Everyday is not the same di Sunako_7 (/viewuser.php?uid=1009090)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 1 *** I ***
Le birre erano poggiate sul bancone
lucido, qualche
goccia era colata giù dal fianco del bicchiere e sembravano
catturare la luce
morbida del locale. Anche i capelli biondi di Naruto spiccavano nel
mare di
colori soffusi, mentre quelli scuri di Sasuke si confondevano con le
ombre
circostanti. Era il loro appuntamento fisso vedersi almeno ogni paio di
settimane, cercando di ricavare tempo nonostante gli impegni. Durante
gli anni
talvolta delle incomprensioni li avevano tenuti lontani, ma alla fine
forse per
la testardaggine di Naruto a non voler mollare, forse perché
Sasuke non faceva
nulla per chiudere davvero i rapporti, continuavano a trovarsi al
bancone di
quel bar a discutere e bere birra fino a tardi.
“Oggi sei più irrequieto del solito –
osservò Sasuke
– devo incollarti il sedere su quello sgabello?”
In effetti, incapace di stare immobile a lungo,
Naruto si stava dimenando, rischiando persino di urtare i bicchieri coi
suoi
scatti o le ginocchiate che rifilava al bancone.
“Scusa è che sono felice –
esclamò a voce alta,
notando il cipiglio dell’amico farsi più
pronunciato – domani è il mio
anniversario con Itachi, ti rendi conto?”
Sasuke lo fissò a lungo, finendo di bere la terza
birra con calma metodica, osservando i suoi movimenti privi di grazia,
la
faccia piena di briciole e sale per le patatine, nonché i
capelli arruffati.
“No, non me ne rendo conto, affatto. Te l’ho
già
detto quando vi siete messi insieme, ma te lo ripeterò:
Itachi deve aver preso
una botta in testa e adesso ne porta ancora le conseguenze; oppure
è troppo
gentile per scaricarti dopo essere rinsavito”
“Sasuke! – urlò indignato – Parli così
perché sei geloso di me e hai un
complesso del fratello maggiore, ma non preoccuparti: Itachi ti vuole
sempre
bene”
Una smorfia di disgusto si dipinse sulla faccia di
Sasuke:
“Geloso di uno che ha l’intelligenza di un fagiolo
e
la grazia di un sacco di patate? Voi due siete proprio opposti
più che anime
gemelle”
Naruto per una volta non replicò, lo fissò in
silenzio con un’espressione dolente che cancellava quella
estatica di poco
prima. Sasuke capì di aver esagerato così
ordinò un giro di shot e, mentre gli
allungava il bicchiere, disse:
“Quali che siano i motivi state comunque insieme;
convivete addirittura”
Naruto non replicò e l’altro poteva immaginare le
rotelle girare furiosamente nella sua testa; silenziosamente
domandò perdono al
fratello perché quando Naruto rifletteva troppo a lungo il
risultato era un
disastro garantito.
Itachi stava comodamente in
poltrona con un libro in
mano, segretamente adocchiava l’orologio presumendo quando
Naruto sarebbe
rientrato dalla sua serata. La porta sbattuta rumorosamente e dei passi
pesanti
lo annunciarono; sorrise pensando a come il fidanzato gli si sarebbe
gettato
addosso alla ricerca di un abbraccio.
“Tu stai con me solo per il mio corpo! Sei un
perverso approfittatore!”
L’accusa e l’aria oltraggiata di Naruto che lo
fissava dalla porta con ancora il cappotto addosso lo lasciarono senza
parole e,
solo allora, comprese l’enigmatico messaggio di scuse
ricevuto dal fratello.
L’angolino
oscuro:
Questa raccolta partecipa alla bellissima iniziativa del Secret Santa
indetta dal
gruppo SasuNaru fanfiction Italia e spero che a Helad possa aver
apprezzato
questa piccola raccolta. Ho cercato di metterci un po’ di
pensare a Itachi e
Naruto e a come potrebbero funzionare assieme, ci ho messo un
po’ di umorismo che
è il mio marchio di fabbrica ma ho tentato anche di
esplorare altri lati della
loro relazione. Spero che piaccia anche a qualcun altro, io mi sono
divertita a
immaginarli in queste situazioni, buon Natale!
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Capitolo 2 *** II ***
Dall’alto
delle sue innumerevoli qualità – tutte
autoproclamate – Naruto guardava il contenuto del pentolino
con un’aria
scettica.
“Che
ci vorrà mai per fare una cioccolata? Sono un
master col ramen, qui sarà la stessa cosa!”
Si era detto
pochi minuti prima mentre apriva la
bustina e la mescolava col latte fregandosene delle istruzioni: era solo una cioccolata calda,
cosa poteva
andare storto?
Peccato che
dal pentolino lo fissasse il risultato
della sua indiscussa abilità culinaria: blob semisolidi
galleggiavano in un
mare liquidino che, in teoria, avrebbe dovuto essere più
denso nonché
appetitoso.
“Sicuramente
la confezione era fallata!”
Buttò
giù nello scarico il mostro e si mise
all’opera per il capolavoro culinario del secolo;
roba da creare addirittura una rivista mensile per vedere la sua
cioccolata
calda campeggiare in prima pagina e far schizzare le vendite alle
stelle.
Mentre la
fantasia di Naruto viaggiava ad altezze
stratosferiche, la realtà la riportò bruscamente
a terra: altri blob in un mare
liquidino che sicuramente non assomigliava alla cioccolata perfetta che
aveva
in mente e che Itachi riusciva sempre a preparare.
“Sei
in cucina da mezz’ora, che stai combinando?”
Naruto si
voltò di scatto dopo aver sussultato, sul
viso aveva un’espressione colpevole difficilmente
fraintendibile. Per la
sorpresa persino la sua celebre boccaccia non riuscì a
emettere alcun suono a
parte una specie di mugolio soffocato mentre guardava il suo fidanzato,
bellissimo anche col naso rosso e gli occhi lucidi per la febbre.
Itachi
sospirò e avanzò nella cucina, col plaid
attorno alle spalle per combattere il freddo. Solo la preoccupazione
per Naruto,
chiuso in cucina da un tempo sospettosamente lungo, lo avevano spinto
ad
abbandonare il caldo rifugio del letto. Osservò il contenuto
del pentolino e
poi la faccia del fidanzato che nel frattempo aveva ripreso il dono
della
parola e iniziato a blaterare.
“Non
è cioccolata calda… cioè, ti pare che
mi poteva
venire in mente di prepararti qualcosa di buono da bere
perché stai male? Pff,
figurati! Quello è… quello
è… concime. Sì, concime per la pianta
grassa che ci
ha regalato Sakura! È una ricetta sperimentale, ma tanto lo
sai che a me esce
sempre bene ogni cosa che faccio e…”
Gesticolava
freneticamente, rendendosi conto che
avrebbe fatto meglio a tacere, ma no! Lui mica riusciva a stare zitto o
ammettere di aver fallito in qualcosa, specialmente qualcosa a cui
teneva
particolarmente.
Itachi si
limitò ad aggrottare appena la fronte nel
sentirlo sproloquiare, non tentando nemmeno di fermarlo: si divertiva
troppo
ogni volta. Prese invece una tazza pulita e vi versò il
contenuto del pentolino,
riuscendo a mantenere anche il plaid sulle spalle senza farlo scivolare.
“Ma
che fai? Sei pazzo?”
“Sarà
un’ottima cioccolata calda, grazie per il
pensiero. Era giusto quello di cui avevo bisogno” rispose
invece Itachi
prendendone un sorso. Aveva il naso chiuso, quindi non avrebbe comunque
sentito
nessun sapore, ma lo sguardo pieno d’amore e affetto che gli
rivolse Naruto lo
scaldarono e lo fecero stare meglio di qualsiasi bevanda calda o
medicina.
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Capitolo 3 *** III ***
Non senza una certa
difficoltà Itachi aprì il
portone del palazzo, riuscendo a girare le chiavi con le mani piene di
buste.
Natale era vicino e lui era riuscito finalmente a comprare tutti i
regali,
avrebbe potuto fare comodamente gli ordini on-line, ma in qualche modo
gli
sembrava freddo e informale; non gli si addiceva. Anche se esternamente
sembrava distaccato e che gli importasse poco delle persone che lo
circondavano, in realtà nutriva affetti profondi, la sua
grande empatia lo
costringeva a prendere delle distanze in modo da non rimanere ferito
ogni volta.
Non gli importava se il mondo lo giudicava uno spietato e freddo essere
umano,
a lui interessava che la sua famiglia e le altre persone più
vicine
conoscessero il suo animo.
Si
infilò nell’ascensore per una volta vuoto e con
la punta del mignolo premette il pulsante, non vedeva l’ora
di posare tutte
quelle buste che oramai gli avevano segato i palmi. In qualche modo
riuscì ad
aprire anche il portone di casa – l’opzione posa
le buste a terra, apri e poi le riprendi non era contemplata
dal suo
sistema operativo Uchiha.
Entrò
nell’appartamento con uno sbuffo di sollievo e
non si premurò di non fare rumore dato che era certo di
essere solo: Naruto a
quell’ora era a lavoro.
Stava
iniziando a sudare con ancora cappotto e
sciarpa indosso, ma prima di tutto doveva nascondere i regali o
quell’impiccione del suo fidanzato avrebbe passato tutto il
tempo libero a
tastarli, per cercare di indovinare cosa fossero.
Entrò
in camera con l’intento di seppellirli in
fondo all’armadio, spogliarsi, fare una doccia e poi
rilassarsi sul divano, ma
rimase impalato sulla soglia della stanza, mentre le dita perdevano la
presa
sui sacchetti che finirono a terra – decisamente molto poco
Uchiha.
D’altra
parte non capitava certo tutti i giorni di
trovare Naruto nudo davanti allo specchio; nudo non era la definizione
giusta
dato che aveva un grosso fiocco rosso a coprirgli il pube che si
intrecciava
dietro le natiche.
“Che
ci fai qui?! Dovevi essere ancora in giro!
Questo… ah, cazzo! Ti sei rovinato il regalo di Natale,
contento?”
Naruto aveva
cercato di coprirsi in fretta con
l’accappatoio lasciato sul letto, ma oramai il danno era
fatto.
“Il
mio regalo?” domandò perplesso Itachi, cercando
di convincere con la sola forza di volontà a mandare un
po’ più di sangue al
cervello invece che altrove.
“Sì
il tuo regalo! – borbottò Naruto guardando il
pavimento – Questo mese sono un po’ al verde e
così…”
Itachi non gli
diede il tempo di finire e, a grandi
falcate, entrò nella stanza. Gli prese il viso tra le mani e
lo baciò,
spingendo il suo corpo seminudo contro il proprio ancora vestito.
“È
un regalo bellissimo, questa è solo una prova
generale, intesi?” lo rassicurò mentre iniziava a
farsi scivolare di dosso
cappotto e sciarpa, seguiti dal maglione e altri vestiti.
“Una
prova generale… – disse Naruto pensieroso
– ci
sta!” rise, trovando finalmente lati positivi
nell’essere al verde.
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Capitolo 4 *** IV ***
Naruto non era un tipo che si
tirava indietro quando
si trattava di uscire e passare un po’ di tempo in mezzo a
gente, poco
importava che fossero amici, colleghi, conoscenti o gente appena
incontrata: si
sarebbe sempre trovato bene e, soprattutto dopo un paio di birre,
avrebbe
gridato il suo amore per il mondo intero.
Sapeva perfettamente che invece Itachi non amava
stare in mezzo alla folla, la sua serata ideale era più
bicchiere di vino
davanti al caminetto e un buon libro; in mancanza di caminetto si
accontentava
anche del termosifone. Per quel motivo non lo aveva invitato alla cena
di Natale
coi suoi colleghi, benché gli altri si fossero presentati
coi propri partner.
All’inizio era stato triste nel sentire la sua
assenza, ma dopo un drink e qualche risata la prospettiva di trovarlo a
casa
quando sarebbe tornato gli era sembrata la più bella del
mondo. Sarebbe entrato
in camera in silenzio e avrebbe visto solo la sua testa spuntare dalle
coperte,
si sarebbe messo al suo fianco e lo avrebbe stretto mentre ancora
dormiva, beandosi
della sua allergia per i pigiami, i suoi lunghi capelli scuri sarebbero
stati
sciolti sulla schiena e li avrebbe carezzati, scostandoli
dall’orecchio per
sussurrarvi dentro fantasie e parole appassionate.
“Shono a
caaaaasa!”
Il grido venne accompagnato da rumori molesti che
ricordarono a Itachi un elefante in corsa su un percorso a ostacoli. Si
mise a
sedere sul letto, accendendo la luce sul comodino e poco dopo vide
Naruto sulla
soglia con la sciarpa al posto della cintura, solo una scarpa indosso e
l’aria
di chi aveva fatto troppi brindisi.
“Sei impazzito? Sono le tre di mattina
e…”
Naruto non gli diede modo di continuare perché
caracollò fino al letto per sedersi al suo fianco,
rischiando quasi di
schiacciargli una mano, oltre che di portarsi dietro uno sgabello.
“Perché? – gli domandò con
aria affranta – Dovevi
essere… come si dice? Ah sì, addormentato, ecco,
sì…”
Itachi era abituato alle stramberie del suo
fidanzato e non era nemmeno la prima volta che lo vedeva ubriaco, ma
quella volta
era davvero senza parole, complice la sveglia nel cuore della notte. Si
limitò
a fissarlo e vedere una sua mano avvicinarsi, rischiando di cavargli un
occhio,
ma alla fine le sue dita si limitarono a stringergli una ciocca di
capelli.
Naruto la guardava con intensità, come se dovesse
tirare fuori segreti inconfessabili da dei poveri capelli e poi
alzò di scatto
la testa, anche se così rischiò di cadere
nonostante fosse seduto.
“Saresti meraviglioso coi cosi… i boccoli!
– esclamò
con gli occhi accesi d’euforia – devo chiedere
l’arricciacosi a Hinata, così
saresti… saresti bellissimo!” concluse con un
sorrisone e un singhiozzo.
Itachi non si scompose, si limitò a sfilare la
ciocca dalla mano del fidanzato.
“Alle prossime feste vengo anch’io, va
bene?”
Almeno così si sarebbe assicurato che non si
ubriacasse troppo e non si facesse venire strane idee sui suoi
preziosissimi
capelli.
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Capitolo 5 *** V ***
L’aria era
fredda, una candela stava lentamente
morendo in un angolo del comodino, ma alle due persone presenti nella
stanza
sembrava non importare.
Erano nudi,
con solo il piumone e la vicinanza a
riscaldarli. Fare l’amore al buio era stata
un’esperienza straniante sulle
prime; la cecità li aveva resi impacciati, persino Itachi,
solitamente sicuro
di se stesso, si era riscoperto più cauto, come se fosse la
prima volta che
toccava il corpo nudo del compagno. Naruto naturalmente spigliato e
privo di
imbarazzi, era invece stato in silenzio e aveva tolto i vestiti
all’altro con
lentezza, senza la solita affrettata passione.
Entrambi
avevano scoperto qualcosa di nuovo
nell’altro e in se stessi quando a guidarli erano state solo
le sensazioni
tattili delle loro mani, i respiri affannati che scappavano dalle
labbra aperte
e il calore sprigionato dalla pelle.
C’era
stato un bisogno di toccarsi, di raggiungersi
in qualche punto più profondo dove non erano mai stati e che
finora avevano
solo intaccato, senza rendersi conto di quanto fosse profondo quel lago
di cui
avevano toccato solo le sponde.
Dopo non
c’era stato bisogno di parole, Itachi si
era seduto con la schiena contro la testiera e Naruto si era accomodato
tra le
sue gambe, racchiuso nel cerchio protettivo delle sue braccia e con un
piumone
ad avvolgerli. Avevano guardato il cielo fuori dalla finestra, notando
quanto
anch’esso sembrasse diverso senza più le luci
artificiali della città. Si
vedevano addirittura le stelle, qualche nuvola passeggera che di tanto
in tanto
copriva la luna che illuminava debolmente la stanza dopo che la candela
si era definitivamente
spenta.
All’improvviso
il cielo si rischiarò di mille
colori, i rumori delle esplosioni dei fuochi d’artificio
riverberavano
nell’aria arrivando fin dentro al petto, facendo tremolare lo
stomaco e credere
che il cuore potesse davvero muoversi e arrivare fino in gola, o
risalire al
cervello per meglio parlargli d’amore.
Naruto
voltò la testa per guardare Itachi con la
pelle dai mille colori che esplodevano fuori dalla finestra e
pensò che il
nuovo anno non poteva iniziare meglio di così, con un
black-out e loro due
insieme in quella stanza fredda e buia, perché insieme non
c’era buio o
difficoltà che potesse davvero fare paura.
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