuttosto che darle il latte artificiale.
- Beh tu ti occupi di Chloè e lui di Leila, non mi sembra un compito così difficile.
- Non ci abbiamo provato secondo te?  Non c'è verso di farla stare con qualcuno che non sia io. Sembra che le si sia incantato il disco. Dice solo: mamma, mamma, mamma e ancora mamma! 
- Mammina!!!!! - mi sento chiamare dal piano di sopra.
- Non dinuovo! - dico esasperata a mia madre che mi guarda con comprensione.
- Posso provare io? Magari oggi con me sta buona!
- Magari ci riuscissi!  vai pure. È in camera mia. 
- Come scusa? - mi dice ridendo - Hai ceduto! L'hai fatta dormire con voi?
- Che altro avrei dovuto fare secondo te? Ha fatto la pipì a letto,  si lamentava che le faceva male la pancia e voleva stare a tutti i costi con me. Ah... quasi dimenticavo: erano le 4 del mattino e venivo già da una notte insonne.
Senza rispondermi  e continuando a ridere mi lascia in salotto mentre si avvia verso il piano di sopra. 

POV SNOW

Quando questa mattina ho ricevuto il messaggio di Emma che mi dicva che Leila era ancora malata non ho aspettato un secondo prima di mettermi in macchina e raggiungerle. Non sapevo se fosse la scelta giusta quella di presentarmi in casa sua senza preavviso ma l'ho comunque fatto. Non ho vissuto nulla dell'infanzia di Emma: il suo primo sorriso, la sua prima parola, i primi passi... mi sono sempre persa tutto, anche il consolarla per un mal di pancia. Voglio recuperare quanto più possbile con lei e visto che non posso tornare indietro nel tempo, posso almeno aiutarla facendo la nonna. Tiro un sospiro di sollievo quando mi dice di essere felice di vedermi. Ha passato una nottataccia e si vede lontano un Km che è esausta. Mi offro di occuparmi di Leila per vedere se almeno con me sta buona e lei non rifiuta, anzi mi ringrazia. Salgo così al piano di sopra e mi diriggo verso la camera da letto di Emma e Killian. Apro la porta e trovo la mia meravigliosa nipotina seduta sul letto che continua a chiamare a gran voce sua madre.
- Amore di nonna buongiorno! - le dico ma lei cambia immediatamente espressione e si incupisce
- No no noooooo!  Voglio la mamma, voglio la mamma! Vai via! - mi dice allungando le sue manine come a farmi capire di non avvicinarmi. Non penso che il suo problema sia un mal di pancia, se stesse sul serio male non avrebbe tutta questa forza di ribbellarsi... la conosco fin troppo bene. Credo di sapere quale sia il suo vero problema ma prima di dirlo anche ad Emma voglio accettarmene.
- Mamma è con la sorellina adesso, arriva subito. - dico anche se non è vero
- NOOO! Mamma deve stare con me, non con lei. Io sto male!
- Stai tranquilla amore, adesso la mamma arriva.
- La voglio ora! Valla a chiamare!
- Dai non fare i capricci... perchè non giochiamo un po' mentre l'aspettiamo?
- TI HO DETTO DI ANDARLA A CHIAMAREEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!! NON CI VOGLIO STARE CON TEEEEEE!
- Oiii ma sei impazzita? - la rimprovera Emma entrando di corsa in camera - Ti senti urlare fino di sotto!
- mamy!!!! - le si illuminano gli occhi nel vederla
- Mamy niente! Che sono questi modi è'? Si risponde così alla nonna? Non farlo più mi sono spiegata?
-  Scusa... è che io.... ho male al pancino e voglio stare con te non con lei. - abbassa lo sguardo per quel rimprovero
- Lo so ma non devi comunque risponderle male. Mamma scusala.
- Ma figurati! - le rispondo avvicinandomi per dirle una cosa a voce più bassa per non far sentire nulla a Leila - Penso di aver capito che cos'ha!
- Davvero? e cosa? 
- E' solo una mia impressione... non ne sono del tutto sicura. Fammi sondare un po' di più il terreno e poi te lo dirò. Niente di irrisolvibile comunque. 
- Va bene! Leila amore, dovrei andare a preparare il pranzo, mi lasci andare giù e stai un po' con nonna?
- Nooooo! - scende dal letto e si abbraccia alla gamba di sua madre cercando di non farla muovere - Non te ne andare, resta con me! 
- Sono stata tutta questa notte e tutta la mattinata con te, se mi allontano un po' non succede nulla lo sai vero?
- NOOOO!
- E il pranzo? Qualcuno dovrà pure far da mangiare non credi?
- Nonna! - mi indica
- No, non è un suo compito!
- Allora papà!
- Papà è a lavoro.
- UFFAAAAAAAA!
- Facciamo così: io vado giù in cucina, se vuoi puoi venire con me, ma solo se non ti fa male il pancino.
- Passato! Non mi fa male più andiamo!
- Hai visto?!?! - mi domanda Emma ormai rassegnata - Non so davvero che pensare.
- Fidati...Io lo so!
 La lascio con sua mamma fino all'ora di pranzo quando Chloè inizia a piangere perchè ha fame. Emma sale di sopra per occuparsi della piccolina mentre io e Killian, che nel frattempo era tornato da lavoro, restiamo in cucina cercando di convincere Leila a mangiare. E' in quel momento che ebbi la conferma di ciò che pensavo.
- Andiamo amore di nonna, non hai mangiato nulla, qualcosina dovrai pur mangiare. - mi risponde con un no fatto con la testa.
- non fare i capricci tesoro, se non mangi non guarirai mai. - provò Killian
- Non la voglio. Non mi piace!
- Non dire bugie! La pasta l'hai sempre mangiata, mamma te l'ha cucinata proprio perchè sa che ti piace tanto se adesso che torna vede che non l'hai mangiata ci rimane male. L'ha cucinata solo per te.
- No no no! Non la voglio, non la voglio, non la voglio!
- E cosa vuoi allora?
- Voglio mamma.
- Se viene mamma di sotto mangi peró? - intervengo io interrompendo Killian
- Si.
Neanche a farlo apposta ecco che Emma entra in cucina...

POV EMMA

- Eccomiiiii! Qualcuno mi ha appena chiamata? 
- Mammina! - sentire mia figlia chiamarmi tutta felice mi riempe il cuore di gioia
- Gioia mia! Ma... ma non hai mangiato nulla? - dico un po' preoccupata per quella situazione. 
- Si è rifiutata fino ad ora, ha detto che se non ci sei tu non mangia! - mi spiega Killian
- Ah si? - dico rivolta a lei che annuisce senza pensarci - Beh adesso sono qui, inizia ma mangiare dai! - la incito
- Me lo dai tu?
- Cosa? - chieso perplessa
- Mi dai tu da mangiare?!? 
tutto mi sarei aspettata tranne una richiesta del genere - E tu le manine?
- A me fa male il pancino!
Ecco che ritira fuori la stessa scusa... ora si che è tutto chiaro. - Ok, credo di aver capito anche io! - mi rivolgo a mia madre.
- Che cosa mamma?
- Ho capito perché ti fa male il pancino!
- Perchè sono malata?
- E' SI!  hai una piccolissima malattia! Si chiama gelosia. - vedo mamma annuire
- Ci avevo pensato anche io ma poi ho scartato l'idea. Perchè manifestarlo solamente dopo un paio di settimane? Avrebbe dovuto darci qualche segnale prima non trovi?  - mi domanda Killian
- Siamo stati quindici giorni in casa solamente noi quattro e non le abbiamo mai dato nessun motivo di sentirsi meno amata. Ieri sera però... alla cena, "qualcuno" e mi riferisco a te cara mamma, papà, Regina e robin, avete manifestato un po' troppo entusiasmo per Chloè e lei si è sentita esclusa. 
- Hai ragione... scusa.
- Non devi scusarti, non avete fatto nulla di male. Cercate solamente di renderla più partecipe la prossima volta
- lo faremo senz'altro!
- È brutta la mia malattia mamma? Devo fare le punturine o devo solo stare a letto coccolata da te?
Non riesco a trattenere una risata - Per guarire ci vogliono solamente tante tante coccole da mamma, papà, nonna, nonno e gli zii
- Davvero? - risponde contenta
- Si, ma prima di cominciare a curare questa malattia dobbiamo fare un piccolo discorsetto.
- Quale?
- Mi riferisco a questa notte... Il fatto che mamma passi del tempo con la sorellina non significa che ti voglia meno bene.
- Ma vai da lei anche di notte però!
- Solo perché è ancora piccola e ha bisogno di mangiare anche la notte.
- Tutti fanno a gara per prenderla in braccio e con me non ci vogliono più stare. - si intristisce
- Ma non è vero tesoro!  Vogliono solo imparare a conoscerla... e poi nonna ci ha provato in tutti i modi a giocare un po con te, sia ieri che oggi e tu che hai fatto?  l'hai trattata malissimo.
- Perché ero arrabbiata.... - fa una pausa - Mamma posso farti una domanda? - cambia del tutto argomento
- Certo amore!
- Ma tu vuoi più bene a me o a Chloè?
Me lo chiede guardandomi con quegli occhioni azzurri che mi mettono ko ogni volta - voglio bene ad entrambe nello  stesso modo e questo vale anche per papà e tutto il resto della famiglia. 
- Ma mi conoscete da più tempo... Dovreste volere più bene a me!
- Leila tesoro, Il bene che ti voglio adesso è lo stesso che te ne volevo il giorno in cui sei nata.
- Anche senza conoscermi?
- Certo, sei mia figlia. Se devo essere onesta, ti ho voluto bene dal primo istante in cui ti ho sentita muoverti nella mia pancia. - sorrido ripensando a tutti quei bei momenti - Stai tranquilla amore, Il mio bene nei tuoi confronti non diminuirà mai.
- Neanche con la sorellina?
- Neanche con lei! Leila,  tu sei speciale per una cosa, lei lo sarà per un'altra ma restate entrambe mie figlie, non posso volere meno bene a una di voi, sarei una brutta mamma!
- Tu sei la mamma migliore del mondo!
- E allora perchè fai così è? Non riesco a vederti triste, mi piange il cuore!
- Come fa il cuore a piangere mamma?!?!?! - mi chiese buttando la testa di lato con fare curioso. Non riesco a restare seria con lei. è un vero tesoro.
- E' un modo di dire, significa che sono triste quando ti vedo in quello stato. 
- Non voglio che sei triste!
- E allora dimmi cosa devo fare per farti tornare il sorriso.
- Voglio passare più tempo con te e papà... e anche con i nonni e con gli zii! Ah... senza Chloè altrimenti mi ruba la scena! 
- Va bene, si può fare a patto che tu faccia una cosa per me. 
- Cosa mamma?
- Passeremo tantissimo tempo insieme ,solo tu ed io, se mi aiuterai con Chloè! Ho bisogno di una piccola assistente. - Renderla partecipe nelle cure della piccola potrebbe essere un'idea per combattere la gelosia.
- Posso darle da mangiare? - mi chiede tutta contenta. Sono sicura che in questo momento stia pensando a sua sorella come un giocattolino con cui divertirsi piuttosto che ad una possibile minaccia in campo affettivo. Prendo la palla al balzo.
- Certo! E mi aiuterai a vestirla, a farle il bagnetto e a cambiarle il pannolino ok?
- No no no, quello lo cambi tu che puzza! - rido e insieme a me anche mia madre e Killian lo fanno. - Beh grazie tante per lasciare a me il lavoro sporco! - la prendo in braccio e inizio a farle il solletico. Ride a crepapelle... è il suono più dolce del mondo.
-  Basta mamy mi fai il solletico! - continua a ridere e mi abbraccia - Ti voglio bene!
- Anche io te ne voglio!
Sento il cellulare di mia madre squillare, la vedo prenderlo dalla borsa e rispondere. Era Neal che la stava cercando 
- Neal!!!! Sono a casa di tua sorella tra poco torno a casa ok.? - gli dice
- Nonna nonna posso venire anche io con te? Voglio giocare con Neal! Ti pregooooooo - la sua voce era così alta che anche dall'altro capo del telefono la sentirono. La risposta non fu da meno, dal cellulare di mia madre si sentì in lontanazza una vocina che diceva " Si si si mamma falla venire a casa, voglio giocare con leiiii!!!!". Se per me quelle parole erano un piccolo eco in lontananza per mia madre le cose erano ben diverse, teneva il telefono a debita distanza per il troppo urlare di neal!
- Neal neal per favore non gridare, ho capito!!!!!! Stiamo arrivando. - riaggancia 
- Allora nonna, posso??????
- Certo, vai a mettere il giacchetto che tira un po' di vento fuori!
- EVVIVAAAAAAA!!!!!!!!! - la vedo correre per il corridoio e tornare poco dopo con il suo giacchettino e il suo zainetto con i giochi. - Ciao mamma, ciao papà!!!! - ci bacia entrambi - Ti dispiace se la faccio domani la tua assistente? Ora sono molto impegnata!
- Vai tranquilla, sono sicura che i tuoi impegni siano di gran lunga più importanti - l'attiro a me per un altro bacio dopodichè l'affido a mia madre. Una volta uscite di casa sento Killian stringermi a se.
- Tutto risolto quindi? Abbiamo vinto anche questa battaglia? 
- E' si! Ce l'abbiamo fatta anche questa volta. - lo bacio - Tutto bene quel che finisce bene!

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Capitolo 3
*** Fata madrina? ***


POV EMMA

Eccoci punto a capo come quattro anni fa. Siamo a casa dei miei genitori, io, Killian e le bambine e stiamo discutendo su chi sarà la fata madrina di Chloè. Non è assolutamente una scelta facile, ci sono già passata con Leila e se prima ero titubande sul fatto che una fata si prendesse cura della vita magica di mia figlia, adesso lo sono ancora di più. Diciamoci la verità: Blue non ha fatto un buon lavoro con Lei. La bambina ha vissuto moltissime situazioni di pericolo, tra cui il suo rapimento... dov'èra la sua fata madrina quando serviva? Se non fosse stato per me e Regina a quest'ora Leila non saprebbe neanche far spostare un peluche da una sedia all'altra. Non dico che debba usare i suoi poteri così a suo piacimento, ma visto che li ha manifestati fin da subito, avrei gradito che la sua fata madrina l'avesse aiutata almeno a controllarli... invece no.  Ora ci troviamo qui, seduti davanti al camino a discutere con i miei sul motivo per cui non voglio una fata a far da madrina a mia figlia.
- Mi spieghi che hai contro le fate? - chiede mamma alla mia ennesima protesta.
- Non ho nulla di personale contro di loro, solo che non mi fido. Non le ritengo all'altezza di questo compito. 
- Sono anni che le fate si prendono cura di bambini con poteri magici e non ci sono mai stati problemi gravi. Il compito principale di guidare le vostre figle spetterà comunque a voi due però almeno saprete su chi contare in caso di necessità!
- E dovrei rivolgermi a chi sentiamo? Per Leila mi avete indicato quella che secondo voi era la migliore: Blue... ma fate un passo indietro: e' stata la mia madrina, la madrina di Gideon e quella di Leila... non mi pare abbia fatto un buon lavoro con nessuno di tutti e tre.
- Quelle sono state circostanze particolari, lo sai anche tu.
- Fatto sta che non mi fido ugualmente. Ma per forza una fata deve essere la sua madrina? Solo a loro spetta questo compito?
- Certo che no, ma sono comunque le creature magiche meno toccate dai cattivi.  Potrei essere anche io la sua madrina ma pensaci...noi siamo sempre sotto attacco, chi si prenderebbe cura di lei - mi dice indicando Chloè - durante una guerra se noi siamo tutti impegnati nel fronteggiarla?
- Non lo so... ma so per  certo che troveremmo un modo in quel caso. 
- E' vostra figlia, spetta a voi decidere cosa è meglio per lei. Mettetevi a tavolino e pensate a chi potrebbe essere secondo voi una madrina perfetta per lei. Se non volete una fata io mi offro volentieri.  Non avrò la magia ma so usare l'arco, nessuno si avvicinerà mai a lei... a loro, perchè comunque mi prenderei cura anche di Leila.
- Disse la donna che la fece allontanare da sola... - rido. Ormai io e Killian l'avevamo superata e ci scherzavo su ma a mia madre non andava a genio questo nostro comportamento... evidentemente  ancora non si era perdonata. La vedo guardarmi in modo strano - Ok ok ok stavo solo scherzando. Prenderò in considerazione anche la tua canditatura... quella di Blue e quella di tutte le altre fate disponibili.
- Che ne dici di Belle? o di Regina magari - provò mio padre.
- Mmm... Belle sta con Gold il che è tutto un dire, Regina ha già tanti problemi per lei ci manca solo che le do un compito in più... no, la scelta non credo che cadrà su noi della famiglia. Forse Granny... che ne dici Killian? Si è sempre presa cura di tutti i bambini di Storibrooke sopratutto nei periodi più infernali e a nessuno di loro è mai stato torto un capello. 
- Potrebbe essere un'idea sai?
- E' un'idea fantastica invece! Anche Neal ha Granny come madrina. - interviene mia madre
- Ma come... non adorate le fate voi due?
- Si ma Neal non ha poteri magici, Granny è l'ideale per lui.
- Poteri o no credo che sia l'ideale anche per Chloè! Killian? - chiedo nuovamente conferma a lui
- Penso che si possa fare, alla fine è solo una figura in più che interverrà in caso di necessità. Speriamo non ce ne sarà mai bisogno. 
- Che Granny sia allora. Domani mattina passeremo al ristorante e le comunicheremo la notizia ok? Speriamo solo accetti.
- A proposito di domani - inerviene mio padre - Io avrei una commissione da fare e non posso proprio essere in ufficio... Killian potresti gentilmente sostituirmi?
- David lo farei volentieri ma domani sono impegnato al porto... a saperlo prima mi sarei organizato differentemente. Purtroppo ora non posso fare molto. Mi dispiace.
- Figurati, sono stato io a non averti informato per tempo. Emma, non è che tu potresti andare ? Solo la mattina. 
- io... ecco...
- So che sei in maternità ma non so a chi altro rivolgermi. - ecco il panico che si impossessa di me. No no e no... non voglio assolutamente andare a lavoro, dovrei lasciare le bambine a casa con qualcuno che non sia io... no, non ci riesco. Leila sarà anche abituata a stare con altre persone ma Chloè? Lei non l'ho ancora mai lasciata a nessuno, neanche per cinque minuti... non me la sento. E' ancora troppo piccola.
- Ti sostituirei volentieri, davvero papà,  ma le bambine a chi le lascio? Killian non c'è, te neanche e la mamma è a scuola. - provo a dire sperando se la beva.
- Regina! Puoi lasciarle a lei. Si è già presa cura di Leila no? 
- Emmm... Regina... ha da fare! Credo. - a quelle parole li vedo fissarmi curiosi
- C'è qualche problema? - chiede mio padre
Si! Certo che c'è qualche problema! Non voglio lasciare  Chloè. - No no, nessuno... perchè?
- sei strana...
- Lo so io che ha! - commenta Killian abbracciandomi - Tranquillo David, domani ti sostituirà Emma senza nessun problema. Ora però amore sarà meglio tornare a casa - mi dice indicandomi il divano dove si era appisolata Leila.
- Direi che hai ragione - rispondo un po freddamente andando a prendere la bambina mentre lui si occupava dell'altra. - Mamma, papà, ci vediamo, grazie per la cena.
- Ci sentiamo domani tesoro e... grazie per sostituirmi.
- Di nulla papà ! - rispondo forzando un sorriso e uscendo dalla loro abitazione. Aspetto di metterci in macchina prima di inveire contro di Killian.
- Perchè diavolo hai detto a mio padre che lo avrei sostituito quando gli stavo chiaramente dicendo di no!
- Lo sappiamo entrambi perchè stavi rifiutando.
- Tu sei davvero sicuro di saperlo? Io non credo o altrimenti mi saresti venuto in contro.
- Non te la senti ancora di lasciare Chloè da sola. - rimango senza parole... come diavolo ha fatto a capirlo. - Ho indovinato? - mi chiede con aria di sfida
Ignoro i suoi toni altrimenti dovrei prenderlo a calci nel sedere seduta stante - A maggior ragione dovevi appoggiarmi. E' ancora piccola, non l'ho mai lasciata da sola... non è ancora il momento di affidarla a qualcuno
- Emma, ci siamo già passati... il problema non è Chloè, sei tu che non riesci ad allontanarti da lei... da loro. Lo so, hai perso tanto con Henry e adesso non vuoi perderti nulla della loro infanzia, ma mezza giornata non ti cambierà la vita, Chloè neanche se ne accorgerà.
- Non ci riesco ok? 
- Lo so... ma prima o poi dovrai affrontare questa cosa. Ricordi che anche per Leila è stato così? Alla fine sei riuscita a fidarti a lasciarla con altri perchè per Chloè dovrebbe essere diverso?
- Leila aveva un anno quando l'ho lasciata sola per la prima volta.
- Ed è stato un trauma per lei ricordi? Ha pianto per l'intera giornata.  E' meglio abituarli fin da subito  e se te hai intenzione, come mi hai detto qualche giorno fa, di tornare a lavoro tra qualche mese  è meglio se inizi ad abituarti all'idea. - metto il broncio. ha ragione lo so ma è più forte di me.  - Che c'è? - mi chiede sapendo di aver fatto centro.
- odio ammettere che hai ragione! - sbuffo -  magari  però possiamo affrontare il distacco tra qualche tempo...ora è davvero troppo piccina.
- Non si discute, ho già mandato un sms a Regina ed è più che felice di badare sia a Leila che a Chloè. Ora davvero rilassati...
- La fai facile te!
- Beh... conosco un modo per farti rilassare niente male - si avvicina e mi bacia - vorresti provare? - continua le sue avance avvicinandosi questa volta al mio collo. Ricambio quelle attenzioni ma all'improvviso veniamo richiamati all'ordine da una vocetta che ci fa sussultare entrambi
- Papà che faiiii alla mamma??? - chiede stropicciandosi gli occhietti
- Principessa! - esclama lui - Ti sei già svegliata?
- Si facevate rumore! - mi venne da ridere e guardai Killian che non era da meno. Non stavamo facendo nulla di male, ma non ci era mai capitato di lasciarci andare ad effusioni palesi con le bambini nelle vicinanze.
- Scusa se ti abbiamo svegliata principessa, tra poco arriveremo a casa e potrai tornare a fare bei sogni
- Andiamo dai! - dico mettendo a moto e diriggendomi verso la nostra dimora. 
***

il mattino seguente (POV KILLIAN)

Mannaggia a me e a quando non chiudo le tapparelle la sera. Eccomi qui! pronto ad iniziare una nuova giornata... o quasi pronto. Mi sono appena svegliato a causa della troppa luce che entra in stanza e ora sono steso nel mio letto con gli occhi ancora chiusi a cercare di riprendere sonno. Niente da fare, tentativo fallito. Allungo una mano in direzione di mia moglie per coccolarla un po' ma stranamente non la trovo. Apro immediatamente gli occhi per accettarmi della cosa e noto che ho ragione, non è a letto. Vago con gli occhi ancora assonnati per tutta la stanza ma non è neanche li. Dove diavolo è finita? Le mie narici vengono invase da un profumino delizioso e il mio cervello inizia finalmente ad elaborare pensieri di senso compiuto: Emma è in cucina! Mi alzo dal letto e la raggiungo.
- Buongiorno amore! - mi dice non appena mi vede scendere le scale.
-Buongiorno! Come mai mattiniera questa mattina? 
- Non avevo sonno... così sono scesa!
- Mmmh... ok! - le dico poco convinto. -Questo profumino è molto invitante, che stai cucinando?
- Pancackes!
- Wow! Mi piacciono i pancackes! - dico maliziosamente mentre le sposto i capelli tutti da un lato per dedicarmi al suo collo.
- Frena i bollenti spiriti capitano! Non finirà come l'ultima volta.
- Voglio ben sperare, perchè sono rimasto alquanto insoddisfatto dall'itrusione di tua madre.
- Intendevo dire che non se ne fa niente amore!
- E perchè mai?
- Perchè tua figlia è proprio dietro di te! - mi risponde ridendo.
Mi giro di scatto e la vedo seduta a tavola intenta a cercare il senso dei nostri discorsi.
- Ciao Papààààà! - esclama
- Ma questa bambina non dorme mai? - dico ad Emma la quale continua a ridere per le mie reazioni. Decido di ignorala perchè altrimenti dovrei punirla a mio piacimento ma ci sono dei minori in questo momento tra di noi quindi è meglio evitare. Mi dedico a mia figlia - Amore di papà, che ci fai già in piedi? E' domenica!
- Chloè ha pianto e mi ha svegliata! - dice arrabbiata. 
- Mannaggia! Ora però la sorellina sta dormendo, non vorresti andare a riposare un altro po'?
- No, no, no! Ho fame e voglio i pancakes!
- Anche il papà vorrebbe dei  pancackes amore, non sai da quanto li sto desiderando!
- KILLIAN! - mi rimprovera Emma sapendo a cosa sto alludendo
- Che c'è mamma? Perchè papà non può mangiare i pancakes?
- Già Emma! Perchè? - la prendo in giro.
La vedo fare un lungo respiro, stava per rispondermi ma cnsapevole della bambina tra di noi a quanto pare ha preferito non replicare. Si limita a lanciarmi un'occhiataccia mentre poggia il piatto con i pancackes sul tavolo.
- Prego servitevi pure! - ci dice - Leila non più di due sia chiaro e tu Killian... beh... mangia tutti quelli che vuoi perchè saranno gli unici pancake che vedrai oggi.  - mi guarda con aria di sfida. 
- Sei cattiva! - protesto. 
- Si si si certo! - fa una pausa e la vedo tornare seria. - Senti Killian, scherzi a parte, non è che potresti non andare al porto oggi? Se devo davvero andare alla stazione preferisco che ci sia tu qui a casa con loro.
Ecco spiegato perchè non aveva dormito come al suo solito. Era preoccupata. - Amore ne abbiamo già parlato, verrà Regina a controllarle devi stare tranquilla. 
- Si lo so però...
- Però niente! E' solo per mezza giornata. Vedrai che passerà in fretta. 
- Su Leila sono tranquillissima, è abituata a stare con Regina ma Chloè? Non l'ho mai lasciata da sola... e se Regina non fosse in grado di farla calmare se piange? E' una neonata Killian, non è semplice da gestire.
- Chloè starà benone! E se proprio Regina dovesse aver bisongo di aiuto ci sono sempre i cellulari. - non la vedo molto convinta. - Dai tranquilla vai a vestirti, non vorrai andare in ufficio conciata così vero? - indico la sua fantastica camicia da notte. E' davvero un peccato che Leila sia già sveglia.
- Se serve per convincerti a lasciarmi a casa allora si, credo proprio che andrò cos'!
- Non ti rispondo neanche! Vai. - Le do un bacio a stampo dopodichè l'accompano su per le scale. Una volta assicurato che si stia davvero vestendo torno guù da Leila per giocare un po' con lei prima di andare a lavoro ma veniamo interrotti dal suono del campanello. 
- Papà papà è zia? - mi chiede tutta felice.
- Credo proprio di si amore, andiamo ad aprirle! - la prendo in braccio e andiamo ad aprire la porta.  
- È qui che abita la mia bella principessa? - fa Regina appena vede mia figlia
- SIIIIIII!!!!! Zia ciaoooooo! - risponde con  entusiasmo per poi buttarsi tra le sue braccia. 
- Come mai siamo già sveglie?
- Mi ha svegliato mia sorella!
- Capisco... ascolta, ho portato due cartoni animati, vogliamo vederne uno questa mattina?
- Siiiiiiiiii! - mai vista tutta questa felicità di prima mattina da parte di quello scriccioletto. Di cosa si preoccuperà mai Emma non lo so.
- Tieni scegline uno e inizia vederlo io tra poco ti raggiungo.
- Va bene... - Leila si allontana mentre io e Regina rimaniamo nell'altrio a chiacchierare
- Non vedo la tua adorata mogliettina, dov'è?
- E' di sopra che si sta preparando, è in ansia.
- Per il rientro?
- Magari fosse per questo...in realtà non se la sente di lasciare Chloè.
- Che c'è non si fida per caso? - mi chiede preoccupata
- Ma che scherzi? Certo che si fida, non sei assolutamente tu il problema.  Diciamo che è in modalità mamma apprensiva. E' la prima volta che la lascia a qualcuno. Penso che soffra più lei il distacco che la bambina. 
- Le manderò una foto della piccola ogni cinque minuti allora così starà un po' più tranquilla.
- Fermati, ti prego non lo fare.  Se l'abitui così è la fine!
- Ciao Regina sei già qui? - ci interrompe Emma scendendo le scale per raggiungerci e salutare la sua amcica - Di cosa parlavate? 
- Niente di interessante, le solite cose. Tu tutto bene?
- Non mi lamento. Senti... sicura che non hai niente di meglio da fare per oggi? Posso rimanere a casa e chiamare papà se non puoi.
Mi venne da ridere così anche a Regina. - Scherzi vero? Sono libreissima e non vedo l'ora di passare del tempo con le mie nipotine preferite.
- Non mi offendo se hai da fare davvero! - insiste.
- Emma! Falla finita ok?  - la rimprovero mettendo fine a quella assurda strategia. - Devi stare tranquilla, Leila è in ottime mani e così anche Chloè.
- Lo so ma...
- Ma è tardi e devi andare a lavoro. - l'accompagno fino verso la porta ma proprio nell'istante in cui stava per uscire qualcuno si mise a piangere: Chloè.  Vedo Emma voltarsi e prendere la direzione delle scale come una furia. Ho provato a dirle qualcosa ma non ho fatto in tempo, è già fuori dalla mia vista. La raggiungo insieme a Regina e come immaginato la trovo nella cameretta della piccola intenta a cullarla. 
- Amore di mamma che c'è è? - le sento dire. Al suono di quella voce mia figlia si calma immediatamente. - Ecco brava la mia bambina! - E' una scena tenerissima e starei ore intere ad ammirarla se non fosse così tardi.
- Emma se non esci immediatamente da qui ti prendo a calci. 
- Killian!
- No amore è tardi. 
- Tua figlia stava piangendo se non te ne fossi accorto.
-  Hai detto bene, stava. Ha smesso quindi puoi tranquillamente darla a Regina e andare a lavoro.
- Emma puoi fidarti di me, starà bene! Per qualsiasi cosa prometto di chiamarti. 
- E va bene! - adagia la bambina nelle braccia di Regina - Fai la brava con la zia! le dice baciandole la testolina. 
- Digli un po' te alla mamma che non deve preoccuparsi... staremo benissimo insieme. - 
- Mi raccomando, ti ho lasciato i biberon nel frigo devi solamente scaldarli. Tra un oretta falla mangiare e da lì conta tre ore.  Cambiala dopo ogni pasto e stai attenta a Leila che le faccia i dispetti. 
- Finito? - la prendo in giro per tutte quelle raccomandazioni.
- No! - mi risponde per poi voltarsi verso Regina. - Ci vediamo da Granny per l'ora di pranzo. vestila in maniera che non prenda freddo
- Freddo? - replica lei - Ci saranno 40 gradi all'ombra fuori.
- Hai capito che intendo. Killian raggiungici così parliamo anche con Granny per la questione madrina.
- Avete scelto Granny alla fine?
- Si sembra la scelta più adatta.
- Lo penso anche io. Avanti andate o farete entrambi tardi. Ciao ciaooooo!
Vedo Emma ancora un po' titubante ma non le do modo di dire o fare nulla perchè la prendo sottobaraccio e la porto con me in macchina. Una nuova giornata lavorativa sta per iniziare.
***

POV REGINA

So che Emma e Killian vogliono solamente che mi prenda cura delle piccole, ma proprio non ce la faccio a non dargli una mano anche per quando riguarda la sistemazione della casa. Do una sistemata alle camerette delle bimbe e al soggiorno che Leila ha in pratica messo ko dopodichè mi siedo anche io sul divano insieme a questa piccola peste a guardare il cartone animato che le ho portato. Sento il mio cellulare squillare, guardo la schermata e vedo che è Emma. Chi lo avrebbe mai detto che quella ragazza smarrita sarebbe diventata una mamma modello? Eppure eccola qui a chiamare ogni dieci minuti per controllare che tutto sia ok. Deciso di non risponderle... ne a questa ne alle chiamate successive. 
- Zia, zia! il tuo cellulare sta suonando. Perchè non rispondi? 
- Non mi va!
- È lo zio?  tI ha fatto arrabbiare? 
ma da chi li sentirù questi discori? - No, è la tua mamma che sta chiamando.
- E' lei che ti ha fatto arrabbiare? Per questo non rispondi? - mi dice avvicinandosi a  me e guardandomi con gli occhioni da cucciola.
- Stai tranquilla, non ho litigato con la tua mamma... è solo che mi sto prendendo cura di te e non voglio che ci disturbino. La mamma tanto ci raggiungerà per pranzo.
- Sei la zia migliore del mondo! Ti voglio bene!
- Anche io amore te ne voglio. 
Finiamo di guardare il cartone animato dopodichè iniziamo a giocare con le sue bambole. Siamo nel bel mezzo di un piccolo ricevimento tra principesse quando Chloè si sveglia richiamando la mia attenzione. Leila inizia a sbuffare infastidita.
- Rieccola che inizia piange. Non la sopporto!
- Leila tesoro non si dice cosi! E' normale che i bambini così piccoli piangano. Anche tu lo hai fatto. Aspettami qui, vado a vedere di cosa ha bisogno e sono subito da te.
- Hai detto che non ci avrebbe disturbato nessuno! 
- Lo so ma la tua sorellina a quanto pare non è dello stesso parere. - noto che ci è rimasta veramente male, smette di guardarmi e continua a giocare con le sue bambole ignorandomi. La vedo sforzarsi di non piangere ma non riesce a trattenere un piccola lacrima. Mi piange il cuore vederla così ma so anche che non posso dargliela vinta. Chloè ha bisogno di attenzioni. 
- Ti va di venire di sopra con me a darle da mangiare? -  provo a dirle nella speranza di farle tornare almeno un piccolo sorriso. 
- Posso farlo io? - mi chiede speranzosa e allora capisco che sono ancora in tempo per rimediare
- Se stai attenta e non le fai i dispetti si!
- Va bene andiamoooo! -  dice correndo di sopra. La raggiungo e insieme diamo il biberon a Chloè. La piccolina sembra calmarsi per un paio di minuti ma poi riprende a piangere. 
- È un antifurto non la sopporto mi fanno male le orecchie. - si lamenta la più grande
- Che ne dici di iniziare a vedere l'altro cartone che ho portato? Mi hanno detto che è meraviglioso.
- Vieni con me?
-  Certo, ti raggiungo non appena finisce di piangere ok? Non ci metterò molto. - senza capricci annuisce e esce dalla stanza.  La controllo mentre scende le scale dopodiché mi concentro su Chloè che continua a piangere disperata. Dopo buoni dieci minuti la situazione non cambia... non so più che fare.
- Che hai tesoro?!?! Hai mangiato, ti ho cambiata... di cosa hai bisogno è? -  E' evidente che in braccio non ci vuole stare, provo a metterla così nella carrozzina nella speranza che si addormenti ma niente da fare, ho ottenuto il risultato contrario, sta piangendo ancora più forte. Che fosse qualche piccola colichetta? Provo a massaggiarle il pancino ma la storia non cambia. - Capricciosa come la tua mamma!  - le dico ripensando a quanto abbiamo impiegato io e Killian per convincerla ad andare a lavoro.  E se avesse ragione lei? Se fosse davvero ancora troppo piccola per stare separata dalla sua mamma? Mmmh... non lo so ma una cosa è certa: mi è venuta un'idea su come calmarla. Vado nella stanza da letto di Emma, prendo un suo foulard e gli spruzzo sopra il suo profumo. torno nella stanza della piccola e  adagio il foulard nella culla accanto al cuscino. Nel giro di tre secondi eccola che smette di piangere e piano piano si addormenta. - incredibile... ti manca la tua mamma vero? - sorrido, prendo il telefono, immortalo il momento e invio la foro ad emma con allegato un messaggio: 

"Non abituarti a foto ogni 5 secondi perchè non lo farò. Questa è solo un'eccezione. Ho dovuto metterle accanto il tuo profumo per farla calmare. Le mancavi. Ps. Tranquilla ora non le manchi più. ci vediamo tra un paio d'ore da Granny.

la sua risposta come facilmente prevedibile non tardò ad arrivare:

" Vuoi che torni a casa? Sicura che sia tutto ok?"

"Si mammina ansiolitica. E'  tutto ok! Chloè adesso dorme e Leila guarda la TV. Pensa a lavorare."

"Mandami qualche altra foto, di entrambe possibilmente."

"Non ci penso proprio. Devi abituarti all'idea di staccarti da loro. Ciao ciaoooo"

"Stronza!"


***
Guardo l'orologio e mi accorgo che è quasi ora di pranzo. Preparo le bambine dopodichè ci avviamo da Granny. 
- Regina mi sono persa qualcosa? - dice Granny scherzando non appena mi vede entrare con a seguito la prole dei miei amici.
- Divertente, davvero divertente! - le dico senza tanti giri di parole, sono stanca e la sua ironia non mi aiuta di certo. 
 - Come non detto! - alza le mani in segno di resa - Non dirmi che qui dentro c'è la piccolina di casa Jones? - chiede poi indicando la carrozzina
- E' proprio lei invece-
- UUU... fammi vedere com'è cresciuta questa signorinella! - si avvicina
- D'accordo, ma non svegliarla.  Ho impiegato più di 40 minuti per farla addormentare, se si sveglia è la fine.
- Messaggio ricevuto! Starò a debita distanza....  Ooooh ma è un amore!!!!! 
- Ci sono anche io! - dice Leila strattonando Granny per il grembiule.
- Ei piccola peste! - le dice rivolgendole un gran sorriso - Cosa posso prepararti per pranzo?
- Formaggio alla griglia e patatine.
- Mangi come tua madre amore di zia! Per  me invece fai un' insalata e per secondo... vedi un po' te, niente cibi grassi però
- Perfetto! accomodatevi, faccio in un lampo.
Faccio scegliere il tavolo a Leila e ci accomodiamo. Guardo l'ora e noto che Emma è in ritardo. 
- Zia ma la mamma quando arriva?
Bella domanda - Dovrebbe essere a momenti amore! - prendo il telefono per controllare se mi ha chiamata e trovo un suo sms. 

"Il destino è contro di me. Non posso allontanarmi dalla stazione. Ci vediamo direttamente nel pomeriggio. Ho sentito anche Killian ed è nella mia stessa situazione. Tutto ok con le bimbe?

" Questa si chiama provvidenza divina Swan. Tranquilla stanno con me e sono tranquille entrambe."

- Ziaaaaaa.... ma la mammaaaaaa? Perchè ancora non viene! - continua a ripetere impaziente
- Mi è appena arrivato un suo messaggio, deve rimanere a lavoro ancora per un po' siamo solo io te e chloè per pranzo. - la vedo incupirsi
- Uffa... a me manca la mamma però.
- Non stai bene con zia? - le chiedo
- Si ma non sono più abituata a non vedere mamma per tanto tempo. Io non voglio che torni a lavoro
- Se dopo pranzo andassimo a prendere un gelato e poi dritti alla stazione ti mancherebbe un po' di meno?
- Siiiiii! Sei la migliore Zia del mondo.
- Vedo che siamo contente! - esclama Granny portando le nostre ordinazioni 
- Si tra poco andiamo dalla mamma!
- UUU è fantastico! Vi lascio pranzare allora. - si allontana lasciandoci sole. 
Mangiamo in tutta tranquillità parlando dei due cartoni animati precedenteme visti e organizzando in grandi linee il pomeriggio. 
- Zia devo andare in bagno! - mi dice saltellando
- Vai da sola? - le chiedo 
mi guarda strano e poi mi dice di no con la testa - Mamma dice che non devo andare da sola nei bagni pubblici perchè posso prendere le malattie. 
-  Ho capito, ti accompagno. Granny?!?! Posso chiederti di badare a lei per cinque minuti? - indico Chloè - Porto Leila in bagno
- Assolutamente si, sarebbe un onore.
- Perfetto! Non ci metterò molto. Ti sposto la carrozzina qui così stai più comoda per controllarla dal bancone.  Mi raccomando... Emma mi uccide se la trova anche solo con il vestitino sgualcito.
- Tranquilla Regina, è in ottime mani.
- Zia mi scappaaaaa! Mi scappaaaaaa!!!!! 
- Andiamo birbantella! - le prendo la manina e a passo svelto l'accompagno sul retro per darle una mano. 
- Brava, ora lava le manine e torniamo di la, Chloè ci sta asp...
Non finisco la frase che un rumore assurdo fa tremare l'intero locale. Un'esplosione credo. Sento delle grida provenire dalla sala accanto e un gran baccano. Il locale sembre in preda al panico più totale.  Mia nipote per lo spavento inizia a piangere  -Che è stato zia??? Ho pauraaaa!!!!!! - mi dice singhiozzando. Non so cosa stia succedendo ma non è nulla di buono. Cerco di non farle percepire le mie ansie e provo a tranquillizzarla. 
- Non so cosa sia succeso amore ma sono sicura che non è nulla di grave. Resta qui e non ti muovere per nessun motivo ok? Torno subito. 
- No, non lasciarmi da sola... La gente urla... e se è  un mostro? Io ho pauraaa!!!! 
- Devo andare a controllare che tutto sia ok, stai tranquilla e rimani qui nascosta.
-  Mi verrai a riprendere vero? Non mi lascerai da sola!
- Dammi dieci secondi. Faccio in un attimo. Comincia a contare...
- Uno... due... tre...
Esco dal bagno e mi diriggo verso la sala... vengo avvolta da un'enorme quantità di fumo - ma che diamine....-  l'odore non mi dice nulla di buono. -  Puzza di... BRUCIATO! - Mi affretto a raggiungere la sala e mi accorgo che il locale sta prendendo fuoco. - O mio dioooooo!!!! - mi guardo attorno per vedere se è rimasto qualcuno all'interno ma forunatamente sono usciti tutti. A parte me e Leila il locale è vuoto. Tiro un sospiro di sollievo e Corro indietro dalla bambina.
- Leila amore! - le dico appena la vedo -  Dobbiamo fare un gioco. - cerco si sorride per non farle capire cosa sta succedendo. 
- Quale?
- Si chiama gioco della giducia rivisitato.
- E come si gioca? 
Bella domanda. - Io mi calerò dalla finestra tu ti lancerai giù dritta dritta tra le mie braccia. Ok?
- Sembra spaventoso!
- Non lo è! -  senza darle diritto di replica apro la finestra e salto giù.  Siamo al primo piano... non sarà come essere al piano terra ma non è neanche così alto da farsi male. Non per me almeno. Guardo Leila affacciata alla finestra e non la vedo per nulla convinta.
- Avanti amore salta! - la incito
- No... ho paura!
- Amore ci sono io, non ti succederà nulla, salta giù!
- No ziaaa, non ci riesco. Io esco dalla porta!
- NOOO! - grido terrorizzata facendola bloccare sul posto. Devo trovare il modo di farla scendere. le farei utilizzare tranquillamente la magia ma ho paura che dietro tutto questo possa esserci qualche essere malvagio quindi è meglio evitate.  Ho promesso ad Emma di difendere le bambine quindi mi sarei affidata alle arti magiche solo se necessario - Amore lo so che hai paura ma devi fidarti di me,non succederà nulla. Ti prendo io. Chiudi gli occhi e salta.
- No zia.... non voglio.
- TI prego amore! Devi saltare adesso. Se mi vuoi davvero bene allora devi saltare.
La vedo titubante ma finalmente dopo minuti interminabili ecco che chiude gli occhi e salta. La prendo al volo.
- Brava amore hai visto che ti ho presa? 
- Ce l'ho fatta, sono stata brava!!!!!
- Sei stata bravissima ma ora è meglio se ci spostiamo. - di corsa raggiungiamo gli altri dall'altra parte della strada. 
- Regina eccoti! Grazie al cielo state bene, ho temuto il peggio!  - mi dice Granny vedendoci.
- Che diavolo è successo! - domando ancora frastornata.
- C'è stata un'esplosione!  Non so a cosa sia dovuto... stanno arrivando i pompieri.
-  L'importante è che state tutti bene! C'è qualche ferito? 
- No! Fortunatamente siamo riusciti ad uscire prima che le fiamme raggiungessero la porta principale. 
- Menomale. - mi guardo intorno - Granny scusami, so che se proccupata per il locale ma volevo chiederti di Chloe. L'avete portata in un luogo dove non respiri tutto questo schifo vero? - chiedo in tutta tranquillità.
- Chi? - mi risponde lei confusa
- Granny! - alzo gli occhi al cielo -  Chloe, la bambina!  La figlia di Emma e KIllian... possibile che tu non abbia ancora imparato il suo nome?
- La bambina... ah si! Io nella confusione ho detto di prenderla ma non so chi lo ha fatto. - si guarda attorno - i clienti non si sono allontanati, sono tutti qui. 
- Non vedo la bambina però... - comincio ad agitarmi pensando che qualche maleintenzionato possa averla presa.
- Ragazzi scusate... chi di voi ha portato in salvo la bambina che era dentro? - tutti si guardarono a vicenda ma nessuno risponde. Vedo Granny gardarmi bianca in volto.
- Per la miseria Regina... credo che.... che sia  rimasta dentro! 
- COOOOOOSAAAA?? - grido 
- O Mio Dio! Nel panico ho chiesto di portarla fuori... credevo lo avessero fatto! - Si portò le mani sul viso. 
- UNA COSA DOVEVI FARE! UNAAAAAAAAAAAAAA! - Grido con quanta più forza avevo mentre mi avvicino al locale.
- Ferma dove vuoi andare?
- VADO A PRENDERE LA BAMBINA GRANNY !
- È pericoloso, non puoi andare.
- Ma ragioni per caso?  C'E' UNA NEONATA LI DENTRO! BISOGNA TIRARLA FUORI DI LI AL PIU' PRESTO.
- Stanno arrivando i pompieri! 
- NON HO TEMPO PER ASPETTARE I POMPIERI! Prendi Leila e portala in un posto dove non respiri questo fumo. - la vedo perplessa -che stai aspettando... CORRI! - Mi diriggo verso il locale, prendo la pompa dell'acqua, mi bagno dalla testa ai piedi e entro dentro. Cerco di mettere a fuoco quello che hp davanti dato il fumo che mi circonda ma non riesco a vedere nulla. Come diavolo farò a trovarla se non vedo un tubo. Improvvisamente La sento piangere... è viva!  Faccio mente locale ripensando a dove l'ho lasciata prima di andare in bagno con Leila. Le  fiamme non dovrebbero ancora essere  arrivate li. Provo ad avanzare ma il passaggio è bloccato.  senza pensare alle conseguenze passo oltre quel muro di fuoco e raggiungo, sentendo le sue grida,  la piccolina.
- Amore shhhhh.... amore stai tranquilla è tutto finito adesso.  La zia adesso ti porta fuori.
La prendo in braccio e mi reco verso il bagno dove ho  già tentato la fuga. Salto nuovamente, questa volta con la creatura tra le braccia e correndo come una matta mi allontando da quell'inferno.

POV EMMA.

Ho appena ricevuto una chiamata dai pompieri di Storybrooke. C'è stato un'incendio da Granny. Il mio primo pensiero va alle bambine e a Regina, vista l'ora dovrebbero essere anche loro li. Il panico mi assale. Senza curarmi di lasciare qualcuno a capo della stazione mi diriggo a gran velocità verso la locanda. Le fiamme si vedono anche in lontananza. Non so con quale forza io mi stia ancora tenendo in piedi. Il mio cervello inizia a vagare e milioni di pensieri e preoccuapazioni  si fanno spazio nella mia testa. Spero con tutto il cuore che loro non siano li e che per qulche stramba idea di Leila siano uscite fuori. Vedo delle persone  in lontananza ma non riesco a scorgere le mie bambine e la mia migliore amica. Dove diavolo vi siete cacciate! lascio la macchina in mezzo alla strada e a gran velocità mi reco verso quella marmaglia di persone.
- Scusate... avete visto due bambine? Una ha quattro anni è biondina con gli occhi azzurri e l'altra...
- Emma! - mi sento chiamare, mi giro e vedo Granny con in braccio la mia piccola Leila. Tiro un sospiro si sollievo
- LEILA AMORE MIOOOO! - le corro in contro per poi prenderla in braccio e abbracciarla - Stai bene tesoro? Sei ferita? - le dico scrutandola attentamente. Sembra non avere nulla.
- Ciao mamyyy! Io sto bene, perchè? - mi chiede curiosa 
- Emma, la bambina non sa nulla, Regina è riuscita a farla uscire dal locale senza farle capire cosa stava succedendo
- E' Fantastico... dov'è adesso?  Dove sono lei e Chloè?  Perché Leila è qui da sola?
- Regina mi ha chiesto di portarla lonano da questo bordello per non farle respirare il fumo.
- Ok, perfettamente daccordo ma lei e l'altra mia figlia dove sono? 
- Emma... non so come dirtelo ma... 
- Dirmi cosa! - la sua espressione non mi piaceva per niente. Ecco che quella sensazione di panico torna a scorrermi nelle vene
- Regina è dentro!
- COSAAA! E PERCHE'????????
- Ha accompagnato Leila in bagno e mi ha chiesto di controllare la piccina. C'è stata l'esplosione e nel panico ho dovuto prendere i registri di cassa e ho chiesto a qualcuno di prendersi cura di lei. Non credo che mi abbiano sentito. La bambina è rimasta dentro. Regina è tornata dentro a riprenderla.  - Mi sento mancare la terra sotto i piedi. Mia figlia è... non riesco neanche a formulare dei pensieri di senso compiuto. Mi sento avvolgere la vita da qualcuno, mi volto e vedo uno dei pompieri sorreggermi. 
- Signora si sente bene? - mi chiede ma io non lo calcolo e mi lancio come una furia su Granny
- SEI UN'INCOSCENTE ECCO QUELLO CHE SEI! Hai condannato mia figlia a morte!!!!!
Il ragazzo riesce a bloccarmi prima che io riesca a mettere le mani addosso alla cara e dolce nonnina. - Si calmi, sono intervenuti anche i miei colleghi ad aiutare la donna nel locale, vedrà che avdrà tutto bene.
- Emma mi dispiace io...
- STAI ZITTA! PREGA CHE NON SIA SUCCESSO NULLA A NESSUNA DI LORO DUE  ALTRIMENTI IL TUO LOCALE  IN FIAMME SARA' L'ULTIMA COSA CHE VEDRAI.
- Emma...  - al sentire pronuncire il mio nome da quella voce mi blocco seduta stante. So perfettamente chi mi sta chiamando ma ho paura a girarmi. - Emma... - mi chiama di nuovo. - Non so come ma mi faccio forza e mi volto. Vedo Regina, in ginocchio  completamente stremata che tiene un piccolo batuffolino urlante tra le braccia. 
- REGINAAAAA! Regina stai bene? Come sta lei! - chiedo andondole incontro e togliendole Chloè di dosso perchè dolorante. Le scruto entrambe, mia figlia sembra star bene a parte il rossore al viso per via del pianto, Regina al contrario sembra un po' malconcia. Prendo il cellulare dalla tasca dei miei pantaloni e chiamo l'ambulanza.
- Va tutto bene Emma... io sto bene, lei come sta?
- Stanno bene... le bambine stanno bene, grazie a te.  Fammi vedere il braccio! - dico notando la maglia inesistente in alcuni punti
- Sto bene davvero, non pensare a me! Pensa a loro. - dice indicando le bambine.
- Ti sei ustionata altrochè! 
- Non ha importanza, basta che lori stiano bene!
- Non potevi usare la magia?
- Non sappiamo ancora a cosa sia dovuta l’esplosione... e se con la magia avrei fatto di peggio?
- Hai rischiato di morire te ne rendi conto????????? - dico ormai piangendo data tutta la tensione.
- Sta arrivando l'ambulanza! - ci avvisa uno dei pompieri iniziando a prendere Leila e successivamente Chloè. Una volta sistemate le bambine al suo interno, adagiarono Regina su una barella e le trasportarono in ospedale. 
Quando arrivai li trovai già mia madre, mio padre, Henry e Killian ad aspettarmi. Fu in quell'esatto momento che crollai iniziando a piangere disperata. Se non fosse stato per il pompiere che spiegò a grandi linee le condizioni delle ragazze alla mia famiglia, moltro probabilmente data la mia reazione li avrei fatti morire di infarto temendo il peggio. Killian mi fece alzare per poi portarmi su una panchina. Non disse nulla e mi tenne stretta a se fin quando non mi sentì un po' più rilassata.
- Ti senti un po' meglio? - mi chiede. Annuisco - Andrà tutto bene, staranno tutte e tre bene.
- Non dovevo andare a lavoro! Se fossi rimasta a casa...
- Magari sarebbe successo il peggio. Avevamo in programma di andare da Granny comunque... 
- Lo so ma... Non spettava a Regina il compito di salvarle...
- Non ci pensare ok? Non è stata colpa tua. Regina sta bene.
- Ha... ha salvao la vita a Chloè! Le sarò riconoscente a vita!
- Hai visto che potevi fidarti? - mi sorride e poi mi abbraccia ancora più forte con l'intento di farmi calmare ancora un po.
- Sono preoccupata per lei. Non sembrava stare bene quando l'ho vista.
- Se la caverà! La conosci... è un osso duro.
Venieamo interrotti dal Dottor Whale che uscenso dal pronto soccorso ci viene incontro: 
- Allora? - chiedo terrorizzata. Anche se le ho viste poco prima non posso far a meno di preoccuparmi
- Poteva finire in tragedia... siete stati fortunati.
 - Come stanno?
- Allora... Leila sta benissimo, l'hanno allontanata subito quindi non ha subito nessun tipo di danno.  Potete riportarla a casa anche adesso. La più piccolina invece vorrei tenerla monitorata per una settimanella. Sembrerebbe star bene ma ha comunque respirato tutto quel fumo... voglio escludere qualsiasi cosa prima di dimetterla visto la sua tenera età.
- O Dio! - mi porto le mani alla bocca terrorizzata
- È solo routine Emma! Davvero... non c'è da preoccuparsi.
- Regina?
- Regina ha un po' di ustioni qua e là. Non sono gravi ma vanno comunque medicate. Terremo anche lei qui!
annuisco - Possiamo vederle?
- Certo. Vi portò prima dalle vostre bambine.
Seguiamo Whale e ci incamminiamo verso quei tetri corridoi entrando nel reparto di pediatria. 
- Mammina! - sento chiamarmi in lontananza.
- Leila amore di mamma! - cerco di non farle capire che ho pianto fino ad ora.
- Guarda! Mi hanno dato un lecca lecca perché mi sono fatta visitare senza piangere!
- Ma sei stata bravissima allora!
- Chloè invece ha pianto tanto! - mi dice indicando la sorellina che era in un lettino per neonati - Dott whale? Posso avere anche il suo lecca lecca visto che lei ha pianto?
- Guarda sono in quel cestino, prendi tutte quelle che vuoi!
- Evviva!!!!!
- Non esagerare signorina che dopo non ceni!
- Va bene mamma.
- Senti whale posso rimanere con la piccola in questi giorni o il regolamento non lo permette? - chiedo.
- Puoi restare. Un genitore può restare tranquillamente in caso di minori.
- Preferisci andare con Leila così riposi un po'? Magari torni per allattarla - mi chiede Killian
- No, non riuscirei a riposare e metterei in agitazione anche a lei! Vai te con Leila, Io resto qui!
- Sei sicura?
- Sicurissima vai.
***
Sono passati un paio di giorni da quella tragedia e in tutto questo  periodo non ho fatto altro che dividermi tra Chloè e Regina. Non potendo uscire dal suo reparto Regina mi ha chiesto in continuazione di Chloè, voleva vederla, ma visto che anche per la piccolina era vietato l'accesso ad altri reparti la cosa per quei giorni fu impossibile. Solo grazie all'aiuto di Whale il  terzo giorno riuscii a scavalcare il protocollo. 
- È permesso?!?!! -Chiese mio padre accompagnato da tutta la famiglia 
- Ragazzi ciaoooo, entrate!
- Zia ziaaaaaaaa!!!!
 - Amore piccolo ciao!  vedo che ci siete tutti... Beh... quasi tutti. - dice non vedendo me ma sopratutto Chloè
-Rettifica mia cara! - le dico facendo prima capolino dalla porta e poi facendo il mio ingresso con la piccolina - Siamo proprio tutti oggi.
- Ma...  come hai fatto a farla uscire? - mi chiede con le lacrime agli occhi.
- A questa signorina è stato concesso un permesso speciale di un' ora. Moriva dalla voglia di vedere la sua zietta preferita. -  dico avvicinandogliela per fargliela vedere.
- Posso tenerla?
- Certo... ma solo se non ti fa ancora male il braccio. Whale ha detto di limitare gli sforzi.
- Sto bene davvero! Dalla a me! - la prende -  Piccolina ciaooooo! - la osserva dormire commossa per poi tornare a guardarmi -  Come sta?  Cosa dicono i dottori?
- Beh... diciamo che è entrata nel Guinness world record per la prima sigaretta firmata in giovane età! -  rido -  A parte questo è il ritratto della salute. La monitoreranno ancora per qualche giorno ma sta bene.
- Sono sollevata!
- È tutto merito tuo... grazie! Se non fosse stato per te... - i miei occhi iniziano ad inumidirsi pensando a cosa sarebbe potuto succedere.
- Ho solo fatto quello che andava fatto.
- Non tutti lo avrebbero fatto però. - Chloè richiama l'attenzione di tutti noi facendo dei versetti. 
- Ma buongiorno! - le dice Regina sorridendo - Emma,Tieniti prendila... credo stia cercando la sua mamma.
- Mmh io penso invece che stia cercando di comunicare.
- È troppo piccola Emma!
- Mi dispiace contraddirti ma ho ragione io. 
- Ah si? - mi guarda e ride
- Si e credo anche di aver capito anche che cosa sta cercando di dire. -  lanciando uno sguardo complice a Killian che ricambia con un sorriso. Prendo la bambina in braccio e L'avvicino al mio orecchio -Come dici amore di mamma? 
- Swan sembri scema...
- Cito sue testuali parole - indico la piccolina -  Zia regina...- faccio una pausa - Vuoi essere la mia madrina?
La vedo sbarrare gli occhi incredula - Emma... stai ... stai scherzando?
- No, assolutamente. 
- Io... io non so cosa dire... non doveva essere...
- Chi? Granny? Ma neanche per sogno. So che è stato un incidente , so che la paura ha preso il sopravvento su tutto ma non è stata capace di prendersi cura di lei. Tu si Regina, tu le hai salvato la vita.
- Ne abbiamo parlato molto  in questi giorni - Continua Killian - E siamo giunti a questa conclusione. Per noi nessuno può farlo meglio di te.
- Sono... sono lusingata davvero!
- E' un si questo? - dico sorridendo
- Certo, certo che sì! - prende nuovamente  Chloè tra le braccia e poi sussurrando le dice - Certo che sì amore, sarò ben lieta di essere la tua madrina!

 
Note dell'autore:
Buon domenica ragazzi. Oggi ho avuto un po' di tempo libero così ho pensato bene di scrivere questa piccola storiella. E' nata così su due piedi quindi non so come sia venuta e se sia di vostro gradimento. Spero di si. Buona lettura, buon inizio settimana a tutti e alla prissima. 
P.s Ho voluto pubblicarla oggi stesso quindi ammetto di non averla ricontrollata. Scusatemi per tutti gli errori che troverete.

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Capitolo 4
*** Prime parole ***


POV KILLIAN

Guarda te se non dovevo farmi incastrare al porto anche questa volta. Questa mattina ero di pattuglia con David, visto che Emma ancora non è rientrata dalla maternità, quando uno dei miei marinai mi ha chiamato per un grave problema al porto. Ho lasciato David alla stazione e mi sono reatco nel luogo stabilito dove i miei uomini erano in panico per un problema secondo loro irrisolvibile ma che in realtà era un gioco da ragazzi. Ho sistemato il tutto in un paio d'ore e ora che ho finito credo proprio che prenderò le mie cose e tornerò alla stazione. Da quando Emma ha partorito il lavoro in ufficio si è triplicato e David da solo non riesce a sopperire a tutto, ha bisogno di una mano. Sto per avviarmi quando spugna, il mio uomo più fidato, mi chiama:
- Capitano, ho bisogno di parlarle!
- Vado di fretta Spugna, non è che potremmo rimandare a domani?
- La prego è imporante... farò in un attimo - gli faccio cenno di continuare. - Ecco vede... in realtà non ha nulla a che vedere con il lavoro... - noto che è imbarazzato -  In pratica ho trovato una compagna!
- Spugna congratulazioni! Sono davvero felice per te. - gli dico sincero
- È da un po’ che ci frequentiamo ormai ed è arrivato il momento di presentarla alla mia famiglia. Come ben sa capitano per me la mia famiglia siete voi e il resto dell’equipaggio, quindi ho pensato, se le fa piacere, di invitarla questa sera alla locanda in modo da presentarvela.
Vorrei davvero dirgli di sì, so di essere un riferimento importante per lui ma poi penso al luogo che ha scelto per l'occasione: la locanda. Non entro lì dentro da quando ho conosciuto Emma, a lei non piace... lo considera un luogo di perversione dove uomini infedeli trovano divertimento con donne poco raccomandabili. Non ha mai visto di buon occhio il fatto che io frequentassi quel posto e me lo ha fatto capire in tutte le maniere. Non mi ha mai obbligato a non andarci sia chiaro, ho sempre evitato io per non farla preoccupare e per non dargli dispiaceri inutili. Non mi manca di certo passare le serate li... da quando sto con lei non ne sento proprio la necessità. Per me quindi non sarebbe un problema passare una serata li con il mio equipaggio ma se penso a lei e alla sua reazione nel sapere una cosa del genere... mmmh meglio non pensarci... al solo pensiero rabbrividisco. Non voglio farla arrabbiare, non se lo merita ma è quello che succederebbe se accettassi l’invito di spugna.
- Spugna ecco... sono davvero onorato di questo invito ma non penso di poter essere dei vostri questa sera!
- La prego capitano! Senza di lei non avrebbe alcun senso festeggiare. Può portare anche sua moglie se desidera. - si certo come no... Emma alla locanda, mi viede da ridere solo a pensarci. E'  entrata li solamente una sola volta quando eravamo nella foresta incantata e a giudicare dai suoi commenti su quell’esperienza non credo che ci tornerà mai più.
- Non credo Emma possa venire, con le bambine sarebbe complicato.
- Non mi dica di no la prego!
Mmh... Come faccio a dire di no a colui che si è sempre dimostrato al mio fianco nonostante tutti gli errori commessi? - E va bene Spugna. Ci vediamo questa sera! - Dico d'istinto. Ecco! sono ufficialmente nei guai.

POV EMMA

E' una mattinata tranquilla questa, Killian è a lavoro con mio padre, Leila è di sopra che gioca, Chloè fa il suo solito riposino e io posso in tutta tranquillità sistemare la casa. Da sceriffo di Storybrooke a casalinga, chi lo avrebbe mai detto? Eppure eccomi qui a riordinare la cucina dopo aver in grandi line preparato il pranzo per oggi.
- Mamma mamma! - mi sento chiamare. Mi volto e vedo Leila entrare in cucina con un gran sorriso. - Posso andare a giocare con Gideon oggi pomeriggio?
- Hai già messo in ordine la tua cameretta? 
Ci pensa un po su... - Un po'! - dice 
- Leila -  la rimprovero -  Cosa ti ho detto? Quando si finisce di giocare le cose vanno rimesse in ordine. 
- Lo farò dopo mamma!
- No no no signorina! Se vuoi andare a giocare con Gideon questo pomeriggio devi andare a sistemare la tua camera adesso altrimenti niente.
- Uffa però! - si lamenta
- Dai amore, fai la brava! 
- Va bene mamma, vado!
- Brava la mia bambina! - la vedo salire di sopra non proprio entusiasta. Forse sarò un po severa ma sono dell'idea che se non impara a quest'età non imprerà più. Immersa nei miei pensieri non mi accorgo che Killian è appena rincasato. 
- Amore ciao! - mi sento dire
- Killian!!! - lo bacio - Non che non sia contenta di vederti ma come mai sei già a casa? 
- Che ti devo dire... mi sei mancata parecchio tesoro! - mi stringe a se per poi iniziare una serie di baci sul collo. mmm... qualcosa non torna lo sento.
- Wow siano di complimenti vedo! Sputa il rospo: che ti serve? Tu e mio padre non avrete mica combinato qualche macello alla stazione vero? - chiedo titubante.
- Certo che no, ma per chi ci hai presi! Non è successo nulla, non può essermi semplicemente mancata la mia bella mogliettina?
- Lo so che ti manco quando sei a lavoro, me lo dimostri tutti i giorni ma non me lo dici mai. Oggi si invece quindi ti serve qualcosa.
- In teoria c'è una cosa che dovrei dirti ma non centra nulla con il fatto che mi sei mancata.
- Lo sapevo... - rido - Dimmi tutto!
- Spugna ha trovato una fidanzata e ha deciso di presentarla a me e alla ciurma. 
-  Wow è meraviglioso!
- Si... ma c'è dell'altro! - lo vedo incupirsi - Vuole portarci alla locanda. 
- Aspetta aspetta... la locanda! Quella locanda? La famosa locanda della foresta incantata ricostruita qui a Storybrooke? 
- Lo sai come sono i ragazzi della ciurma, vogliono divertirsi.
- Tu non hai bisogno di divertirti!
- Lo so ma vado solo per dar manforte a spugna. Ci tiene davvero che io sia presente. Ha invitato anche te ma so già come la pensi su quel posto.
- Appunto... non porterò di certo le nostre figlie in quel luogo di perversione. E ad essere onesti gradirei non andassi neanche tu.
- Sei per caso gelosa amore? - mi dice conun sorrisetto odioso
- No! - rispondo acidamente
- A me sembrerebbe il contrario!  - contina a dirmi con quella faccia da schiaffi. 
- Mi fa schifo quel posto ok? E gradirei che mio marito ne stesse alla larga tutto qua.
- Ho occhi solo per te, lo sai bene. Sarà solo per questa sera. Se poi non ti fidi del mio comportamento puoi sempre venire con me! Lasciamo le bimbe a tua madre o a Regina cosi potrai controllarmi.
- Stasera? Spugna ti ha invitato per questa sera?
- Si.
- E tu gli hai detto di si! 
- Che avrei dovuto fare dirgli di no nonostante io sappia quanto ci tiene a me?
- Tralasciando il fatto della locanda, avresti comunque potuto dirgli che oggi eri impegnato con la tua famiglia. Stasera c'è la cena dai miei! 
-E' stasera la cena? Me ne ero completamente dimenticato! David non mi ha detto nulla...
- Vedo con gioia che ti interessa molto della tua famiglia. - gli lancio una frecciatina
- E dai non fare di tutta l'erba un fascio. Mi è passato di mente può succedere.  Chiamerò Spugna e gli dirò che non se ne fa nulla ok.
- No no!  Gli ha detto di sì prima, giusto? - annuisce -  Perfetto, andrai con lui e i tuoi inseparabili amici stasera. Per quanto riguarda la cena con i miei tranquillo, troverò una scusa per giustificare la tua assenza. 
- Mah...
- Non voglio assolutamente  passare davanti al tuo equipaggio come la moglie rompi scatole che vieta al marito di fare le cose che vuole.
- Cose che vuole? Ora non esagerare. Mi ha solo invitato un amico. Il posto non fa differenza.
- Ok va bene! Finiamola qui per favore.
- No che non va bene se devi arrabbiarti.
- Non sono arrabbiata, sono tranquillissima.
- Non si direbbe!
- Senti Killian non mi va di discu... - Non termino la frase perché dal baby monitor sento Chloè fare dei versetti - Si è svegliata. Vado da lei! 
Faccio per uscire dalla cucina ma Killian mi trattiene: - Aspetta... ascolta meglio!
Dal monitor oltre ai versetti della mia bambina si sentirono dei piccoli passi e poi una vocina che conosco molto bene.
- Ciao sorellina! Ti sei svegliata, era ora! Non fai altro che dormire. Mi spieghi una cosa perché non parli? Sei difettosa per caso? Lo sai dire Leila? È facile! Le i la... andiamo prova!!!!! le - i -la!
- Gagagagaggagaga!
- Lascia stare ho capito! Vado a giocare con il mio amico Gideon che mi fa divertire più di te! e no! Può essere solo amico mio.
- Ha detto che sua sorella è difettosa? -  chiedo sorridendo a mio marito tralasciando la discussione avuta poco prima.
- Ha detto che va da Gideon? - mi risponde lui con una faccia che immortalerei all'istante. E' geloso della sua bambina, bene! Ora almeno potrà capire tante cose.
- Si... è un suo amico! 
- Non mi piace la cosa, lei rimane a casa.
- Ma piantala! 
- No no no a casa del coccodrillo non ci andrà! 
- Andranno al parco e tranquillo... ci sarà belle con loro.
- Non mi interessa, non voglio che facciano amicizia quei due. 
- Se fai così adesso quando avrà quattordici anni che farai? -chiedo divertita
- A quattordici anni stara a casa con papà!
- Certo certo, come no! Basta crederci.
- Non sfottermi. Comunque davvero: voglio stia lontana da quella famiglia.
- È solo un bambino killian!
- È pur sempre figlio del signore oscuro... non voglio che vada!
- Purtroppo te ne dovrai fare una ragione come me ne farò una io per questa sera.
- Ancora con questa storia?
-  Così magari capisci cosa sto provando! Leila amoreeee?!?!?! Sei pronta?
- Si mamma! - mi risponde mentre scende le scale -  Ho riordinato tutta la stanza e ho anche controllato chloe. è sveglia!
- A si? - le dico facendo finta di non aver ascoltato la loro piccola conversazione. 
- Si ma perché mi avete fatto una sorellina difettosa?
- Difettosa? - chiedo trattenendo a stento una risata
- Non parla!
- Amore mio, ha cinque mesi è normale che non sappia ancora parlare.
- Neanche io parlavo?
- No, neanche tu! Tu mi hai fatto sudare sette camice solo per dire mamma!
- Davvero? - chiede curiosa
- Certo che sì! Sei sempre stata testarda amore. Dai andiamo o faremo tardi.
- Ei ei ei signorina! Dove vai? Non dici niente al papà?
- Vado da Gideon a giocare!
- Ah si? E se papà non volesse?
- Tranquillo papà non essere geloso. È solo un mio amico. - risponde sicura di se
- Queste cose le sente da te! -  ironizza anche se infastidito il mio maritino. 
-  ciao ciao papy! - dopo averglielo fatto salutare prendo la mia borsa e mano nella mano con mia figlia esco salutandolo in maniera alquanto fredda.

POV KILLIAN 

Ormai sono già due ore buone che Emma è uscita e ancora non è rincasata. Da quanto ne sappia avrebbe dovuto solamente  lasciare la bambina da Belle e tornare a casa. Non è da lei sparire così,  sopratutto con Chloè a casa.  Mi sto cominciando a preoccupare. Prendo il mio cellurare o "parlofono" come lo chiamo io e provo a chiamarla. Non mi risponde. Grandioso  no? Affatto! Le mando un sms sperando che almento a questo risponda.

"Ho provato a chiamarti. E' tutto ok? Non farmi preoccupare."

la sua risposta mi arriva immediatamente cosa che mi fa intuire che non ha risposto volontariamente alla chiamata precedente.

"Si, tutto ok. Ascolta, è un problema per te tenere Chloè ancora per un po'? Altrimenti torno a casa e la porto con me"

" Ci penso io a Chloè non preoccuparti. Mi dici che stai combinando? Non dovevi tornare subito?"

" voglio stare un po' per conto mio. Non credo sia un reato"

"Ah... è per prima vero? Sei ancora arrabbiata?"

"Non mi va di parlarne!"

"E dai Emma!"

"NOO. Chiamami solo se riguarda Chloè. Ciao!" 


Ok direi che è davvero arrabbiata! Molto molto bene. Vado di sopra prendo in braccio la mia piccolina che sta facendo una lotta con il lenzuolino pur di liberarsi dalla sua presa e la porto al piano di sotto. Mi siedo sul divano e la guardo sorridermi 
- E va bene principessa! siamo solo noi in casa,  che vogliamo fare?  
- Gagagaga! - mi risponde con dei versetti che mi fanno sorridere. Mi da l'impressione che voglia comunicare. 
- Di un po': lo sai dire papà?
- Gagagagagagagagag! - e subito dopo ride
- Dai contentrati, di papá!
- Ga gagaga ga gaga gaaggaaaaaaaaaa! 
- Come non detto. Proviamo con mamma?!?! Magari le facciamo passare l'arrabiatura? Mam- ma! Mam-ma! Prova un po?
Ennesimo tentativo fallito - E va bene principessa del mio cuore, limitiamoci a farci le coccole ok? - Passiamo parte del pomeriggio abbracciati l'un l'altra dopodichè vedendo l'orario la faccio mangiare e la preparo per la serata con i nonni. 
- Sono tornata! - mi dice Emma un'oretta dopo
- Hai schiarito le idee? - provo a dirle gentilmente ma lei continua ad essere fredda.
- Avevo le idee chiare già da prima! La bimba?
- È di sopra, ha già mangiato, è lavata, vestita e sta dormendo.
- Grazie! Puoi anche andare allora, ci sono io adesso.
- Dai Emma! Non puoi avercela così perchè ti ho detto di Spugna! - questa situazione va risolta e subito. 
- Non mi interessa nulla di spugna ok? Mi da fastidio sapere dove andrai e chi ti si siederà vicino cercando di conquistarti.
- Non mi interessano le altre quante volte devo dirtelo?
- Me ne frego killian. E poi avevi già preso un impegno con me! Con la tua famiglia. Moglie e figlie comprese. 
- Allora c'è l'hai con me per questo!
- No. Ma comunque influisce su tutta la situazione. 
- Ti ho già detto che se è un problema non vado. Davvero... non ci metto nulla a chiamarlo e disdire. 
- Ti ho detto che devi andare ma attento a te... se mi vengono a riferire qualcosa....
- Sai una cosa? Ci rinuncio a parlare con te quando ti metti una cosa in testa. Sei di marmo! 
- Ecco bravo rinunciaci! - E la vedo, nera come non mai, sparire al piano di sopra.

POV EMMA

Amore siete arrivati finalmente! - dice mia madre non appena mi vede arrivare con la piccola Chloè
- Si scusa se abbiamo fatto tardi ma è stato un trauma metterla in macchina.
- Tranquilla!  Entrate avanti. Ho preparato l'ex culla di Neal per far stare più comoda questa stellina. Vero amore di nonna? - la prende e la sistema in quella culla piena di ricordi. 
- Grazie mamma...
- E di cosa? - Vede che mi sono chiusa la porta alle spalle e come immagino già mi chiede -Mah... Leila?
- È con Belle, sta giocando con Gideon. La porterà qui dopo cena.  Da quel che ho potuto capire vogliono cenare da Granny come i "ragazzi grandi". - cito le parole di mia figlia. - Vede Henry e vuole copiarlo. 
- Con Gideon? - interviene mio padre
- Non ti ci mettere anche tu! - alzo gli occhi al cielo. E' così impossibile da capire che Gideon non è più una minaccia? 
- E killian? Come mai non è qui?
- Ha da fare! - dico scocciata
- Aiaaaaaa! sento odore di crisi famigliare! - sento dire dalle scale. 
- Regina! Come mai in anticipo?
- Sono perfettamente in orario cara, sei te che sei arrivata in ritardo. Comunque non cambiare argomento. Avete litigato? 
- Che altro avrà fatto questa volta quel lurido pirata? - sento mio padre dire a mia madre. 
- Basta per favore. Abbiamo discusso perchè aveva un impegno.
- Mmmmmh sarà ma c'è dell'altro amica mia!
- Tu manderesti mai Robin in un locale pieno di ragazze facili senza la tua supervisione?
- La locanda!  - esclamò
- Ecco!  Non voglio parlarne comunque.
- Emmy! Quello stupido di tuo marito ti ha fatto arrabbiare? - mi chiede mio fratello che fino a quel momento era impegnato a guardare icartoni animati.
- Un po' amore! -  rispospondo
- Appena lo vedo lo picchio. Nessuno tratta male mia sorella! -  Ho un amore di fratello. Un piccolo Charming in miniatura. 
Proprio in quell'istante qualcuno bussò alla porta, mia madre andò ad aprire. 
- Killian! - esclamò non appena lo vide.  
- Sono ancora in tempo per la serata?
- Certo che sì, vieni entra. Dobbiamo ancora metterci a tavola.  
La reazione di mio fratello fu memorabile. Appena lo vede varcare la soglia gli corre incontro e inizia a dargli numerosi pugni sulle gambe. La scena è troppo comica.  - Tu, brutto cattivo, non trattare mai più male mia sorella ci siamo capiti? 
- Veramente è lei che mi ha trattato male.  - replica. 
- Neal vai a sederti a tavola. - gli dice mamma e lui dopo un'ultima occhiataccia a mio marito obbedisce.  Vedo Killian avvicinarsi a me. 
- Ciao tesoro! - mi dice
- Già qua sei? Che succede, nessuna buona donna ha suscitato il tuo interesse?
- Ignorerò questa battuta. Non sono andato! Ho passeggiato sul molo e ho pensato a questa giornata. È stupido litigare tra noi e non ne vale la pena. È vero, spugna è mio amico e ci sarà rimasto male, ma tu vieni prima di tutto. Se questa situazione ti fa star male è compito mio terminarla. Scusami, dovevo pensarci prima che poteva infastidirti. - non rispondo - Scusami anche se ho dimenticato la cena con i tuoi. 
- Spugna mi prenderà per una stronza adesso. Povero il mio capitano, costretto alle stupide regole di una moglie ropiscatole. - lo imito
- Non è così. L'ho chiamato e  gli ho detto la verità ovvero che avevo preso già un impegno con la mia famiglia. - instintivamente un piccolo sorriso sfuggì alle mie labbra. 
- È un sorriso quello che vedo? - mi bacia una guancia
- No, sono ancora arrabbiata con te. -  rispondo cercando di non ridere. Chloe si mette a piangere interrompendo la nostra comica riappacificazione. Mi alzo per andare da lei, la faccio mangiare dopodichè a turno ognuno dei presenti cercò di farla parlare. Stava diventando una vera e propria gara su quale nome tra mamma e papà riuscisse a dire per primo. 
- Leila è ancora fuori? - mi chiese Killian guardando l'orario
- Si
- Non ti sembra eccessivo?
- Ora finalmente mi capisci pirata! - lo prende in giro mio padre -  Ti ricordi come ridevi per le mie reazioni quando venivi a prendere Emma? Ti sta bene! E pensa che ha solo 4 anni.... come ti vedo male!
- Io non riderei più di tanto: tua nipote è con il figlio del signore oscuro ,quello che voleva uccidere sua madre.
- Tale madre tale figlia! - esordì Regina - Emma con il primo figlio di Gold, Leila con il secondo figlio di Gold. Che fantasia gente!
- Smettetela!  è un bambino e un suo compagno di giochi. Lasciatela respirare povera figlia mia. - mi metto in mezzo ma sembrano ignorarmi. Evidentemente la situazione è troppo comica per non approfittarne.
- Chloe amore di zia, diglielo un po' a papà che tu farai più stragi di cuore di tua sorella?
- Regina....
- Che c'è papà - risponde come se fosse una bambina parlare - Leila sbaglierà numerose volte nella sua vita e si farà sempre sgamare io imparerò dai suoi errori e non mi scoprirete mai!
- Questo è tutto da vedere! - risponde lui per poi prenderla in braccio.
Qualcuno bussa alla porta. questa volta  è mio padre ad aprire
- Leila amore sei arrivata!
- ciao nonno! -  lo saluta per poi entrare e raggiungerci. E' euforica, deve essersi divertita motlo. Sta per salutarci ma prima che riesca a dire qualsiasi cosa una vocina a noi ancora sconosciuta si fece sentire:
- eia!
- Senza neanche voltarmi nella direzione da cui proveniva quel dolce suono sapevo già di chi si trattasse: Chloè. Mia figlia aveva appena detto la sua prima parola.
- Amore di mamma che hai detto? - la guardo sorridere tra le braccia di un Killian commosso. 
- eia eiaaaaaaa! - disse allungando le manine verso sua sorella.
- Mamma mi sta chiamando?
- Si! - dico con e lacrime che iniziano a rigarmi il viso. - La sua prima parola tesoro.
- E ha chiamato proprio me? -  Mi chiede tutta orgogliosa. 
- Eia eiaaaaaa! 
- Ti voglio bene Chloe! - le da un bacino -  Mamma posso farla addormentare io?
-  certo che sì tesoro! -  Prendo Chloè dalle braccia di killian e insieme a Leila ci rechiamo in quella che una volta era la mia camera da letto. Preparo un piccolo giaciglio con tutti cuscini dove mettere Chloè senza il richio che possa cadere e poi posiziono Leila dall'altra parte.    - Raccontale una storia noi siamo in cucina ok?
- Possiamo stare da sole? - chiede euforica
-  Sta venendo Henry a controllare una cosa al pc ma è come se non ci fosse. Per qualsiasi cosa chiedi a lui.  - Naturalmente è una scusa quella di Henry che deve controllare il pc,  in reatà ho incaricato Mio figlio di controllarle senza farsene accorgere, voglio che Leila si senta importante e partecipe nella vita di sua sorella. 
- Wowwww! Sono grande! Hai sentito Chloè? Siamo solo io e te sei contenta? 
- EIAAAAAAA!
- Mamma ti aspetta killian di la! -  disse Henry entrando
- Corro! mi raccomando...
- Tranquilla mamma! Ci penso io. 
Torno di là dal resto della mia famiglia e mi siedo sul divano dove poco dopo Killian mi raggiunge. 
- Allora... la sua prima parola! - dice prendendomi una mano.
- È già...
- E non è stata ne mamma ne papà!
- Infatti.... - sorrido ancora emozionata.  
- Vale ancora la pena essere arrabbiata con me? - mi chiede con quello sguardo a cui è difficile resistere. Lo bacio incurante dei presenti in sala.  Non riesco ad essere arrabiata con lui, lo amo troppo e poi Chloe mi a messo un'allegria addosso non indifferente.  - Allora? sei ancora furiosa o no? Sai... con questo bacio sono un po conf... - non lo lascio continuare e riprendo possesso delle sue labbra per un altro lungo bacio. 
- Ti amo razza di idiota! 

 
Note dell'autore:
Killian killian killian... ma che mi combini è? Te la cerchi proprio certe volte. E tu Emma? Il vostro è vero amore per quale motivo ti alteri così se tanto hai l'assoluta certezza che lui ha occhi solo per te? Che famiglia complicata. Leila e Gideon? Teneri amici di giochi ma chissà cosa succederà da adolescenti... vi immaginate la reazione di Killian ad una possibile cotta di sua figlia per il figlio di Gold? ehehehehe  rido al solo pensarci. E chloè? Cosa dire di questa piccolina? E' un vero amore ma credo che in un futuro darà parecchi problemi ai nostri cari Emma e Killian. In bocca al lupo ragazzi!

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Capitolo 5
*** Principesse e pirati. ***


POV KILLIAN

Una nuova giornata sta per iniziare. Mi sono svegliato presto questa mattina, sono solamente le sette e in casa c’è un silenzio e una tranquillità surreale. Hanry è da Regina mentre le bambine e la mia dolce metà stanno ancora dormendo beate. Senza fare il ben che minimo rumore esco dal letto e mi recò in cucina a preparare la colazione alle mie donne. Apparecchio la tavola per Leila dopodiché prendo parte della colazione destinata a Emma e con un grande vassoio la porto in camera nostra. Poggio il tutto sul comodino dopodiché quatto quatto mi avvicino a lei e iniziò ad accarezzarle il viso e a darle teneri baci, prima sulle guance, poi pian piano scendo lungo il suo collo. La sento gemere e mi accorgo che a poco a poco si sta svegliando.
- Ma buongiorno amore mio! - le dico incontrando i suoi smeraldi verdi
- Wow! Che bel buongiorno! - risponde per poi abbracciarmi e farmi cadere su di lei! - Come mai così coccoloso questa mattina?
- Nessun motivo in particolare, mi andava di farlo!
- Lo sai che ti amo vero? - mi bacia
- Lo spero! Anche perché altrimenti avrei preparato tutto questo ben di Dio per nulla! - Le indico il vassoio sul comodino che ancora non ha notato.
- O mio Dio killian!ma...
- E' per te!
- Sono senza parole amore grazieee! - mi bacia
- Ho preparato anche la colazione alle bimbe, è di sotto ed è solamente da scaldare
- Ma che bravo papà che abbiamo qui! 
- Modestamente! Avanti, che stai aspettando, mangia!
- Mmmm.... veramente io in questo momento non avrei proprio.... fame! - mi provoca. conosco bene quell' espressione, so già dove vuole andare a parare.
- A no? Chiedo stando al suo gioco
- Mmm no no! Avrei voglia di altro - dice per poi avvicinarsi ancora e iniziare a baciarmi con più passione. Ricambio immediatamente e nel giro di poco ci ritrovammo entrambi sotto le coperte a coccolarci. Stiamo per intraprendere lo step successivo  quando una signorina di nostra conoscenza irrompe nella nostra stanza iniziando a saltellare sul nostro letto!
- Buongiornoooo!!!! -  dice allegramente per poi, con un salto,  mettersi tra di noi! - Perché siete ancora a letto? Io voglio uscire!
- Non c'è che dire, ha preso da tua madre! - dico ad Emma in un orecchio per non farmi sentire da mia figlia -E'  bravissima ad interromperci.
- Ma stai zitto! - Mi risponde lei dandomi un pizzico da sotto le coperte - Amore di mamma e dove che vorresti andare?
- Non lo so ma è una be­lla giornata, c’è il sole, voglio giocare fuori!
- Fammi pensare: Vogliamo andare al parco? - le propone ma proprio in quel momento mi viene un lampo di genio. 
- Che ne pensate di una bella gita sulla Jolly Rogers? E' una bella giornata, il mare sarà sicuramente calmo e Chloè non c'è ancora mai stata, potrebbe essere un’occasione no? Che dite?
- Si sì siiiiiiii!!!!  Papy sei un genioooooooooooo! - Nel sentire quella vocetta così felice per quella mia proposta mi si riempe il cuore di gioia. Ormai è passato molto tempo dal suo rapimento e finalmente tutte le sue paure sono state sparite, anche  quella della nave!
- Tu che ne pensi amore? - dico rivolto ad Emma
- Perché no! Speriamo solo che a  tua figlia piaccia la barca e non soffra il mal di mare!
- C’è solo un modo per scoprirlo! Vado a svegliarla. Leila vieni a papà, andiamo a fare colazione ok?
- Si!  Mamma preparati così usciamo subito!
Il tempo di prepararci e di prendere qualcosa per il pranzo ed eccoci  già in macchina in direzione del porto.
- Mamma ecco la nave!  La vedo la vedo! E' LIIIIIIIII!!!!! - Disse tutto ad un tratto la mia piccola - Hai visto chloè? Oggi ti portiamo sulla nave di papà sei contenta?
- Eia! - esclamò quella birbantella prendo  i capelli di sua sorella e tirandoglieli
- MAMMAAAAAAAA!!!!! Chloè mi tira i capelli! Falla smettereeeeee! - era troppo strano che ancora non fosse successo nulla.
- Non iniziate! -  risponde Emma allungando il braccio verso la manina di Chloè per liberare Leila da quella salda presa!
- Non vi bastavo io? Dovevano prenderla per forza questa qui?!?! 
 ritiro tutto ciò che ho detto poco fa sulla tranquillità.  - Leila non essere cattiva! Le dico  - Chloè ti vuole bene!
- Ma mi ha fatto male! - si imbroncia 
- È piccola, non voleva fartene, voleva solo giocare. Ok?
La sento sbuffare - Ok... sei perdonata, ma impara a parlare che io non ti capisco.
- Mie belle ragazzuole - dico cambiando argomento - eccoci giunti a destinazione. -  parcheggiamo, prendiamo le borse con il necessario per la giornata, le bambine e ci imbarchiamo sulla mia adorata nave. Fa strano pensare che questa sia stata la mia casa, il mio amore, il mio tutto per centinaia di anni. Guardò la mi mia vita adesso è mi chiedo come ho fatto ad essere felice prima? Non lo ero questo è certo ma non mi capacito come io sia riuscito a vivere senza loro, la mia vera famiglia,l La cosa migliore che io abbia mai fatto. Le grida felici di Leila mi fanno destare dai miei pensieri, non ha fatto neanche in tempo a salire a bordo che già si è seduta sul ponte e ha tirato fuori dal suo zaino tutte le sue tazzine e pentoline di plastica.
- Mamma vieni a giocare con me? Sto preparando il THE.... - le dice tutta euforica. Vedo Emma, con in braccio la piccola Chloè sorriderle
- con molto piacere amore! È invitata anche tua sorella?
- Si! Basta non mi rompe nulla! - non è più gelosa come un tempo ma devo ammettere che un po' di rivalità nei confronti della sua sorellina è rimasta. Speriamo che con il tempo svanisca del tutto e imparino a contare l'una sull'altra. 
- Tranquilla, si comporterà come una vera principessa vero Chloè? 
- Gagagagag.... EIAAAAA!!!! 
Mi siedo su uno dei miei vecchi bauli e comodamene mi metto ad ammirarle. Che cosa dire... non posso di chiedere di meglio dalla vita. Emma è una persona fantastica e una mamma con la M maiuscola. Ricordo ancora tutte le preoccupazioni quando abbiamo saputo dell’arrivo di Leila. Aveva paura di non essere all’altezza ma si sbagliava, ci sa fare davvero con loro e sono sicura che se in passato avesse deciso di tenere Henry con se sarebbe stata eccezionale anche con lui. Sono talmente immerso nei miei pensieri che non mi rendo conto che Emma mi si è avvicinata!
- Sei tra noi tesoro? - Mi chiede sorridendo 
- Emm si scusa ero soprapensiero. Mi hai forse detto qualcosa?
- Guarda li.-  Mi dice indicandomi un punto alle mie spalle. Segui con lo sguardo la sua mano e i miei occhi si imbattono in Chloè che gattona tutta curiosa per la nave. 
- Ormai va da sola! - dico ridendo mentre la osservo ispezionare ogni minimo particolare della Jolly.
- E' si! Sta crescendo anche lei!
- Che c’è amore! Sei già malinconica? - le domano in base al tono di voce poco prima utilizzato
- Ma no figurati, anzi... - ride - Più cresce e più potrò dormire la notte! Non ricordavo mica fosse così faticoso fare le ore piccole. Non vedo l'ora di poter dormire otto ore di fila.
- Sicura di riuscire a dormire otto ore una volta che sarà cresciuta? No perché più cresce e più il suo caro papà potrà riprendersi ciò che gli spetta di diritto, ovvero sua mamma! - la provoco
- Sempre e solo a quello pensi! - Mi risponde dandomi una spinta
- Sono pur sempre un uomo tesoro e tu sei pur sempre mia moglie... mi manchi! - le accarezzo una guancia per poi posarle un tenero bacio
- Parli come se fossi un uomo in astinenza! - esclama melodrammatica
- Ma no... È che...
- È che prima avevamo casa libera ventiquattro ore su ventiquattro e ora non più!
- Dici che Non li prendono a quest’età all'asilo? -  dico scherzando stringendola ancora di più a me fino ad annullare ogni distanza
- Ma io dico, di tanti uomini che dovevano capitare sul mio cammino proprio un pirata doveva cap....
- Emma! - La interrompo bruscamente posando il mio sguardo in una direzione differente dalla sua
- No caro mio!  Oggi la ramanzina te la becchi tutta hai capito?  mi dice ridendo convinta che voglio solamente interromperla per gioco. Non capisce che in realtà sono serio
- EMMA! - dico questa volta guardandola negli occhi e poi voltandola nella direzione dove il mio sguardo si era soffermato un attimo prima.
- O mio Dio! - Riesce a dire portandosi una mano davanti alla bocca.
Mentre mamma e papà erano immersi nel loro flirtante battibecco, la piccola Chloè ha deciso, gattonando gattonando di saltare, non so come, due gradini della nave e ad avvicinarsi al timone. Una volta raggiunto come se non bastasse si è tenuta con le manine a quella grande struttura e si è tirata su in piedi da sola. Era la prima volta che si alzava in piedi e io e Emma siamo rimasti senza parole.
- Chloè amore! - La chiama Emma evidentemente emozionata. La bambina si gira nella sua direzione gridando  - MA... MY ! - Per il troppo entusiasmo perde l’equilibrio e cade di sedere a terra. Non si è fatta nulla, il pannolino ha attudito la caduta. Vedo Emma correrle in contro tutta euforica e prenderla in braccio - Amore mio ti sei alzata!!! Brava! - non credo che abbia capito quello che le sta dicendo sua madre, ma la parola brava l'ha capita eccome perché inizia a ridere e a battere le manine.
- Perché batti le mani se sei caduta? - Ed ecco che interviene lei, miss "Eleganza" , alias Leila. 
- Noto con piacere che somigli giorno dopo giorno a tua zia Regina tesoro. -  Le fa notare Emma
- Grazie mamma! -  sorride e continuava a giocare con le sue tazzine
- Non credo che mamma ti stesse facendo un complimento amore! - le dico io
- Perché no? Io sono una principessa e voglio diventare la regina di Storybrooke un giorno.  Zia Regina mi sta insegnando come fare.
- Posso immaginare... -  commento mentre mi avvicino ad Emma per prendere in braccio Chloè - Vai dalla principessa/Regina di Storybrooke,  a questa piccolina ci pensa il suo papà, vero tesorooo? - non appena Emma si libera dalla presa di Chloè viene trascinata da Leila a giocare in cabina alle principesse.
- Amore di papà siamo rimasti solo noi! Che vogliamo fare è? - la vedo allungare le manine verso il timore così la sistemo meglio sul fianco e inizio a muoverlo facendomi aiutare da lei. Nel vedere quella grande ruota girare il suo sorriso si illumina più di quanto già non fosse e dalla sua bocca ora escono moltissimi versetti di gioia. E' lo spettacolo più bello del mondo vederla così felice. Rimaniamo lì a giocare per un po’ dopodichè, vedendo l’orario, decido di portarla sotto coperta  in modo che Emma potesse darle da mangiare. Abbiamo iniziato a svezzarla e da quel giorno l’ora del pranzo è diventato un trauma per tutt noi. Solitamente, se il pasto è di suo gradimento  la ritroviamo sporca fino a sopra i capell,i se inviene non le piace apriti cielo... ci ritroviamo tutta la pappa sparsa per la cucina contornata da pianti disumani.  Speriamo solo che oggi sia tutto di suo gradimento. Consapevole già della risposta, mi avvio quatto quatto insieme a questa birbantella verso la piccola cucina. Non siamo ancora entrati che eccola che inizia a piangere.  la porto ugualmente dentro e trovo Emma già intenta a prepararle il pranzo mentre Leila continua a giocare, questa volta con i vestiti da principessa che le ha regalato sua zia. Quella donna deve smettere di viziare così mia figlia.
- Che c'è? Ha già sentito la puzza? - Mi chiede Emma riferendosi a Chloè
- Credo proprio di sì!
- Le cose sono due: o cucino malissimo, ma non mi sembra che voi due vi siate mai lamentati, oppure è strana lei!
- Vedrai che si abituerà! - la rassicuro mentre sistemo quel piccolo antifurto urlante di mia figlia nel suo seggiolone. Non so cosa le sia preso oggi ma  è inconsolabile. Neanche mettendomi a giocare con lei le cose vanno meglio. Strano, non ha mai fatto così. Emma si siede davanti a lei e inizia la sfida. Prova numerose volte a farle assaggiare la nuova pappa ma niente, è tutto inutile. La bambina continua a piangere allontanando con le manine il cucchiaio da lei.
- Almeno assaggiala no? - Prova a dirle dolcemente Emma accarezzandole il viso e asciugandole contemporaneamente qualche lacrima, ma non c’è verso, anzi... il pianto si fa più insistente e lamentoso. - Possibile che faccia così solo per il pranzo? - mi chiede.
- Pensi che si sia stranita? 
- Non lo so killian ma non credo che in queste condizioni ci sia verso di convincerla. - ritenta un'ultima volta ma niente. - Facciamo così, aspettiamo un po. Prova a distrarla nel mentre io preparo qualcosa anche per voi due -  indica Leila e me. Prendo Chloè dal suo seggiolone e provo a consolarla camminando avanti e indietro per la nave, non sembra voler smettere, è rossa in viso per lo sforzo di piangere. Mi si sta spezzando il cuore nel vederla così. Salgo sul ponte per farle prendere un po’ d’aria ed ecco che improvvisamente si calma.
- Era ora signorina! - le dico baciandole la bionda testolina ma lei inizia a scalciare con le gambe in modo da farsi mettere a terra. Assecondo la sua volontà e la metto giù convinto che magari facendola svagare un po’ non farà altre storie per mangiare. Gattona tutta felice avanti e indietro,senza sosta, per la nave, mi viene da ridere perchè lei non è solita scatenarsi così.  L’area del mare evidentemente la agita. Tutto il contrario di sua sorella. Leila per i primi due anni della sua vita non ha fatto altro che dormire non appena saliti a bordo. Incredibile come siano diverse.
- Ei ei ei! Dove credi di andare signorina è? - le dico vedendola direzionarti nuovamente verso i due gradini di questa mattina. - Se cadi chi la vuole sentire la mamma! - le faccio cambiare direzione di marcia.
- Perché devi sempre dipingermi come quella cattiva? - Protesta mia moglie raggiungendoci
- Beh da quel piattino e da quel cucchiaio che hai in mano non sono di certo io il cattivo della situazione. -  la prendo in giro
- È ora che inizi anche tu! la scusa della mano sola non regge più! Dai papy datti da fare, Vero chlo.... CHLOE'E'E'E'! - esclama Emma. Mentre io e lei stavamo scherzando la bimba gran furbetta qual'è ha ripreso la scalata verso quei due gradini.
- Piccola amante del pericolo vieni da mamma avanti! - le dice ma la bambina inizia a strillare non appena messa tra le braccia. - Ma... è oraaa?? - mi guarda confusa per quello strano comportamento. Osservo meglio mia figlia e noto che allunga le manine verso una parte precisa della nave. 
- Credo le piacciano le scale! - dico con convinzione - Credo che sia ora di mettere un bel cancelletto davanti le scale di casa, vorrei evitare spiacvoli situazioni. - annuisce esasperata
- Sediamoci sui gradini e vediamo se mangia dai. - Ci sediamo e sistemiamo la piccola tra di noi ma la vedo che continua a scalciare con le sue gambine.
- Ho capito, ho capito! Vai, fammi vedere dove vuoi andare! - Le dice Emma lasciandola gattonare beata. Ora sono più tranquillo,  ci siamo noi sui gradini,  possiamo recuperarla evitando che si faccia male in qualsiasi momento. Mentre gattona mi accorgo che forse non sono tanto i gradini ad attirare la sua attenzione quanto qualcos'altro. Quatta quatta la vediamo arrivare al timone e cerca di rimettersi in piedi. Non appena ci riesce inizia a chiacchierare tutta felice, in una lingua incomprensibile,  rivolta verso noi.
- Non ci credo.... non ci posso credere! - Sorrido come un imbecille. Ha fatto tutta questa tragedia per mettersi al timone? Ha dell'incredibile...
- Ecco svelato il mistero! -  dice Emma ridendo e dandomi una pacca sulla spalla. - Tale padre tale figlia direi.
Ha ragione! Mi alzo di scatto per andare dalla mia piccola piratessa e riempirla di baci ma appena mi avvicino a lei inizia a strillare convinta che voglio allontanarla da lì. Non sa ancora reggersi in piedi da sola senza appigli così riesco a prenderla con facilità prima che si faccia male cercando di scappare. La riempio di baci nonostante cerchi in tutti i modi di liberarsi dalla mia presa dopodichè le prendo le manine e con il mio aiuto l'aiuto a tenere il timone. le urla e i pianti svaniscono immediatamente lasciando spazio solo a gridolini di gioia. Vedo Emma avvicinarsi a noi
- Proviamo? - Mi dice mostrandomi la pappa di Chloe. Prende il cucchiaio e lo avvicina alla bocca della bambina. Senza nessun lamento inizia a mangiare! Non un cucchiaio, non due ma ben tutto il pasto. Un vero record. - Credo proprio che pranzeremo e ceneremo tutti i giorni sulla Jolly amore! Questa piccolina ci sta facendo capire la sua vera natura. Tutta il papà!! - Non posso non darle ragione, sono troppo felice.
- Mammina mamminaaaaa ti piace? - Ecco Leila che esce da sottocoperta con un vestito da principessa e il viso completamente disegnato.
- Ma... Che hai fatto al viso? 
- Ho usato i tuoi trucchi per farmi bella! - sorride con il rossetto tutto sbavato
Emma e io cerchiamo di trattenere una risata ma ci riusciamo a malapena - Sei... sei meravigliosa Amore. - le dice
- Speriamo che anche il mio principe dica la stessa cosa!
- Come come come? Quale principe? Perché un principe? - no no no non ci siamo questo gioco non mi piace più. 
- Sono una principessa papà! Sto aspettando il mio principe, il mio vero amore.
- Io sono il tuo vero amore!
- No tu sei il vero amore della mamma, io ne voglio uno solo mio!
- Io non sono dacc....
-  Vado a farmi bella per luiii! - senza neanche sentire la mia risposta la vedo correre di sotto ridendo.
- Oi tesoroooo, ti sei incantatato? - mi chiede Emma sapendo già il mitovivo della mia reazione
- Tu lo sai che questa cosa non mi piace vero?
- E' una bambina Killian lasciala divertire.
- Se inizia adesso per gioco quando sarà grande che farà? - le chiedo agitato e geloso marcio. - Lei è mia! Solo mia. 
- Che ti devo dire caro.... sai già che non sarà così, rassegnati.  Accontentati di Chloe e concentra i tuoi insegnamenti di vita navale su di lei  perché l’altra non ha proprio il tuo spirito piratesco.
- Leila è come te. Ha ragione a dire che è una principessa. 
- Io non sono una principessa.
- Di natura lo sei eccome!  Principessa o no lei è comunque come te! Mi farà passare i guai come tu li hai fatti passare a David già lo so.
- Non ci pensare ora, ne abbiamo di strada da fare.
- Pa...po! - esclama la mia piccola cucciola facendomi tornare il sorriso.
- Bella la piratessa di papà! - le do un sonoro bacio sulla guancia facendola ridere. - Visto che a quanto pare ti piace tanto, da oggi inizia il tuo addesstramento da pirata. Ti insegnerò a navigare e a respingere ogni tipo di avance che qualche bell'imbusto ti farà. Dopo aver imparato tutto questo  Il tuo compito sarà quello di impedire a tutti questi bell'imbusti di avvicinarsi sia a te che a tua sorella. Tutto chiaro?
- Gagagaga eheheheheeh!
- Mi scusi signor capitano, non è mia intenzione interromperla ma ho bisogno del suo primo ufficiale per una missione urgente. Missione nanna!
- Lo vedo che ti stai trattenendo dal ridere ma non temere tesoro vincerò io! - ridiamo insieme.
 Provo a passarle Chloè ma non c'è verso di farla staccare dal timone. E' un peccato farla piangere di nuovo. Di comune accordo con mia moglie decidiamo di aspettare che Chloè dia dei segni di cedimento, che non tardano ad arricare, con l'aiuto delle onde del mare. Una volta addormentata Emma la prende per poi sistemarla sottocoperta.
- Ben fatto capitano! Ottimo lavoro - mi dice una volta risalita sul ponte. Inizialmente non riesco a capire a cosa si stia riferendo ma poi continua... -  Abbiamo pareggiato. 1 a 1.  Una principessa e una piratessa!
Ma come le vengono in mente queste battute? Ridendo mi avvicino a lei 
- Leila?
- Si è addormentata anche lei.
- Quindi siamo soli... - dico malizioso - Mi piacerebbe riprendere l'attività che abbiamo dovuto interrompere questa mattina. - la bacio.
- Qui! Ora! Sul ponte? E se la piccola guastafeste si sveglia di nuovo?
- Possiamo andare in cabina e chiudere la porta a chiave! Se si sveglia ci verrà a bussare. - Non attendo la sua risposta, la prendo in braccio e la porto nella nostra cabina. Mi assicuro che le piccole stiano dormendo beate dopodichè dopo aver chiuso la porta mi dedico esclusivamente a mia moglie. Iniziamo a coccolarci e baciarci con trasporto quando improvvisamente mi stacco volontariamente dalle sue labbra per guardarla negli occhi.
- Che c'è? - mi chiede confusa per quell'interruzione
- Pensavo! Una principessa e un pirata... Il terzo che cosa sarà?
- Non sarà caro il mio bel capitano! Mettiti l'anima in pace, il pareggio è un ottimo risultato. Accontentati. - rimaniamo una decina di secondi in silenzio a fissarci dritti negli occhi dopodiche scoppiamo a ridere come dei matti. 
- Ti amo! - questa è l'ultima cosa che riesco a dirle prima di essere finalmente avvolti nel vortice della passione. 

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Capitolo 6
*** Una serata tutta per noi ***


POV EMMA

Ed eccomi di nuovo qui... dopo una lunga pausa di sei mesi sono nuovamente seduta dietro questa scrivania. Ne è passato di tempo dall'ultima volta che sono stata qui. Sette mesi per la precisione. Cosa è cambiato? Niente di particolarmente rilevante se non un'enorme pila di scartoffie situate su questa scrivania. Noto con molto piacere che mio padre e Killian si sono dedicati molto al lavoro d'ufficio... ehhh menomale che sono tornata guarda
- Emma tesoro è ora di pranzo, vieni con me da Granny?
- No papà ti ringrazio.  Devo ancora finire di sistemare questi! - indico la grande pila alla mia sinistra -  E se voglio tornare a casa per un orario decente dovrò  rimboccarmi le maniche e mettermi seriamene a lavorare.
- Dovrai pur mangiare qualcosa però. Dai, vieni con me! Quelle scartoffie non scapperanno; sono li da mesi ormai.
- Appunto! - dico con fare ovvio - Se solo qualcuno avesse fatto il proprio lavoro! Comunque davvero... preferisco rimanere qui. 
- Ti porto qualcosa allora, ok?
- Va bene grazie ma tranquillo... non muoio di fame. - rido. Ma quanto è premuroso mio padre?
- Meglio non rischiare! Torno subito.  
Lo vedo uscire dalla porta dell'uffico per recarsi da Granny... - Ohhh! finalmente un po' di pace! - Mi armo di santa pazzienza e inizio a passare sul pc tutti i documenti riportati in questo primo fascicolo. Oltre a quello che ho in mano, ce ne sono come minimo altri venti... non finirò neanche tra un mese. Sono nel bel mezzo del mio lavoro quando il rumore di una porta che si chiude attira la mia attenzione. Che mio padre sia già tornato?
- Mamma mammaaaaaaaa! - No, non è di certo mio padre. Che ci fa quella piccola nanetta di mia figlia qui?
- Leila amore, come mai da queste parti? - le chiedo mentre lei corre nella mia direzione per abbracciarmi. 
- È permesso? - mi giro verso quest'altra voce e vedo Regina entrare nel mio ufficio con a seguito mia madre e un passeggino.  
- Wow! Ora siamo proprio tutti. Come mai da queste parti?
- Siamo passate per un salutino. E' vietato?
- Certo che no! Solo che non me lo aspettavo.
Vedo Regina guardarsi attorno - Giornata tranquilla oggi? - mi chiede non vedendo nessun'altro a parte noi.
- Non esattamente! Ho tutti questi fascicoli da trascrivere al pc. Mi ci vorrà come minimo tutto il pomeriggio. - Sbuffo al solo pensiero.
- Dai dai, non lamentarti. Ti riposerai una volta tornata a casa sceriffo!
- Riposare?!?! A casa? Con queste due? - dico ironica indicando le mie due pesti
- Ti fanno diventare matta è? Posso capire... Neal mi distrugge - dice mia madre
- Ed è uno, pensa con due!
- Ho avuto un piccolo assaggio poco fa -la vedo ridere - Non ti invidio mia cara.
- Mamma mamma, posso rimanere qui con te? Ti do una mano  a lavorare. Sono bravissima!
- Amore non è un gioco questo! Mamma sta lavorando. -  provo a spiegarle
- E daiiii mamminaaaaa!
- Leila per favore... se ci mettiamo a perdere tempo, neanche per l'ora di cena tornerò a casa. 
La vedo incupirsi. - Uffyyyyy!!!! - esclama  incrociando le braccia al petto.
- La prossima volta mi aiuterai ok? - Sero con queste parole di farle tornare il sorriso ma non è così anzi... si limita ad alzare le spalle cosa che fa quando vuole far vedere che è arrabiata ma in realtà è dispiaciuta. Mi intenerisco ogni volta e come al solito finisco per cedere.
- Ho capito, facciamo così!  Vieni con me - Le porgo la mano che lei afferra immediatamente e la porto nella scrivania difronte alla mia. Tieni - le porgo un foglio - Ricopia tutte queste belle paroline sul computer e attenta a non sbagliare. 
- Davvero posso mamma? - le si illuminano ancora di più i suoi occhioni azzurri.
- Certo! In fin dei conti un piccolo aiutante fa sempre comodo! - le do un sonoro bacio sulla guancia dopodichè torno da Regina, mamma e Chloè. 
- Non si imbrogliano i bambini Swan, te lo ha mai detto nessuno? - mi dice Regina scherando 
Sto per rispondere a quella sua ironica battuta ma vengo interrotta da Chloè che non sentendosi presa in considerazione inzia a piangere. Non c'è che dire, è proprio come suo padre, vuole essere sempre al centro dell'attenzione. Mi avvicino al passeggino e la prendo in  braccio.
-  No amore di mamma non fare così!  Come potrebbe  mai mamma dimenticarsi di te? - la bacio. Smette immediatamente di piangere e con un sorriso mezzo sdentato inizia a chiamarmi:
- Ma ma! Ma ma! - ride e porta le sue manine sul mio viso
- Ha detto mamma! - esclama mia madre emozionata.
- E' GIà! Anche se a modo suo ormai dice mamma, papà e Leila... anzi... Eia!
- Facciamo progressi vedo! E brava l'amore di nonna.
- Mi ha detto Killian che le piace la barca!  E io che speravo in un'altra mini me. - sento dire con ironia Regina
- No grazie! Basta Leila come tuo simile - rispondo alzando gli occhi per aria. - Comunque si, adora la Jolly Roger e il mare. 
- Mi meraviglio che non canti ancora gli stornelli pirateschi!
- Abbiamo tempo per quello - rido al solo pensiero. 
- Emmmmm.... mamma! - aia aia aia! La vocina con cui mi sta chiamando Leila non promette nulla di buono. 
- Amore?!?!  Hai già finito il lavoro che ti ho dato? - le dico per poi notare dove si trova - Come mai sei al mio Pc?
- Mammina lo sai che ti voglio bene vero? - piccola ruffiana!
- Che hai combinato? - dico sperando in nulla di irreparabile
- Io niente lo giuro! E' il pc che ha fatto la magia! Tutto quello che era scritto qui è sparito!
- Stai scherzando amore?!?!
- No mamma guarda! - mi dice girando il monitor 
- LEILAAAA... Ma perchè non mi dai retta. Ho impiegato sei ore a trascrivere quello che è in teoria il lavoro di una settimana e ora grazie a te devo riniziare da capo! - la rimprovero
- Io... io... io non volevoooooooooooooooooo! - inizia a piangere e  corre da sua nonna per chiedere conforto. Naturalmente non tarda ad arivare.
- Dai tesoro non fare così - le dice - Non è successo niente!
- Si invece! La mamma... la... la mamma è... - sta singhiozzando piccolo amore mio - E' ARRABBIATA CON ME! - riesce a dire tutto d'un fiato per poi riprendere a piangere.
- Non dire così, non è vero! Ho ragione Emma? - mi chiede mia madre lanciandomi un'occhiata minacciosa. E' proprio vero, quando si tratta dei nipoti i nonni impazziscono. Per quanto mi dispiaccia e mi faccia tenerezza vederla piangere ha pur sempre sbagliato ed è giusto che si prenda un riprovero. Ma mia madre naturalmente non la pensa allo stesso modo. - Allora? - mi continua a domandare impaziente 
- Sono arrabbiata perché non mi hai ascoltato ma non è vero che non ti voglio più bene. - Rispondo parlando direttamente alla mia bambina. Naturalmente mia madre non approva la mia risposta e con le sue occhiatacce me lo fa capire. Non le do importanza, fa così solo perchè ci è andata di mezzo Leila. Se lo avesse fatto Neal lei avrebbe fatto di peggio. 
- Mi... mi... mi dispiace tanto... - contina a dirmi mia figlia. 
- Lo so! - non posso cedere così facilmente. 
- Sei... sei ancora arrabbiata con me?
- Un pochino!
- LO SAPEVOOOOOOOOO!!!!! -  Inizia a piangere talmente forte da svegliare anche Chloè che poco prima si era appisolata. Come se non bastasse iniza a piangere anche lei. Grandioso no?
- Ora capite perché sono esaurita?
- Lo hai voluto te tesoro!
- Mamma non iniziare! E' mia figlia e so io come educarla! Se per ogni cavolata che fa non la rimprovero da grande capirà che può mettermi i piedi in testa come e quando vuole. Ha fatto uno sbaglio è giusto che venga sgridata.
 - Ma è dispiaciuta!
- Sono daccordo con Emma! E in fondo lo sei anche tu. A Neal non l'avresti di certo fatta passare liscia. - sta per replicare ma poi non lo fa, evidentemente a capito che quel rimprovero non è stato poi così sbagliato. Smettiamo di discutere tra di noi e impieghiamo tutte le nestre forze per far calmare entrambe le bambine. Riusciamo nel nostro intento venti minuti dopo: Chloè finalmente si è riaddormentata mentre Leila , anche se ancora molto triste, ora è seduta dietro la scrivania di suo nonno a fargli un disegno. 
- Non deve essere facile gestirle - dice con fare ovvio Regina dopo aver assistito con mano alla scena - Da quando non hai un po' di tempo per te?
- Da troppo! - Sospiro -  Forse da prima che nascesse Chloè. Gestire un marito e tre figli non è facile. Henry anche se grande mi da comunque dei grandi grattacapi
- Immagino, li da anche a me se può consolarti. - fa una piccola pausa ma poi ricomincia - Con killian invece? Come va?
- Bene! Lui è un amore, cerca in tutti i modi di rendersi utile pur di alleggerirmi i compiti.
- Intendevo dire in un altro.... campo!
- REGINA!!! - esclamo non aspettandomi una domanda silime.
- Che c'è? Non ho detto nulla di male,  siamo tra donne! Avanti non fare la pudica... - mi sta letteralmente istigando
- Che devo dirti...È una barzelletta continua!  La notte non facciamo altro che alzarci per Chloè, il giorno Leila è sveglia e comunque entrambi lavoriamo. Il tutto si riduce a delle piccole occasioni molte volte anche interrotte. - la vedo trattenere una risata - Non ridere, è frustrante la cosa. Mi manca il mio Hook!
Questa volta non riesce a trattenersi e inizia a ridere - Hai ripreso a chiamarlo Hook adesso?
- Lasciamo stare dai, non è ne il luogo ne il momento per parlarne - indico le bambine
- Non mettere scuse inutili, le bambine non ci stanno ascoltando. - non mi vede convinta - E daiiiii siamo curiose! 
- E va bene! - è inutile provare  a dissuaderla, la conosco fin troppo bene. Pur di sapere di cosa sto parlando sarebbe disposta a darmi il tormento giorno e notte. Meglio assecondarla... che poi alla fine non devo dire nulla di così scandaloso. -  Beh... nel campo in cui stiamo parlando, c'è differenza sostanziale tra killian e Hook! Diciamo che al momento disponibile c'è solo killian. Non che mi dispiaccia, non fraintendetemi, ma comunque vuoi o non vuoi mi manca anche l'altra sua parte. Quella più... piratesca diciamo!
- EMMAAAAAA!!!! -
- Che vuoi? Sei te che hai insistito per sapere.
- Ma cosa? Io non vi seguo mica. - vedo mia madre perplessa e non posso fare a meno di ridere. 
- Niente mamma lascia stare.... 
- Snow cosa c'è da capire? - ecco ti pare che non deve metterci il carico? - E' semplice. La nostra piccola principessa qui è stufa di accontentarsi di qualche mezz'ora d'amore silenzioso e dolce.... ha bisogno di qualcosa di più... alla Hook! Come spiegarti... più... più violento ecco! - voglio sprofondare... c'era bisogno di essere così espliciti?
- Regina non dire scemenze.. Emma non farebbe mai.... - ed ecco mia mamma che mi vede ancora per una piccola e dolce ragazza ingenua. Mi viede da ridere solo a vederla così scioccata dalle parole di Regina. - EMMAAAAAAAAAAA! - Esclama con gli occhi fuori dalle orbite
- Mamma Che c'è!  Sei una santa per caso? Hai due figli, pensavo che certe cose le sapessi.
- Si ma... io non pensavo che ... tu..... 
- Ti stai incartando da sola! - è troppo divertente vederla così impacciata
- Tuo padre è un principe ecco! Sa come comportarsi con le donne!
- E mio marito è un pirata! E fidati... sa molto bene anche lui come comportarsi! - dico con forze troppa malizia.
- Ok ok ok... finiamola qui! Per oggi ho saputo anche abbastanza.  Leila amore, andiamo? Nonna ti compra un gelato!
- Evvivaaaa! - è bastata la parola gelato per farle tornare la parola e il sorriso. Incredibile! La vedo prendere il disegno per suo nonno e correre da mia madre. - Questo lo portiamo a casa così quando nonno torna glielo faccio vedere.
- Daccordo! Andiamo adesso, saluta la mamma. - si gira verso di me. Inizialmente sorride ma poi quello spelndido sorriso lascia spazio ad un visino più triste. cupo oserei dire. La vedo abbassare lo sguardo
- Ciao mamma e... scusa ancora per prima. Io non volevo. 
Mi sciolgo completamente - Oi amore guardami - le prendo il visino con entrambe le mani e la incito ad alzare lo sguardo - Va tutto bene, non è successo nulla. Lo so che non lo hai fatto di proposito. E' stato un'incidente. 
- Quindi non sei più arrabbiata?
- No non lo sono. Ti voglio bene piccola peste!
- Grazie mammina! Ti voglio bene anche iooooooooo! Tanto tanto. - mi abbraccia forte. 
- Ci vediamo questa sera! Fai la brava con nonna e zia ok?
- Va bene lo prometto! - mi da un bacino - Ciaoooooo! - la vedo stringere con una manina il passeggino di sua sorella e insieme a mia madre si diriggono verso l'uscita. Regina le suegue ma ben presto si ferma e si volta verso di me. 
- Ti lasciamo lavorare... "piratessa"!
- Non sfottermi! Passo a prendere le bambine per le 19.00
-  facciamo una cosa! Siccome devo uscire per quell'ora aspettami qui e te le porto io... sono di passaggio tanto.
- Sei sicura?
- Sicurissima.
- A dopo allora.

POV KILLIAN

Sono le 18 e 45 e sono già davanti la stazione, manca ancora un quarto d'ora alla fine del suo turno ma non vedo l'ora di vederla, mi è mancata molto oggi. E' stata a casa per ben sette mesi quindi non vederla per l'intera giornata mi ha fatto uno strano effetto. Ho una sorpresa per lei quindi spero che non sia tanto impegnata altrimenti conoscendola sarà in grado di mandare a monte tutto. Scendo dalla macchina e una volta entrato nella stazione mi reco nel suo ufficio. La porta e aperta e vedendo che sta sistemando le cose in borsa che ha finito il suo dovere. Busso per annunciare il mio inaspettato arrivo.
- E' permesso? - Le dico facendola voltare. Il suo sguardo si illumina
- Amore mio ciaoooo! Come mai da queste parti? Ti pensavo a casa.
- Sono venuto a prenderla principessa.
- Ho la macchina Killian, che c'è la vecchiaia comincia a darti alla testa? - mi sfotte
- Non farei tanto la spiritosa se fossi in te! So che hai la macchina qui ma non fa nulla... Prendi le tue cose e andiamo.
- Sto aspettando Regina a dire la verità - la vedo guardare l'orologio - Dovrebbe essere a momenti ormai, deve portarmi le bambine.
- Ho parlato già con Regina, le bambine rimarranno da lei stanotte.
- E perchè mai? - chiede scettica non aspettandosi questa cosa
- Perchè  pensa che abbiamo bisogno di una serata da soli! In effetti non ha tutti i torti. Non stiamo insieme da un po' non credi? - la vedo arrossire improvvisamente.
- Ti ha detto altro? - mi chiede ansiosa
- No,  Perchè, avrebbe dovuto?
- No, no.... figurati. - mmmhhhh piccola bugiarda. Se mi ha fatto questa domanda è evidente che hanno parlato anche perchè altrimenti Regina non avrebbe avuto motivo di dirmi di passare una serata spensierata con mia moglie. Mah... donne! Chi le capisce è bravo. 
- Sicuro che non sia un problema per Regina tenere le bimbe? 
- Si è offerta volontaria, stai tranquilla. Le ho detto di chiamarci in qualsiasi momento.
- Ok! 
- Pensavo di portarti a fare un giro in mare. -Per una volta che siamo senza bambini vorrei godere della tua presenza a pieno e senza ness'unaltro nel raggio di cinque km. Che ne dici? Cenetta romanti sul ponte della Jolly e per terminare la serata... 
- Incontro ravvicinato con il mio pirata preferito? - mi domanda maliziosa avvicinandosi
- Che c'è, killian Jones non va più bene? - la provoco.
- Il mio Killian è un'amore ma sarò sincera... Mi manca molto Capitan Hook! Non immagini neanche quanto.
- Ma senti senti che rivelazione.... Qualche anno fa non avresti mai ammesso una cosa del genere lo sai?!?!
- Non ho più segreti con te! 
- Lo so! - la bacio. Ho impiegato anni per abbattere i suoi muri, sono felice di esserci riuscito a pieno. - E insomma... ti manco!
- Alt... non mi manchi tu, mi manca il mio focoso Hook! - ribbadisce. Sto ricorrendo a tutte le mie forze per non saltarle addosso ora ma se contina a provocarmi così la cosa la vedo difficile trattenermi.
- Killian dovrebbe offendersi? - mi sforzo di non pensare ad altro
- No... killian lo vedo tutti i giorni e condivido con lui tutte le notti... lo amo e amo i suoi modi di fare ma è da quando sono rimasta incinta di Chloe che non vedo più il mio bel pirata!
- Non era il caso tu che dici? - rido alle facce che fa - Mi saprò far perdonare stasera ok?
- Non vedo l'ora!
- Andiamo dai!
Usciamo dalla stazione e in macchina ci diriggiamo verso il porto. Una volta arrivati saliamo a bordo e sorpresa delle sorprese troviamo una tavola apparecchiata per due, a lume di candela e con tanto di musica di sottofondo. Sulla tavola c'è un biglietto
" Per mamma e papà. Godetevi la serata che da domani torneremo a farvi impazzire. La cena è sotto coperta. Con amore... Henry, Leila e Chloè. PS. Non vogliamo altri fratellini o sorelline grazie (Sono Leila)"
La scrittura era indubbiamente quella di Regina ma leggere quei nomi su quel foglio mi ha in qualche modo emozionato. Emma mi toglie il foglio dalle mani:
- Vedi di far uscire Killian da questo corpo per almeno dodici ore mi sono spiegata? - mi dice posando le sue mani sulle mie spalle e facendole scendere sui miei pettorali. E' un attimo. La prendo per la vita e la spingo a sua insaputa con le spalle contro il timone della mia nave. La bacio avidamente e nel frattempo vago con le mani per tutto il suo corpo.
- Bentornato! - mi dice staccandosi leggermente da me - Mi sei man...
- Alt.  bambolina! Per quanto adori la tua voce sono pur sempre io il capitano di questa nave e non mi sembra di averti dato il permesso di parlare.
- Che c'è vuoi darmi ordini? - sta al gioco
- MMM... mi piacerebbe ma no! Non per ora almeno.
- E allora perchè non posso parlare?
- Perchè voglio baciarti! - torno ad impossessarmi famelico delle sue labbra e lei risponde e contracambia immediatamente. Con i bambini nei dintorni siamo sempre molto attenti in tutto, oggi invece non dobbiamo preoccuparci di nulla. Ci lasciamo trasportare dalla passione fino a quando il brontolio del suo stomaco ci riporta alla realtà!
- Non avevi fame di me una volta? - dico ridendo per poi ricevere un bel pugno sul braccio
- Stai zitto e riprendi da dove ti sei interrotto.
- Penso che sia il caso di cenare invece, abbiamo tutto il dopocena per riprendere il "discorso"
- Ma io...
- Ti voglio in forze dolcezza. Mi dovessi svenire a causa di un calo di zuccheri! - rido e ride anche lei
- Ti stai sopravvalutando lo sai si?
- Questo lo vedremo dopo! - la bacio - Mangiamo dai! - vado sotto coperta, prendo le pietanze che Regina ci ha preparato, le porto sul ponte e finalmente iniziamo a cenare.
- Dici sia il caso di chiamare per vedere se tutto è ok?
-  Bambolina se non vuoi che ti sequestri il cellulare ti conviene non usarlo. - rimango concentrato nella mia parte. Vuole Hook? Hook avrà. Certo una versione di lui dolce ma pur sempre Hook
- Killian... 
- Killian? chi è costui? 
ride - Lascia stare che è meglio! -
- Tranquilla bambolina, le pargole stanno bene, pensa a goderti questa serata. Da domani potrai continuare a fare la mamma. - Annuise prendendomi la mano e stringendomela. 
- Va bene capitano! - mi fa l'occhiolino
- Vedo che cominciamo a capire!
La cena proseguì in maniera del tutto tranquilla, una volta finito di mangiare però riecco che la passione si ipossessa nuovamente di noi. Non curanti del casino che c'è sul ponte la prendo in braccio e ci diriggiamo verso la cabina del capitano per dare il via alla nostra notte di fuoco. 

POV EMMA

E' stata una serata indimenticabile quella di ieri ed è un peccato che sia già finita. Starei qui, sdraiata su questo letto ad ammirarlo dormire per ore ma non è possibile, abbiamo una famiglia da cui tornare. Mentre sono immersa nei miei pensieri mi sento avvolgere in un abbraccio. 
- Già sveglia bambolina! Che c'è, non ti ho stancato abbastanza questa notte? - alza un sopraciglio come al suo solito per intensificare la frase.
- Mi piace guardarti dormire, tutto qua! - mi avvicino per dargli un bacino sul naso. Non si oppone ma appena sto per allontanarmi dal suo corpo ecco che mi stringe meglio a se e con un movimento agile si porta sopra di me e inizia a stuzzicarmi il collo.
- mmmh... Amore è tardi! Dobbiamo...
- Shhh... se tardiamo di qualche minuto non succederà nulla, Regina capirà e tu hai il giorno libero a lavoro - riprende la sua dolce tortura e mi lascio trasportare senza troppe proteste. Lo amo e rimarrei qui con lui per sempre. 
Come la notte appena trascorsa torniamo ad amarci ma questa volta con più dolcezza. Killian Jones è tornato. 
Sono le undici e mezza quando siamo finalmente pronti per uscire dalla cabina. Sistemiamo al volo il gran macello lasciato in giro la sera prima e ci diriggiamo a casa di Regina.
-  Ma guarda guarda chi si vede da queste parti! - dice la mia amica vedendomi. Killian è di sotto a sistemare il seggiolino per Chloè.  - Qualcuno ha fatto le ore piccole stanotte - indica le mie occhiaie -  e non per poppate e pannolini semprerebbe!!!
- Beh... era ora direi! - sorrido 
- Di cosa? -  si intromette Killian raggiungendoci 
- Niente amore lascia stare.
- Mammina!!!! - ed eccola la mia principessa che a piedi nudi e con ancora il suo pigiamino addosso si avvicina verso di noi. 
- Buongiorno cucciola! Come mai ancora in pigiama??!
- Ce la siamo presa comoda vero amore? - dice Regina - Questa mattina ci siamo svegliate tardi, ci siamo preparate un super colazione per poi portarla nel lettone di zia e mangiarla mentre guardavamo un bel cartone. 
- E poi ci siamo fatte tante coccole lo sai mamma? - continua la piccolina piu felice che mai
- Vedo con piacere che non ti siamo mancati per niente!
- Non è vero mamma! Mi siete mancati tanto tanto. Dove siete stati?
- Abbiamo lavorato tesoro!
- Tutta la notte?
- Direi proprio di si! - commentò regina guardandoci divertita alludendo al nostro "Lavoro" di ieri sera. - Perchè adesso non vai a vedere che sta combinando la tua sorellina? 
- Ok!
- A proposito! Come è andata con Chloè?
- Ha tentato tutta ieri di uscire dal box! - disse esasperata - Potevi dirmelo che aveva iniziato a mettersi su in piedi.
- È vero, è diventata una piccola scimmietta.
- La tua scimmietta mi ha fatto perdere dieci anni di vita!
- ehehehe esagerata! Si è svegliata molte volte stanotte?
- Tre volte in tutto e tutte e tre per mangiare.  no non gli siete  mancati.
- E te che eri preoccupata! - intervenne Killian
- Pirata, perchè non vai a vestire la tua prole? Io e tua moglie dobbiamo fare un discorsetto. - guarda Regina non capendo cosa volesse dire - Cose da donne!
- Ah! Messaggio ricevuto! - si volta verso di me. -Mi raccomando amore,  decanta pure tutte le mie doti senza problemi. - mi bacia e sparisce al piano di sopra.
- Allora???? - mi chiede Regina facendomi accomodare sul divano.
- Allora cosa? Lo sai...
- Si ma come è andata?
- A meraviglia! Non potevo chiedere di meglio. - non posso fare a meno di sorridere al ricordo della serata appena trascorsa.
- Ma sentilaaaaa! Swan non è da te esporti così!
- Beh è pur sempre mio marito e abbiamo due figlie insieme. Non crederai davvero alla storia della cicogna? - ridiamo insieme.
- Sono contenta di vederti così felice e solare.  Devo chiedere a "Hook" di venirti a trovare più spesso! -  mi fa l'occhiolino.
- Magari... credo proprio che ci tocchi aspettare che vadano entrambe al college.
- E per quale motivo? - chiese perplessa
- Non è carino lasciartele di tanto in tanto per i nostri comodi! 
- Tu sei tutta m...
- Alloraaaaa???? Sono stato bravo è? - si intromise Killian rivolto a Regina e facendoci sobbalzare entrambe
- Frena la tua autostima pirata, non credo tu sia stato così tanto eccezionale.
- La tua è tutta invidia tesoro. Vuoi mettere un pirata focoso come me con un ladruncolo qualunque? - si riferisce a robin
- Killian! - lo rimprovero giocosamente
- No no Emma tranquilla ci penso io... Dunque pirata dicevamo: se davvero sei stato così passionale questa notte come ti spieghi che la tua amata non voglia ripetere la vostra "magnifica serata"?
- OI OI OI!!!!! Regina, non mettermi parole in bocca che non ho detto! Poi gli vengono i complessi a questo capoccione.
- Come sarebbe a dire che non vuoi replicare bambolina? 
- Bambolina? - vedo regina ridere a crepapelle per quel nomignolo.
- Le ho semplicemente detto che non mi sembra carino lasciare le bambine con lei o con i miei per fare i nostri comodi! 
-  Ma una volta tanto si potrebbe fare non trovi? Le bimbe a quanto mi ha raccontato in stanza Leila sono state benissimo ieri
- Non lo metto in dubbio!
- E allora??? - dissero in coro Killian e Regina
- Mi fate quasi paura voi due. 
- Sei te che dici cose senza senso. Fino a due giorni fa eri stressata dal lavoro, dalle nottate insonni ecc ecc. guardati ora! Raggiante come non mai. Non per difenderlo ma ha svolto a pieno il suo lavoro poverino, perchè ora rimetterlo in panchina così?
- Non voglio metterlo in panchina! Ho solo detto che ci dovremmo limitare alle occasioni dove saremo liberi per cause naturali e non perchè le affidiamo a qualcuno.
- Mamma mamma ti piaccio? Me lo ha regalato zia! - Vedo Leila correre nel salotto e iniziare a piroettare con il suo nuovo vestitino.
- Ma è bellissimo amore! Hai ringraziato la zia?
- Si l'ho fatto, ora guarda li ora? - mi indica la stanzetta da dove ha fatto il suo ingresso. Inizialmente non vedo nulla ma poi gattonando gattonando ecco arrivare la mia piccola peste con il vestito uguale alla sua sorellona. - Ora siamo uguali mamma!!!!
- Lo vedo amore! Siete bellissime. 
- Allora signorine! - vedo Regina alzarsi per andare a prendere Chloe che sta tentando di arrampicarsi su un mobiletto. - Come siete state con la zia?
- BENEEEEEEE! - Risponde Leila euforica mentre Chloè batte le manine sorridente anche se non ha capito.
- Vi siete divertite?
- Tantissimo zia!!!!!! Quando possiamo tornare?
- Visto? -mi dice per poi tornare a parlare con le bambine - E se diventasse una nostra tradizione? Una volta al mese, se vorrete e se mamma e papà saranno d'accordo passerete la serata dagli zii. Che ne pensate?
- SI SI SI SIIIIIIIIIIIIIII!!! MAMMA, PAPA' POSSIAMOOOOOOO?
- Che ne dici Swan? Leila sembra tanto cotenta e Chloè... beh la vedi tu stessa. - mi indica la bambina che sta giocando divertita con il viso di sua zia - Che facciamo? Diamo il via alla tradizione? - mi da delle gomitate che hanno tutto un altro significato. Regina mi guarda maliziosa. Accidenti a loro, ma perchè mi devono sempre mettere in imbarazzo.
- E tradizione sia!
- EVVIVAAAAAAAAA!!!!!!!!! - dice Leila
- Vai a prendere le tue cose adesso però che dobbiamo tornare a casa.
- Va bene! - Non fa neanche intempo ad uscire dalla stanza che ecco Killian che inizia con le sue battutine.
- E insomma Swan! Sembra che la "Regina" abbia vinto! - mi provoca 
- mmm... ripensando alla notte precedente credo proprio che quella che abbia vinto sia io! - ridiamo tutti insieme - Grazie Regina - torno seria - sei un'amica.
- Non lo faccio per voi, lo faccio per me. Siete irrascibili quando andate in bianco. Scherzo... 
- Ricambieremo il favore con Ronald! - dico ma lei ride
- Tranquilla c'è little John per questo! 
- Cosa, cosa cosaaaaaa!!!!! Davvero?????? - chiedo ironicamente
- Non crederai che solo te hai bisogno di seratine particolari. - mi fa l'occhiolino
- Wow! Siamo tutti nella stessa barca vedo.
- Piano con le parole Swan! Ci sono barche e barche. Il nostro vascello è di gran lunga più bello, non generalizzare. - dice Killian riferendosi alla Jolly. Rido. E' proprio vero... un pirata resta sempre un pirata.
- Ti amo Killian 
- Ti amo bambolina - ci baciamo li, su quel fantastico divano, non curanti di Regina, la quale invece, da grande amica qual'è ci concede dell'altro tempo da soli, andando con Chloe nella stanzetta dove si trova Leila, prima di farci tornare alla nostra quotidianità!
 
Note dell'autore:
Salve raragazzi. Come concludere in bellezza una giornata di festa se non con un piccolo aggiornamento? Credo proprio che questi due abbiano bisogno di qualche serata in più tutta per loro non trovate? Fortunatamente c'è la loro amica che sembra disposta ad aiutarli. Buona lettura! Spero davvero sia di vostro gradimento. 

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Capitolo 7
*** Piccola birbante (parte 1) ***


Come ogni fine settimana che si rispetti  eccoci tutti qui riuniti all'ennesima cena di famiglia. Quella di questa sera però non è una cena qualunque... no, oggi è un giorno speciale, sopratutto per i miei genitori. È il loro anniversario di matrimonio e per questa occasione io, Killian, Regina e Robin abbiamo pensato di organizzare una cenetta a casa Jones per festeggiarli.  Mentre gli uomini di casa sono seduti in salotto a guardare la partita alla Tv, io, Regina e mia madre siamo in cucina a preparare la cena. Chiacchieriamo del più e del meno ognuna intenta a preparare qualche prelibatezza poi all'improvviso sento Regina ridere. Mi volto nella direzione in cui sta guardando e vedo mia figlia, la più piccola, tenersi in piedi aggrappata saldamente alla sedia  mentre poggia la testolina sul cuscino di quest’ultima.
- Penso proprio che qualcuno abbia sonno qui, non è vero amore? - le dice sua zia. Guardò l’orologio e mi rendo conto che è ancora presto per metterla al letto, sono solamente le sette e lei non dorme mai prima delle nove e mezza. Evidentemente non ha riposato bene questo pomeriggio. Il primo istinto sarebbe quello di prenderla e portarla nel suo lettino ma purtroppo deve ancora cenare. A malincuore dovrò tenerla sveglia.
- Patatina che stai facendo è?!?! - le dico dolcemente metre le mi fissa tenendo stretto nella sua bocca il suo ciuccio. Altro sintomo che ha sonno, non lo prende mai tranne quando dorme. - Lo sai che non possiamo fare le ninne ora vero? Devi mangiare prima. - le prendo le manine e un passetto dopo l'altro  l’aiuto ad arrivare fino al tappetino bimbi sistemato lì vicino in modo che possa giocare e distrarsi un po’. Sembra funzionare, prende uno dei suoi giocattoli e inizia a giocarci o meglio... a mangiucchiarlo. Torno ai fornelli e preparando contemporaneamente la cena per noi e quella per Chloe 
- Ma povera piccola... si è addormentata! Emma che dici se la porto di sopra? Il pavimento non credo sia così comodo. -  mi dice Regina una mezz'oretta dopo.
- Veramente dovrebbe mangiare.  Fai una cosa, gentilmente portala sul divanetto di la e controllala per cinque minuti. Ti vengo a dare il cambio appena finisco qui. La facciamo riposare una mezz'oretta  ma dopo sarò costretta a svegliarla.
- Non pensi che si stranisca?
- Ah quello è sicuto ma non posso fare altrimenti. Da quando abbiamo iniziato lo svezzamento abbiamo elimnato anche i pasti notturni. Se la lascio dormire si sveglierà di notte per mangiare e le scombussolerà tutti gli orari.
- Ho capito! La porto di la allora, tu fai con comodo... la controllo io.
Finisco di preparare la cena, apparecchio la tavola, prendo la pappa  di Chloè, la sistemo nel suo seggiolone dopodiché raggiungo Regina per sbegliare la piccola, mi piange il cuore ma non posso fare altrimenti. Le accarezzo la testolina
- Chloe amore,ci svegliamo? - sembra che non ne voglia sapere - Piccolina avanti!!! Dobbiamo mangiare.. daiii! - la vedo finalmente aprire gli occhietti. Si guarda attorno e neanche mezzo minuto dopo come da copione inizia a piangere stranita . Cerco di camparla un po’ e provo a metterla nel suo seggiolone. Niente da fare, non ne vuole proprio saperne e inizia a scalciare con le sue gambine per cercare di alzarsi. Provo io, Regina, mia madre e anche killian. E' innamorata del suo papà e con lui sta sempre buona... tranne oggi che a quanto pare è un diavoletto anche con lui.
- Niente da fare!- Esclama Killian all’ennesimo tentativo - Non c'è ragion che tenga! E' iniziato il suo ammutinamento.
- Almeno ci abbiamo provato. Portala di sopra ok?
- A digiuno?
- Vedo di prepararle un po’ di latte così magari mentre la faccio addormentare mangia qualcosina. - Purtroppo anche questo tentativo fallisce.  - Ma che hai stellina mia! - rassegnata la sistemo nel suo lettino e le rimbocco le coperte. Cinque minuti dopo eccola che già dorme.   
- Evidentemente era sfinita. - dico rivolta a Killian. Lo vedo avvicinarsi a lei per darle il bacio della buonanotte dopodichè insieme torniamo al piano di sotto e ci mettiamo finalmente a tavola. 
- Ha mangiato? - Mi chiede Regina
- Neanche ci ha provato! Adesso sta dormendo, vediamo che succede!
- Non preoccuparti sarà solo stanchezza.
- Hai ragione! Dai avanti cosa stiamo aspettando? Buon appetito.
***
- Un Brindisi ai nonni! - Esclama Henry nel bel mezzo della cena alzando il suo bicchiere
- Spero per te che quello che hai lì dentro non sia vino! - gli dico io con assenso da parte di Regina
- Mamma... mamme!!!!  Ho sedici anni ormai, non sono più un bambino.
Vorrei replicare da brava mamma iperprotettiva quale sono diventata ma vengo interrotta da un lamento che viene dal baby monitor - fate silenzio un secondino per favore. - chiedo agli altri e mi metto ad ascoltare attentamente.  Eh già... è Chloè che si sta lamentando. Mi diriggo immediatamente nella sua stanza e la trovo sveglia che si gira e rigira nel suo lettino mentre debolmente fa dei versetti. Vado a scostarle le coperte per prenderla in braccio ma sfiorandola mi accorgo che è molto calda. Caspita, ci mancava solo la febbre. Vado nel bagnetto accanto alla stanza, prendo il termometro e torno da lei per misurarle la temperatura. Risultato? 38 e 7.
- Piccolo amore di mamma! - le dico sistemandola meglio tra le mie braccia. Ha gli occhietti semiaperti  lucidi e arrossati, non riesco a vederla così... devo chiamare Whale e chiedergli un consiglio.  Escluse quelle dovute alle  reazioni dei vaccini, questa è la sua prima febbre e non so come comportarmi... Ho perso la mano con febbre e neonati.
- Tutto ok? -  mi dice killian accompagnato da Regina - Non ti abbiamo vista tornare così... 
- Ha la febbre!
- No... davvero? - si avvicina
- Tieni prendila, io vado a chiamare Whale. - lascio la piccolina a suo padre e mi affretto a comporre il numero del medico sperando risponda a quest'ora. 
- Pronto?
- Whale ciao... Emma
- Emma ciao... tutto ok?
- Non proprio, ho chloe con la febbre! Lo misurato la temperatura cinque minuti fa... 38 e 7. Che mi consigli?
- Mmh... ha presentato qualche sintomo in questi giorni? Stanchezza, tosse...
- Stanchezza solo questa sera ma per il resto niente. 
- Ok... Inizia con una tachipirina a dosaggio minimo e fammi sapere.
- Non ha mangiato nulla però... non credo che a stomaco vuoto vada bene.
- No infatti...
- Che si fa allora?
-  So che non è piacevole ma forzala a mangiare qualcosina e poi dagliela.  Dovrebbe bastare  ma se fra un'oretta la temperatura non è scesa richiamami ok?
- Ok... grazie!  - Riaggancio e torno di là dove si sono riuniti anche tutti gli altri.  Chloe è ancora stranita, non ha la forza di piangere ma si lamenta. Informo Killian e i presenti su cosa mi ha detto il medico dopodiché lasciandola per qualche altro minuto con loro vado di sotto a prendere almeno il suo biberon per farle mangiare qualcosa. Non mi fa per niente piacere forzarla a mangiare ma non vi è altra soluzione.  Riesco a farle prendere solamente mezzo biberon ma credo sia sufficiente... se continuo a forzarla rischio che si senta peggio. Mischio la tachipirina nell’acqua e la metto in un altro biberon.  Anche qesta è un’impresa ma dopo svariati tentativi riesco nel mio intento. Lascio gli altri andare di sotto mentre io mi dedico alla piccola. Mi siedo sulla sedia a dondolo che Regina ci ha gentilmente regalato e inizio a coccolarla mentre le racconto una favola per convogliarle in sonno. Appena si addormenta la sistemo nel suo lettino e dopo averla controllata un altro po decido di raggiungere gli atri. Non è carino lasciarli li da soli. Ci mettiamo a guardare un film e tra una pubblicità e l’altra salgo a controllare la mia cucciolina che nonostante la tachipirina sembra non migliorare. Richiamo Whale come da accordi e arriva immediatamente, la visita e le rimisura la temperatura notando che è scesa di pochissimo. Opta per farle un'ignezione e  Dio solo sa i pianti che ne sono susseguiti dopo.
- Dovrebbe andar meglio adesso. - Mi consola vedendomi preoccupata.
- E se le aumentasse ancora?
- Non penso, questa dovrebbe bastare, ma In quel caso allora portamela direttamente in ospedale.
- Guarirla con la magia no? - Chiese a quel punto Regina Varcando la soglia della cameretta
- Ci stavo pensando proprio adesso  lo sai? - le dico - che ne pensi whale?
- Non è il mio campo ma mi chiedevo come mai ancora non lo avessi fatto.
- Perché non voglio curarle tutto così. Non le si formerebbero mai gli anticorpi.
- Per una febbre non succede nulla credimi. Aspettate e vedete se l'igniezione ha fatto effetto in caso contrario o la portate da me o le date un piccolo aiutino voi.
- Ok grazie infinite whale.
- Dovere. Spero vivamente per la piccolina di non vedervi a breve.
- Non succederà - sento dire da Regina Mentre lui si chude la porta alle spalle. 
Tengo chloe stretta tra le braccia che mi guarda con il suo visino ancora spento. La proto con noi al piano di sotto,  mi siedo sul divano con lei e passo gran parte del mio tempo a coccolarla. La situazione continua a non migliorare.
- E' passata un'ora! Che pensi di fare? - mi domanda a quel punto Killian, anche lui preoccupato.
- Dico che provare con la magia sia la soluzione migliore. Vorrei evitare l'ospedale se possibile. - guardo Regina e le chiedo - Potresti guarirla? 
- Io? Non preferirestifarlo tu?
- Io sono troppo emotiva e non sono esperta come te. Naturalmente sei liberissima di dirmi di no se non te la senti.
- Non preoccuparti, sai quante volte ho curato la febbre di Henry in questo modo? Adagiala sul divano e lascia fare a me. - faccio quello che mi dice, sistemo Chloe davanti a lei dopodichè la vedo posare una mano sulla tempia della bambina e far uscire da essa un fascio di magia. - Ecco fatto!!!! - Mi dice - Come nuova! - le tocco la fronte ed effettivamente è fredda. Non ha più febbre.
- Grazie Regina! Grazie davvero.
- Per così poco... figurati! - mentre parlo con Regina e con il resto della mia famiglia vedo Chloè adesso tutta pimpante agitarsi improvvisamente. 
- Che hai adesso amore!!!!! - allungare le manine per cercare di prendere qualcosa. Non capisco inizialmente cosa ma poi mi accorgo che è interessata alle mani di sua zia. Regina giocando glie ne stringe una e lei se la porta all'altezza della sua frone dove era stata pogiata poco prima e inizia a balbettare cose incomprendibili.
- Che le prende? - mi chiede 
- Credo che le sia piaciuta la sensazione. Ti sta chiedendo di rifarlo. 
- come desidera principessa! - Regina ridendo per la bizzarra richiesta fa uscire della magia dalla sua mano facendo ridere a sua volta Chloe, fa il gesto di poco prima per guarirla ma appena tocca la sua fronte, senza farsene accorgere dalla piccola, toglie la magia e si limita ad accarezzarla. Non c'è motivo per usare la magia su di lei in questo momento.  
- Credo sia il caso  di andare adesso.  Si è fatto tardi e i bambini stanno dormendo - dice mia madre indicando Neal, Leila e Ronald addormentati abbracciati sul divano
- Mamma... mi dispiace per la piega che ha preso la serata.
- Non preoccuparti la cena è andata bene! - mi abbraccia - Pensa a Chloè ok? 
- Grazie!
- Credo che anche per noi sia giunto il tempo di andare.
- Regina, ho la stanza degli ospiti, potete rimanere se volete. Starei più tranquilla ad averti qui. 
- Non dire cose assurde, te la caverai benissimo anche da sola... la bimba sta bene e poi basta un colpo di telefono per farmi arrivare qui in un nano secondo. Tranquilla.
- Ok e di nuovo grazie.
- di nulla.
Una volta accompagnata Regina alla porta sistemo Leila nella sua stanza e poi torno da Chloè che in questo momento è con Killian. Sta dormendo serenamente. La sistemiamo nel suo lettino e finalmente anche noi andiamo a dormire. Verso le tre del mattino ci svegliamo perchè la bambina riprende a piangere e a lamentarsi. La causa? Febbre alta... di nuovo. 
- Maledizione! - esclamo - Che si fa adesso? Come è possibile che neanche la magia funzioni?
- Chiamo Regina ok? Cerca di stare tranquilla, si risolverà tutto. - lo vedo uscire dalla stanza e tronareneanche venti secondi dopo con Regina a seguito. Ripete lo stesso gesto di qualche ora prima curandola per la seconda volta. 
- Ecco fatto. Sembra non averne più. - mi rassicura vedendomi estremamente agitata
- Lo so che ti sto chiedendo troppo... ma non è che potresti rimanere qui stanotte? Sono preoccupata che possa sentirsi nuovamente male. 
- Emma se neanche qesta volta la mia magia fa effetto credo non sia il caso di continuare a tentare. La soluzione migliore sarebbe Whale.
- Lo so però.... starei comunque più tranquilla.
- Ok... ok, resto.
- Davvero?
- Certo! Sono pur sempre la sua madrina no?
- Sei l'amica migliore di sempre.
- Lo sto facendo per lei non per te! -ironizza per non farmi pensare più di tanto a tutta la situazione. Il resto della notte procede indisturbato fino alle sei del mattino quando riecco la febbre impossessarsi di Chloè.
- Non ci credo! Non ci voglio credere! - mi porto le mani alla fronte. Perchè sta ancora male? Regina ha curato ferite e malattie peggiori, possibile che non riesca a curare una misera febbre? Il panico sta scorrendo indisturbato nelle mie vene e sia lei e Killian se ne accorgono.
- Emma, prepara qualche pigiamino e qualche gioco alla piccola, io chiamo Whale. - mi riporta alla realtà la mia amica mentre mio marito sta gia avvisando i miei genitori per venire a casa nostra e controllare Leila.  Mi affretto a prepara la valigietta per mia figlia e in men che non si dica eccoci già in ospedale.  whale ci sta aspettando, prende chloe e le fa tutti gli accertamenti possibili. è tutto nella norma, non ce niente che non va secondo le analisi... ma allora perché sta così male? Neanche lui  riesce a spiegarselo. La mette sotto flebo per farle passare la febbre e ci dice di aspettare. 
- E se fosse colpe mia? - dice impprovisamente Regina con aria  preoccupata
- Tua? E per quale motivo? - le chiedo
- Per via della magia! Se avessi fatto qualcosa di sbagliato nel curarla?
- Non dire pazzie! Mi fido di te altrimenti non ti avrei fatto mettere le mani su mia figlia. - le risponde Killian togliendomi le parole di bocca.
- Ma se sotto il punto di vista medico sta bene non vedo altri possibile cause...
Non so davvero cosa dirle per farla sentire meno in colpa, sono preoccupatissima per chloe in questo momento e non riesco a concentrarmi su altro. Mi stringo forte a Killian e silenziosamente aspettiamo che ci vengano date delle informazioni più concrete. Verso metà mattinata ecco la prima notizia, la bimba reagisce bene alle cure e secondo whale è un fattore positivo. 
- Magari era solo un virus che dalle analisi non si è riscontrato. Stai tranquilla, credo proprio che nel pomeriggio la dimetterò. - Mi sento serena finalmente e  dopo una nottata insonne riesco addirittura a riposare un po’ sulla spalla di mio marito. Quel senso di felicità sparisce improvvisamente nel pomeriggio quando whale di corsa viene da noi dicendo che la bimba con tutti i medicinali è peggiorata ancora una volta e ha nuovamente la febbre a 39. Piango, questa è la prima reazione che ho mentre di corsa corro da Chloe che nonostante non si sente bene riesce comunque ad allungare le manine verso di me. Chiedo a Whale se posso tenerla in braccio e lui acconsente. Attenta a non toccare nessun filo della flebo la Porto tra le mie braccia e la cullo fino a farla addormentare. La osservo per più di un’ora senza mai staccarla da me. Sembra stare meglio e infatti è così, al controllo successo ha nuovamente la temperatura leggermente superiore alla norma. Perché? Perché alterna questi sati così? Che cos'ha la mia piccolina? Sono le nove e mezza di sera quando whale mi fa uscire dalla stanza. Insisto per rimanere ma lui non mi da ascolto e mi fa accompagnare fuori raccomandandomi di andare a mangiare qualcosa. Raggiungo killian e Regina che sono ancora in sala d'aspetto e anche loro insistono per farmi mangiare qualcosa. Ho lo stomaco chiuso e anche sforzandomi non riesco a mandare giù più di mezzo panino. Rimango lì seduta su quella sedia fredda e scomoda a fissare il vuoto. Ci raggiungono anche mamma e papà, hanno lasciato Leila e Neal con Henry per venirci a dare un po' di sostegno. Dovrei sentirmi un po’ meglio adesso che la situazione sembra stabile ma non so perché ho paura. Il mio solito sesto senzo non ne vuole sapere di lasciarmi in pace e infatti ha ragione.  Come volevasi dimostrare ecco che arriva Whale con una faccia del tutto angosciata.
- Killian, Emma ho bisogno di parlarvi... in privato  - Ci allontaniamo e andiamo nel suo studio. - Sarò sincero, la cosa non mi piace per niente. La sua temperatura è aumentata nuovamente nonostante le nuove cure. Ho chiamato l'ospedale di Boston e ho spiegato la situazione al primario di pediatria. Sono di gran lunga più specializzati di noi e se voi siete d’accordo ho intenzione di passare il caso a loro.
- O mio Dio! Allora è grave? - se non ci fosse stato killian accanto a me a sorreggermi sarei senza ombra di dubbio caduta a terra
- Emma, la piccolina da tutti gli accentramenti che le ho fatto sta bene, l’unica cosa che non si spiega è questa febbre. Vedrai che loro riusciranno a capire il problema.
- Ok va bene! Tutto pur di aiutarla a star meglio.
- Dovete firmarmi queste carte, sono per il trasferimento  - vedo Killian affrettarsi a prendere e senza neanche leggerle le firma immediatamente - Bene, domani alle dieci ci sarà un ambulanza pronta a trasportarla li. Ci pensate voi a trovare un modo per farci uscire dal confine senza problemi?
- Si sì penseremo a tutto noi. - Lasciamo lo studio di whale e torniamo in sala d'aspetto ad informare gli altri dopodiché con il permesso di Whale torno da Chloe. Per tutta la notte faccio avanti e indietro tra il suo reparto e i miei familiari e puntualmente la situazione della bambina oscilla tra alti e bassi. Manca ormai un'oretta al suo trasferimento. Decido di andare a controllare se si sia svegliata, apro la porta e la vedo con la manina sulla fronte da cui sta uscendo una un fascio di luce celestino . Sembra... no! Non puo essere. Non puo essere magia!  Corro immediatamente nella sua direzione e mi avvicino il più possibele a lei per controllare meglio. Appena mi vede fa sparire quella lucina. È si! Mia figlia stava usando la magia. E ora? Le tocco la fronte e noto che la febbre è ancora li. Mmmm possibile? 
- Che hai fatto amore di mamma? È? - La vedo tendere le manine verso di me per farsi prendere. Quanto vorrei stringerla e coccolarla ma ora ho bisogno di mettere la parola fine a questa situazione spiacevole. - La mamma torna subito ok? - le dico e mi allontano di corsa per raggiungere Regina. La sento piangere ma devo farmi forza, lo sto facendo per lei
- Emma che succede??? - mi chiede killian spaventato vedendomi correre come una furia. Lo ignoro cercando lo sguardo della mia amica
- Regina! Mi serve Regina! - Dico con affanno
- Che c’è Swan? -mi risponde la diretta interessata
- La magia! Chloè... vieni con me! 
- Aspetta, aspetta! Ragiona... Ci abbiamo provato, non funziona! Mi dispiace Emma lo farei volentieri ma...
- Che hai capito!!!!! Chloe sta usando la magia!
- Cosa cosa cosa! Davvero?
- L’ho vista far apparire un fascio di luce dalla sua mano. Era magia... era la stessa magia che ha salvato Killian e me durante il rapimento di Leila. 
- E' una cosa positiva no? Può curarsi da sola!
- No che non lo è! Nonostante il gesto che ha fatto ha ancora la febbre alta. Non so cosa stava cercando di fare...
- Andiamo a vedere dai, portami da lei! - la vedo correre in direzione della stanza di mia figlia, vederla così presa da questa situazione mi rende felice della scelta fatta: è la madrina perfetta. Chloe quando arriviamo sta ancora piangendo. Mi avvicino per prenderla ma vengo bloccata da Regina
- Ferma! Lasciami tentare una cosa. - la guarisce  dopodiché una volta assicurata che la temperatura sia nuovamente nella norma senza ulteriori parole mi fa uscire dalla stanza.
- Ma che stai facendo si può sapere? 
- Aspetta e capirai!  - estrae uno specchietto dalla borsa e fa un incantesimo su di esso. Dallo specchio non si riflette più la nostra immagine ma bensì quella della mia bambina. Rimaniamo lì a fissare lo specchio per qualche minuto.  Quello che vedo mi lascia senza parole.  Chloè con la sua manina ripete il gesto magico di sua zia e inzia a lametarsi dolorante. Entro in stanza e prendo atto che si è fatta tornare la febbre da sola! È incredibile!
- Piccola peste di zia ma che ci combini è? Non si fa! - Le dice curandola per l'ennesima volta e sperando che sia l’ultima. Chiamo whale mentre Regina e li con lei per raccontargli tutto e annulliamo momentaneamente il trasferimento a Boston. Se il motivo della febbre è lei stessa bisogna capire perché lo fa. Rimango così tutto il giorno e tutta la notte con lei. Non ha più riaccennato a fare quel gesto. Lo ha fatto solamente una volta quando mi sono allontanata per rispondere al telefono. Penso di sapere cosa potrebbe essere la causa di questi gesti ma credo, arrivati a questo punto, che avere un consiglio da parte di un esperto possa essere meglio. Chiamo così Hopper e lo faccio venire qui in ospedale. Osserva la bambina e i suoi atteggiamenti per un po’ prima di dirmi che  concorda con me. Chloè vuole solamente un po’ di coccole e richiama così la nostra attenzione. Posso finalmente tirare un sospiro di sollievo e ridere di nuovo. Sta bene, non ha niente a livello di salute che non va.
- Emma non vedo altri impedimenti per non rimandarvi a casa. Fammi sapere come va in questi giorni.
- Grazie per la disponibilità whale, gentilissimo come sempre.
- Figurati! Avanti, andare a casa ora.  Non voglio più vedervi - disse ridendo.
Torniamo finalmente a casa nostra dopo tre giorni di pura agonia. Archie ci ha dato dei consigli su come aiutare la piccola a non commettere più quei gesti e iniziamo a seguirli seduta stante. Il primo giorno coccole per lei  quasi 24 h no stop, dal secondo in poi sempre un po’ meno fino a tornare alla nostra normale routine. Risultato? Chloè sembra fialmente tornata in se. Ora che finalmente sta bene posso prendere atto di una cosa di fondamentale importanza: Chloè ha i poteri. Sapevo già che ne era in possesso, ho avuto un assaggino quando ero ancora incinta di lei, ma non pensavo che li avrebbe manifestati così presto. Leila ha iniziato a manifestarli a 3 anni e bene o male qualcosina di quello che le dicevo capiva,  Chloe ha a malapena otto mesi invece e di tutto quello che dico capisce solo mamma, papà, pappa e ninne. Mi spaventa il potenziale di questa bambina: è riuscita a salvare la vita a me e killian così senza pensarci... cosa potrebbe mai fare adesso? Non lo so e non ci voglio neanche pensare. L'unica cosa che so è che devo iniziare seriamente a preoccuparmi.  

 
Note dell'autore
Ai ai aiiiiiii! Qualcuno qui ha iniziato a dare delle serie preoccupazioni a mamma e papà ehehehehehheeh. Sarà stato solo un caso isolato o questa piccola signorina è in realtà una vera e propria birbantella? Come avrete potuto capire dal titolo ci sarà una seconda parte per questa storiella, non sarà un vero e proprio seguito ma si parlerà comunque di eventi legati alla piccola Chloè. So che sto scrivendo delle one shot ma questo capitolo sarebbe stato  troppo lungo se non lo avessi diviso in più parti. Spero che non sia un problema e che vi stiate divertendo a seguire le vicende di questa stramba famiglia.
PS scusate gli errori ma non ho avuto modo di ricontrollare il tutto. 

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Capitolo 8
*** Piccola birbante (parte 2) ***


POV KILLIAN

Ed eccomi qui... finalmente a casa dopo un lungissimo week end fuori porta.  Come al solito c'è stata un'emergenza al porto e come facilmente prevedibile i miei uomini hanno chiesto il mio aiuto. Il risultato finale? Ho dovuto intraprendere un viaggietto oltreoceano per sistemare i loro casini. Fortunatamente la questione non si è prolungata e posso così finalmente tornare a casa e riabbracciare mia moglie, Henry e le mie due piccole principesse. Quanto mi sono mancate... Non perdo altro tempo e mi affretto ad entrare in casa, eccola li, seduta sul nostro divano intenta a compilare qualche fascicolo che ha portato sicuramente dalla stazione. E' meravigliosa...
- Ciao amore mio! - le dico delicatamente per non spaventarla.
- Killian... - risponde sicura senza neanch voltarsi. 
- Si amore, sono tornato! -non ho neanche il tempo materiale di terminare la frase che eccola che me la ritrovo addosso che mi bacia con impazienza. Mi lascio trasportare dalle sue labbra fino a quando non siamo costretti a dividerci per riprendere fiato.
- Mi sei mancato da morire! - mi dice guardandomi negli occhi
- La cosa è reciproca amore! - la tengo ancora stretta a me. - I bambini?
- Henry è da Regina, Leila è di sopra che sta giocando mentre Chloè fortunatamente dorme. - mi fa il seno della vittoria con le dita.
- Che c'è, ti ha dato il tormento? - chiedo curioso
-  C'è che tua figlia da quando ha scoperto la magia da i numeri! Lo sai cosa ha avuto il coraggio di fare oggi? Ha visto sua sorella fare un disegno e ha così deciso di imitarla. Quando sono entrata nella sua cameretta ho visto un pastello volante, comandato da lei, scarabocchiare l'intero muro. L'ho richiamata e lei sai cosa ha fatto? Ha cominciato a dire mamma mentre batteva le manine tutta felice contenta della sua opera d'arte. - devo ammettere che è molto divertente immaginare la scena e non posso far altro che ridere. - Non c'è nulla  da ridere Killian, questa è una cosa seria!  Non so come farle capire che la magia non va usata in questo modo. Potrebbe essere pericoloso!
- Tutte queste preoccupazioni per un muro disegnato amore?
- Oggi è il muro, ma domani? Tra un mese? Non sappiamo fino a cosa si spingerà. E' troppo piccola Killian... se usa la magia come se nulla fosse adesso, cosa farà quando avrà due anni?
- Lo so... è un po presto ma non possiamo farci nulla, è la sua natura. Affronteremo tutto a tempo debito, insieme. Ok? - sta per rispondermi ma le parole le muoiono in bocca quando sentiamo un rumore assordante provenire dal piano di sopra. 
- Che diamine è stato? - leggo la preoccupazione nei suoi occhi. Come me i suoi pensieri vanno in primo luogo alle nostre bambine, ci diriggiamo con gran velocità al piano di sopra e vedamo venirci in contro una Leila spaventata e in lacrime.
- MAMMAAAAAAA!!! PAPA'A'A'AA'!!!!! 
- Amore mio che è successo? Che ti sei fatta! - le dice sua madre vedendo un taglio sul suo braccio.
- Mi fa maleeeeeeeeeeeeeeeeee!!!! -continua a dire tra i singhiozzi.
- Stai tranquilla, adesso ci pensa la mamma ma prima dimmi: dov'è tua sorella.
- di la! - indica giustamente la cameretta di Chloè. Emma con in braccio Leila e io ci diriggiamo a passo sostenuto verso la camera indicata dalla bambina e prendiamo atto di quello che è accaduto.
- Te lo giuro mamma, non sono stata io!!!! - mi dice indicando la libreria della stanza finita misteriosamente a terra. - Ti prego non ti arrabbiare con me. 
- Che cosa è successo? - le chiedo io avvicinandomi a tutto quel casino
- E' stata lei! - indica Chloè che in questo momento se ne sta seduta di spalle a noi e sta facendo a pezzi un libro arrivato nel suo lettino magicamente. - Credo volesse prendere un libro ma la libreria ha iniziato a tremare ed è caduta a terra. Io ero qui che stavo disegnando e ho visto tutto! Ho avuto paura.
- Posso immaginare... è stato solo un incidente tranquilla. La cosa importante è che tu stia bene. 
- Non sto bene, Mi fa maleeeeeeeeee!!!!! Mi fa male il braccioooooooo!!!!!!!  - si lamenta dopo aver dato un ulteriore sgardo al taglietto che ha. E' una ferita superficiale che molto probabilmente si è procurata sbattendo a qualche angolo per lo spavento. Sono sicuro che è la paura a farla piangere e non la ferita. Lancio un'occhiata veloce a Emma che mi capisce al volo.
- Amore, adesso la mamma va a prendere il didinfettante così puliamo la ferita e poi mettiamo un bel cerottino ok?
- No mamma!!!! Mi curi con la tua magia? Per favore!
- Ma cos'è? La magia è diventata un chiodo fisso in questa casa? Amore mio, non c'è assolutamente bisogno della magia per questo.
- Non ci voglio andare alla festa di Robin con questo tagliooooooo!!!! - inizia a piagnucolare. - E' brutto! Non mi piace.
- Lo avevo completamente dimenticato! - vedo Emma alzare gli occhi al cielo. - C'è la festa di Robin oggi!
- Mamma per favoreeeeeee!
- E va bene, ma andiamo di la! Non vorrei che a tua sorella venissero strane idee.
Spariscono in bagno per qualche minuto e quando tornato sembra che leila si sia decisamente calmata, la mandiamo a giocare nella sua stanza e nel mentre cerco di parlare con mia moglie che è entrata in modalità panico.
- Emma, è stato un...
- Incidente? - finisce la frase lei e io annuisco.  - La libreria caduta può darsi, ma il fatto di prendere questo? - mi dice prendendo il libro dal lettino di Chloè per evitare di farle mangiucchiare ulteriormente le pagine - Questo non è stato un incidente. Lo ha fatto di proposito!
- E' solo un libro.
- Un libro che per poco non ammazzava l'altra tua figlia! Ti rendi conto Killian? Non posso vivere nella paura che per giocare faccia del male a qualcuno. 
- Lo so... lo so... - l'abbraccio - Da oggi in poi cecheremo di stare più attenti e se proprio si dovesse verificare qualche altro incidente allora penseremo al da farsi ok?
- Speriamo non succeda altro...
- Mamma, posso mettere questo per la festa? - ecco leila entrare nella stanza di chloe con un abbigliamento a dir poco improponibile
- Ecco! questo  è il genere di cose di cui dovremmo preoccuparci maggiormente adesso - dico - E' fuori discussione bambolina, qulla gonna è illegale! Chi te l'ha comprata?
- La mamma! - risponde sorridendo mentre si lanciano un'occhiata d'intesa.
- La mamma deve smetterla di fare questi acquisti poco idonei! Vero Swan?
- Non fare il papà geloso, non abbiamo tempo. Vai a vestirti mentre io preparo questa piccola diavoletta - indica Chloè - Non vorrai far tardi al primo incontro con i consuoceri!
- Consuoceri? Non stiamo andando al compleanno di Robin? E poi scusa.... chi sono questi consuoceri? - mmh... questa storia gia non mi piace.
- Belle e Gold naturalmente! - mi dice ridendo sapendo quanto non mi piaccia il fatto che mia figlia abbia una simpatia spiccata verso il loro figlioletto. 
- Non dirle neanche queste assurdità, Leila non...
-  Si si si... tutto quello che vuoi ma sbrigati! - esce dalla stanza portando entrambe le bambine con se e lasciandomi con un senso di gelosia interiore non indifferente.
***

POV EMMA

- Eccovi finalmente, stavo iniziando a preoccuparmi!
- Zelina scusaci, davvero, ma abbiamo avuto un imprevisto. 
- Tranquilli, l'importante è che siete qui adesso, Robin mi ha tolto la pelle: Quando arriva Leila? Quando arriva Leila? Quando arriva leila? - le fece il verso - Mi stava mandando ai matti.
-LEILAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! - Ecco far capolino dalla sala dove si stava tenendo la festa Robin. - Leila sei arrivataaaaaaaa! Corri vieni a giocare. - Non le da neanche il tempo di ricambiare il saluto che la prende per mano e la trascina con se.
- Visto? Non vedeva l'ora! - mi dice alzando gli occhi al cielo  per poi guardare Chloè - E questa piccola signorinella invece? Già dorme? 
- Menomale che dorme guarda.
- Dal tuo tono di voce deduco che sia tremenda?
- Non tocchiamo questo tasto per favore... - ci penso un momento - Anzi si! Toglimi una coriosità! A che età Robin ha iniziato a sviluppare i suoi poteri?
- A dire il vero non l'ha ancora fatto e credo che a questo punto non lo farà più. Penso proprio che abbia preso dal suo papà.
- Grandioso no? - dico scoraggiata - Poteva mai succedere che i figli della salvatrice nascessero senza magia? Nooooo ma che stiamo scherzando? La vita è porpio ingiusta.
- Che leila abbia i poteri lo sapevo gia da un pezzo ma che per caso li ha anche Chloè?
- Esatto! E per lei è un gioco continuo. - cerco di far capire tutta la mia frustrazione con quella frase.
- Su questo punto di vista non ti invidio affatto.  - La vedo guardarsi intorno e poi fissare Killian - Che state aspettando, entrate forza! Non vorrete far attendere i genitori del fidanzato di vostra figlia? - gli fa l'occhiolino
- Anche tu con questa storia?  - sbuffa - Mia figlia è solamente mia, nessuno le si avvicinerà.
- Da quello che vedo li giù credo che tu abbia torto - ci indica Leila mano nella mano con Gideon. Killian, si vede dal viso, è infastidito io invece non riesco a far altro che sorridere a tanta tenerezza. Gideon è un bravo bambino, un vero e proprio tesoro. Acche se ha due anni in più di Leila,per lui non sembra essere un problema giocare con lei, anzi... è sempre attento a quello che fa per paura che si faccia male o combini qualche disastro. Non ha proprio niente a che vedere con suo padre. 
- Quel ragazzino non mi piace per niente! Le sta troppo addosso - Killian mi riporta alla realtà con le sue battutine da padre Geloso. Non oso immaginare come potrà essere tra qualche anno quando Leila manifesterà i primi segni da adolescente innamorata.
- Io direi più il contrario! - commento facendogli notare che in realtà è leila a perseguitare Gideon. Tanti passi fa lui, tanti ne fa lei. E' come una calamita.Una piccola calamita bionda. 
- Non mi interessa, la cosa non cambia.
- E' solamente un bambino!
- Si... un bambino che gioca con mia figlia.
- Dove sarebbe il problema?
- Mia figlia è solo mia! - evito di rispondere perchè so già che in caso contrario quella discussione si trasformerà in un vero e proprio affare di stato. Spingo il passeggino con la piccola peste ancora addormentata e insieme ci diriggiamo nella sala dove si sta tenendo la festa. Da lontano scorgo mamma e Regina intente a parlare, ancora non ci hanno visto. Le raggiungo.
- Su chi state spettecolando? - chiedo loro facendole voltare
- Emma tesoro, ciaooo! - mia madre si alza per venirmi ad abbracciare mentre Regina da un'occhiata veloce a Chloè
- Ha finito questa giovane pittrice di manifestare la sua arte? - mi chiede poi
- Si è data alla scultura adesso! - mi guarda dubbiosa - Diciamo che ho una libreria niente male catapultata al centro del pavimento di casa. Da non perdere proprio.
- Ma veramente?
- gIà! L'ha buttata giù per prendere uno stupido libro.
- Potente la mia nipotina. - disse con orgoglio anche se con un pizzico di preoccupazione.
- Tua nipote mi farà morire un giorno di questi.
- Mam...ma! Mam...ma! - ed neanche a farlo apposta ecco che si è appena svegliata. La vedo guardarsi in torno per cercare il mio viso ma viene catturata da tutto quel clima di festa. Per la mia gioia inizia a fare il diavolo a quattro perchè vuole uscire dal passeggino. Sono titubante sul lasciarla uscire... e se dovesse usare la magia e far male a qualcuno? Non ho il tempo di pensare oltre che vedo Regina liberarla da quelle cinte che tanto odia  per metterla a terra. 
- Dai, forza! Fammi vedere dove vuoi andare. - Chloè inizia tutta cotenta a gattonare e raggiunge sua sorella , allunga le manine verso di lei per attirare l'attenzione ma Leila sembra non volerne sapere, si allontana con i suoi amici lasciandola da sola. Chloe naturalmente sentendosi rifiutata inizia a piangere disperata facendo voltare la metà dei presenti.
- Leila Jones! - esclamo io facendola voltare - Ma che modi sono è! - le indico sua sorella.
- Ma mamma! Lei rompe! 
- Non si dice!
- E' vero però! Io voglio giocare e lei mi deve sempre dare fastidio. Io non la sopporto!
- Un’altra parola così e andiamo a casa immediatamente.
- Ma...
- Niente ma! Cerca di comportarti bene per favore.
- E va bene! - la vedo andare in contro a sua sorella e tenderle la mano. Anche Gideon fa lo stesso e insieme passetto passetto attenti a non farla cadere la portano con loro. - avanti nana, ma non combinare troppi guai.
Mi metto seduta su una sedia e le osservo, so che chloe è ancora troppo piccola per stare con loro ma al momento mi preoccupa di più che usi la magia. Spero che stando con sua sorella di distragga e non combini ulteriori casini.
***
La festa sembra procedere indisturbata,  tutti i bambini sono impegnati a fare qualche gioco insieme agli animatori. Chloe è impazzita per la piscina con le palline e non c’è verso di toglierla da lì.
- Signorina che stai facendo è? -  Le chiedo avvicinandomi
- diglielo un po’ alla mamma ? Stiamo nuotando come delle sirenette! - rispose la ragazza che si stava occupando di lei.
- Noto con piacere che tua sorella è sgattaiolata....
- Tranquilla, le ho dato il permesso io, voleva fare un gioco un po’ troppo spericolato per una bimba di nove mesi così le ho detto che avrei guardato tranquillamente io sua sorella.
- Ti ringrazio ma ora la riprendo, credo sia arrivato il momento di farla mangiare. - prendo in braccio la mia furbetta e stranamente non fa nessun capriccio per essere stata interrotta. Molto probabilmente  ha davvero fame. La faccio sedere nel passeggino e mi volto mezzo secondo per prendere il suo omogenizzato dalla borsa quando mi rigiro vedo che con la magia sta cercando di alzare un vassoio pieno di dolcetti.
- Capisco che hai fame ma devi limitarti a questo ancora per un altro bel po di tempo amore! -  le indico il suo barattolino.
- Quello che ho visto ha dell’incredibile! Brava more! - Regina ci ha appena raggiunte
- Regina non incoraggiarla ti prego! - dico esasperata. Non mi sento a mio agio a sapere che una bimba di nove mesi abbia dei poteri magici
- iaaaa! - strilla la piccina
- Che ha detto?
- Lo so, ci vorrebbe un traduttore simultaneo! - rido - Abbiamo dei problemini con la lettera z ma credo che  abbia detto:  zia.
- Mi ha chiamato? - domanda euforica la mia amica - Mi hai chiamato cuccioletta? Zia è davvero orgogliosa di te sai? - la bimba ride
- Dici che riusciremo a gestirla? - chiedo cambiando argomento - La sua magia dico...
- Ma si... a parte l’armadio che credo sia stato un incidente per il resto non ha fatto niente di grave. Stai tranquilla è solo una fase, vedrai che quando si sarà abituata non la userà neanche più.
- Tu dici?
- Lo scopriremo con il tempo. Ora dammi qua - mi prende l'omogenizzato dalle mani - A questa signorina ci pensa sua  zia, tu va a distrarti un po!
Lascio la piccolina a Regina e ne approfitto per controllare Leila, mi avvicino verso il cortile  ma il mio sguardo si posa su Killian più che sulla mia bambina.  Sta parlando con Belle e Gold. Molto strano... Cosa gli starà mai dicendo? Spero nulla per cui dovrò andare a scusarmi.  Aspetto che si allontani da loro e lo raggiungo:
- Cosa gli hai detto? - indico i diretti interessati
- Ho solamente messo le cose in chiaro! - mi risponde con fare ovvio
- Che tradotto invece significa?
- Ho detto a Gold di crescere suo figlio con due regole essenziali. La prima è quello di crescerlo come un bravo ragazzo e non come un malvaggio come lui e la seconda, non per importanza, è che deve crescerlo lontano dalla mia bambina. Non vorrei che avanzasse strane pretese con lei quando sarà grande.
- Killian! 
- Te l'ho detto! E' sempre meglio mettere le cose in chiaro fin da subito.
- Lasciamo stare che è meglio, andiamo da Leila.
***

Qualche ora dopo (POV KILLIAN)

- Allora bambini, chi vuole ascoltare una bella storia? - chiese l'animatore a quella folla di piccoli ragazzini urlanti
- Io!
- iooooooooo!
- iOOOOOOOOOOOOOOOO!
- D'accordo e che cosa volete che vi racconti-? - Le risposte furono molteplici: c'è chi voleva ascoltare storie di pirati, principesse, draghi, orchi e chi più ne ha piu ne metta. Gli animatori per accontentarli tutti decisero di fare a turno e dividerli. Iniziarono con una storia sulle principesse per le bambine e a seguire una storia di mostri e draghi per i maschietti. La cosa più strana in tutto ciò? E' che sono seduto con in braccio la piccola Chloe ad ascoltare la seconda storia, quella dedicata ai mostri. Sembra strano vero? Eppure è così, una volta terminata la storia dedicata alle bambine,Emma ha cercato di portarla via ma è stato inutile, ha pianto come una disperata. Ha provato a distrarla con dei giochi, con delle canzoncine ma niente, voleva restare li ad ascoltare l'altra favola. Ho così dato il cambio a mia moglie ed ora eccomi qui ad ascoltare la storia più orribile di sempre. Non c'è un filo conduttore in questa favola , niente di niente eppure ai bimbi e alla stessa Chloe sembra piacere. Fortunatamente per me questa tortura finisce subito,  I bambini tornano a giocare e io da mia moglie con Chloe urlante tra le braccia che vuole andare a giocare anche lei. L'affidiamo ad una animatrice e ci sediamo insieme ai miei suoceri, Regina, Robin e Zelina a parlare un po.
- Eiaaaaa! Eiaaaaaaa! - sento gridare disperata Chloe
- EI TU! CHE COSA HAI FATTO A MIA SORELLA E'? -  risponde lei immediatamente dopo. 
Bastano questi due scambi di battute per farmi alzarmi da quella sedia, ma prima che riuscissi a raggiungerle ecco che accade l'inaspettato. Tutti i bambini iniziarono a correre dentro e a gridare aiuto disperati. Tra questa folla non vido però nessuna delle mie due bambine. Io e tutta la famiglia ci dirigiamo di corsa fuori per prendere atto di ciò che sta accadendo. Nel cortile c'è un mostro alato che sta minacciando gli animatori che vogliono mettere in salvo Chloe. Leila in tutto questo e vicino a loro che sta cercando di convincere quei ragazzi ad andare via.
- LEILAAAA! - grida Snow facendola voltare. La bambina corre subito verso di noi. 
- Dovete allontanarli! Gli farà del male! 
- Tesoro tranquilla nessuno farà del male a Chloe o a te o a loro, ci siamo noi adesso. Non siete pIù in pericolo. - Provo a tranquillizzarla mentre allo stesso tempo sto elaborando un modo per aggirare qul mostro e portare in salvo l'altra mia figlia che al posto di piangere lo guarda affascinata.
- Io e Chloe non siamo in pericolo, loro si. Se loro si avvicinano a Chloe lui li attacca.
-  Eliminiamo il problema alla radice allora! - esclamò Zelina facendo scomparire quel mostro in una nuvola verde. - Ecco fatto... un mostro da quattro soldi direi, non si è neanche accorto che eravamo qui.
- Lo sapeva però non vi ha considerato una minaccia.
- Ha sbagliato di grosso allora! - aggiunse Regina - Noi siamo una minaccia per chiunque tocchi la nostra famiglia.
- Non siete però una minaccia per Chloè.
- Che centra Chloè?- chiesi io mentre Emma andò a prenderla perchè da quando era sparito il drago aveva iniziato a piangere. Leila aspettò che tornasse sua mamma per parlare.  - Il mostro lo ha creato Chloè.
- Co... cosa??? - chiesi sconvolto per tale affermazione - Non è possibile 
- Si invece, l'ho visto io! Stavo giocando con Gideon e Robin mentre Chloè era con un animatore a sfogliare il libro - Mi indica un libro a terra che mi affretto a prendere - Ho sentito Choè piangere e quando mi sono girata ho visto un bambino che le strappava il libro dalle mani e gli dava un pizzicotto sul braccio.  - Emma per essere sicura che Leila stesse dicendo la verita, alzò  la manica del vestito di Chloe e trovò un piccolo livido.  Dal colore direi che è appena stato fatto.
- Continua! - disse Regina 
- L'ho rimproverato  e anche l'animatore lo ha fatto ma lui continuava a darle fastidio: le ha tirato i codini e messo paura. Poi non lo so come ma Chloè ha allungato le mani verso il libro, il libro è caduto e con una nuvola di fumo azzurro è apparso il drago. 
- O mio dio! - vedo Emma diventare bianca in viso. Se non fosse stato per David che le si portò subito accanto sarebbe caduta con per lo shock con in braccio Chloè.
- Questo non me lo aspettavo proprio! - sospirò Regina mentre sfogliava il libro appurando la tesi di Leila: il drago era sparito dal libro. - Dobbiamo rispedirlo qui dentro il prima possibile. - sentenziò -  Zelina, dove lo hai mandato?
- A Oz! E' l'unico posto che mi è venuto in mente
- Inverti la magia e riportalo qui, non può restare libero.  Se Chloè lo ha mandato qui con il compito di proteggerla, lui distruggerà tutti fino a quando non la ritroverà.
- No no noooo, non sta succedendo a noi! -  sento dire da Emma ormai impanicata.
- Emma amore, perchè non porti le bambine di la a giocare così magari Chloe si distrae un po e smette di piangere?  -non ha risposto, forse non mi ha neanche sentito. Se ne stava li con la piccola in braccio a guardare il vuoto. 
- Ci penso io!  Emma, dalla a me! - disse Snow per poi portare le bambine lontano da tutto quel caos.  
Zelina e Regina non impiegarono molto a riportare il mostriciattolo nel luogo di provenienza. Quell'essere, come già precedentemente annunciato da Leila,  non ci vedeva come una minaccia quindi le fece agire indisturbate.  Regina gli si avvicinò e  lanciò un incantesimo catapultandolo nuovamente nella sua dimensione. Tirammo tutti un sospiro di soglievo. Tutto sembrava risolto... o quasi tutto. Ci strava sfuggendo una piccola cosa: Chloe e la sua magia. Ormai aveva ragione Emma... non potevamo più continuare così. Credo che anche lei stesse pensando la stessa cosa perchè da quando Leila ci ha racconato tutto lei aveva smesso di parlare e interagire. 
- Ci lascereste due minuti da soli? - chiesi al resto della famiglia che senza domande tornò alla festa.  - Amore!!! - l'abbracciai e in quell'esatto momento lei scoppiò in lacrime
- Non ce la faccio piu... - mi disse - Poteva finire in tragedia.
- Shhh.. - cercai di placare i suoi singhiozzi - E' finita bene fortunatamente, non pensare a cosa sarebbe successo se... Stanno tutti bene. Chloe e Leila stanno bene, non c'è niente più importante di questo.
- E se si ripetesse? Killian, nostra figlia ha un potere superiore alla norma per l'età che ha, non possiamo sottovalutare la cosa. So per certo che non è una bimba malvaggia, non mi preoccupo per questo,  ma so anche che è roppo piccola per capire. Potrebbe combinare seri guai senza che se ne renda conto. Cosa faremo in quel caso? Non possiamo permettere che la sua anima venga macchiata a causa di gesti di cui non conosce il significato. Non riuscirei a perdonarmelo.
- Hai ragione amore, dobbiamo fare qualcosa... ma cosa?
- L'unica soluzione secondo me è parlare con...
- No, con Gold proprio no! Non ci pensare neanche, non metterò mia figlia nelle sue mani!
- In realtà stavo pensando di chiedere aiuto a Regina o a Blue! - mi risponde lei bloccando il mio monologo
- Meglio Regina che la fatina variopinta! - riesco a strapparle un sorriso finalmente - Andiamo dentro dai!

POV EMMA

Ancora sconvolta per l'accaduto tornai dentro dalla mia famiglia insieme a Killian. Era il momento della torta. Tutti, grandi e piccini, erano  concentrati su Robin che soffia le candeline. L'unica che se ne stava in disparte e a debita distanza era Regina.  Vuole un bene dell'anima a quella bambina  ma fa ancora fatica a vedere, anche se in rari momenti, Zelina e Robin Senior vicini.  Presi la palla al balzo e la trascinai in un angolo poco affollato
- Lo so che sono un'insensibile, che non è il momento e tutto quello che vuoi tu ma... Ho bisogno di te!
- Sapevo che saresti venuta prima o poi e tranquilla, io sto bene! - mi sorride - E' per Chloè giusto? - 
- Si!
 - Come immaginavo.
- Allora  dimmi che hai già pensato a qualcosa!
- No... o almeno non sono ancora riuscita a trovare nulla che non comporti il toglierle i poteri definitivamente.  Non credo tu voglia questo giusto?  - mi vide riflettere a quella possibilita
- Beh...
 - EMMAAAA! - mi rimproverò - Non pensarlo neanche, è nella sua natura avere la magia! possiamo trovare un qualcosa che la limiti in qusto periodo ma non di più. Sarebbe uno sbaglio togliergliela. 
Non aveva tutti i torti... è il suo destino e non avremi mai potuto farci nulla - Hai ragione. E' che sono preoccupata.
- Dammi qualche giorno per pensarci ok?  Troverò un modo per aiutarla senza intralciare la sua natura.
-Grazie! Gazie di cuore.
- Figurati! Torniamo di la o si preoccuperanno. 
Con il cuore un po piu sollevato aspettammo la fine della festa dopodichè tornammo tutti a casa. Misi le bimbe a letto e raggiunsi Killian nella nostra stanza.  Mi addormentai subito. Nonostante tutte le mie angosce inerioti  riuscii a prendere sonno facilmente. Quel senso di pace non  durò a lungo però, in piena notte ricevemmo una chiamata: Regina
- Regina che su.... Arrivo! - mi alzai di scatto dal letto, accesi la luce non curanmte che Killian stesse ancora ripsando e iniziai a vestirmi.
- Amore che succede! - chiese assonnato
- Era Regina, ha trovato una soluzione. Dobbiamo andare! Vestiti. - gli lanciai un paio di jeans e una maglia
- Non possiamo aspettare domani?  le bimbe stanno dormendo, sarebbe un peccato svegliarle.
- Tranquillo, sta arrivando Henry per controllarle, avanti muoviti!
Arrivammo da Regina quaranta minuti dopo e trovammo anche il resto della famiglia ad asettarci
- Allora? Cosa hai escogitato? - chiesi senza convenevoli
- In realtà niente, il merito va tutto  a Snow e Zelina. - la guardai interrogativa - Dopo la festa sono venute entrambe a casa mia per aiutarmi a trovare un modo per  gestire la magia di tua figlia,  ma invece di collaborare si sono messe a litigare.
- Non capisco...
- Dal loro litigio è nata la soluzione giusta.
- Spiegati meglio! - chiese a quel punto Killian 
- Snow ha detto a Zelina, mentre stavano battibeccando, che quando eravamo a Camelot e lei era senza magia per via del bracciale  le cose per noi erano di gran lunga piu facili.  Da li ho avuto l'idea perfetta. Il bracciale è l'idea!
-  E' un po' abbominevole quel bracciale ma almeno conserverebbe i suoi poteri fino a quando non sarà pronta per utilizarli. Potrebbe essere un'idea... che ne dici cara? - mi chise
 -  E' un po un' atrocità mettere un bracciale del genere su una bambina così piccola ma se è l'unica opzione che abbiamo ok, sono d'accordo anche io.
- Ho pensato anche a questo e... guardate qui? - tirò fuori dalla tasca un braccialetto da bimba color lilla con un piccolo ciondolo a forma di cigno  a dir poco stupedo - Che ne pensate? Ho riprodotto la magia di questo - mi indicò il bracciale  nero - Su questo. E' un po' più leggero come incantesimo ma per Chloe dovrebbe andar bene. 
- E' fantastico Regina, lo adorerà!
- Allora prendilo e fammi sapere come va! - mi consegnò il braccialetto dopodiche ne tiròfuori un'altro identico solo che  giallo. - Questo è per Leila.
- Non vogliamo togliere i poteri a Leila! Sa controllarli bene, anche meglio di me forse - dissi 
- Questo non ha nessun incantesimo sopra, ma servirà per evitare gelosie del tipo:"Mamma mamma perchè a Chloè avete regalato un braccialetto e a me no?" - le fa il verso. - Meglio evitare la rivalità tra sorelle!
- Hai ragione anche su questo! - dissi ridendo - Grazie Regina, mamma, Zelina. non so davvero come sdebitarmi.
- Sei mia figlia tesoro, per te questo ed altro! - disse mia madre
- Basterà portare almeno una volta a settimana Leila a casa per giocare con Robin. - aggiunse Zelina
- Fin qui tutto ok... Regina, qualce pretesa più grande?
- Mmmh si! Ti sdebiterai con me quando Chloe sarà più grande e la porterai da me per le lezioni di magia. - rise
- Mi sembra un ottimo compromesso! -Affare fatto!
***
La mattina seguente ci fu la prova del nove. Mi alzai, preparai la colazione, sistemai casa e insieme a Killian aspettammo che le bimbe si svegliassero. Una volta in piedi consegnai loro i braccialetti. Erano entrambe felicissime ma sapevo che se il bracciale avesse avuto effetto quella felicità sarebbe durata poco sopratutto per una delle due. Era giunto il momento della verità. 
- Ora facciamo un gioco - guardai prima killian e poi Leila - Mi raccomando - le dissi - E' una cosa che non dovrai ma più fare se non sotto mio consenso ok?
- Va bene mammina cosa devo fare?
- Usa la magia, prendi quel bel pennarello e disegna sul muro.
- Mamma ma... - mi chiese titubante. Sapeva come la pensavo sullo scrivere sui muri, per lei era alquanto assurda come richiesta.
- Tranquilla, poi lo cancellero, ma devo vedere una cosa. - Ci pensò su, non capendo se stessi scherzando o meno,  ma alla fine fece quello che le avevo chiesto. Chloè iniziò a battere le manine per poi cercare di imitare sua sorella. Allungò sicura le mani verso il pennarello ma questo non si mosse di una virgola.
- Funziona direi! - mi sussurrò all'orecchio Killian
- Aspetta! -  Per essere ancora più sicura che il braccialetto stesse facendo effetto mentre lei ritentò feci muovere il pennarello con la mia magia fino in direzione del muro facendole credere che fosse stata lei, quando la vedo che con le manine sta dando il comando al pennarello di disegnare lascio la presa sull'oggetto lasciando il controllo a lei. Risultato? Il pennarello cadde a terra. Se da una parte ero felice di aver risolto almeno per il momento il probema, dall'altra mi intristii subito sentendo Chloè piangere.
- No amore di mamma non fare così... non è successo niente. - Le dissi cercando di calmarla ma era disperata.  Per un attimo mi sentii quasi in colpa per quello che le stavo facendo e fui tentata di strapparle il braccialetto  ma poi ripensai al giorno precedente: Lo stavo facendo per lei. Non era una soluzione definitiva avrei potuto ridarle i poteri in qualsiasi momento. Il bracciale ci serviva per precauzione per non farla mettere nei guai. 
Pianse per delle ore e nonostante non riuscisse ad utilizzare la magia tentò comunque numerose. Mi stava facendo una tenerezza assurda.
- Mamma, Choè vuole disegnare perchè non ci riesce? Non ha più la magia? - mi chiese Leila ignara di tutto il resto.
- E' già,  niente magia per ora... - vido che si intristisce anche lei - Tranquilla amore, non è una cosa brutta, è troppo piccolina per averla. Le tornerà quando sarà un pochino più grande.
- Ma adesso è triste però! Non voglio vederla triste... che possiamo fare? 
- Lo so tesoro ma... -idea! - Forse ho trovato un modo per farla sorridere. - mi alzai e andai a prenderla dalle braccia di Killian per poi portarla vicino al pennarello che le era caduto a terra. - Avanti Chloè, facci vedere l'artista che è in te. - Come se avesse capito le mie parole gattonò con il pennarello nella mano fino al muro. Si aggrappò ad una sediolina per tenersi in piedi e iniziò a scarabocchiare il muro. I singhiozzi lasciarolo ben presto spazio ai suoi gridolini di gioia. 
- Mamma ci sei riuscita! Sta ridendo! - disse Leila tutta contenta.
- Si ma adesso vai a prendere un foglio e aiutala a disegnare li! - Certo... non sarà stata sicuramente un azione educativa quella di farla scrivere sul muro; avrei dovuto sicuramente ripulire i muri dai suoi capolavori per i futuri due mesi fin quano la sua vena artistica non sarebbe stata sostituita da altro  ma al momento non mi interessava.  C'era una cosa che mi premeva di più: la sua felicità! Volevo vederla felice. 

 
Note dell'autore: 
I'm so sorryyyyyyyyyy!!!!!!!!! Lo so ci ho messo un po ad aggiornare ma tra le feste e il lavoro è stato impossibile. Sto pubblicando il capitolo ora anche se non sono propriamente soddisfatta. Mi scuso in anticipo se non dovesse essere di vostro gradimento. Prometto di farmi perdonare nei capitoli futuri. Che dire? Chloè aveva un potere troppo grande per essere lasciato indisturbato,Emma e Killian secondo me hanno preso la decisione migliore: privarla dei suoi poteri fino a quando non sarà abbastanaza grande per capire. Voi che ne pensate? Conoscendo la piccoletta e la sua spigliatezza non escludo che possa riaverli per gli inizi della scuola elementare. eheheheheh alla prossima.
Ps. scusate per i numerosi errori che troverete leggendo, ripeto non sono soddisfatta di questo capitolo e di conseguenza ho dato solamente una controllata generica. Potrete mai perdonarmi? ;)
Non so se riuscirò a pubblicare un nuovo capitolo prima del 31, se così non fosse colgo l'occasione per augurare a tutti voi uno splendido 2018.

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Capitolo 9
*** Incomprensioni ***


POV EMMA

- Emma tutto ok? Sento mia madre dirmi improvvisamente...
- Emm... si certo, perché?
- Sei strana... assente oserei dire.
- No no figurati, mi sono giusto distratta un attimo. Cosa stavi dicendo?
- Stavamo discutendo gli ultimi dettagli. -  disse tutta euforica prendendo la sua lista - Allora: la torta? L’avete ordinata?
- Si.
- Il catering a Granny?
- Si
- Chi si occupa della musica e dell’animazione? - La guardai perplessa e lei lo capì - Perché mi guardi in questo modo?
- Davvero mamma? L'animazione?  E'la festa di una bambina di un anno, non ti sembra di esagerare? Che vuoi che ne sappia Chloè di intrattenimenti e musica. Il suo massimo del divertimento sarà quello di spalmarsi la torta sul viso.
- È la sua festa! Tutto deve essere speciale.
- A che scopo? Neanche lo ricorderà! Io credo che una cena tra pochi intimi sia più che sufficiente per festeggiare l'avvenimento. Pensaci... per Leila abbiamo organizzato una festa cittadina quasi è Lei neanche se la ricorda. Pensi che per Chloe le cose possano essere differenti?
- Mettiamo anche il caso che non se la ricorderà... perché non fargliela ugualmente? È una bambina, si divertirà. - non sono assolutamente convinta ma a lei sembra non importare - Su avanti... continuiamo:la lista regali?
- Questo proprio no! Non dirò di certo alle persone cosa regalare a mia figlia - la vedo sbuffare rassegnata. È difficile gestire mia madre, sopratutto quando si mette in testa una cosa. Non sono dell’umore di organizzare una festa perché non lo riesce a capire? Si ok, Chloè è mia figlia e merita una festa per il suo compleanno ma stavo pensando ad una piccola cenetta tra di noi non una festa nazionale.
- Ho capito! - la sento dire in modo da riportarmi alla realtà - Ci penserò io! Farò tutto io tu non dovrai preoccuparti di nulla.
- Ma dai mamma... non ti sarai mica offesa?
- No tesoro, però voglio regalare una festa di compleanno con i fiocchi a mia nipote. Lasciamelo fare.
- Come vuoi! 
- Ma-ma! - Mi sento chiamare.  Mi giro e trovo chloè arrampicata nel suo box che mi fissa mentre con una mano tiene si mette in  bocca uno dei suoi giocattoli
- Amore della mamma! - la prendo in braccio.
- Ma-ma gande io!
- Si amore, sei grande ormai! Tra due giorni spegnerai la tua prima candelina! - ma quanto può essere dolce?
- Gande ome eia!
- Si sì! - Le dico sorridendo. È proprio una signorinella ormai, pestifera come pochi questo è da dire ma è pur sempre il mio amore. Se non fosse per lei, Leila e Henry che mi danno forza, in questo momento sarei una donna persa.
- Ma ma! - mi riporta alla realtà. - Ma ma ninne! - Mentre me lo dice noto che si sta stropicciando gli occhietti.
- Andiamo a metterci il pigiamo signorinella ok? Saluta la nonna che andiamo su!
- tao! - Le dice e mia madre come al solito si commuove
- Buonanotte amore di nonna! Fai bei sogni.
Accompagno Chloè di sopra, la preparo per la notte e la metto a letto. Aspetto che si addormenti dopodiché passo a controllare anche l’altra peste di casa. Pensavo stesse giocando ma sembra essere crollata presto anche lei. Le rimbocco le coperte dopodichè scendo nuovamente al piano di sotto dove mia madre mi sta ancora aspettando. Non mi da neanche il tempo di entrare in cucina che inizia il suo interrogatorio
- Sei strana si può sapere che sta succedendo?
- Niente mamma perché?
- Perché non è da te comportarti in questo modo! Sei assente, sembra che non interessarti nulla e come se non bastasse hai saltato le ultime cene di famiglia... è evidente che c’è qualcosa che non quadra!
- Ma ti pare? Non siamo venuti  semplicemente perché  ho preso l’influenza e successivamente l’hanno presa le bambine. Tutto qua.
- Mmm e che mi dici sul fatto che non vuoi organizzare questa festa?
- Non ho detto questo... volevo solamente fare una cosa ristretta,  ma visto che ci tieni tanto ok! Faremo una festa di paese!
- Mmm non sei convincente per niente...
- Davvero mamma è tutto ok. Stai tranquilla.
- Lo spero... ma sappi che per qualsiasi cosa io ci sono sempre.
- Lo so mamma grazie - mi abbraccia e io ricambio. Vorrei davvero fare due chiacchiere con lei ma so anche che per il momento è meglio tenere tutto per me.
- Ora ti lascio... è tardi!  Tuo padre con tuo fratello mi staranno aspettando. Salutami killian ok? - annuisco - A proposito: dov'è?
- E' al porto! Doveva finire di sistemare la Jolly! Sarà qui a momenti! - mento spudoratamente e mi sento immediatamente in colpa per averlo fatto. Non ho la più pallida idea di dove sia in realtà killian e se proprio vogliamo essere sinceri neanche mi interessa saperlo. Non mi faceva arrabbiare così dai tempi che ci odiavamo. Vedo mia madre lanciarmi un’occhiata furtiva e uscire di casa.  Sistemo la cucina, porto un paio di coperte e un cuscino in salotto per quel disgraziato dopodiché vado in camera e mi metto a dormire. Anche questa giornata è ufficialmente terminata. 
***

Il mattino seguente da Granny's (POV REGINA)

- Si ok ma ancora non riesco a capire... se avevamo appuntamento alle dieci con Emma perché mi hai fatto venire adesso?
- Ho bisogno di parlarti proprio di Emma. Ti ricordi quando ti ho detto che sospettavo ci fosse qualcosa che non andava? Beh avevo ragione a quanto pare.
Eccola che ricomincia... è più di una settimana che va avanti questa storia. E' vero, Emma non si è presentata a due delle nostre rimpatriate ma con due figlie piccole la vedo anche fattibile come cosa, sua madre a quanto pare no. - E sentiamo cos'è che hai scoperto?
- Ancora nulla ma ti sembra normale che non voglia festeggiare il compleanno di Chloe?
Mmm questo non è da lei - Ha detto proprio così? - le domando sapendo che è solita  ad ingigantire le cose
- Ha detto che preferisce fare una cosa ristretta... tze... ti sembra una cosa normale?
- C’è differenza tra non voler festeggiar e fare una cosa ristretta. Possibile che tu debba sempre allarmarti?
- Ti dico che c’è qualcosa che non va! Conosco mia figlia.
- E io ti dico che sei esagerata! - il ronzio della vibrazione del mio cellulare mise fine a quell'infantile battibecco. Prendo il telefono e controllo chi mi ha scritto - E' tua figlia - le dico per poi leggete ad alta voce il suo sms:

" Sono in ritardo lo so! Piccolo inconveniente... Cominciate pure senza di me, appena posso vi raggiungo!"
- Vedi?
- Cosa Snow? Cosa! Ha fatto tardi e allora? Ci possono essere mille spiegazioni per un ritardo tra cui quella che ha fatto le ore piccole stanotte con il suo "focoso" maritino!
- Quello poco ma sicuro! - Commentò ridendo anche lei - Però non sto comunque tranquilla... - sospiro - dai, non perdiamoci in chiacchiere... abbiamo una festa da organizzare!
Passò un'oretta all’incirca, avevamo messo a punto più o meno l'intera festa ma di Emma neanche l’ombra ancora. Ecco  che il mio telefono inizia nuovamente a vibrare . Una chiamata questa volta, il mittente è sempre lo stesso. Rispondo:
- Allora? Si può sapere che stai facendo di così importante? - non ottengo subito risposta ma quando la voce dall’altro capo del telefono si fece sentire rimasi perplessa.
- Zia... 
- Leila? - chiedo
- Zia.... - ripete. Mi accorgo subito dalla voce che c’è qualcosa che non va: sta piangedo
- Amore mio che succede?
- Ho paura.... mamma e papà stanno gridando tanto... si dicono parole brutte!
Ma stiamo scherzando?  - Tu dove sei cucciola? 
- Mi sono nascosta in bagno, ho trovato il tuo numero con la magia... non volevo usarla ma non so leggere, non sapevo come trovarti... ho tanta paura!
- Piccolina mia, stai tranquilla non sta succedendo nulla.
- Invece sì! Papà sta gridando alla mamma! Io...io non voglio. - Non riesco a credere alle mie orecchie - Zia mi vieni a prendere? Non voglio stare qui da sola.
Mi prendo un attimo per pensare...  non è carino piombare in casa altrui sopratutto se sai che c'è qualche battibecco in corso però come posso lasciare una bimba cosi piccola... anzi due, da sole?-Facciamo così: mentre io ti raggiungo perchè tu non esci dal bagno e vai dalla sorellina?
- Va bene - mi dice singhiozzando. - Sto andando adesso. - Povera stellina mia ma che avranno da litigarsi  quei due? Riesco a sentire le loro voci in lontananza anche attraverso il telefono, lo credo bene che Leila sia spaventata. - Fatto! Sono nella cameretta di Chloè
- Brava! Gioca un po con la sorellina, io arrivo subito.
- Non puoi venire con la magia? - mi chiede innocentemente.
- No tesoro, non è corretto entrare in casa altrui senza annunciarsi.
- Fai presto però.
- Sarò lì tra qualche minuto. - Riaggancio e guardo snow
- Era Leila? - mi chiede perplessa
- Si! A quanto pare avevi ragione te. Emma e Killian stanno litigando di brutto e la piccola si è spaventata.
- Stanno litigando... con le bambine in casa? Ma sono matti?
- Non lo so ma ho intenzione di andare a casa loro, prendere le bambine per portarle via da lì, dopodiché tornerò li e parlerò con quei due. - Faccio per alzarmi ma vedo Snow imitare il mio gesto e seguirmi.  La guardò interrogativa
- Vengo con te!
- E' fuori discussione!  Ho bisogno che tu tenga le bambine mentre io parlerò con loro. Aspettami qui, faccio in un minuto.
Mi metto in macchina e raggiungo l’abitazione di Emma e Killian... incredibile, non riesco a comprendere cosa dicono ma posso sentire le loro voci anche da qui. Spero proprio abbiano una motivazione valida per comportarsi in questo modo.
***

POV KILLIAN

Niente da fare, quando mia moglie si mette una cosa in testa non c'è ragione che tenga. Pensavo fosse cambiata, pensavo di essere finalmente riuscito ad abbattere i suoi muri ed invece? Rieccoci nuovamente da punto a capo.
- Tu ti sei mangiata il cervello mi sa! -  Le dico ormai esasperato cercando di spronarla - Ma ti senti quando parli?
- Io si... ma tu? Sei te quello che ha dato di matto mica io! Io ho solamente espresso il mio parere.
- Non puoi semplicemente  esprimere "il tuo parere" senza che io non dica la mia. Sopratutto se la cosa riguarda anche me! Non posso ancora pensare che tu abbia davvero detto quello che ho sentito. Ti conviene cambiare idea...
- O cosa? - mi interrompe
- Emma ma per la miseria... hai almeno capito di cosa stiamo parlando? Io credo proprio di no. Stai trattando questo argomento con la stessa facilità e superficialità con cui si sceglie che film vedere al cinema.  
- Ok cambio atteggiamento allora...  Hai provato solo per un secondo a metterti nei miei panni? 
- Ancora? Ti ho già detto quello che penso è non ho intenzione di cambiare idea!
- Fai come ti pare!  - la vedo allontanarsi e borbottare nel mentre qualcosa sicuramente riferito a me.
- Scusa, scusa, scusaaaaaa... potresti ripetere?
- Certo! Ho detto testuali parole: Ma che razza di uomo ho sposato?
- Pureeee???
-  Il killian ke conosco mi avrebbe capita è supportata.
- Ci sono dei limiti a tutto però.
- Bene! L’importante è saperlo.
Veniamo interrotti dal suono del campanello. Vedo Emma indossare uno dei suoi migliori sorrisi e andare ad aprire. E' Regina.  
- Non c’era bisogno di venire fino qua, ti ho scritto che avrei ritardato. Ti è arrivato il mio messaggio vero?
- Se vengo chiamata per un’emergenza sono costretta a venire non trovi?
- L’hai chiamata? - mi dice arrabbiata
- Non ho chiamato proprio nessuno! - rispondo a tono
- La volete smettere di inveirvi contro??????? Mi ha chiamata Leila. L’avete spaventata... ma si può sapere che avete da urlare tanto?
- Sono affari che non ti riguardano! - le rispondo seccato.
- KILLIAN! 
- Mi riguardano dal momento in cui vengo chiamata da una bambina in lacrime spaventata perche i suoi genitori stanno urlando. 
- Grazie per essere passata Regina, è carino che tu ti sia preoccupata per Leila ma non c'è nulla di cui preoccuparsi. A  Leila pensiamo noi, puoi tornare a casa! - le dice Emma gentilmente ma Regina non sembra essersi convinta
- Facciamo così! Io prendo le bambine e le porto a fare colazione da Granny, voi due continuate pure ad urlarvi contro a vicenda ma quando avrete finito per favore venitevi a riprendere la prole. 
- Le bambine sono di sopra. - le dico per togliermela dalle scatole. Ho ben altri problemi a cui pensare in questo momento che stare a dare spiegazioni a Regina.
La vedo salire al piano di sopra per poi scendere qualche minuto dopo con le bambine. Leila sembra terrorizzata:  
- Amore di papà! - provo a dirle sorridendo
- Io non ci parlo con te! Stavi urlando alla mamma! - mi risponde tutta triste e con ancora  gli occhi lucidi.
- Piccolina - le disse Emma - Anche la mamma ha parlato a voce alta a papà.  - ha provato a spiegarle. 
- Ma lui è il nostro principe, non può alzare la voce!  I principi non lo fanno. - mi si spezzò il cuore. 
- Va con zia Regina adesso va bene?  e tranquilla...  è tutto ok!
- Ha ragione la mamma... Non è successo nulla, ci dispiace averti spaventato. - la vedo annuire leggermente. - Vai a fare una bella colazione ora, noi vi raggiungiamo subito. - Aiuto Regina a montare il seggiolino per Chloè dopodichè torno in casa a cercare di chiarire una volta per tutte questa spiacevole situazione con mia moglie.

POV REGINA

Una volta Raggiunta Snow al locale sistemo Chloè nel passeggino e ordino la colazione per le bambine. Ci sono volute due cioccolate calde per far calmare Leila mente per quanto riguarda la piccola di casa  Jones beh... non ha voluto neanche provare a bere un po di latte, non riesce a dormire ed è decisamente stranita.
- E insomma? Raccontami: stavano davvero litigando?
- Litigando? Mi sorprendo che siano ancora entrambi vivi. Da fuori si sentivano delle grida assurde.
- Stiamo parlando ancora di mia figlia e Uncino? - chiese sconvolta - Ma come è possibile? Che sarà mai successo? Dobb...
- Shhhh.... sta arrivando Emma! - la interrompo vedendo dalla vetrata il suo maggiolino giallo 
- Mamma mamma! -  le corre in contro Leila per poi saltarle in braccio non appena fece il suo ingresso.
- Amore mioooo!!!!! - le risponde dandole un sonoro bacio. 
- Papà? - chiede facendo scomparire il suo fantastico sorriso
- Papà è a casa, doveva sistemare delle cose in garage.
- Avete fatto pace?
- Certo tesoro! Non era nulla di grave... davvero.  Amore, fidati della mamma... è tutto risolto.
- GIDEONNNNNN!!!!!! -  disse la bimba a gran voce vedendo entrare il suo compagno di giochi preferito. 
- Ecco brava!  Perchè non vai a giocare un po' con lui? Belle posso lasciartela cinque minuti?
- Assolutamente si! Vieni piccola andiamo a sederci li. 
Una volta fatta allontanare Leila ecco che Emma si decide a raggiungerci al tavolo. La conosco come le mie tasche, sembra ancora un po' turbata
- Allora?
- Allora cosa? Tutto ok. Pensavo che lo avessi sentito quando l'ho detto a Leila.
- Avanti, non portarla tanto per le lunghe!  Ti si legge in faccia che non è tutto ok! Perché non ti sfoghi un po'? Di sucuro ti farà bene. - credo di essere riuscita a convincerla. 
- Vuoi che vada via? vuoi parlare da  sola con Regina? - le chiede sua madre lasciando sia lei che me a bocca aperta. Snow che si fa gli affari suoi? MMMH... no non è da lei...
- E perchè mai non dovresti restare! Tanto prima o poi lo verresti comunque a sapere...
- Cosa verrei a sapere?
Vedo Emma girarsi  ai tavoli alle sue spalle per controllare che sua figlia non ci stesse ascoltando.
- Beh così su due piedi non saprei proprio come dirvelo...
- Perchè non provi a farlo senza tanti giri di parole? 
- Ok... Io e killian ci stiamo lasciando! Stiamo seriamente pensando al divorzio. - decisamente non ci ha gitato in torno.
CHE COSAAAAAA!!!!!! - esclamai io facendo voltare l'intero locale mentre Snow si limitò a mettere una mano davanti alla bocca palesemente shockata da tale rivelazione.  
- Shhhh abbassate la voce!
- Non dirai sul serio? - disse sua madre
- Purtroppo sì...
- Lo sapevo! Un pirata è sempre un pirata. Scommetto che ha un'altra. - dissi io con fare ovvio
- No!
- Hai incontrato tu un altro uomo? - chiese a quel punto Snow ancora piu sconvolta
- Ma che dici? Ti pare? Siete entrambe fuori strada. Diciamo solo che è successa una cosa che ci ha fatto capire che non siamo fatti per stare insieme.
- E avete quindi deciso di buttate tutto quello che avete costruito in questi anni per  aria? Non so se mentre litigavate vi è passato di mente: ma avete due bambine insieme.
- Lo sappiamo..
- E allora  ragionate e non fate stronzate.
- È impossibile parlare con lui! 
- Siete due teste dure quando volete, avrete litigato sicuramente per una cavolta! 
- Pensala come vuoi mamma! -  si alza bruscamente  prende il passeggino con all'interno chloe e la vedo avvicinarsi verso al tavolo dove è seduta l'altra sua bambina
- No no no dove stai andando? - la blocco prima che potesse raggiungerla
- A casa!
- No!  Ora lasci le bambine a tua madre e vieni con me!  Dobbiamo fare quattro chiacchiere tra amiche.
- Ma...
- Niente ma! Andiamo
***

POV EMMA

Una volta lasciate le bimbe da Granny con mia madre io e Regina andammo a farci una camminata "forzata" per storybrooke. 
-  So che non vuoi parlarne ma tenerti le cose dentro non ti aiuterà lo sai vero?
- Parlarne lo renderebbe reale e poi c'è troppa gente qui...
Neanche a finire la frase che mi ritrovo, grazie al tocco di magia di Regina nel suo uffico. - Ecco ora siamo sole. Siediti e racconta.
- Da dove comincio.... 
- Partiamo da una domanda di fondamentale importanza... Dimmi la verità: E' risolvibile la questione?
- No,  penso proprio di no! Abbiamo due idee completamente contrastanti. Cioè... non proprio contrastanti... è solo che io penso di saperne qualcosa in più rispetto a lui su tutto quello che ci sta succedendo.
- Spiegati meglio. 
- Ti ricordi la tradizione delle bimbe giusto? Quella di passare una notte al mese a casa di zia Regina? - la vedo annuire  - Beh... L'ultima sera che siamo stati da soli e che ci hai tenuto le bambine è successa una cosa...
- Cioè fammi capire:  litigate da quella sera? Perchè mai non ci avete detto nulla!
- Non litighiamo da quella sera. Quel giorno è solamente successo il tutto, le litigate sono arrivate dopo.
- Che diamine è successo quella sera?
- Faccio prima a dirti il dopo, a quello ci arrivi da sola. - cerco di prendere un po' di tempo. Non sono pronta a rendere tutto questo reale. 
- Allora? Mi stai mettendo un'ansia assurda
- Ecco... Io...  ho un ritardo. Un ritardo abbastanza importante direi. - Ecco l'ho detto.
- Un ritardo su co... oooh! - la vedo sbiancare - Quel genere di ritardo! Emma sei...
- No... non... non lo so!  Spero di no ad essere sinceri.
- Non avrete mica litigato per questo?
- In un certo senso si...
- Senti Emma, non posso mica tirarti fuori le paole con le pinze: vuoi dirmi che succede?
- Succede che nel caso in cui fossi incinta io non so se voglio tenerlo! - dico tutto d'un fiato.
- Ah! - penso di averla spiazzata con quell'affermazione. - E lui non è d'accordo suppongo.
- Esatto.
- Hai fatto già il test?
- No ma ho preso appuntamento da whale. Dovrò presentarmi in clinica  tra tre giorni. Io e i test siamo due cose a parte e poi sarei comunque dovuta andare in clinica per altre cose, tanto vale fare check up completo
- Non sapete e già litigate...
- Io ho solamente espresso la mia idea, volevo renderlo partecipe delle mie paure, affrontare la cosa insieme e prendere la decisione giusta. Lui invece mi ha dato addosso e io per difesa l'ho ripagato con la stessa moneta.
- Oltre al ritardo e al tuo nervosismo evidente hai altri sintomi?
- Solo uno ma penso sia dovuto più allo stress che ad altro. Rimetto in continuazione e non ho voglia di mangiare nulla. 
- Scusa se vado sul personale ma voglio capire meglio: in caso che... va beh hai capito... vorresti abortire?
- No, non ci riuscirei!  Non l'ho fatto a 18 anni e non credo che riuscirei a farlo ora.
-  Quindi... - la vedo sospirare - Vorresti fare esattamente quello che hai fatto con Heny... - abbasso lo sguardo - Emma, non hai ancora imparato la lezione ? - mi chiede gentilmente.
- Parli esattamente come lui!
- Sarebbe pur sempre suo figlio. Ha diritto quanto te di decidere. Pensaci bene... Questa volta non ci sono sortileggi di mezzo, se prenderai questa decisione poi sarà per sempre. Non potrai tornare indietro come l'ultima volta. Ti conosco... non faresti mai una cosa del genere se non per un motivo serio. Cosa c'è che ti turba?
- Non sono pronta a ricominciare tutto da capo. Sono esaurita Regina! Ho due bambine piccole di cui una di appena un anno. Mi dici come faccio a gestire il terzo... anzi il quarto? L'ultima gravidanza è stata un disastro... pericoli a destra e a sinistra, ho rischiato di perdere il bambino più di una volta e come se non bastasse ho avuto la depressione post partum fino a qualche mesetto fa.  Non voglio rivivere le stesse situazioni. 
- Però potevate stare più attenti e che cavolo! Da Henry a Leila sono passati 14 anni e tutto è andato bene adesso sembra che voi due abbiate dimenticato come funzioni essere in intimità senza rischi. - non ha poi tutti i torti.
- Non è detto che io sia incinta!
- Ma non è detto che tu non lo sia però! - restiamo entrambe in silenzio fin quando lei non tornò a domandarmi: - Volete divorziare per questo?
- Capisci quanto è grave? Io non ho detto che non voglio il bambino punto e stop... ho semplicemente espersso una mia opinione in base agli eventi passati... lui non fa altro che attaccarmi! Mi insulta perchè voglio, come dice lui, buttare nostro figlio nella spazzatura. Non capisce che anche per me è difficile prendere questa decisione. Non vorrei farlo ma so  anche che ora come ora non sarei in grado di gestire un altro neonato. Se fosse successo tra qualche anno perchè no! Ma adesso... lui vede solo il suo.
- E tu vedi solo il tuo! Hai pensato che forse ti sei espressa male? Killian pende dalle tue labbra, se avesse capito che la tua affermazione aveva dietro mille domande e dubbi io non credo che ti avrebbe attaccata. 
- Penso di essere stata abbastanza chiara! Volevo confrontarmi con lui capire bene cosa fare ma lui sembra infischiarsene. Quello che dice lui è legge. Mi dispiace ma non lo accetto.
- Non lo so... la cosa mi sembra molto strana. Sopratutto da Killian. l'unica cosa che posso dirti ora è quella di aspettare i risultati. Se le analisi saranno positive mettetevi a tavolino e prendete insieme la decisione giusta, se sarà negativo invece beh... potrete ridere sopra sulla vostra testardagine. 
- Se i risultati fossero negativi le cose non cambierebbero. Sono volate parole pesanti... su certe cose è difficile passarci sopra. 
- Mmmm ok. Supponiamo che decidiate di divorziare: Chloe è ancora troppo piccola per capire quindi no problem, ma Leila? Cosa le direte? Come le spiegherete che mamma e papà non vivono più insieme?
- Non lo so... Per il momento fortunatamente non si è ancora accorta di nulla.
- Oltre la vostra sfuriata di questa mattina di cos'altro  dovrebbe accorgersi?
- Dalla prima discussione avuta sono cambiate delle cose tra me e lui. Non passiamo più tutto il nostro tempo insieme, anzi... ci limitiamo solamente a pranzare e qualche volta a cenare insieme. Lo facciamo  per le bambine più che altro...  per il resto è come essere ai due poli. Lui dorme sul divano e io in camera. Adesso ad esempio non so neanche dove sia. Abbiamo fatto un patto: quando uno dei due sta con le bambine deve informare l'altro su dove siano e con chi per il resto non vogliamo sapere nulla. Ognuno fa cio che vuole.
- Ma siete diventati scemi o cosa? Fate sul serio? Invece di parlare e risolvere prendere e mandate tutta la vostra famiglia a rotoli? Trovate un punto di incontro e che cavolo!  Non siate stupidì. Quelle bambine non meritano di crescere in due case diverse sballottare a destra e a sinistra. Se non vi interessa di voi stessi, cosa che non credo, pensate almeno a loro.
- Dipende da lui. Io ho provato più di una volta.- dico ormai con le lacrime agli occhi
- Dipende anche da te però...  Dai! andiamo di la o tua madre si preoccuperà.

POV REGINA

Dopo averla fatta sfogare e preso atto della situazione torniamo al locale. Appena varchiamo la soglia ecco che Snow si alza in piedi e corre in direzione di sua figlia. 
- Allora? Tutto ok? - chiese preoccupata dato l'aspetto della ragazza
- Si sì, va  tutto meravigliosamente bene! - rispose poco convinta -  Ora però è tardi, dobbiamo andare!  Avevo promesso a Leila di portarla al parco. Ci vediamo domani ok? 
- Se ti serve un aiutino per qualcisai cosa non esitare a chiederlo. - annuisce, recupera la sua troupe e se ne va. Rimaniamo io e Snow... non so se è il caso di informarla. Spetterebbe a Emma questo compito ma vista la situazione non credo sia molto lucida al riguardo. L'ultima cosa che le serve adesso sono i consigli smielati di sua madre.
- Allora? Le hai parlato? Quanto è grave?
- Te lo dirò ma non deve uscire da qui. Non so se Emma vuole farlo sapere quindi per il momento fai finta che io non ti abbia detto nulla ok? - annuisce - La situazione è abbastanza grave. Potrebbe essere incinta e...
- Di nuovo? Ma... ma ha partorito appena un anno fa!
- Non è sicuro... dice che è stato un incidente ma comunque è ancora tutto da accertare. Quello che ho capito però, ed è anche il motivo per cui sono ai ferri corti, è che lei non è sicura di volerlo tenere. Ha paura di dover affrontare tutto quello che già ha passato fino a qualche mese fa.  Lo ha detto a Killian sperando in un suo appoggio...
- E killian ha dato di matto!
- Esattamente. Non se la stanno passando proprio bene come pensavamo direi!
- Dobbiamo stargli vicino.


Il mattino seguente. POV KILLIAN.

Come passa il tempo... mi sembra ieri che Emma sia venuta da me, nella nostra camera con in mano quel pezzo di plastica bianco. Ricordo ancora le sue parole: "operazione fratellino per Leila ufficialmente conclusa". Non ho mai creduto possibile che il mio cuore fosse in grado di provare così tanto amore per così tante persone eppure sembrerebbe così. Un anno... un anno fa sono diventato papà per la seconda volta. Credevo di non piangere... "sono già padre" ricordo di aver pensato eppure appena è stata messa tra le mie braccia non ho potuto far a meno di emozionarmi davanti a tanta meraviglia. L'ho amata dal primo istante che ho saputo della sua esistenza, le ho parlato ancor prima che nascesse, adoravo passare le notti con la mano poggiata sul ventre di Emma mentre la nostra piccolina mi riempiva di calci. Anche con Leila è stato così e ora sapere che forse c'è un altro piccolo in arrivo che molto probabilmente non conoscerò mai mi crea una sensazione di angoscia assurda. Non so se sia già qui con noi ma io penso di amarlo/a già. Ogni sera prima di addormentarmi mille domande mi passano nella mente: maschietto o femminuccia? capelli biondi o mori? Occhi? Cerco in qualche modo di associagli un viso ma poi le parole di mia moglie tornano a farsi sentire come coltellate. " Abbiamo un problema! Ho un ritardo" seguite da " Non penso di volerlo". Come può soloamente pensare una cosa del genere? Non lo so... so solo che la situazione tra di noi peggiora di giorno in giorno e la cosa mi preoccupa molto. Siamo passati dal litigare ogni singolo minuto ad ignorarci per ore. Abbiamo addirittura stabilito un calendario per vedere le bambine. Stiamo entrambi sbagliando lo so, ma una cosa è certa: se continueremo di questo passo il nostro matrimonio fallirà e per quanto in questo momento io sia arrabbiato con lei è una cosa che vorrei assolutamente evitare. Sento dei rumori... dei passi... E' Emma... Ha attraversato il salotto per andare in cucina. Mi alzo da quell'odioso divano e la raggiungo... voglio parlarle, ho bisogno di chiarire con lei. 
- Buongiorno tesoro! Hai dormito bene? - provo a dirle
- Giorno! - risponde freddamente
- Se ti do fastidio posso tornare dopo per la colazione...
- Rimani,è anche casa tua!
Ora o mai più. - Ci... ci sono novità per qella cosa? 
- Nessuna! 
sospiro... - Siamo davvero arrivati a questo punto?
- Non mi va di discuterne ancora. - la vedo che comincia ad alterarsi
- Emma senti...
- HOOK!!! Non è il momento! - Mi ha davvero chiamato hook? Non lo faceva da anni ormai se non per scherzare... -  Mettiti in faccia il più bel sorriso che hai e andiamo a svegliare nostra figlia.
Senza aggiungere altro andiamo al piano di sopra e raggiungiamo la cameretta di Chloè. Emma mi fa segno di svegliarla. 
- Chloe... amore di papà è ora di svegliarsi! -  la mia cucciolina apre subito i suoi ochhietti - Tantissimi auguri tesoro!
- Copleanno? - domandò raggiante
- Si tesoro mio! E' il tuo conpleanno.
- Gande io!
- Sei la grande cucciola di Papà!
- Ei, piccola festeggiata! Andiamo a vestirci? ci sta aspettando la nonna. Andremo a pranzo da lei  e poi stasera ci sarà la tua festa. -le disse Emma prendendola in braccio.
- Vado a svegliare Leila intanto ok? - Non mi risponde. Prende i vestitini di Chloè dall'armadio e si reca in bagno con lei.
Una volta vestite le bambine saliamo in macchina e ci incamminiamo verso il Loft dei Charming. Ci vogliono in media dieci minuti per arrivare ma quelli di oggi non sembrano essere minuti. In macchina regna il silenzio più totale... Neanche la chiacchierona di casa,Leila, proferisce parola.  Credo che dentro di se abbia capito che qualcosa non va...
***
- Eccovi finalmente, vi stavamo aspettando! - Ci accoglie Snow non appena arriviamo - Leila... non mi saluti? 
- Ciao... - disse tristemente.
- Che ha? - chiede, ma Emma si limita ad alzare le spalle - Andiamo bene... Chloeeee!  Eccola la nostra bella festeggiata. Ma lo sai che oggi riceverai tanti regali?
- Egali egaliiiiiii!!!! - disse battendo le manine.
- Mamma, ti dispiace  tenerla un secondo?
- Certo dove...dove vai?
- Devo prendere aria!Scusate -  uscì di corsa lasciandomi con entrambi i suoceri che mi scrutano.
- Killian... ma che sta succedendo!
- Tu figlia è impazzita ecco che succede!
- Sicuro sia solo colpa sua?
- È lei fidatevi. Vostra figlia sta mandando tutto a puttane!
- TANE! - ripete mia figlia tutta felice.
- Noooo! Chloe no! Non si dice! E' una brutta parola.  KILLIAN! Modera le parole, lo sai che ripete tutto ciò che dite. - mi rimprovera Snow
- Ciao a tutti!
- Regina eccoti...
- Scusate sono in ritardo lo so... Ciao piccolina! - si fionda su Chloe per fargli gli auguri e coccolarla - Ah... Quasi dimenticavo. C'è August di sotto... sta parlando con Emma.
- Ecco perchè è scesa! Ora mi sente!
- Fermo lì, lasciala respirare.
- Respirare? Forse è incinta e in quel caso non vuole tenere nostro figlio. Vi sembra normale come cosa? A me no!
- Appunto! Lo sappiamo tutti che  non è da lei .... evidentemente c'è qualcosa che l'affligge non trovi? Non potresti essere un po' più comprendibile? - mi disse Regina 
- Deve parlarne con me se l'affligge qualcosa non fare di testa sua o ascoltare quel damerino che le sbava dietro.
- Non cominciare a fare il geloso, avete problemi ben più grandi da risolvere. Sappiamo che è uscita dalla depressione post partum solo da qualche mese... forse l'ipotesi di una nuova gravidanza la sta mandando in crisi non pensi? Non credo le pensi sul serio quelle cose... Killian, tu riesci a leggerla come un libro aperto, possibile che non riesci ad aiutarla?
- Ho provato a parlare un milione di volte... non vuole saperne di ascoltarmi.
- Lei sembra sostenere il contratio... 
- Avete finito di parlare di me? - ci dice entrando
- Emma...
- No no no Killian! I patti erano chiari: ognuno per la sua strada! Lo hai detto tu no? - nei suoi occhi vedevo delusione... 
- Si è vero l'ho detto, ma volevo solamente farti reagire.
- Sto reagendo infatti! - smette di guardarmi e va dritta da Chloè - Vieni amore di mamma! - la prende in braccio -  Ti faccio mangiare, ti faccio fare il riposino e poi andiamo a festeggiare il tuo compleanno da nonna Granny, sei contenta?
- Totta!
- Si, ci sarà anche la torta! - la vedo prendere la pappa di Chloe e spaire al piano di sopra. 
- Avete visto? Non ci vuole neanche provare a chiarire.
- È ferita, ha bisogno di tempo. 
- Di cosa dovrebbe essere ferita sentiamo? - comincio ad alterarmi - Ha iniziato lei questa guerra.
- Tu non ti sei risparmiato però!
- Sarà ma almeno con il senno di poi ci sto provando a rimediare... lei? Ve lo dico io, lei non sta facendo nulla.  se il nostro matrimonio finirà non sarà di certo a causa mia. Ci vediamo da Granny! - sbatto la porta alle mie spalle e vado via
***

POV SNOW

Che altro poteva succedere in questa giornata se non l'ingresso a sorpresa di Leila durante l'uscita di scena di suo padre? 
- Papà! - fu quella parola detta con tanta tristezza  a gelarmi il sangue. Non mi ero accorta fosse entrata. Quanto avrà sentito di tutta quella assurda discussione?
- Piccolina tranquilla, papà torna subito! - provo a dirle ma lei non sembra credermi.
- Non è vero! Non tornerà! Ha litigato con la mamma. Loro non si vogliono più bene. -  scoppia a piangere e prima che possi fare qualcosa per aiutarla ecco che si precipita ad aprire la porta del loft per uscire.
- Leilaaaaaaa!!! - la chiamo a gran voce affacciandomi sul pianerottolo.  Ha preso la direzione delle scale. Mi affretto a raggiungerla ma da lontano vedo Killian, che è ancora li , fermarla. Tiro un sospiro di sollievo e mi faccio da parte. Chi può calmarla se non uno dei suoi genitori? Mi accingo a tornare dentro ma mi blocco sul posto quando sento pronunciare da mia nipote la frase più brutta che un genitore possa sentirsi dire. Involontariamente mi ritrovo ad origliare la loro conversazione. 
- Papà, perchè te ne stai andando? Non ci vuoi più bene?
- Ma che ti viene in mente tesoro! - le dice lui portandosi alla sua altezza.
-  Ho setitio tutto! tu e la mamma non andate più d'accordo. Non volete più essere sposati. Io non voglio che succeda questo. 
- Non pensarci ok? Ti prometto che si risolverà tutto! 
- Non te ne andrai di casa?
- No
- Neanche la mamma andrà via?
- Neanche lei, staremo tutti e quattro insieme. Siamo una famiglia e lo saremo per sempre.
- Però voi avete detto...
- Leila, quando un adulto si arrabbia può capitare che dica cose che non pensa. Io e la mamma risolveremo tutte le nostre inomprensioni, te lo prometto! Ora asciugati le lacrime! E' il compleanno di Chloè, è un giorno di festa, non si deve piangere. 
- Ti voglio bene papà!
- Ti voglio bene anche io principessa!
Sembrerebbe essersi calmata, mi asciugo il viso dalle lacrime versate a causa dei loro discorsi e torno dentro. 
***

POV EMMA

Mi ero ripromessa che sarebbe stata una giornata di pace e invece siamo riusciti a litigare anche il giorno del compleanno di nostra figlia. Come si può andare avanti così? Se fino a un paio di giorni fa volevo solamente fare un piccolo ricevimento per la festa di questa piccolina ora l'unica cosa che avrei voglia di fare  è infilarmi sotto le coperte e chiudere gli occhi per non pensare. Non posso farlo però, sono una mamma e la felicità dei miei figli viene prima della mia. Tze.. belle parole dette da una che fino a questa mattina pensava mandare suo figlio in adozione. uff... meglio tenere la mente occupata e non pensare. Guardo l'orologgio e mi accorgo che sono già le sei. Preparo Chloè per la festa dopodichè vado a chiamare Leila per vestire anche lei. Non la trovo in nessuna delle stanze al piano di sopra. Strano... pensavo stesse riposando. Scendo al piano di sotto. 
- Chloe è pronta, dov'è Leila? - chiedo ai miei e a Regina
- E' Con Killian!
- Dove? Devo vestirla.
- Non lo so, credo siano andati a farsi una passeggiata. 
- Come scusa? E chi chi vi ha detto che potevate mandarla con lui? - lo so, è fuori luogo, ma sono tropo arrabbiata ancora
- E dai Emma, non esagerare adesso.  E' suo padre. 
- Abbiamo un programma stabilito. Voglio che venga rispettato. La fiducia si basa anche su queste cose. 
- Tra tutti e due non saprei chi è più ragazzino. 
- E' lui che si è voluto allontanare, è lui che ha detto che era meglio vedere le bambine separati per non fargli vivere il clima di disagio. E' lui che ha scritto quel dannato calendario. Anche se la ritenevo una cosa stupida ho accettato le sue richieste... adesso esigo che le rispetti anche lui. 
- Non ti agitare, Leila è qui! - vedo Killian entrare con la mia bambina. Ha sentito la nostra discussione e ha avuto paura, l'ho rassicurata dicendole che tutto andrà bene!
- È vero mamma? Vi volete ancora bene? - mi chiede lei con i suoi occhioni da cucciola 
- Certo che ce ne vogliamo... ci vorremo bene per sempre. - le dico. Non voglio vederla soffrire. 
- Me lo prometti?
- Certo tesoro che te lo prometto! Siamo i vostri genitori, ci vorremo sempre bene.
- Non vorrei iterrompere questa bella conversazione madre figlia ma ti conviene vestire questa signorina in fretta.  Granny ci aspetta e gli invitatai stanno per arrivare.

Alla festa (POV KILLIAN)

- Possiamo parlare un secondo? - dico all'orecchio di mia moglie facendola sussultare. 
- Non è ne il momento ne il luogo adatto, stiamo festeggiando il compleanno di tua figlia se te ne fossi dimenticato. 
- Concedimi solo due minuti.... per favore. Ti prometto che poi ti lascerò in pace. 
Si allontana senza darmi una risposta, la vedo parlare con Regina e Snow e poi tornare. - Solamente due minuti... non posso lasciare il controllo della festa a mia madre.Potremmo ritrovarci a fare una parada con Chloe in spalla. 
Sorrido e prendendole la mano la conduco fuori, sul retro del locale. 
- Sentiamo... cosa c'è di così importante che non può aspettare? 
- Forse non ho avuto l'approccio giusto quel giorno... posso provare ad averlo adesso però... Mi faresti capire cortesemente il motivo esatto per cui non vorresti tenere questo bambino?
- Non c'è niente da dire. Non più almeno!  Era un falso allarme.
- Non...
- No, non sono incinta.
Se da una parte il mio cuore sembra essersi rotto alla scoperta di questa cosa dall'altra sono sollevato. Adesso le cose forse possono tornare alla normalità - E' tutto ok quindi?
- Tutto ok? No che non lo è!  Ti sembriamo due che sono ok?
- No è che... senti, posso esserci rimasto male? Sei entrata in stanza dicendomi che c'era il rischio che fossi nuovamnete incinta. Non mi hai dato neanche il tempo di elaborare che mi hai detto di non volerlo tenere. Non hai aggiunto altro. Per quanto possa leggerti bene non so sempre cosa passa nella tua testa. 
- In tutti questi giorni, hai mai provato anche solo per  mezzo secondo a metterti nei miei panni? Hai la vaga idea di cosa ho passato mentre aspettavo Chloe? E il dopo? Amo quella bambina più della mia stessa vita e non tornerei mai indietro ma ho passato anche dei momenti terribili. Pensare di doverli rivivere così in breve tempo per me è stato uno shock. Che poi diciamocelo... era davvero troppo presto.
- Ti sarei stato accanto, lo sai,  avremmo affrontato tutto insieme come sempre. Ce l'avremmo fatta anche questa volta. 
- Sei sempre troppo positivo
- Può darsi, ma Volevi davvero  rivivere il trauma di un abbandono? Lo sai cosa vuol dire, ci sei passata con Henry per non parlare che tu stessa sai cosa vuol dire essere abbandonati. Te lo saresti mai perdonato?  - il suo sguardo improvvisamente cambia, passa dall'arrabbiato al senso di colpa. - Rispondimi per favore.
- Forse no. - fa una pausa e vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime. Noto con piacere che sono ancora in grado di buttare a terra le sue inutili difese. - l'ho sempre detto che sono una mamma orribile. - le lacrime ormai erano fuori controllo.  Lo sapevo...  erano solo parole buttate al vento, era la paura a farla parlare. 
- Vieni qui... -  la stringo forte a me - E' la prima volta che prendi atto di quello che stavi per fare vero?  - annuisce. - Va tutto bene, può succedere di perdere il controllo, sei umana anche tu. Guardami! Non sei una mamma orribile. Le ragazze ti amano. Henry ti ama e questo bambino se fosse stato già tra noi ti avrebbe amato incondizionatamente a prescindere da tutto. Sei ancora provata per  il periodo passato dopo la nascita di chloe. 
- Ho detto delle cose orribili
-  Perchè io no? Di tutto questo gran polverone gran parte della colpa è anche la mia... avrei dovuto capire le tue paure e provare ad aiutarti,  no darti contro e basta. La prossima volta...
- Non avremo una prossima volta, tre figli sono più che sufficienti!
Sorrido - Concordo... ma se dovesse capitare con maggior calma cercheremo insieme una soluzione consona per far crescere al meglio la nostra famiglia.
- Scusa se ho reagito male, scusa se ti ho trattato da schifo. Mi sono comportata come una bambina. 
- Siamo due bambinoni quando ci mettiamo. Scusami anche tu se ho visto solo il mio e  non ho cercato di vedere oltre. Ti amo Emma, non ho assolutamente intenzione di  mandare il nostro matrimonio all'aria per un'incomprensione.
- Ti amo anche io. 
 Finalmente dopo giorni e giorni di soli litigii  riuniamo nuovamente le nostre labbra in un bacio. 
- Rientriamo dai! -  dissi prendendola per mano
- Aspetta
- Che c'è?
- Sarà meglio strappare il calendario con il programma di custuodia delle bimbe. Faceva un po' schifo come idea, ammettilo!
- Scema! Andiamo forza!
- Aspetta!
- Che altro c'è! - dico ridendo
- Comunque... non credo che alla fine sarei riuscita a mandarlo via... il bambino dico. 
- Lo so... penso di averlo sempre saputo. Ma dovevi comunque  arrivarci da sola. Forza! Quella peste di Chloe reclama la sua torta.
- Andiamo...

POV SNOW

E' ormai più di mezz'ora che si sono allontanati, se tra dieci minuti non varcheranno nuovamente quella soglia li andrò a chiamare personalmente. Vedo Leila giocare con i suoi amichetti e Chloe ballicchiare insieme ad altri bimbi della sua età non posso far a meno di sperare che la situazione per i loro genitori si risolva, non si meritano tutto questo. 
- Sono tornati! - mi fa notare David indicando la porta. 
- Mmh dalle facce la situazione non sembrerebbe essere cambiata. 
All'improvviso si spensero le luci e fece il suo trionfale ingresso la torta. Tutti appladirono e cantarono la canzoncina alla piccola festeggiata che con l'aiuto di Henry e Leila spense la sua prima candelina. Vennero scattate le foto di rito lasciando come ultima foto quella più importante
- E ora tocca ai genitori con i due fratelli. - disse Regina. 
- Mamma, è un problema se non faccio la foto con voi? L'ho fatta prima da solo con il piccolo mostriciattolo tanto.
- Che devi fare di così importante? - mi intromisi io vedendo che scalpitava
- Violet deve tornare a casa e siamo oltre il suo coprifuoco.
- E che state aspettando allora, andate.
- grazie nonna!!!!! Grazie Mammeeee!
- Mamma mamma la fotoooooo! - leila iniziò a strattonare sua madre per portarla alla torta, si misero in posa. Killian prese in braccio Leila mentra Emma Chloè
- Sorridete.
Mentre le bimbe ridevano felici i due sposini si scambiarono uno sguardo e immediatamente dopo un bacio che venne immortalato nella foto di famiglia. ci fu un grande applauso, era una scena bellissima. Guardo mio marito e dico:
- Tutto bene quel che finisce bene!

 
Note dell'autore:
Buon 2018 ragazziiiiii!!!!! Ecco a voi il primo aggiornamento del nuovo anno! Come ho già detto molte volte la personalità dei personaggi non sempre rispecchia quella della serie Tv ma ci tengo a precisare che è una cosa che faccio di proposito. Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento. Un abbraccio e alla prossima.

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Capitolo 10
*** Adolescenza ***


POV HENRY

Sono a casa; da Regina per la precisione, me ne sto seduto sul divano a far finta di studiare quando in realtà sto semplicemente architettando un piano da poter mettere in atto. Vedo mamma passarmi davanti e controllare il suo outfit allo specchio. Quale momento migliore se non adesso? Coraggio Henry, ora o mai più!
- E quindi... - rompo il silenzio che c'è in stanza - Questa sera Robin ti porta a cena fuori?
- Henry che ti prende? - mi guarda -  È la settima volta che me lo chiedi.  Si, mi porta fuori e tranquillo non dovrai far da babysitter a Ronald se è questo che ti preoccupa.
Non avevo minimamente pensato a quella possibilità, ad ogni modo meglio così. - Quindi... non hai nulla in contrario se esco questa sera vero?
- Io no, ma devi chiedere comunque anche a Emma, è da lei che andrai stasera.
- Davvero?!?!?!? - cavolo,questa non ci voleva.
- Si, tocca a lei oggi, lo avevi dimenticato?
- No è che... si insomma, mettiti nei suoi panni. Ha due bimbe piccole a cui badare, sarebbe un po una cattiveria piombare così su due piedi da lei non trovi?
- Ma che dici Henry! E' tua madre quanto me e per quanto riguarda le bambine... beh ha scelto lei di avere più di un figlio. - la vedo che riflette sulle mie parole. Il suo sguardo cambia di colpo, non la vedevo così da quando lei e l'altra mia mamma si odiavano - Henry, dimmi la verità: Per caso tua madre ti ha fatto sentire di troppo? - Aia... forse ho esagerato, come mi è venuto in mente di mettere mia madre come scusa?  - No perché se è così la mia cara signorina swan... jones o quel che è mi sentirà!
Devo fermare quel fiume in piena prima che sia troppo tardi. -  No, no, mamma che dici! So che sarebbe felicissima di avermi a casa sono io che non vorrei.... come dire... disturbarla? 
- Mmh... e con chi vorresti rimanere sentiamo... con I nonni?
- Veramente pensavo... se per te non è un problema.... di rimanere a casa da solo. Sono grande ormai. 
- Henry ne abbiamo già parlato, è fuori discussione. Avrai anche sedici anni ma siamo a Storybrooke, se qualcuno attaccasse all'improvviso non saresti pronto ad affrontarlo.
- Non siamo più sotto attacco da anni ormai! - le ricordo
- Appunto! Meglio stare in guardia! - Mmh c'è sotto qualcos'altro - Dimmi la verità mamma! Perché non vuoi che rimanga a casa da solo?
- Per lo stesso motivo per cui tu vuoi casa libera amore! Pensi davvero che abbia creduto alla storia di Emma e lo stress di fare da mamma a tre figli? - la vedo ridere - Esci con Violet e alle nove e mezza dritto da Emma! Se vengo a sapere anche solo che hai tardato di un minuto non so come finisce.
- Violet? Chi ti ha detto che esco con lei?  - chiedo perplesso
- La tua faccia da pesce innamorato amore mio! - mi stampa un bacio in fronte. - Avanti, non farla aspettare, non è carino!
Possibile che al posto di due mamme io abbia due veggenti? Uff... e va bene, sarà meglio affrettarmi prima che faccia tardi sul serio.

POV EMMA.
- No ninne! No no no! 
- Amore non fare i capricci, è tardi e devi andare a letto! 
- Noooo!!!! - si lamenta. E' più di mezz'ora che tento di mettere Chloè a letto ma sembra non esserci verso. Ha dormito più del dovuto questo pomeriggio e come facilmente intuibile adesso è piena di energie. Tento di acciuffarla mentre sgambetta verso la cucina ma vengo travolta da mio figlio che  entrare come una furia in casa prendendomi in pieno. 
- Henry! - esclamo 
- Mamma scusa scusa scusa! Lo so, lo so, sono in ritardo ma  ho perso la cognizione del tempo! - Mi dice con il fiatone . Deve aver corso parecchio.
- Tranquillo Henry respira!
- Henry ciaooo! -  gli dice Leila entrando in salotto e saltandogli in braccio.
- ENNIIIIIIIIII! - ripete la più piccola cercando anche lei di raggiungerlo.
- Ei signorine ciao! Come mai ancora sveglie?
- Lascia stare guarda... anzi perché non mi dai una mano?
- Volentieri! - mentre cerca di afferrare Chloe la quale ha capito che anche lui è intenzionato a portarla a fare le "ninne" mi chiede - senti mamma non è che per caso ti ha chiamato...
- Regina? - sorrido e lui annuisce - Si lo ha fatto!
- E tu che le hai detto? - domanda preoccupato
- Che eri in doccia e l’avresti chiamata appena finito! - gli lancio uno sguardo d'intesa.
- Davvero lo hai fatto?
- Certo! Sarò anche dventata una mamma rompi scatole come dici sempre, ma il quarto d’ora accademico si concede a tutti!  - continuo a ridere.  - Chiama tua madre e poi dritto in doccia. Alle tue sorelle ci penso io. 
- Grazie mamma, ti adoro! - lo vedo avviarsi per le scale
 -  Ah... qausi dimenticavo: visto che ci sei, metti la camicia in lavatrice.  Non credo che  quelle macchie di rossetto andranno via da sole altrimenti! - arrossisce come un peperone e sparisce nella sua stanza.
- Amore sono tornato! - wow! finalmente Killian è qui.
- Papààààààààààà!
- Eccola la mia principessa! - Prende in braccio Leila provocando la gelosia di Chloè
- Io pincipessa! - Dice in modo arrabbiato.  Ha iniziato a parlicchiare da poco ed è una barzelletta continua, amo sentirla ripetere le parole. Sopratutto quando le sbaglia
- Ma si amore di papà, anche tu sei la mia principessa. - Prende in braccio anche lei e la bacia
- Papà! Lossetto tamicia! - dice ridendo. 
Killian la guarda perplesso. - Cosa amore? Che hai detto?
- Ha detto Rossetto e camicia! -  Lo vedo guardarsi la giacca per rivolgersi a me. - Qualsiasi macchia troverai sulla mia camicia giuro che è la tua!
Scoppio a ridere. - Tranquillo non era riferito a te! Ma a Henry.... e le sue camicie.
- Ah si?!?!?! La storia già mi piace! - commenta alzando il sopraciglio -  Dove il mio ragazzo?
- Di sopra! Perché visto che ci sei non passi un po’ di tempo con lui e gli dai qualche dritta per non fare... come posso dire.... stupidaggini?
- Stupidaggini?!?! - chiede
- Si... insomma cerca di non fargli fare cose affrettate. Ultimamente lo vedo particolarmente preso da questa ragazzetta e la cosa non mi sta poi tanto bene. Ho parlato con Regina e la pensa come me.  Tu sei la figura maschile più vicina ad un papà che ha e credo che questo genere di discorsi un ragazzo  li debba affrontare con un uomo più che  con una madre. 
- Ho capito! Ci penso io amore. -  Mi bacia
- Papà no! - Mette il broncio Chloè. È gelosissima del suo papà e guai a chi gli si avvicina!
- Amore tranquilla - le dice -  lo sai che ho occhi solo per te!
- E io? -  Risponde l’altra
- Shhhh.... lo sai che vi amo entrambe! - le dice sottovoce per non far replicare il piccolo avvocato che ha in braccio. Le lascia alle mie cure e va di sopra. Speriamo bene.
***

POV KILLIAN.

Emma ha ragione. Henry è diventato un ometto a tutti gli effetti ormai e ha bisogno di qualcuno con cui parlare che non siano le sue madri. 
- Sono Killian,posso entrare? - dico dopo aver bussato alla sua porta.
- Si certo,entra pure. 
- Che stai facendo? - domando per iniziare un discorso
- Ho appena parlato con la mamma. Regina intendo...  È con Robin ma non perde tempo per controllarmi! - sbuffa
- È comprensibile  non trovi? Età difficile, cambiamenti, fidanzatina... una mamma si preoccupa per il suo bambino. E' normale. - si butta sul letto a peso morto sospirando -  A proposito di fidanzata... come va con Violet? 
- Ti manda l’altra mamma vero? - mi chiede conoscendo già la risposta. 
- Può darsi ma questo non significa che gli riferirò  tutto quello che mi dirai.
- Dici? - non lo vedo convinto
- Sicuro, hai la mia parola! Siamo in minoranza ragazzo dobbiamo sostenerci a vicenda. - Lo vedo ridere. - Raccomntami un po'...  come ci è finita la macchia di rossetto sulla tua camicia?
- Come fai a saperlo l’ho messa via... ah beh c’erto: la mamma! - alza gli occhi
- Che tu ci creda o no non è stata tua madre ma tua sorella. 
- Leila?!?
- Peggio: Chloe! 
- Piccola spiona. - Lo vedo ridere
- Le sue paorle sono state: "Lossetto tamicia!". Pensavo fosse riferito a me e stavo già cercando di trovare un modo per non farmi incenerire da tua madre per una cosa non commessa. 
- Posso solo immaginare la scena- ride a crepapelle
- Non cambiamo argomento però.... stavamo parlando delle tue disgrazie, non delle mie! Che mi dici, come vanno le cose tra di voi?
- Le cose andrebbero bene  se solo avessimo un po’ più di tempo per noi!
- Ma non vi vedete sia a scuola che i fine settimana?
- Si ma... lascia stare dai, non fa niente!
- No no dimmi! C’è qualcosa che ti turba per caso? - lo vedo trattenersi - Senti Henry, lo so... non sono tuo padre e come già ti ho spiegato altre volte non sono qui per prendere il suo posto, però voglio che tu sappia che con me ci puoi parlare. Viviamo insieme e siamo gli unici due uomini di casa, se non ci coalizziamo quelle tre donne al piano di sotto ci metteranno Ko nel giro di pochissimo tempo. - sorride - Senti... quello che voglio dirti è che non ti devi sentire in imbarazzo a parlare con me, sono stato un ragazzo prima di te e forse posso darti qualche consiglio.
- Di la verità è un modo per cominciare a far pratica per quando Leila e Chloè saranno grandi?
- Non ci avevo pensato ma ora che me lo fai notare... beh... sarebbe un buon inizio fare pratica con te ragazzo. - gli do una pacca sulla spalla. - Allora, cosa c'è che non va?
- Io e Violet stiamo insieme da un po’ ormai... e ecco.... io.... lei... si insomma, noi pensavamo che sarebbe il momento gius....
- Ho capito! Caspita Henry... mi ero preparato un discorso su varie tematiche ma non questo. 
- Ho schockato il pirata più temibile dei sette mari?
- No certo che no ma... non credi di correre un po troppo?
- Non direi... siamo grandi ormai.
- Se voi siete grandi io e tua madre cosa siamo? - ride - Ascolta Henry, non pensare che io ti stia venendo contro perchè non è assolutamente così ma penso che voi stiate accellerando un po le tappe.  Avete sedici anni, vivetevi la vostra età senza fare stupidaggini... c’è tempo per essere grandi.
- ! Ti ha detto la mamma di dirmi questo?
- No! Lei mi ha chiesto smplicemente di darti un consiglio e questo è il mio consiglio per te!
- Tu alla mia età come ti sei comportato in queste situazioni?
- Davvero Henry? Io non sono assolutamente un uomo da cui prendere esempio in base al passato. Immagini già cosa ho potuto fare e con il senno di poi sappi che me ne son pentito alla grande. Ha sedici anni non si ha ancora la consapevolezza di cosa sia davvero l'amore. Il vostro puo esserlo o meno, lo scoprirete con il tempo.... E' meglio affrettare le cose e pentirsene o aspettare un pochino e rendere il momento unico e speciale?
- Grazie per le parole Killian, ma ora se non ti dispiace vorrei andare a farmi una doccia!
- Certo! Sarò al piano di sotto se vorrai parlarmi. - Mmh non sono sicuro di aver fatto centro. Faccio per uscire ma mi fema
- Killian aspetta! - mi volto - Grazie davvero! Forse... forse hai ragione.  In fondo tu hai trovato il tuo vero amore... chissà, magari con i tuoi consigli riuscirò a far diventare vero amore anche quello mio e di Violet! 
- Possibile!
- Tranquillizza la mamma. Credo proprio che aspetteremo.
- Felice di averti aiutato ragazzo! - Esco dalla sua stanza e scendo da Emma. Le bimbe non ci sono, evidentemente è riuscita a metterle a letto.
- Sola mia principessa?
- È già, che ne dite capitano? Vi andrebbe di venire a farmi compagnia?
- Con molto piacere! - mi siedo sul divano accanto a lei, la bacio e la stringo a me. 
- Hai parlato con Henry?
- Si e credo che mi abbia ascoltato...almeno spero!
- L’adolescenza è brutta! - sospira
- Ti basi sulle tue esperienze personali? 
- Non mi pento affatto di aver avuto Henry da adolescente, ma prima di lui ne ho fatte di stupidaggini... mi sorprendo che non sia successo prima visto la mia superficialità.
- Non mi piace per niente questo discorso sai? Ad averti incontrata prima...
- Mi avresti segregato in casa? -  chiese maliziosa.
- Mmm non male come idea,  segregata in casa ma con me! - Le bacio il collo
- Scemo. - ridiamo insieme
- Tranquilla per Henry, è un bravo ragazzo. - Restammo abbracciati per un periodo indefinito di tempo a guardare un film a detta sua bellissimo ma in realtà orribile dopodiché andammo a “dormire”... o così si fa per dire.
***

Una settimana dopo. POV EMMA

Sabato mattina, mio primo giorno libero, escludendo la domenica, da non so quando tempo e indovinate un po’? Ho appena ricevuto una chiamata da mio padre per raggiungerlo insieme a Regina alla stazione per un caso particolare. Per richiedere l’aiuto di Regina deve essere per forza qualcosa riguardante la magia. Speriamo nulla di grave.
- Pronta Swan?-  dice la mia amica non appena arriva a casa
- No! Ho un problema: non so a chi lasciare Chloè! Leila è a casa di una sua compagna d’asilo ma lei? Non mi va di portarla con noi e ne mia madre ne killian ci sono, lavorano entrambi.
- Belle?
- Ha il turno in biblioteca e no, non ci penso minimamente a lasciarla a Granny.  
- Ci sono io mamma! - Mi dice Henry raggiungendoci al piano di sotto. - Posso badare io alla mia sorellina.
- Tu? Non hai di meglio da fare?
- Assolutamente no!
- Henry... - intervenne Regina -  Se è una scusa stupida scusa per stare solo con Violet sappi che non va affatto bene. Ne abbiamo già parlato ieri.
- Ma perchè pensate solo a questo? Violet è partita per mia sfortuna...  tornerà tra una settimana quindi potete tranquillamente dormire su sette cuscini.
- Sul serio?!?! - annuisce - E i tuoi amici? 
- Non sono dell’umore per uscire! - Si limitò a dire.
- Che ne dici Emma?
- Sei sicuro che non ti crea problemi tenerla?- dico - Lo sai come è fatta, non è il classico esempio di bambina tranquilla. 
- Non mi crea nessun problema darle un'occhita, anzi... mi fa piacere. - Mmh... non mi sta guardando... 
- Henry mi stai mentendo? Guardami negli occhi per favore. -  Si gira:
- Mamma non ti sto mentendo, sarei il ragazzo più felice del mondo se tu mi lasciassi il compito di supervisionare questa rompi scatole!
- Emma, credo stia dicendo la verità. 
- Ok va bene! Per qualsiasi cosa chiamaci ok?
- Va bene, lo farò! Ora andate o il nonno inizierà a dare numeri!
- Mi raccomando a tua sorella! - Continuò Regina!
- Va bene va bene ho capito! Dormigliona com' è è capace che quando tornerete a casa ancora starà dormendo.
- Torneremo dopo pranzo quindi non credo che ti salverai dall’operazione pappa e cambio pannolino  - dico ridendo! - grazie Henry ci vediamo nel pomeriggio!
- Ciao mamme!
***

POV HENRY

Dopo un intenso interrogatorio con le mie mamme finalmente un po' di sano relax. Mi butto sul divano, accendo la Tv, mando qualche sms e... Chloè piange.  Ma come è possibile che si sia già svegliata?  Finisco di mandare un sms dopodiché vado di sopra da lei. 
- Piccola peste, matiniera questa mattina?
- ENNY TAO! - dice tutta contenta allungando le manine per farsi prendere in braccio. 
- Hai fame? Vuoi fare colazione?
- tolazione! - ripete
- Si certo... tolazione proprio! - ridendo la porto al piano di sotto e la faccio sedere sul suo seggiolone. Le preparo il latte con i biscotti, lo metto nel suo biberon dopodichè una volta assicurato che non sia eccessivamente caldo glie lo porgo. Non ho problemi ha farla mangiare, è una mangiona e non fa storie, è il cambio pannolino che mi preoccupa. Impiego più di mezz’ora per torglierle il pigiamino e vestirla, è un terremoto e non c'è verso di tenerla ferma. Faccio appena in tempo a finire questa difficile operazione che ecco che il campanello di casa suona.
- Mamma! - esclama pensando fosse Emma
- Cara Chloè credo tu ti stia sbagliando, questa è sicuramente la mia ricompensa. - La prendo e la porto con me ad aprire la porta. - Amore ciao!  Sei arrivata finalmente! - Dico rivolto alla mia fidanzata. - e' si lo so... ho mentito alle mie mamme... Violet non è partita.
- Mi stai già tradendo?-  mi dice sorridendo nel vedere mia sorella.
- Posso spiegarti cara non è come pensi! Ho una spiegazione più che logica  per avermi trovato qui in casa con un’altra donna! - continuo il suo gioco e lei divertita entra in casa e mi bacia. Mia sorella le si scaraventa contro iniziando a darle degli schiaffetti e a tirarle i capelli.
- Oi oi oiiiii Chloe che ti prende adesso è? - Le dico liberando i capelli della mia ragazza dalla sua salda presa. 
- Enny mio! Solo mio! - risponde guardando direttamente Violet la quale si mette a ridere.
- Che c’è, sei gelosa nanetta? - le scompiglio i capelli e le do un bacio sulla sua testolina bionda. È tremenda ma in fondo è un amore di sorella.
- Mi scusi signorina... è tutto suo se lo vuole. Tolgo il disturbo! - scherza
- Non ci provare minimamente ad andartene. Per una volta  che ho casa libera poi...
- Le tue mamme?
- Avevano un caso, sono alla centrale con il nonno. 
- E ti hanno lasciato solo nonostante siano così sospettose? 
- Potrei avergli mentito!
- Henry!
- Ma solo una piccola bugia.. a fin di bene! Gli ho detto che eri partita.
- Piccolo bugiardo! Ti bacerei ma ci tengo ai miei capelli. - ride riferendosi a Chloè che continua a guardarla brutto. 
- Allora sei contenta o no di questo invito?
- Certo che si  ma non mi sembra proprio l’idea di casa libera... - mi fa notare.
- Parli di lei? Lei è tranquilla. Non parlerà! Vero amore?
- No pallerà! 
- Come non detto! - rido -  basterà non dire nulla di  compromettente. 
- Ok! 
- Vogliamo... vogliamo accomodarci di la intanto? Ho un paio di filmetti da vedere niente male.
- Volentieri!
Ci sistemiamo nel salottino e iniziamo a vedere un film. Una commedia romantica per la precisione. Seguiamo la storia per i primi dieci minuti dopodiché l’unica a prestare attenzione al film, anche non capendone nulla, fu Chloè. Noi grandicelli avevamo altro per la testa in quel momento. Era da tanto ormai che io e Violet stavamo insieme, l’amavo e lei amava me. Per quanto potevano essere giusti i consigli di Killian  era giunto il momento  per me e lei di intraprendere lo step successivo. Iniziamo a scambiarci effusioni sul quel fantastico divano non curanti della piccola peste di casa. Sapeva a malapena dire quattro parole di senso compiuto, non avrebbe mai svelato il nostro segreto. 
- Toppi baci! Henny nooooooo! Henny in braccio! - inizia a strillare mia sorella.
- Chloè non fare i capricci vai a giocare ok?
- Nooooo! Henny mio. 
- E meno male che era tranquilla. - ci stacchiamo per qualche minuto, coccolo un po' Chloè, la faccio distrarre con un giocattolo di Leila che so che le piace tanto dopodichè torno ad occuparmi della mia fidanzaa. Sono talmente tanto concentrato su di lei che non mi rendo conto del pericolo in cui mi sto cacciando. Non riesco a staccarle gli occhi  di dosso... e non solo gli occhi, esiste solo lei in questo momento e non so davvero come io abbia fatto a resistere tutto questo tempo. Con il timore che qualcuno possa entrare da un momento all’altro in casa, conoscendo la mia famiglia,  propongo a Violet di spostarci al piano di sopra. La prendo per mano e la conduco fino alla camera di mamma e Killian, ci sediamo sul letto e continuiamo da dove avevamo interrotto. Riesco a malapena a toglierle la maglia che qualcosa mi riporta con i piedi per terra. Sento un boato, un urlo e a seguire  un pianto disperato. Cavolo, mia sorella! Ho dimenticato di metterla nel box prima di salire di sopra.
- Chloè! -  esclamò allarmato alzandomi dal letto. Violet mi ferma
- Ei amore, tranquillo. Si sarà resa conto che l’abbiamo lasciata sola e starà facendo i capricci per attirare la nostra attenzione. Si calmerà! -  Dice prima di fiondarsi sulle mie labbra. Mi scanso.
- Ti sembra un capriccio? - le faccio notare le urla disperate di mia sorella. - Non l’ho mai sentita piacere così e la cosa mi preoccupa. Vado da lei. -  Scendo i gradini a tre a tre e vado in salotto dove l'ho lasciata... non c'è. Seguo il suo pianto disperato e mi ritrovo in cucina. E seduta a terra con le spalle rivolte a me che piange. intorno a lei c'è un gran macello di pentole buttate a terra. 
- Chloe amore che succede? - le dico e lei sentendo la mia voce si volta lasciandomi senza respiro. Ha il viso e parte dei vestiti completamente ricoperti  di sangue. 
- O MIO DIOOOOO!!!! -  In meno di due secondi sono da lei - CHE DIAMINE HAI FATTO CHLOE'? -Scruto il suo viso millimetro per millimetro cercando di capire da dove proviene tutto quel sangue e alla fine vedo un taglio vicino al sopracciglio. Prendo una pezza bagnata e cerco di tamponare la ferita ma non ne vuole sapere di star ferma e urla, sembrerebbe farle male. - VIOLETTTTTT! CORRI IMMEDIATAMENTE QUI! - Gridò facendola precipitare al piano di sotto.
- Che succ.... O mio Diooooooo!
- non startene lì impalata, aiutami! Che facciamo? - chiedo nel panico.
- Non.... non lo so! - si porta le mani alla bocca -Disinfettale la ferita!
- Non sta ferma  con l'acqua pensi si faccia medicare? E poi il sangue non si ferma. -  dico impanicato spostanso la pezza che tenevo poggiata sulla sua fronte
- Chiamiamo qualcuno allora!
- C’è il mio telefono li,  chiama mia madre! Regina! È l’unica che manterrebbe la calma ora... - nel mentre chloè continua a gridare - No amore non piangere. Non è niente, ci sono io con te. - non funziona e come se non bastasse comincia a chidere di sua mamma.
- Mamma mammaaaaaaa!!!!! Bua iooooooo!!!!!!
- Shhhhh amore, adesso ti facciamo passare la bua ok? 
- Non risponde Henry. - dice Violet
- Riprova dannazione! Qualcuno deve curarla. - sono nel panico
Violet prova  a contattate mia madre per tre volte ma niente... - Henry è inutile, non risponde...  chiamiamo mio padre e facciamoci accompagnare in ospedale -  senza attendere risposta ecco che prende iniziativa e lo chiama. Dopo pochi minuti eccolo già qui.
- Quale sarebbe l’emergenza? E per quale motivo saresti qui con...  - non riesce a finire la frase perchè mi precipito verso di lui con mia sorella tra le braccia. 
- Mi aiuti la prego! È mia sorella. Io... io non non so come....
- O signore...... Salite in macchina presto! - Ci accompagna in ospedale dove whale ha appena iniziato il suo turno
- Dottor Whale la prego... - grido facendolo voltare
- Henry ma.... che è successo alla piccola? - chiede scrutandola
- Non Lo so!  le esce una marea di sangue da sopra l’occhio. La prego  l’aiuti.
- Portala nell' ambulatorio numero uno, arrivo in un baleno.
Faccio ciò che mi dice e mi reco nell'ambulatorio dove ci accoglie un infermiera che cerca di far placare il flusso di sangue che esce dalla ferita di Chloè.
- È grave? - chiedo preoccupato. 
- Non preoccuparti! Con qualche punto di sutura la cosa si sistemerà
- Adirittura i punti? E' la fine. Mi madre mi ucciderà.
- Eccomi! - dice Whale entrando nella stanza. - Cosa abbiamo qui? - Chiede alla ragazza
- Questa piccola signorina si è procurata un bel taglio. Credo occorrerà metterle qualche punto di sutura in quanto la ferita non riesce a rimarginarsi da sola.
- Ok diamo un’occhiata.
Vedo whale in difficoltà, non riesce a visitarla in quanto mia sorella non si decide a star ferma, continua ad agitarsi e a gridare. Vorrei dargli una mano ma il mio telefono prende a squillare: Mamma.
- Mammaaaaaa! - Esclamò e lei dal tono di voce deduce che c’è qualcosa che non va
- Che succede Henry? ho ricevuto le tue chi...
- Non dire niente a nessuno, raggiungimi in ospedale. Ti prego ho bisogno di te!
Eccola che in una nuvola di fumo si materializza nell'ambulatorio. 
- Henry - dice allarmata - Che succede, perché sei in ... CHLOE'! - esclama vedendo mia sorella in quelle condizioni. -  Che è successo a tua sorella Henry?  - Mi dice a voce sostenuta mentre aiuta whale a tenerla buona.
- Mamma io non lo so!
- Aspettami  fuori.
- Ma manma io...
- HENRY VA! - mi sgrida per poi concentrarsi su Chloè cercando di tenerla ferma mentre Whale la visita. Obbedisco e vado ad aspettarle in sala d'attesa. C'e ancora Violet fuori ad aspettarmi così vado a sedermi vicino a lei. Mezz'ora dopo ecco mia madre uscire dall'ambulatorio con Chloè tra le braccia. 
- Allora???? come sta? - chiedo
- Sorvolerò, ma solo per adesso, sul fatto che la tua lei sia qui. Tua sorella sembra essersi tagliata in qualche modo. Non c'è stato verso di tenerla ferma per metterle i punti così le hanno messo uno di quei cerottini che vanno a sostituire la sutura vera e propria. Sopra a questo cerottino ne hanno messo un altro un po piu grande per tenere fermo il primo. Dobbiamo aspettare un'oretta qui per vedere come va. Se la ferita tenta di riaprirsi dovranno metterle i punti per davvero.
- Mamma io.... - al sentire pronunciare la parola mamma Cloè inizia a cercare Emma tra i passanti.
- Mamma! Mamma! 
- Sarà il caso che tu chiami Emma e la faccia venire qui.
- Mi ucciderà - dico preoccupato. 
- E non è la sola che potrebbe farlo fidati. - mi dice facendomi capire che anche lei è arrabbiata con me.
- Non potresti chiamarla te?
- No mio caro! Avanti, prenditi le tue responsabilità.
- Mamma... mamma! - continua impaziente Chloè
- Amore di zia, la mamma arriva subito ok? - le dice coccolandola.
Sospiro, prendo il telefono e la chiamo.  risponde immediatamente
- Henry tutto ok?
- Si mamma però non è che potresti raggiungermi? - non so proprio come dirglielo.
- Problemi con Chloe? Sta facendo la cattiva?
- Mamma per favore vieni.  Siamo..... pensa a me e raggiungimi con la magia.
- Henry dove sei?!?
- Fa quello che ti ho chiesto per favore! - aggancio senza aggiungere altro. Anche lei deve aver capito dai miei toni che c'è qualcosa che non va, infatti non tarda ad arrivare.
- Tutto questo gran segreto per... - si blocca quando guardandosi attorno nota che siamo in ospedale - Henry ma che... CHLOEEEEEEE! - esclama vedendola in braccio a Regina e con ancora indosso i vestiti insanguinati.
- Mamy! - allunga le manine verso di lei per farsi prendere.
- Piccola mia che ti è successo è? - Le chiese ma la domanda era rivolta a me.
- Io... io non lo so mamma! Credo si sia tagliata.
- Credi? - mi domanda non capendo - Dov'eri? 
- Fidati Emma, spero di sbagliare ma non credo sia una buona idea sapere dove fosse. - Le indica una parte ben precisa della stanza.  
- Non era partita? -  chiese, questa volta alterata, Vedendo Violet in disparte accanto alla porta principale del pronto soccorso
- A quanto pare no! - rispose l’altra mia madre. - Comunque Emma... whale ha detto di aspettare un'oretta qui. Se la ferita non sanguinerà nella prossima ora eviterà di metterle dei punti.
- Ok va bene! Grazie per essere venuta, ora però puoi andare ci sono io con lei.
- Resto non preoccuparti.
- Resto anche io mamma!
- Che c’è ti senti in colpa?-  mi disse regina sarcastica. - Va a casa Henry. Tra poco torneremo anche noi. - sto per allontanarmi - Ah! Gradirei tornassi da solo e sappi che ho tutta l'intenzione di venire a capo a questa situazione una volta tornati a casa.
meglio non controbattere. Torno a casa con il papà di Violet . Mi sento in colpa, come ho fatto ad essere così irresponsabile? Pensarci non risolverà le cose... prendo il mio zaino e mi metto a studiare qualcosa per passare il tempo.


POV REGINA

Il secondo controllo con whale sembrò andare a meraviglia. la ferita non aveva più sanguinato così il medico optò per lasciarle quei cerottini per due settimane con l’accortezza per Emma di controllarla per i primai tre quattro giorni durante la notte per evitare che muovendosi involontariamente togliesse il cerotto riaprendo la ferita. Secondo lui tutta quella quantità di sangue era dovuta al punto in cui si era ferita la bambina. Disse che è una zona con maggior affluenza di sangue ma niente di allarmante come poteva sembrare a primo impatto.Le prescrisse qualche antidolorifico blando in caso la bimba si sarebbe lamentata  per mal di testa e ci lasciò andare. Tornammo a casa con Killian che ne frattempo ci aveva raggiunto e una volta arrivati  trovammo Henry seduto sul divano a studiare.
- Ecco, questo avresti dovuto fare questa mattina. - gli dico
- Mamma.... mamme! Che ha detto whale! Le ha messo i punti?
- Fortunatamente no. Per ora le ha lasciato questi cerotti ma  dobbiamo controllarla. - spiega Emma
Mi sento più sollevato -  Io non volevo... non so dirvi con precisione come sia successo. Mi sono semplicemente distratto un attimo e....
- Killian ti dispiace  portare Chloe nella sua stanza mentre noi due facciamo due chiacchiere con questo signorino?
- Certo che no! Vado io tranquilla, la faccio addormentare dopodiché andrò a riprendere anche Leila.
- Sei un amore! - Si scambiano un bacio dopodiché  ci concentrammo entrambe su Henry. 
- Partiamo dall'inizio - dissi - Come avete passato la giornata? E non tralasciare nulla...
- L’ho svegliata, le ho fatto fare colazione e l'ho cambiata.
- Poi?
- Poi è arrivata Violet, voleva che l'aiutassi con una materia su cui è rimasta un po indietro. Prima di fare i compiti però ho messo un film. Inizialmente eravamo tutti e tre in salotto a vederlo poi io sono andato un attimo a prendere una cosa al piano di sopra ed è successo tutto. Mamma mi sono distratto davvero solamente un minuto!
- È un bene che tu vada bene a scuola perché menti da schifo, non ti crederebbe nessuno. Non c’è bisogno neanche del super potere di Emma. 
- E' la verità!
- Anche se fosse come dici tu, Violet in tutto questo non ha fatto nulla? Se solamente te ti sei allontanato, come è possibile che la tua fidanzata non si sia resa conto che tua sorella si stava mettendo nei guai?
- Mamma davvero io non lo so come si sia fatta male ok? Mi sento già in colpa per questo, dobbiamo continuare per molto?
- No, tanto continueresti a mentire. C'è un altro modo per scoprire la verità - feci apparire un acchiappa sogni. - Con questo vedremo tutto.
- Mamma lo sai anche te: la magia ha sempre un prezzo. Non dovresti usarlo.
- Non sei nella posizione per dire nulla. - Passai  la mano sullo acchiappasogni e la mattinata di Henry e Chloè si materializzò davanti gli occhi di tutti e tre. Dalle immagini si capì che la piccola Chloe aveva ben deciso, mentre i due ragazzetti si stavano godendo la vita al piano di spopra,  di tentare di arrampicarsi su uno scaffale per prendere i suoi biscottini. Nel tentare di arrampicarsi però è caduta ed è andata a sbattere contro uno spigolo ferendosi. 
- Quindi la materia su cui va male la tua fidanzata è atonomia? Che c'è aveva bisogno di ripetizioni private? 
- Mamma...
- Cosa hai da dire a tua discolpa? - contunuai mentre Emma se ne stava seduta a fissarlo senza dire una parola.
- Io... mamma ecco....
- Non posso crederci... Ci hai mentito! Ci hai mentito e hai messo in pericolo tua sorella!
- Non volevo!
- A no? A me sembra invece proprio un piano ben architettato. Tenere la sorellina e far venire la fidanzata a casa... ma che pensavi di fare è? Non so come la pensa Emma ma per me sei in punizione.
- Mamma... 
- Mi hai deluso Henry... - disse a quel punto Emma - Mi hai mentito. Mi hai guardato negli occhi e mi hai rifilato una balla bella e buona.
- Non ho proprio mentito... Ero serio quando ti ho detto di voler badare a lei...
- Bel modo di badarle! Complimenti. 
- Mamma io...
- Che cosa Henry? Solo perché non ti diamo il permesso di stare da solo in casa con la tua fidanzata  non significa che tu debba mentirci in questo modo. Tua sorella ha rischiato di farsi male seriamente per una bravata ma ti rendi conto? Se devi disobbedire per favore non coinvolgere gli altri! 
- Ok scusa.... vado in camera mia. - riesco a vedere il suo senso di colpa.
- Emma mi dispiace davvero molto.
- E di cosa Regina... sei sua madre quanto me, non è colpa tua.
- Non è da Henry... - dico
- Sta crescendo ed è normale che faccia bravate. Non mi aspettavo che coinvolgesse sua sorella, so per certo che non l’ha fatto a posta, ma è giusto che sia stato rimproverato. 
- La pensiamo allo stesso modo.  Vuoi che lo porti a casa con me?
- Ma no figurati oggi tocca a me tenerlo non preoccuparti, torna pure a casa, Robin ti starà aspettando.
- Dai un bacino a Chloe da parte mia appena si sveglia ok?
- Sarà fatto!

POV EMMA

Durante tutta la giornata Henry non si fece vedere in giro, rimase tutto il tempo in camera sua.  Provammo a parlargli, sia io che killian ,ma lui ci chiese gentilmente di lasciarlo solo.
Chloe a parte la ferita che le si era gonfiata un po’ stava bene e stava giocando sul suo tappetino insieme a sua sorella che faceva finta di fare il dottore e la visitava.
- Bimbe è ora di andare a nanna! Avanti, andiamo a mettere il pigiamino.
- Solo Chloè mamma.  Io sto bene, non ho la bua e non ho sonno.
- No, io grande, no ninne!
- Avanti niente storie, è ora! - Dico prendendo la mano a di Leila e lasciando che Killian prendesse Chloè.  Le cambiammo e le mettemmo a letto. Andammo a dormire anche noi. Misi la sveglia ogni tre ore per controllare la ferita della piccola dopodiché mi misi a dormire. Al suono della prima sveglia mi alzai e andai a controllarla.  Trovai Henry nella sua stanza.
- Che ci fai in piedi a quest'ora?
- Sono venuto a controllarla, sembrerebbe stare bene, dorme beata e il cerotto non da segni di cedimento.
sorrido - Ottimo bollettino non trovi? - lui non ricambia il mio sorriso -  Torniamo a letto dai...
Una volta usciti dalla stanza della piccola ognuno tornò nella sua camera.  La stessa scena si ripetè per tutta la notte, ogni volta che mi alzavo lui era lì da sua sorella. La scena più bella però la vidi intorno alle sei:  mi alzai per andare da lei e la trovai sveglia in braccio ad Henry seduto sulla sedia a dondolo mentre ascoltava una storia che lui le stava raccontando. Li spiai e mi commossi alle parole che susseguirono la favola.
- Enny bravooo!!!! - si mise a battere le manine
- Grazie ma ma gli altri non la pensano allo stesso modo amore...
- Enny triste!
- Un po’!
- Tu no triste! - Lo abbraccia
- Ti amo chloe... scusa, scusa davvero per non essere stato presente. Non lo so neanche io a cosa stavo pensando... sono stato unincoscente. Ha ragione mamma. Sono una delusione... una nullità!
- Io bene a Enny. - le si avvicina ancora di piu e gli accarezza il viso.
- Anche io ti voglio bene cucciolina e ti prometto che non ti lascerò mai più da sola. Sarò sempre al tuo fianco da adesso in avanti. Ci sarò per qualsiasi cosa tu abbia bisogno. Sarò il fratello maggiore migliore di sempre, quello che non sono mai stato.
- Henry....-  dico entrando
- Mamma! - si asciuga una lacrima - Che ci fai qui? - dalla mia faccia capisce che ho sentito tutto - ....io... ecco... è da molto che sei qui? -domanda
- Qualche minuto. Possiamo parlare un po’? - annuisce- Chloe amore perché non vai da papà? Ti sta aspettando in camera insieme a Leila. - La vedo camminare ancora un po’ traballante, data l'età,  verso la stanza da letto mia e di suo padre. Una volta essermi assicurata che fosse arrivata mi concentrai su Henry. Fu il primo a parlare:
- Sei delusa da me vero mamma?
- Non mi aspettavo un comportamento del genere da te questo è vero... ma da qui a dire che ti considero una nullità c’è ne vuole....
- Mi sono comportato come uno stupido, lo so. Voglio bene a Chloè!
- Non lo metto in dubbio. - rimanemmo in silenzio per un po' - Che volevi fare Henry.... cioè, so cosa volevi fare ma non ti sembra di correre troppo?
- Ho paura si stufi di me se continuo a farla aspettare. 
- Siete alle prese con le vostre prime esperienze non c'è niente di male ad aspettare. 
- Ma gli altri...
- Non deve interessarti degli altri. A violet piaci per quello che sei. 
- E cosa sono?
-  Sei un ragazzo intelligente e responsabile, quando vuoi... - sorrido -  Oggigiorno è difficile trovare un ragazzetto come te e lei lo sa. In questo momento non vi serve altro. Quando sarà il momento lo capirete.  Fidati di chi ci è già passata.
- Lo dici in base ai tuoi errori con papà?
- Con tuo padre non ho fatto nessun errore. 
- Ma mi hai avuto che eri poco piu grande di me.
- Avevo un anno in più di te quando sono rimasta incinta. Sei arrivato come un fulmine a ciel sereno questo è vero ma non ti considererò mai un errore, anzi... tu sei stato e sei la mia salvezza. 
- Ti voglio bene mamma.
- Ti voglio bene anche io testone! - Ci abbracciammo. - Ascolta... Noi abbiamo intenzione di andare a fare un giro in barca nel pomeriggio ti unisci a noi o hai di meglio da fare?
- Ma come non sono più in punizione?
- Ho parlato anche con Regina e siamo rimaste d'accordo che se avessi capito i tuoi sbagli avremmo chiuso un occhio per questa volta. La tua chiacchierata con tua sorella mi ha fatto capire che sai di aver sbagliato, quindi sei libero di decidere cosa fare in giornata. 
- Vengo con voi.
- Puoi portare tranquillamente anche violet se vuoi.
- Penso proprio che non la porterò. Per una volta se non viene non succederà nulla.  Voglio stare un po’ con le mie due sorelline. - sorrisi
- A proposito... vado a controllare che killian sia ancora vivo. -  faccio per uscire ma mi blocclai subito. - E comunque... si ok non sei stato un errore ma tu cerca di non farmi diventare nonna subito.
- Mamma!
- Sono ancora troppo giovane!
scoppiammo entrambi a ridere dopodichè chiudemmo definitivamente l'argomento. Era un adolescente e di errori ne avrebbe commessi a non finire ma di una cosa ero sicura. Era un bravo ragazzo. Non c'è che dire: Io, Regina e Killian abbiamo fatto proprio un bel lavoro. 
 
Note dell'autore:
Sono un po' di giorni che soffro del famoso blocco dello scrittore. Ho un paio di capitoli scritti a metà che non riesco ancora a  concludere. Questo piccolissimo racconto non era in procinto di essere scritto, mi è venuto di getto ieri sera e non avevndo altro per il momento da pubblicare ho deciso di postarlo. Non è il massimo lo so ma sempre meglio di niente non trovate? Ho intenzione di terminare almeno uno dei due capitoli già iniziati entro fine settimana. Quindi rimanete sintonizzati che Emma, Killian, le loro piccole pesti e le loro vicessitutidi stanno tornando presto su questi schermi  eheheheheheheh!  Alla prossima.
ps. Ribadisco che ho scritto questo capitolo ieri sera sul tardi, non ho avuto modo di ricontrollarlo, siate clementi per tutto ciò che di orrendo incontrerete. eheheheheheh

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Capitolo 11
*** Supereremo anche questo ( Parte 1) ***


POV EMMA

Tutto iniziò una settimana fa quando nel bel mezzo della mattinata mi arrivò una chiamata inaspettata dall'asilo di Leila chiedendomi di andare a riprendere mia figlia perché stava piangendo e cercava disperatamente noi genitori. Era una mattina particolarmente impegnativa  quella, ed ero sommersa di lavoro, mio padre era fuori per altre commissioni quindi non avevo alcuna possibilità di allontanarmi dalla stazione. Chiamai killian e mandai lui a riprendere la bambina. Una volta presa la portò in ufficio da me... appena mi vide mi corse in contro per abbracciarmi e continuò a piangere. Provai a chiederle cosa fosse successo ma le lacrime le impedivano di parlare. Fu Killian a grandi linee a spiegarmi l'accaduto: in pratica l'asilo aveva organizzato, visto la bella giornata, una piccola gita al parco adiacente alla scuola. A quanto pare sembrerebbe dai racconti delle sue maestre che Leila si sia imbattuta in un cagnolino un po’ aggressivo il quale l'ha spaventata. Non diedi troppo peso alla situazione, non era stata ne morsa o aggredita,  si era semplicemente spaventata.  Mi limitai quindi a consolarla e giocare con lei. Da quel momento è iniziato il nostro calvario:  ogni notte e ad ogni riposino la bimba ha sempre avuto incubi. Questa sera la situazione non è differente. Sono a letto abbracciata a Killian quando nostra figlia inizia a chiamarmi disperatamente in lacrime:
- Ci risiamo! - dice lui - Secondo me la scuola non ci hadetto tutta la verità! Non può stare così solo per un cagnolino.
- Non eri presente e non puoi saperlo. - conosco Killian è iperprotettivo con le sue figlie. 
- Lo scoprirò! Ho dei metodi infallibili!
- E sentiamo sherlock Holmes, cosa avresti intenzione di fare? Andare a scuola e minacciarli con il tuo uncino per farti raccontare qualcosa che molto probabilmente neanche loro sanno? 
- Io so solo che gli ho affidato la mia bambina e loro me l’hanno restituita traumatizzata, se permetti ho tutto il diritto di vederci chiaro!
- Mammaaaaaaaaa! - continua a chiamarmi... se continuerà così sveglierà anche sua sorella. 
- Vado da lei, torno subito.   - Lo bacio ed esco dalla nostra stanza per recarmi in quella di Leila. La trovo in piedi nel corridoio... evidentemente non vedendomi arrivare  stava venendo in camera da noi:
- Amore che succede? - le chiedo 
- Mamma non ci lasciare! - mi risponde.... mmh questa è una novità. 
- E dove dovrei andare amore, sentiamo....
- Non ci lasciare mamma, ti pregoooooooooo!
- Amore ma cosa dici? No che non vi lascio!  - Ogni volta che mi guarda con quegli occhietti tristi mi si spezza il cuorre. -  Amore di mamma... - mi porto alla sua altezza. - Era solamente un brutto sogno, niente di più. La  mamma non vi lascerà mai per nulla al mondo. - cerco di tranquillizzarla.
- Ma la signora dei cani... - smette improvvisamente di parlare. Mmh anche questa è nuova. Chi è costei?
- La signora dei cani amore? - chiedo con la speranza che mi dia qualche indizio.
- Si... io ho visto tutto mentre dormivo... non te ne puoi andare. Io ho bisogno di te. Che faccio se non ci sei?
- Senti amore, ti farò una domanda ma tu dovrai essere sincera con mamma ok? - annuisce -L’altro giorno, all'asilo, oltre al cagnolino si è avvicinato qualcuno? Che ne so... una signora magari? Ti ha detto qualcosa? Ti ha spaventata in qualche modo?
- No c'era  solo il cane cattivo. La signora dei cani l’ho vista mentre dormivo.
- E allora amore mio era solamente un incubo! - le bacio la fronte.
- Quindi non te ne andrai? - mi domanda ancora spaventata
- Te l’ho già detto! No che non me ne andrò, come potrei?
- Dormi con me stanotte? - mi chiede infine un po' più tranquilla.
- Perche ieri che cos'ho fatto sciocchina! - rido.  - Avanti fammi strada principessa!
***
Quella sera non fu l'ultima volta che ebbe quegl'incubi. La storia continuò per un’altra settimana. È sabato mattina, Leila non ha scuola così come da routine sveglio entrambe le figliole per portarle da Granny a fare colazione con zia Regina e nonna Snow. Sto vestendo la più piccola  quando Leila entra iniziando a dare i numeri per il mio abbigliamento e quello della sorellina. Inizia a dire frasi incomprensibili come “Se ti vesti così poi te ne andrai!” ,“Mamma se mi vuoi bene cambiati!”...  inutile ogni mio tentativo di calmarla, l'unica soluzione è quella di assecondarla in questa strana richiesta e cambiare vestiario. Sembra tranquillizzarsi subito. Dopo aver finito con Chloè vesto anche lei in base a quello che mi dice di voler indossare dopodiché ci mettiamo in macchina. Non ci vuole molto per arrivare da Granny di solito, massimo un paio di minuti, oggi però il viaggio durerà un pochino di più: sul tragitto incontro un cartello stradale con su scritto: strada bloccata. Accidenti, non ci voleva! Dovrò fare il giro lungo e passare per quelle dannate stradine dissestate.  Faccio inversione e cambio la direzione di marcia. Dopo dieci minuti buoni, quando siamo quasi all'altezza del locale ecco che incontro un nuovo cartello: lavori in corso e indovinate un po' dove sono? Proprio sulla corsia che sto percorrendo. Ma cos'è stamattina... stanno ristrutturando l'intera Stprybrooke? E come è possibile che stiano facendo dei lavori e non mi abbiano minimamente informata? Va beh... i misteri della vita. Rallento per cambiare corsia ma mi accorco di un'anomalia:  i freni improvvisamente non funzionano. Premo maggiormente il pedale nella speranza di attivarli ma niente, la macchina sembra non vuoler ascoltare i miei comandi. E' una stradina in discesa quella in cui ci troviamo ed è per questo motivo che la macchina inizia a prendere velocità. Leila si accorge del mio improvviso silenzio e comincia a dire
- Mamma mamma che succede?
- Leila! - dico prima di entrare nel panico -  Prendi la mano di tua sorella, pensa a zia Regina, teletrasportatevi da lei e chiedete aiuto. - il mio tono è autoritario. Non possiamo permetterci di perdere tempo. Non posso permettere che accada loro qualcosa. 
- Mamma ma...
- LEILA VA'! - Gridò talmente tanto da spaventarla. Fa quello che le dico ma mentre sta svanendo sento Chloè, ignara da tutto quello che sta succedendo,  dire "nooo" e piangere. Guardò lo specchietto retrovisore e la trovo ancora qui con me. Deve aver lasciato la mano di sua sorella. Non c’è più tempo omai e mi affretto a fare l'unica cosa che mi viene in mente: con la magia slaccio le cinture del seggiolino auto dove è seduta, lascio il controllo ormai inutile della mia auto e mi butto su di lei. Un boato... la macchina si ferma e poi... il buio. 
***

POV REGINA

- No granny,non abbiamo acncora deciso, aspettiamo Emma per ordinare! Come al solito è in ritardo - dico alla cara nonnina che è venuta al tavolo mio e di Snow per chiedere ordinazioni
- Ok. Passo tra poco. - si allontana.
- E insomma raccontami...  - disse Snow a bassa voce - Roland e Henry non ci saranno questa sera... Che programmi ha in serbo per te Robin?
- Ma da quando sei diventata così pettegola? Ah già... da sempre - dico con ironia
- E daiiii... non fare la pudica, non ti si addice.
- Non ha in serbo nulla quindi non c'è nulla da dire.
- Io dico di si invece: sei arrossita! - mi fa notare con quel tono di voce odioso. 
- Ma perché ci parlo con te? - Snow  sa essere davvero snervante quanto vuole. 
Continuammo a parlare, o meglio continuai a subire il suo interrogatorio per un bel po fino a quando nel locale in una nuvola di fumo apparve Leila in lacrime.
- Leila ma... -  non mi fece neanche parlare. Mi guardò in preda al panico e mi disse:
- Ti prego zia aiuta la mamma! - Nell'esatto momento in cui finì la frase si sentì un rumore assordante provenire da fuori. I vetri delle finestre del locale tremarono e  tutti i clienti comprese io e Snow iniziammo a guardarci intorno per capire da dove provenisse quel frastuono. 
- Zia, questa non era la mamma vero? - mi dice riportandomi alla realtà
- Perché dovrebbe essere la mamma amore? Dove'è e come mai se qui da sola?
- Ero con mamma, in macchina... mi,mi... mi ha chiesto di chiederti aiuto! Che è successo ziaaaa? - a quelle parole Snow si precipitò fuori. la sentii  gridare una frazione di secondo dopo pronunciando il nome di sua figlia e dal modo in cui urlava capii che qualcosa era appena successo.  Feci per avvicinarmi a Snow ma prima di arrivare da lei mi ricordai di Leila.
- Granny tienila un secondo e non farla affacciare per nessun motivo al mondo.
- Zia zia dove stai andando? Dov'è la mia mamma?
Mi inginocchiai verso di lei e le asciugai le lacrime - Amore mi allontano per un secondo, torno subito da te.
- Vai dalla mamma?  Posso venire?
- Amore è meglio se resti qui ok?
- Ma io voglio  venire
- Leila per favore, io devo andare! Promettimi di non uscire per nessun motivo.
- Mah...
- PROMETTIMELOOOOO!
- Ok! - disse tristemente
La lasciai alle cure di Granny e mi precipitai fuori a capire cosa fosse successo. Vidi la macchina di Emma scaraventata contro un muro. Come diavolo ha fatto a finire nella corsia opposta a quella di marcia quando la strada era completamente libera?  Corsi con quanto più fiato avevo in corpo non curandomi neanche di Snow e le sue urla e raggiunsi il veicolo. La scena che mi trovai davanti era alquanto raccapricciante. Emma era praticamente arrivata sul sedile posteriore Dio solo sa come. Aprii la portiera di quella che una volta era la sua auto ma un fascio di magia mi fece indietreggiare di qualche metro
- Ma che..... - ignorai quanto successo e ritentai riuscendo ad aprire la portiera senza nessun intoppo:
- Emma, Emma mi senti? - provai a chiamarla ma lei non rispose. Poggiai delicatamente una mano sulla sua schiena, attenta a non fare pressione non conoscendo i danni che poteva aver riportato, per guarirla ma la mia magia non  funzionò.  Era come bloccata. Senza perdere tempo a capire perché e percome chiamai un ragazzo lì vicino e gli chiesi di chiamare un’ambulanza e le guardie di competenza. Essendo lei lo sceriffo molto probabilmente sarebbe arrivato il vice sul posto dell'incidente ovvero suo padre. Di male in peggio insomma. Nell'attesa che l'ambulanza arrivasse tornai da lei cercando di chiamarla con l'intento di svegliarla ma i miei occhi si soffermano su un dettaglio che fino a poco prima non avevo  visto: una piccola manina, decisamente non di Emma, spuntava da sotto il suo corpo. Come Emma anche quella manina sembra non dar segni di vita. No... non è possibile, non sta accadendo questo... dissi a me stessa.
- Chloè.... CHLOE'E'E'E'EE'E'! - provai  a chiamare la bambina ma il risultato non fu quello sperato. Silenzio tombale.
Arrivano poco dopo  anche David e Killian,  evidentemente anche al porto era giunta la voce. Non so chi tra i due era più sconvolto. Tentarono entrambi di  farsi spazio nella macchina ma fortunatamente vennero bloccati. Inpanicati com'erano avrebbero solamente peggiorato le cose. 
Susseguirono momenti di puro panico.  Si temeva il peggio. Eravamo circondati da una marea di persone ma  gli unici rumori che si sentivano erano le grida strazianti di Killian e i lamenti di Snow e David. Purtroppo nessuno di noi era in grado di aiutarli. Improvvisamente dalla macchina si sentì un pianto... inizialmente debole ma poi sempre piu forte. Oltre al pianto si senti anche una parolina: "mamma!" Chloè era viva. Vedi Killian scattare come una furia per andare dalla sua bambina ma proprio in quell'esatto momento arrivò l'ambulanza.
- Qualcuno sa dirci cosa è successo? - chiese uno dei medici
- La prego le aiuti! Ci sono mia moglie e mia figlia lì dentro. È una bambina di appena un anno! E' spaventata.  Mia moglie invece...lei... lei non è ancora coscente, ha bisogno di voi.... la prego... 
- Si calmi signore e ci faccia lavorare. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per salvarle.  Allora chi le ha trovate?
- Io.- dissi -  La ragazza è sempre stata incosciente mentre la bambina  ha preso a piangere da qualche minuto.
- Controllate il polso della ragazza e vedere se c’è battito. - ordinò l’uomo si suoi colleghi.
- Molto debole ma c’è ancora. - menomale!
- Bene, attenti a non fargli subite ulteriori danni, estraete sia lei è che la bambina. - Impiegarono un po’ ma alla fine riuscirono ad estrarle entrambe e adagiarle a terra su due barelle. Emma era inerme, bianca in viso e qualche ferita qua e là. Chloe tutto il contrario: rossa per lo sforzo del pianto e apparentemente illesa.
- Mamy, mamyyyyy! - Continuava a ripetere spaventata per quel via vai di persone ma in quel momento era impossibile darle retta. Vennero trasportate con urgenza in ospedale e tutti noi le raggiungemmo con la mi macchina.
 Ore di attesa interminabili.  Killian era distrutto come così anche David e snow. La situazione come anche poco prima non sembrava delle migliori e quell' attesa non faceva altro che peggiorare i nostri stati d'animo.  Whale uscì solamente un paio d'ore più tardi. 
- Allora???? - Esclamò killian impaziente
- Abbiamo fatto le prime visite alla bambina e sembrerebbe tutto nella norma. la terremo un paio di giorni qui sotto osservazione per farle ulteriori accertamenti ma tranquillo, sta benone. E' solo spaventata
- Emma?!?!?!
- Purtroppo... Non ho le stesse buone notizie per lei! Non si è ancora svegliata ma tramite la tac abbiamo riscontrato degli ematomi abbastanza importanti. Dobbiamo aspettare che si svegli per capire l’entità dei danni. Una cosa è certa. Tua moglie ha salvato la vita a vostra figlia. Da come è stata trovata è evidente che le si sia lanciata contro per farle da scudo. Visto la giovane età della bambina e la portata dell’incidente se non fosse stato per Emma molto probabilmente Chloè non ce l’avrebbe fatta.
A quelle parole killian ebbe un mancamento...  come biasimarlo. Lo aiutammo a sedersi sulla sedia più vicina e cercammo di incoraggiarlo anche se neanche noi eravamo al massimo delle forze.
- Posso vederle? - furono le uniche cose che riuscì a dire
- Posso farti vedere solo tua figlia. Mi dispiace. 

POV KILLIAN

Cammino lungo il corridoio di questo maledetto ospedale e non riesco ancora a capacitarmi di quanto è successo. Come è finita l’auto di mia moglie davanti quel muro? Emma non corre mai in macchina specie quando ci sono le bambine... come ha fatto a far un incidente di questa portata in una strada deserta? Non so darmi una risposta... non riesco a darmi una risposta su nulla a dire la verità. So solo che mia moglie è ancora incosciente e che la situazione per lei non è per niente buona. Sto andando da mia figlia... cosa le dirò... e  cosa dirò a sua sorella quando la vedrò? Sta passando un periodo particolare della sua vita, cerca Emma in continuazione... come farò a dirle che la sua mamma sta male? Come farò io a vivere questi giorni senza di lei in casa? Eh si... giorni, settimane al massimo perché mi rifiuto categoricamente di pensare altro. Mia moglie starà bene! Deve star bene. Eccomi qui, davanti la porta della stanza di mia figlia. Con mano tremante la apro e la ritorno proprio davanti a me... mi guarda ma non mi dice nulla. Ha uno sguardo spento.
- Amore di papà! Mi siedo sul letto e la stringo a me! 
- Papy!  Mamma? - mi domanda subito
- Mamma è in un’altra stanza amore, ha la bua come te!
- Mamma qui!
- Adesso non può venire amore ma stai tranquilla, tra qualche ora passerà a trovarti. - mento con la speranza che distraendola non la cerchi più.
- Brum brum BUM!!
- È si amore... hai avuto tanta paura?
- Mamma! Lei paula...
- E' tutto finito adesso! -  L’abbraccio
- Killian?!?!? - mi sento chiamare...  E' Regina.
- Cosa ci fai qui? Ci sono novità?
- Ho fatto due chiacchiere con Whale e sono riuscita a convincerlo a farti vedere Emma.  Penso che forse farle sentire la tua voce le farà bene... Vai!  Ci penso io a Chloe.  Ho visto degli infermieri passare per il corridoio, stanno portando il pranzo: mi assicurerò che mangi. 
Mi limitai ad annuire, salutai la mia principessa e lascial la stanza dirigendomi a gran velocità in terapia intensiva: la stanza in cui avevano portato il mio amore. Eccola lì, stesa su quel letto, bianca in viso e con una marea di tubi attaccati. Indosso il camice la mascherina come da regolamento, entro e mi avvicino al suo letto. Sembra che stia semplicemente dormendo.
- Amore... provo a dirle nella speranza che riesca a a sentirmi - Ma che mi combini è? Non ti posso mai lasciare da sola che fai casini... - faccio una pausa, non pensavo fosse così dura parlarle. - So già cosa mi diresti se fossi sveglia e si...  le bambine stanno bene. Entrambe. Leila è con Granny adesso, tra poco Robin e Henry andranno a prenderla mentre chloe invece è qui in ospedale ma non preoccuparti, sta benone. Le hai salvato la vita sai? - le stringo la mano - Ora però che ne dici di combattere come la guerriera che sei sempre stata? Non per gli altri questa volta ma per te stessa.  Perchè non torni ad aprire questi meravigliosi occhi? I tuoi genitori hanno bisogno di te, henry e le bambine ne hanno bisogno... ne ho bisogno io. Non ti vedo da questa mattina eppure già mi manchi... non puoi continuare a dormire, devi svegliarti. - mi sono accorto solo ora che sto piangendo...  - Ho bisogno di te per affrontare la vita, da solo non sono nulla.
- Killian! -  la voce di Whale mi porta alla realtà - Devo chiederti di uscire.
- Si riprenderà vero?
- I valori non sono poi così pessimi...
- Ti ho fatto un’altra domanda! Si riprenderà?
- Per capirlo dovremo aspettare che si svegli. Così non posso darti nessuna notizia. Mi dispiace. 
- Salvala, ti prego!
- Non dipende da me purtroppo... Ascolta, sei provato: vai a casa, fatti una bella dormita e torna domani. Qui non puoi fare nulla.
- Non le posso lasciare da sole. 
- Non saranno sole. Si sono offerte sia Regina che Snow per rimanere a controllarle entrambe. Concordano con me, sei troppo provato e inoltre a casa hai un’altra bimba. Devi andare da lei.
- Non ce la faccio. Cosa le dirò è? Come posso andare da lei e dirle che sua madre rischia la vita per aver salvato la sua sorellina? A 5 anni che vuoi che ne capisca.
- Non ci sarà bisogno di dirle nulla. Leila ha solamente bisogno di papà in questo momento. 
Cercai di convincere Whale a lasciarmi rimanere con mia moglie ma fu irremovibile. Mi ritrovai così seduto su una scomodissima sedia in sala d’attesa
- Ho appena sentito Robin - dice Regina -  E' passato a prendere Leila.  E' a casa mia insieme a Henry. Lui ancora non sa nulla. Dovresti raggiungerli... la bambina è molto irrequieta. 
- È irrequieta perchè vuole sua madre lo sappiamo tutti. 
- Sicuramene è come dici però in questo momento solo tu puoi tranquillizzarla. Va da lei, ti prometto che anche solo per un minimo cambiamento ti avviserò.
- Chloe ha mangiato? - cambio subito argomento
- Non ignorarmi... - sorride rassegnata per poi rispondere alla mia domanda -  Ha mangiato solamente la frutta e ora è con sua nonna che sta cercando di farla dormire un po’. Abbiamo tutto sotto controllo Killian, va a casa.
Non avevano poi tutti i torti, metà della mia famiglia era ancora a casa e non sarebbe stato giusto abbandonarli a loro stessi. Esco dall'ospedale e mi reco a casa di Regina e Robin. La prima persona che che vedo dopo aver varcato la soglia di casa Mills è proprio mia figlia. 
- Papà sei arrivato finalmente! - corre nella mia direzione per poi abbracciarmi. Mi sei mancato!
- Mi sei mancata anche tu amore.
Si guarda intorno - Mamma?!?! - E ora che le dico?
- Mamma non è qui adesso tesoro.
- Dove' è
- Sta riposando.
- Papà sei triste! Tu non sei mai triste... lo sei solo quando la mamma o noi stiamo male.  Dov'è la mamma papà? - Per avere 5 anni è troppo intelligente -  Avevo.... av ... av... - inizia a singhiozzare  - Avevo ragione io vero? Mamma mi ha lasciato? - piange -  Aveva ragione la signora dei caniiii!
- Amore mio non fare così... non piangere! La mamma  non ti ha lasciato, sta solo riposando. Starà benone.
- Voglio andare da lei, voglio vedere se è vero!
- Non è possibile andare da lei adesso però ti prometto che tra qualche giorno ti porterò da lei ok?
- Io voglio andare ora!
- Non si può amore mio,mi dispiace!
Piange disperata ed è inutile ogni mio tentativo per farla calmare. Forse farle buttare fuori tutto ciò che ha dentro potrà farle solo che bene. L'abbraccio e restiamo accoccolati  per tutto il pomeriggio senza far nulla. Sembrava finalmente essersi calmata. 
- Perché non mi avverte dato retta? È stata la signora dei cani.
- Ancora con questa storia amore? Te lo abbiamo già spiegato: la signora dei cani non esiste! Era solamente un brutto sogno.
- Però la mamma...
- È solo una coincidenza amore! Niente di più. Ora perché non provi a chiudere gli occhi e a dormire un po’? Si è fatto tardi
- Ho paura di sognare ancora la signora dei cani!
- C’è papà accanto a te ok? Non succederà nulla. Avanti  fai la brava!
- Posso fare una cosa prima di dormire papà?
- E cosa tesoro? - Fece un gesto in aria con la manina e subito dopo apparve davanti ai nostri occhi uno dei maglioncini di sua mamma. Lo indossa e poi mi dice:
- Ora possiamo provare a dormire.
La stringo forte a me e la porto al piano nella stanza che Regina ha sistemato appositamente per lei e Chloè. Riesco finalmente  a farla addormentare ma il suo sonno non è sereno.  Si sveglia un paio di volte:  una per la sua mamma e la seconda per il suo solito incubo. Non so se si sia svegliata altre volte durante la notte perché verso le tre del mattino ricevo una chiamata da Regina:
- Che è successo? - chiedo direttamente senza convenevoli. Ho il cuore in gola.
- Whale ha notato dei cambiamenti nei valori di Emma. Pensa sia il caso che tu ci raggiunga qui al più presto. C’è la possibilità che tra qualche ora si svegli.
Salto dal lettocome una furia e dopo aver incaricato Henry di sorvegliare sua sorella senza far trapelare altro, corro in ospedale.
***
- Sta meglio quindi? - Chiedo speranzoso a Regina.
- Non so come sta di preciso, mi hanno solo detto che i suoi valori sembrano essere migliorati. Whale sostiene che sia tutto merito tuo e di Chloè.
- In che senso?
- I suoi valori hanno iniziato a migliorare quando sei stato nella sua stanza. Molto probabilmente ti ha sentito.
- E Chloè cosa centra?
- Poche ore fa la bimba non riusciva a dormire poichè voleva la sua mamma così Whale ha ben pensato di portarla un po’ in camera da Emma. Dovevi vederla Killian, si è raggomitolata su sua madre e si è addormentata in un baleno. Da quel momento nelle macchine di Emma si è rilevato un ulteriore miglioramento. 
- E' ancora lì? La bambina intendo... è ancora in camera con lei? -  annuisce - E nessuno è il lì a controllarla? Potrebbe cadere dal letto e farsi male! E' piccola e Emma non può badare a lei.
- Tranquillo, abbiamo fatto mettere le sbarre al letto di Emma. Non può farsi del male.
I medici mi danno il lascia passare per entrare per una diecina di minuti. La scena che mi ritrovo davanti è di una tenerezza assurda: Chloè è abbracciata ad Emma come fosse la sua ancora di salvezza. Peccato che sua madre non possa ammirare tale gesto. Baciai la fronte di mia moglie quella di mia figlia dopodichè tornai in sala d'attesa! Non so perché ma mi sento più sollevato dopo averle viste. Forse sapere che Emma sta migliorando mi ha aiutato a calmarmi... non lo so, so solo che questa sensazione di tranquillità crolla neanche mezzo minuto dopo. 
- Killian.... - vedo Whale uscire dal reparto di Emma con in braccio una Chloè urlante. 
- Dott whale che succede? - chiedo vedendo mia figlia diserata. 
- Papyyy! - Allunga le braccia verso di me per farsi prendere e lo faccio. 
- Ho dovuto allontanarla da sua madre perchè... Emma si è svegliata. 
O mio Dio ti ringrazio! VIsto amore?  La mamma è sveglia! - sorrido alla mia bambina - Posso vederla Whale?
- Ecco... forse è meglio se aspetti un po'. Vedi.... c’è un piccolo problema.
- Che succede? Qualcosa non va? - Chiede a quel punto Snow affiancata da David e Regina
- Emma sta benino solo che....
- Che cosa whale! - dico sprezzante - Parla!
- Emma non ricorda esattamente tutto quello che è successo...
- E un bene no? - conoscendola si sentirebbe in colpa per aver messo a rischio anche se involontariamente la vita delle sue bambine. 
- Non esattamente. Diciamo che è rimasta alla rottura del primo sortileggio. 
- Che... che significa? - chiedo terrorizzato poichè penso di conoscere già la risposta.
- Emma ha perso la memoria. 
 
Note dell'autore:
Giuro che non finisce così! Come per un'altra one-shot scritta in precedenza, anche questa è un po lunghetta così ho pensato di dividerla, come quella precedente, in due capitoli. La situazione non sembra essere proprio delle migliori vero? Cosa succederà ora? Alla prossima ragazzi.

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Capitolo 12
*** Supereremo anche questo ( Parte 2) ***


POV KILLIAN 

- Come scusa? -  Chiesi pietrificato.
- Mi dispiace killian avrei voluto darti una notizia migliore.
- E ora che si fa?
- Verificheremo in questi giorni se l'amnesia è temporanea o permanente.
- No, non è possibile.  Deve esserci un errore.
- Purtroppo non c'è nessun errore mi dispiace. - si limitò a dirmi Whale. 
- Deve esserci! Altrimenti questo significherebbe che non si ricorda di Leila, di Chloe... di me!
- Si è svegliata accanto alla vostra bambina e non l’ha riconosciuta. La bambina l’ha chiamata "mamma" ma lei ha chiesto gentilmente e senza spaventarla di allontanarla perchè non era sua figlia. La bambina non ha capito molto ma ho preferito portarla via.
- Grazie Whale. -  Rispose Snow partecipando alla conversazione - Quindi... cosa ricorda esattamente? 
- Ricorda di aver fatto a pezzi un drago per salvare Henry che era stato avvelenato da Regina e ricorda di aver scoperto, dopo ventotto anni, chi siano esattamente i suoi genitori. Le ho spiegato che ha avuto un vuoto di memoria e che nella sua vita ormai ci sono tante altre persone ma sembrerebbe non accettare la cosa.
- E' comprensibile dopotutto...
- Posso vederla? -  Chiedo interrompendo i due
- Killian - Snow mi mette una mano sulla spalla -  Non si ricorda di te al momento. Forse è meglio se vada io. Non mi accetterà ancora come sua madre ma prima di scoprire questo piccolo dettaglio eravamo migliori amiche.
- Credo che Snow abbia raggione - disse il medico da strapazzo - Vieni, ti faccio strada.

POV SNOW

- Emma è permesso?  C’è una persona che vorrebbe farti visita. Posso farla entrare?
- Whale... dimmi la verità! È una persona che ricordo o una di cui non so neanche l’esistenza? - chiese debolmente facendomi stringere il cuore. Povero amore mio.
- Penso che tu la conosca bene.
- Allora falla entrare. - whale uscì facendomi segno di accomodarmi
- Emma! -  dissi. Era ancora allungata su quel letto e ricoperta di tubi ma amento era sveglia e cosciente
- Mary margaret,Ciao!  - Mary Margaret? Da quanto tempo qualcuno non mi chiama più così? È una strana sensazione sentirsi chiamare per nome e non "mamma",  ma so la situazione e mi conviene accettarlo per poterla aiutare.
- Ho parlato con whale. Mi ha spiegatoin grandi linee  la tua situazione... vuoi parlare di qualcosa in particolare?
- Mi fa ancora strano pensare chi sei in realtà... ma se è vero che è passato tanto tempo dalla rottura del sortilegio avrei una domanda da farti: ho mai superato questa odiosa fase dell’abbandono?
- Si! Sei felice adesso, felice come non lo sei mai stata. Siamo una famiglia: io te tuo padre il tuo fratellino...
- Ho un fratello?- chiese scettica
- Si, sì chiama Neal!
- Neal! - saltò a quel nome -  Perché lo avete chiamato così?
- In onore del papà di Henry che ci ha salvato da una sconfitta certa - continua a guardarmi con gli occhi fuori dalle orbite - Ah già, tu non ricordi cosa è successo.
- Conosci Neal? Come ha fatto ad entrare nelle vostre vite quel poco di... 
- Emma alt! Ti stai agitando e non ti fa bene. Con neal è tutto ok, lo hai perdonato.
- Quindi... - sembrava volesse dire qualcosa ma era evidente che non trovava il coraggio. Avrà anche perso la memoria ma è pur sempre mia figlia, so riconoscere le sue insicurezze.
- Che c'è? Puoi dirmi tutto lo sai? 
- Beh... Whale mi ha accennato che ho un marito... E lui per caso? - ecco! come dirle adesso che Neal è morto?
Emh...No... Neal in realtà... lascia stare, la memoria sono sicura tornerà presto, non serve raccontarti tutto ora non trovi? Ti verrebbe solamente un gran mal di testa.
- Ho già mal di testa!
- Allora forse sarà il caso che ti lasci riposare.
- No! Voglio sapere qualcosa di più della mia vita, qualcosa di recente. Henry ad esempio. Come sta il mio bambino?
- Beh bambino... ha sedici anni ormai. - sorrido - Ed è alle prese con la sua prima fidanzatina. Tu e Regina avete fatto un ottimo lavoro su di lui.
- Chi ha ottenuto la custodia alla fine? Io o quella vipera?
- Avete entrambe la custodia di henry e ironia della sorte: siete amiche. Tutte le incomprensioni di un tempo non ci sono più! Finalmente regna la pace.
- Penso di essere sotto effetto di qualche droga perchè è tutto così irreale.
- Sei sotto morfina in effetti, ma è tutto vero quello che ti sto dicendo.
- Continua a raccontare.
- Cosa dirti... Hai un marito meraviglioso che ti ama e si farebbe in quattro per te e poi beh...
- Posso entrare? - vedo affacciarsi alla porta della stanza mio marito affiancato da Killian
- David ciaooo! - disse Emma -  E tu sei?  No lasciami indovinare: da quell'uncino e dal modo di vestire tu devi essere un pirata. Capitan Uncino suppongo.
- Anche killian jones potrebbe andar bene ma si, sono capitan uncino.
- Wow e chi saresti, il miglior amico di mio padre? - ironizzo
- Tuo marito a dir la verità.
- Si certo come no e chi ci ha sposato? Campanellino? - a quelle parole si fermò di colpo
- Emma!-  Le dissi. - Tutto ok?
- Si... si tutto ok!  sembrava un dejavoo. Davvero lui  è...
- Si è tuo marito!
- Dopo aver visto un drago deduco che non sia impossibile come cosa.
- Ti ho portato una foto -  le dice mostrandogliene una proprio del loro matrimonio -  Ti ricorda nulla?
- Mi dispiace... ma no. Magari facendone vedere altre...
- Aspetta! - Lo vedo tirar fuori dal portafoglio una foto tessera - Questa è una pazzia che ti è venuta in mente di fare. In cinque in un gabbiotto per fototessere. Riconosci qualcuno?
- Riconosco me, Henry? è lui? È cresciuto così?
- Brava stai andando alla grande... poi?
- Beh ci sei tu... non mi ricordo di te ma riesco a riconoscerti e poi.... e poi basta. Tre su cinque è un buon punteggio no?
- Avresti potuto far di meglio. Questa nanerottola ad esempio: l’hai vista appena ti sei svegliata.
- La bambina che piangeva dici? Mmm... non la ricordo bene, ero confusa. Chi è?
Vedo Killian cercare di trattenersi. E' sull'orlo di piangere e posso capirlo, la donna che ama ha dimenticato quasi tutta la sua famiglia. 
- È la nostra nanerottola: Nostra figlia.
- Abbiamo una bambina?
- Ne abbiamo due in realtà! Lei è l’altra.
- No, io non ho due figlie. Mi state mentendo. Mi ricorderei di avere due bambine come mi ricordo di Henry. - Si stava agitando
- Emma tesoro!  - provo a dirle ma lei mi interrompe
- No! Mi state mentendo tutti!!!  Avrò anche perso la memoria ma non sono scema, mi state raccontando una marea di stupidaggini. Tu non sei mio marito! Non ho sue bambine e... - venne colpita da un attacco di panico che fortunatamente venne preso in tempo da whale che le diede una fiala di non so cosa e la fece addormentare.
- E menomale che vi avevo detto di non sovraccaricarla! -  ci rimproverò
- Stava bene fino a due secondi fa!
- Perchè era sotto effetto di medicinali che guardacaso sono spariti proprio ora. Lasciatela dormire ora, appena si sveglierà provate a riparlarle ma senza troppre pressioni. 
- Segiuremo il tuo consiglio Whale.
Passò tutta la notte e metà mattina ma alla fine si svegliò. Ricordava la chiacchierata fatta il giorno prima e nonostante ancora sotto Shock non diede di matto  questa volta. Whale disse che se le analisi erano ok e non avrebbe avuto peggioramenti , in un paio di settimane l’avrebbe dimessa quindi occorreva organizzarsi su come renderle il ritorno a casa il meno stressante possibile. Chiedemmo direttamente a lei.
- Se quello che mi state dicendo è vero io non vivo più con te - disse guardandomi - ma insieme a lui,  Henry e quelle due bambine giusto?
- Esatto. Se non te la senti di tornare a casa tua però puoi stare da noi. In fondo consideri il loft casa tua. - Vedo che guarda killian
- ha ragione lei... alle bambine penserò io, tu devi pensare a rimetterti.
- Allora se per voi non è un problema faremo così!
- E un problema lo abbiamo risolto. Ora... - continuò killian - Lo so che ti chiedo troppo e capirei se mi dicessi di no ma ... ecco... te la sentiresti di incontrare le bambine? Vogliono vederti, piangono di continuo e mi chiedono sempre di te. Gli manchi.
- Questa è una bella domanda io non lo so se me la sento. Non saprei cosa fare, cosa dire... non ho alcun ricordo di loro. Nella mia mente ho solo un figlio,  Henry  - la  faccia di Killian parla da sola, è ferito e anche Emma sembra accorgersene - Senti, non ci rimanere male... non voglio essere menefreghista o cosa, sto solo esprimendo ciò che provo. Cosa posso dire a due bambine così piccole?  Loro si aspettano di vedere la loro mamma mente io non... anche se mi impegnassi io non la so fare la mamma! E' un gene che non è in me mi dispiace. 
- Non dirlo neanche per scherzo - killian si sedette sul letto facendola sobbalzare a quella vicinanza - O dio! Scusa non volevo. - Si alzò immediatamente. -  Ascoltami, non dovrai dirgli nulla. Faranno tutto loro lo so già. Tu devi solo tenrere a mente i loro nomi. La nanetta si chiama Chloe mentre la più grandicella Leila.
- Grandicella dici? Forse volevi dire una nanetta un po’ più alta! - sorride - Bei nomi comunque.
- Li ha scelti la loro splendida mamma. Posso farle entrare allora?
- Perchè sono già qui? - era in ansia per quella situazione. 
- Uno è ricoverata qui mentre l’altra è appena arrivata con Regina.
- Regina! Ci fidiamo davvero di lei?  
- Assolutamente si! 
- E' la piccolina che è ricoverata qui?-  killian annuisce - Come mai? Come sta?
- Chloè sta benone e tutto grazie a te. Allora, te la senti di far contente due marmocchie?
- Va bene! Vedo killian avvicinarsi alla porta e aprirla facendo entrare Regina che teneva in braccio chloe con un braccio mentre con l'altro teneva la manina di Leila
- Mamma mamma! - scattò leila arramicandosi sul letto - mamma mi sei mancata da morire! Stai bene?
- Adesso si! - Rispose
- Mamy sveia! - disse Chloe battendo le manine
- Si dice sveglia stupidina.
- Non iniziare Leila! - Le dice suo padre  richiamandola all’ordine - Allora, non dite niente alla mamma?
- Mamma stoiaaa!
- Chloè, amore di papà, mamma non può raccontarvi una storia adesso.
- Possiamo farlo noi? La racconteremo noi a lei! - intervenne Leila
- Si stoiaaaaaaaa!
- Che ne dici Emma?! Ti va di ascoltare una storia?
- Perché no! - Regina sistemò entrambe le bimbe accanto alla loro mamma dopodiché si mise a sedere su una poltrona li vicino
- Allora: c’era una volta una principessa.
- Una pimpipessa bellissima!
- Il suo nome era Emma.
- No! Pimpipessa si chiama mamma! - sbuffa la piccolina
- Ma il nome della mamma è Emma! - le spiega la piu grande
- No tuo nome è mamma! Velo mamma?
- Facciamo così... - intervenne Killian - c’era una volta una principessa di nome mamma Emma... meglio?
- Ti!
- Ok, continuo!  Un giorno questa principessa mentre era in un altro mondo incontrò un pirata cattivo.
- Papà! Papà no cattivo, papà piata buono!
- Ma mi fai finire? - la rimproverò - Dicevo... Incontro questo pirata cattivo che piano piano grazie a lei divento un brav’uomo. Si sposarono e ebbero due figlie.
- Io e eia! Fine!
- Ma che bella storia bimbe! La più corta ma anche la più bella che abbia mai ascoltato. Grazie.
- Ti vogliamo bene mammina...
- Si, tato tato! -  la abbracciarono entrambe. Qualcuno sperò nella magia del vero amore ma non successe nulla. Le bambine dopo un milione di capricci, perché volevano restare con la mamma, andarono via lasciando me, killian e Emma  da soli. Mi sentivo di troppo ma non sapevo se Emma era ancora pronta a restare sola con killian.
- Snow potrei parlarle in privato? - ecco, come non detto. 
- Emma, tesoro... te la senti?
- Dopo aver conosciuto due ipotetiche figlie che sara mai un uomo! Tranquilla va!

POV KILLIAN

Restammo finalmente da soli.  I primi momenti furono un po’ imbarazzanti per entrambi: io non sapevo che dire senza farla andare di matto e lei non avendo più quella confidenza con me si sentiva impacciata. Iniziai a parlare di argomenti stupidi dopodiché presi coraggio e le chiesi una cosa importante
- Ascolta... lo so non mi conosci e molto probabilmente neanche ti piaccio più. Stavo pensando... che ne diresti se provassi a ricorteggiarti?
- Wow non perdi tempo!
- Ho impiegato più di sei anni in passato per ottenere il fatidico sì, spero di avere la strada un po’ più spianata questa volta. 
- Conoscendomi non sei esattamente il tipo per cui perderei la testa ma se è vero che sei mio marito beh... deduco che qualcosina sotto quella faccia da sbruffone ci sia. Non aspettarti nulla te lo anticipo sono una tosta - rise
- Ne ho avuto un assaggio negli anni tranquilla so co chi ho a che fare! - Rido anche io.
- Credo comunque che un uscita di tanto in tanto non mi farebbe male. 
- Bene!
- Bene!
***
Dopo una settimana abbondante  finalmente Emma fu dimessa. Come concordato si stabilì temporaneamente nel loft ma non passò  giorno che non andai a trovarla. Sia io che le bambine. Raccontai loro che la loro mamma doveva dare una mano alla nonna , una scusa ridicola ma per una bimba di un anno e una di cinque era più che sufficiente. La memoria non sembrava voler tornare, non funzionava nulla:  foto, racconti...niente. Nelle visite che seguirono whale ci disse che l'amnesia  era temporanea e che non dovevamo preoccuparci ma a me non sembrava così e ormai stavo per perdere completamente ogni speranze. Ero a casa, Chloe dormiva e Leila stava giocando nella sua cameretta... avevo in mano l’album fotografico del mio matrimonio e lo sfogliavo tristemente. Ogni foto una pugnalata al cuore. Perché? Perché deve succede sempre tutti a noi?Ne abbiamo passate di tutti i colori e abbiamo sempre superato tutto perché allora non riesco a vedere nulla di positivo in questa situazione? Non lo so... quel che so è che non posso starmene qui con le mani in mano ad autocommiserarmi. Devo provare a fare qualcosa. Lo devo ad Emma e alle nostre bambine. Vesto Leila, aspetto che chloe si svegli dopodiché raggiungiamo il loft sperando di farle una sorpresa gradita.
- Snow, scusa se non ti ho avvertito prima... ma ho bisogno di vederla. - dico non appena apre la porta.
- Nessun problema Killian, sei il benvenuto ci mancherebbe.
- Tao!
- Ciao nonna! La mamma ti sta ancora aiutando?
- Ei bellezze... certo che si, è di sopra, aspettate qui che vado a chiamarla.
La vedo scendere qualche minuto dopo. E' bella come sempre. Mi guarda e mi rivolge un timido sorriso.
- Mamma mammmaaaaaaaaaa! - vedo leila correrlE  in contro seguita da sua sorella che ogni tre passi che tenta di fare cade a terra non abituata a correre.
- Ciao bambine! Come state? - disse loro senza particolare entusiasmo.
- Mamma sei arrabiata con noi? - Ti pare che la furbetta di casa non percepisse qualche cambiamento nei suoi modi di fare?
- No, certo che no!
-  e allora perchè....
- perche bambine non andate di la a vedere un bel cartone animato? Potete scegliere tra tutta la collezione di Neal e se farete le brave ve ne farò portare un altro a casa.
- Siiiiii! Vieni Chloè.
- Grazie Mary margaret! Non riesco ancora a capacitarmi di tutto questo.
- Tutto si sistemerà per il meglio. Vado a dare un'occhiata alle bambine così potete parlare in tutta tranquillita - dice rivolta a me e sua figlia per poi lasciarci soli.
- Allora.. - dico non sapendo bene cosa dire. - Come  stai? - domanda banale!
- Sto!  faccio fatica ad accettare la cosa. Non mi piace sapere che parte della mia vita, quella più bella in base ai vostri racconti, sia stata cancellata. Da una parte vorrei tralasciare il fatto dell'amnesia e riprndere in mano tutto ma so anche che non ci riuscirei. Non posso fingere di provare cose che non provo piu... - mi guarda negli occhi e capisce che mi ha ferito. Lo so, lo so, non è la mia vera Emma a parlare, ma sentire quelle parole dalla sua bocca vuoi o non vuoi mi creano un senso di tristezza infinita.Credo se ne sia accorta - Oh killian... non volevo  dire... ecco io... - prende fiato -  senti! Come faccio ad amare una persona che fino a qualche settimana fa non ho neanche mai incontrato? Cerca di capire anche me per favore...
Non so cosa mi sia preso in quel momento ma feci l'unica cosa che mi ero ripromesso di non fare se non con un lungo lavoro e preavviso 
- Vuoi uscire con me stasera?
- ... Come?
- Hai capito benissimo.
- Io...
-  Pensaci... quale modo migliore per conoscermi un po meglio? Potrai non amarmi più ma resto e resterò  sempre il padre delle tue figlie. Non vale la pena conoscere la persona che le sta tirando su? - non so come mi uscirono quelle parole di bocca ma lasciai al mio cuore e non al mio cervello prendere il sopravvento.
- E va bene. Dopotutto penso che una serata fuori non mi faccia poi così male ma... le bambine?
- Tua madre sono sicuro che sarà felicissima di dargli un'occhiata.
- Mia madre??? AH... ok Mary Margaret. Vado a chiederlo.

POV EMMA

Possibile che io abbia accettato l'invito di un ragazzo a me sconosciuto così su due piedi? Amnesia o no questa cosa mi lascia alquanto perplessa.Non è da me. Vado al piano di sopra e vedo la mia amica, non riesco ancora a capacitarmi che sia davvero mia madre, stesa sul letto mentre guarda un cartone animato insieme a quelle due bimbe che dicono di essere mie figlie. 
- Mamma sei venuta a vedere il cartone con noi? - dice la piu grande delle due 
- Emm... no.  A dire il vero sono venuta qui per chiedere una cosa a Mary..... - calma Emma,respira e dillo - ...Alla nonna! - mi rivolgo verso Mary Margaret - Non è che potresti gentilmente sorvegliare su di loro per un paio d'ore? Killian stava pensando di potarmi fuori a...
- SI si si assolutamente si! Vai a vestirti forza, che stai aspettando?  - è euforica.
- Dici che sia una buona idea?
- Assolutamente  si.  Fidati! esci e divertiti. 
- Non è che sono poi tanto sicura...
- Corri a prepararti e non dire cavolate! 
- E se...
Mi ignora - Mentre tu ti cambi andrò a far due chiacchire con lui tanto le bimbe sono impegnate con il cartone e sembrano tranquille - corre al piano di sotto senza darmi diritto di replica. E va bene... uscirò con Killian. Faccio per lasciare la stanza e recarmi in bagno quando Leila, si... credo si chiami così - inizia improvvisamente a gridare:
- La signora dei cani! La signora dei cani! - piange disperata. In questi giorni Killian mi ha parlato dei suoi incubi e delle sue paure ma non mi è mai capitato di essere presente quando era nel pieno di una crisi. La cosa ancora piu strana però era che non sta dormendo... perchè grida così? Cosa ha scatenato questa reazione? Cosa devo fare adesso? Istintivamente i avvicino al  letto dove è seduta ma neanche il tempo di sedermi che mi stringe forte. - Mamma mamma la signora dei cani, la signora dei caniiiiiii!!!!!!! Ho paura!
- Leila, non c'è nessuno qui! Non devi aver paura di nulla. - provo a dirle
- E se ti farà nuovamente del male? - che va blaterando adesso...
- Ti riferisci all'incidente per caso? - annuisce - No so chi sia la signora dei cani, ma sono sicura di una cosa... ho avuto l'incidente perchè non funzionavano i freni dell'auto. Stai tranquilla
-E' stata lei invece... PERCHE' NON MI CREDETE? PERCHE' NON MI CREDE NESSUNOOOOOOOOO!!!!!
- Shhh calmati adesso ok? - cerco di essere il piu gentile possibile. Secondo quello che mi dicono tutti sono sua madre, ma a giudicare da come non riesco a calmarla devo essere davvero uno schifo di madre. Quale madre non sa consolare la sua bambina?
- La signora dei cani ti vuole fare del male mamma! Io l'ho visto e  non voglio.  
- Non succederà! Non mi succederà nulla.  Hai la mia parola. Ora ascigati le lacrime però va bene?
- Bau bau bau bau! - interviene  tutta sorridente Chloe vedendo i cartoni e a quel verso ecco che Leila riinizia:
- Nooooo!!!!! Eccollaaaaaa, è li guarda! Mammaaaaaa - mi giro e quello che vedo mi fa sorridere
- Leila è solo un cartone animato e quello li è un adorabile cagnolino. - sembra non calmarsi. - Ho un'idea... - dico improvvisamente - Perchè non lasciate stare il cartoone animato e mi aiutate a farmi bella? 
- Si mamy!!!!  - risponde la piccola
- Davvero possiamo? - continua l'altra
- Si. ma non voglio piu vedere lacrimoni.
- Ok! - finalmente un sorriso.
***
- Mamma sei bellissima!
- Ti bella mamy!
- Grazie bimbe...
- Mamy... Io venire co te! - mi dice la piccola tenendosi stretta alla mia  gamba
- Se viene lei vengo anche io! - protesta l'altra
- No tola io! Tu no!
- Non puoi fare sempre ciò che vuoi! Vengo anche io scema! - ci mancava solo che iniziassero a litigare
- Ei ei ei! - fortunatamente Intervenne la mia amica - Nessun minorenne uscirà di casa stasera. Adesso lasciamo mamma e papà uscire mentre noi andremo a cenare e poi...
- Tochiano nonno? - chiese Chloè
- E poi giocherete con nonno va bene! Vai Emma ti sta aspettando e... - rimase imbambolata a guardarmi - O MIO DIO O MIO DIO O MIO DIOOOOOOOOOO!!!! Non ci avevo fatto caso! Questo è.... - indica il mio vestito
- È cosa Mary?  Mi sta male?
- No no anzi... vai corri da Killian.
Salutai quelle due piccole pesti è scesi al piano di sotto. Killian era di spalle ma nonostante ciò riuscii ad osservare il suo look: era impeccabile.
- Eccomi! - dissi facendolo voltare.... l’espressione che gli si disegno sul volto fu esattamente quella della mia amica. Ti sei imbambolato? 
- Emm no no scusa! 
- Se dici che sono  tua moglie come mai sei così sorpreso di vedermi vestita così? Non dovresti... che sò... essere abbituato?
- Si ma... vedi, questo è esattamente il vestito che hai indossato per il nostro primo appuntamento! - ah... viva le coincidenze insomma.
- Davvero? Io... io non ricordo ma se ti da problemi posso andare di sopra a cambiarmi.
- Non ci pensare neanche. Sei mozzafiato Swan!
Quelle parole risuonarono come un eco nella mia mente ma non gli dissi nulla. Mi limitai a ringraziarlo
- Vogliamo andare adesso? -mi chiese 
- Certamente! Prego, fammi strada.
***

POV KILLIAN

Ero agitato come lo si è ad un primo appuntamento. Non era di sicuro la prima volta che uscivo solo con lei ma da una parte era come se lo fosse. Davanti ai miei occhi c'era la stessa Emma con cui fino a qualche settimana fa condividevo una casa, un letto, una vita. Eppure sapevo che allo stesso tempo in realtà la ragazza che avevo davanti non era lei. Non ancora almeno. Non sapevo quando ci sarebbe voluto ma ero intenzionato a riaverla con me.
 Il viaggio in auto fu silenzioso e estremamente imbarazzante. La vedevo agitata e a mio malgrato non riuscivo a fare nulla per metterla a proprio agio. Avevo paura di combinare qualche casino dicendo qualcosa fuori luogo. Fortunatamente raggiungemmo il locale in pochi minuti.  Scesi per primo dalla macchina e andai ad aprirle la portiera lasciandola stupita da tale gesto.
- Sei sempre così romantico? - mi chiese sorridendo
- Solo nelle occasioni speciali! - mi limitai a risponderle con un grande sorriso. Le offrii il mio braccio e ci diriggemmo verso il locale. Una volta entrati il cameriere ci indicò il tavolo, presi la sedia e la spostai per farla sedere. La vidi sbiancare e improvvisamente si accasciò a terra.
- Emma! - dissi a voce sostenuta cercando di farla alzare - Emma stai bene?
- Killiannnnn!!!!! - esclamò improvvisamente con gli occhi spalancati
- Tutto bene? - non rispose. Aveva lo sguardo perso nel vuoto. Faceva quasi paura. La presi per le spalle e cominciai a scuoterla nella speranza di riportarla tra noi. - Oiiiii Emmmaaa!!!! Emma mi senti? - Vidi il suo sguardo posarsi finalmente sul mio - Ti senti bene?
- Emm... si si! Io credo di... no lascia stare, non importa.
- Te la senti di continuare la serata? Posso riportarti a casa se non te la senti.
- Sono un po confusa ma... credo di stare bene - era diversa da cinque minuti fa ma sembrava essersi ripresa del tutto. Mi assicurai che stesse davvero bene dopodichè iniziammo la nostra cena. Era silenziosa... sorridente ma silenziosa.
- A cosa stai pensando?
- Non so se dirtelo perchè ho paura che mi stia solo illudendo.
- Di cosa stai parlando? Devi dirmi qualcosa? Ho fatto qualcosa di male?
- No no... anzi. Penso solo chè il vestito sia perfetto,  il locale anche... le libagioni ci sono... manca solo la tua seconda mano e quel depravato di William Scart  e il vino sulla mia gonna per ricreare il nostro vero primo appuntamento. Credo... 
- Emma... tu... tu ricordi???? - sbarrai gli occhi e iniziai a ridere come un ebete. Mi alzai e andai da lei prima che mi rispondesse.
- Io ho visto il locale e ho avuto una sensazione di dejavu... poi quanho ho avuto il mancamento  ho visto delle cose ma non sapevo se erano solo immagini a caso o ricordi veri e propri.
- Fidati quello che mi hai detto adesso sul nostro vero appuntamento era un vero e proprio ricordo. Ricordi altro?
- Pian piano le cose si stanno facendo piu chiare... Credo.
- Proviamo: Il nostro primo bacio!
- Neverland
- La nostra prima avventura!
- Sempre Neverland... no no aspetta! La pianta di fagioli e... Cora? Si chiamava così? La mamma di Regina insomma.
- Esatto! Concentrati ora: Il nostro matrimonio.
- Questa è facile! E' stato il 23 Aprile sulla nostra adorata nave! - Pugnalata al cuore, errore colossale. Ci avevo sperato e invece... una parte di lei era ancora assente. La più importante forse. - Non fare così scemo! - scoppiò a ridere - 7 maggio e sul terrazzo piu alto di storybrooke! 
- Non sono scherzi da fare! - tirai un sospiro di sollievo. - Ultima domanda, la domanda piu importante di tutte:
- Leila e Chloè ti rispondo direttamente!
- Non era questa la domanda. Volevo chiederti...  Sei davvero tu?
- Sono davvero io! - non persi altrp tempo e la baciai. un bacio che durò a lungo. Non mi importò neanche delle persone che cominciarono ad osservarci. Lei era tornata da me e non c'èra altro che potesse importarmi di più in qurel momento.
- Mi dispiace per non essere rimasta a casa nostra in queste settimane... mi dispiace di non averti trattato come avrei dovuto... mi dispiace essermi comportata così con le...
- Ei ei ei! Shhhhh... no problem tesoto. Sono feicissimo che tu ora sia qui. Non immagini neanche come è stato vivere senza di te per queste settimane. Non farmi mai piu uno scherzo del genere.
- Promesso capitano. - mi bacio lei questa volta e sentii dei fischi e degli applausi di accalmazione da parte dei presenti in sala.
- Direi che sia il caso di smettere di dare spettacolo non trovi?
- lo so... ma mi sono mancate troppo le tue labbra.
- E' una cosa a cui si potrà porre rimedio dopocena non trovi? - dico malizioso. 
- Assolutamente. 
Con quella promessa riuscimmo a staccarci e a tornare a tavola. la vedo con una mano massaggiarsi la tempia
- Che c'è ti senti poco bene? forse è il caso che ti porti da whale  per evitare ricadute... non vorrei che...
- Shhh... sto bene e non ho bisogno di medici. Non riperderò la memoria stai tranquillo. Non lo permetterò. Dai, raccontami qualcosa di queste settimane
- Sono state orrende ti basti sareper questo.
- Questo lo avevo capito... intendevo dire raccontami qualcosa delle mie bambine. Mi sento una stupida per averle appena considerate in questi giorni.
- Tranquilla non si sono accorte di nulla. Chloè è piccolina e quindi sapevo che non avrebbe fatto caso ai cambiamenti, con Leila invece  nella sgfortuna siamo stati fortunati. Ha capito poco di cosa ti stava succedendo perchè non ha fatto altro che avere incubi e attacchi di panico per colpa dei suoi maestri irresponsabili - eccola che riinizia a guardare nel vuoto. O no no no!  ti prego dimmi che non sta perdendo la meotia di nuovo:
- Emma - provo a chiamarla - Emma.... EMMAAAA!
- Killian! Penso di aver capito cosa sta succedendo a Leila e cosa sta cercando di dirci. Prima a casa ha avito una crisi. Non ricordando molte cose della mia vita non ho dato molto peso alla cosa ma ora che ricordo tutto... come ho fatto a non capire cosa mi stesse dicendo.
- Non capisco Emma... che stai dicendo? Penso che tu sia ancora un po' confusa...
-Non sono confusa!  Leila sta avendo delle visioni.  Ha visto l'incidente e ha cercato in tutti i modi di farmelo capire. Ora sta cercando di dirmi che sono ancora in pericolo. 
- Come in pericolo? - chiesi non capendo ancora cosa stesse dicendo. 
- Si sono in pericolo  e so anche chi c'è a capo di tutto cio!
- Chi?
- Crudelia!
 
Note dell'autore: 
lo so, sono in ritardo e per giunta non sono riuscita a concludere la storia perchè troppo lunga. Prometto che al prossimo capitolo la concluderò! Abbiate fede. Alla prossimaaaaaa

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Capitolo 13
*** Supereremo anche questo ( Parte 3 ) ***


POV KILLIAN

- Crudelia?!?  Cosa centra crudelia! - le chiesi a quella rivelazione
- Non capisci killian?  Il cane che ha incontrato a scuola, la signoria dei cani di cui continua tanto a parlare e per non finire poco fa prima di uscire ha riconosciuto quella che pensa sia la signora che la importuna nel cartone animato che stava vedendo. Il cartone era indubbiamente la carica dei 101!
- Avrà associato il cagnolino della scuola a quel cartone animato vedrai. Non è possibile che ci sia Crudelia dietro tutto ciò. È nell'oltretomba non ricordi?  - cercai in tutti i modi di farla ragionare ma non riuscii a proseguire il mio discorso perché fui interrotto dal suono del mio telefono: Regina. 
- Pronto!!?
- Killian abbiamo un problema. Sembrerebbe esserci una nuova minaccia in città. Dobbiamo scomprire chi sia il prima possibile. Ci vediamo con te e i tuoi suoceri tra dieci minuti alla mia cripta.... 
- Stiamo arrivando!
- Aspetta! Non credo sia il caso di far venire con te..... - agganciai prima che potesse finire la frase.
- Chi era? - chiese mia moglie curiosa
- Regina, dice che c'è un nuovo cattivo in città!
- Te l'ho detto io! Che stiamo aspettando? Andiamo dai!

POV REGINA

- Killian, ti avevo detto di lasciarla a casa! - rimproverai quel pirata da strapazzo.  Ma perché deve sempre fare di testa sua?
- Guarda che posso prendere parte alle indagini senza problemi! - risponde lei a tono.  Ti pare che non debba dire la sua? 
- Con tutto il rispetto Emma ma sei fuori allenamento. Hai  dimenticato parte della tua vita e di conseguenza parte degli allenamenti magici. Ci rallenteresti e ti metteresti solo nei guai. 
- E se ti dicessi che...
- No! Non mi va di discutere! - insisto - E tu non difenderla! - anticipo il suo caro maritino vedendo che sta per prendere le parti di sua moglie. - Dovresti essere a casa con le bambine. - continuai guardando lei. - A proposito.. con chi sono?
- Sono con Granny e comunque non dovete più preoccuparvi per me, Ho nuovamente la memoria indietro
- Mmh... Che sia solamente una scusa per non ascoltarmi? - Bene, in  questo caso... dimostramelo!
- Già il fatto che io non ti stia attaccando per i tuoi modi di parlarmi la dice lunga! Lo sai anche te che la me di qualche tempo fa ti avrebbe presa a calci nel sedere seduta stante se svessi usato questi toni altezzosi. E dai regina fidati della mia parola. 
- Regina è tutto vero! Posso garantire. Non la metterei mai in pericolo lo sai quindi perchè mentirti!  - continuò Killian.
- Davvero?!?  Oh Emma che bello sentirlo dire! - Corro ad abbracciare la mia amica e insieme a me anche i suoi genitori. Almeno un problema era risolto. 
- Ok ok ok, ho capito vi sono mancata ma perché ora non ci calmiamo e ragioniamo su cosa sta succedendo in città?
- Ah si giusto! Beh... per quanto mi riguarda... non ho più la magia! - ammisi
- Come? 
- Si... me ne sono accorta qualche giorno fa a dire la verità. Inizialmente l'ho legato ad un fattore di stress per tutta la tensione familiare ma poi ho pensato che come ipotesi era alquanto scarsa. Ho deciso così di fare un incantesimo. Non avrò la magia ma posso ancora ricorrere alle pozioni. 
- Che incantesimo hai fatto? 
- Non entrò dei dettagli perché sarebbe troppo lungo da spiegare. Sappiate solo che sono riuscita a vedere il momento esatto in cui ho perso i poteri. 
- E quando sarebbe successo? 
- Il giorno del tuo incidente! - la indico - Esattamente quando ho cercato di tirarti fuori dall'auto.
- Ne sei sicura?
- Si, l'ho visto! E poi se proprio dobbiamo dirla tutta ricordo di essere stata scaraventata  in aria una volta aver aperto la portiera per raggiungerti e successivamente ricordo di  non essere riuscita a curarti.
- Quindi è  tutto collegato! - la sento dire improvvisamente 
- Cosa è collegato? È successo dell'altro in questi giorni? 
- Leila! 
- Leila? Cosa c'entra mia nipote in tutto ciò? - chiedo perplessa.
- Ha delle visioni! Ha cercato di farcelo capire in ogni modo e maniera ma noi abbiamo sempre pensato fossero semplici incubi. Mia figlia ha visto l'incidente e chi lo ha provocato e ha cercato di farcelo capire. 
- Beh si spiegherebbe perché ti sei schiantata contro un muro quando la strada era completamente deserta. 
- Ecco un'altra conferma. Ho preso quella strada perché sul mio cammino non ho fatto altro che trovare cantieri aperti per lavori stradali 
- Ma è impossibile! Non c'è nessun lavoro su storybrooke.
- È possibile invece se c'è di mezzo la magia! 
- Mmmh hai parlato già con la bambina?
- No ma so per certo chi sia la famosa signora dei cani che tanto la spaventa! È Crudelia! 
- Lo escludo! - la bloccai subito. - Innanzitutto è nell' oltretoba...
- È quello che ho cercato di ricordarle anche io! - afferma killian 
- E poi beh... lei non ha la magia! 
- Non lo so come sia arrivata qui è come abbia organizzato tutto so solo che è stata lei! Leila stava guardando la carica dei 101 oggi pomeriggio e si è spaventata vedendo la caricatura di crudelia. L'ha riconosciuta.
- È solamente un'ipotesi Emma anche alquanto debole.  Io credo sia il caso di vedere anche altre strade a meno che tu non abbia un'idea su come confermare la tua teoria. 
- Semplice! Basterà parlare con Leila! 
- E cosa vorresti dirle? 
- Niente di particolarmente stressante. La conosco e so come prendere mia figlia senza traumatizzarla. Lasciate fare a me ok?
- Va bene, ma solo perchè così almeno ti renderai conto che sei fuori strada.
- Questo lo dici tu! Incontriamoci domani da Granny alle 16. 00. 
- D'accordo! A domani! 
***

POV EMMA

Se c'è una cosa che mi da estremamente fastidio sono le persone che mi contraddicono. Io non ho sempre ragione, ci mancherebbe altro, ma in questo caso la cosa è palese. Non possono essere solo coincidenze quelle che stanno accadendo e tra poco lo dimostrerò. Sono le 15 e 45 e sono appena arrivata davanti la scuola materna di Leila. La riprenderò con un quarto d'ora d'anticipo in modo che possa essere puntuale all'appuntamento con Regina e il resto della comitiva. Firmo una marea di scartoffie dopodiché recupero la mia pargola e alle 16 e in punto siamo già da Granny. Aspettiamo che ci raggiungano tutti dopodiché iniziammo.
- Leila amore devo chiederti una cosa. - aprii così il discorso
- La risposta è no!  Non voglio nessun fratellino! 
- Ma cosa dici amore? - le chiedo stupita da quella risposta inaspettata.
- l'ultima volta che mi hai detto di volermi chiedere una cosa mi hai detto che ne pensavo di un fratellino e subito dopo è arrivata chloe. Ora te lo ripeterò:  non voglio nessun fratellino e nessuna sorellina.  - scoppiarono tutti a ridere. 
- Non volevo chiederti niente di tutto ciò amore stai tranquilla! 
- Allora ti ascolto.
- Senti... tu conosci il nome della signora che continui a sognare?
- La signora dei cani dici? - le dissi di si con la testa -  Mi credi allora! L'hai vista anche tu? 
- No amore, non l'ho vista ancora ma magari potresti aiutarmi a trovarla. Vorrei scambiare due chiacchiere con lei.  
- NO NO NO! Lei ti vuole fare del male! Non puoi incontrarla.  No mamma ti prego! - si stava palesemente iniziando ad agitare.
- Ei amore stai tranquilla, cosa vuoi che sia una chiacchierata.  Non succederà nulla!
- NO MAMMINA TI PREGOOOOOOO ! Se mi vuoi bene non andare da quella cattiva! PER FAVOREEEEEE! 
- Ok va bene però dovrai fare una cosa per la mamma! 
- Cosa?
- Mi faresti un disegno di questa signora? Così magari se dovessi incontrarla per strada starò attenta a non farmi vedere! - mentii per tranquillizzarla 
- Ok va bene! - Girò la tovaglietta che Granny era solita mettere sui tavoli e iniziò a disegnare! Nel mentre lei disegnava io raccontai ai curiosi come avevo riacquistato la memoria ovvero grazie al mio amore grande! 
- Ecco fatto mamma! - mi mostrò il foglio
- Molto bene tesoro, brava! Ho con me anche dei pastelli - le dico -  Vorresti colorarlo questo bel disegnino?
- Siiiii! - ci mette un po' ma alla fine la sua opera d'arte fu pronta! Come volevasi dimostrare la figura rappresentata sul foglio era Crudelia. Non che mia figlia a 5 anni fosse un'artista fantastica , ma chi essere umano sano di mente andrebbe in giro con una capigliatura da pazza mezza bianca e mezza nera? 
- E' questa la signora dei cani mamma! 
- Ascolta amore ma in questo sogno ricorrente che fai, questa signora è sempre nello stesso posto o in posti diversi?
- Sempre nello stesso posto mamma! Perché?
- O niente amore era giusto per sapere! - mi alzai e faci cenno a Regina di raggiungermi fuori dal locale. 
- Resta con Leila e Chloe e se i miei o killian dicono qualcosa di loro che sono andata un attimo in ufficio. - Le dico non appena mi ragiunse
- Dove stai andando?
- Secondo te? Da quella pazza! 
- Ma se non sai neanche dove si trova!
- Oh fidati che lo so! - le mostrai il disegno - Le vedi queste croci? Scommetto che Leila voleva disegnare un cimitero e questa struttura grande? E' di sicuro la tua cripta. 
- Se davvero Crudelia sia in zona, cosa che ancora credo impossibile considranto le sue capacità, pensi che la troverai li? 
- Assolutamente si.  Leila ha detto ke crudelia le appare che è sempre nello stesso posto! E questo disegno mi ha dato la soluzione al mio enigma. Scappo. 
- No no no, cos'è tutta questa fretta? Mettiamo anche il caso che tu abbia ragione... non puoi mica andare da sola! 
- Sono io il suo obbiettivo. Devo andare io!
- Appunto perchè vuole te non puoi andare da sola! 
- È di crudelia che stiamo parlando, sarà un gioco da ragazzi! 
- Crudelia non ha la magia ma se l'assenza dei miei poteri è dovuta comunque a lei evidentemente ha qualcuno che l'aiuta non trovi? Quindi ribadisco che non puoi andare da sola!
- Vorresti venire con me?
- Certo!
-  Ma se hai detto che sei senza magia!
- Nella cripta ho tantissime cose che possono compensarla! 
- D'accordo ma dobbiamo trovare una scusa convincente per non far insospettire gli altri. Non voglio coinvolgerli e voglio che stiano con le bambine. 
- Ci penso io! Vieni! - mi trascinò dentro il locale
- Scusate ragazzi ma dobbiamo scappare! Ci ha appena chiamato Henry per una delle sue operazioni romantiche per Violet.  Dobbiamo raggiungerlo, è in crisi il ragazzo! - disse Regina cercando di essere il più convincente possibile. 
- Ma...  non si erano lasciati quei due? - Chiese improvvisamente mio padre 
- Lasciati? Ma no che dici?
- Me lo ha raccontato due giorni fa!  - Oh caspita... e adesso? 
- Hanno risolto! Non ti hanno aggiornato vedo! -  rispose Regina prontamente. 
- Meglio così allora! Lo vedevo proprio giù di corda quel povero ragazzo! 
- Va bene noi... noi andiamo! - dissi chiudendo ufficialmente quella parentesi -  Leila fai la brava, non fare arrabbiare papà e sopratutto non dare fastidio a tua sorella!
- Va bene mamma! Saluta Henry e digli che deve ancora raccontarmi la storia della principessa che si chiama come me e del principe Charles - sorrisi pensando a chi fossero nella realtà quei personaggi. 
- Va bene tesoro glielo dirò! - le diedi un bacio - Andiamo Regina!  Salutammo il resto della comitiva e raggiungemmo la macchina di regina
- Sapevi che Henry si fosse lasciato? - le chiesi
- No, non avrei usato questa scusa altrimenti! Te? Sapevi qualcosa?
- Con il fatto che la mia memoria era pari a zero credo abbia evitato  e poi se non lo ha detto a te cosa ti fa pensare che lo avrebbe detto a me?
- Va bene dai... ne parleremo con lui appena sarà il momento, ora andiamo a scoprire se hai davvero ragione. 
impiegammo solamente cinque minuti per arrivare nel luogo stabilito. 
- Sembra tutto tranquillo qui non trovi - mi chiese 
- Forse dovremmo controllare all'interno della cripta! - proposi
- Non può entrare nessuno li! È chiusa con la magia del sangue.  l'unica oltre a me che può aprirla è Zelina e prima che inizi a sospettare di lei ti blocco: Ha perso i poteri ultimamente ricordi? 
- Continuiamo a guardare  in giro allora 
- Emma, non c'è niente qui lo vuoi capire?  Leila sta solamente avendo degli incubi per colpa di un cagnolino che le ha messo paura. Davvero credi che quell' incapace di Crudelia sia riuscita a tornare nel mondo dei vivi?
- Costata con i tuoi cocchi cara - disse una voce alle nostre spalle. Mi girai e la vidi, era proprio lei ed era davanti a noi
- Dicevi?!?!?! - dico sogghignando a Regina
- Come diavolo hai fatto a tornare qui si può sapere! - chiese a quel punto la mia amica incredula di tutto ciò. 
- Evidentemente non sono così incapace come credi... 
Modera i termini quando ti rivolgi a me,  stai pur sempre parlando con una....
- Con una cosa cara? "Regina"? Non mi risulta.  l'adorata parte di te che ti rendeva davvero un regina l'hai eliminata per sempre ricordi?  - vedo la mia amica sull'orlo di attaccarla 
- Non fare niente di stupido - le dico. -  Non perdere la calma, non fare il suo gioco. 
- Salvatrice!  Come vanno le cose con il focoso pirata strappato dal regno dei morti? Suppongo bene visto l'adorata figlioletta che ho conosciuto. Davvero una bella bambina, complimenti al papà!  
- Non ti azzardare a parlare di mia figlia o di mio marito in questo modo!
- E perché no?!?! Abbiamo stretto amicizia io e la tua pargola sai? Ci divertiamo un mondo a giocare insieme. Sopratutto i miei cagnolini si divertono! - rise
- Non ti azzardare ad avvicinarti nuovamente a mia figlia - le corsi in contro con tutto l'intento di metterla ko ma venni respinta da un attacco di magia inaspettato! - Mah... ma che... cosa diamine è stato? - dico guardando prima Crudelia e poi Regina.
- Non guardarmi, ne so quanto te Emma - rispose la mia amica che nel mentre le si parò davanti. Anche lei venne sollevata da terra ma a differenza mia venne messa con le spalle contro un albero a cui successivamente, sempre con la magia, venne legata con una lunga corda fatta di... marshmallow ??!!!! Non sapevo davvero spiegarmi cosa stesse succedendo . Corsi immediatamente ad aiutare Regina ma non ci fu verso di liberarla da quella prigionia. 
- Te lo giuro Swan! Se sei nuovamente incinta scordati che io ti faccia da babysitter anche al futuro nascituro! Non dopo questo affronto almeno.  
- Che... io... mmmh... ma che stai dicendo? Come ti viene in mente di parlare di queste cose adesso? E poi io non sono incinta!
- A no? Siamo te io eCcrudelia in questo mausoleo. Tu non sei stata, Crudelia neanche in quanto non ha magia e io ti giuro che ho un ottimo alibi se non lo avessi notato - disse riferendosi a quella caramella gigante che la teneva bloccata. 
- Ti ripeto che non è come pensi.  
- Ci è già capitato che un tuo discendesse usasse la magia prima ancora di venire al mondo ricordi? - Mi fece notare.
- Lo so ma questa volta sei fuori strada ok? Che poi manco mi piacciono i mashmallow! -  Esclamai schifata. 
- Allora salvatrice... ora che la tua cara amichetta è stata messa ko che ne dici di contrattare?
- Contrattare? Con te? Mai!
- Ascolta la mia offerta almeno: la mia proposta è semplice:  se ti farai uccidere di tua spontanea volontà risparmierò alla tua piccola creaturina biondina di vedere la tua tragica dipartita. Se non farai ciò che ti ho appena chiesto sarò costretta a farle avere incubi per sempre o peggio ancora farla assistere alla tua morte!
- Punto primo lascia in pace mia figlia! Punto secondo che accidenti vuoi da me?
- Ancora non lo hai capito? Ti credevo una persona più spigliata sai? Voglio vendicarmi per quello che mi hai fatto anni fa! Mi hai uccisa ricordi?
- È stata legittima difesa! Stavi per far del male al mio bambino! 
- Non potevo ucciderlo! - gridò
- Ma io non potevo saperlo! - Risposi con il suo stesso tono. 
- Purtroppo per te le cose sono cambiate e adesso, ho trovato un modo per farti fuori! 
- Avanti allora, che cosa  aspetti?!?! Uccidimi, ma non ti aspettare che io non combatta! 
- Bene! - la sento borbottare qualcosa e improvvisamente venne  affiancata da due cani decisamente poco socievoli dal modo in cui stanno ringhiando. 
- Questo sarebbe il tuo attacco migliore?
Non mi rispose - Fatela a pezzi! - comandò loro i quali si avvicinarono a me continuando a ringhiare. Aspettai che attaccassero e quando lo fecero li attaccai con la mia magia facendoli indietreggiare. 
- Vedo che sei migliorata dall'ultima volta salvatrice ma non basterà! 
- Emma per la miseria liberami così potrò darti una mano! - disse Regina
- Non posso farlo, ci ho già provato!  Non sono stata io! 
Nel mentre rispondevo a Regina non mi accorsi di un attacco magico a sorpresa che mi porto a terra in un istante essendo stata colta alla sprovvista! 
- Chi è stato? -  mi giro verso crudelia - Tu non hai la magia! 
- Lei non avrà la magia... ma io si!
***

POV KILLIAN

- Papà, ma la mamma perché ancora non arriva? - mi chiede leila sbuffando non appena arivammo  nel loft dei suoi nonni. Avevamo tutti deciso, compresi Robin e Roland, di aspettare Emma e Regina qui dai Charming in modo da poter passare un'altra serata insieme. 
- Amore, la mamma è con Henry adesso. Il tuo fratellone ha bisogno della mamma in questo momento. 
- Anche io! Si imbronciò
- Che c'è con papà non stai bene? 
- Si ma... voglio che la mamma sia qui.  Io non voglio che la signora dei cani la trovi mi lasci senza mamma! - era  sull'orlo di piangere e anche la piccola Chloe lo notò.
- Eia bua? - chiese vedendola in quello stato
- No amore, Leila è solo un po' triste. Vai a giocare con la nonna ok? - la vedo allontanarsi traballante dopodiché mi concentro su Leila -  Ma come ti vengono in mente questi pensieri orribili amore! Alla mamma non succederà nulla ok? 
- Non puoi saperlo!
- Lo so invece! Mamma è una donna forte e può sconfiggere qualsiasi cosa! - non replicò e dopo avermi fatto un sorriso forzato andò a mettersi sul divano vicino a suo nonno. Pensai  fosse una cosa positiva, Adora suo nonno e passano la maggior parte del tempo a giocare, ma a quanto pare sbagliavo, non si è seduta lì per lui ma bensì per guardare fuori dalla finestra. Stava sicuramente aspettando di vedere Emma tornare. 
Dopo trenta minuti la situazione non sembrò cambiare, nessuno riusciva a smuoverla da li. La lasciai fare, in fondo costringerla a fare altro non sarebbe servito a nulla. Aiutai Snow a preparare la cena nonostante fossere ancora le 17 del pomeriggio e poi ne approfittai per fare il bagnetto a Chloe in modo tale che Emma non si sarebbe dovuta affaticare al suo ritorno. 
- Papà,  papà corri! -  sento dire a mia figlia non appena uscii dal bagno con sua sorella -   C'è Henry qui sotto ma la mamma non c'è!  - mi disse indicando un puntu sulla finestra. 
- Forse si sarà fermata a comprare qualcosa. 
- Henry è triste papà, guarda!
Mi affacciai alla finestra e lo vedi seduto su una panchina,  stava chiaramente piangendo. 
- Aspettami qui, torno subito. - Lasciai Chloe e Leila alle cure amorevoli di nonno David e mi precipitai di sotto. 
- Ei ragazzo! Che succede! - dissi sedendomi accanto a lui. 
- La solita! Ho provato a parlare nuovamente con Violet ma non ne vuole proprio sapere. 
- Avete litigato di nuovo? Ma come! Regina e Emma non sbagliano mai con i loro consigli...
- Cosa c'entrano le mamme adesso? Loro neanche lo sanno che tra me e Violet è finita... mamma Regina si preoccuperebbe mentre mamma Emma in questo momento è troppo sotto stress per metterle addosso anche i miei problemi.
- Frena... frena henry! Mi stai forse dicendo che Emma e Regina non sono venire da te subito dopo pranzo?
- No! Io non le ho viste. Non le vedo da ieri a dire la verità! 
- Per mille balene!  - esclamai forse a voce un po troppo elevata. 
- Che succede Killian? - chiese preoccupato. 
- Ti prometto che ti aiuterò con Violet  e che ti spiegherò tutto a tempo debito, ma ora devi venire con me! - lo presi per un braccio e lo trascinai verso il loft. 
- Leila amore perché non vai con Roland e tua sorella a giocare di la? 
- Perché?  - mi chiese guardandomi con i suoi occhietti vispi. 
- Perché papà deve parlare un arrivo con Henry, Robin e i nonni! 
- Mmh.... La mamma? 
- La mamma mi ha chiamato poco fa,  sta arrivando! 
- Ok allora. - la vidi prende la mano di sua sorella e insieme al suo amico andarono nell'altra stanza.
- Che succede?!?! Henry che hai fatto? - Chiese Snow da nonna premurosa quale era.
- Tempo al tempo - dissi io -  Per ora vi occorre sapere che Emma e Regina ci hanno mentito.
- Mentito? Su cosa?
- Non sono andare da Henry... tutta la storia che Henry aveva bisogno di loro era tutta una balla. 
- E dove sarebbero andate allora? Perché avevano tutta questa fretta di andare via?!?
- Non ne ho la più pallida idea! Emma non risponde neanche più al cellulare! 
- PAPA'?!?! - quella voccetta mi fece congelare all'istante - Papà! Dove è la mamma?
- Amore, la mamma sta arrivando! Te l'ho detto un minuto fa!
- Non è vero! Mi hai detto una bugia! - scoppiò a piangere - Non era con Henry e non le hai parlato!  Ho sentito tutto. - E ti pareva? Quando mai la smetterà di origliare le nostre conversazioni?
- Amore mio calmati... 
- NOOOO! La mamma è andata dalla signora dei cani e adesso non tornerà più a casa! 
- Non dire così amore mio - la prendo in braccio - Mamma sta bene!
- Non è vero! La signora dei cani me lo ha detto che le avrebbe fatto del male! Papà portami subito dalla mamma ti prego, io voglio salvarla. 
- Leila... Leila guardami per favore! La mamma non corre nessun pericolo ok? Sta bene e sta tornando fa te!
- Come fai a saperlo! Non lo puoi sapere, tu non la conosci nemmeno la signora dei cani! Lei odia la mamma! Dobbiamo andare da lei! Sei il suo principe devi andare a salvarla. 
- Va bene amore cerca di calmarti però! Andrò a cercare la mamma ma tu devi smettere di piangere ok? 
- Posso venire con te? 
- No, non puoi amore è quasi ora di cena! 
- Papà....
- Papà niente, ho già parlato. Dimmi solo una cosa... dici che la mamma e con questa signora giusto? - annuì - Bene! Sai dirmi dove posso trovare questa donna?
- Alla cripta di zia Regina, è sempre lì! 
- Ok! - le bacio la testolina. - Io vado! -dico a tutti i presenti. 
- Veniamo con te! 
- No! Qualcuno deve restare con Robin, Leila e Chloè
- Io vengo con voi! - si intromise Ronald - Ho undici anni ormai.
- Non iniziare anche tu Ronald - lo rimproverò Robin
- Henry a dieci anni veniva con voi in missione quindi posso farlo anche io e voi mi lascerete venire. 
- Andate avanti! Non perdete altro tempo.  -  disse henry - Resterò io con Leila e Chloè.
***

POV EMMA

- Tu! - dissi rivolta alla donna che comparse dietro Crudelia - sei diventata il suo zerbino personale? 
- Io sarei più delicata con le parole signorina, non vorrai mica fare la fine della tua amica?
- Dovevo immaginarlo che ci fossi te dietro questa diavoleria appiccicosa. - disse regina indicando  la sua trappola gommosa 
- Ma come... non ti piace Regina? Eppure è un trattamento "dolce" quello che ti ho riservato. Preferivi forse la tortura che fecero a me quei mozziosi di Hansel e Gretel buttandomi nel forno?
- Non saresti comunque in grado di sconfiggermi strega!
- Vuoi vedere??? - la minacciò. 
- Smettetela voi due! - mi intrometto. - Regina non c'entra nulla -  dico alla strega cieca - Lasciala in pace!
- Ha ragione la salvatrice! - aggiunse Crudelia - Non me ne faccio nulla di una strega come lei per il mio scopo! 
- Ma io desidero da secoli torturarla! - rispose l'altra
- La torturerai dopo che mi avrai garantito quello che mi serve! Strappale il cuore! - Disse indicandomi. Iniziò ad avvicinarsi verso di me. Ero pronta a sferrare l'attacco quando sentii delle voci a ma familiari chiamarci:
- Emma!!!! 
- Reginaaaaaa! 
- Che diavolo volete da loro! Lasciatele in pace!
Era la nostra famiglia! Come accidenti avevano capito il nostro piano? Ero completamente persa nei mie pensieri quando per la seconda volta la strega cieca approfittò della mia distrazione legandomi questa volta  i polsi fra di loro con lo stesso metodo con cui aveva legato Regina. 
- Fate un altro passo e farete la loro stessa fine! - li minacciò
- Non ti azzardare a toccare mia moglie strega! - gridò Killian minacciandola con l'uncino. Il risultato? Vennero immobilizzati tutti  sul posto
- Godetevi lo spettacolo tesorini - disse Crudelia mentre la sua cara alleata, che era alle mie spalle, mi perforò il petto estraendo due secondi dopo il mio cuore. 
- NOOOOOOOOOOO!
***
POV HENRY
Avevo da poco finito di raccontatela favola di mamma e Killian a Leila e dopo essermi assicurato che fosse tranquilla a giocare andai di sotto a prepararmi un panino per poi mettermi davanti alla tv. Tutto sembrava essere tranquillo fin quando si sentì un urlo disumano che mi fece sussultare e fece svegliare Chloe che era addormentata sul divano accanto a me. È Leila.
- LEILAAAAAA! - la chiamo a gran voce e corro al piano di sopra.  la trovo seduta sul pavimento in lacrime
- Che è successo piccola? - domando spaventato
- Io... io ho sognato... - singhiozzava
- Ti sei addormentata amore?
- Si... ho sognato la mamma!
- Piccolina! - l'abbracciai -  qualsiasi cosa tu abbia sognato era solamente un incubo, niente di più.
- No Henry! La mammaaaaaa! Le stanno facendo del male! - si agitava ogni secondo di più
- Leila. Leila, per favore tesoro calmati! Non sta succedendo nulla alla mamma! C'è kill... c'è papà con lei! Non permetterebbe mai che le facessero del male!
- No henry perché non mi credi!!!!! Io l'ho visto! Dobbiamo andare ti pregoooo!
- Non possiamo amore! Con chi lasciamo Chloe? Non può stare a casa da sola!
- Allora ci andrò da sola! - esclamò arrabbiata
- NO! NON CI PROVARE ASSOLUTAMENTE LEILA. NON FARMI ARRABBI....are. -  Era troppo tardi!
***

POV KILLIAN

- Ma che bel cuoricino! - Disse la strega cieca alla mia Emma! 
- Distruggilo avanti! -  La istigó lei
Provai ad avvicinarmi ma quella maledella ci teneva sotto incantesimo e ci impediva di muoverci! Non potevo permettere che accadesse. Non potevo permettere che le facessero del male. Doveva esserci una soluzione, non poteva finire così.
- Sarei tentata di distruggerlo ma non posso.  Questo bel cuoricino ha un compito ben preciso! Andrà a finire nel petto di Crudelia facendola tornare in vita mentre te...  prenderai il suo e beh..non credo resterai in questo mondo per  molto! Prendendo il tuo cuore inoltre prenderà i tuoi poteri e riuscirà a riportare in vita anche me. 
- Mi dispiace contraddirti - le rispose - Ma non ho questo potere! Nessuno ce l'ha! 
- Lei ci riuscirà! 
- Si si... certo!
- Allora? Vogliamo chiacchierare ancora per molto o vogliamo mettere fine alla sua insignificante esistenza? Che stai aspettando: portami il suo cuore. 
Un miracolo serviva un miracolo. Senza di Emma niente avrebbe avuto più senso... che avrei raccontato alle bambine? Come sarei riuscito a crescerle da solo? No... non ne sarei capace. Ho perso Milha ed è stato orrendo ma perdere Emma significherebbe perdere la mia stessa essenza. Non posso permettere che succeda ma non posso neanche riuscire a liberarmi da questo incantesimo da solo. Proprio nel momento in cui credevo che tutto stesse per finire una vocina ci fece bloccare tutti!
- MAMMAAAAAA NOOOOOOOOOO!
- Leilaaaaa?!? Amore che ci fai qui devi andare via! -  disse a sua figlia non appena la vide anche lei. 
- No mammaaaaa ti pregoooooo non mi lasciare! -  L'abbraccio. Vedo Emma con le lacrime agli occhi guardare quelle due: 
- Vi prego -  si rivolse a loro a mo di supplica... non l'avevo mai vista abbassarsi in quel modo -  Non davanti a mia figlia! Vi prego. 
- Dipende - rispose Crudelia. - Proverai a fermarci? 
Delutì - ... No, non vi fermerò. Puoi avere tutto quello che voi ma non fare niente davanti a lei. 
- EMMAAAAAA!!?!?  MA CHE CAVOLO DICI!!!!! - Gridai. 
- Killian... lo sai anche te per chi lo sto facendo. Leila amore guardami! Vai a casa ok? 
- Non senza di te!
- Tesoro ascoltami per favore - ormai piangevano entrambe e io con loro - Ho bisogno che tu mi prometta una cosa.
- Mamma...
- LEILA!
- Va bene... dimmi.
- Promettimi di andare a casa da Henry e Chloè e di fare la brava bambina. 
- NO, NO, NO E NO! Io rimango con te, non ti lascio da sola! 
- Il tempo scorre! Tic tac - Si intromise la strega cieca
- Abbi un minimo di decenza almeno! Sto parlando con mia figlia! Amore di mamma - la vedo avvicinarsi al suo orecchio e dirle qualcosa, un secondo dopo mi sento liberato da quella stretta magica. Leila mi ha liberato.  Che dovrei fare ora? correre da lei? Se ci provo quella mi inpeigionerebbe di nuovo uccidendo Emma sedutastante.
- Adesso asciugati le lacrime e vai da papà! - le dice - E tu killian... portala via di qui! 
- Emma io....
- Ti amo killian 
- Emma non...
- Non mi succederà niente Killian, prendi Leila, portala a casa e dai un bacione a Henry e Chloe da parte mia. - Mi lancia uno sguardo d'intesa. so per certo che non era quello che mi stava dicendo. Con la bambina nelle vicinanze non poteva dire altro... toccava a me leggere tra le righe e purtroppo avevo capito benissimo... mi stava dicendo addio. Ormai non controllavo neanche io le lacrime
- Ti amo Emma! E ti giuro che non finir....
- Killian! Sai quello che devi fare. Assicurati che tutti e tre i nostri figli stiano bene! Puoi farlo.
- Non sensa di te.
- Io tornerò da te! Te lo prometto. 
- Abbiamo finito?!?!?! 
- Si, Leila va da papà! - le da un bacio e la spinge verso di me. Aspetto che arriva e solo dopo essermi reso conto che quelle streghe non stanno prestando attenzione a me mi allontano con la mia bimba in braccio. Per quanto vorrei esaudire il desiderio di Emma di portare la bambina a casa non ci riesco... significherebbe allontanarmi nel momento in cui a più bisogno di me e non posso. L'ho giurato sull'altare: fin che morte non ci separi, non posso venir meno a questa promessa.  Cerco di convincere la piccola ad andare a casa con la magia ma non vuole così non mi resta altro che tenerla stretta al mio petto voltandola in una direzione che non sia verso quella di sua madre. Proprio mentre mi sto concentrando su di lei per non farle sentire neanche i rumori e le voci attorno a noi, sento dei lamenti strazianti. So cosa significano quei suoni.  E' il chiaro segno della morte eppure Il mio cuore non si è lacerato nel sentire tutto ciò. Alzo lo sguardo terrorizzato per paura di costatare quanto già so ma quello che invece mi ritrovo davanti ha del surreale. Crudelia e la strega cieca sono a terra prive di sesi e Regina tiene in mano le ceneri di quelli che una volta erano i loro cuori. Il cuore di Emma e a terra, ancora intatto.
- Il restante della famiglia viene sbloccato immediatamente. Lascio Leila nelle braccia di Snow e corro da mia moglie! 
- Emma amore! Amore mio come stai? - chiedo mentre ispeziono ogni parte del suo corpo.
- Io... sto... bene! - mi abbraccia con quanta più forza ha in corpo. - Ho pensato di morire, che non ti avrei più rivisto, che non avrei più rivisto i bambini. Non volevo dirti addio in quel modo così stupido... Io....
- Lo so amore lo so, ma non ci pensare adesso! - la bacio - E' tutto finito. 
- Hai bisogno di una mano con quello? - chiese Regina a Emma indicandole il cuore. Le lascio spazio per aiutarla. 
- Come hai fatto a liberarti? - le chiese nel mentre lei le restituiva l'organo piu importante
- Dobbiamo ringraziare Ronald che è venuto venire con il papà. Si è nascosto prima che vi bloccasse ed è intervenuto mentre Leila e Emma parlavano. Per liberarmi ha mangiato il marshmallow.  avrà mal di pancia per giorni credo ma ci ha salvato la vita!
- Tutto bene voi due? Si avvicina anche Robin con il piccoletto ormai non tanto più piccoletto
- Si... grazie Ronald e benvenuto nel mondo degli eroi! - gli disse Emma
- Ragazzino per questa dimostrazione di bravura potrei anche un giorno darti il permesso di uscire con la mia bambina. 
- Wowowowoowowo! Misà che killian si è spaventato per benino questa volta. - commenta Robin  sarcastico.
- Ho detto uscire non sposarla! - tutti risero e io mi unii a loro. Anche questa volta abbiamo vinto.
- Regina ma se erano già.. come dire morte come hai fatto a distruggere i loro cuori? - chiese improvvisamente Emma. 
- Una volta tornare sul suolo dei vivi , anche se per solo poche ore,  le loro funzioni vitali tornano ad essere come quelle di tutti noi. Quindi un cuore è sempre un cuore e ... ciaooooo ciaooooo cattive 
-Grazie per avermi salvata! - si abbracciano - Dove Leila?!?!
- È con tua madre - le indico.- Si alza e corre verso di loro! 
- Bambina mia!
- Mammmaaaaaaaa!
- Amore mio! Tutto bene?! Ti sei spaventata? 
- Sii - si rimette a piangere
- È tutto finito amore! Crudelia non è più un problema è stata sconfitta! Per sempre
- Non ti farà più del male quindi ?
- No
- E non la sognerò più? 
- Ti prometto che troverò il modo di non fartela sognare più
- Ti voglio bene mamma e la sai una cosa? So chi è la principessa con il mio nome! SEI TUUUUU! 
- Anche io ti voglio bene angioletto e per la questione della principessa dallo stesso nome beh... shhhh è un nostro segreto ok? - le sorride 
- Allora, che ne dite? Si torna a casa?  - Dissi io e in men che non si dica, grazie all'aiuto di Regina che aveva riacquistato i poteri grazie alla sconfitta del nemico, tornammo a casa. 

POV EMMA

Una volta raggiunto il loft io e Killian decidemmo di non rimanere a cena con gli altri, volevano un po' di tempo solo per noi 5:  io lui henry e le bambine. L'unica cosa che mi preoccupava però era Leila e la possibilità che potesse continuare a fare sogni strani dopo tutto quello che aveva visto fino pochi minuti prima. 
- Regina - chiamai la mia amica - Conosci un modo per cancellare i ricordi che non sia la solita pozione della memoria? Cioè, mi spiego... vorrei far dimenticare l'ultima mezz'ora a Leila. È terrorizzata e non voglio si senta così!
- Leila amore di zia vieni un attimo qui! - la bambina con lo sguardo affranto a lenti passi arrivò davanti a sua zia - chiudi gli occhi, facciamo un piccolo gioco. - Anche a questa cosa mia figlia obbedì e immediatamente Regina le adagio una mano sulla fronte. - Ora puoi aprire gli occhi! 
- Mamma andiamo a casa? Ho sonno! - la sua vocetra era più squillante è il suo sguardo più vivo!
- Vai a prendere le tue cose, arrivo subito! - aspettai che si allontanò - Come hai fatto? ma sopratutto: cosa le hai fatto? - Chiesi curiosa 
- Ho cancellato la parte di questo pomeriggio o meglio ho un po' modificato le cose. Ora sa che crudelia è stata sconfitta è che mamma e zia sono state molto brave a rispedire quelle due da dove sono venute. Tranquilla, nulla di violento.
- Grazie mille! Ti devo tutto!
- Adesso va che ti stanno aspettando! 
- Va bene! Ciao a tutti ragazzi, noi togliamo il disturbo... ci vediamo domani! 
- A domani! - risposero tutti in coro. - Presi le mie cose e insieme alla mia famiglia tornammo a casa. Cosa dire di tutta questa giornata... è stata bella intensa e quasi fatale ma quel che più conta adesso è che nonostante tutto ce l'abbiamo fatta anche stavolta.
 
Note dell'autore:
Ce l'ho fattaaaaaaaaa!!!! Ho terminato la one shot (non tano one shot) piu lunga mai esistita fino ad ora heehheheheheeh. Spero sia stata di vosro gradimento. Non temete. Le prossime saranno tutte composte da un solo capitolo..... spero almeno. Alla prossima.

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Capitolo 14
*** Una visita inaspettata ***


- Aspetta! Sei sicura di volerlo fare?
- Certo che sono sicura. E' l'unica nostra possibilità. 
- Potrebbe essere pericoloso!
- Uffaaaaaaaa!  Possibile che ogni volta che decido di fare qualcosa tu devi sempre fare la mammina premurosa e ostacolarmi?
- Non ti sto ostacolando e comunque non sono tua madre, sono...
- Si si si lo so chi sei! me lo ricordi ogni singolo giorno da 14 anni ormai!
- Cerco solo di proteggerti.
- Riesco a proteggermi anche da sola grazie. Allora... sei con me o sei contro di me?
- Ma certo che sono con te, che domande fai però inizia a trovare già da adesso una scusa convincente in caso dovessero scoprirci perchè fidati se verranno a sapere quello che stiamo facendo molto probabilmente se la prenderanno con me e non con te.
- Ti vuoi calmare? Non ci scopriranno mai! E daiiii! Consideralo un regalo di compleanno anticipato!
- D'accordo e ricorda queste parole: al tuo compleanno non ci sarà nessun regalo da parte mia: accontentati di questo.
- Sei la migliore! Andiamo.

***

POV DAVID

- Papà mi raccomando... controllale e non laciarle da sole per nessun motivo. Sono diventate due pesti e non fanno altro che farsi i dispetti a vicenda. Rischiano di farsi male se non si tengono a bada.
- Vorrei ricordarti amore che ho due figli anche io! So cosa significa. - dico a mia figlia dopo l'ennesima raccomandazione ricevuta. 
- Con tutto il dovuto rispetto papà ma io non ho mai cercato di mordere Neal.
-  Si mordono? Tu sei davvero sicura di averle fatte con un pirata? No perchè da quello che sto sentendo sembrerebbe più opera di un vanpiro.
- AH AH AH! Che ridere guarda! Scappo a lavoro adesso. Bambine mi raccomando fate le brave, non uccidetevi e sopratutto date retta al nonno.
- Va bene mamma! - disse Leila con un gran sorriso 
- Taooooooo! - risponde la più piccolina. Da un bacio ad entrambe e corre alla stazione. 
***
- No! Chloè no! Non si fa! - dico alla mia nipotina ribelle bloccando la sua iniziativa di tirare i capelli a sua sorella maggiore. So che vuole solamente giocare, ma conosco anche le reazioni di Leila e so per certo che se voglio evitare una disputa tra sorelle è meglio evitare. 
Suonano alla porta. Chi sarà mai a quest'ora? Lascio le bambine in soggiorno con la speranza che non si uccidano a vicenda e vado ad aprire. Mi ritrovo due ragazze mai viste davanti agli occhi
- Salve, posso esservi d'aiuto?
- Non.. - una delle due inizia a parlare ma viene bloccata dall'altra
- NOLAN! lei è il signor Nolan vero?
- Si sono io... voi siete....
- Buongiorno, ci scusi per il disturbo, noi siamo due studentesse che avrebbero bisogno di farle qualche domanda.
- Domande su cosa esattamente?
- Beh la sua reputazione la precede. Sappiamo che lei è il principe azzurro... io e la mia compagna di studi stiamo mettendo a punto un profetto su...
- Sulla storia di Biancaneve. Un paragone dalla versione della foresta incantata fino ai giorni nostri. Vorremo portarla come tesina per la maturità.
- Wow! Un'idea davvero originale solo che... mi dispiace ma mia moglie non c'è in questo momento.
- La nostra idea era quella di mettere in scena una specie di intervista con pareri di tutta la vostra famiglia. Potremo cominciare con lei se non le dispiace.
- Beh si... ecco...
- Nonnooooooo chi è? - si affaccia Leila curiosa
- O mio dio ma quella... - anche questa volta la ragazza viene immediatamente bloccata prima di poter finire qualsiasi frase.
- Ma che bella bambina! Ciao piccolina.
- Ciao. Nonno chi sono queste ragazze?
- Amore perchè non mi aspetti di la insieme a tua sorella? Nonno arriva subito. - obbedisce immediatamente - Come potete vedere sono un po' indaffarato al momento ma sarò comunque molto lieto di darvi una mano questo pomeriggio. Conoscete Granny's il ristorante? Potremmo vederci li verso le tre!
- Questo pomeriggio avremmo altri impegni a dire la verità... non... non si preoccupi se ha da fare lo capiamo. La ringraziamo per la disponinbilità, arrivederci.
Stavano per allontanarsi. - Aspettate. Mi piacerebbe molto aiutarvi. Se i promettete di non far caso al disordine lasciato in giro dalle mie nipotine mi farò fare l'intervista ora.
- Davverooo? Lo sapevo, sei sempre stato un...
- Una persona altruista. - le guardo - Lo dicono tutti in città.
- Grazie... faccio solo del mio meglio. Prego, accomodatevi. - dico facendogli strada verso il salotto. Nel vederle Chloe si venne a nascondere dietro di me.
- Ciao piccolina - non rispose ma raddoppià la presa sulla mia gamba
 - Non badate a lei... sembra timida ma in realtà non lo è per niente! Saluta Chloe, non ti mangiano mica! - le salutò con la manina - Allora, sono a vostra disposizione, domandare pure.
- Perfetto. Partiamo da una domandina facile facila:  Come è cambiata la vostra vita da quando il sortilegio oscuro si è spezzato?
- La nostra vita è cambiata in meglio senza ombra di dubbio. Guardate mia figlia cosa è riuscita a regalarmi! - dico fiero delle mie due piccole pesti. - Se non fosse stato per Emma molto probabilmente starei ancora vivendo una vita non mia.
- Vorrebbe tornare nella foesta incantata, ricostruire il regno e vivere li con la sua famiglia?
-  Mi piacerebbe. Mi piacerebbe davvero molto ma  non ci sono fagioli magici qui che ci possano condurre li... la vedo un'impresa impossibile.
- Si nonnooooo! Voglio andare a vivere nel tuo castello! Andiamoooooo?
- Leila amore... se potessi ti porterei a palazzo oggi stesso. 
- Piccolina, crescendo cambierai idea! - si intromise una di loro. - Voglio dire... - si rivolse a me come per giustificarsi - Quando inizierà con la scuola dubito che lascerebbe i suoi amichetti così su due piedi.
- Forse hai ragione. In che liceo studiate? Anche Henry, mio nipote più grande, frequenta il liceo ma non ha mai avuto a che fare con questo tipo di progetti. 
- Studiamo nel liceo privato di Storybrooke
- Ottima scuola! Ne ho sentito parlaredavvero molto bene.
- Mi scusi... potrei gentilmente usufruire del bagno? - disse improvvisamente una delle due ragazze. 
- Certamente, seconda porta a sinistra al primo piano. 
- Grazie infinite. Faccio in un baleno. - si alza e si incammina al piano di sopra. 
- Non c'è bisogno di aspettarla, copierà i miei appunti... vogliamo continuare? - Annuii - Bene... mi dica: com'è essere il marito di Snow White?
- Un tempo era molto impegnativo... - rido ripensando al passato - Ora non più, per quanto possano esserci minacce continue in questa città i tempi più bui li abbiamo già passati. Siamo in pensione se così si può dire. Abbiamo deciso di dar spazio ai giovani. - A proposito di giovani ecco che vedo rientrare in casa Emma.
- Emma tesoro,  già di ritorno? - chiesi guardando l'orologio. 
Mamma mammaaaaaaaa sei a casaaaaaa! - disse leila correndole in contro per salutarla seguita a ruota da sua sorella. 
- E' si.... ho finito prima del previsto fortunatamente ... salve!  Tu saresti? - chiese alla ragazza seduta sul divano
- Emma tesoro loro sono due ragazze che sto aiutando per un progetto scolastico.
- Ragazze? Io ne vedo solo una! 
- La sua amica è un attimo in bagno. Ti presento Emma,  mia figlia - dissi rivolto alla ragazza - Emma lei è.... O che stupido non vi ho neanche chiesto i vostri nomi. 
- Io sono... Lisa e la mia amica, che conoscerai tra qualche minuto si chiama Charlotte.
- Molto lieta, conoscerò la tua amica non appena mi sarò messa in un abbigliamento piu comodo - le fece un sorriso forzato e corse immediatamente al piano di sora. Che cosa è preso adesso? Bah..  donne! Meglio concentrarsi e aiutare queste ragazze.
***

POV EMMA.

Come diavolo abbia fatto mio padre a farsi abbindolare da due teppistelle ancora devo capirlo. Ma quale ricerca scolastica... quelle due sono qui per ben altro te lo dico io e infatti... sto per varcare la soglia della mia camera da letto quando vedo una giovane signorina intenta a frugare tra i miei cassetti! 
- Credo proprio che li troverai solamente la biancheria di mio marito! 
la vedo saltare in aria come un molla per lo spavento - Oddio che schifo! - disse con disgusto togliendo immediatamente le mani dal cassetto. 
Beh schifo proprio non direi però....
- Lascia stare ma... Emh... Emma! 
- Mi conosci? 
- Sei la salvatrice no? Chi non ti conosce...
- Si ok... se non sono indiscreta però vorrei sapere: cosa ci facevi nella mia camera da letto a frugare tra le mie cose? 
- Io cercavo... Emh... è difficile da spiegare.... 
- Trova un modo, non mi sembra di aver formulato una domanda cosi complessa
- Cercavo un assorbente! Si proprio così! La mia amica non ne ha con se dietro... e ne avevo bisogno e... si insomma mi dispiace!
Piccola buggiarda... - Ok tranquilla non fa nulla! Sono nel mobbiletto del bagno: primo cassetto a sinistra. Non puoi sbagliare
- Grazie, grazie mille davvero! E scusa ancora.
- Nessun problema. Fai con comodo...  ti aspetto di sotto! 
Scesi da mio padre per scambiare due chiacciere con lui e lo visi seduto sul divano ad ascoltare le domande di quell'altra piccola teppistella. Li raggiungo e mi metto ad ascoltare. Non so cosa mi prese esattamente, so solo che non riuscii a trattenermi:  
Senti - mi rivolsi alla ragazza - Lui sarà anche ingenuo ma io no! 
- Emma ma cosa...
- Shhh! Papà lasciamo finire. - tornai a guardare la ragazza sul divano - Adesso farò io qualche domandina a te e a questa signorina - indicai le scale dove stava scendendo la ragazza che avevo incontrato poco prima - che ho beccato poco fa a frugare tra le mie cose.
- che cosa hai fatto?!!! - disse Lisa guardano in malomodo Charlotte come a volerla rimproverare. 
- Come se tu non lo sapessi... - commentai io a quella ridicola scenetta -  Insomma: chi diavolo siete e cosa volete da noi?
- Mamma allabiata! - Disse chloe lasciando i suoi giochi e venendo ad abbracciarmi.
- È si amore mio, la mamma è molto arrabbiata con queste due signorine. 
- Emma ma...
- Ancora Papà?  Sono due ladruncole niente di più e tu ti sei fatto abbindolare per benino. Ma che vice sceriffo sei?
- Sono solamente due ragazzine....
- Le ragazzine possono essere molto pericolose sai? Fidati ho esperienza in materia. Sono stata una ragazzina molto pericolosa in passato sai?
- Non sembrano cattive
- Neanche io lo sembravo. L'apparenza inganna!
- Mah ma... - provò a dire Charlotte ma non riuscì a finere  l'ultima parola perchè ricevette una gomitata da parte dell'altra Ragazza. 
- Emma davvero scusala. Delle volte è proprio una stupidina. 
- Basta chiacchiere, prendete le vostre cose e seguitemi! 
- Dove dobbiamo andare?
- In stazione mi sembra logico non trovate? 
- Ma no dai!!!!  Perfavore! 
- No in stazione No! Non volevamo fare niente di male. 
- Emma non essere frettolosa... - ci mancava solo mio padre adesso. 
- Pensi di saper svolgere il lavoro meglio di me? Bene! Accomodati pure ma non venirmi a chiedere aiuto quando queste qui ti lasceranno in mutande!  - senza aggiungere altro Presi le mie bambine, uscii di casa e raggiunsi Killian al porto.
***

POV DAVID

- Ripeto... Non mi sembrate cattive ragazze così su due piedi, ma è anche vero che Emma ti ha vista curiosare tra le sue cose - mi rivolgo in particolar modo a Charlotte.
- Ho già spiegato a sua figlia cosa stavo cercando. 
- Lo so ma come ha detto anche Emma non posso non svolgere il mio lavoro. 
- E che vorrebbe fare arrestarci?
- Ma no! Certo che no! Ma i vostri genitori andranno comunque avvisati per questo vostro comportamento.
- I suoi forse, io non ho fatto nulla ero qui a parlare con lei! 
- Avanti, niente storie... tirare fuori i documenti.
- Non... non li abbiamo con noi! - era chiaramente una bugia, potevo leggere chiaramente il panico nei loro occhi. 
- Allora non vi dispiacerà se controllo nelle vostre borse!
- Deve proprio? 
- Se non mi darete i vostri documenti si! E' la prassi. 
-  Ok, ma se noi le diamo i nostri documenti, lei  ci giura che non si arrabbierà per quello le abbiamo fatto?
- Certo che non mi arrabbierò. - con mano tremante vedo una delle due consegnarmi due carte d'identità!  - Bene bene,  allora... vediamo chi abbiamo qui.... - lessi entrambi i nomi e per poco non ebbi un infarto. - È una presa in giro questa? 
- No! -  abbassarono il capo entrambe - Scusaci! Non avevamo altra scelta.
***

POV KILLIAN

Quando vidi arrivare Emma a bordo della Jolly roger con quel passo sostenuto e con entrambe le bambine per poco non ebbi un infarto. A giudicare dalla sua espressione le possibilità di qualcosa notizia positiva eraa pari a zero. 
- E insomma due ladruncole si sono introfulate in casa nostra! - chiedo per conferma dopo aver ricevuto tutte le informazioni 
- esatto!
- c'è dell'altro sotto però! Sei palesemente agitata! - le faccio notare
- non lo so... è solo che mi è sembrato di conoscerle ma non ricordo esattamente dove io le abbia viste. Non mi sfuggono mai questi particolari... e' strano!
- E questo ti crea ansia? 
- Killian, mi crea ansia il fatto che due persone a noi sconosciute siano riuscite ad introfularsi in casa nostra abbindolando mio padre. Ci sono due bambine in casa non è normale che la gente entri così. Potrebbe essere pericoloso.
- Non esagerare adesso. Erano due ragazzine molto probabilmente scappate di casa. Nella peggiore delle ipotesi stavano cercavano qualche soldo per poter fuggire. 
- E se avessero trovato le pozioni che tendo nell'armadio? Tu sai i rischi che correremmo se qualcuno non praticante di magia ne venisse in possesso.
- Sono piu che sicuro che non fossero intenzionate alla magia!  - La tengo stretta a me cercando di calmarla  ma riesco a sentirlo: c'è qualcosa che la turba.
Che altro c'è? - Chiedo
- Ma niente... è solo che difficilmente mi sbaglio e quelle ragazze io credo di averle già viste.
- Che tu le abbia viste o no non c'è nulla di cui preoccuparsi. Sono con tuo padre adesso e non credo che sia cosi ingenuo da farsele scappare di vista una seconda volta. - neanche a farlo a posta ecco che ricevetti una chiamata proprio da David che mi chiese di raggiungerlo con Emma da Granny per una questione urgente.
***

POV DAVID

- Cosa prendete?!?! Tranquille offro io! - dissi loro con un sorriso
- Io nulla! - rispose per prima Lisa
- Neanche io! Ho perso lappetito. - seguì Charlotte - Ma... dobbiamo per forza parlarle?
- Beh dopo quello che vi ha beccato a fare direi proprio di sì non trovate? Merita una spiegazione... e anche io. 
Andammo a sederci ad un tavolo un po piu isolato e aspettammo che Emma e Killian ci raggiungessero:
- Allora! Quale è l'emergenza? -  Disse Emma entrando come una furia con in braccio Chloe - Ti hanno lasciato in mutande prima del previsto? 
- Siediti e ascolta per favore... tutti e due - dissi facendo segno a Killian di accomodarsi accanto a sua moglie 
- Avanti sentiamo... - le guardò con una faccia al dir poco scocciata.
- Non so da dove iniziare.... - disse una delle ragazze
- Dall'inizio mi sembra logico! 
- Emma... - L'ammonì killian cercando di farla calmare  - Prego continuate pure.
- Noi non siamo compagne di studio... non stiamo facendo nessuna ricerca a scuola.... e sopratutto
- Non Volevamo rubare nulla! - finì la frase l'altra
- Che non eravate compagne di studio lo avevo capito subito, non siete neanche coetanee se posso dire la mia. 
- Infatti non lo siamo. Lei è più piccola.... 
- Più piccola e meno furba però! - commentò sarcastica
- Te l'ho già detto non volevo rubare.... cercavo solamente.... - era impaurita povera piccola
- dai dillo.... - la incoraggiai
- Cercavo un fagiolo magico! - disse tutto d'un fiato
- Non erano in cerca di magia è?!? - disse Emma rivolta a killian 
- Lasciale finire! - rispose lui.
- Non siamo cattive se è questo che pensi. Noi siamo solamente....
- Solamente? Ripete lei con impazienza - Non ho mica tutto il giorno. 
- Le tue figlie! 
- si certo... come no! - rise
- E' la verità!
- Mi ricorderei di aver dato alla luce Due bambine anni fa non trovate? Ho solamente tre figli: Henry e queste due piccoline.  Tu papà dovresti saperlo bene.... hai creduto davvero alla loro storia? Pensi davvero che dopo essermi aperta con voi non vi avrei confidato anche di aver avuto altri figli in passato oltre a Henry? 
- Emma falle finire per favore!
- Vediamo dal futuro! Siamo 13 anni avanti a voi!
- E quindi cosa vorreste farmi credere? Di essere loro da adolescenti? - indica Leila e Chloè le quali sono intente a giocare. 
- Esattamente:  io sono Leila e lei è Chloe. 
- Mi fate davvero così sciocca? A parte il colore dei capelli, che a dirla tutta neanche corrisponde - disse indicando la ragazza più giovane - Non avete niente in comune con loro
- Ho ripreso i capelli da nonno David - si giustificò la ragazza che si era presentata con il nome di Charlotte
- Guardala bene. -  disse indicando chloe - Sono biondo chiaro i suoi capelli non biondo scuro
- Cambieranno fidati! 
- Anche se fosse come dici  c'è un'altra cosa che avete differente è quella sono più che sicura che non può cambiare. Il colore degli occhi. C'è una differenza sostanziale tra l'azzurro, il verde e il marrone.  - Le due ragazze si lanciarono un'occhiata d'intesa e con un gesto della mano cambiarono il colore dei loro occhi. 
- Si chiamano lenti magiche mamm.... - non finì la parola per paura di essere incenerita. Guardai Emma e l'espressione sul volto cambiò radicalmente. 
- Ci credi adesso vero? - sorrise la più grande delle due molto probabilmente riconoscendo il linguaggio non verbale di Emma.
- È... è impossibile! - escalmò lei portandosi le mani alla bocca. Eh si... le aveva riconosciute. -  -I portali magici sono difficilissimi da creare per non parlare dei fagioli magici... come diavolo siete riuscite ad arrivare fin qui?
- Prima di riempirci di domande da mamma protettiva quale sei che ne dici di venirci prima a salutare?  - Killian non se lo fece ripetere due volete, si alzò dalla sedia e andò ad abbracciarle entrambe:
- Ma guardatevi! Siete meravigliose!!!! Uguali a....

- Uguali a nostra madre - ripeterono in coro  - c'è lo ripeti in continuazioe!

- Che strano sentirti parlare così... - si rivolse a quella che in teoria era Chloè - il massimo che ti sento dire adesso è: "papy tono tanca", "Voglio i tocattoli" ecc ecc.  Emma, tu non dici niente?
- La mamma è ancora sotto shock... - disse Leila
- Io... non ... non so che dire! - Si alzò anche lei per abbracciarle - Sono felice che siete qui ma se lo siete è perché di base c'è un motivo giusto? Qualcuno è in pericolo? E sopratutto perché siete venute voi! Siamo morti per caso???? - chiese allarmata
- Certo mamma che tu non ti rilassi mai è.... tranquilla non siete morti, state benissimo! 
- fatti abbracciare mamma poi ti prometto che ti racconteremo tutto! - disse la più piccola ma il loro abbraccio venne interrotto dalla baby chloe:
- Tu! Tascia stale mamma mia! È mia no tua!
- Noto con piacere che sei sempre stata un gran rompi scatole! - ironizzò la grande 
- Fai poco la spiritosa! 
- Beh... noi invece notiamo con piacere che non smetterete mai di darvi contro! - disse killian ridendo
- Tranquilli ci vogliamo bene! 
Allora!!!! Ci dite cosa diavolo sta succedendo? 
- Mamma hai ragionema prima non è che potremmo incontrare la nonna e gli zii?!?  
***

POV EMMA

Quanti viaggi nel tempo abbiamo affrontato in questi ultimi anni? Troppi... eppure ancora non mi riesco a capacitare che le mie figlie siano atterrate qui dal futuro. Il mio cuore ha riconosciuto qualcosa in quelle due ragazze già prima che rivelassero la loro identità eppure il mio cervello ha messo tutto il suo impegno per negare l'evidenza. Siamo appena arrivati davanti casa di Regina, e durante tutto  il tragitto le versioni baby di Leila e chloe si sono impegnate il più possibile per tener lontante le loro versioni del futuro da noi. 
- Mamma mamma c'è la macchina della nonna - mi indica Leila - c'è anche neal? Voglio giocare con lui!!  
- Adesso quando scendiamo dalla macchina controllerai di persona ok! Mettiti seduta adesso
Va bene mammina!  - Parcheggiamo aspettammo papà dopodiché tutti in massa ci presentammo a casa di Regina!
- Wow....e  tutta questa folla? Non sarete mica venuti per uccidermi - esclamò ironica dopo aver aprerto la porta!
Zia Regina!!!!!! 
Zia ciaooooo! - entrambe le mie figlie adolescenti le si buttarono addosso per abbracciarla. Regina rimase immobile, sconvolta e interdetta da tutto ciò. Riacquisto un minimo di lucidità quando la baby Chloe la riportò alla realtà.
- Ancola !!!!!- disse a braccia conserte  - Mamma mia! Zia mia! Tutti miei.
- Credo che la mia nipotina abbia ragione. Avete sicuramente sbagliato persona. 
- Zia! La bimba che sta protestano sono io.... Solo che leggermente un po piu grande- Regina mi guarda perplessa 
- sta dicendo la verità? - mi chiede 
- Si! - Mi limitai a dire
- e quindi tu saresti... Leila?
- Presente!  
- Ora che guardo attentamente i vostri occhi la somiglianza è strabiliante.... è tutto a dir poco meraviglio!  Venite qui fatevi dare un abbraccio degno da essere chiamato tale. - le andò incontro
- Battaaaaaaaa!!! - disse la mia piccola chloe  prima di scoppiar a piangere disperata. E' chiaramente gelosa. 
- No, no amore di zia eccomi - la prese in braccio- Io ho occhi solo per te è Leila!
- Tu zia mia! Tolo mia!
-  si amore hai ragione!!!  Smettiamo di piangere adesso?
Ti! 
- Brava bambina! - le sciugò le lacrime .  - Vogliamo andare dentro così mi spiegherete meglio la situazione e come mai la tua prole futura è qui?
- Direi che sia giunto il momento... neanche io so ancora il perchè della loro presenza. - Entrammo dentro e dopo aver ripetuto la stessa scena con mia madre ci sedemmo finalmente a tavola per parlare.
Allora diteci... - iniziò mamma ancora emozionata -  che succede dalle vostre parti?
- Beh ecco... nella nostra Storibrooke è in corso un grande cambiamento. 
- Qualcuno vi sta minacciando?  - domandò Killian già sul piede di guerra.
No... niente di tutto ciò. In pratica state coltivando dei fagioli magici per tornare nella foresta incantata. Il nonno ha proposto a tutti di tornare a vivere al castello e riformare il regno. Voi avete accettato.
- Ma davvero? - disse mio padre con entusiasmo - Sapevo ce ci saremmo riusciti prima o poi! 
- Falle finire - intervenne Regina - Deve esserci dell'altro sotto. Se tutti noi abbiamo detto di sì perché allora siete qui? - dai loro sguardi tristi credo di aver intuito qualcosa
- A meno che non tutti hanno aderito a questa iniziativa. - dico
- Esattamente!  Io e Chloe non siamo intenzionate ad andare via da storibrooke. Qui abbiamo la scuola... gli amici.... non vogliamo abbandonare tutto ciò.
- Conoscendomi ho proposto a tutta la cittadina di venire con noi! - disse mio padre
- E lo hai fatto ma non tutti ti seguiranno. Un mio amico e la sua famiglia ad esempio rimarranno a Storybrooke- Disse Leila, era quasi sull'orlo di piangere.... mmh qui gatta ci cova
- Amico??? Sicura sia un semplice amico? - divenne rossa -
- Gideon non è per niente suo amico... sono fidanzati!
Prima che la ragazza potesse rispondere a sua sorella la quale aveva fatto la spia Killian prese la parola:
 -  Gideon?!!! Quel Gideon? Ti sei fidanzata con quel depravato del figlio del signore oscuro?????   
- Papà non fare così ti prego! Gideon è un bravo ragazzo, non farebbe mai niente per mettermi nei guai. 
- Questo lo dici tu! La cosa non mi piace assolutamente te lo dico! Il me del futuro ti ha lasciato davvero agire tranquillamente? 
- hai dato di matto quando te l'ho detto... ho pensato che ti sarebbe venuto un infarto ma alla fine non è successo! Ti sei come si può dire... rassegnato all'idea.
- Mai non mi rassegnerò mai puoi starne certa! Altro che infarto... tu vuoi la mia morte!
- Non sarò io quella che ti farà morire fidati! 
- Che vorresti dire???? - chiese preoccupato - Chi mi ucciderà? 
- Non ci provare neanche... - disse la più piccolina delle due. Aiiii altri guai in vista.  
- E dai!!! Non possono mettersi in contatto con i nostri veri genitori. 
- Non vuol dire nulla!
- Pensaci... dalle loro reazioni potrai prendere spunto su come dirlo a mamma e papà quando torneremo a casa
- Si può sapere di cosa state parlando? - si intromise Killian
- Diciamo che non sono l'unica che non vuole partire per via di un fidanzato. Anche Chloe vorrebbe rimanere a Storybrooke per il mio stesso motivo.
- Hai... hai un fidanzato?!?!  - chiese più sconvolto di prima. 
- Si ce l'ha e voi nel futuro ancora non ne sapete nulla di questa storia! 
- Pure?!?! Emma amore misà che abbiamo sbagliato qualcosa con queste sue! 
- Passi Leila e Gideon che lo so già dal suo quarto compleanno che le cose sarebbero finite così - dico - E' Chloe che mi lascia a desiderare... ci stai davvero tenendo nascosta una cosa del genere? Per quale motivo?
- Non trovo mai il modo o il coraggio per dirvelo... ho paura...
- Non puoi avere paura di tua madre e tuo padre... credevo fosse la prima cosa che sarei riuscita ad insegnarvi... a noi puoi dire tutto!
- Tranquilli non credo che questo segreto andrà per le lunghe... zia Regina l'ha beccata con lui nel suo ufficio. - rise mentre l'altra diventò bordeaux. 
- Cosaaaaaaaaa! - Esclamò killian il quale era sbiancato visibilmente. Per lui questa giornata sta diventando pesante. 
- Papà non stavamo facendo nulla di quello che pensi! Zia ci ha trovati a baciarci e si è arrabbiata. Ha minacciato che se entro un mese non vi avessi messo al corrente lo avrebbe fatto lei stessa. 
- Almeno qualcuno dalla nostra parte. - replica
- Perché tenere il segreto amore? Dopo la rivelazione di Gideon da parte di tua sorella cos'altro può sconvolgerci? - chiedo ingenuamente.
Il suo fidanzato mamma è August Booth!
- A... August.... August il figlio di Marco? Il mio....
- Si il tuo amico mamma! Ma tranqui....
Vedo Killian alzarsi di scatto e prendere la direzione della porta. Ho dovuto correre per raggiungerlo. 
- Dove stai andando?- chiedo
- Secondo te? Vado a spaccare la faccia a quel porco. Ma chi si crede di essere è? Nostra figlia ha 14 anni per la miseria e lui,??? 36? Ma che schifo è questo? - beh su questo ha davvero ragione. 
- Papà ma che idea ti sei fatto si me? - disse a quel punto Chloe raggiungendoci - Non mi fidanzerei mai con una persona che potrebbe essere mio padre. Ha 17 anni August! 
- 17? - chiesi io meravigliata
- Si la fata lo ha fatto tornare bambino definitivamente anni fa... siamo cresciuti insieme e ci siamo innamorati. 
- Vedi tesoro???? Niente di cui preoccuparsi. - cerco di consolare un Killian ormai distrutto. Penso che sia difficile per lui prendere atto che le sue bambine diventeranno delle vere e proprie donne un giorno. 
- Innamorati... che parolone! - replica lui guardandola - E comunque 17 anni sono comunque troppi visto che ne hai solamente 14.
- Papà...
- Papà niente... sbrigati a troncare questa storia perchè altrimenti...
- Altrimenti cosa Killian? - dico io ridendo - Torniamo dagli altri... 
***
- Come abbiamo fatto a coltivare i fagioli? Non se ne trovano piu da anni. - chiese mio padre dopo essere riusciti a calmare, solo apparentemente, mio marito
- E' per questo che siamo in realtà. Sappiamo che papà ne ha uno risalente al rapimento di Leila. È da quel fagiolo tutto il vostro progetto ha avuto inizio. 
- E' vero Killian? Hai un fagiolo magico con te? E non mi hai detto nulla?
- Si ne ho trovati due il giorno che salimmo su quella benedetta pianta per salvare nostra figlia da malefica. Uno lo abbiamo utilizzato per tornare a casa, l'altro l'ho tenuto con me in caso di emergenza... non è una novità per noi cadere in dei portali magici e non sapere come tornare. Potrebbe sempre tornarci utile. Non sarai arrabbiata con me vero? Io voglio solo proteggervi lo sai e farei di tutto pur di riuscirci
- Lo so... e lo trovo molto romantico. - lo bacia non curante dei presenti. 
- Mamma, papà vi prego smettetela.
- Ha ragione Chloè... amoreggiate in privato grazie.
- Bene arriverà il giorno in cui ci rimproveranno anche.... - risi - Continuate dai, stavate dicendo?
- Si beh... abbiamo pensato che se fossimo riusciti a prendere il fagiolo ed eliminarlo prima che il nonno ne venisse a conoscenza le cose in futuro sarebbero cambiate
- Ed ecco quindi spiegato cosa ci facevi in camera a frugare tra i cassetti di tuo padre .
- Si! - Abbassò la testa.
- Stavate per commettere un grosso errore sapete? -  disse a quel punto Regina - Potevate cambiare inevitabilmente il corso della storia se foste riuscite a prendere quel fagiolo. 
- Siamo disperate zia, il nonno vuole partire tra tre giorni...  l'unica soluzione era questa.
- Avete parlato con noi? O meglio con le nostre versioni future?
- Per sentirci dire cosa mamma? lo stiamo facendo per il vostro bene, è la cosa migliore, siete destinate a questo ecc ecc ecc! No! Non vi abbiamo detto nulla. 
- Errore, grosso errore! A parte il fatto che io non vorrei mai tornare nella foresta incantata... 
- Fidati mamma, cambierai idea in futuro.
- Sarà ma di una cosa non cambierò mai idea... il bene delle mie figlie prima di tutto. Per me quelle due piccole pesti  che stanno giocando e Henry sono tutto in questo momento.  Fare di tutto per loro. Andrei anche contro ogni mio principio per farli felici e credo che anche la me futura lo farà. Pensa alla situazione con Gideon... non ti ho detto nulla no?
- Solo discorsi sullo stare attenti sul sesso sicuro e....
- Su cosaaaaaaaa???? SWANNNNN, MA TI E' DATO DI VOLTA IL CERVELLO? COSA VAI A DIRE ALLE NOSTRE BAMBINE?
- Killian... preferisci che non dica loro nulla? Se vuoi in futuro lo farò ma non venirti a lamentare se poi una delle due ti farà diventare nonno troppo presto perchè ignare di certe cose - rido
- Non ti voglio neanche ascoltare... le mie bambine non faranno mai niente del genere - lo amo troppo quando fa il geloso. 
- Comunque dicevo... Hai visto? - mi rivolsi a Leila - con il tuo fidanzato ti ho dato solo consigli. Sono convinta che se direte alla me del futuro che volete restare a storybrooke e le confesserete i veri motivi che vi spingono a questa scelta forse le cose potrebbero cambiare. 
- Tu dici?!?!
- Ne sono più che sicura! 
- Quindi abbiamo fatto un buco nell'acqua a venire qui!
- Assolutamente no! Avete dato il modo al vostro caro Paparino di prepararsi per il suo imminente futuro - scherzai
- Ah guarda.... Dopo aver saputo determinate cose le cose in questa casa cambieranno! Vero chloe???? - Disse andando a prendere la piccina 
Papy ti boglio bene! - gli diede un bacino
- Alt piccola criminale non mi corromperai mai più con questi bacine ! - rispose facendo ridere tutti
- Papy - intervenne la grande chloe. - diminticherai tutto lo sai si???
E come? 
- Ho dei poteri niente male sai?
- Quindi stai usando la magia nel tuo mondo! - chiese Regina e lei annuì - Da quando esattamente?
- Dall'asilo se non sbaglio! Il bracciale di cui mi avete parlato, che dovrebbe essere quello lì -indicò il braccialetto della piccola - Non funzionerà a lungo. Sono di gran lunga più potente.
- È solo un piccolo incantesimo signorina! Le disse sua zia - Non montarti la testa. 
- Zia!!! Non le fa effetto neanche quello che avete usato con Zelina!
- Ooo questo non mi piace! - intervenni io. Conoscevo la potenza di quel bracciale... nessuno era mai riuscito ad esserne immune.  
- Tranquilli non ho mai ucciso nessuno. Mi sono sempre comportata  da brava ragazza... si fa per dire.... - fece l'occhiolino a suo padre. Che dire.. è sua figlia non c'è alcun dubbio. 
- Diteci qualcosa di più! - Intervenne snow prima che Killian potesse replicare a quella battuta. - Neal? Come sta? 
- Neal è un rompiscatole assurdo nonna! Non fa altro che controllarci...
- Secondo me è papà che lo ingaggia per spiarci. 
- Di sicuro ho dovuto trovare aiutanti per tenervi a bada!
- E alti nipotini per me e nonno David ci saranno? 
- Mamma ma che domande fai?!?!? - la rimprovero 
- Lo sai che almeno un altro mi piacerebbe averlo. Un maschietto magari.
Non sei in pizzeria che puoi ordinare tutto quello che desideri.... non rispondetele prefavore.  
- Non vuoi farci rispondere perché hai paura di sapere vero????? Tranquilla questo rimarrà un segreto fino a quando...  beh... Vi dico solo che ci saranno delle novità in famiglia da qui a qualche anno,  ma quali siano non ve lo diremo! 
- Cattive - rispose mia madre - Degne figlie di vostra madre!
- Le ho cresciute bene!
- Uuuuu Chloè sono le 19! Se non siamo a casa tra trenta minuti mamma e papà ci metteranno in punizione a vita! 
- Sapete già come tornare? Noi non abbiamo altri fagioli magici a parte quello che stavate cercando... ma  se quello servirà in un prossimo futuro non credo potremmo usarlo adesso. 
Tranquilla zia, venite con noi, vi mostriamo una cosa prima di andare via. 
Ci recammo tutti al centro del bosco di storybrooke 
- Allora... vi abbiamo anticipato che Chloe è forte con i suoi poteri giusto? Beh anche io modestamente ho qualche specialità ma la cosa che vogliamo farvi vedere è un'altra. Separate siamo forti ma insieme... beh... guardate da soli - si presero per mano e come se niente fosse un portale si aprì davant ai nostri occhi!
- No... non è possibile. Come....
- Con l'amore che abbiamo l'un per l'altra.  la magia che lega noi due è pari a quella del vero amore se non più forte. Tanti in futuro tenteranno di dividerle - indicò le bambine che mia madre e mio padre tenevano in braccio - Ma non ci riusciranno.  
- Sono orgogliosa di voi! 
Ce lo dici ogni giorno mamma! - mi abbracciarono - Grazie per il consiglio.... papà, grazie per non averci ucciso in questo mondo per quello che hai appena scoperto! 
- Se non mi cancellerete subito la memoria credo proprio che al vostro ritorno Gideon e August non saranno più in circolazione.
- Abbiamo fatto un incantesimo sul portale. Appena entreremo al suo interno dimenticherete che siamo state qui. 
- Chi ci ha fatto diventare così indipendenti nella magia? 
- Naturalmente tu zia! - salutarono tutti dopodiché si presero per mano e sparirono in quel magico portale.
*** 

STORYBROOKE 14 ANNI DOPO

POV EMMA

- Dove diavolo saranno finite. - disse guardando l'orologio per la millesima volta. Erano le 20 e 30 e ancora non erano a casa. Lo sanno che durante la settimana non possono fare troppo tardi. 
- Mamma mamma eccoci, scusa il ritardo... abbiamo perso la cognizione del tempo.
- Dove accidenti eravate finite, vi ho detto di non allontanarvi, dovevate badare a....
- Mamma è successa una cosa oggi! - mi interrompono - Una cosa importante
- Cioè?
- Papàààà puoi raggiungerci per favore??? - gridò leila dalla cucina per farsi sentire da Killian il quale non tardo ad arrivare. - Papaà, mamma sedetevi... dobbiamo dirvi una cosa
- MMH... l'ultima volta questa frase non ha portato nulla di buono - disse Killian riferendosi a quando Leila ci annunciò di esseresi fidanzata.
- Beh... non so se questa volta la cosa sia migliore o no... Abbiamo fatto un giro per storibrooke oggi... 
- Un giro nella storybrooke di 13 anni fa!
- Avete fatto cosaaaaaaa? - le rimproverai - Quante volte devo dirvi di non serimentare magie così difficili... avreste potuto perdervi, avreste potuto combinare qualche casino e cambiare il corso degli eventi...
- Era questo il motivo per cui siamo partite!
- Come scusa?
- Si... volevamo cambiare una piccola cosa... ma le vostre versioni del passato ci hanno impedito di farlo.
- Le nostre versioni... avete parlato con loro? Gli avete svelato le vostre identità? Ma siete diventate...
- Mamma gli abbiamo cancellato la memoria tranquila.
Presi un profondo respiro - Avanti... avete tre secondi per spiegarvi.
- Non so se ve ne siete accorti visto il vostro grande entusiasmo di partire ma... beh ecco...
- Io e Leila non vogliamo venire con voi nella foresta incantata.
- Fammi indovinare... Per quel disgraziato del figlio di Gold? - rispose Killian 
- Non solo. Mamma, qui abbiamo tutto... la scuola, gli amici... non non vogliamo andare via...
- La maggior parte delle persone verrà con noi lo sapete. 
- Ma non tutte... Io so che il nonno tiene molto a questo progetto e non vorrei dargli un dispiacere ma non posso neanche andare contro ai miei principi. Sono nata a Storybrooke, Chloe ènata a Storybrooke. E' questa la nostra vita, noi non vogliamo fare le principesse... vogliamo essere come tutte le ragazze di questo mondo. Io voglio andare all'università e diventare un medico...
- Io avvocato. Di pirati e principesse non vogliamo saperne nulla. Per favore... non fateci questo. - piansero entrambe. Mi si spezzò il cuore. Ho sempre fatto tutto per loro, dal giorno in cui hanno emesso il loro primo vagito mi sono sempre dedicata a loro e ho sempre cercato di dargli tutto per renderle felici... sapere di non aver capito un loro stato d'animo mi uccide. Killian la pensa esattamente come me posso leggerlo nel suo sguardo... odia vederle piangere. Qualsiasi genitore penserebbe che quel pianto sia solo una tattica per farci cambiare idea ma io so per certo che non è così... so riconoscere esattamente un pianto strategico da uno vero e loro in questo momento sono sincere. stanno male davvero...
- Killian... che ne pensi?
- Penso che tu lo sappia già! - mi lancia uno sguardo d'intesa.
- Perfetto... vado a chiamare papà. - dico per poi alzarmi e uscire dalla cucina.
- Mamma?!?!? - mi chiamò Leila - Ha cosa ti serve il nonno?
- Sto per comunicargli che la famiglia Jones sta per difarre le valige. 
- Non partiamo più?!?! - chiese Chloè speranzosa
- No amori... se è questo che vi rende felici allora no, non partiremo!
- E il nonno non ci rimarrà male?
- Forse si, forse no... ma vi vuole bene e capirà...
- Grazie mamma! Grazie papà! Siete i genitori migliori del mondo.
-  Per voi questo ed altro. - chiamai mio padre e gli chiesi di raggiungermi a casa con mamma e il resto della famiglia. Lasciai parlare le ragazze e a fine serata la decisione fu un'anime: non sarebbe partito nessuno. Papà anche se non lo diede a vedere ci rimase un po male ma per le sue nipoti avrebbe fatto di tutto anche rinunciare al suo sogno piu grande. 
- Nonno, che farete ora con tutti questi fagioli? - chiese chloè
- Li conserveremo come fece tuo padre con il primo... potrebbero sempre tornarci utili.
- Grazie di tutto nonno, ti vogliomo bene!
- Anche io ve ne voglio amori!
La serata proseguì tranquillamente, ridemmo e scherzammo tutto il tempo fino a quando parlando parlando non venimmo a conoscenza del fidanzato di Chloè. Ma cosa dire a tal proposito? Questa è tutta un'altra storia. 
 
Note dell'autore:
Anche questo capitolo è andato. Devo essere sincera non sono molto entusiasta di come sia venuto... ero sul punto di eliminarlo ma poi ho pensato che in quel caso sarebbe passata un'altra settimana se non di più prima di un aggiornamento quindi ho deciso di postarlo comunque. Spero che nonostante non sia il massimo vi piaccia almeno un po. Alla prossima. 

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Capitolo 15
*** Cosa non si farebbe per i figli? ***


POV EMMA

- Emma tesoro ne siete veramente sicuri? - disse mia madre in lacrime cercando di farmi cambiare idea.
- Mamma, ne abbiamo già parlato. Si! E' la soluzione migliore. Io e Killian non riusciamo più a vivere con questi continui pensieri e preoccupazioni. Vogliamo che le bambine crescano felici serene e spensierate e questo è l’unico modo.
- Non volete pensarci su un altro po’? Giusto per essere sicuri di ciò che state facendo.
- Mamma non farla tragica, ci stiamo semplicemente trasferendo... e poi sarebbe meglio non aspettare oltre. Leila sta per iniziare il suo percorso alle elementari, quale momento migliore se non adesso? Sarebbe controproducente farle iniziare la scuola in una città per poi cambiarla durante l'anno.
- Ma in questo modo non potremmo più vederle!  Non potremo più vedere voi!
- Non essere tragica! Esistono i telefoni, c’è internet e  non so quanti mezzi per poterci vedere di persona. Non vi terrò lontano dalle bambine, non voi almeno. Ora scusami ma devo finire di ultimare le cose per il trasloco.
Tutto è iniziato due settimane fa quando a causa di un impegno riguardante la salvaguardia di Storybrooke sono stata costrette a lasciare Chloè e Leila da Belle poiché tutti impegnati. Mi fido ciecamente di Belle e so che Gideon è un grande amico di mia figlia quindi non ho avuto problemi a lasciargliele, solo che quando killian le è andate a riprendere ha assistito ad una scena non proprio piacevole. Gold era davanti a Chloè e stava usando il  pugnale su di lei. Non sappiamo esattamente il motivo di tale gesto, forse per i poteri della bambina o forse per qualche strano incantesimo... non credo che lo scopriremo mai. Quel che so è che Killian gli ha dato una bella lezione. Belle di è scusata con noi numerose volte per l'accaduto ma questo non è bastato a farci cambiare idea su una cosa: Storybrooke non è sicura per le nostre bambine. Il nostro desiderio è che crescano in tutta serenità senza dover aver paura che qualche pazzo le possa minacciare o fargli del male in qualche modo. Vogliamo vederle giocare e divertirsi, non combattere con qualche stupido nemico. La soluzione migliore per adesso quindi è quella di trasferisci in un mondo senza magia. Non abbiamo intenzione di negargli i poteri, non l'ho fatto in passato per Chloè e non ho intenzione di farlo ora, solo che prima di farglieli usare a pieno vorremo aspettare che siano autosufficienti. Non nasconderemo le nostre origini, sapranno tutto solo che vivranno lontano da tutto questo.

- Avete almeno deciso dove andare a vivere? - niente da fare mia madre non si arrende. 
- No mamma... per il momento ci acconteremo di vivere sotto i ponti... secondo te? Certo che abbiamo deciso. C’è il mio appartamento a Boston! È abbastanza grande per viverci in 4.
- E Henry? 
- Lui avrà come sempre la sua camera, continuerà a stare sia con me che con Regina. È arrivato a Boston quando aveva 10 anni pensi che non riesca a farlo ora?
- Non lo so Emma... Leila? come l’ha presa? È molto legata a tutti qui.
- Leila è contenta di visitare una nuova città. Tranquilla mamma, non ci perderemo di visa, non lo permetterò.
- Posso almeno sapere quando avete intenzione di partire? 
- Domani mattina.
- Di già?!?! - chiese dispiaciuta
- Senti mamma non pensare che per me sia facile ma lo sai, il bene dei propri figli prima di tutto. Sto pensando a loro in questo moemento e non ho intenzione di cambiare idea anche se la cosa può uccidermi dentro.
- Posso almeno portare con me le bambine a loft questo pomeriggio? Vorrei passare con loro almeno la loro ultima giornata a Storybrooke.
- Puoi prenderle anche adesso se vuoi, sono in cucina.
Dopo che mamma portò le bambine con se io e Killian finimmo di sistemare gli ultimi scatoloni e chiamammo la ditta dei traslochi per portare tutto a Boston. Era ormai sera così decidemmo di andare a prendere le bimbe. C’erano tutti nel loft: mamma papà Neal Regina Robin Zelena Robin junior Belle e Gideon. A quella vista Killian si innervosì.
- Prendi le bambine e andiamo a casa! - mi disse freddo - qui c’è gente che meglio stia lontana dalla mia famiglia. - Tutti capitono a chi erano riferite quelle parole.
- Scusa Killian, volevo semplicemente portare Gideon a salutare L...
- Non siete i benvenuti.
- Killian tesoro... - provai a dirgli ma era inutile. Era irremovibile.
- Andiamo Gideon papà ci sta aspettando a casa! Disse la ragazza amareggiata uscendo a testa china dal loft.
- Non mi guardare così, poteva pensarci prima di lasciare mia figlia con il signore oscuro.
- Papà perché sei arrabbiato? Chiese Leila avvicinandosi a lui
- Cose da grandi amore ora perché non saluti tutti? Domani mattina abbiamo la sveglia presto il che significa che dobbiamo andare a fare le ninne! Chloe amore anche te vieni a salutare anche tu.
- Io no sonno! Grande io! - disse dall’altro dei suoi due anni!
- Avanti niente storie! - Dissi sorridendo loro. Quel che sussegui nei restanti dieci minuti fu un vero e proprio pianto greco. Mamma e papà erano completamente distrutti al pensiero di poter rivedere raramente le loro nipotine ma quel che mi fece più effetto in tutto ciò furono le lacrime di regina.
- Prendi queste swan. Non ne avranno bisogno in quanto figlie della salvatrice ma se attraversando il confine dovessero avere dei problemi di memoria con questo ricorderanno tutto. - mi diete un cofanetto pieno di pozioni della memoria.
- Grazie! Per tutto.
- Mi dispiace non aver potuto impedire ciò!
- Non è stata colpa tua, ma è la cosa migliore da fare.
- Mamma sarò da te la prossima settimana, ti prego non far monopolizzare la mia camera a quelle sue!
- Non preoccuparti Henry, non succederà! - abbracciai il mio ometto dopodiché insieme alle bambine e a mio marito tornammo nella nostra casa a storibrooke per l’ultima notte.
***

POV KILLIAN

I primi mesi a Boston per me furono assolutamente rilassanti, a parte la città caotica e in continuo movimento nessun cattivo in vista, nessun doversi riunire per fare qualche strano incantesimo... niente di niente , solo io, Emma e le nostre due bambine. Emma ha ripreso il suo lavoro da cacciatrice di taglie mentre io sono dipendente in un negozio che tratta materiali nautici. Abbiamo turni opposti e quidi le bambine possono stare con noi tranquillamente senza aver bisogno necessariamente della babysitter. Leila ha iniziato la scuola, è alle prese con la sua prima elementare e sembra cavarsela anche molto bene. Le maestre sono entusiaste della sua intelligenza; Chloe invece come al suo solito se ne sta a casa a demolire tutto ciò che le capita a tiro. Per farla breve siamo una normale famiglia felice anche se ultimamente sento che c’è qualcosa che non va... c’è un’aria strana in casa. Emma è pensierosa e da quelche girono a questa parte anche io. Non so se sia per lo stesso motivo ma appunto perché non so non voglio metterle ansie inutili. Per quanto mi riguarda vedo un cambiamento in Leila. Sono un po’ di giorni che è assente. Passa le sue giornate chiusa i cameretta o a giocare o a fare i compiti e non ci chiese più di andare al parco a giocare. Aveva anche iniziato a frequentare un corso di danza ma sono settimane che non vuole andare più. Credo che abbia litigato con qualcuno e che non vuole dircelo.
Pensi che sia tutto ok con Leila tesoro? Mi interrompe Emma
Cosa? - chiedo
Leila! Secondo te.. sta bene? Io la vedo pensierosa... ho provato a parlarle ma dice di stare bene e di non avere problemi.
Ci stavo pensando proprio in questo momento sai? Se ti ha detto di stare bene proviamo a lasciarle un po’ di spazio se la cosa non migliorerà entro i prossimi giorni allora riaffronteremo il problema.
Ok! 
Tu invece? Cos'hai? 
- C'è bisogno di chiedermelo? Mi mancano... 
- Invitali a cena no?
- Non lo so... io...
- Emma di nuovo? - mi alzo per andare da lei. Le prendo il viso con l'unica mano che ho - Lo sai anche tu che è la cosa migliore vero?
-  Si lo so tranquillo... - mi rispose cambiando improvvisamente espressione e mettendo su il sorriso più falso di sempre.  - E' tutto ok... fai finta che non ti abbia detto nulla.
- Emma... - ed ecco che si è chiusa a riccio. 
- Davvero Killian... è tutto ok. Non badare a quello che dico... è quel periodo del mese - mi rispose come a volersi giustificare - Lo sai come siamo noi donne in questi giorni.
- Ok ok! - alzo le mani -fammi un fischio quando potrò tornare a parlarti ok? - sorride... finalmente - A parte gli scherzi Emma: non voglio vederti così ok? Come non voglio veder soffrire Leila e Chloè non voglio veder soffrire neanche te... 
- Killian tranquillo davvero... era solo un momento passeggero... sto gia molto meglio. Non preoccuparti per me. So che abbiamo preso la decisione giusta, devo solamente abituarmi all'idea- - mi bacia.
- Ti amo!
- Ti amo anche io.
***
E' passata una settimana da quel giorno, siamo a Casa entrambi con il giorno libero e siamo a pranzo. Veniamo interrotti dall'incessante squillare del cellulare di Emma. Risponde alla chiamata e nel frattempo la vedo alzarsi e andare in salotto. Torna poco dopo con una faccia al dir poco preoccupata. 
- È la scuola. - mi dice - Dicono che Leila ha cercato di scappare. Pensano sia successo qualcosa con qualche compagno ma non sanno cosa: è inconsolabile. Sta piangendo da un paio d'ore e nessun maestro sembra capire il vero motivo .
- Andiamo a vedere che succede! - Prendiamo Chloè e tutti e tre ci rechiamo nella scuola elementare privata di Boston.
- Leila tesoro guarda! Ci sono mamma e papà! - le dice la bidella che è con lei. Ha gli occhietti completamente arrossati povera stellina mia. Cosa le sarà mai successo? - Mi avvicino a passo sostenuto per abbracciarla  ma appena arrivo davanti a lei inizia ad urlarmi contro: 
- Vattene via bugiardo! - il mio cuore si è appena rotto in mille pezzi al suono di quelle parole. 
- Leila che succede? - prova a dirle Emma scioccata anche lei da quelle parole.
- Voglio andare a casa!
- Andremo a casa tranquilla ma solo se mi dirai che cosa è successo e perché hai risposto a papà in quel modo!
- Non voglio parlare con nessuno, voglio solo andare a casa! - Disse portandosinle braccia al petto per protesta.
- Leila tiste! - Disse la sua sorellina andandole vicino per darle un bacino.
- Ha mentito anche a te stupita! - risponde e allontana sua sorella da lei facendola rimanere male. 
- Oiiii ma che modi Sono Leila, non farmi arrabbiare! - vedo Emma iniziare ad arrabbiarsi.
- Voglio andare a casa e ci voglio andare ora! - risponde a tono facendo irritare Emma ancora di più.
- Non sei assolutamente nella posizione per dettar legge, non dopo il comportamento che stai avendo adesso. Adesso te ne starai buona qui con questa signorina - le disse indicando la ragazza con cui l’avevamo  trovata in corridoio -  Mentre io e tuo padre andremo a parlare con i tuoi maestri per capire cosa diavolo è successo per renderti così antipatica.
Lasciamo Leila ancora in lacrime con la ragazza e con in braccio la piccola Chloè entrimano nella  classe di Leila chiedendo alla maestra di poter momentaneamente uscire. Nonostante tutta la conversazione che susseguì non capii comunque il motivo per cui mia figlia stava facendo così. Ci è stato riferito che sono tre o quattro giorni che in classe sta sulle sue, non parecipa ed è sempre pensierosa e distratta; cosa che non è assolutamente da lei.  Oggi le è stato assegnato un compito che avrebbe dovuto portare a termine dell’anno scolastico ma ha detto di non potrerlo portare a termine perché doveva partire in quanto le vacanze erano finite. La maestra le ha spiegato che le vacanze non erano ancora iniziare e lei ha iniziato a piangere disperata. Morale della favola: un vero e proprio rebus. 
Dopo esserci scusati con i suoi insegnanti per i suoi comportamenti la prendoiamo la riportiamo a casa. Impieghiamo una mezz'oretta  buona a placare le sue lacrime e quando finalmente ci riusciamo e proviamo a riparlarne ecco che si chiude a riccio e se ne va in camera sua. Sono preoccupato e non poco. Non l'ho mai vista così turbata e sapere inoltre che è arrabbiata con me non mi aiuta... anzi...
- Tesoro! - la voce di mia moglie mi riporta alla realtà. - Che hai?
- Niente!
- Buggiardo. Ci sei rimasto male per Leila non è vero? Tesoro non lo pensava sul serio. Lei stravede per te, lo sai.
- Ho visto i suoi occhi quando mi ha detto quelle parole... Era sincera. - respirai - Fidati, ne ho passate tante nella mia vita ma come può spezzarti il cuore una frase detta da tua figlia non può farlo nessuno.
- Sono più che sicura che Leila non pensava minimamente quelle cose. - mi bacia una guancia. - Perché mentre io provo ad avere una piccola comunicazione con lei tu non giochi un pochino con chloe? Ti distrarrai un po' almeno. - Annuisco  e dopo l'ennesimo bacio la lascio andare con la speranza che riesca a capire cosa passa nella testolina del mio piccolo amore.

POV EMMA

Una volta aver lasciato killian in salotto con la nostra piccola peste mi reco in camera di Leila, apro la porta che stranamente è chiusa e la trovo seduta sulla sua scrivania a guardare fuori dalla finestra. E' pensierosa:
- Leila amore possiamo parlare un secondo? - le chiedo in maniera gentile
- Non mi va di parlare!
- Sei triste tesoro, si vede! Mamma vuole solo sapere il perchè! Magari posso fare qualcosa per aiutarti.
- Non ho niente. -  Wow mia figlia ha ereditato i miei muri. Ottimo lavoro Emma non c’è che dire. Davvero ottimo lavoro. 
- Ok non hai nulla, ma nel caso fossi... come posso dire... triste,  me lo diresti?
- No! - rispose secca.
- Perché fai così! Abbiamo fatto qualcosa di male noi?
- Papà! 
- Cosa ha fatto papà? - chiedo a quella rivelazione.
- Mi ha detto una bugia e sono molto arrabbiata con lui.
- E sentiamo: che bugia ti avrebbe detto?
- Ne ha detta una grande. 
- Io non credo che papà ti abbia detto una bugia, magari avrai capito male!
- No ho capito bene! Ora però voglio stare da sola stanno per iniziare i cartoni animatiQ -  la vedo alzarsi di scatto dalla sedia e correre verso il salottino. La seguo e non posso far a meno di notare che una volta arrivata giù e preso atto che suo padre era lì, ha cambiato direzione ed è andata in cucina. Tutto ciò senza degnarlo di uno sguardo.
- Che ti ha detto? - mi chiede curioso, ma allo stesso tempo preoccupato, mio marito. 
- Dice che le hai mentito ma non mi ha detto su cosa. Per me c’è dell’altro sotto.
- Vado a scoprirlo! - fece per alzarsi ma lo fermai, questo non è assolutamente il modo per far aprire una capocciona. 
- Non risolverai nulla facendo così lo sai... ci sei già passato un milione di volte con me!
- Non ricordavo fosse così difficile...
- Abbi pazienza! Le passerà!
***
Finalmente la giornata finì, le bimbe erano a letto già da qualche ora mentre io e killian ci siamo ricavati un po’ di tempo tutto per noi. Purtroppo a causa delle vicende di quella giornata i nostri umori non erano proprio dei migliori così pensammo bene di andare a dormire anche noi. Ero nel pieno della fase rem quando vendo svegliata da Leila:
- Mamma! Mamma! - aprii gli occhi e me la ritrovai davanti in lacrime - Voglio andare a casa. - mi disse.
- Amore siamo a casa! -  le dico accarezzandola, deve aver avuto un incubo
- Voglio andare a casa! - Continua a dirmi tra i singhiozzi. Lì per lì ebbi uno shock: che fosse sonnambula? Accesi la luce del comodino della camera da letto e la guardai dritta negli occhi. Non stava dormendo! Era sveglia al cento percento, le sue pupille erano erattive. Per non svegliare Killian e dargli ulteriori preoccupazioni,  la portai nel salottino al piano di sotto e la coccolai un po’ per farla calmare. Continuava a direincessantemente di voler tornare a casa.
- Leila amore di mamma... cerchiamo di calmarci ok? Respira piano e asciugati le lacrime, qualunque sia il problema si può risolvere ok? - ci mette un po’ ma finalmente sembra calmarsi. - Ecco, bravissima! Ora con calma mi spieghi cosa sta succedendo?
- Io voglio andare a casa! - ripete per l'ennesima volta  
- Amore ma siamo già a casa!
- No! Io voglio andare alla casa azzurra!
- La casa azz... - o santo cielo!  No... non mi dire che... ok, penso di aver capito. - Cucciola... posso sapere che bugia ti ha detto papà?
Annuisce. - Papà mi ha detto che saremo venuti qui in vacanza ma la maestra mi ha detto che io non sono in vacanza.
- Stellina vieni qua - la porto sulle mie ginocchia - Papà non ti ha detto che saremmo andati in vacanza. Papà ti ha detto che avremmo vissuto in una nuova città e per farti capire miglio ti ha detto che era un po’ "come" andare in vacanza. 
- Quindi... - ora inizia anche a tremare - Non torneremo più a casa nostra? - i suoi occhi tornano a riempirsi di lacrime. Non posso dirle una bugia solo per farla sentire meglio... con il passare del tempo capirebbe di essere stata presa in giro. Dovrò limitarmi a dirle la verità sperando non la prenda troppo male. 
- Non è nei nostri piani tesoro, non al momento almeno. - Se c'è una cosa che non vorrei mai vedere è la tristezza negli occhi dei miei figli eppure in questo momento è l'unica cosa ched ho davanti. La mia piccolina mi sta fissando sileniosamante con le lacrime che le scendono silenziose sulle guance. le tremano le mani esattamente come tremavano a me durante le visioni... so cosa significa quel gesto: è il panico. Mi inginocchio per essere alla sua altezza e la stringo a me più forte che posso con la speranza di riuscire a darle un po di forza ma purtroppo non riesco nell'intento. Nell'esatto momento che le mie braccia la circondano ecco che quel pianto silenzioso non è più tanto silenzioso. Non so davvero cosa fare per farla sentire meglio, qualsiasi cosa le dicessi adesso per consolarla sembrerebbe una bugia e non posso di certo dirle che è suo padre il più deciso a non tornare a Storybrooke. Già è arrabbiata con lui, figurati se le dicessi una cosa del genere. Mi separo dall'abbraccio, la guardo e con le mani prendo il suo viso... l'unica frase che mi viene in mente da dire è "ti voglio bene" ma non ne ho il tempo perchè lei mi precede: 
. Ma...ma...  a me... - non riesce neanche a parlare tanto i singhiozzi.
- Puoi dirmi tutto amore
- A me... a me... A ME MANCA GIDEON MAMMAAAAAA! Mi urla quelle ultime parole come se mi stesse supplicando di aiutarla e io li mi rompo del tutto. Le manca il suo migliore amico e vorrebbe tornare a Storibrooke. Ora si che la situazione si complica - Mi... mi manca tanto mamma, io voglio giocare con lui, è il mio amico non ci voglio stare qui senza di lui. - fosse per me tornerei seduta stante ma Killian purtroppo non la pensa così: non è di certo la prima volta che  qualcuno nella nostra famiglia sente la mancanza di Storybrooke e delle persone che la abitano... io ne sono un esempio. Mi è capitato spesso di avere nostalgia di casa e ne ho spesso e volentieri parlato con Killian. Non dico che a lui non sia importato nulla, non mi permetterei mai, so che non è così, ma ha la sua idea che qui le nostre bambine crescerebbero in manieta migliore e forse ha ragione... 
- Mamma ti pregoooooooo! - no per favore... le suppliche no. Mi sembra di farle una tortura. 
- Amore mio... non è perchè viviamo in un'altra città non puoi più sentirlo o vederlo. Puoi chiamarlo anche tutti i giorni se vuoi oppure con la scusa di andare a trovare i nonni nel week end possiamo invitarlo a cena con noi...
- Non mi basta... se non torniamo subito a casa chiamerò il nonno e mi farò venire a prendere da lui. Andrò a vivere per sempre con loro a Storybrooke.  - frase peggiore non poteva dirla.
- E a me non  pensi amore? Andresti a vivere dalla nonna mi lasceresti qui? Lasceresti anche papà e chloe? - non rispose - Facciamo così... - presi un profondo respiro sapendo già di finire nei guai - Proverò a parlare con il tuo papà  d’accordo?
- Parlare di cosa? - e come volevasi dimostrare eccolo qui! Sempre nei momenti peggiori...
- Lupus in fabula! stavamo giusto parlando di te. Come mai in piedi a quest'ora?
- Mi sono vegliato e non ti ho trovata... - solo in quel momento riuscì a vedere il volto pieno di lacrime e le mani tremanti di sua figlia - ma che succede qui? - chiese allarmato
- Perché non parli con papà e gli spieghi tutto?
- Papà io ... io....
- Ei... ei amore, non agitarti... stai tranquilla, puoi qualsiasi cosa. 
- Tu mi vuoi bene?
- Ma che domande sono: certo che ti voglio bene... più della mia stessa vita amore!
- ... E faresti tutto per me!
- Certo! Pur di farti star bene sono disposto anche sacrificare me stesso... ma questo già lo sai.
- Papà io... 
- Avanti diglielo! - la incoraggiai
- Papà... io voglio andare a Storibrooke.
- D'accordo! Prenderò qualche giorno di permesso e ti accompagnerò a salutare i nonni la zia e Neal ok? Era solo questo il problema tesoro? - le sorrise 
- Killian, penso che la questione sia un po’ piu complicata di così... - vedo Gli occhi di Leila riempirsi nuovamente di lacrime - Amore, di a papù quello che hai detto a me.
come un deja vu ecco che la scena si ripete: - Papà... a me manca Gideom! Non voglio stare più qui. Non mi piace. Voglio tornare a casa mia! Voglio tornare alla casa blu, voglio giocare con Gideon, Neal e Robin. Voglio vedere i nonni e la zia Regina tutti i giorni. - vedo l'espressione di Killian cambiare di colpo e conoscendolo so per certo che quello che sta dicendo non sarà nulla di positivo per Leila...
- Emm Leila... purtroppo sei ancora troppo piccola e non puoi ancora capire. Siamo andati via da Stoeybrooke  perché era diventato piuttosto pericoloso per la nostra famiglia vivere li. In particolar modo per te e Chloè. Tornare sarebbe rischioso, riesci a capire?
- Ma ci siete tu e la mamma che ci difenderete sempre! 
- Non è così semplice amore.
- Quindi significa che non torneremo a casa? 
- Per il momento no amore mio... mi dispiace. - si avvicinò a lei per abbracciarla ma non appena le si avvicinò gli gridò contro con quanta più forza aveva in gola
- TI ODIOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! . Lo spinse e corse in direzione della porta d'ingresso aprendola e precipitandosi fuori. Le corsi dietro e fortunatamente riescii a raggiungerla prima che oltrepassasse il nostro vialetto.
- Leila vuoi farmi morire d'infarto? -  le dissi arrabbiata -  Non ci si comporta così! Non farlo mai più!!!
- Perchè? Tanto a  voi non importa di me!
- Perché dici così? - cercai di essere il più calma e comprensibile possibile nonostante l'arrabbiatura per lo spavento che mi aveva fatto prendere poco prima. 
- Io sto male qui e a voi non importa!
- Leila tesoro non è assolutamente vero... noi...
- STAI ZITTAAA!!! - mi gridò per la prima volta da sei anni a questa parte - Non le voglio sentire le vostre scuse tanto non sapete fare altro che farmi stare male. -  Stava per tornare in casa ma venne bloccata da killian che aveva assistito a tutta la scena:
- Chiedi immediatamente scusa a tua madre! - disse categorico
- NO!
- Leila, non mi ripeterò una seconda volta! - Questa vole la sua voce autoritaria ebbe l'effetto da lui sperato.
- Scusami mamma... - mi disse con gli occhi bassi. 
- Ora lascia che ti spieghi una cosa. - continuò Killian - Da ben sei anni a questa parte io e tua madre non abbiamo fatto altro che metterti al primo posto. Due anni fa è subentrata anche tua sorella e la cosa non sembra essere cambia giusto? - non rispose. -  Tu credi davvero che mamma e papà pensino solo a loro stessi?
- Si perchè io voglio andare a Storybrooke e voi invece volete stare qui.
- Ok... se le cose ancora non ti sono chiare vediamo di fare un piccolo salto nel tempo. - era serio come non lo avevo mai visto con loro... cosa diavolo avrà in mente? - Due anni fa sei stata rapita! -disse impassibile
- Killian! -  lo riproverai... non era sicuramente questo il modo per aiutarla
- Chi è che ti è venuto a salvare? io e la mamma o ti abbiamo lasciata li al tuo destino? - Nor rispose subito - Avanti Leila, rispondi!
- Tu e la mamma... - disse con un filo di voce. 
- Mamma aveva la tua sorellina nella pancia in quel periodo e non poteva venire a riprenderti perchè non stava molto bene... lo sapevi?  
- Io... no... non lo sapevo
- E' venuta ugualmente a prenderti però e indovina un po perchè?
- Killian la farai sentire in colpa così! - Gli dico a bassa voce per non farmi sentire dalla bambina ma lui mi ignora
- La mamma ha rischiato di far del male a se stessa e a tua sorella pur di salvarti, perché secondo te?
- Perché... - disse dispiaciuta - perché mi vuole bene.
- E quando papà è salito per la terza volta di fila su quella pianta di fagioli per trovarne uno... per ch lo ha fatto secondo te?
- Per me!
- E perché?
- Per riportarmi a casa!
- Ma perchè però?
- Perché mi vuoi bene!
-  Esatto! Hai mai pensato che se siamo venuti qui è per proteggere voi? Mamma non vuole stare qui lo so per certo ma al tempo stesso se ne sta in silenzio perché sa che è la cosa più giusta da fare per voi due. Dopo che hai capito tutto questo ti chiedo:  vuoi ancora tornare a storibrooke?
- Si.
- Bene!  sali in macchina allora! - cosa????? Non starà dicendo sul serio!
- No... non voglio andarci da sola.
- Sola? - domandò lui non capendo
- Si... tu mi vuoi lasciare lì e poi tornare qua senza di me...
- Questo non è assolutamente vero. Non riuscirei a stare neanche mezzo metro lontano da te figuriamoci km. Stiamo per tornare a Storybrooke tutti e quattro... per sempre. - ah si?!?
- Per quello che ho detto io? - si sentì in colpa come facilmente prevedibile.
- Si tesoro...  per quello che hai detto. Hai detto di star male. La colpa di questo tuo stato, per quanto mobile possa essere la causa,  è la mia. Essendo tuo padre è mio compito rimediare. Se Storybrooke ti rende felice allora si tronerà a Storybrooke. 
- E i cattivi che dici che ci sono li?
- Non devi preoccupart per questo. Io e tua mamma vi terremo sempre al sicuro.
- Sarai per sempre arrabbiato con me? - disse con una vocina in grado di far innamorare chiunque. Piccolina si sentiva in colpa...
- No tesoro e non lo sono neanche ora. Ti ho detto tutte quelle cose per farti capire che non è vero che non ti vogliamo bene. Magari ho esagerato con i modi e mi dispiace  però mi ha fatto davvero male sentirti dire quelle cose.
- Scusa papà! . gli diede un bacino e poi  ne diede uno a me. 
- Di nulla amore mio.  Forza, non vorrai andare a Storybrooke in pigiama vero? Vai a cambiarti. - le disse sorridendo. La vedo finalmente sorridere e mi dispiace interrompere questo momento per lei di gioia ma non posso non fare la mamma...
- Aspetta amore! - Dico io rivolta alla mia bimba - Ora che abbiamo stabilito di tornare a casa vorrei chiederti un favore. Che ne diresti di partire domani mattina? Pensaci... è notte, zia, zio e i nonni stanno tutti dormendo, se li chiamiamo a quest’ora per dirgli che stiamo arrivando si preoccuperanno. - Non era ancora convinta - Anche Gideon sta dormendo e se svegliamo Chloe adesso... 
- Romperà le scatole per tutto il viaggio. - continuò lei - D’accordo!  Domani va bene, ma presto!
- Affare fatto.  Vai a riposare anche tu ora;  domani mattina abbiamo un bel viaggetto da afftontare.
- Grazie mamma grazie papà! Siete i migliori! - Si allontana e torna in casa. 
- Sei davvero sicuro?- chiesi a mio marito che dopo sei mesi aveva finamente ceduto.
- Di tornare dici? No che non sono sicuro anzi... so per certo che non voglio tornare ma che devo fare? Sta male e si vede... non posso negarle di crescere lontano dalla sua famiglia.
- O da gideon! - lo presi in giro sapendo quando fosse geloso della sua bambina
- Lo sai che non mi fa piacere vederla giocare con lui.
- Ma è di lui che sente la maggiore mancanza. Una volta a Storybrooke non potrai più negarle di vederlo lo sai si?
- Lo so... ma al  primo passo falso che farà, che sia una spinta durante un gioco a qualcosa di un po’ più impegnativo da grande per me è fuori dai giochi.
- Sei un bravo papà! - lo abbracciai
- Lo spero... Scusami anche tu... so che ti manca casa e io accecato dalla paura per loro non ho fatto nulla per aiutarti... Mi dispiace emma se sei stata male a causa mia.
- Io sto bene e in questi sei mesi lontana da Storybrooke anche lo sono stata. Ho avuto un po' di nostalgia ma chi non l'ha avuta? Non hai fatto nulla di male e non mi hai costretto a fare nulla. Abbiamo preso la decisione di andare via insieme.
- Lo sai che ti amo si?
- MMH... ne ho una vaga idea! - dissi scherzando prima di baciarlo con passione -  Andiamo a dormire dai!
- Proprio a dormire? -mi stava forse istigando? gli diedi un piccolo schiaffo sul braccio scherzando - Ok Ok ho capito andiamo. 
- Domani ci aspetta una bella giornata impegnativa.
 - E' già. Ricordami di chiamare a lavoro per licenziarmi...  Si torna alla vecchia vita!
- Comincia ad andare... io preparo un paio di valige, non abbiamo lasciato nulla nella a Stoeybrooke... neanche i materassi. Bisognerà. chiedere a mia madre di ospitarci per un paio di giorni
- Vedrai che sarà contenta!
- Ci puoi giurare.
- E tu? Sei contenta?
- Assolutamente si! Si torna alla normalità!
- Questo significa solo una cosa: Tua madre che ci interromperà ogni qual volta che vorró la mia bella mogliettina solo per me, Leroy e la sua truppa che entrerà in stazione o da granny o dovenque noi siamo per gridare "siamo sotto attacco", essere geloso marcio di quel bambino che gioca con mia figlia... e chi più ne ha più ne metta.
- Di la verità piace anche a te questa vita così frenetica.
- Hai ragione. Forse non è poi così male tornare a casa. Andiamo dai... ti aiuto con le valigie.
***
Il mattino seguente alle sei meno dieci del mattino Leila era già pronta davanti la porta della nostra camera:
- Mamma, papà dormire ancora?
- Amore... - dissi aprendo gli occhi e guardando l'orologio - Mah...  ma già in piedi sei?  
- Si! Mi sono lavata e vestita da sola!!! Quando partiamo?
- Tua sorella è già sveglia?
- No! Dorme sempre quella! L’ho chiamata ma si è girata dall’altro lato del suo lettino. - come immaginavo. In quanto a sonno la piccolina ha decisamente ripreso da me. 
- Aspettiamo che si svegli ok?
- UFFY! E va bene! -  mi rispose non particolarmente euforica. Dovevo trovare un modo per farle passare il tempo in tutta tranquillità.
- Visto che sei già sveglia e anche io... Che ne dici di una bella colazione?
- Solo tu e io? - chiese speranzosa. Prima che nascesse Chloè per noi due fare colazione insieme è sempre stata una routine, da quando è arrivata la piccola però i nostri orari sono un po cambiati e questa abitudine è andataa scemare. 
- Certo che si! Proprio come ai vecchi tempi! - le sorrido
- EVVIVAAAAA!
- Shhhh.... o sveglierai tuo padre. - Mi alzai dal letto ancora assonnata visto l'orario e mano nella mano alla mia bambina scesi fino in cucina dove preparai la colazione per entrambe. Mangiammo in tutta tranquillità prendendocela comoda come non accadeva da anni dopodiché l’aiutai a sistemare il suo outfit visto che per la fretta di partite aveva fatto un disastro. Tornammo giù in cucina e nell’attesa che gli altri si svegliassero decidemmo di vedere un bel cartone animato. 
- C’è posto per una persona in più? - Disse Killian entrando e andando a dare un bacio alla sua piccola principessa.
- No! Solo io e mamma! - Rispose lei senza pensarci due volte
- Ma... Leila, amore... perché? - chiesi io stupida dalla risposta. In un primo momento pensai che  fosse ancora arrabbiata per la sera prima, ma ben presto capii che le sue motivazioni erano altre.
- Perché non posso mai passare del tempo da sola con te mamma.  C’è sempre Chloè  a rompere le scatole e non riusciamo mai a fare nulla! Io voglio solamente passare un po' di tempo sola con te! - a quelle parole mi sciolsi completamente. Ma quanto poteva essere adorabile il mio amore? A far da contorno alle sue parole vi erano anche i suoi occhioni da cucciola innamorata... quella si che era la fine del mondo.  
- Dopo questa bella dichiarazione mi ritiro spontaneamente!-  Rispose killian alzando le mani in segno di resa. Si era sciolto anche lui a quelle parole, si vedeva lontano un miglo. Le scompigliò i capelli, mi bacio e si incamminò verso le scale.
- Amore?!?! - lo chiamai - Visto che ci sei perché non vai a svegliare Chloe? Sono le otto e sarebbe anche ora che si svegli se vogliamo arrivare a storybrooke prima di pranzo.
- Come desidera mia signora! - mi sorrise e sparì al piano di sopra mentre io e Leila finimmo di vede il cartone animato. 
- Che facciamo ora mamma? 
- Veramente amore dovremmo iniziare ad andare in macchina ma tuo padre e tua sorella credo si siano persi nei piani alti - le dico scherzando indicando il piano di sopra. - Scegli un libro da portare con noi così se Henry ci raggiungerà per pranzo potrai fartelo leggere, io nel mentre andrò a recuperare il resto della nostra famiglia. - raggiunsi Killian al piano di sopra e provai a cercarlo in bagno credendo stesse vestendo Chloè ma non lo trovai li, era in camera nostra e da solo. 
- Oiiii cosa  ci fai qui, vi stavamo aspettando di sotto - notai che la bimba non era in stanza con lui -  Chloè??? - domandai
- Indovina un po'? Dorme ancora! Non si vuole svegliare dice che è stanca.
- Ma come?!? Dorme da ieri sera alle nove! Sono quasi dodici ore! Non è che sta male?
- Niente febbre ho già controllato e mi ha detto che non le fa male nulla, vuole solo dormire.
- E quindi che facciamo? Se aspettiamo che decida di aprire gli occhi arriveremo sicuramente dopo pranzo. In caso conviene avvisare mamma... non mi sembra carino farle preparare il pranzo per nulla. 
- Mamy mamy allora???? Stiamo andando?!?! Io non vedo l’ora di arrivare... voglio le lasagne della zia! Le ha fatte le lasagne zia Regina vero?
- Ecco! La questione di arrivare dopo pranzo è fuori discussione! - aggiunse killian 
- No no non voglio andare dopo pranzo! Voglio andare ora! Andiamo adesso vero mamma? 
- Killian che si fa? - lasciai decidere lui.
- Prendiamo Chloe, sperando non si stranisca, e andiamo anche se sta dormendo 
- Ok! 
- EVVIVAAAAA!
Andai nella cameretta di Chloè, la presi dal suo lettino e provai a vestirla: niente, non voleva proprio saperne di collaborare.  Presi il suo cappottino e glielo infilai nonostante sotto indossasse ancora il suo pigiamino... l’avrei vestita una volta arrivati a Storybrooke. Presi un paio di valige con all'interno lo stretto necessario per i prossimi due giorni dopodichè mi avviai al piano di sotto. Killian sistemò le valigie nel portabagagli, io le bambine nei seggiolini e successivamente entrammo anche noi in macchina. Lanciai un ultimo sguardo a quella casa e finalmente partimmo per tornare nella nostra vera terra. 

POV SNOW

Questi ultimi sei mesi a storibrooke sono stati a dir poco tristie vuoti. Svegliarsi ogni mattina e sapere di non poter vedere mia figlia, “di nuovo”, mi rendeva davvero malinconica. Possibile che o per un motivo o in un altro eravamo costrette dal destino ad essere divise? A questo aggiungiamo il fatto che non vedo quelle due meraviglie delle mie nipoti da sei mesi e ecco che tutti possono capire il mio stato d’animo. David vive la mia stessa situazione ma a differenza mia non lo da a vedere. Si sta concentrando con tutto se stesso nel lavoro pur di non pensare e quando ha anche un solo minuto libero organizza gite, escursioni e giochi con Neal e Henry. Agli occhi di tutti sembra un uomo felice ma io sono sua moglie e so per certo che anche lui non se la sta passando tanto bene. La mancanza di Emma è  troppo forte o almeno lo era fino a ieri sera quando nel bel mezzo della nostra consueta serata da granny è arrivato un sms sul mio cellulare.

“ si torna a storybrooke! Per sempre. Ps.  A.A.A.cercasi ospitalità per un paio di giorni ehehehhe. La nostra casa è vuota!“

Ho urlato... ho urlato di gioia tanto da far voltare l’intero locale verso di me.
- Emma sta tornando! - dissi a gran voce e come il mio umore cambiò immediatamente così  anche quello di tutta la nostra famiglia cambiò. L'incubo era finalmente terminato.
Sono già le 12:00 e tutto è pronto per il pranzo.  Sono arrivato tutti: Henry, Regina, Ronald, Robin, Zelina e Robin junior... mancano solamente loro. Sono impaziente di vedere le mie cucciole e chissà: magari Emma ha qualche notizia da comunicarci. Lo so, lo so penso sempre a quello ma sono una nonna e non ci posso fare niente... voglio tanti nipotini. Che poi parliamoci chiaro: Sarebbe un motivo più che valido per tornare qui. Avrà sicuramente bisogno di una mano in più con tre bambini piccoli... sarebbe fantastico... ti immagini? Un altro bambino: un maschietto magari. 
- Mamma! è arrivata Emmaaaaaaa! È arrivata Emma!  Vedo la macchina li giuuuuu! - disse mio figlio riportandomi improvvisamente alla realtà. Mi affacciai alla finestra e ebbi la conferma di quello che stava dicendo: il maggiolino giallo di mia figlia si era appena parcheggiato davanti l’ingresso del loft. Andai ad aprire la porta e la prima persona che mi ritrovai davanti fu Leila!
- Nonninaaaaaaaaaaaa! Nonna ciaooooo!  - mi salta letteralmente addosso facendomi piangere di gioia - mi sei mancata nonna! - Mi disse con la sua vocina squillante. 
- Anche tu amore mio... mi sei mancata da morire! - la stringo forte forte. 
- Eccola qui la principessa di nonno  - intervenne David prendendola dalle mie braccia e sollevandola in aria per farla girare - Ma quanto sei diventata alta? 
- Un pochino! - rise - Nonnoooo lo sai che sono diventata bravissima con la spada?
- Con la spada? - chiese perplesso
- Si, con quella giocattolo! Non sbaglio mai un colpo proprio come te...  tranne il giorno che ho rotto la finestra
- Leila mah...
- Scusate se interrompo questo splendido dialogo tra nonno e nipote ma...  niente abbracci per la zia??? - disse Regina
- Mi hai cucinato le lasagne?
- Certo che si! 
- Allora tanti abbracci anche per te! - si fece mettete giù da David e raggiunse sua zia. 
Salutò con questo entusiasmo tutto in restante della famiglia  e nel frattempo entrarono anche killian, Emma e un piccolo fagottino rosa tutto incappucciato avvolto tra le sue braccia.
- Posso portarla di sopra? Sta dormendo e non vorrei farla stranire. - mi disse a voce bassa prima di salutarci
- È anche casa tua questa, puoi fare quello che vuoi solo... me la faresti vedere solo un secondo? Non la vevo da mesi e visto come è cresciuta Leila credo che sia cresciuta molto anche lei. 
- Appena si sveglierà potrete vederla e giocare con lei per tutto il tempo che vorrete ma ora preferirei portarla di sopra.  E' molto  nervosa, non ho capito il perché a dire la verità, ma cerchiamo di non aumentare la sua rabbia ok? 
- Ok aspetterò! Portala pure di sopra allora e poi vieni a farti abbracciare.
***

POV EMMA

Una volta sistemata Chloè nel lettone, che fino a qualche anno fa mi ospitava e aver messo attorno a lei una serie di cuscini  per evitare che cadesse  tornai di sotto dalla mia famiglia. Salutai tutti con estrema gioia e cercai in tutti modi di non piangere data la reazione di mia madre e mio padre al fatto di riavermi qui con loro. Una volta passata la fase euforia e visto anche l'orario ci sedemmo tutti a tavola per pranzare. Ci aggiornammo su tutte quelle che erano state le nostre avventure in quei sei mesi e parlammo dei nostri progetti futuri finchè finalmente una vocina, o meglio, un pianto si fece sentire dal piano di sopra. 
- Era ora! - Dissi guardando l’orologio e vedendo che era quasi l’una. Mi alzo per andare di sopra e noto che stranamente mia madre se ne sta ferma al suo posto senza dire nulla. Mmh strano... troppo strano dire... solitamente si sarebbe alzata prima di me per raggiungere sua nipote ma no... sta rispettando i suoi tempi. Che ci sia rimasta male che prima non gliel'ho fatta vedere? Non penso: mia madre non sa mentire, me lo avrebbe fatto capire in qualche modo. Torno alla realtà e senza perdermi in altri pensieri  vado velocemente al piano di sopra dalla mia bambina.  Dopo averla cullata un po' e calmato e il suo pianto la prendo in braccio e la porto nel bagnetto in fondo al corridoio, le do una  sistemata  mettendole uno dei  vestitini che ho portato con me dopodichè la porto di sotto. Sono tutti molto ansiosi di rivede anche lei.
- Guardate un po’ chi è che si è svegliato?
- Amore di no.... - Sento dire da mia madre ma di punto in bianco si interrompe e mi fissa confusa
- Emma... ma lei....
- È cresciuta vero? - dico sapendo già che in realtà la sua domanda è un'altra
- I suoi capelli...
- Piccoli cambiamenti... si sono scuriti un po’ non trovate. - E' già in questi mesi la piccola Chloè a fatto molti cambiamenti tra cui il colore dei suoi caplli: non sono più biondi come i mie e quelli di Leila, sono più tendenti al colore dei capelli di suo nonno. 
- Mah...  è incantevole! Amore di nonna vieni qui! - Si avvicina di corsa per prenderla ma la bimba non sembrò essere dello stesso parere e si strinse ancora più forte a me.
- No! io con mamma!
Il sorriso dalla faccia di mia madre improvvisamente sparì. - Non si ricorda più di me! - disse 
- Non dire scemenze! Non è assolutamente vero... giusto Chloe? Ti ricordi della nonna, del nonno e  della zia?
- Pecchè non tiamo a casa? - ignorò completamente la mia domanda e me ne fece un'altra. Era spaesata piccolo amore e come poterla biasimare? Fino a ieri era in quella che ormai considerava casa sua e ora si ritrovava in un posto che non le era piu tanto famigliare. Per una bambina di due anni è  difficile tenere a mente tutto. Per quanto riguarda i familiari sono sicura che sappia esattamente chi sono... anche se non li ha visti per mesi non ho fatto altro che fare vedere le loro foto per farle associare i nomi... con gli immobili non ho proprio provato devo dire la verità.
- Siamo a casa della nonna amore, ti ricordi la casa azzurra dove vivevano quale tempo fa? Siamo tornati a vivere lì. Ti piaceva un tempo ricordi? C'e anche il giardino sai? 
- E casa nostra?
- Ci andremo ogni tanto se vorrete.
- E i miei tochi? Tono a casa perló. - mi disse spaventata. Se c'è una cosa che ho imparato da un anno a questa parte è non separare mai Chloè dai suoi giocattoli. 
- Amore i tuoi giochi arriveranno tra qualche giorno non preoccuparti.
Nooooo! Boio i miei tochi! Voglio i miei tochi oraaaaa!!! - risprese a piangere. Ma  cosa le prendeva oggi?!?! Mi sarei aspettata una Chloè offesa e arrabbiata ma non una bimba triste. Che le sarà mai successo?
- Scusatela - dico alla mia famiglia -  E' proprio in modalità "no" oggi questa signorina.
- Amore di papà vieni con me dai! - disse Killian per poi provare a prenderla. Si innervosì ancora di più ma si fece scappare qualcosa.
- Noooo! Tu titigato co Leila!  Tu fatto piangele Leila! Cattivo!
- Ecco! si placano le ire di  una bambina e si accentuano quelle dell' altra. - Disse lui riferendosi ai fatti accaduti ieri.
- Amore, tu come sai che papà si e arrabbiato con tua sorella ieri? - domandai curiosa visto che la litigata è avvenuta in piena notte  nel vialetto di casa e lei era nel suo lettino a dormire. 
- Leila ha glidato fotte e poi anche papà a glidaro a Leila! - continuo a non capire però...
- Mamma, l’ho trovata in cucina a mangiare i biscottini quando sono rientrata in casa. L'ho rimessa io nel suo lettino. Sono stata brava?
- Sei stata bravissima amore ma questo ci fa capire una cosa: la signorina ha imparo, sicuramente arrampicandosi,  ad uscire dal suo lettino e ad origliare... che felicità! Addio privacy! - alzai gli occhi mentre Regina scoppiò a ridere.
- Non c'è nulla da ridere!
- Scusa ma è troppo divertente la tua faccia.
- Mamma boglio i tocattoliiiiiiii! - mi guardo un attimo in giro e trovo un giocattolino sul divano... molto probabilmente è di Neal. Lo prendo e lo do a Chloè con la speranza che si tranquillizzi per almeno dieci minuti. Niente da fare... lo lancia a terra e ricomincia a piangere. Bene!
Regina si alza - Mi allontano due secondi ritorno subito! - sparire in una nuvola di fumo e come precedentemente annunciato tornò  nel loft esattamente un attimo dopo. Aveva due grandi  peluche in mano -  Questo è per te - indica Leila che ringrazia immediatamente - E questo è per questa meraviglia. Spero che sia di tuo gradimento amore.
- Glazie tia legina! - Disse lei buttandosi in braccio a sua zia senza alcuna delicatezza. Finalmente un sorriso su quel visino. 
- Ah Ah ah!!!! Che birbantella che sei... - le disse mia madre - Allora ti ricordi chi siamo è?!?
- Te lo dicevo io!
- Quindi questo bisogna fare per avere un tuo abbraccio? - le fece il solletico facendola ridere. 
- Beh che dire:  Gli occhi  sono un mix di mamma e papà, i lineamenti sono senza dubbio della mamma, i capelli sono di nonno David e ora abbiamo capito che il caratterino è molto simile se non peggio a quello del suo papà. Speriamo  solo che non abbia ripreso la riservatezza di nonna snow altrimenti siamo tutti rovinati!
- Ah ah ah! Che ridere Regina... davvero! - rispose ironica la diretta interessata
- Boglio andare da papà! - disse la piccola vedendo che Leila si era appena accoccolata tra le braccia di Killian
- Ma come amore non sei arrabbiata più con me!
- No. Ti boglio bene! 
- Vieni qui!- le disse lui con il suo magnifico sorriso. 
 - ora che la bimba si è finalmente calmata, che ne dite di raccontarci il  il motivo di questo fantastico ritorno? -  Non è che per caso è in arrivo.....
- Mamma frena frena frena... non è per quello che pensi! Scordatelo proprio. Siamo qui per Leila, vero amore?
- Si! 
- Ti mancava la nonna amore?
- Veramente Gideon! - si non che che dire mia figlia ha sicuramente una "classe" innata! Tutti guardarono killian
- È inutile che mi guardate così... io non volevo tornare.
- A proposito papà! Dove Gideon? Voglio abbracciarlo!
- Alt! forse volevi dire Salutarlo .... non abbracciarlo!
- Voglio fare entrambe le cose! Allora? Dove è ?
- Amore è fuori con il suo papà tornerà questa sera tardi. - disse mio padre - Domani pomeriggio potrete sicuramente  giocare insieme
- Mah...  io lo voglio vedere adesso.  
- Non si può amore hai sentito: non è qui al momento.
- Mi avevate promesso che lo avrei rivisto oggi!
- Non potevamo saper...
-  Voglio vederlo! Per favore mi manca tanto!!!! - ecco che i suoi occhi cominciano ad inumidirsi. Non voglio che pianga... mi ricorderebbe troppo la scena di ieri e non ho più intenzione di vedere mia figlia in quello stato.  Cerco di pensare ad una soluzione ma In quel momento vidi una cosa che non mi sarei mai aspettata di vedere:  Killian tirò fuori dalla tasca il suo telefono e chiamo Gold. Avete capito bene: Non belle...  Gold. Lo ha chiamato dicendogli di portare cortesemente Gideon il più presto possibile a casa dei miei perché Leila voleva salutarlo. Rimanemmo tutti a bocca aperta a fissarlo stupiti da tale gesto. 
- Che avete da guardare? - ci chiese come a dire di smetterla - Amore, Gideon tra dieci minuti sarà qui da te!
- Davvero???? Ti voglio bene papà!
- Anche io cucciola! - le baciò la guancia
- Mamma posso cambiare il mio vestitino?
- Certo che sì... vai a scegliere quello che vuoi mettere e poi vengo a darti una mano. - dissi ridendo sapendo il perchè voleva cambiarsi: voleva farsi bella per il suo amichetto. 
- Aspetta aspetta aspetta signorina, perché dovresti cambiarti d'abito? - non ottenne risposta, era già scappata al piano di sopra! - Continuammo tutti a fissarlo ridendo. Non era da tutti giorni vedere Capitan Uncino cedere.
- Ancora? Non guardatemi così vi ho detto! 
- Hai ceduto! Hai ceduto e hai chiamato Gold! Wow... sono senza parole! - disse mio padre prendendolo in giro.
- Beh cosa dirti... tu dovresti saperlo meglio di me!
- Che cosa?
- cosa non si farebbe per i propri figli!
 
Note dell'autore:
Come promesso ecco l'aggiornamento. Un abbraccio a tutti voi che mi seguite e recensite. Ci vediamo la prossima settimana con un nuovo capitolo! Ciaoooooo
ps.non ho ricontrollato quindi come al solito ci saranno errori su errori. Speriamo non siano molti e che la storia si capisca e vi piaccia ugualmente

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Capitolo 16
*** Anniversario di morte ***


POV EMMA.

È sera... ho  messo da poco entrambe le bambine a letto e adesso mi ritrovo seduta sul divano di casa a fare zapping alla tv. Non sto cercando un canale in particolare, sto semplicemente spingendo pulsanti a caso per distrarre la mia mente. Tra qualche ora sarà mezzanotte e questo significa che un nuovo giorno sta per arrivare. Non ci sarebbe nulla di strano se fosse un giorno come tutti gli altri ma quello di domani non sarà un giorno qualunque; sarà l’anniversario di un evento orribile e per quanto la situazione ormai si sia più che risolta non riesco ancora a vivere la giornata che sta per arrivare con la spensieratezza con cui vivo tutti i giorni.
- Ecco dov'eri finita... pensavo fossi scappata! - sento Killian sussurrarmi all’orecchio mentre si avvicina e mi abbraccia.
- Scappata?!?! - chiedo cadendo dalle nuvole
- Beh si... hai detto che mi avresti raggiunto in camera una volta aver fatto addormentare le bambine. Leila e Chloe dormono da un pezzo ormai ma tu sei qui invece che di sopra con me.
- Scusami hai ragione è solo che avevo bisogno di distrarmi un secondo.
- Non ti basto io come distrazione?  - mi chiese mordicchiando il lobo del mio orecchio e facendo vibrare tutto il mio corpo.
- Certo che mi basti tu amore! - risposi sorridendo.  Non volevo assolutamente che si preoccupasse per me ma a quanto pare il sorriso che gli avevo appena regalato celava dietro di se tante altre cose. 
- Alt! Guardami - disse diventando improvvisamente serio - Cosa c’è che non va? 
- No! Non c’è nulla che non va, tranquillo. 
- Ti si legge in faccia che qualcosa non quadra! Lo sai che puoi dirmi tutto vero?
- Certo che lo so e se avessi qualche problema te ne parlerei di sicuro ma non c'è nulla di cui parlare... solo cattivi pensieri. Non preoccuparti inutilmente ok?
- Vuoi parlarmene?
- No... sono già andati via vedendoti! - lo bacio
- Mmh... molto bene e cosa ne diresti di farli scomparire del tutto questi cattivi pensieri? - mi indicò la camera da letto con aria maliziosa.
- Direi che ti amo!
Senza aggiungere altro mi lasciai prendere per mano e insieme a Killian raggiunsi la nostra camera da letto dove pensai che avrei lasciato i miei pensieri ma invece mi sbagliavo... la mia mente, nonostante le dolci attenzioni del mio focoso maritino,  ritornava sempre lì.
- Scusa Killian ma... non me la sento! - è la prima volta che lo rifiuto da quando stiamo insieme. La sua faccia divenne improvvisamente seria - Non arrabbiartrti ok? - dico preoccupata
- Arrabbiarmi? E perchè mai? Sono solamente preoccupato per te amore... mi dici cosa ti turba?
- Non è nulla tranquillo.
- Non sembrerebbe che sia nulla... 
- Killian guardami: Sto bene!  Davvero.
- Mmh Ok... farò finta di crederti...
***
"Voglio morire da eroe... è questo l’uomo che voglio che tu ricordi! " - queste parole ritornano nella mente come un fulmine a ciel sereno e non posso far altro che sentirmi male ogni volta. E' colpa mia... è tutta colpa mia se l’ho messo in pericolo... è colpa mia se ha rischiato di non avere il suo lieto fine... è colpa mia se è morto. È vero adesso è qui con me e tutto si è risolto ma non posso far a meno di pensare al fatto che l’ho messo in pericolo. Avevo le mie buone motivazioni, volevo salvarlo, ma purtroppo quel gesto lo ha invece portato ad un passo dalla morte eterna. Non so cosa farei sinceramente se tornassi indietro. Forse rifarei la stessa cosa... forse no. So solamente che è inutile anche il solo pensarci ma non ci posso fare niente:  mi sento terribilmente in colpa. Mi alzo dal letto e vado giù in cucina a bere un bicchiere d’acqua, non riesco proprio a stare a letto stasera. Vago per la cucina, per il salone, provo a leggere un libro ma niente... non riesco a distrarmi. Decido di andare di sopra a controllare le bambine ma una volta assicurata che stiano entrambe dormendo  mi convinco  a tornare a letto con la speranza di riuscire a dormire almeno un po tra un brutto pensiero e un altro. Killian è lì, nel nostro letto che dorme beato ignaro di tutto quello che mi sta passando per la mente. Non voglio che sappia. Farebbe di tutto per convincermi che non c’entro nulla in tutto quello che è successo ma sappiamo tutti che non è cosi. Mi stendo dalla mia parte del letto e mi metto ad osservarlo: sono davvero fortunata ad aver trovato un uomo come lui.
***

POV KILLIAN 

Eravamo sul divano a guardare un film... o meglio:  eravamo sul divano a far "finta" di guardare un film. Io non ero assolutamente interessato al programma che c’era in TV. L’unico interesse vero e proprio lo avevo stretto tra le braccia. Per lei la cosa non era da meno e lo capivo dal modo in cui reagiva ai miei baci.
- Papy mio! - si intromise ad un certo punto Chloe arrivando a piedini scalzi con già il suo pigiamino infilato. Emma le aveva già preparare per la notte ma loro ancora non ne volevano sapere di fare la nanna perciò le abbiamo lasciate giocare ancora un altro po con la speranza che si stancassero ma ho capito una cosa da quando sono un genitore: i bambini non si stancano. Mai!  - Mamy batta! No bacini a papà! - Sale con gran fatica sul divano e si mette tra di noi in modo tale da dividerci. Mia figlia è molto gelosa di me. Non vuole che presti attenzioni ad altre donne che non siano lei. Nessuna eccezione neanche per sua madre.
- Amore mio! Papà vuole bene alla mamma! È giusto che dia qualche bacino anche a lei non trovi? - provai a dirle ma di tutta risposta mi guardò inclinando la testa e togliendo il ciuccio dalla bocca rispose con un secco " no"
- Signorina - intervenne Emma - Si è fatto davvero molto tardi dovresti essere a nanna già da un pezzo. Vogliamo andare?
- No, dopo tu tanti bacini a papà! - le rispose incrociando le braccia
- Stai tranquilla,  verrò con te e tua sorella quindi papà starà lontano dai miei bacini ok?
-Ok allora! - disse felice per poi farsi  prendere in braccio - Tao papà ti boglio bene!
- Anche io te ne voglio amore mio! Sia a te che a tua sorella.
- Ti raggiungo appena si addormentano. - Mi disse Emma con un leggero movimento di labbra per non farsi sentire da quella piccola peste
- Perfetto amore! - risposi con il suo stesso tono -  Ti aspetto in camera - e alzai un sopracciglio per farle capire le mie vere intenzioni. Sorrise e si allontanò con entrambe le bambine. 
Passo più di un’ora da quando si era allontanata ma di Emma ancora neanche l’ombra.  Possibile che stia ancora cercando di far addormentare le bambine? Solitamente non ci mette così tanto. Mi avvio per il corridoio e controllo entrambe le camerette: le bambine dormono beatamente ma Emma non c'è in nessuna delle due stanze. "Magari sarà in bagno" pensai ma neanche li c’era.  Non sapendo cosa fare scesi giù in cucina e la trovai lì: seduta sul divano che faceva distrattamente zapping. Provai a dissuaderla da quello stato pensieroso e inizialmente pensai di esserci riuscito. Riuscii a portarla nella nostra camera ma appena cercai un approccio più ravvicinato lei mi rifiutò. Strano, molto strano... deve esserle successo qualcosa per essere così tesa, è assente ma sembrerebbe non volerlo far vedere. Mi dispiace e mi ferisce sapere che non vuole confidarsi ma non posso andare contro le sue volontà.... a malincuore accettai il suo silenzio e cercai di dormire. Ci misi un po’ a prendere sonno: la sentivo girarsi in continuazione e sbuffare... ero tentato di accendere la luce e provare a parlarle ma sapevo che sarebbe stato inutile, avremmo finito  per litigare se avessi insistito.
 La sentii alzarsi... cercai di restare sveglio per capire se avesse bisogno di qualcosa ma la stanchezza fu  più forte di me e Morfeo mi trascinò con se nel suo mondo.

***

POV EMMA

Sono a terra stesa su lui, sul suo corpo. Piango... piango come una disperata e urlo. Gli sto urlando di tornare da me ma lui sembra non volerne sapere.
- Amore mio ti prego non farmi questo! Apri gli occhi!!!! - dico strattonando il suo corpo inerme. Non mi rendo conto di quanto tempo ho passato in quella scomoda posizione cercando un minimo segno di vita in lui so solo che in lontananza c’è un suono una sirena!
- Finalmente! Amore hai sentito?  Sono arrivati i soccorsi! Gli dico - Andrà tutto bene! - ma chi volevo prendere in giro... ormai non c’era più nulla da fare e quell'ambulanza è  lì non per curarlo ma per portare via il suo corpo. Non l'ho capito inizialmente considerato il mio stato di shock ma piano piano cominciai ad intuire qualcosa: era davvero tutto era finito. Sento qualcuno afferrarmi per il braccio come a volermi far alzare:
- Emma amore... vieni con me!  - è la voce di mia madre.
- Lasciami! Voglio stare con lui. - rispondo cercando di ribellarmi alla sua stretta.
- Tesoro Lasciali lavorare! - la sua voce è gentile... fin troppo gentile.
- Ti ho detto di no! Voglio restare qui con lui. - Cerco nuovamente di di l’iberarmi da quella spada presa ma improvvisamente mi sento afferrare anche per l’altro braccio , è mio padre questa volta e insieme riescono a togliermi da sopra il suo corpo.
- NOOO.... NOOOO... NOOOOOOOOOOOOO! - mi dimeno per raggiungerlo ma non ci riesco,la loro presa su di me è troppo salda. Rimango lì, ferma davanti a quell'oribbile scena senza poter far nulla. Vedo delle persone prenderlo da terra e metterlo su una barella. Afferrano un lenzuolo bianco e glielo poggiarono sopra. Sono  intenzionati a coprirgli il viso. Non posso lasciarglielo fare... non posso lasciarlo andare così.
- Aspettate vi prego! - si fermano all’istante alla mia supplica  e con la faccia di chi proba pena per te mi fissano  - Posso salutarlo...? Vi prego.. - li vedo chiedere conferma ai miei genitori e alla fine annuiscono e mi lasciano avvicinare. Gli afferro la mano e in quel preciso istante il mio cuore si spezza. La sua mano è fredda come non lo è mai stata. La stringo con forza ma non ricevo lo stesso trattamento le sue dita non si appoggiano alle mie
- Amore mio... - dico con voce flebile - Scusami... non volevo che finisse così. Apri gli occhi! Apri gli occhi per favore Killian. - sto piangendo senza controllo ormai e man mano che parlo le mie parole diventano urla. Sono distrutta, addolorata, arrabbiata... furiosa. Si sono furiosa perchè non sono l’unica responsabile di tutto ciò. - Ti chiedo scusa per tutto quello che ti ho fatto e conoscendoti tu mi perdonerai di sicuro ma c'è una cosa che voglio dirti Killian: da parte mia non avrai mai perdono. Io ti avrò anche condannato a morte ma tu ti ci sei condannato da solo già da prima. Ti avevo avvertito di non avvicinarti a me, che tutti quelli con cui ero stata erano morti ma tu non hai voluto darmi ascolto dicendomi che eri diverso, che eri bravo a sopravvivere. Io ti ho creduto killian... ho voluto crederti pensando avessi ragione e invece? Guarda come è finita! Tu steso di questa barella e io qui a morire di dolore per l’ennesima volta! Ti odio killian! TI ODIOOOOOOOOOO
- Emma amore...
- Mamma lasciami! Deve saperlo... deve sapere che lo od.... - sospiro - Lo amo! Lo amo mammaaaaa! Ti prego aiutami, deve esserci un modo per... - la sento abbracciarmi forte come a volermi dare forza ma niente, quello che sento è ancora più dolore perché so che non può farci nulla. Riesco a guardare il suo volto un’ultima volta prima che i paramedici lo coprono con il lenzuolo. Spingono la barella verso l’ambulanza e io continuo a tenere stretta la sua mano fini a quando i miei genitori mi trattengono ancora una volta allontanandomi definitivamente da lui. Le forze del mio corpo mi abbandonano improvvisamente facendomi accasciare a terra. In meno di un secondo sono già tutti accanto a me... non ci sono solo i miei ma anche Regina, Robin e Henry. Caspita Henry e li e sta assistendo a tutto questo schifo.
- Mamma! Mamma va tutto bene! - mi dice abbracciandomi ma è inutile neanche lui in questo momento riesce a tirarmi su di morale.
- Henry andiamo a casa. -  sento dire da regina. Evidentemente vuole tenerlo lontano da tutto questo... come biasimarla.
- Voglio restare con la mamma! Ha bisogno di me! Non possiamo lasciarla da sola!
- La mamma verrà con noi tranquillo. - come??! No, non se ne parla.  Cosa si sono messi in testa! Io voglio tornare a casa mia
- Regina, forse dovrebbe stare da noi non trovi ? - ecco ora si ci mette pure mia madre. 
- Avete un bambino piccolo... sarebbe meglio che non veda sua sorella così.
- Io rimango qui! - Riuscii a dire mentre le due cercavano di mettersi d’accordo
- Non dire assurdità, non puoi restare qui. 
- Allora riportatemi a casa mia.
- Si e magari vuoi anche rimanere da sola. Non se ne parla Emma! Forza andiamo.
Provo a far valere la mia opinione ma l'unica cosa che ottengo è quella di essere trascinata a forza a casa di Regina. 
- La tua camera è di sopra accanto a quella di Henry. - senza dire una parola salgo al piano di sopra, chiudo la porta alle mie spalle e mi butto sul letto. sul letto non voglio ne vedere né sentire nessuno. Volglio solamente chiudere gli occhi e raggiungere Killian per sempre. 
***
Nonostante Le continue visite dei miei familiari per cercare di controllare che stesi bene e cercare di farmi mangiare riuscii ad isolarmi e non calcolarli. Ero disposta a raggiungerlo e nulla mi avrebbe fermato. Passarono così due giorni. Era mattina presto e in stanza entrò Regina. Solitamente il rituale era sempre lo stesso: entrava, mi dava uno sguardo, mi chiedeva se volessi mangiare qualcosa dopodichè nel più assoluto silenzio, dopo aver visto che non ero intenzionata a comunicare, usciva dalla stanza. Quella mattina però non fu così:
- So esattamente cosa stai cercando di fare ma posso darti l’assoluta certezza che non te lo permetteremo. - mi dice sedendosi sul letto proprio accanto a me. - So cosa stai passando, ci sono passata con Daniel e posso dirti con assoluta certezza che abbandonarti così non ti porterà da  lui... ti farai solamente del male. Emma, la vita non finisce con un amore ci sono altre cose importanti per cui vale la pena vivere e di la c’è n'è una molto importante: Henry. È preoccupatissimo per te sai??? -  "se non rispondi se ne andrà"  provai a ripetere nella mia mente ma mi sbagliavo... era ancora qui.  - Senti... so che non vuoi ascoltarmi e lo rispetto ma devo dirti una cosa importante! Per favore guardami poi ti prometto che ti lascerò in pace. - farei di tutto purché mi lasci in pace.  Non sopporto più nessuno in questo periodo. A malincuore decido di guardarla per sentire cosa ha da dirmi.
- Sono passati due giorni dalla sua... - si trattiene, sa che ricordarmelo mi farebbe stare ancora più male - Quello che voglio dirti è che... si insomma... oggi pomeriggio ci saranno i suoi funerali... non puoi mancare lo sai vero? Se te la senti ti posso accompagnare anche adesso a dargli un ultimo saluto prima del funerale... ti va di vestirti?
- Non mi va di fare nulla... non voglio andarci...
- A lui farebbe piacere se ci fossi! - odio quando mi parlano con quel tono gentile con cui si parla ad un bambino per consolarlo.
- A lui farebbe piacere avere al suo funerale la persona che lo ha ucciso? Io non penso.
- Non essere sciocca lo hai visto anche tu che quando lo hai trafitto la ferita che è apparsa non è stata quella che gli hai inflitto tu ma quella sul collo fatta da Excalibur mesi fa! Non è morto a causa tua. Si è sacrificato per noi e si sono sicura che ti vorrebbe al suo funerale. Vorrebbe accanto la persona che ama!
- Amava! - la correggo. Il mio Killian ormai non c'è più.
- Lui ti amerà per sempre! - nel sentire pronunciare quelle parole mi alzo di scatto e vado in bagno... non tanto per cambiarmi quanto per piangere.  Non voglio farmi vedere così ma ci sto mettendo troppo a calmarmi. Se esco dal bagno in pigiama capirà che ho avuto una crisi. L’unico modo per uscirne indenne da domande e preoccupazioni è vestirmi e andare a salutarlo.
Vido la faccia di mio figlio, di Robin e Regina tirare un sospiro di sollievo quando mi videro pronta ad uscire ma non appena varco la soglia della porta di casa Mills cambio immediatamente idea.  Questo freddo non fa altro che ricordarmi quella sera.  Mi blocco sul vialetto pietrificata... non credo di riuscire ad andare avanti ma Regina prontamente mi affianca e mi accompagna a lenti passi fino alla macchina. 
Arriviamo all’ospedale di Storybrooke ma questa volta non entriamo dall’entrata principale bensì da quella laterale.  Nella mia vita ho sempre sperato che sarei entrata da questa porta il piu tardi possibile eppure eccomi qui davanti a quella che è a tutti gli effetti la porta principale della camera mortuaria.  C’è già mezza storybrooke qui a fargli visita. Non faccio in tempo ad entrare nell'atrio che  tutti iniziano a fissarmi con compassione. Sono a disagio e non voglio assolutamente stare qui. Mi vengono tutti vicino per farmi le condoglianze e dirmi tante parole di incoraggiamento e l'unica cosa che voglio fare in questo momento è colpirli tutti con la mia magia. Sento qualcuno cingermi la vita e allontanarmi da quella folla impazzita. E' mio padre e mi sta portando nella stanza che hanno allestito per... non ce la faccio neanche a dirlo.
- Vuoi compagnia? - mi chiede gentilmente il mio papà ma gli rispondo con un no con la testa e senza ulteriori parole mi accontenta lasciandomi da sola con lui.
Non so dire con esattezza il tempo che io sia stata lì in quella stanza a fissarlo so solo che ad un certo punto mentre gli prendevo la mano un flashback dei nostri anni trascorsi insieme mi è apparso davanti facendomi rivivere quei meravigliosi ricordi. c'era tutto: il nostro primo incontro, la nostra prima avventura, neverland con il nostro primo bacio, il primo appuntamento, la nostra prima volta e poi camelot, Exalibur, l'oscurità che ci ha divorato entrambi e per finire la sua morte. Mi ritrovai un minuto dopo o quello che per me era un minuto fuori dalla stanza con mio padre che mi teneva stretta a se. Non compresi subito come fossi arrivata lì ma poi mi spiegarono che ho avuto un attacco di panico e sono stati costretti a tirarmi fuori per sedarmi. 
Sono ancora stesa tra le braccia di mio padre e alterno nomenti in cui sono sveglia ad altri in cui credo di essere addormentata... non so spiegarlo con esattezza, so solo che in questo momento di apparente coscienza c'è qualcuno che sta parlando di me: 
- Non può andare avanti così!
- Snow è normale che stia così! Come staresti se ti portassero via David!
-  Si ok ma sono tre giorni ormai che sta così...
- E starà così per tantissimo altro tempo... non possiamo far nulla per il suo dolore possiamo solo starle vicino e prenderci cura di lei.
- Non mangia, non beve... non è più lei.
- Smettete di parlare di me... - disco con voce debole - io... io non voglio stare bene, voglio raggiungerlo... voglio stare con lui ovunque esso sia!
- Non pensarle neanche queste cose! - mi dice mio padre stringendomi di più. - L’amore vince ogni cosa tesoro e noi ti amiamo... ti aiuteremo!
"L’amore vince ogni cosa", queste parole risuonarono nella mia mentre... e se... e se fosse vero amore tra di noi? Forse potrei ancora salvarlo. Si, devo tentare.   Non so davvero con quale forza riesco  a mettermi in piedi nonostante i sedativi,  mio padre che cerca di tenermi lì ma niente... sono  intenzionata a salvarlo e riesco a sfuggire alla sua presa. Si, posso farcela:  lo amo troppo e lui ama me. Il nostro è senza dubbio vero amore.
Raggiungo la stanza in cui lo hanno sistemato ma mi accorgo che ci sono delle persone accanto a lui: lo stavano per chiudere in quellorribile bara. Riesco a reggermi in piedi a quella vista solo perché so di poterlo salvare.
- Emma amore, non credo sia il caso che tu veda questa scena, andiamo di la ok? - cerca di dire mia madre che nel mentre è riuscita a raggiungermi.
- Non vedrò nessuna scena, posso ancora salvarlo - dico in lacrime
- No non puoi! Guardami - è seria e con gli occhi rossi dal pianto- Devi accettarlo bambina mia! Se ne è andato.
- NO! - Mi scosto bruscamente - E voi fermatevi! - mi avvicino a lui e sorrido... si! Sono appena riuscita a sorridere per la prima volta dopo tre giorni. I miei ormai credono che abbia perso il lume della ragione ma non sanno quello che stavo per fare.
- Scusami amore se non ci ho pensato prima! - lo accarezzo e quella sensazione fredda che emana il suo corpo non mi da più fastidio come prima perché so che è solamente momentanea. Tra poco il suo corpo tornerà ad essere caldo come lo è sempre stato. - Ti amo killian! - mi avvicino alle sue labbra e lo bacio... un bacio leggero, dolce ma pieno di sentimento. Mi stacco delicatamente dalle sue labbra e inizio a fissarlo per due, tre, quattro... cinque secondi... com' è possibile che non si sia ancora svegliato? Ritento, ma anche questa volta senza risultato...
- Emma...
- No mamma! Posso farcela, può funzionare... deve funzionare! - Provo un’ultima volta con lo stesso identico risultato... non si sveglia. In quel momento ho la piena consapevolezza che non lo avrei più riavuto indietro. Ho fallito, ho fallito miseramente.  Lacrime silenzione iniziano a scendere senza controllo dai miei occhi fino a lasciare spazio a delle urla disumane che chiedono a chiunque li vicino di aiutarlo.
- No, non può finire così! Io lo amoooooo! KILLIAN PER FAVORE SVEGLIATI! TORNA DA MEEEEEEEEEEE! - sto rivivendo la sua morte per la seconda volta e questa non fu affatto più semplice da gestire. Le persone che erano con lui in stanza prima che entrassi riprendono in silenzio a lavorare mentre io  Inizio a imprecare come una matta contro di loro: - lasciatelo! Non toccatelo... se solo vi avvicinerete io.. - ero come impazzita.... indemoniata... avevo perso completamente il lume della ragione. Se non fosse per mio padre e Robin che mi si pararono davanti tenendomi stretta molto probabilmente avrei alzato le mani se non la magia su di loro. Non so precisamente chi, ma qualcuno  infischiandosi dei miei lamenti e delle mie suppliche diede l’ordine ai ragazzi di finire il loro lavoro e non poterti far altro ad assistere alla scena più brutta della mia vita.

***

POV KILLIAN

Mi svegliai in piena notte sentendola muoversi incessantemente e mi girai a guardarla. Si era sbarazzata di tutte le coperte e smaniava durante il sonno. Stava sudando come non avevo mai visto... aveva completamente i capelli bagnati.  "Che abbia la febbre?" Appoggio delicatamente la mano sulla sua fronte ma niente non scotta... mi fa tenerezza a vederla così cosa dovrei fare adesso: svegliarla? Mmm ci penso un po’ ma poi decido di lasciarla dormire ancora. In fondo se stesse avendo un incubo si sarebbe svegliata da sola no? Mi sdraio più vicino a lei, l'abbraccio e l’accarezzo cercando di placare i suoi movimenti. Sembra funzionare per circa una decina di secondi dopodiché riprende incessantemente a muoversi fino a quando di scatto si mette a sedere con gli occhi completamente sbarrati di terrore e urla!
- Emma! Emma amore! - cerco di dissuaderla da quello stato di puro panico - Amore guardami! - si volta immediatamente mi guarda e inizia a tastarmi tutto il corpo. La testa le braccia le gambe e per finire poggia le sue mani sul mio cuore. - Emma amore ti senti bene? - non mi risponde la vedo solo che inizia a piangere - Ei amore che c’è? - l’abbraccio e la Lascio sfogare.
- Papà che succede??? Ho sentito la mamma urlare? - dice Leila entrando di corsa nella nostra stanza con il suo inseparabile amico di peluches. Cerco di tenere il viso di Emma nascosto per non farle vedere in che condizioni è ridotta sua madre.
- Amore non preoccuparti non è nulla!
- Stavate litigando? - chiede preoccupata
- ma che vai pensando amore??? Assolutamente no. Ci stavamo facendo il solletico e ha urlato! - che scusa poco credibile killian complimenti - è tutto apposto tesoro torna a dormire.
- Non posso dormire con voi?
- No amore lo sai... ognuno nel suo lettino e il tuo ti sta aspettando mi sembra.
- Va bene! Notte.
- Notte amore mio.
Aspetto che i passi di mia figlia si facciamo piu lontani dopodichè torno a dedicarmi ad Emma:
- Qualsiasi cosa sia successa sono qui amore. - non ottenni risposta ne questa ne le successive volte che glielo domandai. Continuava a tenere entrambe le mani sul mio petto e non era intenzionata ad allontanarle.  Cosa diavolo le prendeva? Qualcuno bussò alla porta della nostra camera riportandomi alla realtà
- Leila amore è tutto ok, torna a nanna! - dissi sapendo già che fosse lei
- Sono Regina... posso entrare o non siete presentabili?
- Entra entra... - la vidi varcare la soglia - Come... come mai sei qui?
- Mi ha chiamato tua figlia e ho fatto due piu due.
- Hai fatto cosa? - chiesi perplesso e lei alzò gli occhi al cielo
- Lascia stare... stava dormendo prima di ridursi così? - mi chiede indicando Emma. annuisco - E scommetto che è stata strana, nervosa e assente durante tutta la giornata.
- Piu in serata che nella giornata ma si... Sai cos'ha?
- Credo proprio di saperlo. Non le succedeva da un bel po ormai e pensavo lo avesse risolto ma evidentemente non è così. 
- E dimmi: cosa le succede? Come posso aiutarla?
- Sono sicura che te lo dirà lei appena si riprenderà un secondino. Ormai non puo piu scappare. Sono venuta qui solo per vedere se vi serviva una mano con le bimbe ma se entrambe sono ancora a letto posso anche togliere il disturbo.
- Aspetta... devo preocuparmi?
- Credo proprio di no... Ci vediamo domani - e sparì in una nuvola di fumo.
- Perchè la tua amica deve essere così misteriosa è? - provo a dire cercando di farla ridere ma non funziona - Che ti succede amore mio? Parla con me ti prego... 
rimanemmo abbracciati per più di un'ora poi finalmente sentii la sua voce:
- Sei... sei vivo? - mi chiese
- Amore... cosa...
- Sei vivo? Sei davvero qui? - la sua mano sul mio petto continava ad essere insistente
- Certo amore che sono vivo! - le accarezzai il viso - Hai avuto un incubo? Hai sognato che fossi mor...
- Non dirlo! NO... per favore non dirlo!
- Ei guardami... non c'è bisogno di essere così spaventati... era solo un brutto sogno tesoro... niente di più.
- Non è vero... non... non era un sogno. Era la realtà. - che abbia avuto una nuova visione?
- Spiegati meglio amore.
- Oggi è... oggi... oggi è il giorno che io... - respirava troppo velocemente.
- Calmati tesoro... respira e spiegami tutto, ci sono io con te. 
- Oggi è il giorno in cui ti ho ucciso. Oggi è il giorno che mi hai lasciata sola... oggi è l'anniversario della tua morte e io l'ho rivisto... ho rivisto tutto. 
- Ooooh piccola mia - la stringo a me quando la vedo iniziare a singhiozzare - Non fare così, non è successo nulla, io sto bene adesso. - non sembrava calmarsi. - Ti aiuterebbe a stare un po' meglio raccontandomi il tuo sogno? 
- Non lo so... 
- Proviamo allora ok? Dimmi, come è cominciato?
- Forse faccio prima a mostrartelo... non credo di riuscire a raccontarti tutto... - si alza velocemente e corre nel capanno fuori casa. La seguo non capendo cosa voglia fare. La vedo rovistare tra gli scatoloni e finalmente tira fuori quello che cerca: un'acchiappasogni.
- L'ho usato su regina a Camelot per farmi mostrare la perdita del suo primo amore... ci serviva per ottenere una lacrima per poi liberare merlino. Forse posso rifare l'incantesimo su di me e farti vedere cosa ho sognato... che poi in realtà è quello che ho vissuto quando te ne sei andato.
- Te la senti? Non stavi un granchè bene appena ti sei svegliata e sinceramente non sembri stare bene neanche ora.
- Killian in tutto questo tempo c'è una cosa che ti ho sempre tenuta nascosta. - sbiancai, pensavo non ci fossero segreti fra di noi. -  Faccio questo incubo ogni anno. ogni volta che arriviamo in questo giorno dell'anno io so già che rivivrò queste emozioni. 
- Perchè non me ne.... 
- Shhh... prima dai uno sguardo a questo ok?
- Ok, ma di sopra... si gela qui e non possiamo permetterci di ammalarci. Tornammo nella nostra stanza e mi assicurai che la porta fosse ben chiusa. Volevo evitare che le bambine sentissero qualcosa. - Come funziona esattamente?
- Penserò al sogno che ho fatto e a quel periodo e in teoria dovrebbe materializzarsi il tutto dentro questo acchiappasogni.
- Sei pronta? - annuì - Allora mostrami tutto quello che vuoi. - la vedo prendere quell'oggetto magico tra le mani e guardarlo attentamente. All'iniziò non vidi nulla e pensai che l'incantesimo non stesse funzionando ma piano piano qualcosa iniziò ad apparire e in men che non si dica mi ritrovai catapultato in quella che era stata la vita di mia moglie nei giorni per lei piu bui. Il cuore mi si spezzò prima in due e poi in altri picolissimi frammenti... vederla in quella situazione mi ha devastato completamente e  non so se è perchè non riesco più a guardare il resto della sua storia o perchè la sto vedendo che sta facendo fatica a trattenersi, prendo quello stupido oggetto e glielo strappo dalle mani per poi lanciarlo a terra. La stringo a me con quanta più forza ho. 
- Shhhh... calmati tesoro è tutto ok... sono qui e non ho nessuna intenzione di andarmene di nuovo. 
- E' stato orribile...
- Ho visto. Non riesco neanche ad immaginare come sarebbe stato per me affrontare la tua perdita se i ruoli fossero stati opposti. 
- Tu... tu hai perso Milah...
- Per quanto io l'abbia amata non potrà mai reggere il paragone con te. Tu sei il mio vero amore, lei è stata invece un grande amore, la cosa è differente. Se con la sua morte sono diventato un essere spregevole con la tua molto probabilmente mi sarei ucciso. Non sarei riuscito a gestirlo e non penso lo gestirò mai. - Piange... continua a piangere senza sosta. - E' tutto finito Emma davvero. Guardami - i nostri sguardi si incrociano - Io non me ne andrò mai più te lo prometto. Neanche se con il passare del tempo ti dovessi stufare di me io non me ne andrò... sarò la tua ombra.
- Ti amo Killian! - sembra stare un pochino meglio. - Perchè non mi hai mai parlato di questa cosa? Perchè non mi hai mai raccontato che lo rivivi ad ogni anno che passa?
- Non volevo che ti preoccupassi per me. Ho sempre cercato di stare attenta a non fartelo scoprire: ho organizzato cene tra amiche che poi guardacaso finivano sempre all'alba, ho detto di dover lavorare di notte quando in realtà questo non era assolutamente vero, sono arrivata addirittura a trovare il pretesto per litigare con te in modo che uno dei due dormisse sul divano. Tutto pur di non farti preoccupare per questa cosa. Ho chiesto aiuto a Regina per liberarmi di questo vero e proprio incubo ma nonostante io abbia ingurgitato numerose pozioni questo sogno/visone continua a perseguitarmi. Non credo che  me ne libererò mai.
- Ora che so la verità posso aiutarti ad affrontarlo.
- E come... non c' è riuscita la magia!
- Ho qualcosa più potente della magia... io e te insieme abbiamo qualcosa di più potente: il vero amore e i suoi frutti. Dimmi: ti sei mai riaddormentata dopo questi incubi?
- In  questi anni solo due volte è capitato e entrambe le volte l'incubo si è ripresentato.
- Bene... oggi non sarà così... oggi sarà il giorno in cui romperemo la tradizione.
- E come? I ricordi non si cancellano così...
-  Te l'ho già detto come: con il vero amore. Aspettami qui. - mi allontanai e tornai poco dopo con la piccola Chloe tra le braccia.
- Che cosa stai...
- Shhh... tieni prendila. - la misi tra le sue braccia dopodichè andai a prendere anche l'altra e la portai in camera da letto
- Papy perchè mi hai svegliato?- disse assonnata
- Infatti Killian... perchè....
- Stiamo per fare una magia! - dissi io
- Davvero papà? E come? - mi rispose tutta euforica
- Dormendo qui tutti insieme...
- In quattro in un letto? Mi sembra più un miracolo che una magia... - rispose Emma finalmente sorridendo
- E quale sarebbe la magia papà?
- Noi siamo la magia! Noi siamo una cosa sola divisa in più corpi, insieme siamo invincibili e nessuno, sottolineo nessuno, potrà mai dividerci.
- Neanche l'essere più cattivo papà?
- No amore mio ne lui ne nessunaltro.... neanche la morte in persona. Fin quando dentro i nostri cuori ci sarà il sentimento verso l'altra persona allora nessuno ci sconfiggerà. Ora a nanna però... devo dimostrare alla mamma questa nuova teoria. 
- Okkkkkk... notte mamma, notte papà! - disse la nostra piccola peste mettendosi sotto le coperte accanto alla sorellina che invece non si era minimamente svegliata.
- Grazie Killian... grazie per tutto. - Mi baciò
- Mi ringrazierai domani quando saremo "da soli" se questo trucco di magia funzionerà! Buonanotte mio cigno
- Buonanotte capitano.

POV EMMA

E niente... cos dire... l'indomani mi alzai alle dieci del mattino, fresca, riposata e con accanto la mia spelndida famiglia. Killian aveva ragione... Il vero amore vince ogni cosa. Amo quell'uomo e non smetterò mai di farlo. 
 
Note dell'autore:
Salve ragazzi eccomi qui. E' si la morte di Uncino è stata uno shock per tutti quanti nella quinta stagione ma secondo me non hanno fatto vedere molto, siamo passati dalla scena della morte ad Emma che ha deciso di seguirlo nell'oltretomba. Cosa c'è stato nel mezzo?  Sappiamo che al ritorno dagl'inferi Emma è andata a piangere sulla sua tomba quindi di conseguenza prima di partire ci sarà stato anche un ipotetico funerale. Cosa dire dei sentimenti che ha provato Emma in quel momento? Per me è rimasto un grande buco così ho ben pensato di scrivere qualcosa proprio su questo argomento. Sperando che questa one shot, anche se triste, vi sia piaciuta vi saluto e ci vediamo al prossimo aggiornamento :)

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Capitolo 17
*** che cosa ne sarà di noi (parte 1) ***


POV EMMA

Lo sapevo! Lo sapevo che la felicità non sarebbe potuta durare in eterno. Ma dico io perché mi sono lasciata coinvolgere così... un pirata è pur sempre un pirata, avrei dovuto immaginarmelo e invece no, mi sono lasciata sedurre come se niente fosse per poi ritrovarmi così: umiliata per la millesima volta nella mia vita. Ormai credevo non sarebbe più stato possibile ma a quanto pare sbagliavo. Devo andare via... è l’unica soluzione per evitare di fare una strage e per quanto possa essere arrabbiata e schifata in questo momento so che non sarebbe una cosa giusta radere l’intera città al suolo! Apro la valigia e senza il ben che minimo ordine iniziò a riempirla con tutte le mie cose. Finito con la mia ne preparo un’altra con tutto l’occorrente per le mie bambine. Porto tutto al maggiolino giallo dopodiché salgo in camera delle bambine per prenderle:
- Mamma... - mi disse assonnata Leila
- Amore mio alzati ok? Dobbiamo andare.
- Dove? -  aprì gli occhietti e vide il mio sguardo. Si mise subito a sedere e posò entrambe le sue manine sul mio viso - Mamma hai pianto? - domandò preoccupata.
- Amore avanti corri a togliere questo pigiamino che siamo in ritardo. - cercai di ignorare la sua domanda ma una lacrima sfuggì al mio controllo facendola preoccupare ancora di più. Era la prima volta che non riuscivo a trattenere le mie emozioni davanti a loro. 
- Mammina perché stai piangendo? Che è successo? - continuò a dirmi - Non devi piangere io ti voglio bene lo sai vero? Ci sono io con te - Perfetto... chi delle due era la mamma adesso?
- Amore la mamma sta bene ma dobbiamo andare!
- Dove?
- In un bel posto amore. Corri va!
Le stavo mentendo spudoratamente e non riuscivo a capacitarmi di averlo fatto... non stavamo andando in nessun bel posto... non sapevo neanche io a dire la verità dove saremmo andate ma di sicuro dovevo uscire da questa casa. Presi Chloe , che a differenza di sua sorella non fece domande dopodiché le misi entrambe in macchina. Stavo per mettere in moto quando la voce di mia madre mi fermò:
- Dove vai così mattiniera? - mi girai per guardarla sperando di riuscire ad inventare una balla migliore di quella che avevo appena detto a Leila ma non appena i miei occhi incrociarono i suoi mi tradii e scoppiai a piangere come una bambina. - Emma amore che ti succede? - non riuscivo a parlare tanto stavo piangendo e non riuscivo ad essere lucida. Davanti a me scorrevano solamente quelle orribili immagini che avevo avuto la sfortuna di vedere questa mattina all’alba. - Vieni dai...ti porto in casa, non puoi andare da nessuna parte in queste condizioni.
- No, non viglio entrare in quella casa... non più...
- È successo qualcosa con... - si trattenne a dire il suo nome poiché entrambe le bambine stavano assistendo a quella scena. - Emm perché non venite a casa mia? Ho preparato cioccolata calda per un esercito, non riuscirò mai a finirli da sola.
- Si nonnaaaa!
- Ti toccolata!
- Andiamo allora! Guido io...
- Mamma non è necessario, davvero!
- Non sei in condizioni per guidare e poi dovunque tu stia andando penso che possa aspettare. - mi sorrise - Cedimi il posto coraggio.
***
Una volta arrivate al loft e distribuito cioccolata calda alle bambine, mia madre le fece distrarre con un nuovo cartone animato dopodiché torno in soggiorno da me.
- Allora, ora che le bambine non possono sentirci dimmi: Per cosa avete litigato questa volta?
- Non abbiamo litigato!
- Qualcosa deve pur essere successa per farti stare in questo modo.
- Credimi, non vorresti saperlo! - abbassai lo sguardo
- Amore, succede a tutte le coppie di litigare. Non penserai mica che io e tuo padre andiamo sempre d’amore e d’accordo.  Anche noi abbiamo i nostri alti e bassi.
- Non sono alti e bassi... io pensavo che andasse tutto a gonfie vele tra di noi invece mi sbagliavo...
- Ti va di raccontarmi cosa è successo? Sono sicura che ti aiuterebbe parlare un po'.
Ci pensai su ma poi decisi di raccontare amento a lei tutta la verità. Chi meglio di una madre avrebbe potuto cercare di darmi un po’ di forza?
- Ok...allora...
***
Mi svegliai all’alba cosa di per se già molto strana e dopo aver tentanto inutilmente di provare a dormire abbandonai l’idea. Con il viso ancora girato verso la porta della nostra stanza allungai la mano dietro di me per sfiorare la pelle di killian ma trovai solo il gelo dall’altra parte del letto. Mi girai lentamente dato lo stato di dormiveglia e costatai che lui non c’era. Il letto dalla sua parte era completamente intatto cosa che mi fece capire che non aveva affatto dormito qui. Mi alzai per andare a prendere il mio cellulare per chiamarlo ma proprio accanto ad esso trovai un bigliettino con la sua calligrafia:
"Amore mio buongiorno... se starai leggendo questo bigliettino è perché ancora non sono rientrato a casa. Dopo che sei andata a dormire mi ha chiamato spugna per un’emergenza al porto... nulla di così eclatante non preoccuparti: le cime della nave si sono staccate con il temporale. Esco per dargli una mano. In base allora che faremo deciderò se tornare a casa e svegliarti per ... (va beh hai capito), oppure rimanere lì e tornare per la colazione. Ti amo amore mio.
Ps. sono stato poco esplicito perché Leila ha imparato a leggere e non vorrei mai che leggesse certe cose. A tra poco    killian
 
Non è tornato per svegliarmi e di conseguenza questo significa che la situazione si è portata per le lunghe. Pensai di preparare la colazione ma poi un’idea ben migliore balenò alla mia mente. Decisi di andare a trovarlo. Avrei preso la colazione da Granny e avremmo mangiato a bordo della Jolly godendoci l'alba. Mi aveva promesso un risveglio amoroso? Avevo tutta l’intenzione di averne uno. Prima di andare via andai in camera di Henry dicendogli di dare un’occhiata alle sue sorelline e di portarle da Granny nel caso non fossi tornata prima che lui andasse a scuola. Presi la mia inseparabile giacca dopodiché mi diressi dalla cara nonnina e successivamene al porto. Vedevo la gente guardarmi in modo strano ma non ne capivo il motivo... lo capii qualche metro più in là quando dal ponte della Jolly Rogers lo vidi: Il mio adorato maritino era intento a baciare una donna che sicuramente non ero io. Sentii una forte fitta al petto e mi sentii mancare la terra sotto i piedi ma cercai ugualmente di restare lucida. Non è possibile, pensai, killian non mi tradirebbe mai, sono io il suo vero amore e invece eccolo lì a poggiare le sue labbra e le sue mani sul corpo di quella sgualdrina. Mi avvicinai di qualche metro a passo sostenuto decisa a prenderli a sberle: prima lui e poi lei ma quando la donna in questione si voltò nella direzione dove ero io ebbi una doccia gelata. La donna in questione la conoscevo e non potevo pensare che proprio lei potesse farmi questo affronto. Non so di preciso cosa mi successe, forse la vergogna di essere vista in giro, forse la rabbia, la delusione... non so... so solo che mi ritrovai a correre verso la macchina per poi tornare immediatamente a casa. 
***
- Ecco! Questo è quello che è successo... - dissi riprendendo a piangere. Mia madre mi fissava a bocca aperta per lo stupore. La conosco ormai... credo di averla lasciata quasi senza parole. 
- Tesoro sei... sei  sicura di quello che hai visto? Sono accuse pesanti queste.
- Più che sicura. Quel cogl..... - presi un respiro per evitare di dire parole poco consone in quanto in casa c'erano dei minori che avrebbero potuto ascoltare - Quel demente ha buttato all’aria la nostra famiglia.
- Sa che lo hai visto?
- No e non ho intenzione di dirglielo! Sono venuta qui solamente perché mi hai incontrata.  Ho deciso di lasciare la citta.
- Hai deciso cosaaaaaaaaa????? Emma non puoi farlo! Ti ricordi come è andata a finire l’ultima volta? Le bimbe stanno bene qui a Storybrooke, non puoi allontanarle di nuovo.
- Si che posso.
- Ragiona! E con il papà che faranno?
- Non lo vedranno semplice. Meglio crescere lontani da certa gente. - constatai con disprezzo. 
- Emma per quanto io ti voglia bene e possa darti ragione devo dirti che ora stai esagerando. Leila e Chloe hanno bisogno del loro papà.
- Io sono cresciuta benissimo senza un padre. 
- Eri una ladruncola. Per non parlare che eri infelice. 
- Quello è perchè  non avevo neanche una madre! Loro ce l'hanno, non devono preoccuparsi. 
- Emma...
- No, non mi interessa! Sono figlie mie e decido io della loro vita. Le rivedrà quando il suo avvocato mi chiamerà. Ora scusami ma dobbiamo andare! - feci per alzarmi in modo tale da poter andare a prendere le bambine. 
- Puoi per una volta non ragionare d'istino? - continuò imperterrita - Ok non vuoi vederlo e sono d’accordo con te ma non devi scappare.  
- Non ho altra scelta. Non posso tornare a casa mia. 
- Potete restare qui. Sai che mi fa piacere. 
- Mamma, siamo in tre e  con Henry che ogni tanto ci raggiunge quattro. Non ci staremmo mai tutti insieme in un loft.
- È una soluzione temporanea amore.  Leila ha scuola,  non puoi fargliela saltare così senza un modivo valito.  Devi prima capire cosa fare poi se sarà il caso la iscriversi da un’altra parte. Ora devi solo stare calma... non sei affatto lucida.
Aveva ragione, ma come essere lucidi in una situazione del genere? Come mantenere la calma quando l’uomo della tua vita, o quello che pensavi fosse l’uomo della tua vita,  ti tradisce? Le lacrime sul mio viso continuano a scendere senza controllo. Dico di essere solo arrabbiata ma chi vogliamo prendere in giro; sono triste, devastata... io lo amo cavolo ma come al solito non vengo ricambiata. E' la storia della mia vita. Dovrei esserci abituata e invece no. Pensavo forse diverso questa volta, che lui fosse diverso... ma mi sbagliavo.
- Mammina ancora piangi? - La vocina triste di Leila mi riporta alla realtà
- Amore mio non è nulla è solo una giornata un po’ triste. Sto già molto meglio, non preoccuparti per me! Torna a giocare. - tento di rassicurarla. 
- Sei sicura? - annuisco - Va bene! - torna nell'altra stanza. 
- Hai due vambine che sono un'amore!
- Lo so... - dico orgogliosa per poi ripensare a lui. - l’unica cosa buona che ha fatto quell' imbecille....
***

POV KILLIAN.

Il mio telefono iniziò a squillare incessantemente: una... due...  tre chiamate. Ci metto un po’ a trovare quel congegno elettronico ma alla fine riesco a trovarlo e rispondo. E' mia figlia Leila.
- Papy devi correre! La mamma sta piangendo ma non so perché? E' triste - disse tutta agitata preoccupata per la sua manma. Che caspiterina era successo ora?
- Amore di papà calmati... puoi passarmi la mamma? - chiesi non facendomi prendere dal panico. 
- Non sa che ti ho chiamato... e se si arrabbia? Non vuole che uso il telefono senza permesso.
- Non fa nulla amore... passamela un secondino per favore. 
- Va bene... -sento i suoi passettini veloci e poi una vocetta dire: "mamy è papy al telefono". La sua risposta fu  quella di ringraziarla e dirle di tornare a giocare. Attendevo paziente in linea ma la risposta da mia moglie non arrivò. Era caduta la linea. Provai a richiamare subito ma non rispose ne la prima ne la seconda volta. Provai una terza ma parti direttamente la segreteria. Qualcosa non quadrava. Senza perdere tempo mi precipitai a casa ma non trovai nessuno. Ad accogliermi c'era solo roba sparsa in ogni dove: vestiti buttati a terra, sul letto... giochi sparsi ovunque, il bagno sottosopra... che fosse entrato qualche vandalo? Che le abbiano fatto qualcosa? Continuavo a contattare Emma ma il telefono era perennemente spento. E se fosse nei guai? E le bambine dov'erano? Non so se per istinto o per cosa ma mi recai in men che non si dica a casa dei suoi genitori. Ad aprirmi fu Snow che non appena mi vide sbiancò.
- Ti prego dimmi che Emma è qui! - le dissi prima ancora che riuscisse a dirmi anche solo ciao. 
- Killian... - il suo sguardo non mi disse nulla di buono ma non riuscì a terminare la frase che mia figlia chloe passò da sotto le sue gambe e mi raggiunse per abbracciarmi.
- Tao papy!
- Ciao amore di papà! - le dico prendendola in braccio e dandole un bacino. -  La mamma è dentro vero?
- Ti! - mi sorrise.
- Chloè amore di nonna torna di la a giocare con Leila ok? - le disse dolcemente strappandomela dalle braccia e poggiandola a terra
- Snow ma...  - perchè quella reazione così strana? - Che diavolo sta succedendo e sopratutto... dov' è Emma?
- Killian non dovresti essere qui! Non dopo quello che hai fatto non trovi?
La situazione si complica - Che ho fatto? - ripeto le sue parole - Ma chi, io? Non mi sembra di aver fatto nulla a dire la verità. 
- E allora perchè sei qui? 
- Perchè mi ha chiamato Leila dicendo che sua madre stava piangendo. 
- Appunto... non ti vergogni?
- E per quale motivo scusa? Senti Snow non farmi stranire e fammi parlare con Emma - dissi scostandola per passare ed entrare in casa. La vidi accasciata sul divano in condizioni pietose. Che diavolo le era successo?
- Amore mio che succede! - chiesi cercando di avvicinarmi a lei ma mi bloccai di colpo in quanto il suo sguardo mi fulminó in un nano secondo. I suoi occhi, poco prima tristi, erano indemoniati e mi guardavano in un modo che non avevano mai fatto prima, neanche quando ci odiavamo.
- Esci immediatamente da questa casa! Non sei il benvenuto
- Emma...mah... - non  capivo. 
- HOOK! Te lo sto dicendo con le buone: non portarmi ha mandarti via con la forza perché lo sai che mi basta uno schiocchino di dita per farlo!
- Ma si può sapere che ho fatto?
- Lo sai benissimo! Sparisci!
- No che non lo so e no, non me ne andrò fin quando non mi dirai che cosa sta succedendo!
- Vai a casa della tua amichetta e fatti rinfrescare la memoria da lei! Ah e visto che ci sei dille anche di non farsi più vedere in giro! - con un gesto della mano mi catapultò fuori casa. Ero scioccato da tale reazione ma non mi arresi, mi misi a sedere davanti la porta del loft aspettando o semplicemente sperando che uscisse anche solo per prendere una boccata d’aria. Era arrabbiata con me questo lo avevo capito ma non ne capivo il motivo. Amichetta??? Di che diavolo stava parlando?. Vidi David rincasare dal lavoro qualche ora dopo e  raccontai a lui gli avvenimenti della mattina. Entrò in casa in casa per avere qualche spiegazione in più. A lui di sicuro gliele avrebbero date. Uscì poco dopo. Pensavo per rassicurarmi e invece no:  mi prese per il bavero della giacca, mi mise contro il muro e mi diete un destro in pieno volto dicendomi di essere un lurido porco e che non mi dovevo assolutamente permettere di tradire sua figlia con un’altra donna.
- Tradite Emma?- chiesi sconvolto -  David ma ti ha dato di volta il cervello? Non ho mai tradito tua figlia!
- Sei stato beccato capitano mi dispiace!
ora capisco perchè era così sconvolta. Quello che non capisco è come possa aver dato retta a delle chiacchiere. Credevo avesse piena fiducia in me. - Emma crede davvero a questa storia? David lo sai che la gente parla senza pensare e lo sai anche tu che non mi permetterei mai di fare una cosa del genere. - mi guardava con aria di disprezzo - Perchè non vuoi credermi?
- Se fosse stato qualche paesano a parlare avrei sicuramente dubitato ma ti ha visto Emma con i suoi occhi e beh...  non credo proprio che mia figlia possa mentire su una cosa del genere. - Non potevo credere alle mie orecchie. Emma mi stata davvero accusando di averla tradita? Con quali prove poi... Tutto questo era davvero surreale.
- Che ci fare voi sui qui fuori? Le donne vi hanno cacciato? - disse ironicamente Regina arrivando al loft. Perfetto... sicuramente l'aveva chiamatata Emma per sfogarsi e immaginando la loro amicizia avrei messo la mano sul fuoco che avrebbe iniziato a prendermi a brutte parole anche lei nel giro di poco. 
- Non sarai venuta qui per darmi contro vero? - chiesi sulla difensiva
- Darti contro per cosa? - rispose lei cadendo dalle nuvole
- Smettetela tutti e due e non fate i bambini.  Emma vi ha visto entrambi quindi cortesemente risparmiatevi la farsa e andate via. - disse David
- Visti? Farsa? Ma che diavolo blateri David? Che succede? - chiese la ragazza
- No no aspetta aspetta! - Intervengo io - Sarebbe lei quella con cui avrei..... - rido - E' assurdo David!
- Scusate??? Mi dite di cosa state parlando? 
- A quanto pare io e te abbiamo una storia clandestina e Emma pare ci abbia beccato a scambiarci effusioni! - le spiego in parole povere
- Ma cosa...  no va beh! Tua moglie si droga te lo dico io! David davvero credi a questa storia?
- Vi ha visti mia figlia questa mattina presto!
- Ma se io ero a casa con Robin questa mattina...
- E Emma può confermarti benissimo che stamattina era con me! Siamo stati parte della notte insieme fino all’alba poi ha deciso di tornare dalle bambine e da Henry. - la faccia di mio suocero cambiò  improvvisamente.
- Eri con Emma stanotte?
- Si perché che c’è di strano?
- Aspettami un secondo qui fuori... torno subito!
***

POV EMMA

Quando entrò mio padre in casa dicendomi che aveva qualcosa da dirmi pensai di fosse fatto raggirate ma poi guardai il suo sguardo: era spiazzato. Mi chiese di uscire un secondino fuori perchè dovevo assolutamente ascoltare una cosa ma quando uscii me li ritrovai entrambi davanti:
- Hai due secondi! - Dico guardando killian e evitando Regina
- Emma, stanotte eri in barca con me e ci sei stata fino a questa mattina come è possibile che tu mi abbia visto con lei? Per non parlare del fatto che ha appena detto a tuo padre che è stara tutta la mattinata con Robin. 
- Con che faccia tosta vieni a dirmi queste stupidaggini è? Lo sai benissimo che ero a casa stanotte. Non ero di sicuro io quella che ti ha scaldato il letto.
- Emma puoi chiedere anche a Robin... davvero!
- Zitta tu! Non ti ho interpellata
- Andiamo non fare la ragazzina, lo sai anche tu che non è il mio tipo Hook e poi pensi davvero che andrei contro la madre di mio figlio sapendo che poi potresti portarmelo via per sempre? Andiamo!
- Puoi giurarci che succederà e per quanto riguarda te - dissi a Killian -  la situazione non è affatto differente. Scordati di vedere Leila e Chloe. Mi fate schifo! - cercai di tornare dentro casa ma lui mi trattenne per un braccio con quanta più forza avesse in corpo  impedendomi di proseguire. Mi girai a guardarlo con disprezzo e lui subito lasciò la mano per paura di farmi male. Purtroppo per lui di male me ne aveva già fatto abbastanza questa mattina. 
- Non puoi portarmele via o impedirmi di vederle! Sono anche figlie mie. -disse arrabbiato per quella mia decisione. 
- Posso eccome invece! Mandami a scrivere dal tuo avvocato se le cose non ti stanno bene e allora potremmo riparlarne. -  Per evitare di essere bloccata nuovamente decisi di usare la magia per tornare in casa... ero arrabbiata e non sarebbe stato il loro finto alibi a farmi cambiare idea.
***

POV KILLIAN

È passata una settimana da quel maledetto giorno e la situazione non è cambiata di una virgola. Non vedo Emma da otto giorni ormai e la cosa mi fa male ma quello che mi distrugge di più è il non vedere  le mie bambine. Voglio essere presente nella loro vita ma come posso farlo se la loro madre me lo impesice?  Sembro uno stocker in questi giorni... la mattina presto mi reco nella scuola elementare di Leila e da lontano la osservo mentre entra. Qualche volta l’ho vista anche giocare nel cortile durante la recretazione e la tentazione di avvicinarmi è stata tanta. Ho resistito e sono rimasto in disparte... Non posso rischiare di fare qualche passo falso, potrei perdere ogni change di riaverle con me. Per quanto riguarda Chloè invece non la vedo da quel giorno che sua nonna me la strappò dalle braccia... mi manca proprio tanto la mia piccolina. Passo le mie giornate sulla jolly come ai vecchi tempi, rientrare in casa ora come ora mi farebbe solo male. 
Ho incontrato Regina qualche giorno fa, di tutti i miei famigliare è l’unica che ancora mi crede. Abbiamo cercato tramite gli acchiappa sogni di rivivere i miei ricordi di quella sera e come ho già precedentemente detto anche loro confermano la presenza di Emma sulla mia nave. Regina ha provato a chiedere a Emma di fare lo stesso con i suoi ricordi ma le ha praticamente chiuso la porta in faccia. Mi desto dai miei pensieri quando sento il mio cellulare vibrare... un messaggio: Snow:
"Sarà meglio per te che non sia stata una tua idea. Vediamoci tra cinque minuti da Granny. Se lei è con te portala." - Sbuffai al solo pensiero che mi credeva insieme a Regina ma decisi comunque di andare all’incontro. Era già lì quando arrivai e la sua faccia era tra l’arrabbiato e il preoccupato. Di sicuro c'erano delle novità.
- Sei da solo! - constatò - Ti avevo detto di portarla!
- Io e Regina non siamo amanti e non era come me nel momento in cui mi hai mandato il messaggio! Snow per favore... non iniziare anche tu!
- Non parlavo di Regina ma di Chloe!
- Chloe??? - che centrava adesso la mia bambina e sopratutto se Emma non mi fa neanche avvicinare a lei come è possibile che stia con me. O mio Dio! deve essere successo qualcosa - Dov'è mia figlia Snow! - chiese ad alta voce preoccupato per la risposta.
- Ah... io un’idea ce l’ho e infatti sono venuta fino a qui per riprendermela . State davvero uscendo dagli schemi ma non pensavo arrivaste a tanto. Killian preparati perché se Emma non ha chiamato avvocati fino ad ora con quest’ultimo evento credo che la cosa sarà inevitabile.
- Io non riesco a capire... - ero agitato - Snow parla!!!!! Che diamine è successo a mia figlia? - la mia voce deve esserle sembrata davvero impanicata perché la vidi calmarsi nei miei confronti.
- Tu... tu non lo sai?
- Sarei qui se lo sapessi? Spiegati cavolo e poi dimmi: Emma dov'è? Non poteva venire lei a parlarmi?
- Emma è andata a prendere Leila prima da scuola per evitare che succeda lo stesso di chloe.
- Che diamine è successo a mia figlia.
- Emma stamattina doveva rientrare a lavoro e non essendoci nessuno a casa per potersi prendere cura di chloe ha deciso di iscriverla al nido. Sono andata a riprendere la bambina un’ora fa e la ragazza che lavora lì mi ha detto che l’ha ripresa la zia e che Emma lo sapeva. Anzi...  la ragazza sostiene che sia stata Emma questa mattina verso le dieci ad anadare a scuola per comunicare la cosa. Ho chiamato Emma e mi ha assicurato di non essersi mossa dalla staIone.
- Perché Regina avrebbe dovuto prendere chloe?!?! Non ha senso!
- Io pensavo per portarla da te visto i vostri rapporti ma se non ne sai nulla allora non me lo spiego neanche io. 
- Allora... te lo dirò per l’ultima volta: io non ho una relazione con Regina e non ho mai tradito Emma. Regina non è mai salita sulla mia nave senza la presenza di Emma o qualcuno di voi. Le cose quindi sono due o mia moglie è impazzita e vede e fa cose insensate che poi neanche ricorda, ma la vedo impossibile, o abbiamo un nuovo problema.
- Mi sembri sincero ma mia figlia non è pazza posso assicurartelo. Qualcosa ha visto! Per favore chiama Regina e falla venire qui.

POV REGINA

Killian mi chiamò dicendo di affrettarmi a raggiungerlo da granny. Non aggiunse altro ma la sua voce non era affatto tranquilla. Dato il periodo che stava passando decisi di raggiungerlo subito, magari aveva bisogno di sfogarsi un po. Lasciai Ronald con Robin e mi recai alla locanda. Avrei dovuto immaginarmelo che non era da solo... Snow era con lui.
- Allora? Tutta questa urgenza? - Chiesi . Fu killian a rispondermi:
- Sei stato un essere spregevole per migliori di anni e non hai mai avuto problemi a dire le cose come stavano giusto?
- Ancora??? Ancora che credono alla storia della nostra relazione? - dissi esasperata. Era un incubo. 
- Aspetta! La situazione è più complicata e spero vivamente che non sia così. Hai preso Chloe dal nido e l’hai portata con te?
- Chloè va al nido? No... certo che no! Perchè avrei dovuto prenderla. -  Dissi senza pensare al vero senso di quella domanda
- Ti hanno vista andare a riprenderla su ordine di Emma che per giunta nega di averlo fatto.
- E ha ragione! Non mi ha chiamata. Dubito lo avrebbe fatto visto i trascorsi. - solo in quel momento capii cosa mi stessero dicendo - E quindi... Chloe con chi è adesso???? - domandai preoccupata. La risposta arrivò come una doccia gelata
- Non lo sappiamo!
 
Note dell'autore: Stranamente sono in anticipo o meglio... c'è una spiegazione se sono in anticipo: questo fine settimana sarò fuori città quindi sarebbe stato impossibile per me pubblicare l'aggiornamento. Mi sono chiesta: meglio attendere la prossima settimana per aggiornare o dividere il capitolo e aggiornare sia questa che la prossima? Come avrete potuto capire ho scelto la seconda opzione. Sperando che la cosa vi faccia piacere e che il capitolo sia di vostro gradimento vi auguro un buon fine settimane e ci sentiamo al prossimo aggiornamento. 

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Capitolo 18
*** che cosa ne sarà di noi (parte 2) ***


"Il terzo discendente del salvatore sarà colui con il potenziale magico mai visto nella storia. Costui potrà essere richiamato sia dalla luce che dall'oscurita a seconda del suo addestramento".

Questo è ciò che diceva il mio libro degli incantesimi così decisi di fare qualche ricerca e scoprire se la cara e dolce salvatrice avesse già procreato il suo terzo discendente. Erano passati anni ormai dall’ultima volta che l’avevo vista quindi sperai che la ragazza si fosse data da fare in quel periodo. Non avevo tempo di aspettare... avevo una gran sete di vendetta. Fortunatamente scoprii che la mia più acerrima nemica aveva già dato alla luce il pargolo o meglio: la pargola. Aveva solamente due anni da quello che avevo potuto capire ma sarebbe stata ugualmente istruita per il suo compito. Mi informai sulle loro abitudini, le loro amicizie ed infine  feci il mio intervento. Nel giro di mezza giornata la piccola mocciosetta dai capelli biondo Charming era già nel mio rifugio. Ora l’unica cosa che dovevo fare era cercare di non innamorarmi di quella bambina dai modi dolci. Già in passato ho amato un figlio della salvatrice... non posso ripetere la stessa cosa anche perché ora c’è in gioco tutto.
- Tiaaaaa boglio la patta! Ho fame! - ecco una cosa non avevo calcolato... avrei dovuto farle anche da balia. sospirai...
- E va bene ma dopo facciamo un giochino ok?
- Ti ti tiiiiiii!
***

POV EMMA

La chiamata di mia madre mi fece completamente gelare il sangue. Non avevo dato assolutamente ordine a Regina di prendere mia figlia; figuriamoci.... con tutto quello che mi aveva fatto pochi giorni prima poi. Il solo pensiero che lei e quel depravato di mio marito, perchè di sicuro centrava qualcosa,  abbiano fatto una cosa del genere mi manda in bestia. Come si sono permessi!  Riesco a mantenere un minimo di lucidità e tranquillità solamente perchè so che almeno a lei non farebbero mai del male. Per essere  sicura che ness'un altro sarebbe sato messo nel mezzo delle nostre discussioni  decisi di andare a prendere ugualmente Leila da scuola. Una volta presa la bambina mi recai da Granny dove sapevo, tramite un messaggio di mia madre,  che avrei trovato i due idioti. Mandai Leila a giocare con mia madre e mi diressi al loro tavolo:
- Tutto mi sarei aspettata da te ma non questo. Si chiama rapimento lo sai si? E tu???? - mi rivolsi a Killian - Al posto di inveirle contro stai qui bello e tranquillo a chiacchierare con lei? Cos'è? pensi che almeno in questo modo riuscirai a vederla? - mi ero ripromessa di essere cauta ma quanto può essere cauta una mamma a cui è stata strappata  dalle braccia la propria figlia?
- Emma non è come pensi... ascolta
- No Killian! Io non ascolto proprio un bel niente! Ditemi immediatamente dove si trova la mia bambina. 
- Emma te lo giuro, non ho preso io vostra figlia! - disse Regina con fare innocente
- E per quanto mi mancano le nostre bambine non ricorrerei mai ad una scorciatoia come questa per vederle... - continuò lui . In un primo momento risi pensando a quanto fossero ridicoli a spalleggiarsi così, poi però guardai meglio gli occhi di Killian: erano preoccupati e non solo per le nostre discussioni. Lo conosco da anni ormai e ho imparato a capire le sue espressioni: lo preoccupava qualcosa, qualcosa di serio... riformulai la domanda:
- Killian - lo guardai negli occhi - Non avete voi Chloe? - la mia voce tremó e lui capì che gli stavo finalemente credendo. Prima di rispondermi si alzò e mi venne vicino:
- Purtroppo no. Non è ne con me ne con Regina.  - ebbi un mancamento e dovetti ringraziare mentamente Killian che si era avvicinato perché altrimenti avrei sbattuto sicuramente il viso contro il bancone del bar. 
- Oiiii ci sei?!?! - mi disse preoccupato tenendomi saldamente per la vita.
- Dov'è? Dov'è nostra figlia? - ora ero davvero spaventata.
- Non lo so tesoro ma la troveremo puoi starne certa.
- Sta... sta succedendo di nuovo... - mi riferii agli avvenimenti di qualche anno prima con il rapimento di Leila. - Sta succedendo di nuovo ed è tutta colpa tuaaaaaaaaa! - uscii dal locale piangendo e inutili furono i tentativi di Killian di fermarmi. Corsi... corsi con quanto più fiato avevo in corpo, avevo bisogno di sfogarmi, di capire quello che stava succedendo in quei giorni e sopratutto avevo bisogno di ritrovare mia figlia.

POV ANTAGONISTA

- Allora chloe pronta per fare un giochino?
- Ti, ti tochino!
- Vieni qui allora, fatti togliere questo braccialetto. - le indicai braccialetto giallo che portava al polso sinistro
- No mio! - protestò ritirando il braccio.
- La zia giura che te lo ristituisce. - continuò a dirmi di no con la testa. - Se non lo togliamo richierà di rompersi amore e non non vogliamo che si rompa giusto? - Non so dire se mi avesse capita o meno. Era titubante ma finalmente dopo qualche tentativo riuscii a togliergle quell' odioso blocca poteri e lo misi in tasca - Ora piccolina si gioca ok? Pensa ad un giocattolo che vorresti tanto avere ok? Pensa e immagina  che sia qui con noi!
La vidi stringere forte forte gli occhietti e in men che non si dica ecco che un peluche gigante apparve davanti ai nostri occhi. La bambina rimase incredula di quello che aveva appena fatto e lo credo bene, sono due anni che non usa magia, avrà anche dimenticato di poterlo fare.
- Tono tata io? - mi chiese per poi sorridere felice
- Si tesoro e  sei stata anche molto brava. Vuoi giocare ancora?
- TIIIIIIIIIII! 
- Bene! Riesci a far apparire questa? -  le feci vedere una sfera di fuoco. Provò a imitarmi ma non uscì nulla dalla sua manina. Come era possibile  mi chiesi,  aveva la magia e il potenziale non le mancava di certo visto che dopo anni era riuscita a far apparire un oggetto a suo comando. Poi capii. Mancava una cosa di fondamentale importanza per la riuscita di quella magia:  L’odio e quella bambina, cresciuta tra coccole e bacini da una  famigliola apparentemente perfetta, di sicuro non ne aveva. Dovevo intervenire io.
- Chloe vieni qui da zia.... sediamoci qui ok? - La misi seduta accanto a me su un muretto. - Tesoro la mamma ti ha spiegato perchè sei qui oggi? -  Appena sentì pronunciare la parola mamma le si illuminarono gli occhi.
- Dovè è mammina mia??? - mi chiese
- A casa sua amore. - il mio piano iniziava ora.
- Quando tonna da me?
- Amore la mamma non verrà a prenderti oggi... e neanche domani.
-Pecchè? - bene stava capendo, lo riuscivo a vedere dai suoi occhietti dispiaciuti. Dovevo solamente trovare parole semplici per farle capire quello che volevo.
- Perché vuole che resti con me per sempre.
- E Pecchè? Io boglio mamma.
- La mamma non può stare con te. Deve pensare ad Henry e Leila.
- E a me? - vi giuro che il mio cuore malvagio si stava spezzando a quello sguardo tra il triste e l’impaurito ma non potevo cedere ora.
- A te ci penserò io visto che lei non riesce.
- Mammina non vuole più bene a me?
- No amore. - iniziò a piangere e mi sforzai in tutti i modi per non abbracciarla... in fondo anche se in una misera, ma misera, parte era davvero la mia nipotina. - Chloe non piangere! Non serve a nulla.
- Boglio mammaaaa!
- Se vuoi la mamma devi impegnarti per falle capire che vuoi stare con lei. Nel suo cuore o ci sei tu o Leila. Non c'è posto per entrambe
- Cattiva Leila.
- Si tesoro è cattiva e se tu  vorrai tornare a casa devi sconfiggerla. -nelle mie ricerche avevo dato anche uno sguardo al futuro e avevo notato che quelle due bambine sarebbero diventate potentissime insieme sopratutto grazie a Chloe. Per far si che questo non accada  bisognerà eliminarne una e portare la più forte verso il male.
- Che significa? - mi chiese
- Che devi fare un gioco con lei. - feci apparire nuovamente una sfera di gioco dalle mani. - Pensa a Leila che ti ha rubato la mamma... pensa che non vedrai più mamma e papà per colpa sua. Resterai sempre qui con me amore se non ti concentri. - Come volevasi dimostrare dai brutti pensieri scatta l’energia necessaria per la sopravvivenza e la vendetta. Non apparve una sfera di fuoco dalle sue mani ma bensì una grossa palla di luce. Poteva anche bastare come arma ma io volevo di più! Lei doveva diventare pura oscurità. - Ora lancia quella sfera di luce contro il tuo amico si peluche pensando sia tua sorella. - Obbedì e quel povero orsacchiotto andò in frantumi.
- L’ho lotto io??? - disse dispiaciuta 
- Si lo hai rotto ma non è un problema, con la tua magia puoi averne quanti ne vuoi. Ora che hai capito come funziona il tuo potere che ne dici: andiamo a riprenderci la mammma? 
-TIIIIII
 Non era assolutamente nei miei piani riconsegnarla ad Emma ma la bambina doveva credere così.

***

POV KILLIAN

Provai a raggiungere mia moglie ma quando si accorse che la stavo inseguendo sparì nella sua solita nuvola di fumo. Cosa diavolo stava succedendo alla nostra famiglia? Prima la nostra litigata, poi la scomparsa della bambina... ormai era evidente che qualcuno ce l’avesse con noi...  ma chi?!?! Aveva visto Regina baciarmi e a scuola avevano visto  Regina andare a prendere chloe ma in entrambe quelle giornate Regina ha sempre avuto un ottimo alibi. Chi tra tutti noi in questa città ha il potere di cambiare aspetto? Che io sappia nessuno eccetto la stessa Regina. Mi avviai nel bosco e poi successivamente al molo ma non vi era traccia di Emma in nessuno dei due posti. Non era neanche nel Loft o da Granny... Ok, aveva vinto. Voleva stare da sola e forse non aveva poi tutti i torti. Non so se le sarei bastato come supporto morale in quel momento. Forse lasciarla un po' da sola era la soluzione migliore. Scoraggiato decisi si tornare a casa, avevo bisogno di dimenticare quella terribile giornata anche io ma non appena salii le scale che portavano nella mia camera da letto ecco che sentii dei singhiozzi. Era Emma non c’era alcun dubbio, avrei riconosciuto la sua voce ovunque. Era a casa! Seguii quei lamenti e come immaginavo la trovai nella cameretta della piccola. 
- Tesoro... - dissi quando la vidi a terra sul pavimento vicino a giochi della bambina.
- Sono una mamma orribile! - si limitò a dire senza guardarmi 
- Ancora con questa storia?!?! Non sei assolutamente una mamma orribile. Non lo sei mai stata e non lo sarai mai. Qualcuno ci sta prendendo in giro e noi scopriremo come sempre chi è!
- Dovevamo farlo prima... ormai è tardi!
- Non è mai troppo tardi... me lo hai insegnato tu.
- Abbiamo perso troppo tempo ad inveirci contro.... ho perso tempo. L’ho mandata al nido perchè non volevo stesse con te! Ho messo io le carte sul tavolo per farla rapire. È colpa mia! Avevo paura che come hai spezzato il cuore a me avresti potuto farlo a loro due. Non volevo che soffrissero come lo stavo facendo io ma ho sbagliato e forse lei ora sta passando delle cose assurde e.... e tutto per colpa mia.
- Non è colpa tua... - continuava a tenere lo sguardo fisso a terra - Guardami... guardami Emma! - stranamente mi diede ascolto - Eri arrabbiata con me, forse hai esagerato ok ma hai avevo le tue motivazioni. Non devi sentirti in colpa per averla portata al nido... hai solamente cercato di proteggerla.
- No, l’ho data in pasto agli squali!
- No! Non è colpa tua. - scoppiò in lacrime  come non faceva da anni ormai e per quanto mi riguarda beh feci  l'unica  cosa sensata che mi venne in mente: la strinsi a me. Non avevo secondi fini... volevo solamente alleggerirla da quel peso. Sarò sincero, pensavo davvero che mi avrebbe respinto e invece no... con mio grande stupore si abbandonò completamente a me e il mio cuore, per quanto ferito dalla perdita della mia  bambina, un po’ si risollevò:  con sua madre forse non era ancora tutto perduto.
***

POV ANTAGONISTA

Portai la bambina nel bosco e a suon di sfere luminose le feci mandare a fuoco gran parte della foresta. Il mio intento era quello di far divampare l'incendio fino in città ma purtroppo qualcuno diede  l’allarme costringendomi a cambiare piano. Mettemmo sottosopra gran  parte della città tra cui l’ufficio dello sceriffo, che a causa di un altro "piccolo" incendio perse tutte le documentazione degli ultimi dieci anni. La bambina sembrava essersi stancata ma non poevamo fermarci ora...  nonostante tutte queste piccole azioni potevo vedere benissimo che non accennava minimamente a diventare una piccola oscura. Come fare? Non avrebbe di sicuro resistito mezz'ora di più se avessimo continuato. Avevo bisogno di un piccolo aiutino. Pugnalarla con il pugnale dell'oscuro era fuori questione ma magari un pizzico di magia mi avrebbe aiutato nell'intento . Andammo nella mia cripta e solamente dopo essermi assicurata che non vi fosse nessuno mi misi a lavorare ad una pozione.  Presi il libro di incantesimi di mia madre che portavo sempre con me e creai la pozione adatta. Una volta aver ottento l'intruglio lo miscelai all'interno di una bottiglietta di succo di frutta e lo diedi alla bambina la quale mi sorrise felice. Bevve la pozione e vidi in lei un cambiamento immediato:  i suoi occhi erano diventati completamente neri. L’oscurità si stava facendo spazio in lei.
- Vuoi continuare a giocare bambolina? - le chiesi
- Ti!
- Andiamo allora! Fammi vedere cosa sai fare! - non potevo credere ai miei occhi... nel giro di mezzo secondo aveva mandato a soqquadro l’intera cripta!
- Bava io?
- Bravissima direi e ora che vuoi fare?
- Andale a giocale co Leila per tonnare da mamy!
- Brava la mia ragazza.
***

POV EMMA

Piansi per ore e killian rimase tutto il tempo accanto a me.
- Dovremmo andare a cercarla! - gli dissi una volta riacquistata un po' di lucidità. 
- Se ne stanno già occuoando i tuoi genitori,  Henry, Regina e Robin. Noi abbiamo bisogno di qualche minuto per chiarire non trovi?
- Non c’è niente da chiarire... mi dispiace ma io ti ho visto e non posso passarci sopra. Non ci riesco... e poi non è proprio il momento adatto. 
- Tu neghi di essere stata da me quella sera sulla nave... eppure ci sei stata. Questo non ti fa pensare nulla?
- Che uno dei due sta mentendo e quel qualcuno di certo non sono io! - Mi alzai di scatto pronta a concludere quella terribile conversazione. 
- Aspetta!!! Non ti stavo dando della buggiarda... volevo solamente dire: non pensi che il rapimento di Chloe e questo fatto del tradimento possano avere un fattore in comune? Qualcuno vuole annientarci Emma e sta usando dei mezzucci da quattro soldi per farlo. 
- Non lo so... non ho la testa per pensare in questo momento. Voglio solamente riavere la mia bambina a casa.
- E' la cosa che più desidero anche io e ti prometto che la ritroveremo. - Annuii - Tu però devi promettermi una cosa. Una volta che avremo riavuto la nostra piccola tra le braccia parleremo di noi. Nel bene o nel male che sia.
- D’accordo! Ora però andiamo a dare una mano agli altri.
Rangiungemmo casa di Regina  ma a differenza di come mi aspettavo trovammo solamente mia madre con Neal,Leila e Ronald .
- Mamma... - mi guardai attorno -  dove sono gli altri?
- È successo un casino. - disse preoccupata -  Qualcuno ha dato fuoco alla foresta, all’ufficio tuo e di tuo padre e ha mandato sottosopra l’intera cripta di Regina. Credo ci sia qualcuno di male intenzionato in città! Tuo padre è in ufficio con i nani mentre Regina e Robin sono andati alla cripta per vedere se è stato rubato qualcosa. 
- Amor..... - tossì Killian come a mascherare il modo in cui mi aveva appena chiamando -  Emma! Raggiungo tuo padre alla stazione, tu va da Regina...  se le serve un aiutino magico almeno non sarà sola!
- Ti preoccupi per lei adesso? - cavolo Emma, non è il momento di fare scenate di gelosia. 
- Preferisci andare tu da tuo padre? - Mi disse conoscendo già la risposta
- No!
- Allora dividiamoci è cerchiamo di capire cosa sta succedendo e dove può essere Chloe .
Accettai la sua proposta e anche se controvoglia mi recai da Regina. Non avevo nessuna intenzione di vederla ma volevo riavere la mia bambina tra le braccia e per farlo sarei stata disposta a tutto. Una volta arrivata trovai la porta buttata a terra. Entrai e la situazione non era di certo migliore : c'erano vetri e libri ovunque... tutto era stato raso al suolo e come cigliegina finale non potevano non esserci Regina e robin intenti a sbaciucchiarsi
- Vedo che mia figlia vi sta molto a cuore! - dissi con disprezzo
- Emma noi non stavamo... non... non è come pensi. - disse lei allontanandosi dal suo uomo.
- Ha ragione... era sconvolta, volevo solamente calmarla. - disse lui in sua difesa
- Ho visto ho visto! - cercai di chiuderla lì - Allora potenziali sospettati? Qualcuno ha lasciato qualche indizio per caso?
- Purtroppo no ma la cosa mi preoccupa parecchio. Nessuno è ma riuscito a ridurre la mia cripta così e la cosa ancota più strana è che nessuno a parte me può entrare qui! C’è la magia del sangue a sigillare la porta.
- Zelina! - esclamai - Che mi dici di lei???
- È fuori con Robin Junior! Non sono a Storybrooke in questi giorni... ho controllato.
- Magari può averla presa lei e ora la tiene prigioniera chissà dove.
- Emma no... zelina non c’entra nulla. E comunque è priva dei suoi poteri non dimenticarlo. 
- Magari c’è qualcuno che l’aiuta.
- No, lo escludo! Zelina vuole bene a Chloe e lo sai.
- Dopo quello che ho visto la settimana scorsa credimi se ti dico che non mi fido più di nessuno 
- Emma ancora con...  - venimmo interrotte dal suono del mio cellulare: era mio padre.
- Papà! - risposi -  Novità?
- Abbiamo visionato le cassette di sorveglianza. Sappiamocon chi ha la bambina.
***

POV KILLIAN

- David ho fatto il prima che ho potuto! Snow mi ha detto che qualcuno ha tentato di incendiare l’ufficio.
- Chiunque sia stato credo volesse solamente dare fastidio. Non mi sembra abbiano portato via nulla. I nani sono dovuti andare in miniera,  Sto controllando le registrazioni, vuoi darmi una mano?
- Certo. -Presi i nastri è lì consegnai a David.  iniziammo a controllarli ma notammo subito un piccolo particolare: erano stati manomessi.
- Maledizione! - esclamai dando un pugno sulla scrivania
- Stai calmo,  abbiamo altro da controllare.
- Tipo?
- Telecamere nascoste! Non è la prima volta che ci imbrogliano manomettendo i filmati.  Io e Emma anni fa abbiamo pensato di raddoppiare la sicurezza. Vado a prenderli. 
Tornò poco dopo con il materiale in questione e fortunatamente almeno quelli non erano stati manomessi. Le immagini davano più che altro sul corridoio principale.
-  Aspetta,  rallenta l'immagine! - dissi dopo un'ora di suoervisione -  Sta entrando qualcuno... ecco guarda! - non era nessun vandalo ed era in compagnia.
- Non posso crederci! - Esclamò David
- Dobbiamo chiamare Emma! È in pericolo. 
***

POV EMMA

- Allora?!?!  Non tenetemi sulle spine... - dissi visto che mio padre non si affrettava a parlare
- Dove sei?
- Da Regina perchè?
- Emma occhi ben attenti... è Regina che tiene da qualche parte Chloe. Le abbiamo viste,  sono state qui! 
- Cosaa?!?! - proprio in quel momento mentre mi guardavo attorno in cerca di non so cosa il mio sguardo si soffermò su un oggetto fin troppo familiare: un braccialetto giallo.
- Stiamo arrivando, non fare passi fal... - lanciai il telefono a terra e la prima cosa che mi venne in mente fu quella di afferrare Regina e sbatterla, con quanta più ferocia avevo in corpo, contro il muro più vicino. Inutili i tentativi di Robin di togliermela dalle mani. Ogni volta che cercava di avvicinarsi lo allontanavo a suon di  magia.
- Tu.... sei stata tu! Avevo ragione fin dall’inizio!  Come ti sei permessa!!!!!
- Emma cosa...
- Sei nei guai Regina. Ti hanno vista. Vi hanno viste... ora dimmi dove si trova!
- Chi?!?!
- MIA FIGLIAAAAAAAAA! 
- Emma ma che dici, io non ho la più pallida idea di dove sia Chloe.
- ZITTAAAA! Non complicare la tua posizione. Sei stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza del mio ufficio e come prova aggiuntiva ho questo. -  le mostrai il braccialetto - lo riconosci?????
- Si ma...
-DOV'E'E'E'E'E'E'E'E'EE'E''! Parla perché altrimenti potrei non rispondere delle mie azioni.
- Potrei colpirti io stessa con la magia se volessi ma non lo farò. Sono innocente che tu lo creda o meno e se per dimostrarlo dovrò sacrificarmi ok... fai pure. Sappi solo una cosa: Killian non ti ha mai e dico MAI tradito con me e Chloe non ha avuto niente a che fare con me in questi giorni. Non ti farei mai una cosa del genere, ma se non mi credi.... fai pure. - piangeva. Non avevo mai visto Regina così. 
- Hai anche il coraggio di piangere? - Feci apparire dalle mie mani una sfera di luce e mi preparai a colpirla. Aveva davvero superato ogni limite.
- Emma fermati! - disse mio padre bloccandomi - Non ne vale la pena
- HA PRESO CHLOE!
- Si ma sta bene la bimba! Dai video che ho visto stava bene. Non macchiarti di questo crimine.
- VUOI LASCIARLA IMPUNITA? - ormai ero fuori controllo. Non potevo credere che proprio lei, quella che si era sempre spacciata per mia amica, mi stesse facendo tutto questo.
- Certo che no! - disse per poi rivolgersi a  lei - Regina ti dichiaro in arresto per il rapimento di Chloe Jones.
- Ma io...
- Ti conviene restare in silenzio, tutto ciò che dirai potrà essere usato contro di te in tribunale!
- Killian per la misera di qualcosa! Tu lo sai che non è vera questa storia.
- Io so soltanto che non siamo stati insieme ma non posso dire la stessa cosa per Chloe. Purtroppo ti abbiamo vista.
- SONO STATA INCASTRATA NON CAPITEEE?????? 
- Avanti andiamo!
Proprio mentre stavano per portarla via Il suo cellulare squillò. Mio padre lo prese dalla tasca del suo tailleur  pensando potesse aiutarci a scoprire un possibile complice ma leggendo il displey si accorse che era Henry.  Rispose.
- Henry..... - si azzittì improvvisamente, evidentemente il ragazzo stava comunicandogli qualcosa - Davvero???? No no no. Fermati,  non fare nulla..... va bene così... ma sei sicuro???? - altro silenzio interminavile - Va bene prendi il motorino ma non farti vedere. Chiamaci appena sei giunto a destinazione. Fai attenzione mi raccomando.
- Che c’è? Che ti ha detto Henry! - il suo volto era sconvolto
- Dice... dice di aver visto una bambina che anche se con il cappellino e di spalle ha riconosciuto come Sua sorella!
- E dove?!?!
- Non è tanto dove ma con chi!
- Con chi era?!?!?! - chiesi con il cuore che mi batteva a mille
- Con lei! - indicò Regina -  Il problema è che mi ha chiamato mentre le seguiva il che significa...
- Che non ho preso io Chloe! Lasciatemi. - si liberò dalla presa - Credevate davvero che avrei preso mia nipote per un possibile malinteso con Emma???? Ma stiamo scherzando? Non c’entro nulla con questa storia dovete credermi... tu Emma devi credermi. Usa il tuo superpotere!
- Guarda in questo momento voglio solo andare da mia figlia...
- Mi odi lo so! Ma...
- Non è il momento. Ne parleremo dopo! L’ho preomesso a Killian e così lo prometto a te ma prima salviamo chloe.
- Scuste ma... - intervenne killian - io ti ho vista con chloe... eri vestita allo stesso modo in cui sedi vestita ora!
- Qualcuno ci sta imbrogliando. Aspettiamo la chiamata Henry e andiamo ok?
- Emma?!?!??! - mi chiese killian per conferma
- Va bene può venire ma solo perchè ci serve magia... ah se mi rendo conto che ci stai manipolando non avrò pietà per te!
- Va bene!
Aspettammo  la chiamata di Henry e alla fine raggiungemmo il posto da lui indicato: la casa in campagna dove abitava zelina.
- Abbiamo un piano? - chiese Regina
- Si! Entriamo, spacchiamo la faccia a chiunque ci sia dietro tutto ciò e ci riprendiamo mia  figlia! - cominciai ad avviarmi.
- Aspetta! Abbiamo già vissuto una cosa del genere, sai bene che bisognerà combattere... dobbiamo darci dei ruoli.
Aveva ragione - Che consigli? 
- Io e te che abbiamo i poteri ci occupiamo di chiunque ci sia li dietro, killian e David penseranno alla bimba  invece ok?
- Ok! Andiamo.
Accerchiammo la casa, provammo a vedere all’interno ma nulla... le finestre erano chiuse. Il piano era quello di entrare con calma ma non appena sentii la vocetta di mia figlia dire "mamma cattiva"  non ci vidi più e sfondai la porta a suon di calci. Mi ritrovai davanti una copia di Regina e la mia piccola Chloe.
- Ma guarda guarda chi abbiamo qui... - commentò la donna difronte  a me
- Mamy! Papy.... zia? - chiese la bambina confusa vedendo due versioni di sua zia. 
- Amore è tutto finito, la mamma è qui! Vieni. - le feci segno con le braccia di raggiungermi. Quanto mi era mancata.
- Chloe! - La rimproverò quellla depravata sotto mentite spoglie non appena la bimba fece un passo verso la mia direzione - Non andare! Lo sai anche tu cosa bisogna fare per tornare dalla mamma.
- Cosa le stai dicendo maledetta!!!!! -  Intervenne killian seguito a sua volta da Regina... la nostra Regina
- Chi diavolo sei e perchè mai hai preso le mie sembianze!  
- Davvero non mi riconosci vestita così?  Tze... non vali proprio niente senza di me! tI sei rammollita e basta.   - Con un gesto della mano cambiò vestiario facendoci capire la sua vera natura: non si era travestita da Regina. Era Regina... o almeno una vecchia parte di lei. Avevamo davanti agli occhi l'autentica Evil Queen.
- Ti avevo mandata nel mondo dei desideri, ti avevo concesso la felicità!  Perché sei qui? - domando la sua parte buona
- Sono malvagia Regina e lo sarò sempre. Questa è  la mia parte migliore e ora ho scoperto un modo per essere ancora più potente. Lei è la chiave. Tua figlia salvatrice è destinata ad essere una grande forza magica... una minaccia o per il male o per il bene. La sto istruendo per radere al suolo la città e quando sarà diventata potentissima la ucciderò e prenderò i suoi poteri
- Stai lontano da mia figlia! - feci per andarle incontro ma mi bloccai quando la sentii dare un ordine alla piccola. 
- Attacca! - al suono di quelle parole Chloe girò gli occhi per aria e improvvisamente diventarono neri:  sembrava posseduta. Fece apparire dalle sue manine una sfera di magia oscura e senza nessun ripensamento la scagliò contro si me. Mi prese di striscio ma mi buttò a terra. 
- Emma tesoro! - killian si avvicinò a me preoccupato - Stai bene?
- Pensa a Chloe... io sto bene.
- CHLOE NON SI FA COSIì! - la rimproverò il suo papà
-  Non è chloe... non più... ha l’oscurità dentro di se! - rispose Regina 
- Vedo che hai capito Reginetta da quattro soldi...Ora goditi lo spettacolo. Amore di zia ricordi cosa che bisogna fare adesso? - la bimba annuì. - Bene portala qui così anche la mamma vedrà chi delle due vale la pena tenere. - Cosa diavolo le stava dicendo!  Osservai la mia bambina senza poter far nulla e la vidi evocare sua sorella.
- Che ci faccio qui?!?!  - chiese Leila sorpresa guardandosi attorno - Mamma... papà... Zie???? Che succede?
- Leila boglio tocare con te! - Disse la piccolina ridendo come non avevo mai visto fare.
- Leila amore di mamma scappa. - provai a dirle ma la regina cattiva con la sua magia le inserì il bracciale di zelina per toglierle i poteri prima che potesse capire a pieno il mio suggerimento... maledetta. Non tolse i poteri solo a lei ma a tutti noi li presenti che ne eravamo in possesso.
- Chloe non possiamo giocare qui. - continuò Leila -  È casa di zia zelina  questa... come sei arrivata qui? E come ci sono arrivata io?
- Io voglio tocare ora. - Fece apparire una sfera oscura ancora più grande di quella usata in precedenza e lì capii  cosa voleva fare per davvero. Era intenzionata  colpaire sua sorella. Non erano distanti l’una dall’altra e Leila senza poteri non avrebbe potuto difendersi 
- Avanti Chloe che aspetti... fai vedere alla mamma chi merita di restare a casa tra le sue braccia!
- Cosa le stava mettendo in testa!  Mia figlia stava per uccidere sua sorella? No non poteva essere vero... 
- Chloe amore non farlo ti prego - la supplicai sperando capisse
- Emma -  mi disse Regina. - Non è in lei in questo momento.  l’ha manipolata e l'ha resa prigioniera dell'oscurità.  
- Dobbiamo salvarla! Dobbiamo salvarle!  Leila rischia di...
- Avanti chloe fa vedere a mamma e papà quanto sei brava! - La invitò a proseguire La Evil queen e in quel momento, chiamala paura, chiamalo istinto,  feci l’unica cosa sensata che mi venne in mente di fare: mi lanciai nella direzione della traiettoria della sfera facendo da scudo a Leila. Venni colpita in pieno.
***

POV HENRY

Una volta arrivati a casa di Zelina mi chiesero di rimanere in macchina perché poteva essere pericoloso. Acconsentii inizialmente ma dopo una mezz'oretta decisi di raggiungerli.  Avevo dieciasette anni ormai, ero grande e nessuno poteva più dirmi cosa fare! Volevo essere anche io un eroe e salvare la mia famiglia. Scesi dalla macchina, entrai in silenzio in casa e mi misi ad origliare. Vidi tutto: la Regina cattiva aveva Chloe e l’aveva resa malvagia. La mia sorellina era inriconoscibile dire la verità. Vedevo tutti i miei parenti cercare di dissuadere la bambina ma era incontrollabile. L’ultima cosa che mi sarei aspettato di vedere era la scena che avevo davanti in questo momento:  Chloe aveva appena lanciato un potente attacco contro nostra sorella ma la mamma pur di difenderla le ha fatto da scudo venendo colpita. La mamma è a terra priva di sensi con una ferita profonda all'altezza dello stomaco. Killian era accanto a lei e gridava parole poco ripetibili alla Regina cattiva mentre nonno David e l’altra mamma cercavano di calmare chloe che piangeva per non essere riuscita a colpire sua sorella mentre contemporaneamente  consolavano Leila che era impaurita. Dovevo assolutamente fare qualcosa per aiutare, ma cosa? Pensando pensando ebbi un’idea: corsi in macchina a prendere il mio zaino, tornai dentro e senza farmi vedere mi nascosi nuovamente. Estrassi dallo zaino la mia penna d'autore e il mio blocchetto.  Sapevo che non dovevo modificare il corso degli eventi ma questa era una questione di vita o di morte. Pensai di scrivere di salvare la mia mamma e mia sorella ma avevo paura che qualcosa potesse andare storto; in fondo la magia ha sempre un prezzo. Avrei potuto scrivere di Intrappolare la regina ma anche in questo caso di sicuro la mia azione avrebbe avuto effetti anche sulla parte buona della mamma... mmh... dovevo pensare ma le urla nell’altra stanza non mi permettevano di ragionare a pieno. Avanti Henry concentrati.... si! trovato. aprii il blocco notes e scrissi:
"Regina Mills riuscì a liberarsi del bracciale blocca poteri." Non appena misi il punto alla frase la scritta scomparve facendo sparire con se anche  il bracciale della mamma la quale se ne accorse immediatamente e intervenne attaccando di sorpresa la sua controparte. Ricambiò   il favore mettendole a sua volta il bracciale.
- Come diavolo hai fatto!!!!!! - Gridò la strega
- Non mi preoccuperei di come sono riuscita a raggirarti, mi proccuperei di più per questo -  fece apparire un oggetto tra le sue mani. - Ti avevo lasciata libera perché pensavo avessi capito la lezione ma invece sbagliavo: un essere come te deve essere rinchiuso a vita! 
- NOOO! Il vado di Pandora no!
- O si! Meglio di qualsiasi prigione non trovi?  Ciao ciao Reginetta. Buona permanenza! - senza pensare ulteriormente  apri la scatolina facendo sparire al suo interno la Evil queen. - Spero proprio starai comoda!
- Mammaaaaa! Corsi verso Emma una volta che  il nemico fu messo KO. Stava perdendo troppo sangue ed era bianca in volto. - Mamma ti prego fa qualcosa! - gridai all’altra mamma la quale si avvicinò sollevando la maglia della sua amica per controllare la ferita. Provó a guarirla ma non ci riuscì
- Perché non funziona! - disse killian in preda alla disperazione  mentre teneva stretta la mano di sua moglie e stringeva Leila con altro braccio
- Perché la sfera era destinata a colpire mortalmente. la regina voleva far diventare oscura chloe e per rendere tale la cosa Chloè vrebbe dovuto  uccidere qualcuno. Leila era la prescelta ma poi Emma si è messa in mezzo condannandosi a morte da sola. 
- Come possiamo aiutarla? - dissi - Deve esserci un modo. 
- Noi non possiamo fare nulla purtroppo. L’unica che può porre rimedio a tutto ciò è colei che ha lanciato la sfera: chloe!
- Chloe amore di papà... perché non ti avvicini?
- Mamy bene a Leila no a me! - rispose la piccola rimanendo al suo posto. 
- Amore ma cosa dici!  Non è vero.  La mamma vuole bene ad entrambe allo stesso modo!
- A telto Leila!
- Non ha scelto proprio nessuno amore, devi credermi.
- Tutta colpa Leila! - rispose facendo apparire una nuova sfera destinata a colpire sua sorella. Ho pensato che fosse la fine devo essere sincero ma anche questa volta qualcuno riusci a fermare la furia di Chloe nei confronti di sua sorella. Mamma Regina si travestì da Evil Queen e si avvicinò a Chloè. 
- Fai scomparire questa sfera ok? 
- Ma tia.... tu hai detto... - disse confusa non capendo perchè la stesse fermando. 
- Fai sparire la sfera e vieni con me ok?  - obbedì e insieme si avvicinarono all’altra mia mamma.
- Guariscila ok?
- No!
- Chloe! - la rimproveró
- Io... io non to fallo!
- Vuoi bene alla mamma vero?
- Io ti ma lei...
- Pensa a quanto vuoi bene alla mamma, pensa a cose belle. La mamma ti ama chloe lo so per certo....
- Ma tu plima hai detto...
- Non importa quello che ti ho detto prima...  fammi vedere come sei brava:  guarisci la mamma.
Finalmente si convinse mise la mano vicino alla ferita di mamma e la curó. Ci mise dieci minuti buoni ma alla fine ci riuscì.
- Tia ho tanto sonno! - disse iniziando a stropicciarsi gli occhi
- Andiamo, ti porto di sopra. - la prese in braccio - è molto provata per le magie che ha fatto... - ci spiegò - Spiegate tutto ad Emma quando riprenderà conoscenza nel frattempo io la faccio dormire un po'
***

POV EMMA

Quando aprii gli occhi avevo un fortissimo senso di nausea e mi girava la testa. Vedevo solo sagome intorno a me e non riuscivo a distinguere chi fossero... sentivo voci ma solo una mi risuonò alla mente... diceva “ tia tono tanca”.  Era Chloe. Si era Chloe non c’era alcun dubbio!
- Chloe! - Dissi con voce debole cercando di mettermi su.
- Piano Emma! Hai preso una bella botta. - disse mio marito
- Chloe... dov'è Chloe? Lei è.... l’ho vista con i miei occhi... è.... è cattiva. L'hanno resa cattiva!!!!
- Emma tranquilla.... tutto si sistemerà.
- No se non riusciremo  a fermare quella pazza! - provai nuovamente ad alzarmi.
- stai calma,  Regina l'ha messa Ko. La Evil Queen è fuori dai giochi per sempre. 
- E chloe ora dov'è? - disse non vedendola in quella stanza. 
- Ti ha guarita ma l’energia utilizzata per farlo è stata troppa così Regina l’ha portata su a fare un riposino.
- Voglio andare da lei!
- Dovresti riposare anche tu, ti sei salvata per un pelo. 
- Voglio andare da lei ho detto! - dissi con rabbia e impazienza
- Ok! Henry resta con Leila, noi torniamo subito.
Una volta riuscita a mettermi in piedi, aiutata da mio padre e killian, raggiunsi il piano di sopra dove vidi Regina coccolare una Chloe già addormentata.
- Come sta? - chiesi
- È molto provata ma sta bene. Dobbiamo solamente toglierle l'oscurità. 
- Ha fatto delle brutte azioni lo sai anche te che non si può tornare indietro. 
- Non è stata chloe a commetterle... ho visto i suoi ricordi,  le ha dato una pozione per renderla così.  Dentro tua figlia c’è una forza oscura che ha preso il pieno possesso del suo corpo. Una volta eliminata Chloè tornerà la dolce bambina di sempre. 
- Ma il suo cuore rimarrà comunque macchiato... 
- Non è detto. Senti... lo so che non è il momento adatto ma...Ti fidi di me???? 
- Regina non...
- Rispondimi. Ti fidi di me? Ti fidi a tal punto di farmi intervenire su tua figlia? 
Ci pensai ma sapevo che non avevo nulla a cui pensare. La risposta era una sola:
- Si! Mi fido di te! - sorrise e fece apparire una piccola fiala, svegliò un secondino la bambina e a fatica gliela fece bere. Un vortice oscuro uscì dal corpo della mia bambina e una volta fuori Regina lo intrappolò nel vaso di Pandora insieme alla Evil come mi avevano precedenemente raccontato. Dopo aver fatto questo fece un incantesimo su chloe la quale si addormentò immediatamente come sotto l'effetto di un sonnifero
- Che le hai fatto? - Chiesi
- Ho bisogno di fare ancora un'ultima cosa ma non voglio che senta dolore. - Dopo  quelle parole delicatamente mise una mano nel petto di Chloe e le tirò fuori il cuoricino. Era piccolo ma con una grande macchia nera nel centro...
- O mio Dio!
- Tranquilla... - rimasi senza parole da quello che susseguì dopo. Regina tolse anche il suo cuore dal petto e fece combaciare i due organi. in pochissimo tempo il cuore di Chloe torno puro come lo era sempre stato mentre una piccola macchia nera entrò nel cuore di Regina. Entrambi i cuori vennero rimessi al proprio posto.
- Regina ma.... ora l’oscurità che era in Chloe...  non è che...
- Hai paura che torni malvagia? Tranquilla non succederà. Avete visto come è piccolo il suo cuoricino? Per lei quella macchia era  un potenziale di negatività enorme ma per me come avete potuto vedere è un puntino quasi inesistente... non avrò problemi fidatevi.
- Grazie... - l'abbracciai istintivamente - Grazie di cuore,  davvero. L'hai salvata. 
- Non ho finito però.  Devo togliere dalla memoria di entrambe le bimbe le scene delle ultime ore. Non mi piace l'idea che ricordino di essersi quasi usccise. 
- Sei un’amica.
- Spero lo penserai anche domani dopo aver affrontato con una bella chiacchierata un certo discorsetto. - alzai gli occhi rassegnata ma aveva raggione: dovevamo mettere fine a questa spiacevole situazione. 
***
L'indomani Io, killian e Regina ci  incontrammo sulla Jolly Rogers,  tutti e tre disposti ad arrivare a fine di quella scomoda storia.
- Allora... sono disposta a farvi vedere i miei ricordi di quel giorno. Penso di aver capito cosa è successo in realtà ma è meglio verificare tutto. 
- Quindi non ce l'hai con me. - mi chiese Killian
- Dipende... c’è comunque una cosa che vorrei chiederti in caso quel che penso sia vero. 
- Ok.
Regina prese un acchiappasogni per lei e ne diede anche uno a me e uno a Killian. Io mostrai loro i miei ricordi e successivamente vidi quelli di mio marito e quelli di Regina.  Tre ricordi completamente disgiunti: Nel mio c’erano loro due intenti a scambiarsi effusioni. in quello di killian c'eravamo io e lui come protagonisti mentre in quelli di Regina c'era solamente Robin e Roland nella loro villetta.  
- Io ancora non riesco a capire come sia possibile una cosa del genere - disse Killian confuso. Esclusa te Regina, come è possibile che io ed Emma, che eravamo pergiunta nello stesso posto, abbiamo visto e vissuto due cose completamente differenti?
- Aspetta!  Ora ti renderò  le cose più chiare. Con un incantesimo Regina fece materializzare i ricordi della Regina cattiva in uno degli acchiappasogni. Quella strega da quattro soldi Era nella dimora di zelina che si stava preparando. Una volta essersi acchittata per benino prese l’auto e si diresse , in tarda notte, al molo dove fece un incantesimo trasformandosi in me  ed entro nella nave di Killian. Il resto è storia....
- Ecco spiegato tutto! - Disse Regina vittoriosa. 
- Io ho visto te però,  non me stessa. - dissi
- È stata furba...  ha fatto un incantesimo per farti vedere altro... voleva rendervi vulnerabili per arrivare alla bambina. 
- c’è riuscita a quanto pare. 
- È acqua passata amore... - disse Killian per poi fermarsi improvvisamente per avermi chiamato così... -  emm posso chiamarti amore adesso vero? - mi domandò sulla difensiva per paura che gli arrivasse un ceffone in pieno volto. Consceva la mia grazia, sapeva  benissimo che ne saei stata capace. 
- Prima di risponderti ho una domanda da farti. Quella sera... quando lei è venuta da te spacciandosi per me...  ci sei andato a letto? -  lo vidi diventare improvvisamente serio e iniziò a grattarsi la nuca come quando sa di essere in torto - o mio Dio! - esclamai portandomi le mani alla bocca. - Ci sei stato... davvero???? - cercò di rimanere serimo ma improvviamente scoppiò a ridere
- Che scema che sei... stavo scherzavo. No che non ci sono andato a letto. Io pensavo fossi tu e devo essere sincero ci ho provato. Le bimbe non c’erano, eravamo solo noi... il momento era perfetto. 
- Cosa ti ha fermato allora?
- Tu non eri tu. Eri strana... ti avvicinavi, ti allontanavi... beh morale della favola alla fine mi sono stufato di questo via vai di emozioni e ho lasciato stare. 
- La migliore scelta di sempre. Ti amo!  - Lo baciai prendendolo alla sprovvista. - Scusa, non dovevo reagire così. Dovevo immaginare che ci fosse dell'altro sotto. 
- Scusami tu se non ho capito subito che non eri tu. - fu lui questa volta a baciarmi. Un bacio davvero molto... molto passionale. 
- Emmh  piccioncini... - ci richiamò all'ordine Regina - Io credo proprio che toglierò il disturbo  così voi due potrete recuperate il tempo presto da soli e non davanti a me! - diventai rossa per la vergogna - Divertitevi ma con parsimonia mi raccomando! - rise
- Regina aspetta! - la fermai prima che potesse andar via. - Grazie, grazie di tutto e scusa, ti ho trattata malissimo. 
- Non devi ringraziarmi, l'ho fatto con piacere. Per quanto riguarda il perdono invece....  beh sei perdonata ma ho intenzione di rinfacciartelo per moooooolto tempo! Ciao ciaoooooo  -  Ci salutò e svanì in una nuvola di fumo lasciando me e killian sulla nave a recuperare davvero il tempo perduto in tutto questo tempo.Avevo capito la lezione. Lui era il mio vero amore e nessuno, neanche una pazza che si spacciava per me, me lo avrebbbe più portato via.

 
Note dell'autore: 
Lo so avevo detto che non avrei più diviso la one shot in più capitoli ma cosa ci posso fare se scrivendo diventano troppo lunghi? Perdonatemiiiii ehehehehehhe. Il prossimo capitolo è già quasi pronto. Chissà... magari vi farò una sorpresa e lo pubblicherò in anticipo. Alla prossimaaaaaa

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Capitolo 19
*** Quando il male vince ***


POV KILLIAN

 

Avete presente quelle giornate che vorreste cancellare dalla vostra mente per sempre? Quelle giornate che partono felici e spensierate... giornate in cui pensi di avere avuto tutto dalla vita e  poi neanche mezzo secondo dopo ti ritrovi catapultato in una situazione in cui non ti vorresti mai trovare? Beh a me un paio di settimane fa è capitato esattamente questo. Giornate come queste purtroppo non si dimenticano e so già che resterà incisa nel mio cuore una ferita che non si rimarginerà mai.Emma quella mattina era uscita, non aveva il suo solito turno in ufficio e ne aveva approfittato, visto anche anche io ero a casa, per fare delle commissioni. Sia lei che Leila sono state malate qualche giorno prima quindi questo può essere considerato a tutti gli effetti  il suo primo giorno di libertà. L'ho salutata con un bacio e con la promessa che ci saremmo ritrovati qui a casa per l'ora di pranzo. Era una giornata speciale quella.. era l'anniversario della nostra prima avventura insieme. L'anniversario dell nostro colpo di fulmine. Mentre era via ho vestito le bambine e ho fatto fare loro colazione, ho dato una sistemata in casa e ho preparato il pranzo. Tutto in tempo da record: erano ancora le undici ed era già quasi tutto pronto. Decisi di concedermi del sano relax mentre le bambine giocavano sul tappeto del salotto e nel mentre davo loro un'occhiata.  "Sono davvero fortunato" ricordo di aver pensato"...  ho una moglie meravigliosa e tre figli, perché anche Henry è mio figlio, a dir poco stupendi,  cos'altro potrei voler di più dalla vita? Niente è tutto perfetto. Beh almeno così pensavo,  neanche una mezzora  dopo  ecco arrivare la prima ondata negativa della giornata:  Un messaggio da parte di Emma:"Amore scusami faccio tardi. Emergenza in ufficio. Prometto che mi farò perdonare stasera. Ti amo."Ma come!!! Proprio oggi. Sbuffai...

- Papà tliste! - mi ritrovai entrambe le bimbe accanto

- Che succede papà? - mi chiese Leila scrutandomi in viso

- Niente amori... è tutto ok, il papà sta bene.  Che ne dite di andarci a fare una bella passeggiata al mare  e poi pranzo da nonna Granny? Mamma non riesce a tornare a casa adesso perché deve lavorare

- Ti papy boglio le tatatine! - Menomale che c'erano loro a farmi sorridere

- Andiamo allora!

***

Pranzammo fuori e rincasammo intorno alle tre e mezza. Emma non era ancora tornata e come se non bastasse non mi aveva neanche lasciato un sms.  Strano... molto strano. Chiamo Snow chiedendole  di poter tenere le bambine e non appena arrivò uscii e raggiunsi Emma alla stazione. Il risultato??? Emma non era in ufficio e da quello che mi disse David neanche ci è mai arrivata. Non aspettai un secondo di più è la chiamai. Non risponde alla prima chiamata ma alla seconda si.

-  Killian tutto ok? - Mi chiese. Sentii il suo tono di voce diverso. Era basso. 

- Tutto ok love. Dove sei?

- Te l'ho detto, sono a lavoro.

- Dove precisamente?

- In ufficio killian... dove vuoi che sia!

- Ah si?!?! E come mai io sono qui ma non ti vedo? - mi irritai a quella bugia. Perchè mi stava mentendo?

- Sei... sei alla stazione?

- Si e tu mi hai mentito. - le feci notare - Dove diavolo sei si può sapere?  E perché parli a voce bassa?

- D'accordo. C'è stata un'emergenza... un'emergenza... particolare. Risolvo questo problema e torno a casa tranquillo. Ti spiego tutto quando torno.

- Perché non me lo hai detto subito?

- Non volevo ti preoccupassi inutilmente.

- Sei sola?

- No,  c'è Regina con me.  Stai tranquillo, abbiamo tutto sotto controllo.  Ti devo lasciare adesso.  Dai un bacio ai ragazzi. Ti amo!

- Ti amo anche io.

Che giornataccia guarda... speravo solamente che il fine serata sarebbe stato migliore. Macché... neanche un'ora dopo successe l'inimmaginabile. Una chiamata arrivò sul mio telefono: era nuovamente Emma:

- Amore non dirmi che tardi anche stasera perché... - dall'altro capo venni interrotto da una voce che tutto era tranne quella di mia moglie.

- Killian... sono Regina!

- Regina?  - ero sorpreso - Dimmi.

- Sta venendo Granny da te per guardare le bambine e David a prenderti. - Mmh qualcosa non andava. La sua voce era strana... cupa.

- Perché???? Emma dov'è?

- È qui con me!

- Passamela.

- È impegnata in questo momento. 

- Dannazione Regina! Passamela! - i miei presentimenti non erano per nulla buoni

- Killian  tranquillo è tutto ok. Ci vediamo tra poco! -  riagganciò senza ulteriori spiegazioni. Il panico iniziò a scorrere nelle mie vene. Richiamai Emma sul cellulare ma dopo l'ultima chiamata di Regina nessuno rispose più a quel telefono. Non ebbi modo di pensare più di tanto perché suonarono alla porta. Era David.

 - David!  Che diamine è successo? Dov'è Emma?

 - Tranquillo non è successo nulla! Aspettiamo Granny e andiamo.

- Dove!!!!! Dove dobbiamo andare?

- Da Emma! È rimasta a piedi con la macchina...

- David non sai mentire. ..dimmi cosa diavolo sta succedendo!  Dimmi almeno che sta bene.

- Emma sta bene ora calmati però. - Aspettammo l'arrivo di Granny dopodiché  io e mio suocero ci avviammo verso quella che per me era ancora una meta sconosciuta. Ci fermammo dieci minuti dopo davanti l'entrata dell'ospedale di Storybrooke. 

- Scusa se non ti ho detto nulla prima... - mi disse David

- Che... che succede David? - chiesi preoccupato

- Giuro che non so cosa sia successo, non mi hanno detto nulla se non il minimo indispensabile:  Emma non è in pericolo di vita...

- Ma? - perchè dalla sua faccia di sicuro c'era un ma in quella frase

-  Ha subito un piccolo intervento... non mi hanno ancora spiegato di che genere - mi  precipitai fuori dalla macchina ed entrai a tutta velocità in pronto soccorso. Tra le varie figure li presenti riconobbi subito l'amica di mia moglie:

- Regina! Dov'è? Come sta? - ero in preda al panico. Sapere che mia moglie avesse subito un intervento e non sapere in cosa consistesse mi agitava e non poco. 

- Killian calmati... è uscita due minuti fa dalla sala operatoria.  Whale dice che l'intervento è riuscito perfettamente. 

- Che intervento? E perchè non mi hai chiamato subitooooo? - ero arrabbiato. Era mia moglie per la miseria perchè mi avevano tenuto allo scuro di tutto?

- Se vuoi ti racconto cosa è successo ma so che Whale ti ha dato il lasciapassare per vederla. Magari va da lei e poi ti racconto tutto. Tranquillo Killian non è successo nulla per cui preoccuparsi.

- Non finisce qui! - Senza aggiungere altro mi precipitai nella sua stanza. Era ancora sotto l'effetto dell'anestesia. Era distesa su quell'orribile letto e dormiva beatamente. Aveva qualche graffio qua e là ma sembrava stare bene apparentemente.

- Non potevi rimanere a casa oggi vero? - le dissi nonostante fossi consapevole che non riuscisse a sentirmi - Se non fai l'eroina e non ti metti nei guai non sei tu giusto?

- Vedo che sei arrivato!  - Una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare

- Whale! Ti prego dimmi che sta bene.

- Dai vieni con me, seguimi nel mio ufficio.

***

- Ti prego dimmi cos'è successo a mia moglie. - ho ripetuto  quella frase non so quante volte quel giorno.

- Siediti.  Allora:  so che c'è stata un'imboscata contro Robin Hood.  Regina è stata chiamata e messa sotto minaccia così ha chiesto aiuto ad Emma. Durante la missione di salvataggio però tua moglie è stata ferita con una freccia che le è entrata nel fianco destro. La ferita di per se non le ha portato problemi ma è successa una cosa durante l'intervento a cui non siamo riusciti a porvi rimedio. 

- Andiamo Whale non tenermi sulle spine!

- Emma era incinta...

- Incinta???? Era??? - il mio cervello stava ricevendo troppe notizie contrastanti tra di loro.

-   Killian non so proprio come dirtelo ma... Emma ha perso il bambino.

- Co...come scusa? - ecco come una giornata iniziata bene può finire in tragedia e rimanere impressa nel cuore per sempre. - Io... io non ne sapevo nulla. Emma non mi ha detto nulla di aspettare un bambino. 

- Credo che neanche lei ne fosse a conoscenza.  Non l'ho detto ancora a nessuno... neanche a David e Snow... aspettavo te. 

- Sicuro che tu non abbia fatto un errore? 

- Purtroppo ne sono sicuro Killian.

- No... no non è possibile... deve esserci un errore! DEVE ESSERCI PER FORZA UN ERRORE WHALE! 

- Killian lo so che è una notizia sconvolgente e ti giuro che ho fatto tutto ciò che era in mio potere pur di salvare il bambino e  non doverti dire questa cosa. Speravo in un esito positivo anche io ma purtroppo non abbiamo avuto fortuna. - non riuscivo a credere a quelle parole... Emma aspettava un bambino fino a questa mattina e ora che l'ho scoperto questo bambino già non è piu con noi. Non è possibile... non voglio crederci - Killian... ho bisogno di sapere se preferisci dare te la notizia a tua moglie o se vuoi che glielo dica io. 

- Lo faccio io. 

- Va bene... - feci per alzarmi e raggiungere Emma quando Whale mi bloccò -  Prima che tu vada volevo informarti della prassi. 

- prassi? quale prassi adesso. 

-  Solitamente in questi casi si fanno degli accertamenti per escludere...

- Escludere cosa? Che altro c'è ancora?

- Dobbiamo assicurarci che l'aborto non abbia provocato dei danni... dobbiamo vedere se possono esserci problemi per un futuro concepimento... 

- Cosa stai cercando di dirmi è? Che c'è la possibilità che non possa avere più figli?!?! - Gridai. Non ne potevo già più di quella storia. Come è possibile che da una freccia si sia scaturito tutto questo disastro?

- Killian è solo una routine...potrebbe esserci una possibilità ma è molto scarsa. Gli accertamenti ci aiuterebbero anche a vedere se l'aborto è stato causato dall'attacco di oggi o da altro. 

- Devi avere il suo consenso per queste cose o basta il mio? La conosco... si chiuderebbe a riccio se venisse a sapere tutto questo. 

- Basta il tuo consenso ma devi comunque dirgli del bambino. È giusto che anche lei sappia. - eh.. la fa facile lui...

- Si...ora vado da lei. 

 

- Mi dispiace Killian. 

- Ma fammi il piacere! - senza neanche salutarlo uscii dal suo ufficio sbattendo con quanta più forza avevo la porta dietro di me. Tornai nella stanza destinata ad Emma, stava ancora dormendo fortunatamente. A farle compagnia c'era Snow con in braccio Neal che non faceva altro che fare domande su sua sorella facendo intristire sempre di più  Snow. Mi misi accanto ad Emma e le presi la mano cercando di farle capire che fossi lì con lei ma non si svegliò per le tre ore successive. Quando finalmente apri gli occhi c'erano tutti in stanza, tutti tranne le bambine e Neal che Zelina era passata a prendere per portarli a mangiare qualcosa visto l'orario.

- Killian.... - mi chiamò- Ben svegliata amore mio. - tentò di alzarsi - Ferma, non muoverti. Hai subito un intervento e hai una bella ferita al fianco.

- Scusami... non volevo saltare la nostra giornata... non volevo mentirti...

- Shhh tranquilla... è tutto ok! - provai a dirle sorridendo. 

Non è vero. Sei cupo...  sei arrabbiato con me? - non posso mentirle... non mi crederebbe mai... ma dirle la verità ora è altrettanto fuori questione. Cosa posso fare? Non lo so... quel che so è che non riuscirò a sopportare il suo sguardo indagatore per molto.   Devo trovare il modo per  uscire da questa stanza.

- Cosa dici amore? E' tutto ok! 

- Killian... - lo sapevo io che non si sarebbe accontentata.

- Va tutto bene davvero. Ora  vado a fare una chiamata per vedere come stanno le bambine... torno subito da te ok? - La baciai ma lei continua a guardarmi imperterrita come a farmi capire che sapeva benissimo che le stessi nascondevo qualcosa. Fui colto da un'altro attacco di panico. Uscii immediatamente dalla stanza per non farla preoccupare, mi appoggiai contro un distributore di merendine al piano di sotto e feci dei respiri profondi fino a quando non iniziai a calmarmi.  Avevo la strana sensazione che qualcuno mi stesse osservando e non sbagliavo: Regina e David, evidentemente preoccupati per quell'uscita fuori programma, mi seguirono:

- Che succede Killian? - domando Regina

- Niente. 

- Ti ha detto qualcosa Whale per caso?

-  HO DETTO CHE NON HO NIENTE CAZZO! - Gridai e allo stesso tempo diedi un pugno al distributiore. Dovevo sfocare la rabbia che avevo dentro. 

- Oiii oiiii!! Calmati ok? - mi disse David - E' tutto ok!

- No non lo è! Nulla sarà più ok!

- Si può sapere che diamine sta succedendo? Killian qualsiasi cosa sia si può risolvere. Emma sta bene, Whale ha detto che è fuori pericolo. - Dovevo dirlo a qualcuno o sarei esploso.

Emma ha perso un bambino! - rimasero entrambi a bocca aperta sconcertati da tale notizia e io  approfittai del loro stato di shock per uscire fuori.  Avevo bisogno d'aria.

***

Non so dire di preciso quanto tempo passò da quando uscii da quel maledetto ospedale... forse un ora, forse due... dovevo tornare da mia moglie ma non me la sentivo. Dovevo aspettare che si rimettesse almeno un po' prima di poterle dire una cosa del genere. Ma come avrei fatto  a guardarla negli occhi?

 

- Ei!

- David non è il momento. - non disse nulla. Mi diede una pacca sulla spalla e restò in silenzio fino a quando non fui ponto per parlare. 

- Non so come dirglielo. - ammisi improvvisamente - Non  voglio che  si senta in colpa... non voglio che pensi che io la ritengo responsabile.

- Sono sicuro che riuscirai a trovare le parole adatte. Da... da quanto lo sapevate? Del bambino dico...

- Io non lo sapevo e whale pensa non lo sappia neanche lei...

- Sicuramente è così altrimenti non avrebbe rischiato oggi. - annuii

- Come sta Robin?

- Grazie ad Emma non ha neanche un graffio. È regina quella che non sta per niente della quale. Quello che hai detto l'ha spiazzata. Credo che in qualche modo si senta responsabile.

- Beh... ha richiesto lei l'aiuto di mia moglie.  Se non fosse stato per lei forse ora io ed Emma saremmo a casa a festeggiare il nostro anniversario e a nostra insaputa ci sarebbe ancora il nostro bambino li con noi... - è incredibile ancora non riuscivo a crederci. - E' giusto che si senta in colpa

- Regina non ne ha colpa e lo sai... vi vuole bene e non rischierebbe mai la vita di Emma.

- Oggi non mi è sembrato così... 

- Killian...

-  scusa David ma non mi va più di parlare - cercai di allontanarmi, la tensione stava diventando insostenibile. 

- Dovresti andare da tua moglie, è più di un'ora che ti cerca.

- Non posso affrontare il suo sguardo adesso. Mi dispiace. - È vero non sarei stato in grado di reggere una conversazione di senso compiuto con lei. Molto probabilmente sarei scoppiato in lacrime appena i miei occhi avessero incrociato i suoi. Capitano uncino che piange? Beh con un macigno doloroso come quello che avevo addosso  in quel momento sfido chiunque a non piangere. Pensai di rimanere un altro po' fuori ma poi ripensai alle parole di David: Emma mi stava cercando... non potevo lasciarla sola. Decisi di tornare dentro, stampai sul mio viso il sorriso migliore nella speranza che sarebbe bastato ed entrai in stanza

- dov'eri finito? - mi chiese. Aveva le lacrime agli occhi

- Hai pianto???? - corsi subito da lei... che whale le avesse detto qualcosa? lei non mi rispose, fu Snow a farlo per lei

- Non ti trovava ed è entrata in panico.

- Amore mio!!! - le dissi abbracciandola - sono qui... sono qui con te.

- Dove sei stato?

- Fuori a smaltire lo spavento... - le dissi. 

- Sto bene! - si certo... perché ancora non sai forse. 

- Lo so... ma non posso non preoccuparmi per te.

- Le bambine?

- Sono con Zelina.

- Henry?

- A casa che sta studiando. Domani ha un'interrogazione. Tranquilla stanno benone. Ora però devi riposare.

- Non sono stanca...

- Devi riposare comunque. - Ero sul punto di convincerla quando nella stanza entro Whale:

- Emma come andiamo?

- Bene! - sorrise -  Potresti gentilmente dire a mio marito che non sto morendo e che non ho bisogno di riposare? - Whale mi guardò e gli feci capire che Emma ancora non sapeva nulla.

- Beh il riposo è fondamentale ha ragione. Ascolta... ho bisogno di farti un paio di analisi e une'cografia. - a quella parola il mio cuore si spezzò.

- Come mai? -  intervenne Snow che era ancora ignara di tutto.

- Voglio vedere le condizioni di Emma. Con un'eco è più facile capire se la freccia ha preso anche altre parti che magari durante l'intervento mi sono sfuggite in quando secondarie - Whale  cacchio fai il medico non il pagliaccio, davvero non riesci a trovare una soluzione migliore? - Le analisi le facciamo oggi mentre l' eco domani ok?

- Domani???? Devo stare anche domani qui???

- Dove vorresti andare con quindici punti su per il fianco. Come minimo starai qui fino a fine settimana.

- Grandioso. - rispose sbuffando mentre gli porgeva il braccio per le analisi.

- Ecco fatto! Per pura curiosità per caso nei giorni scorsi hai fatto delle analisi? -le chiese. 

- Si ma non so a cosa possano servire. - oddio!  Forse lei sapeva di essere incinta... forse crede ancora di esserlo - Erano semplici analisi di controllo. Ho avuto il virus che mia figlia mi ha gentilmente attaccato e ho fatto delle normalissime analisi di routine - Ah vero... avevo dimenticato.

- Perfetto controllerò anche quelle allora. - Vidi whale uscire dalla stanza... aspettai che Emma si addormentasse dopodiché lo raggiunsi.

- A cosa ti serve tutta quella roba che le hai chiesto?

- Dovresti iniziare seriamente a dirle la verità - mi rispose

 - Tu rispondimi!- 

- Ho bisogno di vedere se a causa dell'aborto bisognerà intervenire chirurgicamente... - sbarrai gli occhi -  Tranquillo nulla di complesso, è una prassi che si fa in caso di aborto spontaneo.

- O mio Dio! Un altro intervento!

- Non è detto che debba farlo. Passerò intorno alle undici domani mattina. Parla con tua moglie e informala... è giusto che sappia perché stiamo facendo tutto questo. Se non te la senti però posso pensarci io capisco che la situazione non è semplice da gestire.

- La conosco... non accetterà mai questa notizia quindi forse tra me e te è meglio se la prepari io. So come prenderla.- Lo penso anche io.  A domani Killian.

- A domani.

***

Una volta lasciato lo studio di Whale tornai in camera di mia moglie, mandai a casa Snow che aveva bisogno di riposare e rimasi a far compagnia alla mia dolce metà che fortunatamente dormiva beata ...o almeno così credevo. Ero nervoso e agitato, non facevo altro che sedermi, alzarmi, camminare, tornare seduto e così via. Non trovavo pace...

- sei proprio una frana a mentirmi sai? 

- Cosa?! - sussultai non aspettandomi che fosse sveglia

- Cosa c'è che ti turba Killian? - mi disse

- Niente amore torna a dormire.

- Mmmh no! Vieni a sederti qui vicino a me. - le diedi ascolto, conoscendola se non avessi obbedito si sarebbe messa ad urlare per tutto il reparto - Killian... non mi farai così stupida vero? Lo sai che non puoi mentirmi riesco a leggere dentro la tua anima come nessun altro. - Aveva ragione. - Siamo sposati da qualche annetto ormai, abbiamo messo su famiglia... non c'è cosa che tu non possa dirmi ok? Qualunque cosa ti turba voglio che tu me ne parli... forse posso aiutarti. - Non penso proprio amore mio.

- In teoria c'è qualcosa che dovrei dirti... ma non è una cosa semplice. Non so neanche da dove iniziare a dire la verità.

- Parti dall'inizio. - mi sorrise. 

- Penso proprio che partirò dalla fine invece. Amore mio... ti amo e lo sai ma c'è una cosa che voglio che tu sappia:  niente e sottolineo niente potrà mai inclinare il nostro rapporto. 

- Killian lo so... 

- Shhh... lasciami finire - toccai con il dito indice la sua bocca - Avremo momenti felici e momenti tristi nella nostra vita ma insieme supereremo sempre tutto lo sai vero? - annui - Purtroppo è un momento triste questo che stiamo vivendo... ne eravamo all'oscuro entrambi, non calcolavamo niente di tutto ciò eppure ... eppure è successo; di nuovo. Non è andato a buon fine ma anche se solo per un momento  è stato parte di noi...

- cosa?  - chiese tra il gentile e il preoccupato, non riusciva a comprendere.

- C'è una ragione se ti stanno facendo degli accertamenti...

- Che vuoi dire amore? - la sua voce iniziò a tremare. Penso stesse iniziando a collegare le parole dette fino ad ora  - Che vuole dire con: " è successo di nuovo"... che vuole dire con: "solo per un secondo è stato parte di noi"

- Amore mio... quando ieri siamo andati a dormire e questa mattina ci siamo svegliati non eravamo solo io e te in stanza... c'era qualcun altro... c'era il nostro bambino con noi. Non ce ne siamo accorti ma qualche settimana fa avevamo dato inizio ad una nuova vita.

- A... avevamo??? Killian, che stai cercando di dirmi??? - era spaventata e stava aggrappando a tutto  pur di  non prendere atto di quella notizia.

- Hai avuto un aborto spontaneo amore! - scoppiò immediatamente  a piangere e il mio cuore si lacerò ancora di più. - Non fare così amore... - provai ad accarezzarle la schiena per calmarla ma come purtroppo già sapevo non fu sufficiente. 

- E' colpa mia... se fossi stata a casa oggi... se ti avessi dato retta allora... o mio Dio mi starai odiando!

- No che non ti odio! Non pensarla neanche una cosa del genere. Non è stata colpa tua amore mio... - la tenevo stretta a me come se fosse il tesoro più importante di questo mondo... in effetti lo era.  - Io non ti odio.

- Mi odio io però!

- Non devi... whale ti sta facendo questi accertamenti per capire se c'era qualche problema già da prima... - improvvisamente mi guardò. 

- Dimmi la verità... lo sta facendo solo per questo??? - come fa a capire sempre tutto?  

- Vuole anche vedere se ci sono state complicazioni per te!

- Che genere di complicazioni???

- Non ha importanza adesso tesoro.

- KILLIAN DANNAZIONE PARLA! - 

- Vuole vedere se è tutto ok nel caso in cui decideremo in futuro di avere altri bambini. 

- Potrebbero esserci complicazioni di quel tipo? - non le risposi ma credo che la mia faccia parlasse da sola - Potrei... potrei non aver più bambini? Killian dimmelo  ti prego non girarci attorno.

- È una solo remota possibilità ma si potrebbe esserci una percentuale di rischio per cui potremo non avere più bambini....

- Non potremo... non potró!

- Abbiamo già tre bambini meravigliosi insieme non scordarlo.  Io ho una donna stupefacente accanto... e tu un marito straordinariamente affascinante. abbiamo tutto. Se non riusciremo ad avere un altro bambino non sarà poi la fine del mondo. - continuò a piangere silenziosamente stretta nel mio abbraccio. Era una piccola donna indifesa in quel momento e mi faceva un gran male vederla stare così. 

Ormai era buona mezz'ora che se ne stava in silenzio a contemplare un punto fisso della stanza...

- io non volevo altri figli, pensavo che i nostri tre terremoti bastassero... ma c'è una differenza sostanziale tra il non volerli e il non poterli avere...

- Emma...

-  io ora che mi hai detto che avevano concepito una piccola creatura ho capito che in fondo non è proprio una cattiva idea averne un altro ma....  ormai tutto è perduto.

- Possibile che tu debba sempre demoralizzarti?  Sono solamente accertamenti per escludere tutto. Niente di più. Stai bene tesoro... c'è capitata una disgrazia ma cercheremo di andare avanti insieme. Vuoi un altro bambino? Avremo un altro bambino! 

- Ce l'hai con me non è vero? Perché l'ho ucci... perché per colpa mia lu...

- Non finire neanche la frase. Non ce l'ho con te! Non ce l'avrò mai con te! Ora cerca di dormire ok?

- Non so se riuscirò a farlo... non dopo questa notizia.

- Chiudi gli occhi e provaci. Resterò qui con te.

- Non mi lasci non è vero?

- Non lo farei mai!

Restai accanto a lei ad accarezzarla e coccolarla  ma nonostante ogni tanto si appisolasse, causa penso i medicinali che aveva in corpo, ogni tanto di punto in bianco saltava e si svegliava.

- È tutto sotto controllo, tranquilla torna a dormire.

- Avrebbe avuto i tuoi capelli!

- Cosa?

- Nessuna delle due bimbe ha i tuoi capelli. Sono due biondine. 

- Buon per loro, sono state fortunate.  Non sono poi così belli i miei capelli. 

- Per me sono meravigliosi.

- Sei un' amore. - le sorrisi - Facciamo passare questa visita... se sarà tutto ok, e ne sono sicuro, proveremo a farne un altro ok?

- Non mi tirerai su di morale così.

- Lo so ma comunque un maschietto in casa manca non trovi? Io e Henry siamo decisamente in minoranza - volevo tirarla su di morale  ma purtroppo quella sera non c'era nulla che io potessi fare

***

Alle undici del giorno seguente Whale ci chiamò per l'ecografia. Ci avviammo nello studio e aiutai Emma a stendersi sul lettino visita.

- Emma come va il fianco. - le chiese ma lei si limitò a scrollare le spalle - Deduco che tu glielo abbia detto. -  mi chiese e non potei far altro che annuire. - Come ti senti a tal proposito? - non rispose neanche questa volta ma notai che due lacrime uscirono dal suo controllo.

- Whale per favore... - chiesi gentilmente spronandolo a darsi una mossa. Non volevo veder Emma soffrire un secondo di più.

- Ok. Alza la maglia... metteró questo gel che è un po'... - non terminò la frase. Aveva avuto altre gravidanze, sapeva benissimo come funzionava un'eco.  l'unica differenza era che sul monitor non sarebbe apparso nulla. Vidi mia moglie girarsi dal lato opposto pur di non guardare lo schermo. Iniziò a singhiozzare prima piano poi sempre più rumorosamente.

- Emma guarda me! Va tutto bene tesoro, guardami. Tienimi la mano e andrà tutto ok - niente da fare era nel panico. Piu le parlavo piu si agitava

- Emma per favore cerca di calmarti o dovrò sedarti. Non posso lavorare così. -  Fummo costretti a fare una pausa ma alla fine whale riuscì a visitarla senza nessun sedativo.

- Ok! Ho finito. Ti faccio riaccompagnare in stanza. Oggi pomeriggio ti darò tutti i risultati ok? Vai a riposare un po' ti vedo particolarmente provata.

Quando tornammo in stanza Emma era silenziosa e immersa nei suoi pensieri. Sapevo cosa frullava nella sua mente,  volevo fare qualcosa ma decisi di rimanere in disparte. Doveva elaborare la cosa senza che io continuassi a dirle che sarebbe andato tutto bene. Niente di tutto questo era il bene. Vennero a trovarla i suoi genitori, Henry e anche le bambine.  Escluse queste ultime gli altri vennero messi al corrente della situazione da David. Qualche ora dopo venne anche Robin a trovarla... era solo.

- Regina? - Chiese mia suocera facendo voltare Emma anch'essa curiosa di quella mancanza.

- Regina non è venuta perché... perché si sente responsabile. - ero felice che lo avesse ammesso anche a se stessa  devo dire la verità ma Emma non sembrava essere del mio stesso parere. La vidi dire di no con la testa e girarsi nuovamente verso la finestra. Non voleva parlare con nessuno e secondo me tutta quella gente lì presente che aveva compassione per noi le faceva solamente male. La vidi prendere il cellulare e scrivere un sms. Mi avvicinai e con mia sorpresa mi lasciò leggere:  era un messaggio per Regina.

 

" Non è colpa tua... se proprio dovessimo attribuire la colpa a qualcuno la responsabile di tutto ciò dovrei essere io. Non mia costretta in alcun mondo a venire con te anzi... mi hai rotto le scatole per tutto il viaggio chiedendomi se fossi sicura della decisione presa. Smetti di prenditi colpe che non hai e vieni a farmi compagnia. Oltre a killian sei l'unica persona che mi fa piacere avere accanto.Ps.   la tua faccia non mi ispirerà compassione come tutte le altre."

 

- Lì mando via se vuoi!-  le dissi a bassa voce in riferimento a ciò che aveva appena scritto.

- Tranquillo sopravviverò.

- Emma hai bisogno di qualcosa?  Sto andando giù a prendere qualcosa da mangiare. - disse di no con la testa - Sicura? Sei un po' sciupata amore... hai le occhiaie e sei troppo bianca per i miei gusti. 

- NIENT'ALTROOOO? - rispose con disprezzo

- Emma...

- Snow... non.... non  forzarla.

- mah...  - le feci capire con lo sguardo che doveva lasciarla in pace. Era al limite.  Un'altra mezza parola e sarebbe esplosa.

Mentre Snow lasciò la stanza entrò Whale. 

- Dovrei chiedere a tutti i presenti di uscire, ho bisogno di parlare con Emma e Killian privatamente. - ecco il momento della verità pensai. Mentre il restante del gruppo uscì dalla stanza io accompagnai mia moglie a letto e mi misi a sedere accanto a lei. - Allora, ho i risultati delle indagini fatte. Per quanto riguarda la ferita non sembrerebbe esserci infezione. Continueremo con le medicazioni due volte al giorno e nel giro di quindici giorni se tutto sarà come dovrebbe essere potremmo prendere in considerazione l'idea di togliere i punti. - Era una bella notizia ma lei lo fissava in attesa di altro... le strinsi la mano. - Per quanto riguarda l'aborto invece ho un paio di notizie. - la pressione con cui stringeva la mia mano era sempre più forte - La causa scatenante non è stato sicuramente l'attacco di oggi. Ho visto le tue analisi fatte questa mattina e sinceramente parlando sono pessime... le ho messe a confronto con quelle che hai fatto la scorsa settimana per via del virus e ho riscontrato che, anche se pessime, quelle di oggi sonodi gran lunga migliori . È il virus che ha causato l'aborto.

- Veramente? Come è possibile? Ha avuto altre gravidanze durante le quali ha avuto febbre o virus... non è mai successo nulla...

- Il virus che ha preso era molto aggressivo e in base a quello che dicono le analisi ancora non lo ha sconfitto del tutto. Non ti consolerà sicuramente saperlo ma... anche se fossi stata al corrente della gravidanza e fossi stata scrupolosa non avremmo comunque potuto fare nulla.

- Visto? Non è stata colpa tua. - Provai a dirle ma sembrava assente. Non mi stava ascoltando. 

- Ho un'altra comunicazione da darvi. Dall'eco risulta tutto ok! l'utero è pulito quindi niente intervento. Ti darò comunque dei medicinali in caso qualche piccola cellula fosse ancora rimasta ma per il resto è tutto ok. Una volta tolti i punti e ripresa un po' di serenità non ci sarà nessun ostacolo se vorrete provare a concepire di nuovo. Vi dico anche una cosa che spero possa farvi tornare il sorriso:  mentre controllavo la tua situazione mi è venuta alla mente una cosa. Tuo padre ha un gemello e i gemelli saltano sempre una generazione. Calcolando che la generazione saltata è la tua... chissà magari la prossima gravidanza sarà doppia.  - Ci vorrebbe proprio un altro medico in città. Ma dove lo ha trovato Regina questo? Per carità avere due gemelli sarebbe una cosa a dir poco fantastica... ma chi ci dice che non poteva trasformarsi in una gravidanza gemellare anche questa qui? Bah... meglio concentrarsi su Emma

- Hai sentito amore? Possiamo ancora progettare un piccolo principe. - le accarezzai una guancia

- Che senso ha! Nessuno sostituirà mai il nostro bambino. - Si alzò e si chiuse in bagno.

- Emma...

- Lasciala stare... ha bisogno di tempo per smaltire la notizia.

- Con tutto il rispetto Whale ma io conosco mia moglie e questo non è assolutamente il suo modo di reagire alle cose.  Mi preoccupa seriamente  il suo stato.

- Killian non è che tu stia messo tanto meglio. A differena sua  però tu ti stai facendo forza per lei. Hai un motivo per provare a non pensare al problema, lei no. Parliamoci chiaro: è lei che lo portava dentro di se, è lei che si sente un fallimento e conoscendola la paura che voi la pensiate responsabile la sta divorando. - Whale aveva ragione. Sono talmente preoccupato per lei che ancora riesco a resistere e a non buttarmi giù. La mia Emma solitamente da di matto quando c'è qualche problema... ora invece che la situazione è davvero triste e irrecuperabile sta reagendo in maniera più pacata... sembrerebbe una bella notizia ma non lo è. Questo significa solo che sta morendo dentro.  Eccola che esce dal bagno e sempre in assoluto silenzio torna a letto. Per l'intera settimana rimanemmo in ospedale poi la sua convalescenza si spostò a casa. La situazione non cambio minimamente era depressa e più passavano i giorni più si isolava. La sua vita si era racchiusa in quelle quattro mura della nostra camera da letto con le finestre chiuse e le luci spente. Solamente qualche volta da quella camera si sentivano delle voci. Erano le nostre bambine che andavano a trovarla. Lei non diceva molto ma le bambine non si arresero mai. Dentro di loro sentivano che la loro mamma aveva qualcosa che non andava è pur di farla sorridere passavano le ore a raccontarle storie o in silenzio a coccolarla o  a vedere cartoni animati. Anche Regina in quei giorni si fece viva. Ho dovuto supplicarla e convincerla che non fosse colpa sua per farla rientrare in casa  ma alla fine si è convinta e ci ha dato una grande mano con Emma e le bambine. A proposito di bambine: sento delle vocine fin troppo familiari provenire dalla mia camera da letto. 

- Piter pan venne finalmente eliminato e gli eroi dopo aver salvato il nostro fratellone  tornarono , insieme a lui e a tutti i bambini sperduti,  a Storybrooke per affrontare nuove avventure. - concluse la sua storia Leila

- Fine! - Aggiunse Chloe battendo le manine.

- Mamma allora ti piace la storia?

- Bimbe perché non salutate la mamma ora è andare di sotto? zia regina ha preparato il pranzo. - dissi loro

- Va bene. Mamma ti voglio bene.

- Pule io mamy ti boglio bene!

Aspettai che le bimbe si allontanarono dopodiché cercai di parlare con lei. Bisognava smuoverla da quella situazione e bisognava farlo subito.

 

 - Leila, Chloe e Henry sono preoccupati per te. Henry che sa tutto ha paura di venirti a parlare per paura tu possa soffrire ancora di più mentre le bimbe non fanno altro che chiedermi che cosa ti succede. Non posso continuare a dire loro che ti senti poco bene. Per quanto altro pensi  Leila ci crederà? Ad essere sinceri non ci crede neanche ora... l'ho sentita parlare con Henry proprio ieri. - Scrollò le spalle. -  Amore mio... abbiamo subito una grandissima perdita lo so e non pensare che a me non interessi. Sto malissimo devi credermi ma non posso buttarmi giù. Ho una famiglia da portare avanti. Sono stato forte per te e per le bambine ma ora basta. E' ora che inizi a reagire anche tu. Stare qui dentro non ti aiuta. Hai bisogno di ricominciare a vivere per distrarti.

- Non voglio che finisca nel dimenticatoio. - si riferiva al nostro bambino

- Non finirà mai nel dimenticatoio. Vivere non significa dimenticarlo. Sarà sempre parte di noi. Non gli daremo da mangiare, non gli rimboccheremo le coperte e non lo consoleremo di notte... Non avremo neanche un posto dove piangerlo se è per questo, ma il suo ricordo ci sarà sempre dentro di noi. Una parte del nostro cuore è dedicata a lui o a lei... e sarà per sempre così.

- Non so se sono pronta a ricominciare...

- Non significa che non puoi provarci.

Da quel giorno  qualcosina cambio. Emma finalmente  iniziò ad uscire dalla sua stanza e riprese le piccole attività: come la cura della casa e il giardinaggio. Il giardinaggio l'aiutava molto. Mmmh forse avevo avuto  l'idea giusta per aiutarla. La lasciai in compagnia di Regina mentre io  con la scusa di portare le bimbe a prendere un gelato mi fermai in un negozio lì vicino per prenderle una cosa. Una volta tornati a  casa feci dare alle bambine il regalo alla loro mamma.

 - Mamy un legalo pe te!

- Si mamma, un piccolo regalo da parte mia, di Chloè, Henry  papà.

- Grazie non dovevate. - le abbracciò

-  Apilo mamy apilo subito. - chloe non sapeva cosa ci fosse dentro ma era entusiasta. Purtroppo il suo entusiasmo si spende quando dentro non trovò nulla di suo gradimento. - No tocattolo? - chiese delusa

- Chloe no che non è un giocattolo è una cosa più importante. - le spiego sua sorella. Avevo raccontato a Leila una piccola storia riguardante quel regalo ed ora ero sicuro che lo avrebbe spiegato alla sua mamma e alla sua sorellina.

- Quindi no tocattolo! E cotè allora?

- È un seme. Il seme di una pianta. Le piante sono vita... rappresentano la vita. Sono un po' come noi chloe: hanno bisogno di calore, di nutrimento e perché no anche di compagnia. La maestra mi ha detto che fa bene parlare alle piante lo sai mamma? Loro ci ascoltano

- E quindi? - Rispose chloe annoiata

 

- E quindi cosa? È un bel regalo.  La mamma il  papà, io, te e henry da oggi in poi abbiamo una piccola piantina di cui prenderci cura. Rappresenterà la nostra famiglia. Me lo ha detto anche papà: le radici di questa pianta sono forti così come sono forti le radici che tengono salda la nostra famiglia - Emma pianse. Sapeva cosa volevo rappresentare con quel seme. Quel regalo era   in onore  del nostro bambino perduto,  per rendere il suo ricordo vivo e non solo una storia da tramandare. Con quella piccola piantina avremmo avuto un posto dove piangerlo e perchè no avremmo potuto gioire dei i suoi frutti. Il male quel giorno aveva vinto una battaglia ma non aveva di certo vinto la guerra.

Note dell'autore: Sto lavorando a questa storia da un paio di giorni poco piu. Scrivevo, scrivevo ma poi finivo sempre per eliminare il tutto. Oggi mi sono messa sulla scrivania con le cuffiette nelle orecchie e istintivamente ho creato tutto ciò. E' un capitolo un po' triste lo so ma anche questo purtroppo fa parte della vita reale. Vi prometto però che non saranno tutti così i prossimi e che ci  saranno molti altri  capitoli che ci faranno ridere e sognare. Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento nonostante i miei consueti errori e che dire... alla prossimaaaaaa! 
 

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Capitolo 20
*** Bisogna rialzarsi sempre ***


POV KILLIAN

Sono passati due mesi dalla tragedia che ha colpito la mia famiglia. Due mesi difficili sotto alcuni punti di vista... alcune volete anche pesanti oserei dire. Gestire due bambine non è mai semplice; figuriamoci quando non sei al pieno delle tue energie. A questo aggiungiamo l'essere constantemente alle prese con un dieciassettenne con  manie di indipendenza  e una popolazione che non smette mai di creare allarmismi inutili ed ecco che in grandi linee ho riassunto quello chè è la mia vita ultimamente. Agli occhi della gente sembrerebbe quasi di essere tornati alla normalità: Emma ha ripreso il suo lavoro da sceriffo, accompagna Leila e Henry a scuola, partecipa alle riunioni cittadine ed è tornata a presenziare alle cene di famiglia da Granny. La realtà però è ben diversa: è vero, Emma sta facendo enormi progressi, non è più chiusa in se stessa come i primi tempi... ma qualcosa la turba ancora. Non so cosa precisamente ma ho come la sensazione di esserne in parte responsabile.  Non fraintendetemi, non abbiamo avuto nessuna discussione in questo periodo, anzi... ci siamo supportati molto, eppure il nostro rapporto in qualche modo sembra essersi inclinato. Da cosa lo deduco? Beh semplicemente dal fatto che fa la mamma 18h al giorno no stop e nelle restanti 6h fa lo sceriffo. Nulla di male sul fatto che passi del tempo con i nostri figli, ma il tempo per me e per lei? Quel tempo che prima riuscivamo a garantirci tra il sonnellino di una bambina e i compiti pomeridiani degli altri due dove è andato a finire? Per non parlare della notte... anche li le cose sono di gran lunga cambiate. Fino a qualche mese era la parte preferita di tutta la giornata... era l'unico momento in cui potevamo essere solamente noi due. Non sto parlando di sesso, o almeno non solo. Aspettavamo la sera con ansia anche per il semplice parlare tra adulti, raccontarci la giornata, guardare un film stretti l'uno nelle braccia dell'altro... tutto questo adesso è scomparso. Anche se abbiamo  sempre abitutato le bambine a dormire nelle loro rispettive camerette  senza dare loro il vizio di dormire in camera con noi, da qualche mese a questa parte una piccola bambina si è insinuata nel nostro lettone e non c'è assolutamente verso di mandarla via. Mi correggo... un modo ci sarebbe anche ma ogni volta che tento di spostarla o di parlarle semplicemente dicendole che è ora che inizi a dormire da sola ecco che mamma Emma prende le sue difese e la piccolina rimane imperterrita nel lettone con noi. Pensate sia tutto? E invece no, non ho ancora finito: ricordate la tradizione zia/nipote? Quella di dormire una volta al mese da zia Regina per lasciare un po di privacy a me e Emma? Beh non esiste più. Emma di punto in bianco ha cambiato idea. Dice che avremo  tutto il tempo del mondo per stare da soli una volta che tutti e tre saranno cresciuti e che è giusto invece che ora passino quanto più tempo possibile con noi perchè purtroppo  cresceranno in fretta. Sto impazzendo ve lo giuro... stare lontano da lei mi uccide. Ho pensato molte volte di parlarle ma poi mi sono sempre tirato indietro, non sono bravo con i discorsi e ho paura di passare ai suoi occhi come un maniaco con il chiodo fisso del sesso. Non avendo ancora il coraggio di esporre questo mio disagio a mia moglie ho provato a chiedere aiuto alla sua migliore amica, Regina, ma quest'ultima è caduta dalle nuvole. Dice che Emma non fa altro che parlare di me: di quanto mi ama, di come solo io riesco a capirla, che senza di me sarebbe persa... e allora perchè tutta questa distanza tra di noi? non so più davvero cosa pensare. Regina mi ha consigliato di prendere il toro per le corna e parlarle, in fono solamente Emma può dirmi esattamente cosa sta succedendo. Ci ho pensato su e alla fine sono arrivato anche io alla conclusione che è inutile continuare ad aspettare che qualcosa si risolva da sola, devo prendere la situazione di petto e affrontarla una volta per tutte.
E' tornata a casa da poco e come ormai da tradizione è al piano di sopra con le bambine. Prendo un respiro profono dopodichè mi decido a raggiungerla. E' una visione mervigliosa quella che ho davanti: Emma in versione mamma ha un non so che di incantevole, bisognerebbe essere presenti ora in questa stanza per capire di cosa io stia parlando, purtroppo a voce non riesco a rendere bene l'idea. ok Killian... bando alle ciancie! O adesso o mai più.
- Emm...Emma tesoro, potremmo parlare un secondo? - chiedo sorridendole
- Certo! Dimmi... cosa c'è? - mi risponde senza preoccuparsi minimamente delle bambine che sono presenti nella stanza.
- Vorrei parlarti in privato possibilmente, è una cosa un po' delicata!
- O mio Dio! E' successo qualcosa? C'è un nuovo pericolo in città? - perchè lo sceriffo che in lei deve sempre emergere fuori?
- Tranquilla nessun pericolo cittadino per ora, ne tantomento un pericolo magico. Non è che però potresti... - e le indico con l'unica mano a disposizione il corridoio che porta alla nostra camera da letto.
Non sa cosa rispondermi, lo riesco a leggere dalla sua faccia. Fortunatamente per lei ma sfortunatamente per me è la piccola Chloè a rispondere:
- No mamy... no andale via, lesta co me! Io boglio tocare. - eccola che si scioglie al suono di quella richiesta
- Killian non è che potremmo parlarne più tard...
- No non possiamo aspettare oltre, io non posso aspettare oltre. - la presi per mano e la condussi a passo sostenuto nella nostra camera. Mi chiusi la porta alle spalle.
- C'era bisogno di trascinarmi? - chiese meravigliata della mia poca delicatezza. Ha ragione, sono stato istintivo ma sono due mesi che aspetto. - Si può sapere cosa c'è di così tanto urgente che non può aspettare? - non è arrabbiata, è semplicemente confusa.
- Noi! Ecco cosa non può più aspettare. Io e te, la nostra vita di coppia...
- Non riesco a seguirti.
- Andiamo Emma... non vorrai mica farmi credere che sia tutto ok tra di noi vero? - mi guarda senza proferire parola - Oh andiamo! Vuoi dirmi che non ti sei resa conto che non passiamo più del tempo insieme?
- Killian... passiamo tutte le nostre giornate insieme. L'unico momento della giornata in cui non ci vediamo è al lavoro, ma solo perchè hai deciso di non lavorare alla stazione.
- Intendo dire da soli Emma! Io e te, senza bambini. Quando è stata l'ultima volta che ci siamo concessi del tempo insieme?
- Non significa che deve esserci qualche problema tra di noi. I bambini, Chloè sopratutto, stanno passando un periodo particolare, hanno bisogno di attenzioni. Siamo i loro genitori, spetta a noi.
- Sono i bambini ad attraversare un brutto periodo o sei tu? Io penso che sia la seconda l'opzione giusta. Chloè non aveva nessun tipo di problema fino a quando non hai iniziato a viziarla per sopperire ad una mancanza... non te ne sto facendo una colpa, anzi... sono preoccupato per te. Vorrei che mi parlassi, che mi dicessi le tue paure o semplicemente cosa c'è che non va. 
- Non l'ho viziata! - si lamenta ma al mio sguardo, che sottolinea l'ovvio non può far a meno di abbassare lo sguardo. Sa che ho ragione - E comunque non c'è niente che non va in me.
Mi avvicino e mi siedo sul letto accanto a lei prendendole le mani:
- Tu dici di non avere nessun tipo di problema ma non è così amore, si vede lontano un km che c'è qualcosa che ti fa soffrie e poi l'attaccamento che hai verso le bambine e il non avere piu tempo per il tuo maritino non fa altro che confermare la mia ipotesi. Dove è andata a finire la mia Emma? 
- Ti manca la tua Emma? - mi dice sorridendo e deviando la mia domanda - Se volevi un po' di tempo solo per noi due bastava essere più espliciti amore! - cerca di ammiccare con lo sguardo ma fallisce miseramente.
- Si ok mi manchi! In tutti i sensi se proprio vogliamo essere sinceri ma non è solo questo il punto. Voglio sapere il motivo per tutta questa distanza e non venirmi a dire che sono i bambini la causa del nostro allontanamento perchè lo sai anche tu che non è assolutamente vero. Che c'è ho forse fatto qualcosa che ti ha infastidito? Ti prego parlamene cosicchè io possa provare a rimediare. 
- Non hai fatto nulla di sbagliato o che mi ha infastidito. Sto bene Killian, non ho nulla. Pensi che le cose tra me e te sianco cambiate ma non è cosi! Sei la persona che amo di piu al mondo insieme ai bambini.
- Quindi non avresti nulla in contrario a dimostrarmelo. - questa era la prova del nove.
- In che senso scusa?
- Mi ami?
-Certo che si! Ma che domanda è?
- Allora se mi ami questo weekend faremo una gita fuori storybrooke. Io e te da soli 
- Eemm mi cogli alla sprovvista Killian!
- Che c'è non vuoi?
- Non è che non voglio solo che.... il lavoro, i bambini... la vedo difficile poter organizzare tutto... e poi... non possiamo lasciare le bambine da sole per così tanto tempo.
-  Amore... partiremo Sabato mattina e saremo di ritorno Domenica sera. E' solo una notte e lo sai bene anche te che sono abituate.  E per il lavoro non preoccuparti tuo padre è più che felice di sostituirti.
- Si ok, ma...
- Ma cosa? - la guardai dritta negli occhi come a farle capire che non aveva scusanti. 
- Ok! Va bene. - non aggiunse altro.
- Davvero? - chiesi incredulo che si fosse già convinta
- Si davvero! Ma non dirmi più che non ti amo. - la baciai instintivamente ed iniziai a fantasticare sulla nostra piccola vacanza.
***

Sabato mattina. POV EMMA

Ancora non riesco a crederci. Ho detto di si. Alla sua proposta di partire ho risposto di si... e ora? E niente... ora sono nei guai.
Ha ragione a dire che non sono più la stessa, sto facendo di tutto per non fargli pesare questa situazione ma sto fallendo miseramente.  Mi sento in colpa ma non riesco a far nulla per rimediare. So già anche come andrà a finire questo viaggio: troverà modo e maniera per cercare di capire cosa c'è che non va. Dovrei parlargliene, sono sua moglie, ma non sono ancora pronta a farlo. Non sono pronta a tornare alla nostra vecchia vita.  Lo amo, lo amo alla follia, nessuno è mai riuscito a far breccia nel mio cuore così come lui, ma allo stesso tempo non riesco ad essere a mio agio... ho paura. 
- La signora è pronta? - mi dice riportandomi alla realtà. Devo smetterla di perdermi nei miei pensieri o prima o poi mi partirà una coronaria.
- Emmh si! Quasi... Chiudo il trolley, saluto i bambine e scendo.
 - Mmh... ti concedo un saluto di massimo 10 minuti. Domani sera le rivedremo quindi non prenderla come un addio per favore. - disse ironicamente per farmi strappare un sorriso. - Ti aspetto di sotto.
Avanti Emma, un po di coraggio! Digli la verità, digli che non te la senti di partire. - Killian aspetta! - vedo che si volta - Io volevo dirti una cosa... - non perdere la concentrazione. Ora o mai più.
- Dimmi amore! - mi risponde lui alzando un sopracciglio come è solito fare.
- Io... volevo dirti che... 
- Che?
- Che ti amo e che sono felice di partire con te! - vigliacca Emma! sei una vigliacca.
- Anche io ti amo amore! - mi bacia e va al piano di sotto. Non sono riuscita a dirgli nulla. So che ci rimarrebbe malissimo e non voglio.  Sta già male a causa mia se proprio dobbiamo essere sinceri,  non voglio ferirlo ancora di più. Questo piccolo viaggio sarà difficile da affrontare per me ma devo farlo... per me stessa, per lui... per noi!
- Emma ti vuoi muovere? Quel poveracciò invecchierà di altri 300 anni se continui di questo passo. - e' Regina questa volta a riportarmi alla realtà. E' qui per occuparsi delle bambine in nostra assenza. 
- Si si ecco, ho fatto! Saluto le bambine e vado.
- Le hai salutate dando loro il buongiorno stamattina, non serve altro, vai!
- Non posso non salutarle. - risposi e nel mentre ecco che la piu piccolina fa il suo ingresso con il suo pigiamino rosa e il suo orsacchiotto di peluche in pendant.
- Mamy dobe bai? - che dolce che è
- Amore vieni qui! - la prendo in braccio - La mamma deve uscire, tornerà presto per giocare con te e Leila ok?
- Pule io uscile! Io co te mamy!
- Non si può Chloè! Resterai con me non sei contenta? - le disse sua zia ma a quelle parole ecco che la piccola inzia  a piangere. Menomale che non le ho detto che sarei stata fuori due giorni altrimenti le urla si sarebbero sprecate. Odio vederla piangere...
- Regina ascolta, lei che è piu piccolina magari la portiamo con...
- Non se ne parla Swan! Non so cosa ti succede ma non è di certo la prima volta che restano con me. Tranquilla so come calmarla.
 - Non voglio lasciarla mentre piange... forse è il caso di aspettare un pochino. Giusto il tempo che si calmi un po'.
- Ancora qui stai? Guarda che se non vai al piano di sotto con le tue gambine, ti ci mando io per via direttissima.
- Regina ma...
- Non mi lasci altra scelta. - usa la magia su di me e in men che non si dica sono già fuori il vialetto di casa. Killian è gia in macchina.
- Pronta ad andare? - mi chiede sorridendo 
- Chloe sta piangendo...
- Sono sicuro che con un bel cartone animato si calmerà! Andiamo salta su. - anche se un po titubante alla fine salii in macchina. Mi lasciò scegliere la meta per me più rilassante tra la montagna e il mare e nel giro di poco eccoci già sulla Jolly roger in viaggio verso una meta sconosciuta che lui descriveva come un angolo di paradiso.
 ***
Qualche giorno prima di proporle di partire, ero in mare per scaricare la mia tensione e mi sono imbattuto in un'isola che non avevo mai visitato prima. Era piccolina ma davvero molto molto accogliente... pensai subito che sarebbe stata l'ideale per me ed Emma quindi quando questa mattina le ho proposto se preferiva il mare o la montagna sperai davvero che scegliesse la prima opzione, volevo assolutamente portarla in quel piccolo magico, intimo ritrovo.  Erano ormai due ore che eravamo in viaggio, e all'incirca ne mancava ancora una per giungere a destinazione. La vidi seduta a guardare l'orizzonte, era magnifica, come sempre del resto. Presi un profondo respiro e mi avvicinai a lei. 
- Che fai? - Chiesi per rompere la tenzione che sentivo scorrere tra noi
- Mi godo il panorama.
- Posso farle compagnia principessa? - mi sorride gentilmente e mi fa spazio per sedermi accanto a lei. Resto li in silenzio al suo fianco a far finta di ammirare l'oceano. In realtà sto ammirando lei, ma lei sembra non accorgersene. allungo il braccio e le circondo le spalle. Resta li, ferma, impassibile.... non dice nulla e questo non è assolutamente da lei. Sarei tentato di dire qualcosa o di provare un'altro approccio ma non credo sia la soluzione giusta. Ha passato un periodo difficile e qualsiasi cosa abbia ora, collegata o no a quell'evento, deve essere risolta con calma e pazienza. Dovrò inventarmi qualcosa una volta giunti a destinazione. Le do un piccolo casto bacio sulla guancia dopodiché torno al timone a governare la cara Jolly. 
Il mare è dalla mia parte, è calmo e di un colore meraviglioso. Arriviamo in anticipo in base alla tabella di marcia e non posso essere più felice di così. Sistemai la Jolly e dopo aver preso la mano della mia donna la condussi a riva.
- Allora amore... che dici, ti piace?
- Killian è... è meravigliora. - finalmente un sorriso sincero - Come hai fatto a trovarla?
- Segreti del mestiere piccola! Che ne dici ti va di perlustrare la zona?
- Assolutamente si. 
Iniziò così la nostra piccola vacanza, mano nella mano a scoprire le piccole meraviglie di quell'isoletta. Attimi meravigliosi accompagnati da però  silenzi inspiegabili e momenti intimi non colti. Sembrava di essere in paradiso ma contemporaneamente all'inferno.  
- Che ne dici di un bagno? - non aspettai la sua risposta, le tolsi il copricostume che aveva insossato in  barca, la presi in braccio e la buttai insieme a me in acqua. Nuotammo fino ad arrivare dove l'acqua era più profonda. La strinsi a me e piano piano iniziai a darle dei teneri baci sulle labbra per poi scendere verso il suo collo. Mamma mia quanto mi era mancata in quei due mesi. Non mi disse nulla all'inizio, anzi... si stava decisamente lasciando andare potevo vederlo ma non appena intensificai il lavoro ecco che immediatamente si irrigidì.
- Che hai? - le chiesi con il fiato corto. Non poteva lasciarmi impazzire così
- Niente - sorrise - Solo... siamo arrivati da un bel po' ormai, non pensi sia il caso di chiamare a casa e vedere se è tutto ok?
- Non  lo stai dicendo sul serio vero? Emma... ma che ti prende si puo sapere? - ha davvero interrotto un nostro momento di intimità?
- Niente! E' solo...
- Solo ti devi lasciare andare ok? - risposi io riprendedo da dove avevo interrotto.
- Killian... no... aspetta! 
- Che c'è? - dissi
- Torniamo a riva ok? L'acqua è fredda. - scusa terribile ma feci finta di nulla. Continuammo per parte della giornata così: non dava cenni di voler parlare di un possibile problema e non appena tentavo un approccio fisico con qualche scusa interrompeva il tutto. Ero sul punto di impazzire... non era mia moglie quella che avevo davanti. Che avrei dovuto fare per scoprire la verità? Non avevo idea su come comportarmi così decisi di allontanarmi per un po. Volevo restare da solo.
POV EMMA.
Eccolo che si allontana senza dirmi dove sta andando. E' arrabbiato, triste, deluso... non lo so. So solo che è colpa mia. Sono una vigliacca. Dovrei corrergli dietro, dirgli che sono una stupida, che ho paura... dovrei correre da lui e dirgli che lo amo, che farei l'amore con lui fino a domani e oltre ma niente, la paura vince sulla volontà. Lo conosco, ha una pazienza infinita il mio uomo ma lo posso vedere dal suo sguardo mentre si allontana: lo sto mandando ai matti. Passa qualche ora ma lui non accenna a voler tornare, si sta facendo buio e inizio ad essere proccupata. Non mi lascerebbe mai da sola quindi deve per forza essergli successo qualcosa... ODDIO! Mi basta pensare a questo per mettermi in piedi pronta ad andare a cercarlo. Devo assolutamente trovarlo e assicurarmi che stia bene. Corro sulla nave, prendo la prima torcia che trovo e torno sull'isola. Cerco tra tra tutte quelle piante un piccolo segno del suo passaggio, solitamente per non perdersi segna la corteccia degli alberi con il suo uncino, ma niente... non trovo niente. Anche chiamarlo è inutile... non risponde. Che gli sia davvero successo qualcosa? No.. non può essere vero. Mi butto a terra e comincio a piangere disperata. Tutto il dolore provato in questi due mesi e mai dimostrato ecco che si moltiplica al solo pensiero che anche il mio uomo mi abbia lasciato. Non so cosa fare... sono nel panico piu totale. Dovrei continuare a cercarlo ma la paura di trovarlo ferito se non peggio mi paralizza. Lui non mi lascerebbe mai da sola... non lo ha mai fatto neanche quando ci odiavamo quindi  deve essergli per forza successo qualcosa. Mentre solo li, ferma a terra in mezzo a quella piccola foresta paralizzata dalla paura, sento un rumore di foglie. Alzo lo sguardo speanzosa ma niente... è solo un piccolo animaletto. Lo guardo correre ma il mio sguardo si sofferma su un particolare. C'è un'ombra in lontananza. Mi alzo e mi avvicino verso quell'ombra. piu vado avanti e piu quell'ombra non è piu ombra ma una sagoma... la sagoma di un uomo: Il mio uomo. Corro come una furia per ragiungerlo: è seduto di spalle su una roccia. Appena arrivo nelle sue vicinanze rallento per non spaventarlo
- Ki... Killian... - la mia voce trema... - Killian... sei.. sei tu? - il mio cuore batte all'impazzata, so per certo che è lui ma non so perchè glielo chiedo uguale. Lui non mi risponde.Continua a restare seduto li impassibile, come se non mi ascoltasse  - Killian mi hai fatto prendere un accidente - dico riprendendo a piangere - Pensavo ti fosse successo qualcosa di brutto. Mi hai spaventata - Niente... non proferiva parola. - Killian... ti prego di qualcosa, non riesco a sostenere questa situazione... perchè non mi parli? Io pensavo di averti perso per sempe - cado a terra in ginocchio e inizio a iperventilare, non ce la faccio piu. - Io morirei se questo accadesse. - non riuscii piu a parlare tanto erano forti i singhiozzi dovuti al pianto.
- Adesso capisci come ci si sente vero? Averere vicino la persona che ami, e credere di averla persa per sempre... - finalmente sento la sua voce. Vorrei dire che è bella come semrpre ma non è cosi: è una voce devastante. E' la voce di un uomo distrutto. Non aggiunge altro, si alza da quella maledettissima roccia e mi raggiunge, si siede a terra accanto a me e fa l'unica cosa di cui ho bisogno: mi abbraccia. Restammo così per non so dire quanto tempo, so solo che man mano che lui mi teneva stretta e mi accarezzava la schiena io riuscii a calmarmi un po.
- Pensavo fossi morto. Questa maledettissima isola è piccola e tu non rispondevi ai miei richiami.
- Non volevo farti credere questo, davvero.  Volevo però farti capire come ci si sente quando una persona da tutta se stessa per raggiungere  l'altra ma dall'altra parte trova solo muri. 
- Io...
- Shhh fammi parlare: Io ti ho conoscita quando eri circondata da muri, quando eri una ragazza sperduta, quando a parte mary margaret e David non avevi amici. Ho saputo leggerti dentro e mi sei piaciuta fin dall'inizio. Eri una gran testarda e ho dovuto faticare anni per ottenere la tua fiducia. Mi sono mai arreso? No mai e alla fine ti ho conquistata. Molti sentendo questa storia possono pensare che questa sia stata la parte piu dura: conquistarti... e invece no. La parte più dura è avvenuta dopo quando ho ripromesso a me stesso di abbattere tutti i muri che ti circondavano e eliminare ogni armatura che ti eri costruita addosso. Mi hai fatto sudare, mi hai dato filo da torcere ma alla fine sono riuscito anche in  questo intento riportando in vita la vera Emma. Ci siamo sposati e messo su famiglia. Da quel giorno la nostra vita è sempre stata rose e fiori? Assolutamente no. Tra pazzi psicopatici all'attacco, incomprensioni e litigi ne abbiamo viste delle belle ma non ci siamo mai arresi.  Io vedevo così la nostra vita: piena di ostacoli ma sempre insieme e senza segreti. Tutto sembrava perfetto... fino a quelche mese fa. Sappiamo cosa ci è successo, non starò qui a riaprire altre ferite ma c'è una cosa che non ho capito e che vorrei che tu mi spiegassi: capisco il dolore, capisco che la situazione non è semplice da accettare, capisco che ci voglia del tempo per assimilare tutto e metabolizzare la cosa... capisco tutto davvero. Tutto tranne una cosa: cosa centro io? Come mai il nostro rapporto si è inclinato cosi? Ho rivissuto questi due mesi con la mia mente per pensare ad un mio possibile sbaglio nei tuoi confronti ma non riesco a trovare una risposta. L'unica che puo farlo sei tu ma sembra che tu non ne abbia voglia o non ne senta il bisogno. Anche se viviamo sotto lo stesso tetto e passiamo parte della giornata insieme a parlare come se nulla fosse, tu sei diversa: sei distaccata, fredda... hai messo non so quanti paletti tra me e te. Se non ci fossero le bambine neanche ci rivolgeremo la parola. Non abbiamo più un momento tutto per noi: le nostre cenette romantiche, le passeggiate al chiaro di luna, le nostre serate abbracciati sul divano a sorseggiare rum... è sparito tutto. A momenti non ricordo neanche più l'ultima volta che abbiamo fatto l'amore. Io sto male Emma ma non credere che sia solo per tutte quelle belle cose che prima cerano tra noi e ora non piu. Sto male perchè ti vedo soffre in silenzio. Sto male perchè non riesco ad aiutare mia moglie... sto male perchè dai tuoi atteggiamenti capisco che la colpa è mia. 
o mio Dio... sono stata una sciocca. Ho pensato al mio dolore, alle mie insicurezze, alle mie paure ma non ho pensato alla cosa più importante di tutte: non ho pensato a lui.  Non ho pensato che con questo mio comportamento avrei potuto ferirlo. 
- Mi sento uno schifo Killian... le parole che mi hai detto quella sera in ospedale sono incise nella mia mente come un tatuaggio. Non andranno mai via.  La notte non faccio altro che sognare  te in lacrime che mi comunichi che abbiamo perso un bambino.  La tua faccia sembra delusa e io posso intuire che la delusione che hai è nei miei confronti. Tu in quei sogni mi ritieni responsabile della perdita di nostro figlio. Mi sveglio di soprassalto e devo uscire di corsa dalla camera da letto per paura che tu ti possa svegliare. Non riuscierei a sostenere il tuo sguardo. Farebbe troppo male.  Ho commesso un errore ha far prendere l'abitudine a Chloe di dormire nel nostro letto è vero ma è l'unico modo per non dare di matto. Tenerla contro il mio petto e sentire il suo cuoricino battere mi calma. Prendermi cura di loro mi calma... mi aiuta a non pensare. 
- Guardami! - mi dice con le larime agli occhi - non ti ritengo responsabile di nulla! Non è colpa tua! Non è colpa di nessuno, è andata così.
- Lo so... però io non riesco a far finta di nulla. Quando mi guardi con quegli occhi pieni d'amore mi sento rinascere ma poi nella mia mente il sogno continua a perseguitarmi e alla fine mi convinco che sia quella la realtà e che in teoria i tuoi sguardi pieni di amore sono solamente frutto della mia immaginazione. La mia mente dice:Come può amarmi ancora dopo aver perso un figlio... suo figlio! Colpa o non colpa sono sempre io che lo portavo in grembo. E' il mio corpo che non è riuscito nel suo compito. Anche se non direttamente un minimo di colpa ce l'ho. Ho detto una frase quel giorno, quando mi hai detto che dovevamo aspettare i risultati dei test per sapere se ci fossero state complicazioni. Ho detto che avrei voluto un altro bambino e tu hai detto di essere più che d'accordo. 
- So già quello che stai per dire e ti rispondo subito: No! Nessun altro bambino o bambina sostituirà mai chi sai tu. Vorrei un altro figlio questo è vero, ma non per rimpiazzare una perdita. 
- Lo so ma c'è anche dell'altro... io quel giorno ho parlato a sproposito... non ero in me, ero divorata dal senso di colpa e dalla paura di non poter aver piu bambini. Avevo paura che in quel caso mi avresti abbandonata come hanno sempre fatto tutti nella mia vita. Non ero sicura di volerne altri ma la paura ha avuto la meglio e mi ha fatto parlare senza raggionare sulle possibili conseguenze. A mente fredda ci ho ripensato e alla fine mi sono detta che come ideaa non era poi così male. Un bambino non avrebbe fatto altro che portarci altro amore, cosa di cui abbiamo assolutamente bisogno. Henry e Leila non erano assolutamente in programma così come l'ultimo, di Chloè ne abbiamo parlato ma non programmata così presto... per una volta nella vita ero convinta di volerne un'altro ma poi... lo sai perchè ho rotto la tradizione delle bambine e di Regina? Perchè l'ultima sera che le ho lasciate dormire fuori stavamo quasi per...
- L'ultima sera che le abbiamo lasciate dormire fuori è la prima volta di una lunga serie che mi hai rifiutato. 
- Stavamo per fare l'amore ma proprio mentre mi stavo per abbandonare completamente a te altre paure sono nate nella mia mente: e se nei risultati delle mie analisi ci fossero stati degli errori... se  per davvero non potevo avere piu figli? E se invece fossi rimasta incinta ma avessi perso anche questo bambino? Tutte queste domande portavano ad un'unica e sola risposta: Tu ne saresti stato devastato, forse mi avresti dato la colpa e alla fine il nostro matrimonio sarebbe fallito. Ho paura ancora adesso, evito di stare da sola con te perchè il mio primo istinto sarebbe quello di saltarti addosso... ma non posso. 
- Certo che ho sposato la persona più complessata sulla faccia della terra! Dovevi venire da me il primo giorno che hai avuto quell'incubo... dovevi dirmi cosa stava succedendo quella sera quando eravamo a casa da soli. Sai che ti amo e che ti rispetto, non ti avrei mai costretta a fare cose di cui non ti sentivi pronta. E' vero che voglio un bambino, ma non ho mai detto che lo voglio adesso. Lo vorrò nell'esatto momento in cui sarai pronta ad averlo anche tu  e se tu non sarai mai pronta per questo passo... beh significherà che 3 pargoli bastano e avanzano.  Ti voglio tutto il bene del mondo, aspetterò che tu sia pronta ma voglio che tu sappia una cosa: la vita di castità non fa per me. Non ti tradirò mai questo è certo ma non farmi aspettare troppo a lungo. Se non vuoi bambini non c'è problema: esistono le precauzioni se te ne fossi dimenticata.
- Beh... non mi sembra che con noi funzionino piu di tanto. - rido. 
- Non sono loro che non funzionano, siamo noi che abbiamo amato il rischio. 
- Ti amo Killian. Scusami per tutto. Potrai mai perdonarmi?
- Come posso perdonarti se non c'è nulla da farti perdonare? - Mi bacia e finalmente riesco a ricambiare il bacio senza timori, senza cattivi pensieri. - OHH! Questo si che è un bacio. - Mi abbraccia ancora piu forte di prima. - Ti prometto Emma che farò modo e maniera di non far piu succedere nulla di brutto alla nostra famiglia.  Ti prometto,anche se non nell'immediato, che  riuscirò a trovare un modo per abbattere le tue paure. Ti prometto, ma questo già lo sai, che non ti libererai mai di me... tu in cambio però devi promettermi di fidarti.
- Io mi fido di te! - ci scambiamo un altro bacio, questo di gran lunga piu passionale del primo. Facciamo fatica a staccarci ma è giusto così, abbiamo... o meglio, ho perso troppo tempo dietro le mie paure. E' ora di riprendere in mano la mia vita. Anche se a fatica è lui il primo a rompere il contatto tra le nostre labbra. 
-  Che ne dici? Torniamo a casa?
- Ma come? Non avevamo un weekend noi due? Sarà anche iniziato male ma abbiamo ancora una giornata a disposizione. - cambio posizione, mi stacco dal suo abbraccio per portarmi sopra di lui. Inizio a baciarlo con foga. Non so cosa mi stia succedendo, forse sono semplicemente impazzita ma è come una droga... non riesco a staccarmi. 
- Per quanto mi piaccia il trattamento che mi stai riservando purtroppo devo interromperlo.
- E' una vendetta per caso? Mi ripaghi con la mia stessa moneta? - rido ma lui è tornato serio.
- Ascolta... che tu ci creda o no sono venuto qui principalmente per star da solo con te e parlare a cuore aperto senza nessuno nel raggio di 50 km e oltre. Non ti nego che mi sarebbe piaciuto intraprendere anche un discorso più fisico visto l'astinenza però pensandoci ora come ora  sarebbe sbagliato. Non sei ancora pronta. E' vero hai espresso le tue paure ma questo non significa averle superate. Forse ci vorrà una settimana, forse un mese o anche un anno. Forse basterà solo la mia vicinanza o quella delle bambine, forse dovremmo chiedere aiuto a Archie. Non mi interessa... aspetterò anche tutto il tempo del mondo. Se venissi a letto con te oggi sarebbe una mancanza di rispetto nei tuoi confronti e non voglio. Sono venuto qui in primis per capire cosa ti turbava, ora che lo so possiamo tornare a casa. Abbiamo un altro problemino di cui occuparci.
- A si? E quale sarebbe?
- Chloè! 
***

POV REGINA.

Era mattina finalmente. Dopo una notte insonne ecco che finalmente Chloè decide di addormentarsi. Finalmente... stavo per perdere ogni speranza. Sento suonare alla porta: chi diavolo sarà mai a quest'ora? Mi sbrigo ad aprire per paura che suonino di nuovo svegliano la bambina ma quando apro la porta trovo davanti a me niente di meno che Emma e Killian
- Che diamine ci fate voi qui? Non dovreste essere in qualche posto sperduto a risolvere i vostri problemi? 
- Che tu ci creda o no lo abbiamo fatto. - Mi rispose la mia amica finalmente con un sorriso degno di chiamarsi tale sulla faccia. Anche Killian non è da meno.
- Non che non sia contenta di vedervi ma... visto che c'eravate non potevate godervi un po di tempo insieme? - guardai Killian piu che altro visto le sue ormai chiare necessità.
- Abbiamo pensato che qui saremmo stati piu utili. Come è andata con le bambine? - mi chiese una volta accomodati tutti e tre sul divano.
- A meraviglia, sono state due angioletti. 
- Davvero? - mi chiede Emma meravigliata di quella risposta.
- Certo che no! Leila è stata un amore di bambina ma Chloè... mamma mia! Ne ha combinate di tutti i colori.  Ha pianto per quasi tutto il tempo e quando non piangeva faceva i dispetti a sua sorella. Non ha voluto fare il riposino pomeridiano. E' uscita dal suo lettino almeno sette volte rischiando di rompersi la testa. Non ha voluto mangiare nulla e per protesta quando l'ho messa sul seggiolone ha buttato a terra e sui muri tutto quello che le avevo preparato. Ho finito? Certo che no! Vogliamo parlare di quando ieri sera l'ho preparata per metterla a letto? Era tardi ed era evidente che fosse stranita. Per fare prima ho pensato di metterla sotto la doccia piuttosto che farle il bagnetto. Non potete capire: gli strilli sono arrivati anche a casa di tua madre come minimo. Il vicinato avrà pensato che la stavo torturando... morale della favola? La doccia è stata un vero fiasco; voleva il bagnetto. Bene! Ho preparato la sua vaschetta, l'ho messa dentro con tutte le sue belle paperelle e.... arrabbiata per non si sa che cosa ha iniziato a buttare tutta l'acqua a terra gridando di essere un pirata. Inutili favole, canzoncine, cartoni e camomilla.  Si è addormentata questa mattina alle sei e mezza per sfinimento. 
***

POV EMMA

Nel sentire pronunciare tutti quei guai combinati dalla mia bambina non sapevo se ridere o se piangere. Forse piangere sarebbe stata l'opzione corretta. Chloè non è mai stata una bambina ribelle, vivace si ma ribelle proprio no. E' evidente che il suo comportamento sia stato incoraggiato da qualcuno. Quel qualcuno sono io. Lo confesso a causa delle mie esigenze e dei miei problemi l'ho viziata un po' troppo. Non credevo però che sarebbe arrivata fino a questo punto. Bisognava correre ai ripari. Mi scusai con Regina, la quale non era assolutamente arrabbiata e la congedai visto che era distrutta. Quando la mattina Chloè si svegliò e mi trovò accanto al suo lettino mi sorrise e allungò le sue manine per stringermi in un abbraccio. Sembrava la solita Chloe ma giusto il tempo di vestirla e di farle fare colazione che ecco che il piccolo diavoletto che si era impossessato di lei la sera precedente tornò a farle visita.
- boglio tocare mamy!
- Amore mamma deve andare sistemare parte del casino che hai fatto ieri. Vai a giocare con leila e con papà.
- No boglio tocare con te!
- Appena avrò finito giocheremo un po ok?
- NO BOGLIO TOCARE OLA! - non contenta di aver urlato aprì il cassetto della cucina, l'unico a cui arrivava in base alla sua altezza e iniziò a lanciare a terra tutti gli oggetti che trovava all'interno. Sarebbe stata davvero un'impresa farla tornare come prima. 
*** 
Di giorno in giorno la situazione sembrò migliorare sempre di più fin quando il mese successivo l'allarmismo : uragano Chloè rientrò del tutto. La bambina era finalmente tornata ad essere serena, giocava con tutti, piangeva pochissimo e sopratutto non era più arrabbiata con il mondo intero. Avevamo risolto quasi tutto... l'unica cosa che non eravamo ancora riusciti a fare è farla dormire nel suo lettino la notte. Anche la situazione "fisica" tra me e Killian era quasi risolta de tutto. Quasi perchè anche se io ero tornata in me una piccola signorina ci impediva di trascorrere del tempo da soli. Era sera, Henry era da Regina e Leila aveva deciso di passare la notte da nonna Snow per poter giocare con Neal. Io e Killian avevamo casa libera... o quasi. Chloè era nel salottino a giocare mentre io e Killian eravamo in cucina. Avevevamo cenato da poco e ora mentre la bambina scaricava le sue ultime energie prima della nanna io me ne stavo seduta al tavolo ad ammirare mio maritino in versione casalingo che lavava i piatti. Aveva un non so che di sexy... o forse era solo la mia astinenza a farmi parlare. Ormai erano giorni che soffrivo, non mi bastava più il dormire accanto a lui, avevo bisogno di più. Avevo davvero bisogno di far tornare il nostro rapporto alle origini. Mi alzai e lo raggiunsi abbracciandolo da dietro. 
- Sei sexy in versione casalingo con una mano sola!  - feci uscire la camicia dai suoi pantaloni e e iniziai a sottonargliela.
- Oi... frena signorina! E' l'umomo che dovrebbe prendere l'iniziativa non trovi? - mi disse malizioso voltandosi e baciandomi.
- Mi piacciono i giochi di ruolo.
- Ah si? Dimostramelo! - non me lo feci ripetere due volte iniziai a baciarlo con foga, gli strappai letteralmente la camicia da dosso e la gettai a terra. stavo per passare ai suoi pantaloni quando una vocina mi riportò con i piedi per terra.
- Mamy!  che tate pacendo? - chiese inclinando la testa di lato. Maledizione... avevo dimenticato che fosse ancora sveglia
- Amore nulla! Non stiamo facendo nulla.
- Pecchè papà no tamicia? fa fleddo! - ero diventata bordeaux per la vergogna e killian che fa? inizia a ridere. - Papà deve mettele il pizzamino?
- E' si amore papà sta andando a mettere il pigiamino cosa che dovresti fare anche tu.
- Ma io no tanca.
- Niente storie, è ora di mettere il pigiamino e andare a nanna. - evitando di incrociare lo sguardo con Killian che ancora se la stava ridendo andai al piano di sopra a vestire Chloè. Una volta riuscita nell'intento la portai nella sua cameretta. 
- No no no! Io ninne co voi.
- Amore sei grandi ormai per dormire con mamma e papà.
- No! Io piccola. io anni così! - mi disse indicando con la manina i suoi due anni. - Leila glande no io. 
- Ascolta: chi è la brava bambina della mamma?
- Io! 
- E le brave bambine cos'è che non fanno?
-  i capicci!
- Brava amore! Quindi per dimostre a mamma che sei un abrava bambina devi provare a dormire nel tuo lettino questa notte ok?
- No!
- Chloè... 
- Io paula!
- Non è vero, hai sempre dormito da sola. Facciamo così: se questa notte dormirai nel tuo lettino domani mattina la mamma ti coprerà un nuovo giochino ok?
- Lo telgo io?
- Si potrai sceglierlo tu.
- Allola notte mamy! - si mise da sola sotto le coperte e chiuse gli occhietti. Che gran furbetta non c'è che dire. Aspettai che si fosse addormentata dopodiche spensi la luce della sua cameretta e andai in camera da letto. 
- Non mi dire: ci sei riuscita? - mi prese in giro Killian 
- Stai zitto e datti da fare... abbiamo un'infiniità di tempo da recuperare. 
- Come la signora comanda!
Ebbene si... ci è voluto un po ma alla fine tutto è tornato alla normalità. Ho due genitori,Ho un martio tre figli un'infinità di amici meravigliosi. Abbiamo avuto una grave perdita e sono caduta in basso... ho toccato il fondo se così si può dire, ma come ben si sa una volta toccato il fondo non si può far altro che risalire.  Ho iniziato passo dopo passo a riprendermi la mia vita e adesso a distanza di mesi posso dire di esserci quasi completamente riuscita. Rimarrà per sempre un vuoto nel mio cuore ma se da un lato c'è un vuoto dall'altro c'è tanto amore e per ora è questa la cosa importante. 
 
Note dell'autore:
Scusate se vi ho fatto aspettare ma mi ci è voluto un po per mettere nero su bianco questa one shot. Cosa dire: diciamo questo è un capitolo di passaggio prima di poter tornare a narrare di avvenimenti divertenti e pazzi all'interno di questa stramba famiglia. 
P.S. Ho pubblicato senza controllare. Scusate per eventuali errori ma vado molto di fretta. E' capace che tra qualche ora ripassi da queste parti per aggiustare il tutto. scusate ancora e alla prossima. 




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Capitolo 21
*** Un nuovo arrivo ***


Ho ritrovato questa one shot tra le vecchie bozze. Avrei dovuto pubblicarla durante il periodo natalizio ma poi di sicuro è successo qualcosa per cui non ho potuto tener fede al programma che mi ero posta. Anche se con un po' di ritardo la pubblico ora. Il clima è ancora un po' freddino quindi possiamo ancora immedesimarci ehehehehe. Buona lettura. 

POV EMMA

E' incredibile come cambia la vita nel corso degli anni, ci stavo pensanso proprio questa mattina mentre accompagnavo Leila e Chloe a casa di mia madre. Siamo sotto clima natalizio e le strade e le vedrine di ogni singolo negozio sono addobbate a festa per questa occcasione. Anni fa questo era il periodo dell'anno per me me più brutto... Trascorrere le festività natalizie, sopratutto quando sei solamente una bambina, all'interno di una casa famiglia non è deciamente il massimo. Ricordo di aver scritto si o no tre letterine a babbo Natale: dai sei agli otto anni. Lì , su quel foglio , nero su bianco c'era incisa l'unica richiesta che davvero mi stava a cuore: 
Natale 1989
"Caro babbo Natale, sono Emma e faccio la prima elementare. Sono una monella lo so ma lo faccio per difedermi... qui nessuno mi vuole bene. Se davvero esisti ti chiedo di portarmi un solo regalo: i miei genitori."
Natale 1990
"Caro Babbo Natale, sono sempre io Emma. La direttrice della casa famiglia in cui vivo mi ha detto che se il mio regalo lo scorso anno non è arrivato è perchè sono stata troppo cattiva. Io non penso sia così. Sono sicura che la mia letterina ti sia caduta per sbaglio e non hai potuto leggerla. Non fa niente, non sono arrabbiata con te. Per quest'anno la mia richiesta non cambia... vorrei tanto conoscere i miei genitori."
 
Natale 1991
" Caro babbo natale... ti odio. Mi hai deluso come tutti gli altri. Emma."

Per molti anni ho odiato questa festività ma da qualche anno a questa parte le cose sono cambiate. Da quando ho spezzato il sortilrgio per essere precisi. Passare per la prima volta il Natale in quella che era a tutti gli effetti la mia famiglia è stato diverso...piacevole. Non credevo che sarebbe mai accaduto e non credevo neanche che sarei diventata la classica persona che corre alla ricerca dei regali perfetti eppure è proprio quello che sono diventata. Dobbiamo ringraziare le bambine per questo. A proposito delle bambine: le ho lasciate da mamma perchè ho appuntamento con Killian proprio per andare a comprare i loro regali, mi mancano solo loro a dire la verità, per il resto ho già fatto tutto. Su Chloè non ho problemi, è facile far felice una bambina di due anni, su Leila sono un po' titubante. Ha scritto la sua bella letterina a Babbo Natale un mese fa  ma ci sono dei punti che... mmh non è che mi soddisfino molto. Vedremo insieme con Killian cosa fare a riguardo. 

***

POV SNOW

Questo è quello che ho sempre desiderato: nipotini sparsi per tutta casa che giocano felici. Devo ringraziare Emma per tutto questo, non potrei davvero desiderare di meglio. Ormai Chloe ha due anni e qualche mese  e Emma sembrerebbe essersi tranquillizzata sul fattore bambini... chissà magari se non questo'anno magari l'anno prossimo mi farà lo stesso regalo di due Natali fa:  lei e killian si presentarono con una scatolina con all’interno un’ecografia. Era già incinta di qualche mese già ma fu molto brava a nasconderlo. Voleva essere sicura che fosse tutto sotto controllo prima di farci questa sorpresa e ora questa meravigliosa sorpresa è qui in salotto a smontare tutte le costruzioni di Neal. 
- Nonna, nonna quando arriva babbo natale? - mi riporta alla realtà Leila
- Stanotte tesoro!
- E mi porterà tutti i regali che ho scritto sulla mia letterina?
- Non lo so, se sei stata una brava bambina penso proprio di sì.
- Sono stata super brava nonna! - risponde convinta e sicura di se. 
- Ne sei sicura? Hai sempre obbedito a mamma e papà? Non hai mai fatto dispetti a chloe?
- Mmm quasi brava allora... - la vedo intristirsi - Questo vuol dire le Babbo Natale non mi porterà i regali allora???? - che piccolo tesoro. 
- Stai tranquilla bambolina, sono sicura che non ti considererà una bimba cattiva se qualche volta hai fatto la monella.
- Speriamo, io voglio i miei regali!
- Coy anche tanti legali!
Rido sentendo come la più piccola pronuncia il suo nome.
- Chloe amore ripeti un po’: come ti chiami?
- Coy!
- No amore non si dice coy si dice "Cloy" manca una letterina
- Coy! - continuò a ripetere imperterrita. - Mi camo Coy!
- Ok va bene, come non detto. 
- Tanti tochi per me?
- Sono sicura di sì ora però andate a giocare. - riesco a mandarle nel salottino giusto in tempo prima che mio marito entrasse in casa gridando di felicità.
- Non indovinerai mai chi ho appena incontrato e dove! -  Disse 
- David...
non mi fece parlare - Ho visto Emma e Killian uscire niente di meno che dal pronto soccorso di Storybrooke.
- Cosaaa???? - mi allarmai
- No no no ferma, non iniziare a farti strani film, stavano benissimo; erano sorridenti... forse anche troppo.
- E allora perchè erano in ospedale? - chiesi non capendo dove volesse andare a parare
- Ma non capisci? Dovevano andare a fare i regali giusto???? Magari...
- O mio Dio! Pensi che... oddio sarebbe meraviglioso!
- Shhh, le bambine possono sentirti.  Non dobbiamo dire nulla a nessuno, tantomeno a loro, dovranno credere di averci ingannato bene bene in questo periodo. 
- Lo sapevo, lo sapevo lo sapevoooooo!  - cominciai a dire tutta euforica -  Troppe coincidenze: il loro ritorno a Storybrooke, l’influenza di Emma di qualche giorno fa, il lasciare le bimbe per strane commissioni... un nuovo membro della famiglia reale è in arrivo!
***

POV EMMA

- Quindi è deciso! Succederà stasera - disse il mio bel maritino dopo essere usciti dall'ospedale. 
- Solo se lo vuoi anche tu! È una decisione importante... non si potrà più tornare indietro poi.
- Lo so, ne sono consapevole e mi va bene così. Saranno felicissime.
- Leila ne sono convinta, sono mesi che me lo chiede ma Chloe... mmmh...  non so mica come reagirà.
-  Andrà benone tesoro, ne sarà felice anche lei.
Lo bacio  - Casa nostra sta diventando un po’ strettina! - sorrido perdendomi nel blu dei suoi occhi
- Mmmh ci sono ancora quattro o cinque stanze vuote che sarei più che felice di riempire!
- Un passo alla volta capitano. - gli diedi una leggera spintarella
- Wow, non hai detto di no! - disse sorpreso
- C’è già un nuovo arrivo in corso, non pensiamo ai prossimi! - lo baciai nuovamente sperando che il discorso finisse li. 
- Va bene hai vinto! Andiamo a finire di organizzare il tutto per questa stasera.
***

POV REGINA

- Snow ne sei sicura???? -  dissi sconvolta
- Me lo ha detto David! Li ha visti! 
 wow questa si che è una notizia! Killian e Emma hanno procreato... “di nuovo”. Sarebbe una notizia bellissima se solo non conoscessi bene la mia amica. Per entrambe le bambine si confidò con me, perchè questa volta no? Che non fosse davvero felice? - Non pensi che Emma avrebbe dato di matto nel caso fosse esatta la vostra teoria? Fino a qualche mese fa non la vedevo tanto convinta sul fatto di allargare la sua famiglia.
- Chissà!  Magari è capitato o magari ci hanno solamente depistato per la sorpresa di questa sera. - mmh... non so.  - Ok ok basta parlarne ora!  Iniziamo a preparare il tutto per la cena dai!
Ero in cucina con le mani in pasta a preparare il mio solito dolce alle mele quando la mia nipotina Leila entrò nella stanza tutta sorridente
-Ziettaaaaa ciao! Che prepari? - chiese curiosa
- Le crostatine alle mele che ti piacciono tanto. 
- Posso aiutarti?
- Non preferisci andare a giocare?
- Non posso andare di sopra!  Henry mi ha cacciato dalla stanza. - sembrava offesa
- E perché mai? - domandai pensando avessero bisticciato.
- Perché sta incartando il regalo che Babbo Natale gli ha portato per me è non vuole farmelo vedere. Ma come è possibile che Babbo Natale glielo abbia portato in anticipo?
Bella domanda...  questa signorina sta crescendo troppo in fretta - forse... forse gliel' ha consegnato prima perché magari  stasera ne dovrà portare uno ancora più grande!
- Dici zia? Tu cosa hai chiesto a Babbo Natale per me?
- Non si dice amore che sorpresa sarebbe altrimenti!
- Uffa nessuno mi dice nulla in questa  casa!  io voglio sapere
- Curiosa come tua mamma! - le dico pensando a quando effettivamnete siano simili queste due.
- Cosa c’entro adesso io? - ed ecco arrivare anche Emma in casa. 
- Mamma mamma dove sei stata??? Mi sei mancata tantissimooooo! - corse ad abbracciarla.
- Si Emma dove sei stata? - replicò snow tutta euforica
- È una sorpresa amore mio -  rispose a sua figlia - Devi solo sapere che mamma ha incontrato Babbo Natale questa mattina e ha commissionato una bellissima sorpresa per te e tua sorella!
- whale non è proprio il prototipo di Babbo Natale non trovi ? - Mi disse snow all’orecchio ridendo
- Fai silenzio una buona volta! - risposi a tono - Leila amore allora mi aiuti con queste crostatine o hai deciso di lasciarmi lavorare da sola?
- Posso farne una per Babbo Natale?
- Certo che sì amore
- Allora ti aiuto!
- Brava bambina.
- Volete una mano? C’è qualcosa da fare? - chiese Emma togliendosi quell'odiosa giacca rossa
- Assolutamente no! - rispose Snow categorica - Emma tesoro perché non ti rilassi un po’ invece? sarai stanca! - perchè quella donna deve sempre esagerare?
- Io sto benissimo mamma!
- Mmmh la tua faccia mi dice che hai bisogno di sederti. Avanti vieni a sederti qui con me sul divano e raccontami qualcosa.
- Non ho nulla di nuovo da dire se non che non vedo l’ora che arrivi questa sera
- Anche io! Non so il perché ma sono sicura che sarà una serata indimenticabile.
***

POV KILLIAN

Quando entrai nel loft trovai chloe intenta a giocare con i suoi giochi e Leila con Regina a preparare qualche prelibatezza mentre mia moglie e mia suocera erano sul divano intente a chiacchierare.  O meglio: era snow quella che chiacchierava, la mia povera Emma al contrario sbuffafava disperata. 
- Salve a tutti! - salutai  e in meno di mezzo secondo mi ritrovai mia moglie addosso:  
- Portami a casa ti pregoooo! - mi sussurrò all'orecchio
- Che succede amore?
- Mia madre è insopportabile oggi. Non mi fa fare nulla, devo sedere e riposare perchè secondo lei il mio corpo ne ha bisogno! 
- Allora ringrazia che sono già arrivato! - le do un bacio. - Che ne dici swan prendiamo le bimbe e andiamo a prepararci per questa sera?
- Se riesci a togliere Leila dalla preparazione dei dolci.... 
 Provai a dire alle bimbe di andare a casa ma non ci fu verso: una voleva giocare con nonna Snow mentre l’altra voleva continuare a fare i dolcetti con zia Regina - Allora visto che siete molto impegnate io e la mamma andiamo a casa e torniamo dopo va bene?
- Va bene!!!! Ah mamy, mi porti il vestitino che ho scelto per mettere stasera? - Leila e i suoi vestitini... mi manderà al manicomio prima o poi. 
- Certo ma a patto che nonna vi faccia il bagnetto. 
- Ci penso io Emma tranquilla. - rispose la diretta interessata.
- Vogliamo andare amore? - dissi per poi avvicinarmi al suo orecchio - Ah...visto che saremo soli... che ne dici di un anticipo di quello che sarà il tuo regalo di natale...- ammiccai
- Mmmh con molto piacere. - salutammo tutti e andammo a casa. Neanche il tempo di entrare che la presi in braccio e la portai in camera.
- Non perdi tempo capitano! - mi disse
- Quando ci ricapita di non avere figli a zonzo per almeno un paio d’ore?
- Vero, ma dovremmo almeno mettere i regali in macchina prima.
- Per quello basterà una mezz'oretta! Allora mia principessa... vuole fare compagnia a questo povero pirata?
- Ne sarei davvero onorata.
Fu cosi che ci abbandonammo a noi stessi per quel poco tempo di autonomia che avevano a disposizione, dopodiché ci preparammo, prendemmo i vestitini delle bambine, i regali e dopo averli sistemati in macchina partimmo nuovamente in direzione del loft. Una volta arrivati Emma salì in casa a vestire le bambine mentre io aiutai David ad inserire i regali dentro delle grandi sacche per poi sistemarli nella sua cantinetta. Tutto era pronto o quasi per la magica serata. Mancava solamente un regalo all’appello, il più importante forse, ma io ed Emma sapevano già che sarebbe arrivato molto presto.
***

POV EMMA

Eravamo finalmente tutti a tavola e io fremevo per il dopo cena. Non vedevo l’ora di consegnare il regalo speciale alle mie piccoline.
- Emma a cosa pensi? - disse mia madre sorridendo
- emmh Al dopocena a dire la verità! 
- A quando arriverà Babbo Natale mamma? - chiese Leila con tutta la faccia sporca di sugo. 
- Mmmh diciamo di sì dai...
- Gli hai chiesto un regalo per me?
- Certo che sì tesoro e sono sicura che ti piacerà molto!
- Non vedo l’ora di sapere cos'è! Quando arriva Babbo Natale mamma?
- Amore non lo so ha tante case da visitare. Non temere però: se non penserai a lui ogni tre secondi il tempo scorrerà più velocemente e lui sarà qui in men che non si dica. Ah visto che ci sei perchè non vai in bagno a sciacquarti il visino?
- OOOOOk!
Proseguimmo la cena ridendo e scherzando come al nostro solito fin quando una chiamata arrivò sul telefono di mio padre il quale dopo aver risposto ci comunicò di essere stato chiamato da Leroy per un’emergenza.
- No nonnoooo! Non andare via nonno!
- Nonno lesta qui co me! Ti plego! - mio padre ha fatto breccia nei cuori di tutti i suoi nipoti non c'è che dire. 
- Amori tornerò prima che Babbo Natale sarà qui ok?
- Va bene!
Passo un’ora ma di mio padre ancora nessuna traccia.  Le bambine cominciavano ad essere ingestibili: una per il sonno e l'altra per l'impazienza di ricevere i regali.  Qualcuno suonò il campanello.
- Finalmente! - dissi -  Leila, Chloe,  andate ad aprire deve essere il nonno che come al solito ha dimenticato le chiavi. - Vidi Leila prendere la manina di sua sorella e incamminarsi. Quando aprirono la porta non si ritrovarono davanti nonno David ma bensì una figura un po’ più barbuta e anziana vestita di rosso.
- Tu... tu sei Babbo Natale!!!!! - esclamò mia figlia, la più grande, sorridente come non mai. Per Chloe la reazione fu differente. Si spaventò e corse da me in lacrime.
- Amore non devi piangere, Babbo Natale è venuto a portarti tanti bei regali! - niente da fare non riuscii a convincerla, si nascose dietro a me e mi strinse forte. Babbo natale si accomodò sul divano con noi e si mise in braccio Leila la quale splendeva di gioia da tutti i pori.
- Sono venuto a consegnare dei regali: siete pronti?
- No babbo natale! Dobbiamo aspettare nonno David! Anche lui vuole vederti! - mia figlia è un amore, peccato non si sia accorta che Babbo Natale sia proprio nonno David travestito. Non ne sapevo nulla e devo dire che la sua sorpresa per le mie bimbe è stata super gradita o almeno per una di loro....
- Ho visto tuo nonno poco fa, ha detto di iniziare a consegnare i regali.  Facciamo cosi: io li consegno e poi li aprite con lui va bene? 
-  Va bene! Allora... dove sono i miei regali?
- Calma signorina tutto a tempo debito, prima tu e tua sorella dovete darmi un bel bacino.
- Ok! - disse la grande saltandogli immeiatamente addosso; con chloe... beh ci è voluto più di un quarto d’ora ma alla fine, per sfinimento da parte di Leila, si convinse e gli diede un bacino anche lei. Babbo Natale andò via e neanche dieci minuti dopo torno nonno David
- Nonno nonno ti sei perso babbo natale! Ci ha portato i regaliiiiiii
- Wow! È li avete aperti senza di me?
- No ti stavamo aspettando.
- Ma che brave nipotine che ho! - diede loro un bacino - Visto che ora sono qui che ne dite di iniziare ad aprirli?
- Siiiiiiiiiiiiiiiiii! I miei i miei!
- E va bene allora - dissi - vediamo cosa abbiamo qui! - iniziai a prendere pacco per pacco e a consegnarli a tutti i presenti. Leila ricevette da parte di nonno e nonna dei pattini in linea, da zia e zio il nuovo set per il thè con nuovi vestiti da principessa, da Henry un fantastico libro con una storia personalizzata scritto da lui e da me e Killian la casa delle bambole che tanto desiderava. Chloè invece ricevette tutti giocattoli per la sua età con suoni, canzoncine e tanti tanti colori. Sarebbe stata la fine della pace in casa Jones... come se c’è ne fosse mai stata. Ognuno aprì i suoi regali e tutti sembravano essere felici: tutti tranne Leila.
- Amore di mamma che c’è? - chiesi alla mia bambina notando il suo sguardo dispiaciuto. 
- Babbo Natale non mi ha portato il regalo che più desideravo. 
- Amore aspetta: guarda qui? - Dissi indicando una piccola scatolina azzurra con il fiocco bianco - Questo è un altro regalino e guarda un po' cosa c'è scritto? Per Leila e Chloe.
- Non entra li dentro quello che voglio io. Babbo natale è cattivo io non gli voglio più bene. - sentirle pronunciare quelle parole mi ricordò tanto me quando per l'ennesimo anno di fila rimasi delusa dalla figura leggendaria di Babbo Natale. Dovevo intervenire subito, non volevo vederla triste un secondo di più.
- Amore questo regalo glielo abbiamo chiesto espressamente io e papà per voi due e sono sicura che vi piacerà molto. Volete aprirlo?
- No! - rispose secca
- tiiiiii - rispose l'altra facendo arrabiare la grande
- Ho detto no!
- Leila fidati della mamma ok? Sono sicura che non te ne pentirai.
- Uff! E va bene...

POV SNOW

Quando Emma tirò fuori dal sacco quella piccola scatolina il mio cuore sobbalzò di gioia e alla mente tornarono ricordi meravigliosi vissuti due anni fa.

Flasback
Era la sera di Natale, eravamo a casa di Regina a chiacchierare tranquilli sul divano quando come al solito quel terremoto di mia nipote Leila, all’epoca 4 anni, decise di tormentare tutti per avere i suoi regali. Per sfinimento Emma e Killian cedettero e ognuno di noi iniziò a scartare i suoi pensieri. La bambina era felicissima per i regali ricevuti e si mise immediatamente a giocare con i nuovi giochi.  Non passò molto prima che Emma decise di interromperla:
- Amore di mamma siediti un attimo sul divano, nonna e nonno devono ancora scartare il loro regalo.
- Emma ma... - le dissi io mostrandole il regalo che mi avevano fatto.
- Ne abbiamo un altro per voi due. - estrasse dalla borsa una scatolina. - Avevamo pensato di destinarlo a Leila ma è ancora troppo piccolina per questo. Non capirebbe - me lo porse. - prima che tu lo apra vorrei dire una cosa a tutti voi: non rimaneteci male.
- Di cosa? - chiesi non capendo. 
- Tra poco capirai. - aprii il  pacco e all’interno vi  trovai un bigliettino regalo. Lo aprii e trovai una foto o quello che pensavo fosse una foto.  sul retro vi era scritto buon Natale nonni.  Non era una semplice foto: era un'escografia. Quando mi resi conto di ciò che avevo tra le mani iniziai ad urlare attirando l’attenzione di tutti
- Snow! Cosa.... - David era impassibile, conoscendolo non aveva capito nulla. 
- Non capisci David? Saremo nonni! Di nuovo!
- Vuol dire che... - David guardò Emma la quale annuì. 
- Mio Dio tesoro ma è una cosa meravigliosa! - Ci alzammo tutti per abbracciarla e per abbracciare Killian dopodiché guardai Leila che ci fissava strano.
- Hai sentito amore? Avrai un fratellino! - le disse nonno David
- Io non voglio un fratellino!
- Magari sarà Una sorellina. - continuai io
- Neanche la sorellina voglio. Io voglio un cane! - a quella risposta tutti scoppiammo a ridere Fin quando David non prese la parola:
- Emma scusa, per quelle motivo ti sei scusata prima? 
- Beh... forse è meglio mostrarvelo. - Finalmente si tolse quell'orribile maglioncino sbrillentato che aveva indosso. 
- Mah... - rimasi senza parole quando vidi cosa nascondesse sotto quell'indumento: un pancino ben pronunciato si presentò per la prima volta davanti ai nostri occhi. Ecco perchè indossava sempre maglie troppo larche ultimamente. -  Emma...
- Lo so, lo so avrei dovuto dirvelo prima. Lo abbiamo detto solo a Regina ecco perchè mi stavo scusando. 
- Di quanti mesi sei?
- Tre e mezzo. Quasi quattro a dire la verità! Abbiamo aspettato così tanto perchè ho avuto dei problemi con il bambino. 
- E ora? - chiesi preoccupata
- Ora tutto si è risolto fortunatamente.
- Mammina? Ma questo fratellino è nella pancia? - chiese Leila indicando il ventre gonfio di sua madre
- È si amore
- Lo hai mangiato? - inclinò la testa di lato
- No amore certo che no!
- Allora come ci è finito lì dentro?
- Quando sarai più grande te lo spiegherà papà amore.
- Io????? - esclamò mio genero sgranando gli occhi.
- Beh... io le spiegherò come nascono i bambini, tu come ci arrivano qui dentro. - si indicò la pancia
Quella sera fu l'inzio di una nuova avventura.

fine flashback
***
- O mio Dio, o mio Dio o mio Diooooooooooo! - scattai a sedere tutta euforica.
- Mamma per favore un po’ di contegno. Non sai neanche cos'è!
- Oh tesoro mio penso proprio di saperlo! Avanti Leila, chloe, perchè non aprite il vostro regalo? - vedo Leila ancora molto dispiaciuta di non aver ricevuto ciò che desiderava convincersi ad aprire quel piccolo pacchettino. L’ansia mi stava divorando... ero sicura di cosa ci fosse all’interno di quella scatolina, ma il non vederlo con i miei occhi ancora non lo rendeava reale.
- Bello mamy mi pace! - disse Chloe senza capire davvero cosa fosse. 
- Mamma questa è.... è una foto? - le chiese a quel punto Leila e io iniziai a sorridere come un ebete. La storia si stava ripetendo. 
- È una foto un po’ speciale amore. - le rispose con dolcezza sedendosi accanto a lei
- Io non volevo una foto!
- Non è una semplice foto quella che ti abbiamo regalato... ciò che è ritratto nella foto è il tuo vero regalo... il vostro regalo.
- Davvero? - vedo i suoi occhi illuminarsi, tenera, deve aver capito.
- E quando arriverà? È maschio o femmina? Come lo chiameremo?
- Una domanda per volta tesoro... beh è un maschietto tanto per iniziare.
- O mio Dio davvero????? Saltai in piedi per andare ad abbracciare mia figlia. - Oddio tesoro mio non sai quando sono felice.
- Per cosa manma????
- Ma come per cosa? Per il nuovo arrivo. So quanto è stata dura per voi dover affrontare quella perdita, sapere che ora un nuovo membro della famiglia presto sarà qui mi riempie il cuore di gioia.
- Mamma... tu... devi aver frainteso.... noi -propio in quel momento qualcuno suonò  il campanello interrompendoci
- Leila amore perché non vai tu? - disse killian. La bimba obbedì e andò immediatamente ad aprire la porta.  La sentii strillare di gioia
- Deduco che tu sia la piccola Leila - le disse una voce dall'altro lato della porta che non riuscivo a vedere
- Si sono io. 
- Ho una consegna per te. - le consegnò qualcosa che da lontano era indecifrabile, la salutò e si congedò.
- Mamma mamma guarda: è arrivato! Teneva in mano un minuscolo cagnolino che poteva avere si è no un paio di mesi. Un Labrador di colore beige per la precisione.
- Emma... - ero confusa. 
- Mamma è lui in nuovo arrivo! - mi mostrò la foto che Leila aveva precedentemente ricevuto 
- Ah! - fu l'unica cosa che riuscii a dire. 
- spero tu non ci sia rimansta troppo male. - mi disse vedendomi un po spiazzata
- Io... no... non.. non ci sono rimasta male, ma almeno un po’ ci speravo. Credevo fossi...
- Non è il momento ancora. E' troppo presto. - Si limitò a rispondere
- Nonna nonna ti piace il mio cagnolino?
- Si tesoro è bellissimo. - forse aveva ragione, era ancora troppo presto. In fondo Chloe aveva solamente due anni. Il regalo che tanto stavo aspettando non sarà arrivato questa sera ma sono sicura che presto arriverà. 
- Ho deciso il suo nome: si chiamerà Prince! - esclamò mia nipote. 
- E' un nome meraviglio. Perchè ora non fai vedere anche a tua sorella Prince? 
- Va bene - Chloe guarda il mio...
- Il nostro... - le suggerì sua madre.
- Il "nostro" cagnolino! - Leila mise il cagnolino a terra il quale iniziò a correre  nella direzione di chloe. La piccola aveva paura e iniziò a sgambettare per casa gridando “ via bau! No venile da me.” Niente da fare, il cagnolino la raggiunge e iniziò a giocare con la sua gonnellina tirandogliela e facendo cadere in fine la bimba a terra.
- Cattivo bauuuu! Mamy in braccio! 
- Sicura della scelta amore?  - le disse Killian abbracciandola
- Più che sicura. - rispose per poi guardare me - Mamma scusa ancora se ti ho fatto credere... non era mia intenzione. 
- Cosa siete andati a fare allora da whale questa mattina? Vi ho visti! - disse suo padre
- Si vi ha visti. Ecco perchè ero convinta di questa cosa. Il pacchetto, la foto, la visita in ospedale... 
- Siamo andati a trovare August! È stato poco bene.
- Ah ok,Capito.
- Che ne dite di calmare i tristi animi con una partita a tombola? - Ho bisogno di soldi! - Esclamò henry facendoci ridere tutti di nuovo. 
- Bella idea! - disse Regina
- Ci sto! - le diede sostegno Robin
- No no no aspettate aspettate! - dico -  ho una cosa da consegnare ad Emma prima.  - le porsi un pacchettino. 
- Ma come?  il regalo me lo hai già dato.
- Io e tuo padre abbiamo pensato di... tieni,prendi.

***

POV EMMA. 


Era un piccolo pacchettino con all’interno una scatolina e una busta. Apro per prima la scatolina come mi indicò mio padre e trovai una collana con un ciondolo a forma di fiore. più lo guardavo bene e più trovavo la somiglianza con il mio tatuaggio. Sembra molto antico come gioiello ma è davvero molto molto fine.
- Mamma, papà, è bellissimo! - dissi abbracciandoli e facendomi aiutare da papà ad indossarlo. 
- Snow ma quello è... - iniziò  a dire Regina ma venne interrotta da mio padre:
- Leggi il biglietto. - mi disse
Aprii la busta... - Biglietto???? - Domandai.  Quello non era un biglietto ma una vera e propria lettera.

Non puoi neanche immaginare come ci sentiamo in questo momento dopo aver letto nero su bianco i tuoi stati d'animo. Eri solamente una piccola creatura indifesa  e spaventata ma nessuno è mai riuscito a capirti fino in fondo. Hai subito scherzi, derisioni, umiliazioni e non so cos'altro. Non ho avuto coraggio di leggere tutto. Non so se vorrò mai sapere sai? sarebbe prendere atto a tutti gli effetti della nostra più grande sconfitta. E' tutta colpa nostra... si Emma è tutta colpa nostra se la tua vita agli inizi è stata piena di sofferenze e ti chiediamo scusa per questo. Ci abbiamo provarto a salvarti, pensavamo che metterti in quella teca magica fosse la soluzione migliore per garantirti un futuro sereno e senza sofferenze ma a quanto pare ci sbagliavamo. Ricordi cosa ci hai detto quando hai scoperto che eravamo i tuoi veri genitori?  noi si: " Per 28 anni sono sempre stata convinta di un'unica cosa: che mi avete abbandonata. Per tutti questi anni sono stata sola... la solitudine è la maledizione peggiore." Queste parole ci hanno tormentato per anni, pensavamo di averlo in parte superato ma  oggi queste parole sono ritornate alla mente come un fulmine a ciel sereno. Volevamo farti un regalo speciale per questo natale sai? così abbiamo indagato un po per trovare quello che poteva essere per te il regalo perfetto. Purtroppo ci siamo imbattuti in qualcosa che ci ha distrutti: abbiamo toccato con mano parte del tuo passato. Il regalo che ci piacerebbe farti a questo punto sarebbe: o una pozione di memoria per dimenticare le sofferenze subite o un incantesimo per modificare i tuoi ricordi come quello che Regina utilizzò su te e Henry, ma non lo faremo. In questo modo renderemmo la tua vita una bugia e la colpa serebbe per la milionesima volta la nostra. Ispezionando il negozio di Gold abbiamo trovato questa collana con questo ciondolo. Apparteneva alla nostra famiglia sai? Venne regalata a tua nonna Eva da sua madre il giorno del suo primo ballo quando compì 14 anni, apparteneva ad una nostra discendente. Tua nonna lo regalò a sua volta a me... tua madre. Un piccolo cimelio di familia che  ha passato il testimone di generazione in generazione insomma. Tutto fino a quando sei nata tu. Quel giorno la tradizione si è fermata. Abbiamo sognato tanto il giorno in cui avresti compiuto 14 anni, avresti fatto ingresso come principessa nella grande sala del palazzo reale per il tuo primo ballo. Sognavamo di darti questo piccolo prezioso regalo in quell'occasione dal giorno in cui abbiamo saputo di te. Putroppo non ne abbiamo mai avuto l'opportunità. Spero che non sia troppo tardi per rimediare. Ti amiamo piccola principessa del nostro cuore, lo abbiamo fatto in passato, lo abbiamo fatto quando eri semplicemente la nostra cara amica Emma e lo faremo per sempre. Siamo stati con te per tutta la vita e speriamo che il nostro amore, ora che puoi palparlo con mano, possa aiutarti a cancellare quei brutti ricordi del passato dal tuo cuore. con affetto
mamma e papà."

inutile dire che scoppiai a piangere già alla seconda riga di quella lettera. Non so cosa avessero scoperto ma leggere quelle parole crearono in me una serie di forti emozioni.
- Vi.. vi voglio bene! - riuscii a dire prima che altre lacrime mi impedirono di parlare. Li avevo rittrovati da anni ormai eppure mi faceva ancora effetto tutta quella situazione. 
- Ti vogliamo bene anche noi bambina! - mi abbracciarono entrambi e rimanemmo in quella posizione fin quando non riacquistai un po di lucidità. 
- Cosa... cosa avete scoperto del mio passato? - chiesi. Di tutta quella lettera quella era la parte che piu mi metteva ansia. Ho sempre evitato di parlargli delle mie sofferenze passate, non mi sentivo pronta a parlarne e sopratutto non volevo che ne venissero a  conoscenza, conoscendoli li avrebbe distrutti. 
- Come abbiamo scritto su quel foglio eravamo alla ricerca del regalo perfetto.  un mesetto fa ti abbiamo vista iniziare a fare ricerche su internet e negozi per trovare tutti i regali che i tuoi figli ti avevano chiesto. Abbiamo preso atto che noi non abbiamo mai avuto modo di farlo con te e volevamo recuperare. Abbiamo chiesto ad Henry e a Regina di darci una mano e con i poteri dell'autore di uno e la magia dell'altro siamo riusciti a trovare qualcosa. Abbiamo trovato queste - mi mostrarono dei fogli -  le tue letterine scritte a babbo Natale quando eri solo una bambina. Leggerle è stato devastante. Una bambina  deve chiedere giocattoli, vestitini... non i suoi genitori. 
- Io... - ero senza parole.
- Facci finire. Se quelle tre letterine ci hanno spezzato il cuore prova ad immaginare cosa ci può aver fatto questo. - Non potevo crederci, avevano in mano tutti i miei diari segreti che avevo iniziato a scrive dalla tenera età di 6 anni fino ai 18 quando grazie a Neal non sentii più bisogno di confidarmi con delle semplice pagine bianche. - Emma scusaci per averti lasciato vivere tutto questo. Io non pensavo che la tua vita fosse stata così difficile, perchè non me ne hai mai parlato?
- Mamma... non valeva la pena parlare di questo. E' il passato.
- Ma lo abbiamo causato noi. Noi abbiamo fatto si che vivessi tutto questo. Dopo i diari scritti che avevi 11 anni mi sono fermata. Non ho trovato la forza di leggere il resto. Mi sento in colpa per averti abbandonata e non posso accettarlo. 
- Dovrai farlo invece perchè mi ha resa quella che sono. Non vado fiera della mia vita passata, non ho ricvuto amore e non mi sono mai comportata come un esempio di vita, ma tutto questo mi ha reso la Emma che sono oggi: la figlia, la moglie , la mamma e l'amica che sono oggi. Per quanto mi sarebbe piaciuto avere un'infanzia come quella di queste due signorine - indico le mie due piccoline - sono consapevole anche che ora non sarei la stessa... quindi mi va bene così.
- Sei una donna fantastica Emma e sono sicura che lo saresti stata anche se al tuo fianco ci saremmo stati noi. Permettici di rimediare.
- Non avete bisogno di rimediare nulla.
- Per favore!
- Daccordo ma niente ritorni al passato o memorie cancellate. 
- No. ricominciamo da qui, dal giorno in cui presentiamo la nostra principessa a tutto il popolo. - disse indicando prima la nostra famiglia e poi il ciondolo.
- Quindi con questo ora sarei una Charming a tutti gli effetti?
- Lo eri anche prima ma si. Ora il tuo titolo è ufficiale e ben in vista. 
- Parli di questo? - indicai la collana dopodichè ripensai alle parole della lettera e alle occasioni in cui era stato donato il ciondolo.  - Non è che ora orgnizzerai un ballo dove dovrò scegliere un pretendente vero? Vorrei ricordarti che ne ho già uno papà. - scoppiammo tutti a ridere
- Nessun ballo solo una bella partita a tombola ok? I tempi sono cambiati principessa .
- Ci sto. - ci diriggemmo tutti verso la grande tavolata ma prima di sederci richiamai la loro attenzione:
- Aspettate! - si girarono tutti ma il messaggio che avevo intenzione di dare era rivolto solo a loro due: i miei genitori. - Qualcuno lo ha già visto ma voi due no o altrimenti me lo avreste fatto notare. 
- Cosa?
- Questo ciondolo rappresenta la nostra famiglia? - indicai per l'ennesima volta il ciondolo regalato. 
- Si è il nostro stemma reale perchè? - erano confusi.
- perchè... - tolsi tutti i bracciali che avevo attorno al mio polso e mostrai loro per la prima volta il mio tatuaggio. - Ecco perchè... Questo l'ho fatto a 14 anni. La mia prima  vera e propria trasgressione. 
- Ma quello è... - iniziò mia madre.
- Il nostro stemma - continuò papà
- Per quanto non ami ammetterlo credo proprio che io sia stata un principessa sin dall'inizio.
li vidi commuoversi - eh già... la nostra principessa. 
 
Note dell'autore: Scusate l'attesa infinita ma sono stata incasinatissima e continuo ad esserlo. Avevo questo capitolo tra le bozze da dicembre ormai, non sapevo se cancellarlo o no ma alla fine visto che in grandi linee era pronto ho deciso di riesumarlo. Il tema principale come avete potuto capire dal titolo che avevo dato era l'arrivo del cagnolino per Leila ma visto che mi sembrava un po' vuoto ho  voluto modificarlo un po aggiungendo qualcosa del passato di Emma. Spero che l'idea vi sia piaciuta. Avevo in mente altro per oggi ma sono ancora un po indietro con la stesura. Alla prossima sperando riesca ad essere puntuale. 
ps. Per le date delle letterine ho cercato di essere il piu precisa possibile: La serie è andata in onda nel 2011 e Emma aveva 28 anni. Questo significa che è nata su per giù nel 1983 e che all'età di sei anni era il lontano 1989. 
Ps. per quanto riguarda la prinuncia del nome Chloè voglio chiarire una cosa: non mi piace la pronuncia inglese ma quella americana quindi la picolina non si chiama "Cloe" ma "cloy" anche se il modo di scriverlo, sian in francese che in americano non cambia... sempre Chloè è! ehehehehehehe

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Capitolo 22
*** Salvatrice ***


POV EMMA

L’attesa all’uscita della scuola è una delle parti più stressanti della giornata. Mamme, papà, zii, nonni e chi più ne ha ne metta in attesa che per ammazzare il tempo non fanno altro che parlarmi dei loro problemi e chiedermi aiuto su come gestirli. Si ok sono la salvatrice ma non sono mica un consulente matrimoniale... per questo non dovrebbe esserci Archie? Bah... devo seriamente cominciare a chiedere a Killian di sostituirmi a questa mansione. Finalmente la campanella suonó e una miriade di bambini uscirono di corsa per raggiungere ognuno i suoi familiari. Vidi la mia cucciola guardarsi attorno in cerca di qualche viso familiare e quando i suoi occhi si poggiarono sui miei un magnifico sorriso si disegnò sulle sue labbra. Corse subito verso di me
- Mammina ciaooooo!
- Ciao principessa! - dico prendendole lo zaino - come è andata oggi a scuola?
- Bene! Oggi la maestra mi ha interrogato sulle addizioni: non ne ho sbagliata neanche una!
- Ma sei un piccolo genietto allora. - la strinsi forte -  Andiamo a casa dai!
La presi per mano e insieme raggiungemmo la mia macchina. Eravamo in viaggio verso casa quando improvvisamente mi guarda e dice:
- Mamma mamma lo sai che alla mia amichetta ieri è nata una cuginetta? Oggi ha portato una sua foto in classe: è piccolissima.
- Anche tu e tua sorella eravate piccole in quel modo lo sai?  Tua sorella forse anche di più visto che è nata prima del previsto. - sorrido ripensando a quella giornata
- Si ma una cosa non l’ho capita però:  Come nascono le cuginette? E perche a me è nata la sorellina? - ecco una domanda, fortunatamente facile,  ma che da inizio ad una nuova fase: la fase delle domande imbarazzanti.  Caspita, non sono psicologicamente pronta a questo.
- Amore le sorelline hanno in comune gli stessi genitori, i cuginetti invece non sono altro che i figli degli zii. Hai calito?
- Si! - rispose convinta e soddisfatta della risposta. Un punto per me. Resta in silenzio a guardare fuori dal il finestrino dopodiché tornò a parlare: io anche voglio una cuginetta! - ci mancava solo questo. 
- Non ti basta la tua sorellina come bambina dispettosa? - provo a dissuaderla dall'affarmazione precendete
- Chloe rompe è vero ma se la cuginetta è la figlia degli zii allora non vivrà con noi e quindi sarà divertente andare a trovarla per giocare insieme una volta ogni tanto. - Però! che ragionamenti per aver solamente sei anni.
- Beh amore mio, dovrai aspettare ancora un bel po di tempo credo. Zio Neal è ancora troppo giovane per regalarti un cuginetto o una cuginetta.
- Allora lo chiederò a zia Regina! Lei è gi grande. - disse sorridendo
- NOOO!  - dissi bruscamente facendola voltare stupida verso di me. - Amore non dire niente di tutto questo alla zia ok?
- Perché?
- Devi fidarti della mamma! Ok? - non la vedo convinta -  Per favore Leila fai quello che ti ho chiesto.
- Va bene mammina. - queste sono state le sue ultime parole per tutto l'intero tragitto. Credo ci sia rimasta un po male per la mia risposta, ma daltronte non potevo fare altrimenti.
***
- Eccola qui la mia mogliettina preferita! - disse Killian non appena mi vide entrare
- Spero per te che sia l’unica che hai caro! - risposi a tono buttandomi sul divano per poi baciarlo.
- Certo che si splendore sarei un pazzo ad averne due... sopporto a malapena te! - rise ma prima che mi ribbellassi a lui per quella battutaccia prese le mie labbra tra le sue per un altro tenero bacio.  - Allora moglie, come è andata la mattinata?
- Escludendo gli ultimi cinque minuti con la folla di genitori impazziti e tua figlia che ha iniziato la fase delle domande imbarazzanti direi bene no?
- Che genere di domande? E a proposito... dov'è quel guaio vivente?
- E' in giardino a controllare la casetta degli uccellini che mamma le ha fatto costruire ieri. Comunque tornando al discorso delle domande per ora voleva solamente sapere come nascevano i cuginetti. Guarda che ti dico bene.... quando sarà più grande io le spiegherò come comportarsi con i fidanzati e come nascono i bambini... ma su come ci arrivano i bambini nella pancia della mamma caro mio ci penserai tu.
- Si certo come no! Mia figlia non...
- Papààààààààààà! - Neanche il tempo di chiudere la porta d'ingresso che era già saltata in braccio al suo più grande amore. Queste sono le scene che più amo della mia famiglia. Ogni volta che li guardo penso a quanto sia stata stupida a non affacciarmi a quella che era la vera vita con da subito.
- Papy,  io voglio una cuginetta! - ti prego non dinuovo...
- Ah si?!?!
- Ti tiiiii tucinetta! Tucinetta!!!!! - si mise a ripetere tutta felice Chloe che fino a quel momento era stata in silenzio a guardare i cartoni animati. 
- Chloe ma lo sai cos’è una cuginetta almeno? - le dmandò sua sorella maggiore
- Ti!  La tucinetta per tucinare. Papy la boglio.
- Partendo dal presupposto che ne avete già una amore, Provò a spiegarle Killian dopo averl messa sulle sue ginocchia -  Leila amore non stava parlando della cucinetta, ma di una cuginetta. La cuginetta è un po’ come una sorellina o un fratellino.... è un bimbo.
- NOOOO! Io no boglio fatellino e no boglio tucinetta. No no! - Fortunatamente almeno una della famiglia  è d’accordo con tutte  le mie idee. Un fratellino era assolutamente fuori questione per  il momento mentre il fattore cuginetta beh... sarebbe stato molto complicato sapendo che Regina non poteva avere figli. Speravo solamente che a mia figlia passasse presto questa cosa dalla mente.
- Non mi interessa di quello che vuoi tu! La voglio io la cuginetta! Dai papàààààà! Per favore.
- Amore io non posso proprio farci nulla. Non le fa mica papà le cuginette.
- Ci dovresti solo provare caro! - Gli dico con tono di minaccia.
- Mamma mi ha detto che non posso dire nulla alla zia. Perché non glielo dici tu? A te darà sicuramente ascolto. EDDAIIII PAPY!  La desidero tanto!
- Amore perché non vai a fare i compiti invece? - provò a cambiare argomento cercando di evitare un no categorico  come risposta.
- Che pizze però! Perchè non mi volete bene?  - 
- Leilaaa! - niente da fare, si alzò dal divano e andó di corsa  a rifuggiarsi nella sua cameretta.
***

POV REGINA

È stata davvero una mattinata pesante quella di questa mattina. Ho assolutamente bisogno di concedermi del sano relax. Mi avvio nel salottino al piano di sotto, mi preparo un drink, scelgo un film da guardare dopodiché mi metto sul divano a guatarmi un po’ di sano e meritato riposo. Sono nel bel mezzo del mio film quando improvvisamente sento abbaiare. Mi volto  di scatto non capendo cosa stia succedendo e mi ritrovo, nel mio salottino, Leila e il suo inseparabile amichetto a quattro zampe. La mia piccola nipotina è in lacrime.
- Amore mio che succede? -  Le chiedo facendolole spazio sul divano e invitandola a raggiungermi. 
Singhiozza - Mamma....
- Hai litigato con la mamma? - chiedo cercando di renderle piu semplice il lavoro
- No.. si... non lo so! 
- Amore, la mamma sa che sei qui?
- Si! - mmh strano... molto strano.  Emma non le da mai il permesso di usare la magia se non per le cose importanti. - Vieni più vicino... fatti abbracciare. - non se lo fa ripete due volete.  - Allora, vuoi raccontarmi cos’è successo?
- Si...
- Perfetto, facciamo così:  ti preparo una bella cioccolata calda così ti calmi un po e poi mi  racconterai tutto. - La lasciai sul divano per qualche minuto dopodiché tornai da lei con la sua bevanda preferita. Aveva smesso di piangere ma era comunque molto, molto triste.
- Tieni piccolina, questa ti tirerà su.
- Grazie zia.
- Allora... spiegami. Cos'è successo?
- Io quando sono uscita da scuola ho chiesto una cosa alla mamma e lei mi ha detto di no! - confessa. 
- E come mai ti ha detto di no? Hai preso un brutto voto per caso? Hai fatto la monella?
- No, sono stata una brava bimba questi giorni, non ho neanche mai fatto i dispetti a quella supida di Chloè. Nonostante questo però la mamma non mi vuol far felice! Io ci tenevo tanto! 
Penso seriamente di essermi rammollita con la nascita di questa signorina perchè vederla in questo stato mi fa solo star male. Lo so che non dovrei andare contro i metodi educativi di Emma e killian, ma come si fa a dire di no ad un angioletto del genere?
- Dimmi un po' è una cosa di findamentale improtanza quella che hai chiesto o magari è uno dei soliti giochi che prima chiedi e poi butti li dopo neanche mezz'ora averci giocato.
- Non è un giocattolo zia! Ed è la cosa che piu desidero al mondo. 
- Facciamo così allora: dimmi cos'è che hai chiesto alla mamma e zia vedrà di andare a prendertelo ok? - tanto cosa vuoi che le abbia chiesto di così grave.
- Davvero zia?????
- Si, ma solo se è vero che sei stata una brava bambina. Lo sai che se poi vengo a sapere che mi hai mentito mi arrabbio?
- Sono stata super brava zia te lo giuro. Ho anche messo in ordine tutta la mia cameretta senza che la mamma o il papà me lo dicessero. 
- Ti credo allora! Andiamo, dimmi cos'è che desideri tanto?
- Beh io vorrei solo una ... - la vedo improvvisamente ammutolirsi. -  Niente zia non importa.
- Leila?!?! Tutto ok? - chee le è preso adesso?
- Si... - si limitò a rispondere ma io sapevo leggere bene i suoi movimenti e le sue espressioni. Mi stava tenendo nascosto qualcosa.
- Cucciolina di zia, che c’è che non va? A zia puoi dire qualsiasi cosa!
- Io non posso!
- E perché no?
- Perché....
Stava finalmente per parlare quando fummo interrotte da un'apparizione improvvisa.
- Regina per favore devi aiutarmi! Hai visto.... LEILAAAA! - alzò il tono di voce non appena la vide -  Ti ho cercata ovunque! Quante volte ti ho detto che non devi allontanarti senza dirmi nulla? - ecco spiegata l'apparizione improvvisa.  Lo sapevo che Emma non avrebbe mai fatto allontanare sua figlia da sola. 
- Leila mi avevi detto che la mamma sapeva che eri qui! - alzò le spalle.
- Se avessi saputo qualcosa non sarei quasi morta d'infarto non trovandola nella sua cameretta come invece pensavo che fosse. Avanti signorina: dritta a casa!
- NO! - disse con voce arrabbiata. Accidenti, è la prima volta che la vedo rispondere così a sua madre. 
- Come scusa?
- Ho detto di no! SEI CATTIVA! - Scende dal divano e di corsa raggiunse il piano di sopra. 
- Adesso mi sente! - vedo anche Emma prendere la direzione delle scale ma riesco a fermarla.
- Aspetta! Spiegami un attimo... che le sta succedendo?
- Ma niente, oggi non è la sua giornata.
- Dice che ti ha chiesto di comprale qualcosa ma tu ti sei rifiutata. 
- Ancora con questa storia?!? - sospirò - Comunque non è che mi sono rifiutata... non mi ha chiesto niente di materiale e di conseguenza non potevo accontentarla. 
- Ora sono curiosa: cosa ti ha chiesto?
- Ma niente... Non ha importanza.
- Emma, conosco Leila, non c’è mai rimasta male per un semplice no.
- È complicato da spiegare.....
- DIGLIELO MAMMA! DIGLIELO CHE MI HAI FATTO PROMETTERE DI NON DIRE NULLA ALLA ZIA! - una voce si senti dal piano di sopra, quella piccola peste deve essersi messa ad origliare.
- Perchè invece non fai la persona matura e scendi giù così possiamo parlare dei tuoi orrendi modi di comportarti? 
- NO!
- Leila, devi tornarci a casa prima o poi... sarà meglio per te che inizi ad abbassare la cresta fin da subito se non vuoi ritrovati in punizione fino a 18 anni. 
- Emma per favore parla con me. Si può sapere che succede? E perchè le hai detto di non dirmi nulla? Avevi paura che l'avrei assecondata? Andiamo Emma! è solamente una bambina.
- Le ho detto di non dirti nulla semplicemente perchè non è nulla che avresti potuto darle. 
- Ha chiesto la luna? - scherzai pensando che Emma fosse diventata troppo esagerata
- No!  Ha chiesto una ciginetta! - Mi pietrificai al solo pronunciare quelle parole e lo notò anche la mia amica. - Visto? Come volevasi dimostrare. È per questo che non volevo te lo dicesse. Il tuo viso parla da solo. - È vero ho  sofferto molto in passato per questa cosa ma posso dire con assoluta certezza che a distanza di anni ho superato tutto. Parlarne mi fa ancora qualcosa ma non sto più male come un tempo. 
- Emma sto bene! È acqua passata...
- Preferivo comunque che non uscisse fuori!
- È andata così! Non è la fine del mondo.
- Sicura di star bene? - chiese preoccupata.
- Benone! Senti: Dove hai lasciato Chloe?
- È con nonno David e papà Uncino a prendere un “celato a toccolato”, ora recupero la delinquente e togliamo il disturbo.
- E se invece me la lasciassi per il pomeriggio?
- Ha già fatto troppi danni per oggi!
- E dai Emma non ha fatto nulla. Che ne poteva sapere.  Lasciala qui ci penso io a lei.
- Ne sei davvero sicura?
- Sicurissima, vai pure ci vediamo questa sera a cena magari ok?
- Va bene, a questa sera allora. Leila sto andando via, mi vieni a salutare? - disse a voce più alta per farsi sentire. 
- NOOOOO! SEI CATTIVA!
- È sempre bello essere amati non trovi? - mi disse alzando gli occhi al cielo. -  A dopo.
***
Aspettai qualche minuto in modo che potesse avere il tempo di calmarsi dopodichè andai al piano di sopra a cercarla. La trovai nella cameretta di suo fratello Henry seduta sul letto a guardare la finestra abbracciata al suo cagnolino che le faceva le feste.
- Posso entrare principessa? - le dico 
- Si.
- Sei ancora triste? 
- Si...
- Mamma mi ha spiegato in grandi linee cosa è successo oggi.
- Allora?  Hai visto quanto è cattiva?
- Mamma non è assolutamente cattiva amore.  Che tu ci creda o no mamma ti ha detto di no per dei motivi reali. Non avrebbe potuto fare altrimenti.
- E quali sarebbero questi motivi? - non potevo essere troppo diretta, in fondo era solamente una bambina che vuoi che ne sappia di come è dura la vita. 
- Senti di va di ascoltare una piccola storia?
- E cosa c'entra con il fatto che mamma mi ha detto di no?
- Tu lasciami raccontare la storia e poi se ancora vorrai parlare di questa cosa ne parleremo insime. 
- Va bene!
-  Fammi spazio. - L'abbracciai e mi misi sul letto insieme a lei. - Allora... C’era una volta....
***
Le raccontai la mia storia, della mia vita prima di diventare la Regina Cattiva, di Daniel, di mia madre e tutto ciò che mi aveva fatto. Le raccontai anche della pozione che presi eliminando ogni ben minima possibilità di avere figli. L’unica cosa che tralasciai furono i nomi dei veri personaggi, usai nomi di fantasia in modo tale che non capisse di chi in realtà stavo parlando.
- E molto triste questa storia zia! - disse appena finii di raccontargliela. 
- Lo so tesoro ma volevo che tu l’ascoltasti.
- Zia ma è vero quello che dice la nonna? Che l’hai salvata quando era solo una bambina? 
Rimasi stupida da quella domanda ma mi limitai a rispondere - Si è vero. 
- Ed è vero anche che la tua mamma non voleva che sposassi il tuo vero amore?
Caspita e ora? Come diavolo faceva a sapere tutte queste cose? Mmh Snow e la sua boccaccia! - Emh... si tesoro, ma perchè tutte queste domande? - ti prego fa che non ha capito... ti prego, ti prego, ti prego...
- Zia sei tu la protagonista della storia vero? - Come non detto. Bambina troppo intelligente per i miei gusti. Tutto il contrario di suo padre.
- Cosa te lo fa pensare? 
- La storia è uguale alla tua. La protaginista di questa storia ha salvato una bambina da cavallo come tu hai fatto con la nonna e poi anche questa ragazza si è innamorata di un giovane ragazzo che alla sua mamma non piaceva. Anche alla tua mamma non piaceva il tuo fidanzato zia, me lo ha detto la nonna:  Allora sei tu o no la protagonista di questa storia?
- E va bene si... sono io.
- Lo zio Daniel quindi è morto? Lo ha ucciso la tua mamma?
- Leila tesoro non ha importanza... io sto con tuo zio Robin adesso e non potrei chiedere di meglio. 
- Perché zia tu e la mia mamma anche se siete delle eroine avete delle storie molto tristi?
- È una lunga storia piccolina. Quando sarai più grande te la racconteremo - sarebbe stato troppo spiegarle del sortilegio oscuro che sua madre era stata abbandonata a causa mia ecc. mi avrebbe odiata ed era l’ultima cosa che volevo ora.
- Zia se questa è la tua storia allora significa anche che non puoi avere bambini? - la sua voce diventò improvvisamente triste. Cosa fare: dirle la verità? Ormai le avevo detto che quella era la mia storia quindi si.. la verità sarebbe stata la strada migliore. 
- È così tesoro...
- È per questo che la mamma mi ha fatto promettere di non dirtelo? Non voleva che tu ci rimanessi male?
- Forse.
- Allora mi sbagliavo. La mamma non è cattiva, voleca solo proteggerti ma non ti preoccupare zia, ora che so la tua storia ti aiuterò! - tutta convinta si alzò dal letto e mi sorrise
- Aiutarmi? - non capivo cosa volesse dire. 
- Si zia, dobbiamo risolvere questa brutta situazione perché tu devi essere felice! Sarà la nostra operazione: Operazione cuginetta! - ed ecco che anche la secondogenta della salvatrice inizia questa stramba ida delle missioni o meglio operazioni con nomi strambi. Peccato però che a differenza di suo fratello questa sarà un'operazione con un finale fallimentale. Devo farle cambiare idea prima che prenda atto da sola che la verità purtroppo non è quella che lei si aspetta. 
- Amore mio, per quanto apprezzi il tuo volermi aiutare e per quanto mi farebbe piacere che la cosa si risolvim devo dirti che è meglio lasciar stare. Tra qualche anno Henry ti farà un bel nipotino e allora potrai giocare lui. Stai tranquilla quello che tanto desideri presto arriverà. 
- Ma io non voglio farlo solo per me, voglio farlo anche per te! Voglio vederti felice!
- Ma tesoro, io sono felice! Ho henry, ho te, tua sorella... Ronald e Robin jr. Non potrei chiedere di meglio. 
- Io so leggere bene le persone zia e tu hai uno sguardo triste.  Che ti piaccia o no io ti aiuterò! Papà dice che con il vero amore tutte le opere cattive possono essere spezzate. Il tuo vero amore è lo zio Robin vero? Devi sposarlo zia e allora potrete avere un bambino.
- Leila, il bacio del vero amore spezza qualsiasi cosa ci è stata scagliata contro è vero ma non spezza una cosa che ci siamo inflitti da soli pensando fosse  la scelta giusta. Non c’è rimedio a questa cosa. - la vidi rimanerci male ma non disse nulla prese il suo cucciolotto e si mise a giocare con lui nell’attesa che arrivassero i suoi genitori per la cena.
***

POV LEILA

È sera e mamma e papà sono appena arrivati. Ho fatto pace con la mia mamma anche se lei non era arrabbiata con me. Siamo rimasti a cena a casa di zia Regina e mi ha anche preparato il suo piatto speciale. La zia mi vuole bene e anche io glie ne voglio.  Voglio aiutarla a tutti i costi e lo farò ma come  posso fare senza il suo aiuto? Mmh si ci sono! Forse ho trovato.
- Mamma posso alzarmi da tavola per favore? - le dico facendo gli occhi dolci. 
- Non hai mangiato nulla amore.
- Non ho fame. Allora posso andare a giocare con Prince in camera di Henry?
- Plinc, plinc! -  quella rompiscatole di mia sorella... uff!  perché deve sempre ricopiarmi?
- Ok puoi andare di sopra ma alzati da tavola solo  quando lei si sarà distratta ok?
- Va bene! - Aspetto che chloe fosse impegnata a spiaccicarsi tutto il cibo sulla faccia dopodiché prendo Price e salgo in camera di Henry. Lui ha fatto così tante missioni, ci sarà qualcosa nella sua camera che mi potrà aiutare. Iniziò a cercare e finalmente lo trovo: il suo libro. Mi siedo sul lettone e iniziò a sfogliarlo... non ce nulla.... o forse sì!
Qui c’è scritto che nella cripta di zia Regina ci sono tante pozioni magiche, magari qualcuna può aiutarmi. Devo andare lì. Prendo il mio amichetto a quattro zampe e con la magia mi teletrasporto all’interno della sua cripta. È la prima volta che vengo qui, zia non mi ci ha mai portata. È pieno di bottigliette, candele e libri. Bene... cosa devo fare adesso? Come si creano le pozioni? Io... io non lo so. Non posso neanche chiedere aiuto. Forse su uno di questi libri deve esserci scritto qualcosa. Ne apro uno a caso ma non riesco a capire ci sia ci sia scritto sopra. So leggere ma questa non è la mia lingua deve essere un libro straniero. Uffa, devo aiutare la zia ma come? Potrei provare a inventare una pozione! Si farò così! Sono sicura che con il bene che voglio alla zia riuscirò a salvarla. Prendo una bottiglietta vuota e un recipiente con un mestolo, inizio a riempire la ciotola con quattro o cinque bottigliette che ho trovato lì. Ne aggiungo un’altra e poi....

POV EMMA


- Allora, ora che non può sentirci,  come è andato il proseguimentodi giornata?  ti è sembrata piu tranquilla Leila dopo che sono andata via? 
- Ho impiegato più tempo del previsto ma alla fine sono riuscita a calmarla. Le ho raccontato la mia storia  e sembra aver capito. Non ha fatto più nessun tipo di capriccio. 
- Davvero?  - chiesi incredula
- Si è stata davvero una  brava bambina. Ha giocato tutto il tempo senza più tornare sull'argomento. 
- Menomale! Vorra dire che alla prossima crisi la manderò dritta dritta da te.
- Mamma! - Henry che era da poco salito di sopra per voler studiare un po’ ma eccolo dopo pochi minuti tornare giù. - Leila non è in camera, non aveva detto che sarebbe andata salita per giocare?
- Conosci tua sorella - alzai gli occhi per aria - Avrà cambiato idea e sarà andata a creare casini in un'altra camera. Buon per te, potrai studiare in santa pace. 
- Non vorrei allarmarti ma non trovandola in camera ho dato uno sguardo in giro. Non è di sopra e non c'è neanche Prince. Ho provato a chiamarlo un paio di volte ma non è venuto a farmi le solite feste. 
- Toca a naccondino mamma? - non saprà ancoa parlare bene ma capisce benissimo a quanto pare. questa cosa mi preoccupa e non poco. 
- Amore di mamma spero priorio di no visto come è andata a finire l’ultima volta - le  dico mentre ripulisco il suo viso dal sugo delle lasagne che ha per la prima volta assaggiato. Sembrano piacere molto anche a lei. - Henry per favore controlla meglio e magari dai un’occhiata anche fuori lo sai anche te come è fatta tua sorella. - non è di certo la prima volta che esce di casa con la scusa di far fare i bisognini al cognolino per giocare all’aperto.
- Vado. - Non passa molto che Henry rientra in casa. Posso vedere nei suoi occhi che è preoccupato. - Mamma io non vorrei spaventarti ma Leila non è qui! - ci fu il palico per due secondi all’interno di quella casa dopodiché cercammo tutti di darci un contegno per poter risolvere la cosa.
- Guarda, la sua giacca è qui. Ho una pozione di localizzazione in camera vado a prenderla e la utilizziamo ok? Emma tranquilla  - dice Regina vedendomi già nel panico - Era con noi fino a una mezz'oretta fa, non può essersi allontanata molto. - Corre di sopra e torna poco dopo con quella fialetta di magia che ormai conoscevo fin troppo bene. La versò sulla giacca di mia figlia e dopo aver lasciato Killian con Robin e Chloe ci recammo in macchina per seguire la giacca volante. Cinque minuti dopo eravamo davanti la cripta di Regina. 
- Deve essere lì dentro! - Mi dice - Andiamo
Avanzammo verso la cripta quando ci rendemmo conto di una cosa: eravamo circondate da fumo e da una strana puzza. Vidi lo sguardo di Regina farsi improvvisamente serio e mezzo secondo dopo mi ritrovai a correrle dietro all'interno della cripta. Il fumo doveva provenire sicuramente da li perchè ne eravmo circondate e non si riusciva a vedere nulla.  Avanzammo attente a dove mettere i piedi e poco dopo riuscimmo ad intravedere la figura di Leila: era a terra priva di sensi.
- LEILAAAAA! - gridai ma rimasi pietrificata sul posto nel vederla li, stesa a terra - Regina ti prego dimmi che sta bene! - continuai a dire in preda al panico alla mia amica la quale l’aveva raggiunta immediatamente.
- Sembrerebbe di sì, aspettiamo che riprendi conoscenza e poi se si sentirà bene andremo a casa. 
Ero agitata, terribilmente agitata. Era passata un'ora e ancora non aveva  ripreso conoscenza. Regina decise di aiutarla con la magia e immediatamente si svegliò.
- Amore di mamma che hai fatto? - dissi abbracciandola forte. Mamma mia che spavento mi aveva fatto prendere. 
- Io... io volevo... - si alzó di scatto ma prontamente la fermai prima che riavesse una ricaduta
- Aspetta, non puoi alzarti così velocemente. 
- Ha funzionato? - chiese speranzosa guardando sua zia - Zia ha funzionato vero?
- Cosa amore? - neanche lei sapeva di cosa stesse parlando. 
- Puoi avere un bambino adesso? Io sono sicura di sì! Ho fatto una pozione per aiutarti. - ora si che avevo capito tutto. Mia figlia con la scusa di andare a giocare si è teletrasportata qui per creare una pozione per aiutare sua zia. Se inizia già ora a mettersi in pericolo cosa dovrò fare quando sarà un'adolescente... legarla? Speriamo bene... 
- Amore mio, ma ti rendi conto che potevi farti seriamente male?- provò a dirle Regina ma lei la ignorò e continuò imperterrita a chiedere:
- Ha funzionato o no?
- No tesoro! Purtroppo te l’ho già detto! Non è così che funziona
- Ma come.... non  è possibile io....
Mi faceva tenerezza... - Leila, amore di mamma, dai andiamo a casa, sarai stanca.
- No, io voglio salvare la zia!
- Amore non c’è niente che tu possa fare e poi la zia sta bene. Non ha bisogno di essere salvata. 
- Ha ragione mamma tesoro! Io sto bene così. E poi paliamoci chiaro: io un figlio c’è l’ho già ed è Henry.
- Ma Henry è mio fratello!
- Quello che voglio dirti è che non c’è bisogno di uccidersi per aiutarmi, ho qui tutto ciò che desidero, non mi serve altro.
- A ME SI INVECEEEEE! - e come era comparsa nella cripta così sparì andando a rifugiarsi nella sua cameretta.
- Scusa regina! Non volevo che venisse a romperti l’anima per questa cosa.
- Scusami te! Alla fine raccontandole la storia forse ho fatto peggio.
- Vado da lei se non ti dispiace ok? Potresti dire a Killian di raggiungermi direttamente a casa? Preferisco raggiungerla con la magia piuttosto che tornare indietro con la macchina. E' a casa da sola e Dio solo sa cosa potrebbe combinare. 
- Figurati, vai pure tranquilla e dalle un bacino da parte mia se si sente particolarmente giu.
***
Passarono tre giorni e in quel lungo periodo la mia bambina non accennò più a quel discorso. Se da una parte ero felice dall'altra ero preoccupata perchè la vedevo: era silenziosa e non era un silenzio di tristezza o protesta, era il silenzio di chi sta progettando di mettersi nei guai. Cercai con l'aiuto di Killian, Regina e i miei di controllarla il piu possibile rendendola partecipe in giochi, serate cinema e chi più ne ha piu ne metta. Sembrava andare tutto alla grande e finalmente qualche giorno dopo la vidi finalmente smettere quel lungo silenzio. Stava tornano la mia cucciola felice. 
- Mamma posso chiederti una cosa? 
- Si amore, tutto quello che vuoi.
- Oggi la zia e i nonni vengono a cena giusto? 
- Si
- E Henry rimarrà con noi o uscirà con la sua fidanzata? 
- Penso ce uscirà tesoro ma perchè tutte queste domande?
- Emm... volevo preparare un dolce con te per tutti ma se Henry non ci sarà pazienza! - senza aggiungere alto la vedi uscire dalla cucina
- Aspetta signorina dove vai con tutta questa corsa? 
- A vedere i cartoni.
- Perchè sei venuta a chiedermi chi ci sarà stasera tesoro? Dimmi la verità.  - quella del dolce era una patetica scusa. 
- E va bene... quando c'è Henry voi non mi considerate tanto, pensate sempre a lui e a quella scema di Chloè. Io mi sento sola. 
- Sorvolerò sul fatto che hai chiamato tua sorella scema ma solo perchè so che non lo hai detto con sentimento: Leila che c'è ora sei diventata gelosa anche di Henry? Ma come tu stavedi per tuo fratello. - non riesco porprio a capirla ultimamente. 
- Voi mi volete bene come sempre?
- Tesoro io non smetterò mai di volerti bene e così vale per tutto il resto della nostra famiglia ok? Vorrei non ripetermi piu. 
- Va bene mamma. Posso andare a vedere i cartoni adesso?
- Non prima di avermi dato un bel bacio. - la coccolo un po dopodichè la lascio andare di la mentre io mi rimetto all'opera per la cena di questa sera. 

***
alle 19 e 30 sono già tutti in casa, anche Henry è ancora qui e la cosa che mi fa più ridere di tutte è vedere Leila andargli dietro gridandogli di sbrigarsi perchè altrimenti la fidanzata lo avrebbe lasciato. 
- Guarda che poi io non ti consolo se piangi! - gli dice facendo ridere tutti i presenti - Vuoi andartene o no?
- Va bene signorina me ne vado. Ciao mamme, Killian, nonni.... - e dopo essersi subito le raccomandazioni mie e di regina ecco che esce e in sella alla maledetta moto che august gli ha regalato si dirigge verso storybrooke centro.
- Ok io vado a giocare! - disse Leila
- Ma come? Hai cacciato Henry per poter ottenere le coccole di tutti e ora vai sopra?
- Non le voglio piu le coccole! - disse scrollando le spalle. 
- Come vuoi ma sopra non ci vai, gioca qui se vuoi, è quasi pronta la cena.
- Ma mammaaa!
- No Leila. Nessuna protesta.
- ok....
Rimase li con noi a ridere e scerzare, sopratutto con nonno David, fino alla fine della cena. Quano finì di cenare mi chiese nuovamente di andare di sopra a giocare. A parte qualche piccolo capriccio per il resto era stata brava per tutto il giorno e miracolo dei miracoli aveva mangiato tutta la sua cena, non avevo motivi per dirle di no. Acconsentii e tutta felice la vidi correre di sopra.
- Le è passato vedo!
- Sembrerebbe di si. Speriamo che non le vengano piu in mente strane idee. Non posso crederci che ha provato a creare una pozione... ha sei anni per la miseria, se continuerà di questo passo mi toccherà bloccare i poteri anche a lei. 
- Ma dai... vedrai che non farà piu niente di simile. Ha capito la lezione credo. 
- Lo spero.
Come da copione continuammo a chiacchierare e ad informarci sulle ultime news di storybrooke sorseggiando del buon vino in tutta tranquillità, troppa tranquillità... mmh cera qualcosa di strano nell'aria, lo sentivo. Cercai di non pensarci, forse ero semplicemente paranoica, come biasimarmi, non avevo un momento di calma dai miei lontai 28 anni ormai, eppure una vocina nella mia testa mi gridava di stare in allerta. Come volevasi dimostrare avevo ragione, pochi minuti dopo vidi Leila correre da me disperata.
- MAMMA MAMMA VOGLIO HENRY CHIAMA HENRYYYYYYY!!!! - e ora che le prende?
- Leila amore che succede?
- HENRYYYYYY! VOGLIO HENRY! FALLO TORNARE A CASA MAMMAAAA!
- Ma Leila... perchè?
- LO VOGLIO QUIIIII! - era disperata, strano, non ha mai fatto così.
- Ma se non hai fatto altro che convincerlo ad uscire... perchè ora lo vuoi a casa? 
- leila tesoro mio, ti va di giocare un po con nonno è? - disse mio padre prendendola in braccio.
- NO VOGLIO HENRYYYYYYYYY!
- Che... che sta succedendo qui? - fortuna volle che Henry rientrò proprio in quel momento.
- HENRY SEI QUI! - SORRISE FELICE
- Ti senti gridare  fino a fuori, che è successo? 
- Voglio stare con te! - scese dalle braccia di mio padre per andare da quelle di suo fratello.
- Che hai combinato è? Sei andata a giocare in camera mia e hai rotto qualcosa vero? Stai tranquilla amore non fa niente, non sono arrabbiato, non serve piangere così.
- Non ho rotto niente! Vieni con me di sopra ti prego...  - Henry mi guardò e gli faci capire che secondo me avrebbe dovuto  assecondarla, era l'unico modo per capire cosa le stesse  succedendo. Salì di sopra e giusto il tempo di arrivare nella sua camera lo sentii dire a gran voce:
-Leilaaa! Ma che hai combinato è? - Troppo curiosa di saperne di più li raggiunsi di sopra e indovinate cosa trovai? Uno dei libri di favole di Henry, quelli dell'autore per capirci, a terra e pieno di scritte fatte niente di meno che da un bimbino che massimo poteva fare la prima elementare.  Nelle pagine c'era scritto solamente una frase ed era ripetuta all'infinito.

" Zia potrà avere dei bambini" 

- NON FUNZIONAAAAAA.... PERCHè MAMMA NON FUNIONA? HENRY PROVA A SCRIVERLO TU. IL LIBRO E' TUOOOOOOOOOOOO!
- Mamma... - poverino non sa che dire, sa che non può manomettere il corso degli eventi ma sa anche che sua sorella in questo momento sta contando tutto su di lui. Dal suo sguardo capisco che non vorrebbe deluderla.
- Henry va di sotto, ci penso io qui. 
- NO HENRY NON ANDARE VIA MI DEVI AIUTAREEEEE!
- Leila amore ascoltami, lascia andare Henry di sotto - le dico portando su di me tutta l'attenzione - Cosa stavi cercando di fare è?
- Volevo scrivere il lieto fine alla zia... ma non ci sono riuscita.
- Amore non sei tu l'autore e anche se lo fossi stata sarebbe stato comunque sbagliato fare questa cosa
- Perchè?
- Perchè non possiamo modificare il destino delle persone a nostro piacimento.
- Ma ho scritto una cosa bella, non ho scritto nulla di cattivo... non volevo essere una cattiva bambina. 
- Amore nessuno lo mette in dubbio, ma ci sono cose che comunque, anche in buona fede, non vanno fatte.
- Io voglio salvare la zia mamma... non è giusto che lei non possa essere felice.
- Di la verità, lo fai solo per la zia o anche per te che vuoi questa benedetta cuginetta?
- Io vorrei una cuginetta, però lo sto facendo anche per la zia, io voglio aiutarla, io voglio essere come te mamma. Voglio salvare le persone ma... io non potrò mai farlo perhè non sono capace - ecco che riinizia a piangere.
- Leila, quello che hai detto ti fa onore, voler salvare le persone è una cosa bellissima ma devi capire anche che hai solo  sei anni e a quest'età non si possono fare queste cose. Se davvero è questo il tuo destino e se è davvero questo che vorrai fare da grande allora sono sicura che ci riuscirai.
- Lo pensi davvero mamma? Potrò essere anche io una salvatrice brava come te?
- Riponi un po troppa fiducia in me - dissi ridendo - Comunque si,  con la determinazione e la voglia di fare potrai diventare qualsiasi persona tu desideri diventare e sono sicura che semmai vorrai davvero tentare il mio cammino sarai anche più brava di me.
- Non potrò mai essere come te: tu sei bravissima, sei la mia mamma! - con quella frase riuscì a commuovermi ma cercai di non farglielo vedere e la strinsi a me in un grande abbraccio. 
-  Mamma posso farti una domanda? - annuii - Se adesso non posso salvare le persone, posso almeno aiutarti? 
- Certo che si, ma solo qui a casa. Sei ancora troppo piccola per andartene in giro. 
- Tu pensi che non ci sia nessun modo per salvare la zia? - niente da fare, quella questione continuava a perseguitarla, dovevo trovare un modo per renderla felice... Regina molto probabilmente mi avrebbe usccisa ma in questo moemento non so cos'altro fare per mettere la parola fine a questa storia.  
- Senti tesoro un modo ci sarebbe e credo che anche la zia lo sappia... evidentemente se non lo ha ancora fatto è perchè non se la sente di avere un altro bambino non trovi? Non sarebbe un po' egoistico chiederle una cosa solo perchè la vuoi tu? Guardati attorno ci sono tanti bambini con cui puoi giocare, non sei sola... e poi chissà magari un giorno un altro bebè arriverà. 
- Hai ragione mamma, ma posso comunque dare la soluzione per il lieto fine alla zia?
- E va bene, aspettami qui. - andai in camera stampai dei fogli al computer e li diedi a mia figlia. 
- Cosa sono questi? - mi chiese
- Dei fascicoli... magici!  Se zia vorrà ottenere il suo lieto fine dovrà solo compilarli. 
- Davvero??? Posso darglieli?
- Si ma non costringerla a fare nulla che non vuole.
Andammo di sotto e prima che Leila potesse dire qualsiasi cosa chiesi scusa a Regina con lo sguardo.
- Ziaaaaaaaa! Ti devo dire una cosa importantissima.
- Cosa devi dirmi tesoro?
- Io da grande voglio fare la salvatrice come la mamma. Voglio aiutare le persone.
- Ah si?!?! Beh sicuramente avrai più successo di tua madre -  rise
- Ehiiii! 
- Però zia ho deciso di aiutarla già da adesso e abbiamo trovato un modo per farti ottenere il tuo lieto fine. 
- Ah si? - chiese guardandomi con fare sospetto. In risposta mi limitai ad alzare le spalle. 
- Si, potrai avere il tuo lieto fine ma solo e quando lo vorrai tu. Non devi farlo per nessun altro se non per te stessa - le consegnò i fogli - Questo è un fascicolo magico zia! tienilo, ora è tuo!
Regina lesse i fogli e capì che erano dei semplicissimi documentii per l'adozione - Magico Emma? - mi chiese guardandomi. 
- Beh... li ha stampati la scatola magica quindi...! - risi. 
- Allora zia sei contenta? 
- Sono contentissima amore ma non solo per questo... 
- E per cos'altro sei contenta?
- Sono felicissima che prima o poi quella salvatrice di tua madre di toglierà dai piedi per dare spazio ad una salvatrice decisamente migliore. - rise - Scherzo. Leila sei una bambina fantastica e di gran cuore. Hai riacceso in me una sensazione che non provavo da anni e posso dirti solamente una cosa... magari non sarà ne oggi ne tra qualche mese, ma di sicuro tra qualche tempo un cuginetto o una cuginetta ti arriverà. 
- Davvero zia? Userai il fascicolo magico?
- L'unica cosa di magico in questa stanza sei tu amore mio ma si... credo proprio che una volta che io e zio Robin ci saremo sistemati questo modulo verrà complilato e sai una cosa? Lo compileremo insieme ok? 
- Ok! - Leila finalmente felice corse di sopra a fare qualche altro tipo di danno mentre noi rianemmo in sala.
- Mmh... perciò dovrò cominciare a trovare il modo per viziare il mio futuro nipotino? 
- Non succederà ora...
- Ma succederà! 
- Sai non credevo che ne avrei sentito la necessità ma tua figlia ha risvegliato in me qualcosa che non  credevo sarebbe più stato possibile. Bisogna ammetterlo Emma sarà di gran lunga una brava salvatrice. 
- Devo preoccuparmi seriamente?
- Si perchè sarà di gran lunga migliore di te! - Ridemmo e continuammo finalmente, in tutta tranquillià, la nostra serata.
Sapete cosa penso di tutto questo? Non  ha importanza se nella vita vorrà diventare un medico, un avvocato, una semplice commessa in un negozio o una salvatrice. Mia figlia ha dentro di se un cuore puro e buono e questa è davvero l'unica cosa che conta. 
 
Nota dell'autore: 
Salve ragazzi eccomi nuovamente qui. Sono in ritardo anche questa volta lo so ma sono sicura che ormai ci avete fatto l'abitudine. Sapete... questo non era il capitolo che avevo intenzione di pubblicare oggi ma l'altro purtroppo è ancora in lavorazione e pur di non tardare ancora ho deciso di ridurre l'attesa facendovi leggere comunque qualcosina. Non sarà il massimo lo so ma spero che comunque almeno un minimo vi piaccia. Spero di riuscire a postare presto un capitolo un po piu "impegnativo" e nel mentre vi comunico anche un'altra cosa: sono riuscita a trovare l'ispirazione per una nuova " long story". Ho già scritto qualcosina a tempo perso ma sono solamente bozze. Forse un giorno la pubblicherò, forse no, ma di sicuro ancora per molto dovrete sopportarmi con le mie one shot. Buona lettura e buona domenica. :)

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Capitolo 23
*** Ora si che sono guai (prima parte) ***


POV EMMA
Eccoci qui, alla vigilia di quello che è uno dei primi traguardi importanti per mia figlia Chloe, il primo passo verso l’indipendenza... il primo giorno d’asilo. Sembra ieri che sia venuta al mondo vero? e invece no... ha già tre anni, due e mezzo per la precisione ma poco importa, quello che so per certo è che domani sarà un giorno importante per lei e vorrei, visto come è andata a finire con Leila, che  non ripercorrere gli stessi meccanismi. In teoria non dovrebbe ancora frequentare l'asilo, manca ancora qualche mese al compimento dei suoi tre anni, ma si è liberato un posto e visto che è una bimba molto sveglia ho pensato che magari sarebbe stata una cosa positiva anticipae quella che sarà a tutti gli effetti una tappa inevitabile. 
- Chloe allora ricapitoliamo ok? - le dico mentre è tutta euforica di sistemare il suo nuovo zainetto. - Sai che giorno è domani?
- Asilo!
- E sai cos’è l’asilo?
- Ti!
- Chloe??? - sto iniziando a rimproverarla per il suo modo di parlare, so che è in grado di pronunciare alcune parole in modo corretto, ma sembra non volerlo fare.
- Si. - si corresse
- Ok ora va meglio. Dimmi allora: cos'è l’asilo?
- Posto bello dove gioco coloro, e imparano cose. 
- E sai anche che non devi avere paura vero?
- Io no paura ! - ricordo che Leila era spaventatissima il primo giorno spero che per lei non sia lo stesso. - Io grande! Non ho paula.... ops! Pau”r”a.
sorrido - Ok allora se hai sistemato il tuo zainetto direi che possiamo andare a nanna non trovi?
- Si, tanto stanca io.
- Allora sotto le coperte cucciola, domani la sveglia suonerà presto.
Misi a letto lei,  Leila dopodichè andai al piano di sotto dove con gran stupore trovai mio marito sistemare tutta la cucina. 
-  Amore! - gli dissi - A cosa devo l’onore?
- Voglio che ti rilassi il più possibile perché domani si festeggerà!
- A si? E cosa?
- Come cosa... - in quel momento pensai ad ogni minima nostra data possibile immaginabile ma non mi venne in mente nulla - Vieni qui - mi prese per mano e mi portò sul divano - Vedi amore, domani è un giorno speciale... da domani avremmo tutte le mattinate a nostra disposizione senza bimbetti  in giro quindi visto che è da tanto che non ci succede una cosa simile, ho pensato di festeggiare.
- Tu hai deciso... e il lavoro? Non so tu ma io ho il turno in stazione domani!
- Potrei aver chiamato tuo padre...
- E cosa Gli avresti detto scusa? Che non posso andare a lavoro perché...
- Perché devi spassartela con me!
Risi deve aver per forza inventato una scusa migliore altrimenti in questo momento papà sarebbe già qui pronto ad ucciderlo.
- E lui cosa ti avrebbe risposto?
- Che sarebbe anche ora!
- Farò finta di crederci. - lo baciai e lui di risposta finì per buttarmi sul divano. Ci coccolammo un po’ ma fummo presto interrotti da Chloe che si era alzata dal suo lettino.
- Papy perché sei sopra a mamma? - chiese con voce preoccupata - Non fare la bua a mamma!
- Amore! - scostò bruscamente Killian facendolo cadere dal divano dopodichè guardai chloe - Io e papà stavamo giocando ma.... come mai però tu sei sveglia?
- Devo fare pipì. -  disse saltellando su se stessa. 
- Andiamo allora dai! -  Scattai immediatamente in piedi. Le avevo da poco tolto il pannolino quindi sapevo che ad ogni sua chiamata avrei dovuto correre per evitare spiacevoli incidenti. Durante il tragitto per raggiungere la mia piccola, sentii mio marito borbottare qualcosa ma non capii, mi occupai della bimba dopodiché tornai da lui e mi feci spiegare meglio ciò che aveva detto:
- Ho confermato solamente i miei pensieri: domani ho tutte le intenzioni di festeggiare! Pensaci: io e te, da soli e sopratutto senza essere interrotti sul più bello!
- Mmh invitante la cosa... ma che ne dici di riprendere da dove abbiamo interrotto? - lo guardai maliziosamente
- Direi che.... - si avvicinò per baciarmi ma....
- Mammaaaaaa! Ma devo andarci per forza s scuola domani? - oddio ci mancava solo Leila adesso
- Ma che avete stasera? Certo che devi andarci!
- Uffaaaaa però! - tornò brontolanto tra se e se al piano di sopra
- Allora? - Dico verso mio marito sperando di non essere più interrotta
- No amore è inutile tanto. Riprenderemo il nostro discorsetto domani.  - mi bacio è frustrato ando dritto dritto in camera da letto. Forse aveva davvero ragione lui, avevamo seriamente bisogno di un po’ di solitudine.
***
Il mattino seguente ero davvero molto molto emozionata: mi svegliai prima del previsto, preparai la colazione all'intera famgliola dopodiché andai a svegliare le mie bimbe.
- Leila amore è ora di svegliarsi!
- Ho sonno mamma
- Lo so amore ma dobbiamo alzarci, è il primo giorno di scuola!
Si mise a sedere controvoglia -  è già settembre?
- Wow! Iniziamo benissimo l'anno tesoro.
- Chloe?
- Sta dormendo...
- Ecco! Questa storia che mi devo svegliare presto per andare a studiare mentre lei può rimanere a casa deve finire!
- E finirà oggi amore perchè sto per andare a svegliare anche tua sorella. Oggi inizierà scuola anche lei!
- Davvero?
- Si, primo giorno d'asilo
- L'asilo non è la scuola. Passerà tutto il giorno a giocare mentre io dovrò studiare.
- Anche tu alla sua età sei andata all'asilo
- Non me lo ricordo.
- Io si tesoro, hai pianto per due settimane continue -  dissi ridendo.
- Chloe piangerà?
- Spero di no. Forza e coraggio vai a vestirti io sveglierò tua sorella. -  così dicendo spari nella stanza della più piccola che al contrario di sua sorella era già con gli occhi aperti
- Amore buongiorno!
- Mamy! -  esclamò la bimba tutta felice
- Pronta per andare a scuola amore?
- Siiiii!
- Allora cosa stiamo aspettando? Andiamo a vestirci e mettere il grembiulino.
Dopo aver vestito e fatto tare colazione ad entrambe le mie pesti, io  e killian ci armammo di macchina fotografica e ci recammo a scuola. Una volta varcato il cancello iniziammo a farle le così dette foto ricordo. 
- Mamma, mamma, ci sono le mie compagne li, posso andare a giocare con loro? - mi disse la più grande
- Certo! Buona giornata tesoro e comportati bene mi raccomando.
- Va bene! - Diede un bacio sia a me che a killian e si allontanò.
- E a me? - Disse la sorellina guardandomi con occhioni tristi
- Leila amore non hai dimenticato nulla? - le dissi facendola tornare indietro
- Mmm... la merenda è nello zaino quindi no.
- Leila! -  la rimproverai  indicandole la piccolina con il visino triste.
- Ah! Il bacino alla nana.
- Non tono... - provò a riformulare la frase - non sono una nana, sono grande ora.
- Si certo come no! -   Disse per poi darle un baciono -  non mi far fare brutte figure con le maestre hai capito?
- Sarò buona!
- Ok, io vado ciaooooo!
- Allora Chloe, vogliamo andare anche noi?
- Si-
- Prese entrambe le nostre mani e una volta visto Leila varcare la soglia della scuola accompagnammo la più piccola nell’area dedidaca allonfanzia. Una volta entrati andammo alla ricerca della sua classe. La stressa di Leila fortunatamente. 
- Buongiorno. Io sono Phoebe, la tua maestra, tu come ti chiami? 
- Chloè. Chloè Jones
- Ahhh la sorellina di Leila?
- Si!
- Bene, perché non vai a scegliere un banco piccolina?
- Bimba vieni a sederti vicino a me! - gridò una sua coetanea da dentro la class ma Chloe sembrava intenzionata a non muoversi.
- Vai amore. - la incoraggiò Killian
- Mamy vieni con me? 
- Parlo con la maestra e poi verrò a vedere il tuo banco.
- Ok...
- Emma, killian che piacere rivedervi qui! Quanti anni sono passati? Due? 
- E' si... è in seconda elementare adesso.
- Come passa il tempo...
- Non dirmelo, a me sembra ieri che sono nate e invece eccoci già qui. Tra qualche anno saranno due signorinelle. 
- Saranno delle piccole cucciole ancora per molto fidati. - sorrise - Ascoltate, so che sapete già come funziona, ma avete già compilato i moduli?
- Si!
- L’avete inserita nel rientro?
- No ancora no, vogliamo farla ambientare un pochino con la speranza che non faccia come Leila.
Ho capito... Allora non ci resta che vedere! Oggi potete tranquillamente riprenderla tra un paio d’ore. E' il primo giorno ed è la più piccolina, dubito che resista tutte queste ore.
- Va bene allora ci vediamo tra poco. - era il momento della verità, stavo per entrare in classe a salutare Chloe. - Chloe amore è questo il tuo banco?
- Si e lei è la mia amichetta!
- Ciao piccolina
- Ciao
- Senti amore comportati bene ok? Ci vediamo tra qualche ora.
- Dove vai?
- Mamma deve andare a lavoro.
- E papà? - chiese spaventata
- Anche papà
- Vengo con voi allora
- Devi stare qui amore
- No, da sola no!
- Non sei sola, c'è la tua  amichetta,  la maestra e tanti altri bimbi, ti divertirai!
- Noooo... Voglio stare con voi! -  disse iniziando a piangere
- Piccolina non fare così! l'asilo è bello e poi lo sapevi a che mamma e papà non potevano rimanere.
- Non mi piace l'asilo. No no!
- Dai chloe non fare così , fidati della mamma.
- No no nooo.
- Ei principessa di papà guardami: se rimarrai qui per un paio d’ore papà oggi pomeriggio ti porta a prendere un gelato ok?
- No!
- Bimba vieni a fare un disegno con me? - la chiamò la sua nuova amichetta.
- No
- Vai pure tranquilla chloe, la tua mamma resterà qui ok? - le  disse la maestra
- Davvero?
- Si!
- Ok allora! . si asciugò le lacrime, prese i pennarelli e un foglio dall'armadietto lì vicino e iniziò a colorare con i suoi compagni. Teneva lo sguardo fisso sulla porta per controllare me  e il suo papà e non era assolutamente intenzionata a cedere. Passò all'incirca  un quarto d’ora e finalmente la bimba sembrava essersi distratta, salutammo l’insegnante e senza farci sentire e uscimmo. 
- Wow! È stata più dura di quando ricordassi. - esclamai - Speriamo bene, non sembrava poi così entusiasta. 
- Vedrai che starà benone. Ora andiamo però, se non sbaglio io e te avevamo un certo programmino in sospeso giusto?
***
Durante il tragitto verso casa perdemmo un po’ di tempo:  approfittai dell’assenza di entrambe le bimbe per fare anche un po’ di spesa. Killian sbuffava mentre mi seguiva all’interno del supermercato ma non potevo farci nulla... il sapore della libertà andava gustato a pieno non trovate? Una volta finita la spesa però decisi di dedicare al mio maritino la mia completa attenzione. Entrammo in casa e chiudemmo a chiave la porta lasciando le chiavi inserite, nessuno avrebbe dovuto disturbarci dopodiché mi buttò, come la sera precedente, sul divano per dar via ad una mattinata con i fiocchi. Purtroppo anche questa volta non riuscimmo ad avere la meglio.  La casa iniziò a tremare facendo cadere a terra tutto ciò che era poggiato sui tavolini e sulle mensole. i lampadari oscillavano insistentemente e le luci iniziarono a fare i capricci. Il tutto durò una trentina di secondi
- Ma che diavolo.... - provai a dire ma venni interrotta da Killian
- Questo divano porta sfiga Swan! - si lamentò
- Killian ti pare il momento? Cos'èra? Un terremoto? 
- Non lo so.
- Accendi la tv vediamo se dicono qualcosa. 
 
" Notizia dell'ultimo minuto: Terremoto a Storybrooke."  
 
"Terremoto non rilevato dai sismografi. Sicuri che si tratti di un terremoto? "
 
" Nuova minaccia su Storybrooke. La terra trema."
 
Tutte queste notizie non promettevano nulla di buono, non c'era mai stato un terremoto in città, che fosse una semplice coincidenza o i notiziari avevano raggione? C'era davvero una nuova minaccia in città? 
- Le bambine killian! - esclamai improvvisamente in preda al panico, che avessero sentito anche loro il terremoto? - Non mi interessa che siano a scuola, andiamo a prendrle. 
Non obbiettò, salimmo in macchina e ci avviammo verso la scuola privata di Storybrooke. Durante il tragitto il mio cellulare squillò:  Era la direttrice della scuola che ci comunicava la chiusura delle scuole da parte del sindaco. Una volta arrivata trovai Leila insieme alla sua classe nel loro punto di ritrovo, era un po' spaventata ma tutto sommato tranquilla, era Chloè quella disperata, se ne stava tutta sola seduta a terra a singhiozzare.
- Chloè! - la chiamai
- Mamy! - mi Corse in contro e io l’abbracciai con quanta più forza avevo in corpo. - Ti sei spaventata amore?
- Ti, mi hai lacciato ta sola!
- Oiii stellina abbiamo riniziato a parlare così?
- Ti!
- E perché mai?
- Io no boglio che tu bai bia. No mi piace l’asilo. No no no.
Arrivò la maestra a spiegarmi l' accaduto e li  capii che il motivo per cui trovai mia figlia in quelle condizioni non era tanto lo strano terremoto quanto il fattore abbandono.
- Mamma è qui adesso ok? Vogliamo andare a casa?
- Tiiiii!
- Chloe per  favore...
- Si! - rispose tristemente capendo il motivo del rimprovero. Tornammo a Casa tutti e quattro dopodiché cercai di trovare una scusa convincente per lasciare Chloe e Leila da Granny e poter andare alla riunione che aveva indetto Regina per parlare nuovo potenziale pericolo. Naturalmente come facilmente prevedibile fu facile convinevrte Leila mentre per chloe beh... fui costretta a portarla con me.
- Scusate il ritardo ma... - indicai la bambina - Non son riuscita a non portarla.
- Vieni siediti che iniziamo. Allora avete notato tutti cosa è successo oggi in città?
- Menomale che non c’è stato nessun danno! - disse brontolo
Ho costruito Storibrooke alla perfezione è a prova di magia quindi anche a prova di terremoti. Il problema però è che credo poco ad un fattore di natura ambientale.
- Dici c'è c'è un nuovo nemico in città? - continuò brontolo
- e chi si nasconde dietro tutto questo? - chiese un'altro nano.
-  E' ancora sicura Storibrooke?
- Calmi tutti! - disse Regina spazientita da quelle inutili domande. - Non ne ho la più pallida idea ma mio consiglio è di tenere gli occhi ben aperti e controllare qualsiasi movimento sospetto di qualsiasi persona in città. Se non è stato un terremoto questo vuol dire la cosa si ripeterà e noi dobbiamo essere pronti a capire cos’è e come fermarlo. Detto questo ci riaggiorniamo. - tutti andarono via mentre io e Killian rimanemmo in ufficio con lei.
- Piccolina come è andato il tuo primo giorno d'asilo?
- Butto l'asilo. Io no vado più.
- Regina per favore non parliamone è stata una tragedia greca a quel che mi hanno raccontato.
- Si rifarà domani. 
- Domani? No no no io no asilo!
- Ad ogni modo... - dissi mentre coccolavo la mia cucciola - Perchè pensi che qualcuno ci voglia attaccare? Ormai sono mesi che nessuno ci mette i bastoni tra le ruote...
- Devono avere motivi per farlo? Siamo a Storybrooke Emma, le sfide e le lotte sono all'ordine del giorno. Abbiamo avuto una meritata pausa, ora credo proprio che sia finita. 
Aveva ragione, quel terremoto era solamente l'inizio di un nuovo piccolo grande problema. Sicuramente presto ne avremmo saputo di più ma ora non ci restava altro che prepararci psicologicamente a combattere. 
 
Note dell'autore:Lo so lo so, in ritardo e per giunta con un capitolo terminato a metà. Metà? mmh.. no.. diciamo che questa è solamente la parte iniziale. Nel prossimo aggiornamento cercherò di concludere il capitolo per non fare anche una terza parte; ma se non dovessi riuscirci (perchè molto lungo)  vi prometto che almeno la minaccia che è in corso a storybrooke ve la svelerò. Alla prossima e buon fine settimana. 
Ps. scusatemi come al solito per gli errori ma non ho avuto modo di controllare.

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Capitolo 24
*** Scusate il ritardo ***


Ciao a tutti! Questo non è un aggiornamento.
sono stata molto impegnata con il lavoro in queste due settimane e non ho avuto assolutamente modo di potermi dedicare ai miei capitolo. Vi scrivo per scusarmi del clamoroso ritardo e per tranquillizzarvi dicendoci che non ho intenzione di abbandonare la storia. Spero di riuscire a pubblicare qualcosa entro fine settimana ok? Un abbraccio 

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Capitolo 25
*** Ora si che sono guai (seconda parte) ***


POV EMMA

L’indomani arrivó in men che non si dica ed eccomi nuovamente qui, davanti ai cancelli della scuola, a cercare di convincere m Chloe ad entrare.  Mai impresa fu così ardua e rispetto a ieri posso assicurarvi che cose sono di gran lunga peggiori perché ora sa esattamente cosa comporta l’asilo ovvero mamma e papà fuori dai giochi.
- TU POI MI LACCI SOLA! Io no boglio! -  mi disse con i lacrimoni agli occhi.
- Tesoro lo sai che non posso entrare con te! - vorrei tanto riportarla a casa, non riesco a vederla in questo stato ma devo essere forte. È per il suo bene. - Verró a riprenderti prestissimo te lo prometto. - cercai di convincerla. 
- No no nooooo mamy ti plegooooo! - unì le manine a mo di preghiera e iniziò a supplicarmi, non aveva mai facco così per nulla. 
- Se mamma rimane dieci minuti con te poi mi prometti che resti da sola con la maestra e non fai i capricci?
Ci pensa un momento ma poi un piccolo sorriso si fa spazio fra le sue labbra - Ti! - Non ero proprio convita del suo si ma  provai comunque  a crederle ed entrai con lei, rimasi sullo stipite della porta e lei come il giorno precedente mi tenne d’occhio. Dieci minuti ormai erano passati da un pezzo ed era giunta ora per me di andare. Come avrei mai potuto uscire di scena senza farla piangere? Il giorno precedente mi allontanai senza dirglielo e fu un fiasco totale così provai ad avvisarla ma ottenni un effetto di gran lunga peggiore: Lacrime e isterismi si fecero spazio in lei tanto che la maestra mi suggerì di rimanere ancora un po’ per poi allontanarmi quando si fosse distratta. Avrebbe pianto uguale ma forse di meno. Ero molto scettica  devo essere sincera soprattutto visto le condizioni in cui la trovai il giorno prima, avevamo appena iniziato a parlare un po’ meglio invece  eccoci da punto a capo se non peggio, però decisi comunque di dar retta alla sua insegnante, in fondo era il suo lavoro e evidentemente ne sapeva più di me. Consolai Chloe e aspettai che tornasse a giocare con le sue nuove compagne. Appena la vidi più presa nei giochi e meno interessata a me uscii dalla sua classe e mi recai alla stazione dove mio padre aveva appena messo a punto un piano di ricerca verso il nostro uomo in incognito, così lo chiamavano non avendo idea su chi o cosa fosse. Ci mettemmo subito a lavoro, io papà e killian ma fui costretta a interrompere le ricerche all’incirca un paio d'ore dopo In quanto ricevetti una chiamata da parte della scuola.  La maestra di Chloe aveva bisogno urgentemente di parlare con me. Mandai un sms a Killian informandolo che lasciavo momentaneamente le ricerche e per essere sicura che lo ricevesse ne inviai uno anche a mio padre dopodiché mi recai in tutta fretta a scuola. Quando arrivai notai immediatamente le luci spente e un gran caos in giro. Non c’era nessun bimbo nelle classi dedicate all'infanzia e pensai seriamente che il nostro "uomo" avesse appena attaccato la scuola. Se da una arte mi sollevai di morale escludendo come causa della chiamata mia figlia e i suoi capricci, dall’altra mi preoccupai ancor di più per la possibilità che quell'essere potesse aver ferito qualcuno tra cui le mie bambine. Camminai lungo i corridoi per raggiungere le scuole elementari nella speranza di trovare qualcuno e finalmente incontrai delle maestre mi indirizzarono verso un’aula. Entrai e finalmente vidi l’insegnante di Chloe.
- Eccomi, scusa se ci ho messo tanto, ho fatto il prima che ho potuto mi reda. - Feci una pausa - Come mai mi ha convocato?  - cercai di essere calma e professionale possibile.
- Non si preoccupi, prego si sieda - mi disse indicandomi una sedia. - Forse le sembrerà stano il motivo per cui l’ho convocata qui ma ho bisogno di farle una domanda particolare: Sua figlia Chloe ha dei poteri per caso?
Rimasi spiazzata a quella domanda... non ne capivo il significato - Poteri? Intende dire se la bambina  ha la magia? - annuì - No... o meglio si ha la magia ma non può usarla. Le abbiamo bloccato i poteri quando aveva poco più di otto mesi.
- Ne è sicura?
- Certo che ne sono sicura, sono sua madre. Ha un braccialetto al polso sinistro che le impedisce di utilizzare la magia mah... perché me lo chiede? - domandai ormai incuriosita da quella domanda.
- Vede ho avuto modo di osservare delle cose in questi giorni e mi è sembrato di capire che tutti questi terremoti e problemini elettrici che stanno succedendo in città da due giorni, non siano scaturiti da nessu altro se non dalla tua piccolina.
- Dalla mia piccol..... da Chloe? - Risi - È impossibile. come le ripeto ha il bracciale e poi anche se fosse Chloe a due anni e mezzo non potrebbe mai essere così potente... sarebbe un vero problema non trova? - solo in quel momento però mi venne in mente che la bambina non era lì e ripensandoci non era neanche in classe dove l’avevo lasciata quella mattina - Comunque a parte questo...  Dove’e la bambina ora? È tranquilla?
- Tranquilla non direi di certo. L’ho lasciata momentaneamente in seconda elementare da sua sorella. Ha pianto ininterrottamente e solo con lei sembra essersi calmata in pochino. Vuole che vada a chiamarla? - mi chiese alzandosi dalla sedia
- Sinceramente prima che si accorga che sono qui vorrei valutare con i miei occhi quello che mi ha appena detto. Se come dice lei, cosa che ripeto per me è impossibile,allora questo significherebbe che non c’è nessun cattivo in città e che quindi di conseguenza potrò sospendere le ricerche per occuparmi di qualcosa di decisamente piu complesso. - ero sicura al mille per mille che la mia bambina non era immischiata in tutto questo ma non so perchè qualcosa dentro di me mi disse che dovevo accertarmene con i miei occhi.
- Bene allora stia qui e ci osservi, proverò a scaturirle qualche reazione così potrà dirmi cosa ne pensa e se secondo lei ho ragione. Vado a prenderla. - Vidi la maestra uscire dall'aula per poi riapparire nel corridoio qualche minuto dopo. Teneva per mano mia figlia la quale era molto restia ad allontanarsi dalla classe di sua sorella.
- Boglio tare con Leila fino a quando biene mamma. Quando biene? - le chiese con aria spaventata
- Arriverà tesoro, prima o poi arriverà ma nel frattempo noi dobbiamo torare in palestra con gli altri bambini.
- NOOOO! NO BOGLIO! VOGLIO MAMY!
- Asclota chloe: mamma non so quando arriverà ok? Basta fare capricci. - la rimprovrò per farle avere qualche reazione. - Se arriverà presto andrai a casa subito altrimenti pranzerai qui con gli altri bimbi e solamente poi andrai a casa.
- NOOOO! LASCIAMI! - si liberò dalla sua presa e sia io che la sua insegnante potemmo vedere le sue mani iniziare a tremare. Fu in quell'esatto momento che le luci nella scuola si riaccesero di colpo per poi riprendere il loro tintinnio e spegnersi nuovamente un paio di minuti dopo. Tutto questo grande effetto discoteca venne accompagnato da un rumore assordante: I vetri delle finestre del corridoio esplosero come se nulla fosse e c'erano vetri ovunque. Non potevo credere ai miei occhi: era davvero la mia bambina a fare tutto questo? No non poteva essere. Mi guardai intorno alla ricerca di qualche spiegazione più logica ma non trovai nulla a cui collegare quel disastro. Controllai per sicurezza  il suo polso sinistro e notai che il suo braccialetto era ancora lì. Se fosse stata lei non avrebbe douto averlo giusto? Tutti i miei pensieri vennero spazzati via dalla sua voce:
- Che tuccede??? - Chiese siggiozzando e fu lì, vedendo il suo sguardo carico di terrore che decisi di farmi vedere.
- Chloe... - la chiamai piano per non spaventarla ulteriormente.
- Mamy aiuto! Che tuccede? - mi chiese rimanendo ferma immobile al suo posto. Le leggevo la paura negli occhi. 
- Niente amore, non succede nulla tranquilla.  Vieni qui!
Stava per avvicinarsi quando la sua insegnante parlandomi la fece fermare di colpo. - Non credo sia il caso Emma - mi mise in guardia la donna - Guarda le sue manine? - Oddio! Era... era magia di luce quella che usciva dalle sue mani? Non potevo credere ai miei occhi, la sua insegnante aveva agione, era la mia piccolina ad aver creato tutto quel caos. Se da una parte fui sollevata nel sapere che nessun nemico era in città dall'altra ero completamente nel panico.  -Emma stai in guardia, non vorrei che ti colpisse. - mi riportò alla realtà Phoebe. Ok la situazione non era delle migliori ma ero la sua mamma e solo io avrei potuto mettere fine a tutto quel casino. 
- Non dire idiozie è mia figlia. Avanti Chloe vieni dalla mamma. - si avvicinó di qualche altro passo ma poi si bloccò nuovamente
- Io no bua a te! - mi disse stringendo entrambe le manine come se questo gesto avrebbe potuto spegnare la luce che usciva dalle sue mani. 
- Amore mio ma quale bua, dai tranquilla vieni da mamma.
- Io no boglio fatti male! io lesto qui. No mi muovo.
- Davvero brava complimenti! - dissi alla sua maestra che mettendomi in guardia l'aveva spaventata ancora di più. - Chloe andiamo sono la mamma... - nel vedere che mi stavo avvicinando a lei fece dei passi indietro per poi voltarsi e iniziare a correre ma fui più veloce di lei e la presi in braccio stringendola a me. Il suo cuoricino batteva all'impazzata dalla paura e il mio cuore si spezzò.
- Amore la mamma è qui, calmati, non me ne vado ok? Respira amore... brava così. - piano piano riuscì a calmarsi un po' e anche le sue manine smisero di  tremare e di emanare luce accecante. - Ecco fatto, brava. Tutto passato ok?
- No! Ho paula.
- Non devi avere paura di nulla.
- Tono tata io? - mi chiese indicando le finestre.
- Si amore ma non è una brutta cosa sai?
- È butta!  Io faccio la bua alle persone! Io no boglio. Mammina aiuto! - ed ecco che a quella richiesta il mio cuore si spezzò ulteriormente. 
- Tesoro mio non hai fatto male a nessuno è mai lo farai ok? Devi fidarti della mamma, troveremo un modo per risolvere questa cosa ok? - i suoi occhi si incrociarono con i miei come a chiedere un'ulteriore conferma di quello che le avevo appena detto.  - Andrà tutto bene devi credermi. Ora però fammi un sorriso ok?
- No... sono tliste!
- E perché mai amore di mamm? .- sapevo già la risposta ma volevo sentirlo dire da lei. Volevo che imparasse a confidarsi con me, volevo che capisse fin da subito che non doveva aver paura di esprimere i suoi sentimenti alle persone come per molti anni ho nascosto io.
- Io no boglio avele mazzia. La mzzia lompe tutto.
- Amore non tutta la magia è così... mamma ha la magia, zia Regina ha la magia... anche Leila ha la magia, lo sai.
- Leila mazzia bella, mamma e zia mazzia bella,  Chloe mazzia brutta.
- Non è così principessa.... la magia è legata ai nostri sentimenti. - la vedo inclinare la testa di lato, non credo che capisca a pieno tutte le parole che le dico. Devo trovare un linguaggio semplice e provare a trovare delle parole confortanti. - Amore vedi... la magia è legata alle nostre emozioni, come posso spiegartelo.... ah si.... beh se siamo felici la nostra magia sarà in un modo se siamo tristi siamo in un altro. In questo momento sei spavetanata dalla magia e lei si trasforma in questo. - le indicai tutto quel caos -  Basta saperla controllare e tutto si risolverà.
- Dabbero?
- Si! Hai visto la magia di Leila? - le chiedi sapendo quando le piaceva vedere sua sorella fare delle piccole magie. 
- Mi pace tanto,  lei fa appalile le falfalline in giardino.
- Puoi farlo anche tu amore. - sperai di renderla felice ma non fu così.
- Lei pelò non coppia i vetri.
- Se fosse spaventata così tanto credo che lo farebbe anche lei. - l'abbracciai con quanta più forza avevo in corpo - Amore mi dispiace davvero, è colpa mia se sei così spaventata, mamma non ti ha detto che avevi anche te questo potenziale. Ora lo risolveremo insieme ok?
- No toppa tua mamy. Io bene a te. - avevo un amore di bambina non c'è altro da dire. Mi sciolsi come un gelato al sole. 
- Anche io te ne voglio cucciolina, Andiamo a casa dai.
- E nente pu asilo? -  ci stava davvero sperando. Parlai con la sua insegnante e insieme concordammo di aspettare che avesse compiuto a tutti gli effetti tre anni.
- Per ora no amore ma riproveremo quando sarai più grande.
- Ok ciao ciaooooo! - disse tutta contenta verso la sua insegnante anche se ancora sconvolta per l'accaduto. 
In macchina non disse una parola e neanche a casa, si mise seduta sul divano e se ne stette lì senza fare nulla. La osservai a lungo e notai che le sue manine tremavano in continuazione. Nonostante le mie rassicurazioni era ancora spaventata piccolo amore mio. Cosa avrei potuto fare? Chiamare Regina? Avrebbe potuto aiutarmi? Proprio mentre pensavo ad una possibile soluzione ecco che il televisore di casa esplose facendola scoppiare in un pianto disperato. Prince, il nostro adorato cagnolino o terremoto per gli amici, è salito sul divano con la sua grazia innata mettendole paura. È si... chiamare Regina era  la soluzione migliore .  Presi il telefono e le scrissi un messaggio:

"Teletrasportati in casa mia ora! Possibilmente non in salotto!"
 
Non tardò molto ad arrivare
- Quale sarebbe l’emergenza questa volta?  Ero nel bel mezzo di un appuntamento galante.
- Mi dispiace mah... - la terra iniziò a tremare nuovamente sotto i nostri piedi interrompendoci
- Ok! Niente panico! - disse - Qualunque cosa tu debba può aspettare,  il nostro nemico è vicino, andiamo.
- Emmh...  Regina aspetta...  non abbiamo nessun nemico. Non c'è nessun cattivo in città - mi guarda come se fossi impazzita - Seguimi - la trascinai in salotto dove c’era chloe che nel frattempo si era nascosta tra i cuscini del divano - E' lei! È lei che sta creando il caos a Storybrooke.
- Lei? Emma che dici! È una magia al di sopra di ogni cosa, sopratutto per una bambina - mi fece notare -  Per non parlare che Chloè ha il bracciale che le blocca i poteri.
- Non funziona più a quanto pare. È terrorizzata e non riesce a controllare la sua magia.  Al minimo movimento esplode qualcosa.
- Non è possibile Emma!
- Regina l'ho visto con i miei occhi. Anche io preferirei di gran lunga che non fosse così ma purtroppo è questa la realtà.  Ricordi quando non riuscivo più a controllare la mia magia? beh lei sta vivendo la stessa cosa. Se ci sono io vicino a lei sta calma ma se mi allontano anche solo di mezzo metro succede questo - le indico il televisore
- Ma non mi dire... - era senza parole ma a giudicare dalla scena in soggiorno non potete fare a meno che credermi.
- Fammi parlare con lei ok? - annuii e la vidi fare qualche passo per farsi notare - amore di zia ciao! - le disse in tutta tranquillità facendo finta di non sapere nulla. 
- Bai bia! - le rispose cercando di nascondersi ancora di più.
- Ma amore voglio solo giocare un po con te!
- No! Io tono bimba cattiva faccio cose blutte.
- Ma non è vero, non dire così! - la raggiunse sul divano ma la mia cucciolina ancora più spaventata alzò le braccia per difendersi ma colpi accidentalmente il lampadario che cadde. Evitai che cadesse sulle loro teste, finendo così la giornata in tragedia, grazie alla mia magia ma comunque ora la situazione si prospettava davvero grave. 
- Bisto? Io ho mazzia blutta.
- Aspettami qui stellina, Parlo un attimino con la tua mamma e poi sarò subito da te per giocare. Non avere paura anche la zia ha la magia e posso aiutarti ad usarla. La tua magia non è assolutamente brutta.
- Dabbero?
- Si aspettami qui. 
Andammo a parlare in cucina.
- Ha perso completamente il controllo vero? Ma come è possibile?
- Disse la donna che distrusse la stazione dello sceriffo. - rise - Comunque si, ha perso il controllo. Sai cosa può essere successo di così grave per renderla così?
- L’asilo? Il fatto che l’ho lasciata lì e si è sentita abbandonata?
- Potrebbe essere e magari le è scappato un pizzico di magia che l’ha fatta spaventare ancora di più non capendo bene come fosse possibile. - mmh aveva senso. 
- Puoi aiutarla? - chiesi speranzosa
- Dovrà calmarsi un po’ prima, ora è del tutto fuori controllo.
- E cosa posso fare per aiutarla?
- Tu dovrai semplicemente fare la mamma mentre beh per il momento penso che sia il caso di bloccarle la magia con qualcosa di più potente. Almeno per un giorno o due in modo da farla calmare del tutto.
- E come vorresti fare?
- Con il bracciale originale, quello di Zelena. So che è una mostruosità al polso di una bambina così piccola ma.... 
- Ok  ol va bene, tutto pur di farla tornare a sorridere.
La vidi scomparire e tornare pochi minuti dopo con il bracciale, andammo entrambe in salotto e solamente dopo svariati tentativi riuscimmo a convincere chloe ad indossare il bracciale. Il risultato? Nessuno! La piccola continuava ad esercitare magia come se nulla fosse. Come diavolo poteva essere?
- Wow sono esterrefatta! - esclamò Regina 
- Regina perché non funziona?
- A quanto pare la mia bella nipotina è più potente di questo braccialetto.
- Ma... ha solo due anni e mezzo. Come può una bimba essere così potente.
- Il frutto del frutto del vero amore può bastare? - mi misi le mani nei capelli. Eravamo nei guai.

POV KILLIAN

Da quando Emma si era allontanata scrivendomi per messaggio di andare a prendere la nostra piccolina non l’ho più ne vista ne sentita fino a qualche minuto fa quando un sms dalle parole poco incoraggianti mi fece capire che era giunto il tempo di tornare a casa.

"Abbiamo un serio problema, ti aspetto a casa."

 Questo era ciò che citava il messaggio. Nessuna faccina sorridente, un cuore o altro come era solita fare, solo una frase nuda e cruda. Cosa mai poteva essere accaduto di così tanto tragico? Pensai che Chloe avesse avuto qualche altro problemino con l’asilo ma quando tornai a casa la realtà era ben che differente. L’intero soggiorno era stato praticamente buttato per aria e c’era la mia bambina stretta tra le braccia di sua mamma che piangeva come una disperata.
- O mio Dio! State tutti bene? - fu la prima frase che mi venne da dire seguita da - Dov' è Leila? - l’altra mia bimba non era con loro e di conseguenza mi preoccupai
- È da mamma, ho chiesto a lei di andarla a prendere, abbiamo un piccolo problemino da risolvere.
- È stato qui vero? Cosa diavolo a fatto quel mostro alla nostra casa? - chiesi con il sangue che ribboliiva nelle vene. Non poteva essere stato nessun'altro se non lui: il nostro uomo. Una cosa era certa aveva osato toccare la mia famiglia e ora avrebbe assaggiato il mio uncino. 
- Mottro? Io mottro? - sentii dire da Chloe tra un singhiozzo e l’altro.
- Non sei un mostro amore quante volte devo dirtelo? - sentii risponderle sua madre.
- Ma papy...
- Papà non intendeva quello che pensi tu.
- Papy io mottro? - si rivolse a me. Non capivo cosa stesse dicendo ma gli sguardi di mia moglie e Regina erano fin troppo strani.
- Perché mai dovresti essere un mostro amore? Certo che non lo sei! Tu sei la principessina di papà! - le sorrisi ma lei non ricambiò come suo solito.
- Amore perché non vieni con la zia mentre mamma parla con papà? - provò a dirle Regina cercando di prenderla dalle braccia di Emma. 
- No!
- Ti preparo la cioccolata!
- No! Boglio mamy. 
- Lasciala Regina tranquilla ci penso io.
- Mi spiegate che succede? - Chiesi io continuando a non capire.
- Non c’è nessuna minaccia in città killian....nessun mostro, niente di niente.  I problemi elettrici e terremoti vari sono dovuti ad un’altra causa - mi indicò la bambina. - Il bracciale non ha più alcun effetto su di lei
- Mi prendi in giro? - chiesi stupito da tale rivelazione ma la mia più che una vera e propria domanda era una frase retorica.  Bastava vedere mia figlia e mia moglie per capire che c’era qualcosa di sbagliato. - Che... che si fa ora? - lo ammetto ero spaventato. Si capitan uncino, pirata spietato dei sette mari era spaventato. 
- Non ne ho la più pallida idea... - rispose mia moglie anche lei molto preoccupata. 
- Per il momento bisognerà tenerla tranquilla e rilassata il più possibile poi appena di sarà calmata un pochino proveremo qualcosa per risolvere il problema.
- Hai una vaga idea di come tranquillizzarla? - chiesi
Con Emma sta buona e non usa la magia. E' una cosa positiva. 
- Per quanto la ami e vorrei passare ogni singolo istante con lei vi ricordo che  avrei anche un lavoro. Come faccio? Non posso disertare e di certo non posso portarla con me. L'asilo neanche a parlarne e... 
- No no no asilo no! Mammy no!!!! - lì il mio cuore Perse non so quanto battiti. La vidi tremare spaventata e non potei fare altro che correrle incontro per stingerla a me
- Amore di papà ci siamo io e mamma ok? Non ti ci porteremo all'asilo ma cerca di stare calma ok? - annui e piano piano riuscì a calmarsi. Si addormentò sfinita nel giro di qualche ora e io regina e mia moglie ne approfittammo per metterci a tavolino e discutere una teoria possibile per aiutarla. Vidi lo sguardo di Emma e capii si sentiva in colpa per qualcosa... ma cosa?
- Amore... - le presi la mano - che c’è?
- nulla!
- Non mentirmi... 
- Ok... È colpa mia killian ero spaventata dalla sua magia, quando era solamente una neonata, che al posto di pensare a lei ho pensato a me e le ho bloccato i poteri. Sono stata egoista. Se  non avessi intralciato la sua natura ora molto probabilmente non sarebbe così spaventata.
- Lo hai fatto per lei amore, non per te. Per evitare che facesse male involontariamente a qualcuno.
- E a cosa è servito? Le abbiamo impedito che facesse male a qualcuno ma le abbiamo inflitto una cosa ben peggiore: la paura di se stessi... un genitore quste cose non le fa. - ora stava esageranto, si stava decisamente dando delle colpe assurde. Stavo per intervenire ma fortunatamente lo fece Regina. Ero suo marito e conoscendola non mi avrebbe mai creduto, avrebbe pensato che tutte le parole di conforto che le avrei dato fossero parte del pacchetto "siamo sposati, ti amo e di conseguenza non ti accuserò mai di nulla". Forse la sia amica avrebbe potuto aiutarla piu di me. 
- Basta farsi colpe inutili Emma! - le disse - Ormai quel che è successo è successo. Abbiamo appurato che non è come Leila. Non le viene naturale ma non è un problema.
- Non solo non le viene naturale come lei ma è di gran lunga più potente. - rispose
- Quando imparerà a gestirla non sarà più un problema.
- Hai qualche idea?
- Lezioni di magia semplificate per la sua età?
- Dici che potrebe funzionare?  - chiesi io pensando a quando fosse terrorizzata Chloe dalla magia. 
- Lo spero perchè per ora non ho altro in mente.  Emma, per favore prova a fidarti di me ok?
- Mi fido cecamente di te è solo che....
- Lo so la situazione non è semplice ma non preoccuparti... siamo stati all'inferno, cosa vuoi che sia un po' di magia inaspettata? 
Dopo aver messo a punto in grandi linee un piano Regina andò via con l’accordo di incontrarsi nella sua cripta l'indomani pomeriggio mentre io e Emma rimanemmo in casa ad attendere Leila e a controllare che la piccola Chloe non commettesse altri guai. Fortunatamente non lo fece, le sue manine ogni tanto anche nel sono tremavano ed emanavano magia ma nessun mobile o altro fu colpito. Il mattino seguente prendemmo entrambi il giorno libero, coccolammo la nostra piccolina mentre la più grandicelle era a scuola e aspettammo insieme il pomeriggio per andare da Regina. Il risultato di quelle lezioni? Un fiasco totale. Chloe non ne voleva sapere minimamente ne con Regina ne con sua mamma. Per lei la magia era una di quelle cose di cui avere paura. Cosa fare ora? Se neanche il bracciale che aveva bloccato Emma, zelina, Tremotino e le peggior creature magiche serviva cosa altro c’era un serbo per noi? Dico la verità, per un momento pensammo anche a toglierle definitivamente la magia ma scartammo subito quell'iporesi:  la magia era parte di lei e togliergliela sarebbe stato come portarle via parte della sua essenza. Nella speranza di qualche brillante idea decidemmo di vivere alla giornata.... certo i nostri mobili non ne furono d’accordo ma era l’unico modo.
 Fortunatamente quella situazione non duro a lungo dopo una decina di giorni, quando ormai eravamo completamente disperati qualcosa cambio. Io e Emma eravamo in salotto a guardare un film, Leila era a fare i compiti e  la piccoletta di casa faceva il suo consueto pisolino. Ad un tratto sentimmo una risata....
- E' quello che penso io??? - disse Emma mettendosi in piedi e guardandomi stupita
- Credo proprio di sì! - dissi io con un sorriso stampato sul viso. - la voce di quella risata l’avremmo riconosciuta ovunque al mondo: era della nostra piccola chloe. Erano giorni ormai che non rideva più e risentire quel suono così  tanto atteso ci fece riempire il cuore di gioia. Senza perdere altro tempo corremmo entrambi al piano di sopra per vedere cosa stava succedendo ma non la trovammo nella sua stanza. Seguimmo le voci che si sentivano in fondo al corridoio e arrivammo nella prossimità della cameretta di Leila. Entrambe le bimbe erano lì così senza disturbarle ci mettemmo silenziosamente ad osservarle o come si suol dire "a spiarle"....
- Vedi chloe? - disse Leila facendo una magia 
- Belle faffalle!
- Si hai ragione sono belle! Prova tu ora ok? Pensa alle farfalline e a quanto desideri averle qui!
- Non esplode nulla?!?!
- No, lo puoi fare, poi le faremo vedere alla mamma, avanti concentrati!
La vedemmo stringere gli occhietti e neanche trenta secondi dopo una piccola farfalla si materializzó tra le sue mani.
- Faffalla! - gridò soddisfatta
- Bravissima chloe! - battè le mani sua sorella mentre la piccolina saltellava felice. -  Ora fanne apparire di più però! Concentrati, pensa a tante farfalle ok? - che dire ci riuscì anche questa volta anche se esagero un po’ e dovettero aprire la finestra per farle uscire ed evitare che invadessero l'intera casa. Emma non perse tempo, entrò nella cameretta e strinse forte chloe
- Bravissima amore di mamma ci sei riuscita!
- Mzzia bella! Io no esplodo più cose.
- Che ti diceva la mamma?!?! Leila - si rivolse anche a lei - Sono davvero orgogliosa di te! Stai diventando grande e non potrei essere più felice di come sonche stai crescendo
- Concordo con tua madre. Sei una piccola donnina ormai. 
- Grazie ma io l’ho fatto solo per paura di esplodere - rise
- Sotto quella faccia da furba si nasconde una sorella maggiora fantastica. - ci unimmo tutti e quattro in un abbraccio di famiglia. Questa era senza dubbio la quiete dopo la tempesta. Finalmente potevamo rilassarci un po' Chloe era di gran lunga più tranquilla e felice e questo ci bastava per essere positivi sulla questione magia. Oggi abbiamo affrontato il primo step, nel giro di poco avremmo sistemato tutto e tutta la nostra angoscia sarebbe diventata solamente un lontano ricordo. 
- Ora mamma posso spiegarle come si ci materializza da una parte all’altra?
- Cosa significa matelalizza? - ok "matelalizza" era in cima alle cose piu strambe del suo vocabolario. 
- Come si appare e scompare con la magia! - Le spiegò sua sorella per poi darle una dimostrazione spostandosi da un lato e l'altro della stanza. 
- Tiiiii boglio fallo!
- No no no sei ancora piccola per questo! - le fermò Emma  - Non voglio rischiare di venirti a prendere al polo nord.
- Da babbo natale?
Ecco! Come non detto! Ma perché non fa esempi normali mia moglie? - No Chloe, non potresti andare da babbo natale neanche se vorresti... non si farebbe trovare mai, quindi se non vuoi che a natale non ti porti nessun regalo non ti conviene andarlo a cercare.
- Ba bene! Ma posso impalale a compalile?
- Magari un altro giorno ok?
 - Io invece posso non andare a scuola domani? - disse Leila
- Non se ne parla, non approfittartene ora. Domani mattina dritta a scuola. - dissi io.
- Io no mamy velo? - fece gli occhi da cucciola indifesa sia a me che a sua madre. 
- Domani no, non andrai a scuola tranquilla ma dovrai rimanere un po’ con nonna ok?
- No mi va.
- Devi tesoro, la mamma lavora...e anche io. 
- puppa peró! Poi tolni da me mamy? - certo che il disco le si era incantato proprio, ormai esisteva solo mamy mamy e ancora mamy. 
- Certo che sì! - in teoria le aveva detto la verità ma fino ad un certo punto. Si sarebbe rimasta con nonna snow ma non in casa. sarebbe andata con sua nonna a lavoro ovvero all'asilo. Magari la scuola privata non era la scenata giusta per lei... o magari non lo è per ora. Magari le serviva giusto un periodo per ambientarsi e qualche posto migliore se non insieme a qualcuno che conosce? L’accompagnammo così da  mia suocera il mattino seguente, andammo a lavoro e dopo aver terminato il nostro turno, anche con netto anticipo, tornammo a casa. Finalmente senza cattivi in giro e con  le bambine impegnate in altro avrei avuto finalmente tutto il tempo nrcessessario per  dedicarmi alla mia bella mogliettina. 
- Sono passare  tre ore e sembra tutto tranquillo. - le dissi cercando di calmarla, sapevo che era in ansia per la piccola ma nessun terremoto aveva colpito Storybrooke quindi chloe stava benone. 
- Lo so ma non posso fare a meno di preoccuparmi. 
- Avanti vini qui... conosco un modo niente male per tirati su di morale. - dissi malizioso.
- Killian ma...
- shhh - mi avvicinai a lei e iniziai ad accarezzarle la schiena. - abbandonati a me! È tutto sotto controllo.
La baciai e la sentii rilassarsi piano piano sotto il mio tocco.  La portai in prossimità del nostro letto e la feci stendere. Iniziai con il  toglierle la giacca tra un bacio e l’altro e successivamente la maglietta. Eravamo un un mondo tutto nostro, nella nostra bolla di sapone. Tutto intorno a noi si era fermato, esistavao solo io e lei... o meglio solo io, lei e la piccola peste che tre minuti dopo si materializzò nella nostra camera da letto interrompendoci per la millesima volta da quando è nata. 
- Tutta sua nonna direi! - dissi io portandomi una mano sulla fronte per disperazione. Avremmo mai avuto un momento di privacy?
- mamy! - disse la sua vocetta tutta euforica
- Chloe! -  Emma scattò come una molla e cercò di ricomporsi alla meglio. - Amore ma cosa ci fai qui, non dovresti essere con la nonna? E sopratutto... come hai fatto? - effettivamente Emma aveva ragione...
- Infatti signorina, come sei arrivata fin qui?
 - Me lo ha impalato Leila.... - se mia figlia non imparerà a darmi ascolto prima o poi la metterò in punizione a vita - mah pecchè.... - stava per dire qualcosa ma non riuscì a portare a termine tutta la frase perchè qualcun' altro entrò in camera: Regina
- Chloe! Ma che modi sono! Tua nonna mi ha chiamata preoccupatissima... - la rimproverò. Solo in un secondo momento però si rese conto di dove fosse o meglio dire in che stanza fosse. - mah....
- No prego entrate pure tutti! Stavamo giusto per dare una festa! -  rispose mia moglie sbuffando
- Non ne dubito - rispose ironica Regina indicandole la giacca e la maglia a terra.
- Zia pecche papà sta sempre sopra la mamma???? - se Emma svesse potuto si sarebbe scavata una fossa da sola per l'imbarazzo mentre io beh... iniziai a ridere come un matto. - Papy no ridere io boglio sapere pecchè!
- E' amore mio... - rispose Regina - Quando sarai più grande capirai... e quando sarai grande ti vendicherai facendo morire di gelosia papà con qualche tuo fidanzatito.
- Che tignifica zelosia?ù
- Basta domande, ora dobbiamo andare dalla nonna, sarà preoccupata.
- No io con mamy!
- Avanti piccolina non fare i capricci mamma ha da fare.... - disse lanciandole un’occhiata e facendola arrossire ancora di più. 
- No! Ho detto no! - è in una nuvola di fumo azzurra sparì per poi riapparire dietro le spalle di sua madre. - Io lesto qui.
Dal non saper gestire la magia a spostarsi a suo piacimento c’è ne passa di strada.  Ora come faremo a farle capire che non può sgattaiolare da scuola o dovunque non voglia stare a suo piacimento? Beh... ora sì che sono guai
 
note dell'autore:
Ce l'ho fatta! Ho partorito eheheheheheheh! aggiornamento finalmente on line. Non sono molto soddisfatta e chi mi segue sempre lo sa ma ho preferito postarlo ugualmente per dedicarmi a capitoli a cui sono piu ispirata. Spero comunque che sia di vostro gradimento. Un bacione. 

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Capitolo 26
*** Buon compleanno ***


POV KILLIAN

Gioielli? troppo scontato, fiori? no no, sembrerebbe come se volessi farmi perdonare qualcosa, vestiti? Neanche...  ne ha a bizzeffe. Questo è stato il mio tormento per un’intera settimana: cosa regalare alla mia splendida mogliettina per il suo compleanno? Fortunatamente i miei dubbi hanno avuto finalmente un po’ di chiarezza questo pomeriggio quando portando Prince a fare la sua consueta camminata mi sono imbattuto in quello che potrebbe essere il regalo perfetto. Camminando camminando mi sono ritrovato davanti ad un agenzia di viaggi e ho detto: perché no? Non facciamo un viaggetto da soli dalla nostra luna di miele. Ci saremmo dovuti organizzare con le bambine questo è vero ma non sarebbe di sicuro stato un problema. Per sicurezza chiamo sia Snow che Regina e entrambe mi garantiscono tutta la loro disponibilità per occuparsi della mia prole. Non aspetto oltre ed entro nell'agenzia di viaggi a scegliere quello che sarà un regalo di compleanno perfetto. Non impiego molto a scegliere, so i gusti di mia moglie e solamente mezz’ora dopo sono già in viaggio verso casa. Nel tragitto decido di fermarmi da Granny per prendere alle mie donnine qualcosa da sgranocchiare ma proprio mentre entro ecco che mi imbatto in mia suocera che dopo avermi tempestato di domande per capire la metà del viaggio, al quale non ho minimamente risposto, mi ha comunicato che stava organizzando una festa a sorpresa per Emma. La cosa è grave, mia moglie odia i compleanni e sopratutto odia le feste a sorpresa. La festa si sarebbe tenuta l'indomani verso sera  e io avevo naturalmente il compito di tenerla impegnata per tutta la giornata. Un compiuto più facile a dirsi che a farsi ma anche in quel caso avevo le mie infallibili tattiche.
- Sicura che sia una buona idea?
- Non ho mai avuto modo di farle una festa. Non smontarmi le ide ok? Se poi si arrabbierà mi prenderò tutta la colpa, non devi preoccuparti di nulla. 
- E va bene faremo a modo tuo.  La terrò occupata ma dovresti pensare te alle  piccole pesti.
la vidi sogghignare - Non che voglia farmi i fatti tuoi o voglia essere maliziosa, ma come pensi di tenerla occupata? Guarda che domani ci serve in forze e sopratutto sveglia la ragazza! - 
- Lo so che sono un uomo dalle mille risorse non c’è bisogno che tu mi lodi così esplecitamente, cmunque tranquilla per domani ho una serie di programmini per la mia bella e non temere,   non tutti prevedono quello che pensi.
- Mah... - divenne rossa in viso
- Ciao ciaooo.
Uscii dal locale e mi recai immediatamente a casa dove le mie bimbe mi stavano aspettando o meglio: Chloe mi stava aspettando, Leila aspettava il suo cagnolino!
- Prince mi sei mancatooooo! - lo liberó dal guinzaglio e lo prese in braccio.
- E papà non ti è mancato principessa?
- Tu sei mancato alla mamma!
- A si???? E a proposito della mamma... dov’è?
- In tucinaaaaaa! - rispose Chloe per poi saltarmi addosso.
- Si dice cucina amore! Lo sai, perché non vuoi dirlo?
- È uguale!
- Non che non lo è!
- Si!
- ok va bene lasciamo stare andiamo dalla mamma.
Attraversai il corridoio e arrivai in cucina dove la mia splendida metà era indaffarata a sistemare i pasticci combinati dai nostri terremoti!
- Amore sono tornato! - le dissi andandole vicino per baciarla.
- Se non vuoi che tua figlia vada dritta dritta in collegio, dille di mettersi immediame a fare i compiti! - esclamò
- I compiti? a quest'ora? - erano le otto e mezza di sera - Che ha fatto tutto il giorno?
- È stata con nonna Snow che naturalmente l’ha portata al parco. Al parco ha incontrato Gideon ed ecco che non ha concluso nulla. Ora sì lambete che è stanca e che non vuole fare i compiti ma a me non interessa!
- Ti vedo particolarmente stressata amore. 
- Puoi dirlo forte! Non sai che darei anche solo per sedermi 30 minuti su un divano.
- Ho un’idea migliore. Domani lasciamo la prole a tua madre e ce ne andremo alla Spa così con la scusa festeggiamo anche il tuo compleanno.
- Killian... Sai che odio festeggiare.
- Appunto!  Ti rapiró e ti terrô lontano da tutti i tuoi parenti e amici che farebbero a gara per sbaciucchiarti, abbracciarti e gridarti buon compleanno. Saremo solo io e te e passeremo questa giornata come se fosse un giorno come tutti gli altri, solo che con meno stress. Allora? Cosa ne pensi?
- Ma quanto posso amarti! - la vedo che si sporge per baciarmi ma la piccola Chloe da gran furbetta si mise in mezzo ricevendo così in contemporanea due baci, uno mio è uno di sua madre, sulle sue guance paffute. Rideva tutta felice
- Ti piace fare la guastafeste vero? - le dissi
- Io no nonna domani! Boglio cantale tanti auguli a mamy!
- Potrai cantagliela domani mattina e anche domani sera  quando saremo di ritorno se vorrai. Ok?
- Peró....
- Chloe....
- Ba bene sto con nonna.
- Brava bimba! E visto che sei stata brava papà per cena ha portato... - attimo di susance -  il formaggio grigliato! - le faccio vedere la busta gigante
- Buonooooo! Tutto mio?
- No amore, il formaggio grigliato va condiviso - rispose ridendo sua madre.
- Co mamy e papy non co Leila. Leila oggi cattiva.
- Anche tua sorella deve mangiare, sopratutto se dovrà passare l’intera serata sui libri.
- Io tasera posso bedere un cartone? Boglio bedere olaf.
- ma lo hai visto già dieci volte. - rispose esasperata. 
- Boglio olafff! 
- E va bene! Ma stasera lo vedrai con papà che io devo aiutare tua sorella a restare sveglia. - grandioso. Davvero grandioso.
La serata passó così, tra un rimprovero di mia moglie verso Leila è una canzone di questa famigerata Elsa che poi parliamoci chiaro la storia è completamente differente da quella vera. Erano le undici e mezza ormai, aspettai che Leila finisse i suoi compiti dopodiché l'accompagnai a letto insieme a sua sorella che già dormicchiava sulla mia spalla. Una volta messe a letto entrambe andai in camera per stare un po’ con la mia bella. Il risultato? Dormiva già. Doveva essersi davvero stanca oggi... va beh pazienza, mi misi seduto accanto a lei e aspettai la mezzanotte. Si lo so che era stanca ma sarebbe stato il suo compleanno a breve  e volevo farle sapere quanto la amo. Ero sicuro che lo sapesse ma ne sentivo la necessità. Pensando pensando ecco che le lancette dell’orologio scoccano la tanto attesa mezzanotte. Mi sdraiai accanto al suo corpo addormentato e iniziai a farle dei teneri grattini dalla schiena fino ad arrivare al suo collo. Conoscevo alla perfezione i suoi punti deboli ed infatti nel giro di poco si svegliò:
- Mmmh amore che c’è! Non riesci a dormire? - mi chiese con il suo fare protettivo.
- No, perché ho bisogno di dirti una cosa. - la vidi scattare e mettersi seduta in un baleno.
- Che c’è Killian, problemi?
- No amore, cosa te lo fa pensare....
- Forse il fatto che è notte fonda e che tu di solito non hai problemi a dormire?
- Punto uno con te accanto ho sempre problemi a dormire... - dissi malizioso avvicinandomi al suo viso e baciandola. -  Punto due la ragione per cui sono sveglio è un’altra.
- Sentiamo... - disse curiosa
- Beh... buon compleanno amore!
Rimase a fissarmi per qualche secondo - Davvero killian? Mi hai svegliata per questo? - rise
- Non solo... - iniziai a baciarla: prima la guancia, poi il naso, la bocca, il collo, la spalla e da lì iniziai una serie di baci lungo tutto il suo braccio fino ad arrivare alla sua mano. La sentii rabbrividire e li ebbi la conferma di aver fatto centro. - Ho un regalo da darti!
- Mmmh mi piace Già il mio regalo. - Mi scostai improvvisamente lasciandola insoddisfatta sul letto ad interrogarsi del motivo del mio abbandono. Tornai poco dopo con un enorme bouquet di rose rosse. Si sì lo so che avevo escluso fiori e regali banali dalla lista ma li avevo esclusi per il regalo vero e proprio. Questo era solamente un piccolo assaggio. - Per la mia bella mogliettina.
- Aaah killian sei un tesoro.
-  Anche questo è per te! - le mostro una scatolina blu. Come per i fiori anche questo è un extra. Quando aprì la scatolina trovó un anello, l’ennesimo anello forse, ma anche questo come gli altri aveva un significato speciale.
- Killian tesoro non doveviiiii....
- Ssshhh... devo dirti cosa rappresenta. So che hai tanti anelli ma questo racchiude un messaggio  speciale. Una volta indossato potrai tranquillamente riporre in uno scrigno due di quelli che porti già. 
- Sono troppo speciali, non me ne separerò mai. 
- Fidati di me. - feci una pausa - Vorrei che per un attimo mi dessi ascolto e  che rimanessi solo con la fede. - i due anelli che aveva oltre alla fede erano quello di fidanzamento e quello con le incisioni delle date dei nostri gioielli.
- Killian ma... mi metti ansia quando mi guardi così. - ero serio. Forse troppo serio, ma era un momento importante. 
- Ascoltami per un secondo... questa è una cosa che mi è venuta in mente l’altra sera quando insieme alle bambine stavamo guardando il video del nostro matrimonio e Chloe ha chiesto come mai loro due non fossero presenti visto che è stata una data per noi molto importante. Beh riflettendoci bene penso che la nana abbia ragione quindi ho una cosa da chiederti. - la feci alzare dal letto e nel mentre  mi inginocchiai a lei...
- Killian cosa.... - chiese spiazzata
- Emma, vorresti rinnovare le nostre promesse di matrimonio in presenza delle nostre sue signorine? - la vidi sbarrare gli occhi dallo stupore, posso vederlo, non si aspettava minimamente una cosa del genere.
- Killian.... ma...
-  Lo so che non sei tipo da queste cose e non ti chiedo di farlo immediatamente... quando te la sentirai. Che ne pensi?
- Penso che un tempo eri un uomo spiegato e senza cuore mentre ora sei la persona più tenera che conosco. Certo killian! Certo che voglio rinnovare le nostre promesse! Regalo più bello non avresti potuto farmelo! - solo allora gli feci vedere bene l’anello: era lo stesso della volta precedente, della proposta per intenderci, ma questa volta al suo interno vi erano le date che avevo fatto inserire nell’altro. Due anelli in uno in pratica
- Killian amore è meraviglioso!  - mi baciò come solo lei è mai riuscita a fare e presto quel bacio si trasformò in qualcosa di più che fece iniziare alla grande il suo compleanno.
***
Solitamente sono abituato a svegliarmi all’alba ma oggi, dato la notte appena trascorsa, ecco che alle otto sono ancora nel mio fantastico è comodissimo letto. La mia lei non è da meno, ma a differenza mia per lei è normalissimo, ama dormire. Cercando di fare il meno runore possibilene mi alzai per poi recarmi al piano di sotto per preparare la colazione. Mentre ero sulle scale però sentii  dei rumori che provenivano dal piano di sotto e successivamente delle voci. Le avrei riconosciute ovunque ma la domanda era: cosa stavano facendo e sopratutto cosa avevano da litigare tanto?
- Ti ho detto che la nutella la devi mettere qui, non te la devi mangiare!
- E' buona! - la scena era a dir poco meravigliosa.  Leila era intenta a mescolare non so che cosa mentre rimproverava una Chloe completamente ricoperta di cioccolata.
- Se non la smetti subito ti do uno schiaffo!
- Oi Oi Oi! Nessuno darà uno schiaffo a nessuno.
- Papà ma lei fa i pasticci! - si lamentò la più grandicella. 
- No vero! Prrrr - le fece una pernacchia con l’intento di offenderla. Non c’è che dire mia figlia potrebbe fare la comica nella sua vita. Le riesce benissimo
- Più che litigare, mi spiegate cosa state combinando?
- Totta per mamy! - disse la più piccolina indicando una piccola torta sul bancone della cucina.
 Ah si? E chi l’ha fatta la torta? - chiesi incuriosito in quanto non c’era nessuno a oltre a noi tre in quella stanza.
- Noi!
- Vorreste dirmi che avete imparato ad usare i fornelli?
- No papà. Henry ha fatto la torta, noi la stiamo solamente decorando.
- Distruggendo la cucina vorrai dire. - la corressi.
- Eh si! E' esattamente quello che stanno facendo ma non preoccuparti, pulirò tutto io. - intervenne Henry entrando in cucina con l' aspirapolvere - Scusa killian ma si sono alzate all’alba e sono venute a svegliarmi per fare una sorpresa alla mamma.
- Tu dommivi e siamo andate da Henny! Henny bravo a fare totte! La totta è bella.
- Sarebbe più bella se non la rovinassi! - Chloè sarà anche una piccola biricchina ma sua sorella sta diventando troppo perfettina. 
- Andiamo smettetela di litigare, è il compleanno della mamma! Finite la torta cos' poi gliela portiamo. Avanti a lavoro prima che si svegli.
Conclusero il loro “capolavoro” circa dieci minuti dopo. Misero una candelina al centro e chiesero ad Henry di aiutarle a portarla di sopra.
- Attento a non farla cadere capito? - gli disse Leila
- Come la principessa comanda! - la prese in giro lui rivolgendole un piccolo inchino. 
- Andiamo da mamyyyy! Andiamo da mamyyyyy! - Saltellò Chloè felice
- Dovresti darti una sistemata! Sei tutta sporca. Vero papà?
- Credo che portarla così da vostra madre renderà davvero realistica l’idea che avete fatto tutto da sole, avanti andiamo.
Salimmo al piano di sopra e quando entrai in stanza vidi Emma dormire ancora. Devo averla proprio stancata questa notte se non ha sentito le litigate delle bambine al piano di sotto. Beh che dire sono o non sono un seduttore nato?
- Papà allora???? La mamma è sveglia? - vengo riportato alla realtà da Leila impaziente di fare gli auguri a sua madre.
- Ancora no amore ma potete svegliarla voi ok? Con delicatezza però.
Si avvicinano entrambe a letto, Leila salì da sola, a Chloe diedi una piccola mano io ed ecco che il loro risveglio delicato ebbe inizio:
- Mamy mamy sbegliati! - disse la più piccolina buttandolesi addosso per poi riempirla di baci.... e menomale che avevo detto con delicatezza.
- Sono sveglia... sono sveglia... - rispose la mia dolce metà con ancora gli occhi chiusi cercando di far terminare quelle risatine e grida di gioia che di prima mattina potrebbero romperti i timpani.
- Alzati mamyyyy!
- Si mamma apri gli occhi! È il tuo compleannooooooooo! Abbiamo una sorpresa per teeee! Henryyyy vieniiiiii!
- Non gridare Leila ci sento.. - si stiracchiò e finalmente riuscì a mettersi seduta.  La prima cosa che vide fu Henry entrare con la torta ma non ci volle molto prima che il look della piccola Chloe attirasse la sua attenzione.
- Amori miei grazie non doveva... CHLOEEEE! Amore mio che hai fatto, sei tutta impiastricciata! - disse cercando di trattenere una risata
- Ho fatto la totta!
- Si vede tesoro!
- Non è vero mamma ha solo mangiato la cioccolata.
- No! Solo poca poca. - fece segno con la manina 
- Hai ragione, perché il resto al posto di spalmarla sulla torta te la sei spalmata sulla faccia!
- Ok ok ok basta finitela qui una volta per tutte! - dissi orami esasperato di quel continuo punzecchiarsi - È il compleanno di vostra madre non mi sembra il caso di litigare non trovate? Non avevate una sorpresa per lei?
- Siiiii! Mamma ci siamo allenate tutta la settimana - si alzarono in piedi, si misero una accanto all'altra e insieme iniziarono a cantarle tanti auguri, fu un gesto semplice ma Emma sembrò  apprezzare molto. La cosa più carina fu che Chloe cantò tutta la canzoncina senza fare il che ben minimo errore di pronuncia. Aveva il visino concentrato per timore di sbagliare e ogni tanto faceva qualche smorfia. Quelle due insieme erano la perfezione. 
- Bravissime bimbe!- disse Emma abbracciandole e sbaciucchiandosele - Grazie mille anche a te Henry. 
- Buon compleanno mamma!
- Grazie! - tornò a parlare alle sue piccoline -  Ora prerò fatevi aiutare da vostro fratello a prepararvi che tu Leila devi andare a scuola e tu signorina dritta dritta da nonna.
- A scuola? Ma è tardi! Non posso restare a casa?
- No! Dopo la fatica che “mi” hai fatto fare ieri sera per studiare è già tanto che non ho detto nulla se tuo padre ti ha fatto saltare le prime due ore. Avanti vai.
- Io no nonna! No no no
- Chloe non ti ci mettere anche tu, ne abbiamo parlato ieri - le dissi io -  Oggi starai con nonna Snow e non voglio sentire scuse di alcun genere.
- Io...
- e sopratutto non voglio che usi la magia per venire da noi.
- Pecchè che dovete fare? - chiese ingenuamente inclinando la testa di lato
- Vorrei restare da solo con vostra madre almeno una volta l'anno. E' possibile?
- No! Mamy è mia! Io boglio benire co voi. 
- Chloe il papà ha ragione... - provò anche Henry ma lei sembró sull’orlo di scoppiare a piangere. Non è molto abituata a farsi dire di no. È colpa nostra ma con tutto quello che succede a Storybrooke come si fa a non viziarli un po’.
- Io no nonna! - era irremovibile
- E che ne dici: Vuoi rimanere con me? - Propose Henry  ma sua madre lo fermò subito
- E  la scuola signorino? Hai la maturità quest’anno.
- Appunto. Devo studiare per un compito molto importante e non mi conviene andare a scuola altrimenti prenderò un' insufficienza. Tranquilla mamma lo so che quando me l’hai lasciata l’ultima volta ho fatto un casino ma davvero devo studiare! - sospirò rassegnata.
- Allora signorina  vuoi restare con il fratellone?
- Me lo compli un giochino? - disse guardando suo fratello con un sorrisetto che la diceva lunga.
- Chloe! - la rimproverai
- Si e ne prenderò uno anche a quella birbantella di tua sorella.
- Allola lesto con te! Ti boglio bene Henny!
- Non cambierai mai mia piccola principessa.....
***
Solamente una volta aver accompagnato Leila a scuola e aver convinto Chloe a rimanere a casa, perché aveva già cambiato idea sul rimanere con Henry, partimmo verso la nostra tanto ambita spa.
- Non posso crederci che avrò l’intero giorno tutto per me! - disse Emma
- E ringrazia che  ti ho fatto lasciare il cellulare a casa altimenti tua figlia ti avrebbe telefonato per tutto il tempo. - mi riferivo a Chloè naturalmente.
- Perché quando combina guai è sempre mia figlia e non nostra figlia?
- Perchè non te ne rendi conto ma quella signorina è la tua copia esatta! - mi rispose con una pernacchia - Visto? Due gocce d’acqua.
- Allora preparati a diventare nonno molto presto. Se ha preso da me sarà un tipa molto sveglia.... oddio "sveglia".... precoce forse è il termine adatto.
- Mia figlia non farà mai niente del genere posso garantirtelo.
- Se ha ripreso da me come dici sarà una teppistella, nulla la fermerà tantomeno papino. - rideva... cosa aveva da ridere?
- Possiamo cambiare discorso? Ti ho portata qui per rilassarti e di conseguenza vorrei rilassarmi anche io. Questi discordi non aiutano nell'intento.
- D’accordo tranquillo... - rise - Avanti andiamo.
Finalmente riuscimmo ad entrare, andammo a cambiarci ognuno nei nostri rispettivi spogliatoi dopodiché ci incontrammo nella zona benessere dove era ad attenderci una ragazza.
- Salve sono l’incaricata che vi illustrerà il vostro percorso di benessere. Piacere di conoscervi signori Jones, mi chiamo kessy.
- Molto piacere! - risposi stringendole la mano.
- Sì certo... piacere... - vedo Emma avvicinarsi al mio orecchio - Ora capisco perché mi hai portata qui!
- Fai la brava, non iniziare. -le dissi ridendo mentre la ragazza nel mentre si era allontanata a prendere non so cosa. - Sono qui per te. È la tua giornata, non essere sempre pessimista.
- Vogliamo iniziare con un bel massaggio? - propose la ragazza tornando. 
- Se a lui glielo fa un uomo si.
- Mi dispiace non poterla accontentare signora ma in cambio passo assicurarle che se il suo maritino si comporterà male potrà vendicarsi con il suo massaggiatore: è un uomo.
- Uuu - mi disse guardandomi - la cosa mi piace molto. - calmati killian non far vedere che sei geloso... calma killian concentrati su altro. - Scusi se glielo dico ma a mio marito sta per prendere un infarto, non è che potremmo fare cambio? Non vorrei averlo sulla coscienza... oltre che non mi fido che si faccia mettere le mani addosso da un’altra. - la ragazza rise ma alla fine sposto l’ordine delle carte e acconsentì a quella richiesta. Andammo ognuno nella nostra sala massaggi, l’unica cosa che avremmo fatto separati dopodiché ci rincontrammo per il resto della nostra avventura. Prossima tappa sauna
- Allora amore! Come è andato il massaggio? - le chiesi
- Se ti dicessi che c’è stato un bel pischelletto a farmelo?
- Non c’era la ragazza che doveva farlo a me? - chiesi già con tono irritato
- Si ma poi l’hanno chiamata non so dove e l’hanno sostituita - mi guardò  maliziosamente mordendosi le labbra. Eh no mia cara Emma,non ci siamo.
- Stai scherzando?
- Assolutamente no! Ma tranquillo - aggiunse vedendo la mia faccia - preferisco centomila volte le tue mani sul mio corpo. - mi si avvicinò per poi baciarmi. Come potevo continuare a fare il geloso dopo quelle parole e avendola così vicino? Cominciava a far davvero caldo e posso assicurarvi che non era per nulla l’effetto della sauna. Fosse per me l’avrei presa in quell'istante ma dovevo contenermi, la sauna era pubblica e non sarebbe stato il caso di dare spettacolo. Mi staccai dalle sue labbra e le sussurrai dolcemente all’orecchio
- Continuiamo questo discorsetto dopo... 
 Anche la sauna terminó e dopo aver fatto tappa nel salone principale dove assaggiammo non so quanto tipi di infusi e thè fferenti fu il momento che aspettavo più di tutti: l'idromassaggio all’aperto. Ci accompagnarono due ragazze dopodiché ci lasciarono soli.
- Mamma mia è meraviglioso qui! - disse indicando il paesaggio che avevamo intorno. Il clima non era più poi tanto caldo all’esterno ma all’interno di quella immensa vasca l’acqua era caldissima e la cosa era molto molto piacevole. Presi mia moglie è una volta esserci immersi completamente nell’acqua la portai al centro di quella grande piscina. Ci rilassammo per benino dopodiché decidi si prendere l’iniziativa. L’avvolsi in un abrraccio e la condussi fino al bordo della vasca. Da lì presi a baciarla prima con delicatezza poi sempre con più irruenza. Era la mia donna e io la desideravo da morire. Dalla sua bocca passai al collo, poi le spalle... la sentivo contorcersi sotto di me. Non persi altro tempo, mi immersi nella vasca e iniziai a darle dei baci sullo stomaco fino a scendere alla sua pancia e a inizio costume. Fu lì che sentii le sue mani afferrarmi e riportarmi a galla.
- Ero impegnato! - le dissi continuandola a baciare per farle capire le mie intenzioni
- Colin non possiamo.... - replicò capendo le mie cattive intenzioni. 
- Si che possiamo, siamo sposati, e anche se non lo fossimo non mi importerebbe nulla in questo momento. - le mie mani vagavano esperte sul suo corpo. 
- Amore dai ma sei impazzito? Non siamo a casa nostra...
- Spiegami: possiamo farlo solo in casa?
- No, certo che no! Voglio dire... è un luogo pubblico questo.
- Non c’è nessuno se noti bene. 
- Ma potrebbe arrivare.
- Non arriveranno fidati di me!
- Non puoi saperlo!
- Certo che lo so. - la guardai nei suoi smeraldi - Ho prenotato questo idromassaggio. Per le prossime due ore qui dentro ci saremo solamente noi due.
- Davvero killian? - sorrise. Il sorriso più bello del mondo. 
- Buon compleanno amore!
- Grazie tesoro ma non dovevi! Avrai speso un patrimonio.
- Non sono cose che ti riguardano. Ora per piacere possiamo riprendere da dove mi hai interrotto o dobbiamo parlare ancora per molto?
- Mmm... sicuro che non arrivi nessuno??!
- Più che sicuro! Mi sono raccomandato moglie! Semmai poi dovesse arrivare qualcuno beh...vorrà dire che si godrà lo spettacolo. - la vidi sbarrare gli occhi - Andiamo Emma sto scherando! Non arrivrà nessuno. Per una volta fidati di me. - la baciai.
- Ok capitano... se proprio insiste - quella frase detta in quel tono così sensuale mi fece capire di avere il via libera e ripresi da dove avevo interrotto...
***
Tutta la mattinata e gran parte del pomeriggio passo così tra relax e tante ma tante coccole, ora non restava altro che tornare a casa e inventare una scusa convincente per farla uscire di nuovo... impresa più facile a dirsi che a farsi.
- Allora amore come è stata questa giornata? - le dissi sul traggitto verso casa
- Il miglior regalo di sempre! Grazie! Mi ci voleva proprio una giornata così. Peccato sia già finita.
- La giornata non è mica terminata! Sono solamente le 18.00 alla fine del tuo compleanno mancano ancora sei ore!
- La giornata non sarà terminata ma io sono sfinita... o troppo rilassata per muovere anche un solo muscolo.
- E cosa vorresti fare una volta tornata a casa dormire? - la guardai perplesso
- Dormire... mangiare schifezze davanti a netflix o non so...
- Mmmm programmino davvero orrendo amore. Questa sera sei a cena con me!
- Killian... hai fatto già troppo e poi pensi che appena torneremo a casa quelle pesti ci lasceranno riuscire nuovamente? Ci siamo goduti dei bei momenti, torniamo alla realtà.
- Chiama henry - le passai il mio cellulare - E vedi la situazione come procede: se sono tranquille verrai con me altrimenti resteremo a casa ok? - in realtà mi ero già messo d’accordo con Henry. Sapevo che Chloe stava facendo enormi capricci perché voleva la sua mamma lì con lei ma per una volta starle lontana non le avrebbe fatto male anzi... ultimamente la cosa è diventata morbosa un po’ di distacco serviva. 
- D’accordo ma preparati ad una serata a base di forzen, Olaf e tutti quei personaggi strambi. - la vidi  cercare il numero di Henry in rubrica e poi far partire la chiamata. Mise il viva voce dicendo di volermi dimostrare di aver ragione. 
- Pronto?
- Henry ciao sono mamma!
- Mamma ciao, Killian ti ha lasciato usare il cellulare vedo.
- È si siamo di ritorno quindi tutto mi è concesso ora. Ascolta: come stanno quei due terremoti delle tue sorelle?
- Benone... siamo al parco e stanno giocando. Leila ha finito tutti i compiti e Chloe si è già stufata del giocattolo che le ho comprato. - rise
- Tra poco saremo di ritorno, fatemi sapere se volete qualcosa di particolare per cena così magari abbiamo tempo di fermarci ad ordinare. - la guardai brutto. Non era assolutamente questo che doveva dirgli ma Henry fortunatamente lo sapeva:
- A dire il vero mamma gli ho promesso di portarle al nuovo fast food che ha aperto da poco. Hanno messo i gonfiabili all’esterno e sai quando chloe ami i gonfiabili.
- Visto???? Le dissi io a bassa voce. 
- Quindi non avete bisogno di noi?
- No mamma pensa a riposarti e a festeggiare, semmai ci dite i vostri programmi e dopo cena se non siamo di troppo vi raggiungiamo .
- Non siete mai di troppo. Appena so cosa ha in mente killian ti aggiorno. A presto amore dai un bacino a quelle pesti. - riagganiò
- Ho vinto! Si va a cena fuori! - esultai.
- Non dovrebbe essere il mio giorno questo?
- Lo è e voglio fartelo vivere a pieno. Andiamo dai...
Arrivammo a casa e fu lei la prima a farsi la doccia, dico la verità tentai di intrufolarmi anche io ma mi cacció. Aveva ragione, va bene recuperare il tempo perso ma un piccolo break tra un Match e l’altro andava fatto! Aspettai che uscisse per poi entrare e fare una doccia rigenerante e vestirmi. Una volta pronto entrai in camera per vedere a che punto fosse e la trovai stesa nel nostro letto: si era appisolata. Vi giuro che se fosse stato per me l’avrei lasciata dormire ma quante possibilità ci sarebbero state di rimanere in vita se non l’avessi portata alla festa che i suoi avevano organizzato per lei? A parte gli scherzi, avrei evitato volentieri di portarla da granny, la vedevo che era stanca, la giornata era stata davvero impegnativa ma i suoi genitori non avevano mai avuto modo di festeggiarla ed era giusto che passassero del tempo con lei. Lentamente mi avvicinai a lei e provai a svegliarla.
- Amore... le sussurrai sul collo facendola rabbrividire
- Mmh lasciami dormire mi hai sfinita! - rispose girandosi dalla parte opposta
- Felice di essere riuscito nel mio intento mia cara ma dobbiamo andare, ho prenotato in un posticino molto molto carino. Devi assolutamente vederlo.
- Disdici e restiamo qui! Farò tutto ciò che vorrai ma non mi far alzare da questo letto!
- La proposta sarebbe molto allettante ma voglio portarti a cena. Alzati se non vuoi che ti ci porti vestita così- dissi facendole notare che era ancora in intimo
- Uff sei un guasta feste - si alzò controvoglia -  Io stavo riposando!
- Riposerai dopo cena! - mi guardo storto non credendomi -  Giuro... giuro che stanotte ti lascerò dormire.
- E va bene casanova! Vado a vestirmi!
Ci mise un bel po, era donna non poteva essere altrimenti, ma quando scese al piano di sotto dove la stavo aspettando mi lasciò davvero a bocca apetra. Ne era valsa la pena aspettare pensai. Non persi tempo e le andai incontro stringendola in un abbraccio.
- sei da togliere il fiato amore. - le dissi baciandole una guancia
- Era questo il mio intento... toglierti il fiato per restare qui... ci sono riuscita? - rise
- Mmmh.... a procurarmi un attacco di cuore si ma a convincermi a stare a a casa proprio no. Andiamo dai altrimenti daranno la nostra prenotazione a qualcun altro.
Ci avviammo in macchina e per non insospettirla presi completamente un’altra strada.... poco prima di uscire avevo chiesto ad Henry di chiamarmi con qualche scusa per farmi tornare indietro e così fece.. il mio cellulare neanche cinque minuti dopo essere saliti in macchina prese a squillare.
- Amore risponderesti tu per favore? Va bene che per guidare uso questa, indicai la protesi che mi aveva fatto fare quando mi sentivo un uomo incompleto, ma se guido non posso anche parlare al telefono. 
- Ok! Prontooo?
- Mamma...
- Henry! È successo qualcosa? - si allarmò immediatamente e mi fece gesto di accostare
- No no figurati è solo che siamo entrati pochi minuti fa a casa e ho notato che killian ha lasciato qui il suo portagoglio. Pensavo gli servisse....
- Hai lasciato il portafoglio a casa - mi disse sottovoce per poi tornare a parlare con suo figlio - Tranquillo Henry ho il mio con me non fa....
- Ragazzo! Dove sei che ti raggiungo? - alzai la voce per farmi sentire
- Dai killian non fa nulla!
- Non dire stupidaggini... metti il vivavoce - alzò gli occhi per aria ma mi diese ascoltò 
- Sono rientrato ora a casa per prendere delle cose, porto un secondino Leila a salutare Gideon da Granny e poi andiamo a cena. 
- Ci vediamo da Granny tra dieci minuti. -  Riagganciai. Bene il piano era andato ora non restava che portarla li. Invertii la marcia e ci inacamminammo verso Granny
- Amore non c’era bisogno di tornare indietro...
- Non avrei mai permesso di farti pagare il conto.
- Sei un caso senza speranza lasciatelo dire
- Tu mi ami per questo! - mi sporsi e la baciai.
- Guarda la strada altrimenti neanche ci arriviamo da granny!
- Come la signora comanda.
Arrivammo davanti il locale della cara e dolce nonnina una decina di minuti dopo.
- Vado, vuoi venire con me? - proposi
- Ho i tacchi, scendere in questo momento non rientra assolutamente tra le mie priorità.
Mmm... pensa Killian.... pensa... Ah trovato! - Amore ci sono Chloe e Leila dento non vui salutarle? mi hai detto che ti mancavano!
- Colpita e affondata capitano! Arrivo! - lo sapevo, alle sue bimbe non avrebbe mai detto di no. La lasciai andare avanti... aprì la porta e improvvisamente un gruppo di persone le si parò davanti geidando - SORPRESAAAAAAAAAA!
- Ma... che... cosa.... - la vidi mettere a fuoco tutt’e quelle persone solo in un secondo momento: c’erano i suoi, Neal, le nostre bambine, Henry, Regina, Robin, Zelina e tutta la nostra adorata combriccola. Realizzó il tutto.
- Killian! Mi hai fregataaaa!
- Che dire amore: sorpresa! - alzai le mani per paura di essere picchiato ma non ne ebbe il tempo, i suoi la rapirono e la condussero all’interno della tavola calda. Iniziò così la festa: cibo musica e risate a non finire. Tutti le diedero gli auguri e fecero a gara per stare con lei, la vedevo seriamente in imbarazzo e se non fosse stato per il comportamento strano di nostra figlia Chloe che fortunatamente la fece distrarre da tutte quelle attenzione molto probabilmente avrei dovuto trovare un modo io.
- Chloe amore... - disse avvicinandosi alla bambina che era seduta su un divanetto a braccia incrociate e a stento tratteneva le lacrime. - Che succede?
- Sono allabbiata!
- A si? E con chi tesoro? - non rispose
- Con me mamma! - prese parola Henry - E' arrabbiata con me. Ha sentito la nostra conversazione prima quando ti ho detto che le avrei portate ai gonfiabili. Le ho detto che l’avrei portata domani ma a quanto pare sembra non aver gradito la risposta.
- Chloe amore... - intervenni io prendendola in braccio - E' il compleanno della mamma oggi.
- Lo so!
- Non sarebbe carino lasciata qui da sola e andare a giocare giusto?
- Puó venire con noi!
- E ai nonni cosa diciamo? Ci tengono molto a fare questa festa alla tua mamma!
- Ma io mi annoio... Leila non vuole giocare con me.... gioca con zio neal e i suoi anichetti e io???? Io con chi gioco? - fu Emma a prendere la parola questa volta
- Tu per il momento giocherai con me, Henry e papà... tra qualche mese andrai a scuola anche tu e ti farai molti molti amici come tua sorella!
- Ma a me la scuola fa paula.
- Non pensarci ora...
- Emma tesoro vieni ad aprire i tuoi regali avanti - sentii mia suocera gridare facendole alzate gli occhi per aria
- No mamy non andale anche tu!
- Facciamo così! Dammi una mano ad aprire i regali... da sola non credo di farcela, ho bisogno di una piccola aiutante. Ti prometto che domani andremo ai gonfiabili e giocheremo tutto il giorno.
- Ci salà la mia amichetta quella che ho incontlato a scuola quel giolno?
- Sai una cosa? Proprio l’altro giorno mi ha chiamata sua madre perché voleva sapere che fine avessi fatto; piccola birbantella anche alla tua amichetta manchi sai? Domani mattina la chiameremo e andremo a giocare tutte insieme.
- Ti voglio bene mamy
- Anche io amore e ora...
- Aplile legali con te!
- Va bene signorina andiamo.
Ci radunammo intorno ad un grande tavolo, Emma e la piccolina erano sedute da un lato mentre noi altri le osservavamo dall’altro.
- Questa cosa mi crea non poco imbarazzo. -  disse
- Avanti apri! - rispose sua madre battendo le mani tutta gioiosa
- D’accordo vediamo. - ricevette regali di tutti i tipi:   nuove giacche di pelle rossa da parte di leroy e la sua combriccola, profumo di ogni genere che conoscendo i suoi gusti non so se mai avrebbe messo, collane e bracciali a gogo. Due furono però i regali prima del mio che  la lasciarono senza parole: il primo era da parte dei suoi genitori.
- E questa? - disse indicando la busta dove sopra c’era scritto " da mamma e papà".
- È il nostro regalo per te
- Mi avete organizzato tutto questo, non serviva altro.
- Sei la nostra bambina... il regalo non è nulla di che però magari potrà accelerare le cose... - Emma apri la busta dove all’interno vi era un bigliettino e un assegno. Il bigliettino diceva: 

"sappiamo che vorresti restaurare casa.... ecco un piccolo contributo da parte di mamma e papà. Buon compleanno"

- Piccolo contributo??? - sbarrò gli occhi non appena vide la cifra - Ne ristrutturo tre di case con questo - sventolò l’assegno per aria - mamma papà non posso davvero accettarlo.
- Non hai voce in capitolo cara, non puoi non accettare, vorrei che i miei nipoti avessero un tetto saldo sopra la testa- stava per replicare ma la piccola Chloe attirò la sua attenzione sventolando all’aria un regalo appena aperto. 
- Mamma cos'e questooooo! - vidi Emma diventare di un fuxia intenso quando vide chloe sventolare in aria un reggiseno davvero niente male. Un applauso a chi ha avuto in mente questo bellissimo regalo che naturalmente è più per me che per lei.  - C’è anche questo mamy! -Sventolò  con l’altra mano la parte in coordinato. Emma voleva sprofondare lo so ma fortunatamente fu la proprietaria del regalo a parlare
- Amore di zia quando sarai grande saprai cos'e e a cosa serve!
Puppa però! Semple da glande! Io tono glande.
- Per usare questo o per saperne anche solo il significato proprio no - le dissi prendendola in braccio - e spero che quel giorno arrivi il più lontano possibile. - risero tutti.
- Allora capitano! - disse Regina - cosa hai regalato alla tua bella? - sapeva glia cosa le avevo regalato ma come anche i miei suoceri era all’oscuro della meta stabilità.
- Killian mi ha fatto un regalo magnifico! Siamo stati in una spa fuori storybrooke e ci siamo rilassati come non mai. - fece una pausa... - Mi ha anche chiesto di rinnovare le promesse di matrimonio - mostrò a tutti l’anello e in quella sala parti un grandissimo applauso. Questo piccolo dettaglio non lo avevo rivelato a nessuno se non a lei ma fui felice di sapere che anche gli altri erano daccordo 
- Wow è bravo il nostro jones. Non hai altro da dirle?
- Regina ma... - provò a dire Emma
- In teoria si! - divenni serio, passai la bambina a Regina e mi avvicinai al mio amore tirando fuori dalla giacca una busta
- Killian... - mi disse
- Shhh.... apri! - Fece come le venne chiesto ed estrasse un biglietto.

“ spero che un giorno non molto lontano passeggeremo insieme mano nella mano in una di queste splendide isole” -

accanto a questo biglietto avevo messo una foto che racchiudeva paesaggi incantevoli....

- killian non capisco...
- So che il lavoro ti prende tempo e anche le  bambine e il nostro ometto ma spero nella clemenza di tuo padre e nella tua buona volontà di lasciare per un settimanella il lavoro e gli impegni vare per venire in vacanza con me. - tirai fuori dalla tasca della mia giacca i biglietti.... - I Caraibi ci stanno aspettando
- I Caraibi??? Killian hai....
- Ho voglia di vivere una favola con te! Allora che ne dici? Ti piacerebbe partire con me? - la vidi piombare direttamente sulle mie labbra incurante di essere osservata da almeno una cinquantina di persone!
- Amore non siamo soli... - dissi io staccandomi
- Non mi importa Killian - continuò a baciarmi con vigore fino a quando una serie di fosch e applausi non ci riportò alla realtà - Grazie... grazie di cuore Killian,  grazie anche a tutti voi. Avete reso uno dei giorni per me più tristi in assoluto uno di quelli da ricordare. Vi voglio bene ragazzi! 
Cosa dire... non pensavo prendesse così bene l’idea della festa che i suoi genitori le avevano organizzato e invece mi sbagliavo. Vederla così felice è qualcosa di unico e sapere di essere stato parte della sua felicità non ha prezzo...
- Amore a che pensi.... - mi riporto alla realtà
- Mmm a te  e a quanto ti amo - le dissi mentre ci spostavamo in un angolino un po’ più appartato...
- È il miglior compleanno di sempre! - mi sussurrò all’orecchio per poi iniziare nuovamente a baciarmi. 
- Sai che se continui così dovremmo andarcene molto presto da questa festa vero?
- Mmm... potrei aver messo in pratica le mie tecniche da ladruncola adolescenziale - disse mostrandomi una chiave - è delle camere al piano di sopra... che fai capitano mi raggiungi?
- Con molto piacere.... controllai la sala,  tutti sembravano presi nei loro discorsi non avrebbero notato la nostra assenza per il momento - Sai che tra poco ci sarà la tua torta vero? 
- Immaginavo ma ti prometto che scenderemo giù prima che ciò avvenga - mi prese per la giacca e mi trascinò fino alla porta della camera.  Faticammo ad aprirla in quanto impegnati in una serie di effusioni ma alla fine riuscimmo nell'intento ed entrammo. - la passione quel giorno ci stava divorando, eravamo completamente chiusi nella nostra bolla di sapone... purtroppo quella bolla neanche cinque minuti dopo venne scoppiata.
- Mamy mamy!!!! - la voccetta della piccola Chloe si fece spazio da dietro la porta - Mamy lo so che se qui! Ti ho bisto entrare con papy! Mi apli? - bene bene bene di tutta quella splendida giornata ci fu una cosa che apprezzai con infinita gioia: aveva accettato il mio invito. Presto saremmo partiti e questo voleva dire solamente una cosa : la nostra tanto ambita privacy stava finalente arrivando.
 
Note dell'autore: Per la prima volta dopo non so quanti mesi sono di nuovo puntuale con l'aggiornamento! Un vero e proprio miracolo direi! Buona lettura ragazzi e alla prossima.
Ps. i miei soliti orrori grammaticali ( perchè dire errori non renderebbe l'idea) sono sempre presenti, perdonatemiiiii!!!!!!!!

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Capitolo 27
*** Legame tra sorelle ***


POV EMMA

Cosa può esserci di più rilassante di una giornata in pieno relax con il tuo grande amore? Direi niente. In quest'ultimo periodo ci son stati giorni duri a lavoro così mio padre, vedendomi particolarmente stressata,  mi ha obbligato, nonostante sia io il capo, a prendermi una giornata  riposo dalla stazione. Anche mamma e Regina non sono state da meno e mi hanno dato una grande mano portando le mie due scimmiette a fare una passeggiata al parco lasciando me e killian da soli. Abbiamo passato una bellissima mattinata non c'è altro da aggiungere ma alla fine siamo doviti comunque tornare alla realtà: da li ad un paio di giorni ci sarebbe stato il compleanno di 18 anni di Henry e eravamo tutti coinvolti, lui compreso, as organizzare un’enorme festa per festeggiare la sua maggiore età. Il mio bimbo stava diventando grande e questo voleva dire solamente una cosa: nel giro di poco avrebbe lasciato il nido. Sono molto triste ma non credo che gli altiri, escula Regina, possano capire i miei sentimenti a riguardo.
- Amore a che pensi? - disse improvvisamente Killian riportandomi alla realtà. Devo essermi persa nei miei pensieri di nuovo...
- A Henry... - confesso senza troppi giri di parole. - E' cresciuto molto... ma non non mi sento ancora pronta a lasciarlo andare, non sono in grado di stare separata da lui.
- Immagino quello che stai provando amore, non deve essere semplice, ma tranquilla, avrai talmente da fare con gli altri due terremoti che rimarranno in casa che non avrai tempo per fare pensieri brutti. 
- Tu dici?
- Beh potrebbe essere, se poi però vedremo che la situazione sarà tragica nonostante i capricci delle bambine e Skype allora...
- Skype? Conosci Skype? - dissi basita, mio marito non è di certo un asso nella tecnologia...
- Emm si... non dovrei dirtelo ma con tuo padre stavamo studiano un modo per poter veder il ragazzo più spesso in modo tale che tu e Regina non entriate nel panico. Comunque fammi finire.... dicevo: nel caso la sua assenza continuerà a farsi sentire in maniera eccessiva possiamo che ne so... mettere in cantiere un altro pargolo?
era una proposta quella?  - Killian...
- Non sto dicendo di farlo domani ma che ne so... tra qualche mese magari. Non, non vorresti un altro bambino? - questa era ufficialmente  la prima volta che ne parlavamo da quando... beh da quel maledetto giorno.
- Con Chloe in giro per casa? - risi cercando di deviare il discorso.
- Sono serio amore!
- Killian... tu lo sai come le cose in generale mi spaventano, pensa una cosa come questa... sopratutto dopo la perdita di chi dai tu. Vuoi La verità? Non escludo la possibilità di un terzo figlio con te... che poi per me sarebbe... il quarto? Va beh dettagli...   insomma quello che sto cercando di dirti è che per il momento non me la sento, credo sia ancora troppo presto.
- Ho capito. - non aggiunse altro... che si fosse rassegnato all'idea? Mmm strano non è da lui
- Non... non ti avrò offeso spero - provai a chiedergli
- Certo che no!  Perchè mai dovrei! Mi hai detto che comunque stai tenendo in considerazione questa possibilità. Mi basta questa come risposta. Sai, non mi dispiacerebbe tentate per un maschietto.
sorrisi - E se fosse l’ennesima femmina? - davvero stavamo nuovamente parlado di questo? 
- Ne sarei  comunque felicissimo. Abbiamo appurato che ci escono bene le femminicce. - alzai gli occhi al cielo per disperazione dopodichè tornammo sei: avevamo un compleanno da finire di organizzare e in tutta sincerità quella mattina non avevamo lavoarato poi tanto. Lavorare in assoluta tranquillità fu una cosa davvero piacevole, perccato che però quella pace finì presto: circa due ore in casa nostra tornò a regnare il caos: 
-Ti ho detto che devi farti i fatti tuoi! - sentii dire non appena la porta principale si aprì:era Leila.
- No! Io lo dico a mamma! Prrrr - rispose una vocetta che non poteva essere altro che quella di sua sorella. 
- Devi solo provarci nana! Poi ci penserò io a fartela pagare. 
- Ei ei ei! Il parco non vi ha stancate vedo... - intervenni  raggiungendole, mamma e Regina entrarono un secondo dopo. 
- Stancate? - Disse Regina - Neanche 10 ore no stop al parco e 20 gelati al cioccolato le stancherebbero.
- Vi hanno fatto dannare non è vero? - non ebbero il tempo di rispondere che Chloe si intromise
- Mamy mamy devo ditti una cosa! - la piccola corse verso di me ma la più grande la trattenne per le freccine facendola cadere a terra in un pianto disperato.
- Leila! Ma che modi sono! - la rimproverai.
- Mamy buaaaaaaaa! - si lamentò Chloe in lacrime 
- Si può sapere che è successo? Perchè La stai trattando così? - Chiesi andando a prendere in braccio chloe. Leila non mi rispose ma continuò a dialogare con sua sorella
- Chloe... ricorda quello che ti ho detto in macchina sui tuoi bei giocattolini.
- No i tochi miei no! lassali stare!
- E allora tu fai la brava.
- E' una minaccia quella che ho appena sentito signorina?
- Mamy ha detto che lompe i miei tochi!
- E perché mai?
- Perché lei non sta mai zitta mamma! Io non la sopporto più!  NON LA VOLEVO E NON LA VOGLIO NEANCHE ORA UNA SORELLAAAAAAAAA!  - iniziò a piangere anche lei ma non  mi diede il tempo di dire o fare nulla che era già corsa al piano di sopra.
- Ancora sei convinto di tentare nuovamente la sorte? - Dissi a bassa voce a Killian che fino a quel momento era rimasto in silenzio.
- Leila no mi buole mamy! - disse tristemente Chloe
- Amore mio non dire così, non lo pensava sul serio.
- Ti invece!
- Sono sicura che tu ti stia sbagliando ma dimmi una cosa: riusciresti a spiegarmi cosa è successo?
- No no posso! I miei tochi poi li rompe.
- Allora lo capisci quando parlo nana! - la voce di Leila tornò a farsi sentire, ci stava chiaramente origliando. 
- Leila non stai avendo un buon comportamento, vai immediatamente in camera tua! - le dissi. Non sapevo effettivamente cosa fosse successo ma di sicuro quello non era il modo in cui rispondere ad altre persone. 
- Ti pare? Tanto sempre a lei date ragione... - si affacciò dalle scale e guardando la piccolina gridò: - VORREI CHE NON FOSSI MAI NATAAAAAAAAAAA!
Solo in quel momento intervenì suo padre
- Leila jones scordati di andare alla festa della tua amica domani. Te ne starai in camera tua a riflettere sui tuoi modi di comportarti
- MaH...
- Niente ma. Ora va in camera tua e anticipati i compiti per i prossimi giorni.
- Elei?
- Non so i motivi delle vostre divergenze ma almeno in questo momento lei non ha fatto nulla di male mi sembra.
- Vuole raccontare le mie cose a tutti. La spia non si fa! 
- Ma cosa potrà mai dire tua sorella Leila! - dissi io
- Che Gideon le da i bacini sulla guancia al parco. - solo in quel momento si rese conto di quello che aveva detto, so portò una mano alla bocca. - Oh oh!
- CHLOEEEEE TI ODIOOOOOOO! - Vidi Leila correre e successivamente sentii la porta della sua camera chiudersi troppo rumorosamente.  
- Vado a parlare! - disse killian
- Per dirle cosa?
- Che non sono modi di comportarsi questi. Non può urlare, sbattere porte e minacciare sua sorella per qualsiasi cosa. E poi credo proprio che le dirò anche qualcosina per quanto riguarda un certo Gideon: ma come si permette quel mocciosetto. Leila è la mia bambina.
- Per quanto riguarda Gideon non le dirai proprio nulla. Lasciala stare, che vuoi che sia... per quanto riguarda il restante del tuo discorsetto ti do ragione ma non parlarle ora, sarebbe inutile. Lasciala sbollire, in fondo sono sorelle , è normale litigare. Aspettiamo che si chiariscono e se questo non avverrà allora interverremo noi.
- Ok amore allora andrò di sopra a fare una ricerca su come procreare maschietti... credo proprio che un mediatore ci voglia in famiglia! - mi baciò e andò anche lui al piano di sopra. Mi scusai con Regina e mia madre e solamente dopo averle congedate tornai in cucina dove stavo ultimando uno dei miei lavori per la festa. 
-Io no bambina cattiva mamy.... io no bolevo. - mi disse chloe ancora molto triste.
- Chloe non hai fatto nulla tranquilla,  perché non vai a giocare?
- No mi va...
- Che ne diresti allora di aiutarmi con la festa per Henry?
- Posso fale un disegno a henny per il legalo?
- Certo che puoi amore, ne sarà felicissimo. 
- Vado a fallo in cameletta mia.
- Ok attenta a quando sali le scale però!
- Tiii!
La controllai arrivare al piano di sopra dopodiché tornai al mio lavoro da mamma "birthday planner". Avevo quasi terminato, mi mancava solamente il tableau in stile Disney  che henry mi aveva chiesto di fare per sistemare parenti compagni di scuola e amici in maniera ordinata. Presi il cartellone pronta ad iniziare la mia opera d'arte quando sentii un pianto povenire dal piano di sopra: Chloe. Che altro avrà combinato pensai? Sapevo che stava facendo un disegno a suo fratello quindi il primo pensiero andó al un paio di forbici e al fatto che  probabilmente si fosse tagliata usandole. Non faccio altro che nascondergliele ma lei non so come riesce sempre a trovarle. Che usi la magia? Mmm io dico di sì. Corro di sopra nella sua cameretta e noto con gioia da un latro  ma con rammarico dall’altro che  sta nuovamente litigando con sua sorella, ecco spiegato il motivo di quel pianto.
- Che succede ora? - chiesi mantenendo la calma.
- Mamy... mi ha trappato il legalo per henny!
- Leila! . la guardai cercando spiegazioni - Non dirà sua serio vero?
- Ha fatto la spia! La spia non si fa e ora per colpa sua non potrò giocare con i miei amici.
- La colpa non è sua Leila, è tua! Se le avessi parlato con calma e non con arroganza tuo padre non ti avrebbe di certo messo in punizione. Non so se te ne sei resa conto ma hai usato parole bruttissime.
- Ma lei non si fa mai i fatti suoi.
- Non è comunque un motivo valido per dirle quelle cose e  per strapparle il disegno. -  le dissi mentre la piccola continuava a piangere. - Amore puoi rifarlo se vuoi. Vedi? Qui ci sono altri fogli, puoi far ad Henry tutti i disegni che vuoi. 
- No mi piaceva quello! Ora lotto! 
- Possiamo riunirlo con lo scotch. - è vero avrei potuto usare la magia, ma volevo che crescessero nella maniera più normale possibile e quindi quell'opzione era fuori questione. 
- No! Io lo volevo no lotto. Non disegno più! 
- sarai contenta ora! - Dissi a Leila la quale alzo le spalle. - Farò finta di non aver visto altrimenti oltre a non andare alla festa della tua amica rischi anche che alla festa di tuo fratello non ti farò giocare con Gideon e gli altri!
- Ma mamma..
- Niente mamma, il giorno in cui imparerai a rispettare le persone della tua famiglia allora ne riparleremo.
- Ma lei.... -sospirò - a lei date sempre retta. Quello che dice Chloe è legge!
- Tua sorella deve ancora compiere 3 anni, tu ne hai sette, lei molte cose ancora non le capisce, dovresti essere un po’ più clemente e buona delle volte.
- Va bene,  scusami mamma...
- Così va già molto meglio. - le sorrisi
- Posso andare alla festa domani? - mi disse con quei meravigliosi occhi. Piccola furbetta che non è altro.... non starà mica cercando di corrompermi....
- No certo che no, sei in punizione
- LO SAPEVOOOOOOOO! - Usci sbattendo nuovamente la porta. Bene! che giornatina rilassante.
Il fine serata purtroppo non fu da meno, a tavola le bambine non si degnarono di uno sguardo e quando magari uno di noi cercava di farle comunicare ecco che rinunziavano a bisticciare. Killian davvero voleva un altro figlio? Questa era follia pura.
- Avanti chloe mangia! - provo a spronarla notando che non aveva toccato cibo. La sua risposta fu quella di dire no con la testa per più di dieci minuti abbondanti, non ne voleva assolutamente sapere così killian provó a metterla sulle sue ginocchia e imboccarla ma il risultato fu disastroso anche quello: la piccola Chloe dimenandosi riuscì a  rovesciargli addosso l’intero piatto. - mah chloeeee....
- No lo boglio.
- L’ho capito guarda! Ma perché? Cosa c’è che non va?
- Triste io. - A quelle parole sul padre si intenerì
- A si? E come mai anore mio?
- Te lo dice mamy. - Killian mi guardò cercando spiegazioni
- Cos'altro vuoi che sia successo?  hanno litigato.
- Di nuovo? E cos'è successo questa volta di così grave?
- Chloe stava facendo un disegno...
- No disegno! - Mi corresse - Legalo henny!
- Si, voleva fare ad henry un regalo originale ma Leila per vendicarsi di quella piccola parola di troppo sfuggita ha ben pensato di...
- Lompele il mio legalo.
- Leila ma davvero? - alzó nuovamente le spalle - si può sapere che ti prende? Ultimamente c’è in te una vena di cattiverà che non mi piace affatto.
- Non la rimproverate mai! Io quando faccio la spia che Neal ha preso un brutto voto  a scuola o che non fa i compiti voi mi sgridare sempre ma se è lei che fa la spia no. Non dite nulla!
- Sono più che sicura che tua sorella non voleva fare la spia... vero amore? Tu non volevi raccontare quello che è successo al parco.
- Ti mamy! - te lo Bolevo dire - gli scappo un sorrisetto.
  - Ah ah ah, Allora non ci siamo Chloe ... la spia non si fa amore di mamma....
- ma papà.... - lo fulminai con lo sguardo già capendo cosa volesse insinuare la piccola. Fortunatamente Leila sembrava non aver sentito altrimenti ci sarebbe stata la terza guerra mondiale in casa.
- Ho fatto bene quindi ha strapparle il disegno. - disse tutta contenta
- No amore, il tuo gesto è stato comunque sbagliato. Ma potete fare pace ora. Avete sbagliato entrambe ma potete metterci una pietra sopra. 
- No! io no boglio fale pace,  lei lovonato legalo henny e no vuole bene a me. Io allabbiata.
- Sai che dispiacere. - la canzonò l'altra. Ok ho capito che  questa storia non finirà mai. Meglio concluderla qui per poi  fare un bel discorsetto a mio marito. - Bimbe visto che di mangiare oggi non ne volete sapere perchè non iniziate ad andate nelle vostre camerette? tra poco vengo a darvi la buonanotte.
- Ok mamma! - disse Leila convinta che se fosse stata un angioletto le avremmo tolto la punizione
- No! Io no tanca. - rispose a seguire l'altra. 
- Se andrai nella tua cameretta mamma domani ti preparerà i pancacke che ti piacciono tanto.
- Tiiiiiiiii! - in due secondi era già fuori dalla cucina. 
- Visto? È stato semplice... ma veniamo a noi... Hai detto a chloe di...
-No!
- Killian...
- Emma te lo giuro,  non ho detto nulla a Chloe se non quello che le dissi qualche settimana fa davanti a te, i tuoi e Regina quando Gideon era a cena dai tuoi. - Mmh si ricordò esattamente la scena... killian era ogni istante più geloso sella sua piccolina e scherzando strinse chloe a se dicendole di controllare sua sorella e riferirle tutto.
- Mi meraviglio che si sia ricordata questa cosa. - dico sorridendo, Chloe era davvero troppo furba per avere tre anni.
- Che vuoi farci è mia figlia! È un genio! Se capisce alla lettera tutto ciò che dico con lei starò tranquillo: farà tutto ciò che le dirò
- Tu starai tranquillo con lei fino a quando un ragazzetto non le farà battere il cuoricino, poi neanche più lei ti darà ascolto.
- Non è vero!
- Tua figlia è una piccola ribelle già adesso, come vuoi che sia da adolescente? fidati  amore, non è per buttarti giù, ma non la vedo una tipa alla.... come dire... alla chamring. Rispetto a Leila credo che abbia preso i gusti di sua madre.
- A parte il fatto che Gideon tutto è tranne che un tipo alla Charming, ma mia figlia, Chloe in questo caso, non frequenterà un poco di buono....
- Io l’ho fatto!
- Io non sono mai stato un... - lo guardai storto - Va bene giusto un po’. Ma non mi piace quello che hai detto su Chloe... lei è mia! Come lo è anche Leila.
- Sei adorabile nelle vesti di papà geloso.
- Non sfottermi... è una cosa seria!
- Io sono seria! Ti preparo alla dura realtà! Questa Casa caro mio diventerà un porto di mare! Vedremo come saprai gestire il tutto. - all'imrovviso si alzó, mi strinse a se e  poi iniziò a  baciarmi il collo. Ero completamente persa di lui e questi gesti così  inaspettati mi mandavano in estasi - Ahhhh allora ecco il modo per farti stare zitta! - disse ironicamente tra un bacio e l’altro. - Bene bene, ho trovato la soluzione a tutti i miei problemi.
- Scemo! - riuscii a dire scanzandomi - Vado a mettere le bambine a letto e poi sarò  a tua completa disposizione. 
- Ti aspetto....
***
Il mattino seguente le bambine continuarono imperterrite a litigare o almeno: Leila litigava... girava per casa e prendeva in giro sua sorella mentre la più piccola se ne stava seduta sul divano con un visino davvero triste.
- Amore mio che fai? - provai a chiederle
- Zoco alle tatuine.
- Stai giocando alle statuine? E perché mai?
- Pecché no boglio parlare con Leila e pecché io tono triste.
- C’è un motivo in particolare per cui sei triste oltre a tutta la discussione di ieri?
- Ti. Io no legalo Henny. Io volevo fale legalo Henny.
- Perché non fai un altro di disegno?
- No! Quello ela bello. Ola lotto.
- Puoi fargli altro se vuoi...
- No. No piace a lui.
- Non puoi saperlo amore, sono sicura che le piacerà qualsiasi cosa tu gli regalerai.
- No. - sospirai  rassegnata e tornai alle mie attività da casalinga prima di iniziare il turno alla stazione, non c’era verso di farla ragionare e quindi pensai che forse lasciarla smaltire la rabbia sarebbe stata la cosa migliore.
- Ciao mamma! - disse Henry entrando in casa.
- Henry come mai già a casa? Non dovresti essere a  scuola?
- Hanno indetto uno sciopero e visto che i nostri professori erano assenti i hanno fatto uscire prima. 
- Ok tesoro
- Senti mamma non è che per caso potrei uscire stasera? Lo so, lo so siamo nel mezzo della settimana ma come ben sai oggi è il compleanno del mio compagno di classe. Voleva festeggiare domani ma visto che festeggerò io ha deciso di anticipare a stasera. - sono contro le sue uscite nel mezzo della settimana ma visto la situazione e visto che avevo bisogno di tenerlo lontano per organizzare le ultime cose in quanto non volevo si spoilerasse il tutto, decisi di acconsentire.
- Va bene ma solo per questa volta!
- Grazie mamma sei la migliore! Ti devo un favore.
- Beh ne avrei uno... potresti consolare tua sorella. - la indicai - È molto triste per una cosa che riguarda il tuo compleanno ma shhhhh: non dirle che te l’ho detto.
- Vado....

***

POV HENRY

Quando mamma mi accenno alla piccola Chloe non pensavo che stesse dicendo sul serio, si è vcero era seduta sul divano in silenzio quando me la indicó ma non appena mi avvicinai e vidi i suoi occhietti incrociare il mio sguardo notai subito che aveva ragione: aveva qualcosa di diverso... era spenta.  In quasi tre anni non avevo mai visto la mia sorellina così.
- Mia piccola principessa! - mi sedetti sul divano accanto a lei - come mai te ne stai in silenzio senza combinare qualche guaio?
- Boglio tare qui! - si limitò a rispondermi
- Vuoi giocare un po’ con me? - non ha mai rifiutato una proposta del genere e quando mi disse di no con la testolina capii che forse era il caso di farla parlare un pochino. In fondo aveva solo due anni... anzi quasi tre non dovrebbe essere così difficile farle tornare il sorriso. La presi in braccio e la portai sulle mie ginocchia, mi abbraccio immediatamente - cucciolina mi dici cosa c’è che non va? Mi dispiace vederti così triste.
- Colpa Leila.
- Hai litigato con lei? - annui. - e per quale motivo?
- Lei lotto tuo legalo di compleanno! Io mi elo concentata tanto. Ola legalo lotto!
- Mi avevi fatto un regalo di compleanno? - chiesi orgoglioso di lei - si ma lotto. Io no ho legalo per te ola. - ma quanto poteva essere dolce?
- Non importa cucciola, il regalo più bello è stato averti nella mia vita. Sei una sorellina speciale.
Alzò improvvisamente lo sguardo verso di me - Quindi tu mi vuoi bene?
- Certo che te ne voglio, tutti qui ti vogliono bene.
- No tutti! Leila no. Lei dice che io non dobebo nascele. Lei.... lei... lei non mi vuole bene - ecco che inizia a piangere. Non è solo la questione del regalo che la rende triste ma anche il fatto che pensa che sua sorella non le voglia bene. So per certo che non è così ma conosco Leila, ha un carattere particolare e non sa esprimersi.  Per non parlare che sta attraversando la fase in cui si sente grande ed è tutto dire. Non è colpa sua ma frequentando amici più grandi, loro anno nove anni lei sette, si lascia molto influenzare.
- Pensi che Leila non ti voglia bene amore?
- Lei no vuole. Lei detto a me.
- Sono sicuro che non è così.
- Ti dico si! Lei detto ieri.
- Perché non le parli? Ti puo spiegare
- No! Io pallo solo con te, mamy e papy, no Leila!
- Va bene messaggio ricevuto piccola peste. Sappi però che io ti voglio bene
- Io pule Henny e quindi collo a fale nuovo legalo. - non mi diede il tempo di fare nulla che gia era corsa in giardino.
- Wow che velocità! dove l'hai mandata? - chiese mia madre ma mi limitai ad alzare le spalle. Presi il mio zaino da terra e andai di sopra. Neanche a farlo apposta incontrai Leila così ne approfitti per fare quattro chiacchiere anche con lei.
- Leila posso farti una domanda?
- Si!
- Perché hai rovinato il regalo che mi ha fatto nostra sorella?
- Ancora che me lo chiedete! Ha fatto la spia, è piccola e rompe. Basta come risposta?
- No! Se sai che è piccola perchè le fai così! È rimasta malissimo sia per il regalo che per quello che le hai detto.
- Io ho solo detto la verità: non la volevo e non la voglio.  Mi sta sempre appiccicata e vuole sempre giocare con me.
- E non è una cosa bella questa? 
- NO!
- Se ti sta sempre appiccicata è perché ti vuole bene, sei sua sorella, sei il suo esempio, sono sicuro che lei vorrebbe essere come te.
- Se cambio idea e dico che mi piace poi posso andare alla festa oggi? Gideon, Robin  e Neal ci vanno!
- Loro evidentemente si sono comportati meglio di te. Mamma mi ha raccontato cosa hai fatto. - sbuffa - Ascolta tesoro, io non voglio rimproverarti, voglio solo farti capire che il comportamento che stai avendo in questo periodo, e non solo per quanto riguarda chloe, è sbagliato. Ti senti grande ma non lo sei, forse i tuoi amici lo sono ma anche loro sbagliano. Perché commettere i loro stessi errori ora che sei ancora una bimba?
- Io non sono una bimba. Io sono grande!
- Certo come no!
- Se non vado alla festa mi prenderanno in giro!
- Se lo faranno evidentemente non sono buoni amici.
- Tu non lo puoi sapere.
- Sono stato piccolo anche io. Leila... prova a fidarmi di me. - dissi fiducioso sperando riuscisse a capirmi ma aimè... mi sbagliavo.
- Io non voglio fidarmi di nessuno, voglio solo andare alla festa. - senza farmi parlare ulteriormente si rifuggiò nella sua cameretta e chiuse la porta. Bene... Leila sta avendo una crescita improvvisa, sarà il caso di mettere al corrente mamma di farla stare lontano dai suoi "amici grandi”,  di sicuro non vuole vedere Leila diventare adolescente tra qualche anno solo perché i suoi amici lo diventeranno. E comunque sarà il caso di tenerla un po’ con i piedi per terra perchè dubito fortemente che quando Neal, Robin e Gideon cresceranno la prenderanno ancora in considerazione, non negli anni adolescenziali almeno. Beh killian sarà contento almeno.

***

POV EMMA

Se dovessi dire che il clima in casa, dopo aver saputo di Henry e il suo fare da tramite, si sia risollevato direi  proprio di no ma almeno una cosa è sicura: le bimbe non sembrano litigare più. Non si calcolano questo è vero ma almeno non litigano. Sono in cucina a sistemare le ultime cose da mettere in macchina per poterle  trasportare alla festa quando vengo interrotta da Chloe che entra in cucina gridando come una matta!
- Mamy mamyyyyyyyyyy!
- Chloe che succede piccola!
- Crivi i mio nome su foglio? Lo boglio licopoale.
Questa si che era una novità -Amore è tardi devo caricare queste cose in macchina e poi vestirvi; dobbiamo andare alla festa!
- Mamy ti plego è impoltante!
- Chloe ma tu non le sai ricopiare le letterine, ancora sei piccola!
- Mamy per favole, ti plegooooo! - presi un foglio e in maniera comprensibile scrissi le 5 letterine che componevano il nome del mio amore.
 - Hai cinque minuti di tempo per fare quello che devi fare, tra cinque minuti ti vengo a chiamare per fare il bagnetto. Non voglio sentirti fare storie.
- Ok! - la vidi sgattaiolare via ma nonostante fossi curiosa di sapere cosa stava combinando la lasciai andare... avevo ancora un sacco di cose da sistemare ed ero decisamente in ritardo.
- Che splendida visione! - disse mio marito entrando in cucina e scrutandomi da testa a piedi. - non verrai al compleanno così spero. - avevo in dosso un top è un pantaloncino che lui considerava "mutanda" per intenderci. - No perché così ti ci posso vedere solo io. - mi abbracciò da dietro e iniziò una serie di effusioni che fui costretta purtroppo ad interrompere
- Se mi trascini in questo vortice di passione amore sicuro che faremo tardi alla festa.
- Non è vero, ci aspetteranno per iniziare a festeggiare- disse tra un bacio e l'altro - sei la mamma del festeggiato. 
- Killian scherzi a parte, siamo in ritardo...
guardò l'orlologio - Non è vero,  la festa inizierà tra sole due ore. Abbiamo tempo di coccolarci un po’ non trovi?
- Devo portare questi in macchina e vestire e lavare le bambine. Non sai quanto vorrei passare con te del tempo ma ora proprio non si può.
- Carico io la roba in macchina e visto che ci sono la porterò già al locale, tu pensa alle bambine in fretta. Se rimangono dieci minuti li dedicherai a me
- Promesso amore! Ti amo! - gli diedi un ultimo bacio, che duro un po’ troppo, ma alla fine lo lasciai andare. Corsi al piano di sopra, aiutai Leila a vestirsi e successivamente chloe che a quanto pare aveva finito quello che secondo lei doveva essere un capolavoro ma che in realtà non voleva farmi vedere per non so quale assurdo motivo. L’unica cosa che so è che mi pregò di farle portare la sua borsetta. Non era una pretesa così assurda così pur di non farla piangere, perché di sicuro quello avrei ottenuto se le avessi detto di no, acconsentii alla sua richiesta e una volta preparata raggiungemmo killian al piano di sotto che era appena rientrato.
- Amore hai un quarto d’ora per cambiarti! -  gli dissi -  Hai fatto tardi - lo guardai maliziosamente e lui sapeva perché
- Lasciamo stare! Ho incontrato Leroy che mi ha monopolizzato. - mi avvicinai a lui e gli sussurrai all’orecchio
- Quindi preferisci passare del tempo con Leroy piuttosto che con me.... - guardai le bimbe che erano distratte e tornai a mio marito mordendogli l’orecchio dolcemente.
- Emma non istigarmi che va a finire che non ci andiamo alla festa.
- Mi avevi promesso una cosa se non ricordo male e ora a causa di Leroy saró insoddisfatta per tutta la serata.
- Posso impegnarmi e concertate tutto in dieci minuti per poi vestirmi nei restanti cinque
- Proposta allettante ma mi sono truccata e vestita quindi non se ne fa nulla capitano. Potevi pensarci prima di sedurre Leroy
- Me la pagherai... stanotte me la pagherai. Ti conviene lasciare la prole ai tuoi perché non avrai scappo mia cara
- Mamy, papy che dite a bassa voce?
- Ti devi fare i fatti tuoi nana! Ancora non lo hai capito? Nessuno ti vuole dire le cose! - rispose sua sorella scatenando l’ira della piccolina
- Tai zitta o uso la mazzia!
- No no no non penso proprio - le divisi prima che mi ritrovassi senza casa - la magia non si usa sopratutto tra di voi. Adesso aspettiamo che papà si cambi e poi dritti a festeggiare vostro fratello.
***
Il viaggio in macchina fu davvero silenzioso, dai sedili posteriori c’era un’aria che si tagliava con il coltello mentre in quelli anteriori c’era si tensione ma era ben differente.... non era neanche tensione, era desiserio represso. Killian non fece altro che tenere la mano sulla mia gamba e accarezzarla nel modo in cui solo lui sapeva fare in modo da farmi capire le sue intenzioni del post serata. Ve lo giuro se avesse continuato di quel passo avrei davvero messo in discussione l’idea di arrivare tardi alla festa. Non era colpa mia, era lui che mi faceva diventare completamente matta. Fortunatamente però la sua dolce tortura finì  non appena arrivammo davanti al locale. Parcheggiamo e tutti e quattro insieme ci recammo nella sala allestita per la grande festa, fummo i primi ad arrivare seguiti da Regina con Robin e nostro figlio e poi tutto il resto della combriccola. La festa iniziò ufficialmente, musica, cibo e divertimento a non finire, io e Regina ci eravamo davvero superate, era una festa fantastica ma non tutti sembravano godersela a pieno. Qualche ora dopo l’inizio del più grande evento di storybrooke dell’anno ecco che mia figlia, la piccolina, venne da me piangendo disperata.
- Che è successo chloe? - chiesi mentre lei mi si buttò al collo abbracciandoli. Era disperata e mi ci volle più di un quarto d’ora per placare i suoi sussulti. - stai calma piccina... non è successo nulla.
- Le... Leila.....
- Leila? - alzai gli occhi al cielo - che altro è successo ora!
- ha detto che devo stale lontano da lei e che non posoo tocare con lei e i suoi amici. Io boglio tocare...
Basta! C'era un limite a tutto. - vieni con me bambolina andiamo a cercare tua sorella. - la trovai subito, era insieme a mio fratello e alla restante comitiva intenti a giocare a non so quale gioco.
- Leila Jones! - la chiamai con fare sostenuto
- Che c’è mamma!
- Credo tu lo sappia già! - indicai Chloe - Perché! Perché non può giocare con voi?
- È piccola mamma! Non sa giocare.
- Se è solo una questione di età allora la cosa è ben risolvibile.
- Visto che ho ragione?
- Certo vieni con me avanti.
- Dove?
- Di la con i nonni! Sei troppo piccola per giocare con questi ragazzi - indicai mio fratello e gli altri - quindi non puoi stare con loro.
- Ma mamma.... io.... dai ti prego non frmi questo.
- Lo hai detto tu che i piccoli non posso o giocare con i grandi. Avanti andiamo
- No mamma ti prego faccio tutto quello che vorrai ma non mi togliere i miei amici....
Forse avevo centrato il segno - Ok, puoi restare a patto che tua sorella possa giocare con voi. Non voglio sentirla piangere perché l’hai trattata male o altro. Mi sono spiegata?
- Va bene! Andiamo nana vieni con noi.
- Dabbero psso?
- Si ma cerca di stare al nostro passo. - vedere la gioia negli occhi di chloe dopo così tanti giorni non aveva prezzo così, più serena che non si sarebbero scannate le lasciai giocare e mi allontanai. Parte della serata passo così tra musica cibo e balli scatenati, vedere Henry così felice, essere lì con lui dopo la scelta folle fatta alla sua nascita... tutto queso mi riempiva il cuore di gioia. sono la persona che sono per merito suo e non smetterò mai di ringraziarlo per questo.
- Signora jones??? - sussultai nel sentirmi chiamare, mi voltai verso la voce e vidi una ragazza, una coetanea di Henry, molto probabilmente una delle sue compagne di classe - Mi scusi non volevo spaventarla
- Tranquilla non preoccuparti, dimmi!
- Di la nell'atrio c’è una bambina in lacrime, dicono che sia sua figlia, ho provato a portarla qui ma non ne vuole sapere
- Di sicuro allora è mia figlia, ti ringrazio arrivo in un baleno. - mi alzai e mi recai verso il punto indicato dalla ragazza, a metà tragitto venni bloccata da killian
- Te ne stai già andando? - disse malizioso - Vuoi compagnia?
- Lascia stare, tua figlia piange e quindi di sicuro l’altra tua figlia le avrà fatto qualcosa!
- Ho capito, non è tempo di flirtare,  andiamo a vedere. - andammo insieme nell’altro del locale ma quello che vidi non me lo aspettavo, pensavo di trovare chloe in lacrime invece era Leila.
- Leila amore... che succede, perché piangi?
- Mammaaaaaaaaa! Mammaaaaa scusa io non volevo.... te lo giuro io non volevo! E oraaaaa????
- Innanzitutto calmati tesoro, non volevo cosa? Cose successo?
- Chloe.... chloe mamma..... io le voglio bene te lo giuro. Non volevo scusaaaaaaaa!
- Chloe? cos'ha combinato? - mi girai per chiedere anche a lei ma non era nelle vicinanze
- Dove’e tua sorella? - chiesi mentre la tenevo stretta a me per calmarla un  minimo. 
- Stavamo giocando e visto che era piccola abbiamo fatto a turno per tenerla.... era il turno di robin ma quando robin è tornata Chloe non c’era più! Mamma è sparita perché ho desiderato che non fosse mai nata? - mi chiese e li ebbi un mancamento, non per l’ultima domanda fatta, sapevo che era una remota possibilità, ma proprio per il fatto che chloe, una bambina di due anni e mezzo poteva essere sparita
- Emma! Emma tesoro.... killian cercó di farmi reagire ma ci volle un po’ prima che effettivamente riuscii a riprendermi. 
Quando riuscii a decifrare nuovamente qualcosa, mi resi conto che killian aveva già avvisato regina che lasciando le redini della festa ai miei genitori, senza spiegar loro L accaduto, si precipitò a darci una mano. La cercammo per l’intero locale cercando di non far capire neanche ai presenti che vi era un problema, non avrei mai sopportato di rovinare la festa ad henry ma chloe in quel momento aveva la priorità. I risultati delle prime ricerche non portarono a nulla: Nel locale non c'era e neanche nel giardino adiacente. 
- E... e se avesse ragione lei....
- chi? - chiese regina
- Leila mi ha chiesto se fosse possibile che il suo desiderio si fosse realizzato.  Ha desiderato che sua sorella non fosse mai nata. 
- Non dire scemenze Emma, se fosse stata cancellata dalla storia noi non la ricorderemmo neanche.
- Potrebbe essere finita in un mondo parallelo come capitò a me.
- Emma deve esserci un’altra soluzione mi rifiuto di credere che ci sia un avvenimento magico dietro. Continuiamo a cercare ok? Non può essersi allontanata molto. - ci dividemmo ma anche questa volta la ricerca non andò a buon fine. Mia figlia sembrava essersi volatilizzata.
- La pozione di localizzazione! Potrebbe essere un’idea non trovi? - disse killian
- Mi mancano un paio di ingredienti purtroppo altrimenti l’avrei già utilizzata.
- Allora cosa si fa? - il mio cellulare squilló. Erano tutti qui a parte Chloe, quindi doveva essere sicuramente il lavoro. Non avevo tempo in quel momento per pensare al resto di storibrooke, dovevo concentrarmi sulla mia bambina. Riagganciai istintivamente senza rispondere e con Regina continuammo a cercare un modo efficente per poterla trovare. Pensammo di prendere le macchine e proseguire la ricerca con esse ma proprio in quel momento mio padre ci raghiunse con una gran corsa.
- Emma tesoro dobbiamo andare!
- Papà non è il momento! - mi limitai a rispondere
- Mi hanno chiamato a lavoro dobbiamo correre in stazione. C'è un'emergenza
- MI HAI SENTITOOOOOOOOOOO????? - gridai - Ho ben altro da fare adesso! Vacci da solo in quella maledetta stazione!
- Emma amore calmati! - provò Killian
- Ma si può sapere che succede? - continuò mio padre non capendo.
- È scomparsa tua nipote chloe ecco che succede!
- È scomparsa chloe? Come? quando!!!!
- Non lo so e sto cercando di scoprirlo quindi o provi ad aiutarci o alla stazione ci vai da solo.
- Emma forse...
- NOOO! aiutarti in uno stupito caso non mi terrà occupata mentre della mia piccola si occuperanno gli altri. È di mia figlia che stiamo parlando.
- Non intendevo questo tesoro... chi mi ha chiamato ha detto che per storybrooke si aggira una bambina sola soletta  e disperata. Si pensava ad un possibile abbandono ma visto che...
non lo lasciai finire - Oddio potrebbe essere lei! Corri, sali in macchina, Guido io.
- Veniamo con voi! - dissero killian e regina in coro.
- Killian si, tu regina resta qui e fai in modo che la festa prosegui indisturbata. ti informo appena so qualcosa. 
Non so quanto premetti sull'acdelratore  so solo che la strada che di solito faccio in dieci minuti la feci in cinque. Parcheggiai e mi affrettai ad uscire dalla vettura. Arrivai fino al vialetto che portava alla porta principale e li, alla vista che mi si presentò davanti, crollai in ginocchio a terra!
- Emmaaaaa!!!! - sentii gridare mio padre e killian e in meno di un secondo furono Ada me - che succede amore? Ti senti bene? - non risposi, lacrime calde scendevano lungo il mio viso, ma mi limitai ad indicare un punto ben preciso. Lì in lontananza in compagnia di una coppa di anziani c’era lei, la mia bambina. Piangeva ma non appena ci vide iniziò a chiamarmi con gioia
- Mamyyy mamyyyu! - la vidi corrermi in contro ma non riuscii a fare nullla se non aspettarla. Ero come paralizzata, mi ero davvero spaventata. - Mamyyy mamyyyy! - Mi abbracciò e non potei far altro che ricambiare.
- Come sei arrivata qui? - disse suo padre stringendola anche lui.
- Non... non lo to.  Elo cno Lobin, tavamo tocando ma poi lei colleva folte e io non elo capace. Tono limasta tola, avevo paula e ho cercato te mamy ma non ti tovavo cotì ho usato la mazzia per tonnare da te ma non ci sono iusita uguale. Mi tovavo sempre in posti dove tu non c’eri.
- Amore mio l’importante è che ora sei qui con me! Mi hai fatto spaventare tanto!
- No toccherò più con Lobin e Neal. 
- Non pensiamoci ora torniamo dagli altri che aspettano ansiosi tue notizie ok? C’è zia Regina, nonno David e Leila che ci stanno aspettando.  Leila si è spaventata molto sai?
- dabbero?
- Si ha anche pianto per te! Si è preoccupata anche lei. Andiamo a dirle che stai bene. - finalmente mi alzai e guardai i due signori che avevano chiamato la stazione per aiutare mia figlia
- Vi sono debitrice a vita!
- Non ci ringrazi abbiamo fatto quello che andava fatto e tu signorina stai più attenta la prossima volta ok?
- Ti!
- Bene possiamo andare.... - salimmo in macchina e tornammo alla festa. Non appena entrai notai subito una cosa: la musica non c’era più e in un angolo dell'atrio, dove eravamo prima io regina e killian, c'era un Henry pensieroso.
- Henry tesoro. - mi avvicinai 
- Mamma i nonni mi hanno avvisato! dimmi che.... CHLOEEEEEE ! -  Esclamò non appena la vide tre le braccia del suo patrigno- Chloe amore vieni qui! Dove sei stata è? - la prese in braccio per poi abbracciarla
- Non tapevo tonnare qui! Mi tono pelsa. 
- Menomale stai bene, mi hai fatto morire! - disse per poi posarla  a terra vicino a Leila che era appena entrata in sala ma che molto probabilmente aveva sentito la loro conversazione.
- Anche a me! Mi sono spaventata molto nana! Ti voglio bene - non me l’aspettavo ma Leila si buttò addosso a chloe e l'abracciò come non avevo mai visto fare. - mi fai arrabbiare questo è vero, fai la spia e combini casino ma sei la mia sorellina, non potrei mai vivere senta te. Scusa per quello che ho detto e scusa per aver strappato il tuo disegno .
- Tu bene a me?
- Da morire
- Anche io ti boglio bene! - continuarono a stringersi e non potei far altro che commuovermi davanti a tanta dolcezza.
- Ora che si è tutto sistemato, possiamo tornare alla festa non trovate? - disse mio padre - il festeggiato si e rifiutato di aprire i suoi regali senza chloe. Direi che ora possiamo andare
- Ti io ho legalo pe te! Andiamo colli.
Una volta tornati tutti in sala ecco che Henry si sintemò davanti a quella grande pila di regali, ne apri più o meno la metà dopodiché toccò a chloe.
- Tieni questo è per te! - tiró fuori dalla borsetta che aveva voluto portare con se un sasso tutto scarabocchiato
- Bello tesoro hai fatto anche un disegno su questo meraviglio sasso vedo
- No disegno! Ho critto il mio nome!
- Uuuu lo hai firmato ma che brava! - ora ho capito cos’è che stava combinando oggi pomeriggio quando mi chiese di scrivere il suo nome su un foglio. Certo su quel sasso c’era di tutto tranne il suo nome ma andava bene così è il gesto la cosa importante.
- Grazie mille sorellina è il regalo più bello che potessi ricevere.
- A dire la verità Henry il regalo più bello lo aveva fatto giorni fa, ci teneva molto a dartelo ma io come una bambina capricciosa gliel'ho strappato solo per farle un dispetto. Sono molto dispiaciuta per il mio comportamento e voglio rimediare. -  prese dalla dalla tasca del vestito il disegno strappato di chloe  e con la magia lo riunì consegnandolo a sua sorella
- Tieni chloe ora è nuovamente intatto e puoi regalarlo a Henry
- Grazie Leilaaaaa!!!!!! Ti pace Henny? Questo è il legalo velo!
-E' bellissimo amore  ma niente è meglio del regalo che mi avevate fatto voi due insieme adesso
- Che legalo? - chiese inclinando la testa.
- Vi siete finalmente concilite e credetemi è la cosa più bella che potevate fare per rendermi felice. Promettetemi di essere sempre così! Unite.
- Ti Henny
- Si! - rispose l’altra.
- Ci credi? - Mi chiese Killian ridendo.
- Forse nei momenti del bisogno si ma sono altrettanto sicura che da domani le litigate rinizieranno. - feci una pausa - Allora... sei ancora convinto di tentare di nuovo?
- Sai che ti dico? Forse hai ragione te: meglio aspettare . 
Note dell'auore: buonasera a tutti. Vi chiedo scusa se in questo capitolo troverete piu errori del solito. Sono molto indaffarata con il lavoro e riesco a trovare davvero poco tempo per scrivere. Ho preferito counque pubblicare piuttosto che aspettare un'altra settimana. Non me ne vogliate. un abbraccio alla prossima. 

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Capitolo 28
*** Ritrovarsi ***


POV KILLIAN 

Ed eccoci qui nel salone di casa nostra con le valige in mano pronti a  metterci in macchina e raggiungere l'aeroporto di New York per iniziare la nostra tanto attesa vacanza o "luna di miele numero due" come dicono i nostri amici. Lo so lo so è passato qualche mese dal compleanno della mia lei ma nella nostra famiglia ci sono stati eventi a cui era impossibile non presenziare: il dieciottesimo di Henry, il terzo compleanno della piccola peste di casa e il suo ingresso ufficiale alla scuola materna  e per concludere il trasferimento di Henry a Boston. È già il piccolo Henry ha lasciato il nido anche se deve ancora terminare il liceo. Come è possibile? Ha ottenuto una borsa di studio dopo i primi test di ammissione al college. Questa borsa di studio  gli permetterà di terminare gli studi lì per poi entrare direttamente al college senza ulteriori domande di ammissione come da routine. Non posso non essere orgoglioso di lui, si è impegnato tanto in questo ultimo anno ed ha raggiunto un traguardo davvero molto molto importante. Per Emma e Regina è stato un bel trauma doverlo salutare con dei mesi di anticipo e sopratutto con così poco preavviso, nessuna delle due si aspettava una cosa del genere ma alla fine hanno acconsentito a lasciarlo andare, in fondo è una grande possibilità per lui sarebbe stato un grande errore non lasciarlo andare. 

- Killian si può sapere a cosa stai pensando? Le valige non si spostano mica da sole! - ha ragione, mi sono distratto. Prendo la mia piccola valigia, le sue che a differenza sono enormi e carico tutto in macchina. 

- Possiamo andare se sei pronta. - le dico sorridendo

- Mmmh... ho controllato le finestre e sono tutte chiuse, le bambine sono a scuola e le andrà a prendere papà all'ora di pranzo mentre Prince è da Regina... si, direi che è tutto come deve essere quindi possiamo partire.

- Salta su principessa! Guido io. 

Non parlammo molto durante il tragitto verso l'aereoporto ma una cosa era certa entrambi stavamo fantasticando su quello che sarebbe stato a tutti gli effetti un viaggio da sogno.  Mi correggo... Quasi un viaggio da sogno l'aero è stato di gran lunga la arte peggiore, la prossima volta credo proprio che prenderemo la mia adorata Jolly. Tralasciando questo piccolo dettaglio per il resto il viaggio d'andata fu molto piacevole e nel giro di poco ci ritrovammo nella nostra fantastica camera d'albergo: 

- Bene bene bene... le valige sono sistemate quindi direi che è giunto il momento di inaugurare la nostra nuova camera non trovi? - le dissi sussurrandole in un orecchio.

- Così! Su due piedi? Non... non dovremmo chiamare a casa prima? 

- A casa stanno tutti bene fidati, se chiamiamo tra qualche ora nessuno si preoccuperà! - iniziò a baciarle il collo con fare insistente, avevo una voglia matta di averla tutta per me.

- Mmh... so perché ma riesci sempre a convincermi! - mi bació con tanto di quel desiderio che non ci pensai due volte a sollevarla da terra e buttarla sul letto. 

- E ora diamo un grande inizio alla nostra seconda luna di miele! 

***

Arrivammo in quella camera d'albergo alle 13:00 di quel pomeriggio  e alle 17:00 eravamo ancora lì in quel magnifico letto a recuperare decisamente tutto il tempo perduto. Non che non avessimo i nostri spazi a casa, ma vuoi mettere la privacy che si ha quando si è in due contro quella di quando si è quattro? 

- Che ne dici amore? Riusciamo a fare un giro in spiaggia prima che faccia sera? - disse stiracchiandosi e sbadigliando. 

- Ma come... non ti piace stare qui? 

- Adoro stare qui, sopratutto se ci sei tu, ma siamo venuti qui non solo per questo se non ricordo male.

- Siamo venuti "anche" per questo... non ricordi i nostri ultimi discorsi? 

- Si, ricordo tutto perfettamente e sono ancora convinta di quello che ho detto però non esiste solo questo e io ora ho una voglia matta di buttarmi in mare e fare un bel bagno rilassante.

- Posso riservarti tra le onde lo stesso trattamento che ti ho riservato qui tra queste lenzuola?

- Se troveremo un posto isolato lontano da occhi indiscreti allora... perché no! 

- Vestiti allora perché stiamo andando alla ricerca dell'isoletta più sperduta dei Caraibi...

***

POV REGINA 

Era tardo pomeriggio  ormai e dovevano essere atterrati da un pezzo. Nessuno di loro si era fatto sentire e a parte me che intuivo il motivo di tale allontanamento dai cellulari il restante dei suoi parenti, i suoi genitori per essere più precisi, erano nel panico più totale. Snow pensava già che qualcosa fosse andato storto. Certo come no.... come se Emma non fosse stata capace di teletrasportarsi qui in caso di guasto al motore dell'aereo. Fortunatamente per la mia sanità mentale, anche se in ritardo,un messaggio da parte di Emma arrivó facendo rientrare tutto quell'allarmismo inutile. Passai gran parte del pomeriggio nel loft con i Charming e le bambine dopodiché decisi di rincasare, Robin era a casa con un Ronald malaticcio, non era il caso di fare tardi. Una volta a casa feci un bagno caldo, preparai la cena e dopo aver controllato Ronald decidi di stendermi sul divano con il mio ladruncolo preferito.

- Mi sei mancata oggi! - disse passandomi un calice di vino 

- Anche tu amore ma Snow era in modalità panico, qualcuno doveva pur occuparsi delle bimbe mentre dava di matto. 

- Quindi fammi capire: devo dare di matto per avere la tua più totale attenzione? - mi prese in giro 

- Non ce ne sarà bisogno, sono qui ora è sono tutta tua! - lo pensavo davvero ma non avevo messo in conto che nella nostra famiglia non si può star mia tranquilli. Verso le due del mattino una chiamata arrivó sul mio cellulare svegliandomi: era snow. Non feci in tempo a rispondere così immaginando che qualcosa non andasse scesi al piano di sotto e la richiamai. Rispose al primo squillo.

- Credo che chloe si stia ammalando. - disse improvvisamente senza neanche farmi parlare.

- È da cosa lo dedurresti? 

- Piange che le fa male la pancia e a cena non ha toccato cibo.

- Non è detto che sia malata, può darsi che le manchi Emma e lo dimostra così. Sai anche tu quanto è legata a sua madre. 

- Ti dico che è strana Regina! Ha un colorito che non mi piace per niente e non fa altro che tenersi la pancia e lo stomaco. Le ho provate tutte ma non so che altro fare, solitamente con neal basta un po' di camomilla e il problema si risolve. Ho pensato anche che magari potrebbe aver preso il virus che ha Roland.... ecco perché ti ho chiamato. Magari tu sai come fare visto che ci sei già passata. - provare a non mandare nel panico snow era decisamente impossibile pertanto l'unica soluzione per mettere fine a quella conversazione età andare da lei e farle capire con mano che il suo era un'altro allarmismo inutile.

- Ho capito, arrivo! - lasciai un bigliettino a Robin sul tavolo della cucina nel caso di fosse svegliato e mi recai con la magia a casa dei Charming. Bastó guardare il viso della piccolina per capire che stava male sul serio e non stava mentendo. Era bianca come un lenzuolo e più che un pianto era un lamento quello che usciva dalla sua bocca. 

- Amore bello della zia che hai? Che ti senti?

- Bua qui! - mi rispose indicandomi lo stomaco 

- Che ti dicevo???? - mi rispose sua nonna come a voler sottolineare l'ovvio. La ignorai 

- Vieni un po' in braccio a zia ok? Ti faccio un massaggino dove hai la bua e vediamo se passa ok? 

- No... mi fa male se mi tocchi la pancia! 

- Ok allora prova a stenderti un po' sul divano ok? Io sarò qui vicino a te - disse no con la testa. Provai a pensare altro ma non ne ebbi il tempo: iniziò a vomitare a terra e subito dopo si mise a  piangere spaventata. Cavolo questa non ci voleva proprio.

- Piccola non è successo nulla, non piangere. Ora zia ti porta di sopra ok?  - non aspettai la sua risposta, la presi in braccio e la portai in bagno a darsi una rinfrescata. Servì a poco, nel giro di dieci minuti la scena si ripetè ancora e ancora. 

Vomitó per più di un quarto d'ora e stavo sinceramente iniziando a preoccuparmi, ormai non aveva più niente nello stomaco cos'altro voleva tirar fuori non lo so. Era spaventata povera piccola ma rispetto a come l'avevo trovata ora il suo colorito stava leggeremente migliorando. Buon segno. 

- Ti senti un po' meglio stellina? - annui ma era ancora molto spaventata.

- Ora andiamo in camera e misuriamo la febbre ok? Non dovresti averla - dissi toccandole la fronte - ma è meglio controllare. Presi il termometro dal mobiletto del bagno dopodiché raggiunsi,con chloe tra le braccia, la cameretta che snow aveva allestito per le due bambine. Mi sedetti sul letto ma le coperte fecero uno strano rumore. Mi alzai non capendo e provai a sedermi di nuovo, di nuovo lo stesso rumore.

- Mah che diavolo... - scostai le coperte e li mi si aprì un mondo. Davanti ai miei occhi appariva in tutto il suo splendore una busta di patatine da minimo 300g completamente vuota. 

- Amore di zia hai mangiato le patatine oggi? - la vidi abbassare lo sguardo colpevole. - Cucciola non vedi vergognarti o avere paura di dirmi la verità, devo saperlo per capire a cosa è dovuto il tuo mal di pancia.... allora hai mangiato le patatine oggi? - annuì - insieme a Leila per caso? 

- No.

- Con Neal? 

- No.

- Da sola? - annui nuovamente. - Ho capito. Il pacchetto era già aperto o era nuovo?

- Nuovo.

- Ecco spiegato il tuo mal di pancia stellina mia. 

- Mi gualisci con la mazzia?- avrei voluto farlo davvero, vederla debole e dolorante in quel modo mi faceva star male ma se l'avessi curata con la magia le avrei dato di sicuro un cattivo insegnamento ovvero quello di potersi rimpinzare di ogni schifezza possibile tanto poi con la magia tutto si sarebbe risolto.

- No amore! Queste cose non si possono guarire così. Adesso zia chiama il dottore e vedo se può darti lui un aiutino. - così feci: scesi le scale, mi arrabbiai con snow che non era stato in grado di controllarla dopodiché chiamai whale il quale arrivó subito.  le fece una punturina e già nel giro di dieci minuti il dolore iniziò a calmarsi. Chiese di sua mamma non appena si sentì meglio e dopo altre lacrime perché la voleva lì con lei si addormentó sfinita. Bene! Questo era solo il primo giorno senza Emma e Killian, cose sarebbero stati quelli a venire? 

***

POV EMMA

Tra sole, relax e tanto ma tanto amore eccoci giunti al nostro quarto giorno di vacanza. Mi sento in paradiso, niente lavoro, nessuno che ti cerca in continuazione per possibili minacce e niente invasori di privacy altrui. Potrei  abituarmi a tutto questo sapete? Eh già è tutto perfetto tranne una cosa: mi mancano i miei figli. Ho avuto la possibilità di parlare con loro pochissimo in questi giorni perché a detta di Regina più mi sentono è più faranno capricci ma non riesco a non sentire le loro voci almeno una volta al giorno. Non avrei mai pensato nella mia vita di dipendere da qualcuno invece eccomi qui dipendente da dei cuccioli d'uomo. 

- Sei pronta? Possiamo uscire? - mi chiese killian non appena uscì dal bagno. 

- Dove mi porti di bello oggi? 

- Potrei aver prenotato un piccolo traghetto che ci porterà niente di meno che in un piccolo spiazzo di terra circondato dal mare soprannominato isola dell'amore. Sembra adatta alle nostre "esigenze" non trovi? - mi guardó con il suo solito sguardo provocante e allusorio. 

- Se continui a trovare questi posti con nomignoli così prima o poi ci ritroveremo in un'isola per scambisti. 

- Donna di poca fede. Avanti andiamo! 

Se c'era una cosa che mio marito sapeva fare bene era sorprendermi: il posto in cui mi portó era a dir poco meraviglioso: acqua cristallina, sabbia bianca, palme... palme ovunque, ma sopratutto non c'era un'anima oltre a noi due. Era un piccolo spiazzo di terra deserta. 

-  Allora dolcezza: che ne pensi?

- Penso che sei un angelo! Vieni qui - gli afferrai le mani e con la ben che minima delicatezza lo attirai a me in un bacio poco casto.

- Oiii! I Caraibi ti hanno cambiata amore! - disse non appena ci staccammo per prendere aria - Non che mi dispiaccia questo trattamento ma come puoi ben vedere siamo all'aperto...

- E allora? Siamo soli no? 

- Si beh ma... qualcun'altro potrebbe avere la nostra stessa idea, non vorrei ti vedessero....

- Zitto non parlare e datti da fare, non avremo più del tempo così quando torneremo a casa lo sai vero? Meglio approfittarne.

- Se la metti su questo piano allora... - si tolse la t-shirt rimanendo in costume, tolse il mio copricostume e prendendomi in braccio mi portó tra le onde di quell'acqua spettacolare - così almeno semmai dovesse arrivare qualcun'altro non vedrà la mia graziosa mogliettina in versioni che solo io posso vedere.

- Ma come devo fare con te è ???? Gelosone! 

- Zitta e baciani. 

Non me lo feci ripetere due volte e nel giro di mezzo secondo eravamo già li,  intendi ad amarci senza riserva alcuna.

***

È esattamente questo il modo in cui passammo l'intera vacanza, giorni pieni di amore e coccole. Ho vissuto sensazioni indimenticabili ma ora è tempo di tornare a casa. Da una parte sono felice di tornare, rivedrò i mie figli, i miei amici, i miei genitori... ma dall'altro lato mi sento malinconica: mi mancherà tutto questo. 

- Ti prometto che andremo a farci un weekend fuori storibrooke molto presto amore! - disse il mio lui sussurrandomi all'orecchio e facendomi rabbrividire.

- Cosa??? - risposi non capendo

- Ti vedo malinconica... la nostra vacanza sarà anche finita ma non è detto che la favola che abbiamo vissuto terminerà qui. Avevamo bisogno di questo viaggio per riprendere coscienza di noi due come coppia, di rivedere le nostre necessità e i nostri bisogni. Ora che abbiamo ripreso in mano la nostra vita ti prometto che non c'è la faremo più sfuggire e sapremmo conciliare bene famiglia amici e intimità. Dammi un bacio ora. - Non glielo negai.... come faceva a leggermi sempre come un libro aperto? Non lo so... so solo che ho sposato un uomo con la U maiuscola. 

***

POV REGINA 

- Io ho capito che siete impazienti ma volete smetterla di mangiucchiare tutto quello che vi capita a tiro? - dissi alle mie nipotine, a Ronald e a Neal che stavano facendo piazza pulita del banchetto che avevo preparato per il ritorno dei miei amici - sopratutto tu signorina - guardai chloe  - il dottore ha detto che devi stare attenta a quello che mangi, non sei ancora del tutto guarita.

- Ma tono buone... sospirai e successivamente mi abbassai alla sua altezza 

- Chloe amore... mamma e papà stanno tornando a casa, non sarebbe carino se oltre a lasciargli qualcosa da mangiare tu li stupissi facendogli vedere come hai imparato a parlare bene? 

- Va bene zia! Peró sono buone le patatine! 

- Ecco così va molto meglio. Lo so che sono buone ma se non vuoi beccarti un altro mal di pancia da record dovrai pazientare ancora qualche altro giorno.

- Va bene! 

- Brava! Ora che ne dite di sistemare i disegni che avete fatto per i vostri genitori? - le dissi guardando anche Leila 

- Io non so se glielo daró! - rispose quest'ultima.

- E perché mai? 

- Glielo do solo se mi hanno portato qualcosa. Dici che ci hanno fatto dei regali? 

- Beh solitamente li fanno sempre ma non posso averne la certezza amore. 

- Ok va bene, andiamo nana! Andiamo a prendere i disegni! 

- Si allivo.... opsssss! - si mise subito una mano davanti alla bocca -Arrivoooo! - ok almeno due le avevo sistemate. Dovevo sistemare gli altri due. Chiesi loro di aiutare David in giardino dopodiché con snow mi dedicai a finire di sistemare le pietanze che avevamo preparato sul tavolo. 

- Come mai ancora non arrivano? - chiese m guardando l'orologio - Dovevano già  essere qui mezz'ora fa.

- Avranno avuto problemi in aeroporto, si saranno fermati a fare benzina o magari avranno ben pensato di passare a casa per un' ultimo incontro ravvicinato

- Regina sempre a quello pensi? 

- Perché scusami cosa pensi che abbiano fatto in vacanza? Si sono guardati negli occhi scambiandosi belle parole? - qualcuno suono alla porta. - Eccoli qui! Puoi chiedere direttamente a loro se vuoi. - imbarazzata fece per alzarsi ma qualcuno l'anricipô

- Vado io vado io vado iooooooooooo! - una chloe urlante scese dalle scale per poi dirigersi verso la porta d'ingresso. 

- Mamyyyyy! Papyyyyy! - saltó praticamente addosso ad entrambi. 

- Piccolina miaaaa! - rispose Emma prendendola meglio tra le sue braccia - ti è mancata la mamma? 

- Tanto tanto! Anche tu papy mi sei mancato tanto! 

- Ooohhh una sola settimana che siamo stati via e tu hai fatto tutti questi progressi amore? - intervenne killian seguito subito dopo da una Emma con gli occhi lucidi.

- Parli benissimo stellina mia

- Mi ha aiutato la zia! 

- Grazie Regina. 

- Figurati, ora cortesemente possiamo salutarvi anche noi???

- Certo che sì! - ci avvicinammo ma un'altro uragano ci travolse

- Finalmente siete arrivati! Mi avete portato un regalo vero? 

- Leila sei sempre la solita! Non vorresti prima salutarci! - rispose killian

- Certo che sì!!!!  - si abbracciarono anche loro - allora questi regali?

- I regali ci sono ma erano molti e in valigia non sarebbero mai entrati. Abbiamo pensato bene di spedirli per non doverne portare solo alcuni. arriveranno a breve!

- Che significa a breve? - intervenne chloe 

- Massimo un mesetto i vostri regali saranno qui!

- Ma è tantissimo tempo mamma!!! - si lamentò Leila sbuffando.

- Bentornati a casa amore- sentii dire da killian a bassa voce verso Emma la quale scoppió a ridere.

- Perché bimbe non fate vedere a mamma e papà il banchetto che abbiamo preparato per loro? 

- Faccio vedere io! Venite! - la peste di casa li prese per mano e li condusse fino alla grande tavola apparecchiata.

- Wowwww è meraviglioso ma non siamo mica stati in Africa a morire di fame! - disse Emma ridendo

- A dire il vero ti vedo dimagrita il che significa che o hai mangiato poco oppure avete consumato parecchio.... - le feci locchiolino

- Non sono sicuramente questioni da trattare ora non trovi? - mi indicó le sue bambine

- Mamma mammma è già passato un mese? 

- No chloe! Un mese è composto da molti giorni.

- Ma io voglio i miei regali! 

- Potresti ingannare l'attesa mangiando qualcosina non trovi? 

- Non posso! Ho avuto la bua. 

- Co.. cosa? Sei stata male? - il suo sguardo passo da lei a me e sua madre - è stata male? e non me lo avete detto????? 

- Calmati non ha avuto nulla! Solo un'indigestione alimentare. Se l'è procurata da sola mangiando schifezze di nascosto. 

- Amore miooooo! -la prese in braccio! Mi dispiace non essere stata lì con te! Puoi perdonare la mamma è il papà per questo? 

- Si, non è colpa vostra ma di zia. Io vi volevo chiamare ma lei mi ha detto di no! 

- Regina....

- Emma era roba da nulla! Se fosse stato qualcosa di più grave allora si ti avrei senz'altro chiamata. 

- Va bene ok l'importante è che ora tu stia bene. - la mise a terra e la mandó a giocare con gli altri mentre noi grandi ci radunammo in salone a mangiare e chiacchierare

- Allora... questa vacanza? - chiese snow - come è andata? Che avete fatto? Com'era il posto? Avete...

- Oi oi una domanda per volta mamma! - rise -  il viaggio è stato a dir poco meraviglioso: abbiamo visitato moltissimi posti, abbiamo visto spiagge meravigliose e Il cibo era ottimo.... una sola pecca:  le bimbe mi sono mancate tanto. 

- È si, l'unica cosa negativa perchè  altrimenti avremmo deciso di restare a vivere lì- continuó killian

- Non dirai sul serio spero.... e noi???? Siamo la vostra famiglia... non puoi prendere mia figlia è portartela dove meglio credi capitano! - lo rimprovero Snow con il suo solito fiume di parole 

- Dici snow! Sai cosa vuol dire che per una settimana nessuno è  mai entrato nella nostra camera mentre...

- Ok ok ok direi che basta così! - interveni Emma non appena vide il volto di David cambiare espressione alle allusioni di killian. Ormai il nostro caro Charming aveva accettato killian sotto tutti i punti di vista ma certe cose lo mandavano ancora in bestia. 

- Sarà meglio per tuo marito.....

***

POV EMMA 

 

Il ritrovo a casa non poteva essere che questo: Un grande caos. Gente che corre a destra e a sinistra, bambini che fanno le domande più assurde e amici e parenti ficcanaso. È vero è dura da gestire e l'intimità con mio marito è più semplice da trovare e mantenere se fossimo solamente noi due ma sapete una cosa?  Amo la mia vita esattamente così com'è...  senza tutto questo caos non saprei davvero vivere. 

 

 

Note dell'autore: piccolo resoconto del viaggio di Emma e killian. Non c'è nulla di particolarmente rilevante in questo aggiornamento ma era quello di cui avevo bisogno per mandare avanti la storia. Ho già il prossimo capitolo pronto... chissà: magari tra un paio di giorni lo posteró. A presto.

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Capitolo 29
*** Souvenir ***


 

POV KILLIAN

Chi avrebbe mai detto che capitan Uncino diventasse un giorno un cuoco provetto? Beh per quanto possa essere assurdo è la pura verità. Sono in cucina, quello che di solito è il regno di mia moglie, a cercare di mettere in atto un paio di ricette,che mi ha lasciato scritte, per il pranzo che da lì a poche ore si sarebbe tenuto con i miei suoceri e Regina. La mia adorata consorte aveva un impegno questa mattina e quindi  "giustamente" ha ben pensato di delegare me. 

- Papà che fai? Dov'è mamma ? - disse improvvisamente Leila entrando in cucina, era sabato e non c'era scuola 

- Papà sta cucinando amore. 

- La mamma è malata? 

- No tesoro perché mai dovrebbe esserlo?

- Perché stai cucinando tu! - rispose come a voler sottolineare l'ovvio.

- La mamma aveva un paio di commissioni da fare tutto qui. 

- Ma la sua macchina è qui!

- Ha usato la magia amore, era il modo più semplice per arrivare.

- Mmmh e tu sei sicuro che non abbia lasciato niente di commestibile già pronto? 

- Punto primo grazie della fiducia amore, punto sencondo: non dovrebbe essere tua sorella quella nella fase delle domande ad ogni mia risposta?

- Quella nana è impegnata a buttare all'aria l'intero armadio per cercare non ho ben capito cosa ! 

- Che sta facendo ??? 

- Hai capito benissimo! Quando mamma tornerà la uccidera fidati.- bene ci mancava anche questa adesso.

- Leila per favore vai a dare una mano a tua sorella a sistemare la stanza prima che arrivi vostra madre ok?

- Ma papà...

- Per favore tesoro! 

- Uffaaaaa! - fortunatamente non fu così difficile convincerla, non avrei avuto sicuramente il tempo di mettermi a fare anche l'uomo delle pulizie. Tornai così a concentrarmi sui fornelli fino a quando qualche minuto dopo la sentii rientrare. 

- Eccoti a casa finalmente - guardai l'orologio e mi resi conto che era passato più tempo del previsto - cosa ha detto whale? - chiesi preoccupato

- Mah niente di nuovo: è  stato solo un abbassamento di pressione. L'ennesimo. - sospiró - Dice che devo mangiare cibi ad alto contenuto di sale. 

- E per quell'altro incontro invece?

- Non ci sono andata a dire la verità! - la guardai brutto - Non prendertela con me. Whale mi ha fatto aspettare più di un'ora li. Tranquillo però, l'ho chiamato e mi ha detto che possiamo rimandare tutto alla prossima settimana. 

- È importante che tu vada lo sai vero?

- Lo so, lo so! - mi abbracció - tranquillo. 

- Senti... sicura che te la senti di andare a pranzo dai tuoi? Visto il tuo quasi svenimento di questa mattina magari sarebbe meglio se ti riposassi un po'! 

- Hai ragione, non è che mi senta poi tanto bene. Chiamala e rimanda tutto a questa sera se per loro non è un problema ma non allarmarli... in fondo è  stato solo un abbassamento di pressione, non serve che lo sappiano. 

- E cosa dovrei dirgli? - chiesi sapendo le capacita di snow di smascherarmi in dieci minuti quando si trattava di sua figlia. 

- Non lo so inventato qualcosa, io vado di sopra a stendermi un po'. - mmmh per dire così significa che non si sente ancora della quale... chiamo Snow invento la prima cavolata che mi viene in mente e ci organizzammo per vederci per cena dopodiché raggiungo mia moglie di sopra che nonostante le grida giocose delle nostre bambine dormiva beatamente nella nostra stanza. Abbiamo passato davvero una nottataccia ieri è giusto che riposi un po. La lascio tranquilla e per tenermi occupato decido di passare il pomeriggio con  i miei due gioiellini, giochiamo, coloriamo e poi visto che era ancora presto decisi di dare una sistemata a casa. La stanchezza si fece sentire anche per me così mi stesi sul divano a vedere un po' di tv. Ma nel giro di poco mi appisolai.  Mi svegliai intorno alle dieciotto e andai di sopra per cambiarmi per la serata. Una cosa mi andò all'occhio: mia moglie stava ancora dormendo... mmmh che stesse ancora male? Decisi di svegliarla per accertarmi della sua salute in modo tale da riuscire a chiamare Snow per tempo in caso non se la sentisse di andare.

- Amore... Emma tesoro... svegliati. 

- Killian... Mmh.... che ore sono? - disse assonnata

- Le sei del pomeriggio

- O Diooooo! - scattó a sedere 

- Eiii piano! Cerchiamo di evitare altri mancamenti per oggi. senti, ti ho svegliata solamente per sapere se te la senti di andare. 

- Sì certo che sì... 

- la tua faccia dice altro... dimmi la verità! 

- È la verità! Lo sai che ho dormito male questa notte.... la mia faccia dipende solo ed esclusivamente da questo. Ora ho  recuperato e quindi possiamo andare . - disse per poi baciarmi. - Vado a fare una doccia potresti pensare un attimo tu alle bambine? 

- Va bene, ma tu finita la doccia penserai a sistemare i regali.

- Che regali papy???? - disse chloe entrando improvvisamente  in stanza

- Stavi origliando signorina?- le dissi con disappunto... sa che non vogliamo che origli. 

- No no... - disse con fare innocente- che regalo però???

- I regalini che abbiamo preso un mesetto fa in vacanza quando siamo partiti ricordi? Sono arrivati!

- Evvivaaaaa! Vado a dire a Leila! 

- Scemotta come sua madre! - dissi non appena uscì 

- Eiiiiii! - rispose Emma  facendo la finta offesa

- shhh va a prepararti o faremo tardi.

- Agli ordiniiii! 

***

Come al solito eravamo in ritardo. Erano le 20 e 30 ed eravamo ancora a cada. Ah... tanto per la cronaca l'appuntamento era alle 20. 

- si può sapere perché voi donne ci mettete dei secoli interi a cambiarvi?

- Di che ti lamenti amore sei immortale giusto? - rise facendo sorridere anche me 

- Oooh è un sorriso quello che vedo? Alleluia sono giorni ormai che ti vedo su un'altro pianeta. Significa che ti stai riprendendo vero?

- Quante volte devo ripetertelo: sto bene. 

- Mmmh...- commentai 

- Farò finta di non aver sentito! Ora andiamo o faremo tardi.

Salimmo in macchina e ci recammo nel loft dei Charming,  è li che di sarebbe tenuta la serata. Appena varcammo la soglia mia suocera iniziò ad ispezionare Emma da testa a piedi. 

- tesoro tutto ok? - le chiese 

- Si mamma perché? 

- Non ti fai viva da una settimana e quando oggi killian mi ha detto di rimandare a stasera ho avuto un brutto presentimento. 

- Mamma sto benissimo davvero! - snow non ne sembrava convinta, glielo leggevo dalla faccia, ma fece comunque finta di niente e iniziò a sbaciucchiare le sue nipotine le quali erano felicissime di ricevere così tante attenzioni.

- Non solo ci avete dato buca a pranzo, avete anche la decenza di presentarci con quasi un'ora di ritardo? - come poteva mancare lei, la criticona di turno

- Regina è un piacere vedere che sei in ottima forma - le risposi per poi salutare sia lei che Robin.

- Nonnina io ho fame quando mangiamo? - disse la piccolina di casa 

- Amore anche adesso, è tutto pronto - ci guardò tutti - a tavola ragazzi.

- Mamma tieni abbiamo portato quello che hai chiesto ma non so come sia uscito, non l'ho cucinato io ma killian. 

- Allora io non lo mangio! - disse Leila spalleggiata successivamente da sua sorella, Neal e il piccolo Ronald.

- Bene bene allora niente gelato a fine serata! - dissi io lasciandoli a bocca aperta - Dai che sto scherzando! 

- Come mai ha cucinato killian e non tu? Ho ragione allora a dire che qualcosa non torna - riprese parola mia suocera.

- Mamma avevo un impegno questa mattina e sono dovuta uscire cosa c'è di strano in tutto questo? Dai andiamo a mangiare che ho fame. 

Fortunatamente l'interrogatorio fini li. Ci sedemmo a tavola, mangiammo tutte le pietanze preparate comprese le mie le quali stranamente ebbero un gran successo dopodiché ci andammo a sedere tutti sul divano. 

- allora Emma... il motivo di questa rimpatriata? - chiese Regina  

- Sono arrivati i souvenir della vacanza, con un po' di ritardo ma finalmente sono arrivati.

- Evvivaaaaaaa! Voglio il mio voglio il miooooo!

- Chloe calma tesoro. Piano piano li consegneremo tutti ok? 

- Va bene ma sbrigati mamma io voglio il mio! 

- Non lo avevo mica capito sai? - rise. Era troppo bello quando rideva. 

Andai in macchina a prendere lo scatolone dopodiché consegnammo tutto a tutti: le bambine ricevettero delle bambole cucite a mano davvero molto carine, i due maschietti dei modellini di macchinine intagliate in legno. Per regina un libro di ricette tipiche della zona visto il fatto che ormai si era dedicata alla cucina, per Robin un nuovo porta frecce, a David una cornice dove poter mettere la foto delle sue piccole pesti visto che chloe gliela aveva rotta qualche mese prima e per snow  un set di tovaglie e presine tutte ricamate a mano. 

- Grazie Emma, killian.... sono tutti davvero bellissimi, - esordi Snow che si fece portavoce per tutti

- Si mamma è bella bella la mia bambolina... Leila andiamo a giocarci di la? 

- Ma io volevo il gelato prima.

- Che ne dite di prendere il gelato adesso e di andarlo a mangiare di là bimbi???? - proposi

- Siiiiiiiii - risposero in coro mentre il restante del gruppo, esclusa mia moglie, mi guardó non capendo. In realtà avevo bisogno di parlare con loro senza minori nei dintorni e quello era l'unico modo per allontanarli. Ci pensó David a dare loro il gelato e subito dopo tornó in salotto da noi.

- Perché  li avresti amandati di la? 

- Abbiamo un souvenir in più e non volevamo che litigassero per averlo. 

- Allora hai fatto bene.... dicci cos'è così possiamo litigarcelo noi.... - rispose Regina ridendo e facendo ridere gli altri.

- Beh si, potrebbe essere un'idea ma meglio di no! Non vorremmo mai che litigaste a causa nostra - Risi - lo terremo noi in ricordo del magnifico viaggio che il mio amore mi ha regalato. - rispose Emma. 

- Va bene, come volete. Allora diteci: cos'è? Sono troppo curiosa... non è che per caso vi siete riportati qualche corallo? Se non sbaglio è vietato prenderli. 

- Ma ti pare mamma???? 

- E  vero che sono un pirata Snow ma rispetto la natura.

- E allora cosa avete riportato? 

- Beh vi diamo un piccolissimo indizio:   siamo partiti in due ma siamo tornati in tre.... - vidi le bocche di tutti i presenti aprirsi per lo stupore... nessuno di loro si stava aspettando una cosa del genere. Quella fase di gelo totale  duró troppo poco. Ben presto l'euforia prese il sopravvento. Mia suocera si alzò dal divano e corse in direzione di sua figlia per poi stringerla in un caloroso abbraccio 

- Amore mio non sai quanto sono felice! Congratulazione tesoroooooo - le disse ma si bloccò subito dopo non vedendo sorrisi o sguardi felici negli occhi di Emma - Che c'è amore mio non sei felice? - sapevo che Emma non avrebbe retto alle domande di snow quindi risposi io al suo posto

- Siamo più che felici, ne parlavano già da un po' e ci stavamo provando da un paio di mesi a dire la verità . Non è capitato per caso, lo abbiamo voluto.

- E allora??? - continuó Snow non capendo mentre anche gli altri mentalmente si stavamo ponendo la stessa domanda

- Dobbiamo dirvi altro... - li vidi diventare subito seri - beh... tesoro forse è il caso che lo dica tu. - dissi alla mie lei ma rispose di no con la testa - Eiiii!!! - mi sedetti accanto a lei -  lo ha detto anche Hopper, devi...

- Hopper? Che c'entra il grillo ora? - scattó Regina impaziente- Che diamine succede? - Guardai mia moglie ma non la vidi intenzionata a parlarne così presi nuovamente io la parola. 

- Ultimamente Emma non sta molto bene... ha abbassamenti di pressione, cali di glicemia, è arrivata perfino ad avere due svenimenti un paio di settimane fa.

- E non ci avete detto nullaaaaa???? Tu sopratutto... Hook! - mi rimproveró David - Mia figlia sta male e tu non mi dici nulla? 

- Papà calmati sono stata io a dirgli di non dirvi nulla!!! Lascatelo continuare. - David mi fece segno di andare avanti. 

- Anche questa mattina non si è sentita molto bene ecco perché abbiamo rimandato il pranzo...

- Whale che dice di tutto ciò? 

- Ci stavo arrivando... whale ha preso in esame il caso fin da subito e pensa che i malori di Emma possano essere collegati alla gravidanza e visto anche i precedenti - mi riferivo all'aborto di quasi un annetto fa ormai - Ha classificato la gravidanza di Emma come una gravidanza a rischio. - strinsi la mano di mia moglie a quella frase come a volerle dare tutto il mio supporto. 

- Da quando sapete tutto ciò? 

- Abbiano scoperto della gravidanza una settimana dopo che siamo rientrati fai Caraibi mentre per questo inconveniente.... 

- È passato un mese e mezzo da quel giorno... nessuno di voi due ha avuto la decenza di informarci? Mi meraviglio di te killian.

- Volevamo aspettare i soliti tre mesi per accertarci che tutto fosse ok ma visto che da quel dì sono più le volte che passiamo le mattinate in ospedale che a casa abbiamo ritenuto giusto farvelo sapere tramite noi piuttosto che da altri. - nella stanza caló il gelo, nessuno inizialmente osó proferire parola fino a quando non intervenne Regina

- Beh... è classificata gravidanza a rischio ma non è detto che succederà il peggio non trovate? - provó ad incoraggiare lei,me e i presenti - Ci siamo noi con te Emma, ti staremo vicino e ti aiuteremo in tutto.

- Grazie regina ma non voglio pesare su di voi, volevamo solo informarvi. 

- Tranquilla non pesi affatto, lo facciamo con piacere,  conta pure su di noi.

- Amore di mamma!!!! - Snow si andò a sedere vicino a lei e l'abbracció - vuoi andare di sopra a riposarti un po'? Vuoi mangiare qualcosa? Vuoi...

- È proprio questo che non voglio... non voglio essere trattata come una moribonda. - disse a voce un po' troppo sostenuta. - Fisicamente al momento sto bene...  è psicologicamente che sto a pezzi. Tutte queste oppressioni non mi aiutano di certo. Ho deciso di dirvelo punto primo per affrontare la cosa, punto secondo per non mentirvi. Non ve l'ho detto di certo per farmi compatire. Voglio essere trattata normalmente. 

- Hai ragione amore scusami. 

- Le bambine lo sanno? Del bambino dico.... - disse a quel punto David cercando di cambiare il discorso 

- No e non voglio che lo sappiano ancora. Se dovessi.... si insomma se non dovesse.... farcela, non voglio che ci rimangano male. Voglio aspettare che la fase di rischio passi....

- Potrebbero volerci mesi tesoro... - le dissi io...

- Ormai sono abituata a fingere....

È si era un mese che ci portavamo quel fardello dentro senza dire nulla a nessuno e se devo essere sincero mi sento molto sollevato di aver confidato il tutto alla nostra famiglia. Stiamo  affrontando la seconda battaglia più importante della nostra vita. La prima purtroppo l'abbiamo persa. Questa volta sono sicuro che non succederà. 

 

Note dell'autore: come promesso ecco l'aggiornamento. Troppo presto???? Ehehehehhehehe. Cosa succederà ora visto che situazione non è per nulla semplice? Sono cattivella lo so ma la mia testa ha elaborato questo... prendetevela con lei. A prestoooo.

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Capitolo 30
*** Primo trimestre ***


POV KILLIAN

 

Dal giorno in cui confessammo il nostro piccolo segreto alla nostra famiglia molte cose cambiarono. Snow come potete immaginare era sempre onnipresente nonostante i continui rimproveri di Emma che lei non  sembrava minimamente ascoltare mentre Regina e Robin si impegnarono a portare e riprendere le bimbe da scuola quando ne io e ne David eravamo disponibili. Casa nostra era diventata un porto di mare in pratica. C'era solo una cosa positiva in tutto questo David aveva già mandato Emma in congedo parentale. Certo tutto questo aveva scaturito la sua ira ma tutti noi sapevamo che era l'unica cosa sensata da fare per garantirle del riposo assicurato. 

- Non voglio starmene a casa per altri otto mesi. - si lamentò dopo la prima settimana di riposo forzato.

- Tornerai a lavoro quando whale vi considererà fuori pericolo. 

- Potrebbe non farlo mai lo sai anche tu. 

- e allora vorrà dire che riposerai fino a quando non nascerà. Sai anche tu che è la soluzione migliore per entrambi. 

- Si è solo che stare a casa mi da la consapevolezza di non stare bene e questo mi crea ansia... ho paura Killian.

- Non devi averne sono sicuro che andrà tutto bene. Pensa che tutto questo è solo per precauzione ok? - annui - Bene ora però è tardi e abbiamo entrambi bisogno di dormire. - la strinsi a me e aspettai che Morfeo la rapisse per poi lasciarmi trasportare anche io nel mondo dei sogni. 

Mi svegliai solamente due volte quella notte e tutte e due perché  la sentii rimettere in bagno. In nessuno dei due casi volle farsi aiutare, si limitò a dirmi che la nausea era normale in gravidanza e con il suo fare "elegante" mi rispedì a letto.  Avrei voluto darle un po' di sostegno sia quella sera che i giorni a venire quando le  capitava di avere dei mancamenti ma poi vedendo che le davano fastidio queste attenzioni decisi di non intervenire più se non in casi di estrema necessità. Purtroppo per me quel giorno non tardò ad arrivare....

era mattina e tutti i programmi che avevo in serbo per quel giorno per me e la mia bella vennero spazzati via in un batter d'occhio. Venni chiamato al porto da Spugna per un problema con due pescherecci che a quanto pare non riuscivano a gestire le cose senza di me. Provai a chiamare Snow per sapere se fosse disponibile a stare un po' con Emma  ma era a scuola, David era a lavoro e Regia ad una riunione cittadina. Leila era a scuola mentre Chloe no in quanto nel suo asilo era stato indetto uno sciopero. facendo due calcoli quindi  solo la più piccolina sarebbe rimasta a casa con Emma. Mmh la cosa non piaceva per niente. Dovevo trovare una soluzione per non lasciarle a casa da sole. 

- sicura che non vuoi venire con me? - dissi improvvisamente 

- A lavoro??? Vuoi seriamente portarmi a lavoro con te per controllarmi killian? 

- Ieri sera eri uno straccio, non dirmi di no, avrai rimesso anche l'anima e questa mattina non è stato da meno. Starei più tranquillo se venissi con me. 

- Qui a casa posso riposare di più, posso vedere un film, mangiare, dormire o leggere un libro. 

- E chloe? 

- Chloe rimarrà con me! Che  sarà mai una bimba di tre anni.

- Ti ricordo che quella bimba è nostra figlia, la seconda per la precisione e non è decisamente un angioletto.

- Staremo benone killian ora va o farai tardi. 

- Prometti di chiamarmi per qualsiasi cosa, anche la più stupida!

- Promesso. Ora va però. - mi bació frettolosamente. 

- Tornerò prestissimo amore. - prima di andare via passai a salutare chloe e mi raccomandai di non dare fastidio a sua madre per nessun motivo al mondo e di fare la brava dopodiché mi recai al molo con una strana sensazione in corpo.

 

***

 

POV EMMA

 

- Niente da fare, quella mattina il mio stomaco non ne voleva proprio sapere di starsene tranquillo. Era dalla sera prima che rimettevo ogni mezz'ora e la cosa sembrava non voler migliorare. Si è vero la nausea e tutto quello che ne consegue sono sintomi tipici della gravidanza ma a me non sembrava proprio la classica nausea questa. Nessuna nausea nelle tre precedenti gravidanze è durata tutte queste ore. Whale mi ha raccomandata di chiamarlo per ogni sintomo sospetto secondo me non riguardande una gravidanza e sinceramente non so cosa fare, ma visto che già vado da lui per le analisi una volta a settimana non mi va di rompergli le scatole anche ora che non sono sicura. Aspetterò un'altro po e poi vedrò il da farsi. Mi do una rinfrescata al viso e vado a dare una controllata alla mia piccolina. c'è troppo silenzio in casa e quando c'è tutto questo silenzio il mio dolce terremoto sta sempre combinando qualche casino. Vado nella sua cameretta ma stranamente la trovo seduta composta a disegnare.

- Amorino miooo, come mai tutto questo silenzio? Che stai combinando?

- Niente! Papy mi ha detto di non fare casino. Quindi posso solo disegnare.

- Non dar retta a quello che ha detto papà, che ti piacerebbe fare? Vuoi giocare un po' con la mamma? - dissi sapendo quanto le piaceva giocare con me.

- Papy dice che devi riposare...  hai la bua mamma? - odio mentirle. 

- No amore non ho nulla... allora vuoi giocare con la mamma?

- Papy non si arrabbierà con me vero? 

- No piccolina, certo che no.

- Allora si! - la vidi sorridere con i suoi meravigliosi dentini - possiamo giocare a nascondino???? - quel gioco mi ricordava il rapimento di Leila... perché mai le mie figlie dovevano avere il chiodo fisso di nascondersi dovunque gli andasse a tiro? - Solo in casa mamma e senza magia ok? - sembrava come avermi letto nel pensiero. 

- Va bene comincia pure a nasconderti piccoletta.... 

 

***

Ormai era un'oretta buona che quel gioco andava avanti e ancora la mia piccola non dava segni di essersi stufata. Quella che iniziava a dare segni di censimento ero io: improvvisamente mentre ero al piano di sotto a cercarla ebbi un giramento di testa più forte di quelli avuti nei giorni precedenti. Fortuna volle che ero vicina al tavolo della cucina per pitermi appoggiare altrimenti penso proprio che sarei finita dritta dritta a terra. Bene! Quella era ufficialmente una mattinata da dimenticare. Decisi di stendermi un pochino, credevo che per cinque minuti la mia bimba non si sarebbe accorta di nulla invece mi sbagliavo, tre secondi dopo era già da me: 

- mammina che hai???? 

- Niente amore. Mi sono messa qui a riflettere su dove potessi esserti nascosta.

- Allora vado a nascondermi così pensi meglio ok? Non farmi aspettare troppo. - la vidi sgattaiolare al piano di sopra e successivamente sentii dirle - mamy sono nascosta vieni a trovarmi. - Ok relax finito, il lavoro da mamma mi chiamava. Andai di corsa di sopra avendo almeno un indizio su dove cercare ma  le scale furono un grande ostacolo da superare: le mie gambe erano diventate improvvisamente pesanti neanche avessi corso per ore una maratona. Ignorai i sintomi e continuai la ricerca. La trovai in camera sua nascosta tra i suoi numerosissimi peluche giganti 

- Mamy mi hai trovata! Ora tocca a te! Corri a nasconderti! - correre...magari fosse stato possibile. Deciso di nascondermi in bagno ma più per un fatto fisiologico che altro, il mio stomaco iniziava nuovamente a fare i capricci ed era meglio restare nelle vicinanze di un lavandino. Sentivo la mia piccolina aggirarsi per tutta casa nell'intento di  cercarmi ma man mano che passava il tempo la mia testa diventava sempre più pesante, lo stomaco inizió a farmi sempre più  male e per di più iniziai ad ad avere freddo... troppo freddo. Ecco, quello non era decisamente un sintomo da gravidanza. Mi alzai dallo sbabello dove mi ero momentaneamente appoggiata  ma un nuovo sintomo mi colpì spaventandomi a morte: iniziai a vedere tutto sfocato. "Emma non entrare nel panico... prendi il cellulare e chiama aiuto." più facile a dirsi che a farsi, nell'istante in cui cercai di afferrare la porta per andare nella mia stanza mi ritrovai direttamente a terra in ginocchio. Il panico comincó a prendersi possesso di me... stava succedendo qualcosa me lo sentivo, il mio corpo non rispondeva ai miei comandi e mille idee iniziarono a passare per la mia testa: che stesse succedendo qualcosa al bambino?  No no no... Non potevo assolutamente permetterlo. Oltre a questa grande preoccupazione pensai a Chloe: e se avessi perso i sensi? Sarebbe rimasta a casa da sola. E se sarebbe entrata in bagno e si sarebbe spaventata? Nell'ultimo  barlume di lucidità che ebbi feci l'unica cosa sensata:

- CHLOEEEE! CORRI IN BAGNO! - gridai sperando mi sentisse....  - il mio cervello si stava scollegando pian piano, non riuscivo a sentire i rumori intorno a me e anche la forza di parlare se ne stava andando.  Temetti  che chloe non mi avesse sentito  così pregai che killian tornasse a casa prima che mi trovasse la bambina. Non avrei mai voluto che mi vedesse in quelle condizioni.

- Mamy mi hai chiamata? - riuscii a sentire la sua voce in lontananza. Mi sforzai ad alzare lo sguardo e la vidi esattamente davanti a me... la sentivo lontana ma in verità era qui. Con le ultime forse che avevo provai ad alzarmi e a pronunciare almeno una frase di senso compiuto:

- Chi.... chiama il.... 9....1.....1. - Da lì in buio.

 

***

NARRATORE 

 

Da lì fu un attimo la salvatrice cadde a terra priva di sensi davanti gli occhi della più piccolina che si spaventò. 

- Mamy! Mamy!!!!! - gridó cercando di farsi sentire ma niente... Emma non era cosciente e nonostante il pianto disperato di sua figlia e i suoi continui richiami per attirare la sua attenzione non sembrava intenzionata a voler riaprire gli occhi. La bimba corse di sotto gridando il nome di tutti i suoi famigliari per farsi aiutare ma nessuno di loro era in casa; lo sapeva ma in quel momento era il panico e la paura a farla agire così. Prese il telefono dalla borsa di sua madre e con mano tremante digitó un numero.

 

- 911 come posso aiutarla.

- Ciao... - rispose titubante non sapendo chi ci fosse dall'altro capo del telefono - mamma mi ha detto di chiamare. - la sua voce era spaventata e ci volle poco a quelli del soccorso a capire che si trattava di una bambina. 

- Ciao piccolina come ti chiami? - dovevano tranquillizzarla se volevano informazioni. 

- Chloe!

- Che bel nome e quanti anni hai chloe? 

- Tre.

- Bene... la mamma è lì con te? 

- No è di sopra. In bagno.

- Puoi passarmela?

- È caduta e si è addormentata subito. Non risponde se la chiamo.

- Ok chloe, prendi il telefono e corri dalla mamma ok? Dimmi quando sei arrivata. - Obbedì 

- Eccomi.

- Brava, la mamma continua a dormire? 

- Si.

- Ok, prova a mettere un ditino sotto il naso della tua mamma: ti fa il solletico? 

- Si!

- Bene allora la tua mamma sta respirando. 

- Ho paura!!!

- No tesoro. On devi sta andando tutto bene.

- Sono a casa da sola! 

- Stiamo venendo da te per farti compagnia e aiutare la mamma. Sai dirmi dove abiti chloe? 

- Alla casa blu! 

- Mmm... dimmi il nome della tua mamma allora, così posso fare delle ricerche tramite lo sceriffo e capire dove abiti.

- Mamma è Emma! Emma Swan.

- So perfettamente dove abiti piccolina! Stiamo arrivando tu nel mentre resta al telefono con me ok? Sei stata molto brava; la tua mamma deve essere orgogliosa di te.

- Io paura! - disse nuovamente 

- Non devi averne stiamo arrivando e la tua mamma starà benone. Ok?

- Ok

Rimase al telefono con loro per ben buoni dieci minuti fino a quando finalmente le parole che tanto aspettava arrivarono a farsi sentire: 

- senti una sirena in lontananza chloe?

- Si!

- Siamo arrivati piccola. Corri ad aprirci il portone di casa così possiamo aiutare la mamma. 

- Va bene. 

***

POV KILLIAN.

 

 il senso di angoscia che avevo quella mattina non appena varcai la soglia di casa per andare a lavoro non mi abbandonó neanche per mezzo secondo. Possibile che io debba essere sempre così pessimista? pensai ma invece avevo ragione. Subito dopo aver risolto il problemino al porto decisi di tornare a casa nonostante il molto lavoro che ancora restava da fare. Non riuscivo a lavorare in quelle condizioni, dovevo tornare a casa e accertarmi che tutto fosse ok e che il mio stato d'animo era solamente frutto delle mie ansie. Purtroppo non fu così. Già a qualche metro di distanza da casa iniziai a vedere qualcosa di sospetto... delle lucine blu lampeggianti... che diavolo ci faceva David con la macchina di servizio a casa mia? Solamente dopo, avvicinandomi, decifrai che quella non era assolutamente la pattuglia dello sceriffo ma bensì un'ambulanza. E già! C'era un'ambulanza davanti a casa mia con non so quanta gente curiosa intorno. Corsi con quanto più fiato avevo in corpo e arrivai nel mio cortile dove vidi dei paramedici portare mia moglie fuori casa con una barella. 

 

- Emma! EMMAAAA! - provai ad avvicinarmi a lei ma altri paramedici mi impedirono di farlo

- signore non può passare mi dispiace. 

- È casa mia! Quella è mia moglie! E in casa c'è anche la mia bambina non potete tenermi qui.

- Sua figlia è con i miei colleghi e sua moglie è in buone mani. La prego non mi costringa ad usare la forza. 

- Aspetta un bambino. Mia moglie aspetta un bambino! Dubito che i medici lo sappiano. Per favore mi faccia passa la prego. - stranamente acconsenti e nel giro di poco mi ritrovai davanti a tutte quelle persone che parlavano in termini troppo medici senza sapere cosa effettivamente avesse mia moglie. Mi fecero delle domande e alla fine mi chiesero di raggiungerli in ospedale non appena avessi recuperato la bambina. Vidi mia moglie essere portata via e nello stesso momento la mia piccola di fece sentire

- Papy sei arrivato! 

- Amore di papà come stai è? ti sei spaventata? - le chiesi non potendo immaginare cosa fosse realmente accaduto. 

- Questo signore mi ha detto che sono stata proprio brava. - non capivo

- Sua figlia ci ha chiamati!

- Davvero? Chiesi sorpreso pensavo fosse stata Emma prima di perdere i sensi a chiamarli. 

- Si è stata davvero molto brava, grazie a lei siamo intervenuti tempestivamente.

- La mamma mi ha detto di chiamare! 

- Amore mio sei stata bravissima. Papà è molto orgoglioso di te. - le baciai la guancia.

- Andiamo dalla mamma??? - chiese improvvisamente. 

- Ora dovró lasciarti dalla nonna amore ok? Va papà dalla mamma. Non appena si sarà svegliata ti farò venire a trovarla ok? 

- Va bene. - accompagnai in fretta chloe all'asilo dove lavorava Snow e le  spiegai l'accaduto. Per poco non ebbe un infarto. Lasció per un momento il suo panico genitoriale da parte e mi assicuro di farsi  portavoce con gli altri e mi lascio andare da mia moglie con la promessa che ci avrebbe raggiunto subito dopo il lavoro. 

In ospedale nessuno riusciva a dirmi che diamine avesse Emma. Le loro frasi variavano tra "appena uscirà il medico dalla sua stanza la chiameremo" a "non si preoccupi è in buone mani". Per ottenere una risposta di senso compiuto dovetti aspettare la sera verso le nove. Eravamo tutti lì in sala d'attesa escluse le bambine che erano con henry il quale era tornato appositamente da Boston per tenerle, quando whale ci raggiunse.

- Allora???? Come sta??? - chiesi andandogli in contro.

- Si è appena svegliata;è stata incosciente per tutto questo tempo. Temevo quasi stesse per entrare in coma. - a quelle parole mi pietrificai 

- Ma fortunatamente non è stato così vero?

- Fortunatamente ma i suoi valori vitali erano bassissimi killian. Anche le sue difese immunitarie sono molto basse. Stiamo cercando di riportare i suoi valori nella norma ma dubito che la dimetterò se le difese immunitarie continueranno ad essere così basse. Qualsiasi cosa: un colpo di freddo, un virus le porterebbe qualche patologia che influenzerebbe di sicuro la gravidanza. Se vogliamo evitare la tragedia già vissuta in passato io la terrei qui fino a miglioramenti evidenti. 

- Assolutamente si! Fai tutto ciò che è un tuo potere per tenerli al sicuro. 

- Non disperare ok? - mi disse ma il suo sguardo non prometteva nulla di buono

- dimmi la verità: le possibilità che porti a termine la gravidanza sono buone?

- È difficile dirlo adesso killian... i primi tre mesi di gestazione sono imprevedibili già di loro se ci aggiungiamo anche altri fattori la cosa non migliora di certo. Ho monitorato il feto poco fa e sembrerebbe stare bene... è la mamma che mi preoccupa...

- Posso vederla? 

- Assolutamente si. È nella stanza 308. 

Non vedevo l'ora di poterla vedere... dovevo assicurarmi con i miei occhi che stesse meglio di come l'avevo vista quel pomeriggio. Attraversai con grande corsa il corridoio e finalmente arrivai nella sua stanza. Non era sola, altre due ragazze erano ricoverate con lei. Le salutai educatamente dopodiché corsi da mia moglie. Il suo colorito faceva paura.

- Perche mi devi far prendere un colpo ogni volta è? 

- Zitto e abbracciami! Mi sono spaventata a morte questa volta. - non me lo feci ripetere due volete. - Che ti ha detto whale? - mi chiese - a me ha detto poco e niente e sinceramente non vorrei che mi avesse mentito.

- Ha detto che ti terrà in osservazione per qualche giorno.

-  E Il bambino? Come sta il bambino?? Non mi ha detto niente di questo... 

- lui o lei sta bene... è la sua mamma che non sta tanto della quale. 

- Ho paura killian... non ho assolutamente un buon presentimento...

- Devi avere speranza amore... dobbiamo avere speranza. 

- Ma l'altra volta...

- L'altra volta è successa una tragedia, ora impediremo con tutte le nostre forze che questo accada di nuovo...

- Forse non è destino.... forse non... - dovevo mettere fine a quel fiume di parole. 

- Guardami! - la presi per le spalle e la feci voltare verso di me - non voglio più sentirti parlare così. Noi ce la faremo ok? - non mi rispose - ok Emma????  - dissi a voce più sostenuta.. dovevo spronarla in qualche modo. Stava per rispondermi ma le parole sostituirono le lacrime non appena nella stanza entró un'infermiera con due bambini, i figli delle altre sue ragazze. Era il reparto di ostetricia quello in cui era stata ricoverata, era scontato che ci fossero neo-mamme li. Purtroppo mia moglie non era preparata a questo è mi ritrovai così a cercare inutilmente di tranquillizzarla. Sapevo a cosa stava pensando ma mai e poi mai avrei permesso che perdesse un altro figlio. Anche gli altri entrarono proprio in quel momento e anche loro capirono al volo il motivo di quel pianto disperato che si ritrovarono  davanti. Provammo a chiedere  a whale se fosse possibile spostarla di stanza ma al momento tutto era occupato. Ignorai il gran caos di bimbi urlanti che ci circondavano e mi  concentrai su di lei fino a quando a causa della stanchezza e della debolezza non si addormentò. L'orario di visite era finito da un pezzo ormai e anche se whale mi aveva lasciato un'altra ora a disposizione era giunto anche per me il tempo di tornare a casa. Mi allontanai dalla sua stanza solamente dopo averle dato un casto bacio e mi recai verso l'uscita. Saperla lì da sola non mi rendeva tranquillo, le bambine erano a casa supervisionate da henry e i nonni così pensai bene di rimanere lì nella sala daspetto del pronto soccorso. Sono stato un pirata per secoli, restare una notte sveglio non mi avrebbe di certo creato problemi. Fu così che passai l'intera settimana li: tra la stanza di mi moglie e quelle scomode panchine della sala d'aspetto. Whale era stato fiducioso per tutta il giorno, Emma aveva superato tutte le nostre aspettative e sembrava miracolosamente guarita se tutto fosse rimasto invariato al controllo  successivo  sarebbe di sicuro stata dimessa. Ero felice come non mai di riportare la mia dolce metà a casa ma purtroppo alle tre e un quarto di notte qualcosa cambio. Inizialmente non capii cosa stessero dicendo, mi ero da poco appisolato es ero ancora nella fase di dormiveglia: capii solo le parole  codice rosso e stanza 308. Scattai in piedi pronto a raggiungere mia moglie sperando non fosse lei la paziente da soccorrere ma purtroppo nessuno mi fece avvicinare. Purtroppo era proprio lei. Si susseguirono ore interminabili e se non fosse stato per i miei familiari che corsero immediatamente avvertiti da whale molto probabilmente mi sarebbe venuto un infarto o qualcosa del genere.

- Killian... - la voce di whale risuonò alle orecchie come un allarme un paio di ore dopo.  

- Che le è successo??? 

- Puoi seguirmi nel mio studio??

- No tutto quello che devi dirmi puoi dirlo anche qui. Non ho segreti con loro.

- Tua moglie sta male... molto male. La sua pressione è troppo passa e stessa cosa per la glicemia. Battito cardiaco irregolare e come se non bastasse le sue difese immunitarie sono di gran lunga al di sotto della soglia minima. È in terapia intensiva. 

Non dissi mezza parola... nella mia testa le notizie continuavano a corre avanti e indietro senza capirne davvero il significato... ero diventato un'automa. 

- che significa tutto questo... - chiese regina. - da cosa è dipeso... c'è una cura per aiutarla?

- Credo che tutto dipenda dalla gravidanza. Il bambino prende nutrimento dalla madre ma in questo caso il bambino sta richiedendo troppo e Emma non riesce a sopperire a tutto. Potrebbe essere solo una fase e risolversi da sola o potrebbe essere una cosa duratura. In quel caso però dubito che riusciremo ad andare avanti ancora per molto. Il corpo di Emma se non riuscirà a dare il giusto nutrimento al feto provvederà a combatterlo e in quel caso potremmo avere un.... sentire ve lo dico direttamente: non vedo molto futuro per questa gravidanza...

- Tu farai tutto il possibile per salvarli entrambi ok??????? Non voglio sentire altro whale rimboccati le maniche e salvali! - non so da dove mi uscì tutta quella rabbia so solo che lo presi per il camice e lo buttai a terra con quanta più forza avevo in corpo. 

- Killian calmati! - provó David cercando di fermarmi ma ormai ero completamente fuori di senno. So che non era colpa sua ma non sapevo con chi altro prendermela. 

- Farò tutto il possibile - mi disse - ma tu cerca di restare con i piedi per terra... non posso fare miracoli. 

***

Non mi fecero vedere mia moglie per quattro lunghissimi giorni. La prognosi era riservata e l'unica cosa che ci dicevano era che era stabile. Ormai non avevo più la forza di fare nulla. Volevo riavere mia moglie al mio fianco e avrei fatto di tutto per far sì che questo accadesse. Ero seduto su una panchina con David e Robin quando sentii whale gridare come un pazzo verso quello che era a tutti gli effetti un infermiere. 

- sei un'incoscente volevi  forse ucciderla????? - disse ma non sapevo a cosa o a chi si stessero riferendo; non mi interessava a dire la verità, mi interessava solamente lo stato di salute di mia moglie e del mio futuro figlio. Immerso nei pensieri non mi accorsi che whale entró qualche minuto dopo  in camera di Emma . Mi accorsi della sua presenza solamente quando ne uscì.

- Ho bisogno di parlarti... - disse serio e io scattai in piedi come un soldatino - Ho ricontrollato tutte le analisi fatte nel mese precedente fino ad oggi ed ho scoperto una cosa. Emma è stata colpita da una piccola infezione che non curata a portato a tutti i sintomi avuti fino al suo ricovero. Una volta arrivata qui in ospedale è stata prontamente curata e come hai potuto vedere anche tu è migliorata ed è stata bene per giorni... poi è  arrivati il peggioramento. pensavo l'infezione non fosse stata sconfitta, che ci fosse qualcosa per cui Emma non rispondeva alle cure e invece mi sbagliavo. 

- Hai scoperto cos'ha quindi?- chiesi  speranzoso.

- Tua moglie non ha nulla killian... o almeno non aveva più nulla dopo aver sconfitto l'infezione.

- Non capisco whale. 

- Ho letto la cartella clinica di tua moglie ieri sera per capire cos'altro fare per aiutarla ma mi sono imbattuto in qualcosa di molto strano. C'e stato uno scambio di cartelle. Un tirocinante  per errore ha invertito due  cartelle e così ha somministrato il medicinale sbagliato a tua moglie che insieme a quelli giusti dati in precedenza hanno portato a tutti questi squilibri. 

- Mi... mia moglie sta male per un vostro errore???? - mi alzai pronto a farlo fuori ma David prontamente mi fermó.

- Il ragazzo ha fatto confusione con le cartelle e ha fatto questo casino. So che non c'è giustificazione tutto questo ma ti dico che abbiamo già provveduto ad un richiamo disciplinare. mi  sembrava giusto avvertirti. 

- Puoi guarirla??? 

- Ci sto provando da questa notte devi credermi ma non risponde a nessuna cura... il suo sistema immunitario è troppo compromesso. Non so se posso fare altro sinceramente....

- Mi... mi stai dicendo che... - non riuscivo neanche a formularla quella frase

- ti sto dicendo di prepararti a tutto. Mi dispiace non volevo andasse così. 

Caddi a terra nonostante i tentativi dei miei amici di sorreggermi. Mia moglie poteva morire? Mio figlio poteva morire??? No... non poteva essere vero... stavo sognando, quello doveva essere solo uno stupidissimo sogno. No... purtroppo non era un sogno... bastava vedere le facce di tutti i miei parenti per capire che quella era la dura verità. Come avrei fatto a vivere senza mia moglie? Non credo che ci sarei mai riuscito. tutti  continuavano a dirmi di essere forte per le bambine ma sinceramente in quel momento non riuscivo ad essere forte per nessuno. Sarà egoistico da dire ma stavo pensando solo al mio dolore... non riuscivo a pensare ad altro. 

Passó un altro giorno e la situazione non miglioró di una virgola. Regina portó per la prima volta le bambine ed henry in ospedale. Henry sapeva già tutto e la sua faccia parlava da sola, Leila capì qualcosa non appena ci vide in faccia e chloe... beh la piccolina mi chiese di sua madre ma appena scoppiai a piangere come un bambino davanti ai suoi occhi ecco che iniziò a piangere anche lei. 

- vedo che mi avete dato retta. - disse whale vedendo la mia prole. Era stato lui a dire a regina di portare i ragazzi, non sapendo come sarebbe andata a finire secondo lui era giusto che i ragazzi salutassero la loro mamma. 

- Fammi solo due favori:- gli dissi - Fai in modo che non la vedano come l'ho vista io l'ultima volta. Rendila almeno presentabile. 

- Ho già provveduto a questo... poi?

- E poi sparisci dalla mia vista. - fece come le venne chiesto ma non prima di dire  a noi presenti che avevamo il libero accesso nella camera di Emma. Entrarono prima Robin e regina, successivamente snow e David. Fu il turno di henry subito dopo, volle entrare da solo e nessuno di noi osó ostacolarlo. Arrivó anche il mio turno e quello delle bambine 

- te la senti? - mi chiese Regina - posso accompagnarle io se non vuoi. - non le risposi, presi per mano entrambe le mie figlie e facendomi forza entrai nella stanza. Vidi uscire dagli occhi di Leila delle lacrime silenziose non appena vide sua madre e li capii che qualcosa nel suo cervello si stava facendo spazio. 

- Papà... la mamma tornerà a Casa vero???? - mi chiese scrutandomi 

- Amore di papà... - provai a dirle ma mi fermó senza lasciarmi continuare 

- non dirmi una bugia per favore.

- Stiamo facendo tutto il possibile per farla tornare da noi. - mi avrebbe odiato per sempre forse ma non potevo dirle che whale stava dando Emma per spacciata. Non potevano arrenderci... non volevo arrendermi. 

- Posso sedermi vicino a lei? 

- certo che  sì. 

- Pure io papy! Voglio dare un bacino alla mamma. 

- Vieni ti aiuto io chloe - disse sua sorella. - il primo gesto carino nei suoi confronti da tre anni a questa parte. Nessun nomignolo, nessun verso per prenderla in giro... niente di niente, solo un gesto di puro altruismo verso sua sorella minore. La vidi prenderla in braccio e sederla vicino alla loro mamma, poi fece il giro del letto e andò a sedersi dall'altro lato anche lei. Chloe parló con Emma ma naturalmente quest'ultima non rispose. Leila si limitò a sistemarle i capelli e a giocare con i suoi lineamenti. Il mio cuore stava scoppiando di dolore nel vedere quella scena ma non potevo negare a loro quel contatto così intimo. Mi sedetti sulla poltrona della stanza e le lasciai fare. La scena era troppo dolorosa così smisi di guardare e mi concentrai guardando  altrove ma Improvvisamente un forte colpo di vento mi attraversó. Non capii cosa fosse so solo che due secondi dopo sentii la voce di mia moglie chiamare le bambine. 

- Mamma mamma sei svegliaaaaaa! - disse chloe esultando. 

- Emma! - scattai in piedi raggiungendola.

- Killian amore.... che... che  diamine è successo? 

- È quello che mi sto chiedendo anche io... amori cosa è successo? - chiesi spiegazioni alle uniche due che forse potevano saperlo. 

- Ho preso la manina di Leila, insieme abbiamo poggiato le nostre manine qui - indico un punto all'altezza del cuore di Emma - e  poi abbiamo dato un bacino alla mamma

- Il bacio del vero amore - dissi in contemporanea con Emma.

- Amori avete salvato la mamma! - altre lacrime uscirono dai miei occhi, questa volta erano lacrime di gioia. Chiamammo whale che ci confermo la prognosi di Emma: era fuori pericolo... tutti e due in realtà erano fuori pericolo. Whale si scusò anche con lei per l'errore del suo collega dopodiché ci lascio da soli insieme alla nostra famiglia.

- Tutto bene quel che finisce bene non trovate? - Disse snow abbracciando suo marito. 

- Siamo state brave mammina? 

- Brave?!?! Siete state meravigliose! Mi avete salvato la vita amori. 

- Non hanno salvato solo la tua - le ricordai stringendole la mono

- Chi altro abbiamo salvato papà? - chiese quella curiosona di chloe. Guardai Emma ma entrambi concordammo che era ancora troppo presto per dirlo a loro. 

- Avete salvato tutta, ma proprio tutta la nostra famiglia amori. 

- In che senso? Qualcun'altro stava male? - si intromise l'altra.

- Tra qualche tempo capirete anche voi.  Non preoccupatevi. Ora dritte a casa che è tardi. Le affidai alle cure di regina dopodiché li congedai tutti.

- Insomma mi hanno detto che hai pianto come un bambino- mi provocó Emma

- Stavi per lasciarci le penne! 

- avrei trovato un modo per sopravvivere.

- Mi dispiace ma non sei brava quanto me! - le dissi per poi abbracciarla - a parte gli scherzi, non farmi più una cosa del genere....

- Stai tranquillo ho lottato tanto per avere questa famiglia che non mi faró sconfiggere proprio ora che stiamo per allargarla. 

- Ma ci pensi? Un altro jones in arrivo. - le accarezzai per la prima volta la pancia. Ero sempre stato restio per via del rischio di poterlo/a perdere ma ora voglio solo godermi ogni momento - l'ultimo caro mio sia ben chiaro. - specificó lei.

- Per ora concordo con te!!!!

- dici che pareggeremo o la squadra rosa passerà definitivamente in vantaggio? - disse con un ghigno 

- Sai che ti dico???? Mi sarebbe piaciuto un maschietto ma ora non mi importa... le cose importanti sono altre e io voglio solamente vivermi la vita con tutti voi... 

 

 

note dell'autore: non  abituatevi a questo trattamento perché già da domani inizierò forse a rallentare un po'. Sono stata cattivella in questo aggiornamento ma penso di essere riuscita a farmi perdonare alla fine. Tutto bene quel che finisce  bene no? Fatemi sapere che ne pensate e alla prossimaaaaaa.  

Ps. Perdonate gli orrori. Passeró in settimana a sistemare qualcosina.

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Capitolo 31
*** Pensieri e paure ***


POV EMMA. 

Eccomi di nuovo qui, in quello che è in assoluto il mio posto preferito: casa. Dopo quasi un mese di convalescenza finalmente questa mattina sono uscita dall'ospedale e dopo aver sistemato la valigia con le cose che i miei cari mi hanno portato in questi giorni ecco che posso finalmente rilassarmi sul mio fantastico divano... mamma mia quando mi è mancato questo posto. Le bimbe sono a scuola , killian è tornato di corsa a lavoro dopo avermi accompagnata e io sono qui nel relax più totale. 

Cinque minuti, questo è il tempo che sono riuscita a stare seduta sul divano senza fare niente, poi mi sono dovuta alzare e mettermi a fare qualcosa per non impazzire... se fino a quel momento mi sentivo in paradiso ora mi sentivo come quando ero in ospedale: all'inferno. Si è bello essere a casa ma la mia casa me la ricordavo differente: giochi sparsi a destra e a sinistra, urla di bambini, risate e litigi. In questo momento invece c'è solo il silenzio e questo silenzio mi ricorda quella maledetta camera d'ospedale e mi fa pensare ai momenti terribili che ho passato.... non voglio pensare. 

Salgo di sopra e entro nella cameretta di Leila, i suoi giochi sono tutti perfettamente in ordine, nulla è fuori posto, l'armadio è inpeccabile come sempre e sulla scrivania c'è una piccola agendina dove segna tutti i suoi impegni con la scuola e extra. La mia piccola è una vera donnina di casa non c'è che dire. Non avendo quindi nulla da fare in questa stanza esco e entro nell'altra stanza: quella della piccola peste... Qui conoscendola sicuramente troveró qualcosa da fare... e invece no. A differenza della cameretta di  Leila questa è decisamente più vissuta ma non è in disordine... si vede che nel periodo in cui non ci sono stata non hanno vissuto qui,  ma è anche vero che non c'è un peluche nel giusto posto dove dovrebbe essere. Mi avvicino al suo lettino e penso a quanto è stato difficile convincerla a togliere le sbarre. Aveva paura che se fosse caduta di notte nessuno l'avrebbe sentita e sarebbe rimasta lì. Rido al solo ricordo. Ha solo tre anni la mia bimba, è sveglia, perspicace e saputella ma è comunque ancora una bimba bisognosa di affetto e attenzioni: come reagirà alla notizia di un nuovo membro della famiglia? E sopratutto sarò in grado io di fare da mamma e tutti e tre ( Henry ormai vive da solo quindi mi preoccupa di meno) senza far mancare nulla agli altri? Non lo so e sono terrorizzata all'idea. In fondo dei conti non mi spaventa tanto Leila, sta crescendo, pensa autonomamente, ha le sue idee e se deve dirmi qualcosa lo fa senza problemi, è chloe che mi preoccupa. a differenza di sua sorella è ancora completamente dipendente da me: esclusi i momenti in cui lei è all'asilo e io lavoro per il resto della giornata è sempre con me. Non mi lascia mai, gioca con me, mangia solo se ci sono io e si addormenta ancora in braccio a me. È anche vero che nel mese che non ci sono stata ha fatto tutto da sola ma un conto è non essere presente e un conto è dovermi dividere con qualcun'altro. Ha già una sorella  anzi due con henry, dovrebbe essere abituata a dividermi con qualcuno eppure so che non è così. Lei è la più piccina, è quella a cui abbiamo sempre dato più attenzioni ed è colei a cui mi sono dedicata anima e corpo dopo aver scoperto di aver abortito. Quando nascerà il nuovo bambino molto cose cambieranno sopratutto per lei e ho paura che questo possa crearle dei problemi. Non voglio che soffra ma forse se continuo a tenere questo grande segreto con lei la farò soffrire ancora di più quando lo scoprirà. Non so davvero cosa fare...

- cattivi pensieri? - disse improvvisamente una voce alle mie spalle. Non mi sono minaimanete resa conto che killian fosse rientrato - oiiiii che succede? - mi asciuga una lacrima che ribelle è scesa sul mio viso. Non mi sono neanche resa conto di aver iniziato a piangere... - mi fai preoccupare così. - continua dirmi alzandomi il viso alla sua altezza e scrutandomi con i suoi meravigliosi occhioni azzurri. 

- Non è niente amore, sto bene... sono solo...

- Gli ormoni! - terminó la mia frase. - conosco questo ritornello da sette anni ormai, da quando eri incinta di Leila in pratica, ma so capire quando è vero e quando no. Non sono gli ormoni adesso, c'è qualcosa che ti turba. Avanti racconta. 

- Ma niente killian stavo giusto pensando alla nostra vita...

- La nostra vita è meravigliosa, perché piangi....

- Stiamo per avere un altro figlio...

- E non ne sei contenta? Pensavo che fossi d'accordo, ne avevamo parlato, ci stavamo addirittura provando. Sapevi che sarebbe potuto succedere. - stava parlando a raffica.... 

- Ma che hai capito: sono felicissima che stia per arrivare un nuovo membro della famiglia solo che...

- Che? Non farmi preoccupare per favore

- Pensavo a chloe! Ho paura di darle un dispiacere. - lo vedo calmarsi immediatamente. 

- Vedrai che chloe sarà felicissima di questo nuovo arrivo, magari non subito ma vedrai che poi sará felice. Anche Leila inizialmente non ne voleva sapere di sua sorella ricordi? Eppure appena l'ha tenuta in braccio si è sciolta. 

- Leila aveva quattro anni e mezzo, lavoravo mattina e sera quindi non viveva 18 ore al giorno attaccata a me e sopratutto è sempre stata abituata a dormire da sola nel suo lettino senza mamma che la cullava fino a farla addormentare. È sempre stata più autonoma rispetto a sua sorella e anche se ha fatto qualche capriccio all'arrivo di chloe è stata sempre comunque positiva all'idea. Non penso che con chloe sia lo stesso. Lei vive in simbiosi con me... 

- questo è vero ma so anche una cosa: di tutti i nostri figli è chloe l'unica che riesce ad averla sempre vinta con te. Con gli altri riesci ad avere più polso ma con lei no... e non centra nulla il fatto che sia la più piccola... non so come ma lei riesce sempre ad ottenere un si da te. Anche il piccolo o la piccola che arriverà ti farà innamorare perdutamente di lui/lei ma comunque chloe resterà sempre la principessa ammaliatrice di sua mamma. Fidati di me. La amo troppo per farle del male e lei ti ama troppo per volerti del male.

- Mi stai dicendo che ho le preferenze tra i miei figli? - chiesi scettica. Stava davvero dicendo una cosa del genere?

- Assolutamente no! È solo che lei è più simile a te di quanto tu pensi e questa cosa si vede. Stai tranquilla amore chloe accetterà questo bambino e tutte queste paure resteranno solo un lontano ricordo. - mi bació. 

- Spero tu abbia ragione. 

Ci abbracciamo e restiamo così accoccolati l'un l'altra per un periodo indefinito di tempo. Anche lui mi era mancato tantissimo in quei giorni ma posso assicurarvi che a differenza delle bimbe lui l'ho sempre sentito con me... forse perché materialmente lo era non so, però so che il mio hook ha combattuto al mio fianco. 

- Siamo tornatiiiii! C'è qualcuno in casa? - la voce di mio padre risuonó dal piano di sotto seguito dalle urla delle mie due bimbe pestifere che a passi sostenuti ci raggiunsero al piano di sopra. 

- Mamma mammaaaaa! Finalmente sei tornata! - disse Leila abbracciandomi

- Si amore mio! Che bello vederti mi sei mancata moltissimo. Mah... sbaglio o sei diventata più alta?

- Anche nonno me lo ha detto! - sorrise orgogliosa di questa cosa. 

- Mamy tornata a casaaaa! - disse l'altra 

- ecco anche l'altra  mia bellissima principessa! - la guardai meglio - Anche tu signorina hai fatto qualche cambiamento... i tuoi capelli sono tornati biondi come un anno fa. - notai a voce alta. Quando era piccola era bionda come me, piano piano ha iniziato a scurirsi diventato leggermente più chiara di suo nonno e ora rieccola con i capelli simili ai miei. - la nonna ti ha fatto la tinta di la verità! - le feci il solletico.

- No mamy!!!! Sono diventati così da soli! 

- Concordo! - aggiunse mio padre - è tornata il biondo uragano di nonno David! 

- Mamy perché sei qui vicino al mio lettino? 

- Così, passavo per dare una sistemata...

- Posso dormire nel lettone con voi stanotte? Papy mi ha fatto dormire con lui queste sere.... 

- ah si???? - lo guardai - poi sono io quella che la vizia è? 

 

***

POV KILLIAN 

 

E va bene è vero! Nei giorni dopo che Emma è  stata considerata fuori pericolo ho permesso alla piccola Chloe di dormire nel lettone con me. Sono unano anche io e non ho resistito ai suoi occhioni quando una volta tornata a casa mi diceva di non voler dormire da sola senza la sua mamma. Ero emotivamente ancora provato e non ho esitato neanche per mezzo secondo su cosa dirgli, l'ho presa e l'ho portata nella mia camera da letto. Ho impiegato un po' a farla addormentare ma una volta riuscito nell'intento si è svegliata direttamente l'indomani. Con Leila è stato più semplice, rispetto a sua sorella forse aveva capito di più di tutta quella situazione e quindi sapendo che la sua mamma stava meglio e non rischiava la vita una volta tornata a casa si è messa a giocare e verso le undici si è addormentata da sola. Sta diventando grande la mia piccola.

- papà Gideon mi ha chiesto di andare a giocare a casa sua posso??? - ecco! Forse sta diventato troppo grande... questa è una richiesta che non vorrei mai sentirle dire eppure eccoci qui nella stanza di sua sorella a chiedermi se può vedere il suo amichetto, quello che secondo me tra qualche anno proverà a fare qualche passo falso verso di me per conquistarla. Emma se la ride ogni volta, per lei è più semplice... è una donna e come ogni donna è innamorata dell'amore ma per me è difficile anche il solo mandarla a giocare con questo suo amico, quando crescerà non so come farò. 

- Devi proprio amore? - chiesi

- Per favore papà!

- Si papy mandala a tocare.... ops....giocare. Così io rimango solo con te e mamy! - forse ha ragione Emma, sarà complicato far accettare un nuovo membro della famiglia alla nostra piccolina. 

- E va bene, puoi andare a giocare ma ti verró a prendere per cenare tutti insieme.

- Sei il papà migliore del mondo!!!! - mi abbracció e non potei far altro che ricambiare la stretta. La amo troppo e so per certo che non riuscirò mai a dirle di no. Sono spacciato e se qualche giorno fa ho detto ad Emma che non mi importava il sesso del futuro nascituro ora dico che forse un maschietto sarebbe l'ideale... si, per la mia salute mentale. 

Accompagnai Leila da Belle dopodiché tornai a casa, mia moglie era tornata da poche ora ed era giusto passare del tempo con lei per darle un caloroso benvenuto. Quando arrivai la trovai sul divano a vedere un film con la piccola di casa seduta sul divano a giocare accanto alla sua mamma. 

- principessa posso sedermi accanto a te e la mamma? - Le dissi sorridendole 

- Sii!!!! - si alzó credevo per farmi spazio invece lo fece  per credermi il posto, lei si arrampicò dall'altro lato del divano e andò a posizionarsi in braccio a sua mamma. - mmmh bisognerà cominciare a limitare questi sforzi ad Emma. 

- Tesoro ho chiesto se potevo stare accanto a te e mamma, non devi stare in braccio a lei...

- Io vicino a mamma! 

- Lasciala killian... - provó lei ma la guardai negli occhi facendole notare il mio disappunto. Riuscii con la scusa di un giochino a far scendere chloe dalle ginocchia di sua madre e finalmente petei dedicarmi completamente alla mia signora. Rimasimo li a goderci il pomeriggio tra risate film e coccole poi fu il momento di andare a riprendere Leila e tornare a casa per la cena. Pensavo di tornare a casa e di trovare l'intera famiglia ad aspettarci e invece no eravamo solo noi quattro, snow deve aver pensato che restare soli sarebbe stato l'ideale per Emma. Da quando non cenavamo insieme? Ormai era un mese su per giù ma questo mi fece capire una cosa: quello che riteniamo scontato nella vita non lo è per niente: quella che tu credi sia una certezza, nel mio caso la presenza di mia moglie nella mia vita, potrebbe non essere una certezza, potrebbe cambiare tutto da un momento all'altro. Beh ora che l'ho provato sulla mia pelle posso dire per certo di aver imparato una lezione: bisogna inparare ad apprezzare anche i gesti più semplici. 

Terminata la cena fu il momento della messa a letto delle bambine, Leila aveva ancora un'oretta a disposizione in base alle regole stabilite qualche tempo fa quindi la lasciai giocare tranquillamente, per chloe invece era ora della nanna. Andó con Emma al piano di sopra a mettere il pigiamino ma quando mezz'ora dopo non la vidi scendere andai a controllare che tutto fosse ok... cosa trovai? La solita scena: Emma con in braccio chloe che cercava di farla addormentare. 

- perché non provi a farla addormentare da sola... - le dissi in mono che la piccola non mi sentisse...

- Non ci riuscirebbe...

- Prima o poi dovrà imparare peró, sopratutto tra qualche tempo quando non potrai più.... 

- Shhh non davanti a lei! Aspettami di sotto arrivo subito. 

Il suo subito quantificato in tempi pratici furono quaranta minuti... 

- si è addormentata? - chiesi

- Si!

- Da sola nel suo lettino o in braccio a te?

- Immagino tu sappia già la risposta. 

- Le facciamo solo del male così! Tra qualche mese non potrai più prenderla in braccio così spesso e sopratutto per così tanto tempo. Dovrai limitare i tuoi sforzi e lo sai bene ormai... per non parlare di quando ci sarà il nuovo bambino... dovrai dare molte attenzioni al piccolo e lei deve iniziare a capirlo. 

- Si sentirà abbandonata... - vidi i suoi occhi diventare lucidi. So a cosa stava pensando, non voleva che sua figlia provasse la sensazione che lei ha provato per gran parte della sua vita.

- Non si sentirà abbandonata te lo posso garantire, basterà solamente abituarla pian piano a questi piccoli cambiamenti. Abbiamo fatto un ottimo lavoro con Leila, vedrai che non sarà difficile con chloe. Puoi provare a fidarti di me?

- Certo! 

- so che sarà difficile anche per te ma è per il bene di tutta la nostra famiglia... e a proposito del bene della nostra famiglia, non credi che sia giunto il momento di parlare con le nostre signorine del nuovo arrivo? Ormai sei al terzo mese... non si vede ok ma non sarebbe meglio prepararle prima ancora che inizi a crescerti la pancia? - non mi rispose inizialmente anzi... teneva lo sguardo basso. Iniziai seriamente a preoccuparmi. - Emma amore sii sincera con me ok? C'è qualche problema con questa situazione? Hai avuto un ripensamento sul bamb...

- Non dirlo neanche per scherzo... sono felicissima di avere un altro bambino con te solo che ho paura della reazione di chloe... tutto qua. Non mi sento pronta a parlargliene ancora.

- Possiamo iniziare da Leila se per te è più semplice. 

- Ora????

- Perché no? Sará super felice, sia del bambino che del fatto di averlo saputo prima di chloe. 

- Ora sta dormendo...

- Dici??? Senti i rumori al piano di sopra... chi pensi che sia? dai forza e coraggio, andiamo...

***

POV EMMA.

 

Ok ci siamo... stiamo per iniziare a rendere concreto il concetto di baby jones n 3 in arrivo. Sono agitata, molto agitata... ho detto sempre che il mio ostacolo più grande è quello di parlarne a chloe ma anche la reazione di Leila mi spaventa. È vero è grandicella, ormai ha sette anni, ci è già passata anni fa, però è pur vero che anche se vuole un bene dell'anima a chloe delle volte fa ancora fatica ad accettarla. Non lo so... speriamo bene...

- Pronta amore? - killian mi stringe la mano cercando di farmi forza... lo guardai negli occhi, mi accenno un piccolo sorriso d'incoraggiamento e insieme entrammo nella cameretta della nostra adorata bimba che come predetto da killian era ancora in piedi a giocare

- Giuro stavo andando a letto! - disse a mo di giustificazione non appena ci vide. 

- Tranquilla tesoro - le disse suo padre - io e la mamma vorremmo fare quattro chiacchiere con te.

- Non ho fatto nulla di male lo giuro! Non ho rotto nulla io. 

- Non dobbiamo rimproverati, solo confidarti una cosa...

- Ah si? - disse curiosa sedendosi sul letto. La raggiungemmo sedendoci anche noi.

- Si ma prima devi farci una promessa: questa cosa che dobbiamo dirti dovrà essere il nostro piccolo segreto. Non dovrai dirlo a nessuno in particolar modo a chloe. 

- Lo sapró solo io???? 

- I nonni e la zia lo sanno già ma tutti gli altri no e vorremmo che la cosa restasse tale per almeno...

- Un altro mesetto... - dissi io. Ok forse mi ero allargata troppo.

- Va benissimo, sarà fighissimo sapere una cosa che la nana non sa! Allora? Cosa c'è? 

- Beh vedi piccolina... c'è una bella novità da condividere. - iniziò suo padre

- Quale?

- Tu sai che il papà e la mamma ti vogliono un bene dell'anima e che nonostante sia arrivata chloe il nostro bene non è mai cambiato vero? 

- Si papà lo so! Mi amate come prima, forse anche di più visto che sono la più brava! - non potei non ridere.

- E sai anche che nonostante Henry sia andato via noi non smetteremo mai di volergli bene vero?

- Si! Quando torna Henry a casa? Mi manca!!! 

- Ti manca Henry tesoro? - annui - beh sta studiando ora, ma anche se non vive qui tutti i giorni non significa che non lo vedremo più! 

- Ok! 

- Comunque ti stavano dicendo che ci sarà una bella novità in casa da qui a breve. Ecco vedi tesoro, la mamma sta aspettando un bambino... 

- un bambino? - ripetè

- Si

- E questo bambino è nella tua pancia? - mi disse guardandomi.... aiuto.

- Si tesoro - le dissi facendomi coraggio. Rimase in silenzio per un po' e lo il mio cuore comincio a perdere numerosi battiti.

- Quindi.... quindi sta arrivando un nuovo fratellino o sorellina? 

- Si. - risposi piano, quello era il momento della verità. 

- EVVIVAAAAAAAAA! - improvvisamente quel silenzio straziante si trasformò in un grido di gioia - DAVVERO MAMMAAAAA?!?! 

- Si tesoro mio. Sei... sei contenta? - chiesi stupita.

- Contentissimaaaaaaaa! - non mi aspettavo questa reazione anzi. - finalmente ci sarà qualcuno che romperà le scatole a chloe e non a me! Finalmente saró quella grande! 

- Quella grande? - Chiese Killian non capendo.

- Prima Henry era il grande e io e Chloe le piccole ora che Henry non c'è saró io la grande e loro due i piccoli! Chloe non mi romperà più! - ecco spiegato il motivo di tanta felicità. 

- Dubito che tua sorella smetterà di imitarti e di starti addosso  ma sicuramente sarà più impegnata a litigare con qualcun'altro. 

- Si sa già se è un maschio o una femmina mamma?

- No tesoro ci vorrà un pochino ancora. Anche questa volta hai qualche preferenza? Ricordo che quando Chloe era nella mia pancia tu non ne volevi proprio sapere di un maschietto. - rise.

- Non lo so cosa vorrei però ci penso ok? - sembrava felice- mamy posso sentire il bambino? Chloe si muoveva ricordo.

- Chloe era già più grandicella quando la sentivi muoversi, adesso puoi provare ma sicuramente non sentirai nulla. - non ebbi neanche il tempo di terminare la frase che le manine della mia dolce Leila erano già sulla mia pancia...

- Ma qui mamma la pancia non c'è! - disse un po' delusa.

- La pancia crescerà piano piano tesoro - disse suo padre 

- Ok! - rispose per poi avvicinare anche il suo visino alla mia pancia - ciao fratellino o sorellina io sono tua sorella grande! Io e te abbiamo una missione molto importante da fare! Disteuggere nostra sorella chloe! - rise

- Leila! - la rimproverai, so che non lo pensava sul serio ma volevo che imparasse ad non essere così scontrosa con sua sorella. 

- Scusa mamma non lo pensavo davvero, io voglio bene a chloe anche se mi fa arrabbiare. Lo giuro! 

- Allora visto che le vuoi bene e ti senti grande mamma ti da un altro compito ok? 

- Quale? 

- Quando diremo a tua sorella del fratellino o della sorellina tu dovrai aiutarla ad accettarlo nella famiglia se avrà delle difficoltà nel farlo.

- Non ti preoccupare mamma ci penseró io! - mi abbracció. - sono davvero tanto tanto felice saiiii? 

- E io in questo momento sono più felice di te nel vederti così. 

- Anche io! - disse killian scostando le coperte del suo lettino - ora a nanna però!

- Mi racconti una storia prima papà ?

- Certo che sì, cosa vuole ascoltare mia principessa?

- Biancaneve e i sette nani. 

- Versione originale o walt Disney 

- La versione della nonna!

- Va bene, sotto le coperte allora. -obbedì seduta stante- c'era una volta....

***

Nel mentre che killian raccontava la storia a Leila io ne approfittai per controllare l'altro gioiellino di famiglia, dormiva beatamente abbracciata al suo inseparabile amico di peluches. Le rimboccai le coperte dopodiché mi recai nella mia stanza e mi preparai per la notte ed aspettai l'arrivo di mio marito che non tardó ad arrivare.  

- Oi oi oiiiii! Potresti uccidere un uomo con questa tenuta. Sei spettacolare amore. Mi sta venendo in mente un modo per passare la serata niente male! 

- Sempre il solito.. - Risi baciandolo. - Leila dorme?

- Si, come un angioletto! È andata bene no? Sembrava entusiasta

- È andata benissimo! Almeno con lei adesso sono tranquilla, speriamo che sia così semplice anche con l'altra. 

- Vedrai che sarà così!

- Ma se non lo fosse? 

- Se non lo fosse l'aiuteremo ad accettarlo.Ora peró che ne dici di riprendere un certo discorsetto? - mi guardó maliziosamente - è un mese che non ti vedo... mi sei mancata amore... 

- Killian...

- Non è colpa mia questo vestitino ti sta una meraviglia.

- Non è un vestito tesoro.... 

- dettagli! Allora che si fa? 

- Mmmh sarà meglio che ne approfitti ora caro... non credo che tra qualche mese mi tratterai ancora così! 

- Non dire cretinate sei magnifica sempre... sopratutto quando aspetti uno dei miei figli.

- Paraculo! 

- Ti amo! 

 

Note dell'autore: eccomi qui! Cosa dire... la prima bimba pare abboa preso bene la notizia del fratellino o della sorellina. Un problema di meno per Emma e killian. Cosa succederà nel prossimo capitolo?

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Capitolo 32
*** Il momento della verità (quarto mese) ***


POV EMMA

Ed eccoci giunti al famigerato quarto mese, il mese tanto atteso da molte giovani mamme: il mese in cui comincia a vedersi la pancia, in cui finalmente puoi comunicare la notizia a tutti in quanto i pericoli per il bambino dovrebbero bene o male essere spariti, il mese in cui la nausea mattutina smette di tormentarti... o meglio smette di tormentare tutti tranne me. La mia nausea sembra essere perenne e non si limita esclusivamente alla mattina. A parte questo piccolo inconveniente posso dire che se i primi tre mesi per me sono stati difficili sia dal punto di vista fisico che da quello emotivo, questo quarto dovrebbe essere differente... più facile anche: quasi tutti i miei parenti sanno già della gravidanza e ne sono tutti entusiasti, addirittura Leila è felice, cosa che minimamente mi aspettavo... resta solamente una persona a cui comunicare il lieto evento, quella apparentemente più semplice ma in realtà più complicata: Chloe, la piccola di casa. Ormai è giunto il momento di dirglielo, killian non fa altro che ripetermelo ogni sera ma anche se so che ha perfettamente ragione io ancora non mi sento pronta. "È una bambina che vuoi che sia?!?!" Continuano a ripetermi tutti ma io penso di conoscerla un pochino meglio degli altri: Chloe è una bambina sensibile, forse un po' viziatella cosa che non commetteró di certo con il futuro nascituro, ma pur sempre sensibile. La mia paura più grande è che possa sentirsi abbandonata e credetemi io so quanto è dura convivere con un pensiero del genere. 

 

- Allora? Che ne dici? -  la voce di Killian mi riportó alla realtà. 

- Ehhh... si! Credo.... - rispondo non sapendo minimamente di cosa stesse parlando.

- Non mi stavi ascoltando vero? 

- Ero distratta scusami... pensavo a Chloe.

- Propio di questo stavo parlando, ti domandavo se per te andava bene comunicargli la notizia domani mattina tanto è sabato e non ha scuola.

- Do... domani mattina??? Killian io vorrei almeno prepararmi mezzo discorso di senso compiuto prima...

- Un discorso di senso compiuto per una bambina di tre anni? Ti semplificherò la vita tesoro: chloe è piccola, le basterà una semplicissima frase come:" amore la mamma ha un fratellino o sorellina nella pancia."

- La vuoi mandare in analisi per caso? No tesoro è  fuori discussione essere così brutali. Dovremmo trovare un modo carino e semplice per farglielo capire tipo.... non so, ad esempio.... - ero priva di idee e lui continuava a fissarmi - Ok ora non mi viene nulla in mente, ci penserò è appena sarà il momento glielo diremo.

- Hai tempo per pensarci fino a domani mattina....

- Non ti ho detto mica di sì prima.

- O si che lo hai fatto, quando eri soprappensiero. 

- Mah... ma questo non è giusto!!! - lo vidi alzarsi con il suo sorrisetto sotto i baffi e andare in cucina - Killiannnnnnn!!!!!!!!

- Amore devo assolutamente darti un ultimatum altrimenti fosse per te glielo diresti durante il parto. Poi altro che analisi.... è deciso domani parleremo alla nostra bambina.

- Possiamo farlo insieme almeno?

- Certo che sì! Tranquilla amore andrà tutto bene.

 

Pensai tutta la notte a quel "andrà tutto bene" e posso assicurarvi che mai notte fu più breve, nel giro di poco si fece giorno e neanche a farlo apposta la piccolina venne a darci la sveglia. Ultimamente era mattiniera come suo padre. Non appena entró in stanza feci finta di dormire sperando di poter recuperare ancora un po' di tempo. 

 

- Ecco l'amore di papà! - le disse killian prendendola in braccio 

- Ciaoooo! Mamy dorme ancora? - chiese con la sua meravigliosa vocetta.

- Io credo che la mamma sia sveglia ma shhhh... non dirgli che te l'ho detto ok? Corri a farle il solletico! 

- Siiii! - passo dalla parte del mio letto e con una grazia inaudita mi si tuffò addosso! Altro che solletico.

- No amore di papà non così violentemente farai male al bam...

- Buongiorno amoreeee! - intervenni prima che si lasciasse sfuggire qualcosa di troppo. - Come mai è già in piedi la mia signorina? 

- Ho fame! 

- Hai fame è? - quella era decisamente una via di scampo dal discorsetto fratellino. Dovevo cogliere la palla al balzo. - E andiamo a fare colazione allora cosa stiamo aspettando?

- Poi possiamo farci le coccole sul divano mamma?

- Ma certo che sì stellina mia... - stavano per andare al piano di sotto quando suo padre intervenne:

- Ottima idea Chloe - si riferiva al momento coccole -  così io e la mamma possiamo parlarti di una cosa.

- Non sono stata io a rompere la finestra del bagno e poi nascosto i vetri sotto il lettino.

- a rompere cosaaa???? - dissi guardandola

- Opsss! - sorrise innocentemente cosa che di sicuro non era.

- Chloe che cosa è successo?

-  Non è colpa mia.... è il pallone che ha sbattuto alla finestra. 

- Stavi giocando con il pallone in casa? - le disse suo padre in modo sostenuto e le vidi il labbro iniziare a tremare cosa che stava a significare un pianto in arrivo.

- Amore non ci pensare ora andiamo a mangiare qualcosa ok? Comincia ad anadare di sotto arrivo subito. - aspettai che si allontanò - ma sei matto??? Rimproverarla prima di dirle quello che dobbiamo dirle? 

- Poteva farsi male con quei vetri come potevo non rimproverarla? 

- Lo so ma... - aveva ragione - allora facciamo così: rinproveriamola per la finestra e lasciamo stare la faccenda fratellino/sorellina per oggi ok?

- Ogni scusa è buona e? Mi dispiace amore ma glielo diremo oggi. Ora raggiungiamola giù prima che rovesci a terra un intero litro di latte. 

 

Cercai di far durare la colazione il più a lungo possibile, si aggregarono anche Leila e Henry, che era rientrato per un breve saluto, con noi ma alla fine il fatidico momento arrivó e non potei far nulla per rimandarlo.

- papy ancora arrabbiato con me? - disse guardandolo con i suoi occhioni

- Henry,Leila andare di sopra a prepararvi per favore, dobbiamo incontrare i nonni e la zia tra un'oretta. - non fecero storie e killian si dedicó alla nostra piccolina - papà non è arrabbiato amore però riesco a capire che potevi farti male? Non si gioca con i vetri ma sopratutto niente pallone in casa. Ok? - annui - E ora dimmi dove sono i vetri della finestra. 

- La finestra l'ho aggiusta con la magia ma i vetri rotti sono sotto il mio lettino. Ora ci facciamo le coccole? 

- Certo ma andiamo sul divano perché non abbiamo finito di parlare, io e la mamma dobbiamo ancora dirti una cosa.

- Non ho fatto nulla ora! 

- Lo so amore è una cosa bella quella che dobbiamo dirti. 

- Allora corro! - ci siamo, è arrivato il momento. Presi un respiro profondo, strinsi la mano a mio marito, gli chiesi se era davvero convinto e quando per la milionesima volta mi rispose di sì mi feci coraggio e raggiunsi insieme a lui la bambina in soggiorno. Forse aveva ragione cosa mai sarebbe potuto succedere?

- Piccolina vieni in braccio a papà! - le disse una volta che anche lui si fu accomodato.

- No in braccio alla mamma! 

- Dai signorina non fare storie. 

- No no no! mamma mammma mamma! - wow iniziamo davvero male. 

- Stellina perché non ti siedi nel mezzo così stai vicino ad entrambi? - intervenni io prima che iniziassero a discutere 

- Va bene mamy! 

-  Brava la mia piccola! Allora... si beh ecco... - non riuscivo a trovare le parole così guardai killian il quale capì il mio disagio e prese la parola.

- si, mamma e papà devono dirti una cosa molto molto importante Chloe e tu dovrai stare molto molto attenta!

- Va bene! 

- Ok perfetto. Papà stava pensando amore: che ne diresti di un fratellino o una sorellina? Ti piacerebbe averne uno? - 

- Killian.... - ma fosse diventato scemo???? Dirglielo così, Su due piedi e senza mezza premessa???? Oddio voglio morire. 

- Ho già un fratello e una sorella!

- Uno nuovo tesoro.

- Più piccolo? 

- Esatto! Pensaci, con la scusa potresti passare più tempo con la m....

- No no no, niente fratellino o sorellina. Mamma solo mia, papà solo mio, nonno solo mio, nonna s....

- Ho capito il concetto amore! - rise - non devi elencare tutto il nostro albero genealogico. Comunque non pensi che sarebbe una cosa bella? 

- Ho pensato e no! Non voglio nessuno. Posso andare a giocare ora?- cercó di mettere fine a quel discorso a lei molto scomodo. 

- Si 

- No - rispondemmo contemporaneamente io e killian. 

- No amore - continuò lui. - non ho ancora finito.

- No fratellino e sorellina però! 

- Amore ascoltami bene: e se per caso ci fosse già un  fratellino nella pancia della mamma? 

- Adesso???? No, la mamma non ha la pancia. 

- Non ha la pancia ora ma il fratellino è già li. - gli indicò il mio ventre. 

- Papy sei uno sciocchino. - si alzó e andò a prendere di corsa una cornice sul mobiletto difronte a noi - cos'è questa foto papy? - furba, troppo furba la mia piccola, avevo già capito dove voleva andare a parare ma come al solito mio marito non ci era ancora arrivato... ahhhh uomini. 

- Amore questa è la mamma quando aspettava te! 

- Visto? io ero dentro la sua pancia e guarda che pancia grande che aveva? Sono grande papy non puoi farmi scherzi. Non c'è fratellino! Ho vinto! 

- Ma chloe...

- Bla bla bla bla bla! - disse mettendosi le mani sulle orecchie - non voglio giocare più a questo gioco bla bla bla. - Le tolsi le manine delle orecchie per farmi ascoltare  e le dissi che poteva andare di sopra anche lei. 

- ma sei forse  impazzitoooo??? Questo secondo te era il modo migliore di dirglielo? Ma che ti è passato in testa!!! Non puoi chiedere ad una bambina se vuole un fratellino quando questo è già in arrivo! 

- Non ti agitare tanto non ci ha creduto! 

- E meno male... volevi farla piangere a dirotto? Lo scopo di questa chiacchierata era quella di provare a fargli accettare un fratellino non farglielo odiare come avrebbe di conseguenza odiato noi. - presi un respiro profondo, la colazione stava risalendo controcorrente - e ora scusami ma vado a dare un salutino al bagno. 

***

POV KILLIAN

Sperai con tutto il cuore che la nausea non fosse dovuta al fatto di averla fatta arrabbiare, lo so sono stato troppo diretto forse ma non sapevo come altro dirglielo, in fondo la notizia da darle era questa anche se ci avessi girato in torno non penso le cose sarebbero cambiate. Salii al piano di sopra dove era Emma e le chiesi se potevo entrare per darle una mano. Mi rispose di no così mi sedetti li, a terra, davanti la porta del bagno ad aspettare che si sentisse meglio. Uscì da lì una mezzoretta dopo

- Come va tesoro?

- Come vuoi che vada? Alla grande non vedi? La nausea continua nonostante non dovrebbe e tua figlia non ha capito nulla di quello che dovevamo dirle! Direi che è andata bene no? - prese la direzione della nostra stanza

- Senti tesoro...

- Killian scusami ma devo stendermi! 

- È colpa mia???? - la vidi fermarsi di colpo e guardarmi dritto negli occhi. fece un profondo respiro

- No amore... certo che no. - mi accarezzó - forse ho esagerato prima ad accusarti... in fondo neanche io saprei da dove cominciare con la piccola. 

- Facciamo così allora, ora la bomba è stata lanciata, proviamo nella vita quotidiana ad inserire cose riguardanti il nuovo bambino, parliamone come se fosse la cosa più normale di questo mondo e vediamo come reagirà la nostra principessa. 

- va bene facciamo a modo tuo... speriamo solamente che non la prendi troppo male. - mi bació.

- Ora fila a riposare dai, non hai proprio una bella cera.

- Vado a riposare solo se ti riposerai con me.  Non mi dispiacerebbero le tue coccole.

- Mmmh viziata la signorina. D'accordo! Vediamo se riesco a farti rilassare un po'

***

Da quel giorno passarono due settimane, le nausee di Emma non decidevano a migliorare e la nostra bambina continuava a negare ogni cosa riguardante questo fratellino/sorellina. Abbiamo addirittura provato a farle vedere un ecografia di Emma ma niente per lei quella era semplicemente una foto "strana". Provó anche Leila, alla quale avevamo dato la possibilità di assistere dal vivo all'ecografia e per quanto il suo racconto fosse entusiasmante la piccola Chloe continuava a non crederci. Tutto rimase uguale, tutto tranne i suoi comportamenti improvvisamente diventó più scatenata del solito, era scontrosa con tutti e amava fare giochi pericolosi. Non sapevamo davvero più cosa fare con lei così ormai esasperati decidemmo di chiedere a l'unica persona che forse poteva capirne un po' più di noi: il dottor hopper. 

Quel giorno Henry portó Leila allo zoo, chloe la quale non volle andare restó con zia regina è i nonni mentre io e Emma andammo a parlare con il grillo. 

- Da quello che mi state dicendo deduco che la vostra piccolina sia in una fase di negazione. Io non mi preoccuperei più di tanto, molti bambini ci passano. Fino a qualche giorno fa  la piccola era a tutti gli effetti la cocca di casa ora con questa notizia di un nuovo possibile arrivo nella sua mente si è innescato un meccanismo di autodifesa per paura di non ricevere più gli stessi trattamenti. Per lei è più semplice negare la cosa che affrontarla. 

- E cosa dovremmo fare noi per aiutarla? Non possiamo mica illuderla assecondandola. Prima o poi questo bambino arriverà!

- Innanzitutto provate a portarla se non ad accettare, almeno ad ammettere che c'è un cambiamento in corso, questo bambino come avete detto anche voi, che a lei piaccia o no, sta arrivando per davvero. 

- E come possiamo fare per farglielo accettare nei migliori dei modi? 

- Parlatene spesso a casa, rendetela partecipe... che ne so.. chiedete a whale se può assistere ad un ecografia... cose del genere insomma. 

- E dici che accetterà il tutto?

- Dico che inizierà a non negarlo più ma la sua reazione potrebbe essere o positiva o negativa. Tranquilli però,un po' di gelosia non ha mai ucciso nessuno.

- Non conosci chloe.... - rise killian sicuramente pensando a cosa sarebbe davvero capace la piccolina. 

- Sono sicuro che chloe è solamente una piccola bimba ribelle che vorrà molto presto bene al suo nuovo fratellino o sorellina. Non preoccupatevi, andrà tutto a meraviglia. 

- Grazie Archie!

- Di nulla e tenetemi informato.

- Sará fatto!

***

POV REGINA

- No chloe, no... chloe, CHLOEEEE! Ferma, non puoi arrampicarti sul divano e poi saltare, potresti cadere e farti male!

- Io faccio quello che voglio! - mi fece una pernacchia

- Non credo signorina, aventi andiamo di là è pronta la merenda. - feci per prenderla ma mi scansó con la mano e da in piedi  sul poggiatesta del divano si buttó all'indietro facendomi prendere dieci anni di vita. - CHLOEEEEEEE!                                 

Intervenne anche sua nonna ma niente, oggi per quella peste era una giornataccia. - Chloe amore di nonna vieni un po' qui facciamo merenda e poi giocheremo insieme ok?

- Noooo voglio mamma! Dov'è?

Sapevamo tutti dove fosse Emma ma evitammo di dirlo per non alimentare altra carne sul fuoco.

- Mamma sta facendo una cosa importante amore ecco perché non è qui.

- E io no sono importante? 

- Tu sei importantissima tesoro! 

- E allora perché io no con mamma? 

- Perché era una cosa che doveva fare da sola, ma posso assicurarti che quello che sta facendo lo sta facendo per te!

- Mi riporterà un giochino?  

- Non lo so amore...

- Io voglio un giochino nuovo! - a quelle parole nonno David intervenne... 

- Amore ho saputo che nell'edicola qui sotto ci sono tanti libri da colorare, ne vorresti uno? Possiamo colorarlo insieme

- Siiiiiiiiiiiiiiii! 

- Andiamo allora.... - la bimba andò di la a prendere la sua giacca e ne approfittai per parlare con David

- Lo sai che è sbagliato assecondare ogni suo capriccio vero? 

- È una bimba Regina, cosa vuoi che sia un libricino. Vuoi che si spacchi la testa sul divano o che si metta a colorare tranquilla? 

- Si ok ma Sai anche però che poi tua figlia se la prenderà con me perché non ti ho fermato!

- Nonno sono pronta andiamo? 

- Si piccolina, veloce prima che torni la mamma! - disse ignorando tutto quello che gli avevo detto. 

Uscirono e tornatono una mezz'oretta dopo. Fu chloe ad entrare per prima.

- zia, nonna guardate che bello!!! È di frozen! 

- Amore è bellissimo ma nonno dov'è? - Rispose snow non vedendo la sua dolce metà. 

- Eccomi eccomi! - disse affacciandosi solamente con la testa - non dite nulla ok? - non capii a cosa si riferisse inizialmente fino a quando non entrò insieme ad un peluche gigante.

- Nonno mi ha comprato Olaf! 

- David! - sapevo che era la sua cocca ma ultimamente stava davvero esagerando con lei. 

- Non mi guardate così lo stava guardando meravigliata non potevo non prenderglielo. 

- Forse lo guardava meravigliata perché è più grande e più pesante di lei? 

- Ha ragione Regina questa volta David, passi il libro da colorare ma questo? 

- Sono suo nonno ok? Posso viziarla!

- Magari non in un momento così... delicato. 

- Tua figlia ti ucciderà David! 

- Potremmo lasciarlo qui così Emma non lo saprà mai e non di arrabbierà!

- Cosa non saprò mai? - intervenne a quel punto Emma la quale era appena entrata. - ah... forse ho capito. Di chi è quel coso? Di Neal spero.

- No mamy! È mioooo! Nonno me lo ha regalato! Ti piace? 

- Si amore è bellissimo - disse lanciando un'occhiataccia a David -  ma ora vieni un attimo da mamma che io e papà dobbiamo dirti una cosa. 

- Ancora???? 

- Si amore avanti vieni a sederti! Ti ricordi cosa dicevamo del fratellino?

- Si, ma non esiste... - disse svogliata guardando altrove. - posso andare a giocare?

- Aspetta chloe... - disse a quel punto Killian - La mamma domani ha una visita per vedere il fratellino e vorremmo portarti con noi così potrai vederlo anche tu. 

- Vedremo che ho ragione io allora! - sorrise e si alzó per andare  nell'altra stanza a giocare. 

- È propio convinta vedo! - dissi loro

- Pare sia una fase di negazione o almeno così suggerisce Archie . Pensa che farle prendere atto della situazione con mano non potrà altro che farla stare bene. 

- Allora da domani dopo la visita  tonererà da noi il solito terremoto non questo uragano vero? 

- Ti ha fatto disperare vero? Scusa 

- Ma figurati Emma! Lo sai che lo faccio con piacere. Spero davvero che domani tutto si risolva, non credo di riuscire a sopportare un'altra giornata così. Non fraintendermi la amo e mi fa piacere tenerla ma non ci si può distrarre un attimo ultimamente è che la si ritrova sui mobili. So che è una semplice fase, so che lo fa per attirare attenzione ma ho paura che si possa far male e non vorrei prendermela questa responsabilità.

- Tranquilla non serivirà. Domani andremo a visita e sicuramente qualche cosa cambierà

***

POV EMMA 

Il mattino dopo

 

- Vorresti  cortesemente smettere di saltare da questa sedia tesoro? - cercai con tutta la calma di questo mondo di fare scendere chloe da una delle sedie dell'ospedale

- Uffa mamy io volevo giocare con olaf no venire qui!

- Sapevi già da ieri che avevi questo impegno con noi questa mattina ma non disperare, oggi pomeriggio giocherai con il tuo olaf per tutto il tempo che vorrai. 

- La mamma ha ragione ma ora vieni un attimo da me - disse killian prendendola in braccio- sai come mai siamo qui in ospedale vero? Te lo ricordi?

- Si! Devi capire che il fratellino non esiste. - lo accarezzó 

- Chloe ancora? Perché mamma è papá dovrebbero mentirti è?

- Non lo so ma il fratellino non c'è!

Niente da fare era irremovibile. Chissà come ne saremo usciti da quell'ospedale... oddio a pensarci mi venne quasi  da piangere. Fortunatamente però qualcuno venne in nostro soccorso. 

- signori jones?

- Si

- Prego potete cominciare ad accomodarvi. - ci disse un'infermiera  che conoscevo molto bene.

- Abbiamo portato una piccola ospite, whale ne è già al corrente, spero che neanche per lei sia un problema.

- Si sì me l'ha accennato... ma quale problema, amo i bambini. ciao signorina, come ti chiami?

- Chloe. 

- Non è la più piccolina vero? Non è quella che... - disse meravigliata guardandomi 

- Si è proprio colei che hai aiutato a nascere.

- Mi ha fatto nascere lei manma? 

- Lei insieme al dottor whale!

- Si tesoro e credo che sarà lei che aiuterà la mamma a far nascere il tuo...

- Bla bla bla... non voglio sentire le bugie papà!

- Va bene mi arrendo ma entriamo dentro ora.

Mi stesi sul lettino alzando la maglia in modo da poter permettere l'esame 

- allora farai prima l'ecografia con me e poi la visita con whale ok?

- Perfetto.

- Pronta? 

- Io si... lei non lo so. - le dissi a bassa voce in modo che la piccola non sentisse.

- Ci penso io, so come fare, non sai quanti bambini sono venuti qui che non volevano un fratellino. - mi sorrise dopodiché si dedicò alla mia piccola - Chloe tesoro vuoi aiutarmi?

- Che devo fare? - chiese curiosa

- Puoi tenere questo sulla pancia della tua mamma nel mentre io accendo lo schermo? - disse passandole la sonda. 

- Va bene. Guarda mamy sono una dottolessa!

- Dottoressa amore, si dice dottoressa 

- Dottoressa!

- Brava! 

- Vuoi continuare a darmi una mano piccola aiutante? - annuì- allora prendiamo insieme la sonda e muoviamola... in questo modo brava.

- È divertente! - rise

- Ooook ferma così. Ora puoi lasciare sei stata bravissima. 

- Abbiamo finito? 

- No piccola adesso ti faccio vedere una cosa. Guarda qui. Quel piccolo pallino lo vedi?

- Si!

- Bene tesoro quello è... glielo dico io o voi? - chiese

- Prova te. Forse a te darà ascolto. 

- Bene! Allora piccola dicevo... quel puntino lo sai cos'è?

- No!

- Quello lì è o il tuo fratellino o la tua sorellina.

- No! Non è vero. 

- Perché dovrei dirti una bugia piccolina?

- Non lo so ma non è vero. Io non voglio un fratellino o una sorellina quindi no! Non c'è niente li. 

- Tesoro mio! - intervenni io a quel punto - è la verità quella che ti sta dicendo questa ragazza. Mamma sta davvero aspettando un bimbo. 

- Uffaaaaa! Non è vero, mi sono stufata di sentire questa cosa. Mamma ti prego andiamo via! 

- Chloe... piccolina ascoltami - la chiamó l'infermiera - ti faccio sentire una cosa ora ok? Neanche mamma e papà ancora l'hanno mai sentita. 

- Che cosa? - chiese curiosa

- Un bel suono. - sapevo a cosa si stesse riferendo, parlava del cuoricino di baby jones ma se da una parte ero entusiasta ed emozionata dall'altro ero disperata alla possibile reazione della mia piccolina. - pronti? - guardai killian e dopo avergli stretto la mano e abbracciato con il braccio libero chloe annuii  e immediatamente nell'aria si sentì un nuovo suono. Il suono della vita. Il suono che mi fece innamorare ancor di più di quel fagiolino che cresceva dentro di me. Non lo avevo ancora mai sentito/a muoversi, era ancora presto, ma questo non mi impedì comunque di innamorarmi perdutamente di lui o lei. 

- Riesci a sentire chloe? - le dissi tra le lacrime 

- Mamy piangi? - la vedevo spaventata

- No amore no... non sto piangendo... - non in maniera negativa almeno. - Non sono triste amore, sono felice, sono lacrime di gioia queste.

- Perché? 

- Questo suono amore - le disse il suo papà. - riesci a capire cos'è? 

- No.

- È il battito di un cuore. 

- Il cuore della mamma????

- No tesoro. Questo battito appartiene al tuo fratellino o alla tua sorellina. 

- Papy....

- Ti giuro amore, papà non ti sta prendendo in giro, non lo fare mai. Devi credermi. - si mise in ginocchio per essere alla sua altezza

- Non mi stai dicendo una bugia papy?

- No amore. 

- C'è un fratellino più piccolo nella pancia della mamma?

- O una sorellina! 

- No.... io... io non voglio papà... - il suo labbro iniziò a tremare e successivamente calde lacrime iniziarono ad uscire dai suoi occhi. Un leggero lamento, l'inizio di un pianto poi la tragedia. Iniziò a gridare e a piangere come mai avevo visto. Suo padre cercó di prenderla in braccio per abbracciarla ma lei non sembrava essere d'accordo e non appena venne presa inizió a picchiare suo padre. - non voglio un fratellino papà sei cattivooooo! 

- Chloe amore -  le dissi io 

- cattiva pure tu mamy! Siete cattivi tutti e due! E tuuuuu - si riferì all'infermiera - spegni quel suono. È bruttissimo e io non lo voglio sentireeeeeeee! 

Non riuscii a trattenermi e quelle che una volta erano lacrime di gioia si trasformarono anch'esse in un pianto vero e proprio. Mi sentii morire, avevo deluso la mia piccolina lo potevo vedere dal modo in cui si stava disperando. Forse era troppo presto per un passo così importante, forse bisognava attendere ancora un paio di anni...  forse io e killian siamo stati troppo sciocchi a  non capirlo prima. 

- Emma ti prego non fare così anche tu - mi disse mio marito  mentre cercava di trattenere la piccola - le passerà presto te lo prometto. 

- No.... - feci per alzarmi e prenderla ma lui mi fermó. 

- per favore resta qui, devi fare ancora la visita.

- Non ha importanza ora, voglio farla calmare, la visita la faremo un altro giorno.

- No! Non si discute amore, è importante sopratutto perché non stai ancora benissimo. Porto chloe fuori e vedo se riesco a calmarla. Tu fai la visita e poi raggiungici. Avanti piccolina dai un bacino alla mamma. Andiamo a prendere un gelato.

- No! Mamma cattiva e anche tu! Io no bacio! - poteva il mio cuore continuare a rompersi per ogni frase che usciva dalla sua bocca? Non lo credevo possibile invece fu così. Ero emotivamente a pezzi. La vidi uscire insieme a suo padre in condizioni pietose e dopo la visita quando la raggiunsi la situazione non era migliorata di una virgola anzi...

- Ecco mamma chloe! - in un primo momento si lanciò tra le mie braccia e mi strinse forte, poi riprese a piangere disperata. L'unica cosa che mi diede un po' di forza era  sapere che  nonostante piangesse voleva stare con me. Solo e soltanto con me. 

Andammo al loft, mio padre aveva insistito per andare a pranzo lì e io non avevo la ben che minima voglia di mettermi a cucinare. Una volta raggiunta la meta anche loro si resero conto della situazione tragica. Provarono a far sorridere la bambina in ogni modo possibile immaginabile ma niente, non voleva parlare con nessuno o tantomeno giocare... voleva solamente piangere, lamentarsi e abbracciarmi anche se ripeteva che non mi voleva bene. Sapevo che quella non era la verità, altrimenti non si sarebbe attaccata a me come se fossi la sua ancora di salvezza, ma comunque faceva male. 

La cullai per due ore consecutive poi fu il momento del pranzo: non toccó cibo. Non la forzai, non sarebbe stato di certo un buon piano. Restai tutto il pomeriggio con lei e non accennó minimamente a voler smettere di piangere. Mi faceva una tenerezza incredibile e la cosa che mi fece morire dentro ufficialmente fu quando con la sua vocina mi disse:  "mamma faró per sempre la brava e  non faró più guai ma ti prego non farmi un fratellino." In quel momento se non ci fosse stato killian seduto vicino a me pronto ad abbracciarmi e a darmi un po' di forza molto probabilmente sarei crollata anche io. "Amore reagisci, le passerà",   "ci sono io con te lo affronteremo insieme",  " è piccola non sa quello che dice" nessuna di queste frasi, dette da mio marito,  mi aiutarono ma almeno riuscii ad affrontare e a portare a termine quella serata. A cena qualcosina mangió, in braccio a me quello è vero ma almeno mangió. Nonostante  fosse in protesta era davvero affamata poverina. 

Alle otto e trenta dopo più di dieci ore di pianto ininterrotto si addormentò sfinita. 

- perché non rimanete a dormire qui? - propose mia madre - la tua camera è ancora intatta ed è evidente che avete bisogno di aiuto. 

- Non lo so... e se dovesse fare così anche la notte? Non voglio disturbarvi ulteriormente.

- Ma non puoi neanche passare un'intera notte in bianco... ti aiuteremo noi. - non ero convinta - Emma per favore, non abbiamo avuto molti momenti con te, fammi recuperare standoti vicino ora e facendomi fare la nonna. 

- Tua mamma ha ragione è la cosa migliore. 

- E va bene. - mi lasciai convincere, forse un po' di aiuto ci serviva davvero.

Restammo li, ad eccezione di Henry e Leila che andarono a stare da Regina e differentemente da quello che pensavo riuscimmo a dormire per tutta la notte e parte della mattina. La piccolina si svegliò alle 11. Diversamente dalle volte precedenti peró non venne a chiamarmi e non pianse per attirare l'attenzione. La trovai io nel lettone non appena andai a controllarla.

- Amore mio ti sei svegliata buongiorno! - le dissi mostrando uno dei miei migliori sorrisi ma lei non mi rispose - Come ci sentiamo oggi è? Vogliamo scendere e fare una colazione degna di una principessa? - neanche questa volta mi rispose dandomi l'ennesima pugnalata. Si alzó dal letto e a piedi nudi scese le scale fino ad arrivare in soggiorno dove andò a sistemarsi sul divano per vedere i cartoni animati. Provó killian, mia madre e mio padre a parlarle ma non rispose a nessuno. Ebbi un crollo emotivo, l'ennesimo in quei due giorni e mi chiusi in bagno per non so quanto tempo. Piansi, piansi tutte le lacrime che avevo, mi sentivo un fallimento e volevo solamente che tutto quell'inferno finisse. 

*** 

 

POV KILLIAN

 

vedere mia figlia in quelle condizioni mi fece un male assurdo e forse parte della colpa era mia: forse aveva ragione Emma, forse non era ancora pronta e avremmo dovuto aspettare un po' a comunicargli la notizia. Mmmh non so.. ci sono troppi forse nei miei pensieri. Devo trovare il modo per aiutare mia figlia. Lo devo a lei in primis ma anche a mia moglie che è distrutta interiormente. Studiai insieme a lei la situazione per un paio di giorni e vedendo che la nostra piccola era intenzionata a non parlare, decidemmo ancora una volta di chiamare Archie il quale ci chiese di vedere di persona la bambina. La portammo da lui neanche dieci minuti dopo aver riattaccato il telefono e la sua diagnosi fu quella che mai mi sarei aspettato... fu la morte interiore di Emma. Nostra figlia aveva ricevuto un forte shock dalla notizia del fratellino e ora era entrata in una fase particolare. Nostra figlia stava soffrendo di mutismo selettivo. 

 

Note dell'autore:

Anche la seconda bimba ha scoperto la verità ma a differenza di Leila non l'ha presa poi tanto bene: Ha smesso di parlare. Cosa si inventeranno Emma e killian per aiutarla? Ma sopratutto... ci riusciranno? 

Ps. Neko Questo è per te  eheheheh. Ora che la piccolina non parla più ti sta più simpatica? Ehehehehhehehe

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Capitolo 33
*** Quinto mese ***


POV KILLIAN

 Il giorno in cui Archie ci disse che quello della nostra bimba era un blocco pscicologico, dovuto sicuramente ad un fattore che le ha scatenato ansia tanto da non permetterle di parlare, fu il giorno peggiore della mia vita... neanche la morte di Milah e di mio fratello mi hanno buttato nello sconforto in questo modo... certo sono stato da schifo ho sofferto molto in quel periodo ma quello che sto provando da oltre un mese va di gran lunga oltre. Non so come spiegarlo ma essere responsabile di un problema che affligge tua figlia non è di sicuro una bella cosa. Archie non fa altro che ripeterci che abbiamo fatto tutto nel modo giusto e che non è sicuramente nostra la colpa di tutto ciò ma allora perché la mia piccolina ha smesso di parlare? Lo dice la parola stessa: mutismo "selettivo": la bambina si isola con le persone con cui non si sente a suo agio quindi se io Emma e parte della famiglia non abbiamo fatto nulla di male come si spiega il fatto che la nostra piccola non ci parli? Fino a qualche giorno  credevo non parlasse con nessuno poi una notte ho intrasentito la sua vocina: era nella sua stanza e stava parlicchiando con una foto.... non capii cosa stesse dicendo il suo tono di voce era molto basso, paragonabile ad un sussurro, ma vidi la foto; era una foto di Emma... in qualche modo la bambina comunicava con la sua mamma anche se quest'ultima non ne era a conoscenza. Non persi altro tempo e corsi in camera nostra a dirglielo... non l'avessi mai fatto: vidi Emma iniziare ad incolparsi ancora di più, per lei il fatto che sua figlia parlava con una sua foto e non direttamente con lei le dava maggior consapevolezza che il problema principale fosse lei. Non la pensavo assolutamente in quel modo altrimenti non le avrei detto nulla, sopratutto con il fatto che era incinta, e quindi oltre a sentirmi in colpa per chloe ecco che iniziai a sentirmi in colpa anche per aver fatto soffrire ancora di più mia moglie. Parlai con Hopper di questa cosa e anche lui era d'accordo con me: la bambina vedeva di buon occhio la sua mamma e cercava anche se non direttamente un modo per parlare con lei. Secondo lui dovevano far finta di nulla  su quello che avevo visto e non forzarla a parlare, avremmo continuato le sedute di chloe con lui e piano piano avremmo individuato il problema è risolto.

Le sedute tra Chloe e Archie prevedevano principalmente giochi e disegni: nella parte del gioco la piccolina non partecipava molto, ma per quanto riguarda i disegni credo ne abbia fatti almeno una cinquantina da quando eravamo in cura da lui. Tutti ritraevano bene o male la stessa cosa: vi era un gruppo di persone attorno ad un oggetto non ben definito, sembrava un cerchio con delle ruote, e una persona più  piccola delle altre disegnata in un angolo in basso del foglio. Non usava colori per rallegrare il disegno e anche questo per me non era un fattore positivo, conoscevo la mia bambina e sapevo che amava colorare.

A scuola non era differente la storia, Chloe era bloccata e non aveva nessun tipo di comunicazione verbale ne con le sue maestre ne con i suoi amichetti ma almeno una cosa positiva c'era: con quest'ultimi giocava molto nonostante non parlassero. Il problema era dunque in casa  e sicuramente riguardava il fattore fratellino altrimenti non si spiegava il fatto che aveva messo tutte le carrozzine giocattolo e passeggini regalati nel corso di questi tre anni fuori dalla porta della sua stanza. 

Insomma è stato un bel mesetto movimentato ma non è tutto, c'è anche una piccola novità: il clima di tensione vissuto ci ha portati più volte nella clinica di whale: Emma somatizza troppo e per una donna in dolce attesa non va affatto bene... ha avuto quale mancamento in questo periodo così whale ha ben pensato di fare controlli più ravvicinati per essere più tranquilli. Morale della favola abbiamo fatto un ecografia una settimana fa e whale si è fatto sfuggire qualcosina di troppo. 

- Allora, tutto sembra nella norma Emma, nonostante i tuoi valori siano ancora sbagliati da questo punto di vista le cose procedono bene - le disse mentre le passava uno scottex per ripulirsi dal gel. 

- Ne sei sicuro whale? Ad eccezione di Henry, ma solo perché ero in prigione, non ho avuto gravidanze tranquille... per non parlare dell'aborto... sono agitata, ho sempre paura che qualcosa vada storto.

- Non preoccuparti Emma non tutte le gravidanze sono uguali, solo il loro processo è uguale, quindi come ha partorito tua madre, partorirai tu e così questa piccolina.

- Piccolina????? È... è una bambina?  - chiese improvvisamente tralasciando tute le preoccupazioni precedenti. 

- Eeeeh.... non volevate saperlo vero???? Oddio scusami me ne ero completamente dimenticato.

- Non importa, avanti dicci!

- Non ne sono propriamente sicuro, come la piccola Chloe se ne sta a gambe incrociate ed è davvero difficile capirlo ma ad occhio penserei ad una femminiccia. I maschietti non sono così riservati di solito 

- Sopratutto mio figlio non lo sarebbe - risposi io. 

- Comunque rispeto potrei sbagliarmi ho solo buttato ad indovinare

- Mmh ne dubito , non ti saresti mai sbilanciato 

- Mi dispiace avervi rovinato la sorpresa... 

- non preoccuparti non fa nulla l'importante è che stia bene. - rispose Emma con un sorriso sincero sulle labbra. 

- È il ritratto della salute. Cerca comunque di non stressarti troppo, so che chloe sta affrontando un periodo particolare ma tranquilla che anche quello passerà. Ci vediamo alla prossima visita e in queste condizioni se non migliori mi raccomando. 

 

Bene... un'altra femminuccia. Avrò la casa invasa da generi prima o poi e questa cosa mi dà davvero sui nervi. David ha dato i numeri solo con me pensa io con tre cosa faró. La terza jones... penso non ci siano mai state in famiglia tre sorelle jones ,il genere maschile ha sempre prevalso... beh che dire sono l'eccezione che conferma la regola. 

- Pensi che dovremmo dirlo a casa? - mi chiese di punto in bianco Emma.

- Perché no? 

- Chloe! lei vorrebbe restare la più piccolina credo... se fosse stato un maschietto avremmo giocato la carta che il fratellino era il più piccolo ma lei era la femminuccia più piccola, così non so come reagirà. 

- Potremmo dirlo solo ai grandi per il momento...

- Beh potrebbe essere una soluzione...

Ma certo come no... provare a dire qualcosa ai suoi parenti e pretendere che loro lo tengano per se è a dir poco assurdo e infatti non appena comunicammo loro la lieta notizia ecco che Snow se lo fece scappare con le sue nipotine scatenanso un: " speriamo non sia rompiscatole come la nana" di Leila  e una corsa verso la sua cameretta da parte di Chloe. Bingo! 

 

POV EMMA

Nel momento esatto in cui vidi mia figlia scappare al piano di sopra alla notizia della sorellina ricevuta da sua nonna mi sentii morire, tutta la felicità provata nello studio di whale pochi minuti prima sparì di colpo. Non riuscivo ad essere impassibile alle sofferenze di Chloe e neanche mezzo secondo dopo ecco precipitarmi verso la sua stanza. Davanti la porta tutte le carrozzine giocattolo che aveva buttato fuori dalla stanza e che avevo meticolosamente messo in ordine per paura che qualcuno inciampasse erano tutte buttate a terra in modo casuale, feci attenzione a non inciampare e ed entrai. La  trovai seduta a terra in un angoletto   con le spalle al muro a piangere silenziosamente con una foto stretta tra le braccia: la mia foto. Non le dissi nulla, non mi avrebbe mai risposto, ma mi misi accanto a lei e provai a portarla sulle mie ginocchia, credevo mi avrebbe respinta e invece no, si accoccoló tra le mie braccia e continuó a singhiozzare silenziosamente. Provai a coccolarla, a dirle che le volevo bene e che nulla sarebbe cambiato con l'arrivo di un nuovo membro della famiglia ma niente tutto ciò che facevo o dicendo non sembrava funzionare. Mia figlia aveva messo un muro tra di noi. Mi sentivo un fallimento, una pessima madre e non potevo far altro che pensare che con l'arrivo di questo bambino le cose sarebbero senza dubbio peggiorate. Per quanto impegno potessi metterci ormai qualcosa nella nostra famiglia si era rotto e la colpa era solamente mia. 

- Emma tutto ok? - sentii dirmi da Regina che nel mentre era entrata in camera. 

- No! Niente è ok! - mi alzai di scatto e andai a chiudermi in camera, avevo bisogno di stare da sola, piangere e sfogarmi senza nessuno attorno che mi dicesse che le cose si sarebbero risolte. Niente si sarebbe risolto ormai.  Fortunatamente la mia famiglia capì e mi lascio stare per l'intera giornata e anche la notte, killian poverino pur di non disturbarmi andò a dormire sul divano. Il mattino seguente ero esausta, non avevo chiuso occhio tutta la notte e la nausea, che per quegli ultimi giorni non si era fatta viva, tornó a farsi sentire in maniera anche peggiore. Nonostante il mio stomaco fosse completamente a digiuno dal giorno precedente riuscii comunque a restare chiusa in bagno per buoni trenta minuti tanto da allarmare tutti. Mi sentivo uno schifo, avevo lo stomaco in subbuglio e non mancarono dei doloretti all'altezza della schiena e del basso ventre. Li ignorai dando la colpa alla stanchezza e una volta uscita dal bagno mi recai nella stanza della mia piccola per vedere come stesse. Quella mattina il suo papà decise di non mandarla all'asilo in quanto anche lei a quanto pare non aveva chiuso occhio. Vederla anco li, seduta a terra nella stessa posizione del giorno precedente smosse in me qualcosa : "sei sua madre per la miseria, fa qualcosa", il mio cervello non faceva altro che ripetermi questo così mi feci coraggio ed andai dritta da lei per risolvere la questione una volta per tutte.

- So che non vuoi parlare amore ma mamma deve dirti delle cose importanti e vorrei che le ascoltassi - il suo sguardo non incrocio il mio... fu l'ennesima coltellata ma cercai di ignorarla e andare avanti - forse lo avrò detto già un milione di volte ma è la pura verità: è vero, la mamma ha un bambino nella pancia che tra qualche mese entrerà a tutti gli effetti nella nostra famiglia ma questo non significa nulla di quello che pensi: il bene che ti voglio adesso non diminuirà solo perché sta arrivando un nuovo bambino, tu ora non lo capisci perché sei piccolina ma quello che ti sto dicendo è la pura verità. Anche Leila come te aveva paura di essere trascurata quando ha saputo del tuo arrivo ma poi ha capito che il bene non diminuisce con l'arrivo di una nuova persona. Abbiamo fatto spese insieme per il tuo arrivo, abbiamo decorato la tua cameretta insieme e fatto tantissime altre cose. ricordo che quando sei nata ti ha voluto subito prendere in braccio, tutte le paure che aveva avuto fino al giorno prima sono sparite nell'esatto momento in cui ti ha vista. Penso che anche per te sarà così, ma solo se mi lascerai nuovamente entrare nel tuo cuoricino. Devi darmi modo di dimostrarti tutto questo, chiuderti a riccio non migliorerà le cose. - niente da fare, non si decideva ad alzare lo sguardo da terra. -  Quella che ci sta accadendo è una cosa molto importante e dobbiamo affrontarla insieme. Se non ti lasci avvicinare non potrai mai capire che mamma e papà hanno ragione. Ti prego amore mio, abbi fiducia in noi... - fu in quell'esatto momento che accadde qualcosa di inaspettato: il suo sguardo si posò sul mio per mezzo secondo dopodiché fu un attimo: si alzó di scatto e spingendomi per passare uscì dalla sua cameretta e andò via. Ecco, se fino a quel momento pensavo di aver toccato il fondo... beh mi sbagliavo, il fondo lo avevo toccato ora. Non so cosa si impadronì di me: tristezza, rabbia di non essere riuscita, gli ormoni impazziti della gravidanza... non lo so, quello che so è che iniziai a piangere come forse mai avevo fatto nella vita, se non quando scoprii che killian era morto, e da lì non ci volle molto prima che un attacco di panico mi colpì. 

- Emma ho visto la piccolina correre ver... EMMAAAAAA!!!!! - fortunatamente mia madre si trovó a passare da quelle parti - Killian, corri a darmi una mano!!! - gridó vedendomi in difficoltà.  Non ricordo esattamente cosa sia successo, ero nel panico più totale, so solo che poco a poco riuscii a riprendermi e a respirare regolarmente. 

- Chiamo whale! - Disse mia madre ma glielo impedii, stavo bene, avevo solamente avuto un attacco di panico. Insistette per un po' ma alla fine si fece convincere e non lo chiamó. Quando mi mettevo in testa una cosa era difficile farmi cambiare idea. 

- Piano piano mi riprenderò del tutto tranquilla. - le dissi per calmarla. Lo pensavo sul serio inizialmente ma poi più  passavano le ore e più mi rendevo conto che non mi sentivo poi tanto bene. Avevo il continuo stimolo di andare in bagno ma ogni volta che andavo mi rendevo conto che lo stimolo non era reale. 

- Sicura di sentirti bene? - disse killian alla quindicesima processione bagno/cucina. 

- Certo che sì, perché non dovrei. - Non volevo allarmarlo per nulla.  Avevo deciso che se le cose non fossero passate da sole entro il mattino seguente sarei andata da Whale. Non dovetti aspettare così a lungo, neanche un quarto d'ora dopo l'ultima tappa in bagno sentii dei doloretti al basso ventre, alcuni lievi altri un po' più forti. fui costretta a tornarci di corsa... forse un po' troppo di corsa: ero appena stata colta da una fitta fortissima. Ebbi un brutto presentimento e quando arrivai in bagno notai che avevo ragione: stavo perdendo sangue. No, non ci voleva.. chiamai immediatamente Killian, il quale a causa del mio tono di voce si precipitò e in tre secondi fu li.  Quando vide che la questione non accennava a migliorare chiese a mia madre di chiamare immediatamente Regina, che era in municipio, e dirle di teletrasportarci immediatamente in ospedale. Anche di questo momento non ho ricordi ben definiti... le voci che sentivo erano sempre più lontane. li sentii discutere  qualcosa riguardante le bambine che non potevano essere lasciate da sole, sentii pronunciare la parola aborto....poi più nulla. 

 

POV KILLIAN

Ero lì, per la millesima volta, in quelle maledette panchine della sala d'aspetto ad attendere notizie di mia moglie e di nostra figlia. C'erano anche le bambine e Snow con me mentre Regina era tornata a casa nostra a dare una sistemata al bagno, in modo che le bambine non vedessero nulla al nostro ritorno, e a preparare qualcosa per Emma che molto probabilmente sarebbe rimasta lì in osservazione visto tutto il sangue che aveva perso. Nonostante ci fossero Leila e Chloe con me, che erano ancora un po' sconvolte da quelle grida e corse avvenute in casa poco prima,  non riuscivo a non pensare ad altro se non a mia moglie. Quanto diavolo ci voleva a whale per visitarla? 

 

- Killian... - eccolo finalmente uscire dal pronto soccorso.

- Whale allora? tutto ok? Ti prego dimmi che non devo preoccuparmi. 

- Posso parlarti in privato? - Mmh non mi piace la cosa. Ti prego fa che non sia ciò che penso. 

- O...ok! Bimbe mi raccomando state qui con la nonna e fate le brave. - mi allontanai con lui - Allora???? Ti prego non girarci attorno: quanto è seria la questione?

- c'è la siamo vista brutta killian... ha perso molto sangue.... ma siamo riusciti a bloccare l'emorragia e  ad evitare il peggio. 

- Grazie al cielo! Posso vederla?

- Ancora no, la stiamo medicando e somministrandole le cure necessarie. 

- Ma è fuori pericolo adesso vero? Stanno tutte e due bene? 

- Le ho fatto un'eco e per adesso stanno tutti e due bene ma ha pur sempre rischiato di abortire  e questo può essere o un fatto isolato oppure potrebbe una cosa che potrebbe ripetersi. Io non sono assolutamente negativo in questo momento dopo la visita effettuata però una cosa è certa: lo stress non l'aiuta di certo. È successo qualcosa di particolare per scaturire una reazione del genere? 

- Direi proprio di sì. Come si può non essere stressati con la situazione che abbiamo a casa? Chloe non parla da un mese ormai, Emma è disperata le sta provando tutte per aiutarla ma tutto quello che fa sembra non funzionare.  Si attribuisce la colpa per quello che sta succedendo a Chloe... se dovesse perdere anche questo bambino a causa di questa cosa la nostra famiglia credo proprio che non si rialzerà più .

- Killian, ora Emma sta bene, non pensare al peggio ok? Se ti può far sentire meglio  la terrò un paio di giorni in più per sicurezza in modo che possa riposare adeguatamente ma tu devi farti forza per dare forza a lei. Se come dici tu sta vivendo un periodo no, cosa che non dovrebbe assolutamente vivere nelle sue condizioni, spetta a te farla stare bene e non puoi farlo se anche tu sei a pezzi. Perché non ne approfitti per  fare una bella passeggiata con le bimbe visto che è una bellissima giornata oggi? Non appena Emma potrà ricevere visite ti farò chiamare.

- Grazie whale... per tutto! 

Tornai in sala d'attesa dove avevo lasciato parte della mia famiglia ma non trovai nessuno, non mi preoccupai, magari Snow le aveva portate a fare un giro... e invece no, dopo qualche minuto eccola arrivare di corsa insieme a Leila. 

- Ho perso Chloe! - confessó nell'immediato 

- Come hai perso Chloe? Quando? Che stavi facendo? 

- Ti eri appena allontanato con Whale, Leila mi ha chiesto se per passare il tempo potevo leggere una storia... erano entrambe sedute vicino a me ma quando ho alzato lo sguardo Chloe non c'era più. 

- Maledizione! Vado a cercarla!

- Ti do una mano.

- No! Resta qui con lei per favore . - esplorai il piano dì quell'ospedale in lungo e in largo ma non la trovai. Perfetto, ci mancava anche questo. Continuai a cercarla e in fine mi ritrovai nella stanza dove precedentemente avevo parlato con whale... non era neanche li. Uscii dalla stanza ma neanche il tempo di fare un ulteriore passo che sentii un rumore proprio in direzione della stanza appena visitata. Mmh... tornai dentro, guardai in ogni singolo angolo e alla fine la trovai nascosta sotto una scrivania. Stava piangendo e tremava. 

- Amore di papà ecco dove eri finita! - l'abbracciai più forte che potevo - Mi hai fatto spaventare cucciolina! - mi guardava spaventata. Era evidente che qualcosa l'avesse turbata ma sapendo che non avrei tirato fuori da lei mezza parola mi limitai a stringerla  per trasmetterle tutto il mio amore. 

- Coppa mia... - era un sussurro ma capii benissimo cosa diceva e sopratutto di chi fosse la voce. Dopo un mese la mia piccolina aveva parlato. La guardai negli occhi

- Amore hai parlato????? Bravissima cucciola di papà! 

- Coppa mia... - non era una domanda ma un'affermazione. 

- Colpa tua di cosa? - la vedevo insicura nel voler continuare a parlare - amore mio a papà puoi dire qualsiasi cosa. 

- Mamy bua! 

-  No amore mio non è assolutamente colpa tua ma cosa ti viene in mente. 

- Tu... tu... tu detto a dottole che.. che mamy bua per me.

- Non ho detto questo amore.... ma tu come hai fatto a sentire? Hai origliato? - si limitò a scrollare le spalle.

- Tranquilla amore mio non hai fatto nulla di male anzi... farmi sentire nuovamente la tua voce mi ha riempito il cuore di gioia. Ora che ne dici di aspettare che la mamma possa ricevere visite e le andiamo a fare questa bella sorpresa? Ti va di far sentire la tua vocetta alla tua mamma? - annuì - Appena ti sentirà diventerà la mamma più felice del mondo! Andiamo da nonna ora. 

Ritornati in corridoio raccontai tutto a snow e al resto della truppa che era venuta  a darci conforto. Provaronono tutti a far parlare la piccola ma non rispose a nessuno... era comprensibile la cosa, non si poteva risolvere tutto dall'oggi al domani. Ero soddisfatto di aver trovato anche se involontariamente una chiave per sbloccarla, con il tempo sarebbe sicuramente tornata la bimba vispa di sempre. 

Era sera quando ci diedero il permesso di poter veder Emma ma chiesi ai miei parenti di lasciarmi qualche minuto solo con lei e le nostre figlie. 

- Killian... bambine! - disse non appena ci vide entrare.

- Amore mio! le risposi  avvicinandomi e sistemando entrambe le nostre figlie vicino a lei.

- Mamma ti piace proprio l'ospedale a te! - commentó Leila 

- No amore fidati... è il posto che odio di più ma purtroppo sto sempre qui. 

- Stai bene adesso mamma? Che hai avuto la febbre?

- Adesso sto bene... era una sciocchezza piccola mia, non preoccuparti. - nel mentre che mamma e figlia facevano conversazione la piccola di casa si fece spazio vicino a sua mamma fino a mettersi sotto le coperte con lei.

- Amoreeee - le disse lei finalmente con un sorriso sincero, non credo si aspettasse un gesto del genere - Che ne dici di toglierci le scarpine prima? Papy perché non l'aiuti un po' per favore? - e così feci. Vederle abbracciate mi scaldava il cuore ogni volta ma  in quella circostanza ancor di più. 

- Leila amore, nonna ti sta aspettando. Saluta la mamma, io e chloe ti raggiungiamo subito. 

- Ma io voglio stare un altro po con la mamma come Chloe. 

- Tu hai già parlato con la mamma, ora tocca anche alla tua sorellina, da brava, vai!

- Va bene! Ciao mamy verrô domani a trovarti! - le diede un bacino e si allontanó! 

- Chloe... - la guardai rannicchiata tra le braccia della sua mamma. - lo sai vero che il dott whale non ti lascerà mai dormire qui? - le si strinse ancora di più addosso a sua madre

- Oddio non mi pare vero.... - commentó il mio amore

- Chloe ricordi che ti ho detto di la? Ti va ancora? - annui. - perfetto.

Vidi nostra figlia mettersi comoda vicino alla sua mamma e darle un bacino sulla guancia, Emma era già in lacrime ma quello che la fece quasi svenire dalla gioia furono le paroline pronunciare subito dopo.

- mamy io bene a te! - la vidi sbarrare gli occhi incredula, le prese il visino tra le mani e la guardò negli occhi.

- Amore... - non riuscì a dire altro

- no piangele mamy io dabbero bene a te!

- È il giorno più bello della mia vita amore! Ti voglio bene anche io tesoro e ti prometto che andrà tutto bene. - annuì. Certo non diceva ancora molto,per la maggior parte delle volte non rispondeva, è vero anche che aveva ripreso a parlare non in maniera del tutto corretta ma non mi importava... non importava a nessuno di noi, piano piano saremmo riusciti a tornare alla normalità.

Emma fu dimessa cinque giorni dopo, la diagnosi di whale fece tirare a tutti noi un sospiro di sollievo: quello che si era verificato era dovuto al forte stress quindi venne classificato come un caso isolato. È vero anche che se era già successo sarebbe potuto ricapitare ma ormai la fase di stress acuta sembrava essere superata quindi il futuro era nel vero senso della parola e a tutti gli effetti "roseo".

 

- Vesto le bambine, accompagnamo Leila da Robin e poi andiamo da Archie. - mi disse Emma neanche un'ora dopo essere tornati dall'ospedale.

- Scusa non dovresti fare una cosa prima? Che ne so....  riposare? 

- Sono stata a riposo per cinque giorni e whale ha detto che sto bene e posso riprendere la mia vita.

- Si ma ha detto anche che questa settimana devi limitare gli sforzi e riprendere piano piano. Avanti non fare storie, accompagno io Leila e per quanto riguarda Archie gli telefoneró e gli chiederò come bisogna comportarci. 

 

POV EMMA

 

Sentire nuovamente la voce della mia piccolina fu una gioia infinita, al pari del giorno in cui è nata forse, qualcosa stava finalmente cambiando e chissà magari presto sarebbe riuscita ad accettare questo grande cambiamento. 

- Come stai amore? - ma come... killian era già rientrato?

- Killian come vuoi che stia? Come mezz'ora fa quando ti ho salutato. Sto bene. - mi bació 

- Perfetto, Leila è con Robin e a malincuore anche con Gideon, resterà a cena da zelina e c'è la riporterà lei per le dieci.  Per quanto riguarda Hopper invece dice che sarebbe inutile portarla da lui per parlare se ancora non è riuscita a dire a noi tutto.... ha detto di provare a chiederle direttamente il motivo per cui non si sentiva a propio agio in casa. 

- Che stiamo aspettando allora? Valla a chiamare.

- No... io vorrei aspettare che tu ti riprendessi del tutto... ho paura che parlando tu possa soffrire ancora.

- Non dire cretinate va a chiamarla altrimenti ci andrò io e sai che lo farò.

- Prometti di non agitarti peró?

- Promesso ora va! 

Difficilmente quando killian è preoccupato fa quello che gli dico ma devo dire che questa volta mi ha sorpreso, niente diversivi niente scuse niente di niente, quando tornó in stanza chloe era accanto a lui. Non appena mi vide mi sorrise con tutti i suoi dentini, si buttò sul letto e venne ad abbracciarmi. Mi bastava questo per essere felice, vederla sorridere mi rendeva felice.

- Allora piccolina, ti ho disturbato per caso ? Stavi giocando? - rispose di no con la testa. - ok ascolta, mamma sa che non ti piace parlare ultimamente ma vorrebbe capire una cosa: te la senti di spiegare a me e al papà cosa hai provato questi giorni? Sai dirci il motivo per cui sembrava che ce l'avessi con noi? Non devi vergognarti o avere paura di niente, vogliamo solamente sapere la verità. Se abbiamo fatto qualcosa di male è giusto che tu ce lo dica in modo che possiamo recuperare. - annuì. - perfetto allora adesso ci sediamo tutti e tre qui sul letto e tu come se stessi raccontando una favola ci dirai tutto ciò che la tua testolina ha elaborato in questi giorni. 

- Io... io ho abuto Paula... 

- quando? - sapevo che non dovevo farle domande, dovevo lasciarla esprimere da sola, ma la vedevo in difficoltà 

- Quando tu detto che alliva la solellina . Io ho vitto cose.... cose blutte.

- E cosa hai visto amore mio? - oddio che avesse avuto delle visioni? Per i poteri che ha non era da escludere. 

- Ho bisto la callozzina, tutti elavate lì a tocare co la callozzina e io elo sola. Nessuno voleva bene a me. Ti ho chiamato mamy e tu... tu... tu mi hai pleso la manina e... e... 

- amore respira va tutto bene... ti ho preso la manina e? 

- mi hai detto di andale a giocale al parco. Non mi hai poltata al parco peló. Mi hai pottata in una casa, quella dove eli tu da piccola, con tanti altri bimbi abbandonati e mi hai lasciata lì per semple. - la strinsi a me con quanta più forza avevo in corpo. Non era una visione Aveva fatto un brutto sogno potevo metterci entrambe le mani sul fuoco. Avrei potuto commettere moltissimi errori nella mia vita ma mai questo, non abbandonerei i miei figli per nulla al mondo. Feci un grosso sbaglio con Henry e quell'esperienza mi ha fatto capire molte cose... nessuno merita di ritrovarsi senza famiglia. Ora si spiegava anche quel cerchio con le ruote che disegnava, quell'oggetto misterioso a cui molte persone erano intorno mentre solo una No: tutti erano attorno al nuovo nascituro lasciandola in disparte. 

- Amore mio! Questo non succederà mai. Era solo un sogno. Un brutto sogno! Io non ti abbandonerei mai tesoro... e mai ti manderei in una casa famiglia, te lo posso giurare.

- Io sognato tante bolte peló. E se poi succede? Io boglio stale co te mamy no boglio cambiale casa.

- Non dirlo neanche per scherzo! Era solo un incubo, è normale averne quando si ha paura di qualcosa. Posso prometterti che questo sogno non si realizzerà mai ma tu devi promettermi che la prossima volta che avrai un cattivo sogno come questo verrai da me o da papà e c'è lo dirai. 

- Ba bene! 

- Sono davvero orgogliosa di te tesoro, sei stata molto coraggiosa ad esprimere le tue paure. - le baciai la testolina. 

- Devo licominciale a pallare con tutti? - era tesa e aveva ragione, un problema così grave non poteva risolversi così velocemente. Già era molto che si era aperta con noi.

- No amore non sei costretta, quando te la sentirai tornerai a  parlere con tutti, la cosa importante però è che non torni ad isolarti, almeno con qualcuno devi confidarti

- Con te e papy! 

- Va bene.  Ora vai a giocare ok?

- Ok - stava per allontanarsi quando si fermò e torno a guardarci -quando mandiamo bia la solellina? Io non la boglio proprio.  - troppo bello per essere vero.... doveva esserci qualche intoppo.

- Ne parleremo domani amore - le disse suo padre e lei senza ulteriori storie tornó in camera sua. 

- Fammi un po' di spazio - disse killian raggiungendomi nel letto - voglio coccolarvi. 

- È la prima volta che usi il plurale  - sorrisi

- Lo so e mi dispiace... con tutti i problemi che ci son stati ho trascurato questa signorina, ma mi farò perdonare - disse mettendo una mano sulla mia ancora piccola pancia. Ero al quinto mese è vero ma con tutti i problemi avuti non ho  messo su peso. Gli unici kg che ho assunto sono  dovuti a questa piccola ma adorabile pancetta. 

- Amore di papà ti prometto che anche se in questo momento qualcuno non ti vede di buon occhio,  quando sarai tra le nostre braccia tutti ti ameranno. - persa nei miei pensieri non mi ero accorta che killian si era spostato e si era posizionato con il suo viso all'altezza della mia pancia, parlare con i nostri figli ancora non nati è sempre stato un suo debole e come spesso succedeva dopo aver parlato poggiava il suo orecchio sulla mia pancia aspettando qualche segno.

- Killian è troppo presto non si è ancora mai moss .... - rimasi senza respiro... non me lo aspettavo minimamente, la bimba aveva appena dato il suo primo calcio

- Dicevi???? 

Scoppiammo a ridere come due ebeti un po' per la tensione accumulata fin ora, un po' per i progressi acquisiti e non ultimo per la gioia di aver sentito per la prima volta muoversi la nostra baby jones n 3.

La nostra vita è  sempre stata un gran caos ma la nostra famiglia è sempre rimasta unità, sono sicura che con un po' di lavoro riusciremo a far accettare la piccola a chloe e torneremo più forti di prima.

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Capitolo 34
*** Sopravvivere ***


POV KILLIAN

- è solo una settimana!

- No! Ho detto no killian! Per favore...

- Vuoi che li lasci da soli a fare tutto il lavoro?

- Voglio che tu stia qui non mi sembra di chiederti la luna!  Sei il loro capitano o no? Fatti rispettare. 

- Mi rispettano anche troppo se è per questo! Andiamo Emma di cosa hai paura è? È solamente uno stupido viaggio di lavoro. 

- Può essere lavoro, vacanza o quello che vuoi te! Mi hai giurato che non mi sarei più liberata di te il giorno prima del nostro matrimonio quindi...

- Non dirai sul serio vero? Amore... 

- Sai che ti dico fai come ti pare! Vuoi partire? Vai! 

Ecco come una serata tranquilla e all'insegna del romanticismo può trasformarsi in una vera e propria guerra. 

Henry è tornato per il fine settimana e da bravo fratellone maggiore ha proposto alle sue sorelline di andare al parco e di mangiare fuori lasciando me e Emma da soli come una coppietta di fidanzati innamorati. Per tale occasione decisi di preparare una cenetta speciale alla mia dolce metà mentre lei era a lavoro. Preparai la tavola posizionando delle candele e petali di rosa al centro dopodiché preparai un percorso con gli stessi petali dalla porta d'ingresso alla tavola allestita, misi della musica per creare l'atmosfera e aspettai il suo ritorno.  Rimase particolarmente sorpresa di tale gesto e non esitó a dimostrarmelo. Peccato che la cena si sarebbe freddata perché altrimenti avrei approfittato molto volentieri. 

Una volta a tavola mangiammo e chiacchierammo come ai vecchi tempi, era una serata particolarmente piacevole e ci stavamo divertendo come non mai fino a quando ingenuamente non dissi a Emma che avrei dovuto affrontare un viaggio di una settimana sulla Jolly roger. Era lavoro, non ci vedevo nulla di male eppure inizió a dare i numeri cosa che sfociò cinque minuti dopo in una grossa litigata. La vidi prendere la direzione della porta e andare via. Ma che accidenti le prendeva?  Non aveva mai fatto così per il lavoro. Uscii anche io, preoccupato di tale reazione,  ma vidi che era già nel suo maggiolino giallo  e quando Emma era in macchina significava solo una cosa: voleva essere lasciata stare. Lo avrei anche fatto se non fosse stata incinta ma nelle condizioni in cui si trovava  era decisamente fuori questione. A piedi a piedi mi recai prima al porto, convinto che fosse lì ma quando capii di aver sbagliato ripresi il mio cammino e raggiunsi la tavola calda della cara e dolce Granny: Emma era lì. 

- Spero non sia caffè quello! - le dissi non appena varcai la soglia. 

- Non deve interessarti. - rispose bruscamente

- Mi interessa eccome invece! - presi la tazza dalle sue mani e la spostai in modo che non potesse raggiungerla se non alzandosi. - Se vuoi bere qualcosa ordina cose che non facciano male a nostra figlia. 

- Non dovevi partire te? Che cosa stai aspettando, vai! 

- Ma si può sapere che ti prende è? 

- Non sono obbligata a dirtelo! 

- Invece si! - dissi prendendola per un polso e trascinandola nel retro del locale. - Avanti sono tutto orecchie... e non tralasciare niente. Se c'è un problema voglio saperlo. 

- Ho paura ok? Non voglio che ti succeda qualcosa mentre sei via! - confessó

- Ma che vuoi che mi succeda è? È un normalissimo viaggio di lavoro, tra sette giorni sarò nuovamente qui a romperti le scatole. - l'accarezzai, non sembrava tanto convinta - devi stare tranquilla amore, non mi succederà nulla di male. 

- Promettimelo! 

- Te lo prometto amore! - provai ad abbracciarla non sapendo se avrebbe accettato quel gesto e lei improvvisamente ricambio la stretta stupendomi. 

- Scusami non so cosa mi sia preso... è vero non voglio che tu parta ma potevo essere un po' più calma nel dirtelo.

- Ho imparato a capire i tuoi sbalzi d'umore tre figli fa ormai. - sorrisi facendo sorridere anche lei. - Vogliamo andare a casa ora e salvare il resto della nostra serata? 

- Non mi dire... hai preparato altro per stupirmi oltre la cena? 

- Come vuoi che finisca una serata tra una tenera coppia di innamorati? - ammiccai - ti sei dimenticata come finivano le nostre serate da fidanzati? 

- Mmmh... finivamo le nostre serate o tra le lenzuola delle camere di  granny o sulla tua amata Jolly! - disse maliziosamente iniziando a sbottonarmini primi bottoni della camicia

- E cosa scegli stasera?  

- Mmh granny! Ma solo perché siamo già qui e io non vedo ora di fare la pace con te.

***

Una settimana dopo.

 

POV REGINA.

Quella  era stata dir poco una delle giornate più faticose della mia vita. Neanche quando ero nella foresta incantata credo di aver mai lavorato così tanto. Avevo un mal di testa incredibile  e l'unica cosa che avrei voluto fare era mettermi nel mio letto e fare una lunga e rigenerante dormita. Ero sola in casa, Robin era con  la sua combriccola di ex ladruncoli e Roland aveva deciso di rimanere  a dormire a casa di un suo amico,  quindi potevo benissimo non preparare la cena e mettermi nel mio accogliente letto. È quello che feci: prima  una doccia veloce dopodiché subito sotto le coperte, la stanchezza era talmente tanta che non faticai a prendere sonno. Ero nel pieno della fase rem quando il suono del mio cellulare inizió a martellarmi nelle orecchie. Ero troppo stanca per rispondere, mi affrettai quindi a rifiutare la chiamata, spegnere il cellulare e tornai a dormire... sì certo come no. Neanche tre minuti dopo ecco che inizió a squillare il telefono di casa in quale non sembrava avere nessuna intenzione di smettere. 

- mah... che ore sono! - mi domandai controllando l'orologio. Erano solamente le tre e trenta del mattino. Chi era quel povero pazzo che aveva  tanta voglia di chiacchierare e farsi incenerire contemporaneamente? Senza neanche accorgermene ero già al piano di sotto con la cornetta del telefono alla mano.

- Pronto! - dissi in maniera del tutto seccata.

- Signor sindaco abbiamo un problema. Ci hanno comunicato che non è mai giunto a destinazione... le merci non sono mai arrivate e... e... non ci sono notizie se non che....

- Aspetta aspetta un attimo. - fermai quel fiume in piena non capendo neanche mezza parola - Innanzitutto con chi ho il piacere di parlare?

- Sono spugna signor sindaco, solo uno dei marinai del capitn k...

- So chi sei! Spiegami cos'è successo, ma non così di corsa. 

- La Jolly roger è sparita signor sindaco, non ha mai attraccato nelle isole dove era diretta e la guardia costiera non riesce a rintracciarla. 

- Magari c'e stato qualche errore, non è la prima volta che capita no? 

- Dicono che ci sia  stata una tempesta qualche  giorno fa  da quelle parti e che la nave sia sparita da quel dì.  Hanno aspettato a comunicarcelo perché pensavano avesse già fatto ritorno viste le previsioni meteorologiche . - oh signore! Questa proprio non ci voleva - Arrivo immediatamente ma fatmi una cortesia, non chiamate nessun'altro avviserò io le autorità di competenza. Non potevo assolutamente permettere a quel marinaio da quattro soldi di chiamare Emma nel pieno della notte e farle prendere un accidente non sapendo ancora le dinamiche dei fatti. Mi vestii al volo e raggiunsi il porto. Una volta li mi feci fare un resoconto dettagliato della  situazione e ebbi la conferma anche grazie alla capitaneria di porto delle isole dove la Jolly doveva arrivare della scomparsa di Killian e della sua nave.

- Dobbiamo assolutamente avvisare La signora Jones! - disse quello che si riteneva la spalla destra di Killian. 

- Tu non farai proprio nulla! Emma non dovrà sapere nulla. 

- Ma signora sindaco....

- È incinta non ricordi? 

- È... è incinta? La signora Jones è incinta.... Davvero? Del capitano?

- No di un postino che passava da quelle parti... ma certo che è del tuo capitano cretino! Emma Non può ricevere troppo stress in questo momento, ne ha già tanto per delle situazioni in famiglia, non le serve sapere anche questo ora.

- Ma il capitano sarebbe dovuto essere di ritorno in mattinata, vuoi o non vuoi tra qualche ora lo scoprirà.

- Non è detto! - estrassi un telefono dalla mia tasca - Ora farò un incantesimo sul cellulare e sulla tua voce. A lei sembrerà di parlare con Killian ma in realtà sta semplicemente parlando con te. Devi dirle che il viaggio si è prolungato di tre o quattro giorni. 

- No... non posso... - lo ignorai 

- Vedi di essere convincente e metti il viva voce così potrò darti qualche dritta. - Non lo vedevo molto convinto ma dopo una lunga serie di ricatti ecco che alla fine si convinse e la chiamó. Erano solo le quattro e mezza del mattino ma stranamente era già sveglia perché al primo squillo eccola che rispose.

- Chiedile perché è ancora sveglia - gli dissi sottovoce per non farmi sentire da lei. 

- Eccoti finalmente amore mio! - disse la mia amica senza neanche farlo parlare. 

- Ciao Emm.... - diedi una gomitata a quel marinaio da strapazzo talmente forte che penso se la ricorderà per tutta la vita - ... amore! Come mai sei sveglia a quest'ora? 

- Forse perché non ti fai sentire da ieri mattina? Avevi detto che mi avresti chiamato... stavo iniziando a preoccuparmi. 

- Ho avuto da lavorare... senti ti chiamavo per dirti che starò fuori per altri tre quattro giorni. - gli feci il segno di continuare... killian non le parlava mai così ed infatti eccola intervenire

- Amore che c'è? Ti sento strano! 

- Io strano? Ma no figurati è che sono incasinato e la mia fidata ciurma mi ha lasciato a piedi! Tra tre giorni massimo quattro saró da te... - ennesima gomitata - volevo dire da voi! Ti chiamo io, qui il telefono non prende sempre. - riagganció senza aspettare una sua risposta, senza un saluto... senza niente per non farla preoccupare. 

- Pessima imitazione! Adesso per colpa tua dovró passare l'intera giornata con lei, piuttosto che aiutarvi a trovare Killian,  cercanto di far rientrare l'allarme moglie preoccupata che le hai fatto venire. 

- E per il capitano cosa si fa? Dovremmo iniziare con L' avvisare lo sceriffo che è comunque sua moglie.

- Non è l'unico sceriffo in città. Ci penso io a questo, voi nel mentre cercate di capire qualcosa sul vostro capitano  tramite la guardia costiera, non può essere svanito nel nulla.

 

*** 

POV DAVID.

- No, frena frena frena! Mi stai forse dicendo che nessuno sa che fine ha fatto Uncino? 

- Esattamente... ho detto loro di non dire nulla ad Emma e ho anche incaricato i nani di avvisare anche gli altri, la voce di stava già diffondendo troppo, Emma non deve venire a saperlo fin quando non ne verremo a capo o almeno non ne sapremo di più

- Pensi ad una fuga? Non mi pare abbiano litigato. Che motivo avrebbe di fuggire ? -al solo pensiero mi veniva voglia di andarlo a cercare e gonfiarlo di botte, come si permetteva di trattare mia figlia e le mie nipoti cosi?

- Tra un allontanamento volontario e un incidente spererei in un allontanamento David. Fortunatamente la sua nave non è ancora stata rintracciata quindi ci sono buone probabilità di trovarlo sano e salvo. - aveva ragione, forse sarebbe stato peggio ritrovare la nave... sarebbe stato a significare qualcosa di veramente brutto. 

- Non posso crederci! Perché tutto a quella poverina di mia figlia deve succedere? La vita ce l'ha con lei da.... beh dala nascita! Merita un po' di pace non trovi? -  solo in quel momento mi resi conto che Regina si fosse risentita della mia frase, avevo appena finito di dire che la vita se l'era presa con Emma fin dalla sua nascita, era evidente a cosa mi riferissi e infatti ci rimase male.  - Scusami Regina non intendevo dire...

- Hai perfettamente ragione invece... in fondo sono stata io a scagliare il sortilegio che l'ha condotta qui dando inizio alla sua difficile vita ma posso assicurarti una cosa ora: troverò killian, fosse anche l'ultima cosa che faccio. - si allontanò di corsa e nel mentre io ne approfittai per chiamare la guardia costiera e farmi dare ulteriori notizie. C'era un altro problema adesso, io e Emma lavoravamo nello stesso studio ma in orari differenti, come potevo lavorare ad un caso che per lei doveva restare sconosciuto senza lasciare documenti in giro? Trovato, decisi di cambiare password al mio pc e trascrivere li tutte le notizie in modo tale che Emma non avrebbe potuto vederle, sarebbe stata una tragedia greca se fosse venuta a conoscenza di quel piccolo segreto. Le trovai addirittura  delle cose da fare e gliele misi sulla sua scrivania. Mi avrebbe odiato ma per ora mi andava bene così. Bisognava tenerla occupata. 

- Ciao papà come mai in stazione? Non tocca a me il turno mattutino? - ed eccola qui puntuale come un orologio svizzero.

- Ehm... si è solo che dovevo sistemare delle cose che ieri non ho avuto modo di finire, non mi sembrava carino lasciarti anche il mio lavoro arretrato. 

- Ti ricordo che sono  incinta non malata, posso lavorare qualche ora in più se necessario.

- Lo so e infatti guarda quanta bella roba hai da fare oggi? - guardó la scrivania 

- Come non detto! - era giù di morale povero amore ma non sapendo di suo marito cos'altro poteva affliggerla?

- Amore ti vedo giù, c'è qualcosa che non va? Ti senti poco bene, vorresti andare a casa a riposarti?

- Sto bene papà e no, non voglio tornare a casa, penserei troppo...killian....

- Killian????? È successo qualcosa amore?

- Non lo so, mi ha chiamato questa notte dicendomi che avrebbe prolungato il viaggio ma era freddo... distante.... non ha aggiunto altro, non si è preoccupato ne di me ne delle sue figlie, non è da lui fate così e la cosa mi preoccupa. - sapevo della chiamata che Regina aveva fatto fare a spugna e proprio come Regina immaginava mia figlia si era resa conto che qualcosa non quadrava

- Sarà stato nervoso per il fatto di dover prolungare il viaggio... pensaci: poveretto tutto solo a fare il lavoro pesante non deve essere cosa facile. E poi lui odia stare lontano da te. 

- Io odio tutti i suoi uomini invece. Lo hanno lasciato andare da solo, forse se qualcuno di loro lo avesse accompagnato in questo viaggio adesso sarebbe qui con me.

- Tornerà prestissimo non temere! 

- Grazie per aver parlato con me papà ne avevo davvero bisogno. 

- Quando vuoi principessa! sono sempre a tua disposizione. - l'abbracciai per poi accarezzare la sua pancetta - Ciao amore di nonno, occupati tu della mamma mentre il papà è via ok?? 

- A lei manca già! E anche a Leila e Chloe. 

- A proposito di Chloe, come sta?

- Continua ad andare da Archie per le sedute, parla pochissimo ancora e continua ad odiare la bambina! 

- Sono sicura che cambierà idea prestissimo. Ora scappo che devo incontrare tua madre. Ci vediamo a pranzo se ti va. 

- Ok ci vediamo da granny per le due. 

***

NARRATORE

 Mentre Emma era indaffarata a sistemare tutte le scartoffie che suo padre le aveva lasciato da fare, Regina chiamó a rapporto, tramite una riunione cittadina, tutti gli abitanti del posto comunicando loro le ultime notizie ricevute: la Jolly Roger purtroppo era stata ritrovata in pessime condizioni nei pressi di un'isola sperduta; a detta della squadra di ricerca  di Killian Jones nessuna traccia. Il sindaco ordinó a tutti di tendere il segreto con Emma fino a quando non si fossero avute notizie più dettagliate sull'uomo o fino a quando quando non fosse stato ritrovato il suo corpo. Sembrava assurdo ma la squadra di ricerca non credeva più possibile di trovare l'uomo ancora vivo.

- Non posso crederci... - disse David sconvolto una volta sciolta la riunione - Mi rifiuto di credere una cosa del genere, ma se così fosse... chi lo direbbe a Emma? Avete visto anche voi come ha regito anni fa alla sua morte, cosa farebbe ora? Non si tratta più solo di loro due, ci sono dei bambini in mezzo adesso, sarebbe una tragedia famigliare non indifferente.

- Non ci voglio neanche pensare! La mia povera bambina - continuó Snow in preda al panico. - Se lo sentiva.... mia figlia ha fiuto in queste cose: non voleva che partisse, hanno addirittura avuto una discussione per questo motivo, se venisse a sapere una cosa del genere si incolperebbe per tutta la vita! Dobbiamo assolutamente trovare Killian. Regina? Hai qualche idea?

- Potremmo provare con la pozione di localizzazione. Potrebbe indicarci in che punto dell'isola si trovi.

- E... e se invece fosse... beh hai capito... ci aiuterebbe a trovarlo? 

- Non lo so, vado nella mia cripta a prendere il necessario e sono subito da voi. 

Usó la magia per non perdere tempo prezioso e nel giro di qualche minuto eccola nuovamente lì con loro.  utilizzarono la pozione su un panciotto che Killian aveva lasciato dai suoi suoceri e immediatamente dopo quel pezzo di stoffa iniziò a fluttuare nell'aria portandoli fino al porto. Una volta li il panciotto cadde in acqua.

- Maledizione! Non può essere! Deve esserci una spiegazione, mi rifiuto di credere una cosa del genere. 

- Regina vuoi dire che...

- Non ci allarmiamo Snow, non può essere così! Hook ha 200 anni, ha navigato per i sette mari da quando era un bambino e affrontato tempeste di tutti i tipi, non posso credere che una tempesta ai giorni d'oggi lo abbia ucciso. 

- E  cos'altro possiamo fare per trovarlo allora? 

- Non lo so... mi farò venire in mente qualcosa, per il momento cercate di far finta che nulla fosse. Se Emma cominciasse a sospettare qualcosa sarebbe la fine. 

- Non so se riuscirò a non farmi scoprire... - disse Snow completamente affranta cercando il conforto del marito.

- Lo devi fare per nostra figlia amore, è incinta. Una notizia del genere la distruggerebbe. Fin quando non saremo sicuri di ciò che è successo a killian dobbiamo tenere questo segreto con lei. Per il suo bene e quello delle bambine. 

Passarono così due giorni, due giorni nei quali tutti cercarono di comunicare con Emma come se nulla fosse. Lei si accorse che qualcosa era cambiato negli abitanti di Storybrooke ma pensó che forse sua madre avesse spifferato tutti della sua gravidanza ancora non del tutto annunciata e che ora fossero tutti gentili per questo motivo. Purtroppo però le cose cambiarono tre giorni dopo, il giorno in cui secondo Emma killian avrebbe fatto ritorno. Era al lavoro come tutti gli altri giorni ma questa volta il suo turno non sarebbe finito alle due, David le aveva chiesto propio quella mattina di prolungare il suo turno a causa di un impegno imprevisto con Neal. Secondo Emma il piccolo Neal avrebbe dovuto affrontare una visita con whale ma le realtà dei fatti erano differenti, quella era solo una scusa per non farla insospettire, in realtà David e Regina erano partiti con una barca presa in prestito al porto per cercare killian o almeno quello che ne restava. Anche se un po' rammaricata di non poter preparare nulla di speciale per il ritorno del suo amore accettó di continuare a lavorare e si mise silenziosamente a trascrivere dei fascicoli. Ancora non sapeva che da lì a poco qualcosa sarebbe cambiato.

***

POV EMMA.

Erano ancora le tre e mezza del pomeriggio... il lavoro d'ufficio se fatto da soli e controvoglia è davvero difficile da smaltire. Dovrei essere a casa a preparare una bella cenetta per il mio amore e invece sono qui ad aspettare che le ore si decidono a scorrere velocemente per poter finalmente rivederlo. Mi è mancato da morire, non sono più abituata a stare senza di lui. Non vedo l'ora di poterlo stringere tra le mie braccia e fargli capire quanto mi è mancato; di sicuro è l'ultimo viaggio che farà da solo senza di me.

- E' permesso???? - una voce mi destó dai miei pensieri.

- Granny! Ciao, come mai da queste parti? Non ti avranno mica derubata?

- No certo che no! Ho visto che non sei venuta a mangiare come al tuo solito così ho pensato di portarti qui il pranzo. Spero di non averti disturbata.

- Ma no figurati, sei stata gentilissima invece! Con tutto il casino che c'è in giro e qui in stazione ho dimenticato di pranzare... 

- Posso capirlo figlia mia.... anzi non so come tu riesca ancora a reggerti in piedi dopo tutto questo.

- Sono abituata Granny! - le sorrisi 

- Come ci si può abituare a perdere un proprio caro?  - quelle parole mi gelarono il sangue... perdere un proprio caro? Ma di che diavolo stava parlando.

- Granny... non capisco cosa tu voglia dire. - la scrutai in viso.

- Come non... killian! Deve essere dura accettare che la sua nave sia stata  ritrov...

- Killian... è... è successo qualcosa a Killian???? - il mio era solo un sussurro, poi senza neanche rendermene conto mi inginocchiarmi a terra priva di forze - Killian... dov'è? Dov'è mio marito, voglio vederlo. 

- Emma tu... tu non lo sapevi? - fummo interrotte da mia madre che venne in ufficio con entrambe le mie bambine

- Emma tesoro ho una sorpresa per.... EMMAAAA! Che diamine ti succede? Ti senti bene? - mi chiese preoccupata ma nella mia testa in quel momento c'erano solo le parole di poco prima: killian, nave e ritrovamento. - Granny che le prende?

- Io pensavo lo sapesse... tutti in città lo sanno, io non credevo che...

- Spero che tu non sia stata così sciocca di venire fino a qui e dirle... 

- Mamma?!?! - la chiamai

- Bimbe andate di la nell'altra sala ok? Nonna arriva subito! - aspettó che le mie figlie si allontanassero - Dimmi tesoro! - era tranquilla e sorridente... forse anche troppo, non era da lei, stava cercando di nascondermi qualcosa.

- Killian.... dov'è mamma? 

- Amore non lo so di preciso ma sta tornando a casa. Tra poco sarà da te.

- Non farmi preoccupare, di cosa stava parlando Granny??? Che c'entra la Jolly roger... di che ritrovamenti stava parlando... - la mia voce tremava e il mio corpo non era da meno.

- Tesoro mio ti stai agitando per nulla, vieni siediti qui ok? - mi aiutó ad alzarmi e mi fece sedere poi su una delle sedie dell'ufficio - Che vuoi che ne sappia Granny della Jolly.  Il  notiziario prima ha trasmesso un servizio su una nave  ritrovata fuori Storybrooke e lei l'ha  scambiata per la Jolly Roger, tutto qui vero Granny?

- Certo! Certo!

- Mamma... prima che inizi a gridare volete dirmi che diavolo sta succedendo? 

- Forse è il caso di chiamare whale... ti stai agitando troppo, non fa bene a...

- Non cambiare argomento! Mi sto agitando perché non rispondi alle mie domande! Dove diavolo è mio marito mamma? - la mia era più una supplica che un rimprovero. Ormai avevo capito che qualcosa stava succedendo e in quel qualcosa era coinvolto killian. Volevo sapere la verità, non poteva di certo essere così terribile no? - Allora????

- Ti racconterò tutto una volta a casa ok?

- No! Ora! - era finalmente punto di parlare quando Regina e mio padre apparirono in ufficio, in una nuvola di fumo viola, interrompendoci.

- Snow dobbiamo iniziare a trovare una scusa per.... cone mai se qui e non a casa??? Emma ciao ci sei anche tu - mi rivolse un sorriso fintissimo. - Non ti senti bene per caso? - aggiunse poi guardandomi bene in viso - Hai un aspetto...

- Orribile??? - risposi - comunque no, non sto affatto bene, voglio risposte e che siano esaustive.

- Risposte su cosa?

- Risposte su dove sia mio marito e cos'è la storia che è stata ritrovata la Jolly...

- Glielo hai detto????????!!!! - regina sembrava essere arrabbiata 

- Allora è vero? - scattai in piedi tanto che la mia bimba si lamentò sferrandomi un calcio che mi fece piegare in due. 

- EMMAAAAA!!!!! - corsero tutti in mio soccorso 

- fermi lì dove siete! Ditemi cosa sta succedendo! ORAAAAAA!

- Non agitarti ok???

- Non ditemi cosa devo o non devo fare! Dove diavolo si trova mio marito, che diamine è successooooo?

- Non lo sappiamo Emma! - alla fine Regina confesso - È disperso da più di cinque giorni ormai 

- No... non è possibile, io l'ho sentito... per telefono, anche ieri l'ho sentito.... lui...

- Ho fatto un incantesimo alla voce di spugna e al suo telefono. Non volevamo allarmarti fin quando non avremmo avuto qualcosa in mano...

- Mi avete fatto credere di parlare con mio marito e invece? Spero davvero che voi abbiate una scusa sensata perchè altrimenti io... - venni interrotta da un altro calcio.

- Forse dobbiamo prima calmare questa signorina. - disse mio padre vedendomi in difficoltà.

- Non avvicinatemi a me! Parlate avanti! 

- Ok... 

mi informarono dell'accaduto e se non ci fosse stata una sedia proprio dietro di me molto probabilmente sarei caduta a terra. Mio marito era disperso in mare? O meglio la sua nave era stata trovata ma lui no? No, doveva esserci un' altra spiegazione.. mi rifiutavo di credere una cosa del genere.

- Emma tesoro...

- Andate via tutti! 

- Non credo sia la soluzione mi....

- Andate viaaaaaaaaa!

Senza ulteriori indugi presero le bambine dalla stanza accanto e andarono via, avevo bisogno di stare per conto mio e pensare.

Aveva del surreale tutto ció, non era possibile, non era assolutamente possibile, killian non poteva essere.... no no no! Assolutamente no! Mi rifiutavo di crederlo. "Stasera quando tornerò a casa lui sarà lì pronto a riabbracciarmi " certo come no! Quando tornai a casa trovai semplicemente un bigliettino sul tavolo e naturalmente non era del mio lui ma dei miei genitori che mi avvisavano che le bambine erano con loro e di raggiungerli. Non avevo voglia di vedere nessuno se non killian così decisi di aspettarlo qui, prima o poi sarebbe tornato, non mi avrebbe mai lasciato da sola. Non era scomparso, era semplicemente in ritardo. Approfittai della sua momentanea assenza per iniziare a preparare tutto per il suo ritorno, non ero riuscita nel pomeriggio quindi potevo farlo benissimo ora. sistemai un po' casa dopodiché mi misi  a cucinare non calcolando che erano ormai le 23.00.

Non so quanto tempo passai sui fornelli so solo che ad un certo punto la voce di Regina si fece sentire alle mie orecchie

- Ti stavamo aspettando al loft.

- Sono impegnata. - risposi seccata

- A fare cosa??? 

- Non lo vedi? A preparare la cena per killian.

- Emma... - il suo tono di compassione mi dava sui nervi. Che loro credessero una cosa non significaca mica che fosse vera. 

- C'è altro che sei venuta a dirmi oltre al fatto che mi aspettavate? 

- Non puoi negare l'evidenza lo sai vero? 

- Non nego nulla ok? - gridai improvvisamente - se Killian fosse morto lo sentirei no? Non sento nulla invece che presagisce qualcosa  tragico nel mio cuore! Lui sta tornando da me e non voglio ripetermi ulteriormente.

- Lo spero davvero Emma ma devi cominciare a prepararti anche ad un suo non possibile ritorno.

- Ora che hai detto la tua puoi anche andartene. Se non lo hai notato sono impegnata. 

- Non dovresti stare da sola! 

- Non sono da sola sono in ottima compagnia - le indicai la pancia. - io e la piccola aspetteremo qui il suo papà. 

- Come vuoi ma per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi ok? 

- Ciao - le dissi senza troppi giri di parole tornando ai fornelli. 

Cucinai per un giorno intero, casa mia era diventata una specie di ristorante, avrei potuto fare concorrenza a Granny se solo avessi voluto; peccato peró che tutte le prelibatezze cucinate erano destinate ad un unica e sola persona che ancora non aveva fatto ritorno. Lasciai tutto così com'era, presi la mia giacca e istintivamente uscii di casa: dovevo prendere aria. Camminai fino alla spiaggia, mi sedetti e guardai l'orizzonte. Killian dice sempre che le onde del mare ti rilassano ma ha evitato di dirmi che senza di lui la cosa non funziona. Mi manca, mi manca tutto di lui... anche i suoi difetti. Senza rendermene conto iniziai a piangere, il mio cuore aveva iniziato a capire che quella situazione non prometteva nulla di buono ma il mio cervello stava cercando in tutti i modi di escludere la cosa. Ero diventata un automa, avevo organizzato l'intera giornata a far cose che mi distraessero e man mano che i giorni passavano ripetevo sempre le stesse azioni meccanicamente come se fossi priva di emozioni. La mattina mi alzavo presto, prendevo le bambine, che momentaneamente dormivano da mia madre, le portavo a scuola e poi andavo a lavoro. Una volta uscita da lavoro mi recavo in spiaggia e passavo tutto il resto della giornata li. Quella storia andò avanti per circa cinque giorni, il sesto i miei mi trascinarono con forza a casa loro, erano preoccupati che non mangiassi e che somatizzassi troppo, tutto vero ma a me non importava, tenere quella routine mi aiutava. Non avevo bisogno di altro. 

- Diventi sempre più magra tesoro questa cosa non va assolutamente bene... se non fosse per quella piccola pancia, forse anche troppo piccola per essere di cinque mesi, sembreresti. Uno scheletro vivente.

- Sto bene! 

- Dici? A me non sembra! Emma tesoro credo sia il caso di iniziare a prendere atto di una cosa: non puoi andare avanti così, le bambine hanno bisogno di te non possono continuare a vivere un po' da me è un po' da Regina lo capisci?

- È una soluzione momentanea... è solamente fino a quando...

- Fino a cosa è !!!! Fino a che killian  non tornerà? Guarda la realtà dei fatti Emma, Killian non tornerà più apri gli occhi! Tuo marito non tornerà più a casa mettitelo bene in testa!

- Snow non ti sembra di esagerare? - provó mio padre

- No David deve capire e deve reagire, far finta che nulla sia successo non la farà stare bene. Siamo stati colpiti dall'ennesima tragedia, bisogna che ne prenda atto e l'affronti! - non avevo mai visto mia madre in quelle condizioni, non mi aveva mai gridato in quel modo e forse proprio quell'irruenza  mi fece prendere atto di una cosa: mi stavo attaccando con tutta me stessa a qualcosa che non esisteva... se veramente killian fosse stato vivo avrebbe trovato un modo di tornare da me, la sua nave era in condizioni disastrose abbandonata su un'isola, anche se non sarebbe voluto tornare da me, per motivi sconosciuti, non avrebbe comunque abbandonato la sua  Adorata nave, la sua seconda donna. La dura e cruda realtà mi si piazzó davanti come un sonoro pugno allo stomaco: a killian era successo qualcosa di brutto. Scoppiai a piangere e senza dare modo agli altri di fermarmi aprii la porta del loft e corsi... corsi con quanto più fiato avevo in corpo. Mi ritrovai al porto, precisamente nel posto destinato alla Jolly. Mi sedetti li, sulla banchina,  e continuai a piangere disperata. Killian mi aveva abbandonato, mi aveva lasciata da sola e niente più sarebbe stato lo stesso senza di lui. Troppe emozioni contrastanti stavano viaggiando tra la mia mente e il mio cuore e sarei morta di dolore molto probabilmente se qualcosa non mi avesse distratto. In acqua c'era qualcosa, ma non riuscivo a capire cosa fino a quando quel qualcosa non si avvicinó. Non era un qualcosa era qualcuno: Killian, il mio Killian. 

- Killian... - dissi sottovoce cercando di convincere me stessa di averlo davanti... - KILLIANNNNNNN! - non persi tempo e mi buttai in acqua per raggiungerlo a nuoto - Oddio tesoro mio stai beneeeee????????

- Non... non dovresti essere in acqua con ... con questo vento - disse con il fiatone. 

- Non pensare a me in questo momento,  come stai tu,  sei ferito? 

- No! Sto bene....

- Sei sicuro? Ti porto da whale andiamo.... - cercai di afferrarlo e portarlo sul molo. 

- No, no! Emma guardami! Sto bene. Ho nuotato per più di otto giorni consecutivi è vero, sono stanco e provato ma nulla mi farebbe star meglio se non tu! Mi sei mancata amore. - scoppiai a piangere nuovamente 

- Dicevano tutti che fossi morto! Io non volevo crederci però alla fine.... oddio killian ti sto odiando! Mi hai fatto morire di paura! Come avrei fatto è? Lo vuoi capire o no che non sono in grado di vivere senza di te!

- Shhhh frena questo fiume di parole love.... devi capire una cosa: ci conosciamo da quasi dieci anni ormai. C'è una cosa che ti dissi agli inizi della nostra storia e sembra che tu ancora non l'abbia capita: Emma amore, c'è una cosa che so fare bene oltre ad amarti ed è sopravvivere. Quando lo imparerai? - mi sorrise 

- Zitto e baciami! - non perse tempo e finalmente le sue labbra furono sulle mie. Non potevo chiedere di meglio aspettavo questo momento dal giorno che prese il largo. Finalmente eravamo insieme. Di nuovo. 

- Ascolta love, mi è venuta un'idea... - mi bació il collo - siccome ho molta paura che tu possa ammalarti uscendo ora dall'acqua con questo vento e considerando che con questa piccolina in arrivo non ce lo possiamo permettere, Che ne diresti di aspettare l'alba qui in acqua? 

- Non sei stufo di stare qui dentro?

- Nonse posso fare l'amore con mia moglie. Allora che ne pensi?

- Vorresti.... Qui? In mare aperto? Sotto gli occhi di tutti?

- Stanno dormendo tutti, non c'è nessuno! 

- Non lo so killian dovresti farti visitare da un dottore, dovresti riposare....

- Alt! È più di una settimana che aspetto di tornare a casa per rivedere le bambine e fare l'amore con te. È notte fonda e le bambine stanno sicuramente dormendo... possiamo passare insieme del tempo di "qualità" prima che tutti mi staranno addosso per saper cos'è è successo?non sapevo cosa rispondere, da una parte non vedevo l'ora di averlo tutto per me, dall'altra sapevo che sarebbe stato meglio portarlo da Whale a fare almeno una visita di controllo. 

- Sicuro di sentirtela? Io credo che andare in osp....

- Vuoi vedere?- ammiccó

E niente, mi lasciai trasportate dal lato sentimentale piuttosto che da quello razionale. Passammo l'intera notte in acqua a fare l'amore. Ricongiungermi con lui in maniera così intima mi fece dimenticare quasi sul momento tutta l'angoscia provata fino a poco prima. Arrivarono le luci dell'alba e decidemmo insieme che era il caso di avvisare gli altri. Con la magia ci teletrasportammo prima a casa nostra per  cambiarci poi nel loft dove la sera prima avevo lasciato tutti. Nel vederlo rimasero senza parole, non si sarebbero mai aspettati di trovarlo lì e sopratutto vivo. Dopo i saluti di rito compresi quelli delle bimbe, che gli saltarono addosso senza nessuna grazia, fu il momento della verità. Ci sedemmo sul divano e Killian iniziò a raccontare

 

POV KILLIAN 

- Non c'è molto da dire... ero in viaggio verso la mia meta quando una forte tempesta che non era in programma mi ha colpito. Governare una nave in tempesta è già difficile con l'intero equipaggio a bordo, figuriamoci da solo. Morale della favola la Jolly ha riportato dei seri danni e ha iniziato ad imbarcare acqua. L'unica soluzione era raggiungere un' isola. Che dire, La fortuna è stata dalla mia parte: sono riuscito ad individuare tra le onde un'isoletta sperduta e ho governato a fatica la nave fin li. Ho aspettato che la tempesta passasse dopodiché ho deciso di tornare a casa a nuoto. Se fossi rimasto lì sarei sicuramente morto. - ho riassunto il tutto in poche semplici parole. Ho ancora una reputazione da difendere, non avrei mai detto tutto quello che ho seriamente provato in quel momento. Capitan hook è una leggenda, perderei di credibilità se si venisse a sapere che ho avuto davvero tanta paura di non tornare a casa.

- L'importante è che adesso tu stai bene e sia qui con noi. Mi figlia è diventata una vegetale in questi giorni senza il suo adorato maritino... ha provato a far finta che andasse tutto bene ma alla fine è scoppiata. - povero amore mio. 

- Intanto avevo ragione! - disse per poi darmi un bacio - lui è tornato da me, lui tornerà sempre da me! - certo che torneró sempre da lei. Lei è il mio tutto. La mia unica ragione di vita insieme alle nostre figlie. 

- E ora la nave? - chiese Regina. Eh... bella domanda. purtroppo la nave aveva subito danni irreparabili; la mia adorata Jolly dopo più di duecento anni di onorato servizio mi aveva abbandonato. 

- Purtroppo la Jolly roger ci ha abbandonati. Non so se andarla a riprendere per salvare almeno le cose al suo interno o lasciarla affondare pian piano nel suo abitat naturale.

- Papà... - Chloe mi chiamó, per la prima volta, dopo mesi davanti a tutto il restande della nostra famiglia - dov'è la nottra bacca? - credo abbiano origliato entrambe perchè ecco sbucare anche una Leila curiosa.

- Si papy dov'è la Jolly Roger?

- Amori la Jolly Roger si è rotta purtroppo. 

- No!

- Eh si piccole, era anziana come nave!

- La tolly è potente papy!

- Si amore e infatti ha svolto un ottimo lavoro fino ad ora. Non preoccuparti, ne prenderemo un'altra con il tempo.

- Noooo io boglio la tolly logel! No boglio bacca nuova! Io da glande boglio fale il pilata e boglio la tolly! Andiamo a plenderla! 

- Non si può cucciola.

- Ti inbece! - con quelle ultime parole sparì in una nuvola di fumo lasciando  me e  tutti i presenti interdetti. 

- Dobbiamo seguirla! - disse Emma prendendomi la mano - prima che si metta in qualche casino.

Pensanmo a nostra figlia e neanche una frazione di secondo dopo eravamo nuovamente al porto.

- Chloe! Non si usa la magia quante volte dobbiamo dirtelo! - le dissi non appena la vidi. 

- Io boglio tolly logel!

- Amore non sempre si può avere quello che si desidera lo sai vero?

- Guadda!! - non so come fece,non sono esperto di magia, so solo che dopo una diecina di minuti che teneva gli occhi chiusi ecco che apparve davanti a noi quello che rimaneva della Jolly roger.

- Oddio! Mah... killian mi dispiace - esclamó mia moglie vedendo quelle quattro tavole di legno reggersi in piedi a malapena. Sapeva quanto tenessi alla mia nave e sapeva che non era di certo un passeggiata di salute vederla in quelle condizioni.

- Chloe hai visto? La nave ormai si è rotta. - 

- No! Guadda!  - Con l'ennesimo colpo di magia ecco che la mia Jolly tornó come nuova - vitto? Tono tata brava,la tolly è salva

- La mia piccola piratessa! - la presi in braccio facendola volteggiare in aria. - hai salvato la nave del papà! 

- La mia futula nave! - precisó.

- Non penso proprio signorina, non me ne starò mai qui in ansia ad aspettare ogni volta il tuo ritorno, mi basta tuo padre per questo. - disse Emma. 

- Mamy tu bieni con me sulla tolly! Anche papy!

- Allora se la menti su questo piano possiamo riparlarne quando sarà il momento. - scoppiamo tutti a ridere. 

Vedere la mia famiglia finalmente unità e felice dopo quelle brutte e interminabili giornate mi ha ripagato di tutto il sacrificio fatto per poter tornare da loro. Per l'ennesima volta la vita mi ha messo alla prova ma anche  questa volta il buon capitan uncino è riuscito a farla franca. Sopravvivere non è sempre semplice, si deve avere qualcosa di veramente importante nel cuore per riuscirci e fortunatamente io ce l'ho. Ho loro,la mia famiglia: il mio oggi, il mio futuro,il mio sempre. 

 

Note dell'autore: lo so, non è il massimo come capitolo ma spero che comunque vi dia qualche emozione. Come potete capire non sono pienamente soddisfatta  del mio lavoro ma so anche che molto probabilmente per una settimana intera non potrò postare nulla e quindi ho pensato che avere comunque un piccolo aggiornamento avrebbe fatto piacere. A presto ragazziiiiii

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Capitolo 35
*** Ma che bella sorpresa. ***


POV HENRY 

Mi sono trasferito da qualche mese qui a Boston per frequentare l’ultimo anno di liceo in una scuola con accesso diretto al collage. È stata dura allontanarsi dalla mia famiglia e dal caos generale di storibrooke ma questa è senza dubbio un’occasione irripetibile e non mi sarei mai perdonato se me la fossi lasciata sfuggire. 

Vivere a Boston è assolutamente differente da Storybrooke, qui nessuno conosce nessuno, ognuno pensa ai fatti propri e sopratutto non ci sono problemi di ordine generale o magico ogni due secondi. L’unica mia preoccupazione in questa città è studiare, pagarmi gli studi e l’affitto. Entrambe le mie mamme si sono offerte di contribuire a questo ma io ho rifiutato, vivo da solo e voglio potermi mantenere come tale. Ecco perché ora sono nella Biblioteca principale della città, lavoro qui. È un luogo molto tranquillo, non c’è tanto da fare e di conseguenza ho tutto il tempo a disposizione per poter studiare. 

- Mi scusi, posso chiedere a lei? - mi disse una signora avvicinandosi alla mia postazione.

- Certo, sono qui apposta - le rivolsi un sorriso gentile.

- Stavo cercando le narrative per bambini e ragazzi, saprebbe indicarmi dove trovarle? 

- Certo, le faccio strada, prego mi segua. - ci incamminammo verso quello che era in assoluto il mio settore di competenza; dopo tutto quello che avevo vissuto a Storybrooke e grazie anche al mio fornitissimo albero genealogico potrei tranquillamente raccontare ogni singola storia rappresentata in questi libri.  - eccoci qui, cerca qualcosa in particolare? 

- Emh a dire il vero si. Avete qualcosa sulle avventure di capitan Uncino?  - “sul mio patrigno?” Avrei voluto dirle ma sarei sembrato un povero pazzo quindi mi limitai ad indicargli i possibili libri e tornai al mio studio/lavoro. 

La giornata prosegui in maniera del tutto tranquilla e senza neanche accorgermene arrivó l’orario di chiusura. Sistemai la mia postazione e feci un giro per verificare che fosse tutto in ordine prima di andare via. Non potevo credere ai miei occhi, la signora che avevo aiutato all’incirca sei ore prima era ancora lì intenta a sfogliare tonnellate di volumi. 

- emm signora mi scusi, non vorrei disturbarla ma è orario di chiusura!

- Di già??? Oddio il tempo è voltato! - esclamó sorpresa.

- Non si preoccupi succede spesso quando si è concentrati. 

- Ha ragione... mi scusi se glielo chiedo, non vorrei essere scortese ma potrebbe gentilmente concedermi ancora 10 minuti?

- Certamente, finisco il giro di perlustrazione nel mentre. 

- La ringrazio lei è davvero un ragazzo adorabile. - e senza ulteriori giri di parole continuó la sua lettura. Continuai il mio giro, tutto era in ordine così pur di far contenta la donna mi misi a perdere un po’ di tempo spolverando qualche mensola. Tornai da lei mezz’ora dopo. Stava prendendo appunti: ma appunti su cosa? Visto quello che stava leggendo dubbioso fosse qualcosa riguardante il lavoro. La curiosità era troppa così mi avvicinai e senza farmene accorgere sbirciai il suo quaderno. Subito mi saltó all’occhio un dettaglio che mi mise in allarme: al centro del foglio vi era la scritta “capitan uncino” con una freccia e un’altro nome: “Killian Jones”. Mmh c’era qualcosa sotto....

- Signora...

- Si sì ecco sto andando via! - Disse chiudendo immediatamente il libro e mettendo in tutta fretta gli appunti nella borsa come a non volermeli far leggere. Inizialmente pensai di stare in silenzio ma poi la curiosità era troppa e la fermai. 

- Killian Jones è? un po’ troppo dolce come nome per colui che si fa chiamare capitan uncino non trova anche lei?- rimase pietrificata sul posto. 

- Hai... hai letto i miei appunti? 

- Potrebbe essere... o forse no... la domanda è un’altra: sono abbastanza sicuro che il nome Killian Jones non compaia su nessuno di questi manuali, cosa le fa pensare che sia quello il suo vero nome? E sopratutto... a cosa le servono tutte le informazioni che ha preso? 

- Ricerche, niente di importante... è per una ricerca scolastica: mio nipote non poteva venire così sono venuta io. 

- Mmmh... ok. - feci finta di crederle

- Arrivederci... - mi disse riprendendo a camminare velocemente.

- Arrivederci e comunque il nome Killian Jones esiste per davvero, puó andare direttamente da lui e chiedergli se è capitan uncino non trova? - mi guardó come chissà cosa avessi detto e mi corse in contro 

- Lo conosci???? dimmi di sì ti prego. È importantissimo.

- Importante per cosa? 

- Devo incontrarlo, lo cerco da una vita... pensavo fosse morto in mare...

- Signora io le ho detto che il nome Killian Jones esiste non ho detto che lo conosco.

- Posso assicurarti che quel nome non è di sicuro in questa città, ho controllato in lungo e in largo quindi se sai dell’esistenza di questo nome è evidente che lo hai conosciuto. Se sai qualcosa  devi dirmela. Non ho scopi loschi, sono solo... beh sono solamente sua madre. 

Sua madre??? La madre di Killian non era morta? - signora con tutto il dovuto rispetto ma lei mi sembra....

- pazza? 

- Volevo dire troppo giovane per essere la madre di un uomo che secondo la leggenda è  nato più di un secolo fa.

- il mio killian ha più di 200 anni io ne ho molti di più ma tra il regno delle storie mai raccontate e neverland sono rinata molto giovane. - il narcisismo era di famiglia insomma. - so che sembra assurdo che neverland esista e che esista capitan uncino e non so neanche perché ne sto parlando con te, ma ti giusto che tutto questo esiste, è reale.

- Mmh... e cosa mi sa dire del suo Killian Jones? 

- Non... non mi prendi per una povera pazza?

- Chi stabilisce chi è pazzo e chi non lo è? - risposi sorridendole - allora? Questo Killian Jones? 

- È il mio secondogenito, ha un fratello più grande di nome Liam e suo padre si chiama Brennan. Mio marito era un ubriacone e un giocatore d’azzardo... aveva un milione di debiti e per compensare ad essi mi ha venduta ad un commerciante allontanandomi dai miei bambini. Killian era piccolino ai tempi, poteva avere si e no 6 o 7 anni, non ho avuto neanche modo di salutarlo povero piccolo. 

- E come è finita nel regno delle storie mia raccontate?

- Ma sul serio mi credi???? - mi continuava a scrutare sorpresa che ancora non le avessi dato della pazza - comunque non ne potevo più di essere prigioniera di quel bruto così una notte scappai e incontrai un uomo che mi parlò di questo regno... non gli credetti all’inizio ma poi decisi di seguirlo: tutto era meglio della tortura che stavo vivendo. Ora dimmi la verità: mi credi per davvero o vuoi vedere fino a che punto io sia secondo te fuori di testa?

- Mi hai elencato parte della famiglia e so per certo che quasi nessuno conosce la famiglia di Killian, a lui non piace sbandierare le sue cose.

- E tu come la conosci la nostra famiglia?

- Beh... se mi dessi un’ulteriore prova di quello che stai dicendo potrei anche parlare. - estrasse dalla tasca un foglietto e lo aprì davanti a me. All’interno di quel pezzo di carta vi era un ritratto, un ritratto di famiglia precisamente. Riuscivo a riconoscere la signora con cui stavo parlando ma il signore accanto a lei e i due bambini non sapevo davvero chi fossero.

- Questo è il mio ex marito, lui è Liam e qui c’è killian. 

- Posso fare una foto al ritratto? - le chiesi

- Cosa devo farci? - richiuse il foglio immediatamente.

- Abbi fede. Se mi sta dicendo la verità potrei anche rivelarle un segreto su questa persona - indicai il bambino più piccolo nella foto - da raccontare. La donna sorrise speranzosa 

- Ok! Fai pure allora!- scattai la foto e la mandai a mia madre, Regina, l’unica con il sangue freddo e gli chiesi se con la  la magia poteva verificare se quel bambino fosse  effettivamente  killian, il nostro killian. Ci mise un po’ ma alla fine mi rispose dicendo che la donna non stava mentendo, il bambino ritratto in quel pezzo di carta non era altro che il nostro Killian Jones.

- Bene signora, lei sta cercando suo figlio killian giusto?

- Si, da una vita orma... dimmi che lo hai conosciuto. Anche solo incontrato mezza volta... mi basterebbe sapere anche solo la città in cui lo hai visto. 

- Le dirò di più! Conosco molto bene Killian Jones, lui è in realtà il mio patrigno.

- Patrigno? Lui si è...

- Sposato? Si con mia madre ma non le dirò di più, se le fa piacere sto tornando a casa per il week, può venire con me se vuole.

- Dici sul serio? O mio Dio mi faresti la donna più felice di questo mondo. 

- Allora è deciso partiremo venerdì. 

 

***

POV REGINA 

- Henry, aspetta, frena un secondo! Sono felice che torni a casa ci mancherebbe altro ma prima dimmi: chi sarebbe questo ospite? - chiesi a mio figlio dopo essere stata informata che sarebbe tornato in compagnia. Speravo seriamente che non fosse una ragazza, doveva concentrarsi sugli studi e da quando la sua storia con Violet era finita avevo una certa repulsione verso le sue nuove amiche.

- Mamma già so a cosa stai pensando e non è così. Non sto portando nessuna ragazza a casa. Certo è una donna la nostra ospite ma non è la mia fidanzata. L’ho conosciuta in biblioteca un paio di giorni fa e...

- Stai portando a casa una sconosciuta? Qui a Storybrooke? Henry non capisci la gravità della cosa? Lei.... 

- Mamma lei sa di noi... della magia e di tutto il resto. 

- Non sarai stato così sciocco da parlarne con lei? cosa le hai detto???? - chiesi preoccupata, se qualcuno venisse a sapere del nostro piccolo segreto saremmo di scuro spacciati. - Henry sai che non...

- È la mamma di Killian e prima che tu mi faccia raccomandazioni ti dico... si ne sono sicuro.

- La mamma di Killian? Ma non era...

- Morta? No a quanto pare no! Si è rifugiata nel regno delle storie mai raccontate per sfuggire ad un bruto. Non voleva abbandonate i suoi figli ed è in cerca dell’ultimo sopravvissuto.

- E hai pensato bene di portarla qui senza chiedere prima a killian? Lui pensa che sia morta! 

- E noi gli racconteremo la verità! È una bella cosa mamma! 

- Gli verrà un infarto altrochè... e successivamente ne prenderà uno anche tua madre. 

- Poche chiacchiere ormai è deciso, arriveremo  nel pomeriggio. Avvisa killian.

Ok semplice no? Chiamare killian e informarlo che sua madre è viva... un gioco da ragazzi! Ma Perché per mio figlio è sempre tutto facile? Devo prepararmi un discorso, uno che abbia senso... tze ma chi vado a prendere in giro, non ci sarà mai  un discorso che gli faccia prendere la notizia senza shock e non dirgli nulla e metterlo davanti al fatto compiuto non rientra nei nostri piani. Bene Regina, fatti coraggio e chiama Killian.

Gli diedi appuntamento da granny un’ora dopo, non venne da solo, c’era Emma con lui e la cosa mi fece enormemente piacere, semmai avessimo avuto qualche problema una mano in più mi avrebbe sicuramente fatto comodo. 

- Allora? Il motivo di tanta urgenza? 

- Beh mi ha chiamato Henry poco fa...

- Oddio sta bene? Gli è successo qualcosa? Ha problemi a scuola? Vuole che lo andiamo a prendere? - ecco che super mamma chioccia/Swan intervenne interrompendomi 

- Alt mammina in apprensione...niente di tutto questo... Henry sta benone, ha solo una piccola cosa da dirci... una sorpresa diciamo....

- Oddio ha messo incinta qualcuna! - scattó in piedi con gli occhi che le uscivano dalle orbite - lo sapevo io che era una pessima idea lasciarlo da solo.

- Emma la gravidanza ti manda su di giri vedo! Non ha fatto niente di tutto quello che pensi. E’ ancora un bambino non pensa di sicuro a queste cose. È una cosa che riguarda killian quella che ha da dirci. Lui ha incontrato una persona giorni fa e ha scoperto che questa persona è.... beh è... 

- Chi è? La conosco? - chiese impaziente lui. Beh era il momento della verità, non  serviva nulla girarci attorno così presi un grosso respiro e confessai il segreto 

- Tua madre! - ci fu un attimo di silenzio, Emma per poco non cadde dalla sedia mentre Killian rimase per una decina di secondi interdetto.

- Non è possibile... mia madre è... è morta tempo fa, così mi ha detto mio...

- Padre? Beh la storia non è esattamente quella che ti è stata detta. Non preoccuparti, te la racconterà lei molto presto, sta arrivando qui.

- Non... non è possibile, Regina non scherzare non è divertente.

- Non sto scherzando killian. Henry mi ha mandato questa foto, questo ritratto ti ricorda qualcosa - gli mostrai la foto che Henry mi aveva mandato via sms per riconoscere killian.

- Questa è la mia famiglia... mio padre, mia madre, Liam e io.

- Sei tu questo qui? Amore eri una meraviglia anche a quei tempi! - rispose Emma rubandogli un bacio

- Cioè spiegami... questa donna ha un mio ritratto?  Come accidenti lo ha avuto?

- Si... so che sembra assurdo ma c’è una spiegazione a tutto. Ora ti chiedo solo una cosa: questa donna sta venendo qui a  Storybrooke, hai intenzione di incontrarla?

- Certo che ho intenzione di incontrarla - wow! È stato facile - ma solo per farvi capire che è una bugiarda. - come non detto...

- Ok come vuoi, allora ci vediamo per le tre a casa mia ok? 

- Va bene a dopo.

 

POV KILLIAN 

Aveva dell’incredibile, non poteva essere... ricordo ancora il giorno in cui mio padre ci disse che nostra madre  era morta a causa di una malattia molto rara non diagnosticata in tempo. Ero piccolo è vero, ma quel ricordo è  stampato nella mia mente come se fosse successo solamente ieri. Ci sono stati momenti nella mia vita in cui avrei voluto che lei fosse vicino a me, che mi abbracciasse, avrei voluto parlarle delle cose belle che mi capitavano durante e i viaggi e farle vedere tutto quello che la Marina militare mi aveva insegnato. Avrei voluto un abbraccio di conforto alla morte di Liam e all’uccisione di Milah, l’avrei voluta accanto per farmi consigliare un modo adatto per approcciarmi con Emma, invitarla al nostro matrimonio e chiamarla nel bel mezzo della notte per avvisarla di essere diventata nonna.... purtroppo questo non è mai accaduto e credo che mai accadrà, chiunque stia venendo adesso nella nostra cittadina è solo un’inpostora e la pagherà cara per aver fatto credere a mio figlio una cosa per un’altra. 

- Amore, sei sicuro che non vuoi che venga con te? - mi chiese Emma uscendo dalla cucina e venendomi in contro.

- No amore, sei incinta e non voglio che tu venga coinvolta in una rissa, perché questo succederà da Regina se quella donna non mi dirà esattamente il motivo per cui si è spacciata per mia madre.

- Killian tesoro pensaci, né accadono tante di cose strane qui, magari è veramente lei, se fosse così avrei davvero piacere nel conoscerla ma se invece fosse vero che sia solamente un inganno vorrei comunque essere lì con te per aiutarti a fargliela pagare.

- Non si discute amore, non vorrei mai mettere la vita tua e di questa meraviglia in pericolo. Ci sarà Regina con me ad aiutarmi, non temere! Se poi fosse veramente lei, cosa che escludo, la porterò a casa per presentarle te e le bambine. 

- Ok! Ma avvisami per tempo in caso in modo che io possa almeno preparare qualcosa di decente per cena. 

- Tu devi riposare e basta testona ok? Per quanto mi piacerebbe presentarti mia madre purtroppo non credo che questo succederà. - la baciai - ora scappo! Non strapazzarti troppo siamo intesi? 

Dopo le solite raccomandazioni uscii di casa per recarmi in quella di Regina, appena entrai trovai sia lei che Henry ad aspettarmi. Erano soli. 

- Che c’è ha deciso di non presentarsi più? - dissi con un ghigno soddisfatto sapendo che era solo un’impostora

- Veramente è al piano di sopra ma vorremmo fare due chiacchiere con te prima. 

- E cosa vorreste dirmi sentiamo? Di non ucciderla? Ha preso l’identità di mia madre, è il minimo!

- E se fosse davvero lei? Killian prima di passare a conclusioni affrettate almeno ascoltala no? E poi vogliamo dirti una cosa: non provare rancore per lei quando la vedrai, non voleva che la credessi morta. È stata costretta ad abbandonarvi. 

- Sentite ho una moglie e delle figlie da cui tornare quindi per favore termininaola qui ok? Andate a chiamare questa povera pazza e finiamola una volta per tutte. 

Vidi Henry salire di sopra, era la prova del nove, tra poco avrei avuto la mia conferma e avrei smascherato quella buffona una volta per tutte

- k...killian?!?! - quella voce mi pietrificó, saranno anche passati secoli ma penso che mai riusciró a dimenticarla, quella era la voce di... no non era possibile, doveva essere di sicuro un incantesimo di mezzo.  _ Killian, amore mio...voltati per favore, fatti vedere... - mi disse. Mi girai piano, perché nonostante non credessi ancora a tutta quella stramba situazione la voce era pressoché uguale. Appena la vidi per poco non ebbi un infarto: era lì avanti a me esattamente come me la ricordavo... ero senza parole, il mio corpo era come bloccato e non riuscivo ad emettere nessun suono. -Killian sono io, tua madre... mi.... mi riconosci tesoro? - chiese cauta.

- Non... non sei.... lei... lei è morta.

- Non sono morta amore mio, sono dovuta scappare nel regno delle storie mia raccontate, tuo padre mi ha venduta ad un uomo, non avevo il permesso di vederci.... non ho avuto altra scelta. Mi ha minacciato, ha detto che ci avrebbe  ucciso se solo vi avessi incontrato.

- Sei solamente una bugiarda! Hai fatto un incantesimo per renderti simile a lei ma non lo sarai mai!

- Guarda questo! - mi diede un foglio e mi affrettai ad aprirlo, volevo chiudere quella storia una volta per tutte, quello che vidi però mi lascio di stucco: non era solo un foglio, erano più fogli uno sopra l’altro che riportavano al loro interno tutti i disegni che da piccolo le avevo fatto. Erano autentici, potevo giurarlo, che lei fosse davvero.... o mio Dio! 

- Sei... sei davvero tu? - la guardai come se stessi vedendo un fantasma 

- Te lo giuro! - in quell’istante guardai anche Regina come a volere un’ulteriore conferma. Lei aveva la magia, sapeva senza ombra di dubbio se ci stava mentendo.

- Killian... è la pura verità - mi rispose come se mi avesse letto nel pensiero. Caddi in ginocchio per lo shock e lei, la donna che pensavo non avrei mai più rivisto, venne in mio aiuto abbracciandomi.

- Perdonami figliolo se non ho potuto starti accanto... ti prometto che se mi farai tornare nella tua vita non ti abbandonerò mai più! 

- Certo, certo che ti perdono... sognavo questo momento ogni giorno quando ero piccolo, ho sperato con tutto il cuore che prima o poi tornassi da me....

- E ora sono qui! Mamma mia come sei diventato amore mio. Spero primoprio tu non ce l’abbia a morte con me. - potevo davvero essere arrabbiato con lei  per avermi abbandonato? Assolutamente no. Era stata venduta come me e mio fratello, sapevo cosa significasse essere alle merci di qualcuno, non potevo biasimarla se aveva deciso di scappare. 

- No che non ce l’ho con te! - Ci alzammo da terra e andammo a sederci sul divano. Regina e Henry ci lasciarono da soli. 

- Allora raccontami della tua vita... e non tralasciare nulla! - mi disse e così iniziai a raccontarle da quando papà ci aveva lasciati per poi arrivare alla morte di Liam, alla mia conversione al mondo della pirateria, alla Scoperta di un amore importante come Milah, alla  sua tragica dipartita e al il mio desiderare di rimanere da solo per vendicarla...

- Deve essere stato difficile affrontare tutto questo da solo, ma so che qualcuno o meglio... “qualcuna” ti ha fatto battere nuovamente il cuore- mi sorrise.  

- Si... Emma! La mia vita, il mio tutto! 

- Mi piacerebbe davvero conoscerla, in fondo grazie a lei hai anche quello splendido ragazzo che ti considera come il suo papa. Non ti avrei mai ritrovato se non fosse stato per lui. - avrei dovuto dirle delle bambine, tutte e tre, sopratutto sapendo che aveva sempre desiderato una nipotina femmina. Eravamo tutti maschi in casa e lei se ne usciva spesso dicendo che non vedeva l’ora che fossimo cresciuti per poter spupazzare una bella nipotina.  Decisi  di tenere il segreto ancora per un po’, volevo stupirla. 

- Stasera la conoscerai, sei a cena da noi, anche lei non vede l’ora di incontrarti. 

 

POV EMMA

È tutto vero, mia madre è viva! L’ho invitata questa sera a casa nostra: voglio che conosca te e le nostre bimbe. Ti amo”

Fu questo il messaggio che mi arrivó un paio d’ore dopo che killian uscì di casa. Non potevo crederci, aveva ritrovato sua madre. Solo ad immaginare la scena mi vennero le lacrime agli occhi. Sapevo cosa significasse crescere senza una madre e sapevo cosa significasse ricongiungersi ad essa... ero davvero contenta per il mio amore, dopo anni di sofferenza per quanto riguarda il fattore famiglia meritava davvero una seconda possibilità. 

- Mamy, tochi con me. Leila tudia pe scuola. 

- Tua sorella sta facendo i compiti? Wow miracolo, - guardai l’orologio - comunque amore la mamma giocherebbe molto volentieri con te ma adesso ho da dare

- Cosa?

- Devo preparare la cena, farvi il bagnetto e vestirvi , abbiamo ospiti a cena.

 - tia rezina! - mi disse convinta.

- no amore, non è la zia.

- Nonno? - chiese euforica al solo pensiero che nonno David potesse essere il nostro famigerato ospite. 

- Neanche, non conosci questa persona tesoro ma sono sicura che ti starà molto simpatica. A giocare adesso, ti chiamo io quando è ora del bagnetto. - non fece storie e in men che non si dica tornó di sopra lasciandomi ai miei pensieri: mia suocera stava per venire a conoscere la famiglia di suo figlio... e ora? Corsi a preparare la cena e nel mentre cercai di pulire e riordinare casa, lo avevo già fatto in mattinata ma come si suol dire: la pulizia non è mai troppa. Vestii le bambine: Leila insoddó un vestitino rosa altezza ginocchio con tutti ricami bianchi mentre chloe volle indossare lo stesso vestitino solo che il suo era color acqua marina. Una volta aver fatto loro tremila raccomandazioni sul fatto di non dover correre e sporcarsi andai a farmi una doccia e poi aprii l’armadio per capire cosa indossare. Niente da fare, tutto mi stava male. La pancia iniziava seriamente a farsi notare, ero quasi al settimo mese e questo rendeva ogni vestito o troppo stretto o troppo corto. Presi metà dei panni provati e li gettai a terra rimanendo in intimo e fissando la mia figura allo specchio. 

- ci stiamo autocommiserando? 

- Killian! - saltai - non ti avevo sentito arrivare. - mi strinse da dietro andando a posizionare sia la mano che l’uncino  sulla mia pancia.

- Questa piccola Jones ti dona una luce particolare lo sai? Sei bellissima amore mio!

- Non è vero, mi sta tutto male! Non mi entra più nulla! 

- Buon per me allora, significa che ti vedrò girare per casa in queste condizioni.

- Non fare lo stupido! Sta per arrivare tua madre e io sono ancora in mutande. 

- Non puoi indossare uno di quei vestiti che mettevi quando eri incinta di chloe? 

- Li buttai tutti un mese dopo la sua nascita ricordi? Ero convinta che non avremmo provato di fare un terzo figlio. 

- Usa la magia e creane uno no? 

- Non vorrei usare la magia mentre aspett... - suonarono al campanello - oddio è lei e ora?????? 

- Non entrare nel panico, respira, andrà tutto bene. vado ad aprire io, tu fai quello che ti ho detto! - mi bació al volo e corse ad aprire la porta.

*** 

POV KILLIAN 

 

- Scusami lo so, sono un po’ in anticipo ma non stavo nella pelle. - mi disse mia madre per poi abbracciarmi. Ricambiai la stretta senza nessun problema anche se ancora mi sembrava surreale averla qui con me.

- Vieni accomodati, sono felice che tu sia già arrivata, Emma è di sopra a cambiarsi, è molto agitata sai?

- a causa mia? - chiese preoccupata 

- In un certo senso... Vuole fare bella figura con sua suocera, è da questa mattina che sistema casa e ogni piccolo dettaglio possibile immaginabile. 

- Ma che dolce... - la feci accomodare in salotto e continuammo a parlare da dove avevamo interrotto quel pomeriggio.  neanche dieci minuti dopo ecco che i miei due terremoti scesero le scale raggiungendoci.

- Ti ho detto di no! Non puoi giocare con la mia bambola, è mia!

- Pelfavole!

- Ho detto no! - disse la più grande per poi guardarci e dire con la sua “classe innata” - Ciao chi sei tu? - 

- signorina ma che modi sono di rivolgersi ad una persona più grande è? Non ci si presenta più? - la ammonii 

- Killian tesoro lasciala stare, è solamente una  bambina... - le sorrise per poi tornare a parlare con me - non mi avevi detto che la tua Emma avesse altre due meravigliose bambine. 

- In teoria queste non sono solamente le sue bambine, sono le “nostre” bambine, sono anche figlie mie. 

- Sei... sei padre? - sgranó gli occhi - di queste due meraviglie? Oddio killian che sorpresa meravigliosa. - si alzó in piedi per poi andare  da loro - piccoline ciao io sono Alice, vostra... nonna. 

- Noi abbiamo già una nonna, si chiama nonna Snow! - disse Leila con il suo fare da maestrina.

- Amori di papà lei è un’altra nonna, nonna Snow è la mamma della mamma mentre lei è la mia mamma.

- Abbiamo una nuova nonna? - annuii- Evvivaaaaaaaaa! 

- Come vi chiamate piccoline?

- Io sono Leila e lei è Chloe... non parla molto ultimamente.... ci hai portato dei regali? 

- Leila ma che domande sono è? Chiedi subito scusa. - la rimproverai per la seconda volta in neanche cinque minuti. Ma che le era preso oggi?

- Killian non preoccuparti non ha detto nulla di male, anzi... no tesorini, non ho nulla con me, non sapevo di avere queste splendide nipotine ma per farmi perdonare domani mattina andrò a prendervi dei regalini.

- Evvivaaaaa! Sentito chloe la nuova nonna ci farà dei regaliiii!

- Mamma non devi, hanno già tutto, gli altri nonni e la zia le viziano come non mai. 

- Ed e  giusto che io faccia altrettanto non trovi? È il mio compito. - sorrise 

- Vado a chiamare Emma, torno subito. 

- Non c’è ne sarà bisogno sono qui... - disse scendendo le scale. Aveva in dosso il vestito di poco prima solo che questa volta la fascia a pennello mettendo in risalto la sua pancia, era un vero spettacolo. Mia madre rimase a bocca aperta.

- Signora scusi se l’ho fatta attendere molto, sono desolata! - le disse andandole incontro - piacere di conoscerla io sono Emma.

- Piacere di conoscerti cara e piacere di conoscere anche te. - disse rivolta alla sua pancia. - Killian vuoi forse uccidermi con tutte queste emozioni? 

- Che dire mamma, mi sono dato da fare! 

- Lo vedo caro, lo vedo. Allora Emma come stai? Ti tratta bene mio figlio? 

- Mamma ma per chi mi hai preso? - feci il finto offeso.

- Certamente signora, mi tratta benissimo, forse anche troppo, ultimamente lo sto mandando ai matti ma lui continua a trattarmi come una principessa.

- È il minimo figliola, una bella ragazza come te merita di essere trattata come tale.

- Mamma è pincipessa di folesta incantata - disse chloe facendo rimanere a bocca aperta sia me che Emma, era la prima volta che faceva sentire la sua vocina così su due piedi ad una sconosciuta. 

- Parla come quando eri piccolo tu killian, è un vero amore, non mi stancavo mai di sentirti parlare. Comunque tornando a noi, anche tu ti trovavi nella foresta incantata cara? - le chiese 

- Beh in un certo senso, sono nata lì ma i miei per salvare tutta la popolazione mi spedirono in questo mondo. 

- Aspetta aspetta! Prima la bambina - indico Leila - ha pronunciato la parola nonna Snow... non dirmi che sei la figlia della principessa Biancaneve?

- In persona! 

Mia madre si inchinò a lei - sua altezza perdonate la mia mancanza di rispetto io non sapevo chi in realtà foste.

- signora si alzi la prego, mi mette in imbarazzo così... e per cortesia non mi dia del lei o del voi, mi chiami semplicemente Emma. Sono la moglie di suo figlio dopotutto.

- Lo farò se anche tu mi chiamerai Alice. 

- Va bene Alice. 

- Bene ora che finalmente vi siete conosciute che ne dite di metterci a tavola? Vieni mamma faccio strada.

 

POV ALICE

Rivedere mio figlio dopo non so quanti secoli fu un’emozione unica, conoscere la sua famiglia poi, beh... è  stato a dire poco grandioso. Emma è una ragazza eccezionale, mi hanno raccontato la loro storia e posso solamente ringraziare quella ragazza per aver trovato il modo di aprire il cuore di mio figlio, senza di lei molto probabilmente starebbe ancora per mare a fare il pirata spietato, l’unica cosa che desideravo non diventasse. Vogliamo parlare delle bambine invece? Sono una più dolce dell’altra, sembrerebbero essersi affezionate subito a me e io non potrei essere più felice. Sono una nonna adesso... la nonna di tre creature meravigliose, quattro per l’esattezza c’è un’altro bambino o bambina in arrivo e almeno per lui o lei spero di essere presente nella sua vita sin dall’inizio come non ho potuto fare con gli altri.

- tutto bene mamma? - mi riportó alla realtà killian

- Emm... si, scusate mi sono lasciata trasportare dalle emozioni... allora - mi rivolsi a mia nuora - a che mese sei? - le indicai la pancia 

- Stiamo per entrare nel settimo! - mi rivolse un gran sorriso.

- Scommetto che è un maschietto questa volta, in noi jones predomina maggiormente il gene maschile.

- No mamma, anche questa volta stiamo aspettando una femminuccia. - mi corresse Killian.

- Tre femmine? L’intera generazione al femminile? O mio Dio ma è fantastico! È la prima volta che capita una cosa del genere in famiglia. 

- È già, sono felicissimo devi credermi anche se a quanto pare la dinastia dei jones finira con queste piccoline.

- Beh non è detto, siete giovani... potete provare ancora.

- Ti stoppo subito mamma, me abbiamo già parlato, questa piccolina è stato il nostro ultimo tentativo quindi niente da fare. 

- Beh vorrà dire che manterranno entrambi i cognomi sia quello da nubili che da sposate e così i loro figli.

- Mamma non voglio pensare ai loro figli, solo il pensiero mi manda in bestia. 

- Sbaglio o è un tantino geloso il mio bambino? Ma anche con te fa così? - chiesi ad Emma.

- Lasciamo stare... ho perso il conto di quante volte al giorno insulta il genere maschile solo perché mi saluta.

- Sei mia moglie! - le feci una pernacchia che lei ricambio facendo ridere mia madre

- Siete bellissimi insieme, mi dispiace davvero molto non essermi fatta viva prima... se avessi saputo fin dall’inizio che eri qui, in questa cittadina, non sarei scappata non appena atterrata da quel dirigibile.

- Aspetta... prima di finire a Boston eri a Storybrooke? Sei venuta con Hyde?

- Si, Hyde ci ha intrappolati nel dirigibile e ci ha portati qui. Non volevo essere nuovamente alla merce di qualcuno così sono scappata via. Se sapevo che eri in questa città  non me ne sarei mai andata amore mio. 

- Accidenti... se fossi rimasta avresti assistito al nostro matrimonio e alla nascita delle bambine... 

- non me lo ricordare... ho perso tutto della tua vita tesoro mio.. non so se me lo perdonerò mai. - mi venne da piangere, killian se ne accorse e mi strinse tra le sue braccia. 

- Ho un’idea! - disse improvvisamente Emma scattando in piedi. Con un gesto della mano fece apparire un acchiappa sogni - siediti amore - disse a suo marito indicandogli una sedia difronte a lei. Lui obbedì immediatamente. Fece passare  quell’oggetto sulla fronte di mio figlio e una strana luce lo avvolse. 

- Che diamine... - disse lui non capendo

- È magia killian, lasciami fare - rispose con un sorriso. Rimasero in quella posizione per buoni cinque minuti dopodiché la ragazza  si diresse verso di me. 

- Signora io le sono davvero grata per tutto, ho avuto una vita difficilissima e piena di sofferenze ma grazie a lei ora sono una persona nuova, serena e felice. 

- Io??! Io non ho fatto nulla! - risposi non capendo

- Lei ha fatto la cosa più importante per la mia vita:  ha messo al mondo lui - indicó suo marito che la guardava innamorato - e lui mi ha aiutato a mettere in cantiere parte della famiglia... senza killian non sarei nulla e se killian è qui lo devo solo ed esclusivamente a lei. - ero commossa e  anche killian lo era , da quel che mi aveva detto poco prima mio figlio, Emma non era tipo da aprire il suo cuore così - So cosa significa essere lontani dal proprio figlio: a 17 anni sono rimasta incinta ma ero troppo piccola, sola e immatura per prendermi cura di un neonato... l’ho dato in adozione e anche se solamente dieci anni dopo ho capito esattamente l’errore fatto posso assicurarle che non è passato giorno in quei dieci anni che almeno una volta non ho pensato a lui. Mi bombardavo di domande: mi chiedevo di che colore avesse i capelli, gli occhi, se fosse felice senza di me. Addirittura quando mi sentivo giù andavo al parco e fissavo ogni bambino pensando che forze proprio quel bimbo che in quel momento stavo guardando era mio figlio. Non si può tornare indietro per cambiare la storia, però appunto perché so cosa si prova posso provare a farle un regalo. - mi diede l’acchiappa sogni - Tenga, ho racchiuso qui tutti i ricordi della vita di Killian dal giorno in cui suo padre gli disse  che lei era morta fino ad oggi. C’è tutto, momenti belli e brutti. Non ho voluto tralasciare nulla  perché penso che come madre lei voglia sapere tutto di lui e.... - non la feci finire, mi alzai e corsi ad abbracciarla. Quella ragazza con quel semplice gesto mi stava donando nuovamente la vita. 

- Grazie... grazie di cuore figliola!  Mi hai reso la donna più felice del mondo. Non avrei potuto chiedere di meglio per il mio killian, sei una ragazza eccezionale, non se ne trovano di ragazze come te.

- Ho fatto solo quello che andava fatto.

- Hai fatto molto di più. Mi hai restituito la vita! Ormai ero una donna vuota e senza speranza ma tu grazie a questo, - indicai l’oggetto magico -  grazie a queste bimbe e a questa pancia mi hai ridato speranza e voglia di andare avanti. Grazie di cuore! -  la vidi commuoversi. 

- Ok ok ok... prima che allaghiate casa perché non ci mettiamo comodi e vediamo il filmino del nostro matrimonio? Mamma ti piacerebbe vederlo? 

- Assolutamente si! 

- E allora sediamoci...

 

POV KILLIAN

Inuile dire che anche durante la visione del filmino piansero ma cosa vogliamo farci... sono donne! Finito il video mangiammo il dolce che Emma aveva preparato e subito dopo vista l’ora mettemmo a letto le bambine. Lasciai che fosse mia madre insieme ad Emma ad andare, volevo farle provare le prime emozioni da nonna. 

- ora sarà il caso che io vada. Si è  fatto tardi e tu devi riguardarti - disse guardando Emma che da più di mezz’ora si massaggiava la pancia, la conoscevo e quando faceva così significava che era a pezzi. 

- Io sto benissimo signora! 

- Lo so, ma è meglio se non ti strapazzi. - le disse per poi accarezzare la sua nipotina non ancora nata. 

- Perché non resti qui da noi? Abbiamo tante stanze. Ci fa piacere

- Sei gentile figliola ma preferisco lasciarvi la vostra privacy. Domani mattina se per voi non è un problema passeró a portare un pensierino ai bambini, vi verrò a salutare e poi ripartiró per Boston.

- Non... non vuoi restare a Storybrooke?- le chiedi, mi sarebbe davvero dispiaciuto perderla di vista ora che l’avevo ritrovata.

- Mi piacerebbe davvero molto, ma ho un lavoro a cui tornare. Non temere però, ora che ti ho ritrovato e che ho conosciuto questa meraviglia e le vostre bambine non vi libererete più di me. Ci vedremo spesso, sempre se vi fa piacere.

- Certo che ci fa piacere mamma! Vero Emma?

- Assolutamente si.

- Allora a domani! Buonanotte.

- Buonanotte.

L’indomani Emma si alzó prestissimo pensavo avesse avuto un attacco di nausea come spesso capitava nonostante l’arrivo del settimo mese ma quando mi alzai per raggiungerla in bagno non la trovai. Era in cucina intenta a preparare non so cosa.

- che buon profumino... cosa mi stai cucinando?

- A te nulla! È per tua madre, per il viaggio.

- Ma lo sai che sei una nuora da invidiare? Mia madre è fortunata. - la baciai. Un bacio dolce, tenero che ben presto si trasformò in qualcosa di decisamente più passionale. Fortunatamente Emma aveva appena messo l’intruglio che stava preparando nel forno perché due minuti più tardi credo che il dolce non sarebbe esistito. La presi in braccio e la portai sul tavolo della cucina iniziando a far scendere le bretelle di quella bellissima sottana che portava, le bambine dormivano beate e avevamo da poco cambiato la serratura, nessuno ci avrebbe disturbato. Si certo come no... qualche minuto dopo il campanello di casa suonó. 

- Accidenti! Chi diavolo è questa volta! - esclamai infastidito per essere stato interrotto.

- Credo sia tua madre. Mi ha chiamato questa mattina con il numero di Granny per avvisarmi che lei e Henry partiranno prima del previsto. Anche se le bimbe dormono le ho detto comunque di venirci a salutare. Ho fatto male?

- Certo che no ma una cosa è sicura... tua madre e la mia andrebbero molto d’accordo non trovi? Sanno disturbarci nei momenti meno adatti con una classe innata - Risi

- Scemo! Andiamo ad aprire. - ci sistemammo nel migliore dei modi e andammo ad aprire.

- Signora jones buongiorno - Emma l’accolse con un gran sorriso. - prego entri pure.

- Non dovevano darci del tu?

- Hai ragione... gradisci del caffè? 

- No grazie vado molto di fretta purtroppo. Sono passata per un saluto veloce. Killian tesoro... mi ha fatto davvero piacere poterti stringere nuovamente. Non perdiamoci di vista questa volta ok?

- Tranquilla mamma non succederà, ci telefoneremo ogni giorno e a turno o verremo noi a Boston o te a Storybrooke. - l’abbracciai per poi lasciarle salutare Emma

- Cosa dire di te? Non potevo affidare mio figlio in mani migliori. Mi ha fatto davvero piacere conoscerti, sei una ragazza speciale.

- A fatto piacere anche a me conoscere la mamma del mio uomo. Ci venga a trovare presto, questa casa è sempre aperta per lei. E semmai volesse cercare un lavoretto qui vicino non si faccia scrupoli a chiamarmi, come sceriffo potrei avere qualche agevolazione. - abbraccio anche lei.

- So che le bambine dormono, ho preso dei pensierini per loro magari glieli date voi non appena si sveglieranno. Ditegli che sono da parte di nonna Alice. - estrasse da una busta due bambole - questa è per Leila - era una mini cenerentola - e questa è per chloe, dicono che sia una principessa moderna... una certa Anna di arendelle, Henry dice che chloe è innamorata persa di lei e di sua sorella... non ho capito bene. 

- Innamorata è dir poco. Grazie mille, sono sicura le  adoreranno, anche se non dovevi disturbarti.

- Ho anche questo - estrasse da un’altra busta un set da prima pappa con tutti cogniglietti gialli e verdi - regalano tutti delle tutine alle donne incinte non pensando che magari  ne anno anche fin troppe quando non si tratta del primo figlio. Magari questo può tornarti utile più in là. Ho scelto dei colori neutri perché non si sa mai... magari tra qualche anno vi torna la voglia di tentare il maschietto.

- Ho la suocera più buona e intelligente del mondo! 

- E io la nuora più dolce. Statemi bene ok? - fece per uscire ma si bloccò improvvisamente- ho un’ultima cosa da dirvi... è una richiesta più che altro... 

- dicci mamma!

- Vi prego, non mi interessa se siano le sette del mattino o le quattro di notte, nel momento esatto  in cui questa creatura verrà al mondo chiamatemi cosicché potrò raggiungervi per incontrarla. 

- Sarà fatto mamma! 

- Grazie tesoro. Ora vado sul serio prima che Henry mi lasci a piedi. Grazie di tutto ragazzi. - ed ecco che mia madre si chiuse la porta alle spalle. Stava andando via, di nuovo, ma questa volta la situazione era completamente diversa da quella di tanti anni fa, questa volta sapevo per certo che sarebbe tornata da me! 

 

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Capitolo 36
*** L’ennesima Avventura (parte1) ***


POV REGINA

assistere alle litigate dei propri amici non è mai una cosa positiva, ogni volta è  sempre la stessa storia: non si sa come ma par qualche assurdo motivo ecco che ti ritrovi nel mezzo di tale discussione anche tu.  È questo quello che mi sta succedento da una settimanella a questa parte. Emma e killian non fanno altro che battibeccare ultimamente, lei è a limite di tutto a causa della gravidanza e di molte limitazioni che ha a causa di questo motivo, Killian è iperprotettivo nei confronti della sua bella e io mi ritrovo anche non volendo nel mezzo di questa adorata ma bizzarra famigliola.

 

- Ancora Emma? Ti ho detto di no ok? Non voglio più ripetermi. -  le disse killian spazientito per la milionesima volta in quel giorno. 

- Potresti darmi almeno una motivazione valida? - chiese lei con toni altezzosi.

- Non devi affaticarti, non ci vuole una scienza per capirlo!

- Ma come posso affaticarmi è? Staró seduta tutto il tempo. Sarà come essere a casa solo che al posto di essere seduta sul divano sarò seduta sulla poltrona del mio ufficio. Non andrò ne di pattuglia ne alla ricerca di qualche criminale da strapazzo, lascio il lavoro sporco a papà, l'unica cosa che faró sarà quella di trascrivere noiosissimi fascicoli al pc. Cosa ci vedi di male in tutto questo? - provó a convincerlo anche se inutilmente.

- Hai deciso di farmi perdere il lume della ragione oggi non è vero? È da incoscienti andare a lavoro nelle tue condizioni, ma perché non riesci a capirlo! Sei entrata nella quarantaseiesima settimana, non sei nel bel mezzo del nono mese ma alla fine di esso, il tempo è scaduto da un bel po ormai e questo significa che ogni momento è buono per partorire,non puoi continuare con i tuoi soliti ritmi. Avresti dovuto smettere di lavorare già un mese fa se non prima. Ora basta. - killian non è un ragazzo che perde la pazienza facilmente, sopratutto con Emma, ma è evidente che questa gravidanza infinita sta portando stress e preoccupazioni anche a lui.

- lo so, il tempo è scaduto da un pezzo ormai ma lo hai sentito anche tu whale, c'eri anche tu ai monitoraggi: tua figlia non ha alcuna intenzione di uscire quindi posso lavorare in tutta tranquillità almeno fino a fine settimana. - la bambina ormai era tutta sviluppata ma non ne voleva sapere di venire al mondo così whale ha stabilito un Cesario per Emma che si terrà questo sabato onde evitare complicazioni per la piccola e la mamma.

- Non significa nulla! Solo perché non ha dato segni di voler nascere non significa che puoi andartene ad affaticarti come se niente fosse.  Hai pensato che magari nostra figlia non si decide a venire al mondo per colpa di tutto lo stress che hai addosso?

- L'unico stress che ho me lo mettete tu e mio padre con questa storia. Lavorare mi rilassa ok?  Spero di non dovermi ripetere più... e ora se vuoi scusarmi ho da fare. - fece per andare via ma lui la trattenne per un braccio

- Che altro vuoi? - accidenti,mancava davvero poco all'arrivo della piccola,  il suo nervosismo cresceva a vista d'occhio. 

- Regina diglielo anche te per favore! Non può continuare così. - e come volevasi dimostrare ecco che venni messa in mezzo. Grazie Killian, davvero molto gentile.

- Si Regina, di a quest'uomo primitivo cosa ne pensi! Tu mi vedi tutti i giorni e vedi il lavoro che svolgo,sai che non corro alcun rischio. - Ci mancava solo Emma ora. 

- Voi non riuscite proprio a non mettermi in mezzo è? Comunque se proprio volete sapere la mia ve la diró: è vero quello che dice Emma:  non fa lavori  che le richiedono sforzi fisici ed è vero anche che  lavorare l'aiuta e la rilassa...

- Visto? - rispose lei con un ghigno 

- Non ho fintito! - la bloccai - Ma nonostante questa piccola premessa devo dire che Killian ha ragione: devi prepararti al parto e non puoi farlo di certo dietro una scrivania. Dovrai affrontare un'operazione tra qualche giorno e devi arrivarci il più rilassata possibile, quindi si Emma: la penso come Killian. 

- Grazie al cielo! - disse lui

- Non potete costringermi a stare chiusa in casa! 

- E allora vai a farti una passeggiata... ma niente lavoro! - diede un'occhiataccia a suo marito il quale era tutto gongolante dopodiché uscì di casa più arrabbiata che mai. 

Pensate sia finita qui vero? E invece no! C'è da dire che fecero pace in men che non si dica: neanche mezz'ora dopo erano tutti Pucci Pucci qua, Pucci pucci la, ma quella fu solamente una delle tante discussioni che ci furono fino a ieri. 

Ieri mattina è avvenuto il pandemonio.

Emma era a casa mia, Killian era al porto e le bambine erano al parco con Snow, mancavano un paio di giorni ormai alla nascita della piccolina, il Cesario era fissato tra pochi giorni, ed Emma anche se non dava a vederlo era nel panico più totale. 

- Allora... hai preparato la valigia? - le dissi tutta emozionata, l'idea di quel nuovo arrivo mi rendeva davvero felice.

- Si, spero solo di non aver dimenticano nulla. È la prima valigia che riesco a preparare. Con Henry non ho potuto, ero in prigione, con Leila ci pensó mia madre perché io non sapevo dove mettere mani e per chloe beh... chloe è arrivata un mese prima quindi non ho avuto tempo. 

- È la prima jones che arriva puntuale giusto? 

- Puntale? È di gran lunga in ritardo questa signorina. 

- Ha preso dalla mamma.

- Secondo me invece sa di non essere bene accetta da sua sorella e sta rimandando l'incontro. - risi. Aveva ragione, la piccola Chloe non voleva minimamente saperne di sua sorella. Ogni volta che provavano a dirle che nel pancione della sua mamma c'era un bambino lei rispondeva che non era vero e che la sua mamma aveva solo mangiato un'anguria sana sana.

- Tu come stai invece? Agitata vero? 

- Un po', sono sollevata dal fatto che non passeró ore in agonia con dolori strazianti ma sarà pur sempre in operazione e di conseguenza sono in ansia. 

- Andrà tutto bene vedrai, neanche te ne accorgerai. Dieci secondi dopo l'anestesia l'avrai già tra le braccia.

- Lo spero!  Non vedo l'ora di vederla! 

- Tutti noi! - una volta averle dato un po' di coraggio decisi di cambiare argomento, non era il caso di continuare a  parlare della gravidanza, si sarebbe agitata ancora di più. Parlammo dei problemi di Storybrooke, di quanto odiasse la ciurma di Killian che lo teneva sempre lontano da lei e poi visto l'orario e visto che entrambe eravamo sole quel giorno decidemmo di andare a fare un po' di shopping prima dell'ora di pranzo. Ci voleva un po' di shopping sfrenato tra amiche, purtroppo però fummo interrotte dal suono del mio cellulare. 

- Pronto? 

- Regina? - disse una voce dall'altro lato del telefono.

- Si sono io, con chi parlo?

- Regina sono Elsa.... 

- Elsa???! Elsa ciao, qual buon vento? - era una vita che non sentivamo più quella ragazza.

- Purtroppo nessun buon vento.... abbiamo un problema, un grosso problema. Solo voi potete aiutarci. 

- Di che problema si tratta? C'è qualcuno che vi minaccia? 

- Non lo sappiamo ancora ma stanno succedendo cose strane ad arendelle.

- Verrò da te il prima possibile!

- Grazie di cuore! Ah un'ultima cosa non usare la.... - mi resi conto troppo tardi che stava ancora parlando, le avevo praticamente riattaccato il telefono in faccia... beh mi sarei scusata con lei una volta arrivata lì.

- Era Elsa? - chiese Emma anche lei stupita da tale chiamata.

- Si dice che c'è un problemino ad Arendelle e mi ha chiamata per aiutarla a risolverlo. 

- Che stiamo aspettando allora, andiamo!

- Aspetta un momento! Punto primo ha chiamato me quindi vado io

- Mah...

- Alt sto finendo di parlare! Punto due con quella pancia non credo proprio tu possa affrontare un viaggio del genere, punto tre se killian scoprisse che ti ho trascinata in questa storia mi farebbe decapitare da uno squalo bianco. Quindi mia cara la risposta è no!

- Non avrai seriamente paura di Killian?- mi disse ridendo

- Certo che no ma comunque ha ragione a dire che devi riguardarti. Andiamo Emma, non sappiamo che pericolo ci sia lì e se bisognerà correre per trovare riparo? Saresti limitata! fammi stare tranquilla ok? 

La vidi pensarci su ma alla fine mi diede ascolto, o  almeno così credevo. Neanche mezzo secondo dopo essermi teletrasportata davanti il castello di Elsa e Anna eccola materializzarsi anche lei. La guardai contrariata: davvero era stata così stupida? 

- Pensavi davvero che ti avrei mandata qui da sola?

- Pensavo non fossi così scema a dire la verità! Ti piace così tanto affrontare il pericolo? - alzó gli occhi per aria. - Dico sul serio Emma,non puoi stare qui! 

- Andiamo almeno a vedere qualse sia il problema, se sarà una cosa pericolosa tornerò a casa immediatamente e senza storia. Permesso.

- Allora sbrighiamoci ad andare prima che il tuo maritino torni a casa e non ti trovi. 

Ci avviammo all'interno del castello dove delle gentili guardie ci fecero strana accompagnandoci fino alla sala principale dove vi erano sia Elsa che Anna ad aspettarci.

- Mio Dio cosa vedono i miei occhi! - esclamó Anna non appena vide Emma! - Mamma mia che pancione... cioè non è proprio così grande... cioè volvevo dire.... wow! - eccola lì il solito fiume di parole 

- Ciao Anna è bello vederti! - rispose lei abbracciandola! 

- Regina ciao anche a te! - mi disse - Regale come sempre! 

- Ciao Anna....Elsa! - salutai anche l'altra ragazza che nel mentre si era avvicinata a noi. 

- Grazie per essere venute subito, anche se te con quel pancione forse era meglio se restavi a casa. - le disse.

- Dici? Ma come... Emma è così scattante ultimamente.- presi in giro la mia amica facendole alzare gli occhi per aria. - Cara Elsa, purtroppo Emma è un caso senza speranza ma non perdiamoci in chiacchiere, dicci... cosa sta succedendo?

- Abbiamo un problema con la magia. Non abbiamo più magia in questo regno e non sappiamo chi o cosa l'abbia rubata. Non è tanto il fatto di non avere più magia che ci preoccupa, non sono molti gli abitanti che qui ne sono in possesso, ma ci preoccupa sapere chi l'ha rubata e per quale losco scopo. 

- Come non avete magia? Noi siamo arrivate qui con la magia! 

- Siete riuscite ad arrivare perché a Storybrooke la magia c'è! Vedrete con i vostri occhi che se proverete a tornare indietro questo non accadrà. - non la feci neanche finire di parlare che tentai di far tornare Emma a casa uscendo la mia magia. Niente da fare Elsa aveva ragione. La magia non stava funzionando. Male... molto male... 

- Che ti avevo detto? Niente magia ad Arendelle. Vi abbiamo chiamato perché risolvete questi problemi all'ordine del giorno e quindi speravamo in un vostro aiuto.

- Vi aiuteró certo però voi dovrete aiutare prima me. Non abbiamo magia quindi non possiamo tornare a casa, per me non ci sono problemi ma per lei... lei non può stare qui, non sappiamo chi ci sia dietro, se bisognerà combattere o cosa, dovete riportarla indietro.

- Regina non preoccuparti per...

- Stai zitta una volta tanto! Non ti voglio qui ok? - non rispose - Bene si farà come ho detto. Allora Elsa, c'è un modo per farla tornare a casa?

- Certo, abbiamo le nostre navi ma temo che dovremmo aspettare domani mattina... sono tutte fuori porto e rientreranno solamente all'alba di domani. 

- Non c'è problema ragazze - rispose Emma - l'importante è che sarò a casa per sabato. 

- Non c'è problema dici? - scattai - forse ti sei dimenticata che a casa c'è qualcuno che appena saprà questa storia uccidera prima me e poi te! 

- Non essere così tragica...

- Essere tragici è troppo poco. Non vuole che ti allontani da casa, e ha ragione, per andare in ufficio pensa quando verrà a sapere che sei venuta fino ad  Arendelle. 

- Ormai è tardi per trovare una soluzione differente da quella che ci stanno offrendo.

- Se solo mi avessi dato ascolto prima. - sospirai rassegnata - Eh va bene, se non c'è modo per farti tornare subito a casa vorrà dire che penseró ad un modo per non far scoprire a Killian dov'è sei!

- Cosa??? Lo faresti davvero? 

- Ci tengo alla mia pelle! - scoppiammo  a ridere 

- Scusate non vorremmo interrompervi ma abbiamo fatto preparare un piccolo buffet per il vostro arrivo, prego seguiteci. 

Entrammo nella sala accanto a quella del trono è tutto trovammo fuorché un piccolo buffet. Ogni minimo angolo di quella stanza era apparecchiato con ogni ben di Dio! Mi sarebbe venuto il diabete anche solo stando lì dentro. 

- non sapevamo a che ora sareste arrivate quindi abbiamo fatto preparare un po' di tutto: c'è la pasta, la carne, il pesce, i panini con prosciutto o affettati e poi abbiamo dolci e gelati di ogni tipo. 

- Vi ringraziamo ma credo sia il caso di metterci subito a....

- Regina... - disse Emma prendendomi per il braccio. Il suo tono di espressione era serio, fin troppo serio e pensai subito al peggio.

- Oddio! Ti si sono rotte le acque! - dissi di botto - Dimmi di no per favore!

- Ma che dici? Certo che no!! Mi è solo venuta una voglia... o due! Ops!- ecco da chi aveva ripreso quell'espressione la piccola di casa. 

- Ma sei scema??? Mi hai fatto prendere un colpo! Siamo in una situazione di emergenza, sto cercando di trovare un modo per rispedirti a casa per non farti accadere nulla e tu che fai? pensi a mangiare?

- Non è colpa mia... è tua nipote che reclama cibo.

- Emma ignorala - le disse Elsa - mangia pure tutto quello che vuoi!

- Staglielo anche a dire! - dissi ironica

- Vorresti dire che sono grassa? 

- Anche se volessi dirlo non potrei visto che non è così, ma ultimamente non fai altro che mangiare! - le dissi ridendo - avanti siediti e dimmi che vuole quella piccoletta lì dentro. 

- Wow servita addirittura dalla regina! È una cosa che non ricapiterà mai più vero

- Esatto! Allora?

- In teoria sarei indecisa: mi tenta quel gelato e... beh un bel panino con il prosciutto!

- EMMAAA!

- Lo so! Lo so che non posso mangiarlo almeno fino a sabato...

- Che gelato sia allora! - finii la frase per poi andare a prenderglielo

- Aspetta! 

- Che altro c'è! 

- Quando vedrai killian digli che non voglio fiori anelli o altro questa volta, mi basta un panino come quelli lì! 

Evitai di commentare e andai a prenderle quel benedetto gelato. Restammo li in compagnia delle sovrane del regno a chiacchierare del più e del meno, su come avremmo potuto individuare i responsabili di tutto quel casino e di come erano cambiate le nostre vite dall'ultima volta che ci eravamo incontrate . Scoprimmo che Anna e kristof avevano avuto un bambino che si chiamava Erik e aveva tre anni. 

- Se lo venisse a sapere chloe se lo accaparrerebbe come fidanzato. - dissi ridendo.

- Chloe? Chi è chloe? - chiese Anna 

- Mia figlia - rispose Emma lasciando le ragazze a bocca aperta.

- Oltre ad Henry e a quella pancia hai un'altra bambina? 

- Altre due a dire la verità!

- Wow... insomma.... si pensavo che uncino fosse una forza a letto peró... oddio non intendevo dire... si insomma... va beh avete capito! 

- Scusatela nonostante siano passati anni mia sorella non è cambiata per niente.

- Tranquilla! - rispose Emma ridendo - comunque ho un'idea su come muoverci per individuare la causa de vostro problema. Non potremmo usare la magia per via diretta ma forse tramite pozioni potremmo fare qualcosina.

- Finalmente dalla tua bocca è uscito qualcosa di sensato oggi. - continuai - Forse potremmo fare inincantesimo per riuscire a capire chi c'è dietro tutto questo.

- Ah si! E sareste in grado di farlo? - chiese Elsa

- Con gli ingredienti giusti direi proprio di sì.

- E tu li risocsi a memoria?

- Certo che no, ma vedi Emma... io non sono una sprovveduta e... - tirai fuori dalla giacca il mio libro di incantesimi. - con questo forse potremmo capire chi c'è dietro tutto ciò.

- Bene che stiamo aspettando allora? Mettiamoci a lavoro.

*** 

POV EMMA 

La mattinata fu lunga ma niente in confronto al pomeriggio. Non avendo tutti gli ingredienti necessari nel castello fummo costrette a recarci al mercato di Arendelle pre recuperare quelli mancanti. Impresa di gran lunga piu semplice a dirsi che a farsi. Avete mai camminato per oltre 4 ore con un enorme anguria sulla pancia cercando di stare al passo dell'intera comitiva che a differenza tua che sembri un elefante sono tutte libellule? Beh posso assicurarvelo: è stata un'esperienza da non ripetere. Le gambe e la schiena chiedevano pietà ma ormai c'ero dentro fino al collo e non potevo rallentare il gruppo... killian e Regina avevano ragione: forse era davvero il caso di piantarla con le mie imprese eroiche, stavo per diventare mamma per la quarta volta consecutiva, più gesto eroico di quello...

- Emma tutto ok? Dobbiamo fermarci? - mi chiese Regina dopo aver scrutato attentamente il mio viso.

- No non preoccuparti ormai manca poco. 

- Si al tuo collasso! Vieni qui, siediti, hai bisogno di riposare... e anche noi. - non so se lo disse solo per non farmi sentire in colpa di rallentarle o cosa, so solo che le fui grata, altri tre passi e sarei morta sul serio. Anche la bimba si stava ribellando, a differenza degli altri giorni era tutta calci e pugni. Ormai stava stretta e percepivo ogni suo minimo movimento. 

- Avete già in mente un nome per quella signorina? - chiese Elsa anche lei stanca per il viaggio, era una regina non era abituata a camminare così a lungo.

- Si, ha già un nome ma lo renderemo pubblico solamente dopo la sua nascita. 

- Io la chiamerei Tartarughina visto che è in clamoroso ritardo. - disse regina ridendo. Feci per commentare ma il suo cellulare squilló facendo improvvisamente cambiare espressione ad entrambe... che fosse killian? Oddio... sarebbe stata la fine... la nostra fine. 

- Respira, è solamente Robin! Pronto? - la vidi allontanarsi e mi tranquillizzai... si, per mezzo secondo dopo fui invasa da un'altro pensiero: killian da lì a poco sarebbe tornato a casa e avrebbe scoperto tutto. Se questa mattina ero tranquilla ecco che adesso iniziavo decisamente ad essere ansiosa. Sarebbe andato su tutte le furie e aveva ragione, non mi sarei dovuta allontanare così tanto da lui. Tutto quello che diceva lo diceva per me, per il mio bene e io stavo tradendo la sua fiducia. Iniziai silenziosamente a piangere e cercai di nascondere il viso per non farmi vedere ma regina mi anticipó!

- Che ti succede ora? - chiese preoccupata

- Mi manca... e aveva ragione.... non...

- No no no non iniziamo con gli ormoni impazziti ok? Respira e tranquillizzati, killian non saprà mai di questa piccola "fuga". Ho incaricato Robin di fare una chiamata al porto e dare un allarme. Avrà da lavorare per tutta la notte e parte della mattinata di domani quindi abbiamo tutto il tempo di tornare a casa. Una volta li se ti sentirai ancora in colpa  potrai confessarti tranquillamente ma non prima quindi non ti azzardare a chiamarlo o a mandargli messaggi che possando distrarlo.

- Non fa un turno di notte da mesi ormai, come credi...

- Sa che sei a casa mia per una festa a sorpresa per la piccola ritardataria e la sua mamma. Festa per sole donne. 

- Sei una strega! 

- No! Quella è mia sorella - rise - io sono una regina! Allora, Te la senti di continuare a camminare?

- Certo!

Tornammo al castello esauste, io più di tutte, ma decidemmo ugualmente di metterci a lavoro per poter capire chi avesse rubato la magia dalla città.  Il piano era quello di creare una pozione e versarlo su un acchiappa sogni che avevo creato poco prima di andare in giro per la città. Impiegammo delle ore per terminare la pozione ma alla fine riuscimmo nel nostro intento. Il colpevole era Hans, aveva ricattato il gran papà di uccidere Kristoff e tutta la sua famiglia se non gli avesse consegnato una pietra in grado di togliere la magia dal paese per poter entrare nel regno indisturbato e attaccare. 

-Brutto figlio di...

- Anna non temere vendicheremo il gran papà e sistemeremo questa faccenda! 

- Elsa ha ragazzone Anna! Farò una chiamata dalle nostre parti e vedrò se riesco ad ottenere un aiutino! 

Non so cosa volesse insinuare Regina con quelle parole, la vidi semplicemente discutere al telefono per più di dieci minuti Dopodiché tornó da noi con un sorriso trionfante.

- allora? - chiesi

- problema risolto... o meglio entro un paio di giorni sarà risolto! Ho chiamato Tremotino e...

- Hai fatto un accordo con lui? Ma sei impazzita Regina? Lo sai che non bisogna fidarsi di quello lì!

- Eiii calmina! - mi rispose - sei un po' troppo agitata oggi per i miei gusti ! Non sono stupida, non ho fatto accordi, anzi... lui è in debito con me così ho deciso di sfruttare questa piccola carta a nostro favore. Prenderà possesso della pietra, la libererà dalla vostra magia in quanto c'è bisogno di un incantesimo particolare e in cambio lui terrà la pietra, ormai non più utilizzabile, nel suo negozio dei pegni come ricompensa. 

- Tu sei sicura che possiamo fidarci? Ricordo che non è un tipo molto affidabile... 

- se c'è una cosa che Gold sa fare è rispettare gli accordi, io l'ho aiutato in passato ed ora lui aiuterà noi. Potete dormire sonni tranquilli, riavrete presto la vostra magia E se  proprio Gold non ci sarà d'aiuto tornerò io, sotto mentite spoglie, mi introfuleró nel loro castello e ruberó l'oggetto per poi liberarlo dalla vostra magia. Tranquille però! Gold dovrebbe bastare. 

- Non so davvero come ringraziarvi per quello che avete fatto! In meno di una giornata avete risolto un problema grandissimo.

- Per noi questo non è nulla! Hans non ha la magia e  quella che vi ha rubato non gli serve per usarla contro di voi  ma per entrare senza paura che voi lo attacchiate con essa! 

- Non sa che so usare molto bene la spada! Gliela faró pagare! - rispose Anna

- Facciamo così! Domani mattina accompagnerò Emma al porto e poi tornerò qui al castello. Aspetteremo l'aiuto di Gold insieme e semmai Hans dovesse attaccare prima del previsto avrete un aiutino in più! - avrei voluto aiutarle anche io ma sapevo di non poter essere d'aiuto in quel momento... anzi, molto probabilmente sarei stata solamente un peso per loro. Avrebbero perso di vista il loro obbiettivo principale per controllare anche me e questo non era affatto giusto. Per una volta era meglio farmi da parte.

- No non se ne parla Regina! - rispose Elsa - tu andrai con Emma, ci avete aiutate fin troppo, ora tocca a noi. Se è vero che sabato nascerà quella bimba è giusto anche che sua zia sia presente non trovi? 

- Avete ragione anche voi. C'è un nuovo  reale in arrivo a Storybrooke e come zia, Regina e sindaco della città  devo essere lì per darle in benvenuto. 

- Potrei commuovermi sai?? - le dissi scherzando. Era un'amica, lo sapevo io e lo sapeva lei non c'era bisogno  di aggiungere altro.

- Non ci provare! E ora visto che è tardi andiamo a riposare che domani mattina all'alba si salpa. 

- Venite vi faccio strada - disse Anna tutta felice. - salimmo le scale che condussero alla nostra camera dopodiché neanche il tempo di entrare che suonó il cellulare. Il mio: killian.

- Oddio è killian! E ora???! - ok stavo ufficialmente entrando nel panico

- Niente panico Emma sta lavorando e ne avrà per tutta la la notte, è il minimo che ti chiami per darti la buonanotte non trovi? Rispondi e sii il più tranquilla possibile. - cercai di seguire il suo consiglio.

- Amore... - gli dissi cercando di non far tremare la mia voce.

- Eccola la mia bella mogliettina! Non vedevo l'ora di sentire la tua voce sai? Mi sei mancata tantissimo oggi! 

- Anche tu amore mi sei mancato tanto! 

- Te lo ha detto regina? Sono confinato al porto e ne avrò per tutta la notte e forse anche domani! 

- Lo so amore e mi dispiace un casino.... il letto senza di te sarà vuoto... - regina mi prese il telefono dalle mani e lo portó al suo orecchio

- Mi state facendo venire il diabete voi due! Fila  a lavorare pirata, alla tua bella ci penso io. Ciao cia... si sì glielo dico ma tanto sai già che ti ricambia! ciaoooooo! - riagganció

- Che ti ha detto?

- Che ti ama scema! Vai a dormire ora! 

Ci mettemmo entrambe a letto ma mentre lei prese subito sonno io impiegai un bel po per addormentarmi. Non ero più abituata a dormire senza killian al mio fianco e ad essere sinceri regina non mi dava affatto le stesse sicurezze. Ci volle un po' ma alla fine riuscii a dormicchiare un pochino. Un pochino perché un paio d'ore dopo mi svegliai colpita da un attacco di nausea. Uscii facendo il meno rumore possibile per non svegliare regina e inizialmente ci riuscii. Fu quando iniziai a girarmi in continuazione nel letto che si svegliò.

- che ti prende!

- Tua nipote si è svegliata e sta saltellando su tutti i miei organi interni. 

- Ed è normale??? - chiese preoccupata

- Dei giorni lo fa e dei giorni no quindi tranquilla non sto partorendo! 

- Posso fare qualcosa per te?

- Mmh no... purtroppo non sei killian...

- Perché solo killian può aiutarti?

- In certi casi direi proprio di sì! - dissi maliziosamente

- Ah....! ma che schifo!

- Si certo! Proprio uno schifo! - Risi - gli effetti sono comunque soddisfacenti, devi vedere come dorme per tutta la giornata poi questa signorina! 

- Povera bambina mia! - sdrammatizzó- Volete traumatizzarla già da adesso? Queste cose dovrebbero essere abolite nel tuo stato sai?

- Dici? Eppure e  stato proprio whale che me lo ha consigliato!

- Cosa cosa cosa????

- Si, per anticipare il travaglio, dicono che aiuti!

- Deduco dalla tua "piccolissima" pancia che whale non ne capisce nulla di gravidanze!

- Sarà ma a me non dispiace anzi... sto già pensando che dopo la nascita di questa piccola non potró.....

- Ok ok ok il concetto mi è chiaro! O parliamo di altro o ti rimetti a dormire. 

- Vado a farmi una passeggiata nella speranza la finisca di saltellare! 

- Ti accompagno. 

- Non c'è ne bisogno resta pure qui. - stava per dire qualcosa ma la fermai - si! Ti chiamerò se mi servisse qualcosa!   - Mi recai nei giardini del palazzo, erano meravigliosi, pensare che se Regina non avesse lanciato il sortilegio molto probabilmente avrei vissuto anche io in un palazzo come questo e chissà magari avrei conosciuto killian e avrei comunque avuto queste meraviglie... eeeeeh.... sarebbe meraviglioso vederle giocare qui. Ma chi vogliamo prendere in giro... mio padre non avrebbe mai acconsentito a farmi sposare un pirata quindi forse è andata meglio così! Ho un enorme giardino a casa dove posso vederle giocare non ci serve tutto questo. Ero talmente Immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che erano già le sette e mezza del mattino. Se non fosse stato per Regina che venne a cercarmi preoccupata molto probabilmente sarei rimasta lì a godere del panorama ancora per molto. 

- Mi hai fatto prendere un accidenti! 

- E perché mai scusa? 

- Non sei più tornata in stanza pensavo ti fosse successo qualcosa. 

- Che vuoi che mi succeda, sono al sicuro qui! 

- La bambina? Come va? Continua a muoversi?

- È già! Le manca il suo papà misà, è anche a me! 

- Allora sbrigati ad andarti a preparare che tra poco salperemo, le navi sono rientrate al porto e ci stanno aspettando! 

- Faccio in un attimo. 

Corsi, o meglio cercai di correre verso la stanza, mi feci una doccia veloce dopodiché tornai da Regina, salutammo le ragazze e ci incamminammo verso il porto dove una nave ci avrebbe riportato a casa. 

- si può sapere che hai? Mi disse improvvisamente - ieri eri decisamente più scattante. 

- Prova a camminare te con la pancia che ti si contrae. - si pietrificó sul posto e lentamente si giró verso di me.

- Stai... stai avendo le contrazioni? - non l'avevo mai vista più bianca di così. 

- Si... cioè no... insomma non è quello che pensi, sono settimane che ho contrazioni, alcune sono più forti altre più lievi ma niente che non scompaia entro metà mattina.

- Sicura?

- Certo! È per questo che faccio i monitoraggi, per vedere se il travaglio è vicino, ma visto che tua nipote se la prende comoda questo non accadrà fino a domani.  Tranquilla Regina, sto bene. Rallenta un po' il passo è continuiamo. 

Non le stavo mentendo per non spaventarla, quella era la pura e assoluta verità o almeno era quella che credevo essere la verità fino a quando non arrivammo al porto. Eravamo intente a cercare quale fosse la nostra barca quando improvvisamente mi fermai.

- siamo arrivati, tra poco potrai riposarti ok?

- Si ma prima devo dirti una cosa.

- Cosa!

- Prometti di non arrabbiarti! 

- Se hai dimenticato qualcosa al palazzo e devo tornare a prenderlo altro che arrabbiarmi, ti distruggo!

- Niente di tutto questo! - le dissi con la più assoluta calma, non volevo mandarla nel panico. 

- E allora cosa c'è? 

- Credo che mi si siano appena rotte le acque! 

 

Note dell'autore: scusate ma non sono riuscita a racchiudere questa piccola storiella in un solo capitolo. Prometto di aggiornare il seguito quanto prima! A prestoooooo

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Capitolo 37
*** L’ennesima avventura (parte2) ***


POV REGINA

Di sicuro avevo capito male, non potevano esserci altre spiegazioni. Calma Regina, continuavo a dire tra me e me, vedrai che sarà stato solamente un piccolo malinteso:

- Come scusa? - le dissi cercando miseramente di non far vedere il panico dentro i miei occhi. Non mi rispose, si limitò a scostare il lungo vestito che portava facendomi apprendere con mano la pura e assoluta verità: aveva appena rotto le acque.

- O mio Dio! - mi portai una mano sulla fronte scioccata - E me lo dici cosiiiiiiiiiiii?!?!? - il primo istinto fu quello di rimproverarla per il modo così tranquillo con cui mi stava dicendo una cosa del genere. Ma si stava rendendo conto del guaio in cui ci eravamo appena cacciate?

- E come altro devo dirtelo Regina! - dal tono in cui pronunció quella frase capii che stava per entrare nel panico anche lei e questo non poteva succedere assolutamente, bastano io per quello. Presi un bel respiro profondo e cercai di metterla a proprio agio, in fondo non avrebbe partorito nell'immediato e considerando quanto ci mise per far nascere Leila e Chloe sapevo che avevo ancora un po' di tempo per inventarmi qualcosa. 

- È tutto sotto controllo ok? - le sorrisi e lei di risposta annuì. All'inizio sinceramente poi il suo viso cambio lasciando spazio a delle lacrime.

- No no no Emma guardami, è tutto ok davvero! 

- Aveva ragione killian... avevi ragione tu! Non dovevo continuare a far di testa mia... sono una persona orribile... uuuuuh!- la vidi tenersi la pancia e stringere leggermente gli occhi.

- Non pensarci ora, in fondo la bambina sarebbe dovuta nascere domani e con un cesareo, questo non era nei nostri programmi. Ora dimmi: Hai già le contrazioni vero? - il lamento di poco prima poteva essere dipeso solo da questo ma glielo chiesi ugualmente.

- Le ho da questa mattina se ricordi... 

- E come sono?

- Lievi e distanti per adesso.

- Ok ottima notizia, abbiamo ancora tempo ok? - le sorrisi per infonderle un po' di coraggio. - Ora cerchiamo aiuto così potró accompagnarti nell'ospedale di Arendelle. 

- Ospedale? 

- Beh si... Ci sarà pure un ospedale da qualche parti non trovi?

- No! Non voglio andarci in ospedale. Non in uno che non conosco almeno! Voglio tornare a Storybrooke! - si rendeva conto che era in travaglio e non avevamo magia? Mmh... non credo proprio.

- Emma, siamo lontane più di dieci ore di viaggio da casa! 

- Posso farcela... devo far...... - contrazione in corso - ...farcela! - finì la frase respirando profondamente. - La bambina non può nascere qui senza il suo papà! Voglio killian! So che mi odierà e ha ragione mah Regina.... VOGLIO KILLIANNNN!!!! - bene,il  fatto di rimanere calma le stava decisamente sfuggendo di mano. Voleva suo marito, come comprensibile che sia, ma prima di chiamarlo e raccontargli tutto avrei dovuto trovare una soluzione su dove portarla, non potevamo di certo rimanere per strada. Avevamo chiaramente  bisogno d'aiuto.  - Lo voglio qui Regina, ti prego chiamalo e digli di raggiungerci... non posso farlo senza di lui!

- Facciamo così, ti riporto al castello e una volta arrivate chiameremo Killian per informarlo di questa cosa ok? So che lo vorresti accanto Emma ma anche se partisse ora, tra il tempo di arrivare e tutto tu avrai di sicuro già partorito! - ma per quale assurdo motivo le ho detto una cosa del genere? Avevo completamente dimenticato che i suoi ormoni davano i numeri? Mixati poi al panico del momento ecco una crisi isterica in piena regola. Brava Regina, ottimo lavoro. 

- Voglio killian Regina, non mi interessa come... PORTALO QUIIIIII!!!!! - mi disse tra le lacrime. - Non voglio farlo da sola, non di nuovo. 

- Non sei sola, ci sono io con te, andrà tutto bene te lo prometto! 

- Niente andrà bene se Killian non sarà qui. Ti prego Regina portalo da me! 

- Emma se potessi lo fare volentieri  ma lo sai anche tu che la magia non c'è qui ad Arendelle.

- NON MI INTETESSAAAAAAAAAA! - quel grido disperato mi fece tornare un po' di lucidità  e mi aiutó a capire qualcosa. Forse un modo per aiutarla c'era, non ero sicura della riuscita del mio piano, ma forse un modo c'era davvero. Decisi inizialmente di non darle false speranze,  aspettai che un'altra contrazione passasse dopodiché cercai di rassicurarla.

- Ok ascoltami, forse, e sottolineo forse, ho una mezza idea ma come prima cosa dobbiamo toglierci dalla strada ok? - annuì - La vedi quella nave li giù? Se non sbaglio è la nave che dovrebbe portarci a Storybrooke, te la senti di camminare fin li? 

- Stiamo partendo? Torniamo a Storybrooke? Da Killian? - solo a pronunciare quel nome e a sapere che forse molto presto si sarebbe ricongiunta con lui le si illuminano gli occhi. Non volevo farla rattristare ma non potevo neanche mentirle. 

- No, non stiamo partendo ma te l'ho detto: devo toglierti dalla strada. 

- Voglio tornare a cas....aaaaaah! - vederla in sofferenza non aiutava.

- Fidati di me per una volta ok? - riuscii a convincerla e piano piano raggiungemmo la nave. Spiegai la situazione al capitano e non esitó un istante a farci accomodare. 

- Ora resta qui tranquilla ok? Io torno subito - annuì ma non appena cercai di allontanarmi per non farle sentire la conversazione mi trattenne per un braccio 

- Non andartene resta qui con me!- era paura quella che leggevo nei suoi occhi.

- Emma guardami! Devo fare una telefonata ci metto cinque minuti, non di più: te la senti di rimanere qui giusto il tempo di una chiamata?

- No! - sospirai...

- Ok! Vorrà dire che chiamerò da qui!

- Killian?

- No! Non sto chiamando Killian. - era una bugia, in realtà era proprio lui che stavo chiamando ma non potevo dirglielo perché nel caso il mio tentativo sarebbe fallito l'avrei illusa inutilmente. Il suo telefono squilló ma lui non rispose. Tipico no? Quando si ha unurgenza c'è sempre qualcosa che va storto. -Maledizione! - esclamai facendola sobbalzare per lo spavento - scusa! Non volevo! - chiamai Robin e nell'istante in cui mi rispose mi alzai e andai a parlare un po' distante da Emma, mi dispiaceva lasciarla da sola visto che mi aveva supplicato di non farlo, ma non volevo che sentisse la conversazione. 

- Amore... - fortunatamente mi rispose al primo squillo.

- Robin i convenevoli a dopo! Non c'è un minuto da perdere! Corri al porto da Killian e digli di richiamarmi immediatamente. 

- È successo qualcosa amore???? - chiese preoccuparto.

- Si! Emma sta per partorire e noi siamo bloccate qui! Corri a dire a Killian di mettersi in contatto con me ma non dirgli il motivo, andrebbe solo nel panico mentre a me serve lucido. 

- Corro! - nel mentre Robin correva al porto ad avvisare killian io tornai da Emma la quale iniziava a soffrire un pochino di più per via delle contrazioni.

- Come ti senti è?

- Prossima domanda? - rispose - ti prego dimmi che riusciremo a tornare a casa prima di....

- Senti Emma sarò sincera, per quanto io vorrei fosse possibile, l'eventualità che tu partorisca a Storybrooke è molto rara.

- Oddio dici che...

-  Lasceró comunque a te la scelta: Cosa vuoi fare? Tentare di arrivare a Storybrooke con questa - indicai la nave sulla quale eravamo appena salite - o andare nell'ospedale più vicino? 

- Regina voglio tornare a Storybrooke, voglio killian al mio fianco, non posso farlo da solaaaAAAAAAAAH - l'ultima parola la gridó a causa di una contrazione. - Ok, questa era forte! - proprio in quel momento il mio cellulare squillò, era sicuramente Killian. 

- Allora facciamo così, fammi fare un ultimo tentativo poi nel caso chiederò al capitano di questa nave di iniziare il viaggio.

- Davvero????

- Si, ma dovrai impiegare tutta te stessa per non partorire qui sopra, non credo che loro sappiano far nascere un bambino. - senza aggiungere altro mi allontanai per rispondere al telefono

- Regina c'è qualche problema? Robin mi ha detto che era urgente! Emma sta bene? 

-  risponderò a tutto più tardi ora tu devi farmi un enorme favore. Corri alla mia cripta, sul lato destro ci sono dei bauli, dovrebbe essercene uno piccolino di colore verde, aprilo e dimmi cosa c'è all'interno. 

- Mah.... che cosa sta....

- Niente domande! CORRIIIII! 

- Sto andando ma dimmi  solo se centra Emma!

- Si! 

- Sta male le è successo qualcosa? 

- TI HO DETTO DI NON PERDERTI IN CHIACCHIERE! CORRI! NON ABBIAMO UN MINUTO DA PERDERE! - riagganciai. Forse ero stata troppo brusca nei modi ma quello era l'unico modo per farlo correre ed infatti neanche dieci minuti dopo eccolo richiamarmi:

- Hai trovato quello che ti ho detto? - chiesi speranzosa.

- Ho davanti a me il baule che mi hai detto, all'interno vi sono due pozioni... o almeno credo siano pozioni.

- Perfetto, dimmi che sono tutte e due di colore rosso. 

- No! Una è rossa ma l'altra è blu.

- Maledizione! - esclamai -  Ok non fa niente, prendi quella rossa, recati sulla Jolly Roger, pensa ad Arendelle e raggiungici.

- Arendelle???? 

- Lunga storia, poi ti spiegherò! - non credo gli bastó come risposta. 

- SIETE AD ARENDELLEEEEEE???????Regina come...

- POTRAI ARRABBIARTI QUANTO TI PARE UNA VOLTA QUI MA ORA MUOVI QUEL CULO! - riagganciai giusto in tempo, Emma fu colpita dall'ennesima contrazione; corsi da lei  la quale mi strinse la mono. Per poco non persi la sensibilità di tutte e cinque le dita ma non mi lamentai, sicuramente lei stava molto peggio.

- Il tuo piano? - chiese dolorante mentre la contrazione piano piano cessava.

- Forse funzionerà! 

 

POV KILLIAN.

Erano ad Arendelle... non potevo crederci, settimane di discussioni per convincerla a non andare a lavoro e ora si trovava addirittura ad Arendelle? Sarei dovuto essere infuriato eppure non ci riuscivo. Dentro di me più che in sentimento di rabbia si era instaurato un sentimento più simile alla preoccupazione. Eh già, mi stavo preoccupando. Regina non è tipa da lasciasi sopraffare dai sentimenti eppure non mi sembró tanto calma al telefono. Che fosse successo loro qualcosa di brutto? No, in quel caso me lo avrebbe detto senza troppi giri di parole, ma allora cosa stava accadendo? Non sapevo cosa pensare ma sperai con tutto il cuore che stessero bene. Non c'era tempo per porsi domande inutili a cui non avrei potuto dare risposta, era ora di prendere la mia nave e salpare verso Arendelle. Sulla strada per il porto incontrai Snow, le raccontai in grandi linee l'accaduto e li venni a scoprire un'altra piccola bugia: non c'era stata nessuna festa per Emma e la bambina da Regina ieri, quindi molto probabilmente erano lì già da ieri: bene... quella era un'altra cosa che quelle due avrebbero dovuto  giustificarmi una volta raggiunte. 

- Killian allora? Cosa stiamo aspettando, andiamo? - mi disse Snow riportandomi alla realtà 

- Come scusa? Vuoi venire anche te?

- Certo! Non puoi dirmi che Regina ti ha chiamato, in preda al panico, per chiederti di raggiungerle e pensare che io me ne stia con le mani in mano. Non si tratta solo di regina, c'è anche Emma con lei e si da il caso che sia mia figlia, quindi killian niente storie, andiamo! 

Non avevo tempo per dissuadere con Snow così una volta assicurati che le bimbe fossero con David recuperai spugna, che avrebbe governato la Jolly se ci fossero stati problemi di qualunque genere, salimmo sulla nave e tolsi l'ancora. Feci uscire la nave dal porto dopodiché presi la pozione di Regina, la versai sulla nave e pensai alla metà da raggiungere. Il risultato? la Jolly Roger prese in tutti i sensi velocità e iniziò a salpare a vele spiegate verso la metà stabilità. 

- non stiamo andando troppo veloci??!! - chiese Snow a spugna mentre si aggrappava,per sostenersi,ad una delle cime.

- Non è  colpa mia signora, sto cercando di rallentare ma non ci riesco. 

- Tranquilli, Penso faccia parte del l'incantesimo. Tenetevi forte, arriveremo ad Arendelle prima del previsto.

Invredibile ma vero, nel giro di un'ora e mezza eravamo già nelle prossimità del porto di Arendelle. Dovevo ricordarmi di chiedere a Regina gli ingredienti di quella pozione, mi sarebbero stati molto utili per i futuri viaggi di lavoro. Lasciai la custodia della nave al mio mozzo fidato e a mia suocera e scesi alla ricerca di Emma e Regina. Non riuscii a trovarle lì per li, così presi il telefono per chiedere loro dove fossero  ma la voce di Regina mi anticipó!

- Killian corri siamo qui! - non me lo feci ripetere due volte,  corsi verso Regina la quale era appena scesa da una nave per venirmi incontro.

- Allora? Si può sapere che diamine sta succedendo? - chiesi allungando l'occhio per provare a vedere Emma.

- Abbiamo un problema, un grande problema!

- Emma dov'è?

- Ascoltami e poi ti porterò da lei! Sta bene... in un certo senso, solo che... 

- che???? Parla Regina, non farmi preoccupare. 

- beh... non ci girerò intorno: Emma è entrata in travaglio questa mattina e da due ora e mezza circa le si sono rotte le acque.

- CHE COSAAAAA???!!!!! REGINA VE LO AVEVO DETTO IO DI...

- Killian non è il momento delle prediche, hai ragione e se può farti sentire meglio  io non volevo trascinarla qui, ha fatto tutto di testa sua ma ora non ha importanza. Dobbiamo trovare una soluzione: non vuole andare nell'ospedale di Arendelle ma vuole tornare a Storybrooke 

- Non vedo dove sia il problema anzi, avreste dovuto materializzarvi li ore fa. 

- E perché pensi non l'abbia fatto ma a differenza ti abbia chiamato è? Non c'è magia qui! Non posso trasportarla da nessuna parte a meno che non abbia una pozione a portata di mano, ma purtroppo non ce l'ho. Ecco perché ti ho chiesto se ce ne fossero due di quelle pozioni, una mi serviva per farti arrivare qui prima del tempo l'altra per tornare a casa. - Caspita questo proprio non ci voleva.

- E ora che si fa? Hai qualche idea? 

- Aaaaaaaaaaaaaah!!!!!!!! - mi bastó quell'urlo per capire il da farsi. Dovevo raggiungere mia moglie. Salii sulla nave e la trovai li, rannicchiata a terra sperando che la contrazione passasse.

- Eccomi amore! Va tutto bene, sono qui con te adesso! - le dissi una volta raggiunta.

- Killian?!? Sei... sei qui?!  Come....

- Shhhh... non sforzarti! - l'abbracciai - Comunque è stata Regina: mi ha chiamato per avvisarmi.

- Killian amore scusami avevi ragione io non dovevo..... uuuh! Dammi la mano corriiiiiiiiiii! - due contrazioni nel giro di pochissimo tempo... Mmh non andava bene, ormai dopo aver assistito già a due parti potevo considerarmi un esperto e quello era chiaro segno che dovevamo sbrigarci a trovare una soluzione. 

- Passata? - chiesi gentilmente e lei annuì - perfetto, ora ascoltami bene, dobbiamo - indicai anche regina che ci nel mentre ci aveva raggiunto - portarti in un posto sicuro, la bambina sta arrivando. 

- No in questo ospedale peró, Anna ha detto che non sono preparati e che lei stessa è andata in un altro regno. Non voglio far nascere mia figlia in un posto in cui non mi fido. Per favore... riportatemi a casa. - guardai Regina come a volerle chiedere aiuto, non avrei mai portato mia moglie in un posto dove non avrebbe voluto e quindi alla fine concordammo di portare Emma sulla Jolly Rogers e provare una corsa contro il tempo. 

- Bene allora facciamo così - la presi tra le braccia - ora ti porteró sulla Jolly e cercheremo di tornare a casa ok?

- Grazie... - era un semplice sussurro ma quel sussurro mi bastó per farmi forza: Mia moglie era nel panico e mia figlia stava nascendo... non potevo permettermi di sbagliare e metterle in pericolo. Scendemmo da quella nave e raggiungemmo la mia, ad attenderci con grande sorpresa di Regina e Emma ci fu Snow che non sapendo la gravità della situazione e vista l'ora aveva provveduto a preparare  il pranzo apparecchiando addirittura un tavolo sul ponte della nave. Non appena mi vide con una Emma dolorante tra le braccia lasció tutto e ci corse in contro

- che diamine succede!!!! - chiese spaventata.

- È in travaglio ma non possiamo raggiungere Storybrooke con la magia! - risposi.

- Come... come è possibile? È presto, la bambina non sarebbe dovuta nascere prima di domani!

- In teoria sarebbe dovuta nascere settimane fa Snow! Ma dove hai la testa è - la punzecchió Regina. 

- Smettetela di battibeccare e portatemi a CasaaAAAAAA!! - gridó mia moglie. 

- Killian portala di sotto e poi inverti la rotta.

- Ci penserà spugna alla nave! - lo indicai. 

- Perfetto! Snow tu aiuta Killian a tenerla tranquilla mentre io cercherò di mettermi in contatto con Whale! - seguimmo i comandi di Regina e dammo inizio a quell'avventura... alla nostra ennesima avventura. 

 

POV REGINA

- Pronto?

- Whale sono Regina, lascia stare qualsiasi cosa tu stia facendo e stammi ad ascoltare! Emma è in travaglio ma siamo ad Arendelle e non abbiamo la magia per tornare a tempo di record. Non vuole partorire in zona ma vuole tornare a Storybrooke quindi ti prego aiutami: Dimmi che la cosa è possibile!

- Stai scherzando??? Ma se fino a due giorni fa il monitoraggio era piatto! Come...

- Le cose stanno così adesso non ci interessa come e perché: Emma sta partorendo! 

- Ok niente panico! Ti spiegheró passo passo quello che devi fare quindi sta molto attenta.

- Quello che devo fare? In che senso? - chiesi spaventata.

- Devró almeno avere i suoi paramenti per capire la situazione e dirti se abbiamo qualche possibilità di farla partorire qui.

- Ma io non... - non poteva chiedermi una cosa del genere, non ero un medico... non... non sapevo che accidenti fare.... e se avessi sbagliato qualcosa? 

- Non ti sto dicendo di farla partorire tranquilla, ho bisogno solamente di un paio di esami base, li fanno anche i tirocinanti quindi stai tranquilla ok?

- Ok! - non ero convinta ma non potevo fare altrimenti. La mia amica aveva bisogno di me.! Mi feci spiegare tutto dopodiché scesi sotto coperta per andare da Emma la quale poverina stava soffrendo come un cane:

- Allora, ho parlato con whale! - esordii

- E? - chiese lei impaziente. 

- Devo farti delle domande e darti un'occhiata per poi riferire a whale a che punto siamo.

- No! - disse categorica.

- Emma! Non vorrei farlo credimi ma ragiona....

- Non voglio! Voglio solo arrivare a casa! 

- Amore mio, - provó anche killian - è per il bene della nostra bambina, - rispose di no con la testa - Guardami... lo so che non ti senti a tuo agio ma Regina è tua amica e io sono qui con te ok? Andrà tutto bene!

- Ha ragione killian e poi è solo un controllo, ti prometto che lascerò il resto del lavoro Whale. - sperai con tutto il cuore che fosse vero quello che le stavo dicendo...non poteva essere altrimenti. Emma avrebbe partorito a Storybrooke, con le buone o con le cattive. 

- Ok! - rispose dopo svariati tentativi di convincimento - Però lei deve uscire! - disse rivolta a Snow 

- Ma Emma, sono tua mamma! - disse ferita. - perché  amore mio? Io...

- Mamma ti ho detto di uscireeee! 

- Mah...

- Snow, rispetta la sua volontà per favore! Per lei già è uno stress fare questa cosa, avere anche te presente le creerebbe solamente maggior imbarazzo. - anche se decisamente affranta uscì e io potei iniziare il mio compito. Ascoltai i battiti del suo cuore al minuto, cronometrai la distanza delle contrazioni valutando la loro intensità  dopodiché controllai quanto fosse dilatata. Whale mi spiego come fare quindi seguii passo passo le sue istruzioni e a fine visita lo richiamai. Dall'indagine che avevo fatto whale stabilì che molto probabilmente non ce l'avremmo farta ad arrivate a Storybrooke e che quindi uno di noi presenti sulla nave avrebbe dovuto prepararsi a farla partorire. Ok, potevo sentire il panico scorrere rapido nelle vene, Killian aveva una mano fuori uso quindi era esonerato da tale compito mentre Snow non era il classico tipo di persona rassicurante; a chi sarebbe quindi aspettato quindi il duro compito? Naturalmente alla più fortunata di tutti no???? Ma perché dico io non mi ha dato retta! Perche ha deciso di seguirmi! Se non lo avesse fatto a quest'ora sarebbe stata in un ospedale controllata e seguita da persone competenti, non da me che a differenza loro non avevano alcun tipo di esperienza in materia. Beh... per quanto avrei voluto piangermi addosso sapevo anche che non sarebbe servito a nulla. Corsi così nella camera dove erano emma e gli altri e chiesi a Killian di aiutare spugna a velocizzare la nave.

- Siamo già al massimo Regina, non possiamo andare più veloci di così!

- PROVACI OKKKK?!?!?! - capì dal mio tono di voce che qualcosa non andava secondo i piani e penso che lo capì anche Emma!

- Che ti ha detto whale? - mi chiese cercando di tenere la respirazione che le avevano insegnato ai precedenti corsi preparato. Teneva lo sguardo fisso su di me come a voler scrutare ogni mia singola espressione. 

- Nulla di cui preoccuparti, secondo lui dovremmo farcela ad arrivare per tempo ma se accelerassimo un pochino secondo me sarebbe ancora meglio. Arrivare qualche minuto prima per prepararsi psicologicamente non sarebbe male non trovi? - mentii ma era nel pieno del dolore per capire che quella era solo una scusa per non farla preoccupare. Al contrario suo però killian capì benissimo che quella era solo una misera bugia e con uno sguardo mi fece  capire di raggiungerlo fuori. 

- Dimmi la verità! - mi disse una volta assicurato che Emma non potesse ascoltarci.

- Siamo troppo lontani da casa Killian e lei è troppo vicina all'ultima fase: dovremmo prepararci a farla partorire qui. 

- Cosa??? No, non è possibile... deve esserci un altro modo! Non voglio che partorisca senza il che ben minimo aiuto sanitario. - disse preoccupato per la salute di sua moglie e di sua figlia. 

- Pensi che a me faccia piacere invece? - al contrario suo io ero di gran lunga più agitata ma come darmi torto? avevo un'enorme responsabilità da portare avanti. - Purtroppo dal controllo che le ho fatto abbiamo capito che siamo quasi a metà strada per l'arrivo della piccola, non ce la faremo mai ad arrivare in ospedale per tempo. - pensavo davvero sarebbe  andato su tutte le furie, che mi avrebbe rimproverato per essere stata un irresponsabile per non averla fermata in tempo e non so cos'altro; ma mi sbagliavo, dalla sua bocca uscirono parole che mai mi sarei aspettata: 

- D'accordo, e così sia! Mi fido di te! 

- C...cosa? - ero scioccata 

- Ho detto che mi fido di te! - mi sorrise - Puoi farcela Regina, io so che puoi. 

- Io... io non so neanche da dove iniziare. Ho aiutato Daniel a far nascere un cavallo una volta è vero, ma non è di sicuro la stessa cosa. 

- Ti ho vista tirar fuori cuori come se fosse la cosa più normale di questo mondo, hai spezzato il cuore di Snow in due parti perfette per far rimanere in vita David. Hai ripetuto la stessa difficile operazione con il cuore di Emma quando eravamo negli inferi anche se alla fine non è servito. Hai fatto cose di gran lunga più complicate di questa e sono più che sicuro che riuscirai a far nascere mia figlia senza nessun problema. - sentire che qualcuno si fidava ciecamente di me a tal punto da affidarmi due delle persone più importanti della sua vita mi sollevó il morale e mi diede la spinta giusta: Potevo farcela, si! Non c'era ombra di dubbio.

- Ok capitano! - dissi sorridendo - Facciamo nascere questa piccola piratessa. 

 

POV KILLIAN 

Non so quanto tempo rimasi fuori con Regina a cercarle di infonderle un po' di coraggio so solo che quando rientrai nella stanza di mia moglie la situazione era di gran lunga cambiata. Emma si contorceva dal dolore e non c'era niente che sua madre fosse in grado di fare per farla stare bene. Anzi... qualsiasi cosa provava a fare o a dire sua figlia non faceva altro che criticarla. Snow sapeva che era il dolore e la paura a farla parlare ma nonostante ciò il suo sguardo era ferito. Non tanto per Emma ma in quanto si sentiva inutile. 

- caro killian quanto ci sei mancato! - mi disse mia suocere indicando mia moglie! - non fa altro che pronunciare il tuo nome. - mi precipitai da lei

- Amore mio eccomi, sono qui!

- Non andartene... non andartene mai più! 

- No, non me ne vado, sto qui con te ok? - annuì ma nello stesso momento la vidi nuovamente piegarsi per l'ennesima contrazione della giornata - resisti ancora un po', ti prometto che finirà presto! 

- FA MALEEEEEEEE! 

- Lo so e mi dispiace tesoro prenderei volentieri tutto il tuo dolore ma non è possibile - le baciai la testa spostandole poi dei capelli dalla fronte. 

- Posso odiartiiiiiii...... AAAAAAAHHHHHHH! 

- Puoi farlo tranquillamente, puoi insultarmi, dirmi che è tutta colpa mia e tutto quello che vuoi, basta continui a respirare peró.

Andammo così per ore, vederla così sofferente mi mandava ai pazzi. Il mio cuore si lacerava ad ogni sua contrazione ma sapevo anche che tra poco tutto quello sarebbe finito, ormai non mancava molto e nel modo in cui si lamentava capii benissimo che quello era quasi lo step finale.

- non c'è la faccio più fatela smettere! - disse durante una piccola pausa tra una contrazione e l'altra, erano troppo ravvicinate ormai e anche il parlare le era diventato impossibile.

- Diamo un'occhiata ok? - le disse Regina con un gran sorriso cercando di infonderle un po' di coraggio.

- No! Aspetterò di arrivare in osped..... aaaaaaaaaaah! - naturalmente non le diede ascolto e approfitto del fatto che fosse impegnata ad imprecare verso sua madre per controllarla. Avevo ragione, la bimba era quasi tra di noi.

- Emma ci siamo! Vedo la sua testolina, pronta? 

- No! Dobbiamo aspettare! Devo arrivare in ospedale! Dobbiamo riuscire ad arrivare..... AAAAAAAHHHHHH!

- Non c'è tempo Emma! Credimi aspetterei volentieri se fosse possibile ma la bambina è pronta e non possiamo aspettare oltre. 

- Amore di mamma Regina ha ragione - provó anche Snow cercando di infonderle un po' di coraggio. - che tu lo voglia o meno la bimba sta arrivando quindi per esperienza personale ti consiglio di aliutarla a venir fuori.

- Non posso farcela! - disse piangendo.

- Ma certo che ce la fai! L'hai già fatto e sei stata formidabile, non sarà differente questa volta. 

- Non... non voglio che mi vediate così! - confessó. 

- Emma stai mettendo al mondo una nuova vita, sei da ammirare per questo, non c'è nulla di cui tu ti debba vergognare! - disse Regina - allora, vogliamo provare? - non era ancora del tutto convinta e come a volersi proteggere si strinse ancora di più a me. Vedevo Regina impacciata ma allo stesso tempo cercó ogni singolo modo per di incoraggiarla - in passato ho fatto nascere...

- Un bambino???? - chiese mia moglie speranzosa. La sua paura era anche quella che potesse succedere qualcosa alla nostra bimba ne ero sicuro. 

- Non proprio.... ho fatto nascere un puledrino! - sorrise, ma mia moglie non fu dello stesso avviso. Aspettó che un'altra contrazione passasse dopodiché esplose:

- TI SEMBRO FORSE UN CAVALLO REGINAAAAAAAA?

- No ma...

- Voglio aspettare di arrivare a Storybrooke!!!!!! PUNTO! 

- Amore mio! - ero l'unico che poteva farla ragionare in quel momento - ci siamo già passati con chloe, non decidiamo noi quando nascerà la bimba, per quanto tu ti possa sforzare a resistere se vuole nascere adesso nascerà adesso. Mancano ancora tre o quattro ore al nostro arrivo a Storybrooke e lo sai meglio di me, visto che sei quella che sta soffrendo, che non riuscirai a resistere per cosi tanto tempo. 

- Io posso farlo! - disse a denti stretti e completamente bagnata di sudore. 

- No che non puoi. Senti... lo so che fa paura, che non siamo in una struttura sanitaria e tutto quello che vuoi ma ci sono io con te, c'è tua mamma, che poverina hai trattato male fino ad ora e Regina che nonostante è in preda al panico è pronta ad aiutarti.

- E se dovesse aver bisogno di qualcosa? La bambina intendo... se.... 

- L'unica cosa di cui ha bisogno nostra figlia è che sua madre l'aiuti a venir fuori. E poi pensaci: ha deciso di nascere in mare aperto e sulla Jolly Roger, è una piccola piratessa non c'è alcun dubbio, perché toglierle questa particolarità? - la vidi sorridere per la prima volta dopo ore di agonia: era il momento, ora o mai più. 

- Allora: disse a quel punto Regina -  al mio tre spingi il più forte che puoi! Uno... due... treeeeee! - stinse la mia mano, quella di sua mamma e spinse.

- Non c'è male ma puoi fare di meglio! - le disse 

- No, non posso!

- Si che puoi! 

- No Regina! Ho detto di no! 

- Miss swan! - esclamó guardandola con determinazione - io so che puoi farlo, quindi al mio tre tu con tutta la forza che hai darai una bella spinta mi sono spiegata?

- Non posso... non ci riesco! Non c'è la faccio più! - vidi Snow piangere improvvisamente per la sofferenza della sua bambina e come me ne accorsi io anche Emma lo fece. Male...molto male, quel gesto era come dirle che aveva ragione, che non ci sarebbe riuscita, che da sola non avrebbe potuto farcela. 

- Amore ignora tua madre, - le dissi notando che non faceva altro che tenere lo sguardo fisso su di lei - guarda me.... EMMAA! Guarda me ho detto - lo fece - Ripensa a Camelot, a quel giorno che tanto vorresti dimenticare.

- No killian....

- Ascoltami e non fare di testa tua. Canalizza tutta la rabbia che hai provato quel giorno e spingi! 

- Io.... 

- so che puoi farlo, sei la mia combattente! 

- Avanti Emma è ora... spingi forte, molto forte! - disse a quel punto Regina e lei obbedì - Brava così, la testa è fuori! - a quelle parole Snow perse il lume della ragione cominciando a vagare per tutta la stanza emozionata per poi andare ad affiancare Regina!

- Avanti amore di mamma, sei bravissima continua così ok? La mia nipotina è quasi fuori!

- Mamma te lo giuro se non ti togli da lì ti UCCIDOOOOOOOOOOOO! 

- Snow fa quello che ti ha detto e tu Emma guarda me... ignorala,ci siamo quasi: ancora qualche spinta e l'avrai tra le braccia ok? Avanti spingi! - ormai aveva preso il via, il mio amore stava dando dimostrazione di quanto forte potesse essere - Bravissima non fermarti continua così!  Brava! - ci stava mettendo tutta de stessa e nonostante fosse stremata non si perse d'animo e alla fine con un'ultima spinta ecco che avvenne il miracolo. 

- È fuori!!!!! - esclamó Regina sorridendo! mi chiamó per tagliare il cordone ombelicale e sono sincero, mi sporsi un po' per provare a vedere la mia piccolina ma dalla posizione in cui mi trovavo non ci riuscii; vidi Regina  liberare le sue viene aeree ed ecco uno dei pianti più belli del mondo farsi spazio in quella piccola stanza!

- È fatta amore miooooo! Ce l'hai fatta! È nata! Ti amoooooo! - le dissi abbracciandola forte. Non potevo essere più orgoglioso di lei.

- Ti amo anche io. - cercó anche lei di vedere la bambina ma non ci riuscì -  fatemela vedere vi prego! - Regina la ignoró... Mmh strano. La vidi fare segno a Snow di raggiungerla e quest'ultima mettersi una mano davanti alla bocca, non capii il perché di quel gesto e iniziai ad agitarmi, solamente dopo notai che la bambina non piangeva già più, che ci fosse stata qualche complicazione? O mio Dio non volevo neanche pensarci. 

- Regina che succede.... perché non piange? È tutto ok??!! - chiesi gentilmente cercando di non allarmare Emma. 

- Ehm....si! Direi di sì... È... tutto ok!

- E allora perché.... - non mi fece finire la frase, guardó prima me, poi Emma ed infine disse:

- Mamma... papá... c'è qualcuno che ha una piccola sorpresa per voi - non capii cosa volesse dire fino a quando non ci fece vedere il nostro piccolo capolavoro. Rimasi a bocca aperta e così anche Emma.

- È.... è... - non riuscivo a parlare tanto l'emozione 

- è un maschio?????? - chiese Emma tra il sorpreso e l'emozionato.

- Di sicuro non è una femminiccia! - sentenziò regina ridendo e passandoglielo! - vai dalla mamma piccolino.

- Ciao amore mioooo! - gli diede un bacio sulla testolina e lui come a voler contraccambiare il saluto con la manina le prese il naso facendo sorridere tutti. - piccolo principe sei arrivato finalmente! È una vita che ti stavamo aspettando! 

- Principe? - dissi io ridendo - ma quale principe... dillo anche tu alla mamma che sei il pirata coraggioso di papà! È si... diglielo anche tu che non vedi l'ora di imparare a governare questa nave per poi spaventare tutti i pretendenti di  quelle scalmanate delle tue sorelle. - Emma ridendo me lo mise tra le braccia e li ebbi la consapevolezza di chi avevo davvero davanti - Ecco il nostro terzo miracolo amore - dissi per poi baciarla. - Hai fatto un lavoro eccezionale. È perfetto! 

- Ragazzi scusate non vorrei disturbarvi ma ho parlato con whale e mi ha detto che anche se non possiamo fargli il bagnetto perché glielo faranno loro una volta in ospedale, bisogna comunque  pulirlo almeno un pochino e tenerlo al caldo. Posso... posso prenderlo per portarlo di la? - chiese educatamente Regina.

- No! Ci penso io tranquilla. - rispose Emma provando inutilmente ad alzarsi .

- Emma amore ma sei impazzita? non puoi alzarti! 

- Ma il nostro bimbo ha bisogno di...

- Ci penseranno Regia e tua mamma a lui adesso.

- Mah...

- Sarà al sicuro vedrai.

- Ok! - consegnai quella meraviglia a Regina la quale mi fece segno di seguirla fuori.

- Whale ha detto anche di far dormire un po' Emma! Conoscendola la vedo un'impresa ardua...Ci pensi tu? 

- Assolutamente si! 

- Allora noi andiamo. - sorrise - Ancora congratulazioni papà! 

***

Ero felice... ero più felice che mai! Finalmente un maschietto era entrato a far parte della nostra splendida famiglia. Ancora non potevo crederci. Camminavo per la nave e sorridevo come un ebete. Emma si era addormentata quasi subito stremata com'era così non sapendo che fare, vista l'adrenalina che avevo in corpo, decisi di raggiungere Regina e Snow. 

- killian cercavamo proprio te! - disse la prima parandosi davanti alla porta per non farmi vedere il piccolino - Abbiamo una tutina da far indossare a questo ometto che non sia rosa??

- Mmh questo ometto fino a qualche minuto fa doveva essere una femminuccia, quindi la vedo dura... puoi provare a controllare in uno di quei bauli peró, dovrebbero esserci alcuni vestitini di Leila e Chloe da neonate. Forse ci sarà qualcosa di adattabile. 

- Perfetto grazie ora esci io e il tuo piccolo pirata abbiamo da fare! 

- Mah....

- Corri dalla mamma papy! Io arriverò subito! - imitó la voce di un bambino dopodiché ridendo mi chiuse la porta in faccia. 

Tornai nella stanza mia e di Emma, dormiva ancora ma il suo sonno era disturbato. Mi avvicinai per scostarle dei capelli che aveva davanti al viso ma mi resi conto che era un po' calda. Le misurai la febbre e costatai che le stava salendo. Accidenti.... corsi nuovamente nella stanza accanto per avvisare Regina e quest'ultima, preoccupata di aver fatto qualche casino, chiamó whale. Per lui non dovevamo assolutamente preoccuparci, poteva essere normale visto lo sforzo, era quel "poteva" peró che stonava nella frase. Tornai in stanza e rimasi  con lei come a volerla sorvegliare e proteggere, era incantevole anche stremata e sudata. Quella donna era una forza della natura non c'era dubbio e io le dovevo tutto. Grazie a lei la mia vita aveva assunto un nuovo aspetto. Magico oserei dire. 

- è permesso??? - ed ecco colui che ha completato la nostra famiglia, eccolo il mio piccolino che in braccio a sua zia fece il suo ingresso trionfale nella nostra stanza.

- Abbiamo trovato una tutina tutta bianca fortunatamente, non appena arriveremo a Storybrooke io e Snow andremo a fare un po' di spesa per questo ometto! Non credo sia il massimo mandarlo in giro con delle cose da femminiccia. 

- Credo tu abbia ragione, lasciando o le gonnelline  e i merletti a quelle due pesti che sono a casa. - mi avvicinai ad Emma - tesoro - le dissi sussurrandole all'orecchio - c'è il nostro piccolino che vuole incontrarti. - aprì immediatamente gli occhi e sorrise nel vedere quel piccolo batuffolino tra le braccia della sua amica. Glielo passó ma non appena finì tra le braccia della sua mamma il piccolino fece una cosa che ci fece scoppiare a ridere: cerco di attaccarsi al seno. 

- Penso che qualcuno reclami cibo - disse Snow.

- Io penso invece che sia tutta la copia sputata  di suo padre! - dissi io continuando a far ridere tutti. - Continua così, farai molta strada figliolo. 

- Capitano! - disse spugna entrando improvvisamente rovinando quel bel momento - oh scusate non volevo disturbare... mah... è nata? 

- nato! - lo corressi - e  un maschio.

- Ma davveroooo??? Congratulazioni vivissime capitano, Signora Jones.

- Grazie spugna ma dicci, che succede? 

- Volevo informarla che stiamo per attraccare. 

- Grazie! - lo congedai - È fatta amore, siamo a casa! - ci baciammo e restammo per tempo indefinito a fissare il nostro nuovo gioiellino. Non riuscivamo ancora a capire bene a chi assomigliasse e da chi avesse ripreso il colore degli occhi, ancora non li aveva aperti del tutto, ma una cosa era sicura, per il momento i suoi capelli erano di gran lunga più scuri di quelli delle bambine. Non erano neri come i miei ma non erano neanche biondi come quelli della sua mamma. Il momento della verità ci sarebbe stato dopo il bagnetto. 

Finalmente arrivammo a Storybrooke, dei paramedici, chiamati credo da Regina durante il nostro arrivo, entrarono nella mia nave e presero Emma e nostro figlio per poi portarli in ambulanza, io andai con loro mentre il restante del gruppo si incaricó di avvisare il restante della nostra famiglia. 

Quella pazza avventura era ufficialmente terminata ed ora potevo finalmente tirare un sospiro di sollievo: Emma e il piccolo erano in ottime mani, finalmente potevo smettere di pensare a possibili complicazioni e godermi il momento: ero nuovamente diventato papà.

 

Note dell'autore: come promesso non vi ho fatto aspettare molto per questo aggiornamento. Sono stata brava vero? Ehehhehehe. Avrei potuto dividere anche questo capitolo in due parti e approfondire meglio un po' di cose, ma mi avreste uccisa e quindi ho preferito evitare. Lo so è un po' lunghetto e pieno di errori; mi sono impappinata in molti punti lo ammetto e per sistemare qua e là forse ho fatto altri disastri. Spero comunque che almeno il contenuto, a livello di sentimenti e emozioni, sia buono. Alla prossima con la scoperta del nome di questo piccolo pirata!

Ps. Vi ho fregati vero???? Qualcuno di voi aveva già dei sospetti sul sesso del bambino ma ho cercato in tutti i modi di confermare fino al capitolo di oggi l'ipotetico fiocco rosa. Spero di esserci riuscita e averci donato una piccola sorpresina in questo finale. Fatemi sapere cosa ne pensate! Un abbraccio e a presto!

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Capitolo 38
*** La nostra vita perfetta. ***


 

POV KILLIAN 

Eravamo ancora all'interno di quella maledettissima ambulanza e vedevo la situazione sfuggirmi di mano attimo dopo attimo, Emma aveva E la febbre alta e faticava a parlare e restare sveglia mentre  il piccolo se ne stava tra le braccia di uno dei paramedici avvolto a delle coperte speciali per tenerlo al caldo. Non sapevo cosa pensare, apparentemente sembrava tranquillo ma forse era proprio quella tranquillità che faceva preoccupare i medici. Mi chiesero se aveva pianto, l'intensità del suo pianto, se prima di addormentarsi era stato sveglio a lungo e una lista di domande infinite. Il bambino che io ricordavo aveva pianto si e no una quindicina di secondi, giusto nel momento in cui è venuto al mondo, poi più il nulla. Sempre che io ricordi si è addormentato subito dopo il bagnetto tanto che risi quando nonostante fosse con gli occhetti chiusi cercó il seno di sua madre per provare a mangiare. Pensavo fosse un buon segno, sintomo di buona salute che se ne stesse tranquillo ma a quanto pare mi sbagliavo, i paramedici erano preoccupati e potevo leggerlo chiaramente nei loro occhi. Arrivati in ospedale vennero trasportati subito all'interno del pronto soccorso, non mi fecero entrare ma almeno riuscii a scambiare quattro chiacchiere con whale.

- sai la procedura, sai che non posso farti entrare prima di avere il quadro completo della situazione. 

- Lo so... dimmi solo che non è grave come a me sembra che sia. Non sono stupido: Emma non dovrebbe avere la febbre vero? A cosa può essere dovuta? È stata colpa nostra? La mancanza di un'assistemza sanitaria...

- Killian...

- E mio figlio? È normale vero che stia così tranquillo e beato? I paramedici sembravano preoccupati e io... io non potrei mai perdonarmi se succedesse...

- Ascoltami! - whale mi prese per le spalle e mi strattonò per far sì che lo guardassi e fermassi quel fiume di parole.

- ci sono mille spiegazioni a tutto, non sempre le cose sono così tragiche come ci sembrano ok? Emma ha la febbre è vero, può essere sintomo di infezione? Si! Può essere grave? Anche. Ma può anche non essere nulla killian, non ha avuto emorragie giusto? - feci un cenno con il capo per conferma - vedi? Questo è  già un fattore positivo. Non preoccuparti prima del tempo ok?

- E per il bambino?

- Preferirei visitarlo prima di dirti una cosa per un'altra

- Voglio sapere se il nascere in quelle condizioni potrebbe avergli causato dei problemi!

- Anche qui la risposta  rimane vaga killian: può essere come non può essere. Lasciami andare da loro, faccio un check-up completo e tra meno di un'ora tornerò da te con tutte le risposte necessarie. 

- Va bene! - lo lasciai andare e mi accomodai su quelle ormai familiari panchine della sala d'aspetto. Incredibile come io da quando sia a Storybrooke abbia passato più ore qui che sulla mia nave. Ero preparato all'idea di tornare qui, mio figlio sarebbe nato in uno di questi giorni, ma pensavo di tornarci con un altro spirito, più allegro oserei dire e invece no! A noi anche le gioie del parto sono precluse. Ancora non ha un giorno di vita e già mi sta facendo morire di paura quel piccolo pirata. 

- Killian! - mi sentii chiamare. Mi voltai e vidi David rosso in viso e con il fiatone per la corsa appena fatta credo. - Snow mi ha informato! Emma come sta? E la bambina? -  bambina? Ah si vero... lui ancora non lo sa. Faccio finta di nulla e rispondo solamente alla sua domanda, quando la situazione di sarà stabilizzata, perché di stabilizzerà,  allora provvederemo a dare il lieto annuncio a tutti. 

- Non lo so, sono entrati una quarantina di minuti fa e ancora non mi dicono nulla. 

- Emma è una combattente e anche se ancora non ho avuto modo di conoscerla anche la vostra piccolina lo è. Staranno benone!

- Lo spero David... lo spero davvero! - prendemmo un caffè alla macchinetta e aspettammo insieme che qualcuno uscisse ma niente... il tempo passava e noi ancora non avevamo notizie. 

- Eccoci ragazzi! Abbiamo fatto il prima possibile! - disse Regina entrando insieme a Snow e a due bustoni pieni di non si sa che cosa.

- Alla buon'ora! - esclamó David a sua moglie - Tua figlia è in ospedale,tua nipote anche e tu che fai? Te ne vai in giro? A far cosa poi? Cosa c'è di più urgente che venire a conoscere la tua nuova nipotina e a vedere le condizioni di tua figlia? - non avevo mai visto David alterarsi così, era evidente che sotto sotto era agitato anche lui. 

- E' per tua figlia che ho fatto tardi! Sono passata a casa a prendere la sua valigia per l'ospedale e a comprare cose per tuo...

- Tua nipote! - la corresse Regina. Evidentemente aveva fatto caso alle parole dette poco prima di David quando si espresse verso il bambino con termini al  femminile.

- E poi non ci fanno entrare quindi mi sono tenuta occupata per non pensare... - si giustificó sentendosi attaccata.

- Hai ragione! Scusa tesoro...è che sono preoccupato. 

- Lo siamo tutti! - rispose Regina. 

Una volta placate tutte le ire ci sistemammo come meglio potemmo nella sala d'attesa e aspettammo che qualcuno decidesse di venire da noi.

- scusate l'attesa! - ci disse Whale ben due ore dopo da quando gli avevo parlato. - Volevo essere sicuro delle diagnosi prima di venire da voi! 

- Non tenerci sulle spine... come stanno? - dissi tagliando a corto il suo inuile e irritante giro di parole. 

- Emma sta bene, non ha nessun tipo di infezione o complicazione post parto. La febbre è dovuta ad un fattore di sforzo e di stress... normale in una situazione come quella che avete vissuto. Non ho potuto somministrarle nessun tipo di medicinale a causa del fattore allattamento ma non credo ne avrà bisogno, mi ha fatto più domande lei in queste due ore che tutti i miei pazienti messi insieme e questo è chiaro sintomo che sta bene. - prese un respiro - Mentre per quanto riguarda la tua prole non ho niente da dire! È il ritratto della salute. 2 kg e 500g di puro amore! 

- Che sollievo sentirtelo dire! - dissi 

- Possiamo andare da loro? - chiese Snow inpaziente. 

- Potete vedere Emma per il momento! 

- È la bambina? - disse Regina facendo l'occhiolino a whale e indicandogli David . All'inizio rimase sorpreso ma poi capì che non volevamo ancora rivelarlo.

- Ah! Si... emmm... è a fare il bagnetto adesso quindi niente visite per ora. - sorrise - Emma comunque è nella stanza 362.

Io, David e Snow ci incamminammo senza ulteriori chiacchiere per il corridoio del reparto ostetricia mentre Regina si trattenne con Whale per dargli gli indumenti per il piccolino; ci raggiunse subito dopo. Quando entrammo in stanza Emma stava dormendo, era un peccato svegliarla così restammo li in silenzio ad aspettare che si svegliasse. Non dovemmo aspettare molto, neanche cinque minuti dopo essere entrati in stanza eccola aprire gli occhi! 

- Killian... - fu la prima parola che disse e ne fui onorato. Corsi da lei, le accarezzai il viso e la baciai. 

- Ben alzata amore! Riposato bene?

- Diciamo... - la vidi spostare le mani da mio viso alla sua pancia e subito dopo sgranare gli occhi! - Killian!!! - esclamó e la capii al volo! 

- Amore va tutto bene! Ricordi di essere stata ad Arendelle? - le chiesi. 

- Ho sognato di essere andata ad Arendelle, che non vi era magia, che mi si sono rotte le acque e...

- Alt non ti agitare! Non era un sogno! Tutto quello che ricordi è la pura realtà è prima che tu me lo dica ti rispondo io: sta benissimo! è il ritratto della salute. - la vidi tirare un sospiro di sollievo e sorridere. - devo dirti un'altra cosa però! - mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai: - tuo padre pensa sia ancora una femminuccia quindi non dire nulla ok? - annuì sorridendo ancora di più. Ma quanto poteva essere bella? Anche con la febbre era una meraviglia. 

- Scusate il disturbo! - ci disse un'infermiera entrando - è questa la stanza della signora Jones? 

- Si. - rispose lei

- Il dott whale mi manda ad informarvi che il bagnetto è terminato quindi quando volete il papà può scendere nella nursery. 

- Va bene se mandiamo il nonno? - disse Emma guardando suo padre.

- Certo ma con delega e documento di uno dei genitori.

- Ok grazie a tra poco. 

- Volete mandare me? E come mai? - chiese tra il sorpreso e l'emozionato. 

- Perché hai monopolizzato Leila e Chloe quando le hanno portate in stanza in passato, speriamo che il tragitto dalla nursery alla mia stanza ti basti per  innamorartene e coccolarla a dovere per poi lasciarla anche a noi. 

- Spiritosa! - si avvicinó al suo letto  per abbracciarla - torno subito! - e con un gran sorriso uscì.                                               Mentre aspettiamo che papà torni ditemi: le bambine dove sono? Come mai non sono qui con voi?

- lo stai chiedendo davvero? È notte fonda Emma! Il parto e la febbre ti hanno praticamente tolto la cognizione del tempo - le indicai la finestra- sono con Robin in questo momento. Verranno domani mattina presto. 

- Speriamo che Chloe non la prenda così male... sono terrorizzata all'idea! 

- Lo eri anche con Leila se non ricordo male... eppure è andata benissimo.

- Leila è un angioletto paragonata a sua sorella! Conoscendola Chloe sarebbe capace di far esplodere l'intero ospedale a suon di pianti! 

- Solo a suon di pianti? Io direi proprio a suon di magia! 

- Regina non sei divertente! - le fece notare. Era preoccupata davvero per la reazione della nostra piccolina ma io sapevo che come per ogni difficile avventura tutto sarebbe andato bene.

David ormai ci stava mettendo più del previsto ad arrivare. La nursery  era solamente al piano sottostante quindi in teoria sarebbe dovuto essere già qui. Mi affacciai per il corridoio a controllare e lo trovai con in braccio mio figlio a camminare nervosamente avanti e indietro per tutta la lunghezza del corridoio.

- David come mai sei fuori? Non...

- Devo parlare con whale! Torna dentro adesso arrivo. - Mmh qualcosa non tornava... nessun accenno al piccolino in quelle parole, niente di niente.

- È forse successo qualcosa? - chiesi 

- Tranquillo è tutto sotto controllo va da Emma, io arrivo subito.

- Whale ha finito il suo turno da più di un'ora ormai. Non è in ospedale adesso. 

- ODDIOOOOO! E ADESSOOOOOO???! - disse in preda al panico! 

- Ma si può sapere che haiiii???? Sei agitato... 

- Hanno fatto uno scambio! Ma tranquillo risolverò tutto.

- Uno scambio??? E di co.... - non capii inizialmente a cosa si riferisse poi associai... parlava del bambino! Lui si aspettava una femminiccia non un maschietto... pensava quindi ad uno scambio di culle. Volevo ridere ma dovevo resistere ancora per un po' per dargli la lieta notizia. 

- Andiamo David, entra dentro! La risolveremo insieme.

- Ma Emma...

- Non preoccuparti per Emma adesso... - ci misi un po' a convincerlo, non voleva che sua figlia entrasse nel panico, ma dopo svariati tentativi si decise ad entrare. 

- Finalmente! Pensavo ti fossi perso... - gli disse Emma non appena lo vide entrare - Avanti avvicinati, mi mancava già! - allungó le braccia per farsi passare il piccolino ma lui esitó.

- Emma tesoro ti prometto che sistemerò tutto!  

- Sistemerai tutto cosa? - gli sorrideva, a  differenza mia, che ci misi di più,  aveva già capito. - Avanti nonnino non perderti in chiacchiere,  il tuo turno è finito! Tocca a me adesso. 

- Emma il bimbo che tengo in mano è un maschietto... - disse tutto d'un fiato. Il  suo volto nel pronunciare quelle parole era devastato, ma quello che lo devastó ancora di più fu il sorriso a tremila denti di sua figlia.

- Che c'è papà! Non ti piace avere un maschietto come nipotino?

- Emma tesoro... forse per la febbre non comprendi il vero senso ma...

- Che ne dici killian? Vogliamo tenerlo ugualmente anche se è maschio? In fondo ne volevano almeno un altro oltre al Henry; che ne dici?

- Emma amore mio... non pensi lucidamente - continuó suo padre seriamente preoccupato

- Tesoro credo sia un'ottima idea! - stetti al suo gioco.

- Hook ma dico sei impazzito? E voi - si rivolse a sia moglie e Regina - non dite niente? - ormai era prossimo ad un infarto.. possibile che sia così credulone? Era meglio chiudere quel siparietti li prima che morisse sul serio.

- Papà! Siediti qui - gli indicó  il letto - pensi davvero che scambierei mia figlia con un comunissimo bambino? 

- Ma tu...

- Papà! Ti presento tuo nipote! L'originale... non c'è stato nessuno scambio! Ci ha voluto solo fare una sorpresa. 

- È... E il nostro bambino?

- Teoricamente e il mio è di Emma ma di... è il nuovo membro della famiglia!

- Ne siete sicuri? 

- Gli hanno messo il braccialetto sulla nave prima di trasportarlo in ospedale. Non vi è alcun dubbio.

- O mio Dio non ci credo! Dammelo di nuovo Emma non ho avuto modo di creare il nostro rapporto speciale! Pensavo fosse.... oddio piccolino mi dispiace! Il nonno non voleva farti sentire meno importante di quanto in realtà tu sia. 

- Papà! Sta dormendo beatamente non credo proprio se ne sia accorto! 

- Ha ragione tua figlia! E visto che lei è stata l'unica ancora a non averlo potuto coccolare come si deve direi che sia il tempo di farli stare un po' insieme non credi? - neanche a farlo a posta il mio bel bambino si svegliò attirando l'attenzione su di se con dei versetti buffi! 

- Qualcuno è d'accordo con nonna Snow caro il mio David! Avanti, mandalo dalla sua mamma! 

- D'accordo. Vai piccolino! - finalmente Emma ed io riuscimmo a vedere in tutta la sua perfezione il nostro capolavoro. Il bagnetto aveva fatto effetto! Ora era perfettamente sveglio.

- Beh finalmente abbiamo cambiato standard! - sentenziò Emma attirando l'attenzione di tutti! - per il momento se la battono papà e killian per il colore dei capelli. Sono castani ma secondo me tenderanno a scurirsi con il tempo; per quanto riguarda gli occhi invece non c'è ragion che tenda! Ho vinto io! Sono verdi al 100%.

- Perfetto! manca solo sapere a chi somiglierà di carattere e fisionomia! - sentenzió Snow - Per ora siete pari: Leila ha preso la fisionomia di Killian e l eleganza innata di Emma mentre chloe è tutta Emma a fisionomia ma caratterialmente è una ribelle come il suo papà. 

- vero, la sfida è aperta ma a me preme sapere una cosa più importante ora! - si fece sentire anche regina - il nome?

- Adesso non esagerare! Fino a poche ore fa il suo nome era Hope! Non credo però che gli si addici molto. Domani mattina riunione con i bambini e insieme decideremo il nome! Per quanto riguarda voi... beh  scoprirete tutto non appena usciremo da qui! Chloe si è fatta sgamare! Sappiamo della festa da granny pertanto presenteremo questo ometto li.

- Mi sembra un'ottima idea! - un pianto improvviso si fece spazio tra tutte quelle chiacchiere riportando l'attenzione di Emma dal restante del gruppo a suo figlio.

- Ma allora ce l'hai la vocetta! - gli disse solleticandogli il pancino.

- Sta reclamando cibo! - ci fece notare Snow in base hai movimenti di quel piccolo furbetto! 

- Che sia chiara una cosa signorino! - dissi io - Quella è proprietà privata - indicai sua mamma per non essere troppo esplicito nei confronti dei miei suoceri - ti do tempo sei mesi, poi tornerai al tuo posto mi sono spiegato? 

- Sei mesi... sei fiducioso amore! - mi disse Emma sogghignando. 

- Fiducioso? Disperato vorrai dire!

-  Bene bene bene! Credo di aver sentito fin troppo! Ragazzi che ne dite di lasciare questo momento così intimo solo a loro tre? Togliamo come si suol dire l'ancora! 

- Regina ha ragione! Andiamo David Torneremo domani mattina con tutta la loro ciurma! Buona notte ragazzi! - diedero un ultimo sguardo al piccolo che scalpitava per mangiare dopodiché ci lasciarono soli a godere di quel momento. Il primo contatto ufficiale tra madre e figlio! Potevo finalmente tirare un sospiro di sollievo; Ora ero sicuro che niente e nessuno avrebbe distrutto questa tranquillità. Tranne  chloe naturalmente ma questo era sottonrieso. 

Aspettai che Emma finisse di allattare nostro figlio dopodiché lo cullai un po'. Si addormentò quasi subito! Era con noi da poche ore ma a me sembrava di conoscerlo fa una vita: sembrava a tutti gli effetti un vero angioletto, speriamo resti  così calmo almeno fino ai due anni. Mmh ne dubito.  

- perché adesso non riposi un po' amore? Sarai sfinita! - dissi prima di posare un bacio sulla sua fronte per sentire se scottava. La Febbre stava scendendo.

- Mmh direi invece sia il caso di pensare ad un possibile nome non trovi?

- Non dovevano sceglie i bambini?

- Seriamente killian?  Vuoi per caso far chiamare nostro figlio: scarafaggio, fazzolettino, polpetta, pulce...

- Ho capito non c'è bisogno che vai avanti! - Risi- Quelli sono i nomi possibili di chloe giusto? 

- No, in quel caso non avrei detto fazzolettino ma pazzolettino! C'è differenza. - ridemmo a crepapelle  

- Ho capito troveremo dei possibili nomi e loro sceglieranno il più adatto! 

- Perfetto...

- Hai già qualche idea?

- A dire il vero si! Ho un nome che secondo me sarebbe perfetto! Ho in mente questo nome da quando rimasi incinta di Leila. Te lo avrei proposto nel caso fosse stato un maschio! 

- Non dirmi che è Charles! - dissi basito!

- No quello lo avrei proposto in caso fossero stati gemelli! - rise! 

- E allora? 

- Beh avrei pensato a....

 

POV EMMA

Il mattino non tardò ad arrivare, e se devo essere sincera non è che io abbia dormito chissà quanto. Ero troppo impegnata a guardare due dei tre uomini della mia vita per concentrarmi su una cosa così banale come dormire. Killian finalmente sembra rilassato... erano settimane che non lo vedevo così, era preoccupato per me e l'intervento che avrei dovuto subire. Non è un uomo di questa epoca... non sapeva cosa aspettarsi da quell'intervento e anche se in realtà sarebbe stata un'operazione semplicissima sono felice che non ce ne sia stato bisogno. Oltrepasso con lo sguardo killian e incontro gli occhi di colui che mi ha fatto innamorare a prima vista. È già sveglio piccolo amore di mamma. Se ne sa li nella sua culla e silenziosamente mi fissa. È perfetto. Non resisto a stare lì seduta, mi alzo e corro a prenderlo! Lo faccio mangiare vista l'ora dopodiché rimaniamo attimi interminabili a fissarci. Occhi dentro occhi. Non mi staccherei neanche mezzo secondo da lui. 

- Comincio ad essere geloso sai? - una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare. È killian

- Ah si ? 

- Si', una volta guardavi solo me in questo modo.

- In che modo? - sorrisi

- Con gli occhi di una donna perdutamente innamorata.

- Guardavo anche Henry così! - sottolineai divertita 

- Tra me e Henry c'è intesa! Lui sa che deve stare al suo posto! Ma questo signorino qui? No! Lui ancora non lo sa che la sua mamma è mia! - so che stava scherzando i suoi occhi non erano poi così differenti dai miei. 

- Imparerà a dividermi con te, Così come impararerai anche tu! 

- Ero il tuo unico uomo insieme a Henry! - mi bació.

- E ora siete i miei tre unici uomini! - ci abbracciamo tutti e tre poi una volta che il piccolo si fu addormentato vidi killian prendermi le mani.

- A parte i tuoi occhi da mamma innamorata che sono uno splendore, che c'è che ti turba? Non mentirmi perché tanto lo sai che non riusciresti ad ingannarmi. 

- Cosa mi preoccupa secondo te? Nostra figlia! Tra poco sarà qui e io non ho il che ben minimo discorso pronto! 

- Davvero avevi intenzione di prepararti un discorso? con quell'uragano? No cara. Credo che l'improvvisazione sia meglio.

- E se dovesse soffrire? Se si sentisse abbandonata? 

- Ti conosco, non permetteresti mai che accada. 

- Però....

- No! Non farti paranoie assurde. Le parleremo con calma e le presenteremo il fratellino. Andrà tutto bene. 

- Promettimelo!

- Te lo prometto e per stare  più tranquilli mi è venuta un'idea. Parleremo prima solo con lei e poi chiameremo a rapporto Leila. Leila è abituata a incontrare un nuovo membro della famiglia. Per lei sarà una passeggiata. 

- Ok va bene.

Le ore non passavano più... quell'orologio da prima troppo veloce ora si era decisamente trasformato in troppo lento. Tra meno di trenta minuti la mia piccola sarebbe arrivata e se da un lato ero in ansia dall'altra parte non vedevo l'ora di riabbracciarla e togliermi questo sassolino dalla scarpa. Restai seduta sul mio letto a fissare  il vuoto fino a quando quella vocetta squillante non si fece sentire riportandomi alla realtà.

- mamy mamyyyyyyyy! Mi tei mancata tanto tanto! Dobe tei tata? 

- Piccola peste ciaoooo! - dissi per poi prenderla in braccio e portarla sul letto con me. Mi abbracció con quanta più forza aveva dopodiché andó sedersi sulle mie ginocchia. La vidi perplessa, era come se stesse pensando a qualcosa... ma cosa?

- Amore tutto ok? - le chiesi mentre mi squadrava dalla testa ai piedi.

- Mamy dobe è la tua pancia? - e che ti pareva? Aveva ragione killian... quali discorsi preparati, con chloe tutto si poteva fare tranne che preparare qualcosa. 

- Non ti piace la mamma così? Senza pancia? 

- Ti! Tei più nella! Ma dobe è pinita? È andata bia?

- In un certo senso si tesoro però...

- Ebbiba! È andata bia pule la tolellina vero? 

- Amore mio, voglio che tu adesso ti sieda qui e in silenzio mi ascolti attentamente ok?

- Ba bene mamy! - bene quello era il momento della verità, da lì a poco o si sarebbe scatenato l'inferno o sarebbe avvenuto un miracolo.

- Bene amore di mamma, io e il papà abbiamo una bella cosa da dirti. Tu sai già che ti vogliamo bene, che sei uno dei nostri tesori più preziosi e che non ti abbandoneremo o lasceremo mai sola per nulla al mondo vero?

- Ti! 

- Brava! Vedi c'è un motivo se non ho più quel pancione grande grande, e non è perché il bambino è andato via... è semplicemente nato! 

- È nata la tolellina? - mi guardò inclinando la testolina.

- A dire la verità è un fratellino. Un maschietto. - sorrisi

- Sei contenta amore? - aggiunse suo padre - sarai per sempre la femminuccia più piccola della casa! Resterai per sempre la piccolina di mamma e papà! 

- Peló è nato il fratellino... 

- esatto! - rimase in silenzio per qualche secondo, non sapevo se sperare davvero in un miracolo o prepararmi al peggio. A differenza mia killian era decisamente più ottimista e sorrideva vittorioso ma non appena si Alzó per andare a prender il piccolo da far conoscere a sua sorella ecco che quest'ultima scoppió in un pianto disperato! 

- No boglio flatellino ... no boglio solellina .... io no boglio nettuno! - troppo bello per essere vero.

- Oooo amore di mamma vieni qui, abbracciami forte! - si attaccó letteralmente al mio collo - cos'è che ti spaventa così tanto è?

- Io tono la più piccola, no lui! Mamy e papy bene a me di più! No bene a lui. Lui no a casa nottra. Tia lezzina mia, nonno e nonna miei. Tutti miei no di lui. - il suo pianto disperato mi spezzó il cuore, non era esattamente la stessa reazione di sua sorella tre anni fa. 

- Emma guarda! - Killian mi fece notare una cosa stranissima ma allo stesso tempo tenera -  mentre Chloe si disperava il piccolino tra le braccia del suo papà continuava a dormire beatamente come se per lui quel suono fosse già familiare. Che la sentisse urlare già da dentro la pancia? Possibile.

- Che ne dici di fare una prova piccolina....  - le dissi vedendo che non era intenzionata a smettere di piangere. - lo terremo un po' con noi e vedremo come va ok? Chissà magari ti piacerà la vita da sorella maggiore. 

- No no noooooo! - ok niente da fare, sarebbe stato un casino farglielo accettate. 

- È permesso???? - grazie al cielo venne il resto della famiglia in nostro soccorso - brutto momento?

- No Regina anzi! Venite! - c'erano tutti: i miei, Leila, Regina, Robin, Neal, Robin junior e zelina. - Wow! Quasi l'intera famiglia al completo.

- Rettifica mamma! Siamo esattamente al completo - ed ecco Henry accompagnato da mia suocera Alice. 

- Emma, tesoro bello! Killian! 

- Salve signora! 

- Mamma... 

- Lasciamo stare i convenevoli, fatemi vedere questo piccolino!  - lo prese dalle braccia di Killian - Ve lo dicevo io che sarebbe arrivato prima o poi. Nella famiglia  jones il maschietto è quasi d'obbligo. 

- Anche io mamy voglio vederlo! - disse Leila prima di pensare bene a quelle parole - maschietto? Ma non doveva essere una sorellina?

- Ci ha fatto uno scherzetto!

- Evviva evviva è un maschiooooooo!

- Sei contenta piccola?

- Siii! almeno non ruberá i miei giochi! Nonna fammelo vedere ti prego! - piano piano tutti a turno presero il nuovo arrivato e se lo spupazzarono. Tutti erano gioiosi, tutti tranne la mia bimba. Lei se ne stava seduta sulle mie gambe e continuava a singhiozzare. - Regina vedendola  mi lanció uno sguardo d'intesa e prese la parola! 

- Signorine della zia - si rivolse alle bimbe - chi di voi è diventata una sorella maggiore oggi? 

- Ioooooo! - Disse Leila tutta felice

- Allora questo regalino è per te! - disse consegnandole un orsacchiotto nuovo nuovo. 

- Grazie ziaaaaa! - vedevo chloe guardare l'orsacchiotto tutta triste, anche lei ne voleva uno ma non avrebbe mai ammesso di essere diventata una, come la chiamava lei "solella glande".

- E tu amore di zia??? Sei una sorellina maggiore?

- No! - rispose brusca

- Come no? E a chi è nato un nuovo fratellino?

- A me non è nato proprio Nettuno! - disse imbronciata 

- Ok ok non ti agitare! Allora ecco un orsacchiotto per una sorella non maggiore ok? - glielo diede e la sua felicità arrivó alle stelle! 

- Mamy guadda!

- Ma che belloooo! Hai ringraziato la zia?

- Glazzie!

- Di nulla bambolina! - la prese in braccio - sicura di non volerlo conoscere il fratellino? Lo vediamo da lontano ok? 

- Peló non ci pallo!

- Ok! - la porto li, vicino a Henry Leila e nonna Alice e glielo fece vedere - allora piccolina: che ne pensi?

- È blutto!!!!!. - con quell'affermazione tutti scoppiarono a ridere, sarebbe stato difficile è vero ma prima o poi saremmo riusciti a farglielo accettare. 

- È il momento dei miei regali adesso! - disse killian guardandomi e porgendomi un mazzo di rose rosse con all'interno quattro rose bianche. - queste rose rosse rappresentano il nostro amore... quelle bianche invece le nostre quattro meraviglie.

- Non dovevi amore mio! Sono meravigliose - lo baciai.

- Ho preso anche il tuo anello di nascosto per aggiungere la data nascita di questo piccolino e poi ho un ultimo regalo. - mi porse una scatola verde con tutti ricami dorati - me l'hanno suggerita come idea, io non c'entro nulla. - quando aprii la scatola  scoppiai a ridere! Nella scatola vi era un enorme panino con il prosciutto.

- Grazie Killian ti amo! È il sogno di nove mesi! 

- Ringrazia Regina, è lei l'artefice.  - la giornata passó così tra chiacchiere, risate e pianti di bimbe gelose. Per alcuni poteva essere un caos avere una vita così frenetica ma per me era  normalità e non potevo essere più felice di così. 

 

POV KILLIAN 

Dopo cinque giorni chiusi in ospedale finalmente whale ci diede il via libera per tornare a casa. Emma è il piccolo erano in perfetta salute e non vi era più motivo per tenerli li. Ero emozionantissimo di poterlo portare finalmente a casa e ancora più emozionato di prendere parte quella sera alla festa che si sarebbe tenuta da granny per dargli il benvenuto ufficiale e scoprire finalmente il tanto atteso nome. Dico la verità... dopo che Emma mi svelo il nome che avrebbe voluto dare al piccolo non provai ad aggiungere alla lista un altro nome per poter poi scegliere tra i due per me era perfetto quello suggerito da mia moglie e anche i nostri figli la pensarono uguale. Chloe si astenne ma comunque non bocció l'idea. Lasciai Emma a casa a riposarsi un po' e mi recai subito da granny dove vi erano i miei suoceri, mia madre, Regina e le bambine. Stavano sistemando le ultime cose. Diedi loro una mano a rendere il locale più confortevole con striscioni e palloncini bianchi e blu dopodiché vista l'ora tornai a casa da mia moglie per prenderla e portarla alla festa. Quando entrai in casa rimasi interdetto da tanta bellezza. Aveva in disso un vestito nero da lasciar un povero uomo come me senza fiato. Scarpe rigorosamente con tacco vertiginoso e una parure che le avevo regalato ad uno dei nostri anniversari. Era bellissima e a renderla ancora più bella era il piccolo tesoro che portava tra le braccia vestito anche lui di tutto punto. Avevamo scelto insieme l'abito del piccolo, ore e ore di ricerca su internet per trovare quello che secondo noi era l'abito perfetto per l'occasione. Mettergli uno smoking sarebbe stata una tortura a cinque giorni di vita così optammo per una tutina tutta nera con disegnata una camicia un giacca aperta e un papillon. In pratica uno smoking a tutina. Era elegante e allo stesso tempo più che comodo. Tranquilli che le bimbe sarebbero state vestire dai nonni prendemmo la macchina e ci recammo alla festa. Come ogni festa da granny che si rispetti c'era cibo ovunque, ottima musica e tutta, ma proprio tutta, Storybrooke riunita. Ognuno di loro portó un dono per il nostro piccolino poi ci furono i suoi nonni e parenti più stretti che invece ricoprirono l'intero locale con doni di ogni tipo facendo andare Emma su tutte le furie come sempre. Insomma un bellissima festa ma ora era giunto il momento più importante, il momento  dell'annuncio che tutti stavano aspettano. Nostro figlio si era da poco svegliato il che era il momento perfetto.

- un attimo di attenzione per favore! - dissi facendo voltare l'intero locale nella mia direzione - innanzitutto volevo ringraziarvi per essere qui così numerosi questa sera.  Per me è tutta la mia famiglia è  un vero onore avervi qui. La nascita di questo bambino ha portato nella nostra famiglia un senso di completezza e felicità e intendiamo condividere con voi questo momento così importante perché anche voi in un certo senso siete parte della nostra famiglia. Abbiamo vissuto lunghe e pericolose battaglie insieme, abbiamo combattuto fianco a fianco e anche nei momenti più difficili, quando stavamo per perdere la speranza nessuno di voi ci ha mai voltato le spalle. In tutti questi anni abbiamo passato momenti di gioia ma anche momenti di dolore e disperazione, facendo due calcoli forse questi ultimi sono stati di gran lunga superiori. Speriamo che con la presentazione al popolo di questo bambino alzeremo di un gradino la categoria eventi positivi. 

- ottimo discorso capitano ma ora fuori il nome!!!!!

- Regina sempre molto esaustiva a quanto vedo! Un attimo di pazienza! Prima di tutto vorrei spendere altre due parle proprio riguardo questo nome. Il nome che abbiamo intenzione di mettere a nostro figlio è stato scelto in primo luogo da Emma. Quando dalla sua bocca sono uscite le lettere che componevano questo nome ho pianto... letteralmente e non me ne vergogno a dirlo.  Questo nome per me ha un grande significato, è il nome di una persona che qualcuno di voi ha già conosciuto, è il nome di una persona che in un certo senso mi ha salvato la vita anni orsono... è un nome che per me significa tutto. Non sarà il solo ad avere questo nome, in giro ce ne già una di persona che si chiama così, ma non è l'originale. Ed è proprio per dare omaggio a lui che io e mia moglie abbiamo deciso di dare al piccolo  questo nome.

- Cari abitanti di Storybrooke - continuó Emma - È con immenso piacere  che presentiamo al popolo nostro figlio... il principe pirata..... Liam.

Un forte applauso si alzò all'interno del ristorante accompagnato da un "benvenuto principe Liam" da parte di Regina e un "per Liam hip hip urrà!" dai nani. 

I suoi nonni, tutti e tre, piangevano di gioia  e si fecero spazio tra la folla per raggiungerci.

- è un none bellissimo ragazzi! Avete fatto la scelta giusta! Killian sono sicura che tuo fratello sarebbe davvero orgoglioso di te e del suo nipotino.

- Grazie Snow! - l'abbracciai e nel mentre notai mia madre... continuava a piangere e ridere nello stesso momento. Aspettai che non fosse accerchiata da gente che voleva complimentarsi anche con lei e poi mi avvicinai:

- Mamma... spero non sia un problema. So che sapere di Liam ti ha fatto star male...

- Un problema? Scherzi Killian? È il regalo più bello che tu e questa meraviglia - disse abbracciando Emma - potevate farmi. Mi avete reso una nonna orgogliosa e non smetterò mai di ringraziarvi per i tre doni... quattro - si corresse - che mi avete donato. Stai tranquillo killian, sono davvero, davvero felice.

- Sono contento che sia così.

La festa continuó indisturbata fino a tarda notte, tutti erano felici per il nuovo arrivo ma nessuno era felice quanto me. Sentivo di essere arrivato in cima alla scala della felicità. Finalmente la mia famiglia era al completo, ora non ci restava altro che prendere con gioia tutto quello che la vita aveva da offrirci.

Presi il piccolo dalle braccia di Emma e sussurrai al suo orecchio prima di posarlo nella carrozzina un semplice ma pieno d'amore: benvenuto in famiglia... Liam Jones. 

 

Note dell'autore: ed ecco svelato il nome del piccolino: Liam! In onore del fratello perduto di Killian. Sono sicura che anche nel telefilm se fosse stato un maschietto il loro pargolo lo avrebbero chiamato in questo modo.  Voi cosa ne pensate? Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Alla prossima! Ciaooooo.

 

Ps. Andavo di fretta e non ho potuto rileggerlo. Scusate se fa schifo!

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Capitolo 39
*** L’uragano Chloe ***


POV KILLIAN

Se pensate che la battaglie Affrontate fino ad ora fossero state impegnative vi sbagliate di grosso. Niente è paragonabile a quello che stiamo vivendo in questo periodo. Nonostante siano passate già ben due settimane  dalla nascita del nostro piccolo Liam, sua sorella chloe non lo ha ancora accettato in famiglia. Pensate sia solo questo il problema? Magari... e invece no! Oltre a non accettarlo crea disastri a non finire, fa capricci di continuo e come se non bastasse ha iniziato a regredire. Sta facendo di tutto per sembrare più piccolina di quello che è realmente e solo per ottenere le attenzioni mie e di sua mamma. Il linguaggio è quello che è, lo sappiamo tutti, sa parlare bene ma non vuole farlo. Oltre a questo però adesso non vuole più dormire da sola, si sveglia ogni tre o quattro ore insieme a suo fratello cercando di intrufolarsi nel lettone, ha ripreso a fare la pipì a letto e come se non bastasse ha convinto i nonni a comprarle un nuovo ciuccio nonostante io ed Emma fossimo totalmente contrari in quanto impiegammo mesi la prima volta per toglierglielo.  Abbiamo consultato Archie, preoccupati per questo suo modo di comportarsi, ma il grillo ci ha detto che la piccola  non ha nulla che non vada e tutto quello che sta manifestando è una cosa normale per i bambini quando una nuova persona entra in famiglia. Secondo lui bisogna assecondarla il più possibile  e lasciarla agire, solo in questo modo riuscirà ad accettare suo fratello. Sembrerebbe una cosa semplice da mettere in atto vero? È Facile assecondare una bimba di soli tre anni penserete, ma quanto può essere semplice assecondare tua figlia quando zitta zitta tenta di sbarazzarsi di suo fratello?  Ve lo dico io... non è facile per niente. Io e Emma non facciamo altro che tenere gli occhi aperti  ma fidatevi, quattro occhi non bastano con quel piccolo uragano. 

- Amore sono a casa! - dissi a mia moglie non appena tornai dal mio turno alla stazione. David non riusciva a coprire entrambi i turni, il suo è quello di sua figlia che era in maternità, così decisi ho deciso di darflinuna mano - Come sta il piccolo Liam? Nessun attentato in corso questa mattina? - domandai anche se conoscevo già la risposta.

- Liam è di sopra che dorme beato e apri bene le orecchie: no! Niente morsi, niente pizzichi niente di niente! - è in questo modo in cui chloe cerca di eliminare suo fratello, a suon di botte. - La nostra piccola terrorista è in soggiorno e giocare tranquilla. 

- Sei seria? È Fantastico no? - non potevo credere alle mie orecchie. 

- non ho ancora finito! - continuó con un sorriso smagliante che non vedevo da settimane ormai. - Indovina a cosa sta giocando? No no no non indovinare te lo dico io tanto non ci arriveresti mai! Sta giocando  a fare la mamma! 

- No! Non ci credo.... Davvero?

- Guarda tu stesso! - mi affacciai nel salottino di casa e la vidi, era vicino al divano con un bambolotto e una carrozzina giocattolo e si divertiva a cullare il suo “bambino” e farlo passeggiare. 

- Non credo hai miei occhi! Ha anche ripreso a giocare con le sue carrozzine? Cosa mai le sarà successo? 

- Forse come dice Archie assecondandola l’abbiamo aiutata ad accettare la novità. - mi bació e non aspettai un solo secondo a ricambiare. Quel tenero bacio lasció ben presto spazio a qualcosa di decisamente più passionale.

- - Mi manchi amore! - le sussurrai a fior di labbra. - Mi manchi ogni giorno di più. Dormire  accanto a te e non poterti toccare come vorrei mi manda in bestia. - il mio respiro stava diventando corto. Quella donna aveva su di me un effetto devastante.

- Non dirmelo, per me è lo stesso! - mi rispose iniziando un lunga scia di baci che partivano dal mio orecchio  fino al collo. - Ti prometto che se mi sentirò in forma prima di questi odiosissimi 40 giorni io...

- Shhh non dire sciocchezze! Farei l’amore con te anche adesso è vero ma è  giusto aspettare la tua completa guarigione. Sarò un angioletto ma tu non dovrai provocarmi ok? - la vidi dal suo viso decisamente troppo malizioso che stava per rispondermi ma non ne ebbe il tempo, qualcuno ci disturbó... 

- Papy tei qui? - e a proposito di angioletti ecco che spunta lei: l’angioletto meno angioletto che c’è; era strano che non ci avesse ancora interrotti. 

- Eccola la mia furbetta! Che stavi facendo di la? - le chiesi prima di darle un tenero bacio sulla sua guanciotta.

- Tocavo con il mio bimbo ma lui caduto giù! Mi aiuti? - vidi Emma trattenere a stento una risata. 

- Il dovere di “nonno” ti chiama, che stai aspettando... corri! - mi prese in giro. Seguii Chloe verso il soggiorno e vidi la sua piccola carrozzina ribaltata sugli ultimi tre gradini della Scalinata. 

- Bitto? È caduta giù! - sembrava triste.

- Come è finita per le scale amore? 

- Non lo to. È glave? Ha la bua il mio bimbo?

- No Amore ha è nulla, è  stato un incidente, può succedere - presi il bambolotto - il tuo piccolino sta benone hai visto? Dai prendi le tue cose e  torna a giocare. - Non se lo fece ripetere due volte, prese i suoi giocattoli e tornò al suo lavoro: distruggere casa con qualunque cosa le andasse a tiro. La osservavo meravigliato, sembrava  essere tornata finalmente in se; invece mi sbagliavo. Il gioco che stava facendo poco prima era solamente una prova generale di quello che avrebbe combinato dopo. 

Nel pomeriggio Snow, David e Regina vennero a farci visita come accadeva ormai ogni giorno dall’arrivo di Liam, il piccolo per loro sfortuna stava facendo il riposino così, nell’attesa che si svegliasse, ci sedemmo sul divano per chiacchierare un po’. In casa regnava il silenzio: Henry era tornato a Boston, Leila era a giocare da Gideon e Chloe fino a due secondi prima era in cucina a fare merenda. Sapevo che quel silenzio nascondeva dietro di se qualche disastro e in mente mia credevo di essere pronto a tutto: “tutto” tranne a  quello che vidi poco dopo. 

- CHLOEEEEEEE NOOOOOOOOO! - sentii improvvisamente Regina gridare e contemporaneamente indicare le scale. Quello che vidi mi lasció senza parole. Chloe aveva preso la carrozzina di suo fratello e camminando camminando aveva preso la direzione delle scale. Se non fosse stato per i riflessi pronti di mia moglie,che subito dopo l’urlo di Regina si voltò e usó la magia per bloccare la caduta di entrambi i bimbi, molto probabilmente quel pomeriggio sarebbe finito in tragedia. 

- CHE DIAMINE TI E’ PRESO SI PUÒ SAPERE!?! - Emma corse verso sua figlia e la sgridó senza troppi giri di parole, non avevo mai visto Emma rimproverare Chloe in quel modo ma è anche vero che questa volta la piccola aveva superato se stessa e il rimprovero se l’era  meritato tutto.

- Papy... papy ha detto che non tuccedeva nulla! - si giustificò impaurita da sua madre. 

- MA PERCHE DEVI PRENDERE TUTTO ALLA LETTERA! TUO PADRE PARLAVA DEI GIOCATTOLI CHLOE? DEI GIOCATTOLI, NO DI TUO FRATELLO. CHE VOLEVI FARE È? 

- Mamy io...

- POTEVI FARLI MALE LO CAPISCI? POTEVI... - stava per aggiungere che avrebbe potuto farsi male anche lei ma la bimba non le fece finire la frase.

- TU BENE A LUI! SOLO A LUIIIIIIIIIIII! - le rispose a tono dopodiché scappó a rifugiarsi nella sua camera. - vidi Emma respirare a fatica per lo spavento. 

- Non prendertela per quello che ha detto amore! È solo gelosa. - provai a consolarla un po’, immaginavo che oltre allo spavento era rimasta ferita da quello che pensava sua figlia.

- Se non li avessi fermati si sarebbero ammazzati tutti e due Killian! CAPISCI LA GRAVITÀ DELLA COSAAAAA? - scoppió in lacrime. Aveva ragione! Quel gesto, dettato dall’impulso e dalla gelosia, avrebbe potuto ripercuotersi anche su colei che aveva messo il piano in atto. 

- Eiii... vieni qui! - l’abbracciai. - troveremo il modo per farle passare la rabbia che ha dentro, vedrai che non sarà per sempre così. Non siamo di certo le uniche persone che hanno a che fare con questo problema. Tutti i bambini sono gelosi dei loro fratellini e tutti prima o poi cercano, anche se inutilmente, di farli fuori. Mia madre mi ha raccontato che Liam ha cercato di buttarmi in mare quando sono nato: ma lui a differenza di Chloe che ha tre anni ne aveva sette. Rispetto a lei era grandicello e capiva benissimo cosa stava facendo. 

- Davvero???? 

- Te lo giuro. Quello che voglio dirti è che la gelosia è normale e i suoi tentativi di farlo fuori non sono dovuti al fatto che abbiamo una piccola serial killer in casa - riuscii a strapparle un minuscolo sorriso - Chloe è piccolina e agisce senza pensare alle conseguenze dei suoi gesti. 

- Fortuna che non ha usato la sua magia allora.... 

- E’ già! Siamo stati fortunati. 

Verso sera, dopo essersi spupazzarti per bene  il loro “piccolo principe” come erano soliti chiamarlo, i nostri parenti andarono via e Emma ne approfittó per andare in camera di chloe per provare a fare la pace con lei. Quella sera la bambina si era rifiutata di mangiare, aveva preso il suo ciuccio e senza degnarci neanche di uno sguardo andò dritta in camera sua. La trattativa per il tanto atteso trattato di pace duró più di un’ora ma alla fine Emma ne uscì vittoriosa e per ringraziare la sua piccolina per la pace concessa le permise per una notte di dormire nel lettone con mamma e papà.  Nella nostra camera ci sarebbe stato anche suo fratello, quindi onde evitare  gelosie inutili ed essere tranquilli fummo costretti a fare una piccola modifica alla stanza. Per la nascita di Liam ci era stata regalata una culla ultima generazione con due funzionalità. La prima, quella che utilizzavano noi, permetteva di abbassare un lato della culla  per permetterle di agganciarsi perfettamente al nostro letto matrimoniale in modo tale che Emma non avrebbe dovuto alzarsi dal letto per allattarlo o per il

semplice cullarlo. La seconda, o meglio quella che avremmo utilizzato quella sera sera sempre se Liam avrebbe permesso a sua madre di dormire separata da lui, era alzare anche il quarto lato della culla e renderla un lettino a tutti gli effetti.  Non avendo bene in mente le reazioni di chloe nel Sapere che  il fratellino dormiva tutte le sere attaccato alla sua mamma era meglio evitare. 

Una volta aver fatto il bagnetto e messo  il tanto adorato pigiamino di forzen, ecco che la piccola venne nella nostra stanza con il suo inseparabile amico di pezza e si intrufoló sotto le coperte. Si fece raccontare un paio di favole dopodiché si addormentò apparentemente tranquilla. Pensavo che avrebbe dormito tutta la notte avendoci accanto ma mi sbagliavo: ogni qual volta Emma si alzava per allattare eccola scattare in piedi e seguirla.

- Amore non sto andando da nessuna parte tranquilla,rimango in camera con te.  Torna a  a dormire che  è tardi. - le disse gentilmente Emma.

- No! Tu debi tare con me no co Liam! 

- Amore tuo fratello deve mangiare, non vogliamo mica farlo morire di fame vero? 

- E dai mamy tonna a letto! - ed ecco i soliti capricci. Vedevo Emma molto tesa ma fece finta di nulla e con un gran sorriso rispose a alla bambina. 

- E va bene tesoro mio hai vinto. arrivo! - prese Liam dalla culla e poi andó a sedersi sul letto accanto a Chloe. Con una mano teneva Liam per farlo mangiare e con l’altra accarezzava la schiena della bambina  con l’intento di farla addormentare. Sembró riuscirci sia questa che tutte le altre volte che Liam reclamó la sua mamma. 

Il mattino non tardò ad arrivare, la luce del sole oltrepassó la tenda della nostra camera e mi arrivó dritta negli occhi. Ero stanco dopo la notte trascorsa, non avevo alcuna voglia di svegliarmi così mi girai dal lato opposto e continuai a dormire. Il mio riposo però  non dirò a lungo. Venni svegliato da un grido di terrore. Mi misi a sedere di scatto per rendermi conto di cosa stesse succedendo e capii che era stata Emma a gridare. Era immobile davanti alla culla di Liam e tremava. Come prima cosa mi assicurai che chloe non si fosse svegliata o spaventata a causa di quel grido e poi vedendo che la bimba dormiva tranquillamente raggiunsi mia moglie che nel frattempo era caduta sulle sue stesse ginocchia.

- Amore! - le dissi prendendola per le spalle e scuotendola - Amore che c’è! - non mi rispose, tremava come una foglia e guardava il vuoto. - parlami per favore! Che succede ti senti male? - neanche questa volta mi rispose ma a differenza mi indicó con mano tremante la culla di Liam. Mi alzai per controllare il nostro bimbo e rimasi pietrificato da quello che vidi: Liam non era nella sua culla. Fui invaso da mille paure, la più grande quella che mi spaventava più di tutte era quella che Emma avesse accidentalmente fatto qualcosa al bambino. Lo so che potrebbe sembrare assurdo ma dopo la crisi post Partum avuta tre anni fa con la nascita di chloe e lo stress accumulato fino ad oggi con le gelosie della piccola, chi mi escludeva che questo problema non potesse tornare? Quando una donna ha queste crisi potrebbe arrivare a fare qualcosai cosa e la parte più orrenda è  che la maggior parte delle volte noi cari non capiamo i segnali e non ci accorgiamo di nulla.  Presi un respiro profondo mi inginocchiai all’altezza di mia moglie e con il cuore ormai sull’orlo di esplodere le chiesi:

- Emma tesoro guardami! - le accarezzai il viso e cercai un contatto visivo che purtroppo non arrivó - va tutto bene amore mio, sono qui con te, parlami. Puoi dirmi tutto lo sai! 

- L...Liam... - sussurró

- Liam cosa amore? Dov’è? Dov’è il nostro piccolino? - le sorrisi come a farle capire che non doveva preoccuparsi e che poteva fidarsi di me. 

- Io... io non... non lo so! - le lacrime scorrevano quattro a quattro sul suo viso.

- Non lo ricordi? Tranquilla è comprensibile... basterà fare mente locale suo tuoi ultimi spostamento ok? 

- Spostamenti!?? - non so dirlo con esattezza ma penso che soIo allora comprese il fatto che forse poteva essere stata lei. -  tu... tu pensi che sia... CHE SIA STATA IOOOOOOO??!?! - si mise entrambe le mani davanti la bocca per non urlare. Ora più che mai era in preda al panico e spettava a me calmarla.

- Amore non preoccuparti non è un problema, non lo hai fatto a posta, non è colpa tua! Ricostruiamo le vicende insieme ok? Allora dimmi cosa hai fatto dopo aver fatto addormentare Chloe stanotte? 

- Io... io non lo so killian! Io ricordo di essermi svegliata e subito ho notato la sua assenza. - indicó la culla - Dici che... dici che io abbia rimosso cosa ho fatto a mio figlio? Significherebbe che è una cosa grave. Potrebbe significare che....... ODDIOOOO!!!! KILLIANNNN! 

- Non ti agitare, lo troveremo amore. 

- Non ti agitare? Mio figlio è sparito e sono stata l’ultima a vederlo! Potrei avergli fatto del male e non ricordarlo E TU MI DICI DI NON AGITARMI? Sono una pessima madre! 

- Non dirlo neanche  per scherzo... succede a molte donne ok? Lo sai anche tu, ci sei già passata!

- Non mi sento come allora e sopratutto a quei tempi non ho mai fatto del male a chloe. Non l’accettavo è vero ma non le ho mai fatto del male. Non l’ho neanche mai pensato di farlo.

- Vedrai che non hai fatto del male neanche a Liam. Forse hai solamente dimenticato dove lo hai sistemato per dormire. Adesso ci alziamo da questo scomodo pavimento e insieme andremo a cercarlo ok????? 

- Promettimi una cosa prima! - riuscì a dirmi tra i singhiozzi 

- Tutto quello che vuoi amore - le dissi sorridendole. Non volevo agitarla più del dovuto. 

- Promettimi che se dovessimo ritrovare il piccolo in condizioni.... - sospiró

- Non pensare neanche ad una cosa del genere. 

- Lasciami finire... in quel caso killian devi promettermi di prendere chloe e Leila e portarle lontano da me! 

- Ma sei diventata scema? No che non ti prometterò una cosa del genere! Posso prometterti che ti aiuterò ad uscirne fuori ma non ti toglierò mai le nostre bambine! Andiamo ora la casa è grande e non posso cercare Liam da solo. 

Non so come ma riuscii a convincerla, cercammo Liam per lungo e largo ma una cosa era certa, non era in casa. A quel punto non sapendo cosa fare chiamai Regina per avere un ulteriore  aiuto. Non tardò ad arrivare, parlo in un primo momento con me e subito dopo averle spiegato tutta la situazione della sera prima e averle detto i miei sospetti, decise di salire al piano di sopra e parlare con Emma. Neanche lei riuscì a farle tornare in mente qualcosa ma Emma in un momento di lucidità disse: 

- Usa la magia e trovalo Regina, ti prego! Lo farei io ma ho paura della realtà! 

- Ma quale realtà Emma! Vedrai che...

- MA VOLETE SMETTERLA DI FARE I PERBENISTI CON ME???? POTREI AVER FATTO DEL MALE A MIO FIGLIO. DOVREI ESSERE DISPREZZATA NON CONSOLATA.

- Emma...

- Regina non  perdere altro tempo E CORRI A CERCARE MIO FIGLIO! - le chiuse la porta della stanza in faccia. 

- Niente da fare è... - dissi io

- Mi ha chiesto di usare la magia e forse... forse è la soluzione migliore. Andrò nella mia cripta a preparare una pozione di localizzazione e una pozione per le magie affini.

- A cosa potrebbe servirci una pozione del genere? - chiesi in riferimento alla seconda elencata.

- E se Emma non centrasse nulla; se il bimbo avesse dei poteri e per sbaglio si fosse teletrasportato da quale parte. Pensaci...  è la prima volta che dormiva distante da voi giusto?  Beh forse  voleva solamente raggiungere sua madre ma non m essendo esperto magari la magia lo ha portato in un altro luogo. 

- Dici che...

- Dico che Emma mi sembra troppo lucida per aver fatto una cosa del genere killian. Va da lei. Ti chiamerò non appena sapró qualcosa. 

***

Il tempo scorreva veloce e di Liam ancora nessuna traccia. Ma quanto tempo occorreva a Regina per preparare due benedette pozioni? Cercai, anche senza successo, di non pensarci e mi stesi sul letto accanto a mia moglie la quale era a dir poco distrutta.

- Emma amore mio, ti ho già detto quello che mi ha detto Regina, magari Liam ha usato...

- Non mi farai sentire meglio così! Ora lasciami stare voglio stare da sola.

- Non ci penso minimamente a lasciarti qui. 

- Va a controllare se le bambine hanno pranzato! Non stiamo con loro da ieri in pratica. - era ora di pranzo in effetti, avevo ordinato il cibo da granny e messo sul tavolo per le piccole.  Mi dispiace dirlo ma non ho avuto modo di controllare oggi... c’era  una crisi familiare in corso e loro a quanto pare sembravano tranquille. Decisi comunque su consiglio di Emma di dare loro un’occhiata: Leila era in cucina che mangia il suo hamburger ma di chloe neanche l’ombra.

- Amore di papà tua sorella? 

- Ha preso il panino ed è scappata in camera! Non ha voluto giocare con me per tutta oggi ma giuro che non le ho fatto nulla.

- Lo so amore, lo so. Tua sorella sta passando un brutto periodo.

- Perché non vuole Liam? 

- Diciamo...

- Ma è tanto carino! A proposito... ha già mangiato lui? Mamma mi ha detto che potevo vedere mentre gli dava da mangiare. - il mio cuore prese un brutto colpo: da una parte mi fece tenereZza la richiesta della bambina, dall’altra pensai che Liam aveva per il momento saltato già due pasti. La situazione diventava d’ora  in ora sempre più tragica. - Allora papà?

- Emm si amore! Il tuo fratellino ha già mangiato, ma la mamma mi ha detto di dirti che ti aspetta questa sera in stanza per il vostro appuntamento. Tranquilla non se ne era dimenticata è solo che tuo fratello ha anticipato il pranzo.

- Va bene non fa niente. Scappo a fare i compiti.

- Brava, io vado a controllare tua sorella.

Salii le scale e andai nella cameretta di chloe. Stava giocando con il pupazzo gigante di olaf che nonno David le aveva regalato.

- amore di papà! - dissi avvicinandomi  per abbracciarla ma nell’istante in cui lo feci lei scappó di corsa

- Debo tocare con Prince ciao ciaooooo! 

Mah... che accidenti le prendeva! Bah bambini... tornai da mia moglie e la situazione non era cambiata... letto e lacrime erano un tutt’uno con lei. Tornai a sedermi al suo fianco e rimanemmo abbracciati fin quando non vedemmo Regina entrare in stanza.

- Scusate il ritardo...

- ALLORA???? - scattó in piedi Emma. - NOVITÀ?

- Non ho ancora provato le pozioni,  ho impiegato tutto questo tempo nel prepararle. - distrutta quale era non si rese conto del gesto che mi fece Regina, in pratica mi stava chiedendo di raggiungerla fuori. Presi la palla al balzo per un rumore al piano di sotto e mi allontanai.

- Dimmi... 

-  Ho provato la pozione di localizzazione e non ha dato nessun risultato...

- Cosa ma come è possibile.... 

- non lo so! Ho provato anche l’altra, l’ho fatta bere a Leila prima di venire in stanza, non ti ho chiesto nulla lo so ma....

- Non importa va avanti.

- Niente neanche questa. Non so davvero come altro aiutarvi. Forse... forse bisognerà chiamare David per un giro di pattuglia, magari lo ha affidato a qualcuno oppure si trova al confine della città e non è rintracciabile dalla magia....

- Chiamó David tu fammi la cortesia di controllare Emma. 

David non esitó un secondo ad uscire di partuglia e come facilmente intuibile Snow ci raggiunse in casa. La camera da letto mia e di mia moglie stava diventando decisamente troppo stretta.

Restammo a parlare e a consolare Emma per ore ma il tempo sembrava non passare mai.

- Dovete togliermi le bambine e isolarmi in qualche posto senza magia! 

- Emma ma che diavolo dici è? 

- Regina potrei aver preso mio figlio è avergli fatto del male, capisci la gravità della cosa si o no? Potrei ripetere  lo stesso gesto con Leila e Chloe e non posso permetterlo.

- Vuoi la verità Emma? Per me sei troppo lucida con la mente, non sembri disorientata, sottotono o altro...

- Che vorresti dire... che l’ho fatto di proposito e che stia mentendo su fatto di non ricordare? Dico... ma stiamo scherzando?

- FRENA! Non ho detto niente di tutto questo. Dico solo che non credo sia stata tu, comincio a credere che Liam abbia combinato proprio un bel casino.

- Liam non ha mai accennato ad avere la magia - rispose

- Se non sei stata tu e non è stato lui chi è stato? - un rumore di vetri rotti proveniente dal piano di sotto ci fece interrompere momentaneamente quella discussione.

- Che accidenti è stato? - chiese Snow 

- Ah! Chi vuoi che sia: Chlo.... - ebbi un lampo di genio, la bambina mi aveva evitato per tutto il tempo e quella mattina, differentemente da quello che succede sempre, non si è svegliata a causa di strani rumori. - Aspettate! - dissi - E se fosse stata Chloe! - nessuno mi chiese i motivi di tale sospetto, tutti noi ci alzammo dalle nostre rispettive sedute e andammo di sotto dalla bambina che aveva appena rotto un vaso ma faceva finta di nulla.

- Chloe! - la chiamai gentilmente ma la sua risposta mi spiazzó

- No, non lo to dobe tia pinito Liam, ciao bado a tocare !

- Alt alt alt! - la presi in braccio prima che mi sfuggisse ma lei cercó di liberarsi - non l’ho patto spalile io! No no no! 

- Chloe siediti un momento sul divano per favore! Killian lasciala scendere - mi disse Emma. Il suo sguardo era indecifrabile. Lasciai scendere Chloe e lei, spaventata per lo sguardo troppo serio di sua madre andò a sedersi come le era stato chiesto. 

- Amore di mamma, hai fatto sparire tu il tuo fratellino? 

- No! Potto andale a tocare?

- Chloe non è un gioco o uno scherzo questo, se hai preso il tuo fratellino devo dirmelo ok? Potrebbe essere in pericolo 

- Ti ho detto che non ho patto palile il flatellino co la mazzia! - altra piccola involontaria confessione. Ormai era certo che era stata lei. Emma si alzò, la prese in braccio e la sistemó come meglio poté sulle sue ginocchia.

- Amore della mamma facciamo un gioco. Se mi aiuterai a capire chi è stato a prendere  il tuo fratellino mamma ti promette che per ricompensa ti farà un regalo meraviglioso. 

- Che legalo?

- Una bellissima sorpresa amore mio.

- E se non mi pace?

- Allora troveremo qualcosa che ti piaccia di più. 

- Tutto quello che boglio?

- Tutto tutto. 

- E ba bene! Tono tata io. - confessó felice per la sorpresa che avrebbe ricevuto da li a poco. 

- E dove‘è?

- Tulla nave di papy! - neanche il tempo di finire la frase che Emma con la sua magia era già andata e tornata. Finalmente Liam era nuovamente con noi e tutti potemmo tirare  un respiro di sollievo.

- Sta bene? - Fu la prima cosa che chiesi.

- Sembrerebbe di sì! - rispose  tenendolo stretto a se e piangendo di gioia - Questa  signorina lo ha protetto con uno scudo. 

- Protetto? Uno scudo? - non capivo.

- Si, il suo intento penso fosse quello di non farlo trovare a nessuno con la magia ma in realtà ha fatto ben altro. Lo ha protetto anche da possibili pericoli, deve solo mangiare un po’ e poi starà benone vero amore di mamma? - neanche a finire la frase che Liam le si era già attaccato al seno e mangiava con avidità. Era affamato piccolino.

- Tono tata brava? - tornó a farsi sentire Chloe. Fu sua madre a risponderle.

- Mmh a farlo sparire proprio no! Lo sai che mamma e papà ti vogliono bene, non c’era bisogno di farlo. Sul fatto che lo hai protetto anche se involontariamente invece si! Sei stata brava. 

- Quindi melito legalo? - chiese speranzosa 

- Non lo meriteresti perché hai fatto una cosa sbagliata e sarebbe giusto che tu riceva una punizione ma e  anche vero che un patto è un Patto. Stasera riceverai la tua sorpresa. 

- Ebbiba!  - fece per andare via 

- Aspetta non ho finito.... guardami! - la bimba fece finta di niente - ho detto di guardarmi chloe! - questa volta obbedì - Quello che hai fatto oggi è  una cosa sbagliata. Far sparire  il tuo fratellino non è un gesto di cui andare fiera. Sai cosa succede quando un membro della nostra famiglia va via?

- Un pettettino di cuole si lompe?

- Esatto. Tu vuoi che un pezzettino del cuore di mamma e papà si rompi?

- No! Io bene a voi!

- E allora non far sparire più Liam perché il cuore di mamma e papà potrebbe rompersi ancora ok? 

- Solo per lui si lompe?

- No amore certo che no! Si romperebbe per tutti voi. Ora con calma mi spieghi perché lo hai fatto?

- Tu dicebi semple che nel tuo cuole cela amole per: henny, Leila e me. 

- E quindi?

- Con Liam posto per me no c’è più e io non boglio. Io lo boglio avere un pottitino nel tuo cuole. - vidi Emma commuoversi a quelle parole e il gesto di poco prima improvvisamente assunse significato differente, non era stata un’opera cattiva quella della piccola ma un gesto dettato dalla paura di restare da sola. Chi meglio di Emma avrebbe potuto capirla?

- Amore, prima nel mio cuore c’era posto per quattro persone: il papà, te, Henry e Leila. Con l’arrivo del tuo fratellino nessuno di voi è uscito dal mio cuore per far spazio a lui.

- E come pai a bolegli bene? Hai due cuoli?

- No amore ne ho solo uno, ma si è  ingrandito per fare spazio a tutti voi. Ti voglio bene stellina mia e anche se mi fai arrabbiare spesso la tua mamma non si libererà mai e poi mai di te! Hai capito ora?

- Ti mamy! Cusa mamy! - la bació - cusa papy - anche io le diedi un grosso bacio.

- Ora però corri a fare il bagnetto, fatti aiutare da nonna, che stasera a cena ci sarà la tua sorpresa. 

- La boglio sapere ora! - era tutta curiosa e sembrava aver trovato nuovamente la serenità.

- No no no signorinella, tutto a tempo debito! Ora va! - la lasciammo alle cure di sua nonna e sua zia e una volta rimesso Liam nella sua culla mi avvicinai alla mia bella per stringerla come  si deve. 

- Non è il momento amore! Non mi sono ancora ripresa da questa giornata! Scusami.

- Guarda che non ci stavo provando! - le baciai una guancia - però so che la tua testa sta elaborando qualcosa per stasera e voglio sapere cosa. 

- Zitto e aiutami a preparare la cena, niente spoiler neanche per te! Sappi solo che oggi sarà il giorno in cui questa diatriba tra fratelli finirá.

***

POV EMMA

Nonostante avessi parlato con la mia piccola e avessimo chiarito, non ero ancora del tutto sicura a lasciare Liam da solo al piano di sopra, così lo portai giù in cucina con me e lo misi nella sua carrozzina a dormire. Per il dopo cena avevo invitato tre ospiti molto particolari e speravo davvero con tutto il cuore che con una loro chiacchierata la mia bimba di sarebbe definitivamente convinta a non fare la monella. Volevo fosse una serata tutta per Chloe, volevo farla sentire importante, così chiesi a mamma di tenere Leila per la notte e senza problemi accettó. Liam rimase con noi ma stava dormendo beato... non ci avrebbe disturbato.  La cena fu molto tranquilla, Chloe mangió tutto, verdure comprese, e per premio le feci mangiar anche un po’ di gelato. Chiacchierammo dell’asilo, delle sue amichette e del fatto che voleva imparare a nuotare come un pesciolino quando improvvisamente il campanello suonó.

- è la mia torpresa?

- Direi proprio di sì! Che stai aspettando, vai ad aprire! - scese dalla sedia con agilità e corse verso la porta d’ingresso; sia io che killian la seguimmo per gustarci la scena. Quando aprì la porta rimase a bocca aperta per quello che  si trovò davanti. Dall’altro lato della porta vi erano le sue principesse preferite, o meglio: la sua regina preferita e la sua principessa preferita. Entrambe tenevano la mano ad un bimbo che aveva la sua stessa età. 

- Mam.... mamma!!!!!! - non riusciva a parlare per l’emozione. 

- Le riconosci amore? - annuì e venne a nascondersi dietro di me. - ah si? E chi sono? 

- A... Anna e... Elsa!

- Uuuu ma vedo che ci conosci già piccolina! Tu invece come ti chiami? - le disse Anna 

- Mamy dillo tu!

- Io? E perché? Hai perso la lingua? - si strinse nelle mie gambe ancora di più - amore loro sono venute per giocare con te sai? 

- Dabbelo?

- Certo? Digli come ti chiami!

- Chloe con la y pinale! 

- È un vero piacere conoscerti Chloe con la y finale - rise - vogliamo andare nel soggiorno a giocare?

- Siiiiiiiiiii! - la timidezza di poco prima sparì come se niente fosse, le prese per mano e le condusse fino al divano. Solo in un secondo momento però si accorse di una terza presenza.

- Lui è olaf? - chiese ingenuamente facendole ridere 

- No piccola. Questo è il mio bambino: si chiama Erik.

- Ciao bimba! Posso giocare?

- Tao! Ti ma non lompele niente. 

Andarono avanti per ore, giocarono, videro insieme il film del regno di ghiaccio lasciando interdette Anna e Elsa per parti della storia inesistenti dopodiché arrivo il momento che tanto stavo aspettando. Anna, la preferita da mia figlia, la prese in braccio e insieme andarono a sedersi sul divano:

- piccolina c’è una cosa molto importante che devo dirti. Un uccellino mi ha detto che non vai molto d’accordo con il tuo fratellino appena nato, che fai i capricci, non dormi nella tua stanza e che hai ripreso ad usare il ciuccio. - abbassó lo sguardo colpevole - Sei ancora piccola lo sappiamo e se terrai il ciuccio o chiederai a mamma di dormire qualche volta, solo qualche volta, con lei e papà ancora per  un altro po’ non succederà nulla, ma per quando riguarda i capricci verso il fratellino, il volerlo far sparire dalla tua vita eccetera non va bene. Siamo qui per questo sai? Il legame mio e di Elsa e  speciale proprio perché siamo sorelle. È meraviglioso avere dei fratelli e delle sorelle, puoi giocare, parlare e confidarti con loro. Sono le uniche persone, oltre a mamma e papà, che per te ci saranno sempre a prescindere da tutto. Sei fortunata ad avere tre fratelli nella tua vita lo sai? - annuì - e allora prova a concentrarti di più e a trattare meglio Liam ok? Se rispetterai questo accordo continueremo a vederci per giocare altrimenti saremo costrette a non vederci più. 

- No.... - disse tristemente. - e se non boglio ma paccio guai con lui?

- Se non sono fatti intenzionalmente non fa niente, non si impara dall’oggi al domani ad andare d’accordo, ma ci si può provare ok? 

- Ok! - si abbracciarono. 

- Ora è tardi e devi andare a nanna! Ci ha fatto piacere conoscerti. 

- Bi boglio bene! 

- Anche noi piccola! Andiamo Erik è ora di andare.

- Aspetta mamma! - andò davanti a chloe e le diede un bacino sulla guancia che prontamente lei pulì con la mano nella sua grazia innata.

- Sei bellissima Chloe! 

- Lo so! 

- Vuoi essere la mia fidanzata? 

- No! I macchi fanno Chifo! Solo papy bello! Lui mio pidanzato per semple - Erik pianse per quel rifiuto, io Elsa e Anna scoppiammo a ridere  convinte  che tra qualche anno non le faranno più così tanto schifo i maschietti, suo padre al contrario la prese in braccio tutto orgoglioso e la fece volteggiare 

- Amore di papà! Continua sempre così ti prego! Sono orgoglioso di te. 

***

Dopo quella brutta avventura Chloe sembró cambiare atteggiamento nei confronti di suo fratello. Ancora non le era simpatico, ma almeno si sforzava ogni tanto di guardarlo dormire, mangiare o addirittura di prenderlo  in braccio con la nostra supervisione. Non lo fece più sparire se è questo che volete sapere ma i morsi e i pizzichi continuarono ad essere presenti nel loro rapporto e credo che continueranno ad esserci per molto molto tempo. Sembra un diavoletto quella bambina lo so, ma fidatevi non lo è. In fondo è buona, cerca solo di difendere i propri spazi. Non posso far a meno di pensare che un giorno  crescerà e non mi vorrà più così vicina come adesso: avrà altri interessi, passioni, amici e fidanzati; ma per ora questo tempo ancora non è arrivato, vuole ancora stare con me e io ho tutta l’intenzione di vivermi a pieno questo bellissimo uragano.

 

Note dell’autore: 

Ebbene sì, rieccomi qui con un nuovo capitolo. Non era in programma questo aggiornamento, ma oggi, per colpa del tempo, ho dovuto rimandare degli impegni presi da tempo e ho deciso di approfittarne. Non vi ci abituate peró! A fine mese tornerò a lavorare a tempo pieno e mi sarà difficile essere così social ehehehehehe. A prestoooo 

 

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Capitolo 40
*** La parte migliore di te ***


POV KILLIAN

Dopo un’ardua discussione,avvenuta nella videoteca di Storybrooke , per scegliere il cartone animato da guardare per la serata cinema di casa jones, eccoci finalmente a casa con il fortunato vincitore. 

- Puppa  perló! Io bolebo bedere altlo cattone!!!! - Si lamentò la più piccolina in quanto non era riuscita ad ottenere quello che voleva.

- Chloe tesoro non puoi scegliere sempre te, oggi toccava a tua sorella... e poi frozen lo abbiamo visto un milione di volte, non è bello cambiare ogni tanto? - provó Emma nella speranza che la piccolina smettesse di fare i capricci.

- No! 

- Quindi cosa vuoi fare adesso? Lo vuoi vedere il cartone con noi? 

- No! - rispose secca. 

- Bene andiamo a mettere il pigiamino e a fare le ninne allora!

- No no no! Bedo il cattone, io buona no capicci!  - andó a sistemarsi sulla sua poltroncina e fini di lagnarsi immediatamente.

- Però! Sai essere convincente quando vuoi amore! - sussurrai nell’orecchio di mia moglie non appena venne a sedersi accanto a me. 

- Per forza, se non vogliamo diventi una teppista bisognerà iniziare a puntare i piedi. 

- Concordo.                                                     Controllammo che tutto fosse al proprio posto: bibite, patatine e dolciumi vari, dopodiché  Iniziammo a guardare il film. Leila era concentratissima, Emma mi sussurrava all’orecchio che il temibile capitan uncino era passato dal rum ai cartoni animati per femminicce e Chloe, la quale inizialmente sembrava essersi appassionata al cartone, inizió a saltellare sul divano dove eravamo posizionati io e Emma. Non potevo rimproverarla, chi a tre anni se ne starebbe buono e in silenzio a guardare un cartone? La lasciai fare, tanto era accanto a me e non avrebbe combinato danni. 

- papo ti sei disegnato sul baccio? - mi chiese tutto d’un tratto. Non mi ero accorto che giocando mi aveva tirato su la manica della camicia. 

- Amore è un tatuaggio! Come quelli che vi fate tu e tua sorella per giocare. - provai a spiegarle. 

- Wowwww! È bellooooo! - alla parola tatuaggio anche l’altra smise di guardare il cartone e corse ad ammirarlo, purtroppo la sua reazione non fu entusiasmante come quella di sua sorella e forse capivo anche il perché. In tutti questi anni ho sempre cercato di tenerlo nascosto, sopratutto in estate, non che me ne vergognassi, anzi..., però non volevo leggere negli occhi delle mie figlie quello che ora leggevo negli occhi di Leila. 

- Cota disegnato? - mi chiese la più piccola e li mi trovai davvero in difficoltà perché non era assolutamente semplice spiegargli il significato di quel disegno.

- Amore tu cosa ci vedi? - cercai di prendere tempo.

- Un cuolicino losso! 

- Bravissima amore! - le diedi un bacino. L’ingenuità  dei bambini è davvero una cosa meravigliosa.

- Non to quetto cos’è peló!

- Nana quello è il pugnale del signore oscuro, quello dei libri di Henry! - rispose Leila come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.

- Quello co la mazzia?

- Esatto! Ehm... papà, posso farti una domanda? - Ti prego non chiedermelo, ti prego non chiedermelo, ti prego non... - Questo tatuaggio non si toglie vero?

- È no, non si toglie!

- E perché allora hai tatuato il nome di una donna che non è la mamma? - lo sapevo... lo sapevo che mi avrebbe fatto questa domanda. Ero impreparato, non volevo ci rimanesse male del fatto che prima della sua mamma ci fosse stata un’altra donna nella mia vita, era ancora piccola per capire... o almeno lo era per me.

- Tesoro, Milah era la fidanzata del papà! - ed ecco Emma che con una semplicità inaudita le spiegó quello di cui avevo tanta paura.

- Ma prima di sposarvi eri tu la fidanzata di papà! - chiese confusa 

- Si, ma prima di me, quando ancora  non ci conoscevamo, il tuo papà aveva un’altra fidanzata. - potevo vederlo chiaramente nei suoi occhi: era delusa, anche Emma se ne accorse e provó a spiegarle meglio la situazione. - Amore è normalissimo, anche la mamma ha avuto altri fidanzati prima di papà, anche zia Regina prima di zio Robin e addirittura tua nonna e tuo nonno. È la vita. 

- Quindi... quindi significa che non mi sposerò con Gideon? - aveva solo sette anni è  vero, era ancora una bambina.... ma nonostante ciò quelle parole mi rovinarono la giornata.

- Dobbiamo proprio parlare di questo? - dissi scocciato ma di risposta mia moglie mi diede una gomitata su un fianco.

- Non so dirti amore se ti sposerai con lui o meno, questo dipenderà  solo ed esclusivamente da voi e dai vostri sentimenti ma l’amore è una cosa bellissima e vale la pena viverla anche se delle volte può finire. 

- Mmh... però  non mi piace che papà abbia quel nome scritto! Dovresti arrabbiarti con lui. Quella donna non è più la sua fidanzata e a me sta antipatica. 

- Ti papo togli il tatuazzo! - bene due contro uno. Che mi crediate o no mi sentii un vero schifo e non riuscii neanche a rispondere.

- Perché invece non andate a nanna tutte e due che è tardi? - Amo la mia salvatrice.

- Ma io no tonno mamy! - si lamentó Chloe.

- Neanche io... aspetta! Ho un’idea! Vuoi che ti legga una storia Chloe? Mamma posso????

- Ti mamy puó? 

- EI ei ei cosa è successo a voi due? Non litigate più? - rise - e va bene ma solo una storia. Poi vi voglio a nanna che domani avete scuola!

- Va bene! - dissero in coro salendo al piano di sopra.

Approfittammo di quel momento di liberà per sistemare il soggiorno e per coccolarci sul divano. La crisi sembrava rientrata. Verso mezzanotte andammo in stanza. Liam dormiva come un angioletto così ne approfittammo per continuare quello che avevano interrotto sul divano. 

- Quanti altri giorni mancano? Io sto impazzendo... ti voglio.

- tre settimane amore, lo so... è un inferno anche per me ma whale è stato categorico.

- Uff!! Fammi un favore allora, copriti e mettiti a dormire prima che io impazzisca.

- Killian, sono coperta! - Mi fece notare il suo pigiama

- Non è abbastanza! - scoppió a ridere e successivamente risi anche io. Lasciammo stare quell’argomento così stressante e stretti l’uno nelle braccia all’altra  ci addormentammo. Erano solo le quattro del mattino quando una piccolina di nostra conoscenza venne a trovarci.

- Papo... - disse tirandomi la maglia del pigiama. Anche ad occhi chiusi e ancora intontito dal sonno riuscii a percepirlo: stava singhiozzando! 

- Amore.... che succede? - le dissi prendendola e portandola tra me e Emma che si svegliò anche lei avendo il sonno leggero

- Ho fatto butto sogno! 

- Oooh mi dispiace principessa, vuoi raccontare a me e alla mamma cosa hai sognato? Può aiutarti a non avere più paura. - Ho vitto coccodillo cattivo. Lui... lui ha.... - inizió a piangere spaventata.

- Piccolina non fare così! Era solo un brutto sogno: quel coccodrillo cattivo che hai visto non esiste. 

- No vero! Etitte. - collegai quel sogno al fatto che qualche giorno prima con l’asilo andó a visitare lo zoo.

- Si esistono, ma non sono così cattivi come immagini ok? Tranquilla amore mio! Papà e mamma ti difenderanno da qualsiasi coccodrillo. Ora torna a dormire ok? 

- Qui? - chiese abbracciandomi forte. Sospirai... 

- Va bene amore ma solo stanotte. - è vero lo dico ogni volta lo so, ma cosa posso farci se mi guarda con quegli occhioni a cui non posso resistere?

***

Il mattino seguente accompagnai io le bimbe a scuola mentre Emma rimase con Liam. Il viaggio fu più lungo del solito. Pensavo che ormai fosse un capitolo superato e invece no: l’argomento di conversazione per tutto il viaggio fu il mio famoso tatuaggio. Erano arrabbiate con me per via di Milah... mi correggo: Leila era arrabbiata, Chloe anche se non capiva spalleggió convinta sua sorella. Erano solo bambine, eppure quella loro delusione mi fece male. Aspettai con loro il suono della campanella e dopo aver accompagnato la piccola nella sua classe mi recai al porto per lavorare. Non era in programma ma trovai Emma e il nostro piccolino ad aspettarmi. 

- Amore mio ciao! Che ci fate qui? - la baciai per poi dare un bacino anche al mio campione.

- Volevo far vedere al nostro caro Liam dove lavora il suo papà. - sorrise fiera - Con le bimbe tutto ok?

- Diciamo di sì... a parte il fatto che Leila mi odia.

- Ancora per la storia di ieri? Ma dai che non ti odia. Sei tu che ti fai troppi film mentali e a proposito di Leila, ho incontrato Belle stamattina. Organizza un pomeriggio giochi a casa sua e a invitato la nostra bimba. Tranquillo non sarà da sola, visto che ci saranno anche bimbi più piccoli l’invito è stato aperto anche a chloe e quindi, visto i precendeti, ho chiesto a mamma di accompagnarle e restare con loro. 

- Mmm... non so se mi piace l’idea che stiano a casa di quello.

- Saranno sorvegliare killian e poi pensaci: Avremo il pomeriggio libero tutto per noi... Liam conoscendolo dormirà  beatamente. - disse maliziosamente.

- Un pomeriggio con te senza poter fare quello che desidero è una tortura lo sai si? - le dissi accarezzandola 

- Beh conosco dei giochini molto carini che possiamo fare senza necessariamente... capisci a me! - tutto questo lo sussurró nel mio orecchio provocandomi una lunga serie di brividi. 

- Ah si...? - la strinsi maggiormente a me - Allora ci vediamo questo pomeriggio moglie.

- A dopo marito. 

Mi misi subito a lavoro ma niente: non riuscivo a concentrarmi. Lavorare con il pensiero fisso di Emma  e del pomeriggio intenso che avremmo trascorso mi portó a fare solamente casini. Desideravo mia moglie con tutto il mio essere, erano solamente due settimane che non avevamo incontri ravvicinati è vero ma per me era un’eternità. Le uniche due volte che abbiamo fatto passare così tanto tempo fu per la nascita delle bambine... ok niente da fare, non riuscivo a concentrarmi.  incaricai Spugna di terminare anche il mio lavoro e corsi a casa. 

Emma stava preparando il pranzo e nel mentre canticchiava, era una visione celestiale. Mi avvicinai a lei e le strinsi i fianchi: 

- Pronta per un pomeriggio indimenticabile? 

- Killian amore mi hai spaventata! Non ti ho sentito rientrare. 

- Faceva parte dell’effetto sorpresa! Allora... che programmino hai in serbo per me?

- Mmh innanzi tutto mangiare! Poi, una volta lavati i piatti, sparecchiato la tavola, sistemato parte della cucina e del soggiorno farò mangiare Liam e poi....

- E poi facciamo che tutta la prima parte la saltiamo e attendiamo che Liam si svegli per mangiare facendo cose più divertenti ok? - iniziai a baciarla ma neanche dopo trenta secondi dall’inizio della mia performance ecco Liam reclamare la sua mamma.

- Ma non doveva svegliarsi dopo pranzo? 

- Non ha mangiato molto prima, forse è per questo. 

- Te lo dico io... ha capito quello che stiamo facendo e vuole rovinarci i piani. Quel piccolo furbetto ti vuole tutta per se e non va bene! 

- Scemo - mi bació - vado da lui, torno subito.

Passó una buona mezz’ora prima che tornasse al piano di sotto, ormai anche il pranzo era pronto così decidemmo di mangiare. Una volta pranzato si alzò per iniziare a sistemare la tavola ma la fermai.

- No no no! Ora voglio il dolce!

- Le tue marmocchie hanno spazzolato tutto, non c’è il dolce, devo fare la spesa.

- Non un dolce qualsiasi amore! Voglio te e ti voglio qui. - con il braccio sinistro, quello dell’uncino, liberai il tavolo da tutti quei gingilli e prendendo in braccio mia moglie la adagiai lì sopra.

- Mah... killian??? - il suo sguardo era tra l’incredulo e il divertito - i piatti...

- Shhh! Li ricompreremo. - la zittii per poi prenderla a baciare con vigore. Come immaginavo non si oppose e dammo finalmente inizio al nostro pomeriggio di fuoco. Avevo in mente non so quante per quel pomeriggio ma tutto si dissolse al vento quando mia suocera entró in casa con entrambe le bambine. 

- O SANTO CIELOOO! - esclamó per poi portare fuori le piccole e rientrare - MA CHE CASPITA... ODDIO NON VOGLIO GUARDARE ! KILLIAN RIVESTITI PER CORTESIA! - disse tenendo le mani davanti agli occhi e girandosi di spalle.

- Mamma è a dorso nudo che sarà mai... pensa se fossi entrata tra cinque minuti - rise facendola innervosire.

- Io vorrei sapere che ti passa per la testa! Ma che caspita stavi facendo è?

- Secondo te? - rispose sfidandola 

- Ora capisco perché non rispondevi al telefono. tranquilla, continua pure a fare... beh qualsiasi cosa tu stavi facendo, ci penso io alle tue figlie. - fece per uscire 

- Mamma aspetta! Che c’entrano le bambine? Non eravate da Belle? È forse successo qualcosa? 

- Perché pensi sia qui è? Non so cosa sia successo so solo che chloe ha visto Tremotino e ha cominciato a gridare terrorizzata, nessuno è riuscitona calmarla così ha provato anche Leila... beh è successa una cosa stranissima: ha cominciato a piangere anche lei e come ciglieggina sulla torta ha litigato con Gideon per motivi a tutti noi lì presenti sconosciuti - bene... benissimo direi, non solo siamo stati interrotti da mia suocera per la milionesima volta, ora anche un nuovo problema in corso. Quella giornata sarebbe stata eterna. Controvoglia mi rivestiti e aspettai che Snow portasse le bimbe dentro. Non so chi tra le due era più disperata. 

- Mah... piccoline! Possibile che vi mandiamo a giocare e voi tornare così? - dissi dolcemente - che cosa è successo? 

- Io detto a te che coccodillo etitte! Tu no creduto a me! - il coccodri.... o mio Dio... se Snow l’ha vista piangere per gold il coccodrillo del suo sogno era.... 

- Chloe amore di papà! Mi spieghi cosa hai sognato questa notte? Come era fatto questo coccodrillo? 

- Killian non penserai che...

- Si Emma penso proprio questo invece. Allora Chloe racconta tutto a papà! - provai a spronarla ma niente il panico stava prendendo il sopravvento su di lei. Cosa mai poteva essere accaduto in quel benedetto sogno?

- Te lo dico papà! - intervenne sua sorella - Chloe mi ha fatto vedere il suo sogno. So cosa ha visto. L’ho visto anche io.

- Lo hai visto anche tu? Come? - chiese Emma confusa 

- Mi ha preso la mano e me lo ha fatto vedere. - magia... Chloe aveva usato la magia per comunicare con sua sorella. Roba da non crederci, neanche Emma credo riuscirebbe a fare una cosa del genere.

- Ok va bene non ti alterare - rispose sua madre vedendo il tono altezzoso di sua figlia. - ci racconti cos’è successo in questo sogno? 

- Chloe ha visto che il coccodrillo tagliava la mano a papà! 

- Cosa??! - dissi io incredulo. Aveva visto parte del mio passato? Ma come era possibile una cosa del genere? Pensai che forse sua sorella  le avesse letto quella storia ieri sera ma poi ricordai che stavamo leggendo la storia di cappuccetto rosso.  Bene la situazione peggiorava dinora in ora... non bastava il tatuaggio, ora anche questo!

- Si hai sentito bene! Non solo hai amato una donna che non era la mamma, ma ti sei fatto pure tagliare la mano per lei!!!!!!! 

- Leila tesoro non è come...

- Non voglio sentire niente papà! È tutta colpa tua! È tutta colpa tua se io non potró mai  avere  un abbraccio con tutte e due le mani da te!- scappó di corsa al piano di sopra lasciandomi con uno squarcio sul cuore non indifferente.

- Mamma per cortesia porta Chloe a prendere un gelato magari riesci a calmarla, qui abbiamo un problemino non indifferente da risolvere. 

Vidi Snow andare via senza obbiettare e subito dopo vidi Emma avvicinarsi a me e stringermi.

- oiii! Non prenderla a male ok? Era solo spaventata per quello che ha visto, non deve essere stata una bella scena vedere quella parte della tua vita. 

- Emma lasciami un po’ da solo ok? 

- Killian mah...

- No davvero! Non ne voglio parlare. - faceva male... troppo male. Avrei potuto sopportare qualsiasi frase detta da mia figlia, anche un “non ti voglio bene papà” ma niente e sottolineo niente è paragonabile ha quello che ha appena detto. Mia figlia mi ha appena detto che non riceverà mai nella vita,da parte mia, un abbraccio o una carezza come si deve! In pratica mi aveva appena fatto capire che non sarò mai abbastanza per lei.

***

POV EMMA.

Rimasi spiazzata dalle parole di mia figlia. Leila è una bambina intelligente, vuole  bene a suo padre e sono sicura che non pensava minimamente quello che ha detto. Ha voluto dirlo perché sapeva che lo avrebbe ferito. Era arrabbiata con lui per via di Milah e ha colpito il suo tallone d’Achille per trovarsi da sopra e far sentire in colpa killian. Vedere killian con quello sguardo affranto  mi fece male e provai ad avvicinarmi a lui nella speranza di tirarlo un po’ su ma niente da fare, non c’è niente che una maglie possa fare in questo caso. Approfittai del fatto che voleva stare da solo per raggiungere mia figlia e fare quattro chiacchiere con lei. Si, era una bambina ma stava diventando grandicella e doveva imparare a capire che le parole vanno misurare perché possono ferire. Entrai nella sua camera e la trovai distesa sul letto a piangere. 

- Leila tesoro...

- Non voglio parlare mamma! 

- Tuo padre non vuole parlare, tu non vuoi parlare... e io con chi parlo scusa? - le disse dolcemente cercando di farla ridere ma non funzionó. - ascolta, non sei costretta a parlare ma almeno lascia parlare me ok? - annuì - la vita è  imprevedibile tesoro, non si sa mai quello che può succedere o cosa ha in serbo per te. Per riuscire a capire qualcosa di come funziona il mondo devi vivere, provare, sbagliare. Solo in questo modo troverai la tua strada. Se la nonna e il nonno non mi avessero abbandonata io ora non sarei qui a parlare con te sai? Per 28 anni della mia vita li ho odiati, ero arrabbiata con loro per avermi lasciata sola ad affrontare una vita a dir poco brutta; ma adesso li ringrazio... è tutto merito loro se ora ho tutti voi. - non disse nulla - Hai incolpato papà di avere avuto  un’altra donna prima di me, ma perché non hai rimproverato me? Tu lo sai che papà non è biologicamente il padre di Henry  eppure non hai mai fatto polemiche sul fatto che la mamma fosse stata fidanzata con un altro uomo prima di papà. 

- Non ci avevo pensato! - rispose. 

- E ora che hai pensato che mi dici? Sei arrabbiata anche con me?

- No perché non ci sarebbe Henry altrimenti e io a Henry gli volto bene.

- Ho capito... e per quanto riguarda Gideon invece? Vuoi dirmi perché avete litigato? Prima di venire su in camera da te ho chiamato la sua mamma e mi ha detto che il tuo amichetto è molto triste. Lui dice di non averti fatto nulla di male è così?

- Io non voglio più vederlo! - sentenzió decisa anche se si tradì. Con la bocca poteva anche mentirmi ma non con gli occhi: vidi scendere un paio di lacrime non appena pronuncio quell’ultima frase. 

- Spiegami il perché almeno. 

- Perché lui è il figlio di quello che ha tagliato la mano al papà.

- E quindi? Che colpe ne ha Gideon è? Non decidiamo mica noi chi siamo i nostri genitori. A te siamo capitati io e papà, a lui Belle e mr gold. 

- Suo padre a fatto male al mio papà! - continuó a dire convinta e irremovibile. 

Ma di tutti i caratteri del mondo, mia figlia proprio il mio doveva ereditare? Se è così difficile parlarle a sette anni non oso immaginare come sarà affrontare un discorso con lei da adolescente. 

- Vediamo se riesco a farti capire cosa voglio dirti raccontandoti questo... È vero, Tremotino, mr gold, coccodrillo o come si chiami lui, ha fatto cose brutte e ingiustificabili nella sua vita. 

- Visto? Ho ragione, è cattivo.

- Può essere, ma ha fatto anche cose buone. Lo sai che se mr gold non fosse esistito Henry a quest’ora non sarebbe qui? - la vidi sgranare gli occhi.

- - il papà di Gideon era il tuo fidanzato? 

- Cosa??? No amore certo che no! - solo il pensarlo mi veniva il voltastomaco - però lui è il nonno di Henry. 

- È il papà del suo papà? 

- Si! Io amo Henry tu lo sai e quindi ho deciso di vedere il buono di suo nonno e non quello cattivo. Anche papà ha fatto molti errori nella sua vita così come anche io eppure abbiamo sempre lasciato correre le cose negative perche quelle positive erano di gran lunga migliori. 

- Mamma...

- Aspetta non ho finito: tu sei arrabbiata con mr gold perché ha fatto male al tuo papà giusto? 

- Si!

- Ma fidati il male che gli hai fatto tu con quella frase è di gran lunga superiore. Papà preferirebbe farsi tagliuzzare pezzettino per pezzettino piuttosto che sentire uno dei suoi figli dirgli che non sarà mai abbastanza per loro. 

- Io non ho detto questo. Io voglio bene a papà. Lui è il migliore di tutti i papà che ci sono sulla Terra. Lui sa fare tutto, mi fa fare tutto e mi copre con te se faccio qualche guaio. 

- Io lo so che non hai compreso a pieno le parole che hai pronunciato prima, appunto per questo sono venuta a parlartene. Papà ha avuto una fidanzata che ha te non piace, ok va bene: questo fattore negativo peró vale più di tutto quello che hai appena elencato? Ovvero che papà fa e farebbe tutto per te? 

- No! Bisogna sempre guardare le cose migliori perché tutti possono sbagliare. 

- Bravissima tesoro, bisogna sempre scegliere di vedere la parte migliore di una persona. 

- Scusa mamma, ora ho capito! - mi abbracciò - posso andare a chiedere scusa a papà?

- Certo che sì, sono sicura che lo renderai felice. - saltó letteralmente giù dal letto e corse al piano di sotto dove poco prima avevamo lasciato Killian. La seguii, ma quando arrivammo giù killian non c’era. Mi aveva lasciato un biglietto sul tavolinetto vicino all’ingresso : “vado a schiarirmi le idee”. 

- Mamma?!?! Papà dove è andato?  - bella domanda. Non mi preoccupava tanto il dove fosse, ma il cosa stesse facendo. Conoscendolo come minimo era in qualche bar da quattro soldi ad ingurgitare rum scadente. Fui tentata di chiamare mia madre per dirle di venire a casa per sorvegliare anche Leila e Liam ma poi cambiai idea: Leila già aveva intuito qualcosa, immaginava che il suo papà si fosse allontanato a causa sua... se fossi uscita a cercarlo le avrei confermato solamente quell’ipotesi che si faceva piano piano spazio nel suo cervello. Decisi di restare con lei e insieme a chloe, che era da poco tornata, preparammo la cena per il loro papà. Fortunatamente non si fece arrendere a lungo, prima dell’ora di cena era già a casa  e la cosa  che più mi fece piacere fu scoprire che non aveva bevuto.

- Eccoti! - lo abbracciai... - mi stavo preoccupando. Stai bene? - gli chiesi scrutandolo.

- Staró meglio tra poco. 

- Vieni di la le bambine vogliono...

- A proposito di bambine... chiamale e falle venire qui, devo dirvi una cosa... - doveva dirci cosa? Cominciavo a preoccuparmi sul serio... 

- devo preoccuparmi? 

- Vai a chiamarle... si limitò a dire. - feci come mi venne chiesto, chiamai le bimbe e insieme ci sistemammo sul divano del soggiorno. Chloe corse subito in braccio al suo papà e lo riempì di bacini, la visione che aveva avuto in quel sogno non l’aveva per nulla tranumatizzata, il gelato le aveva rimosso ogni paura. Leila gli si avvicinò cauta ma non appena inizió a parlare lui la bloccó:

- Aspetta, devo prima dirvi una cosa... ho pensato a tutto quello che è stato detto in questi due ultimi giorni e ho capito che forse non avete poi tutti i torti - si riferiva alle bambine - non ho una mano e sono limitato in molte cose... non è mai stato un problema per me fino ad oggi. Oggi ho capito che questa limitazione è un vero problema, sopratutto per voi, e io non voglio sia così. Ho parlato con Mr gold ma lui non può più aiutarmi... non può restituirmi quello che mi ha tolto, molte cose nel suo negozio con la battaglia finale sono andate perdute... però posso ricorrere alla tecnologia moderna e farmi aiutare. Butteró questo pezzo di metallo e mi farò mettere un congegno che somiglierà a tutti gli effetti ad una mano vera così potrò farvi felice e accarezzarvi come avete sempre sognato. 

- Killian tesoro...

- Papà...

- C’è ancora una cosa: è vero Leila, non è carino nei confronti di tua madre avere sul braccio il nome di un’altra donna. Ho amato questa donna non lo nego ma non tenevo il suo nome sul braccio per un sentimento romantico nei suoi confronti... lo tenevo come promemoria di quella che era una vita passata. Il problema non sussiste più però! - alzó la camicia e vidi al posto del suo tatuaggio una benda. Mi affrettai a toglierla e vidi che aveva provato a far rimuovere il tatuaggio ma visto che non vengono mai rimossi definitivamente si era fatto tatuare altro e ora sul suo braccio vi erano un uncino e un cigno che formavano un cuore con all’interno le seguenti iniziali : H, L, C, L. Le iniziali dei nostri gioiellini,tutti e quattro. Lo ammetto era un tatuaggio magnifico ma non era il suo posto.... guardai Leila e le feci capire che era il momento.

- Papy io volevo chiederti scusa... io non volevo che pensassi tutto questo. Ero arrabbiata perché non c’era il nome della mamma sul tuo braccio è vero ma ora ho pensato meglio a tutto e ho capito che non è un problema. Tu mi aiuti sempre e mi vuoi bene e questa è la cosa più importate. Del tatuaggio non mi importa nulla, so che ami la mamma e mi basta questo. Per quanto riguarda la tua mano invece... io ti preferisco con l’uncino... amo i tuoi abbracci e le tue coccole, sono speciali e nessuna bambino esclusi chloe e Liam possono averne uguali ai miei. Mamma mia ha fatto capire che bisogna vedere solo il lato bello delle persone e io riflettendoci ho capito una cosa: Sei speciale così come sei papà. - prese il suo braccio e con un gesto della mano fece sparire il nuovo tatuaggio per fare spazio a quello di sempre. 

- Papo peciale e tatuaggio bello! - disse anche Chloe ripetendo le parole di sua sorella. - Killian si commosse a quelle parole e si mise a terra in ginocchio. Le bambine furono subito addosso a lui!

- Vi amo piccole mie!

- Anche noi papà!

- Ti, ma ola vieni, noi abbamo plepalato la cena pe te! - così dicendo lo condussero in cucina. 

Bene anche questa crisi era ufficialmente conclusa. Nel corso della loro vita purtroppo  attraverseranno momenti difficili e di sofferenza... speriamo solo che questo giorno rimanga impresso nelle loro mente cosìcche possano ricordare una cosa fondamentale: bisogna sempre guardare il meglio di ogni persona.

 

Note dell’autore: ho avuto un piccolo blocco dello scrittore in questi giorni ma eccomi nuovamente qui. Non è uno dei miei capitoli migliori ma spero comunque che vi piaccia. Ho preso spunto da una puntata della quarta serie dove appunto Emma diceva queste parole a Killian. Ma quanto era bello vederli sullo schermo? Aaaahhhhhh.... mi sciolgo solo a pensarci. Vi auguro una buona lettura ragazzi, a prestoooooo!

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Capitolo 41
*** Lei è solo mia ***


 

POV KILLIAN.

Lo so... lo so che non avrei dovuto farlo, che è  stata una cosa poco nobile e tutto quello che volete ma io proprio non ci sono riuscito a starmene con le mani in mano mentre mia moglie se ne stava seduta ad un tavolo da Granny con quel Mr. muscolo da strapazzo del suo migliore amico. Ero geloso? Si! Mi dava fastidio vederla con un altro uomo che non fossi io? Non immaginate neanche quando però non me la sono sentita di dirle di no quando quella sera mi chiese se fosse un problema per me se lo incontrasse. Mi fido ciecamente di Emma non fraintendetemi, so che il nostro è vero amore e non lo metto assolutamente in dubbio, è di quella specie di burattino umano che non mi fido minimamente ed è per questo che quella sera decisi di seguirli. Non è una cosa di cui andarne fieri lo so ma non sono riuscito proprio a trattenermi. Penso che un pochino lo abbia intuito anche lei che fossi geloso infatti portó Liam con se dicendomi: “così tornerò prima di quando tu possa immaginare”.

Restai all’incirca quaranta minuti li, dietro la staccionata del locale con un quotidiano tra le mani per non farmi riconoscere, poi decisi di tornare a casa... Emma non meritava questo mio comportamento, non avrebbe fatto nulla di male ed era giusto che avesse i suoi spazi. 

Si... questo era quello che pensai quella sera e per il resto della settimana; poi, quando mia moglie inizió ad uscire ogni singolo giorno lasciandomi tutti e tre i pargoli e non dicendomi dove fosse diretta, se non la solita scusa “ho delle commissioni da sbrigare”, il pensiero di lasciarle i suoi spazi andó a farsi benedire. Avrei voluto seguirla, di nuovo, volevo capire dove trascorresse i suoi pomeriggi, ma avevo i bambini con me e di sicuro loro si sarebbero fatti sgamare; decisi quindi di chiamare  il mio amico fidato spugna e gli chiesi di controllarla. 

Il primo giorno era da Granny, il secondo in una boutique, il terzo in un centro commerciale... tutte e  tre le volte era da sola. Fu quello che sugna mi riveló il quarto giorno che mi mandó su tutte le furie:  Emma quel pomeriggio era andata a casa di August. Il mio sangue cominció a ribollire nelle vene. Non potevo credere alle mie orecchie, mia moglie..... no! Non potevo neanche immaginare una cosa del genere. Il mio primo pensiero fu quello di raggiungerla e beccarli in fragrante ma poi cercai di fare mente locale: io ed Emma non stavamo vivendo nessun periodo di crisi, sembrava andare tutto bene tra di noi, non avevamo rapporti da un po’ è  vero ma solo per via che aveva partorito da circa un mese... non credevo che fosse andata da August per quel motivo. Non avevo quindi nulla in mano per poter affrontare il discorso con lei e quindi decisi di non dirgli nulla, volevo vedere cos’altro sarebbe successo. Tornó a casa dopo ben quattro ore e come se niente fosse mi corse in contro per baciarmi, era più felice che mai. Per quale motivo era così felice? Non lo so... so solo che non appena le sue labbra sfiorarono le mie mi scansai. Fu un gesto istintivo il mio, molto probabilmente dettato dal fatto che mi sentivo messo da parte. 

- Killian?!?- esclamó sorpresa di tale reazione - Tutto bene? Sembri strano. 

- Tutto bene love, sono solamente stanco. 

- Non me la bevo Killian! So quando c’è qualcosa che non va. Perché non me ne parli? - sembrava preoccupata e quello sguardo mi bastó per capire che stavo solamente esagerando. Era mia moglie per la miseria, la conoscevo come le mie tasche, come mi era venuta in mente l’idea che forse mi stava tradendo? Molto probabilmente aveva avuto un motivo più che valido per andare da lui. Si, non c’era altra spiegazione. - Allora? Vuoi dirmi che succede? - continuó imperterrita.

- Ma no niente tesoro è stata solamente una giornataccia! - cercai di recuperare  

- Le bambine hanno combinato qualche pasticcio per caso? 

- No, loro sono state bravissime. Davvero Emma sto bene, è tutto passato. Scusa se sono stato scortese ok? - mi avvicinai per baciarla ma un piccolo particolare mi saltó all’occhio riportando in me altre paranoie. C’era un “livido” sul suo collo. Un livido molto particolare. Accidenti! Allora i film mentali che mi stavo facendo non erano solamente dei film...

- E questo? - Le dissi senza mezzi termini. il mio sguardo era serio.

- Questo cosa? - domando non capendo a cosa m instessi riferendo - Killian sei sicuro di sentirti bene??? 

- Guardati allo specchio avanti! - titubante fece come le chiesi di fare e una volta davanti allo specchio la vidi sorridere - Non c’è proprio niente per cui ridere!

- Invece sì tesoro! - mi rispose.

- Dove sei stata e chi te l’ha fatto quel coso?

- Seriamente killian? - il mio sguardo parlava chiaro, volevo risposte. Quel sorriso che fino a poco prima era sul suo viso si spense per lasciar posto a un’aria decisamente più cupa, non so dire se fosse triste o stranita.       

- Ok! Se proprio ci tieni tanto... Sono stata da August per un favore che gli avevo chiesto di farmi e questo - indicó la macchia sul suo collo-  questo me l’hai fatto tu ieri sera quando ti lamentavi di non riuscire a dormire! - vidi improvvisamente i suoi occhi riempirsi di lacrime e li mi maledii per la seconda volta per essere stato troppo irruento. Ero proprio un debole... anche se avevo delle crisi di gelosia non riuscivo ad essere in collera con lei.

- Emma... io... beh pensavo....

- Non c’è bisogno che ti aggiunga nulla! So cosa pensavi. 

- Ma io...

- Lasciami in pace Killian! Grazie per aver rovinato tutto! - fece per andare via ma la fermai

- Rovinato cosa? - chiesi non capendo il senso delle sue parole. 

- Non deve interessarti. Non più almeno! - E con quelle ultime parole scappó al piano di sopra. 

Bravo Killian... questa volta l’hai combinata davvero grossa. La lasciai smaltire la rabbia dopodiché tentai di parlarle... niente non ne voleva sapere. L’avevo delusa. Arrivó Regina qualche ora dopo esordendo con un “sei proprio un idiota.” Aveva ragione.

- io non volevo Regina ma mettiti nei miei panni: è andata a casa di quello lì e torna con quel coso... - le dissi dopo aver raccontato la mia versione dei fatti.

- Tu come fai a sapere dove fosse? - aia.... sono completamente fottuto. 

- Beh diciamo che...

- La verità Killian!

- Ok lo confesso: l’ho fatta seguire.

- Hai fatto cosaaaaa??? Killian dico io ma che ti è preso è? Pensi davvero che lei possa tradirti? Dopo tutto quello che avete passato insieme e dopo tutto quello che ha fatto lei per riportarti in vita. Emma è venuta fino negl’inferi per salvarti se non te lo ricordi e come se non bastasse ha portato Henry con se esponendolo a un grande pericolo. Dovresti baciare il terreno su dove cammini Killian non farle questo. Vado da lei.

- Aspetta... - la fermai - hai perfettamente ragione su tutto... ho reagito male è vero ma non per lei. Io non sopporto August Booth, lui le sbava letteralmente dietro e ho paura che possa portarmele via. Io e Emma siamo legati dal vero amore e so che le mie sono solo paranoie ma non posso farci nulla: lei è troppo bella e chiunque potrebbe portarmela via, perché non potrebbe farlo proprio il suo migliore amico? 

- Dici cose senza senso, sai che il vostro è vero amore ma hai paura che te la portino via. Smetti di essere geloso e viviti la tua vita con il tuo vero amore. Non vi fa bene tutto questo. 

- Hai ragione... 

- lo so! Ora vado a parlarle.

- Aspetta! Posso andare io su da lei? Non voglio sia in collera con me.

- Per quanto odi ammetterlo lei non è in collera con te. Secondo me avrebbe dovuto darti due schiaffi ben assestati piuttosto che piangersi addosso come sta facendo ora. Fammi andare da lei, le parlo un attimo mettendoti in buona luce, non sia mai diventi aggressiva improvvisamente, e poi ti lascerò parlare con lei. 

- Ok...

Persi il conto di quante ore se ne starono chiuse in camera ma ecco finalmente scendere Emma al piano di sotto.

- Amore miooooo! - le dissi, non vidi Regina scendere con lei - Regina? 

- È andata via. - si limitò a rispondere. Evidentemente aveva usato la magia. 

- Senti tesoro io volevo scusarmi con te... sono stato troppo avventato, quell’uomo non mi piace e mi sono fatto prendere da mille paranoie inesistenti. Lo so... sono un coglione ma ci tengo davvero tanto a te e non voglio perderti.

- Vedi Killian... per una volta devo dirti che hai perfettamente ragione: sei un coglione. Pensavi davvero che avessi iniziato una relazione con August? 

- Non sapevo che pensare ok? Non mi dicevi mai dove fossi diretta... eri sempre vaga e io ho avuto paura. 

- Non ti ho detto nulla per il semplice motivo che non c’era nulla da sapere. Sono stata da granny e per centri commerciali, avevo bisogno di staccare un po’ la spina... tutti e tre i bimbi tutto il giorno tutti i giorni non sono semplici da gestire. Ma mai e dico mai ti ho tradito o ho solo pensato di farlo. Sei fuori strada e se può consolarti non credo che lo farò mai, mettitelo dentro quella zucca vuota. 

- Non sei tu il problema, mi fido di te...  è di quello che non mi fido.

- Se provasse anche solo a  fare qualcosa lo fermerei per tempo tranquillo. E poi non se la passa tanto bene... ho parlato con Marco un po’ di giorni fa e mi ha detto che si sta nuovamente trasformando.  A parte il favore che gli ho chiesto è giusto che lo vada a trovare ogni tanto... è mio amico.

- Hai ragione... scusa ancora. - le diedi un bacio e lei se lo lasció dare senza problemi. 

- È tutto risolto? - le chiesi 

- Non abbiamo litigato killian... ci sono rimasta malissimo è vero ma non abbiamo litigato. Certo non mi passerà dall’oggi al domani ma tranquillo prima o poi mi passerà 

- Cosa posso fare per accelerare i tempi? - non volevo vederla così un secondo di più. 

- Sii te stesso e prova a fidarti di me!

Quel suo prima o poi mi passerà mi fece capire che davvero l’avevo delusa e mi spaventai. E se non fossi più riuscito a farla sorridere come prima? No killian, non lo pensare nemmeno... lavora su te stesso e falle capire che non sei più quell’imbecille che oggi ha conosciuto. Posso farcela... io, Killian Jones, posso farcela.

 

POV EMMA. 

Passó esattamente una settimana e tre giorni dal nostro battibecco, Killian sembrava aver capito la lezione e anche io capii che forse  avevo esagerato un po’. In fondo ha avuto un attacco di gelosia e se lo ha avuto è perché mi ama. È vero avrebbe dovuto fidarsi di me ma è pur sempre un uomo e gli uomini quando si tratta delle proprie donne e altri uomini vanno fuor di studio. Dopo una lunga conversazione avuta la sera prima chiarimmo il tutto e ora eccomi qui pronta per uscire.  Volevo metterlo alla prova così indossai un vestitino bianco aderente altezza sopra il ginocchio, quel vestito lo ha sempre odiato eppure nonostante lo vidi guardarmi di sottecchi non disse nulla.

- Amore io esco ok? Ti dispiace tenere Liam? Chloe e Leila le tengo un po’ con me e poi le porto da mamma! 

- ... ok! Si... non... non c’è nessun problema. - si sforzó a dire.

- Grazie amore! - lo baciai per poi prendere la direzione della porta. Prima di uscire mi voltai nuovamente verso di lui.

- Non mi dici nulla amore? Non mi chiedi dove sto andando?- lo provocai - e sopratutto: ti piace il mio vestito?

- È orrendo se proprio lo vuoi sapere ma mi sono ripromesso di farmi i fatti miei e di lasciarti libera. Gradirei utilizzassi questo genere di abbigliamento solo quando ci sono io con te ma mi fido e quindi puoi tranquillamente andare.

- Non sai quanto ti amo gelosone del mio cuore. E comunque anche se non me lo hai chiesto te lo dico: vado un po’ al parco con queste pesti, le lascio a mamma , vado a trovare August che oggi dice di non sentirsi tanto della quale e poi sarò subito da te. 

- Mmmh.... - lo vedevo che stava andando ai matti ma mantenne fede alla promessa fatta a se stesso e non disse nulla sul fattore August - A tra poco allora! Vuoi che pensi io alla cena? - mi chiese. 

- No non preoccuparti, la ordinerò strada facendo. - gli diedi un bacio, se lo era meritato tutto e questa volta uscii per davvero. Passai un paio d’ore con le mie due pesti al parco visto la bellissima giornata dopodiché, anche se loro non erano molto contente, le portai da mia madre la quale a differenza di quanto avevo detto a Killian non sapeva nulla sul fatto che avrebbe dovuto tenerle. È si ho mentito a mio marito ma non potevo fare altrimenti. 

- Allora mamma? - le chiesi non appena le spiegai che non potevo tenere le bambine.

- Mi stai chiedendo di tenerle? Dov’è il problema? Lo sai che io e tuo padre ne saremmo felicissimi.

- Vi dispiace anche accompagnarle domani a scuola? 

- No certo che no! Cosa avete di bello da fare tu e tuo marito è? Non è che per caso volete che vi tenga anche Liam? 

- No mamma tranquilla Liam rimarrà con noi e comunque no, non abbiamo nulla da fare. In realtà... killian neanche sa che ti ho chiesto di tenere le bambine stanotte e gradirei nel caso ti chiamasse che tu non gli dica nulla. 

- Come non lo sa? - la vidi diventare seria - E perché non dovrebbe saperlo? Emma... non gli starai tenendo nascosto qualcosa vero? 

- Mmmh... mamma non sono cose che ti riguardano ok? - forse le risposi in maniera un po’ troppo aggressiva cosa che la fece insospettire ancora di più. 

- Che stai combinando è? Regina mi ha in grandi linee raccontato la litigata con killian della scorsa settimana... non è che ti sei presa una...

- Una cosa mamma? - sapevo dove voleva andare a parare o non volevo di certo riiniziare questa storia anche con lei. - tze ... lascia stare! Io vado! 

- Dove! - esclamó 

- Da August. Problemi? Ciao mamma. 

È vero sono stata un po’ stronza con lei ma sapevo anche che non potevo dirle la verità. La conoscevo fin troppo bene... era meglio se questa cosa rimanesse ancora solo un piccolo segreto. Posteggiai la mia macchina da granny e camminando camminando raggiunsi l’appartamento di August dove passi l’intero pomeriggio. 

 

POV KILLIAN.

Erano le otto di sera e ancora di Emma nessuna traccia, non era da lei rientrare tardi, sopratutto quando diceva di rincasare per cena. Pensai di chiamarla, per vedere se fosse tutto ok, ma poi decisi di non farlo, non volevo che fraintendesse e pensasse che l’ho chiamata per controllarla. Mi sedetti sul divano e mi misi a fare zapping davanti alla tv. Non passó molto che il cellulare squilló avvertendomi di un nuovo messaggio in entrata; lo presi dalla tasca e notai che non era il mio il cellulare in questione: era quello di Emma, molto probabilmente nella fretta di uscire lo aveva dimenticato a casa. Mi avvicinai al mobiletto dov’era poggiato e lo presi in mano: aveva appena ricevuto un messaggio vocale da August. Inizialmente feci finta di nulla, non era il mio cellulare, non era corretto ascoltare cosa quel burattino da quattro soldi voleva dirle ma poi visto che non tornava, che iniziavo a preoccuparmi per quell’assenza e perché ormai ero curioso aprii la chat che aveva con lui. La prima cosa che mi salto all’occhio fu che oltre a quell’audio non vi erano altri messaggi.... mmmh deve averli di sicuro cancellati per paura che io potessi in qualche modi vederli. Le mie mani tremavano... non so se per paura o cosa e alla fine, troppa la curiosità, feci partire l’audio.

“ scusa ma la memoria fa cilecca...era alle sette o alle otto che dovevamo incontrarci? Nel terrazzo dove ti sei sposata giusto? Spero non fossero le sette... comunque sto partendo ora, A tra poco bellezza.”

 

Riascoltai il messaggio non so quante volte e dentro di me si instauró una voglia matta di prenderlo a pugni che neanche potete immaginare. Avevano un appuntamento... di sera e nel posto che credevo speciale per me è mia moglie... che schifo. Lanciai a terra il telefono rompendolo e poi uscii immediatamente di casa con a seguito mio figlio. Sarei andato li e li avrei beccati in flagrante. Volevo proprio vedere come si sarebbe giustificata stavolta la cara Emma! Non solo era con lui ma mi ha anche mentito nel dirmi che sarebbe tornata a casa. Dovevo fidarmi di lei??!! Dopo questo se lo potrà anche scordare. 

Arrivai in prossimità del palazzo, respirai a fondo per farmi coraggio dopodiché salii le scale fini ad arrivare davanti la terrazza. Quando entrai per poco non ebbi un infarto. Con la magia mia moglie aveva creato uno scenario incantevole... molto simile alla sala dove ci eravamo sposati. Al centro vi era un tavolino apparecchiato per due e una piccola orchestra su un lato stava suonando dell’ottima musica. La mia lei era girata di spalle e stava ammirando i ragazzi suonare, aveva un vestito lungo rosso e i capelli raccolti. Era una visione celestiale, e saperla così bella per un altro uomo mi face diventare matto. Notai con piacere che quel depravato ancora non fosse arrivato: “bene adesso ci penso io” ricordo di aver pensato. Mi avvicinai molto lentamente e una volta dietro di lei le misi una mano, quella buona, sul fianco e le baciai il collo. Il mio cuore perse diversi battiti... lei non sapeva che fossi lì e quindi di sicuro si aspettava un altro uomo. 

 

- Vedo che non mi hai fatto aspettare molto... bravo! Sono colpita! - disse con voce sensuale. Mamma mia, avrei voluto seriamente cantargliene quattro ma non era il momento... volevo davvero vedere come avrebbe reagito una volta scoperto che non era August l’uomo dietro di lei. Non dissi nulla e continuai a tenerla stretta a me. 

- Allora mio bel maritino... non hai nulla da dire? - cosa aveva appena detto? Maritino... avevo capito bene? Non mi diede modo di poter far nulla che si giró nella mia direzione e mi sorrise. - che c’è, il gatto ti ha mangiato la lingua?

- Emma tu... io... si insomma io ho... 

- Tu cosa amore? Hai letto il messaggio di August? Lo so altrimenti non saresti qui! Speravo lo leggessi sai? Ho lasciato di proposito il telefono a casa. Se non lo avresti fatto sarei rimasta qui da sola per tutta la notte.

- Mmh... vorresti forse farmi credere che era tutto calcolato per farmi venire qui? Per quale motivo  sentiamo? - la mia voce era dura. Pensava davvero che me la sarei bevuta?

- Non era niente calcolato fino a questo pomeriggio... comunque si! Ho ideato questa cosa per portarti qui... perché? Beh... - mi prese la mano e mi accompagnò accanto alla tavola apparecchiata, prese due flûte, li riempì con dello champagne e me ne diede uno dicendo

- Buon compleanno amore mio! - il suo sorriso era sincero.

- Buon... cosa? 

- È il tuo compleanno oggi vero?

Non avevo mai detto a nessuno il giorno del mio compleanno. Non è mai stato un giorno da festeggiare...  o meglio: per nessuno lo è mai stato se non per mia madre. Se non fosse stato per lei credo che ad oggi non avrei avuto nessuna festa di compleanno. 

- Tu... tu come fai a saperlo? - chiesi stupido. Non ricordavo di averglielo mai detto.

- Strano vero? Che una moglie non sappia la data di compleanno di suo marito intendo... beh diciamo che tua madre mi ha fatto una piccola soffiata.  Spero... spero che non ti dispiaccia. - mi fiondai sulle sue labbra con una foga incredibile.

- Dispiacermi tesoro? Ma quale dispiacermi... hai fatto una cosa che mai nessuno per me aveva mai fatto! Certo mi hai fatto patire le pene dell’inferno in questi giorni ma.... - niente, non riuscii a continuare la frase tanta era l’emozione e tornai a baciarla, cosa che mi riusciva di gran lunga meglio. 

- Frena capitano... la serata non è ancora iniziata! Siediti e goditi la tua festa. 

La vidi occuparsi di Liam dopodiché tornó da me.

- prima di iniziare a cenare c’è una cosa da sistemare - indicó prima il mio vestito e poi il suo. - c’è una differenza di stile non indifferente non trovi? 

- Io... - con un gesto della mano fece sparire i miei vestiti sostituendoli con un smoking. 

- Decisamente meglio amore mio! Adesso possiamo anche iniziare a cenare.               Sulla tavola c’erano tutti i miei cibi preferiti, tutti, nessuno escluso, si era veramente superata.

- Ti piace? - chiese non appena iniziai a mangiare.

- È tutto delizioso... - dissi con sincerità.

- Mi fa piacere, ho passato l’intero pomeriggio a cucinare! 

- Lo hai fatto tu? - Annuì - e dove? Da tua madre immagino... 

- veramente mia madre non sa neanche che stiamo festeggiando e a proposito forse sarà meglio chiamarla domani e spiegarle tutto... l’ho trattata un po’ male oggi e credo che anche lei ha avuto il sospetto di una mia relazione extraconiugale. - alzò gli occhi - dovrei essere offesa sapete? Eppure non lo sono.. anzi sono orgogliosissima di quello che ho fatto durante questa settimana.

- Possiamo non parlarne? Mi hai fatto morire...

- Non era mia intenzione te lo giuro. - si alzó per raggiungermi e abbracciarmi. - finisci di mangiare poi ho una sorpresina per te

- Per me!

- È il tuo compleanno amore e come ogni compleanno che si rispetti c’è un regalo da scartare. Chissà magari con la scusa mi perdonerai anche per averti fatto pensare cose non vere.

- Sei già sulla buona strada per farti perdonare e comunque il regalo lo voglio ora -  dissi baciandola più e più volte.

- Dovrai aspettare perché io mi sono impegnata tanto per prepararti tutto ciò! 

- Hai ragione amore! - continuammo a cenare poi finalmente potei chiederle per una seconda volta la mia sorpresa. 

- E va bene... - allungó nella mia direzione un pacco regalo - spero che ti piaccia. - lo aprii e al suo interno trovai un libro. Non era un libro qualunque, la copertina era la stessa del famoso libro di fiabe di Henry, vi era solamente una differenza: sotto la scritta “once upon a time” vi era un’altra scritta più piccolina che citava la frase “ la nostra vita insieme”. Non persi tempo e iniziai a sfogliare il libro. Tutta la storia della nostra famiglia era lì, scritta nero su bianco. Iniziava con il primo incontro mio e di Emma sulla pianta di fagioli per poi arrivare all’ultimo evento importante della nostra famiglia: la nascita del piccolo Liam.  Le restanti pagine del libro erano bianche e sulla prima vi era una scritta: “continue... “

- Emma tesoro è.... è a dirmpoco meraviglioso, non avresti potuto farmi regalo migliore. 

- Sono contenta che ti piaccia e ora posso svelarti il tutto: è per questo motivo che non ti dissi nulla di dove stessi andando nei giorni passati, è per questo che sono stata a casa di August. Lo ha realizzato lui. - mi sentii un perfetto idiota... stavo davvero iniziando a pensare che potesse avere una particolare simpatia per quel suo amico e invece? Stava solo pensando a me. - una cosa però non ho ben capito amore mio... come facevi a sapere dove fossi se eri a casa con i bambini? - mi scrutó con lo sguardo e li mi sentii ancora più un’idiota... davvero avevo fatto seguire mia moglie? 

- Io... beh...  io non sapevo cosa pensare e quindi io... si insomma - avevo paura a dirglielo, credevo che la serata sarebbe finita in tragedia.

- Hai mandato spugna  a spiarmi. - disse lei - lo sapevo! L’ho  beccato a seguirmi. La prossima volta che decidi di farmi spiare trova qualcuno di più discreto ok? - stranamente la prese bene.

- Non credo che ti farò seguire mai più! Scusami davvero amore, sono stato preso da un attacco di gelosia assurda. Non sono mai stato un tipo geloso ma da quando ho te... beh... tu sei mia punto e basta. 

- Non vorrei essere di nessun altro credimi amore. - si alzó e mi prese la mano - non mi hai ancora chiesto un ballo!  È una vita che non ne facciamo uno... - non me lo lasciai chiedere due volte, la presi per mano e la condissi al centro della sala per poi dare inizio alla nostra serata danzante. Ballammo per ore e in tutto quel lasso ti tempo non smisi di guardarla negli occhi neanche per mezzo secondo. Fu lei ad interrompere quel contatto magico per tornare al tavolo e chiedermi di raggiungerla. Con un gesto della mano fece sparire gli avanzi della cena sostituendola con una torta a due piani con sopra un uncino e un cigno che uniti formavano un cuore. Vi era anche una candeline sulla Torta ma non vi era nessun numero... bensì un punto interrogativo. 

- Non sono proprio a conoscenza della tua vera età... so che ci aggiriamo sui duecento è qualcosa ma non ciò mai capito nulla! - rise. Mi avvicinai al suo orecchio e le svelai il tanto ambito segreto. - uuuuh! Ma davvero? Wow! Sono sempre stata affascinata dagli uomini maturi. - mi bació - avanti ora, esprimi un desiderio e soffia la candelina. - chiusi gli occhi, pensai alla cosa che più desideravo al mondo dopodiché presi un respiro profondo e spensi la candelina. Neanche il tempo di riaprire gli occhi che ecco Emma porgermi una busta. 

- E questa? - Chiesi 

- Aprila, magari il tuo desiderio si è già avverato. - presi la busta. L’aprii e lessi il suo contenuto.  Era un referto del Dottor Whale ma era scritto in termini troppo medici per essere compreso da un pirata come me.

- Dovrei essere felice? - le dissi sventolando la busta. 

- Beh giudica un po’ te: mi ha considerato guarita completamente!

- Quindi...

- Quindi possiamo festeggiare il tuo compleanno come si deve amore. È per questo che ho lasciato le bambine da mamma per avere un dopo cena degno di essere chiamato tale. 

- Ma quanto ti amo! - la baciai e iniziai a far vagare le mie mani su tutto il suo corpo, avevo aspettato un mese, volevo mia moglie e la volevo ora. 

- Killian... killian aspetta! 

- Non voglio più aspettare amore! - continuai a baciarla - ho aspettato fin troppo. 

- C’è Liam tesoro! - mi ricordó che il piccolino era qui con noi. - si sta facendo farti e inizia  a fare freddino... dovremmo riportarlo a casa. 

- Hai... hai ragione! - con la magia ci telefrasportammo  a casa, Emma mise a letto il nostro bimbo dopodiché mi raggiunse per per poter iniziare  la nostra notte di passione. 

- È stato il compleanno più bello di sempre - le dissi tra un bacio e l’altro - ti amo!

- E questo non è niente amore mio! Ho ancora in serbo qualcosa di speciale per te - ammiccó accendendo ancora di più quel desiderio di averla. 

- Ah si? E che cosa? - la provocai 

- Come cosa... i dolci doveri  coniugali di una moglie tesoro! 

- Beh cosa stai aspettando allora... Sono tutto tuo.

ebbene si, la mia dolce mogliettina mi aveva tirato proprio un bello scherzetto nei giorni precedenti, non ne era consapevole lo so eppure era riuscita a istaurare in me un sentimento che nella mia vita non avevo mai provato: la gelosia. Fortunatamente è stato solo un brutto malinteso ma questo ha confermato ancora di più i miei sentimenti: la amo più della mia stessa vita, sarei disposto ad uccidere per lei. Mia moglie è mia... solo mia, mettetevelo tutti bene in testa. 

 

Note dell’autore: ho impiegato più del previsto ma solo perché ho riiniziaro il lavoro frenetico. È un capitolo leggero, più leggero degli altri, ma questi due avevano bisogno di un giorno per poter star da soli... certo ci sono state delle incomprensioni ma alla fine tutto si è risolto per il meglio. Nel prossimo capitolo torneranno le nostre due carissime piccole pesti, ma questa volta in una versione differente dal solito. A prestoooooo

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Capitolo 42
*** Chi vivrà... vedrà. ***


POV KILLIAN.

- Papo quando andiamo a bedere le telline? - chiese impaziente mia figlia Chloe dopo aver fatto colazione. Era un weekend molto speciale quello che stava arrivando:  sia quella sera che quella successiva a Storybrooke si sarebbero viste le stelle cadenti e naturalmente le mie bimbe non vedevano l'ora di poter far a gara a chi ne avvistasse di più. 

- Amore mio, andremo domani a vedere le stelline. Oggi non è proprio possibile, mi dispiace . - le dissi. In realtà sarebbe stato possibile portarle ma io e Emma volevamo trascorre almeno una delle due serate da soli come ai vecchi tempi. Naturalmente Chloe non gradì la risposta e iniziò a piangere disperata. Impiegai parte del pomeriggio nel cercare di placare il suo pianto ma non ci riuscii. Si calmó solamente grazie all'intervento di zia Regina che le promesse di fargliele vedere da casa sua e con il telescopio. Grazie Regina, sono in debito con te. Una volta sistemate le bambine aspettai che Emma tornasse da lavoro e ci recammo insieme sulla spiaggia. Inutile a dirsi che quella sera io e mia moglie non vedemmo nessuna stella cadere dal cielo... eravamo troppo impegnati a fissarci l'un l'altra per calcolare ciò che avevamo in torno. La sera successiva invece, con le bimbe insieme a noi, riuscimmo ad avvistarne qualcosa, o almeno per me fu così. Era la stella più luminosa di tutte  e la stavo fissando da molto molto tempo. 

- Papà la tellina! - mi indicó Chloe con la sua manina - Hai eppretto un desidelio? Io ti!

- Certo amore mio che l'ho fatto! - le sorrisi 

- E cota hai desidelato? - chiese curiosa.

- Non si dice tesoro altrimenti poi il desidero non si avvererà..- il desiderio espresso ovviamente riguardava loro:  i miei bambini e sperai davvero con tutto il cuore che tale desiderio si sarebbe avverato. Avrei dovuto aspettare anni per poter verificare con mano questa cosa ma non avevo fratta. Fin quando erano con me tutto sarebbe andato per il verso giusto.

Rincasammo per mezzanotte, le bambine di erano addormentare in spiaggia esauste da quella ricca ed entusiasmante serata ed era giusto portarle nel loro lettino. Anche io ed Emma eravamo stanchi così decidemmo senza troppi convenevoli di seguire le bambine nel mondo dei sogni. 

Non so per quanto tempo dormii,so solo che quando mi svegliai accadde una cosa strana. Non chiedetemi come ma "ero come sospeso in aria e riuscivo a vedere chiaramente tutta la mia camera da letto dall'altro. Vedevo addirittura me stesso steso nel letto... oddio! Che fossi morto? No no no non era possibile io.... io no non potevo essere morto.... non ricordavo nulla avvenuto la sera prima che potesse presagire la mia morte: un attacco da parte  di un nemico, un mancamento, niente di niente. Mi spostai verso lo specchio e non vidi la mia sagoma... non vidi nulla in realtà... ero lì ma allo stesso tempo non c'ero. Che fossi morto sul serio e la mia anima era appena uscita dal mio corpo? Tentai di avvicinarmi a me stesso ma qualcosa, una forza strana, mi impedì di farlo. Potevo andare ovunque ma non nel mio corpo. Stavo iniziando seriamente a preoccuparmi... non tanto per me quanto per Emma e i bambini. Ah proposito di loro: Emma non è in stanza e neanche Liam c'è... non c'è neanche il suo lettino e il suo fasciatoio a dir la verità. più mi guardò attorno e più noto che tutto è diverso: non ricordo di aver indossato quel pigiama prima di andare a letto ma sono anche sicuro di non averlo mai avuto nell'armadio, le pareti della stanza poi? sono... diverse! Che diamine sta succedendo??? 

Esco dalla stanza per dare un'occhiata al resto della casa per vedere altri possibili cambiamenti e nel mentre spero di vedere Emma ma niente... cambiamenti ce ne sono molti ma di Emma nessuna traccia. Una cosa particolare però cattura la mia attenzione:  una ragazza. 

C'è una ragazza nel salottino di casa mia, non riesco a vederla bene, è di spalle ma posso dire che è bionda e alta su per giù un metro e settanta. Come avrà fatto ad entrare?

- Si può sapere chi sei? Che ci fai a casa mia? - provai a dirle  con voce sostenuta ma lei non mi calcoló! - dico a te! Sei sorda per caso? - continuava a non prestarmi attenzione, molto  probabilmente non riusciva neanche lei a vedermi ne tantomeno sentirmi. La vidi aprire  la porta d'ingresso per uscire ma si trovó un ragazzo su per giù della sua età davanti. Aveva  una rosa in mano.

- Buongiorno! - disse lei sorridendogli per poi abbracciarlo.

- Buongiorno a te Leila! - Leila? L’ha chiamata Leila? Ma come... quella sarebbe mia figlia???? - possiamo andare? - disse lui per poi baciarla! - Eiiiii pervertito! Toglile le tue manacce di dosso! - Dissi portandomi davanti a lui ma niente, oltrepassai il suo corpo. Non potevo fare nulla per evitare questa cosa se non assistere impotente alla scena. Da questa angolazione riuscii però a vedere meglio la ragazza... è già; doveva proprio essere Leila. Aveva lo stesso viso della mia bambina solamente che al posto di un metro e venti adesso esa decisamente più alta e più somigliante a Emma! Come possibile che fosse diventata in una notte così grande? 

- Ti propongo un cambio di programma piccola! E se saltassimo la scuola e venissi a casa mia? I miei non ci sono... possiamo stare un po’ da soli... - ripetilo se hai coraggio brutto figlio...

- Shhh c’è mio padre di sopra se ti sente ti farà decapitare. - Brava la mia bambina! - È un’idea molto allettante comunque, vorrei dirti di sì.... cosa??? Leila ma che ti dice il cervello. - Ma c’è il compito di storia dell’arte oggi, non posso proprio mancare. Magari possiamo rimandare ad oggi pomeriggio il tuo bel programmino... - col cavolo che tu uscirai di casa oggi pomeriggio! Potrai anche non vedermi ma fidati, troverò un modo!  - Sarà meglio andare o faremo tardi. Papà sto andando a scuola, vado con un mio amico! Non preoccuparti per Chloe ha preso l’autobus. - Oddio Chloe... autobus? se Leila è adolescente significa che bene o male anche Chloe lo è.... sto sognando o...... ah! Forse ho capito tutto, forse è tutta colpa del desodetio di ieri sera... per forza, non può essere altrimenti. Ma perché a Storybrooke i desideri vengono sempre male interpretati? Ho desiderato di poter vedere la loro crescita, di essere presente nei momenti di difficoltà. La nostra vita è così frenetica e pericolosa che non è detto che ci saremo per sempre... il mio desiderio era appunto questo: vederle crescere e vederle diventare donne giorno dopo giorno, non catapultarmi nel futuro per vedere come sarà; anche perché ad essere sinceri,da come è iniziata questa giornata, non penso che mi piacerà molto come sarà questo futuro. Beh ormai siamo in ballo... balliamo! Seguii Leila fino scuola, non mi fidavo assolutamente di quel ragazzo, mi assicurai che entrasse in classe dopodiché iniziai a fare un giro di perlustrazione nella speranza di riconoscere tra quella marmaglia di studenti la mia piccola Chloe. Mmmh più facie a dirsi che a farsi... troppi ragazzi con la stessa divisa, sarebbe statao impossibile trovarla. Tornai a casa e le aspettai li, Leila ero sicura sarebbe rientrata per pranzo prima di rifilare qualche bugia colossale a suo padre, che comunque ero io, per poter andare da quel depravato. Dovevo escogitare qualcosa per evitare di farla uscire... aveva 18 anni... o almeno così pensavo visto che era entrata nelle classi dedicate ai maturandi ma era comunque una bambina. Non l’avrei mai mandata in casa di un ragazzo conoscendo la mentalità dei ragazzi a quell’eta. Nel mentre escogitavo il modo di impedirle di uscire, cosa difficile visto che nessuno poteva vedermi, feci un giro di quello che era il piano inferiore di  casa mia. Tutto sembrava diverso, ma la cosa più strana è che Emma non c’era. Forse aveva accompagnato Liam a scuola visto che neanche il bambino era in casa.  Andai  in cucina e neanche a farlo apposta trovai due post it da parte di Emma:  uno per Leila e Chloe “ non fate arrabbiare vostro padre in queste due settimane e non fate di testa vostra. Le uscite nei giorni infrasettimanali non sono contemplate per nessuna delle due.” - Santa Emma... ma quanto ti amo è? A quanto pare era fuori per due settimane... l’altro post it era per me: non passerà giorno che non pensi a te! Un bacio da tutti noi. - mmmh tutti noi... a questo punto Liam era di sicuro con lei ma cosa avrà voluto intendere con “tutti noi”? Che avessimo avuto altri figli??? Oddio dopo quello che ho visto questa mattina già solo Leila sarebbe davvero troppo! Immerso nei pensieri non mi accorsi che proprio quest’ultima aveva appena fatto rientro da scuola. La seguii fino ad arrivare in soggiorno dove il me stesso del futuro era intento a leggere  qualcosa.

- Papà sono tornata! - disse per poi abbracciarlo e dargli un bacio. Bello sapere che queste abitudini non cambieranno nel tempo. 

- Ciao tesoro! Tua sorella? - si guardò intorno non vedendola arrivare.

- Non lo so... mi ha scritto un messaggio che diceva di iniziarmi ad avviare... 

- Si sarà trattenuta con qualche amica... come sempre del resto - rispose lui... io... beh avete capito. 

- senti papà non è che possiamo parlare un attimo? - e no... non sei neanche tornata che già vuoi mettere in atto il tuo  piano diabolico per uscire con quello lì? - Si tratta proprio di Chloe. - ah! Interessante la cosa. 

- Sì certo tesoro, dimmi pure! - posó il giornale.

- Pensavo fosse meglio parlarne con la mamma in quanto è una donna, ma non c’è in questo periodo e quindi credo spetti a te ascoltare quello che ho da dire. 

- Puoi dirmi tutto lo sai...

- Beh... io non vorrei allarmarti inutilmente, ma credo che chloe.... si ecco.... credo che Chloe si stia frequentando con qualcuno! - disse tutto d’un fiato fermando sia il mio cuore che quello del mio clone.

- Co... cosa????? - rispose quest’ultimo scioccato togliendomi le parole di bocca. - Ma cosa dici Leila? Tua sorella è una ragazzina non è possibile una cosa del genere,  da cosa lo deduci?

- Beh i segnali ci sono tutti: è sempre tra le nuvole, torna sempre tardi da scuola dicendo che incontra le sue amiche e il sabato e la domenica impiega più di due ore per vestirsi e prepararsi... 

- Tua sorella è una fanatica di prima categoria lo sai anche meglio di me, le ore passate in bagno a prepararsi non credo siano dovute ad un possibile ragazzetto ma bensì al semplice fatto di uscire e poi cosa c’è di male a trattenersi qualche minuto in più con le amiche dopo scuola? 

- Nulla se solo le sue amiche non fossero tutti i giorni sullo stesso auto con me. Papà senti io non voglio spaventarti e non voglio neanche  fare la spia... sai quando tengo a Chloe ma appunto per questo ti chiedo di aprire gli occhi ok? Ultimamente non so il perché ha smesso addirittura di confidarsi con me e la cosa non mi piace per niente. Ho paura possa mettersinin qualche casino. 

- Tesoro le tue intenzioni sono più che nobili e sono orgogliosissimo di te! - e bravo il mio clone... vedo che me la caverò bene in un futuro ormai prossimo. - Sono più che sicuro  che tua sorella non abbia nessun.... - la porta di casa venne aperta con una forza inaudita e richiusa nello stesso modo. Una ragazza aveva appena fatto irruzione nell’abitazione. Non credo fosse una ragazza qualunque. Aveva i capelli biondi, era un pochino più alta di Leila ma i suoi occhi erano fin troppo riconoscibili. Non poteva essere altro che la mia bambina, Chloe... ed era in lacrime. 

- Chloe! - disse sua sorella preoccupata nel vederla così!

- Amore mio! - continuó suo padre per poi alzarsi in piedi vedendo il volto della ragazzina - Che accidenti ti è successo? - non rispose, buttó lo zaino a terra e  scappó al piano di sopra! 

- Visto? Te lo dicevo io che qualcosa non andava! Io lo sento quando c’è qualcosa che non va in lei. Papà che facciamo ora????

- Leila tesoro calmati, non sai neanche quello che è successo! 

- Posso intuirlo però! Perché sembri così calmo è? Se vieni a scoprire che esco con qualcuno dai i numeri mentre se succede a tua figlia più piccola no.

- Leila tesoro fidati di me, quando tua sorella uscirà per la sua prima volta con un ragazzo vedrai che andró su tutte le furie, come è  successo con te e contemporaneamente entrerò nel panico. Ma ora ancora non è successo. È solamente una bambina Chloe...

- Ha 14 anni papà! 

- Appunto! Tu sei uscita per la prima volta a sedici anni con un ragazzo!

- Beh lo sappiamo tutti che è lei la più sveglia della famiglia! 

- Fidati che non è  così! Ho fiuto per queste cose. Tua sorella avrà avuto qualche problemino con la scuola o con qualche amica come è già capitato in passato, non preoccuparti... so riconoscere una figlia innamorata. 

- come preferisci, ma penso tu stia sbagliando alla grande! Vado da lei adesso. 

- Aspetta! - la fermó - È bello sapere che ci tieni così tanto a lei. Sembra ieri che vi prendevate a capelli per ogni cavolata. - Vero, le mie piccole principesse non passano giorno che non tentano di male l’un l’altra. È strano vedere Leila così protettiva nei confronti della piccolina. - Riesci a ricordare da quanto andare così d’accordo? 

- D’accordo come adesso diciamo da un paio d’anni ma io credo di essere cambiata nei suoi confronti il giorno in cui ha rischiato di morire. Avró avuto anche sette o otto anni ma nonostante tu e la mamma tentavate di nascondermelo ho capito benissimo quello che stava succedendo... ricordo di avere avuto paura e da lì tutto è cambiato.  

- Non ricordarmelo. Sono stati davvero giuorni di puro panico. - si intristì  - Va da lei ora...  -

Cosa cosa cosaaaaaaa? La mia piccolina in un futuro avrebbe rischiato di morire? Come sarebbe accaduto? E sopratutto... quando? Se Leila dice di aver avuto sette o otto anni significa che Chloe ne avrebbe dovuti avere tre o quattro e questo significa che quel maledetto giorno nel mio mondo è quasi arrivato. No, non succederà. Ora che ho qualche piccola notizia di quello che sarà il futuro potrò sicuramente cambiare qualcosa. Chloe non rischierà mai la vita, ci penserò io a proteggerla. 

Nel mentre cercai di riprendermi dalla notizia appena assimilata, vidi Leila salire al piano di sopra e di conseguenza la seguii. Bussó alla porta di sua sorella e senza attendere risposta entró. Chloe era sdraiata a pancia in giù sul letto e con la testa sotto il cuscino. La sua schiena si muoveva troppo rapidamente e questo significava che stava ancora piangendo.

- Chloe mi dici cos’è successo?! - le disse la più grande togliendole il cuscino da dosso e massaggiandole la schiena per farla calmare -  Forse posso aiutarti. - non ottenne risposta. - Perché non ti confidi con me? pensavo che ormai non ci fossero più segreti tra di noi... che fai riinizi  a tenermi le cose nascoste? - niente da fare non sembrava intenzionata a parlare, ma a quanto pare neanche Leila era intenzionata a cedere. - Facciamo così... - disse prendendola per le spalle e girandola nella sua direzione - Rispondimi solo sì o no! C’è di mezzo un ragazzetto vero? - di tutta risposta Chloe prese a piangere ancora di più e recuperando il cuscino ai lati del letto lo riporto sulla sua faccia non volendosi far vedere così.

- Immaginavo... ti ha detto qualcosa che non doveva dirti! Ti ha messo le mani addosso? Chloe dimmelo perché se è così giuro che vado a spaccargli la faccia ora.

- No... - finalmente si udì, anche se ovattata dal cuscino, la sua voce. Ve lo giuro vedere quella scena mi stava uccidendo. Pensavo che sarei stato in grado di proteggerle sempre e invece mi sbagliavo... ci sono cose che purtroppo un padre non può prevedere. 

- Posso sapere almeno chi è? Lo conosco? Per caso è Erik? Finalmente la tua storica cotta si è fatta avanti? 

- No... ora basta però, non voglio parlare. Vorrei restare da sola.

- Siete fidanzati o siete ancora in fase di frequentazione? Dimmi almeno questo...

-  Perché vuoi saperlo, cambierebbe qualcosa? - disse tra un singhiozzo e l’altro - Ormai non... non lo rivedrò più! È...è finita - se in un primo momento era riuscita a calmarsi un po’ ecco che tutto d’un tratto riprese  a piangere. Giuro che chiunque abbia provato a far soffrire la mia piccolina la pagherà cara! Se non adesso, nel mio futuro. Ci penserò io stesso a far capire a quel ragazzetto l’errore che ha commesso anche solo ad avvicinarsi a lei. 

- Ok,ok... shhhhh va tutto bene! - sua sorella l’abbraccio più forte che poteva cercando di darle un po’ di coraggio e cercando di farle capire che lei era lì per lei. - Andrà tutto bene te lo prometto! Ci sono io con te! - Rimase li in silenzio ad aspettare che si calmasse un po’ dopodiché rispettó il suo desiderio di restare da sola e tornó al piano di sotto da suo padre.

- Te lo dicevo io! - gli disse non appena lo raggiunse in soggiorno - Si vedeva con qualcuno! 

- Cosa?!  Chi chloe? Sei seria??? - ora mi riconoscevo! Dai  killian, scopri chi è e picchialo a sangue.

- Si papà! Chloe! Tua figlia. La piccola principessina di papà, non so se hai presente - lo prese in giro. 

- Ma come è possibile che io non mi sia accorto di nulla? Vado da lei! 

- Fermo! Non le serve un papà iperprotettivo in questo momento e comunque  loro storia pare sia già finita! Puoi dormire su sette cuscini papà, non te la porteranno via! Non adesso almeno.

- Ma sta piangendo... e quindi sta male! Nessuno può far male alle mie bambine!

- Lo hai detto anche quando mi sono lasciata con Gideon, eppure è ancora vivo! - Gideon? Alla fine ha avuto per davvero una storia con Gideon? Mmh anche questo cambierà! Quel bambino non frequenterà più mia figlia quando tornerò a casa. - Papà credo tu debba rassegnarti ormai. Io sono grande e lei lo sta diventando... 

- Non mi rassegnerò mai! - ben detto! 

Per tutto il pomeriggio Chloe non si fece vedere e neanche per cena, così con la scusa che non potesse vedermi andai a controllarla... niente era cambiato da quel pomeriggio: se ne stava sul letto e piangeva. Ormai i suoi occhi avevano perso quella luce meravigliosa che emanavano ogni volta. Quella  luce aveva lasciato spazio a tanta, tanta tristezza. Rimasi a vegliare su di lei tutta la notte e sperai che almeno un pochino sentisse la mia presenza. Avrei voluto ci fosse anche Emma li con me. Lei di sicuro avrebbe saputo dirle qualcosa per tirarle su il morale. 

Notai una cosa però che mi lasció sorpreso e orgoglioso allo stesso tempo: per tutta la notte sia sua sorella che il me del futuro la controllarono. Purtroppo non bastó a toglierle quel dolore dal petto ma almeno era già un inizio. 

L’indomani entrambe Si prepararono per andare a scuola, nel momento della colazione il me del futuro provó a scambiare due chiacchiere con la ragazza ma senza successo, a quanto pare  non era intenzionata a parlare. Aveva smesso di piangere e questo  era già  un enorme sollievo ma potevo leggerlo chiaramente  nei suoi occhi che all’interno del suo cuoricino le cose non andavano ancora bene... anche il mio doppio lo sapeva. 

Presero entrambe l’autobus e si recarono a scuola, naturalmente le seguii. Chloe entró subito senza salutare nessuno, cosa che fece preoccupare molto sua sorella, Leila invece  andò alla ricerca di qualche amica della più piccola per capire cosa effettivamente fosse successo il giorno prima. Ok che era a quanto pare il suo primo fidanzatino la causa di tutto, ma da quel che avevo potuto capire dalla loro piccola chiacchierata il giorno prima non era di certo la sua prima vera e propria cotta. Questo ragazzo non era il ragazzo a cui sembrerebbe andare dietro da una vita... oddio!  Al solo pensare  queste cose  mi venne l’orticaria. Come è andata a finire la storia che non le piacevano i maschietti? La vita era proprio ingiusta. Continuai a seguire Leila nella sua sfrenata ricerca ma non riuscì a trovare  le amiche di Chloe, furono loro ad incontrare lei. 

- Ah! Eccola qua! - esordi una di loro! - La rovinafamiglie.

- Come? - si giró e le vide - Ce l’hai con me per caso? - rispose a tono non capendo il motivo di tanta aggressività. - Cominque vi cercavo... sono venuta qui per Chloe!

- Che c’è ora ti preoccupi per tua sorella? Ma come, se fino a ieri non te n’è importato nulla...

- Senti, innanzi tutto porta rispetto perché sono più grande di te! Secondo non ti permettere di giudicare il mio rapporto con mia sorella ok? Sono preoccupata per lei! 

- Disse la ragazza che le rubó il fidanzato! 

- Co... Cosa? Ma di che state parlando si può sapere? 

- Non fare la santarellina con noi! Ti abbiamo vista... e ti ha vista anche Chloe ieri all’intervallo mentre amoreggiavi con il “suo” fidanzato! L’hai distrutta, lei si fidava di te! Come hai potuto farle questo è? 

- Ma cosa  andate blaterando è? Io il suo fidanzato neanche lo conosco e ieri all’intervallo ero con... - la vidi sgranare gli occhi...

- Esatto! Non eri con Gideon ieri! 

- No, io e Gideon ci siamo lasciati due mesi fa... ieri ero con un ragazzo che conosco da circa un paio di  settimane.

- Per caso si chiama Lucas?

- S... si... non mi dirai che... 

- Esatto! Lo conosci eccome il fidanzato di tua sorella! - vidi mia figlia sbiancare e iniziare a tremare... - Io dico non ti fai un po’ schifo? 

- Io... io non...

- Non venirci a raccontare che tua sorella non ti ha confessato questa cosa perché poco ci credo visto il vostro rapporto, come riesci a guardi in faccia allo secchio la mattina è? 

Non riuscì a rispondere, la vidi correre e andare via. Uscii addirittura dai cancelli della scuola e fu lì che mi preoccupai seriamente... non era in se e avevo paura che commettesse qualche stupidaggine. Mi sbagliavo... è Chloe quella che farebbe casini, Leila è sempre stata la più pacata delle due e con il tempo le cose non cambieranno. Correndo correndo arrivó in spiaggia, si sedette e rimase lì a piangere fissando le onde. Mi avvicinai a lei come la sera prima feci con sua sorella ma purtroppo non riuscii a far nulla per fargli sentire la mia presenza. Mi sento impotente a vederla in quello stato e da sola. Ingoiai il boccone amaro che mi dava quella sensazione di impotenza e restai accanto a lei, ormai erano ora che se ne stava lì... possibile che nessuno dei suoi amici fosse venuto a cercarla? Naturalmente no visto che erano tutti a scuola. 

- Ei cucciolina? Posso sedermi accanto a te? - improvvisamente sentii una voce, mi girai e lo vidi! Il me del futuro era appena arrivato e senza ottenere risposta dalla sua bambina si sedette accanto a lei. 

- Come... come facevi a.... a..... - singhiozzava tanto da non riuscire a parlare. 

- Come facevo a sapere che fossi qui? Beh in primo luogo mi hanno chiamato da scuola dicendomi di averti vista per il cortile ma non in classe e secondo so che quando vuoi stare da sola vieni sempre qui! 

- Sc... scusa papà! 

- Non devi scusarti ok? Vorrei solo che mi raccontassi cosa è successo di tanto drammatico da ridurti così! 

- Sono... sono una persona orribile! - disse tutto dunfiato abbracciandolo! 

- Ma no piccolina, no che non sei una persona orribile! Come ti vengono in mente queste cose è? 

- Io... lo sono invece... è.... è tutta colpa mia.... mi... mi faccio schifo! 

- Ei rallenta! Mi sembri tua madre guarda! Ti dai colpe come se avessi uccido qualcuno. - è vero, Emma è così, ogni volta che succede qualcosa lei si da tremila colpe inutili... non c’è che dire: tale madre, tale figlia. - Respira , calmati e appena avrai ripreso fiato mi racconterai cos’è successo ok? - lo vedevo massaggiarle  la schiena nell’interno di calamarla, non ci riuscì pienamente ma almeno un po’ si tranquillizzó...

- Tu... tu sai che ho lasciato Gideon due mesi fa...

- Si lo so e ne sono anche molto felice! - mi sta davvero simpatica questa versione di me!

- Papà! - lo ammonì lei.

- Scusa... come non detto! continua. C’entra per caso lui? Ti ha forse fatto qualcosa?

- No, Gideon non c’entra nulla in questa storia papà. La verità è che dopo che mi sono lasciata qualcuno ha iniziato a provarci con me.

- E tu hai detto di no a tutti questi pseudo pretendenti vero?

- Si... fino ad un paio di settimane fa. Ho conosciuto un ragazzo... sembrava.... sembrava un tipo apposto papà!

- E invece? - potevo intuirlo dalla sua voce, si stava aggirando - cosa diamine ti ha fatto Leila? Dimmelo che non ci metto nulla a trovarlo e spaccargli la faccia! - la mia bimba riprese a piangere facendolo preoccupare ancora di più! - Leila tesoro mi stai facendo seriamente spaventate: che ti ha fatto quel depravato? 

- Papà... lui... lui... - prese un bel respiro - è lui il fidanzato di chloeeee!!!!! Io... io ti giuro che non lo sapevo altrimenti... altrimenti gli avrei detto di no... papà mia sorella mi odia ed è tutta colpa mia! 

- Leila mah..

- Ci ha visti ieri all’intervallo ecco perché ieri era in lacrime! È colpa mia papà! È colpa mia se mia sorella sta soffrendo! Le ho fatto del male! Ho... ho rovinato la vita di mia sorella!

- Vi ha beccato a fare cosa? Leila guardami in faccia per favore! Lo sai che non voglio che tu o tua sorella facciate passi più lunghi delle vostre gambe Verooooo? Che cosa stavi facendo

Con questo ragazzo è? 

- Papà ma che dici... non pensare a questo ora! Pensa... pensa che mia sorella mi odia! - sembrava inconsolabile. Anche  io la pensavo come Killian ma vederla così mi distruggeva. Il me del futuro rispetto a me era più fermo, evidentemente ha avuto modo negli anni di fare esperienze maggiori con loro due. 

- Dimmi cosa hai fatto con quel ragazzo e non cambiare argomento! 

- Niente di quel che pensi papà! Eravamo a scuola e Chloe... Chloe a quanto pare  ci ha sorpreso a baciarci! Io non lo sapevo papà che fosse lui il ragazzo che stava frequentando te lo giurooooo! Te lo giuro non avrei mai permesso che tra me e lui iniziasse qualcosa altrimenti! - di tutto quello che potevo immaginare del mio futuro mai avrei pensato a questo: le mie figlie di erano prese una cotta per lo stesso ragazzo! Di male in peggio insomma...

- Shhhh... tesoro va tutto bene, non è successo nulla. Se è  vero che non sapevi nulla non puoi fartene una colpa...

- Ma lei mi odia papà e io non riesco a sopportarlo! 

- Tua sorella non ti odia affatto!

- Invece sì! Ieri pomeriggio non ha voluto neanche parlarmi quindi è chiaro che mi odia! - continuava a piangere. 

- Non puoi sapere il perché non voleva. Magari voleva semplicemente stare per conto suo. Che ne sai, magari  oggi avrà voglia di parlarti!

- Io non credo... sono... sono una persona orribile! Mi vergogno come una ladra, ma che razza di sorella maggiore sono è? Ho rovinato tutto! Ho creato dei ricordi orribili a mia sorella per quanto riguarda il primo amore. Pensavo saremmo state complice, che l’avrei aiutata, consigliata... e invece? Ho fatto l’amante del suo ragazzo! È tutto uno schifo! 

- Tu non le hai mai viste le persone orribili misà. Non hai colpe Leila, la colpa è solo ed esclusivamente di quel ragazzo! È lui che non doveva permettersi di venirti a cercare. Sono sicura che tua sorella la pensa come me.

- mah...

- Niente mah! Ora asciugati le lacrime e torniamo a casa che è tardi.

***

Quel pomeriggio fu il pomeriggio più lungo e devastante della mia vita, erano già le cinque del pomeriggio e di Chloe ancora nessuna traccia. Tra circa una decina d’anni avrei avuto in casa Due figlie in piena crisi adolescenziale... oddio sono spacciato. Non mi sento pronto ad affrontare nulla di tutto questo! 

 

- Ah eccoti qui! - disse il mio doppio non appena vide rientrare Chloe in casa - Si può sapere dove sei stata fino a quest’ora signorina? Credevo uscissi da scuola alle 14! 

- Ho avuto da fare papà! - rispose come se fosse la cosa più normale di questo mondo.

- avresti dovuto avvisarmi non trovi? 

- Ho sentito la mamma per telefono e l’ho detto a lei!

- Mamma è fuori città dovevi parlare con me! 

- Ok va bene scusa! Vado di sopra! - disse alzando gli occhi per aria.

- No no no! Tu adesso ti siedi su questo bel divano accanto al tuo caro paparino e mi spiegherai come mai stai diventando giorno dopo giorno così ribelle. 

- Io non sono....

- Ascolta, andrò dritto al sodo! So che ci hai tenuto nascosto delle cose e per oggi, solo per oggi, sorvolerò. Magari ne parleremo domani ma per ora mi interessa parlare di altro. Tua sorella è di sopra in lacrime, è disperata! 

- ODDIOOOO! CHE LE È SUCCESSO? - scattó in piedi. 

- Oggi a scuola le tue amiche l’hanno aggredita verbalmente! 

- E per quale stramaledetto motivo? 

- Tu non ci arrivi? Forse per un certo ragazzetto di cui nessuno della tua famiglia  sapeva dell’esistenza? - abbassó la testa colpevole 

- Dobbiamo... dobbiamo parlarne per forza o posso andare da lei?

- Va da lei ma te l’ho già detto, domani parleremo anche di questo argomento, non credere di potertela cavare così. 

Corse al piano di sopra  e senza esitazione entró nella camera della maggiore. Sembrava la stessa scena del giorno prima solo che le parti questa volta erano invertite. Senza dire nulla la più piccola si buttò sul lettone e abbracció sua sorella con quanta più forza aveva in corpo. 

- Non piangere ti prego! Sto male se piangi... - le disse.

- Lasciami da sola! - disse l’altra tra i singhiozzi.

- No! Non se ne parla! Tu ci sei sempre per me, tocca a me adesso!

- No! Non... non dopo quello che... che ti ho fatto... 

- Cosa ti hanno detto le mie amiche? - disse con tono arrabbiato verso le ragazze - Avevo detto loro di non dirti nulla!

- Perché? Hanno ragione... e poi ti stavano difendendo. 

- Non ho bisogno di essere difesa da loro! - nonostante le parole della più piccola Leila non sembrava intenzionata a riprendersi - Ascolta  non mi piace parlarti mentre te ne stai con la testa sotto un cuscino. Voglio che mi parli guardandomi negli occhi.

- No! Non... non... non lo sopporterei!

- Ma perché! 

- COME PERCHÈ CHLOEEEEE? Per favore esci! 

- No non me ne vado! Se mi vuoi fuori dovrai usare la magia ma sappi che non funzionerá. Torneró qui fino a quando non ti deciderai a parlarmi. 

- VUOI CHE VEDA LA DELUSIONE NEI TUOI OCCHI? - le chiese - VUOI CHE MI UMILI ANCORA DI PIÙ DI QUANTO GIÀ NON SIA? VIOI CHE TI DICA CHE SONO UN ESSERE ORRIBILE? - si alzó di scatto e la guardó - ECCO! SEI CONTENTA ADESSO? TI STO GUARDANDO CHLOE! -  i suoi occhi erano gonfi e rossi... erano più di sei ore che continuava a piangere disperata.

- Oh... Leila... - disse sua sorella con occhi lucidi non sopportando di vederla in quello stato. 

- ORA ESCI PER FAVORE! 

- Ancora? Forse non hai capito: io non usciró da qui se prima non avremo parlato! 

- Ma non lo capisci che così mi fai solamente del male? Che vuoi da me è? Vuoi le mie scuse? SCUSA CHLOE! Scusa se ti ho rovinato la vita, scusa se ti ho rovinato l’idea dell’amore, scusa se ho fatto quello che ho fatto! Mi faccio schifo già da sola... non c’è bisogno che mi faccia sentire peggio.

- Io non voglio farti sentire peggio...

- Ma lo stai facendo restando qui! Non sopporto di stare nella stessa stanza con te dopo quello che è successo. Dovresti odiarmi, spararmi cattiverie addosso e non so che altro... e invece? Vederti così tranquilla mi fa stare solamente male.

- Leila pensi... pensi seriamente che io ce l’abbia con te? 

- Perché non è così forse? Risparmiatela Chloe, sii te stessa, dimmi tutto quello che pensi e ignora tutto quello che  papà ti ha detto di dirmi per farmi stare meglio. Non funziona.

- Papà non c’entra nulla in tutto questo e non mi ha chiesto di dirti nulla. Che tu voglia crederlo o meno io non sono arrabbiata con te... E guardami quando ti parlo. 

- Vuoi dirmi che tu ieri non stavi piangendo disperata perché mi hai visto con lui? - chiese convinta della risposta.

- Si Piangevo perché ti ho vista con lui! Mi si è  spezzato il cuore nel vederti lì? Si... ma non per te! Per lui!  Cavolo lo vuoi capire si o no? Non ti ho mai parlato di lui quindi di conseguenza come potevi sapere chi fosse? Sicuramente lui ti ha fatto la corte e tu hai accettato le sue avance. Tu non hai colpa,  è lui che doveva starsene al suo posto: uno perché era già impegnato con me, due perché lui sa che sei mia sorella! 

- Come fa a saperlo? 

- semplice, gli ho parlato di te!  

- Tu... tu gli hai parlato di me? 

- Certo!  Sei mia sorella, sei la mia anima, l’esempio da seguire, il mio tutto! Come potevo non parlargli di te? 

- Davvero gli hai detto così? - chiese orgogliosa e incredula allo stesso tempo.

- Si! 

- Quindi non... non sei arrabbiata con me per....

- Io non ce l’ho minimamente con te e le mie amiche sono semplicemente delle idiote! 

- Loro cercavano solamente di proteggerti te lo ripeto! 

- E io ti ripeto che non dovevano. 

- Scusami ok? Anche se non lo sapevo ti chiedo scusa per quello che è successo... 

- Non devi scusarti anzi... forse sono io che devo farlo. Non ti ho detto cosa stava succedendo nella mia vita e mi dispiace... non l’ho fatto per cattiveria devi credermi... è che mi vergognavo.

- Non devi assolutamente vergognarti di me: Con me ci devi parlare ok? Anche se sei imbarazzata... o intimorita, io  non ti giudico e comunque posso aiutarti. 

- Hai ragione! Mi dispiace di essermi comportata da sciocca! Non succederà più! promesso! 

- E a me mi dispiace di averti ferita anche se involontariamente. - come se niente fosse si abbracciarono, tutto il casino  di poco prima si trasformò solamente  in un lontano ricordo.

- E ora che si fa? Continuerai a vedere quel ragazzo? - chiese Leila a Chloe. - per quanto mi riguarda non voglio più neanche sentirlo nominare, ma te che mi dici?

- Per me è lo stesso, meritiamo di meglio

dalla vita... entrambe!  - sante parole. 

- potresti provarci con Erik - disse la più grande facendo arrossire la sorellina 

- ma se neanche mi calcola! - rispose 

- Fidati, ti calcola eccome... solo che è un po’ timido per fare la prima mossa! 

- Non lo so... comunque c’è un altro ragazzetto che forse mi interessa. - stai scherzando spero figliola...

- EIIII! Frena signorina, sei ancora piccola e hai più  spasimanti di me! - rise - Come si chiama? 

- Giura di non urlare! Si chiama August! 

- AUGUST! QUELLO CHE PENSO IOOOOO????  AUGUST BOOTH? Quello che una volta era amico della mamma? - cosa cosa cosa???? Ma scordatelo proprio piccola Chloe! Il tuo caro paparino, che sarei io, te lo impedirà stanne certa! 

- shhhhhhhh! O Papà ti sentirà! Comunque si, è lui... mi ha dato già qualche segnale ma non ho mai approfondito la cosa... nel caso un giorno decidessi di farlo mi aiuteresti? A non essere uccisa da papà intendo! - hai paura è? Fai bene ad averne! Avanti Leila fai valere la tua autorità da sorella maggiore. 

- Certo che ti aiuteró Chloe! Sei la cosa più preziosa che ho, come potrei non aiutarti? - ma cos’è questa un’associazione a delinquere? 

- davvero? Anche se ti rubo tutti i  vestiti?

- Anche se me ne combini di tutti i colori tu sarai sempre la cosa più preziosa che ho! Ti voglio bene scimmietta!

- Ti voglio bene anche io sorellona!

Tutto bene quel che finisce bene no? Sì certo come no! per loro forse, ma qualcuno ci pensa a quel poveraccio del padre che ha dovuto prendere atto che le sue sue piccole donne si stanno man mano allontanando da lui? Eeehhh... fortunatamente a me mancano ancora dieci anni prima che questo avvenga. Non sarò mai pronto a tutto questo è vero ma almeno posso ancora godermele piccole e spensierate per un altro bel po di tempo. È stato pesante dover assistere a queste due giornate senza poter far nulla devo ammetterlo ma sono comunque felice di aver avuto modo di vedere parte del loro futuro. È vero diventeranno grandi e inizieranno le loro esperienze amorose, ma oltre a questi fattori per me negativi ci saranno anche cose positive che mi faranno dormire sonni tranquilli: avranno un legame speciale... saranno unite nelle gioie e nelle difficoltà e questa è la cosa che più bella che potessi desiderare. 

 

- Killian... - mi sentii chiamare in lontananza - Killian... - provai a guardarmi in torno ma non riuscivo a vedere nulla. Improvvisamente era diventato tutto nero. 

- KILLIANNNNNNNNNN! - aprii gli occhi di soprassalto e mi ritrovai una Emma spaventatissima accanto che mi guardava con gli occhi fuori dalle orbite. 

- Emma... che... che cosa è successo? - chiesi spaesato!

- mi hai fatto prendere un colpo cretino! Ho provato a svegliarti ma non rispondevi, sembravi morto! Sono più di sedici ore che dormi. - scattai in piedi e la guardai.

- Ho visto il futuro Emma! Sono stato nel futuro! Ho espresso un desiderio ieri e sono stato nel futuro. Ho visto me e le bambine.... non erano bambine erano grandi, loro avevano dei problemi ma poi... - mi fermai di colpo

- ma poi?? Killian! Sicuro di sentirti bene? Hai davvero visto il futuro? cosa è successo? Cosa sai dirmi di Leila e Chloe? E di Liam? Dobbiamo preoccuparci? Qualcuno li minaccerà? 

- io... io non me lo ricordo più! 

- Come sarebbe a dire che non lo ricordi più! 

- Io... io non ricordo...

Come facilmente prevedibile persi ogni ricordo di quel giorno. Ricordavo di essere andato nel futuro ma non riuscii a ricordare neanche un piccolissimo dettaglio. Avevo solo una strana sensazione per quanto riguardava Chloe. Ricordavo di aver detto a me stesso di ricordare una cosa importantissima sulla mia bambina ma niente, avevo il vuoto nella mia testa. Sperai solo non fosse così importante come invece il mio cervello continua a suggerirmi...

- scusami amore... non ricordo davvero nulla! - le dissi

- non preoccuparti! Sono felice che tu sia vivo e non morto come pensavo fino a due secondi fa! Per quanto riguarda il futuro invece... beh: chi vivrà vedrà! 

 

Note dell’autore: eccomi tornata con questo nuovo aggiornamento. Abbiamo rivisto le sorelle in versione adolescenti. Carine vero? Forse per tutti noi si ma non per papà Killian... credo proprio che avrà un gran da fare con quelle due eheheheheh. Ha dimenticato una cosa fondamentale Killian di tutto questo viaggio, una frase importantissima detta da sua figlia grande... Chloe rischierà di morire nella sua infanzia. Ora sappiamo che nel futuro che ha appena avuto modo di vedere la ragazza sta benone ma cosa potrebbe accadere nel suo presente? Sappiamo tutti che il futuro  che ha visto potrebbe non rimanere tale... bisogna iniziare a preoccuparsi? Lo

Scopriremo,credo, nel prossimo capitolo. Alla prossimaaa!

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Capitolo 43
*** Legame indissolubile (parte1) ***


POV EMMA.

Una settimana senza bambine... È questo ciò che mi propose mia madre neanche una settimana fa entrando come suo solito in casa mia senza bussare. Era entusiasta, papà le aveva appena regalato una piccola vacanza per festeggiare il loro anniversario di matrimonio e siccome era scoppiata un’onda di caldo anomalo nelle nostre zone per essere ancora Maggio, decisero che la metà del viaggio sarebbe stata un posto di mare. 

- Aspetta un momento, non ho ben capito: papà ti ha regalato un viaggio per festeggiare il vostro anniversario e tu vuoi portarti dietro le bambine? Non dovrei essere io quella che dovrebbe proporti di occuparsi di  Neal? 

- Ancora con questa storia Emma? E daiii che ti costa! 

- Mamma... tu e papà avete qualche problemino coniugale per caso? - chiesi non capendo il motivo di tale richiesta. 

- Ma no è solo che con il lavoro non possiamo mai vederle come vorremmo, tu e killian con il piccolo Liam che vi tieni svegli di notte avrete  sicuramente bisogno di rilassarvi e poi lo sai meglio di me che loro adorano il mare! Dai sarà contentissimo anche tuo fratello di avere qualcuno con cui giocare. - disse euforica - Allora???? 

- Non lo so mamma, Leila te la manderei anche, non soffre di mammite acuta, ma la peste? Se si dovesse svegliare di notte perché vuole tornare a casa? Lo sai anche te che è capitato quando era da Regina. 

- Sono sua nonna Emma, so come gestirla e poi dimentichi che  con noi ci sarà super nonno David!

- Babbo natale dei poveri vorrai dire! - mio padre sarebbe in grado di comprare loro anche la luna se solo la chiedessero. 

-  E dai Emma! Non farti pregare.

- Ne parlerò con killian e vi faremo sapere ok?  - È già un passo avanti. - Stava  per andare via quando un piccolo particolare mi balenó alla mente 

- Mamma aspetta un minuto! - la fermai - Ci stiamo dimenticando una cosa di fondamentale importanza: siamo ancora in periodo scolastico Leila dovrebbe...

- Ho chiamato la sua scuola, hanno terminato con il programma, può assentarsi tranquillamente. Non hai scusanti mia cara... Prepara le valigie alle mie piccole nipotine. 

Quella stessa sera ne parlai con mio marito e lui ne fu entusiasta, forse anche più di mia madre, sapeva benissimo quando Chloe e Leila desiderassero andare al mare, ma con il piccolo Liam molto probabilmente quest’anno non saremmo potuti partire, a maggior ragione secondo lui sarebbe stata una buona occasione mandare almeno loro a respirare un po’ d’aria pulita. A differenza sua io impiegai qualche giorno di più ad accettare l’idea, non ero mai stata separata così tanti giorni da loro se non per il rapimento di Leila, ma alla fine mi convinsi anche io e preparai loro le valigie.

La mattina della partenza entrambe vennero a svegliarci all’alba felicissime di partire,m: fecero colazione, sistemarono la loro borsa dei giochi e dopo avergli fatto non so quante raccomandazioni sul comportarsi bene, fare le bimbe educare, niente capricci di nessun genere ecco che arrivarono i loro nonni a prenderle e partirono. Incredibile ma vero... sentii la loro mancanza non appena girarono l’angolo. Tornai in casa per prepararmi per andare a lavoro, ero io lo sceriffo di turno con papà fuori porta, ma sul tavolo della cucina trovai una busta di cara che prima non c’era: “per i miei amici da Regina” 

Aprii l’involucro e trovai un pacchettino con un altro biglietto. “ con la speranza che impariate ad usarli” - scoppiai a ridere per ciò che trovai al suo interno. 

- che ti succede love! - mi chiese Killian vedendomi praticamente buttata a terra. 

- Regina ci ha fatto un regalino amore... o meglio “ti” ha fatto un regalino. - glielo mostrai e anche a lui venne da ridere - Penso proprio che il numero 4 non sia ben accetto da nessuno in famiglia. 

-  A tal proposito...

- Di baby jones n 4? - chiesi

- No... del modo in cui potrebbe arrivare... stavo pensando che manca ancora una mezz’oretta al tuo turno, che ne dici? Vogliamo inaugurate la nostra vacanza cercando di non mettere in cantiere nessuno? La regina potrebbe rimanerci male se non usassimo il suo regalo.

- Tesoro magari quando torno ok?  Ho appena iniziato a vestirmi... - cercai di bloccare la cosa sul nascere 

- A questo rimedio io....

 

***

POV SNOW 

Eravamo finalmente partiti, dopo non so quanti anni a rincorrere mostri e cattivi,  

 io e mio marito potevamo finalmente concederci una sana e meritata vacanza. La cosa più bella in  assoluto? La presenza di nostro figlio e delle nostre due meravigliose nipotine. Ho deciso di portarle con me per due motivi: il primo, quello che ho detto anche ad Emma, è che loro adorano il mare, il secondo, quello per me più importante, è che non ho mai avuto modo di crescere Emma, di portarla in vacanza con noi e godere della sua compagnia da bambina spensierata... spero di poter vivere  almeno parte di quelle belle sensazioni che ho perso con le sue figlie. 

- Nonna, nonna! Tiamo allivati? - mi chiese Chloe impaziente di vedere il mare.

- Tesoro di nonna, siamo appena partiti. Siamo ancora a Storybrooke.

- Ma io debo pare pipì! - bene, molto bene! Il viaggio sembrava essere cominciato alla grande, ironicamente parlando, ma ero sicura di una cosa: quello era solamente l’inizio.

Dopo un paio d’ore di viaggio eccoci finalmente arrivati davanti alla casetta che ci avrebbe ospitati per quella settimana. Eh si abbiamo preferito prenotare una villetta piuttosto che una camera d’albergo, eravamo in cinque di cui tre bambini, una stanza d’albergo non sarebbe stata l’ideale. La casa che avevamo scelto era su un unico piano: aveva una cucina, un salottino, due bagni e tre camere da letto: una per me e David, una per Neal e l’ultima, quella più grandicella, per le due bambine. Avevamo anche un piccolo giardino ma non  lo avremmo utilizzato di certo. Il mare era la nostra priorità. 

Sistemai le valigie dei bambini, le mie dopodiché una volta fatto indossare a tutti il costumino ci recammo in spiaggia. Leila e Neal iniziarono a rincorrersi sulla sabbia, Chloe non fu da meno ma presto l’attenzione della bambina di spostó da sua sorella al mare, senza dire nulla a nessuno corse in direzione dell’acqua e sprezzante del pericolo si buttó in mare. Se non fosse stato per David che in quel momento stava andando a rinfrescarsi e la vide molto probabilmente avremmo iniziato male quella vacanza.

- Amore di nonno! - le disse prendendola in braccio per portarla da me che nel mentre mi ero già avvicinata con il suo asciugamano e con il cuore in gola per lo spavento - Potevi farti male lo sai? Non sai nuotare ancora, non puoi fare il bagno senza chiedere a noi ok?

- Ma io no Paula! - Io pilata! - rispose per nulla impaurita del gesto appena compiuto.

- Non è una questione di paura tesoro, è una questione di sicurezza. Se sei una vera piratessa dovresti saperlo anche meglio di me. La prossima volta che vorrai fare il bagno dovrai chiedere a me o alla nonna mi sono spiegato? - annuì - Brava... e poi ti abbiamo comprato quel bel giocattolino - disse indicandogli il salvagente a forma di olaf che tanto aveva desiderato - Non vuoi giocarci quando fai il bagno? 

- Ti!

-  Ottima risposta piratessa!

- Nonno potto pare il bagnetto adesso?

- Non ti è bastato il tuffo che hai fatto?

- No!

- Mmh corri a prendere olaf  allora io e te stiamo per farci una bella nuotata. 

- Tiiiiiiiiiii! 

Bene, una nipotina l’avevamo sistemata ora toccava andare a recuperare gli altri due che nel mentre stavano creando il panico in spiaggia lanciando sabbia in ogni dove!

- la volete smettere voi due? Date fastidio alle persone così! - li rimproverai entrambi.

- Ma noi stiamo giocando mamma!

- Si nonna giochiamo alla battaglia finale! Neal da la parte del cattivo e sta perdendo! - disse Leila continuando a lanciare la sabbia a suo zio! Che avesse ragione Emma? Sarei dovuta partire solo con mio marito? No, certo che no, saranno anche dei teppistelli ma io adoro tutto questo gran caos. 

Pranzammo sulla spiaggia quel giorno e sorpresa delle sorprese, Chloe mangio tutto ciò che le misi davanti; non era assolutamente una mangiona quindi mi meravigliai nel vederla con così tanto appetito. 

- boglio altra! - mi disse indicando il piatto vuoto. Mentre a Neal e Leila avevo preparato dei panini, per Chloe preparai la sua solita pasta burro e parmigiano. Emma si era raccomandata non cambiarle abitudini alimentari così mi armai di santa pazienza è prima di andare in spiaggia le avevo preparato un termos con la sua pasta. Fortunatamente ne avevo preparata un po’ di più e riuscii ad  accontentarla. Mandai una foto a mia figlia con la piccolina in braccio a suo nonno che mangiava tutta impiastricciata di formaggio: 

“Il mare le mette appetito! È il secondo piatto che mangia”

La risposta non tardò ad arrivare.

“Quanto è buffa la mia stellina! Mi raccomando non farle fare il bagno se ha mangiato tanto e falla dormire”

Non c’è nulla da fare... una mamma è sempre una mamma, anche a distanza. Liquidai mia figlia con un “pensa a goderti tuo marito ora che puoi” dopodiché pranzai anch’io. Nel pomeriggio lasciai Chloe con nonno David a dormire e portai i due più grandicelli a fare una bella passeggiata. Quando tornai era David quello che stava dormendo ma di Chloe non c’era traccia. Per poco non ebbi un infarto: che La piccolina si fosse allontanata mentre suo nonno dormiva? Dov’era ora? Sapendo quello che aveva fatto poco prima buttandosi in acqua  iniziai a spaventarmi di brutto. 

- David! David svegliati! Dove diavolo è Chloe? - dissi gridando tanto da far voltare i nostri vicini d’ombrellone - Dov’è nostra nipote David? Oddio.... CHLOEEEEEEEEEEE - iniziai a chiamarla disperata mentre David se ne stava seduto a fissarmi come se fossi completamente impazzita. - Non fissarmi idiota; aiutami a cercare nostra nipote. 

- Pensi davvero che sia stato così ingenuo da perderla di vista? Mi fai così irresponsabile? Sono passati i ragazzi del mini club e Chloe è voluta andare con loro. Sta giocando con gli altri bambini in questo momento ed e sorvegliata. Respira e stai tranquilla ok? 

- Hai... hai lasciato andare nostra nipote a giocare senza la nostra supervisione? - mi avvicinai a lui per non farmi sentire - Ricordi vero che Chloe ha dei poteri magici? Qui nessuno sa dell’esistenza della magia... se venissero a sapere che...

- Shhhh siamo in un mondo senza magia, senza nessun incantesimo apposito, non può utilizzarla neanche se volesse. Possibile che tu debba sempre andare nel panico per nulla? - sorrise - Vieni qui accanto a me, rilassati e godiamoci questa benedetta vacanza. - Aveva ragione, Chloe era al sicuro e anche la nostra incolumità sul fattore magia. Mi sdraiai affianco a mio marito e abbracciati ci godemmo un bel pomeriggio di sole. Verso le cinque di quel pomeriggio la mia attenzione fu richiamata da un pianto molto familiare:Chloe.

- Ciao, siete voi i genitori di questa piccolina vero? - ci disse una delle animatrici della spiaggia.

- In verità siamo i suoi nonni! - risposi alzandomi e avvicinandomi per capire cosa stesse succedendo.

- Uuuh ma che nonni giovani! Complimenti! 

- Grazie, come mai sta piangendo? - domandai.

- Non voleva andare via ma purtroppo per i piccolini come lei le attività finiscono prima e non ho potuto fare altrimenti.

- immagino... quando si diverte è un trauma portarla via. - la presi in braccio - Amore di nonna tornerai domani a giocare con questa bella signorina e con gli altri bimbi va bene?

- No!!!! Ola! - rispose imbronciata.

- Ma non si può adesso, i bambini sono andati via tesoro. 

- Nooooooo! 

- Mi dispiace, posso fare qualcosa? - chiese la ragazza.

- Non preoccuparti, me la vedo io con lei, un bel gelato e passa la paura. 

- Zelato? - smise immediatamente di piangere e mi guardò alzando un sopracciglio... tipica espressione di suo padre.

- Visto? Che ti dicevo?- congedai la ragazza e insieme a tutti e cinque i componenti della  nostra stramba famiglia andammo a prendere un bel gelato per poi radunare le nostre cose e tornare nella nostra casetta. Il primo giorno di mare era andato alla grande, i futuri sarebbero stati ancora più belli!  Si... questo era quello che pensai quel giorno e per i successivi due.... il quarto giorno purtroppo qualcosa non andò secondo i piani. Era mattina e come ogni mattina ci recammo in spiaggia. Leila e Neal se ne stavano buoni seduti su un telo mare a giocare a carte mentre la piccina di casa era alquanto irascibile. L’avevamo iscritta al mini club visto il suo entusiasmo, ma gli orari per i bambini come lei erano tutti nel pomeriggio. Vedeva i più grandi giocare in lontananza e si arrabbiava perché lei non poteva fare lo stesso.

- Amore sono grandi i bimbi che vedi, non possiamo andare adesso! - provó a dirle David anche se inutilmente... a quanto pare neanche le parole del suo adorato nonnino servirono a qualcosa quel giorno. Ero disperata, non sapevo più cosa inventarmi per provare a calmarla ma fortunatamente venne in mio soccorso il papà di una sua amichetta conosciuta proprio in quei giorni.

- Mattinata difficile? - esordi il signore con in braccio la sua bambina - Anche la vostra signorina fa capricci perché vuole andare a giocare?

- Eh già! - risposi felice di non essere la sola in difficoltà. 

- Ho pensato di portare Tasha - sua figlia -  a giocare sulla riva, fa più caldo del solito questa mattina, magari riesco a distrarla un po’. Se volete posso portare anche lei. Mi hanno detto i ragazzi del  mini club che sono inseparabili queste sue... chissà magari riusciamo a ridurre al minimo i capricci. - La verità? Non mi fidavo. Nulla contro quel ragazzo ci mancherebbe, sono proprio io che sono restia a lasciarla andare con gli alti. Fosse stato per me non l’avrei neanche iscritta al mini club. Emma mi rimprovera sempre per questa cosa, dice che così non si staccherà mai da noi ma cosa ci posso fare? è più forte di me, non riesco a lasciarla andare.

- Magari più tardi ok? - risposi per poi prenderla in braccio come a volerla difendere.

- Ok, allora quando volete sapere dove trovarci! - sorrise - Tasha andiamo, saluta la tua amichetta.

- No! Voglio che viene! - rispose la piccina mettendo il broncio non volevo lasciare Chloe.

- I suoi nonni hanno detto di no adesso, verrà più tardi!

- No ti plego !!!!!! Boglio tocare co lei! - ed eccone un’altra che parla esattamente come la mia scricciolina.

- Nonna potto andare? - ora di ci metteva anche lei... 

- Ti accompagno io tra qualche minuto ok? 

- No ola per favoleeeeeee! - non appena il suo tono di voce inizió a cambiare facendoci  presagire un pianto, ecco che nonno David come al solito si intenerì. 

- E va bene ma mi raccomando: segui il signore e non allontanarti mai; mi sono spiegato? - si raccomandó.

- Ti

- E sopratutto: niente bagnetto signorina!!!! -  disse per io guardare l’adulto  - È solita svignarsela per buttarsi in acqua per favore abbia un occhio di riguardo. 

- Non si preoccupi, sono più simili di quando si possa pensare queste due, sono abituato. Allora Chloe... vogliamo andare? - le porse la mano che lei prontamente accettó. 

- Ti! tao nonno! Tao nonna! 

- È incredibile... sta meglio con gli altri che con noi! - mi intristii.

- Non dire sciocchezze! È che quella bimba ha la sua età e quindi può giocare. Leila e Neal sono per fatti loro e non la considerano e noi... beh noi siamo decisamente vecchiotti per lei. 

- EIIIIIII!

- Quello che voglio dire è che è normale che voglia  stare con i bambini della sua età. Lasciata divertite, non le succederà nulla.

- Sarà! 

Nonostante  fossimo un po’ distanti dalla riva ogni tanto lanciavo l’occhio per controllarla: sembrava divertirsi parecchio. Forse aveva ragione David: dovevo smetterla di preoccuparmi.... e invece no... avevo ragione io:, non dovevo mandarla in giro senza la mia supervisione. Era ormai un’oretta buona che se ne stava con la sua amichetta e tutto sembrava procedere bene; era quasi ora di pranzo così mi alzai per andarla a prendere ma venni fermata da David: 

- Lasciala giocare ancora cinque minuti, cominciamo a far mangiare loro nel mentre - indicó i più grandi. - lo sai meglio di me che se si stranisce sarà dura farle fare qualsiasi cosa. - Questo era vero... preparai i tost a Neal e a Leila e tutti e quattro insieme iniziammo a pranzare: di punto in bianco accadde qualcosa che mi lasció senza fiato. Leila sbarró gli occhi, si mise in piedi si scatto dopodiché cadde a terra in ginocchio portandosi le mani al petto.

- Leila! Oddio... che hai? - le dissi spaventata vedendola respirare a fatica e sofferente - Leila per l’amore del cielo dimmi cosa ti senti!

- Ch... Chloe! Nonna Chloe... Chloe sta male! - disse iniziando a piangere. 

- Chloe sta male? Ma cosa stai dicendo tesoro? - l’abbracciai - Tua sorella sta giocando; che c’è? Ti sei spaventata non vedendola qui con noi? - che tenera, pensai, si preoccupava per sua sorella... invece no, non era esattamente quello che stava succedendo. 

-  No nonna! Te lo sto dicendo... Chloe sta male!!! Io... io lo so, riesco a sentirlo... - che riuscisse a sentire sua sorella era già strano di per se, figuriamoci in un mondo senza magia. Di sicuro voleva intendere altro con quelle parole. - Va da lei nonna! Ti prego! Chloe ha bisogno di te. - mi supplicó.

- Ok ok vado da lei. La porto qui così stai tranquilla ok? - mi girai verso la riva per capire dove si trovasse ma non riuscii a vederla: c’era una marea di gente a riva e tutti raggruppati... che il chioschetto delle granite si fosse fermato proprio lì? Molto probabile e di sicuro quella birbantella di mia nipote  era lì. Presi il portafoglio per prendergliene una e andai da lei. Nel tragitto incontrai la sua amichetta che piangeva in braccio alla sua mamma. Non ci feci molto caso, pensai che la  bimba stesse facendo dei semplici capricci e invece mi sbagliavo: quello che mi ritrovai davanti non era esattamente quello che mi aspettavo. Non vi era nessun chioschetto lì ma un intervento di primo soccorso in piena regola. 

- Ei!!! rispondimi!!! Avanti..... guardami ok??? - queste erano le parole che riuscivo a sentire ma la gente che avevo davanti era troppa e non riuscivo a vedere nulla.

- Chiamate i genitori presto!!!!- disse un’altra voce è fu propio quella voce e quelle parole che mi fecero capire che si trattava di un bambino o di un ragazzo. Non so perché ma cominciai a sgomitare tra la folla per farmi spazio e alla fine la vidi... mia nipote era stesa a terra con gli occhi persi nel vuoto e veniva soccorsa da un bagnino e da altre persone. 

- O MIO DIOOOOO ! NOOOOOO!— gridai e nel mentre cercai  di raggiungerla. Qualcuno capì che ero imparentata con la bambina è mi impedì di avvicinarmi. - LASCIATEMI PASSAREEEEEEE!!!!!   

-  Lei è la mamma? - mi chiese il bagnino. 

- No, sono sua nonna! Cosa diavolo le è successoooooo? 

- Sono stati punti da un’insetto! - sono? Mi guardai attorno e notai che  anche il padre dell’amichetta di  mia  nipote veniva soccorso. A differenza sua però l’uomo era cosciente, aveva ricevuto un pizzico alla mano che ora  era quattro volte la misura normale  - Sa per caso se è allergica a qualche insetto in particolare sua nipote? - mi riporto alla realtà il bagnino 

- No! Che io sappia non è mai stata punta! 

- Ok! Come si chiama la bambina?  Quanti anni ha? 

- Si chiama Chloe! Ha...ha 3 anni. Faccia qualcosa la prego! 

- Sto facendo il possibile signora e ho già chiamato l’ambulanza. Andrà tutto bene ok? - quelle furono le ultime parole che mi rivolse dopodiché si concentrò su Chloe la quale aveva appena girato gli occhi per aria. 

- No no no! maledizione! - CHLOE MI SENTI???? CHLOEEEEE!!!!!!! - la chiamava e contemporaneamente la scuoteva per svegliarla. Non sembrava intenzionata a volerlo fare; le prese il braccio.

- Non c’è polso! È in arresto cardiaco - disse ad un suo collega il quale corse verso la loro postazione per tornare un minuto dopo con un defibrillatore in mano. Mi sentii morire... non era assolutamente un bello spettacolo quello a cui stavo assistendo. Chloe venne attaccata a quel marchingegno e dopo una serie di compressioni toraciche, che credevo le avrebbero procurato qualche costola rotta, le mandarono la prima scossa.... la

Seconda... la terza. Non riuscivo a pensare a nulla! Avevo paura... tanta paura. Mi raggiunse anche David non capendo il motivo per cui non fossi ancora tornata e per lui fu lo stesso. Rimase immobile e imporente a guardare la scena. 

- Che succede? - chiese improvvisamente una voce. Mi voltai e tirai il primo sospiro di sollievo: erano dei paramedici, l’ambulanza era arrivata.

- Bimba di tre anni in stato di shock anafilattico. È andata in arresto cardiaco ma siamo appena riusciti a far ripartire il cuore. Polso debole ma presente. 

- Ottimo lavoro! Ora ci pensiamo noi! C’è qualcuno della famiglia? - chiese uno di loro mentre gli altri andarono da lei per stenderla su una barella.

- Noi! - Rispose David cercando di mantenere quanta più calma possibile. - Siamo i suoi nonni!

- In quanto minore uno dei due può salire con noi, l’altro purtroppo dovrà raggiungerci in macchina. 

- Vado io con lei! Non la lascio sola! - risposi e in mezzo secondo ero già vicino alla barella dove era stata sistemata. - Amore mio, la nonna è qui! Andrà tutto bene te lo prometto! - le sussurrai prima di darle un bacio sulla fronte. Non mi senti lo so  ma io avevo bisogno di dire quelle parole ad alta voce per autoconvincermi che tutto sarebbe andato per il meglio. 

Una volta spiegato a David la strada per raggiungere l’ospedale ci dividemmo. Io andai con lambilanza e lui, dopo aver chiesto gentilmente ai nostri vicini di ombrellone di tenere i bambini vista l’urgenza, prese la macchina e ci raggiunse in ospedale. Purtroppo durante il tragitto verso l’ ospedale Chloe ebbe un altro arresto cardiaco; questa volta impiegaronono molto più tempo per cercare di stabilizzarla. Furono minuti interminabili, nessuno mi diceva cosa stasse succedendo, nessuno mi calcolava... li sentivo solo parlare tra di loro in termini spaventosi e questo mi fece preoccupare ancora di più! Una volta giunti in ospedale la registrarono in codice rosso; nonostante avessi assistito a parte del soccorso iniziale in mio cervello non voleva ammettere la gravità della situazione. Ora però con quelle parole ebbi la conferma: mia nipote era grave. Cercai di entrare nel pronto soccorso con lei ma i medici mi fermarono.

- Signora mi dispiace ma non può entrare!

- È piccola e indifesa... non può restare da sola! - gridai cercando di farmi spazio ma non riuscii, erano più forti di me.

- Non è sola! È in buone mani. Ci faccia lavorare, torneremo a breve con qualche informazione più concreta. 

- Si salverà vero? - sperai in una risposta positiva, avevo bisogno di essere rincuorata ma il medico non sembro del mio stesso parere.

- Faremo tutto il possibile per stabilizzarla! - mi lascio lì e si chiuse la porta alle spalle. Volevo piangere, urlare, supplicare qualcuno di salvarla ma non feci nulla di tutto questo, rimasi immobile davanti alla porta del pronto soccorso come una statua.

- Amore, vieni a sederti! - mi disse David non appena arrivò. - Ci sono io qui con te e posso assicurarti che tutto andrà bene!

- Ma lei...

- Lei starà benone! È un osso duro la nostra nipotina vedrai che non si lascerà intimorire da un insetto qualunque. Non buttarti giù così... - non so se lo diceva per aiutare me o per aiutare se stesso, so solo che quello che diceva non era assolutamente credibile. Conoscevo David da una vita ormai è sapevo quando le cose venivano dette con convinzione e quando no. Questo non era assolutamente il caso. 

- I bambini? - chiesi preoccupata anche per gli altri due non sapendo dove fossero.

- Li ho lasciati momentaneamente ai nostri vicini... stanno bene. Leila è un po’ frastornata ma sta bene anche lei. Cerca di calmarti un po’... non ti fa bene stare così.

- Sarà il caso di chiamare Emma? Oddio se la prenderà con  me. Me l’ha  affidata e io non sono riuscita a prendermene cura! Ma che razza di nonna sono è? In passato ho perso Leila, ora Chloe cosiii... io... io...

- Shhhhh vuoi farti prendere un infarto per caso? Frena questo inutile fiume di parole. Emma non si arrabbierà con te. Non potevi prevedere una cosa del genere e sarebbe potuto accadere anche con la nostra supervisione. Aspettiamo che ci dicano qualcosa, solo allora la chiameremo. Non possiamo farlo ora, non sapendo le sue condizioni, la faremmo solamente agitare e questo non rientra nei nostri piani. - Aveva ragione, come sempre. Restammo lì in silenzio per non so per quante ore ma alla fine qualcuno uscì dalla stanza.

- Chloe Jones! - disse il medico che uscì - Con chi posso parlare in merito alla bambina?

- Dica pure a noi: siamo i suoi nonni. - rispose David

- Come sta mia nipote? - chiesi io impaziente.

- Vorrei darvi notizie positive signori ma non ne ho al momento. La bambina è stata punta da più uno o più  calabroni, abbiamo riscontrato due punture: una all’altezza del braccio sinistro e l’altro all’altezza del collo. È questo che ci preoccupa maggiormente in quanto essendo una zona delicata con molto flusso di sangue il veleno dell’insetto agisce con maggior rapidità. La bambina ha avuto oltre allo shock anafilattico anche due arresti cardiaci. Per ora l’abbiamo stabilizzata ma non è ancora fuori pericolo. Ha la febbre molto alta e a causa della puntura al collo, che le ha gonfiato la parte interessata, non respira molto bene. Abbiamo deciso di non intubarla per il momento in quanto anche se non perfettamente è in grado di respirare da sola ma la terremo monitorata costantemente: al primo segnale d’allarme provvederemo ad intubarla. Mi dispiace ma per ora è tutto ciò che posso dirvi. 

- Ma se la caverà vero??? - ma perché diavolo devono spaventarci così...

- Non posso sbilanciarmi mi dispiace... vorrei dirvi di non preoccuparci ma non posso, la situazione non è per nulla semplice. Fatevi forza ok? 

- La ringrazio! - disse mio marito educatamente anche se avrebbe voluto prenderlo a pugni. 

- Un’ultima cosa... voi siete i nonni se non ho capito male, la bambina ha i genitori e siete voi i parenti più prossimi? 

- Ha i genitori ma è con noi per le vacanze!

- Ho capito! Se ne avete possibilità  vi chiedo  gentilmente di contattarli e metterli al corrente della situazione. 

- Lo faremo subito! 

- Possiamo vederla? 

- Mi dispiace ma non è possibile al momento. La stanno ancora monitorando. Non appena la porteranno in stanza vi farò chiamare. Con permesso...

- Oddio David! Hai sentito? È... è grave! - esclamai per poi iniziaste a piangere. Chloe stava male e non era ancora stata considerata fuori pericolo. Questo significava che...

- Snow! Guardami ok? Dobbiamo farci forza! Non possiamo farci sopraffare dalle emozioni! Dobbiamo informare Emma e Killian dell’accaduto ed essere forti per loro! So che è difficile... sono spaventato anche io ma dovremmo dare forza a nostra figlia, è compito nostro e non possiamo farci trovare così.

- Potrebbe... lei potrebbe....

- So cosa stai cercando di dire e la risposta è no! Chloe non morirà! Abbiamo passato avventure ben peggiori di questa. Non sarà un insetto maledetto a portarcela via. A costo di dover donarle ogni singolo organo Chloe starà benone te lo prometto.... ora chiamiamo a casa ok? 

- Non me la sento David! Non so se ti rendi conto di che notizia dobbiamo darle. Emma... Emma si sentirà male come minimo... e poi c’è Liam. Lo sta ancora allattando, uno spavento come questo potrebbe farle andare via il latte e allora avremmo altri problemi. 

- Allora facciamo così: chiamiamo Regina e troviamo insieme a lei un modo per farli arrivare qui senza spaventarli più del dovuto.

- Ma una volta arrivati qui?

- A quel punto occorrerà dirle la verità! Tranquilla andrà tutto bene...

 

POV REGINA

Quel pomeriggio ero indaffarata in ufficio con mille scartoffie; faceva un caldo bestiale a Storybrooke e invidiavo con tutta me stessa Snow e David che a differenza mia erano in vacanza. Verso le cinque e un quarto, non potrò mai dimenticarlo, mi arrivó una telefonata, risposi e riuscii a capire chi ci fosse dall’altro capo del telefono solo perché il suo nome apparve scritto sulla schermata del mio display.

- È... è grave! - queste furono le parole con cui quella conversazione inizió.

- Snow?!? - domandai. Cosa stava succedendo?

- Regina è... è successo un guaio.... - parlava a tratti e per di più sembrava stesse piangendo. Mi allarmai all’istante.

- Snow che succede? È tutto ok? 

- No... è grave.... molto grave! - che fosse successo qualcosa a David?

- Chi? David? È successo qualcosa a David? Snow dimmi cosa succede!  - improvvisamente l’interlocutore cambió.

- Regina sono David, abbiamo un problema. - la sua voce a differenza di Snow era più limpida ma allo stesso tempo agghiacciate, se lui era al telefono significava che stesse bene e quindi.... no... doveva esserci un’altra soluzione. - Chloe è stata punta da un insetto, pare sia andata in shock anafilattico. Ora siamo in ospedale ma sembrerebbe grave la situazione, non respira bene da sola e i medici non ci fanno avvicinare... bisogna portare Emma e Killian qui il prima possibile.

- O santo cielo! Ma come accidenti è potuto succedere! - esclamai alzandomi dalla scrivania, presi al volo le chiavi di casa e della macchina e uscii dall’ufficio. - Mi preparo, prendo Emma e Killian e siamo subito da voi, mandatemi la posizione.

- Subito però aspetta... inventa una mezza verità con loro... voglio che arrivino qui tranquilli. Emma sopratutto. Liam è piccolo e se Emma avesse un grave shock potrebbe non poterlo più allattare e non vogliamo che succeda.

- Faccio tutto ciò che volete ma come pensate di addolcirle la pillola una volta arrivati lì?

- Non puoi farle un incantesimo... non so... non siamo noi gli esperti.

- Potrei farglielo qui a Storybrooke ma una volta attraversato il confine l’effetto svanirebbe...

- Non so che altro dire allora. portali qui e poi vedremo insieme.

Riagganciai immediatamente e mi misi in macchina, il tempo di prendere un paio di cambi che eccomi nuovamente fuori casa in direzione di casa jones. Prima di arrivare da loro passai davanti una farmacia e li ebbi un lampo di genio. Parcheggiai, comprai dei tranquillanti dopodiché senza più interruzioni arrivai a casa dei miei amici. Cosa avrei detto loro? Beh sicuro qualcosa mi sarebbe venuto in mente.

- Regina!!! Qual buon vento? - mi disse Emma non appena mi vide. Ero solita chiamarla prima di andarla a trovare e quindi questa improvvisata poteva essere sospetta.

- Ricordi che i tuoi ci hanno invitato a raggiungerli per il weekend? 

- Certo ma siamo a giovedì mancano ancora due giorni...

- Cambio di programma, si parte oggi! - sorrisi. Avevo indossato gli occhiali da sole e sperai questo bastasse per non attivare il suonsuper potere.

- E per quale motivo? Le bambine li stanno facendo dannare non è vero? 

- In un certo senso... - non potevo reggere ancora per molto, almeno un minimo di verità bisognava dirgliela. - Tua figlia Chloe in particolarnmodo...

- Che ha combinato questa volta?- chiese 

- Si è fatta pungere da una vespa e ora vuole le coccole di mamma e papà. - scrollai le spalle come se fosse una cosa da nulla. 

- Sta bene? 

- Certo che sta bene! Però approfitteremo dei suoi capricci per farci un paio di giorni in più. 

- Quando è successo? - continuó a domandarmi leggermente preoccupata.

- Ieri sera... - mentii... - e da allora che non fa altro che chiamarvi, vi vuole lì con lei.

- Perché non mi hanno chiamato? - si riferiva ai suoi genitori. 

- E lo chiedi a me? - cercai di ridere - allora... ti vuoi muovere o no? Dai a me questa meraviglia - dissi prendendo in braccio Liam -  e corri a prepararti, vorrei arrivare almeno per l’ora di cena. 

- Regina sicura che sia tutto ok? 

- Se ci fosse qualcosa di cui preoccuparsi non ti lascerei perdere tempro nel preparare la valigia non trovi? Andiamo, chiacchiere che lavorano Signora Jones,  il mare ci attende! - la vidi andare di sopra anche se non del tutto convinta, preparó credo il necessario per loro tre dopodiché scese giù e aspettammo che  Killian,  che nel frattempo avevo fatto chiamare direttamente da Robin, tornarnasse. 

Partimmo tutti e cinque insieme, con una sola macchina e nel giro di due ore eccoci finalmente danati quella che era casa di snow e David. Sapevo che non erano in casa ma feci finta di essere sorpresa quanto loro. 

- Saranno sicuramente in spiaggia, prendiamo la chiave di scorta e entriamo. - Snow è una donna troppo scontata:,ma si può nascondere ai tempi d’oggi una chiave di riserva sotto lo zerbino? Entrammo dentro, sistemammo Liam e successivamente li mandai a disfare le valige. Approfittai che fossero impegnati per preparare un the freddo, misi nella tazza di Emma i calmanti presi in farmacia e mi misi ad aspettare che scendessero.

- Vi ho preparato il the... - dissi loro!

- È proprio quello che ci voleva, si muore di caldo qui! - rispose Killian per poi sedersi sul divano accanto alla sua bella. Aspettai che Emma finisse di bere e poi iniziai quello che era il compito più difficile in assoluto:,dire loro la verità.

- Sentite... non me ne vogliate a male, ma c’è una ragione esatta per cui siamo qui. - dissi tutto d’un fiato, girarci intorno non sarebbe servito a nulla. - Diciamo che vi ho detto una piccola bugia...

- Er successo qualcosa? - esclamó Killian vedendo il mio sguardo.

- Si. Vi spiegheró tutto ma vi prego di non interrompermi. Risponderò a tutte le vostre domande ma solamente dopo avervi spiegato la situazione.

- Avanti non tenerci sulle spine. 

- Vi ho detto che Chloe è stata punta ed è vero ma non è stata punta da una vespa ma da un calabrone. È stata punta in due punti è una di queste due punture le ha procurato uno shock anafilattico.

- COSAAAAAA?!?!?!

- Killian per favore ti ho detto di non...

- AL DIAVOLO QUELLO CHE HAI DETTO REGINA! Stiamo parlando di mia figlia non so se ti rendi conto della gravità della cosa! - mi aggredi...  come dargli torto? - Come sta mia figlia e dove è ora? 

- Lo shock le ha causato altre problematiche che poi vi spiegheranno i medici. Ora è in ospedale e la stanno monitorando. La prognosi è riservata, non dicono nulla. Non vogliono sbilanciarsi. 

- O SIGNORE....  - si portó le mani sul viso incredulo e subito dopo  guardò sua moglie la quale sembrava fissare il vuoto! A differenza di suo marito non proferì parola e questo preoccupó Killian.

- Le ho dato dei tranquillanti... - spiegai. 

- Portaci da nostra figlia! - si limitò a dire lui. 

Lasciammo Liam a Robin e ci recammo in ospedale, i calmanti non servirono a nulla: non appena Emma vide le facce dei suoi genitori inizió a piangere e urlare disperata! 

- CHLOE! DOV’È MIA FIGLIA? 

- Emma tesoro... calmati ok? Non ti fa bene...

- LASCIAMI REGINA! - cercai di trattenerla inutilmente - DOVE DIAMINE È LA MIA BAMBINAAAAAAAA!!!!!!

- E ancora in pronto soccorso...  - inizió a dirle Snow - purtroppo non abbiamo notizie. Amore mio mi dispiace davvero io...

- NON VOGLIO SENTIRE NULLA MAMMAAAAA! PORTATEMI QUALCUNO CON CUI POSSA PARLARE! ! - Snow fece un passo indietro spaventata dalla reazione di sua figlia mente David andò immediatamente chiamare il medico.

- Loro sono i genitori di Chloe... Ragazzi lui è il medico che ha in cura Chloe - lo presentó David

- Genitori? Sembrate coetanei!!! - esclamó incredulo. Avevamo dimenticato un piccolo dettaglio. In quella stanza sembravamo tutto coetanei, come potevamo spiegare le nostre parentele senza parlare del sortilegio? 

- L’abbiamo avuta che eravamo molto giovani - taglió a corto David - Non perda tempo e spieghi loro l’accaduto per favore. 

Il medico spiegó dettagliatamente ai miei amici cosa era accaduto alla bambina: parló dello shock, dei due attacchi cardiaci e che il gonfiore dovuto alla puntura dell’insetto stava ostacolando sempre di più le vie aeree della bambina. 

- purtroppo il suo quadro clinico è complicato e  molto complesso ma stiamo tentando il tutto per tutto per stabilizzarla definitivamente.

A quelle parole Emma ebbe un mancamento, se non fosse stato per la prontezza di riflessi di David molto probabilmente sarebbe caduta a faccia avanti. Killian invece era come sotto shock... 

- posso... posso andare da lei? - chiese Emma con un filo di voce.

- Signora non posso fargliela vedere, mi dispiace. - si trasformó

- È MIA FIGLIAAAAA!!!! E MIO DIRITTO VEDERLA OKKKKKK????? MI LASCI PASSARE!

- La prego signora non faccia così! Capisco la situazione ma davvero non posso farla entrare. Ha la mia parola che la chiamerò non appena sarà possibile. 

- FORSE NON CI SIAMO CAPITI: VOGLIO VEDERLA ADESSO! È PICCOLA E HA BISOGNO DI SUA MADRE! 

- Emma, Emma amore mio guardami... - le disse Killian - non c’è niente che non farei per poterla vedere ma dobbiamo lasciar lavorare i medici ok? Stanno lavorando per farla stare meglio... dobbiamo avere fiducia in loro. Appena sarà possibile andremo da lei. Ok?

- Io non mi muovo da qui! - protestó.

- Non vado via neanche io. Resteremo qui con lei... insieme. - Killian era un santo, nonostante fosse evidente che stesse morendo di paura cercó di non farsi lasciare sopraffare dalle emozioni  in quanto sua moglie era in condizioni decisamente peggiori. - Per  favore qualcuno di voi vada da Liam e dai bambini... a proposito dove sono? - chiese

- Sono al sicuro... sono con dei nostri amici. Andiamo noi ok? Voi teneteci informati.  - disse David

- Forse Emma dovrebbe venire con noi.

- Snow non è il momento... - dissi io.

- Liam tra qualche ora dovrà mangiare... 

- Passate per la farmacia e prendete del latte in polvere, non mi sembra una cosa così complicata! 

- No! - Disse immediatamente Emma! - No... niente latte artificiale. Potrebbe... potrebbe avere delle coliche poi. Andate in farmacia e prendetemi un tiralatte così  almeno potrò stare tranquilla che almeno lui è al sicuro da allergie o altro... - Fecero come venne chiesto dopodiché tornarono a casa lasciando me Emma e Killian in sala d’attesa. 

Erano le undici passate quando il medico tornó da noi. 

- E’ un’eccezione alla regola... per questa sera potete vederla entrambi ma solo per cinque minuti. - gli fece strada e libaccompagnó dalla loro bambina. Quanto tornarono erano uno più devastato dell’altro. 

- Come va? - domanda banane, si leggeva dalle loro faccia come andava ma era l’unica cosa che in quel momento mi venne dire. 

- È sedata... ha il collo  e il braccio gonfio... respira male e dicono che  non abbia mai ripreso coscienza. - disse killian.

- Dobbiamo prenderle un pigiamino, non può rimanere in costume... potrebbe avere freddo. Poi dobbiamo portarle il suo peluche, qualche libro da leggerle e.... - Emma inizió a parlare a raffica senza menzionare minimamente la salute della figlia, era evidente che era appena entrata in un meccanismo di autodifesa. 

- Emma non può sentirci... - provó gentilmente Killian ricorrendo a tutte le forze possibili per non scoppiare in lacrime

- Lei ci ascolta! - rispose secca. Forse sarebbe stato meglio assecondarla.... 

- vado io a prendere queste  cose, voi restate qui. 

Tornai poco dopo con tutto l’occorrente ma non li trovai in sala d’attesa. “Finalmente una notizia positiva” pensai convinta che avessero avuto il lascia passare per poterla vedere di nuovo. Mi misi su una sedia e aspettai il loro arrivo che purtroppo non arrivò . Un ora... due... tre! di Emma e Killian nessuna traccia. 

- mi scusi? Posso chiedere a lei? avrei bisogno di un’informazione... - dissi alla prima infermiera che mi capitó a tiro. 

- Certamente!  Mi dica. 

- Sa dirmi in che stanza hanno portato Chloe jones? È una bambina che hanno ricoverato questo pomeriggio. Dovrei dare ai genitori gli effetti personali della piccola.

- Anche volendo non potrei farla salire lo sa vero? Non è orario di visite.

- Può almenro chiamarmi uno dei due genitori così potrò dare loro tutto questo? - indicai la busta.

- Certo, mi aspetti qui. - la vidi allontanarsi per poi tornare da me qualche minuto dopo. 

- Può tornare a casa signora, non credo che scenderanno a prendere nulla adesso. 

- Ma come!  Mi hanno mandato loro a...

-  La bambina è peggiorata improvvisamente: le è salita la febbre e ha avuto problemi respiratori: è statao necessario intubarla.... 

- O MIO DIOOOOO!!!! Ma ora sta bene vero????? - chiesi spaventata.

- È in terapia intensiva...

- Non le ho chiesto dov’è, LE HO CHIESTO SE STA BENE!!!!! - le urlai contro. 

- Signora non so come dirglielo ma... è un miracolo che sia ancora viva. 

 

Note dell’autore: ciao ragazzi lo so ma il

Racconto era troppo lungo per pubblicarlo tutto in una volta. Questa è solo l’introduzione... a breve saprete cosa succederà. Prometto di non metterci molto ok? Per favore non odiatemi. Un abbraccio e alla prossima. 

Ps. Vi chiedo scusa per gli errori.

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Capitolo 44
*** Legame indissolubile (parte2) ***


POV EMMA.

Regina si era allontanata da neanche cinque minuti per andare a prendere le cose che le avevo chiesto per la bambina quando sentii uno dei medici che passava di lì dire ad un suo collega " la bambina che è stata ricoverata questo pomeriggio è in condizioni gravissime; corri serve il tuo aiuto!" 

Non so esattamente quanti bambini fossero stati ricoverati quel pomeriggio ma il mio cuore capì che stavano parlando di lei... della mia piccolina. Li vidi correre e istintivamente corsi con loro, volevo vederla, volevo esserle accanto, volevo dirle che la sua mamma era lì con lei e che tutto sarebbe andato per il meglio. Killian provó a fermarmi ma non ci riuscì, ero determinata a raggiungerla. Se però da una parte riuscii a non farmi fermare da mio marito, non riuscii comunque  a farla franca con i medici in quella stanza del pronto soccorso.

- Signora non può stare qui! - disse uno di loro parandomisi davanti non appena mi vide in stanza. 

- È mia figlia! - esclamai cercando di farmi spazio. - È LA MIA BAMBINA!!!! Fatemi vedere la mia bambina! 

- Signora mi ascolti: stiamo cercando di aiutare sua figlia, se lei rimane qui non ci permetterà di fare il nostro lavoro al meglio. La prego si accomodi in sala d'attesa, la faremo chiamare quanto prima.

- No... io devo.... io... io non viglio lasciarla sola! Ha... ha solo tre anni... lei....

- Scusatela, è fuori di se! - ci aveva raggiunti anche Killian nel mentre,

il quale al posto di spalleggiarmi diede retta ai medici - Me ne occupo io. Vi aspetteremo fuori ma vi prego... salvatela. - non aggiunse altro, mi prese di peso e mi condusse fuori. Piansi... piansi come penso non avevo mai fatto in tutta la mia vita: avevo paura, ero stata in sala per soli dieci secondi ma quei secondi furono sufficienti a spaventarmi: si stavano accanendo sul suo corpicino dandomi ulteriore conferma che la situazione fosse grave sul serio. Solo un'altra volta mi era capitata una situazione simile: quando Henry mangiô il dolce avvelenato di Regina... anche lui aveva rischiato di morire ma alla fine grazie alla magia era tornato da me. Ora la cosa era ben diversa: la sua vita era appesa ad un filo e la magia non avrebbe potuto fare nulla per aiutarci questa volta. Le lancette dell'orologio scorrevano con una velocità inaudita ma nessuno si degnó di uscire da quella maledetta stanza fino al mattino.

- L'abbiamo ripresa per i capelli! - disse il medico che l'aveva in cura - Ha avuto una brutta crisi respiratoria! 

- ODDIOOOO!!!! E ORA? - fu Killian a fare domande... io non ero più in grado di fare più neanche quelle. - Sta bene?

- Non voglio spaventarvi credetemi ma non sono il tipo che addolcisce la pillola e da speranze che forse non potrebbero esserci. - cosa voleva insinuare con quelle parole? - Vostra figlia è molto malata, lo shock anafilattico, le crisi respiratorie e gli attacchi cardiaci avute fino ad ora hanno indebolito le sue funzioni vitali... verrà ricoverata nel reparto di terapia intensiva e le somministreremo cure adeguate alla sua età per quanto riguarda la rimozione del veleno procuratogli dall'insetto. SiMo venuti a conoscenza che durante il primo soccorso da parte del bagnino non elle e statti somministrato il cortisone, cosa indispensabile in questi casi... la dose data dai paramedici non ha funzionato in quanto blanda. Faremo delle cure più mirate sempre a base di cortisone ma se non funzionerà dovremmo provare a ripulire il sangue tramite un apposito macchinario. Se anche quest'anno tecnica non sarà risolutiv dovremmo tentare un trasfusione. Scusate la domanda ma quanto figli avete? 

- Quattro anche se il nostro primo figlio in realtà è solo suo, non sono suo padre biologico è l'ultimo ha appena un mese

- Capisco allora faremo i test a lei - indicó sempre mio marito - e all'altro figlio/a che avete. In base a chi sarà compatibile nel caso sarà necessario interverremmo.

- non dovrei sbagliare ma  le femminucce hanno ereditato il gruppo sanguigno della loro mamma mentre il maschietto il mio, ma è zero negativo e so per certo che posso donare solo a persone con il mio stesso gruppo a differenza di altri. 

- Per sicurezza faremo comunque un test di compatibilità ma se abbiamo l'altra bambina non dovremo comunque avere problemi. Signora non mi guardi così, lei la escluso a priori, se ha avuto un bimbo da poco credo lei sia in fase di allattamento e

- Se devo salvare la vita di mia figlia farò quello che va fatto, Liam non morirà se inizierà a prendere Latte artificiale Chloe potrebbe morire invece è anche Leila! Non si sa mai come possono andare questi interventi quindi mi stia a sentire farà i test solo a me e mio marito! Uno di noi dovrebbe bastare! Farà i test dall'altra mia figlia solo se risulteremo incompatibili entrambi ma non credo che succederà. 

- Va bene signora come preferisce ma cerchi di calmarsi non le fa bene agitarsi in questo modo 

- È una frase che siete soliti dire quando avete mamme che potrebbero perdere i loro figli? 

- Emma amore.... fa solo il suo l'acoro..... - cercó di calmarmi Killian - mi scusi per quanto riguarda il poterla vedere? Come funziona? Può restare qualcuno con lei? 

- In reparto uno dei due genitori può restare tranquillamente in stanza con lei ma per quanto riguarda la terapia intensiva abbiamo regole differenti. Uno di voi due può rimanere nei corridoi della terapia intensiva anche tutto il giorno se vuole ma per quanto riguarda l'entrare dentro la stanza... beh si solito quando si ha pazienti adulti non ci sono orari di entrata. Quando si tratta di bambini invece concediamo un'ora al giorno durante l'orario di visite. Uno di voi potrà quindi entrare dentro mentre tutto il resto dei visitatori potrà vedere il paziente da una piccola finestrella. Mi dispiace ma dobbiamo ridurre al minimo i rischi, qualsiasi virus prenderebbe le sarebbe fatale.

- Resterò io con lei! - dissi decisa.

- Amore, forse dovresti riposare, sei molto provata... torna a casa dagli altri stai un po' con Leila e Liam, domani mattina magari mi verrai a dare il cambio ok? 

- No! Resteró io! Voglio stare con lei, non starei tranquilla a casa.

- Ma ne sei sic...

- Sicurissima!

- Non è che possiamo rimanere entrambi? Non mi fido a lasciarla qui in questo stato ! - mi indicó.

- Purtroppo non posso accontentarvi è il protocollo. Peró farò  un’eccezione per oggi: vi lasceró rimanere entrambi fino a termine visite pomeridiane, poi uno di voi dovrà andare...vorrei fare di più ma non posso.

- Grazie lo stesso, sta facendo già molto per noi! - gli strinse la mano.

- Con permesso! - si allontanó lasciandoci soli in quel vuoto corridoio. Qualche  minuto dopo ci vennero a chiamare per informarci che Chloe era appena stata spostata in terapia intensiva. Salimmo  in reparto entrambi e ci affacciamo a quella famosa finestrella per vederla... una scena orribile: la mia piccola era sdraiata a letto priva di sensi attaccata a non so quanti macchinari e flebo. Il cinquanta percento del suo corpo era coperto da fili e tubicini. Non riuscivo a vederla così, faceva troppo male ma dovevo resistere, dovevo farlo per lei, aveva bisogno di me in quel momento e non potevo in nessun modo venir meno al mio dovere di madre. Cercai di non piangere ma fu inutile, era impossibile non lasciarsi sopraffare dalle emozioni e naturalmente nonostante cercassi di nasconderlo in tutti i modi possibili Killian se ne accorse. Mi strinse la mano per darmi forza ma quel gesto mi fece solamente piangere ancora di più in quanto mi dava l’assoluta certezza che quello che stavo vivendo non era solamente un brutto incubo.

- Amore mio, la nostra piccola è un osso duro, vedrai che ne uscirà più forte di prima. È in buone mani.

- Come fai a saperlo? Non li conosciamo neanche! Starei più tranquilla se ci fosse Whale qui! Lui non l’avrebbe mai fatta arrivare a questo punto. 

- Non puoi saperlo, comunque se può consolarti un pochino ti dico che l’ho  fatto chiamare da Regina: pensavo di farla trasferire a Storybrooke per poter poi intervenire noi con la magia....

- E? 

- Whale si è messo in contatto con l’ospedale facendosi spiegare i sintomi di Chloe in maniera dettagliata es entrambi i medici hanno concordato che spostarla in questo momento sarebbe rischioso. 

- Questo significa che...

- Che ci vorrà più tempo e che non potremmo usare la magia, nulla di più, Chloe starà bene. 

- Come fai ad esserne sicuro? 

- Perché ho speranza e dovresti averne anche tu. 

- Non ci riesco sai? Mi è andato tutto male nella vita ad eccezione di tutti voi... credevo davvero che tutto sarebbe cambiato? Certo che no: sfigata ero e sfigata rimarró.

- So come ti senti, la tua vita non è stata ne semplice ne tantomeno gioiosa, pensi che tutta la felicità possa sfuggirti dalle mani da un momento  all’altro ma non è così tesoro. Ci sono io con te e da quando siamo insieme abbiamo sempre superato tutto... supereremo anche questo. Non temere, non permetterò che succeda nulla di male a Chloe. - non gli risposi, si limitò ad abbracciarmi e di conseguenza lo strinsi anche io.  Restammo in quella posizione per parte della giornata, nessuno dei due parló... non c’erano parole da dire... riuscivamo  a darci forza l’un l’altro anche stando in silenzio. Lo stare insieme era la nostra unica forza. 

Ormai stava calando la sera ed era giunta l’ora di separarci.

- Devi andare? - chiesi con un filo di voce.

- purtroppo sì amore mio, non vorrei ma devo! Sicura che non vuoi andare te a casa? Tanto per oggi non possiamo comunque entrare dentro da lei. Magari ne puoi approfittare per riposare un po’ non trovi? 

- No! 

- Sicura sicura?

- Sono sicura! - lo abbracciai - ascolta, prima di andare via passa in reparto ostetricia, ho tirato il latte e l’ho fatto conservare da loro. Fai mangiare Liam e parla con Leila. Non ho capito bene ma mamma dice che Leila ha sentito che sua sorella stesse male... non lo so, non ho capito fatti spiegare da lei. 

- Shhhh sta calma penso a tutto io. Mi raccomando Emma... non passare l’intera notte davanti questa finestra ok? - non risposi - ok??????? 

- Ci proverò. - mi diede un bacio a stampo

-  scrivimi per messaggio quello che vuoi che ti porti domani mattina. - diede un ultimo sguardo a nostra figlia dopodiché con il cuore spezzato andò via. 

Anche se gli dissi che avrei provato a distrarmi tornai a guardare quella maledetta finestrella: “amore di mamma sono qui! Dormire i serena tutto andrà bene”

 

POV KILLIAN

Anche se non ancora convinto che fosse la scelta giusta lasciare Emma sola in ospedale mi misi in macchina e tornai alla villetta al mare dove mi stava aspettando il resto della famiglia. 

- Alloraaaaaa????? - mi chiese Snow non appena varcai la soglia di casa. - Regina ci ha accennato qualcosa.... come sta Chloe? Che le è successo? Sta bene adesso? Cosa dicono i medici??? 

- Snow tesoro, fallo parlare... - le disse David interrompendo quel fiume di parole.

- Ha avuto una crisi respiratoria, non riesce a respirare da sola e di conseguenza l’hanno intubata. L’anno portata in terapia intensiva e hanno iniziato le cure necessarie per combattere il veleno dell’insetto ma non si sa se faranno effetto... potrebbe volerci addirittura una trasfusione. - mentre parlavo sentivo le lacrime scendere dagli occhi... per quanto mi sforzai di trattenerle non ci riuscii. - dicono che... che... 

- calmati Killian... respira!

- Dicono che le sue funzioni vitali sono al limite... in pratica... in pratica la sua vita è appesa sul filo di un rasoio. - non riuscii più a trattenermi e scoppiai in un pianto disperato. Avevo retto fin troppo per dare forza ad Emma, ora era il mio turno di liberarmi di quel peso straziante chiamato paura. Mia figlia poteva morire e io non avevo alcun potere per impedire tutto questo. Volevo gridare tanto era il dolore, rompere qualcosa, piangere fino a quando non mi fossero caduti gli occhi ma non potei fare nulla di tutto questo perché successe qualcosa che non mi aspettavo. Sentimmo un improvviso rumore di vetri rotti, ci voltammo tutti verso la direzione del rumore e notammo che davanti la porta che separava la cucina dal salottino c’era mia figlia Leila alla quale era appena scivolata dalle mani una tazza di vetro. 

- Leila amore di nonna non dovresti essere di sopra? - la bambina non rispose... se ne stava lì  ferma immobile a fissarmi spaventata e con gli occhi lucidi. Che avesse sentito tutto? Sperai con tutto il cuore di no, che ci fosse un’altra spiegazione a quello sguardo di terrore ma dovetti ricredermi quando scappó piangendo al piano di sopra. - Non ci voleva... - sospirai e mi alzai da terra e tentai di raggiungerla.

- Andiamo noi Killian, tu è meglio se riposi... sei sconvolto, non sei in te.

- Scusate ma è mia figlia e ha bisogno di me in questo momento! - nessuno replicó così mi avviai al piano di sopra e raggiunsi la sua stanza. La trovai in ginocchio a terra. Singhiozzava tenendo stretto al petto il peluche preferito di sua sorella. Non le dissi nulla, mi misi a terra con lei e l’abbracciai. Non sapevo davvero cosa dirle,  tutto dopo quello che aveva sentito sarebbe sembrata solo una stupida bugia per  farla stare bene. Ormai aveva quasi otto anni, capiva benissimo il significato di determinate  parole non me la sarei cavata con una piccola bugia... non questa volta. 

- Mi... mi lascerà da sola? - mi domandó improvvisamente... - c... Chloe... mi lasc....

- No che non ti lascerà da sola... papà e mamma non lo permetteranno, puoi starne certa.

- Ma tu... tu hai detto che... che lei... 

- So quello che ho detto, ho ripetuto ai nonni e agli zii quello che mi hanno detto i dottori, ma i dottori non sanno una cosa però: tua sorella è una Jones e noi Jones non ci arrendiamo di certo alle prime difficoltà. È vero, la tua sorellina sta male ma sta combattendo con tutte le sue forze per  sconfiggere questa malattia e tornare da te. 

- Non mi stai mentendo solo per non farmi essere triste, vero papà? - da quando era diventata così saggia?

- Non ti sto mentendo... tua sorella sta combattendo come una piccola leonessa, noi dobbiamo solamente starle vicino e credere in lei. - continuai a tenerla stretta a me, era l’unico modo per alleggerire il dolore che stava e che stavo provando. 

- È colpa della nonna se Chloe sta male! - disse dopo un lungo momento di silenzio. - io sono arrabbiata con lei. È tutta colpa sua! 

- Amore non è colpa di nessuno...

- Si! Nonna l’ha mandata a giocare e non è stata con lei! Lei è piccola non deve stare da sola. Io non voglio più bene a nonna! - ci mancava solo quello adesso...

- Leila stellina mia ascoltami: capisco che sei spaventata e che tu voglia attribuire la colpa a qualcuno per quello che è successo ma la nonna non c’entra proprio  nulla. È stata una disgrazia e sarebbe potuta succedere in qualsiasi luogo e con chiunque

- Peró...

- Fidati di papá! Nessuno ne ha colpa  tantomeno la Nonna. Non voglio più sentirti dire una cosa del genere ok? Nonna vuole bene a Chloe come tutto il resto della nostra famiglia. 

- Va bene scusami papà.

- Brava cucciolina! Ora però papà ha bisogno di chiederti una cosa e vorrei mi rispondessi sinceramente. Mi hanno detto che è successa una cosa strana in spiaggia contemporaneamente a quando Chloe si è sentita male... cosa hai sentito esattamente Leila? Spiegalo a papà. 

- Te lo ha detto la nonna? Io non volevo che te lo dicesse...

- Rispondimi...

- Io non lo so... so solo che ho sentito che Chloe stava male, non lo so come ma l’ho sentito. Mi faceva male il cuoricino. 

- Era un dolore come quando sei triste o come quando hai la bua? 

- Come quando ti fai male... mi faceva tanto male il cuoricino e non riuscivo a respirare bene. - ci mancava solo la figlia sensitiva e cardiopatica.

- Ora senti qualcosa? 

- Su Chloe?

- O su Chloe o su qualsiasi altra cosa. Ti fa male ancora il cuoricino?

- No non mi fa male più e non sento niente. Ora ho solo paura per la mia sorellina.

- Ho capito... domani per sicurezza ti porterò comunque a fare un controllo dal dottore!

- Perché sto male anche io papà?

- No tesoro ma è meglio fare un controllo ok? Siamo in un mondo senza magia non credo sia stato un evento magico. ora però  è tardi e bisogna dormire. - Mi alzai e le allungai la mano per aiutarla a mettersi in piedi e accompagnarla nel suo letto. - buonanotte principessa di papà, fai bei sogni. - le diedi un bacino sulla guancia e tentai di raggiungere gli altri al piano di sotto; venni bloccato a metà scalinata 

- Papà! - mi voltai verso Leila che mi stava chiamando - io... io non riesco a dormire senza Chloe e la mamma! Ho tanta paura. Posso... lo so che sono grande ma posso dormire con te questa notte papà? 

- Per me non sarai mai abbastanza grande cucciolina, certo che sì... comincia andare in stanza, parlo con i nonni e salgo su. Mi raccomando Leila: a letto subito, non metterti ad origliare di nuovo.

Controllai che andasse in camera dopodiché tornai dal resto della famiglia, parlammo più che altro su come gestire i giorni a venire e su come organizzarci per andare a turno in ospedale: non potevamo portare Neal, Leila e Liam con noi ma non potevano neanche restare soli a casa. Una volta sistemate queste questioni burocratiche tornai in stanza dalla mia piccina che mi stava aspettando sveglia. Mi misi nel letto e la tenni stretta a me tutta la notte. Si addormentò subito a differenza mia che passai l’intera notte in bianco a piangere... credetemi: puoi essere anche la persona più dura è spietata nella vita, puoi avere un eco smisurato e avere i peggio difetti ma davanti al dolore per la possibile perdita di un figlio diventiamo tutti fragili e fifoni. Così mi sentivo, sapevo che sarebbe bastato un minimo per farmi cadere a precipizio nello sconforto più totale. Sperai solo che quel minimo non sarebbe mai arrivato. 

Finalmente la luce del sole entró nella finestra illuminando parte della stanza... un nuovo giorno era iniziato. Mi alzai piano dal letto cercando di non svegliare Leila, mi preparai e uscii dalla stanza, mia figlia aveva il sonno leggero, se fossi rimasto lì si sarebbe svegliata di sicuro. Passai per la camera delle bambine e dopo aver controllato sul cellulare la lista di cose che chiedeva mia moglie presi una busta e iniziai a metterci dentro tutto ciò che mi aveva chiesto. Alle dieci in punto io, Regina e Robin eravamo già in ospedale per il primo round di visite. Emma era esattamente dove l’avevo lasciata la sera precedente, davanti la porta della stanza di Chloe ad osservarla da lontano nell’attesa che qualcuno la facesse entrare. 

- Amore buongiorno... - le dissi avvicinandomi - Ti hanno detto qualcosa? Come ha passato la notte? 

- Cosi... l’hanno controllata un paio di volte ma tutto è  rimasto invariato.

- È una buona notizia non trovi? 

- No, non lo è! Non sta migliorando! 

- Ma non sta neanche peggiorando. Amore lo so che ti chiedo molto ma perché non provi a pensare al lato positivo delle cose?

- Per lo stesso motivo per cui tu non lo fai! - rispose... aveva ragione, le mie erano solo parole per aiutarla ma in realtà stavo esattamente come lei - Mi hai portato quello che ti ho chiesto? 

- Certo, non so a cosa ti possa servire tutta questa roba ma...

- Salve a tutti - fummo interrotti da un’infermiera - Volevo ricordarvi che l’orario di visita finirà alle 11 e che potete stare solamente in questo corridoio. Per quanto riguarda voi genitori invece vi devo chiedere chi di voi entrerà da lei. - avrei voluto almeno darle un bacino ma sapevo che sua mamma aveva più bisogno di me di quel contatto fisico. A me bastava vederla attraverso un vetro per tranquillizzarmi, a Emma no! 

- Entrerà mia moglie! - risposi voltandomi  verso di lei. - Dalle un bacino da parte del suo papà. - le passai la busta che mi aveva chiesto e la vidi entrare con l’infermiera. Parlarono di non so che cosa dopodiché le vidi avvicinarsi alla piccola. Emma le diede prima un bacino, le fece innumerevoli coccole dopodiché insieme all’aiuto della ragazza le tolse la vestaglia fornita dall’ospedale per sostituirla con il pigiamino che si era fatta portare. Finita quell’operazione linfermiera uscì lasciando Emma da sola. Rimasi senza parole a quello che fece: inizió a prendere i quattro orsacchiotti di peluche che mi aveva chiesto di portare e li sistemó sul tavolinetto accanto al letto di Chloe, prese una spazzola e con una delicatezza inaudita cominció a  spazzolare  i capelli della nostra piccina per poi farle due treccine ordinate. Estrasse sempre dalla busta un libro che le avevo portato e iniziò a leggerglielo. Una pagina... due pagine... tre pagine, alla terza pagina chiuse il libro in maniera troppo aggressiva e li capii che qualcosa in mia moglie non andava. Si avvicinò con la sedia al letto della bambina, le prese la mano e dalla mia posizione sembró che le stesse parlando... ero curioso di sentire cosa le stesse dicendo così aprii leggermente la porta e ascoltai.

“ Mio piccolo uragano cosa mi combini è? Di tutte le favole che più ti stanno a cuore hai deciso di interpretare proprio quella della bella addormentata... non potevi, che so... scegliere quella di Elsa? Non ti sarebbe piaciuto giocare alla principessa del ghiaccio con il tuo piccolo amico Erik? O che ne so giocare ad essere nonna Snow rubandole i suoi vestiti recuperati dalla foresta incantata? No... tu come al solito hai voluto strafare e giocare al gioco più difficile da sopportare per mamma. la bella addormentata non ti si addice sai? Tu sei un vero uragano tesoro, un terremoto di vivacità, non riesco a vederti stesa su questo letto così... immobile.

Mi piacerebbe vederti riaprire quegli occhi meravigliosi, vederti correre da una parte all’altra della casa combinando guai a non finire, litigare con i tuoi fratelli... ma sopratutto mi piacerebbe sentire la tua meravigliosa voce sussurrare la mia parola preferita: mamma!” - la vidi iniziare a piangere ma nonostante ciò continuò imperterrita a parlare - “mi manchi Chloe... mi manchi terribilmente. Sei qui davanti a me eppure è come se non ci fossi... sto cercando di essere forte per te, per quando ti sveglierai, ma non so se riuscirò ancora per molto. Ogni qualvolta che ti vedo il mio cuore si spezza perché ti vedo soffrire... prenderei volentieri io il tuo dolore sai? Ma non si può, non in questo mondo almeno.  Possiamo provare a fare una cosa però: Se proprio non vuoi aprire gli occhi ti prego tesoro fai in modo di superare almeno la fase critica, potremmo portarti a casa e con la magia potremmo risvegliarti noi. Fai tutto quello che è in tuo potere per riuscire stare bene, io cercherò da qui di fare altrettanto per te. Non mollare ok? Non ci provare neanche. Ti seguirò dovunque andrai amore mio. È una promessa questa perchè non posso stare senza di te. Vi amo tutti: amo papà, Henry, Leila, te e Liam ma con te ho un rapporto speciale... tu sei una mini me. Ogni giorno che passa, anche se hai dei modi di fare un po’ troppo pirateschi , mi somigli sempre di più più e io ho giurato il giorno che sei nata di proteggerti sempre e non farti mai mancare nulla di quello che non ho avuto io.  Conosci la mia storia vero? Sai già cos’è la cosa che più mi è mancata in assoluto... non permetterò che questo accada a te quindi se non vuoi che ti segua in un altro mondo ti prego torna a casa.... ti prego piccola Chloe, torna a casa da noi.”

Cosa stava cercando di dirle? che si sarebbe ammazzata nel caso in cui non ce l’avrebbe fatta? Sperai fossero solamente parole buttate al vento a causa dello stress e per quella volta decisi di far finta di nulla. Se avesse anche solo mezza volta, con me o con la stessa Chloe, riaccennato a quell’argomento allora le avrei parlato. Come se nulla fosse tornó a leggerle il libro fino a quando l’infermiera non venne a chiamarla per dirle che l’orario di visita era terminato. Non fece storie ma disse una frase rivolta verso la sua bambina che mi fece morire dentro:

“ questo dovrebbe essere il momento più importante della storia che hai deciso di interpretare:!il momento in cui ti do un bacio e tu ti svegli spezzando la maledizione. È già successo lo sai? Per Henry è stato così... che cosa ne dici? Ti va di provare? - l’infermiera in tutto ciò non disse nulla... era abituata a vedere genitori disperati quindi non si insospettì alle parole di emma, pensò semplicemente che la donna che aveva davanti stava manifestando il suo dolore in quel modo. - ora amore mio concentrati ok? - le accarezzò il viso e le si avvicinò.... - ti amo piccola Chloe! - le diede un bacio sulla fronte come esattamente fece per Henry anni fa ma a differenza di quel giorno questa volta non successe nulla mandando Emma nello sconforto più totale. Cadde a terra priva di forze e il pianto che prima era silenzioso divenne un vero e proprio strazio di lamenti e urla. 

Dovettero sedarla per calmarla un po’ ma nonostante i medicinali rimase comunque agitata. 

- Voglio rimanere io a controllarla stanotte. - mi disse quando si fu calmata un pochino.

- Non credo sia una buona idea amore, hai avuto un crollo emotivo non indifferente; dovresti riposare un po’. 

- Ho detto che voglio restare qui. Non la lascio con nessuno altro.

- Neanche con me? - chiesi - non ti fidi neanche di me?

- Di te si ma voglio comunque restare io. Te devi stare con Leila e Liam... 

- dovresti passare un po’ di tempo anche con loro sai? Leila sente la tua mancanza e Liam da quando non ci sei è nervoso e mangia poco. 

- Chloe ne ha più bisogno in questo momento, loro stanno bene a differenza sua.

- Ho pensato di far riportare Leila a casa, a Storybrooke dico... tanto tuo padre deve tornare a lavoro e così lei potrà tornare a scuola per gli ultimi giorni  e distrarsi con i suoi amichetti. Che ne pensi? Ieri ha sentito le conversazioni mie con i nonni e credo abbia Capito più di quando avrebbe dovuto. 

- Ok riportala a casa ma vai anche tu con Liam, viglio che continuino la loro vita normale e almeno uno di noi deve essere presente. 

- Posso anche portarli entrambi ma non passerà giorno che non verrò qui. Viaggerò tra Storybrooke e questo ospedale fino a quando non torneremo tutti a casa. Come tu non vuoi lasciare sola Chloe io non voglio lasciare sola ne lei ne te.

- io me la caverò.

- Scusa se non ti credo.

Dopo una lunga discussione concordammo che lei sarebbe rimasta con la bambina, non ci sarebbe stato verso tanto di farle cambiare idea, mentre io sarei tornato a casa con Leila e avrei viaggiato quotidianamente per vedere Chloe. Liam sarebbe rimasto nella villetta con Snow e Regina in modo tale che se fosse stata necessaria Emma era a pochi minuti di distanza. I giorni passavano e la bambina non accennava a migliorare, decisero quindi di intervenire pulendole il sangue: una volta al giorno veniva collegata a un macchinario con due tubicini: uno prelevava il sangue per pulirlo nell’apposito macchinario e l’altro lo rimetteva nel suo corpicino. Il suo organismo venne quindi ripulito ma questo non bastó per farla migliorare. Continuava ad avere la febbre alta e a non dare segni di volersi svegliare. Per i medici la cosa risultava grave perché voleva dire che l’arresto cardiaco e le crisi respiratorie aveva procurato dei seri danni. Evitammo di dirlo ad Emma fino a quando la cosa non fu confermata: la bambina se, e sottolineo se, si sarebbe svegliata avrebbe avuto sicuramente seri problemi. Non sapevano tuttavia indicarci se fisici o celebrali.

 

POV REGINA

Quel giorno fu l’inizio del loro calvario: Emma cadde in depressione mentre per quanto riguarda Killian.. beh lui si trasformò: so che sembra impossibile ma tornò ad essere parte di quello che era prima... un amico della bottiglia se così si può dire. Era tornato a Storybrooke ma viaggiava quotidianamente per raggiungere sua moglie. Quando era con Leila o con Emma era tranquillo, sembrava quasi il Killian di sempre ma non appena lasciava l’ospedale e si fosse assicurato che Leila era al sicuro correva sulla sua adorata nave e beveva fino a perdere i sensi. Provai a parlargli un giorno ma fu inutile... era un padre disperato dopotutto, potevo capire solo per metà quello che stava passando. Mi ripromisi di fare ciò che era in mio potere per dare una mano ma fu difficile, oltre a cercare di star vicino ai miei amici e ai miei nipoti mi ritrovai anche a far da baby Sitter a Snow e David. Erano preoccupati, come tutti del resto, ma non facevano altro che cercare di forzare Emma a fare cose che al momento non si sentiva creando solamente litigi e altro sconforto. 

- Non posso più vedere mia figlia così! - disse Snow il ventiduesimo giorno di quella tortura mentre eravamo a casa ad accudire Liam - Si sta lasciando andare... noi dobbiamo aiutarla. 

- Snow chi meglio di te può capirla è? Anzi ad onor del vero credo che neanche tu possa capirla fino in fondo: le hanno detto che sua figlia ha il 50% di possibilità di non farcela. Come pensi che possa sentirsi una madre sapendo che sua figlia rischia la vita? Quando è successo a me avevamo la magia ed è stato comunque orribile...  pensa lei che sa di non poter far riferimento neanche a quella possibilità. 

- È tutta colpa mia! Lei non voleva che le bimbe partissero... ho insistito ed ora eccoci qua! Chloe rischia di morire e non solo perderò una nipote, ma anche mia figlia... non vorrà più vedermi e...

- Non è il momento per autocommiserassi Snow! Sarebbe potuto succedere ovunque e con chiunque... se vuoi piangerti addosso fallo in privato ma non in mia presenza. Ora cerca di riprenderti per un attimo e cerchiamo un modo convincente per riuscire almeno a portare a casa Emma per questa sera, un’altra nottata lì e veramente ci lascierà le penne. 

Parlammo per l’intera mattinata ma non trovammo nessun pretesto sensato per far staccare la spina ad Emma: l’unica sarebbe stato ingannarla dicendole che Liam e Leila avessero bisogno di lei... avremmo potuto dirle delle problematiche di suo marito ma concordammo che non sarebbe stato giusto infliggerle altro dolore. Di comune accordo decidemmo di parlare con il medico che teneva in cura la bambina e farci aiutare da lui. Già giorni addietro le aveva consigliato di allontanarsi dall’ospedale ma lei aveva sempre rifiutato, ci voleva un ordine categorico. Arrivai in ospedale e Killian era già lì con lei... nonostante fossero devastati entrambi era bello vederli abbracciati per  farsi forza. Andai da loro per salutarli e dare un’occhiata alla mia bella nipotina, come ero solita fare ogni giorno, dopodiché andai a parlare con il medico che senza esitazioni si impegnò ad aiutarmi. 

 

- gliel’ha mai detto nessuno che lei è una mamma eccezionale? - disse il medico rivolto ad Emma la quale non gli rispose minimamente. Lo fece Killian per lei

- Glielo dico tutti i giorni ma lei stenta a crederlo. 

- Non avevo mai visto nessuno ravvivare una stanza della terapia intensiva in questo modo - in effetti Emma in quei ventidue giorni aveva stravolto l’intera stanza di Chloe abbellendola con mille giocattoli. libri e orsacchiotti di peluche di ogni genere. Aveva fatto addirittura cambiare le coperte del lettino sostituendole con le copertine preferite di sua figlia - I suoi figli sono fortunati ad averla! - neanche questa volta rispose ma se la si guardava bene si poteva notare un movimento sussultorio delle spalle che stava a significare che stava piangendo. 

- Mi scusi se sono troppo diretto ma è venuto qui per dirci qualcosa in particolare? - disse killian sperando che il medico smettesse di parlare ad Emma in quel modo visto che la faceva stare solamente peggio.

- Si, in realtà sono venuto per informarvi di una cosa: tranquilli non riguarda la vostra bambina.

- E allora di cosa si tratta? 

- Per questa sera i reparti della terapia intensiva resteranno chiusi al pubblico e purtroppo devo mandare via anche il genitore incaricato di restare. Mi dispiace ma non posso fare altrimenti. Potrebbe essere una buona occasione per farla riposare su un vero letto. - aggiunse poi indicando Emma 

- Grazie per averci avvisato. - rispose Killian e solo allora si sentì la voce di Emma.

- Non mi muoverò da qui! - alzò lo sguardo verso il dottore. 

- Mi dispiace signora ma non faccio io le regole.

- Non mi interessa chi le fa, io resteró qui:  SONO STATA ABBASTANZA CHIARA? - le si avvicinò in maniera minacciosa e se non fossi stata sicura che la magia non avrebbe funzionato molto probabilmente sarei stata preoccupare che lo avrebbe ucciso. - PIUTTOSTO CHE DIRE STRONZATE  COLOSSALI COME QUESTA , PERCHE NON SI RIMBOCCA LE MANICHE E PROVA A SALVARE MIA FIGLIA???? - le ultime parole le aveva gridare prima di ricominciare a piangere disperata.

- Signora davvero non posso farla restare ma per compensare a tutto questo posso concederle di vedere sua figlia per due ore e non una. Potrà passare più tempo diretto con lei piuttosto che restare qui impassibile. Può restare anche suo marito. 

- Forse non ci siamo capiti: IO ME NE FREGO DI QUELLO CHE DICE LEI! Sono sua madre e non lascerò una bambina di soli 3 anni con gente di cui non mi fido minimamente! Fatevene una ragione! - si allontanò a gran velocità e raggiunse il bagno, credevo volesse stare da sola ma quando sentimmo dei strani rumori provenire da quella stanza corremmo tutti da lei: nel giro di trenta secondi aveva praticamente rotto tutto ciò che era possibile rompere: i dosatori dei saponi, il porta asciugamani, aveva buttato a terra parte dei mobiletti situati lì e cosa ancor più grave aveva rotto gli specchi con le sue stesse mani che ora, ricoperte di sangue erano impegnate a picchiare un muro. 

- Emma amore! Per l’amore del cielo fermati!!! - disse killian provandola a trattenere tra le sue braccia

- LASCIAMI KILLIAN! LASCIAMIIIIIII!!!!

- Ei, guardami! Guardami un secondo! 

- NOOOOOOOO! Io resto qui stanotte... CHIAROOOOOOO?

- Shhhhhh Andiamo da Chloe ok? Andiamo dalla nostra bambina adesso ok? - l’abbracciava e l’accarezzava allo stesso tempo cercando di calmarla un pochino ma ormai era arrivata a limite e niente sembrava riuscirla a calmare.

- Voglio restare con leiiiiiiiiii! - continuó a dire e Killian ebbe un momento di lucidità e astuzia;  guardò il medico e senza acomunicare verbalmente capirono il da farsi. 

- Ok amore! Resterai qui! Ma ora calmati, andiamo a farti medicare dopodiché andremo da nostra figlia.

- Andiamoci ora! Io sto bene.. - la rabbia passó ma era evidente che non stava bene; tremava come una foglia e cammina a per forza d’inerzia. 

- Ok come vuoi... anche questa volta Killian acconsentì alle sue richieste. Non capii il perché  e aspettai che agissero per poter capirci qualcosa. In pratica Killian e il medico portarono Emma da Chloe e una volta fatta sedere accanto alla sua bambina aspettarono che fosse distratta per ignettarle un calmante che la fece addormentare all’istante. 

- Ma siete impazziti? - dissi io entrando nella stanza senza il permesso di nessuno - Emma ti ammazzerà quando se ne accorgerà Killian!

- Può anche minacciarmi di divorzio! Se serve a farla stare un po’ più riposata che ben venga. L’hai vista in che condizioni era fino a cinque minuti fa? Ha distrutto un’intera stanza in tre secondi. Altri cinque minuti e avrebbe buttato all’aria l’intero ospedale. Deve calmarsi o le verrà un infarto. - non aveva poi tutti i torti - Ora la faremo medicare dopodiché la porteremo alla villetta sperando si distragga un po’ vedendo Liam. 

Dopo giorni riuscimmo finalmente a portarla a casa, dormì per ben sette ore, era sfinita poverina, Killian le si mise accanto e aspettó che si svegliasse. Era il primo giorno che ancora non aveva toccato un goccio d’alcol. Quando Emma apri gli occhi si ritrovò lo sguardo di Killian davanti.

- Kill...

- Shhh... ascoltami solo per cinque minuti ok? Non distogliere lo sguardo da me. - aveva paura che accorgendosi di non essere in ospedale avrebbe ridato i numeri. - inizio con il dirti che Chloe è stabile e sta riposando quindi non devi preoccuparti... ti sei agitata parecchio prima e siamo stati costretti a sedarti onde evitare che ti prendesse un’accidenti. Abbiamo medicato le ferite che ti sei fatta. Sei stata fortunata: sono tutte superficiali tranne una... ti sei beccata sei punti alla mano sinistra. Sei a casa ora, nella villetta dei tuoi. So che non volevi venirci ma hai bisogno di riposare e anche Liam a bisogno di te. - eccola che in un nano secondo si rimise in piedi.

- Sono riposata, devo andare! - fece per uscire dalla stanza ma Killian la trattenne. 

- Ferma e ragiona: cosa ti costa stare una notte qui? Una sola misera notte. Dormi un po’, stai un po’ con Liam che non ti vede e non ha un contatto con te da 22 giorni... è stato quasi un mese senza la sua mamma a solo un mese d’età... due mesi d’età ormai. Non credi meriti almeno di stare una notte con te?

- Mi stai dipingendo come un mostro...  non è che non voglio stare con lui... io amo Liam, ma Chloe... Killian la sai benissimo la situazione qual’è. Io non voglio lasciarla sola in un momento così difficile... non mi sembra una cosa così grave. - i suoi occhi iniziarono ad inumidirsi. - ogni giorno che passiamo con lei potrebbe essere l’ultimo lo capisci vero? Ogni secondo con lei è prezioso adesso. Non sappiamo se sta soffrendo, non merita di essere lasciata sola.  Io non mi perdonerei mai se le succedesse qualcosa mentre non siamo lì. Voglio accompagnarla in questo cammino Killian anche se sto morendo dentro. Voglio essere lì nel caso riaprisse i suoi occhi, voglio essere lì se ci sarà qualche problema  da affrontare dopo il suo risveglio. Voglio essere lì a dirle di non avere paura perché è questo che succederà se svegliandosi non ci troverà li. Tutto questo mi fa una cattiva madre verso gli altri nostri figli? Forse è  così. Forse no... ma non riesco a fare altro in questo momento, sono paralizzata dalla paura. 

- Non sei una madre orribile, ma credo che una notte, una sola, passata lontano da lei non faccia la differenza. Io ora devo tornare da Leila perché tuo padre ha il turno in stazione ma ti prometto che domani mattina all’alba sarò qui per portarti personalmente da lei. - l’abbracció

- Dov’è Liam? - chiese  dopo essere stata minuti interminabili in silenzio. 

- È un si quindi? Resterai qui? - le sorrise 

- Si... - sussurró -  ma solo per questa notte e tu domani mi porterai da lei il prima possibile.

- Hai la mia parola. Vieni dai ti porto da Liam. 

Fu una scena bella ma triste allo stesso tempo. Bella perchè Liam non appena vide Emma la riconobbe all’istante cercando, come di consueto, il suo seno. Non provó a farlo con nessuna di noi in quei giorni quindi era evidente che l’avesse riconosciuta. Fu comunque una scena triste perché Emma si rese conto prendendolo in braccio che effettivamente era stata lontana da lui troppo tempo. A detta della ragazza il piccolino aveva già fatto molti cambiamenti e questo le causó un’altra crisi di pianto colpevole di aver perso quei momenti.

Arrivó alla sera, Killian era andato via da un pezzo e Liam che stava dormendo da un’oretta prese a piangere misteriosamente, neanche mamma Emma riuscì a calmarlo nei suoi soliti tempi da record, era come se si fosse stranito e molto probabilmente il sentire la sua mamma agitata non lo aiutava di certo. Tornó a dormire solamente un paio d’ore dopo sfinito dal pianto ma comunque il suo sonno rimase disturbato. 

- C’è qualcosa che non va! - furono le parole di Emma la quale da quando Killian era andato via non  aveva più proferito parola.

- Emma tesoro, ti stai condizionando troppo. Cerca di star tranquilla ok? - suggerì sua madre - ti faccio una camomilla, ti preparo qualcosa da mangiare...

- No!

- Non tocchi cibo da non so quali giorni, sei diventata uno scheletro!

- Non dire scemenze sarei già morta non credi? Ora scusami ma ho da fare con mio figlio. - lo prese in braccio e sparì in una delle camere da letto, quelle delle sue bambine per la precisione. Passó parte della notte lì fino a quando il mio cellulare squilló. Erano le tre e quarantacinque del mattino e quel suonare incessante che mi spaventó fece saltare giù dal letto, o dovunque si  trovasse, anche lei.

- Pronto?

- Regina ciao, Killian...

- Killian che succede? - potevo sentire un pianto disperato in sottofondo - c’è qualche problema? - chiesi allarmata 

- Ho un problema nello gestire Leila. - Era la prima volta in sette anni che chiedeva aiuto di questo genere. - Sta facendo il diavolo a quattro che dobbiamo raggiungervi, dice Chloe la sta chiamando... le sta chiedendo aiuto. 

- Oh Killian... tranquillo credo sia solo un brutto sogno.

- Lo penso anche io ma è diversa:  è spaventata a morte, si è tolta il pigiama e si è già vestita. 

- Che succede? - chiese Emma sentendomi parlare a quell’ora della notte. Vedevo dalla sua faccia che era spaventata.

- Niente, è Killian: dice che Leila ha fatto un brutto sogno e non riesce a calmarla. Ci penso io tu va a riposare un po’.

- Passamelo! - il tono era categorico e fu impossibile farle cambiare idea. chiacchierarono per buoni dieci minuti e quando riagganció mi disse che Leila e Killian erano in viaggio per raggiungerci.

- Perché lo vuoi far viaggiare di notte?

- Perché c’è qualcosa che non va! Liam è stranito e non dorme, lei ha gli incubi e dice che sua sorella la sta chiamando.... sta succedendo qualcosa me lo sento. Devo raggiungere Chloe! - la vidi prendere la direzione della porta. 

- Aspetta aspetta aspetta! Dove vai da sola è? Va tutto bene Emma tranquilla! Non sta succedendo nulla.

- Devo andare Regina, tu non puoi capire.... 

- ferma qui! Ascolta, non so quello che stai passando è vero ma  ti sono vicina devi credermi. Non mi va che tu adesso vada lì da sola sapendo per giunta ch non ti faranno entrare. Se proprio vuoi avvicinarti nei pressi dell’ospedale almeno aspetta Killian. Ti chiedo sono questo.

- Ma Chloe...

- Se ci fosse qualche problema avrebbero già chiamato. Dai vieni con me ci prendiamo qualcosa per rilassarci. 

Non so per quale assurdo motivo riuscii a convincerla ad aspettare suo marito il quale arrivo in tempi da record. Leila piangeva disperata e inutili i tentativi di tutti noi per Calmarla.

- Chloe mi sta chiamando.... sta male! Dobbiamo aiutarla vi pregoooooooo! - aveva gli occhi rosso fuoco tanto che aveva pianto ma io Killian e Snow eravamo restii a portarla in ospedale a farle vedere sua sorella. Per quanto potesse sembrare che stesse dormendo tutti quei tubi non erano di certo un buon bigliettino da visita. Lasciammo quindi che piangesse mentre Killian, Emma e io raggiungemmo l’ospedale.

Entrammo nei locali della terapia intensiva con una facilità inaudita ma quello che ci ritrovammo davanti ci paralizzó tutti e tre: nella stanza di Chloe c’erano come minimo dieci persone tra dottori e infermieri che cercavano freneticamente di lavorare sul suo corpicino. 

Emma dopo un attimo di esitazione corse in direzione della stanza seguito a sua volta da Killian. Come facilmente intuibile li mandarono fuori e dovemmo aspettare buoni quaranta minuti prima che qualcuno uscisse fuori. Le parole dette quel giorno non le dimenticherò mai più in vita mia.

- non so come dirvelo... la bambina purtroppo  ha avuto un ulteriore peggioramento ed è entrata in coma. Mi dispiace ma non credo ci sia più nulla da fare. 

 

Note dell’autore: mi odierete ancora di più ma non ho potuto fare altrimenti: questa piccola storiella sta diventando sempre più lunga e sono costretta a divederla in più capitoli. Buona lettura e alla prossima che vi anticipo che sarà molto presto. Baci baciiii

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Capitolo 45
*** Legame indissolubile (parte3) ***


POV REGINA 

Come facilmente intuibile Emma non resse il colpo e cadde al suolo priva di sensi. Il medico lì presente, con l'aiuto di due infermiere, provó a rianimarla sul posto ma fu inutile, la spostarono quindi al piano di sotto per stenderla su un letto per farla stare più comoda. Killian non se la passava tanto meglio, non era svenuto ma indietreggiando passo dopo passo sprofondó su una delle panchine di quel tetro corridoio portandosi entrambe le mani alla testa con fare disperato. Non sapevo cosa fare, ero paralizzata dalla paura... possibile che non ci fosse più nulla da fare? Davvero la mia nipotina stava morendo? Chloe... quel piccolo uragano dagli occhi cielo stava per salutarci per sempre e non l'avremmo mai più rivista? No! Non poteva essere vera una cosa del genere, sicuramente i medici avevano sbagliato diagnosi; Emma e Killian morirebbero  se questo accadesse... tutti noi ne moriremmo. Calde e dolorose lacrime scesero dai miei occhi al solo pensiero di quella possibilità ma dovetti cercare di ricompormi almeno un pochino in quanto Killian stava impazzendo in preda al dolore più totale. Mi andai a sedere accanto a lui e delicatamente gli avvolsi le spalle con un braccio come a volergli dare un po' di coraggio. Quel gesto non sarebbe servito a nulla naturalmente ma qualcosa dovevo pur fare per fargli capire che non era da solo ad affrontare questa battaglia. Restai lì in silenzio fin quando un altro medico, che era da poco entrato nella stanza di Chloe, uscì:

- Siete sicuri della vostra diagnosi? - chiesi senza troppi giri di parole 

- Purtroppo si. - rispose con fare dispiaciuto -  

- Voi non conosce minimamente quella bambina. È più forte di quanto voi pensiate.

- Lo spero vivamente signora. Da parte nostra purtroppo abbiamo fatto tutto il possibile, non possiamo fare altro, qualsiasi cosa le somministreremmo  adesso porterebbe solamente il suo corpo a peggiorare ancora di più e sinceramente sarebbe la vedo un po' come una crudeltà farla soffrire inutilmente. Se è  così forte come dice lei ce lo dimostrerà: ora tocca a lei.

- Vi state arrendendo quindi? - non potevo credere alle mie orecchie. 

- Non ci stiamo attendendo signora, abbiamo fatto tutto il possibile deve credermi, non c'è più altro che possiamo fare... le lasceremo comunque tutte le macchine di cui ha bisogno per respirare e vedremo come reagirà. Come vi ha già  detto il mio collega giorni fa non siamo persone che danno false speranze quindi vi dico chiaramente che ci vorrebbe un miracolo. Un miracolo... in un mondo senza magia? Avrei voluto prenderlo a pugni per ogni singola orrenda parola pronunciata ma non feci nulla di tutto ciò bloccata dall'immagine che mi si presentó davanti: Killian  fece l'unica cosa che non gli avevo mai visto fare da quando lo conoscevo: pregare.

La tragica notizia giunse a Storybrooke in men che non si dica e già poche ore dopo ecco un corteo di persone provenienti proprio dalla nostra piccola cittadina venire fino in ospedale per venir a dare un piccolo ma inutile incoraggiamento ad Emma e Killian e per poter salutare la piccola principessina un'ultima volta. Vennero proprio tutti, Gold compreso, ma la cosa che mi laceró dentro fu vedere tutti i compagni di scuola di Leila e Chloe. Arrivarono anche Alice, la mamma di Killian,  e Henry i quali si precipitarono nella stanza al piano di sotto dove avevano portato Emma qualche ora prima. Due dose di calmanti non le avevano fatto nulla ed era da quando si era svegliata che continuava imperterrita a gridare il nome della sua bambina. La si poteva sentire anche da dove eravamo noi. 

"Killian sono sicura che ce la farà" 

" sono convinto che presto quel terremoto tornerà a farsi  sentire"

 "è una bambina forte"

 "fatevi coraggio" 

Persi il conto di  quante frasi di quel genere ascoltai quel pomeriggio, nessuna di quelle frasi aiutó Killian, anzi... gli fece l'effetto contrario. Fortunatamente capii dai gesti del suo corpo il suo stato d'animo e chiesi al medico che teneva in cura Chloe di far tornare tutti a casa o almeno di farli uscire da quella sala...  non era ancora arrivato il momento per Emma e Killian di affrontare tutta quella  marmaglia di persone. 

A rendere ancora più straziante quella giornata fu l'arrivo di Snow e David con il piccolo Liam e Leila. Leila era in condizioni peggiori di quando l'avevo vista l'ultima volta, era in braccio a suo nonno e gridava di voler vedere sua sorella. Mi faceva una tenerezza inaudita e mi sentii in dovere di fare qualcosa. 

- Amore di zia, non si può andare da Chloe adesso... dispiace! - cercai di dirle con più calma possibile nonostante non me ne fosse rimasta più, ma le mie parole non sembrarono interessarle.

- Devo andare da lei zia, mi sta chiamando da ieri! Non posso non andare! È la mia sorellina... io devo...

- Cucciola per favore ascoltami: hai sognato! Tutto quello che hai visto e sentito era solo un sogno ok? 

- NOOOOOOOO! NON È VEROOOOOOOOOOO! 

-  Shhhhh piccolina non fare così ti prego. 

- VOGLIO LA MAMMAAAAAAA! Dov'è la mia mamma? - una richiesta decisamente più fattibile e sensata. 

- Leila ascoltami attentamente ok?  Dalla mamma ti ci posso portare tranquillamente però devo dirti una cosa prima di andare

- Cosa? 

-  non spaventarti se la mamma sta piangendo ok? Oggi si sente un po' giù di morale.

- Ci penso io alla mia mamma zia ma dobbiamo sbrigarci perché  poi dobbiamo andare anche da Chloe. - niente da fare quel chiodo fisso non decideva ad abbandonarla e con la vista di sua mamma la cosa non cambió perché lei, a differenza di tutti noi, le diede corda. Emma Emma Emma perché dovete farvi più male di quello che state già provando? Cosa speri di ottenere permettendo a Leila di vedere Chloe? So cosa speri... ma purtroppo non succederà. 

- Hai sentito papà? - disse Leila a Killian il quale era sceso momentaneamente per controllare le condizioni di sua moglie. Incredibile come nonostante fosse a pezzi riuscisse ad essere forte per lei. - Mamma ha detto che posso vedere Chloe! - neanche lui era molto contento di quel permesso ma non gli sembró il caso di contraddire l'autorità materna in un momento come questo.

- È si tesoro... ho sentito. Ascolta, vai un attimo con nonna Alice e Henry in corridoio io ti raggiungo subito. 

- Insieme alla mamma? 

- Si tesoro insieme alla tua mamma. - la bambina obbedì immediatamente e non appena fu certo che non li sentisse, Killian tentó di dire qualcosa a sua moglie ma lei lo anticipó. 

- Deve vederla... - disse lei sapendo già a cosa voleva andare a parare suo marito. 

- Non riusciamo a vederla noi in quello stato, come pensi possa riuscirci lei? -  Killian stava chiaramente piangendo. 

- Deve vederla Killian... il suo subconscio le sta dicendo questo. È giusto assecondarla. Potrebbe non... non... sarebbe l'ultima volta che... - sapevamo tutti quello che stava cercando di dire ma come facilmente intuibile non ci riuscì. Neanche  Killian riuscì a restare indifferente: abbandonó i suoi pensieri, strinse in un abbraccio sua moglie e le disse:

- Come vuoi tu amore... se pensi davvero possa essere importante per lei allora va bene. 

Rimasero stretti in quell'abbraccio per parecchi minuti tanto che mi sentii di troppo a stare lì. È vero che non stavano amoreggiando o cosa, stavano solamente cercando di farsi forza a vicenda, ma mi sentii comunque di troppo. Provai ad uscire per lasciargli la giusta privacy ma sulla soglia comparve il medico che teneva in cura Chloe insieme a Whale il quale alla notizia della possibile morte della bambina si era precipitato immediatamente. 

- scusate l'interruzione - disse quello che era il primario - Abbiamo delle cose da dirvi. 

- Whale? - esclamó sorpreso Killian.

- Mi dispiace di avervi lasciato affrontare tutto questo da soli ma non potevo lasciare l'ospedale. 

- Capiamo perfettamente è la cosa più importante è  che adesso sei qui! 

- Sei il suo medico, dalle  uno sguardo ti prego  e fa capire a quest'uomo che sta sbagliando. Tu sai che Chloe è forte, non può... - continuó Emma. 

- Emma sono venuto qui a parlarvi proprio di questo. 

- Avevo ragione io? L'hai vista? Si rimetterà? - chiese improvvisamente con gli occhi che le brillavano a quella ipotetica possibilità.

- Ho visitato personalmente la bambina senza visionare la sua cartella clinica o altro... 

- E cosa hai scoperto? Parla Whale ti prego!

- Purtroppo  ciò che dice il mio collega è vero... non c'è niente che si possa fare. È arrivato il tempo di lasciarla andare. 

- Lascia.... lasciarla andare? Ma che diavolo dici è?  TI RENDI CONTO OPPURE NO CHE È SOLO UNA.... - dovette aggrapparsi a suo marito per non cadere a terra di nuovo, non aveva le forze neanche per arrabbiarsi. - E'  una bambina... lei non può.... non...

- Lo so Emma e credimi se potessi tenterei anche l'impossibile se servisse a qualcosa ma non si può... 

- non... non potete... non potete abbandonarla ora... non lo merita! Killian per favore fa qualcosa ti pregoooooo! - il mio cuore si laceró ulteriormente. Non avevo mai visto Emma supplicare qualcuno, la donna forte che avevo conosciuto anni fa aveva appena lasciato il posto ad una mamma in preda alla disperazione più totale. Killian non le rispose... cosa poteva fare lui? Niente se non soffrire insieme a lei. Improvvisamente la porta si aprì e apparve un ragazzetto in camice, un tirocinante credo. Aveva il fiatone quindi molto probabilmente aveva corso.

- Dottore mi scusi... -  entrambi i medici uscirono fuori dalla stanza per parlare di non so che cosa, riuscimmo a sentire solamente un: "ok grazie" prima che rientrassero nella stanza. 

Dai loro sguardi capii che la notizia appena ricevuta riguardava Chloe: il primario guardó Whale come a fargli capire che doveva essere lui, in quanto di "famiglia", a dare la notizia... 

- Emma... Killian, come immaginavamo i suoi valori vitali si abbassano di ora in ora. Il respiratore non è sufficiente e come avevamo previsto siamo arrivati alla soglia minima. Non so come dirvelo ma... - fece una pausa -Credo sia il caso di salire al piano di sopra per salutarla. - volevo morire... mia nipote stava sul serio per... non ebbi neanche il tempo materiale per realizzare il tutto che fui costretta a correre in soccorso di Emma e Killian i quali diedero letteralmente i numeri. Lei gridava, piangeva, insultava chiunque le andasse vicino... lui era fuori controllo: stese whale con un pugno per poi prendere a calci qualsiasi cosa gli andasse a tiro. Sapevo che non avrei potuto fare nulla per calmare quel dolore ma qualcosa dovevo pur tentare. Chiamai David che era di sopra e gli chiesi di scendere a darmi una mano. Io mi occupai di Emma mette lui di Killian. Per quanto mi riguarda non riuscii a fare nulla: Emma continua imperterrita a gridare il nome di sua figlia come se la stessero torturando mentre per quanto riguarda David, beh... ci volle un po'ma ebbe un risultato diverso dal mio. Dopo una mezz'ora abbondante ecco Killian, con gli occhi rossi e gonfi, venire verso me e sua moglie. 

- Emma tesoro... - la chiamó teneramente - Dobbiamo... dobbiamo salire al piano di sopra.

-  No... io... io non... non voglio che.... kill...

- Shhhh.... so quello che stai provando. Credimi! Nessuno meglio di me lo sa. So che sembra assurdo amore mio ma dobbiamo farci forza e salire... per lei. È la nostra bambina tesoro... non merita di essere lasciata sola in questo momonto.

- Andare su significherebbe.... significherebbe dirle... dirle....

- Lo so... 

- io non sono pronta... non è ora! Non dovremmo vederla... si insomma, è lei che dovrebbe vedere morire noi non il... non il contrario. 

- Neanche io sono pronto... ma dobbiamo farlo: insieme. - le prese la mano - andiamo amore... ci sono io con te. - l'aiutó ad alzarsi e dopo averla stretta a se per paura che cadesse, visto il suo stato, salirono al piano di sopra. Lo seguii insieme a David. I medici avevano aperto le porte per permettere a tutti i familiari di poter salutare la bambina. C'era una fila disumana per quel corridoio, si era sparsa la notizia di una bimba di tre anni in fin di vita e ora tutti i curiosi di quell'ospedale si trovavano li. Avrei voluto incenerirli o prenderli a calci nel sedere uno per uno ma dovevo concentrarmi sui miei amici e su mia nipote, mi limitai a farli mandare via dai medici. 

Lasciammo che furono Emma e Killian ad entrare per primi ma mentre Snow e David si misero ad un angolo del corridoio a distrarre Leila io feci lo sbaglio di mettermi accanto alla porta e così ascoltai quelle parole strazianti che uscirono dalle bocche dei miei amici... fu Killian il primo a parlare:

 

"mia piccola piratessa... sei così piccola eppure hai già deciso di intraprendere un viaggio così lungo e lontano... sapevo che prima o poi ti saresti allontanata da me, ma mai avrei pensavo che quel "poi"sarebbe arrivato così presto. Non sono pronto a lasciarti andare lo sai vero? Sei la mia piccola donna... il mio piccolo grande amore... sei la mia vita! Ogni sera, prima di finire in questo maledetto ospedale, quando ti mettevo a letto pensavo a quando saresti cresciuta, a quando avresti smesso di chiedermi il bacino della buonanotte, a quando ti saresti vergonagna di farti vedere in giro con me per paura di essere presa in giro dai tuoi amici, a quando avrei scoperto un ipotetico fidanzato... tutte queste cose mi mettevano una tristezza e un'ansia assurda perchè ti avrebbero allontanata da me ma ora darei via anche l'altra mia mano pur di poter vivere tali momenti perché significherebbe averti ancora al mio fianco e niente è più importante in questo momento. Non so se riesci ad ascoltarmi piccola mia, da una parte spero di sì ma dall'altra spero vivamente di no. Nel caso mi stessi ascoltando vorrei solamente dirti una cosa: trova la tua strada amore mio e non avere paura di niente. Mamma e papà saranno sempre nel tuo cuoricino. Magari agli occhi di tutti sembrerà essere separati ma non lo saremo. Saremo vicini come lo siamo sempre stati e forse ancora di più. Ti prometto che sarai ricordata sempre da tutti quelli che ti hanno conosciuta. Nessuno di noi dimenticherà la piccola principessina ribelle di Storybrooke. Il tuo papà non lo permetterà mai. So per certo che sei preoccupata per la tua mamma adesso ma non temere angioletto mio: mi prenderó io cura di lei così come mi occuperò dei tuoi fratelli. Cos'altro dirti se non che ti amo alla follia? Nulla... sai già tutto, non c'è bisogno che io dica altro... - si avvicinò ulteriormente, l'abbracció per quanto possibile visto i macchinari dopodiché le diede un bacino sulla fronte - Buon viaggio piccola piratessa del papà ... - non ce la fece più e corse verso il corridoio dove sfogó tutta la sua frustrazione piangendo tra le braccia di suo suocero. Nel mentre anche Emma si era avvicinata ulteriormente alla sua piccina e iniziò il suo solito rituale. Prese la spazzola, poggiata i giorni addietro su un mobiletto e iniziò a spazzolarle i capelli per poi farle le solite treccine che la bimana amava tanto. Tutto questo accompagnato da strazianti parole:

" e quindi hai deciso questo... hai deciso di portare a termine la storia che avevi decisivo di nterpretare. Come al solito però hai voluto strafare e modificare il finale... perché! Perché amore mio?  Sei arrivata nelle nostre vite come un fulmine a ciel sereno; stavamo pensando ad una sorellina o un fratellino per tua sorella e bam! Tu hai bussato alla nostra porta. Hai dimostrato carattere fin da subito cucciolina, eri dentro la mia pancia e già padroneggiavi la magia come un'adulta. Non dimenticherò mai quando ancora non nata hai salvato la vita a me e al tuo papà.  Mi sento in colpa sai? Non posso credere che tua sia riuscita a salvarci mentre io sono qui a pregarti disperatamente di non andare via da me. Non ho i mezzi per salvarti... Non in questo mondo almeno e mi sto maledicendo per essere stata così stupida. Non avrei dovuto farti partire. Sono io la tua mamma, dovevi restare con me... a casa nostra. Sarebbe potuto succedere ugualmente è vero ma almeno li sarei riuscita a farti stare meglio e saresti stata al sicuro. Farei di tutto in questo momento per farti riaprire gli occhi... venderei anche la mia anima se questo servisse a qualcosa, tornerei ad essere la signora oscura e chi più ne ha ne mette. Sei il mio tutto stellina, non so minimamente immaginare la mia vita senza di te...come potró alzarmi la mattina e affrontare la giornata senza i tuoi sorrisi, i tuoi capricci i tuoi sguardi? Come posso vivere sapendo che ci hai lasciato?  Sono stata lasciata sola nella mia vita una miriade di volte ma niente è paragonabile a questo amore. Io e il tuo papà abbiamo già sperimentato cosa significa perdere un bambino... è gia! Tu e Leila non lo sapete ma prima di Liam c'è stato un altro bambino nella mia pancia. Non è stato forte abbastanza e ha perso la sua battaglia... è stata una cosa massacrante e indescrivibile è il dolore che abbiamo provato. Non lo conoscevamo eppure siamo morti dentro... cosa pensi succederebbe se questo accadesse anche con te? Sto continuando a parlarti... a  supplicarti di tornare... agli occhi di chiunque sembrerò scema pazza ma a me non importa. Voglio tentare anche la più piccola e insignificante  cosa pur di provare a farti svegliare. So che sarà inutile ma almeno ci avró provato. - stava cercando di non piangere ma in quell'esatto momento crolló e stringendola a se buttó tutte quelle lacrime fino  a poco prima represse. - TI PREGO SVEGLIATI AMORE MIOOOOOO... FALLO PER LA MAMMA OK? NON ABBANDONARMI ANCHE TU. TI PREFO SVEGLIATI CHLOE... SVEGLATIIIIII... - ripeteva quelle parole all'infinito, non era più in grado di formulare frasi di senso compiuto, quelle erano le uniche parole che uscivano dalla sua bocca, quello era un palese grido d'aiuto. Killian fu una roccia in quel momento... non so come ci riuscì ma fu davvero ammirevole... si ricompose ed entró nuovamene in stanza per provare a staccare sua moglie dal corpicino della loro bambina.

- Amore mio andiamo un po' fuori ok? Hai bisogno di prendere aria... - le disse cercando di metterla in piedi.

- Lasciami Killian... voglio stare qui!

- Ti prometto che torneremo tra qualche ora... hai bisogno di staccare la spina...dai...

- NO! HO DETTO DI NO!!!  - lo spinse via da lei e tornó a parlare con Chloe:

- Amore ti ho fatto le freccine sei contenta? Ora ti aiuto a mettere il vestitino rosa, quello che ti piace tanto ok? 

- Emma... - continuó Killian vedendo che sua moglie si stava facendo solamente del male. 

- Non puoi andare dovunque tu abbia scelto di andare con questo pigiamino. Aspettami qui, non andartene, vado a prendere nell'armadietto le tue cose e torno. C'è papà e il tuo orsacchiotto a farti compagnia, non sei sola... - è ufficiale, avevamo perso Emma... era completamente fuori di se. Sarebbe stato un duro lavoro aiutarla a vivere senza Chloe. Come promesso torno pochi secondi dopo con il vestitino. Facendo la più totale attenzione la vestì,  era una scema troppo dura da sopportare... Killian dovette uscire fuori... non poteva gestire anche questo.

- Ora sei perfetta Amore mio.  vorrei ti vedessi allo specchio per prendere atto di che meraviglia sei... purtroppo non puoi. - rimase in silenzio per un po' dopodiché rinizió a parlare - Ora che non ci sente nessuno posso dirtelo - non si era minimamente accorta di me e Killian davanti la porta della stanza - Verró con te! Si... hai capito bene tesoro mio, la mamma ti accompagnerà in questo lungo viaggio ok? Te l'ho promesso tre anni fa e te lo prometto di nuovo: non ci sarà giorno in cui non sarò al tuo fianco. Nessuno di voi tre merita di crescere senza i propri genitori ed è giusto che come Liam e Leila abbiano la loro figura genitoriale che li Guidi, anche tu debba averla. Papà rimarrà con loro mentre io verrò con te.

- Ma che cazzo dice! - sentii Killian dire improvvisamente e cercai di fermarlo: era pronto ad entrare lì dentro e urlarle contro, non riusciva a capire che quello di sua moglie era solamente un gesto disperato.

- È fuori di se Killian non lo pensa davvero... - provai a dirgli

- Lo pensa eccome! Lo ha già detto giorni fa. Non può pensare di liberarsi dal dolore così! Non può prendere e lasciarmi da solo... non dopo aver perso già Chloe... -  cadde a terra ormai stremato - Non posso perdere due delle donne più importanti della mia vita... 

- Killian ascoltami: non perderai Emma! Te lo prometto... le staró accanto... vi starò accanto e insieme cercheremo di andare avanti. Fatti forza ok? So che è difficile ma puoi farcela... se non per te fallo per Leila e Liam... 

- Come faremo ad andare  avanti senza Chloe è? Spiegamelo perché io non so minimamente immaginare la mia  vita senza lei... - cosa avrei dovuto dirgli? Non avevo risposte a quella domanda, non avevo più risposte a nulla ormai. Mi limitai ad abbracciarlo e a sussurrargli "non vi lasceremo mai soli". Non potevo dire altro.  Nel mentre cercavo di consolare Killian il monologo all'interno della stanza continuó. Volevo allontanare Killian da lì per evitargli quello strazio ma non volle sapere di allontanarsi.

" Non so se stai soffrendo oppure no... spero di no piccola mia ma se così non fosse puoi lasciarti andare... aspetteró qui che ti addormenterai profondamente e poi ti raggiungerò. Sono qui che ti tengo la mano stellina mia, non avere paura di nulla: c'è la mamma qui con te... ci sarò sempre..." 

In quell'esatto momento mentre tutto i macchinari iniziarono a suonare una piccola bambina dai capelli biondi dopo aver gridato:

" sta male! ha paura! Devo andare da lei", entró in stanza incurante dei suoi nonni che cercarono di trattenerla. Morse suo nonno la quale lasció subito la presa su di lei e corse verso il letto di sua sorella. Si arrampicò e se la ritrovó davanti incosciente e piena di tubi. 

- Chloe sorellina sono qui! Sono Leila, riesci a sentirmi? Non mi facevano entrare. Sono qui con te adesso non devi più avere paura ok? Mi dispiace se hai la bua e ti fa tanto male ma ora che sono con te tutto andrà bene lo sai vero? - dopo aver pronunciato quelle parole l'abbracció e le prese entrambe le manine... neanche mezzo secondo dopo un fascio di luce abbagliante copri i corpi di entrambe lasciando tutti noi famigliari senza parole... che caspita stava succedendo? Fortunatamente oltre a noi di famiglia e Whale che passava da quelle parti non c'era nessuno altrimenti non so cosa sarebbe potuto succedere alla vista di quella scena. La luce si affievolì piano piano e finalmente le bimbe tornarono  ad essere visibili. Nulla sembrava essere cambiato: Leila continuava ad essere sopra il corpo di Chloe il quale rimaneva nel suo solito stato di inconscenza. Non riuscimmo a capire cosa in realtà fosse successo fino a quando qualcosa di miracoloso si manifestò. Chloe apri gli occhi! 

- Lei... Le.... -  Chloe dopo essersi guardata attorno per qualche secondo provó a chiamare sua sorella ma non ci riuscì e iniziò a tossire spaventosamente. - Emma la quale non poteva credere ai proprio occhi suono il campanello d'allarme della stanza ma i medici erano appena entrati richiamati dai macchinari che suonavano e da Whale. 

- Avverti rianimazione! - disse il medico all'infermiera che era con lui  - e porta tutti fuori di qui! - ordinó rivolto in particolare modo a Emma e Leila. 

- Io resto! Non mi schiodo di qui mettitelo bene in testa! - rispose determinata. 

- Porti almeno questa bambina fuori! - per una volta gli diede ascolto: accompagnó Leila in corridoio per poi tornare da Chloe. L'equipe arrivó subito e inizió a visitare la bambina... per loro era il miglioramento prima della morte. Quel momento in cui il paziente sembra improvvisamente guarire ma poi, dopo qualche minuto, si addormenta per sempre.

- Allora? - Disse Emma

- Questa è la prova del nove... se deve avvenire un miracolo deve avvenire ora! - stubarono Chloe e la  monitorano per una diecina di minuti : pensavano che avrebbe avuto un arresto cardiaco o una crisi respiratoria come spesso nel loro lavoro era capitato ma accadde l'incredibile: Chloe stava respirando da sola. 

- Non... non credo ai miei occhi - disse il capo dell'equipe 

- M... mam... ma my ... - la vocina della mia piccola nipotina risuonò finalmente alle nostre orecchie come pura musica.

- Amore miooooooooo! Amore mio sei svegliaaa! Piccolina mia sei tornata da me! - Emma la strinse con quanta più forza aveva e contemporaneamente arrivó Killian che fece lo stesso.

- Amore di papà ma che scherzi sono è? 

- Papo...

- Si amore sono qui... - le accarezzó il viso.  

-  Scusate se mi intrometto ma ora dovete uscire sul serio devo valutare la situazione prima di darvi un quadro completo. Non vogliatemene ma non posso proprio farvi restare...

- Ok, ma il dottor Whale prenderà parte alla visita. - fu categorico Killian

- Ok va bene. A tra poco.

Uscimmo tutti dalla sala e con gli animi finalmente un po' sollevati aspettammo i risultati dei medici. Come avevano detto giorni addietro la piccola se si sarebbe svegliata da quel lungo coma avrebbe sicuramente avuto dei problemi... eravamo in trepida attesa per scoprire le entità dei danni e tutti noi sperammo che  fossero minimi. Restammo in attesa per un'oretta abbondante e da dentro la stanza sentivamo Chloe piangere. Emma fu tentata di entrare dentro  non so quante volte in quell'ora ma Killian prontamente la trattenne ogni volta. 

Finalmente i medici uscirono... scattammo tutti sull'attenti nell'attesa che qualcuno parlasse.

- In  più di trent'anni di onorata carriera non ho mai avuto un caso del genere. Vostra figlia era clinicamente morta... le sue possibilità di sopravvivenza erano pari allo 0,4% ... è un vero miracolo che sia ancora viva. 

- Ci dica come sta ora. - disse David con in braccio il piccolo Liam.

- I suoi valori vitali sono ancora deboli ma rientrano nella norma, abbiamo fatto dei piccoli test per verificare i possibili danni...

- E? - chiese Emma sulle spine

- Sembrerebbe che a livello celebrale vada tutto bene. Ha un po' di difficoltà nel pronunciare le parole in maniera corretta ma visto che whale mi ha accennato che aveva questa piccola difficoltà già da prima direi di escludere i danni celebrali.

- Che sollievo....

- Si ma c'è dell'altro: se in campo celebrare non ci sono stati problemi in ambito motorio c'è qualcosa che non va. La bimba ha difficoltà nel muovete braccio e gamba sinistra. Può essere solo una cosa temporanea ma potrebbe essere anche una cosa permanente. Abbiamo bisogno di altri esami per verificarlo e darvi una giusta diagnosi. 

- Certamente tutti gli esami che vuole. - continuó Killian - A parte questo però... il resto è tutto ok? È fuori pericolo?

- Per considerarla fuori pericolo dovremo aspettare domani. Se passerà la notte in queste condizioni allora scioglieremo la prognosi. Ora vi lascio andare dalla vostra bambina. Mi raccomando non più di due persone per volta. - si congedò.

Con gli  animi finalmente più sereni dammo

Retta ai medici e per tutta la notte vegliano Chloe facendo a turno. La bambina sembrava reagire bene a parte il fatto che non voleva provare a muoversi. Era spaventata povera piccina e nessuno di noi la forzo a fare nulla. La mattina i medici tornarono per una visita di routine dopodiché convocarono Emma e Killian nel loro studio. Restai io con Chloe mentre Snow e David tornarono alla villetta per permettere agli altri bimbi di riposare. Ormai era molto che Emma e Killian erano andati via: che ci fosse stato qualche altro inconveniente? Sperai vivamente di no. 

- mamy... mamy! - ecco Chloe indicare con il braccio non compromesso la sua mamma che era appena rientrata in stanza.

- Amore mio bello ti sono mancata? - le disse sorridendole. Non mi sembrava ancora vero di sentire quella vocina. 

- Tanto!!!!

- Sono qui adesso cucciolina. - la bació 

- Cosa hanno detto i medici? - chiesi curiosa ma la vidi sospirare.... mmmh...

- Cosa non hanno detto vorrai dire... ce la siamo visti brutta Regina e a quanto pare ancora non è finita: le sue difese immunitarie sono quasi inesistenti e prima di uscire da qui dovrà fare una cura mirata per farle tornare almeno ad un valore decente. Per quanto riguarda  il braccio e la gamba invece sembrerebbe siano stati intaccati in maniera superficiale il che significa che con la fisioterapia molto probabilmente potrà tornare a muoversi come prima...

- È una notizia buona no?

- Si ma ci vorrà del tempo. Non mi preoccupa tanto la parte fisica quanto quella delle difese immunitarie: una volta dimessa dovrà stare in casa e non potrà essere a contatto con gli altri bambini che non siano i suoi fratelli. 

- come mai?

- I bambini si ammalano spesso e a lei basterebbe un semplice raffreddore per spedirla nell'altro mondo... insomma, come ti dicevo prima, la battaglia non è ancora finita. 

- Guarda il lato positivo: è viva! È qui con noi! La strada ora è in solamente in discesa. Non buttarti giù, ti aiuteremo noi!  - mi sorrise. Giocammo un po' con la piccina ma fummo interrotti da Whale. 

- Whale! qualche problema? - chiese Emma scattando in piedi

- No nessuno puoi star tranquilla, sono venuto qui da solo per parlarvi di una cosa... - nel mentre entrarono anche Killian e Gold. Cosa ci faceva Gold qui?

- Avete visto cosa è successo vero? Siamo stati fortunati che in stanza non ci fosse nessuno e che solo io mi trovavo nei paraggi - si riferiva al salvataggio di Chloe da parte di Leila.

- Si lo abbiamo visto... se non fosse stato per Leila ora... - fummo interrotti dalla stessa Chloe.

- la mia tolellina salvato me. Io abebo Paula... la chiamavo perché avevo la bua. Lei mi ha talvato. Io bene Leila. 

- Hai chiamato sul serio tua sorella??? - chiese Emma vedendo che nonostante le sue bambine non avessero avuto modo di parlare tra di loro le loro versioni coincidevano alla perfezione.

- Ti. Lei talvato me. 

- Gold... che significa tutto questo? Non è possibile che.... si insomma, siamo in un mondo senza magia come... come è possibile che siano riuscite a comunicare e a fare quello che hanno fatto. 

- Non so spiegarmelo ma evidentemente mia cara te e il pirata avete messo su una squadra formidabile. Da quel che ho potuto ascoltare deduco che il loro potere insieme sia molto potente... anche  più potente del mio. Neanche io sarei riuscito in una situazione del genere a fare quello che hanno fatto loro.

- Devo spaventarmi? 

- Se rimarranno dalla parte del bene no... ma se passassero all’oscurità... beh io mi preoccuperei. 

- Non succederà mai! - dissi io! - Non lo permetteremo. Mi prenderó personalmente l’incarico di guidarle verso la retta via. - effettivamente sarebbero state due belle minacce se questo fosse accaduto. A soli sette anni una e tre l'altra erano riuscite in un mondo senza magia a guarire al 60% una persona immagina cosa avrebbero potuto fare da grandi. Saranno sempre il mio orgoglio quelle due piccoline. - Ora che ci penso... perché sei venuto qui gold? C’è un motivo in particolare? 

- No! volevo solamente constatare con i miei occhi questo miracolo. Ci vediamo.... - uscì dalla stanza.  

- Vado anche io... torno a Storybrooke, spero di vedervi presto nella nostra cittadina. 

- A presto whale e grazie di tutto! - disse Emma stringendogli la mano. 

- Non ho fatto nulla questa volta. 

***

I giorni passarono e la bambina ricevette numerosissime visite... Emma non era molto contenta, aveva paura che la bambina potesse prendere qualche infezione ma i medici l’assicurarono che il problema qui in ospedale non si sarebbe posto. Era a casa che sarebbe dovuta stare molto molto attenta. Era preoccupata, chi di noi non lo era... si prospettavano mesi di isolamento per la piccola Chloe: a detta dei medici avrebbe dovuto pazientare tre mesi il che significa l’estate intera. La notizia peggiore però arrivo qualche giorno più in là quando dissero ad Emma che la bambina non sarebbe potuta tornare all’asilo fino a gennaio onde evitare ricadute. Evitammo di dirlo Chloe... ormai era felicissima di andare a scuola non sapevamo come avrebbe potuto reagire a tutto quello che l’asoettava. Avrei dato una mano ai miei amici giorni per giorno e insieme ce l’avremmo fatta.  Ne ero sicura. 

Restava solo un punto da affrontare: aiutare la bambina a fare terapia. il medico fece vedere ad Emma degli esercizi ma la bambina non sembrava minimamente intenzionata a farli... per qualche ragione era bloccata e allo stesso tempo spaventata. 

- Perché amore mio fai così è?  È per il tuo bene tesoro. - scosse la testa ripetutamente. 

- Provo io se non ti dispiace ok? - disse killian al millesimo tentativo di sua moglie. Emma esausta accettó immediatamente. - Allora amore di papà, vogliamo fare un giochino? 

- Quale? - rispose la piccola curiosa all’idea di un nuovo gioco. 

- Io porto il tuo bel pupazzetto qui in alto - disse sollevandolo di poco - e tu con quella manina devi afferrarlo ok?

- No... 

- perché no amore? 

- pecchè no! 

- perché non dici al papà perché non vuoi fare questo gioco o gli esercizi che vorrebbe farti fare la mamma? 

- Pecche mi velgogno... non punziona bene il mio blaccino. Poi lidete di me. 

- Ma come ti vengono in mente queste cose è? Mamma e papà non riderebbero mai di te, nessuno qui dentro lo farebbe. 

- Leila? - chiese indicando sua sorella.

- neanche lei amore mio. Se tu farai esercizio sia il braccio che la gamba miglioreranno amore - continuó a scuotere la testa. - Ascolta... ricordi la storia che vi ho raccontato un po’ di tempo fa? Quella della mia mano? 

- ti! 

- anche io avevo due mani molto tempo fa.

- Poi coccodillo tagliato a te!

- esatto! Pensi che il papà abbia saputo usare fin da subito l’uncino? Certo che no amore mio!  Ho dovuto fare molti molti esercizi prima che riuscissi a gestirlo alla perfezione. 

- dabbelo?

- certo e la stessa cosa vale anche per te. Magari sarà difficile all’inizio ma Se farai gli esercizi che ti hanno detto i dottori migliorerai giorno dopo giorno fino a guarire completamente amore. 

- potló collele e abblacciale Elik?

- chi è adesso Erik è? Che centra Erik? Emma? Ne sai qualcosa?

- è il figlio di Anna... gli ha parlato oggi per telefono. Solitamente lo rifiuta categoricamente non so perché oggi sia così interessata. - ridemmo.

- Comunque si amore mio: potrai correre e giocare con chi vorrai.

- Plomesso?

- promesso. 

Iniziò a fare gli esercizi ogni giorno, più volte al giorno. Li faceva con i medici, con Emma e con Killian, ma la sua compagna di esercizi preferita rimaneva comunque Leila la quale passava l’intero pomeriggio a giocare sul letto con lei e non volendo le face fare più ginnastica di tutti loro messi insieme. Da quando era successo quel miracolo non si erano più separate, si cercavano in continuazione e si tenevano strette come se la loro vita dipendesse da quell’abbraccio. Qualcosa era cambiato in loro... quell’incidente le aveva legate in modo particolare e non potevamo essere più felici di così. Molto  probabilmente nel corso della loro vita avrebbero continuato a litigare come eravamo già abituati ma ormai era una cosa chiara come il sole: il loro sarebbe stato un legame indissolubile. 

 

Note dell’autore: scusate la lunga attesa ma non ero molto convinta di ciò che avevo scritto. Spero che il risultato finale vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate. Al prossimo aggiornamento. 

 

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Capitolo 46
*** Dimissioni ***


POV KILLIAN

Restammo all'incirca due mesi in ospedale; un mese in angoscia per la possibile perdita di nostra figlia e un mese per la riabilitazione ma ora eccoci nuovamente nella nostra adorata Storybrooke e nella nostra adorata casa. La battaglia che stava affrontando Chloe non era ancora finita, anzi forse proprio adesso sarebbe iniziata la parte più dura però ero sicuro che avremmo superato quella sfida a testa alta. La mia piccola non era da sola e tutto sarebbe andato per il meglio. Era stata dimessa da circa una settimana in fascia protetta il che significava che il suo ricovero non era ancora terminato e la sua cartella clinica non era ancora stata chiusa, ci saremmo dovuti sostare spesso per le visite di routine e le analisi ma almeno sarebbe stata per la Maggior parte del tempo a casa con noi. Le sue difese immunitarie erano aumentate rispetto al mese precedente ma erano ancora molto basse, non poteva permettersi di prendere neanche il ben che minimo raffreddore. Già solo questo piccolo sintomo avrebbe potuto costarle la vita. Come se non bastasse avevamo anche un altro problema da affrontare: la riabilitazione per il braccio e la gamba. Il braccio, anche grazie alle riabilitazioni in ospedale, andava molto molto meglio: aveva recuperato già il 70% della mobilità mentre per la gamba avevamo qualche difficoltà in quanto la piccolina non ne voleva sapere di collaborare: ultimamente diceva che le faceva male ma in realtà la sua era solamente paura. Non potendo uscire di casa sarebbe venuto uno dei suoi medici a farle fare terapia ma non ero molto entusiasta della cosa. Sarebbe venuto a Storybrooke la città della magia. Cosa sarebbe successo se qualcuno ci avesse attaccato in sua presenza? Non volevo neanche pensarci.

- amore mi allontano cinque minuti, devo passare in stazione per prendere i moduli per il congedo, puoi rimanere te con i bambini? - mi chiese Emma.

- Certo amore non vedo quale sia il problema! - le risposi cercando di decifrare il suo sguardo... sembrava turbata.

- Mi raccomando a Chloe: controllala, non andate a giocare fuori, se vedi che Leila ha il raffreddore tienile distanti...

- Emma emma Emma frena ok? Va tutto bene tesoro so quello che devo fare. Vai in ufficio, fai quello che devi fare e visto che ci sei vai a prenderti un coffe con Regina. Sei esaurita e sono solo le nove del mattino.

- Vado e torno non faccio tardi, non sto tranquilla se non sono con lei. - mi bació velocemente. - Killian davvero... chiamami  se dovesse...

- Ancora qui sei? - la spinsi di forza fuori la porta. Era l'unico modo per farla uscire. Aspettai che metta a moto il suo maggiolino dopodiché mi richiusi la porta alle spalle e andai al piano di sopra a controllare Liam che stava piangendo. Si era svegliato e non aveva trovato la sua mamma accanto ecco il motivo di quel pianto. Lo presi in braccio e insieme andammo a controllare sia Leila che Chloe. Le trovai entrambe nella stanza della più piccolina. Leila era seduta su una sediolina mentre Chloe era distesa nel suo lettino. Stavano confabulando qualcosa ma non sapevo che cosa. 

- Che fate piccole furbette? - chiesi loro vedendo che si erano interrotte improvvisamente al suono della mia voce.

- Niente! Giocavamo 

- Ti tocavamo. 

- Mi dispiace davvero interrompere questo momento ma Leila.... devo chiederti di andare a giocare nella tua cameretta.

- Ma papà non sono malata... perché non posso stare qui? - mi chiese ingenuamente.

- Amore tua sorella deve fare i suoi esercizi e lo sai meglio di me che non li fa de c'è troppa gente. 

- Ma con me li fa sempre! Per favore posso rimanere? - effettivamente era vero ma volevo comunque ridurre al minimo, almeno per i primi giorni, il contatto diretto. 

- Lo so amore ma preferirei stare solo con tua sorella.  Dai, mentre porto Liam nella sua culla tu prendi le tue cose e salutala. - Obbedì    E quando tornai in stanza era già andata via. Provai a far fare gli esercizi a Chloe ma non ne voleva sapere. Diceva che la gamba le faceva tanto male. Provai ad insistere sapendo che eravamo in ritardo sulla tabella di marcia del recupero per quanto riguardava la gamba ma quel giorno fu irremovibile... piangeva e mi urlava contro: 

- Papo cattivo! Io bua e a te no impotta. - mi face male sentirle dire quelle cose, in fondo lo stavo facendo solo per il suo bene. Poco dopo tornó  anche Emma a casa la quale dopo aver saputo del mio fiasco con la piccolina la raggiunse per provare anche lei a farle fare esercizio... la scena fu la stessa.

- Amore mio lo so che è faticoso ma bisogna farlo! 

- No no no! Io bua alla gamba! No boglio muoberla.

- E cosa diciamo domani al dottore è? Ti ricordi che domani verrà il dottore vero? Domani sarà lui a farti fare questi esercizi, non credi sia meglio allenarci un po'? 

- Nooooooooooo! - riprese a piangere. 

- Ok ok non c'è bisogno di fare così. Stai qui tranquilla, gioca e riposati. Ma preparati che domani il dottore ti farà sicuramente una ramanzina 

- No impotta a me! 

Uscimmo dalla stanza entrambi, Emma era combattuta...

- amore tutto ok?- gli chiesi gentilmente ma la sua risposta non fu altrettanto gentile.

- No! Nulla va tutto ok! - fece per andare via Ma la trattenni per un braccio. 

- Ei... lo so che ti turba qualcosa... puoi dirmelo lo sai.

- Sono in ansia Killian... in ansia per lei... per tutto! Se non fa i suoi esercizi potrebbe non migliorare più e rimanere così. Non voglio che questo avvenga, voglio che sia indipendente e capace di far tutto senza bisogno di chiedere aiuto. Potremmo non esserci più un giorno... su chi farà affidamento? - prese un respiro profondo - voglio solo che stia bene... non mi sembra di chiedere la luna. 

- Lo so... lo voglio anche io. - cercai di cambiare discorso ma purtroppo ne presi un altro ancora peggiore.  - i moduli del congedo? - la sua espressione cambio Da triste divenne seria e arrabbiata.

- questa è una storia di gran lunga peggiore. Ho preso i moduli, li ho compilati e ho chiamato Regina. Lo sai il massimo del congedo che posso prendere quale è? Un mese.... cioè ci rendiamo conto? Mia figlia rischia di morire ogni minuto della sua vita e io tra un mese dovrò tornare a lavoro? A chi la lascio se tu lavorerai è?  - Prese la prima cosa che le andò a tiro e la lancio a terra! 

- Eiii... calmati ok? Va tutto bene! Respira... hai un mese per stare con lei, in un mese possono succedere un'infinità di cose. Che ne sai magari contro ogni aspettativa i suoi tempi di guarigione si dimezzeranno e potrà nuovamente stare a contatto con gli altri, non puoi saperlo tesoro.

- Ma resta comunque il fatto che potrà tornare a scuola solamente a Gennaio e siamo solamente a luglio. Il mio congedo finirà ad agosto... per i restanti mesi che faremo è?

- Non pensarci ora, troveremo una soluzione. 

Volevo proporle qualcosa da fare per la giornata visto che eravamo entrambi senza far nulla e che lei era completamente fuori di se, ma Leila scese di sotto interrompendoci.

- mamma mamma! - la chiamó - possiamo invitare Gideon a giocare a casa oggi?

- Amore lo sai che non possiamo invitare persone a casa in questo periodo. - le rispose gentilmente, Leila sapeva in grandi linee quello che stava succedendo, non volevano allarmarla più del dovuto ma qualcosina doveva sapere. 

- È vero, scusami mamma. Che ne pensi se invece di venire qui andassi io da lui o che ne so... magari ci vedessimo al parco? Posso giocare con lui mamma?  - vidi Emma sbiancare ma non ne capii subito io motivo.

- Amore... sarebbe meglio di no. Uscendo e stando a contatto con gli altri bambini potresti ammalarti e...

- Mamma per favore!!!! Starô super attenta. 

- Non insistere amore per favore, magari tra qualche tempo ok? 

- Va bene mamma... - il suo visino  mi fece una tenerezza assurda. Senza aggiungere altro andó a sedersi sul divano e accese la tv. Pensava che non la vedessi ma non fu cosi: si strinse al cuscino e pianse silenziosamente.

- Non pensi che forse dovremmo essere un po' più flessibili con lei? - le feci notare lo stato d'animo della nostra bambina.

- Killian.... a me dispiace lo sai ma non possiamo fare altrimenti. La salute di Chloe prima di tutto! 

- Credo tu stia esagerando un po'... 

- esagerando Killian? Esagerando dici??????  Se nostra figlia grande prende un raffreddore rischia di spedire Chloe all'altro....

- Shhhhhh.... o ti sentirà! - le dissi vedendo che Leila ogni tanto guardava verso di noi. 

- Hai capito cosa intendo dire! Chloe finirebbe all'altro mondo. 

- Lo so ho capito ma non possiamo neanche permettere che questo clima di paura influenzi la sua vita. Non è giusto Emma e lo sai anche tu. Già Chloe soffrirà moltissimo  questa reclusione quando comincerà a capire qualcosa, evitiamo che soffra anche Leila ok?

- E cosa faremo se mentre è al parco un bambino la contagia anche solo con un banalissimo raffreddore? 

- In quel caso chiameremo tua madre o mia madre e chiederemo loro se sono disposte a tenere Leila per qualche giorno a casa con loro! 

- E se non dovessimo accorgerci che è malata? Lo Sai benissimo che alcune malattie sono soggette ad incubazione. 

- ti prometto che non succederà nulla a Chloe!

- Fai come ti pare tanto è inutile farti capire le cose! 

- Emma ma...

- Non voglio sentire altro! Sei suo padre e hai diritto quanto me di prendere decisioni. Hai carta bianca ma se a Chloe dovesse venire anche solo un'orticaria ti conviene non farti più vedere! - senza darmi diritto di replica andò in camera e si chiuse letteralmente dentro. La capivo perfettamente, sapevo che era solamente spaventata e anche io lo ero; proprio qualche ora prima avevo chiesto a Leila di andare nella sua stanza per non farla stare troppo a contatto con Chloe, ma ora a vederla li con quel visino triste come forse non l'avevo mai vista mi fece qualcosa di strano. Non poteva restare isolata anche lei... almeno lei avrebbe dovuto vivere la sua vita nel miglior modo possibile. Mi avvicinai a lei e mi sedetti sul divano. 

- Che ne dici di andarti a mettere una bella tuta? Non puoi di certo andare al parco con la gonna! - iniziai il mio discorso.

- Non andrò al parco... hai sentito la mamma, non posso andare... non posso fare più nulla.

- avanti non pensare a quello che ha detto la mamma e vai a prepararti, ti accompagneró io! Che ne dici, ti piace l'idea? 

- No! 

-  chiamiamo anche i tuoi amici tesoro!

- Ho detto no! 

- E perché amore... pensavo volessi andare a giocare! 

- si ma poi... poi la mamma si arrabbierà con me e io non voglio che lei si arrabbi.

- La mamma non si arrabbierà te lo prometto, avanti vai a vestirti che si esce. - vidi la gioia nei suoi occhi e anche il mio cuore si riempì di gioia nel vederla felice. Se lei era felice anche io ero felice e chissà magari qualche ora fuori casa non mi avrebbe di certo fatto male. Passammo a prendere Gideon Nelal e Robin dopodiché andammo tutti al parco dove si scatenarono per più di quattro ore. Rincasammo verso le sei del pomeriggio. Emma era intenta a preparare la cena e nonostante ci sentì rientrare non proferì parola.

- Visto papy! la mamma è arrabbiata con me! - disse tristemente.

- Ma che dici amore, non ti ha sentita ne sono sicuro, va da lei. - titubante la mia bambina le si avvicinò e le porse le margherite che aveva raccolto al parco per lei. 

- Mamma queste sono per te! - le disse facendola voltare nella sua direzione. Emma guardó prima me e poi lei.

- Amore mio sono meravigliose. Grazie! 

- Sei arrabbiata con me? - le chiese timidamente 

- Perché mai dovrei esserlo tesoro?

- Perché sono andata a giocare fuori quando tu... 

- No amore mio non sono arrabbiata con te! Ti sei divertita almeno? 

- Si tanto! - sorrise - Posso andare a giocare Chloe? È sveglia?

- No! - rispose senza neanche farla finire. - È sveglia ma meglio se questa sera state un po' distanti ok? 

- Ma mamma sono stata super attenta, non mi sono ammalata per niente! Dai per favore! Solo cinque minuti!

- No Leila ho detto di no, non fare i capricci. 

- ma a me manca Chloe!

- Magari la vedrai domani dopo che il dottore l'avrà visitata. 

- Uffa peró! - si incamminò verso il piano di sopra 

- Dove stai andando? - le chiese.m convinta che avesse disobbedito.

- A giocare "da sola" in camera mia! 

- Vai a farti una doccia prima... sei stata la parco e lo sai che devi farti la doccia ogni volta che vai lì. 

- Emma... - provai io non appena la bambina se ne fu andata

- Che c'è! - prese un respiro  - Scusa... non volevo risponderti così... Killian senti non mi va di parlare ok? Va tutto bene non sono arrabbiata con te se è questo che vuoi sapere, voglio solo essere lasciata in pace... 

- non ti lascio in pace finché non mi dici cosa sta succedendo realmente ok? Non posso credere che ora anche Leila ti faccia arrabbiare.

- Non è Leila e non sei tu! È la situazione che non mi va genio mi sembra di avertelo ripetuto non so quante volte. Mi sta sfuggendo tutto dalle mani e non so come fare ok? - la vidi sull'orlo di una crisi di pianto 

- Vieni qui ok? - provai ad abbracciarla

- No scusami ma voglio state da sola. Vado a dare la cena a Chloe e Liam. Pensa tu a Leila ok? 

- Tu non mangi con noi? - chiesi conoscendo già la risposta.

- No! Non ho fame. 

Sapevo che provare a farla ragionare sarebbe stato inutile così decisi di lasciarle i suoi tempi e i suoi spazi. Stava somatizzando troppo è vero ma se non era pronta a lasciarsi andare chi ero io per imporglielo? Quanto si sarebbe sentita pronta allora sarei stato lì per lei. Al momento della cena Leila chiese come mai sua madre non fosse presente, anche se era sveglia era pur sempre una bambina di otto anni,  inventai che sua mamma aveva voluto regalarci una serata da soli e questa idea sembró piacerle parecchio. Subito dopo la cena la misi a letto e le raccontai una favola, passai a controllare Chloe per darle la buonanottte ma già dormiva profondamente. Andai così  in camera... Emma era seduta sul bordo del letto e stava cantando una ninnananna al nostro ometto.  Simise non appena mi vide.

- Adoro ascoltarti, come mai hai smesso? 

- Si è addormentato - indicó il bambino - non c'è motivo di continuare. - lo sistemó nella sua culla e si mise a letto dove la raggiunsi. Provai per la milionesima volta ad abbracciarla e questa volta non sfuggì.

- Ti prometto che si risolverà tutto. Ci vorrà un po' ma ci rialzeremo più forti di prima. Abbi fiducia in me! - le baciai la testa. Non mi rispose e sinceramente non volevo lo facesse, sperai solamente che quelle parole le avessero risollevato, anche se di poco, il morale. Rimarremmo abbracciati fino a quando non ci addormentammo sfiniti. 

Verso le tre del mattino Emma si alzò per far mangiare Liam. Io mi svegliai con lei e le diedi compagnia, non mi piace l'idea che si sveglia da sola per occuparsi di lui, so che non posso fare molto  ma almeno le faccio compagnia. Mentre il nostro piccolo campione mangiava sentimmo dei rumori provenienti dal corridoio. Pensai fosse Leila che era andata in bagno quindi non ci feci molto caso. La cosa iniziò ad insospettirmi quando sentii ridere, anche Emma sentii e dopo aver rimesso Liam nella culla si  diresse verso le voci. Andai con lei e trovammo Chloe nel letto con sua sorella.  Come accidenti aveva fatto ad arrivare fino lì?

- Chloe amore non devi usare la magia per spostarti così, quante volte devo dirtelo è? - giusto la magia. Come avevo fatto a non pensarci. - Andiamo, ti porto nella tua cameretta. 

- No mamy io stale qui con Leila! 

- Amore devi dormire, non puoi giocare adesso.

- Dommo qui! 

- No tesoro non si puo! Andiamo dai! 

- pe favole mamy!

- No amore mio oggi proprio no. Domani farai la visita con il dottore e allora vedremo ok?

- No no nooooo! Io boglio tare qui! 

- Mamma metterò la mascherina ok? Così puoi stare tranquilla e lei può dormire qui con me. - intervenne Leila incoraggiando ancora di più sua sorella 

- Ti macchelina! - ripetè lei non conoscendo neanche il significato di quella parola.

- Non sai neanche di che sta parlando tua sorella, non entusiasmarti così. Non si può Chloe e non voglio ripetermi. E tu - si riferì all'altra - non illuderla così! 

- Ma mamy non tei contenta che no litigamo?

- Contentissima ma comunque devi venire di la con me. - la prese in braccio di forza e la piccola cominció a piangere disperata facendo accorrere Prince il quale iniziò a ringhiare contro me e mia moglie come a voler difendere Chloe. 

- Non ti ci mettere anche tu! Vai a cuccia! - le disse categorica mia moglie facendolo obbedire nell'immediato. Fare addormentare Chloe nella sua stanza fu un'impresa ardua ma alla fine riuscimmo nel nostro intento. Il mattino seguente come preannunciato arrivó il tanto atteso medico. 

- Buongiorno, scusate il ritardo ma due strani signori mi hanno bloccato la strada e non mi facevano passare.

- Mmmh fammi indovinare: sono entrambi bassi e uno di loro ha la barba e grida pericolo ovunque?

- Esattamente! 

- Tutto sotto controllo allora! Prego si accomodi posso offrirle un caffè? 

- No grazie... ma ditemi: come procedono le cose? - chiese rivolto verso Emma

- Beh... il braccio ormai va benone ma la gamba siamo esattamente nella stessa situazione dell'ultima volta. Convincerla a fare gli esercizi non è semplice e capita, come ad esempio negli ultimi giorni, che si rifiuta categoricamente di farli. Dice che la gamba le fa male. 

- Mmmh... capisco! Dovete cercare di convincerla però altrimenti c'è il rischio che rimanga così... stiamo puntando ad un recupero completo sarebbe un vero peccato non riuscirci. - fece una pausa - per quanto riguarda la salute invece? Ha avuto qualche infezione, raffreddore, febbre?

- No! 

- Buon segno, vivendo con altri due bimbi mi sarei aspettato almeno un piccolo raffreddore.

- È  vero ci sono altri due bambini in casa ma Chloe non ha il permesso di vederli... - dissi io ricevendo un'occhiataccia da Emma - mia moglie le evita ogni possibile contatto con il mondo. Non vede i suoi nonni e i suoi zii dal giorno delle dimissioni in ospedale. 

- Emma ricordi quando ti dissi di non tenerla troppo a contatto con i bambini? - le chiese il medico

- Si, sto facendo esattamente quello che mi ha detto lei.

- Io non intendevo isolarla da tutti, con i suoi fratelli può starci, certo se non hanno sintomi di qualche infezione. 

- È che ho paura... e se dovesse ammalarsi? Io non so con chi è a contatto Leila se va a giocare fuori con i suoi amichetti, potrebbe prendere qualcosa e non volendo passarla a sua sorella. 

- Potrebbe prenderla anche tramite te però. Sei lo sceriffo da quanto ho saputo, sei a contatto con milioni di persone, potresti essere un potenziale pericolo anche  tu se la metti su questi termini.

- Non credo, mia moglie non va a lavoro da quel di. È in congedo e non esce di casa. - anche il medico dallo sguardo che le fece mi fece capire che non era d'accordo con il suo modo di fare. 

- Portatemi dalla bambina, vediamo se con me farà gli esercizi oggi. - lo accompagnammo al piano di sopra dove stava ancora dormendo. 

- Wow questa cameretta è più pulita della stanza dell'ospedale. - sentenziò il medico

- Emma disinfetta questa stanza almeno cinque volte al giorno. Sa... i germi! - entrambi alzammo gli occhi al cielo mentre Emma ignorandoci sveglió la piccina.

- Chloe, principessa.... dobbiamo svegliarci! 

- No... - disse ancora nel mondo dei sogni

- Come no? C'è il tuo dottore preferito qui, è venuto a trovarti! 

- Dottole bello? - Chiede aprendo un occhietto. Adorava quel dottore. 

- Si amore è proprio qui! - glielo indicó. La bimba si mise seduta senza fare storie e lo salutò con la manina diventando tutta rossa.

- Eccola la più bella paziente che abbia mai avuto! Come ti senti piccola?

- Bene!

- Fammi vedere gli esercizi che abbiamo fatto per il braccio ok? - obbedì e tutta sorridente gli mostro ogni seguenza di esercizi che gli aveva dato.

- Formidabile Chloe! Hai fatto un lavoro meraviglioso! Spero che anche per la gambina sia lo stesso. - lo disse di proposito per vedere la sua reazione è infatti come volevasi dimostrare il suo sguardo cambió: non era più felice e sembrava sull'orlo di voler piangere. Il medico le scansó le coperte per visionare la gamba ma lei prontamente si ricoprì. - che succede Chloe? Non vuoi farmi vedere come sei stata brava.

- Gamba no! 

- Perché no? 

- No no no! Bua gamba!

- Ti fa male la gamba? 

- Ti!

- Fammi fare un'occhiata allora ok? - solo dopo svariati pianti si convinse a farsi visitare - amore nella tua gambina non c'è nulla di strano. Proviamo a fare due o tre esercizi ok? Poi ti lascerò giocare. 

- No no no!!!!

- Fai la brava bimba dai! Piega la gamba e poi stendila ok? 

- Nooooo! Ho detto noooo! 

- Chloe è meglio se la pieghi tu la gamba altrimenti sarò costretto a farlo io e sicuramente sentiresti più male. - a quelle parole di spaventó ancora di più, continuando a piangere fece una cosa che mai mi sarei aspettato di vedere.

- Plinceeeeee! - chiamó il suo amico a quattro zampe che in meno di dieci secondi fu li. Chloe dopo aver dato un morso al dottore si appese al collo di Prince e uscì dal letto. Aggrappata a lui, ma pur sempre sulle sue gambine, uscì dalla stanza. Non potevo credere ai miei occhi... mia figlia anche se zoppicando stava camminando! Rimanemmo tutti senza parole. 

- O santo cielo! - si porto entrambe le mani alla bocca mia moglie.... Chloe sta.... - senza finire la frase la vidi prendere la direzione della porta ma il medico la bloccó.

- Aspettiamo un minutino, poi andremo a vedere dove si è diretta. Non cammina ancora velocemente diamole un po' di vantaggio. 

Su consiglio dell'uomo aspettammo dopodiché ci affacciammo al corridoio e  la vedemmo entrare nella stanza di Leila e di conseguenza andammo anche noi.

- Noccondimi - disse non appena la vide e sua sorella l'aiuto a sistemarsi sul suo letto. Come mai Leila non aveva avuto nessuna reazione alla vista di sua sorella in piedi da sola?  

- Ei piccola birbante - disse il medico entrando - mi hai morso!  - le si avvicinò per farle solletico facendola scoppiate a ridere - non si morde il dottore bello! 

- Cusa! Tu peló volevi fare bua a me!

- No tesoro ma cosa dici....

- Eteccizzi!

- Ti sta dicendo che volevi farle fare gli esercizi ma lei sentita dolore. - tradussi io 

- Lo so amore e adesso ho quasi intuito il perché. - dopo quelle parole si rivolse a Leila - è la prima volta che vedi tua sorella passeggiare con il vostro cagnolino?

- No! Lei lo fa da qualche giorno... viene a giocare in... niente niente. - si fermò bruscamente dopo aver visto lo sguardo di sua madre.

- Leila! Avanti parla! - sentenziò Emma senza mezzi termini.

- E va bene, viene a giocare in camera mia e poi ci esercitiamo a camminare tanto c'è Prince vicino a lei quindi non cade.

- Leila ti avevo detto che non volevo che giocavate insieme senza permesso. Sai la storia, sai cosa potrebbe...

- Signora con tutto il dovuto rispetto le bambine non hanno fatto nulla di male anzi... so che Chloe è super controllata da lei quindi deduco che il tempo che le bambine passino insieme sia davvero minimo. 

- Si, giochiamo quando mamma da da mangiare a nostro fratello ma sto molto attenta e mi metto anche la mascherina! Non voglio che si ammali.

- Ma sei una bambina bravissima allora! 

- Grazie da grande voglio fare la dottoressa. 

- Io pule io puleeeeee! 

- Alt piccolina, tu devi pensare prima a guarire  ok????

- No etettitti nooooo!

- Ascoltami un secondino ok? Ho deciso che non farai più quei noiosissimi esercizi.

- Coaaaaaa? - esclamó Emma  non capendo.

- Dabbelo? - continuó Chloe

- È già! Queste piccole passeggiate che ti fai hanno di gran lunga più effetto che questi esercizi, quindi se due volte al giorno, mattina e sera, farai delle belle camminare con il tuo inseparabile amico non vedo il motivo per cui darti anche gli esercizi. 

- Ne è sicuro dottore? - chiesi anche io. 

- Certo e posso dirvi anche altro: il dolore che sente alla gamba è reale ecco perché da qualche giorno vi è stato impossibile farla muovere. Non è più abituata a camminare quindi le si è formato l'acido lattico. 

- È una cosa brutta? È colpa mia se mia sorella ha quella cosa che hai detto? - intervenne Leila preoccupata. 

- Assolutamente no tesoro, anzi... è un bene! 

- Quindi sono stata brava?

- Direi proprio di sì e per premiarti di daró un incarico importante: una delle due passeggiate che tua sorella dovrà fare la farà  con te e in giardino. È ora che inizi a prendere un po' d'aria fresca questa signorinella. - gli occhi di Chloe al sentire pronunciare la parola giardino si illuminarono. La piccina adorava giocare all'aperto.

- Potló uscire? Non toco più fuoli da tanto tempo.

- Sei contenta amore mio? - le dissi mentre vedevo Emma completamente Contrariata. 

- Tanto papo! Potló bedere anche tia leggina e nonno? 

- Un passo per volta Chloe! Stiamo già correndo troppo mi risulta. - fu Emma questa volta a parlare. 

- Magari tra qualche settimana - aggiunse il dottore allo sguardo triste della piccola al no della sua mamma. - ora vi saluto piccoline. - diede un lecca lecca ad entrambe e poi scese con me e Emma al piano di sotto.

- Dalla visita effettuata posso dirvi che il braccio non è più un problema. Guarito al 100 percento. Prevedo ottimi risultati anche per la gamba.

- A si???? E delle sue difese immunitarie invece che mi dice? Assecondare la sua voglia di giocare e divertirsi quanto può aiutarla a guarire è? Lei dovrebbe tenerla al sicuro no assecondare le sue rischieste e aiutarla a peggiorare. - ok mia moglie era arrivata al limite.

- Emma... - cercai di fermare quel fiume di parole. 

- Non ho finito! - mi bloccó per poi continuare a parlare con il medico - Preghi che non succeda nulla a mia figlia o io...

- Signora non avrei mai acconsentito a farla stare a contatto con sua sorella o farla uscire fuori se fosse stato così rischioso...

- Come sono le sue ultime analisi? Le ha portate con se vero?

- Si eccole qui- estrasse il foglio - difese immunitarie ancora di gran lunga sotto la norma ma di sicuro più alte delle ultime analisi viste. 

- Quindi ho ragione io? 

- Sul fatto che potrebbe ammalarsi si, ma potrebbe succederle anche stando in casa signora quindi tanto vale farle vivere una vita parzialmente normale. Al primo sintomo di raffreddore o altro le prometto che interverrò tempestivamente. La prego... si fidi di me...

***

POV EMMA

"Si fidi di me!" Come potevo fidarmi di lui se stava mettendo in discussione la mia autorità genitoriale. Avevo i miei principi e le mie idee. Chloe stava male, molto male secondo le analisi, bisonvgava tenerla lontana da possibili fonti di contagio quindi come potevo fidarmi di lui che voleva farla uscire e farla stare a contatto con sua sorella che è pur sempre una bambina?  Ci provai a stare calma ma non ci riuscii, iniziai a gridargli in faccia le peggio cose tra cui il fatto che per me era un'incompetente. Killian ceró di calmarmi ma falli, ero troppo arrabbiata e avevo bisogno di dire esattamente quello che pensavo. Cambió qualcosa questo mio sfogo? No, il medico fu irremovibile sulle sue scelte, ci salutó e si congedó dandoci appuntamento per le analisi alla settimana seguente mentre il controllo per la gamba tra un mese. 

- ti sei sfogata? - mi chiede Killian non appena lui uscì.

- No? - risposi bruscamente! 

- Emma amore mio lo so che sei in ansia ma lui è un medico, sa quello che fa. 

- Killian per la miseria apri gli occhi: abbiamo detto di dare una vita normale a Leila e di non farle sentire il peso di questa disgrazia avvenuta a sua sorella giusto? 

- Esatto...

- Questo significa che incontrerà altri bambini, che andrà al parco, in piscina... starà a contatto con molta gente e come ben sai i bambini sono soliti ad ammalarsi... come pensi che Chloe possa restare immune a tutto questo se vedrà regolarmente sua sorella? Odio vederle separate ma lo sto facendo per la salute di Chloe.

- Emma tesoro so che sei solamente preoccupata per la sua salute ma non puoi comunque dividerle. Ho accettato che non vedano i nonni e gli zii ma non sono d'accordo a non farle vedere sua sorella o suo fratello. Soffrirà solamente così.  Ascolta, per una volta diamo retta al suo dottore, se poi nelle prossime analisi si verificherà qualche anomalia allora ti prometto che mi batteró insieme te per tenerla lontana da tutti. 

Non volevo aspettare ma non potevo fare altrimenti. Organizzammo quindi la giornate nel seguente modo: la mattina verso le dieci Leila e Chloe passavano un'oretta in giardino con Prince a giocare e ad esercitarsi, il pomeriggio la piccola peste era con me e con suo padre quando non lavorava, la sera una volta con me e una con Killian la piccolina sfoggiava i suoi piccoli progressi. Fu una settimana difficile e piena di ansie per me. Solo al termine di quella  settimana con le analisi alla mano che mi dimostravano che la piccola non aveva avuto peggioramenti mi tranquillizzai. Forse avevano ragione, forse stavo davvero esagerando... e invece no. Una mattina come tutte le altre ci alzammo, facemmo colazione e come ormai di routine accompagnammo Leila e Chloe a giocare in giardino con Prince che teneva Chloe. Incredibile come sia sensibile quel cagnolino: le sta sempre appiccicato e ringhia a chiunque ritiene una possibile minaccia per la bambina. Lui sente che in questo momento non sarebbe in grado di difendersi da sola e di conseguenza le fa da guardia del corpo. Ero seduta sui gradini accanto al mio uomo che non faceva altro che coccolarmi e stuzzicarmi il collo. Aveva preso un giorno dal lavoro perché voleva stare un po' di tempo con me, visto che con la bambina in quelle condizioni ultimamente non mi dedicavo molto a lui. Mentre le bambine erano intente a giocare a non capivo cosa io e lui ne approfittano per stare un po' insieme. Era un momento davvero molto dolce ma purtroppo venne interrotto da un suono che  non avrei mai voluto sentire: Chloe aveva appena starnutito. 

Scattai in piedi come una molla e neanche dieci secondi dopo ero già da lei, la presi in braccio e corsi in casa lasciando Leila disorientata insieme al suo papà. Il panico si inpossessó di me e lo percepì anche Chloe che leggendo il mio terrore iniziò a piangere impaurita. Le misurai temperatura, sentii se le ghiandole del collo fossero ingrossate, le chiesi di respirare profondamente per vedere se avesse qualche difficoltà....

- Emma Emma calmati ok? - Disse Killian venendomi dietro qualche minuto dopo con Leila a seguito, anche lei piangeva. - Si sono spaventate non vedi? - si riferì al modo in cui avevo portato in casa la piccola. 

- Killian dobbiamo portarla in...

- Papo ho... ho la bua???? -  domandó la piccola non capendo cosa stesse succedendo.

- No tesoro certo che no.... - l'abbracció - Shhhhhh...... è tutto ok amore di papà! Non è successo nulla. La mamma si è solamente  spaventata. Anche te Leila, stai tranquilla. 

- È vero mamma che ti sei solo spaventata? Chloe sta bene? - vidi la faccia di mia figlia invasa dai sensi di colpa per cose che effettivamente non aveva fatto.

- Si tesoro è così! - dissi anche se ancora ero in allarme - va di sopra a giocare. 

- Chloe ti porto di sopra così riposi un po' - disse killian - hai fatto una passeggiata più lunga del solito sarai stanca.

- No Killian... ci penso io... 

- perché? devi sottoporla ad altri accertamenti? Andiamo Emma era un banalissimo starnuto. Vuoi abbandonare la nostra mattinata per uno starnuto? 

- E se...

- Portiamola di sopra e spostiamo nella sua cameretta il baby monitor di Liam così se la sentiremo starnutire di nuovo o altro andremo da lei. - non so perché ma riuscì a convincermi un pochino. La lasciai nella sua stanza e tornai da Killian. Cercai di concentrarmi su di lui visto che era una vita che non passavano del tempo insieme ma nonostante mi fosse mancato terribilmente non riuscii a dedicarmi solo a lui, ogni tre secondi salivo a controllare Chloe per vedere se le fosse salita la temperatura o altro. Sembrava stare bene ma ero comunque preoccupata. Il pomeriggio passo quindi così: in allerta. Poi qualcosa mi convinse a portarla in ospedale, sulle manine le si erano formate delle bollicine.

- Killian non mi interessa cosa pensi,  io la portonin ospedale. 

- Chiamiamo whale e facciamolo venire qui no? 

- No voglio parlare con colui che l'ha in cura. 

- Non ti sembra di esagerare? 

- No! Se non vuoi seguirmi vado da sola!

- Sono due ore e mezza di macchina Emma no che non ti mando da sola. Lasciami portare i bambini da Regina e andiamo. 

- Possiamo fare di meglio! - la chiamai e le chiesi se potesse badare loro, mi disse di sì così le chiesi di teletrasportarli da lei, in neanche tre secondi eravamo già in viaggio. 

Quando arrivammo il medico non poteva credere ai suoi occhi di vederci li, in un primo momento si allarmó ma poi vide in viso Chloe e lo vidi rilassarsi:

- cosa ha spaventato la tua mamma piccolina? - le chiese sorridendo ma la bimba non avendoci capito nulla su limito ad alzare le spalle.

- Faccio prima a chiederlo a te allora, cosa ti ha messo in allarme?

- Ha starnutito! - dissi convinta - e ha queste sulle amnine. 

- Mmh... era fuori quando è successo? 

- Si! Io ti avevo detto che...

- Aspetta...  da quando è entrata in casa non ha più starnutito vero?

- Esattamente! - rispose. Killian - le ho detto che non era nulla ma lei non ha voluto ascoltarmi.

- Le mamme sono sempre così. Comunque ti tranquillizzo subito: sono bollicine innoque, ha sicuramente toccato qualche piantina che le ha fatto una piccola reazione e  per quanto riguarda lo starnuto... beh ci sono i pollini in giro, molto probabilmente sarà stato per questo! Non uscendo da oltre due mesi non è più abituata ed è più sensibile.

- Sono solo supposizioni le sue. - gli dissi. 

- Vero ma per farla stare tranquilla la visiterò e le farò qualche piccola prova allergica. nulla di invasivo stia tranquilla. Andiamo piccolina?  

- Mamy biene con me?

- Si piccola, la mamma può venire. 

Entrammo in sala visite alle ore 18 del pomeriggio e uscimmo da li solamente due ore più tardi  tanto che Killian si allarmó per tutta quell' attesa.

- Papooooooooo! - strilló per i corridoi Chloe non appena lo vide - mi hanno fatto tanti disegnini sul braccio guadda! - allungó il braccio su cui le avevano fatto il test per  le prove allergiche- e poi una punturina qui per plendele il tangue.

- E tu sei stata la principessa pirata coraggiosa del papà?

- No.. ho pianto un pochino. 

- Uuuu stellina mia vieni in braccio a me. - mentre se la spupazzava a bassa voce mi disse - Come mai ci avete messo così tanto? 

- Le ha fatto una visita approfondita per...

- Per farti stare zitta una volta per tutte. - rise.

- Mmmh pensala come vuoi! Ora però dobbiamo aspettare i risultati.

Restammo un'altra  oretta abbondante in attesa ma alla fine uscimmo da lì con una diagnosi: come diceva il dottore la piccolina aveva toccato sicuramente una piantina che le aveva provocato un po' di irritazione al braccio e lo starnuto non era nulla... nessuna infezione o malattia in corso. Difese bassissime come sempre quindi quello non era cambiato ma almeno potevo tornare a casa serena. Il medico si raccomandó di continuare a farla uscire ma secondo voi gli diedi retta? Assolutamente no e nonostante le critiche di Killian decisi di non farla uscire di casa e diminuii per la seconda volta consecutiva i contatti con Leila. mi ero spaventata e continuavo a pensare che era ancora  troppo presto per lasciarla uscire all'aria aperta sapendo che poteva facilmente ammalarsi. Fin quando sarebbe stata sotto il mio controllo le regole erano queste. A proposito di questo... il congedo parentale stava per scadere. Tra un paio di settimane sarei dovuta rientrare a lavoro ma la situazione di mia figlia  era ancora critica per poterla lasciare da sola. Mi prese il panico: non volevo tornare a lavoro fino a che Chloe  non si sarebbe rimessa completamente ma non avevo più altri permessi a disposizione e neanche le malattie che avevo utilizzato mesi prima sempre per lei. Regina nonostante fosse mia amica non poteva aiutarmi, il lavoro era lavoro e mio padre non poteva continuare a fare 24 ore no stop in ufficio. Non sapevo cosa fare ma poi ebbi l'illuminazione....

 

POV REGINA

Non potevo credere ai miei occhi... quella mattinata era partita già in modo sbagliato ci mancava soltanto Emma a farmi venire i così detti cinque minuti. Non appena entrata in ufficio trovai due buste sulla mia scrivania:  la prima con su scritto sindaco Mills e la seconda con su scritto: per Regina.

Aprii la prima, quella destinata al sindaco e non potei credere ai miei occhi: era una chiara lettera di dimissioni da parte di Emma. Cosa cosa cosa? Ma che diamine le prendeva ora? Mi affrettai a leggere la seconda busta scritta anch'essa da lei.

 

" Non saltare a conclusioni affrettate... non sono impazzita. Ho ragionato attentamente e questa è l'unica soluzione. A fine congedo secondo la legge dovrei riprendere servizio ma purtroppo non posso: Chloe non è fuori pericolo e io non voglio lasciarla in casa con altri che non sia io. Se dovessi tornare a lavorare starei in costante stato di agitazione e di conseguenza non presterei servizio in maniere efficiente. Mi dispiace davvero molto devi credermi ma arrivati davanti ad un bivio bisogna  prendere una scelta. Io l'ho presa. Non voglio fare lo sceriffo... voglio fare la mamma! Questo lungo periodo a casa mi ha fatto capire quanto di loro effettivamente mi sono persa. Non voglio alzarmi una mattina e rimpiangere di non essere stata in casa quando lei aveva bisogno di me. Forse tra qualche mese questa storia finirà e il mio lavoro mi mancherà sul serio ma per ora non è così. Mi dispiace abbandonarvi su due piedi ma non posso fare altrimenti: i miei figli prima di tutto. Spero troverai una persona qualificata che possa sostituirmi e aiutare mio padre. Non sarà facile accettare, quando tutto questo sarà finito, di non essere più lo sceriffo ma col tempo me ne farò una ragione. Emma."

 

Presi immediatamente  il telefono e provai a chiamarla. Non mi rispose ma mi arrivó un sms pochi minuti dopo.

 

 

"Ormai ho deciso Regina... non riuscirai a farmi cambiare idea. 

Ps. so che hai già letto la mia lettera qui si!  so già cosa volevi dirmi al telefono."

 

Il suo sesto senso mi stupiva sempre di più. Cosa fare ora? Pensai fino a mandarmi in fumo il cervello poi l'illuminazione: indissi una riunione straordinaria dove spiegai ai cittadini la decisione di Emma e le sue reali motivazioni. Erano tutti dispiaciuti, tutti amavano Emma e tutti si sentivano sicuri con lei a proteggerli. Le cose non sarebbero state  lo stesso con un altro sceriffo.

- Non può abbandonarci così! - disse uno dei nani.

- No infatti!

- Chi ci proteggerà adesso? - tutta la città era nel panico. 

- so che vi dispiace e che avete paura e sono qui per questo.  Secondo le leggi Emma dovrebbe presentarsi a lavoro tra due settimane ma sappiamo che non lo farà. L'unica soluzione, visto che si è  dimessa di sua spontanea voltontà è fare un nuovo bando dove verrà eletto un nuovo sceriffo che "casualmente" si dimetterà a gennaio o una volta che Chloe sarà guarita. 

- e come dovrebbe tranquillizzarci la cosa? Noi vogliamo Emma! 

- lo so... appunto ho detto che il nuovo sceriffo si dimetterà casualmente. Una volta dimesso farò un nuovo bando dove si candiderà anche Emma e voi la rieleggerete. 

-  E questa cosa si può fare? Può ricandidarsi?

- secondo la legge di Storybrooke sì! Si è dimessa non è stata licenziata quindi può ricandidarsi. 

- se hai già stabilito tutto allora perché siamo qui?

- Perché mi serve un candidato per questo ruolo! 

- Mi offro io! - tutti si girarono nella direzione della voce fin troppo conosciuta.

- Snow?!?!? Tu? Tu vuoi fare...

- Voglio aiutare mia figlia e poi il popolo ha bisogno di qualcuno di cui si fida, li ho già protetti in passato, posso farlo anche ora. E poi sarà solo per qualche mese, lo sappiamo che Emma tornerà... non sa stare senza lavoro.

- per me ok, voi cosa ne pensate: Tutti d'accordo? 

- Lunga vita a snoooooooow!  - dalla folla iniziarono a incitare la loro nuova/vecchia eroina.

- Direi di sì! La riunione è sciolta.

Soluzione trovata, mancava solamente una piccola cosa: digitai un sms e lo inviai alla diretta interessata.

 

" la tua domanda è stata accettata ma non cantare vittoria, a gennaio sarai nuovamente dietro una scrivania a compilare scartoffie e a correre dietro ai delinquenti. Non si accettano no come risposta. Capisco la situazione e accetto il tuo allontanamento momentaneo ma a gennaio quando il regno di terrore di tua madre crollerà, perché volente o nolente crollerà, tu ti ricandiderai mi sono spiegata Miss swan? Buona giornata."

 

"Cosa cosa cosa? Mia madre cosa?" - Mi rispose 

 

"Hai capito bene! Ho smosso mari e monti per fare un bando finto cara mia quindi non hai scusanti per tonare. Ora goditi i tuoi figli e prenditi cura della mia bella cuccioletta. Spero di rivederti presto ma se così non fosse ci si vede a gennaio."

 

"Sei un'amica!"

 

 

POV EMMA.

Non potevo credere ai miei occhi... Regina aveva appena ammesso di aver truccato un po' le carte per permettermi di tornare a lavoro. Come tutti sapeva  benissimo che una volta che fosse guarita Chloe non sarei riuscita a starmene a casa a fare la perfetta casalinga. Amavo troppo il mio lavoro per abbandonarlo ma in questo momento non potevo prorpio fare altrimenti, mia figlia veniva prima. Certo ero un po' spaventata per il fatto che mia madre mi avrebbe sostituia  ma sarebbe stato per pochi mesi, a gennaio sarei tornata io al comando quindi non dovevo far altro che non pensare più al mio spontaneo licenziamento e godermi questi mesi con la mia splendida famiglia.

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Capitolo 47
*** Tornare bambino ***


POV EMMA. 

Amo Killian più della mia stessa vita, tutti in città lo sanno. Siamo agli occhi di tutta la comunità la coppia perfetta... la famiglia perfetta, ma come tutti anche noi abbiamo le nostre piccole divergenze. Killian non è assolutamente un marito difficile da gestire, anzi: è adorabile, collaborativo e passionale. Ha soltanto un difetto: è geloso marcio. Da una parte è una cosa bella sapere che il tuo uomo è geloso di te ma dall’altra è snervante sopratutto quando avresti bisogno di parlare con lui ma eviti di farlo per paura che possa uccidere qualcuno. È si... ultimamente ho un piccolissimo problema da gestire che gradirei condividere con lui ma non posso farlo. Non credo capirebbe fino in fondo la situazione e sono sicura che se lo venisse a sapere farebbe di certo qualche stronzata. 

 

- Buongiorno amore mio! - lupus in fabula. Killlian era appena entrando in cucina con la nostra piccola malaticcia per farle fare colazione. Chloe stava migliorando giorno dopo giorno ma era ancora condannata a restare in isolamento fatta eccezione una o due visite il fine settimana da parte dei suoi e nonni e i suoi zii. 

- Tao mammina! Ho fame! 

- Hai fame???? - chiesi sorpresa visto che ultimamente faceva un sacco di capricci per mangiare - Mamma ti prepara subito qualcosa ok? - la feci sedere sulla sua sedia e mi misi a preparale il latte con i cereali, nel mentre Killian mi si avvicinò:

- Ti aspettavo per cena ieri, come mai hai fatto così tardi? 

- Ho avuto un problema con la macchina e mi sono dovuta fermare dal meccanico per farla controllare, lì ho incontrato Marco e mi sono fermata qualche minuto a salutarlo. Mi dispiace non averti avvisato ma non volevo ti preoccupassi per nulla.

- Avevi paura di una scenata di gelosia? Tranquilla non sono gelosa di Marco, è di suo figlio che sono particolarmente geloso - rise ma il punto era prorpio quello... se avesse saputo cosa fosse successo la sera precedente e i giorni addietro molto probabilmente non si sarebbe limitato a  scenate di gelosia.

 

Tutto è iniziato qualche giorno fa, ero in ospedale per far leggere le ultime analisi di Chloe a whale, visto che il medico di mia figlia era in ferie, quando incontrai August. Non vedevo il mio migliore amico da mesi ormai vista  la situazione di Chloe quindi andai a salutarlo. Sembró felice di vedermi; mi disse che era un momento buio della sua vita, che stava riniziando a trasformarsi in burattino e che stava cercando una soluzione per porre fine a questa cosa. Gli chiesi come fosse possibile che questo accadesse e lui mi rispose che aveva combinato un casino di cui non voleva parlare neanche con me. Non lo forzai... poverino stava già male di suo, non mi andava di infliggergli altro dolore parlando di cose di cui non gli faceva piacere. Restammo lì in sala d’attesa a parlare per un po’ del più e del meno dopodiché tornai a casa. Da quel giorno August non fece altro che chiamarmi... siamo partiti da una chiamata o un paio di sms al giorno al quale ho sempre risposto fino ad arrivare ad un minimo di 40 sms e 15 chiamate se siamo fortunati. Per quanto gli volessi bene in quel momento avevo altro a cui  pensare e di conseguenza non stavo tutta giornata attaccata al telefono, molte chiamate le rifiutavo quindi non sapevo cosa volesse. Per quanto riguarda i messaggi invece era più semplice quindi quando avevo un momento  libero mi aggiornavo. Non erano tanto diversi l’uno dall’altro ma erano strani e sopratutto non erano da lui. In questi messaggi non faceva altro che chiedermi di vederci, mi supplicava quasi, ma a ogni mia risposta negativa, in quanto non potevo uscire di casa com Chloe in quelle condizioni, o ci rimaneva male o si arrabbiava e mi insulta. Volevo evitare di dirlo a Killian, sapevo già come avrebbe reagito: di sicuro sarebbe arrivato fino a casa sua e lo avrebbe riempito di mazzate. Ecco perché ieri quando ho incontrato Marco mi sono fermata a parlare con lui: gli ho chiesto di August... se sapesse cosa stesse passanso nella testa di suo figlio ma a quanto pare quel poverino non ha saputo darmi ulteriori indicazioni. Mi confermò solamente quello che sapevo già. 

 

- Eiii amore? Che c’è, ti sei imbambolata? - Mi riporto alla realtà Killian... - Non so a cosa stavi pensando ma quella piccina alle nostre spalle sta morendo di fame! 

- Hai ragione scusa! - gli diedi un bacio sulle labbra per poi prendere la colazione della mia piccola e portarla al tavolo. La trovai con le manine davanti agli occhi - Che fai signorina? - le chiesi

- Hai dato un bacino a papà! - Rispose guardandomi

- E allora? Lo sai che mamma e papà si danno i bacini. 

- Papo ha detto che io no bedere quando le pertone si danno bacini pecchè non debo diventale come loro.

- Sul serio Killian? - chiesi scioccata. 

- Che c’è! Non sarà di certo meno intelligente senza dare baci!

- Non dare ascolto al tuo papà piccola mia. Tieni mangia! - lasciai la bambina con Killian e andai al piano di sopra a controllare gli altri due e sistemare casa; con il fatto che stavamo uscendo poco e niente casa nostra era 24h no stop invasa da bambini e questo significava solamente una cosa: il caos regnava sovrano. Proprio mentre sto per mettermi seriamente a lavorare ecco un’altra chiama sempre da lui: August. Non rispondo e come di consueto ecco il solito messaggio... forse questa volta fu addirittura più crudele di tutti gli alti: 

 

“ io non capisco come tu possa essere così insensibile. Sto male lo capisci? Ho bisogno di te e tu non fai altro che negarti. Solo tu puoi aiutarmi... non fare l’egoista e pensa un po’ anche agli altri non solo a te stessa”  

 

Ve lo giuro ci rimasi malissimo. Lui sapeva benissimo la mia situazione, come poteva pensare che ero solamente un’egoista? È vero a molte sue chiamate non rispondevo ma perché sapevo già cosa vuolesse dirmi: vuoleva che lo incontrassi ma questa cosa  in questo momento è assolutamente fuori discussione.

 

“Non sono egoista August, mia figlia sta male e ha bisogno di me.”

 

“Anche io sto male eppure a te sembra non importare altrimenti mi risponderesti”

 

“ non essere infantile! è normale che non ti risponda se nelle tue chiamate non fai altro che chiedermi di raggiungerti nonostante tu conosca la risposta. Se hai un problema parliamone per telefono ma vedi parlarmene perché poi non ti lamentare che non ti rispondo più se non lo farai”

 

“Hai paura di Killian di la verità? Hai paura che scopra di noi vero?”

 

“Ho paura che scopra cosa August? Si può sapere cosa ti sta succedendo? Non ho assolutamente paura di Killian perché non c’è assolutamente nulla di cui aver paura!”

 

“Voglio vederti!”

 

“Ancora???? August non possiamo vederci! Se vuoi chiamarmi e spiegarmi cosa diamine ti sta prendendo bene, ti risponderò e ne parleremo, altrimenti ciao!” 

 

Lasciai il telefono nelle vicinanze nel caso chiamasse e mi misi a sistemare casa. Nessuna chiamata arrivó sul mio cellulare. Bene, evidentemente non era nulla di importante. Passai il pomeriggio con i miei bambini e con mio marito  ma qualcosa dentro di me non mi permetteva di stare tranquilla... non so dire precisamente cosa ma ero preoccupa. 

 

- Mammina? Pecchè tia leggina ancora non è arrivata? - chiese mia figlia impaziente sapendo che sua zia sarebbe venuta a cena da noi come quasi ogni sabato.

- Avrà fatto tardi tesoro! Vedrai che arriverà presto. 

- Mi avlà cucinato le lasagne? 

- Mmh vedo che la parola “lasagne” la pronunci perfettamente amore mio. - le feci notare - Non lo so se zia le ha cucinate tesoro ma se così non fosse non farle vedere che sei dispiaciuta ok?

- Ba bene! - ormai erano le sette, Regina di media stava qui intorno alle sei per poter dedicare un po’ di tempo a Chloe prima della cena: come mai ancora non era arrivata? A rispondere alla mia domanda fu  il mio cellulare il quale squilló. Era una chiamata da parte di Regina:

- Regina ciao tutto bene? 

- Si, però ho una brutta notizia da darti. Non posso venire a cena questa sera. Ronald ha preso l’influenza e non vorrei fare da tramite da lui a Chloe. Non mi sono fidata neanche di cucinarle le lasagne per paura di qualche germe, così ho chiesto a Granny di preparargliele. Dovrebbero  essere pronte ormai. Vedi se Killian può passare a prenderle altrimenti te le faccio portare da qualcuno. 

- Regina non dovevi disturbarti così! Vado io a prenderle non preoccuparti.

- Ah quasi dimenticavo, ho lasciato per la piccola un regalino da Granny, farti dare anche quello ok?

- Sei un caso senza speranza. Grazie ancora per la cena e grazie per avermi avvisato della situazione. Sei un’amica.

- Figurati, non vorrei mai si ammalasse di nuovo. ci sentiamo domani! 

- A domani.

Spiegare a Chloe che sua zia non sarebbe potuta venire quella sera a cena fu un’impresa ardua: iniziò a fare i capricci e nessuno di noi sembró essere in grado di consolarla. La lasciai a Killian sperando riuscisse a calmarla e mi recai da Granny come disse regina. Presi la lasagna che ci aveva gentilmente offerto, il regalino per la mia piccola e a piedi tornai a casa o almeno quello era il mio scopo.

 

- Ma allora non è vero che passi tutto il tuo tempo in casa! - sentii una voce alle mie spalle. 

- August! - esclamai - mi hai messo paura.

- Perché mi stai facendo questo è? Perché ti ostini a non volermi parlare? Ho bisogno di te: lo vuoi capire o no? 

- August ancora con questa storia? - sospirai - e va bene, sediamoci li - indicai una panchina - Ma ti avverto: non ho tutto il tempo di questo mondo. Devo tornare a casa.

- Da tuo marito suppongo...

- E dai miei figli. Allora... cosa c’è che non va in te? Cos’è che ti sta mandando ai matti?  Per quale motivo sei sei sempre così nervoso?

- Mi sto trasformando nuovamente in burattino...

- Me lo avevi accennato già qualche mese fa ricordi? 

- Si ma la cosa sembrava essersi fermata... forse grazie ad una buona azione non lo so di preciso ma ora sta riiniziando e la cosa peggiora sempre di più.

- Mi dispiace August... cosa pensi abbia scatenato questa cosa? Solitamente è legato alle tue azioni. Hai fatto...

- No, io non ho fatto nulla! Non è colpa mia se il mondo è sbagliato.

- Il mondo è.... August non riesco a starti dietro, per favore parla se sai qualcosa... come posso aiutarti se non so cosa ha scaturito tutto questo?

- Tu sei la soluzione! Io lo so Emma! 

- Sarei più che  felice di poterti dare una mano, ma come? Sono la salvatrice è vero ma non credo di....

- Tu sei la chiave Emma! Tu sola puoi salvarmi! Mi aiuterai vero? 

- Certo che ti aiuterò August, ci proverò almeno. Cosa devo fare? - lo vidi sedersi più vicino a me e prendermi le mani. 

- Grazie Emma! Grazie davvero, sapevo di poter contare su di te. - le sue mani passarono dalle mie mani sulle mie gambe e come se non bastasse si sporse ancora di più verso di me.

- August... August cosa stai facendo? - chiesi allontanandomi 

- Devi aiutarmi Emma tu sei la chiave! Ti prego fallo per me! - ma perché continuava a ripetere quella frase. Ero lì con lui cos’altro voleva?

- Senti August è evidente che non sei pronto a parlarne. Io torno a casa quando vorrai sai dove trovarmi. - feci per andare via ma lui mi strinse il polso con una ferocia inaudita - aiaaaa August mi fai male! 

- Non puoi andartene! Non prima di avermi aiutato! - mi sussurro quelle parole a pochi centimetri dal viso dopodiché non si allontanò, anzi.. fece una cosa che mai mi sarei aspettata cercó di baciarmi il collo. Lo allontanai all’istante spingendolo a terra. Ero furiosa, ma come si permetteva di comportarsi così? 

-  Ma ti è dato di volta il cervello o cosa? AUGUSTT! 

- Emma...

- Emma un corno! Risolviti i tuoi problemi da solo! - presi le mie cose sulla panchina e per la seconda volta consecutiva cercai di andar via; anche questa volta fallii miseramente  . Non so come ma mi ritrovai con le spalle al muro e completamente sporca di sugo! Quel cretino per cercare di non mandarmi via mi aveva praticamente tolto dalle mani la teglia facendola cadere. Qualsiasi cosa avesse una cosa era certa: non era in se quella sera e sarebbe stato meglio andare via prima di prenderlo sul serio a sberle. Usai la magia e in meno di un secondo fui a casa. Non pensai precisamente al luogo dove materializzarmi e questo fu un grande errore poiché quando mi materializzai nel salotto incontrai lo sguardo di Killian che vedendomi in quello stato si allarmó all’istante.

- Che diamine ti è successo? - mi domandó indicandomi i vestiti completamente sporchi di sugo. 

- niente vado a farmi una doccia! 

- Aspetta! Sicura che vada tutto bene? Sei strana... agitata oserei dire.

- Ma che dici amore! Sono semplicemente caduta mentre cercavo di portare a casa le lasagne di Granny! La cena è saltata mi dispiace. Faccio la doccia e vi preparo qualcosa ok? 

- Non preoccuparti faccio io! Ti aspetto di sotto. 

Andai al piano di sopra e mi misi sotto la doccia. ripensai a quello che era appena successo. Non potevo credere che August avesse provato a sedurmi. Ero arrabbiata, incredula... dentro di me c’erano sentimenti contrastanti e feci l’unica cosa in grado di farmi sentire meglio: piansi. Restai sotto la doccia per oltre quaranta minuti, uscii e mentre stavo per accendere il phon per asciugarmi i capelli il mio telefono iniziò a squillare. “Al diavolo” pensai e senza leggere chi fosse, tanto lo sospettavo, spensi il telefono in modo da non essere disturbata. Lasciai stare anche di asciugare i capelli, ero troppo nervosa, e andai in camera per vestirmi. 

- la cena è pronta! - mi informó Killian entrando nella nostra camera. 

- Grazie amore! Cinque minuti e scendo. 

- Ti aspetto di sotto allora! - prese la direzione della porta ma improvvisamente tornó sui suoi passi - Tanto per la cronaca: l’idea che ti sia successo qualcosa, che non mi dici,  non è svanita nella mia mente e ho tutta l’intenzione di riprendere questo argomento dopo cena. 

- Non è successo nulla Killian davvero. Sono semplicemente inciampata. 

- Mmmh e il regalo che la tua amica ha fatto a Chloe? - come faceva a... - la tua amica ti ha chiamato per sapere se alla bambina era piaciuto ma ha trovato il telefono spendo così ha chiamato me. 

- Nella fretta di tornare a casa credo di averlo lasciato per strada! 

- E per quale motivo tornavi di fretta? 

- Oddio Killian ma che vuoi si può sapereeree? 

- Mmmh bella reazione... sai che c’è? Forse non aspetterò questa sera: avanti spara: che è successo? 

- Te lo ripeto? Sono inciampata, sono caduta e mi sono rovintata i vestiti, non volevo farmi vedere in giro in quello stato e così ho usato la mia magia! È la mia versione dei fatti, non credere che la cambierò. 

- Hai paura di una mia possibile reazione vero ? 

- Ma cosa dici? Killian amore non c’è nulla ok? Perché non parlartene se mi fosse successo qualcosa? Tranquillo è tutto ok! - gli do un bacio sulla guancia dopodiché raggiungo Chloe e Leila al piano di sotto. non accennammo più a quell’argomento per tutta la sera e pensai quasi  si fosse convinto della mia innocenza ma era solo una mia illusione, in piena notte fui svegliata proprio da mio marito che mi chiedeva spiegazioni in quanto ad un livido sul mio polso. Ha il vizio di fissarne mentre dormo e evidentemente lo ha notato.

- Killian... sono le tre del mattino... lasciami dormire ok??? 

- Solo se mi dirai come ti sei fatta quel coso sulla mano.

- Sono inciampata e caduta... ancoraaaa???? 

- È un livido strano... Emma amore guardami: è successo o no qualcosa questo pomeriggio?

Dirglielo o non dirglielo? E adesso? Se glielo avessi detto gli avrebbe di sicuro spaccato la faccia mentre se sarei rimasta in silenzio mi sarei sentita in colpa per avergli mentito così ripetutamente e spudoratamente. 

- Non è successo nulla! Ora posso tornare a dormire? 

- Certo! 

Quella storia con quella notte finì... quella di Killian che mi faceva il terzo grado intendo, la pazzia di August invece continuó. Fin quando la cosa si limitò per telefono era gestibile ma poi cambió strategia e un bel giorno me lo ritrovai a casa. Killian era uscito da neanche cinque minuti il che quando sentii suonare il citofono di casa pensai che fosse lui che si fosse dimenticato qualcosa, quando vidi August alla porta rimasi basita.

- Non chiudermi la porta in faccia per favore! Volevo semplicemente chiederti scusa per l’altra sera. 

- Mamy chi è il tignore? - chiese Chloe che era in braccio a me.

- Ciao bambolina, io sono un amico della tua mamma, mi chiamo August. - rispose lui per me.

- Mamy è un pettonaggio del liblo di henny?

- Si amore, lui è Pinocchio! Ti ho raccontato la sua storia vero?

- Ti! - divenne improvvisamente triste. - Non debi pallale con lui. Pinocchio dice buzzie. Mamy andiamo a tocare di la! 

- Amore non è cortese mandare via le persone, inizia ad andare di sopra, appena avrò finito ti raggiungerò. 

- Posso...

- Si amore, puoi usare la magia per salire le scale. - anche i miglioramenti per la gamba procedevano alla grande ma le scale erano ancora un grande ostacolo. Aspettai che Chloe fu fuori portata d’orecchio dopodiché parlai :

- perché sei qui? - chiesi bruscamente.

- Per scusarmi te l’ho detto. 

- Ti rendi conto di quello che hai fatto? - dissi mentre lo facevo accomodare in salotto.

- Si... ma che dovevo fare Emma? Era ed è l’unica soluzione per mettere fine a tutto questo inferno.

- Non ti seguo... quale  sarebbe questa soluzione: baciarmi?

- Devi amarmi Emma! Il tuo amore mi salverà! - mi venne da ridere

- Scusa se te lo dico ma ultimamente sei fuori di te! 

- Noi ci apparteniamo Emma! Ci conosciamo dal giorno che sei nata, ti ho salvato la vita portandoti sul bordo della strada.

- È vero mi hai salvata ma poi hai preferito andartene con i tuoi amici e lasciarmi a marcire lì dentro. Senti August....per me sei un amico, nulla di più e questo non c’entra nulla con il nostro passato, sarei stata un semplice amica anche se fossimo cresciuti insieme. 

- Noi ci apparteniamo io lo so e il tuo amore impedirà che io mi trasformi ulteriormente.

- August... proverò ad aiutarti lo stesso ma in un altro modo. Io non appartengo a te. Io non appartengo a nessuno se non a me stessa. 

- Sono innamorato di te ok? - oddio questa era nuova.

- E io sono innamorata di Killian. Mi dispiace August. 

- Ti dispiace... TI DISPIACE DICI? - si alzó di scatto e per la rabbia dovuta a  quella risposta buttó a terra la lampada che era sul mobiletto accanto a lui rompendola in mille pezzi. - Sto morendo Emma e tu ti ostini a voler stare con quel pirata da strapazzo piuttosto che salvarmi? Ma che salvatrice sei! - lo vedevo avanzare verso di me e di conseguenza indietreggiai. Conoscevo August da un bel po ormai, non è un tipo pericoloso ma da un po’ di giorni a questa parte stava perdendo il lume della ragione ed era meglio essere cauti. 

- Non mettere in mezzo a questa storia Killian mi sono spiegata? - lo rimproverai.

- Sei tu che lo stai mettendo in mezzo! Per colpa sua tu non sarai mai mia! Ti sta manipolando!

- No ti sbagli! Sei tu che vuoi manipolarmi supplicandomi di stare con te! 

- Tu mi ami! Devi solo capirlo!

- Io non ti amo August fattene una ragione. - da lì fu un attimo, non so come ma riuscì a raggiungermi, mi prese per il braccio e strattonandomi mi tiró tra le sue braccia e mi tenne stretta.

- Così va molto meglio non trovi? - cercai di divincolarmi ma era di sicuro più forte di me. Pensai di usare la magia ma in quell’esatto momento sentii Chloe piangere e tutte le mie preoccupazioni si spostarono da me a lei. 

- August lasciami! la bambina ha bisogno di me!

- Andrai da tua figlia dopo che mi avrai aiutato. - sentii la presa farsi più leggera così gli diedi una spinta facendolo cadere sul divano e mi liberai. Cercai di prendere la direzione delle scale ma lui fu più veloce: mi prese per i capelli e mi fece indietreggiare. 

- AUGUST VA ALL’INFERNO! - sussurrai e ricevetti in pieno volto una cinquina che mi fece cadere dritta dritta sul pavimento. Possibile che ero in grado di sconfiggere mostri di alcun tipo ma non riuscivo a liberarmi di lui? Si era possibile... ho sempre visto August come un amico e non riesco proprio ad immaginarlo cattivo come invece si sta dimostrando. Le urla di Chloe si fecero sentire ancora più forti tanto che guardando verso le scale la vidi seduta lì mentre si teneva stretta alla ringhiera. Aveva visto tutto. 

- Emma guardami negli occhi: o ti convinci ad amarmi salvandomi la vita oppure di addio a tuo marito per sempre! 

- ESCI DA CASA MIA! ORAAAAAAAA!

- Come preferisci principessa ma sappi che ti ho avvisata. A te la scelta. Hai tempo fino a domani a mezzogiorno. Mi troverai da Granny. 

Non appena si richiuse la porta alle spalle sarei voluta scoppiare in un pianto liberatorio ma non potei farlo. Chloe era spaventata e aveva bisogno di me. Corsi da lei e cercai di consolarla. Impiegai un paio d’ore ma alla fine ci riuscii. Parlando con lei capii che non aveva capito tante cose ma aveva più che altro visto i comportamenti di quel ragazzo nei miei confronti. Chiese di suo padre, lo voleva a casa con noi e lì il mio cuore perse un battito. Come sarei riuscita a non dire nulla a Killian questa volta se Chloe aveva visto tutto? 

- Amore mio ascoltami attentamente ok? Papà tornerà questa sera perché ora è a lavoro. 

- Ma tu bitogno di lui. Tu bua! - indicó la mia guancia.

- Io non ho la bua amore. La tua mamma sta bene non preoccuparti per me. Ho avuto solo una discussione con un vecchio amico ma ora è tutto risolto. 

- Non tonnelà più qui velo?

- No amore non tornerà più. Te lo prometto ma tu devi promettermi una cosa: devi dimenticare quello che hai visto. Deve rimanere un nostro piccolo segreto ok?

- Come quando ho lotto un perttettino della nave e avevo Paula che papo si allabbiasse con me? 

- Esatto! 

- Ba bene mamy! 

- Brava la mia piccolina, ora vai con Prince a giocare in camera tua.

- Ok! Ti voglio bene!

- Anche io amore te ne voglio.

Mi sentii una pessima madre ve lo giuro ma non volevo che Killian sapesse cosa stava facendo August. Ero ancora convinta che ci fosse del buono in lui e che era solo la disperazione a farlo parlare. Ero un pochino spaventata è vero ma volevo comunque arrivare fino in fondo a questa storia. Avrei parlato con Blue e avrei trovato insieme a lei una soluzione per aiutarlo. 

Quella giornata fu lunghissima da affrontare, oltre a ripulire il casino fatto da August mi concentrai su Chloe per vedere se effettivamente avesse superato lo shock iniziale. Sembrava di sì tanto che quando entrò Killian e lei non fece nessun riferimento alla mattinata mi tranquillizzai all’istante. La feci cenare e la misi a letto mentre noi aspettammo che tornasse a casa Leila. Era stata da Robin a giocare e come di consueto evitai che vedesse sua sorella. Cenammo anche noi dopodiché ci sedemmo un po’ sul divano a chiacchierare tutti e tre. Leila si accorse che la lampada fosse sparita e mi chiese il perché. Inventai che spolverando mi fosse caduta e sembró crederci. Fu alla domanda come mai fossi truccata nonostante fosse sera che vidi Killian alzare il sopracciglio incuriosito. Non mi truccavo mai quando ero in casa quindi era un evento molto strano. 

- Ho ordinato dei prodotti online e li ho provati... non avevo nulla da fare! - sorrisi

- Sei bellissima mamma! 

- Grazie amore mio, lo sei anche tu! 

- Sarei più bella con il trucco? - chiese.

- No no no e no! Non ci pensare minimamente. Ti truccherai il giorno in cui compirai 40 Anni. - Killian Killian Killian, menomale che ci sei tu con le tue battute da papà geloso a tirarmi su. 

- Ma papy! 

- Niente papy, non mi convincerai così, - le disse ridendo - ora a nanna che è tardi! 

- Va bene buonanotte.

- Buonanotte tesorino. 

Rimanemmo da soli ma nell’esatto momento in cui mi si avvicinò stringendomi a se mi vennero in mente le immagini di quella mattina e mi alzai di botto lasciandolo perplesso. 

- Ti senti bene? - mi chiese

- S..si sono solo... stanca. Vado a letto. 

- Aspetta un minuto - mi prese delicatamente il polso e anche questo gesto mi fece scattare. stavo impazzendo?sapevo che era Killian, sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male, eppure il mio corpo reagiva da solo. - Emma amore, mi sto seriamente preoccupando, che c’è? Dimmelo...

- Killian scusami, non so cosa mi sia preso. Corsi da lui e lo abbracciai con quanta più forza avessi in corpo. Volevo piangere, sfogarmi... ma evitai di farlo per paura della sua reazione. Sarebbe capace di farsi arrestare lo so. 

- Sicura che sia tutto ok? A me non sembra.

- È tutto ok! Davvero... ora però vorrei andare a dormire, sono sfinita. 

- Come vuoi, ti faccio compagnia andiamo. 

Sarà stato lo spavento, il non voler dirgli nulla o non so cosa ma riuscii ad addormentarmi subito. Anche quella giornata era finalmente passata. 

 

POV KILLIAN.

Non so come spiegarlo eppure dentro di me qualcosa mi diceva che Emma non me la stava raccontando giusta e ne ebbi la conferma qualche ora dopo quando, non riuscendo a prendere sonno, vidi mia figlia affacciarsi insieme al suo cagnolone alla porta della nostra stanza. Potevo vedere nei suoi occhi che qualcosa la turbava, molto probabilmente un brutto sogno. Mi alzai dal letto la presi in braccio e la portai con me nel salottino al piano di sotto per non svegliare anche Emma. 

- Amore di papà come mai sei in piedi? Non riesci a dormire?

- No! 

- Ti fa male la gamba? - chiesi visto che molte volte capitava che si lamnentasse per quel motivo.

- No.

- Hai fatto un brutto sogno allora? 

- No. Io.... io ho....

- Tu cosa piccolina? A papà puoi dire tutto. 

- È un tegleto che ho con mamy... 

- tu sai che però tra mamma e papà non ci sono segreti vero? - annuì - Bene, allora raccontami cos’è che ti preoccupa così posso tranquillizzarti io. - non so perché ma quelle parole la fecero piangere mettendomi in allarme ancora di più, cosa mai poteva essere successo di così brutto? 

- Mamy ha la bua papo ma non lo dice...

- Mamma ha la bua? E quando se l’è fatta? 

- Oggi quando... quando il tignore è benito a casa nottra. Lui ha dato uno chiaffo a mamy

- Aspetta un secondo Chloe! - avevo sentito bene? Qualcuno era stato in casa e aveva messo le mani addosso a mia moglie? - Qualcuno ha dato uno schiaffo alla mamma? 

- Ti. Le ha tilato i capelli, l’ha  fatta cadele a tella e poi... e poi si è allabbiato tanto con lei e ha lotto la lampada... quella che tava la! - non potevo credere alle mie orecchie.

- Amore mio è importante, lo conosci questo signore? Lo hai già visto da qualche parte? Sai come si chiama? 

- Lui è Pinocchio. Quello delle teorie di Henny! - cosa cosa cosaaaaa? Il sangue mi arrivó dritto dritto al cervello ma dovetti mantenere la calma perché davanti a me c’era mia figlia e non volevo assolutamente spaventarla. 

- Quindi Pinocchio avrebbe aggredito la tua mamma? 

- Ti papà! Ho Paula che lo rifalà!

- Stai tranquilla amore mio, quel signore non si avvicinerà mai più alla tua mamma te lo posso garantire. Ora torna a letto ok? 

- No! 

- Andiamo non fare i capricci, ti porto nel tuo lettino e buona buona farai le nonne ok? Io devo andare dalla tua mamma adesso.

- Potto venile con te da lei? 

- Magari domani stellina mia. Dai... andiamo ti accompagno.

La portai nella sua cameretta, l’adagiai sul letto, aspettai che si addormentasse dopodiché andai in camera. Le mie mani tremavano dalla rabbia: come si era permesso quel debosciato di venire in casa mia e aggredire mia moglie? E sopratutto: perché Emma non me ne ha parlato? Che centrasse sempre lui con i suoi comportamenti dei giorni precedenti? Non potevo aspettare l’indomani  per parlarle. Volevo sapere la verità in quel momento e di conseguenza la svegliai.

- Amore... amore svegliati... ho bisogno di parlarti! - le sussurrai all’orecchio cercando di non farle percepire il mio stato d’animo. 

- Parlare??? - guardó l’orologio vedendo che erano solamente le quattro del mattino - Una volta mi svegliavi in piena notte perché avevi voglia di fare l’amore con me; che c’è siamo già passati allo step successivo?

- Se sarai brava e risponderai ad alcune cose che vorrei proprio sapere allora chissà... magari qualche voglia tornerà. - la verità è che in quel momento non avevo assolutamente voglia di romanticismo, avrei voluto uscire di casa e andare a spaccare la testa ad una certa persona di mia conoscenza ma non era il caso di dirlo così apertamente.

- E va bene! Si mise a sedere. Di cosa vuoi parlare? 

- Andiamo di sotto così ci facciamo un bel caffè! - la presi per mano e l’aiutai ad alzarsi. - siediti qui- le dissi una volta arrivati al divano. Andai a prendere il caffè e tornai da lei. Era ancora truccata,  lo si vedeva dalla linea della matita per gli occhi sbavata. 

- Che c’è sei diventata talmente pigra che non ti strucchi neanche più? - la buttai li.

- Ero stanca! - sorrise. 

- Immagino tesoro. 

- Allora di cosa volevi parlarmi Killian?

- Prima che te lo dica rispondimi ad una domanda: ma la lampada che ci hanno regalato i tuoi? 

- te l’ho detto... è caduta. - Emma ma davvero? Così mi istighi peró.... Killian respira e stai calmo... 

- ah si? E come ha fatto? 

- ero semplicemente distratta... ma perché tutto questo interesse per la lampada? Non ti è neanche mai piaciuta! 

- Mah; non so... Forse perché la tua figliola adorata mi ha detto che la lampada è stata rotta da un uomo entrato in casa questa mattina! - volevo trovare altri modi per iniziare il discorso ma proprio non ci riuscii.

- Chloe ti ha.... - la vidi sbiancare...

- So che il tuo amico è stato qui! Ora voglio sapere cos’è successo! 

- Cosa è succ... Killian! - sbarró gli occhi - Non crederai mica che ci sia andata a letto? 

- Non ti ho detto che sospetto qualcosa, ho detto di raccontarmi com’è andata e perché è venuto qui! 

- Voleva che lo aiutassi... tutto qui. 

- Lo hai aiutato? 

- No,non ho potuto. Domani vedrò di parlare con blue e capire se si può fare qualcosa. 

- Qualcosa per cosa? 

- Si sta trasformando in burattino.

- E cosa centra con te? Perché è venuto da te?

- Non lo so. Non essere geloso ti prego.

- Non sono geloso...

- Come no? Lo vedo dalle tue mani: stanno tremando. 

- Le mie mani stanno tremando perché so sonla verità che  non mi dici.  Avrei tanta voglia di dirti quello che già so ma ti sto dando la possibilità di parlarmene per prima.

- Non è successo niente di quello che pens. Non sono un’idiota! Quante volte devo dirtelo che non provo niente per lui?

- Emma per la miseria non sto parlando di questo! Sono giorni che sei strana e stasera non sei stata  da meno. Ho fatto finta di nulla, ti ho sempre dato i tuoi spazi ma adesso basta. Confessa.

- Ma confesso cosa? Va tutto bene Killian.

- Chloe ha parlato! Tua figlia ha visto qualcosa Emma. Qualcosa che non mi piace per niente. Vuoi che ti esponga i fatti? Ok: so che August è stato qui, so che si è arrabbiato con te e che ti ha messo le mani addosso! - la vidi con le lacrime agli occhi - È così Emma? - non mi rispose - EMMA! È così? 

- Era... era solo uno schiatto! - mi rispose come a volerlo difendere.

- Brutto figlio di... - mi alzai e raggiunsi la porta d’ingresso.

- Killian fermati ti prego! Dove stai andando?

- Secondo te? 

- No ti prego non farlo! Lascialo in pace, non metterti nei guai per favore! 

- Quello che finirà nei guai sarà lui tesoro! Nessuno mette le mani addosso a mia moglie! 

- Se mi ami fermato ti prego! - mi supplicó con i suoi occhioni spaventati.

- Ok mi fermo, ma solo se mi racconterai per filo e per segno cosa è successo oggi e cosa è successo la famosa sera che sei tornata a casa in quelle condizioni. Prenditi tutto il tempo che ti serve, perché ti vedo agitata, io mi metterò qui e quando sarai pronta ti ascolterò. 

Dovetti attendere più di un’ora ma alla fine mi confessó tutto. Mi disse che lui ci aveva provato con lei e che al suo rifiuto l’aveva trattata male... mi disse che si era spaventata e che non voleva dirmelo per non farmi preoccupare. Ero arrabbiato... non con lei, ci mancherebbe altro, ma con lui: come si era permesso di trattare mia moglie in quel modo? Sarebbe stato da raggiungerlo e ucciderlo ma Emma aveva bisogno di me in quel momento e lei veniva prima di tutto. La strinsi a me e la feci sfogare per bene, pianse tutta la notte e quelle lacrime portarono a scioglierle tutto il trucco che si era messa mostrando finalmente il segno sul viso che quell’animale le aveva lasciato. Era troppo... aveva superato ogni limite e di sicuro non l’avrebbe passata liscia. 

- Tra poco dovrò andare da Blue... - mi disse al mattino - promettimi che starai con i bambini e che non ti allontanerai da qui!

- Dopo tutto quello che ti ha fatto ancora ti ostini ad aiutarlo?

- Voglio solo che questa storia finisca... promettimi che resterai qui e non farai di testa tua.

- Se vuoi che ti prometta che non lo metterò sotto i piedi mi dispiace ma non te lo posso garantire; ma ti assicuro che questa mattina starò in casa con i bimbi e non mi muoverò di qui. 

- Promesso?

- Promesso! - la vidi avvicinarsi a Liam per salutarlo e uscire ma la bloccai.

- Senti non sono sicuro di riuscire a starmene con le mani in mano... chiama blue e falla venire qui ok? - Pensavo alzasse gli occhi per aria invece mi sorrise. 

- Apprezzo la sincerità! Vado a chiamarla. 

Blue arrivó una quarantina di minuti dopo e sorpresa delle sorprese sapeva già la situazione. August prima di dare i numeri era stato da lei. Secondo la nostra adorata fatina variopinta August era innamorato di Emma e ha provato con gesti che ne io e ne Emma abbiamo mai notato ad avvicinarla. Questo ha portato ad un inizio della trasformazione che si è momentaneamente fermata il giorno che l’aiuto ad organizzare il nostro anniversario. Ultimamente le cose erano  riiniziate, August  stava  perdendo completamente il lume della ragione e la trasformazione sta avanzando sempre di più.

-  Non c’è niente che tu possa fare Emma. Solo lui può aiutare se stesso capendo l’errore  che sta facendo.

- Visto amore? - le dissi io - smetti di provare ad aiutarlo! Non puoi fare nulla. 

- Ma io devo aiutarlo perché altrimenti... - si bloccò improvvisamente e li capii che c’era dell’altro sotto.

- Altrimenti cosa? Ti ha anche minacciato non è vero? - e come al suo solito non rispose - DANNAZIONE EMMA, RISPONDIMIIIII! TI HA MINACCIATAAA??????

- papo... pelchè glidi alla mamma? - mi sentii un fallimento totale per aver fatto assistere le mie due bimbe a quella scena ma non mi ero minimamente reso conto che erano in stanza con noi.

- Si papà, perché hai urlato alla mamma in quel modo? Mamma non merita questo!  Continuó Leila.

- Bambine...

- No vuoi pu bene alla mamma? - gli occhietti di Chloe divennero lucidi.

- Ma no tesoro che cosa ti viene in mente - mi avvicinai a loro e le abbracciai entrambe - amo vostra madre e lo sapete. 

- E allora perché le hai gridato in quel modo papà?

- Vedete bambine... papà è molto stanco in questo periodo e come tutti può sbagliare: non volevo urlare a vostra madre e mi dispiace. non si ripeterà più ok? Potete stare tranquille.

- Mamy è bero quello che dice papo? Lui non allabbiato?

- No amori miei! Leila per favore accompagna tua sorella di sopra  e stai attenta a non farla cadere per le scale.

- Posso accompagnarla io come una persona grande? 

- Si tesoro ma te lo ripeto: stai attenta ok? 

- Va bene! Andiamo Chloe. 

Aspettammo che entrambe salirono di sopra nella speranza che non cadessero visto le evidenti difficoltà della piccolina dopodiché riprendemmo i nostri discorsi. 

- Emma tesoro... scusami davvero, le bambine hanno ragione, non dovevo aggredirti così ma voglio sapere: cosa ti ha detto? Dimmelo per favore prometto di non fare altre scenate. 

- Mi ha detto che se non lo aiuterò se la prenderà con te! Si sì sì ok so quello che pensi, che sei bravo a sopravvivere, che non devo preoccuparmi per te e tutto quello che vuoi tu, ma non posso starmene con le mani in mano quando la mia famiglia viene minacciata. 

- Lo stesso vale per me, quindi perché io dovrei restarmene qui con le mani in mano mentre tu no?

- Perché io so di non combinare cazzate. Ti voglio in vita Killian ma non ti voglio in galera! Hai il cervello impossessato dalla rabbia, si vede palesemente, non saresti lucido. Fammi stare tranquilla ok? Vado da lui, provo a farlo ragionare. E torno.

- Vorresti ancora incontrarlo?

- Devo ma ti garantisco che sarà l’ultima volta. 

- Non voglio. Non sto tranquillo. E se dovesse...

- Non farà nulla perché ci vedremo da Granny e ci sarà altra gente. - mi bació - stai tranquillo sarò qui  entro l’ora di pranzo. Blue grazie del tuo aiuto sei stata indispensabile. 

- Di nulla Emma! Stai attenta mi raccomando! 

Annuì con il capo e uscì di casa. 

Starmene buono in casa sapendo che mia moglie non era propriamente al sicuro non fu una cosa facile da fare. Ma ancora più difficile fu avere quella fatina in casa come se volesse controllarmi dal fare qualche stupidaggine. Mi andai a sedere sul divano ormai rassegnato e giocai un po’ con Liam ignorandola. In casa a parte i gorgoglii del piccolo regnava il silenzio più totale fino a quando non sentii, dopo mesi che questo non accadeva, le piccoline litigare. Non capii esattamente il significato della loro discussione, sentii un: “non puoi venire con me sei ancora malata” e un “io tono forte”. Non diendi loro molto peso pensando stessero litigando sul giocare a qualcosa ma mi sbagliai. Qualche minuto dopo Leila si materializzò nel salotto completamente spaventata. 

- Papy mamma è in pericolo! 

 

***

POV EMMA. 

Ora che Killian sapeva la verità mi sentivo in parte più sollevata. Non avevo più necessità di mentirgli e questo era un gran passo avanti. Ero stata una stupida a non parlargliene fin da subito. Di sicuro non saremmo arrivati a questo punto.  Stavo per incontrare August e questa volta ero più aggirata della volta precedente. Avrei dovuto dirgli che tra me e lui non sarebbe mai potuto esserci niente, che avrebbe dovuto accettare la cosa e andare avanti eppure nonostante ero pronta a farlo avevo paura. Non per me, quando voglio so difendermi, ma per Killian. Ho paura che August faccia qualche stupidaggine e di conseguenza Killian potrebbe o reagire in maniera smisurata e passare dalla parte del torto oppure essere una semplice vittima. In ogni caso la cosa gli si ritorcerebbe contro e non voglio. Presi un respiro profondo ed entrai nel locale; era già lì ad attendermi.

- Benvenuta tesoro! 

- August senti io...

- Cominciamo già molto male tesorino. Neanche un mezzo abbraccio mi dai? Non ti sono mancato per niente? -  ormai era proprio arrivato a limite, non distingueva più  l’immaginazione dalla realtà. 

- No! Niente abbracci! Voglio parlare.... 

- vuoi parlare? Va bene parliamo! Di cosa vuoi parlare amore? - ignorai quell’appellativo ma solo per non farlo arrabbiare.

- August... ti voglio un bene dell’anima e lo sai, anni fa mi hai fatto aprire gli occhi su qualcosa per me impossibile da credere e te ne ringrazio, mi hai aiutata da piccina quando ancora non conoscevo il mondo della magia dicendomi che da un banalissimo anatroccolo mi sarei potuta trasformare in un cigno... sono tutte cose che porto e porterò per sempre nel mio cuore ma questo non basta a farmi innamorare di te. Io...

- Andiamo fuori! - disse bruscamente alzandosi dal tavolo.

- No, voglio restare qui, non ho ancora finito. È importante August, devi ascoltarmi. 

- Andiamo fuori ti ho detto! - non mi diede altra scelta, mi prese per mano e mi trascino fuori dal locale fino ad arrivare ad un vicolo buio. - forse non ci siamo capiti amore mio... tu sei mia! Tu non puoi non amarmi ok? Avanti da brava: perché non mi saluti come si deve è? - provó a baciarmi ma mi scansai offrendogli la guancia cosa che naturalmente non gradì.

- Ti piacciono le maniere forti quindi... beh non mi sorprende, dopotutto il tuo ex maritino è un pirata.

- Non è il mio ex marito! Lui “è” mio marito! Porta rispetto! 

- Te la faccio passare io la voglia di rispondermi male ragazzina! - mi prese per i capelli e mi strattonò fino al muro più vicino dove mi bloccó con il suo corpo. Non potevo muovermi e come se non bastasse August mi mise una mano sul collo. Non strinse quindi potevo respirare tranquillamente ma quello era solo l’inizio quindi cominciai a prepararmi all’idea di dover usare la magia in caso di pericolo. Non volevo farlo, volevo solamente farlo ragionare, ma non mi sarei di certo fatta fare più male del dovuto. 

- Voglio solo parlarti... - gli dissi cercando di tenere i modi pacati. 

- Non voglio più parlare... voglio che mi dimostri il tuo amore tesoro. Non vergognarti, non ci vedrà nessuno. 

- August davvero... non posso. Non costringermi ad usare la magia. 

- La magia? Quale magia! Non hai più magia amore mio! - mi prese il braccio sinistro e me lo fece vedere. Il bracciale di zelina era proprio lì. Ma come era possibile: non lo aveva distrutto Chloe? - che c’è sorpresa? Pensavi davvero che non avessi calcolato l’idea di essere incenerito dalla salvatrice? Sei mia tesoruccio non mi scappi di certo.

- LASCIAMI AUGUSTTTTTT! 

- E perché dovrei farlo... sei mia tesoro. Lascio la presa sul mio collo e la sostituì con le sue labbra. Non potevo muovermi, era più forte di me e questo mi spaventó. Nel mio lavoro da cacciatrice di taglie ero sempre stata sotto rischio di attacco ma mai un mio amico era arrivato a tanto. Mi sono sempre saputa difendere ma in quel momento mi sentii come paralizzata. Avevo paura... se non si era fatto scrupoli a trattarmi così tu pensa cosa avrebbe potuto fare a Killian...  non potevo permettere che gli facesse del male. Forse dovevo semplicemente assecondarlo e trovare il momento migliore per fuggire.

- Mamma... mamma che... che sta succedendo? Chi sei tu? Cosa stai facendo alla mia mamma? - improvvisamente sentii la voce di mia figlia. Leila era lì???? Guardai con la coda dell’occhio e la vidi in piedi all’inizio del vicolo che mi guardava spaesata. 

- Leila vai casa amore! - dissi mentre le lacrime cominciarono ad uscire dai miei occhi mettendola in allarme.  Non volevo che mia figlia stesse li ad assistere a quella scena. 

- Ma quanti marmocchi hai messo su è? Non ti pensare che li terremo tutti con noi... voglio avere la casa libera per divertirci cara. - disse per poi ignorare mia figlia e continuare quella spiacevole tortura sul mio collo

- Per favore August... non davanti a lei... 

- ancora che parli? - la sua mano tornó sul mio collo con una forza decisamente maggiore rispetto alla volta precedente ma prima che lo fece riuscii a gridare a mia figlia di chiamare aiuto.

- LEILA CORRIIIII! CHIAMA PAPÀ! - in un nano secondo la piccola sparì.

- Vuoi vederlo morire sotto i tuoi occhi? Bene lo vedrai! Ma non prima di avergli concesso un bello spettacolo. Era estate e Faceva caldo quel giorno... non indossavo di certo la mi solita giacca di pelle e questo fu un male perché riuscì a strapparmi parte della maglia che portavo. Non riuscì a fare altro perché mio marito si materializzò lì grazie all’aiuto di mia figlia che subito obbedì  all’ordine si suo padre di tornare a casa. Fu un attimo: Killian si fiondó su August pestandolo a sangue. Provai a dividerli ma fu impossibile. Killian era inarrestabile. 

- Killian per favore lascialo! - lo supplicai quando lo vidi sferrargli non so quali colpi sul viso. - ti prego amore... lo uccidi così.

- È il minimo! 

- Che diamine succede qui? - tutto mi sarei aspettata tranne di vedere Regina passare da quelle parti - cosa sta... KILLIAN!!!!

- Ti prego Regina separali con la magia prima che si uccidano! - detto fatto! Presto entrambi i due uomini furono separati e immobilizzati l’uno lontano dall’altro dalla mia amica. 

- Mi spiegate che diavolo sta succedendo? E tu? - mi fissó - che ti hanno fatto???? - si preoccupò anche lei e non ci mise molto a fare due più due . - non mi stupisco che tuo marito abbia reagito così anzi... mi stupisco che lui sia ancora vivo - indicó August.

- Lascia stare, ti spiegherò tutto a tempo debito ora per favore toglimi questa specie di trappola infernale dal braccio.

- Oddio questo bracciale è una pesecuzione o cosa? Ecco fatto! 

- Grazie ora lascialo pure a me -  indicai August - puoi lasciare anche Killian ma solo se se ne starà buono al suo posto. - annuì. Bloccai io stessa August con la magia e mi avvicinai a lui guardandolo negli occhi.

- Come ti dicevo poco fa ti devo ringraziare per molte cose. È vero: il tuo compito prima di venire in questo mondo era quello di sorvegliarmi e tenermi compagnia fino ai miei 28 anni e non l’hai fatto, ma questo non indica che tu non sia stato presente nella mia vita. Ci sei stato nei momenti in cui ne avevo particolare bisogno e questo mi basta a considerarti un ottimo amico. Purtroppo però le amicizie vanno e vengono e qualcosa tra di noi anche se involontariamente si è rotta. La colpa è di entrambi. Io mi sono sposata e ho avuto meno tempo da dedicarti, tu invece non so perché  hai cambiato idea sul mio conto: non ero più l’amica quella con cui passare le serate a parlare, ridere e scherzare ma sono diventata colei con cui avresti voluto condividere la vita e non solo. 

- cosaaa???? - chiese Regina incredula a quelle parole ma Killian le fece segno di non parlare.

- Avresti dovuto parlarmene... di sicuro non saremmo arrivati a questo punto. 

- Non avevo tempo per parlare... se volevo restare in vita dovevo agire subito ma ora grazie a te sono spacciato!

- GRAZIE A MEEEE? TI STAI MORENDO GRAZIE A ME AUGUST? Ma finiscila... se fossi venuto da me agli inizi della tua trasformazione avremmo di sicuro trovato una soluzione. Abbiamo sconfitto tanti di quei mali che questo sarebbe stato  un gioco da ragazzi. Non ti sei voluto far aiutare e ora mi vieni a dare la colpa? Scusami tanto August se ho deciso di non farmi vuolentare da te! Tze... non ti rendi minimamente conto di quello che hai perso. Sono stata sola per gran parte della mia vita e inizialmente stavo bene... poi però ho capito che l’amicizia è uno dei doni più preziosi della vita, un dono che va tenuto stretto. Tu hai deciso di mandare tutto al diavolo e ora non venirmi a dare la colpa. Ti sei condannato da solo e per quanto vorrei odiarti in questo momento per quello che mi hai fatto non ci riesco. Mi dispiace... mi dispiace per te.

 

August alle mie parole cambio completamente espressione e cominció a piangere. Non avevo mai visto August piangere e nonostante tutto quello che mi aveva fatto provai tenerezza per lui. Sono un caso disperato lo so. 

- mi... mi dispiace Emma! Mi dispiace davvero tanto!  Non avrei mai voluto farti del male... non so cosa mi sia preso. ero disperato... sono disperato... ti prego non... non mi abbandonare. 

- Tze! ma che grandissima faccia tosta! Emma per favore andiamocene! - disse killian prendendomi delicatamente  per mano 

- NO EMMA! ASPETTA TI PREGO! NON ANDARTENE! PERDONAMI! Ti chiedo scusa per tutto...

Sembrava sincero, sembrava seriamente pentito. il mio super potere non sbagliava mai quindi ero convinta che fosse così ma non potevo perdonarlo così su due piedi. Doveva comprendere fino in fondo il suo sbaglio, solo così magari sarebbe riuscito a salvarsi. Mi avvicinai a lui, gli accarezzai il viso e gli dissi: 

- mi dispiace August! Ormai è troppo tardi per il mio perdono. Presi la mano di Killian e andai via da quel vicolo in lacrime. Quella sarebbe stata di sicuro l’ultima volta che lo avrei visto. Regina fece per seguirci ma venne fermata da August il quale la imploro di chiamare la madre superiora per un’ultima confessione... 

 

POV KILLIAN.

Passarono un paio di settimane da quel giorno e Emma era ancora sotto shock... non tanto per l’aggressione subita tanto quanto per la morte molto probabile del suo vecchio amico. Nonostante le avesse fatto del male non riusciva a non stare male per lui. È troppo buona a volte ma io non sono nessuno per impedirle di esserlo: è il suo carattere e mi va bene così. Nessuno ci disse se fosse morto, se si fosse solamente trasformato o cosa... sembrava essersi volatilizzato. Neanche Marco si vedeva più in giro e la cosa ci diede la conferma che August avesse fatto una brutta fine. Scoprimmo  cosa accadde effettivamente ad August solamente qualche giorno più in là  quando Leila venne chiamata dalla scuola per un progetto estivo. Non volevamo mandarla inizialmente, era una cosa facoltativa ed era estate, ma la piccolina aveva insistito e visto che anche lei per via della malattia di sua sorella ne aveva passate parecchie decidemmo di accontentarla. Dopo averla accompagnata dalle sue maestre io e killian ci concedemmo una passeggiata, Chloe era da Whale per la sua seduta di fisioterapia e Liam era con i nonni. nel tragitto dalla scuola verso il porto vedemmo  Marco in lontananza ma era impegnato a parlare con non so chi quindi evitammo di disturbarlo. Non sembrava triste e questo mi mandó in confusione: come faceva ad essere così tranquillo dopo aver perso un figlio? Io non ci sarei mai riuscito. Scoprii la verità qualche ora più tardi quando lo vidi davanti i cancelli della scuola elementare. 

- Marco! - esclamó Emma sorpresa anch’essa di vederlo - come mai da queste parti? 

- Non.. non l’hai saputo? La madre superiora non te l’ha detto? 

- non mi ha detto cosa...

- Mamma papà! Siete venuti entrambi! - mia figlia Leila ci salto letteralmente addosso! - mi sono divertita tantissimo! Abbiamo fatto molte cose belle, non vedo l’ora di raccontarle a Chloe.

- Amore sarebbe meglio evitare, tua sorella potrebbe restarci molto male in quanto non può partecipare.

- Ok! Però voglio dirle che ho un nuovo amico! È lui! - mi indicó un bimbo che era accanto a noi e che fino in quel momento non avevo visto. Era rossiccio e con le lentiggini. Avrà avuto si e no un annetto in più a Leila. Non era un bambino sconosciuto sapevo perfettamente chi fosse in quanto lo avevo incontrato in quella versione già anni addietro. - papà, mamma lui è il mio nuovo amico: August. - io e Emma restammo entrambi esterrefatti, chi in maniera positiva chi in maniera negativa. 

- Bambini andate a giocare un altro po, vi chiamiamo quando è ora di tornare a casa - disse Emma per allontanarli. 

- Dalle vostre facce deduco che la madre superiora non vi ha i formati. Mio figlio si è pentito terribilmente di quello che ti ha fatto Emma, ha chiamato la madre superiora non per invocare aiuto ma per un’ultima confessione. Era talmente pentito che si sarebbe lasciato morire così gli è stata data un’ultima possibilità. Non ricorda più niente del suo passato come invece è capitato altre volte. Per lui ora sei semplicemente la mamma della sua amichetta. 

-  frena! Leila non sarà mai sua amica! - dissi io fermamente

- Killian.... sono... sono bambini, lui non è responsabile di quello che è successo.... - provó a dirmi Marco e mia moglie lo assecondó.

- Marco ha ragione tesoro, mi fa strano sapere che mia figlia faccia amicizia con il mio ex migliore amico ma alla fine sono solo bambini. 

Evitai di dire altro, il mio pensiero lo avevo già espresso. Di gran lunga  preferivo Gideon a lui ed era tutto dire. Sarò un papà geloso, apprensivo, iperprotettivo e tutto quello che volete ma una cosa è  sicura: mia figlia non stringerà mai amicizia con lui.

 

Note dell’autore: che ne pensate? Abbiamo accennato un paio di volte ad August nei capitoli dove ho presentato le sorelle jones adolescenti e quell’August appariva un adolescente anche lui: come era possibile che fosse adolescente se nel presente di Emma e killian era anche lui un adulto? Eccovi spiegato il perché. Ora però una battuta mi viene spontanea: caro Killian hai ragione: August non diventerà amico di Leila ma bensì il primo fidanzatino di Chloe. Ehehheeh ve la immaginate la reazione non appena lo scoprirà? Sarebbe da scriverci un capitolo. Chissà! Forse lo scriverò. Ditemi voi. Alla prossima.

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Capitolo 48
*** Una lezione preziosa. ***


POV EMMA

Chi lo avrebbe mai detto che passare 24h in casa con i propri figli fosse una cosa così pesante? Quando ero lo sceriffo pensavo molte volte a come sarebbe stato bello poter trascorrere l’intera giornata con i miei bambini ma ora che sto vivendo con mano l’esperienza posso garantire a chiunque me lo chiedesse  che non è esattamente quello che pensavo. Loro sono la cosa più preziosa che ho ma sono anche dei veri e propri terremoti. Non tanto Liam quanto quelle due pesti. Sembra strano vero? Dovrebbe essere il maschietto quello scalmanato e irrequieto nonostante la tenera età; eppure non è così!  Lui è un piccolo Charming... sono le femminicce che sono delle vere e proprie piratesse. Chloe porta la bandiera naturalmente ma sua sorella non è da meno. Sono un paio di settimane ormai che sono a casa lontana dal lavoro e l’unica cosa che faccio, oltre a sterilizzate ogni parte della casa per permettere a Chloe di poter gironzolare libera e senza pericoli almeno lì, è mettere a posto i giocattoli che loro lasciano in giro. Sono una maniaca dell’ordine lo so ma a quanto pare loro non hanno ripreso da me. Devo tenerle costantemente in riga altrimenti, se fosse per loro, in casa regnerebbe il caos più totale.. 

- si può sapere chi ha lasciato questo in giro? - dico a gran voce dopo aver quasi rischiato di rompermi losso del collo inciampando su uno dei loro giocattoli. 

- È tata Leila! - rispose prontamente Chloe sulla difensiva facendo accorrete sua sorella nella stanza.

- Non è vero mamma!!!! Io ero di la a disegnare! E poi... non è mio quel giocattolo! È di Chloe! - si giustificò 

- Buzzarda! 

- No tu sei bugiarda Chloe! Non si dicono le bugie! 

- ALTTTT! SMETTETELA IMMEDIATAMENTE! Non vi voglio sentirvi litigare - dissi categorica - facciamo così: visto  che qualcuno di voi non dice  la verità, per punizione adesso rimettete immediatamente in ordine tutti i vostri giocattoli, sia quelli che sono qui che quelli che sono nelle vostre camere. Tra un’oretta passeró a controllare il vostro operato! Vi conviene lavorare sodo perché altrimenti ve li butto tutti questi giocattoli ok? Non possiamo avere questo schifo in casa! 

- Ma mammina... io... io tono lenta... non potto camminale tanto... 

- Un’ora è più che sufficiente furbetta! A lavoro ora e non provate ad usare la magia! Iniziate da qui dopodiché andate nelle vostre stanze, Leila per favore aiuta tua sorella a salire le scale.

- uff... e va bene mamma.

Le lasciai ai loro doveri e andai in cucina dove c’era Killian che giocava con il nostro piccolo Liam. 

- Amore di papà guarda chi ci degna della sua presenza? La mammaaa! - il mio piccolino fece un enorme sorriso sdentato non appena mi vide e allungó le sue manine verso di me per farsi prende in braccio. 

- eccolo il m mio bel pirata! Menomale che ci sei tu amore mioooo a regalarmi momenti di tranquillità! Fosse per le tue sorelle a quest’ora sarei già un uno spizzico! - non capì una sola parola di quello che gli dissi ma continuò comunque a sorridere, molto probabilmente per via delle mie espressioni.

- Che c’è tesoro: io non ti rilasso abbastanza? - intervenne Killian tra l’offeso e il malizioso.

- Il tempo che abbiamo a disposizione è troppo poco amore per rilassarmi completamente. 

- Che hanno combinato stavolta? 

-  Possibile che tu non te ne renda conto? Fanno a gara a chi mette più in disordine! A momenti prima mi rompevo losso del collo.

- Sono loro che sono disordinate o sei tu che sei troppo maniacale in fatto di pulizia? - sogghignó

- Killian! - lo rimproverai - la pulizia non è mai abbastanza! È il bigliettino da visita di una persona. Devono imparare o altrimenti...

- MAMYYYYYY HO PINITOOOOOOOOOOO! - sentii urlare Chloe dal piano di sopra . Alzai gli occhi per aria... non erano nenache dieci minuti che le avevo lasciate.

- CHLOEEEEE!!!! TI AVEVO DETTO DI NON USARE LA MAGIA! -  risposi con il suo stesso tono di voce per farmi sentire da lei.

- NON HO USATA IO. 

Mi lanciai uno sguardo d’intesa con Killian ed entrambi, insieme al piccolo Liam, andammo a controllare cosa aveva combinato quella piccola peste per ingannarmi. Apparentemente la sua cameretta era in ordine eppure qualcosa non mi convinceva... era impossibile che avesse impiegato solamente dieci minuti a sistemare il tutto.

- Ma  che brava amore! - le disse invece killian non capendo che sua figlia lo stava fregando bene  bene.

- Brava???? - risposi io - Dammi due minuti e ti sveleró l’arcano. - Mi misi ad ispezionare la stanza angolo per angolo, niente era fuori posto cosi mi avvicinai all’armadio e lo aprii: per poco non venni sotterrata viva da un cumulo di giocattoli caduti improvvisamente. 

- Ooooopsssssss! - Chloe si mise entrambe le mani alle orecchie sapendo già che tra poco sarebbe arrivato il rimprovero. 

- Questo è mettere in ordine secondo te? - le indicai tutti i giocattoli caduti.

- Io... io no tono capaceeeeeeee! - ed eccola scoppiare a piangere e correre, per modo di dire,  verso Killian per intenerirlo. Come immaginavo già la cosa ebbe l’effetto da lei sperato: il suo papà si intenerì,  la prese tra le braccia e iniziò a dirle tante parole di conforto tra cui “non preoccuparti tesorino la mamma non è arrabbiata con te!”

- Certo che sono arrabbiata Killian! Ti pare il modo questo? 

- Ha solo tre anni e mezzo Emma! 

- Quasi quattro ed è giusto che inizi a prendersi le sue responsabilità. Ora mia cara Chloe, da brava bambina e senza discutere mettiti a sistemare tutto questo macello e raduna in un angolo tutti i giochi che non usi più.

- Perché?!? - chiese non capendo.

- Così potremo darli ai bambini che non possono permettersi tesoro.

- Ma tono i miei tochi! io no boglio! No no! 

- Non ti sto dicendo di dare via i giocattoli nuovi, solo quelli che non usi più. Ci sarà dentro questa stanza almeno un giocattolo che non ti piace più!

- No tutti belli e tutti miei! - incroció le braccia al petto.

- Sul serio Chloe? In questi mesi ti hanno riempita di giocattoli, ci sono più giocattoli che vestiti in questa casa e tu non hai un gioco, uno solo, da donare?

- No no e no! 

- ok ok ho capito... mi arrendo! Vado da tua sorella che di sicuro sarà più collaborativa di te. Metti in ordine ok? 

- Ba bene! - la lasciai in compagnia di suo padre il quale già sapevo che l’avrebbe aiutata a rimettere tutto in ordine e andai a controllare Leila. A differenza di sua sorella si era impegnata a sistemare tutto e ora era seduta alla sua scrivania a fare i compiti delle vacanze. Stava diventando proprio una vera donnina. 

- Brava amore! Sono orgogliosa di te! - le dissi accarezzandole i capelli.

- Grazie mamma! - rispose regalandomi un sorriso sincero.

- Prima di lasciarti continuare volevo sapere se hai trovato...

- Giochi da donare? - rimasi spiazzata 

- come sai che...

- ti ho sentita mentre lo dicevi a Chloe, comunque no, non ne ho. Quelli che non usavo più li ho regalati a Chloe. - ma come... io stavo cercando modo e maniera di alleggerire casa e lei che fa? Non ho parole... - Puoi provare a chiedere a lei di farti restituire i miei giochi ma dubito che te li ridia.

- Lo penso anche io. Capocciona com’è! Va beh fa nulla! Continua a studiare ok? 

- Va bene mamma! 

Cosa dire... ci avevo provato ma loro erano state di gran lunga più furbe di me. Leila deve averla istruita per bene perché solo una volta sono riuscita a farle donare qualcosa ai più bisognosi. E’ vero, mio scopo era quello di ridurre al minimo il caos in casa ma almeno avrei fatto un’opera di bene. Da quando Blue aveva fondato un collegio per i più bisognosi mi ero sempre messe a capo di qualche raccolta fondi o raccolta vestiti usati, capivo la situazione di quei bambini e in qualche modo volevo aiutare. Per questa volta però non avrei dato il mio contributo, il mio piano era fallito. Tornai al piano di sotto e mi misi a preparare qualcosa per cena. In casa regna il più assoluto silenzio; strano... molto strano. Vedendo che la cosa continuó per le lunghe decisi di dare un’occhiata alle bambine per vedere se stessero combinando come al loro solito qualche danno:  entrambe erano sedute sul divano del salotto intente a guardare la tv. Fui tentata di dividerle per paura dei germi ecc ecc ma  Leila sembrava stare alla grande così mi imposi di stare calma e lasciarle stare almeno per quella sera. Tornai di la a finire  di sistemare la cucina e preparare la cena dopodiché ci mettemmo tutti a tavola. Parlammo della giornata appena trascorsa, del lavoro al porto di Killian e del fatto che a Liam stava spuntando il primo dentino ma poi il centro della nostra conversazione si spostò su un lato decisamente più materiale che emotivo.

- io boglio la bambola della tv! - esclamó improvvisamente Chloe. 

- Bambola? - ripetè Killian per essere sicuro di aver capito bene.

Ti bambola! 

- Quale Chloe? - chiese sua sorella - Quella che piange, parla e cammina?

- Fa pule la pipi! - la Corresse - io la boglio. 

- Wow! Davvero molto interessante tesori miei ma... non vi basta vostro Fratello? Non fa su per giù le stesse cose della bambola di cui parlate? - scherzó Killian.

- No papo lui rompe e se li dai il tuccio continua a piangele lo stesso. La mia bambola no! Lei buona. No cattiva come Liam.

- Sapete... anche a me piacerebbe tanto averla... - disse Leila con toni decisamente meno dittatori, sapeva come prenderci, aveva avuto anni di esperienza a differenza di Chloe,  ma anche io avevo imparato ormai e non mi sarei di certo fatta fregare così facilmente da due occhi angelici.

- pelfetto allola! La compiamo domani! - sentenziò Chloe tutta felice.

- Come signorina? Non credo di aver capito bene. Chi di noi due - indicai me e Killian - ha detto di sì? Non mi pare di averlo sentito e di certo io non l’ho detto.

- Io la boglio, Leila la buole quindi la compliamo!

-  E quello che pensa mamma e papà a proposito di questo acquisto non è importante?

- Ma se noi la bogliamo ce la dovete complale.

- Emh.... Chloe lascia parlare me! Mamma, Chloe voleva dire per piacere... vero Chloe? - chiese Leila dando un calcio da sotto il tavolo a sua sorella.

- Eiiiiiii! Mi hai patto male! TUPIDA!

- STUPIDA A CHI È? COMINCIA A CORRERE CHE SE TI PRENDO TI MENO BRUTTA NANA. 

- oi oi oi! Piano con le parole signorine! Ma che modi sono questi è?

- ma mamma lei.... 

- non mi interessa Leila! Lei avrà anche sbagliato ma tu sei più grande! - Chloe le fece una pernacchia 

- MAMMAAAAAA! - si lamentò Leila.

- Chloe per la miseria lascia in pace tua sorella. Dovresti ringraziarla piuttosto che litigarci, ti stava aiutando a trovare un modo per convincermi a comprare la bambola che tanto vuoi.

- Dabbelo?

- Si! 

- Allola la compiamo?- chiese speranzosa per poi alzarsi da tavola per andare a chiedere scusa e abbracciare sua sorella. 

- A proposito di questo bimbe... capisco che la nuova bambola sia davvero molto carina e tutto quello che volete ma come vi ho già detto già prima dobbiamo smetterla di comprare giocattoli come se non ci fosse un domani. Ne abbiamo la casa sommersa ormai

- No velo! 

- Chloe, da due mesi a questa parte c’è stato un singolo giorno in cui non hai ricevuto nulla? - la vidi pensarci - te lo dico io... no! Tra tua zia, i tuoi nonni, Henry e i tuoi amici sei stata sommersa dai regali; e hanno sommerso anche te tesoro - indicai l’altra. I miei non si erano decisamente regolati, avevano paura che le troppe attenzioni che riservavano a Chloe si sarebbero ripercosse su Leila, quindi di conseguenza, per evitare che Leila si sentisse meno voluta, le viziarono entrambe. Menomale che Liam era ancora troppo piccolo altrimenti sarebbe stato un vero inferno gestire tutto. 

- i legali tono belli!

- Si ma ad un certo punto bisogna dire basta tesoro. 

- Quindi niente bambola? - chiese Leila conoscendo già la risposta.

- Per il momento no  bambine. Mi dispiace.

- Ma io la biglioooo! Mamy pe favole! 

- No Chloe mi dispiace... non si può! 

- Ti inbece! Belo papo? Di alla mamma che compiamo bambola bella domani! - squadrai Killian da capo a piedi, se avesse anche solo provato ad accennare un si oppure un “domani vediamo” lo avrei cacciato di casa a calci nel sedere. 

- La mamma ha ragione amore mio, non sempre si può ottenere quello che si desidera. E poi cucciolina tra qualche settimana sarà il tuo compleanno. Sono sicuro che arriveranno moltissimi regali. 

- No impotta a me, io boglio bambola ola e se non me la compate chiamo il mio  nonnino! Lui dice semple si a me. 

- Ci stai forse minacciando Chloe? - cominciai seriamente ad innervosirmi. 

- Io boglio bambola! - incroció le braccia a mo di sfida. 

- Ho capito che vuoi la bambola ma non puoi averla ok? Gioca con le bambole che hai in camera che sono altrettanto belle.

- Allola io...

- allora tu cosa? Nonno, nonna,  zia e tutto il restante della nostra famiglia è d’accordo con me! - dissi alzando leggermente la voce. Non pianse come era solita fare ma inizió a gridare.  

- SEI CATTIVAAAAAAAAA! NON CI VOGLIO PU PALLARE CON TE! 

- Come vuoi... ma la cosa non cambia! Niente bambola e visto che continui a fare la monella ti dico anche che se prima stavo valutando di prenderla per il compleanno ora te lo scordi proprio! - dissi decisa. Ci rimase male e subito cercó le parole di conforto di Killian. Non era abituata a sentirsi dire di no e la colpa di questo era maggiormente di me e killian. Ormai stava crescendo e bisognava iniziare ad insegnarle il valore delle cose.

- Papooo! - piagnucoló raggiungendolo

- Io di ragione alla mamma questa volta! - solo ora, dopo aver ottenuto anche il suo no, si mise a piangere.... credevo avessimo scampato il pericolo lacrime invece era stato solo rimandato. Cercava di impietosirci r devo dire che ci stava riuscendo. Mi feci forza per cercare di ignorarla e con polso fermo la  portai in camera sua. 

- Resta  qui e ragiona sui tuoi modi di comportarti. 

- da.. da so... sola???? - chiese singhiozzando - no boglio tare da sola. Non mi bolete più bene.......

- Non dire assurdità! Ti vogliamo bene ma devi capire che non puoi rispondere male a me e a tuo padre. Resta qui e ragiona ok? - feci per uscire ma mi bloccai quando sentii un rumore sospetto: nel cercare di correre per raggiungermi la gamba infortunata aveva ceduto facendola cadere. Il pianto si fece più forte e li non potei far a meno che andarle incontro. Mi assicurai che stesse bene dopodiché la rimisi sul letto e le dissi che non avevo cambiato idea: doveva restare in cameretta a ragionare sui suoi comportamenti. Provó ad uscire da lì una decina di volte e ogni volta prontamente io o Killian la riportavamo li. Alla fine si arrese e rimase in camera sua. 

Quella punizione secondo voi bastó? Certo che no! Per quella sera si calmó e ad onor del vero ci chiese anche scusa ma il giorno seguente e i due successivi la cosa non fu da meno. Sia lei che Leila iniziarono una cantilena infinita su quella stramaledetta bambola. Ormai anche il solo vedere la pubblicità in televisione mi faceva venire voglia di lanciare qualcosa contro la tv. Ero arrivata al limite.

- Tutte le mie amiche ne hanno una mamma! Perché io non posso averla? Non è colpa mia se i nonni e la zia ci spediscono i regali e non è colpa mia se Chloe è una cafona. 

- Leila smettila di rivolgerti a tua sorella in questo modo!

- mah...

- puoi dire quello che vuoi, la situazione non cambia: sono irremovibile! Chiedimi di comprarti vestiti, scarpe, libri, tutto ma non i giocattoli. Sei grande ormai dovresti capire che lo faccio per il vostro bene. Ottenere tutti si nella vita non vi farà mai crescere.

- Uffa però! 

- comportatevi bene e forse, e dico forse, un giorno molto lontano potrebbe anche arrivare qualche altro regalo. 

- con regalo intendi la bambola? 

- no ma di sicuro ci sarà qualche altra cosa che desidererete. Chissà se farete le buone... - quello era l’unico modo per tenerle tranquille e infatti dopo quella frase le bimbe tornarono ad andare d’accordo come i giorni precedenti e iniziarono nuovamente a comportarsi bene... almeno così credevo. 

Erano passati su per giù un paio di giorni e l’argomento bambola sembrava fosse cessato. Finalmente potevamo respirare un po’ di tranquillità e a rendere piacevoli le giornate ci fu anche l’arrivo a sorpresa di Henry.

- Henry amore mio che bella sorpresa - gli dissi non appena lo vidi varcare la soglia di casa.

- Mamma ciaoooo! Killian! 

- Ragazzo mio! Qual buon vento?

- Avevo qualche giorno di pausa e ho pensato di venire a passare del tempo con la mia stramba famiglia ma se non posso rimanere perché Chloe sta ancora male...

- Ma scherzi tesoro? Hai fatto benissimo a venire, Chloe sta molto meglio adesso.

- so che raramente i nonni e l’altra mamma vengono qui a trovarla per via di un possibile contagio.

- lo so... i medici mi hanno detto che potrebbero anche vederla di più ma io non mi fido. Ho rischiato di perderla... è  un miracolo che sia ancora qui con noi; voglio tenerla al sicuro fino a quando tutto non si sarà sistemato al 100%

- hai perfettamente ragione! - mi sorrise - vorrà dire che dormiró da mamma e Robin.

- stai scherzando vero? Ho detto che sono io quella esagerata... se non hai avuto febbre, raffreddori o strani sintomi per più di due settimane non le farà male di certo la visita del suo fratellone preferito! 

- Henny Hennyyyyy! - ed eccola la piccola peste di casa che piano piano cercando di tenersi da sola senza l’aiuto del suo inseparabile cagnoline si fiondó su suo fratello facendosi coccolare. Mi commuovo ogni volta che li  vedo insieme: Chloe è letteralmente innamorata di suo fratello e la cosa sembra essere reciproca. 

- Ciao piccola combina guai del mio cuore! - le disse prendendola meglio tra le braccia e facendola girare. 

- Mi hai poltato un legalo? - chiese speranzosa.

- Chloeeeee! Ancora?? - l’ammonii - pensavo ti fosse bastata la lezione dell’altra sera! 

- Mamma tranquilla ci penso io - intervenne Henry per poi risedersi sul divano con la sua sorellina sulle ginocchia.

- Chloe tesoro, la mamma mi ha spiegato che ultimamente la situazione regali sta andando fuori controllo...

- No mi hai pottato niente quindi...- era incredibilmente dispiaciuta 

- Certo che ti ho portato qualcosa ma è un regalo in comune con Leila. Dovrete giocarci insieme e sopratutto senza litigare. Il gioco è di tutte e due, non solo tuo. 

- Va bene! LEILAAAAAAAA COLLIIIII! Henny legalo! - a quelle parole anche la più grande 

 si precipitò al piano di sotto, salutó suo fratello e dopo aver ottenuto anche lei la dose sufficiente di coccole insieme alla più piccola aprirono il regalo: Henry era un ragazzo intelligente e anche i suoi regali lo erano, le bimbe ricevettero il loro primo gioco da tavola. Non potevo assolutamente lamentarmi questa volta anche perché visto la tenera età di Chloe molto probabilmente per giocarci insieme, da sole e senza un adulto a supervisionarle, sarebbero dovuti passare almeno un altro paio di anni. Tornando a noi... ho detto che Henry è un ragazzino intelligente giusto? Beh si è intelligente ma è anche molto ingenuo, pende dalle labbra delle sue sorelline e loro questo lo sanno bene infatti nel giro di poco le mie piccole pesti misero in atto uno dei loro malefici piani. 

 

POV HENRY.

Rivedere la mia mamma, Killian e i miei fratellini è sempre stata un’emozione ma ora che le piccoline stanno crescendo lo è ancora di più perché possiamo fare molte più attività insieme come vedere qualche cartone più inpegnativo, mangiare fuori da soli senza che nessuna pianga per l’assenza di mamma o papà e milione di altre cose come ad esempio farmi prendere in giro per bene come accadde quel giorno. Ero in quella che era la mia camera, steso sul mio comodissimo letto che mi era davvero mancato, quando arrivò accompagnata da Prince la mia piccola sorellina pestifera. Con una mano si teneva a lui e dall’altra teneva qualcosa che non riuscivo a vedere. 

- Ei peste! - la salutai prendendola in braccio  e portandola suo letto con me.

- Ti boglio dile una cosa! - mi disse senza troppi giri di parole.

- Dimmi piccola!

- Quanti tono quetti toldini? - mi domandó aprendo la manina mostrandomi un sacchettino da cui fece uscire delle banconote e delle monetine. 

- Dove li hai trovati questi soldi chloe? - domandai  sorpreso. 

- Tono i miei! Elano nel mio talvatanaio! L’ho lotto! 

- E perché mai lo avresti fatto tesoro? 

- Anche Leila ha lotto il suo. LEILAAAAAA  vieni qua! - aspettó che sua sorella arrivasse e solamente allora continuó - Fai vedere i soldini a Henny! - me li mostró anche lei! - quanti tono tutti? 

- Sono 150 dollari. - risposi loro dopo averli contati.

- E tono tanti? 

- Per delle bimbe come voi si! - la vidi frugare tra le tasche dei sui jeans per prendere qualcosa, precisamente un pezzo di carta piegato male - tentocinquanta è quetto numero? - sul pezzettino di carta vi era la cifra 250 scritta a matita molto probabilmente da un bambino delle elementari. 

- No tesoro ma perché me lo chiedi?

- Noi... - la vidi pensare su cosa rispondermi, non trovava le parole e infatti fu Leila a continuare. 

- possibile che dimentichi sempre tutto? Henry te lo dico io: noi vogliamo fare un regalo alla mamma perché ci siamo comportate male e sappiamo, perché lo abbiamo sentito mentre parlava con papà, che vuole un nuovo tostapane. 

- Popio cotì! Bogliamo plendello noi Per falle una toppresa.

- Tesorini è  un gesto bellissimo quello che volete fare ma questi sono i vostri soldini, non vorreste spenderli per altro? Che ne so magari per un giochino? 

- s....

- No! Non è vero Chloe?

- no! No tochino, si tottapane!

Anche se ci fu un piccolo tentennamento iniziale da parte di Chloe le vidi molto convinte e motivare, mi emozionai nel vederle così entusiaste di far felice nostra madre e non potei far a meno di far loro un piccolo aiuto. 

- E va bene, vi darò una mano io, sto lavoricchiando quindi metterò io la quota mancante ok? Siete contente? 

- Ti Hennyyyyyu! Ti boglio bene! Tei il migliol flatello del mondo! 

-  Ci sarebbe anche Liam come fratello vorrei ricordarti! - sorrisi nel vedere la sua faccia contrariata - e comunque vi voglio bene anche io amori miei.

- Andamo adesso! Andamo adessoooooo!-  disse tutta euforica Chloe prendendomi per il braccio e iniziando a tirarmi per farmi alzare dal letto. 

- d’accordo andiamo! - mi alzai ma non appena la vidi camminare in direzione della sua camera, per prendere non so che cosa, mi ricordai di un piccolo dettaglio: non poteva uscire di casa se non per andare in giardino. I luoghi affollati erano ancora un grande rischio per lei.... E adesso? Come glielo avrei detto? Sospirai rassegnato, con una scusa la presi  tra le braccia,  la guardai negli occhi e dopo aver preso un respiro profondo feci l’unica cosa sensata: le dissi la verità spiegandole le motivazioni e promettendole che l’avrei portata  molto presto fuori a giocare. Servì a qualcosa essere sinceri? No ma era comprensibile, era solo una bambina, non poteva capire la gravità di quello a cui sarebbe andava in contro. Iniziò a piangere e lo fece talmente  forte da far preoccupare anche mamma che sentendo le grida salì subito di sopra pensando si fosse ferita. La tranquillizzai subito spiegandole cosa fosse successo, provó anche lei a consolarla ma niente da fare, era irremovibile... non ne voleva sapere. Si calmò solamente una mezz’ora dopo quando Leila le sussurrò qualcosa di incomprensibile nell’orecchio. Finalmente di asciugó le lacrime e tornando tra le braccia di nostra madre andò giù al piano di sotto a fare merenda lasciando uscire me e Leila. 

Arrivammo al centro commerciale e prima di chiederle in che negozio la mamma avesse visto il tostapane la portai nella zona dedicata ai bambini  a giocare un po’. Da quello che mi aveva detto mamma durante una nostra chiacchierata, erano settimane che Leila non usciva di casa: Killian era sempre a lavoro e mamma doveva badare a Chloe e Liam. Pensai quindi di farla svagare un po’. Se lo meritava. Sembró divertirsi parecchio, tanto che quando la chiamai per portarla via da lì ci rimase male e fece qualche capriccio. Bastó ricordarle del regalo per farla smettere di lamentarsi e venire con me. Arrivati davanti al negozio di elettronica ci accingemmo ad entrare ma lei mi bloccó.

- Voglio andare da sola! Sono grande ormai! 

- Ma come Leila? Non credo tu sappia cosa cercare.

- Certo che lo so! L’ho visto già una volta quando siamo venuti qui con mamma e papà! Per favore Henny! Voglio fare questa cosa da sola! Puoi aspettarmi qui? Lo prendo, pago e tornerò subito qui da te. - ci pensai su qualche secondo ma poi acconsentii,  il locale non aveva altre uscite oltre a quella principale quindi non correvo il rischio di perderla di vista. Tornó una decina di minuti più tardi con un pacco fuxia tra le mani. Mi ero distratto solamente un secondo per parlare con un mio ex compagno di scuola e non la vidi quando stava pagando, me la ritrovai direttamente accanto.

- Hai dato i soldi alla signorina? - le dissi indicando la cassiera.

- Si e lei mi ha dato questi! - mi consegnó il resto. 

- Bravissima, ottimo lavoro. Sei contenta? 

- Tanto.

- Darete il regalo a mamma stasera? 

- Non so se stasera o tra qualche giorno... parlo con Chloe e poi decidiamo! 

- Sono contento che siete diventate amiche sai? Sono molto orgoglioso di come ti stai comportando con lei e di come stai affrontando la sua convalescenza. 

- Grazie Henry! Ce la sto mettendo tutta per essere brava con lei e non farle mancare nulla anche se non sempre ci riesco. Lei delle volte è stupida.

- Non è stupida, è piccola. Andiamo a casa prima che riinizi a piangere per essere stata lasciata sola. 

Rientrammo a casa che era già ora di cena, le bimbe mangiarono molto velocemente dopodiché si barricarono in camera loro a fare non so che cosa. Quella fu l’ultima giornata, fino ad ieri, che riuscii a passare con loro più di trenta minuti consecutivi. Nei due giorni seguenti qualcosa in loro cambió. Passavano le ore chiuse in camera nonostante i continui rimproveri di mamma, più le tendavamo distanti e più trovavano il modo per stare insieme. Solamente durante il pranzo ci degnavano della loro compagnia .Non guardavano nenache più la Tv è questo era tutto dire. Qualcosa bolliva in pentola.

Ieri ero in cucina a preparare la colazione insieme a mamma quando mi lasciai sfuggite qualcosa vedendo finalmente il nuovo tostapane.

- Sono state provo dei tesori non è vero? 

- Di chi parli tesoro? - rispose non capendo 

- Ma come di chi parlo... di Leila e Chloe e del regalo che ti hanno fatto naturalmente. 

- Regalo?

- Il tostapane mamma! Che c’è sei tra le nuovole Stamattina o il mio patrigno ti ha fatto fare le ore piccole stanotte è? - la presi in giro.

- Il tostapane? Questo? - lo indicó e io annuii - Tesoro devi aver capito male, questo è un regalo che mi ha fatto il tuo patrigno dopo settimane di violenza psicologica per ottenerlo. - rise - perché pensavi che me lo avessero regalato le bambine? Con che soldi poi. - qualcosa non tornava... avevo visto mia sorella entrare ed uscire da un negozio di elettrodomestici.... - Henry... che hanno combinato questa volta?  - bastó il mio sguardo pensieroso a metterla in allarme, non avevo più scusanti, dovevo confessare.

- Hanno rotto i loro salvadanai e mi hanno fatto contare i soldi. Volevano farti un regalo o almeno così mi hanno detto... ho accompagnato Leila personalmente davanti il negozio di elettrodomestici ma poi è voluta entrare da sola. 

- Piccole furbe... - la vidi cambiare espressione- spero per loro che non è come penso.... BAMBINEEEE! Scendete un secondo per favore! - alzó la voce per farsi sentire da loro. Scesero qualche minuto dopo e come indicato da mamma si sedettero sul divano.

- Restate qui con Henry, torno subito. - la vedemmo allontanarsi verso il piano di sopra ma non capimmo il perché. venti minuti dopo eravamo ancora li ad attenderla: cosa stava architettando? 

- Henny, cota ta facendo la mamma? - chiese Chloe 

- Non lo so amore.m, quando tornerà giù ci dirà tutto.

- Eccomi, non dovrete attendere molto! - si intromise - Allora piccole furbette che non siete altro... - la sua voce presagiva un rimprovero - Coem me la spiegate questa? - mostró loro una bambola. La famosa bambola che nei giorni addietro Leila e Chloe mi avevano descritto in ogni salsa possibile. 

- Ooooo oooooo! - esclamó Chloe coprendosi gli occhietti! 

- Ce... ce l’ha prestata una mia amica per farci giocare!  - rispose l’altra  cercando di essere il più convincente possibile.

- Prima che mi arrabbi sul serio smetti di dire bugie!  Vale anche pet te Chloe. Prima che perda la pazienza, volete gentilmente illuminarmi su come è arrivata questa bambola in casa quando avevo detto categoricamente di non volerla? 

- Ma mamma ce l’hanno tutti, io e Chloe eravamo le uniche a non averla. 

- E quindi? Fatemi capire: se i vostri amici un giorno decidessero di buttarsi su i binari di un treno in corsa voi che cosa fareste? Vi buttereste anche voi con loro? 

- No pecchè pericoloso. Ti pai la bua! La bambola no è bua.

- Io vi avevo detto di no, papà vi aveva detto di no.. tutti ve lo avevamo detto quindi ora rispondetemi: come è arrivata la bambola in questa casa?

- E va bene... l’abbiamo comprata con i nostri risparmi, ma visto che non bastavano Henry ci ha dato una mano per comprarla. 

- No sorelline, io vi ho dato una mano a comprare il tostapane da regalare alla mamma non la bambola.  - Dissi loro per farle confessare ulteriormente. - Leila ti ho vista io stesso uscire dal negozio di elettrodomestici, com’ è possibile che tu sia uscita con quella bambola? Non la vendono di sicuro li.

- Lo so... sono entrata, mi sono nascosta tra gli scaffali per non farmi vedere da te e ho usato la magia per andare nell’altro negozio. Ho pagato la bambola dopodichè mi sono rimaterializzata lì dove mi hai trovato. 

- Quindi oltre ad aver preso in giro me e vostro padre avete preso in giro anche vostro fratello chiedendogli addirittura  del denaro? Ma dico io stiamo scherzando o cosa? 

- Mi dispiace mamma non volevamo mentire è solo che mi prendevano in giro perché non avevo la bambola. E poi la volevo... io.... 

- Se i tuoi amici ti prendono  in giro evidentemente non sono veri amici Leila. L’amicizia è altro: è aiutarsi nei momenti di difficoltà, esserci l’uno per l’altro, non deridersi in base ai beni materiali che uno possiede.  Pensavo di avervelo spiegato già tempo fa! Che facciamo torniamo indietro piuttosto che crescere? 

- Ci siamo comportate male mamma. Ti chiedo scusa. 

- È già vi siete comportate male! Tu Chloe non hai da dire nulla a tal proposito? 

- No! Io boleto la bambola e l’ho presa! Tu quando buoi  una cosa papà te la legala sempre pecchè a me no? 

- Non le dire neanche per scherzo queste cose. Ti abbiamo sempre concesso tutto, non ti abbiano mai fatto mancare nulla, possibile che per una stupida bambola tu stai facendo tutto questo cinema? 

- Bla bla bla bla bla! - disse mette si tappava le orecchie e guardava da un’altra parte. Mamma non ci vide più, la fece alzare dal divano e gli diede un piccolo schiaffo sul sedere. Non le fece male ma Chloe capì di aver esagerato. Si mise a piangere e le chiese finalmente scusa. 

- Cusa mamy, no faccio più! 

- Vorrei ben vedere! Comunque meritate una punizione per questo piccolo piano male architettato. 

- Che punizione? - chiese Leila spaventata sapendo che nostra  madre quando voleva sapeva bene dove colpire. 

- No punizione mamy, ho chiesto cusa io.

- Sai a cosa servono le punizioni Chloe? - le domandó lei.

- Ti. A punile le bimbe cattive.

- No tesoro, le punizioni servono alle bambine monelle come te e Leila a capire che determinate cose non vanno fatte. 

- Io ho capito zà! No sevve punizione.

- Meglio esserne sicuri peró, quindi la punizione l’avrete entrambe. Ricordate che vi ho chiesto di regalare qualche gioco vecchio a dei bambini più bisognosi? - annuirono - Beh siccome mi avete risposto che non ne avevate daremo in beneficienza questa nuova bambola.

- No no no mamy bambola no! Mia! Diamo alti tochi ai bimbi poveli. quelli pu blutti. 

- Ma come,?hai detto che non avevi giochi con cui non giocavi più?

- Li ho, ho detto una buzzia mi dispiace. Pe favole mamy diamo quelli.

- No Chloe, daremo la bambola. Dovete capire che quello che avete fatto è sbagliato.

- Io capito e Leila anche. -  proprio in quel momento rientró Killian a casa e lei non esitó un momento a supplicare il suo papà.

- Papo io falò sempre la blava bambina dillo a mamy! Io no boglio punizione.

- Punizione? Che hai combinato stellina? - domandó lui ignaro di tutto.

- Cosa hanno combinato vorrai dire. - mamma gli spiego tutto e anche lui fu d’accordo con lei. Entrambe ci rimasero male, una piangeva a destra e una a sinistra, mi si strinse il cuore a vederle così, avrei voluto lanciare una lancia in loro favore ma sapevo che la mamma aveva ragione quindi restai li, impotente ad assistere alla scena.

 

POV KILLIAN. 

Fu una nottta d’inferno, mentre Leila dopo un sano pianterello andò in camera sua a dormire Chloe non fece altro che piagnucolare e camminare tra la sua camera e la nostra per tutta la notte. Le provó tutte pur di convincerci a toglierle la punizione ma fu inutile: Emma era irremovibile e così anche io. Il mattino seguente per la piccola le cose non cambiarono e iniziò addirittura il suo sciopero della fame che come facilmente prevedibile duró fino alla merenda del pomeriggio quando a grande sorpresa arrivó  “zia” Regina con il gelato. Mi aveva chiamato poche ore prima chiedendomi  se poteva passare due minuti a salutare Henry e le bambine e siccome Chloe in quei giorni sembrava stare divinamente le diedi il consenso. Emma non fu molto felice della mia risposta, secondo lei in casa  c’era già troppa gente visto le condizioni della piccola ma alla fine non obbiettó e la lasció venire. Regina come al suo solito aveva un fiuto e una vista impeccabile, non appena vide Leila capì che qualcosa non andava, provó a chiederglielo ma la nostra adorata Leila è una bimba molto riservata e non si fece uscire una parola, fu Chloe a parlare a suo posto:

- mamma cattiva! Ha dato bia la mia bambola nuova! - disse piangendo in modo da intenerire almeno sua zia.

- Che bambola amore? 

- Quella della tv.

- Ma come... non aveva detto la mamma che non  l’avrebbe comprata? - si girò verso Emma - che fai perdi i colpi anche tu? 

- Non ho comprato prorpio niente io, lo hanno fatto loro con i loro risparmi prendendo in giro tutti! 

- Cosa cosa cosa? Chloe stellina della zia ma perché avete fatto una cosa del genere è? 

- La bolevamo.

- Non è di sicuro un buon motivo. Ha fatto bene la mamma tesoro. -  tutti noi restammo interdetti a quelle parole. Regina le ha sempre viziate quindi non credevo desse ragione a me ed  Emma.

- Cattiva anche tu! - si dissolse in una nuvola di fumo azzurra e andò nella sua camera. 

- Sei intenzionata davvero a donarla in beneficienza o vuoi solamente fargli capire l’errore per poi ridargliela? 

- Se gliela restituissi non capirebbero mai il loro errore, mi dispiace da morire vederle così tristi ma mi devo fare forza e farlo. È per il loro bene. 

- Credo tu abbia ragione. 

Regina si congedo poco dopo e noi ne approfittammo per portare Leila e Chloe con noi da Blue. La fata gestiva un collegio di bambini bisognosi ed era il luogo perfetto per portare le bambine. Chloe non poteva uscire ancora ma parlando con il dottore ottenemmo un permesso speciale di una mezz’oretta. Lui era sempre stato un tipo molto tranquillo e voleva che la piccola stesse all’aria aperta ma un conto era da sola con solo alcuni membri della famiglia e un conto era stare a contatto con bambini di cui non si sapeva la condizione di salute. Come richiesto da lui le  facemmo indossare una mascherina, le facemmo fare un’ignezione da Whale per precauzione e ci recammo al colleggio. Blue sapeva già tutto e ci fece accomodare immediatamente, i bambini erano già tutti lì ad attenderci. Alla vista di tutti quel bambini Emma cambió espressione, di sicuro stava pensando a Chloe e alla possibilità di prendere un malanno nonostante le cure preventive ma c’era qualcos’altro sotto che capii solamente dopo aver ascoltato le parole che disse alle nostre bambine.

- bambine ascoltatemi bene! - disse non facendosi sentire dagli altri bambini che erano in stanza con noi - li vedete tutti questi bimbi? - Chloe e Leila annuirono - bene, questi bambini sono bambini speciali: sono piccole creature indifese che la vita ha messo davanti a una serie di difficoltà da gestire. 

- Che tignifica mamy?

- Molti di loro purtroppo non hanno né la mamma ne il papà, altri invece li hanno ma non possono vederli perché sono in prigione o gravemente malati. 

- E con chi bibono mamy? Sono soli? 

- No non sono soli, vivono qui tutti insieme con Blue e le altre suore.

- E non ti tentono tlisti  mamy? 

- Io credo che si sentano molto tristi tesoro, ecco perché vi ho chiesto di fare una cernita e scegliere dei giochi che a voi non piacciono più. I giochi che voi accantonate, maltrattate o non considerate per loro sono oro. Le suore non  possono comprarli, devono pensare a farli mangiare, a farli studiare e a vestirli.Per loro significa molto avere anche solo un giochino piccolo piccolo. Certo non equivale a ridargli indietro la loro mamma e il loro papà ma può comunque aiutarli a fare stare un po’ meglio.

- Mamma anche tu eri come l’oro vero? - chiese Leila improvvisamente con un visino triste 

- No Leila... mamy ha nonno e nonna. Mamy felice. No sola lei. - la nostra piccola principessina ancora non sapeva nulla di quella storia, le abbiamo raccontatato tante volte la storia riportata sul libro di Henry ma lei sembra non aver mai collegato la favola alla realtà. Per lei la principessina Emma e la sua mamma sono due persone completamente differenti.

- Esattamente Leila, io ero una di loro quindi so bene cosa significhi.

- Ma mamy...

- Chloe amore, ti spiegherò tutto quando sarai grande ok? 

- Io gande zà! Anni quasi così - indicó il numero 4 con la manina 

- Per me sei ancora una piccoletta però!! - la prese in braccio e la sbaciucchió facendola ridere. Avevo ragione a dire che lo sguardo di mia moglie era cupo... stava pensando al suo passato, dovevo assolutamente riportarla con i piedi per terra.

- Non vorrei interrompere le vostre effusioni ma non eravamo venuti per una cosa in particolare? 

- Già! Quasi dimenticavo. Bambine? Cosa siamo venuti a fare? - Leila prese la bambola e dopo che Emma Poggió Chloe a terra prese anche la manina di sua sorella.

- Vi abbiamo portato un regalino. Speriamo che vi piaccia - disse la bambina. 

- Ti che piace! È una bambola bellittima Leila come può non pacere? - disse sconvolta Chloe - se a loro non pace la tengo io!

- Chloeeeee!

- Cusa mamy. Scherzavo bimbi. È bostra. - lasciammo che fu Leila a consegnare la bambola e ad abbracciare gli altri bambini, Chloe rimase con me e Emma. Una volta salutati tutti tornammo a casa. Le bambine andarono subito in camera loro e poco dopo tornarono giù, teletrasportandosi, insieme a due enormi bustoni.

- Mamma abbiamo messo qui dentro tutti i giocattoli e i vestiti che non usiamo più. 

- Puoi pottalli ai bimbi che tono da Blue? Coti sono un po’ meno tlisti. - Rimasi scioccato da quelle parole e Emma non fu da meno. La vidi piangere e anche le bambine lo videro.

- Mamy tliste?

- No amore sono felice! Felice di avere due bambine meravigliose come voi. - che avessero imparato la lezione? Lo sperai davvero.  

 

Passo una settimana da quel giorno, le bambine erano sedute davanti la tv è guardavano un cartone animato mentre io e mia moglie eravamo poco distanti da loro a discutere su cosa preparare per cena. 

- che bellaaaaaaaaaaaa! - esclamó improvvisamente Chloe facendoci girare entrambi nella sua direzione per capire cosa stesse succedendo. In tv era appena passata la pubblicità su una specie di fabrica giocattolo per preparare dei dolcetti. 

- Oddio ci risiamo! - esclamó Emma portandosi una mano sulla fronte.

- Sono bambine Amore non pretenderai che imparino la lezione dall’oggi al domani vero?

- Allora Controlla il portafogli capitano, hanno terminato i loro risparmi restiamo solamente noi come fonte di denaro! - alzó gli occhi per aria in segno di disperazione. 

- fattela regalare per il compleanno no? Tra pochi giorni sarà  il tuo compleanno. Non possono dirti di no.  - rispose Leila all’affermazione di sua sorella. 

- Bollei fallo ma ho tanti tochi nuovi... non mi tervono altri. I bambini poveli ne hanno bitogno no io. Io tono tanto fortunata, ho la cosa più impoltante di tutte: ho mamma e papà! 

- Hai ragione Chloe. però!  per essere una piccola bambina capricciosa ragioni molto bene.

- Tono gande ormai. LiAm piccolo. 

Con quelle parole capimmo  due cose importanti: la prima era che avevano sul serio imparato la lezione, la seconda non meno importante era che lo avevamo noi il tesoro più prezioso: avevamo loro: due bimbe meravigliose. 

 

Note dell’autore: evviva ci sono riuscita! È stato un periodaccio ragazzi. Ho dovuto lavorare parecchio e non mi sono potuta dedicate a scrivere. Spero che l’attesa ne sia valsa la pena. È stata una mia assidua lettrice ad ispirarmi la trama di questa storia, spero vivamente di non averla delusa. (Neko sii clemente ehehhehehe) A presto ragazzi 

 

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Capitolo 49
*** Pur di vederti felice ***


POV EMMA.

Quanto può essere brutto sentirsi impotenti davanti ad una richiesta dei propri figli? Ve lo dico io: è orribile.  Io so che Chloe è una bambina particolare, capricciosa, lamentina e anche un po’ viziata... un po’? Ok lo ammetto... tanto viziata, ma è anche una bambina adorabile e con un cuore grandissimo. Ha affrontato e sta ancora affrontano una brutta situazione ed proprio a causa di questo grande ostacolo che non so come comportarmi dopo quello che mi ha all’incirca una settimana fa  prima di metterla a letto. 

- Mamma potto chiedetti una cosa? - inizió più o meno così la nostra conversazione. 

- Se provi a riformulare la frase con qualche errore di pronuncia in meno allora si tesoro mio. - risposi sorridendole, ormai erano settimane che provavo ad insistere maggiormente sul suo parlato, sapevo che era un blocco psicologico dovuto all’arrivo del fratellino il suo, ma ormai erano mesi che Liam era con noi, lei in grandi linee lo aveva accettato quindi di conseguenza non vedevo il motivo per non spronarla un po’. - So che sai parlare bene amore mio, alla mamma manca sentirti parlare bene come un tempo sai? Perché non provi a sforzarti un po’?

- solo quetta false peló - la vidi concentrarsi - Mamy potto chiede...rti una cosa? - riformuló la frase questa volta con un solo errore. La mia bambina... quanto la amo.

- Certo amore mio, tutto quello che vuoi!

- È belo che tra poco è il mio compeanno? 

- Si tesoro mio. 

- E mi falete un fetta bella come quella dello corso anno? - i suoi occhi  si illuminarono come non vedevo illuminarsi da mesi ormai. I miei al contrario si dipinsero in un’espressione di terrore. Temevo questo momento da mesi ormai, dal giorno in cui uscì dall’ospedale per essere precisi. È da quel giorno che soeravo di rimandare questo problema il più  a lungo possibile ma purtroppo era arrivato il momento. Sapevo cosa volesse chiedermi con quella fare, voleva rivedere i suoi amichetti, giocare con loro e divertirsi come tutti gli altri bambini della sua età. 

- Amore certo che ti organizzeremo una festa ma non sarà esattamente come quella dello scorso anno. Non preoccuparti però, sarà comunque una festa bellissima.

- No fa niente se no uguale. Batta ci salanno tutti i miei amici... - ecco... appunto. 

- Vedi amore mio... - ero tentata di spiegarle la situazione, ma ogni volta che tentavo di parlare lei mi bloccava iniziando a fantasticare su come sarebbe stata la sua festa. 

- Boglio i pallonzini cololati, quelli che volano a folma di fiocco di neve. I biccheri, la tovaglia e i patti di flozen, le mutiche di flozen... tutto di flozen! Anche la torta di flozen. Potto mamma?

- Certo che puoi amore, è la tua festa devi scegliere tu il tema. Però devo dirti una cosa...

- Non vedo l’ora di bedere i miei amichetti. Non li bedo da tanto. Mi mancano. - il mio cuore si ruppe in un milione di pezzi e la cosa più brutta è che non riuscii a dirle la verità. Le dissi che era ora di dormire e corsi in camera mia. Killian dormiva già, Liam lo aveva distrutto quel pomeriggio, lo lasciai riposare senza accennargli che avevamo una piccola emergenza da risolvere. 

***

- Amore guarda che così li bruci! - il mattino seguente mentre ero immersa nei miei pensieri una voce alle mie spalle mi fece tornare alla realtà 

- Cosa???  - chiesi tornando alla realtà.

- Dicevo: se continui a pensare a me in un modo così intenso, rischierai di far bruciare  tutti i pancakes! - ero scesa in cucina molto presto per preparare la colazione ma il problema della sera prima continuava a tormentarmi e non ci volle molto prima che i miei pensieri iniziassero a vagare liberi e indisturbati tralasciando il fattore colazione. 

- Killian sei sempre il solito! - scherzai per poi avvicinarmi e dargli il bacio del buongiorno. 

- Che hai? Ci sono problemi? - chiese

- Uno! Ed è abbastanza grande. 

- Non c’entro io vero? - chiese scrutandomi 

- No, riguarda Chloe. Mi ha chiesto una festa per il suo compleanno.

- E quale sarebbe il problema? La Stavamo già pensando giusto? 

- Si ma il fatto è che vuole la festa con i suoi amici e come ben sai è fuori discussione. Ho provato a dirglielo ma era troppo euforica e mi sono bloccata. Non volevo ci restasse male. 

- Emma... - mi ammonì - avresti dovuto dirglielo...

- Lo so, ciò provato davvero ma ogni volta mi interrompeva per gioire di qualcosa... io... io non me la sono sentita di farla soffrire.

- Ei vieni qui! - mi strinse a se. Ho sempre adorato i suoi abbracci, mi sento sempre protetta e al sicuro stretta a lui ma  nonostante ciò il mio cuore non si risollevó d’animo.

- Ci penso io ok? Dirò io a Chloe che non sarà possibile per quest’anno avere la festa con i suoi amichetti, per questa volta dovrà accontentarsi di noi famigliari. 

- No... - quella vocina triste che entrò in cucina così all’improvviso mi gelo sul posto. Era Chloe, era davanti la porta della cucina ed aveva appena ascoltato tutto.  - io.. io boglio i miei amici alla festa... - guardò suo padre e il suo sguardo fu esattamente lo stesso che avevo io la sera precedente.

- Amore mio vieni qui! - le disse facendola avvicinare - ti ricordi che siamo stati in  ospedale qualche mese fa? 

- Ti, avevo la bua. 

- Esattamente, a causa di quella brutta bua per qualche altro giorno dovrai restare qui senza vedere i tuoi amichetti. Lo so che è triste come cosa ma bisogna farlo per la tuo bene tesoro. 

- Pochi zorni? 

- Si tesoro solamente altri pochi giorni.

- Allola alla fetta pottono venire velo? 

- No amore mio, mi dispiace davvero ma non preoccuparti, avrai comunque una festa meravigliosa.

- No! Io no boglio pu fetta! Fetta tenta amici brutta e io no boglio fetta brutta! - come era solita fare, visto l’impedimento fisico ancora presente, svanì in una nuvola di fumo. 

- Allora mio caro maritino... come ti senti adesso?

- Un vero schifo proprio come te. 

La giornata passó velocemente ma Chloe in tutte quelle ore non si fece vedere ne da me ne da suo padre. Andai io a controllarla di tanto in tanto e ogni volta mi maledicevo per averla fatta stare male. Se ne stava nella sua cameretta, sdraiata a letto con quattro dei suoi peluche preferiti. Chloe non era tipa da stare a letto e se non giocava era evidente che non stesse bene. Psicologicamente o fisicamente non aveva inportanza, la mia bambina in quel momento non era la mia bambina e io ne ero in parte responsabile.

- Dobbiamo fare qualcosa Killian! - dissi più convinta che mai. - Non posso vederla così un secondo di più. 

- E cosa pensi possiamo fare? Tu sai che non è colpa nostra e quando sarà un po’ più grande vedrai che lo capirà anche lei. La stiamo tutelando Emma!

- Lo so Killian ma non mi piace il fatto che sia arrabbiata con noi. Già la situazione di Liam ancora non l’ha superata del tutto, vogliamo aggiungere altro astio? 

- Cosa suggerisci di fare allora? 

- Non possiamo farle la festa che vuole questo è scontato peró possiamo cercare di farle capire il perché e trovare insieme a lei un compromesso.

- Non abbiamo già provato questa mattina a farlo?

- Si ma per lei è stata una doccia fredda, magari adesso a mente lucida riesce a comprendere qualcosina in più. 

- Mmmh... vuoi far capire qualcosa a Chloe? Buona fortuna amore! - rise.

- Non ridere è una cosa seria! 

- Hai ragione! Domani sera le parleremo ok?

- Pensavo a domani mattina per essere sinceri! 

- Lavoro...

- Allora se per te va bene le parlerò da sola, andrei adesso ma voglio che riposi. Non posso aspettare oltre Killian.

- Nessun problema, sei di sicuro più brava di me a parlare con loro, io come già sai mi sciolgo subito, rischierei di dirle di sì a tutto.

- Esatto, fosse per te avresti organizzato la festa anche con cinque giorni di anticipo.

- Sono un papà è il mio compito viziarle! 

- E io sono una mamma e ho il compito di... beh di fare tutto a quanto pare! - sorrisi  - Domani le parlerò, spero solo di riuscire a far qualcosa di buono. - Ci addormentammo subito quella sera ma il mio sonno era disturbato, ero preoccupata per mia figlia e non vedevo l’ora di chiarire con lei. Quando il mattino arrivó mi alzai, preparai la colazione, allattai Liam e aspettai che le due pesti scendessero per far colazione insieme, come precedentemente detto Killian uscì presto quella mattina per via del lavoro. 

- Buongiorno mamma! - esordi Leila entrando. Erano le nove e mezza del mattino e la signorina si era appena svegliata.

- Tra poche settimane ricomincerà la scuola tesoro, direi sia il caso di iniziare a svegliarci un po’ prima la mattina per abituarci non trovi?

- Uffaaaaa! Odio la scuola.

- Non farti sentire da tua nonna! - Risi. - tua sorella? Sta scendendo? - la vidi scrollare le spalle 

- Abbiamo litigato, non ci parlo con lei! - disse seria.

- Leila... che è successo questa volta?

- Sono entrata in camera sua per chiederle di giocare insieme e lei mi ha risposto male e mi ha cacciata fuori. Sta tornando la nana rompiscatole di prima.

- Tesoro so per certo che non l’ha fatto di proposito. 

- Mah perché devi sempre...

- Lasciami finire, no! Non è assolutamente un modo per difenderla. Ieri è successa una cosa che le ha rovinato la giornata e ora continua a stare male. 

- Che le è successo? Ha perso il lecca lecca? - chiese con cattiveria

- Leila!!!! - l’ammonii - niente di tutto questo! Le ho confessato che non potrà avere la sua festa di compleanno... o meglio, le ho detto che non può averla come vorrebbe lei. 

- Ha fatto bene ad arrabbiarsi allora! Perché gli hai detto questa cosa? Se lo avessi fatto a me io non ti avrei parlato più!

- Grazie del coraggio che mi dai ogni volta amore, è sempre molto apprezzato! - era ironica la cosa - non è che mi sono alzata ieri mattina e ho deciso questo... no! C’è un problema fondamentale per cui non si può fare una festa in grande stile. Vuoi sapere qual’è? La sua salute. Sai anche tu che non può uscire e vedere altre persone onde evitare di ammalarsi, sai anche tu che a settembre non reiniziera scuola come te... fin quando non guarirà completamente non potrà condurre una vita normale al 100%. Purtroppo per lei la Festa è compresa nelle cose da evitare.

- Ah....! Beh allora scusa per come ti ho risposto. Hai fatto bene a dirglielo, lo hai fatto per lei, non è colpa tua.

- Lei non la pensa così... si è rimessa a dormire?

- No è sveglia ma non vuole scendere.

- Ho capito... vado io da lei, torno subito! 

Presi un vassoio lo riempii dei suoi piatti preferiti e la raggiunsi nella sua cameretta.

- Bai bia! - mi disse non appena mi vide arrivare.

- Ma tesoro mio, la mamma ti ha portato la colazione.

- No fame io! Bai bia! 

- No che non vado via, non andrò via fin quando non parleremo. Non voglio vederti soffrire Chloe e credimi... farei qualsiasi cosa pur di accontentarti in quello che desideri ma non posso. Non sei ancora guarita, cosa facciamo se ti ammalassi di nuovo? Io non lo sopporterei amore! 

- Non taró male!  - rispose convinta. 

- Non puoi saperlo!

- Io lo to. Boglio fetta! Fetta con tutti i miei amici.

- Amore non insistere, non si può! Posso farti una bellissima festa ugualmente: ci saremo io e papà, Henry Leila e Liam, nonna Snow, nonna Alice e nonno David e zia Regina con zio Robin. Metteremo tutte le decorazioni che vorrai e per quanto riguarda la torta possiamo anche farla io e te. Sarebbe divertente no? Cosa ne pensi, potrebbe essere un compleanno altrettanto bello? 

- No! No amici... no fetta! 

- Andiamo stellina mia, non possiamo non festeggiare, è il tuo quarto compleanno! 

- No fetta! No no no!

- Ok va bene, faremo come dici tu ma almeno la torta la vuoi?

- No! 

- Un regalino? Dai almeno un regalino si non trovi? Puoi chiedermi tutto quello che desideri, non ti dirò di no! - volevo rimediare  in quelche modo anche se, come facilmente intuibile, mi sarebbe costato un patrimonio.

- Tutto tutto? - mi chiese.

- Tutto tutto! 

- Ok! Boglio.... boglio i miei amici a casa per fettezzare. 

- Piccola furbetta lo sai che non si può!

- Ma hai detto tutto tutto!

- Si ho detto che puoi scegliere come regalo qualsiasi cosa in cambio della festa grande. Non puoi chiedermi la festa per regalo! 

- Allola no boglio fetta, no boglio torta, no boglio regalo, BOGLIO CHE BAI BIAAAA! - le  gridó quelle ultime parole e devo essere sincera: mi ferirono parecchio. Assecondai i suoi desideri e uscii dalla porta della sua camera, nenache trenta secondi dopo la sentii piangere come poche volte l’avevo sentita fare. Sapevo riconoscere un pianto da capriccio da uno vero e questo non era assolutamente un capriccio. Tornai immediatamente indietro, non importava se mi avrebbero gridato contro di uscire anche questa volta, stava male e volevo anche se solo in parte aiutarla. Entrai nella sua camera per la seconda volta consecutiva e rimasi stupida quando nel vedermi allungó le braccia verso di me. Non la feci aspettare oltre, mi fiondai sul letto con lei, la strinsi a me e cercai di sussurrarle all’orecchio che tutto sarebbe passato e tutto si sarebbe risolto presto. Si calmó, ci volle un bel po ma alla fine riuscii a farla smettere di piangere. Era sfinita così pensai bene di lasciarla riposare un po’. Mi alzai dal suo lettino per permetterle di stare più comoda e mi avviai verso la porta.

- I miei amici ti tono dimenticato di me? - mi chiese singhiozzando

- - no amore mio certo che no, perché pensi questo?

- No li bedo da tanto... no vengono alla fetta... lolo non ti licoldano pu di me. No mi bogliono più bene.

- Amore ma che dici.... certo che si ricordano di te! Come potrebbero dimenticarsi di una meraviglia come te! 

- Sicula?

- Certo che sono sicura e vuoi sapere perché lo so? Perché i tuoi amici chiamano ogni giorno per sapere come stai! Loro e le loro mamme ti vogliono davvero bene. - non era una bugia, era tutto vero, le mamme chiamavano ogni giorno per interessarsi della sua salute e mi raccontavano che i loro figli non facevano altro che chiedere di lei. 

- Dabbelo?

- Si! E lo sai chi è che chiama anche due volte al giorno? Erik. Te lo ricordi Erik? 

- Ti. Potto pallare con loro qualche botta al telefono?

- Se mi prometti di non fare capricci perché non puoi ancora giocare con loro si!

- ba bene! 

- Ok questa è fatta! Ora dimmi questa festa in famiglia per festeggiare la principessa di casa possiamo farla? 

- No! Ho detto no mamy! Senza amici no è fetta! No compleanno bello senza amici. Io quetto anno no fazzo compleanno. Io ancora anni così - i dico il numero 3. - no quatto io! - se per una festa stava facendo così cosa avrebbe fatto quando avrebbe scoperto di non poter tornare a scuola fino a gennaio? Meglio non pensarci. restai parete della mattina con lei cercando di farla svagare un po’ e quando finalmente la vidi un pochino più tranquilla tornai ad occuparmi degli altri due che per quella mattina avevano ricevuto meno attenzioni. Quando Killian tornó a casa gli raccontai del gran casino avvenuto quella mattina e insieme concordammo che fosse giusto fare qualcosa per rendere felice quella bambina; ma cosa? 

***

POV KILLIAN.

Era un gran bel problema. Come si poteva far  felice Chloe senza la cosa che più desiderava per il suo gran giorno? Tutti i bambini adorano le feste di compleanno, qualsiasi esse siano quindi in un primo momento , dopo essermi ingegniato inutilmente per cercare una soluzione,  pensai che forse fare una festicciola solo tra di noi l’avrebbe fatta felice ugualmente anche se non voleva ammetterlo,  ma poi pensai che non stavamo parlando di una qualsiasi bambina ma di Chloe e la cosa quindi era alquanto diversa. Si è vero è viziata, ma ora il suo capriccio non mi infastidisce come potrebbe infastidirmi per altre cose, questa volta più che un capriccio il suo mi sembra più un modo di manifestare qualcosa. A modo suo ci sta facendo capire quello che sta vivendo e mi stupisco che non l’abbia fatto prima. Non deve essere semplice per lei sentire sua sorella raccontare di essere stata al parco, vedere me uscire di casa per lavoro o sua madre per fare spesa. Non deve essere divertente passare 24h in casa senza poter far nulla di nuovo. Può essere rilassante all’inizio ma poi diventa una vera e propria tortura. Non voglio che soffra più del dovuto e quindi vorrei cercare di trovare un qualcosa che possa renderla felice almeno per il suo giorno speciale. So che per Emma è lo stesso anzi per lei forse lo è ancor di più visto quello che ha passato da piccola. Da quel che so non ha mai avuto un vero e proprio compleanno fino ai suoi 29 anni e ricordo ancor adesso una chiacchierata fatta tra di noi quando età incinta di Leila: 

 

Non so quanti figli avremo, se lei sarà l’unica oltre ad Henry o ne avremo degli altri ma una cosa è certa: non ricadrò nei miei stessi errori, non ripeterò quello che ho fatto ad Henry e di sicuro non farò mai mancare loro quello che è stato fatto mancare a me. Non saranno tutte rose e fiori lo so, ci saranno giorni in cui saranno tristi ma da parte mia farò tutto ciò che è in mio potere per far tornare loro il sorriso sulle labbra, che sia anche solo per un secondo ma devo riuscirci.” 

 

Emma è sempre stata una combattente e anche ora sta combattendo: sta lottando per mantenere fede alla parola data. Per un paio di giorni non ho avuto modo di parlare con lei, era sempre o al pc o al telefono a fare non so che cosa; poi un giorno passando per puro caso mentre lei era al pc capii, leggendo sul monitor, quello che stava facendo.

- davvero?? - dissi facendola sussultare 

- Non so cos’altro fare... la mia unica idea per renderla felice è  questa quindi mi informo per vedere se è fattibile come cosa. - annuii - tu che pensi: sto esagerando vero? Lo so lo so non c’è bisogno che tu me lo dica, una mamma non si comporterebbe così, metterebbe al primo posto altro ma io... io sto mettendo al primo posto la sua salute devi credermi, ma vorrei anche.... 

- shhhhh! Il solo informarti per questo - indicai lo schermo - ti rende una mamma eccezionale. Lo sei già non fraintendermi ma oggi mi stai dando prova di quanto tu sia forte amore mio. 

- Forte? Non credi che io sia debole invece? 

- Essere deboli è altro! Avanti, tu fai le chiamate che devi fare, io continuo qui. 

Lavorammo giorno e notte per rendere possibile quello che stavamo pensando di progettare e alla fine riuscimmo nel nostro intento. 

Era la mattina del compleanno di Chloe, mi svegliai intorno alle 7 del mattino come di consueto ma non trovai mia moglie accanto a me come invece pensavo di trovare. Vederla dormire accanto a me è  una delle cose per cui amo svegliarmi presto la mattina. Scendo al piano di sotto e come sospettavo la trovai lì al tavolo della cucina con un caffè fumante tra le mani. 

- vuoi far nevicare in piena estate amore? Cosa ci fai già sveglia? 

- Io... io ho ripensato a quello che abbiamo fatto in questi giorni e... e credo che abbiamo sbagliato. 

- Abbiamo letto ogni minima nota trascritta su tutti quei documenti, su tutte le mail ricevute e hai tartassato di domande tutti quelli con cui hai parlato. Hai ascoltato le loro risposte e sai tutto ciò che c’è da sapere quindi dimmi: cosa c’è che ti fa pensare che abbiamo sbagliato? 

- Ho paura. Non siamo mai state persone fortunate, chi ti dice che...

- Ascoltami bene, stiamo facendo la cosa giusta, avere un po’ di paura è normale ma andrà tutto bene.  Andiamo a preparare la colazione ok? 

Si mise a preparare i pancakes, la colazione preferita in assoluto da me e Chloe, insieme sistemammo la tavola  per le bambine e verso le otto e trenta andammo a svegliare prima Leila e poi Chloe. Leila sapeva che avevamo in mente una colazione speciale per Chloe  così corse immediatamente al piano di sotto mentre noi andammo dall’altra peste di casa:

- ma chi è la bella bimba che compie gli anni oggi? - esordi Emma sedendosi accanto al lettino della piccola e accarezzandole la testa cercando di svegliarla 

- Mmmh... - mugugnó qualcosa e si giró dall’altro lato in segno di protesta, non voleva svegliarsi. 

- Amore di papà - le dissi per poi posarle un bacio sui suoi capelli biondi - è ora di svegliarsi, c’è  una cosa che io e la mamma vogliamo mostrarti! - senza aspettare risposta la presi in braccio e lei si aggrappò saldamente al mio collo senza fare storie. 

- Ho tanta fame! - disse stropicciandosi con una mano gli occhietti.

- E andiamo a mangiare allora! - scendemmo giù e quando entrammo Chloe notó tutta la tavola apparecchiata di ogni ben di Dio, un’enorme pila di pancackes con una candelina con il numero 4 sopra e sua sorella seduta al suo posto che le gridó:

- Buon compleanno Chloe! - a quella vista si strinse ancora di più a me e nascose il suo visino per non farsi vedere. “Che timida pensai” ma poi mentre provai a farla sedere capii che non era la timidezza a farla reagire così. Non ne voleva proprio sapere di quello che le avevano preparato; infatti non appena riuscii a farla sedere cominció a scansare tutto quello che aveva davanti facendo cadere anche tutti i pancake. Con la magia Leila impedì che cadessero tutti ma poco importava: sia a Emma che a me bastó guardare lo sguardo di nostra figlia piccola per capire che quella non era di certo una sorpresa gradevole.  

- No più fame! Bado in camera mia. - svanì con la magia lasciandoci interdetti. 

- Mamma papà ci siete rimasti male? - chiese Leila vedendo le nostre espressioni - È stata proprio una cafona! 

- No amore, non dire così. Sapevamo che poteva reagire in questo modo. Mi dispiace solo che non riesca a capire tante cose. 

- e se le parlassi io??? 

- tranquilla tesoro, non pensarci ok? Almeno tu mangia.

Cosa dire... la colazione fu un disastro e la mattinata non fu da meno. Qualsiasi cosa le venisse proposta Chloe rifiutava categoricamente facendo rimanere Emma molto male per quell’atteggiamento . È vero che per il pomeriggio avevamo in mente una cosa carina ma se continuavamo di questo passo qualsiasi cosa sarebbe stata inutile. Approfittammo che Chloe fosse di sopra per sistemare le cose per quel pomeriggio dopodiché dopo un altro paio di chiamate, fatte da mia moglie per “essere più sicuri”, tornammo dalla nostra principessa per stare un po’ con lei e per convincerla a togliersi il pigiamino e mettere un vestitino carino.

- Ho detto che no boglio fetta tenza amici quindi io no metto bettitino. Limango in pizzamino.

- Non c’è nessuna festa amore, hai chiesto tu di non averla e di conseguenza ti abbiamo assecondata ma tenere il pigiamino per tutto il pomeriggio non trovi sia una cosa un po’ triste? Non hai la Bua che devi stare in pigiama.

- Si ho bua. Bua qui! - indicó il cuoricino. Emma per poco non scoppio in lacrime nel vederla così sofferente ma la vidi farsi forza. 

- Mi dispiace che ti senti così tesoro prometto che le cose cambieranno molto presto. - alzó le spalle.

Mentre cercavamo di convincere nostra figlia a vestirsi vidi Emma mandare un sms a qualcuno, non capii a chi inizialmente ma poi mi fu tutto più chiaro. Qualcuno suono al campanello, Emma andò ad aprire e quando tornó non era da sola, con lei c’era l’unica persona in grado di far smuovere quella peste: nonno David. 

- Dov’è la mia principessa? - disse facendola voltare immediatamente. Erano più di tre settimane che non si vedevano e a Chloe mancava moltissimo suo nonno.

- Nonninoooooooooooo! - in meno un secondo il suo sorriso tornó. David le corse in contro, la prese in braccio e si scambiarono un abbraccio degno di essere chiamato tale.

- Amore mio ma quanto sei cresciuta è? Non ti vedo fa una vita! Come stai??? 

- Cotì... - rispose tenendosi stretta a lui.

- Ma come... è il tuo compleanno stellina, dovresti essere felice! 

- No amizi per copleanno quindi io tliste.

- E se ti portassi qui fuori in giardino a fare una passeggiata solo tu e io? Saresti un po’ più felice? 

- Ti! 

- E allora fatti aiutare dalla mamma a vestirti , io ti aspetto al piano di sotto. - quella era solo una scusa per convincerla a vestirsi, i nostri piani erano altri. Grazie a nonno David riuscimmo a convincerla e nel giro di una mezz’oretta eccola qui in tutto il suo splendore, era più bella che mai. Indossava un vestitino meraviglioso dalla tonalità Blue elettrico con scarpine e cerchietto per i capelli abbinato. Era bellissima, lo era sempre è vero ma vederla vestita così da non so quanto tempo mi sembró ancora più bella del solito. 

- Vogliamo scendere dal nonno? - le dissi mentre Emma le sistemava meglio i capelli!

- Ti! Nonno nonno! 

- Andiamo allora! - prese entrambe le nostre mani e insieme l’aiutammo a scendere le scale. Una volta arrivati al piano di sotto vide palloncini a forma di fiocco di neve ovunque e tutte le decorazioni di forzen che aveva chiesto. La sua espressione cambió e non era nulla di buono. Sembrava  sull’orlo di arrabbiarsi ma prima che avesse la possibilità di farlo da dietro il divano spuntarono all’improvviso tanti bambini che in coro le dissero: “SORPRESAAAAAAAAA! AUGURI CHLOEEEEEE!”

Rimase interdetta per qualche secondo dopodiché iniziò a piangere. Io ed Emma ci guardammo preoccupati e fu lei a chiederle il perché di quel pianto. La risposta commosse anche me: si era emozionata.

Vi chiederete come mai i suoi amici fossero lì e la risposta è abbastanza semplice. Il giorno che vidi Emma indaffarata con il pc e mi avvicinai per vedere cosa stesse combinando, mi spiegó che stava facendo ricerche sul problema di Chloe e sulle possibili infezioni gravi o meno gravi che potesse prendere nel caso di contagio. Era dispiaciuta di come aveva preso male la notizia nostra figlia e voleva rimediare. Le ricerche internet come al solito davano sia risposte molto bande che risposte spaventose. A quelle prime ricerche la sua idee fu quella di abbandonate tutto ma poi capimmo che dovevamo provare altro così chiamammo il medico della bambina per un parere è lui molto gentilmente ci mise in contatto con un paio di specialisti. Tutti concordarono che per la piccola era ancora presto per avere contatti ma se i bambini fossero stati in salute allora avremmo potuto rischiare in quanto le conseguenze, se ci sarebbero state, potevano essere minime. Dopo di loro parlammo anche con il primario di una clinica privata specializzato in malattie infettive e anche per lui la diagnosi fu la stessa. Se i bambini erano vaccinati e non presentavano stati febbrili o altro da almeno due settimane allora i rischi sarebbero stati minimi e blandi. Ci consultammo tra di noi e alla fine arrivammo alla conclusione di regalarle la festa che tanto desiderava. Chiamammo le mamme dei suoi compagni di classe e di un paio di amici conosciuti al di fuori della scuola e spiegammo loro la situazione. Furono tutti felicissimi di quella notizia e si impegnarono subito a far controllare i loro bambini per darci adesione. Molte mandarono addirittura i risultati delle analisi dei propri figli via mail per farci stare tranquilli, altri purtroppo dovettero restare a casa perché influenzati. Fino a stamattina eravamo un po’ in allarme, Emma sopratutto, io cercavo di non darlo a vedere, ma ora vedendola felice raggiungere e abbracciare tutti i suoi amici,posso dire con certezza che abbiamo fatto la scelta giusta. 

 

POV EMMA

Non la vedevo così felice da mesi ormai. Era sempre sorridente in casa, tranne quando faceva i capricci, ma il sorriso che aveva in quel momento era qualcosa che avevo quasi dimenticato. Tutte le paure e le incertezze per quella decisione sparirono non appena incrociai il suo sguardo. Quello sguardo valeva più di qualsiasi altra cosa. Rimasi per tutta la durata della festa seduta sul divano di casa a seguirla con lo sguardo, un po’ per paura che cadesse visto le difficoltà nel camminare e un po’ perché non volevo perdermi nenache un minuto di quella felicità. Sapevo che quella sarebbe stata l’unica eccezione alla regola fino a gennaio e volevo gustarmela a pieno. I suoi amici erano dei bimbi fantastici, nessuno di loro le chiese perché camminava in quel modo anzi, non la fecero mai sentire diversa da loro, non correvano e non facevano giochi con cui avrebbe potuto farsi male. Chiesi alle mamme se avessero spiegato loro la situazione e mi risposero di no, avevano solamente detto che era stato poco bene; in altra parole quei bimbi erano dei veri e propri angioletti. Il più carino di tutti fu Erik, il quale si presentò, anche se con un po’ di ritardo rispetto agli altri bambini, con una bellissima rosa rossa confezionata con tutti nastrini colorati. Killian non vide la cosa di buon occhio, sopratutto quando lui le rubó un bacio sulla guancia ma si risollevó subito di morale quando lei si ripulì la guancia con la manina. Killian Killian Killian... non cambierai mai. Ah proposito di Erik, il suo ritardo alla festa era più che giustificato in quanto per la festa mi servivano due animatori e chi meglio di Anna e Elsa, visto che mia figlia aveva scelto quel tema, potevano aiutarmi? Quando entrarono in casa  a Chloe per poco non venne un colpo così come a tutte le sue amichette. I maschietti non badarono molto a loro ma rimasero impressionati quando con la magia fecero apparire un piccolo olaf animato che gironzolava per casa facendo il pagliaccio. Insomma una festa bellissima conclusa con numerosi regali e una torta a tre piani con in cima il castello di ghiaccio di Elsa e tutti i suoi personaggi. Non avevevamo badando a sapere devo ammetterlo e molto probabilmente ci avrebbero parlato dietro dicendo che avevamo speso soldi inutilmente ma  me non importava. Mia figlia anche se non l’ha mai dato a vedere era triste da molto tempo e avrei fatto qualsiasi cosa pur di vederla come la bimba che ho sempre conosciuto. Naturalmente anche i nonni, gli zii e il fratello non scherzarono e subito dopo la torta prolungarono l’invito a tutti i presenti perché sarebbe iniziato un secondo party o più precisamente un pizza party. La pizza oltre a Frozen era l’unico altro punto debole di Chloe. Lo erano anche le lasagne di Regina e come potete immaginare non mancarono di certo. La festa quindi continuò indisturbata fino alle dieci e mezza di sera quando i bambini sfiniti tornarono a casa. Anche Chloe era distrutta così le feci un bagnetto e la misi a letto. Voleva parlare della sua festa, era felice e io lo ero per lei ma era talmente stanca che non riuscì a far alto che dormire. Non c’era fretta, avremmo parlato il giorno seguente. Tornai al piano di sotto e aiutai la mia famiglia a sistemare tutto il caos che c’era in casa. Anche il piccolo Liam contribuì a modo suo:  mise  le mani sulla torta rimasta e la spiaccicó sulla faccia e su quella di nonna Alice che lo teneva in braccio. 

- Allora amore, cosa ne pensi? Soddisfatta? - mi chiese Killian abbracciandomi da dietro.

- Più che soddisfatta! Ma l’hai vista? Era felicissima. Vorrei vederla sempre come oggi.

- Tra pochi mesi questa battaglia sarà sconfitta e questo clima di tensione e paura sarà solamente un bruttissimo ricordo.  

Finimmo di sistemare il tutto, misi Liam a letto dopodiché tornai dalla mia famiglia, non ci riunivamo tutti insieme da troppo tempo ormai e per quella sera decidemmo di fare un’eccezione. Leila rimase con noi un pochino dopodiché, anche lei sfinita, andò a dormire lasciando noi adulti alle nostre chiacchiere. Ero nel relax più totale, felice per la festa e felice per la compagnia dei miei familiari, quando ricevetti una doccia gelata. Parlando parlando non ci accorgemmo che si era fatta l’una. Mi accorsi dell’orario solo quando vidi Leila mezza addormentata scendere. 

- Leila tesoro... è tardi che ci fai in piedi a quest’ora? - le disse mia suocera. La bambina rispose guardando me. 

- Mi sono svegliata perché sentivo dei rumori... 

- Scusa tesoro ti abbiamo svegliata vero? Torna a dormire, non preoccuparti non ti disturberemo più. 

- Non siete stati voi... è Chloe che mi ha svegliato. Non fa altro che tossire. L’ho chiamata ma non vuole svegliarsi. 

Scattai in piedi come una molla e corsi su per le scale seguita da Killian mentre il restante della famiglia rimanse con Leila che si spaventò della mia reazione. Non appena entrai in camera accesi la luce e mi precipitai da lei: come diceva Leila era un continuo tossire e come se non bastasse era sudata ma allo stesso tempo scottava. 

- Ha la febbre! - dissi preoccupata a  Killian.

-  Non andare nel panico, misurargliela e nel mentre io chiamo il medico ok? Tranquilla Emma è tutto sotto controllo. 

Nella mia testa in quel momento stava nascendo una vera e propria guerra, mi sentivo in colpa perché sapevo che era colpa nostra e della nostra malsana idea ma non avevo tempo di pensarci,  dovevamo far star bene Chloe.  le misurai la febbre appurando che aveva 39 e sette. Ecco perché non riusciva ad essere propriamente cosciente. Killian riferì la notizia al suo medico il quale come prima cosa cercó di tranquillizzarci dopodiché ci disse di raggiungerlo solo per precauzione. Nenache il tempo di riagganciare il telefono che ero già in macchina con Chloe sistemata nel suo seggiolino auto. Aspettai che Killian avvisasse i presenti e chiedesse loro di aiutarci con Liam e Leila dopodiché partimmo. Infransi non sonquanti limiti di velocità ma alla fine riuscimmo ad arrivare in ospedale sani e salvi. Chloe venne portata in pronto soccorso per una visita che a me sembro durare in eterno dopodiché il medico uscì venendoci a parlare.

- Come sta? - io e killian parlammo all’unisono. 

- Ve l’ho già detto per telefono, dovete stare sereni, non sta succedendo nulla di allarmante. 

- Nulla di allarmante dici? Mia figlia, la quale le ricordo non ha difese immunitarie sufficienti a combattere infezioni, ha un febbrone da cavallo e lei mi dice non preoccuparmi???

- Emma, hai fatto quello che ti ho detto per quanto riguarda la festa? Hai chiesto alle mamme di controllare i bambini?

- Certamente! Non crederà davvero che io sia così stupida!

- E allora non devi temere nulla. 

- E se mi avessero mentito? Le mamme dico. Come facciamo ad escludere che sia a causa del contatto con loro se adesso sta così? 

- Innanzitutto non sarebbero state corrette nei vostri confronti e in quelli della piccola  e in secondo luogo tramite le analisi che le ho fatto fare scopriremo la vera causa. Le ho fatte mandare già in laboratorio, dovrebbero essere pronte tra poco. Nel mentre perché non fate un salto su in pediatria? Stanza 148.

- l’avete  ricoverata? 

- Solo per una notte e per precauzione. Le facciamo scendere la febbre e ve la faremo tornare a casa in men che non si dica. Andate da lei ora. Vi raggiungerò tra poco con le risposte delle analisi. 

Raggiungemmo Chloe in stanza, dormiva piccolo amore mio. Le presi la manina e avvicinandomi al suo letto io e il suo papà iniziammo a raccontarle una favola, una favola speciale, quella che che ha portato alla nascita di una piccola stella che porta esattamente il suo nome... la nostra storia. Al solo sentire le nostre voci la vidi rilassarsi e di conseguenza continuammo a parlarle anche dopo la favola aspettando così  il medico che non tardò ad arrivarare.

- ottime notizie - esclamó entrando - Non ha nulla di virale quindi non dovete temere qualche infezione. 

- E allora come si spiega la febbre? E perché ce l’ha? 

- Suppongo che abbia giocato tanto oggi.

- Direi di sì!

- E immagino che abbia sudato. - annuii - Ecco spiegato il motivo: non era più abituata e di conseguenza ha preso la febbre. Febbre come questa non deve spaventarvi in quando non vi è infezione...  è solo un piccolo colpo d’aria che è sfociato così, è normale visto la vita che sta conducendo. State tranquilli dopo un paio di flebo starà benone e potrete portarla a casa. 

- E per le sue difese immunitarie che mi dice? La cura che stiamo facendo sta funzionando?

- Sono aumentate un altro po rispetto all’ultima volta ma non abbiamo ancora raggiunto i numeri che escludono i pericoli. Siamo sulla buona strada però, le medicine fanno effetto. Vi lascio riposare adesso, ci vediamo domani per le dimissioni.

Tirai un sospiro di sollievo. Avevo paura di essere stata io la causa del suo stato attuale: stavo cominciando a maledirmi per aver assecondato il suo desiderio della festa, per essere stata superficiale e non aver messo lei al primo posto ma ripensandoci credo proprio di aver fatto la scelta giusta:  ad onor del vero l’ho messa al primo posto nonostante le mie paure e perplessità nel farlo. Anche se adesso sono un po’ scombussolata e non sono ancora del tutto lucida, visto la paura che mi ha fatto prendere, so che era la scelta giusta fare quella che abbiamo fatto. In cuor mio sapevo che non le avrei mai permesso di ammalarsi seriamente e in caso contrario avrei trovato un modo per curarla anche a costo di trasformarmi nella peggior creatura esistente sulla faccia della terra. In quel momento mi premeva una cosa sola: la sua felicità. Volevo vedere i suoi occhioni illuminarsi di pura gioia e sono felice di esserci riuscita. Fin quanto la vedrò felice, io sarò felice e tutto andrà bene. 

 

Note dell’autore: avevo assolutamente voglia di pubblicare qualcosa visto il brutto tempo che c’è fuori, ma pur di aggiornare non ho controllato fino in fondo i vari errori. Spero non ce ne siano molti. Appena posso ripasserò ad eliminarli. Alla prossima ragazzuoli che vi anticipo subito sarà nel futuro. Ciao ciaooooo

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Capitolo 50
*** I fidanzatini di Chloe (parte1) ***


Questa storia è ambientata nel futuro, precisamente 10 anni avanti rispetto a quello che è il nostro presente. 

 

La giornata era iniziata nel peggiore dei modi per il nostro Killian, che nel mentre si recava da Granny's per il suo solito caffè di metà mattina, incroció per sbaglio l'ormai appurato fidanzato di sua figlia Leila e un altro ragazzetto che aveva su per giù la sua età. I due erano molto presi a far raggionamenti ipotetici sulla sua figlioletta Chloe. Cercando di farsi notare il meno possibile si mise a qualche tavolo dietro di loro, in una postazione strategica per non dare nell'occhio e si mise ad origliale la loro conversazione.

 - Su questo ti devo proprio dare ragione: è davvero molto molto carina, non per niente è la sorella della mia ragazza; ma te lo dico subito: non hai mezza speranza con lei amico. Da quel che mi dice Leila sembra proprio che si stia frequentando con un ragazzetto. 

- Sapevo di un ragazzo ma non lo aveva mollato? 

- Parli di Lucas? Beh quello è stato un mesetto  fa ormai, anche io e Leila ci eravamo allontanati in quel periodo che c'entra.  Ora sembra proprio che qualcun'altro le stia facendo la corte e lei a quanto pare non sembrerebbe per nulla dispiaciuta dalla cosa.  - a quelle parole Killian sussultó. Passi la cotta passeggera per quel ragazzetto di qualche tempo prima ma non poteva succedere di nuovo. La sua piccola era solamente sua, nessun altro avrebbe dovuto anche solo provare ad avvicinarsi a lei. Lui lo avrebbe impedito a qualsiasi costo. 

 Nonostante gli faceva male sentir parlare di Chloe come una ragazza a tutti gli effetti in grado di suscitare l'interesse dei maschietti e non più come la sua bambina, decise comunque di restare lì e continuare ad ascoltare qui due nel caso venissero fuori più notizie riguardo proprio al ragazzetto che stava ipoteticamente frequentando sua figlia.

- Sai dirmi almeno come si chiama questo tizio? - chiese il ragazzo a Gideon.

- No! A quanto pare neanche Leila conosce la sua  l'identità, sa solo che qualcuno la sta corteggiando e dagli atteggiamenti di Chloe nel sorridere come un'ebete, nel chiudersi in bagno per delle ore al telefono e andare a scuola sempre in tiro, ha dedotto che a lei la cosa non dispiace affatto.

- Quindi non stanno ancora insieme...

- Penso di no altrimenti almeno a sua sorella lo avrebbe confessato visto il rapporto che hanno, ma vedi che ti dico bene: è mia cognata, ha solamente 14 anni; puoi farle capire che ti interessa ma tieni a posto le mani mi sono spiegato? - forse per la prima volta nella sua vita Killian apprezzó davvero Gideon. - ora  andiamo prima che mio padre o mia madre ci becchi ad aver saltato la scuola. 

Aspettò che i due ragazzi uscissero dal locale dopodiché la domanda sorse spontanea: doveva tornare a lavoro come se nulla fosse successo o correre a casa da Emma e dirle la verità su quello che stava succedendo? Come facilmente intuibile scelse la seconda ipotesi, prese due cioccolate calde, una per lei e una per il loro piccolo Liam che era a casa con la febbre, e la raggiunse. 

- Amore come mai già di ritorno? - le disse lei  vedendolo rincasare con ben tre ore d'anticipo. Non era di certo da lui tornare prima, era molto preciso nel suo lavoro.

- È successa una cosa! - disse serio. 

- Che è successo! - disse lasciando stare la preparazione del pranzo e avvicinandosi a Killian. - qualcuno sta minacciando nuovamente la città?  

- no peggio.... Chloe...

- Oddio è successo qualcosa a Chloe??? - il suo sguardo cambió: da curioso divenne pietrificato dalla paura. Che qualcosa potesse essere accaduto alla loro bambina?  

- Lasciami finire! No, non è successo nulla di quello che pensi altrimenti non stare così tranquillo, ma la cosa è comunque grave. In pratica mi sono imbattuto in una conversazione tra Gideon e altro ragazzo: parlavano di Chloe. Quel depravato cercava informazioni sulla nostra bambina e Gideon gli ha detto che... beh che lui è Leila credono che si stia frequrntando già con qualcuno. 

- Ah! Solo questo dovevi dirmi? - rispose come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.

- E ti  sembra poco?  - chiese meravigliato. - Non ti sembra assurdo? Chloe è ancora piccola per pensare ai ragazzi vero?

-  A quanto pare no tesoro e ad onor del vero lo sapevo già. 

- Lo sapevi? Te ne ha parlato? Oddio questo significa che è vero!!!! La mia bambina... 

- Calmati Killian o ti verrà un'infarto!  - sorrise nel vederlo così agitato. - No, non me ne ha parlato ma non è difficile da capire che si sia presa una cotta. È sempre al telefono, è felice 24h no stop, non si arrabbia neanche con Liam se entra nella sua camera e non meno importante si alza mezz'ora prima del solito ogni mattina per sistemarsi al meglio i capelli. Sai quanto ama dormire tua figlia, questo doveva essere un vero e proprio campanello d'allarme per te non trovi? 

- Menomale che studiano alla scuola privata e che quindi indossano la divisa dell'istituto altrimenti mi sarei dovuto preoccupare anche dell'abbigliamento vero?

- Direi di sì. - sorrise - Possibile che tu non ti sia ancora abituato a tutto questo dopo esserci passato già con Leila? 

- Non mi abituerò mai a questo purtroppo ma per quanto riguarda Chloe... beh lei non è fatta per i fidanzati! Non ce la vedo ok? È piccola. E poi non voglio che qualcuno me la porti via.

- Ma succederà prima o poi! Davvero non ti eri accorto di nulla? Riesce ad abbindolarti esattamente come un tempo quella signorinella.

- Non prendermi in giro ok? Non puoi immaginare come mi sono sentito quando ho sentito parlare di lei come una donna vera e propria. 

- Lo capirò tra qualche anno quando avremo un gruppetto di ragazzette antipatiche davanti al vialetto di casa pur di incontrare di sfuggita Liam.  - fece una smorfia al solo pensiero. 

- Mi stai forse dicendo che un giorno potrò prenderti in giro come tu stai facendo ora con me? 

- Può darsi! - risero insieme! 

- Ascolta parlando di cose serie: hai intenzione di parlarle? Con Chloe dico. 

- No, non ancora. Non credo sia il momento, sarà lei a dirci la novità quando sarà pronta. E poi non sai se è solo una simpatia, una cotta passeggera o l'inizio di qualcosa. 

- E cosa vorresti fare? Stare lì senza far nulla mentre lei affronta cose più grandi di lei? 

- Oddio cose più grandi di lei, non pensi di esagerare adesso? Killian cosa vuoi che faccia una bambina di 14 anni? Passeggerá mano nella mano con questo ragazzetto e al massimo ogni tanto si scambieranno qualche bacio sulla bocca. 

- E non ti secca la cosa? 

- A me non tanto ma a te a quanto pare si. 

- non ne voglio parlare. Il solo pensiamo mi manda ai pazzi! Vado in camera a... beh non lo so! Troverò qualcosa da fare. 

In camera ci andò sul serio ma solamente dopo aver architettato una piccola missione con suo figlio piccolo. Non sapeva cosa stesse passando nella testa di sua figlia perciò voleva saperne di più in modo tale da tutelarla. Per questo ora è seduto con in mano il diario segreto di sua figlia recapito proprio dal piccolo pirata Liam. Quello era l'unico modo per sapere qualcosa di più su quello che le stava capitando.

- Io non lo farei se fossi in te! - venne colto sul fatto da sua moglie che non convinta di quella strana uscita di scena andò di sopra a cercarlo. 

- Lo sto facendo per lei! - si giustificò Killian.

- Davvero????? Lo stai facendo per lei... non lo stai facendo per te? - la domanda era retorica, sua moglie lo conosceva fin troppo bene.

- E va bene, sono preoccupato ok? È un reato esserlo? 

- No certo che no, ma non è così che lo sarai di meno, anzi... Una volta letto il suo diario succederà una cosa più grave a cui non potrai più rimediare: avrai invaso la sua privacy e se lei lo scoprirà avrai anche compromesso la sua fiducia nei tuoi confronti. È davvero questo quello che vuoi?

- Mi stai dipingendo come un'essere orribile!  

- Non sei un essere orribile e neanche lo sembri. Sei un papà geloso marcio di sua figlia ma non è sfogliando le pagine del suo diario che scoprirai qualcosa. Non c'è assolutamente nulla da scoprire. 

- Ne sei sicura? Non lo conosci quel tipo... e se come Gideon fosse un ragazzo più grande di lei? E se pretendesse di più?

- Troppi se e poche certezze per avete un quadro completo non trovi? E' proprio per questo che ti dico di non preoccuparti; e poi siamo sinceri, Chloe è ancora molto ingenua fortunatamente, non penserebbe mai a niente di cui tu ti stai già allarmando. Sono sua madre Killian, per me lei è come un libro aperto. Non è ancora tempo per preoccuparsi. Per una volta, una sola, prova ad avere fiducia ok? 

- Va bene, ma se quel pervertito oserà anche solo sfiorarla...

- Si ok! Lo farò arrestare. Ora peró vai a riposare quel diario prima che torni a casa e se ne accorga. 

Sua moglie aveva ragione, poteva essere geloso marcio, non fidarsi di quel ragazzo e altre spiegazioni sensate,  ma il gesto che stava per compiere era sbagliato. Aveva sempre avuto fiducia in sua figlia, loro due in particolar modo erano molto uniti, non valeva la pena rovinare un rapporto così bello per colpa delle paure genitoriali. Si fece forza, chiese a Liam di rimettere il diario a posto e si ripromise di non dire nulla a sua figlia di quel ragazzo fino a quando la cosa non sarebbe diventata palese, cosa che si verificò solamente un mesetto dopo.  

***

Leila e Chloe erano a scuola, o meglio: Leila era a scuola  e cercava disperatamente sua sorella per farsi consegnare il quaderno che per sbaglio era finito nella sua borsa. Purtroppo però di Chloe non vi era traccia. La signorina in questione aveva ben altri programmi quel giorno e per lei erano decisamente più interessanti.

- oddio non posso credere di averlo fatto! - esclamó la ragazza a quello che a tutti gli effetti stava diventando il suo primo fidanzatino, Lucas non era da considerare tale, lui era stato semplicemente una simpatia "giovanile" come amava definiva lei. 

- Te l'ho detto che non ci sarebbe stato nulla da temere. Avevo ragione? - rispose lui dandole un tenero bacio sulle labbra cosa a cui lei credeva di non riuscire mai ad abituarsi viste le emozioni che sentiva ogni volta. 

- Si! 

- La cosa che non capisco però è perché mi hai portato qui! 

- È il posto più tranquillo, nessuno ci beccherà qui! - a quelle parole al ragazzo si illuminarono gli occhi e con un sorriso malizioso si avvicinò alla sua ormai fidanzata e iniziò a baciarla con passione conducendola passo dopo passo verso il divano posto vicino alla parete difronte a loro. Le loro effusioni vennero peró interrotte dal suono di un cellulare, quello di Chloe per la precisione.

- Non rispondere... - le disse lui scocciato da quella interruzione. 

- È mia sorella! Devo rispondere per forza! - rispose staccandosi da lui per poi prendere la chiamata

- Pronto! 

- Dove diamine sei Chloe! Ti ho cercata dappertutto!

- Sono esattamente dove sei tu! A scuola intelligentona. - cercó di essere il più convincente possibile 

- Mi serve il quaderno di chimica che hai in borsa quindi sbrigati a raggiungermi nella mia classe.

- Cavolo il quaderno! - lo aveva completamente dimenticato...e ora???? - Leila vai nei bagni del primo piano te lo faró apparire li, non posso muovermi da dove sono in questo momento! 

- Ma si può sapere dove sei? E no! non materializzarlo li, potrebbe prenderlo qualcun'altro. Se devi materializzarlo fallo almeno nel mio zaino. 

- Non mi ricordo ogni dettaglio del tuo zaino potrei farlo finire ovunque.

- Ok allora materializzalo in bagno ma che sia l'ultima volta che mi crei casini.  comunque non hai ancora risposto. Dove diavolo sei?

- In classe e non posso muovermi, sto facendo delle cose per la prossima ora.

- Non sei in classe piccola bugiarda dove accidenti sei!!!! Dimmelo! - sua sorella si era appena accorta che le stava spudoratamente mentendo e Chloe beccata sul fatto non poter far altro che ammettere la sconfitta e confessare.

- Prometti di non dire nulla a mamma e papà!

- Dimmelo senza troppi giri di parole signorina.

- Ho marinato la scuola! Ecco, l'ho detto! 

- HAI FATTO COSAAAA???? - era la prima volta che Chloe faceva una cosa del genere. - Dove diavolo sei e sopratutto con chi sei? 

- Sono da zia Regina... e sono con Ilary! 

- Non raccontarmi bugie lo sai che non devi mentirmi! La tua amica è in classe sono passata poco fa! Con chi...

- E va bene sono con... con...  sono con quella persona di cui ti dicevo! - a Leila per poco non venne un infarto. 

- Torna immediatamente a scuola Chloe! 

- Ma perché? Io non ti ho mai detto nulla quando non andavi a scuola. Non puoi ricambiare il favore per una volta tanto? 

- Mamma ha sempre saputo quando non andavo, tu al contrario lo stai facendo in gran segreto  quindi stai nascondendo qualcosa e io non voglio entrarci.

- Non ti ci faccio entrare tranquilla devi solo...

- Torna a scuola ragazzina non farmi incavolare! 

- Non puoi comandarmi! Sono grande. 

- O cara no che non lo sei!  Se non vuoi che lo dica a mamma sbrigati a tornare qui! Non sto scherzando Chloe torna immediatamente a scuola, vengo a controllare nella tua classe alla prossima ora! - le riaggancio il telefono senza diritto di replica. Non era arrabbiata era più che altro preoccupata, sua sorella era una bambina ancora, cosa diavolo stava facendo da sola con quel misterioso ragazzetto? Immersa nei suoi pensieri corse a prendere il quaderno che le serviva e tornó in classe.

- Era ora che riattaccassi! Si può sapere chi era? - chiese tra un bacio e l'altro il ragazzetto della dolce Chloe.

- Mia sorella! Vuole che torni a scuola... - si alzó dal divano e corse a prendere il suo zaino. 

- Aspetta aspetta dove stai andando? non vorrai andare via vero? Resta qui! 

- Non posso, mia sorella mi ucciderà se non mi trova a scuola e lo dirà ai miei! Non voglio finire nei guai. 

- Ma non lo farebbe mai! La conosco bene tua sorella! 

- credo di conoscerla meglio di te, meglio non rischiare.

- E daiiii... mi hai promesso di passare del tempo sola con me, adesso che fai vai via? - tornó a baciarla. Si sentiva davvero bene in compagnia di quel ragazzo e non ci vollero tante suppliche da parte di quest'ultimo prima che si convinse a restare. 

- Mmmh... e va bene... mi hai convinta, dove eravamo rimasti? 

- Così ti voglio! - ripresero esattamente da dove erano stati interrotti ma quando la giornata inizia male non può che finire peggio. Mentre erano intenti a scambiarsi effusioni ecco che la porta dello studio del sindaco si aprì facendo entrare al suo interno una Regina alquanto scioccata della scena che si titrovó davanti.

- Mah... cos... che sta succ.... CHLOEEEEEE! - esclamó

- ODDIO ZIAAAA! - esclamó a gran voce - Che ci fai qui? Non dovevi essere fuori città per lavoro? - divenne rossa dalla vergogna per essere stata beccata.

- Che diavolo...

- No zia posso spiegare davvero! Non è come pensi. Noi stavamo solo...

- Ho visto cosa stavate facendo... - rispose ancora sotto shock  - E la Scuola? - la ragazza abbassó lo sguardo, sapeva di non poter mentire a sua zia, non in questo momento che era nel torto almeno - Hai saltato la scuola per venire qui a..... mah... CHLOEEEE! Da te non me lo sarei mai aspettato signorina; avanti prendi le tue cose e vieni con me! 

- Mah... zia io...

- Non parlare, non ne hai proprio il diritto, sei nel torto più tirate! E tu... - si rivolese a quel ragazzo - Ti conviene non farti vedere mai più accanto a mia nipote. Mi sono spiegata?

- Con tutto il dovuto rispetto signora sindaco, lei non è sua madre non può...

- Sono sua zia e sono ancora la Regina cattiva non dimenticarlo. Ti voglio il più lontano possibile da lei è chiaro? Sparisci dalla mia vista immediatamente.

I due ragazzi si lanciarono uno sguardo d'intesa dopodiché lui le lasció sole.

- Zia per favore lasciami spiegare, ti prego.

- Che vuoi spiegarmi Chloe? Che al posto di essere a scuola hai preferito venire qui a fare cose più divertenti con quel teppista? 

- È la prima volta in tutta la mia vita che salto la scuola zia,  non credo di aver fatto una cosa così orrenda! Vuoi sapere perché l'ho fatto? Perché a quanto pare papà ha saputo che qualcuno mi sta corteggiando e trova ogni scusa possibile per controllarmi quando sono fuori.

- E quindi? Sei minorenne fa bene a controllarti anche perché se le intenzioni che avete tu e questo tizio sono quelle che ho visto poco fa... beh fosse per me non dovresti uscire prorpio. 

- Ma perché dici così zia? Non sei mai stata innamorata?  Che ne è stato di Daniel? Te lo ricordi vero?

- Io ero più grande e di sicuro queste cose non le facevo.

- Non stavamo facendo nulla zia! 

- Perché vi ho beccato in tempo.

- No! Stai sbagliando! Sei completamente fuori strada, non sono una p......

- Non ci provare nenache a dire quella parola. - alla ragazza vennero gli occhi lucidi ma si trattenne dal piangere, non voleva sembrare debole.

- Non dovevo saltare la scuola hai ragione, possiamo smettere di litigare per favore? 

- Non stiamo litigando, sto solo cercando di farti capire che stai sbagliando. 

- Va bene zia non lo farò più, scusa. Non... non lo dirai a mamma e papà vero? 

- Certo che non glielo dirò! Sarai tu stessa a farlo.

- Ma... ZIAAA! Mi uccideranno! Mamma per la scuola e papà per.... beh per lui.

- Mi dispiace amore ma devi dirglielo. Non tanto della scuola quanto di questo ragazzo. Devono saperlo perché... beh devono saperlo e basta. 

- Zia per favore... non... loro non capirebbero... cioè papà non capirebbe. 

- Allora.. lascia che ti spieghi una cosa tesoro mio, devi dirglielo per due motivi fondamentali: il primo, il più ovvio è che non è giusto mentire, sopratutto ai tuoi genitori, lo sai e sai anche che Leila parló subito con loro di Gideon, certo papà si è ingelosito parecchio ma alla fine mi sembra che siano ancora fidanzati. Il secondo motivo per cui devono saperlo è perché loro conoscono molto bene quel ragazzo. 

- Per la storia che prima era un adulto e anche amico di mamma? 

- La storia non è esattamente così ma si... per questo motivo. 

- Non me la sento di dirglielo... 

- Dovrai farlo altrimenti lo farò io! Non sto scherzando tesoro, e importante che tu lo faccia. Ora torna a scuola per favore. 

Chloe lasció l'ufficio del sindaco e camminando camminando arrivò davanti la sua scuola. Ormai era mezzogiorno non le conveniva entrare, si mise alla fermata dell'autobus e con le cuffie tre alle orecchie si mise ad attendere che sua sorella uscisse. 

- Eccoti finalmente! Si può sapere che ti è saltato per la testa è? - non riuscì a sostenere il secondo  rimprovero della giornata, scoppió in lacrime e  abbracciò disperata sua sorella la quale rimase senza parole nel vederla così devastata. 

- Ei  Chloe  guardami un secondo per favore... che è successo? - chiese preoccupata.

- Non... non ci voglio tornare a casa! - singhiozzava senza sosta e Leila si senti impotente nel vederla così in quanto non sapeva cosa fosse  realmente successo alla sua sorellina. 

-  È per via del ragazzo con cui eri questa mattina per cui adesso stai così? - annuì facendola preoccupare ancora di più - Che ti ha fatto? Ti ha costretta a fare  qualcosa che non volevi? 

- MA PERCHÉ MO CONSIDERATE TUTTI COME UN MOSTROOOOOOO! - gridò facendo voltare i presenti. 

- shhhhh calmati ok? Non sto dicendo nulla tesoro ma sei sconvolta, non so cosa sia successo, sto solo chiedendo.

- Non... non ha fatto nulla di male... io non voglio parlarne ora.... 

- Va bene tesoro come vuoi! - si abbracciarono. - torniamo a casa dai!

- No non voglio!

- Perché no? 

- Non voglio farmi vedere così... 

-  Si questo non devi preoccuparti, siamo solo noi e nonna che sta facendo da babysitter a Liam a casa. mamma e papà saranno a lavoro per tutto il giorno. - solo a quelle parole si convinse a tornare a casa, presero l'autobus e dopo aver salutato frettolosamente nonna Snow per non farla insospettire di nulla, salirono in stanza con la scusa dei compiti. In realtà si rifugiarono in camera di Chloe a discutere su cosa realmente fosse successo quella mattina. 

- Allora? Vuoi dirmi adesso cos'è che ti ha sconvolto così tanto? Sono tua sorella tesoro, non devono esserci segreti tra di noi. Posso aiutarti se mi dici cosa ti turba. - non era ancora del tutto convinta - Lo so che ho detto di fare la spia a mamma e papà ma lo sai anche tu che non lo farei mai. Volevo solamente spaventarti e farti tornare a scuola per non farti fare niente di stupido. - l'abbracciò per l'ennesima volta sperando si convincesse a parlare. - Allora... raccontami tutto dall'inizio.

- Mah niente... eravamo da zia Regina, nel suo ufficio, pensavo non ci fosse nessuno oggi visto la riunione che aveva ma poi lei è entrata e ci ha visti e...

- Vi ha vista fare cosa di preciso? - la sua voce suonava allarmata 

- Niente di così eclatante tranquilla, ci stavamo semplicemente baciando e prima che mi dici qualcosa...  no! Non avevo altre idee per la testa e ne anche lui. In poche parole zia si è arrabbiata e mi ha detto che devo confessare a mamma e papà che ho marinato la scuola e con chi. Se non lo faccio lo farà lei stessa. Mi ha dato un'ultimatum insomma. 

- Zia! Zia Regina ti ha dato un'ultimatum? Stiamo parlando della stessa zia Regina che ti difende da quando sei nata? Sicura che vi stavate solo baciando?

- Che c'è non mi credi? 

- Certo! È solo che la sua reazione mi sembra un tantino esagerata per un semplice bacio. 

- Crede che volessi andare oltre. Dice che eravamo "troppo presi" ma la verità è che non vede di buon occhio lui. Ho visto come lo guardava, lo ha aggredito e giudicato senza nenache farlo parlare. Dice che mamma e papà hanno avuto dei trascorsi con lui.

- Con un ragazzetto di 14 anni? - chiese meravigliata.

- Potrebbe essere un po' più grande... 

- Quanto grande? Anzi... dimmi direttamente chi è! Non ti vergognerai di me vero? 

- Lo conosci benissimo.... viene in classe con te! Si chiama... 

- No, non ci credo! August???? Stai con August booth? 

- Come fai a...

- Era l'unico assente oggi in classe! Oddio Chloe ma come hai fatto ad innamorarti di lui? Lui è stato un amico di nonstra madre, ha la sua età!

- Ha la tua età, non la sua! 

- Perché lo hanno trasformato, era comunque un uomo fino a qualche anno fa.

- ma non ricorda nulla del suo passato, non va più considerato come tale. 

- ok ok non ti alterare, troveremo una soluzione insieme per affrontare mamma e papà ora però aggiornami un po' su questo fidanzatino. 

Passarono l'intero pomeriggio ad aggiornarsi sulle loro rispettive vite e solo ad allora Chloe si rese conto di quanto avesse sbagliato a non parlare di August a sua sorella. Lei era l'unica su cui  avrebbe sempre potuto contare, era stata una scelta sbagliata voler affrontare tutto da sola. 

Ormai era arrivata la sera e solo in quel momento si sì resero conto che non avevano ancora messo mano ai loro rispettivi compiti. Si misero subito a lavoro cercano di recuperare il tempo perduto quando dal piano di sotto una voce le allarmó.

- Chloe Jones! Vieni immediatamente qui! - era la voce di Killian e non prometteva nulla di buono. Il cuore della ragazza iniziò a correre all'impazzata, cosa voleva suo padre? E perché era così arrabbiato? Provò a fare mente locale ma non le venne in mente nulla se non quello che era accuso quella mattina ma zia Regina non l'avrebbe mai tradita così. Avevano altri accordi quindi escluse subito quella possibilità. 

- Ei! Stai calma! Non sarà nulla vedrai. Vai di sotto, li finisco io i tuoi compiti ok? Ma non ti ci abituare. 

- Ti voglio bene! 

- anche io! Ti aspetto qui ok? 

La ragazza prese un respiro profondo e scese al piano di sotto dove trovò suo padre e sua madre seduti sul divano di casa ad aspettarla. I loro sguardi erano indecifrabili ma di sicuro non le avrebbero detto nulla di buono. 

- Papà mi hai chiamata? - chiese titubante 

- Siediti! - fu l'unica risposta che ottenne. -allora... inizio dicendo che sei in punizione.

- In punizione? E perché mai? - rispose sconvolta 

- Hai anche il coraggio di chiedermi il perche?

- Papà io.....

- Non iniziare a inventarti nulla, non sei nella posizione più adatta per farlo. - in tutto ciò Emma se ne stava in silenzio.  Lei e Killian avevano litigato fino a qualche minuto prima su cosa dire alla figlia, Emma non era d'accordo con la punizione e su alcuni punti di suo marito ma lui fu irremovibile. 

- Non capisco cosa tu voglia dire.

- Non ti conviene che parli io per primo, sarebbe cosa buona e giusta che tu iniziassi ad essere sincera con noi. 

- Ma su cosa? Papà davvero non so di cosa tu stia parlando! Non ho fatto nulla di male! 

- Come va a scuola? - chiese a bruciapelo.

- Bene! Ho ottimi voti ma questo lo sai già! Perché me lo chiedi? 

- Pura curiosità! Oggi ad esempio come è andata? Sei stata interrogata. - il suo cuore perse un battito, cosa doveva dirgli adesso? 

- Nessuna interrogazione, tutto noioso come sempre. - mentì

- Come può essere noiosa la scuola se non la si frequenta? - si stava alterando e allora lei capii che qualcuno aveva appena fatto una soffiata.

- Zia ti ha detto...

- Non è stata tua zia e non deve interessarti sapere chi sia stato. Sappi solo che siamo venuti a conoscenza che non sei andata a scuola e sopratutto abbiamo appena appreso che ti frequenti con una persona. 

- Mah...

- Non ho finito! Punto uno non ti azzardare mai più a mentirci. Non provare nenache a pensare di saltare un altro giorno di scuola senza che noi non ne siamo al corrente e sopratutto non ti azzardare mai più a vedere quel tipo! 

- Mah... non puoi dirmi una cosa del genere!

- Posso eccome! Sono tuo padre!

- Sulla scuola ok, hai ragione mi dispiace sono stata una stupida. Sul fatto che non vi ho informato su di lui è perché non ero sicura se fosse una cosa seria o una cosa così... ve ne avrei parlato presto ve lo giuro. 

- Non giurare il falso. Se non fosse stato per tua zia che vi ha interrotto... oddio mi sale il sangue al cervello anche solo a pensarci. Fortuna che secondo tua madre nenache ci pensavi a certe cose!

- Papà stai esagerando adesso! Ok, mi sto vedendo con un ragazzo ma te lo giuro su quello che ho più caro... non sarei andata oltre quel bacio. Non sono una sprovveduta. 

- Lo spero per te signorina! Mi hai dato davvero una grande delusione oggi. Pensavo ti avessimo insegnato le basi della sincerità. 

- Avevo paura che se ti avessi confessato che mi interessava un ragazzo ti saresti arrabbiato e a quanto pare avevo ragione a pensarlo. 

- Tua sorella è fidanzata da qualche anno ormai e mi sembra che sia ancora viva. E se avevi timore di me potevi almeno parlarne con tua madre. 

- Mi vergognavo ma ho capito di aver sbagliato. Ve lo giuro, non si ripeterà più.

- Questo è sicuro visto che non dovrai vederlo più! 

- Ma percheeeee! Ho chiesto scusa, ho ammesso di essermi comportata male. Vada per la punizione, me la sono meritata ma non potete decidere per la mia vita, non potete impedirmi di vedere per sempre una persona che mi fa stare bene. Perché poi?

- Killian forse dovremmo spiegarle... - quella fu la prima frase che provó a dire Emma ma venne bloccata subito.

- Shhh lascia parlare me! - tornò a guardare sua Figlia - quel ragazzo non fa per te! Non è una persona affidabile e no non mi interessa che ti piace! 

- Mah!

- Niente mah! Va di sopra adesso! E per quanto riguarda la punizione naturalmente la sai: niente uscite per le prossime due settimane. Vedi che ti dico bene Chloe:  se al termine della punizione ti vedrò anche solo una volta con quel ragazzo sappi che ci finisci a vita in punizione, mi sono spiegato? - non rispose. - mi sono spiegato chloeeeee???? - disse di sì con la testa trattenendo le lacrime e scappò al piano di sopra a raccontare tutto a sua sorella la quale cercó di consolarla per tutta la notte. Killian aveva avuto un comportamento un po' troppo esagerato ma lui sapeva come stavano le cose e voleva tutelarla. Lei non lo avrebbe capito adesso ma un giorno forse  lo avrebbe ringraziato. Di tutto questo però nenache Emma era d'accordo, lei avrebbe affrontato la cosa in maniera differente ma Killian era stato colpito dalla gelosia, dalla paura e dalla delusione che sua figlia gli avesse mentito... un mix micidiale per lui. Per una settimana intera Chloe non fece altro che andare a scuola la mattina e piangere tutto il pomeriggio, era arrabbiata a morte con suo padre e con sua zia che l'aveva  tradita, con sua madre no, ma solo perché andò a parlarle quella Stessa sera cercando di calmarla e dicendole che il suo papà prima o poi avrebbe smaltito la cosa e si sarebbe calmato. anche lei le disse che aveva sbagliato e che si sarebbe dovuta fidare di loro, ma rispetto a Killian fu più materna e gentile. Ad aggiungere altra carne sul fuoco ci pensó nonna Snow la quale vedendo sua nipote in quello stato  si lasciò scappare qualche  parolina di troppo: " tuo fratello non sapeva che papà si sarebbe arrabbiato così tanto, non avrebbe detto nulla altrimenti". Era stato Liam quindi a fare la spia a suo padre? Che avesse sentito la conversazione avuta con Leila quel maledetto giorno? Non poteva esserci altra spiegazione. Si alzò dal letto e corse nella camera di suo fratello. Se non fosse stato per Leila, che senti le urla del piccolo di

casa e corse a dividerli, molto probabilmente Liam a quest'ora sarebbe stato irriconoscibile per tutti gli schiaffi che prese. Ok che era un bambino di soli dieci anni ma per sua sorella quel giorno aveva oltrepassato ogni limite. Tornò nella sua camera e non uscì per due giorni interi.

- Killian per la miseria fa qualcosa! Valle a parlare! - disse sua moglie preoccupata - sta malissimo!

- Evidentemente ha capito di aver sbagliato. Non le farà male star lontano da quello. Prima lo capirà prima tornerà quella di sempre. 

- Non fare il bambino e ragiona: lo sai anche tu che facendo così non farai altro che perderla. Ci ha mentito ok va bene sono d'accordo con te, ha sbagliato e lo sa anche lei; ma lei deve sapere perché sei così irremovibile sul non farglielo vedere, deve sapere che lei in questa decisione non è responsabile, deve sapere quello che ti passa per la testa e sopratutto deve sapere la verità su August. 

- Non voglio che sappia cos'è successo! 

- Ha il diritto di sapere che non è colpa sua. Vai da lei e parlale a cuore aperto. Anche se non lo da a vedere non aspetta altro e so per certo che anche tu vuoi farlo.

Emma aveva ragione e killian lo sapeva bene, amava Chloe e non voleva vederla così arrabbiata con lui. Tra di loro c'era sempre stato un rapporto invidiabile, non sopportava che a causa di un ragazzo questo rapporto si sarebbe potuto rovinate per sempre: Chloe doveva sapere la verità... o almeno parte della verità. Prese un respiro profondo e andò diretto in camera di sua figlia.

- si può? Posso entrare? 

- Sto studiando, vorrei non essere disturbata. - rispose senza neanche degnarlo di uno sguardo.

- È questione di cinque minuti, per favore tesoro... è importante. - ci pensò su ma alla fine chiuse il libro e si girò nella direzione di suo padre.

- Ti voglio bene Chloe e anche se non sembra sto facendo tutto questo per il tuo bene. So che sembra assurdo ma è così! Sono geloso di te e Leila lo ammetto, odio il fatto che qualche ragazzetto da strapazzo venga e vi rubi il cuore che fino a qualche anno fa batteva solo per me. Vorrei tenervi con me per sempre ma so anche che questo non sarà possibile. Vostro nonno le a provate tutte per tenermi lontano da vostra madre ma a quanto pare ha fallito. Tutti i papà falliscono in questo compito. Facciamo i duri ma poi alla fine se vi vediamo felici vi lasciamo andare. Stento ancora a credere questa cosa ma è  così! Leila è innamorata di Gideon e per quanto quel ragazzo mi infastidisca lei è felice e io non posso impedirle la felicità. Deve tenere le mani a posto, questo lo sa anche lui, e finché rispetterà questa cosa allora io lo accetterò. 

- Se Leila può essere felice con Gideon, perché io non posso esserlo con August?

- Innanzitutto tua sorella è maggiorenne ora, per quanto io voglia farmi valere lei può prendere le sue decisioni da sola e poi era più grande quando ha iniziato la sua relazione con Gideon. Tu sei una bambina ancora e mi fa strano sapere che qualche ragazzetto  ti consideri come una donna a tutti gli effetti. Non è per questo però che non voglio che tu veda August... tze... mi viene il sangue al cervello anche solo a nominarlo. Il problema è che anni fa sono successe delle cose che riguardano proprio lui, cose che vorrei non ripetesse con te. 

- Che cosa ha fatto? - chiese curiosa - non può essere così grave.

- Non voglio che tu sappia, la cosa che devi sapere però è che se sto facendo questo è solo per tutelarti amore mio. Per quanto possa sembrare assurdo non centra nulla il fatto che tu non ci abbia detto nulla. Certo ci sono rimasto male conoscendo  il nostro rapporto e quello che hai con tua madre ma non è questo il punto. Non adesso almeno. Riesci a comprendermi un po' adesso? 

- Forse, ma anche io ho qualcosa da dirti ora e vorrei che mi ascoltassi. - annuì - Non sono più una bambina papà, non sarò grande ok lo ammetto,  ma non sono così  ingenua come puoi pensare, so badare a me stessa. Non so cosa sia successo in passato e sinceramente non mi interessa, a meno che non abbia ucciso una persona o fatto del male a qualcuno non c'è motivo per essere preoccupati. L'August che conosci tu non è lo stesso che conosco io, gli è stata concessa una nuova vita, gli è stata data una nuova possibilità e sopratutto non ricorda nulla del suo passato. Perché non puoi concedergli il beneficio del dubbio? 

- Perché per me ha fatto una cosa imperdonabile. 

- Per te! Per me è solo August, il compagno di classe di mia sorella che scherzando scherzando ha fatto breccia nel mio cuore. È il ragazzo che ogni giorno mi offre la colazione, è il ragazzo che mi aspetta all'uscita della scuola con il sole, con la pioggia o con la neve nonostante la sua classe sia uscita due ore prima rispetto alla mia, è  colui, oltre a voi, che mi strappa un sorriso quando sono triste... ma sopratutto è colui che non mi ha mai pressato su nulla da quando stiamo insieme... e sai a cosa mi riferisco. Lui è peggio di te in certi casi: per lui sono ancora una ragazzina: non ha secondi fini con me, lo so per certo, puoi star tranquillo su questo e io sono felicissima che non ne abbia, sarò anche grande ma non così tanto. Dovrebbe sollevarti il morale almeno questo! - prese un respiro profondo - Cerchiamo di venirci in contro papà, troviamo un compromesso,  qualsiasi cosa mi va bene, anche vederlo con te e la mamma come supervisori, ma non togliermi una delle cose che mi rendono davvero felice. - le aveva aperto il suo cuore ancor auna volta e lo fece nonostante fosse ancora molto arrabbiata, questo Killian lo sapeva e lo apprezzó davvero. Voleva davvero risolvere con lei e sapeva che forse trovare un compromesso era l'unica soluzione possibile. Parló con sua moglie per un consiglio e anche lei la pensava così. Che poi pensandoci bene quello era solo il primo fidanzatino, non sarebbe di certo stato colui che l'avrebbe portata via per sempre da lui. Ci ragionó su dopodiché anche grazie all'aiuto di Emma trovó quel compromesso: Chloe avrebbe potuto frequentare quel ragazzetto a patto di vederlo solo una volta a settimana, o il sabato o la domenica, doveva sempre stare in pubblico e mai isolarsi con lui e doveva continuare ad avere un ottimo rendimento a scuola. La Ragazza accettó il compromesso con suo padre e tornarono finalmente, dopo settimane, ad avere il loro solito grande e meraviglioso rapporto. Passata quella burrasca la vita in casa Jones tornó alla normalità, tutti erano sereni e felici ma la questione Chloe e August ancora non era finita. Per i primi quattro mesi le cose tra i due ragazzi procedevano a gonfie vele, passavano le ore di ricreazione a scuola insieme e una volta a settimana potevano vedersi anche per una cena, per un cinema o per una semplice passeggiata, August sembrava proprio un bravo ragazzo ma qualcosa iniziò a farsi spazio nella testa di Chloe. La curiosità sul passato del suo fidanzato iniziò a farsi spazio in lei e tutto quello che disse inizialmente, di non voler sapere cosa fosse accaduto in quel periodo, diventarono solo parole al vento. Chiedere ai suoi genitori non era contemplato, quando la questione era ancora fresca le capitó di origliare le loro conversazioni e sapeva che sua madre non voleva che loro ne venissero a conoscenza "non voglio che vivano con questo peso" disse. Non le importava all'inizio ma adesso voleva sapere. Si intrufoló in gran segreto nella cripta di sua zia e dopo aver studiato attentamente uno dei suoi libri di incantesimi si mise all'opera pasticciando con il suo calderone magico. Una volta che ebbe finito rientró in casa e andò dritta a parlare con sua sorella.

- Leila ho bisogno di un favore enorme! 

- Se mi stai chiedendo di poter vedere August di nascosto la risposta è no! Non voglio finire nei guai e non voglio che ci finisca tu. 

- No, non centra nulla August, o almeno non centra come pensi tu. Vedi io... io voglio sapere cos’è successo di così grave per portare papà ad essere così crudele con lui e mamma così spaventata del fatto che noi sappiamo. Voglio bene ad August, ma le cose non sono più come prima tra di noi. Non so come spiegarlo ma quando sto con lui mi sento diversa, strana... mi sento come se non mi avesse raccontato parte della sua vita e questo mi infastidisce. Lui non ne ha colpa ma io non riesco più  a far finta di nulla; devo sapere. 

- Devi parlarne con mamma o papà allora, cosa posso fare io? Io non ho la più pallida idea di cosa sia successo.

- Ho trovato una soluzione migliore, non mi servirà parlare con loro. - estrasse dallo Zaino  due pozioni - ho creato queste nella cripta della zia, serviranno per farmi viaggiare nel tempo. L'unica cosa che ti chiedo di fare è di inventare una scusa convincente con mamma e papà se dovessero rientrare in casa prima di me. - Leila rimase per un momento interdetta a fissare sua sorella poi con “gentili” parole le fece capire ciò che pensava:

- Ma ti è andato di volta il cervello????? Vuoi viaggiare nel tempo? Da sola poi? Chloe ma sei scema o cosa? Butta quelle pozioni e fai la cosa più sensata, parla con mamma e papà. 

- Non devi essere d'accordo per forza con la mia decisione, se non vuoi aiutarmi non fa nulla, farò tutto da sola! 

- Non è che non voglio aiutarti, dico solo che potrebbe essere pericoloso. 

- Non dire stupidaggini, non succederà nulla.  Ora scusa ma ho da fare. Chiuse la porta alle sue spalle e andò in camera sua.  Ragionò ancora qualche minuto sul da farsi dopodiché convinta che fosse l'unica soluzione possibile prese la prima boccetta e la lanciò a terra nella sua stanza creando un portale magico. Fece per saltare ma una mano la bloccó: sua sorella era appena entrata in stanza.

- Non puoi impedirmi di farlo! - le disse.

- No, non posso, ma posso venire con te se voglio! Non posso lasciarti da sola e se non vuoi risolvere le cose come tutte le persone normali, cioè parlando, allora ti seguirò ovunque tu voglia andare. 

- Grazie Leila, lo apprezzo molto - si abbracciarono - allora, vogliamo andare? - le ragazze si presero per mano e saltarono all'interno di quel portale che le Condusse nella stessa casa e nella stessa camera in cui si trovavano poco prima solo che con una distanza temporale di 11 anni. La Cameretta dove si trovavano ora era di sicuro di Chloe ma non dell'adolescente Chloe bensi della sua versione bambina.

- Ci sono riuscita! Siamo tornate indietro nel tempo! 

- Shhhh non parlare troppo forte, potrebbe sentirci qualcuno e sai anche te come funzionano i viaggi nel tempo: non dobbiamo assolutamente cambiare il passato se non vogliamo comprometterlo. Sbrighiamoci a capire cos'è successo e torniamo a casa. - Non ebbero neanche il tempo di finire la frase che si sentirono dei forti rumori al piano di sotto, facendo meno rumore possibile uscirono dalla stanza e si misero ad origliale. La scena che si trovarono davanti le lasciò entrambe a bocca aperta. La loro mamma e un ragazzo, che lei chiamava con lo stesso nome di quello che ormai era il fidanzato di Chloe, stavo litigando in maniera molto accesa. Lui era arrabbiato con lei, le gridava parole incomprensibili e le diceva di salvarlo. Lei dal suo canto cercava di farlo calmare e ragionare inutilmente. Le diede addirittura un sonoro schiaffo che fece sussultare le due ragazze. La cosa peggiore di tutto quello schifo? La piccola Chloe di soli tre anni assistì a tutta quella scena impotente e spaventata.

- Io... io non ricordo assolutamente questa cosa! - disse la ragazza nell'orecchio di sua sorella.

- Eri troppo piccola, lo avrai di sicuro rimosso. La cosa importante è che abbiamo capito cos'è successo anni fa. Sbrighiamoci a tornare a casa. 

- No aspetta! Le ha dato uno schiaffo. Papà lo avrebbe ucciso seduta stante se fosse stato presente questo è vero ma non è la prima volta che mamma litiga con qualcuno e faccia a botte... si è presa a schiaffi anche con zia Regina anni fa! Deve essere successo altro per far arrabbiare papà in quel modo e per far trasformare August. Dobbiamo sapere che cosa. - per Leila sua sorella stava dando di matto, avevano visto cosa era successo, non c'era bisogno di restare oltre. Provò a dissuaderla ma fu irremovibile chloe voleva scoprire la vera causa di tutto quel cinema. Continuarono a nascondersi e ogni volta che Emma o Killian uscivano di casa loro nel silenzio e nella discrezione più totale li seguirono fino ad arrivare alla tanto attesa verità. Chloe e Leila presero con mano quando realmente fosse successo con August quel giorno. Lui aveva provato a far del male alla loro mamma, certo come avevano potuto notare anche loro l’uomo era fuori di se ma questo non giustificava di certo il comportamento che stava avendo. Non volevano assistere un secondo di più a quella tortura, faceva troppo male vedere la propria madre soffrire in quel modo ma rimasero perché si accorsero della presenza della piccola Leila: quella bambina aveva assistito a tutta quella scena e coraggiosa come pochi non aspetto un secondo prima di chiamare suo padre il quale lo mise ko. 

- Hai.. hai salvato la mamma Leila! - disse Chloe dopo aver assistito a tutto quel caos

- Non ricordo nulla di questo! Io... 

- Forse è stato un evento traumatico che abbiamo rimosso... forse ci hanno cancellato la memoria... non mi interessa sinceramente, sono contenta di aver trovato le mie risposte quindi se per te va bene possiamo tornare a casa.

- Assolutamente si, non voglio restare qui un secondo di più. - corsero in un posto isolato  dove fossero sicure di non essere viste e aprendo un secondo portale tornarono a casa sane e salve. Quel viaggio nel tempo sembró durare un paio di giorni, ricordavano di essere state lì almeno una notte intera, ma furono felici di costatare che nel loro mondo reale il tempo non era andato avanti, si era come fermato. Erano state davvero fortunate, se Emma o Killian si fossero accorti di quella bravata le avrebbero rinchiuse in casa per sempre. Tutto bene quel che finisce bene? Mmmh no direi di no. Non proprio tutto finì bene. Quel viaggio segnò molto la nostra Chloe. Fece finta di nulla i primi giorni ma Leila sapeva leggerla molto bene e capì che qualcosa la turbava.

- Sono due giorni che sei silenziosa. Vuoi parlarmene? 

- Di cosa dovrei parlare? - fece finta di non capire.

- Di quello che è successo! Anche se non vuoi darlo a vedere lo so che ti ha turbato. Forse mamma aveva ragione a non volerci rendere partecipi. 

- Forse. 

- Che hai intenzione di fare adesso? 

- Io... io non lo so! - prese un cuscino e se lo porto sul viso.

- Ascoltami, non so se possa aiutarti ma prendi in considerazione questa cosa: il tuo August non è lo stresso che hai visto nel passato. Si sono la stessa persona è vero ma lui non ricorda tutta quella parte della sua vita. È come se fosse rinato. Prima di prendere decisioni affrettate valuta tutto ok? - annuì -  bene! Se hai bisogno di me non esitare a bussare alla mia porta!

- Grazie sorellina! Sei la migliore.

- Lo so! - sorrise facendola sorridere a sua volta. 

Passó dei giorni difficili, giorni in cui ripensó a tutto quello che era successo; cosa doveva fare? Troppi erano i dubbi che aveva in testa ma piano piano riuscì a far mente locale e a prendere una decisione. Incontró il suo fidanzatino come orami era solita fare ogni sabato, passo l'intera giornata con lui e alla fine decise di parlargli. 

" August devo dirti una cosa... ci penso da un po' di giorni ormai ed è arrivato il momento di parlartene. è una cosa abbastanza impegnativa quindi ti chiedo di ascoltarmi attentamente e di non interrompermi. Sei un ragazzo meraviglioso, bello come pochi e super intelligente. Da quando abbiamo iniziato a frequentarci non è passato un solo giorno senza che tu ti dedicassi completamente a me. Mi hai sempre messa al primo posto e non mi hai mai fatto mancare nulla. Non so davvero come ringraziarti per tutto questo, mi hai fatto scoprire un nuovo sentimento che nessuno fino ad oggi mi aveva mai fatto provare, mi hai fatto scoprire che cosa significa essere innamorati. Con te stavo iniziando a vivere una favola bellissima ma purtroppo come ogni favola che si rispetti arriva il giorno in cui qualcosa cambia. Non tutte le favole solo destinate ad avere un lieto fine e forse la nostra è prorpio una di queste. Ho fatto una cosa che forse non avrei dovuto fare... no, non ti ho tradito se stai pensando a questo, ho solo messo chiarezza su alcuni punti che non mi erano chiari. Ho scoperto cosa è successo nella tua vita passata, ho scoperto perché sei tornato bambino. - prese dalla tasca dei suoi jeans una lettera e gliela consegnó - qui dentro c'è scritto tutto quello che ho scoperto, ci sono sia le immagini che ho visto sia le emozioni che ho provato nel vederle. Qui dentro c'è scritto esattamente il perché io e te non possiamo più stare insieme. Mi dispiace August, mi dispiace davvero tanto devi credermi ma non posso stare con te dopo quello che ho scoperto. Quando leggerai questa lettera, semmai vorrai leggera, capirai di cosa sto parlando; ma voglio che tu sappia anche un'altra cosa: non mi sto allontanando da te per paura che tu possa ripetere gli stessi errori con me. Non ho paura di te e so per certo che non mi faresti mai del male, ma hai ferito una delle persone più importanti della mia vita e per quanto tu possa aver dimenticato quella vita per me è difficile farlo. Ti ho voluto davvero bene August ma non posso stare con te e portare questo peso nel cuore. Spero che un giorno tu possa comprendere a pieno tutto questo. - senza aggiungere alto gli si avvicinò, gli diede un bacio sulla guancia e si allontanó lasciandolo da solo con in mano quella misera lettera. 

Fu così che finì la loro storia d'amore, la piccola Chloe forse non era più tanto piccola come i suoi famigliari pensavano, stava diventando giorno dopo giorno una donnina davvero molto coraggiosa. Certo ci sarebbe voluto del tempo prima che quel dolore, dovuto alla prima rottura amorosa, svanisse ma presto, molto presto qualcun'altro sarebbe entrato nella sua vita portandole nuovamente gioia e entusiasmo verso quel sentimento chiamato amore.

 

Note dell’autore: sorpresaaaa! Visto l’allerta meteo e il diluvio universale che si sta scatenando sulla mia cittadina impedendomi di uscire ho pensato di impiegare il tempo a disposizione  per scrivere anche questo capitolo. Sono riuscita a terminarlo subito e di conseguenza non vedo il motivo si aspettare nel pubblicarlo. Fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima.

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Capitolo 51
*** I fidanzatini di Chloe (parte2) ***


- Sbrigati a vestirti se vuoi venire al mare con me Chloe! La mia amica tra dieci minuti sarà qui e non ho di certo intenzione di farla aspettare perché tu continui a poltrire beatamente. - erano su per giù le otto e trenta del mattino quando Leila fece irruzione in camera di sua sorella per cercare di buttarla giù dal letto. Avevano in programma di passare una giornata al mare visto il bel tempo estivo che Storybrooke stava regalando pur essendo ancora maggio. Certo sarebbe stata una giornata studio per Leila e la sua amica visto che la maturità era alle porte ma il tempo era  troppo bello per non approfittarne. - Non sto scherzando Chloe, ti lascio a casa se non ti alzi! 

- Ok ok ho capito! Smettila di starnazzare! Te l'ha mai detto nessuno che la tua voce di prima mattina è davvero fastidiosa? - se non avesse risposto subito sua sorella avrebbe continuato di sicuro a gridare per tutta la mattina quindi tanto valeva far riposare le orecchie. Si alzò dal letto e strisciando i piedi si avviò in bagno dove molto lentamente iniziò a prepararsi. L'amica di sua sorella, come precedentemente annunciato, arrivò all'incirca qualche minuto dopo essersi chiusa in bagno e pur di non sentire altri spiacevoli richiami finì di prepararsi con la magia e insieme a Leila raggiunsero la ragazza che le stava aspettando. Non impiegarono molto ad arrivare, Storybrooke è solamente una piccola cittadina, parcheggiarono la Macchina e si avviarono in spiaggia. Sistemarono l'ombrellone,i teli mare, misero in mostra i propri costumi e iniziarono così la loro giornata. 

- È davvero un'ingiustizia che lei possa godersi a pieno questa giornata mentre noi siamo costrette qui, sotto questo ombrellone, con un noiosissimo libro di fisica tra le mani. - sentenziò Emily, l'amica di Leila, notando Chloe passeggiare sulla riva con il suo inseparabile l'iPod nelle orecchie. 

- Io sarei più precisa: non si sta godendo la giornata, si sta letteralmente mettendo in mostra. - alzò gli occhi per aria notando tutti qui ragazzetti che rimanevano imbambolati a fissarla ogni volta che lei gli passava davanti.

- Sembri tuo padre sai? - la prese in giro 

- Beh se in questo momento la vedesse lui di sicuro la prenderebbe per quelle trecce e la porterebbe a casa dove nessuno possa ammirarla. - rise immaginandoselo. - Scommetto 50 dollari che quel costume l'ha comprato di nascosto. Anche mamma sarebbe contraria a quei due miseri pezzi di stoffa bianca fidati. 

- Voi due avete un fisico che vi permette di indossare qualsiasi cosa quindi lasciala fare: se non si diverte adesso quando lo farà? Dai avanti continuiamo a studiare, la maturità ci aspetta. 

La mattina proseguì abbastanza tranquillamente e dopo aver messo momentaneamente da parte lo studio per fare almeno un bagno in quella calda giornata decisero di andare in un chioschetto lì vicino a mangiare qualcosa. Era ora di pranzo e stavano letteralmente morendo di fame. Nell'attesa che venisse portato loro il cibo Leila notó una cosa che le fece alzare gli occhi per aria: due ragazzetti, che era sicura aver visto quella mattina puntare sua sorella, le avevano palesemente seguite andandosi a sedere qualche tavolo più distante da loro.

- ci sono quei due ragazzetti che ci seguono da quando siamo arrivate! -  disse facendo partecipe dei suoi pensieri le altre ragazze.  Chloe tentò di girarsi per capire di chi stesse parlando sua sorella ma quest'ultima la fermò:  - no! Non farlo, non ti giare, stanno guardando da questa parte. Fa finta di niente. - anche se molto curiosa di sapere chi fossero quei due diede retta a sua sorella e continuarono a pranzare. Non ci volle molto però  che quei due ragazzetti le raggiunsero al tavolo sedendosi accanto a loro senza chiedere il permesso.

- Ciao bellezze! Che si dice da queste parti? - cercò di attaccare bottone uno di loro. 

- Che sarebbe buona educazione presentarsi prima di autoinvitarsi ad un tavolo non trovi anche tu? -  rispose Emily capendo già le intenzioni di quei due. 

- Avete ragione scusate ma il mio amico è un cafone di prima categoria. Piacere di conoscervi ragazze io mi chiamo Andy e lui è il mio amico Peter. 

- Così va molto meglio! 

- E voi? Non lo ce l'avete un nome? - continuó il ragazzo.

- A me sembri più cafone tu che il tuo amico, comunque piacere, io sono Emily e loro sono Leila e Chloe. 

- Chloe hai detto? Ma che bel nome!  senti Chloe.... 

- Emh Andy o come hai detto che ti chiami mettiamo le cose in chiaro: quella è mia sorella tanto per iniziare quindi datti una regolata, secondo noi stavamo giusto andando via vero ragazze? - Leila si alzó facendo di conseguenza alzare le altre due!

- Ve ne andate così? Ma siamo appena arrivati! Lasciateci almeno offrirvi qualcosa!

- Beh sarebbe davvero.... - Chloe prese la parola ma sua sorella la fulminó con lo sguardo facendole capire di interrompere li quella conoscenza - ...davvero carino da parte vostra ma non possiamo proprio, andiamo molto di fretta, magari un'altra volta. - senza ulteriori convenevoli lasciarono i due ragazzi al tavolo e tornarono alla loro postazione.

- Io vorrei sapere se ci sei o ci fai! Non devi attaccare bottone con ogni idiota che fa il piacione con te! 

- Non stava facendo il piacione con me, Ci stava solamente offrendo da bere, perché non ti rilassi ogni tanto? Povero Gideon guarda... mi fa una tenerezza incredibile quel ragazzo.

- A Gideon gli vado bene come sono fidati, io mi preoccuperei più per te stessa. Finirai nei guai prima o poi se continui ad essere così superficiale. 

- Mi stai dando...

- Ei Ei Ei! Smettetela di litigare voi due, siamo qui per divertirci! 

- Ha iniziato lei! 

- A dire il vero stai facendo tutto da sola: non ti stavo dando della poco di buono se è  questo che hai pensato... Dico solo che sei troppo buona e ingenua. Gli si leggeva in faccia a quei due ciò che cercavano da noi tesoro mio. Davvero non lo avevi capito? 

- Certo che lo avevo capito ma dargli corda non significa mica assecondarli in tutto e per tutto. E poi se devo proprio essere sincera il suo amico,l' amico di Andy intendo, era decisamente più tranquillo e  non era neanche niente male. - sorrise maliziosamente. 

- Chloe Chloe Chloe ma che devo fare io con te è? C'è  un ragazzetto della tua età, Bello come il sole che pende letteralmente dalle tue labbra e tu che fai? Continui ad ignorarlo cercano casi patologici? Apri gli occhi tesoro mio, non resterà single per sempre.

- Ma si può sapere di chi stai parlando? 

- Ci rinuncio.... - alzó le mani rassegnata - ma come di chi sto parlando, della tua ombra naturalmente. Suo padre è  l'uomo che sussurrava alle renne! Ti dice qualcosa? 

- Parli di Erik? Leila quante volte devo dirtelo: Erik è solo un amico. Il mio miglior amico per la precisione. Non ha interesse per me e di certo non pende dalle mie labbra.

- No infatti, oltre che dalle tue labbra pende dai tuoi occhi, dalle tue orecchie, dal tuo naso e così via! Davvero pensi che non abbia interesse per te? Non hai capito proprio niente dell'amore allora... e poi non mentire a te stessa anche a te lui piace! Si vede da come marchi il territorio ogni volta che qualcuna prova anche solo ad avvicinarlo!

- Non marco il territorio, semplicemente non fanno per lui! 

- Apri gli occhi sorellina e prenditelo prima che sia troppo tardi! Non ci tengo a vederti gironzolare per casa in preda ad un cuore spezzato!

- Ma finiscila e continua a studiare altrimenti sarò io che dovrò vederti girare per casa ma non in preda ad un cuore spezzato, ma in preda al dolore per le gambe che ti spezzeranno mamma e papà se verrai bocciata! - scoppiarono tutte e tre a ridere terminando così quella conversazione. 

***

Il weekend finì e a malincuore le ragazze tornarono a scuola. Emily e Leila avevano avuto una giornata particolarmente pesante quel giorno ma fortunatamente erano in pausa e ne approfittarono per raggiungere la mesa e aggiornare Chloe sulle ultime novità della giornata.

- Non vedo l'ora di vedere la sua faccia! A davvero dell' incredibile non trovi? A maggio poi... -  disse Leila mentre con lo sguardo cercava sua sorella tra i tavoli della mensa. Non riuscì a vederla ma al suo posto trovó lui, il suo migliore amico, intento a chiacchierare con un altro ragazzo.

- Erik ciao! Disturbo?  - lo salutò facendolo voltare nella sua direzione. 

- Niente affatto dimmi pure! - la ragazza poté notare lo sguardo del ragazzo di fronte a lei e capì che qualcosa non andava.

- Hai... hai un aspetto orribile, sicuro di sentirti bene? - chiese preoccupata.

- Assolutamente! cosa devi dirmi?

- Nulla di importante, mi chiedevo semplicemente se avessi visto mia sorella! Non riesco a trovarla. 

- Tranquilla so io dov'è: è a pavoneggiarsi con il tipo nuovo! - Indicó la finestra che dava sui tavoli esterni. Ora sì che Leila capiva lo sguardo abbattuto di Erik! Povero ragazzo, ma di tante persone propio di quella scemetta di sua sorella doveva innamorarsi? Lo ringraziò per  l'aiuto e andò a sedersi anche lei ad un tavolo, da quella postazione riuscì a vedere sia ciò che succedeva all'esterno della scuola che all'interno. Il ragazzo nuovo e sua sorella sembravano andare molto d'accordo ma la cosa che più stupì Leila fu l'atteggiamento di Chloe nei confronti di Erik. Dopo aver salutato Peter corse nei locali interni della scuola e dopo aver occhiato il suo amico gli si buttó letteralmente tra le braccia gridando:

- Indovina indovina indovinaaaaaaa? Mi ha chiesto di uscireeeeee! - era talmente euforica che non si rese minimamente conto della faccia di Erik, il quale mentre lei gioiva sembrava come che lo avessero appena accoltellato. Fortunamente fu molto bravo a non farlo vedere a Chloe ma a Leila quel dettaglio  non sfuggì di certo. Si alzò dal tavolo e a grandi falcate raggiunse sua sorella per poi afferrarla per un braccio e trascinarla in un luogo decisamente più appartato.

- Ei! Ma sei diventata matta per caso? Che cosa ti prende! 

- punto uno: ma la vuoi smettere di sputare la tua felicità addosso a quel poveretto? Sei crudele...

- Parli di...

- non ho finito! Punto due:  come ha fatto in nenache mezza giornata a farti chiederti di uscire? Punto  tre: che farai con mamma e papà? Glielo dirai? 

- C'è anche un punto quattro per caso? - rispose ironicamente - Allora, se prima ti riferivi ad Erik posso dirti che lui è  mio amico è che quindi è felice per me, non gli sto sputando proprio nulla addosso, per quanto riguarda Peter beh... diciamo che non  è proprio la prima volta che parliamo oltre a quel giorno al mare... mi ha scritto in chat la stessa sera e abbiamo iniziato a chiacchierare. Non sapevo sarebbe venuto qui in questa scuola. È stata una sorpresa anche per me. Non fare quella faccia, non ti ho parlato prima di lui perché non c'era nulla da dire. Ci sentivamo solo tramite chat... ma adesso..... - sprizzava gioia da tutti i pori

- Frena la tua felicità signorina, che mi dici dell'ultimo punto? 

- Beh... se non voglio essere messa in punizione dovrò trovare un modo per dirglielo.

- mmmh in bocca al lupo tesoro! 

***

Se voleva ottenere il permesso di uscire dai suoi genitori doveva assolutamente giocare bene le sue carte. Comportarsi bene e ottenere ottimi voti a scuola erano già buoni elementi per ottenere un "si", ma sapeva anche che questo non sarebbe bastato a suo padre una volta che avrebbe saputo che c'era un ragazzetto in mezzo a tutta questa situazione. Sperò nella buona dialettica di sua madre e sul fatto che l'avrebbe aiutata a gestirlo ma non era sicura che questo sarebbe accaduto. Sua sorella poi? Le avrebbe dato una mano? Non ne era sicura neanche di lei, a quanto potuto capire a Leila quel ragazzetto non piaceva affatto, lei preferiva di gran lunga Erik, ma Chloe era sicura che tra loro due non sarebbe mai potuto nascere nulla. Arrivò l'ora di cena, tutti erano a tavola e chiacchieravano molto tranquillamente delle loro rispettive giornate. Chloe era la più silenziosa di tutti quel giorno, cosa che fece immediatamente insospettire Emma.

- Tutto bene tesoro? - le chiese - sei stranamente silenziosa oggi! 

- Sto bene mamma, davvero. 

- Anche a scuola tutto bene? 

- Beh direi di sì, ormai ho finito tutte le interrogazioni, mi manca solo un compito in classe ma nulla di cui preoccuparsi!- ricevette una gomitata da sotto il tavolo da parte di sua sorella, doveva parlare e doveva farlo ora - comunque... a proposito di scuola, oggi ho avuto modo di conoscere una persona, mi sta molto simpatica e stavamo pensando di vederci nel weekend per prenderci un caffè insieme e conoscerci un po' meglio. - inizió. Sua madre capì all'istante mentre per quanto riguarda Killian... beh lui ci sperò fino alla fine che quella persona non fosse in realtà un "lui" 

- Chi è questa persona? Una nuova amica? 

- Più un amico direi...

- Ci risiamo chloe? 

- No... è... è un amico! Si è appena iscritto nella nostra scuola e vorrei aiutarlo ad... ad ambientarsi

- Questa potevi risparmiartela! - suggerì Emma sorridendo. 

- Quindi è un tuo nuovo compagno di classe! E come mai si è iscritto a solo un mese dalla fine della scuola? È un tipo problematico per caso? 

- Non credo sia problematico papà, i suoi si sono dovuti trasferire per lavoro.

- Qui? A Storybrooke?

- Così mi ha detto ma non è un mio compagno... è un suo compagno. - indicó sua sorella.

- Quindi anche questo è più grande di te??bah...Lasciamo stare dai e andiamo avanti, Leila dicci: com'è questo ragazzo? Nel senso... pensi sia affidabile? Come l'hai viso? -

- Non so dirvi di preciso, è appena arrivato, non gli abbiamo chiesto nulla di personale, ci siamo informati solo sulla scuola. Ai prof sembrava interessare solo quello.

- Beh il rendimento a scuola fa capire molto di una persona, almeno su questo punto è responsabile? - chiese Killian ormai non sapendo più dove arrampicarsi pur di ottenere informazioni. Leila rimase un attimo in silenzio come se avesse paura di dire qualcosa ma sua sorella le fece capire che poteva star tranquilla e dire tutto.

- Beh... non so quanto può essere responsabile su piano scolastico visto che è il terzo anno che prova a fare la maturità. - Killian per poco non infartó, non tanto per la scuola ma nello scoprire che quel ragazzo avesse intorno ai 20 anni mentre la sua bimba ancora ne doveva compiere 15  - papà non ti agitare questo non vuol dire che...

- Per me il discorso finisce qui! Chloe ti proibisco categoricamente di vederti con questo Ragazzo. Ma stiamo scherzando? Ha 20 anni! Ha 6 anni più di te!

- cinque anni! 

- Non ha importanza! Ma che cosa ti sei messa in testa è? Mi chiedi di essere un papà aperto e ok... mi chiedi di farti fiducia e ok... ma non puoi chiedermi questo! Non puoi chiedermi di farti rovinare la vita! 

- Credo che tu stia esagerando papà! È un bravissimo ragazzo e il fatto che non eccelle a scuola non significa nulla! La Differenza d'età è solo una scusa, cosa vuoi che siano 5 anni con i 200 o 300 che vi dividete tu e la mamma? Per voi questo non conta? Se c'è amore l'età va messa da parte! 

- Io e tua madre non siano paragonabili a voi due! Lei era più che maggiorenne quando l'ho incontrata e prima di avere questo tipo di rapporto con lei ho dovuto buttare giù non so quanto muri e scalare non so quante montagne. Abbiamo fatto sacrifici per stare insieme, non ci siamo di certo presi un caffè e innamorati seduta stante. Voi giovani di oggi purtroppo non avete il concetto dell'amore, o meglio non tutti voi lo avete. Quel ragazzetto non fa eccezione, sappiamo quello che vuole e da te non lo otterrà mai! Considerami cattivo, crudele o quello che vuoi, non mi interessa, sto solo cercando di tutelarti. Un giorno forse capirai! - non ci aveva di certo girato intorno, per Killian il problema era uno solo: era geloso marcio di sua figlia  e nessuno avrebbe avuto il suo permesso nenache a sfiorarla con un dito. 

- Io sono cresciuta circondata dal vero amore e ho ascoltato le storie di tutta la nostra famiglia milioni e milioni di volte, non sono una sprovveduta, so che non ci si innamora dall'oggi al domani, so che nella vita niente è rose e fiori, so che bisogna combattere per far funzionare un rapporto. Mi avete dato ottimi insegnamenti e dovreste essere super tranquilli con me, dovreste dormire su sette cuscini sul fatto che non farei mai stupidagini con il primo sconosciuto che passa! Tu papà hai già pensato che voglio condividerci un letto con questo ragazzo ma io non ti ho detto questo! Ti ho chiesto semplicemente di poterlo conoscere, in pubblico e perché no anche con altri amici. So che non vedi di buon occhio che noi siamo diventate grandi papà ma è così! Prova ad avere un po' di fiducia in noi... e poi se avessi avuto quel tipo di intenzioni con quel ragazzo in primis non te lo avrei detto, e in secondo luogo non deve essere necessariamente più grande, i miei coetanei sono anche peggio per quanto riguarda quell'argomento li! 

- Chloe credo possa bastare per questa sera o qui occorrerà prendere un defibrillatore - intervenne Emma per smorzare la tensione. - Andate di sopra ok? 

- Ma mamma...

- Chloe, va di sopra! 

I ragazzi andarono nelle loro rispettive camere e i due coniugi si trovarono a parlare ancora una volta dell'argomento che aveva interrotto la loro cenetta tranquilla. Killian era irremovibile e anche Emma era contraria al fatto che una bambina di soli 14 anni vedesse un tipo di gran lunga più grande di lei. Sapeva le intenzione dei ragazzi di quell'eta, era stata un'adolescente complicata e chi meglio di lei poteva sapere. Sapeva che a 14 anni è semplice farsi abbindolare da belle parole e tutti questi motivi la frenavano dal dire di sì a sua figlia, ma sapeva anche che un no categorico avrebbe portato Chloe a fare le sue esperienze di nascosto e questo non l'avrebbe mai potuto accettare. Parló con Killian per parte della serata è alla fine arrivarono ad un compromesso: Chloe avrebbe potuto incontrare quel ragazzo a patto che non fosse stata da sola. Oltre a questo, quando le vennero dettate le condizioni, aggiunsero che doveva rincasare per l'ora di cena e cosa molto più importante è che non avrebbe dovuto mentire loro. Ne per quella uscita ne per le probabili uscire future. Le stavano dando fiducia e lei doveva dimostrare di essere all'altezza di tale Compito. 

Fu così che Chloe iniziò a vedere quel ragazzo: un appuntamento, due, tre... andarono avanti per circa un mesetto con quelle uscire di gruppo, tutto andava a meraviglia, Chloe era felice, allegra, spensierata ma sopratutto innamorata e come ogni ragazza innamorata arrivó il giorno in cui inizió a perdere il lume della ragione. Nell'ultima uscita di gruppo lui la prese in disparte prima di salutarsi e la bació per la prima volta, la ragazza non capì più nulla! Quando tornò a casa, più euforica che mai, le arrivó un messaggio con su scritto che forse era arrivato il momento di iniziare a conoscersi meglio da soli e la risposta per lei fu scontata. Rispose di sì infrangendo così la promessa fatta ai suoi. Iniziarono quindi a vedersi clandestinamente stando super attenti a non farsi beccare in giro dalla famiglia jones e tutto questo duró all'incirca un altro mesetto quando Leila ricevette in piena notte una chiamata. 

- Pronto! - rispose assonata maledicendo mentalmente la persona che aveva osato svegliarla.

- Leila sono io,Erik! Ho bisogno di te, vieni al Rabbie Hole ora! 

- Erik... ma che succede? 

- Tua sorella da i numeri! Corri, ti aspetto qui! 

Le bastó la voce preoccupata di Erik associata al  nome di sua sorella a farla buttare giù dal letto, si vestì con la magia e subito dopo si teletrasportò sul posto indicato. Vi era una festa in corso al Rabbie Hole e riuscire a trovare Chloe e Erik fu un'impresa ardua. Cercando cercando li trovò nel retro del locale dove la musica era decisamente più bassa. 

- che diamine è successo qui! - esclamó non appena vide sia sorella seduta a terra con gli occhi di chi non sa nenache dove si trova e il suo amico con uno zigomo violaceo. Pensava  che sua sorella fosse rimasta a dormire a casa di un'amica, così le aveva detto, non avrebbe mai immaginato di trovarla li e in quello stato.  Si abbassò alla sua altezza per guardarla meglio ma fu invasa dall'odore dell'alcol. chloe era ubriaca fradicia. -  Che ti è successo è ? E perché sei qui! - inizió ad urlarle contro ma non ottenne risposta, sua sorella non faceva altro che farfugliare cose senza senso.  - Erik per favore dimmelo tu!!! 

- Io non lo so... 

- come non lo sai? Sei il suo migliore amico cavolo! 

- Non... non te l'ha detto? Io e lei non ci parliamo da un po'... comunque quello che posso dirti è che ero qui con dei miei amici quando ho visto lei e il suo fidanzato litigare. 

- Lei non ha un fidanzato.

- Si che ce l'ha. Peter! - Peter? Peter era il fidanzato di Chloe? Ma come, a lei aveva raccontato che non si vedevano più... Mmh c'era qualcosa sotto. -Comunque dicevo... li ho visti litigare e recarsi qui fuori, li ho seguiti perché non mi fido di quello lì. Lui vedendomi mi ha preso a pugni e rivolgendosi a lei le ha detto: "te l'ho detto già  in passato. Questo è solo un avvertimento." Ha fatto per andare via ma lei gli si è praticamente buttata addosso  supplicandolo di non andarsene. Non l'ha minimamente ascoltata. La lasciata qui da sola a piangere come non avevo mai visto. Ho provato a consolarla devi credermi ma mi ha detto di non volermi più  vedere ed è  tornata alla Festa. l'ho trovata 20 min dopo al bancone del bar a bere come se non ci fosse un domani. 

- Quindi non l'ha ridotta lui così.

- No ma è a causa di qualcosa che le ha detto.... 

- ok, grazie per esserle stato vicino, ora ci penso io a lei... e tranquillo Erik, tornerete ad essere amici.

- lo spero... lo spero davvero tanto.

***

Una volta teletrasportata a casa la mise a letto senza fare il ben che minimo rumore e con la magia le fece passare i segni della sbronza. Nulla avrebbe impedito alle due ragazze di affrontare l’argomento l’indomani. 

- perché! Perché mi hai mentito? Perché sono dovuta venire a sapere da Erik che stai con quello lì? - dalla voce anche la stessa Chloe potè capire la Delusione di sua sorella.

- Mi... mi dispiace... 

- mi dispiace non è abbastanza come risposta! Pensavi che non ti avrei appoggiato?  Che sarei corsa da mamma e papà a raccontargli tutto? Che diamine ti è passato per la testa è?

- So che non ti sta simpatico quindi... beh sì ecco... non volevo litigare con te per causa sua. Ho già litigato con troppe persone.

- E hai pensato che mentire sarebbe stato meglio? Io non riesco a crederci guarda... 

- ti chiedo scusa Leila, non volevo finire nei guai e non volevo mettere te ne guai... 

- Non devi chiedermi scusa, devi dirmi la verità Sempre e comunque, qualunque cosa questo complrti. Sono tua sorella per la miseria, tua sorella maggiore per l’esattezza, le ho vissute prima di te queste fasi e di conseguenza posso aiutarti. Ce l’avessi avuta io una sorella più grande con cui confidarmi.... pensi che quando mi sono messa con Gideon l’ho detto subito a mamma e papà? Certo che no! Loro credono di sì ma in realtà è passato un anno prima che mi decidessi a dirglielo. Ho avuto solo lui come ragazzo? No certo che no, ce ne sono stati alti e qualcuno lo hanno anche scoperto senza che dicessi loro nulla finendo nei guai. Una sorella mi sarebbe davvero servita per non portare da sola quei segreti che mi facevano vivere la vita sempre in allerta. Tu che c’è l’hai invece, sei fortunata, non sentì il bisogno di coinvolgerla?

- Non è come pensi...- scoppio in lacrime - io... io volevo confessarti tutto ma poi... ho avuto paura... - Leila corse ad abbracciarla 

- Non devi aver paura di me o delle mie possibili reazioni, voglio vederti felice e se mi prometti di non far cazzate potrei anche appoggiarti nelle tue stupidaggini.

- Ti voglio bene! 

- Anche io ma non credere che abbiamo finito la nostra conversazione, mi devi rispondere a delle domande:  voglio sapere, e voglio che tu sia sincera, da quando state insieme, quante volte hai rifilato bugie a tutti noi pur di uscire con lui e sopratutto vorrei sapere a che livelli è la vostra relazione... 

- Stiamo insieme da un mesetto, ci vediamo tutti i giorni dopo scuola, mamma e papà pensano che frequenti un corso di letteratura ma non è così, in realtà passo quel tempo con lui... e la nostra relazione è abbastanza buona. 

- Quanto buona? Cioè si insomma... lui ha 20 anni e quindi... si insomma Voi avete mai...

- Noooo! Ma che ti salta in testa sei pazza? Dopo solo un mese? Sarò innamorata ok ma non frettolosa e stupida. 

- Sei sicura? Guarda che Puoi dirmi tutto... non ti giudicheró 

- Non abbiamo ancora fatto nulla se non qualche bacio più approfondito ma non nego che lui me lo chiede...

- Brutto porco! Non devi farti convincere... è sbagliato! 

- Tranquilla!

- Oddio tranquilla... mica tanto. Cambiamo

Discorso: per Erik che mi dici? So che avete litigato... - il suo sguardo cambió e si intristì ancora di più

-  Non ne voglio parlare scusami...

- Ce qualcosa che non va?

- Non ne voglio parlare! 

- Va bene non insisto ma sai dove trovarmi nel caso cambiassi idea ok?

- Si! Ora vado a chiamare Peter mi ha mandato un sms in cui si scusava:..

- Stai attenta per favore, non...

- Non farò niente di stupido tranquilla! Ho capito il concetto. 

Mentire a Leila era stata la scelta più sbagliata che avesse fatto, Chloe questo lo sapeva bene e per quanto possibile cercó di non mentirle più! Non voleva tradire la fiducia di una delle persone più importanti della sua vita, stava già creando un casino con i suoi genitori, mentendo loto, e con Erik, non poteva fare lo stesso errore con sua sorella. Aveva bisogno di lei.  Iniziò quindi a raccontarle e a renderla partecipe  di tutto come ai vecchi tempi: le diceva dove andava, come passava le giornate con lui e quanto le facesse bene stare con una persona a detta sua molto altruista e amorevole. Aveva perso la testa questo era evidente ma se questo la faceva star bene allora Leila era d’accordo. Tutto procedeva bene e Chloe sembrava davvero serena ma presto quella serenità scomparve portando Chloe a cambiare improvvisamente: divenne cupa, distaccata, non le interessava più tanto uscire e stare a contatto con le sue amiche. Usciva solo con lui ma come si poteva vedere dal suo sguardo anche quelle uscite non le facevano più piacere come prima, i suoi occhi non brillavano più. Leila poteva vederlo chiaramente da tutti questi atteggiamenti che qualcosa non andava nel verso giusto, ma ogni volta che cercava di parlarne con la sua sorellina quest’ultima liquidava tutto con un “ è tutto ok non preoccuparti”. 

Come facilmente intuibile la causa di quel malessere era proprio lui: quel ragazzetto che le aveva rubato il cuore ma Leila non poteva minimamente immaginare cosa potesse esserci dietro. Pensó a qualunque cosa potesse essere successa tra i due: litigi, gelosie, rifiuti di proposte particolari.... tutte cose che in realtà stavamo accadendo sul serio ma il problema principale era decisamente molto più grave. Talmente grave che nenache Chloe che viveva a stretto contatto con lui ancora se ne era pienamente resa conto. Lei avvertiva solo un malessere dettato dalle parole che ogni tanto nei loro battibecchi venivano fuori. Quante volete abbiamo detto parole dettate dalla  rabbia che non pensavano? Beh  lui invece le cose che diceva le pensava davvero e presto anche quella povera ragazza se ne sarebbe accorta. 

Un giorno una loro lite sfociò in qualcosa di decisamente più grave è Peter pronunciò una frase che Chloe difficilmente dimenticherà:  “Troverò il modo per svuotarti e ottenere ciò che davvero desidero carina! Anche se per farlo dovrò mettermi contro tutta la tua famiglia e distruggerla”. Chloe si spaventò al suono di quelle parole dette con tanta cattiveria e senza pensarci oltre fuggi da scuola e andò a rifugiarsi a bordo della Jolly Roger, l’unico posto in cui si sentiva davvero al sicuro. Cosa intendesse Peter con quelle parole Chloe non lo capiva ma sentiva che era serio, doveva stare attenta... molto attenta. Rimase lì per l’intera giornata, non voleva farsi vedere in quello stato da nessuno, ma poi decise di tornare a casa pensando che forse i suoi fossero preoccupati. 

Aveva ragione: i suoi familiari erano in pensiero per lei che da circa otto ore ancora non aveva fatto rientro a casa. Chiamarono tutte le sue amiche ma loro non sapevano nulla, non vedevano Chloe dalla ricreazione. Iniziarono a temere il peggio quando eccola varcare la soglia di casa.

- Eccolaaaa!!!! È Chloe, è chloeeee! - strilló Liam indicandola a tutti i presenti!

- Grazie al cielo! -  disse Snow andandole in conto - Menomale tesoro mio che almeno tu stai bene! Dove sei stata è? È successo qualcosa? - “almeno tu stai bene” quelle parole risuonarono alla mente della ragazza come un eco e solo allora si rese conto che casa sua era invasa da persone. C’era Robin, Zelina, David Henry, Alice, Leila, Liam e tutti gli altri eroi. Mancavano all’appello solamente Emma, Killian e Regina.

- Dove... sono gli altri? Perché siete tutti qui? -Le loro facce non promettevano nulla di buono...

- Sono di sopra tesoro mio. Vuoi mangiare qualcosa? Hai fame? - provó Snow a farla distrarre cosa che insospettì ancora di più la ragazza.

- E perché sono di sopra? - rivolse lo sguardo a sua sorella e quest’ultima sapendo quanto Chloe sapeva leggerla dentro, visto il loro potere speciale, abbassò lo sguardo cercando di non incrociare i suoi occhi - Leila che succede... - la sua voce era talmente preoccupata che sua sorella non resistette e alzandosi le andó in contro: Chloe doveva sapere. 

- Mamma... - disse con un filo di voce 

- Mamma cosa!!! Mamma cosa Leila? Dov’è mamma???? - nessuno riuscì a risponderle, tantomeno Leila, avevano paura della sua possibile reazione visto il rapporto che Chloe Aveva con Emma. La soluzione migliore era aspettare Killian e Regina.  

- Amore miooooo! -  Quando Killian vide Chloe al piano di sotto scese le scale tre a tre pur di poterla stringere a lui. - Ho temuto il peggio bambina mia! Stai bene? Ti hanno fatto qualcosa? Dove sei stata? Perché non sei tornata subito! - Killian piangeva...

- Papà io sto bene tranquillo ma dimmi: la mamma? Che è successo alla mamma papà? Nessuno vuole dirmi nulla... 

- Stará bene la tua mamma te lo prometto tesoro mio! 

- Che le è successo? Dimmelo!

- credevano tutti fosse stata colpita dall’incantesimo del sonno ma tua zia ha appena stabilito che è un’altra la causa! È stata avvelenata! 

-che cosaaaaaa??? 

- tranquilla amore! Ora tua zia le ha fatto un’incantesimo per bloccare il veleno in modo da aver tempo di cercare l’antidoto per salvarla.

- Chi è stato? Come è successo! - aveva paura di conoscere già la risposta...

- Non lo sappiamo amore mio, ma lo scopriremo te lo prometto. 

- Io... io lo so.... - Liam che fino a quel momento era stato in disparte prese la parola. - Oggi pomeriggio un ragazzo è venuto a casa e ha portato questo per Chloe. - mostró un libro

- È il mio libro di scuola questo! - ammise la ragazza. 

- Mamma si è tagliata con un foglio di questo libro e dopo tre secondi è caduta a terra.- Chloe a quel racconto inizió a tremare, sapeva chi fosse stato a ridurre sua madre così, non scherzava quando diceva che l’avrebbe  svuotata... Peter aveva appena provato ad uccidere sua madre. 

-  Chloe... ti senti bene? - disse suo padre vedendola tremare in quel modo. 

- È colpa... è colpa mia....  - rispose con un filo di voce. 

- Cosa??? Ma no tesoro mio, cosa dici! Non è assolutamente colpa tua - provó Killian a consolarla - Vieni a sederti! 

- È il mio libro... questo è il mio libro.... doveva... doveva succedere a me non a mamma! È colpa miaaaaaa! - inizió a piangere incontrollata. 

- Amore shhhh andrà tutto bene, scopriremo chi è stato. Non permetterò a nessuno di far del male a vostra madre o a voi... vai a riposare adesso, sei sfinita. 

- Io... io penso di sapere.... Papà è stata cola mia... io ho mentito... vi ho mentito... 

- ma che dici Chloe?

- ho... ho frequentato un ragazzo senza dirvelo... è quello più grande di me di cui vi parlai... sembrava un bravo ragazzo ma poi.... beh ora non facciamo altro che litigare e lui oggi mi ha.... - si bloccò all’istante per paura che Peter fosse nei dintorni e che avrebbe fatto qualcosa anche a suo padre pur di fermarla.

- Ti ha cosa Chloe???? - si spaventò a quel racconto frastornato - dimmelo Chloe per favore, parlami! Che accidenti ti ha fatto quel ragazzo? - gli occhi di Killian erano ignettati di sangue per la Rabbia nei confronti di quell’essere: cosa aveva osato fare alla sua bambina? 

- Mi ha minacciata... ha detto che avrebbe trovato il modo di svuotarmi per ottenere quello che in realtà vuole da me. Ha minacciato di farvi del male! Io non so cosa significhi o cosa voglia da me ma ho paura! Non scherza papà: ha fatto del male alla mamma! - era inconsolabile.

- Shhhh non permetterò a quel mascalzone anche solo di avvicinarsi di un passo da te. Stai tranquilla! Vai con Leila di sopra adesso. 

- Sei... sei arrabbiato con me? 

- No... mi basta che tu abbia capito la lezione. Ora vai a riposare. Sei sfinita.

***

La famiglia Jones e i suoi amici passarono giorni di puro panico: Regina cercava giorno e notte di capire che veleno potesse aver colpito Emma, Killian passava l’intera  giornata in biblioteca a leggere milioni di libri per trovare una soluzione alternativa, Leila badava a suo fratello e a Chloe che era giorno dopo giorno diventava sempre più  angosciata. Si sentiva in colpa e si maledì per essere stata così ingenua. Aveva allontanato tutti e mentito alla sua famiglia per quel ragazzo e lui l’aveva ricambiata così, senza nessun motivo. Le sue amiche, nonostante lei le avesse allontanate, non sparirono, le rimasero accanto; ma una cosa purtroppo si era rovinata per sempre: la sua amicizia con Erik. Le mancava da morire il suo migliore amico e lo avrebbe voluto avere con se per stringerlo come ai vecchi tempi. 

- vuoi parlarne? - chiese improvvisamente Leila sedendosi accanto al suo letto. 

- Di cosa? 

- Di quello che ti turba in questo momento. 

- Non servirebbe a riportare la mamma qui... mi manca!

- Lo so, manca da morire anche a me ma non parlavo di questo... c’è dell’altro, posso sentirlo ricordi? E so che posso aiutarti. Non chiuderti a riccio. 

- Mi manca... Erik! Ecco l’ho detto. L’ho allontanato perché Peter era geloso di lui ma  non se lo meritava.

- Se ti manca chiamarlo, che aspetti? Fallo venire qui! 

- Non verrebbe... è arrabbiato con me! L’ho trattato malissimo. Mi odia e fa bene! 

- Non ti odia e non vede l’ora di poterti abbracciare invece! Vuoi saper ecome faccio a saperlo? - le mostró il telefono - perché non fa altro che parlare con me di te. “Come sta Chloe? Che fa? Ha bisogno di qualcosa?” Mi riempie di domande ogni giorno. Ti vuole bene, più che bene direi. Contattalo, non te ne pentirai. 

Ci pensò su ma poi si convinse e lo contattó. Parlarono per ore e alla fine si diedero appuntamento l’indomani per poter chiarire a quattro occhi. Purtroppo per loro però qualcuno aveva appena intercettato la chiamata e ora quel qualcuno si stava preparando alla sua vendetta...

***

Qualche giorno dopo

 

Leila non poteva capacitarsi di quello che aveva tra le mani. Doveva esserci una spiegazione plausibile, non poteva pensare che... no assolutamente no, si rifiutava di crederlo. Mise sotto sopra l’intera stanza e trovó purtroppo altri indizi che associati a quelli che già aveva la portarono a pensare che forse non vi era un’altra spiegazione. La situazione si metteva male... molto male e la cosa peggiore è che doveva affrontarla da sola. I suoi parenti erano già troppo occupati nel salvare sua madre, non poteva mettere loro altro stress comunicandogli quella notizia sconvolgente. Chiedere a Chloe? Fuori discussione visto che... beh non era possibile e basta! Provó a mettere insieme i vari tasselli del puzzle per capire come si era arrivati  fino a questo punto, la situazione almeno su quello era abbastanza chiara, doveva trovare una soluzione per riportare tutto al giusto ordine: ma come? Lo sapeva anche lei che da sola non ci sarebbe mai riuscita così pensó bene di usare un’incantesimo usato già qualche tempo prima e provare a farsi aiutare. Era sicura che quei due non le avrebbero detto certo di no!

 

***

Storybrooke. presente.

 

- che giornataccia! - esordì Emma mettendosi a letto accanto al suo amore. Liam aveva fatto il diavolo a quattro quel giorno e Chloe non fu da meno visto la sua gelosia nei confronti della sua mamma. 

-  due coccole speciali fatte dal tuo caro maritino potrebbero aiutarti a terminare la giornata nel migliore dei modi? 

- mmmh non so... è stata davvero molto impegnativa questa giornata - lo prese in giro -  dovresti impegnarti molto per riuscire nell’intento! - rise

- le difficoltà non mi hanno mai ostacolato, anzi... lascia fare a me amore! Penserò a tutto io. - inizió con un massaggio, molto rilassante a detta di Emma, per poi proseguire con dei baci sempre più caldi e passionali. L’atmosfera si stava decisamente scaldando ma ahimè come tutti sappiamo questa  coppia non è decisamente come si suol dire: fortunata. Fu un attimo prima di ritrovarsi non piu in due ma in tre nella stanza: Emma, Killian e una ragazza che poteva avere su per giù 18/19 anni. 

I due coniugi si staccarono immediatamente e si misero in piedi  pronti ad attaccare, la ragazza al contra si mise le mani davanti agli occhi: 

- oddio ma che schifo! - disse dopo essersi resa conto di essere capitata nel posto più sbagliato di sempre - ma possibile che voi non facciate altro? - li rimproveró lasciandoli interdetti.

- non credo siano affari tuoi quello che faccio con mia moglie e in casa mia per giunta. Si può sapere chi sei ragazzina?

- certo che sono affari miei sopratutto se di la ci sono tre bambini che dormono di cui una sono io! - esclamó togliendo le mani dal viso e guardandoli entrambi negli occhi.  Emma la riconobbe subito, quegli occhi li avrebbe riconosciuti ovunque. Anche Killian capì chi fosse la vera identità della ragazza ma rimase comunque sul chivalà nell’eventualità che qualcuno si stesse prendendo gioco di loro.

- Leila??? - disse Emma

- sapevo che mi avresti riconosciuta! - corse ad abbracciarla. Fu una sensazione bellissima, sua mamma le mancava parecchio. 

- Perché piangi? - le chiese. 

- Scusa è che... no niente lascia stare abbiamo cose più importanti da risolvere. 

- Cose più importanti? Che succede? Da che epoca vieni? Perché sei arrivata qui? 

- posso abbracciare papà prima di rispondere al tuo solito interrogatorio mamma? - non lo fece neanche rispondere che gli si buttò letteralmente addosso. Killian anche se titubate ricambió la stretta. Gli sembrava assurdo che sua figlia, versione adolescente, fosse lì con loro, pensava ancora ad un possibile imbroglio, ma la Sensazione che gli diede l’abbraccio lo fece cambiare idea immediatamente.

- vengo dal futuro ma questo lo avrete già capito. Siamo dieci anni in avanti rispetto a voi e sono qui perché ho... perché abbiamo un grandissimo problema da risolvere. 

 - che problema? Qualcuno vi minaccia? - chiese Emma allarmata per quella che anche se sembra strano da ammettere è la sua famiglia. 

- c’è una minaccia in corso che tutti... o quasi tutti state combattendo, ma la vera minaccia arriverà a bere se non mi aiutate a fermarla. Da sola non posso di sicuro farlo. Non saprei da dove iniziare.

- perché dovresti affrontare la cosa da sola? Il mio me del futuro non lo permetterebbe mai.

- papà hai altro a cui pensare credimi e comunque c’è la possibilità che io non vi abbia detto di questa minaccia. Lo so lo so lo so, la sincerità  prima di tutto, hai ragione ma se ti dicessi questa cosa perderesti di vista l’altro obbiettivo e non posso far sì che questo accada. Sono venuta qui nella speranza voi possiate aiutarmi. 

- faremo tutto ciò che è in nostro potere per farlo! Avanti dicci tutto. 

- sapevo che potevo contare su di voi. - estrasse dei fogli dallo zaino che aveva con se e anche un diario segreto. - ecco, guardate voi stessi. - consegnò loro il materiale.

- ma questi.... 

- si lì ha fatti lei! E ha anche scritto quello. - fece leggere loro alcune frasi scritte su quel diario. - Avete capito adesso quanto è grave? Bisogna trovare il modo di impedirle di farlo o sarà troppo tardi.

Sui fogli che consegnò loro vi erano dei disegni, tutti rappresentavano lo stesso  soggetto: il pugnale dell’oscuro. Vi era una sola differenza rispetto all’originale: in quei disegni vi era un altro nome, un nome che a solo pronunciarlo accanto a quell’oggetto metteva i brividi, un nome che in quella stanza tutti conoscevano bene... quel nome era Chloe Jones. 

 

Note dell’autore: quanto mi odiate per aver interrotto il capitolo così? Lo so sono stata crudele e so per certo che qualcuno di voi  vorrebbe venire sotto casa e uccidermi con le sue stesse mani ehehehehehehehe 😜😜😜

Prometto di non farvi attendere molto... può bastare per farmi perdonare? Alla prossima e fatemi sapere cosa ne pensate di questo colpo di scena.

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Capitolo 52
*** A volte ritornano I ( SEGUITO I FIDANZATINI DI CHLOE PARTE 2) ***


Amava scrivere, raccontare, disegnare... passava serate intere davanti al suo  blocco da disegno o semplicemente sulle pagine del suo diario dove raccontava tutto ciò che la accadeva quotidianamente. Era il suo piccolo modo... un mondo felice... un mondo che ora per lei non esiste più. Alla Emma del passato bastó dare un'occhiata a quegli ultimi disegni e a quelle ultime scritte per capire la gravità della situazione.

 

"14 maggio

è tutta colpa mia, anche se i miei familiari non vogliono farmelo pensare io lo so che anche loro a pensano così. Troverò una soluzione lo prometto... " te lo prometto" costi quel che costi!" 

 

"15 maggio 

non posso credere che sia successo di nuovo... prima a lei... ora a lui... ed è sempre colpa mia" 

 

" 18 maggio

sono arrivata ad una conclusione... erano tutte stronzate! Si, proprio così: tutti quei discorsi sull'amore, sulla speranza, sulla fede... erano tutte stronzate. Con la speranza non si riportano indietro le persone... e nenache l'amore, il vero amore, sembra  essere in grado di farlo.  Se voglio che qualcosa cambi devo cominciare a vedere l'altra faccia della medaglia. Quella fino ad ora proibita..."

 

" 21 maggio 

avevo ragione io...  che oscurità sia.."

 

- Ok, non voglio proseguire oltre... già questo mi mette i brividi! - disse Emma riconsegnando a Leila tutto il materiale.  - Cosa è successo di così grave? Mi sembra di aver capito che ha perso delle persone a cui teneva molto. 

- Non li ha proprio persi, stanno entrambi lottando per sopravvivere. È lei quella che a quanto pare a smesso di farlo...  sta  cercando scorciatoie. 

- Anche tu però, se posso permettermi, non sembra che te la stia passando tanto bene... e non credo sia solo a causa di quello che sta succedendo a tua sorella. 

- Perspicace come sempre mamma. 

- Posso fare di meglio sai?  Vuoi vedere! - la ragazza annuì - l'abbraccio che mi hai dato poco fa ad esempio... era un abbraccio decisamente troppo carico di sentimento per essere una cosa che fai tutti i giorni con la mia versione futura. dimmi la verità: una delle persone che Chloe scrive di aver perso sono io vero?  

- Si... - rispose dispiaciuta - In poche parole il suo fidanzato  non so cosa vuole da lei ma sta cercando modo e maniera di renderla vulnerabile. Il modo migliore? Annientare le persone che ama. Ti ha avvelenato mamma... non eri tu l'obbiettivo principale ma è riuscito comunque a farlo. Ora la zia sta cercando un antitodo per riportarti da noi ma il veleno a quanto pare  non sembra essere del nostro mondo. stai tranquilla però! Noi ti salveremo. 

 - Leila... cara, non importa quello che accadrà a me, di ai tuoi famigliari di interrompere le ricerche per quel veleno e pensate a Chloe. Ogni secondo che perdete per me lei rischia di ritrovarsi nei guai. Non voglio questo per lei. Non lo vorrei per nessuno di voi. 

- Sono venuta qui proprio perché non posso chiedere loro una cosa del genere. Mamma, oltre a papà, tu sei la cosa più importante che abbiamo io e i miei fratelli. Chloe sopratutto... è legata a te in una maniera particolare, non accetterebbe mai una cosa del genere anzi... la porterebbe solo a stare peggio. Poi c'è Liam... ha solo 11 anni quel ragazzino, non merita di crescere senza una guida. E sinceramente neanche io e Henry lo meritiamo. Per quanto possiamo essere diventati grandi abbiano ancora bisogno di te. Avremo sempre bisogno di te! Ecco perché non dirò a nessuno di loro di smettere le ricerche per aiutarti. Voi mi aiuterete con Chloe mentre loro penseranno a te.  - Emma e killian rimasero per qualche secondo senza parole, vedere la loro primogenita, che fino a qualche ora prima era nella sua cameretta a giocare con le bambole, così cresciuta e matura li rendeva davvero molto orgogliosi del lavoro che avrebbero fatto strada facendo.  - allora mi aiuterete vero?

Ci fu un qualche minuto di silenzio, non era cosa da tutti giorni ricedere una richiesta d'aiuto così, poi Killian prese la parola. 

- Io credo di poter parlare anche a nome della mia parte futura: non rinuncerò mai a trovare una cura per la mia Emma quindi si, ti aiuterò. Emma tesoro: tu cosa ne pensi? 

- Quando si tratta di voi figli non potrei mai rifiutarmi quindi sono d'accordo anche io ma prima di fare qualsiasi cosa devi spiegarci meglio come è andata la storia e come ci è arrivata tua sorella fino a questo punto. 

- Ok, avete ragione, ma forse è meglio che vi mettiate seduti:

 

***

Qualche giorno prima

Dopo la sua chiacchierata telefonica con Erik, Chloe si mise a letto e provò a prendere sonno. Fu tutto inutile: la preoccupazione per sua madre e il sentirsi in colpa per l'accaduto non l'aiutavano di certo. Si mise così a studiare, cosa che non aveva fatto in quegli ultimi giorni e alla fine, anche molto lentamente, il mattino arrivó. Nonostante fosse sfinita e suo padre le aveva dato il permesso di saltare la scuola, decise comunque di andarci. Aveva una cosa molto importante da fare, non avrebbe atteso oltre per quel chiarimento. Al contrario di come era abituata di solito, non curó molto il suo look, mise la divisa scolastica, prese il suo zaino e accompagnate da zio Neal, ormai ventiduenne, Leila e Chloe arrivarono a scuola un quarto d'ora prima del previsto. A differenza di Leila che rimase nel cortile a chiacchierare con i suoi compagni, la piccola Jones entró subito in classe nella speranza di trovare già il suo amico. Sapeva che avrebbe dovuto comunque aspettare la pausa pranzo per parlare con lui ma non le importava, le bastava averlo accanto come ai vecchi tempi.   Purtroppo il ragazzo le mando un sms qualche minuto dopo dicendole che non sarebbe potuto venire a scuola quella mattina ma di non preoccuparsi perché alle ore 13 in punto sarebbe stato lì davanti ai cancelli ad aspettarla per portarla a pranzo e poter parlare. Attese impazientemente  il suono dell'ultima campanella ma circa mezz'ora prima che questa suonasse un boato seguito da urla di terrore risuonò per tutto l'edificio pietrificando tutti. Il professore che era in classe con loro vide dalla finestra quanto accaduto e pur di non far vedere nulla ai suoi studenti e non farli allarmare li obbligó a rimanere seduti ai propri posti inventando sul momento un compito in classe.  Era concentrata nel testo del problema di fisica che aveva davanti quando il suo telefono vivró: le era appena arrivato un messaggio... due in realtà. Non aveva mai lasciato il telefono acceso in classe prima di allora ma con sua madre in quelle condizioni non potè fare altrimenti. Pensando quindi che l'sms riguardasse lei estrasse il cellulare dal suo zaino, prendendosi  un rimprovero dal professore, e non curante lesse i due mese che le erano appena arrivati. Il mittente era lo stesso per entrambi: Peter 

" ho una sorpresa per te tesoro mio! Affacciati" questo era il primo messaggio, seguito poi da: "ti avevo messo in guardia. Io non scherzo mai." 

Una brutta sensazione la invase e collegó immediatamente il boato di poco prima al messaggio appena ricevuto. Si alzò in piedi come una molla e corse nella direzione della finestra: vide un'auto verde fin troppo familiare contro uno dei cancelli della scuola, un mazzo di rose buttato a terra e un mucchio di persone attorno a quello che sembrava un corpo. 

- ERIKKKKKKKKKKK! NOOOOOOOOOO. - la prima reazione fu quella di gridare il nome del suo amico facendo così accorrete l'intera classe all finestra, dopodiché di corsa uscì dalla classe per poterlo  raggiungere. Milioni di pensieri si fecero spazio nella sua testa e nessuno di essi era positivo. La macchina la conosceva benissimo, vi era salita un milione di volte nell'ultimo periodo. Possibile che fosse arrivato fino a quel punto quel ragazzo? Si... possibilissimo. Quando arrivò in prossimità dei cancelli inizió a farsi spazio tra la folla per vedere se fosse realmente il suo amico il ragazzo coinvolto e ahimè era proprio lui. Giaceva a terra privo di sensi e con tagli e contusioni sparsi qua e là. Un urlo si spezzò nell'aria e un secondo dopo gli era già  addosso supplicandolo  di aprire gli occhi. Gridava, piangeva e chiedeva aiuto, era completamente fuori controllo. 

- Ti prego, ti prego, ti prego Erik svegliati.... ti supplico apri gli occhi! Non farmi questo... non puoi farmi questo ok? Non lasciarmi anche tuuuuuuuuu! Ti supplico tesoroooo! - I professori e alcuni passanti che erano accorsi per prestare soccorso al ragazzo provarono a toglierla da lì senza nessun risultato. 

 - Mi lasci! - disse bruscamente a uno di loro.

- Signorina Jones vada con il professor Smith per favore, dobbiamo iniziare le pratiche del primo soccorso in attesa dell'ambulanza.

- Po... posso guarirlo io! - disse improvvisamente in un barlume di lucidità. Aveva la magia, poteva guarirlo e salvarlo. Non ci pensò due volte: portò le mani su di lui e concentrandosi provò quella magia davanti a tutti, erano a Storybrooke, tutti erano a conoscenza della magia quindi non vi era nessun problema farlo in pubblico. Purtroppo però il salvataggio non ebbe buon esito: dalle mani della ragazza non uscirono altro che delle scintille.

- Cosaaa?!?! No no no no nooooo! Non ora... non ora! - provó una seconda volta ma anche questa fu senza successo. Più falliva più si agitava, più si agitava più le scintille erano accese e di conseguenza falliva. 

- Ei vieni qui! - due braccia familiari l'avvolsero  all'improvviso e la portarono lontana da lui permettendo ai professori di aiutare il ragazzo. Era Leila, aveva sentito il cuore di sua sorella cadere allo sconforto più totale così, capendo che qualcosa non andava, si precipitò a cercarla. - va tutto bene piccola, sono qui con te adesso. 

- Erik... Peter ha... Erik è.... oddio ti prego Leila aiutalo!!!! 

- shhhhhh..... andrà tutto bene! Guarda! C'è l'ambulanza è qui, Erik è in buone mani. 

- No no no. Aiutalo tu per favore! Ti prego sorellina.... per favoreee... fallo per me. - la

Stava letteralmente supplicando. 

- E va bene, ma resta qui ok? - Come precedentemente fatto da Chloe anche l'altra ragazza provò la procedura magica di guarigione ma come fu per sua sorella anche per Leila non funzionó. Nessuna magia sembrava avere effetto su di lui. Fortunatamente l'ambulanza era lì pronta a soccorrerlo altrimenti c'erano buone  possibilità di perderlo sul serio. 

- Mi dispiace tesoro ma non sono riuscita - provó a giustificarsi nei confronti di sua sorella ma quest'ultima era completamente fuori di se. 

- Me la pagherà! Giuro che me la pagherààà! - si riferiva a Peter naturalmente - la Mamma... Erik.... voglio morire... non voglio soffrire così... Voglio che tutto questo inferno finisca! Non ne posso più! 

- Tesoro ti prego non dirle neanche per scherzo queste cose, papà e gli altri stanno aiutando la mamma e i medici aiuteranno Erik. Andrà tutto bene vita mia te lo prometto! Non permetterò a nessuno di renderti infelice. - restarono abbracciare per un po', Leila voleva assicurarsi che sua sorella ritornasse padrona almeno della sua magia. Ci volle un po' prima che questo avvenne ma alla fine le scintille diminuirono e così anche i suoi singhiozzi.

- Brava, respira tesoro, così.... - aspettó che si calmasse del tutto dopodiché andó a raccogliere il mazzo di fiori buttato oltre la macchina incriminata e naturalmente priva di conducente. - credo che questi siano per te, c'è un biglietto, vuoi che te lo legga? - Chloe annuì " al mio fiore... alla mia amica strampalata... al mio tutto. Sapere di poter far parte ancora una volta della tua vita mi rende il ragazzo più felice e fortunato del mondo. Non permetterò più a nessuno di dividerci... puoi giurarci." 

- Erik... lui ha...

- Si... Ha fatto le cose in grande stile non trovi? Dai, Ti firmo un permesso per uscire prima e insieme andremo in ospedale a vedere come sta ok? Asciugati le lacrime. - si alzarono da terra e raggiunsero l'ingresso della scuola per prendere le loro cose. Prima Di entrare però Leila ci tenne a precisare ancora qualcosa:

- Te lo prometto Chloe? Hai la mia parola, il tuo amico  starà bene e tutto l'inferno che stai vivendo finirà! 

***

Leila spiegó ai suoi genitori del passato le dinamiche dell'incidente di Erik e le poche nozioni che avevano sull'avvelenamento di Emma, stava per spiegare a loro anche il cambiamento di Chloe ma Killian la interruppe prima del tempo:

- tralascerò il fatto che si sia fatta un fidanzato ma solo perché abbiamo cose più importanti da risolvere. Fammi capire: mi stai forse dicendo che questo Peter ha messo fuori combattimento la mia Emma e Erik per rendere mia figlia vulnerabile e farle chissà che cosa? Ma io lo ammazzo! - disse scattando in piedi. Presente, passato o futuro quella era pur sempre sua figlia e nessuno avrebbe mai dovuto permettersi di arrivare a tanto. 

- Papà non mi serve che anche tu perda la lucidità, ho bisogno di aiuto! 

- Ha ragione lei tesoro. - sentenziò Emma -  Dobbiamo aiutarle. Leila senti c'è ancora qualcosa che non mi è chiaro: ho capito cos' è successo a me e a quel ragazzo, ma cosa c'entra questo con tutto il cambiamento di tua sorella?

- Ci stavo arrivando... Diciamo che Chloe anche se fa vedere a tutti di essere una dura, una testarda, una ribelle... in realtà è una ragazza dolcissima, buona e ahimè tanto insicura. È solita mettere sempre il bene degli altri al primo posto e come spesso capita rimane fregata. Questa non è la prima delusione d'amore che vive e di certo non  è nenache la prima battaglia che è costretta a vedere. Siamo abituate a vedere ogni sorta di cattivo con voi due come genitori ma nonostante ciò Chloe è cambiata. Non ha mai fatto così prima, se qualcuno della famiglia era in pericolo lei non si è mai buttata giù anzi.... cercava sempre di dare una mano per tornare alla normalità. Ora mi sembra di non riconoscerla più. Ha passato la fase della rabbia, poi quella in cui non voleva far altro che passare le sue ore o in ospedale o da te ed ora siamo arrivati ad una nuova fase: si è isolata... non parla più con nessuno di noi e sta avendo atteggiamenti cattivelli con tutti quelli che provano a stargli vicino. Per questo motivo sono entrata in camera sua... volevo capire qualcosa di più e non parlando con nessuno la verità non poteva che essere scritta li, nel suo diario. Lei li scrive tutto e infatti... - lo apri ad una pagina specifica e iniziò a leggere:

 

"27 maggio 

non sono ancora sicura che lo tenga nel suo negozio ma una cosa è certa... il signore oscuro non si separa mai dal suo amato pugnale. Costi quel che costi presto sarà nelle mie mani e allora si che avrò finalmente la mia vendetta!" 

 

- Capire adesso quanto è grave? Vuole impossessarsi dei poteri del signore oscuro, vuole diventare cattiva! Non posso permetterlo... non possiamo permetterlo. Già adesso ha un potenziale al di fuori del normale. Se dovesse aggiungere altro potenziale, malvagio per giunta, sarebbe la fine: per lei e per noi. 

- Non pensi che queste righe potrebbero essere semplicemente uno sfogo? Qualcosa che non pensava seriamente? Era arrabbiata dopotutto.

- No, non credo. Non so come spiegarlo ma... beh molto probabilmente lo sapete già: io e Leila ci sentiamo, il nostro cuore in qualche modo è legato. Sento le sue emozioni e lei sente le mie. So quando è felice e so quando è triste. Ho cominciato a sentire in lei un cambiamento circa due settimane fa... era arrabbiata, molto arrabbiata, non l'avevo mai sentita così. La cosa che più mi fa paura però è che da ieri sera io non sento più nulla. Non la sento più. Non riesco a capire cosa prova e questo è l'esempio lampante che sta prendendo una strada differente dalla mia. Io sono a favore della magia di luce, lo so per certo, quindi....

- Quindi dobbiamo assolutamente trovare il modo di fermarla! 

- Venite  con me vi prego. Vi riporterò qui non appena si sarà risolto tutto.

- Vuoi... vuoi che veniamo nel futuro? - chiese Emma incredula. 

- Sarebbe questo il piano.. mamma sei l'unica che può aiutarla. 

- Io.. non lo so, non credo che... si insomma va bene aiutarvi e tutto ma... 

- Se è per i bimbi che dormono nella stanza accanto che sei preoccupata tranquilla. Il tempo qui si fermerà, riprenderà a scorrere solamente dopo che sarete tornati. - la guardarono come se fosse una cosa impossibile: il tempo si sarebbe congelato? - che c'è? Quando c'è da risolvere qualcosa tra i vari mondo voi lo fate sempre.... me lo avete insegnato voi. 

- Ne sei assolutamente sicura? 

- Più che sicura. Non per dirvi che siete arretrati mah la magia si è evoluta molto negli ultimi anni. Allora: mi aiuterete? 

Ci pensarono un po' su ma alla fine optarono per partire . Era  una scelta affrettata è vero ma non c'era tempo da perdere se davvero la situazione era così grave; inoltre non era di certo il primo viaggio nel tempo che affrontavano. Chiamarono Snow per controllare i bambini nel caso la teoria del blocco del tempo non avesse funzionato e a grande sorpresa portarono con loro anche regina la quale dopo essere stata messa al corrente della situazione volle partire con loro in quanto temeva per le sorti di sua nipote. Capiva cosa stava passano, a lei era successa la stessa cosa anni addietro quando il suo primo amore morì e non voleva che sia nipote passasse quell'inferno. L'avrebbe aiutata a qualsiasi costo. 

***

Storybrooke futuro.

 

Il portale utilizzato per raggiungere la loro destinazione si aprì nella camera di Leila.

- Benvenuti  nella mia stanza, ma soprattutto benvenuti nella mia epoca. Prima di iniziare vorrei chiedervi di restare un secondino qui in modo tale da poter spiegare ai vostri doppi la vostra presenza qui.  - indicó Killian e Regina - Non sanno nulla... non li ho informati della mia iniziativa del viaggio temporale ma credo che ora sia  arrivato il momento di dirglielo; sapete: vorrei evitare che vi scambiano per impostori mutaforme. 

- Hai affrontato un viaggio nel passato senza rendere partecipe nessuno della tua famiglia? Ma che diamine... Leila! 

- Mamma l'ho fatto per una buona causa! Non rimproverarmi per favore!  Pensiamo  prima alle cose importanti, ovvero Chloe, poi se vorrai continuare ad urlarmi contro potrai farlo tranquillamente.

- Wow... questa piccola Jones è in realtà un piccola Swan! - disse Regina - Sa essere irritante come te ai nostri inizi. - rise - D'accordo Leila, vai pure ad avvisarli, noi ti aspetteremo qui. 

Come facilmente intuibile anche i suoi parenti si arrabbiarono per quel viaggetto fuori programma,  ma una volta spiegato loro che la motivazione di tutto era il cercare di aiutare Chloe senza dover necessariamente interrompere le loro ricerche, allora lasciarono i rimproveri ad un secondo momento. Evitó di raccontare loro la storia del pugnale  e delle intenzioni di Chloe, disse solamente che voleva che fosse la sua mamma, versione passata, a cercare di tranquillizzarla visto che nessuno di loro era ancora riuscito. Killian si sciolse a quelle parole e dopo aver versato qualche lacrima per tutti i  casini che stava vivendo,  lasció sua figlia nelle mani del suo lui del passato e tornó alle sue ricerche. 

- Ok, tutto sistemato! Adesso possiamo mettere in atto il nostro piano. 

- E quale sarebbe il piano? Ne hai già uno? 

- Beh io tenterei prima la strada più facile. Mamma... vorrei che provassi a parlare con Chloe. Conoscendo il vostro rapporto potrebbe bastare anche un solo: "andrà tutto bene"

da parte tua. Le manchi da morire, forse vedendoti si tranquillizzerà un pochino e accantonerà queste malsane idee. 

- Potrebbe essere un inizio. Dove è ora? 

- Da Hopper... 

 - Dal grillo? - chiese Regina.

- È già! Papà ha insistito per mandarla da lui per un ulteriore aiutino ma a quanto pare non sembra funzionare. Il grillo parla e lei non lo degna neanche  di uno sguardo. Ho provato a spiegare a papà che per me è solo uno spreco di tempo ma lui dice che è importante. Sono le... 17:00 - continuò dopo aver visto l'orologio - Dovrebbe essere qui tra un'oretta. Nel mentre che arriva fate come se foste a casa vostra... in un certo sento lo è. 

- Leila ascolta, intanto che aspettiamo dimmi: Liam è qui? - chiese Emma - no perché pensavo che se  non abbiamo altro da fare che aspettare mi piacerebbe almeno vedere come è diventato il mio ometto.

- Mi dispiace ma purtroppo non è qui, zio Robin lo ha portato in campeggio con Ronald, zio Neal e Robin junior. Volevano portare anche noi per farci distrarre ma Chloe non ne voleva sapere e io non ho voluto lasciarla qui da sola nonostante avessi bisogno di staccare la spina. Comunque mamma tranquilla, Liam è tutto l'opposto di me e Chloe! Non ha deluso le tue aspettative. È un piccolo Killian a tutti gli effetti con l'unica  differenza che lui ha gli occhi verdi e non azzurri come papà. Ho delle foto, vuoi vederle? 

Così fecero, sfogliarono gli album  di quegli anni vedendo così  la crescita di tutti e quattro i loro ragazzi. Molte persone è bambini che erano ritratti in quelle foto  per loro erano a loro sconosciute ma evitarono di fare domande, avrebbero dimenticato presto quindi tanto valeva non sapere. Poco dopo il loro momento di relax venne interrotto dal cellulare di   di Leila che inizió a squillare. La ragazza rispose immediatamente e andò a parlare nella stanaza accanto. Quando tornò la sua espressione era completamente diversa da quella di poco prima: era  preoccupata.

- È successa una cosa... - esordì  tornado dentro. - Mi ha appena chiamato Gideon. Dice che Chloe è entrata nel negozio di suo padre  e ha iniziato a mettere tutto sotto sopra. Dice che sembrava completamente fuori di se. Non sa cosa cercasse esattamente ma sono certa che si trattasse del pugnale!

- Dov'è ora? Chloe intendo. 

- È con Gideon, la sta portando qui. 

Si spostarlno tutti nel salottino, tutti tranne Emma. Leila voleva preparare psicologicamente sua sorella prima di fargliela incontrare. Non voleva che la scambiasse per la sua vera mamma e credesse che tutto si fosse risolto; in quel caso sarebbe stato come illuderla e non era di certo la carta giusta per farla tornare in se. Quando Chloe entrò in casa, non guardò in faccia nessuno e tentò di raggiungere la sua camera, a metà scalinata però  tornò indietro e scrutò i presenti in soggiorno.

- Chi accidenti sono questi impostori! - chiese  senza mezzi termini guardando Leila. - Perché  hanno preso le sembianze di papà e zia? - non sapendo nulla di quella storia fece apparire per tutta evenienza una sfera di energia nel caso sarebbe servito difendersi. 

- Chloe loro so... ma che fai! Falla sparire immediatamente! 

- Non crederai che siano davvero loro? Che c'è non riconosci più papà per caso? 

- So che non sono loro, se mi lasci spiegare magari... sono il papà e la zia del passato, sono venuti qui per aiutart.... - si bloccó, non voleva che lo sapesse - sono venuti per aiutare gli altri con le ricerche per la mamma.

- Ah.... - senza aggiungere altro provó a salire di sopra 

- Aspetta un secondo... a  proposito di mamma... c'è... c'è anche la sua versione passata, non so... vorresti... vorresti parlare un po' con lei? - venne guardata in malo modo e senza rispondere la più piccola delle Jones le diede le spalle e giro e proseguì il suo cammino. - Visto? Che vi dicevo? - disse ai presenti mente Emma raggiungeva gli altri in salotto. - Voi non la conoscete in questa versione adolescenziale ma vi posso assicurare che quella che avete appena visto non è per nulla mia sorella. Non so più cosa fare per avere anche solo mezza conversazione amichevole. 

- Tranquilla tesoro, ora che sono qui proverò a farla parlare un pochino. Spero solo che i  trucchi  che uso con la mia piccola Chloe siano ancora valido se adattati ad un'adolescente. 

- Non hai bisogno di trucchi con lei, dai vieni ti accompagno. - salirono insieme verso il piano di sopra ma proprio mentre Emma stava per varcare la soglia di quella che era la stanza di Chloe, Leila la bloccò.

- Non è lì! È in questa stanza. 

- Ma quella non è...

- Si! È la camera tua e di papà... la mamma è qui e Chloe passa parte della giornata a tenerle compagnia... o a farsi del male, dipende dai punti di vista. Te la senti di vedere questa cosa? 

- Mi stai chiedendo se me la sento di vedermi stesa su di un letto mezza morta? Non ho tempo di pensare a me quindi tranquilla, vai pure giù dagli altri, penserò io a questa signorina. 

- Ok va bene, a dopo 

- Leila aspetta.... ancora una cosa: sono molto orgogliosa di te! Sei una sorella maggiore fantastica oltre che una ragazza eccezionale. - Leila sorrise e la lasciò proseguire. Una volta entrata nella stanza Emma perse un battito, non tanto per vedere la sua versione futura stesa a letto prima di sensi, quanto per il fatto che Chloe la teneva stretta in un abbraccio carico di disperazione. Quella creatura stava soffrendo terribilmente e Emma non poté far altro che soffrire con lei. Le si avvicinò piano per paura di spaventarla, si sedette sul letto e con delicatezza le poso una mano sulla spalla.

- Non avere paura, sono solo io... mamma! - a quelle parole la sentì irrigidirsi. - lo so... lo so che per te la tua mamma è lei - indico il suo clone - ma io sono stata lei, vuoi o non vuoi anche io sono un po' la tua mamma. - le diede il tempo di abituarsi a quella nuova presenza, poi tornò a parlare - Lo sai perché sono qui? Perché voglio fare due chiacchiere con te: Tua sorella, il tuo papà... tutti qui sono in pensiero per te sai? Dicono che non sei più la ragazza gioiosa e solare di un tempo e vorrebbero aiutarti a ritrovare il sorriso. Lo so, stai passando un brutto periodo sia in amore che in famiglia, ma questi piccoli ostacoli non devono oscurare la persona meravigliosa che sei anzi il contrario, dovresti viverti a pieno la tua famiglia e perché no anche i tuoi amici. Dovresti uscire di casa e provare a divertiti. Fai cose che ti  fanno stare bene, non crogiolarti... è peggio così. - alla parola “divertirti” Chloe si girò e guardò Emma in malo modo - Che c’è? Pensi  che divertendoti mancheresti di rispetto alla tua mamma? Sbagli... e io posso dirtelo con certezza. A casa ho tre bambini meravigliosi e un adolescente come te, non vorrei mai che smettessero di vivere la loro vita a causa mia. E nenanche lei lo vorrebbe - i dico la versione moribonda di Emma - fidati di me. Pensi che sia difficile? Forse lo è ma non devi fare tutto subito... parti dalle cose semplici: Leila ad esempio. Tua sorella sta cercando modo e maniera di avere un contatto con te per poterti dare un po' di forza, non respingerla, lasciati aiutate. So che vi volete bene e che avete un legame speciale, fate di questo la vostra forza. - improvvisamente Emma di sentì stringere la mano. Era Chloe che rimanendo comunque girata di spalle riusci a prendergliela e a stringerla. Forse avevano fatto un piccolissimo passo avanti: un punto per la squadra  dei buoni. - E poi  lasciatelo dire, non mi sono mai arresa e mai lo farò... la stessa cosa vale per lei. Tornerà da te più forte di prima. Posso abbracciarti adesso? - non passò nenache  un secondo da quella domanda che la ragazza le fu addosso. Forse non era la versione  l'originale della sua mamma ma come aveva detto anche poco prima era pur sempre la sua mamma. 

- Brava ragazza! Ora che abbiamo stabilito un legame ti andrebbe di dirmi cosa ci facevi nel negozio di Gold questo pomeriggio?  - scosse la testa. - Era una cosa di fondamentale importanza? - annuì - Devo  preoccuparmi? Stai facendo qualcosa che non andrebbe fatto? - la rimase a fissare offesa - Non saltare a conclusioni affrettate, ti faccio questa domanda solo perché non è molto legale irrompere nei negozi quando questi sono chiusi. - si senti bacchettata e abbassò il capo; stava sbagliando è vero, ne era consapevole, ma aveva i suoi valido motivo e sua madre, qualsiasi versione fosse, non avrebbe mai dovuto sapere cosa stava architettando. - Amore mio non voglio rimproverati, ma davvero: cerca di non metterti nei guai, le cose in quel caso potrebbero solo peggiorare. 

Restarono in quella stanza a tenersi strette per buone due ore dopodiché Emma scese al piano di sotto raggiungendo gli altri. 

 - Allora?  - chiese Leila in trepidante attesa.

- si è appena addormentata ma è voluta rimanere nella stanza dei vostri genitori. Non mi ha detto cosa stesse facendo da Gold ma ho potuto vederlo dai suoi occhi che è qualcosa di cui non andare fieri. È arrabbiata con il mondo intero e vorrebbe fare chissà che cosa pur di vendicare le persone che ama. Sono d’accordo con quello che hai detto poco fa: di sicuro cercava il pugnale. - sospiró - Non voglio nenache pensarci alla possibilità che riesca ad inpossessarsene. Ci sono passata ed è stato un inferno, non posso  permettere che lei cada in quell’abisso! 

- E non lo permetteremo Emma! A costo di mandare Gold fuori città. - provò a tranquillizzarla Killian vedendo che sua moglie iniziava anch’essa seriamente a preoccuparsi

- Scusate non vorrei farvi preoccupare ulteriormente ma vi sfugge una piccola cosa. C’è  un modo più semplice per cadere nel baratro dell’oscurità e non prevede necessariamente il pugnale. A Chloe basterebbe compiere magie destinate a distruggere e non a salvare per portarla dall'altro lato. Se ha fatto quello che ha fatto oggi non è detto che non lo rifarà prossimamente  o che non l’abbia già fatto. Se il suo cuore si macchia di nero sarà difficile riportarla da noi...

- Hai ragione, non ci avevo minimamente pensato. Il cuore di mamma si macchiò per aver ucciso Cora.... ODDIO! E se... - cadde a peso morto sul divanetto accanto a lei - Come facciamo a sapere se il suo cuore è ancora intatto?

- Possiamo estrarlo e controllare con i nostri occhi E poi per stare più tranquilli e per tenerlo  sicuro potremmo anche fare un incantesimo di protezione su di esso. Questa piccola magia la limiterà nelle scelte malvagie.

- Ok. sono d'accordo! Andiamo di sopra... adesso! - scattò prendendo la direzione delle scale. 

- Emma un attimo! - la fermò Killian - Pensi davvero di convincerla a farti vedere il suo cuore? Se sta tentando di nascondere qualcosa non credo che... 

- Lei non se ne accorgerà! Regina puoi farle un incantesimo per non farle sentire dolore?

- Certo che sì, mi sembra il minimo. 

- Bene. Allora approfittiamo che ora sta dormendo. 

Salirono tutti al piano di sopra e senza fare il ben che minimo rumore entrarono nella camera da letto. Killian e Regina sussultarono alla vista del corpo di Emma ma fortunatamente riuscirono ad andare avanti con il piano. A Chloe venne fatto un incantesimo di preparazione, un anestetico se così si può chiamare, dopodiché Regina inserì la mano nel suo petto! Rimase in quella posizione per una ventina di secondi dopodiché ritirò la mano. La sua faccia diventò seria, troppo seria e Emma capì che c'era qualcosa di sbagliato. Raggiunsero nuovamente il piano di sotto per non svegliare la ragazza e una volta preso un bicchiere d'acqua Emma cercó delucidazioni dalla sua amica. 

- Ha già il cuore macchiato vero? Per questo non l’hai estratto... Lo hai sentito semplicemente posando la mano non è così? 

- È peggio di così! Chloe... beh... Chloe  non ha il cuore nel petto! 

- COSAAAAAAA!!!!! Come è possibile? Gli hanno rubato il cuore? Pensi che la stanno manipolando? 

- Emma non lo so, so solo che senza cuore, anche se non controllata da qualcuno, potrebbe compiere gesti cattivi. Dobbiamo ritrovarlo e metterlo al suo giusto posto. Non abbiamo un minuto da perdere.

Cercarono di non perdere tempo e di essere lucidi: pensarono di tentare il loro solito incantesimo di localizzazione, quello delle magie affini; il cuore di Chloe era magicamente legato a quello di sua sorella quindi avevano una buona percentuale di riuscita nel trovarlo, ma prima di poter prendere la macchina per recarsi alla cripta la porta si aprì facendo entrare un Killian e una Regina completamente sopraffatti. 

- Papà ! Zia! Che.... - disse Leila vedendoli arrivare così, senza preavviso. 

- Abbiamo notizie.

- Scusate ma andiamo di fretta! - rispose Emma per poi prendere il braccio del suo Killian e tentando di trascinarlo fiori da lì. Immaginava che i due avevano capito qualcosa sulla situazione della sua versione futura ma al momento Chloe doveva avere la precedenza. 

- Aspettate! - di categorica la Regina del futuro - Abbiamo scoperto il veleno in questione... è il rubus noctis. 

- Il rubus noctis?  Ne siete sicuri? Non è possibile, quel veleno viene dall'.... 

- Come si chiamava il tizio che frequentava tua sorella? - dissero all'unisono i due Killian.

- Peter perché?  

- No! No no no no no! Non ci credo! - esclamó Emma sconvolta. 

- Cosa mamma?

- Non... non posso assolutamente crederci: Non può essere lui! Lui è....

-  Lui chi mamma? Di chi accidenti stai parlando!

- di Peter... Peter Pan. 

 

 

Note dell’autore: ciao a tutti ragazzi! Come avete potuto notare ho pubblicato rispettando i tempi 💪🏻 però  pur di farlo ho dovuto tagliare nuovamente il capitolo. Prossima settimana scopriremo se la teoria dei Pan è vera e tenteremo di capire cosa nasconde Chloe e  chi ha in mano il suo cuore. Buona lettura e alla prossima.

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Capitolo 53
*** Non cedere all’oscurità (seguito di: A volte ritornano) ***


- Peter Pan! Quel Peter Pan? Quello del cartone dove papà viene dipinto come il cattivo di turno? - esclamó Leila sorpresa da tale rivelazione. 

- Proprio lui tesoro mio,  con l'unica differenza che l'originale non è per nulla buono come quello del cartone, anzi... in passato ha fatto rapire Henry per ottenere il suo cuore e abbiamo avuto modo di combatterlo personalmente. Meglio stare alla larga da un tipo così! - i ragazzi sapevano poco del viaggio dei loro familiari sull'isola che non c'è, questi ultimi si erano limitati a dire loro solamente la parte che riguardava Emma e Killian, ovvero la nascita del loro rapporto speciale, avevano preferito tacere sul restante in quanto ormai quel demonietto era stato sconfitto per sempre... a quanto pare però avevano sbagliato. 

- Pensi che possa aver preso lui quindi  il cuore di Chloe? - chiese Leila guardando Emma e non pensando che suo padre, l'originale, e sua zia non erano ancora stati messi al corrente di quella situazione. 

- Il suo cuore? Leila. Di cosa stai parlando... 

- papà ecco... c'è una cosa che ancora non sai... 

 - Chloe non ha il cuore? - Chiese l'uomo allarmato. 

- No... a quanto pare no...

- E cosa stavi aspettando per  dirmelo eh? Cosa stavate aspettando tutti voi? Sono io suo padre, dovevate mettermi al corrente subito!!! - era arrabbiato, molto arrabbiato, sopratutto con la sua versione del passato, chi altri  meglio di lui poteva capirlo? Perché non aveva detto al restante del gruppo di informarlo? 

- Non abbiamo detto nulla ne a te ne alla zia perché lo abbiamo scoperto solamente in questo momento e poi... beh voi avete una cosa altrettanto importante a cui pensare. 

- Emma non è più un problema, esiste una cura efficace per quel tipo di veleno, è stata testata su tuo nonno diversi anni fa. Una volta aiutato Chloe a riavere il suo cuore andremo da Gold e ci faremo aiutare.

- Sai papà, credo che tu e gli altri dobbiate trovare un altro modo per salvare la mamma... vedi, non credo che Gold sia la soluzione più adeguata.

- Perché no? È un cattivo è vero ma anche se odio ammetterlo suo figlio ha in qualche modo una certa relazione con te e lo rende a tutti gli effetti un membro della famiglia. Per una volta questa cosa potrebbe rivelarsi utile.

- Mmmh... non ne sarei così sicura papà. Ecco vedi c'è dell'altro che ancora non sai su Chloe e forse è arrivato il momento che anche tu venga messo al corrente. 

La ragazza lo fece accomodare sul divano e per la seconda volta spiego tutto ciò che era avvenuto in quel periodo alla piccola Jones aggiungendo il piccolo inconveniente di quel pomeriggio ovvero che Chloe si entra intrufolata furtivamente nel negozio di Gold e aveva messo  tutto a soqquadro pur di trovare il pugnale. - È  per questo papà che prima ti ho suggerito di trovare un'altra soluzione per la mamma...  lui ci darà una mano. Non adesso.

Killian non emise un suono.... era sconcertato da quando ascoltato. Aveva visto sua figlia isolarsi questo è vero ma da quello al fatto che volesse diventare l'oscuro... si maledi mentalmente: possibile che non si fosse accorto di nulla? Era suo padre per la misera, avrebbe dovuto capire i segnali. 

- Avevate già un piano in mente per rintracciare il suo cuore? - chiese speranzoso. La situazione era grave e non vi era un minuto da perdere. 

- Beh si, la "zia" pensava di provare a fare una pozio.... - si fermó con la spiegazione quando vide sua sorella scendere le scale e recarsi verso la cucina.

- Amor di papà sei sveglia! - intervenì Killian alzandosi - Vieni un po' qui con noi, ti va? 

- La Mamma? - la ragazza ignorò le parole del padre e rispose con un'altra domanda.

- La mamma stará meglio molto presto! Abbiamo scoperto l'entità del veleno e sappiamo come agire. - le sorrise con l speranza di sollevarle il morale ma la risposta lo pietrificò

- E allora che accidenti ci fai ancora qui è?!?! Non startene con le mani in mano! Rimboccati  le maniche e riportala qui!  

- Chloe teso.... - non riuscì a dire altro. La ragazza tornò sui suoi passi e sali nuovamente le scale tornando a chiudersi in camera. Killian ci rimase male per la risposta ottenuta, anche lui avrebbe voluto la sua Emma al suo fianco, ma si fece forza in quanto sapeva che in quel momento veniva prima la sicurezza di sua figlia.

 - stavi dicendo Leila? Parlavi di una pozione se non ho capito male.

- Esatto! La pozione delle magie affini. Zia pensa che  utilizzarla su di me, visto il legame mio e di Chloe, potrebbe aiutarci a trovare il suo cuore e a capire dove si nasconde Peter. 

- l'idea è ottima - commentò la Regina di quel mondo - ma credo che ormai bisognerà attendere domani mattina per prepararla. Nella mia cripta purtroppo non ci sono tutti gli ingredienti che ci servono quindi dovremmo necessariamente aspettare che apra l'emporio per rifornirci. 

- a Storybrooke c'è un emporio che vende queste cose?

- benvenuta nella nostra epoca signorina Swan. 

***

Il mattino seguente entrambe le ragazze vennero mandare a scuola mentre il restante del team, presenti e futuri, si recarono prima all'emporio e poi alla cripta di Regina per creare la famosa pozione delle magie affini. La vecchia squadra era forte già di suo ma ora con una Emma, due Killian e due Regine a seguito chiunque avrebbe dovuto tremare. Si misero subito a lavoro, non c'era tempo da perdere, quel mostro avrebbe potuto far fare a Chloe cose indicibili con il suo cuore, bisognava fermarlo immediatamente. Purtroppo però  ancora una volta gli eroi dovettero rinunciare a poter terminare il lavoro. Una chiamata arrivò sul cellulare del Killian del futuro e due minuti dopo un'altra chiamata arrivò sul cellulare della Emma del passato. Killian fu chiamato dal preside della  scuola mentre Emma da Leila. Entrambi gli interlocutori comunicarono ai diretti interessati la stessa notizia: Chloe era fuori controllo e stava utilizzando la magia contro uno dei suoi compagni. Non un compagno qualsiasi ma bensì Peter. Lasciarono la cripta, la pozione a metà  e a tutta velocità raggiunsero la scuola. Nel cortile vi erano gruppetti di studenti che guardavano la scena impauriti. Il preside non esagerava: Chloe era davvero senza controllo. Cercava di colpire Peter con attacchi magici potentissimi ma lui d'altro canto era furbo e aveva la magia: riusciva a deviare magistralmente gli attacchi della ragazza. Si poteva  benissimo leggere dallo sguardo della ragazza quale fossero le sue intenzioni: voleva ucciderlo e a rendere reali le ipotesi dei suoi familiari  furono le parole che disse poco dopo la  ragazza: 

 - BRUTTO VERMEEEEE! PAGHERAI CARO PER QUELLO CHE HAI FATTO!  NESSUNO HA PUO PERMETTERSI DI TOCCARE LA MIA FAMIGLIAAAAAAAA!!!!!! - gridó quelle parole con disprezzo... odio. 

- E sentiamo bambolina cosa vorresti farmi è? Ti stai solo rendendo ridicola non lo vedi? - gli occhi di Chloe si ignettarono di sangue e senza nenache pensarci scatenó un attacco talmente potente da far rompere tutti i vetri dell'edificio. A differenza dei colpi precedenti peró questo colpì Peter anche se solo di striscio. Il braccio del ragazzo prese a sanguinare copiosamente, se lo avesse preso in pieno di sicuro lo avrebbe ucciso. 

- Non sai fare di meglio? - la istigó il ragazzo anche se nel dolore - Sono riuscito a far fuori prima la tua mammina, poi il tuo amoruccio... chi posso ferire adesso... vediamo: tua sorella? O forse è meglio il tuo paparino? 

- NON TI AZZARDARE A TOCCARLIIIIIII! 

Emma vide le mani di Chloe iniziare a tremare in maniera incontrollata e questo significava solo una cosa: ancora poco e avrebbe perso il controllo dei suoi poteri. Doveva fermarla ora prima che fosse troppo tardi. Si mise d'accordo con entrambe le Regina e mentre loro cercarono di occuparsi di Peter lei provò a far ragionare la ragazza. 

- Chloe tesoro guardami.... guardami per favore; sono mamma, sono qui! 

- No... Tu... tu non sei mia madre... mia madre non c'è più... lei... lei è.... È TUTTA COLPA TUAAAAAAAAAAAAAAAA ! - urlò guardando Peter - TI UCCIDERÓ! FOSSE ANCHE L'ULTIMA COSA CHE FACCIO  IO TI...

- No, non serve tesoro... ci sono altri modi per sconfiggerlo.... modi più leali, non farti sopraffare dalla rabbia! - provò a spronarla Emma attirando nuovamente l'attenzione di Chloe su di lei. 

- Sei un'ingenua... Con la lealtà non si ottiene nulla! 

- Ti sbagli tesoro mio...

- Ah si? Mi hai sempre detto di camminare nella luce, di non cedere all'oscurità, che tutto nella vita sarebbe andato nel verso giusto se mi fossi affidata alla speranza! Tutte stronzate EMMA.... tutte stronzate! - Per Emma sentirsi chiamare in quel modo da quella che era sua figlia fu una coltellata al petto. - La mia mamma se ne è andata il mio amico se ne sta andando... come posso con  la luce riportarli indietro è????? 

- Devi avere...

- cosa? COSAAAAAAAAAAA! Devo avere fedeeee? No! Sbagliato! L'unico  modo per riportarla da me è.....

- È fidarti della tua famiglia e collaborare con loro. Credimi Chloe io so cosa significa essere posseduti dall'oscurità, è la sensazione più opprimente che esista. Non farti questo... sei una ragazza meravigliosa ed intelligente, non ne vale la pena credimi. - Emma aveva le lacrime agli occhi e la ragazza per un momento di pentì di come la stesse trattando. Respiró profondamente e provò ad esporre i suoi concetti in maniera più contenuta e meno aggressiva. 

- Se non utilizzerò la magia oscura allora  la mamma... 

- la tua mamma tornerà da te ugualmente te lo prometto Chloe! Faró in modo che la tua mamma torni da te e ti dimostrerò che è vero che la luce può fare qualsiasi cosa.

Quelle parole non la convinsero ma almeno le sue mani smisero di tremare. Emma  istintivamente l'abbraccio per poi lasciarla tra le braccia di entrambi i suoi papà e raggiungere le sue amiche  e sua figlia più grande le quali cercavano senza sosta di proteggersi dagli attacchi di quel ragazzino ripugnante.

- Smettila Peter! Non ti conviene metterti contro di me lo sai! 

- Oooooo ooooo oooooo guarda guarda chi si vede! La salvatrice. Sbaglio o ti avevo annientato? - disse anche se sapeva già la risposta. 

- Non mi hai annientato anzi... sono io quella che ti ha sconfitto in passato se ben ricordi  e sono io quella che ti sconfiggerò anche questa volta. Avrai potuto annientare la mia me del presente, ma non puoi di certo battere me. Io a differenza sua ho ancora la mente allenata a questi subdoli giochetti. 

- Ah si? Beh sappi che io imparo sempre dai miei errori quindi io non sarei così sicura di te! 

- Vedremo alla fine chi di noi avrà la meglio ma ora dimmi: come fai ad essere qui? Non eri morto? sappiamo bene che il  fiume delle anime non perdona...  come fai ad essere qui? 

- Sorpresa salvatrice? Dovresti saperlo ormai visto che dici di conoscermi bene: io sono un manipolatore. Quando eravamo nell'oltretomba dissi a mio figlio di procurarmi il cuore di uno di voi per poterlo sostituire al mio e avere modo di raggiungere ancora una volta il mondo dei vivi. Ora come sai bene anche mio figlio è un manipolatore nato e così quando è tornato con il cuore che gli avevo chiesto non mi sono fidato: ho mandato un mio scagnozzo con le mie sembianze a prenderlo. Se una volta inserito il cuore nel suo petto questo si fosse verificato autentico allora avrei aspettato che mio padre si fosse allontanato per impossessarmene e raggiungervi  altrimenti, come poi è stato, se si fosse rivelato uno stupido trucco sarebbe morto qualcun'altro al mio posto facendo comunque credere a tutti di essere io quello che ci aveva rimesso le penne per poter agire indisturbato in un futuro. 

- E perché avevi così tanta voglia di tornare qui? 

- Non sono certo tenuto a sbandierare i miei segreti a te!

- Si se metti in mezzo la mia famiglia: si può sapere cosa accidenti vuoi da mia figlia? 

- Beh hai ragione... c'è tra tua figlia quindi forse è giusto che tu sappia perché sono qui! Io voglio il potere, l'ho sempre voluto e nell'oltretomba non potevo di certo averlo. Cosa centra la tua dolce figlioletta in tutto questo? Beh semplice: tua figlia è il potere. Al mondo non si è mai vista creatura più forte di lei. Quello che le hai visto fare fino ad oggi non è nulla in confronto a quello che realmente può fare. La sua magia non si è ancora del tutto sviluppata ma posso benissimo impossessarmene anche se non è del tutto matura. Puoi giurarci salvatrice,  troverò un modo per indebolire quella bambolina, sconfiggerla e passare il suo potenziale magico a me! Non mi fermerò fin quando non ci riusciró! - un attacco alle spalle di Emma si materializzò cercando di colpire Peter ma aimè questo spari prima che questo accadesse.

- Per un soffio! - si lamentò la ragazza che lo aveva attaccato!

- Leila che fai? 

- bisognava agire, non parlare! C'è lo siano lasciati sfuggire! Ha il suo cuore di mia sorella, ora che lo abbiamo minacciato potrebbe.... 

- shhhh stai calma, non ha il suo cuore, puoi stare tranquilla! 

- Non lo ha? Con lo sai! 

- Semplice, non si sarebbe fatto attaccare da lei, gli avrebbe fatto attaccare qualcun'altro, magari un'innocente ma non lui stesso.

- Te lo ha detto lui stesso poco fa, è un manipolatore, forse vuole farci credere che...

- No, so di avere ragione, non ha lui il suo cuore! 

- E chi ce l'ha? Di chi altro dobbiamo preoccuparci adesso? 

- Penso propio di saperlo! Tornate a casa, lasciatemi sola con lei per favore. - conclude quando anche il restante del gruppo ci raggiunse. Entrambi i Killian guardarono Emma per capire cosa avesse in mente ma ci rinunciarono subito, la donna sapeva essere molto misteriosa quando voleva. Tornarono quindi tutti a casa tranne Emma e Chloe. La ragazza era ancora inginocchiata a terra e non proferiva parola. Emma molto lentamente le si avvicinò e l'aiuto ad alzarsi.

- Ho mandato tua sorella e gli altri a casa, che ne dici se firmo un permesso per uscire prima anche a te e andassimo a prendere un gelato. la mia piccola Chloe ne va pazza e scommetto che anche per te è così! - le sorrise ma Chloe non contracambiò. - Dai splendore, vieni con me.  Uscirono da quell'edificio e raggiunsero una delle gelaterie migliori di Storybrooke, ordinarono entrambe il loro gelato dopodiché andarono a sedersi su una panchina nel parco. 

- Adoro questo posto, ti porto sempre qui quando ho del tempo libero. Ti piace arrampicarti su quello scivolo e far finta di essere un pirata.- fece una pausa - sai una cosa? A livello fisico siete diverse ma per il resto non  sei poi tanto differente dalla tua versione bambina, da quello che ho potuto capire anche tu come lei quando ti metti in testa una cosa è difficile farti cambiare idea. - la ragazza differentemente da prima accennò un sorriso. Per Emma quel sorriso equivaleva d una vittoria, un piccolo passo avanti. - Posso confidarti una cosa?  - la ragazza annuì - So che non hai più il cuore nel petto! 

- Co... Come lo sai! - scattò subito. 

- Ma allora quando vuoi  la voce c'è l'hai? - scherzò Emma - Beh... diciamo che eravamo preoccupati... tua sorella in particolar modo è preoccupata. Non chiedermi come ma sappiamo che sei affascinata dalla magia oscura ultimamente e sappiamo che vorresti prendere il posto di Gold... ieri sera volevano solamente accettarci del fatto che fossimo ancora in tempo a farti cambiare idea e che il tuo cuore non si fosse ancora macchiato ma appena tua zia ha provato a verificare si è resa conto che il tuo cuore non era dove avrebbe dovuto essere. Ti giuro che ho quasi avuto un infarto,  abbiamo tutto pensato alla cosa più ovvia, ovvero che fosse stato Peter ma dopo quello che ho visto poco fa  credo proprio che la realtà sia un'altra. Voglio svelarti una cosa, non ne parlo molto perché non ne vado fiera e sopratutto non è un evento che voglio ricordare, ma anni fa bene o male mi sono trovata in una situazione analoga alla tua: tuo padre giaceva a terra senza vita e io ero lì impotente ad assistere alla scena. So che conosci già la storia ma ci sono dei retroscena che mi ero promessa di tenere per me ma adesso voglio che almeno tu li sappia . Stavo male, molto male, per averlo perso... mi sentivo vuota, la mia vita non aveva più un senso senza di lui. Avevamo appena deciso di iniziare la nostra vita insieme, volevamo costruire qualcosa e perché no formare una famiglia, ma a causa di quell'incidente tutti i nostri sogni andarono in frantumi. Non riuscivo a convivere con questa cosa, faceva troppo male e pur di alleviare il dolore decisi di compiere un gesto  avventato: andai in quello che ritenevo il mio rifugio perfetto e una volta assicurata che fossi da sola mi strappai il cuore dal petto e lo nascosi. Mi sentii sollevata... mi ero tolta un macigno sul cuore non indifferente. Forse ora potevo finalmente andare a casa l, smettete di piange e occuparmi di tuo fratello Henry che in quei giorni avevo trascurato. Pensavo davvero di aver risolto ogni mio problema, eppure mi resi conto poco dopo che mi stavo sbagliando... il dolore nenache dodici ore dopo tornò a farsi sentire, nonostante non avessi con me il mio cuore. Nulla era cambiato, continuavo a volere tuo padre e il non poterlo avere mi stava uccidendo nonostante non potessi provare sentimenti. 

- Che... che cosa hai fatto poi? Per non soffrire intendo... 

- Ci ho ragionato bene e ho capito che togliermi il cuore non era la soluzione giusta per smettere di soffrire, anzi...  forse quel gesto avrebbe potuto causare problemi maggiori. Che sarebbe successo se qualche male intenzionato ne fosse venuto in possesso? Avrebbe potuto mettermi contro l'intera città diventando  così la persona che mai avrei voluto essere. Decisi quindi di ritornare  nel luogo che avevo scelto, rimisi il cuore nel giusto posto e ho fatto quello che in teoria avrei dovuto far fin dall'inizio: andare dalle persone che amavo e farmi aiutare.

-  Ed è così che poi siete andati a riprendere papà nell'oltretomba...

-  Esatto! Proprio così! Ora che ti ho raccontato questo piccolo segreto prova a fidarti di me ok? So che stai male, si vede ad occhio nudo anche se una parte di te cerca di non farlo vedere, ma questo dolore può essere affrontato senza bisogno di scorciatoie inutili.  Togliersi il cuore dal petto per sentire meno dolore non funziona, credo ormai tu lo abbia capito, recuperiamolo e insieme troveremo un modo per sconfiggere Peter Pan e far tornare a casa la tua mamma e il tuo fidanzato.

- Io non ho tolto..... e poi lui non è...

- Oh fidati tesoro... lo è dalla tenera età di tre anni anche se non lo ammetterai mai! - Emma le sorrise dopodiché tentò un altro abbraccio che non tardò ad essere corrisposto. 

- Ok hai ragione... - ammise poco dopo la ragazza - Ho tolto io stessa il cuore dal petto! Non volevo soffrite più del dovuto ma come è successo anche per me non ho avuto l'effetto desiderato. A differenza tua però non l'ho fatto solo per non soffrire... l'ho fatto per.... - stava per aprirsi a lei ma di punto in bianco si bloccò. 

 - Chloe lo sai che puoi dirmi qualsiasi cosa vero? Non devi avere paura di dirmi niente. Non tenerti nulla dentro, sono venuta fin qui per aiutarti.... parlami! 

- beh... io ho compiuto quel gesto per sentirmi meno in colpa nel far determinate cose... sai perché voglio diventare cattiva? Perché i cattivi possono riportare indietro chiunque senza doversi giustificare di nulla... io  voglio solo poter riportare mamma e Erik a casa. Non aspiro a far del male alle persone,  vorrei solo.... 

- la tua famiglia unita; lo so ma non hai bisogno del l'oscurità per ottenere questo! Può sembrare bello avere determinati poteri e far tutto ciò che si desidera, ma a lungo andare le cose non vanno mai come pensiamo.... la magia ha sempre un pezzo ricordatelo e mai frase è stata più giusta. Gold ne è l'esempio vivente. Ha ribaltato l'esistenza di milioni di persone creando un sortilegio oscuro solo per riavere indietro suo figlio... ci è riuscito? Si, ma a che prezzo? Neal è morto! Stessa cosa per Milah! Ha usato il suo potere oscuro a suo piacimento e l'ha persa per sempre. L'oscurità amore mio non porterà mai da nessuna parte. 

- È la luce invece? 

- Giuduca un po' te, hai tanti esempi davanti ai tuoi occhi: il nonno e la nonna, me e tuo padre. L'ho salvato la prima volta, a Camelot, con l'oscurità e questo mi ha portato in fine ad ucciderlo per poter salvare tutta la città. Quando l'ho salvato la seconda volta invece non ho ceduto al male ma bensì all'amore e ora eccoci qui tutti insieme. Il bene vince sempre! Puoi essere arrabbiata e non vederlo ma è così! Fidati di me ok? Proviamo a risolvere la situazione alla mia maniera, se questo non dovesse funzionare allora potrai fare quello che riterrai più opportuneo. Io non ti ostacolerò. 

- Dici sul serio? Mi faresti utilizzare la magia oscura? 

- Certo! Ma solo perché so di avere ragione! Ora perché non mi dici dove hai nascosto il tuo cuore così possiamo rimetterlo al suo posto e iniziare ad elaborare un piano con gli altri per eliminare Peter? 

- l'ho nascosto nel posto che oltre a casa mi fa sentire al sicuro: sulla nave di papà! - Emma per poco non si soffocò con la sua stessa saliva facendo allarmare la ragazza per quella reazione. - ho... ho detto qualcosa di sbagliato? Io no....

- Sei più simile a me di quanto pensassi... ho nascosto il mio cuore nelle stesso identico posto! 

- Sulla Jolly? 

- Proprio così! Andiamo a riprenderci il tuo cuoricino piccola, abbiamo un enorme lavoro da svolgere. - si alzó dalla panchina e le tese la mano.

- Aspetta... volevo scusarmi per prima... si insomma per averti.... per averti chiamato Emma e non mamma! Mi dispiace.... io...

- non preoccuparti, in fondo hai ragione, la tua mamma è l'altra, a me nenache mi conosci.

- Ti conosco bene invece, ti conosco più di quanto tu non conosca te stessa... so che mamma diventerai un giorno.... diventerai la mia splendida mamma sarai sempre parte di lei. Sei anche tu la mia mamma! 

- non potevi dirmi parole migliori - disse tra le lacrime- ti voglio bene scimmietta

- ti voglio bene mamma! 

Finalmente Emma era riuscita a far ragionare Chloe... non ci era voluto molto, ma forse questo era dovuto dal fatto che come diceva la ragazza anche lei era la sua mamma. Parlandole si scoprì che le  intenzioni della ragazza non erano così cattive come si poteva pensare agli inizi dai disegni, voleva semplicemente salvare le persone che amava. Aveva ripreso da lei non c'era altro da dire, ora  doveva solamente capire che il modo per aiutare gli altri era ben diverso da quello che stava progettando. Passarono dalla Jolly Roger dopodiché tornarono a casa. Non fecero neanche in tempo ad entrare che Leila corse da loro per informare Emma sulle ultime novità.

- Siamo stati da Gold e come sospettavo non ha nessuna intenzione di aiutarci. È arrabbiato con lei per avergli distrutto mezzo negozio. - Chloe abbassò subito lo sguardo colpevole e provò a scappare in camera sua ma Emma la capì al volo e la trattenne per un braccio

- Ne abbiamo già parlato - le disse - dobbiamo risolvere il tutto insieme. Guardami: pensiamo ad un modo per sconfiggere Pan poi ti prometto che parlerò personalmente con Gold per ottenere l'antidoto. Tranquilla, se non dovesse funzionare tornerò nel mio mondo, parlerò con il Gold del mio tempo e tornerò qui da te con il rimedio per il rubus noctis.

- Grazie...

- Ah per quanto riguarda la situazione cuore - si rivolse agli altri - abbiamo risolto, il suo cuore è intatto ed è nuovamente dentro di lei. 

- Davvero? E chi lo aveva preso... di chi altro dobbiamo occuparci? - chiese Leila arrabbiata che qualcun'altro potesse aver ferito sua sorella.

- Lo dici tu o lo faccio io? - chiese Emma a Chloe 

- Io... beh mi sono sentita morire quando ho saputo di mamma... poi Erik.... io... io mi sentivo e mi sento tuttora la causa di questo disastro. È colpa mia e non volevo vivere con questo peso. Mi sono tolta il cuore da sola....

- Hai fatto cosa? Ma dico io sei scemaaaaa! 

- Leila... non volevo che lo venissi a sapere, non volevo che ti preoccupassi, volevo solamente sentire meno dolore possibile e ottenere la giusta vendetta senza avere troppi rimorsi sul modo in cui lo avrei fatto.... io..... io....

- Ohhh amore di papà non sai che spavento mi hai fatto prendere. - intervenne a quel punto Killian fermando la confessione della ragazza - sei testarda come tua madre non c'è che dire.... - le sorrise - la prossima volta che avrai dei problemi non esitare a venire da me ok? Non avrò la magia ma so come aiutarti. 

- Scusa papà... scusatemi tutti se sono stata intrattabile.... - abbassò la testa 

- Eiiiii va tutto bene, ora ci sediamo e davanti una bella cioccolata calda metteremo in atto un bel piano. 

Passarono il resto del pomeriggio e parte della sera ad elaborare il piano ma ogni cosa che veniva proposta dopo poco veniva boccata... come si poteva distruggere quel demonietto una volta per tutte senza necessariamente ucciderlo?

- Io vi ho già espresso la mia... lo rispedirei nella sua stupida isola e farei un incantesimo per togliete da essa tutta la magia! - propose Regina

- Mmmh troppo poco.... lui adora quell'isola troverebbe un modo per farsela piacere... dobbiamo pensare a qualcosa di più severo... 

- Ma eliminarlo proprio no eh!

- Chloe ancora? E poi Perché eliminarlo se lo si può far soffrire per senpre.

- Non è  macrabo ugualmente? - sottolineò Chloe.

- No perché non voglio infierirli sofferenze fisiche... abbi fede credo che mi sia appena venuta un'idea geniale! - Emma espose l'idea al restante del gruppo e tutti rimasero stupidi dal perché nessuno ci avesse pensato prima, era il piano perfetto, bisognava solamente preparare il necessario e tendergli un'imboscata.

***

Impiegarono un paio di giorni per preparare tutto l'occorrente per il piano ma alla fine erano pronti per affrontare Pan. Se tutto sarebbe andato come previsto non sarebbe stato necessario neanche combattere. Puntavano suo fattore sorpresa. Era tutto pronto mancava solamente l'esca per attirare Quel denonietto.

- Secondo me è Chloe l'esca più papabile. - esordì la Regina del passato. - pensateci: lui brama alla sua magia, se gli faremo capire che è vulnerabile lui proverà ad avvicinarla. 

- E come vorresti fargli credere che sia ancora più  indebolita dell'ultima volta che l'ha vista? - rispose la sua gemella di quel tempo.

- Beh... ho pensato a qualcosa in questi giorni e un'idea mi è venuta... vi anticipo che non mi fa impazzire la cosa  ma è l'unica idea che mi è passata per la testa. Lei è molto legata al suo amico Erik vero? Le faremo credere che si è aggravato così...

- No! Scordatelo! Non farò Star male mia figlia per una cosa non vera! Non ci pensare proprio! 

- Emma ragiona, sarà solo per mezza giornata, le diremo subito dopo la verità. Credo che sia davvero  l'unico modo per farlo uscire allo scoperto! 

- Non insistete ho detto di no! Se ci fosse Henry al suo posto non glielo faresti fare!

- Ti sbagli... quando volevano imbrogliare la Regina cattiva in passato lo abbiamo usato come esca ricordi? 

- Era una situazione differente, lei non gli avrebbe mai fatto del male e poi noi non lo abbiamo imbrogliato facendogli credere cose non vere. 

- Smettetela di darvi contro voi due. - intervenne il Killian del futuro - Nenache io sono d'accordo con la sua idea però se è davvero l'unico modo me lo farò andare bene! 

Proviamo a pensare ad altro, poi se entro questa sera non avremo trovato nulla allora si farà come ha detto Regina! 

Preferì non rispondere a Killian e si mise subito a far elaborare il cervello per trovare una soluzione alternativa. Purtroppo però ne a lei ne al restante del gruppo vennero in mente altre idee così a malincuore dovette accettare il piano  della loro amica. Stavano per andare nella stanza di Chloe a dirle che il suo amico aveva avuto un improvviso peggioramento quando Leila, che era uscita poco prima per parlare al telefono, tornò gridando loro si fermarsi 

- ASPETTATEEE! 

- Leila tesoro che succede? - chiese suo padre - hai una faccia...

- Orribile?  Si lo so... è che ho appena scoperto una cosa che da i brividi.... 

- cosa? 

-...Era Anna al telefono... chiamava dall'ospedale: Erik è peggiorato sul serio questa notte ed è grave! - disse trattenendo a stento le lacrime.

- Ma co... come è possibile? Non dicevi che stava migliorando?

- Si è così infatti... non so cosa sia successo di preciso, neanche whale riesce a spiegarselo! Dice che è come se avesse ingerito qualcosa che lo stia facendo star male ma non riesce a decifrare che cosa! Come è possibile che abbia ingerito qualcosa se non può prendere nulla per bocca ed è alimentato semplicemente da flebo?  

- potrebbe essere un errore medico? Gli avranno che so somministrato il medicinale sbagliato? - provò Killian. 

- whale ha controllato e ha escluso l'ipotesi...

- Penso di sapere cosa sta succedendo! - disse improvvisamente Emma guardando Regina la quale la capì al volo - Peter ha avuto la nostra stessa idea, sta cercando di indebolire Chloe! Ha di sicuro utilizzato il rubos noctis come la volta precedente! 

- Pensi davvero che possa essere stato lui? Oddio è adesso??????? Erik potrebbe... oddio no! Chloe....

-  Tranquilla tesoro non facciamoci prendere dal panico. Non gli succederà nulla te lo prometto! Regina corri in ospedale e blocca l'effetto del veleno come hai fatto con la mia versione futura,  io penserò ad un modo per dirlo a Chloe. -   Regina si mise subito a lavoro e quando tornò a casa, confermando che si trattava anche per Erik del rubus noctis, trovò Emma esattamente nel posto in cui l'aveva lasciata poco prima. Non aveva ancora trovato il coraggio di andare da sua figlia e darle la notizia: non voleva farlo quando era semplicemente un piano figurarsi adesso che era la realtà.

- Prima glielo dirai prima risolveremo la questione. Fatti forza, sei l'unica da cui vorrebbe sentirselo dire. 

Anche se controvoglia si decide ad alzarsi e raggiunse il piano di sopra, entrò in camera di sua figlia e la trovò intenta a Studiare.

- Disturbo? - le disse facendola voltare nella sua direzione - posso tornare più tardi se vuoi.

- No no... stavo solamente recuperando le materie in cui ero rimasta indietro... come mai sei qui? ci sono novità? 

- Beh effettivamente c'è qualcosa che sono venuta a dirti! 

- La mamma è tornata? - i suoi occhi si illuminarono di speranza ma al no di Emma tornarono se possibile anche più spenti di prima. 

- Vieni a sederti qui vicino a me - le disse indicandole il letto 

- Che succede? Sembri preoccupata...

- Prima di tutto voglio che tu sappia una cosa: tutto tornerá al proprio posto solo che magri ci vorrà un po' più tempo del previsto.

- Non.. non capisco...

- Vedi.. è arrivata una chiamata poco fa... era Anna la mam...

- Erik! Si tratta di Erik? Come sta??? Ti ha detto qualcosa su di luiiiiiii??? - scattò in piedi più in ansia che mai. 

- Ei non ti agitare.... andrà tutto bene vedrai, devi solo avere fede!

- Non ricominciamo con questa storia della Fede! Dimmi come sta Erik per favore....

- Lui... beh lui.... forse è meglio che tu ti metta seduta.... 

- DIMMELOOOO! 

- Ha avuto un peggioramento questa notte....

- Sta... sta maleeeee? Quanto male? Avanti parlaaaaaaa!!!! 

- Non sta messo proprio bene ma tranquilla è un ragazzo forte, sono sicura che si ripren... - Chloe inizió a piangere disperata incolpandosi ancora una volta di tutto ciò che era accaduto - shhh more non fare così! Non è colpa tua...

- Si invece... se non avessi frequentato Peter tutti questo non sarebbe successo...

- Non puoi saperlo tesoro, sarebbe potuto accadere anche di peggio, non prenderti colpe che non ti spettano ok? Non serve a nulla. Ora cerca di calmarti un pochino ok? Sei troppo agitata...

- Scusa ma.. non ci riesco devo andare! -  quando terminò la frase era già uscita dalla porta della sua stanza. 

- Dove! Dove Chloe? Dove stai andando? Aspetta... - provò a seguirla fino al piano di sotto poi venne fermata da Regina dicendole che era meglio se la lasciava stare per un po', magari con un po' di fortuna Peter avrebbe agito e loro avrebbero potuto intervenire. 

- Appunto perché Peter potrebbe trovarla dobbiamo sapere dove è diretta, potrebbe attaccarla, potrebbe farle del male... noi dobbiamo seguirla.

- Penso che la zia abbia ragione. Se Peter la

Sta osservando non è  un bene che la veda insieme a noi, se vogliamo che il piano abbia l'effetto desiderato dobbiamo far in modo che sia sola. Non preoccuparti sapremo esattamente quando sarà il momento in cui si incontreranno. Sento le sue emozioni ricordi? Non appena lui la raggiungerà lo saprò e la raggiungeremo.

- e cosa dovremmo fare adesso? Starcene qui con le mani in mano e aspettare? 

- esattamente... - Emma sbuffò ma non potendo fare altro si buttò sul divano e di fece coccolare da suo marito sperando che almeno lui riuscisse a farla distrarre un pochino. 

Fortunatamente per lei, che non riusciva a stare ferma un secondo per via dell'agitazione non   Dovettero aspettare molto, nenache un'oretta dopo che Chloe era uscita di casa Leila senti qualcosa, il cuore di sua sorella cercava di avvertirla di un possibile pericolo. 

- Ci siamo... sta succedendo qualcosa. Dobbiamo andare!

- perfetto! Regina hai...

- Ho preso tutto, possiamo andare! 

***

Dopo essere uscita di casa Chloe inizió a vagare senza meta per tutta Storybrooke fino ad arrivare al porto. Incredibile come fosse simile a suo padre in questo, il mare era l'unica cosa, oltre alla sua famiglia, che riusciva a calmarla. Camminó a lungo e alla fine si ritrovò in spiaggia. Si tolse le scarpe e senza badare ai vestitisi tuffò in mare. Resto in acqua per un po' ma quando uscì vide una cosa che le fece perdere il controllo per la milionesima volta in quel periodo. La spiaggia che poco prima era popolata era diventata tutto d'untratto deserta. Vi era solamente lei è un'altra persona che la stava fissando. Conosceva molto bene quella persona: era colui che le stava rovinando la vita. Senza pensarci due volte si incamminò a passo sostenuto verso la figura che la stava osservando e non appena fu abbastanza vicina provò ad attaccarlo. Al diavolo i discorsi sullo stare calmi, come poteva stare calma una persona quando veniva istigata in quel modo. L'uomo naturalmente aveva previsto la sua reazione e non appena lei mosse la mano in direzione di se stesso gliela blocco con la magia.

- ascoltami bene tesorino... non sono venuto qua per farti del male ma per proporti una cosa. 

- Sei un bastardo! 

- Ei Ei! Modera i termini tesorino... sono venuto in pace... mi servirebbe una cosuccia da te e sono venuto a chiedertela con gentilezza...

-   Ma ti senti quanto parli! Ti sei portato via mia madre, il mio amico sta per fare la sua stessa fine a causa tua e tu vieni da me a chiedermi un favore? Sei uno psicopatico! Non avrai mai niente da me? 

-  peccato che la pensi così... in fondo a me serviva solamente una piccola cosa. Avrei saputo ripagarti molto bene sai? 

- non mi interessa...

- davvero? Nenache se come ricompensa avrei annullato gli incantesimi su tua madre e quel bel damerino che ti fa la corte? - a quelle parole  Chloe cambió atteggiamento.

- cosa hai detto?  - il ragazzetto capì di aver centrato il bersaglio, la ragazza era vulnerabile in quel momento e avrebbe fatto di tutto pur di riavere indietro i suoi cari.

- hai sentito bene.... in cambio della cosa che gentilmente mi offrirai io sono disposto ad annullare tutto ciò che ho fatto e ha restituirti tutto quello che ti ho tolto. 

- mi stai prendendo in giro? 

- No! Sarà un po' come uno scambio.... non appena otterrò quello per cui sono venuto tutto si annullerà e la vostra vita forerà a scorrere come un tempo. Allora... sei disposta a collaborare con me? 

- cosa vorresti sentiamo....

- vedo che iniziamo a ragionare! Cosa voglio? Beh niente di che, giusto una cosina che ti rende tanto speciale ma al contempo tanto triste... la tua magia cara, voglio la tua magia.

- la mia magia... 

- esatto... saresti disposta a scambiare la tua magia per riavere indietro la tua adorata mammina? 

- io... chi mi dice che tu non mi stia imbrogliando! Sei un manipolatore dopotutto. 

- hai ragione, sono un manipolatore ma quando voglio so giocare pulito. Mi interessa la tua magia Chloe è per questo che ho messo ko tua madre e il tuo amico... volevo che ti indebolissi per poterla sottrarre con inganno.

- e perché hai cambiato idea? Perché vuoi uno scambio adesso? 

- che ti piaccia o no sei stata la mia fidanzata, abbiamo vissuto bei momenti insieme e anche se stenterai a crederlo mi dispiace vederti così combattuta. Sono disposto a ridarti ciò che ti ho tolto se tu mi permetterai di prendermi la tua magia. 

Chloe è sempre stata una ragazza forte, furba e intelligente, non si è mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno e sopratutto non si è mai fatta prendere in giro. Si vedeva lontano un km che Peter nascondeva qualcosa in tutte quelle parole ma lei in quel momento era accecata dalla rabbia e dal dolore per poterlo vedere. Con gran sudore di Peter la ragazza accettò lo scambio. 

- Accetto ma ho un'altra cosa da chiederti: dovrai andartene da Storybrooke per sempre! 

- nessun problema, grazie alla tua magia potrò tornare sulla mia adorata isola: non mi rivedrai più hai la mia parola.

- ci sto! Cosa devo fare? 

- tu niente se non darmi le mani. - Chloe esitò era sicura che i suoi parenti si sarebbero arrabbiati ma non poteva farsi scappare un'occasione del genere, doveva riavere i suoi affetti con se e per farlo era disposta a tutto - Avanti non avere paura, andrà tutto bene!

- La mia mamma....

- Quando tornerai a casa sarà lì ad aspettarti insieme alla sua gemella rompiscatole! - a quelle parole Chloe non perse altro tempo e prese le mani di Peter. Un fascio di luce accecante illuminò i due corpi facendoli sollevare in aria ma subito dopo una magia contrastante li colpi facendoli cadere a terra! 

- Che diamine succede?!?!  - esclamò Peter guardandosi attorno e capendo che qualcosa non era andato secondo i suoi piani. 

- Non lo so... - rispose Chloe stordita - Ma possiamo riprovare! - La ragazza allungò nuovamente le mani in direzione del ragazzo ma propio mentre quest'ultimo cercò di afferrargliele qualcuno alle sue spalle lo colpì con un altro Colpo di magia mandandolo a sbattere contro la postazione del bagnino. 

- Mi sono stancata di ripetertelo! - Devi stare lontano da mia figliaaaaaa! - Era Emma che li aveva interrotti prima ed era Emma che ora lo stava catapultando da una parte all'altra a suon di colpi di magia. Peter era stato preso alla sprovvista e ormai era difficile difendersi visto i colpi già subiti. Provò a sferrare un attacco per difendersi ma ben presto si rese conto che Emma non era sola, c'erano entrambe le versioni di Regina lì e anche loro iniziarono a sferrargli dei colpi. Non poteva resistere a lungo e infatti pochi minuti dopo era a terra privo di sensi. Quando riprese conoscenza si stupì di essere ancora vivo, come mai non lo avevano ancora ucciso? E come mai erano ancora lì in spiaggia nello stesso posto dove era appena stato attaccato? Si mise a sedere, anche se con fatica e si ritrovò davanti le tre donne.

- Era ora che ti svegliassi... stavo seriamente pensando di averti ucciso. 

- Ci vuole ben altro  per uccidermi salvatrice, ti è andata male!

- invece direi che mi è andata di lusso... non avevo in programma di ucciderti, sarebbe stata troppo breve la sofferenza per te. Tu meriti di peggio: meriti di soffrire per L'eternità! 

- sei per caso venuta in possesso di una boccetta contenente l'acqua del fiume delle anime? No perché altrimenti non vedo modo in cui tu.... voi, possiate annientarmi per sempre. 

- purtroppo non ho l'acqua con me ma ho qualcosa di ben peggiore! Guardati il braccio! - il ragazzo curioso di vedere a cosa si stesse riferendo la salvatrice obbedì notando al suo polso l'ormai noto bracciale nero contrasta poteri.

- E questo sarebbe il modo con cui hai intenzione di punirmi? Tze... un po' misero anche per te non trovi? 

- Quello è solo un anticipo.... ho intenzione di farti fare un bel viaggetto. Sappi solo che con  la magia è impossibile uscire da quel posto,  figuriamoci senza.... voglio proprio vedere come te la caverai. Ciao ciao Peter, a mai più! - con quelle ultime parole Emma fece cenno a Regina di agire e quest'ultima fece apparire nella sua mano uno specchio incantato. Con un incantesimo fece aprire un portale che risucchiò Peter intrappolandolo nello specchio per sempre.  - E anche questa è fatta! - commentò soddisfatta Emma.

- Mamma... - Chloe, ancora a terra, stordita per via del tentativo di passare la magia a Peter, chiamò Emma la quale si precipitò immediatamente da lei.  

- Perché lo hai fatto è? - le disse - Lo sai cosa sarebbe successo se si fosse impossessato della tua magia?

- Mi... mi aveva promesso di riportare la mamma e Erik indietro e ha anche detto che sarebbe tornato nella sua isola e non ci avrebbe più dato fastidio. Io volevo solo....

- Era una bugia tesoro, guarda come stai solamente per aver tentato di farlo, se ci fosse riuscito saresti morta! Era tutto un trucco per farti cedere tesoro mio, non li avrebbe mai riportati indietro....

- E adesso??? - Era preoccupata ancora per la sua mamma e Erik.

- Adesso Peter  è fuori combattimento e non ti farà più del male amore mio e per quanto riguarda la tua mamma e Erik mi metterò personalmente a lavoro. Ora però torniamo a casa che devi andare a letto e riposare, te la sei vista brutta. 

Tornarono con la magia in casa e non appena arrivarono vi fu una bella sorpresa per tutti loro ad attenderli.  Oltre ai due Killian e a Leila vi era un'altra donna con loro, una donna che in città conoscevano tutti, una donna a loro molto importante. Era seduta sul divano abbracciata ad una delle sue figlie. 

- Ma.... mamma! - disse Chloe incredula di averla nuovamente davanti.

- bambina miaaaaa! Tesorinooo vieni qui! - la incitò la donna, ma lei rimase sul posto come pietrificata.

- Come... come fai ad essere qui?  - le chiese ancora incredula.

- Io non lo so, mi sono svegliata una decina di minuti fa... credevo di essermi appisolata per poco ma tuo padre mi ha spiegato in generale cos’è successo. Mi dispiace bambina mia se ti ho fatto stare male ma ora sono qui e non ho assolutamente intenzione di andarmene di nuovo. - a quelle parole Chloe si sbloccò e corse ad abbracciarla, la strinse a se con quanta più forza aveva in corpo ma quell’abbraccio non durò molto: pochi secondi dopo la donna sentì le braccia della figlia allontanarsi improvvisamente da lei e successivamente la vide accasciassi per terra!

- Chloeeee!!!!! Chloeeeeeeee!!!! - si inginocchiò davanti a sua figlia e provò a svegliarla con scarsi risultati. - Che le succede? - chiese nel panico.

- E solamente molto provata... mettetela a letto e tornate qui vi spiegheremo tutto. 

Fu Killian a mettere sua figlia a letto dopodiché si sedette sul divano accanto a sua moglie e ascoltarono attentamente quello la Emma del passato che raccontò loro le vicissitudini di quel pomeriggio. Arrivarono alla conclusione che l'incantesimo fatto su di Emma si fosse spezzato da solo con l'eliminazione di Peter e sperarono vivamente che la cosa valesse anche per Erik. Non poterono verificare subito visto che ormai era sera inoltrata, ma il mattino seguente Leila chiamò Anna e si fece dare notizie di Erik. Il ragazzo si era svegliato da qualche ora e non faceva altro che chiamare il nome della sua amica Chloe. Avrebbe dovuto fare mesi di fisioterapia visto il brutto incidente stradale ma di sicuro sarebbe tornato al 100% l’Erik di sempre. 

- Tutto bene quel che finisce bene non trovate? - esordì la Regina del passato.

- Concordo e credo anche sia arrivato il tempo per noi tre di tornare a casa. Le piccole Leila e Chloe e il piccolo Liam ci stanno aspettando e io non vedo l'ora di stringerli a me, mi sono mancati moltissimo. 

- Hai ragione tesoro - concordò anche Killian per poi rivolgersi agli altri  - È stato un piacere incontrarvi, se dovremmo rifarlo speriamo sia in circostanze più piacevoli.

- Grazie a voi, grazie davvero di cuore ragazzi! Apprezzo molto quello che vere fatto per le nostre due ragazze! Non deve essere stato semplice per voi assistere a tutti questi cambiamenti, voi siete abituati ad avere per le mani capricci, pianti e giocatoli come argomenti del giorno.

- Esatto, l'argomento ragazzi/fidanzati non è ancora mai stato contemplato fortunatamente. - sottolineò Killian facendo alzare gli occhi ad entrambe le Emma. 

- Purtroppo molto presto dovrai farci i conti anche tu amico! - rispose il suo gemello! 

- E dai papà non importunarlo, magari lui sarà più aperto di vedute con la piccola me!  

- Non ci spererei signorina, anzi ora che so ti marcherò stretta e marcherò ancor più stretta tua sorella. È diventata un pericolo pubblico quella signorina.

 -  Non credo potrai farlo, lo sai che dimenticherai tutto vero? 

- Lo so tranquilla e da una parte ne sono felice credimi ma  dall'altra  mi dispiace perché significa che mi dimenticherò di voi! 

- Sempre il solito romanticone papà! Non essere triste, io sarò proprio davanti i tuoi occhi non appena tornerai a casa! - lo abbracciò per poi fare lo stesso con sua madre.  - Bene ci siamo, adesso aprirò il portale e una volta dentro tornerete diretti a casa già senza ricordi, non dovrete prendere nessuna pozione. - la ragazza si concentrò e evocò un portale all'interno della stanza. I nostri eroi passati si scambiarono uno sguardo d'intesa dopodiché tentarono di varcare il portale ma una voce li bloccò! 

- Non ve ne starete andando senza  avermi salutata vero? 

- Chloe amore, pensavamo stessi dormendo... non volevamo svegliarti. 

- Ho riposato abbastanza. - si avvicinò - io volevo ringraziarvi per tutto, se non fosse stato per voi molto probabilmente adesso sarei nei casini fino al collo. 

- Non devi ringraziarci, del passato o meno siamo comunque i tuoi genitori, era il minimo venire a darti un piccolo aiuto. 

- Piccoloooo? Voi mi avete salvato la vita!! 

- Dettagli - le fece l'occhiolinoEmma. Promettimi una cosa però prima che io vada: non chiuderti più in te stessa e per qualsiasi cosa conta sempre sulla tua famiglia. Nessuno più di loro può aiutarti. 

- Te lo prometto mamma! 

- E ricorda: l'oscurità non porterà mai da nessuna parte, rimani sempre nella luce e allora si che sarai felice.

- Ah! tua madre deve averlo sicuramente dimenticato: basta fidanzati ok? 

- Va bene papà, credo che mi concederò una lunga vacanza lontano da loro. 

- Ne sono sollevato! - Rispose ridendo 

- Grazie ancora a tutti e due e grazie anche a te zia Regina, l’idea dello specchio è stata geniale.

- l’idea è stata di Emma devo ammetterlo, ma sono io che per prima ho elaborato questo attacco; è l’ennesimo cattivo che spedisco lì dentro - sorrise - il mio obbiettivo è rinchiuderli tutti per vederli farsi la guerra a vicenda. 

- Bene... che ne dite di tornare a casa prima che il portale si chiuda? - tutti annuirono - Alla prossima ragazzi. - Si salutarono per un’ultima volta dopodiché sparirono in quel vortice di magia. 

Quella giornata era stata davvero importante per tutti loro: avevano vinto l’ennesima battaglia è vero ma da essa ne avevano anche tratto un nuovo insegnamento: non importava in che epoca si trovassero, loro in qualunque caso sarebbero riusciti a trovarsi  per vincere “insieme” qualsiasi battaglia.

 

Note dell’Autore: scusate l’assenza ma non sono proprio riuscita ad aggiornare prima. Il capitolo è abbastanza lunghetto e scritto anche un po’ di fretta sono sincera. Spero vi piaccia! Alla prossima con nuove spumeggianti avventure.

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Capitolo 54
*** L’amore non ha età ***


 

POV. EMMA.

Storybrooke, Agosto, ci saranno stati si e no 40 gradi all'ombra e noi: io, Killian e i bambini, a differenza di tutti gli altri cittadini che erano al mare o in montagna, eravamo costretti in casa a causa della convalescenza della nostra piccolina. Da quel maletto giorno di Maggio ne aveva  fatti di progressi ma la strada da percorrere per la completa guarigione  era ancora lunga. L'ultima visita era andata meravigliosamente bene tanto che il medico decise di rischiare e ci diede il via libera per far uscire Chloe almeno una volta ogni venti giorni. Certo come uscita si intendeva una cena o un pranzo dai nostri parenti più stretti ma almeno era già un passo avanti. La bimba, non più abituata a queste uscire, ne fu subito entusiasta tanto che dopo essere andati a cena per la prima volta dopo tanto tempo dai suoi nonni si fece comprare un calendario dove insieme a me o a suo padre segnava i giorni che mancavano all'uscita successiva. Mancavano ormai dieci giorni al secondo "appuntamento" e Chloe non stava più nella pelle, ogni giorno era un continuo "quanto manca pel andale da nonna?" "Quanti tecondi ci sono in deci gionni?" Mamy boglio andale da nonno! Quanto manca?" Era euforica e non si stancava mai di fare domande o saltellare felice che presto sarebbe uscita nuovamente come i grandi. Tutto questo fino al 18 Agosto, il giorno in cui le mie preoccupazioni tornarono improvvisamente a rendermi la vita un inferno. Io e Killian eravamo stati tutto il giorno a casa ad intrattenere i bambini, cosa impossibile con tutto quel caldo, ma Chloe a differenza degli altri giorni non volle giocare con nessuno di noi, si fece accompagnare nella sua cameretta perché diceva di voler disegnare. 

- Esci fuoli mamma! - mi disse una volta raggiunta la sua stanza - boglio tale da sola! 

- Come mai? Sei arrabbiata? - le chiesi non capendo il motivo di tale richiesta. 

- No, pelò boglio tale qui, come una glande a ditegnale! Ciao ciaoooo! 

Anche se mi sembrava strano il fatto che volesse stare da sola pur sapendo che al piano di sotto c'era suo fratello che chiedeva le mie attenzioni, l'assecondai, in fondo non stava facendo nulla di male. La lasciai nella sua cameretta  e tornai giù a spupazzarmi Liam, Leila e naturalmente il mio bambinone Killian. Non sentii quella peste di Chloe per quasi tutto il pomeriggio tanto che verso le 18 andai a controllarla per vedere se fosse ancora lì nella sua stanza o se si fosse spostata da qualche altra parte a fare danno come al suo solito. La trovai in camera sua ma non stava più disegnando, si stava cambiando i vestiti. 

- Che stai combinando signorina? - le dissi notando il gran disordine che c'era in giro.

- Ho messo il bettitino pulito! - mi rispose con il suo solito sorriso da furbetta.

- Ho visto amore e ho visto anche che lo hai messo al contrario. Andiamoci a fare il bagnetto, lo sai bene che bisogna lavarsi prima di mettersi i vestitini puliti e poi è ora di cena adesso quindi significa che ci vuole il pigiamino per poi andare a nanna,  non il vestitino. - credevo avrebbe fatto qualche capriccio visto che è una capocciona e odia andare a dormire presto, invece si limitò a dire di sì, cosa che mi lascio un attimo perplessa. Le presi la manina e la portai in bagno, non appena mi avvicinai per toglierle il vestitino constatai che era sudata fradicia. 

- Amore, ma a cosa hai giocato oggi? - le chiesi non capendo come fosse riuscita a ridursi in quel modo. Addirittura i capelli ad osservarla bene erano leggermente bagnati. - Sei tutta sudata. 

- Ho ballato! - mi rispose come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. 

- Senza musica? 

- Cantabo io! 

- Non devi sudare così, potresti ammalarti di nuovo e noi non vogliamo che accada giusto? 

- Zusto!

- Bene, allora salta nella vasca pesciolino, dobbiamo ripulirci per bene! 

Fare il bagno a Chloe è come stare in riva al male con accando un  bambino che con poca grazia si tuffa facendoti il bagno nel vero senso della parola. In un cinque minuti aveva reso il bagno una vera e prorpia piscina comunale a suon di schizzi. L'asciugai per bene, le misi il pigiamino, l'accompagnai da suo padre dopodiché  tornai al piano di sopra a sistemare il bagno e la sua cameretta. 

Quando scesi in cucina vidi Leila e Chloe sedute a tavola, Liam nel box vicino alla finestra e Killian ai fornelli intento a preparare la cena. 

- Lasciati aiutate, ti do una mano! - gli dissi abbracciandolo.

- Spiritosa! Lo fai apposta non è vero? - mi prese in giro come al suo solito.

- È un modo di dire scemo! 

- Scemo a chi è! - lasciò il mestolo che teneva in mano per iniziare a farmi solletico e a baciarmi qua e là non curante del fatto che le bimbe stessero assistendo. Fu Leila a richiamarci all'ordine facendoci notare una cosa.

- Mamma, papà guardate! Chloe si è addormentata! - mi voltai verso le mie figlie e notai quanto detto dalla più grande: sua sorella aveva appoggiato la testa sul tavolo e si era improvvisamente addormentata. Non era assolutamente da lei un atteggiamento del genere, ogni sera dovevo litigarci per mandarla a dormire alle nove e mezza mentre adesso che non erano neanche le otto si era già appisolata... Com'era possibile? Mi avvicinai a lei e con delicatezza provai a svegliarla. Doveva mangiare e non poteva restare digiuna, si sarebbe svegliata di notte altrimenti e non volevo che succedesse visto che avevo altri programmi per la Serata.

- Principessa, amore.... ma che fai dormi? - le sussurrai mentre le accarezzavo la testolina bionda. 

- Mmmh.... - si lamentò e girò la testa dall'altro lato per non essere disturbata.

- Dai piccolina non fare così, dobbiamo mangiare, la cena è quasi pronta.

- Mmmh... no pame io! Sonno.... tanto sonno! 

Non che fosse una mangiona, questo è  vero, ma non capitava spesso che saltasse la cena. Di solito quando lo faceva era perché stava poco bene.  - Sicura che non vuoi mangiare stellina? Neanche un po' di frutta? La frutta ti piace tanto! 

Di tutta risposta scoppiò a piangere - no pame no pame no pameeee! Ninne io! 

 - shhhh.... d'accordo non ti scaldare, andiamo allora, ti porto nella tua cameretta così riposerai meglio. Non puoi dormire sul tavolo! 

- No! Boglio venile nel lettone... co te! 

- Amore mio mi piacerebbe molto averti con me stasera ma non si può. Vedi mamma deve.... deve lavorare amore! 

- Lavorare?  Mmmh interessante - rispose Killian alzando il sopracciglio. 

- Si tesoro, devo lavorare! - risposi a tono. 

- No mamyyyyyy! Io ninne con te! No sola.... io Paula a tale sola.                                    

Pur di non farla piangere optai  per portarla di sopra nella mia camera da letto con l'intento che una volta caduta nel mondo dei sogni l'avrei portata nella sua cameretta, ma non appena arrivai nella mia stanza notai che si era addormentata già profondamente sulla mia spalla, potevo sentirlo dal suo respiro pesante. La misi quindi direttamente nel suo lettino dopodiché scesi nuovamente dagli altri. 

- Non mi dire... - esordì Killian vedendomi scendere subito dopo. 

- Proprio così! Dorme come un sasso stranamente! Deve essersi stancata parecchio oggi, dice di aver ballato nella sua stanza ma non so fino a che punto possa essere vero quello che dice: era sudata fradicia quando sono andata a controllarla. 

- Non farne un dramma, si è scatenata più del dovuto e ora ha sonno. È normale che si stanchi più di qualche mese fa visto che la gamba è migliorata molto. Dovresti esserne contenta non allarmarti inutilmente ok? 

- Non mi sto allarmando...  - mi guardò come a rimproverarmi. - ok va bene giusto un pochino ma non è mica un reato? Dopo tutto quello che ha passato.... io non voglio neanche pensare alla possibilità che... 

- Ei Ei Ei! Frena la fantasia ok? Chloe sta bene! Parliamo di cose più intriganti invece... che lavoro hai da fare stasera è?  - ammiccò conoscendo la risposta. 

- Killian... non è il momento, ci sono i bambini - dissi a bassa voce per non farmi sentire sopratutto da Leila, la quale iniziava ad essere grandicella e a capire un po' di più. Di tutta risposta mi prese per un braccio e mi trascino nel bagnetto poco distante dalla cucina.

- Ora non ci vede e non ci sente nessuno... Mi stavi dicendo cara? - senza lasciarmi rispondere iniziò a baciarmi delicatamente su tutto il viso per poi passare al collo e scendere più in basso verso i miei seni. Devo ammetterlo quell'uomo ci sa davvero fare. 

- Non dovremmo... - mi zittì con un altro bacio e nel mentre fece scorrere l'uncino sulla mia camicetta per poi rompere con un solo gesto tutti i bottoni. 

- Killian... - volevo avere una voce autoritaria, volevo fargli capire che non era il caso di andare avanti,  ma il mio fu solamente un gemito... cosa che gli diede il permesso di continuare con quella piacevole tortura fatta di baci e carezze. Bacio dopo bacio arrivò a stuzzicare il mio ombelico e poi senza che io me ne accorgessi riservò ai miei jeans lo stesso trattamento adottato con la mia camicetta poco prima. 

- Erano nuovi questi! - gli dissi portandolo all'altezza del mio viso per baciarlo ancora una volta.

- Stai in silenzio tanto lo so che ti piace! - pronunciò quelle parole con una voce talmente calda che mi fede rabbrividire e allo stesso tempo mi fece perdere ogni barlume di ragione. Iniziai a spogliarlo anche io e in men che non si dica ci ritrovammo entrambi senza più nessun indumento addosso. Mi prese in braccio e mi sistemò meglio sulla lavatrice per stare più comodo. 

- Peccato che non sia in funzione! - disse sogghignando!

- Piantala di fare il cretino... 

- Perché che cosa farai altrimenti? - cosa dire... mi stava letteralmente provocando. Qualcosa dentro di me mi diceva che dovevo farmi forza e trattenermi ma una forza ancor maggiorne mi trascinò in quel  vortice  della passione e nel giro di poco mi ritrovai a far l'amore con mio marito. 

- Mamma sei qui??? - Non so quanto tempo passò,  ma improvvisamente mi ricordai, grazie alla vocetta di Leila, che i miei figli erano ancora svegli.... accidenti! Come se non bastasse poi intravidi anche la porta del bagno aprirsi, ma grazie alla magia riuscii a chiuderla prima che mia figlia potesse entrare e restare traumatizzata.  - Mamma perché la porta non si apre? Sei qui dentro vero?  - che accidenti avrei dovuto fare? Volevo risponderle ma Killian se ne fregò altamente di quello che stava succedendo dall'altro lato della porta e continuò la sua tortutra come se niente fosse. Presi un respiro profondo e sperai che la mia voce risultasse il più normale possibile. Dovevo trovare il modo o di fermare Killian o di mandare Leila in camera sua.

- Emh... si amore... so...sono qui! 

- Che stai facendo? Perché ci metti tanto? Ti stavo aspettando di la? - Killian scoppiò a ridere a quella domanda ma per me fu l'inferno perché  quella che ne seguì dopo mi fece sprofondare per terra!  - papà! Papà sei tu? Ci sei anche tu dentro con la mamma? - spintonai Killian facendolo allontanare bruscamente, non potevamo continuare così, non potevo rispondere a mia figlia e contemporaneamente soddisfare le mie esigenze. -allora? Mi rispondete voi due? - esclamó arrabbiata per non essere stata presa in considerazione. 

- Si amore ci sono anche io qui con la mamma!

- E perché?

- Perché mamma.... mamma si è  fatta male prima in cucina e l'ho aiutata a guarire! - mi fece locchiolino.

- Tu non hai la magia come l'hai guarita? Dovevo prendere in mano la situazione o non ne saremmo mai usciti. Aprii leggermente la porta tanto basta per far uscire la testa e guardai mia figlia.

- Amore non era nulla, era solo un graffio puoi star tranquilla ma dimmi: mi stavi cercando per caso?  

Annuì - Ho finito di mangiare e adesso non so cosa fare! Non mi va di giocare.

- che ne diresti di  guardare un bel cartone animato? Corri a sceglierlo, Io ti raggiungo subito.

- Buona idea mamma ti aspetto di la! - corse verso il salotto e nel mentre io richiusi la porta alle spalle trovando Killian esattamente dietro di me. 

- Dove eravamo rimasti? - disse bloccandomi contro la porta. 

- Davvero killian? Ti sei accorto che stavamo facendo l'amore con i nostri figli svegli in giro per casa vero? ...

- Certo che me ne sono accorto e siamo stati anche interrotti purtroppo! - Rispose alzando gli occhi in Aria e poi baciarmi ancora una volta. 

- Ei Ei frena capitano! Non possiamo...

- Ma dai... che male c'è? Non ci hanno mica visti. Non puoi lasciarmi così insoddisfatto lo sai vero? - mi rivestii e con un colpo di magia feci in modo che anche lui lo fosse. 

- Stasera, te lo prometto! Stasera dopo che si saranno addormentati riprenderemo il nostro discorsetto! 

- Non andartene... resta qui con me! - mi bació a conta una volta. Mio marito  bacia dannatamente bene, possibile che io non capisca più nulla ogni volta che le sue labbra sfiorano le mie? Iniziai a contraccambiare il bacio ma come poco prima ecco che qualcuno ci interruppe nuovamente  

- Allora mammaaaaa!!!!! Ti vuoi sbrigare?  il film non ti aspetta! 

- Killian... devo andare! - dissi con un filo di voce. 

 - due minuti.... per favore!

- dopo! Dopo dopo dopo dopo! - scappai letteralmente dal bagno e raggiunsi prima Liam, che era rimansto nel box da solo e poi insieme al mio piccolo principe raggiunsi la sua sorellona per vedere insieme un bel cartone. Passarono un paio d'ore ed entrambini bambini si erano finalmente addormentati, sperai nell'aiuto di Killin per portali di sopra ma da quando ero uscita dal bagno non lo avevo più visto...Uomini! quando servono non ci sono mai. Poggiai momentaneamente Liam nel passeggino per poter prendere Leila e portarla in camera, poi tornai di sotto e con Liam raggiunsi la camera da letto. 

- Eccoti dov'eri finito! Pensavo ci  avresti raggiunto! 

- Scusa cara ma ho avuto da fare!  Non so quante docce fredde ho dovuto infliggermi per riprendermi! 

- Esagerato!  - lo presi in giro! 

- Non giocare con il fuoco signorina, porta Liam nella stanza  di la, abbiamo un conto in sospeso io e te! - ammiccò.

Sorrisi a quella disperata richiesta e visto che era più di una settimana ormai che non stavamo un po' da soli, non calcolando la mezz'ora in bagno di poco prima, decisi di assecondarlo subito senza prima farlo desiderare un po'. Portai nella cameretta in fondo al corridoio Liam, accesi il suo baby monitor nel caso c'è ne fosse stato bisogno e mi diressi nuovamente verso la mia stanza. Mi fermai un secondino nella stanza di Chloe prima di tornare da Killian, il fatto che non avesse mangiato nulla e che si fosse appisolata così velocemente mi rendeva non so perché nervosa. Le misi una mano sulla fronte per sentire se avesse un po' di febbre ma era fredda. Che fossero solamente mie paranoie? Che fosse davvero solo stanca? Molto probabilmente era così ma io proprio non riuscivo a stare tranquilla. 

 - Ci vogliamo muovere o vuoi farmi aspettare un altro secolo? - disse a bassa voce stringendomi per i fianchi.

 - Un attimo di pazienza capitano, stavo controllando uno dei tuoi ufficiali. - dopo quella battuta tornai seria -  Sono preoccupata....

- No, sei paranoica amore il che è diverso! Sta dormendo come un angioletto non lo vedi? 

- Lo so ma... e se stesse male sul serio? Come potrei perdonarmi di aver pensato prima alle mie esigenze e poi... 

- Guardami un secondino... tengo a Chloe esattamente tanto quanto ci tieni tu! Non metterei mai le mie esigenze prima di lei, sia chiaro questo! Sta bene Emma, non ha febbre o altri sintomi che potrebbero dedurre una malattia in corso. Sarei  il primo a preoccuparmi se così fosse credimi, era solamente stanca. Fidati per una volta ok? 

- Però prendiamo il suo baby monitor dalla soffitta e lo portiamo in camera così semmai dovesse aver bisogno noi....

- ok va bene! Vai a prenderlo ma poi fila dritta in camera signorina, io domani lavoro a differenza tua, vorrei non doverci andare nelle condizioni di poco fa! 

Passammo una serata memorabile, una delle uniche forse da quando erano nati i bambini dove non fummo interrotti nenache una volta. Dopo sei mesi quella fu anche la prima notte che Liam non si svegliò. Molto probabilmente aveva capito anche lui che io e il suo papà avevamo davvero bisogno di un po' di tempo tutto per noi. Iniziai quindi quella mattina con il sorriso e decisamente piena di energie. Anche Chloe sembrava essere tornata in se quindi non avevo nulla di cui preoccuparmi; mi spettava una bella mattinata di relax... sì certo... come no! Nenache un'ora dopo che Killian era andato via arrivò una chiamata sul mio cellulare: era mio padre.

- Papà dimmi, tutto ok? - chiesi preoccupata visto che non era solito chiamarmi durante il suo turno lavorativo. 

- Io la amo non fraintendermi ma quando è troppo è troppo! 

- Stai... stai parlando della mamma? Che ha combinato? 

- È un vice sceriffo pessimo! Da quando te ne sei andata il mio lavoro è triplicato e non so più dove mettere mano! Non voglio esagerare ma sulla scrivania ci saranno un centinaio di fascicoli ancora da trascrivere! 

- esagerato....

- Non sto esagerando Emma, non so più che fare. Mi fa  piacere lavorare con lei perché significa vederla più spesso di quando io faccia di solito  ma dimmi: quand'e che tornerai alla stazione? 

- Cos'è questo un modo per impietosirmi e farmi tornare prima? Lo sai papà che tornerò solamente dopo che Chloe si sarà completamente rimessa,  il che vuol dire Gennaio con molta probabilità. Se sei preoccupato per i fascicoli portameli a casa e vedrò di trascriverteli da qui.

- Lo Faresti davvero Emma? 

- Si, ma solo  perché sei il mio papà preferito e perché oggi sono di buon umore. 

- Allora passò subito tanto sono di strada! - riagganciò immediatamente e neanche venti minuti dopo era già a casa con i mano i fascicoli. Non scherzava purtroppo... erano davvero un centinaio, forse anche più. Ringraziai mentalmente mia madre per quel bel regalino e mi misi subito a lavorare mentre i miei tre teppistelli si dilettavano a demolirmi casa. Ero presa dal lavoro quando ad un certo punto notai Chloe iniziare a salire le scale.

- Dove vai amore? - le chiesi notando che stava cercando di non farsi scoprire. Non volevo che salisse le scale da sola con la gamba ancora non del tutto guarita. 

- A tocare con le balby in camela mia!

- Perché invece non materializziamo qui le tue barbie e giochi qui vicino alla mamma? 

- No... boglio tocare in camela mia pecche li c'è la casetta! 

- Ti lascerò andare di sopra solo se mi prometti di non fare come ieri che ti ho trovata completamente sudata e stanca.

- Ba bene! Faccio la blava! 

- Vengo a controllarti tra poco signorina, non fare di testa tua! 

Controllai che arrivasse in camera senza farsi male e tornai sui miei adorati fascicoli. Mi fermai solamente per preparare il pranzo e far mangiare i bambini ma poi mi rimisi subito a lavoro. Non so quanto tempo passò di preciso, so solo che ad un certo punto due braccia forti mi strinsero da dietro facendomi sussultare.

- Amore scusami non volevo spaventarti! Che stai combinando?

- Killian... che... che ci fai qui? - dissi non pensando di trovarmelo davanti.

- Ci vivo? - rispose ridendo. 

- Si.. ok.. intendevo.... perché sei tornato prima? 

- Prima? Tesoro sono di ben trenta minuti in ritardo. C'è stato un problema al porto, ho provato a chiamarti ma non hai risposto.

- Cosaaaaa???????- solo in quel momento mi resi conto che erano le 19 e 30! - oddio ho perso la cognizione del tempo! Non ho fatto nulla per stare dietro a questi stramaledetti fascicoli! La cena, la lavatrice.... niente di niente! 

- Eiiii tranquilla! Non farne un dramma ok? Non è  successo nulla, eri solamente soprappensiero. Ti do una mano io. Preferisci  guardare i bambini o preparare la cena?

Alla frase controllare i bambini scattai come una molla tanto da farlo spaventare 

- Che succede? - mi chiese

- CHLOEEEE! Santo cielo è di sopra da questo pomeriggio! Non sono andata a controllarla!-Scappai immediatamente al piano di sopra e quando entrai nella sua camera la trovai stesa a letto a pancia in giù. Non aveva gli stessi abiti di quando l'avevo lasciata e come la

sera precedere anche quella  sera  la sua camera era un caos di vestiti sparsi in ogni dove.

- Se continui così signorina non ti lascerò più giocare in camera da sola mi sono spiegata? - la rimproverai ma lei non mi rispose. - oiii parlo con te! - continuai a dirle mentre sistemavo quel caos. - CHLOEEEEE!!!! - mi girai a guardarla e solamente allora notai un piccolo dettaglio. Oltre che a stare a pancia in giù tutta rannicchiata si stringeva con le manine il pancino. Capii subito che qualcosa non andava, mi clamai e andai a sedermi sul letto accanto a lei - Chloe è tutto ok tesoro? Ti fa male qualcosa? - non resistette più e scoppiò a piangere allungando una manina verso di me ma restando comunque girata. Sapevo che c'era qualcosa che non andava.

- Il panzino.... bua al  panzino! - nel pronunciare quelle parole  si voltò  nella mia direzione e indovinate cosa videro i miei occhi? Quella furbetta aveva  il viso completamente sporco di cioccolata! 

- Chloe hai mangiato qualcosa che non avresti dovuto mangiare? - domandai seria. 

- No! -si affrettò a rispondere 

- Signorina cosa ho detto circa le bugie? Non mi piace che mi menti. Hai il viso completamente sporco di cioccolato! 

- Cusa.... - mi disse continuando a piangere! 

- Dove l'hai presa? Di sotto non sei scesa per tutta oggi e sono anche sicura di non averla comprata... - non rispose - Hai usato la magia vero? 

- Ti.... bua iooooo! No faccio piu! 

- Che sia l'ultima volta per davvero ok? La prossima volta mi arrabbierò Chloe! Non sto scherzando. Forza andiamo di sotto, ti darò una  medicina che ti farà passare la bua. - calmato il mal di pancia volle andare a dormire anche quella sera molto presto e sopratutto senza cena. Rispetto al giorno prima mi preoccupai un po' meno data l'intossicazione da cioccolato di poco prima ma aimè, quelle due giornate furono solamente l'inizio dell'inferno. Continuammo con quella cantilena per altri due giorni: si isolava, era stanca, dormiva dovunque le capitasse a tiro e non voleva mai mangiare. Il mio super potere intuiva che qualcosa non andava ma a parte i capricci non vi erano sintomi che mi potevano far scattare in allarme... o almeno non ci furono fino a quel maledetto pomeriggio. Era arrivato finalmente il giorno tanto atteso dalla mia piccolina, quella sera si sarebbe tenuta la sua seconda uscita ufficiale. Aveva preparato tutto per l'occasione:  vestitino, scarpe e cerchietto abbinato e non vedeva l'ora di poterli indossare. Era ancora presto però per la cena quindi pur di non farla stranire dicendole un no categorico, le diedi il permesso di poter andare a giocare di sopra con le sue adorate barbie per far scorrere prima il tempo. Ero ancora molto indietro con i fascicoli quindi non potendo  seguirla mi limitai a darle delle regole: i patti erano che se avessi trovato la sua camera in disordine avrei chiamato sua nonna per annullare la cena. Fu bravissima, quando andai di sopra a controllare, un paio d'ore dopo, la cameretta era esattamente come l'avevo lasciata io la sera prima. Non vi era neanche una barbie fuori posto. Sembrava surreale il fatto che avesse giocato sul serio lì dentro.

- Brava amore, vedi che quando vuoi sai essere un vero angioletto? 

- Potto mettele il bettitino ora? - disse stropicciandosi gli occhietti e sbadigliando.

- Che hai sei stanca? - chiesi senza risponderle alla domanda, erano le 17:00 non poteva essere stanca...

- No no! Bettitino io! 

Per il vestitino manca ancora un pochino, sicura che sia tutto ok amore? - annuì. - Ascolta, sto andando a preparare un dolce da portare  alla nonna, vuoi aiutarmi a prepararlo? 

Mi disse di sì, così scendemmo entrambe in cucina dove ci aspettava già Leila con indosso il grembiulino da chef. Ne misi  uno anche a Chloe e iniziammo a preparare il dolce. L'attenzione della piccola  durò meno di cinque minuti, dopo aver versato lo zucchero nel recipiente andò in soggiorno a vedere la tv. Non mi allarmai, era una bambina di soli 4 anni era normale che la sua attenzione vacillasse; non era normale peró il fatto che poco dopo la sentii tossire. La tosse era un nuovo sintomo che aggiunto alla stanchezza mi mise in allarme. Lasciai Leila a mescolare il composto per il dolce e io mi ricai in soggiorno dove era appena rientrato anche Killian.

 - Ha tossito.... - fu la prima cosa che gli dissi.

- Ho sentito... - rispose lui 

- E' anche stanca, dici che.... 

- No, no...  io bene! No malata... no bua alla testa io. 

- Ti fa male anche la testa amore? - chiesi iniziando ad allarmarmi seriamente. 

- No no! Bado a mettele il bettitino pel andale da nonna! - si alzó e si incamminò verso il bagno. Sia io che Killian notammo la stessa cosa: la piccola zoppicava più del dovuto. 

- Chloe fermati un secondo e vieni qui per piacere. 

- no...

- Se non vieni tu verrò io quindi... - non si mosse da lì così la raggiunsi per poi prenderla e andarmi a sedere sul divano. La misi a sedere sulle mie ginocchia e le baciai la fronte per sentire se avesse la febbre:  era leggermente calda. 

- Per favore Killian portami un termometro. 

- No mamy! Io no bua.... io boglio andale da nonno. Andamo, andamoooo! Pel piacele.

- Perché sei così preoccupata? Se non hai la bua come dici ci andremo dalla nonna, tranquilla.  - conoscevo già la risposta e il suo atteggiamento non faceva altro che confermare la mia ipotesi.

- 37 e 4 - dissi poco dopo osservando il termometro. 

- Ho capito... vado a chiamare tua madre per avvisarla che non andiamo!

- No no nooooo papy ti plego. - pianse.

- Amore stai poco bene non possiamo uscire - le risposi io cercando di calmarla inutilmente. - Killian vai ma non dirgli il motivo, si precipiterebbero qui e non voglio che stia a contatto con molte persone se sta male. Inventa una scusa e dille che andremo domani sera a cena; nel frattempo io la porto sopra e chiamo whale.

Lo sapevo... lo sapevo da quella sera che qualcosa non andava in lei, perché non mi ero affidata al mio istinto? Mi maledissi mentalmente per essere stata così superficiale e chiamai Whale per capire come comportarmi. Secondo lui, spiegati i sintomi, era un semplice raffreddore dovuto molto probabilmente dal fatto che avesse sudato e la febbre era un sintomo aggiuntivo per il fatto che la piccola avesse ancora poche difese immunitarie. I suoi consigli furono quelli di darle una Tachipirina e tenerla al caldo, con molta probabilità entro il mattino dopo sarebbe stata bene ma se così non fosse stato allora sarebbe passato lui stesso per un controllo. Non dovemmo aspettare l'indomani per incontrare whale, nel giro di qualche ora la situazione di Chloe degenerò: la febbre le era salita fino a 39 e 7, la tosse continuava a peggiorare ma la cosa più strana era che anche se cosciente non recepiva cosa le stessimo dicendo. Cercava di parlare ma dalla sua bocca uscivano solamente suoni che mi fecero paura. Ero pietrificata... non sapevo cosa fare e la situazione peggiorava di minuto in minuto. Se non fosse stato per Killian che in quel momento ebbe il sangue freddo di caricare tutti noi in macchina molto probabilmente io sarei rimasta lì imbambolata a vederla soffrire. Raggiungemmo il pronto soccorso di Storybrooke in cinque minuti, whale fu sorpreso di vederci ma non appena vide Chloe in quello stato la strappò dalle braccia di Killian e la portò nello studio. Attendemmo lì per una buona mezz'ora dopodiché whale ci fece entrare direttamente nella stanza dove era stata portata la nostra piccina. Lasciammo Leila e Liam ad un'infermiera che ormai conoscevo bene ed entrammo.

- Si riprenderà vero? - fu la prima cosa che chiesi mentre mi accingevo a raggiungerla, stava dormendo ma il suo sonno era molto disturbato. 

- la vera domanda è: come accidenti a fatto a ridurti così? Le ho fatto le analisi e le sue difese immunitarie sono di tre volte sotto gli ultimi risultati. Siamo tornati ai livelli dei primi mesi: che cosa è successo sapete dirmelo? È stata fuori più tempo del dovuto, è stata a contatto con qualcuno di voi che stava poco bene... 

- niente di tutto questo - risposi io - non la faccio uscire fuori, non mi fido e le persone con cui è stata a contatto non erano e non sono malate. L'unica cosa che posso dirti è che sentendosi meglio ha iniziato a giocare di più e molte volte suda... potrebbe essere quella la causa? Magari un colpo di vento con una finestra aperta....

- lo escludo ma non  è importante sapere il motivo esatto, l'importante ora è stabilizzarla per poterla trasferite dal suo medico curante, l'ho già avvisato ed ha già disposto il ricovero. 

- Addirittura il ricovero? - mi spaventai. 

- Meglio tenerla al sicuro fin quando i valori non saranno nuovamente saliti sopra la soglia minima. Restate qui con lei, vado a firmare le ultime carte per il trasferimento, non appena finirà questa flebo le rifarò le analisi e se i valori saranno saliti anche solo di un minimo allora la porteremo nell'altro ospedale.

Almeno in quello fummo fortunati, le analisi successive furono leggermente migliori delle prime e così riuscimmo a raggiungere l'altro ospedale circa un paio d'ore dopo. 

- Speravo di non vedervi fino a Gennaio! - ci accolse il medico subito dopo aver fatto portare mia figlia in quella che sarebbe stata la sua stanza

- Lo speravo anche io... cosa sai dirmi di questa ricaduta? È grave come sembra a me?

- l'abbiamo presa in tempo quindi non la considererei proprio così grave ma non è neanche una cosa che sarebbe dovuta succedere quindi un po' sul chi va là ci sono ugualmente. Se fosse successo in piena notte e non ve ne foste accorti.... beh... menomale che non è stato così. 

- Non voglio nenache pensarci... mi dica cosa bisogna fare ora? 

- innanzitutto dobbiamo aspettare che si svegli, Whale l'ha serata per farla riposare un po' visto che era parecchio agitata, una volta sveglia voglio sottoporla a qualche visita più approfondita per capirci meglio qualcosa, magari ha qualche virus in circolo e non ce ne siamo accorti nonostante le frequenti analisi di routine. Potete raggiungerla se volete ma non fatevi vedere agitati nel caso si svegli prima del previsto, ha bisogno di stare tranquilla.  Ci vediamo tra poco. 

Si congedò e fummo accompagnati da un'infermiera nella stanza di nostra figlia. Non appena la vidi scoppiai a piangere.

- Amore ti prego... - disse Killian abbracciandomi - È tutto sotto controllo, lo ha detto anche lui.... 

- No, lui ha detto che non sembra grave, non che non potrebbe diventarlo... ci siamo già passati, sai che la cosa è imprevedibile... in nenache quattro ore andò in coma la prima volta! 

- Era diverso, stava combattendo con un shock anafilattico, non è la stessa cosa amore mio cerca di star tranquilla ok? Non permetterò che le capiti nulla. 

- È colpa nostra... l'abbiamo trascurata! 

- Stai sparando calcolate lo sai vero? 

- No Killian... se quella sera non avessimo fatto i nostri sporchi comodi ora non saremmo qui! Voleva dormire con noi e già allora non si sentiva bene! È colpa nostra lo ripeto.

- Io non la penso così! Chloe vuole sempre dormire con noi, ogni scusa è buona per farlo, il fatto che era stanca e stranita era solo un pretesto in più. E poi tesoro stava bene quella sera non aveva nessun sintomo che potesse farci allarmare. 

- che ne sai? Forse non ce ne siano accorti perché stavano pensando ad altro e non a lei! Non mi perdonerò mai per questo! 

- E cosa vorresti fare da oggi in poi? Pensare solo a loro e ignorare ogni istinto tra di noi? Dobbiamo diventare solamente una madre e un padre senza più sfiorarci o fare l'amore fino a nuovo ordine? 

- Se sarà necessario si! Ora scusami ma vado a chiamare i miei per informarli della situazione. 

Non ce l'avevo con Killian, sapevo che non era colpa sua, ma in quel momento avevo bisogno di liberarmi da tutto il nervosismo che avevo addosso e lui purtroppo era capitato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Sapevo che ci fosse rimasto male per tutto quello che gli avevo appena detto e sapevo che mi sarei dovuta scusare, ma ora la salute di Chloe mi premeva di più. Una volta avvisati i miei, i quali insieme a Regina non tardarono ad arrivare, tornai in camera e andai a stendermi vicino alla mia bimba ignorando completamente mio marito  il quale, non so se per lasciarmi privacy o solo per il fatto che fosse ferito, uscì dalla stanza lasciandomi sola con nostra figlia. 

***

POV KILLIAN. 

Sapevo per certo che le parole dette da mia moglie poco prima erano il frutto di una rabbia repressa, ma non posso negare che mi fecero davvero male. 

- Ei Killian, tutto ok? - mi ero allontanato dal reparto di pediatria per stare un po' da solo ma a quanto pare qualcuno mi aveva seguito: Regina. 

- Regina vorrei stare un po' per conto mio se non ti dispiace... 

- Mmh... a me sembra più che tu abbia bisogno di parlare...  - la guardai brutto - E questo tuo attaccarmi con lo sguardo me lo conferma. Ho ragione? - a cosa sarebbe servito arrabbiarsi o ignorarla quando lo sapevano anche i muri che non se ne sarebbe andata senza ottenere risposte? Dire la verità era l'unico modo per farla andare via e forse non mi avrebbe neanche fatto male pare con qualcuno. Gli indicai la panchina dietro le sue spalle e andammo a sederci.

- Sono preoccupato per mia figlia ma questo già lo sai... - presi un respiro - e ho.... ho avuto una discussione con Emma. 

- Ah! - non se lo aspettava - Non voglio essere indiscreta ma è avvenuta prima o dopo il peggioramento di Chloe? 

- E avvenuta circa un paio d'ore fa, eravamo già qui in ospedale. 

- Killian... lo sai meglio di me come è fatta!

- lo so lo so, è spaventata.... ma chi mi assicura che quello che ha detto non lo pensi sul serio? Non voglio essere etichettato come un papà senza cuore, come un uomo che mette davanti le sue necessità prima di quelle dei propri figli.

- Neanche se lo sentissi con le mie orecchie crederei al fatto che Emma ti abbia affibbiato la colpa del peggioramento di Chloe. Deve esserci dell'altro. 

- Non mi ha detto proprio esplicitamente che è stata colpa mia, si è messa in mezzo anche lei a questa situazione. Dice che abbiamo pensato alle nostre necessità senza preoccuparci di Chloe che quel giorno si era addormentata prima del previsto. Lei lo considerava un sintomo di qualcosa mentre io no, così ho provato a dissuaderla e beh... alla fine ci sono riuscito. 

- Frena! Non voglio i dettagli grazie! - disse schifata. - E comunque le cose si fanno in due, tu puoi aver avuto iniziativa ma lei non ha detto certo di no. Se fosse stata sicura che quello fosse un sintomo importante credimi non avreste avuto la bella serata che immagino abbiate avuto. La verità è che non ha capito, nel caso la sonnolenza fosse davvero un sintomo, che la piccola si stava ammalando e di conseguenza ora si sente in colpa. Ti ha messo in mezzo solo perché c'eri tu con lei ma fidati incolpa più se stessa che te. 

- Io so per certo che non è colpa sua, come non è mia. Era solo stanca per la miseria chi avrebbe mai pensato che quattro giorni dopo si sarebbe aggravata in questo modo? 

- Appunto Killian... stai tranquillo Emma è solamente agitata e anche tu lo sei, ti si legge in faccia. Vai da tua moglie e da tua figlia, entrambe hanno bisogno di te ora. 

- E se le succedesse qualcosa? Pensavamo di aver escluso il pericolo ma a quanto pare non si può ancora star tranquilli... che succede se a causa di questo "errore" la nostra bambina dovesse subirne le conseguenze?

- Dico che stai esagerando Killian, ci possono essere milioni e milioni di cause per cui Chloe si sia aggravata e non è detto che sia successo quel giorno. Avete detto che ha iniziato a mostrare dei sintomi evidenti  alle 17 di oggi e alle 21 è peggiorata così giusto? - annuì - non ti dice nulla questo? Se la stanchezza dei giorni addietro fosse stato un sintomo molto probabilmente si sarebbe aggravata quella stessa sera. Non fatevi colpe che non esistono o che ancora non sapete, aspettate il responso del medico, solo ad allora potrete discutere di colpe. Adesso è prematuro e sopratutto non vi fa bene. 

Aveva ragione, avevo altro a cui pensare adesso piuttosto che piangermi addosso per qualcosa di infondato: dovevo stare accanto alla mia bambina e supportare mia moglie. Ringraziai Regina e corsi nuovamente in reparto. Emma era lì davanti a me, nella sala d'aspetto insieme ai suoi genitori e teneva in braccio Liam. 

- Tutto ok? Come mai sei uscita dalla stanza? - chiesi sperando avesse almeno voglia di parlarmi.

- Le stanno facendo altre analisi e ne ho approfittato per farlo addormentare - mi indicò Liam - E' molto agitato. 

- Deve essere stato il viaggio, il non essere nel suo lettino.... lo abbiamo strapazzato un bel po povero piccolo - annuì - Di Chloe che mi dici invece? Si è svegliata? 

- no... ancora no. Il medico dice che è presto e che molto probabilmente si sveglierà in mattinata. 

Mi rivolsi a mi miei suoceri - Visto che non possiamo fare nulla qui e che la bambina molto probabilmente dormirà per tutta la notte, che ne direste di farci il favore di portare Leila e Liam a casa? Vorrei che almeno loro riposassero adeguatamente. 

- Voglio restare con mia figlia! - disse Snow intenzionata a non voler andare via. 

- Ci sono io con lei dovrebbe bastare non trovi? - forse risultai un po' troppo acido, me ne resi conto anche io... - Scusami Snow è una giornataccia. Se vuoi rimanere tranquilla fallo, lo dicevo solo per loro due.

- Vado io Killian non preoccuparti! Hai ragione, sono piccoli non dovrebbero essere qui! - disse David per poi prendere in braccio una Leila addormentata. - Dammi una mano con Liam così mi risparmio un viaggio. - presi il mio piccolo pirata dalle braccia della sua mamma e accompagnai David alla macchina. Sistemammo i bambini dopodiché con il saluto che ci saremmo rivisti l'indomani partì in direzione di Storybrooke. 

La nottata fu interminabile... il via vai di medici che entravano in quella stanza ogni ora senza dirci nulla mi agito più del dovuto, volevo solamente che mia figlia si svegliasse, che guarisse e che tornasse a casa. Anche per Emma era così, lei somatizzava molto più di me ma lo potevo vedere dal suo semplice modo di camminare che stava toccando il fondo. Dovevo fare qualcosa per lei. 

- Amore vieni a sederti qui vicino a me - le indicai la poltroncina vicino al letto di Chloe - C'è  posto. 

- Per favore Killian non è il momento di trovare un pretesto per chiarire...

- Volevo solamente che riposassi un po'... -  risposi ferito dalle sue parole: allora era sul serio arrabbiata con me!

- Io non riesco a riposare ok? 

- Dovresti provarci, ne hai davvero bisogno!

- E SAI DI COS'ALTRO AVREI BISOGNO? - scattò improvvisamente venendomi vicino e guardandomi negli occhi - AVREI BISOGNO CHE NOSTRA FIGLIA NON FOSSE CONFINATA IN QUESTO MALEDETTISSIMO LETTO! -respirò - Vorrei vederla correre in giardino, giocare al parco come tutti gli altri bambini... e invece no! Non può.  E dopo questo maledettissimo incidente chissà se mai potrà farlo a Gennaio! Non sempre possiamo avere quello di cui abbiamo bisogno Killian....

- Ma... mamy.... - e fu in quell'esatto momento che il suono più bello di sempre si fece sentire forte e chiaro alle nostre orecchie. nell'unico istante in cui non mi stavo domandando quando si sarebbe svegliata lei lo fece sorprendendomi ancora una volta. 

- Chloeeeee! - esclamammo all'unisono io e Emma accorrendo entrambi accanto a lei. 

- Tu... tu e papo litigato? - chiese guardando prima sua madre e poi me. 

- Perché me lo chiedi amore? - rispose Emma in lacrime. 

- Ho tentito che... che glidavi a papo. Io no boglio che boi litigate. Se litigate no vi bolete bene più e io no boglio che no vi bolete bene. 

- Amore non ho litigato con il tuo papà, stai tranquilla ok? Va tutto bene. Tu come ti senti? 

- Ho pame! - mi fece sorridere quella risposta. Chloe non diceva mai di aver fame, quello era di sicuro un ottimo segno.

- Hai fame? Sul serio? - chiese Emma più felice che mai- Cosa vuoi che ti faccia portare? 

- mamy boglio la patta! 

- la pasta? Non sarebbe meglio un cornetto con un bel succo di frutta? È ancora presto per pranzare amore mio. È mattino! 

- boglio patta mamy! Patta co pammizzano. - in fondo chi eravamo noi per impedirle una richiesta così semplice e genuina?

- Ogni tuo desiderio è un ordine mia piccola principessa. Papà torna subito - le stampai un bacio sulla guancia dopodiché andai nel ristorante più vicino a comprarle quello che aveva chiesto. Mangiò tutto senza nessun capriccio, era davvero affamata e sembrava stare decisamente molto meglio della sera precedente. Passammo tutto il giorno con lei e a turno anche i suoi nonni e i suoi zii ebbero io permesso di farle visita. Si stancò molto e quando alle 20:00 il medico entrò in stanza lei era già entrata nel mondo dei sogni. 

- È normale che dorma sempre? - chiesi preoccupato - non è da lei...

- Vorrei vedere te nelle sue condizioni. - rispose il medico  come a voler sottolineare l'ovvio . - Ho i risultati delle analisi fatte in queste ventiquattro ore. Se non conoscessi il caso  e non conoscessi la vostra precisione penserei che la bambina sia stata troppo tempo all'aperto e a contatto con persone differentemente da come vi era stato consigliato, ma siccome escludo il fatto che l'abbiate portata fuori deduco che qualcuno di voi sia venuto in possesso di un bel virus che le ha scaturito tutto questo. 

- Nessuno di noi è stato male però... - disse Emma. 

- Magari avete fatto solo da tramite... può succedere. 

- Ci dica: come possiamo aiutarla a stare meglio senza ripetere l'episodio? 

-  Visto che le semplici medicine prese in passato non sono state così efficaci come speravo, passeremo ad una cura più mirata e potente: ho  notato dalle analisi che le iniezioni fatte questa notte hanno portato i loro frutti, le difese immunitarie sono salite e ora sono nuovamente un tantino sopra il minimo dei valori richiesti. Se fino a domani resterà stabile la dimetterò di sicuro, ma a casa dovrete continuare con la cura: due punture al giorno per la prima settimana, poi andrete a scalare. Una al giorno la settimana successiva, poi un giorno si è uno no, ecc ecc fino a farne una a settimana. Tutto questo per i prossimi due mesi. Le uscite mensili per il momento le annulliamo, poi al prossimo controllo se riterrò opportuno le inserirò nuovamente. Preferisco andare cauto vista la ricaduta. 

- Concordo con lei dottore, grazie di cuore per tutto quello che fa per lei! - gli strinsi la mano.

- Scherzi? È la mia paziente preferita, mi fa piacere prendermi cura di lei anche se lei non sarà tanto felice di vedermi...  - non capii subito cosa volesse dire - Dovreste gentilmente svegliarla per farle fare la puntura, meglio che non sia addormentata, nessuno di noi vorrebbe una puntura a tradimento.

Gli strilli a causa di quella puntura arrivarono penso fino nella foresta incantata, era debole ma la forza per gridare non le mancava di certo. Sarebbe stata una tortura vederla soffrire ogni giorno ma nonostante questo sapevo che mi sarei dovuto far forza per lei, per il suo bene. Si riaddormentò poco dopo essersi calmata e siccome il medico era ancora li decisi di fargli una domanda:

- Mi scusi, secondo lei il fatto che qualche giorno fa la bambina abbia iniziato a manifestare maggior stanchezza, potrebbe essere considerato un sintomo che non essendo stato curato in tempo a portato a tutto questo? - Emma mi guardò seria ma poi si concentrò sulla risposta del dottore. 

- Il fattore stanchezza può essere attribuito a molte cose quindi non posso darvi una risposta precisa e corretta. Da quello che leggo sulla cartella clinica è  peggiorata in poche ore quindi lo escluderei ma non posso esserne certo. - nel dirlo il medico lesse quaalcosa nello sguardo Emma e continuò la sua teoria. - Quello che posso dirvi è che se l'avreste portata in ospedale quella sera di sicuro l'avremmo rimandata a casa senza diagnosi e senza cure da fare. La sola stanchezza non può essere considerata sintomo vero e proprio se non ci sono altri sintomi o situazioni a cui legarla. 

- Hai visto tesoro? - provai a creare un punto d'incontro con lei. Ma lei anche questa volta mi ignorò. Si limitò a ringraziare il dottore dopodiché si mise sul letto di Chloe a farle le coccole nonostante dormisse beatamente. 

***

Dopo due estenuanti giorni tornammo a casa e finalmente riuscii a trovare un momento per parlare da solo con mia moglie. 

- Darei indietro anche l'altra mano solo per sapere cosa frulla nella tua testa. - le dissi mentre era seduta su una sedia nel soggiorno a contemplare la finestra.  In quei due  giorni in ospedale  mi aveva praticamente ignorato ma ora che eravamo a casa non potevo sopportare di continuare così. Volevo chiarirmi con lei e sperai mi rispondesse subito altrimenti già sapevo che saremmo arrivati a litigare di brutto pur di ottenere delle risposte. 

- Cosa passa per la mia testa... mah niente di bello se così si può dire. Ho avuto paura...tanta paura....  la stessa paura  vissuta mesi fa... forse peggiore addirittura perché mi sono sentita in parte responsabile. - solo in quel momento si girò per guardarmi negli occhi. - Tu non hai nessuna colpa Killian... mi dispiace averti accusato ingiustamente,  non hai fatto nulla di male e sopratutto non mi hai costretto a far nulla. Quella sera ero dubbiosa per la salute di Chloe ma nonostante ciò mi sono lasciata andare alla passione e ho ignorato quello che diceva la mia mente. Che sia stato o meno un sintomo rilevante la cosa non cambia: in quel momento il mio cervello stava elaborando un possibile pericolo e di tutta risposta l'ho ignorato. È per questo che sono arrabbiata, per aver ceduto all'amore, per averlo messo davanti la salute della mia bambina. Avrei potuto dirti di no, rimandare la nostra serata a dopo e invece non l'ho fatto.... la colpa è mia, non tua. 

- Ti incolpi per cose che non stanno ne in cielo né in terra... ok, è vero che non sei stata nella sua stanza per tutta la notta ma una parte di lei l'hai voluta in stanza con noi comunque. Pur di tenerla al sicuro sei andata in soffitta a prendere il suo vecchio baby monitor per poterla osservare da lontano. Non fa differenza dove fossi, eri comunque con lei. 

- Se vuoi farmi sentire meglio non...

- ascoltami... se fossi stata in stanza con lei ad osservarla dormire quella sera, avresti mai chiamato il medico per visitarla nonostante il suo sonno fosse tranquillo? Rispondimi per favore.

- No credo di no....

- E il peggioramento sarebbe avvenuto comunque. Non eri materialmente con lei ma con quel congegno elettronico lei era con noi. La sentivano respirare Emma e stava bene. Per favore non prenderti colpe che non hai. 

- Grazie... riesci sempre a farmi stare meglio nonostante io ti tratti da schifo. Avresti dovuto avercela con me per quello che ti ho detto non consolarmi.

- Cosa dire, amo il tuo carattere in tutte le sue sfaccettature. - la baciai, era passato troppo tempo dall'ultima volta che le nostre labbra si erano toccate. Mi mancava incredibilmente la sua bocca. Corrispose il bacio ma poco dopo prese le distanze.

- Mi sento ancora in colpa Killian, te lo ripeto tu non centri nulla, ma vorrei evitare di cadere nuovamente in quello che considero un errore. 

- Dovrò fare un abbonamento su uno di quei siti di cui mi parla spesso spugna fino a Gennaio? - dissi scherzando e anche lei non poté far a meno di ridere.

- Provaci e ti spezzo l'altra mano. - mi minacciò per poi tornare seria. - Dammi un po' di tempo per smaltire la cosa ok? Non ti farò attendere a lungo.

- per quanto odi tenere il mio corpo lontano dal tuo sappi che hai a disposizione tutto il tempo del mondo. Non ho intenzione di metterti fretta. 

- Ti amo!

- Ti amo anche io. 

***

POV EMMA 

Passarono due settimane e ad eccezione del momento "puntura" che con Chloe come paziente era un vero inferno ogni volta, per il resto sembrava quasi essere tornati alla normalità. 

Era sabato mattina, il quarto sabato del mese ad essere precisi e questo significava solamente una cosa. Henry sarebbe tornato a casa per il weekend. In quei giorni da incubo, nonostante avesse un esame da sostenere, mi stette molto vicino ma ora finalmente avrei potuto godere della sua presenza e del suo conforto a pieno. 

Arrivò verso l'ora di pranzo, saluto me, Killian Leilia e Liam. Chloe era nella sua stanza perché diceva di voler far un disegno per suo fratello. Lo invitai a salire per farle una sorpresa ma fu lei a fare una sorpresa a noi. Nella sua cameretta non c'era e neanche nelle altre stanze. Mi allarmai immediatamente e per poco non svenni, non avevo sentito rumori o altro, come era possibile che fosse scomparsa? 

- Mamma non ti agitare vedrai che si sarà semplicemente nascosta! Sai che ama giocare a nascondino.  - provò a consolarmi Henry.

- Non gioca mai senza prima avvisare.... deve esserle successo qualcosa. - le mie mani iniziarono a tremare ma mio figlio le prese nelle sue per cercare di farmi forza. 

- Ei la troveremo non può essere lontana ok? Fidati di me. Continua a cercarla qui in casa, io chiamo i nonni per vedere se l'hanno vista, magari si è materializzata da loro visto che mi hai detto che non siete più andati a cena l'altra sera. - l'idea era buona ma nonostante ciò ero comunque molto agitata, non era guarita anzi.... le cose sarebbero potute precipitare di nuovo.  La cercammo in lungo e in largo  per buona parte del pomeriggio senza nessuno risultato, poi finalmente la svolta. 

- Mamma, devi venire con me. - mi disse improvvisamente Henry parlando a bassa voce - e devi fare silenzio, non devono scoprirci. 

Devono? Al plurale? C'era qualche male intenzionato in casa mia che aveva preso mia figlia? Oddio non volevo crederci e sperai vivamente in un errore.

- Hai trovato Chloe? - chiesi mentre uscivamo in giardino.

- Shhhhhhh...... - mi prese per mano e senza far rumore raggiungemmo il retro di casa mia. Mi indicò una siepe poco distante e mi fece segno di avvicinarmi. Obbedii e quello che vidi poco dopo mi lasciò senza parole. Davanti ai miei occhi vi era la mia bambina intenta a mangiucchiare gelato e cioccolata con il suo inseparabile amico Erik. Si erano messi sopra una copertina per non sporcarsi e ridevano e scherzavano tra di loro. Era una scena bellissima e per un momento il mio cuore si sollevò d'animo, ma poi pensai alle possibili conseguenze di quel possibile incontro e mi affrettai a prendere mia figlia tra le braccia per allontanarla da lì.

- ma... mamy..... - chiese tra il sorpreso e il preoccupato per essere stata beccata con le mani nel sacco. 

- Non dovevi fare un disegnino per tuo fratello? Perché sei qui e non in casa dove dovresti essere? - ero seria, doveva capire di aver sbagliato. 

- io... io mi annoio a casa... boglio tocare con i miei amici come Leila. Lei può fale tutto... io no. No boglio più tare a casa sola... 

- Ma non sei sola amore mio! Ci sono io, ci sono i tuoi fratelli, papà. Tutti moriamo dalla voglia di giocare con te. 

- io boglio amici miei anche.... pecche non potto? Pecchè tono cattiva? 

- No che non sei cattiva amore ma che dici.... purtroppo  hai la bua e stare a contatto con loro potrebbe farti peggiorare. Credimi, la mamma farebbe di tutto per renderti felice ma in questo momento bisogna aspettare un pochino. Sopratutto dopo quello che è successo qualche giorno fa ok? Non temere però!  Presto, molto presto tornerai a giocare con tutti i tuoi amichetti e tutto tornerà come prima. 

- dabbero mamy?

- Si cucciolina mia ma ora saluta il tuo amichetto che devi tornare in casa. Potresti ammalarti di nuovo e non vogliamo che questo accada. 

- Come tonna lui a casa sua inbece? L'ho pottato io qua! 

- Pure? E i suoi genitori non sanno nulla immagino! - sospirai - Chloe ma che devo fare con te è? Henry porta Erik in casa e chiama Anna, dille di non preoccuparsi se non lo trova e che lo riporterò a casa io con un incantesimo. 

Mentre Henry si occupava di Erik io sistemai tutto quel caos che avevano creato i bambini nel loro piccolo accampamento e una cosa mi saltò all'occhio tanto da farmi capire improvvisamente tutto. Sotto la coperta dove erano seduti poco prima vi erano cinque o sei vestitini di Chloe tutti rigorosamente ricoperti di terra, fango e cioccolata. Conoscevo bene quei vestiti, erano quelli che le mettevo ogni mattina nelle settimane che era strana, e che misteriosamente alla sera non trovavo mai perché si era cambiata. Li aveva in pratica nascosti.... questo quindi significava che...

- Chloe tesoro è la prima volta che Erik viene qui a casa? - le domandai

- Ti! 

- Chloe la verità per favore... è importante! - le feci capire con uno sguardo che non stavo scherzando. 

- E ba bene.... no, non è pima bolta. 

Ecco spiegato tutto quanto, quella signorina ci aveva imbrogliato bene bene per poter fare la bella vita. Non potevo crederci che a soli 4 anni era riuscita ad elaborare tutto questo senza farci accorgere di nulla. Cosa avrebbe combinato da grande? Non volevo neanche pensarci. La presi e la portai dritta in camera sua dove questa volta per davvero si mise a disegnare, io invece mi occupai di Erik dopodiché raccontai tutto sia a Killian che al dottore. Avevamo finalmente risolto il nostro piccolo caso e ora potevamo finalmente concederci un po' di meritato relax mentale. 

 Decisi di fare una doccia, ci voleva dopo aver impiegato mezz'ora a ripulire tutto quel casino, ero immersa nei miei pensieri quando improvvisamente sentii di non essere sola. Mi girai e trovai mio marito esattamente dietro di me e senza vestiti addosso! 

- ODDIO KILLIAN MI HAI....

- shhhhh non urlare! - disse ridendo e mettendomi una mano davanti la bocca. Gliela scansai e continuai a parlare moderando i torni. 

- Mi hai spaventata scemo! Non dovresti essere qui, ci sono i bambini di la...

- mi sembra di vivere un dejavù  - sorrise - Comunque i bambini sono di la con Henry e io ho assolutamente bisogno di fare una doccia rilassante. 

- c'ero prima io! - lo presi in giro sapendo già dove voleva andare a parare

- Non te l'ha mai detto nessuno che è un peccato sprecare l'acqua? 

- Hai almeno  chiuso la porta a chiave questa volta? 

- Assolutamente si! 

- Allora vieni qui! Facciamo pace! - dissi spingendolo al muro per poi iniziare a baciarlo.

- lo sai che amo litigare con te? 

Risi - davvero?

- si perché poi abbiamo ottimi metodi per conciliarci! - le chiacchiere stavano a zero e forse non avevamo minimamente imparato la lezione, ma cosa potevo farci se quell'uomo mi rendeva completamente dipendente da lui? Ve lo dico io, non potevo proprio farci nulla. 

- Stavo pensando... - mi disse improvvisamente staccandosi da me - E se provassimo a fare il quarto? - la mia faccia fu epica tanto da farlo scoppiare a ridere in meno di cinque secondi dalla pronuncia di quella domanda - scherzavo amore ma dovresti vedere la tua faccia! - continuó a ridere. 

- Devi solo provarci a far accadere una cosa del genere amoruccio. 

- Mi stai provocando? 

- A tuo rischio e pericolo, il bambino lo terrò sicuramente mentre per quanto riguarda te... beh non credo riserverò lo stesso trattamento! 

- Ok ok ho afferrato il concetto, stavo solo giocando per  smorzare la tensione. Davvero. Pace?

- E pace sia. 

Pace... si certo proprio così! Direi quasi che il vero significato della parola pace in casa mia non sia mai stato esposto correttamente. Possibile che io non possa avere neanche dieci minuti di "pace" senza essere richiamata da uno dei miei 4 figli? No, a me, Emma Swan, questo tipo di pace non è concessa. 

- Ti ho detto che no belo! Sei cattiva! 

- È vero invece e non è giusto! MAMMAAAAAAAAAAAAAA! 

Ancora una volta il nostro momento di passione fu interrotto dal gridare di mia figlia Leila. - MAMMAAAAAA NON È GIUSTOOOOO!! Perché con lei papà non si arrabbia e con me si? Che c'è le volete più bene? - Che altro era successo adesso? 

- Ignorale, se non rispondi se ne andranno!- provai a dargli retta ma neanche due  minuti dopo:

- Alloraaaaaaaa???? Perché non mi rispondi? Ho ragione vero?????? 

- Leila per la miseria neanche in bagno posso essere lasciata in pace? Dammi dieci minuti e sarò da voi! - fui categorica.

- va bene ma se non vieni entro dieci minuti uso la magia e vengo in bagno. 

Ecco... perfetto no? Io e Killian fummo costretti ad accelerare i tempi e alla fine anche se non del tutto soddisfatti, causa tempistiche, uscimmo dal bagno e raggiungemmo le nostre pesti. Erano in camera di Leila e stavano ancora litigando.

- si può sapere cosa avete da urlare tanto voi due? Non avevate iniziato ad andare d'accordo? 

- perché se io ho un fidanzato papà si arrabbia e se lo ha Chloe nessuno dice nulla? Io sono la più grande, io posso fare più cose di lei! Lei è solo 4 anni, non può avere un fidanzato a 4 anni! 

Vedere la faccia di Killian durante questi discorsi è sempre uno spasso. Non riesce a capire che sono ancora delle bambine e che quei discorsi siano ancora semplicemente un gioco. Per lui sembra tutto realistico, sembra quasi di star alle prese con il padre di due adolescenti. Povere loro, avranno una vita davvero difficile in questo campo. 

- Io no ho pidanzato! No mi pacciono i pidanzati! Fanno chifo. Io bibrò pe sempre con papo. - neanche per sogno piccoletta del mio cuore, per quanto ti ami e vorrei tenerti stretta a me per sempre anche io e tuo padre meritiamo la nostra privacy quindi.... 

- è Erik il tuo fidanzato. Vi date i bacini! 

- che cosaaaaaaaaaaa? - Killian per poco non infartò

- lui da basini a me. Io do chiaffo a lui. 

- brava amore di papà e lui? Come si comporta poi? - chiese valutando se doveva spezzargli subito le manine o aspettare ancora un altro po'. 

- Lui da alto basino a me e mi potta il zelato e la toccolata. 

- Visto, sono fidanzati! Perché lei può e io no? Io voglio Gideon come fidanzato e non posso perché papà si arrabbia!

- Vedo che quando parlo ascolti! Brava! - sentenziò lui.

- uffaaaaaaaa! Mamma non è giusto! 

- vieni qui devo dirti una cosa - la feci avvicinare a me le dissi una cosa all'orecchio.

- potrai avere tutti i fidanzati che vorrai, se saranno rispettosi con te papà capirà e accetterà. Sembra un duro ma si scioglie come un ghiacciolo al sole per te e tua sorella. Per lui voi due sarete sempre le sue bambine e sarete sempre piccole per avere un fidanzato, anche a 40 anni. Spetterá a voi fargli capire, se il sentimento verso un ipotetico ragazzo è autentico, che l'amore non ha età, può succedere a 14, 15, 18, 21 o 40 anni.... quando l'amore arriva arriva e lui non potrà farci nulla. 

- Quindi anche adesso può succedere? - non potei far a meno di ridere a quella domanda

- certo che sì, ma non dirglielo ora... aspetta di essere sicura. - le feci l'occhiolino e dissi l'ultima frase in modo che sentisse anche lui. 

Le bambine fecero pace e uscirono da quella cameretta per poter andare nel salottino a guardare la tv. Nella stanza rimanemmo solo io e Killian. 

- che c'è avete anche i segreti adesso? Che le hai detto? Di cosa deve essere sicura? 

- ma niente di che...

- se riguarda Gideon voglio saperlo. Non mi piace quel tipo e non mi piacerà mai! 

- Non so chi riguarderà, non prevedono il futuro ma una cosa è certa: le ho appena insegnato una lezione base della vita. 

 

 

Note dell'autore: stranamente puntuale vero? Eheheheheh ogni tanto succede 🤣 avevo del tempo libero e ne ho approfittato per scrivere qualcosina.... ho fatto soffrire troppo i nostri cari personaggi nei capitoli precedenti che un po' di coccole ci stavano tutte non trovate? Certo sono stato interrotti e hanno avuto a che fare nuovamente con quella piccola peste ma alla fine un po' si sono rilassato dai. 

Carino il piccolo Erik non trovate? Dove si trova ai giorni d'oggi un ragazzo che porta cioccolatini alla fidanzata? Ehehehehheeh bravo Erik anche tu come tuo padre discendi dalle renne ehehehhehehe alla prossima 💋

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Capitolo 55
*** Piccola anticipazione Natalizia ***


Ciao a tutti ragazzi! Quello di oggi non è un aggiornamento ma solamente una piccola anticipazione di quello che accadrà nei prossimi giorni. Con l'arrivo del Natale mi è venuta in mente una piccola storiella che vorrei condividere con voi. Qualcuno di voi ne era già al corrente ma ora ufficializzo il tutto. I capitoli sono già pronti, sono cinque e ho intenzione di pubblicarne uno al giorno a partire o dal 19 o dal 20 Dicembre. Vi lascio qui in anteprima il link della “copertina” della storia ( è un collage di foto che racchiude con se anche quello che sarà il titolo della fiction)  sperando che vi piaccia e sperando vogliate seguirmi in questo piccolo e breve progetto. Per quanto riguarda questa storia invece andrà in vacanza fino alla fine della pubblicazione di quella nuova. un abbraccio a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate.

https://pin.it/5e6wio4io3rovz
 

 

 

 

 

 

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Capitolo 56
*** La famiglia Jones ed io vi auguriamo buon Natale ***


Anche questo, come il precedente aggiornamento in questa pagina, non è un capitolo reale della storia. Come avevo precedentemente detto riprenderò non appena L’altra fanfiction sarà terminata (il che dovrebbe avvenire il 25 Dicembre). Non potevo però non passare a salutarvi e colgo quindi l’occasione per fare a tutti voi i miei più senceri auguri di buon Natale.
 Un augurio speciale a tutti voi anche dalla mia splendida e stramba famiglia Jones che per la prima volta in assoluto  vi presenterò. Auguriiiiii 🥳




 

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Capitolo 57
*** SOS Babbo Natale. ***





POV EMMA

Era la mattina del 23 Dicembre e in casa regnava il silenzio più totale. Brutto... brutto segno, ogni qual volta che in casa mia regna il silenzio è perchè quelle vandale delle mie bambine stanno di sicuro combinando qualcosa.

- Cosa staranno combinando le tue sorelle secondo te? - chiesi al mio piccolo uomo che a differenza loro era un vero e proprio angioletto. Ha pochi mesi di vita è vero ma credo di poter dire con sicurezza che non sarà un bimbo turbolento come lo è Chloe; non c'è il carattere del pirata in lui, lo vedo più come un piccolo Charming in miniatura e devo ammettere che la cosa ancora mi sorprende.

- pa... pppppa! Pa...ppppppa! - mi riportò alla realtà il diretto interessato reclamando cibo. Avevo iniziato da poco lo svezzamento e nonostante fosse un amore di bambino la cosa non era affatto semplice, alternavo il latte materno a quello artificiale e a altri intrugli di frutta e verdura che però non sembrava gradire molto. L'unica cosa che riusciva a tenerlo lontando dal mio seno era il biberon di latte con i biscotti che gli davo a colazione. Killian rideva ogni volta dicendo la classica frase "tutto suo padre" non ha capito molto bene che questa volta sarà lui la vittima di tutti gli sputacchi delle pappette mangiucchiate. Io mi sono occupata delle femminucce, al maschietto ci penserà lui. Aspettai che Liam finisse la sua colazione dopodiché lo presi in braccio e insieme andammo a controllare quelle due piccole pesti. Si erano svegliate, lo sapevo perchè le avevo sentite, ma non erano scese a fare colazione e la cosa era molto, molto strana. Rimasi stupita per quello che vidi non appena arrivai di sopra: non erano nelle loro camerette ma bensì nella stanza di Henry e stavano scrivendo quella che sembrava a tutti gli effetti la letterina per Babbo Natale. Leila ormai aveva otto anni, sapeva leggere e scrivere autonomamente ma la sua sorellina no, era ancora troppo piccolina ma nonostante ciò anche lei stava scrivendo la sua letterina aiutata dal suo fratellone preferito che era tornato a casa per le vacanze.

- Si può sapere che state combinando scimmiette? C'è troppo silenzio in questa casa oggi. - chiesi attirando la loro attenzione.

- Mamy, crivo la lettelina a Babbo Natale. La buoi vedele? - rispose Chloe tutta sorridente e orgogliosa del suo operato.

- Stupida! Mamma non deve leggere la tua sciocca lettera. E' un segreto che deve rimanere tra te e Babbo Natale. Possibile che devo sempre spiegarti tutto? - la rimproverò la più grande

- Mamy, leila mi ha detto tupida!

- Lo seiiiii!

- Mamyyyyyyyyyy!!!!!

- OOOOOK! Piantatela! - forse ho parlato troppo presto quando dievo che regnava troppo silenzio in casa. - E' Natale, almeno in questi giorni volete essere un po' più buone e andare daccordo?

- Come si può andare daccordo con questa qui mamma?

- Mi chiamo Chloe, non quetta qui e boglio fale leggele la lettelina per Babbo a mamy. - rispose offesa.

- Come vuoi, ma poi non venirti a lamentare con me se Babbo Natale non ti porterà neanche un misero regalo. - bastarono quelle parole dette con un po' piu di cattiveria dl solito per far scoppiare Chloe in lacrime.

- Leila, ma possibile che devi sempre trovare il pretesto per farla piangere? Sei contenta adesso?

- Sarò contenta quando capirai che è lei quella cattiva e non io. - rispose lasciandomi senza parole. Cosa voleva dire con quelle parole?

- Cosa vorresti dire con queste parole tesoro? Pensi che io ti consideri cattiva?

- Lascia stare mamma...

- No che non lascio stare. Non puoi lanciare il sasso e poi ritirare la mano. Se c'è qualche problema devi dirmelo tesoro. - provai a spronarla.

- Non ho nessun problema e ora se non ti dispiace vado a finire la mia letterina in camera mia. Il pianto di questa qui - indicò sua sorella - mi sta facendo venire il mal di testa. - uscì senza darmi modo di parlare. avrei voloto seguirla ma preferii lasciarle i suoi spazi. Le avrei di sicuro parlato in un atro momento. Calmai Chloe dicendole di star tranquilla e che Babbo Natale non l'avrebbe punita se mi avrebbe fatto leggere la lettera ma lei preferì credere alle parole di sua sorella e mi chiese di uscire perchè doveva finire di scrivere. Tornai al piano di sotto con il mio piccolo Charming in miniatura e restammo per parte della giornata stesi sul divano coperti da un caldo pile a guardare film di Natale. Si... quella era l'intenzione fin quando non ci trovammo entrambi addormentati sul divano.

- Cos'è? Siete stati colpiti tutti dall'incantesimo del sonno? - mi sussurrò dolcemente mio marito all'orecchio facendomi svegliare.

- Che.. che ore sono... - chiesi ancora assonnata

- Le 17:00. Sono riuscito a staccare prima da lavoro. Pensavo in un bel pomeriggio con la mia donna visto che Henry è a casa e può controllare la ciurma ma a quanto pare la mia donna ha programmi differenti. - mi prese in giro.

- E dai... mi sono giusto appisolata un attimo.

- Un attimo dici? Ho provato a chiamarti diverse volte e non hai mai risposto. Ti sei connessa l'ultima volta alle 15:00. Hai proprio un sonno leggero principessa. - rise.

- Ringrazia che ho Liam qui perchè altrimenti ti avrei fatto pagare questo oltraggio. - mi alzai dal divano facendo attenzione che Liam non si svegliasse. - Vado a controllare quelle bestioline delle tue figlie e avverto Henry che usciamo un po, ti va?

- Tuo figlio è peggio di te in fatto di sonno. E' in camera sua che dorme insieme a Chloe... ecco perchè ti ho detto se foste stati colpiti dall'incantesimo del sonno. - continuò a ridere

- Leila? Dorme anche lei?

- No, almeno una a preso da me! E' in camera sua che gioca.

- Ok, dovremmo comunque svegliare Henry e uscire. Le bambine si sono finalmente decise a scrivere la letterina per Babbo Natale, dobbiamo farci dire da lui dove le hanno messe e scoprire cosa comprare. Non vorrei dire nulla ma oggi è 23. abbiamo quel che resta di oggi pomeriggio e domani per trovare quel che vogliono.

- Non è mica colpa mia se sono ritardatarie come la loro mamma.

- Che c'è cerchi rogne capitano? - dissi per poi spingerlo fino a farlo cadere sulla poltrona e salendo a cavalcioni su di lui. Un bacio... due... tre; poi come al solito fummo interrotti.

- Papooooooooo tei qui! - disse Chloe scendendo con cautela le scale aiutata da sua sorella - Perchè mamy sei sopra a papo? Gli tai facendo la bua?

- Si stanno baciando stupida, non lo vedi? Hai anche bisogno degli occhiali oltre che ad un aiuto per scendere le scale?

- LEILAAAAAAA! - io e Killian la rimproverammo all'unisino. - Ma che modi sono di rivolgerti a tua sorella è? - continuò lui.

- ahahahah... papo ti ha rimproverato! Forse tei tu la tupida! - disse con orgoglio l'altra.

- Non sei immune da rimproveri neanche tu signorina... non si dicono quelle parole.

- Non sono offesa papà! La parola "tupida" neanche esiste nel vocabolario, non posso mica retenermi offesa.

- Ti etitte... tu la dici semple a me!

- Io dico stupida,non tupida! Impara a parlare nanerottola.

- OK, ora mi avete scocciato tutte e due! E' da questa mattina che non fate altro che litigare, possibile che non riusciate più ad andare d'acordo? Cos'è successo che ha spezzato quel bell'equilibrio che avevate trovato?

- Niente, è solo una stupida nana capricciosa.

- Tu tei tupida!

- No tu...

- AAAAALT! BASTA COSI! - intervenne a quel punto Killian - Voglio dirvi una cosa: so che avete scritto la lettera per babbo natale questa mattina, è vero? - annuirono entrambe - Beh fossi in voi neanche la metterei sull'albero quest'anno. Babbo Natale non porterà di certo regali alle bambine che fingono di essere brave ma che poi si comportano male.

- Ba... babbo Natale no polta legali a noi? - chiese spaventata Chloe.

- Se continuerete a comportarvi così proprio no! Passerà domani notte a consegnare ipotetici regali, quindi avete tempo fino a domani per fargli cambiare idea. Adesso come adesso dubito che ve li porterà.

- Lo sapevo... lo sapevo che non dovevo lasciarmi coinvolgere da una nana come te. Se babbo Natale non mi porterà nulla sarà solo colpa tuaaaaaaaaa! - disse la piu grande a sua sorella per poi lasciarla piangere e andarsene.

- Mamy... - allungò le braccia l'altra per essere coccolata. Avrei voluto stringerla a me ma Killian con il suo sguardo mi fece capire che dovevo per una volta rimanere al mio posto.

- Amore la mamma non puo aiutarti, non è mica la fidanzata di babbo Natale, neanche lo conosce. Se vuoi ricevere i regali devi far capire a Babbo Natale che sei una brava bambina e devi farlo da sola non con l'aiuto della mamma.

- O... ok... - pianse per qualche altro minuto poi da sola si calmò e mi venne vicino. - Mamy, potto aiutatti a dale la pappa al mio flatellino? - piccola ruffiana del mio cuore, pur di ottenere regali sarebbe dispista ad occuparsi del suo nemico per lei piu grande. Non c'è che dire è proprio una piccola piratessa.

- Se sei disposta a farti sputacchiare su tutto il vestitino si, puoi aiutarmi. - fece una faccia schifata ma subito dopo si ricompose e mi disse di volermi aiutare. - Bene, vai in cucina, io arrivo subito. - aspettai che si allontanasse per poi dare un bacio a stampo a mio marito. - Hai ragione sai? Non sono la fidanzata di babbo Natale, sono sua moglie. - risi.

- Lo so bene mia dolce Befana!

- EIIIIII!!!!!! Befana a chi è? - Iniziai a rincorrerlo per tutta casa fin quando Liam non si svegliò attirando la mia attenzione. - Salvo per un pelo amore. Occupati di lui, io vado a prepargli la cena affiancata dalla nostra piccola chef.

Il resto del pomeriggio e la serata proseguì tranquillamente, le bambine ci aiutarono in tutto: apparecchiarono e sparecchiarono la tavola, si presero cura di Liam facendolo giocare e con la magia misero in moto la lavastoviglie rischiando di mandare per aria tutta casa. Oltre ad essere collaborative fecero una cosa che non mi aspettavo, si chiesero scusa a vicenda e successivamente chiesero scusa a noi. Bene, forse avevano capito la lezione. Grazie Babbo Natale, peccato si possa fare affidamento a te solamente una volta all'anno.

- Bene bambine, siccome siente state brave questa sera forse Babbo Natale passerà a leggere la vostra letterina. Andatela a prende così potrete metterla sotto l'albero.

- Ci poltelà i legali quindi?

- Se vi vedrà cosi collaborative anche domani allora può darsi di si. Avanti, andate a prendere le letterine. - andarono di sopra e scesero qualche minuto dopo. posizionarono come di consuedo la letterina tra i rami dell'albero di natale dopodiche ci diedero la buona notte ed ognuna senza fare capricci andò a dormire nella propia stanza.

- Bene ci siamo. Leggiamo queste misteriosissime lettere e speriamo che non sia nulla di così difficile da trovare.

partimmo con quella di Leila:

" Caro Babbo Natale, sono io: Leila Jones. Questa è l'ottava letterina che ti scrivo e fino ad oggi non mi hai mai deluso. Spero che non lo farai neanche quest'anno. So che sei molto impegnato e che devi occuparti di tutti i bambini del mondo, quindi per facilitarti il compito ti chiederò poche cose: Vorrei tanto ricevere i pattini in linea quest'anno, una bambola nuova, l'agendina elettronica per scrivere i miei impegni, i trucchi per truccarmi e un vestito nuovo. Sono cinque i regali che ti chiedo, puoi far finta che ho scritto una letterina qui a casa, una da zia Regina, una da nonno David e nonna Snow e una da nonna Alice e una da Henry? Non ho potuto farlo quest'anno perchè mia sorella sta ancora molto male e quindi non possiamo uscire spesso. Spero però che vada bene lo stesso. Cercherò di essere una brava bambina fino al prossimo anno, te lo prometto. ti voglio bene. Leila.

Ps. Lo so che sarebbe un altro regalo, ma puoi far in modo che mamma e papà mi vogliano bene nello stesso modo in ui vogliono bene a Chloe? Se non puoi farmi sei regali rinuncio alla bambola per avere questo. Buon Natale"

- Amore lei pensa che... - provai a dire

- Leggi prima l'altra e poi ne parliamo ok?

Annui e presi dall'albero la letterina di Chloe, incredibile che a soli quattro anni sia riuscita, aiutata da suo fratello, a scrivere una letterina quasi comprensibile. Ci misi un po a decifrare alcune parole ma alla fine riuscii a capire cosa desiderava:

" Caro Babbo Natale mi chiamo Chloe e questa è la prima letterina che scrivo con le paroline e non con i disegni. Mi sta aiutando mio fratello grande ma tu fai finta di niente. Sono stata brava e voglio: la macchina di barbie, non quella piccola per le barbie ma quella per me, il pongo, il canta tu di frozen con tutte le canzoni, la bambola di elsa e la casa delle barbie. Leila non mi fa mai giocare con la sua. Voglio anche altri giochi ma mio fratello dice che posso chiederne solo cinque quindi fammi una sorpresa per gli altri. ciao ciao da Chloe."

- Questa è piu una lettera minatoria - disse Killian proprio mentre Henry stava scendendo. - Ragazzo, questa letterina è opera tua vero?

- Se ti riferisci al fatto che non ci sono errori grammaticali e che ha azzecato tempi verbali si, ma per la parte dittatoria ha fatto tutto da sola. Da quello che ha chiesto Chloe non so chi tra tutti noi resterà senza piu un soldo, ma con Leila come è andata? Ha chiesto qualcosa di piu ragionevole.

- Tua sorella mi spaventa: ha chiesto vestiti, trucchi e agendine elettroniche.

- Se non chiese giocattoli vuol dire che sta crescendo caro Killian.

- Ha chiesto anche una bambola quindi è ancora la mia piccola.

- Ancora per poco... mamma? Che hai? Sei silenziosa.

- Leggi tu stesso. - gli feci vedere la parte finale della lettera di Leila. - Pensa che non le vogliamo bene come ne vogliamo a sua sorella.

- E' solo un po gelosa mamma, lo sono tutti i bambini. Anche io lo sono stato anni fa con l'arrivo di Roland... poi passa. stai tranquilla ok?

- Passato Natale le parlerò.

- Basta non le dici di aver visto la sua lettera...

- Tranquillo, troverò un modo.

***

POV KILLIAN

Il mattino seguente lasciammo le bambine a Henry e portando con noi il piccolo Liam ci recammo nel negozio di giocattoli di Storybrooke. L'idea era di prendere tutto ciò che le bambine avevano chiesto e poi successivamente avremmo diviso tutti quei regali con i parenti. Non mi sembrava giusto farli uscire il giorno della vigilia quando molto probabilmente avevano altro da fare. Riuscimmo a trovare tutto tranne la macchina di barbie per Chloe. era il regalo in cima alla sua lista, non potevamo non trovarlo. Girammo diversi negozi e solo alla fine riuscimmo a trovarla. Dove? Naturalmente fuori storybroke. un'ora di viaggio per comprare quella dannata macchina. Ai suoi 18 anni avrebbe di sicuro continuato a guidare quella, non c'era alcun dubbio. Una volta tornati a Storybrooke era gia pomeriggio cosi ci recammo direttamente alla tavola calda di granny per discutere su chi avrebbe regalato cosa alle bimbe.

- Ad eccezione della macchina per chloe, che mi è costata un occhio della testa oltre che un saco di energie, e i pattini per leila per il resto potete scegliere quello che volete. quello che rimarrà sarà il regalo da parte del babbo natale di Henry. - dissi facendoli ridere. Mia madre scelse il vestitino e il canta tu, i genitori di Emma le due bambole mentre Regina l'agendina elettronica e la casa delle bambole. il restante era di Henry.

Una volta sistemata la situazione regali tornammo a casa dalle nostre principesse e iniziammo a prepararle per la cena della vigilia. Saremmo stati dai genitori di Emma quella sera e come ospite speciale ci sarebbe stata anche mia madre che ormai si era integrata benissimo in famiglia.

- Mamy alliva statera babbo Natale velo? - chiese Chloe a sua madre mentre le faceva il bagnetto. - Pottiamo aplile i legali statera?

- Amore Babbo Natale arriva quando i bimbi dormono, quindi molto probabilmente i regali sotto l'albero, se arriveranno, li troverete domani mattina. - rispose

- Ma io li boglio aprire tateraaaaa!

- Dovrai attendere qualche oretta in più. Ora fatti lavare i capelli.

- No no, i capelli no. - Chloe era un disastro nel farsi lavare e asciugare i capelli, ogni volta Emma impiegava come minimo un'ora e mezza per farlo e la cosa peggiore è che si stavano allungando a dismisura, se continuava così avremmo dovuto optare per tagliarglieli. - il tapone blucia gli occhi.

- Che fai, inizi a fare capricci proprio la sera prima che arrivi Babbo Natale? Guarda che lui ti vede e poi... - dissi ma non mi fece finire la frase.

- Ba bene labiamo i capelli.

- Grazie "Babbo Natale" - mimò Emma con le labbra senza farsi vedere da nostra figlia.

Mentre lei finiva con la piccola io andai a controllare Leila: Henry aveva ragione, stava diventando grande e lo si poteva vedere dal modo di vestire. Aveva deciso di indossare una magliettina nera tinta unita con una gonnellina rossa a tema scozzese, calze nere e scarpe rosse.

- Come sto? - disse girando su se stessa.

- Sei vestita un po troppo da grande per i miei gusti.

- Non fare il geloso papà. - sorrise - Ascolta, sai fare una treccia che parte dall'alto?

- Con L'uncino amore? - le feci notare

- Tu sai fare tutto con l'uncino. - disse come a voler sottolineare l'ovvio.

- Hai ragione ma vedi... è la mamma l'esperta delle trecce, chiedi a lei.

- Mamma è di sicuro impegnata a farle a Chloe. - disse tristemente. - Non ha tempo per farle a me.

- Ma che dici amore? Mamma ne sarebbe felicissima. Corri, va da lei è al piano di sotto. - la vidi uscire poco convinta cosi la seguii cercando di non dare nell'occhio. si fermò proprio davanti la porta del bagno e sembrava titubante sull'entrare. Vedendola in difficoltà mi avvivinai la presi per mano e insieme aprimmo la porta.

- Ma come siamo belle! - disse sua madre vedendola già pronta. Hai scelto tutto da sola?

- Si! - disse sorridendo vendendo sua madre soddisfatta.

- Woow! Hai fatto un ottimo lavoro. Sono orgogliosa di te. Hai visto Chloe?

- Leila bella. pule io pelò! - come al solito volle rubarle la scena e prima che rispondesse Emma lo feci io.

- Certo anche tu sei bella, ma tu devi ancora imparare a vestirti da sola signorina.

- Mi veste la mamma perchè lei mi vuole tanto bene. - fece la linguaccia a sua sorella.

- Sento aria di capricci... - disse a quel punto Emma facendo scendere Chloe dal suo piedistallo immaginario. - Come mai siete venuti qui? Di la verità Leila: papà ti ha chiesto di convicermi a non farlo vestire elegante. - la bambina rise.

- No cara, tua figlia voleva chiederti una cosa: avanti tesoro, diglielo.

- Ecco io volevo chiederti se... se potessi farmi una treccia che parte dall'alto. Io da sola non sono capace.

- Se tu fossi in grado a 8 anni di farti la treccia da sola dovrei spaventarmi. Certo che te la faccio amore. Finisco qui, perchè altrimenti non si farà più asciugare i capelli, e sono subito da te.

- Grazie mamma! - corse ad abbracciarla ma anche quel momento venne interrotto da Chloe.

- Non puoi fale le tlecce. io faccio le tlecce. non puoi copiammi.

- Guarda che non ti copio, io ne voglio solo una come i grandi, non due come i bimbi dell'asilo. E poi mamma è anche mia mamma, perchè non puo farmele?

- Pecchè no!

- A babbo natale dovevo chiedere uno scamio: te in cambio di un elfo. Quasi quasi gli scrivo una nuova letterina: vai a fare le valigie Chloe. - era troppo strano che quel giorno non avessero ancora litigato.

- Mamyyyyyy io no boglio andere bia da te... - disse Chloe piangendo per le parole di sua sorella.

- Nessuno andra via da questa casa, babbo Natale porta i regali, non rapisce bambini. Stai tranquilla Chloe ok? E tu perchè la devi sempre spaventarla così? Lo sai come è fatta. - respirò profondamente - Dai, comincia a prendere l'elastico e la spazzola, io arrivo subito.

- Se lei fa le tleccioline io no le boglio.

- Sicura.

- ti!

- Allora resta con papà, io vado con tua sorella.

passata quella burrasca finalmente fummo pronti per uscire, raggiungemmo il loft dei Charming e iniziò la tanto attesa vigilia. Era la prima festa, oltre a quella per il compleanno, a cui Chloe presenziò, la nuova cura sembrava fare più effetto della precedente e quindi per quella sera riuscimmo a stare tutti piu tranquilli. Certo cercammo di evitare che Neal e Roland stessero troppo a stertto contatto con la piccola di casa ma alla fine per una sera non sarebbe accaduto nulla. Una volta finito di cenare, giocammo un po come da tradizione dopodichè vedendo i bimbi sbadigliare dalla stanchezza decidemmo di chiudere li la serata e ci demmo appuntamento l'indomani mattina casa nostra per il Natale.

- Emma, killian aspettate. - ci disse Regina subito dopo aver messo in macchina le bambine . Ho un paio di regali extra per i bambini e per Henry, posso darveli adesso in modo da farglieli trovare sotto l'albero con tutti gli altri?

- Adesso se ne aorgerebbero... passa tra una mezz'oretta a casa, saranno di sicuro già nel mondo dei sogni.

- Ok, a tra poco.

Tornati a casa mettemmo a letto le bambine e aspettammo Regina che venne a consegnarci gli altri regali che aveva preso. Cercammo di farli stare tutti nel ripostiglio ma non riuscimmo nell'intento. Decidemmo quindi di metterne uno, quello che non riuscimmo a far entrare, già sotto l'albero, anche se un po' nascosto, tanto di sicuro non ci avrebbero fatto caso.

- Che dici, riusciamo a concludere in maniera romantica almeno questa serata?

- Penso proprio di si - mi baciò - Tra questa notte e domani arriverà Babbo Natale e sono più che sicura che nessuna di loro si azzarderà ad uscire dalla propria stanza.

- Mmmh... molto interessante - ammiccai - metti Liam nell'altra stanza allora, ho un regalino anticipato da darti.

***

POV EMMA

Eravamo nel bel mezzo della nostra notte di passione quando fummo interrotti da un rumore assordante.

- Che accidenti è stato! - dissi alzandomi e mettendomi addosso la prima cosa che trovai seguita a ruota da Killian. Dal baby monitor sentimmo Liam piangere, svegliato molto probabilmente da quel rumore.

- Vado a vedere, tu controlla i bambini - mi disse Killian per poi scendere al piando di sotto da dove molto probabilmente era avvenuto il rumore.

- Mamma... che... che succede? - disse Leila entrando insieme a me nella cameretta dove avevo sistemato suo fratello. Successivamente arrivò anche Henry.

- Torna a dormire Leila ok? Non è successo nulla. Henry stai con lei va bene? Conrollo Chloe e poi vado a dare una mano a Killian. - il ragazzo annui, portando sua sorella in stanza mentre io andai a controllare Chloe. Non era nella sua stanza e questo mi fece allarmare e non poco. Che le fosse successo qualcosa? Che qualcuno le avesse fatto del male? Dopo il rapimento di Leila ormai ero sempre sul chi va la. Corsi immediatamente da Killian per dirgli che non trovavo Chloe quando entrando in cuina trovai mio marito seduto sul pavimento insieme a lei. Aveva gli occhi terrorizzati la mia piccola ma non stava piangendo. Mi calmai un pochino vedendola ma subito dopo notai una cosa: in cucina c'era una sedia rovesciata a terra e un barattolo di vetro contenete dei biscotti rotto in mille pezzi.

- Che diamine è successo qui! Chloe amore stai bene? Dissi avvicinandomi alla bambina la quale scoppiò in lacrime tanta era la tensione che aveva in corpo. - Mi dici che è successo?

- Io... io bolevo solo plepalale la melenda per babbo Natale. Bolevo fagli capile che anche io tono una bimba buona... bolebo che pottasse anche a me un legalo, cotì ho appalecchiato la tavola e mi tono allampicata con la tedia pel plendele i biccottini. elano tloppo in alto e allola mi tono allampicata li - mi indicò il piano della cunina - ma non ti allivavo uguale. mi tono forzata e tono caduta pe terra. no bolebo io.....

- Sei caduta da quell'altezza amore? - disse allarmata. - ti sei fatta male? Cosa hai sbattuto? - ero paralizzata dalla paura.

- Io battuto qua. - mi indicò un fianco.

- Riesci a camminare? Hai battuto anche la gamba? - le indicai quella ancora non del tutto guarita - Killian dobbiamo portarla da Whale.

- No!!! no bua io. to bene.

- Un controllino lo facciamo uguale tesoro.

- No mamy... no! Io no bua, io solo triste. - in effetti ne io ne killian la trovammo piangendo, pianse solamente dopo quindi le diedi il beneficio del dubbio. La feci camminare un po e la tenni sotto osservazione per una mezz'oretta. a parte un piccolo livido all'altezza del fianco stava bene e mi decisi a non portarla in ospedale.

- Perchè lo hai fatto piccola?

- Babbo Natale pensa che tono una bimba cattiva - riprese a piangere - lui ha pottato i legali tolo a Leila.

- Amore ma che dici è?

- Io ho bitto!

- Hai sognato tesoro, era solo un sogno. Torna a dormire ok? Domani mattina quando ti alzerai vedrai che Babbo Natale ti avrà portato tantissimi regali.

- E se no potta?

- Se non li porterà vorrà dire che lo chiamerò personalmente e gli spiegherò che si è sbagliato e che sei una bimba brava e dolce.

- Dabbelo papo?

- Si, lo farò ma non temere non ce ne sarà bisogno. Ora a nanna è tardi.

- Vuoi dormire con noi? - le chiesi io ancora un po in agitazione.

- No dommo da sola cotì vede che tono blava. pelò potto lasciagli da mangiale?

- Certo? cosa vogliamo preparargli? Una bella cioccolata calda e dei biscottini pensi che possano piscergli?

- Tiiiiii!!!!!! la plepalo io. - l'aiutai a sistemare il tutto dopodichè la portai a letto e coccolandola aspettai che si addormentasse per poi tornare in cucina da Killian.

- Non mi dire: ti sei spazzolato tutta la cioccolata? Non me ne hai lasciata neanche un pochino?

- Che vuoi? mica sei Babbo Natale tu! - sorrise vittorioso mangiando anche l'ultimo pasticcino.

- Vieni in camera, ho intenzione di vendicarmi.

***

POV NARRATORE

Era arrabbiata e spaventata allo stesso tempo. Perchè Babbo Natale aveva lasciato sotto l'albrero solamente il regalo per Leila? Si era svegliata proprio a causa di quest'ultima che scendendo al piano di sotto aveva visto il pacchettino sotto l'albero con la scritta:"per Leila Jones". Non aveva esitato un secondo a riferire la notizia alla sua sorellina e insieme andarono a controllare se ci fosse qualche altro pacco che le era sfuggito. Purtoppo non trovarono altro. " Babbo Natale lo sa che sei cattiva e infatti non ti ha portato nessun regalo. Quando prima ti ha visto piagnucolare per le treccine e per non voler fare il bagno e lavare i capelli si è ricreduto e ti ha punito. Impara a fare meno capricci." le disse facendola rimanere male. Sua madre e suo padre dopo il piccolo incidente avvenuto poco dopo provarono a farle credere che era solamente un brutto sogno quello che aveva fatto ma lei sapeva che non era così: Babbo Natale era già passato in casa loro e non le aveva portato nulla. Pianse silenziosamente nella sua cameretta dopodichè decise che doveva fare qualcosa per fargli cambiare idea. Si vestì con gli indumenti messi per la cena del giorno prima dopodichè aprendo un libro sulle favole di babbo natale pensò intensamente a quel grande villaggio situato al polo Nord e nel giro di pochi secondi eccola materializzarsi proprio li. Faceva freddo, molto freddo e lei non aveva il suo caldo cappottino con se. Si guardò intorno spaventata e spaesata, non sapeva dove andare, intorno a lei c'era solo neve ma poi in lontananza riusì a intravedere qualcosa che si muoveva. Cercò di farsi coraggio e piano piano provò ad avvicinarsi. Si ritrovò davanti una grande slitta con delle renne. " le lenne di babbo Natale pensò" e dopo aver esitato un paio di volte per paura di essere morsa provò ad acarezzarne una. " Tei molto bella" le disse sorridendo e la renna di tutta risposta iniziò a leccarle il viso. " tu tei la lenna di babbo natale velo? Tu lo tai che io non tono una bimba cattiva?" la renna non le rispose ma continuò a gioare con lei fin quando un colpo di magina, proveniente da non si sa dove, liberò la renna dalle funi che la tenevano ancorata alla slitta. L'animale si abbassò all'altezza della bambina la quale non esitò un secondo a salire sulla sua groppa. Le fece fare un giroretto su di lei, sembrava aver capito che la bambina era un po disorientata, quando poi la vide finalmente distrarsi e sorridere spiccò il volo e la portò con se facendole ammirare dall'alto quello che nessun bambino aveva mai visto: il villaggio di babbo natale. "Boglio andale li, pottami da babbo Natale, boglio pallare con lui" la renna continuò il suo giro turistico tanto che la bimba pensò che non l'avesse sentita, poi quando meno se lo aspettò la renna fece un dolce atterraggio portando la bimba propio davanti l'entrata di quella che doveva essere una grande fabbrica di gioattoli. Non dovette ne suonare ne fare nulla: le porte si aprirono come per magia facendola entrare. Non sapeva dove guardare, ovunque si posassero i suoi occhi vi erano enormi quantità di peluche, baribie e bambole e a far da contorno a tutto quel grande paradiso vi erano dei piccoli elfi che trasportavano giochi qua e la per tutta la grande fabbrica.

- Tu non sei un elfo! - le disse uno di loro.

- No... io tono solo una bambina.

- I bambini non possono stare qui! Come sei arrivata? - la scrutò come fosse un alieno.

- Con la mazzia! - rispose intimorita.

- E perchè sei venuta fin qui?

- Pecchè babbo Natale no mi ha pottato i legali.

- E' perchè sei stata cattiva! Babbo Natale non porta i regali solo ai bambini cattivi. Vedi di fare la brava bambina e allora il prossimo anno forse qualcosa arriverà.

- Ma io tono buona... io no cattiva. Lo dice pule il mio papo.

- Babbo Natale non fa errori, se non hai avuto regali è perchè non sei stata una brava bambina. Lui ha una lista sai? E la segue molto attenatamente. Dimmi come ti chiami e ti dimostrerò che non sei sulla sua lista.

- Chloe... Chloe Jones.

- Jones hai detto? La figlia di capitan uncino e la salvatrice?

- Ti tono ioooo! tai chi sono allola?

- Mmh... sicura di non aver ricevuto i tuoi regali? Se non sbaglio mi sembra di averti letto sulla sua lista. - con un gesto della mano fece apparire un foglio di carta lungo almeno 30 metri. - Vediamo vediamo vediamo.... no, no, no.... ah si eccoti: Chloe Jones di Storybrooke. Sei tu non è vero?

- Ti tono io.

- Hai fatto bene a venire qui. Il caro babbo sta diventando anziano e misà misà che ha iniziato a fare anche qualche errore. Aspettami qui, vado a chiamarlo per spiegargli la situazione.

La bambina non potè essere più felice, lei sapeva di non essere cattiva, certo era un po dispettosa ma cattiva proprio no. Babbo Natale aveva solamente fatto un errore e presto avrebbe avuto i suoi giocattoli. Nell'attesa che l'elfo tornasse la bimba continuò ad esplorare quel posto magico e ne rimase sempre più meravigliata. Avrebbe chiesto ai suoi genitori, una volta tornata a casa, di festeggiare il compleanno li il prossimo anno.

- Chloe? - la richiamò l'elfo - Vieni con me, babbo Natale ti sta aspettando nel suo ufficio.

- Potto vedere babbo Natale?

- Certo, vuole parlare con te. Credo voglia chiederti scusa per l'errore commesso. - La bambina tese la mano verso l'elfo e si fece accompagnare davanti la grande porta rossa. - Ora io devo andare, ci vediamo all'uscita.

- Che.. che debo fale? io no lo so...

- Bussa alla porta e lui ti aprirà. Ciao Chloe.

- Tao. - la bimba aspettò che l'elfo si alontanasse dopodichè si fece coraggio e bussò alla grande porta che aveva davanti.

- Avati! - disse una voce e la porta magicamente si aprì rivelando alla bambina il suo più grande mito, dopo Anna, Elsa e Olaf: Babbo Natale.

Mi hanno detto che c'è stato un piccolo errore e che tu piccolina non hai ricevuto i tuoi regali. - disse in maniera gentile

- E' cotì. Sei pattato a casa mia e hai lasciato tolo legali a mia tolella. A me nulla.

Mmmh... è strano sai? Come ti chiami bambina.

Mi chiamo Chloe Jones e tono la fi...

Ah. so chi sei. - disse cambiando voce facendola diventare leggermente più dura. - Mi dispiace ma non c'è stato nessun errore. - disse bruscamente.

No velo... io ero tulla litta dei bimbi buoni.

- E' vero... eri su quella lista ma ti sei comportata male nell'ultimo periodo e di conseguenza sei stata messa su un'altra lista: quella dei cattivi. Torna a casa, non c'è nessun regalo per te.

- Io no ho fatto nulla. tono tata buona.

- Sei stata cattiva con tua sorella maggiore e non sei stata una brava sorella per il tuo fratellino. Non hai meritato i regali.

- Leila mi plende semple in gilo... non è coppa mia e Liam buole lubarmi la mia mamma. io no boglio essele cattiva ma poi succede... cusa babbo Natale.

- Mi dispiace ma quel che fatto è fatto. Non avrai i regali quest'anno ma voglio comunque darti una lezione: ti farò vedere che fine fanno i giochi destinati ai bimbi che poi diventano cattivi. - con uno schiocchio di dita si rotrovarono in una grande sala con al cantro un enorme falò.

- Guarda l'elfo che hai conosciuto poco fa. Lo vedi? è proprio li. - la bimba annuì seguendo il punto indicato da babbo Natale - Guarda che cosa ha tra le mani. - la bimba fece più attenzione e potè chiaramente vedere il suo ormai amico elfo tenere tra le mani la tanto desiderata macchinina di barbie.

- E'... e' per me babbo Natale? La sta portando qui? - chiese euforica ma la risposta arrivò subito dopo e non da babbo Natale. La bimba potè vedere chiaramente cosa fece l'elfo: si avvicinò al grande falò e lanciò tra le fiamme la sua adorata macchinina. - NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! - Gridò piangendo disperata. L'elfo di tutta risposta si girò nella direzione dell'urlo e dopo aver visto da chi proveniva continuò il suo lavoro buttando nel falò anche la casa delle barbie e tutto quello che aveva chiesto. - No TI PREGO BASTAAAAAA!

- Questo succede ai giochi dei bimbi cattivi cara Chloe e tu sei una di loro.

Babbo Natale io... io.... io ti chiedo cusa.

- Non me ne faccio nulla delle tue scuse.

Ti plegooooo...

- Ho detto di no! Vai via, non sei la benvenuta qui. - pianse tutte le lacrime che aveva in corpo poi qualcosa si impossessò di lei, non capi bene cosa ma improvvisamente si sentì più forte. Smise di piangere e si alzò in piedi, guardò negli occhi babbo Natale e poi a gran voce urlò:

- IO TI ODIOOOOOOOOOOOO. - Fu un attimo; usò la magia e iniziò a colpire ogni angolo di quella magnigìfica fabbrica riducendola, in neanche trenta secondi, irriconoscibile. Questo non le bastò e continuò ad inveire su quella struttura fin quando non la rase al suolo.

- Ti... ti redi conto di quello che hai appena fatto? Hai distrutto il mio villaggio.

- Non mi impotta! Mi hai fatto allabbiare.

- Per colpa tua non ci saranno più regali per nessuno, i bambini saranno tutti tristi compresa tu. Non riceverai mai più nessun regalo: ne da me ne da nessun altro... - a quelle parole perse completamente il controllo della magia e...

***

POV KILLIAN

Riuscimmo a passare una fantastica notte a parte il piccolo incidente delle 3:00, ma ora erano le 6 e 30 del mattino e noi non avevamo ancora chiuso occhio per dedicarci a fare attività più piacevoli. Ci alzammo controvoglia per andare a sistemare i regali sotto l'albero dopodichè tornammo a letto.

- Pensi che se dormiamo un paio d'ore ci alzeremo più stanchi del solito? No perchè a questo punto io continuerei con quello che stavamo facendo - ammiccai stringendola di piu a me.

- Saremmo distrutti in ogni caso tesoro quindi tanto vale dormi.... - le luci della stanza iniziarono ad accendersi e spegnersi ad intermittenza, stessa cosa per la televisone e lo stereo, i vetri iniziarono a tremare e così anche la casa.

- Che.. che succede? - Chiesi guardandola.

- Qualcuno non ha il controllo della sua magia, riesco a sentirlo. - la vidi cercare di concentrasi per capire da dove provenisse quella magia quando dall'altro lato del corridoio sentimmo Chloe Gridare " Non sono cattivaaaaaaa". - E' Chloe! - si alzò dal letto e a passo sostenuto raggiunse la stanza della nostra bambina. Stava avendo un incubo e per la paura stava perdendo il controllo della magia: era sudata fradicia, le manine erano ricoperte di magia, gridava e contemporaneamente si agitava nel sonno. si avvicinò per svegliarla ma la trattenni.

- Puo essere pericoloso, potrebbe non riconoscerti subito. - provai a dirle.

- Non mi interessa, deve svegliarsi. - si liberò dalla mia salda presa e raggiunse il letto della bambina.

- Chloe, sono la mamma. E' solo un sogno, svegliati. - le disse accarezzandola ma non ebbe il risultato sperato. Provò un'altra volta ma niente... solo al terzo tentativo riuscì a farla svegliare. Respirava a fatica e ci mise un po' a capire dove si trovasse.

- Mamy.... mamy tei qui! - disse prima di abbracciarla e piangere.

- Shhhh.... non è niente, era solo un brutto sogno.

- No... no velo. Io tono tata li... e lui ha detto che è belo dei legali. io tono una bimba cattiva.

- Amore respira e spiegami meglio ok? Chi hai sognato, chi ha detto che sei cattiva? - ci raccontò tutto: dal regalo, quello che non entrava nello sgabuzino, trovato la sera da sua sorella all'incubo avuto. Non tralasciò nessun dettaglio e vederla convincersi di essere cattiva mi fece davvero male.

- Amore tu non sei assolutamente una bimba cattiva. - dissi io.

- Leila ha detto quetto... babbo Natale ha detto quetto.... io sono...

- Aspettami qui ok? - andai nella stanza accanto, svegliai Leila e anche se ancora assonnata la trascinai in camera di sua sorella raccontandole tutto. - Perchè le hai detto che non le avrebbero portato nessun regalo? Perchè quando hai visto quel pacco sei corsa ha svegliarla per farglielo vedere?

- C'èra il regalo sotto l'albero quando sono scesa in cucina per bere, ho letto il bigliettino che diceva "per Leila" e ho immaginato che lo avesse portato babbo Natale quindi sono corsa a dirglielo tanto ormai era passato.

- E quando hai visto un solo regalo non hai pensato che magari babbo natale sentendoti scendere si sia nascosto per non farsi vedere e che avrebbe continuato il suo lavoro solamente dopo che fossi tornata a letto? E poi anche se pensavi che fossero arrivati regali solo per te perchè sei corsa a svegliare Chloe? Non potevi venire da noi prima o aspettare che fossimo tutti insieme? Hai dovuto per forza ferirla? Non si fa così Leila, non ti abbiamo cresciuta così... che ti succede?

- Voi non mi coccolate più come prima, pernsate sempre a Chloe e solo a Chloe... non esiste altro per voi. Io volevo per una volta essere considerata importante.

- Amore mio ma tu sei importantissima per me e la mamma, cosa ti viene in mente.

- Ma state sempre con lei e la difendete sempre... sopratutto tu mamma.

- Sto un po piu di tempo con lei perchè ha bisogno di più attenzioni rispetto a te. E poi come hai potuto vedere non sa difendersi da sola.

- Devi stare con lei perchè sta male?

- Sia per quello sia perchè non è ancora autosufficiente come lo sei tu. Ha appena compiuto quattro anni, non sa leggere, non sa srivere, non sa allacciarsi le scarpe da sola, non sa vestirsi senza prima combinare disastri; fosse per lei non si laverebbe mai i capelli e non si farebbe mai il bagnetto. Possiamo avere secondo te una puzzola in giro per casa? - Leila scoppiò a ridere

- No direi di no...

- Ecco, brava. Tu alla sua età eri un po' più tranqulla ma comunque facevi bene o male le stesse cose. Se ricordi ti sono dovuta venire a prenderti nella foresta incantata perchè avevi fatto un casino giocando a nascondino con la magia.

- Ops...

- Siete due gran belle teste dure ma sapete essere anche molto intelligenti se volete. Vi voglio bene allo stesso identico modo e lo stesso vale per vostro padre. Non voglio più sentire dire "vuoi più bene a lei e non a me". Per me siete entrambe le mie due principesse e non poteri vivere ne senza una, ne senza l'altra.

- Va bene mamma. Ho capito adesso.

- Perchè non fate pace e correte a vedere se Babbo Natale vi ha portato questi benedetti regali?

- Non sei arrabbiata con me per quello che ho fatto?

- Penso che tu abbia capito di aver sbagliato.

- Si. Scusami Chloe. Io ho sbagliato a prenderti in giro e a dirti quelle cose brutte. Sei una brava bambina anche tu e babbo Natale di sicuro ti ha portato dei bei regali.

- Io pelò no puzzola! -mi venne da ridere e lo stesso valeva per Emma ma entrambi concordammo che non sarebbe stato corretto... anche Chloe aveva sbagliato in quei giorni cercando le coccole di sua mamma e aumentando volontariamente le paure di sua sorella.

- No non sei una puzzola ma non hai altro da dire a Leila.

- NO.

- Chloe...

- E va bene... scusa. Puoi avere anche tu le tlecciolinee e le coccole di mamma. Pottiamo avelle tutte e due. - finalmente si abbracciarono dopodichè mentre Leila corse a vedere se sotto l'albero ci fossero altri regali, Chloe rimase nel lettino nella sua cameretta.

- Tu non scendi a guardare? - le chiese sua madre.

- Non te niente per me.... io lo to. Babbo Natale ha detto cotì e poi io mi tono allbiata e ho dittrutto la fabblica di tocattoli.

- Chloe amore mio era solo un brutto sogno. Nessuno sa dove sia esattamente il villaggio di babbo Natale, si narra che sia protetto dalla magia e che sia impossibile trovarlo. - come faceva mia moglie a trovare sempre queste grandi genialate?

- Dabbelo? Quindi se ela solo un togno forse...

- Chloe chloe corri a vedereeeeeeeee!!!!!! - entrò Leila in stanza più felice che mai andando dritta dritta da sua sorella e abbracciandola. - L'albero è pieno zeppo di regali e ce ne sono tantissimi anche per te. Corriiiiii. - le prese la manina e provò a correre ma la sua gamba non riusciva ancora a stare a quel passo. Leila se ne accorse e rallentò la marcia aiutando sua sorella. Vedere gli occhi di entrambe le bambine davanti a quel cumulo di regali mi ripagò di tutte le fatiche fatte per ottenerli.

- Possiamo scartarli mamma? - chiese la piu grande e non appena Emma disse di si casa fu invasa da carta spezzettata, giocattoli e urla di bimbe felici.

- Leila, mamy, papo gaddate! la macchina che bolevo!!!

- Hai visto amore che è arrivata!

- E' arribato tuttoooo!

- Anche a me! - disse felice l'altra.

- Questo è perchè anche se un po' monelle siete entrambe delle brave bambine.

- E voi? Non avete ricevuto regali? sotto l'albero non abbiamo trovato nulla per voi: siete stati cattivi? - come da tradizione i nostri regali li avremmo scartati con calma e in privato in serata ma nonostante ciò non potetti far altro che rispondedre a mia figia con quella che era per me ma anche per mia moglia l'assoluta.

- I nostre regali sono meravigliosi ma non si trovano sotto l'albero.

- e dove sono?

- due sono qui davanti e noi e due sono di sopra a dormire.

- E che legali tono? - disse Chloe non capendo e inclinando la testa incuriosita.

- Ma come.. non l'hai capito Chloe? - le rispose sua sorella - Il regalo più bello per la mamma e papà siamo noi.

Note dell'autore:
Come promesso rieccomi con un nuovo capitolo di questa raccolta di one shot. Natale è passato da poco lo so ma non potevo aspettare il prossimo anno per pubblicare una piccola storiella per questa famiglia a tema natalizio. Ci sono degli errori ortografici lo so, ma ho poco tempo per poter controllare quello che scrivo. Appena posso passerò a controllare e a sistemare i vari orrori. Per adesso vi auguro una buona lettura. Alla prossima.
ps. Volevo ringraziare la mia cara e dolce amica di penna Neko che scherzando scherzando mi ha dato l'idea per questa piccola storiella. Grazie infinite♥ spero davvero che ti sia piaciuta. 
 

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Capitolo 58
*** With you i have everything ***




Dopo la bellezza di 8 lunghi anni ad Emma e Killian fu concesso il privilegio di trascorrere Finalmente un capodanno insieme: soli soletti, senza bimbetti di mezzo. Emma fino a qualche ora prima della mezzanotte non sapeva quali fossero i programmi di tutta la serata, sapeva che si sarebbe tenuta la consueta cena nel loft dei suoi genitori ma per il resto non sospettava nulla. Iniziò ad insospettirsi quando la cena venne servita con netto anticipo rispetto a come erano soliti fare e quando vide Snow e Regina riuscire a far addormentare le tre pesti in tempi da record. Erano appena le 10 e 30 e ciascun bimbo era già nel mondo dei sogni.
- Oook... penso di aver visto abbasgtanza: mi dite che sta succedendo? Sembra quasi che ci vogliate cacciare di casa. Posso capire la cena anticipata, visto che Henry è di sopra a prepararsi per uscire con Violet ma perché far addormentare i bambini addirittura prima della mezzanotte?
- Credo sia il caso di dirglielo non trovate? - esordì Snow guardando i presenti in quella stanza i quali annuirono. - Beh io e gli altri abbiamo pensato di regalare a te e Killian un bel capodanno da fidanzatini. Uscite e divertitevi, ai bambini penseremo noi.
- Tu... tu lo sapevi? - chiese sorpresa rivolta a suo marito.
- Non fino a qualche ora fa! Mi hanno colto di sorpresa anche a me ma il piano mi piace molto; sono secoli che non stiamo soli e più i bambini crescono e più la cosa diventerà difficile. Che ne dici Swan: vuoi attendere la mezzanotte con me?
- Non chiedo niente di meglio! - lo baciò davanti a tutti non curante del fatto che suo padre era proprio di fronte a loro. Il caro David voleva bene a Killian, in fondo amava sua figlia veramente ed era il padre di tre dei suoi quattro nipoti, ma proprio non riusciva a restare impassibile davanti a questi gesti palesi del pirata. Richiamò all’ordine i due conun colpo di tosse che venne immediatamente recepito come uno “stop”. Ottimo lavoro David.
- Non vi conviene tornare a casa per cambiarvi, usate pure la tua vecchia camera tesoro e per i vestiti.... beh o ci sono quelli che hai lasciato qui o.... beh vedi di recuperarli magicamente.
- Che c’è mamma... non vado bene così? - rispose conoscendo già la risposta che sicuramente le avrebbe riservato la sua amica che la stava guardando con fare schifato.
- Emma, stai andando a festeggiare con il tuo uomo, non pensi meriti di vederti nella tua versione migliore? Lascia mamma Emma a casa e torna a vestire per un po’ i panni della signorina Swan. - le fece l’occhiolino.
- D’accordo, vado a cambiarmi. - sparì nella sua vecchia stanza per poi tornare al piano di sotto una mezz’oretta dopo: Killian per poco non soffocò con la sua stessa saliva: sua moglie era a dir poco meravigliosa. Indossava un vestito nero, stile tubino, altezza sopra il ginocchio con accessori e scarpe rosse, capelli tirati tutti da un lato e sfoggiava un make up a dir poco meraviglioso. A Killian bastò vederla per capire come sarebbe andato a finire il loro fine serata, ma mentre fantasticava nei suoi romantici pensieri, la voce di David lo riporto alla realtà:
- Emma ma che accidenti ti sei messa! - disse non riconoscendola in quelle vesti.
- Andiamo David, non fare il papà geloso, guarda quanto sta bene! - lo rimproverò Snow.
- È illegale quel vestito! - borbottò - E tu Killian glielo hai anche lasciato comprate? No aspetta Fammi indovinare: glielo hai comprato proprio tu!
- Papà sei fuori strada, Killian non ne sapeva neanche l’esistenza a dire la verità: è un vestito che utilizzavo per lavoro quando ero una cacciatrice di taglie. 
- Lavoravi conciata così? - disse sempre più scioccato.
- Erano solamenti vestiti sotto copertura. Non ti agitare ok?
- La cosa non cambia, non mi piace quel vestito e gradirei che lo indossassi. Killian tu che dici: sei d’accordo con me vero? - lo minacciò con lo sguardo ma a Killian venne semplicemente da ridere.
- David non preoccuparti, ci penserò io personalmente a sfilarglielo, hai la mia parola! - lo prese in giro appositamente per farlo arrabbiare.
- Ecco bravo vedi di.... no no no aspetta: non intendevi mica quello che mi è appena venuto in mente vero? - si stava innervosendo.
- È la mia donna David - lo guardò sfidandolo - Ciao ciaoooo.... - prese la mano di sua moglie e dopo un ultimo sguardo ironico a suo suocero uscirono per la loro serata. Andarono al Rabbie hole a bere qualcosa dopodiché, mezzi brilli e stufi della troppa musica, si rifugiarono a bordo della Jolly Rogers la quale, tolta l’ancora, iniziò a navigare per i mari di Storybrooke.
- Che c’è signora Jones: non reggi più l’alcol come un tempo? - le disse Killian ridendo vedendola togliersi le scarpe e camminare in maniera un po’ troppo instabile.
- Non sfottete capitano tu non sembri star tanto meglio di me! - disse avvicinandosi pericolosamente per poi baciarlo con foga.
- Cosa posso dire: è tutta colpa tua! Non dovevo mischiare il mio preziosissimo rum con i tuoi subdoli cocktail! - poteva sembrare un piccolo bisticcio ma in realtà quei due stavano decisamente filtrando.
- Erano buonissimi invece.... - gli fece una pernacchia. Era completamente partita.
- Ok donna: basta alcol per questa sera ci stai? - tra i due era lui quello con un po piu di lucidità, se non voleva ritrovarsi con un enorme mal di testa il mattino seguente, cosa che sarebbe di sicuro capitata alla sua consorte, doveva fermarsi li. 
- Mancano cinque minuti alla mezzanotte: uno spumantino e di rito! - constatò lei.
- Io  devo fermarmi amore o rischieremo di ritrovarci in un altro continente al risveglio. - indicò il timone della nave che in teoria stava governando.
- Butteremo l'ancora e ci fermeremo! E daiiii... non lascerai brindare la tua mogliettina tutta sola soletta vero? - iniziò a vagare con le mani lungo il corpo muscoloso del suo bel capitano. 
- Swan... stai forse cercando di sedurmi?
- No caro mio, non ho alcuna intenzione di sedurti... non ne ho bisogno... - lo guardò maliziosamente - Ma posso comunque minacciarti...
- Minacciarmi? Tu? e come!
- Beh... Se brinderai con me otterrai il lascia passare verso tutto questo - indicò il suo corpo - in caso contrario... beh vorrà dire che dormirai qui al freddo. Allora che ne dici capitano: pronto per il bicchierino della staffa? 
-  Sarai la mia rovina un giorno di questi! Vado a prendere lo spumante sotto coperta, tu aspettmi qui. - Si allontanò neanche per trenta secondi ma quando tornò trovò il ponte completamente diverso da come lo aveva lasciato. Tutti i barili di rum erano spariti lasciando solamente un grande spiazzo dove Emma aveva provveduto a sistemare con coperte, cuscini e tante... tante candele. 
- Mah...
- Tranquillo, i tuoi adorati alcolici sono al sicuro. Che mi dici però di questo? - indicò il suo capolavoro - Ti piace? - Si avvicinò, gli tolse la bottiglia dalle mani e poi la posò accanto ai cuscini.
- Dico che se continui a parlarmi con questo tono di voce non ci arriveremo a mezzanotte. Ti voglio 
- Ci arriverai, fidati capitano... manca solamente un minuto. - guardò l'orologio. 
Lui prese nuovamente tra le mani la bottiglia, lei i due flutte e stretti l'uno nelle braccia dell'altro attesero i sessanta secondi che li separavano dal nuovo anno. Da li fu un attimo: un primo brindisi,un secondo,un terzo... bottiglia finita. Rimasero accoccolati al caldo di quelle coperte ad osservare i fuochi d'artificio per un periodo indefinito di tempo dopodichè Killian prese l'iniziativa. Iniziò con il sussurrarle dolci parole all'orecchio, lo mordicchiò leggermente e poi proseguì con una serie di baci che dall'orecchio passarono per il collo per poi risalire sulle sue labbra. La ragazza non oppose resistenza anzi... con una delicatezza assoluta iniziò a sbottonargli i bottoni della camicia facendolo rimanere qualche attimo dopo a dorso nudo.
- Wow! Niente male capitano... - ammiccò per poi continuare con una lunga serie di effusioni.
- Andiamo nella nostra cabina,non resisto un secondo di più.
- Ma quale cabina... restiamo qui! Siamo solo noi e poi perchè pensi abbia sistemato qui tutte queste coperte? Per vedere i fuochi? Ma anche no... io voglio te capitano: ora e su questa nave.
***
Come aveva previsto la sera precedente, Killian si alzò con un fortissimo mal di testa. Aveva davvero esagerato con l'alcol ma era anche vero che si erano divertiti da matti. E' si, era stata davvero una bellissima serata, carica di romanticismo e passione, peccato però che prima di addormentarsi qualcosa abbia turbato i loro animi. Al risveglio l'uomo si ritrovò da solo in quel giaciglio di cuscini, si stiracchiò per riprendere consapevolezza del proprio corpo, dopodichè rimise gli abiti del giorno prima e andò sotto coperta nella speranza che sua moglie fosse ancora li. Il dubbio che se ne fosse andata a casa gli era passato. Fortunatamente era li, nella piccola cucina, a preparare il caffè e a farfugliare qualcosa.
- Buongiorno amore mio! - esordì l'uomo avvicinandosi per darle un bacio sulla fronte.
- Buongiorno Killian, il caffè è quasi pronto. - rispose cercando di non  guardarlo negli occhi.
- Ei... sei ancora arrabbiata per quella storia? - chiese.
- Certo che lo sono! Ma non sono arrabbiata con te, o almeno... non solo con te! 
-  Lo sai meglio di me che può capitare...
- Appunto perchè lo so non si doveva! Due idioti... ecco cosa siamo stati. 
- Non esagerare adesso. Non capisco come mai voi donne abbiate questo vizio di cadere in paranoia gia prima che qualcosa di tragico si manifesti, ma come accidenti fate? Non sarebbe piu semplice aspettare che una tragedia accada per arrabbiarsi, deprimersi o quant'altro?
- No Killian, perchè questa volta saremo nei guai fino al collo lo capisci si?
- Quello che sto capendo è che l'anno è iniziato proprio nel peggiore dei modi.
- Puoi ben dirlo. Ora sbrighiamoci, i bambini saranno già svegli e mamma avrà bisogno di una mano per il pranzo. - alzò gli occhi in aria solo al pensiero che avrebbe dovuto presenziare ad un'altro pranzo con i parenti. Non era davvero in vena di festeggiamenti in quel momento. 
- Ho un'idea migliore, prendiamo i bambini e torniamo a casa nostra. 
- E tu pensi che mia mamma ce lo lascerà fare senza prima avermi messa sotto torchio per capire cosa c'è che non va? No grazie, preferisco fare buon  viso a cattivo gioco. 
- Ti si legge in faccia che qualcosa non va, fidati di me e avvisala. Me la vedrò io con lei, passerò io a prendere i bambini. - l'abbraccio. - Dai, prendi le tue cose e andiamo... casa ci aspetta.
***
Emma era davvero troppo agitata per presenziare ad un pranzo di famiglia così, dopo essersi lasciata convincere da suo marito, chiamò Snow declinando l’invito e dicendo lei che Killian sarebbe passato presto a prendere i bambini. Come facilmente intuibile quando Killian arrivò al loft  venne messo sotto torchio dall'intera famiglia i quali cercarono di capire i motivi di tale decisione. Killian fu davvero bravo a gestire la situazione ma questo non cambiò il fatto che Snow e Regina entrarono in allarme e subito provarono a mettersi in contatto con Emma. A Snow non andò molto bene, le vennero rifiutate tutte le chiamate, per  Regina invece la cosa fu differente: con grande  stupore ricevette un invito a casa Jones proprio per quel pomeriggio. Emma aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno che non fosse suo marito e chi meglio di Regina poteva capirla?
- Swan! Ma allora sei viva. Iniziavo a preoccuparmi... - disse sorridendole mentre si accomodava.
- Sono viva si.. ma per poco. Sono nella merda Regina! - esclamò senza troppi giri di parole.
- Che è successo? Problemi con Killian forse?
- Promettimi di non farne parola con nessuno! Killian non sa che te lo sto raccontando e di sicuro non voglio che mamma o papá vengano a conoscenza di questa situazione.
- tranquillissima, credo che tu sappia ormai che di me puoi fidarti. Hai la mia parola Emma: non parlerò. E poi si vede lontandoo un Km che hai bisogno di sfogarti... raccontami dai.
- Beh ecco io e Killian abbiamo passato una bellissima serata ieri... una serata che si è conclusa nel migliore dei modi per così dire. C’è stata solo una pecca: eravamo ubriachi fradici entrambi.
- Non vedo il problema... eravate solo voi due e non avevate la responsabilità dei marmocchi per quella sera,  alzare un po’ il gomito era lecito. E' davvero questo che ti preoccupa?
- No certo che no. Ma perché non mi capisci mai al volo. Io e Killian abbiamo avuto un piccolo incidentino durante la notte!
- Oddio non dirmi che avete investito qualcuno mentre eravate ubriachi! - la guardò scioccata - Dovevate chiamar...
- REGINAAAAAAAA! E' più semplice di quello che cerchi di decifrare. Ti ho detto che Eravamo sulla nave e stavano facendo l’amore... devo essere più esplicita di così per farti capire il tipo di incidente?
- AH!!! Ho capito... è iniziato a “piovere” e non avete messo l'impermeabile.
- Ottima metafora, non avrei saputo fare di meglio! - rispose per poi buttarsi a peso morto sul suo divano
- Avete litigato per questo vero? Lo hai accusato di questa cosa? Dov' è lui ora!
- È con Leila al parco. Comunque no, non abbiamo litigato, in fondo non posso mica prendermela con lui, abbiamo colpa entrambi, siamo stati.... due adolescenti alle prese con le prime armi. Non riesco ancora a capacitarmi guarda.
- Come ti fa sentire questa cosa?
- Hai una domanda di riserva? Mah.. come vuoi che mi senta: ansiosa, ho paura... una fottuta paura. È una cosa che non sarebbe mai più dovuta succedere.
- Non fasciarti la testa prima di rompertela, non  è detto che questo piccolo incidente porti a risultati positivi.
- Non è detto neanche il contrario però e noi non possiamo permettetcelo minimamente Regina. È fuori ogni discussione. La famiglia Jones è composta da sei persone e un cane e così dovrà rimane per almeno alti 20 anni.
- Lo spero per voi se è questo che desiderate, ma se invece il numero del nucleo familiare dovesse improvvisamente cambiare?
- Forse tu non ti rendi conto di una cosa: Ho quattro figli Regina, Quattro... hai una vaga idea di cosa significhi? Liam poi non ha neanche un anno... e poi c’è Chloe che sta attraversando un’altra delle sue fasi... io non posso farcela a gestire tutto questo. 
- Chloe sta attraversando un'altra fase? In che senso... Che gli passa per quella testolina adesso? - con quella nuova domanda fecero una piccola pausa da quello che era davvero uno scomodo discorso. 
- Odia nuovamente Liam, forse anche più di quando è nato. Non vede di buon occhio il fatto che sta iniziando ad interagire con noi, che impiega più tempo per mangiare visto che fa pasti più completi. Piange lui, piange lei. Cerca coccole lui, guai se non le fai anche a lei e contemporaneamente. Il linguaggio poi continua ad essere quello che è. Hopper la stava aiutando tanto prima dell’incidente ma poi abbiamo dovuto sospendere. A gennaio se non riescirò a smuovere la situazione da sola  mi rivolgerò nuovamente a lui sperando possa ancora aiutarla. 
- E' un blocco il suo lo sai... capricci e linguaggio sbagliato sono il chiaro segno  che cerca attenzioni... le passerà ne sono sicura. - fecero una  breve pausa, poi Regina riprese la parola. - Però Swan, hai davvero un bel da fare vedo!
- Ecco perché non posso restare nuovamente incinta. E poi parliamoci chiaro: cinque figli sono un numero esagerato!
- Hai ragione ma io credo che in fondo tu abbia un altro problema... Sento che mi stai nascondendo qualcosa. Ti vedo combattuta... cosa c'è che non va?
- No... niente, principalmente è per tutto quello che ti ho detto che sto così
- Però
- è solo che ho avuto una reazione un po’ esagerata una volta tornata a casa e senza pensarci due volte sono andata in farmacia e ho preso questa - le fece vedere una scatola che Regina identificò subito come la pillola del giorno dopo.
- L’hai già usata? Ti senti in colpa?
- Ancora non l'ho usata e a dire la verità  non so che fare. Ho provato a parlarne con Killian....
- Ed è contrario alla cosa vero? 
- La verità? Mi ha detto di prendere da sola la decisione è che per andrà bene qualsiasi cosa deciderò di fare.
- E tu di conseguenza non sai cosa fare!
- Esatto! Lo conosco bene, a lui non piacciono queste scorciatoie e io non voglio ritrovarmi tra qualche mese a litigare per una stupidaggine qualsiasi e sentirmi tirare fuori il fatto che forse gli ho ucciso il Figlio. Perché tanto è questo che pensa di questa scatola.
- Killian non ti accuserebbe mai e lo sai, ti ama troppo e forse proprio per questo non vuole forzati in nulla. Avete fatto uno sbaglio sulla vostra tabella di marcia, ora dovete prendere atto di tutto ciò che questo potrebbe comportare e decidere il da farsi. Il consiglio che posso darti io è quello di ragionare bene, hai ancora un po’ di tempo farlo, qualcisai decisione prenderai sarà quella giusta.
Una nuvola di fumo invase il soggiorno interrompendo quella discussione e fecendo apparire la culla del piccolo Liam con un Liam urlante al suo interno.
- È... È stato luiiiiii????? - chiese Regina incredula di quello che aveva appena visto. - Ha... ha la magia? E non me l'hai detto?
- No! frena... non è stato lui ma.... - le indicò le scale e dopo neanche tre secondi ecco scendere Chloe singhiozzante. -  E' stata lei! Ha preso il vizio di  teletrasportarlo dove sono io quando piange  perché dice che non lo sopporta, ma poi guarda caso viene sempre anche lei perché vuole le stesse attenzioni.
- mamy bicino a te! potto? - disse Chloe scrutandola con i suoi occhioni.
- Ok... per me è tempo di andare. Ti lascio al tuo sporco lavoro - le sorrise amichevolmente - Chiamami quando hai un momento libero e aggiornami sulla tua decisione. Tranquilla Emma, andrà tutto bene.
***
Passarono un paio di giorni, Emma aveva preso una decisione quella stessa sera ma preferì non parlarne con nessuno li per li. Voleva elaborare prima la sua decisione da sola e solamente dopo condividerla con suo marito e Regina. Nessuno di loro la  contraddi’ anzi, cercarono modo e maniera di non parlare più di quell'argomento ma sopratutto cercarono di darle una mano per quanto riguardava il fattore Chloe e Liam che stava diventando giorno dopo giorno sempre più ingestibile. Quella mattina, prima di andare a lavoro, Killian aveva assistito ad una delle tante sceneggiate di sua figlia. Emma aveva preparato ai due bambini la stessa colazione: latte e biscotti tritati, onde evitare che la principessina si stranisse, ma una volta servita la tazza a lei e il biberon al piccolo ecco che la più grandicella iniziò a lamentarsi dicendo che la quantità di latte che c’era nel biberon del suo fratellino era maggiore rispetto alla sua. Inutile i tentativi di persuasione di Emma la quale, per sfinimento e per evitare una crisi nervosa,  fu costretta a scambiare i contenuti dei due recipienti sperando di farla contenta. Ci riuscì? Certo che no, finito quel capriccio ne iniziò un altro: voleva che sua madre l’aiutasse a mangiare come stava facendo anche per suo fratello. Killian non ci vide più e intetvenì
- Cosa sono tutti questi capricci questa nattina? - disse a voce ferma verso sua figlia - Perché ti stai rivolgendo a tua madre in questi toni?
- pecchè lei bene a Liam... no bene a me! - per Emma sentire quella frase era sempre un colpo al cuore e Killian sapendo anche l’altro problema che l’affliggeva cercò di salvare il salvabile.
- Da cosa lo deduci Chloe? Dal fatto che non ti aiuti a mangiare?
- Ti! Sempe Liam aiuta! Io sempe tola! 
- Il tuo fratellino non sa tenere il biberon da solo per così tanto tempo, a bisogno di un aiutino se non vogliamo che si sporchi tutto quanto; tu sei grande rispetto a lui, non credo che per te sia così pesante quella tazza!
- Io boglio che mamy aiuti me, no lui! Se no aiuta me io no mangio! - vide Emma alzarsi, poggiare Liam sul suo seggiolone e lasciargli  il biberon tra le mani, non capì cosa stesse facendo fin quando non si avvicinò alla bambina.
- Non ci provare neanche Emma! Non sei la sua schiava. Se non vuole mangiare pazienza, se salta un pasto non sarà di certo la fine del mondo.
- Papo tei cattivo! - singhiozzò
- Tu impara a fare la brava e vedrai che "papo" non sarà più cattivo. - con quell'ultimo rimprovero baciò sua moglie e scappò a lavoro. ù
Al suo rientro fu un’altra la scena a cui assistì: Emma si era addormentata, evidentemente sfinita, sul divano. Con un braccio teneva Liam e con l’altro Chloe. Chloe era strana, si guardava  intorno con attenzione e pensano stesse per architettare qualcosa, Killian si nascose dietro una colonnina che dava verso la cucina e si mise ad origliare. La bambina diede un pizzicotto al suo fratellino il quale si svegliò di soprassalto ma stranamente non pianse. Non contenta gli prese una manina e portandosela sul suo viso cercò di graffiarsi la faccia. Iniziò a piangere subito dopo facendo svegliare Emma.
- Mamyyyyyyyyyy! Liam bua a me! Guaddaaaa! È cattivo.
- Non lo ha fatto apposta tesoro, di sicuro voleva solamente giocare! - procò a consolarla inutilmente Emma.
- No lui fatto male a meeeeee! Botte a Liam. Tante botte.
- No no no signorina non ci siamo proprio!  - esordì Killian uscendo da dove si era nascosto e andando a prendere in braccio sua figlia - Non ti è bastato il rimprovero di questa mattina?Avanti, di alla mamma la verità. Subito! Lo sai benissimo che non si dicono le bugie.
- Lui cattivo! Bua io pe coppa sua. 
- CHLOE! La  verità! 
- E' quetta!
- No, non lo è. Non so se ricordi ma tra pochi giorni arriverà la befana a riempire le calze che tu e i tuoi fratelli avete appeso al camino: vuoi farti portare solo cenere e carbone quest'anno? Guarda che lei vede i bambini buoni e quelli cattivi esattamente come babbo Natale.
- No cabbone no! No piace cabbone a me. è chifo!
- Allora di la verità.
- Mi tono gaffiata da tola! Cusa mamy!
- Chloe piccola mia...- non ebbe il tempo di finire la frase che Killian la fermo. 
- Ora va in camera dai!
- No papo. Io qui co mamy.
- Non puoi restare, mamma serve a me adesso.
- Allola pule Liam sopra. Se lui ta qua io to qua!
Cosa dire... Furono giorni complicati e man mano che si andava avanti la cosa peggiorava visibilmente. La piccolina arrivò perfino a rubare al piccolo il suo ciuccio e i giocattolini che era solito mordicchiare per via dei dentini in crescita.  Come se non bastasse almeno una notte si e una no faceva la pipì a letto. Quello fu il chiaro segno di regressione che mandò Emma in crisi. I capricci della bimba potevano anche essere volontari ma l'ultimo sintomo no e questo le fece capire che davvero la piccola non stava emotivamente bene.
- Ho fatto una stronzata... - esclamó una di quelle sere mentre erano in stanza. - Già è difficile vivere così...
- Una stronzata su cosa? - chiese Killian non capendo.
- Sulla decisione presa per l’altro argomento... ecco io...
- Non sei obbligata a dirmelo se non te la senti.
- Devo o esploderò. Sai... credo davvero di aver fatto un’enorme calcolata. Non credevo che la situazione Liam e Chloe degenerasse fino a questo punto. Non riusciamo a gestire due dei nostri figli, come pensi potremmo uscirne nel caso davvero c’è ne fosse un altro in arrivo?
- Perchè,C’è ancora questa possibilità?
- Si c'è... non me la sono sentita di prendere quella pillola. Anche se non significherebbe abortire sarebbe comunque un impedimento alla vita, se questa era destinata ad arrivare. Ho deciso di affidarmi al destino Killian, sperando abbia altri programmi per noi.
- Vedi che alla fine prendi sempre la decisione giusta? Sono orgoglioso di te amore mio e so per certo che ce la faremo in ogni caso. Non ci ha mai spaventato nulla, neanche la morte lo ha fatto... non ci spaventerà di certo un nuovo pancione nel caso dovesse arrivare.
- Tu lo sai che sarebbe un suicidio vero? Io sto sperando in tutti i modi possibili immaginabili che questo non avvenga. Come gestiremo Chloe? Già adesso è impossibile... figurati in quel caso.
- Concentriamoci su una cosa alla volta allora: mettiamo da parte le cose ipotetiche e concentriamoci su quelle reali: pensiamo ad un modo efficace per spronare Chloe a fare la brava bambina.
- AHAHAHA.... e come credi di fare?
- Non preoccuparti, ho un’idea...
***
Impiegò più di due ore per convincere Regina ad aiutarlo nel suo piano, ma dopo svariati “sei impazzito per caso?” e “no non ci pensare minimamente, io sono una Regina”, si convinse.
- Davvero lo farai? - chiese lui con lo sguardo orgoglioso di chi è appena riuscito ad ottenere ciò che vuole.
- Lo Farò, ma solo perché tengo a mia nipote. Non azzardatevi ad immortalre il momento: alla  prima foto o al primo video che vedo giuro che vi querelo tutti!
- E daiiiii, non essere così tragica, lo hai già fatto in passato... prendere le sembianze di qualcun’altro intento, con Jefferson e sua figlia se non sbaglio a funzionato no? Beh ora aiuterai me e la mia famiglia. Sarà per una buona causa.
- Ho detto si ma so già che me ne pentirò!
In pratica Regina aveva appena accettato, per il bene di sua nipote, di travestirsi da befana e farle un discorsetto sull’essere rispettosa nei confronti dei più piccoli... un po’ come il discorso che l’anno prima le fece Elsa solamente che questa volta ci sarebbe stata una punizione in caso non avesse obbedito: la bimba non avrebbe ricevuto regali e tutti quanti sappiamo il rapporto che ha Chloe con i regali. Regina era in ansia... si vergognava a morte di dover fare tutta quella sceneggiata ma chi altri possedeva la magia in famiglia per poterlo fare? Solo Emma ma Chloe se ne sarebbe accorta subito non vedendo la sua mamma in stanza. Con Regina sarebbe stato differente in quanto ultimamente Chloe non cercava più nessuno se non Emma.
Il giorno tanto atteso dalla bambina arrivò, era stato organizzato un pranzo a casa Jones per avere una scusa per stare tutti insieme ma mentre i grandi chiacchieravano del più e del meno Chloe e Leila cercavano di comprendere come mai quella mattina le loro calze per i dolci erano scomparse dal camino. In teoria quello era il giorno in cui sarebbero dovute essere riempite, come mai invece erano sparite? La piccolina si alzò da tavolo senza prima aver finito di mangiare  e davanti a tutti i presenti andò da Liam e gli tirò i capelli facendolo piangere.
- CHLOE MA SEI FORSE IMPAZZITA? - la sgridò Emma alzandosi per raggiungere il piccolino.
- DOBE HAI NACCOTTO LA MIA CALZA TUPIDO NANO! - ignorò completamente sua madre e inveì contro suo fratello facendo arrabbiare Emma ancora di più.
- Chloe sei ad un passo da ricevere due ceffoni, vedi quello che devi fare hai capito? - prese in braccio Liam cercando di calmare il suo pianto.
- No in baccio a te lui! Lui cattivo. Lui ha naccotto la mia calza....
- Non dire assurdità, tuo fratello neanche cammina, gattona solamente..  come pensi possa essere arrivato fino al camino?
- E te no tato lui chi è tato?
- Io credo sia stata la befana. Fossi stata in lei non ti avrei portato proprio nulla quest’anno quindi magari anche lei la pensa come me!
- E io mamma che centro? Io sono stata brava quest’anno a differenza sua! Perchè ha punito anche me? - intervenne Leila.
- Bimbe non lo so ok?  Di sicuro qualcosa deve aver spinto la befana a togliere le calze dal nostro camino, un giorno forse glielo chiederete.
- NOOOO! E' TUTTA COPPA DI LIAMMMMMM! Tutta coppa sua! Lo dobebamo dale via quando è nato.
- Amore di nonna non fare cosi,  vieni in braccio a me, te la compro io una calza piena piena di dolcetti, va bene?
- NOOOOOOOOO! BOGLIO QUELLA DELLA BEFANA - così dicendo si girò vero sua nonna che le aveva gentilmente afferrato la mano e con quanta più forza aveva in corpo la morse facendole ritirare il braccio. Questa volta la bimba ricevette davvero due schiaffi sul sedere da parte di sua madre e Regina capì che era proprio in quell'attimo di distrazione che doveva sgattaiolare per trasformarsi e fare il suo trionfante ingresso.
- Ei Ei eiiiii cos'è tutto questo baccano in questa casa? - disse una nonnina ai bambini del tutto sconosciuta. - E' questo il modo di accogliere un'anziana signora che è venuta a farvi visita?
- Tu sei la befanaaaaaa! - esclamò Leila - Chloe hai visto c’è la befana! - a Chloe non potè importare nulla in quel momento, sua madre l’aveva appena rimproverata e lei ci era rimasta davvero molto male.
- Ma che bella bambina che sei! Tu devi essere Leila vero? L'angioletto di questa casa.
- Si sono io!
- Tieni allora, questa grande calza è tutta per te! Continua ad essere sempre così buona e altruista ok?
- Va bene grazie, te lo prometto! Posso abbracciarti ora? - era di una dolcezza unica quella bambina.
- Ma certo che sì!
Leila tornò tutta soddisfatta dai suoi genitori e gli fece vedere il bottino ricevuto
- hai visto papà?  è più grande di quella che avevo appeso.
- Lo vedo amore... è quasi la metà di te questa calza. Perché non vai ad aprirla?
- Corrooooooooo! - sgattaiolò verso il divano dove Chloe con lo sguardo la seguì gelosa del regalo che aveva appena ricevuto.
- Tu invece devi essere il piccolo principe di questa casa! Liam vero?
- È si... lui è Liam! Hai visto piccolo chi è venuto a trovarti? - Le disse sorridendo la sua mamma ma il piccolo si ranicchiò contro il suo petto per paura della donna.
- Non avere paura di me, sono venuta a portarti un bel regalo sai? - Anche per lui estrasse una calza, più piccola di quella di Leila ma pur sempre strapiena di cose - la consegno al tuo papà, controlla che non mangi tutte le tue caramelle! - gli diede un bacino sulla testolina. -  OOOK! Ora che ho consegnato tutto posso anche andare , ci vediamo il prossimo anno! Ciao ciao bambini - la donna anziana, alias Regina, fece per andare via quando sentendo un piccolo singhiozzo dovuto al pianto di una certa bambina, si fermò di colpo e tornò a guardare i presenti.
- Quasi dimenticavo... tu sei Chloe vero? - guardò la bimba che in quel momento era più triste che mai.  Regina avrebbe voluto mandare all’aria tutta quella messa in scena per poterla stringere e coccolare ma sapeva che non poteva farlo. Doveva farlo per il suo bene.
- Chloe rispondi, sta parlando con te la signora. - la incitò sua madre.
- Ti...- rispose abbracciando un cuscino come per proteggersi.
- Ho qualcosa anche per te sai?
- Dabbelo? - saltò subito in piedi e corse a prendere la calza che la donna tirò fuori dal suo enorme sacco. Chloe aprì la calza, grande come quella del suo fratellino, ma al suo interno vi trovò solamente del carbone... una calza piena zeppa di carbone. - Regina non sapeva cosa ci fosse in quelle calze, le avevano preparate Emma e Killian,  ma nel vedere gli occhi della sua nipotina alla vista di tutto quel nero gli si spezzò il cuore ancora di più. Differentemente da come tutti immaginarono non pianse subito, cercò di trattenersi per far vedere che non ci era rimasta male ma in fondo la si poteva leggere come un libro aperto quella creatura: stava passando un periodaccio e loro, anche se per qualche minuto, stavano aumentando la sensazione di malessere.
- Non dici nulla piccola? - scosse la testa - non vuoi sapere il perché di questa decisione? - rispose anche questa volta con un no muto. - Dai avanti, vieni qui - la donna la prese tra le braccia e si andò a sedere su una poltroncina poco distante: - Gira voce dalle mie parti che tu sei stata molto cattivella in questo ultimo anno. È vero?
- No... 
- Chloe, di la verità. - disse Emma guardandola negli occhi. 
- ok, fozze un pochino... ma popio poco poco...  tanto così - indicò con le manine.
- E allora perché tutto quel carbone secondo te?
- No so io.
- Te lo spiegherò allora in modo che tu possa capire e migliorare: io so che tu non vedi di buon occhio il tuo fratellino Liam. So che quando è arrivato a casa per la prima volta hai cercato di sbarazzartene e che gli hai fatto molti dispetti.
- Elo più piccola. Li no capivo.
- Vero, eri più piccola ed è anche vero che crescendo un po’ sei migliorata.
- Quindi buona io; no cabbone!
- Non ho finito... ultimamente la situazione si sta ripetendo, forse anche in maniera peggiore di prima. Perché? Perché gli fai i dispetti?
- Lui lubato la mia famiglia. Coccole pe Liam, legali pe Liam, aiutano solo Liam.... e Io? Non tono più Nettuno pe loro.
- Quindi tu mi stai dicendo che se manma e papà faranno in egual modo le coccole a te e a lui tu smetterai di fare la cattiva?
- Ti! Io boglio tolo essele amata da loro.
- Lo sei già tesoro, forse non riesci a vederlo, ma sappi che è così!
- Boglio di più pelò.
- Facciamo così: mi rivolgo a voi mamma e papà - guardò i suoi amici - siete disposti a ricominciare da zero con questa signorinella dividendo in maniera equa il vostro tempo con tutti i vostri figli?
- Si - risposero all’unisono.
- Bene Chloe hai sentito?
- Ti.
- Possiamo perdonarli per essere stati un po’ assenti?
- Ti. Faccio brava io.
- Ecco la parolina magica che volevo sentire. Ora prima di concludere gradirei che assaggiassi un pezzettino della calza ricevuta.
- No! Chifo! Io no cabbone.
- Devi mangiane almeno un pezzettino se vuoi annullare gli effetti che hanno avuto le tue azioni su questa calza.
Si rifiutò per buoni dieci minuti ma poi fece come le venne chiesto e assaggiò quel tanto detestato carbone che si rivelò essere solamente zucchero.
- Tuccherooooo! È tuccheroooooo! - disse ridendo e mangiandone un'altro pezzo e un'altro ancora.
- Ti piace è? L’ho creato appositamente per te perché lo so che in fondo non sei cattiva, ti sei solo sentita trascurata. Promettimi che ti impegnerai giorno dopo giorno a cambiare e io ti farò un altro regalo.
- Te lo pometto!
- Allora ecco a te! Una calza identica a quella di tua sorella!
- È miaaaaaaaaa???? - gridò con entusiasmo - E potto tenere anche quella con il cabbone buono?
- Si, puoi tenerleentrambe, ma se tornerai a fare la monella verrò a riprendermi tutto. - Era solamente una minaccia fasulla quella, ma tutti sperarono che servisse a qualcosa.
- Io blava pel sempe! Pometto.
- Va bene! Ora vado via sul serio che è tardi, ciao ciao bambiniiiii
- Ciaooooo
- Taooooo.
La nonnina sparì e nel mentre Liam disse:
- ao aoooooooo!
- Hai detto ciao ciao amore? Ma che bravo! - disse Killian prendendolo dalle braccia di sua madre per portarlo in aria e farlo volteggiare.
- Non ha detto ciao ciao, ha detto "ao ao". Se non sai parlare perché non stai zitto? - in sala rimasero tutti sotto shock dalle parole pronunciate da Chloe:nessun errore nella pronuncia. Aveva finalmente espresso un concetto in maniera impeccabile.
- Amore mioooooooo! Hai visto? Ci sei riuscita! Hai detto un’ intera frase senza errori. Sei diventata una principessa grande di Papà! Sono orgoglioso di te. - doveva essere un complimento ma la piccolina ritornò immediatamente sui suoi passi.
- No no! Io no pallo bene. Io no capace.
- La "grande" bimba di papà? Ottimo lavoro Killian - disse Emma alzando gli occhi al cielo.
Sarebbe stata durissima aiutare Chloe nella sua battaglia di accettazione e altrettanto dura sarebbe stata la loro vita per i futuri sette giorni prima del fatidico test, ma c’era una cosa di cui erano sicuri  nonostante gli animi un po’ afflitti: Loro avrebbero sempre potuto contare l’uno sull’altro e niente li avrebbe divisi. Come disse Killian nel giorno del loro matrimonio:  " with you i have everything"
 
Note dell'autore:
Eccoci qui con il primo capitolo di questo nuovo anno. Buon 2019 a tutti ragazzi, come sono andate queste feste? A me benissimo e non ho ancora concluso, lo farò domani e appunto perchè sarò molto impegnata ho deciso di pubblicare questo aggiornamento con un giorno d'anticipo. Emma e Killian involontariamente si sono messi nei guai... ma è mai possibile che non ne facciano una giusta quei due? Speriamo che abbandonino l'alcol entrambi perchè altrimenti prenderà presto vita la prima squadra di football di Storybrooke. E di Chloe cosa vogliamo dire? Riuscirà a superare questa brutta antipatia nei confronti di suo fratello con le buone o Emma e Killian dovranno ricorrere a medoti drastgici? Oddio... pensate cosa succederebbe se Emma fosse incinta di nuovo. Qualcuno di voi mi ucciderà e io so già chi. ehehehehehehehehehehehe. 
Come al solito fatemi sapere che cosa ne pensate ok? Alla prossima e buona epifania per domani. 

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Capitolo 59
*** Mettersi nei guai (Parte 1) ***





PRESENTE

POV EMMA


- Eccola la mia bella principessa! - esclamai entrando nella stanza della piccola Chloe con una ventina di vestiti da cerimonia tra le mani. - Come mai tutto questo silenzio? Che stai combinando?
- Tao mamy! Tavo ditegnando... - mi rispose sorridendo per poi concentrarsi su quel'enorme pila di vestitini. - Cota tono quelli? 
- Questi? questi sono alcuni vestiti che ho preso per farti provare tesoro. Tra un paio di mesi ci sarà il matrimonio di zia Regina, dobbiamo iniziare a trovare il vestitino non trovi?
- Tia Legina ti posa co tio lobin? 
- E' si amore ed era anche ora. Tuo zio si è proposto più di quattro anni fa, prima che tu nascessi...  - è già, Robin si era dichiarato alla mia amica ben quattro anni prima durante il viaggio nella foresta incantata dovuto al rapimento della piccola Leila; ma tra salvataggi, nemici che sbucavano da una parte all'altra e gravidanze imminenti come quella di Chloe e poi successivamente quella di Liam,i due non erano ancora convolati a nozze. 
- Hanno boluto appettare che allivassi io per fale da damizzella?
- Credo proprio di si bambolina, allora che mi dici? Ti va di provare qualche vestitino?
- Tiiiiiiiiiiiii!!!!! - era indubbiamente una piccola donna, amava i vestiti e i trucchi in maniera smisurata, Killian avrà di sicuro un gran da fare quando questa piccoletta sarà  più grande. 
- Da quale vuoi cominciare? 
- Da quetto rosa!
Impiegammo  buone due ore per provarli tutti, ad ogni vestito che indossava la piccola improvvisava una sfilata e e girava su se stessa per farsi ammirare in tutto il suo splendore. Non c'era un solo vestito che le stesse male, per me erano tutti perfetti e se non fosse stato per le mie finanze li avrei comprati tutti. Dopo una lunga ed esenuante ricerca la bambina scelse il suo vestitino e tornò a disegnare tutta contenta.
- Mamy, è bero che lo poso no può vedele la posa plima del matimonio?
-  E' una tradizione tesoro ma può essere rispettata oppure no.
- Papo ha bitto il tuo bettito quando ti tei posata?
- No tesoro, ho lasciato che la curiosità lo divorasse fino alla fine; devi credermi, ne è valsa davvero la pena. - risposi ricordando il momento esatto in cui feci il mio ingresso e Killian che mi guardava come se fossi un miraggio.
- Allola papo non bede bettitino che ho telto fino al matimonio di tia! - sentenziò decisa.
- E perchè papà non dovrebbe vedere il tuo vestitino? - domandai io immaginando già la risposta.
- Pecchè boglio tocare ad ettele una posa!
- sarai la sposina più bella di sempre, non ho alcun dubbio. Ora però devo tornare al negozio e riconsegnare tutti questi vestitini, ti lascio con Henry: mi raccomando fa la brava... gradirei trovare casa ancora tutta intera quando sarò di ritorno.
- No mamy, io no tola qui! boglio benire co te!
- Non si può amore lo sai. - è vero siamo a quasi allo scadere del termine della sua reclusione, ma ancora non me la sento di farla uscire se non è strettamente necessario. E' per questo che ho portato i vestiti a casa, non volevo che uscisse. 
- Ma tono gualita, non ho più bua come plima.
- Lo sai anche tu quello che ha detto il dottore: fino a fine Gennaio dovrai restare a casa, da Febbraio in poi potremmo riuscire tranquillamente come un tempo. - si imbronciò -Non guardarmi così, sei stata bravissima per tutti questi mesi, cosa vuoi che siano una ventina di giorni.
- Liam e leila lettano qui o bengono co te? se bengono co te bengo anche io. - Cosa avrei dovuto rispondergli? Non dovevo solamente riconsegnare i vestiti alla boutique, dovevo anche portare gli altri due marmocchi a scegliere il loro vestito. Dovevo inventare qualcosa per non farla sospettare di nulla o sarebbe stata la fine. Ultimamente avevo notato che è più gelosa del solito.
- Leila sta andando da una sua amichetta mentre Liam lo porto da nonna Snow in modo che non possa darti fastidio in nessun modo ok?
- Ba bene, ma tonna plesto plestissimo ok? Io boglio tocare con te.
Lasciai la mia piccolina in mano a mio figlio maggiore dopodichè con gli altri due andammo a fare shopping. Impiegai più tempo del previsto e pensai seriamente che al mio ritorno avrei trovato parte della casa sottosopra e mia figlia comletamente stranita. Dovetti ricredermi non appena rincasai. in casa regnava l'ordine e il silenzio più totale. 
- Henry tesoro come è andata?
- Come non mi sarei mai aspettato: benissimo. Non è mai scesa a cercarti, se ne sta sopra in cameretta a giocare buona buona.
- Sicuro che non sia sgattaiolata da qualche parte come è solita fare? C'è troppo silenzio e il silenzio non fa per lei. 
- Mamma tranquilla, l'ho tenuta d'occhio per tutto il tempo. E' di sopra a.....
- CHLOEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!! - mentre al piano di sotto io ed Henry discutavamo su come fosse andata la giornata, la piccola Leila annoiata di quel chiacchiericcio corse in camera sua per giocare ma trovò un piccolo ospite indesiderato.  Nel sentire pronunciare il nome di mia figlia in quel modo così spaventoso mi spaventai e insieme ad Henry corsi a capire cosa potesse essere successo di così tanto tragico. 
- Che succede qui? - chiesi allarmata una volta raggiunte le due bambine. A primo impatto sembrava essere tutto ok.
- MAMMAAAAAAA CHLOE MI RUBA I GIOCATTOLI! QUELLO E' MIOOOOO! - A leila era stato regalato poco tempo prima, da suo nonno, visto i suoi ottimi voti scolastici, il gioco del piccolo chimico. Adorava quel gioco e guai a chi osava toccarlo. purtroppo però in sua assenza una piccola birbantella di nostra conoscenza era entrata di soppiatto nella sua stanza e ha iniziato ad armeggiare con tutte quelle piccole pozioni e intrugli.
- Hai strillato in quel modo solamente per un gioco? Leila ma...
- E' MIO! LEI NON DEVE TOCCARLO! LO ROMPE, NON SA GIOCARCI E' TROPPO PICCOLA. 
- Non mi sembra una cosa così grave tesoro, se lo rompe lo ricompreremo dov'è il problema? Per una volta che non combina disastri lasciala giocare tranquilla ok?
- NOOOO! VOGLIO GIOCARCI IO QUINDI DEVE RIDARMELO! - Senza aspettare  risposta corse in direzione di sua sorella e dopo averle tirato i capelli la spinse con forza facendola cadere a terra. La più piccolina, nonostante non si fosse fatta niente, poichè  caduta su dei cuscini, prese la palla al balzo per ottenere la mia attenzione.
- Mamy leila bua a meeeeee! - disse piangendo indicando la gamba non del tutto ancora guarita -  ha fatto male qui!!!!! Botte a leila. tante tante!
- Vieni qui, dai che non ti sei fatta nulla - dissi prendendola in braccio cercando di consolarla. - E tu - dissi rivolta all'altra - che ti è venuto in mente è? potevi farle male sul serio. Ma dico io non potete giocarci insieme con quel gioco? Sarebbe la soluzione migliore non trovi?
- NO! IL GIOCO è MIO E POSSO GIOCARCI SOLO IO, SE A LEI PIACE VAI A COMPRARGLIELO! - Si girò di spalle e ignorandomi iniziò a giocare con il suo piccolo chimico facendo piangere ancora di più sua sorella. 
- Cioè spiegami un attimo signorina, non ho ben capito: secondo te io adesso dovrei uscire per comprare a Chloe un giochino identico a quello che abbiamo già in casa? 
- Si e ora portala fuori di qui che mi sta venendo il mal di testa con tutti questi stupidi capricci.
- Facciamo un'altra  cosa invece - dissi  passando Chloe ad Henry e avvicinandomi  a Leila - Questo bel gioco lo prendo io così nessuna delle due potrà giocarci che ne dici?
- No mamma ti prego! E' miooooooooo!
- Lo riavrai quando ti comporterai in modo più maturo. Non ti ho di certo cresciuta così!
- Lei non la punisci mai però! A lei è tutto dovuto perchè è piccola. Io non la sopporto! E' lei che ha sbagliato, è lei che è entrata in camera mia, perchè per colpa sua devo essere punita io?
- Pensala come vuoi, fin quando ti comporterai cosi questo bel giochino non lo rivedrai. Mettiti a fare i compiti adesso che domani ai scuola. 
***
Passarono un paio di giorni da quel pomeriggio e a quanto pare Leila, nonostante inizialmente fosse furibonda con il mondo intero, capì la lezione. Mi chiese scusa, lo chiese a sua sorella e per tutto il tempo non fece altro che comportarsi bene. Le restituii il gioco ma a patto che qualche volta anche la piccola Chloe avrebbe potuto giocarci. Storse un po il naso ma se voleva riavere il suo gioco preferito sapeva che doveva scendere a patti e di conseguenza accettò.
Quella mattina  ero dovuta uscire molto presto per delle commissioni, lasciai le piccoline con Henry, il quale ultimamente mi stava dando una grande mano e portai il piccolo Liam con me. Avevo un brutto, un bruttissimo presentimento quel giorno e sarei voluta tornare immediatamente a casa. Presi il cellulare e chiamai Henry:  a casa tutto era nella norma e le bimbe sembravano giocare tranquillamente e senza litiggi a detta sua. Mi autoconvisi quindi che le mie fossero solamente paranoie e tornai alle mie commissioni. Quando rientrai a casa ebbi una spiacevole sorpresa.

POV NARRATORE

 Quando Leila e Chloe aprirono gli occhi quella mattina, la loro mamma era già fuori casa per via delle commissioni, la piccolina ci rimase un po male che la sua mamma non fosse andata a svegliarla come di consueto, ma bastò che Henry le preparasse i suoi mitici pancake a forma di animaletti per farle tornare il buon umore. Finito di mangiare andò in soggiorno a vedere un po' di televisone dopodichè si mise a giocare con Leila la quale gli aveva proposto di giocare insieme. Incredibile come se le diano di santa ragione un giorno e come invece l'altro vadano d'amore e daccordo. Vederle così concentrate nelle loro attività rassicurò Henry che decise di andare nella sua camera a studiare per l'esame imminente. 
- Mi raccomando... restate qui e non litigate. Se avete bisogno di qualcosa venite di sopra a chiamarmi ok? Devo ultimare un lavoro per l'università e mi serve il pc. 
- Tranquillo faremo le brave, vero Chloe?
- Velo!
Continuarono a giocare come se niente fosse poi improvvisamente Chloe si annoio.
- No piace pu quetto toco. Boglio fale attro.
- Ti va di disegnare? - propose la più grande
- No!
- Vuoi vedere un cartone?
- No!
- Vogliamo giocare a.... nascondino?
- TIIIIIII! Ti leila tochiamo tochiamo!
- Va bene inizia a nasconderti.
Giocarono per buoni quaranta minuti, nascondendosi solamente nelle stanze del piano di sopra, poi a Chloe venne l'idea di rendere più complicato il gioco e nascondersi nel capanno. Leila non riusciva a trovare la sua sorellina in nessun modo così, anche se sapeva che sua madre non sarebbe stata daccordo visto cosa successe l'ultima volta, utilizzò la magia per trovarla e ci riusci.
- Tana per Chloe sotto il tavolo del capanno!
- Uffa mi hai tlovata! - si imbronciò
- Non dovevi venire qui, avevamo detto di giocare solo in casa.
- Quetta è comunque cata nottra.
Bisticciarono un pochino per decidere chi avesse ragione ma neanche due minuti dopo ecco l'attenzione di Chloe vacillare su altro. 
- Leila guadda. Mamy ha compato a me! - disse indicando un cofanetto argentato pieno zeppo di pozioni. - il toco come il tuo.
- Non mi sembra uguale uguale e comunque non lo sai se è tuo!
- E' mio lo to! - lo prese - e' petante mi aiuti?
- Non dovresti prenderlo e non dovremo neanche essere qui. La mamma ci ucciderà se ci scopre.
- EDDAIIIIII! PE FAVOLE. Ti legalo la pottone fusica.
- Si dice pozione fuxia. Comunque ok, ma a patto che mi dai anche quella verde. 
Per far prima e per paura di essere scoperte decisero di teletrasportarsi in camera di Chloe, posarono il nuovo gioco e non contente scesero al piano di sotto per prendere il piccolo chimico di Leila. Nel salottino di casa trovarono Henry. 
- Dove eravate? 
- In bagno. - rispose la più grande troncando subito il discorso. - Noi andiamo di sopra a giocare ok?
- Aspettate... è da questa mattina che giocate, non vi va di stare un po' con me? Vi racconto una storiella.
- Che storia? 
- La storia di quando sono finito sull'isola che non c'è.
- Ti Hennyyyyy, lacconta toria! lacconta lacconta!
- Chloe non dovevamo giocare?
- Pima toria poi tochiamo.
- E va bene piccole, prendete posto, si inizia. 
Come al solito rimasero imbambolate nell'ascoltare i racconti del loro fratellone e non appena concluse la sua storia come di consueto la piccola di casa iniziò incessantemente a fare domande.
- E poi? Che è tuccesso? Mamy e papò ti tono posati come plesto falanno tio e tia?
- Ai tempi di Neverlan mamma e papà non erano ancora proprio amici amici, ma un bel bacino se lo scambiarono ugualmente. 
- Mamy no pidanzata di papo ancola?
- No, ma come ogni bella ragazza che si rispetti era corteggiata da molti: il mio papà e il vostro papà ad esempio lottarono molto per lei e ad essere sinceri la loro piccola guerrà per ottenere il suo cuore iniziò proprio durante la mia festa di bentornato.
- Hai abuto una fetta? lacconta lacconta!
- Basta conle favole adesso, ti racconterò la mia festa questa sera prima di andare a letto ok? Ora forza andare a giocare. 
Le bastò la parola Giocare per ricordarsi del "regalo" appena scoperto così accompagnata da sua sorella salirono in stanza e si misero a giocare sia con il nuovo gioco sia con quello tradizionale. Da brave sorelle condivisero tutto anche le pozioni contenute in entrambi i giochi. Sembravano divertirsi parecchio ma di punto in bianco qualcosa cambiò: un enorme vortice magico si apri all'interno della stanza trascinando al suo interno entrambe le bambine. Cosa dire... questa volta si erano davvero messe nei guai.
***
PASSATO

POV EMMA

Dopo settimane di puro panico e battaglie incessanti con i bimbi sperduti eccoci nuovamente qui, a Storybrooke. Ho vissuto momenti terribili credendo che non avrei più rivisto Henry ma alla fine tutto è andato nel verso giusto ed eccoci qui a festeggiare la nostra ennesima vittoria.
- Emma, possiamo parlare un minuto? - mi voltai verso la voce che mi aveva appena chiamato e lo vidi: Neal: Il mio ex fidanzato...il padre di mio figlio. Fu uno shock quando sull’isola scoprii che era ancora vivo e altrettanto scioccante fu sapere che fosse ancora innamorato di me. Per tutta la nostra avventura a Neverlan ho cercato di evitare qualsiasi tipo di discorso o contatto con lui ma ora credo che sia difficile continuare a far finta che nulla fosse.
- Neal... certo, dimmi pure. - tentai di essere il più disinvolta possibile.
- Vedi pensavo che magari, visto che ormai tutto è tornato al proprio posto, potremmo che so... uscire qualche volta... Che ne pensi? - beh diretto al punto non c'è che dire.
- Mi stai per caso corteggiando?
- Che c'è, sarebbe così tragica la cosa? Abbiamo un bambino insieme dopotutto, non vale la pena scoprire se tra di noi il sentimento di un tempo è ancora vivo? - odio trovarmi in queste situazioni scomode.
- Neal non fraintendermi ma... io non ho tempo di pensare ad altre persone se non ad Henry. In questo momento nel mio cuore c’è spazio solo per lui... mi dispiace.
- Lo capisco ed è giusto così ma vedi, possiamo anche uscire come semplici amici... non dobbiamo avere per forza un secondo fine. 
- Neal... 
- D’accordo mettiamola così: domani verso l’ora di pranzo mi verrà fame e verrò a sedermi qui. Mi farebbe piacere che tu fossi qui a farmi compagnia. Non devi darmi una risposta, se non ti vedrò capirò e ti lascerò stare. - senza aggiungere altro mi baciò una guancia e dopo aver salutato anche Henry, che era qualche tavolo più in là,  andò via. Pensai attentamente alla sua proposta e al da farsi ma poi i miei pensieri vennero interrotti dai miei genitori i quali mi stavano fissando con sguardi romantici e sognanti. 
- Non ditemi che devo accettare il suo invito solo perché glielo devo! 
- Non lo devi mica a lui, lo devi a te stessa tesoro mio. - rispose mia madre -  È ora che inizi nuovamente a riaprirti all’amore. - sorrise.
- Con Neal? - chiesi scettica guardandoli entrambi.
- Beh perchè no? E' un bravo ragazzo e di sicuro è sempre meglio di uncino.  E poi lui è il papà di Henry e...
- Aspetta aspetta... cosa c’entra uncino in questa storia? - la guardarono come a voler sottolineare l'ovvio -  Pensate che tra me e uncino potrebbe esserci... - risi -  No, vi sbagliate di grosso. Non bramo di certo per lui.
- Tu forse no ma lui si. Attenta tesoro te l’ho già detto sull’isola: il fatto che entrambi provino qualcosa per te non porterà a nulla di buono. Prima o poi dovrai prendere una decisione e prima lo farai e meglio sarà per tutti.
- D’accordo... ok, finiamola qui per favore non sono in vena di questo tipo di discorsi al momento. Porto Henry a casa a riposare, si è fatto tardi. Ci vediamo domani ok?
- Ok tesoro a domani.
Feci per uscire ma non  ebbi neanche il tempo materiale di avvicinarmi alla porta che un Leroy, completamente nel panico, entrò nel locale e iniziò a gridare:
- SIAMO SOTTO ATTACCOOOOO! SIAMO SOTTO ATTACCOOOOOO!!!
- Leroy, leroy calmati ok? - gli dissi raggiungendo - che sta succedendo? 
- Qualcuno è riuscito ad entrare  in città... dobbiamo rispedirlo da dove viene prima che sia troppo tardi.
- Calmati... dove eri quando hai visto questa persona! Cosa stava facendo? Lo hai già visto da qualche parte?
- Era nei boschi... all'inizio della foresta, potrebbe essere l’inizio di una nuova minaccia... dobbiamo impedire che ne arrivino altri.
- Ok ok, un passo per volta. Andiamo a controllare nel bosco, facci strada.
- Emmh... Emma tesoro - mi disse mio padre - Va con Henry, non è giusto che la prima sera a casa sia già costretto a stare da solo.
- Hai ragione ma come facciamo con...
- Stai tranquilla, ci penserò io! Sono o non sono il vice sceriffo? E poi con me ci saranno tua madre e Regina. Avanti non preoccuparti, porta Henry a casa e semmai dovremmo aver bisogno di qualcosa ti chiamerò ok?
- Beh, in fondo non sapevano ancora dire con certezza se l’allarme di Leroy fosse vero o fosse semplicemente un equivoco, accettai la proposta di mio padre, presi Henry e insieme andammo a casa.

 POV REGINA

C’è la siamo davvero vista brutta questa volta, abbiamo rischiato di perdere Henry e di non fare più ritorno a casa. Mi sono ripromessa, mentre ero su quella stramaledetta isola, che semmai ne fossi uscita viva mi sarei accaparrata un posto nel mondo degli eroi e ora che sono qui a Storybrooke intendo mantenere la parola data e lo farò da subito. Fermerò l’impostore arrivato nel nostro regno chissà come e lo sconfiggerò senza occorrere alla magia oscura. Prendemmo il pick-up  di David e con l’aiuto di Leroy arrivano a destinazione, parcheggiamo qualche metro più lontano la nostra auto  per non insospettire il possibile nemico e procedemmo a piedi: quello che vidi qualche metro più in la mi lasciò davvero senza parole. Non vi era nessun nemicodavanti a noli  ma solamente due bambine a dir poco disorientate e spaventate.
- Prima quella non c’era! - disse Leroy indicando la più piccolina.
- E questa secondo te sarebbe la minaccia? - disse Snow sconcertata. - Sono due bambine piccole Leroy. Avresti dovuto portarle con te fino da Granny's non appena le hai trovate. Non posso credere che tu le abbia lasciate da sole e al freddo. - era una mamma e come mamma si preoccupava per i più piccolini. Provò ad avvicinarsi ma la fermai:
- Snow attenta, non lo sappuamo ma potrebbe essere una trappola. - Dissi
- Ha ragione lei! - continuó il nano - Potrebbero essersi trasformate in bambine per intenerirci ma in realtà potrebbero essere delle creature mostruose pronte ad ucciderci.
- Non esagerare adesso... non ho sentito nell’aria nessun incantesimo mutaforma quindi possiamo essere tranquilli sul fatto che siano due bambine, ma questo non esclude che i loro genitori possano essere qui vicino e che siano cattivi. Dobbiamo scoprire qualcosa di più su di loro.
Senza aggiungere altro ci avvicinammo tutti a quelle piccole creature per poter far loro qualche domanda ma fummo anticipati da una di loro, sempre la più piccina, che senza esitazione corse verso David:
- Nonno, Nonnoooo! Lo sibolo ela blutto, io no faccio più! - scivolo? Nonno? Avevo sentito bene? Lo aveva chiamato davvero così?
- Piccolina - rispose David prendendola tra le braccia e ignorando il modo in cui era appena stato chiamato - Come ti chiami?
-  Tono Chloe!
- Ciao Chloe, piacere di conoscerti, io sono David il vice sceriffo di questa città. Ti sei persa per caso?
- Nonno io no bolebo allivale fino qui. Mamy ti allabbielà co me se tu dici a lei  - questa volta non potè far finta di non aver sentito e cercò quindi di capire come mai lo stesse chiamando in quel modo. 
- Come mi hai chiamato piccolina?
- Nonno.
- Beh... mi piacerebbe molto avere una nipotina bella come te ma credo che questo non sia possibile tesoro. Ti sei confusa, io non sono tuo nonno.
- Nonno non prenderci in giro per favore, certo che lo sei! - rispose l’altra che fino a quel momento era stata in silenzio. - Che c'è, vuoi forse punirci perché abbiamo combinato un piccolo casino? Noi non volevamo, davvero...  stavano solamente giocando.
- Tu come ti chiami invece? - si intromise Snow
- Mi chiamo Leila cara nonna, che c'è: ti ci metti anche tu adesso? - Snow sbarrò gli occhi nel sentirsi chiamare in quel modo e la bambina intuì che forse il piccolo danno che pensava di aver fatto non era poi tanto piccolo. - Tu... tu non ti ricordi di noi vero? Neanche il nonno e la zia immagino... è colpa di quel giocattolo nuovo, di sicuro vi ha cancellato la memoria - Zia? Ce l’aveva forse con me con quel nominativo?
- Tesoro mi dispiace ma io non so davvero di cosa tu stia parlando. - le rispose Snow cercando di essere il più dolce e comprensibile possibile - Che ne direste di andare in un posto un po più caldo cosi da poterci raccontare con tutta calma cosa effettivamente vi è successo?
- Va bene... nonna.
Le portammo da Granny e nel mentre erano impegnate ad ordinare noi chiamammo le fate per chiedere loro due posti letto per ospitarle quella notte. Non potevamo di certo farle dormire per strada...
- Allora diteci tutto piccoline, come siete arrivate fin qui?
- Eravamo a casa e stavamo giocando... rispose la più grande.
-  ti tocavamo, poi apetta buca e sivolo pottato giù noi. - continuò l'altra facendo innamorare David solo per il suo modo di parlare. 
- Non so come si potuto accadere, ma un vortice colorato si è aperto nella sua camera e noi siamo cadute dentro. Pensavano che fosse solo un giocattolo quello che avevamo trovato nel capanno ma forse non lo era visto che siamo finite nella foresta e che voi non vi ricordate di noi. Ci dispiace.
- Ti. Tanto tanto. No mettele in punizzone noi.
Un portale... erano arrivate con un portale. La cosa aveva senso, quello che non ne aveva era la storia che secondo loto fossimo imparentati. Non avevo perso la memoria, ne ero più che sicura, doveva esserci dell’altro sotto!
- Quanti anni avete? Da dove venite esattamente?
- Nonno pecchè fai quette domande tupidine? - la piccina al contrario di sua sorella non aveva ancora capito cosa stava succedendo e forse era meglio così. 
- E' un nuovo gioco ok? Voi rispondere e basta. - rispose per non farla agitare. Era convintissima che fosse suo nonno, lo si vedeva da come gli si stringeva, spaventarla non rientrava minimamente nei nostri piani.
- Io ho otto anni,lei ne ha quattro. Siamo di qui ma a quanto pare voi non lo ricordate. 
- Di Storybrooke? Venite da Storybrooke?
- Si, abitiamo alla casa azzurra, quella che sembra un castello. è a pochi metri dal porto.
- Ho capito di che casa stai parlando ma non è possibile: quella casa non è ancora stata comprata. Ti piacerebbe vivere li vero?
- Io abito li! - rispose arrabbiata per non essere stata creduta. Si è vero sembrava apparentemente molto calma, ma era pur sempre una bambina e i suoi occhi parlavano da soli, aveva paura. Quando Granny portò al tavolo le ordinazioni rimasi perplessa da quello che vidi: le due bambine avevano entrambe ordinato una cioccolata calda con panna e cannella. Anche loro avevano gusti barbari come Emma Swan e mio figlio? 
- Nonna, nonna! Io boglio mamy! Dobe è? Pecchè no è qua co noi? - bella domanda, ma sopratutto chi era la sua mamma? Pensai al fatto che avessero chiamato i Charming nonni, al fatto che fossero arrivate con un portale, che ad entrambe piaceva la cannella sulla cioccolata e collegai quelle due piccole bambine a quella che piano piano stava diventando un'amica. In fondo la più grandicella le somigliava parecchio e anche la piccolina non scherzava. Ci pensai su ma poi scartai l'idea... non erano possibili i viaggi nel tempo e di sicuro emma in questi ultimi anni non ha mai avuto il pancione. 
- Piccolina non conosco la tua mamma ma sono sicura che vi starà cercando preoccupatissima. - provò a dirle Snow in quanto la piccoletta stava iniziando a dare i primi cenni di nervosismo. 
- Ti imbece! tu conossi mamy! Tu, lei e tia leggina semple insieme...
- E dimmi come si chiamerebbe la tua mamma? Lo ricordi? - chiesi io.
- Ti... mamy ti chiama Emma! Emma Twan!
***
PRESENTE
POV NARRATORE

- Henry tesoro, sono tornata! - esclamó Emma varcando la soglia di casa insieme a Snow e Regina.
- Ciao mamme, nonna.... come mai siete qui? - chiese lui sorpreso di vederle. 
- Siamo passare per un salutino veloce veloce a te e a quelle due principesse che non vediamo da Natale. - rispose Regina seguira a ruota da Snow
-  Non appena Chloe si sarà rimessa completamente dovremo recuperare tutte le cene di famiglia che ci siamo peri in questi mesi. Mi manca il caos creato da quelle piccole pesti.
- Beata te che ne senti la mancanza, io non vedo l’ora che crescano... - disse ironica conoscendo le sue bestioline. - Ah proposito... Henry dove sono?
- Di sopra, sono in camera a giocare... insieme e senza litigare.
- stanno giocando? Insieme? Questa si che è una novità, evidentemente la punizione ha dato i suoi frutti. - sorrise vittoriosa -  Bambine scendete un secondo al piano di sotto per favore, c’è la nonna è la zia che vogliono salutarvi. - le chiamò a gran voce per farsi sentire. Aspettarono qualche minuto ma quelle due pesti non scesero. - ALLORAAAAA? Volete muovervi? - anche questa volta nessuno scese al piano di sotto.
- Secondo me non ti hanno sentito. - le giustificò la loro amata nonnina.
- Mmh... scommetti che adesso mi sentiranno? se Maometto non va alla montagna è la montagna che va da Maometto dice così il proverbio no? - Fu Emma a salire al piano di sopra per chiamare le bambine ma quando arrivò nella cameretta di Chloe non potè far altro che vedere una stanza interamente messa sottosopra da qualcuno o qualcosa che non potevano essere di certo le sue figlie. No, loro non sarebbero mai state in grado di ribaltare un letto e catapultarlo vicino alla finestra. Avrebbero potuto farlo solo nel caso si fossero massacrate a suon di magia ma lo escludeva a priori, sapevano che non dovevano usarla per giocare. Inizialmente rimase ferma, impassibile, incapace di credere che quello si teovasse davanti ai suoi occhi fosse vero; poco dopo però non trovando le bimbe  da nessun’altra parte iniziò a dare in escandescenza facendo correre il resto dei familiari che erano di sotto ad aspettarle.
- Emma ti abbiamo sentirà grida... CHE DIAVOLO È SUCCEDSO QUI! - esclamó Regina prendendo atto di cosa avesse sconvolto la sua amica. - Le bambine? Dove sono le bambine Emma?
- Io... io non lo so... - era completamente sotto shock fissava la stanza e parlava per forza di inerzia. Era semplice intuire che non era in se e  così cercarono di farla allontanare da quella stanza. Naturalmente fu tutto inutile.
- LASCIATEMIIIIIIIIIIII! - gridò cercando di liberarsi dalle braccia di Henry e Regina che cercavano di allontanarla da quella stanza. - devo trovare le mie bambine, non possono essere sparite nel nulla! Devono essere quiiiiiiii!
- Le cercheremmo noi ma tu prego tu va con Snow di sotto, non sei in te Emma. Tranquilla ok? Te le porterò al piano di sotto prima che tu possa immaginare! - provò a consolarla.
REGINA NON FARMI INCAZZARE! Mettiamoci a lavoro, non possono essersi volatilizzate - iniziò a ripetere incessantemente il nome delle due bambine e nel mentre prese a sollevare qualsiasi oggetto della stanza per cercare di intravederle. Furono momenti interminabili ed ad aggiungere altro dramma a tutta quella situazione fu l’arrivo di Killian dal lavoro, il quale dopo un momento di shock iniziale iniziò anche lui a dare di matto. Vennero chiamati anche Robin, Zelena e David per una mano nelle ricerche ma niente... delle bambine nessuma traccia! Riuscirono a portare Emma al piano di sotto solamente un’ora dopo ma solo perché impanicata perse i sensi. Sperarono ci mettesse un po’ prima di riprendere coscienza e nel mentre continuarono a cercare.
- Ma... mamma.... - disse con un filo di voce Emma non appena apri gli occhi.
- Tesoro mio... come ti senti è?
- Ho mal di testa. Che... che è successo? - chiese disorientata.
- Sei svenuta...
- Le bambine... le bambine mamma... dove sono le mie bambine? Voglio vederle... ho fatto un sogno... loro erano....
- Shhhh non parlare, riposa un po’, andrà tutto ok te lo prometto.
quelle parole la misero in allarme, se quello che aveva fatto era solamente un sogno, perche sua madre le aveva appena detto che tutto sarebbe andato bene?
- Non.. non era un sogno vero? 
- Shhhh..... - le accarezzò la testa e cercò  di tenerla sdraiata nonostante lei cercasse di mettersi seduta. - Devi riposare.
- Dimmi la verità! DIMMELAAAAAAAAA!
- No amore mio, non era un sogno ma sta tranquilla, le stanno cercando... le troveranno di sicuro.
Le bastò la conferma di sua madre che le bambine erano perse chissà dove per ridarle la forza di rialzarsi - Devo andare a cercarle! - disse mentre provava a mettersi in piedi ma non appena lo fece cadde nuovamente su se stessa!
- EMMAAAAA! - Killian stava scendendo le scale quando la vide perdere l’equilibrio e prontamente fu da lei. - Emma amore resta sdraiata ok? Ci penso io a loro, te lo prometto staranno bene e le riporterò qui costi quel che costi!
- Non... non posso resta...
- Shhhh non farmi preoccupare più del dovuto ok? Stai qui con tua madre e non fare stronzate. Fidati di me, non lascerò che accada loro nulla! E tu Snow non perderla di vista neanche un secondo: lei e Liam hanno la priorità in questo momento, fai che stiano bene.
- Killian... voglio aiutarti a...
- Emma lo sai meglio di me come stanno le cose: potresti essere incinta e mai mi perdonerei se dovesse succedere qualcosa anche a lui o a lei se fosse davvero già qui con noi. Fammi stare tranquillo almeno su questo ok?
- Non ho capito bene: Emma è cosa? -esclamò Snow paralizzata da tale rivelazione.
- E' una storia complicata Snow  ma si c’è una remota possibilità. Resta qui con lei e non farle pressioni, io tornerò appena ne saprò qualcosa di più. - la donna annuì
- Killian promettimi che...
- Si te lo prometto: le riporterò a casa.
Le ricerche proseguirono per parte del pomeriggio e della serata, poi improvvisamente ci fu la svolta. Regina nell’ispezionare cm per cm la stanza della piccina trovò un dettaglio che le aprì possibili scenari.
- Allora???? Trovato qualcosa? - esclamó Emma non appena vide tutti scendere al piano di sotto.
- Forse ho trovato un indizio. - le mostrò uno scrigno fin troppo familiare. - Lo riconosci? - le chiese
- Si...quello è...  è lo scrigno che mi hai dato tempo fa... - rispose confusa. - Ma che centra con Leila e Chloe?
- Lo tenevi qui in casa per caso?
- N... No certo che no, non posso mica tenere la magia in casa con delle bambine piccole che mettono il naso ovunque. - le scapparono un paio di lacrime nel pensare a quelle due signorine - Era nel capanno insieme alle pozioni, perché me lo chiedi? Cosa centra con tutto questo?
- L'ho trovato nella cameretta di Chloe ed era vuoto.
- Non... non è possibile... come ha fatto ad arrivare fin li? Che qualcuno lo Abbia preso e lo abbia utilizzato per far loro del male? Oddio Regina lì dentro c'erano pozioni in grado di fare di tutto...alcune sono addirettura letali... e se.....
- Non dirlo neanche per scherzo. Tornerò di sopra a vedere se qualche opzione è rimasta in giro, tu resta qui.
- Non serve, l’ho fatto io. - disse Henry scendendo - Sono salto a controllare meglio e ho  trovato queste due e questa - indicò tre boccette contenenti strani liquidi colorati.
- Dove erano, nella cameretta?
- Si...
- MA COME ACCIDENTI CI SONO FINITE LI! - strillò Emma tra l’agitazione e la rabbia.
- Non lo so mamma ma forse tu potresti scoprirlo. 
- E COME! PENSI CHE IO ABBIA LA PALLA DI VETRO?
- Hai ancora il materiale per gli acchisppasogni nel capanno vero?
- Henry sei un genio!- sentenziò Regina. - Emma possiamo ricostruire i ricordi delle bambine e capite cosa sia successo.
- No, non possiamo. La persona interessata deve essere davanti a me per poter estrapolare i suoi ricordi.
- mmm.... hai ragione - ci fu un momento di pausa - Ma se.... se non servissero i ricordi delle bambine? Se collegassimo la magia dell'acchiappasogni ad una stanza... potremmo vedere cosa è accaduto al suo interno.
- Non l’ho mai fatto... non so se possa funzionare.
- Possiamo provare! Che ne dici? Te la senti?
- Che domande... certo che me la sento.  Farei di tutto pur di riaverle indietro. - con un gesto della mano fece apparire davanti a se un baule, lo apri ed iniziò, con i materiali che vi erano al suo interno, a costruire un acchiappasogni. Non ci mise molto ma non appena ebbe finito e raggiunse la stanza della piccola Chloe venne presa nuovamente dallo sconforto e si bloccò.
- Emma stai bene? - chiese Killian.
- Se... se  dovesse essergli successo qualcosa io non...
- Amore non è successo nulla alle nostre bambine. Stanno bene ne sono sicuro.
Si girò verso l'uomo e lo fulminò con lo sguardo - MA COME DIAVOLO FAI AD ESSERE COSì DANNATAMENTE OTTIMISTA!!!!! - sembrava arrabbiata
- Lo sento nel cuore che stanno bene. Avanti, fammi vedere di che pasta sei fatta! Aiutaci a farle tornare a casa.
Cercò di calmarsi, si mise al centro della stanza e dopo aver alzato l'acchiappasogni all'altezza dei suoi occhi  provò a concentrarsi. Un minuto, due... niente da fare, in quel maledetto acchiappa sogni non comparve nulla di quello che speravano.
- Maledizione! Non ha funzionato - disse tristemente Killian deluso dal fatto che la loro idea si fosse rivelata un fiasco totale.
- Aspetta... non è che non funziona è che non ci sta provando abbastanza. - rispose Regina andando ad affiancare Emma - Devi concentrarti di più Emma! - disse con voce ferma e decisa
- Non forzarla... non vedi che non ci riesce?
- Deve farlo! Se vuole scoprire la verità deve abbassare le sue difese e concentrarsi. - tornò a guarare la sua amica - Lo so che hai paura di vedere qualcosa che non ti piacerà ma fidati: è meglio sapere che non sapere. Sapendo possiamo intervenire e ribaltare la situazione,non sapendo possiamo solamente ipotizzare. Puoi farcela Emma, io credo in te... tutti noi crediamo in te, devi solamente crederci anche tu. 
Provò una seconda volta e quella fu la volta buona: nell'acchiappasogni, davanti ai loro occhi apparvero le immagini di quello che era successo qualche ora prima.
- Non... non posso crederci! - disse Emma con un filo di voce. - Loro...
- Hanno... hanno fatto tutto da sole? - domandò Killian per avere un ulteriore conferma - Come hanno fatto ad impossessarsi di quelle pozioni? Henry ero con loro... le hai viste uscire?
- No certo che no! Erano in soggiorno e poi sono sparite in camera. Non... non vorrai darmi la colpa vero?
-  E con chi dovrei prendermela è? Dovevi controllarle... una sola cosa dovevi fare! - quella fu la prima voltà che lo rimproverò.
- Ei! Calmatevi tutti ok? - intervenne Regina cercando di mettere fine a quello che sembrava l’inizio di una faida familiare. La tensione era alle stelle, lo capiva, ma non bisognava lasciarsi sopraffare dalle emozioni se si voleva risolvere qualcosa. -  Al momento non ci interessa sapere come quello scrigno sia arrivato nelle mani delle bambine, lo chiederemo personalmente a loro una volta fatte tornare a casa, ora dobbiamo solamente capire dove il portale le abbia trascinate.
- E TI SEMBRA FACILE REGINA ? Lo sai anche meglio di me come funzionano i portali... ti portano nel posto in cui stai pensando in  quel momento. Erano in due Regina e se fossero finite in due posti completamente diversi? E se fossero nei guai... oddio come faremo a ritrovarle... 
- Emma non entrare nel panico...
- È troppo tardi, sono già nel panico! Le mie bambine sono cadute in un maledettissimo portale e non abbiamo i mezzi per raggiungerle e metterle in slavato.
- Non è vero questo. Possiamo ancora fare qualcosa!  - Regina sorrise cercando di infonderle un po’ di coraggio
- E come!
- Fortunatamente abbiamo qualcuno che può aiutarci a rintracciarle.
- Chi?
- Ma come chi? tu!
- Io? Regina cosa...
- Abbiamo trovato Aladdin con la pozione delle magie affini ricordi?  Lo faremo di nuovo.
- Lui non era in un altro mondo, era qui a Storybrooke. Loro non sono più qui! 
- Non importa dove siano, possiamo  ugualmente raggiungerle. Faremo lo stesso procedimento che usammo per trovare lui con l'unica differenza che questa volta ci tufferemo in un portale.
- Facilissimo direi - borbottò Emma sarcastica e nervosa - E come lo apriamo un portale maestà? Non abbiamo fagioli magici se ricordi.
- Lo apriremo come hanno fatto loro, miscelando due delle mie pozioni! Ho visto il ricordo nello schiacciasogni e sono riuscita ad individuare le due pozioni. Mi ci vorrà un po’ per prepararle ma non preoccuparti, entrò domani mattina riusciremo ad aprire il portare e raggiungerle.
- Tu.. tu dici che... - nei suoi occhi un barlume di speranza di fece spazio.
- Te lo prometto Emma, entro domani saranno nuovamente qui.

PASSATO
POV EMMA

Ero stanca, terribilmente stanca... dopo tutto quello che avevamo passato a Neverland questo era il primo giorno in cui potevo finalmente dormire in un vero letto e senza tenere un occhio aperto per paura che qualche bimbo sperduto ci facesse fuori. Mi assicurai che Henry fosse tranquillo nella sua stanza dopodiché lo imitai andando in camera mia. Si è vero ero stanca ma nonostante ciò non riuscii a non pensare a quella stramba situazione che si era venuta a creare in quei giorni. Avevo baciato uncino... questa cosa aveva dell’incredibile e ancora adesso stentavo a crederci... ma dico io: come accidenti mi è passato in mente? Non potevo che so... troncare lì il discorso e andarmene prima dell’inabitabile? No certo che no, Non mi riconoscerei se non combinassi disastri. Il problema adesso è che lui è convinto di avere una chance con me e me lo ritroverò dietro dappertutto già lo so. Non so dire con precisione se la cosa mi dia fastidio o meno, so solo che tra di noi non potrà mai funzionare... siamo troppo diversi. E poi c’è Neal... i miei sentimenti per lui non sono mai del tutto spariti e sapere che adesso è qui a Storybrooke... non so, forse mi fa sentire in dovere di provare a vedere come va per il bene di Henry! Lo so non è giusto, anche perché se poi la cosa non dovrebbe funzionare Henry ne soffrirebbe, ma in questo momento non so davvero cosa fare. Sarà meglio dormire... chissà magari la notte mi porterà consiglio. Certo come no... non faccio neanche in tempo a farmi rapire da Morfeo che ecco il mio cellulare iniziare a squillare insistentemente: è mio padre.
- David cosa...
- Devi venire qui subito: abbiamo un problema.
È mai possibile starsene qualche ora in santa pace in questa città? Molto probabilmente no. Mi alzo controvoglia da quelle calde lenzuola e mi rivesto. L’idea di uscire di casa non mi piace proprio ma non posso fare altrimenti.
- Allora, quale sarebbe questa emergenza? - dico non appena giungo a destinazione.
- Leroy aveva ragione, qualcuno è entrato in città!
- Chi è? Dov’è adesso? Pensate abbia la magia?
- Sono due bambine e la cosa è molto strana perché sosten...
- Bambine? - li guardai titubante - sicuri che siano delle bambine? Non è che magari qualcuno ci sta imbrogliando assumendo altre identità?
- L’ho pensato anche io agli inizi - mi rispose Regina - ma poi ho appurato personalmente che non c’è nessun incantesimo mutaforma in loro. Sono proprio due bambine.
- E cosa ci fanno due bambine sole a Storybrooke? Come sono arrivate qui? La città è nascosta al mondo intero come possono...
- Leroy sostiene di averle viste arrivare con un portale. Abbiamo provato a parlare con loro per averne la certezza e...
- E?
- sono molto agitate e spaventate ma ci hanno detto di essere cadute in un vortice tutto colorato e di essersi ritrovate qui.
- Incredibile...
- E aspetta... La parte migliore deve ancora arrivare! - sottolineò Regina - Sono assolutamente convinte di conoscerci.
- Beh chi non conosce Biancaneve e la regina Cattiva? Vi conoscevo io quando ero nel mondo senza magia quindi non mi stupirei se anche loro vi conoscessero. A proposito, dove sono adesso?
- Le abbiamo affidate a Ruby nella speranza che riesca a farle dormire un po'. Abbiamo chiamato le fate per ospitarle ma non possono, sono al completo. Comunque è più complicato di come pensi... non conoscono solamente la nostra storia, sono convinte che loro siano di...
- Mamy... - una tenera vocetta si fece sentire alle nostre orecchie interrompendo la conversazione - Mamy mamy! Tei benuta a pottacci a casa! - senza aggiungere altro vidi correre la bambina propietaria di quella tenera vocetta e aggrapparsi alle mie ginocchia con forza.
- Emmm.... come mi ha chiamata? - chiesi stupita.
- E' quello che stavo cercando di dirti poco fa: credono che siamo una famiglia. Hanno chiamato I tuoi genitori nonni e te...
- So come mi ha chiamato! - risposi spazientita - Non gli avrete creduto vero? - scrutai i loro sguardi - Mary Margaret! Non ti sarai già fatta abbindolare da due occhioni da cerbiatto vero?
- Tesoro guardala bene... ti somi...
- Non finirla neanche la frase. Possibile che voi vi facciate sempre abbindolare da chiunque? È evidente che sia un trappola.
- Mamy... tu no conossi me? Pure tu dimenticata di me? - ed eccola continuare a chiamarmi con quel nomignolo. Presi un respiro profondo per evitare di risultare troppo minacciosa, dopodiché mi abbassai all’altezza del suo viso e la guardai dritto negli occhi. Non so come spiegarlo ma mi sembrò di conoscere quello sguardo, erano di un colore molto particolare i suoi occhi, un mix tra il verde e l’azzurro. Mi ricordavano qualcuno ma non mi veniva in mente chi.
- Bambina ascoltami... io mi Chiamo Emma e non sono la tua mamma.
- Ti tu tei! - rispose già con le lacrime agli occhi spaventata dalle mie parole.
- No tesorino, mi sarei ricordata di aver messo al mondo una bella bimba come te non trovi? Io ho solo un figlio, si chiama Henry.
- Henny è mio flatello. Poi c’è Leila, io è Liam. - Liam... questo nome non mi è nuovo...
- Avrei quattro figli quindi  secondo te? - Risi a tutta quell’assurdità e a quella fervida immaginazione. - Questa di che è bella!
- Mamma... Chloe sta dicendo la verità. - ecco spuntare dal nulla un’altra ragazzina, più grande della piccina che mi teneva stretta a se, ma pur sempre con un qualcosa di non so che familiare.
- E tu adesso chi saresti?
- Leila... l’altra tua...
- Fammi indovinare: figlia? Senti ragazzina, non sono voluta essere troppo esplicita prima perché lei è ancora piccolina ma tu inizi ad essere geandicella e puoi capire: non so da dove veniate e chi siate realmente, ma una cosa è certa: non siete mie figlie. Non ho figlie femmine e non ne voglio!
- Ma mamma....
- Emma! Sono Emma, non mamma! - la corressi, quella situazione iniziava ad innervosirmi sul serio. - Ripeto, non so chi siate o se vi manda qualcuno ma posso assicurarvi che lo scoprirò. - feci per andare via ma fui bloccata da una vocina che in lacrime mi disse
- Uta il tuo supel potele! - come accidenti conosceva quel dettaglio di me? - tu tei mia mamma... la mia mamma ti chiama Emma twan!
- Se tu ne sei convinta non significa che sia vero. Mary, David, fate in modo che non gironzolino per la città come delle vagabonde, domani mattina cercheremo nel database segnalazioni di bambini scomparsi e vedremo di trovare i loro genitori. Io torno da Henry. 
Uscii dalla porta principale ma ancor prima di raggiungere il mio adorato maggiolino la bimba più piccola mi apparve davanti con la magia bloccandomi il passaggio. Ok avevano anche la magia, la cosa si complicava ogni secondo di più.
- No andale via! Io boglio tale con te! Ti plegooooo. - mi abbracciò di nuovo e questa volta con ancora più forza. Era convinta che fossi la sua mamma e per quanto mi dispiacesse far piangere una bambina non potevo di certo imbrogliarla ed illuderla.
- Ascolta ragazzina io non sono chi tu credi che sia, forse siamo entrambe bionde io e la tua mamme e ti sei confusa ma io non sono tua...
- Ei Swan! Cosa ci fai ancora qui, ti mancavo percaso? - la voce di uncino giunse irritante alle mie orecchie, ci mancava solamente lui adesso a farmi perdere la pazienza. Volevo replicare ma non ebbi tempo di dare fiato alla bocca che le braccia della piccola mi lasciarono per correre incontro al pirata... che accidenti stava...
- Papooooooooo! Papoooooo la mamma non mi clede! Dize che No figlia io! - papo??? Lo stava davvero chiamando così?
- Questo si che è davvero interessante! - commentò Regina sarcastica che nel mentre si era recata fuori insieme a tutto il restamte della comitiva.
- Che... che diamine sta succedendo? Chi è questa bambina e perché mi sta abbracciando? - la faccia di Uncino era a dir poco spettacolare: era incuriosito e schifato allo stesso tempo... avrei voluto immortalarla.
- Pensa tu sia il suo papà! - rispose Snow sempre più materna nei confronti della piccolina. La prese in braccio e davanti a tutti noi le fece la fatidica domanda. - piccolina concentrati bene e rispondimi a questa domanda: sai dirmi il nome dei tuoi genitori?
- Ti Mamma Emma Twan e papo Killan zons. - mah.... 
- Ha ragione mia sorella! Sono loro i nostri genitori!
- Dopo questa possiamo anche andarcene... tze. Roba da pazzi proprio: secondo voi io e questo lurido pirata abbiamo avuto una relazione che ha portato a due figlie? - Risi... era incredibile quello che stavano inventando
- È la verità mamma! Io non dico le bugie. 
- Quanti anni hai ragazzina?
- Otto.
- Otto anni fa posso garantirti che non ero qui a Storybrooke e non conoscevo nessuno di loro... tantomeno questo qui! - indicai uncino il quale era ancora sotto shock dalle parole di quelle bambine. Quindi mi dispiace, non sono la vostra mamma.
- Questa volta Emma ha ragione, eravamo ancora sotto sortilegio oscuro otto anni fa!
- Non è vero e di sicuuramente qualcosa vi ha fatto dimenticare chi siamo però noi non stiamo mentendo. Mamma ha spezzato il sortilegio oscuro di zia Regina tantissimi anni fa ormai, è caduta in un portale con nonna Snow subito dopo tornando nella foresta incantata, siete poi stati a Neverland per salvare Henry che era stato rapito da Peter pan, qualche tempo dopo mamma e papà sono diventati i signori oscuri, mamma ha riportato papà a casa dall’oltretomba perchè era morto per salvare tutti voi e poi si sono sposati,  hanno combattuto la battaglia finale e siamo arrivati tutti noi.
Si creò il gelo, nessuno per oltre due minuti osò proferire parola, tantomeno io. Sapevano del sortilegio, del mio viaggio con Mary Margaret nella foresta incantata e del rapimento di Henry. Molte delle altre cose dette non le avevo vissute ma quelle tre si ed ero più che sicura di non averle raccontate a nessuno... come facevano a...
- In che anno siete nate bambine? - chiese a quel punto Regina
- Regina non crederai che...
- Io sono del 2011 mentre lei 2015 e nostro fratello Liam del 2018.
- Liam? Hai detto Liam? Per mille balene Swan: mio fratello si chiamava così! - Killian era sbiancato e io insieme a lui.
- Si, lo avete chiamato come lo zio Liam, avete voluto omaggiarlo!
- TUUUU! LURIDO PIRATA! Hai osato mettere le mani addosso alla mia bambinaaaaaaa! - fu un attimo, David si fiondò diretto verso uncino dandogli un pugno in pieno viso che gli fece perdere i sensi e spaventò contemporaneamente entrambe le piccole che iniziarono a piangere.
- Nonno bua a papo.... nonno cattivo! 
- David smettila immediatamente, non vedi che le spaventi così? - lo rimproverò sua moglie
- Ha osato toccare mia figlia! Merita anche di peggio!
- Si forse l’ha avvicinata, ma vedendo queste due meraviglie non credo che le abbia fatto poi tanto schifo. E poi di che ti lamenti: guarda cosa ti ha regalato quel pirata! - indicò le bambine.
- Mary Margaret.... non crederai davvero che vengano dal futuro.
- Emma guardiamo in faccia la realtà, sono venute attraverso un portale, conoscono parte della nostra vita e forse anche qualcosa di più, somigliano a te e a lui in una maniera allucinante....
- NO NO NOOOOOOOO! Basta così, non voglio sentire altro! - stavo entrando nel panico, non poteva essere vero, non potevo avere altre due bambine... tre come diceva una di loro, con Uncino poi. era davvero assurdo.
- Mi piace il mio futuro Swan! Hai visto che alla fine hai ceduto al mio fascino?
- Zitto! - Lo ammonii
- Agli ordini “mogliettina”
- HOOOOKKKKK! Piantala se non vuoi ritrovarti un altro uncino al posto della mano.
- Emma calmati ok? - intervenne Mary Margaret -  Dobbiamo pensare a loro, dobbiamo rimandarle a casa.
- Pensateci voi! Io non credo a niente di tutto questo e non voglio immischiarmi!
- Emma stai scappando dalla realtà!
- Regina non ti ci mettere anche te ok? Speravo che almeno tu fossi più intelligente di questi due.
- Sei scioccata lo capisco ma questo non cambia le cose: le tue Fig...
- Non può essere vero ok? Non ci credo e  non ci crederò fin quando non avrò delle prove schiaccianti.
- Vuoi le prove? Bene, Forse mi è venuta un’idea, seguitemi.
Non ho avuto neanche il tempo di replicare che con un gesto della mano Regina ci teletrasportò tutti davanti quello che era il pronto soccorso di Storybrooke.
- vuoi le prove schiaccianti? Le avrai!
- E cosa vorresti fare sentiamo?
- Il test del dna! Siete entrambi presenti e ci sono loro, possiamo farla.
- Tu sei scema lasciatelo dire!
- E tu te la stai facendo sotto dalla paura.
- Non ho paura, ho solo la lucidità di ammettere che è impossibile una cosa del genere.
- Andiamo.. dopo aver sconfitto un drago e preso atto della magia non dirmi che non riesci a credere a tutto questo.
- Si tratta di me Regina, mi conosco perfettamente e so per certo che non mi metterei mai a figliare come se non ci fosse un domani!
- Henry non lo avevi calcolato eppure è arrivato!
- Avevo 17 anni. Ero una ragazzina stupida ed ingenua.
- E magari in futuro sarai solo stupida e ingenua. Facciamo questo benedetto test e scopriamo La Verità.
Quando qualcuno di loro si metteva in testa una cosa era difficile fargli cambiare idea, impossibile oserei dire. Ero convinta al mille per mille che quelle due bambine non avevano nulla a che fare con me e se l'unico modo per farlo capire anche agli altri, Killian compreso visto il fatto che stava già gongolando, fossero state quelle benedette analisi ok,  le avrei fatte. Spiegammo a Whale il tipo di test da effettuate e anche se molto colpito dalla cosa non fece domande ed esegui tutti le analisi del caso. Il risultato venne dato in busta chiusa a me e Killian ma Regina lo strappo dalle nostre mani e una volta raggiunto il parcheggio lesse ad alta voce:

"Compatibilità 100% 
genitori biologici: Emma Swan Killian Jones."


- Ora non c’è più alcun dubbio Emma! - regina mi consegnò in mano le prove e iniziai a guardarle incredula.... doveva esserci un errore... per forza.
- Le mie nipotine... -  i miei pensieri vennero interrotti da mia madre che commossa abbracciò entrambe le bambine chiedendo loro scusa se non le avesse creduto fin da subito. Mio padre si aggiunse all’abbraccio ma quello che più mi sconvolse fu Killian il quale dopo aver assimilato più o meno la notizia, le chiamò per poterle salutare. Come immaginerete le bimbe corsero immediatamente da lui a farsi coccolare ma poco dopo i loro sguardi si posarono su di me e non poterti far altro che fate quello che ho sempre fatto: scappare.
 
note dell'autore:
Ve lo giuro, la divisione in due parti non era contemplata per questo aggiornamento, ma non ho potuto fare altrimeni. La questione stava diventando troppo lunga. Prometto di aggiornare per tempo e se riesco anche prima. Fatemi sapere cosa ne pensate ok? Alla prossima

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Capitolo 60
*** Mettersi nei guai (Parte 2) ***





PRESENTE
POV EMMA

Con la promessa di vedersi l’indomani per aprire il portale che ci avrebbe ricongiunto alle bambine, Regina e il restante della mia famiglia andò via lasciando me e Killian da soli. Incredibile come sia vuota questa casa senza quelle due scimmiette. spesse volte ho desiderato che passassero una serata con i nonni in modo da far rivivere a me e al loro papà la vita di un tempo ma adesso che loro non ci sono ho capito che non la voglio la vita come un tempo... non mi piace più la mia vita senza di loro e farò tutto quello che è in mio potere pur di riportarle da me. Sono seduta sul divano del soggiorno e osservo Killian... è distrutto poverino ma sta cercando modo e maniera di non farmelo notare. Vuole essere forte per me ed io non posso che ritenermi fortunata per aver un uomo come lui al mio fianco.
- Tesoro, vuoi che preparo qualcosa per cena o ordiniamo qualcosa? - mi chiese riportandomi alla realtà.
- Non ho molta fame, decidi tu. - risposi.
- Non puoi digiunare però. Hai bisogno di forze per domani.
- Davvero Killian, ho lo stomaco chiuso... tu ordina pure quello che vuoi io salgo di sopra a controllare che Liam sia ok...
Non disse nulla, anche se era contrario rispettò i miei spazi e mi lasciò avere del tempo per me. Dovevo smaltire la cosa e accettarla... beh per quanto fosse possibile. Andai in camera e controllai Liam, dormiva beatamente ma nonostante ciò lo presi tra le mie braccia e dopo averlo cullato per un po', cercando di non svegliarlo, lo portai nel lettone con me e ci accoccolammo in quelle calde lenzuola. Sperai che tenerlo accanto a me avrebbe in qualche modo attutito il dolore che provavo ma non fu così. I miei pensieri continuarono a farsi spazio nella mia mente senza darmi un attimo di tregua. Mi domandavo dove potessero essere finite, come erano riuscite ad impossessarsi di quelle pozioni, ma sopratutto mi chiedevo se stessero bene. Sapevo benissimo cosa volesse dire  viaggiare nel tempo o nei mondi e la cosa non era per nulla facile. Trovai molte difficoltà io stessa quando mi trovai catapultata nel passato e sono una donna adulta, come potrebbero mai cavarsela due bambine? Oddio non volevo neanche pensarci... e se fossero finite nel passato, nella foresta incantata e nel bel mezzo della famosa guerra degli orchi? Oppure che ne so... davanti al cospetto della regina cattiva perché si sono lasciate fuggire di essere nipoti di Biancaneve? Regina a quei tempi non avrebbe di certo risparmiato due bambine... dovevo fare qualcosa, anche se non sapevo se effettivamente fossero nei guai o no non potevo perdere altro tempo qui, senza fare nulla, mente loro erano sparse chissà dove. E se avessero paura? Se ci stessero cercando terrorizzate di non poter più tornare a casa? No, non potevo permettere che le mie piccole affrontassero tutto quello da sole. Devo andare da loro e devo farlo subito. Mi alzai dal letto, mi rivestii mettendo i primi indumenti che mi capitarono a tiro, risistemai Liam nella sua culla dopodichè lasciai un messaggiono a Killian per non spaventarlo e con un gesto della mano mi teletrasportai nella cripta di Regina.
- Emma! - esclamò sorpresa di vedermi. - Ti avevo detto che ci avrei pensato io.
- Lo so, lo so e ho provato a stare calma davvero, ma non ci riesco. Non posso aspettare domani Regina, stiamo parlando di due bambine. Non hanno mai passato la notte fuori casa senza che almeno un menbro della famiglia fosse presente... come pensi che si sentano è? Dobbiamo andare da loro adesso. Come procedono le pozioni?
- Quella delle magie affini è pronta, mancano le due pozioni in grado di aprire il portale.
- Ti do una mano così accelleriamo i tempi, avanti... dimmi quello che serve.
- Emma vedi... io pensavo di avere tutto nella cripta ma mi sbagliavo... alcuni ingredienti sono terminati e senza di essi è impossibile ricreare le pozioni che ci servono. Stavo dando un'occhiata a questo libro - estrasse il libro di incantesimi di Cora - per trovare una soluzione alternativa ma...
- Non dirlo! Devono esserci altri mezzi. Qui in questa cripta possibile che non ci sia un cavolo di libro o ingrediente in grado di aprire un maledettissimo portale?
- Emma, sto controllando...
- Non lo stai facendo troppo velocemente però! - gridai.
- Emma lo so che sei in ansia ma se dobbiamo farlo dobbiamo farlo bene,non possiamo improvvisare. Cerca di calmarti e lascia fare a me ok? troverò un modo per aprire un portale e trovare le bambine.
- Sai che ti dico? Continua pure a sfogliare manuali in cerca del miracolo, andrò a cercare un aiuto migliore per salvare le mie figlie. - piu arrabbiata che mai utilizzai nuovamente la magia e uscii da quella cripta. 
 
***
POV KILLIAN
Cercava di mantenere una calma apparente pur di non farmi preoccupare ma in realtà sapevo che era distrutta. Emma non è il classico tipo da starsene ferma, seduta e senza proferire parola, ma ora ha paura... è spaventata a morte e non riesce a far altro che stare li, seduta su quel divano, a pensare. Il suo cervello è in continuo movimento, riesco a percepirlo anche a distanza, ma non posso fare nulla per aiutarla: qualsiasi cosa le dicessi in questo momento sarebbe inutile. Acconsento a mandarla di sopra a controllare il piccolo di casanella speranza si distragga un pòochino  e nel mentre preparo la cena sperando di riuscire a convincerla più in la a stuzzicare qualcosa. Passò  mezz'ora, un ora... sembrava non essere intenzionata a raggiungermi. Con una scusa salgo al piano di sopra ed entro nella nostra stanza: lei non c'è. Controllo nelle stanze delle bambine pensando possa essere andata  a cercare nuovi indizi ma neanche li riesco a trovarla. Dove accidenti si era andata a cacciare? Tornai nella nostra camera pensando che magari fosse in bagno ma ben presto notai che sul mio comodino c'era un biglietto
.

" Perdonami ma io non ce la faccio a restarmene con le mani in mano mentre la vita delle nostre bambine è a rischio. Prenditi cura di Liam e non preoccuparti per me. Io me la caverò e le riporterò a casa. Ti amo infinitamente... tua Emma."


- Maledizione! - esclamai e senza neanche ragionare sul da farsi composi il  numero di Regina per informarla dell'accaduto e per sapere se fosse da lei.
- Si è stata qui ma ora se ne è andata! - rispose alla chiamata in questo modo, senza che io le facessi nessuna domanda.
- Che vuol dire che è andata via? Ha trovato il modo per raggiungerle ed è andata da sola?
- No... - tirai un sospiro di sollievo. Non volevo che affrontasse qesta cosa senza nessuno di noi al suo fianco. - Le ho confessato di non avere tutti gli ingredienti per preparare le pozioni come invece credevo e arrabbiata è uscita dalla mia cripta per cercare un aiuto migliore. - Un aiuto migliore? Che accidenti significava. Neanche il tempo di elaborare meglio la frase che il telefono di casa squillò. Lasciai Regina in linea al cellulare e presi l'altra chiamata sperando fosse mia moglie.
- Emma tesoro...
- Mi dispiace deluderti capitano ma non sono la tua bella.
- Coccodrillo...
- Vedo che mi hai riconosciuto! La tua bella è qui, nel mio negozio. Gradirei che venissi a riprendertela prima che le faccia seriamente del male. - era una minaccia forse?
- Non ti azzardare a toccarla, mi sono spiegato? - dissi più arrabbiato che mai.
- Se continuerà a buttare il mio negozio a soqquadro credo proprio che non avrò scelta. - riagganciò senza lasciarmi replicare. Maledetto coccodrillo... perchè è andata li? Cosa sperava di trovare se non guai? Dovevo fermarla! Informai Regina di quanto appena scoperto e in tre secondi, dopo aver portato Liam da Snow, grazie alla sua magia, approdammo all'interno del negozio di Gold. Notai subito che era tutto in disordine, non mentiva, mia moglie stava dando il peggio di se.
- Emma, calmati ok? - le dissi afferrandole i polsi - Troveremo un modo, te l'ho già promesso.
- Non me ne faccio nulla delle promesse Killian, ok? Non possiamo aprire il portale, non possiamo comunicare con loro ne tantomeno raggiungerle. Ci vorrà tempo per preparare le pozioni e io non ho tempo da perdere ok?
- Lo so, sei agitata, lo sono anche io te lo giuro ma non credo che qui troverai quello che cerchi senza doverti mettere in mezzo a guai peggiori. Anche se ci fosse un'alternativa non potrei permettertelo capisci?
- Non mi interessa se dovrò fare un accordo, venderei anche la mia anima se fosse necessario a riportarle qui. - prese un profondo respiro -  Qui dentro deve esserci per forza un qualcosa che possa aiutarci!
- Sarebbe stato più semplice chiedermelo non credi Salvatrice? - le disse Gold incuriosito dalla nostra conversazione - Allora spiegami... come mai sei qui? Cos'è che cerchi con tanta fretta e disperazione? Con chi non riesci a metterti in contatto?
- Con nessuno! Non sono affari tuoi! - dissi io sprezzante. Non mi sono mai fidato del coccodrillo e penso che mai mi fiderò. Mia moglie al contrario non sembrava pensarla come me.
- Le mie bambine... Leila e Chloe... sono cadute in un portale che hanno aperto accidentalmente e non sappiamo dove siano finite. Puoli aiutarmi a ritrovarle? 
- Beh dipende... sei disposta a fare un accordo salvatrice?
- Assolutamente no! Lascia in pace mia moglie coccodrillo. Non le farò fare uno stupido accordo con te. 
- Beh... se è qui è perchè la mia vecchia allieva ha fallito miseramente - indicò Regina -  e quindi solo io posso aiutarvi - tornò a rivolgersi a lei. - Allora salvatrice che mi dici? Accetti?
- Si! - rispose lasciandomi a bocca aperta.
- No, non lo farà! - non fui io ad intromettermi questa volta ma bensì una persona che fino ad allora non avevo notato: Belle.  - Tremotino ne abbiamo già parlato,sono stufa di dover amare sia l'uomo che la bestia, sono stufa di dire a Gedeone che il suo papà non è così cattivo come si pensa in giro. Stiamo parlando di due bambine indifese, una è addirittura l'amichetta più stretta di tuo figlio. Non puoi ricorrere a degli stupidi accordi per salvarle, devi farlo e basta. 
- Belle...
- No, non voglio sentire ragioni. Aiutali a salvare le bambine o tra di noi può anche finire qui. - disse decisa.
- ...D'accordo! Ma lo faccio solo per Gideon e mia moglie sia chiaro. - Ero in debito con Belle e credo che mai mi sarei riuscito a sdebitare a dovere visto il grande favore che ci aveva fatto. - C'è un modo, o meglio... un oggetto per poter vedere dove siano finite le bambine: lo specchio di regina, quello che tenevi a palazzo. Era in gradi di farti vedere tutto ciò che desideravi, anche se si trovava in mondi differenti. Ricordi?
- Quello specchio non esiste più Gold. L'ho perso con il sortilegio. - rispose
- Lo pensi tu... niente è andato perduto con il sortilegio, tutto è stato portato qui, anche il tuo specchio. E' nel mio retro bottega, prego... seguitemi...

PASSATO

POV EMMA

Mi sentii mancare la terra sotto i piedi.Non era possibile, doveva esserci un errore, quelle bambine non potevano essere figlie mie.  Doveva esserci sicuramente un'altra spiegazione. Gli occhi di tutti erano puntati su di me curiosi di una mia possibile reazione ma l'unica cosa che riuscii a fare fu quella di girare i tacchi e correre. Non potevo restare li un secondo di più. 
- Emma tesoro aspetta! - sentii in lontanaza Mary Margaret chiamarmi  - Possiamo affrontarlo insieme. Non isolarti ok?
- Swan fermati! - Killian a differenza di mia madre mi corse dietro e nel giro di poco riuscì a raggiungermi afferrandomi per un polso e facendomi voltare verso di lui. - Il futuro non deve spaventarti love, devi avere fede... io sarò sempre al tuo... - ci mancava solamente quell'idiota a parlarmi di speranza e futuro. Con un gesto della mano andai via e mi rifuggiai all'interno del mio amato maggiolino. Vagai per tutta storybrooke alla ricerca di un angolo isolato dove poter sostare, volevo che nessuno mi trovasse e alla fine, dopo un a lunga ricerca,  riuscii a trovare il luogo che cercavo solamente attraversando il bosco. Rimasi li per parte della sera e della notte poi mi arrivò una chiamata sul cellulare che a differenza di tutte le altre ricevute precedentemente non potetti rifiutare.
- Henry tesoro... tutto ok? - dissi non appena accettai la chiamata.
- Io sto bene tranquilla ma sono preoccupato per te... i nonni e la mamma mi hanno raccontato tutto.
- Henry...
-  Mamma lo so che sei sconvolta per questa situazione e posso capire che tu faccia difficoltà ad accettare la cosa ma...
- Henry per favore non mettertici anche tu ok? Resta con Regina e non farmi preoccupare, io tornerò non appena avrò capito chi ci sta minacciando.
- Mamma non ci sta minacciando nessuno. Le bambine stanno dicendo la verità. Sono state incoscenti e sono cadute accidentalmente in un portale....
- Questo, nel caso fosse vero, ti farebbe capire che tipo di genitore sarò! Pessimo!
- Mamma lo sai anche tu che non è vero. 
-Non voglio parlarne Henry ok? Voglio solamente essere lasciata in pace. E' così difficile da capire?
- Mi dispiace mamma ma se mi vuoi bene dovrai ascoltarmi!
- Mi stai forse minacciando ragazzino?
- Si. E' così. Non mi interessa se non credi a quelle bambine, se sei spaventata dalla possibilità di un futuro felice o qualsiasi altra cosa, so solo che ora quelle bambine sono qui e vanno aiutate a tornare a casa. Dobbiamo agire come abbiamo sempre fatto, da eroi e scappare non le aiuterà di certo a tornare a casa, anzi... 
- E come posso aiutarle io è? Non ho la piu pallida idea su come aprire un portale.
- Potresti iniziare con qualcosa di più semplice. 
- Tipo cosa?
- Potrestin aiutarci a calmare una delle due. La più piccola si è svegliata e ha iniziato a piangere disperata. Nessuno di noi è riuscito a calmarla, neanche sua sorella. Abbiamo chiamato Killian, su consiglio della più grande, ma non ha avuto l'effetto sperato. Si è calmata un pochino ma continua ad essere spaventata. Le sue manine tremano e si illuminano. La mamma dice che è magia e che essendo spaventata non sa bene come controllarla. 
- Ha la magia, non sa controllarla e pretendi che io riesca ad aiutarla a calmarsi? Non c'è riuscita tua nonna che ci sa fare con i bambini vuoi che ci riesca io? Henry non...
- Tu sei sua mam...
- Non finirla neanche quella frase ok? Io ho un solo figlio... UNO! Sei tu. Non voglio saperne di questa storia. Ne ho già parlato fin troppo.
- Mamma ti prego! Fallo per me. Non devi accettare l'idea che siano tue, basta semplicemente che le aiuti come in passato hai fatto con Hansel e Gretel. Per favore... se perde controllo della magia qua rischiamo tutti di brutto. Sembra essere una bimba molto potente. 
ero stata messa alle strette... dovevo scegliere: o salvavo mio figlio da un possibile attacco magico involontario e incontrollato oppure continuavo a starmene li con le mani in mano a piangermi addosso e a trovare una soluzione per far si che questo futuro non accadi sul serio. Scelsi la prima opzione e mi recai al loft dove ero sicura di trovare la mia famiglia. Non appena parcheggiai la macchina notai una cosa, le luci all'interno di casa si accendevano e si spegnevano ad intermittenza, scesi dalla macchina e mi recai per le scale, il pianto di quella bambina si sentiva fin da li, sembrava davvero disperata. 
- Emma finalmente sei arrivata! Si è svegliata,ti ha cercato  e non ti ha trovata... sta così da allora. - esordì Regina
- Vuole la sua mamma! - continuò Mary margaret rivolgendomi un sorriso amorevole.
- Non sono io sua madre ma bensì quell'imbecille della mia versione futura che se l'è lasciata scappare se è vero ciò che dicono le analisi. Come pensi che possa calmarla io è? Io non ci so fare con i bambini, non ne ho mai cresciuto uno e se propio vogliamo dirlo non ho avuto neanche l'esempio di genitorialità accanto da cui prendere spinto. - Forse esagerai un pochino ma cos'altro avrei dovuto dire, per loro è sempre  tutto così dannatamente facile. Vidi Mary margaret rimanerci davvero male e solo allora forse mi accorsi delle parole effettivamente dette. - Emh scusa... io non volevo... cioè...
- Non importa.. in fondo hai ragione, ma questo non c'entra niente con quelle bambine. Che tu  sia o meno la sua mamma non importa, lei pensa che tu lo sia e ti sta cercando. Va da lei, è nelle tua stanza. Noi nel mentre cercheremo un modo per capire come riportarle nella loro epoca.
- Cosa devo dirle? - chiesi consiglio.
- Non pensare a cosa dirle, va da lei.. il resto verrà da se! Fidati. 
Salii al piano di sopra titubante e controvoglia e come se non bastasse mi ritrovai davanti Killian che con in braccio la piccolina cercava inutilmente di consolarla. Se non fosse stato per lo shock di poco prima nel sapere che forse quelle bambine erano collegate a me avrei trovato la scena quasi tenera, ma così mi faceva solo ancora più paura. E' già: era la paura il sentimento che prevaleva di più in quel momento.
- Mamma, mamma sei qui! - disse Leila  - Chloe piange perchè quando si è svegliata non ti ha trovata accanto a lei. 
- Swan eccoti finalmente! Nostra fi...
- Fa silenzio Hook, niente qui dentro è nostro, non cominciarti a fare strai film per la testa. 
- Il test del dna parla chiaro, sono nostre... tutte e due. Che ti piaccia o no Love noi saremo i loro genitori. - sorrise  vittorioso. Avrei voluto prenderlo a pugni.
- Noi non saremo proprio nulla Hook mettitelo in testa, non mi piaci e non mi piacerai mai. Io e Neal ci stiamo riprovando e non ho nessuna intenzione, ora che ho un  quadro piu completo di quella che potrebbe essere la mia vita futura, di farmelo sfuggire mettendomi a giocare al pirata con te. 
- Mamma... io... io lo so che tu non ci conosci e non sai la tua storia, ma mi fa male sentire le brutte parole che hai detto a papà. - per la prima volta vidi la piccola Leila cedere allo sconforto. Aveva cercato di essere forte per tutto il tempo ma forse questa volta, anche se involontariamente, l'avevo ferita. Non so perchè ma mi sentii immediatamente in colpa e cercai subito di scusarmi con lei.
- Hai ragione, non ti conosco ma se è vero quello che dici tu conosci me e sai come sono stata nella mia vita passata... io...
- Si lo so, sei circondata da muri! Tranquilla, papà riuscirà a buttarli tutti giu. -  stavo seriamente parlando con lei di questo? Non mi riconoscevo piu...
- Si sono corcondata da muri... hai ragione, mi servono per non essere ferita come è gia successo un milione di volte. Ti chiedo scusa se ho risposto male ad Uncino, ma il nostro rapporto non è esattamente come quello che immagini tu. 
- Un giornò cambierà puoi starne certa e sarai molto felice con il mio papà.  - felice? io felice? Sarebbe un vero e proprio miracolo... a me, Emma Swan, non è conteplata la felicità. 
Mentre finisco di parlare con Leila lancio uno sguardo a Killian che tenta ancora inutilmente di calmare la piccola. Prendo un respiro profondo,mi faccio coraggio ed infine li raggiungo.
- Hook, dalla a me! Provo io. - dissi facendogli cenno con le braccia di passarmela. La bimba non mi diede neanche il tempo materiale di sistemarla meglio su di me che eccola rannicchiarsi come una scimmietta e stringersi forte forte al mio collo. Il mio cuore perse un battito a quel gesto e a quel contatto. Possibile che per lei fossi così importante? Avrei dovuto essere spaventata, più che spaventata ma non lo fui anzi... quell'abbraccio mi fece stranamente piacere. Che mi stessi rammollendo come tutti gli alti ? Mmh... Molto probabile ma dovevo però cercare di rimanere lucida, quelle non erano le mie bambine, non potevo affezionarmi a loro.
- Ei bimba, non piangere ok? Va tutto bene, sei al sicuro adesso  e ti prometto che ci prenderemo cura di te e tua sorella ok?
- Ma... Mamy... - singhiozzò. Continuava a chiamarmi in quel modo e per quanto volessi farle capire che non ero la persona che lei credeva che fossi, non le dissi nulla e la lasciai fare, magari le avrei parlato una volta che si fosse calmata. Differentemente dagli altri, i miei tentativi di calmarla diedero esiti positivi, non feci molto a dire la verità, mi bastò semplicemente tenerla in braccio e cullarla. Sembrava sfinita ma non aveva intenzione di voler dormire, voleva restare tra le mie braccia e guai anche solo a farla sedere nel lettino che mia madre le aveva gentilmente preparato.
- Ho Paula.... - mi disse in un sussurro quando smise di piangere.
- Paura? E di cosa hai paura? - chiesi non capendo.
- Che tu bai bia! Leila detto che tu no mamy vela. Ta bagliando velo? Tu mamy mia! -  e adesso? Come avrei dovuto dirle senza ferirla? Forse avrei sbagliato ma optai per dirle la verità.
- tesoro io non sono esattamente la tua mamma... cioè non lo sono ancora... - Ecco, quella era decisamente la prima volta che lo stavo ammettevo.
- Che tignifica? - inclinò la testolina di lato incuriosita dalla mia risposta.
- Significa che mentre stavate giocando, tu e tua sorella avete per sbaglio aperto un portale che vi ha portate qui. Non siamo nel tuo mondo piccola ma nel mio. sei andata indietro nel tempo. In questo mondo io ancora non ho trovato... la “felicità”, se così si può dire.
- Io e Leila ancora non nate?
- Esatto... - però... per avere 4 anni era intelligente.
- Ma papo lo ami pelò! - a momenti non mi strozzavo con la mia stessa saliva. Io amavo Hook? eheheheh si certo come no.
- Chloe, mamma e papà qui ancora non lo sanno che si amano, ricordi le storie di Henry? Ci hanno messo un bel po a capirlo... o almeno la mamma ci ha messo tanto. - battè la mano sulla fronte rassegnata.
- Ti velo. Henny dice che la mamma ela lecidiva! - Killian scoppiò a ridere a quella battuta  mandandomi su tutte le furie
- Recidiva è un eufemismo piccolina... tua madre è più che re...
- HOOOOK! Piantala, vai di sotto ok? Ci penso io qui.
- Anche qui mamy allabbia co papo pelò! - sorrise - Mamy anche se no sono ancola nata tu tei la mia mamy belo?
- Dille di sì per favore altrimenti piange e non la smetterà più! - mi arrivò a bassa voce un suggerimento da sua sorella. Era evidente che la piccola fosse molto legata alla sua mamma e questo mi creava dei grossi dubbi sul fatto che fossi veramente io. Decisi di assecondarla, in fondo non sarebbero rimanste qui per sempre, dovevo solo fingere per un po’... avrei pensato a quello che sarebbe stato il mio futuro una volta rispedite a casa. dI sicuro sapendo determinate informazioni sarei stata di gran lunga molto più attenta... sopratutto a frequentare certi soggetti.
- Facciamo così, Puoi chiamarmi mamma se vuoi, potete chiamarmi così entrambe,  l’importante è che voi sappiate che la vostra mamma originale non è qui adesso ma che vi sta cercando con tutta se stessa per riavervi con se e che presto sarà qui. - Dissi quelle parole per tranquillizzarle  ma non avevo la più pallida idea di dove fosse la loro mamma, se fosse preoccupata per loro e se le stesse effettivamente cercando.  Gli dissi quello che avrei voluto sentirmi dire io da piccolina quando aspettavo con ansia che la mia mamma entrasse da quella maledetta porta della casa famiglia e mi portasse via con se. Forse per questo motivo non sto dando di matto alla possibile  probabilità di una futura maternità... forse mi sto semplicemente identificando in loro ma allo stesso tempo sto cercando un modo per non farle soffrire come invece ho fatto io. Mi è capitato di fare la stessa cosa qualche anno fa con Hansel e Gretel, mi sono battuta fino alla fine per ritrovare il loro papà biologico per non spedirli in una casa famiglia e alla fine nonostante Regina mi ostacolasse ci riuscii. Bene, anche questa volta avrei fatto lo stesso.  - Un'ultima cosa bimbe... vi ho detto che potete chiamarmi mamma solo che... beh cercate di non farlo in pubblico ok?
- OK mamy! - la più piccolina si arrampicò meglio sulle mie ginocchia e mi diede un bacino sulla guancia. 
- Bene, ora che ci siamo finalmente calmate che ne dici di provare a dormire un pochettino?
- No... io no tonno.... io coccole di mamy!
- Fa sempre così? - chiesi a Leila
- Solitamente è anche peggio! - andiamo bene.
le sistemai entrambe nel letto e come se fosse la cosa più normale di questo mondo presi a coccolarle entrambe, non potevo credere a quello che stavo facendo: io, Emma Swan, si stava prendendo cura di due bambine? Qui qualcosa non andava. Rimasi immersa nei miei pensieri a lungo poi una voce allarmata mi riportò alla realtà
- Emma scendi immediatamente di sotto! E' urgente! - per mia madre è sempre tutto molto urgente. Chiesi alle piccole di rimanere qualche minuto li in stanza dopodichè raggiunsi gli altri di sotto. - Guarda! - mi indicò lo specchio accanto alla sua camera da letto. Non vidi nulla all'inizio se non l'oggetto indicato, ma quando mi avvicinai di più notai qualcosa di strano: eravamo tutti li: io, hook, i miei e regina... solo che quello non era il nostro riflesso. Non eravamo vestiti allo stesso modo e anche i nostri lineamenti erano alquanto differenti. 
- Non abbiate paura, siamo semplicemente voi! Certo siamo la vostra versione futura ma siamo sempre voi.
- La nostra versione futura? e come avete... - chiese Regina stupita da quel tipo di magia.
- Gold ci ha aiutato a formare un collegamento con voi, ma bando alle ciance...  per caso avete avuto modo di imbattervi in due bambine?
- Leila e Chloe? Si... sono di sopra. - rispose mia madre sorridendo a quella che doveva essere la mia versione futura.
- Come stanno! Come stanno le mie bambine? - chiese preoccupata.
- Allora... allora è vero? Tu... tu  sei la loro mamma? - chiesi io conoscendo ormai la risposta. La donna dall'altra parte dello specchio mi capì al volo e sorrise.
- Stai facendo fatica ad accettarlo vero? - annuii - In che epoca siete? Qual'è stato l'ultimo cattivo sconfitto?
- Siamo appena tornati da Neverland. Speravo in un periodo di calma e invece...
- Beh almeno questa volta non dovrete combattere, è un fattore positivo no? Dall'altro lato però ricordo bene come mi sentivo una volta tornata dall'isola... l'aarrivo delle bimbe non ci voleva. - continuò a sorridermi mentre uncino della versione futura andò accanto a lei per abbracciarla.
- Bacio bene non è vero? - Mi prese in giro facendo ridere contemporaneamente il suo clone - Perchè piuttosto che fargli sudare sette camice non gli dici direttaente che sei perdutamente innamorata di lui?
- Killian amore!!!!!!  - lo richiamò all'ordine lei. Amore? Sul serio lo aveva chiamato amore? Quello si che sarebbe stato il momento di scappare a gambe levate. Mi limitai ad osservarli meglio e notai le loro fedi nuziali... le bambine avevano detto la verità! - Scusalo Emma, non cambierà mai. Starei qui a parlare per ore ma prima ditemi qualcosa di quelle due piccole pesti? Stanno bene? Sono spaventate? 
Rispose mia madre per me, io ero troppo scioccata nel pensare che un giorno mi sarei sposata con quel cretino di Hook. - Stanno benissimo, hanno mangiato e ora sono a letto. Un po spaventate lo sono state ma ora la cosa semra andare un pochino meglio. Siamo uguali a voi e per il momento questo basta a farle stare tranquille. Non so come andrà nei prossimi giorni, sopratutto per lei - mi indicò - Ma spero che riusciate presto a trovare un modo per raggiungerci. 
- Abbiamo tutto sotto controllo, piu o meno, dobbiamo solamente aspettare che l'emporio apra per prendere degli ingredienti e creare le pozioni. Presto saremo li non temete.
- Mamma?!? Mamma sei tu???? - improvvisamente sentimmo una voce alle nostre spalle: le bambine erano silenziosamente scese di sotto e a differenza di tutti noi non rimasero sorprese delle figure che trovarono all’interno dello specchio, anzi: li riconobbero subito. Entrambe corsero davanti l’oggetto incantato ma quello che fece Chloe sciolse completamente il mio cuore di ghiaccio: cercò di abbracciare lo specchio e contemporaneamente dava tanti bacini a quella che era la sua vera mamma. Vidi la me del futuro inginocchiarsi con gli occhi lucidi per essere all’altezza delle vambine e la vidi consolarle e tranquillizzarle. Non inventò scuse, disse loro semplicemente la verità ma lo fece in un modo talmente materno da non riconoscermi. Non ero mai stata così... altruista, com’è possibile che un giorno riuscirò a smussare il mio carattere e cambiare radicalmente? Non riuscii a pensare oltre poichè venni distratta dalle parole del mio clone:
- Chloe no, non è possibile attraversare lo specchio tesoro, non è un portale. - le spiegò quando la bambina cercò di passare attraverso di esso.
- Ma io boglio venile da te! - iniziò a singhiozzare. Ti prego no... un altro pianto come quello di prima non potrei sopportarlo.
- Ei, lo so tesorino e sto facendo tutto il possibile pur di venire a prendervi il prima possibile, ma dovrete pazientare ancora un pochino.  Ritenetevi comunque fortunate... siete capitate bene o male a casa, potevate ritrovarvi in una terra straniera e nel bel mezzo di qualche battaglia.
- Ma quetta no è casa. Tu e papo qua no vi bolete bene... no casa azzulla.... no ci sono i miei tocattoli... no mi pace quetto potto.
- So in che periodo siete capitate ma fidatevi di me, non vi sentirete proprio casa ma loro non vi faranno mancare nulla. Pazientate un pochino e comportatevi bene, presto ci riuniremo ve lo prometto.
- Non ci darai nessuna punizione? Per aver aperto quel portale dico...
- Per il portale no mia cara Leila, non potevate saperlo, ma per aver preso cose non vostre penso proprio di sì!
- Scusa mamma... dovevo fermarla, sono stata una stupida.
- No mamy, punittione nooo! Io no bolebo.
- Che vi resti da lezione signorine, ora a nanna che è tardi.
- Io dommo solo se potto dommile qui! - si andò a sedere sul lettone di Snow e incrociò le braccia in segno di protesta - E tolo se tu mi guardi dallo pecchio mamy.
- Amore, devo aiutare la zia con le pozioni per raggiungervi... 
- Tai andando bia? No Mamy ti pegoooooooo!!!!! Pel favole lesta qui co me.
- Emh Emma... - dissi al mio clone - forse non sarebbe una cattiva idea se restassi connessa per controllarle, io non credo di... si beh ecco....
- Non devi dirmi nulla, sono stata te, so come ti senti... - mi sorrise dopodiché comunico alle bimbe che sarebbe rimasta lì, in diretta, a sorvegliarle. Aspettammo entrambe che le bimbe si addormentassero poi, dopo che anche gli altri si furono allontanati, parlammo un po'.
- Se hai qualche domanda da farmi sono a tua completa disposizione. - mi disse
- Sembri così diversa da come sono io... non mi riconosco in nulla vedendoti. Io ho istinti materni pari a zero, pazienza zero e voglia di innamorarmi... beh zero anche per quella.
- Beh cosa dirti, cambierai il modo di vedere le cose molto molto presto! Non te ne accorgerai neanche, sarà talmente bello e naturale che ti ritroverai direttamente catapultata in un nuovo mondo ricco di amore e gente che ti ama.
- Sembra impossibile... - restammo in silenzio per un po’ poi mi feci coraggio e le feci la domanca che più mi stava mandando in tilt - Ma davvero io e Uncino.... - non riuscii neanche a terminare la frase.
-  A dell’incredibile vero? Eppure zitto zitto è riuscito ad abbattere tutti i miei... i nostri - si corresse - muri.
- Io non lo sopporto quell’uomo, forse il tuo passato è stato diverso dal mio. Forse il tuo Hook è meno odioso di quello che vive in quest'epoca.
- Hook è Hook in qualsiasi epoca puoi fidarti, ti sembra di odiarlo, di non sopportarlo ma credimi se ti dico che è tutta una tua difesa. In fondo non ti dispiace come persona.
- Ti sbagli...
- Vediamo... siete stai a Neverland e vi siete baciati... mi correggo, l'hai baciato...
- Mi ha provocato... l'ho fatto solo per quello. Ho agito d'istinto.
- Ammettilo, è stato un gran bel bacio. - arrossii, in effetti quel bacio scaturì in me diverse sensazioni contrastanti.
- Non credo che funzionerebbe mai tra noi due e poi c'è Neal... noi...
- Voi? Non c’è nessun voi e lo sai anche tu. Ti stai aggrappando a lui solo per non avvicinarti ad uncino. Usi la scusa di Henry e del fatto che sia suo padre per scappare ma fidati, le cose cambieranno. 
Parlammo per tutta la notte senza renderci conto del tempo che stava passando, più parlava e più credevo di state sognando, la sua vita sembrava perfetta non potevo credere che forse presto sarebbe capitato anche a me. Oddio c’era il piccolo, non tanto piccolo, problema di uncino ma...
- Mamy gionno! - fummo interrotte dalla piccola Chloe che si svegliò e solo ad allora mi resi conto che si era fatto giorno. - fame io!
- Buongiorno Piccola peste, hai fame? Wow! Che strano! -  le sorrise.
- Anche io ho un po’ di fame mamma, possiamo andiate da Granny con Emma? - finalmente almeno una delle due piccine mi aveva chiamato con il mio nome.
- E Chloe dove la vorresti lasciare? Sai che tua sorella sta ancora poco bene. - mi aveva accennato quel piccolo dettaglio durante la notte e quella fu una delle cose che mi lasciarono parecchio sconvolta. 
- Io lesto qui co te e nonno David! - indicò con la manina il piano di sopra.
- Beh in questo caso chiedi ad Emma se vuole accompagnarti. - disse alla più grandicella - Però Chloe che sia ben chiaro: dopo che saranno tornate mamma andrà a dare una mano a zia ok?
- No!
- Devo aiutarla con le pozioni se voglio tornare da voi in tempo brevi.
- No no nooooo! - iniziò a fare capricci
- Devo andare via adesso? - la rimproverò
- No no no! Ba bene dopo.
Non che non mi fidassi di uno specchio, ma prima di uscire avvisai i miei genitori, che si erano gentilmente offerti di dormire nella camera al piano di sopra per lasciare le bimbe nella loro, dopodiché accompagnata da Leila andammo da Granny a prendere la colazione per tutti. Granny aveva già visto la bambina per cui non fece domande, ma a differenza della sera precedente  adesso il locale era stracolmo di gente e mi sentivo gli occhi di tutti puntati addosso. Cercai di ignorarli e mi concentrai sull'ordinazione ma poco dopo una voce mi richiamò all'ordine. La conoscevo troppo bene quella voce e non potevo di certo ignorarla.
- Pensavo di vederti per l'ora di pranzo ma anche la colazione non è male come pasto da condividere.
- Neal ciao!  - lo salutai - Ecco vedi, mi piacerebbe trattenermi ma vado un po’ di corsa adesso.
- Non hai neanche il tempo per prendere un caffè al volo? 
- No mi dispiace...
- Come vuoi, ti lascio alle tue cose allora ma ti aspetto per pranzo ok? Non puoi dirmi di no!
- Neal...
- Emma dobbiamo parlare, è arrivato il momento e lo sai anche tu... non posso più aspettare, ho bisogno di...
- Ti ha detto di no la vuoi lasciare in pace? - si intromise Leila infastidita da quella presenza.
- E tu chi sei? - chiese guardandola.  A differenza di tutta Storybrooke lui era l'uinico a non essersi ancora accorto di lei.
- Leila! - rispose acida
- E' qui con te? - mi domandò - Che c’è hai iniziato a fare anche la baby Sitter adesso? Regina non paga abbastanza lo sceriffo per caso? 
- Ti spiegherò tutto a tempo debito ok? Adesso scusami ma ho da fare.
- Hai tempo per una bambina ma non ne hai per me? Tze... io proprio non ti capisco. 
- Sentimi bene: lei non è la mia baby sitter ma la mia mamma! - sorrise vittoriosa per poi rivolgersi a me - Andiamo via mammina, tornavamo a casa.
- Chi... chi ha detto che sei? Mamma? Tu? Tu sei saresti sua mamma? Ehehehehehe.... Emma non mi va di scherzare ok? Chi è questa b....
- Neal scusa scusa scusa ma devo proprio andare! - senza aggiungere altro presi le buste la bambina e insieme tornammo a casa. Sperai che fosse finita lì quella spiacevole conversazione ma mi sbagliavo, il tempo di fare colazione, convincere i miei che potevano andare tranquillamente a lavoro e consolare Chloe perché sua madre aveva chiuso il contatto per aiutare la Regina del futuro ad aprire il portale ecco che il capanello di casa iniziò a suonare insistentemente. Andai ad aprire e indovinate un po’ chi mi ritrovai davanti? Naturalmente Neal! Senza aspettare il mio consenso entrò in casa e andò a sistemarsi sul divano nel soggiorno.
- Allora? Cos’è questa storia Emma? Hai preso atto che ti mancano i momenti perduti dell'infanzia di Henry e stai prestando servizio in quale casa famiglia per rimediare?
- È più complicato di così ok?
- Non vorrai mica farmi credere di aver avuto seriamente una figlia?
- Uffa! Ancora tu sei! Non ha una figlia ok? Ne ha Due! - Rispose Leila entrando nella stanza seguita a ruota da sua sorella.
- Ce n'è anche un’altra? - chiese incredulo - Emma rispondimi per favore... chi sono queste bambine e perché sono qui con te?
- Credo che tu ti stia alterando un po troppo per i miei gusti...
- Mi altero si, vogliamo costruire qualcosa insieme e proprio mentre stiamo per riiniziare la nostra storia sbucano queste due. Che sta succedendo è?
- In primis io non sto costruendo proprio nulla con nessuno sia ben chiaro. Non ti ho detto che ci avremmo riprovato... - ci mancava solamente lui adesso.
- Ma Henry merita di crescere con entrambi i suoi genitori, lo sai anche tu questo. 
- Può farlo anche se non viviamo sotto lo stesso tetto però! Ascolta Neal non sto dicendo che tra di noi non potrà più esserci nulla, però non voglio neanche correre e illudere nostro figlio. In questo momento riesco a pensare solo a lui... non ho la testa per fare altro.
- E queste due allora? Per loro hai tempo? Mi spieghi o no chi sono e perché sono qui?
- Te l’ho detto: lei è nostra mamma! - il suo sguardo scettico e incredulo si spostò da loro a me.
- Dicono la verità... o almeno una parte della verità. Ti ricordi quando Leroy ha dato l’allarme ieri sera? Beh l’allarme era per loro due. Vengono dal futuro e sono arrivate tramite un portale.
- E... e sono tue figlie...
- A quanto pare si. - pensavo avrebbe dato di matto  invece mi sbagliai, improvvisamente  lo vidi sorridere come un ebete.
- Neal... tutto ok?
- Potevi dirmelo subito... ecco perché sei così confusa. Sei spaventata all’idea che tra qualche anno avremo due bambine. Dovevi dirmelo subito tesoro ti avrei aiuta ad accettare la cosa. Immagino tu ti sia spaventata parecchio...
- Neal che hai cap.... - qualcuno mi anticipo svelando a Neal la verità.
- Non sei tu nostro padre! - disse in toni poco delicati la piccola Leila.
- A no? E chi altri avrà il privilegio di fare breccia nel cuore di vostra madre oltre a me? - rispose con aria di sfida non credendo alle parole della bambina.
- Killian Jones!
- Ti! Papo! Papo è Killian zones.
Scoppiò a ridere a quella risposta - Sì certo e io sono mago merlino.
- No, mago mellino è più bello di te!
- Chloe! - la rimproverai, non era assolutamente il momento di istigarlo.
- E' velo pelò! Mellino bello! 
- Aspettate un attimo: mi state forse dicendo che Emma preferirà quel pirata con una sola mano a me? E mi starà bene la cosa? - era scioccato.
- Mamma ama papà e  per lui la cosa è reciproca. Non lo so se tu ne sei mai venuto a conoscenza... 
- Me lo terrà nascosto? E dimmi signorina: come può nascondere un uomo e due marmocchie ficcanaso come voi?
- Tu sei morto! 
- COSAAAAAAAAAAAAAA!!!! - si io che lui guardammo la bambina interdetti. Neal sarebbe morto? Non... non poteva essere vero, per quanto non fossi sicura dei sentimenti per lui non avrei mai voluto che... oddio Henry... resterà senza papà.... no! Devo impedirlo.
- Ti, papo di Henny è in cielo con gli anzioletti e lo guadda da lì. Tu hai detto coti mamy.
- Io... io non posso crederci... non solo tu ti farai una bella vita con quel bell’imbuso, ma addirittura io morirò... tze scommetto che mi ha addirittura ucciso lui. 
Nessuno ebbe il tempo di replicare che Hook, neanche a farlo apposta, entrò in casa:
- la porta era aperta io.... non sapevo avessi compagnia, volevo solo vedere le bambine... - in men che non si dica si ritrovò a terra, messo ko da un destro bene assestato da parte di Neal.
- Sei un essere spregevole! Prima ti sei preso mia madre ora la mia donna.  Che razza di uomo è uno che distrugge la vita di un ragazzino di soli 12 anni per il capriccio di avere una donna nel suo letto?
- Amico che ti prende! - rispose massaggiandosi il viso per il colpo ricevuto.  - Di cosa accidenti stai parlando!
- Di Emma... “amico”, sto parlando di Emma! Chi ti ha dato il permesso di avvicinarti a lei è? L’hai di sicuro presa in giro con qualche subdolo trucchetto da pirata. Lei è una principessa non dovrebbe stare con un essere come te. 
- Ah! Da questo piccolo monologo deduco che tu abbia conosciuto le mie future figlie! - Sogghignò
- Brutto bastardo! - non lo fece neanche rialzare che gli fu nuovamente addosso.
- Ei Neal smettila immediatamente! - dissi per quel gesto così avventato ma non saprei dire con precisione se fosse intenzionato a darmi ascolto o meno perché neanche finii di parlare che lo ritrovai sospeso per aria e appoggiato alla parete difronte a me.
- Tu debi lasciale stale mio papo hai capito coso? Tu no bua a lui... se lo fai io bua a te! - era la piccola Chloe, con la sua magia che lo aveva separato da Hook e ora continuava a tenerlo sospeso e non sembrava intenzionata a mollare la presa.
- Chloe piccola, lascialo andare... - le dissi
- No!
- Per favore, ha capito di aver sbagliato, non dirà più nulla a Hoo.... papà. - mi corressi in calcio d'angolo.
- Sicula sicula mamy? - fissai in malo modo Neal e lui rassegnato annuì. Credo abbia temuto davvero per la sua vita
- Si sono sicura. Da brava lascialo andare. - annuì e allo stesso tempo fece una cosa che mi fece ridere: Lascio la presa su di lui in maniera per nulla delicata facendolo cadere su mobile vicino la porta di ingresso il quale si ruppe.
- Hai messo su proprio una bella squadra vedo! Sei una delusione Emma! - mi disse con rabbia per poi guardare Hook - con te non ho ancora finito, ci si vede in giro... “amico”.
Uscì come una furia, avrei dovuto trovare del tempo per parlare con lui prossimamente per farlo  ragionare ma al momento avevo altro a cui pensare, avevo due bambine di cui occuparmi e non avevo la più pallida idea da dove iniziare.
- Non l’ha presa proprio tanto bene! - disse Hook
- Chi di noi l' ha fatto? - risposi sarcastica - Ad ogni modo, come mai sei qui?
- Ho cercato di dirtelo prima di essere ingiustamente aggredito: Volevo passare del tempo con loro!
- Wow! Capitan uncino ha anche un lato romantico e paterno? Ha dell’incredibile!
- Papo è blavo! - sottolineò la piccolina andando ad abbracciarlo
- Per una volta concordo con mia sorella. Mi è venuta un’idea, visto che non abbiamo giocattoli con cui giocare, possiamo fare finta che la camera di nonna sia la Jolly Roger? Giochiamo ai pirati papà?
- Tiiiiiiii!  Pilatiiiiiiii! Pilatiii!
- Ma guardale... le hai istruite proprio bene bene.
- Ti sorprendo ogni volta mia dolce Swan vero? - mi fece l’occhiolino dopodichè andò con le bimbe a giocare. Rimase con noi per buone due ore, poi quando i miei rincasarono decise che era tempo di togliere l’ancora. Con la promessa alle bimbe che il pomeriggio seguente avremmo fatto qualcosa tutti e quattro insieme si congedò e mi lasciò con i miei genitori, le bambine e una miriade di giocattoli sparsi per tutto l'ingresso.
- Cosa sono tutti questi così? - chiesi
- I giochi per le mie nipotine mi sembra ovvio. Dovranno pur passare il tempo queste signorine non credi? Non possono di certo passare 24h no stop davanti una TV.
- No certo che no ma Mary margaret... credo che ti sia sfuggita una cosa: i loro genitori stanno per venire a prenderle... non resteranno qui con noi per sempre. Potrebbero arrivare anche adesso, non puoi saperlo: che ne faremo di tutti questi giochi una volta che saranno andate via?
- Li porteranno nel loro mondo così si ricorderanno per sempre di noi!
- Tono tutti nottri quetti zocattoli nonna?
- Certo piccolina, spero che vi piacciano!
- Sono meravigliosi nonni! Grazie! - Leila corse ad abbracciarli seguita a ruota da sua sorella.
- voi blavi come i nonni veli!
Ok, se quello era un assaggio del mio futuro ero fottuta: madre di 4 figli, moglie di un insopportabile capitan uncino e figlia di due nonni in preda ad una crisi amorosa verso la propria dinastia.... eh si, forse era devo il caso di modificare un tantino il mio futuro.
La serata prosegui tranquilla per me, le bimbe giocarono per tutta la sera con i nonni e a parte qualche capriccio per andare a nanna da parte di Chloe, che volle dormire assolutamente con me, il resto andò tutto bene. Fu il giorno seguente quello che mi mise una strana ansia addosso. 
In mattinata mi chiamo Killian e solo nel leggere il suon nome sul display in me si creò una strana sensazione di disagio. Voleva organizzare un pomeriggio con le bambine e voleva sapere se avessi qualche idea sul dove portarle. Sapevo di Chloe, del fatto che non potesse uscire molto se non una volta a settimana, sapevo anche che per quella settimana i suoi ancora non le avevano organizzato nulla quindi pensai che forse fare qualcosa fuori da quelle quattro mura del loft sarebbe stato l’ideale per loro due. Restammo al telefono per più di un’ora e tra una battutina a sfondo erotico da parte di lui e un rimprovero sui suoi modi poco delicati da parte mia ecco che arrivammo a formulare un programmino niente male per quel pomeriggio. Leila e Chloe amavano i film e i cartoni animati ma non erano mai state al cinema: pensammo di portarle li nella speranza che ci fosse almeno un cartone che non avevano ancora visto, dopodiché l'itinerario prevedeva una tappa da Granny per la merenda e una passeggiata in spiaggia. Erano figlie di un pirata e parlando con Emma sapevo che il fattore mare e salsedine era impresso nel loro DNA. Riagganciai il telefono con l’accordo che ci saremmo visti per le due del pomeriggio e lasciando le bimbe a Mary Margaret mi recai a lavoro. Non riuscii a concludere nulla, per tutto il tempo che fui in stazione continuai a pensare al fatto che quel pomeriggio avrei avuto una sorta di appuntamento con Hook. Non mi è mai piaciuto Hook... tra di noi c’è sempre stato dell'astio, ma non so perché dal giorno in cui accadde quel fattaccio sull'isola non faccio altro che pensare ai suoi occhi. Cosa potrà mai significare? Non sono di certo interessata a lui... ci mancherebbe altro, rabbrividisco al solo pensiero. Allora perché continuo a pensare a lui? E perchè sono agitata per questo pomeriggio? Forse per il futuro che mi si è presentato davanti così all'improvviso? Si...  forse è proprio per questo. Sono spaventata da tutto ciò per il semplice motivo che non lo voglio.
- Emma tesoro! - caddi quasi dalla sedia quando mi sentii chiamare. Ero talmente presa dai miei pensieri che non avevo sentito mio padre arrivare.
- David... come mai sei qui? È successo qualcosa? - esclamai preoccupata.
- No, certo che no. Sono solo le 13, il tuo turno è finito. Sono venuto a darti il cambio! - sorrise
- CHE ORE SONOOOOOOOOOOO??????? Oddio ho perso la cognizione del tempo questa mattina! Non ho concluso nulla! Mi dispiace David. Lascia pure queste scartoffie qui, le sistemerò io domani promesso! - iniziai a parlare a raffica mentre mi affrettavo a mettere la giacca e uscire dalla stazione. 
- Non dire stupidaggini ci penso io a queste, vai a casa e dai un bacione a quelle piccoline.
Mi avviai alla macchina con un’ansia sempre più grande. Forse avrei dovuto disdire il programma del pomeriggio. Se non riuscivo a stare calma ora che ero da sola come mi sarei sentita con loro tre a mio fianco? Si era deciso, sarei tornata a casa e avrei disdetto tramite sms, perché sono una codarda, l’impegno preso. Non avevo messo in conto un piccolo dettaglio però, le bambine erano state messe al corrente della giornata da trascorrere e non appena tornai al loft le trovai sul divano di casa vestitite di tutto punto che mi stavano aspettando impazienti!
- ciao mamma sei tornata! Ti piacciono i nostri vestitini? Ce li ha comprati la nonna per oggi pomeriggio. - disse Leila tutta contenta seguita a ruota da sua sorella. 
- Ti! E mi ha complato anche un peluche a fomma di uniconno! Lo vuoi bedere?
- Amore di nonna, la mamma lo vedrà più farti il tuo peluche adesso deve andare a prepararsi! Tornate a giocare, da brave. - le bimbe si allontanarono lasciando me e Mary Margaret sole
- Lo so che non avrei dovuto ma non potevano mica uscire con gli stessi vestiti di ieri. - si giustificò.
- Ti stai affezionando troppo!- le feci notare.
- Lo so ma è impossibile non farlo!
- I loro veri genitori potrebbero essere qui da un momento all’altro, starai malissimo quando andranno via se continui così.
- Hai ragione, prometto che eviterò di comprare loro altre cose. Ora vai a prepararti che è tardissimo. Sei una principessa, non è carito far aspettare le persone. -  ignorai la frase sull'essere un membro della famiglia reale. 
- Ecco... a dire il vero stavo quasi pensando di scrivere a Killian e..... e  annullare!
 - Annullare? E perché mai?
- Non me la sento molto di uscire a dire la verità.
- Sì certo, farò finta di crederci. - sorrise maliziosamente - Comunque non pensi sia un po’ troppo tardi per disdire? Quelle piccoline non vedono l’ora di vedere Killian e uscire un po. Ci resterebbero davvero male se non potessero più farlo. 
- Allora vorrà dire che le lascerò a lui e rimarrò qui. Non...
- Hai paura a star da sola con lui di la verità!
- Cosa? Ma no che dici! Sono abituata a vederlo! Ci conosciamo da un paio d’anni ormai.
- Si è vero, ma rare volte siete stati da soli... e quando lo avete fatto beh....
- Non continuare ti prego! È già abbastanza umiliante il fatto che voi tutti sappiate... non ricordarmelo.
- Tuo padre non lo vede di buon occhio ma io credo che tu una possibilità debba dargliela: anche se fai di tutto per non farlo vedere sei diversa quando c’è lui. È il fatto che non vuoi più uscire è la prova evidente che provi qualcosa quando sei in sua compagnia.
- Sei fuori strada! - sbuffai - Ho capito! Vado a prepararmi.
Mi chiusi in bagno e rilassai i nervi sotto una meravigliosa doccia calda dopodiché cercai un outfit non troppo impegnativo da indossare e mi truccai. Quando finii di prepararmi erano le 13 e 15 e Hook era già al piano di sotto.
- Sei meravigliosa Swan! - mi disse guardandomi. Non avevo messo nulla di particolarmente elaborato, solo un pantalone leggermente più elegante del solito e una mogliettina scollata sulla schiena.
- Tu mamy bella! - ripete Chloe in braccio a Hook.
- Pronta a regalare a queste due signorine una giornata da favola?
Annuii e sotto gli occhi a cuoricino di mia madre che ormai ci paragonava ad una famigliola felice uscimmo e ci recammo al cinema. Il destino ce l’aveva con me, non c'era alcun dubbio. In base al numero dei posti assegnati io e Killian eravamo capitai vicini. Tentai in gran segreto di fare a cambio con una delle bimbe, Leila precisamente,  ma si rifiutò dicendo. “Devi stare vicino a papà così potrete tenervi per mano e darvi finalmente un bacino. Da quando siamo arrivate ancora non l'avete fatto”. Rabbrividii al solo pensiero.  Mi rassegnai e andai a sedermi. Furono le due ore più imbarazzanti della mia vita. Per tutta la durata del cartone Hook non fece altro che fissarmi e con la scusa di rubare i popcorn a Chloe che era seduta accanto a me spesso volte posava la sua unica mano sulla mia gamba trattenendosi più tempo del dovuto. In passato avrei dato un ceffone in pieno volto a chiunque ci avesse provato così spudoratamente ma con lui non ci riuscii... mi sentii solo impacciata e imbarazzata. Fortunatamente anche quella tortura fini e andammo da Granny a prendere la meranda da portare in spiaggia. Avevo dimenticato il piccolo particolare che Neal alloggiava ancora lì e quando ci vide entrare tutti e  quttro nel locale iniziò un’altra scenata di gelosia davanti a tutti!
- laccia tate mamy e papo coso! Io no boglio dittelo più! - anche questa volta la piccola Chloe interveni più infuriata che mai solo che questa volta non lo scaravento addosso a qualche parere, lo fece sparire direttamente.
- Dove lo hai mandato? - chiesi preoccupata non conoscendo a pieno la sua magia.
- Nella folesta! Coti impala!
- ottimo lavoro piccola piratassa! Vogliamo andare a giocare in spiaggia adesso?
- Ti papo tiiiiiiiiii!
- Si papaaaaaaaaaaa! Voglio fare una gara di castelli di sabbia.
Erano davvero entusiaste e quando arrivammo in spiaggia la cosa fu ancora più eclatante: iniziarono a rincorrersi e a rotolarsi sulla sabbia come se non ci fosse un domani, sembravano davvero felici e ne fui contenta. Eravamo riusciti con poco a fargli dimenticare quel piccolo dettaglio che non erano nel loro mondo. Giocammo un po’ con loro poi con la scusa che volevano fare una gara di castelli di sabbia, a cui io e Killian dovevamo partecipare solamente come giurati, ci mandarono a sedere qualche metro più distanti da loro.
- Ho come l’impressione che la più grande voglia lasciarci un po’ da soli. - esordì Killian
- L’ho pensato anche io al cinema sai? - confessai
- Cosa dire... Belle come te, furbe come me! Un bel mix direi!
- Piantala!
- Che avrò detto mai! Comunque pensavo... sappiamo grazie a loro come sarà il nostro futuro, non pensi che dovremmo smetterla di farci la Guerra e iniziare una conoscenza un po’ più "approfondita"?
- Del tipo? - lo guardai storto.
- Beh... tu mi piaci... io ti piaccio.... che ne so... magari noi potremmo...
- Aspetta aspetta aspetta! Penso di essermi persa un piccolo passaggio. Tu mi piaci????? Pensi che io sia attratta da te? - ma che faccia da schiaffi pensai.
- Ne sono convinto, sei persa di me, hai solo paura di ammetterlo e di buttarti.
- E da cosa lo avresti dedotto? Sentiamo...
- Il bacio a Neverland... non è stato un semplice bacio di sfida come volevi farmi credere... c’era del sentimento al suo interno! È impossibile che tu non te ne sia accorta.
- Ti sbagli!
- Non hai provato nulla? Vorresti dirmi questo?
- Esattamente! Mi stavi provocando e volevo farti vedere che non avevo paura delle tue battutine.
- Baciami di nuovo!
- COOOOSAAAAAAA???? - avevo capito bene? Aveva detto esattamente quello che le mie orecchie avevano recepito ?
- Baciami di nuovo ho detto! Se dici che non ha significato nulla non dovrebbe essere un problema per te rifarlo. - non sapevo cosa dire... la mia salivazione era pari a zero a quella stramba proposta. Avrei dovuto dargli un ceffone in pieno volto eppure non lo feci. Le mie mani tremavano ma non era rabbia... era tensione,  inbarazzo... paura. - Andiamo... una tipa tosta come te non è in grado di dimostrarmi ciò che mi ha appena detto? Così mi farai capire che ho ragione... non riesci a baciarmi perché hai paura delle conseguenze è?
- Ti... ti sbagli.
- E allora dimostramelo! Dimostrami che non ha significato nulla.
Restammo li, chiusi in una specie di bolla di sapone a fissarci negli occhi, per un lunghissimo periodo di tempo. Non avevo nessuna intenzione di baciarlo ancora, ma allora perché il suo viso era sempre più vicino al mio? No Emma, ferma! Fa qualcosa.... respingilo, picchialo... fa quello che ti pare ma non farlo avvicinare oltre. Niente, non riuscivo a far nulla, ero come paralizzata. Senza neanche accorgermene le sue labbra furono sulle mie in un tenero bacio che non aspettai neanche mezzo secondo a ricambiare. Ma che accidenti stavo facendo? Come era possibile che non fossi più padrona del mio corpo? Non lo so, so solo che le mie labbra si muovevano da sole e rispondevano al suo bacio come se fosse la cosa più normale di questo mondo! Avevo il cuore che mi batteva a mille e se non fosse per delle voci che ci riportarono alla realtà costringendoci a staccare, molto probabilmente sarei morta di crepacuore.
- OOOOOOOPSSSSSSS..... mi sa proprio che siamo di troppo! - disse la prima voce
- La Emma di questo mondo è decisamente più sveglia di te! Non perde tempo! - rispose l’altra. Mi voltai verso la direzione di quelle voci e notai che davanti a noi c'erano i nostri rispettivi cloni.
- Abbiamo interrotto qualcosa per caso? - disse Emma imbarazzata e divertita allo stesso tempo.
- No no! Scattai in piedi - noi stavamo solo...
- Abbiamo visto cosa stavate facendo! - mi sorrise maliziosa! Bene in un futuro sarei stata odiosa come Hook? Bingo.
- Lasciamo stare! - cercai di ricompormi e di troncare una volta per tutte quell'argomento così imbarazzante. - Ce l’avete fatta! Siete riusciti a raggiungerci.
- Mi mancavano troppo, non avrei potuto resistere un secondo modo più. A proposito: dove sono?
- Proprio dietro di te! Stanno facendo una gara di castelli di sabbia e ci hanno gentilmente cacciato. 
- Tipico...
- Mi sono permessa di portarle fuori perché Leila mi ha detto che questa settimana non avevate ancora organizzato nulla. Spero non sia un problema.
- Assolutamente! Hai fatto benissimo. Il mare poi a Chloe le fa incredibilmente bene... - le osservo da lontano per un po’ dopodiché le chiamò. 
- Piccole birbanti del mio cuore! La vacanza è finita! È ora di tornare a casa! - le bambine si girarono immediatamente e non appena presero atto che lì davanti a loro c’erano due “papà” e due “mamme” capirono subito cosa stava succedendo
- Mamminaaaaaaaaaaaa
- Papooooooooooo!
- Eccole le mie principesse del mare! - rispose il loro vero papà - Vi siete comportate bene?
- Si! Lo giuro. E anche Chloe è stata molto brava.
- Ma davvero?
- Si, ha pianto poco e niente e anche i capricci sono stati pochi pochi.
- Ti belo! E poi tiamo liuscite a fal baciare mamy2 e papo2! Ora ti amano anche lolo! - lo disse con una semplicità e naturalezza che non ebbi il coraggio di infrangere la sua idea e poi ad essere sinceri quello era stato davvero un gran bel bacio. Dopotutto forse avevano ragione: Hook non era proprio così malvagio come credevo.
- Forse ci metteranno un po’ ad amarsi ma grazie a voi adesso sono sulla buona strada. - disse la mia gemella -Andate a finire i vostri castelli che tra poco dobbiamo andare via! Casa ci aspetta!
- Siiiiiiiiii! - tornarono a giocare
- Grazie ancora per esservi presi cura di loro, non smetteremo mai di ringraziarvi. So che non è stato semplice e appunto per questo vi ringrazio. Se non fossi stata sicura che fossero al sicuro sarei morta di agitazione, grazie grazie grazie.
- Abbiamo fatto solo quello che andava fatto. Solo che adesso sarà difficile riprendere in mano una vita “normale”. Sappiamo troppe cose e anche l’intera Storybrooke...
- A questo penseremo noi. Vi toglieremo i ricordi di questi ultimi due giorni.
- Avete abbastanza pozioni di memoria per farci dimenticare a tutti?
- Abbiamo di meglio. L’amichetto di nostra figlia Chloe è il principino del regno di Arendelle, un regno che a breve conoscerete anche voi. Li vivono i famosi troll delle rocce e sono in grado di far magie incredibili. Ci hanno donato una pietra in grado di farci dimenticare tutto, basterà buttarla nel portale prima di attraversarlo.
- Pensi che funzionerà?
- Non hanno mai sbagliato.
- Torneremo ad urlarci contro - mi disse Hook, l'Hook del mio tempo.
- Vi odierete ancora per un po’ ma presto tornerete ad urlarvi contro per cose molto più "piacevoli"!
- EMMAAAAAAAA! - dissi io alla mia futura me più imbarazzata che mai.
- Tranquilla, dimenticherai anche questo piccolo dettaglio. - sorrise - E'tempo di andare! Bimbe siete pronte?
- No mamy i nonni ci hanno legalato i tocattoli da pottare a casa nottra. - la guardò incredula
- È vero, i miei hanno esagerato un po’ in questi giorni... le hanno viziate un pochino.
- Tanto per cambiare insomma. Bimbe non possiamo lasciarli qui i giocattoli? A casa ne avete milioni.
- No mamy! Tono  belli i tochi nuovi! Il mio pupazzo uniconno bellittino. Guadda! - con un gesto della mano fece apparire in spiaggia tutti i loro nuovi acquisti - belli belo?
- Non riusciremo ad entrare più in casa!  i giocattoli prenderanno il sopravvento su di noi. - constatò esasperata. -  Okkkk metteteli dentro un sacco magico e venite a salutare, dobbiamo andare via.
Quando vidi quelle bambine per la prima volta ebbi una paura talmente grande che non vedevo l’ora andarreso via, ma adesso che veramente ci stavano salutando capii che in realtà volevo bene a quelle creature che mi sarebbe dispiaciuto non vederle più.
- ciao mamy2 e papo2! Bi boglio tanto bene!
- Te ne vogliamo anche noi piccolina e ne vogliamo anche a te Leila!
- Anche io vi voglio bene! Grazie per tutto! Salutate i nonni e la zia!
- Tiiiii!
- Sarà fatto!
- Bene! È tempo di andare! Grazie ancora per tutto ! - disse Emma prima di mixare due pozioni e lanciarle contemporaneamente davanti a se. In men che non si dica si aprì un portale. 
Buttò al suo interno la pietra di cui ci parlava, i giochi delle bambine dopodiché formando una piccola catena umana, con le bambine nel mezzo, si tuffarono in quel vortice di magia sparendo dai nostri occhi e dalla nostra mente.

PRESENTE

POV NARRATORE

Atterrarono in quella che una volta era la cameretta di Chloe e successivamente con la magia la riportarono al suo stato originale. 
- Casa dolce casa! - esclamò emma per poi inginocchiarsi all'altezza delle figlie - Non fatemi mai più spaventare così ok? -  disse per poi abbracciarle amorevolmente.
- Ci dispiace davvero, non dovevamo essere così stupide. - rispose  Leila - la colpa però è mia! Sono statao io a non voler condividere il mio gioco preferito con lei. È per colpa mia quindi che ha preso le pozioni quelle vere. Mi dispiace mamma, mi dispiace davvero tanto.  Se devi mettere qualcuno in punizione metti solo me. Lei non c’entra nulla,  è piccolina.
- Sai cosa c’è Leila? Avete sbagliato entrambe questo è vero ma dopo quello che mi hai detto adesso e dopo aver saputo che vi siete comportate bene con tutti loro,  penso che la punizione per questa volta non serva. Avete capito la lezione.
- Mamy blava! - battè le manine Chloe tutta contenta di non essere nei guai.
- Spero solo di aver fatto la cosa giusta e di non dovervi più venire a rincorrere per altri reami! Ora andate di sotto, ci sono i nonni, gli zii e Henry che vogliono abbracciarvi.
Usarono la magia per far prima ed eccole finalmente a casa a farsi coccolare da tutti come ormai da routine. Anche questa avventura poteva ritenersi finalmente conclusa.
- insomma... zitte zitte vi siete fatte un bel viaggetto nel tempo! - disse loro Henry - Dovete assolutamente raccontarmi tutto.
- Va bene! Finalmente saremo noi a raccontare qualcosa a te!
- Ti belo! Henny vuoi accoltale una toliella?
- Con molto piacere signorine.
- Allora bieni a sedetti qui bicino a me. - obbedì 
- Sono pronto, puoi iniziare
- c’era una volta....
 
Note dell'autore:
Una settimana.... ho impiegato piu tempo del previsto ma sono comunque riuscita a rimanere nei tempi. Forse questo capitolo è stato un po troppo lungo, ma non essendoci momenti di suspance o pericolo, ho pensato che non sarebbe stato producente dividerlo ulteriormente. Ci sono parecchi errori lo so e ad essere sinceri questo rientra anche  nella zona dei capitoli  peggio riusciti... non so perchè, ma improvvisamente ho avuto un calo di ispirazione. Mi sono concentrata piu  sui prossimi capitoli che su questo perchè per quelli avevo più ispirazione ma poi mi sono resa conto che non sarei potuta andare avanti senza prima aver concluso questo. Non sarebbe stato carino e corretto. Spero cumunque che la storia in grandi linee vi sia piaciuta e vi aspetto al prossimo aggiornamento. Sarà ambientato nel futuro, ma qualcosa di importante accadrà in casa Jones. Curiosiiiiiii? Alla prossima. 

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Capitolo 61
*** Piccole ragazzine crescono. ***




POV CHLOE
Lo so, lo so, lo avevo promesso, ma ve lo giuro: non lo avevo assolutamente calcolato... eppure è successo... di nuovo. Cosa? Forse è meglio partire dall'inizio.
Il giorno in cui Peter, il mio ex fidanzato conosciuto ancor meglio con il nome di Peter Pan, venne ufficialmente sconfitto feci una promessa a mio padre, gli giurai che sarei stata lontana dal genere maschile per un po' stando super attenta a non farmi abbindolare di nuovo. Non ero stata molto fortunata in campo amoroso, devo essere sincera, e avevo davvero tutta l'intenzione di mantenere la mia promessa e comportarmi bene. Finii l'anno scolastico con il massimo dei voti e da brava sorella aiutai, per quanto mi fosse possibile, Leila a preparare il suo esame di maturità. È già, Leila ha terminato la scuola superiore e ora si prepara per andare al college. Questo è l'ultimo mese che passiamo insieme, a settembre, massimo ottobre, lei si trasferirà a Boston per studiare giornalismo e mi lascerà da sola a gestire le ire di mamma e papà. Certo ci sarà Liam a dividerle con me ma non sarà la stessa cosa. Io e lei per quanto possiamo litigare, urlarci contro o sbranarci a vicenda ci capiamo, cosa che non posso dire di Liam. Tornando a parlare di me, beh... ho mantenuto quella promessa... si, ma solo per un mesetto, poi è accaduto l'imprevedibile . Ho perso completamente la testa per una persona ma a differenza di tutti gli altri con cui mi sono frequentata questa volta nell'aria c'è qualcosa di verso. Con lui tutto è diverso. Da cosa l'ho capito? Non saprei rispondere con precisione. Lo so e basta. Il problema adesso è che non solo non ho tenuto fede alla parola data, ma è anche da due mesi e mezzo che tengo questo segreto con la mia famiglia. Non l'ho detto a nessuno di loro, neanche a Leila, non voglio che si preoccupi per me ora che ha un gran da fare con il trasferimento imminente.
- Ti disturbo! - Lupus in fabula, ecco per l'appunto mia sorella entrare nella mia stanza e buttarsi con la sua solita "grazia" innata in quello che sarebbe il mio letto. - Che stai combinando?
- Studio! - rispondo tenendo i miei occhi fissi sul libro di chimica.
- Studi... ma è Agosto!
- Se voglio passare il test di medicina quando andrò al college devo mettermi a studiare seriamente fin da adesso.
- È una battuta vero? - mi girai verso di lei e le feci capire che non stavo minimamente scherzando. - Ti mancano ancora quattro anni per finire il liceo, devi ancora iniziare il secondo superiore e già stai pensando al college? A te manca qualche neurone lasciatelo dire.
- Lo sai anche tu che è quasi impossibile superare quel test. Voglio arrivarci preparata per quando sarà il momento.
- Sicura di voler prendere medicina?  Anche io lo pensavo ma poi come ben sai ho cambiato idea. È un suicidio frequentare quella facoltà.
- Io non la cambierò! Comunque... sei venuta per qualche motivo in particolare?
- stavo pensando di andare al centro commerciale, mi manca ancora qualcosa da prendere per l'appartamento di Boston. Pensavo che magari potresti venire con me così con la scusa mi dai anche una dritta su cosa regalarti per il tuo compleanno.
- Cosa cosa cosaaaa?  Ho sentito bene? Mancano solamente due giorni al mio compleanno e tu ancora non mi hai preso il regalo?  Dovrei ritenermi offesa! Sono o non sono la tua sorellina preferita - dissi facendo finta di essere indignata.
- Piantala di fare la cretina - mi lanciò addosso un cuscino - allora? Vieni a farmi compagnia o no?
- Per quanto mi intrighi l'idea di venire con te e scegliermi personalmente il regalo credo proprio che dovrò declinare l'invito. Ho già preso un impegno per questo pomeriggio.
- Un impegno è? Ultimamente usi un po' troppo spesso questa scusa. Cosa sono tutti questi impegni misteriosi? Devo forse preoccuparmi?
- Ma figurati... se proprio ci tieni a saperlo questo pomeriggio andrò a trovare Erik. Non lo vedo da quando è uscito dall'ospedale... sa è tornato ad Arendelle visto che il dormitorio della scuola è chiuso in estate. Non so ancora come sono riuscita a convincere mamma a darmi il permesso di utilizzare la magia per raggiungerlo ad essere onesti. Forse perché sa che non starò via molto: alle 17 e 30 dovrò essere di nuovo qui a Storybrooke perché mi devo vedere anche con delle amiche. - scrollai le spalle - Come vedi non c'è niente di eclatante all'orizzonte.
- Quindi fammi capire: non vedi Erik da una vita in pratica. - annuii - Come fai ad essere ancora viva? Non vivete in simbiosi voi due? Come riuscite a tenervi in contatto?
- Esiste la tecnologia sorella! Ora fila a comprarmi un regalo degno di chiamarsi tale o ti depennerò dalla lista di invitati della mia fantastica festa.
- Dovrai accontentarti di quello che sceglierò  mia cara, in compenso vedi di comportarti bene con Erik... non sia mai fosse la volta buona! - ammiccò
- Ancora con questa storia? Quando lo capirai che io e Erik siamo...
- Si sì sì siete solo amici lo so, lo so! - con quel l'ultima presa in giro, mi salutò e si congedò lasciandomi nuovamente al mio lavoro.
***
POV LEILA
Scegliere un regalo per Chloe... decisamente una cosa più facile a dirsi che a farsi. Mia sorella ha praticamente tutto, cosa potrei mai regalarle senza cadere nel banale? L'abbigliamento lo escludo, ha un armadio pieno zeppo di vestiti nonostante si lamenti ogni santo giorno della sua vita dicendo che non ha nulla, i trucchi meglio evitare se non voglio essere cacciata di casa da nostro padre prima del previsto, un viaggio da fare con qualche amica forse.... no escludo anche questo; compirà 15 anni, non la lascerebbero partire per nulla al mondo iperprotettivi come sono quei due. Niente, non ho nulla in mente così decido, accompagnata da Gideon, il quale preferirebbe essere martoriato piuttosto che girare per ore in un centro commerciale, di dare un'occhiata a tutte le vetrine in cerca di ispirazione. Dopo ore di ricerca intensa giungo alla conclusione di quello che potrebbe essere il regalo perfetto: una macchina fotografica ultima generazione. Chloe è una patita della fotografia tanto che mi stupisco del fatto che voglia indirizzarsi su medicina al collage piuttosto che in fotografia. Fotografa praticamente tutto ciò che gli capita a tiro ma ultimamente la sua macchina fotografica sembra avere qualche problema. Si... credo sia proprio questo il regalo giusto per lei. Prendo per mano Gideon e a passo sostenuto cerchiamo di raggiungere il negozio di elettronica, ma mi blocco qualche metro prima notando nel bar di fronte a noi le migliori amiche di mia sorella. Guardo l'orologio, sono le 18:45, in base a quello che mi ha detto a casa sarebbe dovuta vedersi con loro, allora come mai li non c'era? Pensai si fosse momentaneamente allontanata così, senza pensarci due volte mi andai a sistemare in una panchina poco distante ma decisamente fuori dalla loro portata di sguardi e aspettai il suo arrivo... niente da fare, di Chloe neanche l'ombra.
- che dici: vogliamo andare a comprare questo benedetto regalo o dobbiamo rimanere qui nascosti neanche fossimo degli investigatori privati?
- Mi ha mentito! Mi ha detto che si sarebbe vista con le sue amiche e invece non c'è!
- Possono esserci milioni di spiegazioni Leila perché devi sempre pensare che menta quella ragazza. Magari era stanca ed è tornata a casa prima o magari non erano loro le amiche con cui doveva vedersi. Tua sorella conosce mezzo mondo!
- Quelle sono le sue migliori amiche!
- Appunto! Con tutta la voglia di essere popolare che ha non pensi che sia in giro a distribuire biglietti per la sua mega fantastica festa a tutto il quartiere? - scoppiai a ridere, in effetti Chloe ne sarebbe stata capace. Presi per buona la sua opinione e decisi finalmente di alzarmi da quella panchina e andare a comprarle quella benedetta macchina fotografica. Fortunatamente per quell'estate avevo deciso di dare una mano a Granny alla tavola calda altrimenti mi sarei dovuta vendere un rene per potermi permettere quel regalo. Ultimata la missione regalo Chloe mi dedicai ai miei acquisti per il nuovo appartamento e ritornai a casa. Chloe a differenza mia ancora non era rincasata.  Ne approfittai per nascondere in camera mia il suo regalo, feci una doccia e diedi una mano a mio fratello con i compiti delle vacanze. A differenza mia e di Chloe non aveva una passione spiccata per lo studio per cui bisognava costantemente stargli dietro.  In men che non si dica arrivo l'ora di cena e come se avesse sentito il profumo del cibo eccola rientrare in casa.
- Sei in ritardo signorina, ti avevo detto di essere a casa per le 19.00! Hai ben 45 minuti di ritardo.
- Lo so mamma lo so, ma te lo giuro non è stata compa mia questa volta! Il papà di caroline ha fatto tardi a lavoro ed ha potuto riaccompagnarci solamente adesso. - caroline è? Che strano... giurerei di averla vista al centro commerciale questo pomeriggio. Chloe Chloe Chloe... cos'altro ci stai nascondendo questa volta?
- Beh potevi chiamare... che c'è il telefono ti funziona solo per chattare con i tuoi amici? - la rimproverò nostra madre non del tutto convinta della giustificazione ricevuta da sua figlia
- Scusami hai ragione!
- Che sia l'ultima volta signorina, ora vieni a tavola che è pronto.
La cena fu come al solito un momento per aggiornarci sulle ultime novità e su cosa fosse successo durante il giorno. È da sempre uno dei momenti più belli di tutta la giornata per me e mi mancherà non farne più parte. Inizio a vagare con la mente all'idea di dover lasciare parte della mia vita ma non ho troppo tempo per perdermi nei miei pensieri perchè vengo riportata alla realtà dall'arrivo di un sms sul mio cellulare.
 
" Ho urgente bisogno di parlare con te! Mi raccomando massima segretezza" 
 
Con la scusa che il mittente del messaggio fosse la segreteria del campus la quale vorrebbe gentilmente parlarmi per via di un inconveniente riguardante l'appartamento, chiedo ai miei di potermi alzare momentaneamente da tavola e raggiungo la mia camera. Digito il numero della persona che mi ha appena cercata e aspetto che accetti la mia chiamata!
- pronto Leila!
- Erik ciao! Allora? Cos'è tutto questo gran segreto?
- Ma niente... volevo semplicemente sapere se la tua famiglia ha organizzato qualcosa per domani sera!
- Domani sera? Mmh... penso di no, ma perché me lo chiedi? Cosa dovrebbero mai organizzare?
- Non per dirti nulla ma domani a mezzanotte sará il compleanno di Chloe... tua sorella... ricordi?
- Lo so questo, non capisco cosa dovrebbero fare i miei però! Le hanno organizzato la festa direttamente per il giorno del suo compleanno, non credo abbiamo in mente di fare anche altro.
- Perfetto allora! Perché avevo intenzione di farle una piccola sorpresa. Pensi che possa piacerle come idea?
- Piacerle? Conoscendola salterebbe dalla gioia! L'unica cosa è che non so se ha già qualche programma. Per via del trasloco ultimamente non abbiamo molto tempo per parlare... posso provare ad indagare però! Magari le metto come scusa che sono io quella che vuole portarla in giro per festeggiare.
- Mi faresti un favore enorme Leila! Se la chiamassi io si insospettirebbe, mi conosce  troppo bene e poi parliamoci chiaro: non riesco proprio a mentirle.
- Lo sai che tifo per te da sempre, è mia sorella che purtroppo che è cocciuta e non capisce. Ha un bel ragazzo come te accanto e al posto di approfondire la cosa preferisce andare a caccia di casi patologici. Che rimanda tra di noi ma secondo me c'è già qualcun'altro con cui si sente. Ha detto di aver capito la lezione e che sarebbe stata attenta ma misà misà si è fatta abbindolare di nuovo.
- È da cosa lo deduci? - chiese curioso.
- Dal fatto che vive in simbiosi con il telefono e che mette sempre la scusa di uscire con le amiche anche quando non è vero. Oggi pomeriggio ad esempio l'ho smascherata, mi ha detto che si sarebbe vista con le sue amiche ma guarda caso le ho incontrate al centro commerciale senza di lei. C'è qualcosa sotto... non so cosa ma prima o poi lo scoprirò.
- Proverò ad indagare ok? Così magari stiamo tutti e due più tranquilli. Hai ragione sai? In certi casi è meglio non fidarsi di quegli occhioni D'Angelo.
- Non dirgli che sospetto qualcosa però. Si arrabbierebbe che non le do fiducia ecc ecc...
- Tranquilla, hai la mia parola.
- Bene... Ora dimmi: che hai intenzione di fare di speciale per lei? - domandai più curiosa che mai.
- È una sorpresa! No scherzo... a dire il vero non lo so ancora, vorrei prima sapere se è libera prima di organizzare qualcosa.
- Hai ragione! Dammi una mezz'ora e lo saprai. A tra poco.
Chiusi la conversazione e tornai al piano di sotto dove tutti mi stavano aspettando per continuare la cena. Una volta aver finito di mangiare Chloe e Liam sparirono nelle loro rispettive stanze, papà andò a lavoro perché aveva il turno di notte e io mi misi ad aiutare mamma a sistemare la cucina.
- Penso che una volta che sarai andata via non ci sarà più nessuno disposto ad aiutarmi con le faccende domestiche. - scherzò vedendo con che velocità i miei fratelli si dileguarono.
- io penso invece che Chloe ti stupirà! E a proposito di Chloe volevo chiederti una cosa: stavo pensando di portarla fuori domani sera per poter aspettare insieme la mezzanotte. Per te e papà andrebbe bene?
- non vorrai farla ubriacare per caso! Guarda che compierà quindici anni non sedici, l'alcol è ancora bandito!
- Sai cosa penso mamma? Che diventi giorno dopo giorno sempre più uguale alla nonna! - la presi in giro.
- Bada a come parli signorina! - rispose fingendosi offesa. - Comunque se sta con te si, può uscire. Mi fido più di te che dei suoi amici; ma mi raccomando: tienila d'occhio ok?
- Tranquilla mamma sarà in ottime mani.
Una volta ottenuto il permesso da mamma e papà bisognava indagare sui veri programmi della festeggiata così mi recai al piano di sopra e senza troppe cerimonie entrai nella sua stanza. Come da copione era stesa sul letto a chiacchierare con occhi sognanti al telefono.
- vai via! - disse sottovoce coprendo il microfono del telefono per non farsi sentire da chiunque ci fosse dall'altro lato dell'apparecchio.
- È urgente! Una questione di vita o di morte! - mi giustificai facendola sbuffare.
- scusa ma ora ti devo lasciare ok? Eh già piccolo inconveniente: quella rompi scatole di mia sorella ha appena fatto irruzione nella mia camera. Vado a scoprire cosa vuole! Ok va bene... ci sentiamo tra poco. Ciao ciao ciao ciao ciaooooooo! - riagganciò per poi dedicarsi completamente a me. - spero davvero che sia una cosa importante sai?
- chi era al telefono?
- un'amica!
- Come sempre... - dissi ironica - Ascolta sono venuta semplicemente per chiederti se avessi già preso programmi per domani sera.
- Mi prendi in giro vero? Non so se tu ricordi la tua adolescenza ma a me non è concesso uscire durante i giorni settimanali e se non sbaglio il venerdì è considerato tale!
- Quindi la tua risposta è no! Non hai nessun programma.
- Che c'è vuoi sfottermi anche? - rispose acida.
- certo che no... anzi: volevo proporti, sempre se ti va naturalmente, di uscire con me domani sera. Aperitivo, cena, passeggiata e countdown per la mezzanotte. Mamma e papà hanno detto già di sì.
- Mi prendi in giro???? - si era improvvisamente messa a sedere in maniera eretta - Mi stai prendendo in giro Leila? Ripeté
- E la pura e assoluta verità puoi credermi! Allora? Vorresti aspettare il tuo compleanno insieme a me?
- ODDIO NON CI POSSO CREDEREEEEEE! MA IO TI AMOOOOOOO! - corse ad abbracciarmi. - SEI LA SORELLA MIGLIORE DEL MONDOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!
- D'accordo d'accordo ho capito! Mi stai strozzando - allentò immediatamente la presa. - sono felice che hai apprezzato! Ora ti lascio alla tua "amica" buonanotte.
- buonanotte e grazie ancora! Ti voglio bene!
- te ne voglio anche io.
Uscii dalla sua stanza e chiamai immediatamente Erik comunicandogli che aveva il via libera per poter organizzare la sorpresa. Raccomandai lui massima serietà, in quanto i miei non ne sapevano nulla e chiesi gentilmente di non invitare gente troppo grande, poco raccomandabile e sopratutto di non riportarmela a casa ubriaca. Si mise a ridere e dopo un " va bene mammina" mi ringraziò e ci demmo appuntamento alle sei dell'indomani davanti al bosco.
 
Pov Emma
Ne avevamo parlato a lungo e alla fine si ritrovò d'accordo con me, non sono ancora riuscita a capire per quale motivo a meno di 24 h ci abbia completamente ripensato.
- non potremmo che so, regalarle qualcosa di più utile? Qualcosa per la scuola o magari semplicemente qualcosa che possa utilizzare qui a casa? - mi disse mentre mi aiutava a sistemare la tavola per il pranzo.
- Killian che ti prende si può sapere? Lo sai cosa ci ha chiesto e eri d'accordo anche tu.
- Si vero ma questo era prima di scoprire chi avesse invitato. Hai visto quanti ragazzi maschi ci saranno domani sera? Mi aveva promesso che se ne sarebbe tenuta alla larga e invece... - ora cominciavo a capire, era geloso e stava prendendo coscienza del fatto che la nostra principessina di casa stava effettivamente crescendo. Quella sarebbe stata la sua prima festa importante, le altre solitamente si riducevano a qualche amica a pranzo a casa e una torta di compleanno. Stava diventando a tutti gli effetti una signorina e Killian faceva molta difficoltà a mandare giù la cosa.
- Beh si ci sarà qualche ragazzetto ma ci saremo anche tutti noi e le sue amiche! Potrai controllarla a vista, non credo tu debba preoccuparti più di tanto. Per quanto riguarda la promessa che ti ha fatto non credo prevedesse completamente eliminare il genere maschile dalla sua vita. Ti ha semplicemente detto che avrebbe evitato di frequentarsi nuovamente con qualcuno... cosa che credo non sia riuscita a fare del tutto. - quell'ultima frase doveva essere semplicemente un pensiero ma aimè lo dissi a voce alta facendogli strabuzzare gli occhi. - ooops!
- Che hai detto?
- Ma niente Killian era solo...
- Non rifilarmi qualche balla! Se sai qualcosa devi dirmelo! Sono suo padre, merito di sapere.
- Stai calmo amore non so nulla davvero! È solo che sono una donna e magari rispetto a te riesco a cogliere qualche segnale in più.
- Tipo? -domandò già infastidito dall'argomento.
- Beh è sempre al cellulare, chiude la porta della sua stanza per avere più privacy, si trucca di nascosto convinta che io non la veda... di sicuro c'è qualcuno che le interessa.
- Che fa? Si trucca????? E tu glielo permetti? Ma io la rinchiudo in casa altro che farle fare la festa.
- Killian!
- Gliela posso anche fare, ma a modo mio: ovvero segregata in casa.
- Una matita sugli occhi e un gloss abbastanza neutro non credo sia un trucco così eccessivo da doverglielo evitare...
- E di questo ipotetico qualcuno invece? Cosa sai dirmi? Non dovrebbe assolutamente esserci! Me lo aveva promesso.
- Avere una cotta per qualcuno non deve significare mica avere necessariamente una relazione. È una tappa che prima o poi tutti affrontano, a chi non è mai capitato di prendersi una sbandata in età adolescenziale? vuoi o non vuoi dovrai fartene una ragione tesoro.
- Sarebbe meglio poi...
- Ma non sei tu a deciderlo. - gli sorrisi.
- Leila non ci ha mai dato tutti quesì  grattacapi... - sospirò
- Ma come: ti è quasi venuto un infarto quando ti ha detto di essersi fidanzata con Gideon! - risi al solo ricordo.
- Si lo ammetto non è stato semplice neanche con lei accettare la cosa ma a differenza lei era più grande e decisamente meno ribelle... Chloe mi preoccupa maggiormente. Ha uno spirito troppo libertino. È meno responsabile rispetto a sua sorella.
- Non credo sia un fatto di responsabilità, credo piuttosto che si comporti così perché per sua fortuna è la seconda figlia... la terza mi correggo. Ha imparato dagli errori dei suoi fratelli, sa come agire senza mettersi nei guai. Tranquillo però: è una brava ragazza, vedrai che rispetterà la parola data e ti farà stare tranquillo ancora per qualche anno.
- Tu Dici? - ci sperava sul serio, ma quanto poteva essere tenero in quella versione da papà spaventato?
- Certo che sì, ma solo se non le rovinerai la festa di domani! Ci tiene particolarmente tanto.
- Lo so... sta già scegliendo cosa mettere purtroppo e anche questo mi dà fastidio...
- Ha già pronto il vestito per domani, quello che sta cercando in questo momento molto probabilmente è l'outfit per questa sera!
- Stasera??????
- Ah già, ho dimenticato di dirtelo ma eri a lavoro e sei rientrato tardi. Le ho dato il permesso di uscire questa sera con Leila per un festeggiamento tra sorelle! - sorrisi
- Come scusa? Hai preso questa decisione senza di me?  quello che penso io in questa casa non conta? - lo vidi improvvisamente innervosirsi - E se non fossi d'accordo? Già la festa non mi va a genio, ci manca solo la libera uscita! Aspettare la mezzanotte fuori poi... ma che ti è passato per la testa è? - si alzò dalla sedia dove si era seduto e lo vidi raggiungere le scale
- Dove stai andando adesso?
- A dirle di smettere di cercare l'abito per la serata perché per quanto mi riguarda l'unica cosa che dovrà indossare stasera sarà il pigiama.
- Killian ma lasciala vivere ogni tanto! Non la sto mandando in discoteca o con gente che non conosco: starà con sua sorella e se ricordi bene a detta tua è quella maggiorenne e responsabile. Il massimo dove andranno sarà Granny o un locale lì vicino. È stata proprio Leila a propormelo e credo che non dovremmo ostacolarle in questo... hanno un ottimo legame quelle due e lo sai anche tu quanto sarà difficile per Chloe accettare il distacco che con la partenza per il college di Leila si verrà a creare. Falle vivere queste ultime settimane facendogli fare insieme più attività possibili. Non potrà che far bene ad entrambe.
- Scusa ho esagerato con la reazione ma saperla fuori mi mette ansia...
- Non è un'uscita con sua sorella che deve metterti ansia anzi... dovresti sperare che ti chieda sempre di uscire con lei in modo che tu possa star tranquillo che sia controllata. È quando ti chiederà il permesso per uscire con "amici" di cui non ti dirà il nome che dovrai preoccuparti.
- Hai un potere di farmi vedere le cose da un'altra prospettiva che è a dir poco spaventoso. - sbuffò
- Non la fermerai quindi?
- No... le darò fiducia!
- Bravo amore mio e per ricompensa, visto che saremo soli soletti, ho in mente qualcosa di speciale per stasera.
- Soli soletti è? E Liam? Non dirmi che a 12 anni esce già anche lui.
- Liam andrà a dormire dai nonni! - alzai le spalle come se fosse la cosa più naturale di questo mondo!
- Mmmmmhhhhh.... allora se la metti su questo piano, non vedo l'ora di scoprire cosa ha elaborato la tua testolina!
- Stasera lo scoprirai...
***
POV CHLOE
Impiegai tutta la mattinata e parte del pomeriggio a scegliere cosa indossare per quella sera, era una semplice uscita tra sorelle lo sapevo ma volevo comunque sentirmi bella. Optai per uno short di jeans a vita alta e un top bianco con fiori rosa ma non appena Leila entrò in camera per chiedermi se ero pronta, mi ordino di cambiarmi immediatamente dicendo che quello non era assolutamente l'outfit giusto per la serata che ci attendeva. Senza il mio permesso mise mani nel mio armadio e scelse per me un vestitino nero, aderente nella parte superiore e svasato sulla gonna, che arrivava più o meno sopra il ginocchio con una cintina rossa in vita come accessorio. Lo avevo indossato qualche mese prima per il compleanno di una delle mie migliori amiche ma lo avevo scartato subito per quella sera perché era un po' troppo elegante per una serata da Granny. Provai a far valere la mi idea e tornare su uno stile casual ma lei ebbe la meglio e nel giro di poco mi ritrovai seduta su una sedia con lei che mi faceva da parrucchiera e truccatrice personale. Optò per una treccia laterale che a detta sua mi donava molto e per un trucco decisamente più marcato del solito. Il risultato finale fu promosso a pieni voti. Mi piacevo davvwro ma ero anche sicura che papà non mi avrebbe mai e poi mai lasciata uscire in quelle condizioni.
- Ok! Posso dichiarare ufficialmente concluso il mio capolavoro. Sei bellissima Chloe! - disse tutta soddisfatta e decisamente troppo euforica.
- E ora che si fa? Usiamo la magia o ci caliamo giù per la finestra come due fuggitive per uscire? - domandai alludendo a nostro padre.
- Ti fidi così poco di tua sorella? - fece la finta offesa. - Ho visto papà uscire con Liam, lo sta portando da nonno David per avere di sicuro casa libera stasera. Deve essergli bastato il girono in cui da piccola li beccasti in flagrante. - rise ripensando a tutti i racconti su quella storia.
- Beh sai che ti dico? Mi è passata la voglia di uscire, non vorrei mai che quei due alla vigilia del mio compleanno si mettessero a creare una nuova vita!
- Ma finiscila... pensi che proprio ora che stiamo crescendo e che stiamo pian piano abbandonando il nido si rimettano alle prese con pannolini e pappe? Mamma si farebbe spararare piuttosto. Avanti andiamo, in via del tutto eccezionale questa sera abbiamo anche il maggiolino a disposizione!
- Stai scherzando?????? Oddio, amo nostra madre.
 
Senza perderci ulteriormente in chiacchiere scendemmo al piano di sotto, ascoltammo tutte le raccomandazioni di mamma che ormai conoscevo tutte a memoria, clausole comprese e uscimmo in direzione del Granny's pub o almeno così credevo. Non parcheggiamo nelle vicinanze del locale come eravamo soliti fare, anzi... lo sorpassammo. Strano, ero convinta che mi avesse indicato quello come luogo. Non dissi nulla e la lasciai guidare puoi quando vidi che ci stavamo allontanando di molto glielo domandai.
- Non dovevamo andare da Granny? Come mai stiamo andando verso il bosco?
- Abbi un po' di pazienza e lo scoprirai curiosona. - rispose non togliendo lo sguardo dalla strada.
- Che c'è sei stufa di me e vuoi uccidermi per caso? Non credi che sarebbe inutile visto che tra qualche mese te ne andrai di casa? Ah no no aspetta forse ho capito: vuoi liberarti di me perché sai che prenderò anche la tua camera una volta che sarai fuori dei giochi - dissi in maniera del tutto giocosa.
- Devi solo provarci carina! - disse fermando la macchina. - comunque siamo arrivate! - Non mi ero sbagliata, eravamo proprio davanti l'ingresso del bosco, c'eravamo noi, le piante e il nulla...
- È uno scherzo vero? Perché siamo qui?
- Scendi e fa meno domande! - disse scendendo anche lei dal maggiolino. Feci qualche passo oltre la macchina per cercare un qualche indizio, ma di punto in bianco qualcuno mi mise le mani davanti agli occhi impedendomi di vedere. Poggiai le mani su quelle della persona estranea e notai una cosa: non era assolutamente un estraneo anzi... conoscevo benissimo chi fosse alle mie spalle, avevo condiviso con lui l'intera infanzia... non potevo non riconoscerlo.
- Erik!!!! Che ci fai qui? - Dissi liberandomi dalla sua presa e voltandomi verso di lui.
- Sorpresaaaaa!
- Non mi dire sei qui per quello che penso. Sei qui a Storybrooke per aspettare la mezzanotte insieme a noi? Leila, lo hai chiamato tu? - ero felicissima.
- Beh forse è il caso che tu venga messa al corrente di tutto. Per quanto mi piacerebbe passare la serata con te sorellina cara, non credo che sarà possibile. Avremo tutto il tempo domani per festeggiare come si vede, questa sera avrai il privilegio di festeggiare solo ed esclusivamente con i tuoi amici. - non potevo credere alle mie orecchie. I miei amici mi avevano organizzato una festa? Oddio ero su di giri.
- Non... non ho parole... davvero! - dissi commossa - e dove sono gli altri?
- Per questo dovrai seguirmi, la festa non si terrà in questo reame ma nel mio!
- Ad Arendelle????? E come...
- Come sono riuscito a portare tutti li? Beh il gran papà mi ha aiutato molto! Gli stai molto simpatica sai??? Andiamo adesso o faremo tardi, il portale è dietro quegli alberi.
- D'accordo andate ma Erik ricorda, nostra madre ci vuole a casa entro e non oltre le due! Quindi per favore almeno per le due mento un quarto riportala qui ok?
- Aspetta un secondo.... tu non vieni davvero? E mamma lo sa?
- Pensa a divertirti, a loro penserò io nel caso in cui si dovessero insospettire ok? Ora va e divertiti.
Salutai Leila e mi avviai con Erik nel bosco fino ad attraversare il portale e ritrovarci in men che non si dica davanti la sua enorme residenza.
- Prima che arrivi qualcuno vorrei...
- Aspetta! Prima ho una cosa da dirti... - mi interruppe - Ho detto una balla a tua sorella, non c'è nessuna festa questa sera... o meglio, c'è ma non è quella che pensa lei. Ho smosso mari e monti per averti qui con me stasera e sai perché l'ho fatto? Perché volevo averti tutta per me in questo giorno per te speciale. - non aspettai un secondo di più: mi buttai tra le sue braccia e lo baciai. Ebbene si lo confesso, è Erik il ragazzo per cui ho perso completamente la testa. Lo conosco da una vita lo so e molti, mia sorella compresa, ci hanno sempre identificato come la coppia perfetta, ma io fino a due mesi fa non riuscivo a vedere oltre la nostra amicizia, credevo che stare con lui avrebbe portato, in caso di rottura, alla perdita di uno splendido rapporto e non volevo assoli che questo accadesse. È stato lui, mentre era in ospedale, a farmi aprire gli occhi. Mi ha fatto capire che tra di noi c'è sempre stato qualcosa che andava oltre la semplice amicizia, solo che avevo una tremenda paura ad ammetterlo. Mettermi insieme a lui è stata la cosa migliore che mi sia capitata nella vita e non smetterò mai di ringraziarlo.
- Scusami... volevo farlo non appena ti ho visto solo che c'era Leila e... oddio Erik grazie... non avrei potuto chiedere di meglio per questo compleanno!  - tornai a baciarlo con più foga di prima.
- Ok ok signorina, messaggio ricevuto... - disse staccandosi dalle mia labbra ma tenendomi comunque stretta nel suo abbraccio - ma credo sia il caso di avviarci dentro. Non siamo a Storybrooke che è piena estate. - in effetti non ci avevo fatto caso ma eravamo circondati da neve.
- Oddio come mai?
- Mia zia ogni tanto va in crisi - scrollò le spalle. - Non ti ho portata qui per parlare del clima o di mia zia però, andiamo dentro, ho una sorpresa per te!
- Aspetta ancora un secondo... - lo trattenni per un braccio - i tuoi dove sono? Non fraintendermi è che... e si insospettissero e parlassero con i miei?  In fondo sono venuta qui già ieri e...
- I miei sono fuori e non rientreranno fino ad inizio settimana puoi star tranquilla. Abbiamo casa tutta per noi!
- Davvero? E ti lasciano qui da solo senza problemi? Beato te... I miei neanche morti lo farebbero.  - alzai gli occhi per aria.
- Ci sono i domestici che mi controllano... a detta loro - sorrise. - Avanti andiamo o congelerai con sono questo vestitino addosso.
- Ci avviamo all'interno di quell'enorme palazzo e il mio sguardo si posò subito su un piccolo dettaglio: per tutto il corridoio fino ad arrivare alla grande scalinata che era a pochi metri da noi, vi era  percorso tutto formato da tanti piccoli cioccolatini.
- E questi? - domandai già con gli occhi a cuoricino.
- Raccogli, vedili dove ti condurranno e poi mi darai... - Seguii le sue istruzioni e raccogliendo tutti i cioccolatini arrivai alla scalinata. Notai che il percorso non era ancora finito, vi erano altri cioccolatini sulla scalinata, continuai a seguire la loro scia arrivando infine in un piccolo salottino dove ad attendermi vi era un enorme orsacchiotto di peluche che teneva stretto a se un enorme bouquet di rose rosse.
- Non è un regalo di compleanno tranquilla, non te lo darei mai prima della mezzanotte. È solo il mio benvenuto per te! Il tempo dei regali sarà dopo...
- Ma quanto sei dolce! - gli diedi l'ennesimo bacio della serata.  - grazie!
- Non ho finito... - estrasse una sciarpa da sietro la schiena - Scusami ma finché non sistemerò tutto non potrai sbirciare, mi dispiace. - mi bendò, mi condusse sul divano dopodiché mi lascio lì ad aspettare mentre lui, dai rumori, litigava di sicuro con qualche scatola. Quando mi tolse la benda per poco non ebbi un coccolone. L'enorme tavolo del salottino che era di fronte a me era completamente ricoperto da piatti di sushi di ogni tipo. Amavo il sushi ma credo di non averne mai visto in queste quantità.
- Allora? Ti piace?
- Mi piace? È il paradiso! - oddio non avrei mai voluto smettere di baciarlo.
- Ho preso anche del vino ma non più di un bicchiere signorina, devo riportarti a casa lucida. - sorrisi - Avanti, mangiamo.
Credo di non essermi mai rimpinzzata così tanto, spazzolammo come minimo metà della roba ordinata e bevemmo come promesso un solo bicchiere di vino. Lasciammo la tavola senza curarci di riordinare nulla e andammo a sederci sul divano difronte al caminetto. Era strano avere un camino acceso in pieno Agosto, ma allo stesso tempo era davvero molto ma molto romantico. Parlammo, vedemmo un film e ci scambiammo baci ed effusioni a non finire, ero sulla mia isola felice... in quel momento non esisteva altro che noi. Si allontanò solamente per prendere lo spumante e versarlo in due flutte, attese che scoccasse la mezzanotte dopodiché prima mi baciò augurandomi buon compleanno dopodiché brindammo. Mi fu concesso di bere solamente un quarto di quello che era nel bicchiere. "Devi solo bagnarti le labbra per buon auspicio, ti voglio lucida" mi disse. Lo lasciai fare e nel giro di poco ci ritrovammo nuovamente ad amoreggiare sul divano. Ma quanto era bello trascorrere del tempo con lui? Quanto era bello stirare accoccolata tra le sue braccia? Il tempo stava letteralmente volando e la cosa non mi andava per niente bene. A che serve la magia se non si può fermare il tempo?
- A che pensi amore? - mi riportò alla realtà per poi iniziare una piacevole tortura lungo il mio collo che mi fece rabbrividire.
- Sono già le 00: 25. - risposi demoralizzata.
- Eiii cos'è questo visetto triste? È il tuo compleanno!
- Il tempo sta per scadere ma io non vorrei mai andarmene...
- E io ti tratterrei qui molto volentieri ma non credo sia giusto, i tuoi ucciderebbero tua sorella e non credo che sì meriti questo dopo averti coperta. - aveva pienamente ragione. - Stai tranquilla ok? Manca ancora più di un ora, abbiamo tempo per stare ancora un po' insieme, cosa ti andrebbe di fare?
- Mi basta restare qui, abbracciata a te! - mi baciò dolcemente per poi alzarsi nuovamente da quel divano.
- Ho un'idea, aspettami qui. - si allontanò per qualche minuto e quando tornò lo vidi tenere in mano un'enorme quantità di cuscini e coperte. Li sistemò tutti davanti il camino e prendendomi per mano mi condusse in quel tenero giaciglio - così staremo più comodi - mi sussurro nell'orecchio per poi continuare a stuzzicarmi. - La sai una cosa Chloe? - riprese a parlare dopo minuti piacevolmente interminabili - Griderei di noi al mondo intero, non mi piace l'idea di dovermi nascondere per poterti baciare o abbracciare in questo modo. Odio dovermi comportare come un semplice amico quando siamo in pubblico...
- Piacerebbe molto anche a me non dovermi più nascondere, odio tenere i segreti, soprattutto con la mia famiglia.
- E cosa stiamo aspettando allora? Usciamo allo scoperto. Se tu sei pronta lo sono anche io. Non ho paura di esprimere ciò che provo in pubblico, non ho paura neanche di dichiararmi difronte a tuo padre... anzi se sei d'accordo domani alla festa potrei parlargli e....
- Con chi??? Con  papà? - scattai come una molla. Per quanto mi sarebbe piaciuta l'idea di non dover più sparate cavolate per vederlo non ero pronta ad assistere al suo massacro, perché di sicuro dopo August e Peter papà lo avrebbe massacrato a prescindere pur di tenerlo alla larga da me. - Emh Erik io... si beh io vorrei ancora avere un fidanzato, oltre che una vita, dopo la festa di domani e purtroppo se tu parlerai con lui non credo che questo accadrà. Papà è contro ogni genere di ragazzo si presenti alla porta per me e da un lato lo capisco visto i trascorsi...
- Non parlarmene... - lo vidi fare una faccia di disgusto. - Mi ha fatto male vederti con quei due e sentirti decantare la tua felicità.
- Lo so e mi dispiace, prometto che mi farò perdonare. Tornando a parlare di mio padre credo che dobbiamo  portarlo a capire questa cosa che ci è successa gradualmente e non credo che iniziare da domani sia una buona idea...
- Come vuoi, quando sarai pronta a rischiare rischieremo... insieme.
- Sei un amore!  Grazie per tutto davvero!
- Grazie a te per essere entrata nella mia vita. - inutile dire che tornammo a baciarci avvolti da quelle innumerevoli coperte, il mio cuore martellava allimpazzata ad ogni suo tocco tanto che credevo che ben presto mi sarebbe uscito dal petto.
- Non... non avevi un regalo per me? - dissi in un sussurro tra un bacio e l'altro.
- Un regalo? Mmh fammi pensare... si ce l'ho! Anche più di uno se è per questo ma non so se voglio darteli tutti adesso o anche domani. - sussurrò quella frase nell'incavo del mio collo e la mia pelle rabbrividì in maniera spaventosa.
- Lo sai che sono una ragazza curiosa... almeno uno? Ti pregoooo - feci gli occhi dolci
- Mmmh mi hai convinto, vieni con me, ti mostrerò il tuo regalo...
 
POV KILLIAN
Facemmo l'amore per tutta la sera,finalmente liberi da ogni possibile interruzione. Avevamo casa a nostra completa disposizione e ne approfittammo nel vero senso della parola.
- ricordi cosa successe 15 anni fa? - le sussurrai in uno orecchio mentre eravamo stretti uno nelle braccia dell'altro dopo aver dato uno sguardo all'orgoglio. Era da poco passata la mezzanotte.
- Come vuoi che mi dimentichi tutto quel dolore straziante avvenuto per colpa tua? - rispose sfidandomi.
- Come è accaduto questa sera, neanche quindici anni fa mi implorasti di smettere, anzi al contrario... - rise.
- ti amo razza di idiota!
- Ti amo anche io! - crollammo sfiniti sul letto ma mentre lei riuscì ad appisolarsi, io rimasi sveglio a contemplare il soffitto. Per quanto fossi felice di aver avuto modo di poter amare mia moglie come non facevo ormai da troppo tempo, l'idea che le mie figlie erano lì fuori a fare chissà cosa mi dava fastidio. Non era neanche Leila il vero problema ma l'altra. Tra le due è Chloe quella che ho più difficoltà nel gestire. Si ritiene grande e spesso e volentieri si ritrovava in situazioni più grandi di lei. Non è una cattiva ragazza anzi... è molto altruista, generosa ed eccelle nello studio e in qualsiasi cosa faccia. È il classico modello di figlia che tutti vorrebbero avere se non fosse per quel lato adolescenziale che la spinge molte volte ad essere scontrosa con il mondo intero ma allo stesso tempo amorevole con il genere maschile. È propio questo che non digerisco... il fatto che sia interessata ai ragazzi. Dovrei esserci abituato avendo avuto già esperienze con una figlia femmina ma credetemi se vi dico che Leila non mi ha mai dato questo genere di grattacapi. Si è vero si è fatta beccare qualche volta mano nella mano con qualche ragazzo ma era innanzitutto più grande di Chloe e poi non è mai stata così presa da loro tanto da farne quasi una ragione di vita. È fidanzata con Gideon da tre anni ormai e per quanto dovrei essere preoccupato, visto che per me nonostante i suoi 19 anni è ancora una bambina, devo dire che non lo sono tanto quanto lo sono per Chloe. Emma mi prende in giro per darmi fastidio paragonandola a me: dice che ha preso il mio spirito da seduttore. Lo so che lo fa solo per farmi ingelosire ma il solo pensiero che lei possa attrarre il genere maschile volutamente mi fa uscire il sangue dalle orecchie. Al solo pensiero mi alzai dal letto in maniera assai brusca e inizia velocemente a vestirmi.
- Mmh... Killian che ti prende? Tutto ok? - disse mia moglie svegliandosi.
- Non riesco a starmene con le mani in mano, devo andare a controllarle. Tu continua pure a dormire, faccio in un minuto. - feci per uscire dalla porta della nostra stanza ma mi trattenne:
- Non ti azzardare ad uscire da questa stanza! - Disse categorica mettendosi a sedere - Spogliati e torna a letto, tu non andrai a controllare proprio nessuno.
- Mah...
- Mah niente! Fiducia Killian. La fiducia prima di tutto. È questo quello che gli abbiamo insegnato giusto? Dobbiamo dargli fiducia... che poi fiducia di cosa? Stanno passando del tempo insieme come brave sorelle di cosa dovresti mai preoccuparti è? Sta tranquillo.
- La fai facile te...è proprio quando si sta tranquilli che si rimane fregati.
- Ma finiscila, torna a dormire.
 
POV LEILA
Mancavano ormai cinque minuti alle due del mattino e mia sorella ancora non si era fatta viva. Se non fossimo rincasate entro le due sarebbe scoppiato il finimondo in casa nostra e come minimo ci sarebbero venuti a cercare con tanto di macchina dello sceriffo e sirene lampeggianti. Mi ero raccomandata di essere puntuale e invece??? Chissà che accidenti stava combinando. Estraggo dalla tasca dei jeans il cellulare per chiamarla ma fortunatamente eccola attraversare il portale e tornare.
- Alla buon'ora! - le dissi facendole capire che non mi piaceva assolutamente il fatto che avesse ritardato.
- Lo so lo so scusa ma ho perso la cognizione del tempo. Non volevo... - Avrei voluto restare un po' più distaccata per farle capire che aveva sbagliato, ma nel vederla così felice ed emozionata mi si sciolse il cuore e sotterrai lascia di guerra per andare ad abbracciarla. In fondo era anche il suo compleanno.
- Buon compleanno scimmietta! - sorrise ancora di più - Allora??? Raccontami tutto! Come è stata la festa? Chi c'era? Che avete fatto? Cosa ti hanno regalato oltre quell'enorme peluche con i fiori?
- Wow è proprio un vero interrogatorio questo! - sorrise - Che ne diresti prima di impegnarci per tornare a casa? Mancano solamente tre minuti al coprifuoco. - Aveva pienamente ragione, ci sarebbe stato tempo per parlare e per far conciliare le nostre versioni nel caso ci fosse stato chiesto l'indomani come avevamo trascorso la serata, ora bisognava solamente tornare a casa.
- Salta su presto!
Impiegai tutta me stessa per raggiungere casa nel minor tempo possibile ma nonostante tenessi lo sguardo fisso sulla strada, per evitare di schiantarci, non potei far a meno di notare il viso e l'espressione di mia sorella. Era rilassata, per alcuni versi sembrava quasi diversa dal solito eppure riuscivo a scorgere una nota di tristezza in lei che prima non avevo notato. Aspettai di tornare a casa per parlarle, poi una volta assicurata che i nostri genitori stessero dormendo profondamente non accorgendosi dei cinque minuti di ritardo, tentai di aprire un dialogo con lei mentre ci preparavamo per andare a letto.
- E insomma non mi dici nulla? Ti sei divertita, non ti sei divertita....
- È stato senza dubbio il miglior compleanno della mia vita. - sembrava imbarazzata.
- Sei tutta rossa Quindi provò a buttarla lì: ultimamente ho il sospetto che tu ti veda con qualcuno, questo qualcuno era alla festa vero?
- Sono stanca Leila, vorrei andare a dormire se non ti dispiace. - tagliò a corto evitando di rispondermi.
- Questo significa si! Va bene ti lascierò andare ma a patto che domani mi racconterai tutto. Ok? - annuì - L'abbracciai ancora una volta dopodiché mi recai anche io in camera. Mi misi a sistemare i vestiti che avevo utilizzato quella sera nell'armadio quando di punto in bianco notai mia sorella poggiata allo stipite della porta che mi fissava.
- Non eri stanca tu? Cosa ci fai qui? - chiesi gentilmente. 
- Stavo pensando... non è che.... si vedi... non è che ti andrebbe di dormire di la con me? - oh oh... quando mia sorella dice così di sicuro vuole parlare di qualcosa e spesse volte riguarda i disastri che combina. Vedo il suo sguardo triste riaffiorare nuovamente nonostante cercasse di nasconderlo in tutti i modi  e questo mi fece scattare il mio campanello d'allarme.
- Vuoi parlare non è vero? Comincia ad andare in camera, mando un sms a Gideon per rassicurarlo che sono tornata e sono subito da te. - così feci, tranquillizzai il mio fidanzato ed andai a sdraiarmi nel letto con mia sorella.
- Dimmi tutto, qualcosa non è andata secondo le tue aspettative? Hai litigato con qualcuno? Che c'è che ti turba tanto da volermi qui?
- Volevo solamente avere la tua compagnia, è reato? - si giustificò
- No certo che non lo è , ma tu non vuoi mai "solo" la mia compagnia. Se mi hai voluta qui è perché vuoi parlarmi di qualcosa. Avanti, non vergognarti, sono tutte orecchie.
- In realtà ci sono varie cose che vorrei dirti, alcune sono vecchie, di qualche mese fa all'incirca, altre sono fresche di giornata. 
- Sono mesi che devi dirmi qualcosa? Chloe! E perché non l'hai fatto?
- Ciò provato diverse volta ma poi non ho  trovato mai il coraggio di farlo veramente  perché un pensiero negativo si contrappone sempre e mi fa bloccare.
- Non ti seguo...
- Vorrei raccontarti tutto lo sai, delle volte, come in questo caso ci metto un po' a prendere coraggio ma poi solitamente ti dico tutto. Questa volta è diverso perché a parte il fatto che sono un po' in imbarazzo, penso che vuoi o non vuoi dovrò abituarmi a cavarmela da sola... - prese un respiro - Quello che voglio dire è che tu tra pochissimo andrai via e io al contrario rimarrò qui. Dovrò imparare ad affrontare le cose da sola se tu non sarai qui a sostenermi.
- Sarò a Boston ma questo non implica che non potremo più vederci. Puoi venirmi a trovare quando vuoi. Le porte di casa mia per te saranno sempre  aperte. Non dovrai affrontare mai nulla da sola, ne adesso ne mai. Io ci sarò sempre che sia ben chiaro questo. - l'abbracciai non appena vidi delle lacrime scorrerle lungo il viso. - Che c'è, era una piccola dichiarazione di affetto per farmi sapere che ti mancherò? - cercai di strapparle un sorriso ma fallii. - oiiii andiamo non sarà una cosa così tragica. Ma come, per anni hai desiderato che me ne andassi di casa e ora fai così?
- Non voglio che vai viaaaaaaa..... - scoppiò a piangere e questo mi fece completamente spezzare il cuore, in quindici anni non avevo mai visto mia sorella piangere in questo modo per me. Mi sentii impotente, non avevo la più pallida idea su come consolarla. L'unica cosa che riuscii di fare fu tenerla stretta a me e aspettare che si sfogasse. - scusami.... - disse dopo svariati minuti - Non volevo reagire così è solo che ho un po' paura... ho sempre vissuto con te, mi sono sempre rapportata con te e sono sempre riuscita a cavarmela perché sapevo di poter contare su di te. Ora che andrai via sarò io la sorella maggiore... questo è un'altro problema: io non so farla la sorella maggiore. Che farò se un giorno Liam verrà a chiedermi un consiglio o come farò a sapere che ha bisogno di aiuto. Io non sarò mai brava come te!
- Allora: o a quella festa ti hanno fatta ubriacare e questi sono gli effetti dell'alcol o stai improvvisamente avendo uno crollo di autostima. Sei una sorella eccezionale: io, Liam e Henry siamo fortunati ad averti e nonostante con Liam non ci sia un rapporto esattamente come il nostro non significa che non te la saprai cavare. Tu gli vuoi bene e lui te ne vuole. Conta solo questo.
- Sei arrivata a questa conclusione dopo anni e anni di dura pratica? - finalmente sorrise.
- Me ne hai fatte passare di tutti i colori e te ne ho dette di tutti i colori ma si... il segreto per la buona riuscita è il bene che ci vogliamo l'un l'altro. Ora smettila di farti tutti questi complessi e aggiornami sulle ultime novità che saranno di sicuro più interessanti. È il tuo compleanno non voglio più vederti versare una lacrima oggi! Solo sorrisi per te signorina.
- Ti dispiacerebbe proprio tanto se ti raccontassi tutto domani. Sono davvero stanca e sto ancora elaborando bene le emozioni della festa di questa sera. Se non ti dispiace vorrei avere un po' di tempo per pensare, tra me e me, alla serata appena trascorsa.
- Vuoi che torni di la in camera mia?
- No, voglio che resti qui! Mi mancherai e quindi voglio passare con te più tempo possibile.
- Ok ok ho capito sei davvero ubriaca eheheheheh. Dormiamo
 
POV CHLOE
E la prima confessione era andata. Mi portavo quel macigno da qualche mese ormai. Ho sempre fatto finta che non mi importasse, che ne fossi a tratti anche felice e invece non era vero nulla. La mia era solo una corazza per sentirmi più forte ma la verità era che non sopportavo l'idea che se ne andrà via. Abbiamo vissuto per 15 anni insieme, dividerci adesso per me sarebbe come morire. Ho bisogno di lei e non voglio saperla distante.  Sapevo che era una cosa che prima o poi sarebbe dovuta accadere, non pensavo però accadesse così presto. Proprio ora che ho bisogno di lei più che mai. È già... è giunto il momento di affrontare quello che mi sta succedendo, ieri ne ho avuta una vaga conferma. La mia vita sta cambiando, io sto cambiando, ma allo stesso tempo non so come comportarmi. L'unica che può aiutarmi è lei, gli altri meglio tenerli ancora all'oscuro di tutto, mi ucciderebbero. Fatico a prendere sonno, molto probabilmente a causa di tutte le emozioni provate quella sera,  ma alla fine, quando ormai avevo perso le speranze, Morfeo mi rapì. Mi alzai il mattino seguente svegliata dal profumo di cornetti appena sfornati. Aprii gli occhi e vidi mia madre e mio padre tenere un vassoio tra le mani con un cornetto gigante ripieno di nutella sormontato da 15 candeline. Mia sorella era seduta accanto a me e insieme a Liam, che era già rientrato in casa,  mi cantarono la famosa e odiosa canzoncina da compleanno. Perché dovevano tutti farmi sentire sempre così dannatamente in imbarazzo? Ero grande ormai.
Spensi le candeline esprimendo un desiderio dopodiché Leila cacciò tutti perché da gran curiosona voleva che le raccontassi della festa e altro...
- Allora da cosa vuoi partire... da quello che dici che non hai coraggio di dirmi da mesi o dalla Festa di ieri?
- Partiamo dalla festa! Allora... diciamo che  non era esattamente una festa. In pratica, e ti prego di non iniziare a saltellare dalla felicità, Erik ha voluto organizzare una serata per festeggiare il mio compleanno solamente io e lui.
- Cosa cosa cosaaaaaaa???? Oddio dimmi che non sto sognando, dimmi che è successo veramente. Che è successo? Voglio saperlo!
- Se mi lasciassi finire di parlare magari...
- Scusa scusa hai ragione è che sono troppo emozionata. Mi siete sempre piaciuti come coppia, il fatto che ieri lui ti abbia organizzato quella sorpresa ti fa capire che non mi stavo immaginando proprio nulla. A lui interessi... sei sempre interessata. Eri tu che...
- Dicevo... - ignorai quel fiume di parole - mi ha regalato lui l'orsacchiotto con le rose e i cioccolatini, poi mi ha fatto trovare quintali e quintali di sushi per cena cosa che come ben sai adoro e poi niente... siamo stati sul divano, davanti al caminetto,visto che li nevica, a chiacchierare del più e del meno.
- E...? dimmelo ti prego! Aspetto questo momento da una vita. Dimmi che vi siete baciati. Un bacio, uno solo, che sia piccolo o insignificante... basta che mi dici che ci sia stato. Allora?
- Sai c'è stato un momento dove eravamo abbracciati e...
- E??? Non tenermi sulle spine dimmelo, non è difficile. Vi siete baciati o lo hai respinto per la tua stupida idea dell'essere solo ottimi amici?
- E va bene lo confesso... ci siamo baciati...
- EVVIVAAAAAAAAAAA! - Iniziò a saltellare sul letto neanche avesse dieci anni.
- ... E abbiamo fatto l'amore! - dissi a bruciapelo e velocemente come a volermi togliere l'ennesimo sassolino nella scarpa. È già io e Erik la sera prima ci eravamo spinti un un tantino oltre. Non lo avevamo previsto... è successo e basta. Mia sorella Si ammutoli di colpo e tornò a sedersi composta. Mi fissava come a cercare di capire se la stessi prendendo in giro o cosa ma il suo sguardo non mi diceva nulla di buono.
- Ti dispiace ripetere l'ultima frase sorellina? Non credo di aver capito bene. - era seria.
- Hai capito invece... abbiamo fatto l'amore... - attimi di silenzio invasero la stanza fin quando quel silenzio non venne rotto dalla sua risata isterica.
- Bella questa! Se volevi farmi morire di infarto ci sei quasi riuscita eheheheheh - continuó a ridere e io risi insieme a lei, non so perché lo feci, forse per via della tensione accumulata, per l'imbarazzo di voler condividere questa cosa con lei... non lo so... so solo che tornati seria poco dopo e le dissi che non stavo minimamente scherzando.
- Leila ero seria... lo abbiamo fatto! Ieri... oggi... va beh alla mezzanotte insomma, a casa sua. - finalmente capì che ero seria.
- Ma sei diventata scema? Ma cosa ti ha detto il cervello? CHLOEEEEEE
- Che c'è? Hai detto che ti piaceva Erik no? Perché adesso...
- Si, mi piaceva vedervi insieme ma non... cioè Chloe non puoi considerarlo un amico fino a due minuti prima e andarci a letto il minuto dopo. E poi cacchio... hai 15 anni... è presto per la miseria!  - si mise le mani davanti al viso disperata da tale reazione. Mamma mia, mica le ho detto che ho ucciso uno.
- Comunque se può farti sentire meglio... io e Erik ci stavamo frequentanto da più di due mesi ormai quindi non sono stata proprio avventata avventata. È questo il piccolo segreto che ti ho tenuto nascosto. Mi dispiace... so che non avrei dovuto farlo.
- Non ha importanza che vi vediate da un giorno due mesi o un anno, non mi interessa se non me ne hai parlato, avrai avuto le tue motivazioni, ma per fare quello che mi hai appena confessato devo dirtelo Chloe non ci siamo proprio... ma come ti è venuto in mente? - steabuzzò gli occhi - Non ti avrà pressata spero! Dimmi che non ti ha costretta o fatto pesare questa cosa.
- Ma sei matta? È successo tutto così, in maniera naturale, ci stavamo baciando e tra una coccola e l'altra lui mi ha chiesto se poteva spingersi un pochino oltre.
- Un pochino? Non mi sembra sia stato  pochino... -  non capivo se fosse arrabbiata o scioccata.
- Questo era all'inizio poi ci siamo fatti prendere la mano e... e è successo. Non dirmi che non ti è mai capitato...  Non ci credo! Tu e Gideon state insieme da oltre tre anni possibile che voi non...
- Vuoi la verità? mi sono concessa a lui quest'anno contenta? A 19 anni suonati Chloe, non a 15. - rimasi allibita a quella confessione. - Sei una ragazzina ancora non dovresti neanche pensarci ai ragazzi figurati fare certe cose.
- Vogliamo parlarne ancora per molto? La situazione non cambierebbe comunque.
- Devi dirlo a mamma! - sì certo come no.
- E magari anche a papà visto che ci sono no? Ma sei fuori? Non dirò nulla a mamma di questo e tu dovrai essere muta altrimenti ti conviene che inizi a partire già fa adesso. - questa volta fui io ad arrabbiai.
- Non ho intenzione di fare la spia e non ti sto dicendo di dirglielo per farti avere una ramanzina o una punizione.
- E allora perché dovrei dirglielo? cosa hai fatto tu è? Glielo hai detto? Ma noooo certo che no tu sei grande non hai bisogno di mammina.
-  Al contrario... È stata la prima cosa che ho fatto. Sono andata da lei, le ho parlato della mia decisione e lei oltre ad aprirmi le sue vedute mi ha preso appuntamento per delle visite per poter restare in sicurezza. Ecco perché è importante che tu glielo Dica. Non si gioca con queste cose Chloe.
- Come sei esagerata. Per aver fatto l'am...
- Potresti non ripeterlo in continuazione per favore? Mi fa strano sentirtelo dire. Avrei preferito che mi confessassi che avevi iniziato a fumare. Non fumi vero?
- Ho fatto qualche tiro ogni tanto con i miei amici ma no, non fumo. Comunque tu avrai anche parlato con mamma per... beh quella cosa ma perché non potevi chiedere ad altri. Io si, tu sei maggiorenne e quindi potresti...
- Scordatelo! Ti voglio bene ma non ti darò il lascia passare per fare quello che ti pare. Se vuoi parla con mamma e veditela con lei, a me non farmici entrare. Non sono cose di cui voglio intromettermi. Se succedesse qualcosa la responsabilità sarebbe la mia! No no no non se ne parla.
- Vorrà dire che lo terrò per me!
- Sbagli... almeno siete stati attenti? Avete...
- Mmmh... certo che lo siamo stati, non siamo mica due bambini!
- Mmmh... vedendo l'età è da poco che non lo siete.
- Default Leilaaaaa! Io vengo da te per avere un appoggio e tu che fai? Mi critichi?
- Non ti critico tesoro, dico solo quello che penso. Cosa che faresti anche tu se venissi a confessarti una cosa che non sta né in cielo né in terra. Vuoi un mio consiglio? Ormai lo avete fatto non si può tornare indietro è vero ma non è detto che la vostra relazione deve trasformarsi in qualcosa di fisico necessariamente no? Potreste aspettare non trovi? - la guardai come a voler sottolineare l'ovvio.
- Tu stai già pensando a ricederlo vero? - disse di no con la testa esasperata. - Beh almeno questo significa che ti è  rimasto un ottimo ricordo e non un trauma come spesse volte accade. È così? È stato almeno gentile?
- Che c'è sei curiosa adesso?
- Non sono curiosa, mi sto solo preoccupando.
- Non ce n'è bisogno. All'inizio è stato un po'... Mmh... bruttino? Ma poi... oddio se ci ripenso mi manca già.ci sa fare il mio fidanzato sai?
- CHLOEEEEE TIENITELE PER TE QUESTE COSE! Comunque... nonostante io non sia d'accordo e mi piacerebbe tu tornassi di qualche passo indietro, sappi che con me ci puoi sempre parlare e gradirei che mi raccontassi più cose di te in modo che io possa stopparti subito nel caso tu stesso facendo una cavolata.
- Nonostante mi hai appena criticata rimani comunque la miglior sorella del mondo. Ti terrò al corrente di tutto te lo prometto.
- Ti voglio bene anche io scimmietta e mi raccomando testa sulle spalle... sempre.
- Ok!
- Brava. Dai, andiamo  a vedere se hanno bisogno di una mano per i preparativi della festa.
***
POV EMMA
Dopo settimane di incessante lavoro per far sì che tutto filasse liscio eccoci giunti finalmente al grande giorno di Chloe: il suo quindicesimo compleanno.
È la sua prima festa in grande stile ed è parecchio emozionata per l’evento. Papà Killian lo è un po’ meno per via dei “pericoli” che possono danneggiare a detta sua sua figlia, ma ha abbandonato ogni idea di sabotaggio che gli era venuta in mente per lei, ed eccolo mettersi addirittura il vestito elegante per la serata.
- Sei una meraviglia vestito di tutto punto. Non smetterei mai di guardarti.
- Oooh mi dispererei se lo facessi! - mi rispose citando una delle nostre frasi storiche. - anche tu non sei niente male love! Non vedo l’ora di tornare a casa e sfilarti questo adorabile vestitino di dosso.
- Sempre il solito pervertito! - lo baciai - Non credo comunque sarà possibile... Caroline, l’amica di tua figlia rimarrà a dormire da noi...
- Beh? Non vedo dove sia il problema, dormirà con Chloe mica con noi! - mi fece l’occhiolino per poi avviarsi verso la porta. - vi aspetto in macchina con Liam, non metteteci tre anni come al vostro solito, gli invitati aspettano.
Finimmo di prepararci dopodiché tutti insieme raggiungemmo il locale dove si sarebbe tenuta la festa e aspettammo l’arrivo degli invitati. Non dovemmo attendere molto, già dopo qualche minuto qualcuno iniziò ad arrivare.
- ma quanta gente ha invitato? - esclamó Killian vedendo che la gente non smetteva di entrare - tra un po’ il locale esploderà.
- Esagerato! E poi lo sai che tua figlia è come te: fa solo cose in grande stile. A proposito dov’è?
- Guarda a ore tre e la vedrai. Sta parlando con un poco di buono. - sbuffò
- Con un poco di buono? Hai avuto modo di fare la sua conoscenza per caso? - lo presi in giro conoscendo già la risposta.
- No! Puro intuito. Guarda anche quei due laggiù che la stanno guardando con quegli occhi da pervertiti.... tze, li prenderei a pugni guarda. E Erik? Vogliamo parlare di Erik? Quel ragazzino sono più di dieci anni che bazzica per casa nostra... ancora non ha capito che non deve fissarla ad ogni ora del giorno?
- Stai avendo una crisi isterica te ne rendi conto? - Risi. Era troppo bello vederlo così.
- Ci sono troppi ragazzi “maschi” per i miei gusti.
- Senti gelosone, mi è venuta una certa fame, andiamo a mangiare qualcosina? Con la scusa ci facciamo una chiacchierata con Robin e Regina, sono proprio lì al buffet.
- Tu vai, io ti raggiungo non appena la situazione sarà sotto controllo.
- Hai intenzione di fare la sentinella e spiarla per tutta la sera?
- Se sarà necessario....
- Ma finiscila! - lo presi per la cravatta - avanti, vieni con me o niente notte di fuoco stasera.
- Mi stai forse minacciando signora Jones?
- Ooooh certo che sì mio bel capitano! -risi - Andiamo dai, muoio di fame.
Superato l’impatto iniziale anche KIllian si sciolse un pochinino e si godette la festa. Tutti lo fecero, in particolare modo i ragazzi che tra scherzi di compleanno, cacce al tesoro, balli scatenati e video strappalacrime ne combinarono di tutti i colori. Il momento dei regali fu per mio marito la parte peggiore di tutta la serata, lì si rese finalmente conto che la sua bambina non era più tanto bambina. Passò dai dolci ricordi di un tempo quando scartava come regali bambole e orsacchiotti di pezza ad ora che a parte qualche libro gentilmente concesso da Henry e nonna Snow per il resto ricevette borse, trucchi, bracciali,collane, profumi, vestiti e intimo. Beh sull’intimo ci sarebbe da aprire un capitolo a parte per descrivervi la sua reazione ma ormai lo conoscete tutti mio marito e non serve che io lo faccia. Il regalo più apprezzato da mia figlia fu sicuramente la macchina fotografica che sua sorella in gran segreto le aveva regalato. Non ne sapevamo nulla neanche noi ma non sono per nulla sorpresa di quel gesto. Sono cresciute entrambe e a differenza di ogni aspettativa passata si vogliono bene sul serio. Sono unite nell’anima e non posso che essere orgogliosa di me stessa e di Killian per essere stati in grado di tirarle su in questo modo. Certo, ce ne fanno passare di momenti tragici e di sicuro mai smetteranno di farlo ma alla fine sappiamo che su di loro si può far affidamento e questa è la cosa più importante. Dovremo stare molto vicino a Chloe quando Leila andrà via, è molto vulnerabile e non sarà facile per lei allontanarsi dal suo punto di riferimento. Allo stesso tempo però so che è una ragazza eccezionale, sono sicura che imparerà presto a convivere con questa nuova realtà. A proposito di Chloe, mi guardai attorno per vedere dove fosse finita ma non la trovai. Non era né in pista a ballare ne vicino al buffet. Era arrivato il momento della torta e avevo bisogno di lei per farle fare le foto di rito. Chiesi a Regina di aiutarmi a cercarla ma dopo svariati minuti rinunciammo all’idea di trovarla all’interno del locale così provammo all’esterno dove avevamo fatto sistemare delle panchine. Bingooo! Era lì e non era per nulla da sola.
- O SANTI LUMIIIIIIII! - strillò Regina non appena si rese conto che quella biondina ancorata saldamente alle labbra di un certo Erik era sua nipote. Provai a zittirla ma non ne ebbi il tempo e presto ci ritrovammo tutti e quattro a fissarci imbarazzati.
- Mamma! Zia! Non è come.... io non ... Erik diglielo anche tu che.... - stava entrando nel pallone povera piccola. Si sentiva chiaramente in imbarazzo ad essere stata colta sul fatto, lo sarei stata anche io a quell’eta.
- Voi due... - iniziò con il dire Regina ma io la bloccai finendo a caso la sua frase.
- Si.. voi due dovreste venire dentro per la torna. Non possiamo farla uscire se non ci sei tu - indicai la festeggiata. - e tu Erik non puoi non assaggiarla. Il ragazzo fu il primo a rientrare dentro il locale, seguito a ruota da Regina. Stavo per fare la stessa cosa ma mi sentii afferrare per un braccio.
- Mamma scusa... io.... - era impaurita potevo leggerlo dal suo sguardo.
- eiiii non sono arrabbiata! - le sorrisi
- Ah no? - chiese stupita
- Per un bacio? Scherzi? Con Erik poi? Sapevo che sarebbe successo prima o poi. Dimmi solo questo: Va avanti da un po’ o è la prima volta che succede?
- È la prima volta che succede mamma davvero. - rispose con un po’ troppa fretta.
- No... non è così. - sorrisi - Il mio super potere non la pensa allo stesso modo.
- Io...
- Ascolta, è il tuo compleanno, pensa solamente a goderti la festa e a divertirti. Quando sarai pronta, magari domani o dopodomani, visto che ormai l’ho scoperto, magari potremmo parlarne ok? - annuì
- Grazie mamma sei la migliore ma davvero non c’è nulla di cui parlare... è successo davvero solo adesso. Non è mai successo nulla prima tra di noi, te lo giuro! - ma perché continuava a giustificarsi così? Eppure non l’avevo sgridata.
- Cammina dentro avanti, ti stanno aspettando tutti. - si voltò e si avviò verso il locale ma improvvisamente il mio istinto mi disse di formulare ancora un’ultima domanda:
- Chloe aspetta! Me lo diresti se ci fosse qualcosa tra di voi?
- Certo mamma che te lo direi! Lo sai che non voglio tenere segreti con te. Tu non sei come papà a te so di poter dire tutto!
- Tutto tutto?
- Certo che sì mamma: Tutto tutto!
 
Note dell’autore:
Allora... da dove cominciare? Leila è cresciuta e maturata molto, cosa che non si può dire ancora di sua sorella. Ha 19 anni e sta per lasciare casa per spiccare nel mondo del collage. Studierà Giornalismo e seguirà le impronte di suo fratello che ama scrivere. Potrebbe essere una seconda autrice di libri di fiabe? Chissà. La piccola Chloe? Beh la piccola Chloe è sempre il piccolo uragano solo che adesso le cose iniziano a farsi serie per mamma e papà. Ha appena fatto il passo più lungo della gamba e anche se almeno a sua sorella lo ha confessato con i suoi genitori sta mentendo alla grande. L’ultima conversazione madre e figlia ( “mi diresti proprio tutto?” “ si mamma tutto tutto”) che ho scritto alla fine del capitolo vi farà capire su cosa sarà incentrato il prossimo episodio ambientato nel futuro ( non so se sarà il prossimo o il seguente ancora). In pratica Chloe ha iniziato a mentire anche a sua mamma... cosa che faceva raramente. Avrebbe potuto raccontarle almeno dell’inizio della relazione con il suo ex amico d’infanzia Erik; eppure no, a preferito far finta che fosse una cosa del momento. Lo ha fatto per paura o solo per strategia perché non vuole ancora farsi sgamare? E mamma Emma avrà creduto alla sua piccola dolce Chloe? Vi lascio in anteprima quella che sarà la copertina del prossimo capitolo ambientato in quest’epoca e capirete se ci sarà da gioire o meno. Ps. Lo so che i nostri begnamini si son visti poco e niente, ma si vedranno meglio nella prossima parte potete starne certi. Abbiate fede. Spero che comunque questo capitolo vi sia piaciuto... fatemi sapere cosa ne pensate. 
Nekoooooo! Lo so che Chloe, dopo questa avventura con Erik così affrettata, ti starà ancora di più sulle scatole ehehehehehehehe. Immagino ogni tipo di insulto a quella “povera” piccina ehehehhehehe.

ECCO A VOI L'IMMAGINE DI CUI VI PARLAVO... COSA PENSATE SUCCEDERA'?


 
 

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Capitolo 62
*** Miglioramenti ***



 
POV KILLIAN.
Finite le festività natalizie e superato l'ennesimo viaggio nel tempo, io e mia moglie tornammo ad occuparci della situazione di Chloe: sia di quella fisica che di quella psicologica. Avendo affrontato un viaggio temporale e essendo stata a contatto con persone che per quanto di famiglia erano comunque dei perfetti estranei a livello di informazioni sanitarie, decidemmo di anticipare la visita fissata per il 15 Gennaio al 10 sperando che la piccola Chloe potesse finalmente essere considerata a tutti gli effetti guarita e fuori periocolo. Forse sarebbe stato meglio aspettare qualche giorno in più per ottenere un resultato del tutto positivo ma Emma aveva insistito per paura che la piccola potesse aver preso qualche infezione durante quel viaggio. 
Andammo a svegliarla molto presto quella mattina e dopo le consuete coccole per evitare che si stranisse, Emma le fece fare colazione e la vestì. Eravamo pronti ad andare.
Raggiungemmo l'ospedale dove era in cura da ormai da otto mesi e aspettammo il nostro turno. Qualche minuto prima di entrare in sala visite Emma venne convocata da un'infermiera per firmare dei documenti riguardanti nostra figlia quindi toccò a me accompagnare la piccolina dentro quando il medico ci annunciò. Sembrava tranquilla, come sempre del resto. Si era sempre fatta visitare senza troppi convenevoli e quindi ero tranquillo anche io. Purtroppo però quel giorno la piccolina cambiò atteggiamento e proprio mentre la presi in braccio per stenderla sul lettino visite ecco che iniziò a fare il diavolo a quattro piangendo e gridando che voleva la sua mamma li con lei.
- Amore, la mamma è qui fuori, arriverà presto ok? Tranquilla. - le dissi dolcemente cercando di tenerla ferma per paura che cadesse dal lettino.
- Boglio andare da mamyyyyy. No boglio tare qui. Pottami bia!!!!!
- Dobbiamo prima fare la visita tesoro... poi torneremo a casa! 
- No... ola! - non c'era verso di tenerla buona. Non sapevo davvero cosa fare, ero completamente impreparato a tutto quello. 
- Provo io se non le dispiace - disse il medico facendosi avanti. Non ero riuscito io a calmarla che ero suo padre come pensava di poterci riuscire lui che per lei era comunque un mezzo estraneo? - Chloe ti ricordi di me vero? Sono il tuo dottore, quello simpatico. Sono quello che ti ha fatto giocare con il cagnolino per aiutarti a guarire. 
- Lo to chi tei! No tono tupida. - rispose acida.
- Piano con le parole Chloe ne abbiamo già parlato. Quella parolina devi eliminarla dal tuo vocabolario hai capito? - l'ammonii - chiedi scusa al dottore.
- No! Boglio andale via! No boglio tale qui e boglio mammaaaaaaaaaaaaa! 
- Aspetteremo la tua mamma per la visita te lo prometto ma almeno posso pesarti e vedere di quanto sei cresciuta in questo ultimo periodo?
- No! Tu cattivo! 
- Ma come, ti stavo simpatico un tempo... Dai, non fare la timida, vieni con me. - riuscì a prenderla in braccio per portarla sulla bilancia ma quello che ottenne fu un isterismo in piena regola. Pianse talmente forte che neanche due minuti dopo Emma era già li! 
- Che diavolo succede! - esclamó spaventata per quel pianto e con il fiatone visto che molto probabilmente aveva corso per raggiungerci - Chloe tesoro che succede? - la bambina in un momento di esitazione del medico sfuggi al sua presa e corse da Emma.
- Andiamo bia mamy! Io no boglio tale qui! - capì al volo il motivo di quel pianto: capricci, solo stupidi capricci. 
- Lo sai perché siamo qui tesoro, ne abbiamo parlato ieri sera. Cosa c'è che ti spaventa è ? Sei sempre venuta con il sorriso da questo dottore, cosa sono tutti questi lacrimoni oggi? 
- Ho... ho Paula! 
- Paura? E di cosa? Non ti fa nulla, ti guarda solamente. 
- Di quel coso! - indicò la bilancia.
- Hai paura di quella? - annuì - Ma non fa nulla, devi solo salirci sopra e giocare alla bella statuina. Starò vicino a te per tutto il tempo ok? 
- NO! 
- Chloe, il dottore deve visitare anche altri bambini oltre a te, non possiamo fargli perdere tutto questo tempo. 
- Andiamo bia allola. - rispose con fare ovvio tentando di raggiungere la porta. 
- Mi sto arrabbiando principessa. - le disse Emma prendendole la manina - Forza, andiamo a pesarci. 
- No no no! - ricomincio a piangere e a quello aggiunse anche un'ulteriore serie di capricci. - boglio il ciuccio! - esclamò singhiozzando. 
- Vuoi cosa? - chiese Emma sorpresa da tale richiesta. 
- Il ciuccio! 
- Chloe non non prendi il ciuccio da anni ormai. 
- TIIII! LO BOGLIO, LO BOGIOOOOOOOOOO! 
- Eiii calmati signorina! Anche se volessi dartelo non potrei, non ce l'ho! Ma chissá, magari se farai la brava e ti farai visitare... 
- Nella bolsa. È nella bolsa! - disse e corse a prendere la borsa di Emma per frugare al suo interno. Ne tirò fuori un ciuccio bianco e azzurro. Lo conoscevo benissimo, era di suo fratello, deve averglielo di sicuro rubato. 
- E questo? - le domandò Emma non appena la piccola, vittoriosa, glielo mostrò 
- Miooo! 
- No, non è tuo! 
- Ti mio! - era inutile girarci intorno e quello di sicuro non era neanche il luogo più adatto per farlo. Lasciammo che la piccola tenesse il ciuccio di suo fratello e improvvisamente si calmò. Ne approfittammo per farla visitare e anche se qualche altro piantarello, per via delle analisi e della puntura che le fece ci fu, per il resto la visita andò bene. Risultato? Le difese immunitarie di Chloe avevano superato di gran lunga la soglia minima e poteva essere finalmente considerata guarita a tutti gli effetti. Tirammo tutti un sospiro di sollievo, finalmente l'incubo era finito e avremmo finalmente potuto tornare a condurre una vita normale. 
- Quindi mi sta dicendo che non siamo più vincolati... - chiese ulteriore conferma Emma. 
- Diciamo di sì, ma visto che ormai siamo quasi a metà gennaio opterei per finire il mese e poi riprendere a pieno la vostra vita. Questo non implica però la reclusione completa, sarei veramente crudele se lo proponessi. La bambina potrà ricevere visite senza dover necessariamente aspettare una settimana tra una e l'altra. Partirei con gli adulti per il momento, i vostri parenti per essere specifici, poi se come presumo non ci saranno ricadute proseguirei a fine mese con i suoi amichetti e con l'ingresso all'asilo. 
- Ai sentito amore? È tutto finito, tra pochi giorni potrai tornare a scuola a giocare con i tuoi amichetti. Sei contenta? - le dissi. 
- Io... boglio tocale al pacco tocchi pelò. - rispose ignorando la mia domanda 
- Tra qualche giorno ti prometto che ti ci porterò ok? - lo sguardo della piccola si intristì di nuovo, avrei voluto consolarla ma il suo medico mi anticipò.
- Non servirà attendere molto. Se mi prometti che per i prossimi venti giorni non farai capricci per il voler giocare fuori, potrei anche darti come ricompensa per essere stata brava il permesso di giocare al parco proprio questo pomeriggio! 
- Dabbelo? Potlò giocale con i bimbi?
- Si! Però devi promettermi che poi fino a fine gennaio sarai una brava bambina. 
- Ti lo plometto ! Mamy andiamo al pacco? 
- Se il dottore ha detto di sì non vedo perché non dovremmo. 
- EBBIBAAAAA! - gridò tutta felice.
- Grazie dottore, grazie davvero per tutto. Ha salvato la vita di nostra figlia, non smetteremo mai di esserle riconoscente. 
- Ho fatto semplicemente il mio dovere. - sorrise - Cosa dire signori Jones: È stato un vero piacere conoscervi ma spero vivamente di non rivedervi più da queste parti! - lo speravamo tutti. Uscimmo finalmente dall'ospedale e ci mettemmo in marcia per tornare a casa. Mia moglie non parlò per tutto il viaggio, era intenta a scrivere al cellulare, Chloe al contrario era logorroica e non fece altro per ben due ore che gioire  di poter finalmente andare al parco giochi. Pensate che la cosa finì non appena tornammo a casa? Assolutamente no! Li iniziò la parte peggiore ovvero quella di convincerla a mettersi a tavola e mangiare. Non voleva saperne, le si era praticamente incantato il disco. Esisteva solamente la parola parco giochi nel suo vocabolario. 
- Boglio andale ola! 
- Ora devi mangiare! - le dissi io. - Andremo oggi pomeriggio. 
- NO NO NO! Boglio andale ola! 
- Ora non si può Chloe e se continui così non ti ci porto neanche questo pomeriggio. - non lo avessi mai detto. La mia piccola principessa si teasformò completamente lasciando spazio a una bimba che non avevo mai visto. 
- TU TEI CATTIBO! Hanno lagione gli altri! Tu pilata cattivo. Pia pinta di essele buono. A me no vuoi bene e... e io no boglio bene a teeeeeeee! - scappò dalla cucina e corse in camera sua. La raggiunse Emma ma quando tornò al piano di sotto la piccola non era con lei. Mi disse che aveva continuato a inveire contro tutti, lei compresa,  e che si era messa sotto le coperte girarata verso il muro come a far finta che non ci fosse nessuno in stanza con lei. 
- Stiamo superando ogni limite tesoro non so se te ne rendi conto. Non era così e non voglio che lo diventi. Ogni giorno è sempre peggio. Sarà una fase, sarà quello che vuoi ma questa storia deve finire. Dove'è la bambina angelica e sorridente che abbiamo messo al mondo 4 anni fa? 
- È scomparsa esattamente un anno e qualche mese fa quando le abbiamo annunciato l'arrivo del bambini numero 4. Facci caso è così capricciosa da allora. 
- Dobbiamo fare qualcosa però! Ormai Liam ha quasi un anno, non può continuare ad essere gelosa di lui. Fosse una gelosia leggera pure pure ma qui la cosa si sta ripercuotendo anche su altri fattori...
- Lo so, ho pensato infatti di parlarne con Hopper. Pensavo di farle riprendere le sedute che siamo stati costretti ad interrompere per via della sua malattia. La stava aiutano ricordi? Qualche progresso lo aveva fatto. 
- Credo sia la soluzione migliore, ora vado di sopra a parlarle, se vuole andare al parco dovrà prima mangiare. Non pensasse di aver vinto! 
- Killian tesoro, aspetta un secondo per favore. - mi voltai verso di lei- Ecco... potrei non essere d'accordo. - sospirò - Vedi... non voglio che si stranisca ulteriormente e se andrai su sai anche tu che succederà questo. 
- Cosa proponi di fare allora? 
- Beh... pensavo di far mangiare Liam, chiamare mamma per controllarlo e portare Leila e Chloe al parco.
- Quindi vorresti dargliela vinta anche questa volta. 
- E la sua prima giornata al parco dopo otto mesi Killian... come possiamo non concedergliela? 
Sbuffai. - Credo che con Hopper non dovrebbe parlarci solo Chloe ma anche tu! 
- Io?
- Si tu! Forse non te ne rendi neanche conto, ma se non la smetterai di dargliele tutte vinte quella bambina si trasformerà in una viziata di prima categoria! 
- Ah la pensi così? È colpa mia adesso? 
- Si lamenta che non vuole mangiare da sola e tu l'aiuti, non vuole che tu faccia il bagnetto al suo fratellino perché altrimenti stai sola con lui e allora tu glielo fai contemporaneamente, non vuole dormire nel suo letto e la porti in camera da noi...
- la storia del dormire è differente e lo sai anche tu... - si riferiva al fatto che la piccola ogni tanto, ma sempre più frequentemente, faceva pipì a letto.
- Beh le altre cose sono esatte però... secondo me dovresti....
- Stop! Non aggiungere alto va bene così! La colpa è mia! scusami Killian, scusami veramente tanto se sto cercando di mettere mano al casino che tu hai combinato! - non voleva essere una critica la mia ma dal modo in cui mi rispose capii che lei l'aveva presa come tale. 
- Io? E cosa avrei fatto io? - non capivo. 
- ti sei divertito a mettermi incinta Killian ecco cosa hai fatto. E forse lo hai fatto di nuovo! Prova a salvarla tu la situazione con Chloe se questo dovrebbe risultare vero! Vediamo se sarai più bravo di me. 
- Emma...
- Zitto! non voglio sentire altro. - si allontanò anche lei. Bene, due delle donne della mia vita erano arrabbiate con me! Wow... Un vero record. 
 
POV EMMA 
Andai via senza lasciarlo replicare e corsi a rifugiarmi in bagno. Piansi... mi aveva ferito, involontariamente, ma lo aveva fatto. Ho passato otto mesi d'inferno, cinque con la probabilità che al minimo errore avrei perso per sempre mia figlia. Sono stata 24h su 24 con lei, ho rinunciato al lavoro, alle amiche... ho rinunciato a tutto per il bene della mia piccina e ho fatto di tutto per non farle sentire il peso di quella assurda reclusione. È vero, l'ho viziata un po' ma oltre alla sua salute c'era anche un altro piccolo dettaglio: Liam. L'arrivo in casa da parte del piccolo e stata un trauma per Chloe, si è sentita in qualche modo abbandonata e come potevo in una situazione come quella che stava vivendo lasciar correre? 
Non credo di essermi comportata così male, chiunque al mio posto lo avrebbe fatto ma a quanto pare Killian non la pensa così, anzi me ne fa addirittura una colpa. Certo anche io ho esagerato a dirgli che se non mi avesse messo incinta questo non sarebbe successo. Lo abbiamo voluto entrambi Liam e anche se inizialmente pensavo fosse ancora troppo presto per Chloe avere un fratellino non posso di certo negare di avergli dato il via libera per metterlo in cantiere. Non lo so perché sono scattata in quel modo... forse ci sono semplicemente rimasta male, forse inconsciamente so che ha ragione e mi sono messa sulla difensiva oppure sono gli ormoni e questo significa che la gelosia di Chloe sta per raddoppiare. Non volevo neanche pensarci... non volevo pensare a nulla di tutto ciò a dire la verità, così decisi di andare dalle bambine per dire loro che saremmo andare subito al parco. Le aiutai a vestirsi, preparai le loro cose dopodiché scendemmo al piano di sotto pronte ad uscire. Incontrammo Killian, era esattamente dove lo avevo lasciato poco prima. 
- le mie donne! - disse facendo finta che nulla fosse successo per non allarmare le bambine. - Dove andare così minacciose? - scherzò, ma ne io e ne Chloe rispondemmo, lo fece sua figlia Leila. 
- Andiamo al parco con mamma! - disse felice.
- Al parco Emma? - mi guardò. 
- Sapevi che saremmo andati. - risposi fredda.
- Non pensavo nell'immediato però. Ehm... bimbe cominciate a salire in macchina ok? Leila controlla che tua sorella si sieda sul suo sedile e sia ben allacciata. 
- Ok papà! - aspettò che si allontanassero per parlarni - Non potevi avvisarmi? Non sono ancora pronto e tua madre non è ancora arrivata, dammi dieci minuti ok? 
- Killian no! Voglio andarci da sola! 
- da sola? Ma cosa.... che c'è, sei ancora arrabbiata per me? Guarda che se è per prima io non volevo dire...
- Lo hai fatto invece. La prossima volta pensa bene a quello che dici, le parole possono fare male. Sopratutto quelle della persona che ami. 
- Scusami tesoro ok? ho sbagliato... io volevo solo farti capire che se continuerai a ....
- Ancora???? Ti ho detto che non ho tempo da perdere, è la giornata di Chloe questa, non voglio di certo rovinarla per i nostri battibecchi. 
- Mi sarebbe piaciuto accompagnarvi quindi se ti va di aspett...
- No, non mi va. - per la seconda volta nella giornata lo lasciai lì senza poter replicare. Forse sarò stata crudele ma lui anche lo è stato. Che sia ben chiaro, non avevo intenzione di cacciarlo dal parco semmai ci avrebbe raggiunto, aveva diritto quanto me di vedere sua figlia finalmente felice, ma di sicuro non volevo venisse insieme a noi. 
Cercai di non pensarci e raggiunsi il tanto atteso parco giochi, nonostante fossero le tre del pomeriggio non eravamo soli, oltre a noi c'erano altri bambini che non conoscevo e in più cinque amichette dell'asilo di Chloe. Avevo detto che l'avrei portata qui e loro per farle una sorpresa avevano deciso di raggiungerci. 
- Mamma mamma ci tono le mie amichette! 
- Lo vedo amore, che cosa stai aspettando, va a divertirti.
- Tu no bai bia velo? - chiese preoccupata. 
- No, certo che no! sarò qui su questa panchina a guaedavi. Va anche tu Leila! Divertitevi. 
Corsero a giocare: Per Leila era un'abitudine, o Killian o Regina o i miei la portavano li quasi una volta a settimana, per lei non era di certo una novità. Per Chloe si, non veniva qui da più di otto mesi e dal suo sguardo potevo vedere che era incredula e mi entusiasta che finalmente potesse esseri li a giocare come tutti i bambini. Passò da un gioco ad un'altro senza sosta cercava di godersi tutto il più possibile ma non era più abituata a tutto quel corri corri e infatti non appena un'oretta dopo lei e le sue amichette vennero da noi mamme per la merenda la mia piccolina si addormentò in braccio a me sfinita e con tanto di dolcetto ancora tra le mani.
Era davvero sfinita povera piccola, neanche le urla gioiose dei bimbi del parco la fecero svegliare così decisi di interrompere li quel pomeriggio e tornare a casa per permetterle di riposare meglio. Killian non era in casa quando rientrammo ma a differenza sua c'era Liam. A fargli da babysitter non c'era mia madre come mi aspettavo ma bensì Regina, la quale non mi diede neanche il tempo di portare Chloe nella sua stanza che mi raggiunse e disse:
- Per cosa avete litigato questa volta? 
- Non ho litigato proprio con nessuno io. - tagliai a corto, non avevo assolutamente voglia di parlarne. 
- Dalla tua faccia chiaramente infuriata e dalla sua da cane bastonato direi proprio di sì invece... allora? Dai Emma, lo sai che a me puoi dire tutto. Non uscirà da qui te lo prometto. - era inutile ignorarla, non si sarebbe fermata con le domande fin quando non le avessi raccontato tutto. 
- Ha fatto l'unica cosa che non doveva fare... - confessai - mi ha criticata come madre. 
Mi rise in faccia. - Ma che diavolo dici... per Killian tu sei una mamma perfetta, guai a chi si azzarda a dire il contrario, non lo farebbe mai! 
- Lo ha fatto invece fidati e la cosa mi ha ferito molto. Non nego che ho esagerato anche io con le parole, ma ero offesa. - gli spiegai in grandi linee la discussione avvenuta quel pomeriggio. Le raccontai tutto: sia la versione di Killian sia la mia. Le confessai anche che forse c'era la possibilità di un quinto figlio. Sbiancò non appena glielo comunicai ma si riprese subito e cercando di non calcolare l'ultima parte del mio discorso, convinta che mi avrebbe provocato altri squilibri, provò a dire la sua:
- Io credo che siate entrambi molto stressati per via di tutto quello che avete vissuto con la piccolina e che state ancora vivendo. Lui forse voleva solamente dirti che forse assecondarla sempre in tutto e per tutto non è poi un buon modo per aiutarla... credo il suo fosse più un consiglio che una critica. 
- Quindi ho sbagliato io! come sempre no? 
- Emma...
- Tze... non ci posso credere che stai dando ragione a lui! 
- Non ho detto che hai sbagliato e non ho detto che lui ha ragione. Se per le sue parole ti sei sentita offesa è giusto che tu ti sia fatta valere e abbia detto quello che pensavi, solo pensa anche che magari il suo scopo non era quello di offenderti. Pensaci, stiamo parlando di Killian, tuo marito, colui che ti metterebbe su un piedistallo se potesse, ci metto entrambe le mani sul fuoco: lui non ti offenderebbe mai. 
- Regina ha ragione - ed eccolo rientrare in Casa proprio nel momento meno opportuno - Ho sbagliato con le parole amore, ma ero arrabbiato per via del comportamento di Chloe. Quello doveva semplicemente essere un consiglio e invece si è rivelata come una critica alle tue orecchie. Non mi permetterei mai di accusarti amore mio: abbiamo quattro figli meravigliosi e il merito di tanta meravigliosità è gran parte tuo che hai saputo tirarli su come pochi ci riuscirebbero. Hai un piccolo problemino nell'assecondare la nostra secondogenita, questo non puoi negarlo, ma da questo a criticarti di essere una cattiva madre c'è ne passa di strada. - mi sorrise - Hai capito adesso? Possiamo fare pace? Ti prego, lo sai che odio discutere con te. - scoppiai improvvisamente in lacrime e questa volta non riuscii a rifugiarmi da qualche parte, lo feci davanti a loro. Mi sentivo in colpa... Non solo lo avevo accusato prematuramente senza sentire le motivazioni di tali parole, ma gli avevo anche impedito di vedere sua figlia gioire dopo otto mesi di reclusione. Forse alla fine non avrebbe avuto poi tanto torto a considerarmi una pessima madre. Lo vidi allargare le braccia per stringermi a se ma mi scansai, non meritavo il suo abbraccio...
- Che c'è non mi credi ancora? - era dispiaciuto per via di quel rifiuto potevo chiaramente leggerglielo nello sguardo. 
- È che... ho sbagliato. È vero ero arrabbiata e delusa ma questo non giustifica: arrabbiata o no non dovevo permettermi di negarti di assistere ad una scena meravigliosa: la nostra bambina oggi sprizzava gioia da tutti i pori. Dovevi vederla Killian, non la vedevo così sorridente es emozionata dal giorno della sua festa di compleanno. Avresti dovuto vivere con noi questo momento e invece io... - presi un resoro - ho fatto dei video, sapendo che me ne sarei pentita ma non credo sia lo stesso. - gli passai il telefono. - perdonami ti prego, perdonami di averti negato una visione tanto meravigliosa. 
- Mi hai impedito di venire con voi, non mi hai impedito di essere presente a quel momento. Non devi sentirti in colpa di nulla... e poi, dove credi che sia stato oggi pomeriggio? E perché pensi abbia lasciato Liam a Regina è? Sono venuto al parco e vi ho osservato da lontano. l'ho vista e hai ragione: è stato un momento a dir poco meraviglioso. Sarebbe stato ancora più bello poterlo condividere insieme a te, abbracciati l'un l'altra come al nostro solito, ma non ha importanza, quello che ne ha è che eravamo lì con lei entrambi. Scusami ancora amore mio non dovevo dirti quelle cose... scusa se mi sono espresso male.
- E tu scusami se... - non mi diede modo di parlare, mi zitti con un bacio. 
- Non devi chiedermi scusa di niente, ti stavi semplicemente difendendo. Che ne dici però: facciamo pace? 
- Pace! - questa volta fui io a baciarlo. 
- Ei Ei Ei! Non davanti a me grazie. - ci prese in giro - Perfetto! Ora che ho svolto il mio compito da mediatore posso anche tornarmene a casa mia. Salutatemi le bimbe e mi raccomando fatemi sapere se diventerò zia... di nuovo. Oddio dai tuoi ormoni direi proprio di sì ma spero comunque di no. Non che non lo voglia non fraintendetemi, solo che non adesso... o dovrò rimandare ancora una volta il mio matrimonio! - scoppiammo tutti quanti a ridere e finalmente quel clima di tensione si placò. Ci riconciliammo come eravamo soliti fare dopo ogni litigata e come spesso accadeva il mattino seguente arrivo troppo in fretta. Eravamo rimasti d'accordo, prima di addormentarci, di chiamare Hopper per quella mattina e così dopo aver fatto colazione e preso appuntamento Killian accompagnò Leila a scuola mentre io aspettai l'arrivo del grillo. Non si fece attendere molto, è un tipo piuttosto puntuale; gli spiegai in grandi linee la situazione che era di gran lunga peggiorata dall'ultima volta che l'aveva vista dopodiché mi chiese di far scendere la bambina giù per un piccolo colloquio. chloe conosceva molto bene Archie e non aveva mai avuto problemi a chiacchierare con lui, solo che lo aveva sempre fatto in nostra compagnia mente quel giorno Hopper avrebbe voluto parlare con lei a quattro occhi. Provai a spiegarle la cosa nella maniera più serena possibile ma non ne fu per nulla entusiasta e iniziò a piagnucolare nella speranza di riuscire a convincermi a restare con lei. Misi non so quante scuse pur di convincerla ma niente. Nulla funzionò. Mi feci coraggio e nonostante il mio cuore si stesse lacerando, per via di quei lacrimoni che vedevo uscire dai suoi occhi, la ignorai e raggiunsi la cucina lasciandola in salotto con Archie. Quando Killian tornò a casa provò anche con lui a convincerlo a farlo restare lì con lei ma Killian sapeva già, grazie ad un mio sms, cosa avrebbe dovuto fare e così dopo averle dato un bacino di incoraggiamento mi raggiunse in cucina. La sentimmo piangere per un bel po ma poi piano piano si calmò. Archie la supervisionò per oltre due ore dopodiché la mandò a giocare e ci chiamò a rapporto.
- Allora? È così irrecuperabile la cosa? - chiesi preoccupata. 
- Non è irrecuperabile ma ci sarà comunque un bel lavoretto da fare. Come prima cosa dovrò fare qualche domanda anche a voi.
- Devi psicanalizzarci? - sorrisi
- Più che psicanalizzarvi devo verificare delle cose e metterle a confronto con quanto detto dalla vostra bambina. Iniziamo ok? - annuimmo entrambi - Allora: da quando ha iniziato ad avere questi peggioramenti? 
- E sempre stata un pochino gelosa, ma la situazione si è aggravata da un paio di mesi orma, precisamente da quando Liam ha iniziato ad essere più interattivo con noi e con il mondo. 
- E come è solita manifestare di solito questi capricci? C'è un momento preciso in cui lo fa? E cosa fa di preciso? 
- Ogni qual volta si prende in braccio Liam o gli sì dà da mangiare o lo si cambia lei richiama la nostra attenzione in ogni modo possibile: piange, strilla, fa finta di farsi male... - iniziai io per poi far proseguire Killian
- Se Liam viene imboccato pretende di essere imboccata anche lei, se Liam riceve qualche coccola in più perché magari si è stranito guai se non le fai anche a lei... cose di questo genere insomma. 
- Ho capito... Avete mai provato ad osservarla a distanza mentre interagisce con suo fratello? Come si comporta quando voi non siete nei paraggi? 
- Certo che L'abbiano osservata ma bisogna sempre intervenire nel giro di qualche minuto perché o lo morde o gli ruba il ciuccio o gli fa i dispetti. - spiegai - Pensa che una volta ero impegnata ad aiutare Leila con lo studio e ho lasciato a Liam il biberon con la sua cena. Beh... se non mi fossi affacciata qualche minuto dopo avrei lasciato mio figlio digiuno quella sera. Chloe gli ha praticamente rubato la bottiglia bevendone tutto il contenuto.
- E come reagire a questi capricci solitamente? La mettete in punizione, la sgridare... 
- Io prima ero un po' più dolce e clemente, capisci no? Sono il papà, lei è la figlia femmina... mi scioglievo ogni volta insomma, ma adesso ho cambiato registro e se sbaglia la sgrido. 
- E tu Emma? - touchè. Rispose mio marito al mio posto.
- Emma a differenza mia ha qualche problema nel sgridarla. Cerca sempre il modo di accontentarla: una carezza a Liam e una a lei, con una mano aiuta a mangiare Liam e contemporaneamente con l'altra aiuta anche lei perché altrimenti non mangia, il balbetto anche viene fatto in contemporanea ad entrambi... 
- Mmmh... - il grillo mi guardò come a volermi rimproverate - e se ti chiedessi di spiegarmi il motivo per cui reagisci così? È puro istinto o sotto c'è qualcosa? Cosa provi nell'esatto momento in cui la vedi manifestare un disagio? - non aveva detto che non voleva psicanalizzarmi? Beh tanto vale rispondere...
- Mi sento in colpa... mi sento in arte responsabile del suo stato emotivo. In fondo siamo stati noi, io e Killian, a darle un fratellino. 
- C'è dell'altro però, posso vederlo chiaramente nei tuoi occhi. Non aver paura, ci siamo passati già anni fa, esporti non ti rende debole. 
Presi un profondo respiro e continuai - Rivedo me stessa... si è  così. Quando la vedo soffrire è come se tornassi indietro nel tempo a quando ero solo una bambina in affidamento che veniva sempre messa da parte da tutti. A quei tempi tutti erano più importanti me e nessuno si preoccupava di dimostrarmi il contrario. Soffrivo, soffrivo terribilmente e lo manifestavo ribellandomi e piangendo. Quando la vedo comportarsi in quel modo rivedo me e sentendomi in colpa cerco di darle tutto quello di cui ha bisogno e che a me non mi è mai stato dato. - ecco ora lo avevo detto. 
- Non... non me ne avevi mai parlato amore...- disse Killian 
- Non credevo avesse importanza.
- Tutto è importante per aiutarla. - si intromise Archie - Ora ditemi: oltre ai capricci vedete in lei anche qualche altro cambiamento? 
- Tipo?
- Qualsiasi cosa, io ho notato ad esempio che il linguaggio non è assolutamente migliorato dall'ultima volta.
- No affatto anzi... è peggiorato parecchio. - constatai - So per certo che sa parlate, aveva imparato a farlo un tempo ma ora è come se fosse bloccata.
- Chiede in continuazione del ciuccio, cosa che non usa da una vita. - continuò Killian - lo fa sopratutto di notte ma nonostante gli diciamo di no trova sempre il modo di rubarne uno dei tanti di suo fratello e ogni tanto quando al mattino andiamo a svegliarla, la troviamo con quel morso in bocca.
- Solo questo? Nient'altro? 
- Beh si... Killian ha dimenticato un piccolo dettagli che forse non è neanche tanto piccolo. Almeno una notte si è una no le capita di far la pipì a letto. 
- Ok....le ultime due domande e poi smetto l'interrogatorio. Giuro! Emma so che hai smesso di lavorare per via dell'incidente avvenuto a Chloe. Stando in casa quanto tempo passi con la bambina? 
- se ce ne fossero 28 di ore a disposizione le passerebbe tutte con lei - rispose Killian facendomi alzare gli occhi per aria. 
- Non è vero! - reclamai. 
- Allora diciamo 22? si direi che 22 è il numero più concreto visto che le prime ore del sonno le fa in camera sua e poi la porti da noi.
- Non posso farla dormire in un letto bagnato Killian non trovi? Sarebbe una crudeltà. 
- Non mi permetterei mai, solo che magari potresti utilizzare la magia per cambiare le lenzuola.... - mi zittì. 
- Tra di voi chi è la figura a cui fa più riferimento? - continuò il grillo facendo finta di ignorare i nostri battibecchi. 
- Emma! Non c'è alcun dubbio. Se non c'è lei mia figlia da i numeri. 
- Bene ora il quadro mi è molto più chiaro. 
- Cosa puoi dirci? 
- La bambina sta manifestando un disagio per l'arrivo inaspettato del suo fratellino, è normale, tutti i bambini attraversano questa fase, solo che alcuni la prendono alla leggera altri no. Per molti la cosa si riduce ai soliti capricci tipo pianti e isterismi, altri, quelli su cui mi concentro maggiormente, sono quelli che reagiscono attraverso le regressioni. 
- Come Chloe - constati e lui annuì - Non lo fanno di proposito anzi... spesse volte si rendono conto che il loro corpo non reagisce come invece dovrebbe e manifestano questo disagio o con altri capricci o cercando la persona a loro più cara. A tutto questi va aggiunto però anche lo stile di vita che la vostra bambina ha vissuto in questo periodo... per quanto abbiate cercato di renderla "normale" lei ha percepito che in realtà non era così e quando Emma ha smesso di lavorare ha cercato in lei ogni figura o cosa che le mancava. La sua mamma è diventata il suo punto fisso e vederla interagire con un altra persona che non era lei l'ha mandata in crisi. Bisogna partire da qui, bisogna farle capire che mamma può amarla allo stesso modo anche se ha in braccio un altro bambino o se non è a casa per via del lavoro. 
- Non sembra assolutamente una cosa facile...
- Non lo è... sopratutto per voi genitori non lo sarà. Lei non lo accetterà e forse la regressione sarà anche maggiore agli inizi, ma se avrete pugno e farete quello che vi dirò vedrete che la situazione cambierà. 
- Siamo pronti! - affermò Killian
- Emma, domani mattina ad esempio sostituisci tuo padre a lavoro e lascia a lui e a tu madre i bambini. Quando tornerai a casa passa del tempo equo con entrambi ma in maniera separata. Quando è il turno di Chloe Liam non deve essere in stanza e quando è il tempo di Liam Chloe non dovrà esserci. Stessa cosa vale per Leila ma credo che domani sia a scuola quindi per ora non la prendo in considerazione. 
- Gia immagino... Chloe si dispererà.
- Vero, ma si abituerà in fretta... se vedrà che la sua mamma ritaglierà del tempo solo ed esclusivamente per lei dove nessun altro può intromettersi, vedrai che non farà più caso al fatto che la sera ti dedicherai a Liam per farlo mangiare o altro. Si sentirà appagata. Naturalmente se la vedrete comportarsi male e non rispettare le regole dovrete punirla. Meno assecondare i suoi capricci prima capirà e starà bene. 
- Sentito amore mio? - mi prese in giro Killian per via della discussione avvenuta il giorno prima. Lo ignorai e lasciai continuare Archie 
- Per ora non ho altro da dirvi, facciamo questa prova e magari intorno al 25 di Gennaio mi farete saper come procede la cosa. 
Ringraziammo il grillo e provammo a spiegare alle bambine, durante l'ora di cena, cosa sarebbe avvenuto nei giorni a seguire. Leila fu felice di sapere che avremmo ritagliato del tempo solo ed esclusivamente per lei mentre Chloe non sembro prenderla tanto e bene e come immaginavo tutta quella tensione la scarico di notte facendo pipì a letto. Diedi retta a Killian questa volta e cambiai le lenzuola ma non ne voleva sapere di continuare a dormire lì, continuava a piangere e basta. Sarebbe stata una vera e propria sfida oltre che un vero e proprio suicidio.
Il mattino seguente Leila andò a scuola accompagnata da suo padre mentre io aspettai che che i miei arrivassero a casa per poter andare in stazione. Sperai che Chloe dormisse e non si accorgesse del mio andare via ma non fu così: era con me a fare colazione quando i suoi nonni arrivarono. Ne fu felicissima in un primo momento ma quando capì che la presenza di nonno David e nonna Snow stava a significare un mio allontanamento, ci fu il finimondo. Cercai di farle capire cosa stava succedendo e che sarei tornata a casa presto per giocare con lei ma in quel momento era in modalità abbandono e niente avrebbe potuto funzionare se non lasciate stare tutto e assecondarla. Fui tentata di farlo ma mi feci forza, dovevo farlo per lei, quel pianto era fondamentale per aiutarla, così mi feci coraggio e lasciandola piangere uscii di casa dicendole semplicemente un: "mamma torna presto amore, ti voglio bene". Raggiunsi la macchina e nonostante fosse parcheggiata fuori io vialetto di casa continuai a sentire le sue urla. Mi girai e mi maledii per averla lasciata in quelle condizioni. Era affacciata alla finestra con il visino schiacciato contro il vetro e batteva le manine con forza per farsi sentire. Anche questa volta, facendomi una violenza psicologica non indifferente, la ignorai, mi misi in macchina e mi recai alla stazione. 
Incredibile... erano otto mesi che non entravo lì dentro. Otto lunghi mesi senza sedermi dietro quella scrivano e senza inseguire nani ubriachi e pazzi suicidi. Credevo che mi sarebbe mancato questo posto con il tempo e invece no... non provo nulla se non un voglia matta di tornarmene a casa. Forse Killian non aveva poi tutti i torti: forse una chiacchieratina con Hopper per superare il distacco sarebbe servita anche a me. 
 
POV SNOW
Credevo sarebbe rimasta senza respiro nel giro di poco. Gridava, piangeva e picchiava sul vetro della finestra nella speranza che la sua mamma la sentisse e tornasse indietro. Provai ad allontanarla da lì ma si divincolò come una piccola scimmietta e pur di non farla stranite ulteriormente la lasciai fare. Ci mise un po' ma alla fine piano piano iniziò a smettere di piangere. Venne in cucina dove ero insieme a David e ci chiese di far colazione. Fu nonno David a preparargliela mentre io andai di sopra richiamata dal pianto del piccolo Liam. Non so davvero da chi abbia preso quel bimbo, forse da mio marito. Piange solo se ha fame... per il resto è un vero e proprio angioletto. Tutto il contrario di sua sorella. Una volta fatto mangiare anche lui lo portai al piano di sotto dove era anche l'altra e mentre davo una rassettata al salottino per alleggerire un pochino il lavoro a mia figlia, mi misi contemporaneamente a controllai. Il piccolino era nel suo box a giocare tutto felice mentre Chloe era seduta a terra a giocare tristemente con un servizio da the giocattolo. Versò qualche lacrima silenziosa e intenerendomi all'istante lasciai quello che stavo facendo e mi avvicinai.
- stai decidendo quale bambola invitare per il the? 
- No... imbito è per mamy, ma mamy non c'è. Ha sattato appuntamento per il the delle pincipesse.
- Non credo lo abbia saltato dai? Penso che lo ha solo rimandato. Doveva lavorare oggi.
- No.... lei ha sattato appuntamento. No buole bene a me. 
- Fidati di nonna amore, non è così. La mamma avrebbe voluto essere qui con te posso garantirtelo. 
- e pecche andata via? 
- perché è stata costretta. - non la vidi convinta - Ascolta amore... e se le facessimo una sorpresa preparandole un the vero con tanto di dolcetti? 
- Ti va bene. - le si illuminarono gli occhi e ne fui felice. 
- Brava, ti va di aiutarmi ad apparecchiare?
- Ti ma qui! C'è la tv.
- Va bene, vado a prendere le tazze colorate che ti piacciono tanto e iniziamo. 
Mi allontanai per solo qualche minuto, non ebbi neanche il tempo di prendere i vari servizi che aveva Emma nella credenza che sentii Liam urlare e successivamente piangere. Qualcosa non andava. Corsi verso il salottino e notai che nel suo box non vi erano più giocattoli: sua sorella li aveva presi e lanciati in ogni dove per la stanza pur di non farlo giocare.
- Chloe Jones! - la rimproverai 
- io no fatto nulla! 
- A no? E come ci sono arrivati quelli giocattoli li?
- è tato L...
- Non dire bugie, ti ho vista signorina! Da brava raccoglili e restituisciglieli.
- No! No boglio, io no tono la tua schiava. - di male in peggio insomma.
- come vuoi signorina allora niente the per la mamma. Anzi adesso la chiamo e le dico di rimanere in stazione anche oggi pomeriggio. - non so come mi venne in mente di dirle una cosa del genere, forse la stavo trattando come avrei fatto con Neal... ma lei non era Neal e in quel momento quella bambina andava trattata con i guanti.
Provai a recuperare la situazione ma fu inutile, corse piangendo  al piano di sopra. 
- Chloe aspett...
- Lasciala andare! - mi disse David dopo aver assistito alla scena - Dalle i suoi spazi. 
- L'ho spaventata David! - dissi terribilmente in colpa - le ho detto...
- So cosa le hai detto, ma lo hai fatto per spronarla non per spaventarla. Occupati di Liam adesso, dalle un o di tempo e poi nel caso in cui sia ancora triste o arrabbiata proveremo a parlarle insieme.  
Provai a dar retta a mio marito e a concentrarmi sul mio nipotino ma il pensiero verso Chloe rimase. Passarono su per giù quaranta minuti e la piccola non si era più fatta  ne vedere ne sentire, andai di sopra nella sua camera per vedere se fosse tutto ok ma non la trovai. Dove accidenti si era andata a cacciare? In camera di sua sorella forse? Mmh no non era neanche li. Cercai in ogni stanza ma di Chloe nessuna traccia.
- Daviddddd..... daviddddd! - lo chiamai a gran voce facendo i gradini due a due tanto era la paura che avesse commesso qualche stupidaggine. - Non trovo Chloe da nessuna parte, dobbiamo cercarla, dove può essere andata? Forse da Emma? Al porto??? Oddio Emma e Killian mi uccideranno per non averla sorvegliata abbastanza. Io...
- Calmati snow, se fosse voluta andare via avrebbe usato la magia nell'esatto momento in cui l'hai sgridata. È scappata a rifugiarsi di sopra, sarà di sicuro ancora lì. 
- Ho controllato in tutte le stanze! Non c'è.
- Andiamo a controllare meglio dai. - ci dividemmo per fare prima ma come precedentemente detto Chloe non si trovò. Ci ritrovammo in camera di Emma, entrambi, mi stavo davvero agitando, non potevo aver perso un'altra nipote... Emma non me lo avrebbe mani perdonato. Stavo per entrate nel panico quando improvvisamente sentii un singhiozzo. Lo senti anche David, così, sicura di non averlo immaginato, cominciai a guardarmi attorno nella speranza di capire dove provenisse il rumore. Non dovetti sforzarmi molto, qualche secondo dopo lo stesso singhiozzo di ripresentò più forte e chiaro. Proveniva da sotto il letto.  Era Chloe, si era rifugiata li. David provò a parlarle e a convincerla ad uscire da li sotto ma lei non ne volle sapere anzi... a quella proposta iniziò a tremare. David non ebbe altra scelta di turarla fuori lui stesso. La bimba teneva lo sguardo basso, tremava e sembrava sull'orlo di esplodere in un pianto da record. Stava tentando di tutto pur di trattenersi trattenersi ma quando scoprimmo il vero motivo per cui stava così nessuno dei due riuscì a fare nulla. 
- Credo di aver capito il motivo tesoro - mi disse David indicando i vestitini della bambina. Nella parte inferiore erano completamente bagnati. Ora era chiaro perché di era nascosta: si vergognava.
- Dalla a me ci penso io. - la presi in braccio - Amore di nonna che è successo è? - Non volevo mortificarla ancora di più con quelle parole anzi, volevo essere rassicurante, purtroppo ebbi l'effetto contrario. Provai a calmarla in ogni modo possibile immaginabile ma non vi era verso, piangeva disperata, nessuno di noi riuscì a calmarla così provai a chiedere aiuto a Regina, con lei in fondo stava sempre buona. Fu un fiasco anche quel tentativo, nel sapere che un'altra persona era venuta a conoscenza del suo piccolo incidente, la bambina perse il controllo di se e ebbe un attacco di panico in piena regola. Fu Regina a prendere in mano la situazione: prese Chloe in braccio e con un gesto magico teletrasporto lei, me e la bambina alla stazione da Emma. 
- Che diamine succede? - scattò sull'attenti mia figlia non appena ci vide tutte e tre li. - Chloeee! - corse a prenderla in braccio - Amore di mamma che succede è? - la bambina continuava a singhiozzare e a respirare in modo non corretto - Respira ok? Va tutto bene, Respira come mamma. Brava piccolina così, fai dei respiri profondi... la mamma è qui adesso. - la tenne stretta a se fin quando non riuscì a calmarla. Cosa dire: la mamma è sempre la mamma.
- È quello che penso vero? - indicò il pantalone 
- Si...
- Potevate almeno cambiarla... - mi rimproverò - che ne diresti piccolina di un bel bagnetto? Ti va di tornare a casa con mamma? 
- Tiii! - finalmente la sentimmo parlare.
- Regina, mamma, vi dispiacerebbe restare qui fin quando non sarò tornata? 
- Certo va pure tesoro, ti aspetteremo qui.
 
POV EMMA
La cosa non mi piaceva per niente, non le era mai capitato di avere questo tipo di incidente anche di giorno. Ero preoccupata. Le parlai cercando di essere il più rassicurante possibile ma lei era come chiusa, non voleva aprirsi neanche con me. Tentai ancora fin quando scoppiando nuovamente in lacrime mi disse la verità. Nonna Snow le aveva messo paura dicendole che non sarei tornata a casa. Non ho parole, delle volte mia madre ha proprio l'intelligenza di un ippopotamo. Continuai a chiacchierare con la mia piccolina ma notai che ancora c'era  qualcosa che non andava. Provai nuovamente a sondare il terreno con una serie di domande e anche questa volta riuscii nel mio intento: Si vergogna di quello che le era successo. La tenni stretta tra le mie braccia come a volerla proteggete dai suoi mostri interiori e contemporaneamente chiamai Hopper per avere un ulteriore aiuto.
- Hai fatto bene ha ritagliare questo momento per voi ma ora finisci di rassicurarla e appena la vedi  vedi un po' più tranquilla torna a lavoro. 
- Potrebbe riaccadere? - chiesi 
- Oh si... molto probabile questo si riverificherà ma non preoccuparti anche questa è una fase che va vissuta.
- Non so se ce la faccio a lasciarla così... mi piange il cuore.
- Devi farlo per il suo bene Emma. Magari spiegagli le cose prima di andare via ma fallo, lei deve sapere perché ti allontani da lei cosicché possa elaborare la cosa e gradualmente gestirla. 
Era facile per lui, non era mica sua figlia. Misi giù la comunicazione e tornai a dedicarmi a mia figlia la quale piano piano si stava calmando. 
- Amore  facciamo un patto ok? Mamma deve tornare a lavoro adesso ma ti prometto che appena torno passerò del tempo solo ed esclusivamente con te. Ne Leila e ne Liam ci interromperanno.
- Papo?
- Neanche lui se non lo vorrai con noi tesoro. - le diedi un sonoro bacio sulla guancia. - Ora torno in stazione, tu fai la brava con nonno e pensa a cosa possiamo giocare una volta a casa  ok? 
- Mamy? - Io no boglio che tu bia di nuovo. No boglio tale con nonno.
- Amore lo so ma mamma deve lavorare se vuoi che ti compri i vestitini e i giocattoli. 
- Ba bene ma tonna subito da me. - wow la parolina magica "giocattoli" funziona sempre. 
***
Passammo due intere settimane a seguire i consigli di Archie, la prima fu una vera e propria tragedia tanto che pensai seriamente che avesse fallito. La bambina continuava a regredire in maniera sempre più evidente quando non c'ero e la cosa mi metteva seriamente in allarme: stava forse a significare che avrei dovuto smettere di lavorare definitivamente? Stavo lì lì per prendere seriamente questa decisione  ma fortunatamente la seconda settimana fu una rivelazione. chloe capì che se faceva la brava al mio ritorno avrebbe passato un'oretta abbondante in mia compagnia senza fratelli tra i piedi, lo percepì come un premio e questo la incentivò a piangere di meno e a fare meno capricci con i suoi nonni quando non ero presente. Notai notevoli risultati anche nei confronti dei suoi fratelli, passando del tempo sola con me si sentiva, come ci anticipò Hopper, appagata e questo portò a una notevole riduzione di capricci anche nei confronti di Liam. Riuscii addirittura a passare del tempo di qualità con lui senza che sua sorella reclamasse la mia attenzione. Certo qualche volta capitò ma non si può di certo ottenere tutto dall'oggi a domani. Stavamo facendo gradualmente piccoli passi avanti e a me andava bene così. 
- Allora? Come procedono le cose? Ti vedo molto più rilassata rispetto all'ultima volta - mi disse Archie al successivo appuntamento.
- È stata dura, davvero dura... forse più per me che per lei ma ci stiamo riuscendo, piano piano stiamo ottenendo ottimi risultati.
- Lo so, prima ho avuto modo  di parlarne con Chloe, sembra davvero entusiasta delle attività che fate insieme. Più entusiasta di prima  quando passavi con lei intere giornate. 
- È si, prima erano quasi solo coccole, ora facciamo di tutto: leggiamo libri, inventiamo giochi nuovi.... sta imparando cose nuove e al tempo stesso si diverte. 
- Lo vedi? Era solo complicato iniziare. Da adesso le cose saranno molto più semplici da gestire. Ci saranno ancora molti periodi bui m ma c'è ne saranno altrettanti ricchi di gioia. 
- Adesso sono pronta a tutto Archie! Grazie.
- Bene! 
- Dottor Hopper vorrei chiederle una cosa - intervenne Killian che fino a quel momento era stato in silenzio ad ascoltare.
- Il fatto che non dia più così fastidio a suo fratello non significa che lo abbia accettato vero? Da due settimane a questa parte, se non per qualche capriccio, non l'ha proprio menzionato nei suoi discorsi. 
- Appunto vi dicevo che la strada è ancora in salita. Per il momento stiamo imparando a dividere mamma con tutti, piano piano impareremo ad accettare Liam in famiglia. 
- E il linguaggio e il fatto che continui a far pipì a letto?
- È legato al fratellino e quindi dovremmo lavorarci su ancora un po'. 
- ok... - continuai io - E cosa mi dici di questa  settimana prima che riinizi la scuola? Dobbiamo affrontarla in qualche modo particolare? 
- Per questa settimana continuate cosi, in fondo abituandosi a non stare con te la mattina non avrà problemi a tornare a scuola. Ho solitamente una variante ma riguarda  week end. Siccome è stata brava in queste settimane e siccome ha vissuto un periodo bruttissimo in questi mesi, direi che anche se ha fatto qualche capriccio, questa signorina meriti un premio. Non parlo di giocattoli, ma di qualcosa di molto più costruttivo. 
- Cosa?
- Un week end fuori.
- Una gita di famiglia? Mmmh si può fare! 
- Non proprio una gita di famiglia, più una gita solo voi tre. Tu, killian e Chloe. 
- E gli altri due? Liam ancora non capisce quindi ok, ma Leila? Come posso dirle che partiremo con sua sorella e la lasceremo a casa? 
- Le spiegherai la situazione e le dirai che farete un week anche con lei il prima possibile. È giusto che abbiano ogni tanto delle esperienze con voi da non condividere necessariamente con gli altri. Spesso si considerano i fratelli come due persone costrette a fare le stesse cose. No, ognuno è una persona a se, ognuno ha i suoi interessi e ognuno merita di sentirsi unico sotto gli occhi di mamma e papà. - aveva ragione. Erano più di quattro anni che Leila non faceva  viaggi, gite o semplicemente  feste di compleanno senza fratellini tra i piedi. Questa cosa avrebbe fatto bene in primis  a Chloe ma di sicuro anche a lei. 
Feci passare qualche giorno dalla chiacchierata con Hopper dopodiché decisi di parlare con la mia figlioletta grande per spiegarle più o meno cosa sarebbe accaduto nei  giorni seguenti. Non ero ancora rientrata a lavoro in maniera ufficiale, per il momento ero lì in versione di osservatrice: non potevo fare nulla se non supervisionare e questo mi permise di poter andar via un'ora prima per poter andare a riprendere Leila a scuola. 
- Mamma mammaaaaaaa! Sei venuta tu a prendermi! - disse quasi emozionata. La scuola era riniziata da 4 mesi ormai e io non avevo ancora avuto modo ne di accompagnarla ne di riprenderla almeno una volta. - Sono feliceeeee! 
- Hai visto? Ti ho fatto una sorpresa! - l'abbracciai per poi toglierle quello zaino pesantissimo dalle spalle. - Hai tanti compiti da fare per domani? - chiesi
- No, li ho anticipati ieri durante il rientro a scuola così posso giocare un po' di più oggi.
- Ma come siamo responsabili! - le feci i complimenti - e ascolta, se prima di tornare a casa a giocare passassimo per quella nuova gelateria che ha aperto da poco e facessimo un pranzo alternativo?
- A base di gelato? - non avevo mai visto i suoi occhi allargarsi in quel modo tanto lo stupore.
- Perché no! Ma shhhh.... dovrà rimanere un nostro segreto! 
- Ci stoo ! Andiamo mamma! - ci incamminammo verso i cancelli della scuola e dopo una bella passeggiata raggiungemmo la gelateria. Le permisi di prendere il gelato  più grande che avessero e questo la insospettì un po'. 
- Mamma devi per caso dirmi qualcosa? - mi lasciò di stucco a quella domanda.
- Perché me lo chiedi amore?
- Sei venuta a prendermi a scuola nonostante i tuoi impegni, mi fai pranzare con il gelato e in più mi hai dato il permesso di prenderne uno super gigante. Deve essere successo qualcosa.
- Ma da chi hai preso tutta questa intelligenza è? - la feci ridere - e va bene, a dire il vero c'è qualcosa che voglio dirti ma non per questo ti ho portata qui. Avrei potuto dirtelo a casa ma ho pensato di approfittarne e di ricavarne un momento speciale solo per noi.
- Arriverà un nuovo fratellino o sorellina? - chiese a bruciapelo cogliendomi alla sprovvista 
- Co... cosaaaaa tesoro?
- L'ultima volta che mi hai parlato in privato, senza contare le punizioni, è stato perché dentro la tua pancia c'era Liam. - o Dio mio a cosa era andata a pensare adesso. Cosa avrei dovuto dirgli? In fondo una possibilità c'era per davvero, non potevo dirle di no. Se poi si sarebbe rivelata veritiera la cosa? Non volevo mentirle...
- Ti piacerebbe avere un nuovo fratellino tesoro? 
- Quindi è vero? Aspetti un bambino? Un altro??????
- Tesoro era solo una domanda la mia... Ti piacerebbe averne un altro? Comunque non ti ho portata qui per parlare di questo.
- Oh menomale! Non lo voglio mamma, mi bastano i fratelli che ho già. - le cose si mettevano malissimo. - Allora? Cos'è che devi dirmi? 
- Beh... tu lo sai che Chloe è stata tanto male vero? 
- Si ma ora sta meglio vero mamma? Non rischia più di stare male male come prima e di andare in ospedale vero? Mi fa arrabbiare ma le voglio tanto bene, non voglio che le succeda nulla. 
- Tranquilla amore mio, tua sorella è guarita e da lunedì tonera ufficialmente anche a scuola!
- Asilo mamma, asilo! Specifica bene! - mi corresse con il suo solito fare da maestrina che mi faceva ridere a crepapelle ogni volta. 
- Si beh... asilo. Sai anche che sta vedendo il dottor Hopper per essere aiutata ad accettare Liam... - annuì - bene è di questo che volevo parlarti. Archie ha consigliato di premiare Chloe per tutto questo periodo di sacrifici che ha fatto.
- E anche perché fa meno capricci - aggiunse - Ha ragione Archie mamma. È stata brava!
- Ha proposto di portarla fuori per qualche giorno ma ad accompagnarla dovremo essere solo io e papà.  Volevo  parlarne con te perché non voglio che tu pensi che non sei importante per noi, anzi... sei fondamentale per questa famiglia amore mio! Ti prometto che il weekend prossimo lo dedicheremo tutto a te. Saremo solo io te e papà che ne dici?
- E Chloe non piangerà?
- Come ha diritto lei di stare con noi da sola lo hai anche tu. Allora che mi dici?
- Non mi piace l'idea che non ci sarete a casa per tre giorni, mi mancherete tanto..
- Leila amore... 
- Ma è giusto per Chloe mamma. Io ho fatto molte cose in questi mesi e lei è sempre rimasta a casa. Papà mi ha accompagnato ai compleanni, al parco e anche piscina quest'estate. Mi sono divertita molto e lei invece no. Mi dispiace che non sarete qui con me ma anche lei merita di divertirsi un po'! E poi comunque sabato ho la festa di compleanno di Robin quindi mi mancherete solo venerdì e domenica! - rise - Dove la porterete? 
- Non lo so, deciderà lei. 
- Potrò scegliere anche io?
- Certo e se hai delle idee puoi dirmele anche subito che così inizio ad organizzare. 
- Ho due cose che mi piacerebbe tanto fare ma sono in due posti diversi. Possiamo non fare il week fuori e magari fare solo due gite separate una sabato e una domenica? Non mi importa di dormire fuori, possiamo anche tornare a casa ogni sera... così magari chloe non sentirà la vostra mancanza e non  piangerà. - non c'è altro da dire, mia figlia è una santa. 
- Puoi propormi tutto quello che vuoi. 
- Henry mi ha detto che ha New York c'è un maneggio bellissimo! Possiamo andarci? - Leila aveva la passione per i cavalli, in passato ha addirittura cercato di convincere nonno David a comprargliene uno. Sono stupita che non me lo abbia chiesto adesso e che si sia limitata solamente a volerlo visitare.
- Certo che sì tesoro, ti porteremo li se lo desideri e cavalcheremo anche, ti piace l'idea 
- TI ADORO MAMMAAAAAAA!
- L'altro posto che ti piacerebbe visitare quale è?
- È un po più complicato e mi piacerebbe farlo solo con te... senza papà. Non che non lo voglia con noi ma è una cosa che voglio sia solo nostra. 
- Tipo una cosa mamma e figlia?
- Si esatto
- Ok! Dimmi allora, sono curiosissima. - lo ero sul serio. Ho sempre desiderato avere il famoso rapporto madre figlia dei film, da piccola non ho mai potuto averlo ma adesso posso riscattarmi. 
- Tu mi racconti sempre la tua storia... a me piacerebbe molto vedere il luogo in cui sei cresciuta... vedere magari  scuola che frequentavi, i posti dove ti rifugiavi quando scappavi e volevi stare da sola e... vorrei anche vedere una casa famiglia se a te non crea problemi mamma, vorrei passare un po' di tempo con quei bambini e raccontargli una storia. La tua storia. Voglio dirgli di non perdere la speranza e che un giorno la loro vita sarà bella come la tua! 
- Sei la bambina più buona che conosca amore mio, sarei onorata di accompagnarti in questo viaggio. - l'abbracciai. - Hai ragione, ho una bella vita adesso, ma solo perché ci sei tu con me! 
- E papà... e Chloe... e Liam ...e Henry - aggiunse contandoli con le punta delle dita.  -siamo la tua forza mamma.
- No, siete la mia felicità! 
Restammo abbracciate per un po' poi lei tornò a concentrarsi sul suo enorme gelato. 
- Pensi che tua sorella abbia delle richieste semplici e belle come le tue?
- Non credo mamma! Lei ti chiederà sicuramente qualcosa sulle principesse! Parla solo di principesse... è una vera noia!  Secondo me ti chiederà addirittura di andare nella foresta incantata. 
- Spero vivamente di no! E comunque non prenderla in giro, è  ancora piccolina e anche tu non facevi altro che parlare di principesse alla sua età! 
- Non lo ricordo! - scrollò le spalle - beh allora forse c'è speranza che diventi una brava bimba anche lei! 
- Che sciocchina che sei. Dai andiamo a casa ora che di sicuro  papà si starà chiedendo che fine abbiamo fatto. 
Tornata a casa la prima cosa che notai fu il silenzio. Nessun pianto, nessun capriccio, niente di tutto quello che mi sarei aspettata rientrando. sentii solo la risata gioiosa della mia inconfondibile principessa. Mentre Leila andò sopra a scegliere il vestitino per la festa della sua amica Robin di sabato, io segui quella dolce  risata fino a raggiungere il salottino. Non potevo credere ai miei occhi: mio marito era seduto su una sedia legato con una corda e imbavagliato. A ridere e a girare intorno alla sedia vi era la mia piccola peste vestita come un vero e proprio pirata. 
- che succede qui? - dissi non sapendo se ridere o preoccuparmi di quel gioco.
- Tei tato foltunato pliggionielo! È allivata la tua pincipessa a salvalti! - smise di girare intorno a suo padre e corse da me - mamma mamma sei allivata finammente ! - gridò felice. 
- Scusa amore hai ragione, ho fatto tardi! Cosa stai facendo con papà? Perché lo hai legato?
- Tocavamo ai pilati. Lui è mio piggionielo ola! Può liberallo solo la pincipessa con un bacio.
- Allora devo correre a baciare il tuo prigioniero per salvarlo, è il mio principe dopotutto! 
- Facciamo pinta che hai già dato basino a lui. No boglio baci papo. Bacini solo a me! - iniziai a farle il solletico facendola ridere a crepapelle. Amavo la sua risata è non avrei mai smesso di ascoltarla.
- Furbetta corri a slegare papà abbiamo una cosa importante da dirti. 
- No boglio flatellino! - ma si erano messe d'accordo?
- Non riguarda ne fratellini, ne sorelline, ne cicogne puoi star tranquilla. È una cosa bella quella che dobbiamo dirti - le dissi mentre l'aiutavo a  sciogliere suo padre. - Vedi amore, qualcuno sta per intraprendere un bel viaggetto e indovina  un po' di chi sto parlando? 
- LIAM? Liam ba bia per semple? EBBIBAAAA!
- No amore non è Liam e nessuno andrà via per sempre. Tre persone faranno un bel viaggio questo fine settimana e lo sai chi sono? Io, te e il papà! 
- Noi tle?
- Si amore, solo noi tre! Faremo una piccola vacanza sei contenta?
- No Liam?
- No non ci sarà, tranquilla
- No Leila? 
- Neanche, solo noi tre tesoro, te l'ho detto! 
- Allora che dici amore sei contenta? - chiese Killian 
- Tiiiiiiiiiiii 
- È la sai quale è la cosa più bella? - continuai - la metà del viaggio la deciderai tu! C'è qualcosa che vorresti vedere o un posto dove vorresti andare?
- Tiii! Boglio bedele le plincipesse! 
- E portiamo papà a vedere le principesse amore? - risi al solo pensiero di immaginarmi mio marito immerso nel rosa.
- Ti! 
- Speriamo siano belle almeno! - rispose lui
- Killian! - gli diedi una gomitata su un fianco che fece ridere Chloe ma lamentare lui. - dove vorresti  andare a vederle amore? Al cinema, al teatro? 
- No... al cattello! Quello glande glande.
- Amore... non so di cosa stai parlando. Lo hai visto in un cartone questo castello? 
- No su libblicino! - corse a prendere una rivista che si trovava sul tavolinetto dopodiché tornò per mostrarci l'immagine. Non potevo credere che la sua mente avesse elaborato tutto quello. 
- Boglio andale qui! - disse sorridente. - ho bisto pule pubbicità. È divettente!
- Ne sei proprio sicura amore? Guarda che poi non si può cambiare idea.
- Ti ti! Boglio andale qui! 
- Killian tu che ne pensi? 
- Non so neanche dove sia e se esista veramente questo posto, ma se esiste allora andremo li, se lo merita! 
- Allora prepara i bagagli capitano, perché andremo a Parigi! 
- Parigi? In Francia?
- È già!
- Andiamo dalle pincipesse mamy?
- si amore mio! preparati: si va a Disneyland paris!
 
Note dell'autore: la piccina è finalmente guarita e ora inizia anche ad avere anche qualche piccolo  miglioramento sui suoi comportamenti grazie all'aiuto del grillo. Dite che lo abbia meritato questo viaggetto? E di Leila che mi dite? Matura giorno dopo giorno quella bambina. Chi non vorrebbe avere una figlia così! 
Tornando a parlare del viaggio... ma ve lo immaginate Killian a Disneyland paris? Io no ehehehehehehehe. Attendo i vostri meravigliosi commenti 💋 alla prossima!
Ps. Il prossimo capitolo sarebbe dovuto essere quello di cui vi ho messo l'anteprima della foto (quello ambientato nel futuro). Non credo sarà così! Mi sono venute in mente altre idee da sviluppare prima di quello quindi credo che quel capitolo aspetterà un po'. 
Non temete però, lo pubblicherò quanto prima e voi lo riconoscerete dall'immagine 🤪 ciao ciaooooo

 

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Capitolo 63
*** A te che mi hai insegnato a vivere ***




Lo so lo so, vi aspettavate il capitolo di Disneyland, sto facendo un po’ di testa mia al momento quello che più mi ispira scrivo. Godetevi questo piccolissimo capitolo che non è altro che una lettera per Leila da parte del
suo papà. 

***
Cara Leila
Dolce Leila...
Bambina mia! 
Ed eccoci qui amore mio, eccoci giunti alla vigilia di quello che per te sarà senza ombra di dubbio uno dei traguardi più importanti: l’ingresso al college.... l’ingresso nel mondo dei grandi. Sembra solo ieri che sei arrivata nelle nostre vite e invece sono già passati ben 19 anni. La mia piccola Leila, la mia bimba dagli occhi blu come il mare, la mia dolce principessina.... beh.. lei non c’è più. È cresciuta troppo in fretta e ha lasciando spazio ad una giovane donna più matura e sicura di se. 
So per certo che in questo momento starai fissando questa lettera incredula ridendo a crepapelle per via di questa “stupida”lettera pronunciando verso tua sorella parole del tipo 
“ non posso crederci, il temerario capitan Uncino, spietato pirata dei sette mari mi ha appena scritto una lettera”. 
Incredibile vero? Non è certo un comportamento da pirata questo e ad essere sinceri mai mi sarei immaginato di farlo, ma io da 19 anni a questa parte non sono più solo un pirata... sono anche un papà ed è nelle vesti di padre che adesso sono qui a scriverti. Avrei voluto guardarti negli occhi e dirti tutto quello che ho da dirti di persona, ma sono troppo codardo... preferisco nascondermi dietro un insignificante pezzo di carta “emotivo” per farlo e quindi preferisco farlo in questo modo.
Volevo ringraziarti bambina mia, grazie perché mi hai stravolto l’esistenza, grazie perché mi hai fatto vedere il mondo con gli occhi di un bambino, grazie perché mi hai insegnato cosa significhi veramente vivere.
È già, proprio così. Come dissi a tua madre il giorno del nostro matrimonio, fino al giorno in cui non l’ho incontrata nella mia vita e nel mio cuore c’era solo odio e vendetta... ero un sopravvissuto, nulla di più. Grazie a lei ho imparato il significato di amare e essere amato ma quello era solo l’inizio di tutto. Ero felice, incredibilmente felice e mai avrei pensato che si potesse essere ancora più felici di così . Poi un giorno, senza nessun preavviso tua madre mi fece il regalo più bello di sempre: con una piccola sorpresa mi disse di essere incinta di te. Il nostro amore aveva portato alla creazione di una nuova piccola vita senza che ce ne rendessimo conto. Il mio cuore si fermò di colpo a quella notizia, ero terrorizzato all’idea di diventare padre, avevo una paura incredibile di non essere all’altezza del compito che mi aspettava... eppure nonostante tutto è in quell’esatto momento che ho iniziato ad amarti. Per nove lunghissimi mesi ho provato ad immaginare il tuo viso, i tuoi occhi, il colore dei tuoi capelli... parlavo con tua madre e insieme, fissando i bambini che giocavano felici al parco, cercavamo di darti un volto: lei ti immaginava mora con gli occhi azzurri come me, Io bionda con occhioni verdi come lei. Saresti stata bellissima in ogni caso ma noi avevamo comunque bisogno di darti un volto immaginario per renderti ancora più reale. Presi l’abitudine di raccontarti le favole della buonanotte fin da subito, eri ancora nella pancia della tua mamma quando ho iniziato, credo che ti piacesse ascoltare la mia voce perché ogni volta che parlavo con te tu iniziavi a muoverti incessantemente rendendo tua madre irascibile e me l’uomo più felice del modo. Ci misi un po’ ad abituarmi all’idea che l’ esserino che cresceva a vista d’occhio nella sua pancia fosse in realtà parte di me, mi sembrava davvero impossibile, non reale... troppo bello per essere vero, ma quando finalmente ci feci l’abitudine ecco che tua madre mi disse la classica frase che ogni uomo muore di paura al solo sentirla pronunciare: “ho rotto le acque”. Susseguirono momenti di puro panico: urla strazianti, pianti, insulti di ogni tipo. Non sapevo nello specifico cosa fosse un parto, avevo sentito che non era una vera e propria passeggiata ma non mi ero mai interessato allargomento... non credevo di averne bisogno nella mia vita da pirata. In quel momento quindi pensavo che ci fosse un atto qualche complicazione e che tua madre stesse morendo visto le grida che lanciava ma poi improvvisamente una dolce melodia sostituì quelle urla strazianti: il pianto di un bambino... il pianto del mio bambino, o meglio... la mia bambina, la mia dolce Leila. È bastato uno sguardo, un semplice sguardo... i tuoi occhi nei miei... in quellistante io, Killian Jones, iniziai seriamente a vivere. 
Hai riempito le nostre vite e i nostri cuori con una facilità inaudita, una parola, uno sguardo buffo, anche un semplice sorriso bastava a rendere perfetta la nostra giornata. Sei stata la nostra forza, la nostra disperazione, il nostro orgoglio ma sopratutto sei stata una delle nostre soddisfazioni più grandi... e ora? Ora Eccomi qui a dirti quello che pensò mai ti aspetteresti da me. È il tuo momento amore mio, è ora di lasciare il nido costruito per te con tanto amore e spiccare il volo. Sarà difficilissimo per me lasciarti andare e tenerti lontana da me ma so che è la cosa giusta da fare... inizierai un nuovo capitolo della tua vita e questa volta lo farai da sola, senza me e la mamma a supervisionarti. So che sei spaventata, la mamma mi ha accennato le tue paure e le tue insicurezze riguardo a questo grande cambiamento, ma posso solo dirti di star tranquilla e di vivere serenamente tutto quello che ti capiterà. Sei una donnina fin troppo matura, per alcuni versi e alcune circostanze che ci sono capitate sei cresciuta troppo in fretta perdendoti parte di quella che doveva essere la tua infanzia.... sono sicuro che te la caverai alla grande come hai sempre fatto. Io e mamma, insieme ai tuoi fratelli continueremo a seguire i tuoi successi anche distanza e non appena vorrai e avrai un po’ di tempo noi saremo qui pronti ad accoglierti, in quella che resterà per sempre la tua casa, a braccia aperte. Per qualsiasi cosa non esitare mai a chiamarci, saremo disponibili per te sempre, 24 ore su 24. 
Cos’altro dire adesso... Sarebbe il caso di concludere questa lettera e provare a dormire almeno un paio d’ore prima di salire in macchina e accompagnarti a Boston, ma non posso farlo se prima non scrivo nero su bianco tutto quello che andando via speri di non sentirti dire più:
  1. ricordati sempre chi sei, da dove vieni e come ti abbiamo cresciuta.
  2. Pensa a studiare ma allo stesso tempo divertiti (con le tue amiche sia ben chiaro)
  3. Allontana ogni soggetto di genere maschile da te! Tu sei la mia bambina... mia mia e solo mia, nessuno è alla tua altezza, nessuno può meritarti più di me. 
  4. Voglio essere informato ogni qual volta Gideon verrà a trovarti. Gli pagherò personalmente un albergo in caso volesse passare più di un giorno li ma non azzardarti a farlo entrare nel tuo dormitorio... avrai anche 19 anni ma resti comunque la mia bambina e sei ancora troppo Piccola per quello. ( spero che almeno tua mamma ti abbia fatto una bella strigliata su certi discorsi o dovrò litigarci seriamente) 
  5. Ultimo punto, non meno importante: smetti di alzare gli occhi per aria ad ogni punto di questa lista: ti conosco come le mie tasche e lo so che lo stai facendo signorina. Ehehehe.
Bene, penso che adesso sia davvero il caso di concludere questa piccola lettera e tagliare ufficialmente il filo che ti tiene ancorata a me. In bocca al lupo per tutto amore mio grande, qualsiasi cosa farai sappi che il tuo papà è pienamente orgoglioso di te. Buon viaggio moa dolce Leila e buona fortuna per tutto. Con amore... il tuo papà. 
 
Ps. La cosa che mi spaventa maggiormente adesso sai qual è? la reazione di tua sorella Chloe alla tua partenza. Già questa sera a cena era particolarmente silenziosa e cupa... non so cosa succederà oggi dopo la tua partenza. Spero si abitui subito a questa novità ma conosci bene tua sorella: odia i cambiamenti. Speriamo la prenda bene e non mixi questo stato d’animo alla sua fase adolescenziale critica.... oddio ho paura solo a pensarci. Non allontanarti da lei, tienila D’occhio anche a distanza o sarà la mia rovina. 
 
Note dell’autore: il prossimo capitolo se non cambio nuovamente i miei piani sarà il viaggetto a Disneyland per la nostra adorata famiglia Jones ma per adesso concentriamoci su questa breve lettera. Papà Killian ha scritto delle belle parole nei confronti della sua bambina ormai donna, gli ha confessato di essere un uomo migliore anche grazie a lei ma nonostante ciò non si è trattenuto dal farle le solite raccomandazioni. Killian tesoro, non è Leila a cui devi farle ma alla tua piccolina Chloe... se solo sapessi... eheheheh hai ragione a dire che sarà la tua rovina.... lo sarà sul serio 😂😂😂 alla prossima amici e grazie per i bei commentiche lasciate ❤️

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Capitolo 64
*** Disneyland Paris ***



 
POV KILLIAN
Io non riesco ancora a capacitarmi di essermi fatto abbindolare in quel modo. Devo smettere di parlare di progetti e organizzazioni con mia moglie mentre siamo in intimità... finisco sempre col rimanere fregato ogni volta. Lei è furba, lei sa che mi fa questo effetto e ne approfitta ogni volta sapendo che poi la mia risposta sarà sempre si. Ecco come riuscì a farmi prendere l’aereo, chiedendomelo in un momento per me troppo delicato per capire qualsiasi altra cosa.
Era fissata per giovedì alle 13 la nostra partenza, avevamo stabilito di partire con un giorno di anticipo rispetto la nostra originale tabella di marcia in quanto il viaggio da sostenere sarebbe stato troppo lungo, otto ore salvo imprevisti, e la nostra piccolina ci avrebbe ripudiato a vita se le avessimo fatto perdere un’intera giornata. Partendo di giovedì quindi avrebbe avuto per godersi il parco divertimenti ben tre giorni: venerdì, sabato e domenica. Saremmo ripartiti domenica sera intorno alle 22:00 in modo da non perdere neanche quella giornata e in modo che la bambina potesse dormire durante il viaggio e stare tranquilla.
- Amore si può sapere che hai? È più di un’ora che sbuffi! - esclamò Emma lasciando momentaneamente il gioco che stava facendo con nostra figlia pur di distrarla dall’incessante attesa.
- Avremmo fatto prima con la mia nave! - mi lamentai - O con la magia... Si può sapere a cosa serve arrivare in aeroporto con due ore in anticipo se poi bisogna restare seduti ad aspettare?
- E’ la prassi Killian, non faccio mica io le regole. Andiamo... che sarà mai aspettare un pochettino... - non le risposi e sbuffai per la millesima volta. - A meno che...
- A meno che cosa? - le dissi. Non era mani buon segno quando non terminava le frasi.
- A meno che sbuffi per altro... non è che sotto sotto hai paura dell’aereo?
- Papo no Paula! Papo colaggioso pilata! Lui no paula di niente. Belo papo? - ed eccola la mia principessina venire in mio soccorso. Ma quanto posso amarla?
- Ben detto amore di papà! Menomale che ci sei tu a difendermi! - feci una linguaccia buffa a mia moglie e tre secondi dopo mia figlia ripetè il mio gesto facendoci ridere a crepapelle terminando così quella buffa discussione. Giocammo con la piccina per ingannare il tempo e finalmente il nostro volo venne chiamato, stavamo ufficialmente per imbarcarci.
- Mamy è quetto l’aeleo! - chiese Chloe stringendo la mano di Emma
- Si amore, andiamo a sederci dai - andammo alla ricerca dei nostri posti. Che fortuna, eravamo capitati tutti e tre vicini. - Dove ti vuoi sedere amore? In mezzo a me e papà o vicino al finestrino?
- Io pinettrino , tu in mezzo e papo qui - indicò l’altro sedile. Dai, ero stato fortunato dopotutto... se si fosse messa al centro per otto ore non avrei potuto avere un contatto decente con mia moglie. Prendemmo posto e da lì altri minuti interminabili di attesa. Vennero spiegate le tecniche da utilizzare in caso di pericolo, le quali fecero divertire molto mia figlia in quanto, secondo lei, le hostess erano buffe, dopodiché l’aereo finalmente decollò. Se dovessi riassumere in poche parole l’esperienza di questo viaggio la definirei stancante... non pensavo che viaggiare in aereo con una bambina piccola fosse così complicato. Non appena l’aereo decollò Chloe, spaventata da quello strano movimento, iniziò a piangere disperata gridando di voler scendere.
- Chloe tieniti stretta a me ok? Non è nulla, non devi sentirti spaventata - dissi cercando di farla calmare, si stava disperando poverina ma avevo anche paura che qualche passeggero si potesse lamentare. Non che me ne importasse in realtà molto, stavamo parlando di mia figlia dopotutto, ma volevo comunque sentire meno polemiche e lamentele possibili.
- Fa paula papo! Boglio scendele. - singhiozzò.
- Ascolta papà tesoro: quante volte mamma e papà hanno lasciato che tu fossi in pericolo?
- Mai! Boi difeso me semple semple.
- Esattamente amore mio e anche adesso sarà così: questo è solo l’aereo che sta salendo su nel cielo per portarci dalle principesse. Vuoi vederle ancora vero?
- Ti!
- Allora cerca di star tranquilla, tra poco quando arriveremo li vicino alle nuvole questa strana sensazione svanirà .
- Me lo plometti papo?
- Te lo prometto principessa.
Smise di piangere rumorosamente ma continuò a singhiozzare abbracciata a me e tenendo stretta la mano della sua mamma. Come promesso il decollo fini e finalmente l’aereo prese la sua stabilità facendo calmare immediatamente la mia bambina. Tirai un sospiro di sollievo pensando che il peggio fosse passato e invece no! Passato il momento panico arrivò il momento entusiasmo. Guardando dal finestrino si potevano intravedere le nuvole ad un palmo dai nostri nasi e questo creò curiosità agli occhi di mia figlia che iniziò una serie di domande a raffica. “ ma quelle sono nuvole? Come mai ci sono le nuvole vicino a noi? Siamo su nel cielo? Come mai non si vedono le case? Nonno riesce a vederci da lo giù? E zia! Erik? Lui vive in un castello, lui può vederci?” A queste domande se ne aggiunsero altre del tipo: “ci sono i bagni qui? Devo andare al bagno! Possiamo alzarci o dobbiamo rimanere sempre seduti? Ci sono i tavolini per mangiare? Come si mangia se non ci sono?” Sarebbe complicato pronunciare le domande come lo fece lei ma questo è in parte il riassunto di ciò che chiese nel giro di dieci minuti. Vedevo Emma sempre di più in difficoltà in quanto la bambina aveva un tono di voce sempre più alto e lei non faceva altro che cercare di dirle di abbassare la voce per non disturbare le altre persone che erano con noi. Stranamente nessuno si lamentò delle urla di gioia della mia piccolina anzi, diventò ben presto la mascotte di quel volo. Tutti sorridevano nel sentirla parlare e qualcuno di loro le diede anche corda facendole domande e giocando con lei. Fui io quello che a metà viaggio si stranì, pensavo ci fosse solamente mia figlia come bambina su quell’aereo e invece sbagliavo. Dopo qualche ora un piccolo marmocchio che poteva avere massimo sei anni si avvicinò ai nostri sedili e guardando mia figlia le disse:
- ciao bambina lo sai che sei bellissima? Io mi chiamo Andrew, tu come ti chiami?
- Chloe con la y!
- Vuoi venire giocare con me Chloe? C’è un posto libero vicino a me e la mia mamma, puoi sederti li!
- Ei piccoletto frena un secondo! Dove vorresti portare mia figlia senza prima chiedermi il permesso? - lo guardai brutto mentre Emma se la rideva sotto sotto. Il bimbo rimase a fissarmi impaurito non sapendo cosa fare. Bene, molto bene... è questo l’effetto che voglio fare ai loro amici maschi... sia adesso che in futuro. Devono avere paura di me cosicché non faranno pazzie con loro.
- Andrew piacere di conoscerti, io mi chiamo Emma e sono la mamma di questa piccolina. Certo che può venire a giocare con te se vuole. Amore vuoi andare?
- Ti mamy! Ma tu bieni con me velo? - nonostante le ore di sedute con Archie la piccola era ancora dipendente da sua madre. Aveva paura ad allontanarsi senza di lei.
- Dove sei seduto Andrew? - gli chiese mia moglie.
- Alla terza fila dopo di voi. Proprio lì - indicò la sua mamma che lo controllava da lontano.
- Amore puoi andare anche da sola se vuoi, saremo comunque vicine e potrai tornare qui quando vorrai! L’aereo non è poi tanto grande.
- Ba bene! Boglio andale! - si fece slacciare la cintura che ancora aveva ancorata a se e andò a sedersi vicino al suo nuovo amico.
- Non guardarmi male! - mi disse Emma riferendosi al fatto che non mi aveva dato ascolto
- Lo sai che se iniziamo così controllarla da grande sarà impossibile vero? È un maschio quello lì!
- Quello li, come lo chiami tu, è solo un bambino. Dai Killian... tutte queste storie solo perché le ho dato il permesso di andare a giocare mezzo metro lontano da noi? Non esagerare ok? Pensa invece che per un paio d’ore potremo goderci il viaggio come una vera coppia di sposi novelli. - mi baciò facendomi completamente passare tutta la gelosia che fino a pochi istanti prima aveva invaso il mio corpo. Bastava sfiorare le sue labbra per non capirci più nulla. Quella donna aveva un potere su di me allucinante e la cosa in un futuro avrebbe portato a seri guai se l’avesse usata come tattica per aiutare le sue figlie. Continuammo a baciarci incuranti del fatto che non fossimo soli su quell’aereo poi improvvisamente mi venne un’idea geniale.
- Amore, mi allontano un secondo... non mi sento tanto della quale, vado a darmi una rinfrescata in bagno. - le dissi alzandomi improvvisamente.
- Vuoi che ti faccia compagnia? - chiese allarmata - sicuro di sentirti bene?
- No tranquilla vado da solo. Faccio in un attimo...
 
POV EMMA
Mi aveva detto di non preoccuparmi, che sarebbe tornato presto ma era più di un quarto d’ora che si era alzato per andare in bagno e ancora non era tornato. Cercai di star tranquilla e aspettare altri dieci minuti ma quando vidi che non era intenzionato a tornare decisi di andare a dargli un’occhiata. Mi avvicinai alla mia bimba che sta a giocando con il suo nuovo amico e dopo averle dato qualche attenzione per non insospettirla chiesi gentilmente alla mamma di Andrew se poteva darle un’occhiata nel mentre andavo a vedere cosa fosse successo a mio marito. Si rivelò molto gentile, mi disse di non preoccuparmi così la ringraziai e raggiunsi il bagno.
- Signora, aspetti - mi disse un’hostess prima che riuscii ad aprire la porta del bagno. - quel bagno è occupato. Dovrebbe gentilmente usare l’altro.
- Lo so, ma c’è mio marito lì dentro... non si sente tanto bene e vorrei vedere come sta. - non ebbe il tempo di rispondermi che la porta del bagno si aprì facendo spuntare la testa di Killian
- Signorina stia tranquilla è mia moglie, può entrare. - non esitai un secondo e lo raggiunsi dentro. Eravamo un po’ strettini ma non volevo che restasse da solo.
- Allora amore? come ti senti? - chiesi preoccupata ma lui di tutta risposta mi sorrise e mi baciò improvvisamente lasciandomi sorpresa da tale comportamento - Killian ma...
- Shhh... stavo pensando ad una cosa: l’hai mai fatto su un aereo? - mi guardò con fare provocatorio.
- Non... non stai male quindi...
- Mai stato meglio love! Allora? Nuova avventura per il Signor e la signora Jones?
- Mi hai fatto prendere un colpo idiota! Pensavo stessi male sul serio! - dissi alterata schiaffeggiandogli leggermente una spalla.
- Si sì sì, mi farò insultare dopo.. ora.... - iniziò a vagare con le mani sul mio corpo - lasciati andare ok?
- No... Killian... fermati per favore! Non è il caso. Nostra figlia è di la da sola.
- È supervisionata e poi non può scappare.
- E se il bagno dovesse servire a qualcuno?
- Ce n’è un altro. Non hai scusanti amore. - Riprese a baciarmi. Non volevo cedere così... non dovevo cedere così... e invece? invece cedetti.
- Una cosa veloce però! - ordinai.
- Shhh! Lascia fare a me!
uscimmo da quel bagno venti minuti dopo. L’hostess ci chiese se tutto fosse ok, riferendosi a Killian naturalmente, ma io ero troppo imbarazzata per rispondere così lo lasciai fare a lui. Non lo avessi mai fatto... mi fece fare una figuraccia clamorosa.
- Sto benissimo adesso grazie! Mia moglie sa sempre come tirarmi su! - le fece addirittura l’occhiolino con faccia soddisfatta... avrei voluto morire. Controllammo Chloe che sembrò non accorgersi minimamente della nostra piccola assenza dopodiché tornammo ai nostri posti. Lei ci raggiunse poco dopo arrabbiata che si stava annoiando perché il suo amichetto si era addormentato, ma neanche cinque minuti, dopo grazie alle mie coccole, si addormentò sfinita anche lei. Passammo così le ultime ore di viaggio, abbracciati l’uno all’altro con la nostra piccolina nel mezzo, avevamo cambiato disposizione per poterla coccolare entrambi, poi finalmente atterrammo. Prendemmo i bagagli e chiamato il taxi raggiungemmo l’albero che era situato proprio difronte il parco divertimenti. All’esterno sembrava un vero castello principesco, tutto rosa e bianco, era meraviglioso ma non era per nulla paragonabile all’interno e alle stanze. La nostra ad esempio era un trionfare di rosa sulle pareti, si salvava solo il bagno che era bianco. Vi erano due letti, uno enorme nel centro della Stanza e uno più piccolino accanto alla parete, entrambi erano in stile principesco e avevano il baldacchino. Sembrava di essere in uno dei racconti di Henry sulla foresta incantata. Sulle pareti vi erano quadri raffiguranti tutti i personaggi di quel magico mondo e anche alcuni dipinti. Peccato che la mia piccolina si stesse perdendo tutto quello spettacolo, ma svegliarla mi sembra una crudeltà. Avrebbe avuto modo di vedere il tutto la mattina seguente quando si sarebbe svegliata. Di sicuro, conoscendola, si sarebbe fatta comprare un lettino così. Le misi velocemente il pigiamino e la misi a letto dopodiché anche io e Killian la imitammo e nel giro di poco ci ritrovammo addormentati.
Mi svegliai il mattino seguente con un dolore alla schiena assurdo, Killian si era mosso incessantemente per tutta la notte riempiendomi di calci. Ero troppo stanca per dirgli qualcosa quindi feci finta di nulla ma quando si svegliò anche lui e esordì con un buongiorno accompagnato da “ hai finito di prendermi a calci?” Mi voltai per prenderlo a male parole ma scoppiai a ridere non appena vidi nostra figlia dormire nel lettone tra di noi in maniera tutt’altro che comoda. Ecco chi era che ci aveva massacrato di botte. A suon di coccole la svegliai e lei dopo essersi stropicciata gli occhietti mi rivolse un sorriso meraviglioso.
- Gionno! - disse mettendosi subito a sedere e guardandosi attorno meravigliata.
- Buongiorno principessa, allora cosa ne dici della nostra stanza? Ti piace? - le chiesi
- È tutta losa! È bella!
- Il tuo lettino ti piace? - annuì felice - A si! E come mai hai dormito tra me e papà se ti piaceva?
- Mi mancavate! - scrollò le spalle - e poi quetto è più gande! - sorrise da gran furbetta quale era - ne boglio uno anche a casa!
- lo sapevo. Vedremo cosa si può fare ok?
- ok! Ho pame mamy!
- Hai fame? E allora cosa stiamo aspettando è?vestiamoci e andiamo a fare colazione.
- Poi andiamo a pacco tocchi a tocare?
- Si, mangiamo e poi andremo a caccia delle giostre più belle e delle tue amate principesse.
- Ebbiba!
Non dovemmo aspettare di terminare la
Colazione per poterle incontrare, essendo l’albergo del parco divertimenti, le principesse e altri infiniti personaggi erano lì ad animare anche quel momento della giornata. Mia figlia nel vederle per poco non cadde dalle scale tanto era l’emozione.
- Buongiorno e benvenuti! - ci disse una ragazza vestita da Belle - come ti chiami piccola? - di tutta risposta Chloe si nascose dietro suo padre con fare timido. - che c’è ti vergogni? - le chiese gentilmente rivolgendole un gran sorriso.
- Non si lasci abbindolare, è una finta timida questa signorina. Avanti amore dille un po’ come ti chiami? - la incitò Killian riuscendo nell’impresa.
- Chloe!
- Ma che bel nome... degno di una principessa lo sai? - annuì lusingata. - Che ne dici Chloe, ti va di venire con me e gli altri bambini a fare colazione mentre mamma e papà si godono un po’ di tempo da soli? - avrei giurato che dicesse di no, ma mi sbagliavo... diede un bacino a me e a Killian dopodiché stringendo la mano della ragazza andò in un tavolinetto poco distante insieme a lei.
- Non fare quella faccia, è un bene che si stacchi con facilità. Non avremo problemi la prossima settimana con l’asilo. - mi disse Killian vedendo il mio sguardo triste nel vederla felice di allontanarsi. Era pur sempre la mia piccolina e stavo male nel vederla lontano da me. - Avanti che stiamo aspettando, troviamo un tavolo, muoio di fame.
Una volta terminata la colazione andai a recuperare mia figlia che stranamente aveva mangiato senza pianti e capricci e ci recammo finalmente all’ingresso del parco giochi. Vide delle bambine vestite da principessa e ci chiese di vestirsi anche lei. Non sapevo se quelle ragazzine avessero comprato lì i vestiti o li avessero portati da casa, così mi informai e scoprii che neanche cinquanta metri più avanti vi era un negozio dove vendevano vestiti, gadget e vi era addirittura il servizio trucca bimbi. La portammo li come prima tappa, i suoi occhi brillarono di gioia alla vista di tutti quei vestiti, non sapeva quale scegliere, ne provò come minimo una decina e alla fine scelse quello che ero sicura fin dall’inizio che avrebbe è scelto: l’abito di Elsa. Quella mattina si era fatta fare anche una treccia laterale quindi quel vestito le stava a pennello. Una volta vestita si fece truccare e mentre la commessa svolgeva il suo compito su di lei chiese alla piccola se voleva vedere i suoi genitori con qualche maschera in particolare.
- tiiiiii! Mamy papo bettitevi anche boi.
- Tesoro non credo abbiano vestiti adatti a noi, siamo grandi!
- Quei cecchietti! Mettete quelli! - indicò una parete piena zeppa di maschere e cerchietti di ogni tipo. - pe favole - fulminai con lo sguardo la commessa che si limitò a sorridere e successivamente a chiedere a Chloe cosa volesse che indossassimo.
- Mamy cecchietto topolino! - in fondo ero stata fortunata dai.... - papo la tleccia di rapunzel. - ecco, lui lo era stato un po’ meno. Non riuscii a contenermi dalle risate ma ve lo immaginate mio marito con un dosso una lunga treccia bionda? Beh posso assicurarvi che fu un vero e proprio spettacolo. Purtroppo decise di indossarla solo per quindici secondo, giusto il tempo di far sorridere nostra figlia, poi per uscire dal negozio facemmo a scambio. Tranquilli però, sono comunque riuscita a fargli una foto.
Una volta travestita dalla più bella Elsa che presse esserci iniziammo sul serio l’avventura in quel meraviglioso parco. Andammo sulle giostre, vedemmo numerosissimi spettacoli e la nostra piccolina incontrò tutti i suoi personaggi preferiti. In quel momento era la bimba più felice del mondo e ringraziai me stessa per aver insistito a portare la videocamera con noi.
- mamma mamma c’è una finta Biancaneve! - indicò nella sua direzione
- amore non si dice così...
- Ma lei no è nonna! No somiglia! No no!
- Lo so tesoro ma quella signorina sta semplicemente lavorando. Vuoi fare una foto anche con lei?
- Tiiiiiiii - le feci non so quante raccomandazioni sul non pronunciare la parola Biancaneve affiancata a sua nonna ma non seppi dire con precisione se mi desse ascolto oppure no, i miei occhi si concentrarono improvvisamente su alto. quella piccola, insignificante principessina Quella piccola principessa da quattro soldi aveva appena messo gli occhi addosso a mio marito. Ero rimasta qualche metro più indietro per riprendere la tenera scenetta tra Chloe e quella ragazza travestita da sua nonna quando i miei radar percepirono altro. Spensi la telecamera ma rimanendo comunque in disparte mi misi ad origliare la loro conversazione.
- Ma che bella bimba che abbiamo qui... e che bel papino! - mi bastava questo per andare lì e inveirle contro ma decisi di vedere fino a che punto si sarebbe spinta.
- Tao Biancaneve... pacciamo una poto? La boglio far vedere a....
- Fammi indovinare: alla mamma?
- No... alla nonna! - non so perché ma intravidi in quella donna un barlume di speranza alla risposta di mi figlia. Fece la foto dopodiché tornò a parlare con Killian.
- Spero di averla accontentata. - disse sorridendogli - mi piacciono da impazzire i bambini - potrei giurare di averla vista anche ammiccare.
- Lo puoi vedere dal suo sorriso quanto è felice. Grazie.
- Ma figurati... ti do del tu, ti dispiace? Sei così giovane... non deve essere semplice crescere una bambina tutto solo....
- veramente io non so... - non lo fece neanche parlare
- Mi piacciono i papà single sai? - gli fece l’occhiolino e Killian con la coda dell’occhio mi guardò. Sapeva che li stavo osservando - stasera ci sarà una festa in hotel, vi consiglio di partecipare. Abbiamo un ottimo cast di animazione che terra occupati i più piccini mentre i grandi potranno rilassarsi. Vi aspetto.
- Ti papo andiamooooo andiamooo!
- D’accordo principessina. - disse a nostra figlia per poi salutare la ragazza - A stasera allora - gli sorrise cordialmente ma lei naturalmente lo percepì in maniera differente.
Si allontanarono dalla principessa da quattro soldi e mi raggiunsero. Chloe mi raccontò subito della serata mentre Killian mi fissava sogghignando.
- che vuoi? Cosai l’hai da ridere tanto? - domandai assicurandomi che Chloe non stesse sentendo.
- Ti sei ingelosita non è vero?
- Chi io? Figurati se mi faccio prendere dalla gelosia per una “princess” come quella. - ok lo ammetto ero un po’ gelosa... come non esserlo, in fondo quello era mio marito e nessuna doveva permettersi di guardarlo in quel modo. È anche vero però che lui non aveva fatto nulla di male e quindi cercai di reprimere la mia gelosia. Tornammo in albergo e ci preparammo per la serata. Chloe era seduta sul suo lettino a giocare con un nuovo peluches comprato sulla via del ritorno, Killian era in bagno a prepararsi e io già pronta e in attesa che lui uscisse mi misi a sistemare meglio le valige. Trovai una maglietta di Leila e una tutina di Liam al suo interno, le avevo portate con me per sentire meno la loro mancanza ma avevo dimenticato dove le avessi messe. Le presi e iniziai ad annusarle, i miei bambini... mi mancavano incredibilmente.
- non posso crederci... - sorrise Killian beccandomi in flagrante - non sei poi così tosta come pensano tutti! - mi prese in giro abbracciandomi da dietro.
- Mi mancano...
- Anche a me... molto! - ci baciammo... poi Chloe se ne accorse.
- No! No baci! No tempo per baci. Fetta! Dobbiamo andale alla fetta - come al solito la nostra piccola guastafeste ci interruppe correndo a dividerci.
- Ooook, andiamo di sotto principesse del mio cuore, la festa ci attende.
Avevano organizzato tutto nei minimi dettagli: buffet, musica, decorazioni e giochi di intrattenimento per i più piccini. Tutto era perfetto e tutti, sia noi grandi che i piccini, ci stavamo divertendo un mondo. Era il viaggio della nostra piccola quello che stavamo facendo eppure riuscimmo a trovare del tempo anche solo per noi due. Ne fui davvero felice ma presto quella felicità scomparve lasciando nuovamente il posto alla gelosia. Ogni papà venne chiamato a ballare con la sua principessa così ogni mamma con il suo principino, immortalai il momento del lento tra Killian e Chloe con le lacrime agli occhi... erano meravigliosi quei due insieme ma poi il ballo finì e quella principessa da strapazzi, che avevo visto quel pomeriggio, scansò mia figlia e corse a ballare con mio marito. Lui non si negò e gli concesse il ballo. Lo fece solo per carineria, ne ero sicura, ma questo non lo avrebbe di certo reso immune da qualche sfuriata. Cercai di restare calma, in quanto mia figlia era venuta li vicino a me, ma non appena vidi le mani di quella sgualdrina tastare il sedere di mio marito non ci vidi più.
 
POV KILLIAN
Mi aveva preso alla sprovvista e aveva iniziato una specie di lento con me. Non ebbi neanche il tempo materiale di dirle di no che me la ritrovai praticamente addosso. La lasciai fare, in fondo era solo un ballo, ma dentro di me già sapevo che mi sarei dovuto preparare al peggio. Mia moglie era lì e ci stava osservando con fare minatorio. Nessuno mi avrebbe salvato da quella strigliata.
- ti ho visto ballare con la tua bambina... eravate dolcissimi. Si vede che le vuoi un gran bene.
- Io la amo quella piccola peste e amo anche la sua...
- Non deve essere facile crescerla da solo...
- ma io non la sto crescendo da... - mi congelai sul posto e non riuscii a terminare la frase: mi stava palpando il sedere. Afferrai immediatamente le sue mani per scansarle ma prima che potessi allontanarla del tutto qualcuno ci divise in malo modo spingendo la ragazza a terra. Chi poteva essere se non mia moglie?
- Eiiii tu! Ma che accidenti ti prende! Sei ubriaca per caso? - le disse la ragazza offesa da quel gesto - hai rovinato un bel momento.
- TE LO FACCIO VIVERE IO UN BEL MOMENTO... CARINA! - le urlò prendendola per un braccio e facendola rialzare il malo modo. - apri bene le orecchie principessa perché mi ripeterò una volta soltanto: stai lontana da lui.
- A si? E chi saresti è? La ragazza che ha rimorchiato ieri sera? Evidentemente non sei stata in grado di tenertelo stretto. Ci sono io ora, fatti da parte ok? - vidi Emma diventare nera in viso e se non fosse stato per la mia prontezza di riflessi molto probabilmente le avrebbe sferrato un pugno in pieno volto. Fortunatamente riuscii a mettermi in mezzo tra le due e le divisi.
- Emma non ne vale la pena credimi.
- LASCIAMI KILLIAN, - provò a scansarmi - IO LA DISTRUGGO QUESTA SGUALDRINA.
- Eiii ma come ti permetti è! - le gridò
- Mi permetto e come! E’ mio marito il ragazzo con cui ci stavi provando ok? Mio, e sottolineo MIO, marito! il padre di tre dei miei quattro figli. Stai alla larga da lui se non vuoi che ti riduca in poltiglia.
- Stai... stai con lei? Io non lo sapevo... - disse innocentemente quando vide il capo dell’hotel avvicinarsi per sapere cosa stesse succedendo.
- Tutto bene qui?
- Capo, questa donna mi ha aggredita! - rispose la Ragazza con fare innocente... ma che stronza.
- È così signorina? - chiese lui serio.
- Signora prego! - lo corresse Emma - e no, non è così semplice la questione. Mi dica... È normale nel vostro hotel che i dipendenti ci provino con i clienti “sposati”? - era furibonda è il direttore lo capì immediatamente.
- Signora le porgo le mie scuse, le garantisco che non accadrà più! E tu... - indicò la donna difronte a noi - nel mio ufficio! ORA.
La festa prosegui come se nulla fosse successo, restammo ancora qualche minuto, visto che Chloe si stava divertendo con le sue amiche e che fortunatamente non si era accorta di quella interruzione, dopodiché tornammo in stanza. Potevo chiaramente vedere negli occhi di Emma che era ancora infuriata ma per il momento non feci nulla e la lasciai alle sue cure amorevoli verso nostra figlia. Le avrei parlato dopo.
- Mamy posso laccontatti una storiella bella? - forse era una semplice coincidenza o forse no, ma la bambina per la prima volta da quando aveva iniziato a seguire il percorso con il grillo aveva in qualche modo formulato alcune parole in maniera corretta.
- Certo amore mio, ma mettiamoci nel tuo lettino così poi potrai fare le ninne.
- Allola... cela una volta una plincipessima bella bellissima che ti chiamava Chloe. Abitaba in una casa castello tutta blu e biveva insieme alla pincipessa mamma Emma e al plincipe pilata papo Killian. La plincipessina Abeba anche un nemico: il nano Liam. Lui era il nano numero otto di Nonna Snow white, era cattivo... molto cattivo. Lui boleba rapire tutto il bene della principessa mamma e tenello tutto pel se. Ma la pincipessa Chloe sapeva che un giorno avlebbe trovato il modo per sconfiggello pe semple e tenele mamy pincipessa Emma tutta per se. Fine. - wow dovevo prendere appunti. Archie doveva essere messo al corrente di queste favolette. - Ti è piaciuta la fabola mamma?
- molto bella, davvero molto particolare! - Emma non accennò minimamente al suo fratellino, Archie era stato chiaro, non avremmo dovuto nominare gli altri figli per nulla al mondo durante quel viaggio, quei tre giorni erano solo ed esclusivamente i suoi. - ora a nanna però che domani ci aspettano altre giostre e altri spettacoli divertentissimi.
- Buona notte mamy! Notte Papo....
- Buona notte principessa. - un altro consiglio che ci diede il grillo, fu quello di non farle notare ne la problematica del linguaggio ne il possibile miglioramento. Facendo così prima o poi si sarebbe sciolta e infatti sembrava proprio essere così, quel viaggio stava portando in lei notevoli cambiamenti: nessuna pipì durante il sonno o da sveglia, nessun capriccio e il linguaggio migliorò leggermente. Si addormentò subito quella sera, sfinita dalle tante avventure vissute, così ne approfittai per passare del tempo con mia moglie. Fu un enorme buco nell’acqua, non appena la bimba di addormentò andò a mettersi a letto, senza degnarmi neanche di uno sguardo. La raggiunsi anche io, volevo chiarire la situazione venutasi a creare durante la festa ma avevo paura di fare di peggio. Restai quindi in silenzio e cercai di dormire. Due ore... riuscii ad appisolarmi per solo due ore, il peso nel petto era troppo grande per poter dormire, non avevo fatto nulla è vero ma mi sentivo in colpa comunque... mi avvicinai a lei, sperando stesse dormendo, e l’abbracciai. La sentii singhiozzare il che mi portò a prendere coraggio e ad affrontare l’argomento.
- Amore... mi dici che hai? Perché stai piangendo?
- Dormi Killian... - mi rispose
- No non dormo se so che stai male... - la girai delicatamente facendo sì che i suoi occhi incrociassero i miei. - dimmi quello che ti turba ok? Non tenerti nulla dentro.
- Lo sai... odio che ti si struscino tutte addosso! Odio il fatto che tu non ti renda conto di quando qualcuna ci provi con te, odio quella sgualdrina da quattro soldi che ha provato ad abbindolarti! Odio il genere femminile!
- E non sei arrabbiata con me? - sperai davvero che dicesse di no.
- Dovrei avercela sai? Ma no! Sei solo troppo ingenuo... da quando ti sei sposato hai perso la capacità di fiutare i flirt. Ti sei rincoglionito.
- Non mi sono rincoglionito amore, è solo che amo solo i tuoi flirt. Quelli delle altre sinceramente non mi scalfiscono proprio - la baciai dolcemente per rasserenarla, non si fece negare così provai di approfondire un po’ di più la cosa... niente da fare, mi bloccò.
- Scusa Killian ma mi ha fatto talmente infuriare quella poco di buono che mi è venuto un mal di stomaco atroce. Dormiamo dai... domani sarà una lunga giornata.
Le diedi ascolto e abbracciati ci addormentammo nel giro di poco, eravamo stanchi anche noi dopotutto. Sperai in un dolce risveglio da parte della mia lei ma venni svegliato bruscamente da mia figlia che mi urlò nelle orecchie di svegliarmi e andare in bagno.
- amore è presto, torna a dormire, la doccia la faccio più tardi - le dissi vedendo che erano solo le sei del mattino.
- Papo sbegliati fozza ! La mamma sta male! - quelle parole furono una vera doccia gelata: scattai a sedere e effettivamente notai che Emma non era a letto.
- Amore che cosa siccesso? Dov’è la mamma? - chiesi vedendo mia figlia spaventata e con le lacrime agli occhi.
- Io mi tono svegliata per andale in bagno, non bolebo fale la pipì a letto, ma quando sono entrata ho bitto mamma al bagno e lei mi ha glidato di uscire. Mi tono spaventata e... e ho fatto la pipì sotto io.....
- shhhh amore non fa niente - l’abbracciai - hai cercato di controllarti e ci sei riuscita benissimo. Vado a vedere cos’ha la mamma e perché ti ha mandato via dopodiché ci faremo un bel bagnetto. Gioca con il tuo nuovo amico ok? - le porsi il suo peluche e corsi in bagno. Mia moglie era praticamente abbracciata al water e credo stesse rimettendo anche l’anima.
- EMMAAAAAA!!!! - esclamai preoccupato raggiungendola.
- Killian.... vai... vai fuori per favore! - rispose tra un conato e l’altro.
- No amore non se ne parla, non ti lascio in queste condizioni. - dissi spostandole i capelli e tenendole la fronte sollevata per darle un po’ di sollievo - Da quanto stai così?
- trenta minuti circa...
- che ti senti?
- Ho lo stomaco sulle montagne russe... - riprese a rimettere per altri buoni dieci minuti, ero quasi sull’orlo di chiamare qualcuno di competente per aiutarla ma improvvisamente si riprese. - Ok... sto meglio! Accidenti deve avermi fatto male qualcosa.
- Emma tesoro, siediti un secondo. sai cosa potrebbe essere vero? - cercai di essere il più delicato possibile ma lei mi bloccò.
- Shhhh non nominare assolutamente nulla di quello che stai pensando. No, no e ancora no! lo escludo.
- Tu lo escludi ma... questo, il tuo nervosismo, il nostro clamoroso piccolo incidente di capodanno.... magari dobbiamo iniziare ad indagare un po’ non credi?
- No, io sto bene era solo un’indigestione...
- Che guarisce miracolosamente? ma fammi il piacere. Ti concedo questo week di pausa ma se il malessere dovesse tornare lunedì fili dritta da Whale. - alzò gli occhi per aria ma non rispose. Si alzò e una volta essersi sciacquata il viso e la bocca andò da Chloe e si occupò della bambina che si era spaventata sul serio nel vederla in quelle condizioni.
Aspettammo l’ora della colazione e scendemmo al piano di sotto, Emma decise di saltare il pasto, lo stomaco stava meglio ma non era ancora del tutto guarito, io le feci compagnia non avendo molta fame ma Chloe ne aveva bisogno e corse come il mattino precedente al tavolo dei bimbi a mangiare in compagnia delle principesse. La ragazza della sera precedente non era in stanza e questo mi tirò un po’ su il morale, non volevo che Emma si stranisse ancora una volta.
Dopo la colazione tornammo ad ispezionare il parco ma solo dopo che Chloe si fu travestita da “Anna”, un’altra delle sue principesse preferite. Provò nuove giostre, alcune con me e alcune con sua madre, ripetè alcune di quelle già provate il mattino seguente e si mise in fila insieme a noi per poter assistere, a detta sua, allo spettacolo disney per eccellenza: frozen. Eravamo in fila da un po’, Chloe saltellava impaziente di voler entrare io al contrario ero distratto nel guardare Emma che non sembrava in lei.
- ti senti bene? - chiesi
- Certo! Sono solo un po’ stanca. Dopo l’incidente di questa mattina mi sembra il minimo.
- Vuoi tornare in stanza a riposare? Ci penso io a Chloe!
- No figurati, mi fa piacere stare qui. E poi in stanza non saprei che fare... - la baciai ma come a farlo apposta il mio cellulare squillò. Risposi e una voce che non mi sarei mai aspettato mi arrivò alle orecchie. Non sapevo cosa fare: ascoltare, rifiutare la chiamata o rendere partecipe Emma.
- Problemi a casa amore? - chiese subito lei vedendo la mio viso corrugato. Mimai un no con la testa e feci l’unica cosa che avrei dovuto fare pentendomene immediatamente: misi il viva voce.
- Scusa ma il mio telefono non prende bene, potresti gentilmente ripetete? - chiesi al mio interlocutore in modo che anche mia moglie potesse ascoltare.
- Killian, mi dispiace per ieri sera, non dovevo agire in quel modo... davanti a tutti... davanti a lei. Sarebbe stato meglio farti capire i miei sentimenti in privato... sai non me ne frega nulla che sei sposato.
- ehm...
- Mi intrighi Killian... mi intrighi davvero molto...
- Come hai avuto il mio numero? - chiesi freddamente e anche un po’ sostenuto mentre il viso di mia moglie diventava sempre più scuro.
- L’ho rubato in reception... è l’unico modo per poterti sentire visto che grazie a tua moglie non posso accedere alla sala da pranzo fino alla vostra partenza.
- Ha difeso il suo territorio dopotutto, non ha colpe.
- Si ok ma non sono qui per parlare di questo o di lei! Voglio vederti, voglio toccarti... voglio sentirti mio- Emma mi strappo il telefono tra le mani e riagganciò. Era furiosa.
- Non prendertela con me, ti ho fatto ascoltare la chiamata, se avessi avuto qualcosa da nascondere non lo avrei fatto. Amore mio non crederai che...
- Non centri nulla, sembrerà strano ma non ti faccio nessuna colpa. Non è colpa tua Se sei bellissimo. È solo che non mi va giù il fatto che questa donnina da due soldi ti stia appiccicata o ti stolkeri per telefono. - sbuffò.
- Di che pallate mamy? Chi ela al telefono? Nonno? - ci interruppe la nostra bambina. Io Emma ci guardammo per una manciata di secondi e arrivammo alla stessa conclusione: eravamo lì per lei, il resto non contava o almeno... se me sarebbe parlato in seguito. Mettemmo sul volto il nostro miglior sorriso e dedicammo tutta la giornata a lei come giusto che fosse. Si divertì tantissimo e differentemente dal giorno prima ci chiese anche di provare i giochi d’acqua. Non riuscimmo a farli tutti visto l’orario che si fece, ma con la promessa che saremmo tornati l’indomani riuscimmo a riportarla in Hotel senza troppi convenevoli. Doccia veloce e poi subito a cena... si così credevo. Proprio mentre uscii dal bagno per potermi vestire vidi Emma mostrarmi una cosa. Era un bigliettino. Mi trascinò in bagno con se e me lo lesse ad alta voce.
- “non so chi sia quella biondina che ti sta sempre dietro ma non mi interessa.... ti lascio il mio numero. Chiamami ci conto. Ps. Stanza 678... sei voi divertirti sul serio passa a trovarmi.” MA STIAMO SCHERZANDO? E DEVO STARE ANCHE ZITTA? MA IO LA DISTRUGGO QUELLA PU....
- Ei, c’è Chloe di la. - presi un respiro non sapendo come calmarla - Molto probabilmente deve avermelo messo in tasca ieri quando... senti Emma non roviniamo la nostra vacanza per colpa di una ragazza per me insignificante ok? Chloe si sta divertendo e anche noi lo stavamo facendo fino a quando non è successo tutto questo. Lo vedo che non sei tranquilla ma vorrei ci provassi. Con me puoi dormire su sette cuscini: non ti tradirei mai!
- Lo so amore e hai ragione: dovremmo goderci la vacanza.... lo faremo.
- Brava!
- Si, ma non prima di aver fatto una cosa! - fece per uscire ma la bloccai, sapevo dove fosse diretta.
- Alt! Dove vuoi andare è?
- indovina?
- Tu non ti muovi da qui se non ci sarò anche io con te! Ordini del tuo capitano!
- Ah si? - ammiccò. Wow forse ero riuscito a dissuaderla da qualunque cosa le stesse passando per il cervello. La baciai come a volerle confermare il tutto ma Chloe come al suo solito ci interruppe.
- Che ci fate in bagno? Non tate dando bacini belo? Bacini solo a me! - ridemmo nel sentirla rimproverarci - allola? Uscire fuori!
- La principessa reclama le nostre attenzioni. - mi disse Emma ridendo
- Andiamo da lei, noi recupereremo il tempo perso ieri e adesso questa sera. - con un ultimo bacio ci separammo definitivamente e prendendo la nostra piccina raggiungemmo la sala da pranzo per cenare. Feci trovare alle mie donne una piccola sorpresa non appena arrivammo al Tavolo. Due rose: una rossa per la mia lei è una rosa per la mia principessina. Rimasero entrambe sorprese da quel gesto inaspettato.
- Mamy! Il nottro plincipe ci ha legalato una rosa! Ci ama! È velo papo? Ci ami?
- Vi amo più della mia stessa vita!
- Posso falla vedele alle mie amichette? Salanno tutte inbidiose.
- Vai pure ma non essere scortese ok?
- Ok! - rimanemmo da soli e come a voler continuare la mia sorpresa chiesi al cameriere di abbassare leggermente le luci che davano sul nostro tavolo chiedendo, sempre a lui, di sostituirle con delle candele. Una cenetta a lume di candela era quello che ci voleva.
- Killian tesoro.... non dovevi.
- Tutto per renderti serena amore mio! - mi baciò - vogliamo mangiare? Come va il tuo stomaco?
- Mmmh così così... non ho molto appetito ma qualcosa mangierò ugualmente. E prima che parli... la nausea non dura una giornata intera quindi qualcosa deve avermi fatto male sul serio.
- Puoi escludermi con assoluta certezza di non essere in dolce attesa?
- Ancora no ma...
- Allora niente! Rimango della mia idea... ora sediamoci, a differenza tua Io muoio di fame.
Stuzzicò qualcosina, niente di che, ma non insistetti... sarebbe stato peggio se lo avessi fatto. Parlammo del viaggio, dei miglioramenti della nostra piccolina e di quanto ci mancassero gli altri, poi improvvisamente con la scusa di andare in bagno si alzò e mi lascio da solo. Dopo venti minuti ancora non era tornata e mi preoccupai... che stesse nuovamente male? Mi assicurai che Chloe fosse con gli animatori e corsi a controllare i bagni, sia quelli del piano che quello della nostra camera. Non c’era. Dove accidenti era finita? Feci un piccolo giro all’esterno dell’hotel pensando fosse uscita per prendere aria ma anche quello fu un buco nell’acqua. Tornai al tavolo per aspettarla ma con gran sorpresa la trovai li. Era diversa, più tranquilla e di sicuro più sorridente. Aveva combinato di sicuro qualcosa.
- amore, dove eri finita? - chiesi
- In bagno, te lo avevo detto! - rispose con fare innocente che sotto sotto nascondeva altro.
- Ho controllato visto che ero preoccupato che non tornassi. Non eri in bagno. - abbassò per un secondo lo sguardo dandomi conferma della mia teoria, aveva architettato qualcosa - Allora? niente segreti con me tesoro, lo sai.
- E va bene, ho incontrato il direttore dell’albergo e ho fatto quattro chiacchiere con lui.
- Chiacchiere di che tipo? Sorridi troppo per i miei gusti. Che hai fatto?
- Ho solo marcato il mio territorio: gli ho fatto vedere il bigliettino che ti è stato recapitato e fatto ascoltare la chiamata che questo pomeriggio ti è arrivata... sai, l’avevo registrata. Oooops!
- E lo avresti fatto per?
- Ti sembra normale che una donna, la quale per lavoro dovrebbe gestire dei minori tra cui mia figlia , durante le ore di servizio provi a sedurre uomini oltretutto sposati? Comunque non dobbiamo più preoccuparci... credo che da Domani quella donzella dovrà trovarsi un nuovo lovoro.
- Emma! Mah...
- Che c’è, poteva pensarci prima di importunare “MIO” marito! - non potevo credere alle mie orecchie. Mia moglie aveva appena fatto licenziare una ragazza per via della sua gelosia. Mi venne da sorridere.
- Sei terribile amore mio, ma ti amo incondizionatamente anche per questo tuo carattere vendicativo. Recuperiamo quella peste e torniamo in stanza, lei deve dormire e noi... beh noi dobbiamo finire un certo discorsetto.
Recuperare Chloe fu un vero e proprio problema,si stava divertendo talmente tanto che non era assolutamente intenzionata ad andare via. Mi passò l’idea di lasciarla giocare ancora un po’ mentre io mi prendevo cura di sua madre in camera ma poi esclusi la cosa: Emma non me lo avrebbe permesso e secondo non saremmo di sicuro usciti da quella stanza in tempi brevi. Optai quindi per una passeggiata romantica insieme alla mia dolce metà mentre la nostra cucciola giocava poi quando il servizio animazione finì recuperammo nostra figlia è la portammo a letto.
Si era stancata talmente tanto che si addormentò durante il tragitto verso la stanza... bene, molto bene, più tempo per me e Emma.
L’adagiai sul letto, le rimboccai le coperte e raggiunsi Emma nel nostro principesco letto. Odiavo tutto quel rosa ma non aveva importanza quando accanto a me c’era tutto quel ben di Dio. Provai un approccio evidente, senza tanti giri di parole ma lei mi rifiutò.
- amore ma... cosa.. pensavo che volessi...
- Killian non possiamo, non qui! Chloe è in stanza con noi... potrebbe svegliarsi. Non voglio che ci veda. - si giustificò
- Svegliarsi? Sta dormendo come un sasso e in più ci sta dando le spalle. Sarò silenzioso, non se ne accorgerà. E daiiii..... - le accarezzai il corpo cercando di provocarle qualche reazione.
- Mi piacerebbe, davvero, ma non mi sento tranquilla... lo sai anche tu che delle volte si sveglia, ieri lo ha fatto per andare in bagno e l’altro ieri per dormire con noi. Se non dovessimo accorgerci che è sveglia? Non voglio causarle ulteriori traumi.
- Terremo la bajour accesa, al suo minimo movimento smetterò! E dai... mi manchi... - la baciai continuando a toccarle i suoi punti deboli.
- e va bene ma non perderla di vista neanche un secondo....
iniziammo ad amarci, non avevamo incontri così ravvicinati dal giorno della partenza e sull’aereo è vero, ma per me era comunque un eternità, qualche minuto dopo però mi scansò interrompendo la nostra danza.
- Emma sta dormendo stai tranquilla.
- No Killian non ci riesco, non con lei qui! È più forte di me. Mi dispiace... mettiti a dormire ok? Domani sera a casa nostra avremmo del tempo per recuperare.
- Non resisto fino a domani e non posso di certo dormire in queste condizioni. - mi alzai e prendendola di peso tra le braccia la portai in bagno e chiusi a chiave. - qui non può vederci!
- E se si sveglia e non ci trova? Fai la persona seria amore! Non si può!
- Se si dovesse svegliare ci chiamerà e noi interverremmo immediatamente. Fidati di me!
- Ho qualche alternativa? - alzò gli occhi rassegnata
- No! Direi di no!
Ci amammo consolidando ancora di più il nostro rapporto è fortunatamente la piccina rimase nel suo mondo dei sogni. Si svegliò il mattino seguente alle 11:00 e nonostante fosse tardi volle comunque andare al parco. Decidemmo di pranzare li, in uno di quei magnifici giardinetti in modo da non dover tornare nuovamente in albergo e con la scusa finimmo di visitare il parco provando le ultime attrazioni che ancora non avevamo avuto modo di provare. Tornammo in albergo solo per riprendere le valige dopodiché con un taxi arrivammo in aeroporto e dopo un paio di ore ci imbarcammo e partimmo verso casa. Dormimmo per tutto il viaggio e al nostro risveglio eravamo già a Boston. Ci concedemmo una sana colazione per rimetterci in forze dopodiché prendemmo il maggiolino di mia moglie e tornammo a Storybrooke.
 
POV EMMA
È stata una vacanza meravigliosa, escluso il mio mal di stomaco e l’intervento di quella vipera ruba uomini per il resto è stata davvero un’avventura impeccabile e ricca di divertimento. Chloe era la bambina più felice del mondo e nonostante fosse un pochino triste per la fine di quel viaggio era pronta ad incontrare i suoi nonni, i suoi zii e Henry per potergli raccontare tutto. Non menzionò ne Leila ne Liam. Quanto mi erano mancati i miei bambini? Non vedevo l’ora di poterli riabbracciare anche se avrei dovuto aspettare un po’. Ero certa che i miei li avrebbero portati con se non avrei potuto ugualmente buttarmi su di loro a braccia aperte. Avrei vanificato tutto il lavoro fatto in quei giorni con Chloe. La cosa migliore, in base a quello che ci disse Hopper era far avvicinare prima la bimba ai suoi fratelli e poi successivamente noi.
Arrivammo da Granny, luogo dell’appuntamento e non appena poggiai la bambina a terra eccola correre in direzione della porta!
- SONO TONNATAAAAAAAAA! - strillò facendo voltare l’intero locale verso di noi.
- Eccola l’amore del nonno! Corri qui avanti! - naturalmente fu nonno David il primo ad accaparrarsi le coccole della piccina! Poi fu il turno di Regina,Snow, Henry e nonna Alice. Se la spupazzarono tutti, era mancata a tutti. Addirittura sua sorella richiamò la sua attenzione.
- Chloe mi sei mancata! - le disse sorridendole.
- Anche tu Leila! - scese dalle braccia di Henry che la stava facendo volteggiare in aria e corse ad abbracciare sia sorella. - la prottima volta andiamo insieme ok?
- Una prossima volta? - disse Killian esasperato - volete riportarmi in tutto quel caos di rosa e principesse canterine? Aiuto!
- Coeeeee! Coeeeeeeeeeeeee! - il mio cuore perse un battito quando sentii il mio piccolo cucciolo chiamare tutto euforico sua sorella. Mi sarei aspettata che chiamasse me o suo padre ma non lo fece: chiamo Chloe. Credo che anche a lui fosse mancata. Sperai vivamente che la piccola non cominciasse con gelosia e cose varie ma fortunatamente anche lei mi stupì. Mi guardò come a chiedermi il permesso dopodiché si avvicinò a suo fratello.
- Ciao nano, ho biaggiato da sola con mamma e papà lo sai? Mi sono divertita tanto tanto. - disse vantandosi poi verso di me. - mamy non lo saluti Liam? Poi piange e io non voglio sentirlo. Non boglio mal di testa.
- Aspettavo che lo salutassi tu per prima. - le spiegai. Era arrivato il momento di parlarle a cuore aperto. - tesoro ascoltami per un secondo... cerchiamo di ricominciare da capo ok? Mamma ti vuole un bene dell’anima e si impegna insieme a papà a passare del tempo solo ed esclusivamente con te come in questi giorni, ma devi capire che un po’ di tempo lo dobbiamo passare anche con Leila e Liam. Sono comunque nostri figli come te. Lo capisci questo? Tranquilla il nostro bene per te non cambierà mai, posso garantirtelo. - le baciai una guancia.
- Se Liam no distubba me quando sei da sola con me allola io no dispetti a lui.
- Promesso?
- No... non so se sono capace. - risi e l’abbracciai. - ti aiuteremo io e papà ok?
- Ok! Ti voglio bene mamma. Ti boglio bene papo.
Ne ero sicura, ci sarebbe stato ancora molto su cui lavorare e avremmo avuto altri giorni bui, ma quello era già un piccolo passo avanti. Il semplice fatto di non aver fatto nessun capriccio in quei giorni, di non aver fatto nessuna scenata nel rivedere suo fratello mi fece capire che Archie aveva ragione: la bambina viveva un disagio e parte di quel disagio era dovuto dal mio modo di comportarmi con lei. Per entrambe ci aspettava un lungo camminato da affrontare, ma una cosa è certa: avremmo imparato dai nostri errori e ce l’avremmo fatta....Come sempre del resto.
- Ei signorina ancora non ci hai raccontato nulla - le disse Henry portandola sulle sue ginocchia - raccontami un po’: come è stato questo viaggio?
- Bellissimo! - celano tante pincipesse, il letto era tutto losa e papà ha messo la treccia di rapunzel.
- Davvero Killian? Ti prego ditemi che avete una foto! - Henry se la rideva alla grande immaginando il suo patrigno in quelle vesti e quando gli mostrai la foto la cosa fu addirittura più eclatante.
- Ragazzo non prendermi in giro! - rispose minacciandolo scherzosamente
- Abbiamo il bideo! Lo pottiamo vedere mamy?
- Tesoro non abbiamo un televisore dove collegare la telecamera.
- A questo penso io! - Regina con un colpo di magia ci teletrasportò in una delle camere di Granny. - Avanti fateci vedere cosa avete combinato in questi giorni.
Collegai la telecamera al televisore e iniziammo a vedere il video. Tutti poterono notare la felicità e la spensieratezza negli occhi di Chloe, ma poi oltre a quello videro altro. Qualcuno... una bimba a caso, giocando con la telecamera mentre eravamo distratti, aveva ripreso me e Killian baciarci appassionatamente.
- Era un filmino davvero molto interessante fino a quando non è diventato un video vietato ai minori di 14 anni! - esclamó mio padre alterato da quella visione mentre gli altri, a differenza sua, se la ridevano nel vedere me e Killian in imbarazzo. Menomale che la sera che Killian ebbe l’idea di sperimentare quel letto dissi di no altrimenti altro che vietato ai minori... saremmo finiti direttamente su qualche sito a luci rosse. Corsi immediatamente a scollegare i filo della telecamera.
- Ma mamy poi c’è il bideo dello spettacolo. - protesto Chloe non capendo la situazione.
- Prima di farglielo vedere controllerò personalmente che ti non abbia giocato altre volte a fare la regista. Nel mentre perché non finisci di raccontare la tua l’avventura?
- Si sì! C’è una cota che non ho laccontato. Mamma ha picchiato la pincipessa Snow white e l’ha presa a brutte parole - rise.
- Mamma ha fatto cosa? - disse Henry tra il divertito e l’incredulo. - Mamma è vero!?
- Io non ho picchiato nessuno... - risposi
- Solo perché sono intervenuto io amore; ma a male parole l’hai presa sul serio quella povera ragazza - disse Killian ridendo e confermando così le parole della piccola.
- Ci provava con te quella “povera” ragazza. Se l’è meritato. - mi giustificai
- E cosa le hai detto? - continuò Henry sempre più curioso.
- Cosa non le ha detto! - corresse Killian
- Ma insomma! Che avete da prendermi in giro è? Ho difeso solo il mio territorio. E poi... non importa sapere cosa le ho detto, l’importante è che sappiate che per questo piccolo incidente sono diventata l’icona per eccellenza di Disneyland paris!

(Ecco a voi la camera assegnata alla famiglia Jones per questa piccola ma dolce vacanza,chi non ha mai desiderato da piccola una camera così?)
 
Note dell'autore: non so se sia più divertente Killian vestitino con gli accessori di Rapunzel o Emma vs Snow white. Lascio scegliere a voi. Ehehehe il viaggio è stato tranquillo, a parte quel piccolo incidente e sia Chloe che i suoi genitori si sono divertiti parecchio. La bimba ha fatto ulteriori progressi e mamma e papà hanno sperimentato cose nuove, l'aereo ad esempio 😂😂😂😂 ma quei due ci sanno stare un po' tranquilli? E il malessere di Emma a cosa sarà dovuto?  Alla prossima storia ragazzi che sarà ambientata nel..... non lo so! 😂 non ho ancora scelto cosa pubblicare eheheheh

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Capitolo 65
*** Cuori uniti ***




POV EMMA
Iniziai ad intravedere qualche piccolo cambiamento in Chloe già dalla sera prima della partenza di Leila per il college. Per tutto il pomeriggio se ne era stata sul divano, con tanto di televisore spento, senza fare praticamente nulla. Aveva un libro di scuola in mano, ma era chiaro come il sole che non lo stesse minimamente guardando. Feci finta di nulla per un po', ma quando vidi che con il passare delle ore la cosa non accennava a cambiare provai a chiederle se fosse tutto ok. Mi rispose di sì e mi liquidò con un sorriso. La lasciai stare, in fondo non stava facendo nulla di male... era solo un po' pensierosa. Mi misi a preparare la cena, l'ultima cena con tutti e tre i miei cuccioli, orami cresciuti, a casa quando di punto in bianco Chloe entrò in cucina richiamando la mia attenzione.
- mamma scusa, possiamo parlare un attimo! - lo sapevo che sotto sotto stava nascondendo qualcosa.
- Certo tesoro, dimmi pure. C'è qualche problema per caso?
- No è solo che volevo sapere se... beh volevo chiederti se per domani potessi avere il permesso di saltare scuola e venire con voi ad accompagnare Leila a Boston. - sorrise
- È un gesto davvero molto carino il tuo... quello di volerti personalmente liberare di tua sorella - risi ripensando a tutti gli anni in cui si erano prese a male parole - ma se non ricordo male domani hai un'interrogazione importante signorina...
- Si è vero ma potresti... non so, giustificarmi solo per questa volta? Non te lo chiedo mai ma questa volta...
- Mi dici quale è il vero problema Chloe? Non sei preparata per sostenere L'interrogazione per caso? Guarda che puoi dirmelo se è così.
- In effetti non sono poi così tanto preparata e non vorrei andare lì e prendere un brutto voto. Rovinerei la mia media e non mi va. Allora? Posso non andare?
- Tesoro mio, ti voglio bene e lo sai, ma sai anche come la penso: hai preso un impegno e devi portarlo avanti. Hai avuto quante settimane per preparare questa interrogazione? Due? Cosa hai fatto in queste due settimane è? 
- Avevo altre materie... e.....
- Potevi organizzare meglio il tuo tempo. Non è  ancora domani, hai ancora parte del pomeriggio e stasera per terminare il tuo lavoro ed essere interrogata. Non salterai scuola ma se vuoi  ti darò una mano a studiare. Va bene come compromesso?
- Mamma lascia stare non fa niente, vado in camera mia. Grazie lo stesso. - ve lo giuro averle mentito è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto. È una studentessa modello, la migliore di tutto l'istituto se vogliamo essere precisi, se avesse saltato la scuola e di conseguenza l'interrogazione l'indomani non me ne sarebbe importato proprio nulla, ma ne avevamo parlato qualche sera prima con Killian e Leila: a Chloe non avrebbe fatto bene vivere in maniera così diretta la partenza di sua sorella, volevamo fargliela vivere come una cosa di poco significato, come a farle intendere che non sarebbe cambiato nulla e quindi mandarla a scuola come se fosse un giorno come tutti gli altri era la cosa migliore da fare. Lo penso sul serio che il cambiamento non sarà poi così eclatante, certo Leila non vivrà  più qui con noi, ma questo non significa che non continuerà a far parte delle nostre vite quotidianamente. Guardiamo Hanry... lui ormai ha finito il suo corso di studi ed è tornato a vivere a Storybrooke  ma durante la permanenza al college sono state più le volte che è stato con noi che nel suo appartamento. Chloe però ha solamente 15 anni, è ancora una ragazzina, non riesce a vederla in questo modo e assistere alla partenza di sua sorella, con la quale negli ulti anni ha vissuto un rapporto in simbiosi, sarebbe troppo straziante. Lo sto facendo per lei... forse mi odierà, ma in un futuro, quando magari sarà una mamma anche lei, capirà.
Continuai ad occuparmi della cena e solamente quando furono tutti rientrati a casa la servii. Avevo apparecchiato per sei quella sera: noi cinque più Henry che aveva deciso di aggiungersi a noi. Furono però  solo cinque m i posti che vennero occupati: Chloe non scese.
- Posso sentirlo, è inquieta, sta male... cosa le è successo manma? - domandò Leila indicando il piano di sopra facendomi capire che si riferisse a sua sorella.
- È inquietante questa cosa per cui riesci a sentire come si sente a distanza... perché con me non succede? Dovrei ritenermi offeso sai? Sono anche io tuo fratello. -  rispose il mio ometto che ormai era un bimbo di 12 anni. -Comunque non guardarmi così.. non ho fatto nulla io questa volta. Non è arrabbiata con me.
- Mi ha fatto la domanda che ci aspettavamo da giorni, mi ha chiesto il permesso di non andare a scuola e di accompagnarti, le ho detto di no... - confessai 
- Hai fatto la cosa giusta manma!
- Dici? Mi ha messo come scusante, credo almeno che fosse una scusante, il fatto di non essere pronta per l'interrogazione. Le ho fatto capire che non me ne importava e che sarebbe dovuta andare comunque... mi sento un vero schifo.
- Lo stai facendo per lei mamma... ti ho già raccontato cosa mi disse la sera prima del suo compleanno: ha paura di rimanete qui da sola senza di me, pensa di non essere in grado di gestire molte cose...
- sei il suo punto di riferimento più grande... posso solo immaginare come possa sentirsi, ecco perché mi sento in colpa. Magari...
- Non devi sentirti in colpa amore mio, starà male in ogni caso ma in questo modo, messa davanti al fatto compiuto, sarà meno difficile. Se la portassimo con noi domani si disperderebbe rendendo la cosa straziante per tutti, compresa Leila. Qui a casa sapremo gestirla meglio, le staremo accanto e le faremo capire che non ha bisogno del continuo aiuto di Leila, può contare su se stessa sempre. - anche Killian provò a rasserenarmi e in fondo non aveva poi torto, sarebbe spettato a noi genitori in ogni caso rasserenarla ma forse nel modo in cui stavamo agendo sarebbe stato più semplice.
 
POV LEILA
Non poteva restare digiuna e soprattutto non volevo che si rinchiudesse in camera. Mi alzai da tavola e la raggiunsi in camera, era sui libri... forse non era una bugia che non fosse tanto preparata per l'interrogazione. Feci finta di non sapere niente e parlando del più e del meno riuscii a convincerla a scendere per una pausa nonostante fosse alquanto titubante. Rimase in nostra compagnia per pochissimo tempo, non disse mezza parola e mangiò a stento. Dopo neanche mezz'ora eccola nuovamente ritornare in camera sua. Avrei voluto parlarle, capire meglio il suo stato d'animo, ma potevo vederlo dai gesti del suo corpo: non era il momento buono per farlo. Sistemai quindi  le mie ultime valige e mi feci aiutare da Henry e papà a metterle in macchina in modo da risparmiare tempo prezioso l'indomani. Ero terribilmente stanca e decisi di raggiungere la mia stanza per la mia ultima notte li. Ero emozionata e agitata allo stesso tempo, una nuova avventura stava per iniziare e non sapevo se sarei riuscita ad affrontarla nel migliore dei modi. Adrenalina pura scorreva nelle mie vene e questa adrenalina si ripercosse sul mio sonno che tardò ad arrivare. Non era l'unica causa della mia insogna, dall'altro lato continuavo a sentire Chloe. Il suo cuore era un mix di emozioni e nessuna di esse sembrava essere positiva: rabbia, paura, tristezza... qualcosa la stava seriamente tormentando ed era giunto il momento di parlarle. Raggiunsi la sua camera e come immaginavo non la trovai addormentata. Era in piedi, appoggiata alla finestra che fissava l'orizzonte.
- È tardi scimmietta, perché non dormi? - esordii
- Non ho sonno...
- Vuoi parlare un po'? Ti va? - chiesi raggiungendola e mettendole una mano sulla spalla. - scosse la testa - ok, come vuoi tu ma dimmi una cosa: la mamma mi ha detto che sei preoccupata per l'Interrogazione di domani, è vero? - annuì - ma come... una secchiona come te ha paura di farsi interrogare?
- Non ho avuto tempo per studiare... - scrollò le spalle.
- Sicura che sia solo questo? È successo altro per caso? Che ne so con Erik magari, o forse hai paura per doma....
- So dove vuoi arrivare... sto bene non ho nulla che non va. Non sono preparata ecco tutto! - scattò sulla difensiva il che voleva dire solo una cosa: non era pronta a parlarne. La conoscevo fin troppo bene ormai. Lasciai cadere li il discorso è feci l'unica cosa che mi venne in mente: presi il libro di fisica che era sulla sua scrivania e decisi di farle qualche domanda per capire se anche sul fattore studio ci fosse seriamente qualche problema. Fu molto restia all'inizio, non aveva un gran voglia di collaborare, ma poi si convinse e si lasciò andare. Rispose ad ogni singola domanda, sapeva tutto anche le nozioni più superficiali e inutili... il problema dunque era di sicuro quello che pensavamo tutti.  Non affrontai l'argomento ma decisi di restare con lei quella notte e fu  solo così che riuscì a chiudere gli occhi e riposare un pochino. Il mattino seguente, quando mi svegliai, lei dormiva ancora profondamente. Scesi al piano di sotto e dopo aver mangiato qualcosa, visto che stavo morendo di fame, decisi di iniziare a prepararmi. In casa regnava il silenzio più totale, era una sensazione stranissima, forse mai provata in tutti questi anni... mi sarebbe mancato molto quel posto, ma di sicuro sarei tornata molto presto. I miei pensieri vennero interrotti dall'arrivo in salotto di Henry e Liam  seguito da mamma e papà che ruppero quel bellissimo silenzio. Chloe scese per ultima, e propio mentre stavamo parlando del viaggio. Aveva un aspetto orribile, bianca come non l'avevo mai vista e con due occhi infettati di sangue. Stava facendo di tutto pur di trattenersi dal piangere e tanto fu lo sforzo che non appena mi avvicinai per abbracciarla iniziò a tremare e ebbe un capogiro. Fortunatamente Henry era proprio dietro di lei e la prese in tempo prima che sbattesse la testa contro il tavolinetto del salotto.
- Chloe... - dissi spaventata raggiungendola e aiutando Henry a sistemarla sul divano. - scimmietta tutto ok?
- Non... non andartene... resta... resta qui con me... - un semplice sussurro furono quelle parole accompagnate poi da un pianto silenzioso che nel giro di poco si trasformò in un vero attacco di panico. - io... io non.. non vo.. voglio che... che...che tu...
- Shhhhhh è tutto ok tesoro mio, non c'è nulla per cui piangere ok? Respira e cerca di calmarti ok? Ci sono io qui con te, non me ne andrò se prima non ti vedo sorridere di nuovo. - l'abbracciai e la tenni stretta a me fin quando non la sentii rilassarsi un pochino. - va meglio? - annuì.
- Voglio venire con voi... non voglio essere a scuole mentre tu... io voglio salutarti come si deve! - me ne sarei pentita per tutta la vita e forse quello era il il gesto per cui il nostro rapporto si sarebbe rotto per sempre ma non potei far altro che mentirle.
- Facciamo così, dammi un grosso abbraccio adesso e vai a scuola.
-  mah... no io...
- Ti aspetterò qui Chloe! Una volta che sarai  rientrata m, se non avrei tanti compiti da fare e ne avrai ancora voglia allora verrai con noi. Va bene così?
- Promettimelo.
Non le avevo mai promesso il falso... mia madre mi guardò brutto come a farmi capire di lasciar perdere e non continuare con quella farsa, ma ormai il danno era fatto non potevo tirarmi indietro - Te lo prometto scimmietta. Ora va e fai vedere a tutti chi è che comanda. Ci vediamo a pranzo. - mi abbracciò con quanta più forza avesse in corpo e dopo avermi regalato un splendido sorriso prese l'auto e si recò a scuola.
- Tu lo sai cosa hai appena fatto vero? Lo sai che ora...
- Mamma mi fido di voi, saprete cavarvela come sempre. Starà  bene, andiamo adesso: Boston non è di certo dietro l'angolo.
 
POV KILLIAN
Salutare Leila fu una cosa davvero straziante anche per un duro come me, pensate cosa sarebbe successo se avessi lasciato Chloe venire con noi.
Io ed Emma accompagnammo nostra figlia maggiore fino al suo appartamento, la salutammo, le facemmo un milione di raccomandazioni e dopo averle svelato di averle scritto una piccola lettera ripartimmo verso Storybrooke. Emma era molto preoccupata per il pomeriggio che ci attendeva e anche io lo ero. Non sarebbe stato facile far accettare a Chloe quel piccolo " tradimento" da parte di sua sorella se così si può chiamare. Conoscendola avrebbe fatto il diavolo a quattro. Provammo a prepararci un discorso sperando che sarebbe servito almeno a calmarla un po' ma come ormai avevo imparato con Chloe non si può seguire un copione, le sue reazioni sono sempre imprevedibili. Tornò a casa con mezz'ora di anticipo rispetto al suo solito, non aveva perso tempo ad intrattenersi con i suoi amici e non dovette neanche aspettare Liam che quel giorno sarebbe andato a pranzo da sua nonna. Entrò in cucina che sembrava tranquilla.
- Bentornata tesoro, come è andata a scuola? E l'interrogazione? - chiese Emma mostrandole uno dei suoi migliori sorrisi.
- mi ha messo solo nove e mezzo... dice che le sembravo troppo agitata e che quindi non le sono sembrata perfetta... mi farò interrogare di nuovo, sapete...non voglio abbassare la media.
- E tu che avevi tanta paura, hai visto che... - non le fece terminare la frase che subito la sovrastò con una domanda:
- Si sì ok! Dov'è Leila? - caspita.., credevo che avremmo avuto un po' più di tempo.
- Beh tua sorella... - stavo per provare ad inventare qualcosa ma fui interrotto dal suono del suo cellulare, un sms per la precisione ma comunque una vera manna dal cielo, mi diede un po' più di tempo per elaborare qualcosa... o almeno così credevo: improvvisamente vidi gli occhi di mia figlia stringersi in due minuscole fessure e senza avere neanche il tempo di dirle o fare qualcosa la vidi sbattere con forza  il suo cellulare a terra e scappare come un furia verso il portone principale!
- CHLOEEEEEEEEE..... - provai a seguirla ma Emma mi fermò. Aveva preso il cellulare di Chloe tra le mani e nonostante il display completamente rotto riuscì a leggere l'sms appena ricevuto. Era di sua sorella ma questo lo avevo già intuito.
 
" Spero di aver fatto bene i calcoli e che tu sia arrivata già in prossimità di casa. L'ho fatto per te scimmietta, per il tuo bene e spero davvero che potrai perdonarmi per la piccola bugia che ti ho detto. Sono già partita, sono a Boston adesso. Scusami davvero ma non volevo che mi accompagnassi perché non volevo vederti star più male di quello che ho già visto in questi giorni o questa mattina. Manma e papà non c'entrano nulla in questa storia, non volevano ti mentissi così. Se devi prendertela con qualcuno prenditela con me ma non con loro.  Ti amo Chloe e sappi che se ho fatto tutto questo è solo per il tuo bene. Chiamami per favore anche se solo per insultarmi. Ti voglio bene. Leila" 
 
- Lasciamola andare Killian! Deve digerire la notizia - mi disse nonostante glielo si leggesse negli occhi che fosse preoccupata almeno quanto me. - Tornerà  non appena si sarà calmata.
- E tu riesci a startene qui senza fare nulla? Io no!
- È difficile, mi verrebbe voglia di utilizzare la magia e raggiungerla, ma invaderemo solo  i suoi spazi così e sarebbe peggio. La conosco bene, è un po' ribelle ultimamente ma è una brava ragazza, non si metterebbe mai in pericolo, sa badare a se stessa.
- Ha solo 15 anni... non mi piace che se ne stia in giro da sola.
- Lasciamole un paio d'ore tutte per lei, non appena si farà scuso, se ancora non sarà tornata, andremo a cercarla: con o senza magia.
Mi lasciai convincere, in fondo Emma e Chloe avevano un rapporto invidiabile, la mia piccola diceva tutto alla sua mamma e nessuno, forse neanche Leila, conosceva Chloe meglio di Emma. Rimasi fermo sul porticato di casa per oltre due ore nella speranza di vederla almeno in lontananza ma niente...  sembrava essersi volatilizzata nel nulla Non aveva neanche il
cellulare con se quindi ero ancora più preoccupato, se avesse avuto bisogno di qualcosa non avrebbe potuto contattarci. Aspettai qualche altro minuto ma poi decisi di andarla a cercare. Entrai in casa per avvisare Emma ma ecco mia moglie raggiungermi con un lieve sorriso sulle labbra.
- Puoi tranquillizzarti: è da Regina! È appena arrivata a casa sua.
- E come sta?
- È distrutta,ma questo penso lo sapessi già.
- Andiamo a riprenderla dai! - presi le chiavi di casa con gran velocità.
- Aspetta un momento. Regina mi ha detto che la terrà con se stanotte, lei per adesso non vuole saperne di tornare a casa. Non se la sente.
- È nostra figlia Emma! Non mi interessa se non vuole tornare! Decidiamo noi non lei!
- È anche colpa nostra se non vuole tornare Killian, le abbiamo mentito... noi, i suoi genitori... coloro che le hanno sempre insegnato ad essere sincera. Come ti sentiresti tu sapendo che le persone di cui più ti fidavi  ti hanno pugnalato alle spalle?
- Non esagerare adesso. Lo abbiamo fatto per il suo bene.
- Io non lo penso più... dovevamo essere sinceri fin dall'inizio, è giusto che ora sia arrabbiata!
- E quindi cosa dovremmo fare secondo te? Lasciarle fare quello che meglio crede?
- Non sta facendo niente di male, si è rifugiata da sua zia. Lasciamola stare per oggi, domani andremo e le parleremo. Ora non servirebbe proprio a nulla. Mi ha chiamato Leila poco fa, Regina ha chiamato anche lei per informarla... Chloe non vuole parlare neanche con sua sorella. Fidati di me ok,'? il suo lato da sbruffona lo ha preso sicuramente da te ma a livello di insicurezze e paure è tutta me quella ragazzina! So io come dobbiamo comportarci in questi momenti, abbi fede, risolveremo ogni cosa.
Mi fidai di mia moglie ancora una volta nonostante avessi i miei dubbi sul lasciarla stare indisturbata, ma in fondo Chloe non aveva fatto nulla di male se non reagire ad un evento importante della sua vita, per cui tornai in casa e dopo aver aiutato Liam a fare i compiti, cosa che non voleva minimamente sapere di fare, andai a letto.
Il mattino seguente, come concordato, andammo a casa di Regina e finalmente riuscimmo ad avere un approccio
Con Chloe. Non era più arrabbiata con noi, capiva il nostro punto di vista ma non sopportava l'idea che sua sorella le avesse mentito. Ammise che forse anche lei avrebbe fatto lo stesso se  fosse stata al suo posto ma questo non la rendeva certo Leila immune dalle sue colpe. Per me andava bene così ma per Emma no e attraverso discorsi che secondo me non centravano nulla riuscì a farle confessare che tutta questa rabbia e delusione era dovuta alla paura di non avere più con se il suo punto di riferimento costante. Provammo a farle che che non aveva nulla di cui preoccuparsi, che le cose le sarebbero venute automatiche e che in caso di possibili momenti di crisi, sia noi che Leila saremmo stati lì, materialmente o anche solo per telefono,  per sostenerla. Sembrò ascoltare i nostri consigli e nel giro di un paio di giorni si riprese. Le comprammo un nuovo telefono, visto la brutta fine che fece quello precedente, e lo utilizzò subito per chiamare Leila e scusarsi di non averle voluto parlare in quei giorni. Tutto bene quel che finisce bene no? No... niente è finito bene in quella storia. Passarono due settimane e bene o male ognuno di noi aveva metabolizzato il tutto: io smisi di entrare al mattino in stanza di Leila per svegliarla, Emma smise di apparecchiare a pranzo e cena per una persona in più e Liam smise di chiedere perché Leila fosse andata in gita scolastica per così tanti giorni mentre invece lui non poteva ancora andarci. L'unica che non menzionò più Leila fu proprio Chloe, quella con cui pensavamo di avere più problemi in fatto di accettazione. Apparire il malessere iniziale sembrò essersi rimessa in carreggiata nel migliore dei modi: andava a scuola, usciva con le sue amiche, passava ore interminabili al telefono non si sa con chi... era la solita Chloe di sempre o almeno così credevo.  Aveva cambiato solo modo di vestire ma non credevo che dovesse essere considerato un fattore d'allarme... nessuno di noi lo credeva e invece quello fu il primo sintomo che avremmo dovuto cogliere. Era sempre stata una ragazzina attenta alla moda, ed in alcuni tratti, per quanto non mi piaccia ammetterlo, esibizionista. Aveva un fisico perfetto e non perdeva occasione di metterlo in mostra. Da qualche periodo a questa parte però la situazione era cambiata: vestiva sempre sportiva con maglie e pantaloni tre taglie più grandi di lei. Erano sempre alla moda dei giovani di oggi ma non era la sua moda. Iniziò a  truccarsi senza il mio permesso e ogni volta che la rimproveravo inventava una scusa del
Tipo che fosse in ritardo per la scuola o che aveva una cosa urgente da fare e usciva non dandomi ascolto. Emma a pranzo o a cena ha sempre cercato di dirle che non le piace il suo nuovo look che sembra una cosa forzata, che non è da lei, ma lei si è sempre limitata a dire che si sente a suo agio e che non ha intenzione di cambiare. La lasciammo stare, pensando fosse solo un periodo di ribellione ma un giorno successe qualcosa che ci fece insospettire sul serio: il preside della sua scuola ci chiamò per un incontro urgente. All'inizio ammetto che ero tranquillo, di sicuro il preside voleva parlarlarci dell'ottimo rendimento di nostra figlia e che come l'anno  precedenti era stata scelta per qualche viaggio studio. Andammo li con grande serenità ma quando il preside, affiancato dal coordinatore di classe, iniziò a parlare il mondo ci cadde letteralmente addosso.
- Vi ho fatti convocare con una certa urgenza, nonostante i colloqui ci siano tra solo un mese, perché la cos'è è alquanto strana è preoccupante. Chloe Jones si sa, è la nostra migliore studentessa da due anni a questa parte ormai ed è proprio per questo motivo che vi abbiamo fatto convocare: il suo rendimento scolastico è calato drasticamente, solo negli untimi giorni ha preso ben 5 insufficienze, è sempre distratta e con la testa tra le nuvole e come se non bastasse anche il suo look ha subito una modifica drastica. Ha chiesto il cambio della divisa: è l'unica della sua classe ad indossare la divisa con il pantalone e la felpa sportiva. Se fosse stata una ragazza con stili mascolini non avrei di certo considerato questo cambiamento come negativo, ma Chloe è una ragazzina che ci tiene sia alla popolarità che al suo modo di porsi, non mi sembra quindi un comportamento normale quello che sta avendo. - cademmo completamente dalle nuvole.
- Non so cosa dire, mi trova impreparata.  - rispose mia moglie cercando di restare calma -Non mi aspettavo minimamente una cosa del genere. So che ci tiene seriamente ad avere una media molto alta perchè vorrebbe fare domanda, tra due  anni, per diplomarsi in anticipo. Non so sinceramente cosa sia potuto succedere per farle avere questo calo abissale. Io e mio marito lavoriamo quasi per tutto il giorno ma la maggior parte delle volte quando tornaiamo a casa è ancora sui libri, non mi sembra cambiata in questo mentre per quanto riguarda il modo di vestire si... ho notato questo cambiamento anche io e non solo per la divisa scolastica. Pensavamo fosse solo una ribellione ma se ha avuto anche un calo a livello scolastico evidentemente sotto c'è altro.
Proveremo a parlarle e se mai ci saranno degli sviluppi glielo faremo sapere.
- Concordo con mia moglie, le parleremo e proveremo insieme a capire e a risolvere  qualsiasi problema abbia.
- Glielo ripeto, se fosse stato per un'altro alunno non ci saremmo preoccupati, ma lei è così perfettina e perfezionista che deve esserle di sicuro successo qualcosa. Attendiamo vostri riscontri e se nel caso dovessimo notare qualcosa noi ve lo terremo presente. Scusate ancora per la chiamata improvvisa ma abbiamo preferito non aspettare oltre.
- Avete fatto benissimo. Grazie di tutto.
Cercai di trattenere la calma ma mi stavo seriamente preoccupando, mia figlia stava cambiando sotto i nostri occhi e ne io e ne Emma ce ne stavamo minimamente rendendo conto. Tornammo a casa e impazienti aspettammo che rientra dasse anche lei.
- Ciao, sono tornata! - esclamò vedendoci in soggiorno.
- Tesoro vieni a sederti un secondo, ti aspettavamo. - le disse Emma cercando di essere il meno ansiosa e agitata possibile.
- Eccomi! - rispose buttandosi sul divano.
- È da un po' che non parliamo un po' tesoro: che mi dici? Ci sono novità nella tua vita?
- Novità su cosa mamma? E perché siete tutti e due qui? Non dovreste essere a lavoro? - effettivamente si avremmo dovuto essere a lavoro ma eravamo troppo preoccupati e non potevamo aspettare la fine dei nostri turni per parlarle.
- Ci siamo presi una giornata libera per oggi - rispose - e comunque intendevo novità in generale: la scuola, gli amici... tutto ok?
- Si mamma... Tutto come sempre... - si sbrigò a liquidarci e credendo fosse finita lì la nostra conversazione prese lo zaino e fece per andare in camera sua.
- Aspetta aspetta, dove vai? Non abbiamo ancora finito - intervenni io. Se le buone di Emma non funzionavano avrei provato con i miei metodi.
- Con calma Killian.... mi raccomando.
- Tranquilla Emma lasciami fare. - la tranquillizzai - Siediti Chloe dobbiamo parlare di una cosa importante.
- Ed è per questo che avete il giorno libero? - chiese spaventata. Sapeva che se la nostra risposta fosse stata si sognificava essere ad un passo dall'essere nei guai.
- Esatto tesoro... ci siamo presi una giornata per stare con te e provare a capirti!
- Capirmi? Che ho fatto adesso?
- Ci ha chiamato la scuola, il tuo preside ci ha convocato per un colloquio straordinario. - la vidi sbiancare leggermente ma riprendersi quasi subito dopo;
- Per quando è fissato l'incontro? Vorranno sicuramente dirvi le solite cose, che andate a fare tanto il viaggio studio sarà fuori città e non mi manderete mai! - sorrise sperando di cavarsela.
- L'incontro è stato oggi signorina e i tuoi professori e lo stesso preside ci hanno praticamente regalato una fantastica doccia gelata. - stavolta la sua espressione cambiò drasticamente e perse il sorrisetto che aveva cercato di mostrare poco prima. - Non hai nulla da dirci a tal proposito? Tutto bene a scuola?
- Ok... ok... lo ammetto: c'è un piccolo problema. Non so come sia potuto succedere ma non riesco più ad ottenere buoni voti. Studio ve lo giuro ma è come se non lo facessi! Non vi ho detto nulla perché pensavo di avere ancora un mese per risolvere la cosa è non volevo preoccuparvi inutilmente.
- Lo sai che devi venire da noi se hai dei problemi... - intervenne Emma - c'è dell'altro che dovresti o vorresti dirci?
- No! Niente.
- Allora te la faccio io una domanda tesoro ma vorrei mi rispondessi sinceramente: qualcuno ti ha in qualche modo fatto del male? Con le parole, con dei gesti... con qualsiasi cosa.
- Ma che domanda è mamma?
- Non devi vergognartene tesoro a noi puoi dire tutto.
- Nessuno mi ha dato fastidio mamma ma perché me lo chiedi?
- Perché ti mascheri in questo modo allora? Le indicò i suoi vestiti. - perché hai cambiato uniforme?
- Sto più comoda così e mi sembra di avercelo già spiegato: mi piace il mio nuovo look e di sicuro piacerà anche a te papà visto che non ho più le famose "gambe scoperte" - citò le mie parole.
- non avrai le gambe scoperte è vero ma non mi piace questo nuovo modo di vestire. Per quanto sembri assurdo ti preferivo prima. Sembri sciatta così, non è da te.
- Beh nella vita si cambia.... che c'è adesso non posso più neanche vestirmi come voglio?
- Per uscire fai come vuoi, ma per scuola no: rimetterai la divisa di sempre non appena ti verrà consegnata, l'abbiamo fatta ordinare oggi.
- PERCHÉ ACCUDENTI LO AVETE FATTO? - si alterò
- Perché ci stai nascondendo qualcosa è chiaro come il sole. Se hai un problema devi dircelo tesoro, siamo i tuoi genitori ti aiuteremo sempre.
- Non ho problemi oltre a quello che riguarda lo studio! Non voglio parlarne più! Devo mettere quella stupida divisa? Lo farò ma lasciatemi in pace ok? Io sto bene!
Reazione un po' troppo esagerata per i miei gusti  ma la considerai come solo uno sfogo dettato dall'essere stata beccata in flagrante.
Ci venne a chiedere scusa per il suo comportamento durante la cena e ci rassicurò ancora una volta che non aveva nessun problema e che nessuno la stava importunando. Le credemmo anche questa volta è la lasciammo fare. Emma l'aiuto nello studio e qualche miglioramento iniziò ad ottenerlo giá da subito, forse era una semplice mancanza di concentrazione la sua. Mi tranquillizzai ancora una volta ma anche stavolta ricevetti una doccia gelata: la scuola ci richiamò qualche giorno dopo e questa volta per un fatto ancora più grave: nostra figlia aveva avuto un collasso e l'avevano portata in ospedale.
 
POV EMMA 
Il mio cervello a quelle parole tornò indietro a dodici anni prima quando venni a sapere che mia figlia era stata portata in ospedale per via di un shock anafilattico. Sono stati attimi che non dimenticherò mai e dover rivivere quel panico e quella paura non fu affatto semplice. Prendemmo il maggiolino e raggiungemmo l'ospedale di Storybrooke in meno cinque minuti. L'ambulanza era arrivata da poco e mia figlia era in sala visite con il Dottor Whale. Ad accoglierci vi era uno dei suoi professori.
- Che le è successo? - chiesi in preda al panico - Cosa stavate facendo?
- Eravamo a lezione, stavo spiegando quando improvvisamente si è alzata ed è corsa al cestino per vomitare, da lì è stato un attimo: non ho fatto in tempo ad avvicinarmi per chiederle se fosse tutto ok che è svenuta. Non so dirle il perché signora Jones ma sono sicuro che i medici la sapranno tranquillizzare. Magari e solamente un po' di influenza.
Restammo in sala d'aspetto per buone due ore poi un' infermiera ci fece accomodare nello studio di Whale.
- Whale allora? Che accidenti le è preso? - chiese Killian agitato.
- Vorrei seriamente saperlo anche io. Non la vedo da un po' è vero ma non mi aspettavo di vederla così.
- Così come? - chiesi non capendo.
- Non avete notato nulla di strano in lei ultimamente?
- Beh... si è un po' strana, ha avuto problemi di concentrazione, ha cambiato modo di vestire... doveva forse dirci qualcosa tutto questo?
- Forse.. da quando si comporta così?
- Due settimane più o meno.
- Mmmh... dovrò fare ulteriori accertamenti allora!
- ACCERTAMENTI PER COSA WHALE! PARLA DANNAZIONE! - Killian era sull'orlo di perdere le staffe.
- Vostra figlia ha avuto un collasso molto probabilmente dovuto ad una perdita di peso eccessiva.  Ad occhio è sotto di sei kg... non è grave e si può recuperare tranquillamente ma vorrei sapere il perché e come ha fatto a ridursi così in solo pochi giorni e senza farsene accorgere.  - non potevo credere alle mie orecchie... era un sogno vero? No.. era la pura e cruda realtà.
- Voglio vederla subito Whale! Fammi portare da lei! È sveglia?
- Non è sveglia, le ho dato un sedativo per farla riposare qualche ora. Aveva la pressione 40 di minima e  70 di massima. È  il minimo riposare. Comunque si, puoi vederla. Stanza 278.
Corsi letteralmente per tutto il reparto di pediatria seguita da mio marito e insieme raggiungemmo la stanza. La raggiunsi e la prima cosa che feci fu scansarle le coperte. Aveva il camice ospedaliero indosso ma potevo vederlo chiaramente... Whale aveva ragione: era dimagrita tantissimo. Come accidenti avevo fatto, io, sua madre a non accorgermi di nulla? Come ha potuto in quindici giorni ridursi così sotto i miei occhi? Ora capivo il perché di quei maglioni... si nascondeva... perché non l'ho capito prima... Diedi un calcio alla sedia vicino al letto e la feci cadere rumorosamente a terra. Mi maledissi di essere diventata una pessima madre, non riuscivo più a rendermi neanche conto di quando mia figlia stava male...
- Emma so a cosa pensi ma sbagli, non è colpa tua ok?  È un adolescente e si sa come sono gli adolescenti... un giorno sono rivoluzionari, un giorno emo è il giorno dopo ancora figli dei fiori. Poteva benissimo essere un nuovo look e poi ad essere onesti abbiamo provato a parlarle e a capire se fosse tutto ok, ci ha detto di sì tesoro perché non avremmo dovuto crederle? Non ci ha mai mentito. Scopriremo cosa le sta succedendo te lo prometto e l'aiuteremo ad affrontarlo. Piangere e arrabbiarsi con se stessi non serve a nulla. Lei non ha bisogno di questo, ha bisogno che i suoi genitori siano lucidi e pronti ad aiutarla. - forse Killian aveva ragione ma in quel momento non lo accettai ugualmente.
Nonostante non fosse orario di visite, Whale ci lasciò stare indisturbati in stanza con lei, solitamente poteva rimanere un solo genitore in caso di minore ma lui ci conosceva e chiuse un occhio. Eravamo lì quando Chloe aprì gli occhi. Impiego un po' a capire dove fosse ma poi fece due più due. Sbarro gli occhi guardandoci  e cercò di coprirsi il più possibile.
- stellina mia, ti sei riposata un po'? - dissi accarezzandole il viso pallido
- Sei... sei arrabbiata? - mi chiese impaurita di qualche mia reazione.
- Per cosa dovrei esserlo tesoro?
- Perché ti ho mentito sul fatto dei vestiti... sul perché li indossassi.
- Non sono arrabbiata di nulla, neanche il tuo papà lo è - aggiunsi notando che i suoi occhi si spostarono su di lui - vogliamo solo aiutarti principessa. Lasciacelo fare ok? - annuì
- Bene, vedo che ti sei svegliata - esclamò Whale entrando - come ti senti?
- Voglio andare a casa mia...
- Prima risolviamo il tuo problema e rimettiamoti in piedi, poi penserai ad andare a casa. Ho bisogno di farti delle domande da inserire in cartella Chloe però devi sapere che essendo minorenne, i tuoi, o almeno uno di loro deve essere obbligatoriamente presente.
- Possono restare entrambi.
- Ok... rispondi sinceramente è solo routine... non ti sto accusando di nulla. Ho bisogno di sapere se hai avuto il menarca e  a che età lo hai avuto!
- Si... a 11 anni e mezzo circa.
- Prendi medicinali in questo periodo?
- No
- Fumi o bevi alcolici?
- Cosa?!! NOOOOOO!
- Chloe sii sincera tesoro. Non mi arrabbierò per questo ok? - le dissi guardando Killian e intimandolo con lo sguardo che avrebbe dovuto restare zitto ad ogni sua possibile rivelazione.
- No, non fumo e non bevo... ho solo bevuto un cocktail una volta ma non mi è piaciuto. Scusa mamma...
- Shhh stai tranqullla. Whale per favore continua.
- Per fumo e alcol intendo una cosa costante, non una cosa di una volta quindi ok, procedo. Hai mai avuto rapporti sessuali consenzienti?
- WHALE MA SEI FORSE SCEMO? È UNA BAMBINA MA CHE TI DICE IL CERVELLO È? CERTO CHE NON LI HA AVUTI, POSSO TRANQUILLAMENTE TISPONDERTI IO'. ROBA DA PAZZI...
- Killian... - provai a farlo ragionare
- EMMA! Non può parlare così di nostra figlia! Non è di certo una poco di buono.
- Non le ha detto nulla, le ha fatto solo una domanda: è la prassi.
- No... non ho avuto nulla di tutto questo.- rispose lei intimidita.
- Mi rispondi così perché c'è papà? Può uscire se non vuoi che ascolti...
- No! Ho detto che non ho avuto rapporti! È la verità.
- Consenzienti scrivo no, ma per caso qualcuno ti ha fatto del male?
- Cosa?? No! Certo che no! Ma per chi mi hai presa! So difendermi io!
- Quindi non sospetti una gravidanza...
- Questa poi! - borbottò Killian - Whale se non inizi a fare il tuo dovere come si deve vedo di trasferirla in un altro ospedale.
- Ovunque andrai le faranno queste domande quindi per favore tranquillizzati e fammi lavorare - tornò a guardare mia figlia che nel mentre gli aveva Risposto con l'ennesimo no.
- Ok va bene, da prassi però devi comunque farti fare un test di gravidanza - le allungo la confezione - puoi tranquillamente andare in bagno a farlo.
- Io... io.... non... non voglio. Perché devo farlo? Nessuno mi ha toccata.
- Devo semplicemente completare la tabella con questi dati e non posso farlo se non ho le prove che dimostrano tali affermazioni.
- Non so neanche come si fa.. - rispose imbarazzata
- Tranquilla, vieni con me, ti aiuto io. - le dissi cercando di metterla a propio agio.
- F... Farà male?
- Assolutamente no, devi solo farci pipì sopra.
- Non... non voglio lo stesso! Mi vergogno... non voglio farlo!
- Hai sentito Whale? Non forzarla è una bambina non vorrai traumatizzarmela.
- D'accordo, posso escludere la cosa anche tramite analisi, posso almeno farti un prelievo?
- Si le analisi si!
- Ok ora parliamo di alimentazione: quante volte mangi al giorno?
- Tante!
- Anche ultimamente?
- Sopratutto ultimamente....
- E dopo aver mangiato che fai?
- Sarò piccola come dice papà ma non sono di certo scema. Non vomito se è questo che vuoi sapere, non prendo lassativi e non faccio  sport in maniera eccessiva. Non sono né bulimia ne anoressica. Amo il cibo e non ho mai avuto problemi di linea. - lo zittì con quella risposta.
- A cosa pensi sia dovuto il tuo dimagrimento allora?
- Io non lo so ed e per questo che non ne ho parlato con nessuno. Avevo paura che nessuno mi credesse.
- A cosa non ti avremmo creduto amore? - dissi - prova a spiegare a Whale come ti senti...
- Io mi sento debole, come se non avessi le forze per fare nulla. Mangio più spesso nella speranza di assumere zuccheri ma nonostante ciò la cosa non cambia, faccio fatica a fare tutto anche a concentrarmi e a stare attenta a scuola... mi sento come se mi qualcuno mi rubasse l'energia e poi ultimamente....
- Ultimamente? - continuai vedendola indecisa se dirlo o no.
- tutto è  cominciato la settimana dopo che Leila è andata via, mi sentivo triste ed ero solo stanca. Ora sento la sua mancanza in maniera insostenibile e da quando provo questo mi fa male anche qui! Ho delle fitte fortissime -indicò il suo cuore -  dieci o quindici al giorno. - perché non me ne hai parlato mai è?
- Ho paura della verità mamma... da quando se ne è andata anche se la sento per telefono non la sento più qui - indicò di nuovo il cuore - forse... forse lei si è dimenticata di me! - iniziò a piangere disperata e non potetti far altro che abbracciarla.
- Tua sorella ti ama sciocchina, sono giorni che mi chiama chiedendomi il tuo stato d'animo. Lei ti sente, e sta percependo che qualcosa non va.
- voglio vederla! - disse nel panico ma venne colta da una di queste famose fitte. Mi misi paura al solo guardarla, sembrava quasi una scarica elettrica più che una fitta. Whale si allarmò all'istante e richiese un elettrocardiogramma di urgenza. Non lo avrà detto a voce alta ma potei leggere il suo sguardo: la cosa era seria.
 
POV LEILA 
Le prime settimane al campus furono molto belle ma allo stesso tempo impegnative. Iniziai le prime lezioni, conobbi nuove persone e mi occupai della nuova casa insieme alla mia coinquilina. Tutto andava a meraviglia se solo non sentissi quel peso incessante sul cuore. Era il cuore di Chloe che mi stava chiamando non c'era alcun dubbio. Nonostante la
Sentissi tutti i giorni al telefono la mia piccola scimmietta sentiva la mia mancanza. Provai a farmi sentire più spesso, magari la cosa si sarebbe risolta,ma niente... la situazione  non miglioro anzi... il contrario. Ogni giorno che passava era sempre peggio fino ad arrivare al momento in cui sentii come qualcosa rompersi. Solo un'altra volta mi capitò di sentire un dolore così forte e incessante... successe tantissimi anni fa, più precisamente il giorno che rischiò di morire. Fui invasa dalla paura e mi affrettai a chiamare mamma ma non rispose, ne a quella chiamata ne alle dodici successive. Stessa cosa per papà. Stava succedendo qualcosa me lo sentivo... qualcosa di brutto ed ero sicurissima che si trattasse di mia sorella. Presi uno zaino, vi misi dentro un paio di cambi e corsi alla stazione bus più vicina.. dovevo arrivare a Storybrooke. Feci un lungo tragitto sull'autobus e poi proseguii a piedi, non vi erano fermare previste per Storybrooke. impiegai più di mezz'ora ma alla fine attraversai il confine. Il dolore al petto si intensifico tanto da farmi cadere a fetta. Pensai a Chloe e con la magia mi temetrasportsi. Mi ritrovai in ospedale, più precisamente in una sala d'aspetto. Davanti a me vi erano i miei genitori increduli di vedermi li. Erano entrambi in lacrime.
- LEILAAAAA! - esclamó mia madre per poi correre ad abbracciarmi.
- Manma che succede? Chloe sta bene? - ebbi appena il tempo di finire la frase che un'altra fitta mi colpì facendomi emettere un grugnito. Mia madre se ne accorse
- Cos'hai stai mele anche tu?
- Il cuore di Chloe mi sta dicendo qualcosa mamma... sta male... molto male! A Boston lo sentivo in maniera ovattata ma qui lo sento chiaramente... devo andare da lei.
- Non possiamo entrare, Whale la
Sta sottoponendo ad una visita mirata.
- che genere di visita? Che le è successo?  - mi spiegò in linea di massima quello che era avvenuto in quel periodo in mia assenza e quello che aveva appena confessato mia sorella. Mi raccontò anche della scarica elettrica subita.
- Whale sospetta un problema al cuore, ora le sta facendo un elettrocardiogramma.
- PERCHÉ ACCIDENTI NON MI AVETE CHIAMATO È? E' MIA SORELLA MAMMA! LO SAI CHE RAPPORTO HO CON LEI, PERCHÉ NON MI HAI AVVISATO È? PERCHÉ SONO DOVUTA VENIRE DA SOLA? - persi il controllo e come successo anche poco prima ecco un'altra fitta fortissima colpirmi in pieno.
- Da quanto hai queste fitte? - chiese mia madre spaventata
- non pensare a me, pensa a...
- PARLA DANNAZIONE! - mi gridò come forse non aveva mai fatto. Se ne rese conto anche lei e si scusò immediatamente. - Scusami tesoro... comunque rispondimi: è importante.
-  da quando ho attraversato il confine... prima era solo una sensazione di stanchezza e malessere ma ora.... ti prego mamma portami da Chloe, sento che mi sta chiamando. - penso che quella frase la colpì e la fece viaggiare indietro nel tempo con i ricordi. Dissi le stesse parole quel maledetto giorno che venne considerata clinicamente morta. Sento mia madre prendermi la mano e insieme raggiungemmo la stanza di Chloe. Era irriconoscibile la mia scimmietta e si vedeva chiaramente che stava soffrendo.
- Emma...
- lei ha lo stesso problema di Chloe... l'ho visto con i miei occhi! La stessa scarica... la stessa potenza.
- È molto strano... ma ti farò una visita per capirci meglio qualcosa. Vieni con me, a tua sorella penserà linfermiera.
- posso salutarla? Ti prego...
- è sedata, soffriva troppo. Magari più tardi. Avanti vieni con me.
Venni sottoposta ad una visita approfondita dopodiché venni accompagnata da Chloe la quale ancora non aveva terminato la sua. L'infermiera non era stata in grado di registrare dei valori così fu Whale a riprendere in mano la cosa. Chiesi di poter rimanere in stanza e stranamente acconsento. Portai una sedia vicino al suo letto, mi sedetti e le presi la mano.
- sono qui scimmietta, andrà tutto bene.
Restai lì con lei per oltre 40'minuti, la stavano ancora monitorando, poi Whale mi chiese gentilmente di uscire.
-  cosa? Perché? Che succede?
- voglio verificare una cosa, niente di preoccupante. Esci per dieci minuti e poi rientra. Fidati di me... - nonostante non ne capissi il motivo seguii le sue direttive, uscii dalla stanza e rientrai qualche minuto dopo.
- incredibile... - commento Whale per poi prendere dei fogli e staccare mia sorella da quel macchinario.
- puoi restare qui, possono venire anche i tuoi genitori, io vado in studio ad elaborare i risultati dei test e sarò da voi quanto prima.
Fu di parola, neanche venti minuti dopo era già in stanza.
- hai i risultati? Che cos'ha Chloe? E Leila? - mamma era sul punto di svenire credo tanta era l'abitazione.
- ho i risultati, non ho idea di cosa sia ma so come aiutarvi.
- spiegato meglio...
- questo è un elettrocardiogramma normale - ci mostrò dei fogli - questo è quello delle vostre figlie. Vedete questa linea che ogni tanto appare? Beh non dovrebbe esserci ed a essere sinceri non esiste in nessun libro di medicina. Le scariche avute sono segnate in questo schema proprio da questa strana linea...
- quindi se non esistono sui libri non sai cosa sia... - aggiunse mio padre.
- Esatto, ma so chi può saperlo... avete mai pensato che possa essere un problema di natura magica?
Vidi i miei guardarsi negli occhi con uno sguardo d'intesa  e successivamente rivolgersi a me.
- Stai con lei, noi torniamo subito.
Li vidi uscire in una nuvola di fumo e tornare circa cinque minuti dopo con a seguito zia Regina e mio suocero... Mr. Gold. Vennero messi al corrente di tutto e gli vennero mostrati i nostri esami.
- Non ho mai visto o sentito una cosa del genere... non saprei da dove iniziare sinceramente. - esordì zia preoccupata.
- Guarda il tuo maestro e impara mia cara... lascia  fare me, so esattamente cosa sta succedendo qui.
- DAVVEROOOOO????????? - esclamammo io mamma e papà all'unisono.
- Ma che bel coretto! - ironizzò - comunque si, so cosa hanno le tue figlie salvatrice.
- Dimmi tutto quello che sai, in cambio farò per te qualsiasi cosa.
- Che proposta allettante ma purtroppo sono costretto a rifiutare. C'è di mezzo la fidanzata di mio figlio quindi non ti chiederò nulla in cambio... siamo una famiglia ormai... siamo consuoceri dopotutto: giusto capitano? - potevo intrasentire una nota di sarcasmo nella sua voce ma fortunatamente papà non abboccò e lui fu costretto a continuare - È magia... la linea che Whale non sa decifrare  in quest'etteocardiogramma è magia.
- Magia? È  la magia che  le fa star male?
- È un po' più complicato di così pirata. La magia scorre nel sangue e e da potenza al corpo ma stranamente non arriva ad alimentare il cuore. Loro al contrario di tutto e tutti sono due creature speciali, nate dal prodotto del prodotto del vero amore. Sono interamente impregnate di magia e lo sono anche i loro cuori. Lo abbiamo scoperto in passato che sono legate da un legameme indissolubile giusto? Beh questo legame arriva proprio dalla magia dei loro cuori. Nonostante non siano gemelle il loro cuore è unito in maniera speciale. La distanza l'una dall'altra porta ad un indebolimento del cuore stesso ma nonostante ciò non è questa la causa principale del malessere di Chloe. Riuscirebbero a vivere bene anche se fossero ai due poli opposti se il problema fosse solo il cuore.
- E allora qual'è il vero problema? - disse mamma.
- L'emotività, i loro sentimenti, le loro paure... tutto questo influisce negativamente. Whale, guarda i tuoi appunti e rispondimi. Nelle prime scariche, queste qui in sequenza crescente - indicò l' elettrocardiogramma - come stava emotivamente Chloe?
- Agitata e fuori controllo.
- Sai dirmi il motivo?
- Per sua sorella immagino. Ha fatto il suo nome molte volte.
- Bene... e in questa lunga fase di pausa invece?
- Quello è l'esatto motivo per cui ho pensato ci fosse di mezzo la magia... quello è il momento esatto in cui sono cessare, il momento in cui Leila le ha preso la mano e le ha parlato.
- Visto? il mio discorso non fa una piega! L'emotività di vostra figlia e la paura della distanza da sua sorella la sta portando all'auto distruzione. Le scariche di Leila al contrario sono dovute semplicemente dal richiamo del Cuore di Chloe. I due cuori comunicano anche a distanza e se soffre una soffre l'altra.  - aveva dell'incredibile mia sorella stava male per me e stava rischiando di morire... di nuovo? Non potevo permetterlo... dovevo assolutamente fare qualcosa.
- Ci sarà pure un modo per aiutarla no? - esclamò mia madre con espressione indecifrabile.
- Questo è il primo caso concreto di due cuori uniti che vedo! Anche se ci fosse un modo per aiutarle io non so quale sia. Per il momento l'unica soluzione è quella di tenerle unite.
- Che significa questo? Che dovremmo far rinunciare Leila al college o che dobbiamo trasferirci a Boston privando Chloe e Liam di tutti i loro amici? Non è giusto!
- Lo so Emma ma non è di certo una mia compa.  Finché  non verrà trovata una cura questa è l'unica alternativa che hanno per stare bene.
- Non può essere vero, non sta succedendo sul serio... non  posso credere che un legame così bello e speciale come il loro possa nascondere dentro di se un'arma tanto potente. Deve esserci una soluzione... non costringerò mai nessuna delle mie due figlie a sacrificare la loro vita per aiutare l'altra. Meritano entrambe di vivere le loro esperienze seremamente senza doversi preoccupare di cose di questo genere.
- Non c'è problema mamma... posso chiamare la Facoltà e rinunciare. - dissi convinta, avrei fatto di tutto per mia sorella.
- Non se ne parla - rispose secca.
- C'è in gioco molto di più di un semplice corso di studi mamma... non mi interessa nulla di avere una laurea se mia sorella a causa di questa cosa dovesse....
- Non dirlo neanche per Scherzo! Troveremo un modo. Lo facciamo sempre.
- Posso almeno restare qui fino a quando non ne saprete di più? Non sto tranquilla a Boston sapendo la sua situazione.
- E le lezioni? Non vorrai iniziare a saltare fin da subito!
- Il primo mese sono solo corsi di ambientamento, per vedere i livelli, in base al voto con cui sono uscita a liceo neanche servirebbe che li seguissi. Manderò una mail per spiegargli che a causa di problemi familiari inizierò più tardi. Ti prego mamma lasciamelo fare.  - Guardò papà come ad avere una sua opinione e alla fine acconsentirono entrambi. Decisero di lasciarla alle mie cure e a quelle di Whale mentre loro, Gold compreso, andarono subito in biblioteca a cercare tra i libri qualcosa che potesse tornarci utile. L'unico che rimase con noi credendo di essere più utile li che in biblioteca fu Henry, aveva paura che avessi avuto un crollo emotivo ed effettivamente non aveva poi tutti i torti, Chloe sarà pure una ragazzina troppo emotiva ma è sempre colpa mia se sta così. La lasciammo dormire per qualche ora poi, vedendo che non aveva avuto più nessun tipo di crisi, Whale decise di svegliarla. Le si illuminarono gli occhi non appena mi vide e subito dopo scoppiò in lacrime.
- sono... sono un fallimento... non so fare nulla senza di te io.. io non lo so che mi è successo... mi mancavi e...
- Shhh.... scimmietta è tutto ok, non sei un fallimento, non dirlo neanche per scherzo, sei solo una persona troppo emotiva, risolveremo tutto te lo prometto!
- Io sto bene solo quando so che ci sei tu con me!
- Ma io ci sono sempre lo sai, la distanza non conta tesoro dovresti saperlo meglio di me. Hai vissuto una storia d'amore a distanza quest'estate dovresti saper che non è così difficile tenersi in contatto. - mi resi conto solo dopo delle parole usate e che non eravamo sole in stanza. Maledetta lingua, parlo sempre a sproposito.
- Hai avuto cosa? - ed ecco Henry nella versione da fratello maggiore geloso che molte volte supera anche i livelli di gelosia di papà. - Chi è questo delinquente? Quanti anni ha? Dove vive?
- Henry ti pare il momento? Finiscila e comunque è già finita quindi non preoccuparti non è stato nulla di che... - dissi io per poi tornare a guardare Chloe e farle l'occhiolino. Sapevo che stavano ancora insieme ma Henry non necessitava di saperlo. - Ora dimmi: possiamo fidarci del tuo silenzio o devo farti qualche incantesimo e toglierti i ricordi?
- Starò zitto ma solo per questa volta.
- Comunque Chloe, stavo dicendo: cerca di vivere serenamente ok? Troveremo un modo per risolvere ogni cosa. Insieme.
Rimasi con lei per tutto il giorno e non ebbe nessun tipo di crisi. Iniziò a riaverle di notte quando purtroppo non ero con lei. Whale mi aveva costretta a tornare a casa. Andammo così per più di una settimana, nessuno riusciva a trovare un modo per aiutarla o meglio... aiutarci, così io e Henry decidemmo di prendere qualche libro dalla biblioteca e di portarlo in ospedale in modo da aiutare gli altri ma allo stesso tempo tenere compagnia a nostra sorella. Ne lessi due nel giro di una sola giornata ma niente, non c'era nulla che parlasse della nostra situazione. Il mattino seguente, ormai demotivata, decisi di non fare nulla e di dedicarmi solo ed esclusivamente a lei, alla mia ragione di vita, Henry al contrario raggiunse gli altri in biblioteca. Parlammo di tutto e ripensammo ai momenti passati quando eravamo solamente due bambine che litigano per qualsiasi cosa.
- Non mi hai mai raccontato una storia da che ne ho memoria sai? - mi disse facendo la finta offesa.
- quando eri una neonata si, lo facevo, me le inventano sai?
- Henry è stato decisamente più bravo di te... me le ricordo ancora le sue storie sai?
- Lo credo bene che le ricordi... sono le nostre storie quelle che ti raccontava.
- Si, ma aveva un modo particolare per farlo. Faceva le voci sai? A ripensarci mi viene ancora da ridere.
- Te la racconto io adesso una storia, ti va? Poi mi dirai chi è statao il più bravo ad intrattenerti. - ridemmo a quell'assurda idea che mi era appena venuta in mente e successivamente presi il libro delle Favole e iniziai a leggerlo. Una storia... due... tre. Persi il conto di quante ne lessi, ci  stavamo divertono molto, commentando ogni singola storia e prendendo in giro i nostri parenti, quando improvvisamente, sfogliano la pagina successiva, ebbi un'illuminazione.
- HO TROVATO CHLOE! So come possiamo risolvere tutto questo casino! Forse so come riuscire a guariti. - non disse nulla, mi fece solo segno di continuare - In questa storia - le mostrai la pagina - Zia Regina aiuta la sua controparte, la evil Queen, a non essere più così cattiva, le regala una seconda possibilità e per farlo ha semplicemente unito i loro due cuori: la evil Queen in quel modo ha preso un po' della bontà di zia e zia ha ricevuto in maniera equa un po' di oscurità, si sono bilanciare a vicenda e sono riuscite nel loro intento. Possiamo fare lo stesso anche noi... possiamo unire i nostri cuori e prendere ognuna qualocsa dell'altra in modo che quando saremo lontane avremo sempre qualcosa che ci unisce.
- È un'idea geniale Leila! Tu sei un fottuto genio!
- Ti va di provare? Sempre se ti fidi delle mie capacità naturalmente, sa.... non ho mai fatto niente di simile prima e chiederlo a mamma o zia ora come ora  sarebbe fiori questione.
- Non c'è lo farebbero mai fare - continuo la mia frase - Mi fido di te Leila. Non affiderei il mio cuore a nessun altro... Facciamolo.
- Io prendo il tuo cuore e tu il mio ok? Al mio tre! Uno... due...tre. - sentii un dolore atroce all'altezza del mio petto e guardando mia sorella capii che anche lei stava provando la stessa cosa. In un nano secondo i nostri cuori furono nelle nostre mani. Chloe mi consegno il mio e io, facendo accurata attenzione a non stringerli troppo, li avvicinai facendomi combaciare. Un bagliore di magia invase l'intera stanza e non solo...
 
POV EMMA
Niente... in più di dieci giorni non riuscii a trovare neanche mezza riga che parlasse di un caso simile. Ero arrabbiata, preoccupata e decisamente stanca ma non potevo arrendermi, dovevo trovare il modo di dare alle mie due ragazze una vita a tutti gli effetti normale. Avrei rischiato un esaurimento nervoso molto probabilmente... tutti noi lo avremmo rischiato ma non ci importava, loro venivano prima di tutto.
Facemmo solo una breve pausa per cambiare tipologia di libri ma fu proprio in quel momento che accadde qualcosa di inaspettato: un fascio di luce magica ci accecò costringendoci a chiudere gli occhi per qualche secondo.
- Ma... che accidenti è stato? - disse Regina guardandosi attorno spaventata che qualche cattivo potesse essere arrivato a Storybrooke in un momento decisamente poco indicato. Non aveva nulla da temere realtà, io sapevo benissimo cosa fosse quella magia e soprattutto da chi provenisse: dalle mie bambine...
- Sono loro! Leila e Chloe... sono loro - esclamai - Dobbiamo andare da loro... Adesso!
- Emma cosa dici? Come fai a sapere che...
- Killian le ho partorire io... le ho portate dentro di me per nove mesi , conosco la loro magia forse anche meglio di come conosco la mia! Ti dico che sono loro! Dobbiamo andare... - teletrasporti tutti in ospedale e li tutti poterono prendere atto che avessi ragione, erano loro ad aver creato quel fascio di luce.
- Ragazze cosa state... - solo ad allora vidi i due cuori in mano alla maggiore - CHE DIAMINE STATE FACENDO? Rimettetevi il cuore nel petto, subito!
- Mamma aspetta! Ho trovato la soluzione per salvarla, lasciami spiegare!
- Mi dirai tutto solo dopo che vi sarete rimesse il cuore nel petto! Ma siete diventate sceme entrambe? Non si gioca con queste cose!
- ASCOLTAMI CAVOLO! - bloccò il mio fiume di parole - Non le farei mai del male lo sai benissimo, non mi sognerei minimamente di metterla in perocolo, ti dico che è la soluzione giusta! - rimasi a guardarla e così ne approfittò per esporre il suo concetto. 
- Forse non è del tutto sbagliato... - esordì  Regina
- Vedi vedi che fidanzata intelligente si e scelto mio figlio!
- Piantala Gold - lo zittii - Almeno lascialo fare a tua zia - le consigliai - Di sicuro in fatto di magia ne sa più di me e voi messe insieme.
- No mamma, sento che devo farlo io. - la vidi riunire i due cuori dopodiché li risistemò ognuno nel proprio posto! - come ti senti sorellina? - le chiese speranzosa.
- Meno intelligente purtroppo - scherzò - No sul serio, mi sento bene. Davvero bene.
- Ora bisogna solamente  verificare il tutto. - la vidi prendere un profondo respiro - Ok, ora che la situazione è risolta posso anche togliere il disturbo. Tornò a Boston, fai la brava ok?
- No Leila aspetta io non.... - andò via sul serio lasciano Chloe triste per via di quella partenza così inaspettata e improvvisa.
Whale entrò in stanza poco dopo e decise che eravamo troppi così mandò via i nostri amici e famigliari lasciando solo a me e a Killian il permesso di restare. Chloe non disse una parola per ore, era triste, pensierosa e giurerei di averla anche vista piangere. Il risultato  di tutto quello sconforto sapere cosa porto? Niente...nessuna crisi! Tutti gli elettrocardiogrammi che le fecero per monitorata erano normali, forse vi era giusto qualche leggera alterazione ma tutto sommato era tutto nella norma. Leila aveva ragione, aveva salvato la vita sua sorella ancora una volta.
Verso ora di sera ero ancora lì in quella camera di ospedale a cercare di convincere Chloe a mangiare, non ne voleva minimamente sapere, era in protesta. Era rimasta malissimo per il modo di andar via di sua sorella e non riusciva a pensare ad altro.
- Allora? Guarda che se non mangi tutto e subito spazzolerò tutto io. Non scherzo, non si rifiutano i panini di granny - improvvisamente sentii una voce fin troppo familiare alle mie spalle
- LELLAAAAAAA - esclamó mia figlia finalmente con il sorriso.
- Credevi davvero che ti avrei lasciata qui così senza prima averti salutato per bene? Volevo solo vedere se avevo ragione e per farlo dovevi rimanere ferito in qualche modo. Mi dispiace scimmietta ma non c'era altra soluzione. Perdonami ok?
- Ti perdono solamente perché  adesso sei qui!
- Già, e non ho intenzione di andare via se prima non ti rivedrò in piedi e con qualche kg in più. Non per offenderti ma prima eri una bomba sexy, ora sembri un manico di scopa!
- Eiiiii come ti permetti! - esclamò trattenendo una risata
- Tranquilla però, sei il mio manico di scopa preferito!
Ecco cosa ho sempre desiderato vedere nelle mie figlie: complicità. Sono felice che nonostante i loro continui litigi, quando erano bambine, siano riuscite a creare un legame così speciale. Che sia la magia ad aiutarle in questo? Mmh... no. sono sicura che anche senza magia avrebbero avuto questo legame particolare.
Chloe impiegò qualche settimana a riprendersi completante e sua sorella in quel periodo, come promesso, non frequentò il collage ma restò a casa e a dare sostegno a sua sorella minore. La mia preoccupazione in tutto quel periodo fu la nuova partenza di Leila... avevo paura che tutto quel casino si sarebbe verificato di nuovo. Attesi con ansia e paura quel giorno ma alla fine arrivò: Chloe stava benissimo ormai e per Leila era arrivato il momento di andare. Rispetto alla volta precedente si salutarono la sera prima programmando una cena e un'uscita sono ed esclusivamente per loro due e dopo una lunga discussione tra me e Killian decidemmo anche di portarla con noi a Boston per renderla ancora più partecipe. Non mancarono lacrime e dispiaceri questi è vero, ed è anche vero che per qualche settimana Chloe fu più spenta del solito, ma questa volta niente cambiamenti drastici, niente isterismi, niente malesseri... niente di niente. L'idea geniale di Leila aveva funzionato e forse, visto che ormai stavano diventando tutti dei giovani adulti con idee brillanti, era arrivato il momento, per quanto riguarda la risoluzione di problemi magici, di passare il testimone alla nuova generazioni.
 
Note dell'autore:
Ciao! Sono sicura che vi starete chiedendo: " un altro aggiornamento? Ancora??????" È si, lo so... o impiego secoli nel farlo o pubblico a raffica, non so contenermi. Il capitolo era pronto e non mi piace tenerli in archivio ed aspettare... mi piace condividerli subito con voi ❤️ In questo aggiornamento non abbiamo visto moltissimo i nostri tesorucci, ma abbiamo avuto modo di vedere meglio come si sia evoluto il legame speciale delle due sorelle. Un legame talmente potente che avrebbe potuto causare la morte di una delle due... poveri mamma e papà, un problema dietro l'altro. Alla fine grazie all'idea geniale di Leila, presa spunto come al solito dal loro fantastico libro, tutto si è risolto per il meglio. Sarà vero quello che dice Emma? Che è arrivato il tempo di passare il testimone alle generazione successiva? Mmh forse si, ma sono altrettanto sicura che non lo faranno mai. I giovani affiancheranno i veterani nelle loro battaglie magari, ma fidatevi di me... non molleranno mai. Il prossimo capitolo credo che torneremo nel passato per il famoso viaggio di Leila e Emma dopodiché pubblicherò (finalmente) il capitolo del futuro di cui avevo messo l'anteprima qualche tempo fa. A proposito di anteprima: vi lascio un piccolo/grande spoiler su cosa accadrà nel prossimo capitolo ( lo troverete a fine nota). L'idea non è del tutto mia, la mia carissima amica di penna Neko quest'estate  mi ha suggerito un personaggio speciale da inserire all'Interno di una delle mie storie e l'idea mi è piaciuta molto. Non ho mai avuto modo di utilizzarla, ma finalmente ci sono riuscita... il prossimo capitolo sarà quello giusto! Alla prossima ragazzi. 💋💋💋 

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Capitolo 66
*** Un tuffo al cuore ***




POV EMMA
Fu una settimana davvero molto impegnativa, Gennaio era terminato e come da programma la mia piccola Chloe fece il suo rientro a scuola. Il suo primo giorno del suo secondo anno d'asilo fu un po' come il suo primo giorno in assoluto, una vera e propria tragedia. Conosceva tutti, maestra e compagni ma nonostante questo non voleva comunque andare, voleva restare con me. Rimasi impassibile, o almeno esternamente provai ad esserlo,e ferma sulle mie idee, nonostante si mise a piangere reclamando la mia attenzione, le baciai una guancia, le sussurrai un ti voglio bene e senza guardarmi indietro andai via. Mi segui con la magia ma io prontamente la riportai a scuola, sia quella volta che tutte le altre che in quel giorno provò a farlo. Si calmò solamente due giorni dopo e sapere perché? Perchè prima di accompagnarla in classe mi fermai in un altro edificio e affidai Liam a deglle ragazze. E' si, dopo aver fatto esperienza con due figlie ho capito che forse è meglio iniziarli ad abituare al distacco fin da subito in modo da non aver problemi nell'inserimento alla scuola materna in un futuro. Liam aveva un anno ormai, era ancora piccolino è vero ma fargli frequentare il nido sarebbe stata un'ottima soluzione sia per lui che per noi. Avevo ripreso il lavoro a tutti gli effetti, ero nuovamente lo sceriffo della città e non volevo, come già successo per Leila e Chloe, stressare i miei genitori o Regina per aiutarmi con la gestione del piccolo. Anche loro avevano la loro vita da vivere: Regina stava organizzando il suo matrimonio e i miei... beh loro avevano un gran da fare con Neal che ultimamente li stava facendo uscire matti.
- mamma perché hai legalato Liam a quelle singnole? - mi chiese con voce fin troppo speranzosa 
- Non ho regalato tuo fratello Chloe... l'ho solo mandato a scuola come te e Leila. 
- Ma no è piccolo? Plendono anche i nani a quella scuola mamy? 
- E' una scuola creata appositamente per bimbi piccoli come lui. - le spiegai. 
- Quindi lui no a casa co te! Mi piace quetta cosa. - ci avrei scommesso. - piangelà di siculo quel nano! E' un fifone.
- Ma da quale pulpito viene la predica... tu non hai fatto lo stesso fino a ieri? 
- Io no piango più! I bambini nani come Liam piangono. Io no! - la guardai non proprio convinta di quella sua ultima affermazione, lei lo capì e mi sfidò. - buoi bedere? Pottami all'asilo.
- stiamo andando proprio lì principessa! 
Cosa dire... sarà stata la sfida o semplicemente il fatto di sentirsi più sicura che suo fratello non stesse da solo con me mentre lei era via, ma vinse la scommessa: non pianse minimamente, anzi a detta degli insegnanti si scatenò come non mai giocando e chiacchierando con i suoi amici. Bene un problema era risolto, ora bisognava solamente mettere fine al dubbio esistenziale venuto a crearsi circa un mese fa! Ricordate l'incidente di capodanno? Beh... io e Killian nonostante fossimo a conoscenza delle probabilità di una possibile gravidanza, cercammo di vivere la nostra vita il più normale possibile senza cercare di farci influenzare dalla cosa. Eravamo d'accordo che ne avremmo riparlato solamente se io avessi avuto nel giro di un mesetto qualche sintomo rilevante. Beh... un paio di sintomi ci sono stati: uno è stato il malessere improvviso avuto a Disneyland sparito misteriosamente e un'altro, di cui non ho avuto ancora modo... o meglio "coraggio", di parlarne con mio marito. Una cosa è certa, un piccolo campanello d'allarme mi è scattato così senza ripensamenti decisi di ordinare, tramite internet onde evitare inutili chiacchiere, un test di gravidanza. Avrei voluto farlo senza che Killian fosse presente, volevo avere i miei tempi di elaborazione nel caso fosse stato positivo, ma poi ci ripensai... sapevo che avrebbe voluto essere presente in ogni caso, quindi nascosi il test e attesi il momento giusto. Fu così che passò un'altra settimana, era venerdì sera e l'indomani sarei partita per Boston insieme alla mia dolce Leila per la sua giornata speciale. Eravamo a cena, e mentre i miei tre figli e mio marito chiacchieravano tranquillamente, io con la scusa di riordinare la cucina me ne stavo in disparte a fissare il vuoto pensierosa. 
- mamy! Mi rippondi? Che fai dommi in piedi? - fu la voce di mia figlia e gli sguardi puntati addosso di Leila e Killian a farmi destare dai miei pensieri.
- Cosa??? Scusami amore la mamma stava solo pensando. Cosa volevi dirmi?
- No voglio veldule! No mi piacciono! - disse porgendomi il piatto in modo che glielo togliessi da davanti.
- Mi dispiace signorina ma dovrai mangiarle. Le verdure fanno bene e ti aiutano a crescere.
- Mah...
- Niente ma! Da brava mangia! - mise il broncio e con una lentezza inaudita riprese a mangiare... non avrebbe finito neanche per l'indomani. 
- Amore tutto ok? C'è qualcosa che non va per caso? - questa volta fu Killian a parlarmi. 
- No amore tranquillo, è tutto ok! - risposi consapevole di stargli mentendo. Non era da me mentirgli e infatti neanche due minuti dopo, in colpa per averlo fatto, mi avvicinai al tavolo e sussurrandogli nell'orecchio gli dissi quello che avrei dovuto dirgli già da una settimana. Non potevo attendere un giorno di più, dovevo sapere. - sto andando di sopra a fare.... il test! - lo vidi sbarrare gli occhi.
- Co...cosa? Perché? pensi...
- Shhhhh..... - gli feci notare i bambini. - vieni su con me? - chiesi
- Non devi neanche chiedermelo! 
Raggiungemmo il piano di sopra e prima di fare qualsiasi cosa ecco che l'interrogatorio di mio marito ebbe inizio. " perché improvvisamente hai deciso di farlo? C'è qualcosa che dovrei sapere? Quando hai comprato quel test? Da quando sospetti che...? Avevamo detto di riparlarne solo in caso di sintomi inerenti al caso:cosa non mi hai ancora detto?" Era un fiume di parole, non era arrabbiato, era solamente sorpreso, non si aspettava che gli dicessi una cosa simile. Gli spiegai il tutto, gli dissi che il malessere di Disneyland si era ripresentato ancora una volta e che avevo un ritardo ormai di 10 giorni. Si è vero sono sempre stata regolare da questo punto di vista ma da quando è nato Liam sto ancora cercando di regolarizzare il tutto. Potrebbe essere quindi una cosa del tutto normale, già capitata nei mesi addietro, ma essendoci già un fatto di rischio meglio togliersi ogni dubbio. Ascoltò attentamente tutto quello che avevo da dirgli dopodiché rispose in un modo che mai mi sarei aspettata. 
- Perché hai necessità di farlo adesso? Hai aspettato tanto da quel che ho capito, perché proprio di sera e non aspettare che ne so, che passi il weekend?
- Hai paura che ti rovini il fine settimana? - ero quasi alterata a quella sua sciocca domanda, come sempre però avevo tirato conclusioni affrettate. 
- Avere un altro figlio da te mi renderebbe l'uomo più felice del mondo tesoro, non ne ho mai fatto mistero, sei te quella che non è d'accordo mi sembra, non girare la frittata per affliggermi qualche colpa che non ho. La mia era solo una domanda e gradirei che mi rispondessi. 
- Perché non posso continuare a fingere che tutto vada bene e avere tutto questo caos di emozioni all'interno. Sto diventando matta Killian...
- Ti capisco, ma ragiona un secondo: nell'eventualità che fosse positivo, come ti sentiresti? Sii sincera. 
- Sono sicura che piano piano lo accetterei, ma inizialmente starei male. Non avevo in programma un altro figlio, ne abbiamo già 4, di cui uno di solo un anno, non sono pronta ad averne un altro. Mi dispiace se ci resti male ma purtroppo è quello che penso. 
- Non ci rimangono male perché so come sei fatta e so, come hai detto poco fa, che lo accetteresti di sicuro con il tempo. Quello che mi preoccupa di più è il presente, non il futuro. Il test potrebbe risultare negativo e quindi è vero, ti toglieresti ogni pensiero dalla testa, ma potrebbe essere positivo e di conseguenza staresti male... perché rovinare la giornata di domani di tua figlia quando puoi benissimo stare con lei senza pensare a nulla e prendere atto della verità solamente dopo essere tornare a casa? Pensaci... lei non merita di passare una giornata con sua mamma assente per via di tutti questi problemi. Vuole passare del tempo di qualità con te e credo se lo meriti. - aveva pienamente ragione, non sarei di sicuro riuscita a concentrarmi su di lei se si fosse verificato quello che sospettavo quindi sarebbe di sicuro stato meglio ignorare i fatti e fare come se nulla fosse ancora per un giorno. L'indomani, una volta di ritorno,avrei affrontato la cosa di petto e scoperto la verità. Ringraziai Killian per il suo sostegno morale e tornai di sotto dai bambini per controllare che avessero mangiato e per prepararli per andare a letto. 
La mattina seguente mi alzai molto presto e dopo aver preparato la colazione andai a svegliare Leila, ci attendeva una giornata molto impegnativa. Facemmo colazione insieme, come non facevamo da tanto ormai, solo noi due e dopo esserci lavate e vestite salutammo gli altri, che nel mentre si erano svegliati e uscimmo. Chloe fece come al suo solito qualche capriccio ma la lasciai alle cure di suo padre, si sarebbe lamentata un po' ma poi si sarebbe di sicuro calmata. Prendemmo il mio maggiolino e oltrepassammo il confine di Storybrooke, Leila sembrava felicissima ed entusiasta della giornata che avremmo trascorso, lo vedevo da come guardava entusiasta il finestrino e da come sorrideva. Avrei dovuto essere felice anche io felice come lei e invece non lo ero poi tanto. Ero felicissima di poter passare del tempo con mia figlia questo è vero ma avevo di sicuro meno entusiasmo di lei riguardo al posto dove saremmo andate. Inizialmente aveva pensato di visitare una delle case famiglia in cui ero stata ma poi cambiò improvvisamente idea e mi chiese di poter vedere il posto in cui sono cresciuta quando avevo bene o male la sua età. Per i primi dieci anni della mia vita ho vissuto all'interno di un orfanotrofio, certo passavo da una casa famiglia all'altra, ma poi sempre lì tornavo. Quello è di sicuro il posto dove sono stata più a lungo prima di iniziare a fuggire come una fuorilegge. Non ho più messo piede li dentro dal compimento dei miei dieci anni e tornarci adesso a distanza di molti anni non ha di certo cambiato la mia idea su quel posto. Avevo giurato di non rimetterci più piede ma ancora una volta eccomi qui a fare l'esatto contrario.
- Mammaaaa, è questo il posto? Vivevi qui? In questa casa enorme?  - chiese Leila non appena parcheggiai l'auto. - è bellissima.
- Leila amore mio vorrei dirti una cosa prima di entrare... non tutto quello che sembra bello poi in realtà lo è. Entrando potresti rimanere delusa quindi... non farti aspettative ok? - annuì - Bene. Andiamo ora. - scendemmo dall'auto e prendemmo dal portabagagli tutto ciò che mia figlia aveva preparato per quei bambini. Aveva fatto una cernita di vecchi giochi e vestiti e li aveva tutti rigorosamente impacchettati per rendere quei bambini bisognosi più felici. L'aiutai a portare quelle buste davanti il portone principale dopodiché suonai il campanello. Ci aprì una signora sulla quarantina e guardando prima me e poi mia figlia disse: 
- E'venuta a riportarla indietro? Cos'ha combinato?
- Cosa??? No, certo che no! Lei è  mia figlia e siamo qui per la visita dell'edificio.
- Visita? Ah si giusto dimenticavo! La direttrice me né aveva parlato, prego accomodatevi pure, vi faccio strada! - disse facendoci accomodare in quella che ricordavo essere la sala principale. Incredibile, quel posto non era cambiato per niente... avevo la pelle d'oca al solo ricordo. - La direttrice vi stava aspettando, vado a chiamarla. - aspettammo lì per qualche minuto poi la donna fece il suo ingresso, era invecchiata parecchio ma avrei potuto riconoscerla ovunque... uno sguardo del genere difficilmente si dimentica. Era una delle mie vecchie tutrici. 
- Salve e benvenute nel nostro rinnomato istituto. Piacere di conoscervi, io sono la signora Williams. 
- Salve io sono lo sceriffo di una piccola cittadina sperduta nel Maine e lei...
- Sei lo sceriffo che ci manda gli assegni ogni sei mesi? - la vidi sorridere. Strano, pensavo non ne fosse capace.
- Si sono io, e lei è la mia bambina, è stata una sua idea passare a trovarvi. - non appena i suoi occhi scrutarono attentamente Leila la donna sobbalzò. 
- O mio diooo! Sei identica ad una bambina che anni fa frequentava questo istituto. Spero davvero per la tua mamma che tu non le somigli anche di carattere. Sarebbe tremendo!
- Come si chiamava? Per caso il suo nome... - naturalmente quella piccola furbacchiona aveva già intuito di chi parlasse quella donna, in fondo le ho sempre raccontato che ci somigliavamo e che ero un tantino ribelle. Non aveva mai avuto modo di vedere una mia foto da bambina, non ne avevo, ma questo non le impedì di intuire che parlassero di me. 
- La scusi, è super curiosa questa signorina. Leila non è carino fare domande su persone che non sono qui. - le dissi per poi tornare a guardare la donna di fronte a me. - Comunque per quanto mi riguarda sono qui per vedere come vengono investiti i miei soldi e quelli della mia cittadina in questo istituto, mentre lei ha voluto accompagnarmi perché le piacerebbe giocare, se è possibile, con i bambini e raccontare loro qualche favola.
- Ho portato per loro anche dei giocattoli! - specificò.
- Ma che brava bambina che sei! Forse non somigli più di tanto a quella teppista che viveva qui. - vidi mia figlia guardarla in modo brutto, ma fu solo una frazione di secondo perché ben presto iniziò il nostro tour. Ci diedero il permesso di fare da sole il giro turistico per tutto l'orfanotrofio, forse perché ero uno sceriffo dopotutto. i bambini erano stati riuniti al piano di sotto e i tutori erano con loro. Bene, questo significava che avevo del tempo per raccontare qualcosa a mia figlia senza che nessuno scoprisse chi fossi in realtà. Non volevo che sapessero. La prima cosa che constatai fu che quel posto era esattamente uguale a quando lo avevo lasciato: stessa carta da parati, stesse tende, stessa suddivisione di stanze... tutto era invariato. Dove accidenti finivano tutti i soldi che spedivo regolarmente in quel tugurio? Il mio intento, pur essendo un donatore anonimo, era quello di dare a quel posto delle migliorie e invece? Nulla era cambiato. 
- Mamma mamma! - la voce di mia figlia mi destò dai miei pensieri. - mammina guarda! Qui c'è scritto Emma Swan! - indicò una scritta incisa nel muro. - l'hai fatta tu? 
- si amore, questa era la mia stanza e questo era il mio lettino... coperte comprese.
- Sembra una stanza da grandi, non c'è nulla di colorato qui! Non ci sono neanche i giocattoli, se è una stanza per delle bambine perchè non ci sono i giocattoli? - chiese come se fosse la cosa più strana di questo mondo.
- Qui non si potevano portare i giocattoli e a quanto pare non si può neanche adesso. I giochi si trovavano e si trovano tuttora nella stanza comune credo, quella dove adesso ci stanno aspettando gli altri bambini.
- E anche i tuoi giochi quindi erano lì?Se erano i tuoi perché non potevi tenerli in camera con te? Qualcuno avrebbe potuto rubarteli.
- Non ho mai avuto giochi tutti miei tesoro, qui i giocattoli sono di tutti... o meglio: sono dell'istituto, si possono utilizzare solo nella pausa ricreativa. - credo di averla sconvolta con quell'affermazione.
- E' molto triste questo posto mamma! Come possono i bambini essere felici in un posto così? 
- Non lo so amore mio, ma spero davvero che lo siano. 
- Tu eri felice? - caspita non mi aspettavo questa domanda.
- Emh... no, ad essere sincera no, non lo sono mai stata qui dentro. - so che queste parole avrebbero potuto rattristarla, ma stavamo facendo questo viaggio perché voleva conoscere meglio la mia storia che a differenza di tutti gli altri nostri familiari non era scritta sul magico libro di suo fratello. Non volevo di conseguenza mentirle. 
- Eri tu quella bambina che mi somiglia tanto di cui parlava quella donna vero? - annuii - Non mi piace che quella donna ti dica cose cattive mamma, eri solo una bambina e sono sicura che non eri così cattiva come dice.
- Non preoccuparti tesoro mio, l'ho superato! Ora sono una donna felice che ama ed è circondata da tante persone che la amano. Se tutta la sofferenza vissuta è servita ad arrivare dove sono ora... beh.. rivivrei quell'esperienza altre centomila volte. - sorrise nel sentirmi dire quelle cose - Ora che ne dici, ti va di raccontare una bella storia ai bambini che sono al piano di sotto? 
- si mamma! So anche che storia raccontare! 
- Molto bene, andiamo allora. 
Raggiungemmo la sala comune e come sospettavo erano già tutti li, seduti e in completo silenzio. Non avevano l'aria di essere dei bambini allegri, tutti avevano lo stesso sguardo. Lo sguardo che anni fa avevo anche io... uno sguardo che indica tristezza, paura... il classico sguardo di chi smette di avere speranza. Sussultai nel guardarli, fu come tornare indietro di venti anni. Fortunatamente non ebbi molto tempo per continuare a far camminare il mio cervello in quei cattivo pensieri che la direttrice ci annunciò. I ragazzi ci salutarono alzandosi in piedi dopodiché tornarono a sedersi in maniera composta. Ci avvicinammo a loro e dopo esserci presentare, io con il nominativo di sceriffo naturalmente, Leila prese la parola. 
- Ciao a tutti, io mi chiamo Leila, sono una bambina di otto anni e frequento la terza elementare. 
- Sei una nostra nuova compagna? - chiese uno di loro.
- Ma che domande fai! Non lo vedi che è una riccona? Quella non è una come noi. Non verrà mai a stare in un posto così! - rispose un altro. - Riccona perché sei qui? - mia figlia ci rimase male per quel nomignolo, si sentì improvvisamente non accettata dai suoi stessi coetanei e per un attimo pensò di rinunciare alla sua idea e andare via. La presi in disparte per qualche minuto e la consolai spiegandole che quei bambini non erano cattivi, il loro era solo un modo per difendersi, per non sentirsi inferiori. Non fu semplice convincerla ma alla fine, con me al suo fianco, continuò il suo discorso. 
- Sono venuta qui oggi per due motivi: il primo è perché volevo conoscere meglio come è stata la vita di una persona a cui voglio tanto bene, la seconda è perché volevo raccontarvi una storia. Vi... vi va di ascoltarla? - i più grandi, quelli che avevano all'incirca 13 14 anni, dissero di no e le fecero anche qualche verso, mentre i suoi coetanei e quelli più piccini dissero un bel si in coro facendole tornare in parte il sorriso. 
 
- "C'era una volta una bambina molto bella ma allo stesso tempo molto sfortunata. Venne trovata sul ciglio della strada che era ancora una neonata da un bambino poco più grande di lei. I suoi genitori l'avevano abbandonata e così fu costretta a vivere in un orrendo orfanotrofio. Ogni giorno che passava quella bambina diventava sempre più bella e contemporaneamente sempre più triste. Si sentiva sola e spesse volte, piangendo nel suo lettino, si poneva la classica domanda"come mai i miei genitori hanno deciso di abbandonarmi?". Soffriva... soffriva terribilmente ma i tutori dell'istituto non fecero nulla per donarle un sorriso, anzi... non la consideravano affatto; quando raramente lo facevano era solo per rimproverarla o trattarla male. Questo comportamento così bruto portò la bambina a sentirsi sempre più sola e a diventare ribelle e scontrosa con tutti, era solo una difesa la sua ma nessuno sembrò capirlo e iniziarono ad etichettarla come la bambina teppista che per il suo carattere non avrebbe mai trovato una famiglia. Restò in quell'istituto per circa dieci anni, ogni tanto veniva accettata in qualche casa famiglia ma dopo pochi mesi veniva sempre riportata li perché troppo disobbediente. Un bel giorno però, non potendone più di quella vita, decise di scappare. Era ancora troppo piccola per vivere in strada e dopo svariate notti passate al freddo e al gelo si lasciò convincere da un suo "amico" ad andare dai servizi sociali che prontamente le trovarono una nuova sistemazione. Anche quest'ultima però fu molto deludente e anche questa volta la bambina, ormai crescita, scappò via."
 
- E poi??? Che cosa è successo? - chiese una bambina con curiosità. La storia sembra starle molto a cuore.
 
- " Conobbe un ragazzo e si innamorò perdutamente di lui. Era il suo primo amore e per la prima volta nella sua vita si sentì veramente amata. Tutto sembrava aver trovato il giusto posto ma aimè anche quella felicità non durò a lungo. Il ragazzo riuscì a metterla nei guai e a farla andare in prigione dove, pochi mesi dopo, fece nascere il loro bambino. Quel piccolino poteva essere il suo vero nuovo inizio, l'inizio di una nuova vita, una vita felice... e invece? Ebbe paura. Era cresciuta senza mamma e senza papà, nessuno aveva mai sostituito quelle importanti figure, non sapeva cosa volesse dire essere amata da un genitore e così, per paura di non essere all'altezza fece il loro stesso errore: diede via il bambino. Passarono dieci anni, la ragazza era ormai uscita di prigione, si era trovata un lavoro e stava vivendo la sua vita. Senza nessun preavviso suo figlio si presentò alla sua porta e dopo svariati tentativi riuscì ad instaurare un saldo legame con lei. La fortuna, anche se lei ancora non lo sapeva, iniziava a girare. Deve tutto a quel bambino, grazie a lui riuscì anche a conoscere i suoi genitori biologici. Erano stati costretti ad abbandonarla per via di una persona malvagia che voleva farle del male."
 
- È stata fortunata! Beata lei... - continuò quella ragazzina con le lacrime agli occhi.
 
- Molto fortunata direi. - rispose mia figlia per poi continuare - "con il passare del tempo incontrò anche l'amore della sua vita con il quale ebbe altri tre figli. Ho deciso di raccontarvi questa storia perché vorrei farvi capire che la speranza è una cosa fondamentale nella vita di tutti noi e non bisogna mai perderla. Anche il periodo più brutto può trasformarsi in qualcosa di bello se non la si perde. La mia mamma ne è l'esempio vivente. La protagonista della storia è proprio lei e anche se non vuole che si dica io lo dirò lo stesso: il suo nome è Emma Swan!" - disse quell'ultima frase guardando negli occhi la rettrice la quale rimase a bocca aperta nel sentire pronunciare il mio nome. Rimase a fissarmi per qualche secondo dopodiché esordì con un:
- ecco perché quella bambina ti somiglia così tanto! Emma!!!! Da quanto tempo tesoro, sono felice di ricederti! - cosa cosa cosa? Stava davvero parlando con me con quei toni così amichevoli? Tze...
- Purtroppo non posso dire la stessa cosa, ma qualcosa tengo a precisarla. Questo posto non è cambiato di una virgola, era un tugurio ai tempi e lo è adesso. Vi mando assegni ogni sei mesi nella speranza che qualcosa migliori e invece? Niente! Non ho parole. Questi bambini non meritano di vivere in queste condizioni... non meritano di vivere come ho vissuto io. Dovrebbero essere affidati a persone competenti che si prendano sul serio cura di loro, non di certo a te! 
- Ma come ti permetti di.... - come era solita fare provò ad inveirmi contro ma non aveva fatto i conti con una cosa: ero cresciuta e avevo imparato a tenerla al suo posto. 
- Mi permetto eccome invece visto che sono stata vittima in prima persona di questo circuito mal funzionante. Non permetterò che questi bambini e ragazzi vivano nelle condizioni in cui sono vissuta io. Meritano di poter vivere la loro vita a pieno, senza sentirsi inferiori a nessuno, perché diciamocelo: non sono assolutamente inferiori. Ti do tre mesi di tempo per apportare migliorie sia a livello estetico che didattico. Allo scadere dei tre mesi se ancora sarà tutto invariato parlerò con le autorità di competenza e denuncerò il tutto. Sai cosa succede se ti arriva una denuncia vero? Chiuderesti all'istante. 
- La tua è solo una ripicca per come credi di essere stata trattata... eravamo severi con te perché eri ingestibile. Non ti abbiamo mai maltrattata. 
- Si può maltrattare una persona in vari modi, non solo fisicamente. Comunque Non cambio idea, ormai ho deciso! - presi un foglio e scrissi una nota - questo è l'importo che in tutti questi anni la mia cittadina, me compresa, ha versato per voi. Hai tre mesi per far sì che questa somma di denaro si trasformi in qualcosa di eccezionale. Andiamo Leila, è ora di andare. 
- Mamma aspetta e i regali? - giusto lo avevo completamente dimenticato. Distribuimmo gicottoli e indumenti a ciascun bambino e dopo che Chloe si fu raccomandata di tenerli nelle loro stanze da letto per abbellirle un po', uscimmo finalmente da quel postaccio. Andammo a prendere un gelato e visto la bella giornata decidemmo di fare una passeggiata nel centro città. 
- Allora tesoro, come è stata questa esperienza? 
- La verità mamma? Sono molto triste... da piccola non sei stata una bambina felice e questa è una cosa brutta! Non mi piace.
- Non pensare a questo ok? Come mi vedi adesso? Felice? - annuì - Conta solo questo! - le sorrisi.
- Chi è stata la persona cattiva che ha lanciato il sortilegio mamma? Io non voglio bene a quella persona, ti ha fatto del male! - Ci mancava solo questo adesso. Eravamo tutti d'accordo di tralasciate quel piccolo dettaglio alle bambine fin quando non fossero state grandi abbastanza per capire e quel momento non era ancora arrivato.
- Sei ancora piccolina tesoro, te lo dirò quando sarai più grande. Fidati di me, è meglio così!
- Vive a Storybrooke? Da grande si pentirà amaramente di averti fatto tutto questo. Tu sei la mia mamma e nessuno tocca la mia mamma! - ma quanto poteva essere dolce, voleva difendermi. 
- Vive a Storybrooke come tutti noi ma NO! non farai nulla quando sarai grande, dovrai sempre comportarti come una brava ragazza ok?
- Mah mamma non è giusto! Questa persona...
- Promettimelo!
Ci pensò su! - ok mamma! Lo prometto! -
Fortunatamente il caos della città la distrasse da quell'argomento per me fin troppo scomodo e nel giro di qualche minuto sembrò essersi dimenticata di tutta quella storia. Qualcosa di nuovo aveva suscitato il suo interesse.
- Mamma perchè quelle persone stanno buttando le monetine nella fontana? Non si buttano i soldi, ce lo dicono anche a scuola.
- non li stanno buttando, stanno esprimendo un desiderio amore. - le spiegai 
- Un desiderio? E si avverano sul serio? 
- Dipende tesoro, tuo fratello Henry ad esempio c'è riuscito a farlo avverare una volta, non era in questa fontana ma è lo stesso: se hai fede forse il desiderio si avvererà. Vuoi provare? 
- Siiiiiiiiii! 
- Ecco a te allora! - le porsi una monetina.
- Mamma esprimilo anche tu un desiderio ok? Ma non esprimere di avere un nuovo fratellino! 
- Tranquilla, penserò solamente a cose che non ti faranno star male. Pronta? Uno.... due.... tre. 
***
POV NARRATORE 
Prese la monetina dalle mani della sua mamma e senza pensarci due volte chiuse gli occhi ed espresse un desiderio lanciandola all'interno della fontana. Quando li riaprì si girò in direzione di Emma per vedere se anch'essa avesse compiuto il gesto ma non la trovò accanto a se. 
- Ma...mamma.... mamma! Mamma dove sei? - iniziò a guardarsi intorno, sempre più impaurita, nella speranza di vederla ma non ci riuscì. C'era troppa gente intorno a lei. Cercò di trattenere le lacrime ma la paura era tanta e nel giro di poco eccola scoppiare in un pianto disperato. Le persone vedendola sola e in lacrime provarono ad avvicinarsi per aiutarla ma lei non capì il gesto e ancora più spaventata prese a corre nella speranza di riuscire almeno a raggiungere il maggiolino giallo. Sua mamma non sarebbe mai andata via senza di lei quindi le sarebbe bastato attenderla vicino alla loro macchina. Prima o poi sarebbe di sicuro arrivata. Il centro della città non era distante dall'orfanotrofio in cui erano state poco prima e per la piccolina non fu affatto difficile raggiungere il posto. Oltrepassò il cancello impaziente di vedere il maggiolino ma purtroppo per lei le cose non andarono esattamente come si aspettava: della macchina neanche l'ombra. Pensieri e paure cominciarono a farsi spazio nella sua mente ma non ebbe il tempo di elaborarle che qualcuno da dietro l'acciuffò. Pensò fosse Emma che le aveva fatto un brutto scherzo ma poi girandosi prese atto che non era la sua mamma ma bensì una donna dallo sguardo severo. 
- Dove credevi di andare è? Ora iniziamo anche a scappare? Bene... molto bene signorina. Vieni con me!
- Lasciami! LASCIAMIIIIII! - gridò con quanta più forza avesse cercando contemporaneamente di divincolarsi, ma la donna che la trascinava per il braccio era di gran lunga più forte e non riuscì a liberarsi dalla sua presa. Le sue urla furono talmente forti da far accorrete all'ingresso principale altre persone a lei sconosciute. 
- Che succede qui! - esclamó una di loro
- Guardate chi ho beccato in cortile che tentava la fuga? La nostra teppistella numero uno. 
- Dove volevi andartene ragazzina? - Leila li guardava impaurita: cosa volevano quelle persone da lei? - Rispondimi o passerai la notte in isolamento. - la minacciò
- Volevo... volevo solo la mia mamma. - rispose timidamente - La stavo cercando, non riesco più a trovarla!
- Perché l'hai mai trovata? Nei tuoi sogni forse - scoppiarono tutti a ridere - smettila di dire fesserie e fila in camera tua. Tua madre non verrà mai a prenderti fattene una ragione! 
- Non conosci la mia mamma! Lei mi troverà sempre! - disse decisa cercando invano di non piangere ulteriormente. 
- Hai ragione, non la conosco ma di sicuro adesso capisco perché ti ha abbandonata. - a quella parola sonbalzò.
- A... abbandonata? - ripetè
- Che c'è hai battuto la testa per caso? Riportala in camera sua - ordinò alla donna che l'aveva trovata. 
Venne portata al piano di sopra all'interno di una delle camerate visitate quella mattina. Rimase in quella stanza da sola per molto tempo, si guardò intorno dopodiché non vedendo vie di fuga fece l'unica cosa che le venne in mente: andò a sdraiarsi a pancia in giù sul lettino che anni prima aveva ospitato la sua mamma e con il dito tracciò le lettere sul muro che componevano quel nome. Non poteva credere che se ne fosse andata senza di lei. Perché lo avrebbe fatto? Non riusciva a elaborare nulla per spiegare tale gesto, era sotto Schok, ma ben presto qualcuno riuscì a distrarla.
- Quello è il mio letto! - disse la voce di una bambina, molto probabilmente la nuova proprietaria di quel posto letto. 
- Si scusa, scendo subito! - rispose senza guardarla, non voleva la vedesse piangere... si vergognava.
- Sei nuova? Stai piangendo? - non rispose - io so come ti puoi sentire, ci possiamo aiutare a vicenda se vuoi. - quelle parole le fecero piacere, non si sentì più sola come poco prima e mostrando un tenero sorriso guardò negli occhi quella bambina. Il sorriso scomparse immediatamente lasciando spazio allo stupore. Entrambe le bambine si fissavano l'un l'altra non riuscendo a capire il senso di quello che improvvisamente si trovarono davanti: erano identiche. Si scrutarono per un po' senza parlare poi Leila ruppe il silenzio. Aveva visto i suoi genitori combattere contro mostri di ogni tipo, non si sarebbe di certo messa in allarme per una bambina uguale a lei. 
- Tu sei me? Da quale mondo vieni? Presente o passato? Come fai ad essere qui? - domandò come se fosse la domanda più semplice di questo mondo.
- Cosa? Da che mondo vengo? Ma cosa dici... Sarò anche uguale a te ma non sono di certo un alieno! - rispose scontrosa - e per rispondere alla tua domanda, io ci vivo qui! 
- Ti chiami Leila per caso? 
- Non mi chiamo Leila e non ho intenzione di dirti il mio nome finché non saprò chi sei!
- Deve essere stata la magia! Deve essere successo qualcosa. - constatò la bambina.
- Magia? Dici sul serio? Di un po': non crederai ancora che la magia esista vero? Quanti anni hai, nove?
- Otto! E si, credo nella magia!
- Non esiste lasciatelo dire... se esistesse io non sarei rinchiusa qui dentro da anni e non lo saresti neanche tu. 
- Io non vivo qui è mai ci vivrò. Vivo con mamma e papà! Ma... ma non hai ascoltato la mia storia prima? 
- Prima quando? Comunque no, non ho ascoltato nulla, ero in punizione... come sempre - scrollò le spalle.
- Mi dispiace.
- Ci sono abituata... allora. Dici di vivere con i tuoi: dove sono adesso? 
- Papá a casa.... mamma.... mamma..... io non lo sooooo - e fu così che riprese a piangere. - mi sono persa e... e quella tizia al piano di sotto mi... mi ha portata qui sgridandomi come se mi conoscesse. Io non so chi sia peróóóó
- Ti ha di sicuro scambiata per me. - rispose con fate ovvio - Quindi la tua mamma è da queste parti?
- S... si, ne sono sicura;non mi abbandonerebbe mai... lei è stata abbandonata da piccola e non mi farebbe mai vivere tutto quello che ha vissuto lei. Ho chiuso gli occhi un solo attimo e lei è sparita. 
- Ti aiuterò a trovarla ok? Però smettila di piangere! - disse senza ulteriori convenevoli. 
- Davvero? Tu... tu mi aiuterai? 
- Si! Non saremo gemelle, visto che sei più piccola, ma siamo due gocce d'acqua! È evidente il grado di parentela. Se ti aiuterò a ritrovarla potrò finalmente conoscerla.
- Pensi... pensi che la mia mamma sia anche la tua? - annuì - Pensi che io e te siamo sorelle? Io non credo che mamma me lo avrebbe nascosto.
- I grandi dicono bugie in continuazione e poi guardami: tu mi somigli! Allora... vogliamo andare a trovare la nostra mamma? - non era ancora convinta che quella fosse la verità ma una cosa era certa: chiunque fosse la bambina che aveva davanti di sicuro l'avrebbe aiutata a ritrovare Emma e questo le bastò per stringere il patto. 
- Va bene! Ma devo sapere il tuo nome prima, come ti chiamo altrimenti?
- Dimmi prima il tuo. 
- Mi chiamo Leila Jones. 
- Jones? Bel cognome... potrebbe essere il mio quindi.... - constatò per poi rattristarsi - Io invece al momento ancora non c'è l'ho un cognome... o meglio ne ho uno ma me lo sono inventato.
- Come ti chiami quindi? 
- Mi chiamo Emma... Emma Swan!
- Co... come scusaaaaa???? - da lì fu un attimo, ricordò il desiderio espresso poco prima alla fontana e capì tutto. Le sarebbe piaciuto vedere sua mamma da giovane e come spesso capita nella loro famiglia ogni desiderio diventa realtà.
- Tu sei la mia...
- LEILAAAAAAAAAAAAA! - una voce interruppe le sue bambine facendo entrare in stanza una donna alla piccola molto familiare 
- Mamma!
 
POV EMMA
Chiusi gli occhi per un secondo ma quel secondo bastò per stravolgere la mia giornata. Mi ritrovai accerchiata da molte persone, tutte con lo sguardo preoccupato. mi guardai intorno disorientata, non capendo cosa fosse successo, poi finalmente qualcuno mi raccontò di avermi trovata li...svenuta. Anche se era molto strano, in quanto non ricordavo di aver avuto nessun malessere, non diedi molto peso alla cosa e feci l’unica cosa sensata, cercai con lo sguardo Leila che poverina doveva essersi di sicuro spaventata. scrutai ogni singolo individuo al mio fianco ma di lei neanche l’ombra. 
- Leila... Leila amore... - iniziai sussurrando il suo nome, poi piano piano alzai sempre di più il tono della voce iniziando ad inpanicarmi seriamente... dove accidenti era mia figlia? 
- Ei, calma... sei appena svenuta - mi disse un uomo cercando di tenermi sdraiata.
- Lasciami! - mi liberai dalla sua presa mettendomi subito in piedi - mia figlia... dove è mia figlia? Avete visto una bambina? Bionda occhi azzurri... alta più o meno così - indicai con la mano. - Vi prego ditemi che l’avete vista. Qualcuno da dove si trovaaa????
- Si calmi signora, l’aiuteremo a trovarla. Venga con noi adesso, è sotto shock... - come non esserlo, avevo perso di vista mia figlia, una bambina di soli otto anni. Mi portarono in un bar lì vicino con l’intento di farmi bere dell’acqua per placare lo spavento ma non servì a nulla se non a farmi agitare ancora di più. Stavo perdendo tempo... dovevo mettermi alla ricerca di mia figlia immediatamente. 
Le ho sempre detto, fin da piccolina, di memorizzare il posto dove veniva ogni volta parcheggiata la nostra auto, non sostiamo mai troppo lontani dal luogo dove siamo diretti, e di recarsi lì nel caso remoto in cui si sarebbe persa. Glielo insegnai solo per precauzione, non credevo che nella vita sarebbe potuto mai accadere una cosa del genere... eppure così è stato. Stavo per uscire dal bar per recarmi al mio maggiolino quando i miei occhi si posarono su una catasta di giornali. Ne presi uno tra le mani non convinta di aver letto correttamente ma ben presto mi resi conto che avevo visto bene... la data incisa sul giornale, che dovrebbe essere quella odierna, riportava una data di ben 20 anni prima. Non capii cosa stesse succedendo, poi mi venne in mente che poco prima eravamo davanti la fontana ad esprimere un desiderio. Perché non ci avevo pensato prima! Era di sicuro il desiderio di mia figlia la causa per cui eravamo state catapultate li. Eravamo? Non ero ancora sicura che lei fosse qui, ma se da una parte speravo che non fosse così, che fosse nel nostro tempo, dall’altra sperai vivamente che fosse li con me. Così almeno non sarebbe stata da sola in una città sconosciuta. D’istinto mi recai comunque nel parcheggio dell’orfanotrofio e quando non trovai il mio maggiolino confermai la mia ipotesi. Avevamo viaggiato nel tempo... di nuovo. Cercai di elaborare velocemente un piano per poter capire da dove potessi iniziare ad effettuare le ricerche quando sentii due donne, a me molto familiari, parlucchiare tra di loro.
- Sarà difficile che qualcuno prendi con se un bambina terribile come Swan, ma se mai succederà io proclamerò una festa nazionale! Odio quella ragazzina.
- Ma l’hai sentita poco fa? Faceva finta di non conoscerci e che addirittura era con la sua mamma ma si è persa... - scoppiarono a ridere malignamente. Avrei voluto prendere a calci nel sedere tanta era la rabbia che mi portavo dentro per quello passato in quegli anni com quelle due, ma ora non aveva importanza: la bambina con cui avevano parlato non ero di sicuro io da piccola e sapendo della somiglianza con la mia Leila feci due più due e capii che era lei la bambina di cui stavano parlando. Presi un respiro profondo e senza pensarci molto affrontai le due donne.
- Buongiorno possiamo aiutarla? - mi disse una di loro, più precisamente la mia ex tutrice ovvero la futura rettrice di quel tugurio.
- Si, sono qui per un’ispirazione! Sono uno sceriffo - mostrai loro il distintivo. - mi sono giunte delle chiamate e vorrei personalmente controllare la veridicità di esse.
- La rettrice in questo momento non è qui, non credo ci siano problemi ma la chiamo per sicurezza per informarla. - annuì in tutta tranquillità, se non mi avessero dato il permesso di entrare, tramite il mio cellulare, avrei creato un falso mandato. Fortunatamente non dovetti arrivare a tanto perché mi lasciarono agire indisturbata. Entrai all’interno di quel collegio e il panico iniziò ad impossessarsi di me. È vero, c’ero stata già la mattina ma la cosa ora era del tutto differente. Quello di questa mattina era il mio presente... questo era il mio passato e per quanto possa essere cresciuta quel periodo e quel dolore non credo che mai lo dimenticherò. Mi aggirai del tutto indisturbata per l’edificio cercando di scorrere mia figlia da qualche parte ma la ricerca fu molto lunga. Al piano di sotto non c’era quindi salii le scale e provai nelle camerate. Non feci neanche in tempo ad avvicinarmi alla stanza che un tempo era la mia che in lontananza sentii la sua voce “io non vivo qui... vivo con mamma e papà”. Non pensai alle conseguenze, non pensai a nulla e corsi a tutta velocità nella stanza pronunciando a gran voce il suo nome!
- LEILAAAAAAAAAA! - mi resi conto solo in un secondo momento che non era da sola. Vi era un’altra bambina con lei... una bambina a cui sentivo il bisogno di dare molte spiegazioni, una bambina che avevo sperato con tutto il cuore di non rivedere mai più. Sembrava uno scherzo della natura, mia figlia e quella bambina erano identiche se non per il piccolo dettaglio degli occhi eppure io sapevo bene che non erano la stessa persona... l’altra bambina non era altro che me stessa da piccolina. 
- Mamma.... - disse mia figlia rimanendo imbambolata al suo posto posando il suo sguardo prima su di me e poi sulla me bambina. - lei.... lei è.... mamma quella sei....
- Amore mio shhhh è tutto ok! Si... hai indovinato. - corsi ad abbracciarla - Ti sei spaventata? - annuì 
- Ho avuto paura, ma sapevo che non mi avresti lasciata qui! - una lacrima le uscì incontrollata dai suoi meravigliosi occhi.
- Mai tesoro mio! Mai! - le dissi continuando a tenerla stretta a me.
- Tu... tu sei sua mamma? - fu la piccola Emma a rivolgermi quella domanda e il mio cuore al solo sentirla parlare di spezzò! Avevo appena compiuto un gesto imperdonabile ai suoi occhi; avevo abbracciato mia figlia davanti a lei... ancora una volta qualcuno le aveva sputato in faccia quella felicità e quel qualcuno ero stata proprio io. 
- Io.... - non sapevo cosa risponderle, ero come bloccata, fissavo i suoi occhi...i miei occhi e fu come una pugnalata in pieno petto. Troppo dolore comunicavano quegli occhi per una bambina di solo nove o dieci anni. 
- Si, lei è la mia mamma! - rispose Leila che venne zittita da un’altra domanda rivolta a me. 
- Perché siamo uguali? - come spiegarglielo senza mandarla nel panico?
- È difficile da spiegare... ecco vedi... - oddio, cosa avrei dovuto dirle? Mentirle era fuori questione, non lo meritava, ma anche dire la verità lo era... chi mai mi avrebbe creduto? 
- Mamma lei pensava che fossimo sorelle perché noi due... 
- Perché vi somigliate molto. - finii la sua frase.
- Esatto, siamo uguali mamma! Io non capivo all’inizio perché ma poi... - smise di guardarmi e si voltò verso l’altra me. - Poi mi hai detto come ti chiami e io ho capito tutto. Non sei mia sorella, sei mia...
- Leila non farlo ti prego.
- Sei la mia mamma - ecco come non detto! 
- Sono tua mamma.... - ripetè senza dare minimo peso alla cosa.
- Si è proprio così! La magia... è stata la magia. Te l’ho detto che esiste. Tu sei lei - mi indicò. 
- Certo che ne hai di problemi ragazzina. - le disse non credendo ad una sola parola. Come biasimarla.
- Mamma diglielo anche tu che è vero! - piagnucolò 
- Amore lo sai anche tu quanto ho impiegato ad accettare questa cosa, pensi che per lei sia diverso? 
- Prova mamma! Falle capire che sei davvero lei. - come potevo dire di no a quegli occhioni? Presi un respiro profondo e facendomi coraggio mi andai a sedere sul mio ex letto dove adesso vi era seduta anche la mia mini me. 
- Quanti anni mi hai detto che hai?
- Non te l’ho detto! Comunque nove. - rispose atteggiandosi da grande 
- Se io ti dicessi che so che è dallo scorso anno che stai progettando un piano di fuga? - a quelle parole ebbi la sua più completa e totale attenzione - Finisci molto spesso nei guai per via dei tuoi comportamenti poco consoni alle regole di questo istituto, ma molte volta lo fai apposta a comportarti male cosicché ti mandino nella stanza dell’isolamento che è quella in cui stai attuando il piano. 
- Tu... tu come lo sai? Non l’ho mai detto a nessuno! 
- Come ti ha spiegato Leila... io sono te. Senti lo so che è impossibile da capire e da credere, ma per quanto possa sembrare una povera pazza Leila sta dicendo la verità.
- Tu sei pazza quanto lei! Forse i tutori mi hanno scoperta e ora ti hanno mandato per farmi confessare. 
- Loro non sanno nulla e non scopriranno mai nulla te lo posso garantire. Riuscirai nel tuo intento con grande successo. - le sorrisi. 
- Lo so, sono un genio io! - risi nel “sentirmi” parlare così. A quei tempi non avevo ancora perso tutta la mia autostima, un piccolo fuoco dentro di me c’era ancora. - Se è vero quello che dite e che la magia esiste perché non me lo dimostrate? 
- Si mamma fagli vedere! - ci mancava solo mia figlia ad assecondarla. 
- Cosa vuoi che faccia Emma? - domandai 
- Conosci anche il mio nome? - inclinò la testa guardandomi. 
- Ti svelo un segreto... mi chiamo come te. - sorrisi - Allora, cosa vuoi che ti mostri?
- Non lo so... ah si ci sono! Sposta un oggetto! Quel libro ad esempio! - Sapevo bene che non avrebbe funzionato ed ad essere sinceri neanche avrei voluto provare. In ogni viaggio nel passato o nel futuro che ho fatto, non ho mai avuto accesso alla mia magia, cosa c’era di diverso questa volta? Sicuramente avrei dato alla ragazzina davanti a me la conferma di essere una pazza, ma come potevo d’altro canto dire di no a mia figlia la quale credeva in me in modo smisurato? Chiusi gli occhi, Presi un profondo respiro per concentrarmi e feci tutto il necessario per far apparire il libro tra le mie mani. Incredibile ma vero, con mio gran stupore il libro si materializzò tra le mie mani con una velocità inaudita. 
- Hai visto? - disse Leila alla piccola Emma la quale fissava imbambolata l’oggetto tra le mie mani. - Posso farlo anche io sai? - le disse facendo comparire una bambola tra le sue manine e consegnandogliela. - Mi credi adesso?
- Sto... sto sognando? La... la magia esiste? Sul serio? - disse ancora molto incredula.
- La magia esiste e la si può vedere solo se ci si crede veramente. Sembri una tipetta tosta che non crede più a nulla ma sotto sotto speri ancora che qualcosa di magico esista nel mondo.
- Fallo di nuovo! Per favore. - chiese gentilmente. Ripetei quel gesto un paio di volte poi mi bloccò facendomi un’altra domanda. - Se la magia esiste allora è vero... tu sei me? - annuii - Quindi sarò bella come te da grande? - non mi definivo assolutamente bella ma non potevo dirlo di certo ad una ragazzina. 
- Diventarai esattamente come me. 
- E la tua vita è bella? - rieccola intristirsi - no perché la mia fa schifo. 
- So com’è la tua vita e so come ti senti, per anni mi sono sentita così: una bambina sola al mondo. Posso assicurarti che le cose da grande cambieranno in meglio e avrai finalmente la vita che hai sempre desiderato. Dovrai superare molti ostacoli ma saranno quelli che ti renderanno quella che sono io adesso. Non avere paura di nulla, sei speciale... tu puoi superare tutto. - stava per pormi un’altra domanda ma dal suo sguardo la capii al volo e mi limitai a risponderle senza neanche lasciarla finire. - Si! Troverai la tua mamma e il tuo papà e tornerai a vivere con loro. - Quando Henry lo disse a me scoppiai a ridere e non gli credetti mentre lei al contrario mi credette subito. Certo avevo tralasciato la parte di Biancaneve e il principe azzurro ma dopo averle mostrato la magia credo avrebbe creduto anche a quello. Vederla sorridere mi fece star bene, se lo meritava dopotutto e così mi venne in mente di fare una piccola sciocchezza. - Basta chiacchiere adesso signorine! Che mi dite, vi va di evadere per un pomeriggio da questo posto e andare a giocare al parco? 
- Si mammaaaaa! Emma dai vieni anche tu! Ci divertiremo! - le disse entusiasta.
- Io... io non sono mai stata al parco!
- Maggior ragione per venire con noi non trovi? - dissi io allungando la mia mano verso di lei - Avanti, che stai aspettando? Tanto lo sappiamo entrambe che non verranno a controllarti fin quando non sarà ora di cena. - con quelle parole le diedi ulteriore conferma della mia vera identità. Mi afferrò la mano e insieme ci teletrasportammo dietro l’edificio dove nessuno avrebbe potuto vederci. Facemmo molta attenzione a non essere scoperte e arrivammo finalmente al parco. Io rimasi seduta su una panchina ad osservarle mentre loro due si scatenarono come non mai. Mia figlia era entusiasta, come sempre del resto, la mia mini me invece inizialmente fu un po’ timida e impaurita ma poi si lasciò andare trascorrendo così il miglior pomeriggio della sua vita.
- Vuoi essere la mia migliore amica? - le disse Leila improvvisamente, mentre le portai a fare merenda, sorridendo e allungandole la manina per siggillare il patto.
- Nessuno vuole mai essere mia amica. - rispose lei abbassando la testa. 
- Io voglio esserlo! Allora?Ti va? Amiche per sempre?
- Certo che mi va! Amiche per sempre. - continuarono a ridere, scherzare e giocare dopodiché fui costretta a riportarla in stanza prima che la venissero a chiamare per la cena. Non volevo lasciarla lì da sola, quindi mi inventai un’ulteriore scusa: comunicai alle tutrici che sarei rimasta anche la notte per controllare alcuni registri. La storia dei registri naturalmente era una balla, in realtà volevo solamente passare la notte con la mia mini me, volevo regalarle un giorno memorabile prima di tornare a casa. Viaggiavo sempre con una pozione in grado di creare portali nella borsa, non sarebbe stato quindi un problema riuscire a tornare l’indomani. Aspettai che la bambina facesse il suo rientro in stanza e dopo che le sue compagne di stanza si furono addormentate io e Leila, alla quale avevo detto di nascondersi per non farsi vedere, tornammo da lei.
- Siete ancora qui! - sorrise felice.
- Certo, non puoi certo dormire senza una favola della buonanotte. - le disse Leila.
- Favola? In nove anni non me ne hanno mai raccontata una. - Leila spalancò l bocca stupita da tale rivelazione. Per lei era una tradizione ormai, non poteva credere che alcuni bambini non avevano mai avuto questo privilegio.
- Ma comeee! Mamma, dobbiamo rimediare allora. 
- Certo che sì! Forza, tutte e due sotto le coperte signorine, sto per raccontarvi una storia sensazionale. - naturalmente giocai il mio cavallo di battaglia, ovvero la storia tra me e uncino e come immaginavo funzionò alla grande: la baby Emma era super concentrata ad ascoltare ogni singola parola mentre mia figlia... beh lei si era già addormentata da un pezzo.
- Wow! È molto bella questa storia! Mi piacerebbe trovare una persona così da grande. Mi piacerebbe essere amata così incondizionatamente.
- Ti svelo un segreto. La protagonista della storia sono io... quindi lo sarai anche tu tra qualche anno, mentre il pirata buono sarà il tuo futuro marito. - le si illuminarono gli occhi per l’ennesima volta. - Ora è tardi però, devi dormire.
- Staremo anche domani insieme non è vero? Io non voglio che vai via. - mi spiazzarono quelle parole, non era di certo da me aprirmi così. - Nessuno mi ha mai trattato così bene... non voglio che questo finisca. 
- Emma tesoro...
- Ti prego portatemi con voi! Adottami e portami nel tuo tempo. Giuro che non ti creerò problemi.
- Emmai io...
- Ti pregoooooo! Per favore... non lasciarmi qui! Mi trattano male, non ci voglio stare in questo posto. - mi si apezzò il cuore in mille pezzi... capivo esattamente quello che stava passando e sentirla implorarmi in quel modo mi devastò. Sapevo di non poterla portare con me e sapevo che avrebbe anche dovuto dimenticarci. Volevo farle vivere gli ultimi attimi di felicità senza brutti pensieri. 
- Emma è tardi devi dormire sul serio. Resterò qui con te tutta la notte. Domani mattina se vorrai ancora parlarne ne parleremo ok? 
- Non mi lasci dormire da sola vero? Io ho gli incubi la notte.
- Lo so bene... comunque no, non dormirai da sola, resterò tutta la notte con te. Promesso. - le baciai una guancia e la sistemai meglio sotto le Coperte - ora dormi....buonanotte.
- Buonanotte Emma, grazie per avermi regalato la giornata migliore di sempre. Ti voglio bene e voglio bene alla mia nuova migliore amica. 
Aspettai che si addormentasse dopodiché mi lasciai sopraffare dalle emozioni e piansi. Non avevo mai detto ti voglio bene a qualcuno... e sapere di aver, anche solo per un secondo, portato quella piccola a provare quel sentimento, mi fece essere orgogliosa di me. Lavorai tutta la notte, non lasciamole mai sole, ad uno scaccia sogni e non appena le prime luci dell’alba filtrarono dalla finestra feci l’unica cosa giusta da fare: le cancellai i ricordi delle ultime 24h catturandoli all’interno di quell’oggetto dopodiché presi in braccio Leila ancora dormiente e teletrasportamdoci raggiungemmo il retro dell’orfanotrofio dove aprii il portale per tornare a Boston. Come al solito il tempo lì si era congelato e riprese a scorrere con il nostro arrivo. Con Leila ancora addormentata tra le mie braccia raggiunsi il maggiolino e ci recammo verso casa.
Cosa dire... la giornata speciale di Leila ha avuto i suoi frutti. Non solo per lei ma anche per me... sopratutto per me. Rivedere quei posti e rivedere me da bambina mi diede ulteriore conferma di quanto io sia stata fortunata negli ultimi anni. Avere qualcuno da amare e che ti ami incondizionatamente non sempre è facile da trovare, la mia versione bambina ne è la prova vivente ed è proprio grazie a lei e a questo tuffo nel passato che non ho più paura di cosa mi riservi il futuro. Non ho più paura di avere un altro figlio, se è questo che il destino ha in serbo per me, sarò più che felice di accettarlo. Ho sbagliato ad avere paura ed in parte mi sento come se avessi trattato questa ipotetica piccola creaturina come hanno
trattato me da piccola. Lo prometto, questo non accadrà mai; se un nuovo bambino arriverà all’interno della nostra famiglia sarà amato incondizionatamente come tutti i suoi fratelli. Leila è stata la chiave di tutta questa fase di accettazione e come se non bastasse ad oggi posso dire con assoluta certezza che anche se solo per 24h , grazie a lei, nella mia infanzia ho avuto anche io la possibilità di avere una vera migliore amica. Ho conservato lo scaccia sogni come ricordo... il piccolo ricordo di un momento d’infanzia felice. 
 
Note dell’autore: eccoci qui! Ho impiegato qualche giorno in più del solito ma alla fine ce l’ho fatta! Ho vinto la mia battaglia con il blocco dello scrittore! Cosa dire: abbiamo parlato un po’ degli ulteriori progressi della piccola Chloe, della possibile gravidanza della nostra Emma e non per ultimo il pomeriggio speciale di Leila! Vi è piaciuto questo salto nel passato? Spero vivamente di sì. Non è uno dei capitoli meglio riusciti ma ho in serbo numerose novità che di sicuro vi lasceranno a bocca aperta. Se non cambio idea nuovamente il prossimo capitolo sarà dedicato a quel famoso capitolo del futuro di cui vi misi l’anteprima tempo fa. Volevo trattare anche di San Valentino ma ormai febbraio è passato! Chissà, magari un capitolo lo scriverò ugualmente. Un bacio grande e un grazie a tutti voi che seguite. 💋💋💋💋

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Capitolo 67
*** Ribellione in corso (parte1) ***




POV CHLOE
A causa del piccolo problemino di salute, avuto grazie alla magia che lega il mio cuore a quello di mia sorella, fui costretta a restarmene a casa, in convalescenza, per ben tre settimane. Non avevo il permesso di fare nulla: uscire, vedere i miei amici, andare a scuola... niente! Tutto mi era vietato. Furono le tre settimane più lunghe della mia vita e se non fosse stato per le chiamate di mia sorella, del mio amoruccio e per tutti quei manicaretti che zia Regina ogni giorno si ostinava a prepararmi, molto probabilmente non ne sarei uscita viva. Non ne potevo più... ero talmente stufa di quella prigionia che non appena il medico mi considerò guarita a tutti gli effetti e mi disse che potevo rientrare a scuola esultai dalla gioia. Non che amassi la scuola, andavo bene si è vero ma non l'amavo di certo. L'unico motivo per cui ero felicissima di tornarci, oltre al fatto di non essere più costretta in casa, era che finalmente avrei rivisto il mio Erik... il mio principe azzurro. Quella mattina mi misi in tiro come non mai e senza farmi vedere da papà, che molto probabilmente non mi avrebbe mai dato il consenso di uscire truccata in quel modo, presi l'autobus e andai a scuola. Vidi Erik in lontanaza che parlava con i suoi amici del corso di football, lo salutai con un gesto della mano e lui di risposta non appena mi vide li lascio chiacchierare da soli e mi corse in contro per poi darmi un bacio degno di chiamarsi tale. Non ci vedevamo da più di un mese ormai e mi era mancato terribilmente. Senza aggiungere altro ci appartammo dietro i locali della scuola, dove vi erano già altre coppiette e continuammo li il nostro bacio di bentornato. Poco dopo la campanella purtroppo ci costrinse a mettere fine quel bel momento di romanticismo e ci avvisò che era tempo di entrare in classe. Fu un giorno diverso dai soliti, i professori e i miei compagni mi accolsero con una bella festa a sorpresa e di conseguenza le ore di lezione furono ridotte di molto.
- Signorina Jones - esclamó il coordinatore prima di lasciarci festeggiare - In questo mese siamo dovuti necessariamente andare avanti con il programma, conto sulle sue notevoli doti da brava studentessa e spero che lei riesca in questa settimana a mettersi a pari passo con gli altri. Non verrà interrogata in questa settimana così come non verrà interrogato il compagno o la compagna che lei deciderà di avere al suo fianco come tutor. Si è vero, lei è la migliore della classe ma forse qualche suo compagno potrebbe aiutarla ugualmente.- inutile dire che a quella proposta tutti i miei compagni si proposero di aiutarmi ma io avevo già in mente la persona perfetta per questo compito. Indubbiante era lui, senza ombra di dubbio avrei scelto lui... il mio Erik. Non era una cima a livello scolastico, ne ero consapevole, ma a me poco interessava; non avevo bisogno di qualcuno che mi ripetesse le lezioni, potevo benissimo studiare a casa da sola. Lo scelsi solamente perché così avrei avuto la scusa di poterlo vedere al di fuori della scuola senza suscitare troppi grattacapi ai miei genitori e senza inventate infinita di bugie pur di poterlo vedere. Papà non ha mai visto Erik di buon occhio, non sospetta ancora nulla di noi ma non gli piace lo stesso, mette già le mani avanti perché vede in lui un possibile pericolo. Mamma al contrario un piccolo dubbio la sfiora, sopratutto da quando ci beccò a baciarci la sera del mio compleanno. Penso di essere riuscita a depistarla per benino in questo periodo ma è meglio essere molto cauti con lei... mai sottovalutate mamma Emma.
- Lo sai che non ho aperto libro in questi giorni vero? - mi disse Erik a mensa risquotendomi dai miei pensieri.
- Certo che lo so, mi preoccuperei se lo facessi. - Risi e gli diedi un veloce bacio a stampo - L'importante è che tu abbia segnato gli argomenti da studiare come ti avevo chiesto, al resto penserò io.
- E perché allora mi hai scelto come tutor?
- Davvero non ci arrivi? Vuoi mettere il doverci vedere di nascosto con invece la possibilità di uscire alla luce del giorno senza che nessuno sospetti nulla?
- È un modo carino per dirmi che ti sono mancato e non vedi l'ora di passare del tempo con me? - ammiccò conoscendo già la risposta.
- Può darsi... - sorrisi
- Astuta la ragazza! Se la metti su questo piano allora... beh, non vedo il motivo per rifiutate l'offerta.
Purtroppo però la realtà dei fatti fu ben diversa da quella che mi aspettavo. Dovetti sul serio mettermi a studiare e non solo la sera quando tornavo a casa, come avevo programmato,ma anche quando ero in compagnia del mio lui. Ero indietro di molti capitoli su ogni singola materia e questo non mi permise di vivermi a pieno il mio fidanzato che poverino, pur di tenermi compagnia, fu costretto ad aprire i libri anche lui.
- Questa è una vera prova d'amore tesoro! Apprezza quello che sto facendo per te! Sono quattro giorni che sono chiuso in biblioteca a studiare, io pensavo che ci saremmo divertiti un po'! - mi fece l'occhiolino. Aveva pienamente ragione.
- Anche io avevo altri piani per la testa, ma se non voglio un brutto voto devo necessariamente concentrarmi. Guarda il lato positivo però: facendomi compagnia come ricompensa molto probabilmente avrai anche tu un buon voto.
- E che ricompensa ridicola è mai questa! Non mi basta di certo... - sapevo già a cosa stava alludendo. - Vedi di trovarne una ricompensa più soddisfacente amore.
- Mmmh fammi pensare.... e se ti dicessi che domani ho casa libera dalle sette del mattino fino alle 17:00? Non abbiamo neanche lezione e di conseguenza possiamo studiare in casa piuttosto che venire qui in biblioteca... come la vedi?
- Studiare? In camera tua? Si, questa cosa mi intriga molto sai? Ma si studia a modo mio sia chiaro.
- Chissà perché lo immaginavo! - Risi. Non avremmo di certo studiato, gia lo sapevo, ma andava bene così. una giornata di pausa serviva a tutti. 
- Sicura che non ci siano i tuoi? Casa tua è un porto di mare da che ne ho memoria.
- Sicurissima! Mamma farà il doppio turno in stazione perché nonno David è impegnato con Zio Neal e papà si è offerto di darle una mano in mattinata... il pomeriggio andrà al porto. Avremo casa tutta per noi! - lo strinsi a me.
- E di tuo fratello che mi dici?
- Liam non è un problema. Domani è a casa di un suo amico e nel pomeriggio ha lezione di Karatè.
- Hai calcolato proprio tutto vedo... e bravo il mio amore! Così ti voglio. Non vedo l'ora che sia domani allora.
- Anche io! - suggellammo quell'appuntamento con un bacio dopodiché visto l'orario decidemmo di tornare ognuno nelle rispettive abitazioni. Ero super emozionata per la giornata che stava per attendermi, finalmente avrei passato un'intera giornata con Erik senza scuola e sopratutto senza studio. L'idea di studiare a casa era fuori questione, piuttosto avrei fatto nottata sia quella sera e quella seguente. Cominciai quindi a pensare a qualcosa di carino da fare: scelsi un paio di film, feci una lista su cosa poter mangiare per pranzo e una lunga serie di altre attività che speravo vivamente non sarebbero servite a nulla. In realtà puntavo sul fatto che Erik prendesse l'iniziativa per un incontro come si suol dire... "più ravvicinato". La prima e unica volta fu il giorno del mio compleanno e sinceramente sperai davvero che la cosa potesse ripetersi. Fantasticai per tutta la sera pensando a lui poi visto che ormai era tardi diedi la buonanotte alla mia famiglia e andai a dormire. Mi svegliai prestissimo il mattino seguente, non so dire con certezza il perché so solo che ero molto emozionata. Scesi a fare colazione insieme ai miei genitori i quali si meravigliarono di vedermi già sveglia in un giorno dove non c'era scuola.
- Wow... Chloe! Che c'è? Sei caduta dal letto questa mattina? - mi prese in giro mia madre vedendomi - Come mai già sveglia? Sono solo le sei e mezza!
- Avevo fame! - risposi scrollando le spalle come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo mettendomi a tavola con loro.
- Volevo lasciarti un bigliettino pensando dormissi ma visto che sei sveglia te lo dirò a voce: sei a pranzo dalla zia oggi! Come già sai saremo fuori per tutto il giorno.
- Mamma sono grande ormai, so badare benissimo a me stessa. Non c'è bisogno che vada dalla zia. - no no no... se lo potevano scordare. 
- Si è proposta lei a dire il vero e comunque preferirei non restassi da sola, non starei tranquilla. Siamo a Storybrooke, i periodi di pace vanno e vengono. Il pericolo è sempre dietro l'angolo lo sa. Per favore fammis stare tranquilla ok?
- E va bene, andrò dalla zia! - dissi sbuffando. La verità? Mi sarei di sicuro inventata una scusa con lei e non sarei andata, ma i miei non necessitavano di sapere. Stavo iniziando a dirgli troppe bugie forse? Purtroppo si, ma non riuscivo più a farne altrimenti. Avrei voluto parlare almeno con mamma di quello che ultimamente mi stava succedendo, abbiamo sempre avuto un ottimo legame io e lei e mi mi dispiace enormemente mentirle, ma ho paura della sua reazione e di conseguenza mi blocco e continuo a far finta di nulla.
- Chiamaci se hai bisogno di qualcosa ok? - si raccomandò mio padre prima di baciarmi una guancia e recarsi in macchina. Mamma lo seguì qualche minuto dopo. Finalmente avevo casa libera. Corsi a farmi una doccia e a prepararmi dopodiché mandai un messaggino ad Erik dicendogli che lo stavo aspettando con impazienza. Arrivò una ventina di minuti dopo con una bellissima rosa rossa e una colazione a base di brioche e cappuccino.
- Buongiorno amore mio! - esordì per poi baciarmi. - Dormito bene?
- Buongiorno a te! Eh... Insomma. Mi sono rigirata nel letto tutta la notte a dire la verità, non vedevo l'ora di vederti! Vieni dai, entra. - presi La rosa, la sistemai in un vaso dopodiché apparecchiai per la mia seconda colazione della giornata. - Il tuo zaino? - chiesi non vedendolo.
- Zaino? A cosa mi serve lo zaino? Non avevamo detto che avremmo studiato a modo mio? Non ci serve lo zaino! - rispose convinto e sicuro di se. - Mangia dai che sei ancora troppo magra.
Facemmo colazione nella maniera più tranquilla e romantica possibile dopodiché ci accomodammo sul divano in soggiorno a guardare uno dei film che avevo scelto e a coccolarci un po'. Cosa capii del film? Nulla. Passai più tempo a fissare le sue labbra e a sfiorare il suo corpo piuttosto che concentrarmi sulla tv. Era bellissimo... non potevo ancora credere che fosse sul serio il mio ragazzo.
- Non che me ne lamenti, ma rischi di farmi un foro in fronte se continui a fissarmi in questo modo! - mi disse prendendomi in giro. - Che c'è? C'è forse qualcosa che ti piace in particolar modo? - ammiccò
- Scemo!
- Che c'è non ti piace il film? In effetti hai ragione, lascia un po' a desiderare. Vogliamo fare altro? - propose.
- Mmm ok ... ma visto che abbiamo l'intera giornata a disposizione, ti andrebbe di impiegare un'oretta per ripassare qualcosina? Mi sentirei troppo in colpa se non aprissi neanche mezzo libro. - lo so sono una scema ma era la pura verità ci sarebbe stato tempo per fare altro, ripassare qualcosina non ci avrebbe fatto di certo male.
- Avrei altri programmi a dire il vero - mi guardò come se avessi detto chissà quale scemenza - Ma non vorrei mai che tu mi rovinassi i piani mettendo il broncio perché sei in ansia per la scuola; quindi ok piccola guastafeste, ammorbiamoci con qualche noiosissima materia.
Lo portai in camera mia per stare più comodi e seduti sul mio letto iniziammo a ripassare fisica e matematica. Quanto duro la mia concentrazione? Con lui che ogni tanto si avvicinava per baciarmi, abbracciarmi e farmi il solletico ben poco. Molto presto l'attenzione che avevamo... o meglio, che avevo per i libri andò a farsi benedire e ci ritrovammo senza neanche accorgercene ad amoreggiare uno sopra l'altro.
- Questo studio è decisamente migliore non trovi? - mi prese in giro lui tra un bacio e l'altro scendendo fino all'incavo del mio collo. Non risposi e lo lasciai fare, era una tortura davvero piacevole... la giaornata stava prendendo la piega che tanto desideravo. - Se preferisci però possiamo continuare a stud...
- Prova a fermarti e tornerai single seduta stante! - lo minacciai per poi riportarlo sulle mie labbra con poca delicatezza. Restammo in camera a coccolarci in maniera sempre più approfondita per un periodo indefinito di tempo, poi lui si bloccò nuovamente. Si alzò in piedi e guardandomi negli occhi mi disse:
- Sei sicura Chloe? Guarda che non dobbiamo per forza... io voglio solo passare una magnifica giornata con te, non devi sentirti costretta. - ma che accidenti stava blaterando... era forse impazzito?
- Ti sembro forse una che è stata costretta? Andiamo Erik ma che dici! Non è di certo la prima volta che ci spingiamo oltre. - gli feci notare anche se con una leggera punta di imbarazzo.
- Che centra... l'altra volta è successo così... istintivamente. Non abbiamo più avuto modo di parlarne. Non so se ti sei pentita, se ne hai un brutto ricordo, se hai pensato che forse è il caso di aspettare del tempo prima di ripetere la cosa. Per quel che mi riguarda io non me ne sono pentito affatto, ti amo da impazzire lo sai e ripeterei quel gesto all'infinito; solo che non voglio sbagliare... non con te almeno. Forse è ancora presto, in fondo hai solo 15 anni...
- Perché tu ne hai venti invece... - dissi sarcastica - Non vorrei sbagliare ma mi risulta che tu ne abbia tanti quanto me.
- Tu sei una donna però...
- E allora? Nelle montagne di Arendelle siete ancora così arretrati? - sbuffai - senti Erik la sera del mio compleanno è stata una delle più belle della mia vita. Mi piace il punto che ha raggiunto il nostro rapporto e sinceramente parlando, sarò anche un po' sfacciata forse, non aspettavo altro che quel momento si ripetesse. Non mi sono pentita di nulla e non voglio più aspettare. Avrò anche 15 anni ma non mi sento più una bambina. Provo dei sentimenti per te, dei sentimenti veri e il dovermi limitare ad abbracciarti e baciarti non mi basta più ormai. - lo vidi sorridere, i suoi occhi parlavano chiaro: era felice per quella risposta.
- Tu sei proprio sicura che non arrivino i tuoi vero? Sa... ci tengo alla vita e tuo padre mi fa un po' paura a dire la verità.
- Esagerato! Papà è l'uomo più buono che conosca. - sorrisi - comunque sono più che sicura che non torneranno prima di questo pomeriggio quindi..... - non mi fece neanche finire la frase che mi fu nuovamente sopra. Tornammo a baciarci e a vagare con le mani sui nostri rispettivi corpi forse in maniera più passionale di prima poi di punto in bianco ebbi un'idea geniale. Con un resto della mano teletrasportai entrambi in un'altra stanza lasciandolo interdetto.
- Che hai... perché mi hai teletrasportato ..... ma questa è..... perché hai...
- Riesci a finirla una frase di senso compiuto amore o devo trovare un traduttore simultaneo? - lo presi in giro vedendolo improvvisamente confuso e impacciato.
- perché siamo qui? - chiese guardandosi intorno.
- Perché forse di la da me stavamo un po' strettini? - gli feci notare
- Si ma questa è la... è la camera dei tuoi!
- E allora? Loro mica sono qui! Tranquillo non se ne accorgeranno. Con la magia ho già cambiato le lenzuola e prima che torneranno le cambierò nuovamente mettendo quelle di prima. - sorrisi - sono o non sono un fottuto genio?
- Non lo so Chloe... è che... non credo sia una cosa giusta da fare!
- E perché? - chiesi non capendo la sua titubanza.
- Mi sembra scorretto! Non possiamo farlo in camera loro.
- Ma non lo verranno mai a sapere! Che ti importa dai!!!!! - provai a convincerlo.
- Non lo so... - non potevo crederci mi stava sul serio rifiutando per una maledettissima camera da letto? Mi arrabbiai.
- Ok ok, sai che c'è? Fai come ti pare, mi è passata la voglia! Torniamo a studiare che è meglio! - feci per uscire dalla stanza ma lui prontamente mi bloccò per un braccio.
- Aspetta un secondo Chloe! - provò a dirmi. - Non fare così!
- No, non aspetto nulla Erik! Mi sono stufata. Ho organizzato questa giornata per stare da sola con te, perché mi sei mancato terribilmente in questo mese e tu che fai? Smonti ogni mio piano. Volevo solamente rendere la cosa più romantica e in camera mia,dove il rosa regna sovrano, non mi sembrava il caso. Non vuoi farlo? Ok, fa niente!
- Ma perché devi sempre saltare a conclusioni affrettate è? Non ho detto no, ho solo espresso di essere un po' titubante. - mi baciò a tradimento - non mi interessa il luogo Chloe devi credermi... mi interessa solo che succeda di nuovo. Scusami ok? - mi sciolsi come un ghiacciolo a quelle parole e senza aggiungere altro tornammo alla nostra nuova attività preferita solo che questa volta in un letto degno di chiamarsi tale.
 
POV KILLIAN
È bella... bella da togliere il fiato. Truccata, struccata, vestita, nuda, capelli raccolti o sciolti lei è sempre bellissima. Ero seduto sulla scrivania di mio suocero e la osservo lavorare, sono completamente rapito da quella donna, mi ha stregato e ora non riesco a far altro che osservarla. È tremendamente sexy anche quando lavora. Se non fosse che eravamo in un luogo aperto a tutti molto probabilmente avrei optato per buttare tutti i fascicoli che erano sulla sua scrivania a terra per farla mia.
- Allora? Oiii Killian, mi stai ascoltando? - la sua voce mi riportò alla realtà.
- Emm si sì certo... ti ascoltavo! - dico sapendo di mentire spudoratamente. Ero troppo concentrato a fissarla per poterla anche ascoltare.
- E quindi? Si o no? Non mi sembra una domanda così difficile! - cavolo... e ora?
- Emmmh si sì certo! - risposi sperando di non essermi messo nei guai.
- Bravo amore mio! Passami i fascicoli allora!
- Quali questi?
- E quali altrimenti? - rise pensando la stessi prendendo in giro - Avanti dammeli. - le passai i documenti che chiedeva e continuai ad ammirarla. Purtroppo questa volta non riuscii a perdermi nei miei rosei pensieri perchè subito mi richiamò all'ordine.
- Killian ma... non hai trascritto nulla! Mi hai detto di averli trascritti tutti! - mi grattai la nuca colpevole.
- Oooops!
- Non mi stavi ascoltando prima vero? - risposi di no con la testa - Cosa hai fatto per tutta la mattina è?
- Non ho potuto fare a meno di fissarti contenta? Mi fai questo effetto amore non posso farci nulla. - la vidi alzare gli occhi per aria.
- Menomale che non sei tu il mio vice altrimenti mi toccherebbe fare tutto il lavoro da sola. - mi prese in giro avvicinandosi e accorciando in maniera pericolosa la nostra distanza.
- Vero, ma è anche un grande peccato. Se lavorassimo insieme potremmo... - mi avvicinai al suo orecchio e le raccontai tutto quello su cui avevo fantasticato quella mattina. Naturalmente nulla era ripetibile ad alta voce.
- KILLIANNNNNN! Sei sempre il solito pervertito! - disse ridendo
- Però ti piace il mio lato da pervertito non negarlo! - la baciai e tentai un approccio più diretto, infischiandome di dove eravamo, ma purtroppo venne interrotto dal suo brontolare di stomaco! - che c'è hai fame? - in effetti era quasi ora di pranzo.
- Un pochino ma non posso allontanarmi adesso, devo prima finire qui! Dammi una mano avanti così finiremo prima!
- No no no! A stomaco vuoto non si lavora! Faccio un salto veloce da Granny e sono subito da te ok? - misi la mano in tasca per controllare di avere con me il portafogli ma mi accorsi che le tasche erano vuote! - Maledizione! Il portafoglio - esclamai
- Prendi il mio! È nella borsa.
- Cosa? ma non se ne parla! Ci penso io: passo a casa, da Granny e sono subito da te! - le diedi un ulteriore bacio e mi allontanai. sul tragitto verso casa mi arrivò anche un messaggio da parte di Regina; diceva che Chloe le aveva scritto che non sarebbe andata da lei per pranzo perché aveva qualche linea di febbre e preferiva non uscire e restare sotto le coperte. Bene, un ulteriore motivo per passare da casa. La prima cosa che feci una volta arrivato fu prendere il portafoglio che avevo lasciato proprio davanti l'ingresso dopodiché chiamai la mia bambina la quale non rispose, evidentemente stava dormendo. Salii al piano di sopra, cercando di fare il meno rumore possibile per non spaventarla, per controllarla e magari chiederle se le serviva qualcosa ma non la trovai in camera. Che fosse in bagno? Provai ad avvicinarmi per bussare alla porta ma mi fermai qualche metro prima sentendo dei rumori provenire dalla mia camera da letto. Come mai era in camera mia a vedere la tv? Aprii la porta senza bussare ed entrai. Quello che vidi mi lascio letteralmente senza parole... e senza respiro. Non era decisamente dalla tv che provenivano le voci che avevo sentito.
- C... Chl... Chloe mah.... - il sangue mi arrivò dritto al cervello, ero furioso per la scena che avevo davanti, ma l'unica cosa che riuscii a fare fu balbettare il nome di mia figlia . Non potevo credere ai miei occhi... stavo sognando, quello non poteva che essere un incubo: Mia figlia era sdraiata sul mio letto con un uomo, a cavalcioni, su di lei.
- PAPÀÀÀ! - Non appena mi vide spinse il ragazzo giù dal letto e alzandosi velocemente corse verso di a me con gli occhi pieni di terrore per una mia possibile reazione. - Papà te lo giuro non è come pensi! - disse tutto d'un fiato giustificandosi.
- Che... che... - niente, non riuscivo a dire nulla tanto era lo shock e come se non bastasse iniziai a vedere sfocato e a sentire un forte dolore al cuore che mi fece portare istintivamente le mani al petto.
- Papà? Papà tutto ok? - Chloe percepì che qualcosa non andava e si preoccupò immediatamente - Ti senti bene papà? Oiiiii non fare scherzi ok? Hai bisogno di qualcosa?
- Tu...lui....
- No no no no no! Tranquillo papo davvero, non stavamo facendo nulla di male te lo giuro, siamo vestiti vedi? - indicò i suoi abiti e quelli del ragazzo. Poco importava, vestiti o no comuque quello che avevo visto non sarebbe dovuto succedere. - Papo credimi... è la verità! - più parlava e più il mio cuore pulsava dolorosamente, nella mia testa quelle immagini continuavano a passarmi davanti e ben presto, dopo una fitta lancinante, le forze mi abbandonarono facendomi cadere a terra svenuto. - PAPÀÀÀAAAAAAAAA!
 
POV EMMA
Aveva detto che sarebbe tornato subito, Granny era dietro l'angolo e casa non era poi così distante... avrebbe già dovuto essere in stazione e invece di lui ancora neanche l'ombra. Pazientai inutilmente ancora per una ventina di minuti poi fui distratta dallo squillare incessante del mio cellulare. Che fosse lui? No...era Chloe.
- Pronto amore, hai deciso di far nevicare per caso? Non chiami mai di solito, sono sempre io che... - bloccai il mio fiume di parole sentendola singhiozzare al telefono. - Chloe tutto ok? - chiesi allarmandomi inprovvisamenre. Perchè stava piangendo? e sopratutto: perchè mi stava chiamando?
- ma... mamma.... io... io ho... ho.... - era in preda al panico.
- Amore calma, è tutto ok! - cercai di rasserenarla un pochino - Raccontami, cos'è successo?
- Io ho... ho... 
- Chloe calmati sono qui, non c'è nulla che tu non possa dirmi. - La sentii prendere un profondo respiro
- Mamma credo di aver ucciso papà! - 
- CHLOE! MI HAI FATTO PRENDERE UN ACCIDENTI! Ma sono scherzi da fare? Credevo davvero che stessi piangendo! dovevo ricordarmi di farle una bella lavata di testa una volta tornata a casa. Non poteva farmi perdere dieci anni della mia vita così. Gia stavo pensando che qualche cattivo potesse averla attaccata.
- Mamma ti prego vieni qui non sto scherzando! Papà è a terra e non respira più! Credo gli facesse male il petto! Sto provando con la magia a rianimarlo ma non riesco a farla funzionare! AIUTAMI MAMMA TI PREGOOOOOO! - fu quel grido disperato a farmi capire che non stava minimamente scherzando. Killian si era sentito male? Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, ero in pieno panico ma dovetti riprendermi in fretta: mio marito e mia figlia avevano bisogno di me. Mi teletrasportai immediatamente a casa e potei constatare con i miei occhii quanto detto: Killian era accasciato a terra privo di sensi e non sembrava minimante intenzionato a riaprire gli occhi. 
- Da quanto sta così? Come è successo? Ti ha detto qualcosa prima di svenire? - il mio era un fiume di domande lo sapevo ma dovevo capire cosa accidenti fosse successo a mio marito. Mentre aspettavo risposte da mia figlia, feci uscire la magia dalle mie mani e la trasferii su di lui sperando di riuscire a far qualcosa.
- E' venuto qui in camera e.... non lo so mamma, si è portato le mani al petto dolorante e poi è svenuto! Io non volevo che... Oddio... ho paura; si riprenderà vero? MAMMA SALVALO TI PREGOOOOO! - ignorai momentaneamente le urla disperate di mia figlia e mi concentrai su mio marito! Il panico poteva essere gestito anche in un secondo momento, ora dovevo concentrarmi per riportarlo da me! Ci misi più di quaranta minuti, il suo cuore batteva a stento e più passavano i miniuti e più i battiti diminuivano. sarò sincera, temevo il peggio, non rispondeva agli stimoli ma alla fine, dopo oltre quaranta minuti di tecniche di primo soccorso e magia, riuscii finalmente a riportare il suo cuore ad un ritmo normale e a fargli riaprire gli occhi! 
- Grazie al cielo Killian! - esclamai per poi iniziare a piangere a dirotto. Mi ero spaventata a morte, per morire... se accidentalmente fossi arrivata qualche minuto più tardi molto probabilmente non ci sarebbe stato nulla da fare. Aveva avuto una specie di attacco cardiaco, ma come è possibile che un uomo immortale possa avere un problema simile? Che accidenti era successo? e poi: perchè Chloe diceva che era colpa sua? - Amore mio come ti senti è? Mi hai fatto spaventare tremendamente... ma che diavolo è successo? 
- Papá! Papà per fortuna stai bene... Ho avuto paura sai?- Killian si guardò intorno per tutto il tempo disorentato, ma non appena sentì la voce di sua figlia improvvisamente il suo sguardo cambiò. Divenne serio come mai forse lo avevo visto e mettendosi, anche se con fatica, seduto disse:
- CHLOE JONES! ESIGO INMEFIATAMENTE UNA SPIEGAZIONEEE! - le urlò a gran voce facendola indietreggiare di qualche passo! 
- Signor Jones, Chloe non c'entra nulla, sono stato io che... - solo in quel momento realizzai che in stanza ci fosse anche Erik. Cosa ci faceva qui?
- Tu non hai proprio voce in capitolo anzi... sparisci dalla mia vista prima che te le suoni di santa ragione! - Che centrasse Erik in tutta questa storia? Strano... non è la prima volta che viene a casa. Sono amici da una vita lui e Chloe. A Killian non piace è vero ma non fa testo: a lui non piace tutto il genere maschile coetaneo con le sue figlie. - Allora Chloe, illuminami!
- Papà davvero non è come credi, lui è venuto a casa per studiare. Noi non stavamo...
- Risparmia le balle per qualcuno con cui funzionano ragazzina. Mi sto arrabbiando seriamente se non lo avessi notato. Cosa diamine ci faceva lui qui? E perché non sei andata da tua zia?
- Signor Jones posso spiegarle...
- Ancora qui sei brutto depravato? Te la faccio passare io la voglia di girare dietro a mia figlia. - non ebbi il tempo di fermarlo che era già in piedi. Raggiunse il ragazzo a passo sostenuto e sembrava intenzionato a massacrarlo di botte. Fui costretta a trattenerlo con la magia o avrebbe commesso un omicidio come minimo.Era completamente fuori di se - Lasciami immediatamente Emma, lo distruggo questo screanzato.
- Datti una calmata Killian se vuoi che ti sblocchi, rischi un secondo attacco di cuore così e non mi va di doverti rianimare di nuovo! - dissi seria - e poi qualcuno gentilmente potrebbe spiegarmi che accidenti sta succedendo in questa casa?
- Te lo spiego molto volentieri mogliettina. Tua figlia ha rifilato una bella bugia a Regina dicendole di state poco bene e invece? Era tutta una messa in scena per poter invitare questo babbeo in casa nostra. 
- Mamma lui è il mio tutor di recupero, è venuto per studiare! - disse innocentemente
- Killian... non è la prima volta che Erik viene qui. Ti sei fatto prendere da un attacco cardiaco solo per questo? - non potevo credere alle mie orecchie: Killian stava diventando troppo geloso.
- Aspetta... non ti ho ancora detto la parte più interessante - fece una faccia disgustata - Vuoi saper cosa mi sono ritrovato davanti quando sono rientrato a casa? Loro due stesi uno sopra l'altro nel nostro letto e intenti a fare cose indicibili. - al solo menzionare quell'argomento per poco non si risetì male. 
- Oiiii calmati Killian o sul serio ti sentirai nuovamente male. Sono sicura che hai visto male. Nostra figlia non farebbe mai....
- Ho visto male... HO VISTO MALE DICI? Come mi spieghi che quel depravato era a cavalcioni sopra nostra figlia allora è ????? - rimasi schioccata a quello che sentii. Pensavo fosse roba di un bacetto, che Killian fosse solamente esagerato come al suo solito e invece? Questa non me la aspettavo proprio. Ora si che iniziavo a capire perché fosse così infuriato tanto da sentirsi male. Aveva ragione dopotutto.
- Chloe è vero? - chiesi sorpresa cercando di rimanere il più calma possibile per non peggiorare la situazione. 
- Era sopra di me è vero ma non stavamo facendo nulla di male mamma te lo giuro! Stavamo solamente scherzando.
- Tze... - rispose suo padre sprezzante
- UFFA PAPA'! Perchè non mi credi? È la verità! 
- Vedi Chloe... tu puoi anche pensare che io sia ingenuo, credulone e tutto quello che vuoi tu, ma non sono nato ieri, l'ho visto con i miei occhi Chloe e non era assolutamente un semplice scherzare quindi non metterti in una posizione peggiorne di quella in cui già sei.
- Mah...
- Niente mah! Hai tradito la mia fiducia signorina e dallo sguardo di tua madre credo che tu abbia tradito anche la sua... - se quello che diceva Killian corrispondeva alla realtà si,ero delusa e molto anche. - Ci fidavamo di te e tu come ci ripaghi? Prendendoti gioco si noi!
- IO NON MI STO PRENDENDO GIOCO DI NESS....
- NON HO FINITO! STA ZITTAAAA! - Esplose. - Da oggi in questa casa si cambia regime. Se le buone non sono servite ad educarti vediamo se riusciamo con le cattive! Hai il permesso di uscire di casa solamente per andare a scuola. Niente più uscite con gli amici, niente più telefono, niente più PC.
- E no però! Dai papà ti prego! Scusaaaaaa.
- No, non ti scuso. Hai tirato troppo la corda e ora si è spezzata... mi dispiace ma non si può più tornare indietro.
- E quindi mi vuoi segregare in casa per una cosa che non ho fatto? NON E' GIUSTOOOO! - disse gridando e piangendo nello stessero momento.
- Non mi tentare che non ci metto nulla a prepararti una stanzetta nella torretta al piano di Sopra e farti vivere li. Hai superato un certo limite Chloe e ora ne pagherai le conseguenze.
- Papà ma dai io.... mamma ti prego digli qualcosa anche tu! - cosa avrei dovuto dirle? Da una parte volevo proteggerla, mi faceva tenerezza, dall'altra ero delusa al massimo e di conseguenza d'accordo con mio marito.
- Tua madre non ha voce in capitolo ora. Non ha visto quello che ho visto io e non ti sta punendo lei. Sei mia figlia quanto sua quindi ho tutto il diritto di prendere decisioni.
- Scapperò di casa allora! - protesto decisa con ancora le lacrime agli occhi. - Non mi lasci altra scelta papà!
- Tu prova ad uscire da questa casa più vedi che cosa ti succede!
- Tanto cos'altro vuoi che succeda... mi stai già impedendo di vivere. Che razza di padre fa questo alla propria figlia è? Murami viva già che ci sei! - no, ora stava sul serio esagerando. Non credo che Killian avrebbe resistito molto altro.
- VUOI VEDERMI ANCORA PIU' INCAZZATO CHLOEEEEEEEEE?????? FINISCILA DI RISPONDERMI IMMEDIATAMENTE! E Comunque, visto che continui imperterrita a parlare ti dirò un'altra cosa. Magicamente sei una ragazza molto potente, ma c'è una magia che non sei ancora in grado di sovrastare... quella di tua madre. Le farò creare un incantesimo di protezione sulla tua camera che ti impedirà di uscire all'esterno se non per andare a scuola o supervisionata. 
- Signor Jones, scusi se mi permetto, ma credo che lei stia un tantino esagerando adesso. Chloe non ha fatto nulla. 
- Tu! - si rivolse ad Erik - Te l'ho già detto più di una volta: sparisci dalla mia vista e dalle nostre vite! Non sei più il benvenuto in questa casa... quella è la porta. - Lo sguardi di Killian non lasciava diritto di replica. Vidi Erik abbassare lo sguardo e subito dopo una veloce occhiata con Chloe si diresse verso le scale pronto ad andare via. 
- NO PAPA' TI PREGO! METTIMI IN PUNIZIONE, PICCHIAMI, FAI QUELLO CHE TI PARE MA NON TOGLIERMI ERIK! - se prima si era leggermente calmata ecco che ricominciò a piangere. - Erik è il mio migliore amico! Io senza di lui non so.... papà per favore! Giuro che farò tutto quello che vorrai e non mi metterò mai più nei guai!
- Troppo tardi e visto che continui a parlare nonostante io ti abbia già detto numerose volte di stare in silenzio, ho deciso anche che cambierai classe. 
- Eddaiiiii papà!!! Non puoi farmi questo!
- Preferisci cambiare istituto forse? - improvvisamente smise di rispondergli. Aveva capito che suo padre aveva toccato il fondo e che se avrebbe risposto ancora le avrebbe tolto ogni cosa a lei cara. Mi guardò con sguardo disperato come a chiedermi aiuto e li mi si spezzò il cuore. Non sapevo assolutamente come comportarmi. Non sapevo le dinamiche dei fatti e non ero d conseguenza in grado di prendere una decisione netta. Mi limitai a guardarla e a sorriderle leggermente. Aveva bisogno di un piccolo sostegno morale e per quanto effettivamente potesse essere in torto non mi sentii di negarglielo. Più tardi avrei parlato sia con lei e con Killian e avrei cercato di trarre le somme su tutta quella stramba vicenda. Silenziosamente e a sguardo basso Chloe uscì dalla nostra stanza e andò a rifuggiarsi nelle sua camera da letto accompagnata dal suo fedele amico a quattro zampe prince, che nonostante i suoi 13 anni suonati non ha mai smesso un giorno di regalarle affetto. 
Rimasi quindi sola con mio marito. Non lo avevo mai visto come in quel momento. Aveva gli occhi ignettati di sangue ed era furibondo. Neanche quando eravamo nemici lo avevo mai visto in quello stato.
- Amore cerca di calmarti adesso o ti sentirai male nuovamente. - dissi premurosa e preoccupata - Sei davvero sicuro che non stessero semplicemente...
- Semplicemente cosa è? Non sono nato ieri Emma e che cavolo! Non vorrai mica credere a lei? 
- No, è solo che tu solitamente sei molto geloso di loro, magati hai semplicemente frainteso.
- Non ho frainteso proprio un bel niente! Tua figlia stava.... oddio non farmici pensare ancora o mi verrà un attacco di cuore... un altro.
- Ne sei davvero sicuro? Perchè a me mi pare così strano...
- Sono sicurissimo tesoro... ho esperienza in materia, tu dovresti saperlo benissimo. So quello che ho visto. Era l'inizio di qualcosa per nulla innocente. 
- Lo sai perchè mi sembra strano? Perchè Chloe con me parla di tutto, abbiamo un ottimo rapporto lo sai; perché non avrebbe dovuto dirmi una cosa del genere? 
- Perché ti saresti incavolata anche tu? - mi suggerì.
- Si, probabile, ma almeno poteva parlarmi di aver iniziato una relazione con Erik. Sapevo che c'era stato un bacio tra di loro qualche mese fa, ma mi ha giurato fermamente che è stata la cosa di una volta.
- Che centra... pure tu lo dissi di noi... aspetta un attimo però! Si erano già baciati e tu non me l'hai mai detto? - disse guardandomi stranito come se gli avessi nascosto chissà quale segreto. 
- Killian era solo un bacio. Cosa vuoi che sia un bacio. Era una cosa del tutto innocente, non pensavo che....
- Niente è innocente se riguarda mia figlia. Nessuno deve avvicinarla. Le farò da guardia io stesso d'ora in avanti.
- Ora stai esagerando! - provai a fargli notare.
- Esagerando? Non mi hai ancora visto esagerare. Con Leila non abbiamo mai avuto questi problemi, è vidente che abbiamo sbagliato qualcosa con lei... ma cosa?
- Facciamo cosi, proverò a parlarle ok? Affronterò l'argomento con lei e le farò capire che ha sbagliato.
- Non basta capirlo... lei sa di aver sbagliato ne sono sicuro eppure non è pentita.
- Iniziamo da qui! Capisco che sei arrabbiato, ma adesso dobbiamo dare spazio alla razionalità.
- Io ho già espresso il mio parere e non lo cambio. Tu fai come meglio credi ma guai a te se ti azzardi a toglierle le punizioni che le o dato.
- Se effettivamente ha provato a fare quello che dici le punizioni le merita pienamente, sono d'accordo con te... ma non tutte. Il farle cambiare classe ad esempio non ha senso Killian. E non lo ha neanche l'incantesimo di protezione alla sua camera che vuoi fare. 
- Non voglio che si vedano più forse non ti è chiaro il concetto. Eliminiamo dalla lista l'incantesimo di protezione ma la classe la deve cambiare. 
- Cambiando classe si vedrebbero ugualmente durante la ricreazione e il cambio ora e la cosa sarebbe peggiore perchè non controllati. Lasciali in classe insieme: che vuoi che possano fare a lezione se non studiare?
- E va bene, hai vinto... ma il resto deve rimanere invariato però!
- Ok! come preferisci ma calmati ok? Non farmi stare in pensiero. Mi hai fatto spaventare terribilmente prima. - lo baciai come a volerlo rassicurare e mi strinsi a lui. Lasciammo cadere l'argomento e restammo in silenzio a godere l'uno dell'abbraccio dell'altro, finalmente si stava rilassando così decisi di lasciarlo riposare un po e nel mentre presi la palla al balzo per salire al piano di sopra per parlare con la mia signorina. Ne avevamo di cose da dirci noi due. Sospettavo da qualche tempo a questa parte che mi stesse nascondendo qualcosa ma mai avrei pensato che si fosse spinta a tanto. Forse ero stata troppo permissiva con lei. Era ora di togliere le vesti da amica e fare la mamma... era ora di prendere il toro per le corna.
 
POV CHLOE
Non me lo aspettavo da papà! No no no... non mi aspettavo di certo un comportamento del genere. Ha sempre detto che ero la sua bambina, che mi avrebbe amata incondizionatamente in ogni circostanza... è incece? Ok è vero ci ha beccati che stavano per farlo ma cavolo non era successo ancora nulla. Non ha voluto sentire ragioni... non ha voluto neanche sentire la mia opinione; mi ha messo in punizione e basta... non è giusto... non è per niente giusto.
- Posso entrare? - chiede mia madre facendo capolino dalla porta della mia stanza. Scrollai le spalle come a dirle che poteva fare come meglio credeva e lei senza esitazione entrò venendosi a sedere sul letto con me.
- Allora? - mi chiese sorridendomi.
- Allora cosa... sono arrabbiata! Non merito di essere reclusa in casa in questo modo così barbaro.
- Pensi di non meritarlo?
- Non è che lo penso... sono strasicura! Non ho fatto nulla, non stavamo facendo nulla. Ci stavamo rincorrendo per scherzare un po, era tutta la mattina che studiavamo, e ci siamo ritrovati senza pensarci in camera da letto. Non stavamo facendo nulla di quello che pensa papà. - lo so, lo so... devo smetterla di mentire in questo modo così subdolo ma ormai il danno è fatto, meglio cercare di recuperare qualche punto piuttosto che restare a marcire in questa stanza. 
- Guardami negli occhi Chloe... tu non stavi facendo davvero nulla? - ma era sorda per caso? Perchè doveva rendermi le cose così difficili?
- No! È la mia versione dei fatti e mi ci attengo. - dissi con una leggera punta di scontrosità.
- Ok va bene... e senti di Erik che mi dici? C'è qualcosa tra di voi?
- Ancora con questa storia mamma? Ma che avete tutti quanti? Io e Erik siano amici. A - MI -CI! Nulla di piu. 
- E perché avresti detto a tua zia quella balla per non andare da lei? Perché lui era qui, in casa nostra senza che nessuno di noi lo sapeva? Se non ricordo male prima ci informavi se veniva a casa.
- Non vi ho avvisato perché papà, geloso com'è, avrebbe frainteso... e avevo ragione. È venuto per studiare, lui è il mio tutor di recupero. Ho chiamato la zia perché non avevamo ancora finito di studiare. Vuoi sapere anche perché ho inventato quella balla e non le ho detto invece la verità? Perchè zia non avrebbe sentito ragioni se le avessi detto che dovevo studiare, lo sai com'è fatta.... tutto qui. Non volevo creare tutto questo casino mamma, devi credermi! 
- Quindi tra voi due non c'è nulla! 
- No mamma! - risposi decisa.
- Io credo seriamente che tu mi stia mentendo sai? Che male c'è a dirmi che hai una relazione con lui? Non ti ho mai fatto storie in passato mi sembra... ne per August ne per Peter. Pensi che sia diverso per Erik? Andiamo Chloe lo so da quando avevi 3 anni che hai un debole per lui. Non mi stupirei se tu me lo dicessi.
- Ma io...
- Dove è finito il nostro rapporto è ? C'è lo invidiavano tutti ricordi? Perché non riesci più a confidarti e ad essere sincera con me? - Eh...aveva ragione ma come potevo spiegare a mia madre che il sentimento che provavo per Erik era di gran lunga differente da quello provato in passato per August e Peter? Come potevo dirle che la nostra relazione iniziava ad avere anche qualcosa di fisico? Per quanto l'amavo e per quanto avrei voluto confidarmi con lei per togliermi questo macigno dal cuore e sentirmi finalmente meno sporca, ancora non riuscivo a farlo. Le avrei parlato più in la magari, tanto cos'altro poteva succedere di grave oltre a quello che era già successo?
- Mamma io sono la prima che ama il nostro rapporto, sei la mamma migliore del mondo e oltre alla mia mamma sei anche la mia migliore amica. Se ci fosse qualcosa tra me e Erik te lo direi. Ci siamo baciati quella sera alla mia festa e poi è capitato anche un altro paio di volte... ma niente di più però. - potevo scommetterci: semmai avesse scopreto la verità mi avrebbe uccisa. 
- A lui tu interessi e molto anche. Prima si è quasi fatto pestare da tuo padre pur di difenderti...
- E con questo? Dovrei stare con Erik solo perchè a lui posso interessare? 
- No certo che no! Non mi permetterei mai di dire una cosa del genere tesoro solo che... beh io noto un certo interesse anche da parte tua. Possibile che io mi stia sbagliando? - ancora? E' già stato orrendo mentirle una volta, perchè devo farlo ancora? Uffa... quanto vorrei che la mia vita fosse più semplice.
- Mamma davvero... voglio bene a Erik, gli voglio un gran bene... siamo cresciuti insieme dopotutto quindi non potrei non volergliene, ma finisce li. Non provo altro... almeno per ora. - continuava a fissarmi non convinta delle mie parole. Odio il suo super potere... non capisco mai se mi ha sgamata o meno.
- Va bene, non insito...
- Mi credi quindi? - dissi speranzosa - Parlerai con papà? Mi farai togliere la punizione?
- ei ei... una cosa per volta Chloe. Fidanzato o non fidanzato papà ha visto delle cose e non gli sono piaciute per niente. 
- Mah...
- Fammi finire... che abbia visto bene o male non fa differenza: tu dovevi avvisarci che il tuo amico sarebbe venuto a casa e altra cosa: non dovevi portarlo ne in camera tua ne in camera nostra... sopratutto se non c'era nessuno in casa. 
- Ho già detto che mi dispiace e che non lo farò più. - Quella era la pura verità, Erik non sarebbe più entrato in casa mia per fare certe cose. - Cosa posso farci se papà non mi crede?
- Lasciagli smaltire la rabbia ok? Sono sicura che verrà a parlarti molto presto e come al solito chiarirete. Papà non ti vuole male e fidati... non gli fa piacere averti messa in punizione. C'è rimasto molto male è vero per quello che ha visto, ma le punizioni te le ha date per farti capire lo sbaglio che hai fatto e per farti crescere. - papà dispiaciuto per avermi messa in punizione? Non credo proprio... secondo me non vedeva l'ora di beccarmi con un ragazzo per poterlo fare. 
- Tu anche sei arrabbiata e delusa da me mamma? - ero nel torto marcio lo sapevo e non avrei neanche dovuto farla quella domanda ma ci tenevo tanto a sapere cosa pensasse mamma. Non volevo che anche lei fosse così delusa da me. La vidi sospirare e successivamente fare un sorriso. Vederla sorridere mi scaldò il cuore.
- Facciamo così... io non ero presente e non ho visto nulla... Voglio fidarmi di te principessa. Cancelliamo questa brutta giornata e torniamo ad essere la coppia mamma/figlia che siamo sempre state. 
- Davvero mamma?
- Davvero... ma devi promettermi di non mentirmi mai più e di tenermi informata di tutto. Nessuno più di me può aiutarti tesoro mio. Non devi avere timore di confidarmi nulla ok? Afronteremo tutto insieme ma guai a te se tradirai la mia fiducia o verrò a scoprire che oggi mi hai mentito. 
- Grazie mamma! Ti prometto che non ti deluderò. - mi abbracciò come era solita fare dopo una riappacificazione e sorridendo mi lasciò i miei spazi e andò via. Pensai davvero molto a quello che era successo in quelle ore e continuai a pensarci anche nei giorni successivi... niente, non riuscivo a sentirmi in colpa per quello che avevo fatto. Avevo quindici anni, ero grande ormai, potevo benissimo scegliere di intraprendere con il mio ragazzo il tipo di relazione che più volevo. Papà poteva arrabbiarsi quanto voleva... non avrei smesso di vedere Erik solo perchè a lui non andava bene il fatto che stavo crescendo. Come si è fatto andar a genio Gideon anni fa per il bene di Leila, si farà andare a genio anche lui. Per farlo avrei dovuto convincerlo ulteriormente della mia innocenza e che non stavo davvero facendo nulla nella sua stanza? Bene... lo avrei fatto.
Feci passare una settimana sperando che la rabbia e il clima di tensione fosse scemato dopodichè tentai di avere un colloquio civile con mio padre. Ero stata buona e obbediente per l'intera settimana, non c'era motivo di non togliermi almeno una delle tante punizioni. 
- Papà, posso parlarti un secondo per favore? - chiesi entrando in camera di mio fratello dove papà lo stava aiutando a fare i compiti.
- Se vuoi farti togliere le punizioni risparmia il fiato, la mia risposta è no! - rispose senza neanche farmi iniziare a parlare.
- Come... 
- Come so che sei qui per chiedermi questo? Perchè sono un po' di mesi a questa parte che mi cerchi solo per convenienza signorina. Sbaglio forse?
- Sono in punizione da una settimana per una cosa che non ho commesso, mi sono fatta punire anche se non me lo mer....
- alt! Ti blocco subito. Non mi interessa ascoltare per la milionesima volta le tue bugie. Ho visto quello che hai fatto e non mi è piaciuto assolutamente. La punizione rimane e basta, non voglio ripetermi piu.
- Ma papà...
- Ancora Chloe? Non peggiorare la tua situazione e ora se non ti dispiace starei aiutando tuo fratello nello studio, cosa che dovresti fare anche tu. - mi aspettavo che potesse dire di no, ma non pensavo minimamente che non mi avrebbe concesso neanche l'opportunità di spiegarmi. mi sentii invadere dalla rabbia e senza pensarci due volte lo guardai negli occhi e gli gridai una frase che mai avrei pensato di dirgli
- TI ODIO PAPA'A'A'A'A'!!!!!!!! - si alzò in piedi pronto a sgridarmi ulteriormente ma non gli diedi il tempo di fare nulla che corsi in camera mia e con un incantesimo bloccai la porta per impedirgli di entrare. Mi sfocai lanciando oggetti contro il muro dopodichè non potendone più mi buttai sul letto e mi liberai da tutto il dolore che avevo dentro a suon di lacrime. 
Era venerdi e come ogni venerdì ci sarebbe stata la nostra consueta cena di famiglia con tutti i parenti. L'unica che avrei voluto vedere di tutta la famiglia era Leila ma lei era a Boston per cui non sentii la necessità di scendere al piano di sotto. Ci provarono tutti a farmi aprire la porta della mia stanza: mamma, zia, zio, i nonni e addirittuta papà, il quale mi disse di voler finalmente avere un colloquio con me. Era troppo tardi ormai, mi aveva chiuso le porte in faccia quando ero andata da lui, era tempo di ripagarlo con la stessa moneta. Me ne rimasi sul letto a piangere ignara di tutto quello che stava succedendo al piano di sotto ma poi la mia attenzione venne catturata dal suono di alcuni sassolini lanciati alla finestra. Chi mai poteva essere? Mi affacciai con curiosità sperando fosse il mio Erik ma mi sbagliavo: era semplicemente Liam. 
- Che accidenti vuoi! - esclamai ormai arrabbiata con il mondo intero.
- Voglio parlare con te! - rispose con fare innocente. - Fammi entrare!
- Io non voglio parlare con nessuno quindi tornatene dagli altri. - chiusi la finestra e me ne tornai a letto. Ci mancava solo mio fratello a farmi innervosire. Lo sentii lanciare qualche altro sassolino ma niente, decisi di non rispondere. Sperai che capisse che volevo essere lasciata in pace invece no.. non capì nulla come al suo solito e neanche qualche minuto dopo sentii qualcuno bussare proprio alla mia finestra. Mi girai e non potei credere a quello che avevo davanti. Mio fratello si era arrampicato fino a raggiungere il davanzale della mia camera. Era molto in alto e gli sarebbe bastato perdere l'equilibrio per cadere e farsi molto male. Gli feci cenno di scendere immediatamente ma lui di tutta risposta, aspettandosi quel mio gesto, estrasse dalla tasca dei suoi pantaloni un foglio con su scritto " Non me ne andrò fin quando non mi ascolterai". Fosse stato per me sarebbe potuto tranquillamente rimanere l'intera nottata fuori, ma poteva farsi male sul serio restando li mezzo arrampicato. Decisi quindi di farlo entrare ma solo per non averlo sulla coscenza... avevo già troppi problemi, non volevo aggiungerne altri.
- Era ora sorellina! - disse entrando tutto spavaldo. - Sapevo che mi avresti lasciato entrare.
- L'ho fatto solo perchè non volevo essere considerata responsabile nel caso in cui saresti caduto, quindi non montarti la testa ok? Esci immediatamente dalla mia stanza. 
- Voglio solo aiutarti!
- Tu? tze... tu sei peggio di papà quando vuoi. 
- Non mi piacciono i maschi che ti girano attorno perchè sei mia sorella ma visto che Leila non c'è sono io che devo aiutarti a farti star bene. - no sapevo se ridere a quell'affermazione o cacciarlo a calci nel sedere. Era solo un bimbo pestifero, in che modo avrebbe mai potuto aiutarmi?
- Liam ascolta non sono in vena di ascoltare nulla ne tantomeno di litigare con te. Per favore... esci.
- L'ho rubato al nonno! glielo riconsegnerò dopo cena ma per adesso potresti usarlo. - mi mostro un telefono cellulare. - L'ho preso appositamente per te ma se proprio non lo vuoi... - prese la direzione della porta intenzionato ad uscire.
- Liam aspetta! - lo bloccai - Davvero lo hai fatto per me? - chiesi sorpresa di quel gesto.
- Perchè non avrei dovuto farlo? Sei mia sorella e nonostante litighiamo spesso so che nel momento del bisogno dobbiamo essere uniti. Prendilo e chiama chi vuoi ma fa in fretta, se nonno se ne accorge non ci metterà molto a fare due più due visto che sono sparito anche io. - presi il cellulare tra le mani e contemporaneamente strinsi mio fratello in un abbraccio. 
- Chloe... chloe mi stai strangolando! - disse meravigliato di quel gesto così improvviso e inaspettato.
- Grazie Liam... grazie davvero di cuore. 
- Ti aspetto fuori così puoi telefonare in pace.
- Aspetta! Puoi restare... sei il mio complice no? - rimase a fissarmi a bocca aperta per qualche secondo ma poi sorrise e senza esitazione venne a sedersi sul letto accanto a me. Ero indecisa sul chi chiamare ma non appena sbloccai il telefono e comparve la tastierina numerica le mie mani composero il suo numero quasi autonomamente. Non ci sentivamo da troppo tempo ormai e io avevo una disperato bisogno di sentire la sua voce.
- Pronto? - bastò quella parola a farmi scoppiare in lacrime per la miglionesima volta. - Pronto nonno? Tutto ok?
- Leila... so... sono...
- Chloeeee! Chloe scimmietta che c'è? - chiese allarmandosi subito a causa del mio pianto.
- Non... non ne posso piu... vogl... voglio andarmene da... da questa casaaaaaaa!
- Shhh non fare cosi, respira ok? va tutto bene.
- Niente va bene. Papà è furibondo con me, mi ha tolto il telefono,non mi fa uscire, non posso più ved...
- So tutto... ti ho provato a chiamare e mandato un'infinità di messaggi ma il tuo telefono era sempre staccato. mi sono preoccupata così ho chiamato la mamma e mi ha raccontato cos'è successo. Mi dispiace davvero tesoro, vorrei tanto essere li con te ma non posso, ho un esame a giorni e devo assolutamente finire di studiare. - mi disse dispiaciuta.
- Io... io voglio andare via... non voglio più sta... stare qui!
- Non dire scemenze scimmietta, tutto si risolverà ne sono sicura. Sta tranquilla ok?
- No... la mia vita fa... fa schifo da... da quando non ci sei piu tu... e ora erik... io non... non... - presi un respiro profondo - NON CE LA FACCIO PIU! TI PREGO VIENIMI A PRENDEREEEEEEEEEEEE! - Urlai talmente tanto che Liam sbiancò per paura che qualuno potesse scoprirci. Fortunatamente il mio grido non arrivò alle orecchie di coloro che erano al piano di sotto. 
- Una settimana ok? dammi una settimana, ti prometto che non appena finirò l'esame...
- Non resisto un giorno di più in questo inferno! io stasera me ne vado.... giuro Leila... se non..
- e va bene ho capito: sto arrivando. Mi faccio prestare la macchina dalla mia coinquilina e in un paio d'ore sono lì da te. Tu però non fare stronzate. - riagganciò senza ulteriori convenevoli e finalmente mi rilassai un pochino. Mia sorella stava venendo da me e io non potevo che esserne felice. Ringraziai Liam che riprendendosi il telefono tornò al piano di sotto e aspettai con impazienza Leila. Erano le undici e mezza di sera quando arrivò, spiai l'interrogatorio che le fecero i nostri genitori, sorpresi di vederla a Storybrooke, dalle scale dopodichè tornai in camera mia e aspettai che mi raggiungesse. 
- Eccola la mia sorellina pestifera! - mi disse sorridendo per poi correre ad abbracciarmi - Ma che mi combini è? - inutile dire che ripresi a piangere come una fontana non appena mi fu davanti. - ei ei ei! Non fare così... non voglio vederti piangere. - era inutile, per quanto mi sforzassi le lacrime uscivano involontariamente dai miei occhi tanto che fu impossibile parlare quella sera. Piansi talmente tanto che alla fine mi addormentai sfinita sulle sue ginocchia e mi risvegliai direttamene il mattino successivo intorno alle nove. - Ma buongiorno scimmietta... dormito bene? - mi disse Leila non appena aprii gli occhi.
- Scusa io... non... non volevo addormentarmi così. Io...
- shhh è tutto ok! andiamo a fare colazione dai... muoio di fame.
- No... io... io non scendo giu! Non voglio vedere papà! - confessai.
- Non pensi di esagerare un po'? In fondo, scusa se te lo dico, ma sei tu quella nel torto...
- Tu... tu dai ragione a lui? - domandai sconvolta. Possibile che anche mia sorella era dalla sua parte?
- Io non do colpa o ragione a nessuno... voglio restare neutrale. 
- E allora perché dici che...
- Chloe siamo obbiettivi tesoro: papà ti ha vista che stavi quasi per...
- io non stavo...
- Chloe! Non puoi mentirmi lo sai... puoi ingannare la mamma e il papà, ma non me.
- E va bene è vero. Avevo organizzato una giornata per passare del tempo con il mio fidanzato. Non è colpa mia però se sono sfigata e papà mi ha beccata.
- Di tanto mondo a casa vai a fare certe cose tu? - sorrise rassegnata. - Senti, mi racconterai tutto dopo, davanti ad un bel cappuccino magari... forza scendiamo giù, mamma e papà non ci sono, sei sotto la mia responsabilità fino a quando non verrà la nonna. 
- Quindi possiamo...
- Non possiamo fare nulla perchè la nonna è già in viaggio! Andiamo forza che davverto sto morendo di fame.
Facemmo colazione e nel metre le raccontai come fossero andate le cose. Mi rimproverò anche lei sul fatto di erik e ancora una volta mi ribadì che avrei dovuto evitare di fare determinate cose a 15 anni. Ma di cosa avevano paura tutti quanti? Ero giovane è vero ma non ero mica cretina. Sapevo che dovevo metterci cervello in quello che facevo e se solo mi avessero dato fiducia avrei dimostrato loro di potermela cavare benissimo senza creare casini. Purtroppo grazie alla gelosia di mio padre questo non sarà più possibile e sarò costretta ad essere reclusa in casa a vita. Le raccontai anche di aver parlato con mamma e di averle mentito spudoratamente... anche li mi fece una ramanzina con i fiocchi. 
- Stai entrando in un circolo vizioso Chloe... perchè ti comporti così è? non è da te. Sei sempre stata uno spirito libero è vero ma da li a mentire ce ne passa di strada. Lo sai che mamma prima o poi se ne accorgerà... perchè farle questo? Lei ti ha sempre aiutata in tutto, di cosa hai paura è?
- Mi ucciderebbe se sapesse cosa ho combinato con Erik...
- Si arrabbierà, ti farà trecentomila raccomandazioni e ti terrà lontana da lui per evitare ulteriori cavolate, questo è sicuro, ma lo farà per il tuo bene e da grande non potrai far altro che ringraziarla. Se vuoi le parleremo insieme... ti aiuterò ad affrontarla. 
- Non voglio parlarne con lei... non mi sento pronta... non puoi costringermi. 
- Non voglio costringerti a fare nulla, il mio è solamente un consiglio spassionato, poi la vita è la tua e decidi tu. Io ti sosterrò sempre anche se penso che tu stia sbagliando. 
- Sei la sorella migliore del mondo! - dissi abbracciandola
- e tu sei la sorella più testarda del mondo - disse scompigliandomi i capelli - Ma ti voglio un bene immenso che tu neanche immagini. Farei di tutto per te scimmietta, non dimenticarlo mai. 
- tutto tutto? Anche una cosa proibita? - la guardai ammiccando.
- Il tuo sguardo non mi dice nulla di buono. Che hai in mente?
- Voglio uscire da questa casa per almeno un paio d'ore... mi aiuteresti ad evadere?
Mi disse di no, non voleva che finissi ancora di più nei guai e non voleva di conseguenza finici anche lei, ma poi insistendo ancora un po si convinse e mi aiutò a mettere in atto un piano di fuga. c'era la nonna di guardia il che la cosa era molto semplice da raggirare. Mettemmo in mezzo anche nostro fratello e come una brava squadra collaborammo per le mia libertà. Il piano era sempice, Liam sarebbe andato dalla nonna e le avrebbe chiesto aiuto su dei compiti di matematica. Era una delle materie che insegnava nella sua scuola e quindi con la scusa di qualche ripetizione l'avrebbe tenuta buona ma sopratutto impegnata. Riuscimmo ad uscire di casa senza destare il ben che minimo sospetto e finalemte dopo giorni e giorni di pura agonia riuscii a godemi un paio d'ore di libertà. 
- Questa è una pazzia! - mi disse - se ci scoprono siamo fottute lo sai si?
- Non essere tragica, qui non ci troveranno mai. Non è un posto da loro frequentato, siamo al sicuro qui. - non la vedevo convinta - Eddai Leila, sembra tu non abbia mai fatto pazzie in vita tua. 
- beh forse perchè è vero? - scrollò le spalle mentre io rimasi completamente a bocca aperta. - che c'è perchè mi guardi così?
- Hai 19 anni e non hai mai fatto una pazzia? Non ci siamo sorellona... 
- Non ne ho mai sentito il bisogno... il lato libertino dei nostri genitori lo hai ereditato tutto tu! - rise facendo ridere anche me.
- Dobbiamo recuperare sorella! Non esiste che tu sia così innocente... una piccola pazzia la devi fare... resterà un nostro segreto.
- Ah si? e cosa vorresti farmi fare sentiamo....
ci pensai un po, poi la risposta apparve proprio sotto ai miei occhi. - Ho trovatoooooo!- le dissi indicando con il dito un punto dall'altro lato della strada.
- Cooooosaaaaaaaa? vorresti.... ma tu sei scema! - disse scuotendo la testa e ridendo nello stesso momento. 
- Eddai che ti costa... non avrai mica paura? - la presi in giro
- Ma quale paura anzi... sai benissimo che avrei voluto farlo... lo sanno tutti a dire il vero quindi non sarebbe proprio una vera pazzia. 
- E perchè non lo fai? - chiesi non capendo
- Perchè aspettavo il momento perfetto...
- E quando sarà il moemnto perfetto? Il giorno del tuo matrimonio forse?
- No... a dire il vero speravo fosse Il giorno del tuo dieciottesimo compleanno. - rimasi a bocca aperta a quella rivelazione - volevo farlo insieme a te se fossi stata d'accordo... volevo fosse il tuo regalo di compleanno speciale. 
- Da... davvero? - ero senza parole.- Io... non ho parole Leila sarebbe fighissimo!
- Sono contenta che ti piaccia. Beh... non manca molto, dovremmo aspettare solamente tre anni scimmietta!
- Ma quali tre anni! Oggi... lo faremo oggi! - dissi decisa
- Oggi? Ma ti è andato di volta il cervello? Se mamma e papà lo scoprissero...
- Devi fare almeno una pazzia nella vita e io la voglio fare insieme a te! Eddaiiiiiii, non voglio aspettare tre anni.
- Ma sei già in punizione, sai cosa accadrebbe se...
- Non me ne importa nulla e poi... possiamo sempre non dirglielo.
- Non lo so Chloe e se poi te ne penti? Non sono cose che si decidono così!
- Non farti pregare... io lo voglio fare e anche tu! Alle conseguenze penseremo poi... ti prego sorellina, fammi felice; così sentirò meno la tua mancanza e ti avrò sempre vicina.
- Non ti bastano i nostri cuori che ogni tanto fanno scintille? Vuoi avermi ancora più vicina?
- Esattamente! 
- Daccordo! ma non venirti a lamentare con me se ti cacceranno di casa. Io almeno in questo sono fortunata: sono già fuori. 
Discutemmo ancora per qualche minuto sulla possibilità di rimandare la cosa ma visto la mia irremovibilità alla fine Leila si convinse del tutto e insieme ci recammo nel luogo stabilito. Proprio difronte a dove eravamo sedute noi, vi era un negozio che a Storybrooke ultimamente stava avendo molto successo. Era un negozio di pircing e tatuaggi e quel giorno io e mia sorella decidemmo di farci fare un tatuaggio insieme. Era una vera e propria pazzia con tutto quello che stava succedendo in quel periodo ma non mi importava, mia sorella era la mia ancora di salvezza e io volevo condividere questa cosa con lei. Lei aveva avuto la stessa idea e quindi perchè aspettare? Consultammo una serie di catalochi poi entrambe puntammo l'occhio su un tatoo... lo stesso. Non era nulla di complicato, era semplicemente lo stesso fiore che aveva tatuato la mamma solo che in più aveva una scritta che racchiundeva in se quello che eravamo. " Best Friends" era la scritta in questione, migliori amiche... era quello che eravamo l'una per l'altra e questo non sarebbe mai cambiato. Per rendere la cosa ancora più speciale decidemmo di dividere la scritta, Leila avrebbe tatuato la prima parola, ovvero "best" e io, essendo la sorellina piu piccola, la seconda... "friends". Fatta questa pazzia, offerta gentilmente da Leila la quale mi ricordò essere il mio regalo di dieciottesimo anticipato, andammo in un negozietto li vicino e comprammo due braccialetti di cuoio alti all'incirca quanto la scritta appena tatuata in modo tale che in casa nessuno se ne sarebbe accorto. Avevamo deciso di farci il tatuaggio sul polso il che di per se era un grande rischio... se non fosse stato coperto con qualcosa si sarebbe di sicuro notato. 
- Questa si che è stata una vera pazzia! - mi disse ancora incredula di quello che avevamo appena fatto.
- Benissimo non trovi? ora finalmente potrai raccontare qualcosa anche tu! - la presi in giro. 
Rincasammo senza fare il ben che minimo rumore e notammo che nonna era ancora alle prese con Liam e la matematica. Facemmo cenno a nostro fratello che eravamo tornate e lui senza esitazione si alzò dalla scrivania come un razzo e dicendo " nonna mi hai annoiato faccio da solo" corse in camera sua. La giornata proseguì senza nessun intoppo, aspettammo i nostri gentori che rientrassero dal lavoro, cenammo tutti insieme dopodichè Leila se ne andò... le sarebbe piaciuto rimanere ma aveva un'esame importante da sostenere e doveva studiare. 
Grazie alla visita di mia sorella riuscii a tranquillizzarmi un pochino e a vivere la vita con un po piu di serenità. Certo non potevo uscire, non avevo il telefono e il pc a disposizione, ma avevo la scuola e questo mi bastava. In classe con me cerano sia Erik che alcune mie amiche quindi a conti fatti non mi mancava nulla, i tempi bui prima o poi sarebbero finiti, bisognava solamente pazientare.
Fui molto fortunata anche in questo perchè non dovetti aspettare poi molto; all'incirca un mesetto e mezzo dopo la scuola ci comunicò che molto presto si tarebbe tenuta la consueta gita scolastica. Le mete come al solito erano due: la prima era la settimana bianca, la seconda era una gita di cinque giorni a Barcellona. Naturalmente ogni signolo allievo dell'istituto avrebbe potuto scegliere la meta a lui preferia. Tornai a casa più entusiasta che mai e dopo aver elencato ai miei gli ottimi voti avuti durante l'ultima settimana estrassi il comunicato della gita e glielo mostrai. 
- Come al solito scelgono sempre ottime mete. - disse mia madre sorridendo.
- Questo significa che potrò andare????? - domandai speranzosa guardandola negli occhi.
- Per me non ci sarebbero problemi: hai ottimi voti a scuola e ultimamente sembri essere tornata in te, se anche tuo padre è daccordo... - abbassai per un momento lo sguardo convinta già di ricevere un no come rispota, poi mi girai nella sua direzione e pronunciai la fatitica domanda:
- E tu papà che cosa ne pensi?
- Penso che la gita non serva a nulla... - che ti pareva? - però è anche vero che per voi studenti è molto significativa. Non sarò di certo io ad impedirti di fare questa esperienza, ma non dirmi mai piu che mi odi. - disse serio. 
- Po... posso andare davvero in gita? ODDIO PAPA' GRAZIEEEEEEEE! SEI IL PAPA' MIGLIORE DEL MONDOOOOOOOO! - non potevo credere alle mie orecchie... papà mi aveva appena detto di si. Andrò in gita, sarò fuori storybrooke per piu di un giorno e sopratutto ci sarà il mio Erik con me... che alto potrei mai chiedere di meglio dalla vita? Avevo ragione a dire che ben presto le cose si sarebbero sistemate.
- Hai già deciso che meta preferisci? - chiese mia madre 
- No ancora no... domani parlerò con le mie amiche e...
- Aspetta un attimo... quasi dimenticavo - ci interruppe papà - si puo scegliere sia l'una che l'altra meta giusto? Cioè non dovete necessariamente tutti andare nello stesso posto.
- Esatto... anche se noi in realtà vorremmo and...
- Potrai andare in gita solo a due condizioni: o se il tuo carissimo amico Erik non ne prenderà parte o se sceglierà una meta differente dalla tua. 
- Ma papà come ti stavo per dire, noi della classe vorremmo...
- Non mi interessa della classe, mi interessi tu. Sei tu mia figlia non loro. Voglio salvaguardarti e voglio stare tranquillo che tu non faccia sciocchezze. Queste sono le regole se vuoi partire altrimenti la tua cameretta sarà ben felice di ospitarti. 
- Mamma...
- Anche io la penso come tuo padre... te lo avrei detto dopo in separata sede ma è quello che penso anche io.
- Con la classe divisa non sarà lo stesso però...
- Prendere o lasciare Chloe. Se vuoi andare in gita informati su dovre andrà lui e fai la scelta opposta . Non prendermi in giro perchè lo verrò a sapere, anzi... oggi stesso chiamerò sua mamma e la informerò sia di questo fatto che del precedente. 
- E se chiedessi ai miei professori di controllarmi? Saresti comunque tranquillo non trovi? Eddai papà farò la brava.
- Emmh no, forse non ci siamo capiti signorina: o partite separati o non andrai proprio da nessuna parte. Queste sono le regole, ora sta a te decidere. - Mio padre era irremovibile ma se pensava che sarei stata lontana da Erik tutti quei giorni si sbagliava di grosso. Non avevo paura delle sue minacce, io sarei partita con il mio fidanzato con o sensa il suo consenso. 
- Daccordo papà! Chiama Anna e informati sulla scelta di Erik, io farò la scelta opposta. - Naturalmente la mia era solo una strategia per avere il consenso di partire, una volta ottenuto avrei trovato un modo per raggirare l'ostacolo. Ormai avevo deciso e nulla mi avrebbe fatto cambiare idea.
 
Note dell'autore: Bene bene bene... eccoci finalmente al famoso capitolo di cui l'anteprima (l'immagine) vi era già stata mostrata un mesetto fa. Cosa dire... come potete notare dal titolo ho avuto la nescessità di dividere il capitolo in due parti perchè aimè stava diventando troppo lungo per poter essere pubblicato in una volta sola. L'immagine che vi era stata mostrata naturalmente racchiudeva tutta la storia quindi va da se che nel prossimo aggiornamento la copertina sarà sempre la stessa. cosa ne pensate? La piccola Jones sta diventando un po' troppo libertina? E' stata beccata da papà Killian in atteggiamenti poco consoni alla sua età e nonostante sia stata messa sotto punizione ferrea a trovato il modo di uscire per creare ulteriore scompiglio... semmai mamma e papà scopriranno il tatoo non so cosa le faranno. la parte peggiore però arriverà nella seconda parte. riuscirà la piccina, non piu tanto piccina, a raggirare papà Killian e mamma Emma andando in gita con il suo fidanzatino Erik? aspetto con ansia i vostri commenti su questo aggiornamento e le vostre ipotesi su quello che accadrà nel prossimo capitolo. A prestissimo ve lo prometto. baciooooo 💋

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Capitolo 68
*** Gelosia pericolosa ***




POV KILLIAN
- Ti dispiace ripetere? - dissi in maniera leggermente alterata verso il mio primo ufficiale.
- Ho solo eseguito gli ordini signore! - rispose con fare innocente, cosa che non era affatto - Ha dato l'ordine di cercare un nuovo membro dell'equipaggio e io...
- E tu non hai svolto il tuo compito! Spugna, come posso continuare a fidarmi di te? 
- Ma signore io... ho semplicemente fatto la scelta in base...
- In base ai tuoi ormoni! - finii la sua frase anche se in maniera differente da come l'avrebbe di sicuro fatto lui. - Mi sembra di essere stato abbastanza chiaro in passato. Su questa nave sono solamente tre le donne che hanno il libero consenso di salire a bordo; tre spugna: mia moglie e le mie due figlie. Posso arrivare a contarne cinque se consideriamo Regina e mia suocera, ma finisce li.  - come accidenti gli era venuto in mente di assumere una donna? - Licenziala immediatamente mi sono spiegato? - ordinai senza troppi giri di parole.
- Non credo sia possibile signor capitano perchè lei... beh ecco... si è licenziata dal suo vecchio lavoro non appena le ho comunicato la notizia di essere stata assunta. Non credo proprio che la riassumeranno.
- E con questo? Non è di certo un mio problema. Sbarazzati di lei all'istante o ne subirai le conseguenza. Non sto scherzando... fai in modo che quando sarò di ritorno lei sia già andata via. - Mi allontanai a passo sostenuto dalla mia nava e mi recai alla tavola calda di Granny per la seconda colazione della giornata con il mio amore. Non capitava spesso  per via del lavoro di riuscire a vedersi anche durante la mattinata e infatti rimasi alquanto stupito che mi avesse chiamato per poterci vedere... che fosse successo qualcosa? Dovevo preoccuparmi? Tutte queste domande smisero di esistere nell'esatto momento in cui entrai nel locale e la vidi: era meravigliosa come al suo solito e per di più aveva un enorme sorriso stampato sul viso; forse non c'era nulla di cui doversi preoccupare, forse era semplicemente desiderosa di vedermi. Mi avvicinai al nostro solito tavolo e dopo aver ricambiato il sorriso la salutai con un bacio che prontamente si prestò a ricambiare.
- Eccoti finalmente! Mi sei mancato terribilmente amore! - mi disse staccandosi con difficoltà dalle mie labbra... ma che le prendeva oggi? Non è mai così sdolcinata...
- Wow!!! Siamo di buon umore questa mattina love! - sorrisi - Come mai tutte queste smancerie?
- Che c'è, deve esserci un motivo specifico se voglio passare del tempo con il mio amoruccio? - no no no... qui c'era sotto qualcosa, ne ero più che sicuro.
- Beh no però solitamente se ti chiamo a quest'ora anche solo per sentire la tua voce mi rispondi sempre a mezza bocca dicendo che stai lavorando e che non vuoi essere disturbata. Sicura che non sia successo nulla? - la guardai negli occhi cercando di scovare la verità.
- Succede che mi mancavi, è così strano da credere? - mi domandò con uno sguardo che la sapeva lunga.
- No, ma mi stai nascondendo qualcosa tesoro e sono sicuro, dai tuoi toni mielosi, che la cosa non sarà di certo di mio gradimento.
- Ma che dici... sei sempre il solito paranoico. - alzò gli occhi in aria giocosamente. - Si è vero, in teoria c'è una cosa che devo dirti,  ma non centra nulla con il fatto che mi mancavi. - Lo sapevo! Lo sapevo che mi nascondeva qualcosa.
- Avanti love, spara!
- Beh ecco vedi... sai che il matrimonio di Robin e Regina è dietro l'angolo vero? Qualche giorno fa ne stavo parlando anche con mia madre e ne è venuto fuori che sarebbe carino, come da tradizione, festeggiare i suoi ultimi giorni da nubile con una piccola festicciola tutta al femminile.
- Un addio al nubilato insomma! - specificai.
- Wow! Ti stai modernizzando ogni giorno di più! Prima non sapevi neanche l'esistenza di certe usanza amore. Sono stupita!
- Spiritosa! Comunque credo sia un'ottima idea! - risposi sinceramente.
- Davvero? - chiese stupita di tale risposta.
- Beh si, non vedo dove sia il problema. Conosco sia te che tua madre e non siete certo tipi da organizzare feste all'insegna dell'alcol sfrenato e del sesso! Vai pure e divertiti, ai nostri piccoli terremoti penso io.
- Beh non ti ho ancora detto tutto a dire la verità. Non la sto organizzando io la festa e ne tanto meno mia madre - scrollò le spalle. - In vista del matrimonio è tornata in città Ruby e sai bene anche tu quanto le piace festeggiare a quella donna. L'organizzazione della festa è tutta nelle sue mani. 
- In questo caso amore mio scordati di andare! Non mi piacciono le idee della lupacchiotta lo sai... di sicuro la festa sarà a tema di alcol e uomini nudi e l'accoppiata di per se non mi piace per niente. Ce ne staremo belli e tranquilli accoccolati sul divano a coccolarci e a vedere un bel film. - proposi. 
- Non mi dire... sei geloso? - rise a crepapelle. - Non ti ho chiamato per chiederti il permesso amore, volevo solamente avvisarti e poi... beh anche voi maschietti dovreste organizzare una festicciola per il vostro amico non credi? Potremmo farle entrambe lo stesso giorno cosicché non staremo più di una sera separati. - propose 
- E tu vorresti farmi credere che non saresti minimamente gelosa? Mi manderesti in un locale pieno di donnine poco vestite senza nessun problema amore? - la presi in giro sapendo quanto fosse gelosa.
- Beh amoruccio caro, non per ricordartelo, ma i migliori amici di Robin siete tu e mio padre quindi posso assicurarti che avendo lui alle tue calcagna non sarò minimamente in pensiero. - piccola furbetta, aveva calcolato tutto.
- Giochi sporco signorina lo sai vero? E a te chi ti controlla?
- Ricordati che c'è mia madre...
- Allora sto proprio tranquillo guarda... - dissi ironico. - Comunque ok! Organizziamo queste feste per i nostri amici ma sappi una cosa dolcezza: come mi terrai d'occhio tu, lo farò anche io quindi sta attenta! - naturalmente lo dissi scherzando; ero geloso marcio della mia donna è vero, ma mi fidavo ciecamente di lei, cosa che speravo fosse reciproca. Lasciammo cadere li la conversazione festa e ci dedicammo finalmente alla nostra colazione. Furono minuti estremamente piacevoli e rilassanti, ma ben presto entrambi dovemmo tornare a lavoro. Le diedi un ulteriore bacio dopodichè mi avviai al porto. Salii sulla Jolly convinto che il mio primo ufficiale avesse eseguito i miei ordini e invece niente da fare, la donna era ancora li. Bene bene bene... spugna avrebbe passato un brutto quarto d'ora per aver disobbedito al suo comandante. Mi avvicinai alla donna in questione, la quale era girata di spalle intenta a pulire il ponte della mia nave, per poterle parlare e spiegare il malinteso dell'assunzione, quando senza neanche chiamarla si voltò verso di me.  No! Non era possibile! Non potevo credere ai miei occhi. Ero al corrente che avesse assunto una donna, ma non avevo ancora avuto modo di incontrarla. Quella che avevo davanti non era una semplice donna, quella era una delle mie ex... una delle donne che lavoravano nella locanda ai tempi della foresta incantata... una storiella di pochi mesi a dirla tutta, niente di importante ve l'assicuro, ma era pur sempre una mia ex ed era un vero e proprio pericolo averla li. Non per me sia chiaro, ormai avevo occhi solo per mia moglie e per i miei bambini, ma proprio per mia moglie. Apparentemente davanti ai miei occhi fa sempre finta di nulla, ma io la vedo come fulmina ogni essere umano di sesso femminile che, anche se per sbaglio, posa lo sguardo su di me. Diventerebbe una iena solo all'idea di una donna qualsiasi sulla mia nave, figuriamoci una mia ex. 
- Ehi Killian, ciaooo! Da quanto tempo... non ci vediamo da una vita! Ti ricordi di me vero? Sono...
- Si si, so chi sei! - le sorrisi per educazione. 
- Volevo vivamente ringraziarti per avermi permesso di lavorare per te su questa nave! Il mare è una delle cose che amo di più ricordi? Era una cosa che ci accomunava ricordi? - ok stava decisamente parlando a sproposito, dovevo fermare subito quel fiume di parole.
- Emmh si però... non so come dirtelo ma credo ci sia stato un errore. Io non ho dato ordini di assumere all'interno dell'equipaggio personale di genere femminile.
- Ma come... il tuo primo ufficiale mi ha detto che sei stato proprio tu ad assumermi dopo aver visto la mia candidatura... dice che mi hai voluto fortemente. - Spugna stava cercando di essere licenziato misà.
- Il mio ufficiale ha un debole per le donne e credo che tu l'abbia colpito parecchio... purtroppo però questo non basta per tenerti qui su questa nave... mi dispiace.  - dissi deciso.
- Ma Killian... io... io ho bisogno di questo lavoro! 
- Mi dispiace credermi, ma come capitano di questa nave non voglio che mi si manchi di rispetto e mi si disobbedisca. Un mio dipendente ha fatto di testa sua senza la mia autorizzazione e ora purtroppo devo rimediare. Non è per te, sarebbe stato così per qualsiasi altra ragazza, ma come ho già detto non voglio un equipaggio al femminile sulla Jolly Rogers. 
- Killian non... non posso perdere anche questo lavoro. Mi sono licenziata dalla locanda per essere qui, se mi sbatterai fuori resterò senza lavoro e non avrò di che vivere.
- Sono sicuro che troverai altro. 
- E nel mentre cosa farò? Come crescerò mio figlio? Come lo sfamerò? E' solo un bambino di sette anni... non merita di vivere in una strada. - Aveva un figlio? caspita questo non ci voleva. 
- Beh tuo marito non credo sia disoccupato, si prenderà cura lui di voi due nel mentre che troverai altro. - era scontato no? Il compito di un uomo è anche questo dopotutto: prendersi cura della propria famiglia. Emma lavora, ha sempre lavorato, ma non ci sarebbe stato nessun problema per me nel caso non avesse avuto un impiego. Perchè per quest'uomo sarebbe dovuto essere diverso?
- Io non ho un marito! Quel disgraziato mi ha piantata in asso sette anni fa  non appena ha scoperto che ero incinta. La mia famiglia è composta da me e mio figlio quindi ho bisogno di questo lavoro. - Di male in peggio insomma. 
- Mi dispiace, non lo sapevo... Senti, mi impegnerò personalmente a trovarti un nuovo impiego ok? Mi ci vorrà proprio per dire tanto una settimana, ma fidati, ho ottime conoscenze.
-  Va bene però... posso lavorare per te almeno fin quando non  avrò ottenuto altro? Ho la baby sitter da pagare e sono anche molto in ritardo...non posso permettermi il lusso di aspettare una settimana.  Ti prometto che non ti creerò alcun tipo di problema ma ti prego fammi rimanere. - Per quanto avrei voluto dire di no, mi dispiaceva lasciar una donna così incasinata in mezzo ad una strada. Acconsentii a tenerla come dipendente sulla mia nave ma solo per il tempo necessario prima che riuscissi a trovarle un nuovo impiego. 
Non credevo fosse così difficile trovare un lavoro sapete? Pensavo che una settimana sarebbe stata più che sufficiente... e invece? E invece ecco che dopo due settimane tenevo ancora nascosta segretamente una donna sulla mia nave. Solo i miei uomini ne erano a conoscenza ma diedi loro l'ordine di tenere la bocca cucita. Non volevo assolutamente che voci indiscrete giungessero  alle orecchie di mia moglie. Lo so... era completamente sbagliato tenerla all'oscuro di una cosa del genere ma è anche vero che la conosco come le mie tasche e sapevo per certo che avrebbe dato di matto se solo lo avesse saputo. Forse se fossi andato da lei il giorno stesso in cui Spugna combinò il casino sarebbe stato diverso, mi avrebbe semplicemente chiesto di mandarla altrove e si sarebbe proposta lei in prima persona di trovarle un impiego pur di tenerla lontana da me, ma ora... sapendo che gliel'ho tenuto nascosto per tutto questo tempo sono sicuro che mi farebbe decapitare all'istante. Mi sentivo uno schifo... avevo la coscienza sporca e tornare a casa ogni sera con la consapevolezza di starle mentendo non faceva altro che farmi sentire ancora più in colpa. Ci furono dei momenti in quei quindici giorni in cui fui sull'orlo di raccontarle tutto, ma poi prontamente mi tirai sempre indietro. Avevo paura...  paura di rovinare il nostro meraviglioso rapporto. Come non averne... ci eravamo fatti una promessa molti anni fa... quella di non aver segreti tra di noi. Ricordo che ci rimasi malissimo quando scoprii che mi stava nascondendo di avere delle visioni che preannunciavano la sua morte. Era la mia fidanzata, non accettavo che mi mentisse e così dopo una lunga litigata ci facemmo questa promessa... niente più segreti.  Fui io il primo ad insistere su questa cosa e è uno schifo sapere che ero stato io ad aver infranto il tutto. Non volevo che immaginasse cose che non esistevano, non volevo litigare con lei, eppure ero sicuro che se le avessi confessato il tutto saremmo arrivati proprio a quel punto e credetemi è l'ultima cosa che avrei voluto.  
Riuscii a convivere con quel segreto per venti giorni in tutto poi una voce dentro di me mi fece capire che mentendole  avrei solamente peggiorato la situazione. Se lo avesse scoperto da sola sarebbe stata di sicuro la fine di tutto, quindi arrivai alla conclusione che forse era meglio una litigata furibonda che un divorzio assicurato. 
Terminai prima il mio turno di lavoro e corsi a casa ad aspettarla. Di solito il suo turno in stazione terminava intorno alle 19:00 quindi, visto che erano ancora le 17:00, mi rilassai consapevole di avere ancora un paio d'ore per formulare un discorso di senso compiuto... si certo, come no! Non appena tornai a casa ebbi una sorpresa del tutto inaspettata: mia moglie era già li. 
- Ehm... Emma, amore... ciao! - esordii sorpreso di vederla - Come mai sei già a casa? - solo in quell'esatto momento riuscii a vedere meglio il suo viso, era cupo, preoccupato... per nulla sorridente.
- Ciao Killian! Mah... nulla di preoccupante in realtà, ho solo preso un giorno di ferie! Tu piuttosto... cosa ci fai a casa così presto? 
- Volevo farti una sorpresa ma credo proprio che tu l'abbia fatta a me! - sorrisi cercando di camuffare il mio stato d'agitazione. - Un giorno di ferie hai detto? Che c’è ti senti poco bene per caso? - chiesi in riferimento a ciò che mi aveva appena detto; non era da lei saltare il lavoro senza una motivazione più che valida.
- No affatto, sto bene.... o almeno fisicamente lo sono. - mmh... quella risposta non mi piaceva per niente.
- Che intendi dire?
- Beh ecco... in realtà c’è una cosa che devo dirti e non posso piu aspettare. 
- Che coincidenza, anche io volevo parlare un po’ con te! - parlai senza pensare... ma che idiota! Quello non era assolutamente il momento buon per affrontare l’argomento, non era la mia Emma quella che avevo davanti, non potevo di certo sputarle addosso la verità quando non era neanche del tutto in se.
- Ah si? E cosa vorresti dirmi? - chiese curiosa
- Beh ecco... io... - iniziai ma fortunatamente mi bloccò.
- No, no, no aspetta! Se non ti dispiace vorrei iniziare io... non è poi così semplice quello che ho da dirti e se non lo faccio ora non credo che avrò mai il coraggio di farlo! - era un sollievo per me non essere il primo a parlare però al tempo stesso stavo iniziando seriamente a preoccuparmi. Cosa accidenti doveva dirmi di così importante?
- Nessun problema tesoro, sono tutto orecchie. 
- Bene, vieni a sedersi qui! - mi indicò il divano dove lei stessa era seduta; l'assecondai e una volta accanto a lei, istintivamente, le presi le mani tra le mie come a volerle dare coraggio. -Ieri mattina ho fatto qualcosa che non avrei dovuto fare. - disse tutto d'un fiato - Si, ecco vedi...Sono venuta a conoscenza di una cosa... una cosa che non penso ti piacerà, ma ho bisogno comunque di parlartene o potrei impazzire. - Oddio... che avesse già scoperto qualcosa? Il mio cuore iniziò a martellare all'impazzata tanta era la paura, ma feci finta di nulla e la lasciai continuare. - Avrei dovuto parlartene già ieri ma non ho avuto il coraggio di farlo.
- Mi stai facendo preoccupare tesoro lo sai vero? - più che preoccupato me la stavo facendo addosso.
- Ok, sarò breve... avevo dei dubbi e man mano che i giorni passavano questi dubbi aumentavano sempre di più! Non potevo continuare a far finta che andasse tutto bene Killian così ho preso la palla al balzo e l’ho fatto! Ho fatto il test! - Rimasi sorpreso ma al tempo stesso tirai un sospiro di sollievo.  - So che avrei dovuto aspettarti per farlo, so che volevi essere presente anche tu ma...
- Shhhh è tutto ok tesoro, se ti sentivi di farlo in quel momento è giusto che tu lo abbia fatto. - bloccai il suo fiume di parole e contemporaneamente le accarezzai il viso - Allora? Il Responso? Abbiamo una nuova cameretta da pitturare? - dalla sua faccia sconvolta e dai sintomi che in quel periodo avevo avuto modo di vedere ero convintissimo che il risultato del test fosse positivo ma a quanto pare mi sbagliavo.
- No... nessuna cameretta da pitturare, il test ha dato esito negativo... - abbassò lo sguardo.
- Mi dispiace tesoro - l’abbracciai credendo che il suo sguardo cupo e malinconico fosse per questo motivo - Possiamo riprovarci se vuoi! - le dissi con gentilezza sperando di fare tornare il sorriso - Non mi piace vederti così triste.
- Io non voglio provarci Killian... mi bastando i bambini che abbiamo! Sai benissimo come la penso.
- E allora? Cos’è quel visino triste? - Domandai a quel punto non capendo.
- Tra i due eri tu quello più entusiasta della cosa e.... e..... e mi dispiace se ti ho deluso! - la vidi scoppiare in lacrime. Non mi aspettavo minimamente una confessione del genere. Pensava seriamente di avermi deluso? 
- Ma scherzi tesoro? Ma cosa dici... non mi hai deluso affatto! Mi sarebbe piaciuto avere un altro bambino è vero ma è comunque vero che amo la mia vita così com’è! Non ho bisogno di un altro bambino per essere felice, nella mia vita ho già cinque tesori preziosi e questo mi basta. - Ero sincero - Ora asciugati le lacrime e stringimi forte, lo sai che odio vederti piangere! - la tenni stretta a me e aspettai che si calmasse. Avevo addirittura per un attimo dimenticato il mio piccolo problemino ma prontamente, quando meno me lo aspettavo, lei me lo ricordò.
- E tu invece? - si asciugò le lacrime e mi guardò negli occhi - Cosa avevi da dirmi? - E ora? Avrei dovuto sputare il rospo, era la cosa più giusta da fare, ma vedendola ancora provata per la sua notizia decisi di prendere la palla al balzo e scappare a gambe levate per l'ennesima volta.
- Ma niente di che amore! Era solamente una sciocchezza. Volevo informarti che abbiamo scelto il locale per l'addio al nubilato di Robin, tutto qui! - la baciai - Ora vado a preparare la cena! Hai avuto una giornata intensa amore mio, sta qui e riposati, penso a tutto io.
Mi ero finalmente deciso a parlarle e invece ho avuto talmente tanta paura della sua reazione che alla fine me la sono fatta addosso e con una stupida scusa sono fuggito. Mi ripromisi di parlarle il giorno seguente e volente o nolente questa volta lo avrei fatto. Dopotutto non stavo facendo nulla di male con quella donna quindi perché mai avrei dovuto avere paura? Andai a dormire con qualche piccolo grattacapo che mi fece riposare poco e niente quella sera, ma poi il mattino seguente arrivò. Portammo i bambini a scuola come di consueto dopodiché ognuno di noi raggiunse il proprio posto di lavoro. Fu una mattinata molto impegnativa e piena di cose da fare, i miei uomini cominciavano a perdere colpi a causa della presenza di quella donna, non lavoravano più come un tempo e di conseguenza toccò a me fare tutto il lavoro pesante. Fortunatamente ci pensò mia moglie a metà mattinata a rallegrarmi un po la giornata mandandomi un sms:

" Ti va di pranzare insieme? Non puoi capire quanto mi manchi...ho bisogno di stringerti a me!"

Quel messaggio fu pura musica e naturalmente le risposi in maniera affermativa. Mi apprestai dunque a finire il lavoro il più velocemente possibile dopodiché presi degli abiti puliti dalla mia cabina e mi chiusi in bagno per una doccia. Non potevo di certo presentarmi in quelle condizioni.
Una doccia rigenerante era proprio quello che mi ci voleva. Sarà stata l’acqua fredda o il semplice pensare a mia moglie e al fatto che presto l'avrei vista, che ogni fatica e ogni sforzo fatto poco prima venne immediatamente dimenticato. Mi asciugai i capelli semplicemente con un asciugamano, misi i pantaloni puliti e solo allora mi resi conto di aver dimenticato la camicia in cabina. Che testa! Andai a prenderla ma non appena entrai in stanza trovai, proprio accanto al mio letto Charlotte, la ragazza che ospitavo sulla mia nave. Non mi aspettavo di vederla li, il suo compito era quello di svolgere le pulizie è vero, ma ero stato molto chiaro al riguardo: alla mia cabina avevo libero accesso solamente io. Nonostante ciò però non fu tanto il fatto di trovarla li che mi sorprese, quanto il fatto che fosse mezza nuda; aveva in dosso una seplice sottana color bordeaux.
- Che... che cosa ci fai qui Charlotte? - chiesi lasciando in secondo piano il suo outfit.
- Beh... se non ricordo male... i compiti di una donna all'interno della nave sono anche altri... oggi ti ho visto particolarmente provato quindi ho pensato che magari avrei potuto aiutarti a scaricare la tensione. 
- Hai pensato male! - risposi secco - Sono felicemente sposato e non ho bisogno di te per scaricare la tensione, ci pensa mia moglie a farmi sentire vivo. Non ho bisogno di altro... e ora se vuoi scusarmi vorrei finire di prepararmi. - dissi andando a sedermi sul letto per poter mettere almeno le scarpe.
- Ma dai Killian... in onore dei vecchi tempi! Cosa ti costa è? Ti piaceva il mio corpo un tempo ricordi? - si mosse sinuosa dopodichè si avvicinò maggiormente e arrivò talmente tanto vicina che riuscì a posare senza nessuna fatica una mano sulla mia spalla. Da li fu un attimo. 
***
POV EMMA
Mi ero sentita terribilmente in colpa per aver fatto il test senza renderlo partecipe, ci teneva molto ad essere presente, lo sapevo benissimo, eppure nel momento esatto in cui ho deciso di farlo non ho minimamente pensato alla possibilità di chiamarlo. Non che non volessi li con me, mi avrebbe fatto enormemente piacere averlo accanto per sostenermi, ma era a lavoro e sapevo per certo che se lo avessi chiamato avrebbe trovato modo e maniera di convincermi ad aspettare la sera che lui fosse rincasato. Erano solo poche ore penserete voi, avrei potuto aspettare, ma la realtà dei fatti era ben diversa. Erano giorni che rimandavo, settimane per la precisione, dei giorni avevo dei sintomi sospetti, altri niente... " vedrai che sarà solamente un mal di stomaco passeggiero" "ma si dai... magari lo faccio domani" "deve avermi fatto male qualcosa".  Ogni giorno avevo una scusa diversa per rimandare e avrei continuato così all'infinito se non si fosse aggiunto un'altro sintomo molto allarmante. Mi resi conto che i giorni di ritardo erano di gran lunga superiori alla norma. Da quando avevo partorito Liam non avevo ancora riacquistato la mia solita regolarità, ma mai ero arrivata a oltre due settimane di ritardo. Fui colta da un'improvviso attacco di panico e nulla mi avrebbe fatto calmare se non scoprire la verità. Non ci pensai due volte: presi il test dal mobiletto del bagno e senza esitazione lo feci... negativo. Per un attimo mi sentii sollevata, un quinto figlio non era esattamente nei miei programmi, Liam aveva a malapena un anno, Chloe era in una fase della sua vita molto delicata e Leila iniziava a essere una signorina ormai, ricominciare da capo per l'ennesima volta non era una cosa che in quel momento ero pronta a fare; ma poi pensai a quello che avevo appena fatto: avevo fatto il test senza mio marito e pensai che non solo avrei dovuto confessargli questa cosa, che lo avrebbe sicuramente fatto dispiacere, ma avrei dovuto anche comunicargli che non vi era nessun bambino in arrivo, cosa che lui in fondo al cuore sperava. 
Confessargli il tutto non fu affatto semplice per me, mi sembrò come ammettere di aver tradito in qualche modo la sua fiducia, come se non avessi voluto renderlo partecipe di un momento così importante per la nostra famiglia. Abbassai lo sguardo e piansi, non volevo vedere il suo sguardo ferito, mi avrebbe fatto troppo male. Come ogni volta però lui mi sorprese, mi prese il viso tra le sue mani e mi invitò, con il suo aiuto,  ad alzare il mio sguardo verso di lui. Mi regalò sorriso, un sorriso sincero, il sorriso che tanto amavo e come se non bastasse mi strinse a se sussurrndomi dolci parole: improvvisamente mi sentii di nuovo a casa.  
Andammo a dormire molto presto quella sera e per tutta la notte lo sentii rigirarsi nel letto. Più volte mi svegliai per controllarlo, avevo paura che si sentisse poco bene, ma il suo girarsi in continuazione non era dovuto ad altro che ad un sonno disturbato. Probabilmente stava avendo un incubo. Mi strinsi a lui e continuai a dormire. Il mattino seguente, dopo aver accompagnato le piccole pesti a scuola, andai in ufficio, mi misi a lavoro ma neanche cinque minuti dopo la mia testa era già altrove. Non riuscivo minimamente a concentrarmi, più ci provavo e più pensavo ad altro. Presi una piccola pausa andando a prendere un caffè alle macchinette in fondo al corridoio dopodiché provai nuovamente a mettermi a lavoro. Niente da fare, era tutto inutile. Scrissi un messaggio a Killian chiedendogli di incontrarci per pranzo e alla sua risposta " Non vedo l'ora di vederti, ho intenzione di regalarti una pausa pranzo con i fiocchi"  il mio cervello perse del tutto ogni capacità di concentrazione. Non feci altro che pensare a cosa mi avrebbe riservato il mio maritino da li a poche ore e alla fine, stanca di aspettare, decisi di raggiungerlo con netto anticipo sulla Jolly. Volevo fargli una sorpresa e chissà magari avrei avuto modo di ottenere un piccolo antipasto di quella che poi sarebbe stata la nostra vera pausa pranzo. Purtroppo però fu lui a farmi una sorpresa e a differenza di tutte quelle fatte in passato, quella non fu per nulla piacevole. Arrivai alla nave più entusiasta che mai ma non appena aprii la porta della nostra cabina per poco non morii sul colpo: mio marito era a dorso nudo, in procinto di rivestirsi, davanti ad una donna tutt'altro che vestita. Se in quel momento mi avessero strappato il cuore dal petto e lo avessero stritolato con estrema lentezza molto probabilmente avrei sentito meno dolore. 
- Emma amore! - disse lui alzandosi immediatamente dal letto su cui era seduto e venendomi incontro. - Non farti mille film mentali ok? Non è come... - non lo lasciai neanche finire la frase e senza degnarlo neanche di una mezza parola, girai le spalle e cercai a passo sostenuto di uscire da quella nave nel minor tempo possibile. - Ei ei ei! Aspetta un secondo, dove stai andando è? - mi afferrò per un polso strattonandomi verso di lui e costringendomi a farmi girare. - Lo leggo dal tuo sguardo che.... ma non è come pensi... noi non.. lei...
- MI FAI SCHIFO KILLIAN! - fu l'unica cosa che uscì dalla mia bocca e ad essere onesti fu anche la più gentile perchè nella mia testa in quel momento si stavano facendo spazio insulti di ogni tipo.
- Emma... - anche il solo sentire la sua voce mi creava disgusto così, senza esitazione, decisi di mettere fine a tutta quella squallida sceneggiata e con un gesto della mano svanii portandomi lontano da lui. 
Mi materializzai dietro il locale di Granny ma non appena misi i piedi a terrà un conato di vomito mi invase e fui costretta a rigettare tutto il contenuto del mio stomaco. Mi sentii privare di ogni forza e proprio mentre credevo di stare per svenire due braccia mi sostennero impedendomi di cadere.
- Emma! Emma ti senti bene! - anche se stordita riconobbi subito quella voce: era Ruby. - Emma mi senti? Oiiii devo chiamare aiuto? Rispondimi cavolo! 
- Ru... ruby.... sto... sto bene! - mi sforzai a dire pur di non farla allarmare ulteriormente. 
- Non mi pare proprio. Dai, ti porto a casa e poi semmai chiamo Killian per inforarlo così viene a farti compagia, rimarrei io ma purtroppo dovrò tornare qui per continuare il turno. - Un altro conato mi invase ma questa voi riuscii a gestirlo, mi bastava sentir pronunciare il suo nome per sentirmi male.
- La... lascialo lavorare... chiama... chiama Regina, dille di prendere i bambini da scuola  e di tenerli per il pomeriggio o portarli da mamma se ha da fare. Non... non dirle niente di tutto questo. Si preoccuperebbe... voglio che stia tranquilla prima del suo matrimonio. 
-  Emma stai tremando come una foglia, sei bianca cadaverica e a momenti poco fa non collassavi. Se non informo Killian e non dico nulla a Regina, chi resterà a casa con te? Non sei di certo nelle condizioni per poter stare da sola. - disse più preoccupata che mai.
- Sono una donna adulta, non ho bisogno di nessun babysitter! Torno a casa da sola, tu continua a lavorare e fa finta di nulla ok?
- No Emma non... - utilizzai la magia per la seconda volta consecutiva ma questa volta mi teletrasportai direttamente a casa. 
Mi buttai sul letto sfinita e piansi tutte le lacrime che avevo in corpo. Non potevo credere a quello che avevo visto. Killian e quella... in cabina... mezzi nudi!ì. Mio marito mi aveva... mi aveva... non riuscivo neanche a dirla quella parola. Pensavo che andasse tutto bene tra di noi e invece...come aveva potuto farmi questo? Come aveva potuto rovinare la mia vita e quella dei nostri figli così, senza nessuna motivazione? Non riusii a darmi nessuna spiegazione logica, continuavo a rivedere davanti ai miei occhi quell'assurda scena e inutile fu ogni tentativo di non pensarci. Mi disperai come forse non avevo mai fatto in vita mia e in un millesimo di secondo tutte le mie difese e i miei muri si rialzarono più forti di prima. Avevo creduto davvero che mi amasse... che fosse cambiato per me, per l'amore che gli avevo dimostrato e per quello che provava nei miei confronti... e invece? E invece mi sbagliavo, un pirata resta sempre un pirata... e chissà, magari quella non era neanche l'unica sgualdrina con cui ha diviso il letto. Sono stata una stupida, ho passato una vita intera a non fidarmi di nessuno e poi con il suo arrivo non ho capito più niente. Davvero pensavo di poter essere finalmente felice? Tze... stupida ingenua. I mie figli sono la mia unica felicità, l'unica cosa che di sensato quel porco ha fatto. E' per loro che non ho ancora dato fuoco all'intera città, è per loro che la Jolly Rogers e tutti quelli che sono al suo interno sono ancora illesi. Killian Jones deve ringraziare i suoi figli se ha ancora tutti gli arti al proprio posto . 
Controllai il telefono che stava squillando da diverso tempo, tra chiamate e messaggi, solo per assicurarmi che non  fosse nulla riguardante i miei figli. Loro non meritavano di essere ignorati. Come volevasi dmostrare però nessun messaggio da Regina, Henry o la scuola; le 35 chiamate senza risposta e i 12 messaggi ricevuti portavano il nome di una sola e unica persona: Killian Jones.

" Non ti ho tradita se è questo che pensi, sono ore che ti chiamo ti prego rispondimi, sono preoccupato"

 "Emma per mille balene ma davvero mi credi capace di una cosa simile? Io ti amo amore mio! Non ti tradirei mai"

" Rispondi per favore! Posso spiegarti tutto, hai frainteso"


Questi furono solo tre dei messaggi che mi aveva mandato e che imperterrito continuava a mandarmi. Non volevo sentirlo, era cosi difficile da capire? Il solo squillare del telefono mi mandava in bestia quindi, con la speranza che smettesse definitivamente, anche se controvoglia gli risposi almeno una volta.

" Non mi interessa ricevere alcun tipo di spiegazione da un essere sudicio come te, i miei occhi hanno visto e quel poco mi basta. Smettila con i messaggi e con le chiamate tanto non risonderò. Mi fai schifo Killian Jones! Fatti consolare dalla tua ex fidanzata che di sicuro sarà più che felice di scaldarti il letto"

Come sapevo che quella fosse la sua ex? Semplice, dopo una nostra litigata, dovuta al fatto che secondo me alcune ragazze lo stavano praticamente spogliando con gli occhi, lo costrinsi a farmi conoscere tutte le sue ex conquiste, o almeno quelle che si trovavano ancora a storybrooke in modo tale che se un giorno lo avessi beccato a parlare con una di loro gli avrei spaccato la faccia. Non avrei mai immaginato di dover vedere di peggio.
 Mi crogiolai ancora per un po' sul letto poi fui costretta ad alzarmi in quando qualcuno stava suonando al campanello. Sperai con tutto il cuore che non fosse lui e fortunatamente fu così: era Regina che era venuta a riconsegnarmi la prole. Aveva un sorriso raggiante sul volto che purtroppo si spense non appena mi guardò.
- Ciao Mamma!! - esordì Leila seguita da sua sorella.
- Mamminaaaaaaaa! Mi tei mancata sai?
- Emh..bambine perchè non andate a posare i vostri zainetti in camera e andate a lavarvi le manine? Con mamma vi saluterete dopo. - disse Regina scrutando attentamente il mio viso. Aspettò che le bambine obbedissero dopodiche, dopo aver posato nel box Liam, iniziò il suo interrogatorio. - Che accidenti ti è successo! - esclamò
- Niente perchè? - provai a mentire spudoratamente.
- Risparmiatela ok? Avanti dimmi: è successo qualcosa? Non era in programma che tenessi i bambini questo pomeriggi quindi racconta. 
- Ma niente davvero. Ho avuto semplicemente un mancamento, penso di aver rimesso anche l'anima e in più ho un mal di testa atroce. Non volevo che i bambini mi vedessero in questo stato ed ecco spiegato perchè ti ho chiesto di farmi il favore di tenerli. - giocai la carta dell'essere malata, considerato il mio aspetto, sperando ci cascasse. Fortunatamente funzionò.
- Mi dispiace Emma, ora come ti senti? Avresti dovuto informarmi sai? Sarei venuta prima a darti una mano... - disse preoccupata
- Non preoccuparti, sto meglio adesso ma se non ti dispiace vorrei far cenare i bambini e metterli a letto per poi poter tornare a riposare, penso di avere anche qualche linea di febbre.
- Tengo io i bambini se vuoi. - si propose per alleggerirmi il lavoro.
- No ti ringrazio, penso a tutto io. Grazie ancora per oggi, sei stata indispensabile. - in pratica la cacciai di casa, non ne andai molto fiera e di sicuro quel gesto mi aveva fatta sgamare. Pochi minuti dopo infatti mi arrivò un sms dalla stessa Regina che diceva:

" Menti da schifo! Per oggi va bene così ma domani ne parliamo! No, non hai diritto di replica."

Provai anche se inutilmente a non pensare a quell'orrenda giornata e mi dedicai ai miei figli: feci loro il bagno, preparai la cena dopodichè li misi a letto. Per almeno un'oretta riuscii a sentirmi piu calma e rilassata, i miei bambini anche se dei veri terremoti avevano questo potere, ma non appena la mia piccola Chloe mi chiese dove fosse suo padre e il perchè non era li a raccontarle la favola della buonanotte, tutti i pensieri tornarono alla mente e il senso di rabbia e delusione fu più forte di prima. Liquidai la mia cucciola dicendole che il suo papà era dovuto rimanere a lavoro per via di un problema improvviso dopodiche le diedi la buonanotte e uscii di corsa dalla sua stanza per rifugiarmi nella mia e piangere ancora una volta. Non so quanto tempo passò, so solo che ad un certo punto la porta della mia camera si aprì facendo apparire ai miei occhi l'unica persona che non avrei ma più voluto vedere. 
- Sei sveglia? - mi disse avvicinandosi piano al mio corpo per paura di spaventarmi. - Ei amore...  - mi alzai di scatto a quelle parole facendolo involontariamente indietreggiare, mi aveva davvero chiamata amore? - Emma tes...
- Vattene! - dissi secca. 
- Emma lasciami sp...
- Ti ho detto di andare via! Esci da casa mia!
- E' anche casa mia fino a prova contraria. - rispose a tono facendomi innervosire ancora di più. 
- Ah si è anche casa tua? Bene... allora esci da questa camera e non stressarmi l'anima! - gli lanciai un cuscino e una coperta e con la magia lo teletrasportai al piano di sotto. Servì a qualcosa? Certo che no, neanche venti secondi dopo rieccolo rientrare in camera.
- Dobbiamo parlare! - disse con tono che non permetteva repiche.
-  E se io non volessi? 
- Mi dispace ma non si può fare sempre quello che decidi tu! - mi prese per un braccio e spingendomi con tutta la sua forza mi portò al piano di sotto. Non gli urlai contro solamente perchè i bambini stavano dormendo. - Adesso te ne starai qui, zitta e buona - mi disse facendomi sedere sul divano - E mi ascolterai, perchè non è possibile che tu stia facendo tutta questa sceneggiata solamente perchè entrando in una stanza hai visto qualcosa di facilmente fraintendibile. Sei saltata subito a conclusioni senza darmi neanche il modo di...
- DARTI IL MODO DI FARE COSA kILLIANNNNNNNNN? - niente fu più forte di me, non riuscii più a trattenermi. Tutta la rabbia repressa che avevo cercato di trattenere per tutto il pomeriggio era finalmente esplosa.
- Ma sei impazzita? Non gridare, i bambini stanno dormendo! - disse facendomi alterare ancora di più. Era tutta colpa sua se stavo urlando, io neache volevo parlare.
- POTEVI PENSARCI PRIMA DI TORNARE IN QUESTA CASA CERCANDO DI APPARIRE COME L'ANGIOLETTO CHE IN REALTA' NON SEI! TI HO VISTO MEZZO NUDO JONES E CON UNA DONNA, CHE NON ERA POI TANTO PIU' VESTITA DI TE, CHE STRUSCIAVA LE SUE LURIDE MANI SU QUELLO CHE PENSAVO FOSSE IL MIO UOMO! PERMETTI CHE MI GIRINO I COGLIONI kILLIAN? 
- Se solo mi lasciassi spiegare...
- Avanti parla, vediamo come tenterai di giustificare tutto quello schifo! - dissi con aria di sfida.
- Ieri sera, quando sono rientrato prima dal lavoro, volevo parlarti, ma poi ti ho vista così sconvolta per via di quel test che ho pensato non fosse il momento adatto... volevo dirti che Spugna ha assunto senza il mio pieno consenso una donna sulla nave.Una donna che conosci molto bene.  Ho provato a sbarazzarmi di lei perchè sapevo che saremmo finiti a litigare ma mi ha spiazzato in due quando mi ha detto di avere un figlio e che non ha un soldo per poterlo crescere. Le serviva necessariamente un lavoro.
- E così ti sei proposto di aiutarla non è vero? Che carino che sei stato... e quale sarebbe il compito che le hai affidato? No no no aspetta, fammi indovinare: PAGARLA PER RIUSCIRE AD ENTRARE NELLE SUE GRAZIE? MA PER PIACERE KILLIAN SMETTI DI RACCONTARE CAZZATE! 
- Non sto raccontando cazzate, è la verità! Le ho promesso di farla lavorare come cameriera sulla mia nave fin quando non fossi riuscito a trovarle un nuovo impiego. 
- Complimenti, pulisce molto bene la sgualdrina da quello che ho potuto vedere! - ma a chi voleva darla a bere...
- ORA MI HAI DAVVERO SCOCCIATO SWAN! SE FOSSE VERO QUELLO CHE DICI TU NON STAREI DI CERTO QUI A FARE LA FIGURA DEL CRETINO PER GIUSTIFICARMI CON TE NON TI PARE? MI ERO APPENA FATTO UNA DOCCIA E METTENDO I PANTALONI MI SONO RESO CONTO DI AVER LASCIATO IN STANZA MAGLIA E SCARPE. SONO ANDATO LI PER FINIRMI DI VESTIRE E ME LA SONO RITROVATA IN STANZA IN QUELLE CONDIZIONI. CI STAVA PROVANDO CON ME, LO AMMETTO, MA LE HO DATO DUE DI PICCHE DICENDOLE CHE HO OCCHI SOLO ED ESCLUSIVAMENTE PER TE. LA STAVO COMPLETAMENTE IGNORANDO DEVI CREDERMI, MI SONO SEDUTO SUL LETTO E HO INIZIATO AD ALLACCIARMI LE SCARPE IGNORANDOLA. SI E' AVVICINATA NONOSTANTE LE AVESSI DETTO DI ANDARE VIA, MI HA SFIORATO UNA SPALLA E IN QUELL'ESATTO ISTANTE TU SEI ENTRATA. FINE DELLA STORIA.
- Tutto qui? - dissi ironica.
- Tutto qui! come vedi hai fatto tutto da sola. Possiamo per favore smettere di gridare e fare pace una volta per tutte?
- Potremmo... potremmo farlo davvero sai? Peccato che io non  creda ad una sola parola di quello che hai detto. 
- Emma per favore non essere...
- SHHHHH.... hai parlato fino ad ora. Adesso tocca a me. Il Killian che conoscevo non avrebbe mai permesso ad un'altra donna, che non fosse sua moglie, di stare in quelle condizioni in quella stanza, l'avrebbe mandata via o con le buone o con le cattive, quindi scusami se non ti credo. 
- TI GIURO CHE...
-  E poi se davvero eri così sicuro di avere la coscienza pulita, perchè non sei venuto immediatamente a casa per chiarire ma hai aspettato che facesse buio? Io da quel che ho visto oggi non riconosco più quello che fino a questa mattina era mio marito. 
- MA STIAMO SCHERZANDO SPERO! NON SONO TORNATO PRIMA A CASA PERCHE' SPERAVO TI CALMASSI UN POCHINO. VOLEVO LASCIARTI I TUOI SPAZI DANNAZIONE!
- CALMARMI? MIO MARITO SCOPA CON UN'ALTRA DONNA E IO DOVREI CALMARMI??????? 
- NON HO FATTO NULLA CON QUELLA DONNA!!!!
- TI CONOSCO DA ANNI ORMAI E SO ALLA PERFEZIONE I TUOI RITUALI. TI CAMBI SEMPRE IN BAGNO, NON E' MAI CAPITATA UNA SOLA VOLTA CHE TU ABBIA DIMENTICATO QUALCOSA IN CAMERA. TI CAMBI NELLA NOSTRA STANZA DA LETTO O IN CABINA SOLO QUANDO FACCIAMO L'AMORE E IL RITUALE E' SEMPRE LO STESSO: PANTALONI, SCARPE E CAMICIA. MI BASTA QUESTO PER CAPIRE COSA SIA ACCADUTO REALMENTE QUESTO POMERIGGIO, E MI BASTA QUESTO PER DECIDERE IL DA FARSI... E' FINITA!
- Il da farsi? Non vorrai... Emma diamine ragiona. Siamo il vero amore io e te! Siamo destinati a stare insieme... ricordi nell'oltretomba? hai pesato il tuo core e.... 
- Abbiamo pesato il mio cuore hai ragione, non il tuo. Non credo più nel vero amore...tutte stronzate. Credo che esista la lealtà e il rispetto verso la persona che si ama e quando uno di questi due ingredienti viene a mancare significa che forse non era neanche amore... -  ormai ero un fiume in piena, tutto quello che mi passava per la testa dicevo. Lo avrei ferito con quelle parole? Beh... lui aveva ferito me.
- Non puoi pensarlo sul serio... non puoi pensare che l'unica via d'uscita sia chiudere tutto. Non ci siamo solamente noi nel mezzo...distruggerai una famiglia così! LA NOSTRA FAMIGLIA.
- L'HAI DISTRUTTA TU LA NOSTRA FAMIGLIA KILLIAN... - dovevo calmarmi e respirare o mi sarei nuovamente sentita male. 
- Fidati di me per favore! - mi supplicò
- MI SONO SEMPRE FIDATA DI TE MA C'E' UN LIMITE A TUTTO E IO NON POSSO PIU' CONTINUARE A VIVERE IN QUESTA CASA CON TE DOPO AVER SCOPERTO TUTTO QUESTO SCHIFO. - feci una pausa -  Puoi restare qui e dormire sul divano fin quando non troverai una nuova sistemazione, oppure puoi andare da Granny... scegli tu! Una cosa è certa, non tornerai su quella nave dove c'è quella sgualdrina da quattro soldi fin quando non sarà andata via o fin quando tornerai ad essere sulla carta un uomo libero.
- Un uomo libero? Fai sul serio allora! EMMA ORA MI FAI INCAZZARE! TI HO DETTO CHE NON TI HO MAI TRADITA CAVOLO! COSA DEVO FARE PER FARTI CAPIRE CHE STO DICENDO LA VERITA'? TAGLIARMI ANCHE L'ALTRA MANO? 
-  Non ce ne sarà bisogno, non servirebbe comunque a nulla, ormai ho deciso... mi dispiace ma è più forte di me... non riesco a convivere con questa cosa. 
- NON PUOI CHIEDERE IL DIVORZIO PER UNA STRONZATA SIMILE LO CAPISCI? Deve esserci una soluzione diamine! 
- Non ho mai visto di buon occhio le coppie separate in casa quindi no, non vedo altra soluzione. Io ti ho sempre rispettato e continuerò a farlo fino al giorno della firma ufficiale, tu vedi di essere rispettoso almeno in questi ultimi mesi.  - Detto questo tornai in camera mia e lo lasciai dormire sul divano. 
Il mattino seguente faticò ad arrivare ma non appena la sveglia suonò indicando l'inizio di un nuovo giorno, mi alzai dal letto e dopo aver fatto una doccia veloce corsi in camera dei bambini per svegliarli e prepararli per la scuola. Leila era già pronta quando andai a chiamarla, cosa che mi fece molto strano visto quanto amasse dormire, mentre con Liam dovetti litigare un bel po' in quanto quella mattina era più nervoso del solito. Mancava solo la mia principessa all'appello e poi saremmo potuti uscire di casa. Entrai nella sua stanza e le accarezzai i capelli come ogni mattina ma a differenza di tutti gli altri giorni, che esordiva con un gran "buongionno mamy", quel giorno prese la coperta e la tirò ancora più su andando a coprirsi il viso.
- Che c'è principessa? Ci siamo svegliate con la luna storta questa mattina? - dissi facendole il solletico sperando di farla ridere, ma l'effetto che ottenni fu quello di farla piangere. - No no no, amore di mamma non piangere ok? - le tolsi le coperte dal viso per poterla guardare meglio. Aveva gli occhi gonfi e rossi, sembrava stesse piangendo da molto eppure non l'avevo sentita piangere durante la notte. - Che hai piccolina della mamma? Perchè sei triste? - provai a prenderla in braccio ma mi accorsi subito di una cosa: aveva fatto nuovamente pipi a letto. Era piu di un mese che non capitava ormai e quindi immaginai che il pianto fosse dovuto a causa del forte imbarazzo. - Amore, non è successo nulla tranquilla! Ora ci facciamo un bel bagnetto e passerà tutto ok?
- No... Papo... boglio papo qui! - disse tra un signghiozzo e l'altro. Nonostante desiderassi non vedere più quell'uomo non potei far a meno di assecondarla , non volevo piangesse piu del dovuto. Sperai che almeno con  lui si calmasse ma niente, non appena li lasciai soli la sentii palesemente gridare che voleva anche me li in stanza con loro. Nessuno di noi due riuscì a capire cosa avesse e alla fine optammo per farle saltare un giorno di scuola, non era assolutamente nelle condizioni di andarci. Cercammo di farla calmare almeno un pochino leggendole una favola e giocando con lei ma fu impossibile, piangeva, tremava e ci chiamava in continuazione nonostante fossimo entrambi li. Sarei rimasta li con lei molto volentieri ma il lavoro chiamava, papà doveva andare con Killian non so dove e quindi toccava a me restare in stazione. Chiamai Regina per farle fare da baby sitter e dopo aver detto privatamente a Killian di non fare parola con mio padre di tutto quello schifo che era successo andai a lavoro. Non fraintendetemi, non volevo nascondere a mio padre una cosa così grave, però non era il momento ne per lui, ne per nessun altro di sapere. Avremmo... o almeno avrei rivelato la mia decisione subito dopo il matrimonio di Regina e Robin. 

POV REGINA
Mi precipitai a casa dei miei amici e mi resi conto che Emma non stava esagerando: la piccolina stava davvero passando una brutta mattinata. Era spaventata per qualcosa, forse un brutto sogno, ma la cosa che piu preoccupava è che nessuno, tanto meno i suoi genitori, riuscirono a calmarla. Era completamente stranita e non appena Emma e Killian andarono via i gridi e le urla disperate si sentirono come minimo anche a Boston. Riuscire a calmarla fu un'impresa pressoché impossibile tanto che, con il permesso di Emma, chiamai Whale e mi feci prescrivere qualcosa per calmarla. Se non fossi intervenuta tempestivamente molto probabilmente si sarebbe sentita male. Le gocce prescritte dal dottore fecero effetto e dopo una mezz'oretta ecco che si addormentò sfinita. Provai a pensare a cosa potesse essere successo, ma a parte l'ipotesi iniziale del brutto sogno sono non mi venne in mente nulla. Percepii un clima teso in casa quando arrivai, devo essere sincera, ma credevo fosse dovuto al fatto che  non riuscissero a calmare la bambina. Fu quando Chloe si svegliò che il quadro mi tu tutto molto più chiaro. La sentii piagnucolare e così mi affrettai a raggiungerla. Pianse un pochino chiedendo dei suoi genitori ma poi iniziò a farmi una serie di domande che mi lasciarono completamente senza parole. Provai a tastare il terreno ma piu parlava e più mi rendevo conto che la cosa fosse assai grave. Mi affrettai a prendere il telefono e chiamando la mia amica le dissi di chiudere la stazione e di raggiungermi immediatamente che avevo urgenza di parlarle. 
- E' successo qualcosa alla bambina? - disse allarmata non appena varcò la soglia di casa - dov'è?
- Esattamente dove l'hai lasciata questa mattina e tranquilla, non le è successo nulla! Sta dormendo. - la tranquillizzai.
- Allora perchè mi hai...
- Zitta e vieni a sederti. - alzò gli occhi per aria ma senza controbattere mi diede ascolto. - Tu sei proprio sicura che tra ieri e oggi non sia successo nulla? - iniziai così il mio discorso.
- Certo che sono sicura, perchè?
- Ieri non stavi per nulla bene quando sono arrivata.
- Mi sentivo poco bene pensavo che lo avessi capito. E comunque come puoi vedere è già tutto passato.
- Mmmh dici? No perchè a me sembri stranamente nervosetta. 
- Sbagli! - la guardai male come a farle capire che non attaccava con me -  Davvero Regina, è tutto ok!
- Ah si? e allora come me lo spieghi che la tua piccola principessa abbia improvvisamente iniziato a chiedere spiegazioni sul significato di alcune parole?
- Che genere di parole? - domandò non capendo la gravità della cosa.
- La parola divorzio ti dice nulla? - La vidi improvvisamente sbiancare. - Eh già... questa è stata la prima cosa che ha chiesto.
- Lo avrà sentito alla Tv. E' una curiosona lo sai anche tu.
- L'ho pensato anche io, ma poi mi ha racconto di essersi alzata questa notte perchè sentiva dei rumori che piano piano sono diventate vere e proprie urla. Ti dice niente questo? 
- E va bene ok, io e Killian abbiamo avuto una piccolissima discussione. Niente di preoccupante comunque, capita a tutte le coppie. 
- Piccola... se da una piccola litigata esce fuori la parola divorzio  non oso immaginare cosa esca in grandi litigate. - Non la vedevo ancora convinta ad ammettere la realtà dei fatti così per renderle un quadro completo su quello che avesse ascoltato sua figlia, le feci l'elenco completo delle domande che in neanche mezza giornata mi aveva formulato. 
- Ha davvero sentito tutto questo? - Si mise entrambe le mani sul viso a mo di disperazione.
-  Purtroppo si...  - restò in silenzio per un po elaborando la situazione dopodichè espose.
- E' colpa mia... - iniziò a piangere - E' colpa mia se ha sentito tutto. Dovevo trattenermi ma non ce l'ho fatta, ero incazzata nera Regina e ho pensato solamente a gridargli in faccia tutto quello che pensavo. 
- Oi, calmati ok? Non è la fine del mondo... l'ho tranquillizzata dicendole che quelle parole non sono nulla di così grave e che delle volte succede di litigare. In fondo è così no? - sorrisi andandomi a sedere vicino a lei per consolarla.
- Questa volta non si risolverà nulla... è... è tutto finito! - non l'avevo mai vista così disperata. 
- Non esagerare adesso, una litigata può essere più o meno accessa ma alla fine l'amore vince sempre.
- Tze... l'amore.... c'è qualcuno che neanche sa che significa questa parola! 
- Ma si puo sapere che cosa è successo? non girarci attorno, sono o non sono tua amica? Puoi fidarti di me e chissà magari posso aiutarti!
- No, non puoi... e comunque non me la sento di parlartene, hai così tante cose da fare per il tuo matrimonio che non voglio rallentarti o rattristarti con le mie disavventure.
- Sciocchezze, mi fa piacere darti una mano.- continuai ad insistere; lo vedevo che si stava tenendo tutto dentro e non andava affatto bene, aveva bisogno di parlare con qualcuno.
- Ormai il guaio è fatto, non si può più tornare indietro.
- Ma di che accidenti stai parlando si può sapere? - dissi a voce leggermente sostenuta
- Mi... lui mi... uff! Mi ha tradita Regina! - disse tutto d'un fiato lasciandomi completamente interdetta.
- C... cosa? Ma chi, Killian?!?!?!
- Non te lo aspettavi vero? Beh... siamo in due.
- Aspetta, aspetta! Non ho ben capito: cosa intendi con tradita? Ti ha tenuto nascosto qualcosa di importante o...
- No,no! Tradita nel vero senso del termine purtroppo. L'ho beccato con un'altra. - Ve lo giuro, rimasi completamente spiazzata da tale rivelazione. Possibile che Killian le avesse tirato sul serio uno scherzo del genere? Mi feci spiegare meglio le dinamiche del pomeriggio e le giustificazioni che le aveva dato suo marito, dopodiche provai a far calmare, per quanto possibile, le acque. 
- E se avesse ragione lui tesoro? Se davvero non avesse fatto nulla con questa donna? Butteresti tutto all'aria lo sai vero? Avete una famiglia insieme, non pensi che sia giusto concedergli il beneficio del dubbio?
- Ma da che parte stai! - mi ammonì.
- Dalla tua naturalmente, ma non posso non pensare a quei tre bambini innocenti. Ma l'hai vista tua figlia questa mattina? - le feci notare.
- E quindi secondo te dovrei far finta di nulla e riaccettarlo in casa come se niente fosse? Non ci riesco mi dispiace... 
- No, certo che no! Se ha sbagliato è giusto che tu prenda qualsiasi decisione in merito, ma forse prima di puntare il dito a spada tratta direi che sia meglio affrontare l'argomento con più calma. Non per te o per lui, ma per loro. Se devono crescere in una famiglia divisa è meglio assicurarsi della veridicità della situazione.
- Non ce la faccio... è più forte di me... mi fa schifo. 
Avrei voluto fare altro per convincerla, ma fummo interrotti dall'ingresso a sorpresa di Mary Margaret. Non era sola, con lei c'era Leila. A quanto pare la piccola si era sentita poco bene e visto che Emma e Killian erano telefonicamente irraggiungibili, la scuola aveva incaricato sua nonna per accompagnarla a casa. Aspettammo che la cara Snow andasse via dopodichè cercammo di estrapolare a Leila il vero motivo del suo malessere. Come sua sorella aveva sentito i suoi genitori litigare, ma a differenza della più piccolina, che si mise ad origliare, lei pur di non sentirli aveva infilato la testa sotto il cuscino per cercare di ovattare le voci. Ci riuscì solo in parte però, sentì che litigavano ma non riuscì a capire cosa dicessero. Un problema di meno... Leila molto probabilmente conosceva il significato delle parole usate e sarebbe stato ancora più difficile risolvere la situazione. La rassicurammo dicendole che non era successo nulla, che era già tutto passato e la mandammo a giocare al piano di sopra. Emma naturalmente ebbe un'altra crisi alla vista di sua figlia così triste e ne ebbe molte altre per tutto il resto della giornata.
 Avevo numerosissime cose da fare quel pomeriggio, ma decisi di rimandare tutto e pensare solo ed esclusicamente a lei. Era la mia migliore amica e non stava affatto bene. Provai a distrarla in tutti i modi, ma ci riuscii solo in parte: purtroppo o il pianto della piccola Chloe, che chiedeva disperatamente come mai il suo papà non fosse ancora tornato, o perchè lei stessa ripendava al giorno precedente, non le permisero di rilassarsi come invece avrebbe dovuto fare. 
Verso l'ora di cena rincasò anche KIllian il quale ci miese poco a capire che io fossi già a conoscenza di tutto.
- Non dovevamo tenere il segreto? - disse rivolto ad Emma la quale neanche gli rispose. - Spero che almeno tu gli abbia spiegato anche le mie ragioni... - continuò ad ignorarlo. - Oi sto parlando con te!
- Tranquillo mi ha detto tutto - intervenni io vedendo che non era intenzionata a cedere. Anche lui poveretto aveva una faccia distrutta. 
- Beh almeno questo... comunque volevo chiederti - si rivolse nuovamente a lei - Sei ancora convinta di tutto quello che ci siamo detti ieri? Devo davvero cercarmi un nuovo posto dove stare?
- Non cambio idea! - si limitò a dire senza neanche guardarlo in faccia. La situazione era più critica di quanto pensassi.
- Ok, allora prendo la mia roba e raggiungo Granny, ho gia prenotato una stanza. 
- No papo.... no Granny! Tu a casa co me e mamy! - e come volvasi dimostrare ecco che la piccola Chloe arrivò magicamente in salotto nel momento meno opportuno, rendendo ancora più difficile tutta quella situazione. - Non ti pace stale qui co noi  papo? - lo guardò con gli occhi lucidi pronti ad esplodere in un ennesio pianto.
- Amore amo stare qui con voi e se potessi rimarrei sul serio, solo che.... beh... devo lavorare principessa, mi hanno chiamato per una missione importante e dovrò dormire qualche notte fuori. - le spiegò portandosi alla sua altezza. 
- NOOOO! NO BOGLIO. Tu dommi qui! Tei il mio papà, non puoi dommire fuoli. Tu qui con mamy.
- Amore non cambierà nulla te lo prometto, ci vedremo tutti i giorni, non sentirai neanche la mia mancanza. Stai tranquilla ok?
- NOOOOO PAPOOOO!!!! LESTA QUI CO MEEEEEEE! - Il pianto disperato di questa mattina tornò a farsi sentire, se possibile in maniera anche più accentuata. Inutile ogni tentativo di Killian di calmarla cosi l'unica alternativa fu quella di far finta che fosse rimasto con loro almeno fin quando non si fosse addormentata. Ci volle un po', li fece penare bene bene ma alla fine crollò sfinita.
- Beh... ora vado si è fatto tardi, buonanotte amo... emh... Emma! - si corresse. Prese la direzione della porta ma prima di uscire si voltò ancora un'ultima volta - Quasi dimenticavo... per domani sera... se vuoi li tengo i io bambini. Non credo che andrò alla festa per Robin, non sono dell'umore adatto per festeggiare e non voglio di certo rovinargli la serata. - vero, lo avevo completamente dimenticato, il giorno seguente ci sarebbero state le nostre feste.
- Non vado neanche io quindi i bambini resteranno con me! - cosa cosa cosa???? 
- No, scusate se mi intrometto, ma due dei nostri migliori amici, i nostri testimoni di nozze per essere più precisi,  non saranno presenti domani? tanto vale non farla questa festa! - esposi il mio punto di vista. Mi sarebbe davvero piaciuto festeggiare, ma non era assolutamente il momento più adatto quindi, ero sicura di poter parlare anche a nome di Robin, se loro non fossero  venuti, noi avremmo rinunciato a tutto. 
- Regina non dire stronzate - mi disse Emma - Vai e divertiti, ci saranno Ashley, Ruby, Zelina e anche mia madre, il divertimento sarà assicurato. - cercò di convincermi.
- Senza di te non sarebbe lo stesso... - ammisi.
- Non sono proprio di compagnia in questo periodo, se venissi ti rovinerei la serata ed è l'ultima cosa che voglio. 
- Me la rovinerai se non verrai, quindi se ci tieni a me domani sarai dei nostri... stessa cosa vale anche per te Killian, Robin ci tiene sul serio alla tua presenza.
- E i bambini Regina? Pensi che Chloe si stia senza me o lui dopo tutto quello che ha sentito?
- Come oggi la farete addormentare e poi verrete. Non si discute Emma, ci vediamo domani! - e con queste ultime parole, senza dargli modo di replicare, svanii in una nuvola di fumo.
***
Il giorno del mio addio al nubilato finalmente arrivò, questo significava una cosa sola: presto sarei diventata la moglie di Robin. Era la cosa che desideravo di piu al mondo e sarei dovuta essere super eccitata per la serata che mi si prospettava davanti... eppure non lo ero. Il pensiero costante di Emma e Killian non me lo permetteva. Chi lo avrebbe mai detto che proprio loro due, così affiatati e complici, si sarebbero trovati a vivere un momento del genere? Se era capitato a loro che erano il simbolo del vero amore cosa sarebbe successo a me e Robin? No... non dovevo assolutamente pensarci o avrei rischiato di fare qualche casino. Cercai di tenere la mente occupata ricontrollando ogni singolo dettaglio stabilito per la cerimonia ma fu tutto inutile, la mia mente tornava sempre al giorno precedente quando Emma mi confidò del tradimento di Killian. Ancora stentavo a crederci. Non era da Killian comportarsi in quel modo, possibile che innamorato perso di Emma com'era si sia andato a cacciare in un guaio simile? No... non poteva essere... doveva esserci dell'altro sotto. Istintivamente presi il telefono e lo chiamai. Rispose al primo squillo. Mi feci raccontare meglio il suo punto di vista e mi convinsi ulteriormente della sua innocenza quando lo sentii piangere. Sentire Killian Jones piangere era una rarità, da quanto lo conoscevo ebbi modo  di vederlo cosi disperato solamente in un'altra occasione: quando Chloe richiò di morire. Era innocente, non avevo piu dubbi, dovevo solamente cercare di farlo capire ad Emma cosa non del tutto semplice. Mi presentai a casa sua senza avvisarla e le spiegai della chiamata fatta poco prima a suo marito e il mio punto di vista. Mi diede ascolto? Certo che no, capocciona com'è mi sarei stupita del contrario. Si limitò a commentare il pianto di Killian con la frase "ma che bravo attore" dopodichè mi chiese cortesemente di non prendere piu quest' argomento. Le faceva ancora male evidentemente e voleva in qualche modo dimenticare. Non ci sarebbe mai riuscita ne ero piu che sicura, lo amava con tutta se stessa , ma cercai comunque di assecondarla, magari aveva solamente bisogno di smaltire la rabbia e calmarsi; avrei riprovato a farla ragionare magari dopo il matrimonio. Smettemmo dunque di parlare di lui e iniziammo, subito dopo l'arrivo di Snow e le altre ragazze a prepararci per la serata che Ruby aveva organizzato in mio onore. Emma ci offrì a tutte una stanza dove poterci cambiare e quando fummo tutte pronte affidammo i bambini, Ronald compreso, a Granny e ci recammo al locale. Neanche a farlo apposta ci ritrovammo nello stesso locale dove anni prima portai Emma a distrarsi dalla rottura con Killian: "le tavole di Esopo" e questo la portò a chiudersi ancora più a riccio. Parlò davvero molto poco, tanto che tutti si insospettirono della cosa, ma dopo qualche ora, grazie a tutti i bicchieri che mandò giù, iniziò a fare un monologo sulla sua vita che fece capire a tutti il vero motivo del suo umore. Era un fiume in piena ed era completamente senza freni, l'alcol l'aveva sciolta piu del dovuto. La cosa che però mi trattenne dal toglierle il bicchiere dalle mani fu il fatto che rideva, raccontava le sue disavventure e rideva come se fosse la cosa più divertente di questo mondo. Si sarebbe svegliata con un forte mal di testa il mattino seguente, ma non me la sentivo di privarla di quel momento di libertà. 
- Mah... dice sul serio Regina? - mi domandò Snow completamente scioccata dalle parole di sua figlia. - Killian ha...
- La verità? Non lo so Snow, non penso a dire il vero, ma lei ha visto qualcosa che le ha fatto credere tutto questo e nessuno adesso riesce a farla ragionare. 
- Ragiono benissimo invece! - si intromise lei ridendo e scolando l'ennesimo bicchiere. - Non ho bisogno della mammina! 
- Emma basta bere! - disse dolcemente Snow cercando di impedire a sua figlia di riempirsi nuovamente il bicchiere. Aveva perso il conto di quanti drink avesse bevuto.
- E perchè mai? Mi sto divertendo così tanto EHEHEHEHEH! - alzò il calice e si mise in piedi sulla sedia -  Brindo a te Regina: Che il tuo matrimonio possa essere felice piu del mio cara amica... e sopratutto SENZA CORNAAAA! Cin cin! 
- EMMA!!!!! SMETTILA IMMEDIATAMENTE! 
- Mamma come sei noiosa! Sciogliti un po! fatti un goccetto.
- Non mi serve un goccetto per essere felice! - la canzonò
- Vero... tu hai il tuo vero amore! ehehhe... Tze... credici pure tu! Sono sicura che in questo momento il caro e dolce principe azzurro dall'armatura scintillante si stia divertendo piu di te ammirando lo spettacolo di qualche donnina succinta! Dovresti controllarlo di più mammina sai? eh si,  non vorrei che finissi nella mia stessa situazione! - Ok, stava decisamente esagerando, forse Snow aveva ragione, forse era davvero il caso di toglierle il bicchiere dalle mani. 
- EMMAAAA! SMETTILA DI PARLARE DI TUO PADRE IN QUESTO MODO!!! 
- Snow... calma ok? Tranquilla, ci penso io. - dissi cercando di evitarle un infarto - Emma, tesoro... che ne diresti di prendere una boccata d'aria? Fa un caldo bestiale qui non trovi? Andiamo a fare due passi!
- Ottima idea Regina! Andiamo a sbirciare la festicciola del tuo futuro sposino! Mamma vieni anche tu dai!!! Ci sarà il principino azzurro non poi così azzurro vedrai eheheheheheheheh! -  si alzò velocemente e provò ad avvicinarsi, anche se barcollando, alla porta del locale. Prontamente la richiamai all'ordine. 
- No no no ferma dove sei! Noi non andremo proprio da nessuna parte, resteremo qui nei dintorni chiaro? - la guardai negli occhi sperando che l'alcol non le avesse completamente offuscato il cervello  e che riuscisse almeno un minimo a capirmi.
- Paura di vedere qualcosa che non ti piace Regina? Tranquilla! Prima o poi capita a tutti! - rise di cuore - Avanti andiamo! Andiamo a scoprire la vera natura di quei tre finti santarellini. 
- Emma ho detto di no! - risposi decisa!
- Bene! Andrò da sola! - fece apparire magicamente tra le sue mani la bottiglia che era appena stata consegnata al nostro tavolo dopodichè sempre con la magia scomparve. 
- Maledizione- esclamai e senza esitazione pensai a lei e magicamente la raggiunsi. Mi ritrovai davanti l'ingresso del Rabbit Hole, lei era a pochi metri di distanza da me che mi guardava ridendo!
- Lo sapevo che saresti venuta! Avanti entriamo! - Ve lo giuro, tentai di fermarla in tutti i modi ma fu tutto inutile, volle a tutti i costi entrare. Fui dunque costretta a raggiungerla onde evitare che facesse qualche cazzata. Il locale era pieno di gente e trovarli per lei fu enormemente difficile. Si addentrava nella folla neanche fosse una spia segreta dell'Fbi e alla fine, scovando scovando, riuscì  a trovare quello che cercava. David, Killian e il mio Robin erano seduti ad un tavolo intenti a chiacchierare e a bere una birra, come immaginavo non stavano facendo nulla di male. 
- Sei contenta adesso che li hai visti? Possiamo tornare di la? - le dissi prendendola per un braccio sperando mi seguisse senza fare storie.
- Aspetta! Non facciamoci ingannare... - oddio ma perchè l'ho lasciata bere? La prossima volta me ne ricorderò. 
Mi misi in attesa, vicino al bancone del bar, nella speranza che si stufasse di restare li a spiare il nulla quando improvvisamente accadde qualcosa. Una donna, molto probabilmente una cameriera,si avvicinò al tavolo dei ragazzi e come se fosse la cosa più normale di questo mondo, dopo aver portato loro degli stuzzichini, abbracciò Killian da dietro. Vidi Killian rifiutare quella chiara avance immediatamente ma quello che non vidi fu la mia amica raggiungere il tavolo dei ragazzi con una ferocia disumana. Senza neanche avere il tempo di fare nulla ecco che Emma prese per i capelli la ragazza in questione e la fece voltare nella sua direzione.
- Ma chi accidenti sei tu è? - le disse quella non capendo il motivo di tale comportamento.
- IO SONO SUA MOGLIE!!!!! - esclamò sicura di se prima di sganciare un destro che fece cadere la ragazza a terra. Da li fu un attimo: le ci si buttò sopra e iniziò a prenderla a pugni e  a offenderla con parole indicibili. Era la ragazza con cui pensava che Killian l'avesse tradita e se non fosse stato per Killian, Robin e David che prontamente cercarono di allontanarle, molto probabilmente  quella ragazza non ne sarebbe uscita illesa. 
- Emma per l'amor del cielo calmati! - le disse suo padre abbracciandola da dietro cercando in qualche modo di placcarla.
- LASCIAMIIIIIII! LASCIAMI TI HO DETTO!!! LA UCCIDO QUELLA SGUALDRINA DA QUATTRO SOLDI! - si dimenò cercando di divincolarsi
- Non ne vale la pena tesoro! 
- MA TU CHE NE SAI E'? QUELLA SGUALDRINA SI E' PORTATA A LETTO MIO MARITO PAPA'! - credevo sul serio che David avrebbe dato di matto e avrebbe ucciso Killian davanti gli occhi di tutti i presenti, ma con mio grande stupore disse delle parole che mi fecero restare con la bocca aperta. Non me lo sarei mai aspettata da lui. 
- E tu credi davvero che sia vera una cosa del genere Emma?
- L'HO VISTO CON I MIEI OCCHI PAPA'! ERANO INSIEME NELLA NOSTRA CABINA E.... E..... - se prima gli effetti dell'alcol furono quelli di renderla allegra e gioiosa ecco che improvvisamente iniziò a piangere incontrollabilmente. le sbronze che sfociano nel pianto sono sempre le peggiori... sarebbe stato un duro lavoro farla tornare in se. - HA ROVINATO LA MIA FAMIGLIA PAPA'... HA ROVINATO LA MIA VITAAAAA!!!!
- Killian ti ama più della sua stessa vita amore mio, ci metto tutte e due le mani sul fuoco che non abbia fatto nulla! - ero sempre più stupita dalla maturità di David. 
- SEI DALLA SUA PARTE? - Domandò più arrabbiata che mai mentre continuava a piangere. 
- Non sono dalla parte di nessuno, mi ha semplicemente raccontato come sono andate le cose. 
- E GLI CREDI????? PAPA'!!!!!!
- Come posso non credergli? Lo ha giurato sui suoi tre figli Emma e questo mi basta per provare la sua innocenza. 
- IO NON CI CRE.. NON...IO... -  La vidi cercare di sforzarsi pur di riuscire a formulare una frase ma niente, si accasciò a terra priva di forze. Era cosciente, o almeno apparentemente lo era, ma non riusciva comunque a reagire. L'unica cosa che riusciva a fare era piangere. Mi sbagliavo prima quando pensavo avesse toccato il fondo... ora lo aveva toccato. 
- EMMAAAAA! - Killian prontamente le fu accanto e senza aspettare un consenso da parte sua  la strinse a se. - Emma ti prego non fare così! urlami contro, prendimi a pugni, fai quello che più ti senti ma ti prego reagisci. - Mi facevano una tenerezza immensa entrambi e li capii che avrei dovuto prendere in mano la situazione pur di riuscire a farli riappacificare. Senza una piccola spinta non sarebbero mai riusciti a chiarirsi, la biondina era una gran testa dura quando si impuntava su qualcosa.
Corsi dal proprietario del locale, e dopo avergli spiegato in breve che la mia amica si era sentita poco bene, ottenni il permesso di portarla in una stanza nel retro del locale dove non vi era musica o gente che potesse disturbarci. Per prima cosa le feci passare momentaneamente la sbornia con la magia, dopodichè cercai di spiegare loro la situazione.
- Ho poco tempo prima che l'effetto della magia finisca e che quindi tu ritorni ad essere una specie di bradipo che cammina, quindi vengo al dunque: questa storia deve finire e deve finire adesso! - dissi categorica.
- E' già finita! - rispose Emma una volta riacquistata la lucidità ma sopratutto la parlantina - Sono stufa di ripeterlo. Il fatto che quella sia venuta qui e ti abbia abbracciato ne è una prova. - si rivole a mezza bocca a Killian.
- L'ho licenziata la stessa sera che abbiamo litigato e non perchè volevo farmi bello davanti hai tuoi occhi, come di sicuro stai pensando, ma perchè si è comportata in maniera poco consona facendomi passare per un uomo che non sono. Ero sul punto di licenziare anche Spugna se proprio dobbiamo essere sinceri ma alla fine non me la son o sentita. E' stato lui a trovargli questo lavoro e no! Non sapevo che lavorasse qui altrimenti avrei cambiato subito locale. 
- Sarò stronza ma io ormai non credo più a nulla di quello che dici. Mi meraviglio come mio padre, possessivo com'è, possa averti creduto.
- Io mi farei una domanda love... 
- E non chiamarmi Love! Tra me e te non cambia nulla. 
- Scusate... - intervenni io -Non gli hai parlato per piu di 48 ore e ora? - la presi in giro. - Vi ho portati qui perchè forse ho una soluzione per aiutarvi.
- Non c'è bi...
- Stai zitta per favore, sto parlando. 
- Mah..
- Ma nulla! Hai interrotto la mia festa e ora è il minimo che tu mi ascolti! Stavo dicendo: c'è un modo facile e indolore per scoprire la verita ed è attraverso la magia. Mi stupisco come voi non l'abbiate ancora usata.
- No grazie! Sono convinta di quello che ho visto, non ci tengo  a vederlo nei dettagli.
- Io invece penso sia un'ottima idea Regina - continuò Killian - Per me puoi procedere tranquillamente. 
- Io non...
- Non ci interessa al momento quello che dici tu cara, sai? Sono giorni che non fai altro che criticare, quasi quasi ti preferivo sbronza; eri più divertente.  - la presi in giro. - Dai non perdiamoci in chiacchiere, prendi questo - dissi facendo comparire magicamente uno specchio tra le mie mani - Ti farà scoprire la verità!
- Ancora? La conosco già la verità, non mi serve uno stupido specchio, che poi parliamoci chiaro, lo avrai incantato in modo tale che io veda quello che volete farmi credere.
- Maligna e malfidata fino alla fine vedo! Ti sbagli signorina, lo specchio non è stato ancora incantato proprio per questo motivo. Lo incanterai tu cosicché tu possa vedere la vera realtà dei fatti senza che nessuno ti prenda in giro come purtroppo pensi. 
- E se non volessi? - replicò
-  Fallo per me! Consideralo un regalo di nozze anticipato! 
- Uff! E va bene... ma solo perchè almeno questa storia finirà una volta per tutte! - prese lo specchietto con la sua solita poca grazia e senza esitare oltre lo incantò. - Sei pronto a questa grande umiliazione? - disse con aria di sfida rivolta a suo marito.
- Prontissimo! - rispose a tono. La vidi concentrarsi e dopo neanche un paio di secondi ecco che il pomeriggio incriminato di killian Jones fu visibile davanti ai nostri occhi. Come sospettavo fin dall'inizio aveva ragione lui. Era innocente, più che innocente, non aveva fatto assolutamente nulla se non esporre i suoi pensieri, ovvero che era innamorato perso di sua moglie e che le bastava lei per essere felice. Vidi Emma farsi piccola piccola, si rese conto solo allora che aveva davvero esagerato sia con i fatti che con le parole.
- Allora love... questo divorzio? - disse lui ridendo e prendendola in giro. Lei tentò di replicare, ma proprio mentre stava per farlo ecco che l'incantesimo che le avevo fatto prima svanì facendola tornare in uno stato comatoso e piagnucolone. 
- Peccato... proprio sul più bello! - esclamai divertita. 
- Non... non si sarà dimenticata tutto quello che ha appena visto vero? Perchè continua a piangere?
- Perchè è ubriaca fradicia forse? Tranquillo,  ricorderà tutto. 
-  ehi Idiota... baciami! - disse improvvisamente interrompendoci. Prese il viso del suo uomo tra le mani e goffamente cercò di avvicinarlo al suo. 
- Visto che ti dicevo? - sorrisi guardandoli finalmente sdolcinati come sempre.
-  Pagherai love per tutto quello che mi hai fatto passare in questi giorni  - le disse sorridendo prima di baciarla appassionatamente - E ho già qualche programmino niente male in mente! - ammiccò.
- OK OK OK! basta così! Non potete passare dall'odiarvi ad amoreggiare davanti ai miei occhi! Contegno per favore. - ridemmo sia io che lui. Lei era troppo impegnata a baciarlo ovunque le andasse a tiro. - Visto che tutto si è  sistemato direi che possiamo tornare alle nostre rispettive feste che ne dici?
- Si ma mi raccomando...tienila d'occhio... non vorrei mi scambiasse per qualcun'altro visto il suo stato. 
- Tranquillo ci penserò io. - lasciai che si salutassero ancora qualche minuto dopodichè magicamente ci teletrasportammo nuovamente nel locale dove le nostre amiche e sua madre ci stavano aspettando. La festa poteva continuare. 

POV EMMA
Mi alzai il mattino seguente con un cerchio alla testa atroce. Avevo davvero esagerato con l'alcol. Tutta colpa di quello stronzo... no non è vero.. tutta colpa mia, sono io la stronza di tutta questa situazione. Sono stata accecata dalla gelosia e mi sono bastati due secondi per farmi un film mentale assurdo. Mi girai e rigirai nel letto cercando di riprendere sonno ma niente, quel cerchio alla testa non mi permetteva di chiudere gli occhi. Controvoglia mi alzai dal letto e scendendo lentamente le scale mi ritrovai in cucina dove vi era già tutta la mia famiglia, esclusi i bambini.
- Ben alzata amore... - disse Killian venendomi incontro e abbracciandomi. - Vuoi pranzare con noi? - mi disse indicandomi la tavola già imbandita di ogni ben di Dio.
- Pranzare? - chiesi  - Che.. che ore sono?
- Le 14:30! - rispose la mia amica ridendo per la mia espressione sbigottita. Avevo dormito per tutto quel tempo? - Allora, vuoi pranzare si o no?
- No... voglio solo un'aspirina! Ho il cervello che mi scoppia. 
- Prima mangia qualcosa però! Non puoi prenderla a stomaco vuoto! - continuò mia madre, con il suo odioso fare da maestrina, indicandomi una sedia libera accanto a lei. Non avevo le forze per replicare quindi,nonostante non avessi per nulla appetito, li feci contenti e stuzzicai qualcosina. Feci tutto in gran silenzio, non che non volessi parlare, stavo semplicemente sforzandomi di ricordare cosa avessi combinato la sera precedente. Ricordavo di essere salita sulla sedia per più di un brindisi, di aver ballato come una sciocca per tutta la notte e di aver...
- Oh no! - esclamai improvvisamente facendoli voltare tutti verso di me. 
- Che c'è cara? - domandò mio padre. - tutto ok?
- Non lo so ancora! Siate sinceri vi prego... ho dei ricordi un po confusi riguardo ieri sera... vi prego ditemi che non ho creato io quella rissa con quella ragazza!
- OOOH....si che lo hai fatto! E' stata La parte più interessante della serata! - disse Robin ridendo al solo ricordo. - Hai presente le donne che lottano nel fango? Beh... voi eravate decisamente meglio!
- ROBINNNNNN! - Esclamarono all'unisono Regina e Killian. - E' mia moglie!
- Nonché la mia migliore amica!
- Che avrò detto mai? E' stato un bello spettacolo sul serio. Chiedilo a tutti quelli che vi stavano guardando sbavando mentre facevano il tifo. - rise divertito mentre io al contrario avrei voluto fare una buca e nascondermici dentro.
- Che vergogna! Regina potevi fermarvi cavolo! Sono lo sceriffo della città, che figura ci faccio adesso? - dissi disperata. 
- Come se non ci avessi provato a fermarti! - mi fece notare con fare ovvio - Comunque, anche se mi sarebbe piaciuto vederti impacciata davanti a tutto il resto della cittadina, ho ben pensato di farti un piccolo regalo. Ho cancellato dalla mente di tutti i presenti in quel locale i ricordi di quella rissa sexy. 
- Lo hai fatto sul serio? - chiesi speranzosa
- Certo! - sorrise
- Grazie Regina, grazie davvero di cuore! Sei stata fondamentale in questi due giorni... scusami se a causa della mia stupidità ti ho rovinato la festa.
- Rovinato? Stai scherzando? E' stata uno spasso! Tu non lo ricordi ma sei stata davvero un'ottimo giullare di corte! - rise - Eri completamente fuori controllo, ad un certo punto sei addirittura salita sul tavolo. Peccato che non avevo la telecamera con me! 
- Ho fatto cosa???? O mio Dio! - mi portai entrambe le mani sugli occhi più in imbarazzo che mai. Ero una madre di famiglia che accidenti mi era preso? Ah proposito di madre di famiglia: dov'erano i miei bambini? E sopratutto... come stavano? Non li avevo lasciati molto bene la sera prima, sopratutto la mia piccola cucciola.  - Ragazzi scusate ma i bambini dove sono? - chiesi cambiando del tutto argomento.
- Sono ancora da Granny - rispose Regina - Volevamo che ti riprendessi del tutto prima di farteli vedere e per farti stare più tranquilla ti dico già  che ho ripetuto l'incantesimo che ho fatto ai clienti del rabbit Hole anche sui tuoi figli facendo dimenticare loro la brutta litigata che hanno ascoltato l'altra sera. Sono tutti super felici e impazienti di rivedere la loro mamma e il loro papà. 
- I miei amori! Anche io sono impaziente di rivederli. - ammisi con gli occhi lucidi.
- Dovrai aspettare love, io e te abbiamo ancora un affare in sospeso - mi fece l'occhiolino Killian - Qualcuno merita una punizione speciale per avermi dato del bugiardo e del traditore. Ora saranno cavoli amari per te. - Ammiccò facendo capire a me e ai presenti le sue poco caste intenzioni. 
- KILLIAN! NON SO LE LO RICORDI MA QUELLA E' MIA FIGLIA! - Esclamò mio padre scandalizzato. 
- E quella è la porta se non ti sta bene David - rispose prendendolo in giro. 
- Va bene ragazzi che ne dite di togliere il disturbo? Non vorrei dire nulla ma credo che siamo di troppo! - propose Regina trascinando in meno di due minuti tutti fuori da casa mia... quasi tutti, per mio padre ci volle qualche secondo di più. Nonostante lo avesse difeso a spada tratta la sera precedente non vedeva ancora di buon occhio certi suoi atteggiamenti nei miei confronti. 
- Finalmente soli! - esordì mio marito avvicinandosi pericolosamente - Mi sei mancata terribilmente in questi due giorni. Averti ad un metro di distanza ma saperti lontana  con il cuore mi ha devastato. Mi hai tirato proprio un brutto scherzo Swan. Pensavo di morire. 
- Lo so... mi sono comportata da stupida. Sono stata accecata dalla gelosia e non ho capito più nulla. 
- Quando capirai che ho occhi solo per te? - mi baciò - Ti amo gelosona del mio cuore. 
- Ti amo anche io amore e spero davvero tu possa perdonarmi per come ti ho trattato. Non lo meritavi. 
- Oooh lo so che non lo meritavo e infatti per farti perdonare dovrai sudare e parecchio... - ammiccò.
- In che senso? Che hai in mente? 
- Vieni in camera e lo saprai! 
 
Note dell'autore:
Rieccomi qui pronta a darvi il tormento! Mi sono presa qualche giorno in più ma alla fine ci sono riuscita: ho aggiornato. Lo so lo so, aspettavate il seguito di "ribellione in corso"  ma ho deciso di aspettare un pochino a pubblicarlo per creare più suspance. Credo che lo posterò non la prossima settimana, perchè ho altro da mostrarvi, ma la settimana successiva ancora. Si, in 15 giorni credo proprio di farcela :P 
Veniamo al capitolo di oggi... penso sia il più lungo che abbia mai scritto e nonostante io abbia tagliato numerosissime parti resta comunque eccessivamente lungo. Spero che non vi annoierete a leggerlo. Come già immagino ci saranno di sicuro degli errori ortografici; perdonatemi vi prego, ma quando la sera, dopo una giornata intenza di lavoro, mi metto a scrivere non riesco mai a controllare alla perfezione il tutto... chiudete un occhio ok? Se ce ne sarà bisogno vi autorizzo anche a chiuderli tutti e due ehehehehehehehe. cos'altro dire? Beh... buona lettura a tutti voi e se vi fa piacere lasciatemi un commento! A presto, ciaoooooo. 

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Capitolo 69
*** Un matrimonio da salvare ***




POV EMMA

- Spiegami come accidenti hai fatto! - mi disse Regina uscendo dal camerino dell'ennesimo negozio di abiti da sposa che avevamo visitato. 
- A fare cosa? - chiesi non capendo a cosa si riferisse.
- A trovare l'abito giusto! Sono settimane che giriamo e niente da fare, non c'e nulla che mi convinca o che mi piaccia sul serio. Di questo passo ci andrò in pigiama all'altare.
Sorrisi nel vederla per la prima volta nella sua vita senza filtri. Ha sempre cercato di fare la dura e la sostenuta ma adesso non può far altro che essere una normale ragazza emozionata per l'evento e in preda al panico.  - Non dire sciocchezze, troverai quello giusto,  ne sono sicura. - cercai di tranquillizzarla.
-  A si? E quando avverrà questo miracolo? - Sprofondò su una delle comode poltroncine che l'atelier metteva a disposizione. - Tutte quelle che ho sentito non fanno altro che dire che l'abito giusto lo riconosci nell'istante in cui vedendolo ti emozioni e piangi come una fontana. Dico io... ma perchè si inventano queste cretinate?
- Non sono affatto cretinate Regina, succede sul serio!
- Vorresti dire che tu, la salvatrice, la ragazza più testarda che conosca, ha pianto quando ha trovato il suo abito da sposa?
- Come una bambina proprio! - dissi ripensando a quell'emozionante momento. - Non disperare,  lo capirai immediatamente quando lo troverai, fidati di chi ci è già passata. 
- Lo spero... 
- Parlando d'altro, spiegami una cosa: come mai hai deciso di sposarti adesso che siamo ancora in pieno inverno? Non eri tu quella che amava le calde temperature? Ho comprato un abito a dir poco meraviglioso per la cerimonia, morirò dal freddo a causa tua! - mi lamentai giocosamente facendola ridere... era tesa, aveva bisogno di distrarsi un po’.
- Tranquilla, non congelerai. Sono sicura che il tuo focoso pirata sarà più che felice di riscaldarti nel caso ne avessi davvero bisogno; e comunque, ho scelto questa data perché coinciderà con un evento davvero molto speciale!
- Ah si? E di che evento si tratta? Non sarà la ricorrenza di qualcosa che al momento mi sfugge vero? Lo sai meglio di me non sono assolutamente portata per le date!
- Nessuna ricorrenza che ci riguarda da vicino, sarà semplicemente una giornata molto particolare per la nostra cittadina... un giorno diverso da tutti gli alti oserei dire... un giorno che mai fin’ora si è visto a Storybrooke.
- Ah si? E cosa succederà di così eclatante? Pioveranno ciambelle dal cielo per un rarissimo allineamento di pianeti? - scherzai.
- Si e no! - rispose facendomi smettere immediatamente di ridere. - No... non guardarmi come se fossi impazzita - rise per il mio sguardo confuso - Non pioveranno ciambelle volanti questo mi sembra scontato, ma ci sarà un particolare allineamento di pianeti. Capita ogni 200 anni tipo... ne ho sempre sentito parlare nella foresta incantata ma non ho mai avuto possibilità di vederlo con i miei occhi... nessuno di noi a dire il vero; forse giusto tuo marito, se non era troppo impegnato a dare la caccia a Gold.
- E cosa accadrà di così tanto speciale con questo allineamento? L’idea delle ciambelle che piovono dal cielo non mi sarebbe dispiaciuta per niente sai? Al solo parlarne mi è venuta fame! - la vidi alzare gli occhi per aria.
- Non ti smentisci mai!  Comunque, questo strano allineamento porterà all’assenza della magia per ben due o tre giorni! Non funzionerà nulla, neanche le pozioni già pronte all’utilizzo. Saremo una qualsiasi normale cittadina. - sorrise entusiasta. Ma solo a me sembrava una notizia poco piacevole? Se fino a qualche secondo prima me la stavo ridendo alla grande ecco che a quella notizia cambiai subito espressione.
- È una catastrofe non una cosa bella... REGINA! - esclamai stupida. - Cambia immediatamente data!
- E perché mai scusa? Non eri tu quella vissuta senza magia e che voleva far crescere i suoi bambini nella maniera più normale possibile? Cosa c’è che ti sconvolge al tal punto? - chiese non capendo la mia improvvisa reazione.
- Quello che hai detto fino a poco fa, ovvero la paura che qualcuno possa interrompere le tue nozze. - risposi come fosse la cosa più ovvia di questo mondo - Mi spiego meglio: sono sicura che non accadrà nulla di male, ma nel remoto caso in cui succedesse sul serio qualcosa come pensi che potremmo difenderti? Non puoi aver paura di essere attaccata e allo stesso tempo essere consapevole che in quel giorno non ci sia uno straccio di magia in giro. È da pazzi! - provai a farle capire il mio punto di vista.
- Lo faccio proprio per questo motivo Emma: zero magia, minore possibilità di attacco! - provai a replicare ma prontamente mi anticipò - No! Non sprecarlo neanche il fiato: nulla mi farà cambiare idea.
- D’accordo, come vuoi... ma sarò costretta a portarmi una spada piuttosto che una borsetta! - dissi ormai rassegnata - Mmh... ora che ci penso: non ho una spada che si intoni al mio vestito... uff! Lo sapevo io che erano meglio le ciambelle volanti! Il cibo non tradisce mai!
- Pappaaaaa pappaaaa! - ed ecco che il piccolo Liam ci comunicò di essere sveglio dandomi pienamente ragione.
- Hai visto? Anche a tuo nipote piace di più l’idea delle ciambelle. Cambia idea Regina, fidati... è meglio essere previdenti. Pensaci... se ci fosse un tavolo da sistemare all’ultimo momento, se il fioraio sbagliasse l’addobbo? Con la magia potremmo porvi rimedio tempestivamente ma così....
- Emma! Come mi hai tranquillizzato tu prima lo farò io adesso con te: andrà tutto bene. E poi cavolo Swan sembra quasi che ti stia sposando tu! - rise facendo ridere anche me.
- D’accordo argomento chiuso! Ma la spada me la porto dietro sul serio. - precisai. - Ora andiamo però che si sta facendo tardi, lascio Liam da mamma così lo fa mangiare e noi nel mentre ce ne andremo in un altro atelier sperando che Chloe e Leila non inizieranno a fare i diavoli a quattro pur di venire con noi. - c’era un motivo preciso per cui avevo deciso di non portarle con me ne quella mattina ne nei giorni a venire. Un motivo semplicissimo: le avevo portate con noi nel primo atelier che visitammo... beh per poco non ci cacciavano a calci nel sedere. I miei due diavoletti, più entusiaste che mai nel vedere per la prima volta tutti quegli abiti da sposa, iniziarono a corre a destra e a manca per tutto il locale toccando con le loro manine tutti gli abiti esposti. Fin qui ancora tutto bene; la cosa che mandò su tutte le furie la responsabile del negozio fu quando, convinte di aver trovato il vestito perfetto per la loro zia, vestito a dir poco orrendo vorrei specificare, si arrampicarono su dei divanetti bianchi con tanto di scarpine, con l’intento di spogliare il manichino e portare il vestito a Regina. Sarei voluta sprofondare, mi ero tanto raccomandata e invece? Ahh...sarebbe stato da metterle in punizione ma non lo feci. Perchè?  Per il semplice fatto che Regina era resa come una corda di violino quel giorno e quella piccola comica scenetta la fece rilassare un po’.
- Un altro atelier? Senza appuntamento? - domandò destandomi dai miei pensieri.
- Cosa? Ah.. si l’appuntamento. Certo che lo abbiamo, l’ho preso io!
- Mah...
- Lo so, lo so, sono una donna molto perspicace!
No, sei montata il che è diverso! - scoppiammo a ridere e prendendo tutte le nostre cose uscimmo dal locale, passammo da casa di mia madre per lasciare Liam dopodichè dritte al secondo appuntamento della giornata. Trovammo il vestito? Certo che no! Impiegammo quattro giornate per riuscire in quell'intento ma alla fine il vestito da sogno e la mia amica si incontrarono e come immaginavo fu amore a prima vista. Dove lo trovò? Esattamente nell’atelier dove presi il mio. A pensarci prima ci saremmo risparmiate un sacco di energie.
 Per festeggiare la riuscita della sua ricerca ci invitò tutti a casa sua e visto che mancava poco più di una settimana al grande giorno, subito dopo cena, mentre gli uomini di casa guardavano una partita alla tv, noi donne, bambine comprese, aiutammo la futura sposa a ricapitolare il tutto.
- Abito trovato, fedi ritirate,Musiche scelte, addobbi confermati, bomboniere pronte, tableau pronto... direi che a parte l'ultimo incontro con Granny per l'assaggio del menù ufficiale direi che è tutto pronto. - disse mia madre elencanto tutti i punti sulla lista che avevamo precedentemente creato. 
-  Accidenti! Quasi dimenticavo! - esclamò la sposina facendomi saltare in aria dallo spavento.
- Che succede? - chiesi sperando di non aver dimenticato nulla.
- Aspettatemi qui, torno subito. - la vedemmo correre al piano di sopra e scendere qualche minuto dopo con tre grandi pacchi tra le mani.
- E quelli? Cosa sono? Altri regali di nozze che non hai ancora aperto?
- No, molto meglio...  è un piccolo ringraziamento a te Emma, senza di te non credo che sarei mai riuscita ad organizzare tutto questo. Sei stata indispensabile e siccome so che non ti piacciono i regali ho ben pensato di farne uno ad ogni tuo marmocchio. Questo  è per te Leila - gliene consegnò uno- Questo è per la mia piccola Chloe... e questo - consegnò l'ultimo pacco a me - è per il principino di casa, ma visto che è ancora troppo piccolo per poter capire forse è meglio se lo apri tu. Esitai un pochino prima di aprire il pacco che avevo difronte, non avevo fatto nulla di speciale a dire la verità se non accompagnarla e supportarla e non mi sembrava giusto che avesse fatto dei regali ai bambini per ringraziarmi, ma purtroppo non ebbi il tempo di dire o fare  nulla che le mie bambine attirarono la mia attenzione mostrandomi il regalo in questione e facendomi capire il perché di quei regali. Al loro interno, o almeno in due di loro, quelli delle bambine, vi erano due vestiti da damigella color azzurro chiaro con tanto di strascico. Erano a dir poco meravigliosi. 
- Mamma apri il pacco di Liam, vediamo cosa c'è dentro! - mi incitò Leila non togliendo le mani dal suo prezioso vestito.
- Ti mamyyyyyy. - continuò l'altra. Le feci contente e aprii anche il pacco di Liam... Regina non aveva badato a spese. Aveva preso per il mio piccolino un completo: gilet, pantaloni, camicia e papillon tutto rigorosamente grigio, nero e bianco.  
          (vestito damigelle)

 (vestito paggetto)

- Regina grazie... grazie davvero di cuore ma non possiam...
- No no no, non cominciare! Ho voluto fare un regalo ai bambini e gradirei che non rompessi per una volta. E' il mio matrimonio e mi piacerebbe vederli vestiti in questo modo: sono o non sono le mie damigelle e il mio paggetto? - pagetto? aveva detto pagetto? 
- Avevo già preso loro dei vestiti, se avevi un genere di abbigliamento ben stabilito in mente potevi dirmelo e avrei.... aspetta un attimo! Hai detto paggetto? Non ti riferirai mica a... a Liam vero? - la vidi annuire sorridente  -  Ma se non sa neanche camminare da solo Regina! Pensi davvero riesca a percorrere la navata portandoti le fedi? Il massimo che riuscirebbe a fare sarebbe aprire la scatolina  e mangiarsele... vuoi questo? 
- Possibile che tu debba sempre commentare ogni mia decisione? Il vestito a tutti e tre ho voluto regalarlo io, non era in programma ma oggi pomeriggio mentre eri fuori a chiacchierare telefonicamente con il tuo amoruccio li ho visti in vetrina e non ho potuto fare a meno di prenderli... e per quanto riguarda Liam si, lo voglio vedere mangiucchiare la scatolina delle fedi mentre aiutato dalle sue sorelle percorrerà la navata. Sarà il paggetto più figo che si sia mai visto. Per una volta accetta senza controbattere ok? - mi guardò sbattendo ripetutamente le ciglia imitando il comportamento delle mie figlie quando volevano arruffianarmisi - Fallo per me. 
- Non sono minimamente d'accordo sui vestiti, sai come la penso, non mi piace l'idea che tu abbia buttato all'aria dei soldi inutilmente, ma se proprio ci tieni tanto non ti ostacolerò! E' il tuo giorno dopotutto e voglio che sia esattamente come te lo immagini.
***
Per tutta la settimana non facemmo altro che correre avanti e indietro per sistemare il tutto in ogni minimo dettaglio, fortunatamente i bambini erano a scuola altrimenti non so com avrei fatto a far conciliare il tutto. La magia mi fu molto d'aiuto, sopratutto per spostare da una parte all'altra gli scatoloni con all'interno tutti gli addobbi, peccato però che venerdì, due giorni prima del matrimonio di Regina, la magia venne prematuramente a mancare lasciando così a tutti noi il duro compito di disporre tavoli e sedie. Pensate fosse finita qui? Certo che no! Nel bel mezzo del tragitto verso l'atelier, per prendere il vestito della mia amica, il mio caro maggiolino decise di fermarsi lasciandomi a piedi. Erano tutti impegnati a fare qualche cosa quindi non provai nemmeno a chiamare qualcuno per farmi venire a prendere, maledissi la mia adorata macchinana e prosegui a piedi: andata e ritorno. Ero pronta a correre la maratona di new york dopo tutti quei km. 
- E'... è' lui??? - mi chiese emozionata Regina non appena mi vide entrare da Granny con un enorme porta abiti bianco.
- E' già! - sorrisi anche se stanca morta. Vedere il suo sorriso raggiante mi ripagò di ogni fatica fatta.
- Sembri stravolta! - mi disse scrutandomi meglio. - Ti senti bene? Non vorrai ammalarti proprio adesso vero? No Emma, non puoi abbandonarmi così è! Io ho bisogno di te, tu...
- Ei... ei ei frena Regina, è tutto ok, sto bene! sono semplicemente stanca. Si è rotta la macchina e sono dovuta andare a piedi a ritirarlo, tutto qui. - le spiegai. 
- A piedi??? Hai fatto tutta quella strada a piedi? Oddio Emma grazie, sei la numero uno!
- Ancora convinta che la magia non ci sarebbe stata utile? - la presi in giro e lei prontamente, sollevata di avere finalmente il suo abito da sposa, mi rispose.
- Ma stai zitta! Un po' di attività fisica non ha mai ucciso nessuno! Mi sarà riconoscente tuo marito vedrai... grazie a me ti verrà un bel culetto sodo!
- REGINAAA!!!! - esclamai
- Per tua informazione sua maestà, la mia mogliettina ce l'ha già il culetto sodo non le servono le camminate, le basto io per questo. 
- KILLIANNNNN!!!! - che fossero tutti impazziti? Vidi Regina sul punto di replicare ma fortunatamente le mie due bambine, affascinate da quell'enorme porta abiti, vennero in mio soccorso mettendo fine a quell'imbarazzante conversazione. 
- E' il vestito della zia quello mamma? - domandò Leila con già gli occhi a cuoricino.
- E' già, è il vestito della zia. - sorrisi
- Possiamo vederlo?
- Ti mamma possiamo? - Continuò la mia piccolina pronunciando la frase quasi del tutto in maniera corretta. Era un mesetto ormai che Chloe stava lavorando con Hopper e una locopedista sul suo linguaggio e stava facendo davvero dei passi da gigante. Ero abituata a sentirla parlare quasi correttamente ormai, ma ogni volta era un'emozione. Stava faticando molto per superare le sue paure e i suoi blocchi, delle volte si demoralizzava e bisognava ripartire da capo, mi dispiaceva vederla soffrire ma  ero sicura che  presto sarebbe stata ricompensata per tutti i sacrifici fatti. Il solo iniziare a parlare meglio ne era una prova. - Alloa mamma? Possiamo?
- No no no no no mie signorine! Non si può vedere il vestito della sposa, deve essere una sorpresa. 
- Ma noi non siamo lo poso mamma! solo lo zio Robin non deve vedele il vettito! - mi sarebbe di sicuro mancato il suo strambo linguaggio un giorno.
-  E dai mamma ti prego! Chloe a ragione, noi possiamo vederlo!
- Ho detto di no piccole pesti, vedrete il vestito Domenica mattina come tutti i restanti degli invitati. 
- Lo pottiamo a casa però vero mamma? Se ta da zia poi lo zio robin lo guarda... - piccola ruffiana del mio cuore, sapevo già cosa avesse in mente. 
- Mi dispiace deluderti mia piccola principessa ma non porteremo il vestito a casa... ne tantomento starà a casa vostra - guardai Robin con uno sguardo più furbo di quello dei miei figli. - Lo custodirà Granny in un luogo super segreto che neanche io e Regina sappiamo. 
- Mah..
- Mah niente, anzi.. direi che ora possiamo rimetterci a lavoro, ci sono ancora delle cose da sistemare. - richiamai tutti all'ordine neanche fossi una vera wedding planner. - Granny ti affido il vestito e i bambini, mi raccomando ad entrambi. Chloe ha già la merenda nel suo zainetto quindi non le dare nulla se verrà da te ad elemosinare cibo, sarebbe in grado di mangiarsi venti merendine se solo potesse. Leila al contrario non ha nulla nello zaino quindi se ti chiede qualcosa daglielo pure tranquillamente, poi passerò a pagare. Anche per Liam niente cibo altrimenti non mi mangia nulla a cena. - stabilite le regole fondamentali, salutai i bambini i quali stranamente non fecero il che ben minimo capriccio dopodichè raggiundi gli altri. il lavoro chiama.
***
POV NARRATORE
Emma era andata via da venti minuti, Granny posizionò  il vestito in un posto per lei al sicuro da occhi indiscreti dopodichè si rimise  a servire ai tavoli.  Controllava i bambini di tanto in tanto ma non si rese minimamente conto di cosa le due femminucce stessero combinando. Sembava che giocassero ma la realtà dei fatti era assai diversa. Stavano elaborando un piano per poter ammirare di nascosto il vestito da sposa della loro zia.
- Secondo te dobe lo ha nascosto? Io voglio vedello.- disse la più piccina verso sua sorella maggiore.
- Non lo so, ecco perchè ci serve un piano! Ha portato il vestito di sopra e poi è scesa a scrivere su quel quaderno... forse li c'è un indizio! Dobbiamo andare a vedere. - a quelle parole Chloe si alzò in piedi e prese subito la direzione del bancone. - Dove vai Chloe? Resta qui!
- Ma tu hai detto...
- So cos'ho detto ma non possiamo farci vedere, Granny se ne accorgerebbe! Dobbiamo pensare ad un piano. - Tornarono entrambe a sedersi e silenziosamente ognuna di loro pensò a qualcosa. Il piano "geniale" venne in mente alla più grande. - HO TROVATOOO! - Esclamò attirando l'attenzione della più piccola. - Dobbiamo distrarre Granny! Se qualcuno di noi piangesse lei accorrerebbe qui per vedere cos'è successo e nel mentre sarà distratta un'altro di noi, ovvero io, avdrà a sbirciare sul quaderno. Ci stai?
- TIIIIII! Pacciamo piangere Liam. posso morderlo? - sembrava quasi felice di volerlo fare.
- No, non morderai Liam, lui non centra nulla con il nostro piano. 
- Uffa...E chi piangelà allora? - chiese
- Tu! Avanti concentrati e piangi.
- Ma io....
- Vuoi vedere il vestito della zia? Allora fallo! - la piccolina si sforzò talmente tanto che il suo visino divenne completamente rosso per lo sforzo. Servì a qualcosa? No... per quanto ci provasse nessuna lacrima uscì dai suoi meravigliosi occhi.  - Allora? Ti muovi? Non abbiamo tutto il giorno.
- No ci liesco... fallo tu! - disse triste e offesa allo stesso tempo.
- E chi leggerà cosa c'è scritto sul libro... tu? Ma se fai ancorra il secondo anno d'asilo! Non sei capace a leggere quindi zitta e piangi!
- No capace io!! - sbuffò - No mi piace quetto piano.
- Uff... possibile che debba fare sempre tutto io Chloe? Avanti vieni con me. - le disse porgendole stranamente la mano.
- Dove? - domandò la piccina.
- A cercare un nuovo piano cosi stai zitta! - credendo alle parole di sua sorella la piccolina si lasciò convincere e la seguì per le scale che conducevano al piano di sopra. Il piano di Leila però non era quello di cambiare stradegia anzi... l'idea iniziale continuava a piacerle sempre di più tanto che una volta saliti i primi tre gradini lasciò la mano della sua sorellina per poi spingerla e farla cadere dalle scale. - Scusami Chloe! - disse mentre la piccola pangeva dal dolore; cadendo aveva sbattuto la gamba che era da poco guarita. Sentendo le urla della piccina Granny accorse in suo aiuto immediatamente portandola nella cucina del locale per metterle un po di ghiaccio mentre la più grande si introfulò dietro il bancone a sbirciare tra le pagine di quel misteriorso libro. Misterioso... in realtà non era altro che il registro delle prenotazioni delle camere. Sfogliando sfogliando arrivò all'ultima pagina e con una facilità inaudita trovò quello che cercava: " Vestito Regina stanza 108" - Bingo!
Si affrettò, cercando di non farsi vedere, a prendere la chiave con il numero indicato sul registro dopodiché, non prima di averla nascosta, si recò in cucina dove era stata portata Chloe per comunicarle di essere riuscita nella missione. Entrandò la prima cosa che notò fu che la sua sorellina stava ancora piangendo. Granny le aveva messo del ghiaccio sul ginocchio per alleviare il dolore ma lei non sembrava voler smettere di lamentarsi facendo preoccupare ancora di più la dolce nonnina.
- Chloe... - la chiamò Leila avvicinandosi al tavolo dove Granny l’aveva fatta sedere. - Come stai? - chiese anch’essa leggermente preoccupata. In fondo il suo intento non era quello di farle del male.
- Bua io! Bua qui! - continuò a lamentarsi indicando il ginocchio - FA MALEEEEEEEE!
- Leila per favore spiegami: Che stavate facendo? Come ha fatto a cadere? - e ora? Non poteva di certo dirle la verità, Granny di sicuro avrebbe chiamato sua madre e sarebbe finita dritta dritta in punizione.
- È caduta dalle scale.... lei...
-  DALLE SCALE??? O signore! Cosa ci facevate sulle scale?
- Erano solo tre gradini, volevamo sederci lì per stare più comode ma lei poi è scivolata e....
- Poteva farsi male sul serio lo sai si? E indovina con chi si sarebbe arrabbiata vostra madre? Con me! Non fate mai più una cosa del genere ok?
- Ok! Scusaci Granny.... - effettivamente in colpa si ci sentì davvero Leila ma in quel momento non aveva importanza, il piano doveva andare avanti.  Aspettò che Granny tornasse a darle le spalle dopodiché estrasse la chiave dalla tasca dei suoi jeans mostrandola a Chloe la quale smise immediatamente di piangere e iniziò a ridere.
- E ora che ti succede? - chiese Granny non capendo. - cosa c’è di così tanto divertente da ridere? - Leila le fece segno di non dire nulla così la piccina di inventò la prima scusa che le venne in mente.
- Sei butta con gli occhilali!
- Ah si sono brutta è???? - le fece il solletico facendola ridere ancora di più. L’allarme infortunio era finalmente cessato.
- Ho fameeeee! Voglio fare melenda! - esordi improvvisamente facendosi aiutare a scendere dal tavolo - Fame fame fameeeee!
- E cosa vorresti mangiare? Lo so che la mamma ha detto che devi mangiare la merendina che hai già in borsa ma se vuoi un dolcetto dei miei devi solo chiedere ok? Sarà un nostro piccolo segreto. 
- Io voglio il bicco con il latte al toccolato! - rispose convinta.
- Il.... il cosa???? Cos’è il bicco? - chiese la donna guardando Leila nella speranza riuscisse a fare da interprete. Stava cominciando a perdere la mano con il linguaggio dei bambini.
- Vuole il bricco di latte e cioccolato che mamma le ha messo nello zaino... il bricco è quella scatolina di cartone come quella dei succhi di frutta.
- Ah si, vuoi solo quello? Non la vuoi una crostatina con la cioccolata?
- No! Bicco!!!! Voglio il biccoooo!
- Ok ok non ti scaldare. Tu Leila vuoi qualcosa?
- No io sto bene così! Possiamo andare a giocare adesso?
- Si ma falle fare prima merenda e non farla salire ancora sulle scale ok?
- Va bene! Promesso! Andiamo Chloeeee!
Uscirono dalla cucina correndo e questo aiutò Granny a sentirsi un po’ più serena, se la piccola correva significava che non si era fatta nulla. Controllò Liam il quale se la dormiva beatamente e poi tornò al suo lavoro alla tavola calda sperando che le bambine non combinassero altri guai. Povera illusa... quelle signorine stavano per mettersi in guai molto seri .
- Ho preso la chiave della stanza dove c’è il vestito, andiamo a vederlo prima che Granny se ne accorga.
- Voglio fare melenda prima! Ho fame! - si imbronciò Chloe.
- Mangerai dopo dai! Non morirai mica di fame... non sei curiosa di vedere il vestito della zia?
- Si, tanto tanto... - sorrise emozionata. - ma ho fame! Voglio mangiale! - estrasse la sua merenda e iniziò a berla a piccoli sorsi. Dopo un quarto d’ora la piccola non aveva ancora finito, se la stava prendendo comoda e Leila iniziava seriamente a perdere la pazienza.
- Ti vuoi muovere si o no? Non abbiamo tutto il giorno. Tra poco mamma tornerà a prenderci! - sbuffò - Ho capito! Vado da sola.
- No no no! Vengo anche io! Aspettami. - e con tanto di merenda tra le mani si recarono nella stanza 108 dove pochi minuti dopo si consumò la tragedia. 

POV EMMA
Tornammo alla tavola calda a dire poco distrutti, era stata una giornata massacrante ma finalmente  tutto era pronto per il gran giorno. Avevamo sistemato nei minimi dettagli ogni cosa e ora non dovevamo far altro che che attendere sabato. Mancavano ancora due giorni al grande evento e per aiutare Regina a rilassarsi il più possibile io, mia madre e le nostre amiche concordammo di portarela il giorno seguente presso una delle spa migliori di Storybrooke. Una giornata di relax era quello che ci voleva, sia per lei che per noi. Prima però dovevo occuparmi di una cosa: dovevo assicurarmi che Granny fosse ancora disposta a tenere i bambini. Purtroppo anche Killian era impegnato con Robin e mio padre l'indomani e di conseguenza non sarebbe potuto stare con loro. Portarli con me poi sarebbe stato tutto fuorché rilassante, conoscevo molto bene le mie pesti. L’unico che avrei potuto portare senza problemi sarebbe stato Liam, il più tranquillo dei tre, ma non era di certo un posto adatto ad un bambino di una anno e di sicuro il dover cambiare pannolini ogni ora e mazza non era di certo un fattore di relax. Sperai che le bambine non avessero combinato troppi carini e avvicinandomi a Granny le chiesi nuovamente il favore di tenerli... non prima di essermi assicurata che fosse tutto ok.
- Come si sono comportati i miei terremoti questo pomeriggio? - esordi sperando vivamente che la sua risposta fosse positiva.
- Dici che le femminucce sono tremende ma a me non sembra, si sono comportate come delle vere e proprie principesse. Hanno obbedito e ascoltato per tutto il tempo. L’unica cosa negativa è che Chloe si è arrampicata sulle scale ma al terzo gradino è caduta. - mi allarmai all’istante ma non ebbi il tempo di dire o fare nulla che Granny mi tranquillizzò. - Non andare nel panico, sta benone, non si è fatta nulla. Solo un piccolo livido all’altezza del ginocchio. - mamma mia che spavento.
- Grazie mille per averle tenute... sei stata gentilissima e visto che ci sono vorrei chiederti un altro favore... non è che per caso potresti tenerle anche domani? Senza impegno davvero, se hai da fare lo capisco e...
- Tranquilla Emma, nessun problema, mi fa piacere tenerli.
- Sicura?
- Sicurissima!
- Allora grazie di cuore Granny, sei la mia salvezza. - l’abbracciai dopodiché raggiunsi gli altri al tavolo i quali stavano già ordinando. Mancava Killian all’appello ma Regina mi comunicò che era andato a salutare i bambini che stavano giocando nel retro del locale. Li lasciai con il loro papà che ultimamente per via del lavoro raramente riusciva a passare del tempo con loro e continuai a parlare con i miei amici. Poco dopo ecco rientrare Killian ma con una faccia che non diceva nulla di buono. Non era solo, aveva tra le braccia Chloe che era rannicchiata stretta stretta a lui.
- Che succede? - chiesi immediatamente alzandomi e andandogli in contro.
- Dice che ha male al ginocchio. - ma come, non mi aveva detto Granny che non era nulla? Perché le faceva male? Mi affrettai a prenderla in braccio, cosa di cui ne fu molto felice, ma non appena le chiesi quale fosse il ginocchio incriminato e mi indicò quello della “solita” gamba iniziai ad andare in paranoia.
- Ma ti fa male tanto tanto amore? - le chiesi accarezzandole una guancia e scrutandola in viso. il suo sguardo non era dei migliori: era e spaventato .
- Ti... tanto tanto. Bua io... bua al tinocchio. - anche il fare troppi errori all’interno di un’unica frase non era buon segno.
- Fai vedere il ginocchio alla mamma ok? - le alzai il pantalone fino al punto indicato e mi resi conto che Granny aveva ragione: non era per nulla gonfio e a parte un piccolo livido non c’era nulla. Glielo feci muovere e anche lì non notai nulla di preoccupante, fisicamente stava bene. - Amore non è nulla ok? Ti sei solo spaventata, vai a giocare con tua sorella nel mentre che arriva la tua cena ok? - scosse la testa - come no? Non vuoi andare a giocare? - rispose allo stesso indentico modo... mmmh non era da lei fare così. - Amore sicura che sia tutto ok? - per la terza volta consecutiva rispose di no solo che questa volta aggiunse altro.
- Mi... mi... mi fa male il pancinoooooo! - scoppiò in lacrime e si aggrappò ancora piu saldamente tra le mie braccia. - fa male... fa maleeeeeee!
- Adesso ti fa male anche il pancino amore mio? E come mai? Hai mangiato troppo a merenda? - chiesi non sapendo il motivo per cui stesse manifestando tutta quella sofferenza.
- No! Ma buaaa ioooooo! No fame... no ceno io! Ninne! Voglio fale le ninne! - voleva addirittura dormire? Qui c’era sotto qualcosa.
- Non... non dirmi che sta male è! Non ha la febbre vero? No... no no non può ammalarsi Emma.... sabato io mi sposo.... e se... - non bastava mia figlia, ci si metteva anche Regina adesso.
- Regina non ti ci mettere anche tu! - le dissi sorridendo - Non allarmarti inutilmente, Chloe sta bene, non ha la febbre, credo sia solamente stanca.
- IO BUAAAAAAA NO TANCA! - specificò 
- Visto???? Non si sente bene Emma! E se si stesse ammalando? Oddio non posso sposarmi se...
- Ma ti senti? Stai dando i numeri! - Risi... era già agitata da morire per tutto il contesto, la situazione di Chloe non faceva altro che farla agitare ancora di più. - Te lo ripeto, sta bene... sarà solamente un mal di pancia passeggero, non preoccuparti ok?
- E se...
- E se dovesse stare male seriamente tranquilla, ti sposerai ugualmente.
- Senza di voi io non mi sposerò mai sappilo! - disse decisa.
- Ma noi ci saremo Regina, scherzi? Troverò una babysitter che la controllerà per il tempo della cerimonia, è tutto sotto controllo fidati.
- Il tempo della cerimonia? E poi mi lascerai da sola? No no no... cambierò data! È deciso!
- Ma ti ascolti? Stai facendo tutto questo gran casino per nulla. Non ci sarà bisogno di cambiare data, non si tratta di una catastrofe naturale. E poi fidati, te lo dice una che c’è già passata: dopo la cerimonia vorrai stare solo ed esclusivamente con il tuo maritino, dubito fortemente che ti mancheremo nel caso non fossimo presenti!
- Ho detto che...
- Si sì ok ho capito! Se Chloe starà male rinuncerai a sposarti! Va bene,come vuoi! - tanto non avrebbe smesso di andare nel panico fin quando non le avessi dato ragione quindi tanto valeva farlo fin da subito. Una cosa era certa, sarebbe potuto accadere di tutto quel giorno ma lei, volente o nolente, si sarebbe sposata. Anche a costo di doverla trascinare con la forza, lei sabato mattina sarebbe salita all’altare.
- Mamy male pancino..... voglio andale biaaaaa!
Finimmo di cenare abbastanza velocemente dopodiché recuperai gli altri miei figli e insieme a Killian ci dirigemmo a casa con la speranza che Chloe nel suo lettino si sarebbe tranquillizzata almeno un pochino. Macché... si mise il pigiamino senza far storie e andò nel suo lettino senza implorarmi di farla dormire nel lettone con noi ma ogni volta che andai a controllarla la trovavo sveglia, che piangeva silenziosamente e si torturava le manine. Ormai non vi erano più dubbi... non stava male,era successo qualcosa. Con la scusa di raccontarle una favola extra provai a parlarle ma dalla sua bocca non uscì nessun indizio che potesse tornarmi utile per capire il suo stato d’animo. Si era chiusa a riccio e di sicuro doveva essere una cosa seria perché mia figlia non è in grado di tenersi le cose per se. La coccolai più del dovuto sperando in una parolina che potesse aiutarmi a capire qualcosa, ma all’ennesimo tentativo fallito la lasciai alle cure del suo papà, che aveva appena fatto riaddormentare Liam, mentre io andai a controllare l’altra peste che a differenza di Chloe era ancora bella pimpante e giocava con la sua casa delle bambole.
- Leila tesoro? Posso...
- Non so nulla di quello che è successo a Chloe mamma. - quell’affermazione era meglio di una confessione: lei di sicuro sapeva qualcosa.
- Ah no? - scosse la testa - E come mai sapevi già che a Chloe fosse successo qualcosa? - chiesi cercando di metterla alle strette.
- Intuito mamma! - sorrise furbamente. Mmmh... quella peste non me la raccontava giusta.
- Certo.... intuito. - le feci il verso - Ascolta Leila ormai sei grande quindi se sai...
- Ho solo otto anni mamma!
- Beh sei di sicuro più grande di una bimba di 4 come Chloe. Se tua sorella ha fatto qualche casino è giusto che tu me lo dica perché.... - non riuscii a finire la frase che il mio cellulare squillo. Fosse stato in un altro momento non avrei risposto e avrei magari richiamato, ma era mezzanotte e mezza e quindi di sicuro per chiamarmi era qualcosa di urgente. Estrassi il cellulare dalla tasca dei miei jeans e lessi il mittente della chiamata: Granny... che accidenti voleva Granny a quest’ora? Aveva difficoltà con la creazione della torta nuziale? Immaginandomela alle prese di una torta più alta di lei alzai gli occhi al cielo e risposi
- Pronto Granny che...
- E' UNA TRAGEDIA EMMA! E' SUCCESSO UN CASINO. MI UCCIDERA... CI UCCIDERA! UCCIDERAì TUTTIIIII! - per poco non mi rompeva un timpano.
- Granny, Granny! Calma ok? Chi! Chi ci ucciderà? Che diavolo è successo? - Che qualcuno fosse entrato a Storybrooke per ucciderci uno per uno visto l’assenza di magia? Pensai al peggio, ma non appena Granny mi fece il nome della persona interessata, il mio cervello andò in uno stato di confusione totale. 
- REGINA! Regina ci ucciderà Emma! - esclamò come se fosse una cosa ovvia.
- Ma che.... Regina? E perché mai Regina dovrebbe ucciderci! Hai forse sbagl..... - non finii neanche la frase che un pianto disumano mi fece sobbalzare. Mi voltai verso la porta della cameretta di Leila e la vidi: Chloe.
- Tia allabbiata? - mi chiese tra le lacrime più spaventata che mai. Deve avermi di sicuro sentita.
- Ma no piccina la zia non...
- Vieni qui ti prego Emma, dobbiamo risolvere il problema! SUBITOOOOO!
- Ci buole uccidele? - Oddio ero circondata te due fuochi: mia figlia che piangeva da una parte e Granny in preda al panico dall'altra. Non potevo gestirle contemporaneamente così liquidai Granny con un "ci vediamo tra poco" e mi concentrai per un minuto su mia figlia che sembrava ancora più spaventata di come l'avevo lasciata. - E' belo? ci uccidelà?
- Ma no che non è vero amore, Granny scherzava al telefono. Zia è molto agitata per il suo matrimonio e vorrebbe che tutto fosse prefetto. Di sicuro la dolce e cara Granny avrà combinato qualche casino e ora ha paura  che la zia possa arrabbiarsi con lei. Non è successo nulla amore, devi credermi ok? - le accarezzai il visino ancora bagnato dalle lacrime che imperterrite continuavano ad uscire.
- Se... se.... Granny ha fatto una cosa blutta zia leggina la uccide mamy? - avrei voluto dire “altro che uccidere... la metterà direttamente sul menù come pranzo di nozze” ma evitai di farlo... non credo che a 4 anni avrebbe capito l’ironia della mia frase.
- Stai tranquilla ok? Zia non ucciderà nessuno. E' buona la zia. 
- Ma... ma lei in passato ela cattiva e ha ucciso motta gente mamy.... è velo? - che... che cosa???? E Chloe come sapeva tutto questo? - Potebbe fallo ancola? - ora si che ero sotto shock.
- Chloe amore mio ma cosa dici è? Chi ti ha detto questa cosa è? Henry ti ha raccontato qualche storia per caso? - Mi ero esplicitamente raccomandata di non raccontarle niente riguardante Regina, era ancora troppo piccola per capire e non volevo che ne rimanesse traumatizzata. Come non detto... Avrei dovuto seriamente fare un discorsetto a mio figlio.
- Ho paula mamy.... ho paura della zia.... lei diventa cattiva se qualcuno ha fatto il cattivo.
- Amore mio non pensarle neanche queste assurdità ok? La zia... - venni nuovamente interrotta dal mio cellulare, questa volta però era un sms da parte di ruby.

“ EMERGENZAAAAA! La nonna sta dando i numeri e non so più come fare. Corri immediatamente qui! C’è una matrimonio da salvare”


Caspita.. se anche Ruby diceva così forse la cosa era grave sul serio.
- Mamy ela la zia cattiva al telefono? - mi piangeva il cuore sentirla parlare così di Regina, soprattutto sapendo quando fosse legata a lei. 
- Amore mio, no! Non è zia Regina. Resta con papà e prova a dormire un po ok? Domani ti prometto che ne parleremo.
- Ma io...
- Non devi avere paura di nulla stellina mia!" - le diedi un bacino sulla guancia e dopo aver aggiornato Killian uscii di casa e raggiunsi la tavola calda.
- Nonna  è al piano di sopra... stanza 108. - disse Ruby non appena varcai la soglia. La raggiunsi pensando a cosa potesse mai essere successo di così grave per chiamarmi a quell'ora quando entrando nella camera indicata costatai con i miei occhi la gravità della situazione. Il vestito di Regina era completamente macchiato dall’inizio della gonna in giù.
- Che si fa adesso? - mi chiese tenendo l’abito stetto tra le mani.
- Che si fa.... che si fa mi stai chiedendo??? GRANNY COME ACCIDENTI HAI FATTOOOOOOOOOOOO! - gridai non pensando che all’una di notte i clienti della tavola calda stessero dormendo.
- Shhhhh! Io non ho fatto nulla! L’ho trovato così appena sono entrata.
- Hai lasciato la porta aperta quindi? Ma a cosa stavi pensando è? Ti ho detto di custodirlo a costo della vita! Se lo avessi saputo lo avrei portato a casa che di sucuro a quest’ora sarebbe stato ancora immacolato nonostante tre bimbi curiosoni.
- Era chiusa a chiave la porta Emma te lo giuro! Le uniche che abbiamo le chiavi siamo io e Ruby e anche Ruby non ne sa nulla.
- Beh! Qualcuno è stato....
- E dobbiamo scoprirlo! - rispose arrabbiata per quel gesto di sabotaggio. 
- Forse, ma non ora! Ora dobbiamo sistemare questo casino. Poggia il vestito sul letto fammelo vedere meglio. - Non potevo credere ai miei occhi: era completamente rovinato. Cos'erano poi quelle macchie? Caffè????  No... cioccolato forse??? Si... Erano chiaramente macchie di cioccolato. Guardai ancora più attentamente ogni millimetro di stoffa e fu solo allora che un piccolo dettaglio mi saltò all'occhio. Vi era un’impronta sul vestito, l’impronta di una manina... una manina aimè molto familiare. Avrei riconosciuto la grandezza di quella mano anche a venti metri di distanza...
- Emma guarda qui cos'ho trovato! - ed ecco un nuovo indizio che non fece altro che confermare i miei sospetti: Granny teneva tra le mani un bricco ormai vuoto di latte al cioccolato... incredibile... non potevo credere ai miei occhi: era stata Chloe! - Chi è stato ha usato questo! Strano però, io neanche lo vendo - granny granny granny... e per fortuna le aveva controllate. 
- Certo che hanno usato questo e lo vuoi sapere chi è stato? Mia figlia: Chloe!
- Chloe?
- Si! Proprio lei, quella che hai detto di aver controllato per tutto il pomeriggio.
- Ma io... Emma lei è stata con me per tutto il tempo tranne quando ho servito ai tavoli...
- Beh evidentemente le è bastato per fare danno! Sarai contenta adesso vero? E ora che mi invento è? Che le dico a Regina?
- Emma....
- TZE... esci per favore! Ci penserò io. 
- Ma no dai, ti do una mano!
- HO DETTO ESCIIIII! - presi un respiro - Ti avevo chiesto di darmi una mano e hai fallito miseramente quindi non te lo chiederò di nuovo. Vai a fare quello che ti riesce meglio mentre io tenterò di fare un miracolo! - le chiusi letteralmente la porta della camera in faccia. Non volevo essere scortese ma ero arrabbiata e impanicata allo stesso tempo! Avevo solo 24 ore per risolvere quel casino e non avevo la più pallida idea su come fare.

POV REGINA.
Mi svegliai prima del suono della sveglia, ero agitata come poche volte lo ero stata nella mia vita, mancavano solamente 24 ore al mio matrimonio e io ero totalmente un fascio di nervi. Fortunatamente Emma e le nostre amiche mi avevano regalato una giornata alla spa perchè altrimenti non credo che sarei arrivata alla sera con tutta l'agitazione che sentivo in corpo. Mandai un messaggio alla mia testimone per sapere se la piccolina stesse meglio e dopo aver ricevuto risposta affermativa iniziai a prepararmi per la grande giornata all'insegna del relax. Eravamo rimaste che sarebbe passata lei a prendermi ma quando sentii il suono del clacson mi resi conto che non era quello del suo buffo maggiolino giallo. Andai ad aprire e mi ritrovai davanti Ruby.
- Buongiorno sposina! Pronta per la tua giornata? - esordì con un gran sorriso.
- Certo che si ma... come mai sei venuta te a prendermi non doveva venire Emma?
- Si ma ha avuto un contratempo, ci raggiungerà direttamente li! Andiamo, che stai aspettando...saltà su! 
salii a bordo e come promesso ci recammo alla spa. Erano già  tutte li pronte ad aspettarmi, tutte tranne Emma... mmmh che fosse successo qualcosa? Mah nooo... dopotutto l'avevo sentita poco prima e non mi aveva detto nulla. Se ci fosse stato qualche problema me lo avrebbe detto no? La mia ansia stava diventando eccessiva, dovevo smetterla di vedere il lato negativo dentro ogni cosa, presto Emma sarebbe arrivata, era solamente in ritardo come al suo solito. Salutai tutte le ragazze e insieme ci recammo negli spogliatoi. Indossammo i costumi, gli accappatoi e affrontammo la nostra prima tappa: la sauna. Una sensazione di pace mi invase, ero in paradiso, avrei voluto che quel momento di pace non finisse mai eppure il destino, come al solito, aveva altri programmi per me. Ci eravamo spostate da poco dalla sauna al percordo benessere in acqua quando mi accorsi degli sguardi che si stavano lanciando le mie amiche. Non promettevano nulla di buono.
- Tutto bene ragazze? - chiesi facendo capire loro che avevo notato qualcosa di strano.
- Bene? Benissimo direi... quando ci ricapiterà una cosa del genere? - esordì Ashley - I mariti sono una vera tortura delle volte cara Regina, presto te ne accorgerai anche tu.Rilassati fin che puoi.  - declinò così la mia domanda e per un momento lasciai stare, magari ero io che vedevo cose che non erano reali, ma non appena vidi Snow allontanarsi con il sorriso e tornare con una faccia da funerale,  capii che non stavo immaginando proprio nulla: stava davvero succedendo qualcosa. Feci finta di nulla ancora per qualche secondo, volevo trovare il momento giusto per formulare la mia domanda. Non volevo che mi liquidassero come poco prima, dovevo coglierle sul fatto. Ci riuscii? Certo che si! Snow e la discrezione sono due cose completamente opposte. Guardò le nostre amiche e scosse la testa come a voler far capire loro che qualcosa non andava e fu proprio in quel momento che intervenni.
- OK! Basta bugie e sorrisini di convenienza - dissi improvvisamente attirando l'attenzione - Fuori il rospo. Che sta succedendo?
- Che sta succedendo? - chiese Ruby facendo finta di non capire. - Succede che ci stiamo divertendo come non mai, vero ragazze?????? - prese la bottigli di champagne che la Spa ci aveva messo a disposizione e riempiendo i bicchieri disse - Un brindisi alla nostra sposina! Con la speranza che il buquette arrivi dritto dritto nelle mie mani visto che sono rimasta l'unica non maritata. Cin cinnnn! - come immaginavo anche le altre si apprestarono a prendere i bicchieri ma questo cambio di discorso non le avrebbe di certo portate a farmi dimenticare.
- Ferme tutte! Giù i bicchieri! - ordinai alzando leggermente la voce. - Se non volete che mi arrabbi seriamente, e sapete che ne sono capace, vi consiglio di dirmi che accidenti sta succedendo! 
-   Regina davvero...
- Non mi incantate Ashley! Dove diavolo è Emma? Perche non è qui! 
- E va bene te lo dirò ma devi promettermi di non dare di matto. - Lo sapevo che Snow non sarebbe riuscita a tenere il segreto, tipico... - Emma non è qui perchè... beh perchè Chloe stava ancora poco bene e voleva assicurarsi che la cosa non peggiorasse. Tutto qui. 
- Le ho mandato un sms questa mattina e mi ha risposto che andava tutto bene.
- Questo perchè poi ha chiamato Whale,che ha visitato la piccola e fortunatamente non ha riscontrato nulla. - sorrise
- E perchè allora non ci ha raggiunte? - ero felice di sapere che Chloe stesse bene ma qualcosa non tornava.
- Perchè... perchè Chloe non vuole che sua mamma vada via. La conosci bene, sai che quando si impunta su una cosa è difficile farle cambiare idea senza rovinarle la giornata. 
- Ma si ha ragione Mary Regina! torniamo a divertirci ok? 
- Mi dispiace ma non riesco a rilassarmi o a divertirmi se prima non avrò un quadro completo della situazione. - uscii dall'acqua e mi incamminai verso gli spogliatoi.
- Dove stai andando andesso?- chiese Ruby.
- A fare una telefonata,restate qui ok? Torno subito. - mi assicurai che non mi avessero seguita dopodichè mi rivestiii e uscii dal centro benessere. Dove ero diretta? Naturalmente a casa di Emma. 
Ci misi un po, visto che non avevo la mia macchina, ma piano piano giunsi a destinazione. Suonai il campanello e aspettai che qualcuno mi aprisse. 
- Zietta ciaooooooo! - fu Leila ad aprirmi la porta e non appena mi vide mi saltò letteralmente in braccio. 
- Ciao principessa! Che stavi facendo? - le chiesi coccolandomela un po.
- Le prove per domani! Voglio essere la damigella più bella che si sia mai vista. - mi sorrise 
- Sono sicura che farai un figurone amore mio. Ascolta però, potresti chiamarmi la mam...
- Regina ciao! Qual buon vento - vidi Killian corrermi in contro e piazzarsi davanti alla bambina. -Non dovresti essere a rilassarti tra massaggiatori e percorsi di benessere? Leila tesoro, perchè non vai di sopra?
- Ma io stavo parlando con la zia papà! - protestò
- Ti ho detto di andare di sopra! - il suo tono non permetteva repliche così la piccola, anche se controvoglia mi salutò e si incamminò verso la sua stanza. -Allora Regina, posso offrirti qualcosa? 
- No grazie, a dire il vero cercavo Emma. Puoi farla scendere per favore? Devo parlarle.
- Emma ora è... si ecco.... vado a....
- Zia la mamma non è in casa, non ha dormito neanche qui stanotte! - Leila, che era ancora sulle scale, fece la spia beccandosi l'ennesima ramanzina.
- Corri in camera tua signorina! - fu categorico. 
- Killian che succede? Siete tutti strani oggi, mi state facendo seriamente preoccupare. 
- Ma nulla, l'hanno chiamata per un giro di pattuglia e non è ancora tornata.
- Menti da schifo sai? - gli feci notare.
- Ma no.. è la verità devi cred...
-  Lascia stare non importa, la chiamerò personalmente perchè tanto altrimenti rischierei di dove  ascoltare l'ennesima balla. Posso almeno sapere come sta Chloe? La verità per piacere.
- Non ha dormito per niente stanotte e non ha fatto altro che piangere. 
- Povero amore mio.  Le ho portato un regalino - gli mostrai il peluche che avevo comprato strada facendo -  Posso portarglielo? 
- Non credo sia il momen.... - neanche a finire la frase che un urlo di puro terrore invase le mie orecchie facendomi perdere  almeno dieci anni di vita. Mi girai nella direzione dell'urlo e costatai che era la piccola Chloe. 
- AAAAAAAAAAHHHHHHHH! PAPO SCAPPA! - gridò 
- Principessina della zia ciaooo! Ma come mai urli così forte è? Stai giocando con papà? - mi avvicinai per poterla salutare ma la vidi indietreggiare e tremare contemporaneamente. - Chloe tesoro che....
- PAPO AIUTO! BUOLE UCCIDELE MEEEEE! - quella risposta mi gelò il sangue. In un primo momento pensai che dietro di me ci fosse qualcuno che la stesse minacciando ma quando mi voltai e non vidi nessuno capii che la frase era rivolta a me. 
- Chloe mah... Killian! Che... che succede? Perchè dice così? - chiesi spiazzata. Non mi aspettavo minimamente una cosa del genere.
- Ma niente, sta giocando. - cercò di rincuorarmi senza successo. 
- Non mi sembra che stia giocando, guarda come trema! - per farglielo notare meglio provai ad avvicinarmi ancora una volta ma questa volta le parole che uscirono dalla sua bocca mi fecero più male di quelle precedenti. 
- Plometto che no faccio più capicci e no paccio più guai! Non uccidemi come hai ucciso gli  altri ok? pel favoleeee... IO NO FACCIO PIU. IO BLAVA BIMBA. - rimasi completamente senza parole. 
- Chloe amore, è la zia! Perchè le stai dicendo così è? - fu Killian a prendere in mano la situazione che per me stava diventando ingestibile. - Regina scusala, è che non ha dormito, è stranita.
- Papo pottami bia. Lei è cattiva, è la leggina cattiva. Lei uccide se la fai allabiale. - e fu così che a meno di 20 ore dal giorno piu importante della mia vita il mio cuore si frantumò. Non ebbi il coraggio di dirle o fare nula, non sarebbe comunque servito, lei conosceva la verità, lei era terrorizzata da me. Uscii di corsa da quella casa e per intuito provai a raggiungere Emma; lei era l'unica che poteva darmi una spiegazione. La cercai nel suo ufficio ma niente, mi affacciai nuovamente alla spa, sperando fosse arrivata, ma della sua macchina neanche l'ombra ed infine provai da Granny ed è proprio li che vidi parcheggiato il suo maggiolino. Che accidenti ci faceva li? Entrai e mi avvicinai al bancone, non appena Granny mi vide sbiancò. 
- Re... Regina che... che ci fai qui?- chiese in preda al panico
- Cercavo Emma! 
- Em... Emma? Non... non era alla Spa con voi? - rise nervosamente - A proposito come mai non sei li? Avete già finito di rilassarvi?
- Granny non è aria ok? Emma non è alla spa e tu lo sai bene. La sua macchina è qui quindi dimmi: dov'è?
- Emhm lei.. 
- GRANNY PARLA DANNAZIONEEEEEEEEEEE!
-OK ok ok, è al piano di sopra nella stanza 108 ma non fa entrare nessuno da ieri sera, vuole stare da sola. 
- Da sola? Le è forse successo qualcosa?
- Emh io...
- Lascia stere, chiederò direttamente a lei. - cosa mai poteva essere accaduto per far isolare Emma in una stanza da Granny? Che avesse litigato con Killian? No, me lo avrebbe detto lui ... mmmh o forse no? Era molto evasivo effettivamente ... "non è che per paura di rovinarmi la giornata non vogliono dirmelo?" Pensai di tutto ma niente di sensato, se non una discussione tra loro due, mi venne in mente. Giunsi davanti alla porta contrassegnata con il numero 108 e senza esitazone bussai.
- HO DETTO CHE NON VOGLIO ESSERE DISTURBATA! - La sentii sbraitare.
- Emma... sono io, Regina! Ho bisogno di parlarti.
- Reginaaaaaa?!?  Che accidenti ci fai qui? Ti avevo organizzato una mattinata con i fiocchi! - continuò a parlarmi tramite una porta chiusa.
- Se mi apri magari posso spiegarti, sembro una scema che parla da sola così. - mi aspettavo una sua battuta, ma non arrivò. 
- Non posso adesso, ho da fare! Raggiungi le altre ok? Non appena avrò finito ti raggiungerò. Promesso. 
- Non attacca Emma, sta sucedendo qualcosa me lo sento quindi a meno che tu non sia impazzita e stai dividendo quella stanza con un uomo che non è Killian, ti consiglio di aprirmi!
- Per favore Regina ascoltami per una volta ok? Non posso darti retta adesso. Ti prometto che ti racconterò tutto ma tra qualche ora magari. - nessuna reazione sul fatto che la stavo immaginando con un altro uomo? Che fosse vero? Oddio ma che andavo a pensare... 
- Sei da sola la dentro? - chiesi.
- MMHHHH ANCORA REGINA? VAI VIA TI PREGO!!! - OK, forse avevo centrato il segno, per renderla cosi scontrosa dovevo averla colta in fragrante. Non potevo crederci, prima Chloe, ora questo... questa giornata diventava minuto dopo minito surreale. Feci finta di andare via e mi misi in attesa, doveva uscire prima o poi. Non dovetti aspettare molto, neanche cinque munuti dopo eccola affacciarsi quatta quatta, con la testa che ammalapena usciva dalla porta, per controllare se effettivamente fossi andara via. Non aspettai un secondo di più, sbucai alla sua destra esclamando un "scherzetto" e prima che potesse richiudere la porta riuscii ad intrufolarmi al suo interno. 
- ESCI IMMEDIATAMENTE! - disse secca
- Perchè, che stai facendo di così segreto che la tua migliore amica non puo sapere?
- Niente che ti riguardi ok? Dovresti essere al centro benessere con un massaggiatore che ti faccia rilassare e ti tolga ogni tenzione di dosso piuttosto che qui con me.
- Il tuo massaggiatore invece è qui non è vero? - la stuzzicai, dovevo capirci qualcosa.
- REGINAAAA! Sei forse impazzita? Non sto tradendo Killian, ma che ti sei messa in testa è?
- E allora che mi nascondi?
- NIENTEEEE!  - La vidi ogni tanto puntare lo sguardo nella direzone del bagno, non so cosa stesse succedendo ma qualsiasi cosa fosse era nascosta dietro quella porta. Feci finta di nulla e quando abbassò la guardia, convinta che stavo per andare via, la spinsi facendola cadere sul letto e a passo sostenuto raggiunsi il bagno. Beh... per poco non infartai. Il mio vestito era immerso per metà in una vasca da bagno piena zeppa di schiuma. Mi affrettai ad afferrarlo per capire il perche di quel gesto e li la verità mi si mostrò piu chiara che mai. Il mio vestito era completamente rovinato.

POV EMMA
Era la fine, Regina aveva trovato il suo vestito in condizioni pietose. Vidi il suo sguardo passare dallo stupore alla rabbia più totale, i suoi occhi erano ignettati di sangue... non prometteva nulla di buono. 
- Regina... lasciami spiegare: io non ti ho...
- CHI DIAVOLO E' STATOOOOO!  - disse categorica - IO LO UCCIDOOOOOOOOO!!!!!! - fortunatamente mia figlia non era li perchè altrimenti sarebbe finita in analisi per sempre.
- Calmati, sto cercando di rimed....
- VOGLIO SAPERE CHI E' STATO OKKKKKKKK??????????  BASTA CON I GIRI DI PAROLE E BALLE DI OGNI TIPO, GIA' HO UN PROBLEMA MOLTO GRAVE DA RISOLVERE CHE RIGUARDA TUA FIGLIA, NON TI CI METTERE ANCHE TU OK? - mia figlia? 
- Mi... mia figlia? Chi delle due? Cosa devi risolvere? - chiesi sperando tralasciasse per il momento il fattore vestito. 
- Non cambiare argomento. La domanda E' semplice: CHI ACCIDENTI E' STATOOOOOOOOOOOOOO?
- Ok te lo dirò. Non sono ancora sicura di nulla ma tutte le prove che ho trovato indicano che sia stata Chloe. L'impronta sul vestito, la merenda che le avevo messo nello zainetto, lo strano comportamento di ieri sera... Mi dispiace Regina, mi dispiace davvero, sono mortificata, non so come possa essere successo. Granny mi ha detto che avrebbe tenuto il vestito sotto chiave. Risolverò ogni cosa te lo prometto ma tu non andare nel panico ok? Arrabbiati pure, prenditela con me, con lei, con chi vuoi ma non entrare nel panico. Domani ti sposerai costi quel che costi. Ora se non ti dispiace ho un matrimonio e un vestito da salvare. 
Non disse una parola, passò dall'essere una furia a essere anche fin troppo calma. Non era da lei reagire cosi, stava di sicuro pensando a qualocsa. La lasciai nella stanza da letto e raggiunsi nuovamente il bagno dove feci fare l'ennesimo inutile lavaggio al vestito. 
- Lascia stare Emma, non ha piu importanza ormai... il matrimonio è annullato. 
- Piantala di dire cretinate ok? Ho ancora un sacco di ore, mi verrà in mente qualcosa per...
- Non si tratta del vestito... è qualcosa di piu grave! - mi girai a guardarla, se non era il vestito a preoccuparla così che altro poteva essere? Forse qualche ripensamento tipico di ogni matrimonio?
- Ei, non sei in te, l'emozione di per se gioca brutti scherzi... figurati mixata con il panico e la paura di non riuscire a sistemare il tutto per tempo. Fidati di me ok? Non ti ho mai mentito e penso che mai lo farò: domani tu e questo meraviglioso abito percorrerete la navata incantando Robin come forse non hai mai fatto. Deve solo venirmi un'idea geniale.
- No Emma dico sul serio:il matrimonio è annullato. Non per il vestito... si c'erto non mi va giù il fatto di averlo trovato in queste condizioni, ma passa in secondo piano. c'è una cosa piu importante che mi fa star male e che non mi permette di andare all'altare domani.
- Vuoi parlarmene? Posso aiutarti.
- Non puoi... ma forse parlarne mi aiuterà ad accettarlo. - la vidi respirare profondamente. - Ho avuto una reazione esagerata alla vista del vestito e ho detto cose che non pensavo. Ho detto che avrei ucciso il responsabile mah.... te lo giuro io non farei mai del male a tua figlia... anzi. Amo quella bambina.
- Lo so Regina, tranquilla ok?Non sono arrabbiata per quello che hai detto. Capita a tutti di dire brutte parole quando si è arrabbiati. E tutto ok! So che non lo dicevi sul serio. - non volevo peggiorare il suo umore dicendole che chloe aveva paura della sua reazione perche si sarebbe sentita ancota piu in colpa per quello detto precedentemente. - So che vuoi bene a Chloe e fidati... lo sa anche lei.
- Ti sbagli... sono andata a casa tua questa mattina e...  beh si forse tu neanche lo sai ma tua figlia ha paura di me! - scoppiò in lacrime - Ho terrorizzato una bambina di soli 4 anni con la mia semplice presenza ma ti rendi conto?????????? Io non ... - accidenti! questa non ci voleva, era a conoscenza anche di questo. 
- Ei ei ei, ti fermo subito! -la bloccai - So cosa succede a chloe e posso assicurarti che tu non hai terrorizzato nessuno, non hai fatto nulla di male per indurre Chloe a pensare queste cose. Non so come sia accaduta una cosa del genere, forse nostro figlio le ha raccontato qualche storia, non lo so... so solo che non è colpa tua. Chloe si sente di sicuro in colpa per quello che ha fatto e unito a quello che qualcuno le avrà detto le si sarà scatenata questa reazione.
- E ti pare una cosa bella? Come posso sposarmi sapendo che quella povera creatura è psicologocamente devastata è?
- Non spetta a te risolvere i suoi problemi però. Siamo io e Killian i suoi genitori, spetta a noi aiutarla e farle passare questa paura, tu non hai colpe e non devi farti carico di nulla.
- Non ci riesco ok? E non voglio sposarmi sapendo che, anche se involontariamente, ho creato questo casino. - bene... benissimo direi no? E ora? 
- Regina...
- Emma non cambio idea! Mi sposerò solamente quando tua figlia mi accetterà nuovamente nella sua vita. 
- Ah si? E allora andiamo a casa e risolviamo questo problema una volta per tutte. 
Senza darle il modo di replicare la presi per un braccio e la trascinai in macchina. 
***
- Amore già di ritorno? Hai sistemato il ves.... ehi ciao Regina! Di nuovo qui? - disse Killian bloccandosi non appena si accorse che non ero sola.
- Tranquillo amore! Sa già tutto! - lo rassicurai - Siamo qui per Chloe! Come va? Ha almeno pranzato?
- Macchè non ha né dormito ne mangiato, è stranita come non mai e non ho più idee su come calmarla. È di sopra con tua madre adesso con la speranza che almeno lei riesca ma ho i miei dubbi.
- Ci pensiamo noi. Dai Regina andiamo...
- Ehm... non credo sia una buona idea Emma... è spaventata da... - si strattenne anche questa volta dal dire qualcosa che potesse ferire la nostra amica.
- Lo so ma è meglio prendere il toro per le corna. Domani ci sarà un matrimonio e non voglio fraintendimenti di nessun tipo. - gli diedi un bacio veloce dopodiché insieme a Regina raggiunsi il piano di sopra. - Aspettami qui, le parlo un attimo da sola. - e senza aspettare risposta entrai nella cameretta della mia bambina.
- Mamy Tei tonnata da me!
- Avevi qualche dubbio forse? - le sorrisi andando a sedermi sul letto accanto a lei e chiedendo gentilmente a mia madre di lasciarci sole. - Allora bambolina cosa stavi facendo con la nonna?
- Niente! Boleva fammi fare le ninne ma io no voglio.
- E perché no? Fa bene fare un riposino.
scosse la testa - No percchè poi lei viene e fa la bua a me! - disse venendomi ad abbracciare.
- Senti cucciolina, parli della zia Regina vero? - annuì - Posso chiederti come mai pensi possa farti del male? Non mi risulta che te ne abbia mai fatto, anzi...
- Lei lo faceva alle persone cattive plima.
- E tu pensi di essere cattiva? Hai fatto qualche marachella che non so per caso? - Non mi rispose...  quello era il momento perfetto per introdurre l’argomento vestito. - Sai cos’ho visto oggi? il vestito da sposa della zia... e sai cosa ho trovato al posto di un meraviglioso abito bianco? - la sua presa sul mio collo si strinse ancora di più... ora non vi erano più dubbi: era stata lei. - Un vestito completamente macchiato di cioccolata. Come può essere successo secondo te?
- Io... io non lo to! - rispose senza guardarmi negli occhi.
- Mmmh sicura? C’era anche la manina di una bimba sulla gonna.... una bimba piccolina. Tu non hai notato nulla di strano mentre giocavi con Leila oggi?
No mamy! Nettuno è entlato nella stanza dove stava il vettito della zia.
- Ma davvero? E tu furbetta come sai che era in una stanza il vestito? - abbassò nuovamente lo sguardo - Cucciola devi forse dirmi qualcosa? - scosse la testa - Chloeeee..... - non resistette più
- Ti... tono tata ioooo. - si mise a piangere - No bolevo però... il latte è caduto sul vettito e per paula siam... emh... tono scappata. 
- Hai fatto tutto da sola? - chiesi sapendo gia la risposta, Leila era di sicuro con lei, con quel "siamo" detto a mezza bocca me ne aveva dato la conferma.
- Ehm... ti.... - ci pensò un po’ troppo e quella fu un'ulteriore conferma. - No bolebo davvero mamy.... ola zia.... NO MAMY NO DILLO ALLA ZIAAAAAAA!! - Il suo pianto si fece più insistente.
- Amore, la zia lo sa già e...
- NOOOOOO! No mamy, ola lei toglie il cuoricino a me e mi fa la bua.... Aiutami! Poteggimi ti plegooooooo...
- Chloe amore stai calma ok? Fammi parlare. È vero hai sbagliato, non dovevi andare a cercare il vestito e neanche Leila doveva...
- NOOOO!!!! LEILA NON...
- Lo so che era presente anche lei ... mi fa piacere che ti abbia difeso e non ha fatto la spia mettendoti volontariamente nei guai ma forse questa volta dovevate venire da me subito cosicché avrei potuto fare qualcosa per tempo.
- Mi dippiace... tono in punitione? - chiese 
- Purtroppo si amore mio, ma prima di dirti quale sia la punizione vorrei che parlassi con una persona. Vieni, puoi entrare adesso. - Regina entrò e come immaginavo Chloe strillò più di prima.
- MAMMMMMMMMMAAAAAAA!!!!!! MANDALA BIAAAAA. HO PAULAAAA!
- Shhhh Chloe va tutto bene amore tesoro, non ti farà nulla te lo prometto. 
- No no nooooooooo
- Amore, falla parlare ok? Non...
- No boglio, ho paulaaaa!
- Emma lascia st...
- No che non lascio stare. Chloe ascoltami: cosa ti dico sempre? Che quando ti viene detta una cosa su una persona....
- Debo, plima di clederci, infommami che tia velo! - continuò la mia frase. 
- Bravissima. Io non so chi ti abbia raccontato tutto quello che sai su zia Regina, ma prima di giudicarla o di avere paura di lei dovresti ascoltarla. - Scosse ripetutamente la testa, era terrorizzata. - Lo so che hai paura ma ti prometto che resterò qui con te per tutto il tempo e ti garantisco che nessuno ti farà del male amore mio. 
- No boglio pallare con lei... io ho dabbelo paura. Non boglio dille che tono tata io a...  - mi sussurrò all'orecchio l'ultima parte della frase che naturalmente era " sporcare il vestito"
- Non devi parlare, devi solo ascoltare. Una volta ascoltato tutto quello che avrà da dirti allora potrai decidere se mandarla via o meno. - Non era ancora convinta. - Avanti abbracciami forte forte e ascoltala attentamente ok?. - Non rispose questa volta e di conseguenza feci cenno a Regina di iniziare.
- Lo ammetto... la regina cattiva della favola di biancaneve sono io. Non ne vado fiera ma purtroppo è il mio passato e per quanto lo desideri non posso cambiarlo. Tutto quello che ti hanno raccontato è vero: ho fatto del male a moltissime persone quando ero nella foresta incantata ma non sono piu quella persona e non devi avere paura di me. Molti anni fa ho conosciuto la tua mamma ed è stata proprio lei ad indirizzarmi verso il bene e a salvarmi la vita rendendomi quella che sono oggi. La regina cattiva non tornerà mai più piccola Chloe, neanche se dovessi arrabbiarmi molto e lo sai perchè? Perchè quella parte di me non esiste più ormai. - la piccina, anche se molto titubante all'inizio, ascoltò molto attentamente le parole di Regina ma purtroppo molte cose non riusciva a comprenderle a pieno... come biasimarla, era solo una bambina di quattro anni. Regina fu molto brava in questo e le semplificò il tutto facendole un chiaro esempio - Tutti noi abbiamo una parte più buona e una piu cattiva, quella buona è quella che ci fa essere sempre gentili e obbidienti mente quella cattiva è quella che ci porta a fare le marachelle ogni tanto. Stavo iniziando ad essere una buona persona ma per tutti restavo sempre la Regina cattiva e questo mi faceva stare male perchè non era così che volevo essere vista. Mi sono sforzata moltissimo per far capire agli altri che si sbagliavano ma niente... ero stata etichettata.
- Che tignifica "etitettatta" mamy?
- significa che anche se faceva del bene la gente  la considerava ugualmente cattiva.  - feci segno a regina di continuare.
- Un bel giorno, grazie a nonna snow e a tua madre ho presoin mano la mia vita e ho messo fine alla mia parte cattiva per sempre. 
- Come? - quella fu la prima parola che le rivolse dopo due lunghissimi giorni. Quella storiella la stava prendendo parecchio e quello era senza ombra di dubbio un buon segno. 
- Mi sono fatta ignettare con una siringa da tua nonna un liquido magico capace di separare la mia parte buona da quella cattiva e siamo diventate così due persone completamente differenti. Pensavo di aver risolto ogni problema ma anche questa volta mi sbagliavo...la parte cattiva iniziò a far del male alle persone come un tempo colpendo anche le persone a me più care.
- Come la mia mamy?
- Si ha cercato di ferire anche la tua mamma ma non gliel'ho permesso, mi sono schierata contro la mia parte malvaggia e insieme a tua madre l'abbiamo sconfitta per sempre. 
- Non tonnelà più?
- Non tornerà mai più! - la rassicurò.
- E tu salai pe semple buona? Non ti allabbielai piu?
- Sono un'essere umano anche io e mi capiterà sicuramente di arrabbiarmi qualche volta, ma non farò del male piu a nessuno questo te lo posso garantire.
- E no plendelai piu i cuolicini per schiaccialli? -chiese ulteriormente.
- Mai piu! 
- Allora piccola mia, ci siamo tranquillizzate adesso? Hai visto che la zia non è cattiva come pensavi? - le domandai sperando di mettere fine per sempre a quella faccenda.
- Ti mamy... 
- E non vuoi dirle nulla? - la guardò e si nascose dietro di me - Che c'è fai anche la timidona adesso? Avanti piccola peste dille quello che devi dirle, lo sai anche tu che non ti sei comportata da brava bimba. Con la scusa potresti anche dirle il nostro piccolo segreto che ne dici? Scommetto che dopo ti sentirai più serena.
- Ma io...
- Fidati della mamma ok? 
- Ba bene... - scese dal letto e molto titubante si avvicino a Regina. - Tia regina... cusa se no mi tono compottata bene con te... tono tata una sciocchina. Io ti boglio tanto bene. -Inutile dirl... Regina si commosse come una bambina e iniziò a piangere come una fontana. La prese in bracciò e la riempì di baci facendole il solletico e facendola finalmente ridere.
- Tutto qui Chloe? Non manca qualcosina da dire alla zia? - la incitai.
- Tia? Debo ditti una cosa... una cosa un po blutta. Ecco... io... io ho fatto la monella... elo culiosa di bedere il tuo bettito da posa e... e... - rieccola intristirsi.
- Puoli dirmi tutto amore, non avere paura ok? - la incoraggiò anche lei.
- Ho spoccato io il tuo bettito... mi dippiace tanto tanto... no bolebo. Sei allabbiata con me? - aveva paura della sua risposta.
- Ma certo che no! Come potrei mai arrabbiarmi con te è? Sono sicura che è stato un incidente e che non lo hai fatto di proposito. 
- Mi peddoni quindi?
- Non ti perdono ma solo perchè non hai nulla da farti perdonare. Ora fammi un bel sorriso e asciuga quelle lacrimucce, una damigella non deve mai piangere il giorno prima della sua passerella lo sai? Non vogliamo che tu domani abbia gli occhi rossi rossi vero?
- Emmh a proposito di domani... - intervenni io - Non credo che la signorina qui presente sfilerà con l'abito celeste domani... - Chloe sbarrò i suoi occhioni e mi guardò supplichevole. - Mi dispiace amore mio ma una punizione devo dartela per quello che hai fatto. 
- Ma ho chietto cusa mamyyyyy!!!! - riecco uscire i lacrimoni. 
- Emma non ti sembra di esagerare? - si ci metteva anche Regina ora?
- Ti ha sporcato il vestito e a causa sua stai rischiando di non poterlo indossare domani, l'unico modo per farle imparare la lezione è farle vivere lo stesso dolore quindi per parcondition domani non indosserà il vestito che tanto le piace e non farà da damigella. 
- Mamy.... ti plego io....
- Amore non insistere ok? Non cambierò idea. - credevo che avesse fatto il diavolo a quattro e invece la sua reaione mi stupì.
- Ba bene... ma potto metterlo un altro gionno zia?
- Potrai metterlo quando vorrai amore, è il tuo il vestitino. - le rispose sorridendole
- Me lo hai legalato?
- Assolutamente si! 
- Hai sentito mamy, zia ha legalato il vestito a me! - annuii - Potto chiedetti un'altra cosa tia?
- Tutto quelo che vuoi stellina.
- Lo dai a me il bouquette? - io e regina ci guardammo e scoppiammo a ridere.
- Non sei un po troppo piccola per sposarti Chloe? - Le dissi scherzando 
- Guarda che nonno e papà saranno gelosi poi! - aggiunse regina immaginandoseli.
-  Vieni qui tia debo ditti una cosa all'olecchio. - non so cosa si dissero ma lo sguardo di regina mi fece capire che non era nulla di buono.
-Se è per questo motivo principessa allora consideralo tuo!
- Dabbelo? Dalai a me il bouquette?- domandò con gli occhi a cuoricino
- Si ma sono sicura che avrai un vestitino ancora piu bello di quello celeste in caso.
- Ehi voi due? E' un segreto di stato? Non posso sapere anche io? - fu Regina a rispondermi
- E' una cosa nostra fatti i fatti tuoi!
- Ti mamy, fatti i fatti tuoi!
- Bene... allora se proprio sono di troppo tolgo il disturbo, ho un vestito da sistemare e mi è appena venuta una piccola idea. 
- Emma non...
- Alt... ti rispondo con le tue stesse parole :" fatti i fatti tuoi". Ci vediamo domani sposina e tu piccola birbante, prova a fare un riposino, non dormi da ieri. 
- Solo se tia mi fa le coccole. - Per Regina fu come invitarla a nozze. Accettò immediatamente e mentre loro si coccolavano io mi rinchiusi nuovamente In stanza da Granny per salvare il salvabile. Prima di mettermi all'opera però feci una chiamata di fondamentale importanza e passai anche per una merceria dove ordinai dei veli di tulle bianco e qualche metro di stoffa bianca con ricami in pizzo. In orfanotrofio avevo preso lezioni di sartoria ed era arrivato il momento di sfruttare quell'abilità. 
***
Si fece sera e il vestito non era ancora pronto... chiamai Killian per informarlo che molto probabilmente non sarei rincasata, presi unì'enorme tazza di caffè e continuai a lavorare, mi attendeva una lunga nottata. Fui distrurbata un paio di volte dallo squillare del mio telefono ma non persi tempo a rispondere, avevo troppo da fare.
- Emma... disturbo? - era Granny. - Ho un messaggio per te.
- Dimmi ma alla svelta, sono molto indaffarata. - risposi non alzando lo sguardo dal vestito.
- Ha chiamato Regina, dice che non le rispondi al telefono. Mi ha detto di dirti che la piccolina si sta disperando per la punizione che le hai dato e chiede se magari puoi ritirarla solo per questa volta. - mi sembrava strano infatti che Chloe non avesse ancora battuto ciglio per mia decisone.
- Ma è ancora a casa mia? Sono le dieci e mezza passate! Dille di tornarsene a casa e di rilassarsi una volta per tutte, a Chloe penserò, lavorerò da casa. - annui e mi diede le spalle per poter ucire - Aspetta! - la fermai -  Dille anche che la punizione alla bambina non la tolgo. Mi dispiace. 
Restiai un'altra oretta nel meraviglioso silenzio di quella camera dopodichè decisi di rincasare. Portai il vestito con me e dopo aver cercato di consolare inutilmente mia figlia dicendole che non era poi la fine del mondo, la misi a letto e andai in salotto a terminare il mio operato. Fu un lavoraccio ma alla fine potevo ritenermi soddisfatta, il mattino seguente Regina avrebbe avuto un abito da indossare. 
Andai a letto e cercai di dormire almeno tre o quattro ore, se non lo avessi fatto di sicuro il mattino seguente avrei dovuto passare ore interminabili davanti allo specchio per coprire le occhiaie. Non appena Killian mi senti al suo fianco prontamente allargò le braccia e mi strinse a se come era solito fare, cercai di godere il piu possibile di quella sensazione, vista la giornataccia appena trascorsa, ma qualcuno decise che non era ancora tempo per me di riposare.
- Mamma... mamma svegliati per favore. - Era Leila. Cosa ci faceve LeIa ancora in piedi a quest'ora?
- Mhmm.. Leila che... che succede tesoro - dissi ancora assonnata.
- Io... io non riesco a dormire. Mi prepari una cioccolata? - addirittura? Ok era ufficiale: avrei di sicuro passato la notte in bianco.
- Una cioccolata mi sembra eccessiva amore, ma una bella camomilla potrebbe aiutarti a rilassarti e a dormire meglio. - mi alzai - andiamo in cucina dai. Ne prenderò una anche io.
Raggiungemmo il piano di sotto e nel mentre la camomilla fosse pronta parlammo un po.
- Allora... agitata per domani amore? - le chiese immagginando che fosse quello il motivo dell'insogna.
- No... però mi dispiace che Chloe non potrà fare la damigella mamma.
- Dispiace molto anche a me tesoro ma tua sorella deve imparare a prendersi la responsabilità delle sue azioni. Ha macchiato il vestito e ha fatto finta di nulla... non ci si puo passare sopra. Vedrai che le servirà di lezione e non lo farà mai piu. 
- Ma lei è buona mamma... sono sicura che non voleva comportarsi così... - da dove e era uscita tutta quella voglia di difendere sua sorella?
- Se fosse venuta da me fin dall'inizio forse la punizione neanche gliela avrei data sai? Sai bene anche tu quando ci tengo al fatto che siate sincere con me... non mi piace che mi abbia nascosto questa cosa. - le porsi la tazza di camomilla davanti - Ora bevi, ti farà bene. 
Stette in silenzio per alcuni minuti, faceva finta che tutto fosse ok ma potevo vedere chiaramente dentro il suo sguardo che qualcosa la stava tormentando. Cos'è esattamente che la faceva stare sveglia? Stavo per chiederle a cosa stesse pensando per essere così silenziosa quando lei improvvisamente mi anticipò lasciandomi completamente senza parole.
- Chloe non centra nulla in tutta questa storia mamma! E' colpa mia. E' stata mia l'idea di andare a cercare il vestito della zia, sono stata io a spingerla per le scale, sono stata io che l'ho fatta salire al piano di sopra nonostante stesse ancora finendo di mangiare e sono stata sempre io a spingerla e a farle rovesciare la merenda sul vestito della zia.  - cosa? diceva sul serio? Ero completamente senza parole.... 
- Ah si? - chiesi meravigliata e alquanto alterata della cosa - E dimmi signorina come mai l'avresti spinta? Ma lo sai che poteva farsi mare sul serio? - la rimproverai per quel gesto immaturo e avventato.
- La prima volta è stato perchè ci serviva un modo per distrarre Granny per poter trovare la chiave, mentre la seconda volta  stavamo litigando, non pensavo però che sarebbe caduta sopra il vestito mamma! - cercò di giustificarsi.
- Ma come ti è saltato in mente è? Per uno stupido vestito poi? Roba da pazzi! E sentiamo piccola delinquente... c'è altro che dovrei sapere? - sperai vivamente di no.
- EMH... forse...
- Forse???? Leila sono quasi le tre del mattino, non perdiamoci in chiacchiere ok? Sputa il rospo per favore.
- Ok... hai visto che Chloe aveva paura della zia? - l'inizio di quella confessione non mi piaceva per niente - Beh... sono stata io a raccontarle tutte quelle cose. - Lei?!? ma se neanche lei conosceva determinati dettagli... come.... - Un po' di giorni fa ho deciso di prendere di nascosto il libro di Henry e leggere da sola le favole che ancora non mi avevate raccontato. - incredibile...
- Leila, tesoro... sai perchè non te le abbiamo ancora mai raccontate? Perchè sei ancora piccola per capire il significato di alcune azioni e avevamo paura che ti saresti spaventata. Ah proposito... come mai non lo sei? 
- Mi sono spaventata mamma ma poi ho chiamato al telefono Henry e mi sono fatta spiegare meglio. Lui mi ha tranquillizzata... 
- E se posso saperlo, perchè avresti deciso di spaventare a morte tua sorella? - non riuscivo davvero a  capire il motivo di tale gesto.
- Perchè è stata colpa mia se il vestito si è sporcato, lei ha iniziato a piangere impaurita della tua reazione e quella della zia e voleva chiamarvi per raccontarvi tutto. Non volevo che facesse la spia e mi desse la colpa così le ho detto che se zia lo avesse saputo sarebbe diventata talmente cattiva che le avrebbe strappato il cuore. - Oddio... di male in peggio insomma. Leila, la bambina piu dolce di questo mondo era stata così crudele? Non potevo assolutamente crederci. 
- Conosco tua sorella come le mie tasche, non si sarebbe mai stata zitta se fosse davvero stata innocente, almeno qualcosa deve averla fatta altrimenti non si spiega il suo silenzio e il suo ritenersi colpevole. 
- Potrei averla.... si beh ecco potrei averla... minacciata dicendole che se avesse fatto la spia le avrei rotto tutti i suoi giocattoli.... a dire il vero uno gliel'ho anche nascosto per farle capire che non scherzavo....
- LEILAAAAAA!!!!! - questo era davvero troppo. Aveva praticamente bullizzato sua sorella. 
- Scusami mamma! scusa scusa scusa, mi dispiace tanto, prometto che non lo farò mai piu. 
- Io... io.... IO NON HO PAROLE LEILAAAAAA!!!! MA CHE ACCIDENTI TI HA DETTO IL CERVELLO E'?
- Mamma perdonami ti prego, io voglio bene a Chloe!
- Tze.. non si direbbe sai? 
- E' vero però, le voglio tanto bene.
- E sentiamo: perchè hai deciso di confessarti proprio questa sera? Lo sai che per te non è stata una bella mossa vero?
- Lo so ma prima l'ho sentita piangere in camera sua perchè domani non potrà mettere il vestito e... e mi sono sentita terribilmente in colpa mamma. Non la merita la punizione, dovresti punire me al posto sua.
- Oh... puoi giurarci che lo farò. 
- Non metterò il vestito vero? - domandò conoscendo già la risposta.
- Esattamente e in più, per due settimane, niente pomeriggi al parco giochi. L'hai combinata davvero grossa Leila, sono molto dispiaciuta.
- Ma ho detto la verità adesso! Non conta nulla? Sarai arrabbiata con me per sempre? - il suo sguardo era davvero dispiaciuto ma questo non bastava per assolverla all'istante. 
- Nonostante io sia molto felice del fatto che tu sia stata sincera, anche se in leggero ritardo, non posso negare che per il momento sono molto arrabbiata. Non durerà per sempre stai tranquilla, ma tu dovrai farmi capire di aver imparato dai tuoi errori.
- Te lo prometto mamma, non lo farò mai più! 
- Lo spero davvero! Ora vai a nanna però o domani mattina sarai uno straccio. - la vidi alzarsi da  tavola e venirmi incontro per abbracciarmi.
- Ti voglio bene mammina, scusami ancora ok?
- Ti voglio bene anche io ma adesso sul serio: vai a nanna. 
Ok... anche questa era andata, cos'altro sarebbe dovuto succedere? Sperai nulla e fortunatamente fu così. Andai finalmente a dormire e abbracciata al mio amore aspettammo l'arrivo di un nuovo giorno. 
***
Purtroppo la sveglia suonò molto presto, avevo dormito poco e niente e sapevo già che la giornata che mi attendeva sarebbe stata di gran lunga più pesante di quella appena trascorsa. Preparai la colazione come di consueto e andai a svegliare sia Killian che le bambine. Il mio amore era già bello che riposato mentre le bimbe erano decisamente una più assonnata dell’altra. Mangiammo molto velocemente, visto che eravamo già in ritardo sulla tabella di marcia, dopodichè, una volta fatte le acconciature ai capelli delle bambine e dando l’ordine a Killian di portarle da mia madre per di vestirle,  presi  il vestito di Regina, il mio, e mi incamminai presso mifflin street per aiutarla. Durante il tragitto mi venne un dubbio sull'operato della sera precedente e di conseguenza fui costretta a fermarmi per contollare. Credevo di aver fatto un bel lavoro con il vestito e invece l’aspetto non mi convinceva poi più di tanto. Era completamente differente rispetto all'abito originale. Non poteva sposarsi in quelle condizioni ma fortunatamente avevo un piano di riserva. Il giorno prima feci una chiamata ricordate? Beh i risultati di quella chiamata avrebbero di sicuro salvato un matrimonio. Feci una seconda sosta, non calcolata, dopodichè raggiunsi finalmente casa della mia amica.
- Era ora! - esclamò non appena mi vide - Pensavo non arrivassi piu!
- Lo so lo so ma ho avuto un imprevisto. Avanti, non perdiamoci in chiacchiere e mettiamoci a lavoro. - La feci accomodare su una sedia e iniziai a truccarla e a pettinarla.
- Non farmi uscire come un panda ok? E per i capelli non...
- Shhhhh.... so io cosa devo fare ok? Chiudi gli occhi e rilassati. Sei in buone mani. - Optai per un trucco molto leggero e naturale e per un acconciatura raccolta. Il risultato fu strepitoso e la sposina ne fu entusiasta. Era giunto il momento di indossare il vestito. Prese il porta abiti tra le mani ma prima di aprirlo mi guardò preoccupata:
- Sei riuscita poi a...
- Si e no! - risposi senza lasciarla finire - Non è più macchiato ma ho dovuto fare delle modifiche e di conseguenza non ha più l’aspetto dell’abito che avevi scelto. - glielo mostrai. In pratica avevo eliminato tre strati di tulle, quello macchiato, e li avevo sostituiti con altro tulle. Naturalmente i due tipi di stoffa erano diversi tra di loro e per non far notare la cosa decisi di aggiungere anche uno strato di tessuto in pizzo tutto impreziosito da Swarovski cuciti a mano da me. - Questo è quello che sono riuscita a fare, lo so che non è il massimo e...
- Emma....
- Aspetta, lasciami finire! So che non è il massimo e appunto per questo ho deciso di sfidare la sorte: ieri ho fatto una chiamata e... sorpresaaaaaa! - le mostrai un secondo abito da sposa, identico a quello che aveva comprato. - l'atelier ne aveva un’altro in magazzino e della stessa taglia. - rimase a bocca aperta ma non aveva l'aria di essere un'espressione gioiosa...
- Spero che te lo abbia fatto solamente noleggiare - disse quasi arrabbiata
- ehm... No! L’ho comprato! - risposi scatenando la sua ira.
- EMMAAAAAAA! Riportalo immediatamente indietro! Ma sei pazza? Non dovevi comprarmi un nuovo vestito.
- Non dovevo? Ti ricordo che è stata mia figlia a massacrarti a suon di cioccolata il primo, era il minimo ricomprartelo. Non vorrai andare mica all’altare con quella mostruosità vero? 
- Non...
- Avanti niente storie, ti aiuto a vestirti che siamo già abbastanza in ritardo...  va bene che sei la sposa ma così Robin penserà che tu abbia cambiato idea! - riuscii a farla ridere di nuovo.
- Emma... grazie per tutto, davvero! Per l’abito, per aver salvato il mio matrimonio e non per ultimo per essere la mia migliore amica. - Mi abbracciò - Comincia ad avviarti ok? Io mi vesto da sola 
- Mah...
- Ti prego... tanto ho bisogno di qualche minuto tutto per me per caricarmi. Vai dai bambini, Io in meno di dieci minuti vi raggiungerò.
ricambiai l'abbraccio e dopo averla guardata attentamente negli occhi per darle un po di forza uscii da casa sua. Capivo benissimo il suo volere stare da sola, io feci la stessa cosa. Mi misi in macchina e raggiunsi il  luogo stabilito per la cerimonia. Non appena entrai trovai mio marito intento a battibeccare con Liam.
- Che succede qui? - chiesi
- Menomale sei arrivata! Non vuole camminare se non ha quell’orribile coso tra le mani - scoppiai a ridere. Quell'orribile coso, come lo chiamava Killian, non era altro che un peluche a forma di coccodrillo. A Liam piaceva da impazzire e non se ne separava mai, c’era d'aspettarsela quella reazione. - Mi arrendo! Provaci tu! - sbuffò rassegnato. L’idea per un coccodrillo per “amico” non gli piaceva affatto.
- Eccolo l'amore di mamma! - gli baciai una guancia ricevendo in cambio un meraviglioso sorriso - Facciamo un giochino? - si mise a battere le manine Tutto felice - mamma prende il tuo peluche e tu camminando camminando verrai a prenderlo ok? Avanti proviamo. - lo incitai prendendo il giocattolo e allontanandomi di qualche metro.
- MIO! Olso mioooo! - protestò immediatamente.  Olso stava per "orso"... per lui quel peluche era un orsacchiotto e guai a contraddirlo.
- Dai amore, sono solamente due passi? Vieni a prendere il tuo amichetto!
- Olso! - mi corresse.
- Mmmh... si ok va bene,  vieni a prendere orso!
- MIOOOOO! - ok basta, non c’era verso; al momento del suo ingresso gli avrei tolto il peluche e lo avrei spinto in pista con sua sorella!  E a proposito di sua sorella, eccola entrare nel salone adiacente alla sala della cerimonia piroettando su se stessa più felice che mai!
 - Mamy è velo che posso tenele il vettito e fare da damizella alla zia? - bene, anche il linguaggio sembrava essere tornato ai livelli di qualche giorno fa.
- Certo amore mio, tua sorella mi ha spiegato tutto e so che non sei responsabile di tutto quel casino. La prossima volta  però, semmai dovesse riaccadere, non esitare a venire da me e raccontarmi la verità ok? Non puoi mica prenderti anche le colpe che non ti spettano. Oddio...  so che anche tu volevi vedere il vestito della zia, cosa che sapevi benissimo che non bisognava fare, ma per il resto non sei stata la colpevole principale.
- Lo to! Avevo paura che Leila lompesse i miei tocattoli.
- Non lo avrebbe mai fatto perché sa che l’avrei messa in punizione a vita.
- Ma ora è tliste!
- Lo so e mi dispiace, ma le serve per capire i suoi errori... a proposito dov'è?
- Con nonno David. Buole sedersi vicino a lui.
Avrei voluto raggiungerla per un saluto e per assicurarmi che nonostante la punizione fosse tranquilla, ma Regina ci raggiunse e dovetti rimandare la cosa.
- Ditemi che non è scappato! - esclamò consapevole del suo clamoroso ritardo. 
- No tranquilla, è ancora sull’alta... REGINA! - dissi vedendola con in dosso il vestito che le avevo riparato. - Ti avevo detto di...
- Ti stoppo subito. Li ho provati entrambi ed è questo l’abito perfetto, l’abito che voglio. Questo abito racchiude in se tutto l’amore che avete per me e non potrei chiedere di meglio dalla vita.
- Mah...
- Mi piace ok? Mi piace anche più dell’altro ad essere sincera... a saperlo che eri anche una sarta me lo sarei fatto direttamente cucire da te! - non stava dicendo sul serio vero?  - Grazie davvero Emma sei stata fondamentale e io... - stava per commuoversi ma non poteva assolutamente o il trucco sarebbe colato e avrebbe combinato un disastro. Lasciai quindi cadere l’argomento vestito e mi concentrai a farla tornare in se.
- Si sì ok, i piagnistei a dopo grazie o il mio fantastico capolavoro di rovinerà. Ora tu devi entrare ok? Quindi respira, manda avanti i bambini e goditi il tuo uomo. - l’abbracciai dopodiché rubai il giocattolino a Liam che era distratto e tentai di raggiungere Killian.
- Emma aspetta e lei? - mi indicò Chloe - Leila dov'è?
- Lunga storia te la racc...
- È tata Leila a fale il casino zia! Mamma punito lei e no me.
- E' stata Leila ha...
- Possiamo rimandare il tutto a dopo per favore?  Aspettate qualche minuto e poi entrare ok? Chloe mi raccomando a tuo fratello, aiutalo a rialzarsi se cade, non trascinarlo per tutta la navata ok? - annuì anche se con uno sguardo troppo da furbetta. Raggiunsi finalmente Killian ed emozionata aspettai l'ingresso di tutti loro. Come da copione entrarono per prima la damigella e il paggetto. Liam fu bravissimo, nonostante non avesse il suo peluche con se non pianse. Camminò per tutta la navata, cadendo ogni due o tre passi, cercando di raccogliere i petali di rose che sua sorella gettava. Nei pochi momenti in cui non era a terra si divertiva a mangiucchiare la scatolina delle fedi che in seguito avrebbe portato a sua zia. Era un vero amore ma anche sua sorella non fu da meno. Tentò di trascinarlo solamente una volta ma per il resto fu impeccabile. Chloe è nata per stare al centro dell’attenzione... degna figlia di suo padre.
La cerimonia ebbe finalmente iniziò, i due sposini erano uno più emozionato dell’altra, si tenevano per mano e non smisero un secondo di guardarsi... erano puro amore. Si scambiarono le promesse dopodiché fu nuovamente il turno del mio piccolo amore: era il momento delle fedi.  Lo accompagnai all'inizio della navata e dopo averlo nuovamente affidato a Chloe, tornai al mio posto. Sperai che anche questa volta tutto andasse nel verso giusto e invece?  Liam si ricordò del suo inseparabile amico e vedendolo in mano a suo nonno si fermò di colpo e iniziò a gridare:
- Olsooo! Olsoooooo!
- Non lompere! Cammina nano! - sua sorella  con i suoi soliti "modi gentili" cercò di spronarlo ma senza nessun successo.
- OLSOOOOO! - non contento del gran cinema che stava facendo decise di lanciare la scatolina delle fedi a terra e mettendosi seduto incrociò le braccia e si mise a piangere.
- Maledetto coccodrillo! - esclamó Killian a bassa voce facendomi ridere mentre contemporaneamente Chloe cercò di prendere suo fratello da sotto le braccia per trascinarlo fino da Regina. Mi alzai di scatto con l’intento di andarlo a prendere ma Regina mi bloccò,
- Ma chi è olso? - chiese.
- Quel coso in mano a mio suocero! - rispose Killian facendo ridere anche lei.
- Un coccodrillo? Originale! Dammelo David, ci penso io... 
- No, Regina non... - parole al vento... si fece dare io peluche da David e raggiunse Liam per poi dargli un bacino e consegnarglielo. Il pianto cessò in un baleno e dando la mano a sua sorella finalmente decide di rialzarsi. Chloe gli riconsegnò la scatolina e lui, con il suo amico di pezza sotto il braccio e con la scatolina perennemente in bocca, raggiunse gli sposini all’altare.
- Olsooooo! - disse ai suoi zii mostrando il suo amico.
- Ma che bello amore! - rispose Robin sorridendogli - Questa le dai a me? - indicò la scatolina tutta mangiucchiata.
- Miooooo! - protestò nascondendole dietro la schiena e facendo ridere Regina la quale faticava a trattenersi.
- Ma queste servono allo zio per sposare la zia tesoro! - spiego Robin cercando di prenderle
- MIOOOOOO! - assurdo, non voleva dargliele, eppure avevamo fatto le prove.
- Allora mi dai il tuo coccodrillo?
- Olso! - fui costretta ad intervenire o non ne saremmo più usciti.
- Liam tesoro, le fedi sono dello zio.
- Mio!
- No, non sono tue. Avanti dagliele.
- Miooooo - piagnucolò.
- Scegli amore: vuoi dargli orso o questa bella scatolina? - detto fatto! Le fedi furono immediatamente in mano di Robin mentre il mio bimbo, dopo averli baciati entrambi, tornò a sedersi vicino a me. La cerimonia continuò indisturbata e dopo il giuramento finalmente vennero dichiarati marito e moglie.
Il tempo delle foto di rito e ecco che il ricevimento ebbe inizio. Mangiammo come maiali, bevemmo non so quanto e ci scatenammo in piastra. Il ballerino indiscusso della giornata fu senza ombra di dubbio il mio piccolo Liam ma ben presto la grande sala da ballo venne lasciata libera per il consueto lancio del bouquet. Tutte le donne non ancora sposate si schierarono alle spalle della sposa che prontamente si prestò a lanciare il suo bellissimo bouquet
- UNOOOO... DUEEEEE.... - non appena in coro le ragazze gridarono "tre", Regina si girò e lasciando a bocca apertà tutti  lanciò il bouquet alla piccola Chloe. L'espressione di mia figlia fu una cosa a dir poco meravigliosa, è vero che glielo aveva chiesto lei, ma non si aspettava minimamente che sua zia se ne sarebbe ricordata.
- Una promessa è debito tesoro! - le fece l’occhiolino - Ora tocca a te! - Vidi Chloe correte in direzione di suo padre e saltargli letteralmente addosso.
- Papo quetto è per te!
- Ah si amore mio? Che c’è vuoi sposarmi? - le sorride dandole dei teneri bacini sulle guance.
Ma no Socchino! - rise - Ora che hai quetto puoi dallo a mamy chiedele di sposarla! - per poco non caddi dalla sedia. Che aveva detto?
- Amore ma io e la mamma siamo già sposati! - le spiegò
- Lo to, ma io non c'elo! Ola puoi chiedergli di sposarti di nuovo così io potrò vedele! - mi sentii mancare la terra sotto i piedi, davvero quella poccoletta aveva pensato ad una cosa del genere a solo 4 anni? E io che pensavo che fosse solo un capriccio - Daiii papoooooo! Io boglio vedele mamy  con il vettito bianco e poi... boglio un altro vettitino. Killian le diede un ulteriore bacio dopodichè la posò a terra, le prese la manina e insieme si avvicinarono al tavolo dove eravamo sedute io Leila e Liam.
- Te lo avevo già chesto qualche tempo fa ad un tuo compleanno e nonostante la tua rispista fosse stata positiva non siamo mai riusciti ad organizzare il tutto. La nostra signorina ci terrebbe tanto e sono convinta che anche Leila e Liam siano daccordo con me e Chloe quindi Swan te lo chiederò di nuovo - lo vidi prendere l'anellino di plastica della bottiglia sul nostro tavolo. - scusa l'improvvisazione ma sono a corto di anelli per il momento. - si inginocchiò. Oh cavolo - Emma Swan... faresti felice questo povero pirata e questi tre gioiellini accettando la proposta di rinnovare le nostre promesse? Che ne dici Vuoi sposarmi per la seconda volta? - un applausò si alzò tra la folla ancor prima di rispondere. Non mi aspettavo assolutamente una cosa del genere, credevo che scherzasse in passato e invece? Oddio... avevo il cuore che stava per uscire da petto. - Allora? Guarda che ho oltre 300 anni, potrei perdere l'uso del ginocchio se non ti affretti a rispondermi. 
- E me lo chiedi? Certo che si amoreeeee! certo che si! - non gli diedi neanche il tempo di mettere quel piccolo anellino di plastica al mio dito che subito catturai le sue labbra in un bacio mozzafiato. Lo amavo piu della mia stessa vita e non me ne importava nulla se non fossimo soli in quella stanza. Fu un bacio davvero molto intenso e molto lungo ma purtroppo venne interrotto dalla dolce sposina.
- Non per dire nulla ma vi ricordo che è il mio matrimonio questo, non vi è assolutamente concesso rubarmi la scena! - disse giocosamente, era piu felice di me per quella proposta. - Potreste gentilmente staccarvi e venire a fare le foto di rito con me?
- Si le poto le potoooooooo! - chloe fu la prima a seguire sua zia ma poco dopo si fermò di scatto vedendomi ferma al tavolo a cercare di convincere Leila a venire con noi. Non ne voleva sapere di farsi la foto perchè tutti avrebbero notato che sua sorella aveva il vestito da principessa e lei no. Mi sentii una cattiva madre per una manciata di secondi, era colpa mia se era triste, ma poi mi ricordai il motivo per cui lo avevo fatto e mi convinsi che fosse per il suo bene. 
- Mamy pecchè no benite a fale la poto? - leila scoppiò a piangere - pecchè mamy sta piangendo?
- Vorrebbe avere anche lei questo vestitino amore e quindi è un po triste adesso. Comincia ad andare ok? noi ti raggiungiamo subito. - conoscendola mi sarei aspettata che sarebbe corsa dagli altri e invece mi sbaglivo... mi lasciò completamente senza parole. 
- Io ho messo il vettitino per molto tempo. Ola tocca a lei. - la vidi cercare di toglierselo.
- Amore ma che fai è? vuoi dare spettacolo? Sei una signorina non puoi denudarti cosi
- Ma io boglio che Leila sia felice!
- Amore è un gesto bellissimo il tuo ma comunque non gli entrerebbe il tuo vestitino. Sei piu piccola di lei. - vidi intristirsi anche lei ma giusto per una manciata di secondi, improvvisamente tornò a sorridere. 
- Tonno subitoooo! - la vidi uscire dalla sala correndo e tornare qualche minuto dopo con in mano un secondo vestito azzurro. 
- e questo? - chiesi spiegazioni non capendo.
- l'ho pottato da casa. me ne elo cordata. pensabo fosse mio e spelavo potessi mettello. - spiegò - E' tuo Leila! Mettilo. - sua sorella non battè ciglio conoscendo quella che di sicuro sarebbe stata la mia risposta. - Daiiiiiiii sbligatiiiii! - scosse la testa in segno di negazione e continuò a piangere in silenzio. Al diavolo la punizione... in fondo era stata punita abbastanza non trovate? Non aveva preso parte all'intera cerimonia, che sarebbe mai stata una foto di rito?Aveva solo otto anni dopotutto...meritava di godersi quella giornta anche lei.
- Che stai aspettando tesoro? Corri a vestirti dai, la zia ci sta aspettando - i suoi occhi si illuminarono di gioia 
- Davvero posso mamma? - annuii - Grazie grazie grazieeeeeee! Sei la mamma migliore del mondo. scusami se mi sono comportata male e scusami anche tu Chloe. Sei una brava sorella non dovevo metterti nei guai. - si abbracciarono dopodichè l'accompagnai in bagno a vestirsi per poter fare la foto.
Fu una giornata memorabile e nonostante l'assenza della magia, gli imprevisti e i ripensamenti, tutto filò liscio come l'olio. Regina era più felice che mai, le bambine non furono da meno e io... beh io con la proposta ufficiale di Killian toccai letteralmente il cielo con un dito. Anche questa volta ce l'avevamo fatta, avevamo salvato un matrimonio e ben presto ce ne sarebbe stato un altro. Sarebbe da dire "tutto bene quel che finisce bene" no? E invece solo una cosa mi viene in mente in questo momento: mah per il mio secondo matrimonio che cosa mi metto? 

note dell'autore: Finalmente ce l'ho fatta. E' stata un'impresa scrivere questo capitolo, ho avuto molte cose da fare e in più ho dovuto fare degli straordinari. Non avevo mai tempo per scrivere e mi riducevo sempre a farlo la sera tardi dopo il lavoro. Il risultato? Beh... non lo so, lascio decidere a voi ma spero sia quantomeno accettabile. Fatemi sapere che cosa ne pensare ok? Alla prossima...  ah no! aspettate! Vi ho mostrato i vestiti delle damigelle e del paggetto ma non vi ho mostrato gli abiti dei due testimoni di nozze. Ecco a voi. ♥
 








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Capitolo 70
*** Ribellione in corso (parte2) ***


    
 

POV KILLIAN
Non potevo credere alle mie orecchie... dopo oltre un mese di punizione eccola ancora qui, più spavalda che mai, a chiedermi, come se fosse la cosa più normale di questo mondo, di poter andare in gita con quel poco di buono del suo amico. Ma dico: stiamo forse scherzando? Dopo quello che avevo visto quel giorno davvero pensava che le avrei dato il permesso di passare del tempo con lui? Doveva solamente  ringraziare sua madre se ancora aveva modo di poterlo vedere almeno a scuola, se fosse stato per me le avrei proprio fatto cambiare istituto. Aveva superato un certo limite e bisognava riportarla sulla retta via.
- Ma papà ragiona... non si tratta solo di me! Rovinerai  la gita a tutti i miei amici così! - provò a impietorsirmi. - Noi avevamo in mente di trascorrere questa gita tutti insieme per...
- Per poter fare, lontando dalla supervisione di noi genitori, ogni genere di porcata? - finii la sua frase anche se a modo mio.
- PAPA'A'A'!
- KILLIANNN!  - dissero all’universo entrambe le mie donne.
- Che c’è? Ho detto qualcosa di sbagliato forse? Non è il motivo principale per cui i giovani d’oggi vanno in gita? Comunque non me ne importa nulla di rovinare la gita ai tuoi cari amichetti Chloe, voglio solo che tu e quel depravato stiate il più lontano possibile. Non dimentico quello che ho visto e voglio stare certo che la cosa non si ripeti.
- Ancora con questa storia papà? Io e Erik non stavam...
- No no no, non voglio ricominciare a discuterne di nuovo, sono quasi morto l’ultima volta se ben ricordi, preferirei non rivivere l’esperienza. Tutto quello che devi sapere lo sai quindi ora spetta a te decidere. Vuoi andare in gita? Andrai nella meta opposta alla sua. Non accetti questa cosa? Allora per me puoi anche restare a casa; anzi... preferirei se lo facessi sai? Starei di sicuro più tranquillo. - aveva gli occhi lucidi ma nonostante ciò si sforzò di non piangere, non voleva darmela vinta... come se poi a me facesse piacere vederla così triste. Non ero di certo un mostro, ero solamente un papà che cercava di proteggere sua figlia; è così tanto sbagliato? Tralasciando il fatto che sono geloso marcio della mia bambina, quello che stava per fare quel giorno non era di certo una cosa di cui andarne fieri. Ha solamente 15 anni, per quanto a qualsiasi età mi darebbe fastidio, ha comunque tutta la vita davanti per fare esperienze di quel genere, perché bruciare le tappe  e rovinarsi l’adolescenza? Non voglio che faccia il passo più lungo della gamba, deve pensare alla scuola, agli amici e alle sue passioni. Non è ancora il tempo dei fidanzati. Sua sorella maggiore è sempre stata più matura in questo, non abbiamo mai affrontato queste problematiche con lei, non ci ha mai dato modo di dubitare, possibile che con Chloe abbiamo sbagliato tutto? Mi rifiuto di crederlo. In fondo le abbiamo cresciute entrambe allo stesso modo. Non so cosa pensare, spero sia semplicemebte una fase della sua vita e che le punizioni date le serviranno a capire lo sbaglio fatto e a ritrovare la retta via.
- E va bene papà! Hai vinto. - rispose per nulla contenta - Sceglierò la metà opposta a quella di Erik ma almeno posso avere il permesso di chiamarlo? Vorrei parlargli io stessa di questa cosa. 
- No ,non puoi chiamarlo, sei in punizione ricordi?
- Ma papàààà! Almeno una chiamata concedimela no? - Mi supplicò - Se neanche posso chiamarlo come faccio a scegliere la meta dove andare? 
- Te l'ho già detto poco fa: chiamerò personalmente sua madre e me lo farò dire. Non prima però di avergliene cantate quattro naturalmente. 
- No papà non... - bastò uno sguardo per metterla a tacere. Qualsiasi cosa avrebbe detto non mi avrebbe di certo fatto cambiare idea. Anna doveva sapere che suo figlio era un poco di buono. Aspettai che Chloe tornasse in camera sua dopodichè raggiunsi il salotto e prendendo quel maledetto congegno elettronico che tanto odiavo, composi il numero di una delle più care amiche di mia moglie. 
- Pronto?!? - rispose al primo squillo.
- Anna? - domandai gentilmente sperando di non aver fatto casini con il parlofono
- Si sono io, chi parla?
- Anna ciao sono Killian, il marito di Emma... mi ha dato lei il tuo numero.
- Ohi Killian ciao! Come stai? Come mai mi stai chiamando? È successo qualcosa? Emma sta bene? I ragazzi?
- Anna tranquilla... - bloccai il suo solito fiume di parole - Emma sta bene, tutti stanno bene. - la tranquillizzai.
- Menomale guarda, stavo già entrando in panico; per chiamarmi tu pensavo fosse successo qualcosa a Storybrooke!
- Beh... non ci saranno mostri volanti in giro o nemici spietati che vogliono ucciderci ma qualcosa è successo. Sono successe due cose a dire il vero ed entrambe riguardano tuo figlio Erik!
- Erik???? O mio Dio! Sta bene? Gli è forse successo qualcosa? Arrivo sub...
- Ehi Ehi Ehi frena! Sta più che bene tuo figlio tranquilla, non gli è successo nulla. - “ancora” pensai.
- Se non gli è successo nulla allora ha combinato qualcosa... ho indovinato vero? Che ha fatto quel disgraziato? Emma l’ha portato in stazione per qualche bravata? Ha fatto qualcosa di grave? Oddio no no no non ce la faccio a restare qui! chiedo ad Elsa di teletrasportarmi da voi!
- Anna, Anna per favore lasciami parlare ok? Emma non l’ha arrestato e non c’è bisogno tu venga fin qui. Ha fatto una bravata è vero, una abbastanza grave per i miei gusti aggiungerei.... a casa mia e con mia figlia.
- Hanno mandato a fuoco qualcosa? Ti hanno creato qualche danno in casa? Killian sii sincero, se mio figlio ha fatto qualcosa devi dirmelo senza problemi, ti risarcirò! - ma possibile che quella donna non capisca mai nulla al volo?
- Anna volevo essere delicato ma a quanto pare con te non funziona. Ho beccato tuo figlio mettere le mani addosso a mia figlia, in casa mia e pergiunta in camera mia.
- Ma chi Erik? Erik ha... no non ci credo Killian. Erik non può aver... no no no, lui...
- Mi dispiace contraddirti ma l’ho visto con i miei occhi! - risposi serio.
- Mio figlio vuole un gran bene a Chloe, non gli passerebbe mai per la testa di farle del male e picchiarla, ma stiamo scherzando?- no ok ho capito... ci rinuncio. Parlare con Anna è un’impresa che solo Emma è in grado di fare. Dovrò ricordarmene una prossima volta.
- ANNA SVEGLIA!!! Non le ha messo le mani addosso in quel senso, non sarebbe ancora vivo se così fosse. Li ho visti in camera mia e di Emma a scambiarsi... “effusioni”, chiamiamole così, assai pericolose. Ora passi il bacio che ho saputo c’è stato tra di loro tempo fa ma sul resto proprio non transigo! Devi dire a tuo...
- Si sono baciati? Davvero???? Ma che cariniiiiiii! Aspettavo questo momento da una vita ormai, sapevo che quei due prima o poi...
- MA PRIMA O POI CHE COSA ANNAAAAAA! Non sono per nulla carini, sono.... grrr, non lo so! Quello che so è che devi tenere tuo figlio lontano da mia figlia se non vuoi che lo faccia fuori siamo intesi?
- Killian mah...
- Non sto scherzando Anna! Di a tuo figlio di tenere le sue luride manacce lontano da mia figlia se vuole tenere tutti gli arti al proprio posto. Non risponderò delle mie azioni se solo lo vedrò anche sfiorarla con un dito!
- Non... non ti sembra di stare esagerando adesso? Sono solamente due ragazzini innamorati, che mai potrebbero fare di così grave è? Lasciamoli vivere le loro esperienze. E poi sono sicurissima che Erik ha le più buone intenzioni con lei, puoi dormire su sette cuscini Killian, non le... - doveva ringraziare la sua buona stella che la nostra conversazione stesse avvenendo per telefono e non di persona perché credo proprio che non avrei risposto delle mie azioni.
- TENTARE DI PORTARSI A LETTO MIA FIGLIA, UNA BAMBINA DI 15 ANNI APPENA, TI PARE UNA BUONA INTENZIONE????????MA PER PIACERE ANNAAAAAA! - fui costretto a riprendere fiato o avrei rischiato il secondo infarto della mia vita. - Parla con Erik e fagli cambiare testa perché se non lo farai tu fidati che lo farò io e non sarà per nulla piacevole. Detto questo c’è un altro problema da affrontare: la gita scolastica!
- Di... dimmi pure! - rispose credo ancora sconvolta per la mia ultima affermazione.
- Come potrai immaginare non sono assolutamente d’accordo sul fatto che i ragazzi partano insieme quindi vorrei sapere da te se Erik ha già deciso a quale delle due gite prenderà parte in modo tale che potrò mandare mia figlia nella direzione opposta.
- Si si ha già deciso. Ho firmato proprio poco fa il modulo che mi ha faxato. Ha scelto Barcellona come meta. 
- Bene, grazie dell'informazione, mi sei stata davvero molto d'aiuto. Ci sent...
- Killian scusa se ti interrompo... lo so che non è una cosa che mi riguarda ma... si vedi ecco...  so che i ragazzi ci tenevano davvero molto ad andare in gita tutti insieme, non credi che Chloe si sentirebbe...
- Non venirmi a fare la morale su come potrebbe sentirsi mia figlia. E' colpa di tuo figlio se ho dovuto prendere questa decisione. Se avesse tenuto le mani al proprio posto quel giorno questo non sarebbe di certo accaduto. 
- Le avrà dato qualche bacio, che sarà mai... lo abbiamo fatto tutti alla loro età. Non essere sciocco Killian! Se le impedirai di andare in gita te lo rinfaccerà per tutta la vita. Ripensaci ok? Che vuoi che sia una gita di pochi giorni... ci saranno dei professori a controllarli cosa potrebbe mai succedere?
- Non venirmi a dare lezioni su come essere un buon genitore perchè non puoi proprio permettertelo. Hai fallito nel tuo compito cara Anna, hai cresciuto un poco di buono. 
- Non ti...
-  Pensa a far rigare dritto tuo figlio, a mia figlia ci penso io, so io cosa è meglio per lei, non tu. Te lo ripeto comunque, nel caso pensassi che io stessi scherzando: parla con Erik e sii chiara: non voglio che si avvicini mai più alla mia bambina. - riattaccai senza darle modo di rispondermi. Forse avevo esagerato ma poco importava: quando si tratta dei miei figli non avevo freni. Tornai in cucina da mia moglie e gli dissi di aver risolto il problema gita: Chloe sarebbe partita per la settimana bianca. Evitai di dirle che avevo insultato la sua amica ma a quanto pare non fui così fortunato. Uscii solo qualche minuto, il tempo di sistemare il capanno, e quando rientrai lei sapeva già tutto... Anna l'aveva chiamata piangendo. 
- Spero per te che ci sia una spiegazione più che logica al fatto che una mia amica mi chiami, in lacrime, dicendo che l'hai aggredita verbalmente! - iniziò così il discorso - Ma che accidenti ti è preso Killian!
- Lo sai come la penso, ho semplicemente detto la verità! - mi giustificai
- Dirle che è una pessima madre sarebbe la verità per te? - domandò già sul piede di guerra.
- Come la consideri tu una madre che non è stata in grado di spiegare al figlio che le donne vanno rispettate e non usate? Ha cresciuto un idiota Emma!
- Erik è solo un adolescente Killian... Anna può avergli insegnato anche alla perfezione l'etichetta ma questo non vuol dire che lui la rispetti. A quest'età i ragazzi ascoltano poco e niente quello che dicono i genitori, la maggior parte delle volte seguono la massa, le amicizie, le stupidaggini che dicono alla tv. Chiama Anna e scusati con lei mi sono spiegata?
- No tesoro, mi dispiace! Rimango della mia idea. Se fosse stata una buona madre non avrei visto quello che ho visto! - dissi seriamente convinto  delle mie idee. 
- Quindi io sono una pessima madre quanto lei allora! - e questo cosa voleva significare? Cos'era tutto quel vittimismo?
- E perchè mai scusa? Liam a soli 12 anni è centomila volta meglio di Erik. E' vero che è solo un bambino ma questi valori li ha già! 
- Non parlo di Liam ma di Chloe. Andiamo Killian non crederai davvero che Erik abbia fatto tutto da solo quel giorno vero? Svegliati... tua figlia è un'adolescente ribelle in piena crisi ormonale. 
- Mia figlia ha un'unica colpa, quella di essersi fatta convincere a provare a fare qualcosa di più grande di lei.
- Dici? A me il dubbio che possa essere partita proprio da lei l'iniziativa mi sfiora. Che strano... eppure le ho sempre parlato chiaro e le ho spiegato che non è mai un pregio concedersi così al primo che passa. Che ne pensi: mi avrà ascoltato? no! Quindi eccoti spiegato mio caro il perchè, in base alla tua teoria, anche io sono una pessima madre. - ripose secca. 
- Tu non sei per nulla una pessima madre Emma e metto entrambe le mani sul fuoco che la nostra bambina non ha preso nessuna iniziativa di sua spontanea volontà. Lei non ci pensa neanche a queste cose. E' stato quel depravato a convincerla... le avrà raccontato chissà quante frottole... - mi avvicinai a lei - Avanti, basta parlare di questo... facciamo pace ok? Mi hai rimproverato poco fa e ci sono rimasto tanto tanto male! - feci la voce di un bimbo appena sgridato per poi avvicinarmi ulteriormente, in particolar modo alle sue labbra, per cercare di strapparle un bacio. Si scanzò.
- No... non farò pace con te... sei stato un cafone e io non voglio avere niente a che fare con i cafoni.  - fece per andare di sopra ma la bloccai prendendola per un polso facendola così girare verso di me.
- Eddai amore... non vorremo mica litigare per colpa di quel ragazzino! Ha già fatto fin troppi casini per i miei gusti.
- Non stiamo di certo discutendo per lui. 
- E allora? - non mi rispose -  Emma... amoruccio... non tenermi il broncio ok? Avevo intenzione di passare un fantastico pomeriggio con la mia sexy mogliettina negli alloggi del capitano a fare tutte quelle cose che ci piacciono tanto... ma se mi tieni il broncio di sicuro dovrò rinunciare ai miei piani... - feci la faccia da bimbo bastonato. - Al mio bel corpicino manca il tuo bel corpicino. - mi fiondai sulle sue labbra approfittando di un suo momento di distrazione, l'avevo lasciata perplessa con quel'ultima frase. Purtroppo per me si riprese immediatamente e mi allontanò ancora una volta.
- UUh... ma che peccato che al tuo corpicino manchi il mio. Dovrà farsene una ragione e sai perchè? Perchè questo bel corpicino - indicò le sue forme muovendo in contemporanea i fianchi e facendomi già ardere di desiderio - lo rivedrai solo ed esclusivamente quando alzerai il telefono e ti scuserai con la mia amica per essere stato un gran cafone.
- Ma non è giusto! - protestai - Questo è un ricatto in piena regola amore!
- Prendere o lasciare Killian! - mi guardò come a farmi capire che non aveva nessuna intenzione di cedere. Maledetta! Sa sempre come fregarmi.
- E va bene! - sbuffai - Chiamerò Anna e mi scuserò ma non pensare che cambi idea su di lei, per me rimane una madre orrenda!
- Non mi importa se non cambi idea, mi importa solo che tu sia civile!
- Passami quel maledetto congegno elettronico avanti! Ma non uscire da questa stanza. Dopo che avrò terminato questa assurda chiamata tu verrai sulla Jolly Roger con me. Ho tutta l'intenzione di insegnarti come si porta rispetto ad un capitano di una nave pirata. - ammiccai facendole capire a cosa alludevo
- Devo andare a lavoro capitano, mi insegnerai come ci si comporta in un altro momento.
- Scordatelo mia cara. Prima regola: mai disobbedire al tuo capitano.  - non mi importava se doveva andare alla stazione dello sceriffo a dare il cambio a suo padre, nessuno mi avrebbe impedito di ottenere un paio di ore, forse anche piu, di pura passione con la mia donna.

POV CHLOE.
Mi rifugiai nella mia camera ancora molto arrabbiata per tutta quell'assurda storia, nemmeno una chiamata mi aveva concesso di fare... Tze... neanche fossi in carcere. Mi buttai a peso morto sul letto e, priva di ogni voglia,  passai tutta la giornatà li a contemplare il soffitto. Scesi in cucina solamente per cenare dopodichè tornai di sopra, questa volta  ad aspettare che morfeo mi rapisse. Non vedevo l'ora di buttarmi quella disastrosa giornata alle spalle. Il mattino seguente per mia sfortuna non fu tanto meglio. Non sentii la sveglia suonare e di consguenza arrivai a scuola in clamoroso ritardo. Di solito ero abituata a vedermi con Erik prima dell'inizio delle lezioni ma purtroppo quella  mattina non ne ho avuto modo... mi sono dovuta imbattere direttamente nella noiosissima lezione di letteratura non assaporando minimamente le magnifiche emozioni che solo lui riusciva a darmi. Sperai di recuperare durante la recreazione e onde evitare che qualcuno mi trattenesse in classe più del dovuto, al suonare della terza ora scattai in piedi e a grande velocità raggiunsi il nostro ritrovo segreto: un piccolo spiazzo di verde, in prossimità del campo da football, lontanto da tutto e da tutti. Lui era già li.  Lo avevo visto uscire dalla classe qualche minuto prima del suonare della campanella, avevo pensato che dovesse andare in bagno ma a quanto pare aveva altri piani.
- Baciami ti prego! Ne ho un disperato bisogno - confessai senza troppi giri di parole una volta averlo raggiunto. Non era da me aprirmi in quel modo ma con Erik era diverso, con lui mi sentivo libera di esprimere ogni mia emozione. Naturalmente non si lasciò pregare e come immaginavo mi regalò un bacio a dir poco meraviglioso che mi ridiete all’istante la voglia di sorridere.
- Eccolo finalmente: un sorriso! Non ce la facevo più a vederti con il broncio.
- Prenditela con mio padre, è colpa sua se sto così! - protestai.
- Sarà anche stato troppo severo ma abbiamo sbagliato quel giorno Chloe, tuo padre ha ragione in questo.
- Tu lo volevi quanto me... forse anche più di me! - puntualizzai.
- È vero, non lo nego... ma questo non implica il fatto che dovevamo essere più discreti. Siamo stati beccati e ora è giusto che sia arrabbiato.
- Ho capito ma non può tenermi sotto chiave per sempre! Se non fosse per la scuola non ti vedrei mai! Sono settimane che non usciamo... non posso chattare con te perché mi è stato bandito il pc e non posso neanche telefonarti che mi hanno sequestrato il telefono. A tutto aggiungi il problema della gita.... non ne posso più capisci? A saperlo avrei commesso qualche pazzia almeno sarei finita in carcere. Li una visita o una chiamata ogni tanto te la fanno fare.
- Non esagerare adesso! - mi abbracciò. - E' una punizione, non è la fine del mondo.
- Come faccio a non esagerare Erik? Sto malissimo e nessuno lo capisce. Mi manchi terribilmente, passavano ore intere al telefono a chiacchierare o a messaggiarci... e ora???? Niente di niente. Dobbiamo accontentarci dei venti  miseri minuti di questa stupida ricreazione. Che ci faccio con venti minuti è? - dissi con toni decisamente più alterati - Non ne posso più!
- Ho capito, è una giornataccia per te oggi, ma penso di sapere come raddrizzartela. - lo guardai negli occhi incuriosita. - So che sabato pomeriggio, qui a scuola, si terrà un’assemblea straordinaria per decidere alcune cose riguardanti il ballo di fine anno.
- E questo dovrebbe farmi tornare il buon umore? - lo guardai stranita - Odio il ballo di fine anno!
- Se solo mi lasciassi finire di parlare... stavo dicendo... ci sarà questa assemblea ma la presenza sarà facoltativa quindi pensavo che magari potremmo incontrarci qui per non destare sospetti e poi andarcene da qualche parte per stare un po’ insieme. Che ne pensi? - non potevo credere alle mie orecchie. Questo era un sogno.
- Sabato?  ODDIO ERIK SAREBBE MERAVIGLIOSO! - lo baciai con foga per poi staccarmi bruscamente dalle sue labbra qualche minuto dopo. - Aspetta un attimo! Questo sabato? - sperai dicesse di no ma invece annuì. - Maledizione! - esclamai - Questo sabato torna Leila a casa...
- Ah! Allora...
- Ma perché devo essere così sfortunata è?
- Ma dai amore non fa nulla, troveremo un altro giorno per...
- No no no, non se ne parla. Un’occasione come questa, per poter evadere di casa, non mi ricapiterà mai più! Vada per sabato! Pranzerò con lei e poi ti raggiungerò. La scuola prima di tutto no? I miei non potranno dirmi di no!
- Si... ma con tua sorella come la metti? Stavi contando i giorni per poterla rivedere.  - effettivamente aveva ragione, mi mancava terribilmente quella rompi scatole, quando a casa c’era lei era tutto diverso, ora che sono da sola mi sento come un pesce fuor d’acqua.
- Parlerò con lei e poi sono sicura che il pomeriggio si vedrà con Gideon quindi...
- Sei proprio sicura che per te vada bene? Non voglio sottrarti del tempo prezioso con lei, so quanto ci tieni. 
- Tengo anche a te però. - sorrisi per poi dargli un tenero bacio a stampo - È tutto ok fidati! Allora... che programmi hai in serbo per me? - cambiai completamente discorso facendo sorridere anche lui.
- Beh potremmo andare a far merenda da Granny e poi... beh mi hanno detto che le sue camere sono molto comode. Se ti va potremmo provarne una. - diventai rossa come un peperone, mi aveva colta alla sprovvista. Davvero mi stava proponendo una cosa del genere? Ora fin quando era l’istinto a prevalere su di noi ok ma programmarlo proprio... oddio che imbarazzo!
- Da... da Granny? Ma sei impazzito? Dimentichi che mi conosce e conosce tutta la mia famiglia? Non potrei mai chiederle una camera.
- Ma non lo farai tu! - aggiunse con fare ovvio.
- Non per contraddirti ma guarda che conosce anche te. - puntualizzai.
- Non la chiederò neanche io che sei matta? Lo direbbe di sicuro a tuo padre che mi farebbe decapitare seduta stante per poi incorniciare la mia testa sul vostro caminetto come trofeo. No no, non se ne parla.
- E allora come faremo scusa? -che altre possibilità c'erano? 
- Pensavo che magari potremmo estendere l’invito per la merenda anche a Sarah e Mark? - i nostri due migliori amici, la prima vera coppietta nata nella nostra classe - Potremmo chiedere a loro di prenderla per noi. Hai la magia no? Mentre loro parleranno con Granny noi faremo finta di andr via ma poi ci teletrasporteremo li! - avevo il cuore che mi batteva all’impazzata. Non scherzava, stava facendo sul serio.
- Ehm... - non sapevo cosa rispondergli, ero troppo in imbarazzo per poterlo fare e lui naturalmente, conoscendomi molto bene, se ne accorse.
- Naturalmente non devi dirmi di si per forza! Andremo lì solo te la senti! Non voglio forzarti a fare nulla lo sai.... non devi sentirti obbligata solamente perché al tuo compleanno noi...
- Lo so Erik! Lo so. - lo fermai - è tutto ok. Vada per sabato. Magari iniziano con la merenda, poi per il resto... decideremo al momento ok? - ma che mi succedeva? Facevo tanto la grande ma poi quando si trattava di essere grande sul serio tornavo la solita stupida ragazzina di sempre.
- Come vuoi tu tesoro ma sappi che ho un’altra piccola sorpresina per te.
- Ah siiii? E Qual’è?- domandai curiosa, amavo le sorprese.
- Curiosa è? Beh dovrai attendere sabato per scoprirlo. 
- Cosa? No no no no no! Non puoi farmi questo Erik, lo sai che sono curiosa! - scosse la testa, era intenzionato sul serio a non dirmi nulla? - Sei cattivo! Neanche un indizio piccolo piccolo? - gli feci gli occhioni da cucciola innamorata.
- Puoi dire o fare tutto ciò che vuoi, non cederò signorina, mi dispiace! - rise - Niente spoiler. Sabato riceverai la tua sopresa. 
Avrei voluto replicare con l'intento di estorcergli qualche informazione ma il suono della campanella ci interruppe e fummo costretti, anche secontrovoglia, a tornare in classe. Provai a stare attenta ma falliti miseramente, nella mia testa c’era solamente il pensiero fisso di quel che avremmo fatto sabato. Mi ero un po’ intimorita alla sua proposta lo ammetto ma ripensandoci capii che .... beh... che non vedevo l’ora che quel giorno arrivasse.
La mattinata era iniziata male, molto male, ma il resto della giornata, grazie anche all'entusiasmo per sabato, fu piacevolmente rilassante. Furono i giorni a seguire che furono duri da affrontare. A casa il clima era quello che era, nonostante mia madre facesse di tutto pur di farmi sorridere la tenzione aleggiava nell'aria Come se non bastasse ci si mise anche Erik poi a darmi dei grattacapi: per tre lunghissimi giorni non venne a scuola. Ero preoccupata... molto preoccupata, non era da lui sparire così senza avvisare e la cosa peggiore fu che essendo senza cellulare non potevo neanche mettermi in contatto con lui per capire cosa fosse successo. Non ha mai fatto tutte queste assenze di fila...neanche quando è stato malato.  Cercaidi tranuquillizzarmi ripetendo a me stessa che in fondo tre giorni non erano nulla, che poteva benissimo essersi improvvisamente influenzato e che di sicuro aveva provato ad avvisarmi ma senza telefono è stato impossibile per lui farlo, ma quando sabato mattina, entrata in classe, mi accorsi che era ancora una vota assente iniziai seriamente a preoccuparmi. Il primo pensiero andò a mio padre: che avesse davvero trovato il modo di fargli cambiare classe?  Mmh... no, non avevo fatto nulla di male per farmi aumentare la punizione... doveva trattarsi di qualche altra cosa... ma che cosa? Ero completamente immersa nei miei pensieri che neanche mi accorsi che Mark, il mio amico, si era appena seduto al banco accanto a me.
- Pensierosa stamattina... - esordi riportandomi con i piedi per terra.
 Eh già... - risposi senza troppi giri di parole.
- Pensierosa e angosciata oserei dire... chissà come mai! - mi prese in giro conoscendo il motivo di tale umore - Ascolta, ho un messaggio per te da parte della persona per cui sei così giù di morale.
- Hai sentito Erik???? - scattai in piedi - Come sta? Che gli è successo? Perché non viene più a scuola? Che ti ha dettoooo?
- Calma Chloe sta bene! - cercò di tranquillizzarmi - E' dovuto urgentemente tornare ad Arendelle per non ho capito bene che cosa... ha detto che te lo spiegherà lui oggi pomeriggio. Mi ha detto di ricordarti del vostro appuntamento e che ci tiene a farti sapere che non mancherà e non vede l’ora di rivederti. - improvvisamente tornai ad essere felice, il mio Erik stava bene e poche ore dopo lo avrei addirittura rivisto.
Mi sentii talmente sollevata che riuscii addirittura a  seguire senza distrazioni tutte le lezioni e mi feci addirittura interrogare.  Il voto di quell'interrogazione era indispensabile per permettermi di contrattare un’uscita con i miei nel caso non si fossero bevuti la balla della riunione. 
- Dal tuo sguardo deduco sia sata un'ottima giornata tesoro! - esordi mia madre una volta rientrata in casa. - è successo qualcosa di particolare? - mi sorrise gentilmente come al suo solito. 
- Niente di speciale, sono felice che torni Leila a casa e mi sono rincuorata un pochino scoprendo il motivo per cui Erik si è assentato tutti questi giorni. Inizialmente ho sospettato che centrasse papà, che  avesse trovato il modo di mandarlo in un’altra scuola, ma poi ho saputo che è semplicemente dovuto rientrare qualche giorno a casa. 
- Sono felice che ti sia tornato il buon uomore tesoro ma la prossima volta che sospetti di tuo padre perchè non vieni da me e me ne parli? Ti avrei quantomeno aiutato a scartare qualche ipotesi. - sorrise ancora e io annuii, lei non centrava nulla con tutto quel gran casino che era successo con papà, non meritava di essere ignorata allo stesso modo. - Per il resto tutto ok? Come è andata a scuola?
- Il resto mamma? Oltre la scuola non ho più vita sociale se ben ricordi... comunque a scuola tutto bene, ho presto un dieci in matematica oggi. - risposi come se fosse una cosa da niente. Oddio, per me era diventata una cosa da niente, ultimamente lo studio non mi affascinava più come un tempo. Andavo bene a scuola solo per semplice dovere, non mi appassionava più... avevo altro per la testa.
- Hai preso dieci? E me lo dici così! Brava tesoro! - disse euforica. - Il mio bel genietto! - le risposi con un sorriso ma questo le bastò per capire il mio stato d'animo interiore.
- Amore lo so che per te non deve essere semplice affrontare tutta questa situazione. Non dovresti neanche saperlo ma sappi che ci ho provato in tutti i modi a ridurti la punizione. Purtroppo però papà è ancora sotto shock per tutta quella vicenda... dagli del tempo, vedrai che tornerà il solito papà amorevole di sempre.
- Grazie mamma... e scusa se non sono stata la figlia perfetta neanche con te in questi giorni.
-  Scuse accettate! Vai a posare le tue cose adesso, tra poco tuo padre sarà qui con tua sorella!
Il tempo di salire in camera, posare lo zaino, e scendere nuovamente al piano di sotto che erano già li. Mi fiondai su mia sorella con tanta di quella forza che per poco non cademmo entrambe per terra. Mi era mancata terribilmente, con lei a casa tutto era diverso... anche le litigate con i nostri genitori erano più semplici da gestire. Era la mia spalla destra, il mio punto di forza... averla a casa per qualche giorno mi avrebbe di sicuro aiutato a non impazzire.
- Eccola la mia sorellina preferita! Mi sei mancata scimmietta! - mi disse stringendomi a se.
- Menomale che sei tornata! - risposi intenzionata a non mollare la presa. 
- Che c’è, non merito neanche più il tuo saluto adesso? - ci interruppe papà mostrandosi come al suo solito puntiglioso nei miei confronti. 
- Ciao papà! - risposi seria ma senza troppo entusiasmo.
- Ciao anche a te Chloe! - usò il mio stesso tono formale cosa che non ha mai fatto se non in questo periodo
- Mmh... interessante!  Vedo che le cose procedono alla grande qui! - disse mia sorella ironicamente guardando la mamma
- Non puoi neanche immaginare quanto! - alzò gli occhi per aria 
- Ho come la vaga impressione che lo scoprirò! 
- Già! - risero entrambe - Tutti a tavola adesso, è pronto!
 Durante tutto il pranzo i miei si dedicarono completamente a mia sorella, non la vedevano da un mesetto all'incira e ora erano li a tartassarla di domande. "Poverina" pensai ma non feci nulla per andare in suo soccorso, il suo interrogatorio mi serviva per prendere tempo e inventare una buona scusa per convincere i miei genitori a farmi uscire di casa per andare alla riunione. Non avevo detto nulla loro nei giorni addietro e quindi ora ero preoccupata che non mi dessero il consenso di andare.
- Mamma dovrei dirti una cosa... anche a te papà! Oggi pomeriggio alle 15:00 si terrà a scuola una'assemblea extra per stabilire tutti i dettagli del ballo di fine anno. Posso andare?
- Un'assemblea? - disse papà - Dopo l'orario scolastico e senza una comunicazione scritta? - ecco qua. Il danno era fatto. 
- Ce l'ho la comunicazione scritta ma ho portato a casa solo i libri che mi servono per i compiti di lunedi, il diario l'ho lasciato nell'armadietto. Non pensavo fosse così importante. - mentii
- Lo è eccome invece. Mi dispiace ma senza comunicazione non andrai da nessuna parte . Chi mi assicura che sia la verità  quella che mi stai dicendo e non l'ennesima balla che ci rifili? 
- Killian... è solo un'assemblea. - intervenne mia madre -  Ci porterà la comunicazione questa sera al suo rientro, non credo faccia la differenza prima o dopo.  - aiaaaa... e adesso? Non avevo nessuna comunicazione scritta nel diario essendo un'assemblea stabilita dai rappresentanti dell'istituto e non dai professori e non avrei potuto neanche crearla con la magia perchè mia madre se ne sarebbe accorta immediatamente. Ero nei guai. 
- Scusate, non voglio intromettermi ma se è un semplice pezzo di carta il problema posso aiutarvi io. Devo vedermi con Gideon tra poco, se per voi va bene posso accompagnare io Chloe a scuola e con la scusa di salutare i miei vecchi professori potrei informarmi della veridicià di questa cosa. Se non è in programma nessuna assemblea riporterò questa signorina immediatamente a casa. - Ho un genio di sorella! Vidi papà guardare Leila con uno sguardo che la diceva lunga, era intenzionato a dire di no anche a lei ma lei, prima che lui potesse dire qualcosa lo anticipò.  - Non sono più una bambina papà, vivo da sola adesso e so cosa sia giusto fare e cosa no. - lo vidi pensarci seriamente su.
- Voi due assieme siete un'associazione a delinquere... non è che mi fidi poi tanto. - ammise
- Mi mandi al college, a km di distanza e non ti fidi di me? Hai paura che nel caso fosse una bugia la copra? Sbagli papà. So perchè è finita in punizione e sono assolutamente d'accordo con voi. Non ho nessuna intenzione di coprirla. - Poco importava se non voleva coprirmi, un'assemblea c'era sul serio a scuola, il chiedere non avrebbe fatto altro che avvalorare la mia credibilità. 
- D'accordo allora ma non deludermi. 
- Non lo farò!
Finimmo di pranzare dopodichè mi diedi una sistemata veloce e insieme a Leila ci recammo verso scuola. Arrivati davanti ai cancelli notammo che c'era già gran parte dell'istituto li e questo portò Leila a credemi all'istante. 
- Sapevo che non saresti stata così stupida da mentire ancora. - disse sorridendo. - Non ci sarà neanche bisogno che entri a controllare. - guardò l'orologio - Accidenti sono anche in ritardo. Dimmi...a che ora finisce quest'assemblea? 
- Alle 18:00. - risposi con sincerità.
- Ok  ma visto il fatto che sono la sorella più figa di questo mondo, che tu non hai mentito  e che non sopporto di vederti così giù di morale, verrò a prenderti per le 18:45 così potrai startene un po' in pace con il tuo lui. 
- Da.. davveroooooo?????? Sei un maledetto genio sorellina ti voglio un bene dell'anima! - mi fiondai su di lei per abbracciarla. 
- Eiii eiii! Frena l'entusiasmo. - disse ridendo per poi tornare subito seria. - Non farmi pentire di questa decisione Chloe ok? Non fare niente di stupido mi sono spiegata? Prendetevi una cioccolata da qualche parte, fatevi una passeggiata ma non appartatevi per nessun motivo. Se vengo a scoprire una cosa del genere mi arrabbierò seriamente e saranno grossi guai per te.
- D'accordo farò la brava! - l'abbracciai ancora una volta dopodichè uscii dall'auto. Mi sentii subito un vero schifo... le stavo mentendo e lei non lo meritava affatto. Era l'unica che si è dimostrata sempre al mio fianco e dopo quella prova di fiducia non mi sentii per nulla a mio agio a sapere di avergli mentito così spudoratamente. Tornai decisa sui miei passi e prima che potesse rimettere a moto ecco che rientrai in auto. 
- E ora che c'è! - esclamò vedendomi tornare indietro - Hai bisogno di soldi?
- No, io devo... si beh ecco devo dirti una cosa importante. - cercai di evitare il suo sguardo. Sapevo già che si sarebbe alterata.
- Dimmi ma ti conviene sbrigarti, stanno entrando tutti in aula... farai tardi.
- E' proprio questo il punto! Io... io non sto andando all'assemblea. - confessai d'un fiato facendola rimanere di sasso.
- Come scusa?
- Hai capito! L'assemblea non è obbligatoria da seguire ma a me serviva come alibi per poter uscire di casa almeno per qualche ora! So che avrei dovuto dirtelo ma...
- E sentiamo Chloe, visto che siamo in vena di confidenze, dove staresti andando e'? E sopratutto: con chi? - conosceva già la risposta, potevo vederlo dai suoi occhi che aveva intuito giusto.
- Con... con Erik. - il suo sguardo divenne duro - No no no aspetta è che...
- Sul serio Chloe? Mi hai incastrata nel tuo piano malefico? E' incredibile! Dovrei riportarti a casa per i capelli lo sai si? - mise subito in moto il maggiolino.
- No no no aspetta per favore! - la supplicai - Non vedo Erik da quasi una settimana, non ho nessun mezzo a casa per potermi mettere in contatto con lui... o con chiunque altro. Ho bisogno di vederlo Leila! Ti prego! Se mi coprirai questo pomeriggio prometto di non mentirti mai più per tutto il resto della mia vita! Per favore sorellina...fallo per me.  Io devo assolutamente vederlo o potrei impazzire!
- Non mi piace che tu mi menta Chloe, lo sai. Da quando sono andata via è come se ti fossi trasformata. Dov'è finita mia sorella? La ragazza solare e sincera che tutti conoscono dove diavolo è andata a finire? Ultimamente sei una macchina di bugie incontrollabile lasciatelo dire e non è assolutamente un bene. Fa bene papà a tenerti reclusa in casa. 
- NO, NON FA BENE! - mi alterai - E' COLPA SUA! E' SOLAMENTE COLPA SUA SE NON FACCIO ALTRO CHE MENTIRE. Se mi lasciasse uscire qualche volta, se solo mi facesse chiamare i miei amici sono sicura che non direi tutte queste balle!
- Lo ammetti quindi che stai sbagliando... - mi fece notare - Perchè lo stai facendo è?
- PERCHE' MI SENTO SOLA CAZZO! -esplosi tirando finalmente fuori quello che sentivo. - Scusa... non volevo risponderti male. 
 La vidi restare in silenzio per qualche minuto. "Brutto segno" pensai. Fortunatamente mi sbagliavo - Tze... so già che me ne pentirò! - guardò l'orologio -  Sono le 15:00, ti vengo a prendere alle 17:30 in punto, non un minuto più tardi. Fatti trovare qui e possibilmente da sola ok?
- Davvero???? Leila dici sul serio? - annuì rassegnata - Grazie grazie grazie sorellina, sei la migliore! - l'abbracciai con quanta più forza avessi in corpo. - Sarò puntualissima te lo prometto!
- Testa sulle spalle mi raccomando, sii responsabile... non farmi pentire di averti dato fiducia.
- Puoi stare tranquilla sorellina, non te ne pentirai! Staremo da Granny insieme a due nostri amici. 
- Da Grannyyyyy??? Un locale meno frequentato dalla nostra famiglia no? O signore! Tu sei una kamikaze lasciatelo dire... se ti beccano sarà la tua fine lo sai vero? E la mia... Forse dovrei riportarti sul serio a cas...
- No no no ti prego! Fidati di me, non mi farò beccare! E poi papà sta andando a  lavoro e mamma è con Liam a cercare di farlo studiare. Non lo verranno mai a sapere. 
sospirò - Esci da questa macchina prima che cambi idea! - le sorrisi felice - Avanti che stai aspettando? Sparisci. 
La ringraziai ancora una volta dopodichè uscii e andai ad aspettare Erik nel nostro rifugio segreto. Non dovetti aspettare neanche un minuto... quando arrivai lui era già li.
- Pensavo che non scendessi più da quella macchina! - disse ironico.
- Amore mioooooo! - corsi direttamente tra le sue braccia incurante di aver indossato una gonna. - Non ti azzardare mai più a lasciarmi da sola tutti questi giorni senza avvisarmi! - lo ammonii - Potevi dirmelo che ti saresti assentato per tutto questo tempo, avrei evitato di preoccuparmi.
- Lasciamo stare questo argomento! Ho vissuto quattro giorni infernali. - alzò gli occhi al cielo - In pratica mi ha chiamato mia madre dicendomi di correre immediatamente a casa, doveva parlarmi di una questione urgente. Mi sono preoccupato, mamma non è mai così agitata e sono partito lo stesso giorno. Pensavo che qualcuno avesse attaccato il castello, che tentassero di invadere Arendelle e invece? No davvero lascia stare... meglio se non te lo dico... è alquanto imbarazzante come cosa. 
- Dimmelo avanti! Sono o non sono la tua fidanzata? Devi dirmi tutto. - lo baciai.
- Al mio arrivo al castello sono stato accolto direttamente dai miei genitori. Erano lividi dalla rabbia Chloe... tu non puoi capire quanto. Tuo padre gli ha raccontanto cos'ha visto quel giorno in casa vostra e loro mi hanno fatto una ramanzina infina. Devi credermi amore, è stata la cosa più imbarazzante mai provata in vita mia. Siamo stati più di un'ora a parlare di rapporti protetti, sesso sicuro... di quanto io sia giovane per andarmene in giro a "giocherellare" con le ragazzine... tutto questo per poi dirmi cosa? Per venire alla conclusione che semmai dovessero venire a conoscenza che ancora ti frequento smetteranno di pagarmi gli studi qui a storybrooke e dovrò tornarmene ad Arendelle per sempre. 
- Ma... ma questo non è giusto! - mi lamentai. 
- E senti questa: per punizione per aver mancato di rispetto ad una ragazza... o meglio, alla principessina della foresta incantata e a tutta la sua rispettabilissima famiglia,  quest'estate presterò servizio presso corte di Arendelle. Sarò uno dei cavallieri che scorterà e difenderà mia zia Elsa durante i suoi viaggi. Farò parte della loro accademia militare. 
- Mah... ma sono impazziti? Ma sanno quant'è pericoloso? Potrebbero farti del male.. ucciderti addirittura! - non potevo credere alle mie orecchie. 
- Hanno detto che solo in questo modo imparerò a vivere... e poi tanto sarebbe successo al compimento dei miei 18 anni quindi a quanto pare qualche anno prima per loro non fa differenza. 
- No! Assolutamente no! Io non voglio che tu te ne vada in giro a rischiare la vita per una reginetta da quattro soldi! Mi dispiace che sia tua zia ma se non è intervenuta per difenderti allora per me non merita nessun rispetto. - non riuscii a controllare le lacrime e nel giro di poco iniziai a piangere.
- Amore... amore dai non fare così! - mi strinse a se - Accidenti! Lo sapevo che non  dovevo dirti nulla. 
- Non ho nessuna intenzione di rinunciare a te sia ben chiaro! - esclamai continuando a singhiozzare. 
- La stessa cosa vale per me amore... non rinuncerò mai a te! Ti ho fatto la corte per tutta una vita, ti ho vista fidanzarti con i peggio soggetti esistenti sulla faccia della terra e io li impassibile... ora che sei finalmente mia non ti lascerò di certo andare perchè i nostri geniori non vogliono vederci insieme. Vivremo la nostra storia di nascosto, come in pratica stavamo già facendo, con l'unica differenza che eviteremo sia casa mia che casa tua.
- In pratica saremo come Romeo e Giulietta! - semplificai il tutto.
- Beh... spero che la nostra storia non finisca come la loro ma per quanto riguarda il fatto dei due amanti segreti beh allora si... siamo i nuovi romeo e Giulietta.  - mi baciò - Ora sorridi però... non voglio più vederti piangere. - mi strinse ancora un po a se - I nostri amici ci staranno già aspettando da Granny che ne dici: vogliamo andare? 
Asciugai le lacrime e ancora scioccata per quello che avevo appena sentito mi incamminai verso la tavola calda. I nostri amici come avevamo immaginato erano già li al tavolo ad aspettarci. Li raggiungemmo, ci scusammo per il clamoroso ritardo ed in fine ordinammo. Non c'era Granny quel giorno fortunatamente, a prendere le ordinazioni venne zia Ruby e quella fu davvero una manna dal cielo, non sapevo se Granny sarebbe riuscita a non farsi scappare nulla con i miei sulla mia presenza li, con zia Ruby avrei potuto dormire su sette cuscini. 
- Ma guarda guarda chi si vede... - disse lanciandomi uno sguardo d'intesa - Ti pensavo a casa ad annoiarti sai?
- c'è appena stata un'assemblea a scuola, è finita prima del previsto così abbiamo pensato di venire qui e sgranocchiare qualcosina prima che ci vengano a prendere... zia Ruby per favore potresti...
- Non dire niente ai tuoi? Mmh... fammici pensare - E va bene, tranquilla non dirò nulla, ma solo se ve ne starete qui buoni buoni ok?
- Grazie mille ziaaaa! 
- Sono stata giovincella anche io.  - sorrise  - Allora... ordinate? - avevamo una fame da lupi tanto che tutto il cibo che ci venne recapitato finì nei nostri stomaci nel giro di dieci minuti. Chiacchierammo un po, io e Sarah spettecolammo sulle nuove coppiette nate a scuola criticandone molte mentre Erik e Mark parlarono per tutto il tempo di videogiochi e console, dopodichè tutti e quattro insieme mettemmo in atto il piano del secolo: come ottenere una camera senza destare sospetti. Non fu un'impresa facile ma alla fine l'idea geniale arrivò: Mark era il più grandicello nel nostro gruppo e sarebbe stato proprio lui a portare avanti il nostro diabolico piano.  Aveva un anno in più a noi ma sembrava decisamente più grande della sua età; optammo per materializzare, tramite magia, un documento di identità falso cosicchè se zia Ruby avesse fatto storie, nel dargli una camera, lui avrebbe potuto controbattere mostrando il suo documento. Io ed Erik salutammo la zia e come concordammo facemmo finta di andare via,  Mark e sarah invece restarono all'interno del locale... uscirono quaranta minuti dopo. 
- Eccovi finalmente, come mai ci avete messo tutto questo tempo? - chiese Erik una volta che ci ebbero raggiunto.
- Non c'era verso di convincerla quella li... - alzò gli occhi per aria.
- Non gli hai mostrato il documento? - chiesi a quel punto io. Come poteva non accettare la prenotazione di un maggiorenne? 
- Certo ma ha iniziato a fare storie sul fatto che lei a differenza mia fosse minorenne, che non era una cosa moralmente corretta ecc ecc ecc... 
- Si si si ok, poco importa quello che ha detto. Sei riuscito si o no però a prendere la chiave?
- Certo Erik, ma per chi mi hai preso! Ho dovuto semplicemente  prometterle che prima di tornare qui avrei  riportato Sarah a casa - scrollò le spalle - Ecco a voi la chiave, mi raccomando... fate i bravi. - vidi i due ragazzi lanciarsi uno sguardo d'intesa dopodichè ci salutammo, loro tornarono realmente a casa mentre io e Erik ci diriggemmo, sempre con la magia, nella stanza appena prenotata. 
- Eccoci qui... - esordì lui per rompere il ghiaccio, eravamo entrati da solo due minuti ma io ancora non avevo proferito parola, ero agitata... mi sentivo strana. -Vuoi rimanere con il cappotto per tutto il giorno o hai intenzione di togliertelo? - mi prese in giro vedendomi ancora in piedi vicino alla porta con nessuna intenzione di muovermi. Si avvicinò a me sorridendo - Che c'è? Non ti mangio mica - mi baciò  per poi togliermi il cappotto e gettarlo a terra senza nessuna accortezza. - Chloe amore rilassati... non voglio fare nulla che tu non voglia. - Sorrise. - Abanti, andiamo a sederci. - mi prese per mano e gentilmente mi accompagnò verso il grande letto della stanza. Ci abbracciammo e restammo li, in quella posizione per un tempo indefinito. Mi bastò quel contatto a farmi riprendere dallo stato di incertezza iniziale, perchè mai avevo avuto timore? Ero con il mio amore, da soli e lontano da occhi iniscreti... cosa mai potevo volere di più? Mi maledii mentalmente per essere stata così stupida e iniziai a recuperare il tempo perso dandogli dei teneri baci sul collo... lo sentii sorridere. - Vedo che ti sei ripresa, molto bene ma credo che dovremmo rimandare queste piacevoli coccole per dopo: ho una cosa per te. - disse allontanandosi un pochino per poi guardarmi negli occhi.
- E' la sorpresa di cui mi parlavi? - annuì - Ok. ma me la dai dopo. Ora voglio continuare a baciarti... - sorrisi cercando di riprendere da dove avevo interrotto ma senza successo.
- Ferma ferma ferma... non così in fretta. - disse per poi gardarmi negli occhi - Ma come... un attimo fa eri quasi terrorizzata all'idea di stare qui e ora? 
- Non ero terrorizzata per te... adoro passare del tempo in tua compagnia, è tutto il complesso che mi destabilizza e non mi fa essere sicura di niente: il dover tenere segreta questa cosa, l'incessante mentire per poterti vedere... non per ultimo quello che mi hai detto prima: io non voglio che tu finisca in una specie di accademia militare per colpa mia. - in effetti un po' agitata per essere li da sola con lui lo ero veramente ma anche tutto quello che gli avevo appena raccontato non era da meno. 
- Non mi importa nulla di finire in un'accademi militare se in compenso posso avere te al mio fianco e per quanto riguarda il tenere nascosta questa cosa ti ricordo che sei stata tu a volerla tenere segreta: io lo griderei ai quattro venti che sei la mia ragazza e non ho di certo paura di affrontare tuo padre.
- Se papà avesse la certezza della nostra relazione dubito che si accontenterebbe di vederti in un'accademia militare... lui...
- ehi... non sono venuto qui per parlare di tuo padre o di qualunque cosa non riguardi noi due... voglio passare del tempo in tua compania senza pensare al resto. Ci siamo solo io e te qui dentro, per un paio d'ore cerchiamo di tenere il mondo fuori da qui ok? - annuii per poi prenderlo per la camicia e baciarlo con foga. Rispose immediatamente e nel giro di poco ci ritrovammo sdraiati su quel gigantesco letto ad accarezzarci e a sussurrarci smancerie.  - Aspetta un attimo... - mi bloccò ancora una volta mentre cercavo di sbottonargli la camicia. - Non adesso e non così!
- Mah... 
- Non ti ho portata qui per fare questo... - alzai un sopracciglio guardandolo scettica - Si ok va bene, inizialmente avevo in programma anche questo ma poi ho cambiato idea!
- Come sarebbe a dire che hai cambiato idea? Non sarà per prima vero? Se è perchè prima mi hai vista insicura te lo ripeto non era per..
- Si si tranquilla, l'ho capito questo e mi fa estremamente piacere che tu non abbia timore all'idea di stare, in tutti i sensi, con me... solo che pensandoci bene non mi sembra una buona idea, dopo la nostra prima volta, ripetere la cosa qui... in una specie di motel trasandato. Meriti il meglio del meglio e questo non lo è decisamente. 
- Non mi importa dove succede... mi importa solo che succeda -sorrisi perdendomi nei suoi meravigliosi occhi.
- Fammi fare le cose per bene per una volta ok? Fidati di me, non te ne pentirai.
- Sei un guastafeste ecco cosa sei... - mi imbronciai facendolo scoppiare a ridere. - Non c'è nulla da ridere, forza avanti, dammi il regalo.
- Regalo? Devo darti una cosa è vero ma chi ti dice che sia un regalo... potrebbe anche essere una sorpresa poco piacevole. - rise 
- Poche chiacchiere guastafeste... voglio il mio regalo! 
- E va bene - si alzò per prendere qualcosa dal suo zaino - Questo è per te, fanne buon uso e non farti sgamare dai tuoi mi raccomando... - mi porse un pacchetto regalo che immediatamente mi prestai ad aprire. Non potevo credere ai miei occhi, il mio fidanzato mi aveva appena regalato un nuovo cellulare
- E...Erik...  io...- ero senza parole.
- Così non vedrò più quel faccino triste perchè ti senti sola. Potremo sentirci ogni volta che vorrai e potrai tornare a spettegolare con le tue amiche. Ho già dato loro il nuovo numero...
-io... io non so cosa dire...
- Dimmi solo se sorno riuscito a renderti almeno un pochino felice.
- Un pochino.... Erik mi hai regalato la libertà! - mi  avventai sulle sue labbra - grazie tesoroooo. Grazie grazie grazie.
- Adoro vederti sorridere. Mi piacerebbe vederti sempre così!
- Non so allora quando mi ci rivedrai... sono felice quando sei con me e dubito fortemente che riusciremo a passare un'altra giornata come questa molto presto. Mio padre non ha nessuna intenzione di revocarmi la punizione e ora si è messo in testa che devo stare lontano da te anche in gita! uff... ma che avrò fatto di male nella mia vita per meritarmi una cosa simile? Non ne posso più... odio stare a casa con quel clima di tensione... non mi sento piu neanche a casa mia. Quando c'era mia sorella era tutto più semplice, lei sapeva sempre trovare il modo adatto per farmi uscire dai pasticci... da sola invece non riesco a combinare nulla, se non trovo un'argomentazione adatta da affrontare per rimediare a tutta questa stramba situazione credo proprio che rimarrò segregata in casa per tutto il resto della mia vita.
- Ho un'idea... e se parlassi io con tuo padre? - disse come fosse la cosa più normale di quesrto mondo. Era forse impazzito?
- Scherzi vero? Assolutamente no, è fuori questione! Ti massacrerebbe seduta stante e non voglio. 
- Non penserai davvero che tuo padre possa farmi del male vero? - oooh certo che potrebbe fartene - Chloe lo dice per intimidirti tesoro, non mi farebbe mai nulla tranquilla. 
- Non conosci mio padre allora. 
- Laciami provare ok? fidati di me! Mi scuserò per quello che è successo in passato e visto che ci sono proverò a sondare il terreno per la questione gita. Dovrebbe apprezzare lo sforzo non credi?
- Credo sia più che altro un suicidio... - in effetti lo era.
- Correrò il rischio, per te varrebbe la pena anche essere decapitati - mi baciò. - Proviamoci, mal che vada la situazione resterà invariata ma almeno non avremo il rimpianto di non aver tentato.
- Va bene ma una cosa è certa, o con le buone o con le cattive io verrò in gita con te. Ormai ho deciso, devo solo trovare un buon piano! - dissi convinta. vidi il suo sguardo passare dal serio al malizioso.
- mmmh a si? E sentiamo tesoro, come mai vorresti venire a tutti i costi in gita con me? 
- Per controllarti mi sembra ovvio... ci sono 4 o 5 soggetti che non hanno ancora capito che sei mio. Devo marcare il territorio. - dissi giocando con i bottoni della sua camicia.
- Ah si... e io che pensavo che volevi far qualcosa di speciale e divertente con me! - mi prese in giro per poi iniziare a farmi il solletico. iniziai a ridere a più non posso, mi mancava il fiato ma sarei voluta rimanere li a godere del suo tocco per sempre. Ero immersa in una gigantesca bolla di sapone, eravamo solo io e lui finchè, d'untratto, qualcuno si materializzò nella stanza scoppiando la mia bolla di felicità.
- Ma bene... molto bene! Devo ricordarmi di non darti più fiducia la prossima volta! - Era Leila... cosa ci faceva mia sorella li?
- LEILA! - esclamai sorpresa - Che... che ci fai qui?
- Sono venuta a cercarti non ti sembra ovvio! Ti avevo detto di essere puntuale ma a quanto pare hai avuto di meglio da fare piuttosto che guardare l'orolgio! - rispose. 
- E sei venuta a cercarmi con la magia? Non potevi semplicemente aspettarmi in macchina? 
- Non hai il cellulare con te, hai oltre 40 minuti di ritardo e secondo te io me ne dovevo stare buona buona in macchina ad aspettare i tuoi comodi? - Accidenti, non mi ero resa conto che fossi così in ritardo - Mi ero raccomandata Chloe! Ti avevo detto di rimanere in pubblico e invece? Ti ritrovo addirittura in una camera da letto di una squallidissima tavola calda?  - sembrava davvero arrabbiata.
- No, no e ancora no! So quello che stai pensando ma non è così! Giuro che non abbiamo fatto nulla!
- Ah si? Certo che sono proprio una malfidata allora... come avrò  mai potuto fraintendere? - mi indicò la camicia di Erik tutta sgualcita e sbottonata. - Tze.. Ti ho dato fiducia Chloe e tu mi ripaghi così? Beh... credo proprio che dopo questo affronto sia giunto il momento di una bella chiacchierata con mamma e papà!  
- COSAAAA!!!! NO NO NO LEILA TI PREGOOOO! Te lo giuro su quello che ho di piu caro che non è successo nulla di quello che pensi in questa stanza... 
- E dovrei crederti ancora una volta nonostante continui a mentirmi spudoratamente?
- Dice la verità - si intromise Erik. - L'ho portata qui per stare un po da soli, non la vedo da una vita e volevo passare del tempo con lei senza che nessuno ci disturbasse. Non ti nego che un pensierino poco casto ha sfiorato la mia mente, ma mi sono mantenuto a debita distanza te lo giuro. Come hai detto anche  tu questa è una squallidissima camera di una tavola calda... 
- Fila dritta in macchina!  - ordinò senza neanche degnarlo di una risposta -E tu, vedi quello che devi fare... ti tengo d'occhio. - mi prese per un braccio pronta a trascinarmi al piano di sotto ma Erik la fermò. 
- Leila aspetta! - la fece voltare nella sua direzione. - Lo stavo dicendo anche a Chloe, avrei il piacere di parlare con vostro padre per scusarmi del mio comportamento. Non è che potreste rincasare un po piu tardi questa sera? Sono sicuro che se Chloe fosse in casa non mi farebbe neanche avvicinare al vialetto.
- Avresti piacere a parlare con nostro padre... hai piacere a farti ammazzare vorrai dire? - rise sarcastica. - Non ti meriteresti nessun tipo di favore visto come ti stai comportando anche tu sai? Ma credo proprio che per questa volta chiuderò un occhio.
 - Grazie Leila! 
- Non lo faccio per te, sono curiosa di sapere come e se te la caverai. Buona fortuna principino. - con quelle ultime parole, senza aver avuto modo di salutarlo, fui trascinata per un braccio fino alla nostra macchina. Leila chiamò mamma dicendole che tardavamo qualche minito perchè avevamo incontrato una sua vecchia amica del liceo dopodichè mise a moto e ci mettemmo a vagare per tutta storybrooke senza una meta ben precisa. Fu il viaggio piu silenzioso di sempre, non avevo mai visto mia sorella così livida in viso... era arrabbiata con me e questo mi destabilizzava. 
- Io... - provai ad iniziare un discorso, quel silenzio mi stava davvero uccidendo.
- Non voglio ascoltarti. - rispose cercando di rimanere calma. Potevo vedere benissimo le sue mani stringere il volante con troppa forza, si stava trattenendo.
- Mi... mi dispiace ok? Io non volevo men... - frenò bruscamente l'auto per poi guardarmi dritta negli occhi.
- NON VOLEVI COSA E'? NON VOLEVI MENTIRMI? BEH... LO HAI FATTO SORELLINA E NON E' STATA PER NIENTE UNA BELLA MOSSA!  
- Non sapevo che altro fare... ci eravamo messi d'accordo ormai; se gli dicevo di no sarei passata ai suoi occhi come la fifona di turno... - tentai di giustificarmi.
- Metre passare come una buguarda agli occhi della tua famiglia è decisamente meglio secondo te! - commentò
- No però...
- PERO' CHE COSA? 
- Non gridare così... 
- NON GRIDOOOO??? RINGRAZIA LA TUA BUONA STELLA CHE SONO QUI A GRIDARE! DOVREI PRENDERTI SERIAMENTE A SCHIAFFI ALTROCHE'.... 
- Ti ho chiesto scusa. 
- A COSA SERVE CHIEDERE SCUSA SE POI CONTINUI IMPERTERRITA A MENTIRE? - sospirò  - Io non so più cosa fare con te. Hai una sorella con cui puoi parlare di tutto, che si metterebbe nei guai lei stessa pur di vederti felice e tu che fai? Ripaghi la sua fiducia non dicendole la verità? 
- Se ti avessi detto che avevamo intenzione di prendere una stanza da Granny tu non mi avresti mai dato piu il consenso di uscire.
- Mi sembra ovvio! 
- Vedi? Come posso essere sincera con te se anche tu come i nostri genitori non fai altro che impedirmi di vivere? Io mi sono sentita veramente un verme ad averti mentito ma non ho potuto fare altrimenti. 
- Impedirti di vivere... tze incredibile, è questo che pensi? - abbassai lo sguardo - Scusa tanto se ci preoccupiamo per te e cerchiamo di impedirti di rovinarti la vita. - prese un respiro - Dici di essere matura ed intelligente ma a me così non sembra, anzi... ti stai comportando esattamente come una ragazzina immatura e in piena crisi ormonale. 
- Tutto questo solo perchè ho un ragazzo? - iniziai  ad alterarmi anche io -  Cioè spiegami... tu hai potuto portare a casa Gideon senza tanti problemi nonostante fosse un tipo poco affidabile e io non posso portare a casa una persona che i nostri genitori conoscono da tutta la vita? Mi sono davvero stufata di questa storia che a te è sempre tutto concesso.
- Non esagerare adesso! Tra me e te quella a cui è sempre stato concesso tutto sei proprio tu. Sei sempre stata la cocca di casa, servita e riverita in tutto ciò che chiedeva e desiderava. Scusa se te lo dico ma è una fortuna che finalmente mamma e papà si siano svegliati. Avevo sedici anni e mezzo quando ho portato Gideon a casa, quasi dieciassette a dire la verità e quel poveraccio si è dovuto guadagnare la loro fiducia faticando come non mai... no quello che dici tu. Erik al contrario aveva già la loro fiducia, beh... quella di mamma almeno, ma si è giocato tutte le sue chance nel momento esatto in cui ha deciso di provare a portarti a letto. 
- Ancora con questa storia? - dissi ormai esasperata, passi papà ma anche lei si ci metteva adesso?
- Cerca di essere onesta almeno per una volta ok? Sappiamo entrambe che è la verità.Per non parlare che io già so della sera del tuo compleanno.
- Ok è la verità, allora? -ammisi per la prima volta e senza vergogna - Non posso fare quello che voglio della mia vita e con il mio corpo?
- Secondo me tu non ti rendi minimamente conto di quello che stai facendo. Ti sei innamorata di Erik, ci sta e se ben ricordi sono stata la prima a gioire di questa cosa, ma c'e differenza tra viversi un amore giovanile e affrettare le cose fingendo di essere grande. 
- Io sono grande!
- No, non lo sei. Hai solo quindici anni. Dici che Liam è un bambino ma tu hai solo tre anni piu di lui, non sei di certo tanto più grande di lui.
- E quindi dovrei rinunciare ad Erik perchè secondo tutti voi sono una ragazzina stupida.
- Io non ho ancora capito se non capisci veramente o se fai finta di non capire. Io, al contrario di papà, non ho nessun problema ad accettare il fatto che tu abbia un fidanzato, dico solo che dovresti smetterla di vivere questa storia come se fossi una donna adulta. Ancora non lo sei. Dovreste uscire, andare al cinema, prendervi un pezzo di pizza inzieme e perchè no anche scambiarvi qualche effusione. E' giusto che voi facciate le vostre esperienze, solo  che dovreste fare quelle adatte alla vostra età.  Avere rapporti completi con lui adesso non ti porterà a nulla di buono. Non è un gioco Chloe e se non sei completamente responsabile potrebbe finire davvero molto molto male. Hai tutta una vita davanti, perchè devi rovinarti l'adolescenza e il futuro?
- Mi fai davvero così stupida? Non sono una sprovveduta Leila!  So come funziona, non devi di certo venirmi a fare la lezioncina. 
- Cerco solo di aiutarti. Non voglio che tu ti rovini la vita per un capriccio del momento. - è vero voleva aiutarmi, ma io non ne avevo assolutamente bisogno. 
- Apprezzo che tu voglia darmi una mano ma no, non ne ho biogno, so cavarmela benissimo da sola.
- Ah si? - annuii - Bene argomento chiuso! - disse ancora seria in viso. Ci eravamo confrontate è vero,  ma di solito dopo una discussione tra di noi tornava sempre il buon umore. Questa volta sentivo che non era così.
- Si mah... sei ancora arrabbiata con me vero? - domandai alquanto preoccupata.
- Che c'è hai paura che dica tutto a mamma e papà? Tranquilla non dirò nulla, come dici tu sei grande quindi sei abbastanza grande per dirglielo da sola. Non sono affari miei. 
- E allora che hai? Sei arrabbiata con me posso sentirlo.
- Non sono arrabbiata, ti conosco da una vita e lo so che sei una testa dura, ma mi dispiace che pensi che io voglia solo criticarti quando invece non è così. - ammise, l'avevo ferita. 
- Non volevo ci rimanessi male... lo so che lo fai per il mio bene e ti chiedo scusa se ti ho risposto in malo modo. - l'abbracciai e lei inaspettatamente ricambiò - ti dimostrerò di essere una ragazza matura in grado di prendere decisioni giuste, adatte alla sua età, senza mettersi nei guai ok? Non mi sentirai più dire "Leila ho bisogno del tuo aiuto", te lo prometto. 
- Voglio sperare che questo discorsetto ti sia servito sul serio allora. - sorrise. - Torniamo a casa dai, vediamo se il tuo amoruccio è sopravvissuto a papà.

POV EMMA
Ero in soggiorno, avevo da poco finito di riordinare il casino che Liam aveva combinato e decisi, per distrarmi un po, di accendere la tv e vedermi un bel film. Era una vita che non ne vedevo uno in santa pace, in casa mia ogni volta che si accende la tv c'è sempre qualcuno che deve comandare sul telecomando e con tre figli, quattro quando c'è anche Henry, fidatevi che è una vera impresa riuscire ad avere la priorità di scegliere cosa guardare. Quel pomeriggio avevo tutta l'intenzione di concedermi un paio d'ore tutte per me ma dovetti rinunciarci. Il tempo di scegliere il film e schiacciare play che ecco che il campanello di casa suonò.
- Vado io amore, rimani pure li! - mi disse Killian, il quale era da poco rientrato da lavoro, affacciandosi dalla cucina e raggiungendo la porta d'ingresso. Lo ringraziai mentalmente ma fui costretta comunque ad alzarmi qualche minuto dopo quando lo sentii inveire contro qualcuno.
- Che accidenti ci fai qui è? Non ti sono bastate le minacce della scorsa volta? Devo essere più esplicito per caso? - lo sentii dire
- Signor Jo...
- Non ti ho dato il permesso di parlare mi sembra, tornatene da dove sei venuto... non c'è niente per te qui. - stava per chiudere la porta e solo allora riuscii ad intravedere con chi ce l'avesse: Era Erik. Mi alzai dal divano e a passo sostenuto lo raggiunsi. 
- Killian tesoro non essere scortese... - esordii per poi rivolgermi al ragazzo. - Erik ciao, mi dispiace... Chloe non è in casa. - immaginavo che fosse li per lei.
- E anche se lo fosse tu non avresti di certo il permesso di vederla. - continuò da perfetto padre padrone. 
- Veramente non sono qui per Chloe ma per lei Signor Jones. Vorrei scambiare due chiacchiere con lei se non ha nulla in contrario. 
- Non ho nulla da dirti, ti ho già detto tutto e semmai non avessi recepito bene il concetto dovresti fartelo spiegare da tua madre: sono stato chiaro anche con lei.
- Ne sono a conoscenza signor Jones ma vede io vorrei avere modo di spiegarmi. - però... educato il ragazzo. Si vede proprio che è un principino. 
- Sei sordo o non ci arrivi? Non è poi così difficile da capire: non ho bisogno di parlare con te! So già quello che devi dirmi e la risposta è no! Devi stare il più lontano possibile da mia figlia, questa è l'unica cosa che per me ha importanza. Del resto non me ne importa nulla. - per la seconda voltà tentò di chiudergli la porta in faccia e per la seconda volta lo bloccai:
- Killian non essere scortese, è venuto fin qui per parlare con te, non vedo cosa ci sia di male nell'ascoltarlo.
- So già cosa vuole dirmi, è tutto fiato sprecato. Dovrebbe ringraziarmi... gli sto evitando di tornare a casa più umiliato che mai. - mi spiegò ma al contempo voleva spaventarlo. 
- Non dargli ascolto Erik, vieni accomodati; mio marito sarà ben lieto di ascoltarti. - gli sorrisi per poi fulminare Killian, che mi guardava contrariato, facendogli così capire che non ammettevo replice. Avrebbe ascoltato il ragazzo, che gli piacesse o no.
- Una cosa veloce però... ti voglio fuori di qui prima che mia figlia sia di ritorno. 
Feci accomodare il ragazzo sul divano del salottino principale mentre io e Killian ci allontanammo per qualche minuto, con la scusa di prendere qualcosa da mangiare, in cucina.
- Vedi che ti dico bene: non comportarti da cafone! - mi raccomandai.
- Non sono io quello che è nel torto. E' lui! Ha cercato di portarsi a letto mia, e sottolineo mia, figlia. Non puoi pensare che io me ne stia buono buono a farmi rimpizzare di balle.
- Non si sarà comportato nel migliore dei modi questo è vero ma adesso è qui e vuole parlare con te. E' un gesto che gli fa onore, sopratutto per un ragazzino dei giorni d'oggi.
- Vuole solo pavoneggiarsi Emma, non farti abbindolare.
- Sarà, ma devi ammetterlo: ha fegato il ragazzo. Tu non avresti mai avuto il coraggio di parlare con mio padre alle nostre prime uscite. - lo presi in giro colpendolo nell'orgoglio. 
- Non ne avevo bisogno... tu eri bella che maggiorenne! - rispose sulla difensiva... sapeva benissimo che avevo ragione.
- Maggiorenne o no comunque non avresti avuto coraggio quindi... - risi - Forza, torniamo di la, sentiamo cos'ha da dirci. - presi del the freddo, dei pasticcini e insieme a mio marito tornammo da Erik - Scusa l'attesa. Allora... cosa ti porta da queste parti?
- Credo che bene o male lo immaginiate già... vorrei parlare con voi della spiecievole situazione venuta a crearsi qualche tempo fa. Io...
- Tu non ti dovevi assolutamente permettere di toccare mia figlia brutto...
- Killian?!? Ne abbiamo già parlato... - lo ammonii - Lascialo parlare. Prego Erik, continua pure.
- Beh... io ci tenevo a scusarmi, in particolar modo con voi, per la mananza di rispetto che ho avuto nei vostri confronti e in quelli di vostra figlia. Non avrei dovuto agire in maniera così superficiale e poco consona. 
- Hai ragione, non avresti dovuto, ma questo non basta a pulirti la coscienza... non basta venire qui e scusarti dell'accaduto per farti perdonare, a chi vuoi darla a bere Erik. Lo so come siete fatti voi ragazzi... vi alleggerite la coscenza chiedendo scusa e poi, una volta abbassata la guardia, tornare all'attacco in maniera peggiore di prima. Non dovevi avvicinarti a mia figlia, hai oltrepassato ogni limite e questo gesto così plateale di scuse non ti servirà a nulla. - lui si che sapeva come terrorizzare un ragazzo. Mi ero tanto raccomandata eppure fu come se non lo avessi fatto. Era una fortuna che fossi li con loro, se fossero stati da soli di sicuro Killian non si sarebbe limitato alle parole. 
-  Io invece penso che è un gesto che ti fa onore questo. - intervenni - Non è da tutti venire in casa dei genitori della tua ragazza e chiedere loro scusa per un comportamento non propriamente maturo. 
- No no no signora Jones, ha frainteso! Io e Chloe non... beh ecco io e lei siamo solo amici, ottimi amici... lei non è la mia ragazza. 
- Andiamo... vuoi davvero farmi credere che tra di voi non ci sia nulla? Il fatto stesso che tu sia qui a scusarti delle tue e delle sue colpe ne è la prova vivente... 
- Glielo posso garantire signora Jones, tra me e sua figlia non c'è nulla se non una splendida amicizia. Lei non ha colpa di tutto questo gran casino... la colpa è solo ed esclusivamente mia. Ho agito da solo, è stato un mio momento di debolezza... lei non immaginava minimamente che... l'ho presa alla sprovvista e...
- e il bacio che ho visto scambiarvi il giorno del suo compleanno come me lo spieghi allora? Non dirmi che era solo un modo carino tra "amici" per augurarle buon compleanno - lo guardai come a dirgli "ricordati che quella sera vi ho beccato".
- Ecco, il bacio è un'altro punto su cui io e te dobbiamo discutere. - tornò all'attacco Killian - Nessuno ti ha dato il permesso di prendere e baciare mia figlia come se fosse la cosa più normale di questo mondo. Lei è mia figlia, MIA...non so se ti è chiaro il concetto, tu non hai nessun diritto di avvicinarti a lei, figuriamoci baciarla. 
-  Ha ragione signor Jones ho sbagliato su molti fronti lo ammetto e sono qui ad assicurarle che questo non si ripeterà mai più. 
- Questo è poco ma sicuro. - rispose con fare ovvio
- Se la prenda con me se vuole, mi insulti, faccia quello che vuole, ma la prego non se la prenda con lei:  Chloe non ne ha colpa. La signra Jones forse non mi crederà ma quella che sto dicendo è la pura verità: vostra figlia non centra nulla con tutta questa storia, sono io l'unico e vero responsabile. Le tolga la punizione la prego, non la vede quanto è triste? Non è più lei ormai e io soffro nel vederla così. Non merita di essere punita per qualcosa che non ha commesso non le pare?
- Dimmi un po': credi che mi piaccia tenere in punizione mia figlia? 
- io...
- Ti rispondo subito: no! no che non mi piace, ma non posso fare altrimenti. E' l'unico modo per tenerla al sicuro e lontano da persone come te che non sono in grado di tenerselo nei pantaloni. 
- KILLIANNN!!!!! -  intervenni scandalizzata dalla sua affermazione.
- Emma è la verità e mi sono stufato di girarci attorno ok? Stava approfittando della mia bambina, una ragazzina innocente, non merita nessun tipo di comprensione perchè non riesci a capirlo è?  Sono sicuro che Chloe non aveva la minima idea di cosa avesse in serbo per lei questo pervertito, si è ingenuamente fidata di quello che pensava fosse un suo amico... tze amico, l'unico scopo che aveva questo qui era quello di strapparle l'innocenza. 
- Io penso che tu stia esagerando con Erik e stia sottovalutando tua figlia. Chloe avrà anche 15 anni ma non è stupida... sapeva benissimo quello a cui stava andando in contro. E' stata una fortuna che tu sia arrivato per tempo, sono assolutamente daccordo con te su questo, ma non puoi mortificare questo ragazzo per colpe e decisioni che non ha preso da solo!
- Ma certo che le ha prese da solo, l'ha anche ammesso poco fa! - beata innocenza mio caro Killian... ma forse è meglio così, se capisse che la sua piccola bambina non è poi tanto innocente come pensa, non credo che riuscirebbe più a dormire sonni tranquilli la notte. 
- Signora Jones suo marito ha ragione è per questo che sono qui, in primis voglio scusarmi, come ho già detto inizialmente, per il mio comportamento poco maturo e in secondo luogo sono qui per chiedere a lei e a suo marito di chiudere un occhio e toglierla dalla punizione o quanto meno allegerirgliela un pochino. Non sono nessuno per pretendere questa cosa ma essendo responsabile di tutto questo casino mi sento in dovere di provare a rimediare.
- Tu provi dei sentimenti per lei non è vero? - domandai a bruciapelo facendolo arrossire visibilmente.
- Io... no... lei per me è... - era un vero spasso vederlo così impacciaro. Ahhh l'amore... 
- Guarda che puoi dirlo! - sorrisi
- A me lei piace molto, ma purtoppo non ricambia i miei sentimenti... per lei sono semplicemente l'amico Erik.  - scrollò le spalle con fare dispiaciuto. Era una chiara e palese bugia ma evitai di farlo notare a Killian o non ne saremmo davvero mai venuti a capo. Avrei fatto un discorsetto con la mia bambina non appena ce ne sarebbe stata occasione. 
- Mia figlia è molto intelligente! - rispose Killian sollevato pensando fosse vero ciò che Erik diceva. Hai ragione Killian, Chloe è intelligente... o almeno è di sicuro più intelligente di te. - Ma nonostante ciò non credo che le toglierò la punizione per adesso, tra qualche tempo le permetterò nuovamente di vedere le sue amiche ma guai a te se ti vedrò anche solo mezza volta accanto a lei. 
- Sono anche io un suo ami.... 
- Prova ad avvicinarti  anche solo per sbaglio a lei e verrai infilzato dal mio uncino. - Lo minacciò - Lo vedi quanto è appuntito? Posso assicurarti che fa davvero male quindi attento a te. 
- Ha la mia parola signor Jones! - disse seriamente impaurito. Killian aveva colpito nel segno ma questo non bastò per impedire al ragazzo di fargli un'ultima proposta.  - Posso almeno chiederle di rivalutare l'idea della gita separati? - Killian si alzò in piedi e si avvicino di qualche passo verso il ragazzo che improvvisamente iniziò a tremare - Non è per me glielo giuro è solo che noi della classe vorremmo....
- VUOI ESSERE INFILZATO ADESSO PER CASOOOOOOO? - gli urlò a due centrimetri dal viso mostrandogli l'oggetto appuntito. Non riuscii ad intervenire tempestivamente per evitare il tutto ma prima che Killian potesse fare qualsiasi altra cosa Erik era già fuggito  a gambe levate. Lo aveva seriamente spaventato a morte.
- Sei forze impazzito? E' quasi morto di paura! - gli feci notare
- Ben gli sta! - rispose soddisfatto. 
- E' solamente un ragazzino Killian!
- Non sono stupido! Guarda che non avevo nessuna intenzione di infilzarlo sul serio. - ammise - Ma almeno adesso starò più tranquillo: non credo che dopo lo spavento che si è preso abbia ancora così tanta voglia di frequentare la mia bambina. 
Lasciai cadere l'argomento li tanto sarebbe stato inutile continuare a parlarne e tornai al mio meritato momento di riposo. Mi accomodai sul divano e sperando che nessuno venisse a disturbarmi iniziai a vedere il film che avevo scelto poco prima dell'arrivo di Erik. Incredibile ma vero, riuscii a gustarmi tutto il film senza essere interrotta neanche una volta. Un vero e proprio miracolo. Una cosa sola mi era mancata per rendere il momento perfetto: le coccole di mio marito. Corsi nella stanza accanto per reclamare qualche sua attenzione ma lo vidi distratto, pensieroso. Di sicuro stava ancora pensando al piccolo scontro avvenuto poco prima. Killian. KIllian, Killian... ma che bisogna fare con te è? Lo lasciai ai suoi pensieri nella speranza che presto sarebbe tornato in se ma niente da fare, nelle ore successive la cosa non accennò a migliorare... anzi, lo vidi sempre più strano. Si mise fuori il nostro porticato a leggere un manuale nautico e non si mosse da li per l'intera giornata. Provai a parlargli facendo finta di aver bisogno di aiuto in alcune faccende domestiche ma niente... rispondeva a malapena alla mia domanda dopodichè tornava a far finta di leggere, perchè ne ero più che sicura che stesse semplicemente facendo finta. Lo conoscevo fin troppo bene quel testone, non era in se... qualcosa lo turbava. Cercai di non fargli pressioni e non dirgli nulla, magari era semplicemente una giornata "no", ma quando i nostri figli rincasarono e ci sedemmo a tavola per la cena notai una cosa che mi fece scattare un campanello dall'allarme. Era solito, quando c'era un problema, nasconderlo davanti ai ragazzi eppure quella sera non ci riuscì, era chiaro come il sole che qualcosa lo turbasse e se lo percepì Liam che era solo un bambino la cosa era davvero seria. Ero preoccupata, odiavo vederlo turbato, ma aspettai che fossimo in camera da letto, da soli, per poter indagare un po'. Se avessi esordito con un "amore tutto ok?" di sicuro mi avrebbe liquidata in tre secondi con qualche scusa banale del tipo "si si tesoro, sono solo stanco" o cose del genere, così decisi di lasciare la fase comunicativa come piano di riserva e optare per qualcosa decisamente più d'impatto. Approfittai del fatto che fosse entrato nel bagno della nostra camera per farsi una doccia per scegliere, dal mio armadio, il miglior completino da "notte" e lo indossai. Non vi era giorno che non provasse ad avere un incontro ravvicinato con me, non lo fermava nulla, potevo indossare anche un pigiama di flanella antisesso che lui tentava ugualmente di saltarmi addosso. Quella era la prova del nove: se vestita, o meglio... svestita in quel modo non mi avrebbe calcolata allora le mie intuizioni erano giuste e quindi sarei passata di conseguenza al piano B. Mi stesi sul letto e facendo finta di guardare qualcosa sul cellulare aspettai che uscisse dal bagno. Incredibile... sarà successo si e no 4 volte in tutta la nostra relazione eppure quella seria, uscito dal bagno, si infilò al volo i pantaloni del pigiama e ancora umidiccio per via della doccia andò a mettersi sotto le coperte. Evitò volutamente di guardarmi. Piano fallifo... occorreva passare al piano di riserva: la comunicazione.
- Mi eviti da questo pomeriggio, parli a malapena e hai uno sguardo che non mi convince per niente! - esordii - si può sapere che ti è successo?
- Cosa mi è successo? A me? Niente perchè? - rispose facendo finta di cadere dalle nuvole.
- Non mi incanti Killian... te ne stai qui, senza proferire parola e sopratutto senza battere ciglio per quello che ho indosso... concorderai con me che è strano. - lo vidi finalmente prestarmi attenzione. Percorse tutto il mio corpo con il suo sguardo. Partì dalle gambe per poi salire al mio seno riscendere giù. Degludì...
- Amore scusami,sul serio... ero un po pensieroso e non ti ho dato la giusta attenzione... volevi farlo non è vero? Possiamo farlo adesso se vuoi. 
- E' di sicuro il peggior metodo di seduzione che tu abbia mai usato. - commentai incredula di quello che era appena uscito dalla sua bocca. "possiamo farlo adesso..." tze.. come se mi stesse facendo un favore. -  No che non voglio farlo, non con te che non mi desideri minimamente e chissà a cosa stai pensando. - risposi leggermente offesa.
- Ti desidero in continuazione lo sai...
- Lo so... non ti fermerebbe neanche un pigiama di flanella con i pupazzetti sopra e con i calzini di lana messi ad incastro per non permettere alle caviglie di scoprirsi, ecco perchè mi sembra troppo sospetto il fatto che tu non abbia notato questo! - indicai il mio striminzito abbigliamento... se così si poteva chiamare. - Che ti succede Killian, sei turbato. Perchè non me ne parli? Non ti fa bene tenerti tutto dentro. 
- Sono solo pensieri di poca importanza... non servirebbe a nulla parlarne fidati. - Finalmente riuscì a incrociare il suo sguardo con il mio. - Lasciamo stare  va bene? Se vuoi ancora possiamo...
- No che non lasciamo stare e no che non lo faremo... sarebbe una cosa forzata e non mi va. Avanti, sputa il rospo! - non lo vedevo convinto - Per favore Killian, sono tua moglie, non devono esserci segreti tra di noi, me lo hai insegnato tu ricordi? Posso aiutarti.
- Non credo tu possa aiutarmi ad avere una visione differente del mio pensiero. Parlarne quindi non risolverebbenulla. Mettiti a dormire dai, hai avuto una giornata stancante.
- Io sto benissimo, sei tu quello che non sta per niente bene, mi vuoi dire si o no quello che sta succedendo?
- Sono angosciato perchè la nostra bambina sta crescendo ok? Ecco l'ho detto. - mi intenerii solo al sentirlo confessare questa cosa. - Fino allo scorso anno era solo ed esclusivamente la mia bambina: ero il suo eroe... il suo grande amore... il suo tutto. Ora, da quando ci sono questi ragazzi insulsi che le girano attorno io sono diventato invisibile ai suoi occhi e questo mi fa star male. Lei è mia...  - Ma quanto poteva essere tenero nelle vesti di papà?
- Non sei assolutamente invisibile ai suoi occhi, lei ti adora, stravede per te. - cercai di rassicurarlo.
- E pensi che me la beva? Andiamo Emma sii obiettiva, se non mi guarda più neanche in faccia. 
- E' arrabbiata per tutta la situazione che si è venuta a creare... ha 15 anni, sarebbe strano se non lo fosse. Non avere paura, quando questa storia sarà finita nel dimenticatoio Chloe tornerà ad essere la solita ragazzina innamorata del suo papà. - ero assolutamente convinta di questo ma doveva convincersene anche lui. 
- E se non dovesse mai finire questa storia? In fondo lo sappiamo bene entrambi che prima o poi anche lei abbandonerà il nido... chi mi garantisce che nessun'altro si metterà nel mezzo tra me e lei? 
- Posso assicurarti che anche il giorno in cui avrà un marito amorevole e affettuoso al suo fianco tu sarai sempre al primo posto nel suo cuore. Sei il suo papà Killian, non c'è punizione, litigio o fidanzato che tenga contro l'amore che provate l'un l'altro, fidati di me. - lo baciai dolcemente. - Lei resterà per sempre la tua dolce piccola donna. - sospirò non proprio del tutto convinto ma alla fine, dopo qualche minuto di puro silenzio, mi rivolse il suo irresistibile sorriso. Non sarò riuscita a rassicurarlo del tutto ma almeno in parte credo di averlo fatto.
- Ripetimi una cosa... Non c'è nessun marito in grado di superare l'amore per un papà? - Ok mi sbagliavo, ancora non aveva capito.
- Ancora? Si Killian e te lo ripeto: nessun marito sarà mai in grado di prendere il posticino d'eccezione che una ragazza riserva solo ed esclusivamente per il suo papà. - sperai di essere stata abbastanza chiara.
- E quindi questo vale anche per me? Non sono ancora riuscito a conquistare tutto il tuo cuore? Il principino azzurro è ancora al primo posto nella tua top ten? Io vengo solo per secondo? -no... non potevo credere alle mie orecchie, era passato dall'essere angosciato per la sua bambina all'essere in competizione con mio padre? Ok era ufficiale... avevo sposato uno pscicopatico, un amorevole psicopatico.
- Beh... avresti problemi al riguardo? - lo presi in giro. Essendo cresciuta senza figura paterna non ho mai sviluppato quella sorta di legame speciale che c'è tra un padre e una figlia. Mi sono legata molto a lui è vero ma questo non potrà mai essere messo a confronto con il sentimento che c'è tra Leila, Chloe, Liam e Killian. Vorrei urlarglielo ai quattro venti, vorrei dire al mio uomo che ad eccezione dei nostri figli lui è l'unica persona in grado di entrare nel mio cuore, ma non credo che glielo dirò, voglio aspettare che si faccia perdonare di non avermi considerata per niente nonostante avessi in dosso un completino intimo davvero niente male. 
- Molti!- rispose facendo il finto offeso.
- Allora dimostramelo capitano e forse potremmo riparlane.

POV LEILA
Quando rincasammo percepii un clima molto teso in casa, di sicuro Erik aveva avuto modo di parlare con papà e la cosa non sebrava assolutamente aver calmato gli animi... anzi. Consigliai a Chloe di non dire nulla, di far sbollire la rabbia di papà perche era evidente che fosse arrabbiato, e salimmo su in camera. Scendemmo solamente per la cena ma la situazione non era di certo migliorata. Il clima era talmente teso che nessuno di noi osò proferire parola. Mangiammo in religioso silenzio dopodichè senza nessuna motivazione che ne spiegasse il comportamento vidi Chloe alzarsi da tavola in tutta fretta e raggiungere il piano di sopra. Nonostante mi fossi ripromessa di lasciarla agire secondo i suoi istinti non me la sentii di lasciarla sola e di conseguenza la seguii almeno per capire cosa le fosse successo. La trovai con un cellulare in mano intenta ad aspettare che qualcuno dall'altro lato dell'apparecchio le rispondesse.
- DANNAZIONE! - Esclamò riattaccando e dando un calcio al suo zaino.
- Ei... che ti prende? - provai a chiedere sperando di non essere troppo invadente. Non volevo iniziare nuovamente a litigare con lei.
- Non mi risponde... è da prima che sto privando a chiamarlo. Squilla e non risponde! - stava parlando senza ombra di dubbio di Erik. 
-Non agitarti, molto probabilmente sarà solo impegnato. - cercai di tranquillizzarla. - Vive in una specie di colleggio, ci saranno delle regole da rispettare penso. Magari sta semplicemente cenando.
- No. Lui risponde sempre se lo chiamo... non è normale che non risponda, sono preoccupata. - mmh ho capito cosa le stava passando per quella testolina. 
- Non penserai mica che papà gli abbia fatto qualcosa vero? - Mi guardò come a farmi capire che era propio questo quello a cui pensava. - Andiamo Chloe non essere ridicola. Papà non sarebbe in grado di far del male neanche ad una mosca. Poggia quel telefono e rilassati... vedrai che non appena vedrà la tua chiamata ti richiameà... Ah proposito... di chi è quel cellulare? - sapevo che papà glielo aveva sequestrato e poi a guardarlo bene si vedeva chiaramente che non era il suo.
- Me lo ha regalato lui... per poterci sentire. - confessò - Ti prego non dirlo a papà! - mi supplicò. Faceva tanto la grande ma poi alla fine dei conti era ancora la mia piccola sorellina. 
- Tranquilla ma nascondilo in un posto sicuro e togli la suoneria. Se papà lo scopre saranno cavoli amari per tutte e due. - Rimasi in camera sua per quella sera, era agitata e non volevo lasciarla da sola. Guardammo un film dopodichè tra una chiacchiere e l'altra ci addormentammo. La sentii muoversi per tutta la notte ma ero troppo stanca per controllare cosa stesse facendo. Lo feci solo al mattino e quando la vidi controllare il cellulare ogni due secondi capii che aveva fatto quello per tutta la notte. - Ancora non risponde? - chiesi.
- No... squilla ma non risponde. Sono preoccupata, forse dovrei andare da lui e controllare che sia tutto ok!
- Non essere ridicola, è domenica e sono solo le sette del mattino... mettiti a dormire. 
- Non posso mettermi a dormire ma non lo capisci? Deve essere successo qualcosa ieri. Papà era strano e Erik non risponde.... e se.... e se avesse chiamato i suoi genitori? Oddio sarebbe una tragedia. Lo toglierebbero da scuole e lo spedirebbero al servizio di Elsa come cavagliere. NO! Devo andare da lui adesso! - si mise in piedi e iniziò a cercare nel suo armadio qualcosa da poter indossare. 
- Aspetta Chloe non saltare a conclusioni affrettate. 
- Ma Leila... tu non riesci a capire... lui...
- Fidati di me, mandagli un sms. Ti prometto che se entro l'ora di pranzo non avrà ancora risposto allora ti accompagnerò personalmente, prima di tornare a Boston, da lui. Torna a letto adesso, non hai dormito tutta la notte, ne sono piu che sicura, devi riposare un po. - Non so come ma riuscii a convincerla, scrisse l'sms al suo fidanzato dopodichè tenendo stretto a se il telefono, aspettando impaziente una sua risposta, si addormentò. Erano quasi le dieci quando si degnò di risponderle. Non servì neanche svegliarla, saltò in piedi non appa il suo cellulare vibbrò. 
- E' lui? - chiesi mentre controllava chi le avesse appena scritto. Non ci fu bisogno di risposta, i suoi occhi risposero per lei. Mi alzai dal letto per darle la giusta privacy, non volevo dare l'aria dell'impicciona nonostante stessi morendo di curiosita, ma lei mi chiese di restare e mi fece addirittura leggere la loro conversazione.
 
                        
                                               
 
- Non vorrai metterti nei guai un'altra volta vero? - dissi guardandola negli occhi dopo l'ultimo messaggio che aveva inviato. 
- Papà non può passarla liscia e minacciare la gente così come se nulla fosse. Lo avrà spaventato a morte e sono sicura che è per questo motivo che non si è fatto sentire per tutta ieri. 
- Avrà reagito in maniera esagerata ma questo non giustifica il tuo ultimo messaggio. Cosa intendi dire con la frase "per la gita si farà a modo mio?" Non penserai davvero di partire con lui e sperare che papà e mamma non se ne accorgano vero?
- Tu lasciami fare... - sorrise in una maniera che non mi piaceva per niente
- No no no... non ti lascio fare. Non puoi andare in gita con lui! Eddai Chloe riiniziamo adesso? Dovevi dimostrare di essere matura e responsabile e invece? 
- Va bene, va bene hai vinto! Non partirò con lui e non farò niente di stupido. Contenta?
- Ti sei convinta un po' troppo velocemente per i miei gusti. - non era da lei cedere così senza prima discutere per almeno un'ora.- Stai forse cercando di abbindolarmi?
- No! E' che non voglio litigare con te... non un'altra volta. Mi resti solo tu della famiglia con cui posso parlare senza problemi, non mi va di dover rinunciare anche anche a questo, quinsi si! Ti prometto che non andremo in gita insieme. - potevo fidarmi? Mmh... qualcosa mi diceva di stare molto attenta a quella signorina ma nonostante ciò decisi di darle fiducia e crederle.
- Ti darò il beneficio del dubbio ma guai a te se vengo a scoprire che mi hai mentito. Non sto scherzando Chloe, non tradire la mia fiducia ok? Pensa bene a quello che fai. 
- D'accordo.

POV CHLOE
Il mattino seguente come di consueto presi l'autobus ed andai a scuola. Erik era li, alla fermata, pronto ad aspettarmi. Non lo vedevo da un paio di giorni ormai ma per me era come se fosse passara un'eternità. Scesi dal bus saltando  tutti e tre i gradini e gli corsi incontro per poi baciarlo. 
- Mmh... però! se mi riservi queste speciali attenzioni credo proprio che verrò più spesso a prenderti alla fermata. - disse per poi continuare il nostro bacio incurante dei passanti che ci stavano fissando come se fossimo due depravati. - Che ne dici amore, Cornetto e cappuccino? Offro io.- adoravo il suo modo di viziarmi. Da bravo principe prese il mio zaino  e andammo in un bar li vicino a fare colazione. Mi feci raccontare per filo e per segno cosa gli avesse detto mio padre dopodichè, piu arrabbiata che mai, mi avviai con lui in classe. Furono tre ore interminabili, pregavo arrivasse la recreazione per poter finalmente dar sfogo a tutta la rabbia che minuto dopo minuto si stava facendo spazio in me. Ma come si era permesso mio padre di trattarlo in quel modo? Anni e anni di ramanzine per insegnarci a non aggredire il prossimo e lui che fa? Decisi di non pensarci un solo minuto di più o avrei dato di matto in classe. Una cosa era sicura: avrei vendicato il mio amore. 
Al suonare della campanella presi per mano Erik e andammo a rifuggiarci nel nostro solito ritrovo.
- Quanta fretta am... - non gli diedi neanche il tempo di finire la frase che gli saltai letteralmente addosso. Dovevo sfogare la mia rabbia in qualche modo e lui era l'unico in grado di farmi calmare. - N... non che me ne lamenti tesoro ma... - mi prese il viso con entrambe le mani - Tutto bene? Ti ho vista nervosa per tutta la mattinata.
- Non va niete bene... zitto e baciami ora! - dissi categorica cercando, inutilmente, di riprendere da dove avevo interrotto. 
- No.. no no aspetta! Parliamone un secondo ok? 
- Non ho voglia di parlarne, voglio solo distrarmi!
- E io voglio sapere che cosa ti turba, anche se penso già di saperlo. - disse sedendosi sul muretto e facendomi sedere sulle sue ginocchia - Avanti, parlami.
-  Sono furiosa ok? Non riesco ancora a crederci che mio padre ti abbia inveito contro in quel modo. - dissi ancora incredula di tutto quello schifo.
- Non è un problema amore, davvero! Non è successo nulla di irreparabile. 
- Non lo sarà un problema per te ma lo è per me. Sei il mio fidanzato cavolo, non può trattarti come fossi uno stupratore seriale. 
- E' geloso della sua bambina, è anche comprensibile da un lato non trovi?
- No. Vuole isolarmi dal mondo ecco cosa vuole fare ma non ci riuscirà. Vuole la guerra? Bene, la guerra avrà! Non ho di certo paura di lui. 
- Credo che tu stia esagerando un pochino amore... 
- Assolutamente no, dimostrerò a tutti che posso abbindolarlo tranquillamente senza che lui se ne accorga. 
- Ah si? E come? 
- Come? Beh... andando in gita insieme mi sembra ovvio. Il caro papy ti saprà sperduto a Barcellona e dormirà sonni tranquilli mentre in realtà sarai sulle piste da sci insieme alla sua dolce e innocente figlioletta. - risi divertita - Amo il sapore della vittoria!
- No no no aspetta... ma quale vittoria! Non credi che prima di organizzare il tutto tu debba chiedere a qualcuno se è disposto a fare questa pazzia?
- E a chi devo chiedere scusa? Non devo chiedere il permesso a nessuno io. Sono grande e faccio quello che voglio.
- Sei grande... mmh... sorvolerò su questa cosa facendo finta di non aver ascoltato ma forse a qualcuno dovresti seriamente chiedere cosa ne pensa.
- Ah si? e a chi?
- Forse a me? - rispose come se fosse la cosa più scontata del mondo.
- Che c'è non vuoi più partire con me per caso? Ma come... amore, tesoro, sei tutta la mia vita... e poi mi pianti in asso così? - stava forse scherzando? sarebbe stato meglio per lui.
- Frena un secondo! Accidenti Chloe sei un fiume in piena oggi. Non è che non voglio partire con te... ci mancherebbe altro, mi piacerebbe davvero.
- E allora? Tu lo vuoi e io lo voglio, non vedo dove sia il problema. - dissi ormai spazientita. Ci mancava solo lui adesso.
- E che... beh io credo che non sia il momento più adatto per partire insieme. Dopo quello che è successo e dopo aver parlato con tuo padre credo sia giusto, almeno per adesso, rispettare il suo volere. Sai che casino succederebbe se lo venisse a scoprire? 
- Non verrebbe mai a scoprirlo, ho un piano perfetto. - dissi convinta.
- Ah si e quale sarebbe? 
- Beh... chiamerò tua madre con il cellulare che mi hai regalato e camufferò magicamente la mia voce trasformandola in quella di mio padre. Le dirò che la cara e dolce Chloe ha una visita medica proprio negli ultimi giorni in cui si terrà la settimana bianca e quindi onde evitare che non possa proprio partire gli chiederò se possiamo fare uno scambio di mete. In questo modo tua madre, convinta che andrò a Barcellona, ti lascerà venire in settimana bianaca mentre mio padre... beh lui resterà convinto che tu sarai a barcellona mentre io a sciare. 
- Sto seriamente iniziando a preoccuparmi amore. Ti rendi conto di quello che vuoi fare? Butteranno la chiave e ti lasceranno marcire per sempre in casa se accidentalmente mia madre e tuo padre dovessero incontrarsi e parlare! Per non parlare che io finirei all'accademia militare. 
- Non si vedono da una vita, devono incontrarsi proprio adesso? Ma per piacere Erik.... - alzai gli occhi al cielo. - Allora sei con me o no? - sorrisi vittoriosa. Ero sicura che mi avrebbe assecondata.
- Non lo so... non credo sia giusto e non voglio che tu finisca nei guai. Forse è veramente il caso di viaggiare separati quest'anno. - Lo guardai meravigliata e anche un po delusa, non me lo sarei mai aspettato da lui. - Magari il prossimo anno... 
- Di la verità: c'è qualcosa di più interessante a Barcellona non è vero? Basta dirlo se ti sei stufato di me!
- Mah... che... che dici Chloe? - mi guardò come se stessi dicendo chissà quale assurdità
- Guarda che lo so che quella troietta ha scelto come meta Barcellona. - mi riferii ad una ragazza del terzo anno che cercava in continuazione scuse per avvicinarsi al mio ragazzo. - E prova un po ad immaginare perchè o per chi lo ha fatto? 
- Scherzi spero... non vorrai tirare in ballo questa storia proprio adesso. Ma come devo dirtelo è? Non vado a Barcellona per lei, non la calcolo proprio se ci tieni a saperlo, vado a Barcellona per te, per poterti vedere anche dopo questa stramaledetta gita. Forse non ti è chiaro il concetto che i nostri genitori non stanno scherzando Chloe. Se vogliamo fargli capire che siamo maturi e vogliamo portarli ad accettare la nostra relazione, dobbiamo stare alle loro condizioni. Non possiamo sempre fare di testa nostra. 
- D'accordo come vuoi, fai come ti pare.  - mi allontanai a passo sostenuto verso l'aula. 
- Aspetta un secondo. - mi corse dietro - Non puoi arrabbiarti solo perchè ho espresso la mia opinione.
- Non mi sono arrabbiata, ho detto solo "fa come ti pare". Ora scanzati che ho da fare. 
Se quella mattinata era iniziata male, il proseguimento fu anche peggio. Aspettai impaziente la fine delle lezioni e senza neanche degnare di uno sguardo Erik me ne tornai a casa. 
- Giornataccia? - domandò mia madre non appena mi vide entrare in casa. Ci mancava solo lei adesso.
- Pessima... e no! Non ho voglia di parlarne. - l'anticipai sapendo già che me lo avrebbe chiesto. Le voglio un bene dell'anima ma ultimamente mi sento un verme nei suoi confronti e non me la sento di parlarle come se niente stesse accadendo. 
- Come vuoi, ma sappi che con me puoi...
- Parlare di tutto lo so! Me lo dici da quando sono nata mamma! - sorrisi leggermente, non volevo farla preoccupare piu del dovuto.
- è sempre meglio ribadirle le cose! - sorrise - C'è la lasagna di tua zia in frigo se hai fame, io vado a prendere Liam e torno, se cambi idea sul volermi parlare sappi che sono a tua completa disposizione. So che non è un periodo facile per te quindi se posso allegerirti di qualcosa ne sarei ben che felice. 
- Grazie mamma ma sto bene. Vado a studiare. Ci vediamo dopo. - andai in camera mia e come precedentemente detto anche a lei aprii i libri e mi misi seriamente a studiare. Non passò neanche un'ora che ecco Erik tornare all'attacco... 

       

Aveva accettato, pur di dimostrarmi il suo amore era andato contro i suoi principi e aveva accettato di venire in gita con me. Mi sentii un po triste per averlo costretto facendo finta di volerlo lasciare, non avrei mai avuto il coraggio di lasciarlo, ma gli avrei parlato e di sicuro o a parole o in altri modi sarei riuscita a farmi perdonare. 

POV ERIK
 Andare in gita con lei era la cosa che più desideravo al mondo, per quanto potesse sembrare prematuro dirlo io amavo quella ragazza e passare un’intera settimana con lei sarebbe stata una cosa estremamente piacevole. Solo un pazzo avrebbe potuto dirle di no e tra il gruppo dei pazzi purtroppo c'ero anch'io. È contraddittorio, volevo andare ma le avevo ugualmente detto di no. c’era una motivazione più che valida dietro. Suo padre avrebbe infilzato me e segregato in casa lei se solo lo avesse scoperto e per quanto potesse essere geniale il suo piano non ero del tutto convinto che sarebbe andato in porto senza alcun intoppo. Mi giustificai dicendole che forse era meglio seguire le regole, che avevano tirato la troppo la corda e che non mi sembrava il caso di tirarla ancora per paura delle possibili conseguenze ma lei reagì malissimo. Come darle torto,  ultimamente non fa altro che sentirsi criticate, si sente sola, non capita... l’unico che è riuscito a strapparle un sorriso, per quanto minimo, sono stato io e ora grazie al mio rifiuto si è sentita tradita anche da me. Tutta la rabbia repressa, quella che non può tirare fuori davanti alla sua famiglia, l’ha buttata su di me per poi mettermi davanti ad una scelta:  se non ero in grado di capire  le sue motivazioni, se non ero ancora riuscito a capire il motivo per cui mi voleva con se evidentemente non eravamo fatti per stare insieme. Ok... non me lo disse proprio così, usò termini più chiari e di sicuro meno gentili, ma il succo della situazione era quello. 
Per tutta quella giornata le mandai sms tentando di salvare il salvabile ma niente, fu tutto inutile...  aveva iniziato addirittura ad ignorarmi. Non potevo perderla, per una sciocchezza del genere poi, così senza ragionare sulle possibili conseguenze le scrissi di aver cambiato idea e che non vedevo l’ora di partire insieme a lei. Mi ero forse messo nei guai? Ma no... se stavamo attenti a non farci beccare cosa mai sarebbe potuto andare storto?
Ottenni il suo perdono immediatamente e già dal giorno seguente iniziammo a mettere in atto il suo, ma ormai nostro, piano. Chiamò mia madre spacciandosi per il signor Jones ottenendo così l’autorizzazione al cambio meta. L' obbiettivo principale era riuscito, ora bisognava solamente lavorare sui piccoli dettagli.  Convocammo i nostri compagni di classe durante la ricreazione e spiegammo loro la situazione in cui ci trovavamo. Chiedemmo loro di stare molto attenti a non farci comparire  insieme nelle foto che avrebbero pubblicato e per essere ancora più sicuri di non creare casini gli facemmo bloccare tutti i contatti dei nostri genitori, nonni, zii e parenti vari: nessuno, neanche un lontano parente ormai perso di vista da anni, avrebbe dovuto scoprire di noi. Bloccammo anche noi la visualizzazione delle immagini alle nostre famiglie ma a differenza loro avevamo intenzione di pubblicare almeno un paio di foto a testa da mostrargli quotidianamente onde destare troppi sospetti. Come avrei fatto io a mostrare ai miei genitori foto di Barcellona? Semplice, avevo un complice anche lì. Un mio amico mi avrebbe inviato le sue foto e io furbamente le avrei postate. Avevamo architettato tutto nei minimi dettagli,era tutto pronto, bisognava solamente attendere il giorno della partenza.
Quando quel giorno finalmente arrivò ero super emozionato ma allo stesso tempo agitato a morte, se ci avessero scopererti sarebbe stata la nostra fine. Arrivai in perfetto orario al punto di ritrovo mentre per quanto riguarda Chloe... beh lei aspettò il mio segnale per farsi accompagnare dai suoi genitori, non potevo di certo farmi trovare ad aspettare il suo stesso autobus quando in realtà, per andare in aeroporto, la scuola ne aveva prenotati due differenti in base alla meta prestabilita. La diedi il segnale di via libera solamente quando sistemati i bagagli andai a nascondermi direttamente all'interno del bus. Non sarebbero mai saliti lì sopra i suoi e di conseguenza non mi avrebbero visto. Se riuscivamo a non farci beccare in quel frangente allora non ci avrebbero mai più beccato. 
Come immaginavo tutto filò liscio come l’olio e una volta che furono arrivati tutti partimmo per la nostra tanto agoniata gita dando così inizio alla nostra piccola fuga d’amore.
Come facilmente intuibile mi misi a sedere accanto a lei e senza perdere un solo minuto iniziai a coccolarmela. Non era molto loquace di prima mattina, non lo è mai stata, è una dormigliona di prima categoria, ma sperai vivamente che le mie attenzioni servissero a farla finalmente  approdare nel mondo dei viventi. Si lasciò trasportare dalle mie attenzioni quasi subito ma nel giro di poco la vidi interrompere quel magico momento e iniziare a prendere le distanze. 
- Ehi tesoro,tutto ok? - chiesi non capendo il motivo di tale atteggiamento, di solito è lei la prima a cercare questo genere di contatto.
- Si sì, tutto bene! - rispose mentendo spudoratamente.
- mmh non è vero... che hai? C’è qualcosa che ti turba è chiaro come il sole! Perché non me ne parli?
- È tutto ok... davvero! - sorrise cercando inutilmente di abbindolarmi. 
- Chloe! Vogliamo iniziarla così la nostra gita? Lo so che mi stai nascondendo qualcosa quindi perché non me lo dici? Risparmieremo del tempo prezioso così perchè  fidati, se non mi dici immediatamente il motivo di questo tuo visino così preoccupato, giuro di perseguitarti per tutta la durata della gita. - dissi prendendo il suo viso tra le mani e facendole incontrare il mio sguardo. 
- Ok hai vinto! - sospirò rassegnata - Mi sento in colpa contento? 
- Di cosa?
- Tze... sei proprio un maschio! Davvero non ci arrivi? - scossi la tesa. Avevo intuito quale poteva essere il problema ma volevo che fosse lei a parlarmene. - Volevo che venissi in gita con me a tutti i costi e non ho voluto sentire ragioni. Ho giocato tutte le mie carte per far sì che questo avvenisse... ho addirittura... - prese un respito -  Ti ho minacciato di lasciarti.
- Beh... sono qui con te adesso. 
- Lo so, ed è proprio questo il punto! Sei qui è vero, ma solo perché ti ho costretto, non saresti mai venuto altrimenti. Mi dispiace... avrei dovuto ascoltarti e non avrei mai dovuto trascinarti qui con la forza. 
- A me no! Non dispiace affatto essere qui con te posso garantirtelo... anzi, sono felicissimo che tu abbia insistito. - ammisi sinceramente. 
- Non sono stata rispettosa Erik, avrei dovuto almeno ascoltare le tue motivazioni e invece ho pensato solo a me stessa... sono un’egoista!
- Allora mettiamola così... sei l’egoista che più amo al mondo! - la baciai d'impulsò.
- Erik...
 - No Chloe, ascoltami.  Non sto scherzando, sono davvero felice che tu abbia trovato il modo di farmi venire qui. L'unico vero motivo per cui ti ho detto di no è perchè avevo paura, preferivo vivere una settimana senza di te piuttosto che non poterti vedere mai piu... tutto qua. Non ti avrei mai detto di no altrimenti. 
- Ma adesso sei qui per un mio capriccio e non per una tua decisone! - continuò imperterrita.
- Dici? Guarda che la decisione finale l'ho presa io, non tu!
- Solo perchè ti ho messo alle strette. - replicò
- E tu pensi davvero che io mi sia bevuto la storia che mi avresti lasciato? - la guardai maliziosamente - Tu non ci sai stare senza di me... come del resto io non so stare senza di te... mi avresti tenuto il broncio per qualche settimana ma non mi avresti mai lasciato. - finalmente la vidi sorridere, l'avevo sgamata.  - Togliti dalla testa quell'assurda idea che mi hai trascinato qui con la forza perchè non è così. Godiamoci questi giorni senza pensare a nulla ok? Ho intenzione di regalarti emozioni uniche. 
- E... e se dovessero beccarci? - che c'è... aveva fatto tanto la dura fino ad ora, che era grande ecc ecc, e ora iniziava ad avere paura? è proprio una cucciolina.
- Vorrà dire che finiremo in punizione... tu verrai segregata nella torre del tuo castello e io andrò a fare il finto cavalliere in quale paesello sperduto nelle montagne di Arendelle. Non preoccuparti però... tu sei tecnicamente una principessa e io un principe, faremo come nelle favole: in sella al mio cavallo bianco oltrepasserò tutti i reami fino a trovarti e salvarti dal tuo infausto destino. Non ci sarà prigionia che tenga, io ti troverò e ti porterò con me. 
- Mi t... troverai? 
- Certo che ti troverò, io ti troverò sempre. - la vidi sbiancare a quella frase, cosa avevo mai detto di male? L'avevo per caso spaventata? - Chloe che... perchè mi fissi così?
- N.. niente, non... non importa. 
- Avanti dimmelo - la spronai
- Mio nonno disse questa frase a mia nonna e anche mia mamma la disse al mio papà... loro sono.. beh: loro sono il vero amore... - divenne rossa in viso. - Erik, lascia stare dai, fai finta che... - non esitai un secondo di più, le presi il viso con entrambe le mani e senza darle modo di finire la frase, perchè tanto avevo capito che stava cercando di chiudere li l'argomento, la baciai cercando di trasmetterle tutte le emozioni che in quel momento stavo provando. Non mi regolai però e prendendola alla sprovvista le feci sbattere la testa contro il finestrino. Ci staccammo un secondo per ridere di quella comica scenetta dopodichè tornai serio e ripresi a baciarla non curante degli schiamazzi dei nostri amici. Sarei rimasto li, ad assaporare le sue labbra per sempre ma purtroppo fummo interrotti e anche in malo modo.
- Ei voi due! Cominciamo molto male questa gita vedo. Staccati immediatamente da lei e vai a sederti insieme al tuo inseparabile amico -  disse il professore avendoci beccati in atteggiamenti per lui poco consoni. - Ti tengo d'occhio ragazzo. E tu, signorina Jones, le sembra il modo di comportarsi? Non si faccia più trovare in queste situazioni o sarò costretto a chiamare la sua famiglia. - aspettai che si allontanasse dopodichè diedi un ultimo bacio alla mia ragazza e solamente dopo averle sussurrato un "non ho nussun dubbio sul fatto che tu sia il mio vero amore" mi spostai di posto andando a sedermi accanto al mio migliore amico. 
- Mi dispiace che il prof ti abbia rovinato il viaggio - mi disse alludendo al fatto che ci avesse appena separati. 
- Non cedo sia proprio una disgrazia sai? Avrò più tempo per decidere cosa organizzarle per questa sera. Voglio stare un po da solo con lei e farla sentire speciale.
- Uh uh... sento aria di cose zozze! - mi diede una pacca sulla spalla.
- Ma smettila! 
- Ragazzi venite qui! - gridò rivolto a due compagni della nostra squadra di football - Dobbiamo discutere di una cosa moooolto particolare. - li vidi avvicinarsi immediatamente curiosi di ascoltare cosa avesse da dire quel pervertito di Mark. - Erik vorrebbe passare una bella seratina con Jones. - iniziarono a fischiettare e a fare allusioni poco caste - Che ne dite... gli diamo un aiutino? 
Tentai di persuaderli ma fu tutto inutile, dissero che eravamo una squadra e che i membri di una squadra non si abbandonano mai. Parlammo per tutto il viaggio su cosa poter fare per rendere interessante e piacevola quella prima sera ma, a parte le solite porcate del mio amico, non ci venne nessuna idea sensata fin quando non arrivammo nella struttura che ci avrebbe ospitati. Era un'hotel a dir poco spettacolare, lussuoso e caratteristico allo stesso tempo. aveva un'hall immensa e a giudicare dalle foto sulle pareti anche le camere non dovevano essere male. Aspettammo che ci vennero consegnate le chiavi dopodichè ognuno raggiunse la propria stanza. Io ero in camera con i miei 3 inseparabili amici, gli stessi che mi stavano aiutando, mentre Chloe era capitata con tre delle sue migliori amiche. Chiamammo anche loro tre per farci aiutare con il piano e alla fine, dopo aver smosso un po di cose qua e la trovammo l'idea e organizzammo il tutto. Qual'era il piano? Beh... spostare i due letti singoli che si trovavano nella stanza di Chloe in altre due stanze e lasciare solamente il letto matrimoniale. In questo modo la loro camera da quattro si sarebbe trasformata in una doppia dove avremmo potuto dormire io e lei indisturbati. cedetti il mio letto a sarah che avrebbe condiviso la stanza con marck e gli altri due nostri amici mentre le altre due ragazze, che volontariamente mi avevano ceduto la loro stanza si sitemarono in camera con altre nostre compagne di classe. Agimmo all'insaputa di Chloe la quale era nella hall insieme alla maggior parte della nostra classe per il primo incontro con l'istruttore di sci. Mi sembrò strano che non fosse venuta ancora a cercarmi ma presto mi resi conto che in realtà mi aveva già scritto sul cellulare:
Le avevo mentito, non c'era nessuna divisione di gruppi, ma era una bugia a fin di bene, le stavo organizzando una sorpresa e volevo che tutto fosse perfetto. 
Devo dire che mi sarei accontentato anche di un semplice ritrovo solo nostro dove passare qualche tenero momento, ma ammetto che le ragazze fecero un lavoro eccezionale... non c'è che dire: le donne hanno davvero una marcia in più. Impiegammo all'incirca due ore ma alla fine il risultato fu sorprendente. Avevamo cosparso di petali di rosa il letto della stanza, avevamo preparato un piccolo tavolinetto con dello champagne e delle fragole e come se non bastasse avevamo riempito di candele e altri petali di rosa il bagno della stanza. Vi era un'enorme vasca idromassaggio e decisi, di mia spontanea volontà di prepararla all'uso cospargendo anch'essa di petali. Se l'acqua si fosse freddata l'avrei riempita nuovamente ma volevo che lei vedesse tutto ciò che avevo intenzione di vivere con lei.  
Quando finimmo di sistemare il tutto era già ora di cena, scendemmo nella sala ristorante e immediatamente la vidi. Corsi subito da lei e dopo essermi guardato attorno, assicurandomi che non ci fosse nessun professore che ci stesse osservando, la baciai. Mi era mancata tanto. Aspettammo che tutta la nostra classe ci raggiungesse dopodichè iniziammo a mangiare. 
I professori subito dopo cena ci dissero di raggiungere le nostre rispettive stanze e che presto sarebbero venuti a fare le ispezioni delle camere. Accidenti... non avevo assolutamente pensato a questa eventualità. Se solo uno dei prof fosse capitato in quella che doveva essere la camera di quattro ragazze e trovare solamente un letto matrimoniale cosparto di candele e fiori credo che qualcuno, in questo caso le ragazze in questione, avrebbero ricevuto una vera sospensione oltre che una chiamata a casa. Mi preoccupai per la mia lei ma fui tranquillizzato pochi minuti dopo da una delle sue amiche.
- So a cosa stai pensando ma non temere... lo abbindoliamo noi il professore.
- Ah si? - chiesi - E come?
- Beh... la nostra stanza si trova al centro del corridoio. Quando busserà e non troverà nessuno di sicuro verrà a cercarci nelle altre stanze. Ci faremo trovare nella camera difronte cosicchè non ispezionerà la nostra stanza. Il massimo che ci dirà sarà "filate in camera vostra". 
- Dici che funzionerà? 
- Se ci trova tutte e quattro li si, non arriverebbe mai a pensare che ci sia qualcuno nella nostra stanza mentre noi non siamo presenti. L'importante è che tu non ti faccia trovare nei nostri corridoi o si che saranno guai. 
Sperai che quelle tre avessero ragione e mentre loro trascinarono, come concordato, Chloe nella stanza difronte alla loro, io andai momentaneamente nella mia stanza giusto per l'ispezione del prof. Non appena andò via, corsi a nascondermi nella mia attuale camera: indossai un vestito decisamente più consono rispetto alla tuta che portavo e mandai un messaggio a Sarh dandole il segnale per mandare con qualche scusa Chloe in stanza. Non vedevo l'ora di vedere la sua faccia per la sorpresa che le avevo riservato. Spensi tutte le luci lasciando solo alle candele il compito di illuminare la stanza e attesi il suo arrivo. Non appena varcò la soglia rimase di stucco, si guardò attorno  dopodichè fece qualche passo indietro, affacciandosi al corridoio, per controllare che il numero della stanza fosse giusto e che non avesse sbagliato. 
- è la stanza giusta non preoccuparti - le dissi facendomi vedere. 
- Erik... che... io... - continava a guardarsi intorno incapace di proferire parola
- E' tutto il giorno che lavoro a questa cosa, la storia dei due gruppi di sci era tutta una balla. Mi hanno aiutato i ragazzi e le tue amiche, ecco perchè si sono assentati anche loro. - le porsi una rosa - spero che ti piaccia.
- E'... è meraviglioso Erik! - mi baciò - Grazie... grazie davvero. 
- Dai vieni... non vorrai restare li impalata - risi - la porta si reggerà benissimo da sola anche senza che tu la sostenga. - la presi per mano e facendola sedere sul letto le porsi il flute di chamagne che avevo preparato. - Mi ha aiutato Marck ad ottenerlo... sa, con quel famoso documento falso. - presi anche io il mio bicchiere. 
- Immaginavo... mah... dove sono finiti gli altri letti? Dove dormiranno Sarah e le altre?
- Sarah si è rubata il mio posto accanto a Mark mentre le altre hanno preso i letti e senza farsi vedere da nessuno si sono trovare altre sistemazioni. Questa sarà la nostra stanza per un'intera settimana. Che dici: ti piace come sorpresa? - potevo vederlo nonostante la luce soffusa delle candele, era imbarazzata. - Se non vuoi però posso benissimo...
- Shhhh.... è la cosa più carina che qualcuno abbia mai fatto per me! - mi mise un dito sulle labbra per poi sostituirlo con le sue di labbra. Fu un bacio casto inizialmente, un piccolo ringraziamento per quella piacevole sorpresa, ma piu passavano i minuti e più il contatto diventava più insistente... romantico... passionale. Fui costretto a rompere il contatto, non avrei resistito a lungo altrimenti e non avevo assolutamente intenzione che la serata finisse subito in quell'ambito, volevo gustarmi ogni singolo momento. 
- Facciamo un brindisi ti va? - annuì - alla nostra prima fuga d'amore... che sia esattamente come tu te la sia immaginata. - facemmo toccare i nostri rispettivi bicchieri dopodichè bevemmo il loro contenuto accompagnando il tutto con qualche fragola. Chiacchierammo stretti l'uno nell'abbraccio dell'altra, ci coccolammo un po' tra carezze e baci dopodichè la vidi alzarsi e raggiungere la sua valigia. - Che accidenti fai? - le dissi.
- Beh... sei vestito tutto d'un pezzo mentre io... beh puoi vederlo da te, faccio pena. - mi alzai e la raggiunsi. - Vado in bagno a cambiarmi ok? Ci metto due minuti.
- Shhh... non fai pena, sei uno spettacolo della natura sempre e comunque, ma su una cosa ti do ragione... credo che tu in bagno debba andarci... - non capì il senso delle mie parole e la vidi guardarmi con curiosità. La presi per mano e senza dire nulla la condussi proprio nel bagno mostrandole il resto della sorpresa.
Rimase a bocca aperta per circa una diecina di secondi. Mi avvicinai al suo orecchio sussurrandole un sensuale :"cosa ne pensi?" e lei senza proferire parola mi fece capire il suo stato d'animo a suon di baci. Quello fu il momento decisivo... recuperammo i  nostri flute dall'altra stanza e senza aspettare un secondo di piu inugurammo la vasca idromassaggio e di conseguenza la prima notte di quel magnifico viaggio. 

POV CHLOE
Non potevo credere a quello che era appena successo... è stata senza ombra di dubbio la notte migliore di tutta la mia vita. Erik è stato così... wow... non ho neanche le parole per descrivere tutto quello che mi ha fatto provare  quella notte. La sera del mio compleanno non è stata nulla in confronto... o forse non sapevo cosa stavo facendo e di conseguenza non ho capito nulla. Non che questa volta sapessi cosa stavo facendo, ma è stato tutto così... come dire... naurale. la parte piu bella di tutto questo? l'aver dormito per la prima volta insieme stretti l'uno nelle braccia dell'altro. Mi ha fatto sentire protetta tra le sue braccia possenti e avrei voluto  che quel momento non terminasse mai. Ero talmente persa nei miei pensieri che neanche mi resi conto che si era svegliato. Si strinse ancora di piu a me e come se fosse la cosa piu naturale di questo mondo iniziò  a baciarmi insistenemente il collo facendomi tornare a rabbrividire come solo lui finora  era riuscito a fare.
-Buongiorno cucciola - disse staccandosi dal mio collo e iniziando a fissarmi con i suoi meravigliosi occhi. Mi sentivo in imbarazzo e involonatriamente spostai lo sguardo da un'altra parte. - Che c'è, ti vergogni adesso? - sorrise vedendomi così imbarazzata - O per caso ti sei pentita delle acrobazie che abbiamo fatto qesta notte? - lo stava facendo apposta ad utilizzare quei vocaboli, gli piaceva vedermi in imbarazzo. Senza aspettare una mia risposta tornò ad occuparsi del mio collo e piano piano, bacio dopo bacio, raggiunse le mie labbra. Mi regalò un baciò a dir poco mozzafiato. Non che non lo avessi mai baciato in quel modo, ma le sensazioni che in quel mometnto stavo provando erano di gran lunga piu intense e differenti dal solito... nel nostro rapporto era appena cambiato qualcosa. - Se hai ricambiato il bacio vuol dire che allora non sei così pentita... - mi fece arrossire ancora di più. 
- Erik dai... - perchè doveva stuzzicarmi così
- Sei bella quando sei imbarazzata lo sai? - mi diede l'ennesimo bacio - Ma aimhè, credo che dovremmo riprendere queste piacevoli coccole questa sera purtroppo... sono le sette e mezza e tra meno di mezz'ora dobbiamo essere nella Hall. Ci attende la nostra seconda giornata di sci. 
- La nostra? La mia seconda giornata, tu ieri neanche ti sei presentato.
- Avevo ottime ragioni non trovi? - mi indicò quei petali di rosa ormai buttati sul pavimento e la bottiglia di champagne ormai vuota. - Stavo preparando un'ottima accoglienza alla mia donna che a quanto pare a gradito molto - si morse il labbro. - Andiamo adesso o credo che non ti darò più il permesso di uscire da questo letto. 
- A dire il vero non ho nessuna voglia di andare a sciare. Preferisco tornarmene a dormire - dissi sinceramente.
- Lo so, ti ho fatto fare le ore piccole e tu non sei abbituata dormigliona come sei, ma non possiamo fare altrimenti... se non ci trovano giù insieme  agli altri ci verranno a cercare in stanza e se ci verranno a cercare ci beccheranno qui in questo letto a fare altro e se ci beccheranno allora alzeranno il telefono e...
- Basta così grazie! Sei stato chiaro, non c'è bisogno che continui. - mi lamentai buttandomi un cuscino sul viso.
- Vuoi andare prima tu a fare la doccia? O ti va di provare a farla insieme... - ammiccò.  Stava scherzando vero? Non avrei mai fatto la doccia insieme a lui... certo avevamo fatto di peggio nella vasca idromassaggio ma era differente, le luci erano spente, c'erano solo le candele...
- Non faremo mai la doccia insieme! - dissi paonazza in viso. 
- Ce lo sapremo ridire a fine gita! - mi baciò per poi sparire in bagno. Ne approfittai per ricompormi al meglio, in quanto ero decisamente svestita, dopodichè tornai sotto le coperte. Non sarei riuscita ad andare a sciare quella mattina... non dopo tutto quello che era successo. 
- Pigrona non dirmi che ti sei rimessa a dormire? - disse buttandosi sul letto ancora mezzo nudo. Lo stava facendo apposta per imbarazzarmi, ma perchè doveva farlo? - Avanti scendi da questo letto. - mi diede tanti piccoli teneri baci su tutto il viso. 
- Non mi va... sono a pezzi! Non posso nenache muovermi. - confessai. 
- OOOPS... colpa mia! - disse quasi orgoglioso di se. 
- Certo che te la tiri parecchio... - lo presi in giro anche se forse un minimo di verità nelle sue parole c'era. - Ti ricordo che ieri ho sciato per ben quattro ore... è normale che i muscoli ne risentano.
- Non abbiamo solo sciato però... - ammiccò! 
- Ok ok ok ho capito il concetto: mi alzo o non la smetterai più di mettermi in imbarazzo. - rise
- E' divertente farlo ma se ti da fastidio...
- Se rimane nella nostra sfera privata ok ma non te ne uscire con nessuno o ti ammazzo!
- Agli ordini principessa, ora va a vestirti o ci becceremo un bel richiamo!
Fu così che demmo il via alla seconda giornata. Devo essere sincera, fu molto stancante riuscire a stare al passo con gli altri visto le poche ore di sonno della sera precedente ma quello non fu nulla in confronto a i giorni seguenti. Ogni sera io e Erik, con una qualsiasi scusa riuscivamo ad allontanarci dal gruppo e tornando nella nostra stanza finivano sempre  per fare l’amore e non una volta... ma più e più volte. Mi stavo in tutti sensi godendo la vita se così si può dire... il mio amore... e questo mi portò ad arrivare alle lezioni di sci sempre più stanca e meno arzilla. Ero talmente stanca che il  quarto giorno rinunciai proprio a presentarmi alla lezione. Avevo appena trascorso una intensa notte di fuoco e non avevo assolutamente voglia di muovermi dal mio letto. Erik ci provò a convincermi, ma niente da fare: nessuno mi avrebbe impedito di trascorrere l’intera giornata tra le calde lenzuola del mio fantastico letto gigante. Feci avvisare il professore dalle mie amiche il quale venne immediatamente a controllare che la situazione fosse ok, gli raccontarono che avevo la febbre e di conseguenza non potevo uscire all’aria aperta. Onde evitare di farlo entrare nella mia stanza e farlo insospettire mi trasferii momentaneamente in una delle altre camerare. Il professore non sembrò farci caso e dopo aver parlato un po’ e confermato la mia tesi, facendo finta di avere anche una tosse spaventosa, mi lasciò riposare e raggiunse il resto della classe. Tornai nella mia stanza e dalla finestra, che dava proprio sulla pista da sci, mi misi a seguire Erik con lo sguardo. Mi dispiaceva non essere lì con lui ma davvero volevo solamente riposare. Con la scusa di ammirarlo da lontano controllai anche che nessuna sciaquetta ci provasse con lui. Era il ragazzo più bello della scuola, il capitano della squadra di football... era circondato da mille ragazze e la cosa mi dava alquanto fastidio. Sembrava stesse comportandosi bene ma di punto in bianco, dopo essermi distratta per una chiacchierata al telefono con mia mamma, non lo trovai più in pista. Continuai a scrutare l’orizzonte sperando in una svista ma niente, sembrava essersi volatilizzato. Dove accidenti poteva essersi andato a cacciare? Non dovetti aspettare molto per conoscere la risposta neanche dieci minuti dopo lo vidi entrare in stana.
- Amore!!!! - esclamai non pensando di rivederlo li così presto.
- Ti sono mancato??? - disse maliziosamente
- Cretino! Come mai sei qui? Ti pensavo fuori a far lezione.
- Si beh... ho avuto invidia di te che te ne stavi  in questo letto caldo senza fare nulla e ho pensato: "perché non andare a farle compagnia?" Sorpresa!  Eccomi qua.
- Sei fuggito dalla lezione - risi - Ma sei pazzo? Se ti beccano tu uccidono.
- Mi fai così scemo? Tranquilla sanno che sono qui. Ho fatto finta di cadere e di farmi male. Sono stato in infermeria e poi mi hanno detto di tornare in stanza a riposare. - scrollò le spalle.
- Tu... tu sei tutto matto!
- Lo so, ma a te piaccio anche così giusto? - mi baciò - senti... che ne diresti di... beh... riprendere il discorsetto di ieri sera? Non vorrei che questo bel lettino si offendesse per non essere stato usato a dovere.
- Non dovevi risposare? - lo presi in giro?
- Beh... potremmo -"riposare" insieme che ne dici? 
- Dico che... - niente, non dissi nulla. Lo lasciai fare e questo mi portò... ci portò, a replicare la nostra serata mentre tutto il resto della nostra classe era impegnato nelle piste da sci. Mi sentii in colpa per aver mentito? Neanche un po. 
Passammo tutto il pomeriggio in quel letto e ormai distrutta e senza alcuna voglia di scendere al piano di sotto per la cena, con il permesso del professore me la feci portare in camera, la scusa della febbre reggeva ancora. Ordinai anche per Erik naturalmente. Era stata una bella giornata, la più bella senza ombra di dubbio.
- Credo che abbiamo dato abbastanza per oggi... filmetto e poi nanna? - propose. Ci aveva visto lungo, l'unica cosa che avrei voluto fare quella sera era dormire. Se non lo avessi fatto molto probabilmente non sarei riuscita neanche a mettere i piedi per terra il giorno seguente senza senza cadere a faccia avanti.
- Credo sia una magnifica idea! - lo baciai.
- Prima però voglio immortalare questo momento in onore di questa giornata. - prese il suo telefono e ci facemmo un selfie... nel letto, coperti solo da un lenzuolo e più stanchi che mai. Decidemmo di pubblicarla sui nostri social, avevamo bloccato la visualizzazione a tutti i nostri conoscenti quindi non correvamo nessun pericolo. Accompagnammo la foto con la didascalia "questa gita ci distrugge" dopodichè mettemmo via i cellulari e iniziammo a guardare il film... o meglio, lui guardò il film io mi addormentai all'istante risvegliandomi direttamente il mattino seguente. Non fu affatto un risveglio piacevole però. Aprii gli occhi solo a causa del mio cellulare che continuava imperterrito a squillare. Non feci in tempo a rispondere, ero talmente assonnata che per capire dove lo avessi poggiato ci volle un'eternità.  Quando lo trovai, oltre a quattro chiamate senza risposta da parte di Leila trovai anche un suo messaggio.

      
Accidenti... l'avevo bloccata sul nuovo profilo, quello che avevo creato sul nuovo cellulare, ma avevo dimenticato di bloccarla sul vecchio. Maledetta me pensai... perchè accidenti avevo deciso di utilizzare il mio solito vecchio cellulare per quella cosa? Papà me lo aveva ridato solo per la gita, per tenerci in contatto, ma forse sarebbe stato meglio rifiutare l'offerta e continuare clandestinamente ad utilizzare il nuovo spacciandolo, durante le chiamate con i miei, come il cellulare di qualche mio amico. Ero nei guai fino al collo e dovevo assolutamente trovare il modo di far calmare mia sorella o sarebbe stata la fine... la mia fine. Le feci una videochiamata, era infuriata nera, non l'avevo mai vista così, avevo tradito la sua fiducia mentendole spudoratamente, ed era comprensibile quindi che lo fosse. Cercai di giustificarmi tentando di nascondere ancora una volta la verità; inventai bugie su bugie pur di salvaguardare almeno qualcosina, ma quando mi resi conto che la situazione stava diventando assai rischiosa e che era davvero sul punto di chiamare i nostri genitori e farmi così radiare dalla famiglia decisi di essere sincera e confessai di averla presa palesemente in giro. Mi gridò addosso quante più parole possibili immaginabili, non si aspettava da me un inganno del genere, ma qualche ora dopo, come eravamo consuete fare dopo un furiosa litigata, facemmo pace. Continuava a non accettare e a non vedere di buon occhio la mia decisione ma ormai non si poteva tornare indietro. Si limitò a farmi tremila raccomandazioni, mi disse di avere la testa sulle spalle, di tornare immediatamente in stanza con le mie amiche, di non dormire piu con lui e di non fare più niente di quello che pensava avessi gia fatto perchè davvero quella era l'ultima volta in cui mi avebbe coperta, al mio prossimo sgarro sarebbe corsa tempestivamente ai ripari incurante di ciò che ne sarebbe susseguito. Mi ero comportata male ancora una volta e per l'ennesima volta lei mi aveva coperta. Non ce altro d'aggiungere su questo, i fatti parlano chiaro: Ho proprio un amore di sorella!
Cercai di comportarmi bene per tutto il resto della gita ma una cosa devo dirla... non fu semplice cambiare abitudini così improvvisamente e infatti alcune cosette non riuscii proprio a modificarle. Di cosa sto parlando? Beh... come prima cosa non riuscii a cambiare stanza e poi... per quanto io abbia provato a resistere, qualche volta, non più spesso come prima, è capitato di cedere a dei momenti di passione con il mio lui. Furono molto più pesanti quei giorni da gestire rispetto ai primi ma tutto sommato le cose furono divertenti ugualmente... anzi devo ammettere che forse quelle giornate lo erano state ancora di più perchè oltre ad Erik riuscii a godermi anche i miei amici che in un primo momento avevo decisamente abbandonato a loro stessi. Finita la gita tornammo tutti alla nostra vecchia vita e questo per me voleva dire una cosa soltato... punizione. Restituii il mio vecchio cellulare a mio padre come concordato e questa volta, con suo grande stupore, non provai a convincerlo a farmelo tenere o altro. Dissi di aver capito il motivo per cui mi aveva punito e che era giusto cosi. La realtà naturalmente era un'altra: ero in possesso di un'altro cellulare e quindi restituire quello vecchio non aveva poi così tanta importanza. 
Andai avanti con la mia vita per un paio di settimane poi qualosa in me cominciò a cambiare. Iniziai a sentirmi in colpa per le bugie dette e non riuscivo più a guardare negli occhi i miei genitori. Mi sentivo sporca e nonostante fossi ancora molto arrabbiata per essere stata trattata come una a cui non era piu possibile dare fiducia mi sentii in colpa di starli prendendo in giro in quel modo così subdolo. Avevo un cellulare nascosto, vedevo Erik almeno una volta a settimana con la scusa di qualche progetto extra scolastico inesistente e andavo alle feste di compleanno dei miei amici fingendo di andare a dormire a casa dei nonni. Stava diventando ingestibile per me la cosa, non mi riconoscevo più e non sopportavo il senso di colpa che avevo dentro ogni qualvolta incrociavo lo sguardo dei miei. Mia madre non meritava di certo un comportamento simile da parte mia, ha sempre cercato di aiutarmi in ogni circostanza, anche quella più brutta, ma a dire la verità, per quanto potessi essere arrabbiata con lui, neanche mio padre meritava un trattamento simile. Decisi così che era giunto il momento di parlare con lui a quattro occhi. Era mercoledì mattina, penso che non lo dimenticherò mai, ero appena uscita da scuola e piuttosto che diriggermi a casa come di consueto, presi la strata per il porto e raggiunsi mio padre sulla jolly Roger. 
- Chloe! - esclamò sorpreso di vedermi li - Non dovresti essere a casa? Che ci fai qui.
- Ciao papà... sei... sei impegnato per caso? 
- Sto lavorando. Ti serve qualcosa? Ti manda la mamma? 
- No ma tranquillo, l'ho chiamata per informarla che venivo qui. Volevo parlare con te di una cosa ad essere sinceri... possiamo o sei troppo indaffarato con il lavoro? - ero intenzionata a parlargli ma in quel preciso istante sperai quasi che mi dicesse di non avere tempo.
- Se vuoi parlarmi ancora una volta d...
- Niente di quello che immagini. Voglio parlarti di una cosa seria questa volta. - lo vidi scrutarmi negli occhi per una manciata di secondi per capire se stessi dicendo la verità.
- Hai combinato qualcosa? 
- Lo scoprirai solamente se accedtterai di parlarmi... allora puoi abbandonare dieci minuti il lavoro o no?
- Certo che si. Aspettami sotto coperta, sistemo al meglio le cime e sono subito da te. - ne approfittai per apparecchiare la tavola e mettere su di essa il pranzo che avevo preso da Granny strada facendo. Era ora di pranzo dopotutto e per quando fossi agitata per la sitazione alla mia fame non sembrava importare nulla. - Deve essere una cosa lunga se hai portato anche il pranzo... o hai intenzione di comprarmi con il cibo? - disse con aria sospettosa.
- Papà... per una volta, una sola, possiamo tornare ai tempi in cui il nostro rapporto era meno conflittuale e senza battutine? 
- Mi piacerebbe molto tornare indietro nel tempo... mi piacerebbe davvero capire dov'è che ho sbagliato con te. - ammise. - Mah non si puo... - sospirò - andiamo dimmi, di cosa vuoi parlarmi?
- Prima che tu salta a conclusioni affrettate ti ribadisco che non sono qui per impietosirti o per farmi togliere le punizioni. Non mi interessa nulla sul serio. Ci sono rimasta molto male ma se hai ritenuto giusto prendere questi provvedimenti un motivo ci sarà. E poi... beh... non credo che dicendoti quello che ho da dirti tu sia intenzionato a restituirmi la libertà... anzi...molto probabilmente finirò ancora di più nei guai ma non ce la faccio più a tenermi tutto dentro e il clima che si sta creando a casa mi fa stare male. 
- Non sembra l'inizio di un bel discorso. Non mi piacerà vero?
- Affatto... - confermai - E' giunto il momento che tu sappia come siano andate le cose. - Feci una pausa... il suo sguardo attento mi stava creando un'ansia assurda, non era per nulla facile dire quello che stavo per dirgli. - Il giorno del mio compleanno mamma e zia Regina mi sorpresero a baciare Erik... ho detto loro che è stata cosa di una volta, un semplice bacio scattato così dal nulla, un qualcosa che non aveva nessuna importanza per me. Era tutta una bugia. Io e erik stavamo insieme già da un paio di mesi papà... è si: Erik è il mio fidanzato. - mi fermai dandogli il modo di digerire la notizia e replicare. 
- Continua - rispose impassibile
- Con la scusa che da sempre è stato il mio migliore amico è sempre venuto a casa nostra o io sono andata da lui ma devi credermi, te lo giuro, non c'è mai stato niente che andasse oltre il bacio tra di noi. Beh... almeno fino a quel famoso giorno. Non so cosa mi sia preso papà, non ho pensato con razionalità e mi sono fatta trascinare dall'impulso del momento. Non avrei dovuto farlo e me ne rendo conto solamente adesso. Avevi ragione tu, avevi visto giusto... io e Erik non stavamo semplicemente giocando come ho ingenuamente tentato di farti credere. 
- Hai decisio di ammetterlo quindi... e perchè? Cosa ti ha spinto a dirmi finalmente la verità? E' successo altro? - vedevo diventarlo sempre più serio, non mi piaceva proprio la piega che stava prendendo la nostra discussione, forse avevo sbagliato... avevo fatto male ad andare a parlare con lui.
- Perchè mi sento sporca papà! Ti ho visto quasi morire, è stata colpa mia e Dio solo sa quanto io mi sia spaventata e sentita in colpa per averti fatto questo. Nonostante ciò però, sarà perchè ero arrabbiata per via delle punizioni o per il semplice fatto che ti ostinavi a non credere alle mie parole, ho continuato ad avere un atteggiamento poco consono nei tuoi confronti e in quelli della mamma, mancandovi ulteriormente di rispetto. 
- Avevo ragione a non credere alle tue parole però! - escalmò - Va avanti, sono sicuro che la parte peggiore deve ancora venire.
- Ti ho fatto credere che per tutto questo lungo periodo, nonostante le continue lamentele e tentativi di farmi togliere le punizioni, mi sia rassegnata alla mia nuova vita fatta interamente di scuola e famiglia... beh non è così. La mia vita diciamo che bene o male non è mai cambiata... se non per quanto riguarda il rapporto con voi. Erik mi ha regalato un cellulare nuovo per poterlo sentire e per parlare con le mie amiche e ho detto di seguire il corso di teatro per ottenere dei nuovi crediti ma in realtà era solo una scusa per vedere una volta a settima Erik.... tranquillo però non abbiamo tentato di replicare quel brutto gesto, sono troppo piccola hai ragione.
- Chl...
- Aspetta, non ho finito. Devo confessarti un'altra cosa... tutte le volte che per voi sono rimasta a dormire a casa dei nonni in realtà sono andata alle feste di compleanno dei miei amici. - stava ancora una volta per prendere la parola ma lo anticipai - La nonna e il nonno non centrano nulla quindi non arrabbiarti con loro,  non mi hanno coperta. In realtà ho mentito anche a loro. Ho creato una sagoma umana con dei cuscini e l'ho coperta con le lenzuola per far sembrare che stessi dormendo. Non appena li vedevo andare nella loro stanza scappavo dalla finestra e raggiungevo i miei amici. Scusami papà, mi dispiace veramente tanto... 
- Non... non so assolutamente cosa dire... - Il semplice fatto che stesse parlano in maniera pacata senza gridare come invece mi ero immaginata era già un gran traguardo per me. Restammo in silenzio per alcuni minuti, non dissi nulla, aspettai che fosse lui a prendere in mano la situazione. - Chloe sono sotto shock! Davvero... Non mi sarei mai aspettato da te un comportamento del genere. Non avrei mai immaginato che potessi arrivare a tanto...
- Me ne rendo conto da sola che ho tirato troppo la corda ed è per questo che sono venuta qui oggi a parlartene... non voglio più continuare a vivere nella menzogna. Sono arrivata al punto di non saper più distinguere la verità dalla bugia, non riesco più a guardarvi negli occhi senza sentirmi in colpa...io voglio solo che tutto questo finisca e che torniamo ad essere la famiglia che siamo sempre stati. Mi mancate... mi manca parlare con la mamma... mi manca scherzare con te. Non lo dico per compassione, è la pura verità e non mi interessa se mi terrai in punizione a vita. Sono disposta anche a farmi murare in stanza senza magia pur di risolvere questo gran casino che ho creato. 
- Guadagnarsi la fiducia di una persona dopo averla imbrogliata in tutti i modi possibili immaginabili è un duro lavoro Chloe...
- Lo so... ma non mi importa quando ci vorrà, spero solo che tu me ne dia la possibilità e che  un giorno, per quanto lontano sia, io riesca ad ottenerla. 
- Fammi finire... dicevo: guadagnarsi la fiducia dopo aver tradito il prossimo è un passo assai difficile ma il sempice fatto che tu sia venuta qui oggi a raccontarmi la verità nonostante nessuno di noi sospettasse nulla e che quindi non fossi messa alle strette per farlo, non solo ti fa onore ma è anche il primo passo verso la redenzione. 
- Questo significa che mi... che mi perdonerai?
- Mi hai deluso... mi hai deluso parecchio sono sincero, non credevo che saresti arrivata fino a questo punto, ma sei la mia bambina e qualunque cosa tu faccia, lieve o grave che sia, io ti perdonerò sempre. Ci vorrà un po prima che io possa guardarti nuovamente negli occhi e fidarmi ciecamente di te come un tempo, ma prima o poi succederà. 
- Davvero papà? - non potevo crederci... mi stava perdonando.
- Davvero... e poi siamo onesti, neanche io ti ho reso le cose facili. - finalmente mi rivolse un piccolo sorriso e io, senza aspettare oltre, gli corsi incontro per abbracciarlo. Ricambiò all'istante. - Voltiamo pagina che ne dici? Iniziamo un nuovo capitolo e tassello dopo tassello ricostruremo insieme la fiducia perduta. 
Parlare con mio padre fu senza ombra di dubbio una delle cose migliori fatte in quel periodo buio . Mi sentii subito come rinata, non ero più sola e avevo ancora una volta qualcuno su cui contare. Parlai anche con la mamma dovo aver parlato con lui ma con lei fu molto più semplice spiegarmi. Tralasciando il fatto che lei avesse già intuito della mia relazione con Erik, non si scandalizzò per l'enorme quantita di bugie che le avevo rifilato. Si arrabbiò, non posso negarlo, ma a differenza di papà, con il quale dopo qualche settimana ancora stavamo ricostruendo passo dopo passo il nostro consueto rapporto, mi perdonò subito. Solo un paio di cose avevo evitato di confessare: la gita scolastica insieme a  Erik e il fatto che io e lui avessimo iniziato ad avere dei rapporti. Sulla gita avevo ancora qualche piccola perplessità sul fatto di confessarla o meno ma sulla seconda cosa proprio no. Non ero di certo ne la prima ne l'ultima ragazza ad avere con il suo fidanzato questo genere di rapporto quindi non vi era assolutamente motivo per parlarne. Riuscii ad ottenere anche una riduzione della punizione, sembra strano vero? Eppure a quanto pare l'essere onesti ripaga sempre. Mi venne restituito il mio vecchio cellulare e non meno importante mi venne data la possibilità di uscire un sabato si e uno no con le mie amiche. Non avevo nessuna intenzione di imbrogliarli questa volta, uscii sul serio con le mie amiche e per quanto riguarda Erik per un periodo mi limitai a vederlo solamente durante la scuola. Tutto sembrava procedere a meraviglia ma aimè il periolo era dietro l'angolo. Se pensavo che quello che avevo appena vissuto fosse il periodo peggiore della mia vita ero proprio un'ingenua... un mese e mezzo dopo qualcosa di ben peggiore sconvolse la mia vita. Ero in camera mia, con il calendario alla mano a fissare, ipoteticamente, le varie interrogazioni da volontaria che avrei voluto sostenere quel mese quando il mio sguardo si soffermò su un appunto preso qualche tempo prima. Accidenti... con tutti i casini avuti in quel periodo avevo completamente dimenticato quella cosa. E ora? Continuai a fissare quella scritta per più di un'ora, non poteva essere vero, una precisina come me che perde di vista una cosa del genere. Dovevo aver di sicuro sbagiato qualcosa non poteva esserci altra soluzione. Sfogliai tutto il calendario alla ricerca di vari indizi e mi resi conto che l'appunto preso purtroppo non era affatto un errore... era ufficiale: la mia vita era finita. Iniziai a piangere spaventata e senza dare al mio cervello modo di ragionare presi il telefono e scrissi all'unica persona a cui potevo raccontarlo. 
        
Con la scusa di dover uscire urgentemente per andare a comprare della cancelleria che mi serviva per poter finire i compiti incontrai Erik nel nostro rifuggio segreto a scuola. Non era orario scolastico ma quello era l'unico posto dove potevo parlare con lui senza essere sgamata. Quando arrivò mi trovò in un mare di lacrime e con il mascara completamente sbavato... erano ore che piangevo, avevo smesso solamente per non destare sospetti ai miei. Si preoccupò all'istante vedendomi così e cercò per più di quaranta minuti a spronarmi a parlare... inutile, non ci riuscivo, non potevo dirgli una cosa così grave. 
- Mi... mi hai detto che mi avresti trovata sempre ricordi? - dissi tra un singhiozzo e l'altro - Tralasciamo la parte in cui tu mi trovi e passiamo direttamente alla fase successiva... andiamocene via di qui! - dissi tutto d'un fiato.
-Cosa? E' uno scherzo forse? Che accidenti dici! - rispose non capendo.
- Dobbiamo andarcene di qui... non posso più restare a Storybrooke... dobbiamo sparire dalla circolazione. 
- Ma di che accidenti stai parlando Chloe? Sei sconvolta, non so cosa sia successo, penso tu abbia nuovamente litigato con i tuoi, ma questo non giustifica le pazzie che stai dicendo! Calmati ok? Prendi un respiro spiegami che sta succedendo; sono sicuro che non è poi nulla di così grave.
- PER TE MAI NULLA E' GRAVEEEE! - persi il controllo - scusami non volevo urlarti contro così. Dicevo... Per te c'è sempre la soluzione a tutto ma sbagli! Ci sono cose a cui non si può porre rimedio! E io...beh... io sono nel bel mezzo di questa situazione. Dobbiamo andare via di qui! 
- Io non me ne andrò mai da Storybrooke Chloe! Non senza un motivo razionale almeno e visto che sono sicuro che neanche tu ne abbia uno al momento allora penso proprio che anche tu te ne resterai qui. - sembrava stesse per alterarzi. - Mi hai chiamato perchè avevi urgente bisogno di parlarmi... che è successo qualcosa di grave dove anche io sono convolto a me sembra solo che tu stia dicendo un sacco di cavolate adesso piuttosto che dirmi la verità. Hai qualcosa da dirmi di sensato si o no? Non possiamo stare qui tutto il giorno senza cavarne fuori un ragno dal buco. 
- Sei... sei arrabbiato?
- Ma no amore che non sono arrabbiato ma mi mette ansia vederti in questo stato ok? Non è da te. Non girarci attorno, lo sai che a me puoi dire tutto. - ora o mai piu pensai e senza aspettare un secondo di più mi avvicinai all'orecchio di Erik e gli rivelai il mio più grande segreto. La sua reazione? Lo annientai. Non parlò per oltre dieci minuti.
- Allora? l'idea di scappare ti sembra ancora così azzardata? - dissi ancora in lacrime. 
- Io... io non... deve esserci un errore. 
- Ho controllato bene... sono una precisina, scrivo tutto ciò che non deve essere dimenticato, non posso essermi sbagliata.
- Questo significa che siamo nella merda lo capisci?
- SIAMOOOOO? SONO! Io sono nella merda Erik, non tu!
- Sei la mia donna, se ci sei tu automaticamente ci sono anche io. Non parlavo a vanvera il giorno in cui ti ho detto che sono sicuro che tu sia il mio vero amore, lo penso sul serio e non ci sarà un solo momento in cui non sarò al tuo fianco. 
- Si ma adesso...
- Adesso dobbiamo solamente capire la verità! Sono sicuro che ci sia una spiegazione più che logica. - lo vidi pensare frettolosamene - Ci sono! Domani dopo scuola, inventa una scusa con i tuoi, ce ne andremo ad Arendelle... abbiamo bisogno dell'aiuto del gran papà.
- Il.. il troll delle rocce?
- Lui sa tutto Chloe, lui può mostrarci la verità. 
- io non...
- Abbi fede in me, non te ne pentirai. - non ero assolutamente in grado di pensare lucidamente  in quel momento così gli diedi retta e gli dissi di si. La notte però, non riuscendo a chiudere occhio vista la drammatica sitazione, pensai molto e capii che non avevo assolutamente bisogno di una roccia parlante che mi dicesse quanto sarebbe stata disastrosa la mia vita, non nell'immediato almeno... avevo bisogno di qualcuno con cui parlare, qualcuno con cui sentirmi me stessa... qualcuno a cui avrei potuto dire qualsiasi cosa senza mai sentirmi giudicata. 
Al mattino preparai, come di consueto lo zaino per la scuola ma questa volta non vi misi dei libri dentro. Optai per riempirlo di vestiti e una volta preso l'autobus al posto di scendere a scuola proseguii per Boston. Erik avrebbe capito, non era il momento di parlare con gente a me estranea, quello di cui avevo davvero bisogno era parlare con mia sorella. 

POV LEILA
Avevo un esame a breve... uno di quelli importanti, forse il più importante di tutto il semestre. Stavo studiando giorno e notte, la mia vita sociale era diventata quasi pari a quella di un'eremita e come se non bastasse avevo addirittura litigato con Gideon. Eh già... si era arrabbiato perchè secondo lui stavo trascurando la nostra relazione. Avevo più volte cercato di spiegargli, tramite chiamate e sms, che il semplice motivo per cui non ci vedavamo più così tanto spesso era il semplice fatto che avevo troppo da studiare, ma lui sembrava non voler capire. Metteva sempre in ballo le solite cose: "sei cambiata, prima cinque minuti per me li avresti trovati, gli altri vengono sempre prima di me ecc ecc ecc". Addirittura si era messo in testa che lo stavo tradendo. Con chi? Con il mio tutor universitario. E' capitato qualche volte durante le nostre conversazioni che parlassi di lui e di come fosse stato una manna dal cielo ad illuminarmi sul programma da seguire ma ninte di più... a quanto pare questo per Gideon era abbastanza da poter intravedere in quelle parole l'inizio per me di una nuova relazione. Peccato che non sappia che il mio tutor ha 65 anni suonati. 
- Ha chiamato il tuo fidanzato mentre eri in doccia...  - lupus in fabula - Ha detto che potresti anche rispondere ai suoi messaggi. - disse la mia coinquilina alzando gli occhi al cielo. Lei e Gideon non potevano vedersi. Lui la considerava una poco di buono e non vedeva di buon occhio la nostra amicizia mentre lei lo considerava un pallone gonfiato capace solo di lamentarsi, comandare gli altri e dettar legge.  - gliel'ho spiegato che eri in doccia ma secondo me dubito che capisca il concetto che congegni elettronici e acqua non vanno d'accordo se messi insieme. 
- Ti ha detto anche qualcosa di sensato per caso? - risi alla sua precedente battuta
- Ha detto di richiamarlo... vuole sapere che intenzioni hai per questo fine settimana... se torni a casa o se deve venire lui. 
- Ancora? Ma se gli ho detto già 15 volte che non possiamo vederci questo fine settimana... è sordo per caso? - sospirai rassegnata. 
- Non lo so! E' il tuo ragazzo, non il mio - mi prese in giro
- Devo studiare! penso di averglielo detto in tutte le lingue del mondo ma continua a non capire. Vuole vedermi? Bene, gli dirò di venire qui ma non si mettesse in testa di fare chissà che cosa... vi guarderete un bel film mentre io continuerò a friggermi il cervello su questi schifosissimi libri. 
- Te lo scordi che io rimanga qui se lui verrà a trovarti! Chiederò ospitalità a Karen cosicchè voi piccioncini possiate stare un po da soli... per quanto non mi stia simpatico non ti farebbe di certo male scaricare lo stress facendo del buono e sano s...
- Railyyyyyy!!!! 
- Adoro quando ti scandalizzi così! - Scoppiò a ridere . Comunque fidati... non farebbe male nenache a Mr brontolone stanne certa. - non riuscii a trattenermi a quell'ultima battuta e iniziai a ridere insieme a lei. In effetti un po acidello lo era divedntato davvero. 
- Forse dopo l'esame... prima proprio no! Non ci crederai mai, visto che dici che non faccio altro che studiare, ma mi mancano ancora due libri prima di iniziare il ripasso finale.
- Dueeee???? E ancora qui a parlare con me stai? Che aspetti a metterti a studiare è? Fila ad aprire i libri... scrivo al tuo brontolone con il tuo telefono dicendogli di starsene a casina questo weekend e poi vengo a darti una mano. Hai bisogno di un miracolo!
- ALT! Stai lontana dal mio telefono punto primo... secondo ora ho lezione e non posso assolutamente mancare. 
- Se fai così adesso che sei solo una matricola cosa farai alla laurea? - sospirò rassegnata - Ti aspetto qui, non ho lezione oggi, porta immediatamente il culo a casa non appena la lezione sarà terminata. 
- Si mammina! - Presi la mia tracolla, la salutai e uscii di casa.  Ero abbastanza in ritardo visto l'incessante parlare della mia coinquilina e così decisi di prendere l'autobus con la speranza di guadagnare un paio di minuti ed arrivare, forse, in orario. Una volta arrivata in facoltà, con ben 15 minuti di ritardo,  notai di essere stata miracolata: Il professore era appena entrato in aula. Andai a sedermi accanto ai miei amici, che mi avevano gentilmente tenuto il posto e aspettai che iniziasse la lezione. 
Ero più concentrata che mai, la lezione di quella mattina prevedeva il ripasso di uno degli argomenti che ancora non avevo avuto modo di studiare. Stavo li con penna alla mano a cercare di prendere più appunti possibile in modo da ridurre il lavoro quando improvvisamente venni disturbata dalla vibrazione del mio cellulare. Diedi uno sguardo veloce al display per capire chi potesse essere e quando vidi che era la mia coiquilina rifiutai la chiamata senza pensarci due volte; la conoscevo bene, di sicuro aveva combinato qualcosa con uno dei suoi amici e ora moriva dalla voglia di raccontarmelo. Tornai a seguire la lezione ma fu impossibile riuscire a concentrarsi a dovere, il cellulare era un continuo vibrare. Lo presi un'ultima volta per mandarle un sms ma lei mi anticipò lasciandomi senza parole. 
 
Rimisi tutti i libri all'interno della tracolla e senza pensarci due volte corsi in direzione della fermata dell'autobus. Che accidenti ci faceva mia sorella, da sola, in una giornata di scuola a Boston? Che accidenti le era successo di così grave tanto da farla uscire da Storybrooke. Arrivai a casa con il cuore in gola, a parte il piccolo tratto in auto, avevo persorso tutto il tragitto correndo. La trovai buttata sul divano a singhiozzare in maniera incontrollata mentre la mia amica cercava in qualche modo di estorcerle qualche informazione.
- Chloe amore! - dissi andandomi a sedere sul divano con lei e stringendola forte contro il mio petto - scimmietta, tesoro... calmati ok, ci sono io adesso. Va tutto bene. - le feci dei massaggi circolari dietro la schiena cercando di riuscire a calmarla un po... niente... non sembra intenzionara a farlo. Ero preoccupata, in 15 anni della mia vita non avevo mai visto mia sorella comportarsi in quel modo. - Mi fai spaventare così... - le dissi dolcemente baciandole la fronte. -Andiamo a sciacquarci il visoo  ok?Magari dopo ti sentirai un po meglio. - scosse la testa in segno di negazione... bene, almeno iniziavamo a cominicare. - Ok, rimaniamo qui allora, va bene? - annuì - Ok, come vuoi. Te la senti però di dirmi quello che è successo? - scosse nuovamente la testa. Non era ancora pronta. Non la forzai e la lasciai sfogarzi, se sentiva il bisogno di piangere era giusto che lo facesse. Sperai solo che alla fine oltre al mal di testa che sicuramente avrebbe avuto, si sarebbe sentita un po piu leggera. Aspettai un'ora e mezza che il suo singhiozzo di calmasse ma quando mi resi conto che la cosa si sarebbe portata per le lunghe dovetti intervenire. - Senti, la mamma sa che si qui? - anche questa volta rispose a gesti e disse di no. - Ok, allora la chiamo e le dico di non preoccuparsi se non ti vede arrivare.
- NO NO NO LEILA NOOOOO! NON CHIAMARE MAMMA TI PREGOOOOOOOOO! - gridò talmente forte che mi mise paura. -NON DIRLE CHE SONO QUI!
- Chloe tesoro devo chiamarla per forza... anche se ti mettessi in viaggio adesso dubito che riusciresti a tornare a casa prima dell 16:00. Si preoccuperà non vedendoti tornare e sarà peggio. - scosse la testa per l'ennesima volta - Hai litigato con mamma per caso? - non vedevo altra spiegazione a quella reazione così esagerata
- ..no.
- E allora fammela chiamare ok? Le dico che ho voluto farti una sorpresa e ti sono venita a prendere prima per portarti a Boston così non si arrabbierà ok. Va bene così? 
- Si... - finalmente ero riuscita a convincerla. presi il telefono e chiamai mamma per informala. Mi beccai una ramanzina infinita sul fatto che non dovevo riprenderla da scuola senza prima chiederle il consenso, che quel pomeriggio aveva la visita di controllo per il problema al cuore avuto qualche mese prima e ora a causa mia era costretta a rimandarla e non per ultimo che non è stato assolutamente un comportamento responsabile il mio e che da me non se lo aspettava. Mi presi tutte le colpe del caso, non volevano se la prendesse con lei ancora una volta,  dopodichè riagganciai con la promessa di rimetterla su un'autobus quanto prima.
-  Mi sono appena beccata una strigliata infinita dalla nostra cara mammina per il "mio" comportamento poco responsabile lo sai scimmietta? Che ne diresti adesso di metterci comode davanti ad una bella tazza di cioccolata a chiacchierare su cosa ti ha spinto a venire fin qui? Credo di meritarmelo dopo quello che ho appena fatto per te non credi?
- Non... non pos... non posso dirtelo.... - niente, non riusciva a non piangere. 
- Certo che puoi dirmelo lo sai. Non saresti venuta qui altrimenti. Andiamo Chloe non farti pregare, non abbiamo tutta la giornata, volente o nolente tra poco dovrò accompagnarti alla fermata dell'autobus. Mamma ti vole a casa per un orario decente.
- Non... non ci torno a casa.  voglio re...re.. restare qui. Fammi restare qui ti prego. Farò la brava ma non farmi tornare a c...casa. 
- Amore fosse per me ti farei restare più che volentieri ma hai anche una visita da sostenere oggi - scosse la testa e si strinse ancora di piu al cuscino che del divano. - Non avrai mica paura di una stupida visita vero?
- No... ma a casa non... non ci torno. 
- Perchè Chloe, perchè? Dimmelo avanti. - cercai di spronarla nella speranza di riuscire a convincerla a parlare. 
- per... perchè ho... ho paura! - riuscì ad ammettere. - Mi... mi faranno a pezzi se solo sap... sapessero quello che è succ...successo. Io non... non volevo che succedesse lo giu... lo giuro... è la fine. La fine della mia vita. - singhiozzava incontrollabilmente, avevo quasi paura potesse sentirsi male da un momento all'altro.
- Andiamo non esagerare adesso che sarà mai successo di così tanto tragico da fari pensare una cosa del genere.Forse papà ti ha pizzicata con Erik e ora hai paura di tornare a casa per la sua reazione?
- Peggio... molto pe... peggio.
- cosa c'è peggio di papà che ti striglia Chloe? Devo preoccuparmi? - annuì facendomi gelare il sangue. Il mio pensiero andò subito ad Erik - E' successo qualcosa con Erik vero? - annuì ancora - Ti ha forse fatto del male? - non rispose subito e la cosa mi insospetti - Chloe guardami negli occhi per favore. Erik ti ha fatto del male?? Devi dirmelo se è così!
- N... no....
- Sicura? Ti ha costretta a fare qualcosa che non volevi? Parlami ti prego voglio solo aiutarti scimmietta. - la conoscevo bene e quello sguardo non era uno sguardo di chi ha intenzione di cedere facilmente. - Qualunque cosa sia successa può risolversi tranquilla. Ti aiuterò io non devi aver paura di niente. 
- Non... non si risolverà! - disse convinta ma angosciata allo stesso tempo. 
- Sono più grande di te tesoro e so per certo che nella vita tutto si risolve. Non c'è scampo solo alla morte quindi a meno che tu non abbia ucciso qualcuno rilassati, andrà tutto bene! 
- Me... me lo prometti?
- Certo che te lo prometto scimmietta ma tu devi dirmi che ti succede, solo così potrò aiutarti. Avanti respira profondamente, prendi coraggio e senza pensare ai se e ai ma dimmelo. Te lo ripeto scimmietta: non c'è nulla che tu non possa dirmi. 
La convinsi. La vidi prendere un respiro profondo dopodichè dando fiato alla bocca disse l'unica cosa che mai mi sarei aspettata di sentire - Penso di essere incinta!
 
Note dell'autore:
Eccomi qui, scusatemi per l'estenuante attesa ma tra il lavoro e le feste non sono riuscita a ritagliarmi molti momenti per dedicarmi alla scrittura. Cosa dire... è uno dei capitoli più lunghi che abbia mai scritto tanto che ho deciso di fare un'ulteriore divisione. Eh già, ci sarà una terza parte per quanto riguarda questa storia. Ho provato a concentrare il tutto in soli due capitoli ma mi è stato letteralmente impossibile. Spero che per voi non sia un problema. Spero che il capitolo, nonostante i vari errosi ortografici che sicuramente troverete sia di vostro gradimento. Appena avrò un attimo di tempo mi dedicherò a sistemare i casini commessi ehehehehe.  Vi auguro una buona lettura e un buon inizio settimana. A prestissimo. 


 
 
 
 

 

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Capitolo 71
*** Ribellione in corso (parte3) ***



POV LEILA 
Non potevo credere alle mie orecchie, aveva sul serio detto quello che avevo sentito? No, di sicuro avevo frainteso, con quel singhiozzare poi... sarebbe stato un vero miracolo capire al primo colpa cosa volesse davvero dirmi. Già, non poteva essere altrimenti. 
- Chloe tesoro, non ho capito, potresti gentilmente ripetere? - chiesi con la calma più assoluta.
- Io credo... credo di... beh io... - prese un respiro - Credo di essere incinta! - abbassò immediatamente lo sguardo per non incrociare il mio. No, non avevo frainteso, aveva sul serio pronunciato quelle parole. Non era possibile, non era assolutamente possibile... doveva esserci senza ombra di dubbio una spiegazione logica a quella frase; forse uno scherzo? Mmh no,  non sarebbe scoppiata a piangere in quel modo se così fosse. Forse una chiacchierata tra amiche sfociata in qualche stupida diceria? Si, doveva essere sicuramente andata così, mi rifiutavo categoricamente di credere che la mia sorellina, di quindici anni appena, aspettasse seriamente un bambino.
- Scimmietta ma cosa dici è? Chi ti ha messo in testa questa stupidaggine? Hai parlato con le tue amiche vero? Dimmi la verità: hai parlato con loro della gita trascorsa insieme ad Erik  e loro ti hanno messo questa pulce nell'orecchio, non è così? - non so perchè non mi limitai a farle una domanda alla volta, ero agitata forse... non lo so neanche io in realta. Quello che so è che non le diedi neanche il tempo di risponderle che subito continuai a parlare. - Tesoro non puoi impanicarti così solo perchè una tua amica ti mette in testa cose del genere. Non si rimane mica incinta ogni qual volta che si fa sesso. Se così fosse a quest'ora io e te avremmo milioni e milioni di fratelli visto il gran da fare dei nostri genitori non trovi? 
- Non... non ho parlato con nessuno di questa cosa se non con te... e con Erik. - ammise qualche secondo dopo.
- Lo hai detto anche a Erik? Ma Chloe... che c'è, vuoi forse ucciderlo sul colpo? Prima di sparare una sentenza così pesante dovresti quanto meno avere un qualche sintomo che ti faccia sospettare tale cosa non trovi? - Dissi ancora incapace di credere che mia sorella avesse anche solo potuto pensare ad una cosa del genere... incinta, tze...
- Sono stata male se ricordi... due settimane fa, e ancora adesso le cose non sono proprio del tutto migliorate. Rimetto come minimo un giorno si e uno no. - disse smettendo di piangere ma rimanendo comunque seria e spaventata.
- Me l'ha detto la mamma che non sei stata bene ma anche Liam è stato così prima di te. Ti ha sicuramente  passato il suo virus, tranquilla. - cercai di rassicurarla.
- Ma perchè sei così calma è? Mi dai sui nervi questa cosa! Vengo qui a esporti  un problema enorme e tu che fai? Mi prendi in giro?
- Non ti prendo in giro, sto solamente cercando di farti capire che non è così come pensi tu... e poi tranquilla, prima ti smonto le idee e poi mi arrabbierò come una iena per essere venuta qui facendomi prendere un colpo del genere. - ammisi. - Va avanti, altri sintomi che ti hanno fatto dedurre questa cosa?
- Ho un ritardo...
- E allora? Non mi risulta una novità così scandalosa per te. 
- Un ritardo di un mese e mezzo! - specificò. Ecco, questa era la prima cosa non poi così tanto normale. Dovevo preoccuparmi? Certo che no, il cambio stagione, lo stress di tutte le litigate avvenute in casa in quel periodo... può succedere no? Continuai quindi imperterrita a dimostrare la veridicità della mia teoria.
- Ok, hai un ritardo... possono esserci milioni di spiegazioni anche per questo sintomo, non deve essere necessariamente legato ad una gravidanza. - non era per nulla convinta della mia risposta. - Lo sai quando devi iniziare a preoccuparti? Quando sei consapevole, e spero per te che mai nella vita ti accadrà una cosa del genere o verrai linciata viva dalla sottoscritta, di non essere stata attenta. Non è di certo un tuo problema adesso no? Sei stata attenta con Erik vero? -la risposta la conoscevo già, era stata un pochino precoce è vero ma non era di certo una sprovveduta.
- Certo che sono stata attenta ma per chi mi hai preso? Abbiamo sempre usato il preservativo... - fece una pausa - Beh... quasi sempre. - quelle ultime parole risuonarono alla mia mente come una doccia gelata in pieno inverno. 
- Come hai detto scusa? Quasi? Quasi sempre? - pregai con tutto il cuore di aver capito male.
- No! Non guardarmi in quel modo posso spieg...
- QUASI SEMPRE CHLOEEEEEEE? MA CHE ACCIDENTI SIGNIFICA QUASI SEMPRE! SEI FORSE DIVENTATA SCEMA? - le inveii contro
- Non strillare, ho una motivazione per questa cosa... - tentò di giustificarsi... peccato che non ci fosse nulla da giustificare in realtà.
- Non strillo??? IO STRILLO QUANTO VOGLIO! NON ESISTONO MOTIVAZIONI VALIDE PER QUESTA COSA TE NE RENDI CONTO SI O NO? NON E' UNO SCHERZO CHLOE... NON SI GIOCA SU QUESTE COSE! - ma che le diceva il cervello?
- Se solo mi lasciassi spiegare...
- DEVO ANCHE LASCIARTI SPIEGARE? MA SEI SERIA???? - non potevo crederci, era nel torto marcio e mi chiedeva di lasciarla spiegare? Sarebbe stato da prenderla  a sberle altro che lasciarla spiegare. - Avanti... sentiamo questa tua, più che motivata, giustificazione - dissi sarcastica. 
- Eravamo in stanza e ci stavamo coccolando... sai come funziona no? Da cosa nasce cosa e così abbiamo iniziato a ... beh, hai capito. Solo che ad un certo punto, controllando nel suo borsone si è accorto di averli finiti... anche quelli che avevo comprato io lo erano e così...
- No, aspetta un attimo - la fermai -  Fammi capire meglio: tu avresti comprato dei preservativi?  Tu hai volutamente comprato dei preservativi? - stavo sognano, era un incubo non poteva essere altrimenti - Tu sei partita con Erik consapevole di fare determinate cose? - incredibile, ad ogni parola che le usciva dalla bocca io ero sempre più sconvolta... quella non era di certo mia sorella, avevo davanti a me completamente un'altra persona. 
- Che ti aspettavi scusa? Siamo partiti in gita insieme per guardarci in faccia secondo te? - aveva anche il coraggio di rispondermi?
- Che... che mi aspettavo? Che mi aspettavo Chloe? MI ASPETTAVO CHE AVESSI UN PO DI CERVELLO PER LA MISERIA! - gridai. - MA COME SI PUO' ESSERE COSI' STUPIDI! 
- Posso finire di spiegarti per favore?
- Perchè, non hai già detto abbastanza? C'è anche dell'altro? - chiesi ormai del tutto sconvolta. 
- Come ti dicevo ne eravamo a corto - continuò come se fosse la cosa più normale di questo mondo - così Erik ha pensato di chiederne qualcuno a Mark o a uno dei suoi amici ma loro erano a lezione con gli altri della classe e quindi non potevano darci una mano...
- A lezione? E perchè loro erano a lezione e voi no? - abbassò lo sguardo consapevole di essersi lasciata sfuggire qualcosa di troppo. Non rispose ma capii benissimo che non c'era nulla di buono in quel religioso silenzio. - Chloe, perchè i tuoi compagni erano a lezione a differenza tua? - cercai di restare pacata e non dire cose di cui sarei potuta pentirmene. 
- Perchè non mi andava ok? Volevo starmene con il mio ragazzo senza rotture di scatole tra i piedi contenta? 
- Ma tu sei seria? Io spero vivamente che tu stia scherzando perchè se sei seria c'è da preoccuparsi per davvero. Ma come ti è venuto  in mente di restare in camera a fare i tuoi porci comodi quando in teoria avresti dovuto essere a lezione?  Ti sei completamente fumata il cervello? 
-  UFFA LEILAAAA, SMETTILA! - mi rinroverò per poi placare immediatamente i toni, non era assolutamente nella posizione di potersi alterare. - Vuoi sapere come sono andare le cose o vuoi continuare a bloccarmi, con i tuoi sermoni, ad ogni frase che dico?
Roba da pazzi... - Vai vai, continua pure.
- Abbiamo pensato di uscire per comprarli ma uscire senza permesso sarebbe stato troppo rischioso quindi, non avendo altre soluzioni, l'abbiamo fatto ugualmente. E' stato lui a propormi la cosa,io ero un po titubante ad essere onesti. Non sapevo come comportarmi e so che in teoria sarebbe stata una cosa da evitare ma lui... beh lui mi ha detto di stare tranquilla, che non sarebbe successo nulla, che avrebbe pensato a tutto lui e che sarebbe stato super attento. Mi sono fidata e così per quella giornata l'abbiamo fatto così... senza. 
- Per quella giornata??? - ripetei come un'automa. Non era stata solo una volta quindi... di male in peggio. 
- Si, poi il giorno dopo siamo usciti e li abbiamo ricomprati.  - Non sapevo cosa dire... ero completamente sotto shock. Mi sarei aspettata di tutto da lei ma non che fosse così superficiale. In un attimo mi tornarono alla mente le parole che mi aveva detto all'inizio: "penso di essere incinta" e tutto quello che avevo detto per consolarla cadde nel dimenticatoio. Aveva un ritardo e non si era ancora ripresa totalmente da quello che credavamo fosse un banalissimo virus intestinale... e se non fosse un virus? Tutte le spiegazioni alternative che avevo attribuito in merito ai suoi sintomi non erano più credibili... se aveva fatto sesso non protetto quei sintomi potevano benissimo ricollegarsi anche ad una gravidanza. - Allora? Non... non dici niente?  - e cosa avrei dovuto direle secondo lei...
- Che vuoi sentirti dire Chloe? Che capisco quello che hai fatto? Che non sono arrabbiata con te? Che non devi preoccuparti perchè tutto si sitemerà? Non ti dirò nulla di tutto questo e ad essere onesti è meglio se non dico proprio nulla o potrei rischiare di fare qualche casino di cui potrei pentirmi. - presi un respiro, mi mancava l'aria.
- Io non l'ho fatto apposta, non volevo questo... non ho pensato alle possibili conseguenze... io...
- Hai detto bene: NON HAI PENSATO.
- Sono venuta da te per un aiuto Leila non per farmi sgridare. Non c'è bisogno che tu mi dica che io sia stupida... lo so benissimo da sola ok? - rieccola iniziare a piangere. 
- VUOI UN AIUTO??? E CHE AIUTO VORRESTI SENTIAMO! SE IL DANNO E' FATTO E' FATTO ORMAI,NON SI PUO' TORNARE INDIETRO. SE FOSSI STATA SINCERA CON ME FIN DALL'INIZIO TUTTO QUESTO NON SAREBBE SUCCESSO. TE L'HO DETTO MILLE VOLTE DI SMETTELA E DI AVERE RAPPORTI CON LUI MA A QUANTO PARE PER TE ULTIMAMENTE E' UN PROBLEMA TENERE LE GAMBE CHIUSE. 
- Leil...
- NOOO!!!! - la stoppai -  LEILA UN CORNO CHLOE! NON PUOI VENIRE DA ME CON L'ARIA DA FINTA SANTARELLINA A DIRMI CHE FORSE C'E' LA POSSIBILITA CHE TU SIA RIMASTA INCINTA E SPERARE CHE IO FACCIA QUALCOSA PER AIUTARTI OK? TE L'HO CANTATA PIU DI UN MESE FA... TI HO DETTO DI NON TRADIRE LA MIA FIDUCIA, DI RISPETTARE LE TAPPE E NON AFRETTARE LE COSE... HO FATTO TUTTO QUELLO CHE ERA IN MIO POTERE PER DARTI UNA MANO MA TU TE NE SEI  SBATTUTA ALTAMENTE. HAI PREFERITO AFFIDARTI A LUI PIUTTOSTO CHE A ME.... SAI CHE TI DICO? CHE TI RESTA BENE. - le volevo un bene dell'anima ma aveva sbagliato alla grande questa volta. 
- Ti... ti prego non... non lasciarmi da sola... - si avvicinò a me supplicandomi. - Io... io...
- Sei tu che sei voluta rimanere da sola,  io ho provato in tutti i modi a farti capire che stavi sbagliando ma a quanto pare i miei consigli non ti sono stati d'aiuto quindi non vedo perchè debbano esserlo adesso. 
- Mi... mi stai sbattendo la porta in faccia quindi? Non... non vuoi aiutarmi? Leila ti supplico...
- No ok? Non voglio aiutarti. E' snervante farsi in due per aiutare qualcuno e poi venire a scoprire che questa persona neanche ha provato a seguirlo il tuo consiglio. Per questa volta voglio farmi da parte. - presi un respiro - E poi anche volendo non saprei come aiutarti, non è una cosa che dovresti dire a me. Dovresti parlare con la mamma: lei è l'unica che può aiutarti. - le avevo detto che non avevo intenzione di aiutarla ma in realtà un piccolo aiuto, anche se indiretto, glielo stavo dando: nostra mamma era l'unica che avrebbe saputo muoversi in una situazione simile, la cosa migliore per Chloe era confessare il suo errore a lei. 
- Sei una stronza! Vuoi... VUOI CHE PARLI CON LA MAMMA DI QUESTO? SCORDATELO, NON LO FARO' NEANCHE MORTA. 
- Come ti ho detto poco fa, a che serve aiutarti se ogni cosa  che dico non è mai quella giusta? - provai a farla riflettere ancora una volta.
- Non è un aiuto questo, lo sai bene. Non posso andare dalla mamma e dirle :" mamma ciao come stai? Oh a proposito sono incinta!"... è ridicolo oltre che da suicidio. 
-  Vita tua scelte tue. Vuoi dirlo alla mamma facendoti così dare una mano da qualcuno? Fallo. Non vuoi dirglielo e di conseguenza vuoi continuare a fare di testa tua? Fallo! Io non dirò più nulla. 
- Perchè... perchè mi stai trattando così è? Che ti ho fatto di male per meritarmi tutto questo schifo è? IO LO AMO ERIK OK? E SE HO FATTO DETERMINATE COSE CON LUI E' PERCHE' PROVO UN SENTIMENTO CHE CON  GLI ALTRI NON HO MAI PROVATO. A DIFFERENZA DI COME PENSI TU, IO NON SONO UNA PUTTANA LEILA. 
- NON METTERMI PAROLE IN BOCCA CHE NON HO MAI DETTO SIGNORINA. 
- E allora se non lo pensi perchè non mi aiuti? - ve lo giuro, vederla così disperata mi stava mandando ai matti, sarei voluta correrle incontro e abbracciarla forte. Non potevo però, doveva capire di aver commesso un grave  errore. 
- PERCHE' DEVI CAPIRE CHE HAI SBAGLIATO E QUESTO E' L'UNICO MODO! Ora prendi le tue cose che devi tornare a casa. 
- Io non ci torno a casa. 
- Oh tu ci torni eccome, non puoi stare qui e poi la mamma ti sta aspettando.
- Non torno a casa ti ho detto e se non mi vuoi qui troverò un altro posto dove stare, di sicuro ci sarà chi è disposto ad ospitarmi.
- Ah si? e chi sarebbe quell'incoscente capace di tenerti nascosta in casa con il rischio di una denuncia per sequestro di persona è? Qualche tua amica? Ah no... ma che sto dicendo: Erik giusto? - feci una risata sarcastica - FINISCILA CHLOE E COMPORTATI COME UNA PERSONA MATURA PER UNA VOLTA. Non appena sarai salita sull'autobus chiamerò la mamma per informarla della tua partenza, se non arriverai a destinazione lei se ne accorgerà e allora si che sarà la tua fine. Vuoi sapere perchè? Perchè le racconterò tutto io. - prese lo zaino e rimettendolo sulle spalle fece per uscire di casa. - Non si saluta più quando si esce? Sei diventata anche maleducata adesso? - dissi facendole notare che in stanza c'era anche la mia coinquilina. Continuò a camminare incurante di quello che le avevo appena detto, era furibonda ma allo stesso tempo delusa. Chissà, forse il viaggio da sola in autobus  l'avrebbe aiutata a capire i suoi errori e magari l'avrebbe finalmente spinta a confessare tutto a mamma. 
- Leila... se mi aiuti adesso prometto di... - tentò ancora una volta, poco prima di salire sull'auto, cercando miseramente di farmi cambiare idea.
- Promesse, promesse, sempre promesse. No Chloe, odiami pure quanto ti pare ma questa volta non ti aiuterò. Se vuoi un aiuto sai da chi devi andare.
- MAI!
- E allora... beh... buona fortuna. 
***
POV EMMA
Mi ero raccomandata di farla tornare a casa in un orario decente e invece erano le cinque del pomeriggio e ancora non era ripartita da Boston. Avevo prenotato una visita di controllo con il miglior cardiologo di zona più di un mese prima e purtroppo, visto l'oraio ormai tardo, fui costretta a disdirlo. Come minimo ci sarebbe voluto un'altro mese per poter ottenere un nuovo appuntamento quindi sperai vivamente che il motivo per cui Leila fosse andata a prendere prima Chloe da scuola fosse più che valido perchè altrimenti significava aver perso solamente tempo. Ero seduta al tavolo della cucina, intenta a convincere Liam a fare i compiti, quando Leila mi scrisse per dirmi che sua sorella era ripartita. "Alla bon'ora" pensai. Prima che sarebbe giunta a destinazione ci sarebbero volute come minimo due ore quindi ne approfittai per far finire Liam di studiare e per cucinare qualcosa per la cena. Quando Killian rientrò a casa  gli spiegai in grandi line la situazione e successivamente mi avviai verso la fermata dove sarebbe scesa. L'aspettai in macchina ma non appena la vidi scendere dall'auto, anche se a distanza, riuscii chiaramente a vedere dal suo viso che qualcosa non andava. A confermarmi ciò furono gli occhi rossi, il poco trucco che indossava sbavato e il fatto che non disse neanche ciao una volta salita in macchina.
- Chloe... è tutto ok? - domandai un po in pensiero. Non l'avevo lasciata in quelle condizioni al mattino, doveva essere necessariamente essere successo qualcosa. Si limitò ad annuire, cosa che fa solamente quando non ha voglia di parlare e pur di non peggiorare la situazione per quel primo momento mi accontentai del suo silenzio. Una volta tornate a casa però anche Killian si accorse che c'era qualcosa che la tomentasse. Come me in un primo momento fece finta di nulla ma una volta a tavola, vedendola giocare con il cibo per nulla intenzionata a mangiarlo, decise di intervenire. 
- Non mangi?
- No... non ho molta fame - rispose senza far trasparire alcun tipo di emozione.
- Se non ti piace posso prepa... - provai a dire io senza però avere modo di terminare la frase.
- No mamma grazie, è tutto buonissimo davvero, solo che non mi va nulla. Ho lo stomaco chiuso.
- Mmh... è successo qualcosa? Tu che non mangi è un avvenimento preoccupante! Non so... magari a scuola? - continuo Killian non vedendoci chiaro.
- A scuola tutto bene papá! Davvero! Non abbiamo fatto molto oggi a dire il vero. Fosse così tutti i giorni... 
- E allora si può sapere che hai? Se c'è un problema possiamo affrontarlo insieme, lo sai.
- Mamma, ma non ci arrivi? L’avrà lasciata il fidanzato! - si intromise Liam iniziando a prenderla in giro. Quando erano piccolini  era sempre lei ad infastidirlo  ma con il passare del tempo la cosa sta man mano cambiano: adesso è lui che che le da guai e spesse volte ci rimette anche. - Non è forse così narcisa dei miei stivali? - rise - Non posso credere che finalmente si sia svegliato e ti abbia piantata! Alleluiaaaaaa, era ora!
- Zitto pidocchio! - replicò lei cercando di non perdere il controllo. Si stava sforzando a restare calma. 
- Come dargli torto poi... sai che palla al piede deve essere una come te!
- Ti ho detto di stare zitto! - ripetè per la seconda volta sempre più spazientita... non credo avrebbe resistito ancora a lungo. 
- Che c’è, la verità brucia sorellina? Sono sicuro che ne ha di sicuro già trovata un’altra molto più bella di te! Non che ci voglia molto poi...
- ORA MI HAI DAVVERO SCOCCIATOOOOOOOOOOO! - Non riuscii ad impedirlo, neanche mezzo secondo dopo vidi Liam, grazie ad un gesto con la mano da parte di Chloe, volare per la cucina per poi rimanere appeso contro una delle pareti. - Allora pidocchio... hai ancora tanta voglia di parlare adesso? - si alzò per raggiungerlo.
- Lasciami strega! - disse lui vincolandosi inutilmente.
- Non ci penso nemmeno!
- Mamma di qualcosa a questa stupidaaaa! 
- Lascialo subito Chloe! - risposi in contemporanea all’ultima richiesta di Liam. Non gli stavo dando ragione, ma non era di certo una cosa normale appendere suo fratello al muro. Fin quando si prendevano a parole potevo anche far finta di nulla ma così proprio no. 
- Ma mammaaaa, lui.... - protestò. 
- Lascialo! - ripetei tenendo sempre i toni molto pacato - Lo sai bene che non viglio che si usi la magia per queste stupidaggini. Dai, fa la brava. 
- Ok come vuoi - scrollò le spalle con indifferenza e lo lascio cadere a terra senza mezzi termini. - Contento adesso pidocchio?
- Gallina! 
- Pallone gonfiato 
- Narcisa 
EI VOI DUEEEEE! LA VOLETE PIANTARE UNA BUONA VOLTA SI OPPURE NO DI PRENDERVI A MALE PAROLE??????? - Intervenne Killian alterato per quello sciocco teatrino. - E' possibile che non riusciate mai a non litigare voi due?
- Chiedilo a lui... io non stavo facendo proprio nulla stavolta.- si giustificò Chloe. 
- Certo, pensavi al fidanzato che ti ha furbamente mollata! - continuò imperterrito a prenderla in giro. 
- ANCORAAAAAAA?!?!?!!? Non mi ha piantata ok? C’è una ragione ben più grande di un fidanzato se sto così - si rivolse a me e a Killian - E' PERCHE' AD ECCEZIONE DI MI AVETE REGALATO SOLAMENTE FRATELLO IDIOTI E INUTILIIIIIIIIII!  - scappò di corsa in camera sua piangendo copiosamente.  Aveva detto fratelli? Al plurale? Aveva escluso Henry dalla cerchia... Mmh ok, avevo decisamente capito il motivo del suo stato d’animo.
- Pensi anche tu a quello che penso io vero? Credi anche tu che abbia litigato con Leila? - se lo aveva capito anche Killian allora era proprio palese la cosa.
- Già penso di sì. Vado a parlarle e tu... - dissi rivolgendomi a Liam il quale pensava di averla scampata.  - Dovresti comportarti meglio con lei.
- Ma mamma...
- No no no no no caro mio! Non è stato per nulla carino quello che hai fatto. Tua sorella era triste per qualcosa e tu piuttosto che starle vicino che fai ? La prendi in giro? Un buon fratello non si comporta così.
- Ma lei....
- Lei cosa? Ti ha mai preso in giro o umiliato quando emotivamente eri a terra? - abbassò lo sguardo colpevole - Mi risulta di no ragazzino. Nonostante siete come cane e gatto ti è sempre stata vicina quando ne avevi bisogno, sia per i problemi piu piccoli che quelli più grandi. Direi che ogni tanto potresti essere carino con lei anche tu non trovi? 
Annuì. - Scusami  mamma ho sbagliato. - ammise. 
- Ammetterlo è già un grande passo. Aspetta che si calmi un pochettino ma poi falle le tue scuse. Va bene?
- Va bene ma... non mi metti in punizione vero? - chiese con la paura negli occhi.
- Se le chiederai scusa nella maniera più sincera possibile allora ti risparmierò, ma dipende da te. Ormai inizi ad essere grande anche tu, non puoi sempre fare il bulletto. Lo sai che tanto poi ci rimetti. - gli scompigliai i capelli. -Se hai finito di mangiare va di sopra a ripassare per l'interrogazione di domani, subito dopo aver fatto una chiacchierata con tua sorella verrò ad ascoltarti. - anche se moriva dalla voglia di farlo non replicò, non era nella posizione giusta per poterselo permettere, prese il suo zaino dal soggiorno e come da copione andò di sopra.
- Pensi sia davvero necessario parlarle? Magari è solamente una delle loro solite litigate. 
- Ma l'hai vista in faccia Killian? Aveva un'aspetto orribile, avranno anche sempre litigato ma credo che questa volta ci sia un motivo serio sotto o non si spiega.  Parlerò con lei e poi se necessario farò una telefonatina anche a Leila. - mi guardò male - Sta tranquillo, non voglio farle il terzo grado, le parlerò da amica, come abbiamo sempre fatto, vedrai che risolveremo anche quest'altra piccola crisi familiare. - non mi ostacolò così dopo avergli dato un bel bacio, lo lasciai da solo in cucina per recarmi in camera della mia piccola adolescente problematica. 
- Posso entrare? - chiesi gentilmente affacciandomi solo con la testa all’interno della sua stanza.
- Se è per via di Liam mi dispiace ok? Non avrei dovuto usare la magia su di lui.
- Non c’entra nulla Liam, è vero non dovevi usare la magia ma è altrettanto vero che un pochino se l’è cercata! - mi guardò come se stessi dicendo cose dell’altro modo. - che c’è? Perché mi guardi così? Non l’hai mica incenerito.... lo hai solo sospeso in aria - le feci l’occhiolino. Non è stato un grande comportamento il suo ma era evidente che fosse preoccupata per qualcosa, dovevo cercare di essere comprensiva Se volevo mi parlasse. - comunque non farlo più ok? - le sorrisi.
- Se non c’entra Liam allora perché sei qui? - mi domandò
- Perché il tuo comportamento a tavola e in macchina mi ha preoccupato un po’. Per non parlare della frase che hai detto poco fa sui tuoi fratelli.
- Ho detto solamente ciò che penso... ora se vuoi scusarmi...
- Hai litigato con tua sorella immagino...
- Immagini bene ora per piacere potresti lasciarmi sola? Non sono dell’umore per parlare e non vorrei risponderti male.
- Andiamo Chloe voi due avete sempre battibeccato...
- Non è la stessa cosa questa volta. L’ha combinata grossa e non ho nessuna intenzione di perdonarla!
- Ora dici così perché sei arrabbiata ma vedrai che...
- Non sono arrabbiata mamma, sono delusa... tanto delusa. Forse delusa non rispecchia neanche in minima parte ciò che sono in realtà. Ha superato un certo limite e comunque ti ho detto che non ne voglio parlare! Devo mettermi a studiare cosa che non ho avuto tempo di fare oggi per colpa della sua stupidità.
- Inizio seriamente a preoccuhparmi sai... che avrà mai fatto di male, ti ha forse rubato il fidanzato?
- Ci deve solo provare a toccarlo dopo tutto quello che gli ha detto fino ad oggi. La faccio fuori come minimo, quello che ho fatto a Liam sarà nulla in confronto a quello che farò a lei. - non l'avevo mai sentita parlare così verso sua sorella, forse dovevo seriamente preoccuparmi.
- Questo discorso non mi piace per niente- l'ammonii - Tua sorella ha sempre avuto occhi per te, ti ha sempre difesa, supportata... che accidenti ti può aver fatto di così grave per farti parlare di lei in questo modo? - domandai sperando che mi rispondesse una volta per tutte.
- Ecco vedi? Propio come immaginavo. Capisci perché non ne voglio parlare con te? Tu sai solo difenderla... Leila di qua, Leila di la... la figlia perfetta! Tze... Perfetta un cavolo mamma!
- Non la sto difendendo, se non so neanche di cosa parli come posso difenderla è? Dico solo che non ce la vedo tua sorella a farti un torto...
- Non mi ha fatto un torto infatti, mi ha direttamente sbattuto la porta in faccia contenta adesso? - e questo che significava?
- Perché ti è venuta a prendere a scuola oggi?
- Dovevamo parlare di una cosa seria ma alla fine tutto è sfociato in un litigio clamoroso e mi ha cacciata da casa sua! Non voglio più vederla manma... non voglio neanche sentirla nominare. Fosse per me toglierei dal mio cuore anche quella specie di filo che ci unisce. Non doveva trattarmi come ha fatto e io non la perdonerò mai per questo. - wow... non mi sarei mai aspettata che arrivasse a questo punto. 
- Sono sicura che anche insistendo non mi dirai il motivo della vostra litigata suppongo. - annuì - ok non insisterò per ora, magari quando chiamerà sarà lei a dirmi...
- Deve solo provarci a parlare quella sottospecie di....
- Piano con le parole... che ti piaccia o no è pur sempre tua sorella e non accetto che vi parliate così. Ignoaratevi, fate come vi pare ma portatevi rispetto... almeno in questa casa. - annuì per nulla convinta e senza dirmi altro prese un paio di libri e si mise alla sua scrivania a studiare. Non avevo ottenuto molto ma forse parlando con Leila sarei stata più fortunaya. Alzai il telefono e composi il suo numero. La prima cosa che disse, senza neanche prima salutarmi, fu “tutto bene con Chloe?” Era ufficiale, qualcosa non andava. Spiegai lei in grandi linee quello che sia sua sorella mi aveva accennato ma non ottenni di più da parte sua se non il fatto che aveva deciso di non darle ascolto perchè secondo lei aveva fatto qualcosa che non doveva fare. Non mi disse cosa, disse solo che se Chloe avrebbe voluto me ne avrebbe parlato, lei non aveva nessuna intenzione da fare da tramite.
- Penso che tu si stia agitando troppo amore mio! - disse Killian non appena terminai di raccontargli le conversazioni avvenute con entrambe le ragazze. - Non credi che se fosse successo qualcosa di grave a Chloe Leila c’è l'avrebbe detto?
- Si penso di sì però... però non riesco a crede che abbiano litigato sul serio stavolta. Non è da loro tenersi il muso e questo mi fa capire che devo preoccuparmi. - risposi 
- Sono solamente delle ragazze Emma... anche io con mio fratello non facevo altro che litagare eppure io avevo occhi solo per lui; vedrai che sarà stata semplicemente una litigata più accesa delle altre. Già domani sarà un capitolo chiuso vedrai.
- Tu dici? No perché il mio super potere...
- Il tuo super potere non funziona... - esclamò alzando gli occhi al cielo. 
- Ah si è perché mai non dovrebbe? Non ha mai sbagliato un colpo!
- Beh se non capisci il motivo per cui sto cercando di chiudere questa discussione nel minor tempo possibile - ammiccai indicando il letto - Vuol dire che il tuo super potere deve essersi davvero arrugginito! - rise. 
- Cretino! Sto parlando di una cosa seria io. Come puoi solo pensare di divertirti quando due delle nostre figlie neanche si rivolgono la parola? - possibile che Killian riesca a pensare solo ed esclusivamente al sesso?
- Ho detto che voglio chiudere la conversazione quanto prima  ma questo non vuol dire che io abbia  mentito. Non sono per nulla preoccupato per quelle due e sai perchè? Perchè penso sul serio che domani la questione sarà già bella che risolta! Anzi... conoscendole secondo me stanno già chiarendo tramie telefono. - beh.. non era di certo la prima volta. - Perché perdere una notte a rimurginare su cose infondate quando si sa già come andrà a finire? - continuò con il suo solito atteggiamento da latin lover che tanto amavo ma allo stesso tempo odiavo. Non sapevo resistere a quei suoi modi di fare. 
- E sentiamo signor so tutto io... e se domani ancora non dovessero parlarsi?
- Beh in quel caso allora penseremo ad aiutarle ma almeno saremo belli che riposati e privi di ogne tenzione non trovi?  - ammiccò ancora  una volta. - Allora mia signora, che ne dici: ti andrebbe si scaricare la tensione insieme al sottoscritto? - non mi fece neanche replicare che prese a baciarmi, prima con estrema delicatezza e poi sempre con piu passione e foga. Credevo che sarei riuscita a resistergli e invece? Beh... niente da fare, finii in balia del mio capitano in men che non si dica.
***
Come volevasi dimostrare avevo ragione io, c'era qualcosa di più grave sotto...quella non era affatto una semplice litigata tra sorelle. Come lo capii? Beh... Non solo il giorno seguente alla loro discussione non si chiarirono, ma non lo fecero neanche durante tutta la settimana che ne seguì. Nessuna telefonata, nessun confronto diretto... niente di niente, si stavano volutamente ignorando a vicenda. Ero agitata, molto agitata, ma cercai comunque, su consiglio di Killian, di restare al mio posto e non intromettermi. Sarei intervenuta solo se strettamente necessario cosa che si verificò prima di quanto pensassi. Neanche quattro giorni dopo ecco i primi segnali d'allarme: chloe si era chiusa in se stessa, non usciva più di casa se non per andare a scuola e passava le sue giornate stesa sul letto a piangere. Il suo appetito era diminuito drasticamente e tutto quel nervosismo non faceva altro che portarla ogni tanto a rimettere quel poco che il suo stomaco riusciva ad assimilare. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Non potevo più restarmene frema, con le mani in mano, ad aspettare che una delle due si distruggesse. Chloe stava a pezzi, potevo vederlo con i miei occhi, ma chi mi diceva che non era così anche per l'altra? Se loro non erano in grado di risolvere i loro problemi personali da sole allora bisognava che qualcuno lo facesse al posto loro. Tentai di parlare nuovamente con la più piccola ma quello che ottenni furono solamente lacrime e silenzi. Non era assolutamente intenzionata a parlare. Mi stesi sul letto accanto a lei e la strinsi forte a me, non mi rifiutò e questo mi fece enormemente piacere, forse non tutto era perduto. Restammo per oltre un'ora strette una nelle braccia dell'altra senza proferire parola poi però vista l'ora tarda decisi che forse era meglio lasciarla riposare un po. Il giorno seguente aveva comunque scuola. Le diedi un bacio come ero solita fare quando era piccina e dopo averle sistemato al meglio le coperte tentai di uscire dalla sua stanza.
- Mamma aspetta... - disse con un filo di voce facendomi bloccare immediatamente. - Posso chiederti una cosa?
- Certo tesoro mio, tutto quello che vuoi. - le sorrisi dolcemente.
- Beh io mi stavo chiedendo se... si ecco... non è che ti andrebbe di dormire qui con me? -la guardai meravigliata. Sul serio mi stava chiedendo una cosa del genere? Chloe... la mia Chloe? L'adolescente più adolescente che esista sulla faccia della terra mi stava davvero chiedendo una cosa del genere? Non potevo credere alle mie orecchie. 
- Tesoro... - faci fatica a trovare le parole tanta era l'emozione.
- ok ho capito... fai... fai finta che non ti abbia detto nulla. - abbassò lo sguardo e si ranicchiò nelle sue coperte dispiaciuta da quel che pensava fosse un rifiuto.
- Cosa ti ha fatto pensare che io abbia detto di no è? Ma certo che dormirò con te amore mio... mi farebbe davvero molto molto piacere. 
- Mah tu... 
- Io cosa? - domandai
- beh tu prima hai esitato. Credevo che non...
- Ero semplicemente meravigliata dal fatto che tu me l'avessi chiesto. Avanti fammi posto - andai a sistemarmi accanto a lei - ma non prendermi a calci come quando eri piccola. - Scherzai riuscendo a strapparle solamente un sorriso forzato. 
- Ci proverò. 
 Si mosse per tutta la notte e non potei far altro che stare sveglia a controllarla. Non sapevo se stesse poco bene o se stesse avendo un incubo, era sudata fradicia e si lamentava nel sonno. Avrei voluto svegliarla ma prima che potessi farlo ecco che si alzò di scatto e urlando. Aveva decisamente avuto un incubo.
- AAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!!!!! - prese immediatamente a piangere
- Chloe, Chloe tesoro guardami - le presi il viso tra le mani e cercai di farle incontrare il mio sguardo - E' tutto ok, non è successo nulla, era solo un sogno amore.... solo un brutto sogno. - L'abbracciai e contemporaneamente la cullai cercando di placare quel pianto disperato.
- Mi... mi odia.... - disse tra i singhiozzi, sapevo a chi si stava riferendo.
- Ma no che non ti odia tesoro, non dire così. - cercai di rassicurarla
- Si invece... mi ha chiuso la porta in faccia... io... io avevo bisogno di lei e lei.... 
- Shhhhh... non fare così. Sono sicura che tua sorella abbia agito d'istinto, non voleva trattarti in quel modo.
- Ma l'ha fatto e io ora sono solaaaaaaaaa....
- Ma non sei sola Chloe che dici? Hai un sacco di amici, un fidanzato che si farebbe uccidere da tuo padre piuttosto che lasciarti e non per ultima hai la tua famiglia rompiscatole. Lo vedi? non sei per nulla da sola. 
- io senza di lei mi sento sola peròòòòòòòòòòòò..... non ce la faccio più, sto scoppiando. Ma quando finirà tutto questo schifoooooo????? - ma di che accidenti stava parlando?
- Tesoro avrai anche litigato con tua sorella, ci sta e sono sicura che farete pace al piu presto, ma non per questo devi tenerti tutto dentro. Se hai qualche problema, il più piccolo o più grande che sia, puoi sempre confidarti con me! Sono la tua mamma, la tua amica/mamma come mi hai sempre chiamata, non c'è nulla che tu non possa dirmi.  - le ricordai.
- Non voglio parlarne più con nessuno. Non ne vale la pena... se lo faccio allontanerò tutte le persone che mi vogliono bene e non voglio... - ammise le sue paure.
- Non perderai nessuno amore mio posso garantirtelo. Puoi dirmi tutto quello che vuoi, io sarò qui pronta ad aiutarti e a sostenerti sempre. 
- Non voglio non voglio non vogliooooooooooooooooo. - i singhiozzi si fecero più forti tanto che fu impossibile continuare a parlare. Mi limitai ad abbracciarla e a suon di carezze riuscii a farla addormentare di nuovo. Cosa accidenti poteva mai essere successo per farla reagire in quel modo così esagerato? Non riuscii a scoprirlo ne quella sera ne il giorno seguente. Non appena si svegliò trovò ogni prestesto possibile immaginabile per mandarmi via dalla sua stanza. La conoscevo, si vergognava dello sfogo avvenuto qualche ora prima. Non le dissi nulla e la lasciai fare, non avrei ottenuto nient'altro da lei. Forse con leila sarebbe andata meglio. Aspettai che Chloe e Liam andassero a scuola dopodichè la chiamai.
- Pronto mamma? Tutto bene?
- No... non va assolutamente bene. Chloe...
- Chloe cosa? Che è successo a Chloe mamma? - potevo sentire dalla sua voce che si stava preoccupando. Bene molto bene...
- Ah ma vedo che ti preoccupi allora...- dissi sarcastica.
- Certo che mi preoccupo... è mia sorella dopotutto. Allora? Come sta? Le è forse successo qualcosa?
- Sta male... è distrutta... e tutto perchè si è sentita abbandonata da te. 
- Io ho fatto solo quello che ritenevo giusto per lei. Doveva credere di non poter più contare su di me, era l'unico modo per farla aprire ache con t.... con gli altri. - rispose
- Beh... non ha funzionato mia cara. Tua sorella sta sotto un treno! Non mangia più... rimette ogni cosa che entra nel suo stomaco, piange dalla mattina alla sera e si è completamente chiusa a riccio con il resto del mondo. Non esce neanche più. Ricordi che tuo padre le aveva tolto parte della punizione dandole il permesso di poter rivedere le sue amiche? Beh... a quanto pare uscire non le interessa più. 
- Cosa?!?!? 
- E senti questa: ieri sera mi ha supplicato di dormire con lei! Ho passato tutta la notte a consolarla perchè si sente sola e indovina un po chi è che le manca? Tu mia cara. Ora io pretendo di sapere che accidenti è successo perchè non posso più continuare a vedere mia figlia atteggiarsi come una moribonda. Passi il litigio, passi l'arrabbiatura ma quando è troppo è troppo. 
- Non... non posso dirtelo mamma... mi dispiace.  - mi rispose 
- No? e per quale motivo?
- Perche... beh perche sono cose nostre! Mie e sue... siamo noi ad aver litigato, non dobbiamo per forza urlarlo hai quattro venti. - cosa cosa cosa???? E io secondo lei non ero nessuno? Non mi arrabbiai solo perchè volevo trovare un modo per risolvere la situazione. - ma sta così tanto male?
- Sta peggio di quello che ti ho detto, ho cercato di non essere troppo realista o avresti potuto sentirti in colpa.  Ora non mi interessa se sei orgogliosa, contraria alla riappacificazione o cosa: trova il modo di far tornare tua sorella quella che era! - ordinai
- Anche se volessi non credo si possa fare più nulla, si sente tradita da me, non mi permetterà più di entrare nel suo cuore.
- Questa è una scusa che non sta ne in cielo ne in terra. Se ci tieni a tua sorella fai qualcosa altrimenti sputa il rispo perchè fidati o con le buone o con le cattive lo verrò a sapere.
***
POV LEILA
Mi aspettavo che ci fosse rimasta male, in fondo un pochino era anche il mio intento, ma mai mi sarei aspettata che reagisse in quel modo. Nell’ultimo periodo era sempre sicura di se, non dava mai ascolto a nessuno e anche se litigava con noi della famiglia, me compresa, trovava sempre il modo di reagire e andare avanti senza farsi prendere troppo dallo sconforto. Pensavo che il mio rifiuto nel non aiutarla avrebbe tirato fuori di lei il coraggio per affrontare la cosa con chi di dovere, ovvero nostra madre, ma a quanto pare non solo non l’avevo motivata ad aprirsi, l’avevo fatta addirittura chiudere ancora più a riccio. Mi maledii della decisione presa e senza aspettare oltre preparai una piccola valigia intenzionata più che mai tornare a Storybrooke.
- Alla fine vedo hai deciso di raggiungerlo! - esclamò Raily, riferendosi a Gideon, vedendomi sistemare frettolosamente il tutto per l’immediata partenza.
- Veramente no! Sto tornando a casa per risolvere una questione di famiglia... sai, il problemino di mia sorella.
- Ah!  Beh si, credo che tu faccia bene ad andare,  l’hai trattata proprio male quella povera ragazzina. - mi fece notare.
- Cosa avrei dovuto fare secondo te è? Farle un applauso forse? - potevo anche aver sbagliato, non ho mai ammesso il contrario, ma lei non era nessuno per giudicare il mio rapporto con Chloe.
- No certo che no! Ma forse potevi essere un po’ più aperta al dialogo. Ha 15 anni dopotutto.
- Appunto! 
- Ma andiamo, mettiti nei suoi panni. Tu come ti saresti sentita alla sua età e nella sua posizione a sapere che la persona di cui ti fidi di più al mondo non ne vuole sapere di aiutarti in qualcosa per te di estremamente difficile? - persa... senza ombra di dubbio mi sarei sentita persa. Non potevo ancora credere di essermi comportata in quel modo con lei. Volevo farlo per il suo bene ma.... il suo bene non era di certo sbatterla fuori da casa mia.
- Raily per favore non ricordarmelo ok? Mi sento già abbastanza in colpa... - ammisi.  Avevo cercato di giustificare il mio comportamento ma non c’erano giustificazioni che tenessero. Ero sua sorella maggiore e in quanto tale avrei dovuto aiutarla fin dall’inizio. - Spero di riuscire ad aiutarla in quelche modo anche se... beh se fosse incinta sul serio non credo proprio che io possa fare chissà che cosa. Sarebbe una tragedia... una vera e propria tragedia.
- In un modo o nell’altro la cosa si risolverà lo stesso vedrai. - sorrise - Ti lascio ai tuoi preparativi adesso. Ci vediamo lunedì per il ripassone pre-esame? - Accidenti, l’esame. Me ne ero completamente dimenticata. Era l’esame più importante di tutto il semestre, quello con il maggior numero di crediti nonché la mia unica possibilità di ricevere una borsa di studio per il corso di giornalismo che tanto avrei voluto poter seguire. Beh, non aveva più importanza ormai, dovevo agire in base alle mie priorità e tra lo studio, la carriera e la famiglia cos’altro avrei mai potuto scegliere se non la famiglia?
- Non credo che sarò di ritorno per lunedì... non so quanto tempo mi ci vorrà in realtà. - la vidi fissarmi come se fossi completamente impazzita.
- Mah Leila... l’esame? Non puoi non presentarti. Sono mesi che ti prepari a sostenerlo. È la tua grande possibilità per...
- Mia sorella viene prima di uno stupido esame. L’ho già allontanata una volta, non lo farò di nuovo. - esclamai
Potevo leggerlo nel suo sguardo che non era per nulla d’accordo con la mia decisione di mollare l’esame ma poco importa sinceramente la sua opinione adesso,  quello che desideravo di più era vedere nuovamente mia sorella serena e avrei fatto tutto ciò che era in mio potere per far si che questo avvenisse. Finii di sistemare le ultime cose dopodiché presi l’auto e, cambiando qualche mezzo, raggiunsi il confine di Storybrooke. Non chiamai nessuno per venirmi a prendere, avevo bisogno di riflettere su cosa fare una volta arrivata a casa e di certo una camminata mi avrebbe certamente aiutata. Passai la tavola calda di Granny, la biblioteca, il loft dei nonni e per finire il negozio di Gold. Mancava poco ormai ma non appena oltrepassai l’incrocio che separava il negozio d'antiquariato  di Tremotino dalla via principale che mi avrebbe portato a casa,  venni fermata da una voce a me fin molto familiare.
- Beccata! Sorpresa non riuscita amore! - Era Gideon.  Avevo dimenticato che adesso lavorava al negozio con suo padre. Ero felice di vederlo ma non avevo il tempo di mettermi a conversare con lui in quel momento: c’era qualcun'altro che mi stava aspettando a casa.
- Gideon amore ciao!! Io.... - mi corse in contro per potermi salutare. 
- Mi sei mancata terribilmente amore! - mi baciò -  Non potevo credere che tu avessi davvero pensato di rinchiuderti in casa solo per un banalissimo esame. - cosa? Banalissimo? Ma lo sapeva cosa significava per me quell’esame ? - Di la verità, era uno scherzo vero? Certo che si, tu non riusci a starmi lontana ammettilo - ammiccò.
- Sono felice di vederti, mi sei mancato molto anche tu tesoro ma sono qui adesso solo per...
- Per recuperare il tempo perso lo so! - mmh... non era esattamente quello che volevo dire - Che ne diresti, visto che qui fa un po' freddino, di andarci a prendere una bella cioccolata calda? Se avessi saputo del tuo arrivo mi sarei preso la giornata libera e avremmo fatto qualcosa di più interessante piuttosto che una semplice sosta al bar.
- Gideon , amore ascolta, accetterei volentieri davvero ma... vado un po’ di fretta adesso. Devo correre a casa, ti chiamo dopo però, ok?
- Ma come... Sei appena arrivata - disse indicando la mia valigia - E già scappi? - mi strinse ancora di più a se - E dai non farti pregare, una cioccolata e due chiacchiere non si negano a nessuno... e poi non ci vediamo da un bel po...
- Dico sul serio amore,  non posso trattenermi ora. Ti chiamo dopo promesso.  Ti amo! Ciao ciao ciao - lo baciai di sfuggita e mi diressi a passo sostenuto e senza voltarmi verso casa. Avrei dovuto dirgli quello che stava succedendo piuttosto che fare finta di nulla, ma in quel momento stavo pensando solo ed esclusivamente a Chloe e non me la sono sentita di perdere altro tempo in spiegazioni. Ne avevo già perso troppo con Raily quella mattina.  Lo avrei chiamo nel pomeriggio come promesso e gli avrei spiegato le vere motivazioni che mi avevano spinta a tornare così all'improvviso a Storybrooke. 
Arrivai a casa con il fiatone, non mi ricordavo che fosse così lungo il tragitto dal Confine della città a casa. Aprii il portone principale e mi ritrovai davanti i miei genitori stesi sul divano, abbracciati e intenti a guardarsi un film. Non mi stuferei ma di guardarli, sono l’amore quei due, il genere di coppia che tutti noi sognamo di diventare nella vita.  Più li guardo e più provo invidia, invidia buona naturalmente... anche io un giorno vorrei trovare un amore così.
- Leila?!?!? Leila amore cosa ci fai qui? - esclamò mio padre accorgendosi finalmente della mia presenza . Era troppo impegnato ad abbracciare la mamma per rendersi conto che qualcuno fosse entrato in casa. Ora capisco perché la nonna, dopo quel famoso giorno, ha paura ad entrare con le sue chiavi e preferisce suonare. Quei due quando sono insieme non si accorgono di nulla. Lo vidi alzarsi per venire a salutarmi - Tutto bene tesoro? Non ti aspettavamo.
- Ciao papà! Ciao mamma - andai a salutare anche lei. - Tutto bene tranquilli, non è successo nulla. Sono venuta qui per...
- Chloe! - fini mamma la frase. Avevamo parlato a lungo di quella situazione ma nonostante le avessi ribadito più e più volte che non avrei fatto nulla questa volta per riconciliarmi con quella piccola peste, lei dentro di se sapeva che era solo questione di tempo. - Sapevo che prima o poi saresti arrivata. Non so il motivo del vostro litigio ma so che nulla può dividere voi due. - sorrise. Aveva pienamente ragione.
- Come sta?- domandai preoccupata.
- Come l’ultima volta che ci siamo sentite. È preoccupata, ansiosa... non sembra neanche più lei. Ma che accidenti le hai detto per farla reagire così si può sapere?
- Te l’ho già detto mamma, abbiamo semplicemente litigato... Lei sicuramente ha ingigantito la cosa per via della rabbia... anche io l'ho fatto, ma davvero puoi star tranquilla.- cercai di tranquillizzarla. 
-  Litigate sempre voi due eppure non si è mai arrivati a questo punto. Che ti ha fatto per farti reagire in quel modo? - Che ha fatto? Eeeeeeh se solo sapessi mamma....
- Ma niente... ero nervosa già di mio e non mi sono regolata. È stata colpa mia questa volta ma intendo rimediare. Non preoccupatevi ok? - li guardai entrmabi negli occhi come a voler confermare la cosa anche con lo sguardo.  - Vado da lei adesso. - li lasciai tornare alle loro attività romantiche e mi recai in camera della mia sorellina. Aprii  piano la porta pensando stesse riposando ma la sua voce arrivò ancor prima che i miei occhi potessero vederla.
- Vi ho chiesto gentilmente di essere lasciata in pace... non ho bisogno di nulla. - disse rivolta molto probabilmente ai nostri genitori. Non sapeva del mio arrivo, non poteva avercela di certo con me. Incurante di quello che aveva detto mi avvicinai e mi sederi ad un lato del suo letto. Si alzò di scatto voltandosi nella mia direzione.
- Che vuo.... Leila?!?! - rimase stupita nel vedermi li.- Ah.. sei tu! - continuò senza nessun entusiasmo dandomi le spalle e tornando a ranicchiarsi nelle calde coperte.
- Che c’è mi tieni il muso? - non mi degnò di risposta, era evidente che ce l'avesse con me. Come biasimarla dopotutto. - Sei arrabbiata con me vero? Chloe Io non...
- Non ci voglio parlare con te, vattene. - rispose secca.
- Non voglio andarmene... voglio parlarti, sono venuta qui appositamente per te. 
- Allora ha sprecato solo tempo. Non voglio parlarci con una traditrice come te. 
- Ma tesoro... prova a metterti nei miei anni. Ero sconvolta,  non sapevo come comportarmi davanti a quella tua affermazione... capiscimi... è stata così improvvisa che...
- Eri sconvolta... Tu eri sconvolta? E io? Hai pensato a me? HAI PROVATO MINIMAMENTE A CHIEDERTI CHE ACCIDENTI STESSE PASSANDO PER LA MIA TESTA IN QUELL'ESATTO MOMENTO? NO CERTO CHE NO... PERCHE' MAI AVRESTI DOVUTO.
- Io...
-  AVEVO PAURA LEILA, UNA PAURA FOTTUTA CHE NEANCHE IMMAGINI E TU CHE HAI FATTO? MI HAI CRITICATA PER TUTTO IL TEMPO PER POI SPEDIRMI A CASA SENZA IL BEN CHE MINIMO APPOGGIO DA PARTE TUA. MI FIDAVO DI TE, PENSAVO CHE CI SARESTI SEMPRE STATA E INVECE MI HAI VOLTATO LE SPALLE. - Quelle parole furono una vera e propria coltellata per il mio cuore e anche se mi ero ricreduta e avevo capito di aver sbagliato, solo in quel momento mi resi davvero conto di quanto io sia stata stupida nel mandarla via in quelle condizioni.
- Scusami... hai ragione, sono stata un'idiota, ma sono qui per rimediare ai miei errori. Non voglio che affronti tutto questo da sola.  - provai a dirle nella speranza che servisse quantomeno a farla calmare un pochino. Solitamente le parti sono invertite, sono io quella che si arrabbia ed è lei quella che chiede scusa. Non sono abituata a questo cambio di ruoli e non so cosa fare per farle credere che sto dicendo la verità. 
- HAI RAGIONE... SEI STATA UN'IDIOTA! MA NON ME NE FACCIO NULLA DELLE TUE SCUSE ADESSO.  - prese un respiro e cercò di placare i suoi toni o nel giro di poco anche i nostri genitori sarebbero accorsi a vedere cosa stesse succedendo. - Ora vattene via, voglio stare da sola. - Tentativo fallito. Brava Leila... complimenti! Ma che accidenti di sorella maggiore sei è? Pessima oserei dire. Rispettai il suo desiderio anche se non ero assolutamente d'accordo e mi avviai verso la porta d'uscita.  Ripensai al nostro meraviglioso legame... com'era possibile che per uno stupido errore tutto questo si fosse rotto per sempre? Avevo sbagliato lo ammetto, ma ora ero li con lei, per lei... ero pronta ad aiutarla in qualcosa piu grande di noi. Non valeva nulla quella dimostrazione? 
- Aspetta un secondo. - dissi tornando sui miei passi - Tutto quello che ho fatto per te da quando sei nata quindi non conta piu nulla? Ti ho parato il sedere per tutta una vita Chloe, mi sono fatta in quattro per te, mi sono presa colpe che non erano mie pur di difenderti e ti ho coperta mentendo spudoratamente ai nostri genitori. Per una volta, una sola volta che ho esitato tu mi tratti in questo modo? 
- NON HAI ESITATO AD AIUTARMI, TI SERI RIFIUTATA DI FARLO... E' DIVERSO. " NON SAI TENERE LE GAMBE CHIUSE.... " MI HAI DETTO. "TI RESTA BENE" MI HAI DETTO. PENSI CHE ME LE DIMENTICHI QUESTE PAROLE? - Vero... nella rabbia le avevo addirittura augurato la cosa. Erano solo parole dettate dalla rabbia, era scontato che non le pensassi sul serio, perchè non riusciva a capirlo?
- Ok l'ho detto, ma non lo pensavo sul serio. Ero sconvolta e si... ero anche un tantino arrabbiata. Per mesi ti ho detto di smettere di avere dei rapporti con lui, perchè pensi che io l'abbia fatto? Per divertirmi a fare la maestrina e a criticarti? Proprio no. Volevo semplicemente evitare tutto questo. Nel momento esatto in cui sei venuta da me a confidarmi questo tuo segreto io non ho capito piu nulla... sono stata invasa dalla rabbia e senza prendermi del tempo per pensare ho sparato a vuoto e ho detto tutto quello che ho detto. Mi dispiace Chloe, mi dispiace sul serio di averti chiuso le porte in faccia ma cerca di metterti nei miei panni:  Se Liam venisse da te in lacrime dicendoti che a soli quindici anni ha messo incinta una ragazzina nonostante tu  gli abbia detto piu e piu volte  di non affrettare le tappe, come reagiresti? 
- Lo prenderei a schiaffi, gli urlerei in faccia  quanto sia idiota e superficiale ma non lo abbandonerei di certo.  Arrabbiata, contrariata, schifata... resterei suo fianco in ogni caso perchè conoscendo mio fratello saprei esattamente di cosa avrebbe bisogno.  Riesci a capire adesso perchè sono così arrabbiata? Se ci riuscirei io con Liam come puoi tu non riuscirci con me. 
- Anche io avrei risposto così se qualcuno mi avesse fatto questa domanda, anche io sarei stata più che sicura nell'affermare che mai e poi mai mi sarei riservata il diritto di non ascoltarti, ma c'è una differenza sostanziale tra il pensare ad una cosa e il trovarsi a viverla. Mi hai completamente spiazzata con quell'affermazione. Ho avuto paura per il tuo futuro... ho avuto paura che tutto quello che sogni di diventare potesse rimanere solamente un sogno non realizzato a causa di questa ipotetica cosa. Mi sono arrabbiata perchè sei una ragazzina intelligente che può ottenere tutto ciò che desidera dalla vita e invece rischia di non poter raggiungere tutti i suoi obbiettivi. Ero nera, lo ammeto, ma lo ero perchè ero preoccupata per te e di conseguenza ho agito dicendo parole un po troppo forti. 
- Ci sono rimasta male. Io non credevo che proprio tu...
- Sai che penso? Io credo che tu abbia di me una visione assai distorta. Tu pensi che io sia perfetta, che sia la sorella maggiore che non sbaglia mai, che sa sempre come affrontare ogni cosa e sa come farti uscire dai guai. Per quanto io apprezzi la tua idea di perfezione nei miei confronti, ti devo riportare con i piedi per terra e dirti che come te, anche io sbaglio. Non sono per nulla perfetta Chloe anzi... suono un disastro della natura. Cerco di non farti notare questo lato di me perchè voglio essere per te un esempio da seguire, ma la realtà è che anche io molte volte non so come uscire dai guai o come fartici uscire. Mi sono pentita subito quel pomeriggio di averti mandata via, devi credermi e sono giorni che sento telefonicamente la mamma pr avere informazioni su di te. Te lo giuro scimmietta, te lo giuro sulla cosa che ho di piu caro al mondo, che tu lo voglia o meno io ti aiuterò a superare tutto questo. Io per te ci sono e ci sarò sempre e non mi importa quante porte mi chiuderai in faccia, io sarò sempre li ogni volta che ne avrai bisogno. - confessai con il cuore in mano. - Ora vado di sotto così potrai stare un po da sola. - presi nuovamente la direzione della porta questa colta intenzionata sul serio ad uscire ma come la volta precedente non arrivai neanche ad afferrare la maniglia
- Aspetta... - mi disse facendomi voltare verso di lei. - Anche io quando sono arrabbiata dico cose che non penso... - fece una pausa - Come poco fa. Ti ho detto di andare via ma in realtà è l'ultima cosa che vorrei.  - iniziò a singhiozzare rumorosamente e non aspettai un secondo di più a raggiungerla per confortarla. 
-Shhhhhh... non fare così, è tutto ok, ci sono io con te adesso e ti prometto che qualsiasi cosa succederùà io e te l'affronteremo insieme. 
- Non... non so che fare... ho paura! - mi abbracciò con forza - Se... se sono davvero.... la mia vita sarebbe finita. Mamma e papà mi... mi... mi cacceranno di casa... No loro mi... mi... mi uccideranno. 
- Ei... non dire così. Si arrabbieranno, non posso negartelo, ma ti perdoneranno come hanno sempre fatto e accetteranno piano piano la cosa. - La verità? non so fino a che punto fosse vero quello che stavo dicendo. Conoscevo molto bene la nostra famiglia, non sono mai stati favorevoli a cose di questo genere ma cos'altro potevo dirle per farla calmare? 
- Non... non mi perdoneranno mai! Mamma... forse lei si, ma papà... no lui non mi perdonerà. Mi dirà di essere nient'altro che una poco di buono e mi.... mi caccerà di casa diseredandomi. Mi... mi ha chiuso in casa per... per avermi vista in atteggiamenti poco consoni con Erik pensa se... pensa se venisse a sapere una cosa del genere. - In effetti papà non avrebbe per nulla preso bene la notizia di una gravidanza. Non lo accetterebbe da me che ho 19 anni pensa cosa direbbe a Chloe... era proprio un bel casino. - Leila che... che devo fare? 
- Anche se ho usato toni poco consoni quel giorno una piccola verità l'ho detta. La cosa migliore da fare per te adesso è parlarne con la mamma. 
- Ma sei..
- Lo so, hai paura ed è più che comprensibile averne ma non sei sola, ci sono io e sarò al tuo fianco mentre glielo dirai. Dirlo a mamma è l'unico modo per uscirne Chloe, di sicuro ne sa più di noi sui sintomi della gravidanza o cose simili. Magari neanche sei incinta, come ti avevo già detto forse questi sintomi sono dovuti ad altro. 
- Ma se... se gli confesso di avere questo dubbio e poi si rivela essere un falso allarme si arrabbierà ugualmente e scoprirà che io e Erik...
- E' una mamma, è normale che si arrabbi. Si è arrabbiata con me, che ero maggiorenne, pensa se non si possa arrabbiare con te. E' giusto questo, è il suo compito dopotutto ma sono sicurissima che poi sarà orgogliosa del fatto che tu abbia trovato il coraggio di dirglielo. 
- Sarà orgogliosa anche se sono... oddio ma perchè proprio a me doveva capitare. - esclamò portandosi le mani sul viso e cadendo all'indietro sul letto. 
- Non per colpevolizzarti ma te la sei cercata tesoro.- le dissi in merito alla piccola stupidaggine fatta con il suo ragazzo -  Dai, datti una sistemata adesso, aspettiamo che papà vada a lavoro e poi le parliamo ok?
- No no no no no! Scordatelo proprio. Non ho detto che voglio dirglielo. 
- Vuoi rimanere in questo stato di insicurezza ancora per molto? Piangere e disperarti non servirà a nulla Chloe, lascia che te lo dica. 
- Non voglio dirglielo... possiamo prima... non so.... accertarci della cosa? - non volevo fare nulla senza che prima mamma lo sapesse, ma dopo averla trattata in quel modo mi sentii in dovere di fare qualcosa per lei anche se andava contro i miei pensieri.
- Preferirei facessi tutto con lei ma se proprio non vuoi possiamo provare a fare insieme un test. - le dissi.
- Davvero? Grazie grazie grazie.
- Si ma se risulterà positivo andrai dritta da mamma intesi?
- Ok... 
- Non rimangiarti la parola data Chloe. - le lanciai un'occhiata - Aspettami qui, torno subito. 
Con la scusa di dover incontrare Gideon uscii di casa e mi recai in farmacia. Una volta arrivata li davanti però mi resi conto che sarebbe stata una pessima idea farmi vedere con dei test di gravidanza alla mano. Mi conoscevano tutti in citta e di sicuro nel giro di poco si sarebbe sparsa la voce che la figlia di Emma Swan si era fatta mettere incinta dal figlio del signore oscuro. Meglio evitare. Chiamai una mia amica e le chiesi il favore di recuperare quei test per me. Inventai che avevo un ritardo ma che mi vergognavo che gli altri lo venissero a sapere, non avrei mai potuto dirle di mia sorella... lei accettò all'istante. Le avevo sempre parato le spalle, era finalmente arrivato il tempo per lei di ricambiare il favore. L'aspettai fuori onde evitare chiacchiere spiacevoli dopodichè dopo averla ringraziata mi incamminai verso casa. 
- Non... non dovevi richiamarmi? - sentii dire dietro le mie spalle neanche cinque minuti dopo. Accidenti era Gideon.
- Amore ciao! - e ora cosa avrei dovuto dirgli? Troppo presa da mia sorella mi ero completamente dimenticata di chiamarlo. - Si scusa... è vero solo che ho avuto un po da fare. Ti avrei richiamato una volta torata a casa, sono dovuta uscire per delle commissioni. - cercai di essere il più convincente possibile. 
- Ti ho mandato non so quanti messaggi, non mi hai mai risposto. - mi criticò
- Ero impegnata te l'ho detto!
- Tze... tu ultimamente sei sempre impegnata... prima l'ammissione al collage, poi lo studio intenso, poi il problema al cuore di tua sorella e non per ultimo l'esame. Quando troverai un po di tempo per me è? Mi sento invisibile! - si lamentò per l'ennesima volta. Non ne potevo più di quella cantilena, ormai andava avanti da settimane. 
- Lo so, ti sto un po trascurando ma ti prometto che appena sarà passato questo periodo tornerò quella di prima ok?  - Avevo una gran fretta di tornare a casa e sperai con tutto il cuore che quella risposta gli andasse a genio. Naturalmente però non fu così.
- E quando finirà questo periodo è? Tra un mese... un anno... quando Leila? Io mi sono stufato, ho una fidanzata ma non posso vivermela come vorrei perchè a quanto pare tutto viene prima di me... addirittura uno stupido esame. - Non ci vidi più.
- Allora, innanzi tutto non è uno stupido esame come lo chiami tu. E' da quando faccio il terzo liceo che sogno di poter frequentare un corso di giornalismo presso una delle case editrici più importanti d'america. Grazie a questo esame, messo a disposizione dalla mia università, potrei accedere a questo corso gratuitamente senza dover per forza vendermi un rene pur di parteciparvi. Capisci quindi quanto era importante per me sostenerlo nel migliore dei modi? 
- "era"? al passato? - chiese non capendo.
- Già... purtroppo non posso più sostenere l'esame. E' subentrato un imprevisto...
- Di che genere? Posso aiutarti in qualche modo? - ah si? ora avrebbe voltuto anche aiutarmi?
- Mia sorella... - ammisi. 
- Cioè? spiegati meglio: stai rinunciando all'esame piu importante della tua vita universitaria per tua sorella?
- Esatto... - era così difficile da capire?
Lo vidi restare in silenzio per qualche minuto. - Io... io non posso crederci.  Sul serio Leila? Hai rinunciato all'esame per lei? Tze... roba da pazzi. Sei stata per oltre un mese a rimpinzzarmi di scuse su scuse pur di studiare per questo cavolo di esame e ora per una stupida mocciosa rinunci a tutto? - alt... nessuno può parlare di mia sorella in quel modo. 
- Modera i termini innanzitutto... - dissi categorica e già sul piede di guerra. Se fino al quel momento ero stata calma ora iniziavo seramente ad innervosirmi. 
- Io non modero proprio nulla! Per quella stupida si e per me no? Per oltre un mese ho provato ad attirare la tua attenzione ma niente, arriva lei e in un giorno riesce ad averti tutta per se? - lo vidi imprecare mentalmente - Di la verità? E' per lei che sei tornata così improvvisamente vero? - annuii, di certo non avevo problemi a nasconderlo.  - immaginavo che non potesse essere una sorpresa per me. Sarebbe stato troppo bello. 
- Sono venuta per lei è vero ma questo non significa che io non sia felice di...
- Risparmiati tutte queste cavolate ok? Ci siamo già passati il giorno in cui corsi qui perchè quella stupida stava per rimetterci le penne. non mi avvisasti neanche ricordi? - ok, quando era troppo era troppo.
- Richiama ancora una volta mia sorella in quel modo e vedi che ti succede. - Io ancora adesso non capisco con quale forza di volontà non gli urlai addosso. -  Secondo la tua testolina io avrei dovuto perdere tempo a chiamarti per avvisarti del mio arrivo mentre mia sorella lottava tra la vita e la morte? Dici sul serio Gideon? Ma tu hai tarli nella testa.... 
- Chloe qua, Chloe la.... Chloe ha detto, Chloe ha fatto... è snervante questa cosa.  cos'èra che l'aveva punta da ragazzina? Una vespa? No, no... un calabrone! - si corresse - Forse me ne dovrei procurare un paio e metterli nel suo zaino per farla stare zitta un pochettino a quella mocciosa! - Aveva appena firmato la sua condanna a morte. 
- TOCCA MIA SORELLA ANCHE CON UN SOLO DITO E GIURO CHE TI FACCIO SALTARE LE BUDELLA, MI SONO SPIEGATAAAAAAAA??? - urlai con quanta più forza avessi in corpo. Poteva dire tutto, premere i tasti più dolenti della mia vita, ma non doveva assolutamente tirare in ballo o minacciare mia sorella. 
- Ma lo vedi come ti scaldi facile per quella? Non pensi che anche a me farebbe piacere essere trattato così da parte tua? Ti chiamo e non hai tempo perchè devi studiare, vengo a farti una sorpresa e sembra non ti faccia per nulla piacere... scommetti che se al mio posto ci fosse stata lei le avresti permesso di fare di tutto? E questo che mi da fastidio... io non so come altro fare per dimostrarti il mio amore. 
- Tranquillo, non saprai come dimostrarmi il tuo amore ma mi hai appena dimostrato altro. Con questo tuo "principesco" comportamento mi hai appena fatto capire che genere di uomo non voglio al mio fianco... - lo visi restare a fissarmi incredulo delle parole appena pronunciate.
- Leila... non....
- Ho passato anni bellissi accanto ad una persona meravigliosa che purtroppo adesso non c'è più. Ho provato a far finta di nulla, a convincermi che fosse solamente un periodo passeggero e invece niente da fare... la persona che amavo è sparita per lasciare il posto ad un ragazzo  arrogante presuntuoso. Prima se ti dicevo di aver un impegno lo rispettavi,adesso dai i numeri e pensi che io ti stia mentendo o abbia delle preferenze. Non posso stare accanto ad un uomo così.
- Le hai però! - commentò anche se indeciso sul farlo. 
- No, ti sbagli, non ho preferenze... ho delle priorità il che è diverso. Sto cercando di realizzarmi e per farlo devo essere concentrata al cento percento. Non posso permettermi troppe distrazioni, cosa che al contrario di quello che pensi mi farebbe piacere avere, o non arriverò mai dove desidero arrivare. Una cosa sola può mettersi tra me e lo studio: la mia famiglia. Sono tornata a Storybrooke perchè mia sorella ha un grave problema e io sono l'unica con cui riesce a parlare liberamente. Tutto qua... come vedi non centrano nulla le preferenze, non sarei mai venuta se mi avesse chiamata solamente per andarci a prendere qualcosa da bere. - presi un respiro -  Ora se l'hai voluto capire bene altrimenti amen... tanto per me non fa più alcuna differenza ormai. - feci per andar via.
- Stai... stai forse dicendo che vorresti lasciarmi? - chiese - Pensaci Leila non fare stupidaggini. 
- E' proprio quello che sto facendo. Non ho bisogno di pensarci... ho gia deciso. - ammisi.
- Perchè ho parlato male di tua sorellla? Ero arrabbiato Leila... ero geloso ok? Mah... ma ora ho capito, giuro. Ti prego resta con me. Non intendevo dire quelle cose... era la gelosia... io...
- Non tollero che si parli male di mia sorella, la frase che hai detto sul volerla mandare in coma poi... 
- Non ho detto questo, ho detto solo che sarebbe stato un modo per tenerla in silenzio per un po. Era una battuta! 
- Una battuta... UNA BATTUTA GIDEON? MA LO SAI CHE ERA CLINICAMENTE MORTA A CAUSA DI QUEL DANNATISSIMO PIZZICO? SONO RIUSCITA A SALVARLA CHISSA' COME E TU SCHERZI SU UNA COSA DEL GENERE????? 
- Scusami... non volevo essere così poco delicato.
- Non ha importanza ormai... ho preso la mia decisione e che tu mi chieda scusa o meno non cambia la cosa. Non ti sto lasciando per quello che hai detto a mia sorella.... oddio... almeno non solo per questo. Il punto principale è che il Gideon di cui mi sono innamorata non c'è più e di conseguenza non ha piu senso restare accanto ad una persona che ormai gli somiglia solo fisicamente. Addio... - gli diedi un bacio sulla guancia anche se non se lo meritava di certo - magari un girono ci rincontreremo e parlandone ci rideremo su. - senza dargli modo di replicare mi voltai nella direzione opposta e proseguii dritta verso casa.
***
- Chloe, sono tornata! - esclamai non appena varcai la soglia di casa. La sentii correre dal piano di sopra e in men che non si dica era già davanti a me. Aveva sceso i gradini due a due e per poco non si ruppe l'osso del collo. - oiiii, sta attenta!
- Allora? li hai pre.... oddio, ma che accidenti ti è successo? Leila! - chiese vedendomi completamente stravolta - Tutto bene? E' forse successo qualcosa? Hai un aspetto orribile!
- Mmh... non va proprio tutto ok ma non è nulla di così importante tranquilla, pensiamo prima a te ok? - sorrisi cercando di tranquillizzarla, potevo vedere benissimo dal suo sguardo che stava entrando in allarme - Sono in borsa comunque, ne ho presi due. Vuoi che ti faccia compagnia o preferisci restare da sola?
-  Voglio sapere che hai! Il resto per me può anche aspettare. - rispose convinta.
- Io sto bene Chloe, non preoccuparti per me...
- Se tu stai bene io sono la Regina d'Inghilterra. Andiamo, ti si legge in faccia che qualcosa non va e poi non puoi uscire con il sorriso e tornare con questa faccia appesa e sperare che io me la beva...
- Dobbiamo risolvere prima il tuo problema.
- Mi rifiuto di fare qualsiasi cosa se prima non mi dici che accidenti ti sta succedendo. Avanti sorellina... non sarà di certo peggiore di quello che sta succedendo a me. 
- Io e Gideon ci siamo appena lasciati!
- cosa cosa cosaaa???? - esclamò completamente sconvolta. 
- Hai sentito bene, è finita. - scrollai le spalle facendo finta che tutto andasse bene. In realtà avrei solamente avuto voglia di prendere a pugni qualcosa. Non ero dispiaciuta, ero semplicemente arrabbiata.
- E.. e perché? Se fino a ieri andava tutto bene- la guardai brutto - ok... quasi bene! - si corresse.  -  Come è possibile però che tu lo abbia lasciato così di punto in bianco? Non mi avevi mai accennato alla possibilità di mollarlo.... aspetta, aspetta! Sei almeno stata tu a piantarlo si?
- Si ma non sono tornata a casa per parlare di me, sono tornata per quella piccola cosuccia che dobbiamo fare insieme. Ricordi? 
- Vero ma ho l’ansia in questo momento... mi risulta più semplice aiutare te che pensare a me. - ammise - Raccontami avanti... che è successo? - non le risposi non volevo che sapesse che lo avevo lasciato perché non sopportava neanche il mio rapporto con lei. - Andiamo dimmelo... ti prometto che poi farò quel maledetto test!
- D’accordo va bene, ma poi fili subito dritta al piano di sopra intesi? - annuì - Non andavamo più d’accordo da un po’ormai,  avevamo opinioni differenti su tutto e non accettava le mie decisioni. Voglio  vivermi la mia vita la mia famiglia e i miei studi al collage liberamente e non con una voce nella testa che mi dice “se fai questo ci resta male”, “ se non lo chiami ti mette il broncio per settimane” ecc ecc. Non l’ho chiamato questo pomeriggio e mi ha fatto una sceneggiata assurda... dovevo per forza prendere una decisione. - la vidi scrutarmi per un po. - Che c'è adesso?
- Ci stai male non è vero? - chise dispiaciuta.
- Niente che io non possa superare.
- Bugiarda... si vede che stai male!
- Sembrerà strano ma in questo momento fidati che sono più arrabbiata che dispiaciuta. Forse arriverà il momento in cui mi lascerò andare alle emozioni ma quel momento non è ancora arrivato. Per ora vorrei concentrarmi su di te e capire se avrò un bel nipotino e di conseguenza il tuo funerale o se anche questa volta tu te la sia cavata. - cercai di cambiare argomento tornando alla nostra problematica principale. Avremmo avuto tempo per parlare di Gideon. 
-Nipotino?!?  Oddio nooo! Mi vengono i brividi di terrore solo a pensarci....
- Non dirlo a me... avanti, prima svopriamo la verità è prima potremmo capire cosa fare. - non la vedevo ancora intenzionata a lasciar cadere l’argomento Gideon ma forse come diceva lei era solamente la paura di fare quel test- Ti prometto che una volta risolto il tuo problema parleremo di me per tutto il tempo che vorrai, risponderò ad ogni tua singola domanda ma ora concentriamoci su di te ok? Non hai più scusanti signorina, me lo avevi promesso. Forza andaiamo.
Salimmo le scale e raggiungemmo il bagno. Ci soffermammo entrambe davanti la porta. Potevo vederlo chiaramente dalla sua espressione: se la stava facendo addosso dalla paura.
- vai da sola o vuoi compagnia? - chiesi consegnandole entrambi i test che avevo preso.
- Non... non so nenanche da dove iniziare! - confessò.
- Non chiederlo a me, non ne ho mai fatto uno in vita mia. Ecco perché ti ho consigliato di parlarne con la mamma.
- Parlerò con lei solo se strettamente necessario te l’ho già detto. Non voglio rovinare il nostro rapporto per colpa di uno stupido falso allarme.... mah... sul serio non me hai mai fatto uno? - sembrava meravigliata. Ma per chi mi aveva preso? Anche se ero sua sorella maggiore non significava di certo che ogni cosa dovevo sperimentarla io per prima. 
- Che c’è tu stupidci? Non ne ho mai avuto bisogno perché sono sempre stata attenta... Io! - rimarcai l'ultima parola. 
- Ah già, dimenticavo... tu sei la sorella coscienziosa.
- Scema! È solo che siamo nel ventunesimo secolo sorellina e se una cosa si vuole evitare la si può evitare tranquillamente.
- Allora Liam è stato voluto sul serio? E io che ho sempre pensato che fosse uscito così... per sbaglio. - mi venne da ridere, erano passati dodici anni dall’arrivo di Liam eppure quella storia a Chloe ancora non andava giù. Deve aver visssuto proprio un brutto  trauma infantile per portarne i segni ancora adesso.
- Voluto o non voluto adesso non ha importanza... credo che tu stia inutilmente temporeggiando! - le lanciai un’occhiataccia.
- Non... non so davvero da dove iniziare. Non... non mi lasciare da sola ok? - mi supplicò quasi. 
- Ma certo che non ti lascio. Leggiamo le istruzioni ora o altrimenti neanche per domani mattina riusciremo a capirci qualcosa. 
Ci chiudemmo in bagno e dopo un’accurata lettura fece questo benedetto test. Aspettammo il tempo necessario indicato sulla confezione dopodiché fu il momento di scoprire la verità.
- Io non ho coraggio a guardare.... se fosse positivo la mia vita sarebbe finita Leila, non... non posso essere incinta. Non a quindici anni... non con tutto quello che voglio fare! Devo ancora diplomarmi, sogno di prendere una laurea in medicina.... io.... io non voglio essere una mamma ignorante con solo il titolo della licenza media. - riecco i suoi occhi diventare lucidi. Non era assolutamente quello il momento per piangersi addosso. Dovevo intervenire. 
- Ei, ascoltami! Non fasciarti la testa prima di rompertela ok? Potrebbe anche essere negativo ma nel caso fosse positivo sono sicurissima che non dovrai rinunciare a nulla di quello che hai in programma per il tuo futuro. La nostra famiglia si è fatta in quattro per aiutare la mamma con noi tre pensi che per te sia diverso? - le sorrisi cercando di incoraggiarla. 
- Se sarà positivo io non avrò più una famiglia lo capisci vero? In teoria non so neanche di cosa mi sto preoccupando: papà mi ucciderà direttamente quindi....
- Non dire sciocchezze.
- Mi caccerà di casa? Più realistica come opzione? Quindi non sarò solamente ignorante ma anche senza tetto e squattrinata. - portò entrambe le mani sul suo viso.
- Sono cretinate queste, non ti caccerebbero mai di casa e poi anche se dovessero farlo ci sono io non dimenticarlo mai. Prometto di restarti accanto e di offrirti vitto e alloggio a Boston fin quando non diventerai uno spiccato medico di successo. Mettiti in testa una cosa sorellina ok? Tu non sarai mai da sola! - l'abbracciai - Posso guardare adesso? - le indicai il test poggiato sul lavandino.
- Non... non so se voglio saperlo. - ignorai la sua ultima risposta è mi affrettai a prendere il test tra le mani. Lo fissai per qualche secondo dopodiché lo misi a confronto con quello che c’era scritto sulle istruzioni per essere maggiormente sicura di quello che avevo davanti. 
- Voglio saperlo? - mi chiese impaurita. 
- Forse... forse è meglio se tu faccia anche l’altro che dici? Giusto per essere sicuri non per altro. - Il test che avevo tra le mani era positivo ma non avevo il coraggio di dirglielo. 
- PERCHEEEEEEE??????? - Vidi il terrore piu totale nel suo sguardo.
- Per essere più sicuri tesoro te l'ho appena detto. - provai a restare vaga ma in realtà è che volevo sperare in tutti i modi possibili che il test che avevo davanti fosse semplicemente un falso positivo. - Sta tranquilla ok?
- Sono... sono... no Leila ti prego dimmi di no! Oddio non posso esserlo. Non voglio esserlo. No no no Leila no! No no no io... io mi ammazzo! - cominciò a dare i numeri, lo aveva capito anche senza dire nulla che quello che avevo davanto non era esattamente il risultato che speravamo. 
- ohi ma ti vuoi calmare???? Ti ho detto di fare un secondo test solo per essere sicure che il primo risultato sia giusto.
- Si ma se non mi dici che esito ha dato significa che.... - scoppiò in lacrime
- No, no Chloe ti prego non fare così... - che accidenti potevo fare per calmarla? Niente... chi ci sarebbe mai riuscito a stare calmo in una situazione del genere?  - Ha dato esito positivo è vero ma non significa necessariamente che tu sia incinta scimmietta. Potrebbe aver sbagliato il test. Esistono i falsi positivi. 
- Non... non sbagliano quasi mai però!
- Quasi.... ma magari questo è il caso! - le asciugai le lacrime dagli occhi e solamente dopo altri venti minuti di chiacchiere inutili riuscii a convincerla a fare il secondo test. L’attesa fu davvero snervante, forse anche più lunga di quella precedente, avevamo messo il timer sul telefono ma il tempo sembrava non voler scorrere. Ero preoccupata per lei... era ancora una bambina non poteva di certo mettersi a fare da mamma quando a lei ancora serviva una mamma. Pregai che il primo test fosse sul serio un falso positivo e attesi di leggere il responso del secondo. Quando il cellulare squillò la vidi sobbalzare, il momento sella verità era vicino. Rispetto alla prima volta corsi a leggerlo all’istante, senza chiederle il permesso ma rimasi un po’ perplessa da quello che vidi. C’era una striscia rosa ben definita e una seconda appena leggibile, bisognava farci proprio caso perché era davvero in trasparenza. Poteva essere un buon segno no?
- Ho paura a chiedertelo. - mi disse con un filo di voce non riuscendo a leggere il mio sguardo criptico. 
-Siamo da capo a dodici tesoro... non si capisce bene cosa dica questo coso - glielo mostrai
- Una striscia! Una sola Leila non la vedi? Non sono incinta... NON SONO INVINTAAAAA! - strillò tutta felice. 
- Calma...non saltare a conclusioni affrettate, guarda bene, qui c’è qualcosa! Lo vedi? - le mostrai il test incriminato. 
- Mmmh no! - si affrettò a rispondere.
- Chloe...
- E va bene una minima cosa la riesco a vedere ma non è come l’alta quindi non...
- Quindi non sappiamo dire con esattezza cosa sia. Non hai più scusanti, devi parlare con la mamma di questo. - scosse ripetutamente la testa - Andiamo Chloe, me l’hai promesso!
- Io ti ho promesso di farlo solo nel caso fosse stato positivo. Non ne siamo ancora sicure, il secondo test potreppe non esserlo. Non ho intenzione di parlarne con lei fin quando non ne sarò sicura al cento percento. - esclamò senza diritto di replica.
- E quindi? Dovrei correre in farmacia un’altra volta secondo te? - annuì - Scordatelo tesoro! Ho provato ad aiutarti ma come vedi non sono in grado di farlo. Non ti abbandonerò questo è certo ma hai bisogno di parlarne con un adulto. 
- Non voglio parlarne con mamma!
- Ma dai chicca... Non ti lascerò sola, le parleremo insieme ok?
- No no e no! E non provare a dirglielo tu! - disse alterata.
- Più che arrabbiarsi cosa potrebbe mai fare è? E’ la nostra mamma, ci vorrà bene in ogni caso! Qual'è la cosa che ti spaventa di più nel dirglielo è?
- Ho paura che il mio meraviglioso rapporto con lei finisca, non voglio diventare per lei una semplice delusione, non mi accetterà come figlia e io... io non voglio non essere accettata da lei. Per favore Leila aspettiamo ancora un po, troviamo un’altra soluzione. - mi supplicò
- Le tue paure sono infondare tesoro mio ma se proprio insisti... Ti concedo un giorno ma sarai te a trovare la soluzione, se non la troverai entro le prossime 24 h ne parleremo con la mamma! - dissi decisa - Ora va di sopra, ci penso io a mettere in ordine qui prima che Liam o papà facciano ritorno.
Presi i test e andai a nasconderli in camera mia, feci appena in tempo che nonno riaccompagnò Liam a casa. Controllai, come chiesto da mamma, se avesse fatto tutti i compiti dopodiché andai in camera mia a rilassarmi magari con un bel film. Mi ci voleva proprio dopo la litigata con quel cretino. Ne scelsi uno per nulla romantico, onde evitare lacrime inutili e mettendomi comoda sul mio enorme letto provai a guatarmelo. Si certo come no.. neanche un quarto d’ora dopo avevo già perso la concentrazione. La situazione di mia sorella mi rimbombava nella mente come un martello pneumatico. Dai test non ero riuscita a capire se fosse incinta o meno ma una buona probabilità c’era... eccome se c'era. Come riusciva a tener segreta una cosa del genere a nostra madre? Io non ci sarei mai riuscita... aveva paura che la ripudiasse ma io ero convintissima che non sarebbe mai stato così. Per sicurezza però, e per poi trovare modo per convincere quella capocciona a parlarle,  scrissi un sms a nostra madre.
     
Come volevai dimostrare avevo avuto ragione fin dall'inizio: nostra madre l'avrebbe perdonata in qualsiasi caso. A causa di questo sms però adesso mi sare dovuta sorbire io una bella chiacchierata con lei .... accidenti! Questo non era decisamente nei miei programmi. Sapeva leggermi benissimo dentro, ero un libro aperto per lei, come avrei fatto a non far trapelare nulla? Un incantesimo forse? Mmmh no, con lei questi trucchetti non hanno mai funzionato. La scusa della mia amica non stava in piedi secondo quello che aveva detto quindi forse era meglio parlare di me... che ne so magari dell’esame che avevo deciso di non sostenere per stare accanto a Chloe? Mmmh si,  forse se lavoravo un po’ sulla storia avrebbe potuto funzionare.
***
POV EMMA
Per tutto il pomeriggio pensai e ripensai al messaggio inaspettato di Leila. Ormai la scusa dell'amica che aveva bisogno d'aiuto era superata. Non ci cascava nessuno già ai miei tempi, cosa le faceva credere che me la sarei bevuta? Non lo so, quello che so è che non è mai dovuta ricorrere a mezzucci del genere  per parlarmi, l'ha sempre fatto liberamente a prescindere dal fatto che mi sarei arrabbiata o meno ed è per questo motivo che non mi capacito di come mai abbia provato ad inventare una scusa simile. Fui tentata più volte di chiamarla durante la giornata ma non lo feci, le avevo detto che avremmo parlato quella stessa sera e così avrei fatto. Tornai ad occuparmi delle mie scartoffie e rimasi li, a trascrivere il tutto sul pc, fino all'ora di chiusura dopodichè presi la mia giacca ed uscii dall'uffucio: Il momento della verità era finalmente arrivato. Mi misi in viaggio verso casa ma prima di giungere a destinazione ricevetti la chiamata di Killian che mi informava che sarebbe rimasto al porto per tutta la notte per via di un guasto alla Jolly. Di solito quando questo accadeva trovavo il modo di raggiungerlo anche se solo per una mezz'oretta...era impossibile per me trascorrere una notte senza di lui, quella sera però dovetti rinunciare alle coccole del mio maritino. Mi dispiaceva non averlo a casa ma forse era un bene che non ci fosse: con lui fuori casa sarebbe stato ancora più semplice riuscire a parlare con mia figlia. 
- Ciao ragazzi, sono tornata! - dissi a gran voce per farmi sentire da tutti e tre. Gridai inutilmente... erano già tutti in cucina e per di più stavano collaborando, le donne piu che altro, alla realizzazione della cena. Liam si era sforzato semplicemente di apparecchiare. - Ma guarda guarda che bella squadra che ho messo su. - dissi orgogliosa di loro - Che si mangia di buono?
- Abbiamo provato a cucinare il salmone in crosta di patate ma non credo uscirà mai come quello che fa papà. - spiegò Leila mettendosi a ridere. - Speriamo non ci ripudi come figlie.
- Sono sicura che sarà delizioso ma aimè non credo che vostro padre possa assaggiarlo: resterà a lavoro questa notte. - spiegai
- Ok, vorrà dire che gliene metteremo un pezzetto da parte. - mmmh... di solito sono sempre dispiaciute quando Killian non rientra a casa...come mai questa volta no? Che sia a causa di quella cosa che Leila deve dirmi? "Troppe paranoie Emma, goditi la cena e poi si vedrà" pensai. 
Ci mettemmo a tavola subito, il piatto cucinato dalle ragazze fu a dir poco meraviglioso, al pari se non anche meglio di quello di Killian  dopodichè una volta riordinata la cucina, mentre Chloe e Liam tornarono di sopra nelle loro rispettive stanze, richiamai l'attenzione della maggiore.
- Vieni a sederti qui con me - dissi indicando il tavolo. - Allora... cosa c'è che devi dirmi? Mi hai fatto preoccupare per tutto il giorno sai? Non è da te mettere scuse del genere...
- Mamma... non ho nessun tipo di problema sul serio. C'è solo una cosa che mi preoccupa ma non è per questo che ti ho scritto. - confessò.  Allora vedi che avevo ragione? Amica o non amica aveva sul serio qualcosa da dirmi. - Ho rinunciato a sostenere l'esame... quell'esame. - specificò. 
- E come mai? Non ti sentivi abbastanza preparata forse? Potevi provarci ugualmente, magari sarebbe andato comunque bene. - desiderava farlo da una vita, era un vero peccato rinunciarvi.
- Non è questo è che ho preferito venire qui per chiarire con Chloe. Quando mi hai chiamata mi sono sentita in colpa per come l'ho trattata e ho subito deciso di venire qui. Non sapevo di preciso quanti giorni mi sarei trattenuta così, per correttezza, ho chiamato la segreteria e ho disdetto. - non sembrava essere per nulla dispiaciuta della cosa. 
- Hai fatto un gesto meraviglioso nei confronti di tua sorella ma la prossima volta vedi di non trascurare le tue esigenze. Era il tuo sogno dopotutto, forse avresti dovuto tentare e provare a fare entrambe le cose. - le esposi il mio punto di vista. Era una ragazza in gamba sarebbe di sicuro riuscita a portare a termine tutto con ottimi risultati.
- Preferisco di gran lunga concentrarmi su una cosa e farla bene piuttosto che su due e farle male entrambe. Non mi pento della decisione presa, spero solo che tu non sia delusa da me. 
- Io delusa? E perchè mai sciocchina? - mi alzai per andare ad abbracciarla. - E' solo questo quello che volevi dirmi per telefono? - domandai ancora una volta per esserne sicura.
- Non volevo dirti nulla per telefono mamma... anche se forse un'altra cosuccia c'è, ma non voglio parlarne, non mi sento ancora pronta a farlo. 
- Posso almento solo sapere di cosa si tratta?
- Ecco... Ho lasiato Gideon... - cosa?!?
- Hai fatto cosa? E perchè mai tesoro? - mi cadde la terra sotto i piedi a sentire quell'affermazione. Non che mi fossi particolarmente affezionata al ragazzo, ma era pur sempre il suo primo amore e la delusione per un primo amore è difficile da mandare giù.
- Mamma... ti prego, te l'ho detto un secondo fa... non adesso... - era comprensibile che non ne volesse ancora parlare. Potevo capirla bene.
- Hai ragione, scusami... - le baciai la fronte - immagino tu voglia elaborare prima la cosa da sola - annui - Bene, aspetterò che tu sia pronta allora. - le sorrisi. - Tornando a prima, se non dovevi dirmi altro perchè mettere in scena tuttsa quella scusa dell'amica in difficoltà?
- Perchè che tu ci creda o meno mamma questa è la verità... una mia carissima amica è in difficoltà e non sa cosa e come fare.
- E come mi hai accennato ha paura a parlare con sua mamma... - annui di nuovo. - Chi è questa ragazza, la conosco?
- Mamma... sei peggio della CIA oggi! 
- Sei te che sei stranamente misteriosa... andiamo dimmi chi è, forse posso parlare io con sua madre, se conosco lei di conseguenza conoscerò pure sua madre non trovi?
- Mamma non insistere ok? - era troppo strana questa cosa. Leila non mi aveva mai taciuto nulla... un nome poi... cosa c'era sotto? 
- Perchè? Che c'è di male a conoscere un nome. Non mi stai mica spifferando il suo segreto... . Perchè non vuoi dirmi di chi si tratta? - chiesi un'ultima volta.
- Sono io mamma... - ed ecco arrivare anche Chloe in cucina. - Sono stata io a dirle di non dirti nulla, in realtà non sapevo neanche ti avesse mandato quel messaggio. - Chloe? la ragazza che aveva paura di affrontare chissà quale argomento con sua madre era in realtà mia figlia? 
- Tesoro... mah...  - non potevo crederci, io e lei abbiamo sempre avuto un rapporto invidiabile, cos'era cambiato?
- Ho un problema... un problema un po' particolare ad essere onesti e ho un po' di paura a parlartene... non so come potresti reagire. - confessò a testa bassa.
- Andiamo Chloe ma che dici è? Lo sai che con me puoi parlare di tutto! Posso arrabbiarmi se combinate qualche guaio ma poi mi passa lo sapete... sono anni che andiamo avanti così, perchè dovresti avere paura di me adesso? Mi hai forse tenuto nascosta un'altra cosa? - la scrutai attentamente, occhi dentro occhi. 
- Ho mentito su una cosa e ne ho omesse due. - "Iniziamo bene" pensai, ma cercai di non dar emozione ai miei pensieri o si sarebbe bloccata sul serio. Lo vedevo che si stava sforzando di stare li, sarebbe voluta fuggire a gambe levate in realtà, dovevo quindi cercare di non metterle piu ansia del dovuto. 
- Ok... che tu sia qui ad ammetterlo è già una buona cosa. - sorrisi cercando di incoraggiarla - Parti da doce vuoi tesoro. Sono tutta orecchie.
- Parto dalla cosa più semplice allora... - la vidi alzarsi la manica della felpa che portava indosso. - Ho un tatuaggio mamma! - esclamò senza giri di parole facendomi quasi prendere un colpo. - Ero arrabbiata per essere stata segregata in casa così ho trovato il modo di fuggire e ho fatto questa piccola pazzia. Sentivo il bisogno di trasgredire. 
-Piccola pazzia... piccola Chloe? Ti sei fatta un tatuaggio??? Ha quindici anni! Ma che accidenti ti è passato per la testa è? Senza chiedere il permesso, senza informare nessuno di noi tu prendi e vai a farti un dannatissimo tatuaggio? - i miei buoni propositi di restare calma erano tutti andati a farsi benedire.  - Chi è quel disgraziato che ti ha fatto questo coso? Dimmelo perchè è da denuncia. Un tatuatore che fa una cosa del genere ad una bambina senza il consenso di un adulto merita una denuncia. Avanti, fuori il nome!
- Mamma le ho dato io il permesso. - si intromise a quel punto Leila. - E ad essere onesti insieme a lei l'ho fatto anche io. - mi mostrò anche lei il suo bel "capolavoro". Non potevo credere ai miei occhi... stavo sognando. - Voleva farlo, così per cercare di posticipare la cosa le confessai che io avevo intenzione di farne uno insieme a lei al compimento dei suoi 18 anni e poi.... beh non chiedermi come ma ci siamo ritrovate a farlo subito. E' stata una pazzia mamma lo sappiamo, lo abbiamo fatto con la consapevolezza che lo fosse. - Pure? Ma che accidenti avevo fatto di male per meritarmi due figlie così ingenue... 
- Mamma ti prego non dare i numeri adesso... devo ancora dirti altro e non credo che.... beh non credo ti piacerà. - aveva detto che sarebbe partita dalla cosa più facile e se il tatuaggio per lei era una cosa di poco conto non credo proprio che ne saremmo usciti indenni. 
- Devo prepararmi ad un discorso sulle droghe? - dissi sarcastica sperando vivamente che la risposta fosse no.
- Certo che no mamma, mi fai così scema? - beh... in realtà non sapevo più cosa pensare. - Quello che devo dirti però non ti piacerà ugualmente. Ti prego solo di non interrompermi e di lasciarmi parlare fino alla fine. 
- Non girarci attorno, avanti parla. - la incitai 
- Vi ho mentito sul fatto della gita... non è vero che io e Erik siamo partiti separatamente...siamo andati tutti e due in settimana bianca. - rimasi a bocca aperta - Noi volevamo passare una settimana insieme, senza impedimenti nel poterci vedere e senza nasconderci da voi genitori. - Dovetti reggermi al tavolino per non cadere. Mia figlia mi aveva mentito spudoratamente e con quella faccia da finto angioletto era partita per la gita d'istruzione con quello che era il suo fidanzato? O mio Dio...
- CHLOE TU HAI....
- Mamma lasciami finire per favore... è già difficile da confessare in se, se mi metti anche l'ansia...
- TI METTO ANSIA? IO TI AMMAZZO CHLOE E' DIVERSO! NON C'E' BISOGNO CHE TU AGGIUNGA ALTRO... NON C'E' BISOGNO DI UNA SCIENZA PER CAPIRE COSA HAI FATTO IN GITA CON QUELLO LI... O SBAGLIO PER CASO? - Avevo un diavolo per capello, non so cosa mi stava trattenendo da non prenderla a schiaffi. Era stata così stupida anche da andarci a letto? 
- Lo abbiamo fatto è vero ma non era la prima volta. - o merda! Ma che diamine stava succedendo? In un secondo mi si era completamente ribaltata la giornata. 
- Tu e lui... TU E LUI COSA CHLOEEEEEEEEE? VUOI FARTI AMMAZZARE PER CASO? NO PERCHE' SE E' COSI' BASTA DIRLO, NON C'E' BISOGNO NENACHE CHE CONTINUI.
- Al mio compleanno mamma... è stata la sera del mio compleanno la nostra prima volta. Da quel giorno fino alla gita però non l'abbiamo mai piu fatto! - e dovevo essere felice di questo? 
- NON MI IMPORTA NULLA DI QUANTE VOLTE CE STATO QUALCOSA TRA DI VOI... NON DOVEVA ESSERCI NULLA E BASTA! PASSI PURE IL TATOO MA QUESTO PROPRIO NO CHLOE, NON LHO ACCETTO! NON PUOI A 15 ANNI APPENA COMPIUTI VENIRMI A DIRE CHE HAI FATTO LA TUA PRIMA ESPERIENZA SESSUALE E SPERARE CHE IO NON TI DICA NULLA LO CAPISCI VEROOOO? RIESCI A CAPIRE QUANTO È GRAVE? - ma come accidenti le era venuto in mente?
- Mamma... - disse a mo di supplica.
- MAMMA UN CAZZO CHLOE!!!! PENSAVI CHE TI AVREI DETTO BRAVA? CHE TI AVREI INCORAGGIATA A FARLO ANCORA? HAI SBAGLIATO DI GROSSO! HO PASSATO UN’ADOLESCENZA SCHIFOSA, SONO CRESCIUTA IN UN ISTITUTO, SONO STATA MALTRATTATA, HO FATTO ERRORI CHE VOI NENACHE IMMAGINATE MA MI SONO RIPROMESSA DI FARE IN MODO DI NON FARVI RIPETERE I MIEI STESSI ERRORI. VI HO LODATO, VI HO RIMPROVERATO, NON VI HO MAI FATTO MANCARE NULLA... PER COSA? - respirai e cercai di darmi una calmata, non avrei resistito ancora per molto gridando in quel modo - Per nulla! Ho fallito miseramente... tze... ci manca solo che una di voi un giorno di questi torni a casa con il pancione e allora sì che avremo proprio toccato il fondo. - A quelle parole vidi Chloe scoppiare a piangere e Leila, non aspettando neanche un secondo, correrle incontro per confortarla.
- Ssshhhh... scimmietta non dice sul serio sta tranquilla, va tutto bene, è solo arrabbiata - le disse. Non dicevo sul serio? Ero solo arrabbiata? Quello non era nulla in confronto a come sarei potuta diventare.
- Io non... io...  - non riusciva a dire nulla e sua sorella ancora una volta provò ad aiutarla. 
- Glielo dico io se non te la senti va bene?
- NOOOO! - rispose con il terrore negli occhi. Doveva dirmi ancora altro? Cosa poteva esserci peggio dell’ultima confessione fatta? La mie mente tornò indietro di qualche minuto, precisamente al momento esatto in cui era scoppiata in lacrime. Avevo appena finito di dire che ci mancava solamente che una delle due tornasse a casa incinta quando la disperazione prese vento su di lei. Oh no... oh no no no no no. Ma che accidenti andavo pensando? Mi stavo lasciando condizionare un po troppo da tutto quel clima di tensione. Non poteva essere come avevo immaginato, doveva esserci un’altra spiegazione.
- Cos'altro c'è che devi dirmi Chloe? - Domandai sul chi va là.
- Ni... niente... - rispose tenendosi aggrappata fermamente a Leila, le sarebbero rimasti i segni se non avesse allentato un pochino la presa.
- Dimmelo.... - ripetei un seconda volta con tono calmi ma decisamente spazientita.
- N... niente. Non ... non devo di... dirti nulla.
- DIMMELO DANNAZIONE! -  Scoppiai e in risposta la vidi piangere ancor di più di quello che stava già facendo. 
-  Scusami manma.... non pensavo che... si insomma io non... non volevo che accadesse... non... - Non riuscì a dire altro. Si alzò da tavola e correndo provò ad uscire dalla cucina... stava fuggendo. Bloccai con la magia porte e finestre e resi la stanza a prova di magia impedendole così di allontanarsi. Erano forti a livello magico ma non riuscivano ancora a contrastare la mia magia.
- E' inutile che provi a scappare, stiamo parlando, non puoi andare via a tuo piacimento signorina. Allora,che stavi cercando di dirmi ??? Cosa non volevi che succedesse? -ve lo giuro provai in tutti i modi a restare calma.
- Dai diglielo! - la invitò sua sorella capendo che tanto non avrebbe avuto altra scelta - Ti libererai la coscienza una volta per tutte. Prendi un respiro e diglielo. Ci sono io con te. - Quelle parole di conforto non mi dicevano nulla di buono. Improvvisamente iniziai a tremare per la paura di sentirle pronunciare dalla sua bocca le uniche due paroline che non avrei mai voluto sentire.
- Ho.. ho un ritardo! Un ritardo di un mese e mezzo... e poi quel virus che... che non va via... io.... - avrei voluto morire all’istante. Sperai con tutto il cuore che un mostro entrasse in casa e mi frantumasse il cuore, avrei sicuro sentito meno male di quello che stavo provando in quel momento. Il mio cuore batteva ad una velocità disumana... l'infarto era vicino.
- Non... non dici sul serio, stai scherzando vero? - Portai la testa sul tavolo e nascosi il viso tra le braccia - Ti prego Chloe dimmi che non sto capendo quello che penso tu mi stia dicendo...
- sc... scusami.... - E invece no... era propio quello che mi stava dicendo. Non risposi per un po', dovevo prendere atto della cosa e calmarmi un pochino. Riuscii nel primo intendo ma nel secondo proprio no anzi, diedi il peggio di me. Senza proferire parola mi alzai da tavola e mi avvicinai a lei... le diedi un ceffone sul viso in piena regola.  Non l'avevo mai schiaffeggiata in viso, questa era decisamente la prima volta e fu talmente forte che mi feci male io.
- Ti sei fatta mettere incinta... TI SEI FATTA METTERE INCINTA?????? - strillai.
- Mamma per favore calmati! Ti sentirai male così. - provò a dirmi Leila vedendomi letteralmente fuori di me. 
- CONE POSSO CALMARMI È? COMEEEEEEEEEE?
- Non è detto che sia incinta mamma... abbiamo fatto due test. Uno è risultato positivo l’altro invece non si capisce... c’è una linea marcata e l’altra si vede in trasparenza... è quasi impercettibile.  Dovrebbe essere negativo giusto? - non potevo credere di stare a parlare di test di gravidanza con le mie figlie. Non volevo neanche vederle le prove di quello scempio ma senza avere diritto di replica Leila me li mise davanti agli occhi. Aveva ragione uno dei due non era uscito perfettamente.
- La sapete la percentuale d'errore di un test di gravidanza qual'è? - presi quello con risultato positivo - Ve lo dico io: L’1%! Sapere cosa signora quindi? SAPETE CHE ACCIDENTI SIGNIFICA QUESTO? CHE SEI NELLA MERDA CHLOE!
- Mamma ma questo? - continuò Leila indicandomi l’altro test.
- Una seconda linea si vede ugualmente lo hai detto anche tu e questo basta....
- E quindi che si fa adesso? Cosa possiamo fare per aiutarla? - aiutarla? sul serio? Dopo tutto quello che mi aveva nascosto avrei anche dovuto aiutarla?
- CHE SI FAAAAA???? Io non farò proprio nulla! Spetta a tua sorella adesso. Lei si è messa in questa situazione, lei l’affronterà. Addio sogni, addio uscire, addio la tua bella vita Chloe! Mi sono spaccata la schiena per farti vivere una vita felice e non farti mancare nulla e tu?  Hai vanificato tutto. - feci una pausa - Da una parte sono felicissima che ti sia capitata questa cosa sai? Almeno forse con il tempo capirai che tutte le cose che ho sempre fatto, ma che hai sempre odioto, le ho fatte per te, per il tuo bene. - dissi facendole sentire tutto il mio rammarico. 
- Tu pensi che sia davvero sicuro che sia incinta mamma? Non potrebbe trattarsi di un falso allarme? - Leila nonostante l'età a quanto pare non aveva ancora smesso di credere nelle favole. 
- Un falso positivo è possibile... due è molto raro però! - spiegai. 
- Ma... mamma... sc... Scusa. - le si era incantato il disco.
- Scusa, scusa, scusa... chiedere scusa non basta a risolvere questo casino Chloe e poi non devi chiedere di certo scusa a me... dovresti chiederlo a te stessa. Ma come hai fatto ad arrivare fino a questo punto è? Quante volte ti ho parlato di precauzioni e sesso sicuro? Come puoi esserti comportata come se non sapessi nulla in materia?
- Erik... lui mi ha detto.... si beh... che ci avrebbe pensato lui. 
- E tu come un’allocca ci sei cascata! ma sei stupida o che sei? Fai quello che dicono gli altri? Segui la massa? Di un po:  se uno dei tuoi compagni decide di buttarsi giù da un ponte tu che fai? Lo segui a ruota libera perché è la moda del momento? Roba da pazzi.
- Mamma...
- Vattene in camera tua e preparati ad affrontare tuo padre!
- Mamma no no no no ti prego papà no.... mi ucciderà... uccidera Erik! - caspita le era addirittura tornata la voce. 
- È il minimo per quello che avete fatto! Ora va! Sparisci dalla mia vista prima che te le dia di santa ragione! - la guardai con sguardo duro dopodichè posai gli occhi su Leila - Vai anche tu di sopra, voglio restare da sola.
***
Gridai, sbraitai... distrussi mezza cucina a suon di magia tanto era la rabbia ma poi mi chiusi in bagno e piansi tutte le lacrime che avevo in corpo. Mi sentivo un fallimento: come madre, come amica... in tutto. Ma come accidenti avevo fatto a non accorgermi che era cambiata, i segnali c’erano tutti ma io ero stata cieca o non volevo credere che questo fosse possibile. Aveva insistito per partire con lui, avrei dovuto capire da subito il motivo di tale insistenza e avrei dovuto parlarle... forse non sarebbe cambiato nulla ma forse avremmo evitato questo casino. Ho sempre voluto essere una mamma perfetta per loro, un’amica perfetta... beh a quanto pare non sono niente di tutto questo. 
Me ne rimasi li, nel bagno del piano di sotto, per tutta la notte, fu Killian a trovarmi, non mi aveva vista in camera tornando da lavoro ed era corso a cercarmi. Mi trovò in condizioni pietose e si preoccupò all’istante. Gli dissi che mi sentivo male e che avevo bisogno di essere abbracciata e di dormire. Non era una bugia, mi sentivo davvero uno schifo e l’unica cosa che volevo in quel momento era chiudere gli occhi e svegliarmi direttamente il mattino seguente con la speranza di aver solamente vissuto un incubo. Purtroppo però, quando mi svegliai nulla era cambiato, non avevo sognato... la discussione avvenuta la sera precedente era pura realtà: mia figlia Chloe aveva buone probabilità di essere rimasta incinta. Mi feci sostituire da mio padre a lavoro e rimandai l’appuntamento consuetò da Granny che avevo con Regina sia quel giorno che quello seguente. Non volevo vedere nessuno se non il retro delle mie palpebre. Alternavo stadi di ira a stadi di calma assoluta e molte volte, lo ammetto, fui tentata addirittura di correre da Erik e spaccargli la faccia. Non lo feci... era stato incoscente e stupido è vero, ma mia figlia lo era stata ancor di più.  A proposito di Chloe, tentò di parlarmi molte volte durante quei due giorni cercando di chiedermi scusa;  per tutto il primo giorno non riuscii neanche a guardarla negli occhi, mi aveva enormemente deluso quella ragazzina,  Il secondo giorno invece, non so come, forse perché ormai mi ero rassegnata, riuscii ad avere una conversazione più che civile con lei.
- Ho... ho seriamente paura mamma, capisco che tu sia arrabbiata  con me e che non voglia aiutarmi ma davvero io ho paura! - disse mostrandosi ancora una volta mortificata.
- Avevo paura anche io... - mi ritrova a risponderle così, senza pensare - Sai... quando era nella tua stessa situazione... ero spaventata a morte anche io.
- Io non sono come te però... io non so fare la mamma... non voglio fare la mamma... io non... non lo voglio questo bambino. - E cosa avrei dovuti dirgli adesso? L’ira stava riprendendo possesso del mio corpo. Non lo voleva??? Ci poteva pensare quel maledetto giorno no????? No, non potevo fare scenate, non più. Una mamma perfetta non le farebbe giusto? Presi un respiro profondo e provai a non impazzire.
- Cosa posso dirti è? Lo sai già... dovevi pensarci prima di aprire le gambe al primo che passava da quelle parti. Ormai non si può tornare indietro... se sei incinta dovrai tenerlo perché scordato di abortire o darlo in adozione... l’ho fatto io e ti posso dire che sarebbe il peggiore errore della tua vita, anche più grande dell’errore appena commesso. Se non fossi incinta invece, cosa molto rara, beh allora dovresti seriamente ringraziare la tua buona stella e trasformarti in una figlia super obbediente.
- Devo... devo fare un altro test quindi? - chiese. Era una ragazzina dopotutto non sapeva sul serio come comportarsi. Fino a ieri pensava ai cantanti, agli attori e adesso? Adesso è costretta a pensare a cose molto più grandi di lei.
-No... niente test. Ti ho prenotato una visita ginecologica per domani... saprà dirci di più.
- Dirci? - ripetè la mia ultima parola. - Al plurale?  Allora mi vuoi aiutare? - le brillarono gli occhi, vidi in lei un briciolo di speranza riaffiorare e sinceramente chiamatemi pappa molle ma non resistetti e l'abbracciai. - Vieni qui, credo di aver gridato abbastanza questi giorni.
- Non... non sei più arrabbiata con me?
- Certo che sono arrabbiata con te ma credo di averti strigliata per benino. - sorrisi leggermente - Veniamo a capo di questa  situazione e poi vedremo come comportarci ok? Non escudo altre urla. - dissi convinta.
- E io sarò ben felice di ascoltarle mamma perchè se mi urli è perché ci tieni a me!
- Allora lo sai? E io che credevo di averti fatta senza cervello. - provai a sdrammatizzare la situazione. Ero ancora arrabbiata ma ne avevamo tutti bisogno. - Torna di la adesso, tuo padre è di sotto e salirà a momenti, di sicuro vorrà parlarmi di una cosa. 
- Di cosa? - rieccola sbiancare dalla paura - Lui sa che.... glielo hai detto? - non era paura.. era puro terrore il suo. 
- Se glielo avessi detto secondo te sarebbe sceso al piano di sotto a mangiare senza prima averti detto le peggio parole? - scosse la testa - Glielo dirò o glielo diremo insieme a mente lucida e solamente dopo aver visto il medico.
- Grazie mamma... ti voglio bene
- Per quanto si possa ridire, visto la sceneggiata di due giorni fa.... anche io te ne voglio.
- Lo so.
Tornò in camera sua e mi lasciò con Killian il quale, come immaginavo,  insistette nel  voler sapere cosa mi stesse succedendo. Non aveva creduto alla storia che mi sentivo poco bene e voleva cercare di capire cosa fosse successo per ridurmi così in modo da potermi aiutare. Mi rifiutai di dirglielo mettendo come scusa il fatto di voler restare da sola perché avevo mal di testa ma questo non lo fermò di certo.  Mentre uscì dalla camera per lasciarmi riposare lo vidi smanettare con il suo cellulare e neanche cinque minuti dopo ecco che la mia migliore amica mi mandò un sms. Non potevo crederci... le aveva detto di scrivermi?
 
 
In un primo momento pensai di non andare, non mi piaceva l'idea di dover sbandierare i miei segreti e quelli della mia famiglia a tutti, ma poi decisi di accettare l'invito di Regina. Erano già due giorni che non la vedevo, non volevo destare altri sospetti... e poi per essere onesti avevo seriamente bisogno di parlarne con qualcuno o non ne sarei uscita viva. Mi preparai a gran velocinà per essere puntuale e lasciando Leila a supervisionare i suoi fratelli, Killian a breve sarebbe andato a lavoro, uscii di casa per recarmi da Granny. Non feci neanche in tempo a sedermi che Regina iniziò subito con le domande. Feci un po' la vaga, cercando di sviare le sue domande e parlare di altro, ma il giocò durò poco.
- Che accidenti hai si può sapere? Killian è preoccupato e tanto.. pensavo esagerasse per telefono ma basta vedere la tua faccia per capire che che non è così. Cosa accidenti è successo? - chiese diretta senza giri di parole. 
 - Ok c'è una cosa che dovrei dirti ma Regina credimi, non siamo nel luogo adatto per parlare di questo. E' una cosa fin troppo personale e ci sono troppe orecchie indiscrete qui per i miei gusti. - Le feci notare la nostra amica Ruby che con la scusa di servire ai tavoli allungava l'orecchio nella nostra direzione intenzionata ad origliare la nostra conversazione.
- Vuoi vedere come risolvo il problema? Ehi tu lupacchiotta - oltre a Ruby fece voltare l'intero locale, un vero e proprio imbarazzo. - Vedi di farti un giro ok? - le disse senza mezzi termini facendola allontanare colpevole. - Ecco fatto, hai visto? Problema risolto. - rise orgogliosa di se. - Se non ci sono altri impedimenti ti dispiacerebbe dirmi che cosa sta succedendo adesso? 
- Beh vedi... preferirei ugualmente parlarne in un luogo un po più isolato... è una questione davvero delicata credimi.
- Ci risiamo vero? - alzò gli occhi al cielo a mo di esasperazione. - Problemi con Killian vero? Che è successo stavolta? Non dirmi che sospetti ancora che lui abbia una relazione extraconiugale vero? Ma è una fissazione questa! Ormai lo avranno capito anche i muri: Killian non ti tradirebbe mai Emma! Quel pirata ti ama follemente non gli passa proprio per la testa l'idea di...
- Non si tratta di Killian questa volta e non si tratta neanche di tradimenti. Killian centra ma in maniera indiretta. - le spiegai.
- Non ti seguo... 
- Beh... ho scoperto una cosa... una cosa un po' delicata e... e non so assolutamente come dirgliela. Ho paura della sua reazione perchè già so che non la prenderà affatto bene. 
- Voi due avete questa malsana idea di dirvi sempre tutto... è ammirevole ma delle volte può essere un'arma a doppio taglio non trovi? Io e Robin parliamo di tutto è vero ma qualche piccolo segreto lo abbiamo anche noi. Niente di grave naturalmente, sono solo cose personali, ma un po' di mistero nella coppia ci vuole non credi? -in quel momento sarei stata davvero molto felice di tenere quel segreto per me. - Comunque dimmi... questa cosa che hai scoperto: è qualcosa di fondamentale importanza o è una cosa che sa o non sa non fa differenza?
-  Direi che è una cosa piuttosto.... "vitale"! - confessai.  La vidi strabuzzare gli occhi per  poi farmi segno di continuare. - Non posso dirti altro, non qui almeno. Te l'ho già detto preferirei parlarne in un luogo un po piu.... - detto fatto, con un gesto della mano ci ritrovammo direttamente nel suo ufficio. 
- Pensi che questo posto vada bene? 
- Regina mah... - chiesi completamente sorpresa.
- Te l'ho detto: sono giorni che ti vedo strana, preoccupata più che altro e ora che mi hai confessato di essere a conoscenza di una cosa.... com'è che l'hai definita? Vitale? Beh... vorrei saperne di più. - avrebbe mai smesso di indagare? No, certo che no, la conoscevo fin troppo bene... non si sarebbe mai arresa, tanto valeva raccontarle tutto. Chissà magari sarebbe addirittura riuscita a farmi calmare. 
- Ok, ma prima voglio un bicchiere del tuo ottimo sidro di mele! - sorrise vittoriosa e si avvicinò all'angolino bar per prepararlo - Facciamo due... ne ho un disperato bisogno. - ammisi con sincerità ricevendo in cambio un'occhiataccia. - Che c'è? Ho bisogno di bere... è un reato?
- D'accordo, ma facciamo così: ne preparo due, uno per te e uno per me, ma porto anche la bottiglia... non si sa mai. - annuii - Comincia a parlare intanto che preparo. 
Bene... era giunto il momento di alleggerirmi la coscienza e di condividere con qualcuno questo enorme segreto.  - Beh... è una cosa che mai mi sarei aspettata se devo essere onesta, non ci stavo assolutamente pensando eppure... eppure è successa, sotto ai miei occhi e senza che me ne rendessi conto. - sospirai - E' incredibile che io non mi sia accorta di nulla: nessun segnale, nessun campanello d'allarme... niente di niente eppure pensavo di saperne abbastanza in materia. Che stupida... avrei giurato che sarei stata in grado di accorgermene nel caso in cui fosse successo e invece niente... è stata come ricevere una vera doccia gelata. - Non avevo ancora detto nulla, avevo girato molto alla larga da quello che era il vero nocciolo della questione, eppure la vidi irrigidirsi. Smise di preparare i cocktail e guardandomi negli occhi mi disse:
- Sei sicura che vuoi bere?
- Che c'è ti sembro forse già ubriaca? Sbrigati a portarmi quel drink se vuoi che continui... non credo di farcela senza. - risposi decisa. 
- Forse mi sono espressa male, riformulo la domanda: puoi bere? -che accidenti di domanda era. 
- Perchè non dovrei? 
- No è che... beh dalle tue parole sembrerebbe che.... e poi prima hai detto che la cosa che hai scoperto è "vitale"... forse quello che stai cercando di dirmi è che.... - la vidi respirare profondamente. - Non è che sei di nuovo incinta?  - spalancai la bocca tanto fu lo stupore per quella domanda - Ho indovinato vero? Aspetti un altro bambino e sei agitata di dirlo a Killian non è così? Ooooh Emma, sarà pure inaspettato dopo 12 anni dall'ultimo, mah.... ma è una notizia grandiosa! Killian ne sarà felicissimo vedrai. - la vidi riporre la bottiglia e venire verso di me senza il mio tanto atteso cocktail. - Non credo che bere ti faccia bene nelle tue condizioni.  - mi sorrise mentre io, al contrario, la fulminai con lo sguardo -  Non guardarmi così e fatti abbracciare avanti: voglio congratularmi con te. Che bellooooo! Avrò un altro nipotinooooo!  - non potevo credere alle mie orecchie... ma come accidenti le era venuta in mente una cosa del genere? Certo, quello che le avevo detto poteva forse essere un po frainteso ma davvero credeva che mi sarei fatta mettere incinta così, come se niente fosse, dopo ben 12 anni dall'ultima volta? 
- Guarda che ti dico bene: se non mi porti subito quel dannato cocktail me ne andrò senza darti nessuna spiegazione in merito mia cara. - la minacciai.
- Ma Emma non puoi bere nell tue... 
- Posso bere senza nessun problema sta tranquilla! Non sono incinta Regina. - ammisi 
- Ma allora quello che hai...
- EHI.... il mio drink prima! - Dissi categorica. Non la vidi molto convinta di cedere. - Niente drink, niente spiegazioni... e poi mi fai davvero così stupida? Dopo 4 figli credo di aver imparato la lezione. Solo sesso sicuro per me. - mi scrutò a fondo per capire se stessi dicendo la verità e alla fine mi credette. Tornò al suo angolo bar e tornò ad armeggiare con i drink. Mi riempì di domande e alla fine, non potendone più, decisi di confessarle la cosa anche senza alcol tra le mani. - Tua nipote ha perso la verginità! - esclamai senza troppo giri di parole. Mi aspettavo restasse sconvolta dalla cosa ma non fu così: non fece neanche una piega. 
- E ti stupisci? Ha 19 anni, vive lontano da casa e ha un fidanzato da quando... tre anni? Mi stupirei se ancora non ci avesse fatto nulla con Gideon. - ammise - E' questo che vorresti dire a Killian ma non sai come fare? Ti do un consiglio: non dirglielo. Queste sono cose che devono rimanere tra mamma e figlia, Killian non capirebbe... per lui Leila potrebbe anche avere 50 anni suonati, resterà sempre la sua bambina e non vedrebbe mai di buon occhio una cosa del genere. Lascia correre ok? - sorrise - Comunque è stata davvero molto matura nel volertene parlare, significa che hai fatto un buon lavoro con lei, dovresti essere molto orgogliosa. - disse mettendo su un vassoio i due bicchieri con la bottiglia per poi portarli verso il tavolino.
- Me ne ha parlato un po' di tempo fa ormai, è una cosa vecchia questa e sono orgogliosissima di lei e che si sia fidata di me. Non parlavo di Leila infatti... è tua nipote Chloe che ha perso la verginità! - fu un attimo, neanche un secondo dopo mi ritrovai completamente con i vestiti bagnati. Alla mia affermazione Regina, tanto lo stupore,  si fece sfuggire il vassoio tra le mani, o meglio... lo lanciò,  facendomi letteralmente la doccia con il suo sidro di mele. Forse dopotutto non era stata una buona idea chiederle un drink. 
- Chloe ha fatto cosa? No... non può essere, devi aver capito male, quella ragazzina alla sua età non può pensare al... e con chi??? Ho bisogno di un drink! - esclamò per poi recarsi verso il mini-bar personale ed estrarre una bottiglia di martini con altri due bicchieri. - è la cosa più forte che ho al momento... dobbiamo farcela bastare! - disse venendosi a sedere e versando il liquido nei due bicchieri - Avanti continua, dimmi: chi è questo depravato... da quanto lo conosce? Noi lo conosciamo? Quanti anni ha? Tu sei proprio sicura che...
- Regina... ho bisogno di un'amica con cui parlare non di una persona che vada nel panico insieme a me ok? E' stata lei a confessarmi la cosa, è per questo che sono così sicura. 
- Te... te l'ha detto lei? E tu?
- Si me l'ha detto ma non l'ha mica fatto perchè voleva fare una chiacchierata tra mamma e figlia... certo che no... sarebbe stato troppo da persona matura... - iniziavo nuovamente ad alterarmi. - L'ha fatto perchè è stata costretta! - ammisi. 
- E' stata costretta? L'hanno costretta? Chi... chi è stato? Dimmelo Emma perchè devo andare a spaccare la faccia a quel maniaco. E' piu grande di lei scommetto vero? Disgraziato... gliela faccio passare io la voglia di importunare mia....
- Erik! - risposi io prima che finisse la frase. Rimase a guardarmi incredula, aveva sempre avuto un ottimo pensiero su quel ragazzino, proprio come tutti noi del resto. - E' lui il ragazzo con cui ha fatto questa pazzia e no, non l'ha costretta in quel senso. Lei era d'accordo a quando pare... è stata costretta a dirmelo perchè c'è dell'altro...
- Altro? E cosa mai potrebbe mai esserci di peggio? - domandò non riuscendo a capire cosa intendessi.
- Forse è incinta! - ammisi con rancore. 
- A...asp...aspetta un attimo! COSAAAAA? Chloe... tua figlia quindicenne, la mia piccola nipotina forse è cosaaaaa????? Emma se è uno scherzo ti garantisco che è di pessimo gusto. 
- E secondo te scherzerei su una cosa del genere??? Regina!!!! - l'ammonii, come poteva anche solo pensare una cosa del genere. - Me l'ha confessato...Leila è tornata per sostenerla, sapendo già che io mi sarei infuriata come una bestia e le ha fatto fare anche dei test di gravidanza...
- E?
- Uno è positivo e l'altro... beh non si legge benissimo ma una seconda striscia c'è! - ammisi con delusione, tristezza, rancore...
- Cavolo! - Igurgitò il contenuto del suo bicchiere tutto d'un fiato e io feci altrettanto. - Ma come è possibile?  Ai giorni d'oggi ci sono le peggio inventive per evitare ciò, come accidenti ha fatto a...
- Non ha usato nulla... - mi guardò sconvolta - Ho già dato i numeri io, non c'è bisogno che lo faccia anche tu! - una di noi due doveva restare lucida e di certo non potevo essere io. Avevo ancora nelle vene istinto omicida da vendere. 
- E ora? Che hai intenzione di fare? Se fosse sul serio... si beh... hai capito no? Hai intenzione di fargliela portare avanti la gravidanza? - chiese. Era davvero strano parlare di questo. Non riuscivo ancora a prenderne totalmente atto.
- Certo, lei ha fatto il danno, lei ne risponderà! Sono stata abbastanza chiara anche su questo. L'aborto non esiste, sono assolutamente contraria mentre per l'adozione se la può anche scordare. Ho fatto il peggiore errore della mia vita con Hery non le permetterò di fare lo stesso. Le ho preso per domani una visita dal un ginecologo a new york... mi ha seguita con la gravidanza di Leila, quando ancora non mi fidavo di Whale. E' in gamba e spero possa ribaltare la situazione. - sarebbe stato un miracolo... i test, almeno uno dei due parlava chiaro, non era di certo un ginecologo a poter risolvere quel gran casino ma dentro di me ancora ci speravo. 
- Killian lo sa? - domanda retorica.
- Secondo te Chloe sarebbe ancora viva se lo sapesse? Ha già rischiato di fare una brutta fine con me, con suo padre non avrebbe possibilità di sopravvivenza. - presi un respiro - Aspetterò i risultati definitivi per parlargliene anche se... si beh se non aspettasse nessun bambino non so davvero se dirglielo o no. E' una cosa grave quella che ha fatto, alla sua età poi... dovrebbe saperlo ma nonostante ciò sento il dovere di proteggerla. Non sarebbe una passeggiata per lei affrontare le ire di suo padre... il loro rapporto si spezzerebbe per sempre già lo so. 
- E tu in quel caso non dirglielo! - rispose come se fosse la cosa piu facile di questo modo. 
- Non lo so... non so assolutamente cosa fare. - ammisi per poi scoppiare in lacrime. Quella situazione era decisamente troppo grande per le mie figlie ma di sicuro era piu grande anche di me. Non sapevo sul serio se ce l'avrei fatta ad affrontarla.  Regina mi fece sfogare per tutto il tempo che ne ebbi bisogno dopodichè con la promessa di rivederci il giorno seguente ognuna andò per la sua strada. 
*** 
Il mattino seguente come concordato precedetemente io, Leila e Chloe salimmo in macchina e ci mettemmo in viaggio verso New York. Partimmo molto presto onde evitare il traffico e questo ci portò ad arrivare a destinazione con largo anticipo. Ci recammo ugualmente in ospedale, compilai, in quanto minorenne, i moduli di Chloe dopodichè nell'attesa della visita vera e propria, l'infermiera che ci aveva accolte ci mandò subito in sala prelievi per farle fare le analisi. Gliele avrebbe fatte fare la dottoressa una volta in studio ma visto che eravamo già li era meglio avvantaggiarci. Fatto il prelievo attendemmo il nostro turno in sala d'attesa e alla fine ci fecero accomodare.
- Emma Swan? Ma che piacere rivederla. Non ci vediamo da quanto? dieci anni? Come sta la bambina - disse la dottoressa vedendomi.
- Diciannove anni a dire il vero... - sorrisi nel vedere la sua faccia sbigottita. - E la bimba di cui mi stai chiedendo è lei. - indicai Leila la quale regalò un gran sorriso alla donna e le strinse la mano. 
- Wow... è incredibile quanto tempo sia passato. Ti trovo benissimo, sembri non essere invecchiata di un solo anno. Il tempo è un elisir della giovinezza per te? - avevo una figlia di diciannove anni e sembravo ancora una trentenne a causa di Neverland. che avrei dovuto dirle? Sparai la prima cavolata che mi venne in mente. 
- Magari fosse un  elisir... il segreto è la mia crema da notte - sorrisi - niente di piu. 
- Dovrai dirmi il nome di questa crema allora. - ridemmo ancora una volta - Parlando di cose serie, cosa ti ha spinto a venire qui? - domandò.
- Sono venuta per lei in realtà - indicai Chloe - è l'altra mia figlia, ha quindici anni e si trova in una situazione un po spiacevole. - spiegai in grandi linee quello che era accaduto, in quanto Chloe non proferì parola, dopodichè la dottoressa si occupò di lei: la pesò, controllò l'altezza, le misurò la pressione e per finire le fece la visita e un'ecografia per escludere anche altre patologie oltre la possibile gravidanza. Eravamo arrivati fin li era giusto essere scupolosi e controllare tutto. Ci volle più tempo del previsto, Chloe era spaventata e non aveva nessuna intenzione di collaborare ma alla fine, con i suoi modi gentili, la donna riuscì a farsi dare ascolto. Una volta terminata la visita tornarono da noi che eravamo rimaste in dispare per dare a Chloe un po di privacy e aspettammo il risultato delle analisi per avere un quadro più completo.
- Bene... dalla visita effettuata ho escluso ogni genere di infezione possibile quindi su questo punto di vista possiamo stare tranquilli. - sorrise - Per quanto riguarda il fattore gravidanza dobbiamo fare un discorso un po' più ampio. - la cosa non prometteva nulla di buono. - Dai risultati delle analisi i valori del beta- HCG sono abbastanza elevati e anche i test fatti a casa l'hanno rivelato, infatti sono usciti entrambi positivi anche se uno dei due non è poi così chiaro. - gli occhi di mia figlia iniziarono ad in umidirsi... aveva sperato fino alle fine, come tutti noi, che fosse semplicemente un falso allarme. La dottoressa la vide pronta ad una crisi di pianto e si affrettò a finire la sua diagnosi. - Non spaventarti c'è un però a tutto questo. Le analisi e i test indicano una gravidanza ma l'ecografia fatta lo esclude categoricamente. Non avrai avuto le mestruazioni ma sembra che tu sia comunque in fase di ovulazione e questo escude al 100% una gravidanza. - cosa? sul serio? 
- E come si spiegano i risultati delle analisi allora? Come mai i suoi valori sono così alti? - chiesi io non capendo come fosse possibile una cosa del genere. Avevo sempre saputo che le analisi non sbagliano mai. 
- Mi hai accennato durante la sua anamnesi che sta prendendo dei medicinali per il problmea cardiaco avuto in passato giusto? - Annuii - Sai dirmi il nome del farmaco che sta prendendo? - non ricordavo il nome esatto ma per sicurezza mi ero portata dietro direttamente il medicinale. Lo cercai in borsa e glielo consegnai. - Come volevasi dimostrare. E' questo medicinale la causa di tutto. Ci sono dei principi attivi che alterano i livelli del beta- HCG e questo medicinale contiene proprio uno di questi principi attivi. Le nausee anche sono dovute a questo, è uno degli effetti colaterali piu frequenti e queste nausee eccessive hanno portato all'eccessiva perdita di peso che ha intaccato il normale ciclo mestruale. Chloe stai benissimo, non c'è nulla che non va in te. Parlerò con il mio collega e vedrò di farti dare una cura più leggera. Gia dal prossimo mese non dovresti avere piu problemi. - Un miracolo... era appena avventuto un miracolo. - Rilassati e sta tranquilla ma per quanto riguarda una prossima volta.... stai più attenta, non si gioca con queste cose. - come se non glielo avessi già detto io. 
Ringraziammo la donna dopodichè con gli animi decidamente più sollevati uscimmo dall'ospedale. Non feci neanche in tempo ad arrivare alla macchina che Chloe mi saltò letteralmente addosso.
- Mamma ti voglio bene! Grazie per essermi stata vicino...  - le ero stata vicino? E come? Se non avevo fatto altro che sgridarla. Ricambiai comunque l'abbraccio e cercai di dimostrarle con quel gesto che nonostante la rabbia le volevo comunque un gran bene. - Prometto che non lo farò mai più... non mi metterò mai più in un guai del genere.
- Lo spero Chloe... lo spero sul serio. 
- Non... non lo dirai a papà vero? Mamma io.... 
- Non lo so Chloe... io ancora non lo so. - con queste ultime parole tornammo a Storybrooke. 
Il tempo di lasciare entrambe a casa che eccomi nuovamente varcare la soglia dell'ufficio di Regina.
- Allora? - mi disse non appena mi vide arrivare - com’è è andata la visita?- potevo leggerlo chiaremente nei suoi occhi: era preoccupata. 
- Mmmh.... bene e male allo stesso tempo. - risposi creandole ancora più ansia.
- Oh oh... male perché è... oddio fammi sedere che mi sento male.. mia nipote è incinta a 15 anni? - porto entrambe le mani sul viso e se non fosse stato per la poltrona che aveva accanto a se molto probabilmente sarebbe svenuta sul serio.
- No, fortunatamente non lo è. Ho passato le 48 ore peggiori della mia vita ma alla fine almeno questo fatto si è risolto. Non aspetta nessun bambino fortunatamente ma abbiamo scoperto le cause per cui ha questi sintomi così simili alla gravidanza. - nonostante fosse decisamente più sollevata non disse nulla, mi fece semplicemente segno di continuare. -Il suo ciclo si è bloccato a causa di un calo di peso eccessivo dovuto alle pesanti cure somministrate per il problema cardiaco. 
- E le continue nausee? Come ha spiegato questo sintomo?
- La cura che le è stata somministrata come ti ho appena accennato è molto forte e ha tra i vari effetti collaterali anche questo: la nausea. Ha consultato un suo collega, un esperto in materia e le ha cambiato cura, dovrebbe iniziare a star meglio già da subito. Per sicurezza ho anche chiamato Whale e mi ha confermato la cosa. 
- Ho capito... - fece una pausa cercando di riprendersi dallo spavento che entrando le avevo fatto prendere - Emma mah... non che non sia felice che sia tutto ok, non fraintendermi, ma com’è possibile che entrambi i test siano risultati positivi?
- Me lo sono chiesta anche io sai? A quanto pare ci sono dei principi attivi in alcuni medicinali che alterano i valori del beta-HCG e a quanto pare uno di questi principi attivi era proprio all’interno delle medicine che stava assumendo Chloe. - spiegai.
- Insomma tutto bene quel che finisce bene no? - annuii - E allora perché hai detto che durante la visita ci sono stati anche aspetti negativi?
- Perché è ancora sotto peso nonostante mangi come un piccolo bufalotto. - ero seriamente preoccupata per questa cosa.
- Pensi che possa essere legata a qualcosa in particolare modo? Ad esempio un disturbo alimentare?
- No... non credo arriverebbe a tanto e poi se mi ha confessato di sospettare una gravidanza, di essere andata in gita con l’unica persona con cui glielo avevano vietato e che si è addirittura fatta di nascosto un tatuaggio, me l’avrebbe detto non trovi?
Un tatuaggio, Chloe ha un tatuaggio? - Sbarrò gli occhi. Se continuavo di quel passo credo che l’avrei mandata ai matti nel giro di trenta minuti.
- Eh già, e indovina un po’? L' ha fatto con sua sorella...
- Con Leila???? Ma che accidenti sta succedendo alle mie nipotine?
- Non chiedermelo, sarebbe da metterle in punizione a vita... tra segreti, bugie e chi più ne ha ne metta non si capisce più niente in casa, ma credo che per questa volta farò la mamma moderna e non dirò nulla, credo che si siano già abbastanza spaventate da sole a dover portar un segreto così grave... mi limiterò a dire loro, soprattutto a Chloe, come poi ho già fatto in più di un’occasione che tutto quello che è successo le resti di lezione per una prossima volta. Speriamo solo sia la scelta giusta.
- Hai fatto la scelta giusta tranquilla, lo so! - appoggiò la mia idea di graziarle. - E insomma..... Hai scampato il rischio di diventare nonna! - passata l’agitazione tornò ad essere la solita Regina di sempre - Non ti ci vedevo sai? Sei ancora troppo bionda e giovane per diventarlo.
- Credo proprio che tu abbia ragione... 
- Mmhhh che hai? Non ti vedo ancora tanto della quale. Hai ricevuto una bella notizia no? Tua figlia sta bene che cos’è che ti fa star così? - in effetti c'era ancora qualcosa che mi turbava. 
- È una sciocchezza in confronto a tutto questo casino ma si, qualcosa che mi turba ancora c’è: Killian! - ammisi facendola rimanere di sasso. Potevo leggere nei suoi occhi la classica domanda “e ora che c’entra suo marito?” Continuai a spiegarle senza darle modo neanche di formulare la domanda - è che non so come comportarmi con Killian in merito a tutta questa vicenda. Si è accorto che qualcosa non va e non fa altro che tartassarmi di domande. Vorrei dirglielo, dovrei dirglielo... in pratica è anche sua figlia, ma so per certo che se gli dicessi che la nostra piccolina è andata a letto con qualcuno...
- Si arrabbierebbe fino a morire di crepacuore.
- Esattamente. Li ha visti mezza volta in atteggiamenti poco casti e per poco non moriva d’infarto... questa volta ce lo giocheremo sul serio.
- Lasciatelo dire: è un pirata un po’ fragilino il tuo! E io che pensavo che i pirati fossero uomini tutti d’un pezzo.
- Scema, non scherzare, non so davvero come comportarmi con lui. - ero combattuta. Da un lato volevo proteggere nostra figlia e la sua, di Killian, incolumità, dall’altro lato però mi sentivo in dovere di raccontargli quanto successo o almeno in parte.
- Si da il caso allora che io sappia esattamente come tu ti debba comportare. - a si? - Come ti accennavo l’altro giorno non sempre due coniugi devono dirsi tutto, qualche segreto per salvaguardare la vita familiare e di coppia ci vuole. - riecco quella storia. La faceva facile lei...
- Hai detto bene: piccolo segreto. Questo non è poi tanto piccolo.
- Ok... vero anche questo ma posso assicurarti che il tuo lui un piccolo non proprio piccolissimo segreto lo tiene ben custodito nell’armadio; perché tu non dovresti fare altrettanto? - cosa cosa cosa? Che aveva detto? Killian aveva un segreto?
- Frena un secondo!  Killian, mio marito, ha un segreto? E tu che ne sai? - lei sapeva qualcosa che io non sapevo e questa cosa non mi piaceva per niente. Avevo appena smesso di preoccuparmi per Chloe adesso dovevo preoccuparmi di mio marito?
- Ho le mie fonti cara e posso assicurarti che sono più che affidabili. - ammise con un piccolo ghigno vittorioso.
- Stai scherzando vero? - disse di no con un cenno della testa - Killian mi tiene sul serio nascosto qualcosa? - questa era la volta buona che lo avrei preso sul serio a calci nel sedere.
- Stai tranquilla, non è nulla di grave... non adesso almeno. Lui si è semplicemente comportato come gli hanno chiesto di fare. - ora lo giustificava anche?
- Non girarci intorno, va avanti.
- Me l’ha detto Henry una sera mentre era a cena.
- Henry? E lui che ne sa? - aveva messo in mezzo anche mio figlio quel cretino?
- È con lui che aveva questo segreto. Lo sapevi che il nostro figliolo ha chiesto consigli amorosi al tuo bel pirata?
- Si, qualcosina sapevo... Killian non si è mai sbilanciato in proposito, diceva che non c’era nulla di grave da sapere. è questo il segreto di cui parli? - tirai un sospiro di sollievo - Mi hai fatto prendere un accidenti Regina!
- No Emma, non non è questo! - fece una pausa giusto per farmi morire ancora più di curiosità - Sapevi che la storia con Violet è stata una storia molto seria che è sfociata a 17 anni in qualcosa di ben più spinto di un semplice bacio come abbiamo sempre creduto? - spalancai la bocca per nulla preparata ad ascoltare una cosa del genere. 17 anni per un ragazzo andavano più che bene ma per il mio ragazzino proprio no. E poi perché non me lo avrebbe detto? Lui con me parlava di tutto. - Mi viene da ridere sai? Hai avuto esattamente la mia stessa reazione quando Henry se l’è fatto scappare. Ha preferito parlarne con lui piuttosto che con noi. Dice che è stato molto paterno e che gli ha dato consigli che gli sono stati, e capisci al volo ti prego, “molto utili”
- Henry è mio figlio.... perché diamine Killian non è venuto subito a dirmi quello che quel disgraziato stava combinando? Quando mi vede vedrai che cosa gli farò.
- Aspetta, non saltare già alle conclusioni, è stato Henry a chiederglielo.
- Sapessi quanto mi interessa! Era un ragazzino e di conseguenza quel cretino di un pirata doveva parlarne con la diretta interessata.
- Pensaci però... forse è un bene se lui ha taciuto. Puoi ripagarlo con la stessa moneta e non sentirti in colpa non trovi? Lui ha tenuto per se un segreto su tuo figlio, tu puoi tenere per te un segreto, per altro molto simile, su sua figlia. - Mmh non era poi male come idea, se solo un giorno si fosse lamentato per averglielo taciuto gli avrei rinfacciato il fatto che lui per primo aveva taciuto una cosa a me.
- Hai ragione sai? - sorrisi compiaciuta - Sei un geniaccio Regina mi hai risolto ogni problema.
- Felicissima di esserti stata d’aiuto. - sorrise - Che ne dici ora, caffettuccio da Granny?
- Caffettuccio alle due meno un quarto del pomeriggio? Eheheheh no grazie devo scappare adesso, è ora di prendere Chloe da scuola. - la salutai, la ringraziai ancora una volta per il piccolo aiuto dato riguardante il fattore ammettere o no con Killian che ci sia stata una sorta di rivoluzione famigliare a sua insaputa dopodiché uscii dal suo ufficio e mi recai a scuola per riprendere quella peste. Mi stava aspettando davanti al cancello e accanto a lei indovinate un po’ chi c’era? Erik. Presi un respiro profondo onde evitare sceneggiate in pubblico e aspettai che Chloe salisse in macchina
- Di al tuo amichetto di salire in auto. - dissi categorica. 
- Mamma... non... hai... hai detto che non gli avresti detto nulla!!! 
- Fai salire Erik in macchina.
- Ma perderà l’auto per tornare in convitto. - mmmh ci voleva tanto ad obbedire?
- Lo riaccompagno io ora sbrigati a farlo salire. Ah passa dietro, fallo sedere davanti. - la vidi sbiancare, sapeva già cosa stavo per fare. Mi aveva pregato in tutte le linque del mondo di non dirgli nulla e di lasciarlo in pace ma se fino a quel momento avevo deciso di assecondarla ora non potevo più... dovevo fare quattro chiacchiere con lui o sarei esplosa.
- Signora Jones... buon pomeriggio. - disse non appena salì in auto.
- Erik... - risposi a mo di saluto.
- Sono nei guai vero? - chiese titubante
- Fino al collo credo. - risposi facendolo deglutire a fatica. 
- Le chiedo scu...
- Alt! Parlo io! Ti ho difeso davanti a mio marito, ti ho elogiato con belle parole pensando fossi sul serio un ragazzo con la testa sulle spalle... e invece? Vengo a scoprire che sei addirittura più scemo di questa qui - indicai Chloe. - Mi hai seriamente deluso lo sai? Pensavo davvero fossi venuto a casa mia per chiedere a Killian scusa per il tuo comportamento poco consono avvenuto qualche tempo prima. Aveva ragione lui invece, mi sono fatta abbindolare dal tuo bel faccino.
- Signora...
- Non ho finito! Come ti è venuto in mente di portarti a letto una ragazzina di soli 15 anni? - stentavo ancora a crederci ve lo giuro. 
 - Mamma ti prego! Smettila per favore, mi metti in imbarazzo così. - disse lei ma la ignorai completamente.
- Anche io ho 15 anni...
- E con ciò? Tu puoi avere anche la sua stessa età ma questo non giustifica sai? Della tua vita puoi fare quello che vuoi, a me non interessa, ma la stessa cosa non vale per la vita di mia figlia. Avresti dovuto rispettarla di più. - abbassò lo sguardo - Ora parliamo di quello che è successo in gita! Tralasciando il fatto che siete partiti insieme, cosa del tutto ingiustificabile a mio avviso e poco rispettosa nei confronti miei e di mio marito, ti chiedo: come accidenti hai fatto ad essere così stupido? Se ti sei portato dietro determinate precauzioni penso anche che tu sia a conoscenza degli eventuali rischi che potrebbero venirsi a creare in mancanza di queste giusto? - annuì - e allora per quale assurdo motivo hai deciso di non utilizzarle? - alzai la voce - Hai quindici anni come hai tenuto a sottolineare poco fa, e di conseguenza non credo che tu abbia chissà quanta esperienza in materia, lo spero almeno. Gente adulta rimane fregata per fare lo stesso stupido giochetto che hai provato a fare tu, come pensi non possa sbagliare un ragazzino alle prime armi? Hai rischiato grosso Erik, lo sai cosa sarebbe successo se fosse stata sul serio incinta?
- Avrei avuto vita breve lo so. - disse convinto che mi riferissi al fatto che Killian lo avrebbe ucciso seduta stante.
- Queste sono le classiche frasi che si dicono ipotizzando una cosa del genere ma fidati non ti avrebbe ucciso nessuno, perché ucciderei quando quello a cui saresti andato in contro era addirittura ben peggiore? Ti saresti dovuto far carico di due persone Erik: la tua fidanzata e tuo figlio, avresti dovuto smettere di studiare per cercarti un lavoretto che ti permettesse di mantenerli entrambi, avresti dovuto rinunciare ad ogni tuo sogno per occuparti di tuo figlio ma sopratutto non avresti potuto più fare errori perché ci sarebbe stato qualcun altro a cui risponderne. - stavo decisamente esagerando, ne ero consapevole. Nessuno gli avrebbe mai permesso di rinunciare agli studi, i suoi genitori, ai quali avevo prontamente raccontato tutto, si sarebbero fatti carico delle eventuali spese e lo avrebbero aiutato in tutto e per tutto come di conseguenza avremmo fatto anche io e Killian con Chloe, ma lui non doveva saperlo. Sarebbe dovuto uscire da quella macchina talmente spaventato che ci avrebbe pensato due volte adesso prima di sfiorare mia figlia.
- Ho capito l’errore commesso signora Jones deve credermi e le prometto che non succederà mai più una cosa del genere.
- Voglio ben sperare Erik, siete giovani avete tutta la vita davanti per affrontare il sesso e tutto ciò che esso comporta... non bruciate le tappe, adesso potrebbe rivelarsi una cosa divertente, un qualcosa che vi fa sentire grandi, ma a lungo andare, quando sarete grandi sul serio ve ne pentirete amaramente e non avrete più la possibilità di tornare indietro. Eravate a tanto così - feci un gesto con le dita della mano - per cadere da un burrone ma siete stati presi in tempo, non avvicinatevi nuovamente a quel precipizio o questa volta potrebbe non esserci nessuno a tirarvi su e portarvi in salvo.
- Ha perfettamente ragione signora Jones, non si ripeterà più glielo posso assicurare. - era palesemente una bugia e non fu solo il mio super potere a dirmelo ma anche la faccia che fece a Chloe quando pensava che non lo stessi guardando. Dall’altro canto però vidi anche mia figlia e lei non ricambiò il suo sguardo anzi... lo imbruttì. Forse almeno con lei il discorso fatto sia qualche giorno fa, che adesso aveva funzionato. Fermai il maggiolino davanti il convitto in cui viveva Erik dopodiché, dopo aver aspettato che Chloe passasse davanti, mi incamminai verso casa. Restammo in silenzio per tutto il viaggio ma prima che scendesse dall’auto ne approfittai che fummo da sole per dirle un’ultima cosa.
- Chloe aspetta un secondo! - si girò verso di me per poi richiudere la portiera. - Vorrei dirti una cosa e preferirei farlo qui onde evitare il solito caos che c’è in casa - sorrise pensando a quanto avessi ragione, casa nostra non era di certo una casa come si suol dire “ tranquilla” - Pensavo davvero quello che ho detto poco fa, sul fatto di vivervi l’adolescenza e ne sarei davvero felice se tu decidessi di darmi ragione ma è anche vero che ti conosco come le mie tasche e l’idea che tu te ne stia buona buona senza fare danni non mi convince per nulla. Come ho fatto con tua sorella qualche anno fa credo sia arrivato il momento di fare lo stesso discorso anche con te.
- Dopo l’esperienza appena vissuta mamma credimi, anche se non avessi capito determinate cose prima adesso le so. Non sarò mai più così ingenua e quando ricapiterà, ormai credo in una prossima vita, starò super attenta. - disse convinta. 
- È proprio di questo che vorrei parlarti, dello stare attenta. Io spero che come dici tu sarà in una prossima vita, ma potrai ben capire che non posso metterci le mani sul fuoco. Vorrei che fossi chiara con me d’ora in avanti.
- Lo sarò mamma. Te lo prometto, ho capito la lezione. Stavolta giuro, l’ho capita sul serio.
- Bene allora ascoltami attentamente: ho bisogno di sapere se devo prenderti un nuovo appuntamento dal ginecologo per parlare con uno specialista dell’eventualita di prescriverti la pillola. Non frantendermi , non è un invito a fare sesso sia chiaro, vorrei che tu stia lontana dal sesso il più possibile ma se proprio non riuscissi a tenertici lontana vorrei che almeno fossi tutelata da eventuali rischi come quello appena passato.
- Mamma... mi imbarazza questa cosa ma voglio essere sincera con te. Per il momento non ho bisogno di nulla, dico sul serio. Mi sono spaventata a morte e credo che ne passerà di tempo prima che io mi riaffacci in quel tipo di relazione.
- Devi essere sincera, non voglio bugie, non più!
- Sono più che sincera mamma! Non ho intenzione di buttarmi nuovamente a capofitto in qualcosa di fisico.
- Sono orgogliosa di te per questo, spero sia seriamente così e ti avviso che in qualunque caso tu decida di... beh vieni da me che ti darò una mano a stare lontana dai guai.
- Grazie mamma, sei la numero uno! - mi abbracciò e di conseguenza ricambiai. L’aveva fatta grossa ma era pur sempre la mia bambina. - ora che torniamo dentro... lo dirai a papà vero?
- Dovrei dirglielo si... sarebbe la cosa migliore ma visto che le acque si sono decisamente calmate ho decisio che per adesso resterà un nostro piccolo segreto. Non farmi pentire di ciò. - la minacciai
- Mamma ti adoroooooooooo! - mi riempì di baci. 
- Si sì ok! Basta smancerie però, rientrano in casa adesso.
Quel pomeriggio, poche ore dopo essere rincasati, Leila ripartì per Boston, il suo aiuto era stato fondamentale per Chloe e anche io non potei far a meno di ringraziarla per esserle stata vicino. Non tutti al suo posto avrebbero fatto lo stesso. Ogni tanto mi da dei grattacapi anche lei, come la storia del tatuaggio ad esempio, ma nonostante ciò sono molto orgogliosa di com’è venuta su, spero che dopo questo spavento anche Chloe decida di cambiare testa e diventare più responsabile. Poco ci credo ma non fa mai male sperare un po’.
- A cosa pensi? - disse Killian venendo a sedersi sul divano accanto a me per poi iniziare a farmi, con la sua unica mano, un bel massiaggio.
- mmh... niente... ero semplicemente dirstratta. Non c’è niente di interessante alla tv. - risposi posando il telecomando.
- Beh... non ci sarà nulla di interessante nella scatola magica ma tu hai me e io sono molto interessante non trovi? Potremmo fare qualcosa d’interessante non so... in camera da letto magari? - rieccolo tentare un approccio. 
- No... oggi no tesoro, ho bisogno di fare una dormita lunga come minimo otto ore! - lo rifiutai. 
- Due giorni fa no... ieri no... oggi no! Si può sapere che hai?
- Non ho nulla amore, davvero! - era la verità. Forse un paio di giorni fa ero emotivamente distrutta ma ora stavo bene, mi ero tranquillizzata.
- Forse adesso ma in questi giorni sei stata strana, oserei dire preoccupata. È forse successo qualcosa che non so? - chies eguardandomi negli occhi. 
- Mmmh forse! - risposi ridendo.
- Che risposta è forse... mi stai per caso tenendo allo scuro di qualcosa?
- Mmmh forse.... - lo stavo stuzzicando di proposito e lo vidi iniziare a capire che forse davvero era successo qualcosa.
- Ti odio quando mi rispondi così! Avanti dimmi: che è successo?
- Non mi odi.. mi ami e comunque no, non ti dirò nulla, non questa volta. Sono riuscita a gestire tutto con l’assoluta lucidità.Ti basti sapere questo. 
- Eddai ci siamo sempre detti tutto! Niente segreti ricordi?
- Mmh si ricordo e andava tutto alla grande fin quando tu non hai deciso di tenermi nascosto un piccolo segreto amore mio. 
- Chi io? Ma che dici! Non ti ho mai mentito. - rispose prontamente. 
- Non ho detto che hai mentito... solo che non mi hai riferito una cosa.
- Ma quando? Chi ti ha detto una cosa del genere?
- Anni e anni fa e sai chi me l’ha detto? Regina ... glielo ha detto Henry.
- Henry??? - ci pensò un po’ su ma sembrò non arrivarci. Incredibile lo aveva addirittura dimenticato.
- Una casetta diciamo... sentimentale!
- Senti... ahhhhhhh e che sarà mai! Ho pensato io a tutto! Era una cosa tra uomini.
- Rispetto la tua decisione e mi riservo il diritto di fare lo stesso per questa volta.
- Ma non è giusto! - si lamentò
- Tranquillizzati, se fosse una cosa grave te la direi. Considerala una piccola vendetta per non avermi parlato di Henry. Se tu non mi nasconderai più nulla allora anche io non ti nasconderò più nulla. 
- Ok! Ma dimmi almeno di chi si tratta:  di te?
- Acqua!
- Liam?  Non ha studiato immagino.
- Ancora acqua. 
- Leila???
- Fuochino....ma no!
- Ho paura a chiedertelo.... Chloe????
- Bingo!
- Tanto per cambiare! Che ha fatto? Devo preoccuparmi? No aspetta aspetta... pensi che io voglia saperlo?
- Non è nulla di preoccupante ma no! Non credo che tu lo voglia saperlo.
- Ok ho cambiato idea.... dimmi immediatamente che ha combinato! - la curiosità era troppa soprattutto dopo la mia ultima affermazione.
-  Puoi scordartelo amore mio... non te lo dirò mai! - Mise il broncio. - Oooooh non guardarmi così, ti sto facendo un favore sai? 
- Ah si? E quale sarebbe? - rispose per nulla convinto. Mi avvicinai a lui, lo abbracciai, gli diedi un tenero bacio sulle labbra dopodichè facendogli un occhiolino e sussurrandogli all'orecchio gli diedi il colpo di grazia. Non avrebbe dormito sonni tranquilli per giorni.
- Ti sto semplicemente salvando la vita amore!
 
Note dell'auore:
Ci sono volute tre capitoli ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Ne sono successe di tutti i colori in quest'ultimo capitolo e posso assicurarvi che se continuerete a seguirmi molte altre ne succederanno. Volete qualche anteprima? Ci sarà il rinnovo delle promesse di Emma e Killian  innanzitutto, ma vedremo anche ( e torneremo nel futuro) la delusione del primo amore di Leila, che qui non abbiamo potuto approfondire e non per ultimo ci sarà una sorpresina per tutti voi. Quale sarà? a voi le ipotesi eheheheheheh. Vi mando un grande bacio e vi auguro un buon inizio settimana... A prestooooooo. 
 
 

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Capitolo 72
*** Tale madre tale figlia ***



Mi sono resa conto negli ultimi due capitoli di non aver trattato molto il punto di vista di Emma e Killian, mi sono dedicata ai loro figli e li ho lasciati un po in secondo piano. Vi comunico ufficialmente che da oggi torneranno a farsi sentire ;) Buona lettura. 

POV LEILA
Nel momento esatto in cui tornai a Boston una sensazione di malessere emotivo mi invase. Per via del problema di mia sorella non avevo dato molto peso a quello che mi fosse successo, mi ero fatta in quattro per aiutarla e avevo di conseguenza messo da parte i miei problemi. Forse un pochino lo feci anche di proposito a far finta che nulla fosse successo tra me e Gideon ma ora non avevo più scusanti... non potevo più continuare a fingere, dovevo affrontare la situazione da persona matura. Già... ma come si comporta una persona matura in questi casi? Era la prima volta che mi trovavo ad affrontare un problema del genere e non sapevo minimamente da dove cominciare per poterne uscire. Quello che sapevo è che la persona con la quale avrei tanto voluto parlare in quel momento era l’unica persona che molto probabilmente di me non ne voleva più avere niente a che fare. Mi mancava quel capoccione, mi mancava terribilmente e mi mancavano anche che tutte quelle cose di lui che in quell’ultimo periodo mi avevano dato fastidio. Com’era possibile una cosa del genere? Come è possibile che tutto quello che non sopportavo di lui adesso mi mancava? Mi sembrava di impazzire, dovevo assolutamente parlarne con qualcuno. La mia coinquilina quel giorno era in casa, non era andata a lezione, così ne approfittai per parlanne con lei. Le raccontai tutto dal principio, dal nostro primo incontro a Storybrooke quel weekend fin quando lo avevo mollato per aver detto tutte quelle cose orrende su mia sorella. Raily odiava Gideon e non ne aveva mai fatto mistero, non sopportava neanche la sua presenza in casa e lo riteneva un pallone gonfiato. Pensavo che se ne sarebbe uscita con quale frase del tipo “era ora cavolo”, eppure non lo fece, anzi... mi disse che a detta sua ero stata fin troppo affrettata nel prendere quella decisione. È vero... c’erano molte cose di lui di cui ultimamente non facevo altro che lamentarmi ma non mi ero mai presa la briga di sedermi a tavolino e parlargliene... lo avevo mollato e basta senza provare a capire se la cosa fosse risolvibile o no. Avevo pensato solamente a me stessa senza capire il vero motivo di tutte le sue lamentele. Mi consigliò di chiamarlo per provare a spiegargli le mie motivazioni e per capire magari come se la stesse passando lui, ma io non riuscii a farlo. Ero troppo orgogliosa per chiamarlo e dirgli: “ehi ciao come stai? Ah proposito lo sai che mi manchi?” no no no non lo avrei mai fatto. Ringraziai la mia amica per essere stata così gentile per aver ascoltato i miei sfoghi e me ne andai dritta in camera, non cenai neanche, avevo lo stomaco completamente sotto sopra. Mi rannicchiai nel mio letto e provai a pensare a tutto fuorché a lui ma la cosa fu davvero difficile, ovunque il mio sguardo si posasse c’era qualcosa che me lo faceva tornare alla mente. La cornice con la nostra foto sul comodino, i libri che mi aveva regalato, le nostre foto sul telefono... tutto mi ricordava Gideon così decisi di fare l’unica cosa sensata: spensi la luce e chiusi gli occhi aspettando così che Morfeo mi rapisse.
 Ero convinta che fosse solo una fase, che con il passare dei giorni le cose si sarebbero sistemare, che avrei sentito meno angoscia e che avrei saputo cosa fare... tze...mi sbagliavo di grosso. Ogni giorno che passava era sempre peggio e a rendere ulteriormente difficile la cosa furono le chiamate di mia sorella e di mia madre che come minimo mi facevano tre o quattro telefonate al giorno. Ero contenta di sentirle, mi mancavano, ma avrei preferito di gran lunga parlare con loro senza necessariamente mettere in mezzo la parola amore o Gideon ad ogni singola conversazione. Chloe durante una delle nostre chiacchierate mi ha raccontato che papà alla notizia della fine della mia relazione con il figlio del suo peggior nemico inizialmente ha gioito. Eh già, a quanto pare lui e Liam hanno praticamente esultato della cosa come se fossero allo stadio. Mi scappò da ridere immaginando la scena, in fondo un pochino me lo aspettavo... papà odiava Gideon, eppure rimasi particolarmente colpita quando aggiunse che poche ore dopo lo ha visto uscire di casa con l’intento di andare a spaccare la faccia a colui che aveva spezzato il cuore di sua figlia. Fortunatamente è intervenuta la mamma che lo ha fermato in tempo o sul serio sarebbe andato lì per farlo fuori. Chloe mi ha anche confessato di aver origliato una conversazione tra nostri genitori quel giorno, come se fosse una novità poi, e ha sentito dire che papà voleva venire fino a Boston per parlarmi, voleva assicurarsi personalmente che stessi bene. La mamma, conoscendomi, gli ha detto di aspettare i miei tempi e che di sicuro, se ne avessi avuto bisogno, sarei corsa io da loro. A voluto darle ascolto? Certo che no, gli ha detto che sarebbe partito quanto prima e indovinate un po’? L’ha fatto. È venuto a Boston piu o meno una settimana dopo. Ero a casa, non avevo assolutamente voglia di andare a lezione quel giorno, quando improvvisamente qualcuno suonò alla porta. Pensai fosse uno dei miei amici che con la scusa di qualche appunto avrebbe cercato di convincermi a lasciare il letto e andare a lezione ma mi sbagliai. Quando andai ad aprire, in pigiama, struccata e spettinata, trovai davanti alla porta mio padre. È già, il pirata a quanto pare aveva mantenuto la parola data.
- Papà!!!!! - esclamai sorpresa cercando al tempo stesso di darmi un contegno. Sapevo benissimo di non aver un bell’aspetto ma tentai ugualmente di camuffare la cosa. Non volevo che si preoccupasse per me più di quello che già era.
- Amore mio.... - mi abbracciò per poi darmi un delicato bacio sulla guancia. - Non ti vedo da due settimane e già mi manchi da impazzire lo sai? - disse continuando a tenermi stretta a se.
- Mi mancate anche voi papà... mi mancate davvero tanto. Ora capisco perché Henry era sempre a Storybrooke e mai al campus. - Risi per poi farlo accomodare.- Posso offrirti qualcosa? Un caffè, un thè...
- No tesoro ti ringrazio, sto bene così - sorrise dolcemente.
- Allora.... Cosa ti porta qui papà? Non ti aspettavo, è forse successo qualcosa? - sapevo benissimo cosa lo portasse lì ma provai comunque a fare la vaga. Il risultato? Pessimo... risultati falsa perfino a me stessa.
- Sai perché sono qui. Le voci in città corrono veloci... - abbassai la testa. - Non ho intenzione di girarci attorno quindi ti chiedo: che ti ha fatto quel depravato per portarti a prendere questa decisione? - eccolo diventare serio... forse anche fin troppo serio. Quando venivamo messe in mezzo noi figlie in qualche casino lui era sempre pronto a difenderci e quella volta non fu da meno, era già pronto con il piede di guerra. Amavo questa sua versione,era un vero e proprio spasso, ma non c’era assolutamente bisogno in quel momento di entrare nella modalità padre iperprotettivo, Gideon non aveva fatto nulla di male, avevo fatto tutto da sola.
- Niente papà... Gideon non ha fatto proprio nulla stavolta... - non mi credeva, potevo leggerlo chiaramente sul suo viso - Davvero! - rimarcai.
- Mmmh dici? E come mai allora hai deciso di lasciarlo? - domandò per nulla convinto della mia precedente risposta. - Ti sei alzata una mattina e hai deciso che ti eri stufata di lui? Andiamo Leila... credo di conoscerti da un bel po' ormai e so con certezza che non sei la classica ragazzetta che oggi vuole una cosa e domani un’altra. Hai combattuto con le unghie e con i denti per convincermi ad accettare Gideon nella nostra vita, mi hai fatto guardare oltre le apparenze e ora mi vieni a dire che è finita così senza nessun motivo ben preciso?
- Beh un motivo in realtà c’è, ma non è dipeso da lui come invece pensi. L’ho lasciato io a causa dei mei problemi. Lui non si aspettava minimamente una cosa del genere anzi... pensava addirittura che fossi tornata a Storybrooke per fargli una sorpresa... - lo vidi restare in silenzio per qualche secondo, stava provando a ragionare sul significato delle mie parole.
- A causa dei tuoi problemi tesoro? - ripetè la mia ultima frase. - Che... che genere di problemi? Se avevi qualche problema perché non sei venuta subito da noi? Lo sai bene che può contare su me e la mamma anche se non viviamo più sotto lo stesso tetto.
- Certo che lo so papà ma vedi è successo tutto così in fretta... io... io non...
- Che c’è mi devo forse iniziare a preparare all’incontro con un’altro pretendente? Vivendo qui hai conosciuto qualcuno che ti ha fatto battere il cuore? Oddio... mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, sai chi mi ricordi in questo momento? Tua madre. - sospirò - Sei sempre stata uguale a lei ma adesso sembri quasi la sua copia sputata... anche tu a quanto pare sei indecisa sul chi aprirti sentimentalmente. - Vedere papà che parlava della mamma e delle sue scelte amorose era un vero spasso, deve aver sudato sette camice per conquistarla ma purtroppo la mia storia era parecchio differente dalla sua. Non dovevo scegliere tra due ragazzi... magari avessi divuto farlo, sarebbe sicuramente stato più facile.
- Non c’è nessun nuovo ragazzo papà... non ho lasciato Gideon perché sono interessata ad un altro. L’ho lasciato semplicemente perché in quel momento ho sentito il bisogno di farlo. Ero davvero convinta devi credermi ma adesso...
- Adesso ti sei pentita, vorresti tornare indietro ma non sai come fare.Ho indovinato vero?
- No. Cioè... non lo so se voglio tornare indietro, la verità è che non so più cosa provo per lui. - confessai. - Ho fatto quello che mi sentivo di fare ma adesso non sono più sicura che fosse la cosa giusta. Io voglio bene a Gideon, gli voglio più che bene papà mah... - non trovavo le parole adatte per spiegargli la situazione e non volevo di certo entrare nel dettaglio su cosa fosse successo.  - Hai mai fatto un torno alla mamma? - cambiai totalmente domanda sperando di poter ricavare un piccolo aiutino dalla sua risposta.
- C... cosa? Scherzi vero? - sorrise - Non lo sai? Io ho cercato addirittura di uccidere tua madre. - Cosa? -  Ricordi la storia del famoso pirata buono e della sua principessa cigno che ti piaceva tanto ascoltare da piccola? Beh non è propriamente una favola, quello che ti ho sempre raccontato era semplicemente la storia di come ci siamo conosciuti io e tua madre. Io sono il pirata buono e lei la mia principessa cigno. - Questo lo sapevo da un pezzo ormai, c’erano troppe similitudini tra i miei genitori e i personaggi della storia, sapere però che sul serio papà avesse cercato di ucciderla mi lasciò un pochettino sorpresa. - Certo non ci parlavamo a quei tempi ma questo non giustifica il fatto che ho comunque superato un certo limite con lei. - Ho sempre pensato che quel piccolo dettaglio lo avesse inventato papà per rendere la storia più avvincente e invece... 
- cioè... spiegami meglio: hai tentato davvero di ucciderà la mamma? - se prima ero un po’ perplessa adesso mi venne proprio da ridere ad immaginarmi la scena.
- L’ho ammetto l’ho fatto, ma non ti pensare che tua madre sia uno stinco di santo. La cara principessa Cigno ha tentato a sua volta di mettere fine alla mia vita nonché sfigurarmi questo bel faccino. - la sua espressione fu epica.
- O mio Dio... non posso crederci! - non riuscivo a smettere di ridere all’idea di loro due che si facevano la guerra. Li ho sempre visti battibeccare ma immaginarli in quella versione era senza dubbio uno spasso. Risi talmente tanto che per un momento dimenticai anche i miei problemi. - l’amore non è bello se non è litigarello insomma! - conclusi quella piccola comica scenetta per poi tornare seria - E quando stavate insieme invece ? Ti è mai capitato di farle qualche torto o di ferirla involontariamente?
- Si... purtroppo è successo e me ne pento ogni singolo giorno. Le ho mentito su molte cose... alcune anche abbastanza importanti direi... in mia difesa posso dire che ho sempre agito per buona fede, in fondo avevo semplicemente paura della sua reazione, ma si... ho commesso molti errori con lei.
- E lei? ti ha sempre perdonato suppongo! Ha sempre visto il tuo lato buono non è così? - conoscevo bene la mia mamma e sapevo che non poteva essere altrimenti. Ehhhh quanto avrei voluto essere forte come lei. È il mio idolo quella donna, ha sempre saputo cosa volere dalla vita e a sempre combattuto per ottenerlo... papà dice che siamo simili ma io mi sento totalmente il suo opposto.
- Alla fine forse... io e tua mamma ne abbiamo fatte di litigare, ci siamo presi e lasciati in continuazione tesoro. Pensa che ho dovuto addirittura chiederla in moglie per bene due volte! - Ok, questo decisamente non me l'aspettavo. Ma come? Due innamorati come loro? 
- Cosa? E perché? Ti ha detto di no la prima volta? - non potevo credere alle mie orecchie. Stavo iniziando a conoscere dettagli della famiglia fin ora ignorati. Non vedevo l’ora di raccontare tutto a Chloe. Ci sarebbe stato da ridere.
- No al contrario, ha accettato subito... è solo che ci siamo lasciati neanche 48h dopo... - ok ora non avevo più dubbi... avrei scritto una serie tv su di loro da grande. 
- Sul serio?
- Già... colpa mia anche questa volta però!- ammise.
- Non riesco a credere a tutto quello che mi stai raccontando papà. Mi sembra tutto così surreale. Vi ho sempre visti pappa e ciccia e ora tu mi dici questo... non immaginavo niente di ciò.
- E questo non è nulla, l’ultima litigata l’abbiamo avuta proprio qualche giorno fa. Che rimanga tra noi, anche se dice di no mi sta tenendo ancora il broncio la tua cara mammina - rise - che vi vuoi fare? È una capocciona. - scrollò le spalle.
- Avete litigato? E perché? È qualcosa di grave? - quell’ultima affermazione mi preoccupò parecchio. Mi stavo divertendo a sentire papà parlare dei suoi battibecchi con la mamma devo ammetterlo, ma era il loro passato... sapere che avevano litigato pochi giorni prima invece mi creò un po’ di tristezza.
- Niente che non risolveremo tranquilla...  ma tornando a noi... - sorrise - Sai perché ti ho detto questa cosa? - scossi la testa - Perché ho capito il motivo di tutte queste domande. - mi guardò come per dirmi:”ti ho smascherata” - Tutti possono litigare o avere incomprensioni tesoro, anche alle coppie più affiatate succede, ma questo non significa che sia la fine. - prese un respiro - sto andando contro i miei interessi ma è giusto che te lo dica: se ti sei pentita della decisione presa con Gideon puoi tornare indietro. Basta chiamarlo, invitarlo a prendere un caffè e spiegargli il perché avevi preso questa decisione. Sono sicurissimo che lui ricambia il tuo sentimento e sarà ben felice di continuare la vostra relazione. - lo vedevo che si stava proprio sforzando per dirmi questo, mi stava praticamente spingendo nuovamente tra le sue braccia nonostante lo volesse evitare con tutto se stesso. Ma quanto potevo amarlo?
- E a te starebbe bene? - gli lanciai un’occhiataccia buffa, sapevo che non gli stava bene per niente. Inizialmente, capendo i miei pensieri, rise ma qualche secondo dopo tornò ad essere serio.
- Non mi andrà mai bene che qualcuno ti porti via da me tesoro ma se è questo quello che ti rende felice allora io non ti ostacolerò. Sei una ragazzina intelligente, responsabile, non mi hai mai dato grattacapi sulle tue questioni amorose e di conseguenza meriti tutta la mia fiducia nonostante sai bene che non è esattamente genere il ragazzo che vorrei vedere al tuo fianco. - prese una pausa. - Ho gioito quando tua madre mi ha detto che vi eravate lasciati lo ammetto, non dover essere più mezzo imparentato con il coccodrillo mi rendeva alquanto rilassato, ma poi mi sono reso conto che non era in ballo la mia felicità ma la tua... e per la tua felicità tesoro mio sarei disposto anche a condividere con lui il resto della vita. - avrei dovuto registrarlo, quella frase mi sarebbe di sicuro tornata utile un giorno.
- Lo so che non ti piace... nonostante tu sia un pirata credo che preferiresti vedermi accanto a una specie di principe... uno come Erik diciamo. - non glielo avessi mai detto. La sua espressione cambiò di colpo. 
- Non nominarmelo proprio Erik per piacere! - esclamò - Me ne ha fatti passare pochi di guai quello lì con tua sorella. Non ho assolutamente una buona impressione su di lui - e non sai ancora nulla caro papino in realtà. Pensa se venissi a scoprire cos’ha fatto la tua bambina con il suo Erik che reputazione avresti di lui. - Sembra buono buono quello lì ma in realtà tutto è tranne che buono. Vorrebbe portare tua sorella sulla cattiva strada ma io non glielo permetterò. Dovrà passare prima sul mio cadavere. - rieccolo in versione papà geloso.
- Non esagerare adesso papà. Erik vuole bene a Chloe come Gideon ne vuole a me... anzi forse dovrei dire voleva... ormai credo che neanche voglia più sentirmi.
- Ti stai buttando giù nuovamente... Io non lo penso sai? Anzi... se proprio vuoi saperlo Gideon non esce di casa da settimane ormai e non va neanche più a lavoro. Belle è disperata, non sa più cosa fare.
- Sul serio? - da una parte ne fui contenta... sapere che non si era consolato già con un’altra era un sollievo per me ma nonostante questo ancora non ero sicura di cosa fare. Avrei voluto chiarirmi con lui ma poi? Io ancora non sapevo se volevo tornare con lui...
- Si... senti piccola sono venuto qui per vedere se stessi bene e ho capito che non è così. Nonostante tu cerca di nasconderlo con battutine e risate si vede che stai soffrendo e questo mi rende impotente perché non so assolutamente come aiutarti. - questa volta fu lui ad aprirsi a me. 
- Papà...
- Lasciami finire. Qualche anno fa se eri triste bastava metterti sulle mie ginocchia e raccontarti una favola per far passare la tristezza, ora mi rendo conto che non funziona più la cosa. Sei diventata grande e stai iniziando ad affrontare quei problemi di cui tanto temevo l’arrivo. Fosse per me continuerei a tenerti stretta tra le mie braccia ma non sarebbe la soluzione ideale. Ti ho consigliato di parlare con lui ma ad essere onesti non so neanche se sia un buon consiglio. Non sono pratico in queste cose ma ma so chi potrebve davvero aiutarti. - Mmh sapevo già di chi stesse parlando, potevo metterci entrambe le mani sul fuoco.
- Fammi indovinare: la mamma?
- Esattamente. Lei è una donna e sono sicuro che saprebbe esattamente come farti tornare il sorriso. Dovresti confidarti con lei e forse, a pensarci bene, avrei dovuto mandare qui direttamente lei piuttosto che venire io. In fondo io sono solo un papà! - alzò le spalle ironicamente.
- Sei il papà migliore del mondo devi credermi. Sono davvero fortunata ad averti nella mia vita. - corsi ad abbracciarlo. - Mi ha aiutato molto la tua presenza qui e mi hanno aiutato anche le tue parole. Sapere che anche i migliori - mi riferivo a lui e alla mamma - hanno avuto delle difficoltà di questo genere non mi rende più così spaventata. Ragionerò sul da farsi e spero di capire al più presto cosa voglio e se ne vale la pena.
- Brava, così ti voglio! Per qualsiasi cosa conta pure su di me. Non sei sola.
- Sapere di avere il tuo sostegno mi fa prendere un pochino in più di coraggio per affrontare questa situazione.
- Pensavi forse che non ti avrei sostenuta? - chiese perplesso.
- Puoi biasimarmi dopo tutto quello che mi hai detto in questi anni di di lui? - risposi ironica facendolo ridere.
- Mmmh no... direi proprio di no. Ora devo tornare a casa o tua madre mi farà la solita ramanzina. Già è tanto arrabbiata... meglio non mettere altra carne sul fuoco.
- Risolverete vero? - domandai ancora una volta. Non mi piaceva affatto l'idea che avessero litigato.
- Certo che sì! - si avvicinò per regalarmi un nuovo abbraccio e per baciarmi una guancia. - stammi bene Leila e mi raccomando, non essere triste, puoi avere tutto ciò che desideri.
- Grazie di tutto papà... davvero! Ti voglio bene.
- Te ne voglio anche io principessa.

***
POV KILLIAN
Nel momento esatto in cui mia moglie venne da me a comunicarmi che Leila e Gideon si erano lasciati pensai di stare sognando. Aspettavo questo momento dal giorno in cui quella testona di mia figlia venne a presentarmi quel poco di buono come il suo ragazzo. Mi cadde la terra sotto i piedi quel maledetto giorno dovete credermi. Leila, la figlia del capitano più temuto dei sette mari, si era presa una cotta per il figlio del suo peggior nemico alias il signore oscuro? Aveva davvero dell’incredibile. Sapere che finalmente si erano lasciati mi alleggerì il cuore ma quella bella sensazione di pace e serenità non durò a lungo: presto nella mia mente iniziarono a farsi spazio dei pensieri tutto fuorché piacevoli: come mai si erano lasciati? Leila adorava quel ragazzo, cosa poteva averle mai fatto quel cretino? L’aveva forse tradita? Le aveva messo le sue luride manacce addosso? Non lo so ma una cosa era certa: Qualunque cosa le avesse fatto era nei guai fino al collo. Glielo avevo detto fin dal primo giorno di non provare a farla soffrire, lo minacciai che lo avrei cercato fino in capo al mondo pur di fargliela pagare ed era esattamente questo quello che avevo intenzione di fare. Sul mio viso scomparve ogni segno di felicità e questo insospettì di parecchio mia moglie la quale non appena mi vide tentare di uscire dalla nostra camera da letto mi fermò chiedendomi dove stessi andando. C’era anche bisogno di risponderle? Assolutamente no! Dove mai sarebbe potuto andare un padre iperprotettivo come me dopo aver saputo una notizia del genere?
- Sul serio me lo stai chiedendo? Dove pensi che stia andando Emma! A spaccargli la faccia non ti sembra ovvio? - senza ascoltare quello che aveva da dirmi provai nuovamente ad uscire ma anche questa volta mi fermò.
- Tu non andrai proprio da nessuna parte! Si sono lasciati Killian non è successo nulla di così grave! Era scontato che prima o poi sarebbe successo. Era il suo primo fidanzato, pensavi davvero sarebbe durata in eterno? - scosse la testa rassegnata per la mia espressione che era tutto dire. - Le delusioni d’amore sono importanti da vivere Killian, tutti noi le abbiamo affrontare e questo ci ha portato ad essere più forti e ad aprire le nostre vedute. Per lei non sarà differente vedrai. Cerca di stare tranquillo ok? - come poteva dirmi di stare tranquillo... altro che tranquillo, avevo il sangue che mi ribolliva nelle vene. 
- Tranquillo??? Quello chissà che cosa le avrà fatto e tu mi dici di stare tranquillo? - non riuscivo a credere che fosse così calma. Poteva averle fatto di tutto ma a lei sembrava non toccarla. Che sapesse qualcosa in più di me? - Niente niente sai qualcosa che io non so? Ti ha forse accennato il motivo che l’ha spinta a prendere questa decisione? - chiesi. 
- No certo che no! Ti pare che non te ne avrei parlato se così fosse? - rispose come se fosse una cosa scontata. Con la scusa di una mia piccola e innocente chiacchierata con Henry mi teneva già un piccolo segreto riguardante Chloe... chi mi assicurava che non ne avesse anche uno su Leila?
- Se non sai nulla allora perché sei così calma?
- Proprio perché non so nulla sono calma Killian! Non puoi pensare sempre al peggio tesoro... e poi seriamente pensi che possa essere successo qualcosa di così tanto grave? Sono due adolescenti... possono benissimo aver litigato per una scemenza.
- Non puoi saperlo con certezza però! - risposi non del tutto d’accordo con le sue parole.
- Leila me lo avrebbe detto se fosse stata una cosa grave, lei mi confida tutto. - rispose cercando di tranquillizzarmi.
- Se ti confida tutto perché non sai ancora cos’è successo? - lo so stavo diventando troppo puntiglioso ma si trattava di mia figlia cavolo, come potevo non esserlo?
- Non si sentiva ancora pronta a parlarmene, era ancora fresca la cosa. Ha detto di voler elaborare la cosa da sola ma mi ha assicurato che non è nulla di cui dobbiamo preoccuparci.
- Elaborare la cosa da sola... che sciocchezza! Devi parlare con lei Emma, devi aiutarla. - possibile che mia moglie non riuscisse a capire?
- Killian... Leila ha ragione, ha bisogno dei suoi spazi. È grande ormai ed è giusto che provi ad affrontare le cose da sola. Non voglio lasciarla sola a se stessa se è questo che stai pensando, sarò pronta ad ascoltarla non appena sarà pronta a farlo, ma non prima.
- Io non ti capisco, è nostra figlia, potrebbe stare bene come potrebbe stare in casa a soffrire come un cane. Ma ci pensi? È sola e lontana da quella che è la sua vera casa... ha bisogno di noi.... Ha bisogno di te! - provai a farla ragionare. 
- Ti ho già detto come la penso, vogliamo litigare anche per questo? Non ti basta quello che è successo l'altro giorno? - mmmh ancora con quella storia?
- Emma non mi dire... sei ancora arrabbiata per quella cosa? - ci mancava solo quello adesso. 
- Arrabbiata? Killian sono furiosa! Non puoi davvero pensare di partire... non dopo quello che è successo l’ultima volta!
- È successo una sola volta in più di duecento anni, ero impreparato, questa volta non lo sarò e per di più non sarò da solo, ci sarà l’intera ciurma con me. - spiegai per la milionesima volta. 
- A me della tua ciurma non importa un fico secco! Non ho spostato la tua ciurma, ho sposato te Killian Jones e non voglio perderti solo perché quei cinque marinaretti da quattro soldi non sanno affrontare un viaggio da soli. - vidi i suoi occhi inumidirsi. Le veniva da piangere ma si sforzò con tutta se stessa di non farlo. Odiavo vederla così, avrei fatto di tutto pur di farla sorridere ma quello era lavoro e come capitano non potevo di certo tirarmi indietro davanti ai miei uomini
- Amore mio.... - provai ad avvicinarmi per avere un contatto fisico con lei.
- Non muoverti da lì. Non avvicinarti neanche. Se non lo capisci con le buone lo capirai con le cattive. Non voglio avere nessun contatto con te fin quando non ti farai camminare quel maledetto cervello. - era seria, non stava per nulla scherzando. 
- Se solo mi spiegassi qual’è il problema forse potrei anche risolvertelo.
- Il problema è che non voglio rivivere quello che ho vissuto l’ultima volta, non mi sembra così difficile da capire. Ti hanno dato per disperso, la tua nave è stata trovata in condizioni pietose su un’isola sperduta e tu non eri al suo interno. Mi hanno detto che eri morto Killian... morto! Lo sai che significa questa parola vero?????  - alzò il tono di voce all'ultima frase. - Ti ho fatto promettere di non partire più e tu che fai? Prima mi dici di sì e poi mi volti le spalle? - Emma Swan la donna più forte che io conosca stava ammettendo senza nessuna vergogna il fatto di aver paura di perdermi. Quanto avrei voluto baciarla, che amore che è.
- Non mi succederà nulla amore mio te lo garantisco. Ti porterei addirittura con me se fosse possibile ma a chi lasciamo i ragazzi? Saranno anche cresciuti ma non possono stare da soli a casa per un’intera settimana.
- Io non voglio partire, voglio che tu resti qui! - ammise. 
-  Non posso tesoro, è il mio lavoro. Sarà solo una settimana, non un giorno di più te lo prometto. Che vuoi che siano sette giorni eh?
- Lo hai detto anche la volta scorsa... - si fermò per qualche secondo. - Senti... non voglio più parlare di questo, sai come la penso e non ho assolutamente intenzione di cambiare idea. Comunque stavamo parlando di Leila... - cambiò argomento non volendo più affrontare la nostra discussione.
- Gia... e te lo ripeto: dovresti andare da lei.
- Te l’ho già detto,ma perchè non mi ascolti? - alzò gli occhi al cielo -  voglio lasciarle i suoi spazi.
- Ultimamente sembra non starti bene niente di quello che dico: e il viaggio di lavoro no. E parlare con Leila no... sai che ti dico? Che se non andrai tu andrò io a parlare con lei. È anche mia figlia, posso consolarla e aiutarla anche da solo. - dissi più convinto che mai. Potevo far finta di nulla sul mio lavoro ma non su nostra figlia. Quella bambina doveva parlare con qualcuno e se non sarebbe andata sua madre sarei andato io.
- Certo che puoi farlo ma penso seriamente che tu stia sbagliando. - disse come a volermi mettere in guardia.
- Io penso proprio di no.
Mettemmo finalmente a tacere quella discussione infinita e ognuno di noi tornò a dedicarsi alle proprie attività. Non andai subito da nostra figlia, aspettai una settimana prima di farlo, volevo essere preparato psicologicamente ad affrontare la situazione e per farlo avevo bisogno di smaltire la rabbia che avevo in corpo a causa del suo ragazzo o meglio... ex ragazzo da quattro soldi. Quando andai a Boston, non riuscii a tirarle fuori molto, mi confessò semplicemente che è stata una sua decisione presa in base ad alcuni piccoli problemi che aveva avuto, non si sbilanciò molto ma si poteva vedere benissimo anche ad occhio nudo che stava soffrendo. Ha chiesto di me e Emma... del nostro rapporto come coppia e ha cercato di trarre delle conclusioni ai suoi problemi proprio tramite le mie risposte. Continuavo seriamente a pensare che avesse bisogno di parlare con sua madre per risolvere a pieno la cosa, io non potevo fare molto per aiutarla. Ero un uomo, il suo papà per giunta... potevo confortarla, dirle che sarebbe andato tutto bene ma non potevo fare più di questo. Emma al contrario sarebbe riuscita ad entrare più in profondità e di sicuro sarebbe riuscita anche a farla tornare a sorridere. Dissi questa cosa anche a mia figlia ma lei non rispose ne in maniera positiva ne in maniera negativa, aveva semplicemente sorriso. Questo significava una cosa soltanto... non sarebbe mai andata da sua madre di sua spontanea volontà. È proprio vero... quelle due si somigliano come due gocce d'acqua. 
- Tu devi parlarle! - dissi ad Emma non appena varcai la soglia di casa al mio ritorno.
- Ciao anche a te Killian. - rispose lei sarcastica. - che c’è? Il tuo piano non ha forse funzionato? - potevo leggere una nota di ironia dietro quelle parole.
- Non è il momento di litigare! - le dissi. Dovevano mettere da parte le nostre divergenze per il bene di nostra figlia. - Leila non sta per nulla bene Emma. Ha un aspetto trasandato, ha delle occhiaia scure sotto gli occhi ed è bianca cadaverica. Non credo proprio che se la stia passando bene lì a Boston.
- Te lo ripeterò ancora una volta: quando una donna viene lasciata o lascia il proprio fidanzato, è normale che si senta a pezzi, triste e anche sola. Ci sono passata io, c’è passata Regina, mia madre... tutto il genere femminile. Avere una mano amica al proprio fianco aiuta ad affrontare la cosa, ti do ragione su questo, ma tempo al tempo Killian. Prima di affrontare la cosa con terze persone bisogna affrontare da soli i propri scheletri nell’armadio. Leila ha bisogno e deve affrontare questa fase prima di poter aprirsi con qualcuno. È crudele lo so, neanche a me piace l’idea che stia soffrendo ma è il ciclo della vita e tu non puoi farci niente purtroppo. Prova per una volta a fidarti di una donna che c’è già passata: non appena si sentirà pronta manderà un segnale e allora se non sarà lei a venire da me sarò io ad andare da lei. Tranquillizzati Killian. Non sarà di certo la prima e unica delusione d’amore che riceverà. - oooh su questo si sbagliava di grosso. 
- Non dirlo neanche per scherzo. Non ho fatto fuori Gideon solo perché me lo hai impedito tu ma questo non significa che non distruggerò tutto il genere maschile che d’ora in avanti le si avvicinerà. Nessuno può ferire la mia bambina. Chiunque in futuro proverà a farlo dovrà vedersela con me! - non era assolutamente una frase fatta dettata dalla rabbia, ero più che convinto di quello che stavo dicendo. I futuri pretendenti delle mie bambine non avrebbero avuto vita facile... ne adesso, ne mai.
- Smettila di fare il gradasso, non ti si addice per niente. Le tue bambine ti conoscono quanto me e sanno i tuoi punti deboli. Bastano due occhioni da cerbiatto per mandarti fuori di testa. Fidati che prima o poi utilizzeranno questa tecnica anche per presentarti un loro possibile ragazzo. 
- Sei odiosa quando fai così! - sbuffai, aveva ragione in fondo. Non sapevo resistere al loro sguardo e questo mi avrebbe creato molti problemi in futuro.
- Io sono sempre odiosa - disse ironica lanciandomi un’occhiata. - siamo d’accordo allora! Aspetteremo un po’ e le lasceremo i suoi spazi. - ricapitolò il tutto.
- Si va bene ma se non verrà lei...
- Allora andrò io.
Una volta chiarita questa piccola situazione provai a far ragionare mia moglie sulla nostra altra questione. Era solo uno stupidissimo viaggio di lavoro, non era poi neanche così lontano, eppure lei si rifiutava categoricamente di fidarsi di me. È vero l’ultima volta che partii per così tanto tempo venni colto da una tempesta e per poco non ci lasciai le penne ma questo non voleva di certo dire che sarebbe accaduto ancora. La mia amata Jolly si era fatta trovare impreparata quella volta, di sicuro non sarebbe mai più accaduto. Provai a farla ragionare a parole ma niente... era irremovibile, allora tentai con un approccio un po’ più fisico, sapevo i suoi punti deboli e speravo di riuscire nell’intento, ma ahimè riuscì a resistermi pur di non darmela vinta. “Non toccherai il mio corpo fin quando non ti deciderai a rimanere a casa” disse. Suonava un po’ come una minaccia e ben presto mi resi conto che lo era per davvero. Non riuscii ad avvicinarmi a lei per un’intera settimana. Mi provocò... altroché se non mi provocò, ma quando eravamo sul punto di quagliare eccola uscire di scena e lasciarmi a bocca asciutta. Mi sarei preso la mia vendetta questo era scontato, non poteva lasciarmi a “digiuno” per così tanto tempo. Stavo per mettere a punto un piano ma dovetti rimandare la cosa in quanto mia figlia diede i primi segnali di cedimento... era finalmente pronta a parlare.
- Killian dobbiamo parlare! - disse Emma arrivando a bordo della Jolly Rogers. Non mi aspettavo di vederla lì, la credevo a lavoro e non sapevo se preoccuparmi o no di quell’improvvisata. Era ancora arrabbiata con me quindi non era lì per un piccolo incontro romantico, di cosa voleva parlarmi?
- Non... non vorrai fare una scenata davanti alla mia ciurma vero? Emma le nostre questioni private non...
- Io non la calcolo proprio la tua ciurma Killian ancora non ti è chiara la cosa?  E poi non sono mica arrabbiata con loro, io sono arrabbiata con te! - precisò
- Ma tesoro... dai, sono due settimane che andiamo avanti con questa storia per quanto ancora mi farai patire?
- Questa storia come la chiami tu per me può durare anche in eterno se non fai pace con il cervello lo sai, comunque non sono qui per parlarti di questo. Mi ha chiamata Raily, la coinquilina di Leila. Dice che non sta andando a lezione da un po’ e che ha già rimandato un paio di esami oltre a quello che già sapevamo. - lo sapevo.... lo sapevo che stava male, perché Emma non mia aveva dato retta fin da subito?
- C... cosa? Sta peggio di quanto pensassi... che stiamo aspettando? Dobbiamo correre da lei. - incaricai Spugna di sostituirmi, presi per mano mia moglie e la trascinai fuori dalla nave, dovevamo raggiungere Boston.
- Mmmh interessante come reazione sai? - mi disse mentre cercavo di farle accelerare il passo. Non avevamo un minuto da perdere. - credo proprio che utilizzerò le nostre figlie come pretesto per non farti partire... funziona a quanto vedo... hai abbandonato la nave e il tuo equipaggio per Leila quindi...
- Ancora con questa storia? Non è il momento di parlarne dobbiamo raggiungere nostra figlia.
- Non ce ne sarà bisogno... ho parlato con lei per telefono e dopo un po’ dì convenevoli mi ha confessato il suo disagio... sta venendo a casa. - quella fu musica per le mie orecchie. Finalmente la mia bambina aveva deciso di darmi retta. - Hai visto che avevo ragione? Tempo al tempo Killian.

***
POV EMMA
Non ero sul serio arrabbiata con mio marito, ero più che altro dispiaciuta del fatto che abbia deciso da solo senza neanche confrontarsi con me. Sapeva quello che avevo passato in quel periodo, sapeva che avevo difficoltà a stare lontana da lui per paura che potesse succedergli qualcosa di brutto, eppure non ha minimamente pensato a come potessi sentirmi e ha deciso di voler intraprendere quel viaggio con la sua ciurma. “Un capitano non abbandona mai la sua nave” non fa altro che ripetermi questa cosa ma come la mettiamo con la promessa fatta a me? “Da domani non ti libererai più di me” è questo che mi promise il giorno prima di sposarci per non parlare della promessa di non intraprendere più viaggi così lunghi. Era solo una settimana agli occhi di tutti ma per me era un’eternità. Avevo deciso di fargliela pagare ed ero disposta ad andare fino in fondo. Fosse stato per me avrei addirittura smesso di parlargli, per farlo cedere con tempi minori non per altro , ma non potei farlo in quanto non c’era solo il nostro problema da risolvere ma anche quello di nostra figlia e non potevamo di certo comportarci come due ragazzini di fronte a lei. Lei veniva prima di ogni altra cosa.
Eh già la mia dolce Leila finalmente dopo qualche settimana dall'accaduto aveva deciso di tornare a casa per farsi dare qualche consiglio. Sapevo che prima o poi sarebbe venuta da me ed è per questo che chiesi cortesemente a Killian di lasciarle i suoi spazi. Se fossi intervenuta io di mia spontanea volontà non avrei fatto altro che chiuderla ancora di più in se stessa. La considero un po’ una violenza psicologica quella di dover tempestare di domande una persona che non è ancora pronta a parlare e non volevo questo per mia figlia. D’altro canto però devo ammettere che il fatto che Killian sia andato da lei sia stato un gesto positivo, non l’ha tartassata di domande, non ha insistito nel sapere cosa fosse successo nello specifico, cosa di cui mi stupisco ancora adesso conoscendo mio marito... hanno affrontato l’argomento in maniera superficiale e questo forse le è servito a capire che quando sarebbe stata pronta noi saremmo stati lì per lei. Quel momento a quanto pare era finalmente arrivato.
Arrivò a casa verso le 16:00 di quel pomeriggio ma fino alle 18:00 non ebbi neanche il tempo di salutarla... i suoi fratelli, o meglio Chloe l’aveva monopolizzata. Le lasciai fare, in fondo sapevo bene il loro legame e mi dispiaceva interromperle, chissà cosa avevano da raccontarsi. Entrai nella sua stanza solamente quando Chloe usci per andare al centro commerciale con le sue amiche, si sarebbe trattenuta a cena fuori visto che era il suo giorno di uscita e quindi avevo tutto il tempo per potermi dedicare a Leila.
- Allora? Che mi dici... come ti va la vita a Boston? - chiesi per non andare dritta al sodo. Non volevo metterla sotto pressione, volevo che fosse lei ad iniziare l’argomento.
- Potrebbe andare meglio. È periodo d’esami, non ci sono feste, usciamo poco... una noia mortale insomma. - rispose restando vaga anche lei.
- Immagino... - sorrisi. - Ah proposito, visto che hai parlato di esami... a che punto è la preparazione dei tuoi esami? Ho saputo che non li hai dati la scorsa settimana. Hai avuto qualche difficoltà?
- No... a dire il vero gli esami sono tutti pronti mah... beh non avevo così tanta voglia di sostenerli. Non ero concentrata abbastanza e se devo dare un esame per prendere un voto che sinceramente non mi piace a questo punto è meglio rimandarlo a quanto mi sentirò pronta a sostenerlo. - non aveva effettivamente tutti i torti. Non voleva abbassare la sua media e questo le faceva onore. 
- Come ragionamento non fa una piega! L’importante è che tu non abbia difficoltà nello studio.
- No anzi... mi piace molto la facoltà che ho scelto, non è un peso per me studiare, lo faccio con piacere anche se in questo periodo.... - si bloccò. Non le dissi nulla, non cercai di spingerla a parlare, doveva farlo da sola. Rimasi quindi li, seduta sulla sua scrivania in silenzio a far finta di guarda il cellulare e alla fine, dopo imbarazzanti minuti di silenzio,  eccola prendere coraggio e continuare a parlare. - Mi sento uno schifo mamma! - confessò. - Ho dato fiato alla bocca senza pensare minimamente alle conseguenze  e solo adesso mi rendo conto di essere stata troppo affrettata. Non gli ho dato modo di replicare ne di fare qualsiasi altra cosa. Gli ho chiuso tutte le porte in faccia e ora non so come comportarmi. Non so se ho fatto bene, se ho fatto una stronzata o cosa...  so solo che mi sento una schifezza e basta. - la mia piccola cucciola. 
- Immagino tu stia parlando di Gideon. - annuì - te la senti di raccontarmi dal principio quello che è successo? Chissà magari potrei anche aiutarti.
- Non c’è molto da dire... non è successo molto in realtà. Erano già un paio di mesi che non faceva altro che criticare ogni mia singola scelta: lo studio, le amicizie, la famiglia... non sopportava il fatto che vivessi lontana da lui, che passassi tutto io mio tempo sui libri e che la sera, piuttosto che farmi due ore di macchina per vederlo, uscivo con i miei amici di facoltà. Durante l’ultimo esame mi ha addirittura accusata di avere una relazione con il mio tutor... peccato sia un vecchietto quasi in pensione.
- Beh il fascino dell’uomo maturo no? - scherzai per alleggerire la tensione e metterla a proprio agio. - Vai avanti.
- Fin qui tutto ok, ci sono state altre discussioni ma niente di grave o ingestibile. Il problema è avvenuto poco tempo fa, a cavallo con il problema di Chloe. Ricordi che stavo preparando l’esame più importante di tutto il semestre? - annuii - Beh avevo deciso di non rientrare a casa per il weekend  pur di mettermi a studiare sodo. Gideon non l’ha presa tanto bene, voleva passare il fine settimana con me. Quando ha saputo che ero tornata e ha capito che non ero lì per lui, ma per Chloe, ha dato di matto mamma... mi ha sputato in faccia tutta la sua rabbia e mi ha accusato di non interessarmi a lui. Mi ha mostrato tutta la sua gelosia e ha iniziato pesantemente a parlare male di mia sorella... ha addirittura detto che avrebbe preferito vederla morta e che si sarebbe fatto carico lui stesso della cosa... - che cosa? - Devi credermi mamma, non ciò visto più, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non ho aspettato un secondo a mollarlo.
- Aspetta un attimo... sicura di aver capito bene quello che ha detto a tua sorella? - Non potevo credere che dalla bocca di Gideon fossero uscite quelle parole. Non è mai stato un ragazzo violento o cattivo... che avesse nascosto la sua natura fino a quel momento? Mmmh...
- Ha ricordato il fatto che da piccolina è stata punta da un calabrone e.... beh ha detto che pur di farla stare al suo posto sarebbe stato disposto procurarsene un paio per metterla a tacere. Magari non intendeva dire che avrebbe voluto ucciderla ma non è stato comunque carino da parte sua dire quelle cose. - Non mi piacevano assolutamente le parole uscire di bocca a quel ragazzo ma conoscendo i giovani d’oggi molto probabilmente era solamente un gesto disperato per far capire alla propria amata il suo stato d’animo. Ha fatto una pessima scelta ma forse non si è reso conto nenache lui di cosa stesse realmente dicendo. Fortunatamente Leila non ne aveva parlato con suo padre quel giorno a Boston o si che Gideon sarebbe morto. Ero parecchio infastidita dalla frase detta devo essere sincera ma cercai comunque , per il bene di Leila,  di vedere e farle vedere l'altra faccia della medaglia. Magari avrei sbagliato ma non potevo di certo andare contro a Gideon senza conoscere le sue vere intenzioni.
- Sai quante volte si dicono cose senza pensare? Quando si è arrabbiati, deludi, tristi non si bada molto al significato delle parole...si agisce senza pensare alle possibili conseguenza.  Credo sia capitato anche a te almeno una volta nella vita no? - chiesi. 
- Si... anche quel giorno... ho detto che non volevo avere più niente a che fare con lui senza neanche ragionare sulla cosa. È stato istintivo è dettato dalla rabbia...
- Ecco brava... la rabbia. Forse lui ha visto un muro davanti a se e pur di colpirti e farti capire che stava soffrendo ha utilizzato l’unica cosa che più ti avrebbe scalfita. Lo sanno tutti in città che il rapporto tra te e tua sorella è molto forte.... era sicuro che a quelle parole tu avresti reagito. Magari non voleva dire ucciderla, lo spero almeno, ma è riuscito comunque ad ottenere la tua attenzione.
- E cosa dovrei fare adesso secondo te? - mi chiese.
- Dovresti provare a parlargli. Capire perché l’ha detto e se davvero pensava quelle cose. Tu lo conosci meglio di me, dai suoi occhi capirai sicuramente se stata mentendo o meno.
- E se fosse stata solo la  rabbia a farlo parlare? Cosa dovrei fare a quel punto? Dovrei perdonarlo e tornare con lui? 
- Questo purtroppo non posso dirtelo io, devi deciderlo tu amore mio... - risposi con sincerità. 
- Ma io non lo so... io... - povera piccola mia, era davvero in difficoltà.
- Cosa provi se pensi a lui? - domandai per cercare di aiutarla. 
- In questo momeno mi verrebbe da piangere solo a pensarlo ma poi subentra anche la rabbia e... non lo so! Ci sono momenti in cui penso di voler tornare con lui e altri in cui penso che sarebbe meglio di no e andare avanti. È una sensazione stranissima non so come spiegarla.
- Ti capisco perfettamente invece... ci sono passata anche io.
- Con papà vero? Mi ha accennato che anche voi ne avete passate di situazioni critiche.
- No, non con tuo padre, o almeno non solo con tuo padre. Con lui ero già più esperta se così si può dire. - sorrisi -  Parlo del mio primo amore... o meglio: della delusione ricevuta dal mio primo amore. Avevo qualche anno in meno di te quando l’ho conosciuto, 16 anni più o meno. È stato amore a prima vista anche se le circostanze in cui ci siamo conosciuti non erano certo delle migliori. - rimasi vaga, non potevo certo dirle che conobbi il mio primo fidanzatino rubando un'auto. - Non ragionavo più, tutta la mia vita era incentrata su di lui, mi sentivo al sicuro, protetta... per la prima volta nella mia vita mi sentii sul serio una principessa. Pensavo che nulla potesse mettere fine a quel sentimento ma nenache un paio di anni dopo ecco accadere il fattaccio. Mi incastò in un suo crimine e mi lasciò marcire in carcere per ben undici mesi... mi spezzò letteralmente il cuore.
- Parli di Neal? Il papà di Henry? 
- Esattamente... avevo perso la testa per quel ragazzo, era il ragazzo perfetto all'inizio ma poi si rivelò esattamente l’opposto di quello che avevo sempre pensato. Magari non voleva incastrarmi, magari era stata solamente una coincidenza, cosa che poi ho scoperto non essere vera, ma almeno una visita, un messaggio, una qualunque cosa poteva anche farla non trovi? Invece no! Improvvisamente quello che ritenevo essere un ragazzo perfetto si trasformò nella persona più imperfetta che esista.
- Quindi... bene o male si è comportato come Gideon adesso... ti ha fatto credere una cosa e poi si er rivelaro tutt’altro.
- Con il passare del tempo ho scoperto che le cose erano andare differentemente da quelle che avevo immaginato quindi da una parte io spero seriamente che Gideon sia come Neal... in fondo non dovrebbe neanche essere poi così difficile visto che sono fratelli... -la vidi sbarrare gli occhi.
- C... Co... cosa cosaaa? Aspetta un attimo: fratelli? Neal e Gideon sono fratelli? Ma cosa dici? - l’avevo scandalizzata. Ma come... se le ho raccontato molte volte da piccola del papà di Henry. Che non lo avesse capito?
- Perché Henry chiama Mr. Gold “nonno” secondo te? - domandai.
- Per prenderlo in giro perché è anziano e ha un figlio che è un adolescente?
- Sbagliato....
- O mio Dio non... Mt. Gold è il padre di Neal? Neal, il padre di mio fratello, è il fratello di Gideon? Ma il n ostro albero genealogioco fa proprio schifo! - esclamò facendomi ridere... in effetti non aveva poi tutti i torti... il nostro albero genealogico era un intreccio assurdo. 
- Eh già, pensavo lo sapessi, te ne ho sempre parlato da piccola. - risposi alla sua domanda.
- Devo averlo completamente rimosso allora... non posso crederci, siamo state entrambe con i figli del signor Gold? E tu hai addirittura un figlio con lui? Questo significa che... no no no ti prego dimmi di no! Non.. non siamo parenti vero mamma? - ci mancava solo questo alla nostra famiglia. 
- Parenti? No, certo che no tesoro, sta tranquilla.
- Ma lui è il fratello di.... è il padre di...
- Tu e Henry siete fratelli solo per metà a livello di sangue. Sono io il legame che vi unisce non Neal, lui non ti è nulla a livello genealogico quindi non siete parenti e di conseguenza non ti è parente neanche Gideon? Pensi che non ti avrei fermata subito altrimenti? Stai tranquilla ok? - sorrisi per farle capire che non c'era nulla di cui preoccuparsi. 
- Mi è preso un colpo.... - finalmente la vidi riprendere colore - Allora, stavi dicendo? Se non hai parlato con lui perché eri in carcere e non si è più fatto vivo... come hai fatto a scoprire che non aveva tutte le colpe che gli avevi attribuito?
- Lo incontrai per caso un giorno a New york e mi raccontò come stavano davvero le cose. Fu costretto a lasciarmi e a mandarmi in carcere... zio August glielo aveva detto, dovevo rompere il sortilegio e lui era solo una distrazione per me. Se avessi continuato a vederlo non avrei mai portato a termine il mio "lavoro". 
- E tu che hai fatto a quel punto? Lo hai perdonato? - chiese pensando che la risposta fosse affermativa. 
- No, certo che no, mi conosci... non sono una che perdona facilmente. Mi sono arrabbiata ancora di più ma poi, dopo avergli fatto conoscere Henry, ho iniziato a vederlo più frequentemente e mi sono resa conto che più cercavo di tenerlo lontano più soffrivo... non volevo ammetterlo ma mi mancava. Lo amavo ancora dentro di me ma ormai era troppo tardi... non solo gli avevo detto delle cose orrende ma aveva addirittura una nuova fidanzata. Il tempo di Emma Swan era finito. E' per questo motivo che ti ho consigliato di parlare con Gideon... potreste ancora sistemare le cose voi due. Se non lo farai potresti avere il rimpianto di non averci provato per tutta la vita.
- Per te è così mamma? Rimpiangi di non avergli detto di amarlo? - stavo davvero parlando di Neal a mia figlia?
- Fortunatamente non ho rimpianti con Neal... cadde in un portale qualche mese dopo averlo ritrovato, pensammo tutti che fosse morto ma fortunatamente non fu così. Era riuscito a sopravvivere. È successo il periodo in cui eravamo andati a Neverland per salvare tuo fratello da Peter Pan ed è proprio lì che lo rincontrai. - sorrisi dolcemente ripensando a quel momento. 
- Gli hai detto di amarlo? 
- Glielo avevo accennato prima che morisse a dire la verità... e lui a quanto pare ricambiava i miei sentimenti. 
- E siete tornati insieme? - aveva lo stesso entusiasmo di quando da piccola le raccontavo le favole. Peccato che come ad allora, neanche quella era una favola. 
- Non potevo... c’era già un bel pirata dagli occhi penetranti che si stava intrufolando silenziosamente nel mio cuore. Ha provato a farmi la corte devo ammetterlo e anche tuo padre ci ha provato, non puoi capire quanto abbiano litigato quei due su quell’isola... abbiamo addirittura rischiato di morire perchè stavano litigando per un accendino. - alzai gli olcchi al cielo. Due bambinoni ecco cos'erano quei due. 
- Scommetto che poi alla fine ha vinto papà. Papà ottiene sempre ciò che vuole! - ammiccò
- Non sempre - le feci l'occhiolino. -  Non scelsi nessuno dei due, non volevo saperne più degli uomini... ma poi il destino a scelto per me. - presi una lunga pausa, era giunto il momento della morale. - Parla con Gideon, digli cosa ti ha spinto a trattarlo così e ascolta cosa invece ha provato lui per arrivare a dire tutto quello che a detto. Solo dopo esservi confrontati potrete decidere il da farsi. Se non affronti la cosa potresti avere un bel rimpianto... fidati, non sempre ci sono seconde occasioni, a me è successo ma non è sempre così. Agisci finché sei in tempo.
- Hai ragione, Parlerò con lui... - mi abbracciò - grazie di cuore mamma. Sarei dovuta venire da te fin da subito. Sei un’amica. 
- Ti voglio bene stellina mia. Per qualunque cosa sono qui. - le diedi un bacio sulla guancia dopodichè mi avviai verso la porta della sua stanza per uscire.
- Mamma aspetta... - mi fermò - Visto che ci siamo ho ancora una domanda da farti
- Dimmi pure tesoro. - tornai a sedermi accanto a lei
- Ma poi tu e papà avete risolto? - la guardai come a non capire cosa stesse dicendo 
- Risolto cosa? - domandai
- si beh... papà mi ha raccontato molte cose di voi due come coppia quando è venuto a Boston, mi ha detto che vi siete fatti la guerra per anni e che ha dovuto chiedere di sposarti due volte....
- Già, una storia un po’ travagliata la nostra- ironizzai
- Ho notato! - rise prendendoci in giro -  Parlando si è lasciato sfuggire anche che ultimamente avete battibeccato. Avete chiarito? - Killian e la sua boccaccia... mai una volta che riesca a starsene zitto.
- Ehm si tesoro, abbiamo risolto ogni cosa. - sorrisi sperando se la bevesse. Non volevo di certo che si preoccupasse. Aveva già i suoi problemi da risolvere, non gli servivano gli altri. 
- Credo di aver ereditato il tuo super potere sai? - mi disse
- Ah si? - questa era nuova
- Beh si.. oppure menti da schifo! Mamma!!!!!!!!!!!! - toushè - Non avete chiarito nulla non è vero?
- Abbiamo solo due idee di pensiero nettamente distinte. Non è nulla di così grave. - ammisi.
- Perché invece non me ne parli? Io ti ho parlato di un mio problema ora tu parlami del tuo, magari da persona estranea ai fatti posso aiutarti. - si stavano per caso invertendo i ruoli?
- Leila non è il caso... è una questione tra me e tuo padre... vorrei che voi figli non entraste in queste situazioni.
- Ma se hai appena detto che non è nulla di grave. Eddai mamma! - insistette. La conoscevo molto bene, non si sarebbe mai arresa.
- E va bene, hai vinto, ma solo perchè è davvero una cosa sciocca. - premisi - Tuo padre vuole partire per un viaggio di lavoro di una settimana e io non voglio! Tutto qua.
- E perché non vorresti?
- Perché no! - wow Emma che bella risposta. Compimenti
- Però mamma che gran bella risposta! - ecco appunto - Ci sarà un motivo no? Sei per caso gelosa che possa incontrare una nuova donna? Andiamo mamma lo sanno anche i muri, Papà non...
- Non sono gelosa, partirà con la sua ciurma quindi a meno che non abbia cambiato orientamento sessuale non devo preoccuparmi di questo.
- E allora cosa c’è! - orami le avevo detto quale fosse il motivo della nostra discussione tanto valeva terminare il discorso.
- Anni fa partì per un viaggio simile e non fece ritorno nei tempi stabiliti.
- Hai paura che...
- La sua nave venne trovata in condizioni disastrose su un’isola abbandonata e di lui non vi era nessuna traccia. Dissero che era deceduto durante la tempesta che ha portato lì, in quell’isola, la Jolly. Mi sentii morire e per poco non persi tuo fratello... ero incinta di Liam quando successe la cosa. Da quel giorno non sopporto di vederlo in mare. Ho il trauma anche solo di vederlo sulla nave quando è attraccata o quando si allontana per qualche ora, figuriamoci per giorni... mi tremano le gambe e rivivo quel momento ogni volta che lo vedo salire a bordo della sulla amata Jolly.
- Oooooh mamma... Perché non glielo hai mai detto? Vi dite sempre tutto voi due! - Era ancora troppo piccola per capire. 
- Non voglio che rinunci alla sua nave per me. Sarebbe capace di non salirci più se gli dicessi questa cosa e non voglio che lo faccia. Lo amo e di conseguenza, pur di vederlo felice, posso sopportare l’idea di vederlo armeggiare con la nave e fare passeggiate di un girono ma non posso sopportare l’idea di saperlo in mare per tutti quei giorni. Sa che ho paura di rivivere il passato ma non gli ho detto proprio tutto tutto. Ho tralasciato di raccontargli ciò che quell'evento mi ha lasciato dentro. 
- io penso che tu debba affrontare questa paura mamma. Ti ricordi cosa mi dicevi da piccola? Le paure vanno prese di petto e affrontate. Devi fare la stessa cosa mamma... lascialo partire e abbi fiducia in lui. Papà non è uno sprovveduto e di sicuro, dopo quello che è successo in passato, sa come aggirare il problema nel caso si dovesse ripresentare. Se non lo lascerai partire gli impedirai di fare una cosa a cui lui tiene molto e come mi hai detto poco fa con la situazione di Gideon te ne pentirai sicuramente.
- Da quando sei così saggia? - Era una violenza per me ma non aveva ssolutamente tutti i torti. 
- Da sempre perché ho avuto per tutta la vita una mamma grandiosa al mio fianco. - l'abbracciai con quanta più forza avessi in corpo. 
Restammo abbracciate per un po’ dopodiché, con gli animi per entrambe decisamente più sollevatisi,la  lasciai in camera sua e andai a preparare la cena. Arrivata in cucina trovai già tutto pronto e apparecchiato. Killian aveva pensato a tutto. Aspettammo che Liam tornasse a casa dagli allenamenti e ci mettemmo tutti a tavola. Fu una serata abbastanza tranquilla, Leila sorrise per tutto il tempo rallegrando anche suo padre e anche io  a mia volta gli lanciai qualche sorriso. Avevo sbagliato a tenergli il broncio, dovevo essere sincera con lui fin dall’inizio... era giunta l' ora di seppellire l’ascia di guerra. Aspettai che tutti e tre i ragazzi , Chloe compresa, fossero a letto per parlargli, non volevo che ci interrompessero. Avevo tutta l’intenzione di prepararmi un discorso da fargli ma salì in camera prima del previsto e non ebbi il tempo di preparare nulla. Avrei dovuto improvvisare.
- Ho finalmente visto Leila serena. È tutto apposto quindi? Sei riuscita confortarla? - mi domandò venendosi a mettere sotto le coperte accanto a me. 
- Si, aveva solamente bisogno di una spintarella per affrontare quel ragazzetto. È pronta a parlargli e mettere le cose in chiaro, qualunque queste siano.
- Sono felice che abbia trovato un po’ di serenità, è tutto merito tuo. Lo sapevo che saresti stata fondamente per lei.
- Non ho fatto nulla, le ho solo mostrato quello che lei non riusciva a vedere.
- Hai fatto molto invece. Sei una mamma stupenda Emma. Non se ne trovano oggigiorno di mamme come te.
- Sarò anche una mamma modello ma come moglie faccio proprio schifo... - iniziai così il mio discorso.
- C...cosa? No.. certo che no! Ma che dici amore... Chi te le mette in testa queste assurdità? 
- Ti ho trattato da schifo in questi giorni e solo adesso mi rendo conto di aver sbagliato. Volevo evitare che partissi ma non ho pensato di dirti fin dall’inizio il perché. Ti ho spiegato solo in grandi linee la cosa ma c’è dell’altro sotto... Ecco vedi.. si beh... io... c’è una cosa che non sai ancora... - non trovavo le parole ma fortunatamente lui venne in mio soccorso con una frase che mai mi sarei aspettata.
- shhhh - mise il dito indice sulle mie labbra  non dire nulla... Ho sentito tutto. - lo guardai non capendo cosa volesse dirmi. Cosa aveva sentito? - Ho ascoltato la tua conversazione con Leila... pensavo stavate parlando di Gideon ecco perché mi sono avvicinato invece.... - sorrise alzando al tempo stesso le spalle come a dire "ooops"  - Ti amo amore mio, ti amo da impazzire e se non vuoi che parta allora non partirò. Se mi avessi detto fin da subito il problema io avrei evitato anche di uscire fuori porto così frequentemente. - visto? Lo sapevo che avrebbe detto così. 
- Il mare è la tua vita Killian non posso impedirti di viverla solo per le mie paure. Hai detto di essere bravo a sopravvivere no? Beh ho deciso, grazie a nostra figlia, di provare a fidarmi di te e vedere se davvero sei cosi bravo come dici. 
- Emma non devi sentirti costrett...
lo bloccai - Dovrai scrivermi e chiamarmi almeno ogni ora, voglio sapere tutto: come stai, dove sei e sopratutto che tempo fa. Se il mare è mosso voglio che trovi immediatamente riparo... non farmi tornare a vivere quell'incubo che...  - mi bacio con trasporto solo così riuscì a fermare quel fiume di parole. Fosse per me avrei continuato in eterno.
- Ti amo amore mio e ti prometto che sarò prudente... non mi succederà nulla. Sarà una settimana difficile senza di te ma saprò ricompensati a dovere al mio ritorno. - ammiccò. Sapevo a cosa si riferisse e decisi quindi di stuzzicarlo a mia volta. 
- Ah si? Solo al ritorno? Sette giorni sono tanti sai??? - misi il broncio. Volevo qualcosa di più. 
- Beh potrei ricompensarti della tua gentilezza e della tua comprensione sull'importanza per me di questo viaggio facendoti un piccolo regalino! - si avvicinò per poi baciarmi il collo. 
- Che genere di regalino? - lo lasciai fare ma al tempo stesso continuai ad istigarlo. 
- Mmmh chiamiamolo regalino pre partenza. che ne dici?
- A si? Mmh Interessante - ammiccai ancora una volta. E sentiamo un po’ - misi fine a quel dolce contatto per poterlo guardare meglio negli occhi. - Che regalino sarebbe?
- Affidati a me e vedrai. - senza neanche rendermi conto mi ritrovai a far l’amore con lui. Avevo ceduto... avevo ceduto ancora una volta ma era giusto così. 
 L'amore è sacrificio e delle volta per le persone che si amano bisogna chiudere un occhio e andare avanti. È quello che ho cercato di spiegare a Leila quel pomeriggio dicendole di dare modo a Gideon di spiegarsi, ma mi rendo conto solamente adesso che è esattamente quello che lei ha fatto capire a me dicendomi di dare fiducia a Killian. E' incredibile... lui ha sempre sostenuto una cosa su me e nostra figlia e finalmente posso dire che ha pienamente ragione. Io e Leila siano molto simili e non solo fisicamente anche caratterialmente. È proprio il caso di dirlo: tale madre tale figlia.
 
Note dell'autore: Ciao ragazzi, eccomi di nuovo qui. Ultimamente sto andando un po' a rilento per via del lavoro e purtroppo riesco a pubblicare solamente una settimana si e una no. Spero non sia un problema. Se così fosse però sappiate che l'estate è vicina (anche se dal tempo non si direbbe) e che presto tornerò ad essere piu puntuale che mai. Vi riempirò talmente tanto di aggiornamenti che sarete costretti a dirmi "bastaaaaaa!!!!" ehehehehehe. Un abbraccio grande a tutti voi. A prestissimo. 
 
 

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Capitolo 73
*** Questo matrimonio non sa da fare. ***


Mi scuso con tutti voi se in questo capitolo non troverete la solita immagine iniziale. Sto postando per la prima volta tramite cellulare perché la connessione nel mio paese ha un guasto e di conseguenza, non avendo il Wi-Fi non posso usare il pc e creare l’immagine. (Sto usando la connessione dati del cellulare per postare ma per creare l’immagine è impossibile) Cercherò, se possibile, di recuperare quanto prima. Buona lettura 

 
POV EMMA
Non potevo ancora credere che stava succedendo per davvero: io, Emma Swan, la donna meno incline al romanticismo che esista al mondo sta per rinnovare le promesse di matrimonio con il suo grande amore . Ho sempre creduto che mai in vita mia mi sarei sposata e invece eccomi qui: moglie, madre e in procinto sposarmi ancora una volta. Ha dell’incredibile, non pensavo che sarei mai stata così felice eppure è successo e devo tutto a lui, Killian Jones, il mio amore fedele, la mia vita, il mio tutto. Se non fosse stato per il suo carattere forte e per la sua tenacia molto probabilmente a quest’ora non sarei qui. Ha fatto di tutto per cambiare la mia visione del mondo e piano piano, muro dopo muro, c’è riuscito a pieno. Se non fosse stato per lui molto probabilmente adesso sarei a Boston, in qualche appartamento sperduto, da sola a pensare a come incastrare un ipotetico criminale. Gli devo tutto... così come devo tutto a Henry che mi ha portata qui a Storybrooke molti anni fa. La mia vita è meravigliosa adesso, non potrei chiedere di più e il merito va tutto a loro: ai miei due uomini. 
Killian era emozionantissimo all’idea di rinnovare le nostre promesse e questo entusiasmo piano piano si trasferì su ogni singolo membro della nostra famiglia. Sembravano tutti impazziti all’idea di un nuovo matrimonio e chi in un modo e chi in un altro iniziarono subito a rendersi utili per far sì che questo grande evento accadesse il prima possibile. Il matrimonio di Regina era avvenuto un paio di settimane prima ma questo non le impedì, subito dopo essere tornata dal viaggio di nozze, di prendere parte ai preparativi. Era il mio giorno libero da lavoro e come se fosse la cosa più normale di questo mondo eccola arrivare in casa mia , accompagnata naturalmente da mia madre, di mattino presto. Avevo avuto solamente il tempo di accompagnare le bambine a scuola e Liam al nido che subito fui costretta ad immergermi in tomi e tomi di riviste per poter scegliere il famoso abito da sogno. Da parte mia non c’era alcuna intenzione di comprare un nuovo abito da sposa anzi... in teoria non ero neanche dell’idea di indossarne uno. Provai a far valere la mia opinione con le due donne ma niente da fare: sembravano essere irremovibili. 
  • che ne pensi di questo Emma? È adorabile non trovi? - disse mia madre mostrandomi l’ennesimo capo d’abbigliamento. In realtà non ne avevo visto seriamente neanche uno, mi ero semplicemente limitata ad annuire per farla contenta. - Regina non credi anche tu che le starebbe divinamente? 
  • Io si ma lei... - scrollò le spalle. - rassegnati Snow non ti sta proprio prendendo in considerazione secondo me. Vero Emma? - Regina e la sua discrezione. Mai una volta che non mi mettesse in situazioni scomode.
  • Vi sto ascoltando invece è solo che... beh lo sapete come la penso. Non ho bisogno di un nuovo abito da sposa, non ce n’è alcun bisogno. 
  • Non vorrai mica utilizzare quello vecchio... Emma!!!! - mia madre sembrava indignata al solo pensiero. - sei una principessa tesoro, non può prendere parte ad un evento così importante, dove per giunta sei anche la protagonista, e indossare lo stesso abito usato in passato, gli invitati lo hanno già visto, non sarebbe una cosa carina. 
  • Ho forse detto che indosserò il mio vecchio abito? - ero sicura che dalla mia bocca non fosse mai uscito niente del genere. 
  • Scusami Miss Swan... jones o quel che è: ma vuoi presentarti nuda al gran giorno? 
  • Regina... - era sempre la solita - non sarebbe male come idea... originale dopotutto, ma no! È un rinnovo di promesse, non vi vuole necessariamente un abito da sposa. 
  • Le bambine vogliono vederti in abito bianco Emma, non puoi deluderle. Ci tengono molto - ti pare che mia madre non doveva mettere in mezzo anche le bambine? 
  • lo so mamma e in bianco mi vedranno non preoccuparti. Indosserò un abito elegante, semplice ma di classe. Fidatevi di me ok? Non sarà un abito da sposa ma sarà comunque all’altezza della situazione. - che fosse la volta buona? Che si sarebbero arrese definitivamente? Neanche a pensarlo. Mia madre mi guardo letteralmente contrariata e come se niente fosse continuo a sfogliare le pagine di quelle riviste di moda con la speranza di trovare qualcosa che suscitasse il mio interesse. Ci riuscì? Non quel giorno e neanche quelli seguenti. Abbandonato l’argomento vestito, sul quale ormai non ammettevo repliche iniziò un’altra storia infinita: la scelta della location. A me e Killian non importava particolarmente il luogo dove sarebbero avvenute le promesse ma per i nostri famigliari anche quello sembrava un affare di stato. C’è chi diceva di ricreare la location del nostro matrimonio, c’è chi diceva che sarebbe stato romantico scambiarsi le promesse in spiaggia e chi cercò di arruffianarcisi proponendo di utilizzare la Jolly Roger. Era la soluzione migliore di quelle fin ora elencate a parere nostro: intimo, romantico e poco affollato, avremmo di sicuro fatto un pensierino su quella possibilità se qualcuno non se ne uscii quella stessa sera con una frase che rivoluzionò le idee di tutti, Killian compreso. 
  • Nonno, mamma è una pincipessa vero? - la mia piccola Chloe... è lei la piccola guastafeste, è grazie a lei se l’idea della Jolly Roger venne scartata immediatamente. Lei, così piccola e così ingenua riuscì a rivoluzionare le idee di tutti e a metterli d’accordo. 
  • Si amore, la tua mamma è una vera principessa. - rispose lui orgoglioso di questo.
  • E pecchè non viviamo in un castello come quello delle fabole? - stava facendo progressi da gigante con il linguaggio la mia signorina, finalmente, grazie anche all’aiuto di Hopper, si stava sbloccando e stava tornando quella di un tempo. Ero talmente emozionata nel sentirla parlare così che non mi resi conto in tempo di quello che stava succedendo. 
  • È una storia molto lunga amore di nonno, magari un giorno di questi te la racconterò.
  • Ma io voglio sapele adesso! Per piacele nonno.
  • E va bene una cosa posso dirtela: Un castello lo abbiamo tesoro, ma purtroppo non è qui a Storybrooke. 
  • Dabbelo? Abbiamo un castello? - mio padre annuì. - come quello delle pincipesse? 
  • Proprio come quello delle tue principesse. 
  • E pecche no facciamo lì il matimonio di mamy e papo? - a momenti non mi andò di traverso la tisana che stavo sorseggiano. 
  • Piccola di nonno lo sai che mi hai dato una buona idea? Regina... pensi si possa fare? saresti in grado di creare un portare in grado da trasportarci tutti li? - cosa cosa cosa? Stava forse scherzando? Non avevo accettato l’idea di un nuovo abito da sposa, davvero pensava che avrei accettato di teletrasportarmi in una terra straniera, precisamente in un castello, per recitare le mie promesse? 
  • Ho conservato la formula della pozione con cui abbiamo creato il portale per andare a riprendere le bambine nel passato quindi si, posso ricrearne uno. - disse tutta soddisfatta... non potevo credere alle mie orecchie era d’accordo anche lei con quella follia? Ero spacciata. Non c’era neanche bisogno di dirlo, mia madre naturalmente fu subito d’accordo con la cosa quindi l’unica persona in grado di rimettere le carte in tavola e di sabotare questa stramba idea era Killian il quale però, con mia gran sorpresa, si schierò dalla parte del “nemico”. 
  • Non tenermi il broncio amore... - mi disse a fine serata non appena andammo in camera nostra. Non gli avevo rivolto la parola per tutto il proseguimento della serata e per lui non fu difficile capire il motivo. - Non è per nulla una cattiva idea se ci pensi bene.
  • No infatti... è pessima! - risposi senza troppi giri di parole. Non mi sentivo per nulla una principessa, perché mai avrei dovuto sposarmi in un castello? - non riesco ancora a capire come tu abbia fatto a lasciarti abbindolare così!
  • Non mi sono lasciato abbindolare ho solo visto l’espressione di Chloe e me ne sono innamorato, lo sai che quella bambina ha un forte ascendente su di me. E poi... beh ad essere onesti a me piacerebbe sul serio sposarti li, a palazzo, in quello che doveva essere il tuo mondo. Non ci vedo nulla di così scandaloso tesoro. 
  • Io non mi sento affatto un a principessa, mi piace quando mi chiami così ma solo perché lo trovo un atto di dolcezza, della principessa non ho proprio nulla io e sapere che dovrò interpretare una parte che non mi si addice non è che mi faccia poi così tanto piacere. 
  • Non siamo costretti a farlo se non vuoi. È anche il tuo giorno, dobbiamo scegliere cose che piacciano ad entrambi. Possiamo benissimo rivalutare l’idea della Jolly Rogers se preferisci. 
  • E a Chloe che diciamo? L’hai vista anche tu quanto era felice... - ripensai al l’espressione di mia figlia - come minimo ne avrà già parlato con sua sorella.... tze... ma mio padre non poteva starsene zitto per una volta? Ero riuscita addirittura ad averla vinta sull’abito da sposa... ora mi stresseranno l’anima anche per questo! 
  • Emma lasciano stare dai, non voglio che tu sia costretta a fare qualcosa che non vuoi. Sceglieremo da soli senza mettere in mezzo nessun’altro e loro non dovranno far altro che accontentarsi. È il nostro giorno dopotutto, dobbiamo essere felici noi, non loro. 
  • Sicuro che a te non dispiaccia? - lui dice che alla sua bambina di erano illuminati gli occhi all’idea delle promesse a palazzo ma lui non aveva reagito di certo da meno. 
  • La verità? Avrei amato vederti con un abito principesco, in un castello degno di chiamarsi tale, ma preferisco di gran lunga vederti in lingerie e sono sicuro che con il nervosismo che avrai addosso quel giorno a causa di questa storia non mi farai apprezzare le tue belle gambe e il tuo corpo, di conseguenza appoggerò la tua decisione. - mi fece l’occhiolino per poi darmi un tenero bacio sulle labbra. 
  • Sei sempre il solito maiale lo sai vero? 
  • Ammettilo che ti piace questo lato di me. - chiudemmo li l’argomento per quella sera, avevamo meglio da fare che stare a pensare a come dirlo ai nostri familiari, ma già l’indomani fummo costretti a riparlarne in quanto la mia cara mammina non riuscì a tenere un volume basso e criticando la nostra idea si fece sentire anche da Chloe la quale si mise a piangere perché voleva che ci sposassimo li. “Boglio vedere mamy vestita da pincipessa” “boglio vedere il castello!” disse. Mi sentii una pessima madre e alla fine pur contro voglia accettai l’idea di rinnovare le promesse nella foresta incantata. Killian per giorni mi assillò chiedendomi se fossi sicura della cosa, non voleva che mi sentissi costretta, ma c’era in mezzo la felicità di una bambina quindi misi il mio miglior sorriso e lo tranquillizzai. Chissà magari non sarebbe stato poi neanche così male. Stabilità la location definitiva continuammo con i preparativi e questa volta dovetti arrendermi all’idea di un nuovo vestito. Iniziai a sfogliare vari cataloghi ma nulla sembrava fare al caso mio. Mi sarei dovuta sposare in un castello e questo precedeva di conseguenza un abito adatto. Per una come me che ama starmene in Jeans e giacca di pelle fu davvero infernale sceglierne uno ma poi decisi... mi aiutarono le mie due bambine a sceglierlo. Per me uno valeva l’altro, erano tutti troppo pomposi per i miei gusti quindi tanto valeva fare felici loro. Guardandolo attentamente devo dire non mi dispiacque neanche poi tanto il mio acquisto: non era neanche di colore bianco quindi già il fatto di non sembrare un’enorme meringa gigante era un grande punto a favore. Apprezzarono anche Regina e sopratutto mia madre, questo mi portò ad essere meno agitata... non sarebbe stato per nulla facile per le mie orecchie doverla sentire costantemente lamentarsi perché non le piaceva l’abito scelto... almeno per quell’occasione ero salva. Sistemati gli abiti di tutti arrivò la parte più difficile, ripulire il castello. Il sortilegio lo aveva messo ko, non sarebbe stato per nulla semplice riportarlo in vita. Si occuparono papà, mamma e Regina di rimetterlo a nuovo, le uniche tre persone che lo conoscevano alla perfezione e con la scusa provarono anche la pozione che avremmo dovuto spostarci. Regina aveva fatto un lavorone: la pozione non diede esiti negativi. Tutto ormai era quasi pronto, mancava davvero poco al grande evento e la cittadina era più emozionata che mai, dovunque andavo mi fermavano per chiedermi come stessi e se ero emozionata. Certo che lo ero, stavo per giurare amore eterno a mio marito per la seconda volta, potevo non esserlo? Ero un po’ agitata visto il contesto in cui mi sarei ritrovata devo ammetterlo ma si, ero parecchio emozionata. Il tempo scorre a veloce e sebbene mancasse poco, una settimanella all’incirca, c’era ancora un’altro piccolo ma grande ostacolo da superare: decidere come ci saremmo sistemati io e Killian la sera prima del grande evento. Non che per me e Killian fosse un problema dormire insieme.. anzi,Io e mio marito non avevamo nessuna intenzione di dormire separati, eravamo sposati ormai non ne vedevamo il bisogno ma mio padre la pensava diversamente e ci tartassò in ogni maniera possibile immaginabile per farci cambiare idea tanto che alla fine pur di non sentirlo decidemmo di dirgli ascolto. Lo avremmo fatto sul serio? Avremmo veramente dormito separati la notte prima delle nozze? Certo che no, ma lui non avrebbe dovuto saperlo. Sistemato anche mio padre non vi erano più problematiche da risolvere... o almeno così credevo. Una sera, all’incirca tre giorni prima dal giorno del si, mentre stavo beatamente dormendo venni svegliata da un pianto insolito. Era il mio piccolo Liam. Da quando è nato avrà pianto di notte si e no un paio di volte, neanche durante i primi mesi, quando lo allattavo, richiamava la mia attenzione piangendo. Si svegliava e attendeva che arrivassi. Fui costretta addirittura a mettermi la sveglia ogni tre ore per andare da lui o altrimenti non mi sarei minimamente accorta che fosse sveglio. Il pianto di quella sera quindi era un chiaro segnale che qualcosa non andava e infatti dopo neanche cinque minuti che ero nella sua stanza ecco arrivare anche Killian a controllore che tutto fosse ok.
  • Tutto bene tesoro? - mi chiese avvicinandosi - Come mai piange? 
  • È caldo, credo che abbia qualche linea di febbre. - avevo già preso il termometro e gliela stavo misurando. Avevo visto giusto, aveva 37.7. - Cavolo, non ci voleva! E adesso? - la futura sposina, ovvero io, era ufficialmente entrata nel panico. - Dobbiamo chiamare Regina, indire un’assemblea straordinaria e dire loro che la cerimonia è rimandata. Dobbiamo chiamare il...
  • Ei Ei calmati! Respira o ti verrà un colpo. - mi bloccò prontamente Killian - Aspettiamo domani, magari è solo una febbre passeggera. Mancano tre giorni al matrimonio, c’è tutto il tempo per aiutarlo a guarire. - disse cercando di farmi rilassare. Ma come potevo rilassarmi? Stavamo parlando di mio figlio, non volevo che presenziasse alla cerimonia con lo strascico dell’influenza. Non volevo vivere quella giornata con l’ansia di doverlo controllare ogni cinque minuti per controllargli la temperatura e non volevo che presenziasse non del tutto in forma, non si sarebbe di certo goduto la giornata e di conseguenza non ce la saremmo goduti nenache noi.
  • Non lo so Killian, e se non dovesse guarire a pieno prima di sabato? Io... cioè non possiamo informare gli invitati a distanza di 24h, non sarebbe carino. 
  • Aspettiamo domani ok? A mente fresca e dopo aver consultato anche Whale allora prenderemo una decisione. Che ne sai, magari è solamente un’alterazione, è già capitato in passato con le altre due no? - beh... in effetti non aveva poi tutti i torti. Provai a dargli retta e anche se con un po’ di ansia in corpo cullai Liam, gli diedi una Tachipirina e dopo averlo rimesso a letto andai a dormire anche io. Non si fece sentire per tutta la notte il che mi tranquillizzò parecchio, forse era stato solamente un colpo di vento a fargli aumentare la temperatura. Forse mi ero allarmata inutilmente... no, ci avevo visto lungo invece. il mattino seguente non solo aveva ancora la febbre, ma trovai anche un bel regalino quando gli tolsi il pigiamino per fargli il bagnetto. Aveva entrambe le braccia e e le gambe ricoperte da bollicine. Le avrei riconosciute anche ad occhi chiusi, non erano semplici bolle, quelle erano il chiaro segnale che il mio piccolino si era beccato la varicella. Grandioso no? Chiamai immediatamente Killian, il quale stava ancora dormendo, per informarlo dell’accaduto dopodiché chiamai Whale il quale mi confermò la mia diagnosi. Il rinnovo delle promesse pertanto era ufficialmente rimandato.
 
POV KILLIAN. 
Decidemmo di rimandare il tutto a distanza di venti giorni in modo tale che il nostro ometto per quel giorno si sarebbe ripreso alla perfezione.
Credevamo di aver vissuto attimi da incubo durante la preparazione del matrimonio ma in realtà non avevamo ancora visto nulla. La convalescenza di Liam non fu per nulla facile da gestire anzi... quel piccolino non fece altro che lamentarsi e piangere poveretto, per via del bruciore che quelle bolle gli causavano. Voleva stare sempre appiccicato alla sua mamma e al suo amico di peluche e solo questa vicinanza, in parte, riusciva a farlo stare un po’ più tranquillo. Oltre a questo c’era un’altra cosa che rasserenava l’animo di mio figlio ma al contempo uccideva me: Liam aveva preso l’abitudine, già prima della varicella, di fare merenda guardando il suo cartone animato preferito: Peter Pan. Per me vederlo ammirare quel piccolo esserino vestito di verde era un colpo al cuore ma cosa potevo farci se mio figlio ne andava pazzo? Emma mi prendeva in giro per questo e io all’inizio ci stavo anche allo scherzo ma quando, a causa della varicella, questo cartone veniva messo in tv almeno sei o sette volte al giorno a ripetizione allora non resistetti più e feci una cosa che forse, da adulto quale ero non avrei dovuto fare. Emma era al piano di sopra con Liam e Leila quella sera, solo Chloe era lì e decisi di farmi aiutare da lei. In fondo tra le due femminucce era lei la piratessa di casa.
  • Amore di papà vieni un attimo qui, devo dirti una bella cosa. - le dissi attirando la sua attenzione. Non dovetti neanche ripetermi che alla parola “bella cosa” ecco la mia piccola Chloe lasciare i suoi giocattoli e correre tutta sorridente verso di me. 
  • Che c’è papo? - disse con un gran sorriso. 
  • Dimmi un po’ signorina... tu sei una principessa o sei la piratessa bella del papà? 
  • Io pilata come te! - ci avrei scommesso che mi avrebbe risposto così, non a caso avevo aggiunto l’aggettivo “bella” accanto alla parola piratessa. 
  • Molto bene mia piccola seguace! - le diedi un bacino portandola poi sulle mie ginocchia. - dimmi un po’, tuo fratello cosa sta facendo? 
  • Liam? - annuii - È con mamy a mettere il pizzamino. Ma lo sai che è popio buffo quel nano con tutte quelle bollicine? - se non trovava un pretesto per prendere in giro Liam non era lei. Il suo linguaggio era quasi del tutto tornato a posto, questo significava a detta di Hopper che aveva accettato l’idea di avere un fratello più piccolo.. forse era sul serio così, ma a livello di gelosia ne avevamo di strada da fare. 
  • Quante volte devo dirtelo tesoro? Non si prendono in giro i membri della nostra famiglia! - dissi serio facendole abbassare lo sguardo. 
  • Cusami papo!
  • Ok, ma che non ricapiti più ok? - annuì - perfetto, ora ascoltami attentamente: ti darò un dollaro se andrai di la in salotto e metterai fine all’esistenza del dvd di Peter Pan. - le dissi come se fosse la cosa più normale di questo mondo. 
  • Che debo fare? - chiese non capendo bene. Forse non avevo usato un linguaggio adatto a lei. 
  • Devi semplicemente rompere il dvd di Peter Pan amore. Tutto qui! - le spiegai meglio. 
  • E perché? - ti pareva che non voleva una spiegazione plausibile quella piccola Emma in miniatura?
  • Perché non è un bel cartone... - mi limitai a dire. 
  • A me pace un pochino. - nel giro di poco ero più che sicuro che non le sarebbe piaciuto più. 
  • Te ne comprerò uno più bello di dvd amore, sta tranquilla. Uno pieno zeppo di principesse come Elsa e Anna . - citai i suoi personaggi preferiti per allettarla. - e poi ti darò anche un dollaro come ti ho già accennato, è un affare da non perdere stellina mia. - se Emma fosse scesa in quel momento come minimo mi avrebbe fatto passare un brutto quarto d’ora: stavo tecnicamente comprando mia figlia. 
  • Cosa posso compacci con un dollalo papy? - sarebbe stato da risponderle “nulla”ma non era di certo un buona risposta quella se volevo che il mio piccolo piano andasse in porto. Mia figlia non si sarebbe mai accontentata di due dolcetti.
  • Tante belle cose amore: dolci, caramelle...
  • Giocattoli? - ti pareva? Conosco bene la mia bestiolina.
  • Emh... sì sì certo tesoro, anche i giocattoli. - mentii. 
  • Allora vado subito papo! - grande! Piano riuscito. La vidi correre verso il salottino per poi tornare qualche secondo dopo. Che avesse già fatto? - Appetta papo, ma come lo rompo? - chiese. 
  • È indifferente tesoro: con la magia, senza.. come preferisci. Puoi anche farci giocare Prince se vuoi, sarebbe un ottimo frisbee. Vai adesso prima che la mamma scenda giù! - quelle ultime parole non passarono inosservate alla piccolina di casa che prontamente chiese:
  • La mamma si allabbia con me se lo scopre papo? - non so perché ma i miei figli temono molto di più Emma che me. Strano no? In fondo sono io l’uomo di casa... 
  • Si potrebbe arrabbiare ma non di certo con te amore mio, ti difenderò io semmai dovesse rimproverarti ok? 
  • Allora va bene papo ma voglio due dollari. - mi tese la mano come a dirmi “papà sgancia i soldi” 
  • Perché due? E perché adesso e non dopo a lavoro concluso? - incredibile a soli quattro anni già sapeva come comportarsi in affari.
  • Pecche è un’opelazione pericolosa e poi pecche se mamma ti sgrida tu no dai più i soldi a me. - piccola furfante del mio cuore. Presi il portafoglio e le diedi due banconote da un dollaro. Emma mi avrebbe ucciso se lo avesse scoperto ma avrei preferito farmi torturare fisicamente da lei piuttosto che morire interiormente a causa di Liam e il suo grande amore per Peter Pan. Lasciai agire la mia piccolina indisturbata e nel mentre me ne andai al piano di sopra, nella mia camera, a rilassarmi un po’. Volevo aspettare che Emma arrivasse in camera per potermela coccolare un po’ ma ero talmente stanco, a causa del poco dormire della notte precedente, che mi addormentai neanche cinque minuti dopo essermi steso sul letto. 
  • Io spero che tu stia scherzando Killian! - la voce di Emma e il suo aprire rumorosamente la porta mi fece saltare in aria come una molla. Che accidenti era successo? 
  • Co.. cosa? - dissi non avendo capito bene cosa mi avesse appena detto. Di sicuro non era nulla di buono, mi stava guardando incredula e contrariata allo stesso tempo. 
  • Mi stavo chiedendo se fossi impazzito o no! - prese un respiro - Sul serio Killian? 
  • Emma... amore, non... non capisco di cosa tu stia parlando. 
  • Ah no? Ti rinfresco la memoria allora: ho messo a dormire Liam dopo più di quaranta minuti di pianto ininterrotto, sono scesa al piano di sotto per chiederti di aiutarmi con le bambine per metterle a letto visto che non avevo neanche la forza di parlare e cosa trovo scendendo? Chloe intenta a far giocare Prince con un dvd. - o cacchio.... 
  • Hai ragione, lo so... hai pienamente ragione, non l’ho controllata, ma non è di certo colpa mia se quella monella ne combina una dietro l’altra. Lo sai anche tu come è fatta no? Se non si mette nei guai non è lei. - stavo facendo a mia figlia un torto allucinante ma lo ammetto: lo sguardo di mia moglie non mi piaceva per nulla. Mi avrebbe ucciso con le sue stesse mani se solo avessi ammesso la verità mentre con Chloe di sicuro si sarebbe limitata solamente ad una sgridatina. Mi sarei fatto perdonare con la mia bambina e di sicuro avrei anche confessato i miei errori ma almeno in quel momento ne sarei dovuto uscire pulito.
  • No no no no no... non posso credere a quello che sto sentendo. - si portò entrambe le mani sulla fronte esasperata. - Mia figlia mi ha appena accennato di non entrarci nulla in questa storia. Dice che glielo hai detto tu di farlo. - quella piccola peste, mi aveva sul serio tradito cosi? . - È vero? - Domando conoscendo già la risposta. 
  • Secondo te? - le domandai a mia volta per prendere tempo. 
  • Vorrei che mi rispondessi prima tu. Tranquillo però, la mia impressione te la darò ugualmente. - Ero nei guai, dovevo seriamente inventarmi qualcosa. 
  • Potrei averle detto, in passato, che i dvd sono come i frisbee con cui gioca Prince, ma non le ho di certo detto di prenderne uno e farci seriamente giocare il cane. - bugie su bugie... bene Killian, se Emma avesse creduto a questa storia come minimo avrei dovuto regalare a mia figlia un intero negozio di giocattoli pur di farmi perdonare. 
  • All’inizio pensavo anche io che ne avesse combinata un’altra delle sue ma mi è bastato guardarla in faccia e pronunciare il suo nome in maniera alterata per capire la vera realtà dei fatti. A dire il vero non ho fatto neanche in tempo a finire di pronunciare il suo nome che eccola che ha confessato: “ giuro mamma non sono stata io, me lo ha chiesto papà. Mi ha dato due dollari per farlo.” Mi ha detto questo la tua piratessa.
  • E le credi? 
  • Ho visto con i miei occhi sia i due dollari, con la quale non è solita andare in giro, sia il dvd in questione: Peter Pan. Ecco perché non ho dubbi sulla sua innocenza. Killian... hai davvero pagato nostra figlia per distruggere uno stupidissimo dvd? - ormai la frittata era fatta tanto valeva confessare.
  • Ok lo ammetto, si ho pagato Chloe per farle fare il lavoro sporco. Lo so, non è per nulla una cosa di cui andarne fieri ma io non sopporto più l’idea che mio figlio passi l’intera giornata a guardare esempi poco costruttivi per lui. Passi quel coccodrillo di pezza che si porta dietro per tutta casa come una reliquia ma pure io cartone no! Si sta esagerando. - Ecco, finalmente lo avevo detto.
  • È solo un cartone Killian, uno stupidissimo Cartone animato, non puoi dire sul serio. - rispose. 
  • Non voglio che si appassioni a questo genere di schifo ok? 
  • Appassioni? Killian... Liam ha solamente un anno, il massimo che recepisce di quel cartone sono i suoni e i colori. Non farne un dramma - era semplice per lei... 
  • Ma non lo vedi che sta diventando una fissazione la sua? Prima avrei anche potuto sopportarlo ma adesso? Ammetterai anche tu che è un continuo. Pan di qua, Pan di la.... e basta! - ero esasperato. 
  • Ma sta male... povero cucciolo.
  • male... non esagerare adesso: ha solo due bollicine e qualche linea di febbre. Sembra quasi che tu lo stia trattando come un moribondo! - oh oh il suo sguardo cambiò ancora. 
  • Ah si? È questo che pensi? Credi che io sia troppo apprensiva e di conseguenza lo accontento in tutto e per tutto? - ok... ora l’avevo proprio fatta arrabbiare. 
  • No io...
  • Bene sai cosa vuol dire questo? Che io mi metterò a dormire e per qualunque cosa ci penserai te a Liam... Buonanotte! 
Senza degnarmi di uno sguardo venne a mettersi sul letto e dandomi le spalle si mise a riposare. Non stava dormendo, potevo percepirlo dal suo respiro, ma non mi rivolgeva comunque la parola. 
  • Emma e daiii non fare così. - mi avvicinai accarezzandole piano la schiena. 
  • Troppo tardi lasciami in pace. - fu secca e decisa, non volveva avere niente a che fare con me, le dava addirittura fastidio se per sbaglio la sfioravo. Forse avevo sul serio esagerato con quell’ultima frase, avrei dovuto tenerla per me ma è vero che lo tratta come fosse un moribondo. Dice che si lamenta ma è normale che lo faccia. Se capisce che a ogni suo lamento la bella e cara mammina corre da lui sarebbe scemo a non continuare a lamentarsi. La mamma è sempre la mamma no? Già... e infatti la voce del mio piccolo furbetto del mio cuore si fece sentire qualche minuto dopo. Naturalmente stava chiamando Emma. 
  • Liam ti cerca... - le sussurrai piano nell’orecchio per non spaventarla nel caso si fosse già addormentata. 
  • Non ho assolutamente intenzione di andare mi sembra di essere stata abbastanza chiara prima. Hai detto che non sta male no? Bene... occupati di lui allora. - lo avrei fatto, mi faceva piacere occuparmi di lui, ma al tempo stesso le avrei dimostrato anche di avere ragione... un buon bicchiere d’acqua, due coccole e una favola, questo sarebbe servito per calmarlo. Contavo di tornarmene a letto nel giro di una mezz’ora, al massimo quaranta minuti... si certo come no. Erano le 22:00 quando andai nella sua cameretta e alle tre del mattino ero ancora lì a cercare di placare il suo pianto. Cercava di grattarsi, cosa che avevamo impedito mettendogli dei guantini, smaniava per via della febbre ed era una piccola fabbrica di pupù. Cambiai più pannolini quella sera che in tutta la mia vita da papà, era inconsolabile quel piccoletto ma per quanto mi sforzassi di aiutarlo una sola cosa non riuscii a fare: sostituire la sua mamma. La chiamava in continuazione e non sembrava volersi arrendere all’idea che per quella sera non sarebbe andata da lui. Le provai tutte per cercare di calmare il suo incessante pianto ma qualsiasi cosa facessi sembrava essere inutile. “Mam-ma, mam-ma, mam-ma” non faceva altro che ripetere il suo nome, niente sembrava funzionare per tenerlo buono tanto che ormai esausto feci l’unica cosa che mai mi sarei aspettato di fare: scesi al piano di sotto e sperando che Prince non avesse inveito troppo contro quel dischetto metallico misi in tv il cartone animato preferito di mio figlio. Incredibile ma vero, Liam piano piano iniziò a calmarsi. 
  • Bene bene... cosa vedono i miei occhi! - avevo messo il volume al minimo pur di non farmi sentire da mia moglie e invece eccola comparire dietro le mie spalle. - sarebbe da immortalarti lo sai? 
  • Emma... non eri... come mai sei...
  • Come mai sono scesa? Beh ho sentito Liam calmarsi improvvisamente e sono corsa a vedere in che modo ci fossi riuscito.- sogghignò. 
  • Non commentare ti prego! - dissi buttandomi a peso morto sul divano.
  • Non commento? E dovrei perdermi questa occasione? Ma neanche morta. - rise - Allora mio caro maritino: come mai sei qui in salotto a far guardare a Liam il tanto odiato Peter Pan? Non era un cartone poco esemplare per lui? - mi stava sfottendo alla grande... me lo meritavo. 
  • Io non lo so cos’abbia quel cartone di così speciale per lui ma è stato davvero l’unico modo per placare il suo pianto. Mi dispiace Emma, mi dispiace essermi comportato come uno sciocco, mi dispiace aver dato un cattivo esempio a Chloe e mi dispiace in particolar modo aver detto che il pianto di Liam fosse dovuto semplicemente da uno stupido capriccio: in fondo è piccolino, è normale non sopportare qualche linea di febbre e qualche bolla. 
  • Sarebbe difficile da gestire anche per te, figurati per lui.
  • Non esagerare... io sono un uomo! - non mi sono mai lamentato di nulla nella mia vita, neanche quando mi tagliarono la mano mi lamentai, cosa le faceva credere che al posto di Liam avrei fatto lo stesso? Tze... donne: si credono il sesso forte...- Comunque spero solamente che questo cartone non influisca negativamente su di lui. - tornai a parlare del precedente argomento.
  • Guarda tu stesso! - mi indicò Liam che, seduto sul suo seggiolone, si era addormentato - che esempio può prendere da questo cartone se non riesce neanche ad arrivare alla fine che si addormenta? - prese una pausa - Lo so che non ti piace Peter Pan, avendolo personalmente conosciuto non piace neanche a me, ma Liam è ancora piccolo per iniziare ad odiare qualcuno non trovi? Facciamolo credere nelle favole ancora per un po’... crescono così in fretta, avrà tutto il tempo per farsi le sue simpatie e antipatie. 
  • Forse hai ragione tu... basta solo che guardando quel cartone non se ne esca con frasi del tipo: “ capitan uncino è cattivo” non credo riuscirei a sopportarlo. - scoppiò finalmente a ridere, forse non era proprio così in collera con me. 
  • Più che cattivo direi bruttino... ti hanno dipinto proprio male li ammettilo! - continuò a ridere - comunque non puoi saperlo, magari lo guarda proprio perché quel buffo capitano con l’uncino gli piace! 
  • Non ci avevo pensato sai? Deve essere per forza così! - sorrisi felice per poi avvicinarmi maliziosamente a lei - il fatto che tu mi stia parlando significa che non sei più arrabbiata con me vero? Pensavo... visto che Liam si è addormentato potremmo metterlo nel suo lettino e...
  • E andare a dormire Killian! Non dormo da due giorni, sono letteralmente sfinita! E poi sono ancora arrabbiata con te.
  • Non ci credo! 
  • Un pochino si, quindi dovrai farti perdonare! 
  • ah si? E come? - domandai. Avrei fatto di tutto pur di poterla stringere a me. 
  • Non lo so, ma non con le tue solite porcate. - sorrise - chissà magari la notte ti porterà consiglio. - la notte... quello che era rimasto della notte. Riuscimmo a metterci a letto alle quattro e trenta del mattino, crollammo sfiniti entrambi e alle sette del mattino ecco Chloe e Leila correre in camera nostra. Si erano svegliate e non avendo più sonno erano venute a dar guai a noi. Bene... un’altro giorno così e saremmo finiti dritti dritti in manicomio. I miei figli sono un’amore dovete credermi ma in una situazione come quella in cui ci trovavamo con Liam, era difficile poter gestire anche le altre due. Leila pure pure, in fondo è una bimba molto tranquilla ma Chloe proprio no. Quella monella è in continua ricerca di attenzioni e il fatto che ne stavamo dando tante a suo fratello la rendeva particolarmente capricciosa. In quei giorni si era lamentata spesse volte che la sua mamma passasse troppo tempo con Liam e anche quella mattina le cose non furono da meno. Era impossibile andare avanti in quel modo ed Emma, la più provata da tutta questa situazione, non vedendo altra soluzione per non impazzire, chiese aiuto ai suoi genitori i quali furono più che felici di prestarle soccorso. Come? Portando un paio di giorni le bambine al Loft con loro. Avendo casa decisamente più libera e avendo del tempo solo per noi, quando Liam dormiva, potei anche mettere a punto il piano per farmi perdonare. Cosa avevo in mente? Una bella cenetta romantica tra le quattro mura della nostra amata cucina, un bel filmetto romantico di quelli che sotto sotto le piacciono e per finire a letto....non a dormire sia chiaro. Aveva detto niente “porcate” come ormai definiva ogni mia avance ma non avrebbe potuto certo dire di no ad una bella notte di passione e coccole all’interno della nostra vasca idromassaggio. Quella giornata coincideva poi con quella che sarebbe dovuta essere la data ufficiale delle nostre promesse, quale pretesto in più per festeggiare? Iniziai a preparare mentalmente il tutto per rendere la serata perfetta ma già verso l’ora di pranzo le cose iniziarono a non mettersi poi tanto bene. Liam non aveva per nulla fame quel giorno e si ritrovò a sputacchiare tutta la sua pappa addosso ai vestiti di Emma e sul caro e inseparabile amico di peluche il quale venne prontamente messo in lavatrice. Non l’avesse mai fatto... il piccolo segui la sua mamma fino in bagno e vedendo la scena iniziò a strillare come un matto. Emma provò a consolarlo ma il piccolino era fuori di se.
  • Olso olsoooooooooooo! - strillò allungando le manine verso la lavatrice come se stessero torturando il suo amico più fedele. - olso buaaaaaaaa! 
  • Ma no amore, non ha la bua orso...sta facendo solo il bagnetto, era tutto sporco. - lo rassicurò sua madre. - Andiamo di la a giocare dai, tra qualche ora verremo a prenderlo. - ci provò ad allontanarlo da li ma fu tutto inutile. Il piccolino sgattaiolò dalle sue braccia e corse in direzione della lavatrice cercando inutilmente di aprirla.
  • No amore... non si fa! - continuò a dirgli Emma ma Liam ormai era entrato nel Mood “voglio olso” e niente sembrava distrarlo. 
  • povelo olso... fuoli! Fuoli olso. - stava cercando di dire a sua madre di tirare orso fuori dalla lavatrice, ma quanto poteva essere tenero? Purtroppo Emma non poté accontentarlo, non poteva di certo ridarglielo bagnato, lo lasciò disperarsi un’altro po con la speranza che si stancasse e in effetti qualche minuto dopo, finalmente esausto, si addormentò e rimase buono e tranquillo per gran parte del pomeriggio. Tornarono in me le speranze per una seratina con i fiocchi e fino all’ora di cena la cosa sembrò essere fattibile: nessun capriccio in corso... fu il dopo cena che mi lasciò nuovamente senza speranze. Liam si svegliò già stranito, non aveva dimenticato la scena del dopo pranzo e voleva il suo inseparabile amico con se. Provammo a distrarlo per un po’ con l’intento di rifarlo addormentare ma niente... nulla sembrò distrarlo. Lasciai Emma da sola qualche minuto nella speranza che riuscisse a compiere il miracolo e andai a riempire la vasca idromassaggio... quando tornai da lei la situazione era alquanto disperata. Erano nella cameretta di Liam e Emma cercava inutilmente di metterlo a letto. Ogni volta che gli rimboccava le coperte lui si alzava e iniziava a saltellare dicendo “no olso no ninne” neanche il sul cartone animato preferito quella sera lo calmò ed ecco che Emma pur di farlo stare buono gli concesse, in via del tutto eccezionale, di dormire nel lettone con noi mettendo così fine, in maniera del tutto definitiva, alla nostra romantica serata.
  • Ma di tanti giorni proprio oggi dovevi lavare quel coso?
  • Non è mica colpa mia se tuo figlio ha deciso che oggi il suo amico doveva pranzare con lui. Dovevo lasciarglielo tutto sporco di sugo e parmigiano?
  • - Sarebbe stata un’ottuma Idea! Avevo dei programmi che ora, per colpa di quello stupido coccodrillo, non potrò portare a termine. Tze... ma che ci troverà mai di così bello in quel coso. Non era meglio una macchinina come si regala sempre a tutti i bambini? No certo che no... mio figlio deve sempre differenziarsi dalla massa.
  • Lo so che stavi organizzando qualcosa per me, è da stamattina che ti vedo armeggiare con candele e profumatori e non puoi immaginare quanto lo apprezzi. - mi diede un bacio a fior di labbra attenta a non muoversi troppo per non svegliare Liam il quale finalmente aveva chiuso gli occhi. - recupereremo il prima possibile ok? - propose. Mi aveva perdonato... beh almeno questo. 
  • Si ma non avrà più lo stesso senso... oggi avremmo dovuto rinnovare le promesse... era il giorno perfetto, visto che non abbiamo potuto più farlo, per una seratina. - misi il broncio come un bimbo a cui è appena stato detto no. - Ora però sta dormendo non credi che magari, per una mezz’oretta noi potremmo...- mi capi al volo è stranamente si lasciò convincere. Provammo a spostarci in bagno ma neanche due minuti dopo eccolo immediatamente svegliarsi e riprendere a piangere. - ok ok ho capito....mi metto a dormire che è meglio. 
 
POV EMMA.
Fummo costretti ad abbandonare ogni presupposto di riuscita di quella serata. Liam ad ogni nostro movimento sussultava e iniziava a piangere, c’era permesso solamente di respirare, così, pur di non farlo svegliare ulteriormente, ci arrendemmo all’idea di metterci dormire. Il mattino seguente quando mi svegliai ero a pezzi. Avevo un dolore alla schiena allucinante; Killian si era mosso per tutta la notte e mi aveva massacrata di calci. 
  • la prossima volta ti faccio dormire sul divano! - sentii la sua voce mentre avevo ancora gli occhi chiusi. - mi hai massacrato questa notte. Che stavi sognando che non hai fatto altro che girarti e rigirarti nel letto? Posso perdonarti solo se sognavi di far l’amore con me - cosa? Io? Ma se era lui che mi aveva praticamente massacrata a suon di botte. Aprii gli occhi, mi girai verso la sua direzione per prenderlo seriamente a pedate e fu solamente allora che mi resi conto di una cosa: c’era Liam nel lettone con noi, me ne ero completamente dimenticata, era lui io piccolo ninja che ci aveva preso a calci per l’intera notte. 
  • Ti sei salvato in calcio d’angolo jones.. - dissi sorridendo - pensavo fossi impazzito sai? Ho ricevuto più calci che calci stanotte, pensavo fossi tu e invece.... - era voltato di spalle ma alle mie parole si girò anche lui verso il centro del letto notando il nostro piccolo ometto dormire in orizzontale tra me e lui con le braccia rivolte verso la pancia di Killian e i piedini conficcati nel mio fianco. Scoppiammo entrambi a ridere a quella scena, non era per nulla comodo dormire così eppure lui sembrava esserlo. Si svegliò decisamente di umore migliore quella mattina, la febbre gli era scesa ma il pizzicore delle bolle sembrava non voler scemare, gli feci fare colazione a letto e in via del tutto eccezionale convinsi Killian a mettere il cartone preferito del bambino nella tv della nostra camera da letto per guardarlo tutti e tre insieme. Credevo fosse una buona idea... a Liam piaceva Peter Pan ma propio nel bel mezzo del cartone, più precisamente quando vide il coccodrillo, il suo cervello elaborò un piccolo dettaglio fino a quel momento ancora non pervenuto: il suo amico di pezza non era ancora lì con lui. 
  • Olsooooo olsoooooooooo! - “no, ci risiamo” pensai ma fortunatamente Killian aveva pensato a tutto. oltre a portarci la colazione a letto e il dvd aveva portato con se anche quel piccolo animaletto di pezza. 
  • L’ho asciugato con il phone! - disse furbamente guardandomi di sottecchi come per dire: “ che sia la prima e ultima volta tesoro” - Da stasera caro ometto del mio cuore, visto che l’emergenza è rientrata, tornerai nel tuo bel lettino, io e la mamma vogliamo stare da soli. - eh già, una notte era stata più che sufficiente, tra varicella, febbre e nervosismo per la lontananza dal suo gioco preferito ce ne aveva fatte passare delle belle quel piccoletto, avevamo bisogno di un po’ di tempo solo ed esclusivamente per noi per poterci riprendere. Per farlo pensammo addirittura di replicare quella stessa sera la serata saltata la sera precedente ma aimè, neanche dieci minuti dopo i nostri piani vennero smontati nuovamente. Ricevetti una videochiamata sul mio cellulare: mamma. Cosa voleva mia madre alle otto del mattino? E perché una videochiamata? Accettai la chiamata e l’unica cosa che riuscì a dirmi fu: “non preoccuparti ci penso io.” Non riuscì a dire altro che le mie bambine le strapparono il cellulare dalle mani.
  • Mamma ciaoooo dobbiamo farti vedere una cosa! - disse Leila inquadrando se stessa e poi sua sorella la quale stava saltellando allegramente sul letto. - Avanti Chloe fallo vedere alla mamma. - la spronò. - Cosa doveva farmi vedere? Che avevano combinato stavolta? 
  • Mamy mamy guardaaaaa! - Chloe si alzò la maglietta del pigiamino e mi mostrò il suo pancino tutta orgogliosa e felice. Quello che vidi mi lasciò senza parole... avrei preferito di gran lunga che avessero combinato qualche casino. La mia piccola bambina aveva la pancia interamente coperta di bolle, aveva più bollicine lei in quel piccolo pancino che Liam in tutto il suo corpo. Non potevo crederci, non stava succedendo per davvero. - visto mamy! Nonno ha detto che ho la baricella! Ho la baricella come Liam! Che belloooooo!! Sei contenta mamma? - contenta? Ero disperata. Un bambino con la varicella era già ingestibile, figuriamoci due... con una come Chloe poi. Era tutta felice e orgogliosa delle sue bollicine ma non sapeva ancora cosa le sarebbe aspettato, tra qualche ora non ne sarebbe stata più così contenta.
  • Amore non dovresti essere contenta sai? La varicella è una malattia. - le spiegai. - non è grave ma è pur sempre una malattia. 
  • Nonno ha detto che con la baricella posso avere il doppio delle coccole e tanti, tanti, tanti, tantissimi tocattoli nuovi! - mio padre e la sua boccaccia. - non vedo l’ora di andare all’atilo... boglio far bedere ai miei amici le mie bollicine. Sono tante hai visto? 
  • Amore non puoi andare all’asilo così, hai la bua? 
  • Davvero? - annuì - Quindi: coccole, tocattoli e no scuola? Mi piace quetta bua. Come immaginavo l’entusiasmo di quella mattina svanì già dal primo pomeriggio, la varicella le diede solo il tempo di tornare a casa e mangiare qualcosina poi si sfogò. Era completamente ricoperta di bolle la mia bambina, molte di più di quelle di suo fratello e in particolar modo sulla pancia e sul viso. Era talmente piena che il suo papà iniziò a chiamarla fragolina. Iniziarono i veri giorni di fuoco, stare dietro a due bambini così piccoli entrambi malati non era per nulla semplice ma grazie all’aiuto indispensabile di mio marito riuscii ad uscirne indenne. Guarirono entrambi nel giro di due settimana, tornarono chi al nido e chi all’asilo e noi adulti dopo due giorni di puro e assoluto riposo tornammo a programmare la data, questa volta definitiva del rinnovo delle promesse. Volevano farlo il più presto possibile, volevamo recuperare il tempo perduto ma purtroppo ancora una volta il destino non aveva i nostri stessi piani. Era mattina, mi ero alzata presto per accompagnare i bambini a scuola e prendere delle cose alla stazione dello sceriffo per lavorare da casa. Mi fermai da Granny per prendere la colazione e una volta tornata a casa sistemai tutto quello che avevo acquistato su un vassoio con l’intento di fare una sorpresa a Killian e portargli la colazione a letto. Aveva passato dei giorni di fuoco anche lui per via dei bambini e a quanto pare doveva ancora recuperare visto che alle 10:00 del mattino non era ancora sveglio. È un tipo mattiniero il mio pirata, il fatto che dormisse fino a tardi era un chiaro sintomo che stesse ricaricando le pile. Presi il vassoio per portarlo al piano di sopra ma non riuscii neanche ad uscire dalla porta della cucina che mi ritrovai Killian davanti. Rimasi a fissarlo per qualche secondo con la bocca spalancata e senza accorgermene lasciai scivolare dalle mani l’intero vassoio combinando un gran casino a terra. 
  • Emma amore, ti ho forse spaventato? Mi chiese vedendomi completamente sconvolta e ancora imbambolata a fissarlo. 
  • Killian... tu....
  • Io? 
  • Tu... - lo indicai.
  • Io cosa... Emma!!!! Tutto ok? Amore? Sei diventata pallida. - mi disse avvicinandosi a me. Non potevo credere ai miei occhi... stavo sognando.
  • Ri... ricordami quello che mi hai detto due settimane fa: tu hai passato la varicella? - chiesi a bruciapelo. 
  • Ma la tua è una fissazione amore! Si che l’ho passata! Te l’ho già detto trenta volte in questo periodo mi sembra. Che fai non mi ascolti più? 
  • Si... sicuro Killian?
  • Più che sicuro, ma perché tutt’e queste domande? Non dirmi che anche tuo fratello o peggio i tuoi l’hanno presa e ora sei preoccupata che possano contagiarmi vero? Io sono una roccia amore! A me non mi scalfisce niente e nessuno. - lo vidi pensare a quello che aveva appena detto e successivamente ridere - non mi dire: quel principino da quattro soldi di tuo padre si è sul serio beccato la varicella come i bambini? Oddio che ridere! - rise talmente forte che per un momento contagiò anche me. - che principino delicato, lo prendero in giro a vita per questo, lo sai vero? 
  • Emh... Killian non vorrei interrompere il tuo entusiasmo ma mio padre non ha preso la varicella...
  • Vorrei ben vedere.... sarebbe stato davvero ridicolo in caso non trovi? Quale adulto virile potrebbe mai prenderla? - non credo che la mia risposta gli sarebbe piaciuta. 
  • Emh... credo che l’abbia presa proprio tu invece.... - dissi indicandogli lo specchio. Lo vidi avvicinarsi a passo sostenuto verso di esso per capire di cosa effettivamente stessi parlando e dopo essersi ammirato attentamente tornò a guardare me.
  • E lo deduci da cosa? Da queste tre bollicine? - rise - rilassati amore, ho solo mangiato qualcosa che mi ha fatto reazione, non ho la varicella io. 
  • Killian... so riconoscere una varicella quando la vedo ormai... quella è indubbiamente varicella! - scrollai le spalle - A quanto pare non l’hai passata da piccolo. - sorrisi teneramente. Non lo avrebbe mai accettato, lo sapevo per certo quindi, di conseguenza prenderlo in giro per tutto quello precedentemente detto a mio padre era fuori discussione: avremmo di sicuro finito per litigare. 
  • Ti ho detto che non è varicella! - disse già con toni decisamente più alterati.
  • Ok ok, non ti scaldare! - dissi continuando a sorridergli - Almeno una visitina però io la farei fossi in te! Giusto per escludere il tutto.
  • Non ho bisogno di nessuna visita, sto bene io... benissimo! - lo avevo ferito nell’orgoglio forse? Non lo so, so solo che andò a mettersi sul divano a guardare il notiziario e che per gran parte della giornata non mi rivolse la parola. Non feci nulla per costringerlo a parlarmi, non volevo peggiorare la situazione, ma rimasi comunque in disparte a monitorarlo: era varicella quella, ne ero più che sicura.... il fatto che tentava di grattarsi ogni dieci secondi ne era una prova vivente. Per tutto il pomeriggio lo lasciai fare ma poi verso sera quando ormai le bolle erano decisamente aumentare e faceva fatica anche ad alzarsi dal divano presi la palla al balzo e tornai sull’argomento. Poteva anche mandarmi al diavolo ma stava male, non lo avrei di certo abbandonato a se stesso. 
  • Tutto bene tesoro? - mi affacciai dalla cucina quando dopo averlo chiamato a tavola per due volta ancora non si era presentato.
  • Si.. tutto ok, non... non ho molto appetito, credo che ho una piena indigestione in corso... devo aver mangiato qualcosa che mi ha fatto più male di quello che pensavo. Ho addirittura le vertigini. - gli misi una mano sulla fronte: non erano vertigini o almeno non solo: aveva la febbre e non era neanche tanto bassa. Se avessi accennato una cosa del genere a lui molto probabilmente avremmo riniziato a litigare così decisi di fare il suo gioco ma a modo mio.
  • Hai ragione sai? Credo proprio che ti abbia fatto male qualcosa, ti accompagno a lettone nel mentre chiamo Whale per chiedergli cosa puoi prendere per sentirti meglio. - non fu molto d’accordo, non gli piace considerarsi malato, ma alla fine accettò: non doveva sentirsi per nulla bene quel capoccione. 
Non mi limitai a chiamare il medico, lo feci venire direttamente a casa e dopo avergli detto privatamente quello che pensavo fosse in realtà lo mandai in camera a visitarlo. Assistii alla visita e come immaginavo avevo visto giusto: Killian si era beccato la varicella. 
  • no.. non... non è possibile! Whale! Deve esserci un errore! - disse negando ancora una volta l’evidenza. - Io non ho la varicella. 
  • Non c’è nessun errore Killian, ti ho appena visitato. 
  • È impossibile! 
  • Amore non devi vergognartene... l’abbiamo presa tutti, chi prima e chi dopo - mi sedetti sul letto accanto a lui e lo strinsi a me per poi dargli un tenero bacio. Avevo già avuto la varicella io e di conseguenza non rischiavo alcun tipo di contagio. Credo almeno... da che ne ho memoria si prende una sola volta nella vita. 
  • Non voglio la varicella, sono un uomo io... - eccolo che si stava finalmente aprendo a me. Aveva paura di perdere il suo fascio e la sua virilità quel donnaiolo del mio cuore. 
  • Saranno solo poche settimane Killian, presto tornerai quello di sempre e poi guarda il lato positivo: ti coccolerò! Come diceva Chloe? tante coccole e niente scuola! Per te saranno tante coccole e niente lavoro, un affare no?- lo vidi pensarci su e ammiccare qualche secondo dopo. La parola coccole lo aveva decisamente risvegliato dal suo pessimismo cosmico. 
  • Mmh mi piace l’idea.... - mi baciò ancora una volta, questa volta in maniera decisamente più passionale e carica di sentimento. Era talmente preso, come di conseguenza anche io, che per un momento ci dimenticammo addirittura che ci fosse Whale in stanza con noi... Che figura imbarazzante. Fu proprio il medico a richiamarci all’ordine, richiamando la nostra attenzione esclamando un: “ io ho concluso, buona guarigione e alla prossima visita”. Sarei voluta sprofondare dalla vergogna ma quello fu niente in confronto a quello che successe qualche secondo dopo.
  • Whale aspetta! - lo bloccò Killian prima che l’uomo riuscisse ad uscire dalla stanza. - Ho una domanda da farti in merito.
  • Ah.. sì si certo! - disse cercando di nascondere l’imbarazzo della scena di poco prima - dimmi tutto. 
  • Emma ha detto che con la comparsa delle prime bolle non si è più contagiosi vero? 
  • In parte si... un minimo di contagiò rimane sempre però. 
  • Ma chi ha già preso la varicella non rischia nulla vero? - continuò a chiedere.
  • C’è un senso a questa domanda Killian? - gli disse Whale scrutandolo in viso. In effetti a cosa gli importava sapere?
  • Beh vorrei sapere se posso almeno continuare a fare l’amore con mia moglie. Se devo restare confinato in questo letto preferirei divertirmi come si vede. - cosa????? Non lo aveva detto sul serio vero? Davanti a Whale poi... stava forse scherzando? Whale al contrario di me, la quale ero diventata paonazza dalla vergogna, non si stupì affatto della domanda di Killian. 
  • In teoria dovrebbe avere tutti gli anticorpi necessari per non prenderla di nuovo ma sai come si dice? Meglio prevenire che curare... io sconsiglio vivamente a tutte le coppie, durante le malattie di tipo infettivo, di avere rapporti sessuali. 
  • Vuoi farmi morire per caso? Forse tu non mi consoci ma se io non faccio almeno....
  • Killian??????? - lo ammonii, ma che diavolo stava dicendo? - a Whale non interessa nulla della nostra vita sentimentale e comunque non credo che ti sentirai così bene tra qualche giorno tanto da voler... beh hai capito.
  • Non mi conosci cara Swan... sono una macchina da guerra! Io e il mio inseparabile amico non ci tiriamo indietro davanti a nulla! - ok ora volevo davvero sprofondare, dovevo mettere fine a questa imbarazzantissima conversazione. 
  • Tu e il tuo amico dovrete farvene una ragione mi dispiace e lo sai perché? Perché la sottoscritta non ha nessuna intenzione di scambiarsi tenere effusioni romantiche con il suo uomo travestito niente popodimeno che da pimpa. - risi facendolo imbronciare. Non volevo offenderlo ma assomigliava sul serio alla pimpa. Salutammo definitivamente Whale il quale si congedò velocemente visto l’imbarazzo e ne approfittai, visto che Killian stava ancora abbastanza bene, per andare da mia madre a prendere i bambini. Quando tornai a cada trovai una scena comica ma tenera allo stesso tempo. Killian era in camera da letto, sdraiato e sudato. Forse la febbre gli era aumentata. 
  • Tutto bene amore? - chiesi avvicinandosi al letto.
  • No... - disse con un filo di voce. - vieni qui, siediti. - mi disse. Lo feci e prontamente mi prese la mano tra la sua. - ti amo Emma! Se... se non dovessi farcela sappi che...- “se non dovesse farcela?” Ma stava forse delirando? 
  • Killian... è solo varicella, starai bene! - gli dissi accarezzandolo. 
  • No... sto male, mi scoppia la testa, mi brucia tutto... ti amo Emma, ti amerò per sempre... veglierò sempre su di.... - non lo lasciai neanche finire e corsi in bagno a prendere il termometro. Doveva avere un febbrone da cavallo per dire quelle assurdità. Si certo.... altro che febbrone da cavallo: aveva 37 e 4. No, non potevo credere ai miei occhi e alle mie orecchie... diceva di essere sul punto di morte con neanche trentotto di febbre... aveva dell’incredibile tanto che scoppiai a ridere. 
  • Ti mancherò Emma... 
  • hai ragione amore, mi mancherà questa parte di te ma tranquillo, ti riempirò di video e ti prenderò in giro per tutto il resto della tua vita. - Risi - Ma come? Non eri tu quello che diceva che Liam non stava male ma che aveva solamente tre bollicine e due linee di febbre? Ti stai facendo battere da un bimbo di un anno! - volevo prenderlo in giro ma non ci riuscii... non capì nulla di quello che gli dissi, già a metà discorso si era bello addormentato. Peccato... Passammo giorni di puro inferno, o meglio... io li passai, lui continuò a lamentarsi ad ogni singola ora del giorno e della notte. Se pensavo che la convalescenza dei miei bambini fosse stata terribile mi sbagliavo, quella fu 
  • decisamente peggiore. “Amore grattami qui, amore mi fa male la testa, amore mi viene da vomitare....ecc ecc ecc” per dieci giorni e oltre non feci altro che sentire sempre le stesse cose. Era uno spasso vederlo così ma era anche decisamente molto snervante. 
  • E incredibile come in un attimo cambino le cose non trovi anche tu? - dissi un giorno mentre era già sulla via della guarigione.
  • in che senso? - disse non capendo le mie parole.
  • sono passata dall’essere una sposina a una crocerossina in un secondo, cos’altro dovrà mai succedere? 
  • La mia sposina crocerossina sexy....- ripetè ammiccando - senti mi è venuta un’idea: che ne diresti di venire all’altare vestita in camice ospedaliero? Sarebbe davvero molto molto sexy....
  • Sai che ti dico invece mio caro moribondo? Che siamo diventati come il caro Renzo e la sua amata Lucia... qualcuno, il karma forse, ci sta esplicitamente dicendo che questo matrimonio non sa da fare. - scherzai gustandomi la sua faccia super imbronciata. - Forse dovremmo dare ascolto al Karma non trovi? - continuai a prenderlo in giro. 
  • Swan.... tu rinnoverai le promesse con me punto e basta?
  • Tu dici? Ma come... non eri moribondo? - lo presi in giro costringendolo ad alzarsi dal letto per venire a dimostrarmi il contrario. Mi prese in braccio e mi buttò sul nostro letto dove mi torturò con bollenti baci e carezze. Se non fosse stato ancora malato non avrei aspettato oltre per divertirmi con lui ma aime dovevamo ancora aspettare qualche giorno.
  • Moribondo a chi è? - mi disse facendo finta di guardarmi male.
  • Ma come me lo hai detto tu? - stetti al suo gioco. - non ricordi? - Risi.
  • Era solo una tattica per averti più vicina a me dolcezza. Capitan uncino non si lamenta mai e di sicuro da sopravvivere. 
  • Peccato... e io che avevo già chiamato il notaio per il testamento. - a quelle parole mi bloccò la bocca con le sue labbra e il corpo con il suo corpo, la questione stava diventando davvero calda...stavo quasi per cedere ma poi, proprio sul più bello, decise di cambiare attacco e iniziò a farmi solletico. 
  • Ok ok ok mi arrendo, hai vinto! - dissi ridendo - Non sei per nulla un moribondo.... - smise di placcarmi immediatamente convinto di aver vinto e approfittai di quel momento di distrazione per ribaltare la situazione e portarmi sopra di lui. 
  • Così non vale! - si lamentò.
  • Riflessi caro mio è tutta questione di riflessi. - sorridemmo entrambi e mettemmo fine alla nostra piccola guerra per continuare a coccolarci dolcemente. 
  • Mi sposerai ancora vero? - disse improvvisamente diventando serio - non dicevi sul serio prima vero? La storia del Karma dico. 
  • Certo che ti sposerò di nuovo amore ma me lo chiedi anche? Stavo scherzando prima! 
  • Anche se sembro la pimpa mi sposerai? - mi rinfacciò ironicamente quello che gli avevo detto agli inizi della sua malattia. 
  • Io amo la mia pimpa! Al diavolo tutti i pirati... pimpa tutta la vita! - stavo scherzando sulla pimpa ovviamente, lui era bellissimo con tutta la varicella, ma il resto era tutto vero, non appena sarebbe stato possibile lo avrei risposato. Il karma poteva sul serio avercela con noi visto tutto quello che ci era capitato in quel mese ma poco importava... niente e sottolineo niente mi avrebbe impedito di diventare per la seconda volta nella mia vita la signora Jones. 
 
Note dell’autore: credevo di riuscire a pubblicherà solo sabato prossimo e invece eccoci qua? Un bel record non trovate? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia fatto divertire. A presto! Un bacio a tutti voi.

 

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Capitolo 74
*** I love you ***


POV DAVID 

Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui Snow venne da me e mi comunicò di essere incinta. Un bambino... presto nella mia vita sarebbe arrivata una piccola creatura che avrebbe dipeso da me in tutto e per tutto. Ero spaventato all’idea, avevo paura di sbagliare, di non essere all’altezza di un compito così importante, eppure allo stesso tempo ero felice, felice come forse non lo ero mai stato.

 Accantonai tutte quelle che prima erano le mie priorità e mi dedicai solo ed esclusivamente a cose riguardanti il piccolo esserino che presto avrebbe riempito di gioia e felicità la mia vita. Costruii la sua cameretta da cima a fondo con il sudore della mia fronte, avrei potuto dare l’incarico ai miei servitori ma non lo feci... volevo farlo io, volevo essere io l’artefice di quello che sarebbe stato il suo rifugio perfetto. Passai mesi a guardare crescere quel bel pancione e non passava giorno che non pensassi a che faccino potesse avere mio figlio, o meglio... mia figlia, nella nostra famiglia si sarebbe aggiunta una piccola bambina. I suoi occhi sarebbero di sicuro stati verdi, sia io che mia moglie li avevamo così, due tonalità differenti ma pur sempre verdi. Sui capelli invece c’era una netta distinzione tra me e lei e questo mi portava a formulare la seguente domanda: “sarà una biondina o una moretta?” Non che ne avesse importanza in realtà, la mia era solamente pura curiosità, di sicuro la mia cucciolina sarebbe stata bellissima in ogni caso.

Contavo i giorni che mi separavano al suo arrivo, ero impaziente, volevo averla subito li per  spupazzarmela e riempirla di baci... il solo pensarla mi rendeva felice ma presto quella felicità, che mai avrei creduto possibile potesse sparire, si spezzò. Il regno venne minacciato e a farlo fu proprio quella che era la nostra acerrima nemica.  L’unica speranza di salvarci era mandare la mia bambina in un mondo senza magia e sperare che presto avrebbe trovato la strada giusta per tornare da noi. Provai a far di tutto per cambiare le sorti del nostro destino, il nostro tanto atteso lieto fine non poteva di certo finire così in un mucchio di cenere, eppure non vi fu modo di cambiare il corso degli eventi. Ebbi solo il tempo di conoscerla, di ammirarla in tutta la sua perfezione e bellezza, che fui costretto a metterla all’interno di una teca magica e spedirla Dio solo da dove. Ancora adesso mi chiedo se ne sia valsa la pena... solitamente rispondo di si, siamo felici adesso e finalmente riuniti, ma oggi non so perché non sono più tanto sicuro che la risposta data finora sia quella giusta. Cos’è che mi sta facendo cambiare idea? Di sicuro Il fatto di aver rimesso mani al castello, per il rinnovo delle promesse, e di conseguenza alla sua vecchia cameretta. 

Guardando questa camera, la quale ho deciso di lasciare esattamente come l’avevamo lasciata, senza apportarvi nessuna modifica visto che ormai Emma è grande, vedo tutto quello che avevo desiderato per lei e che invece non c’è mai stato. La culla su cui non ha mai riposato, i giochi con cui non ha mai potuto giocare, ogni singolo oggetto in quella stanza era per Emma ma purtroppo lei non ha mai ricevuto nulla. Avrei voluto, insieme a Snow, utilizzare quella stanza per insegnarle a parlare e a camminare. Giocando insieme a lei le avrei insegnato l’arte della spada e del combattimento, volevo che sapesse difendersi da sola e non per ultimo avrei tanto voluto accompagnarla al suo primo ballo dove sicuramente, bella com’è, qualche principe l’avrebbe attirata nel suo mirino facendomi ingelosire. È un colpo al cuore pensare a tutto questo, la lasciai andare solo perché fermamente convinto che avrebbe avuto una vita migliore rispetto a quella che, a causa della regina cattiva, avremmo potuto offrirle noi. A quanto pare però le cose sono andare diversamente da quello che pensavo e con il senno di poi mi pento veramente di aver fatto la scelta di abbandonarla. Forse se non lo avessi fatto saremmo stati infelici e non avremmo ricordato il nostro passato, ma forse saremmo rimasti insieme e lei sarebbe cresciuta sicuramente con noi. 

- Eccoti, dove eri finito? Ti ho cercato dappertutto! Guarda che è la sposa che deve farsi attendere non suo padre! - i miei pensieri vennero interrotti da mia moglie la quale era da più di quaranta minuti che mi stava cercando per comunicarmi che nostra figlia, a detta di Regina, era quasi pronta.

- Si sì eccomi, sono pronto! - risposi sorridendole, aveva in dosso uno degli abiti che più preferivo in assoluto, sembrava quasi essere tornati indietro nel tempo.  Magari fosse stato possibile, cambierei volentieri il corso degli eventi pur di poter crescere la mia bambina. Presi un profondo respiro e cercando di non destare sospetti a mia moglie provai ad uscire dalla stanza. 

- Aspetta un secondo! - mi bloccò Snow parandomisi davanti. Sapevo che non potevo passarla liscia. - Cosa c’è che non va?

- Nulla tesoro, perché dovrebbe esserci qualcosa che non va? 

- Qualcosa ti turba lo vedo dal tuo sguardo. -  io e lei siamo sempre stati un corpo e un’anima, era facilmente intuibile che mi avrebbe smascherato. 

- Ma niente... è solo che... beh rimettendo in ordine il castello in questi giorni ho avuto modo di rivivere la nostra vita passata e...

- Ti manca non è vero? Manca molto anche a me. Per quanto si sta bene adesso a Storybrooke sento anche io la nostalgia dei vecchi tempi. Era la nostra cada dopotutto, il posto dove ci siamo conosciuti e innamorati...

- Non è solo questo... anzi, non c’entra proprio nulla la nostalgia in realtà. Il mio è più che altro rammarico. Penso che abbiamo fatto un enorme errore quel 23 Ottobre. Dovevamo tenerla con noi Snow, sarebbe dovuta crescere con noi... - la vidi intenerirsi a quelle parole e prontamente mi abbracciò.

- Forse, ma forse no. - rispose sorridendomi - Pensaci, se l’avessimo tenuta sarebbe potuta crescere con noi è vero, sempre che Regina non ci avesse separati anche in quella circostanza, ma poi? Sei sicuro che la sua vita sarebbe stata felice come lo è adesso? Lo sai anche tu che ci è stata promessa una vita infelice è piena di sofferenza, credi davvero che le avrebbe permesso di vivere con noi? 

- Non doveva proprio lanciare il sortilegio oscuro! - risposi alterato - non so cosa mi stia impedendo di andare su e prenderla a calci nel sedere per tutto quello che ha fatto. Ci ha rovinato la vita! - esclamai. 

- Stai esagerando adesso! Ha fatto i suoi errori lo sappiamo, ma è cambiata, è cambiata sul serio e tu lo sai. È questo posto che ti fa rivivere vecchie emozioni e di conseguenza ti fa essere arrabbiato con lei, lo capisco, ma quella Regina non esiste più David. È una di noi adesso e si è guadagnata a pieno il nostro perdono. - sapevo che avesse ragione ma una parte di me oggi era in collera con lei. Forse aveva ragione Snow: era quel posto e sopratutto quella stanza che mi facevano sentire così. - E comunque anche se non avesse lanciato il sortilegio oscuro chi ti assicura che Emma sarebbe stata felice qui? Si sarebbe dovuta soppesare giovane, per portare avanti la dinastia, con un principe scelto in base alla migliore alleanza del momento e non in base al sentimento e avrebbe dovuto mettere su famiglia con lui e pensare esclusivamente alla sua prole. Pensi davvero che sarebbe stata la vita perfetta per lei? Andiamo Dave, nostra figlia è più una guerriera che una principessa, non si sarebbe mai sottoposta a tutto questo. 

- Non avrei mai permesso che sposasse un uomo di cui non fosse innamorata. Io ero promesso ad un’altra donna eppure ho fatto di tutto per stare con te. Pensi che per Emma avrei voluto diversamente? 

- No ma comunque non avresti mai permesso che la nostra cara Emma sposasse un pirata. - forse su quello non aveva poi tutti i torti, Capitan uncino con la principessa della foresta incantata? Ma neanche sotto tortura, conoscendo la sua reputazione da don Giovanni spietato, gli avrei donato la mia bambina. - per non parlare di Neal... era in un mondo senza magia già prima che il sortilegio oscuro venisse lanciato, Emma non l’avrebbe mai conosciuto se fosse crescita qui - non l’avrebbe conosciuto in ogni caso visto a chi era figlio - e di conseguenza non ci sarebbe ne Henry nella tua vita e neanche gli altri tuoi tre adorabili nipotini. Dopotutto è andata meglio così non credi? Forse le abbiamo rovinato l’infanzia ma le abbiamo certamente donato un futuro migliore. - pensai per un attimo alle sue parole e non potei far altro che annuire, il suo discorso non faceva una piega e non  ammetteva repliche, aveva pienamente ragione. Mia figlia era felice adesso e questa felicità di sicuro non sarebbe stata possibile se fosse cresciuta in questo mondo. Libertina com’è di sicuro avrebbe vissuto davvero male la vita di palazzo. - andiamo adesso, Regina mi ha detto più di mezz’ora fa che Emma era quasi pronta. - Mi convinsi ad uscire da lì e finalmente con il sorriso sul volto tentai di raggiungere la stanza dove sapevo che mia figlia si stesse preparando. Venni fermato a metà scalinata dalle mie nipotine le quali saltellavano felici con indosso i loro vestitini da damigella. 

- Nonno, nonna!!! - esclamò Chloe non appena ci vide - Mamma è bellissima! 

- Ha ragione nonni, la mamma è meravigliosa nel suo nuovo vestito! Sembra una vera principessa delle favole! - continuò l’altra anch’essa molto gioiosa.

- La vostra mamma sarà anche molto bella ma voi due non siete di certo da meno! Siete bellissime bambine! - rivolsi loro un enorme sorriso. Dire che fossero meravigliose era riduttivo. - E poi sono davvero molto felice di vederti così serena Leila, passata la paura? - nel momento esatto in cui il portale ci teletrasportò qui la mia dolce Leila fu colta da un’attacco di panico. Il castello non era ancora stato rimesso a nuovo e di conseguenza lo scenario che le si presentò davanti le ricordò il periodo in cui venne rapita. Erano passati quattro anni da quel tragico evento ma nella sua mente era ancora nitido. 

- Sto molto meglio nonno! Adesso non ho più paura! La mamma e il papà mi hanno detto che mi proteggeranno sempre e nessuno mi farà mai più  del male! - rispose prontamente. 

- Ben detto cucciola. E non saranno solo i tuoi genitori a proteggerti ma anche noi. 

- Poteggete anche me vero? - intervenne a quel punto Chloe facendomi sorridere. Non credo avesse capito di cosa parlassimo visto che lei neanche era nata quando successe quel casino ma decise comunque di intromettersi. Con la promessa di proteggerle entrambe diedi loro un bacio sulla guancia e lasciandole continuare a giocare raggiungi la stanza in cui si trovava mia figlia. Regina era venuta a cercarci, non vedendoci arrivare, per comunicarci che Emma era finalmente pronta e che lei aveva fatto un ottimo lavoro. Rimasi a bocca porta non appena la vidi, ora capisco perché Regina era così soddisfatta del suo operato, era a dir poco meravigliosa. I suoi capelli erano raccolti in un morbido chignon, il trucco che le aveva fatto la sua amica era molto leggero ma risaltava i suoi occhioni verdi alla perfezione e il vestito poi... beh... il vestito fu il pezzo forte di tutto il suo outfit. Era di un celestino chiaro chiaro quasi bianco, scollo a cuore, gonna ampia il tutto impreziosito da piccoli svaroski. Avevo già visto quell’abito e ricordavo esattamente anche il luogo dove lo vidi: fu in un mio sogno ed era proprio la mia Emma ad indossarlo. Non fu proprio quello che si sul dire un bel sogno ma fino a quando non mi disse le tragiche parole “tu mi hai abbandonata” devo dire che non era poi così male. Avevo sempre desiderato vederla vestita così e finalmente quel giorno era arrivato.

- Emma, tesoro... sei... sei un’incanto! - le dissi avvicinandomi a lei per ammirarla meglio in tutto il suo splendore. Mia moglie era con le lacrime agli occhi nonostante, a differenza mia, sapesse già l’abito che aveva scelto di indossare; ma come si poteva rimanere impassibili a tanta bellezza?

- Tu dici papà? Io mi sembro un’enorme meringa gigante! - sbuffò continuando a guardarsi allo specchio per nulla convinta della decisione presa. - forse avrei dovuto scegliere per conto mio e non far scegliere le bambine. Questo vestito non è da me, non rispecchia quella che sono non... 

- E tutta la mattina che sento le sue lamentele, per piacere qualcuno le tappasse la bocca! - esclamò esasperata Regina. 

- Ma come sei gentile.... - rispose lei prontamente anche se in maniera del tutto ironica. 

- Stai bene: te l’ho detto io, le bambine, i tuoi genitori.... dobbiamo indire un’assemblea cittadina per convincerti? 

- Regina ha ragione tesoro, sei un incanto! - le disse sua madre ancora con le lacrime agli occhi- ma sarai ancora più bella tra un secondo! David... l’hai presa? - come avrei potuto non farlo...

- Certo che sì! - dissi per poi porgere ad Emma un piccolo pacco regalo. - in ogni matrimonio che si rispetti, o in questo caso rinnovo delle promesse, bisogna regalare alla sposa qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo. Di nuovo hai già moltissime cose che ti sono state donate ma di vecchio... beh apri e vedrai. - la vidi sedersi sul letto e con mano tremante aprire la scatola. Prese l’oggetto che vi era al suo interno tra le mani e continuò a guardarlo per svariati minuti incredula. 

- È... è....

- Questa tiara apparteneva a tua nonna, è stata donata a tua madre e ora noi, o meglio... lei, l’ha donata a te. Chissà magari un giorno la indosseranno anche le tue figlie... - sorrisi mentre prendendogliela dalle mani gliela sistemai a dovere sulla testa. 

- È... è davvero molto pesante - disse ridendo. Era emozionata potevo vederlo dai suoi occhi nonostante cercasse di fare battutine pur di non darlo a vedere. - La vita della principessa non sarebbe stata proprio per me. - continuò a dire ridendo per poi tornare seria qualche minuto dopo - grazie per il regalo, è davvero meraviglioso.

- Di nulla amore, per te questo ed altro.

- Concordo con tuo padre e poi dici che questa piccola tiara sia pesante... la “corona” che porti per essere la salvatrice è ancora più pesante di questa. - si abbracciarono e in un secondo momento m mi unii anche io a loro. 

- Scusate, non vorrei interrompere tutte queste smancerie ma è ora per la sposina di fare il suo ingresso trionfale. Robin mi ha scritto che non sa più come tenere buono Liam e Killian ha il terrore che tu ci abbia ripensato. - la vidi prendere un respiro profondo, era giunto il momento di andare e l’ansia iniziava a farsi sentire. Farsi vedere in quel modo per lei non sarebbe stato assolutamente facile. La presi per mano e dopo averla guardata attentamente negli occhi le dissi:

- Pronta?!?! 

Annuì e scherzando disse - o adesso o mai più. 

 

POV KILLIAN 

Ero agitato, non mi sentivo così da molto, molto tempo. Sentivo la tensione scorrermi nelle vene eppure non vedevo l’ora di vederla varcare la soglia della navata. Eravamo già marito e moglie, non stavamo facendo nulla che non avessimo già fatto ma le circostanze questa volta erano di gran lunga differenti. Non eravamo più solo noi, questa volta c’erano anche i nostri meravigliosi gioielli ad assistere al grande evento. Quando ci sposammo la prima volta eravamo solamente io, lei e Henry, eravamo già una famiglia ma il desiderio di allargala ancora un po’  cresceva ogni giorno di più. In otto anni è cresciuta di parecchio e ora il sapere che siano tutti qui, più felici che mai di vederci suggellare ancora una volta il nostro amore, mi emoziona particolarmente. Non che capiscano il senso di tutto quello che stiamo facendo, sono ancora piccoli, ma per me è comunque importante. 

- Agitato? - mi chiese Robin, il mio testimone, vedendomi immerso nei miei pensieri. 

- Non immagini neanche quando... dovrei averci fatto il callo non trovi? - risi facendo ridere anche lui. Stava per dire qualcosa ma non riuscì a farlo in quanto venne interrotto da Regina che come una vera wedding planner entrò in sala richiamando l’attenzione mia e di suo marito. 

- Ci siamo, è pronta! - esclamò guardandomi. - mettiti lì e tu Robin.... sistemati quel papillon. - alzò gli occhi per aria andando successivamente a sistemarsi esattamente dal lato opposto, era ancora una volta lei la testimone di Emma. 

Quando fummo tutti in posizione l’orchestra che avevamo ingaggiato iniziò a suonare dando inizio alla cerimonia. Le prime a fare il loro ingresso furono le mie due piccoline con i loro meravigliosi abiti color rosa. Avevo già visto  Chloe vestita da damigella durante il matrimonio di Robin e Regina, era un’emozione ogni volta vederla varcare la navata così sorridente e orgogliosa del suo ruolo, non mi sarei mai stancato di osservarla ma questa volta non c’era solo lei, ad accompagnarla c’era  sua sorella maggiore, la mia piccola Leila... credetemi fu un vero vortice di emozioni vederla sfilare sul tappeto rosso verso di me. ebbi solamente il tempo di dar un bacio ad entrambe che ecco entrare lui: il mio ometto per eccellenza: Liam, che insieme al nostro caro e inseparabile Prince, il quale lo aiutava a non cadere e a quella sottospecie di coccodrillo di pezza, da cui mai si separava, avanzava tutto felice e sicuro di se. Rispetto al matrimonio di sua zia aveva fatto enormi progressi ma anche questa volta non si smentì: a metà navata si bloccò e vedendo che dietro di lui non vi fosse nessuno fece inversione e tornando indietro iniziò a chiamare a gran voce  la sua mamma. Tutti gli invitati scoppiarono a ridere nel vederlo tornare indietro per chiamare Emma, tutti tranne Chloe la quale, senza nessun errore di pronuncia esclamó “che grezzo”. Sarei rimasto ore ad osservarlo ma Regina andò a prenderlo e lo aiutò, nonostante continuasse a cercare con lo sguardo Emma, a raggiungere le sue sorelline. Ok... era finalmente giunto il momento! Presto da quella porta sarebbe uscita lei: l’amore della mia vita. Fissai quella porta come un automa, ero curioso e impaziente di vederla arrivare. L’orchestra concluse la canzone che stava suonando per l’ingresso delle damigelle e del paggetto e iniziò ad intonare la marcia nuziale. Tutti gli invitati si alzarono in piedi e finalmente eccola uscire in tutto il suo splendore accompagnata, questa volta, solamente da suo padre. Wow... avevo presenziato non so a quante cerimonie dell’alta nobiltà durante la permanenza nella foresta incantata: avevo assistito a balli, incoronazioni, matrimoni...beh nulla aveva a che vedere con quello che mi ritrovai davanti. La mia Emma era un vero e proprio incanto in quel suo nuovo abito.   L’avevo vista in un vestito principesco solamente una volta durante il nostro viaggio nel tempo, le stava da favola quell’abito rosso ma anche quest’ultimo non aveva niente a che vedere con il vestito che stava indossando in quel momento. Non era assolutamente da lei quel genere di vestiario anzi... so quanta fatica stava facendo nel dover mostrarsi in pubblico così, non si sentiva minimante a suo agio, ma sapevo che era un piccolo regalo per me, per suoi genitori che non avevano mai avuto modi di ammirarla in quelle vesti e non per ultimi per i nostri bambini. Percorse la navata sottobraccio a suo padre con grande sicurezza e finalmente, dopo qualche secondo che per me fu come un’eternità eccola raggiungermi. Suo padre le diede il consueto bacio sulla guancia dopodiché prese la sua mano e la condusse tra le mie. 

- Prenditi cura di lei come già stai facendo e nessuno si farà male. - disse per poi farmi l’occhiolino. Era ironica la sua battuta mal al tempo stesso c’era anche della verità. Il caro David poteva dormire su sette cuscini, non avrei mai fatto soffrire Emma e l’avrei salvata, in caso di pericolo, anche a costo della mia stessa vita. Mi limitai ad annuire e finalmente potei concentrarmi solo ed esclusivamente su mia moglie.

- Sei bellissima! - le mimai con il labiale e lei timidamente mi sorrise. Ma quanto poteva essere bella così imbarazzata? Stavamo insieme da una vita ormai eppure non mi sarei mai abituato a tanta bellezza. Mi persi completamente nei suoi occhi tanto che fu Hopper a dovermi richiamare all’ordine. 

- Killian.... ehi Killian... sei con noi? - disse sorridendo, si erano accorti tutti, Emma compresa, che mi ero completamente incantato nel guardarla. 

- Ehm si sì ci sono! - risposi goffamente e  imbarazzato, che figuraccia!

- Bene... se siete pronti allora direi di iniziare con le promesse - annuimmo all’unisono. - Bene! Killian, inizia tu! 

 

“ Eccoci qui, ancora una volta a giurarci amore eterno. Tanti anni sono passati dall’ultima volta ma per me è come se fosse avvenuto solamente ieri. Quante cose sono cambiate in questi otto anni? Tante... Eravamo solamente io e te agli inizi, due sposini novelli che tentavano di abituarsi alla loro nuova vita coniugale, ma guardaci ora: genitori di quattro creature meravigliose e innamorati come fosse il primo giorno. Cosa ho imparato da questa grande avventura? Che nella vita le cose cambiano: alcune in meglio altre anche in peggio, ma solo una cosa rimane invariata: l’amore! L’amore vero... io con te ho conosciuto questo amore Emma e non smetterò mai di ringraziarti per avermelo donato. Sei stata la mia ancora di salvezza nei momenti più bui, sei stata al mio fianco quando non lo meritavo, mi hai insegnato che insieme si può superare qualsiasi cosa. Non so se io, al contrario,  sono riuscito ad essere all’altezza del compito che con il nostro matrimonio mi è stato affidato ma una cosa è certa: ti amo e ti prometto qui davanti a tutti i presenti che non smetterò mai di lottare per per te, per noi, per la nostra famiglia. Ti amo Emma Swan: ieri, oggi e per sempre” 

 

Mi ero preparato un discorso decisamente più lungo e articolato, ma con l’emozione e il cuore a mille quello è tutto ciò che riuscii a dire. Avrei voluto prolungarmi di più, farle capire quando sul serio l’amassi ma le parole mi morirono di bocca. Chi l’avrebbe mai detto che il temerario capitan uncino si sarebbe rammollito per amore? Se me lo avessero detto in passato come minimo mi sarei messo a ridere, nessuno... e dico nessuno, neanche la mia cara Milah,  ci era mai riuscito ed ero convinto che sarebbe stato per sempre così. A quanto pare non avevo fatto i conti con Emma Swan. Per lei sono cambiato senza rendermene conto, per lei ho rinunciato alla vendetta, per lei ho iniziato una nuova vita all’insegna del bene e dell’amore. Devo tutto alla mia Emma, mi ha cambiato in meglio e neanche per tutto l’oro del mondo tornerei indietro. 

 

POV EMMA

Nel sentirlo pronunciare quelle parole mi commossi... lo conoscevo da molti anni ormai, avevo imparato a conoscere il suo carattere e sapevo perfettamente quanto fosse stato difficile per lui aprirmi il suo cuore così... davanti a tutti. Non avevo alcun dubbio sul fatto che mi amasse ma sentirmelo dire ancora una volta fu gioia pura sia per le mie orecchie che per il mio cuore. Toccava a me ora aprirgli le porte del mio cuore, lo guardai con gli occhi ancora lucidi dall’emozione di poco prima e dopo aver preso un profondo respiro spensi il cervello e lasciai i miei sentimenti vagare liberi e senza inibizioni.

 

“  A HAPPY BEGINING ... ricordi queste parole? Sono le prime che ti pronunciai come moglie. Tutti parlavano di lieto fine ma tu Killian Jones per me non sei mai stato un  lieto fine e ad oggi sono più che orgogliosa di dirlo. Sei sempre stato il mio inizio ancor prima che ci sposassimo: è grazie a te che ho riniziato a vivere, è grazie a te se ho riniziato ad amare, è grazie a te se dopo aver scoperto cose poco piacevoli della mia vita sono tornata ad avere rapporti con persone alle quali pensavo di chiudere per sempre le porte in faccia. Tu con il tuo carattere da sbruffone, con la tua tenacia e la tua costanza  sei riuscito ad arrivare dove altri non sono mai riusciti. Hai abbattuto ogni mia difesa,  ogni mio muro e sei entrato prepotentemente nel mio cuore lasciandomi senza fiato. Sono felice adesso, felice come credo di non essere mai stata, mi hai donato il tuo amore, mi hai donato tre bambini meravigliosi e non per ultimo ti sei preso cura di mio figlio come se fosse tuo. Essere felice mi spaventa, non sono abituata ad esserlo... la felicità è sempre stata merce rara nella mia vita e mi è sempre stata portata via a causa di qualche evento traumatico. Ho sempre avuto paura ad essere felice ma con te al mio fianco Killian... non ho più paura. Ti amo, ti ho sempre amato e mai smetterò di farlo.”

 

Vidi un luccichio nei suoi magnifici occhi azzurri, si era commosso. Io, Emma Swan ero riuscita a far commuovere quell’omone tutto d’un pezzo di mio marito. Avrei voluto saltargli addosso in quell’istante, prenderlo e baciarlo come se non ci fosse un domani, ma dovetti trattenermi in quanto la cerimonia non era ancora finita e poi perché c’erano troppi testimoni tra cui molti minorenni. Sarebbe stata dura ma avrei dovuto tenere duro ancora per un po’. Scambiate le promesse fu il turno dello scambio delle fedi e poi come da rituale vi fu la classica domanda:

- Vuoi tu, Killian Jones, prendere questa  donna come tua legittima moglie per amarla per tutta l’eternità? 

- Lo voglio! - mi guardò in una maniera talmente intensa e intima che per poco non andai a fuoco. Stavo letteralmente bruciando.

- E tu, Emma Swan, vuoi prendere questo uomo come tuo legittimo marito per amarlo per tutta l’eternità? - lo guardai nello stesso modo in cui guardò me e senza pensarci due volte risposi.

- Lo voglio. 

- Allora è con grande piacere che vi dichiaro, ancora una volta, marito e moglie. - si girò verso Killian - Puoi baciare la sposa. - non se lo fece ripete due volte, con la mano buona mi attirò a se è senza darmi neanche il tempo di fare nulla eccolo impossessarsi delle mie labbra regalandomi uno dei migliori baci di sempre. Avrei voluto che quel momento non finisse mai ma aimè qualcuno attirò la nostra attenzione costringendoci a separarci. Volete sapere chi fu il guastafeste di turno? No, non fu mio padre come sicuramente immaginerete... Non fu neanche uno solo in realtà, furono tre i guastafeste e tra tutti e tre solo uno di loro superava abbondantemente il metro d’altezza. Avete capito di chi sto parlando vero? ebbene sì, furono i miei tre furfanti a rovinare, si fa per dire, quel passionale momento. Corsero tutti e tre nella nostra direzione e si ci buttarono letteralmente addosso per congratularsi. 

- Mamma, papà questo è per voi! È un regalo che abbiamo fatto io, Chloe, Henry e Liam. - esclamò Leila. 

- E olsooo! - la corresse il piccolo di casa mostrando orgoglioso anche l’altro partecipante al regalo. Aprimmo il pacchettino “rigorosamente” incartato con carta di giornale e vi trovammo all’interno una cornice con una foto di loro quattro, cinque con “olso”, ritratti in pose davvero buffe. Vi era anche un bigliettino accanto al pacchetto e leggendolo non  potei non riconoscere la scrittura di Henry. 

 

“ Per mamma e papà... il vostro lieto fine siamo noi”  

 

frase più giusta non potevano trovarla. Come ho sempre detto Killian è il mio lieto inizio non il mio lieto fine. Il mio lieto fine sono senza ombra di dubbio loro: i miei quattro bambini... Il coronamento perfetto di una storia d’amore con la A maiuscola. 

- Grazie amori, è davvero meravigliosa! - dissi ringraziandoli uno per uno compreso Henry che si era avvicinato vedendo tutto quel casino creato da quelle pesti. Anche a Killian piacque  molto il loro pensiero e stava già pensando a dove poterla posizionare una volta tornati a casa.

- Cotì adesso sapete che il vottro lieto fine siamo noi e non dobete più fale figli! - disse Chloe dando una sua interpretazione al regalo. Altri figli? Ma che siamo matti? Ma neanche in un’altra vita... ho già dato! Quattro figli per me sono più che sufficienti e se a Killian non dovesse stare bene... beh se ne farà una ragione.

- Chloe amore, qualcuno ti ha detto che arriveranno altri bambini per caso? - domandai non capendo il motivo per cui avesse detto ciò. Avevo notato anche qualche errore in più nel suo linguaggio rispetto al solito e questo mi fece capire che fosse preoccupata. 

- Henry ha detto che quando quaccuno si sposa dopo naccono i figli. Io no boglio che allivano altri fatellini mamma! - il suo viso da entusiasta per la cerimonia appena conclusa diventò cupo. Guardai Henry come a dirgli “ma di tante cos’è proprio quella dovevi dirgli?” E lui capendo esattamente il linguaggio non verbale si limitò a chiedermi scusa e a scrollare le spalle. 

- Amore non voglio vedere quel broncio sul tuo bel faccino ok? Devi stare tranquilla, serena e goderti la festa! 

- No... E’ belo mamma quello che ha detto Henry? Quando ci si posa si fanno i figli? 

-  Beh di solito si... cioè... è normale per una coppia di innamorati dopo il matrimonio avere dei figli ma nel caso di mamma e papà questi figli sono già arrivati e siete voi quattro amore. Il fatto che  ci siamo sposanti una seconda volta non significa necessariamente che faremo altri bambini in futuro, anzi... io e il tuo papà non ne abbiamo alcuna intenzione tesoro mio. - le sorrisi facendola sorridere a sua volta. 

- Dabbero mamy? Non mi dici una bugia? 

- No amore, nessuna bugia... lo sai che non mi piace mentire.

- La mamma dice la verità, resterai per sempre la nostra piccola principessa. - continuò suo padre per poi prenderla tra le braccia e darle un tenero bacio. - vai a giocare adesso, guarda: i tuoi fratelli sono già andati.

- Corro! - la gelosona del mio cuore. Ha una paura matta che possiamo dimenticarci di lei ma come potrebbe mai essere possibile una cosa del genere? Un terremoto come Chloe non passa di certo inosservato. La osservai correre verso i suoi fratelli e gli altri amichetti e una volta che mi fui assicurata che fosse arrivata a destinazione senza inconvenevoli mi voltai nuovamente in direzione di mio mio marito il quale mi stava tendendo la mano e mi guardava con occhi pieni d’amore.

- Allora mia signora, se ha finito di correre dietro la sua piccola scimmietta, mi concederebbe l’onore di questo ballo? - mi fece notare che l’orchestra aveva appena ripreso a suonare e che tutti ci stavano fissando per il consueto primo ballo degli sposi. 

- Ma certo che sì, con  assoluto piacere. - sorrisi per poi afferrargli la mano e farmi trascinare in pista dove iniziammo a ballare il primo lento stretti l’uno nelle braccia dell’altro. Tralasciando il fatto  che tutti ci stessero osservando avrei seriamente voluto restare accoccolata tra le sue braccia per sempre. Mi sento sempre protetta e al sicuro stretta lui e credo che non potrei mai fare a meno delle sue premurose attenzioni. Sono speciali, mi fanno sentire speciale. 

Continuai a ballare, per buoni cinque minuti, con gli occhi chiusi e immersa nei miei pensieri, quando tornai alla realtà mi accorsi che non eravamo più  soli sulla pista: intorno a noi si era formato un enorme cerchio e tutti tenendosi per mano stavamo facendo un girotondo intorno a noi. Non ero assolutamente il genere di persona a cui piacciono queste cose che ti fanno sentire al centro dell’attenzione e sperai vivamente, con tutto il cuore, che la questione finisse presto. Fortunatamente non dovetti attendere molto, ben presto Granny fece il suo ingresso trionfale con gli antipasti e gli invitati, affamati visto l’orario, si affrettarono a raggiungere i loro tavoli. 

- Scappiamo! - mi disse Killian in un orecchio per poi guardarmi con sguardo provocante. 

- Scappiamo? E dove vorresti andare? - chiesi ingenuamente. Ma che razza di domanda era la mia. Uno come Killian Jones solo in un posto sarebbe voluto andare. 

- Beh di sopra ci sono molte camere di cui anche la nostra... potremmo inaugurare gli alloggi reali mia bella principessa non crede? - come volevasi dimostrare! 

- Mi spieghi per quale motivo ho accettato di sposarti nuovamente? - risi dandogli poi una leggera pacca sulla spalla - non possiamo sparire cosi, senza una giusta spiegazione... capirebbero e sarebbe imbarazzante. 

- E da quando ti importa di quello che pensa la gente? 

- Da quando ci sono anche i miei genitori qui! - risposi indicandoglieli. Neanche a farlo apposta stavano guardando propio nella nostra direzione. - lo vedi? Ci tengono d’occhio, non mi va di sparire così. 

- Come se non conoscessero certi istinti primordiali! - mi prese in giro.

- Istinti primordiali? Non sono mica un animale Jones! - risposi ironica facendogli alzare gli occhi per aria. Quando mi mettevo in testa una cosa era difficile farmi cambiare idea e lui lo sapeva bene.

- E va bene hai vinto tu. Possiamo almeno continuare a ballare? Ho capito che fino a questa sera è l’unico modo per poterti toccare. - arrossii ma cercai di ricompormi subito.

- certo che possiamo ballare ma dammi dieci minuti, vorrei far riposare questi poveri piedi. Queste scarpe sono scomodissime e mi stanno uccidendo. L’ho sempre detto che la vita della principessa non fa per me. 

- Non hai scarpe di ricambio? - disse serio. Che tenero: si stava preoccupando per me.

- Si ma sono di sopra! - risposi.

- E vai a prenderle, io ti aspetto in giardino così poi potremmo fare un nella passeggiata, i giardini del castello sono meravigliosi. Balleremo più tardi magari - finalmente una cosa romantica. Gli diedi un bacio  a fior di labbra e dopo avergli sussurrato all’orecchio: “torno subito non scappare con nessun’altra donna”, avvisai mia madre che mi allontanavo in modo che non si preoccupasse, visto che era un continuo scrutarmi e mi recai ai piani alti del castello. Non appena tolsi le scarpe e misi i piedi a contatto con il pavimento una sensazione di piacere mi invase: fu come rinascere. Mi misi a sedere per qualche minuto dopodiché, con le scarpe di ricambio ai piedi, mi avviai nuovamente verso la sala del ricevimento o almeno così credevo. Non arrivai neanche alla porta che mi ritrovai Killian davanti. 

- E tu che ci fai qui? Non dovevi essere in giardino? 

- Tecnicamente lo sono, o meglio: per i tuoi genitori lo sono. La realtà dei fatti è che se non creavo questo diversivo difficilmente saresti venuta qui! - alzai gli occhi al cielo

- E io che pensavo che volessi fare il romantico. Killian.... 

- che c’è! Sono venuto solamente per darti una mano! - disse con fare innocente.

- Una mano? A prendere le scarpe? 

- No ma hai detto poco fa di non sentirti una principessa e... beh questo vestito non ti aiuta di certo! Lascia fare a me - disse per poi farmi girare di schiena e iniziare a sbottonarlo dandomi contemporaneamente dei baci sul collo - se solo mi lasciassi fare per dieci minuti... credo proprio che riuscirei a farti sentire a tuo agio sai? - fece una pausa andando a stuzzicavate anche il lobo del mio orecchio. - Allora? Che cosa mi dici: vuoi tornare giù dagli altri o....

- Smettila di parlare e fai il tuo lavoro! - dissi prendendolo in contropiede e spingendolo sul letto a baldacchino che era poco distante da noi. Quella tortura era durata anche troppo. Ho provato a resistergli ma cosa posso farci se non so farlo? Ho un debole per quell’uomo, un debole che non svanirá mai.  

Facemmo l’amore per più di un’ora e a concludere il tutto ne susseguirono le ormai immancabili coccole. Ero esattamente nel posto in cui volevo essere insieme alla persona con cui volevo essere. Non c’era nessun’altro oltre a noi, eravamo solamente noi due... io e lui... io, lui e il nostro amore. Mi sentivo in paradiso e avrei voluto restarmene lì per sempre ma non potevamo di certo lasciare gli invitati da soli per così tanto tempo, presto qualcuno si sarebbe accorto che mancavano all’appello entrambi gli sposi. Tentai di uscire da quelle calde e morbide coperte ma niente da fare, con il suo fare possessivo mi trattenne e mi strinse forte a se. Non che mi dispiacesse il suo comportamento, anzi al contrario, ma quello non era di certo il momento più appropriato per continuare con le nostre smancerie. Ci eravamo divertiti e ora bisognava tornare con i piedi per terra. 

- dove credi di andare è? - mi disse baciandomi.

- A rivestirmi e a cercare di ricomporre alla perfezione l’acconciatura che Regina mi ha fatto questa mattina. - dissi indicandogli i miei capelli ormai totalmente sciolti. - mi ucciderà se verrà a sapere che le ho rovinato il suo capolavoro. 

- Non lo verrà mai a sapere perché non usciremo da qui come minimo fino a domani. 

- Non possiamo restare qui, in questa stanza, lo sai bene. Ci sono delle persone che sono venuti fin qui per noi, non è carino sparire cosi! 

- Non è neanche carino lasciare un povero uomo solo soletto in questo grande letto. - fece la faccia da bimbo bastonato che mi fece rivedere ma allo stesso tempo  sciogliere completamente. Quell’uomo sa esattamente come farmi cedere.

- Cinque minuti, non un secondo di più! - in fondo cosa sarebbero stati mai cinque minuti in più? Tornai ad accoccolarmi meglio tra le sue braccia e mi gustai ogni singola carezza che mi regalò. Purtroppo però se credevo che quei cinque minuti non avrebbero comportato nulla mi sbagliavo di grosso. Come facilmente intuibile quei cinque minuti diventarono dieci e poi successivamente venti, ma la cosa peggiore fu che portarono con se un’ ospite indesiderato: la mia cara e dolce mammina.

- Emma tesoro sei qui? - disse mentre in contemporanea aprì la porta entrando all’interno della stanza. Fortunatamente io e Killian non stavamo facendo nulla di male, ma il fatto di essere distesi su un letto e coperti solo da un misero lenzuolo non era esattamente il massimo. A peggiorare la situazione fu il vedere Liam far capolino subito dopo. Mia madre era totalmente in imbarazzo per quella scena, cosa che ero anche io, mentre Liam non sembrò badare molto alla situazione fortunatamente. Stava piangendo il mio piccolo ometto e per quanto mi dispiacesse ringraziai la mia buona stella che avesse di meglio a cui pensare. Non volevo di certo traumatizzarlo.

- Snow non te l’ha mai detto nessuno che non è carino interrompere marito e moglie? - la situazione era già pressoché imbarazzante, ci mancava solamente mio marito e le sue battutine del cavolo. Gli diedi una gomitata tra le costole facendolo sussultare dal dolore. 

- Io ecco... io... oddio scusate scusate scusate! Esco subito, fate finta che non sia mai entrata! 

- Difficile la cosa visto che sei ancora qui! - alle parole di Killian scappò letteralmente fuori portando con se Liam. 

- Te lo avevo detto io! - esclamai alzandomi e andando a ricompormi. Fui costretta ad utilizzare la magia sia per mettermi all’interno di quello scomodissimo abito sia per rifare l’acconciatura, ero troppo agitata per la situazione venutasi a creare per farlo da sola. Al contrario di me Killian se ne stava ancora a letto, a lui non sembrò toccare affatto l’intenzione di mia madre, anzi sembrava quasi divertito dal fatto di averla messa in imbarazzo. È proprio uno stronzo quando vuole. Presi i suoi abiti, glieli gettai sul letto esclamando un “muoviti imbecille” e  poi uscii dalla stanza per poter quantomeno vedere come mai Liam stesse piangendo. Mi ritrovai davanti mio figlio e mia madre non appena aprii la porta. Liam piangeva ancora.

- Che... che è successo? - dissi chiedendo spiegazioni a mia madre mentre mi accingevo a prendere in braccio mio figlio. Stava bene fino a quando lo avevo lasciato, giocava serenamente con gli altri bambini, cos’era potuto mai succedere? Liam non piange mai...

- Senti Emma scusami io... si ecco io non volevo piombare così.... mi hai detto che andavi di sopra a cambiare le scarpe ma poi non ti ho vista scendere e.... oddio tesoro mio  ti prego di sc...

- Mamma mamma mamma frena quel fiume di parole ok? Avresti potuto bussare e aspettare una mia risposta questo è vero ma ora non mi interessa nulla. Voglio sapere cos’ è successo a Liam!

- Sono ventura anche per questo! Stava gioc... - Killian si unì alla nostra conversazione facendo smettere mia madre di parlare di Liam per ricominciare a scusarsi per poco prima.

- Ancora? Basta mamma! Dicci che è successo a nostro figlio! - la rimproverai. E che cavolo: sapeva rispondere o no a quella semplice  domanda?

- Stava giocando con gli altri bambini quando l’ho sentito piangere. A quanto pare ha perso il suo pupazzo.

- Olsoooo! Olso no più! - continuò il piccolo facendo uscire la sua vocetta. 

- Che gran sollievo! - ok era ufficiale: mio marito voleva farsi ammazzare. Lo guardai brutto come a dirgli “ faremo i conti dopo” e tornai a parlare con Liam.

- Come orso non c’è più amore! Lo hai poggiato da qualche parte per caso? 

- Coy! - è così che chiamava sua sorella. 

- Chloe? Che c’entra Chloe amore? Era lì con te quando non hai trovato più orso? - dubitavo fortemente che mia figlia, anche se fosse stata presente,  si sarebbe ricordata di quel peluche. Di sicuro era concentrata su qualcosa per lei decisamente più interessante rispetto a suo fratello e il suo amico di pezza.

- No... - passò dal triste all’arrabbiato - Coy olso via! - non sapeva ancora esprimersi in maniera corretta ma avevo capito benissimo cosa cercasse di dire: Chloe gli aveva preso il peluche nascondendolo di sicuro da qualche parte. Tze... Tipico di mia figlia. La feci chiamare immediatamente da sua nonna . Non appena mi vide capì di essere nei guai.

- No fatto niente io. - si mise subito sulla difensiva. 

-  è sparito il peluche di tuo fratello. Ne sai qualcosa? 

- Io? No no no! - piccola bugiarda. Stava mentendo spudoratamente. - potto andare giù ola? 

- Certo ma ti andrai a sedere al tavolo insieme a nonno e nonna e senza giocare! 

- Pecchè! Liam perde quel coso e la colpa è mia? - però! Farla arrabbiare funzionava... l’intera frase senza errori. 

- Cosi impari a non mentire. Sai che percepisco anche a distanza le bugie 

- Mah...

- Fila di sotto adesso.  - la vidi avviarsi sbattendo letteralmente i piedi a terra. Era arrabbiata e voleva farmelo capire. Peccato che fosse davvero lei la colpevole perché altrimenti mi avrebbe fatto tenerezza. Chiesi a mia madre di seguirla e di portare con se Liam ma prima che andasse ci tenne a scusarsi ancora.

- Non volevo disturbarti credetemi. Sembra quasi che io lo faccia a posta ogni volta ma non è così! Prometto di chiamarmi sul cellulare d’ora in avanti prima di irrompere senza preavviso. 

- Dovresti iniziare a farlo hai ragione, ma incomincia tra un paio di settimane, quando saremo di ritorno dal viaggio di nozze. - le suggerì Killian.

- Si sì sì certamente! - si apprestò a dire. - a proposito: avete scelto la meta quindi: dovrei andrete? 

- Meglio non dirlo... potresti ficcanasare anche lì. Comunque ero serio: non chiamarci durante il viaggio. Partiamo per “divertirci” capisci cosa voglio dire vero? Beh chiamarci sarebbe come interromperci non trovi? - divenne rossa come un pomodoro e scappò a gambe levate al piano di sotto.

- L’hai fatta vergognare cretino! - lo rimproverai anche se ironicamente. 

- Se l’è meritato e poi le ho solo detto quello che penso. Durante il nostro viaggio di nozze non voglio interruzioni di alcun genere. 

- Non ci sarà nessun viaggio di nozze se non ci decideremo a scegliere una metà. - erano più di tre settimane che cercavano un luogo dove trascorrere la nostra seconda luna di miele ma niente sembrava fare al caso nostro. 

- Si dia il caso che io abbia trovato la struttura perfetta per noi. 

- Ah si? E sarebbe? - chiesi curiosa.

- Un posto isolato, lontano da tutto e da tutti dove potremo fare esattamente quello che vogliamo dove vogliamo e senza essere disturbati. 

- Magari esistesse un posto del genere! 

- Esiste amore, esiste e sai qual’è? - scossi la testa - questo castello! - rise orgoglioso e soddisfatto della sua trovata. 

- il castello? Questo castello? 

-  pensaci: tra qualche ora tutti gli invitati andranno via - ammiccò - Desideravamo un luogo isolato lontano da tutto ricordi? Beh questo è il posto ideale! 

- Non... non lo so. Saremo troppo lontani da casa, saremo totalmente in un altro mondo. Se i bambini dovessero aver bisogno di noi? I telefoni qui non prendono, non potrebbero avvisarci. - la sua idea mi allettava e parecchio devo ammetterlo ma non potevo non pensare ai miei bambini. L’idea di stare due settimane senza avere alcuna notizia di loro mi uccideva.

- Regina ha pozioni a sufficienza, se dovessero esserci degli imprevisti sarà la prima a venirci ad informare e comunque potremmo sempre farcene  lasciare qualcuna in più cosi semmai dovessi sentire la necessità di vederli potrai farlo senza problemi. - mi baciò - ce la meritiamo una pausa non trovi? 

- In effetti non aveva poi tutti i torti e poi c’è da dire che il castello, nonostante avessimo utilizzato solamente la sala dei ricevimenti, era stato ristrutturato da cima a fondo. Sarebbe stato un vero peccato non approfittarne per visitarlo attentamente. 

- D’accordo, mi hai convinta! Non pensavo che l’avrei ma detto ma... come una vera principessa trascorrerò il mio viaggio di nozze in una delle tenute reali. - sorrisi.

- Davvero? Sei d’accordo con la mia idea? - annuii - Ti amo da impazzire amore! Ti amo ti amo ti amoooooooo. Non te ne pentirai  - prese a baciarmi con insistenza e dovetti impiegare tutte le mie forze per non cedere ancora una volta alla passione. Sarebbe stato un viaggio di nozze davvero molto infuocato. 

- Ei Ei... non così in fretta ok? Sono ancora tutti giù! Dobbiamo andare da loro. 

- Conoscendo tua madre credo si sia già lasciata scappare tutto quello che ha visto quindi non credo che agli invitati farà qualche differenza se li raggiungeremo o meno. Pertanto possiamo iniziare il nostro viaggio di nozze anche adesso se ti va! - lo odiavo quando mi guardava con quello sguardo passionale. Sapeva che non ero in grado di dirgli di no e fa gran ruffiano quale era lo utilizzava spesso a suo favore. Peccato per lui che quel pomeriggio non funzionò. Non che non volessi arrendermi a lui, anzi... purtroppo però avevamo un compito da portare a termine, un compito che avrebbe determinato la riuscita del nostro viaggio di nozze: avevamo un coccodrillo giocattolo da cercare. 

 

Note dell’autore: ecco a voi io capitolo del rinnovo delle promesse che vi avevo accennato mesi fa! Non credevo di farcela ma alla fine ci sono riuscita 💪🏻. Vi chiedo scusa se anche questa volta non ci sono immagini di copertina ma come la volta precedente non ho la connessione Wi-Fi e non potendo utilizzare il pc non posso creare collage. Vi prometto che recupererò presto e inserirò tutte le immagini mancanti. A prestooooo. 

 

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Capitolo 75
*** Faida familiare ***


POV EMMA
L’idea di trascorrere la nostra seconda luna di miele nella foresta incantata, o più precisamente a palazzo, fu senza ombra di dubbio una delle idee migliori avute da mio marito. Ero molto scettica all’inizio, lo conoscevo come le mie tasche e immaginavo che avesse voluto restare in un posto isolato dal mondo e totalmente lontano da tutto e da tutti solamente per un unico scopo: quello di avermi tutta per se. Fortunatamente però dovetti ricredermi. Non fraintendetemi, passammo molto tempo in “isolamento”, se così si può dire, all’interno delle quattro mura della nostra stanza ma oltre a questo avemmo modo anche di visitare e perlustrare la zona. Avevo già avuto modo di visitare qualcosina durante la mia sventura nel mondo dei desideri, ma molte cose per me erano ancora nuove e fu proprio lui, il mio adorato maritino, a farmi da cicerone: essendo stato un pirata di questa terra conosceva molte cose... anche quelle più riservate. Naturalmente i posti non erano proprio in ottime condizioni per via del sortilegio oscuro lanciato da Regina ma comunque fu davvero molto interessante avere una visione più ampia di quella che era stata la vita dei miei genitori, di mio marito e di tutti i miei amici. Vidi il castello di Regina, la residenza estiva dei miei, la casa d’infanzia di mio padre prima che diventasse principe e non per ultimo la tanto odiata taverna dove Killian passava tutto il suo tempo tra alcol e donne quando non era per mare e quando ancora non conosceva me. Ci sarebbe stato molto altro da visitare, il regno era davvero molto grande, ma aimè il tempo a nostra disposizione era terminato e bisognava tornare a casa dai nostri figli o ci avrebbero di sicuro dato per dispersi. Non ci avevano minimamente cercato in quei giorni e la cosa fu assai strana... era un bene o un male? Dovevamo forse preoccuparci? Avremmo trovato ancora una casa al nostro ritorno o i nostri demonietti, a suon di urla e capricci, avevano raso al suolo l’intera Storybrooke? Non era di certo da loro non farsi sentire, in particolar modo dalla piccola Chloe. Era solita chiamarci anche quattro volte al giorno quando la lascivano dormire dai suoi nonni, possibile che non ci avesse minimamente cercato durante tutta quella settimana? Mmmh impossibile, molto probabilmente erano stati i miei, non volendoci disturbare, a dissuaderla dal farlo. “Poverini, di sicuro avevano trascorso una brutta settimana” pensai invece quando mettemmo piede al loft dovetti ricredermi: il silenzio e la tranquillità regnavano sovrani. Non vidi ne le bambine ne mio fratello ma in compenso vidi i miei genitori, abbracciati sul divano, intenti a guardare un film alla tv completamente e totalmente rilassati. Che fosse avvenuto un piccolo miracolo?
  • Li avete forse venduti in cambio di un nuovo televisore? - esoridii facendoli voltare entrambi nella nostra direzione, non si erano minimamente accorti che fossimo tornati. - i bambini dico....- specificai.
  • Emma.... Emma tesoro sei tornataaaaaa! - mia madre saltò letteralmente giù dal divano e venne di corsa a salutarmi - Mi sei mancata tesoroooo! Ciao anche a te Killian - salutò anche lui dandomi modo di poter salutare anche mio padre che nel mentre ci aveva raggiunto. - Credevo sareste arrivati solamente tra qualche ora, se avessi saputo che eravate già in zona vi avrei fatto trovare almeno la cena già pronta! - disse incamminandosi a grandi passi verso la cucina per rimediare.
  • Penso di non voler sentir parlare di cibo per almeno... boh non so.. facciamo tutta la vita?- dissi ironica.
  • Perchèèè?!?!?!?! - solitamente quando un figlio dice di non aver appetito una mamma si preoccupa ma mia madre più che preoccupata sembrò gioire sella cosa. Il tono della sua domanda era tutto fuorché preoccupato. - Hai nausee???? Non è che... - dovevo immaginarlo.... ora era tutto più chiaro, il suo cervello era già andato troppo oltre.
  • No mamma, non è nulla di quello che stai pensando! - si intristì nell’immediato... ma è possibile che a mia madre non bastino tutti i nipoti che ha? Le sembro forse una macchina sforna bambini? - È che abbiamo mangiato come dei maiali.... tutto quello che ci ha lasciato Granny bastava per sfamare un intero esercito. - non stavo esagerando, prima di lasciarci alla nostra luna di miele i miei si erano raccomandati con la cara nonnina di prepararci qualcosa per tutta la settimana per paura che saremmo morti di fame. Granny a quanto pare li aveva presi seriamente in parola e ci preparò non so quante pietanze differenti e tutte rigorosamente in quantità industriali. - Comunque.... parlando d’altro, Regina ha detto che porterà Liam tra poco, dopo cena se non ho capito male, ma le bambine invece? dove sono le mie piccoline? Vi hanno fatto disperare non è vero vero? - domandai conoscendo già la risposta.
  • Sono di sopra a giocare con Neal e sembrerà assurdo dirlo ma no! Sono state degli angioletti Emma. Beh... Leila lo sai già, quella bimba è davvero un Angelo ma anche Chloe non è stata da meno sai?Ha fatto qualche capriccio qua e là solo i primi due giorni ma poi anche lei si è comportata come una vera principessa. - guardai mia madre con fare scettico e lei se ne accorse immediatamente: stavamo parlando della stessa persona? Chloe... mia figlia si era comportata bene per tutto quel tempo senza di noi? - Emma te lo giuro, non te lo sto dicendo per coprirla, si è davvero comportata bene. Ti sembrerà strano, lo è sembrato anche a me, ma è così!
  • Beh... fantastico no? Vuol dire che sta facendo ulteriori progressi la nostra piccolina! - disse Killian entusiasta guardandomi con occhi pieni di felicità. Chloe ultimamente stava facendo giorno dopo giorno un miglioramento dietro l’altro ma mai mi sarei aspettata un cambiamento così radicale.
  • Già, Hopper ha fatto davvero un ottimo lavoro con lei! - risposi felice e incredula a mia volta. A causa della nostra luna di miele ero stata costretta a saltare le ultime tre sedute con il grillo ma la bimba era andata ugualmente nonostante la mia assenza, non volevo che a causa mia perdesse i miglioramenti ottenuti; non vedevo l’ora di parlare con lui al successivo appuntamento per farmi raccontare tutti i progressi avvenuti in quella settimana. Ero talmente euforica nel pensare che forse l’incubo di Chloe fosse finalmente terminato che non mi resi conto di essere stata circondata da un gruppo di bimbetti urlanti!
  • Mamma mamma sei tornata finalmente! Mi sei mancata tanto! - fu Leila la prima ad abbracciarmi seguita a sua volta da suo zio Neal!
  • Era ora Emmy! Non le sopporto più queste due! Sono femmine.... e le femmine sono una noia mortale! - disse facendomi scoppiare a ridere. - Ti prego ti prego ti prego, dimmi che te le riporti a casa tua.
  • Certo che le riporterò a casa ma caro il mio fratellino: adesso la pensi così ma tra quattro o cinque anni non credo che disprezzerai più il genere femminile sai? Ti farai molte amichette e ti piacerà talmente tanto parlare con loro che sarai il primo a cercarle in ogni occasione. - mi guardò con una faccia talmente schifata che non potei far altro che scoppiare a ridere. Avrei dovuto filmare quella scena è fargliela rivedere quando avesse avuto 16 anni. Senza aggiungere altro tornò di sopra e solo in quel momento, vedendolo allontanarsi, notai Chloe seduta sui gradini delle scale che mi fissava in assoluto silenzio. A differenza degli altri due non gioì del nostro ritorno e questo fu molto strano. Se ne stava lì, senza proferire parola, ad osservarci. Che ne era stato di mia figlia? Da scalmanata e pestifera come l’avevo lasciata la ritrovavo obbediente e silenziosa... Mmh.... - Ei tu signorina, non vieni a dare un bacino a mamma e papá? - dissi facendo finta di nulla per vedere la sua reazione. Rimase a guardarmi ancora per qualche secondo ma poi eccola avvicinarsi di corsa. Credevo volesse salutarci così mi abbassai per poterla stringere meglio ma i suoi piani non erano gli stessi. Non appena si avvicinò iniziò a sferrarmi dei pugni all’altezza dell’addome. Non mi fece male ma si vedeva lontano un km che era decisamente arrabbiata. - Ei scimmietta che cosa ti prende è? - le domandai cercando di prenderla tra le braccia. Visto il gesto di poco prima pensavo si sarebbe dimenata pur di farsi mettere a terra ma anche quella volta sbagliai: non appena la sollevai si aggrappò a me e mi strinse forte. - Sei arrabbiata con me? - la buttai li non sapendo cosa pensare e lei annuì senza neanche darmi il tempo di finire la domanda. - Perché sono partita immagino... - annuì ancora. - Mi dispiace amore mio ma mamma e papà avevano bisogno di stare un po’ da soli: lo capisci vero? Tranquilla però, adesso sono qui con te e possiamo giocare insieme per tutto il tempo che vorrai, va bene? - questa volta non mi rispose proprio, si ranocchiò meglio tra le mie braccia e nascose il suo visino nell’incavo del mio collo. Mmh... era arrabbiata con me ma al tempo stesso mi cercava, non aveva senso questa cosa. - Mamma mah.... sei sicura che sia stata una settimana tranquilla? Non è che la veda poi così tanto tranquilla questa signorina. - secondo mia madre era stata un angioletto ma da quel modo di comportarsi a me non sembrava proprio... c’era qualcosa sotto secondo me.
  • Te lo dico io mamma! - mia madre non ebbe modo di rispondermi che prontamente l’altra mia figlia, la nostra piccola bocca della verità umana, intervenne al posto suo. - Chloe ha fatto i capricci non appena siete andati via perché pensava che Liam fosse venuto con voi e nonostante lo abbiamo visto qualche giorno fa con zia Regina non ha cambiato idea. Ha smesso di lamentarsi e di piangere solamente perché nonno le ha regalato dei giocattoli nuovi ma è comunque arrabbiata e lo sai perché lo so? Perché non parla più... - a quell’ultima affermazione mi prese un colpo. Sorvolai sull’argomento giocattoli, nonostante mi fossi raccomandata , sopratutto con mio padre, di non viziarla troppo durante la nostra assenza e guardai mia madre come a chiederle ulteriori spiegazioni. Se fosse stata vera una cosa del genere, se davvero Chloe avesse improvvisamente smesso di parlare, perché mai non aveva chiamato per avvisarmi? E per quale motivo non mi aveva chiamata neppure Hopper?
  • Non è vero che non parla Emma, non preoccuparti. - sorrise mia madre smentendo immediatamente l’affermazione di mia figlia la quale si offese.
  • Io non sono una bugiarda nonna! - esclamò arrabbiata.
  • Lo so che non sei una bugiarda amore, non ho mai detto il contrario...
  • E allora perché hai detto che Chloe parla se non è vero?
  • Perché forse tua sorella non parla con te ma con me ha sempre parlato e non solo i primi giorni: non è vero chloe? - si rivolse direttamente alla diretta interessata la quale annuì immediatamente. - Visto? - la risposta di Chloe, o meglio, il modo in cui rispose non mi convinse poi tanto ma decidi di non dire nulla, infondo perché mai mia madre avrebbe dovuto mentirmi su una cosa del genere?
  • E allora nonna perché adesso non ha parlato? - continuò Leila con aria di sfida. quella sarebbe stata la mia successiva domanda se non mi fossi autoconvinta a non farne altre.
  • Di sicuro è molto stanca, ha giocato con tuo nonno per tutto il pomeriggio, non si è fermata un secondo lo hai visto anche tu. - Lasciai correre nonostante un grande senso di incertezza e una volta pronto ci accomodammo a tavola. Come avevo già accennato ai miei non avevo assolutamente fame ma sarebbe stato comunque scortese lasciarli a tavola da soli quando sapevo che la maggior parte delle cose mia madre le aveva preparate appositamente per noi. Anche in quel momento notai delle cose che non mi piacquero affatto: mia figlia, naturalmente Chloe, scansò il piatto non appena sua nonna glielo mise davanti e quest’ultima, non dandole neanche il tempo di lamentarsi, prontamente iniziò ad elencarle una serie infinita di menù alternativi tutti con lo scopo di farle mangiare qualcosa.
  • Non devi prepararle nulla mamma! Se ha fame mangia quello che c’è. Deve imparare: questo non è mica un ristorante! - dissi come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.
  • Ma non lo vuole non vedi? - disse provando ancora una volta a farle mangiare il polpettone che le aveva messo davanti senza nessun successo.
  • Se non lo vuole amen, non morirà di certo di fame se per una volta salta la cena! Ha mangiato oggi a pranzo? - domandai.
  • Ha mangiato il formaggio grigliato di Granny mamma! Nonna glielo fa mangiare di continuo: a pranzo e a cena, è l’unica cosa che Chloe ultimamente mangia! - ancora una volta fu Leila a parlare.
  • Come scusa? - dissi chiedendo direttamente a mia madre - le fai mangiare quelle schifezze di continuo? Ma sul serio?
  • Solo qualche volta... io... - la guardai brutto, sapevo che stava mentendo spudoratamente. - E va bene tutti i giorni ok? Lo confesso! Ma solo perché non vuole mangiare nient’altro! Non so il perché ma non vuole mangiare niente di quello che le cucino.
  • Hai pensato che potrebbe essere un banalissimo capriccio mia cara mammina? - scossi la testa rassegnata. Mia madre non avrà cresciuto me ma ha avuto comunque modo di fare esperienza con i bambini attraverso Neal, com’è possibile che non abbia capito nulla sull’argomento capricci?
  • Capricci o no non potevo mica lasciarla digiuna per tutti questi giorni Emma!!!!
  • Digiuna adesso... non esagerare. Se le veniva fame si sarebbe mangiata anche i mobili di questa casa puoi credimi. - alla mia cucciolina scappò una risata a quell’affermazione e questo mi diede l’assoluta certezza che il suo era solamente un capriccio e per tanto non andava assecondato. - visto? Se la ride anche lei mamma! - sospirai rassegnata - Non farti abbindolare ogni volta dal suo bel faccino. È una streghetta quando ci si mette questa qui! - dissi per poi rivolgermi direttamente a lei - Allora Chloe dimmi: lo vuoi mangiare il polpettone che ha preparato la nonna? - scosse la testa talmente forte e ripetutamente che temevo quasi le si sarebbe staccata dal collo. - ok ok ok ho capito! Vogliamo andare a fare le ninne allora? Ti racconto una bella favola... che dici: ti va? - annuì. Di solito sarebbe scattata in piedi e sarebbe corsa in camera a scegliere il libro da leggere ma quella sera se ne restò seduta sulla sua sediolina ad aspettare che l’andassi a prendere io. Non volle darmi neanche la manina, voleva stare in braccio, cosa che ormai credevo fosse riuscita a superare. Anche in quell’occasione chiusi un occhio: ero mancata per un’intera settimana e in più, a detta di mia madre, era molto stanca... non mi andava di farla stranire più del dovuto. Di sicuro le cose sarebbero migliorare il mattino seguente. Sì certo... Non appena l’indomani andai a svegliarla la trovai già in piedi che giocava con le sue barbie. Erano solamente le otto del mattino, chloe a quell’ora dorme ancora come un ghiro, ci vogliono le cannonate ogni mattina per svegliarla, come era possibile che fosse già in piedi? Era un mistero ma il mistero più grande fu capire dove fossero finite tutte le coperte che fino al giorno precedente erano ben sistemate nel suo lettino. Quando entrai nella sua stanza la prima cosa che notai fu proprio il suo letto privo di ogni coperta, vi era solamente il materasso.
  • Amore ma già sveglia sei? Che cosa stai combinando è ? - chiesi avvicinandomi a lei per poi darle un bacino sulla sua guanciotta paffuta. Come la sera pretendete non mi rispose a parole ma in compenso mi mostrò le sue barbie. - stai giocando vedo... - me ne diede una per giocare con lei. L’accontentai per qualche minuto dopodiché, visto che ero troppo curiosa di capire che fine avesse fatto fare alle lenzuola, perché ero sicura che fosse stata lei a farle sparire, provai a farle l’ennesima domanda. - Amore ma le copertine del tuo lettino che fine hanno fatto? - guardò prima il letto dopodiché tornando a prestare attenzione alle sue barbie... non mi calcolò minimamente tanto che fui costretta a riformulare la domanda. - Chloe sto parlando con te! Dove sono le copertine del tuo lettino? - mi rispose, senza neanche incrociare il mio sguardo, semplicemente scrollando le spalle. - Non lo sai? - rispose di no con la testa. - E come hai dormito questa notte? - la probabilità che era stata lei eri sempre più alta, ma perché avrebbe dovuto farlo? Una volta accadde una cosa simile ma con i suoi vestitini e il motivo era perché usciva di nascosto per incontrare il suo amichetto di giochi Erik... che lo avesse fatto di nuovo? Era inutile chiederlo, le sue risposte si riducevano tutte a dei si, no e forse detti con il linguaggio del corpo. C’era qualcosa che non tornava, non poteva di certo essere stanca di prima mattina, dovevo trovare il modo di farla parlare o di capire cosa accidenti stava succedendo attraverso vie traverse. Cercai di arruffianarmela portandola a fare un giro al parco giochi e successivamente portandola a prendere un bel gelato nonostante l’orario, erano le 11:30, non fosse proprio dei migliori. Accetto l’offerta con gran sorriso e dopo aver scelto una super coppa gelato, rigorosamente al cioccolato, si mise seduta ad un tavolo ad aspettare che il suo ordine arrivasse. Provai a chiacchierare del più e del meno, le raccontai sotto forma di favola il viaggio di nozze avvenuto con il suo papà, rimarcando molto volete il fatto che fossimo soli e che non c’era Liam con noi ed in fine provai a farle delle domandine ma senza alcun successo. Ascoltava attentamente tutto quello che le dicevo ma la sua vocetta squillante che tanto amavo non riusciva ad uscire dalle sue labbra. Ormai non vi erano più dubbi, c’era qualcosa che non andava... ma cosa? Possibile che fosse semplicemente arrabbiata con me e suo padre? Forse, ma non era tutto, c’era dell’altro me lo sentivo. Dovevo andare a fondo a quella questione ma non sapevo minimamente cosa fare, fortunatamente neanche a farlo a posta una voce a me amica venne involontariamente in mio soccorso.
  • Ma guarda guarda chi abbiamo qui! La mia compagna di chiacchiere preferita! - disse Hopper andando a salutare per prima Chloe - ciao anche a te Emma. Ti stavo giusto per chiamare sai? - mi disse con il suo solito sorriso. Come fa quell’uomo ad essere sempre così allegro io ancora non riesco a capirlo.
  • Ah si? - chiesi meravigliata - Che coincidenza, anche io avevo necessità di parlare con te! - dissi indicando la bambina senza farmi vedere da lei - è un po’ strana... temo ci sia qualcosa che non va! - dissi andando a parlare a qualche metro di distanza da lei. - Non è che per caso hai notato qualcosa in questa settimana che possa spiegare il suo comportamento? - lo vidi sbarrare gli occhi a quella domanda.
  • Questa settimana? - ripetè alquanto spiazzato.
  • Si perché che c’è? Ho forse detto qualcosa sbagliato? - non mi sembrava di aver fatto una domanda così assurda.
  • Beh... io sarei davvero felice di poterti dire qualcosa riguardante la bambina ma vedi Emma... in questa settimana io non ho visto per niente tua figlia! - co... cosa? - Mi è sembrato strano lo ammetto, di solito tu avvisi sempre se è insorto un contrattempo, ma con il matrimonio e tutto ho pensato che forse ti era passato di mente. Se mi stai chiedendo come l’ho vista in questi giorni significa invece che non sei al corrente delle sue assenze.
  • Già... - dissi passando dallo stupore ad un senso di rabbia. Avevo detto a mia madre di leggere attentamente tutto ciò che le avevo lasciato scritto sulla lavagnetta in cucina e lei cosa fa? Ignora tutte le mie direttive facendo saltare a mia figlia le sue sedute dallo psicologo? Non so quanto le conveniva farsi trovare a casa al mio ritorno.
  • Emh... Emma... ti sto vedendo abbastanza alterata: che ne dici di lasciare cadere questo argomento e parlare invece di cosa hai notato di strano in Chloe? - seguii il consiglio del grillo e lasciai cadere momentaneamente l’argomento per dedicarmi a mia figlia... una cosa era certa però: avrei ripreso l’argomento una volta tornata al loft. Elencai ad Archie tutto ciò che avevo notato di strano in Chloe e lui senza prendere appuntamenti a lungo termine mi propose di andarci a sedere al tavolo insieme alla bambina e di parlare tra di noi del più e del meno: voleva vedere come si comportava. Parlammo che a breve avrei dovuto riprendere a lavorare, che le ferie purtroppo erano finite e come se non lo avessi già raccontato diecimila volte mi chiese di parlare del viaggio di nozze. Anche questa volta uscì fuori il nome di Liam e ancora una volta ribadii che non era venuto con noi. In tutto questo dialogare Chloe rimase impassibile. Smise per qualche secondo di dedicare attenzioni al suo gelato solamente quando nominammo suo fratello, per il resto non ci calcolò di pezzo. Una volta pagato il conto uscimmo dal locale, misi Chloe in macchina e mi intrattenni con Hopper ancora qualche minuto.
  • Allora: che ne pensi? Ho ragione a dire che è strana?
  • Non è che è strana... è solo che si è rinchiusa ancora una volta nel suo mondo. - disse pugnalandomi dritta al cuore.
  • Ma come... e tutti i progressi fatti fino ad ora? - ve lo giuro... se a causa di quelle assenze dal terapeuta mia figlia era regredita in maniera drastica avrei seriamente fatto un macello. Mi ero spaccata la schiena per aiutarla, per capire dove fosse il problema e adesso che eravamo arrivati quasi ad un passo dal risolvere il tutto, ecco che bisognava forse riniziare da capo.
  • Non è detto che sia regredita del tutto Emma, ho bisogno di vederla in studio per capire meglio. Stai tranquilla però, da quello che mi hai detto mi pare di aver capito che per ora hai notato in lei solamente un mutismo giusto? Non ci sono altri sintomi.
  • E ti pare poco Archie?
  • No ma se ben ricordi in passato oltre al mutismo c’erano anche altri fattori assai più gravi. Capricci che sfociavano in pianti isterici, nervosismo e aggressività verso il suo fratellino e non per ultimo faceva continuamente pipì a letto.... - la lista era infinita lo ricordavo bene. - Senti... sei preoccupata lo so, si vede chiaramente, ma non è detto che sia una cosa grave. - ero più che preoccupata a dire la verità e per essere totalmente onesti devo dire che non ero assolutamente convinta delle sue parole. lui, come al solito, capì immediatamente i miei pensieri e cerco in tutti i modi possibili di tranquillizzarmi. - La mia segretaria molto probabilmente mi ucciderà quando verrà a sapere che le ho modificato tutti gli appuntamenti che aveva preso con gli altri pazienti, ma portamela in studio domani verso le 16:00 che provo a sondare un po’ il terreno ok? - annuii - fino ad allora però non fasciarti la testa! Di sicuro è una cosa facilmente risolvibile.
  • Tu dici? - ormai ero entrata nel pieno della mia paranoia.
  • Magari hai ragione tu, potrebbe essere qualcosa di più grave, ma magari ho ragione io ed è semplicemente offesa per essere rimasta a casa durante la tua luna di miele. Non ci pensare adesso ok? - mi sorrise. - A domani Emma.
Avrei avuto altre milioni di domande da fargli ma mi limitai a salutarlo e a lasciarlo andare. Avrei parlato con lui, in un luogo decisamente più consono, il giorno seguente e chissà, magari con un pizzico di fortuna avremmo risolto questa rognosa situazione.
Vedendo l’ora mi resi conto che eravamo decisamente in ritardo. Dovevamo raggiungere gli altri al loft alle 12:30 ed erano già le 12:55. Molto probabilmente Regina mi stava già mentalmente maledicendo per via di quel ritardo ma aimè avrebbe dovuto aspettare ancora un po’. Prima di andare da loro dovevo passare a prendere una cosa a casa che proprio lei stessa mi aveva gentilmente chiesto di passare a prendere. Lasciai momentaneamente mia figlia in casa, non mi andava di lasciarla in macchina visto il troppo caldo di quel giorno e a passo svelto mi avviai verso il capanno. Dovevo solamente prendere delle pozioni, mi ci sarebbero voluti solamente cinque minuti, ma proprio quando voltai l’angolo trovai davanti ai miei occhi la seconda sorpresa della giornata. Nello spiazzo di giardino che vi era tra casa e il capanno appariva in tutto il suo splendore una specie di mini parco giochi formato da una doppia altalena, uno scivolo e una mini arrampica. Quello doveva essere il regalo speciale per Chloe fatto da mio padre per farla stare buona. Ma come gli era venuto in mente di comprarle quel coso? Non bastava una bambola se proprio voleva comprarle qualcosa? Ha solo 4 anni, avrebbe sicuro smesso di piangere anche con qualcosa di meno impegnativo. Alzai gli occhi al cielo e evitai di arrabbiarmi più di quello che già ero, e senza pensare ulteriormente mi diressi verso il capanno per prendere tutto ciò che mi occorreva. Feci più in fretta che potevo e una volta aver chiuso tutto il necessario in un baule, chiusi il capanno e tornai indietro. Non ebbi il tempo di fare neanche cinque metri che venni colpita in pieno da uno sgradevole odore. “ma che accidenti è questa puzza?” pensai guardandomi intorno per capire da dove provenisse. Si era da poco alzato il vento e di sicuro era lui che aveva portato il cattivo odore. Feci qualche passo in avanti sperando che il naso si abituasse ma la situazione sembrava peggiorare sempre di più: l’odore non svaniva anzi... persisteva e si faceva sempre più intenso. Sembrava provenire da vicino ma ad eccezione di casa mia non vi erano altre strutture nel raggio di 5 km. Feci un giro di perlustrazione e come un cane da tartufo seguii la scia ritrovandomi qualche minuto dopo davanti la porta del mio garage. Non vi erano dubbi: quel cattivo odore proveniva da lì. Che avessi dimenticato di togliere la spazzatura? Probabile. Presi le chiavi dalla tasca posteriore ed aprii per accettarmi della cosa: quello che mi ritrovai davanti mi lasciò totalmente senza parole. In quel capanno ci saranno state come minimo una dozzina di lenzuolini, rigorosamente uno sopra l’altro e tutti rigorosamente da bambina. Non fu difficile per me capire a chi appartenessero sopratutto perché i due più in cima erano quelli che Chloe aveva utilizzato proprio la sera precedente, quelli che misteriosamente quella stessa mattina erano magicamente spariti. Mi avvicinai e li esaminai uno per uno: erano tutti macchiati. Ora non era più così difficile capire cosa l’avesse spinta a farli sparire: aveva nuovamente preso a fare la pipì a letto. Cavolo! proprio non ci voleva... purtroppo quello è un chiaro sintomo che sta ad indicare che un bambino ha delle serie difficoltà. Non potevo crederci... ci trovavamo ancora una volta a fronteggiare con quel problema è a quanto pare la cosa sembrava essere anche peggiore rispetto al passato in quanto la bambina, a differenza delle volte precedenti, aveva iniziato anche a nasconderci la cosa. Non so esattamente se venni colpita prima dallo Sconforto e poi dalla rabbia o cosa, so solo che dovetti trattenermi ancora qualche minuto prima di poter spaccare qualcosa in quanto sentii un singhiozzare alle mie spalle. Era Chloe la quale venendomi a cercare vide che avevo scoperto il suo piccolo nascondiglio. Non era assolutamente colpa sua, non ero minimamente arrabbiata con lei eppure il suo sguardo mi fece capire che lei pensava il contrario. Aveva la testa bassa e solo i suoi occhioni azzurri erano rivolti nella mia direzione. Sembrava quasi mi stesse chiedendo scusa con lo sguardo. Mi si lacerò il cuore nel vederla così triste e spaventata e non potei far altro che avvicinarmi a lei e stringerla tra le mie braccia sussurrandole parole di conforto.
  • Stellina mia non fare così, non è successo nulla sai? Sono cose che capitano... - esordii facendola piangere ancora di più. Non credeva alle mie parole e questo mi fece male. Una madre dovrebbe saper confortare la propria figlia in ogni situazione giusto? Beh a quanto pare io non ne ero in grado. - guardami un secondino per favore.... ehi Chloe, guardami ti prego! - riuscii finalmente ad ottenere la sua attenzione. - Non devi piangere sai? Non hai fatto nulla di male e io non sono minimamente arrabbiata con te! - le sorrisi sperando di riuscire a confortarla un pochino. - c’è qualcosa che ti turba stellina? Qualcuno ti ha detto o fatto qualcosa che ti ha fatto soffrire? - tornò ad puntare lo sguardo sulle sue scarpine. - Ti sei spaventata perché non hai visto ne me ne il papà per tanti giorni? Hai avuto paura che fossimo andati via e ti avessimo lasciata qui? Leila ti ha fatto qualche dispetto? La nonna o il nonno hanno detto qualcosa di sbagliato forse? - le feci non so quante domande ma solo ad una il suo sguardo catturò il mio. Non appena pronunciai l’ultima domanda i suoi occhi andarono immediatamente a cercare i miei come a indicarmi di aver centrato il bersaglio. Di male in peggio... qualcuno aveva turbato la sua serenità e quel qualcuno erano proprio i miei genitori. Non ci vidi più... la mia rabbia esplose in un solo colpo: “adesso basta” pensai... “quando è troppo è troppo”. Non solo avevano in qualche modo manomesso gli equilibri di mia figlia ma avevano anche fatto finta, davanti ai miei occhi, che tutto andasse bene. Mi fidavo di loro... mi fidavo a tal punto da affidargli il mio bene più prezioso, i miei figli, solo adesso capivo quanto fossi stata stupida. Con la bambina in braccio provai a raggiungere la macchina ma proprio davanti il cancello di casa trovai mio marito ad aspettarmi.
  • Vi ho cercate dappertutto, si può sapere cosa accidenti state facendo qui? Sono più di quaranta minuti che vi stiamo aspettando! Ti ho addirittura chiamato ma non mi hai risposto. - aveva ancora il fiato corto, era evidente che avesse corso fin qui. Si era spaventato povero amore ma quello non era proprio il momento di dare spiegazioni, avevo urgenza di andare a spaccare la faccia ai miei. - Amore mi sono preocc.... ma che hai? Perché hai quella faccia? È forse successo qualcosa? - Solamente una volta essersi tranquillizzato riuscì a leggere la rabbia nel mio viso.
  • Non è ancora successo nulla, ma tranquillo sta per succedere! - Dalla preoccupazione che ci fosse successo qualcosa di brutto passò direttamente alla preoccupazione che io potessi fare qualcosa di brutto. Ero nera in viso e pronta a compiere una strage. Lo scansai con poca delicatezza e tentai di raggiungere il maggiolino. Mi fermò.
  • Aspetta, aspetta! - mi disse parandomisi davanti - Dove stai andando è? Che è successo? Perché sei così sconvolta? - domande, domande... solo domande! Non avevo tempo per le domande.
  • Vado a distruggere la famigliola azzurra! - risposi facendogli capire che erano i miei i fautori di quel qualcosa che mi aveva mandata fuori di testa.
  • Aspetta Emma, aspetta! Respira ok? Rilassati un attimo e spiegami che cosa è successo! Non sei in te e stai spaventando anche la bambina.
  • Non sono io che la sto spaventando ma i tuoi suoceri e ora se vuoi scusarmi....
  • No aspetta!
  • ANCORA KILLIANNNNN!!!!!! NON HO TEMPO ADESSO OK? SCANSATI E LASCIAMI ANDARE! - urlai talmente forte che questa volta spaventai sul serio anche Chloe la quale di mise a piangere. Killian vedendomi completamente fuori di me tentò di prendere con se la bambina ma la piccola non appena lui provò a togliermela dalle braccia strinse ancora più forte la presa sul mio corpo. Non voleva lasciarmi andare.
  • Dammi la bambina Emma! - scossi la testa, l’avevo lasciata per una settimana in mani sbagliate adesso, anche se mi fidavo ciecamente di Killian, non volevo più separarmi da lei. - Sei fuori di te lo capisci vero? - mi domandò guardandomi con espressione seria ma al tempo stesso preoccupata. - se vuoi fare qualche cazzata accomodati pure ma mia figlia resta qui! - non mi avrebbe mai lasciata andare se non gli avessi consegnato Chloe così, anche se la piccola non era assolutamente intenzionata a lasciarmi, l’affidai alle cure di suo padre, il quale era ancora all’oscuro di tutto e dando gas al mio inseparabile maggiolino raggiunsi in tempo di record il loft dei miei genitori. Non bussai né tantomeno li avvisai che ero arrivata: con un colpo di magia spalancai la porta d’ingresso facendo sobbalzare tutti i presenti.
  • Emma tesoro ci hai... - esordi mio padre non avendo neanche il tempo di terminare la frase.
  • Regina porta i bambini a comprare un gelato per favore, ho bisogno di restare sola con questi due... - il tono della mia voce non ammetteva repliche e alla mia amica bastò mezzo sguardo per capire che quello che stava per accadere non era niente di buono. Prese i miei figli e portò anche mio fratello con loro. non appena si chiusero la porta alle spalle ecco che iniziai a sputare tutto il veleno che avevo in corpo prendendomela inizialmente con mia madre. Mio padre, dovendomi sostituire a lavoro in quei giorni era stato poche volte a contatto con i miei figli, a parte il piccolo parco giochi in miniatura che si trovava nel giardino di casa mia non avevo nulla da rimproverargli.
  • Con che coraggio... con che coraggio hai osato accogliermi in casa con quella faccia d’angelo quando invece non avresti dovuto fare altro che infilare quella testa sotto la sabbia?
  • Emma mah....
  • TACIIII! Non sei nella condizione adatta per parlare! - avevo il cuore a mille, ero agita e più pensavo a cosa dovevo dirle è più mi agitavo. - Una cosa ti avevo chiesto di fare... UNA! - sbattei le mani sul tavolo facendoli sobbalzare ancora.
  • Emma non... non capisco di cosa tu stia parlando se solo...
  • Non capisci di cosa sto parlando... NON CAPISCI DI COSA STO PARLANDO? Bene! Ti illumino allora visto che il tuo cervello a quanto pare è talmente di strette vedute che neanche riesci ad accorgerti di quello che succede sotto il tuo naso. Vuoi sapere cosa succede? Beh... Succede che hai fatto un gran casino! Mia figlia, tua nipote... sangue del mio e del tuo sangue, in una sola settimana che l’ho lasciata qui con te è regredita in maniera drastica! - sembrò cadere dalle nuvole. Rimase a fissarmi come a volermi dire “ma sei seria?” Incredibile, faceva anche la finta tonta? - Non guardarmi così... non mi incanti. sai qual è la cosa che più di tutte mi fa rabbia? Il fatto che tu non abbia avuto le palle di alzare quel maledetto telefono e chiamarmi. È mia figlia... MIA FIGLIA DANNAZIONE! MA CHE TI DICE IL CERVELLO È? Dovevi avvisarmi al primo segnale di regressione, non aspettare che io me ne accorgessi da sola. Cosa speravi è? che fossi talmente accecata dal romanticismo a causa della luna di miele da non accorgermi che mia figlia stesse soffrendo? Mi sono accorta che qualcosa non andava neanche dopo dieci minuti aver messo piede qui dentro... COME È POSSIBILE CHE TU NON ABBIA AVUTO IL BUON SENSO DI DIRMELO PRIMAAAAA??????? Tze... è imperdonabile lo sai?
  • Emma ma cosa dici è? Non ti ho chiamato perché non è successo nulla per cui chiamarti. Perché disturbarti se qui procedeva tutto nel migliore dei modi? Chloe è stata benissimo per tutta la settima posso garantirtelo! Ti pare che non ti avrei avvisato altrimenti?
  • se consideri stare benissimo una bambina che non parla più!
  • Ancora con questa storia? Che c’è, adesso quello che dice Leila è legge e quello che dico io non conta nulla? - sembrava offesa. - Sono una donna matura Emma, non verrei mai a raccontarti frottole! Se mi fossi accorta che Chloe avesse smesso di comunicare pensi che avrei fatto finta di nulla??? Ma per piacere... saresti stata la prima ad essere informata
  • Ah si? E allora dimmi: di cosa avete parlato tu e la mia piccolina in questi giorni è? Se dici che non hai avuto problemi a comunicare con lei avrete pur parlato di qualcosa no? - la vidi iniziare a scavare nel passato convinta di trovare qualcosa che provasse la sua innocenza ma come avevo immaginato non trovò risposta, l’unica che mi diede mi fece arrabbiare ancora più di quanto già non fossi.
  • Beh le ho chiesto se aveva fame, se voleva risposare o giocare... insomma, ho cercato di capire cosa preferisse fare.
  • Tutte domande a cui poteva risponderti con un si o con un no insomma....
  • beh... - che stesse prendendo atto della cosa? - ma questo comunque non significa che... - no... non stava prendendo atto di nulla. La interruppi, non mi interessava minimamente conoscere le sue motivazioni.
  • Tralasciando il fattore comunicazione, cosa mi dici del resto? Non hai mai notato nulla la mattina quando andavi a svegliarla? A proposito: Sei almeno mai andata a svegliarla? - credetemi a questo punto il dubbio mi sfiorava.
  • Emma stai esagerando adesso... - intervenne mio padre difendendo la sua amata. - Ma come puoi trattarla così! tua madre non...
  • Nessuno sta parlando con te - risposi senza neanche guardarlo in faccia - Allora... dicevamo? Ah si... Hai notato o no qualcosa di strano?
  • Non mi risulta... era solo più mattiniera del solito, tutto qua. Non ci ho visto nulla di preoccupante in questo!
  • Mmh... e dimmi: non hai mai avuto problemi neanche a rifarle il letto? - capi immediatamente a cosa mi stessi riferendo.
  • Parli delle coperte? - sorrise - Anche con te lo fa? Ma che bricconcella che è! Per tutta la settimana si è divertita a farmi i dispetti e a nascondermi le lenzuola - non so chi mi stesse dando la forza di non prenderla seriamente a schiaffi! Ma seriamente pensava che la bambina scherzasse?
  • Una bambina per sette giorni ti nasconde le lenzuola e tu non fai nulla per capire il motivo???? Ma Seriamente fai?
  • Ma Emma... quella bambina voleva solamente giocare!
  • Giocare... tze ma quale giocare?!?!? Chloe non stava affatto giocando! MIA FIGLIA HA RIPRESO A FARE LA PIPÌ A LETTO MALEDIZIONE !!!!!!! Capisci o no la gravità della cosa? - la vidi pronta a rispondermi ma non gli diedi il tempo che continuai imperterrita con il mio fiume di parole. - E indovina un po’... fino a che non la lasciassi alle tue “amorevoli” cure stava bene quindi...
  • NO, NO NO E ANCORA NOOOOO! ADESSO BASTA! Non puoi accusarmi di questo! - eccola iniziare ad alzare il tono della voce - se fosse vero quello che mi stai dicendo me ne sarei accorta non credi? Avrà fatto sparire anche le lenzuola ma il pigiamino e il materasso erano comunque asciutti! Se avesse fatto seriamente pipì a letto non... - con un gesto della mano materializzai i lenzuolini che erano nel garage nel loft facendo apprendere ai miei genitori la nuda e cruda realtà.
  • Stavo vaneggiando? - dissi con aria di sfida. Le avevo messo davanti una prova schiacciante, non poteva continuare a contraddirmi. - mia figlia ha la magia mamma ecco perché il pigiama era pulito.
  • Può anche essere vero ma non puoi dare di certo la colpa a me! Cosa c’entro io è?
  • Ah non lo so cos’hai fatto, dovresti essere tu a dirmelo non credi???? Era con te non di certo con me!
  • - Io non ho fatto proprio nulla Emma!
  • Oh lo so questo... non l’hai portata neanche da Hopper se proprio dobbiamo essere sinceri!- le lanciai la frecciatina - pensa un po’ quanto posso fidarmi di te. Ti ho detto di seguire attentamente le note che ti avevo lasciato scritte e tu che fai???? Ignori completamente ogni mia singola direttiva? Sapevi che Chloe stesse seguendo un percorso con Archie... per quale assurdo motivo non l’hai portata agli appuntamenti è?????? - non potevo ancora crederci.
  • Ho portato le tue note a casa come mi hai detto ma prima che potessi leggerle tuo fratello le aveva già cancellate per giocare con la lavagnetta... non è colpa mia! Ho comunque chiesto alla bambina e lei mi ha detto che non doveva andare, che non ci stava andando già da qualche tempo.
  • Hai chiesto a Chloe? Hai chiesto seriamente ad una bambina di 4 anni se dovesse andare dallo psicologo? MA DOVE ACCIDENTI VIVI È? Pensi seriamente che Chloe ti avrebbe detto di sì? DOVEVI CHIAMARMI! DOVEVI CHIAMARE ME!!!!! IO SONO SUA MADRE, PERCHÉ ACCIDENTI NON L’HAI FATTO?
  • PERCHÉ NON VOLEVO DISTURBARTI OK? PERCHÉ VOLEVO LASCIARTI VIVERE LA TUA LUNA DI MIELE SENZA INTERRUZIONI STUPIDE. L’HO FARTO PER TE! PER FARTI STARE IN SANTA PACE CON TUO MARITO. - gridò con quanta più voce avesse in corpo.
  • DOVRESTI APPREZZARE NON CRITICARE OGNI MINIMA COSA. NON MI SONO ACCORTA CHE CHLOE AVESSE FATTO PIPÌ A LETTO E ALLORA???? VUOI UCCIDERMI PER QUESTO? ROBA DA PAZZI... NON SOLO TI HO FATTO IL FAVORE DI TENERTI I BAMBINI MI DEVO ANCHE SENTIRE TRATTARE COSÌ? - prese un respiro - SONO DIVENTATA MAMMA PRIMA DI TE MIA CARA EMMA.. NON DEVI DI CERTO VENIRE A FARMI LA LEZIONCINA....
  • Menomale che non sono cresciuta con te allora! A quest’ora sarei già in un centro di recupero per tossicodipendenti. - ve lo giuro, lo dissi senza pensare. mia madre si ammutolì di colpo, l’avevo ferità nell’orgoglio con quella frase e al solo guardarmi le venivano le lacrime agli occhi. Ero stata troppo crudele? Forse... ma poteva avere un’occhio di riguardo maggiore verso sua nipote.
  • Non ti permetto di mancare di rispetto a tua madre in questo modo.- ed eccolo il principe azzurro in sella sul suo cavalla bianco pronto a difendere la sua amata. - e in casa nostra per giunta!
  • Io non manco di rispetto a nessuno, dico solo ciò che penso. Tutte le volte che vi lascio i bambini succede qualcosa di grave: la prima volta Leila è stata rapita, la seconda Chloe ha rischiato seriamente di morire e poi c’è la situazione attuale... dovrei dormire su sette cuscini a saperli con voi e invece devo tramare ogni volta. Faccio prima a lasciarli in casa da soli così almeno, semmai dovesse succedere loro qualcosa, ci sarebbe un motivo effettivo.
  • C’è un’altra soluzione sai? Potresti sempre non partire e guardarti i tuoi figli da sola. - disse con arroganza - Ti è piaciuto aprire le gambe con il tuo amato pirata? Prenditi le conseguenze delle tue azioni adesso e occupati della tua prole. Non siamo le tue bambinaie che per ogni cosa dobbiamo scattare sull’attenti. Sono i tuoi figli, non i nostri. Sei tu che devi badare a loro, non noi. Tua figlia ha un problema? Prenditela con te stessa non con tua madre! Tze.. roba da pazzi! Si è fatta in quattro quella povera donna per gestire tre bambini in questa settimana e tu le sputi tutto questo veleno addosso così... Gratuitamente?
  • Sai che arduo compito occuparsi di tre bambini contemporaneamente.... io lo faccio ogni singolo giorno e non mi pare che mi sia mai lamentata....
  • Non dovresti lamentarti a prescindere visto che li hai messi al mondo tu di tua spontanea volontà e poi anche se fosse ci credo che non ti lamenti, non ne hai il modo! ci siamo sempre noi e Regina a sorreggerti. Vorrei vedere cosa combineresti senza di noi. Di sicuro ti ritroveremo in preda alla disperazione più totale già al secondo giorno.
  • Detto da uno che il massimo che ha fatto per suo figlio è stato abbandonarlo mettendolo in un armadio magico per spedirlo nel Maine ha davvero molta importanza. - eravamo arrivati entrambi ad un punto di non ritorno... ognuno stava cercando di affondare l’altro.
  • Noi almeno lo abbiamo fatto per difendere il tuo futuro tu perché l’hai fatto? - si riferiva ad Henry - Ah già perché era semplicemente il frutto di una notte e via! - sentii il mio cuore fare crack... era arrabbiato lo potevo leggere apertamente nei suoi occhi ma non credevo sarebbe arrivato a tanto. pensava seriamente tutto quello che mi aveva appena buttato addosso?
  • Non ti permetto di parlare di mio figlio in questo modo! Tu non lo sai neanche quello che ho passato in quel periodo, tu non hai la minima idea di quello che è successo e in che situazioni mi sono ritrovata. te ne sei sbattuto di me fin dagli inizi ora non puoi di certo venire a giudicare come è stata la mia vita. I fallimenti che ho avuto sono stati tutta opera vostra. Dove eravate quando avevo bisogno di voi è? E’ facile tornare nella vita di una persona quando questa è ormai adulta... - ci fu qualche minuto di silenzio dopodiché mio padre tornò a parlare.
  • Su una cosa hai ragione... purtroppo non sei crescita con noi. Se lo avessi fatto, se ti avessimo tenuta con noi, non avresti fatto di sicuro tante stronzate. Non ti saresti messa nei guai rubando come una ladruncola da quattro soldi, non ti saresti concessa così, al primo che passava, rimanendo incinta a soli 17 anni, non avresti spostato un pirata e di sicuro non avresti avuto modo di procreare altri 3 figli visti i molteplici impegni che avresti avuto sostenere a palazzo in quanto reale. Come puoi vedere non siamo affatto dei pessimi genitori perché nel caso in cui saresti cresciuta con noi la tua vita sarebbe stata di sicuro migliore! - il mio sguardo cambiò di colpo, da infuriato divenne ferito e mio padre se ne accorse immediatamente tanto da rendersi conto solo in quel momento di aver veramente esagerato con le parole. Questa volta aveva davvero toccato il fondo. Anche io avevo utilizzato parole poco carine bei loro confronti, ma sentirmi dire che la mia vita, la vita che adesso ridendo perfetta, per lui è solamente immondizia mi aveva ferito parecchio. Provò a chiedermi scusa, disse che non intendeva dire tutto quello, che si era espresso male, ma a me poco importava... ormai lo aveva detto e non si poteva più tornare indietro. mi aveva umiliata e l’unica cosa che riuscii a fare fu scappare.
  • Non voglio vedervi mai più! - dissi più arrabbiata che mai e senza dar loro modo di dire altro uscii di corsa da quella casa. Il mio cuore martellava incessantemente, pensai quasi che mi stesse per prendermi un infarto, la testa mi scoppiava e come se non bastasse venni colta da un capogiro che mi fece perdere l’equilibrio e cadere dalle scale. Sentii tutti e dieci i gradini compire bruscamente la mia schiena e solamente dopo aver toccato l’ultimo, di testa, persi i sensi.
Mi risvegliai direttamente in ospedale, in una delle sale visita. Non ero da sola, c’era Regina con me. Mi raccontò di avermi trovata a terra priva di sensi davanti l’entrata principale del palazzo. Credeva fossi morta al primo impatto perché avevo del sangue su un lato sinistro della fronte ma poi fortunatamente si rese conto che stavo respirando e si è affrettata a chiamare un’ ambulanza. Anche mia figlia e mio fratello mi videro in quelle condizioni essendo stati i primi a varcare la soglia, si spaventarono a morte anche loro ma Regina prontamente li allontanò con la magia materializzandoli direttamente a casa dei miei i quali vennero allertati proprio da questi ultimi. Avevo la testa che mi scoppiava e un forte senso di nausea ma nonostante questo non persi tempo e tentai di mettermi almeno seduta.
  • Oiiiii fa piano Swan! Hai preso una bella botta. - disse la mia amica dandomi una mano a tirarmi su. - ma che è successo? Sei scivolata? Come hai fatto a precipitare dalle scale?
  • Non parliamone per favore... - mi limitai a dire facendola incuriosire ancora di più. Fortunatamente non avemmo modo di parlare ancora, Whale e Killian entrarono in stanza interrompendoci. Se Killian era li, e Regina anche allora con chi erano i bambini? Immaginando la risposta Iniziai ad agitarmi, non volevo che stessero con i miei, non dopo tutto quel casino. Feci per mettermi in piedi, volevo andare da loro, ma Killian, non so come, capi esattamente cosa mi passasse per la testa e placcandomi chiese cortesemente a Regina di dare un’occhiata lei ai nostri figli. Le fece anche cenno che le avrebbe spiegato tutto dopo ma quello lo ricollegai solamente più in là, prima non ci feci caso.
  • Allora Emma, stai forse cercando di farti venire un infarto? - esordi Whale una volta che Regina fosse uscita dalla stanza. - a parte la caduta, che gradirei mi spiegassi le dinamiche, sei arrivata qui che avevi praticamente il cuore a mille nonostante la perdita di coscienza e i medicinali per ridurre la tachicardia. È successo qualcosa che ti ha fatto agitare in questo modo o devo iniziare a predisporre una serie di esami per assicurarmi che le tue funzioni cardiache siano nella norma? - non lo avesse mai detto: Killian sobbalzò a quelle parole.
- Potrebbe essere grave?!?! - domandò preoccupato; si era seduto accanto a me e mi teneva stretta tra le sue braccia massaggiandomi i capelli, cosa che sapeva amavo da impazzire. Potevo vederlo nei suoi occhi: era seriamente spaventato.
  • Beh.. dipende. Se non c’è stato nessun fattore esterno che ha causato questo suo battito accelerato allora si, inizierei a preoccuparmi un pochino, ma prima di fasciarci.....
  • Ero molto agitata Whale.. - lo interruppi prima che a mio marito prendesse seriamente un infarto. - tutta la mattina lo sono stata a dire la verità. Poco prima di svenire la cosa è di gran lunga peggiorata quindi credo che il mancamento sia avvenuto proprio a questo.
  • beh è un’ottima notizia, almeno possiamo iniziare ad escludere problemi cardiaci. - sorrise felice che fosse un fatto isolato. - Ti faccio un’ultima domanda e poi ti lascerò riposare: ricordi con precisione quando sei caduta? Eri cosciente o pensi di aver avuto un mancamento e la perdita dei sensi ti ha fatto cadere?
  • Ero cosciente, ho avuto un giramento di testa e ho perso l’equilibrio. Ricordo con precisione tutti i gradini della scalinata... ho preso l’ultimo di testa! - spiegai. - credo di essere svenuta qualche secondo dopo.
  • Ho capito! Non ho altre domande, riposati adesso, domani mattina se ti sentirai bene e i valori saranno tutti nella norma ti manderò a casa. - mi sorrise, salutò Killian con una stretta di mano dopodiché tentò di uscire dalla stanza.
  • Cosa????? Domani mattina? No no no non se ne parla! Io non resto qui, io torno a casa mia oggi stesso! Sto bene! mi sento bene! - mi alzai nonostante Killian cercasse di trattenermi.
  • Emma hai battuto la testa, potresti aver riportato qualche trauma cranico... non è consigliabile uscire.
  • Te lo ripeto Whale: sto bene e voglio tornarmene a casa mia! - ma cosa c’era di così difficile da capire?
  • Lascia che le parli io. - ti pareva che Killian non doveva intromettersi? - Amore ascoltami un secondo: e’ una giornataccia per te lo so, i tuoi mi hanno raccontato cos’è successo prima ma...
  • Hai parlato con i miei? Che ti hanno detto è? No aspetta: non lo voglio sapere... Chissà quante balle ti hanno raccontato e quante cose ti hanno omesso per uscirne puliti... tze...
  • calmati, ti stai nuovamente agitando. Mi hanno detto la verità posso garantirtelo, sarebbe stato da prenderli a calci, sopratutto tuo padre, ma non l’ho fatto perché ho preferito pensare a te. Adesso sono di la, in sala d’aspetto, vorrebbero vederti ma si sentono terribilmente in colpa per quello che è successo, si sentono in parte responsabili...
  • È il minimo sentirsi in colpa! - il mio sguardo tornò ad essere duro. - comunque non voglio vederli... non voglio vederli mai più. Mandali a casa per favore prima che...
  • Non ha importanza adesso di chi sia la colpa, non pensare a loro, pensa a te. La cosa importante adesso è che tu ti rimetta e non puoi di certo farlo a casa. Devi restare qui ok?
  • No no e no! Io qui non ci resto Killian, ci sono i bambini a casa, non voglio lasciarli da soli. Sono io la loro mamma e devono stare con me!
  • Lo dici per via di quello che ti ha detto tuo padre? Emma tesoro non credo che lui inten....
  • Non le considero proprio le sue stronzate... - sbuffai - ho semplicemente deciso, visto che ogni volta che li lascio a qualcuno succede qualcosa, di non lasciarli più in mano sbagliate e al momento, non posso farci nulla, mi fido solo di me stessa!
  • Ma ci sarò io con loro... che c’è adesso non ti fidi neanche più di me? - la sua voce era dolce, comprensiva... non era arrabbiato per le mie parole, stava semplicemente cercando di capire dove fosse il problema.
  • Certo che mi fido di te ma Chloe è di nuovo in bilico e io voglio starle vicino. Domani ha anche l’incontro con Hopper... voglio esserci anche io, non voglio mancare ancora una volta. Se il suo problema fosse davvero dovuto a causa mia? Se si fosse sentita abbandonata per via del nostro viaggio? Io...
  • Mi hai appena detto che non stavi prendendo in considerazione le parole di tuo padre ma a me pare proprio il contrario. Non è colpa tua Se Chloe sta così e tu lo sai! - disse
  • Che centra è solo che... - presi una pausa - senti Killian: ti prometto che se dovessi avere anche solo il minimo sintomo mi farò riportare qui ma siccome penso di sentirmi abbastanza bene vorrei tornare a casa e stare vicino a mia figlia. - gli avevo aperto il mio cuore ora toccava a lui darmi fiducia. Mi guardò attentamente negli occhi: “se fai una stronzata ti ammazzo” queste erano le parole che avrebbe voluto dirmi ma non lo fece... prese un profondo respiro e provò a fidarsi di me.
  • E va bene... se per Whale non ci sono problemi allora io non ti ostacolerò. Ma sappi che non sono minimamente d’accordo.- disse per poi guardare Whale.
  • Ripeto, io sconsiglio ai pazienti che hanno ricevuto dei colpi in testa di lasciare l’ospedale prima delle 24 h ma è anche vero che non posso trattenere un paziente contro la sua volontà, pertanto - tornò a parlare con me - se sei sicura di voler tornare a casa devi firmarmi questo modulo dove dichiari di sollevare l’ospedale da qualsiasi responsabilità riguardante la tua salute. - mi consegnò il modulo che prontamente firmai. Presi le mie cose, mi diedi una sistemata alla meglio dopodiché una volta che mi fui assicurata che i miei fossero tornati a casa, non avevo alcuna voglia di vederli, uscii dalla stanza del pronto soccorso e insieme a mio marito e a i miei figli, i quali mi riempirono di baci non appena li vidi, tornammo anche noi a casa. Secondo Killian avrei dovuto stendermi a letto e riposare ma questo non fu possibile in quanto un piccola bimbetta pestifera venne immediatamente in camera nostra alla ricerca di attenzioni materne. La feci sedere sul letto e giocammo per tutto il pomeriggio con le sue amate barbie fino a quando suo padre non venne a prenderla per metterla al letto. Il giorno seguente si sarebbe dovuta alzare presto, non poteva restare sveglia fino a tardi. Non appena vide Killian corse a nascondersi sotto le coperte, non sembrava intenzionata ad andare nella sua camera e la cosa fu evidente quando Killian, ormai stufo di richiamarla, la prese in braccio portandola di la. La sentii strillare e piangere talmente forte che se non fossi stata sicura al mille per mille che ci fosse mio marito in stanza con lei avrei pensato che qualcuno le stesse facendo del male. Contro ogni volontà di Killian mi alzai dal letto e li raggiunsi, lui non fu molto felice di vedermi li ma al contrario a mia figlia brillarono gli occhi e smise immediatamente di piangere. Era evidente che volesse stare con me.
  • Ci penso io Killian, va a riposare ok? - dissi dandogli un tenero bacio.
  • Dovresti essere tu quella a dover riposare love... non dovresti essere qui. Va di la, ci penso io a questa signorina. - mi lanciò un’occhiata come a dire “non ammetto repliche, fila in camera”, ma proprio mentre mi voltai di spalle per andare via, non volevo che si arrabbiasse anche lui, avevo già discusso con troppe persone, mia figlia riprese a piangere allungando questa volta le manine verso di me. Voleva che restassi lì con lei. Non riuscivo a vederla così sofferente, guardai Killian supplichevole, in fondo non mi sarei di certo stancata ad accudirla, ma lui contrario più che mai a lasciarmi li accarezzando nostra figlia le disse che dovevo riposare e che non potevo restare lì con lei per quella sera. Pensate che quelle parole riuscirono a calmarla? Macchè... le urla credo che le sentirono anche i nostri vicini di casa. Niente da fare, non era assolutamente intenzionata a cedere, fosse stato per lei avrebbe urlato per tutta la notte pur di ottenere il suo scopo. Killian tentò di dissuaderla in ogni modo possibile immaginabile ma senza nessun successo; dopo quaranta minuti abbondanti abbandonò ogni tentativo e andando contro tutti i suoi pensieri la lasciò finalmente alle mie cure facendola finalmente tranquillizzare. La sistemai nel suo lettino senza nessuna difficoltà e come ogni sera le lessi un paio di favole. È solita addormentarsi all’inizio della seconda fiaba ma quella volta, arrivata alla fine della narrazione i suoi occhietti erano ancora belli che aperti. Provai con una terza sperando l’accompagnasse nel mondo dei sogni ma fu lì che notai qualcosa di strano: era davvero molto stanca, le palpebre stentavano a non chiudersi ma nonostante ciò lei si stava sforzando in tutti i modi di restare sveglia. Inizialmente credevo fosse per via della favola, che si stesse sforzando per ascoltarla fino alla fine ma poi mi accorsi che non era la favola che la teneva sveglia ma una paura... da cosa me ne accorsi? Dal fatto che ogni tanto guardava sotto le coperte per “controllare” la situazione. Di cosa aveva paura? Di fare la pipì a letto naturalmente.
Feci finta di nulla inizialmente, volevo provare ad addormentarla senza farle capire che sapevo ma poi, vedendo che la cosa non migliorava, presi in mano la situazione e provai a tastare il terreno.
  • Amore che c’è? Perché non dormi? - naturalmente non mi rispose e di conseguenza dovetti formularle la domanda successiva. - non hai sonno? - mi disse di no - E come mai? Hai fatto il riposino oggi pomeriggio? - ancora una volta una risposta negativa - ti spaventa qualcosa forse? - annuì scostando le coperte e venendo a sistemarsi tra le mie braccia. Ma che cucciolina che è - Ah si... e di cosa amore? Del buio magari? - scosse la testa - no? Allora non so... hai paura di fare un brutto sogno? - naturalmente ci stavo girando attorno, sapevo esattamente quale fosse il problema, ma quando mi rispose scuotendo la testa per l’ennesima volta allora andrai ditta al sodo... non potevano continuare all’infinito. - Allora vediamo un po’: hai forse paura di fare la pipì a letto? - annuì leggermente, fu quasi impercettibile la cosa ma io la vidi ugualmente. - e perché mai amore mio? - nascose il visino tra le sue manine tentando di nascondersi alla meglio. - ti vergogni forse? E perché mai? - la sua risposta non me l’aspettai... indicò se stessa e poi con la manina fece il numero 4. Per la prima volta dopo due giorni aveva comunicato, anche se non a parole, con metodi alternativi dal si e no. - Ti vergogni perché hai quattro anni? Pensi di essere troppo grande per fare la pipì a letto? - rimase a fissarmi come a voler sentire cosa ne pensassi. - non devi preoccuparti per questo amore mio. Non succede nulla se qualche volta capita di fare la pipì a letto... succede a molte persone sai? Anche ai grandi. Non devi sentirti spaventata o vergognartene... è una cosa che si risolverà prestissimo amore mio. - le baciai una guancia e le sorrisi - sei più tranquilla adesso? - annuì - brava bambina... facciamo la nanna ora che ne pensi? Domani dobbiamo alzarci presto! - niente, ancora una volta non me voleva sapere: si ancorò a me ancora più forte e scosse la testa ripetutamente. - ma dai... non succede nulla. Se ti tengo la manina per tutta la notte potrebbe andare bene? - non la vedevo per nulla convinta - Non ti lascio giuro, e quando domani mattina ti sveglierai mi troverai esattamente qui accanto a te. - la presa sul mio collo finalmente si allentò ma rimase comunque tra le mie braccia. Decisi di farla addormentare così, come ai vecchi tempi. La cullai un po’, la sussurrai dolci parole e piano piano finalmente cadde nel mondo dei sogni. La sistemai nel suo lettino e come promesso la tenni per mano fino al mattino seguente. La prima cosa che fece quando si sveglio fu controllare se avesse fatto pipì: la sua faccia si riempì di gioia quando constato che le lenzuola erano ancora asciutte e pulite.
  • Hai visto? Non è successo nulla. - me la spupazzami bene bene dopodiché visto che era ancora presto andammo a preparare una ricca colazione a base di pancake e aspettammo che Killian ci raggiungesse insieme al resto della comitiva per fare colazione tutti insieme prima dell’incontro con Hopper. Solitamente ero io ad accompagnare la bambina alle sedute ma quel giorno, in via del tutto eccezionale, anche Killian avrebbe assistito. Non appena entrammo la bambina andò dritta al cesto dei giochi e senza aspettare che Archie le dicesse qualcosa iniziò a giocare. Per lei quel posto era come l’asilo: faceva i capricci per andarci ma poi si divertiva a giocare e imparare cose nuove. Ci accomodammo sui divanetti ormai famigliari del grillo e iniziammo a parlare delle possibili motivazioni, totalmente ipotetiche, che avevano potuto influenzare in quel modo la piccola. Naturalmente tutto racchiudeva Liam, quello che fino a pochi giorni fa era il problema principale, ma ben presto ci accorgemmo che Liam centrava ben poco in tutta quella situazione. Mentre lei giocava Hopper le chiese di prendere dei pupazzetti che potessero rappresentare la sua famiglia e di portarli li vicino a lui. Ogni pupazzo rappresentava uno di noi e questa volta, cosa che non mi aspettavo minimamente, venne compreso anche Liam all’interno della famiglia. oltre a tutti noi però notai che vi era un pupazzo in più. Hopper andò per esclusione cercando di capire a chi potesse corrispondere quell’oggetto ma tutte le persone a noi care che menzionò vennero scattate dalla bambina. Prince, Robin junior, Gideon, Erik... quel pupazzetto non rappresentava nessuno di loro. Vidi Archie ragionare sul da farsi e poi eccolo pronto con un nuovo piano: consegnò alla bambina dei fogli bianchi e le chiese di disegnare la sua famiglia dividendola in gruppi : su un foglio avrebbe dovuto disegnare i suoi nonni, in uno i suoi zii e non per ultimo le venne chiesto di disegnare la sua famiglia: mamma papà e fratelli. Impiegò un paio d’ore a compiere il suo lavoro precisina com’era e Hopper fu addirittura costretto a spostare alcuni appuntamenti della giornata. Quando consegnò il lavoro fatto per me eravamo ancora da punto a capo, non vedevo nulla in quei disegni, ma ad Archie si aprì uno scenario a noi ancora del tutto sconosciuto. Scartò immediatamente i disegni dei nonni e degli zii e prese subito in considerazione quello della famiglia. Aveva disegnato tutti noi, compreso Prince. La cosa più strana che notai fu uno scarabocchio proprio al centro della mia figura. Per me non era un dettaglio rilevante ma fu prorpio su quel piccolo dettaglio che Hopper si soffermò.
  • Hai fatto davvero un ottimo lavoro Chloe lo sai? Da grande sono sicuro che diventerai un’ottima artista: sei bravissima a disegnare Ma dimmi un po’, in questo disegno, in questo punto qui, ti è scappata la matita per sbaglio? Ti serve una gomma per cancellare?- scosse la testa - no? Quindi questo è un dettaglio che tu hai voluto aggiungere per rendere il disegno ancora più bello? - annuì convinta. Mmmh la cosa iniziava a non piacermi. Lo scarabocchio era su di me... che fosse vero quello che pensavano i miei genitori? Era colpa mia? Stavo per prendere parola quando Hopper, capendo i miei pensieri, mi anticipò mandando Chloe a fare un un’ulteriore disegno. Le chiese di disegnare i suoi fratelli e questa volta di colorare il suo operato.
  • Dimmi la verità! Pensi che sia colpa mia??? Quello scarabocchio era proprio sopra di me... dici che... - domandai preoccupata una volta assicurata che la bambina non potesse sentirci.
  • Penso di avere una piccola idea su cosa possa esserle successo ma prima di esporverla vorrei essere sicuro della mia teoria. - Attesi con finta calma che la piccola terminasse quest’ultimo incarico, ma più aspettavo più l’ansia saliva; avevo paura... paura che avesse qualche problema con me. Hopper visualizzò il suo disegno e iniziò ad analizzarlo con attenzione. Lo vidi guardarmi come a dirmi “Emma che hai combinato?”Mi mancò l’aria, la mia paura più grande di stava avverando.
  • Wow! Ma questo è un capolavoro Chloe! Lo sai che sei diventata brava anche a colorare? - lei annuì tutta orgogliosa. - ti andrebbe di raccontarmi il tuo disegno? - a quelle parole le sparì il sorriso e venne a sedersi tra me e suo padre con l’intento di nascondersi. - ok deduco che non ti vada. Sai cosa possiamo fare? Io provo ad indovinare e tu mi dirai se ci sono andato vicino o meno. Che ne dici: Ci stai? - non aspettò che rispondesse, iniziò direttamente ad interpretare il disegno. - immagino che questo che hai disegnato qui con il libro in mano, sia Henry... - annuì - davvero molto simpatica l’idea di rappresentarlo così sai? Tuo fratello non si è mai separato da quel libro. - le sorrise facendola sciogliere un po’. - queste due principessine bionde accanto a lui credo siate tu e tua sorella Leila e questo piccolo signorino con un peluche verde in mano è il tuo fratellino Liam vero? - anche se con un movimento impercettibile annuí nuovamente. Era la prima volta in assoluto che disegnava suo fratello e se da un lato la cosa mi rendeva enormemente felice dall’altra la mia convinzione prendeva sempre più forma. Per una volta non era colpa di suo fratello. - vedo che hai disegnato anche altro qui sul margine della pagina. Posso provare ad indovinare anche questo? - inizialmente non disse nulla poi mentre Archie stava per aprire bocca corse verso di lui e gli mise una manina sulle labbra per non farlo parlare. - non vuoi? - il suo sguardo parlava per lei - va bene... te lo dico all’orecchio allorA. - non so cosa le disse so solo che la bimba annuì dopodiché, sempre su consiglio di Hopper, si allontanò dai divanetti dove eravamo seduti e si mise nuovamente a giocare. Avevo intuito che il grillo volesse parlare con noi in tutta tranquillità ma non mi aspettavo che mi avrebbe detto quello che invece mi disse qualche minuto dopo...
  • Emma.... io non... cioè se me lo avessi detto prima magari l’avrei preparata meglio, io adesso non so quanto tempo ci vorrà. - ma che stava dicendo. A parte il fatto che mia figlia era tornata a non parlare di cos’altro avrei dovuto informarlo?
  • Archie non... non capisco... ti ho detto tutto. - risposi confusa.
  • Beh non proprio tutto a quanto pare. Lo vedi questo? - mi indicò un piccolo scarabocchio all’angolo dell’ultimo foglio che aveva disegnato.- è lo stesso che ha disegnato sulla tua figura al disegno precedente... sai cosa rappresenta?
  • Mmh... no.
  • Il suo fratellino.
  • Liam????
  • No... l’altro...“fratellino”. - l’altro?
  • Altro fratellino Archie? - sbarrai gli occhi.
  • Mi ha detto così... sei incinta non è vero? - per poco non mi soffocai con la mia stessa saliva. Incinta... io? Ma stavano scherzando?
  • Chi io??? No certo che no! Ci mancherebbe altro. - risposi ancora sotto shock. - dopo quello che stiamo passando tra Liam e Chloe pensi davvero che mi metta a caccia di un’altro figlio? Ma neanche per sogno Archie... - ripensai alle sue parole - cioè spiegami: Chloe ti ha detto che aspetto un bambino?
  • Le ho chiesto se quello disegnato era il suo nuovo fratellino e lei mi ha risposto di sì... calcolando che ha disegnato Henry Leila e Liam deduco che parli di un fratellino non ancora nato ed ecco perché lo scarabocchio era sulla tua figura.
  • Mah... ma com’è possibile? Io non le ho mai detto una cosa del gen.... mia madreeee!!!! - non poteva che essere stata lei. - io la faccio fuori! - tornò nuovamente a farmisi nero davanti e senza aggiungere altro mi alzai dal divano e presi la via d’uscita pronta a raggiungere il loft e iniziare il secondo round con la mia famiglia.
  • Emma aspetta un secondo! Non sai se sia stata sul serio Snow. - provò a farmi ragionare Archie.
  • Non può essere stato nessun’altro se non lei... fidati di me. Solo lei parla a sproposito.
  • Forse ma non credi sia meglio assicurarsi della cosa della cosa prima di intervenire? E se non fosse lei ad averglielo detto?
  • Fidati... lo so!
  • Accertiamoci della cosa allora. - richiamò chloe tra di noi e le chiese di indicargli, tramite i fogli disegnati poco prima, la persona che le aveva raccontato dell’arrivo di un fratellino... come volevasi dimostrare indicò il disegno dove aveva rappresentato i suoi nonni. La rabbia del giorno precedente si triplicò. Non solo non si erano resi conto dei suoi cambiamenti ma erano anche la vera causa dei suoi cambiamenti... le avevano seriamente raccontato che le sarebbe arrivato un nuovo fratellino? Ma erano forse impazziti? Come poteva essergli venuto in mente una cosa del genere? Non lo so ma una cosa era certa: questa volta non l’avrebbero di sicuro passata liscia.
 
POV KILLIAN.
Vidi nello sguardo di mia moglie rabbia. Non l’avevo mai vista così, neanche quando zelina uccise Neal per i suoi sporchi piani malefici il suo sguardo era così cupo. Non credo fosse solo rabbia la sua, era delusa: delusa dal comportamento dei suoi genitori. Mi avevano raccontato per filo e per segno cos’era successo durante il nostro incontro in pronto soccorso e non so davvero cosa mi abbia impedito di prenderli seriamente a calci. Come avevano potuto non capire che la loro figlia era semplicemente una mamma preoccupata per la sua bambina? Aveva esagerato con le parole, ero il primo a dirlo, ma non per questo i suoi dovevano ripagarla con la stessa moneta offendendola e trattandola in quel modo solo per difendersi. Ora lei non voleva saperne di perdonarli, era troppo ferita e sapere che ancora una volta erano loro i responsabili del comportamento di Chloe non mi migliorava di certo la situazione. Sarebbe voluta correre da loro e continuare la discussione, sputargli in faccia tutta la rabbia e la preoccupazione che aveva in corpo ma fortunatamente riuscii a fermarla prima che potesse farlo. Avrei parlato io con loro quando sarebbe stato il momento.
Lo feci all’incirca cinque giorni dopo, dopo l’ennesima chiamata da parte di Snow. Chiamava per aver la possibilità di parlare con sua figlia e spiegarsi ma lei non voleva minimamente saperne di ascoltarla. Mi recai a loft per spiegare loro anche la situazione della bambina e loro mi diedero la loro versione dei fatti: durante una delle serate in cui io e Emma eravamo nella foresta incantata loro in una cenetta romantica, mentre i bambini erano a letto, avevano fantasticato sul l’eventualità che arrivasse un nuovo nipotino... non avevano minimamente immaginato che la piccola si sarebbe svegliata e li avrebbe ascoltati. Purtroppo però era successo e ora bisognava rimediare. Si proposero di parlare loro stessi con la bambina, di spiegarle come effettivamente stavano le cose ma mia moglie era stata chiara: non voleva che i bambini avessero alcun tipo contatto con loro. Stava esagerando, avevo addirittura provato a farla ragionare io stesso dicendole che non era giusto nei confronti dei nostri figli, che loro non dovevano risentire di questa spiacevole situazione ma non ha voluto sentire ragioni. Decisi a malincuore di assecondarla, prima o poi le sarebbe passato ne ero sicuro e prendemmo noi in mano il problema di Chloe. Credevo, conoscendo la testa dura di mia figlia, che sarebbe stato Difficile convincerla che nessun bimbo ero in arrivo ma mi sbagliavo: fu più semplice di quando pensassi. Bastò prenderla e parlarle a cuore aperto che la sua vocetta tornò a farsi sentire squillante come non mai. Non dimenticherò mai il momento in cui, mentre era in braccio alla sua mamma e io le stavo spiegando questa cosa, la sentii dire “no avrò altro fratellino?!?! EVVIVAAAAA”
Incredibile ma vero... Fu più complicato far ragionare mia moglie che mia figlia.
Sapevo già che la mia Emma era una gran testa dura ma mai pensavo che ci volesse una mezza catrastofe per farla chiarire con i suoi genitori.
Quale catastrofe? Un pomeriggio verso le 16 del pomeriggio mentre lei era in stazione per il suo turno di lavoro, mi recai alla scuola elementare di Storybrooke per riprendere la piccola Leila che usciva da scuola. Incontrai i miei suoceri proprio lì, stavano aspettando Neal e con la scusa parlammo un po’. Ve lo giuro... mi sembrò di parlare con due estranei. Fino a due giorni prima erano quasi in un mare di lacrime per via di quella situazione invece in quel momento erano due pezzi di ghiaccio arrabbiati a loro volta con la loro figlioletta. “Emma ha preso la sua decisione, se ne pentirà ma se è questo quello che vuole ben venga” fu il principino a parlare a nome di entrambi ma si vedeva lontano un km che era solo una gran sceneggiata: volevano di sicuro farla pentire della cosa e forse ci sarebbero anche riusciti se quell’esatto pomeriggio qualcuno non decise di cambiare i loro piani. Al suono della campanella una miriade di bambini urlanti uscì con i rispettivi zaini verso il cortile della scuola alla ricerca dei propri genitori. Leila mi saltò letteralmente addosso iniziandomi a raccontare tutto quello che aveva fatto in quella lunghissima giornata ma se da una parte c’era lei tutta felice e spensierata, accanto a lei c’era Neal che a differenza sua era davvero molto molto triste.
  • Killian posso chiederti una cosa? - mi disse con sguardo basso e timoroso.
  • Ma certo campione, dimmi tutto! - risposi scompigliandogli i capelli.
  • Mi porti da Emma per favore?!?! - non mi aspettavo questa richiesta. - Ti prego killian, mamma non mi ci vuole portare, dice che Emmy non vuole vedermi, ma io voglio venire a casa tua a giocare con lei! È mia sorella... perché non vuole vedermi? - era sull’orlo di piangere.... ma sul serio? Avevo davvero sentito bene? I miei suoceri avevano raccontato al piccolo di casa che sua sorella non voleva vederlo? Neal era l’unico di quella famiglia che in quel momento Emma avrebbe voluto vedere, il piccolo non centrava nulla in tutta quella storia per quale motivo coinvolgerlo? Non aveva senso... in quel modo non solo avevano ferito Emma ma anche il piccolo di casa.
  • Neal ascolta... non è vero che Emma non vuole vederti - dissi inginocchiandomi alla sua altezza e facendo sì che mi guardasse negli occhi...
  • Ma mamma mi ha detto...
  • Avrai capito male tesoro! Emma è molto impegnata con il lavorò e difficilmente è a casa, forse mamma ti ha detto questa cosa e tu hai frainteso.
  • No! Mamma mi ha detto che lei non vuole vedermi... mi ha detto che lei è arrabbiata con noi.... ma che le ho fatto io? - i suoi occhioni tristi mi lacerarono il cuore. Ancora mi sembrava impossibile che gli avessero davvero detto una balla del genere. Dovevo rimediare a quella situazione. Senza esitare chiamai mia moglie e gli passai il suo fratellino senza neanche annunciarlo. Parlarono per un po’ ma a fine chiamata la faccia del bambino divenne ancora più triste di prima. Mi passò il telefono e senza proferire parola, a testa bassa, provò a raggiungere i suoi genitori. Non potevo lasciarlo andare così, così lo fermai, gli chiesi di aspettare con Leila ai giardinetti qualche metro più in là e andai a parlare faccia a faccia con i miei suoceri.
  • Della vostra vita fate quello che volete, non sono di sicuro affari miei, ma non mettete in cattiva luce mia moglie. Come vi è saltato in mente di raccontare una balla del genere al piccolo Neal? Emma non vuole vederlo? Ma scherziamo? - avevo sempre cercato di restare neutrale ma adesso era arrivato il momento di schierarsi.
  • Lo ha detto lei... è stata abbastanza chiara: non vuole saperne più nulla di noi!
  • Forse di voi due... ma Neal non centra nulla in questa ridicola discussione. Comportatevi da persone mature, andate oltre l’orgoglio e salvaguardate almeno il bene di uno dei vostri figli. - Snow stava quasi per cedere, potevo vederlo dell’espressione del suo viso ma il caro principino era ancora fermo sui suoi passi... ecco da chi ha ripreso la mia bella mogliettina in fatto di testardaggine. Chiamò Neal a rapporto e con un “ci si vede” si allontanarono lasciandomi lì con la mia bambina. Inutile dire che Leila mi tempestò di domande per tutta la durata del viaggio verso casa per via di quei modi un po’ troppo “freddi” ma fortunatamente riuscii a convincerla che non era successo nulla e che i suoi nonni andavano semplicemente di fretta.
  • Si sono comportati come due cafoni non è vero? - intervenne Emma una volta rientrati a casa non appena Leila fu andata in camera sua.
  • Con lei no! L’hanno salutata, le hanno chiesto come è andata a scuola... un po’ freddo ma tutto normale insomma. L’unico neo è stato quel piccoletto di tuo fratello... gli manchi da morire.
  • Lo so... me lo ha detto per telefono così come mi ha detto di quello che gli hanno raccontato i charming. - addirittura in quel modo li aveva chiamati... la situazione era peggiore di quello che pensassi.
  • Potremmo invitarlo a casa uno di questi pomeriggi così gioca con i bambini e con la scusa ti vede che ne pensi?
  • Mi dispiace ma non è il momento adatto... magari tra qualche tempo.
  • Ma Emma è solo un bambino.... - possibile che la pensasse come i suoi genitori? Lei stravedeva per quel piccoletto così simile a lei.
  • Per favore Killian non mettertici anche te, è stato già uno strazio dover dir di no a lui per telefono... non farmi sentire peggio di quello che già sono.
Continuare a parlarle cercando di farle cambiare idea sarebbe stato inutile, lo sapevo, di conseguenza misi fine all’argomento e andai a giocare con il piccolo Liam che dal suo box richiamava la mia attenzione per giocare. Passai con il mio campione tutto il resto del pomeriggio poi una volta esserci messi a tavola per la cena successe l’imprevedibile. Una Snow in lacrime chiamò sul mio cellulare informandomi che Neal era scomparso. Mi allontanai per non farmi ascoltare da mia moglie e andai a parlare con mia suocera nel bagno di servizio.
  • Snow calmati un secondo, non ti capisco così. - le dissi anche se inutilmente: era impanicata - ma ne sei sicura? Magari si è semplicemente nascosto. Hai controllato bene?
  • Ho controllato ogni singolo angolo di questa casa... non c’è! David è già sceso a cercarlo. Ti prego chiama Emma... lei è l’unica che potrebbe riuscire a trovarlo! È brava a rintracciare le persone.
  • Snow in assoluta onestà dopo tutto quello che è successo non vorrei impanicarla più del dovuto. Esco di casa con una scusa e vi aiuto a cercarlo ma per favore non mettetela in mezzo. - cercai di tenere un volume basso ma questo non impedì a mia moglie di sentire parte della conversazione infatti subito dopo la frase “esco di casa con una scusa” ecco la porta del bagno aprirsi bruscamente mostrandomi una Emma assai arrabbiata per le parole appena pronunciate.
  • Punto uno: da quando ti chiudi in bagno per parlare al telefono? secondo: con chi devi vederti a quest’ora tanto da doverti inventare una scusa per uscire? - sapevo già a cosa stava pensando, ancora una volta era saltata a conclusioni affrettate. Nonostante il nostro sia vero amore lei ha la paura costante che io possa tradirla. Non è mancanza di fiducia, lo so per certo, la sua è solamente un’insicurezza dovuta alla sua infanzia, tutti l’anno abbandonata: dall’essere più insignificante alle persone per lei più importanti. È una ferita che non si rimargina purtroppo ma io la amo anche per le sue insicurezze e niente mi farà mai cambiare idea.. neanche le sue scenate di gelosia. Riagganciai il telefono con un “dammi due minuti” dopodiché tentai di frenare quel fiume in piena di mia moglie.
  • Non è niente di quello che immagini posso giurartelo amore!
  • E allora con chi ti sei appena dato appuntamento è?!?!?! Guarda che se questa casa ti sta stretta puoi sempre andartene lo sai vero? Non ti tengo al guninzaglio, sei liberissimo di fare ciò che vuoi... vai! Mi indicò la porta - Vattene! Vattene anche tu! - fece tutto da sola: passò dal rimproverarmi a piangere in neanche dieci secondi. “Vattene anche tu!” Quelle parole mi gelarono il sangue... non era una minaccia nei miei confronti, era più un dire “ecco... adesso se ne va come se ne sono andati loro”... i suoi genitori naturalmente. Non persi tempo e corsi ad abbracciarla, odiavo vederla in quello stato e nonostante mi ripromisi di non dirle nulla di suo fratello la calmai e poi le confessai la cosa. Si tirò in piedi e senza neanche darmi il tempo di capire cosa stesse facendo, incaricò Henry, il quale era tornato per qualche giorno, di guardare i suoi fratellini e corse giù in strada. La seguii e tutti insieme, charming compresi, iniziammo la perlustrazione di tutta la città.
  • Dobbiamo dividerci! - esclamò Emma una quarantina di minuti dopo. Da quando era scesa i suoi genitori si erano affidati completamente a lei nonostante lei non li calcolasse minimamente, la seguivano in ogni punto che le veniva in mente ma questo non era di certo un bene per ritrovare il bambino. Era buio pesto e lui aveva solamente dieci anni: non poteva restarsene chissà dove e da solo ancora per molto.
  • Emma.... - provò a dire sua madre credendo che l’affermazione fosse dovuta al fatto che non li volesse vicino.
  • No! Non voglio sentire nulla! Dobbiamo dividerci. Siamo in quattro, non possiamo aggirarci per la città in massa: non lo troveremo mai così. Sarà più semplice se ognuno perlustrerà una zona. Mary margaret vai nei dintorni delle scuole, David controlla la biblioteca e i locali adiacenti, Killian perlustra il bosco.... io andrò alla cripta. - i suoi rimasero di sasso nel sentirsi chiamare in quel modo ma non c’era tempo da perdere, bisognava ritrovare Neal al più presto. Come richiesto da Emma ci dividemmo con l’accortezza di chiamare gli altri non appena uno di noi avesse avuto delle notizie. Passò un’ora e mezza abbondante ma niente, nessuno lo aveva ancora trovato. Mi sedetti per un secondo su una roccia per fare mente locale su quale area del bosco ancora non era stata perlustrata quando un rumore di foglie attirò la mia attenzione. Che fosse un animale in fuga? Mmmh proprio no... la luna illuminava la zona quanto bastava per scorgere la figura incriminata: era un bambino.... di sicuro il bambino che stavamo cercando. Senza pensarci due volte corsi con quanta più forza avessi in corpo e lo raggiunsi: era proprio lui. Tremava e piangeva.
  • Neal! Ma che accidenti fai è? Ci hai fatto prendere un colpo! - dissi con toni alterati - i tuoi genitori sono in pensiero per te e così anche tua sorella. - mi aspettavo che dicesse qualcosa, che mi raccontasse il motivo di quella fuga e invece? Invece scoppio a piangere ancora più forte e mi abbracciò. Mi sciolsi completamente e ricambiai l’abbraccio per poi avvisare mia moglie e i miei suoceri e dare appuntamento a tutti da Granny. Io e Neal arrivammo per primi nonostante David stesse perlustrando le zone adiacenti, non appena i suoi genitori lo videro gli corsero in contro, lo abbracciarono e iniziarono subito dopo a rimproverarlo per la bravata fatta. Qualsiasi bambino, anche i miei figli, davanti ad un rimprovero del genere sarebbero stati zitti e a testa bassa... lui no. Non appena suo padre finì di parlare il ragazzino buttò fuori tutto quello che si era tenuto dentro fino a quel momento.
  • Ma che modi sono Neal è? È pericoloso alla tua età andarsene in giro da soli lo capisci? Io e tua madre eravamo in pensiero per te! Pensavamo ti fosse successo qualcosa. Ma che ti è passato per la testa si può sapere? - iniziò con toni decisamente severi. Il bambino non rispose facendolo arrabbiare ancora di più. - Sei in punizione signorino e non provare mai più a... - si interruppe giusto per un secondo: la porta del locale si aprì accogliendo la mia Emma - Non farlo mai più mi sono spiegato? - il bambino non sembrò ascoltare minimamente l’ultima frase di suo padre, non appena vide Emma varcare la soglia della tavola calda si alzò dalla sedia dove era seduto e passando accanto a David, il quale lo stava rimproverando, corse a gran velocità in direzione di sua sorella per poi saltarle letteralmente addosso. - Neal.... NEALLLL VIENI SUBITO QUI! STO PARLANDO CON TE!
  • Nooooooo! Non ti voglio più ascoltare! Sei cattivo! Siete cattivi.... e anche tu sei cattiva! - disse riferendosi a sua sorella. Non era molto credibile come cosa visto che le si era ancorato come una piccola cozza allo scoglio ma lo lasciammo comunque parlare. - Io non voglio che non vi parliate più perché poi ci rimetto sempre io. Già è brutto che Emma non vive con noi, se non posso neanche vederla che senso ha avere una sorella è? Tutti i miei amici vivono con i propri fratelli e sorelle e io non posso... NON È GIUSTO!
  • Neal non dire così, lo sai perché Emma non vive con noi, non fare lo sciocchino, te lo abbiamo spiegato un milione di volte. Tua sorella di è sposata: ha un marito adesso, ha la sua famiglia... - disse Snow con toni decisamente più amorevoli di quelli utilizzati poco prima da suo marito.
  • E noi non siamo la sua famiglia? - continuò il ragazzino rimanendo ancorato ad Emma la quale non sapeva davvero cosa dire.
  • Ma certo che siamo la sua famiglia tesoro, lo saremo sempre! E solo che lei ha anche un’altra famiglia oltre a noi... ha dei figli ed è giusto che come tu viva con la tua mamma e il tuo papà anche i suoi bambini vivano con lei e Killian... lo capisci vero?
  • Certo! Non sono mica scemo! Quello che voglio dire è che... - prese un respiro - passi il fatto che non vive a casa con noi, ma perché io non posso vederla? io gli voglio bene e voglio passare del tempo con lei... con te! - si voltò verso di lei e la guardò dritta negli occhi.
  • Neal tesoro ma tu puoi vedermi ogni volta che ne hai voglia, casa mia è sempre aperta per te! - disse lei senza pensarci due volte.
  • Sei bugiarda - solo allora si fece mettere a terra. - volevo venire a casa tua oggi e tu mi hai detto di no! SEI COME LOROOOO!!! - se in un primo momento si era calmato eccolo riniziare a piangere. Quel “sei come loro” un pochino la ferì, lo vidi nel suo sguardo, ma fece finta di nulla e guardando il suo fratellino negli occhi provò a farlo ragionare.
  • Ti ho detto che avevo molto lavoro da fare e che mi era difficile poter tornare a casa per tempo. - era una scusa quella che usò quel pomeriggio ma lui non meritava di sapere, era solo un bambino e poi siamo sinceri: quel pomeriggio inventò quella balla con lui solo per non dover incontrare i suoi.
  • E loro? Perché loro non mi volevano accompagnare da te? - era sempre più agguerrito.
  • Perché anche loro sapevano quanto fossi impegnata!
  • NOOOO! LI HO SENTITI IO! HANNO DETTO CHE NEANCHE SOTTO TORTURA MI TI AVREBBERO PIÙ FATTO VEDERE! HANNO DETTO CHE SOLO COSÌ AVRESTI IMPARATO LA LEZIONE... LO SO CHE AVETE LITIGATO NON SONO COSÌ STUPIDO!!!!!!! - lo sguardo di mia moglie passò da Neal ai suoi genitori... credevo che questa volta sarebbe stato proprio il punto di non ritorno e invece mi sbagliavo: fu in quell’esatto momento che la mia Emma mi stupì. Tornò a guardare il suo fratellino e si inginocchiò per poterlo guardare meglio in quegli occhi così simili ai suoi.
  • Hai ragione ragazzino, non sei stupido e non sei neanche così piccolo da doverti tenere nascosta questa cosa. E’ vero... io, Dav....- stava per chiamarli per nome ma si corresse immediatamente - emh... i nostri genitori abbiamo avuto una discussione... una discussione un po’ pesante ad essere onesti. Non avresti dovuto essere coinvolto in tutto questo, avremmo dovuto essere tutti più maturi e invece ci siamo comportati come dei bambini. Ti chiedo scusa, non era assolutamente mia intenzione farti soffrire... ti prometto che rimedierò ai miei errori. - lo abbracciò. - Quello che dicevo prima non era assolutamente una bugia: casa mia è sempre aperta per te! Puoi venire a trovarmi quando vuoi così come anche Chloe, Leila e Liam, quando vorrai, potranno venire a casa tua e giocare. So che ti piace giocare con loro e con il mio comportamento ti ho impedito anche questo. Non succederà mai più te lo prometto.
  • E con mamma e papà? Non ci parlerai mai più? - vidi Emma restare in silenzio... non sapeva cosa rispondergli. 
  • Ecco vedi....
  • - Questo significa che non verrai mai più a cena da noi? Non giocheremo più tutti e quattro insieme come prima?
  • E’ complicato tesoro...
  • Cosa c’è di complicato? Perché per voi grandi è sempre così tutto complicato? Anche noi bambini litighiamo ma poi facciamo sempre la pace... chi sbaglia chiede scusa e l’altro perdona. Non c’è niente di complicato... Perché per voi grandi non può essere così? - l’ho sempre detto: vedere il mondo con gli occhi di un bambino ha sempre un altro significato. Non c’è malizia, non c’è cattiveria... c’è solo l’amore e il voler essere felici. Tutti noi dovremmo prendere esempio da loro, dovremmo trarre tesoro dai loro insegnamenti e imparare nuovamente quello che veramente significa vivere e amare. Neal ha ragione... non c’è niente di complicato bisognerebbe solamente porgere l’altra guancia e lasciarsi tutto alle spalle.
  • Ti prometto che parlerò con loro appena sarà possibile... sei contento? - gli disse accennandogli un sorriso.
  • No! Ci devi parlare adesso e anche loro devono parlare con te! Chiedetevi scusa e abbracciatevi adesso!
  • Non funziona così Neal. Purtroppo tua sorella ha dec... - David riprese la parola ma prima che potesse continuare e fare di peggio sua figlia lo fermò parlando a sua volta.
  • Va bene cucciolo mio, se loro sono d’accordo parleremo adesso ma tu dovrai andare con Killian a casa nostra. Sono cose da grandi quelle che dobbiamo disco, non c’è bisogno che ti assista.
  • Mah....
  • Niente mah! Ti prometto che non torneremo a casa se prima non avremo risolto tutto ma tu devi fidarti di me andare a casa: è tardi e devi dormire. Domani hai scuola.
  • Mi accompagni tu? - gli brillarono gli occhi al solo pensiero.
  • Certo! Adesso vai però! - abbracciò sua sorella, i suoi genitori dopodiché mi prese per mano e lo accompagnai a casa. Sarei voluto restare con loro e difendere mia moglie in caso ce ne fosse stato bisogno ma poi cambiai idea: la mia Emma era una donna forte, sarebbe di sicuro riuscita ad affrontare la situazione con sicurezza e maturità.
 
POV EMMA.
L’unica cosa che non avrei voluto fare era restare nuovamente da sola in una stanza con quei due. Non credo che avrei sopportato un’altro attacco da parte loro ma la cosa che mi preoccupava di più era il non riuscire a mantenere la parola data con mio fratello. Ero ancora parecchio arrabbiata per la situazione di Chloe che difficilmente sarei rimasta calma se solo mi avessero detto mezza parola fuori posto. C’era silenzio in quella sala, nessuno di noi sembrava intenzionato a parlare: mia madre mi guardava quasi supplichevole di iniziare, mio padre si guardava intorno mentre io tamburellavo il tavolo con le dita vagando con lo sguardo su tutta la carta da parati del locale di Granny.
  • Vuoi... vuoi iniziare te? - fu mia madre a rompere il silenzio.
  • No... - mi limitai a dire lanciano la palla a loro. Fu mio padre questa volta a prendere la parola.
  • Ok, vorrà dire che inizieremo noi. Vedi... Killian ci ha raccontato della situazione con la piccola. Ecco...
  • Chloe non centra nulla in questo momento quindi... - dissi interrompendolo.
  • Centra invece. Hai ragione, hai sempre avuto ragione ok? La piccola ha manifestato dei cambiamenti importanti e noi siamo stati talmente ingenui da non riuscire a notarli. Avremmo dovuto capirlo e avremmo dovuto capire anche il motivo che l’ha spinta a tutto questo. Io e tua madre non volevano ci ascoltasse quella sera, stavamo semplicemente fantasticando.
  • Siete stati ingenui e sarei una bugiarda a dire che non sono arrabbiata con voi, lo sono eccome, ma al momento non è la cosa che mi preme di più. Ho promesso a mio fratello di provare a ricucire un rapporto quindi vorrei tralasciare il fattore Chloe e passare direttamente alla fase che riguarda me e voi.
  • Non pensavamo minimamente quello che ti abbiamo detto tesoro... eri arrabbiata con noi, eri fuori di te, ci hai accusato di essere la causa dei problemi della bambina...
  • Beh... avevo ragione dopotutto.
  • Non ce ne rendevamo ancora conto e di conseguenza, sentendoci attaccati in quel modo abbiamo cercando di ferirti a nostra volta.
  • Ha ragione tuo padre Emma. Non pensiamo niente di quello che ti abbiamo detto. Sei nostra figlia, ti amiamo per quella che sei e siamo orgogliosissimi della persona che sei diventata. Scusaci Emma... scusaci per tutto.
  • Ero arrabbiata per la situazione di Chloe e vi ho dato contro su questo non posso biasimarvi. Anche io ci sono andata giù pesante con le parole ma a differenza vostra non posso dire che non le pensavo. Quando si è arrabbiati si dice che si dicano cose che non si pensano ma io non credo sia così... le cose che si dicono, che siano anche solo per ferire qualcuno, hanno comunque un filo di verità sotto. Tutto quello che ho detto lo pensavo solo che l’ho reso tutto molto più drammatico. È vero che sono capitati vari incidenti quando i bambini erano in casa con voi ma ci sono stati anche momenti tra di voi meravigliosi che ho evitato di elencare quel giorno. Non gli avete mai fatto mancare nulla e ci siete sempre stati per loro. Ho voluto ferirvi facendovi ricordare il rapimento di Leila e la malattia di Chloe ma io so quanto siete importanti per i bambini e so anche quanto i bambini sono importanti per voi. Ho detto che non ve li avrei più fatti vedere ma non è così: siete parte integrante della loro vita è io voglio che crescano accanto a dei nonni come voi. - mi sarei voluta fermare lì con le confessioni ma mio padre prese la palla al balzo per parlare dell’unico argomento di cui non volevo parlare.
  • Io ti ho capita in fondo sai? Quando si toccano i figli è dura restare calmi lo so bene. Vogliamo sempre metterli al primo posto e tenerli al sicuro dal male di questo modo ma spesso le scelte che facciamo nonostante per noi siano giuste per loro non lo sono. - sapevo già dove voleva andare a parare... non ero pronta ad affrontare la cosa ancora una volta. Non lo sono mai stata in realtà ma dopo quella litigata la cosa è di gran lunga peggiorata.
  • No ti prego... non
  • Non ti ho abbandonata per il semplice gusto di farlo, lo sai bene questo e per quanto mi abbiano ferito le tue parole su questa cosa sappi che non ce l’ho minimamente con te. Ti ho portato io con i miei modi arroganti a farlo. Non starò qui a dirti i motivi che mi hanno spinto a metterti in quella teca: la storia la conosci già alla perfezione ma anche se non la conoscessi adesso che sei mamma anche tu puoi capirmi. Quello di cui voglio parlarti è qualcosa di cui non vado per niente fiero... è qualcosa che so ti ha ferita profondamente. Voglio parlarti delle parole che ti ho detto sul fatto di non essere cresciuta con noi. 
  • Preferirei parlare di Neal... io non...
  • Ti ho detto che è stato un male per te non essere crescita con me e tua madre, ti ho criticato per tutto ciò che ti è successo nella vita e ho discriminato la tua famiglia. Sono parole pesanti quelle che ti ho detto e solamente adesso riesco a capire quanto io abbia esagerato. Molte cose forse a palazzo non le avresti potute seriamente fare ma scommetto, capocciona come sei, che quel pirata da strapazzo, anche se in gran segreto, lo avresti comunque fatto entrare nella tua vita... - sorrise - geloso come ero in quella terra sicuro non te lo avrei fatto sposare questo poco ma sicuro e di conseguenza sono felice del fatto che le cose siano andate così. Ho sbagliato ad abbandonarti ma se non lo avessi fatto adesso non avresti questa spendida famiglia e io non avrei i miei 4 fantastici nipoti. Saremo cresciuti insieme ma adesso la nostra casa sarebbe di sicuro più vuota. - stavo per replicare ma lui continuò - anche per quello che ho detto su Henry e la tua decisione di darlo in adozione devo chiederti scusa. Neal è stato un amore davvero importante per te e Henry è il frutto di questo amore. Non si trova l’amore a un’età prestabilita: succede e basta. A te è successo forse precocemente ma il frutto di quell’amore è stata la nostra salvezza Emma. Senza Henry non saprei di essere padre di una ragazza così bella, coraggiosa ma soprattutto speciale. Scusami per tutto tesoro, scusaci per tutto... forse non adesso ma forse un giorno ci perdonerai.
Finalmente mise fine a quell’incessante fiume di parole. Non volevo affrontare quell’argomento, era una cosa che sul serio mi faceva male, ma ormai eravamo in ballo quindi tanto valeva liberarsi di quel macigno che per anni mi sono sempre portata dietro. 
  • La verità? Beh la verità che per alcune cose vi ho già perdonato. sono arrabbiata questo lo ribadisco, ma vi ho perdonato... in fondo lo so che non lo avete fatto con cattiveria - parlavo della situazione della mia bambina naturalmente. - Per le parole usate come vi ho già detto siamo pari, tutti noi ci siamo andati giù pesante ma una cosa che proprio non sono riuscita ancora a perdonarvi e non so se mai lo farò è il fatto che mi abbiate fatta crescere da sola. Io ho fatto il vostro stesso errore e non mi sono mai perdonata di averlo fatto e se un giorno Henry verrà da me e mi confesserà una cosa del genere non potrò di certo biasimarlo perché so cosa significa trovarsi dall’altra parte. Lo so che lo avete fatto per me, per darmi un futuro migliore, per salvarmi da quella che poteva essere una morte certa ma questo non basta. Vedo i miei bambini crescere giorno dopo giorno, li vedo fare scoperte, mettersi nei guai e mi chiedo come abbiate fatto a rinunciare a tutte queste emozioni. Vedo Neal crescere con voi e penso a quanto sia stato fortunato.
  • Emma noi...
  • Io vi considero i miei genitori al 100%, vi ho cercato per 28 lunghi anni e ora che vi ho trovato non intendo assolutamente rinunciare a voi... però sarò onesta: nella nostra relazione genitore/figlia c’è una lacuna di ben 28 anni e quelli mi dispiace dirlo, per tutti gli sforzi che state facendo e farete, non verranno mai recuperati. - ok lo avevo detto... finalmente ero riuscita ad aprire il mio cuore con loro. Avrei voluto parlare con loro e togliermi questo macigno dal petto già qualche anno fa ma non ho mai trovato le parole adatte e sopratutto non ho mai trovato il contesto giusto e il coraggio di farlo.
  • Non c’è bisogno che tu dica altro, sappiamo che ti abbiamo negato il nostro amore per parecchi anni e che questi anni non torneranno mai indietro ma ti assicuro che l’amore che ci lega a te è più forte di qualsiasi altra cosa al mondo. Sei la nostra figlia speciale Emma, la figlia persa e poi ritrovata... Noi ti amiamo in maniera smisurata e anche se tu non ci perdonerai mai per tutto quello che ti abbiamo fatto vivere sappi che questo sentimento per noi non cambierà mai. Ti vogliamo bene tesoro. - scoppiammo a piangere tutti e tre come dei bambini tutti e ci unimmo in un un solidare abbraccio. La nostra “piccola” faida familiare era ufficialmente conclusa. Sono bastate quelle tre paroline finali a farmi sciogliere del tutto, quelle tre paroline magiche che da piccola sognavo in continuazione mi venissero dette.
È stato davvero orrendo litigare con loro... ho in parte rivissuto il fattore abbandono con questa discussione ma una cosa è certa: è stata indispensabile. Ci ha fatto dividere per qualche giorno ma posso dire con certezza che ci ha legato per tutta la vita.
 
Note dell'autore:
Mi scuso con tutti voi per la lunga attesa di questo capitolo. Sono stata molto impegnata con il lavoro e a seguire sono partita per 15 giorni. Ora che le vacanze sono ufficiamente finite mi sono rimessa al pc e ho concluso il capitolo che avevo lasciato incompleto. Spero che l'attesa ne sia valsa la pena ma se così non fosse sappiate che ci sono in serbo altri capitoli davvero ricchi di emozioni. Buona lettura e a prestissimo. Ciaoooooo 

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Capitolo 76
*** Madre surrogata ***


 
POV REGINA
La mattinata era iniziata davvero male: la sveglia non aveva suonato, l’acqua della doccia era tutto fuorché calda e come se non bastasse durante il tragitto verso New York bucammo una ruota e fummo costretti a fermarci per ripararla. Se nel giro di due ore si era venuto a creare tutto quel putiferio cosa sarebbe accaduto entro la fine della giornata? Di sicuro nulla di buono ma preferivo non pensarci, avevo troppe cose da fare ed eravamo decisamente in ritardo. Come mai ero in viaggio verso New York? Forse sarà meglio partire dall’inizio...
All’incirca un paio di settimane fa, mentre ero di ritorno da lavoro, ho avuto un piccolo incidente stradale. Nulla di grave fortunatamente, solo un colpo di frusta, un trauma cranico e qualche escoriazione qua e là, ma Emma, colei che ha rilevato l’incidente, ha ben pensato, quando ha chiamato l’ambulanza, di farmi trasferire all’ospedale di New York senza prendere minimamente in considerazione Quello di Storybrooke. Ho provato a far valere la mia opinione, stavo bene sul serio, ma lei non ha voluto sentire ragioni. “Non mi fido di quel medico strampalato!” ha detto riferendosi a Whale ed ecco spiegato come mai ero in viaggio, insieme a mio marito, verso la grande mela: dovevo sottopormi ad una visita di controllo. Impiegammo più di due ore per cambiare la ruota, purtroppo quella di scorta non era nel bagagliaio come credevamo, Ronald a quanto pare, ma questo lo scoprimmo solamente dopo, aveva sostituito già una ruota alla macchina ma si era ben riguardato da avvisarci: aveva paura che suo padre lo avrebbe sgridato per bene perché quel giorno, non solo aveva bucato ma aveva anche tamponato un’altra auto causandogli all’incirca ottocento dollari di danno. Ha usato i suoi fondi universitari per farla aggiustare e anche questo gli causerà qualche strigliata. Una volta giunti a destinazione venni condotta in pronto soccorso per le analisi dopodiché venni mandata direttamente su in reparto. Il dottore era già arrivato ma stava visitando un’altro paziente. Attesi li una mezz’oretta poi fu il nostro turno. Robin entrò con me.
Il medico visionò le mie analisi, comparandole con quelle vecchie, dopodiché mi sottopose ad una visita accurata e al termine di quest’ultima affrontammo il colloquio finale.
  • dunque signora Mills dalla visita effettuata e dalle analisi odierne posso comunicarle con estremo piacere che è ufficialmente guarita. I valori sono tutti nella norma e durante la visita non ho riscontrato alcun tipo di anomalia. Procederei alla chiusura della sua cartella clinica ma prima, se lei me lo consente, vorrei farle una domanda.
  • Certamente, dica pure.
  • se non ricordo male al nostro primo incontro, durante l’anamnesi, lei mi ha rivelato di non essere in stato di gravidanza in quanto affetta da sterilità. Mi domandavo, siccome era molto giovane quando le hanno diagnosticato questa cosa, se ha fatto ulteriori accertamenti con il passare degli anni o se ha lasciato correre.
  • Non ho più toccato l’argomento da quel giorno e scusi se le sembrerò scortese ma preferirei continuare a non parlarne. - che siano passisti anni o meno non fa alcuna differenza. È un capitolo della mia vita troppo doloroso e non avevo alcuna intenzione di parlarne.
  • Mi scusi lei signora avrei dovuto immaginare che fosse un tasto delicato. - disse leggermente in imbarazzo - Le ho fatto questa domanda solamente perché andando avanti con gli anni sono state fatte indagini e scoperte nuove tecniche per aumentare la probabilità dei concepimenti; pensavo che magari... - ancora che continuava? - beh si! Perché non sottoporsi ad analisi più approfondite per avere un quadro più completo della situazione?
  • Forse non mi sono spiegata bene: non ho alcuna intenzione di...
  • Aspetta un attimo tesoro- mi interruppe Robin poggiando una mano sulla mia gamba per poi rivolgersi al medico - Lei crede che potrebbe esserci una remota possibilità? - Quella domanda fu come una coltellata in pieno petto. Eravamo sposati da parecchi anni ormai, i bambini di “casa” erano tutti cresciuti e il desiderio di un piccolo cucciolo da crescere insieme aumentava sempre di più giorno dopo giorno. Robin conosceva perfettamente la mia situazione, non è mai stato un problema per lui e abbiamo pensato, proprio per realizzare questo nostro desiderio, di fare domanda d’adozione. Io non vedo alcuna differenza tra un figlio adottivo e uno biologico e credevo che anche per mio marito fosse così, ma nel sentirlo pronunciare quella domanda in quella maniera così carica di speranza e sentimento mi ha fatto capire che forse per lui una differenza, seppur piccola, c’è. Forse non è poi così vero che per lui non ha alcuna importanza se non posso avere figli...
  • Non voglio dare false speranze a nessuno ma i valori di queste analisi dicono che... - analisi?
  • Quale analisi mi scusi? - chiesi non capendo. Avevo fatto solamente delle banalissime analisi di routine quella mattina... a che tipo di analisi di stava riferendo?
  • Quelle ormonali signora Mills. Ecco vede - mi fece vedere il foglio con i valori a cui si stava riferendo - queste tre voci che vede qui fanno parte della cerchia delle analisi di tipo ormonale. Se legge bene i valori che sono riportati su questa voce può constatare che...
  • Aspetti un secondo! - lo fermai senza neanche dargli modo di terminare la frase - con questo lei mi sta dicendo di avermi sottoposta a delle analisi che non erano previste?
  • Io...
  • Lei mi ha seriamente sottoposta ad accertamenti non acconsentiti? - non avevo dato l’ok a nessun tipo di accertamenti extra pertanto non era suo diritto prendere l’iniziativa. Il suo comportamento poco professionale meritava una denuncia e di sicuro avrei provveduto ad andare in caserma non appena fossi uscita da lì. Invasioni della privacy... quella era una chiara invasione della mia privacy e pertanto bisognava prendere provvedimenti.
  • Signora Mills si calmi la prego io...
  • Mi calmo???? Mi calmo dice??? Ma si rende conto che lei ha appena invas....
  • Io non ho fatto nulla signora Mills deve credermi! Le analisi che le sono state fatte sono le classiche analisi di routine, ne più ne meno. Sono le stesse che ha fatto anche nei controlli precedenti. - certo... e io ero alta, bionda con occhi azzurri - Non mi permetterei mai di invadere la sua privacy deve credermi... ne risentirebbe il mio lavoro.
  • Se davvero è vero quello che mi sta dicendo mi dica l’utilità di quel tipo di analisi allora! - domandai sempre più convinta che avesse richiesto più del dovuto per il solo scopo di soddisfare la sua sete di sapere.
  • Siamo obbligati a fare questi accertamenti per verificare in primo luogo se il paziente è in stato interessante ma anche per escludere altre patologie. In gravidanza è sconsigliato fate tac, risonanze e una lunga serie di altri accertamenti che ora non sto qui ad elencare... è nostro dovere pertanto escludere la cosa prima di sottoporre il paziente e il feto a dei rischi inutili. È questo il motivo per cui le sono state effettuate queste analisi, nonostante nella sua anamnesi c’è una diagnosi di sterilità è comunque un nostro dovere escludere la cosa. - ok forse mi ero scaldata più del dovuto ma non potevo farci nulla: quello era un argomento taboo.
  • Tornando alle sue analisi: ci stava dicendo? - nonostante la mia sfuriata Robin e quel dottorino continuarono imperterriti a parlare di me. Mi sarei dovuta arrabbiare ulteriormente ma evitai di farlo: in fondo avevo appena fatto una figuraccia... era meglio non replicare.
  • Beh... da qui non si vede poi molto, potrei di conseguenza anche sbagliare, ma direi che una piccola attività a livello ormonale c’è ancora; pertanto vi consiglierei di fare ulteriori accertamenti e verificare con mano la cosa. Chissà magari se giochiamo bene le carte a breve potreste av...
  • NO! - esclamai bruscamente interrompendolo. Non volevo neanche sentire quello che aveva da dire: immaginavo già quale potesse essere la conclusione della frase e non ero assolutamente intenzionata ad ascoltarla. - Non c’è alcun bisogno di sottoporsi ad altre visite. - mi alzai in maniera per nulla aggraziata e feci cenno a Robin di fare altrettanto. Eravamo rimasti anche fin troppo tra quelle quattro mura. - Andiamo dai!
  • Ma tesoro aspetta un attimo il dottore ha detto...
  • HO DETTO NO OKKKKKK????? - solamente dopo aver dato fiato alla bocca mi resi conto di aver appena risposto male a mio marito. Abbassai lo sguardo pentita e prontamente mi scusami. Me l’ero presa con lui ma lui non centrava nulla in realtà. - io... io non volevo, mi dispiace.
  • Ma figurati tesoro! - mi rispose accarezzandomi la guancia e voltandosi in direzione del dottore - mi scusi... - gli disse - Le dispiacerebbe lasciarci soli per quale minuto? Avrei urgenza di parlare privatamente con mia moglie- A quella richiesta l’uomo annuì e senza aggiungere altro ci concesse la nostra privacy. Ci fu un attimo di silenzio, un silenzio imbarazzante oserei dire, ma poi Robin si fece coraggio e prese la parola.
  • Non voglio assolutamente farti arrabbiare amore ma mi piacerebbe parlare di quello che è appena successo. - disse con toni gentili.
  • Mi sono già scusata mi sembra! - ero già sulla difensiva - Non meritavi che ti rispondessi in quel modo... -stavo cercando modo e maniera di evitare l’argomento.
  • Non voglio le tue scuse, non hai alcun motivo di scusarti con me, vorrei semplicemente sapere cos’è che ti preoccupa tanto nel dover fare un’ulteriore esame.
  • Sul serio me lo stai chiedendo? - possibile che non ci arrivasse da solo?
  • Beh... magari se me lo dici potrei trovare un modo per aiutarti.
  • Non puoi purtroppo... - respirai profondamente cercando di prendere tempo - vedi Robin.... io ti amo, ti amo più di ogni altra cosa al mondo insieme ad Henry e Roland e niente mi renderebbe più felice che allargare la nostra famiglia, ma guardiamo in faccia la realtà: questo non avverrà mai in maniera biologica.... è anche per questo che siano in lista di adozione no?
  • Si... però lui ha appena detto che...
  • che delle stupide analisi riportano uno stupido, piccolo, impercettibile numero insignificante.
  • Sarà anche insignificante come dici tu ma c’è! c’è una remota possibilità! Perché non dovremmo tentare? - Che dire... sono sempre stata una persona caratterialmente forte, non c’è nulla che mi spaventi... nulla tranne una cosa: l’idea che il mio uomo non mi accetti totalmente per via di quello che ho fatto al mio corpo anni fa e decida di conseguenza di lasciarmi in quanto non sono in grado di regalargli una famiglia. Robin non mi ha mai dato modo di temere questo ma quel giorno, nel vederlo così propenso a tentare l’impossibile, una piccolo dubbio mi ha sfiorato la mente facendomi letteralmente tramare di paura. Non risposi alla sua domanda, avevo il magone in gola... il solo pronunciare una parola mi avrebbe portato ad un pianto isterico e carico di nervosismo. Non volevo piangere davanti a lui, non volevo farmi vedere debole ma bastó che mise una mano sulla mia spalla per mandare a quel paese tutti i miei buoni propositi. Senza volerlo mi ritrovai a piangere come una bambina. - Ehi.... ehi tesoro va tutto bene, non fare così! - provò inutilmente a consolarmi. - ti prego amore... non voglio vederti piangere. - non aggiunse altro, sapeva che non sarebbe servito a nulla, mi strinse a se e aspettò pazientemente che mi calmassi da sola. Mi occorsero una manciata di minuti ma mi riuscii a riprendere, per quel che si può, abbastanza velocemente.
  • Perché? Perché non dirmelo subito... perché aspettare tutti questi anni? - era un pensiero il mio... un pensiero che purtroppo elaborai a voce alta. - mi guardò interrogativo, non capiva di cosa stessi parlando. Come dargli torno... non avevo neanche avuto il coraggio di aprirgli il mio cuore... - ho sempre pensato che stessimo bene io e te da soli, che a parte Henry e Roland non avevamo bisogno di altro... che sciocca che sono stata vero? Il desiderio di un bambino prima o poi arriva sempre...
  • E presto ne avremo uno tutto nostro. Sono mesi che siamo in lista, sono sicuro che ci chiameranno prestissimo. - mi abbracciò - È per questo che hai avuto questo crollo emotivo? Hai paura che l’adozione non vada a buon fine?
  • Non sto parlando dell’adozione Robin ma di quel desiderio che ti sta accecando gli occhi. - continuava a guardarmi confuso. - Non hai ancora capito vero? Sto parlando del tuo desiderio sfrenato di voler a tutti i costi un figlio nostro... biologicamente nostro. - specificai - Lo so che il diventare genitori è una specie di istinto primordiale innato che prima o poi emerge in ciascuno di noi, ma pensavo che avessi accettato il mio problema... pensavo che desiderassi come me adottare un bambino invece...
  • Regina co... cosa stai dicendo si può sapere? Stai vaneggiando te ne rendi conto?
  • Tu non vuoi adottare un bambino per allargare la famiglia Robin... tu vorresti riuscire a concepirne uno. - dissi senza girarci più in torno - Di la verità: hai detto di sì al fatto dell’adozione solo per farmi contenta vero? Perché non dirmelo, perché far fin...
  • Spero tu stia scherzando! - divenne improvvisamente serio. - sono stato io a proporti la cosa fino a prova contraria, se non fossi stato d’accordo pensi davvero che te lo avrei proposto? - domandò quai offeso dalle mie parole.
  • E allora perché! Spiegami! Perché accanirsi così nel voler provare a tutti i costi limpossibile è?
  • Perché ti amo okkkkkk??????? Si, ti amo e se c’è anche solo una minima possibilità di riuscita vorrei tentare. Se sarà un no non sarà di certo un problema per me, conosco bene la situazione ma perché sprecare l’opportunità? Desideri diventare madre, ti si legge in faccia, perché non provarci fino in fondo.
  • Sei contraddittorio.... - gli feci notare. Non aveva importanza ma allo stesso tempo voleva tentare il tutto per tutto... non aveva senso.
  • Non sono contraddittorio... ho il piacere di allargare la famiglia con te e non mi interessa come questo avverrà, dico solo che a tentare non ci si rimette nulla. Se non verrà adotteremo ma se riusciremo nell’impresa non solo cresceremo il frutto del nostro amore ma perché no... potremmo comunque adottare un’altro bambino. Nessuno ci impedisce di farlo.- prese una pausa - Senti Regina, non lo sto facendo solo per me, lo faccio in primo luogo per te! Guardiamo in faccia la realtà! Stai dicendo no solo per paura... per paura che i risultati siano negativi. Dentro di te ci stai sperando anche tu solo che non riesci ad ammetterlo per paura di una sconfitta. - le sue parole mi colpirono... aveva ragione: avevo paura. Paura di aggrapparmi con tutte le forze ad una cosa che molto probabilmente non sarebbe arrivata mai....Ho tanto criticato Robin per la sua insistenza ma forse avrei dovuto criticare me stessa: stavo scappando... stavo scappando dalla possibilità di essere doppiamente felice. Ero già felice, Henry è stata la cosa più bella ottenuta dalla vita, lo considero mio figlio a tutti gli effetti anche se non sono biologicamente sua madre; sono già la donna più fortunata del mondo ad averlo nella mia vita ma sarei stata doppiamente fortunata se fossi riuscita a mettere al mondo anche il frutto dell’amore mio e di Robin. Forse aveva ragione lui, forse tentare era la soluzione migliore anche perché, se non lo avrei fatto.... beh credo proprio che me ne sarei pentita per tutta la vita a prescindere dal risultato finale.
  • D’accordo ho paura! È vero.... ma credo che sia normale averne non credi? Sarei una stupida a dire che non mi piacerebbe avere un figlio da te ma che succede se poi questo non avverrà? Adotteremo è vero ma dentro di me rimarrebbe comunque quel senso di fallimento. Mi sentirei un difetto verso di te e...
  • E dovresti seriamente pensare un po’ di meno! - mi prese in giro cercando di strapparmi un sorriso. - non devi sentirti in difetto di nulla con me. Non mi hai mai tenuto all’oscuro del problema, conosco perfettamente la situazione e l’ho accettata. Sul serio Regina, per me non cambierebbe nulla se i risultati fossero negativi, so che c’è un’alta probabilità che sia così, non mi sto illudendo se è questo che pensi. Mi piacerebbe tentare ugualmente però perché un conto è non poter avere bambini, un conto è sprecare una possibilità! - più parlava e più mi rendevo conto di quanto avesse ragione, non tentare era semplicemente sprecare un’opportunità. In fondo la mia vita sarebbe andata vanti allo stesso modo di sempre se avessi ottenuto un risultato negativo quindi perché non provare a cambiare la storia della regina cattiva? Dopo un’accurata decisione concordai con Robin che quella era la strada giusta da percorrere, non sarei stata da sola questa volta, l’avremmo affrontata insieme e di conseguenza non dovevo avere paura di nulla. Richiamammo il dottore in stanza, il quale era stato davvero molto gentile e paziente a lasciarci del tempo per pensare e firmammo i moduli di consenso per le analisi che ci aveva consigliato. Per i risultati ci sarebbero volute 24h ma tra l’ansia di sapere e le continue paure che ogni tanto tornavano a galla, tornare a Storybrooke era decisamente fuori discussione. Avvertii Emma con la quale ultimamente, per via della partenza di uncino, trascorrevo tutti i pomeriggi per non lasciarla sola ai suoi pensieri e decidemmo di restare una notte a New York. Passammo un bel pomeriggio e una magnifica serata nonostante l’ansia; ero ansiosa di conoscere il risultato delle analisi ma al tempo stesso avevo paura e avrei voluto ritardare il più lontano possibile l’incontro con il dottore. Purtroppo o per fortuna il tempo sembrò volare ed ecco che il mattino seguente ci ritrovammo nuovamente in ospedale.
  • Bene... eccoci qui! - ci disse rivolgendosi un gran sorriso una volta averci fatto accomodare. Stavo letteralmente ballando sulla sedia, non potevo pazientare oltre. Avevo assolutamente bisogno di sapere. - Non starò qui a perder tempo con i convenevoli, andrò direttamente al punto che ne pensate? Vi vedo abbastanza tesi. - Ci limitammo semplicemente ad annuire, aveva centrato a pieno il nostro stato d’animo. - Come vi accennavo già ieri dalle analisi effettuate intravedevo un piccola attività ormonale in corso. Non era di certo un numero particolarmente rilevante ma era pur sempre qualcosa e per tanto andava approfondito. - non aveva detto che non doveva girarci attorno? - Dalle analisi specialistiche a cui l’ho sottoposta signora Mills sono emerse un paio di cose. Come mi ha precedentemente accennato ha avuto un grave incidente da ragazza, beh purtroppo a causa di questo incidente a quanto pare le probabilità che lei riesca a rimanere incinta sono dello 0%. Lo sospettavo in effetti... - quelle parole mi uccisero. pensavo di essere pronta a questo, in fondo lo sapevo già, era una vita che convivevo con quel macigno sul petto, eppure sentirselo dire ancora una volta fu un’enorme dispiacere... forse ancor più grande di quando accadde il fattaccio. Il fatto poi che me lo disse così, come se fosse la cosa più normale di questo mondo mi destabilizzò ancora di più. Se per lui non era un mistero questa cosa perché diamine aveva insistito per sottopormi a quegli accertamenti?
  • Quindi.... quindi ci sta dicendo che non si può fare nulla vero? - chiese Robin al posto mio capendo che non avevo alcuna intenzione di fare domande. - Se lo immaginava già per quale motivo ha sottoposto mia moglie a questo genere di accertamenti? - sembrava apparentemente calmo ma potevo leggerlo attraverso il tono delle sue parole: era arrabbiato... era arrabbiato quanto me per quella risposta. Come immaginavo ci aveva semplicemente illuso...
  • Sospettavo dei danni a cui non si può porre rimedio questo è vero, ma i miei accertamenti erano per un altro motivo e infatti hanno evidenziato altro oltre a quello che già sapete. Vede signora Mills come le ho detto, ma come anche già sa, a livello fisico ci sono vari danni che hanno compromesso in lei la capacità di restare incinta, ma al tempo stesso, come immaginavo leggendo le sue precedenti analisi, c’è ancora attività a livello ormonale. Gli accertamenti hanno confermano che due o tre ovuli sono ancora vitali e di conseguenza, anche se molto piccola, c’è ancora una percentuale di riuscita.
  • Co... come ha detto scusa? - il mio cuore a quelle parole sobbalzò. Non ero stata più attenta a cosa stesse dicendo dopo la frase 0% di possibilità ma quel l’ultima frase risuonò forte e chiara alle mie orecchie. Mi stava forse prendendo in giro? - Non... non capisco... - risposi in un sussurro per poi lasciare continuare Robin.
  • Cosa significa questo? Tre secondi fa ci ha detto che lei non può...
  • Sua moglie non può restare incinta nella maniera tradizionale ma questo non significa che voi non possiate avere un bambino biologicamente vostro. Alcuni suoi ovuli si sono salvati e sembrano apparentemente sani. Potremmo pertanto procedere con una fecondazione in vitro, e servirci di una madre surrogata per portare avanti la “vostra” gravidanza.Non sarà sua moglie a portare in grembo vostro figlio ma sarà comunque concepito da voi due.
  • Cioè mi spieghi meglio: il figlio che nascerà sarà mio e di Regina o centra qualcosa anche questa madre.... com’è che l’ha chiamata? Su... sul.... surrogata! - sapevo benissimo di cosa stesse parlando il dottore ma a quanto pare Robin, originario di una foresta e non ancora pienamente addentrato nel nostro mondo, era rimasto alquanto arretrato.
  • Sarà vostro figlio al 100%! - rispose sorridendo. Lo so a cosa stava pensando: “possibile che oggigiorno non si sappia cosa sia una fecondazione in vitro o una madre surrogata?” Beh.... paragonandolo al fatto che ad oggi ancora non si sa che le favole non sono semplici favole ma storie realmente vissute direi di si....
  • E che razza di stregoneria è mai questa! - continuò Robin, stupito, beccandosi una gomitata tra le costole da parte mia. Non era di certo quello il momento di farsi sgranare.
  • Non è magia Signor Hood, è scienza! Feconderemo l’ovulo di sua moglie con il suo spermatozoo direttamente in laboratorio e poi procederemo a impiantare l’embrione formato da questa unione nell’utero della donna che sceglierete come madre surrogata.
  • Quindi in pratica questa donna non avrà nulla a che fare con nostro figlio giusto? Non avrà alcun diritto su di lui dopo la nascita ho capito bene? - domandò ancora incredulo dalla spiegazione appena ricevuta.
  • Esattamente! - vidi il suo volto passare dallo stupore alla felicità più totale. Non vedevo i suoi occhi brillare così da molto tempo e la cosa mi fece tremare un po’.
  • Regina hai sentito? Avremo un figlio! Avremo un figlio nostro!!!!! - ero un mix di emozioni in quel momento, ero incredula, entusiasta e spaventata allo stesso tempo. Sapevo che non sarebbe stata affatto una passeggiata,anzi... non sempre la fecondazione in vitro ha esiti positivi, non sempre la donna riesce a portare avanti la gravidanza... nel mio caso erano pochi gli ovuli vitali quindi avevano a disposizione pochissimi tentativi. Robin a differenza mia non conosceva esattamente tutte le procedure e vederlo gioire così, convinto di aver realizzato un sogno mi fece male. Accantonai ogni mia emozione e cercai di spiegargli il tutto. La sua felicità si ridimensionò capendo che c’era un buon margine di non riuscita ma al tempo stesso non perse la speranza nei suoi occhi. “Io e te avremo il nostro bambino!” Mi disse con fare sicuro “io e te otterremo il nostro lieto fine”. Lo strinsi e lo baciai non curante che in stanza con noi ci fosse il medico. Io e mio marito stavamo per dare il via alla battaglia più importante della nostra vita. Non sapevano a quali ostacoli saremmo andati in contro durante questo cammino ma una cosa era certa: come ogni precedente battaglia avremmo vinto noi.
  • Emh... scusate - ci richiamò all’ordine il medico. Che gran figura di.... - a quanto ho potuto vedere deduco che siate disposti a fare un tentativo giusto? - ero rossa in viso per la vergogna, non era da me esibirmi in pubblico in quel modo ma cosa potevo farci se ero felice?
  • Assolutamente si, vogliamo tentare il tutto per tutto! - rispose Robin parlando anche per me.
  • Bene... ho qui una lista delle possibili madri surrogate, potete prendervi qualche tempo per decidere e...
  • Non ce ne sarà bisogno! So già chi è la donna perfetta per portare a termine questo lavoro.
***
  • allora, adesso che siano soli, vorresti gentilmente illuminarmi? - chiese Robin mentre eravamo in viaggio verso Storybrooke - perché non hai voluto prendere in considerazione la lista che ci ha gentilmente concesso il dottore?
  • Sveglia Robin! Forse perché nessuna di loro fa al caso nostro? - possibile che non ci arrivasse?
  • E scusami se mi sfugge l’ovvio ma.... da cosa lo deduci?
  • Ma davvero non ci arrivi? - scossi la testa rassegnata - nel caso te ne fossi dimenticato io ho la magia! Se questa gravidanza andasse in porto, le possibilità che nasca un bambino con poteri magici sono assai elevate. Nessuna di quelle donne, vivendo nel mondo reale, ha poteri magici o conosce l’esistenza della magia, pertanto siamo costretti ad escludere la cosa a priori. E poi come ho già detto poco fa ho già la donna perfetta per portare avanti questo compito.
  • E chi sarebbe? La cosnosco?
  • La conosci molto bene: è Emma!
  • Emma! La nostra Emma? Emma Swan? - ok era ufficiale, la notizia della possibile paternità gli aveva fritto il cervello.
  • Quante altre Emma conosci? Certo che parlo della nostra Emma!
  • E pensi che ci aiuterà?
  • Ne sono sicura! Io e lei ci siamo odiate agli inizi ma abbiamo trasformato l’odio l’una per l’altra in qualcosa di speciale... unico oserei dire. Da quando è nata la nostra amicizia non abbiamo fatto altro che sostenerci e aiutarci a vicenda. Era con me quando ho sconfitto la mia metà malvagia, ero con lei quando ha perso il suo uomo... ci siamo sempre spalleggiate l’un l’altra, questa volta non sarà diverso. - feci una pausa - E poi lei ha già avuto altre gravidanze, le ha portate tutte a termine eccetto una, sa già quello che deve aspettarsi. Non è come chiederlo ad una novellina.
  • I suoi bambini sono tutti cresciuti ormai, pensi davvero voglia rimettersi in pista tra nausee, visite specialistiche e sopratutto che voglia affrontare nuovamente la questione parto? C’ero quando è nato Roland e posso assicurarti che per Marian non è stato affatto piacevole.
  • So cos’è un parto non sono mica stupida e poi se parli così di Emma è evidente che non la conosci affatto! Io la conosco perfettamente a differenza tua e posso dirti con assoluta certezza che non si tirerà indietro, Emma ci aiuterà. - credevo di conoscere sul serio la mia migliore amica ma a quanto pare mi sbagliavo. Qualche giorno dopo, mentre eravamo da Granny per un aperitivo, mi resi conto di non conoscerla affatto. A quanto pare Robin aveva ragione.
  • Allora??? Qual’è la cosa di cui dovevi assolutamente parlarmi di persona che non poteva aspettare? - mi chiese non appena ci sedemmo a tavola. Non aveva la che ben minima voglia di uscire quella mattina, diceva non sentirsi tanto bene ma io sapevo che era solo una scusa... ultimamente la utilizzava spesso. Stava male per via della lontanza di Uncino e di conseguenza si stava isolando. Farla uscire di forza non era solamente un pretesto per parlarle di me ma anche per aiutarla a superare le sue pene d’amore.
  • Prima parliamo di te! Come ti senti?
  • Prossima domanda? - rispose ironicamente per poi distogliere lo sguardo da me e giocherellare con una bustina di zucchero. Quando fa così vuol dire che la turba qualcosa ma non vuole ammetterlo.
  • Che c’è Emma! Ti si legge negli occhi che qualcosa non va. - alzò il sopracciglio come a volermi dire: “non ti sembra ovvio?” - È per uncino non è vero? - il suo silenzio fu come una conferma. - Lo hai sentito oggi? Che dice?
  • Cosa può dire secondo te? Che gli manco, mi ama e non vede l’ora di vedermi. - rispose con entusiasmo pari a zero.
  • E lo dici così? Il tuo uomo ti dice che ti ama e tu non sei contenta? - certe volta era davvero difficile capire cosa passasse per la sua testa.
  • Ma certo che sono contenta ma sono stufa di sentirmi dire sempre le stesse cose... mai una volta che chiamasse per dirmi “ tesoro preparati che sono di ritorno.” Mi sono stufata di questa situazione Regina, non mi basta più un “ci vediamo presto” io lo voglio qui e lo voglio qui adesso. Non... non posso aspettare. non più.
  • Quanto manca al suo ritorno? - sarebbe stato fiori un mesetto all’incirca e erano già passate due settimane e mezzo dalla sua partenza. Pur sapendo già la risposta feci ugualmente la domanda, volevo farla parlare un po’, ma mai mi sarei aspettata di vederla sull’orlo di una crisi di pianto. Emma Swan non fa trasparire le sue emozioni così facilmente e sopratutto non le fa trasparire in pubblico. La vidi respirare profondamente e lo capii che avevo appena toccato un’argomento scomodo. - Emma, Emma tranquilla non devi rispondermi per forza se non vuoi. - forse il mio tentativo di farla stare meglio era pietosamente fallito. - cambiamo argomento ok? Ti piacerebbe sapere cos’ho di tanto importante da dirti? - ci mise un po’ a rispondermi, stava cercando di far rientrare il pericolo lacrime, ma non appena si fu leggermente ripresa annuì e lasciò a me la parola: era il momento della verità. - Beh... sai già che sono andata a New York per la visita di controllo e sai anche che mi hanno considerata guarita al 100%, quello che non ti ho detto però è che... - andare al sodo o girarci intorno? Quella era la domanda che mi stava affliggendo. Non volevo sbatterle in faccia la mia felicità in un momento per lei difficile ma non volevo neanche ammorbarla con inutili giri di parole. Cosa avrei dovuto fare? Beh ragionandoci arrivai alla conclusione che la notizia in un modo o nell’altro le andava data, tanto valeva essere diretti. - beh... ho fatto degli accertamenti fuori programma ed hanno portato alla conclusione che con un po’ di fortuna posso avere un figlio biologicamente mio. - ecco lo avevo detto. Ora mancava solamente la parte più difficile di tutte ovvero chiederle aiuto.
  • Ah ok.... - disse in un primo momento senza neanche guardarmi in faccia. Non si scompose minimamente e stavo per rimanerci seriamente male per il suo menefreghismo ma poi la vidi sbarrate gli occhi e guardarmi incredula esclamando un: “COSAAAAAAAAAAA?!?!?” E li capii che la notizia le era giunta alle orecchie con un leggero ritardo. - Co... Coooooosaaaaa??? Ti... ti dispiacerebbe ripetere? - avevo finalmente la sua più completa e totale attenzione, ero riuscita addirittura a farle dimenticare momentaneamente il suo adorato Jones.
  • C’è una possibilità che io riesca a concepire un figlio tutto mio. O meglio... - era giunto il momento di informarla anche dell’altra parte della notizia. Peccato che mi anticipò.
  • Mah... mah è... È UNA COSA FANTASTICA REGINA!!!!! - corse ad abbracciarmi - O MIO DIOOOOO! O MIO DIOOOOOO! O MIO DIOOOOOOOOOO! SONO COSÌ FELICE PER TE! Lo sapevo! Lo sapevo che prima o poi avresti ottenuto il tuo lieto fine! - non vedevo un sorriso sul suo volto da parecchi giorni ormai, ero felice di esserne riuscita a strappargliene uno. - Robin? Cosa ne pensa Robin? È felice vero? Avete già iniziato a... si beh hai capito no? A metterlo in cantiere? - mi diede una gomitata sorridendo maliziosamente. Incredibile come le fosse cambiato l’umore.
  • Beh Robin è più felice di me direi - risi - è al settimo cielo solo che... beh Emma vedi, non ti ho ancora detto una cosa: posso tentare ad avere un bambino biologicamente mio ma non con i mediti tradizionali. La pozione che ho bevuto in passato ha compromesso il mio sistema riproduttivo pertanto non posso portare avanti la gravidanza. Il dottore ci ha consigliato di procedere con una fecondazione in vitro e di affidarci ad una madre surrogata che avrà il compito di portare avanti la gravidanza al posto mio.
  • Mi sembra un’ottima alternativa! - rispose prontamente - si, la gravidanza può essere bella per certi punti di vista ma è anche molto stressante credimi... nause di giorno, nause di notte, nause perenni.... per non parlare delle continue analisi, visite, il dover mangiare sano, il sentirsi stanchi, goffi... ingrassare a dismisura riducendo il tuo corpo come mai avresti creduto e poi il parto che lo dice la parola stessa quello che può essere. Te lo assicuro Regina non è niente di...
  • Ok ok ok, credo di aver afferrato il concetto! - dissi ironica ma spaventata allo stesso tempo. In mezzo secondo aveva distrutto tutto quello che di meraviglioso avevo sentito dire sulla gravidanza e la cosa mi spaventò parecchio. E se non avesse voluto aiutarmi? Ma noooo, lei è Emma Swan, la mia amica... non si tirerebbe mai indietro.
  • Dai che scherzavo.... cioè non esattamente ma ho ingigantito un po’ la cosa - sorrise anche se quel sorriso nascondeva non so che di misterioso - non preoccuparti di non essere tu a portare avanti la gravidanza, l’importante è che tu realizzi il tuo sogno e credimi Regina, sono sicura che ci riuscirai al più presto. - tornò a sedersi al suo posto - Voglio assolutamente sapere i dettagli! Sai già chi è la donna che avrà il privilegio di portare in grembo mio nipote? Devo fare quattro chiacchiere con lei sull’essere responsabile durante tutta la gestazione e sopratutto devo conoscerla bene per poter spupazzare il mio nipotino come si deve! - A quelle parole ricordo di aver pensato “avanti Regina:ora o mai più”
  • Ehm... Emma?!?! Ha proposito di questo...
  • Ancora non hai preso una decisone.- alzò gli occhi per aria - Cosa stai aspettando è?
  • stai sbagliando! In realtà ho trovato la persona perfetta è solo che...
  • Solo che? Aspetta non dirmelo! Non mi piace la persona in questione ho indovinato?!?! - la vidi pensarci su e successivamente guardarmi sconvolta. Che avesse capito? - No! Non mi dire.... non dirmi che è Zelina! Regina come... - certo che il suo super potere delle volte fa davvero schifo! - Come puoi pensare che sia lei la persona perfetta per questo compito è ? È esattamente l’opposto fidati: non è per niente adatta a portare avanti la tua gravidanza... come accidenti ti è venuta in mente una cosa del genere è? - Killian doveva tornare a casa il più presto possibile! Quella ragazza aveva urgente bisogno di passare una serata in compagnia del suo uomo e sfogarsi per bene: stava diventando decisamente troppo nevosa.
  • Ti vuoi calante? Stai attirando l’attenzione e fidati è l’ultima cosa che voglio. Non ho scelto Zelina ma come ti è venuto in mente di pensare a lei! Abbiamo chiarito e tutto quello che vuoi ma non è lei la persona perfetta.
  • Se non è lei allora chi sarebbe scusa?
  • Ma davvero non ci arrivi???? Tu! Tu sei la persona giusta Emma!!!! - lo dissi di getto... neanche mi accorsi di averlo detto in realtà ma ormai lo avevo fatto e non potevo più tornare indietro. Si ammutolì di colpo. Tutta la parlantina avuta fino a quel momento venne spazzata via dalla mia risposta. Aveva la bocca spalancata e continuava a fissarmi come se avessi detto la cavolata più grande della mia vita. Ma davvero non c’era arrivata? Pensava davvero che per un compito così importante avrei scelto la prima che mi sarebbe passata davanti? - ebbene sì! Ho pensato a te! Sei la mia migliore amica, abbiamo condiviso tanto insieme e poi so che sei l’unica di cui posso fidarmi ciecamente.
  • Re... Regina io.... io.... - divenne improvvisamente bianca in volto. - io... torno subito! - si alzò come una furia dalla sedia e prese la direzione del bagno. L’avevo scioccata fino a tal punto? Rimasi al mio posto e aspettai che tornasse. Ci mise qualche minuto ma poi eccola tornare da me. Era più bianca di prima e la cosa iniziava a farmi agitare parecchio.
  • Emma... ti... ti senti bene? Non hai una bella cera.
  • Sto benissimo tranquilla. Avevo bisogno di un paio di minuti per metabolizzare la cosa.
  • Allora? Che mi dici???? - ci fu una lunga pausa
  • tu seriamente credi che io sia la persona più indicata? Non.. non fraintendermi, mi fa davvero piacere che mi abbia pensato, ma credo che tu stia facendo uno sbaglio.
  • Non credo, sono più che convinta di quello che dico. Sei l’unica di cui mi possa fidarmi ciecamente come ho già detto, non metterei mio figlio nelle mani di nessun’altra se non te. Sei la scelta giusta fidati, ne sono convinta. - la vidi distogliere lo sguardo da me e iniziare a fissare il pavimento. Ebbi una brutta sensazione che purtroppo nel giro di poco si rivelò essere vera. - mi aiuterai non è vero? - le chiesi sperando di riuscire ad avere almeno un contatto visivo per capire qualcosa in più. Niente da fare, non alzò lo sguardo ne tantomeno rispose, se ne stava lì, ferma a fissare il pavimento e giocherellare con le dita. Lo fa solo quando è nervosa e quello fu un chiaro segnale che le cose stavano decisamente andando a rotoli. - Emma.... Emma per favore rispondimi....vuoi aiutarmi in questa cosa? - la mia era una supplica più che una richiesta: ero a pochi passi da un sogno, non potevo perdere quell’opportunità.
  • Mi... mi dispiace! - disse con un filo di voce che a malapena riuscii ad udire - non... non posso Regina... scusami. - solo nel chiedermi scusa alzò lo sguardo per guardarmi in viso: stava piangendo. Forse non era detta l’ultima parola. Forse potevo ancora convincerla.
  • Perché? Perché non puoi? - era una domanda lecita dopotutto. Mi aveva appena detto di no ad una cosa per me di fondamentale importanza: avevo tutto il diritto di sapere le motivazioni che l’avevano portata a dire di no.
  • Non insistere ok? Non posso e basta! - si sforzò di non piangere ma il risultato fu solo quello di risultare più dura nei modi di porsi. Mi si spezzò il cuore ve lo giuro: la mia migliore amica mi stava abbandonato proprio ad un passo dalla realizzazione di un sogno e senza neanche uno straccio di spiegazione. Non potevo credere a quello che stava succedendo, dovevo stare sognando... per forza... non poteva essere altrimenti.
  • Non credi che una minima spiegazione mi sia dovuta? Perché Emma! Perché mi stai voltando le spalle è? Perchéèèè!
  • Non insistere per favore! Ti ho detto che non posso essere io la donna che stai cercando.
  • Non puoi o non vuoi? Emma... - non mi degnò neanche di uno sguardo e fece per andare via. La lasciai passare ma non appena la sua mano sfiorò la maniglia della porta d’ingresso della tavola calda la bloccai con la magia trattenendola.
  • Lasciami andare! - disse leggermente alterata per i miei modi poco cortesi. Forse stavo sbagliando ma io avevo bisogno di urlare la mia rabbia a qualcuno e quel qualcuno era proprio lei.
  • No! Non ti lascio andare.... voglio parlare con te!
  • Non cambierà niente se parleremo! La mia risposta non cambierà!
  • Voglio sapere perché! Voglio sapere perché diamine mi stai facendo tutto questo! Merito una spiegazione dannazione non credi? - sospirò rassegnata... forse l’avevo convinta a parlarmi.
  • Io non posso... mi dispiace devi credermi ma è così.... devo prima parlarne con Killian. - Killian! Giusto! Perché non ci avevo pensato prima. Era solo quello il problema? Parlarne prima con lui? Mi aveva fatto morire di crepacuore inutilmente quella testa dura. Se me lo avesse detto subito non saremmo mai arrivati a questo punto.
  • E io chissà che mi credevo! - le sorrisi - per un momento pensavo che volessi seriamente voltarmi le spalle e non darmi neanche un briciolo di spiegazione. Parla pure con tuo marito, è giusto che tu lo faccia, ma appena avrete affrontato l’argomento ti prego chiamami ok?
  • Forse mi sono spiegata male... Regina ascolta per favore: non devo parlare con Killian di questa tua richiesta: purtroppo non posso sul serio aiutarti in quello.
  • Mah... Ma tu hai appena dett...
  • Che ne devo parlare con Killian, lo so. Ma non mi riferivo alla tua richiesta bensì al motivo per cui non posso farlo. - Delusa... ero totalmente delusa, ferita... non me lo sarei minimamente aspettata da lei e in quel momento, complice il mio stato d’animo, cercando di far valere la mia opinione e sperando di impietosirla per farle cambiare idea, feci l’ultima cosa che mai avrei pensato di farle: iniziai a rinfacciargli tutto quello che avevo fatto per lei.
  • Dovevo aspettarmelo...per la regina cattiva non potrà mai esserci un lieto fine...
  • Regina ti prego non dire c...
  • Stai zitta ok? Non venirmi a fare la paternale perché non puoi assolutamente permettertelo Swan! Tu non sai come ci si sente ad essere a tanto così - feci un gesto con la mano - dalla felicità e poi vedertela sfuggire dalle mani in neanche mezzo secondo.Per quanto tu possa decantare che la tua vita abbia sempre fatto schifo non hai nulla di cui lamentarti: hai un marito che ti ama e 4 figli che sono la tua soddisfazione più grande. Sei una mamma, hai il dono più bello che una donna possa ricevere dalla vita ed è proprio per questo che non capisco come tu possa essere così meschina. Hai sempre aiutato tutti, hai messo in repentaglio la tua stessa vita per salvare persone di cui non conoscevi neanche l’esistenza e per una volta che vengo io a chiederti aiuto, la donna che hai sempre decantato come la tua migliore amica, mi volti le spalle senza neanche un briciolo di spiegazione logica?!?!?! NON È GIUSTO! - scoppiai.
  • Io... - non avevo nessuna voglia di sentire le sue stupide motivazioni, non più almeno e senza lasciarla parlare continuai imperterrita a buttarle veleno addosso.
  • Lo ammetto è un grande favore quello che ti ho chiesto, ne sono più che consapevole, ma non mi sembra di averti chiesto la luna! Un impegno per te di nove mesi che avrebbe portato me ad essere felice per tutta la vita. - feci una pausa - ma che ne vuoi sapere te di quello che significa... tu hai tutto e neanche te ne accorgi. La vita ti sorride, la fortuna è dalla tua parte e quelle rare volte che ti trovi vicina al precipizio c’è sempre chi è al tuo fianco e ti tira indietro. Killian, i tuoi genitori.... me! Eh già, proprio così. Tra coloro che ti hanno parato sempre il culo ci sono proprio io: l’amica che tu hai volutamente cestinato. Quante cose ho fatto per te in questi anni è?!?! Quante Emmaaaaa??? Te lo dico io: tante. Ho accettato che vedessi Henry quando ancora ci odiavamo nonostante sapessi che saresti stata una minaccia per il sortilegio lanciato, ti ho protetta quando l’oscurità ti ha divorato impedendoti di macchiare il tuo cuore per sempre, ho aiutato i tuoi genitori ad uscire dall’incantesimo del sonno della fata nera perché, come hai ammesso tu stessa, da sola non ci saresti riuscita e non per ultimo sono scesa fino all’inferno per te Emma, Letteralmente! E ricordi vagamente a cos’ha portato questo????
  • No... regina ti prego no....
  • Robin è morto Emma! Robin è morto per la malsana idea che ho avuto di volerti aiutare a tutti i costi! Ora sta bene fortunatamente ma lo avevo perso. Avevo perso il mio vero amore per rendere felice la mia migliore amica. - Non glielo avevo mai rinfacciato, sapevo che non era assolutamente colpa sua, ero stata io a decidere di aiutarla in quella missione suicida, eppure in quel momento volevo ferirla. Ci riuscii in pieno. Scappò via dal locale a gran velocità con le lacrime che silenziosamente le rigavano il viso. Aveva cercato di trattenerle fino all’inverosimile pur di farmi credere che quelle parole non l’avessero minimamente scalfita ma a me non poteva darla a bere, la conoscevo come le mie tasche, il suo sguardo parlava chiaro: con quelle parole l’avevano totalmente annientata.
POV EMMA
Non avrei retto un secondo di più. Nell’esatto momento in cui sentii la prima lacrima rigarmi il viso non feci altro che prendere la mia giacca e correre via il più lontano possibile. Mi aveva ferita fino all’inverosimile, mi aveva letteralmente sputato addosso tutto quello che finora non aveva mai avuto il coraggio di dirmi. Mi fece male ogni singola parola che uscì dalla sua bocca ma più di tutti mi compi il fatto che, anche se ormai quello era il passato, mi riteneva la causa della morte del suo uomo. Andai a rifugiarmi nel bosco, non volevo che gli altri, in primis i miei figli, mi vedessero in quello stato... volevo restare da sola. Trovai un rifugio abbastanza isolato a nord della foresta, mi sedetti su una roccia e mi misi a guardare le nuvole nella speranza di distrarmi e non pensare... fu inutile: nella mia mente c’era solamente l’immagine di Regina che mi guardava con disprezzo e le sue parole strazianti. “Basta Emma! Pensa ad altro” ricordo di aver pensato ma anche sforzandomi di pensare ad altro il mio stato d’animo non cambiò: finii per pensare a Killian, a quanto mi mancasse e alla situazione bizzarra che stavo vivendo e di conseguenza mi buttai ancora più giù. Sarebbe potuto accadere di peggio? Certo che sì! Improvvisamente lampi accecanti iniziarono ad illuminare il cielo e a questo poco dopo si aggiunsero, potevo vederlo in lontananza, tremolii di luci nella città. “Ci manca solamente il temporale!” Ma quale temporale, il mio sguardo qualche minuto dopo si posò sulle mie mani e li appresi che non vi era nessun temporale in arrivo: dalle mie mani uscivano incontrollate scintille di magia. Ero io a quanto pare la causa dei problemi elettrici che stavo vedendo verificarsi in città. Mi era già capitato in passato, quando venni manipolata dalla regina delle nevi e la cosa, ricordo, non fu affatto piacevole. Distrussi parte della stazione dello sceriffo e come se non bastasse ferii Henry, non potevo permettere che accadesse di nuovo. Perché? Beh... Come mi è stato detto anni fa, la magia si manifesta in base alle emozioni che si stanno provando al momento, pertanto se avessi perso il controllo della magia molto probabilmente la città sarebbe stata rasa al suolo. È la mia famiglia, Killian in particolare modo, che riesce sempre a farmi ragionare e farmi vedere il mondo da un’altra prospettiva... è lui che sarebbe stato in grado di calmarmi in quel momento ma purtroppo lui non era lì, era lontano da me e non sapevo quando accidenti sarebbe tornato. La sua lontananza mi rendeva nervosa e irascibile e sommato alla litigata con la mia migliore amica la cosa non fece altro che incrementare rabbia e di conseguenza magia. Nessuno mi avrebbe riportata indietro questa volta pertanto avrei dovuto agire da sola: dovevo trovare al più presto un modo per controllarmi. Fortunatamente non occorre aspettare molto, ebbi subito l’idea perfetta: il bracciale di Zelina, con quello di che avrei evitato ogni tipo di problema magico. Corsi a casa a gran velocità e mi recai dritta nel capanno: il bracciale era lì, dovevo solamente trovarlo. “Bingo!” Esultai non appena ci riuscii ma non appena lo misi al polso l’entusiasmo del momento finì: il bracciale non funzionava come avrebbe dovuto... dalle mie mani continuava ad uscire magia come se niente fosse. Presi l’altro, erano due in realtà i bracciali che avevamo conservato e lo misi all’altro polso: la cosa migliorò notevolmente ma dalle mie mani continuava ancora a zampillare. Venni presa dallo sconforto più totale e ripresi a piangere. Piansi senza un motivo effettivo stavolta.... o meglio un motivo c’era ma nessuno, a parte me, ne era ancora al corrente.
***
Qualche settimana prima...
Killian era partito da soli tre giorni ma a me sembrava essere già passata un’eternità. Sarebbe dovuto star via per un mese e per quanto mi sforzassi di pensare positivo, autoconvincendomi che trenta giorni sarebbero passati in fretta, mi ritrovavo sempre in camera a piangere con in mano una delle sue giacche di pelle. Sembra ridicolo lo so e in effetti se qualcuno mi avesse vista in quelle condizioni mi avrebbe definita sicuramente ridicola, ma a me poco importava: annusare la sua giacca, cosparsa del suo profumo, mi faceva sentire bene.... si beh... per circa uno o due minuti almeno... poi riprendevo a piangere come una bambina. Mi mancava tutto di lui: i suoi buongiorno, i suoi abbracci, i suoi baci... solo a ripensarci adesso mi viene ancora il magone alla gola. Sentivo il bisogno irrefrenabile di averlo lì accanto a me ma purtroppo questo era fuori discussione: lui non c’era. Provai ad andare avanti con la mia vita facendo finta di nulla per non destare sospetti ma non ottenni ottimi risultati: andavo a lavoro, facevo la spesa, prendevo un caffè con le mie amiche di tanto in tanto e quando i ragazzi rientravano a casa mi dedicavo a loro. Una volta quelle tre piccole pesti mi avrebbero sicuramente impedito di pensare a cose negative visto la loro tenera età e le continue attenzioni di cui avevano bisogno, ma ora sono cresciuti e a parte il preparargli la cena sono autosufficienti e non hanno di certo bisogno della loro mamma. Anche pensare a loro ormai cresciuti mi fece piangere, e per piangere intendo un vero fiume di lacrime, e la cosa mi preoccupò parecchio: che accidenti mi stava succedendo? Era la mancanza di Killian a farmi questo effetto o mi stavo rammollendo tutto d’un tratto? Non so spiegare con esattezza cosa mi stesse succedendo ma sembrava quasi che tutte le lacrime mai versate da bambina le stessi versando in quel momento. Come facilmente intuibile tutti si resero conto che non stavo affatto bene: quale persona sana di mente si rinchiuderebbe per ore nella sua camera, isolandosi dal resto del mondo per non dover parlare con nessuno, se non avesse avuto problemi? Ve lo dico io: nessuna. In tanti cercarono di indagare sul mio stato d’animo: i miei, regina, i ragazzi... ma a nessuno di loro risposi con sincerità. Mi limitavo a dire che era tutto ok facendo cadere così l’argomento sul nascere. Solo Chloe, povero amore mio, provò ad insistere un po’ di più, abbiamo un legame invidiabile noi due ed era palesemente preoccupata per me, solo che... beh non lo so che mi prese quel giorno: resistetti per circa cinque minuti al suo interrogatorio poi le gridai di lasciarmi in pace lasciandola letteralmente a bocca aperta. Bene... non solo piangevo come una bambina, iniziavo anche a comportarmi come una psicopatica.
Le cose non migliorarono i giorni seguenti anzi... ogni giorno che passava i miei sbalzi d’amore e le crisi aumentavano sempre di più, facevo fatica a controllarmi e questo mi convinse a prendere una decisione: decisi di farmi una sana chiacchierata con il caro amico grillo! Presi appuntamento per il l’indomani ma vi anticipo già che non presenziai all’incontro. Come mai? Beh tutte le risposte che cercavo arrivarono alle mia mente qualche ora dopo aver riagganciato il telefono.
Avevo appena terminato il mio turno alla stazione, era ora di pranzo e come spesse volte capita accettai l’invito di mio padre a pranzare insieme. Andammo da Granny e dopo aver dato un’ occhiata veloce al menù, che tra l’altro penso di conoscere a memoria, ordinai il mio solito formaggio grigliata aggiungendo anelli di cipolla, una birra e per finire un bel tiramisù. Non ero solita rimpinzarmi così ma quel giorno avevo una fame da lupi.
  • hai intenzione di mangiare anche la carta del menù? - ironizzò mio padre vedendo con quanta voracità stavo ingurgitando quello che avevo davanti. - sembra che non mangi da una vita!
  • Ho una fame che neanche immagini! - mi limitai a dire per poi continuare a concentrarmi sul cibo. Spazzolai tutto in pochi minuti e per concludere in bellezza ordinai anche un caffè con tanto di panna. Mio padre aveva gli occhi fuori dalle orbite dallo stupore. - Tranquillo che pago io! - dissi scherzando facendo finta che il suo sguardo bizzarro fosse dovuto al conto che la cara nonnina ci avrebbe consegnato. Incredibile... mi era tornato anche il buon umore. “Hanno ragione quelli che dicono che il cibo risolve ogni cosa” dissi tra me e me. Mi sentivo bene... rinata, o almeno così credevo... il tempo di tornare a casa che ecco i postumi del pranzo iniziare a farsi sentire. Iniziai con un lieve bruciore di stomaco che minuto dopo minuto aumentò sempre di più per poi arrivare, neanche un quarto d’ora dopo, a rimettere anche l’anima e ad avere un enorme cerchio alla testa. Forse non era poi così vero che il cibo aiuta... io stavo di gran lunga meglio prima. Per tutto il pomeriggio rimasi incollata al bagno di casa mia e quando ebbi la brillante idea di prendere un medicinale per alleviare i miei dolori di stomaco ebbi la “grande fortuna” di rimettere anche quello. La mia avventura negli inferi, avvenuta qualche anno prima, era oro in confronto al calvario che stavo vivendo. Solo verso sera la situazione sembrò migliorare, ormai non avevo più nulla di buttare fuori ma in compenso mi rimase quel lancinante mal di testa. Mi stesi sul divano, completamente priva di forze e provai a rilassarmi per cinque minuti. Non avevo fame ma la cena era comunque già pronta: quando i ragazzi sarebbero rientrati avrebbero dovuto solamente aprire il frigorifero. Chiusi gli occhi per trarre un po’ di sollievo e fu così che caddi addormentata. Dormii per un paio d’ore, verso le dieci o giù di lì venni svegliata in malo modo dalle urla delle mie figlie.
  • Eddai Chloe, non l’ho mica fatto di proposito. Chloe aspetta... Chloe... CHLOEEE FERMATI DANNAZIONE, TI STO PARLANDO!
  • NON TI È BASTATO METTERE LE MANI NELLE MIE COSE? ADESSO VUOI ANCHE DARMI ORDINI?????
  • Eddai non esagerare ora!!!
  • Ra... ragazze per favore - dissi con un filo di voce portandomi le mani alle tempie. Ma di tanto mondo proprio a due metri da me dovevano venire ad urlare?
  • Che vuoi si può sapere?
  • Era un’emergenza, non potevo farne a meno!
  • Un’emergenza di tre giorni Leila? In tre fottutissimi giorni non sei riuscita mezza volta ad uscire di casa alla ricerca di un supermercato?
  • Ragazze ve lo chiedo per favore... - provai di nuovo ma con lo stesso medesimo risultato.
  • Non capisco perché ti scaldi così tanto! Te li ricomprerò domani!
  • Perchè mi scaldo? Non te lo immagini?PERCHÉ NE HO BISOGNO ORA MA NON CE NE SONO PIÙ ACCIDENTI! LI HAI FINITI TUTTI! Ho appuntamento con Erik e le mie amiche tra meno di un’ora e devo ancora docciarmi; non ho assolutamente tempo per andare a... - Mi portai le dita alla bocca e lanciai un fischio che molto probabilmente lo sentirono perfino i miei nel loft. Si ammutolirono di colpo.
  • Grazie per la gentile attenzione signorine! - dissi con un briciolo di ironia continuando a tenermi la testa.
  • Mamma ti senti bene? - Chloe mi corse immediatamente incontro seguita a ruota da sua sorella.
  • Ad essere onesti stavo meglio prima che iniziaste ad urlare ma ditemi... - dissi mettendomi seduta anche se con molta difficoltà - volete gentilmente illuminarmi del motivo del vostro show?
  • In pratica qualche giorno fa...
  • Perché lei mamma non fa altr...
  • STOOOOOPP! - le bloccai ancora una volta - Non capisco nulla così! una alla volta per favore.
  • Sono entrata nel suo bagno e ho usato le sue cose. - spiegò Leila innocentemente. - non ci vedevo alcun motivo per cui strillare in quel modo.
  • Raccontalo meglio! - sospirò spazientita sua sorella - Te lo spiego io mamma! Mi ha rubato tutti i tampax questa stupida e non mi ha detto che li aveva finiti! ora che servono a me ne sono a corto e non so come accidenti fare, permetti che sia arrabbiata? Devo essere ad una festa tra poco e non so c.... - si bloccò per circa un paio di secondi. Aveva appena trovato la soluzione al suo problema - TROVATO! Ma perché non Ciò pensato prima! Ti prego mamma dimmi che ne hai uno! Mi salveresti davvero la vita!
  • Ma certo che ne ho! Non penserai mia che io sia andata in menopa.... - oh cacchio... solo in quel momento mi resi conto che eravamo a fine mese e che ancora non avevo avuto il mio ciclo. Che fossi entrata in menopausa sul serio? Mmmh lo escludevo: con il corpo fermo alla “tenera” età di 30 anni era assai difficile. Allora come si poteva spiegare la cosa? e se...??? No non era possibile, forse la menopausa dopotutto era la spiegazione più sensata.
  • Mamma tutto ok? - ad interrompere i miei pensieri fu nuovamente Chloe la qual stava aspettando una mia risposta.
  • Emh si sì certo! Mi ero distratta un attimo, scusa! Comunque sono nel bagno della camera da letto: secondo cassetto sulla destra.
  • Grazie grazie grazie grazie mamma!!! Sei la numero uno! E tu, mia dolce sorellina, ritieniti fortunata. - si allontanarono entrambe lasciandomi con in mente un pensiero fisso. Un pensiero assai assurdo ma al tempo stesso possibilissimo. Non ci dormii la notte, mi girai e rigirai nel letto pensando a quando, nel caso fosse stata vera la mia seconda ipotesi, potesse essere accaduto ma non mi venne in mente niente se non l’ultima nostra litigata sfociata poi in una notte di sana passione. Ricordo che siamo stati attenti, dalla nascita di Liam lo siamo sempre stati in realtà, era impossibile che fosse successo di nuovo. riuscii a restarmene a letto fino alle sette del mattino dopodiché, inventando una scusa con Leila e chiedendole di tenere gentilmente suo fratello, uscii di casa e mi misi in viaggio verso una farmacia. Andai però qualche km oltre il confine della città, volevo che nessuno qui in zona sapesse e dopo aver preso tutto ciò che mi serviva mi fermai alla stazione, visto che a quell’ora era ancora deserta e provai ad escludere quel pensiero che ormai mi stava trapanando il cervello. Furono i cinque minuti più lunghi della mia vita, avevo terrore a guardare quel maledetto bastoncino di plastica ma al tempo stesso volevo sapere... volevo escludere definitivamente questa possibilità. “Forza e coraggio Emma, vedrai che non è ciò che pensi” mi ripetetti a mente più e più volete nella speranza di trovare coraggio “ Respira e conta fino a tre!” Uno... due... tre... POSITIVO! “Merda!!!” Ero incinta... di nuovo. E ora???? Ebbi un attacco di panico in piena regola e Dio solo sa come riuscii a riprendermi senza chiedere aiuto. Non potevo essere incinta, non dopo dodici anni dall’ultimo figlio. Se ne avessi voluto un’altro non avrei di certo fatto aspettare tutto questo tempo non trovate? Leila andava per i 20 ormai, Chloe ne aveva 15 e Liam 12... per non parlare di Henry che ormai aveva l’età giusta per diventare padre. Ormai anno dopo anno prendevo sempre di più in considerazione la possibile idea di diventare nonna. Mi faceva davvero strano pensarlo e non ero poi così tanto propensa alla cosa eppure dopo la scoperta di quella mattina avrei preferito di gran lunga che fosse venuto Henry a dirmi che sarebbe diventato papà piuttosto che scoprire di stare per diventare mamma di nuovo. Non che discriminassi il frutto dell’amore mio e di Killian è solo che era tardi adesso per ricominciare da capo. Avevamo perso la mano con pannolini e pappe e poi... beh se Killian non avesse preso di buon occhio la cosa? che cosa avrei fatto se avesse deciso di non crescere questo bambino? Non ce l’avrei fatta ad andare avanti da sola... non ce l’avrei fatta a vivere senza di lui. Non sapevo davvero dove mettere mani per risolvere la cosa decisi quindi di non fare nulla e aspettate il ritorno di Killian per prendere, insieme, qualsiasi decisione.
***
Ebbene si! Ero incinta e a quanto pare gli ormoni stavano decisamente prendendo il sopravvento su di me. Approfittai che i miei ragazzi non fossero ancora rientrati per rifugiarmi come al mio solito nella mia camera ma questa volta mi chiusi anche chiave. Non avevo ancora detto a nessuno della mia situazione, volevo fosse Killian il primo a saperlo e di conseguenza non volevo farmi vedere così provata. Il nervosismo mi stava portando ad avere nausee continue ma dovevo assolutamente nascondere la cosa ancora per un po’. Non sarebbe stato per nulla semplice, la mia uscita di scena da Granny qualche ora prima era stata orrendamente teatrale. Menomale che Regina era impegnata ad inveirmi contro in quel momento perché altrimenti mi avrebbe sgamata all’istante. A proposito di Regina... avevo fatto un vero casino con lei. Ero felicissima della notizia che le era stata data, dopo tanti sacrifici sarebbe finalmente diventata mamma, ma non mi aspettavo minimamente quella sua richiesta d’aiuto. Voleva che l’aiutassi a coronare il suo sogno, di tante persone esistenti sulla faccia della terra voleva che fossi io a portare in grembo il suo bambino, si fidava ciecamente di me e io come una stronza insensibile l’avevo delusa. Le dissi di no senza neanche pensarci su perché sapevo che sarebbe stato matematicamente impossibile visto la condizione in cui mi trovavo ma lei non lo sapeva, non glielo avevo detto e giustamente ha interpretato il mio no come una mancanza di volontà o peggio ancora come un atto di menefreghismo. Capisco che si sia alterata, forse lo avrei fatto anche io, ma un conto è alterarsi e chiedere spiegazioni e un conto è sputare veleno gratuitamente. Fui tentata di chiamarla, ero talmente arrabbiata e delusa che volevo ripagarla con la sua stessa moneta e allo stesso tempo farle capire che il mio no aveva un senso: volevo farla sentire uno schifo dicendole che aveva appena preso a calci nel culo una donna incinta, ma non appena presi il telefono in mano cambiai idea, ripresi a piangere e feci l’unica cosa che riusciva a tirarmi un pochino su: presi la giacca di Killian e abbracciata ad essa, inebriandomi del suo profumo, nonostante fosse ancora pomeriggio mi addormentai.
***
POV REGINA
La vidi scappare a gambe levate e in quello stesso momento mi resi conto di aver fatto una gigantesca cazzata. Ma come mi era venuto in mente di inveirle contro in quel modo? Ero rimasta parecchio delusa dal suo rifiuto, lo ammetto, ma non per questo meritava un trattamento simile. Dalla mia bocca erano uscire parole pesanti... orribili. Non le pensavo sul serio, non pensavo nulla di tutto ciò che le avevo detto in realtà, eppure l’avevo accusata ugualmente di essere la causa della mia vita pietosa e delle mie disgrazie. Ero ancora arrabbiata con lei, parecchio arrabbiata, ma non era come si potrebbe pensare il “no” in se il problema del mio scelto, quanto il fatto che non mi avesse dato una motivazione valida a quel rifiuto. Lo avrei capito se mi avesse motivato la sua scelta e invece no: aveva preferito restarsene in silenzio. Pre un attimo pensai di chiamarla almeno per chiederle scusa per i toni usati e le cose poco carine dette ma mi destai subito da questo pensiero e non lo feci: ero troppo orgogliosa.Lei mi aveva voltato le spalle, era lei quella in torto, io avevo solamente agito di conseguenza.
Anche se fu assai difficile cercai di non pensare al casino di poco prima e mettendomi in soggiorno iniziai a visionare la gigantesca pila di scartoffie che mi ero portata a casa da oltre una settimana. Lavorare fu un vero calvario quel pomeriggio , c’era una vocina nella mia testa che non aveva alcuna intenzione di stare zitta: “Anche tu hai sbagliato” diceva, “non dovevi trattarla così!” Ma non era Pinocchio quello che se ne andava in giro con la sua coscienza? Immediatamente pensai ad August e Archie camminare a braccetto per la strada e mi venne da ridere. Fu solo una frazione di secondo però: ben presto venni riportata alla realtà. Il mio cellulare squillò... era Killian. Per quale motivo Killian mi stava chiamando?
  • Killian... che succede? Tutto bene? Perché mi stai chiamando? - dissi non appena presi la chiamata.
  • Speravo che me lo dicessi tu cosa sta succedendo. Ho provato tutto il giorno a chiamare Emma ma senza nessun successo: il suo cellulare risulta sempre staccato. Ho chiamato a casa allora, nella speranza di poter parlare con lei e invece mi ha risposto Chloe... dice che sua madre si è chiusa a chiave in camera ed è preoccupata perché la sente singhiozzare. Visto che tu sei sempre insieme a lei mi domandavo se magari sapessi il motivo per cui si sia isolata.
  • E perché dovrei saperlo io? - risultai un po’ acida perfino a me stessa pertanto cercai di recuperare - beh... voglio dire: sappiamo che è sotto un treno per via della tua partenza, perché mai dovrebbe esserle successo dell’altro?
  • Regina... tu sai qualcosa! - mi accusò - Se non sapessi nulla saresti già corsa a casa a controllare con i tuoi stessi occhi la situazione, ma visto che sei ancora qui con me al telefono deduco che tu sappia già qualcosina. - accidenti... ma sono davvero così scontata? - e poi vorresti dirmi che oggi non vi siete viste? Andiamo ma a chi vuoi darla a bere: anche se rifiutasse di incontrarti troveresti il modo e il pretesto di vederla pur di accertarti che stia bene. Ti conosco troppo bene quindi niente scuse: parla!
  • E va bene... - decisi di confessare: mi sentivo già in colpa per i modi usati con Emma, non volevo sentirmi peggio iniziando anche a mentire. - qualcosina è successo. Non è vero che non l’ho vista oggi, ci siamo date appuntamento nel primo pomeriggio.
  • E? Avanti parla non tenermi sulle spine!
  • E niente.... abbiamo avuto una piccola discussione! - ammisi per poi raccontargli per filo e per segno tutto ciò che era realmente accaduto qualche ora prima. Mi lasciò parlare senza nessuna interruzione ma quando riprese la parola mi fece sentire ancora più uno schifo.
  • Lo hai fatto sul serio? Le hai detto seriamente tutte quelle cose? Stai scherzando spero! Non puoi essere stata così stupida! - iniziò
  • Ecco io... vedi... si è che ero delusa da...
  • Non è giustificabile Regina ma ti rendi conto? Per quanto tu possa esserci rimasta male per il suo rifiuto tieni bene a mente che lei non era obbligata a dire di si per forza. È tua amica è vero ma qui stiamo parlando di una questione delicata... non avevi nessun diritto trattarla in quel modo!
  • Ero un mix di emozioni in quel momento e mi sono lasciata prendere la mano... ero arrabbiata! Sono tuttora arrabbiata. Lei non...
  • Non è ugualmente giustificabile quello che le hai detto. Se con le parole ti fossi soffermata al suo periodo da signore oscuro pure pure ma tu sei arrivata a rinfacciarle l’uccisione di un uomo regina, del tuo uomo.... l’uomo della sua migliore amica, il suo amico! Di un po’: hai una vaga idea di quanto mi ci è voluto per toglierle dalla testa la paura di essere stata seriamente lei la responsabile? Te lo dico io: più di un anno. Eh già! Ho lavorato con lei giorno e notte a questo problema, ho rischiato che la nostra storia andasse alla deriva e ora con mezza giornata che è con te vedo tutto il mio lavoro e tutta la mia fatica vanificarsi? - prese un respiro - Non so cosa ti inventerai ma devi chiederle scusa e farla ragionare. Tornerei a casa io stesso guarda ma non posso proprio muovermi in questo momento.
  • E cosa dovrei dirle è? Che mi dispiace e che è tutto ok? Devo farla fessa e contenta? Mi dispiace ma non posso Killian. Potrei anche chiederle scusa per essere stata troppo avventata, per averle detto cose pesanti, ma questo non cambia il fatto che io sia arrabbiata nera con lei per non avermi dato neanche un briciolo di spiegazione!
  • Ti prego Regina ragiona, come hai detto anche tu poco fa già non sta vivendo particolarmente bene la mia partenza, evitiamo di farla stare ulteriormente male ok? Stalle vicino. Lo so che ora per te è difficile, ma ha bisogno della sua amica. Se mi aiuterai a farla tornare quantomeno serena ti prometto che le parlerò io stesso e le farò riprendere in mano la questione “bambino”.
  • Sarà tutto inutile, Emma dirà comunque di no! Dopo come l’ho trattata poi...
  • tu inizia con lo scusarti... lo sai anche tu che Emma non ti direbbe mai di no se non ci fosse un motivo più che valido ok? Sopratutto ad una richiesta importante come questa. Magari non era ancora pronta a parlartene... lascia da parte l’orgoglio per una volta e chiarisciti con lei. Vi sentirete meglio entrambe perchè è palese anche a me, che sono lontano km di distanza da casa, che anche tu stai soffrendo.
Conoscendo Uncino e la sua reputazione come minimo mi sarei aspettata una minaccia in piena regola da parte sua per aver trattato la sua donna in quel modo e invece, nonostante si alterò all’inizio, fu molto comprensivo e non solo: mi stava praticamente concedendo un’altra possibilità: se avessi chiesto scusa ad Emma lui avrebbe provato a farla ragionare per quanto riguarda la questione della madre surrogata. Fui tentata di precipitarmi a casa sua immediatamente ma poi ragionando presi atto che il motivo principale per cui lo stavo facendo non era tanto il voler chiarire con lei ma avere una seconda possibilità. Mi feci schifo da sola e di conseguenza rinunciai all’idea. Magari avrei fatto passare qualche giorno prima di presentarmi da lei. Era la soluzione migliore per entrambe aspettare, avevamo entrambe bisogno di calmarci e di riflettere. Il destino a quanto pare però non la pensava al mio stesso modo: neanche venti minuti dopo che avevo riagganciato con Killian ricevetti un’altra chiamata. Questa volta era Chloe.
  • Io non so più cosa fare! Le ho provate tutte zia devi credermi ma nulla sembra funzionare! - iniziò senza neanche darmi il tempo di salutarla. - Mi sto seriamente spaventando!
  • Chloe tesoro di cosa stai parlando? C’è qualche problema? - chiesi immaginando che fosse successo qualcosa o a scuola o con il suo ragazzo di cui non aveva il coraggio di parlarne a casa.
  • C’è più di un problema a dire la verità e riguarda solo una persona: la mamma. Non sta affatto bene zia, la lontananza di papà la sta mandando letteralmente fuori di testa. - per un attimo avevo pensato che Emma le avesse detto qualcosa ma fortunatamente constatai che non era affatto così.
  • Amore lo sai forse anche meglio di me quanto sono legati i tuoi genitori... è normale che tua mamma stia soffrendo un pochino per questa distanza. Non preoccuparti ok? Papà tornerà presto. - ma che carina che era a preoccuparsi per la sua mamma.
  • Un pochino zia? Pensi che ti avrei chiamata per chiederti aiuto se fosse solo un pochino preoccupata? Qui la situazione sta degenerando e non lo penso solamente io: anche Leila e Liam la pensano al mio stesso modo. Bisogna trovare una soluzione zia, non può andare avanti così. Passa le giornate o in camera o in bagno. Dice che va a farsi una doccia ma in realtà va a piangere. nasconde i suoni facendo scorrere l’acqua dal lavandino ma si sente che in sottofondo ci sono altri rumori. Mangia pochissimo, quasi niente e dorme ancor meno... oggi poi... beh oggi, escludendo la magia senza freni, si è addirittura chiusa a chiave in camera sua, cosa che non ha mai fatto... sono più di tre ore che piange interrottamente. - di tutto quello che aveva appena detto mi sorprese solo una frase “magia senza freni”.... che avesse sfogato la sua rabbia a colpi di magia?
  • Chloe tesoro cosa intendi con magia senza freni? - domandai per saperne di più.
  • Davvero me lo stai chiedendo? Davvero non ti sei accorta di quello che sta succedendo fuori? Affacciati alla finestra. - feci come mi aveva chiesto ma quello che vidi erano solamente dei lampi di luce...
  • tesoro è solo l’avvicinarsi di un temporale sta tranquilla. - la rassicurai, aveva 15 anni dopotutto era normale che fosse spaventata per la sua mamma e che percepisse pericoli ovunque.
  • Beh allora questo temporale è in casa mia perché i lampi provengono dalla camera di mamma, si vedono da sotto lo stipite della porta. - nel mentre terminava la frase il mio sguardo si soffermò in direzione della casa di Emma: vi era un’enorme nuvola bianca che sprigionava luce pura proprio sopra la sua abitazione... aveva ragione mia nipote, quella nuvola non dipendeva da un fattore meteorologico, quella nuvola era magia. “Magia di luce pura” per la precisione e se la magia di luce si stava manifestando in quel modo non era per nulla un buon segno. Riagganciai il telefono con un “arrivo immediatamente” e senza pensare a tutto quello che era successo quella mattinata presi la macchina e mi recai a casa di Emma. Non usai la magia, qualsiasi tipo di magia a contatto con quella sottospecie di bomba ad orologeria magica sarebbe stata fatale. Arrivai in cinque minuti, non abitavamo molto distanti e la prima cosa che feci fu quella di mandare i ragazzi da Granny, non li volevo in casa, non volevo corressero pericoli inutili. Prima di congedarli però registrai, sul mio cellulare, la voce di Chloe che chiedeva gentilmente a sua madre se le potesse aprire la porta, che aveva necessità di prendere in camera sua una cosa che aveva dimenticato li la sera precedente. Se avessi chiesto io ad Emma di aprirmi non lo avrebbe mai fatto, di conseguenza fui costretta ad inventarmi questa alternativa. Ci mise un po’ ad aprire, era restia anche anche con sua figlia, ma alla fine il mio piano andò in porto. Non credo che le abbia fatto molto piacere la mia piccola recita: non appena mi vide le luci in stanza iniziarono a tremare in maniera incontrollata. Mi spaventai all’istante ma non perche avessi paura che mi facesse del male ma perché notai due bracciali blocca poteri ai suoi polsi che non avevano alcun effetto... o meglio: era come se non ne avessero ma chissà, magari senza quelli la città sarebbe già saltata per aria. Oltre ai bracciali notai anche il suo sguardo, che prontamente si prestò ad abbassare: era angosciato, triste... spento. Non è assolutamente da Emma reagire così, forse per la lontananza da Killian si ma non per una discussione... sopratutto con me. C’era sul sul serio qualcosa sotto e dovevo assolutamente scoprire cosa fosse. Mi maledii per la milionesima volta in un giorno ma questa volta decisi di seguire il consiglio di Killian e misi da parte il mio orgoglio: gli amici si vedono nel momento del bisogno e lei è la mia migliore amica... se non è riuscita ad aiutarmi è perché qualcosa la sta tormentando ed è mio preciso compito scoprire di cosa si tratti ed aiutarla.
  • Possiamo parlare? - chiesi titubante, forse avrei dovuto girarci attorno: chiederle come si sentisse, cosa stava facendo... no, non era certo quello il caso. Non mi filò di striscio e come se non fossi mai entrata tornò a sedere sul letto che ormai stava prendendo la sua sagoma viste le ore passate li. - D’accordo, ho capito che parlare non rientra nei tuoi piani... posso almeno restare un po’ qui? - stessa risposta di prima... scena muta. “Pensa regina... pensa.” Mi misi seduta su una poltroncina poco distante da lei e mi misi ad osservarla silenziosamente. Cercava di evitare il mio sguardo in ogni modo possibile ma era evidente che si sentisse osservata e di conseguenza era a disagio. Credevo che in quel modo sarei riuscita ad estorcerle almeno un “che accidenti vuoi! Invece tutto quello che ne ricavai fu l’ennesima crisi di pianto.
  • Vattene ti prego! - da duro il suo sguardo passò ad essere supplichevole, non voleva che la vedessi in quello stato, non era abituata a farsi vedere debole da noi altri. Solo Killian ne ha avuto il privilegio qualche volta ma adesso, volente o nolente avrebbe dovuto affidarsi a me. - regina te lo chiedo per... per favore!
  • Non ho nessuna intenzione di andarmene mi dispiace, non ti lascio in queste condizioni da sola. - dissi decisa ma allo stesso tempo dolce. Senza sprecare altro tempo inutile mi andai a sedere accanto a lei e l’abbracciai. Inizialmente cercò di scansarmi ma poi si lasciò andare e pianse come si suol dire sulla mia spalla.
  • Shhhhh... È tutto ok! Respira adesso! - dissi disegnandole dei cerchi immaginari dietro la schiena con l’intento di farla rilassare un po’. Lo avevo sperimentato varie volte con Henry e aveva sempre funzionato. Pensavo che con sua mamma sarebbe stato lo stesso ma a quanto pare non fu così. Un secondo prima era abbracciata a me e un secondo dopo era già in bagno piegata in due sul water a rimettere il nulla visto che non aveva toccato cibo a detta dei suoi figli. Non andava assolutamente bene. Le lasciai un po’ di privacy, fossi stata al suo posto non avrei mai voluto che qualcuno mi fosse vicino in una situazione simile e aspettai che uscisse dal bagno. Quando tornò in camera il suo viso era anche in condizioni peggiori di quelle in cui l’avevo lasciata: aveva gli occhi lucidi, due occhiaie che facevano paura e come se non fosse già abbastanza le scintille di magia dalle sue mani aumentavano a dismisura. - Io e te abbiamo bisogno di parlare! Lo so che non ti va, non vuoi, non hai tempo o tutto quello che vorresti rispondermi... ma dobbiamo farlo: ne vade la tua salute e la mia. - mi fissò come a dire “la tua?!?!?!” - Non sopporto di vederti così, questa non sei tu Emma e sapere che sono stata io in parte la causa scatenante di tutto questo - le indicai le mani - non mi fa stare tranquilla. So che ti manca Killian ma sono sicurissima che stai così anche per via di quello che è successo tra di noi prima. Ho esagerato a dirti quelle cose. Io.... non so cosa mi sia preso, ero arrabbiata ma non del tuo rifiuto.... ci ero rimasta male perché mi avevi liquidata così... senza nessuna spiegazione logica. Per me era una cosa importante, è tuttora una cosa importante, quindi sapere il motivo per cui mi hai detto di no mi avrebbe aiutato magari a...
  • Sono incinta ok??? - esclamò, stufa di ascoltarmi, lasciandomi a bocca aperta. - Incinta hai capito? Aspetto un bambino, c’è un bambino dentro di me Regina ed è per questo motivo che ti ho detto quel fottutissimo NO! Ti è chiaro il concetto adesso o devo farti un disegnino????? - strillò e contemporaneamente ruppe, magicamente parlando, il vetro della finestra e gli specchi del suo armadio. Fu quel rumore assordante di vetri rotti a farmi riprendere la capacità di parlare: era incinta?
  • Sei cosaaaaa???? - domandai anche se in maniera retorica. Ora sì che si spiegavano tutti i suoi pianti e isterismi vari. Avevo ragione a dire che non era Emma a parlare: Erano gli ormoni a parlare per lei. - Tesoro mah.... mah... è una notizia grandiosaaaaaaa!! - esclamai con entusiasmo e felicità. - Sono davvero felice per te tesoro. - di solito ci si aspetta un “grazie” detto con euforia oppure un: “anche io sono felice” ma lei come al solito doveva distinguersi dalla massa e come poco prima eccola sfociare nell’ennesimo pianto. Fu un pianto diverso però, questo non proveniva dagli ormoni come i precedenti ma bensì dal cuore. - ehi e ora? Che ti succede è? Non sei felice? - chi non lo sarebbe stato?
  • Io... io.... io non lo sooooo! - si buttò a peso morto sul letto tentando di portarsi un cuscino sul viso che disgraziatamente, sempre a causa della magia, le esplose a due centimetri dal viso. Come sia riuscita a non ferirsi questo è ancora un mistero Ma ci mancava solo questo e poi avremmo davvero concludo la giornata con il botto. Dovevo convincerla a sfogarsi, ne aveva davvero bisogno, quel “ non lo so” in risposta alla mia domanda non era nulla di buono, ma prima di questo c’era altro a cui pensare: bisognava farle tornare il controllo della magia. Feci una corsa al suo capanno e tornai immediatamente da lei. Mi avvicinai, mi sedetti sul letto e senza chiederle il permesso le presi le mani. Sobbalzò all’indietro al solo contatto
  • Ma sei fuori? - mi disse come se avessi appena commesso un grave errore.
  • Voglio solo aiutarti! - esclamai
  • No, la risposta corretta è “volevo farmi ammazzare” - wow aveva appena fatto una battuta ironica. Avrei voluto risponderle a tono ma non era ancora il momento giusto per farlo.
  • Ascoltami: questi bracciali vanno tolti immediatamente. Sono stati creati per incanalare la magia al loro interno per evitare di utilizzarla. A quanto vedo però non stanno funzionando in maniera corretta... la stanno incanalando solamente in parte ma non in essi ma bensì nel tuo corpo e di conseguenza vanno assolutamente tolti.
  • Se li tolgo potrebbe succedere di tutto ma sei scema? E poi è la mia magia sono abituata ad averla dentro di me.
  • Ma non sei sola adesso, aspetti un bambino e per quanto possa aver ereditato geneticamente la tua stessa magia non sarà mai in grado di tenere testa a questa sottospecie di bomba che hai dentro. Non riescI a gestirla tu figuriamoci questo bambino. - la vidi ragionare sulle mie parole e, prendendo vantaggio dal fatto che si fosse distratta la presi nuovamente le mani, ancora una volta inutilmente, cercando questa volta di versare sui bracciali la pozione che avevo precedentemente recuperato dal capanno per toglierglieli.
  • Aspettaaaaa! Sei... sei sicura!
  • Certo che sono sicura, è la cosa giusta da fare.
  • Si mah... voglio dire.... potrei non controllarmi e distruggere tutto quello che mi capiterà a tiro nel raggio di 5 km, ricordi cosa successa con Ingrid vero? Saresti davvero disposta a saltare in aria insieme a me?
  • Nessuno salterà in aria ok? Andrà tutto bene, devi solo fidarti di me.
  • Come fai ad essere così sicura che andrà tutto bene? Io...
  • Te lo spiegherò a cose fatte promesso. ora vorresti gentilmente darmi le mani?
  • No aspetta... lasciami la pozione, lo faccio da sola. Se dovesse succedere qualcosa almeno verrò coinvolta solamente io.
  • mmmh ancora????! Ma ti piace prorpio utilizzare la parola “sola” a te. Ti ho già detto che resterò al tuo fianco quindi per favore evita di farmi ripetere ancora ok? E poi se proprio ci tieni a saperlo si! Nel caso in cui dovesse succedere qualcosa sono più che pronta a saltare in aria ok? Possiamo procedere adesso?
  • Perché! Perché ti sacrificheresti è? Cos’è, un’altra cosa che mi rinfaccerai in futuro?
  • Io vorrei sapere come ho fatto ad essere dannatamente cieca! Si vede lontano un km che sei incinta. Solo quando sei in dolce attesa diventi così logorroica e snervante. Vogliamo parlarne adesso? Ok facciamolo ma poi si farà a modo mio. - finalmente avevo la sua più totale attenzione. Avrei voluto prima salvaguardare quella povera creatura che cresceva dentro di lei ma se non era possibile tanto valeva chiarirsi subito. - È una cosa rischiosa quella che voglio fare adesso, hai ragione tu e ne sono pienamente consapevole. La tua magia è già potente di per se ma quando è fuori controllo potrebbe essere una vera arma letale. Non voglio rinfacciarti nulla, lo faccio perché ti voglio un bene che neanche immagini e poi perché... beh perché mi sento in torto nei tuoi confronti. Non è vero niente quello che ti ho detto oggi alla tavola calda, non pensavo davvero quelle cose. Volevo punzecchiarti un po’, credevo avresti reagito in maniera diversa e mi avresti finalmente detto la motivazione che ti spingeva a dirmi di no, ma mai mi sarei aspettata di usare parole così pensanti. Come prima cosa ci tengo a precisare che sono felicissima che Henry ti abbia nella sua vita e sono super felice che tu abbia rotto il mio sortilegio. Pe quanto riguarda i tuoi genitori si, mi hai chiesto una mano ma parliamoci chiaro: in fondo tu avresti fatto lo stesso per me. - accennai un sorriso pensando a quante volte mi avesse aiutato - per la questione dell’oscurità é vero che ho evitato con tutte le mie forze che il tuo cuore venisse macchiato, ma ricordiamoci perché sei diventata l’oscuro. Hai salvato me, tu Emma Swan mi hai impedito di buttare tutta la mia vita all’aria e per questo dovrei esserti riconoscente a vita e non spararti addosso cattiveria.
  • Reg...
  • Non ho ancora finito, c’è ancora un’altro punto da chiarire ed è importante che io lo faccia perché so che è quello che ti ha mandato di più in confusione. Ti ho accusata della morte di Robin. Come mi sia venuto in mente di dirti una cosa del genere ancora non lo so. Tu non hai nessuna colpa e non te lo sto dicendo solo perché mi dispiace aver discusso con te. Avrei potuto attaccarmi a qualcosa se ci avessi costretti a seguirti, se durante la nostra permanenza in quel luogo mostruoso fosse successo qualcosa a Robin ma come ben sai non ci hai ne costretto ne è successo nulla mentre eravamo lì. Siamo stati noi a volerti seguire a tutti i costi ed è solo colpa di Ade e dell’ingenuità di Zelina se a Robin è successo quello che gli è successo. Tu non ne hai colpa e io sono stata una vera stupida a rischiare di perderti come amica. - mi strinse in un abbraccio soffocante e nel mentre riprese a piangere. Forse era un bene che avessi bisogno di una madre surrogata per avere un figlio: ma vi immaginate la regina cattiva piangere un secondo si e l’alto pure in preda agli ormoni?
  • Sc..scusami anche tu! Anche io ho le mie colpe. Non sono stata per nulla onesta con te. Dovevo dirti da subito cosa stava succedendo è solo che... beh volevo che fosse Killian il primo a saperlo. Sappi però che se non fossi stata incinta sarei stata onorata di darti una mano a realizzare il tuo grande sogno.
  • Ok ok ok ho capito! Saranno nove mesi d’inferno questi vero? - sdrammatizzai - comunque ti capisco, anche io avrei fatto lo stesso. In fondo è il suo papà.
  • Volevo fosse lui il primo a saperlo non per questo motivo ma perché mi premeva sapere se era d’accordo con questa gravidanza o meno. Ho il terrore che si arrabbi, in fondo non lo avevamo calcolato, Liam doveva essere l’ultimo... cosa succede se... se lui non accettasse questo bambino?
  • Emma Swan devo portarti a farti controllare il cervello per caso? Smettila di sparare cavolate, Killian farà i salti di gioia non appena glielo dirai. Non c’è alcun dubbio e anche tu dovresti essere felice, un bambino è una cosa meravigliosa lo sai. Cosa c’è che ti spaventa tanto è?
  • Innanzitutto ho paura a riiniziare da capo, non so se ricordo alla perfezione tutto e poi... beh ci sarà una netta differenza di età con i suoi fratelli, sarà come crescere un figlio unico. Non mi piace l’idea che cresca da solo.
  • E chi ha detto che sarà da solo? Potrebbero essere gemelli, o magari gli farsi la compagnia tra qualche anno. Stai tranquilla che non crescerà da solo in ogni caso e sai perché? Perché se non avrà dei fratellini avrà pur sempre un cuginetto che crescerà con lui... o con lei - mi guardò incuriosita dalle mie parole - beh pensavo, visto che mi hai detto che saresti stata onorata di aiutarmi, di aspettare un paio d’anni e provare a... beh hai capito. Sempre se sei disposta però! - ero una pazza suicida lo so...
  • Sarei davvero onorata Regina devi credermi ma vedi... - oh no. Non di nuovo - C’è la possibilità che la tua situazione cambi nel giro di un paio d’anni e che quindi non potrebbe andare in porto la cosa. Secondo me devi fare un tentativo adesso, devi provare il tutto per tutto ora che ci sono dei valori positivi.
  • Non c’è nessuno di cui mi fido come mi fido di te. A chi potrei mai chiedere? - dopo quello che avevo fatto a buona parte della città pensava davvero che qualcuno sarebbe stato disposto ad aiutarmi?
  • Beh... nonostante tu mi abbia fatto davvero girare le scarole oggi ho fatto una piccola ricerca per te e ho trovato un paio di persone che potrebbero fare al caso nostro. - cosa? si era messa avanti per aiutarmi? - non ho fatto il tuo nome tranquilla, non sapevo se a te andasse vene spifferare questa cosa ai quattro venti, ma queste due persone sono disposte a dare una mano, senza nulla in cambio, ad una persona meno fortunata.
  • E chi sarebbero queste persone? Le conosco?
  • Le conosci benissimo. Una è ruby che ad ess...
  • Non se ne parla proprio! Sarebbe ubriaco ancor prima di venire al mondo quel povero bambino.
  • Stavo infatti dicendo che sarebbe solo la seconda scelta in caso di impedimenti dell’ultimo impedimento dell’altra. La ragazza più indicata per me è ashley!
  • - cenerentola?
  • - È perfetta per questo compito Regina!
  • Si... penso... si penso di sì! Io non... non so cosa dire Emma! Tu...
  • Di solo “proverò a fare un tentativo”- mi sorrise felice.
  • Proverò a fare un tentativo! - ripetei sorridente. Questa volta fui io ad abbracciarla, mi aveva fatto sudare sette camicie quella mattina ma come al solito avevo ragione: era lei la persona perfetta. Lei, nonostante non potesse portare a termine personalmente il favore chiesto, aveva fatto modo e maniera che questo fosse ugualmente possibile. Le devo tutto e se per davvero un giorno diventerò mamma sarà solo ed esclusivamente merito suo. - Basta abbracci e piagnistei adesso, parlami di te anzi... di voi! Come procede questa gravidanza?
  • Non parliamone! - alzò gli occhi per aria - Vomito dalla mattina alla sera e sono costretta a inventarmi continue scuse pur di non far insospettire i ragazzi. Mi dispiace mentirgli, anche perché mi vedono diversa nei comportamenti...
  • non credi che a loro potresti dirlo già?
  • No! Prima Killian.... - disse decisa e categorica
  • Ok ok ok scusami - alzai le braccia in senso di resa - Whale invece? che dice?
  • A dire la verità non ci sono ancora andata.
  • EMMAAAAA! E cosa stai aspettando?
  • La conosci già la risposta: Killian!
  • Killian - dimmo all’unisono. - non mi piace che tu non ti sia fatta minimamente controllare. Domani andremo a fare una visita: che tu lo voglia o no. Hai rischiato tanto oggi è voglio assicurarmi che quella povera creatura stia bene.
  • Mah...
  • Non si accettano commenti o rifiuti! - annuì rassegnata dopodiché si stese sul letto e mi invitò a fare lo stesso, non voleva restare da sola. L’accontentai e ce ne stanno per oltre trenta minuti buoni in silenzio a contemplare il soffitto.
  • Mi manca terribilmente regina. - fu lei a rompere il silenzio.
  • Lo so ma pensa positivo: una parte di lui è esattamente qui - le toccai la pancia - dentro di te. Stava per rimettersi a piangere, questa volta per via della commozione, ma riuscì a resistere. Si alzò di scatto e mi disse:
  • Devo trovare qualcosa da fare... non posso stare senza far niente o piangerò sul serio tutte le mie lacrime!
  • Dio ce ne scampi! - la presi in giro - ok facciamo qualcosa!
  • Si ma che cosa?
  • Beh con la magia abbiamo dato abbastanza per oggi, che ne diresti se ti aiutassi a sistemare questo gran macello? - le indicai la stanza completamente a soqquadro - sai... Non vorrei che al suo ritorno Killian pensasse che tu l’abbia tradito con un vampiro mentre era via! - ridemmo come le pazze, finalmente ero riuscita a distoglierla dal suo pensiero fisso e dalle sue paure. È questa la vera amicizia, si litiga fino all’inverosimile ma poi si fa pace e si torna ad essere più uniti e forti di prima. Sono fortunata ad avere un’amica come lei nella mia vita e presto non avrò solamente la fortuna di avere lei ma avrò anche un bambino tutto mio e un meraviglioso nipotino. Cosa posso chiedere di meglio dalla vita? Nulla! Ho già tutto.

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Capitolo 77
*** Che tregua sia... ***


POV EMMA

 

Sapete cos’è la cosa che più mi rilassa la domenica mattina? Beh... il poter dormire qualche ora di più senza ombra di dubbio ma c’è un’altra cosa a cui non rinuncerei mai e sapete qual’è? Contemplare mio marito che dorme beatamente dopo una nottata di pura passione. Sarò di parte, non lo so, ma è un vero incanto con quei capelli tutti spettinati, la barba incolta, e quei pettorali che solo al pensiero mi verrebbe voglia di svegliarlo per ripetere le acrobazie della notte appena trascorsa. Sto diventando peggio di lui? Forse... me lo ripete in continuazione, ma come si può non avere certi pensieri con una visione del

genere davanti agli occhi? È impossibile credetemi. Sarebbe bello poter restare a letto qualche minuto di più e poterlo contemplare anche durante tutto il resto della settimana ma tra il nostro lavoro, i bambini che hanno scuola e i pericoli che a Storybrooke sono all’ordine del giorno questo non è assolutamente possibile. Per non parlare del fatto che il mio Killian è un mattiniero di prima categoria. Non c’è giorno che lui si svegli dopo di me. È sempre già bello arzillo e pimpante quando apro gli occhi e sarebbe così anche il weekend se solo non mettessi la sveglia in anticipo di un’ora. Perché lo faccio? Perché come ho già detto guardarlo mi regala sempre sensazioni meravigliose. Non so come spiegarlo: mi rilassa, mi da un senso di pace, ma sopratutto è l’unico modo in cui riesco a lasciarmi tutti i problemi alle spalle e non pensare a nulla se non a lui. Un giorno provai addirittura a dirglielo ma mi prese per pazza...

Era una domenica come tante altre, ero persa come al solito nei miei pensieri e non mi accorsi che si era appena svegliato. 

  • Se continui a fissarmi in questo modo finirai per farmi un buco dritto dritto sulla fronte amore! - disse aprendo gli occhi e catturando il mio sguardo con le sue meravigliose pietre azzurre. - Cosa ci fai già sveglia?
  • Mah... niente di che! Torna a dormire dai, è ancora presto, non volevo svegliarti. - risposi cercando di essere il più convincente possibile. Volevo tenere quel piccolo, innocente segreto tutto per me ma purtroppo Killian è più cocciuto della sottoscritta: quando si mette in testa una cosa non si arrende fin quando non gli si confessa la verità. 
  • - Sei tu la pigrona di casa non io... non ho per nulla sonno in questo momento mia cara, sono sveglio e pronto a scoprire come mai proprio tu alle.... - guardò l’orologio - otto e trenta del mattino sei già bella pimpante. 
  • È così strano che mi sia svegliata prima di te? 
  • La verità? Si! E la cosa un pochino mi preoccupa... tu ami dormire quindi deve esserci per forza di cose qualcosa sotto. Cosa? 
  • Mi è arrivato un messaggio e mi sono svegliata, tutto qua! Contento adesso?
  • Mmmh... no, lo sarei se fosse vero. Hai lasciato il telefono al piano di sotto ieri sera se ben ricordi... - disse per poi mettersi seduto e scrutarmi attentamente. Se prima stava sorridendo adesso sembrava essere diventato estremamente serio. - Se c’è qualcosa che ti turba devi dirmelo! Sono tuo marito e voglio essere messo al corrente di tutto. Se è successo qualcosa, qualsiasi cosa, se sei spaventata da qualcosa... io voglio saperlo. - il solito paranoico.
  • Uffa, quante storie per essermi svegliata presto! - alzai gli occhi al cielo. Era preoccupato per me ma non si poteva essere preoccupati solo perché mi ero svegliata prima di lui. - Non è successo nulla amore  e non c’è nulla che mi spaventa! Tranquillizzati. - continuò a fissarmi non convinto della mia risposta. Che gran testa dura... ora sì che capisco da chi abbiano preso i nostri figli. Nonostante la mia risposta continuò imperterrito con le domande e allora capii che non si sarebbe arreso fin quando non gli avessi confessato la verità, di conseguenza, pur di mettere fine a questa assurda discussione, mi decisi a confessargli questo piccolo segreto. - E va bene.... non è una coincidenza che sono sveglia a quest’ora lo confesso e se vuoi la verità non è neanche la prima volta che succede...
  • Lo sapevo, sapevo che c’era qualcosa sotto! - commentò
  • Si, può darsi... ma non è niente di tragico come stai già pensando. L’unico motivo per cui sono sveglia è perché ho messo la sveglia.
  • La sveglia? Di domenica mattina? E perché mai???? - ora era confuso.
  • Perché... beh perché.... - ero decisamente in imbarazzo. - si ecco vedi...
  • Ora balbetti anche???? - rise per qualche secondo per poi tornare in men che non si dica serio - le cose sono due: o hai paura di dirmelo perché sai che potrei arrabbiarmi o sei talmente terrorizzata dalla cosa che non hai il coraggio neanche di parlarmene. In ogni caso voglio saperlo! Devo saperlo.
  • Vuoi saperlo? Ok... mi piace guardarti dormire! - dissi tutto d’un fiato facendolo rimanere a bocca aperta per lo stupore. Non si aspettava di certo una confessione del genere, con la mente era già arrivato a pensare cose di ben altra natura e di sicuro più catastrofiche. - Ecco, l’ho detto!
  • Cioè spiegati meglio - disse iniziando a ridersela - tu, Emma Swan, la donna più pigra che conosca, punta la sveglia di domenica mattina per vedere il suo affascinate uomo - dall’ego smisurato aggiungerei - dormire mezzo nudo?? - guardò sotto le lenzuola - ah no rettifico... tutto nudo? - dall’essere preoccupato ora era passato decisamente a prendersi gioco di me.
  • Idiota! - gli lanciai un cuscino in pieno volto.
  • Lo so che sono affascinante ma hai tutto il giorno per ammirarmi, per dormire invece... beh, hai solo la domenica mattina. Devo essere proprio un bel vedere se sacrifichi così il tuo unico tuo giorno libero. - continuò a ridere.
  • Ma guarda tu! Uno non può dire una cosa carina che tu subito devi prendermi in giro! - feci la finta offesa.
  • No no no no no no nooo! Non fare quel broncio adesso, lo sai che effetto mi fa! - fece l’ennesima battuta amicando con lo sguardo.
  • Era meglio se continuavo a dormire guarda! - sbuffai - Buonanotte! - mi girai nella direzione opposta e tornai ad appoggiare la testa sul cuscino.
  • Ehi... e adesso che ti prende? - aveva anche il coraggio di chiedermelo? - non ti sarai mica offesa? - domandò con ancora quello strafottente sorriso sul volto. Ero girata di spalle ma potevo immaginare benissimo che sguardo avesse. Non lo degnai di risposta ma dopo neanche quale secondo eccolo avvicinarsi per lasciarmi una lunga scia di baci che partivano dalla spalla fino ad arrivare nell’incavo del collo, uno dei miei punti più sensibili. 
  • Lasciami in pace, trovati di meglio da fare. - esclamai decisa con l’intento di farlo smettere ma mi diede ascolto secondo voi? Certo che no. In realtà non mi diede neanche il tempo di finire la frase che mi prese per le spalle e mi girò nella sua direzione.
  • Ohi.... non volevo prenderti in giro amore, stavo solo giocando! - esclamò preoccupato per quella mia inaspettata reazione, non era da me comportarmi così ma quella volta aveva superato il limite.  - è la verità, io non ti prenderei mai in giro piccola!
  • Lascia stare, non si può mai essere seri o romantici con te! - sbuffai.
  • Ma cosa dici è? Il fatto è che non me lo aspettavo, mi hai colto alla sprovvista e lo sai meglio di me che non sono uno a cui piace far trasparire le proprie emozioni. Mi sono emozionato nel sentirti dire quelle cose ma ho cercato di camuffarlo con la mia solita vena ironica. Ho sbagliato lo so, sono stato un idiota, ma cosa posso farci se lo sono? Dai vieni qui, non mi piace quando mi tieni il muso. - fece per avvicinarsi ancora un po’ ma io, al contrario, continuai a tenere le distanze - Per favore amore... - niente da fare, non attaccava - Ok, d’accordo ho capito... sei arrabbiata, ma se ti confessassi io un piccolo segreto? pensi che riuscirei ad ottenere il tuo perdono?
  • Tu non hai segreti e se li hai saranno di sicuro a luci rosse quindi no grazie! Non mi interessa sapere cosa elabora la tua testolina perversa.
  • Puoi star tranquilla allora, quel  tipo di segreti li riservo per quando sono “all’azione” tesoro, dovresti saperlo ormai che mi piace stupirti a letto. - ve lo giuro stavo per prenderlo seriamente a calci ma non ci riuscii in quanto quello che mi disse dopo mi fece dimenticare tutto il resto - in  realtà quello che ho da dirti è una cosa molto romantica, una cosa che ho sempre evitato di parlartene per paura di perdere il mio lato da duro. Sono sempre stato un mattiniero lo sai, mi è sempre piaciuto svegliarmi all’alba ma da quando ci sei tu nella mia vita mi piace ancora di più. Sai il perché? Perché sei la visione più bella che esista al mondo. Sono sempre di buon umore al mattino ci hai fatto mai caso? Lo sai di chi è il merito? Il tuo! Non riesco a svegliarmi arrabbiato neanche quando il girono prima qualcuno mi ha fatto uscire fuori di senno: non appena i miei occhi si posano su di te dimenticano tutto quello che c’è stato fino a qualche ora prima. Non so come ci riesci, forse mi streghi, la tua bellezza mi strega, l’unica cosa che so è che voglio svegliarmi così per tutto il resto della mia vita.
  • Non attacca... lo dici solo per...
  • No, ti stoppo subito! Non lo sto dicendo solo perché mi voglio far perdonare. È la verità e ne ho le prove. - prese dal comodino il suo cellulare e sfogliando tra i media mi fece vedere alcune foto che aveva nella galleria. Tutte ritraevano me, accanto a lui, addormentata. - non ho finito, questa non dovrei fartela vedere in realtà, ma se serve per farti capire che non sto mentendo allora... beh sono disposto anche a sorbirmi l’ennesima ramanzina. - non capii cosa stesse dicendo fin quando non aprì le chat e mi fece leggere una sua conversazione con Robin.

Allora che fai? Ci vieni o no a pescare con me questa mattina?”

 Alle 6:35 di qualche giorno prima Robin gli aveva inviato quel messaggio.

 

Mi dispiace ma devo declinare l’invito amico”

 Gli rispose lui qualche minuto dopo.

 

Non sai cosa ti perdi! Il lago di prima mattina è una vera meraviglia”

 

Non lo metto in dubbio ma nessuno batterà mai questa meraviglia”

 gli allegò una mia foto questa è l’unica meraviglia che voglio osservare. Per me è la meraviglia più bella del mondo” 

 

  • Allora?  Mi credi adesso? - non risposi subito, stavo cercando di metabolizzare la cosa, ma lui, ancora dispiaciuto per avermi in qualche modo ferita, credette che quel mio silenzio fosse un brutto segno. - Lo sapevo che non avrei dovuto fartela vedere, ho peggiorato la situazione vero? Vuoi uccidermi per aver mandato la foto a Robin non è così? - rimasi a fissarlo negli occhi per qualche secondo dopodiché, cogliendolo di sorpresa, lo spinsi sul letto facendolo ricadere supino e senza dargli modo di capire cosa stesse succedendo mi misi a cavalcioni sopra di lui.
  • Taci idiota! Voglio solo baciarti! - catturai le sue labbra e lo baciai con trasporto, mi aveva presa in giro è vero, ma si era fatto perdonare alla grande: quelle parole messe così, nero su bianco, erano meglio di una dichiarazione d’amore tradizionale.
  • Aspetta un secondo... non che mi lamenti sia chiaro, anzi... mah... beh sai come finirà se continui così vero? Non ti lascerò uscire da questo letto come minimo fino all’ora di pranzo.
  • E allora????
  • Beh... visto che so già che domani sarà una giornata particolarmente intensa per te ti do la possibilità di fermarti in tempo per continuare a poltrire ancora un po’.  È una violenza che faccio a me stesso credimi, ma non vorrei mai sentirmi dire “ per colpa tua sono ridotta uno straccio” - certo che delle volte me le toglie proprio dalle mani.
  • Amo dormire, poter restarmene a letto qualche ora in più del solito sarebbe davvero grandioso ma se devo scegliere tra il dormire e il poter dividere questo enorme e comodo letto insieme a te allora... beh.... - ammiccai con lo sguardo - Sceglierei sempre te!  - lo baciai con la stessa intensità di poco prima. - Allora capitano... mi parlavi poco fa di alcuni segreti che riservi solo quando sei in azione.... vogliamo vedere di cosa si tratta? - al termine della frase ero già con la schiena sul letto e con il suo peso sopra di me. Aveva invertito la situazione e adesso era lui ad avere il comando. Iniziamo con estrema lentezza, con abbracci e baci che ben presto diventarono sempre più voraci e carichi di passione. Facemmo l’amore, o almeno... tentammo di fare l’amore. Eravamo nel mezzo del nostro amplesso quando improvvisamente fummo interrotti. Qualcosa o meglio qualcuno piombò sul nostro letto e con grazia pari a zero colpì Killian in pieno. Il mio cuore smise di battere ve lo giuro... credevo fosse uno dei miei figli. Mi coprii alla meglio con il lenzuolo, coprendo anche Killian e mi girai nella direzione dell’intruso in questione sperando almeno che non fosse Leila. Con i due più piccoli sarebbe stato più semplice inventare una scusa plausibile ma per lei... lei stava diventando grandicella ormai. Ringraziai la mia buona stella non appena mi resi conto che nessuno dei miei figli era in stanza. L’intruso che ci aveva interrotto era niente di meno che il nostro cagnolone Prince che a quanto pare aveva deciso di venirsi a rifugiare sul nostro letto alla ricerca di qualcuno con cui giocare. Il prescelto a quanto pare fu Killian il quale molto presto si ritrovò vittima delle sue coccole e slinguazzate.
  • Amico no... ehi tu.... no... no...no.... Prince.... PRINCEEEEEEE! - lo rimproverò facendolo fermare immediatamente. - Scendi dal letto! Ma chi te le insegna queste cose è? Avanti fila nella tua cuccia. - Prince lo guardava ancora seduto nel nostro letto con sguardo giocoso e coda scodinzolante: aveva recepito il comando di smetterla di fargli le feste ma non il resto: era pronto ad un altro round. - no no no è inutile che scodinzoli, mi hai interrotto sul più bello, è già tanto che non ti spedisca in un’altra casa. Fila fuori... adesso. - la scena era davvero comica e non riuscii a trattenermi da una sana risata. Killian mi guardò minaccioso ma questo non fece altro che farmi ridere ancora di più. - Guarda che non è divertente!
  • O si che lo è! 
  • No! - rispose seccato per poi alzarsi, prendere Prince, portarlo fuori dalla nostra stanza e chiudersi la porta alle spalle. - Quel cane deve smetterla di frequentare tuo padre. Ci scommetto la testa, lo sta istruendo per tenerci sotto controllo.
  • Ma cosa dici.... finiscila e torna qui, sono rimasta alquanto insoddisfatta. Lo sai che non mi piace “concludere” a metá! 
  • A chi lo dici... interrotti sul più bello da un cane poi... tze.... non si può sentire.
  • È  stato divertente però, ti ha letteralmente assalito! - continuai a ridere ripensando alla scena. - chissà, forse era geloso... o invidioso. Dovremmo seriamente pensare di trovargli una cagnolino per compagnia non credi?
  • Spero tu stia scherzando!  Questo è il primo e l’ultimo cane che avremo quindi non uscirtene davanti ai bambini. Passino i figli che ci interrompono di continuo ma quella palla di pelo proprio no!
  • Si sì ok come vuoi ma basta blaterare adesso... abbiamo un discorsetto in sospeso io e te e lo sai meglio di me che se non lo porto a termine starò tutto il giorno nervosa e inavvicinabile. 
  • Finalmente una cosa sensata! pensiamo alle cose serie! - si avvicinò nuovamente con sguardo carico di desiderio ma prima che potessi anche solo sfiorarlo mi fermò. - Aspetta! Ho dimenticato una cosa! 
  • Cosa? Cosa c’è adesso? - chiesi sbuffando. Una prima interruzione ci poteva pure stare ma la seconda proprio no.
  • La porta! Dobbiamo chiudere a chiave la porta! - alzai gli occhi al cielo. Sul serio si era fermato per una stupida porta? Con un gesto della mano la chiusi a chiave e tornando a guardarlo negli occhi lo minacciai:
  • Prova a interrompermi ancora e giuro che chiederò il divorzio!  - mai interrompere una donna durante una certa attività fisica.
  • Come la signora comanda! - mi baciò sogghignando dopodiché tornammo finalmente ad amarci. Ero nuovamente nella mia bolla di sapone, immersa nel piacere più totale, stavo per toccare il cielo con un dito quando improvvisamente, proprio sul punto del non ritorno la mia bolla di sapone scoppiò. Il campanello di casa iniziò a suonare annunciandoci l’arrivo di un ospite. Avevo tutta l’intenzione di ignorare la cosa ma poi lo sguardo andò dritto sull’orologio e li mi fu tutto più chiaro. Erano le otto e trenta di domenica mattina e quell’ospite indesiderato era niente di meno che mio padre. Da quando i bambini erano stati a casa sua e aveva cucinato loro dei pancake a forma di animali, i quali riscossero molto successo, aveva preso l’abitudine di venire da noi la domenica mattina per portarci la colazione. Era davvero un gesto molto carino, non avevo alcuna voglia di alzarmi e preparare la colazione anche di domenica, ma quel giorno avrei tanto voluto che il suo furgoncino avesse avuto un guasto al motore impedendogli così di raggiungerci. In tutto ciò mio marito sembrava non aver sentito nulla. 
  • Killian amore asp... aspetta un secondo, il... il campanello! - dissi cercando inutilmente di alzarmi mentre Killian continuava imperterrito a baciarmi, il mio uomo, preso da ciò che stava facendo, non sembrava intenzionato a smettere.
  • Ignoralo! - si limitò a dire liquidando la cosa e tornando a concentrarsi su di me.
  • Non... non posso Killian. È mio pa... è mio padre! 
  • A maggior ragione allora! Ignora il principino, prima o poi se ne andrà!
  • Killian... per... per favore! - non era certo quello il momento di scherzare. Se non fossi andata subito ad aprire mio padre si sarebbe preoccupato o ancor peggio insospettito... no! Non potevo permetterlo.
  • Mi dispiace cara ma non posso fermarmi, non voglio divorziare quindi il caro principino dovrà aspettare e se mi chiederà qualcosa per la lunga attesa gli dirò che stavo semplicemente salvando il mio matrimonio. - ho sposato un idiota! Ricorsi ancora una volta alla magia ma questa volta non mi limitai ad una porta. Sollevai il mio caro maritino in aria e lo rilasciai cadere sul letto solamente una volta rivestita e già fuori dalla stanza. - Questo è un colpo davvero basso swan! Non si usa la magia sul proprio marito! Me la pagherai cara! - mi minacciò.
  • Quando vuoi amore! - risposi dalle scale più che felice della cosa. Sapevo in che modo me l’avrebbe fatta pagare e la cosa non mi dispiaceva affatto. Mi diedi un’ultima sistemata allo specchio assicurandomi che fossi quanto meno presentabile dopodiché mi affrettai ad aprire.
  • Papá scusa ma ero sotto la docc..... Signora jones????
  • Sorpresaaaaaaaa! - davanti la porta di casa trovai niente popodimeno che mia suocera, la madre di Killian, la quale non appena mi vide si precipitò ad abbracciarmi con il solito entusiasmo.
  • S... signora Jones! Qual buon vento? - dissi non aspettandomi minimamente una sua visita. - Va tutto bene si? - domandai per assicurarmi che la sua fosse una semplice visita di cortesia e che non ci fosse dell’altro sotto.
  • Tutto benissimo cara, eccetto una cosa: quando la smetterai di chiamarmi signora Jones? Alice, chiamami Alice.
  • Ha ragione signor.... Alice! Scusami, è l’abitudine.
  • Dovrai togliertela tesoro se non vuoi che inizi a chiamarti sua maestà! - colpita e affondata, sapeva benissimo che odiavo essere etichettata come membro di una famiglia reale. - Comunque sono venuta qui in città perché una mia amica, conosciuta nel regno delle storie mia raccontate, è diventata nonna. Passavo per farle gli auguri e ne ho approfittato per venire a trovare anche la mia splendida famiglia! - sorrise dolcemente - Spero di non avervi disturbato però, è molto presto, magari stavate dormendo. 
  • Scherzi vero???? Ma quale disturbo, mi fa davvero piacere rivederti e sono sicura che anche Killian e i bambini saranno entusiasti. Vieni dai, non startene sulla porta, accomodati pure. - la feci entrare dopodiché, una volta fatta accomodare sul divano del soggiorno, mi allontanai giusto due minuti per prendere del caffè e qualche pasticcino dalla cucina da offrirle. Non ebbi neanche il tempo di tornare in sala per scambiare due chiacchiere in santa pace con lei che ecco che le mie due piccole pesti, precipitandosi dalle scale convinte fosse il loro adorato nonnino con la colazione, la monopolizzarono a suon di baci e abbracci. Non si aspettavano una sua visita e come immaginavo ne furono felicissime. 
  • Nonnina!!!! Mamy, mamy guadda, c’è la nonna!!!!!! Nonnina dove sono i legali per noi? - la sfacciataggine di mia figlia non ha eguali... incredibile
  • Chloe!!!! La nonna non è mica babbo natale, non è obbligata a portarvi regali, chiedile subito scusa ok? 
  • Emma non rimproverarla dai, non ha fatto nulla di male e poi... beh... a dire il vero ho un paio di regalini per voi proprio nella borsa laggiù - gli indicò la porta di ingresso dove prontamente corsero per rovistare. - Un attimo di pazienza prima di aprirli però, voglio prima un’altro po di coccole. - tornarono indietro, le si buttarono addosso senza grazia alcuna e come se non bastasse fecero a gara a chi dovesse salire per prima sulle sue ginocchia - Eccoli gli amori grandi della nonna ma ditemi signorine:  cosa ci fate già sveglie è? Non è un tantino prestino per voi? 
  • Ci tiamo sbegliate perché mamma e papà facevano tanto rumore e Plince abbaiava. - spiegò la più piccolina. Menomale che aveva nominato Prince perché altrimenti mi sarei dovuta fare una fossa in cui nascondermi dalla vergogna. “Mamma e papà facevano rumore”... se avesse detto solo quella frase non sarebbe stato per nulla difficile, per Alice, capire cosa stesse succedendo in casa pochi minuti prima.
  • Lasciamo stare guarda, stavamo dormendo beatamente quando improvvisamente è saltato sul letto facendomi quasi morire di paura. - cercai di inventarmi una storia più o meno convincente per mettere fine all’argomento.
  • Boleba solo tocare mammina, Prince bravo, tu no arrabbiare ok?
  • Secondo me Prince non c’entra nulla, dopo che papá lo ha rimproverato è venuto in camera da me ma voi  avete continuato comunque a chiacchierare e a fare rumore.... -  mise il carico Leila. Pensavo di essere riuscita a raggirare il problema e invece... 
  • Ooook d’accordo signorine, forse è il caso di aprire i vostri regali non credete? 
  • Tiiiiiiiiiii! - si precipitarono a scartare ognuna il proprio pacco e dopo aver ringraziato la nonna corsero nelle loro rispettive stanze a giocare con i loro nuovi giocattoli. 
  • Grazie Alice, non avresti dovuto. - la ringraziai anche io per quel pensiero.
  • Sciocchezze, sono le mie nipotine dopotutto no? Ho preso una cosina anche per Liam in realtà - andò a recuperare l’unico pacco rimasto - è una tutina, spero gli vada bene. - me la mostrò. 
  • È meravigliosa, grazie. Gliela metterò non appena si sarà svegliato 
  • Non vedo l’ora di vederlo. Sarà cresciuto tantissimo il mio ometto  immagino. 
  • Ogni giorno che passa assomiglia sempre di più a Killian, è un vero amore... Peccato che in famiglia non tutti ancora riescano a vederlo di buon occhio... - mi rattristai.
  • Parli di Chloe non è vero? Come procedono le cose? Sta facendo qualche miglioramento? 
  • Macché, anzi... delle volte mi sembra quasi che la cosa stia peggiorando. Le ho provate di tutte per aiutarla devi credermi, ma niente sembra funzionare. Il suo terapeuta e la logopedista dicono che non c'è nulla che non vada in lei e che le ci vuole solo del tempo per assimilare la cosa ma è passato già un anno e mezzo da quando Liam è qui e non mi sembra che abbia fatto tutti questi grandi progressi. Stavo quasi pensando di andare a Boston e chiedere aiuto a qualche specialista ma non so se possa essere fattibile la cosa: dall'asilo esce già che sono le 16:00, il tempo di arrivare, fare la seduta e tornare.... mmh non credo che reggerebbe i ritmi.
  • Ti preoccupi troppo secondo me, la piccola Chloe non ha nulla che non vada, il suo terapista ha ragione. -  sospirai - Lo so, lo so, è difficile crederlo, ma fidati di una donna che c'è già passata... e poi sono tua suocera, sono la nonna di quella meraviglia, non ti direi mai una cosa che potrebbe danneggiarla non pensi? - c'era già passata? cosa voleva dire con quella frase?

- Alice scusami mah... sbaglio o hai detto che ci sei già passata? - annuì - Davvero??? Hai vissuto seriamente una situazione simile a questa?

- Assolutamente si mia cara! Ho perso tre anni della mia vita a preoccuparmi per quel mattacchione di tuo marito. - Killian?!?!? strabuzzai gli occhi. - Eh già... è difficile pensare che un capoccione come lui abbia avuto questo genere di problemi vero? Eppure alla tenera età di quattro anni il mio piccolo Killian, il bambino più solare e chiacchierone di sempre, iniziò a chiudersi in se stesso per poi arrivare pian piano a non comunicare più con nessuno di noi della famiglia. Inizialmente non mi preoccupai, pensai che avesse litigato con qualche suo amichetto e che manifestasse così il disagio ma poi osservandolo meglio vidi che non aveva nessun problema a rapportarsi con gli altri bambini e che di conseguenza il problema era in famiglia. Iniziai a monitorarlo 24h no stop e mi resi subito conto di quale fosse il problema effettivo: era geloso di suo fratello maggiore. 

- Liam? Killian era geloso di Liam? Ma come? Killian stravede per lui...

- Difficile da credere visto il rapporto di simbiosi che li legava vero? Eppure si: c'è stato un periodo in cui Killian ha avuto difficoltà ad accettare Liam. - Mi stava incuriosendo quella storia, volevo saperne di più, chissà magari avrei trovato una soluzione per la mia piccola, ma proprio mentre Alice stava per iniziare a raccontarmi nei dettagli il tutto ecco scendere al piano di sotto il protagonista della storia.

- Il principino se l'è già data a gambe? - disse raggiungendo il salotto.  -  No perché io avrei una certa fretta, nonché voglia, - specificò - di continuare quello che stavamo facen.... mamma?!?!? Mamma cosa... cosa ci fai qui? - rimase sorpreso nel vederla li, neanche lui si aspettava una sua visita. - Devo forse preoccuparmi? Non ci hai avvisato che saresti arrivata. Come sei venuta? Chi ti ha accompagnato. Se ci avresti chiamato saremmo venuti noi a....

- ehi ehi ehi calmati! - lo interruppe scuotendo la testa rassegnata - Non è una madre che di solito dovrebbe essere così premurosa  nei confronti di suo figlio? Vieni qui e abbracciami, sto bene! Come dicevo ad Emma sono solo di passaggio. - vederli scambiarsi quell'abbraccio mi fece quasi commuovere, era stata davvero una manna dal cielo il fatto che si fossero ricongiunti, Killian aveva sofferto molto per quella mancanza e ora che erano di nuovo insieme mi faceva sempre uno strano effetto vederli. - Come stai amore mio? Ti trovo bene.

- Sto benissimo mamma, mia moglie non mi fa morire di fame se hai paura di questo. - mi prese in giro. - a proposito di fame... love, il principino ha portato le sue prelibatezze e se l'è data a gambe per caso? Non lo vedo. 

  • Non è ancora arrivato a dire il vero. - alzai le spalle. Effettivamente era tardi e le bambine nel giro di una mezz'oretta, nonostante fossero impegnate con i nuovi giocattoli, avrebbero di sicuro reclamato cibo. 

- Ah no? E chi è stato allora quel geniaccio che ci ha interrotti proprio sul piu b.... ah!!! - incredibile, si era già dimenticato che non fossimo soli - Emh... mamma tu come stai invece? - provò inutilmente a rimediare alla figuraccia appena fatta. Ma quando imparerà quell'uomo ad essere meno impulsivo? Mia suocera naturalmente capì tutto, divenne rossa come un peperone dalla vergogna e alzandosi dal divano per poi indossare la giacca provò a raggiungere la porta d'ingresso. 

- Beh... credo si sia fatto tardi, sarà meglio che vada. Voi due avrete di sicuro molte cose da fare. - fulminai Killian con lo sguardo e tentai di recuperare la situazione. 

- Signora Jo.... Alice dove sta andando? Rimanga qui la prego. 

- Si dai mamma... rimani. - continuò anche Killian. Alice gli lanciò un'occhiataccia come a dire "sul serio? dopo quello che mi hai appena fatto intendere?" -  Non ci hai interro... si in parte... cioè noi.... prima che tu arrivassi... si insomma... prince.... - non lo avevo mai visto così impacciato e ve lo giuro, se non fossi stata così tanto curiosa di ascoltare il racconto di poco prima di mia suocera molto probabilmente sarei rimasta li a vedere come si sarebbe evoluta la cosa, la curiosità però mi stava uccidendo, pertanto decisi di andargli in soccorso.

- Alice ignoralo ti prego. Senza caffè non ragiona lucidamente, perché non torni a sederti e non finisci di raccontarmi la tua storia invece?

- Ah si? stavate parlando di qualcosa prima? Bene che cosa? Voglio sentire anche io. 

- Killian hai già combinato troppi guai per oggi, perché non vai a preparare almeno il latte per i bambini? Se papà non arriva dovremmo comunque fargli mangiare qualcosa non credi? 

- Sei una guastafeste swan! Mamma, ritiro tutto ciò che ho detto poco fa: mia moglie mi tratta malissimo. 

  • Non penso proprio mio caro, dopo quello che mi hai fatto dedurre...  - sogghignò, ecco da chi aveva ripreso la sua sfacciataggine Killian - ma se davvero fosse così come dici evidentemente  te lo meriti mio caro!
  • Dovresti difendere me mamma, sono io tuo figlio! - fece il finto offeso.
  • Solidarietà femminile tesoro... ora corri  a preparare la colazione ai miei angioletti. - la sua faccia fu epica. Tentò di replicare ma poi scosse la testa e rassegnato andò in cucina. - Allora dove ero rimasta? Ah già... killian era geloso di Liam. 

- Da cosa te ne sei accorta? - domandai.

- Tutto iniziò quando mio marito una domenica mattina decise di andare per mare e portò con se solamente Liam. Killian era ancora troppo piccolo per resistere una giornata intera in barca così lo lasciò a casa. In un primo momento il mio tesoro non sembrò neanche accorgersene ma quando Liam rientrò a casa, più entusiasta che mai per la giornata vissuta e iniziò a raccontare al suo fratellino per filo e per segno cosa avesse fatto per tutto il giorno allora ecco che Killian iniziò ad essere un po invidioso. Per una settimana intera stette dietro a suo padre cercando di convincerlo a portarlo con se in barca ma quando la domenica successiva si rese conto che ancora una volta mio marito aveva portato solo Liam con se iniziarono i guai. Iniziò a fare dispetti a tutti, diventò irrequieto ed era sempre alla ricerca del pericolo per attirare l’attenzione. Prima di arrivare a smettere di parlare il suo linguaggio era di gran lunga peggiorato, parlava come Chloe o forse anche peggio. Ecco perché ti dico che non devi assolutamente preoccuparti se la piccolina ti da qualche grattacapo.

- Fosse solamente qualche grattacapo. La tua storia sembra quasi identica alla mia. Ora capisco da chi abbia ripreso mia figlia allora.  - l'avevo sempre detto io che Chloe era la copia sputata di suo padre a livello caratteriale. Ora ne avevo la conferma ufficiale. - Se posso saperlo però: come hai risolto la cosa? Hai lasciato che Killian capisse da solo o sei intervenuta in qualche modo?

- Inizialmente gli ho parlato, ho cercato di fargli capire il motivo per cui suo padre non lo portava con se ma a quattro anni era difficile per lui capire cosi provai a lasciarlo stare e a fargli affrontare da solo il problema. 

- Ed ha funzionato? - che avesse sul serio ragione Hopper? Avrei dovuto seriamente far vivere questa cosa a Chloe da sola nella speranza che si sarebbe sbloccata da sola?

- No... purtroppo no. Questa tecnica funzionò con Liam quando era geloso di Killian ma non con lui. Più i giorni passavano e più Killian diventava ingestibile. Ogni bambino è diverso Emma quindi stai tranquilla: se il suo terapeuta ti ha detto di pazientare e di lasciarla agire da sola significa che può farlo. 

- Non credo che sia la soluzione migliore per lei. Ha bisogno di una piccola spinta secondo me. Da sola non credo possa farcela. - sospirai. - Tornando a Killian: se da solo non e riuscito a comprendere la situazione ma neanche parlarle con lui è servito ad aiutarlo, come sei riuscita a fargli superare il blocco? Scusami Alice per tutte queste domande ma non so davvero come approcciarmi con la mia piccolina. Giorni sembra stare bene e giorni sembra tornare indietro di un paio d'anni. Mi fa ancora pipì a letto, cosa che aveva smesso già da tempo e molte volte, pensando che non la vediamo da fastidio a suo fratello facendogli dispetti di ogni genere. 

  • Non devi minimamente scusarti tesoro, ti capisco benissimo, sei preoccupata ed è normale. Non saresti una buona mamma altrimenti... e poi se posso aiutarti a far star serena mia nipote lo faccio più che volentieri. - mi sorrise - per aiutare Killian ho semplicemen....EMMA! So io come aiutare Chloe.  - esclamò facendomi quasi saltare dalla paura. -  Con Killian riuscii a risolvere il tutto con un gioco, forse potremmo fare la stessa cosa con lei! - un gioco? Era' bastato un semplice gioco per risolvere i suoi demoni interiori? Adesso ero ancora più curiosa di conoscere i fatti. Mia suocera vedendomi più curiosa che mai, capì cosa stessa passando per la mia testa e prima ancora di poterle formulare la mia domanda ecco che riprese il suo affascinante racconto. -  Ti stai chiedendo in cosa consisteva il gioco vero? Beh diciamo solo che nella famiglia Jones la domenica mattina si diede inizio ad una nuova routine: mentre Liam e mio marito erano in mare, io portavo Killian a lago. Una mia amica e suo marito avevano una piccola barca così chiesi loro il permesso di poterci portare mio figlio.  Facevamo finta di essere due grandi marinai che erano in missione per conto del re: una principessa era stata rapita e bisognava riportarla a casa. A killian sarebbe bastato far finta di pescare per imitare suo padre e raccontare a suo fratello che anche lui era un piccolo marinaio, ma dai racconti che mi faceva su di lui sapevo che lo vedeva come un "pirata" nobile con grande senso del dovere e di conseguenza allargai un pochino le sue vedute. Sognare un po' non gli avrebbe fatto di certo male e poi.. beh... una principessa a casa l'ha riportata sul serio. - arrossii. 
  • Quindi è con questo gioco Killian è riuscito ad annientare i suoi demoni...

- Esattamente. Si è sentito importante e preso in considerazione, cosa che credeva che suo padre non facesse. Devi credermi Emma, mio marito amava Killian in maniera smisurata, era per questo che non lo portava con se, ma per un bimbo di quattro anni è difficile da capire. Forse anche la tua piccolina, nonostante sia solamente una sua impressione, si sente così. 

- Quello è  sicuro e non me lo manda di certo a dire: non fa altro che ripetere che io mi prendo cura solo di suo fratello, che gli voglio più bene e cose di questo genere. Mi fa un male terribile sentirle dirle quelle cose, non è assolutamente vero che prediligo Liam a lei... a loro... ma Chloe sembra non capirlo. 

- E' gelosa ed è normale che lo sia, ha vissuto in simbiosi con te fino alla nascita di Liam, tutte le attenzioni erano per lei che era la più piccolina e ora si ritrova a vivere con  una persona che richiede le sue stesse attenzioni. pensa di aver perso il suo posto speciale, devi solamente farle capire che non è così. 

- Fosse facile... hai qualche idea? Pensi che inventare un gioco come hai fatto con Killian possa smuovere qualcosa?

  • Ho una piccola idea in realtà, potreste giocare ad essere due mamme che si occupano dei loro piccolini... comprale una bambola nuova e dille di imitarti... passerà tutta la giornata con te e mentre tu ti occuperai di Liam, lei si occuperà della sua “bambina”. In questo modo non solo si sentirà coinvolta ma capirà che prendersi cura di un bambino non è affatto facile e che le attenzioni che hai per Liam non sono altro che cose necessarie per la sua sopravvivenza.
  • E tu pensi possa funzionare? 
  • Dico che provare non costa nulla!!!
  • Mia madre ha ragione... - intervenne Killian raggiungendoci. - non ho potuto fare a meno di ascoltarvi. Ricordo ancora quel periodo, se non fosse per quel gioco credo che ancora porterei rancore verso mio padre e Liam. Conoscendo quella capocciona di nostra figlia forse neanche funzionerà, è  imprevedibile quella peste, ma perché non provare? Se funziona avremmo risolto tutti i nostri problemi. - non ero assolutamente convinta che quel piano avrebbe funzionato ma decisi ugualmente di affidarmi all’esperienza di mia suocera e già lo stesso pomeriggio, mentre Leila era a casa di una sua amichetta e Liam era sulla jolly con Killian ad “imparare” i segreti della pirateria, portai Chloe, accompagnata anche da Nonna Alice, in un negozio di giocattoli a scegliere quello che speravo con tutto il cuore si sarebbe rivelato il nostro oggetto miracoloso.   
  • Pecchè siamo qui? - chiese la mia cucciola non appena si rese conto di dove ci trovassimo - Mamy vuoi legalale giochino a me? - i suoi occhi erano già in balia dell’emozione.
  • Più o meno.... - mi limitai a rispondere non svelandole nulla di quello che avevamo in mente. 
  • Che tignifica più o meno? Me lo compi o no? - tutta sua padre non c’è che dire.
  • Si tesoro, sono venuta qui per comprarti un giochino, una bambola per la precisione. - lei adorava le bambole. - Ricordi che un po’ di tempo fa tu e tua sorella non avete fatto altro che parlare di una bambola che faceva praticamente tutto?
  • Quella che compato di naccosto e che tu hai dato ai bambini senza mamma e papà? - accidenti, avevo dimenticato quel piccolo dettaglio.
  • Ehm... esattamente amore mio... che ne diresti di ricomprarne una adesso? Ci pensò su ma poi scosse la testa, in segno di negazione, più convinta che mai. 
  • Io boglio questo! - credetemi non riesco ancora a capacitarmi come riuscii a trattenermi dal ridere. Aveva preso da una grande cesta un piccolo pupazzo raffigurante un personaggio Disney alla mia famiglia molto noto. Non era assolutamente la tipologia di personaggio che piace alla maggior parte delle bambine, non indossava un vestito principesco, non aveva una corona e non aveva nessun amico parlante.... quello che teneva tra le mani era un esemplare, più unico che raro, con baffi impomatati e permanente. Avete capito di chi sto parlando non è vero? Chloe stava stringendo a se una brutta versione di quello che era il suo papà: capitan uncino versione cartone animato, una cosa a dir poco inquietante.
  • Chloe tesoro... è... non è un po’ br....
  • - È bellittimo mamy vero???? 
  • Bellissimo amore mio davvero bellissimo! - stavo per dire bruttino a dire la verità ma mi corressi immediatamente per non farcela rimanere male. - Mi piace molto, dico davvero, ma avevo in mente altro... voglio fare un gioco con te quando torneremo a casa e sarebbe più indicato un  bambolotto sai?
  • Un giocoooooo????? Che giocoooo? - amava giocare con me ma con Liam che aveva iniziato a tenersi in piedi da solo aiutandosi con qualsiasi appoggio disponibile era diventato difficile trovare del tempo per stare solo unicamente io e lei. Giocavamo ugualmente è vero ma non nella maniera in cui avrebbe voluto lei e questo era un’altro fattore che non l’aiutava ad accettare suo fratello. Nel sentirmi pronunciare quelle parole i suoi occhi si riempirono finalmente di felicità e io non potei far altro che perdermi nel suo sguardo, amavo vederla sorridere. - Allola mamy, mi lispondi? Che gioco?
  • È  una sorpresa tesoro, quello che devi sapere però è che ci vuole una vera bambola per fare questo gioco, ti piacciono le bambole no? - la domanda era retorica naturalmente.
  • Si tanto, ma quetto anche piace. - constatò non mollando la presa su quella mostruosità di pupazzo. - è come bambola!
  • Amore ripeto, è bellissimo questo pupazzo ma sarebbe più indicata una bambola come quella che ti piaceva qualche tempo fa. Ti ricordi quante belle cose faceva? - cercai di persuaderla. - questo bel pupazzo purtroppo non le fa.
  • A me no piace più bambola vecchia.
  • Va bene, non dobbiamo mica prendere quella per forza, non ce n’è un’altra che desidereresti? - mi rifiutavo di crederlo e infatti neanche un secondo dopo eccole venire in mente il suo oggetto dei desideri.
  • Tiiiiiii! C’è bambola che piace a me! Fa tane cose, più cose di bambola vecchia: mangia, beve, dorme, fa pipì e fa anche la popò! - ora iniziavano a ragionare.
  • Ma davvero? Wow, proprio quella che fa al caso nostro allora! Andiamo a vederla se ne hanno una ok? - non poteva credere alle sue orecchie, non era un comportamento da me quello e infatti rimase per una manciata di secondi a fissarmi come a dire “ non stai scherzando mamma, vero?” - allora piccola peste, vuoi restartene con la bocca semiaperta o mi aiuti a cercare la tua nuova bambola? - quando comprese che non stavo per nulla scherzando iniziò a saltellare tutta contenta per il negozio e con una mano stretta in quella di a sua nonna e con l’altra abbracciata a quella sottospecie di caricatura di mio marito, non era minimamente intenzionata a separarsene, iniziò la nostra ricerca. Non ci volle molto a trovare la bambola che mi aveva descritto, era praticamente il gioco più pubblicizzato dell’anno, vi erano scaffali e scaffali di quella bambola e la maggior parte delle bambine che erano in quel negozio erano riunite li insieme ai loro cari a supplicarli di comprargliene una.
  • Woooooooow.... è bellittima mamy! Più bella che nella telebisione. - rimase a guardarla incantata, era totalmente ipnotizzata da quello che aveva davanti. Anche io ebbi lo stesso effetto a dire la verità ma non per la bambola in se quanto per il prezzo. Duecento dollari per una bambola?????? Erano forse diventati matti?!?!?! Ora capivo perché tanti di quelle bambine piangevano tenendo strette a se quel gioco. Era un vero e proprio furto.
  • Mamy... potto prendella?!?! - eh... bella domanda.  Le avevo detto di sì inconsapevolmente della spropositata cifra, potevo rettificare e negarle quello per cui l’avevo fatta sognare? Stava sprizzando gioia da tutti i pori, dirle di no dopo averle fatto credere di sì sarebbe stata una vera crudeltà e di sicuro le cose sarebbero ulteriormente peggiorate. Eravamo lì per mettere fine ad un problema, non per crearne altri così anche se il mio portafogli non ne era proprio particolarmente entusiasta annuii alla mia bambina rendendola felice come non la vedevo da tempo.
  • Mammina glazieeeeee! Sei la mamma migliore del mondoooooo! - strillò ottenendo l’invidia di tutte quelle bambine che erano lì accanto a noi. - hai bisto nonna? Mamma mi legala bambola e pupazzo. - cosa cosa cosaaaa??? Cosa le stavo regalando io?
  • Emh ... Chloe, gioia mia, mi piacerebbe ma non possiamo comprare tutte e due le cose. O l’uno o l’altro. - cercai di risultare il più dolce possibile.
  • Mah... mah.... ma a me piacciono tutti e due, li boglio. - il suo sguardo cambio di colpo e passò dall’essere entusiasta a triste in meno di due secondi. Mi dispiaceva molto vederla delusa ma non potevo di certo iniziare ad assecondare tutti i suoi capricci. Naturalmente nonna Alice non fu del mio stesso avviso è provò a convincermi, senza farsi sentire dalla piccola, a cambiare idea.
  • Emma cara, è stata mia l’idea di prendere una bambola nuova per aiutarla. Gliela compro io, tu prendile quel pupazzo che tanto le piace...
  • No Alice, mi dispiace ma non se ne parla. Non spetta a te prendergliela, sono io sua mamma. - non avrei mai e poi mai fatto spendere a mia suocera tutti quei soldi per un oggetto che forse non ci sarebbe neanche stato d’aiuto, era stata una sua idea vero... ma questo non voleva dire farsi carico economicamente della cosa.
  • Allora non so, magari potremmo fare il contrario, potrei regalarle io quel pupazzo da cui tanto è attratta mentre tu.... - scossi la testa - Ma daiiii,  Pensa alla faccia di tuo marito quando lo vedrà! - non potei far a meno di ridere, Killian era già restio a far vedere loro il cartone animato di Peter Pan figuriamoci avere in casa un pupazzo ritraente la sua buffa figura.
  • Per quanto mi piacerebbe stuzzicare mio marito ritengo sia meglio non prenderle anche questo gioco. Atteniamoci ai piani originali ok? Magari una prossima volta. - non fu d’accordo con la mia decisione, quale nonna lo sarebbe, ma rispettò il mio pensiero e accompagno Chloe, in lacrime, a posare il giocattolo dove lo aveva preso mentre io ne approfittai per prendere qualcosina anche a Liam e Leila.                  Chloe pianse  per tutto il tragitto verso casa e la cosa durò anche dopo. Alice provò ancora e ancora a farmi cambiare idea impietosita da quei lacrimoni, odiava vedere sua nipote piangere... era come i miei genitori in questo, le avrebbe comprato la luna se solo lo avesse chiesto, ma ormai avevo preso la mia decisione e non ero minimamente intenzionata a cambiare idea. Aspettai ancora qualche minuto nella speranza che si calmasse da sola ma feci un errore: la lasciai in soggiorno, da sola, con Liam che era nel box. Non lo avessi mai fatto: inizialmente sembrava andare tutto bene ma poi d’un tratto sentii il piccolino lamentarsi per  poi urlare e piangere disperatamente . Corsi immediatamente da lui pensando fosse caduto tentando di mettersi in piedi ma quando arrivai in soggiorno notai che tutti i suoi giochi, quelli che erano nel box, erano stati buttati a destra e a manca per tutto il soggiorno e in più trovai lui seduto ad un angolino del suo box e si teneva un braccio come se gli facesse male. Lo presi immediatamente in braccio per controllarlo e vidi sul suo braccino un morso in piena regola con tanto di dentini stampati sulla carne. Qualcuno di mia conoscenza lo aveva morso ma non ci era andata per nulla delicata, la parte del braccio incriminata si stava gonfiando leggermente. Non ci vidi più, passino i dispetti ma le mani addosso proprio no.
  • CHLOEEEEE JONESSSSSS!! - strillai così forte che forse mi sentirono anche dall’altra parte di Storybrooke - VIENI IMMEDIATAMENTE QUI SIGNORINA! - intimai. Sentii immediatamente dei passi accorrere verso di me ma erano troppo pesanti per essere quelli di un bambino. Non era Chloe infatti ma bensì Alice la quale, preoccupata per il mio tono di voce eccessivo e per il pianto straziante di Liam, corse a controllare cosa fosse successo.
  • Tutto bene qui? - chiese cercando di mantenere un contegno nonostante avesse il cuore in gola. - Che è success.... Liam amore, che hai fatto piccolino? - la sua attenzione si spostò sulla ferita di “ guerra” del mio ometto. - Chi ti ha fatto questo morso cucciolo di nonna è?
  • Non ti sembra ovvio? - risposi io nonostante fosse una domanda retorica. Aveva perfettamente capito anche lei chi fosse l’artefice. - Altro che gioco per aiutarla, qua ci vorrebbero due schiaffi ben assestati....
  • Andiamo Emma non esa....
  • CHLOE NON FARMI PERDERE LA PAZIENZA, VIENI IMMEDIATAMENTE QUI!  - tornai a richiamarla visto che il mio primo richiamo non era servito a nulla.
  • Emma non arrabbiarti... lei non...
  • Lei cosa? Lei non voleva farlo di proposito? Tze... non la conosci proprio allora! CHLOEEE! È  L’ULTIMO RICHIAMO QUESTO, SE NON VIENI QUI ENTRO TRE SECONDI RICEVERAI UNA PUNIZIONE.... HAI CAPITO?!? UNO.... DUE.... 
  • Aspetta, le vado a parlare io, tu intanto metti un po’ di ghiaccio sul braccio di Liam, sentirà meno dolore così. -  Non so come, ero davvero arrabbiata, ma mi feci convincere, andai in cucina a prendere del ghiaccio da mettere sulla ferita del mio ometto dopodiché, senza farmene accorgere, mi misi ad origliare alla porta cercando di captare la conversazione nonna\nipote. Chloe si era nascosta sotto il tavolinetto del salotto e sembrava non intenzionata ad uscire. Nonna Alice non perse mai la calma e alla fine, tentativo dopo tentativo, riuscì a farla uscire da lì e a farla sedere con lei sul divano. Stava ancora piangendo ma quei singhiozzi non mi impedirono di capire cosa si stessero dicendo.
  • Amore mio, perché  hai morso il tuo fratellino, lo vuoi spiegare a nonna? 
  • Io no morso nessuno.... 
  • Guarda che alla nonna puoi dire la verità, non ti faccio nulla. - scosse la testa - Perché no? 
  • Tu dopo dici a mamy e lei allabbia co me. 
  • Non lo dirò a nessuno te lo prometto, resterà il nostro piccolo segreto... allora, perché hai morso il tuo fratellino?
  • Pecchè pe coppa sua io no ho preso giocattolo bello. - confessò il suo reato e la sua motivazione. 
  • Pensi che sia stata colpa di Liam se mamma non ti ha comprato il peluche che avevi visto al negozio? - annuì - E perché pensi questo amore?  Liam neanche c’era...
  • Mamy pe complale gioco a lui no complato gioco a me! 
  • Mi risulta che tu sia tornata a casa con una bambola che costa quasi un occhio della testa mia cara signorina - intervenni uscendo dalla cucina e raggiungendole. Chloe sobbalzò e per un nano secondo pensò di scappare ma nonna Alice le strinse prontamente la mano e le fece capire che non l’avrebbe lasciata da sola ad affrontare la mia ira. - I tuoi fratelli a confronto si può dire che non hanno ricevuto proprio nulla. 
  • Liam gioco che piace a lui... Lui sempre cose più belle. Tu bene solo a luiiiii- dovetti ricorrere a tutta la calma di questo mondo per non iniziare seriamente ad urlare. 
  • Cose più belle? Ma finiscila Chloe, tuo fratello ha ricevuto una stupidissima  macchinina di gomma che in confronto a quello che hai ricevuto tu non è assolutamente nulla. 
  • Ma a lui piace.... tu hai pleso a lui quello che piaceva...
  • E a te no???? Me lo hai detto tu che ti piaceva quella bambola Chloeeee.... 
  • a me piaceva anche pupazzo bello... tu no comprato a me per colpa di macchina brutta. 
  • Ho comprato una cosa a ciascuno di voi e credo che sia stato più che sufficiente visto che vostra nonna questa mattina vi ha già riempito di regali.
  • Ma io bolebo pupazzo! Tu hai complato solo bambola pelò...
  • Ho voluto regalarti quella bambola perché avevo intenzione di inventare un nuovo gioco per passare più tempo insieme te ma visto che a quanto pare l’idea non ti piace e che preferisci un inutile pupazzo vorrá dire che tornerò al negozio e riporterò la bambola indietro. - senza aggiungere altro mi avvicinai al tavolo dove avevo poggiato il suo giocattolo e dopo averlo messo nuovamente nella busta mi avviai decisa verso la porta. Mi sentii afferrare per una gamba.
  • No no no no no, mamy no! No ti plego, io faccio brava bimba. No potare via gioco a me. 
  • Rilassati, neanche ti piace questa bambola. Vado a prenderti quel maledetto pupazzo così almeno smetterai di dire che non ti penso e che faccio contento solo Liam. - per un attimo sembrò piacergli la cosa.
  • Dabbero? E poi facciamo giochino nuovo insieme? - domandò credendo di averla avuta vinta anche questa volta. 
  • No, serve una bambola per fare quel giochino ma visto che non la vuoi la riporterò indietro così magari una bambina che a differenza tua la desidera avrá il privilegio di giocarci insieme alla la sua mamma. - riprese a piangere e strattonandomi per la gamba mi supplicò di non rimandare il suo giocattolo indietro. Alice mi guardò e con gesti muti e silenziosi mi fece capire che forse era abbastanza per oggi. Presi Chloe in braccio e andandomi a sedere la portai sulle mie ginocchia. 
  • Non riporterò la bambola indietro se non vuoi ma tu devi capire che non si può ottenere sempre tutto. Delle volte bisogna anche fare delle scelte. Pensavo che giocare con me ti rendesse più felice che giocare da sola con un pupazzo, non fai altro che ripetermi che non passiamo tanto tempo insieme come invece vorresti, ed ecco perché ho pensato che fosse meglio comprarti la bambola. Forse ho sbagliato, forse avrei dovuto lasciare scegliere te ma questo non giustifica le tue azioni. Hai morso il tuo fratellino per uno sciocco giocattolo, ti rendi conto di quanto è grave? Leila ti ha mai morso quando le davo qualche punizione o quando le ho detto no a cose che voleva comprare??? Rispondimi...
  • N..no
  • E perché allora tu dovresti farlo? 
  • Pecche  lui.. lui... lui cattivo. Si prende tutto il tuo bene e non me ne lascia neanche un pettettino. Tu prendi sempre in blaccio lui, dommi con lui, stai semple con lui...
  • Con chi sto parlando adesso, con te o con lui? 
  • Co me...
  • E a chi ho voluto comprare un gioco nuovo con la scusa di giocarci insieme, a te o a lui?
  • A.. a me...
  • E questo non ti fa pensare che ti voglio bene?  - abbassò lo sguardo, forse iniziava a capire. - ti ripeterò la domanda, pensa bene alla risposta ma sii sincera... preferisci quel peluche che abbiamo lasciato al negozio o la bambola che abbiamo preso? 
  • Tutte e due...
  • Non esiste tutti e due, o l’uno o l’altro. - dissi decisa. - i tuoi fratelli hanno avuto un solo regalo, non è giusto nei loro confronti che tu ne riceva due, che tu ci creda o no siete tutti uguali per me. 
  • Allora puoi....
  • No, non comprerò due giocattoli a testa, toglietelo proprio dalla testa, uno è più che sufficiente quindi concentrati su cosa ti renderebbe davvero felice e dammi una risposta. - La vidi pensarci su e alla fine, anche se delusa di non aver vinto la battaglia, mi diede una risposta.
  • La bambola.... boglio la bambola... 
  • d’accordo, ora sai cosa devi fare vero? 
  • No bacino a Liam io.... 
  • chi ha sbagliato? Chi ha morso il fratellino? - domandai guardandola puntigliosa
  • Io...
  • E chi deve chiedere scusa?
  • Io.... uffa però. - si avvicinó al box dove avevo rimesso Liam e dopo avergli dato un mezzo bacio con aria del tutto schifata corse nuovamente da me. - mi peddoni mammina? - ed ecco improvvisamente i suoi occhi da cucciolo indifeso folgorare il mio sguardo.
  • Solo se hai capito la lezione.
  • Giulo io! Io capito, io no faccio più. - non era vero, lo avrebbe di sicuro rifatto... - pottiamo ancora fare giochino co bambola insieme? - guardai mia suocera e lei mi fece segno come per dire “che stai aspettando, fa contenta quella povera creatura”.
  • Certo che possiamo ancora giocare anzi, fai una cosa, corri a prendere la bambola ok? - neanche a terminare la frase che era già sgattaiolata a prenderla ed era tornata. I suoi occhi erano ancora rossi qper i lacrimoni versati ma adesso almeno era decisamente più tranquilla.
  • Come ti gioca a quetto nuovo gioco? - le spiegai le regole principali, le dissi che io e lei eravamo due amiche che si prendevano insieme cura dei loro rispettivi bambini, che ogni qual volta che facevo qualcosa con Il mio bambino lei doveva fare la stessa cosa con il suo e viceversa. Sembrava davvero entusiasta della cosa ma poi mi fece una domanda la cui risposta cambiò il suo interesse verso il gioco. 
  • Quetta è la mia bambina mamy.... dove è il tuo bimbo? Quale bambolotto hai telto?
  • Io userò Liam ok? È l’unico che oltre alla tua bambola manga, beve e fa pipì. - spiegai non dando peso alla cosa. Mi rispose con un semplice ok dopodiché sparì in cucina con sua nonna perché voleva fare merenda. 

Un giorno e mezzo... questa fu la durata del nostro gioco, già la sera del secondo giorno capii che avevamo fatto un buco nell’acqua. Ero alle prese con la preparazione della cena, Chloe era con sua sorella e il loro papá a vedere la tv, quando andando a buttare dei barattoli vuoti vidi nel bidone della spazzatura niente meno che la bambola di mia figlia. 

  • che c’è, ti sei imbambolata? - disse Alice, la quale si era trattenuta per qualche giorno e mi stava aiutando con la cena 
  • La mia “amica” ha appena abbandonato il suo bambino. - dissi estraendo dalla pattumiera la bambola per fargliela vedere - a quanto pare abbiamo fallito! - Vidi Alice elaborare la cosa per qualche secondo, non se l’aspettava, Chloe inizialmente sembrava felice di giocare con quella bambola e pur di capirci qualcosa andò a chiamare la diretta interessata e con me presente si fece spiegare il motivo di tale gesto. 
  • No piace gioco nuovo che ha inbentato mamy... no piace che suo bambino è Liam... io boglio essere la sua bimba. Pecché non tochiamo che io sono la bimba di mamy e bambola è bimba di nonna? - e come al solito ecco che Liam venne estromesso da quello che era il suo mondo perfetto.
  • Il tuo fratellino poi? Non lo facciamo giocare? - le domandò sua nonna - Poverino, a lui piace tanto quando giocate assieme!
  • A me no! - girò i tacchi e se ne andò. 
  • Però! Che caratterino! 
  • E si è trattenuta fidati. - scossi la testa rassegnata, mia figlia non cambierà mai. - Speravo davvero di risolvere qualcosa sai? e invece... beh, mi sa tanto che mi toccherá parlare sul serio  con qualche specialista.
  • Ma no Emma, aspetta ancora un pochino, quella piccolina va già dallo psicologo, ha una logopedista e nell’ultimo anno ha visto più ospedali e medici lei che un gruppo di vecchietti. Dalle tempo, forse cambierà idea e vorrà ancora giocare a...
  • Non conosci tua nipote allora... è furba, maledettamente furba e se ha detto no... beh, allora è no. - terminammo lì l’argomento ma sul mio viso rimase comunque l’espressione di chi aveva appena perso una battaglia. Killian se ne accorse immediatamente e non appena finimmo di cenare lasciò i bambini in salotto con mia madre e mi raggiunse in camera dove avevo deciso di andarmi a rifugiare per stare un po’ da sola con i miei pensieri. 
  • Mamma mi ha spiegato in grandi linee cos’è successo - disse varcando la soglia della nostra camera per poi venirsi a sedere sul letto accanto a me - È per questo che sei preoccupata? Perché il piano non ha funzionato? - non risposi, era scontato che il mio stato d’animo era dovuto a quel piccolo avvenimento. - Amore dai, non è la fine del mondo, abbiamo vissuto per un anno e mezzo con questa situazione che vuoi che sia qualche mese in più, Hopper ha detto....
  • So che cosa ha detto ma io sono convinta che si sbaglia ok? Non lo so perché: chiamalo istinto materno, intuito femminile o come vuoi, quello che so è che Chloe non è in grado di affrontare tutto questo da sola e a quanto pare neanche io sono in grado di aiutarla...
  • Questo non è vero, non buttarti giù così, sei bravissima con lei, sei praticamente l’unica che riesce a tenerla a bada... - mi baciò una guancia per poi scendere fino all’’incavo del mio collo - Non ci pensare adesso... rilassati ok? Ci penso io a...
  • No Killian fermo... - cercai di allontanarmi quel poco che bastava per farlo smettere, amavo le sue attenzioni ma non era di certo quello il momento più indicato.
  • Shhhh lasciami fare, so quello che faccio... - replicò per poi riportarmi tra le sue braccia con una facilità inaudita. È incredibile come quest’uomo riesca a farmi sciogliere ogni volta e infatti ecco che nel giro di neanche 20 secondi mi ritrovai stesa sul letto con il suo corpo premuto contro il mio. Mandai al diavolo ogni pensiero negativo avuto fino a quel momento e mi concentrai solo ed esclusivamente su di lui… un bacio, una carezza, un gemito... stavo per perdere ufficialmente il controllo ma poi un briciolo di lucidità mi ricordò che non eravamo soli.
  • Kil...Killian non... no! - lo scostai con forse un po’ troppa forza per poi alzarmi e allontanarmi da quel letto tentatore. Se fossi rimasta lì, accanto a lui, avrebbe sicuro trovato un modo per ribaltare ogni mio pensiero. - Non possiamo... 
  • ah no? E perché?
  • Perché?!?! Me lo stai chiedendo sul serio? Non dovrei essere io a dovertelo ricordare caro ma c’è tua madre di la. - possibile che non c’era arrivato? - per non parlare che non sono proprio dell’umore adatto.
  • C’è mia madre... e allora? Non vedo dove sia il problema.
  • Ma come allora... Killian?!?!? - È  un caso senza speranza il suo. - È imbarazzante! - lo vidi scuotere la testa rassegnato. Pensavo avesse capito e invece.... tze, Killian Jones è una gran testa dura.
  • Fare la pudica non ti si addice sai? Vieni qui, non farti pregare, voglio fare l’amore con te! - lo guardai come a dire “sei serio? Guarda che non stavo scherzando” - Non guardarmi così, l’altro giorno siamo stati interrotti proprio sul più bello e sono rimasto alquanto insoddisfatto, non sprecherò questo momento in cui siamo finalmente soli solo perché sei imbarazzata dalla sua presenza. Non vorrai mica non fare più sesso con me fin quando non andrà via? No perché io potrei impazzire...
  • Ma cosa devo fare io con t... - non mi lasciò neanche finire la frase che eccolo nuovamente tentare un approccio. Riprese a baciarmi con foga e nel mentre, insinuando la mano e il suo uncino sotto la maglia tentò, in maniera gentile e delicata, di sfilarmi l’indumento. “Contegno Emma... contegno” mi dissi mentalmente con l’intento di rimanere lucida ma amavo troppo quelle mani e  i suoi modi di fare per fermarlo. Provai a lasciarmi andare, ci provai sul serio ma non ci riuscii, dentro di me il pensiero  che mia suocera potesse sentirci o anche solo sospettare qualcosa mi  metteva enormemente a disagio e di conseguenza, consapevole di dargli una grande delusione, vista la falsa speranza che gli avevo appena dato rispondendo ai suoi gesti, fermai Killian ancora una volta. 
  • Che altro c’è! - mi chiese buttandosi a peso morto sul letto insoddisfatto dell’ennesima interruzione.
  • Non ce la faccio, davvero...mi dispiace ma è più forte di me! - ammisi guardando i suoi occhi carichi di desiderio. 
  • Quindi ho ragione, non faremo più nulla fino a quando non andrà via? 
  • Ma no, che c’entra... magari più tardi, quando saremo sicuri che dormono tutti... - scoppiò improvvisamente a ridere, che accidenti gli prendeva adesso? - Killian sono seria, cosa c’è da ridere tanto?
  • Scusa ma è  troppo divertente Love! Non fai l’amore con me quando mia madre è al piano di sotto ma lo faresti più tardi quando  sarà nella sua camera che per la cronaca è situata sullo stesso nostro piano a tre metri di distanza? Scusami amore ma converrai con me che fa ridere. 
  • Ti odio quando fai così!
  • Mi odi perché sai che ho ragione... - ammiccò per poi rubarmi l’ennesimo bacio e abbracciarmi. Non gli diedi il tempo di fare altro che smontai ancora una volta i suoi piani
  • Non ho cambiato idea, non farò l’amore con te mentre tua madre è al piano di sotto ad occuparsi dei nostri figli. Toglitelo proprio dalla testa. 
  • Ma perché Emma!?! Non può vederci tranquilla e da un piano all’altro non può neanche sentir...
  • Posso sentirvi eccome! - ed ecco che l’ultima persona a cui avrei voluto far assistere a quella discussione si ritrovò proprio davanti ai nostri occhi. -  scusate ragazzi non volevo disturbarvi, cioè in realtà si.... no, insomma... - prese un respiro - questo coso parla! - disse tutto d’un fiato, più imbarazzata che mai, mostrandoci un oggetto dei tempi moderni  a lei del tutto sconosciuto: il baby monitor. - Vi giuro non volevo ascoltare mah... non capivo da dove provenissero le voci... - tra me e Alice non sapevo chi delle due fosse più in imbarazzo. 
  • Ti sei messa ad origliare quindi... - la prese in giro Killian  con l’intento di smorzare la tensione ma ottenendo esattamente  l’effetto contrario. Mio marito è proprio una frana - Beh visto che sei qui e che hai ascoltato tutto potresti gentilmente venire in mio soccorso e rassicurare la mia dolce mogliettina sul fatto che tu non hai nulla in contrario se durante la tua permanenza qui noi...
  • KILLIANNNNNNNNN!!!!!! - gli diedi una gomitata tra le costole che credo ricorderà per tutto il resto della sua vita. Avrei voluto sotterrarmi credetemi ma fortunatamente Alice non diede retta a suo figlio e cambiò argomento smorzando l’imbarazzo e facendomi riprendere fiato. 
  • Non sono affari miei quello che succede tra moglie e marito quindi non mettermi in mezzo figliolo , spiegami piuttosto questo! - tornò a mostrare interesse per il baby monitor - Perché tenete delle micro spie sparse per la casa?  Non starete tenendo in casa gente poco affidabile che va monitorata vero? I bambini...
  • Mamma calmati, va bene che Emma è  lo sceriffo ma di solito non porta i criminali in casa. - rise per quella sua preoccupazione da nonna - non è una microspia quella che tieni in mano, è semplicemente un congegno inventato in questo mondo per poter ascoltare i bambini e sapere se hanno bisogno di aiuto anche quando noi genitori non siamo nella stessa stanza. Si chiama baby monitor e di solito lo utilizziamo per controllare Liam quando fa il riposino non per far sapere al mondo intero quando io e... - ne voleva forse un’altra di gomitata? 
  • Quindi spiegami meglio - venne completamente ignorato da sua madre - se il bambino piange voi lo sentite...
  • Esattamente. 
  • Innovativo devo ammetterlo ma non è pericoloso? Si, cioè... beh... non avete paura che i bambini possano ascoltare cose... come dire... poco adatte?  - e rieccoci giunti all’argomento del giorno. 
  • Di solito lo spegniamo quando non hanno bisogno di noi ma oggi qualcuno - intervenni io rimarcando l’ultima parola - si è dimenticato di farlo! 
  • Ooooops - scrollò le spalle con finto fare dispiaciuto - Pardon!!!
  • Sai che forse non è stata poi una brutta svista? - scherzava vero? - Non guardarmi così Emma, forse ho trovato come aiutare vostra figlia. - disse decisa agitando il baby monitor in aria - Questo è l’oggetto perfetto. 
  • E come vorresti fare mamma, bloccandole la crescita? - lo guardai malissimo. Se avesse anche solo riaperto l’argomento di poco prima giuro che lo avrei preso a calci davanti alla sua stessa madre. - sorry.... scherzavo!
  • Non capisco come ancora non ti abbia cacciato fuori di casa questa poveretta. 
  • In fondo mi ama! - mi baciò senza mezze misure cogliendomi alla sprovvista. - ma stavi dicendo, come hai intenzione di aiutare Chloe? 
  • È un segreto, mi ringrazierete più avanti se funzionerà. pensate a divertirvi adesso, cara la mia Emma questo qui non ti darà pace finché non cederai - ora si ci metteva anche lei??? - non preoccupatevi di Chloe o degli altri, a loro penserò io. 

 

POV ALICE

interrompere Emma e Killian per dire loro di aver involontariamente ascoltato la loro conversazione fu davvero imbarazzante  ma non potevo fare altrimenti se volevo mettere la parola fine a quella situazione. Mi ero sentita davvero di troppo in quel momento ma almeno cosa positiva riuscii a ricavarla: grazie a quella figuraccia, trovai l’idea geniale per mettere finalmente fine al disagio di mia nipote. Come? Ma con il baby monitor naturalmente. Una volta aver capito la sua vera funzione e essermi fatta spiegare più o meno come metterlo in funzione, presi entrambi gli apparecchi, lasciai i due piccioncini alle loro cose e provai a mettere in atto il mio piano. Sistemati uno dei due baby monitor nel salotto al piano di sotto proprio accanto al box di Liam e l’altro lo tenni in tasca in attesa del momento perfetto. Andai a chiamare la piccola Chloe nella sua stanza, dove sapevo essersi rifugiata a giocare da poco e con la scusa di volerle raccontare una favola la portai nuovamente al piano sotto. Adorava le fiabe e fu felicissima della mia proposta ma amava ancor di più la cioccolata calda e non appena gli proposi di preparargliele una ecco i suoi occhioni riempirsi di pura felicità. Le raccomandai di fare la brava bambina e di non allontanarsi per nessuna ragione al mondo senza avvisarmi dopodiché mi recai in cucina. La cioccolata calda era solamente un pretesto per allontanarmi, il mio piano prevedeva che lei rimanesse da sola con il suo fratellino. Attesi qualche minuto, la osservai da lontano attraverso una piccola finestrella dopodiché decisi di intervenire: accesi il secondo baby monitor e imitando la voce di un bambino iniziai a parlare.

  • ehi.... ehi Chloe! - dissi attirando immediatamente la sua attenzione. - Chloe sei ancora qui?
  • Chi... chi palla? - rispose un pochino spaventata  non capendo da dove potesse provenire quella voce visto che non c’era nessuno oltre a lei in quella stanza che sapesse parlare correttamente. - battene bia... - continuò a dire stringendosi al suo orsacchiotto di pezza per farsi coraggio. Non volevo spaventarla, non avevo minimamente preso in considerazione la possibilità che sarebbe potuto succedere. 
  • Non... non avere paura, sono tuo amico. Avvicinati... avvicinati al box. - la vidi indulgiate - dai Chloe, non avere paura. Voglio solo giocare. - attese ancora qualche altro secondo dopodiché ancorata saldamente al suo peluche mosse qualche passo fino ad arrivare al box di suo fratello. Continuò a guardarsi attorno ma non vide nessuno ancora una volta. 
  • Dobe sei??? 
  • Sono proprio qui! Sono io... il tuo fratellino. - le dissi costringendola ad abbassare lo sguardo su di lui. Liam naturalmente stava dormendo ma era necessario che lo facesse, se fossi intervenuta mentre fosse stato sveglio non sarebbe stato credibile il mio piano in quanto il bambino aveva iniziato a parlucchiare e a ripetere tutto ciò che sentiva. 
  • Tu????? Tu palli? Ma come fai? Tei piccolo e tai dommendo! - disse alquanto incuriosita.
  • Sai tenere un segreto?
  • Ti! No pallo io. 
  • I  bambini piccoli come me possono anche parlare sai? È una cosa rara è vero ma è possibile e si può fare solo con le persone speciali. - volevo farle capire subito il concetto: ovvero farle credere che suo fratello la ritenesse una persona importante ma non avevo fatto i conti che la bambina con cui stavo parlando avesse solo 4 anni.
  • Se sai pallare bene pecché non lo fai mai e piangi semple per ogni cosa? 
  • Non posso parlare con tutti.
  • E pecché? 
  • Non lo so ma ad esempio non ci è  permesso parlare con gli adulti, possiamo farlo sono con alcuni bambini. - ripetei. 
  • Quindi no puoi pallare a mamy? - la cosa sembrava piacerle. 
  • Ancora no ma posso parlare con te. Non sei contenta? 
  • Mmmh... no. 
  • Ah.... - dissi imitando un tono dispiaciuto - peccato... A me piacerebbe tanto parlare con te... 
  • ah si? 
  • Mi stai simpatica Chloe e ti voglio tanto tanto bene... 
  • tu buoi bene a me? 
  • Non immagini neanche quanto, ti ho sempre voluto bene e ho sempre desiderato giocare con te... - feci una pausa - posso farti una domanda? Perché mi fai sempre i dispetti? - non attese neanche un secondo per rispondergli. 
  • Pecché tu buoi rubare mamy a me e io no gioco co il nemico. Mamy è mia e tu no la potterai via da me. - aveva confessato la sua paura più grande, non che fosse un mistero in realtà, ma non l’aveva mai detto così apertamente... era il momento buono per cambiare una volta per tutte le carte in tavola. 
  • Aspetta Chloe!!!! - dissi nuovamente spacciandomi per Liam vedendola allontanarsi per lasciare la stanza 
  • Che buoi nano!!!!
  • Io... ecco io... volevo dirti che... io non voglio rubarti mamma... 
  • si inbece.
  • No ti sbagli, non voglio farlo! Non voglio portartela via.
  • E allora pecché la chiami sempre? Tei semple in blaccio a lei, ti fai semple dare da mangiare da lei, tochi semple con lei... se non vuoi lubarmela pecché lo fai? - sembrava arrabbiata ma quella era solo una maschera... la  veritá è che era spaventata, spaventata della possibile risposta.
  • Perché non sono bravo come te, non so ancora fare tutte queste cose da solo... non so ne camminare, ne mangiare, ne parlare come tutti i bambini grandi. mamma mi aiuta perché non sono capace ma presto imparerò e smetterà di farlo. La mamma tornerà a giocare con te come un tempo. 
  • e smetterá di volerti bene? - non era preoccupazione la sua... non era assolutamente  preoccupata per lui, anzi... sembrava quasi speranzosa nella cosa. 
  • No, mi vorrà sempre bene come ne vuole adesso anche a te ma di sicuro tornerai ad essere la sua preferita.  Lo sei sempre stata. -  non era assolutamente vero, Emma non aveva preferenze, la conoscevo abbastanza bene ormai, ma dovevo pur prenderla per la gola quella piccola peste no? 
  • Io no boglio appettare. Boglio essere plefelita di mamy già ola. 
  • Si può fare sai? 
  • Siiiii?????? - sbarrò gli occhi elettrizzata al solo pensiero. Se fino a quel momento non sembrava entusiasta di parlare con lui adesso la cosa non sembrava più dispiacerle poi tanto. - Come come comeeeee??? - domandò impaziente.
  • Giocando! - inclinò la testolina di lato non capendo. - ti ha regalato una bambola per giocarci insieme no?
  • No piace bambola... no piace gioco. Lei poi mentre io gioco con bambola gioca con te e io no boglio.  
  • Forse per mangiare e fare la nanna lei si occuperà di me ma per il resto potete giocare insieme. Io e la bambola siamo i piccolini, tu e mamma sitate le mamme. Fai finta di portare la tua bambina al parco e di incontrare la mamma. Io giocherò con la bambola e tu con mamy. - non so da dove potesse essermi venduta in mente quell’idea ma forse, visto che rimase a fissarlo senza dirgli nulla, poteva essere una soluzione. Non riuscii a comprendere esattamente se avesse abboccato però perché il piccolino si svegliò sul serio e si mise a piangere. Accorsi subito onde evitare che Emma sentendolo scendesse giù interrompendo la sua seratina romantica, chi lo avrebbe sentito mio figlio, ma non appena varcai la soglia del salotto la piccola Chloe alzando le manine mi guardò impaurita e disse “ no fatto niente a lui io”. Mi venne da sorridere, quella molto probabilmente era la prima volta in tre anni che non stava mentendo. 
  • Tranquilla lo so che sei una brava bambina - le dissi per poi prendere in braccio Liam e calmarlo. Nel sonno aveva perso, girandosi nel box, il suo animaletto di pezza ed era per questo che piangeva. Bastò farglielo vedere che subito si calmò e abbracciandolo a più non posso tornò nel mondo dei sogni. 
  • Nonna lo sai che Liam parla? -  mi disse come se fosse la cosa più normale di questo mondo; menomale che doveva restare un segreto tra di loro... 
  • Eh si, me lo ha detto la mamma che ha iniziato a dire le sue prime paroline. - risposi sorridendole.
  • No no lui sa pallare bene, fa tolto finta di non sapello fale! - mi spiegò.
  • Ah si?!?! Ma veramente??? - Annuì - Ma è  una cosa bellissima questa - feci finta di crederle - Fa un po’ come te insomma! 
  • Io so pallare bene!!! 
  • Lo so amore, ma fai finta anche tu di non saperlo fare ogni tanto, non è forse così? 
  • No, non faccio pinta io. Io no pallo bene pecche no boglio!!!! - disse incrociando le braccia arrabbiata per la mia supposizione. - io no come Liam. - Tze... che tipetta. 
  • Scusami tanto signorina, non volevo offenderla - le scompigliai i capelli per poi darle un enorme bacio. 
  • Potto andare a dormire adesso nonnina? - cambiò argomento lasciandomi a bocca aperta.  Avevo sentito bene? Voleva andare a dormire? 
  • Certo tesoro mio mah... non la vuoi più la cioccolata calda? 
  • No, ho impegno io! devo begliammi molto plesto  domani e quindi no potto fare taldi. - mi diede un abbraccio e senza aggiungere altro corse su in camera sua. Aveva un impegno? Mmm.... non capii subito il significato delle sue parole ma presto capii che forse il mio piano aveva funzionato.

 

POV EMMA 

Avevo ceduto, un po’ per esasperazione, un po’ perché infondo lo desideravo anche io ma alla fine, dopo svariati tentativi di approccio, ecco che cedetti e mi feci trasportare da mio marito nel vortice della passione. Ero un po’ a disagio agli inizi, l’idea che mia suocera fosse in casa con noi e per giunta sveglia non mi faceva rilassare poi tanto, ma mio marito sapeva il fatto suo, devo concederglielo questo e nel giro di poco riuscì a a mettermi a mio agio facendomi dimenticare anche come mi chiamavo. Passammo tutta la notte indisturbati tra baci, coccole e fare l’amore... nessuno ci disturbò neanche mezza volta. Sembrava tutto così surreale, un vero e proprio miracolo ma solamente quanto mi svegliai il mattino seguente mi resi conto del perché nessuno dei nostri piccoli nanerottoli ci avesse ancora disturbato. nonna alice si era presa cura di loro per tutta la notte. 

  • accidenti a te e alle tue malsane idee! - esclamai uscendo dal letto come una furia per poi recarmi in bagno per una doccia veloce. Killian sentendomi sbraitare così di prima mattina si alzò di soprassalto e convinto che fosse accaduto qualcosa mi raggiunse a passo sostenuto per essere messo al corrente dei fatti.
  • Amore tutto bene? Qualche emergenza? - chiese non capendo il motivo per cui mi stavo preparando in fretta e furia facendo tutto quel baccano.
  • Tutto bene???? - ripetei - Tutto male Killian... tutto male! - risposi senza calcolarlo più di tanto. 
  • Ha chiamato il principino per un problema alla stazione? Leroy ha dato nuovamente i numeri per caso? Caspita... quel nano non riesce a stare più di due giorni senza fare un salto in cella. - si rispose da solo. 
  • Ma quale stazione... quale leroy... qui l’unico problema sei tu!!!!
  • Io???? E cosa ho fatto io adesso? - chiese confuso. - sono stato tutta la notte con te cosa poss....
  • Ecco appunto! Ti sei risposto da solo!!!!! Hai passato tutta la notte con me!!!! - risposi guardandolo negli occhi i quali mi fissavano come se fossi una pazza. Possibile che non capisse il significato delle mie parole? - avevi detto mezz’ora, al massimo un’ora....  - gli ricordai le ultime parole pronunciate la sera precedente prima di lasciarci andare del tutto alla passione. - non tutta la notte!!!!
  • E sarebbe colpa mia? - mi domandò con quello sguardo da sbruffone che tanto ama ma che allo stesso tempo, come in questo caso, odio profondamente. - Ti stai seriamente alterando per questo?
  • Si va bene?!?!?! C’è tua madre in casa.... non siamo soli, non puoi prenderti tutte queste libertà! 
  • Non vorrei sottolineare l’ovvio love mah.. ecco vedi.... - tentennava. perché tentennava? Ah già.. forse perché lo stavo guardando con aria minacciosa. - le cose si fanno in due... - mi guardò maliziosamente consapevole del rischio che stava correndo - Se ti preoccupava tanto questa cosa potevi anche interrompere ad un certo punto. - rimase un attimo in silenzio ad aspettare una reazione da parte mia che per sua fortuna non arrivó. Erano poche le volte in cui mi trattenevo, doveva ringraziare la sua buona stella e invece.... continuò con le sue battutine facendomi sbottare. - non mi pare che dal tua bocca siano uscite frasi del tipo: “amore basta” o “tesoro vado a controllare i bambini”. No no... se non ricordo male le uniche parole uscite dalla tua bocca sono state: “contin...”
  • BASTA COSIIIII!!!!! Non voglio sentire altro! 
  • Perché sai che ho ragione... Love - rise ammiccando con lo sguardo e mordendosi il labbro contemporaneamente.
  • Sei odioso!!!!!  Ok va bene io non... - stavo per ammettere che non aveva in effetti tutti i torti ma poi mi fermai di colpo tornando sui miei passi: non era stata colpa mia, è lui che aveva insistito. - No... sei tu che hai iniziato Killian, io ti avevo detto di no!!!! 
  • Si sì... sei poco furba tu... 
  • shhhhhhh!!!!! - lo zittii -  Lasciami preparare, dobbiamo portare i bambini a scuola.
  • Non hanno scuola oggi, c’è la disinfestazione... che c’è, la nottata di passione ti ha disorien...
  • E dai Killian... smettila!!!! - mi lamentai - comunque non avranno scuola ma non possiamo ignorarli ancora... sbrighiamoci a scendere. 
  • Agli ordini capo!!!! - si mise sull’attenti prendendomi in giro e poi iniziò finalmente  a prepararsi. Cinque minuti dopo eravamo già pronti per scendere al piano di sotto dal restante della nostra famiglia. Fu Killian il primo ad indirizzarsi verso le scale ma prima che potesse varcare la soglia della cucina mi raccomandai ancora una volta. 
  • Non una parola Killian... non una sola parola riguardante questa notte! - non aspettai la sua risposta, sarebbe stato meglio per lui se mi avesse dato retta e sorpassandolo feci il mio ingresso mettendo il miglior sorriso e facendo finta di nulla. - Buongiorno a tutti! - esordii facendo subito correre i bambini verso di me. 
  • Mamma mamma mamma..... - esclamò Chloe felice di vedermi. - dobe sei stata mammina???? Mi tei mancata tanto tanto!!!! - e ti pareva che non doveva fare domande?
  • E il papá non ti è mancato piccolo terremoto? - si intromise Killian dandomi del tempo prezioso per elaborare una scusa sensata. 
  • Ti ma boglio sapere dove stata mamy.... 
  • Anche io voglio saperlo! - la spalleggiò sua sorella - Ci ha messo a letto la nonna questa notte e non succede mai... - e io che ero in ansia di dover affrontare Alice... le mie figlie furono di gran lunga più inquietanti con quegli loro sguardi indagatori. 
  • Lasciate in pace vostra madre bimbe e venite a fare colazione. 
  • No nonnina.... io voglio sapere! 
  • Le ho chiesto io di potervi mettere a letto questa notte, tutto qua! 
  • Ti? E pecché? 
  • Perché  visto che abitando lontano non ho mai il privilegio di poterlo fare, io non vivo qui vicino come nonna Snow, non ho la sua stessa fortuna di potervi vedere tutti i giorni quindi pensavo fosse una buona idea. 
  • Ba bene... ma prottima bolta biene anche mamy! - sentenziò la mia nana per poi correre a tavola e addentare un cornetto ripieno di cioccolata che inutile dire finì su tutta la sua maglietta. Cosa dire, mia suocera mi aveva appena salvata da una situazione imbarazzante, non potevo di certo dire ai miei figli come fossero andate davvero le cose, ma al tempo stesso mi aveva messa ancora più in imbarazzo. Non so il perché... forse per il semplice fatto che sapevo che sapesse, so solo che non riuscii per tutta la colazione ad incrociare il suo sguardo. Inizialmente non fu un problema, c’erano i bambini che tenevano banco richiamando attenzione su di loro, ma una volta che si allontanarono, per andare a giocare, la situazione tornò ad essere imbarazzante. Sentivo lo sguardo di Alice puntato su di me e iniziai a farmi mille pensieri al riguardo. “Chissà cosa stará pensando?” “Di sicuro sa” “ mi considererá sicuramente una poco di buono” “di tanti momenti a disposizione proprio con lei in casa...” il mio cervello mi stava bombardando ma di punto in bianco fu costretto a smetterla di tormentarmi perché Alice prese la parola. 
  • Che sta succedendo qui? - esordì parlando con entrambi. 
  • Niente mamma perché? - a quanto pare Killian aveva deciso di darmi retta... bene...molto bene. 
  • Mmmh... non mi sembra niente... Emma è strana e tu sei stranamente silenzioso... - ci scrutò attentamente come a volerci leggere nel pensiero - Che cosa le hai fatto? - disse subito dopo alzando leggermente il tono di voce come a volerlo accusare.  
  • Cosa?!?!? Io??? - rispose scettico - io  non le ho fatto proprio nulla mamma!! 
  • Quella... - gli  indicò il mio viso - Non è faccia da nulla. Qualcosa le devi aver fatto per farla ammutolire così quindi sputa il rospo tesorino. 
  • Non poss... - lo guardò come a volerlo minacciare silenziosamente - E va bene, hai vinto. Non le ho fatto nulla di negativo se è  questo a cui stai pensando , le ho solo  donato piacere per tutta la notte... non mi sembra un reato.- sarei voluta sprofondare sottoterra. Faceva sul serio? Stava dicendo davvero quello le mie orecchie avevano appena svoltato? “Killian Jones, preparati al tuo massacro” -  Non è colpa mia se adesso si sente in imbarazzo davanti ai tuoi occhi! - “ancora Jones?” - dovresti difendere me, non lei.... mi ha riempito di male parole in camera e non lo meritavo per niente! - faceva anche il finto offeso... roba da pazzi. Stavo quasi per intervenire, non volevo cadere ancora di più nel ridicolo ma la mia adorata suocera prese la parola prima di me distruggendomi definitivamente. 
  • Davvero è  solo questo? - Killian annuì - oh Emma... non preoccuparti cara... sono qui anche per darvi modo di alleggerire le giornate e quale modo migliore se non passare una bella nottata con il proprio uomo???? Siete giovani tesori miei, se non lo fate voi chi dovrebbe farlo??? approfittatene adesso che quando passerete l’età rimpiangerete tutti i momenti persi. - ok se prima volevo semplicemente farmi una fossa sotto i piedi adesso sentivo la necessità di emigrare il più lontano possibile. Mi alzai senza dare risposte, rossa in viso come forse non lo ero mai stata e provai a raggiungere la stanza accanto. - Emma tesoro non devi sentirti in imbaraz...
  • Alice per favore... - la supplicai con lo sguardo e sembrò capirmi al volo. 
  • Ok tranquilla, argomento chiuso! - grazie al cielo. tirai un sospiro di sollievo e una volta riacquistato un minimo di lucidità raggiunsi i bambini in salotto lasciano mamma e figlio alle loro cose e sperando non continuassero a parlare di me. L’imbarazzo non passò  di certo uscendo dalla stanza ma almeno ebbi modo di distrarmi attraverso i miei bambini, Chloe in particolar modo la quale aveva messo accanto al suo fratellino la bambola che le avevo regalato giorni addietro e lo sgridava perché non sembrava intenzionato ad interagire con quest’ultima. 
  • Amore che stai facendo? - chiesi cercando di capire il problema.
  • Liam tupido! 
  • Eh eh eh! - l’ammonii - cosa ti ho detto a proposito di queste parole signorina? Si dicono? 
  • Ma Liam...
  • No no no.... si dicono sì o no? 
  • No... - abbassò la testa. - cusami.
  • Brava la mia bambina. Mi spieghi adesso perché ti stavi arrabbiando?
  • Io tono mamma di bimba - indicò la bambola - e ho pottata al parco per tocare con altri bimbi ma Liam cattivo e no giocare co bimba mia. 
  • Magari adesso è un po’ stanco, sono sicura che giocherà con lei tra pochissimo.
  • Ma se lui no toca adesso io no posso parlare con mamma di Liam e fare chiacchiere da mamme grandi. - non potevo credere alle mie orecchie: stava sul serio integrando, per modo di dire, suo fratello in un gioco? Ero stupita dal suo comportamento ma dovetti riprendermi al più presto e trovare una soluzione per invogliarla a continuare: se Liam non avesse interagito nel giro di poco avrebbe accantonato il gioco mandato tutto all’aria. 
  • Sai che ti dico invece??? Secondo me tuo fratello sta facendo il timido, ecco perché non gioca con la tua bambina. Secondo me le sta simpatica ma si vergogna. 
  • Ci si buole fidanzare? - non perde tempo mia figlia. 
  • Come corri signorina - le feci il solletico facendola ridere - lasciamoli li magari giocheranno tra poco, noi nel mentre cosa vogliamo fare? 
  • Palliamo e facciamo coccole. Anche se sono mamma di bimba tu fai a me coccole bero? - era tremenda quando voleva ma allo stesso tempo sapeva essere davvero un amore di bambina. 
  • certo che sì amore mio. 

Passammo parte della mattinata accoccolate sul divano a chiacchierare e senza rendercene conto arrivò l’ora del pranzo. Alice aveva già preparato tutto nonostante le avessi fatto dire da Killian che avremmo ordinato il pranzo da Granny perciò presi i bambini e insieme ci recammo tutti in cucina. Ero già pronta psicologicamente alle lamentele di mia figlia sul fatto che aiutassi solamente Liam a mangiare invece quel giorno accadde qualcosa di straordinario. Chloe prese una sedia giocattolo e la posizionò vicino alla sua seduta. Corse a prendere la sua bambola in soggiorno e quando tornò non solo la mise seduta accanto a lei ma iniziò a far finta di darle da mangiare imitando esattamente cosa stavo facendo io con Liam. Sorrisi nel vederla fare quel gioco di ruolo, era da tanto che non giocava più a“mamma e figlia” ma la cosa che più mi fece riempire il cuore di gioia fu vederla interagire  con me parlando come una vera mammina dei nostri piccolini. “La mia bimba manza tante velduline” “no faccio mangiare tante calamelle sennò bua al pancino” “il tuo bimbo mangia?” Fece così per tutto il pranzo, tanto che alla fine fui costretta a ricordarle che anche lei doveva nutrirsi e per tutto il pomeriggio, non giocò a nient’altro,  mi imitò in tutto e per tutto. Andammo avanti così per quattro giorni circa ma già dal terzo giorno iniziai a notare che qualcosa non andasse per il verso giusto. Era partita entusiasta del suo nuovo gioco ma sembrava essersi già stufata. Non che fosse una cosa di cui preoccuparsi, Chloe è solita perdere interesse verso le novità, quello che non è da lei però è il continuare a fare una cosa anche quando questa non le va a genio. Forse sono solamente troppo apprensiva, mi preoccupo troppo e vedo pericoli ovunque ma quello non fu l’unico campanello dall’arme. Cos’altro successe? Beh diciamo che Chloe nonostante volesse di sua spontanea volontà passare del tempo con me, Liam compreso, faceva spesse volte capricci e voleva più attenzioni del solito. In quei giorni non le avevo dato nessun motivo per essere gelosa, passavo praticamente 16 ore in sua compagnia a parlare e giocare mentre Liam era lasciato in un box ad interagire con la sua bambola, che oltretutto odiava profondamente .  Non avevano senso quei pianti improvvisi e quella voglia di coccole extra così iniziai a pensare che fosse potesse essere qualche sintomo che preannunciasse l’arrivo di qualche malanno. Fortunatamente ero fuori strada ma questo lo capii solamente la notte del quarto giorno. Liam come al solito si era svegliato in piena notte, da quando lo avevano spostato nella sua nuova cameretta capitava spesso e anche più volte a notte, andai quindi da lui per tranquillizzarlo e farlo riaddormentata ma quando riuscii nell’intento e mi avviai per tornare in camera venni catturata da dei rumori di sottofondo all’interno della camera di mia figlia Chloe. Più che un rumore era un chiacchiericcio quello che sentivo, che stesse parlando  nel sonno? Andai a controllarla ma quello che mi ritrovai davanti quando entrai nella sua stanza mi lascio completamente senza parole. Non stava dormendo: era sveglia e stava cullando la sua bambola raccontandole contemporaneamente delle favole: le stesse che ero solita raccontare a Liam. A Chloe raccontavo storie diverse, avevo iniziato a leggerle il libro delle favole della nostra famiglia per aiutarla a capire meglio la nostra storia quindi ero meravigliata che conoscesse a memoria le favole che raccontavo a suo fratello. 

  • Chloe cucciolina.... - dissi a bassa voce per non spaventarla - che stai facendo tesorino? È molto tardi.
  • Bimba mia ti è sbegliata, mi tavo prendendo cura di lei! - rispose come se fosse la cosa più normale di questo mondo. - Liam domme? - cosa? Mi stava chiedendo di suo fratello? Quella si che era una novità.
  • È già, si è appena riaddormentato e dovresti fare lo stesso anche tu sai? Forza, fila a letto. 
  • Vado subito mamy, anche bimba mia domme adesso! - corse a darmi un bacino dopodichè, senza capricci di alcun tipo, filò dritta dritta nel suo lettino. Wow... a dir poco incredibile, non  vedevo l’ora di raccontare a Killian, il mattino seguente, l’accaduto. Credevo fosse un evento più unico che raro ma con il passare delle sere mi resi conto che la cosa continuava a ripetersi ancora e ancora. Ogni volta che mi alzavo per andare da Liam lei era sveglia. 
  • Chloe andiamo di sotto, ti va una bella tazza di latte e cacao? - le dissi una sera dopo averla beccata ancora una volta sveglia. Mi preoccupava questo insistente giocare e volevo capirci di più. Mi spiego megilio, non era il gioco in se che mi spaventava ma il fatto che non riuscisse a dormire la notte. Una dormigliona come lei poi... no no no... doveva esserci qualcosa sotto. Naturalmente accettò subito la mia offerta e dopo aver dato un’ultima occhiata alla sua bambola e averle rimboccato le coperte eccola corrermi in contro per saltarmi in braccio. La portai in cucina e solamente dopo una bella tazza di latte fumante tra le mani iniziai il mio discorso. - Hai visto che non sbagliavo a dire che la bambola era un gioco di gran lunga migliore di quel pupazzetto di cui ti eri tanto innamorata?
  • A me pupazzo bello piace ancola pelò... io boglio!
  • Non ricominciare tesoro, hai quella bambola da cui ultimamente non ti stacchi mai, non sei felice? Giochi solo con lei ultimamente...
  • No gioco io! Faccio laboro... laboro di mamma. - precisò offesa dalla mia affermazione. - La bimba mia no tocattolo, bimba mia bimba come Liam. 
  • Hai una bimba meravigliosa mamma Chloe, un piccolo angioletto proprio tanto che mi stupisco di trovarti sveglia in piena notte anche quando dorme. - provai ad introdurre il discorso in maniera giocosa - che c’è, hai forse paura che te la rubi zia Leila?
  • Lei no domme la notte, lei piccola! Ti beglia come Liam, ti beglia semple. 
  • Mmmh... deve essere faticoso immagino... 
  • Ti, tanto.... - disse tristemente. - Mamy io... io... 
  • tu cosa amore?
  • No... niente - abbassò la testa pentita. Lo dicevo io che nascondeva qualcosa. 
  • Amore che succede? Cosa volevi dirmi è? C’è qualche problema per caso? Alla mamma puoi dire tutto, posso aiutarti.
  • Io... io non... Liam no ci sentilà velo? - Liam? Che centrava Liam adesso?
  • No che non ci sentirà tesoro, tuo fratello sta dormendo: ma perchè me lo chiedi?
  • Io no boglio più tocare a gioco di mamma e bimba - scoppiò in lacrime - stanca io... sonno. Io no boglio svegliare la notte per cullare bimba o dagli la pappa. Boglio dormire. - continuavo a non capire cosa centrasse Liam in tutto quello ma na cosa l’avevo capita: era colpa mia se passava le notti sveglia, io le avevo detto di fare quel gioco. 
  • Cucciolina mia vieni dalla mamma, corri - aprii le braccia verso di lei per accoglierla in un caloroso abbraccio. Mi sentivo un schifo per averla portata a quello stato di sofferenza - Mi dispiace cucciolina, la mamma non voleva farti star male. - provai a consolarla accarezzandole i capelli. - Volevo che il nostro gioco si limitasse al pomeriggio, magari durante i cartoni animati, non volevo certamente tenerti sveglia di notte. Mi sono spiegata male, scusami ok?
  • No coppa tua... Liam ha detto a me. Lui ha detto di fale questo gioco. lui a detto che dovevo copiarti semple.
  • Te lo ha detto Liam tesoro? Ma cosa dici? - era di sicuro la stanchezza che la portava a dire cose senza senso. - Il tuo fratellino na sa ancora dire queste cose.
  • Ti imbece... lui dette a me l’alta sera... quando nonna messo a letto noi. Lui detto di fale gioco di bambola per tare insieme a te e averle coccole ma io no boglio più tocare. - continuò a piangere rumorosamente. Non avevo ancora ben capito cosa fosse effettivamente successo quella sera, avevo una vaga idea considerato il fatto che mia suocera aveva parlato di voler aiutare Chloe in base ad un piano venutogli in mente con i baby monitor ma non ne conoscevo ancora i dettagli. Di sicuro non era Liam ad aver parlato ma la mia cucciolina non lo sapeva. 
  • Amore mio calmati ok? Non è successo nulla, non fare cosi. Non devi giocare per forza se non ti va, nessuno ti costringe.
  • Liam detto me che mi vuole bene, io no boglio che lui si allabbi se non tocco più. Dopo lui mi porta via da te. 
  • Non dire sciocchezze cucciolina, tuo fratello non mi separerebbe mai da te e sai perchè lo so? Perchè hai ragione, ti vuole bene. - non sembrò calmarsi minimamente - ascolta, sono sicura che vi siete fraintesi, anche lui come me voleva che giocassimo insieme ma questo non significa farlo anche di notte amore. La notte si deve dormire per poi poter essere carichi per giocare ancora. 
  • Io no boglio più tocare a fare la mamma, io boglio fare figlia. Io voglio coccole.
  • Non devi fare nulla che non ti piaccia. - le baciai la testolina.
  • Liam no allabbia con me per quetto? 
  • Non si arrabbierà se non vorrai più giocare a mamma e figlia ma potresti iniziare un nuovo gioco: perchè non giocare a fare la sorella? La sorella fa cose più interessanti di una mamma sai?
  • Tipo?
  • Tipo giocare con la mamma e il fratellino insieme, aiutare la mamma a farlo mangiare, cantargli la canzoncina della buonanotte  tantissime altre cose belle. Non hai mai voluto fare questo gioco, pensavi che Liam fosse cattivo con te, ma ora che sai che ti vuole bene ti piacerebbe provare? Sono sicura che a lui farà molto piacere. 
  • Posso dommire la notte pelò? Io tanto sonno. 
  • Potrai dormire ogni volta che vorrai.
  • Allora si, tochiamo a gioco nuovo ma no so se mi piace. - non riuscii a dire altro in quanto si addormentò direttemante tra le mie braccia. Piccola cucciola doveva essere davvero stremata. La portai nella sua camera, le rimboccai le coperte e come se volessi proteggerla da qualcosa decisi di rimanere a dormire con lei. Fu Killian a venirmi a svegliare il mattino dopo non vedendomi in stanza. Lasciai la bimba nel mondo dei sogni e raggiungendo il salone spiegai in grandi linee l’accaduto di quei giorni e insieme, nonostante ancora il forte imbarazzo su quella famosa sera, chiedemmo delucidazioni ad Alice sul suo piano. Ci spiegò tutto per filo e per segno e si scusò non so quante volte per aver portato Chloe a fraintendere il suo gioco. Sapevo benissimo che non era colpa di Alice, era Chloe che aveva capito male, non doveva minimamente scusarsi anzi... forse eravamo noi a doverla ringraziare, in fondo l’idea di far finta di far parlare la bambina con Liam era stata geniale. 

Nei giorni seguenti le cose tornarono più o meno come un tempo, Chloe smise di portarsi dietro quella bambola ma a mia gran sorpresa ogni tanto tentava di fare qualche piccolo passo verso il suo fratellino. Naturalmente Liam non capiva ancora, era piccino e spesse volte quando sua sorella gli si avvicinava per provare a giocare lui le tirava i capelli facendola piangere. Forse era davvero ancora troppo presto per farli andare d’accordo, forse Hopper aveva ragione a dire che le cose si sarebbero sistemate da sole. con la sconfitta nel cuore decisi di rassegnarmi e smisi di incoraggiarla a giocare con lui, quando si sarebbe sentita pronta forse avrebbe fatto il passo da sola. Ero convinta ci sarebbero voluti anni, Chloe è una bimba puntigliosa e se una cosa non gli  piace difficilmente cambia idea, ma sbagliavo, già dalla stessa sera qualcosa cominciò a cambiare. Non capii subito cosa stesse succedendo so solo che improvvisamente Liam smise di piangere la notte. Che si fosse abituato alla sua nuova stanzetta e quel nuovo cambiamento di dormire da solo? Lo credevo ma non era per nulla così. Una sera, svegliata per il troppo caldo, decisi di fare un salto giù in cucina per bere un bel bicchiere d’acqua fresca. Al mio ritorno mi fermai a controllare i bambini e a mia gran sorpresa trovai Chloe è Liam dormire abbracciati nel lettino di quest’ultimo. Rimasi imbambolata nel vedere quella scena ma mi ripresi subito e corsi a prendere il mio cellulare per immortalare quel momento più unico che raro. Svegliai anche Killian per raccontagli quella novità e anche lui, pur vedendoli, non potette credere ai suoi occhi. Di sicuro era la cosa di una volta, sicuramente Chloe si era spaventata per qualcosa e vergognandosi di venire da noi era andata da lui... non lo so cosa le passò per la testa ma ero più che convinta che la cosa non si sarebbe ripetuta. Beh... sbagliai ancora una volta e questa volta fui davvero felice di farlo: ogni sera ritrovavo Chloe  nel lettino del suo fratellino e questo mi fece davvero sperare nel cambiamento. 

  • ehi piccola peste... - le dissi a bassa voce una notte. Era come ormai abitudine in stanza di Liam ma non stava dormendo questa volta: lo teneva stretto a lei e le stava cantando una canzoncina. - che ci fai qui è? - le chiesi evitandole di dire che l’avevo già beccata altre volte. 
  • Cullo il mio fratellino.. si è svegliato e si sentiva solo... - un’intera frase senza il ben che minimo errore... o stavo sognando o stava seriamente per scoppiarmi il cuore dal petto per l’emozione. Rimasi a fissarla incredula tanto che fu lei a continuare il discorso - Io sono sorella grande, lui bisogno di me.. me lo ha detto lui mamma e detto anche che no arrabbiato con me per aver smesso di giocare a mamma e figlia. Lui bene sempre a me e io bene a lui. 

Con quelle parole il mio cuore scoppiò letteralmente di gioia, ce l’avevamo fatta! Dopo un anno e mezzo aveva finalmente iniziato a considerarlo parte della famiglia. Di sicuro ci sarebbero state altre litigare, incomprensioni e capricci... sarebbe anormale il contrario, ma già il semplice fatto di ammettere di provare un sentimento verso di lui era tanto. Il merito di tutto va a mia suocera, a quanto pare aveva nuovamente messo in atto il suo piano, ma anche la mia bambina ha i suoi meriti. Ha un gran cuore quella cucciolina e sono davvero molto orgogliosa di lei. Decisi di premiarla per il suo comportamento da perfetta sorellina maggiore e al suo risveglio trovó accanto a se quel peluche che tanto aveva desiderato in quei giorni. So che le avevo detto di no più e più volte ma questa volta un regalino lo aveva meritato sul serio. La mia piccola Chloe stava diventando grande e se fino a quel giorno non vedevo l’ora che questo accadesse mi resi improvvisamente conto che invece non ero pronta affatto a lasciarla andare.

 

Note dell’autore: sembra un miracolo vero? E invece ce l’ho fatta anche questa volta. Non chiedetemi come ma ci sono riuscita ehehehhe conta solo questo. Auguro a tutti voi una buona lettura e spero che questo capitolo vi piaccia ugualmente nonostante non credo sia all’altezza degli altri. Ho avuto serie difficoltà a portarlo a termine, ho creduto non so quante volte che fosse meglio cestinarlo ma poi alcuni di voi, attraverso spoiler,  i hanno fatto capire che dovevo continuare e così ho fatto.  Mi impegnerò di più nelle prossime storie promesso e prometto anche di non impiegare anni nel pubblicare il prossimo aggiornamento. Un bacio a tutti voi e a prestissimo.

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Capitolo 78
*** Un motivo in più per sopravvivere ***


 

Attendeva quel giorno con impazienza, erano settimane che aspettava che quel momento arrivasse e quel momento finalmente era arrivato: presto, molto presto Emma Swan si sarebbe ricongiunta al suo caro capitano. 

Erano state settimane infernali senza di lui, si era sentita sola, triste, incompleta... si era tenuta impegnata, avendo un’enorme quantità di lavoro da svolgere sia come mamma che come sceriffo, ma questo non aveva in alcun modo allontanato i pensieri dal suo uomo. Avevano avuto possibilità di vedersi via web e sentirsi telefonicamente ma tutto ciò non alleviava la mancanza anzi... la rendeva ancora più reale. Oltre a lei anche i ragazzi sentivano la mancanza del loro papà, sopratutto i due più giovani che vivevano  ancora con loro ma vedendo la loro mamma farsi in quattro per non far mancare loro nulla o fargli sentire quel clima di tensione decisero di essere forti per lei e provare a collaborare nonostante i rapporti tra di loro non fossero mai stati molto amorevoli.Non ci riuscirono molto bene ad andare d’accordo, ogni giorno trovavano  un prestesto per litigare ma ad Emma non dispiaceva la cosa, anzi... nonostante avesse sempre desiderato che i due trovassero un modo per andare d’accordo riteneva che farlo in quel momento significava solamente farla contenta e questo non le bastava, preferiva di gran lunga che fossero se stessi piuttosto che fingere perché la vedevano preoccupata. Ma tornando al ritorno di Killian... Emma aveva organizzato tutto alla perfezione: lo avrebbe preso al porto verso l’ora di pranzo, sarebbero andati a mangiare tutti insieme da granny, avrebbero passato parte del pomeriggio in compagnia dei propri figli dopodichè per cena aveva organizzata  una intima  cenetta, solo loro due, nello stesso locale dove avvenne il loro primo appuntamento. Non aveva tralasciato nulla al caso, aveva addirittura riproposto anche lo stesso menu di quella sera, corrompendo il proprietario del locale per trovare quel tipo di vino particolare che ormai era difficile da reperire, tutto doveva essere perfetto diceva perchè quella sera non avrebbero festeggiato solo la loro riunione ma anche un’altra piccola cosuccia.... ebbene sì, quella sera aveva intenzione di comunicare lui l’arrivo del tutto inaspettato del loro nuovo piccolo Jones. Aveva tenuto quel segreto tutto se perché voleva fosse il primo a saperlo, Regina non faceva testo naturalmente visto che fu costretta a dirglielo a causa di forse maggiori e adesso non vedeva l’ora di incontrare il suo uomo, perdersi nei suoi occhioni azzurri e assistere alla sua reazione. Ha avuto molta paura che lui potesse non prenderla bene inizialmente, in fondo erano passati ben 12 anni dalla nascita del loro ultimo bambino, non era nei programmi metterne in cantiere un’altro, ma grazie a Regina era riuscita a vedere la situazione da un punto di vista tutto nuovo e ha superato la sua paura iniziale. Suo marito sarebbe stato felicissimo di quel nuovo arrivo, adesso ne era sicura e non vedeva l’ora di poter condividere con lui questa dolce novità. 

Si prese un giorno libero dal lavoro quella mattina, per una volta suo padre avrebbe dovuto fare il doppio turno e occupò tutto il suo tempo a scegliere cosa indossare quella sera per lasciarlo a bocca aperta. Si concesse del tempo anche per lei, si fece una maschera per il viso, si sistemò i capelli e si truccò di più del solito. Tutto naturalmente era per lui ma almeno con la scusa si era coccolata un po’. 

Alle undici era già pronta ma pur di non angosciarsi nel vedere che le lancette dell’orologio camminavano con incessante lentezza  si mise a riordinare qua e là! Con due figli disordinati in casa c’era sempre qualcosa da fare. Era alle prese con la camera di Liam, non dimenticherà mai quel momento, quando d’un tratto il campanello suonò annunciando l’arrivo di qualcuno. Corse le scale due a due pensando che magari potesse essere il suo Killian che tornato prima volesse sorprenderla ma quando andò ad aprire la parta trovò davanti a se solamente la sua amica.

  • ah! Sei tu! - esclamò facendole segno di entrare.
  • Wow! Ma che bella accoglienza... è sempre bello essere apprezzati! - rispose lei con fare ironico immaginando già a cosa fosse dovuta la sua delusione. 
  • Scusami è che non sto più nella pelle di vederlo, sembra passato un secolo e io odio star separata da lui anche se per un solo giorno quindi....
  • Non preoccuparti, conosco i miei polli! - rise. - sono qui solo perchè volevo rendermi utile. Non so posso aiutarti in qualche modo in particolare? 
  • Beh... credo di aver già fatto tutti quin.... - non riuscì a finire la frase che venne interrotta dall’incidente suonare del cellulare di Regina la quale dopo aver risposto con fare criptico, il nome segnato sul display non le prometteva nulla di buono, si era allontanata per avere un po’ di privacy. Era whale al telefono e quando whale chiama di solito significa che ci sono guai in vista. Non pensò a quell’ipotesi, non le passo minimamente per la testa che potesse essere successo qualcosa, tutt’altro... credette che il medico volesse parlare con lei per quanto riguarda il fatto della madre surrogata in quanto, anche se inizialmente non era favorevole, decise di dare a whale, oltre che il medico che l’aveva vista in passato, l’incarico. Rispose quindi con leggerezza, pensando fosse qualcosa inerente a delle analisi ma quello che si ritrovò ad ascoltare le gelò il sangue. piu di un’eliambulanza era atterrata sul terrazzo del loro ospedale a causa di un incidente che aveva coinvolto più persone. C’era stata un’esplosione e di conseguenza parecchi feriti di cui uno, il più grave era niente di meno che il marito della donna nella stanza accanto a lei. Già Killian era stato coinvolto in un incidente e come al solito toccava a lei darne la notizia. Si fece spiegare da whale bene o male le dinamiche dell’incidente e le condizioni del suo amico, voleva essere pronta ad ogni genere di domanda che Emma avrebbe potuto farle ma poi non potè far a meno di ricordare lo stato in cui versava la sua amica: Era incinta di pochi mesi e uno stress particolarmente pesante come quello che di lì a poco avrebbe vissuto avrebbe potuto avere delle conseguenze assai pericolose. Infrangendo la promessa fatta spiegò a whale il problema e insieme concordarono di non dirglielo in casa ma di portarla direttamente in ospedale con una scusa in modo che una volta appresa la notizia, se ce ne fosse stato bisogno, ci sarebbe stato del personale medico qualificato per soccorrerla. 

Riagganció il telefono completamente sconvolta ma prima di tornare di la, doveva quantomeno riacquistare un minimo di lucidità, pensò fosse il caso di chiamare David per informarlo della situazione. “So già tutto, mi hanno chiamato dal luogo dell’esplosione sapendo che sono nostri concittadini ma prima di chiamarti volevo informarmi personalmente della salute di Killian. Sto uscendo ora ora dall’ospedale, Penseremo io e mary a prendere i ragazzi da scuola tu avvisa Emma, vi raggiungo in ospedale appena possibile.” Bene, suo padre già sapeva... un problema di meno, adesso doveva solo trovare una buona scusa per convincere Emma a seguirla in ospedale. 

  • era Whale! Dice che sono pronte le mie nuove analisi - disse, dopo essersi ricomposta,tornando dalla sua amica per non farla insospettire, ci stava mettendo troppo a calmarsi. - vorrebbe incontrarmi... sa, par parlare di come procedere, di quale sarà il momento migliore... queste cose qui insomma.
  • Direi che è un’ottima notizia! Festeggiamo ti va??? Io non posso bere ma tu... 
  • Emh... Emma io... dovrei andare da whale! 
  • Ah! Adesso vuole vederti? - domandò pensando fosse davvero strano. Whale di solito incontra i pazienti, loro compresi, solo su appuntamento. - va pure tranquilla tanto qui non mi serve aiuto! Ho tutto sotto controllo! - le rivolse un gran sorriso - chiamami quando hai finito! Voglio sapere che ti dice. 
  • Perché non vieni con me! - disse a bruciapelo. - un’ amica mi sarebbe davvero d’aiuto in questo momento! Non che ci siano problemi anzi.... è solo che vado in paranoia di solito quindi pensavo che se tu venissi con me potresti...
  • Prenderti a schiaffi se dovessi dare di matto? - rise - Mi piacerebbe accompagnarti  ma tra un paio d’ore Killian sarà qui e.... lo so Regina sono una pessima amica ma non riesco a pensare ad altro oggi. 
  • ti prometto che sarai qui in tempo per accogliere il tuo uomo ma ti prego accompagnami! Non voglio andarci da sola! - dallo sguardo in cui la guardava non sembrava intenzionata a cedere tanto facilmente.  - ti prego Emma fallo per me! 
  • Ashley, ruby, robin, mia madre.... non c’è nessuno che potrebbe sostituirmi? 
  • No Emma, voglio che sia tu ad accompagnarmi! È l’ultimo favore che ti chiedo. Promesso.
  • Mmmh.... sicura sicura che sia solo per le tue analisi? - sbiancò a quella domanda e Emma se ne accorse subito. Regina ha sempre saputo mentire molto bene ma ultimamente, da quando era diventata buona, ha dei seri problemi a farlo. - lo sapevo! Lo sapevo che c’era sotto qualcosa! 
  • No Emma non...
  • Vuoi scommettere che indovino? Mi vuoi li così potrai scongiurare whale di convincermi a farmi visitare! - alzò gli occhi al cielo esasperata da quante volte glielo avesse già chiesto mentre Regina, sollevata che non avesse scoperto nulla in realtà, tirò un sospiro di sollievo - te l’ho già detto! Mi farò controllare non appena ci sarà anche Killian! Non voglio si perda nulla di questa gravidanza quindi....
  • Non pensi che sarebbe carino invece per la sorpresa che vuoi fargli presentargli il suo piccolino? Non credi sia carino fargli vedere una sua foto??? Andiamo Emma sarebbe bellissimo! 
  • Regina....
  • Pensaci almeno! Accompagnami da whale per le mie analisi e utilizza il viaggio in macchina per pensare. Non insisterò se non vorrai farlo ma ti prego accompagnami. 
  • Se ti dico di no continuerai all’infinito suppongo....
  • Esattamente! 
  • D’accordo verrò con te ma se non hai finito entro la prossima ora giuro che ti pianto li! Ho un appuntamento importantissimo a cui non posso assolutamente mancare. 

Il tempo di prendere le chiavi della macchina, la borsa ed eccole partire. Emma era a dir poco raggiante mentre Regina... beh a Regina sembrava avessero appena dato una sentenza di morte. Era consapevole che da lì a pochi minuti la sua amica avrebbe subito un crollo emotivo non indifferente ma l’idea di essere lei a darle quella spiacevole notizia continuava a torturarla. Non le piaceva proprio il compito che le avevano dato e per telefono ci provò anche a chiedere a whale di essere lui a spiegargli i fatti ma era stato irremovibile: lei era la sua migliore amica, si fidava ciecamente di lei e di conseguenza era la persona più adatta a tale compito. 

  • sei troppo silenziosa per i miei gusti! Mi dici che hai? E non dire niente perché non ti credo. Sei strana....
  • è la situazione, anche se non devo preoccuparmi, anche se so che tutto sta procedendo bene non riesco a restare calma. - inventò la prima scusa che le venne in mente. - e poi sono un po’ preoccupata per te! Per la storia del bambino. Quanti mesi sono passati ormai? Quasi tre? Non credi sia ora di farti contro....
  • Alt, alt, alt! Ti faccio scendere dalla macchina se continui! Potrai richiedermelo da domani ma fino ad allora è vietato questo argomento! Senza Killian non farò nulla.
  • Ok ok! Come non detto! - la loro conversazione finì lì in quanto arrivarono a distenzazjone, Storybrooke era una cittadina davvero piccola, tutto era facilmente raggiungibile in breve tempo. Arrivarono in portineria e si fecero annunciare al dottor whale il quale le accolse immediatamente nel suo studio per poi invitare Emma a sedersi sul lettino visite. La donna inizialmente rimase perplessa della proposta dell’uomo ma poi tutto le fu più chiaro.
  • Non posso crederci Regina! Glielo hai detto????? - domandò contrariata conoscendo già la risposta.
  • Emma io...
  • Emma cosa???? È mai possibile che i miei pensieri non vengano mai ascoltati? Cosa c’è di difficile da capire che non voglio sottopormi a nessuna vista se mio marito non sarà presente? E dai..... potrei capire questa insistenza se mancassero due mesi al suo ritorno ma tornerà tra qualche ora: aspettare un paio di giorni non cambierà di certo le cose! 
  • Emma non voglio costringerti a fare nulla credimi....
  • È un po’ difficile da credere visto dove mi hai portata! La storia delle tue analisi almeno è vera? - scosse la testa ammettendo di averle raccontato una balla. - grandioso! Beh... grazie per avermi fatto perdere tempo prezioso! - stava per afferrare la maniglia della porta e uscire ma whale la fermò prima che potesse farlo.
  • Ho chiesto io a Regina di portarti qui! - esordì attirando l’attenzione della ragazza davanti a se. - la storia delle analisi è stata usata solo come pretesto per convincerti a venire. - confessò. - avevo urgente bisogno di parlarti, c’è una cosa che devo comunicarti e pensavo che fosse meglio farlo qui. - l’ospedale di Storybrooke è sempre stato a stretto contatto con l’ufficio dello sceriffo per via delle emergenze che potessero esserci in città quindi non era strano che whale volesse parlare con lei... la cosa strana era il dove volesse farlo.
  • Non... non potevi chiamarmi sul cellulare come sempre? - domandò non capendo! 
  • È una questione un po’ delicata ecco perché ti ho voluta qui, ora può sederti per piacere? - sbuffò, non aveva tempo da perdere, ma fece ugualmente come disse l’uomo davanti a se. Era meglio assecondarlo... avrebbero perso molto meno tempo. - non ci girerò attorno ok? C’è stato un incidente in un porto qui vicino... un’esplosione da quel che i testimoni raccontano. I feriti sono stati elitrasportati qui e...
  • E hai bisogno che rintracci le famiglie per avvisarli della cosa. - è questa l’emergenza whale? - per lei quell’uomo doveva rivedere il vero significato di emergenza - comunque ok, mandami l’elenco è vedrò di farlo fare a mio padre quanto prima anche se è alquanto fuori luogo. Non è territorio nostro, non spetta a me indagare.... - ci pensò un secondo - a meno che... oh cavolo! Pensi ci sia dietro la magia? - il suo cervello stava  vagliando ogni possibilità, peccato fossero tutte sbagliate. Regina e whale si guardarono per un istante condividendo lo stesso pensiero: bisognava dirle la verità al più presto.
  • Emma non centra la magia... - fu Regina a prendere in mano la situazione visto che spettava a lei dirglielo - è che tra i coinvolti in questo incidente purtroppo... beh... purtroppo c’è anche Killian... - ecco, glielo aveva detto. Rimase accanto alla sua amica nel caso in cui c’è ne fosse stato bisogno, nelle sue condizioni era meglio essere prudenti, ma a lei la cosa non sembrò toccarla affatto. 
  • Cosa? No non è possibile Regina. L’ho sentito questa mattina, stava per mettersi in viaggio e a proposito - guardó l’orologio - è ora che io vada a prenderlo. - si mise in piedi e prese le sue cose. 
  • Emma... Regina non sbaglia, Killian e alcuni membri della sua ciurma sono stati coinvolti nell’incidente. Sono qui adesso, tutti loro compreso lui. 
  • Killian non è qui! - esclamò convinta ma con uno sguardo decisamente diverso da quello di poco prima. Il suo cervello stava elaborando la cosa ma allo stesso tempo stava cercando di difendersi. - no lui non... non è possibile che sia qui! È fuori città con la sua nave, lui sta...
  • Ehi! Guardami ok? Sono tua amica, non ti mentirei mai e lo sai quindi ascoltami attentamente: Killian è qui. È ferito ma è vivo! - disse sperando di aiutarla ad accettare la cosa.
  • Non è qui... io ho organizzato tutto per il suo ritorno lui non... 
  • venite  con me! - fu whale a interrompere quella conversazione capendo che non avrebbe portato da nessuna parte. Emma era entrata in un meccanismo di auto difesa, il che da una parte era un bene, ma doveva comunque prendere atto della cosa per cui decise di accompagnarle entrambe davanti la porta della terapia intensiva dove fece vedere loro l’uomo attraverso un vetro. 
  • K...Killian.... k.... - il suo corpo non resse lo stress davanti al fatto compiuto e privo di ogni forza per poter reagire si accasciò a terra. Non svenne, era cosciente ma era come se fosse in trance. 
  • È tutto ok? - le chiese Regina inginocchiandosi per poterla guardare negli occhi ma  lei non rispose, sembrava addirittura non vederla. 
  • Un uomo dell’equipaggio sostiene che uno dei nuovi assunti durante la pausa abbia gettato a terra una sigaretta accanto ad uno dei barili ancora da caricare sulla nave e non si accordo che perdeva! La sigaretta a contatto con il rum ha causato un incendio che poi è divampato causando un’esplosione. Killian a quanto pare stava cercando di rimediare al guaio del suo subordinato ed era troppo vicino quando c’è stata l’esplosione. - era dura da mandare giù, se Regina avrebbe voluto incenerire quell’uomo all’istante pensare cosa potesse passare nella testa di Emma ma a differenza di quanto ci si aspettasse conoscendola non fece nessuna scenata, rimase lì impassibile come se le avessero appena detto che fuori stava piovendo. - Ha una ferita al petto abbastanza importante e in più  ci siamo resi conto facendogli una radiografia che ha una scheggia proprio vicino al cuore. I polmoni non sono stati compromessi fortunatamente e questo è già un fattore positivo ma non possiamo intervenire se prima non si stabilizza. L’intervento per la rimozione della scheggia è assai complesso visto il posto in cui è insidiata e dobbiamo essere sicuri che i suoi valori siano stabili prima di poter intervenire o potremmo rischier....
  • Basta così whale! - lo fermo regina. - credo che per ora vada bene così. - Emma Non stava reagendo come si sarebbero aspettati ma non significava certo che stesse bene, al contrario.... forse stava anche peggio delle altre volte visto che non riusciva a fare nulla, di conseguenza non gli sembrava giusto continuare a tormentarla con tutti quei paroloni. 
  • D’accordo! - annuì dando ragione alla donna, forse si era lasciato andare più del dovuto. - portala di la, vengo a vedere come sta tra poco. 

Portarla in sala d’attesa non fu affatto semplice visto il fatto che non collaborava ma dopo innumerevoli fatiche Regina riuscì nell’intento e andandosi a sedere su delle poltroncine aspettarono che qualcuno desse loro ulteriori informazioni. Non aveva mai visto Emma così silenziosa e non potè far a meno che essere preoccupata per la sua amica:  non stava manifestando il suo dolore, lo stava tenendo dentro di se e  la cosa non era affatto positiva. Provò a farla parlare sperando di riuscire a toccare qualche tasto e farla di conseguenza reagire ma fallì miseramente... non ne voleva sapere di accettate la realtà, la vide tornare un po’ più in se solo quando arrivarono anche i ragazzi in ospedale. erano stati messi al corrente, non raccontando loro proprio tutto tutto, di cosa fosse accaduto e ora erano tutti e tre in lacrime, Leila, Chloe e Liam, mentre Henry era accanto a loro con una faccia totalmente sconvolta. Fu in quel preciso istante che Emma si riprese dal suo coma vegetativo e anche se ancora non sembrava essere pienamente cosciente della cosa si alzò e raggiunse i suoi figli per abbracciarli. Cercava di dar loro coraggio ma la realtà è che lei ne aveva bisogno più di loro. Qualche lacrima inizió ad uscire dai suoi occhi e presto eccola totalmente conscia della situazione: i suoi figli e i loro occhi l’avevano svegliata dal suo stato di negazione e correndo a più non posso usci di corda dall’ospedale lasciando i ragazzi spaesati per quel gesto. Rimasero David, Snow, Erik e Gideon con loro, anche i due fidanzatini erano accorsi non appena seppero la notizia, mentre Regina andò a cercare Emma per assicurarsi che stesse bene. La trovò nel suo maggiolino ma le sue condizioni non promettevano nulla di buono: Aveva preso coscienza di cosa stesse realmente accadendo e stava manifestando il suo dolore. La raggiunse in macchina e anche se potè far ben poco le restò comunque accanto. 

  • lui non può.... non... io...
  • Non gli succederà nulla vedrai, Killian è un combattente nato e supererà anche questo.
  • Non... non doveva... non doveva andare.... - continuava a singhiozzare non riuscendo neanche a completare le sue frasi.
  • Emma per favore cerca di respirare, non fa bene ne a te ne al bambino agitarti in questo modo. 
  • Io... io gliela brucio quella nave.... lo giuro. porta.... porta solo guai. 

Preferì non commentare o avrebbe replicato e si sarebbe agitata ancora di più. Le rimase vicino senza dire una parola e quando finalmente si fu un po’ calmata la convinse a tornare dentro dai suoi figli. 

Erano tutti e tre sulla stessa poltroncina, Leila e Chloe si dividevano la seduta mentre  Liam era abbracciato e loro e tutti e tre si tenevano abbracciati come se fossero l’uno l’ancora di salvezza dell’altro. Era una scena strappalacrime e lo era ancora di più vedere Chloe che provava inutilmente a consolare Liam. Dopo dodici lunghi anni ecco il primo momento dei due da veri fratelli ed Emma che aspettava quel giorno da tutta la vita si ritrovò a maledire quel momento tra di loro. Se il loro essere fratelli era destinato a  venire fuori solo in quelle circostanze allora avrebbe preferito di gran lunga vederli odiarsi. 

Passarono tutto il pomeriggio li, con Erik e Gideon che si fecero in quattro per rendersi utili in ogni  modo possibile: portarono loro il pranzo, il caffè, l’acqua... tutto ciò che potesse aiutarli a rendere l’attesa meno snervante. Andarono addirittura a comprare anche delle nuove riviste e un libro di fumetti per il più piccolo visto che ormai avevano sfogliato ogni genere di giornale esistente pur di ingannare l’attesa. si sentivano decisamente di troppo in quel momento ma non avrebbero mai e poi mai lasciato le loro rispettive fidanzate da sole ad affrontare un dolore così grande. 

Arrivata sera, fortunatamente senza complicazioni, whale consigliò a tutti di tornare a casa ma come si aspettava già Emma provò in tutti i modi possibili di convincerlo a restare lì. In una circostanza diversa l’avrebbe anche assecondata ma nelle sue condizioni e visto il considerato che durante l’arco di tutta la giornata era dovuto  accorrere in suo soccorso ben tre volte tanto da somministrarle dei calmanti di nascosto, preferì essere irremovibile e spedirla a casa. 

  • voglio restare! Non andrò via. - esclamò guardandolo negli occhi.
  • non posso fare eccezioni neanche per te Emma mi dispiace. 
  • Ma con chi ti credi di parlare è?!?! Che diritto hai di mandarmi a casa! 
  • Emma...
  • Ho un distintivo brutto idiota! Sono un’autorità e se ritengo giusto dover restare per monitorare il tuo paziente io  resto! - disse con convinzione e anche alterata. 
  • Ma sai bene che se sei un famigliare della persona coinvolta sei automaticamente fuori dal caso. - rispose mettendola a tappeto - senti mi dispiace davvero ma devi ascoltarmi. Tutto il tempo che utilizzo per convincerti ad andare via è tutto tempo che perdo nei confronti di tuo marito. Per favore, fa quello che ti dico. Devi riposare nelle tue condizioni, sei in...
  • Taci!!! - lo fermò prima che potesse fare danno. 
  • Whale ha ragione, devi riposare e i ragazzi hanno bisogno di sapere almeno uno dei genitori in casa. Io vengo con voi, non vi lascio soli e semmai whale dovesse chiamare  prometto di non ostacolarti per venire qui. Adesso andiamo però... lasciamolo lavorare. 

Convincerla non fu opera semplice ma  anche se con fatica alla fine riuscirono a convincerla e tornarono tutti a casa. David e Snow rimasero ancora un po’ in compagnia della figlia e dei nipoti ma poi tornarono nel loft mentre Regina come promesso rimase con loro. Provò a distrarre i ragazzi, che oltre ad essere preoccupati per Killian lo erano anche per Emma, chiedendo loro della scuola e delle loro amicizie ma non sembrò funzionare e non funziono neanche ordinare per loro, per Emma nel suo stato era vietato, del sushi per cena. Non funzionò neanche quel tentativo, non avevano appetito e scusandosi per la loro poca voglia di compagnia si congedarono ognuno nelle rispettive stanze. Leila si mise a studiare per un esame, Chloe si mise ad ascoltare musica e Liam non volendo fare nulla provò a dormire un po’. 

Le due donne erano dunque rimaste da sole e Regina ne approfitto per parlare a cuore aperto. 

  • dovresti condividere con i tuoi figli il lieto evento sai? 
  • Quale lieto evento! Non ce nessun lieto evento! Fa tutto schifo, la vita fa schifo. 
  • Credo invece che farebbe bene ai ragazzi ricevere una notizia positiva e quale notizia è migliore se non l’arrivo di un nuovo fratellino??? Ormai sono tutti grandi, non ci sarà neanche il rischio della gelosia. 
  • È una notizia che riceveranno da me e killian... insieme! Punto... e non voglio più parlarne ok? 
  • D’accordo.... non insisto, parliamo d’altro ti va? Qualunque cosa va bene: scegli tu l’argomento. - le stava tentando tutte pur di farla svagare. 
  • Mmmh... pensavo: meglio un colpo di magia secco o qualcosa di più lento e doloroso? 
  • Non.. non capisco! - rispose confusa 
  • Mi chiedevo... come ripago il caro aiutante di Killian per ciò che ha commesso? Forse la seconda opzione è...
  • Oooook va bene ho capito, smettiamo anche di parlare! Mangiamo? Non hai toccato cibo per tutta oggi. 
  • No e non dirmi che devo per via del bambino ecc ecc ecc! Sto bene, non mi serve niente.
  • Ricevuto sceriffo! 
  • Fammi un favore: non preoccuparti per me ok?!? Non ho bisogno di nulla se non essere lasciata un po’ da sola. Apprezzo il tuo sforzo, lo apprezzo davvero credimi ma è inutile, non riuscirai a farmi stare meglio. - disse sinceramente. - ho bisogno di un po’ di tempo per stare da sola con me stessa, voglio essere libera di piangere, pensare, dare di matto senza che nessuno mi veda. Vai a riposare, hai già fatto tanto per noi oggi. 
  • Io vado ma promettimi di non restare tutta la notte sveglia, prova a dormire un po’, ti aiuterà ad affrontare la giornata di domani! 
  • Ci proverò! Ora va! E grazie... sei un’amica.

Non era molto d’accordo nel lasciarla da sola ma decise comunque di rispettare la sua decisone e andare al piano di sopra. Controllò i ragazzi per vedere se servisse loro qualcosa ma fortunatamente li trovò tutti e tre addormentati, Henry era l’unico sveglio ma stava lavorando ad un progetto per l’università e preferì non disturbarlo. Non avendo nulla da fare pensò bene di sistemarsi per la notte e provare a dormire un po’, il mattino seguente sarebbero andati in ospedale molto presto conoscendo Emma pertanto era meglio acquisire un po’ di energie. Impiego tutta se stessa per riuscire quantomeno a chiudere gli occhi per un paio d’ore ma non ci riuscì... ogni cinque o dieci minuti si svegliava innervosendosi sempre di più. È davvero snervante non riuscire a dormire e aggiunto allo stress di sentirsi totalmente inutili lo è ancora di più. Se lei che non aveva nessun legame stretto con Killian, amicizia a parte, non riusciva a dormire come poteva stare la sua amica? La voglia di controllarla era molta ma sapeva che l’avrebbe fatta arrabbiare facendolo, di conseguenza decise di rimanersene in camera e non disturbarla. Tentò ancora e ancora pur di prendere sonno ma alle tre del mattino, complice anche l’eccessivo caldo rinunciò all’impresa e si convinse a raggiungere il piano di sotto. Forse con una tisana sarebbe andata meglio e poi a quell’ora non c’era rischio di incontrare Emma. Di sicuro era in camera sua. 

Cercando di fare il meno rumore possibile attraverso il corridoio e scese le scale, stava per raggiungere la cucina quando una voce la fece sobbalzare. Era Emma ed era ancora sveglia.

  • Emma mi hai fatto prendere un colpo! Che ci fai ancora sveglia? Sono le tre del mattino. 
  • Potrei farti la stessa domanda! - le disse costatando il fatto che anche lei fosse sveglia. 
  • Pensavo di prendere un bicchiere d’acqua e farmi una tisana. Ho difficoltà a dormire. 
  • Non parlarmene... questo divano è scomodissimo, ricordami di cambiarlo! 
  • Il divano? Stavi provando a dormire sul divano? Emma mah....
  • Non posso entrare nella mia stanza... ci ho provato ma mi sono ritrovata a contemplare investiti di Killian nell’armadio. Ero arrivata al punto di voler mettere una sua magia al cuscino ma poi mi sono ripresa e sono scesa giù! 
  • Vai nella stanza degli ospiti ci dormo io sul divano! - le propose ma Emma rifiutò. Bevvero la tisana insieme, l’unica cosa che Emma in tutta la giornata riuscì a mettere nel proprio corpo dopodichè sedendosi entrambe nuovamente sul divano si misero a chiacchierare del più e del meno. Cercarono di non parlare di quella giornata, anche se Emma continuava spesso a chiedere di lui e se whale l’avesse contattata ma presto si ritrovarono a dover necessariamente parlare di lui in quanto qualcuno le raggiunge chiedendo prorpio di lui. 
  • Mamma quando torna papà?!?! - fu il piccolo Liam a porle la domanda che la mandò nuovamente nel baratro ma nonostante il suo stato per il suo piccolo provò a trattenersi e a incoraggiarlo. Lo vedeva spaventato e non voleva che anche lui avesse le due stesse preoccupazioni. Lei era adulta, per quanto facesse male poteva sopportarlo ma lui... lui era solamente un ragazzino di dodici anni  ed era giusto che non pensasse a tutto ciò. 
  • Molto presto amore... molto presto! - cercò di essere convincente - ma che ci fai ancora sveglio? È tardi! 
  • Non.. non riesco a dormire... ho fatto un brutto sogno su papà! 
  • Mi dispiace tesoro che ti sei spaventato ma è tutto finito adesso ok? Non ci pensare più, Vai a prendere un bel bicchiere d’acqua e poi prova a rimetterti a letto. 
  • Mamma posso... posso chiederti una cosa prima? 
  • Certo amore, puoi dirmi tutto quello che vuoi! - il ragazzo anche se leggerne rosso in viso si avvicinò all’orecchio di sua madre e senza farsi sentire da Regina, si vergognava, le chiese se potesse dormire nel lettone con lei quella sera. - solo questa sera... non sono più piccolo lo so, mah.... 
  • Non devi neanche chiedermelo tesoro solo che.... - non sapeva come dirglielo - non andare in camera da letto, vai nella stanza degli ospiti io arrivo subito. - a Regina non servi altro per capire cosa avesse chiesto Liam e ringraziò mentalmente il ragazzo per quanto, anche se involontariamente, aveva  fatto: grazie a lui forse sua madre sarebbe riuscita se non a dormire almeno a riposare su un vero letto. Lo raggiunse qualche minuto dopo, dopo essersi assicurata che per Regina il divano letto andasse bene, lo strinse a se come quando era piccolo e accarezzandogli i capelli aspettò che si addormentasse. Lei non ci provò nemmeno, sapeva che non ci sarebbe riuscita. Si mise a contemplare il soffitto cercando di muoversi il meno possibile per non disturbarlo quando ecco qualcun’altro entrare in stanza per chiederle sostegno. Era Chloe questa volta seguita neanche un’ora  dopo da sua sorella Leila la quale, a differenza dei suoi fratelli, decise di dormire con sua madre non per paura ma per controllarla. Era una giovane donna ormai e iniziava a capire le cose per quello che erano e percepiva lo stato di angoscia di sua madre. Mentre i due fratelli minori si addormentarono subito, ormai al sicuro tra le braccia di mamma Emma, Leila ci mise di più: si era prefissata di non dormire fin quando non lo avesse fatto sua mamma... un gesto davvero carino, peccato che Morfeo la rapì senza che lei se ne accorgesse. Il letto era diventato decisamente più strettino per tutti e quattro  ma ad Emma non importava di certo:per la prima volta in quasi 24 h su sentì final e al sicuro. 

Il mattino seguente la prima ad aprire gli occhi tra i tre fratelli fu Leila e notò subito il fatto che sua mamma fosse rimasta sveglia tutta la notte.

  • mamma... non hai dormito niente vero? 
  • Non sono riuscita a prendere sonno ma non preoccuparti, sto bene. - le disse come se fosse la cosa più normale di questo mondo.
  • Non si direbbe... - sospirò - senti è ancora presto perché non ci provi adesso? Non ti farebbe male.
  • Leila...
  • Lo so che sei preoccupata mamma ma non devi esserlo ok? Noi ce la faremo... papà ce la farà! andrà tutto bene mamma fidati di me! - le sorrise, quella ragazza era un vero tesoro -  e poi lo sai anche tu che se papà si sveglia e ti vede così si preoccuperà quindi... - non rispose neanche questa volta, si limitò a sorridere, ad abbozzare un sorriso, lasciando così intendere a sua figlia che il dormire era fiori questione. - posso almeno  lasciati cinque minuti da sola?  vado a preparare la colazione per questi due per quando si sveglieranno, vuoi che porti qualcosa anche a te? Non si ripeterà di nuovo quindi ti conviene approfittarne. - provò di sdrammatizzare.
  • Sto bene così tesoro! 
  • Mmmh... ok - Ormai Rassegnata la dolce Leila provò senza svegliare nessuno ad alzarsi dal letto per andare in cucina  ma prima che potesse farlo Regina entrò con un gigantesco vassoio in mano anticipandola sulla colazione. 
  • Ecco dove eravate finiti tutti quanti! - cercò di alleggerire la tensione immaginando che fosse stata per tutti una nottataccia - c’è una riunione per caso? 
  • Regina cosa.... perché sei già sveglia? - disse controllando l’ora: non erano ancora le sette 
  • Ho una buona notizia. Sveglia i ragazzi, mangiate qualcosa e vestitevi... mi ha chiamato whale poco fa: dice che i valori di Killian stanno migliorando e pensa che entro la giornata se la situazione non cambia  potrebbe anche svegliarsi. 
  • Suo serioooo!!!! - esclamò con voce leggermente alta mettendosi con un un balzo seduta. Fortunatamente non sveglió me Chloe ne Liam o si sarebbero spaventati. 
  • Si ma se non mangi giuro che non ti porto da nessuna parte. Leila controllala che esegua i mie ordini per favore, io vi aspetto di sotto. 

Secondo i programmi di Regina alle sette e mezza sarebbero dovuti partire ma non riuscirono prima delle otto in quanto Emma ebbe un piccolo inconveniente con le nausee mattutine. Non ne aveva avute moltissime nell’ultimo  periodo, quasi niente in realtà ma il forte stress evidentemente le aveva fatte tornare. Tenne il muso a Regina per tutto il tragitto incolpandola della cosa ma non appena whale la vide e le diede il via per andare a far visita a Killian la rabbia andò via. 

Vederlo in quelle condizioni, pieno di tubi e con il torace bendato  che si alzava e abbassava in maniera meccanica  non fu affatto semplice ma si ripromise di non dare in escandescenza, non davanti a lui che anche se non poteva vederla era sicura che con il cuore potesse sentirla. Si sedette accanto a lui, gli prese la mano e la strinse tra le sue baciandogliela di tanto in tanto. 

  • ehi... lo sai che non è carino far aspettare una donna? Ma quanto ci metti ad aprire gli occhi! - gli parlò come se davvero lui potesse ascoltarla. - aspettavo con impazienza il tuo ritorno ma a sapere questo avrei preferito aspettare ancora un po’... forse se ti fossi trattenuto un paio di giorni in più questo non sarebbe successo. - di tanto in tanto prendeva una pausa pensando anche di essere un po’ stupida a parlare da sola ma poi alla fine tornava sempre a conversare con lui passando da un argomento all’altro. - ci sono i ragazzi fuori, sono preoccupati per te.... non ci crederai ma Liam mi ha chiesto se potesse dormire con me stanotte.... miracolo vero? Credevo che neanche sotto tortura me lo avrebbe chiesto più ormai. A proposito di..... - stava per confessargli il suo più grande segreto, forse se la stava ascoltando sarebbe stato un buon incentivo per farlo svegliare ma non riuscì a continuare il suo discorso in quanto whale entró chiedendole di uscire, dovevano visitarlo e le regole non precedevano familiari in quei contesti, sopratutto in una terapia intensiva. - devo andare amore mio, mi raccomando... non metterci molto, ho una cosa importante da dirti! - trattenendo le lacrime gli diede un bacio sulla fronte e accompagnata da un’infermiera uscì fuori. Andò in bagno a ricomporsi, le lacrime che aveva trattenuto stavano uscendo incontrollate ormai dopodichè torno dagli altri. Per tutto il pomeriggio, esclusa Emma che ebbe la possibilità di entrare di nuovo in stanza per qualche minuto potendo scambiare addirittura due chiacchiere con whale, nessuno di loro ebbe notizie tanto che arrivarono a  supporre che anche per quella sera niente sarebbe cambiato. I ragazzi si stavano preparando psicologicamente all’idea di dover tornare a casa ancora una volta senza poterlo vedere ma quando meno se lo aspettarono ecco spuntare whale in sala d’attesa.
  • Oh bene siete qui! - esclamò senza lasciar trasparire nessuna emozione. 
  • Tutto bene whale??? - fu la domanda di Emma facendogli cenno di sbrigarsi a parlare.
  • Mio padre sta bene vero? - continuò Chloe raggiungendo sua madre con a seguito liam, chi avrebbe mai detto che quel ragazzino sembrava essere diventato l’ombra di chloe. Leila rimase al proprio posto ma non smise un secondo di guardare whale. 
  • Killian si è svegliato, i suoi valori non sono ancora  stabili come dovrebbero essere per sostenere un intervento ma non possiamo più aspettare: la scheggia si è mossa e questo potrebbe causare dei seri danni se non estratta per tempo.
  • Che... che significa mamma??? Papà sta bene vero???? - le parole di whale non erano state per nulla positive, Chloe lo aveva capito, ma nonostante ciò fece quella domanda a sua madre: voleva credere di aver capito male, non voleva che suo padre fosse  ancora in pericolo. Emma si ritrovò per la prima volta nella sua vita a non saper cosa rispondere a sua figlia: lei era impanicata tanto quanto la sua bambina. Fu Regina con l’aiuto di Leila ad intervenire cercando di allontanare Chloe e Liam da lì con la scusa di andare a prendere la cena ma se per un giovane Liam fu semplice distrarsi per Chloe non lo fu affatto ed ecco che tutte le sue paure represse vennero fuori facendola  iniziare a piangere e ad urlare al tempo stesso a gran voce la parola papà. Venne portata fuori di peso dalla stessa Regina nonostante si dimenasse per restare lì nel mentre Emma riprese  a parlare con whale.
  • Stara bene vero? Non... non...
  • Emma farò tutto il possibile te lo prometto ma sarà un intervento delicato e voglio che tu sia preparata a.... - non lo lasciò neanche finire di parlare.
  • promettimi che nel al primo  istante in cui crederai di non farcela mi chiamerai. 
  • Emma...
  • Promettimelo whale! Devo essere certa che se non ci riuscirai tu potrò farlo io. - parlava di magia naturalmente. 
  • Regina ha detto...
  • Fregatene di quello che dice Regina! Non mi interessa ciò che ti ha detto, è  di mio marito che stiamo parlando e non mi interessa nulla se dovrò pagarne il prezzo io stessa: se sarò costretta a farlo lo farò... non posso perderlo. - whale sapeva che prima o poi lei avrebbe tirato fuori l’argomento, la stessa Regina che in quel momento non era presente lo sapeva e infatti gli aveva fatto promettere di non farsi abbindolare da due occhioni verdi disperati. Qualsiasi cosa Emma gli avrebbe detto lui avrebbe dovuto ignorarla, salvare la vita di Killian con la magia significava condannare a morte un’altra persona e in quel caso a pagarne il prezzo sarebbe stata o Emma o il bambino che aveva in grembo. Non poteva permetterlo, lo stesso Killian non avrebbe voluto di conseguenza whale  venne costresso, in caso contrario Regina lo avrebbe rovinato, a non  accettare la stramba richiesta della sua amica. “Cosa faccio se mi implora?” Le chiese per telefono quando ne stavano parlando “fai buon viso a cattivo gioco” rispose la donna. 
  • Ok, faremo a modo tuo - le disse consapevole di star mentendo - ma prima di portarlo in sala operatoria vorrei che ti vedesse. Non riesce a parlare, è sedato, disorientato ma sono sicuro che ti sta cercando: con lo sguardo sta vagando per tutta la stanza in cerca di qualcosa e quel qualcosa di sicuro sei tu. Posso dare il permesso di poterlo vedere anche a Leila che è maggiorenne se sei d’accordo ma per i due più piccoli... visto anche la reazione di poco fa di Chloe..
  • No! voglio che nessuno di loro lo veda in questo stato. Lo vedranno appena si sveglierà! 

Senza aggiungere altro venne accompagnata nella stanza di suo marito ma a differenza delle volte precedenti in cui era stata lì questa volta non era da solo, con lui in stanza vi era un via vai di infermiere e medici che stavano preparando il tutto per poterlo spostare e portare in sala operatoria in sicurezza. Gli occhi di Killian si illuminarono non appena la vide e whale confermò il fatto che il pirata stava cercando proprio la sua amata. Come precedentemente annunciato non poteva ne muoversi ne parlare, era sedato per via delle ferite ed era anche stato immobilizzato per paura che la scheggia si muovesse ancora ma ad Emma non importava, importava solo che fosse cosciente in quel momento. Non erano le circostanze che si aspettava ma finalmente potè perdersi ancora una volta nei suoi occhi.

  • Se non mi fai agitare non sei tu è? - le disse accarezzandogli il viso per poi dargli un dolce bacio su una guancia. - mi sei mancato amore, mi sei mancato davvero tanto. Non ti lascerò più andare da nessuna parte sappilo, o mi porti con te o tu resterai a casa con noi. Non voglio più dormire da sola ok? E poi non avrai più tempo di viaggiare lo sai? A casa sono cambiate un po’ di cosucce.... - lo sguardo di lui si fece interrogativo - niente di allarmante, i ragazzi stanno tutti bene e richiedono lo stesso impegno di sempre ma ne riparleremo poi ok? Ora devi andare con loro. Non aver paura, è una cosuccia di routine - mentì per non farlo agitare - in men che non si dica sarai di nuovo da me ok? Fai vedere al caro whale di che pasta sei fatto. 
  • Posso procedere con l’anestesia? - chiese uno dei medici ad Emma per avere il consenso. La donna guardò ancora una volta gli occhi del suo uomo provando a dargli coraggio dopodiche annuì permettendo al personale di procedere. Gli venne fatta l’anestesia, si sarebbe addormentato nel giro di dieci secondi ma proprio qualche attimo prima di cadere in un sonno profondo emma rivelò lui la grande notizia 
  • sono incinta - gli sussurrò all’orecchio  ma  lui non potè far altro che chiudere gli occhi. Non si capì se l’avesse ascoltata ma sperava vivamente di sì, sperava che quella lieta notizia potesse dargli la forza necessaria per combattere la sua battaglia. 

Tornò nella sala d’attesa dove questa volta vi erano solo Leila Henry e Regina, Chloe e Liam erano stati prelevati da David per portarli a casa con lui: erano troppo agitati per poter continuare a stare lì ed insieme aspettarono che l’intervento finisse. Emma sembrava apparentemente calma durante l’attesa  e questo sorprendeva al quanto Regina: emma non era mai calma in questi casi, chi lo sarebbe con un marito sotto i ferri che rischia la vita? Chiacchierò un po’ con lei per cercare di capire se fosse solo apparenza la sua ma contro ogni aspettativa si ritrovò a constatare che in realtà fosse seriamente tranquilla. Gli chiese come stesse riuscendo a mantenere il controllo, come riuscisse a non dare di matto e lei con naturalezza confessò alla sua amica che Lei e whale si erano messi d’accordo per salvarlo con la magia nel caso in cui ce ne fosse stato bisogno. Regina aveva fatto un accordo prima di lei con l’uomo e sapeva benissimo che il si detto ad Emma era semplicemente una farsa e di conseguenza si sentì in colpa.  Le stava evitando una condanna a morte certa ma la stava comunque tradendo.... involontariamente stava tradendo la sua fiducia. Lasciò cadere l’argomento lì per paura di tradirsi e pregò affinché le cose per Killian si risolvessero nel migliore dei modi. 

L’intervento che doveva durare al massimo due ore ne duró ben sei tanto che Regina iniziò seriamente a preoccuparsi, camminava avanti e indietro nervosamente e non si fermo, nonostante Emma la guardasse come sospetto, fin quando whale non andò da loro.

  • allora????? - chiese Emma sperando che fosse lì per comunicare solo esito positivi e non per richiedere un ulteriore aiuto. - Killian????
  • L’intervento è andato a buon fine! Abbiamo temuto seriamente di perderlo ad un certo punto, aveva perso il battito e non sembrava voler ripartire, ma alla fine è andato tutto bene. 
  • Killian ha rischiato di morire???? Pensavi che non ce l’avrebbe fatta e non mi hai chiamato??? - in quel momento, nonostante la buona riuscita dell’intervento, non riuscì a mettere da parte quanto appena confessato, l’aveva tradita, aveva tradito la sua fiducia ed era una cosa che non si sarebbe mai aspettata. Per tutta la durata dell’intervento era rimasta calma proprio perché sapeva che in caso di emergenza sarebbe stata avvisata e invece? Killian aveva rischiato di morire e lui glielo aveva taciuto. - fammi capire meglio... ti ho messo in mano la vita di mio marito facendo un accordo ben preciso e tu...
  • Non ho potuto fare altrimenti Emma! Mi dispiace, mi dispiace davvero ma non potevo informarti...
  • Ah no??? E per quale assurdo motivo? Non sei forse tu il capo? 
  • Si però... beh vedi.... - non sapeva cosa risponderle e dirle la verità gli sembrava una pessima idea conoscendola. Provò ad inventare qualcosa ma prima che il suo cervello potesse elaborare qualcosa di senso compiuto Regina  intervenne in suo soccorso confessando la verità.
  • Gli ho fatto chiesto di non dirti nulla... 
  • Questo lo so già, me l’ha confessato, ma gli ho detto di ignorare le tue parole e lui mi ha dato la sua parola che lo avrebbe fatto! - spiegò non immaginando ci fosse dell’altro sotto. 
  • Anche questo rientrava nel nostro accordo, gli ho chiesto io di mentirti... chiesto....l’ho praticamente minacciato in realtà! Non ne vado fiera ma era l’unico modo per impedirti di fare una strozzata colossale Emma. Salvare Killian con la magia avrebbe portarto a conseguenze cattasfofiche e io non potevo permetterlo.
  • Sei stata tu???? Regina tu....
  • Emma mi dispiace tanto ma non potevo permettere che questa cosa ti si ritorcesse contro e lo sai bene anche tu che è proprio quello che sarebbe successo. 
  • E hai preferito condannare a morte Killian?
  • Io....
  • Sparisci da qui! Non sei la benvenuta! 
  • Emma...
  • HO DETTO SPARISCI REGINA!!!! - sapeva che avrebbe potuto innescare una bomba dicendo la verità e capiva benissimo la reazione della sua amica pertanto, senza cercare di spiegarsi ancora, prese le sue cose per andare via. Era quasi arrivata al corridoio principale quando Leila dopo averla richiamata esternò il suo parere.
  • Mamma zia Regina ha agito in buona fede non merita di essere trattata così! Tu ci hai sempre insegnato che la magia ha sempre un prezzo e che non bisogna mai utilizzarla per interessi personali. Al posto tuo molto probabilmente avrei pensato di fare la stessa cosa accecata dal dolore e dalla paura ma sono altrettanto sicura che tu me lo avresti inpedito perché questo avrebbe portato a delle conseguenze inimmaginabili. Sei delusa adesso, ti senti ferita, ingannata ma a mente lucida ringrazierai la zia e sai perché lo so? Perché lei ti ha impedito di sacrificare uno dei tuoi figli e mamma lo sai bene anche tu che oltre a  papà i figli  sono la cosa a cui tieni di piu in assoluto. 
  • Non avrei mai permesso che vi succedesse qualcosa e comunque lo avrei pagato io il prezzo, non voi quattro. 
  • Non parlavo di noi quattro infatti... forse ti è sfuggito un piccolo dettaglio mamma... un minuscolo dettaglio che è ancora nascosto dentro di te. - le fece l’occhiolino facendole capire che in realtà lei già sapeva. 
  • Tu... tu lo sai???? Come... come lo sai???? 
  • Beh... potrei aver aperto accidentalmente uno dei cassetti del bagno tuo e di papà.... Lo so non avrei dovuto farlo, avrei dovuto chiedere il permesso prima ma tu non c’eri e io avevo bisogno di una cosetta.... ho visto il test di gravidanza sotto il mobiletto del lavandino e siccome quelli che hai fatto in precedenza scoprendo di noi sono tutti riposati nella scatola dei ricordi con tanto di data e nome ho fatto due più due... - sua figlia era sua degna erede non vi erano dubbi. Era stata molto attenta a non far trasparire nulla e poi lei, quella che viveva più lontano tra l’altro, aveva scoperto tutto ugualmente. 
  • mi dispiace non avervelo detto prima ma...
  • Volevi comunicarcelo come sempre insieme a papà! Lo avevo immaginato e tranquilla non lo sa nessun altro.- le sorrise - a proposito di papà... perché non dimentichi l’accaduto e corri da lui? Sono sicura che vorrà vederti! 
  • Da retta a tua figlia Emma, passaci sopra in fondo è andato tutto bene no? E poi Killian è anche già sveglio quindi... - le diede manforte whale.
  • Abbiamo un conto in sospeso noi tre ma per oggi ci passerò sopra, ho cose più importanti a cui pensare ma non crediate sia finita qui! Mi avete mentito! Avrei preferito che me lo diceste in faccia piuttosto che prendermi in giro. - ammise con onestà; anche volendo non sarebbe riuscita a farsi scivolare tutto addosso magicamente. - Regina puoi restare se ti fa piacere, non sono nessuno per impedirti di vederlo. - e senza lasciarla replicare si diresse dal suo uomo. Come aveva annunciato whale era già sveglio e con gran sorpresa anche stubato. Respirava da solo e rispetto all’ultima volta che lo aveva visto, anche se ancora malconcio, stava decisamente meglio. 
  • Mi domandavo quando saresti arrivata sai? Credevo di esserti mancato... - ed eccolo lì: sfacciato come sempre. Gli erano mancati quei suoi modi di fare e glielo dimostrò con i fatti e non a parole. Si avvicinò al suo letto e lo baciò con passione fin quando lui le fece capire di dover riprendere fiato. - wow... cercavi forze di uccidermi? - si era lasciata prendere un po’ troppo la mano  non considerando il fatto che fino a quale ora prima aveva avuto un tubo in gola per poter respirare ma a lui non dispiacque anzi... dopo aver ripreso fiato le chiese di poter avere un secondo bacio di bentornato, cosa che non tardò ad arrivare. - allora ti sono mancato un pochino.... - sfoggio quel suo sorrisetto malizioso - se mi baci così appassionatamente mi costringi a partire più spesso solo per ricevere questo trattamento lo sai si? 
    • Tu non partirai mai più puoi anche scordartelo! - improvvisamente la felicità di vederlo, di poterlo stringere e di saperlo fuori pericolo vennero messi un attimo da parte per lasciar spazio ancora una volta alle paure affrontate in quelle ultime ore - due viaggi hai fatto dopo il nostro matrimonio e in entrambi hai rischiato di passare a miglior vita. Non ti permetterò di farlo ancora e se sarà necessario te la brucerò quella nave Killian.... non... non posso vivere con la paura di perderti per sempre. - ed eccola scoppiare in lacrime proprio davanti a lui. Killian non si meravigliò minimamente della sua reazione anzi... l’aveva calcolata e la battuta di voler ripartire era stata detta appositamente per farla sfogare. La sua Emma non si sarebbe buttata a capofitto sulle sue labbra se fosse stata in se, lo avrebbe prima rimproverato a suon di insulti e poi l’avrebbe baciato. La paura di perderlo aleggiava ancora nella sua testa e killian lo aveva capito solamente baciandola. Quel pianto le ci voleva per buttare fuori la brutta esperienza vissuta e lui sapeva bene che era l’unico in grado di farla tornare in se. La lasciò piangere per tutto il tempo che ne ebbe bisogno dopodiche, immaginando che si sarebbe sentita in imbarazzo per essersi lasciata sfuggire il suo essere fragile davanti a lui, iniziò a farle battutine e a chiederle come fossero andate le cose senza di lei. Si riprese subito e non contenta del bacio di benvenuto di poco prima tornò a baciarlo ancora e ancora non saziandosi mai di quelle labbra. 
  • Emma tesoro aspetta un secondo... - ancora una volta fu lui a interrompere il bacio e lei questa volta non potè non alzare gli occhi per aria contrariata. - dispiace anche a me credimi ma mi è appena passato per la testa un flash.... 
  • un flash? - chiese lei non capendo cosa volesse dire 
  • l’anestesia fa strani effetti avvolte ma voglio farti una domanda. Sei stata qui prima che mi operassero? 
  • No, sono stata dal mio amante, ho chiesto a whale di chiamarmi quando l’intervento sarebbe terminato per avere così il tempo per potermi ricomporre e venire a fare la brava samaritana qui davanti a te come se niente fosse! - lo prese in giro facendolo sbuffare.
  • Potrei punirti, una volta tornati a casa, per questo insulto lo sai si? - rise malizioso - comunque ero serio: sei stata qui? 
  • Certamente dove credevi che andassi con te in quelle condizioni. 
  • Ed ero sveglio? 
  • Dipende... sono venuta tre volte qui in stanza, due delle quali dormivi profondamente. Ma perché me lo chiedi? 
  • Ho una cosa in testa, un ricordo, un sogno... non lo so di preciso cosa sia... non so se sia reale o meno... ma in questo flash ci sei tu quindi sei l’unica che può dirmi se stavo sognando o no. Ricordo che eri qui, mi tenevi la mano e mi rassicuravi che tutto sarebbe andato per il meglio... stavo per chiudere gli occhi, ricordo di una sensazione di sonnolenza, palpebre pesanti e tu proprio in quel momento mi hai dett....
  • Papà!!!!! Papà sei sveglio????? - e come al solito ecco che vennero interrotti dai loro figli. Strano che ancora non fossero arrivati. Fu Chloe la prima ad entrare e ad abbracciare il suo papà, seguita a ruota da Leila e Liam. Gli erano mancati come l’aria in quelle settimane di viaggio e per qualche ora dimenticò addirittura quello che stava per chiedere a sua moglie. Entrò anche Regina con loro e subito Killian, nonostante lei cercò di non farglielo vedere, notò che qualcosa non andava. Non disse niente all’inizio, osservò in silenzio, intervenne solamente quando il quadro gli fu abbastanza chiaro.
  • Perché avete litigato voi due? - chiese senza considerare il fatto che ci fossero i ragazzi.
  • Noi?? Noi non abbiamo litigato! - rispose Emma 
  • No infatti.... - replicò l’altra.
  • Mmmh lo vedo! Si vede lontano un km infatti che vi volete bene e che vorreste abbracciarvi... ah no scusa ho sbagliato: quello che vedo sono due donne che se potessero si caverebbero gli occhi a vicenda. Perché? 
  • Ci vedi davvero male pirata lasciatelo dire. Io non voglio cacciare gli occhi proprio a nessuno! Credimi....
  • Forse tu no ma la mia mogliettina si! Perché tesoro? - si rivolse direttamente a lei.
  • Non è nulla... lascia stare 
  • Mmmh... no, non è nulla. Che mi sono perso? - immaginava che sarebbe stato difficile ottenere informazioni conoscendo le due donne davanti a se ma qualcuno intervenne al loro posto e svelò l’arcano rendendo a Killian il lavoro meno stressante. 
  • Te lo dico io papà! Mamma ha saputo che whale e zia Regina hanno fatto un patto prima della tua operazione: quello di impedire alla mamma di salvarti con la magia  in caso di necessità o errore medico.  
  • Ha ragione tua sorella quando dice che sei un’impicciona sai? - le disse Emma lasciandola a bocca aperta e facendo gongolare al tempo stesso Chloe per quanto ascoltato. Peccato che non avesse il potere di vedere nel futuro o si sarebbe attrezzata di telecamera per immortalare il momento. 
  • Emma... te la sei presa con Regina per questo???  Sul serio love? 
  • Se l’è presa? Papá credimi non si è  regolata.... a momenti la inceneriva! 
  • Leila non so... vuoi dire anche altro????? - questa volta non era una battuta quella di Emma, era più che altro un rimprovero che venne recepito immediatamente rimettendo in riga la giovane ragazza. - comunque si, me la sono presa per questo! Non doveva pugnalarmi alle spalle nonostante avesse le sue buone ragioni. 
  • Io penso che abbia fatto la cosa giusta invece. Ha impedito che ti odiassi per il resto della mia vita. Se mi avresti salvato te ne saresti andata tu e lo sai bene che questa è l’unica cosa che che non riuscirei mai ad accettare. Preferirei un tradimento piuttosto. - le disse sincero 
  • Non mi sembra il caso di parlarne davanti ai ragazzi comunque non ho detto che non abbia ragione... ho detto che avrei preferito non complottasse alle mie spalle facendomi sentire una vera idiota. Ho passato tutta l’attesa per i risultati dell’intervento tranquilla, rilassata, senza timori di perderti. Mi ha illusa... mi hanno illusa: lei e whale! 
  • Sono doppiamente d’accordo con lei allora! Se ti ha tranquillizzata sono dalla sua parte. 
  • Tu non.... - l’afferro per le spalle e facendola cadere addosso a se, in modo da non ferirsi,  la zitti baciandola. Avrebbe continuato all’infinito se non l’avesse stoppata e non voleva che una visita di cortesia si trasformasse in una sentenza di tribunale. Avrebbero avuto modo di chiarirsi quelle due, ne era sicuro visto il gran bene e la stima reciproca che avevano, ma non era quello il momento. Approfitto di averla ancorata al suo corpo anche per riprendere il discorso che  precedentemente era stato interrotto e con un leggero sussurrare, avvicinandosi al suo orecchio per non farsi sentire dal resto del gruppo, le fece una domanda che le procurò brividi su tutta la colonna vertebrale.
  • Sei incinta? - le chiese facendole sbarrare gli occhi dallo stupore. Glielo aveva comunicato proprio un secondo prima di addormentarsi ma non credeva avesse recepito. - il flash di cui ti parlavo prima è questo.... tu che mi sussurri di aspettare un altro bambino. Non so se sia vero o meno ma in caso non lo fosse dovremmo valutare l’idea perché ho lottato con tutte le forze possibili per risvegliarmi e l’ho fatto non solo per voi, quello era scontato, ma per lui... per conoscerlo. - rimase senza parole a quella confessione ma si riprese all’istante felice che ne sarebbe stato contento ma sopratutto felice che il comunicarglielo in quel particolare momento gli avesse daro la forza di combattere e sopravvivere. Lo guardò dritto negli occhi rimanendo impassibile dopodiche gli sorrise e annuì dandogli in maniera del tutto silenziosa quella maravigliosa notizia.  Inizió a baciarla e a piangere nello stesso momento e lei fece lo stesso tanto che i ragazzi, Liam in particolare, si preoccuparono.
  • È tutto ok? Papà sta ancora male? - chiese Liam facendoli ricomporre, per un momento si erano dimenticati di non essere soli.
  • Emh.. no Liam non sta male il papà... non credo almeno o non bacerebbe la mamma non trovi? 
  • Ha ragione Leila campione sto bene, più che bene. - disse per poi guardare Emma - lo sanno? 
  • No... aspettavo te! 
  • Non sappiamo cosa? - domandò Chloe come al solito impicciona. 
  • Glielo diciamo? - Emma annuì ma lascio a lui la parola - beh ragazzi che dirvi... stiamo per diventare sette in famiglia. La mamma aspetta un bambino! 
  • la mamma cosa?????? - esclamò Chloe - sei.. sei incinta???? 
  • Sembrerebbe.... 
  • mah... è.... è meraviglioso mammaaaaaa!!!!!! - saltò letteralmente giù dalla sedia per correre ad abbracciarli entrambi. Non avrebbero mai creduto che la piccola Jones prendesse bene una notizia del genere visti i precedenti. 
  • Sei contenta? Sul serio!??
  • Scherzi mamma??? E quando mi ricapita che qualcuno stressi Liam fino a farlo esaurire! - esclamò facendo ridere tutti. Dovevano immaginarlo che sotto ci fosse qualcosa. - a parte gli scherzi, sono davvero felice sapete? Mi piace l’idea di un piccolo o di una piccola nanerottola in giro per casa.
  • Anche io sono felicissima mamma peccato solo che non potrò vivermelo o vivermela come invece vorrei. - continuó Leila  nostalgica al fatto che ormai non abitasse più con loro. Il suo discorso intenerì un po’ tutti ma presto gli animi vennero rallegrati nuovamente dal piccolo di casa.
  • Mamma è maschio vero????? Ti prego dimmi che è maschio non posso sopportare l’idea che ci sia un’altra femmina in giro per casa! 
  • Non si sa ancora tesoro.... 
  • un’altra come Chloe non la potrei proprio sopportare ti prego... non farmi questo. 
  • Allora spero prorpio sia una femminuccia e che sia tale e quale a  me! - lo istigò volutamente sua sorella.
  • E io vado a vivere da Henry!
  • Ma per piacere se tu piangi quando non ce la mamma vicino a te!
  • Non è vero! - replicò lui offeso.
  • Oh si che lo è! 
  • Alt! Time out! - si intromise Regina azzittendoli - direi di proseguire il secondo round a casa. L’orario di visita è quasi terminato e vostra madre e vostro padre hanno bisogno di qualche minuto da soli. Torneremo domani promesso ma ora tutti in macchina. 

Non fecero storie, presero le loro cose e uscirono lasciandoli finalmente soli. Scherzarono un po’ su quanto sentito immaginando che se fosse stata sul serio un’altra femminuccia Liam e Chloe avrebbero litigato ancora più di prima ma poi diventarono seri e finalmente lontano da orecchie indiscrete poterono aprire il loro cuore l’un l’altro. 

  • davvero hai tenuto il segreto per tutto questo tempo? - chiese lui abbracciandola. 
  • Non volevo dirglielo fin quando non fossi tornato! Meritavi di essere il primo a saperlo, anche se Regina l’ha scoperto e anche Leila in realtà!
  • Leila sapeva?
  • Già ma ha fatto la brava sorella ed ha fatto finta di niente davanti a loro: ti immagini se Chloe avesse saputo che sua sorella sapesse e lei no???? Non voglio neanche pensarci. 
  • Hai ragione - rise ma torno subito serio - Devo ringraziarti comunque moglie! 
  • Ah si? E come mai marito? - gli rispose per le righe
  • Perché di solito al ritorno di un viaggio è chi parte che fa il regalo a chi resta non il contrario. Oggi mi hai donato il regalo più bello che una persona possa immaginare e non potrò mai sdebitarmi abbastanza per tutto quello che in questi anni mi hai donarono. 
  • Beh... dipende dai punti di vista... io non ti ho regalato nulla in realtà! Se tra qualche mese sarò di nuovo una mongolfiera sarà solo a causa tua quindi vista da questo lato sei tu che hai fatto un regalo a me! - lo bació - non farmi spaventare mai più come oggi intesi? Ho temuto il peggio
  • Lo sai che sono bravo a sopravvivere...
  • Non scherzare, ho temuto di perderti.
  • E invece non mi hai perso! Sono rimasto! Sono rimasto e ti ho ammollato anche un bambino. Un bella fregatura non trovi? 
  • La più bella mai ricevuta! 
  • Ti amo futura mamma 
  • Ti amo anche io... futuro papà.
​Note dell'autore: mamma mia ragazzi... quanto tempo è passato? Un'eternità come minimo.... mi dispiace davvero molto avervi abbandonato credetemi ma non riuscivo a trovare nuove idee per questa raccolta. Questa famiglia ha ancora molto da raccontare posso garantirvelo ma il mio cervello e vi prometto di impegnarmi il più possibile per non abbandonarvi mai più per tutto questo tempo. Vi auguro una buona lettura e spero di leggervi nei commenti. Ciaoooo

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