Omicidio di un nobile di Ili91 (/viewuser.php?uid=75721)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I capitolo ***
Capitolo 3: *** II Capitolo ***
Capitolo 4: *** III Capitolo ***
Capitolo 5: *** IV Capitolo ***
Capitolo 6: *** V capitolo ***
Capitolo 7: *** VI Capitolo ***
Capitolo 8: *** VII capitolo ***
Capitolo 9: *** VIII capitolo ***
Capitolo 10: *** IX capitolo ***
Capitolo 11: *** X capitolo ***
Capitolo 12: *** XI capitolo ***
Capitolo 13: *** XII capitolo ***
Capitolo 14: *** XIII capitolo ***
Capitolo 15: *** XIV capitolo ***
Capitolo 16: *** XV capitolo ***
Capitolo 17: *** XVI capitolo ***
Capitolo 18: *** XVII capitolo ***
Capitolo 19: *** XVIII capitolo ***
Capitolo 20: *** XIX capitolo ***
Capitolo 21: *** XX capitolo ***
Capitolo 22: *** XXI capitolo ***
Capitolo 23: *** XXII capitolo ***
Capitolo 24: *** XXIII capitolo ***
Capitolo 25: *** XXIV capitolo ***
Capitolo 26: *** XXV capitolo ***
Capitolo 27: *** XXVI capitolo ***
Capitolo 28: *** XXVII capitolo ***
Capitolo 29: *** XXVIII capitolo ***
Capitolo 30: *** XXIX capitolo ***
Capitolo 31: *** XXX capitolo ***
Capitolo 32: *** XXXI capitolo ***
Capitolo 33: *** XXXII capitolo ***
Capitolo 34: *** XXXIII capitolo ***
Capitolo 35: *** XXXIV capitolo ***
Capitolo 36: *** XXXV capitolo ***
Capitolo 37: *** XXXVI capitolo ***
Capitolo 38: *** XXXVII capitolo ***
Capitolo 39: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Omicidio di un nobile - prologo
Omicidio di un nobile
Salve a tutti! Eccomi con una nuova ff. Lo so, prima bisogna completare
quelle a metà e poi si inizia con una nuova. Oggi, il mio
cervello fuso, ha prodotto questa idea. Stavo prendendo il sole nel mio
balcone, quindi il mio cervello era fuso per davvero...! Ho scritto
immediatamente l'idea a penna in un blocco e questa sera l'ho
trascritta al computer. Spero vi piaccia e spero anche in tanti
commenti in modo da sapere che cosa ne pensate. Dunque, i personaggi sono di sicuro OOC per esigenze di trama e siamo nel
periodo di reggenza inglese (primi anni 1800 per intenderci) e... il
resto l'ho scoprirete... Buona lettura!!!
Personaggi (non è detto che li utilizzi tutti, li metto per chi non conosce il nome originale):
Rossana Smith / Sana Kurata
Heric Akito / Akito Hayama
Terence / Tsuyoshi Sasaki
Alissa / Aya Sugita
Funny / Fuka Matsui
Robby / Rei Sagami
Alicia / Asako Kurumi
Kathrine Smith / Misako Kurata
George / Gomi
Prologo
“Era una notte buia e tempestosa…”
No, aspettate. Questa è la solita solfa.
Ricominciamo dall’inizio…
Era notte. Il rumore della pioggia scrosciante infrangeva il silenzio,
aiutata da tuoni fragorosi. Il vento scuoteva gli alberi e costringeva
l’acqua a precipitare giù storta dal cielo.
Quest’atmosfera cupa, ma allo stesso tempo affascinante - a meno
che si avesse il terrore dei temporali - ricopriva la tenuta di
proprietà di Lady Sana Kurata, vedova, da tempo ancora
indefinibile, Kamura.
Al momento, la giovane vedova, fissava il corpo del marito disteso sul
pavimento della sua camera, con una ferita procurata da arma tagliente
sul ventre. Difficile dire se la donna provasse qualcosa, semplicemente
guardandola. Il suo viso era una maschera di freddezza e nessuna
emozione traspariva dai suoi occhi nocciola.
La servitù di casa Kamura invece, era di tutt’altro avviso.
Una delle cameriere - una giovane biondina di circa vent’anni -
vedendo il cadavere del padrone, svenne e altri servi furono costretti
a trasportarla in un’altra stanza e procurarsi dei sali per farle
riprendere conoscenza.
I camerieri andavano da tutte le parti, incerti su come comportarsi.
La governante, Mrs Mery Barrigton, andò di corsa in salotto per
procurarsi un bicchiere di liquore, tra le bottiglie presenti in casa.
Versò alcune dita di brandy per la sua padrona, convinta che
fosse lo shock ad averla paralizzata, e già che c’era, se
ne versò un po’ anche per sé. Solo per calmarsi,
non per altro.
Tornò nella stanza da letto del padrone, dove ancora giaceva in
terra il corpo e poco distante stava ancora immobile la giovane Lady.
- Milady, venite. Venite a sedervi - le suggerì.
Mery, fin da quando la padrona aveva sposato Lord Naozumi Kamura ed era
venuta ad abitare lì, l’aveva presa in simpatia. Lady Sana
era una donna molto gentile con la servitù ed era una vera
signora. Per di più, l’aveva sempre vista come una figlia.
Ora, l’istinto materno, le diceva di prendere in mano la
situazione e quindi trascinare fuori da quella stanza Lady Kamura.
Mettendo un braccio avvolto a quello della sua padrona, Mery si
avviò verso la porta. Nell’altra mano teneva ancora il
bicchiere con il brandy.
- John! - Chiamò ad un tratto il maggiordomo Lady Sana. Erano a due metri dalla soglia.
- Ditemi, milady - rispose l’anziano uomo in uniforme, entrando.
La sua persona ricoprì l’entrata. La pelle era pallida, il
nastro che teneva raccolti i folti capelli bianchi si era allentato,
rendendo scomposta la sua capigliatura, e gli occhi azzurri erano colmi
di tensione e stanchezza.
Con voce ferma e chiara, Lady Sana ordinò - vai a chiamare Lord
Hayama, per favore. Sveglialo se necessario. Abbiamo bisogno di lui. -
- Vado subito. - E si dileguò. L’età non aveva intaccato la sua buona salute, si muoveva ancora in fretta.
- Venite, signora. - Ripeté Mery. Lady Sana si lasciò
trascinare fuori, lontana da quella stanza che aveva visto la morte.
Spazio
Autrice: Ed ecco qui il prologo! Spero vi sia piaciuto! Non vi
farò perdere altro tempo... a presto con il primo capitolo! Ciao!
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Capitolo 2 *** I capitolo ***
Omicidio di un nobile - I capitolo
Omicidio di un nobile
I
Casa Kamura, Cornovaglia, Inghilterra, 1812
Sana e Mery si
trovavano nel salotto. La prima era seduta su uno dei divani della
stanza, mentre la governante era in piedi davanti a lei con un
bicchiere mezzo pieno in mano.
- Bevete, signora. Vi farà bene. Avete subito un grave trauma
stasera, come tutti noi del resto. - Le disse la donna, spingendole il
bicchiere verso il viso.
Sana era sicura di non averne bisogno, comunque lo prese lo stesso e se
lo portò alla bocca. - Grazie, Mery - la ringraziò, dopo
aver inghiottito alcuni piccoli sorsi del liquido ambrato. Voleva
essere assolutamente lucida, quando avrebbe incontrato quel lord amico
di suo marito. O meglio, del suo defunto marito.
Posò il bicchiere quasi intatto sul tavolino di legno pregiato
di fianco a lei e ordinò - Mery, vai a chiudere a chiave la
stanza di Lord Kamura, per favore. -
- Sì, milady. - Si avviò verso alla porta. Titubante,
domandò prima di uscire - volete che chiami una cameriera a
tenervi compagnia? -
- Non ce ne sarà alcun bisogno, grazie. - Non aveva bisogno di
nessuno, solo di un po’ di tempo per riflettere e riorganizzare
le idee.
- Come volete. - Concesse la governante e la lasciò sola.
Il silenzio piombò nella stanza e solo il rumore del temporale fuori dalla finestra faceva compagnia a Sana.
Suo marito era morto e non era ben certa di che cosa provasse al momento. Si sentiva quasi…
Un frenetico bussare, interruppe i suoi pensieri. Con esasperazione mormorò - avanti! -
John Leighton, il maggiordomo, entrò nel salotto. - Lord Hayama è qui fuori, lady Kamura - annunciò.
- Fallo entrare, John. -
L’uomo si inchinò e si fece da parte per lasciar passare
Lord Hayama, il conte amico di Naozumi. Si alzò e gli fece cenno
di accomodarsi, poi tornò al suo posto.
- Lasciaci soli - ordinò al maggiordomo.
John sembrava volersi opporre. In effetti, era poco conveniente che un
uomo e una donna stessero nella stessa stanza da soli, ma quella era
una situazione particolare. Per di più, alle vedove erano
consentite molte più cose rispetto ad una donna sposata o
soprattutto, nubile. Senza pronunciare alcuna parola, John li
lasciò soli.
Sana rimase, per prima cosa, colpita dall’espressione del conte.
Era assolutamente imperturbabile. In fondo era morto un suo amico,
possibile che il giovane uomo non provasse nulla?
Il suo secondo pensiero fu, nonostante fosse del tutto fuori luogo, che
Lord Akito Hayama era un uomo bellissimo anche se era evidente fosse
stato appena svegliato - si notava dai capelli biondi scomposti - e si
fosse rivestito in fretta e furia. La camicia bianca era allacciata
male - alcuni bottoni non erano infilati nelle rispettive asole - e la
giacca era spiegazzata. Alto e snello, ma anche piuttosto
muscoloso. Gli occhi d’ambra erano indifferenti, la mascella
serrata come le sue labbra. A rendere più umana la sua
espressione c’erano solo alcune ciocche dei capelli, non lunghi
come richiedeva la moda, che gli coprivano gli occhi.
Rendendosi conto di aver passato un tempo superiore al consentito a
studiarlo, arrossì leggermente, soprattutto notando
l’occhiata maliziosa che lui le lanciò. Doveva essersi
reso conto della sua occhiata di apprezzamento. Saperlo, non le piacque
affatto.
Si schiarì la voce. - Lord Hayama, immagino siate stato
avvertito della tremenda tragedia che si è abbattuta sulla mia
casa - cominciò.
- In effetti sì. Tragedia però, non è il termine che userei. -
- Nemmeno io, ma è difficile per me pensare che qualcuno in questa casa sia un assassino - replicò lei.
- In questa casa? E se venisse da fuori? - Il tono serio nascondeva una punta di ironia.
Sana inarcò un sopracciglio. - Forse non l’avete notato,
ma fuori c’è la tempesta, con tuoni e, da pochi minuti,
grandine. Se qualcuno fosse entrato dopo che ha iniziato a diluviare,
avrebbe lasciato una scia per tutta la casa; mentre se fosse entrato
prima, avrebbe un po’ di problemi ad andarsene dato che fuori
è talmente buio che rischierebbe di precipitare dalla scogliera
qua vicino. - L’ironia di Sana di sicuro non era nascosta.
- Mi complimento per la vostra intelligenza. Il vostro ragionamento non
lascia alcun dubbio. C‘è un assassino fra noi. -
- O assassina - puntualizzò lei.
- O assassina - ripeté lui. - Ditemi, Lady Kamura, qual è
il motivo per cui avete deciso di voler discutere con me
dell'incresciosa situazione creatasi? -
- Mio marito mi aveva parlato di voi, Lord Hayama. Non mi ha detto
molto, però sono venuta a sapere che collaborate al servizio del
Duca di Wellington nella guerra contro la Francia* e siete abituato a
risolvere casi simili. -
Lord Hayama sbarrò gli occhi e si alzò in piedi di
scatto. Puntandole un dito contro, domandò furioso - chi vi ha
detto... ? -
Con grazia, Sana lasciò anche lei il divano dove era seduta. -
Non posso tradire una simile confidenza, ma non temete, non lo
rivelerò a nessuno. Non è questo il punto focale del mio
discorso e vi sarei grata se mi lasciaste finire. -
- Vi chiedo perdono. Prego, continuate. -
Entrambi tornarono ai loro posti.
- Dato che siete abituato a queste situazione, volevo chiedervi di occuparvi anche di questa. -
- Voi volete...? -
Lei lo interruppe di nuovo. - Sì, voglio che voi troviate l'assassino di mio marito. -
Lui inarcò un sopracciglio. - Mi avete colto di sorpresa. - Non
sembrava molto veritiera come frase, perché non si scompose per
nulla. Sana pensò che Lord Hayama, raramente cambiasse
espressione.
- E’ comprensibile. Vedete, arrivati alla conclusione che
l’omicida è uno di noi, non possiamo permettere che vaghi
indisturbato nella mia casa e magari commetta altri delitti. Voi
eravate amico di Lord Kamura e vi intendete di simili questioni, per
cui potreste occuparvi della faccenda. Dovreste avere la
possibilità e il diritto**, o mi sbaglio? -
- Sì, ma… -
- Per favore - lo implorò.
Lui non seppe dirle di no. - D’accordo. Farò come dite. -
- Vi sono infinitamente grata, milord - lo ringraziò.
- Non c’è problema. - Rifletté un istante su come
procedere. - Per prima cosa, ho bisogno di una lista di tutte le
persone presenti in casa. Sia gli ospiti, che i domestici. -
Sana si alzò in piedi e andò verso la porta. La
aprì e intercettando la prima cameriera di passaggio,
ordinò - Aya, vai nello studio e portami il necessario per
scrivere, per favore. -
- Sì, milady - disse la ragazza, eseguendo l’ordine.
Sana richiuse la porta e tornò ad accomodarsi vicino a Lord Hayama.
L’uomo tolse l’orologio dal taschino e guardò
l’ora. - Sono le due del mattino ormai, ma dovrei lo stesso
interrogare i vostri ospiti. Dovrete farli svegliare. -
- Adesso? Non si potrebbe attendere domani mattina? -
- Sarebbe preferibile subito. - Il tono non ammetteva repliche.
- Va bene. Appena Aya porterà qui l’occorrente per
scrivere, le chiederò di andare a chiamare tutti i domestici. -
Bussarono alla porta.
- Avanti! - Disse di nuovo Sana.
Aya entrò. Tra le braccia, reggeva dei fogli, una piuma e una boccetta di inchiostro.
- Appoggiali pure sul tavolino, Aya - suggerì, indicando il tavolino.
- Avete bisogno d’altro milady? - Domandò dopo la cameriera personale di Sana.
- Sì, dì a tutti i domestici di venire qui e attendere fuori dalla porta che li chiami. -
- Come volete. - E lasciò la stanza.
Lord Hayama puntò il suo sguardo indifferente su di lei. -
Sapete, Lady Kamura, c’è una cosa che mi lascia perplesso.
-
- E sarebbe? -
- Come fate a essere certa che l’assassino non sia io? -
* Non conosco tutti particolari della storia della guerra tra Napoleone
e L'Inghilterra, comunque se a qualcuno interessa, può
continuare a leggere... La guerra tra l'Inghilterra - a guidare
l'esercito c'era il già nominato Duca di Welligton - e la
Francia - sotto il comando di Napoleone. Lo scontro fra questi due
stati si è tenuto tra il 1793 e il 1815 (in verità è
diviso in sette coalizioni, in pratica battaglia - trattato di
pace, battaglia - trattato di pace...) a cui hanno partecipato anche
altri stati, ma i principali sono Inghilterra e Francia. Nella mia
storia, lo scontro non è molto importante, infatti ho scelto
l'anno in cui Napoleone stava facendo la campagna di Russia (fallita
miseramente). Per concludere, nello scorso chappy, ho accennato che
questo è il periodo della reggenza, cioè quel tempo tra
il 1811 e il 1820 in cui ha regnato Giorgio IV, nonostante il padre
fosse ancora vivo (era infermo mentalmente), e per questo chiamato
principe reggente. Spero di non avervi annoiato troppo!
** Per il ruolo che gli ho dato, non sono del tutto certa che possa
farlo, ma ipotizziamo che sia così e che Aki possa organizzare
un’indagine.
Spazio autrice: Il chappy non
è particolarmente lungo, lo so e mi dispiace. Tenterò di
rimediare con il prossimo. Quando non lo so, ma spero presto. Vi
è piaciuto? I gialli ho già appurato che non sono il mio
forte, ma spero di farlo decente questo. Per adesso avete scoperto chi
è Akito e cosa farà, nei capitoli seguenti
introdurrò tutti gli altri. Mi raccomando... COMMENTATE! A
presto!
E ora i ringraziamenti:
Delichan123:
Ci ho messo tanto, mi dispiace. Sono impegnata anche con l'altra ff e
metto quella al primo posto. Questa la scrivo poco alla volta, quando
non ho l'ispirazione per l'altra. Spero ti sia piaciuto il chappy! A
presto!
Terroristabionda95: Di sicuro
tra loro ci sarà qualcosa. Non posso scrivere una ff di Kodocha
senza loro due innamorati! E' un peccato che quella ff non l'hai
finita, a me piacciono molto le storie ambientate nel passato. Se la
riprenderai, la leggerò volentieri. Scusa se ci ho messo un
casino a postare. Volevo anche ringraziarti per la recensione alla mia
altra ff e sai, anch'io avevo pensato di riprendere prima o poi i
personaggi di Rossella e Marco, ma ancora non ho deciso come. Forse in
futuro. A presto con il secondo capitolo!
Bontina: Sono contenta ti sia
piaciuta la mia idea! Ti è piaciuto il seguito? Spero di
riuscire a mettere a parole l'intrigo che ho progettato nella mia
testa. A presto con il prossimo chappy!
Un grande saluto a tutti quelli che hanno letto la mia ff!
Ilaria
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Capitolo 3 *** II Capitolo ***
Omicidio di un nobile - II capitolo
Omicidio di un nobile
II
- Come fate ad essere certa che l’assassino non sia io? - le domandò Lord Hayama.
Sana rimase
spiazzata un attimo. Non si era aspettata affatto quella domanda e
sinceramente, non poteva dire di avere una risposta logica e razionale.
Si fidava e basta. Già, ma perché?
- Voi eravate
amico di mio marito e lavorate per il bene della patria. Non sono
motivi sufficienti per fidarmi di voi? - Erano dei motivi falsi, ma era
stata presa alla sprovvista e l’unica risposta che trovò
da rifilargli fu quella. Per di più, non aveva molta scelta. Lei
da sola non poteva scoprire chi aveva ucciso Naozumi, mentre lui era
pratico del mestiere e poteva aiutarla. In casa c’era tanta
gente, che non poteva lasciare in balia di un omicida.
- No, non lo sono e lo sapete anche voi - replicò lui.
- Sì, lo
so, ma non mi sembra di avere altre possibilità. Fino a che non
smetterà di piovere, nessuno potrà lasciare la casa per
andare ad avvertire le autorità locali di quello che è
successo. Nel frattempo noi potremmo scoprire chi è stato. -
- Non mi dovete spiegazioni. Il problema è vostro. Pensate piuttosto a scrivere che nomi su un foglio e datemelo. -
Lei prese uno
dei tanti fogli che Aya le aveva portate, intinse la punta della piuma
nell’inchiostro e cominciò a scrivere.
- Voglio tutti i nomi. Noi compresi - le ordinò.
Terminata
l’operazione, rilesse il tutto per essere sicura di non aver
dimenticato nessuno e poi consegnò la lista a Lord Hayama.
La lista citava:
Baronessa Misako Kurata, madre della contessa Sana Kamura
Contessa Sana Kamura, moglie del Conte Naozumi Kamura
Conte Akito Kamura, amico della vittima
Viscontessa Fuka Takaishi, amica della vittima, nonché sua vicina di casa*
Visconte Yuta** Takaishi, marito della precedente, amico e vicino di casa della vittima
Miss Asako Kurumi, amica di Lady Sana
Miss Aya Sugita, cameriera personale di Lady Kamura
Mrs Mery Barrigton, governante
Mr John Leighton, maggiordomo
Mr Rei Sagami, valletto
Mr Shinichi Gomi, stalliere
Miss Hisae Kumagaya***, cameriera
Mrs Sarah Carstairs, cuoca
Mr Tsuyoshi Sagami, valletto di Lord Hayama
Miss Violet Cobb, cameriera personale di Lady Kurata
Mr Ewan Seaton, valletto di Lord Takaishi
Miss Hannah Murray, cameriera personale di Lady Takaishi
Terminata la lettura, Lord Hayama disse - avete dimenticato un nome. -
Sana gli
strappò quasi il foglio di mano e scorse velocemente la lista. -
No, sono sicura di non aver dimenticato proprio nessuno. -
Lui sospirò e prese la piuma con cui scrisse una x sulla lista.
- Perché questa x? - domandò la donna.
- Nella vostra
esauriente spiegazione dell’impossibilità di un fattore
esterno di essere il possibile assassino, non avete pensato ad una
cosa. -
- Quale? -
- Il colpevole
potrebbe essere entrato prima che iniziasse a diluviare, aver compiuto
il delitto ed essersi nascosto qui in casa. E magari attende almeno che
sia giorno prima di andarsene. -
Sana lo
guardò confusa, poi annuì. - Avete ragione. Devo
ammettere di non aver pensato a quest’eventualità. -
Lui sorrise con aria di superiorità. - Allora è una vera fortuna che possiate contare sul mio aiuto. -
Sana trattenne a stento una risposta poco degna di una donna del suo rango verso quel Lord borioso.
- Già, una vera fortuna. - Mormorò invece, con sarcasmo.
Lui la ignorò. - Direi di cominciare ad interrogare i domestici. -
- Bene. Faccio entrare il primo. -
Il primo
interrogato fu Rei Sagami, il valletto di Naozumi. Rei era un uomo che
aveva da poco passato i trent’anni. Alto, prestante e non
c’era nessun dubbio che fosse un bel uomo. Sia i lunghi capelli
tenuti legati con un nastro nero, sia gli occhi erano scuri. Al giovane
servitore venne indicata una sedia dove potersi accomodare.
L’interrogatorio
cominciò. - Mrs Sagami, avete notato qualcosa di strano in
questi giorni, o più precisamente, questa sera? -
Rei scosse la
testa. - No. Tutto era come al solito. - Assunse un’espressione
pensierosa per un istante, poi aggiunse - no, sono sicuro di non aver
notato proprio nulla. -
Lord Hayama annuì. - Che cosa avete fatto questa sera? -
L’altro si alterò. - Mi state forse accusando di aver ucciso il mio padrone? -
- No! Vi ho posto una semplice domanda, a cui siete pregato di rispondere. -
- Come ogni
sera, ho aiutato Lord Kamura a prepararsi per la cena, poi sono sceso
anch’io in cucina per cenare insieme agli altri****. In seguito
sono tornato nella sua stanza per aiutarlo a prepararsi per la notte
e… -
- Che ore erano? - Lo interruppe.
Ci pensò su. - Era quasi mezzanotte. -
- Andate avanti. -
- Non ho
null’altro da dire. Dopo averlo aiutato a prepararsi, ho
raggiunto la mia stanza e mi sono addormentato, fino a che non è
venuto Shinichi a svegliarmi per avvertirmi di quanto era successo. -
- Avete mai pensato che qualcuno potesse volere la morte di Lord Kamura? -
- Che cosa? No, direi proprio di no. - Si affrettò a dire lui.
Lord Hayama si avvicinò al povero malcapitato con fare minaccioso. - Ne siete sicuro? Pensateci bene. -
- Ne sono sicuro. Ve l’assicuro, milord. -
- D’accordo. Potete andare. -
Il valletto si alzò in fretta dalla sedia e lasciò precipitosamente la stanza.
Lord Hayama si voltò verso Sana e le chiese - che ne pensate? -
Lei scelse con
cura i termini da utilizzare. - Non posso negare che sembri nasconda
qualcosa, ma sono sicura che non è Rei l’assassino. -
Ci fu un momento di silenzio.
- Vado a chiamare il prossimo? - Domandò lei, quasi intimorita da quel silenzio pesante.
- Sì, ma prima ditemi una cosa, Lady Kamura. -
Quando Lord
Hayama assumeva quel tono, significava che stava per farle qualche
domanda che non avrebbe apprezzato, come quella che le aveva fatto
prima di scrivere la lista con i nomi delle persone presenti in casa.
- Vostro marito è morto solo qualche ora fa, come mai siete così calma e direi quasi… serena? -
* ovviamente
vicina di casa per modo dire, dato che si tratta di tenute, le case
più vicini sono a qualche chilometro di
distanza.
** ci ho messo
un po’, ma alla fine sono riuscita a trovare il nome di battesimo
di Takaishi, cioè Jeremy nell’anime.
*** altra
ricerca andata a buon fine e ci ho messo di meno perché mi
è venuto subito in mente di controllare nel manga n° 7
**** con questo intendo che gli ospiti e i padroni di casa cenano in sala da pranzo, mentre la servitù in cucina.
Spazio autrice:
Altra domanda imbarazzante per Sana. In effetti, speravo che qualcuno
mi chiedesse perchè Sana non era rimasta tanto sconvolta dalla
morte di Naozumi... peccato. Mi dispiace per i capitoli brevi, ma credo
che li terrò di questa misura per questa ff. Mi raccomando...
COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
-Delichan123:
Wow, quanto entusiasmo! Sono contenta di vedere che fai le prime
ipotesi, comunque la mia bocca rimarrà cucita! Può essere
stato chiunque presente in quella lista e sottolineo la parola
chiunque... Sana e Aki compresi! Scusa se ti ho fatto aspettare tanto!
Al prossimo chappy!
Grazie anche a chi legge soltanto!
Ilaria
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Capitolo 4 *** III Capitolo ***
Omicidio di un nobile - III capitolo
Omicidio di un nobile
III
Perché
era serena? Sana sospirò e si lasciò cadere sul divano.
Spostò lo sguardo dal suo interlocutore ad un punto non
precisato della stanza. Se non l'avesse guardato negli occhi,
però Lord Hayama avrebbe potuto pensare che gli stesse mentendo,
per cui si costrinse a incontrare i suoi occhi ambrati.
- Milord, voglio essere sincera con voi - cominciò a parlare
Sana - quello che sto per dirvi, vi porterà a ritenere che
è la sottoscritta la sospettata principale, perché avrei
avuto tutti i motivi per voler uccidere mio marito. -
- Vi ascolto. -
Gli occhi di Sana si velarono, come in preda a vecchi ricordi. La
giovane vedova deglutì a vuoto, prima di cominciare il suo
racconto. - Cinque anni fa, avevo diciotto anni e nella primavera del
1807, ho debuttato in società, come si conviene. Ad un ballo,
conobbi Naozumi e a mia madre parve subito un buon partito. -
- E a voi? - domandò gentilmente Lord Hayama.
Lei sorrise amaramente. - Mi fidavo del giudizio di mia madre, ma anche
a me parve un giovane uomo, bello e gentile. Lui cominciò a
corteggiarmi e in breve tempo mi infatuai di lui. Spinta dal cuore e
dal parere positivo di mia madre, al termine della stagione mondana,
accettai la proposta di matrimonio di Naozumi. Dopo un breve
fidanzamento, nel mese di Settembre dello stesso anno, ci sposammo e io
venni ad abitare qui. - Sull’ultima frase, la voce le
tremò un po’.
Lord Akito Hayama le si avvicinò, si sedette vicino e posò una mano sulla sua. - Continuate. -
Sana annuì. - Da quel momento, iniziò la mia vita
matrimoniale e… il mio incubo. Ci misi poco a scoprire il motivo
di una corte tanto serrata. Non mi aveva sposata di certo per amore, e
nemmeno perché mi riteneva una moglie adatta ad un conte, ma
solo per il mio denaro. Non so se lo sapete, Lord Hayama, ma Naozumi,
prima di sposarmi, era oberato dai debiti. Debiti di gioco. Grazie alla
mia cospicua dote e al denaro che ho ereditato alla morte di mio
padre*, lui ha potuto sistemare la sua situazione ed evitare la
prigione per debiti. A complicare le cose, lui era un uomo che eccedeva
abbastanza spesso con il bere e in quei momenti diventava…
violento. -
Una sola lacrima scese lungo la sua guancia, tutte le altre vennero sapientemente trattenute.
Lord Hayama, provò lo strano desiderio di allungare una mano ed asciugarla. Desiderio che non riuscì a spiegarsi.
Sana si schiarì la voce, prima di concludere il suo drammatico
racconto. - Una volta, quando era particolarmente arrabbiato, mi ha
raccontato di avere un’amante, che ha continuato a vedere sia
prima che dopo la celebrazione del nostro matrimonio. Mi accusava di
essere sterile, perché in cinque anni non ero ancora riuscita a
dargli un erede**. -
- Decisamente, avevate tutti i motivi, per volere la morte di vostro marito, però… - commentò lui.
- Aspettate. - lo interruppe lei - ho un’ultima cosa da dirvi. -
- Ancora?! E sarebbe? -
- La sua amante in questo momento è qui. Ospite in casa mia. - La rabbia e il disgusto nelle sue parole era evidente.
Lord Hayama non si scompose molto, ma parve comunque un po’
imbarazzato. - Ah. E… ehm… chi… sarebbe? -
- Lady Fuka Takaishi. -
Akito era rimasto turbato dal racconto - anche se non lo dava a vedere
- e anche stupito dalla rabbia cieca che aveva provato, e continuava a
provare nei confronti di Lord Kamura per tutto quello che aveva fatto
alla bella gentildonna dai capelli rossi, seduta di fianco a lui.
Si convinse che era perché quel uomo, in vita, era stato un
autentico mostro. Per cui provava un normale sentimento di rabbia verso
una persona che si era comportata tanto male verso un’altra.
Anche se fino al giorno prima non conosceva affatto Lady Kamura. Questa
convinzione però, non gli impedì di provare i desideri
irrealizzabili di prendere a pugni Lord Kamura e di sfidarlo a duello.
Dandosi dello stupido e scacciando i pensieri impossibili da
realizzare, data la situazione, prese il bicchiere di brandy,
abbandonato sul tavolino, e lo porse a Lady Kamura. Dopo quel racconto
aveva bisogno di tirarsi su. Lei però rifiutò
l’offerta, nonostante la sua insistenza. Rimesso il bicchiere al
suo posto, notò che Lady Kamura lo stava fissando, in attesa di
un commento sul suo tragico racconto.
Decisamente lei aveva moventi a bizzeffe per volere la morte del
marito, si disse. D’altro canto, lui non era tipo da
colpevolizzare qualcuno senza prove e al momento non ne aveva alcuna.
- Sentite, Lady Kamura. Voi avevate sicuramente tutti i motivi di
volere la morte di Lord Kamura e di sicuro siete nella lista dei
sospetti, ma la vostra sincerità… - Se gli aveva detto
tutto. - …gioca a vostro favore e contro di voi non ci sono
prove. Pertanto, per il momento, per me siete innocente. -
Innocente fino a prova contraria.
Piegando le labbra in un sorriso comprensivo, le disse - Perché
adesso non chiamate il prossimo interrogato? - le propose.
La seconda interrogata fu la governante, Mrs Mery Barrigton, seguita da
Mr John Leighton e da Mrs Sarah Carstairs. Tutti e tre era servi di
Lord Kamura da parecchio tempo ed erano sempre stati fedeli al padrone.
Tutti e tre risposero allo stesso modo di Rei alla domanda su la
possibile esistenza di persone che desiderassero la morte di Naozumi.
Era probabile che nessuno dei tre sapesse davvero qualcosa, ma era
altrettanto possibile che non avessero risposto sinceramente, per non
parlar male della persona che avevano visto crescere. Solo la
governante aveva detto velatamente che Naozumi non si era sempre
comportato bene - forse riferendosi a Lady Kamura - e magari si era
creato qualche nemico.
Poi aveva scoperto che Mery si era occupata delle disposizioni per la
cena e altre piccole incombenze prima di ritirarsi; John attendeva che
tutti andassero a dormire, prima di spegnere tutte le candele ed
assicurarsi che le porte fossero chiuse. Sarah si era occupata della
cena e di sistemare la cucina, aiutata dalle altre cameriere e anche
lei, come Mery, si era poi ritirata. In definitiva, nessuno dei tre
aveva un movente apparente, ma nemmeno un
alibi.
Quella faccenda si stava facendo più intricata del previsto. Il
colpevole aveva colpito in un momento in cui difficilmente qualcuno
aveva un alibi inappuntabile, rendendo tutti gli abitanti di quella
casa possibili assassini.
Scrivendo sul foglio che aveva davanti qualche piccolo appunto, Akito
fece segno a Lady Kamura di lasciar entrare il successivo sospettato.
- Vieni pure avanti Tsuyoshi. Siediti - ordinò al suo valletto quando entrò, indicandogli la sedia.
*Per ragioni di trama, dovuto al tempo in cui ci troviamo, Sana non
è stata adottata da Misako (Kathrine), ma è veramente sua
figlia. Inoltre il padre di Sana è il marito di sua madre, da
cui non è divorziata. Misako è semplicemente vedova.
**Non stupitevi. Nel passato, nelle coppie senza figli, si dava la
colpa alla moglie se non nascevano bambini. Non si escludeva a priori
che la causa fosse il marito, ma in genere la colpa si dava alla donna.
Al momento non sarebbe importante, comunque Sana non è
assolutamente sterile.
Spazio autrice: Finalmente ho
messo anche il punto di vista di Aki, anche se solo per un piccolo
pezzo. Ho calcato un po’ la mano sui difetti di Naozumi, ma non
pensate che abbia finito. Ci sono alcune cose sulla vita di Nao che non
ho ancora detto e che Sana non sa. C’è anche un piccolo
segretuccio di Aki, ma non è sordido. E’ solo un
particolare piuttosto rilevante e basta. Spero che tra chi legge non ci
siano fan di Nao… prima l’ho fatto morire, adesso
l’ho tramutato in un mostro… rischio il linciaggio!
Questa parte degli interrogatori è noiosa, ma sono necessari
anche per farvi conoscere i vari personaggi. Non approfondirò
molto su tutti, perché sono troppi, ma su alcuni sì. In
pratica, tutti quelli che conosciamo presi da Kodocha. I personaggi
nuovi non credo, ma non si può mai dire.
Ci sono un paio di cose che volevo dirvi:
- Se avete qualche domanda sull’ottocento, perché ci sono
alcune questione che non ho chiarito al massimo, non esitate a
chiedere.
- Mi dispiace che il numero di visite non sia molto alto, comunque io
continuerò questa storia fino alla fine. Non lascio storie a
metà. Preferisco piuttosto arrivare più in fretta alla
fine che non concludere.
Mi raccomando… COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Princerella:
Non ti devi scusare. Non sei obbligata a recensire tutti i capitoli,
anche se mi fa piacere ricevere recensioni! Mi dispiace che non
c'è la suspence alla fine di questo chappy, ma purtroppo non mi
viene sempre. Spero che mi dirai cosa pensi di questo piccolo capitolo.
A presto!
Bontina:
Adesso capisci perchè Sana è serena? Come ho già
detto, i segreti di Nao non sono finiti, ho ancora qualche piccola
idea, però stavolta Sana non centra. L'ho già fatta
soffrire abbastanza! Spero ti sia piaciuto il chappy. A presto!
Tante grazie a chi segue la mia storia!
Ilaria
Per chi
segue l'altra mia ff di Kodocha (Una vacanza per dimenticare), volevo
avvisarvi che ho scritto più di metà chappy e dopo questo
dovrei aggiungere anche un breve epilogo, quindi i capitoli saranno due
e non uno.
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Capitolo 5 *** IV Capitolo ***
Omicidio di un nobile - IV capitolo
Omicidio di un nobile
Premessa: Mi sono
accorta, mentre scrivevo questo capitolo, che nello chappy n° 3,
nella lista, ho sbagliato a scrivere il cognome di Tsu (ho scritto
quello di Rei). Perdonate il mio errore. Non me ne sono accorta
perché la lista non l’ho riletta e ho proseguito
direttamente.
IV
Akito
osservò il suo valletto sedersi sulla sedia indicatagli. Gli
sembrava piuttosto nervoso. La pelle del viso un po’ pallida, le
gambe tremanti.
Non
riusciva a capire il perché di tanto nervosismo. Akito conosceva
Tsuyoshi da sette anni, quando entrambi ne avevano diciotto. Era
diventato il suo valletto e anche il suo migliore amico, anche se
mantenevano il loro rapporto a datore di lavoro - lavoratore.
Era già a conoscenza che Tsuyoshi non aveva mai incontrato
Lord Kamura fino al giorno prima. Le possibilità che avesse
ucciso il conte erano zero e per questo non capiva il tanto nervosismo.
L’unica domanda che voleva fargli era se aveva notato qualcosa di
strano e basta.
- Tsuyoshi, hai notato qualcosa di strano ieri e oggi? - Gli domandò infine.
Si
sistemò gli occhiali tondi sul naso, prima di rispondere - no,
proprio nulla. - Gli parve sincero, ma si sa: L’apparenza
inganna. Però non lo entusiasma proprio sbagliarsi sul suo
migliore amico.
- Bene, puoi andare. - Lo congedò.
Tsuyoshi parve alquanto sollevato e si affrettò ad andarsene.
- Tutto qui? - domandò Lady Kamura.
Si voltò a guardarla. - Non avevo altro da chiedergli. Tsuyoshi non conosceva Lord Kamura prima di ieri. -
-
Come mai? Voi e Naozumi eravate amici, com’è possibile che
non abbia mai incontrato prima di allora mio marito? Forse lo avete
assunto da poco? -
-
No, sono circa sette anni. Semplicemente, non si è mai
presentata l’occasione. Nemmeno io vi conoscevo prima di ieri. -
- Già. Figuratevi che io nemmeno avevo mai sentito pronunciare il vostro nome da Naozumi. Nemmeno una volta. -
- Devo essere talmente noioso, che vostro marito non ha voluto annoiarvi raccontandovi di me - scherzò lui.
Lei sorrise. - Sono sicura che voi non siate affatto noioso. -
Sana
rimase interdetta per un attimo. Possibile che avesse quasi flirtato
con lui? Alzandosi di scatto, lasciò entrare la giovane bionda
dagli occhi azzurri, Hannah Murray. Era la cameriera personale di Lady
Takaishi e aveva la predisposizione al pettegolezzo. Avevano molte
più probabilità di scoprire qualcosa da lei, piuttosto
che da tutti gli altri messi insieme.
- Da quanto tempo è al servizio di Lady Takaishi? - Cominciò a domandarle Lord Hayama.
- Sono tre anni. -
- Qual è stata la prima volta che avete incontrato Lord Kamura? -
Miss
Hannah scoccò un rapido sguardo in direzione di Sana, ma poi
rispose - è successo anche quello tre anni fa, quando il conte
veniva a trovare la mia padrona. Tutto questo succedeva almeno due
volte a settimana, quando Lord Takaishi non era a casa. Le visite non
cessavano nemmeno nei mesi della Stagione, quando andavamo a Londra,
però erano meno frequenti. -
- Avete notato qualcosa di strano nel loro rapporto? -
-
Oh, sì, milord. Qualche settimana prima di venire qui, il conte
e la signora hanno litigato. Si sentivano le loro urla distintamente in
casa e quando Lord Kamura è andato via, ha sbattuto la porta con
violenza. -
- Il motivo della lite? -
- Signore, non crederete che io gli abbia spiati, spero - proruppe Miss Hannah, indignata.
-
No, certo che no, ma magari avete “per caso” sentito
qualcosa involontariamente. In fondo, non avete detto che urlavano? -
Lei
si sporse verso Lord Hayama con arie da cospiratrice. - In effetti
credo di aver sentito che Lady Takaishi si lamentava perché il
conte non le riservava più le stesse attenzioni di una volta e
lo accusava di tramare qualcosa. Allora Lord Kamura ha insinuato di
star rivolgendo le sue attenzioni a donne meno petulanti di lei.* La
signora, a questo punto, si è arrabbiata davvero. Sono volati un
po’ di insulti da entrambi le parti e poi la viscontessa
l’ha cacciato. -
- Immagino si siano riappacificati prima che lei venisse qui - commentò lui.
La
cameriera replicò abbattuta - non lo so. Lord Kamura non
è più venuto a trovarla, ma potrebbero essersi visti
fuori di casa, anche perché non le avrebbe mandato un invito a
passare qualche giorno a Casa Kamura altrimenti, no? -
Il conte ignorò la domanda. - Notato qualcosa di strano in questi giorni, Miss Murray? -
-
Nulla di particolare, però… - Scoccò
un’altra occhiata a Sana. Titubante a proseguire il suo discorso,
perché la moglie di Lord Kamura era presente e pensava di aver
già detto troppo in sua presenza. Un po’ le dispiaceva
dover dire tante brutte cose sul marito e ora sulla casa di sua
proprietà.
Con
un sospiro, Sana le disse - continuate, vi prego. Tutto quello che
avete da dirci può essere utile a scoprire chi ha ucciso mio
marito. -
La
donna annuì e riportò lo sguardo sul giovane uomo. - Da
quando sono arrivata qui, ho sempre la sensazione di essere osservata.
Questa casa è molto strana. - Si guardò intorno. - Anche
adesso ho questa sensazione. -
Sana
sollevò gli occhi al cielo. Poteva sopportare di sentir parlare
della relazione tra Lady Takaishi e suo marito, ma arrivare a dire che
in casa sua qualcuno spiava le varie persone, le pareva un po’
troppo!
- Ah, davvero. Ne terremo conto. Può andare, Miss Murray - la congedò Lord Hayama.
La ragazza si alzò contenta di essere stata creduta e li lasciò soli.
-
Forse nella lista dovevamo aggiungere anche un fantasma. - Dal tono che
il conte stava utilizzando, era chiaro che stesse scherzando.
-
Oh, ma certo. Non avendo abbastanza problemi, ci devo aggiungere pure o
un ipotetico fantasma, oppure una spia. Perfetto, la mia giornata
è completa ora! -
Lui
ridacchiò leggermente e le labbra si piegarono in un sorriso**.
Era davvero affascinante quando sorrideva. Distogliendo lo sguardo,
lasciò entrare il prossimo interrogato, vale a dire Miss Hisae
Kumagaya. Hisae era anche la cameriera che era svenuta poco prima.
- Vieni, Hisae. Siediti. Come ti senti ora? -
- Bene, milady, grazie. -
Lord Hayama proseguì con le domande che oramai Sana aveva imparato a memoria a furia di sentirle.
Da
Hisae non avevano scoperto molto. Quella sera, dopo aver servito a
tavola e aver cenato lei stessa, era uscita per una passeggiata
all’aria aperta ed era rientrata prima che iniziasse a piovere.
Sana
non la conosceva ancora molto bene perché lavorava al suo
servizio solo da un mese, però la trovava simpatica ed
espansiva. Aveva anche notato che aveva legato con tutto il personale
di servizio, soprattutto con lo stalliere, Shinichi Gomi.
Il
successivo ad essere interrogato fu, per l’appunto, Mr Shinichi
Gomi. Lui si era occupato dei cavalli per tutta la sera perché
uno di loro non stava particolarmente bene, per questo era entrato
tardi in casa per cenare. Proprio mentre rientrava era stato scoperto
il corpo di Naozumi e lui si era preoccupato di svegliare tutti i
domestici che dormivano. Shinichi era un bravo ragazzo che lavorava per
Lord Kamura da una decina di anni. Aveva cominciato come aiuto
stalliere, poi aveva sostituito il precedente lavorante quando era
andato in pensione.
Mentre lo stalliere andava via, Sana si strofinò gli occhi con le dita e sbadigliò.
- Avete sonno? Se volete posso continuare da solo e riferirvi tutto tra qualche ora. E’ molto tardi. -
- No, tutto questo riguarda anche me, soprattutto me. -
*
Naozumi richiesto? E da chi? Ma come mi vengono certe idee? Lasciate
perdere… sto decisamente sclerando… colpa del troppo
caldo.
**
Sì, sorride. Nella mia storia Akito sorride e lo farà
ogni volta che si presenterà un occasione per farlo.
Spazio autrice: Non
mi ricordo se ho già specificato, ma credo di no, comunque il
mese in cui inizia questa storia è quello di Ottobre. Uffa,
perché ho messo tanti personaggi? Sto impazzendo per trovare una
storia plausibile su cosa stessero facendo al momento del delitto. Non
vedo l’ora che finiscano questi noiosi interrogatori iniziali,
così passiamo alla storia vera che spero sia più
interessante di quello che vi sto facendo subire al momento.
E ora i ringraziamenti:
Princerella:
Che ne dici? Ti piace come si sta sviluppando la storia? Ho intenzione
di mettervi in dubbio su tutti i personaggi. Spero che il chappy (ho
impiegato un sacco di giorni a scriverlo) ti sia piaciuto. Al prossimo
capitolo!
Bontina:
Ti piace questo Nao?! Davvero? Beh comunque con lui non ho ancora
finito. Qualche idea nel cassetto per renderlo ancora più
crudele e aumentare i motivi per farlo fuori le ho, aspetto solo il
momento giusto per aggiungerle. Anche a me piace il Pov di
Aki. Non è molto facile da sviluppare, ma tenterò di
mettercelo il più possibile. Grazie per i complimenti,
tenterò di rendere la storia contorta in modo che non annoi.
Questo chappy è stato duro da scrivere, non volevo metterci
tanto. Spero di fare meglio con il prossimo. Al prossimo chappy!
Delichan123:
Hai ragione. In genere è la persone più improbabile. Non
posso dire ovviamente se la tua supposizione su Mery e giusta o no.
Tienila da parte e poi con i prossimi chappy scoprirai se è
giusta o no. Scusa se ci ho messo tanto... spero di metterci meno con
il quinto capitolo. Al prossimo chappy!
Un grazie alle ragazze che hanno recensito lo scorso chappy.
Un ringraziamento alle preferite, le seguite e le visite!
Scusate se ci ho messo tanto a postare, spero di non metterci altrettanto la prossima volta!
Ciao!!!
Ilaria
|
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Capitolo 6 *** V capitolo ***
Omicidio di un nobile - V capitolo
Omicidio di un nobile
V
Miss
Violet Cobb era una donna dai ricci capelli neri con alcune ciocche
grigie e gli occhi verdi. Era la cameriera personale di Lady Kurata da
molto tempo, circa venticinque anni. Nubile, non molto alta e piuttosto
tarchiata; aveva un viso rotondo con alcune rughe.
- Miss Cobb, da quanto tempo conoscete Lord Kamura? - cominciò al solito Akito.
-
Da cinque anni, quando ha sposato Lady Kamura. L’ho incontrato
quasi tutte le volte che Lady Kurata andava a trovare la figlia. -
- Che opinione vi eravate fatta di lui? -
-
Beh, ecco. Non molto buona, a dire il vero. Non sono mai stata
d’accordo sulle pressioni che la mia padrona aveva fatto su Lady
Kamura perché lo sposasse. -
- Perché? C’era un motivo preciso? -
-
Non fondato, ma mi era parso… come dire… infido. Alla
fine però, se milady mi permette, i fatti mi hanno dato ragione.
-
Akito
concordava con Miss Cobb. Lord Kamura in vita non si era affatto
comportato bene con la moglie e, probabilmente, non solo con lei.
- Che cosa avete fatto ieri sera? -
-
Ho aiutato Lady Kurata a prepararsi per la cena; ho cenato con gli
altri e preparato una tisana che la signora mi aveva richiesto. Dopo
averla aiutata a prepararsi per la notte, sono andata anch’io
nella mia stanza. -
-
Capisco. - Akito era frustrato. Un’altra persona sprovvista di un
alibi! Con un gesto scocciato, fece segno a Miss Cobb di andarsene.
Stava
ancora rimuginando sui suoi pensieri quando fece il suo ingresso
l’ultimo domestico da interrogare, Mr Ewan Seaton, nonché
valletto personale di Lord Takaishi.
Mr
Ewan Seaton si poteva benissimo dire la copia al maschile fisica di
Miss Cobb. Le uniche cose a differenziarli erano il colore degli occhi
e dei capelli. Infatti Mr Seaton aveva dei riccioli biondi e gli occhi
grigi.
- Mr Seaton, avete mai incontrato Lord Kamura prima di questi giorni? -
- Sì, lui e Lord Takaishi erano vicini di casa e avevano anche affari in comune… -
Per
un attimo, Akito si chiese se gli “affari in comune”
riguardassero Lady Takaishi e la sua relazione con Lord Kamura.
Chissà se Lord Takaishi era a conoscenza del tradimento della
moglie.
- … e io lo vedevo spesso in casa dei visconti. - Dopo un attimo aggiunse - anche quando il padrone era assente. -
“Anche” andava forse sostituito a “soprattutto?”, si domandò Akito.
- Che pensavate di lui? -
-
Milord, non riguarda il mio ruolo avere opinioni sui membri
dell’alta società. Era un nobile a cui bisognava portare
rispetto e basta. -
- L’avete incontrato! - sbottò Akito. - Qualcosa avrete pur pensato, no? -
- Un nobile come gli altri. - Il disgusto verso la categoria era palese.
Stringendo forte il pugno, Akito continuò - nei giorni che avete passato qui, avete notato qualcosa che non andava? -
- No, mi sono limitato a fare il mio lavoro. -
- Quali sono stati i vostri spostamenti la scorsa sera? -
-
Ho svolto il mio ruolo di valletto personale, ho cenato e dopo che Lord
Takaishi mi ha congedato, sono andato nella stanza assegnatami.
E’ tutto. -
- Benissimo. -
-
Mr Seaton - si intromise per la prima volta Lady Kamura. - Potete dire
a tutti gli altri di ritirarsi, tranne il maggiordomo. Ditegli di
entrare. -
L’uomo si inchinò e lasciò la stanza. Poco dopo, sulla soglia comparve Mr Leighton.
- John, vai a svegliare i miei ospiti per favore - gli ordinò.
- Subito, milady. -
-
Dì loro che è avvenuto un fatto grave che richiede la
loro presenza, ma senza specificare quello che è successo. -
- Come volete, Lady Kamura. -
-
Abbiamo ancora un po’ di tempo prima che vengano qui,
perché non mi accompagniate a vedere il luogo dove è
stato ritrovato vostro marito? -
Lei annuì.
In
silenzio si avviarono su per le scale e lungo il corridoio illuminato
dalle candele. Sana tentò di aprire la porta della camera da
letto del defunto marito*, ma abbassò la maniglia inutilmente.
Solo in quel momento si ricordò di aver ordinato a Mery di
chiudere la porta a chiave.
-
Attendete un attimo qui - gli disse. - Ho fatto chiudere la porta a
chiave. Torno subito. - Si allontanò dal conte e andò
nella stanza della governante per chiederle la chiave necessaria.
Trovò la governante già vestita da notte e con uno
scialle di lana sulle spalle. La donna l’accolse gentilmente e le
consegnò la chiave.
Girando la chiave nella toppa un paio di volte, la stanza di Naozumi si aprì.
- Posso entrare da solo, se volete - suggerì Lord Hayama.
Sana
scosse la testa. - Non c’è alcun bisogno di questa
premura, milord. - Detto questo, lo oltrepassò ed entrò.
La
stanza era esattamente come l’aveva lasciata l’ultima
volta. Nulla era stato mosso e il corpo del marito giaceva ancora sul
pavimento.
Lord
Hayama si guardò intorno con professionalità alla ricerca
di qualcosa di utile. Infine, si chinò vicino al cadavere per
osservarlo meglio. Notando che Lord Kamura aveva ancora gli occhi
spalancati, gli abbassò le palpebre. Adesso, se non fosse per il
fatto che non respirava e il manico di un coltello gli fuoriusciva dal
ventre, chiunque avrebbe potuto pensare che dormisse.
Non
si aspettava grandi ritrovamenti sulla scena del delitto, ma Lord
Hayama rimase deluso comunque. Sospirando, si alzò in piedi. -
Il prima possibile dovrete far seppellire il corpo, non potete
lasciarlo qui - commentò.
-
C’avevo già pensato. Appena il tempo lo permetterà
verrà seppellito nella tomba della famiglia Kamura. -
Lui annuì. - Bene, possiamo andare. Altri interrogatori ci attendono. - Si avviò verso la porta.
Sana lo seguì. - Scoperto nulla? - gli chiese.
Il conte scosse il capo. - No, purtroppo. -
Sana richiuse la porta con due mandate, prima di seguirlo verso le scale.
Tornarono
nel salotto dove attesero pazienti che i vari ospiti della casa li
raggiunsero, magari con qualche preziosa informazione.
In
silenzio erano una seduta sulla poltrona a riflettere, l’altro in
piedi di fianco alle bottiglie di liquori con un bicchiere di whisky**
in mano, che Sana gli aveva offerto appena rientrati nella stanza.
Un’espressione
pensierosa sul volto di entrambi e una domanda in comune: Che cosa era
successo esattamente la sera precedente a cui non avevano prestato
accurata attenzione?
L’orologio nella stanza batté le tre.***
Dopo una decina di minuti, bussarono alla porta.
- Avanti! - disse Sana.
John entrò.
- Fate accomodare Lady Takaishi, Mr Leighton. - A parlare però non fu Sana, ma Lord Hayama.
- Subito, milord - rispose il maggiordomo con un inchino.
*
Per chi non lo sapesse, nell’ottocento (almeno all’inizio),
tra le famiglie nobili andava di moda avere le stanze separate, in
genere comunicanti.
**
Questo alcolico si scrive in due modi a seconda di dove si produce.
Whisky se siamo in Scozia o Whiskey se siamo in Irlanda o negli stati
uniti. Siamo in Inghilterra quindi è meglio utilizzare quello
scozzese (tra l’altro più forte, se non ricordo male) che
quello irlandese ( i rapporti fra i due stati non erano molto idilliaci
in passato).
***In
un capitolo precedente avevo fatto vedere l’ora tramite un
orologio che Akito teneva nel taschino, ma ho pensato che può
capitare di avere un grande orologio vicino e fissarsi a guardare il
proprio.
Spazio autrice:
Nel prossimo capitolo ho intenzione di descrivere la sera in cui
è stato compiuto il delitto. L’idea non è ancora
precisa, perché non ho ancora deciso se farlo dal punto di vista
di Sana o di Akito (o tutti e due) e se fare tutta la giornata o
solo la serata. In questo modo potrete vedere il primo incontro fra i
due e i vari comportamenti dei vari personaggi.
Spero
che il chappy vi sia piaciuto (questa volta vi ho fatto aspettare meno)
e che io non vi stia annoiando. Come al solito vi prego di…
COMMENTARE!!!
E ora i ringraziamenti:
Princerella:
Vedrai che più la storia continuerà più ti
schiarirai le idee, o forse ti confonderà di più. Ho
già scritto una specie di giallo (che non ho pubblicato), ma non
è venuto come lo volevo. Avevo deciso di lasciar perdere con i
gialli, ma ho cambiato idea e di tentare di nuovo. Sto procedendo con
calma per non commettere troppi sbagli e buttar giù una storia
decente. Spero ti sia piaciuto il chappy! Ciao!
Delichan123:
Ed ecco qua il quinto capitolo! Spero ti sia piaciuto! Cavolo, a me il
caldo piace, ma in questo periodo si sta esagerando… Per la
storia… terrò la bocca sigillata fino alla fine,
però una cosa posso dirtela… forse nel prossimo chappy si
viene a scoprire il segretuccio di Aki. Ho intenzione di far sorridere
un bel po’ Aki… se la merita un po’ di
felicità! Al prossimo chappy! Ciao!
Grazie per le recensioni lasciate.
Grazie per le preferite, le seguite e le visite.
Al prossimo capitolo, il numero sei!
Ciao!
Ilaria
|
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Capitolo 7 *** VI Capitolo ***
Omicidio di un nobile - VI capitolo
Omicidio di un nobile
Chappy speciale!Ecco
cosa è avvenuto nel giorno dell'omicidio... tranne chi l'ha
commesso. Sarà nel prossimo che vedrete l’interrogatorio
della vip… ehm… volevo dire della simpatica persona che
è Fuka a cui tutte noi credo auguriamo di morire il prima
possibile. Sfortunatamente la mia ff non prevede (per ora) un suo
eventuale decedimento (ma non si sa mai, magari cambio idea!) e ci
tocca, a me che scrivo e voi che leggete, sopportarla.
Wow,
in questo capitolo vedremo anche Naozumi in vita! Godetevelo (o
lanciategli i pomodori, io scelgo questa) perché sarà
l’ultima volta in questa ff… per fortuna… si nota
che non lo sopporto?
VI
Cornovaglia, Inghilterra, 9:00, Ottobre 1812
La
carrozza di proprietà del conte Akito Hayama stava percorrendo a
velocità sostenuta la strada che la separava dalla casa del
Conte Naozumi Kamura.
Lord
Kamura aveva richiesto la presenza di Akito in casa sua per ottenere i suoi
servigi in campo investigativo. Gli aveva inviato una lettera in cui lo
invitava nella sua tenuta per spiegargli meglio la situazione in cui si
trovava. Nella lettera accennava a delle minacce di morte, ma Lord
Kamura era stato abbastanza evasivo. Più che il caso, a lasciare
perplesso Akito fu il fatto di averlo accettato. Beh, certo, il duca di
Welligton era stato abbastanza persuasivo e poi Akito voleva
allontanarsi dai campi di battaglia. Già da tempo stava
prendendo in considerazione l’idea di chiedere la licenza e
tornare al mondo civile. Appena avesse risolto il caso di quel nobile
di campagna avrebbe pensato ad occuparsi della sua tenuta e la
primavera successiva avrebbe partecipato alla stagione per trovarsi una
moglie da cui avere un erede. Non aveva alcuna intenzione di lasciare
le sue proprietà e il titolo nelle mani di qualche avido lontano
cugino che non attendeva altro che la sua dipartita, perché non
aveva fratelli minori o figli a cui lasciarli.
Era
sicuro che il “caso” che aveva da sottoporgli Lord Kamura
fosse molto semplice e che l’uomo in questione stesse
ingigantendo la situazione. Era alquanto probabile che quello che lo
perseguitava volesse solo spaventarlo e che le minacce fossero anche
piuttosto velate. I giorni che avrebbe passato alla tenuta del conte
Kamura sarebbe stati, a suo modo di vedere, una tranquilla vacanza.
Akito spostò lo sguardo dal paesaggio soleggiato di fuori per posarlo sul suo valletto e amico, Tsuyoshi Sasaki.
-
Mi raccomando, Tsuyoshi, nessuno deve sapere della mia attività.
Per tutti in quella casa io sarò solamente un vecchio amico di
Lord Kamura e basta. -
Il giovane uomo davanti a lui annuì. - Certo, milord. Potete fidarmi di me. Le mie labbra saranno sigillate. -
- Bene, conto su di te. -
Casa Kamura, Cornovaglia, Inghilterra, 9:02, Ottobre 1812
Il
cinguettio degli uccelli riuscì finalmente a svegliare la
contessa Sana Kamura dal suo sonno. Tenendo gli occhi chiusi,
allungò il braccio dietro di sé e a tentoni cercò
un cuscino. Trovatolo, se lo premette sulla testa per non sentire quei
maledetti uccellini fuori dalla sua finestra.
Sfortunatamente
non servì a molto, per di più dopo un po’
cominciò a mancarle il respiro. Con gesto spazientito
lanciò il povero cuscino verso un meta indefinita e con uno
sforzo di volontà non indifferente si tirò su a sedere.
- Stupidi volatili! - borbottò.
Si
alzò e tirando la cordicella posta in un angolo della stanza,
chiamò la cameriera. Sana aprì l’armadio e
passò in rassegna i vari capi d’abito prima di sceglierne
uno avorio con rifiniture dorate nella scollatura e ai polsi. Aya
entrò proprio nel momento in cui lei posava l’abito sul
letto.
- Preparami il bagno, per favore - le ordinò.
- Subito, milady. -
Un’ora
dopo era pronta a scendere per fare colazione e dover incontrare di
nuovo Lady Fuka Takaishi, l’amante del marito.
Non
che saperlo le ferisse il cuore, quello le era stato restituito da
tempo. Fin da pochi mesi dopo il suo matrimonio, aveva compreso di non
provare alcun sentimento per Naozumi, salvo il disprezzo ed un certo
disgusto verso la sua persona. Più che altro avere come ospite
la viscontessa Takaishi la feriva nell’orgoglio, per questo
sperava con tutto il cuore che quella donna e il suo ottuso marito se
ne andassero al più presto. Fuori dalla sua casa e dalla sua
vita.
Sana
era un gran dormigliona* e questo la portava a fare colazione sempre
tardi e da sola, cosa che però al momento portava il vantaggio
di avere la possibilità di non incontrare né Naozumi,
né i coniugi Takaishi fino all’ora di pranzo.
Era
affamata quella mattina e fece un’abbondante colazione prima di
andare ad indossare un completo da amazzone blu notte e andare nelle
stalle per richiedere la sua giumenta** Celeste. Come al solito chiese
a Shinichi di mettere la sella da uomo. Il marito voleva che lei
cavalcasse all’amazzone, ma a Sana non piaceva, per cui almeno
quando era da sola poteva fare come voleva***.
Rifiutando
anche di farsi accompagnare da una stalliere nella sua
“passeggiata”, si diresse verso il bosco a rotta di collo,
incitando Celeste ad andare alla massima velocità. Voleva
scaricarsi un po’ e quello per lei era il modo migliore.
Raggiunse il limitare della sua tenuta prima di convincersi a tornare
indietro, ad un’andatura più moderata questa volta per non
stancare troppo la giumenta e rischiare magari che si facesse del male.
Uscendo
dal bosco raggiunse la via principale che portava alla sua tenuta. Il
rumore di una carrozza in movimento raggiunse le sue orecchie e
girò il viso in quella direzione. La vide arrivare e dopo poco
sorpassarla.
“Viene
verso casa mia”, pensò. Si chiese chi fosse il visitatore
e sperò intensamente che non fosse un nuovo ospite invitato dal
marito, perché non aveva intenzione di sopportare altre persone
della risma dei visconti Takaishi. Sempre più curiosa si
affrettò a raggiungere casa.
Akito
scese dalla sua vettura. Davanti a sé vide un uomo alto - anche
se non quanto lui - ben vestito che si avvicinava. Akito
immaginò dovesse essere il conte Naozumi Kamura****. Mentre il
conte lo raggiungeva, che tra l’altro non gli aveva trasmesso fin
da subito una buona impressione, Akito si voltò un attimo verso
il suo cocchiere che insieme a Tsuyoshi stava depositando le valigie al
suolo.
-
Ethan, puoi tornare a casa adesso. Ti invierò un messaggio,
quando vorrò tornare alla mia residenza - gli disse.
Il cocchiere annuì, si inchinò, risalì sulla carrozza e ordinò ai cavalli di ripartire.
- Ciao, Ethan - lo salutò Tsuyoshi. Un cenno con una mano fu la risposta.
- Salve, voi siete il conte Hayama, giusto? Io sono il conte Kamura - si annunciò.
Akito
rimase piuttosto sorpreso. Da lontano i capelli grigi di Lord Kamura,
gli avevano fatto pensare di avere a che fare con una persona anziana,
ma in forma per la sua età, mentre in verità l’uomo
aveva solo qualche anno più di lui. Non superava i trenta,
decise. Anche gli occhi lo colpirono. Di sicuro avevano una bellissima
tonalità di azzurro, ma nascondevano un’ombra
quasi… crudele*****.
Akito
gli porse la mano quasi riluttante, mentre rispondeva - sì, sono
io. E’ un piacere conoscervi, Lord Kamura. -
L’altro sorrise. - E’ un piacere accogliervi nella mia umile dimora. -
Dietro
di lui, Akito vide arrivare subito dopo anche un’altra persona. -
John? - lo chiamò Lord Kamura, riconoscendolo.
- Sì, signore? -
- Aiuta il valletto di Lord Hayama a portare le valigie nella sua stanza. -
- Subito, milord. -
Lord
Kamura riportò l’attenzione su Akito. - Prego, venite nel
mio studio che vi offro qualcosa da bere, o forse preferite riposarvi
prima? Se preferite, parleremo più tardi prima di cena. -
-
Non c’è né alcun bisogno, grazie. Il viaggio da
casa mia alla vostra non è stato poi molto lungo. Sono
“ansioso”… - Lo disse con un velo di ironia, a
dimostrazione che non lo era affatto. - …di conoscere
meglio i motivi che mi hanno portato qui. -
Sana
raggiunse le stalle al galoppo e consegnò subito le redini di
Celeste a Shinichi prima di dirigersi di corsa in casa. Passò
dall’ingresso della cucina, anziché il principale. La
cavalcata l’aveva rinvigorita e in quel momento era felice, non
aveva alcuna voglia di incontrare nessuno. La prima persona che voleva
vedere era il loro ospite e scoprire la sua identità. Non aveva
notato carrozze o cavalli sconosciuti nella stalla, c’era la
possibilità o che fosse già andato via o che si
trattenesse lì a lungo. Se si tratteneva sperava fosse
simpatico, così avrebbe avuto qualcuno che le tirasse su il
morale, mentre il marito la umiliava flirtando con
l’amante.******
Non chiamò la cameriera per cambiarsi, ma scelse il più
semplice dei suoi abiti per impiegare meno tempo. Dopo qualche
contorsione per allacciare i pochi bottoni dietro la schiena, diede una
sistemata ai capelli un po’ scomposti e scese al piano di sotto.
Lo
studio di Lord Kamura era grande e il lusso presente dava prova della
enorme ricchezza che di certo il conte possedeva. Quasi tutti i muri
della stanza erano ricoperti di librerie colme di volumi di ogni
genere, il fuoco scoppiettava nel camino e c’era una scrivania
con alcuni fogli, un calamaio e delle piume posti sopra. I tappeti e le
tende di velluto rosso riccamente decorati completavano l’opera.
Akito era seduto su una delle poltroncine di fronte alla scrivania,
mentre Lord Kamura era davanti a lui. Il primo aveva rifiutato da bere
e l’altro si era aggregato lasciando intatto com’era
l’angolo dei liquori.
Akito si poggiò meglio sullo schienale della poltrona e guardò dritto negli occhi il conte in attesa che parlasse.
- Lord Hayama, come avete potuto leggere nella lettera che vi ho mandato, sono stato minacciato di morte. -
- Sì. Avete una qualche idea di qualche motivazione per una tale minaccia? -
- No, purtroppo, altrimenti mi sarei di certo occupato da solo della questione. -
Akito annuì brevemente. - Potrei vedere il biglietto di minacce che vi hanno mandato? -
Annuendo,
Lord Kamura allungò un braccio verso un cassetto alla sua destra
da cui estrasse due fogli di carta, che porse ad Akito.
I messaggi citavano:
“Cambiate, o morirete.
Vi vedo. Io so tutto.”
“Se non cambierete…
la pagherete cara.”
Akito
li studiò per un attimo, prima di commentare - sono state
utilizzate lettere prese da qualche libro, lo stesso sembra, ma
così è impossibile risalire a chi li ha scritti.
Bisognerebbe trovare il libro e anche questo è impossibile. -
Posò i fogli sulla scrivania e riportò lo sguardo sul
conte. - Avete fatto un torto a qualcuno? Pensateci bene. Qualcosa che
può sembrare poco importante a voi, magari non lo è per
qualcun altro. -
Lord
Kamura ci pensò su prima di rispondere. - Beh, non sono sicuro.
Magari avrò vinto a carte e qualcuno se le presa, oppure qualche
contadino poco soddisfatto della paga. -
Akito
inarcò un sopracciglio scettico. Difficilmente qualche giocatore
di carte si sarebbe arrabbiato a tal punto da minacciare di morte il
conte Kamura, specie se un professionista. E anche se fosse stato
possibile i messaggi non davano spiegazioni in tal senso. La seconda
possibilità era, invece, ancora meno probabile. Quanti contadini
sapevano scrivere e potevano permettersi di distruggere un libro solo
per qualche soldo in più che di certo non avrebbero mai
ottenuto? Le possibilità erano alquanto effimere e in più
cosa centrava: “Vi vedo. Io so tutto”?
- Nessun altro? - chiese.
- No, mi dispiace. -
- Non importa. Avete preso qualche precauzione per salvaguardare la vostra vita? -
-
Sì, tengo una pistola sotto il cuscino e nessuno può
entrare in casa, perché tutte le entrate sono controllate di
giorno e ben sigillate di notte. -
Akito
non era ben sicuro che sarebbe bastato, ma ci avrebbe pensato il giorno
dopo. Prima voleva pranzare, riposarsi e fare un giro della casa per
vedere come era disposta e…
Bussarono alla porta.
- Avanti! - disse Lord Kamura.
Ad entrare nello studio fu una bella ragazza dai lunghi cappelli rossi raccolti in prossimità del capo.
Indossava
un vestito dal delicato color pesca che enfatizzava i luminosi occhi
color cioccolato. Decisamente alta - anche se a occhio presunse che gli
arrivasse al naso - snella, si muoveva con grazia verso di loro.
- Sana, tesoro, vieni che ti presento il conte Akito Hayama. - Il tono sembrò piuttosto falso.
“Tesoro”? Era forse sua sorella?
- Lord Hayama, questa è mia moglie, la contessa Sana Kamura. -
“No, non è la sorella”, pensò con amarezza il giovane.
Akito
rimase a guardarla ad occhi spalancati, prima di ricordarsi
l’educazione e alzarsi in piedi per farle il
baciamano.
- E’ un piacere conoscervi, Lady Kamura. -
- Il piacere è tutto mio, Lord Hayama. -
Lord Kamura si rivolse alla moglie - Sana, dovevi dirmi qualcosa? -
- No, ho visto arrivare il nostro ospite e volevo porgergli il benvenuto in casa nostra. -
- L’hai visto arrivare? -
- Sì, dalla finestra della mia camera. -
Per un attimo ad Akito sembrò che mentisse, ma poi si diede dello sciocco.
Lady Kamura gli chiese - Avete fatto un buon viaggio? -
- Piacevole, grazie. Complimenti per la casa, è molto bella. -
- Oh, grazie. L’ho arredata io stessa, sapete? Vi tratterete a lungo? -
Fu Lord Kamura a rispondere per lui. - Credo proprio di sì. E’ un vecchio amico che non vedo da tanto tempo. -
Sana
si rabbuiò di colpo. Era amico di Naozumi? Allora non doveva
essere una brava persona. Quando l’aveva visto aveva pensato di
trovarsi di fronte un angelo per quanto era bello, ma sapere che era
amico del marito la portò subito ad odiarlo o quasi.
- Capisco. Vorrei ritirarmi adesso. -
- Non ti senti bene, cara? -
Tutti
quei termini affettuosi erano più falsi di un asino che vola.
Trattenendo una smorfia di disgusto mista a odio, scrollò le
spalle. - Solo una leggera emicrania. Credo che salterò il
pranzo. Ero scesa solo per porgere i miei saluti a Lord Hayama. -
- Come vuoi, cara. Ci rivedremo a cena. -
Sana
si lasciò lo studio alle spalle e andò nella propria
stanza. Mentre varcava la soglia si rese conto che ora tutti si
sarebbero aspettati di non rivederla prima di cena e sarebbe stata
costretta a saltare il pranzo - il suo stomaco non approvò
affatto la prospettiva - e avrebbe dovuto passare il pomeriggio chiusa
lì dentro. Escludendo queste inquietanti possibilità,
tirò la cordicella nella sua stanza. Pochi minuti dopo
arrivò Hisae a cui Sana potè ordinare un vassoio per il
pranzo da consumare in camera. Nel pomeriggio invece, decise di andare
nella camera della madre - che si stava riprendendo da un raffreddore -
per tenerle compagnia, leggendo ad alta voce qualche pagina di un libro
e chiacchierare un po’.
Akito
all’ora di pranzo, fece conoscenza con miss Asako Kurumi, una
giovane nubile, amica della padrona di casa sui ventisette anni, dai
capelli rosso-oro e gli occhi marroni. Una donna molto carina,
estroversa e intelligente, che intrattenne una piccola, ma piacevole
conversazione con lui; e con i visconti Takaishi.
Lady
Fuka Takaishi era una donna sui trenta bella quanto superficiale,
fredda e alquanto astuta. Fisicamente recava una certa somiglianza con
Lady Kamura, ma i suoi capelli erano neri come la pece e non rossi, e
gli occhi non avevano di certo la stessa luminosità e bellissima
tonalità cioccolato dell’altra. Un’altra differenza
che saltava agli occhi era il modo di vestire. Il suo vestito
presentava una scollatura al limite della decenza ed era color rosso
sangue. Akito si chiese come facesse a respirare, dato che il
corsetto era stretto oltre l’inimmaginabile e come facesse a
stare in piedi, dato il peso dei tanti gioielli che indossava*******.
Un qualsiasi nobile privo di cervello - per cui la maggior parte a
parere di Akito - l’avrebbe trovata la più bella donna su
cui avesse posato gli occhi, ma di certo non lui. Lei non era niente a
confronto della bellezza che stava al piano di sopra.
Lord
Yuta Takaishi era uno di quelli che Akito aveva definito “privi
di cervello”. Uomo ancora piacente che aveva raggiunto i
trentacinque anni. Gli occhi e i capelli neri. Più basso di Lord
Kamura, più o meno come la moglie e Lady Kamura. Le spalle erano una via di
mezzo tra quelle di Akito e il conte, ma era più paffuto di
entrambi. La conversazione che tenne con lui e la moglie a tavola gli
fece capire che era alquanto ottuso e pieno di sé.
Il
pomeriggio lo passò come aveva previsto. Fece un giro di
ispezione nella casa e dei dintorni quasi fino all’ora di cena.
Mentre rientrava in casa, il sole venne coperto da nuvole nere e
cominciò ad alzarsi un forte vento. Raggiunta la sua stanza, si
cambiò in fretta per poter rivedere il prima possibile la Lady
dai capelli rossi, anche se si convinse che era solo per
curiosità, mentendo a se stesso.
Sana
evitò letteralmente Lord Hayama. Per tutta la cena non gli
parlò né lo guardò nemmeno una volta. A parte
l'amica Asako, il piatto fu il suo compagno preferito a quella cena.
Al marito rispose con i soliti monosillabi, a Lady Takaishi con
educazione fra cui era nascosta acidità e a Lord Takaishi con
sarcasmo.
Al
momento si trovava con le altre due signore nel salotto a chiacchierare
aspettando il caffè e che gli uomini tornassero dopo il
bicchierino di cognac********.
Un tuono si abbatté lì vicino.
-
Oh, sta proprio peggiorando - fece Lady Takaishi rivolgendosi a Sana e
Asako. - Pensato che il tempo migliorerà domani mattina? -
- Ne dubito, Lady Takaishi. Qui il tempo non è mai clemente. - Le rispose la donna dai capelli rossi.
- Che peccato! Domani volevo fare una cavalcata. Ho un nuovo completo da amazzone che volevo indossare. -
- Forse sarete fortunata e il tempo volgerà al meglio domani, magari nel pomeriggio - le disse cortese Asako.
Le porte si spalancarono e i tre uomini si unirono a loro.
- Sana, Mrs Kurumi, Fuka, finalmente ci uniamo di nuovo a voi splendide dame - le adulò Naozumi.
- Forse possiamo unirci alla loro conversazione - si intromise Lord Hayama. - Di che cosa parlavate? -
- Oh, magari parlavate dell’ultima moda londinese? - chiese Lord Takaishi.
Sana
e Asako lo guardarono indignate, poi lasciarono perdere, rendendosi
conto che il visconte non si era accorto di averle insultate. Lady
Takaishi, invece, ignorò del tutto il marito e si rivolse a
Naozumi e Lord Hayama sbattendo le ciglia - discutevamo del tempo. Ma
piuttosto perché non vi sedete qui con noi. - Con un gesto
eloquente delle mano, indicò lo spazio vuoto sul divano di
fianco a sé. -
La
conversazione durò qualche altra ora, poi piano piano ogni
persona si ritirò e andò nella propria camera a riposare.
Sbadigliando
sonoramente, Naozumi mandò il suo valletto a dormire e si
sdraiò sul letto. Si coprì con le coperte e prese il
romanzo sul comodino per leggerne qualche pagina prima di
addormentarsi.
Era davvero stanco, tanto da addormentarsi senza neanche aver spento la candela e con il libro sul petto.
Lo
scricchiolio della porta lo fece destare qualche tempo dopo. La candela
era tutta consumata, per questo la stanza era nella più completa
oscurità. Cercando di fare meno rumore possibile, si alzò
in piedi, ma non sentendo nulla si diede dello stupido. Stava
per voltarsi quando un secondo scricchiolio lo paralizzò dalla paura.
- C-chi c'è? - domandò stupidamente.
Stava per raggiungere il cuscino per tirare fuori la pistola nascosta
sotto, quando un affilato pugnale gli trapassò il ventre.
Naozumi si accasciò a terra, mentre il suo assalitore si dava
alla fuga.
*
I personaggi sono di sicuro OOC, infatti l’ho messo anche negli
avvertimenti, ma tenterò per quanto possibile di lasciare
traccia del carattere principale.
**
La giumenta è la femmina del cavallo. Forse lo sapete, ma
l’anno scorso nella mia classe ho scoperto che nemmeno una mia
prof lo sapeva, quindi ritengo opportuno specificare.
***
Lo sapete già? Boh, io spiego lo stesso… Tutte le donne
(o almeno quelle che possedevano un cavallo) cavalcavano sempre
all’amazzone, cioè entrambe le gambe da un lato solo (chi
ha visto il film “Principe azzurro cercasi” con Anne
Hathaway capirà meglio). Modo che io ritengo scomodo e
pericoloso, per questo non infliggo a Sana questa tortura e quando
può cavalca nel metodo classico.
****
Che emozione! La vittima sta per proferire parola. Gli lanciamo dei
fiori o delle bombe a mano? …Meglio la seconda! Scusate il
disturbo, ma lo sfogo ci voleva!
*****
Sapete, mi era venuta la mezza idea di cambiargli colore di capelli
(neri magari), ma ho preferito attenermi alla realtà. Per
l’altezza… anche lì sono rimasta fedele al manga
(forse si nota anche nell‘anime). Negli ultimi volumi Aki diventa
più alto e mi piace l’idea che sia rimasto così.
******
Da notare l’assoluta mancanza di doppi sensi. Sana è un’ingenua e
rimarrà così, anche se meno del solito. Ovviamente non vuole
intrattenersi con l’ospite facendolo diventare il proprio amante, per
ripagare il marito della stessa moneta. E’ doveroso aggiungerci il “Per
Ora“.
******* Che dite? Ho esagerato?
******** Purtroppo
non mi ricordo se l’alcolico che gli uomini bevevano prima del
caffè fosse uno in particolare, quindi ho inventato.
Spazio autrice:Non
avrete creduto davvero che Naozumi e Akito potessero essere amici,
spero! Il dolce (per modo di dire) Aki non può essere amico di
Nao. Assolutamente no! Era questo il segretuccio di cui parlavo. Nao
aveva bisogno di protezione per delle minacce ricevute per questo a
richiesto l‘aiuto di un esperto. Come avete visto è
servito a molto…!!! Per “sfortuna“ l‘assassino
ha agito prima che Akito potesse mettersi al lavoro! Avete visto che
chappy lungo? Dopo averne scritto la prima metà avevo pensato di
darvela subito, ma poi ho deciso di concluderlo anche se ci ho messo
qualche giorno in più. Non potevo dividerlo perchè
è quello speciale che riguarda quella fatidica giornata. Scusate
il ritardo, avrei voluto pubblicare ieri sera, ma c'era il derby (!!!)
e giovedì ho comprato finalmente breaking dawn che ho finito di
leggere venerdì (ho avuto poco tempo per scrivere).
Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Princerella:
Spero che il capitolo ti sia piaciuto. La storia in effetti sta
procedendo un pò lentamente e anche qui non si capisce molto, ma
prima o poi si chiarirà tutto. Al prossimo chappy! Ciao!
Delichan123: L'interrogatorio
della vip... ehm, di Fuka e nel prossimo chappy. qui c'è solo
quella bella giornata in cui è morto Nao. Quando mi è
venuta l'idea per questa storia e ho dovuto scegliere la vittima, ho
capito subito chi era quella adatta! Ahahaha! Al prossimo chappy! Ciao!
Bontina: Sono
stata contenta di ricevere la tua recensione. Era davvero bella,
grazie! Da quando scrivo questa storia mi chiedo: "Non è che si
annoiano i lettori, che di secondo nome fanno santi?" Sono soprattutto
gli interrogatori a preoccuparmi. Non voglio diventare ripetitiva, ma
sono necessari. Vabbè, voglio lasciarmi alla spalle questa parte
al più presto e far accadere qualcosa a loro due e fra loro due.
Ihih, capito la differenza? La domanda di sempre: Ti è piaciuto?
Al prossimo chappy!
Grazie, grazie, grazie per le recensioni!
Grazie, grazie, grazie per le visite, le preferite e le seguite!
Al prossimo chappy!
Ilaria
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Capitolo 8 *** VII capitolo ***
Omicidio di un nobile - VII capitolo
Omicidio di un nobile
VII
Lady Fuka entrò, impeccabile come sempre, nel salotto. Il viso
era contratto dalla rabbia e dall’indignazione mentre esclamava -
esigo sapere immediatamente i motivi che vi hanno spinto a svegliarmi
in piena notte. E’ questo il modo di trattare un gradito ospite
nella vostra casa, Lady Kamura? -
Sul “gradito” Sana aveva qualcosa da dire, ma si trattenne dal replicare.
- La contessa Kamura non ha colpa, Lady Takaishi, è stata una
mia decisione svegliarvi subito senza attendere che facesse giorno. - A
parlare era stato Lord Hayama. Sana si voltò a guardarlo
sorpresa. Non si era aspettata che la difendesse; il marito non
l’aveva mai fatto e lei presupponeva avesse un comportamento
simile. Per un attimo si chiese se l’avesse giudicato male.
- Lady Takaishi - disse poi, fredda. - Non è mia abitudine
svegliare i miei ospiti di notte, ma questa è di sicuro una
situazione particolare. Questa notte qualcuno è entrato nella
camera di Naozumi e l’ha pugnalato. -
Sia Sana che Lord Hayama osservarono con molta attenzione la reazione a questa notizia.
La donna prima sbarrò gli occhi mormorando - che cosa? -
Andò a sedersi sul posto più vicino e prese il primo
oggetto che le capitò per farsi aria. Sembrò più
pallida del solito e presa completamente alla sprovvista dalla notizia,
ma Sana poteva anche sbagliarsi. La viscontessa era sempre stata molto
brava a fingere quando le conveniva e questa poteva essere una di
quelle occasioni.
- Vi sentite male? - le domandò il conte premuroso.
Lei lo ignorò. - M-ma non può essere - balbettò. -
Qualcuno entrare qui dentro per uccidere il vostro bravo marito…
-
“Bravo?”, si chiese la contessa.
- E’ una cosa davvero terribile. Chi è il malvivente?
L’avete catturato? Deve essere subito consegnato alle
autorità e portato sulla forca. - La voce era rotta e sembrava stesse per piangere.
- Un malvivente? - ripeté Lord Hayama. - Milady, le
possibilità che sia stato un uomo qualunque sono quasi
inesistenti. -
Lei lasciò cadere la maschera di dolore per arrabbiarsi di
nuovo. - Perché mi avete fatto chiamare di notte? Non vorrete
mica accusarmi dell’assassinio del mio intimo amico Naozumi,
voglio sperare. -
- Assolutamente no, ma vorrei farvi qualche domanda. -
- Che volete sapere? - chiese con stizza.
- Dato che eravate amici “intimi”... - calcò sulla parola. - ...Conoscete qualcuno con
cui era in disaccordo? Aveva litigato con qualcuno di recente? -
Lei scosse il capo. - Non sono a conoscenza delle sue discussioni con altri, non parlavamo di questo. -
- Avete notato qualche comportamento sospetto del conte o di qualcun altro recentemente? -
- No, però negli ultimi tempi Naozumi era spesso nervoso e piuttosto impegnato con un affare. -
- Che tipo di affare e con chi? -
Lady Takaishi scrollò le spalle. - Non ne ho idea. -
- Ci pensi bene - insistette Lord Hayama, sibilando.
- Non lo so. Ve l’ho già detto. -
- Bene, grazie per la collaborazione. Potete andare. -
La donna si alzò e a testa alta, lasciò la stanza.
- Che donna odiosa - commentò Sana.
- Già - concordò il conte. - Tiene qualcosa nascosto e io scoprirò cosa. -
Sana sbuffò. - Non mi stupirei affatto se la colpevole fosse proprio lei. -
Voltandosi
a guardarla, Lord Hayama la fissò intensamente. - Non saltate a
conclusioni troppo affrettate. Solo perché ha un brutto
carattere non vuol dire che sia anche un’assassina. -
-
Sarà, ma non ne sono del tutto convinta. - Sana si avviò
verso la lista e tracciò una V di fianco al nome di Lady
Takaishi. - E un altro interrogatorio è fatto! - esclamò.
Scorgendo meglio i nomi si accorse di un particolare che le tinse il viso di rosso.
-
Penso sia meglio interrogare subito anche Lord Takaishi, così ci
libereremo subito di entrambi i coniugi - suggerì il conte.
Sana annuì. - S-sì - balbettò.
Stupito, Lord Hayama la guardò meglio e si rese conto dell’acceso colore del viso. - Qualcosa non va? - chiese.
- Ehm, temo che abbiamo dimenticato di interrogare una persona… - cominciò titubante.
- Che cosa? Non capisco. -
-
…ehm… prima quando abbiamo interrogato i domestici ci
siamo dimenticati di una persona. Aya Sugita, la mia cameriera
personale. -
-
No, Lady Kamura, sbagliate. Non “ci”, ma “vi”.
Siete stata voi a dimenticarvi di un vostro domestico, mica io -
precisò l’uomo.
Lei
lo guardò male. - Vabbé… è stata una
piccola dimenticanza. Tanto interrogarla mezz’ora fa o adesso
è la stessa cosa, no? -
Lord
Hayama si portò una mano al viso e scosse la testa esasperato. -
Sì, è così. Siete contenta? Su, fate chiamare
questa cameriera che vorrei concludere questa faccenda per poter
dormire almeno un po’ prima che faccia giorno. -
Lei
annuì e andò alla porta per chiamare il maggiordomo,
mentre da dietro il conte aggiungeva - intanto che aspettiamo Miss
Sugita, dite a Lord Takaishi di entrare. -
Lord
Takaishi entrò subito dopo, seguito a ruota da Lady Kamura. A
differenza della moglie saltava agli occhi il fatto di essere stato
appena svegliato. I vestiti erano sgualciti e infilati senza la cura di
un valletto personale ed era presente un’ombra di occhiaie negli
occhi dell’uomo.
-
E’ notte. Che cosa è successo di tanto grave da richiedere
la mia presenza? Esigo una spiegazione, Lord Hayama! -
- Vostra moglie non vi ha avvertito? - domandò Akito.
Lui scosse il capo. - No, si è diretta subito verso i piani superiori. Allora? - lo sollecitò.
- Questa notte Lord Kamura è stato ucciso. Pugnalato con un colpo al ventre - precisò.
Lord Takaishi sgranò gli occhi. - Non è possibile! Chi ha compiuto un tale infamia? -
- E’ quello che voglio scoprire - rispose Akito con tono indifferente. - In che rapporti era con Lord Kamura? -
- Beh, ci conosceva da parecchi anni ed eravamo amici e facevamo affari insieme. -
- Aveva avuto qualche dissapore con qualcuno di recente che voi sappiate? -
- No, non credo. Era un tranquillo uomo di campagna che andava a Londra di rado e in genere solo per la stagione. Tutto qui. -
- Ne siete sicuro? - insistette Akito. - Ho saputo che aveva la passione per il gioco. -
- Sì, ma non giocava mai somme consistenti. -
Akito
si chiese se quest’ultima affermazione dell’uomo che aveva
davanti fosse dovuta ad una reale ignoranza dei fatti o a
qualcos’altro. La stessa moglie della vittima gli aveva parlato
della sua malsana passione per il gioco, che l’aveva portato alla
rovina e risollevato solo grazie al matrimonio con una ricca
ereditiera. Possibile che Lady Kamura gli avesse mentito o era Lord
Takaishi a mentirgli? O, ancora più semplicemente, il visconte
si era sbagliato?
Vedendo che stava zitto, Lord Takaishi lo sollecitò - avete altro da chiedermi? -
- Sì, che cosa ne pensate dei giorni passati qui? Avete notato qualcosa di strano? -
-
No, sono stati dei giorni molto tranquilli. Lady Kamura è una
brava padrona di casa che sa come trattare i suoi ospiti. -
-
Vi ringrazio per i vostri complimenti, Lord Takaishi. Fa sempre piacere
vedere il proprio lavoro apprezzato - si intromise la contessa.
Bussarono alla porta.
- Avanti! - Esclamò Lady Kamura.
Il
maggiordomo entrò con un’ espressione cupa e un po’
confusa. - E’ successo qualcosa, Mr Leighton? - chiese Akito. -
Voi potete andare, Lord Takaishi. -
Mentre
il visconte si alzava e lasciava la stanza, il maggiordomo annuì
dicendo - Aya, non è nella sua stanza, milady. -
- Magari è in cucina - suggerì Lady Kamura.
- Veramente ho girato tutta la casa e non l’ho trovata. -
Akito
incrociò lo sguardo con la contessa. Dov’era finita la sua
cameriera personale a quell’ora di notte?
Spazio autrice:
Dov’è Aya? Mi dispiace ma dovrete attendere il prossimo
capito per saperlo! Ahah! A proposito della loro dimenticanza…
beh, in verità non è volontaria. Ho una lista con tutti i
nomi per averli sempre sottomano mentre scrivo e quando ho scritto gli
interrogatori dei vari domestici mi sono scordata proprio di Aya.
Quando me ne sono accorta avevo già iniziato
l’interrogatorio di Fuka, allora ho scaricato la colpa sui due
personaggi. Mi è preso un colpo quando l’ho
scoperto… Vabbè che ne dite del chappy? A me questo non piace molto, ma è venuto così... Mi
raccomando… COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Delichan123: Quando ho aperto
la pagina delle recensioni e ho visto la tua sono rimasta a bocca
aperta. Era davvero lunghissima ed è stato un vero piacere
leggerla. Per quanto riguarda la fine dello scorso chappy è
stata meglio forse non aver avuto la possibilità di pubblicare
subito così ho avuto tempo di rileggere il capitolo e la fine
l'ho migliorata. Le tue considerazione mi sono piaciute, davvero molto
acute, brava! Ovviamente non posso dire se hai azzeccato su qualcosa,
niente o tutto. Per l'arma... la spada non l'ho presa in considerazione
perchè la vedo meglio in un duello più che per un
omicidio, mentre per la pistola hai ragione... troppo rumore... lui o
lei si sarebbe fatto beccare. Spero che anche questo chappy ti sia
piaciuto e ti ringrazio ancora per la lunga recensione! A presto!
Princerella: Mi fa piacere che
fai le tue deduzioni e spero per te che siano azzeccate... per me
invece no, perchè voglio tenervi in dubbio fino alla fine!!!
Ahah! Dai, scherzo! Spero che il chappy ti sia piaciuto e ti abbia dato
nuovi indizi su cui riflettere, anche se credo che questo capitolo sia
un pò povero in quel senso. A presto!
NinaFallenAngel: Wow, la
recensione di una persona nuova! Grazie di aver commentato e per tutti
i complimenti che mi hai fatto, ma con l'errore che ho fatto non li
merito. Sono stata una stupida a saltare un nome nella lista... povera
Aya... l'ho dimenticata... Spero il capitolo sette ti sia piaciuto. A
presto!
Bontina: Credo di essere io senza parole... che recensione, grazie!
Sono molto felice che ti sia piaciuta la descrizione di quella
giornata. Ne ho scritto la metà quasi subito e l'altra qualche
giorno dopo. Per la confessione dovrai attendere ancora molto. La
storia è solo all'inizio e i personaggi da trattare sono tanti.
Non ho intenzione di soffermarmi solo sulla coppia di Aki e Sana, ma
anche su altre. Tante persone non le ho messe solo per aumentare la
lista di sospetti... Per ora è troppo presto parlare degli
altri, ma molto presto darò spazio anche alle altre coppie. Poi
vedrai! Dai, frena la tua voglia di uccidermi! Appena ho letto la tua
recensione ed aver finito il giro di internet sono corsa a scrivere. Al
prossimo chappy! ...Oh, stavo per dimenticarmi... che ne pensi di
questo?
Grazie, grazie, grazie per le recensioni!
Grazie, grazie, grazie per le visite, le preferite e le seguite!
Al prossimo chappy! Ciao!
Ilaria
P.s. Ho bisogno di un piccolo aiuto... dopo due mesi che mi sono
iscritta qui, ho finalmente scritto le note dell'autore nell'accoun,
ma, nonostante riesca a mettere l'htlm nei capitoli, non ci riesco
lì. Qualcuno di quelli che recensisce può spiegarmi come
ha fatto? Grazie.
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Capitolo 9 *** VIII capitolo ***
Omicidio di un nobile - VIII capitolo
Omicidio di un nobile
Scusate!!! Ci ho messo tanto a pubblicare il chappy, ma l'ispirazione non c'era... spero di far meglio la prossima volta.
VIII
Sana
di alzò in piedi, seguita subito dopo dal conte. - Continua a
cercala - ordinò al maggiordomo. - Noi faremo lo stesso. - Lord
Hayama annuì alla sua affermazione.
I tre uscirono dal salotto. John fu deciso che si occupasse del piano inferiore, mentre Sana e Lord Hayama di quello di sopra.
Insieme i due
ispezionarono varie stanze da cima a fondo, tralasciando quella
occupata da Lady Fuka Takaishi. Se l’avessero svegliata
un’altra volta, Sana non voleva immaginare quanto si sarebbe
infuriata.
Sana e il conte
si avviarono verso l’ultimo corridoio dove alloggiavano i vari
domestici, compresi quelli delle persone che alloggiavano al momento in
casa Kamura. Provarono ad aprire quella di Aya, nel caso fosse
rientrata senza che se ne accorgessero, ma la speranza fu vana. La
camera era completamente deserta*.
Sana
lasciò la stanza un po’ delusa per non aver trovato la sua
cameriera e chiedendosi dove potesse essere e cosa stesse facendo.
Le altre stanze
erano certamente tutte occupate dagli altri domestici e fu con un
pizzico di rammarico che entrarono. Tentarono di far meno rumore
possibile per non disturbare nessuno.
Mancavano tre
stanza da controllare, quando la trovarono. E non da sola. La camera
era quella assegnata a Tsuyoshi ed era proprio il ragazzo ad essere
insieme a lei in quel momento.
Sana sbarrò gli occhi alla scena che le si presentò davanti e anche Lord Hayama si mostrò incredulo.
Il giovane
valletto era sdraiato supino sul letto, ma i piedi toccavano ancora il
pavimento; mentre Aya era sopra di lui e si baciavano
appassionatamente. La ragazza gli intrecciava le braccia intorno al
collo, mentre lui ne teneva una intorno alla vita per stringerla meglio
a sé e l’altra mano posata sul suo seno. Erano entrambi
vestiti, ma piuttosto scomposti. La giaccia di Mr Sasaki era
abbandonata sul pavimento e la cravatta allentata, mentre il vestito di
Aya era in parte slacciato e lasciava scoperte le spalle e parte del
petto. Infine, il nastrino che teneva legati i castani e lisci capelli
del ragazzo stava per scivolare sulle coperte e i capelli della
cameriera di Sana erano completamente sciolti.
Nessuno dei due
sembrava essersi reso conto della presenza del conte e della contessa.
Con discrezione, Lord Hayama si schiarì la voce.
Aya e il
valletto si separarono all’istante e si voltarono verso di loro.
I loro volti divennero bordeaux come quello di Sana. Scattarono in
piedi. Mr Sasaki si posizionò davanti a Aya per coprirla alla
vista, mentre lei goffamente si sistemava in qualche modo l’abito
e i capelli.
- Proprio non me lo sarei mai aspettato. - Disse Sana.
Tsuyoshi, come
se avesse colto una qualche forma di minaccia nascosta, esclamò
- non è stata colpa di Aya. Non la licenziate, milady. Mi assumo
io tutte le responsabilità di quello che è successo. -
Ancora un
po’ imbarazzata, Sana replicò - credo che Lord Hayama
sarà d’accordo con me sul fatto che qui nessuno
verrà lincenziato… -
I due ragazzi sospirarono di sollievo. Ora erano uno di fianco all’altra.
- …ma esigo una spiegazione. E la pretendo adesso. -
Tsuyoshi si
passò una mano fra i capelli. - Vedete, noi… ci
conoscevamo già prima di ieri mattina quando sono venuto insieme
a Lord Hayama in questa tenuta. E‘ stato prima ancora che venissi
a lavorare per voi, milord. Ci volevamo già bene allora, ma poi
io sono stato assunto dal conte e non ci siamo più visti.
Rivederci è stata una sorpresa per entrambi. -
- Che cosa? -
esclamò Sana. - Perché non l’ho avete detto subito?
…oh, che sciocca sono… avrei dovuto capirlo, altrimenti
come avresti fatto a sapere tutte quelle informazioni sul conto di Lord
Hay…ops… - si blocco rendendosi conto dell’errore
commesso.
- Aya! - la riprese Tsuyoshi.
Lord Hayama
spostò lo sguardo da Sana al suo domestico. - Tsuyoshi, non ti
avevo forse chiesto riservatezza? Perché hai raccontato tutto
alla tua… amica? - domandò sorpreso e irritato.
A Tsuyoshi si
colorarono le guance di rosso, mentre concrito si scusava - vi chiedo
perdono, milord. Ci siamo ritrovati dopo anni e ci siamo messi a
chiacchierare e tra una parola e l’altra ho spifferato tutto. -
- Spera per te che non accada più - gli ingiunse.
- Ve lo giuro, milord - gli promise e si inchinò.
- Ehm… vi
chiedo perdono anch’io, milord, e anche a te, Tsu, non avrei
dovuto tradire una confidenza. Mi dispiace molto - disse Aya.
- Lasciamo
perdere ora, tanto non è più importante. E’ stato
un bene che io fossi a conoscenza dell’attività di Lord
Hayama in modo da chiedergli aiuto in questa tragica circostanza -
chiuse il discorso Sana.
- Bene, Miss Sugita, il motivo per cui la stavamo tutti cercando è perché dobbiamo interrogarla. -
- Sì, certo. -
- Tsuyoshi, lasciaci soli. -
L’uomo annuì e lasciò la stanza.
- Da quanto tempo lavorate per la contessa? -
- Eh… sono… cinque. Sì, da quando Lady Kamura si è sposata. -
- Che cosa pensavate di Lord Kamura? -
- Non è
bene parlar male dei defunti, ma il conte non era una brava persona.
Trattava malissimo la padrona, mentre lei è così gentile
con noi domestici. - Sospirò, prima di aggiungere - invitare
quella donna qui, poi… -
- Intendete Lady Takaishi? -
Lei annuì. - Proprio lei. -
- Pensate che qualcuno avesse qualche motivo di volerlo morto? -
Lei
scrollò le spalle. - Può darsi. Vedete, succedeva spesso
che il padrone rincasasse ubriaco e in quelle occasioni si lamentava
delle perdite al gioco oppure gioiva perché aveva vinto molto.
Capite?-
Lord Hayama
annuì e chiese - che cosa avete fatto ieri sera, Miss Sugita?
Dopo cena - precisò. Probabilmente era stanco di sentire le
solite spiegazioni uguali per tutti i domestici.
- Ho portato il
caffè nel salotto per tutti i partecipanti alla cena e dopo aver
aiutato milady a cambiarsi, sono andata a dormire. -
- Vi sembra diversa la casa in questi giorni? Voglio dire… qualche comportamento sospetto… -
- Beh,
ecco… a me è parsa strana Lady Takaishi. In questi
giorni a continuato ad aggirarsi nelle vicinanze dello studio di Lord
Kamura. -
- Va bene, potete andare a riposare adesso - concesse Lord Hayama.
La ragazza si
avviò verso la porta, ma all’ultimo momento si
fermò e si voltò verso Sana. - Mi dispiace davvero, Lady
Kamura per quello che è successo - le disse.
- Sei felice e innamorata? - domandò Sana.
Aya annuì.
- Allora sono felice anch’io. -
La ragazza sorrise e li lasciò soli.
- Siete stata molto diplomatica - commentò il conte.
- Oh, sì.
Ma spero per Tsuyoshi che abbia buone intenzioni** in mente,
perché ci tengo alla felicità di Aya e non voglio che
soffra. -
- Non temete.
Stiamo parlando di Tsuyoshi. Lo conosco bene, anche se devo dire che
stasera mi ha stupito - le disse, ridacchiando leggermente.
Sana sorrise.
- Torniamo in salotto. Ci mancano ancora due persone da interrogare - aggiunse poi Lord Hayama.
Insieme lasciarono la stanza.
* Credo di
essere stata poco fedele alla lealtà in questo senso. In genere
le cameriere personali dormivano in una stanza comunicante con quella
delle loro padrone, mentre i valletti non sono sicura. In questo caso
ho preferito dare loro una stanza a testa in un altro corridoio.
** Ovviamente per “buone intenzioni” intendo il matrimonio.
Spazio autrice:
La metà del capitolo l’ho scritta quasi subito, ma poi mi
sono bloccata perché tutto ciò che scrivevo non andava
bene e alla fine e venuto così… vale a dire… fa
pena… vabbè, lasciamo perdere…
Sono già
all’ottavo capitolo era ora che trattassi un po’ delle
varie questioni sentimentali che ho in mente. Da chi potevo cominciare
se non dalla coppia più mielosa della storia? Sì, certo.
Qualcuno di voi forse sta pensando… Aki e Sana, ma per loro
c’è tempo. Non ho nemmeno idea di quanti capitoli saranno.
Tanti, comunque. Oh, avete notato che non ho ancora presentato un
personaggio? Nemmeno una volta. In nove chappy non ho ancora fatto
vedere la mitica Misako Kurata… che deplorevole mancanza da
parte mia. Devo rimediare al più presto.
Deb:
Wow! Sono contenta di avere una nuova lettrice e che la mia storia ti
piaccia! Aya non farebbe mai una cosa del genere? Eh, si vedrà!
Sono stata assolutamente imparziale nella scelta del colpevole e ho
tralasciato il carattere dei personaggi. Spero di leggere la tua
opinione anche su questo chappy e che ti sia piaciuto!
NinaFallenAngel:
Potrebbe essere stata anche Aya, come tutti in questa ff, ma in questo
caso non era sparita per lavare via macchie di sangue o simili…
eheh! Ti ho stupita? Quando mi è venuta in mente questa idea,
sono scoppiata a ridere… immaginando la faccia di Aki e
Sana… ahah! Spero che il chappy ti sia piaciuto! Alla prossima!
HELP
ME!!! (In verità l'avevo già chiesto nello scorso chappy,
ma nessuno ha risposto al mio appello...) Non riesco a mettere l'HTLM
nelle note dell'autore della mia pagina dell'account, qualcuno
può spiegarmi come si fa? Grazie.
Spero il chappy vi sia piaciuto e un grazie, grazie, grazie alle due persone che hanno recensito lo scorso capitolo!
Grazie, grazie, grazie alle visite, preferite e seguite!!!
Ilaria
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Capitolo 10 *** IX capitolo ***
Omicidio di un nobile - IX capitolo
Omicidio di un nobile
Ho risolto il
problema, ho risolto il problema, ho risolto il problema...!!! okay,
adesso basta! Perchè tanto felice? Finalmente le mie note
d'autore sono scritte in modo decente, dopo tanto penare! Prima di
iniziare il chappy, voglio ringraziare Deb per avermi aiutato!
Adesso godetevi pure il chappy!
IX
- Vieni, Asako, entra pure - disse Lady Kamura alla sua amica.
La giovane donna annuì e si avvicinò alla contessa con
espressione addolorata. - So quello che pensavi del conte, ma deve
essere stato comunque un colpo per te - le disse, stringendola in un
abbraccio.
- Solo un po’. Vedere il suo corpo non è stato affatto piacevole - le rispose, mentre si separavano.
- Miss Kurumi, vi prego, sedetevi. Ho alcune domande da farvi. Mi scuso
per avervi fatto svegliare a quest‘ora - mormorò Lord
Hayama.
- Non vi preoccupate, milord. So che state facendo domande a tutti per
scoprire qualcosa sulla morte del conte su richiesta di Sana e io sono
felice di contribuire. -
- Chi ve l’ha detto? Un domestico? -
Lei ridacchio. - Oh, no. E’ stato Lord Takaishi. E’ uscito
da qui tutto arrabbiato, sbraitando di essere stato svegliato da voi in
piena notte solo per rispondere a qualche domanda. -
Anche Akito e Lady Kamura risero, immaginandosi la scena. Poi Miss Kurumi si sedette e l’interrogatorio cominciò.
- Voi siete amica di Lady Kamura da quanto tempo? -
- Dal suo debutto. Io ero alla mia terza Stagione, mentre lei alla
prima e siamo diventate subito amiche*. Poi lei a fine stagione si è
fidanzata e sposata ed è venuta ad abitare qui. In questi anni
sono andata a trovarla abbastanza spesso e ci siamo tenute in contatto.
E’ un piacere ogni volta venirla a trovare e stare per un
po’ lontana dai miei genitori, i baronetti Kurumi. -
- Come mai una donna bella come voi non si è sposata? Non
è possibile che non abbiate avuto nemmeno un pretendente -
chiese curioso.
Lei sorrise. - La mia dote non era molto alta e questo scoraggiò
parecchi uomini. Mio padre non ha nemmeno un titolo molto alto da
vantare, è solo un baronetto**. Qualcuno che chiese la mia mano
c’era, ma io volevo l’amore e non trovandolo, ho rifiutato
tutti i pretendenti. -
- Capisco. Perdonatemi, non avrei dovuto farvi questa domanda. Non è attinente con l’indagine. -
Miss Kurumi fece un gesto con un mano come a voler dire di lasciar perdere le scuse.
- Bene, allora… nelle visite che avete fatto alla contessa, che idea vi eravate fatta del conte? -
Il sorriso sparì e il viso si contrasse dalla rabbia. - Era una
pessima persona. Non ha mai rivolto un gesto o una parola gentile a
Sana senza che ci fosse falsità. Era un ubriacone e Sana mi ha
raccontato che prima di sposarla era indebitato fino al collo a causa
della sua passione per il gioco. Aveva un’amante e… oh, lo
so che quasi tutti i nobili, uomini o donne che siano, tradiscono il
proprio consorte***, ma Lord Kamura la sbandierava senza ritegno e
l’ha pure invitata qui. -
Akito non si scompose davanti al suo fiume di parole.
- Chi pensate avesse interesse ad ucciderlo? -
-
Oh, non so. Forse proprio Lady Takaishi. Sapete, ho sentito dire Hisae,
cha a sua volta l'ha sentito da Miss Hannah Murray che i due hanno
litigato prima di venire qui. Sembra
che oltre a lei si sia intrattenuto con altre donne e che le abbia
taciuto qualcosa che l’ha fatta infuriare. Ma non so cosa. -
Akito scoccò un’occhiata alla contessa, preoccupato che
sentir parlare di altri tradimenti da parte del marito la potesse
turbare, ma lei non batte ciglio. Anzi, accorgendosi
dell’occhiata di Akito gli disse - non temete, Lord Hayama,
sapevo già tutto. -
Akito riportò l’attenzione sull’altra donna. - Qualcun’altro? -
Lei ci pensò su. - Uhm, forse il marito di Lady Takaishi. Il
visconte poteva aver scoperto la tresca. Lei è sempre stata
particolarmente sfacciata. Sana ha anche sentito parlare di affari che
avevano in comune poco puliti, ma non so altro. -
Akito sgranò gli occhi e guardò Lady Kamura. -
Perché mi avete taciuto questo particolare? - Le chiese
irritato, alzando il tono di voce.
- Mi dispiace, io non ci ho pensato. Davvero - aggiunse e sembrava sincera..
- Evitate di nuovo di scordarvi di un particolare che può
rivelarsi importante, milady. Vi sto dando la mia fiducia e vi
permetto di assistermi nell’indagine nonostante siate voi stessa
una possibile colpevole. Evitate di farmi cambiare idea su di voi - le fece presente acido.
Sana ci rimase male. Veramente non si era ricordata quel particolare
fatto, forse per la stanchezza dovuta a tutte le emozioni subite nella scorsa
giornata e le dispiacque di aver deluso il conte.
Anche Asako la fissò per un attimo e sul suo volto vi lesse
delle scuse silenziose per aver parlato a sproposito ed aver attirato
su di lei le ire del conte.
- Avete altro da dichiarare sulla domanda che vi ho fatto, Miss Kurumi? - le domandò poi, Lord Hayama.
La sua amica scosse il capo.
- Bene. Immagino che dopo le ore che abbiamo passato tutti insieme in
salotto, voi siate andata nella vostra stanza a riposare. -
Asako esitò un attimo, ma poi annuì. Il conte non parve
cogliere l’esitazione e Sana si chiese se non se la fosse solo
immaginata.
- Che cosa pensate del periodo passato qui? Avete notato qualche comportamento sospetto? -
- Beh, ho visto poche volte Lady Takaishi. In questi giorni il tempo
è stato abbastanza clemente e io e Sana abbiamo passato le
nostre giornate fuori a passeggiare, prendere il tè e andare a
cavallo, ma la viscontessa non stava con noi molto spesso. -
“Per forza”, pensò Sana. “Se quello che ha
detto Aya è vero, era troppo occupata a girovagare nelle
vicinanze dello studio di Naozumi.”
Lord Hayama sorrise alla sua amica. - Grazie per il tempo che ci avete dedicato e per l’aiuto. Ora potete andare. -
Akito osservò Miss Asako Kurumi andarsene e lasciare il posto
all’ultima interrogata, nonché suocera della vittima, Lady
Misako Kurata. La baronessa era un donna di quasi cinquant’anni
dai lunghi e lisci capelli castani raccolti in una stramba
acconciatura**** e dagli occhi dello stesso color cioccolato della
figlia. Alta e magra e con un’espressione fiera e autoritaria sul
volto pallido.
- Lady Kurata, non ho ancora avuto il piacere di presentarmi. Io sono il conte Akito Hayama. -
- So già chi siete - gli disse, mentre gli porgeva una mano dove
lui depose un bacio sul dorso. - Mia figlia mi ha parlato del vostro
arrivo ieri pomeriggio. -
- Madre, state bene? Eravate ancora indisposta ieri. Sedetevi. Mi dispiace di avervi fatto alzare. - Proruppe Sana.
- Non sapevo foste così indisposta, altrimenti vi avrei
interrogato per prima, milady. Vi prometto che sarò breve e non
vi farò perdere troppo tempo. -
- Su, su, Sana e anche voi, conte. Non siate troppo apprensivi. Avanti,
Lord Hayama, chiedetemi quello che dovete sulla morte del mio
“adorato” genero. - Il sarcasmo era evidente.
- Piuttosto scontata a questo punto la domanda su quello che pensate sul defunto marito di vostra figlia. -
- Sapete, conte, mi siete simpatico e sarò schietta con voi.
Lord Kamura era una persona falsa e inutile. Non potete nemmeno
immaginare il sollievo che mia figlia si sia liberata di un tale
essere. E non conoscete il mio rammarico per averla spinta a sposarla.
Se mia figlia ha sofferto in questi cinque anni a causa di
quell’uomo, la colpa è in gran parte mia. -
- Madre, non angustiatevi così. Io non vi incolpo di nulla - la consolò la contessa.
- E invece dovresti, tesoro - disse sconsolata la donna.
- Vostra figlia ha ragione, sapete? Voi l’avete fatto in buona fede. Chi pensate desiderasse la sua morte? -
- Di sicuro io, per come ha trattato male Sana. Direi anche Lord
Takaishi se non fosse che è così ottuso che probabilmente
nemmeno si è accorto di quello che accadeva tra sua moglie e mio
genero. -
- Questi giorni li avete passati tutti a letto, non è vero? -
- Sì, per una brutta forma di raffreddore. Mi è
dispiaciuto molto non poter aiutare mia figlia a sopportare quella
donna di facili costumi - rispose.
- Vi ringrazio molto, Lady Kurata. Ora potete andare - la congedò.
- E’ stato un piacere, Lord Hayama. Buona notte, tesoro, e anche a voi, signore - augurò la baronessa.
- Buona notte, madre. -
- Buona notte, signora. -
Nel salotto rimasero solo loro due.
- Abbiamo terminato di interrogare tutti. Con i dati presi, domani
penserò a come procedere - disse Akito, mentre raccoglieva i
fogli con gli appunti presi. Entrambi lasciarono la stanza. Lì
fuori ad attenderli c’era ancora il maggiordomo.
- John, hai chiuso tutte le entrate? - domandò la contessa.
- Certo, milady. -
- Allora, vai a dormire. Sarai stanco. E domani sei libero tutto il
giorno. Sei rimasto in piedi più di tutti e hai il diritto di
riposare. Il tuo lavoro lo farà Rei. -
- Come volete, signora. - Si inchinò e sparì nel buio del corridoio.
- E’ stata davvero una lunga giornata. Arrivederci a domani, milord. -
- Arrivederci a domani, milady. -
* Eh, sì. Il debutto di una ragazza non era solo uno a volte.
Potevano essere due, tre, anche quattro a volte. Non tutte riuscivano
ad accasarsi la prima volta, quindi o ripetevano il debutto fino a
trovare un marito o rimanevano nubili. Certo, ci saranno state delle
eccezioni ovviamente, ma in linea generale funzionava così.
** L’ordine di importanza dei titoli dovrebbe essere (dal
più alto al più basso): Duca, Marchese, Conte, Visconte,
Barone, Baronetto.
*** Triste realtà. Qualche nobile fedele c’era, ma era
più facile trovare la fedeltà tra la borghesia e classi
più povere. Tutto questo a causa dei matrimoni di convenienza
che contraevano.
**** Questo particolare non potevo toglierlo!
Spazio autrice: Ci ho messo
poco stavolta! L'ho scritto di getto e non ho smesso finchè non
l'ho finito. Finalmente ho finito gli interrogatori!
Beh, ora non mi resta che aspettare i vostri commenti. Mi raccomando... COMMENTATE!!!
Delichan123: Scusa se non ho
risposto alla tua recensione per il settimo capitolo, ma l’hai
fatta proprio quando stavo finendo il numero otto e non l’ho
vista… Un’ultima vacanza prima di scuola…? Beata
te! Ma spero che ti sei divertita!
Sai, volevo proprio dare l’impressione che Aya fosse sparita per
un motivo oscuro, mentre invece… eheh…! Ma chissà,
forse è stata proprio lei!
Eh, sì… Lady Fuka si aggirava da quelle parti come un
avvoltoio… perché? Fare pace, dici? Può essere o
forse per tutt’altro motivo… Per risolvere il mistero
manca ancora un beeeeeeel po’. Comunque… magari le fosse
venuto un ictus così ce la levavamo di torno!!! A presto!
Deb: Ci sono riuscita!
Finalmente ho messo il codice HTLM nelle note dell'autore! Dopo molti
sforzi ce l'ho fatta! Alla fine ho trovato un comando su Nvu, ma il
merito è anche tuo! Grazie tante! Riguardo il chappy, pensavo
non fosse un granchè la seconda parte perchè dopo che
trovano la coppietta dolce avvinghiata, non mi piace molto come ho
fatto reagire Sana. Il finale si riprende un pò, ma quel
capitolo ho un pò faticato prima di finirlo. Quella sera mi sono
ripresa dalla settimana di mancata ispirazione e ne ho scritto uno
intero! Qualcosa tra Sana e Aki (e non solo fra loro) nascerà e
presto spero. Devo solo trovare l'occasione giusta! A presto!
Grazie, grazie, grazie per le recensioni!
Grazie, grazie,grazie per le visite, le seguite e le preferite!
Al prossimo chappy!
Ilaria
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Capitolo 11 *** X capitolo ***
Omicidio di un nobile - X capitolo
Omicidio di un nobile
X
Sana, a dispetto della stanchezza con cui era andata a dormire,
non passò affatto una notte, o per meglio dire mattina,
piacevole. Quando finalmente era riuscita a liberare i molteplici
bottoni dietro la schiena dalle rispettive asole e sciogliere il nodo
del laccio che teneva chiuso il corsetto, era finalmente
riuscita a rintanarsi sotto le calde coperte del grande letto a
baldacchino, tentando in tutti i modi di addormentarsi, invano.
Troppi pensieri la invadevano e le impedivano di dormire.
Nella giornata precedente erano successe troppe cose: L’arrivo
dell' affascinante conte Hayama che aveva scoperto essere amico di
Naozumi; la tragica morte del marito con tutte le conseguenze che aveva
portato.
Doveva ammettere
che solo la prima di queste due cose la scombussolava
parecchio, perché fin dalla prima volta che l’aveva
visto, si era sentita molto attratta dal conte. Non era mai
accaduto con
Naozumi*, nemmeno nei primi tempi del loro matrimonio, quando ancora
pensava che lui l’amasse.
Era stata così ingenua cinque anni prima che non si era resa
conto subito di come stavano davvero le cose. Ma ormai non importava
più. Da tempo aveva smesso di provare qualcosa per
quell’uomo se non la più totale indifferenza, anche se
doveva ammettere che la sua morte l’aveva perlomeno colpita. Era
stata lei a trovare il corpo per prima. Era andata nella sua camera in
piena notte perché voleva dirgli che intendeva passare un periodo
di tempo nella tenuta della madre - glielo aveva chiesto nel pomeriggio
- fino a che "quella" donna non avesse lasciato la sua casa. Avrebbe
fatto le valigie e se ne sarebbe andata appena il tempo avrebbe
permesso di viaggiare. Certo, ora era fuori discussione che andasse da
qualche parte, non con le indagini appena iniziate e probabilmente un
assassino che girava per casa. In effetti, ora che ci pensava, non aveva detto a
Lord Hayama che era stata lei a trovare il corpo senza vita di Naozumi
ed effettivamente non le sembrava nemmeno una buona idea farlo. Lei era
una dei principali sospetti e anche se il conte aveva riposto in lei la
sua fiducia, rivelargli anche quel particolare poteva essere
controproducente. D’altra parte quasi tutti i domestici erano a
conoscenza di quel fatto e avrebbero avuto ogni occasione possibile per
dirlo al giovane uomo. No, decise, per ora non glielo avrebbe detto.
Si rigirò parecchie volte tra le lenzuola di lino prima di
riuscire a dormire un po’, alle prima luce dell‘alba che
filtravano dalle tende tirate. Anche quel sonno non durò molto a
lungo e nonostante il corpo le suggeriva di scollegare il cervello e riprendere a dormire, un pensiero improvviso la fece alzare
di scatto e tirare la corda per chiamare la cameriera con una certa
insistenza.
Lasciò la stanza una mezz’ora dopo e senza perdere tempo a
fare colazione si diresse a passo di marcia verso la stanza di Lord
Hayama. Aveva una cosa abbastanza importante da dirgli.
Dei passi risuonavano nel corridoio, insieme a delle voci femminili.
Svegliato del tutto, o quasi, Akito aprì le palpebre e
sollevò la testa dal cuscino. Si alzò in piedi,
stiracchiandosi e sbadigliando mentre si avviava alla tinozza, che
qualche domestico doveva aver portato tempo prima, per lavarsi. Si
sfilò il solo indumento che indossava - i pantaloni - e si immerse nell’acqua ormai tiepida.
Aveva passato una notte relativamente tranquilla, anche se era ancora
un po’ assonnato. Portandosi un mano alla bocca, sbadigliò
di nuovo, poi si immerse completamente nell’acqua.
La notte prima aveva riletto completamente gli appunti che aveva preso
durante i vari interrogatori, ma non era venuto a capo di niente. Tutti
quanti potevano essere benissimo dei possibili assassini, dato che
mancavano degli alibi inconfutabili e il movente poteva essere uno
qualsiasi. Akito, mentre riemergeva in superficie - i capelli che gli
gocciolavano sul collo - decise che avrebbe, prima di tutto, intrapreso
la pista del gioco. Le possibilità che avesse qualche creditore
che non poteva pagare e non voleva finire in prigione per debiti era un
ipotesi plausibile. Sempre fidandosi della possibilità che non
fosse una delle persone presenti in casa. Quando aveva suggerito alla
contessa che qualcuno poteva nascondersi in casa Kamura, non era
convinto nemmeno lui stesso e in effetti l’aveva detto solo per
provocarla e studiare la sua reazione. Per quanto volesse con tutte le
sue forze escludere la bella rossa come possibile assassina, non poteva
ancora farlo. Lei aveva avuto tutto il tempo e i motivi.
Akito non si chiese il perché di tutta quella sicurezza, si
fidava del suo istinto e basta. Non poteva credere che Lady Kamura
fosse la colpevole perché era il suo istinto a
dirglielo**.
Certo, aveva capito di desiderarla e molto anche, ma non era
niente più di questo e mai lo sarebbe stato perché lui
non voleva innamorarsi e non l’avrebbe fatto. Sicuro di questo,
finì di sciacquarsi e uscì dalla grande
tinozza.
- Milord, devo dirvi… - annunciò la contessa, entrando, senza bussare, nella stanza.
- No, aspettate… - tentò di fermarla lui, ovviamente invano.
Lady Kamura si interruppe immediatamente per la vista che le si presentò davanti.
Sana era sconvolta. Anzi, no, era completamente paralizzata.
Rimase a contemplare il corpo nudo del conte per un tempo che le parve
infinito. Minuscole gocce d’acqua scivolavano lungo il suo corpo
e Sana scordò completamente la ragione per cui si era presentata
nella stanza di Lord Hayama senza avere nemmeno la decenza di bussare.
Mentre sentiva il suo viso arrossarsi, Sana maledì la sua
pelle che era talmente chiara che il rossore che le imporporava le
guance si poteva notare anche a chilometri*** di distanza.
Anche il conte la fissava, decisamente sorpreso
dall’intromissione, ma non pareva particolarmente imbarazzato.
Quantomeno lo era meno di lei di sicuro, anche se non ci voleva molto
per esserlo.
Risvegliatasi dal suo stato di trance, Sana si coprì il
viso con le mani e gli voltò le spalle. - Oh, maledizione! -
imprecò. - Scusatemi, scusatemi. -
Lui non rispose. Lo sentì muoversi per la stanza e immaginò che si
stesse vestendo, o perlomeno lo sperò… in parte. Si morse
le labbra, rendendosi conto che cosa aveva pensato. Era vedova da
nemmeno ventiquattro ore, non poteva pensare ad un altro!
Rimasero entrambi in silenzio per qualche minuto, prima che da
dietro le spalle le arrivasse la voce del giovane uomo - potete
girarvi, milady. -
Titubante, aspetto qualche secondo prima di girarsi. Questa volta
il conte era completamente vestito. Indossava dei pantaloni al
ginocchio beige e una giacca blu scuro sopra una camicia bianca.
Sospirando di sollievo a quella meno pericolosa vista, Sana
tentò di nuovo di ricordarsi il motivo per cui era entrata con
tanta veemenza in quella camera.
- Allora, Lady Kamura, perché siete qui? - le chiese per l’appunto lui.
In un’altra stanza, poco distante da quella dove si
trovavano il conte e la contessa, due figure erano in piedi nel centro
della stanza, teneramente abbracciate.
Lei teneva le braccia intorno alla vita dell'uomo, posando il capo sul
suo petto, mentre lui poggiava il mento sulla sua testa e la teneva
stretta sé.
- Ora devo andare - disse il giovane uomo, con un accenno di rimpianto.
- Lo so. - Ci fu un attimo di silenzio. Nessuno dei due voleva fare la prima mossa e interrompere il contatto.
- Senti… - cominciò lei. - Te l’ho già chiesto molte volte, ma lo farò di nuovo. -
Lui si irrigidì subito, capendo che cosa voleva dirgli.
- Sono stanca di nasconderci, perché non possiamo rivelare al mondo il nostro amore? Tu mi ami, vero? -
- Come puoi dubitarne? - si infervorò lui. - Ti amo, ma ti
ho già rovinata abbastanza e non ho alcuna intenzione di
distruggerti anche la vita. - Detto questo, si sciolse
dall’abbracciò e la lasciò sola.
* E ci mancherebbe altro! Ops, scusate… non dovevo
intromettermi! Ma come mi viene in mente di farle pensare certe
cose?!
** Continua a dirtelo e vedrai che forse riuscirai a convincerti,
Akito. Scusate, mi sono intromesssa di nuovo...
*** Effettivamente essendo in Inghilterra dovrei utilizzare il
metodo di misurazione inglese, ma rimango su quello italiano che
preferisco.
Scommesse
aperte! Chi sarà la tenera coppietta? Su, non è
particolarmente difficile. Vediamo se indovinate, la risposta nel
prossimo capitolo… forse!
Spazio autrice: Ahah, come sono crudele! Vi ho lasciato non con uno, ma ben due punti di domanda in questo chappy…!
Sentite
condoglianze per tutti quelli che sono tornati a scuola.
Sfortunatamente l'inizio della scuola mi costringe a tornare a studiare
e mi toglie il tempo per dedicarmi alla mia amata scrittura.
Tenterò di pubblicare i chappy il più frequentemente
possibile, senza lasciar passare troppi giorni di distanza fra uno e
l'altro (ispirazione permettendo!). I miei prof sembrano impazziti
quest'anno... non ho fatto in tempo a tornare che mi hanno caricata di
studio, per di più devo occuparmi dell'area di progetto per la
maturità...
Questo capitolo non mi piace (che
novità, eh?). Mi sembra... non so... un pò forzato e non
mi sembra nemmeno l'aggettivo giusto per definirlo. Ho provato a
sottolineare un pò di più i pensieri dei personaggi
principali stavolta, ma non sono molto convita del risultato... boh, in
fondo siete voi a decidere.
Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Deb: All’inizio quando ho
letto la tua recensione non ero riuscita a capire bene che intendessi e
ho fatto qualche miliardo di ipotesi…! Quando l’hai
modificata, completando, ho poi capito dove volevi arrivare e volevo
ringraziarti perché era un’osservazione acuta. Già
sapevo di essere poco pratica (anzi, completamente incapace) con i
caratteri dei vari personaggi e non
esterno bene i loro sentimenti nelle varie situazioni. E’ vero
anche che tento di far capire il meno possibile dei loro segreti
nascosti che hanno molti di loro e questo peggiora la situazione.
Almeno metà dei personaggi ha un segreto (alcuni ovvi, altri
meno) e questo mi costringe a farli un pò imperscrutabili, ma
probabilmente ho esagerato... Vabbè, le critiche e continuare a
scrivere mi aiuterà a
migliorare! Sono contenta che ti sia piaciuto il chappy e le mie
descrizioni, anche se su quest’ultime non sono ancora molto
soddisfatta. Ci sono molte cose che non preciso quando presento un
personaggio o un ambiente. Al prossimo chappy!
NinaFallenAngel: Non posso
correre troppo con Sana e Aki… lei è vedova da appena un
giorno e anche se a nessuno importa molto di Nao non posso far
succedere qualcosa fra loro così presto. Comunque non ti
preoccupare… credo che ben presto la storia procederà
più velocemente. Non posso descrivere ogni singolo giorno se non
succede nulla d’importante e ovviamente non capita qualcosa in
continuazione, per cui ci saranno dei salti di qualche giorno. Non subito probabilmente, ma presto. Spero
che questo chappy ti sia piaciuto, alla prossima!
Delichan123: Ho
aggiornato, anche se ci ho messo molto più tempo di quanto non
volessi... la colpa purtroppo è anche della scuola che mi ruba
ore preziose per scrivere. Vabbè, spero che il chappy ti sia
piaciuto. Devo dire che la scena che preferisco (e l'unica che è
appena appena decente) è l'ultima con la coppietta. Un pò
zuccherosa forse...
Quella con Aki e Sana non è venuta proprio come la volevo
inizialmente, ma meglio non sono riuscita a fare... Al prossimo chappy!
Grazie, grazie, grazie per le recensioni!
Grazie, grazie, grazie per le visite, le seguite e le preferite!!!
Al prossimo chappy!
Ilaria
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Capitolo 12 *** XI capitolo ***
Omicidio di un nobile - XI capitolo
Omicidio di un nobile
XI
Un’illuminazione
la colse all’improvviso. - Prima di tutto, conte, vi chiedo
perdono per l’irruenza con cui sono entrata nella vostra stanza.
-
Lui
liquidò la questione con un gesto della mano. - Lasciate
perdere. Piuttosto, mi interessa sapere perché siete qui. -
- Sì,
certo. Lord Hayama, vi ricordate quando ieri sera Asako vi ha parlato
di certi affari che mio marito stava trattando con qualcuno? -
Lui annuì con il capo.
- Vedete,
milord, qualche giorno fa, sono entrata nello studio di Naozumi
senza… - Arrossì lievemente. - Senza bussare - concluse.
- E’ una vostra abitudine, allora - commentò il conte con un velo di sarcasmo.
Lei lo
ignorò. - Entrando, ho notato che stava studiando delle carte e
quando si è accorto di me, mi è parso che volesse
nasconderle alla mia vista - spiegò Sana.
- Siete riuscita a leggere qualcosa di quei fogli? - le domandò.
Lei scosse il
capo. - No, perché sul momento non mi ero resa conto del suo
tentativo di celare quei documenti; per questo ho preso il libro che
volevo e me ne sono andata. -
- Dobbiamo trovare quelle carte. -
- Speriamo le abbia lasciate nello studio. Altrimenti potrebbe averle messe in camera sua - disse Sana, avviandosi alla porta.
Il conte la seguì.
Akito
seguì in silenzio la contessa che lo conduceva nello studio.
Quei fantomatici documenti potevano rivelarsi importanti - sempre che
esistessero davvero e lei non gli stesse mentendo. Voleva crederle e in
parte lo faceva, ma non poteva fidarsi del tutto. D’altra parte,
se l’assassino era un altro, le possibilità che fosse
lì con loro erano alte. Non gli piaceva affatto lasciarla sola
per qualche giorno, non appena avesse smesso di piovere. Non poteva
fare altrimenti però, se voleva seguire la pista che aveva
scelto quando si era destato. Gli eventi di poco prima gli tornarono
alla mente. Vedendo entrare la giovane contessa all’improvviso,
aveva provato un lieve imbarazzo, ma comunque alla sua età aveva
avuto alcune relazioni con alcune donne vedove*. Relazioni piuttosto
soddisfacenti che si erano concluse in modo amichevole e non gli
sarebbe affatto dispiaciuto attirare anche la vedova dai capelli rossi
nel proprio letto.
Una relazione
senza impegno con lei gli sarebbe piaciuta, ma per come stavano le
cose, gli sembrava alquanto improbabile. Con che sfacciataggine
potevano corteggiare una donna vedova da ventiquattro ore? Senza
contare il compito di trovare l’assassino del marito di lei, tra
l’altro.
No, decisamente non era una buona idea. Sospirando, attraversò la porta dello studio, aperta da Lady Kamura.
Insieme, i due
giovani svuotarono i cassetti in legno intarsiato della scirvania alla
ricerca di qualche documento importante. Akito diede anche dei colpetti
sul fondo di quei cassetti e sul resto della scrivania alla ricerca di
qualche scomparto segreto, ma senza risultati. Successivamente,
controllarono anche tra le pagine dei libri riposti nelle tante
librerie fino a rivoltare tutta la stanza. Passarono parecchie ore,
quando si rassegnarono ad non aver trovato nulla.
- Potremo
provare in camera da letto - ricordò Lady Kamura ad Akito. Si
era seduta su una delle poltrone della stanza. Alcune ciocche erano
sfuggite all’acconciatura, andando ad appoggiarsi sulle spalle
ricoperte dal tessuto nero** del vestito. Avevano faticato parecchio
per controllare la stanza da cima a fondo e ormai distrutti, entrambi
si erano accomodati per riprendere fiato.
Lui annuì.
Nel momento in
cui uscirono dallo studio per andare nell’altra stanza,
l’inconfondibile rumore prodotto da uno stomaco vuoto, infranse
il silenzio.
Le guance di
Akito si imporporarono leggermente, mentre, poggiando una mano sullo
stomaco traditore, disse - ehm, che ne pensate di pranzare prima? Sono
parecchie ore che cerchiamo, possiamo prenderci una pausa. -
Lei sorrise. -
Già! Scusatemi se non ho pensato subito al pranzo, milord, ma
eravamo così presi che mi è passato di mente. E’
già pomeriggio e non avete nemmeno fatto colazione. -
- Nemmeno voi, se è per questo. -
- Bene, allora andiamo. -
In sala da
pranzo erano presenti solo loro due. La contessa si era informata con
una cameriera - Hisae, se non ricordava male - se i suoi ospiti o sua
madre fossero scesi per pranzare, ma la risposta fu negativa. I
visconti Takaishi avevano richiesto un vassoio in camera, mentre sia
Miss Kurumi che la Baronessa Kurata dormivano ancora.
Dopo aver
consumato il pasto, Akito e la contessa si recarono in quella che era
stata la camera da letto di Lord Kamura. Il corpo era stato finalmente
spostato in un’altra stanza lontana dalle altre e ci sarebbe
rimasto fino a che non fosse stato possibile organizzare il funerale.
Scoccando uno
sguardo alla finestra, gli sembrò che il cielo fosse meno scuro
e la pioggia si fosse un po’ calmata. Probabilmente il tempo
stava volgendo al meglio. Appena avesse smesso di piovere, sarebbe
andato a fare qualche ricerca nei luoghi più vicini dove si
giocava a carte e magari anche in città. Nel viaggio di ritorno
avrebbe fatto qualche domanda anche ai contadini. Akito decise anche
che avrebbe chiesto a Tsuyoshi di rimanere lì e vegliare sulle
persone di quella casa.
Un suono vuoto
interruppe i suoi pensieri. Batte qualche altro colpo sulla superficie
interna dell’armadio e sentì di nuovo quel suono.
- Lady Kamura, venite. Qui ci deve essere uno scompartimento segreto. -
Lei lo
raggiunse. - Davvero? - La contessa osservò il punto da lui
indicato. - Oh, avete ragione. Guardandolo meglio si vede il segno di
un cassetto. Come facciamo ad aprirlo? -
- Non lo so. Controlliamo per bene tutto l’armadio - suggerì.
Svuotarono e
setacciarono l’armadio da cima a fondo, riuscendo, alcuni minuti
più tardi, a scovare il meccanismo che fece spalancare il
piccolo scomparto segreto.
- Si è aperto! - Esclamò Sana.
Entrambi si
protesero per guardare all’interno, ma fu con delusione che
scoprirono che nulla all’interno era custodito.
- E’ vuoto! - Disse Akito con rabbia.
- Tanta fatica per niente - sospirò Lady Kamura, tirandosi indietro.
I dubbi
colmarono Akito. E se fosse stata proprio la contessa a svuotare il
nascondiglio segreto? Poteva aver davvero fatto tutta quella
sceneggiata per allontanare i sospetti da lei? I famosi documenti
esistevano davvero o lei lo stava solo prendendo in giro? Non era
sicuro della risposta a nessuna di quelle domande, però ancora
una volta si rese conto che lui voleva crederle.
Con tutto se stesso.
Casa Kamura, la notte precedente
Facendo
attenzione a non fare rumore, abbassò la maniglia della stanza
della contessa. Si avvicinò al letto e notò che la chiave
della stanza accanto era posata sul comodino. Tirò un sospiro di
sollievo. Aveva provato parecchia irritazione scoprendo che la stanza
era chiusa a chiave, anche se lo immaginava. Agguantò la chiave
e si diresse verso l’altra stanza. I documenti si trovavano
chiusi all’interno dello scomparto segreto nella camera di Lord
Kamura. Evitando l’uomo che aveva ucciso che giaceva sul
pavimento, raggiunse l’armadio e aprì il cassetto.
Tirò fuori i documenti e incurvò le labbra in un sorriso
sadico. Adesso era al sicuro.
Lasciò
la stanza richiudendo la porta a chiave e fece tornare
quest’ultima al suo posto. Si dileguò nel buio.
* Ovviamente
non ci si può aspettare che frequenti donne nubili,
perché lo scandalo sarebbe enorme e sarebbe costretto a sposare
la fortunata e credo che nessuno di noi voglia dividere la coppia
Aki/Sana.
** Mi scoccia
parecchio dover far vestire Sana in nero per i prossimi sei mesi e
passare al grigio o marrone per gli altri sei (il lutto è di un
anno), ma funzionava così e io mi adeguo. Con questo non vuol
dire che passerà tutto questo tempo nella storia prima della
fine. Nemmeno io ho idea di quanto ci vorrà a scoprire
l’assassino, dato che sto improvvisando e l’unica cosa che
so più di voi è chi è (esclusi naturalmente i
segreti dei personaggi!). Tutto quello che succede tra loro lo invento
al momento ed è anche per questo che impiego così tanto
tempo a scrivere un chappy, devo a pensare a cosa far capitare a questi
poveri e sfortunati personaggi finiti nelle mie mani.
Spazio autrice:
Sono proprio cattiva! I dubbi scorsi sono rimasti e temo rimarranno
ancora un po’! Lo so, ci ho messo un bel po’ di giorni a
scrivere questo capitoletto, ma è un periodo con poca
ispirazione e troppa scuola. Mi duole ammettere che anche i prossimi
capitoli rischiano di essere postati non in meno di una settimana. Uno
dovrei farcela e dovrebbero trovarsi tutti a fine settimana. Non
farò promesse, perché non credo di poterle mantenere, ma
spero di non impiegarci più di sette - otto giorni per ognuno.
In caso succedesse, vi chiedo fin d’ora di perdonarmi.
Che fatica
scrivere l’ultimo pezzo: Ho dovuto trovare le frasi giuste per
descrivere la situazione e non farvi capire se la persona entrata era
uomo o donna.
Mi raccomando... COMMENTATE!!!
Deb:
Ciao! Hai scritto una recensione molto lunga, quindi ti meriti una
risposta della stessa (o quasi) lunghezza. Come hai detto tu, e
anch’io la volta scorsa, questa ff è un giallo e i misteri
rimarranno fino alla fine… o almeno ci proverò a
confondere le acque in tutti i modi che mi verranno in mente!
Anch’io
lascio immediatamente la recensione, anzi a volte leggo il capitolo e
la scrivo, altrimenti perdo tutto, o in parte, quello che volevo dire.
E’ vera
la storia delle descrizione… qualcosa faranno questi poveri
personaggi mentre parlano, no? Non so, camminano, si muovono… e
non stanno in uno spazio vuoto. Almeno una vaga idea di dove si trovano
bisogna metterla.
Quando ho detto
che non preciso le cose, non mi sono spiegata bene (tanto per
cambiare!). Intendevo, ad esempio… la forma del viso, gli
zigomi e tanti altri piccoli e antipatici particolari di cui ancora non
faccio alcun uso. Mentre per gli ambienti, non metto tutto
perché, come hai detto tu, ucciderebbe l’immaginazione del
lettore. Ah, comunque, anch’io immagino il legno scuro e la
vernice bianca, però le tende del baldacchino le vedo rosse!
Può
sembrare incredibile, dato che ho riletto le prime righe del capitolo
ben due volte, ma non mi sono proprio accorta di aver sbagliato
“dell’affascinate”. L’avevo completato la sera
prima di postarlo e ho fermato la rilettura alle prime righe
perché ero un po’ stanca. Il giorno dopo, l’ho fatto
di fretta e non me ne sono accorta…
Gli errori di
distrazione sono più brutti di quelli di ortografia per me. Se
sbagli perché non lo sapevi, impari una cosa nuova e non sbagli
più. Gli errori di distrazione come quello invece non mi piace
proprio farli, perché avrei potuto evitarli facendo un pochino
d’attenzione.
L’altra
frase invece è voluta. Non è sbagliata, è solo un
modo diverso di impostarla. A volte il “che” non è
la scelta migliore e mettere il “decise” fra due virgole
come ho fatto io e solo una scelta diversa. L’ho incontrato un
po’ di volte in qualche romanzo che ho letto.
Sono stata
piuttosto indecisa su che reazione far avere ad Akito. Alla fine ho
optato per la sua famosa facciata apparentemente indifferente. Akito
sono sicura sia stato molto imbarazzato, ma Sana non poteva
saperlo… anche perché era troppo impegnata a
guardarlo!… eheh…! Akito è molto bravo a
nascondere quello che prova e lei non se ne resa conto. Ricordati che
il punto di vista era quello di Sana.
Ah, proposito… molte grazie per la recensione! E’ stato un piacere leggerla!
A presto (spero) con il dodicesimo capitolo!
NinaFallenAngel:
Era questo che doveva dire Sana, anche se in realtà alla fine
non si è scoperto molto! Mi dispiace di averti fatto attendere e
temo che questo capiterà ancora... uffa... la scuola! Spero che
il chappy ti sia piaciuto. Praticamente l'ho scritto tutto oggi, dato
che gli altri giorni ho avuto poco tempo e ispirazione. Vabbè,
spero di pubblicare presto il prossimo. Ciao!
Un grande ringraziamento a chi recensisce perchè mi spinge a scrivere e mi aiuta!
Un grande ringraziamento per le visite, le seguite e le preferite!
Al prossimo chappy!
Ilaria
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Capitolo 13 *** XII capitolo ***
Omicidio di un nobile - XII capitolo
Omicidio di un nobile
XII
Passarono
tre giorni prima che le strade furono di nuovo praticabili, ma Akito
partì solo il giorno successivo. Prima non poté
perché partecipò insieme a tutti agli abitanti di casa
Kamura al funerale del proprietario. Le autorità erano
finalmente state avvertite della dipartita e il governo aveva
acconsentito formalmente che lui si occupasse del caso. Akito, durante
il funarale, ascoltò con distacco le parole del vicario,
perché era molto più interessato alle reazioni delle
altre persone presenti. Lady Kamura, a pochi passi da lui, bellissima
anche nel suo austero abito nero, aveva un’espressione seria
dipinta in volto, ma non lasciava trasparire alcuna emozione. Vicino a
lei c’era la sua amica Asako Kurumi. Teneva la contessa
sottobraccio e fissava con aperto disprezzo la bara davanti a
sé. D’altra parte, i coniugi Takaishi erano uno di fianco
all’altra. Il visconte sembrava dispiaciuto, mentre la
viscontessa stava piangendo tutte le sue lacrime e si asciugava gli
occhi un poco rossi con un fazzoletto di seta. Akito si chiese se
fingesse oppure no. Anche la madre di Lady Kamura, Lady Misako Kurata
era presente. Completamente guarita dal suo raffreddore, era il primo
giorno che lasciava la sua stanza - escluso i pochi minuti in cui
l‘aveva interrogata tre giorni prima. Era seria, ma il suo viso
rispecchiava anche una certa serenità. Sembrava davvero felice
che sua figlia fosse libera dal matrimonio con il marito.
Il giorno della
partenza, Akito fece preparare una borsa con dentro alcuni cambi
d’abito e chiese allo stalliere di chiamare la sua carrozza.
Erano ormai le tre del pomeriggio, quando uscì fuori dalla casa.
La contessa era dietro di lui e lo seguì fino alla vettura.
Akito si voltò a guardarla e sempre tentendo gli occhi fissi nei suoi, le prese una mano per porle un bacio sul dorso.
- Arrivederci, milady. -
- Tornate presto e… state attento. -
Akito salì sulla carrozza e scostò la tendina per osservare Lady Kamura. - A presto - la salutò.
- Buon viaggio - ricambiò lei.
L’uomo diede un colpetto alla superficie della vettura, che partì subito.
Gli dispiaceva
parecchio partire ad Akito, ma non poteva fare altrimenti. In quei
pochi giorni aveva passato molto tempo insieme alla contessa, con la
scusa di farsi raccontare tutto quello che poteva sul marito per farsi
un’ idea più precisa su di lui. Molto spesso la
conversazione si era portata su di loro e avevano scoperto di avere
entrambi una passione per l’equitazione. A causa del mal tempo
non erano potuti uscire a cavallo, ma si erano promessi di farlo non
appena lui fosse tornato dal suo viaggio.
Sana rimase a
guardare la carrozza fino a che essa non scomparve alla vista. Si
girò e rientrò in casa. Vide Asako scendere le scale
velocemente e raggiungerla. - Sana, finalmente ti trovo! -
- Ero uscita un momento per porgere i miei saluti a Lord Hayama - si giustificò la ragazza.
- E’
andato via? Credevo rimanesse qui un po’ di tempo per risolvere
il mistero della morte di tuo marito - replicò l’altra,
mentre prendeva sottobraccio l’amica e la trascinava via
dall’ingresso.
- Infatti, ma ha deciso di seguire una pista in città e nei dintorni. Asako, dove stiamo andando? -
- A prendere un
tè, mentre mi racconti che cosa hai fatto con il tuo bel conte
in questi giorni, lasciandomi da sola con quella piaga della
viscontessa. -
Entrarono in
una piccola stanza che era adibita a salottino. Sana si accomodò
su uno dei divani, mentre Asako tirava la cordicella per chiamare la
cameriera. Sana fulminò l’amica, mentre replicava stizzita
- non è il “mio” conte! -
Sollevando gli
occhi al cielo, Asako si sedette su una poltrona. - Non ti arrabbiare.
Dicevo tanto per dire, comunque non divagare. Devi raccontarmi di
questi giorni. Dimmi che è successo qualcosa
d’interessante, così almeno le ore passate in compagnia di
quella donna, o di quel borioso di suo marito, saranno valse a
qualcosa. -
- E’ stato così terribile? -
- Peggio. -
- Mi dispiace,
ma non ho molto da raccontarti - cominciò Sana. - Abbiamo
passato le giornate parlando di Naozumi. Lui mi poneva le domande e io
rispondevo. - Per un attimo a Sana tornò in mente la mattina
successiva alla morte del marito, quando era entrata senza bussare
nella camera di Lord Hayama e l’aveva trovato completamente nudo,
e le guance le si imporporarono di nuovo di rosso.
- Perché sei arrossita? Che cosa mi nascondi? - Domandò Asako, osservando il viso accesso della contessa.
- Nulla e poi
non dovresti farmi certe domande e io non dovrei risponderti. Non sei
una donna sposata e non dovresti interessarti a certe cose*. - Non
credeva veramente a ciò che diceva, ma in qualche modo dove
tirarsi fuori da quel’imbarazzante interrogatorio.
- Mi sembri mia
madre… - commentò. Sorrise maliziosamente e aggiunse -
questa tua reticenza non fa che convincermi della mia teoria. -
- Quale teoria? - Sana non era ben sicura di voler conoscere la risposta.
Bussarono alla porta.
- Avanti - disse Sana.
Aya entrò. - Milady, Miss Kurumi. Di che cosa avete bisogno? -
- Portaci un tè, Aya - ordinò Asako.
Quando la cameriera se ne andò, Sana si voltò di nuovo verso l’amica. - Quale teoria? - ripetè.
- Che tra te e l’affascinante conte c’è qualcosa. -
- Non c’è assolutamente nulla! - ribadì Sana.
- Forse per ora, però devi ammettere che un po’ ti piace. -
- Ehm… no, ti sbagli - negò.
Asako ridacchiò. - Farò finta di crederti. -
- Inoltre ho intenzione di non innamorarmi mai più. -
Asako divenne
seria. - L’amore non lo puoi comandare, Sana. Non puoi fermarlo,
né decidere di chi innamorarti. Quando ti innamorerai, veramente
questa volta, lo capirai. Se sarai ricambiata, e su questo non ho dubbi
- affermò sorridendo. - Sarà una delle cose più
belle che possano capitarti nella vita. -
Sana la guardò meravigliata. - E da quando sei così esperta? -
Asako rimase
interdetta. - Esperta? Oh, no, la mia è solo saggezza innata! -
Disse con finta presunzione. Poi,rise… ma piuttosto
forzatamente.
Sana la
fissò attentamente. Chi delle due realmente stava nascondendo
qualcosa all’altra? In quel momento, il bussare alla porta
interruppe i suoi pensieri. Asako permise alla cameriera di entrare.
Era Aya e teneva con entrambe le mani un vassoio con il servizio da
tè. Ormai distratta, Sana non si rese conto dell’abile
cambiamento di argomento dell’amica.
Era giunta la
sera e Asako era seduta sul suo letto con la schiena posata contro la
testata. Indossava la sua camicia da notte e teneva fra le mani un
romanzo, anche se non era per niente attenta al racconto. La ragazza
era ferma sulla stessa pagina da molto tempo e non dava segno di
volerla completare. I suoi pensieri erano tutti da un’altra
parte.
Asako ripensava
alla conversazione che aveva avuto con la sua amica Sana, prima che
entrasse Aya con il tè che aveva richiesto. Si sentì in
colpa di nuovo. Le dispiaceva parecchio non poter essere sincera con la
sua migliore amica, ma non poteva fare altrimenti. Aveva promesso.
Promesso che non avrebbe mai rivelato niente ad anima viva. Mai.
Dei colpi alla
porta, la fecero voltare verso di essa. Senza attendere risposta, il
nuovo arrivato entrò, chiudendo la porta alle sua spalle.
Dimentica dei
problemi, Asako accolse Rei con un sorriso. - Sei venuto! -
esclamò contenta. Si alzò in piedi e gli corse incontro.
Gli gettò le braccia al collo, mentre lui l’attirava a
sé, stringendo le braccia attorno alla sua vita. Lo baciò
appassionatamente, poi si tirò indietro con gli occhi che le
brillavano.
Lui sorrise dolcemente, ma con una punta di tristezza. - Forse non sarei dovuto venire. E’ sbag… -
Asako gli chiuse la bocca con una mano, interrompendolo.
- Non dire
niente. Sei qui e questa è l’unica cosa che conta -
affermò convinta. Quella notte, decise Asako, non avrebbe
parlato nemmeno una volta del fatto che non le importava della loro
differenza di classe. Non voleva discutere e godersi il momento.
Arretrando, raggiunse il letto, portandolo con sè. Quella notte
era solo per loro e l’amore che li univa.
* Asako non
è sposata, quindi l’argomento intimità è
proibito per lei. Non dovrebbe saperne nulla, se non qualche breve
cenno da sua madre prima del matrimonio.
Spazio autrice:
Spero di riuscire a mantenere questo ritmo e postare un capitolo ogni
settimana, ma come ho già detto preferisco non fare promesse. In
genere passo la settimana a pensare al capitolo e scriverne qualche
riga e finisco per concluderlo il sabato.
Riguardo a
questo chappy… mi sono interessata un pochino sulla partenza di
Akito (Non andrà via per molto. Una o due settimane al massimo e
sarà solo per pochi capitoli perché questi giorni
passeranno in fretta e credo che farò anche qualche scena con
lui magari di tanto in tanto) e su Asako di cui non ho mai parlato
molto. A proposito del pezzo finale... Credo che presto metterò
un punto di vista anche di Rei. E’ giusto che lui spieghi tutte
le ragioni della sua relazione con Asako che ho ideato per lui.
Nei prossimi
chappy si vedrà di nuovo la megera, voglio dire Fuka!, che
tornerà per rompere… ehm, per “deliziarci”
con la sua compagnia. Tornerà Yuta e anche Misako. Devo dare un
po’ di spazio a tutti.
NinaFallenAngel:
Posso rispondere benissimo alla tua domanda. La risposta è
sì. Chi ha rubato i documenti e la stessa persona che ha ucciso
il povero (sì, come no!) Nao. Spero che il chappy ti sia
piaciuto e che continuerai a seguirmi. A presto!
Princerella: Sono
stata contenta di leggere di nuovo una tua recensione! Come hai detto,
anche se al rallentatore si procede. Mi dispiace, ma non è
affatto detto che l’assassino sia un uomo… per scrivere il
pezzo sulla sottrazione dei documenti ho fatto in modo che si potesse
adattare anche ad una donna…
Ci arriverete
prima o poi (ma non escludete di esserci già arrivati!). Spero
che il capitolo ti sia piaciuto… alla prossima!
Deb:
Oh, sì alla mia maggiore età manca davvero poco e vedrai
che il giorno del mio compleanno, o al massimo quello dopo, riceverai
la recensione per tutti i capitoli dell’altra tua storia. Voglio
proprio leggerla.
Hai proprio
ragione sulla maturità… già dal primo giorno hanno
cominciato a stressare. Pensa che la mia prof di italiano ci ha fatto
un monologo di un’ora e alla fine ha detto: “Ma non voglio
spaventarvi!” Doveva pensarci prima di iniziare a parlare…
Conoscendomi so
già che sarò agitatissima, ma comunque studio tutto
l’anno. Non abbastanza da avere la media dell’otto, ma al
sette ci arrivo. La mia scuola è un istituto tecnico che mi
lascerà andare con un diploma di perito edile… ma il mio
sogno rimarrà sempre la scrittura. L’anno scorso avevo
preso in considerazione l’idea di smettere di scrivere… ma
poi le mie amiche mi hanno fatto tornare indietro su questa
decisione… comunque non sarei durata molto… scrivere
è troppo importante per me.
Anche a me
piace la parte finale dell’undicesimo capitolo. Mi è
venuta in mente e l’ho scritta di getto. Vabbè questo
posso dirlo… Sana è innocente. L’assassino è
di sicuro un altro/a. I baci fra di loro e anche qualcosa di più
succederà presto, anche se non ho ancora in mente
l’occasione giusta. Che ne pensi di questo capitolo? Ti ho
sorpresa con la rivelazione della coppia misteriosa?
Al prossimo chappy, ciao!
Un grazie speciale a tutti quelli che commentano i miei capitoli!
Un altro grazie per le visite, le preferite e le seguite!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
|
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Capitolo 14 *** XIII capitolo ***
Omicidio di un nobile - XIII capitolo
Omicidio di un nobile
XIII
Tsuyoshi
si guardò intorno e, assicuratosi che il corridoio fosse
deserto, aprì la porta dello studio e vi entrò.
Tirò un sospiro di sollievo osservando che anche la stanza era
vuota. Non gli piaceva affatto l’incarico che il conte gli aveva
affibbiato, ma era contento di poterlo aiutare. Lord Hayama gli aveva
chiesto di tenere d’occhio le persone che abitavano in quella
casa - Aya compresa - e di dare un’occhiata in giro nella
speranza di trovare qualcosa o assistere a qualche conversazione
importante per l’indagine. Sospirando, si preparò a dare
un’occhiata in giro e sperava tanto di trovare qualcosa questa
volta. Aveva passato tutto il giorno precedente a fingere di limitarsi
ad aiutare gli altri domestici, mentre segretamente aveva rovistato
nelle stanze nelle loro stanza, in sala da pranzo e nelle cucine* senza
successo. Continuava a temere di essere scoperto da qualche domestico,
qualche ospite o peggio ancora, dalla padrona di casa.
Tsuyoshi passò in rassegna i libri, aprendoli e
controllando se vi era qualcosa nascosto. Fu con delusione che rimise a
posto l’ultimo tomo un’ora più tardi.
Emettendo un gemito di frustrazione, Tsuyoshi sferrò un
calcio alla base della libreria. Fu la sorpresa l’emozione
successiva, quando a occhi sgranati osservò lo scaffale aprirsi
come una porta e rivelare dietro di sè un passaggio segreto.
Ripresosi dallo stupore, un sorriso incurvò le sue labbra.
Aveva trovato qualcosa! Emozionato, si spinse in avanti con la testa in
modo da osservare l’interno del passaggio: sembrava piuttosto
lungo e il buio non permetteva di vedere dove andava a finire. Presa la
decisione di attraversarlo tutto, agguantò un candelabro, lo
accese e oltrepassò la soglia, richiudendo dietro di sé
la libreria. Con un colpo al cuore, si augurò di riuscire a
trovare il modo per riaprirlo dall’interno. Non aveva alcuno
intenzione di finire i suoi giorni tanto presto e in un passaggio
segreto.
Potendo decidere se andare a sinistra o a destra, scelse la prima e tenendo il candelabro avanti a sé, si avviò.
Camminava lentamente nel tentativo di notare particolari
importanti: come la luce passante dalle fessure, che significava altre
entrate, o se c’era la traccia di ragnatele, che significava un
possibile recente utilizzo del passaggio.
Aveva percorso una decina di metri, quando vide poco più
avanti delle piccole scale. Il passaggio proseguiva anche al piano di
sopra.
Salì le scale e proseguì il suo cammino fino a che
non sentì delle voci. Si avvicinò il più possibile
al punto dove provenivano e notò una piccola fessura da cui
fuoriusciva la luce del giorno. Da lì poté vedere chi
stava discutendo: Erano un uomo e una donna. I coniugi Takaishi.
La stanza che Tsuyoshi vedeva era una di sicuro una da letto, per
questo immaginò che fosse quella assegnata ai visconti. La
viscontessa era in piedi ed era vestita per uscire. Indossava un
raffinato abito color bordeax e sopra di esso un lungo mantello rosso.
- Esci? - le domandò il marito, seduto sopra un divanetto.
Lei replicò acida e sprezzante - esatto! Non lo vedi?
Altrimenti perché pensi che abbia indossato il mantello, allora?
-
Lui la ignorò. - Dove vai? - le chiese, invece.
La viscontessa esitò - a… a fare una passeggiata. -
Lord Takaishi colse l’esitazione e si alzò in piedi,
inarcando un sopracciglio. - Menti! So benissimo che mi tradivi con
Naozumi. Adesso che è morto, hai trovato qualcun altro per
sfogare le tue voglie? Né hai trovato uno ricco questa volta? In
modo che possa soddisfare anche la tua voglia di regali? -
Lei lo guardò con aria di sufficienza, prima di ribattere - che cos’hai? Sei geloso per caso? -
- Non dire assurdità! Non mi importa niente di te,
né di ciò che fai. Ricordati che la nostra unione
è voluta solo per il reciproco interesse. Tu sei bella, di
buona famiglia e disponevi di una buona dote, mentre io ho un buon
titolo e non mi importa se mi sei fedele o meno. Abbiamo fatto entrambi
un buon affare. -
- Proprio così! - approvò lei.
Lui socchiuse gli occhi e la guardò minaccioso. - Ho detto
che puoi tradirmi, non che puoi ridicolizzarmi. Sì più
discreta, quando ti trovi un amante - le ingiunse.
- Come te? - rise lei. - Credi che non sia a conoscenza del tuo ben nascosto interesse per la contessina dei miei stivali? -
- Non mi interessa affatto! - replicò lui con convinzione. Tsuyoshi si chiese se fosse vero o meno.
La viscontessa rise di nuovo, più forte, con scherno. - Sia come sia, hai dei gusti orribili, mio caro. -
Si fermò un attimo prima di aggiungere - adesso devo andare! - E lasciò la stanza.
Tsuyoshi si tirò indietro dalla fessura, il viso distorto
da un’espressione di disgusto. Non credeva che esistessero nobili
tanto orribili. Il suo padrone non era affatto così. Il conte
forse non concedeva il proprio affetto con tanta facilità, ma
era una persona corretta ed era sicuro che quando si fosse sposato, non
avrebbe mai stipulato un simile matrimonio.
Tsuyoshi proseguì il suo giro fino a raggiungere altre tre
possibili uscite. La prima che dava sulla camera del suo padrone, la
seconda su quella della contessa e la terza su quella del defunto
conte.
Arrivato alla fine, si voltò e ripercorse la strada
all’inverso, fino a raggiungere il punto di partenza. Questa
volta proseguì svoltando a destra e vi trovò una sola
uscita per giungere nelle cucine.
Tornò di nuovo indietro, sperando con tutto se stesso di
trovare il modo per uscire da lì dentro. Stava passando a
tentoni le mani sulla superficie in pietra, quando si rese conto con
sgomento che il passaggio si stava aprendo di nuovo. Ma non era stato
lui ad aprirlo!
Indietreggiò spaventato, svoltò a destra e spense le
candele nella speranza di non farsi scoprire. Le spalle al muro, chiuse
gli occhi, come se questo potesse aiutarlo. Sentì i passi di
qualcuno che entrava nel passaggio e richiudeva la porta dietro di
sé. Accolse con sollievo il rumore dei passi che si
allontanavano nella direzione opposta. Attese qualche minuto prima di
lasciare il suo nascondiglio e riprendere a cercare una via di uscita.
Tsuyoshi fu completamente sollevato solo alcuni minuti dopo, quando
riuscì a ritornare nello studio. Rimise a posto il candelabro e
si sedette su una delle sedie della scrivania. Si prese la testa fra le
mani e tentò di trovare qualche informazione utile sulla persona
che “non” aveva visto. Sapeva solo di aver sentito il
fruscio della stoffa. Era quasi certo che si trattasse del fruscio
dell’orlo di un abito che sfrega contro il terreno. Era una donna
quindi?
Solo di una cosa era certo: qualcuno in quella casa conosceva il passaggio.
Convinto di aver avuto troppe sorprese per quella giornata,
lasciò lo studio e decise di andare in cucina ad aiutare gli
altri domestici nel loro lavoro. Ne aveva abbastanza di fare la spia!
Perlomeno era contento di aver trovato qualcosa da rivelare al Conte
Hayama, quando fosse tornato.
Adesso moriva dalla voglia di vedere Aya, dato che era dal giorno
prima che non la vedeva. Con un sorriso stampato in volto raggiunse le
cucine.
Il sole tiepido autunnale le scaldava il viso, mentre procedeva
camminando verso le scuderie con le briglie del cavallo in mano. Sana
era reduce da una lunga cavalcata e adesso non desiderava altro che una
tazza di tè accompagnata da molteplici pasticcini.
Stava mettendo a posto Celeste, quando vide la viscontessa entrare nelle scuderie.
- Possibile che qui non ci sia nessuno? E’ questo il modo di
organizzare una casa? Perché i domestici non ci sono quando
servono? - stava borbottando ad alta voce.
Sana si rivelò e tentò di trattenere
l’irritazione. Come si permetteva di criticare la sua
organizzazione? - Avete bisogno di qualcosa, Lady Takaishi? -
- Oh, siete voi, contessa - mormorò con sufficienza. -
Dov’è il vostro stalliere? Deve sellarmi un cavallo. Quel
Gami… Gumi… -
- Intendete forse dire Gomi, non è vero? - “Stupida oca”, pensò Sana.
- Quello che è. Non mi avete risposto. Allora, dov’è? -
- Doveva svolgere una commissione per me. Tornerà quanto
prima. Nel frattempo, potrei sellarvi io un cavallo. - Le rivolse un
sorriso maligno. La donna scosse il capo. - Non vi disturbate. Posso
fare benissimo da sola. -
- Come volete. - Finì di sistemare la giumenta e si
avviò verso l’uscita. - Allora… buona cavalcata! -
Mai augurio era stato più falso. Sana tornò in casa,
stringendo entrambi i pugni lungo i fianchi.
* Non ho mai capito perché si definissero cucine al plurale essendo una sola, ma mi adeguo.
Spazio autrice: Che coppia
orribile! Sono disgustata! Okay, l’ho scritto io, però non
li sopporto lo stesso. Perché sia Yuta che Fuka non precipitano
giù dalla scogliera che c’è poco distante dalla
casa? Uffa, peccato non poterlo fare davvero… purtroppo mi
servono ancora quei due. Devo ammettere che un possibile interesse di
Yuta verso Sana, non era progettato all'inizio e non è ancora
nemmeno ben delineato. Comunque sono contenta di avercelo messo…
con questo non voglio assolutamente dire che il paring cambia…
è sempre una Aki/Sana!
Lo studio dei misteri! Eheh… avete visto? C’è
pure un passaggio segreto. E’ da un po’ che volevo che
qualcuno lo trovasse, ma non volevo lasciare questa fortuna a Sana o
Aki - troppo ripetitivo se trovano tutto loro - e allora ho ripiegato
su Tsu. Il passaggio è molto importante per la storia… vi
dico solo questo!
Mi raccomando… COMMENTATE!!!
Princerella: Sospetti di
due persone… vale a dire…? Sono curiosa! Vabbè,
non ti costringo di certo a dirmelo… però sono curiosa lo
stesso! Nao è stato ucciso da una persona sola, ma può
benissimo essere che sia stato aiutato da qualcuno. Per il
momento… anzi, fino alla fine… non posso né
confermare, né smentire. Prima o poi comunque il mistero
verrà svelato! Spero che il tredicesimo capitolo di questa
strampalata storia, concepita sotto il sole estivo, ti sia piaciuto e
alla prossima!!!
NinaFallenAngel: Sono
contenta che ti sia piaciuto lo scorso chappy e come vedi questo
è stato il continuo. Piano piano… molto piano… la
storia procede e la matassa da me ingarbugliata si sta sciogliendo. Al
prossimo capitolo!
Deb: Ciao, cara! Oh,
sì. Ho pensato anch’io che fosse un capitolo di passaggio
lo scorso. Mi serviva per far partire Akito (mi mancherà e per
questo qualche scenetta con lui la metterò!) e svelare la coppia
misteriosa. Se dovessi mettere uno scoop per ogni capitolo credo che
impazzirei… le idee vengono a mancare dopo troppi colpi di scena
e ogni tanto la storia deve pur rallentare. Anche se ogni tanto penso
che se rallentassi ancora di più questa storia, comincerei ad
andare all’indietro!!!
L’avvertimento OOC all’inizio l’avevo messo
perché ero convinta di cambiare quasi totalmente il carattere
dei nostri cari personaggi, ma fin da subito ho sempre tentato di non
modificarlo tantissimo. Sana ingenua è un esempio. Akito invece,
l’ho cambiato un bel po’. Dipende molto dal personaggio e
poi devo tener conto dell’epoca.
L’idee ci sono… devo solo trovare il modo di poterle
unire con pezzi di transizione e dare un senso logico alla storia. In
qualche modo tento di mantenere il ritmo! Ah, proposito… grazie
per i complimenti!
Non credere che io scriva sempre. Assolutamente no! Magari avessi
tanta ispirazione! A volte passo mesi senza scrivere nemmeno una riga.
I miei sette raccontini (i primi) scritti nell’arco di due anni,
cominciati tre anni fa circa, hanno impiegati mesi per essere
completati. Per alcuni di loro facevo pause di settimane prima di
proseguire… per di più avevo iniziato altre storie, prima
di scoprire EFP, che sono ancora incomplete e forse nemmeno
completerò. Sono storie che non ho pubblicato qui e per questo
non mi vengono nemmeno i sensi di colpa se non le finisco.
Questo racconto è diverso… le idee ci sono
(più o meno) e le recensioni e il fatto che a qualcuno
interessa, mi sprona e mi ispira.
Ci sei ancora o ti sei addormentata dopo questo lungo discorso?
Parlando di questo capitolo (poverino, l’ho praticamente
ignorato) spero ti piaccia, anche se credo che riceverò una
delle tue critiche costruttive, perché non sono molto convinta
di come è venuto, soprattutto la conversazione tra i due
rompi… ehm… fra Fuka e Yuta. Spero mi darai il tuo parere!Al prossimo capitolo! Kiss
Grazie alle persone che hanno recensito!
Grazie per le visite, le seguite e le preferite!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
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Capitolo 15 *** XIV capitolo ***
Omicidio di un nobile - XIV capitolo
Omicidio di un nobile
XIV
3 giorni dopo
- Buongiorno, madre - disse Sana entrando in sala da pranzo, scorgendo la donna seduta al tavolo.
- Buongiorno, tesoro - replicò l’altra. - Dormito bene? -
Un mormorio d’assenso fu la risposta. Sana si accomodò davanti alla madre e si servì la colazione.
- Come va, cara? - le chiese la baronessa, dopo qualche minuto di silenzio.
Sana distolse lo sguardo dalla tazza che teneva in mano e lo
posò su di lei. - Va tutto bene. Perché? - domandò
confusa.
Lei sorrise. - No, nulla… però stavo pensando… -
aggiunse. - … Che ne diresti d’abbandonare questa casa e
venire ad abitare con me? -
- Che cosa? Ma non posso andarmene adesso. Presto tornerà il conte Hayama e non posso prendermi una pausa proprio ora. -
Sua madre scosse il capo. - Hai frainteso. Non intendevo per qualche
tempo, ma almeno finché non ti sposerai di nuovo, se lo vorrai.
Altrimenti puoi trasferirti definitivamente. Perché non lasci
questa casa e… i ricordi che contiene? Perché… -
Si chinò in avanti e allungò una mano per poggiarla sulla
sua. - … non vieni a vivere con me? - concluse.
Sana era confusa. Perché sua madre le chiedeva questo?
Proprio ora. - Madre, non è un problema per me abitare qui. Se
lo dite solo perché pensate potrei dimenticare tutto andandomene
- compreso il mio matrimonio - vi sbagliate. Scappare non serve mai a
niente e, nonostante quello che ho passato, è questa la mia
casa. E nessuno può commettere un omicidio in casa mia e sperare
di passarla liscia. Prenderò in considerazione un trasferimento
solo quando questa storia sarà definitivamente conclusa. - Anche
se avesse significato l’addio definitivo dell’affascinante
conte Hayama. Ma non lo disse, perché era già difficile
che il pensiero di lui l’avesse sfiorata.
La donna sembrò colpita e anche senza parole per qualche
secondo. - Ma… potrebbe essere pericoloso rimanere qui.
Lasciarci tutto alle spalle potrebbe essere una buona soluzione
stavolta. Invita anche la tua amica a venire e porta con te tutti i
domestici. Vendi la casa. Il conte non aveva altri eredi**, no?
Andrebbe a te. E… -
Sana la interruppe con un gesto della mano. - No, basta. Madre, ho
ascoltato le vostre ragioni e le comprendo anche, ma la risposta rimane negativa. Non dovete
preoccuparvi né per la mia salute mentale, né per quella
fisica. Come ho già detto, vivere qui non mi crea problemi e ho
tanti domestici che possono aiutarmi a difendere me e quelli che
abitano qui. -
Sua madre sembrò volesse ribattere di nuovo, ma dei colpi alla porta la interruppero.
- Avanti! - disse Sana.
Nella stanza entrarono uno Shinichi deciso, ma un po’ nervoso e una Hisae con gli occhi luccicanti e rossa in viso.
- Ehm, milady. Dovremmo parlarvi - cominciò l’uomo, passandosi una mano fra i capelli.
- Dimmi, Shinichi - lo sollecitò. Con la coda dell’occhio,
Sana vide sua madre sorridere, mentre avvicinava una tazza di tè
alla bocca.
Shinichi inspirò, prima di dire tutto d’un fiato - volevo
dirvi che prima ho chiesto a Hisae di sposarmi e lei ha accettato. -
Sana sorrise radiosa. Adesso capiva il nervosismo dello stalliere e la
felicità della sua cameriera. Era contenta. Dopo un brutale
omicidio, un bel matrimonio era quello che ci voleva. - Sono molto
felice per voi. Vi auguro tanta felicità. - Un pensiero la colse
all’improvviso e si rabbuiò. - Oh… siete venuti a
dirmi che volete abbandonare il lavoro, vero? -
- Oh, no, milady. Non è affatto così. Anzi a noi
piacerebbe rimanere a lavorare ancora qui - la contraddisse Hisae.
- Benissimo. A quando il matrimonio? - si intromise la baronessa.
- Presto. Il tempo di mettere le pubblicazioni - rispose la cameriera con l’entusiasmo che traspariva da ogni poro.
Akito entrò nel locale e si guardò intorno. Era una sala
da gioco malfamata, che il conte Kamura aveva frequentato prima di
sposarsi, se le informazioni in suo possesso erano giuste.
Nella sala aleggiava un pesante odore di alcool scadente misto a
tabacco e il pavimento era sudicio. Metà dei tavoli erano
occupati da uomini più o meno ubriachi che giocavano a carte,
mentre dietro al bancone c’era una donna che puliva un bicchiere con uno straccio,
che appariva anch’esso sporco.
Akito, con una smorfia di disgusto e ripromettendosi di non ordinare
nulla, si diresse al bancone, sentendo sotto le suole dei suoi stivali
il rumore di cocci di vetro frantumarsi ulteriormente.
Incrociò lo sguardo con la donna davanti a lui, che ora aveva
appoggiata il boccale sul ripiano. La donna, ipotizzo Akito, era sulla
quarantina e aveva lunghi capelli ondulati neri sciolti sulle spalle e
occhi grigi. Abbastanza robusta e alta ed erano evidenti i segni
lasciati dal tempo. Indossava un consunto abito marrone e un grembiule
ormai ingiallito.
Akito infilò una mano nella tasca della giacca e vi tirò
fuori una moneta d’oro. Con un’espressione decisa dipinta
in volto, la mostrò alla donna e il suo viso si dipinse subito
di cupidigia.
- Ho bisogno di informazioni su un vostro vecchio cliente -
cominciò Akito. Spostò lo sguardo sulla moneta tenuta ben
salda fra le sue dita, sicuro che altrimenti lei gliel’avrebbe
strappata via. - In cambio avrai questa. -
- Potete chiedere a me, milord. Chi è il vostro amico? -
- Naozumi Kamura. - Tralasciò il titolo, perché non era
ben certo che il conte si fosse identificato come nobile in un posto
simile.
La donna assunse un’espressione pensierosa. - Fatemi
pensare… forse un bel uomo, più vecchio di voi, con
capelli grigi e occhi azzurri? -
- Sì, è lui - confermò lui.
- Siete fortunato. Me lo ricordo perché mi ha colpita molto: Non
si intonava per niente con il mio locale. Troppo ben vestito. E i suoi
modi poi! Ho anche pensato che fosse un nobile come voi, pensate, ma
loro non vengono mai qui. Vanno in quelle eleganti sale da gioco
frequentate dai vostri simili. -
Akito non espresse commenti e domandò - quando l’avete visto per la prima volta? -
- E’ stato quattro o cinque anni fa ed è venuto abbastanza
spesso per un po’. Per parecchio tempo non si è fatto
più vedere, poi nella primavera di quest’anno ha ripreso a
venire qui. -
Akito si stupì. Non si aspettava affatto che il conte fosse
tornato in quel luogo di recente. Sapeva solo che l’aveva frequentato
perché non aveva il denaro per andare da Almack's o
White’s**, le tipiche sale da gioco per nobili. Prima del
matrimonio con la contessa, Lord Kamura si era ritrovato in gravi
difficoltà finanziarie e, non trovando altri mezzi per risanare
le sue sostanze, aveva cominciato a giocare con sempre più
frequenza d’azzardo, peggiorando la situazione con le varie
sconfitte che subiva. - E’ tornato? - domandò sorpreso Akito.
Lei annuì. - Già. Aveva bisogno di soldi ed è
venuto qui, ma non ha trovato che altri debiti. A questo
proposito… se vedete il vostro amico… -
Akito sorvolò per la seconda volta sulla parola “amico”.
La donna si chinò in avanti e bisbiglio con voce minacciosa - … ricordategli i debiti che deve saldare. -
- Non temere. Se lo vedrò, lo avvertirò subito - promise, ben sapendo che non sarebbe mai successo.
Lei si ritrasse e tese la mano. - Non ho altro da dirvi. -
- Mi sei stata molto utile. - Le consegnò due monete,
anziché una, poi si voltò. Lasciò il locale
piuttosto preoccupato. Dove avrebbe trovato le parole per dire alla
contessa che c’era la possibilità che il marito
l’avesse lasciata senza un centesimo e forse anche piena di
debiti? La rabbia lo colse. Che uomo era stato Naozumi che si era
permesso di sperperare tutto il denaro che la moglie aveva portato in
dote?
Fuka strillava per i corridoi di casa Kamura. - Possibile che non ci
sia nessuno in questa casa? Hannah, dove sei? Ho bisogno di aiuto! -
- Mi avete chiamato, milady? - domandò la cameriera, salendo di corsa le scale e raggiungendola.
- Perché pensavi stessi urlando il tuo nome, povera stupida? Per schiarirmi le corde vocali? - le urlò in faccia.
La ragazza
arrossì leggermente e chinò il capo. - Chiedo perdono,
signora. Ero impegnata in cucina e non vi ho sentito. Di che cosa avete
bisogno? -
- Prepara i miei bauli. E’ ora per me di tornare a casa. -
Da una stanza
spuntò fuori la contessa Kamura. Fuka notò subito
l’occhiata di disprezzo malcelata che le rivolse.
- Andate già via? Non state bene qui? - chiese la donna. La felicità traspariva dal suo volto.
- Beh, a parte
il servizio un po’ scadente, non è niente male la vostra
casetta… - replicò velenosa. Provò piacere poi,
vedendo la contessa stringere i pugni lungo i fianchi per
l’indignazione e la rabbia. - … Però è ora
che torni ad occuparmi della gestione della mia casa. Non posso
lasciare per troppo tempo i miei domestici a cavarsela da soli. - La
verità era che con la morte di Naozumi non aveva altro motivo di
rimanere e lo sapevano entrambe. Era rimasta qualche giorno solo per
rispetto alle convenienze.
-
Avvertirò due cameriere di venire ad aiutarvi con i bagagli e vi
faccio preparare la carrozza. Immaginò verrà anche vostro
marito con voi - commentò poi.
Fuka rimase
interdetta per un secondo. Non ci aveva proprio pensato! Beh,
considerò, non poteva certo lasciarlo lì. Non avrebbe
avuto senso. - Sì - rispose. - Siete molto gentile, Lady Kamura
- aggiunse dopo un secondo. Le costarono molto queste parole.
- Fate buon
viaggio - le augurò con un briciolo d’ironia
l’altra, prima di voltarsi e avviarsi verso il piano inferiore.
* In genere se un nobile moriva senza figli maschi, il titolo e il
patrimonio andava al parente più prossimo, mentre la vedova, se
aveva partorito almeno una figlia, poteva abitare in una casa destinata
proprio a donne a cui era morto il marito e una parte del
patrimonio. Nel caso di Sana, che non ha figli, non le spetterebbe
quasi nulla: pochissimo denaro e la casa a cui ho già accennato.
Fortunatamente per lei, per ora, sembra che Nao non avesse parenti
maschi, quindi va tutto a lei.
** Queste due
locali londinesi esistevano per davvero. Erano club maschili più
precisamente. Spero solo di aver scritto in modo corretto i loro
nomi.
Spazio Autrice: Ed eccomi di
nuovo qui! Avete visto? Un capitoletto sia con Aki che con Sana.
Matrimonio in vista per la coppietta! Che bello! Eheh... ma
andrà tutto bene per i due futuri sposi? ...Mistero! Nuovi
problemi in vista per Sana... povera ragazza, quante gliene faccio
passare e con lei non ho ancora finito!
Non ho informazioni certe, ma credo che nel XVI capitolo Aki
tornerà da Sana. Spero che il chappy vi sia piaciuto! Alla
prossima! Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Delichan123: E’ un
piacere ricevere una recensione naturalmente, ma non ti devi scusare se
non lo fai sempre… anche per me è un periodo un po’
pieno di impegni e quindi capisco benissimo. A differenza di te, lo
scorso chappy non mi era piaciuto moltissimo come l’avevo fatto,
perché c’erano alcuni pezzi che avrei potuto fare
meglio… ma lasciamo perdere e sono contenta che a te sia
piaciuto! In fin dei conti il parere che più conta è il
vostro! Sono contenta di lasciare spazio anche agli personaggi e non
concentrarmi solo su Sana e Aki… è anche un modo per
allenarmi con un tipo di storia più complicata. Spietata con i
personaggi? Io? Mai abbastanza!!! Ahahah…! Devono capitare tante
altre cose ai personaggi! Va benissimo se butti in mare i due,
però potresti farlo a fine storia? Mi servono vivi ancora un
po’! Delle tue supposizioni non dirò nulla, ma mi ha fatto
piacere leggerle. Grazie mille per i complimenti!
Per quanto riguarda la tua domanda te lo spiego subito: Aya e Tsu si
chiamano per nome perché stanno insieme… più o
meno… Poi, il capitolo scorso era quasi tutto con il punto di
vista di Tsu, quindi ovviamente dovevo utilizzare il suo nome. Akito lo
chiama per nome perché è un suo servo da molto tempo e
Sana fa la stessa cosa con Aya per lo stesso motivo. Spero di essere
stata abbastanza esauriente. Non ti preoccupare per la recensione
lunga, è bellissimo leggere quelle così!
Spero che il XIV capitolo ti sia piaciuto! A presto con il prossimo!
NinaFallenAngel: Grazie per i
complimenti! Allora, Sana e Aki li vedi entrambi qui, come hai potuto
leggere! Se intendevi loro due nello stesso luogo, molto presto (di
preciso non lo so, ma tra due capitoli circa) e con il ritorno di
Aki arriverà “finalmente” il loro primo bacio. La
situazione l’ho trovata, devo solo trovare una motivazione che
abbia senso… eheh, poi capirai meglio cosa intendo! Al prossimo
chappy!
Deb: Ciao, cara! Finalmente
sono in grado di leggere anche i tuoi chappy! Ho letto la tua mail e
spero che tu abbia ricevuto la mia... stendiamo un velo pietoso sulla
mia incapacità.
Rispondendo alla tua recensione... Anche a me mancano Aki e Sana, ma
ogni tanto cambiare è meglio… non vorrai mica che ai due
venga la mania di protagonismo?!
Ti assicuro che il chappy era della stessa lunghezza dei
precedenti, comunque questo l'ho fatto un pochino più lungo.
Mi hai dedicato un chappy… mille grazie! A proposito di compleanni… quand’è il tuo?
La coppia di Fuka e Yuta non scoppia perché non ci sono i
presupposti per farlo… il loro è uno stupido matrimonio
d’interesse e in più, anche se in Inghilterra il divorzio
c’era già da un bel po’, erano rarissime le
occasioni in cui si arrivava a tanto. Troppo scandalo… Al
massimo si arrivava alle coppie separate… tipo lei in campagna e
lui in città, o viceversa…
Non ho ben deciso che tipo di interesse far avere Yuta per Sana…
ho varie possibilità e nessuna di tipo positivo… Aki
è molto probabile che si arrabbierà… ahah!
Sarà stata Fuka ad entrare nel passaggio segreto? Chissà! … comunque hai ragione, il tempo coincide.
Non mi è piaciuto per niente il discorso fra Yuta e Fuka…
è venuto malissimo… troppo, troppo forzato. La critica ci
sta tutta… comunque penso che dopo anni di matrimonio con quella
strega, Takaishi sia abituato a simili frecciatine.
Al prossimo chappy!
Princerella: Un passo alla
volta, ma procedo! Sono contenta che la storia ti piaccia e che
continui a venirti voglia di leggerne un capitolo. La storia
procederà ancora per un bel po’.
Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Alla prossima!
Mille grazie per le recensioni!
Mille grazie per le visite, le seguite e le preferite!
Al prossimo capitolo! Il numero XV... wow!
Ilaria
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Capitolo 16 *** XV capitolo ***
Omicidio di un nobile - XV capitolo
Omicidio di un nobile
Non
so come mi sia venuto in mente di fare una cosa simile, ma sta di fatto
che ho pubblicato il primo capitolo di una nuovo long-fic nella sezione
originale romantica. Per questa ff continuerò a pubblicare
sempre il solito capitolo a settimana e spero di riuscire a mantenere
anche per quella questi tempi. Vabbè, se a qualcuno interessa,
(mi farebbe piacere conoscere il vostro giudizio) la fic è... "Ballare con te...?! E' uno scherzo, vero?" Ora vi lascio al capitolo: Buona lettura!!!
XV
Una settimana dopo
Sana leggeva un libro seduta in modo
scomposto sulla poltrona, davanti al fuoco scoppiettante nel camino
della sua stanza. Si godeva la tranquillità conquistata da
appena sette giorni con la tanto sospirata partenza della viscontessa
Takaishi. Quella donna aveva portato tanto disturbo e trambusto ogni
singolo giorno della sua permanenza lì, partenza compresa. Sana,
dopo aver chiesto a Shinichi di prepararle la carrozza, era rientrata
in casa e l’aveva sentita di nuovo strepitare per tutta la casa.
Sana si era chiesta come potevano i suoi domestici sopportarla.
Per fortuna, era partita l’ora successiva e un piacevole silenzio
era ritornato fra le quattro mura.
Aya interruppe la sua lettura, entrando nella camera. - Milady, c’è un signore per voi. -
Sana si voltò a guardarla. - Come si chiama? Ti sei fatta dire il suo nome? -
La ragazza annuì col capo. - E’ il notaio, milady. Credo sia qui per la questione della morte di vostro marito. -
Sana annuì, mentre
distrattamente piegava un angolo della pagina del romanzo che stava
leggendo e lo richiudeva. - Lo riceverò subito. Fallo accomodare
in salotto e prepara il tè. -
Aya si inchinò. - Come volete, signora. Con il vostro permesso. - E si congedò.
Sana si alzò in piedi e posò il libro sul suo comodino, prima di andare a prepararsi.
La contessa raggiunse il salotto una
ventina di minuti dopo*. Aveva indossato uno dei suoi abiti neri da
lutto e si era raccolta i capelli in un’acconciatura semplice.
Sana vide il notaio, Mr Henry Rayne,
alzarsi dal divano dove si era accomodato. Il notaio era un uomo sulla
quarantina, magro e di bassa statura. Aveva dei baffi sottili e i
capelli neri con dei riflessi bianchi. Gli occhi erano grigi ed erano
coperti da un paio di occhiali poggiati sulla punta del suo naso. Mr
Rayne indossava un completo verde bottiglia e teneva stretta in una
mano una grossa valigia marrone che pareva pesante e ricolma di
documenti.
Da quel che ne sapeva Sana, Mr Rayne
era sempre stato l’uomo che si occupava del patrimonio di suo
marito, testamenti compresi. Probabilmente era quello il motivo della
sua visita. L’aveva incontrato poche volte, perché in
genere era Naozumi ad andare da lui nel suo studio a Londra, ma
comunque non le aveva fatto una cattiva impressione. L’aveva
trovato un uomo capace nel suo lavoro, anche se un po’ rigido.
- Milady - mormorò vedendola e si avvicinò per porle un bacio sul dorso della mano.
- Mr Rayne - replicò Sana.
- Lady Kamura, vi porgo le mie più sentite condoglianze. Ho
saputo solo da poco della dipartita del vostro consorte e sono partito
subito.-
- Vi ringrazio. - Con un gesto della mano, indicò le poltrone e i divani. - Non restate in piedi. Prego, accomodatevi. -
Dopo che entrambi si furono seduti e Aya ebbe portato e servito il
tè, Sana disse - Mr Rayne, immagino siate venuto per il
testamento del mio defunto marito. -
Il notaio annuì gravemente. - Sì, anche per quello, ma non per i motivi che pensate voi. -
Sana inclinò la testa da un lato e lo guardò confusa. Che cosa intendeva dire con quella frase?
- Mi spiego meglio… non sono venuto per aprire il
testamento di Lord Kamura, signora, dato che sono impossibilitato dal
farlo non essendo morto per cause naturali. -
- Oh, per quale motivo? - domandò. Sana non aveva mai capito bene come funzionassero le pratiche burocratiche e legali.
- Vedete, signora, finché non verrà trovata la
persona responsabile della morte del conte, non posso aprire il
testamento. -
Adesso capiva! In altre parole le stava dicendo, che fino a che
non fosse stata accertata la sua innocenza non le avrebbe consegnato
l’eredità che le spettava. La stava accusando velatamente
di omicidio! In effetti, aveva sentito parlare di un caso simile anni
prima. Un uomo era sospettato di aver assassinato la moglie e per
questo non gli avevano dato nulla di quanto gli toccava. Poi il vero
colpevole era stato trovato e il vedovo era stato dichiarato estraneo
ai fatti e gli avevano dato il denaro appartenuto alla moglie**.
La rabbia per quella velata accusa le fece stringere i pugni.
Finse di non aver colto l’allusione. - Qual è il vero
motivo della vostra visita, allora? -
Lui divenne ancora più cupo. - Mi dispiace dovervi
avvertire che sulla tenuta gravano forti debiti per… - si
interruppe.
Sana sgranò gli occhi. - Per…? -
- Per centinaia di migliaia di sterline - completò titubante, dopo un istante di silenzio.
Che cosa? - strillò.
Sana sbattè con forza la porta della sua stanza. Il notaio se ne
era appena andato. Lui e le sue brutte notizie. Che cosa poteva fare,
adesso? E com’era possibile che Naozumi si fosse indebitato fino
a quel punto? Che ne aveva fatto della sua consistente dote? “Di
sicuro se la sarà giocata a carte”, pensò
amaramente.
Camminando in tondo e rischiando seriamente di fare un solco sul
pavimento, Sana si portò le mani alle tempie e tentò di
trovare una soluzione ai nuovi problemi che le si presentavano davanti.
Forse poteva chiedere aiuto a sua madre. La baronessa Kurata aveva
un vitalizio piuttosto consistente di cui non usufruiva molto. Era la
soluzione più semplice e al momento la sola possibile. Non le
piaceva affatto l’idea di chiedere aiuto alla madre, ma che
scelta aveva?
In quel momento bussarono al porta.
Sana si fermò. - Avanti! - esclamò.
La porta si aprì. Era Aya. Sana le riservò uno
sguardo distratto. La sua cameriera personale si era cambiata ed ora
indossava un abito da festa. - Che cosa vuoi, Aya? - le domandò
un po’ bruscamente.
Aya sorrise e le disse - non vi ricordate che oggi
c’è il matrimonio di Hisae e Shinichi, milady? - Fece una
pausa, incerta. - Mi avevate detto di ricordarvelo, perché
volevate prendervi parte. -
Le labbra di Sana si piegarono in un sorriso, che poco
rispecchiava la preoccupazione che provava. Non aveva lo spirito adatto
per partecipare ad un matrimonio, ma non voleva rovinare la festa ai
suoi domestici, soprattutto i due sposi. - Hai ragione. Me n’ero
scordata. Andiamo! -
Hisae entrò nella chiesetta del paese, adornata
semplicemente, al braccio di suo padre. Era talmente felice ed
emozionata che non riusciva a smettere di sorridere. Spostò lo
sguardo a destra e a sinistra e lo incrociò con quello di tutti
i presenti. In un angolo vide la contessa. Stava in disparte,
perché essendo in lutto non le era consentito partecipare alle
cerimonie o alle feste. Hisae era molte felice che fosse presente quel
meraviglioso giorno. Le sembrava che la donna non fosse particolarmente
sorridente, ma forse le metteva tristezza partecipare ad un matrimonio
quando le era appena morto il marito***. Lei non sapeva cosa avrebbe
fatto se fosse morto il suo Shinichi.
Davanti a sé vide lo sposo e dimenticò tutto il resto.
Un sorriso sfavillante gli illuminava il volto, rendendolo ancora
più bello. Si era cambiato ed ora indossava il suo abito
migliore, come lei del resto che aveva cucito tutto da sola.
Raggiunse l’altare. Non riusciva a staccare lo sguardo dal
suo futuro marito. Lo amava così tanto, anche se era poco tempo
che lo conosceva.
Le loro mani erano strette l’una all’altra e il calore
che trasmettevano, scaldò il cuore di Hisae. Fu con pura gioia
che pronunciò la fatidica risposta.
In un angolino nascosto, Sana osservava la scena con un misto di
gioia e tristezza insieme. Era felice di vedere i due sposi tanto
innamorati, ma Hisae le ricordava lei qualche anno prima. Felice di
fianco a Naozumi, davanti all’altare. Allora, era totalmente
all’oscuro di come stavano realmente le cose e che il suo
matrimonio con il giovane conte non le avrebbe portato alcuna gioia.
Notò lo sguardo di Shinichi e si rese conto per la prima volta
di come era stato totalmente diverso quello di Naozumi. Il suo era
stato un sorriso costruito, che non aveva mai toccato i suoi occhi.
Come aveva fatto a non rendersene conto prima?
Fra i suoi pensieri si formò il viso del conte Hayama. Come
le sarebbe piaciuto che il conte le riservasse un tale sguardo. Scosse
il capo. Ma come le venivano in mente certe cose? Rivolse un ultimo
sguardo amaro all’altare, prima di andarsene e concentrarsi di
nuovo sui problemi finanziari che l’affliggevano.
* Se una persona andava a trovare un’altra (nobili e alta
borghesia), di sicuro la frase “lo riceverò subito”,
è un po’ ipocrita, perché quei poveri visitatori
dovevano attendere minimo una mezz’ora prima di poter esseri
raggiunti dalla persona che aspettavano. Io sono stata generosa con il
povero notaio e lo fatto aspettare solo venti minuti. Ma dove trovavano
tutta quella pazienza di aspettare? Mi chiedo ogni tanto.
** Nell’800 i beni erano di proprietà integrante del
marito e la moglie non ne aveva tranne alcune eccezione che ora non sto
ad elencare. Comunque l’unica possibilità per cui è
possibile che questa storiella abbia senso è che quella povera
donna avesse ricevuto del denaro “vincolato” a lei (quindi
non cedibile al marito) per tutta la sua vita.
*** Essendo poco tempo che lavora per Sana, ancora non conosce il
tale disastro che è stato il matrimonio di
Sana.
Spazio autrice: Ed
anche il quindicesimo capitolo è stato pubblicato! Nel prossimo
torna Akito, che bello! La scena del matrimonio mi è venuta
particolarmente melensa, ma spero vada bene comunque.
Mi raccomando... COMMENTATE!
E ora i ringraziamenti:
NinaFallenAngel: Ciao! Grazie per i complimenti! Sono contenta
di non deluderti e di stupirti sempre! Spero che anche questo chappy ti
sia piaciuto e che continuerai a seguirla fino alla fine! Al prossimo
chappy che segna anche il ritorno di Aki alla tenuta Kamura!
Deb: Ciao, cara! Eheh, le
motivazioni di Misako non si scopriranno fino alla fine. Puoi anche non
credere che sia lei, ma chissà! E' stata dura scegliere
l'assassino e prima di pubblicare il secondo capitolo, ho cambiato
idea. Adesso la scelta è fatta da un bel pò di tempo e
non si cambia.
Sì! Viva Aki!!! Tifiamo tutte per lui!
Eh, sì! Sana è stata lasciata senza un centesimo, anzi
anche con debiti. Un bel matrimonio sarebbe una buona idea, ma è
troppo presto per prenderla in considerazione per due motivi: primo, il
loro rapporto non è ancora profondo a sufficenza (ma ci sto
lavorando!) e secondo, lei è in lutto. Certo, essere in lutto
per un mollusco è quasi inutile, però così deve
andare.
Akituccio torna nel prossimo! Evviva!
Ma certo che sono tristi, se sono lontani, anche se ancora non se ne rendono conto. O almeno, non abbastanza.
Per il pezzo di Aki arrabbiato con Yuta bisognerà aspettare
ancora un bel pò. Ci sono un sacco di cose da fare prima...
compresa una che non piacerà a nessuno (me compresa) e a me
toccherà nascondermi per scampare alle ire delle lettrici...
aiuto!
Grazie dei complimenti! Spero che il capitolo ti sia piaciuto! A presto!
Grazie tante per le recensioni!
Grazie tante per le preferite, le seguite e le visite!
AL prossimo chappy!
Ilaria
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Capitolo 17 *** XVI capitolo ***
Omicidio di un nobile - XVI capitolo
Omicidio di un nobile
Passate un felice Halloween!!!
XVI
3 giorni dopo
Lo studio era illuminato dal sole pomeridiano. Carte e appunti di ogni
tipo erano sparsi sulla scrivania, ricoprendola completamente. Sana era
seduta dietro di essa e divideva i vari documenti in mucchi, dopo
averli controllati attentamente.
Dato che a dirigere la tenuta sarebbe stata lei, adesso era giunto il momento di controllarne la situazione, debiti a parte.
I conti erano in un disordine tale, che avrebbe impiegato giorni a
sistemare il tutto. Non immaginava che Naozumi fosse un tale
disordinato. Beh, certo, si disse, con tutti i domestici che avevano in
casa era difficile accorgersene.
Scoprire la situazione finanziaria della tenuta, le serviva anche per
verificare se disponeva di introiti sufficienti per tenere a bada i
creditori, finché non fosse stata in grado di vendere la tenuta
- vale a dire, quando il testamento avrebbe sancito che la
proprietà era sua e avesse trovato un compratore. Prima di
prendere questa decisione, aveva chiesto a sua madre se poteva
prestarle il denaro sufficiente a pagare i debiti di Naozumi, ma la
risposta era stata negativa. La contessa Kurata possedeva meno di
un decimo della somma che le necessaria e quella serviva a lei per
sopravvivere gli anni restanti della sua vita. La donna glieli aveva
anche offerti, ma Sana aveva rifiutato. Non voleva privarla della cifra
che non era certa di poter restituire. Ora, non le restava che di
studiare gli introiti della sua tenuta e trovare una soluzione ai suoi
problemi.
Poco dopo trovò un foglio, dove era presente una scritta di difficile comprensione. Sembravano quasi scarabocchi.
Sana si chinò sul foglio e tentò di decifrarlo. Era
sicura che fosse la scrittura del marito, perché le era
già capitato di trovarsi in situazioni simili.
Dopo qualche sforzò capì che la frase scritta da Naozumi era:
Miniere: collina vicino alla fiume,
a due chilometri dal villaggio
“Miniere? Non sapevo ce ne fossero nei paraggi”, pensò Sana.
Stringendo il
foglietto in una mano, uscì dalla stanza abbandonando tutto
com’era. A sistemare ci avrebbe pensato in seguito, ora aveva
altro da fare.
Non andò
nemmeno a cambiarsi, prima di correre fuori e raggiungere la stalla
dove Shinichi stava dando il fieno ai cavalli. - Shinichi, sellami
Celeste. -
Lo stalliere
annuì. Sul viso aveva ancora dipinta un’espressione ebete.
I primi giorni del suo matrimonio con Hisae dovevano andare a gonfie
vele! - Sì, signora -
Quando la sua
giumente fu sellata, Sana si fece aiutare dal suo stalliere a salire in
groppa. Non aveva un vestito da equitazione, quindi fu costretta a
sollevare di alcuni decimetri la gonna nera, scoprendo le gambe fino
alle ginocchia.
- Non è un po’ tardi per una passeggiata, milady? Tra poco farà buio - si informò Shinichi.
Lei scosse il capo. - No, devo solo verificare una cosa. Tornerò presto. -
Incitando Celeste, partì al galoppo.
Il ritrovamento
del foglietto e la conversazione della contessa Kamura con lo stalliere
erano stati ascoltati da un’altra persona. Questa non poteva
permettere che la giovane donna trovasse le miniere, le sue miniere, e
nemmeno che l’indagine personale che stava compiendo insieme a
quell’impiccione del conte Hayama proseguisse. Avrebbe, prima di
tutto, tentato di spaventarla. Sicuramente si sarebbe tirata indietro -
almeno così pensava - e quella brutta storia sarebbe stata
accantonata. Certo, il conte era un problema più grosso. Lui non
avrebbe mai smesso di cercare, finché avesse avuto vita…
Non aveva scelta - non che gliene importasse qualcosa. Ben presto si sarebbe occupato di lui.
Prese la
decisione di seguire la contessa e di scatenare un piccolo incidente.
Di sicuro quella donna non avrebbe mai più voluto sentir parlare
di quella tenuta e se ne sarebbe andata. Definitivamente.
Sapeva
benissimo dove la contessa stava andando ed era una vera fortuna che
conoscesse quei boschi come le sua tasche e come raggiungere prima di
lei le miniere. L’avrebbe intercettata e impedito di proseguire
la sua corsa.
Doveva solo sbrigarsi.
Era stato
un viaggio lungo. Akito aveva visitato decine di posti che il conte
Kamura aveva frequentato in vita ed ora finalmente stava tornando alla
tenuta della contessa. Proseguendo alla velocità cui viaggiava
la carrozza, era sicuro sarebbe arrivato prima che facesse buio.
In quelle due
settimane di assenza, era riuscito a scoprire che il defunto conte
aveva lasciato parecchi debiti che si aggiravano intorno alle
trecentomila sterline. Una cifra oltremodo considerevole, soprattutto
per la contessa che non poteva più nemmeno attingere alla sua
dote per tenere calmi i creditori, essendo questa già stata
prosciugata.
Akito
ripensò alla giornata che aveva trascorso alla tenuta, quando
era ancora in vita il proprietario. Gli tornarono in mente i messaggi
di minacce che Lord Kamura gli aveva mostrato, ma non trovò
alcuna attinenza con i debiti che pendevano sul capo dell’uomo.
Forse non centravano nulla nemmeno con l’omicidio, si
ritrovò a pensare poi.
Il conte aveva
rischiato per una seconda volta nella sua vita di finire in prigione
per debiti e questa volta non poteva nemmeno sperare in un ricco
matrimonio essendo già sposato con la bella Lady Kamura, eppure
non aveva notato alcuna forma di nervosismo e preoccupazione in lui.
Possibile che
avesse trovato una fonte di guadagno repentino e che gli fosse mancato
il tempo di metterla in pratica? Se era così, quale poteva
essere la soluzione?
Nella mente gli
si formò l’immagine della contessa dai capelli rossi. Non
sarebbe mai riuscita a migliorare la sua situazione, figuriamoci
sistemarla. Avrebbe voluto aiutarla, ma lei non avrebbe mai accettato
un prestito simile fatto da una persona che a stento conosceva. Un
pensiero lo colse all’improvviso. Sì, quella era la
soluzione giusta e avrebbe risolto una questione che lo affiggeva da
mesi ormai. Come dire… due piccioni con una fava.
Il sole stava
tramontando. Era da parecchio che Sana girovagava per il bosco in
groppa alla sua giumenta. Il luogo dove doveva andare era piuttosto
lontano dalla sua casa, ma finalmente aveva raggiunto il fiume ed era
arrivata ai piedi della collina. Lì nei paraggi dovevano esserci
le fantomatiche miniere. Forse si stava solo illudendo. Forse erano
solo miniere esaurite che non le avrebbero fruttato niente, ma cosa
c’era di male di verificare come stavano davvero le cose?
Ci fu uno sparo
e Sana sentì una fitta improvvisa sul braccio sinistro.
Istintivamente, tentò di voltarsi indietro per verificare chi
fosse stato, ma un secondo colpo risuonò e fu Celeste a venir
colpita. La giumenta si imbizzarrì e Sana, in difficoltà
per la ferita al braccio, non riuscì a tenersi e cadde al suolo,
dove perse i sensi per un colpo alla testa.
La persona che
aveva sparato uscì fuori dal suo nascondiglio in mezzo agli
alberi. Si avvicinò al corpo della donna e le portò via
il foglio che teneva accartocciato nella mano. Più cose
sparivano riguardo la morte di Naozumi, meglio era. Se ne tornò
indietro per la sua strada.
La carrozza di
Akito riuscì a raggiungere la casa Kamura prima di sera, come il
suo proprietario aveva previsto. Invece di mandare la sua carrozza
subito alla sua tenuta, decise che avrebbe lasciato riposare un
po’ i suoi cavalli. Ad attenderlo alla porta c’era solo il
maggiordomo, Mr John Leighton. Possibile che nessuno avesse avvisato la
contessa del suo arrivo? “Forse si sta ancora preparando”,
pensò. Al maggiordomo chiese di chiamare lo stalliere per
occuparsi dei suoi cavalli. Mr Leighton annuì e propose al
suo cocchiere di andare nelle cucine a rifocillarsi. L’uomo
acconsentì, mentre Akito seguiva il maggiordomo dentro casa
chiedendo - la contessa Kamura? Dovrei parlarle. -
- Mi dispiace, milord, ma la contessa è assente - gli rispose compito l’uomo.
- Assente? - ripeté confuso. - E quando torna? -
- Non ne ho idea, signore. E’ uscita questo pomeriggio a cavallo, ma non è ancora tornata. -
Era quasi sera.
Che motivo aveva avuto la contessa di uscire quando era quasi buio? La
preoccupazione per la sua sorte si fece strada in lui.
Spazio autrice: Eheh!
Qui ho messo anche l’assassino/a! E’ stata dura costruire
le frasi in modo che si potesse adattare ad entrambi i sessi e spero di
non aver commesso errori! Stamattina mi è venuta in mente
un’idea fantastica - come sono modesta! Non è nemmeno
tutto merito mio… - e spero vi piacerà… magari in
questo modo evito il linciaggio il prossimo capitolo… poi
capirete perché. Avete visto che Aki è tornato? Dai, in
fondo non è stato via molto!
Non ho idea di
quanto equivalgano in euro i debiti di Nao. No ho idea del valore della
sterlina attuale, figuriamoci di quella ottocentesca. So solo che
sono molto alti. I ruoli si invertono in questa fic… nel
manga è Sana a essere ricca perché è
un’attrice, qui è Akito.
Mi dispiace che il capitolo non sia granché, ma non mi è venuto niente di meglio. Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Delichan123:
Ciao! Grazie per i complimenti e non devi davvero preoccuparti se non
recensisci. Ammetto che è sempre bello ricevere una recensione
in più, soprattutto se positiva, ma nessuno deve sentirsi
obbligato dal farlo.
Tutto quello
che so sull’ottocento inglese e frutto di un’attenta
lettura dei romanzi storici ambientati in quell’epoca. Dato che
l’inizio dell’ottocento mi ha appassionato, ho deciso di
ambientare una storia pure io in questo periodo. In verità
l’idea era per un’altra trama, ma poi l’ispirazione
mi ha spinto di scrivere questa per Kodocha. Ho anche provato a cercare
qualche informazione su internet, ma non ho trovato quello che cercavo,
per questo quello che so è esatto al 97%.
Per quanto
riguarda la grafica di EFP, non è male, ma il violetto non mi
piace molto come colore… forse devo solo abituarmi un po’.
Spero che il capitolo ti sia piaciuto! A presto!
NinaFallenAngel:
Ciao! Mi dispiace che i capitoli non siano lunghissimi, ma più
di due pagine e alcune righe non posso fare… poi adesso ho anche
un’altra ff iniziata…
Non posso
mettere informazioni sul delitto ad ogni capitolo, devo occuparmi anche
delle loro situazioni sentimentali, però come vedi qui si
ritorna ad occuparsi del caso e c’è anche il ritorno di
Aki! Evviva! Spero ti sia piaciuto il chappy! A presto!
Deb:
Ciao, cara! Ed Aki è tornato, hai visto? Grazie per avermi fatto
notare l’errore. Rileggo ogni volta, ma quello mi è
sfuggito. Ero anche di fretta, perché mancava poco
all’inizio della partita… ora l’ho corretto,
comunque.
Credo che la
maggioranza dei nobili si comportasse come Fuka, o comunque poco meglio
di lei, ma ci sono sempre le eccezioni e Sana è una di quelle,
come Akito. Poi per questo mi sono ispirata al comportamento che ha
Sana quando nel manga soffriva per Aki, ma continuava a recitare con il
sorriso sulle labbra.
Anche per me il
pezzo migliore era il finale. Ma sì, Sana ti ordino di sposare
Aki… no, aspetta, è ancora presto. Dovrai aspettare
ancora un po’, Deb, ma non molto. L’idea che mi è
venuta me l’hai ispirata tu, poi mi spiegherò meglio!
Grazie per i complimenti! Che ne pensi del chappy?
Al prossimo capitolo! Kiss
Grazie per le recensioni!
Grazie per le visite, le preferite e le seguite!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
Avvisi:
1)Per chi segue l'altra mia storia... volevo scusarmi del ritardo. Ho
scritto metà capitolo e spero di riuscire a pubblicarlo entro
Lunedì.
2)
L'immagine - se si vede - l'ho trovata su Google e proviene da un
articolo internet della repubblica. (Se non ricordo male sul
regolamento di Efp bisogna giustificare anche le immagini).
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Capitolo 18 *** XVII capitolo ***
Omicidio di un nobile - XVII capitolo
Omicidio di un nobile
XVII
L’orologio
batté le otto. Lo sguardo fisso sul fuoco accesso, Akito lo
spostò sull’orario e si alzò. Svuotò in un
sorso il brandy che gli era rimasto nel bicchiere prima di poggiarlo su
un tavolino.
Era da parecchio tempo che era giunto alla casa della contessa, ma
di lei non c’erano ancora notizie. Dove poteva essere
quell’incosciente?
La porta si aprì improvvisamente ed entrò la
baronessa Misako Kurata. - Milord, ho saputo che mia figlia non
è ancora rientrata. Non capisco… non è da lei
andare a cavallo a quest’ora - gli disse preoccupata.
- Sì, ma lo stalliere ha detto che doveva verificare
qualcosa - la informò su quanto gli aveva detto prima Mr Gomi.
Si fermò un secondo prima di aggiungere - sicuramente è
sulla strada del ritorno - tentò di rassicurarla, senza alcuna
convinzione.
- Io sono sicura le sia successo qualcosa. Me lo sento -
replicò Lady Kurata. - Ordinerò ai domestici di andarla a
cercare nei dintorni. -
Akito capiva benissimo la sua ansia e le dava anche ragione: non
era più possibile aspettare. - Andrò anch’io con
loro - annunciò risoluto.
Lei gli sorrise grata. - Grazie, Lord Hayama. -
Approfittando del buio, la persona che aveva teso un agguato alla
contessa, raggiunse, senza essere vista, la stalla della sua vittima.
Scese da cavallo e controllò che fosse deserta. Per fortuna
lo stalliere era assente al momento. Riportò il cavallo dove lo
aveva preso per seguire Lady Kamura, ma mentre scendeva dalla sella un
pezzo di tessuto rimase impigliato in un chiodo sporgente e si
lacerò.
- Accidenti! - imprecò.
Tentò di togliere la stoffa rimasta impigliata al chiodo, ma era buio e in più sentì i passi di qualcuno.
Si dileguò nella notte.
In giardino, Akito riunì Mr Gomi, Mr Sagami, Tsuyoshi e
alcuni uomini provenienti dal villaggio vicino, che si erano offerti di
aiutarli.
Dopo esser stata assegnata ad ognuno una parte di territorio
diversa in cui cercare, si avviarono. Alcuni a cavallo, altri a piedi.
Naturalmente quelli a piedi - cioè gli uomini provenienti dal
villaggio - avrebbero cercato nelle zone più vicine, mentre
quelli che disponevano di un equino si sarebbero spinti più
lontano.
Akito, in sella ad un bellissimo stallone nero di nome Black, partì al galoppo.
Vagò a lungo nel bosco, fino a quando sentì la voce
dell’ex valletto di Lord Kamura. - Signore? Lord Hayama, venite
qui - lo chiamò.
Akito raggiunse l’uomo. In una mano teneva le briglie di un
cavallo dal pelo bianco. - E quel cavallo? - domandò confuso.
- E’ proprio questo il punto, milord. Questa è
Celeste. La giumenta prediletta della contessa. Va sempre a cavallo con
questa, quindi anche stavolta deve aver fatto così,
però… -
- … però se si trova qui, deve essere accaduto qualcosa alla contessa - completò Akito.
Mr Sagami annuì. - Purtroppo è molto probabile. E,
signore, guardi qui - indicò un punto sul dorso della giumenta.
C’era una piccola ferita e usciva un rivolo di sangue.
- Ma… è ferita - constatò.
- Sì. E sembra una ferita da arma da fuoco. Ma magari mi sbaglio - aggiunse.
Che cosa era successo a Lady Kamura? - Riportate la giumenta a
casa, poi tornate qui a cercare - ordinò Akito. - Bisogna
trovare la contessa al più presto. -
L’altro annuì e si avviò nella direzione opposta con le briglie di Celeste strette nel pugno.
Akito riprese la sua ricerca con più frenesia di prima.
Adesso che era certo che era accaduto qualcosa alla contessa, non aveva
più tempo da perdere. Sperava solo di essere ancora in tempo.
Poco dopo raggiunse la riva del fiume e notò qualcosa a
terra. Sembravano delle impronte. Scese dalla groppa dello stallone e
si chinò per osservare meglio la sua scoperta.
Decisamente aveva visto giusto, ma non era detto che quelle
impronte le avesse lasciate proprio Celeste, per quanto recenti
fossero. Comunque…
- Lady Kamura? - cominciò ad urlare. - Mi sentite? Rispondete! - Avrebbe continuato fino a sgolarsi, se necessario.
Sana si risvegliò dal buio in cui era caduta.
Aprì lentamente gli occhi e si chiese dove si trovava.
L’erba verde le accarezzava il collo e le mani, mentre intorno a
lei c’erano alberi ovunque. Era nel bosco della sua tenuta,
allora. Che cosa ci faceva lì? Non lo ricordava.
Il braccio le doleva. Si rese conto che la manica era intrisa di
sangue e ancora ne scorreva. Si sentiva molto debole, ma tentò
lo stesso di sollevarsi e mettersi a sedere.
Sana sentì una voce famigliare che la chiamava - Lady Kamura? Mi sentite? Rispondete! -
Era il conte. Era tornato! - Milord! - rispose urlando. - Sono qui! Aiutatemi! -
Poco dopo il conte la raggiunse in sella a Black*. Corse da lei e
si inginocchiò al suo fianco. Prima che se ne rendesse conto,
l’aveva stretta in un forte abbraccio quasi soffocante. -
Finalmente vi ho trovato! State bene, non è vero? -
Oh, adesso stava di sicuro bene!
Si staccò da lei solo il tempo necessario per unire le
labbra alle sue in un bacio appassionato. Le sfiorò il labbro
inferiore con la lingua e lei socchiuse la bocca, permettendogli
l'accesso.
Sana rispose al bacio con tutta se stessa. Provava una forte
attrazione per il bel conte ed era contenta che anche lui provasse la
stessa cosa. Poco dopo si staccò, preda di una fitta al braccio
sinistro.
- Sei ferita? - le domandò, passando al tu.
Lei scoccò un’occhiata al suo braccio, annuendo. - Sì, ma è solo un graffio - minimizzò.
- Hai perso tanto sangue e preso freddo. Ti riporto immediatamente
a casa. E poi dobbiamo avvertire anche gli altri del tuo ritrovamento -
sentenziò, alzandosi in piedi.
Non le tese una mano come si aspettava. Lord H… Akito si chinò e la prese in braccio.
- Che cosa stai facendo?! Mettimi giù! Posso camminare benissimo da sola - si ribellò Sana.
Lui la ignorò completamente, stringendola più forte
al petto. Si diresse al suo cavallo, che poco più in là
si stava abbeverando al fiume, e la fece sedere in groppa, poi
salì dietro di lei.
Piuttosto stanca, Sana rinunciò a far conversazione e
ringraziò mentalmente Akito di non averle fatto alcuna
domanda. Facendosi cullare dalla regolare andatura di Black, la
ragazza posò la testa contro il torace dell’uomo e si
addormentò.
Nel tornare indietro, Akito incontrò lo stalliere di Sana e
gli ordinò di avvertire tutti gli altri del ritrovamento e di
chiamare un dottore.
Era sera inoltrata quando Akito giunse alla casa di Sana con lei
tra le braccia e il medico arrivò. Mentre attendeva fuori dalla
sua stanza che le fossero prestate le dovute cure, la baronessa e Miss
Kurumi si avvicinarono e lo ringraziarono per aver ritrovato la loro,
rispettivamente, figlia e amica.
Lui aveva risposto che l’aveva fatto con piacere e che non
gli dovevano alcun ringraziamento. Era felice di aver ritrovato la
contessa sana e salva… beh, viva perlomeno.
Appena ne avesse avuto la possibilità, avrebbe chiesto a
Sana di raccontargli che cosa era successo e sperava anche che sapesse
dirgli il nome del suo aggressore.
Non pensava potesse essere un bracconiere di passaggio,
perché erano state colpite sia Sana che la sua giumenta e non
era possibile che un cacciatore sbagliasse il tiro una volta,
figuriamoci due. No, era quasi certo che chi aveva sparato a Sana
avesse anche ucciso il conte. Quel caso stava diventando sempre
più pericoloso ogni giorno che passava. Doveva scoprire la
verità il prima possibile, non voleva che qualcuno ci rimettesse
la vita in quella brutta storia.
La porta della camera di Sana si aprì e il dottore
varcò la soglia. La baronessa, Miss Kurumi e Akito si
avvicinarono a lui.
- Come sta mia figlia? - domandò la prima.
- Meglio. Ma ha perso molto sangue e deve riposare. E’
sveglia e potete entrare per qualche minuto, ma non stancatela troppo.
Le ho fatto una fasciatura e domani mattina verrò a sostituirla.
-
- Grazie, dottore. Per favore, permettetemi di ospitarvi qui per stanotte. -
- Vi ringrazio molto per l’offerta, milady, ma devo rientrare a casa. Devo ancora completare il mio giro di visite. -
- Come volete. Asako, accompagneresti il dottore alla porta? Poi puoi entrare a vedere come sta Sana. -
- Ma certo, Lady Kurata - mormorò Miss Kurumi, indicando la strada al dottore.
La baronessa si rivolse ad Akito. - Potete entrare anche voi a vedere come sta, se volete. -
Lui scosse il capo. - No, grazie, milady. Ma quello che ho da chiederle non è possibile farlo in cinque minuti. -
Le augurò la buonanotte e si congedò.
* Ovviamente il cavallo proviene dalla stalla di Sana, per questo
conosce il suo nome. Akito l’ha solo preso in prestito per
cercarla.
Spazio autrice: Questo
è un capitolo a cui tenevo particolarmente, ma non è
venuto come avrei voluto che venisse. Quello che più mi lascia
perplessa è il bacio. Non so, forse era il momento sbagliato.
Voi che ne pensate?
I nostri protagonisti passano a darsi del tu... che bello! Spero
che il capitolo vi sia piaciuto! Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Deb: Mi dispiace, per i chiarimenti riguardo a quello che vuole fare Akito bisogna attendere il prossimo capitolo...
Grazie per avermi fatto notare l'errore... purtroppo qualcuno
scappa sempre! Quei maledetti sono proprio infimi, come dici tu!!! Nel
prossimo capitolo ti dico come mi hai ispirata, te lo prometto.
Non ero molto soddisfatta dello scorso capitolo, perchè...
beh, ecco... in effetti non lo so nemmeno io. Non mi convinceva,
ecco... e nemmeno questo mi convince a dire il vero...
Sai mi era venuta voglia di scrivere già il giorno dopo, ma
poi mi sono ammalata e non è più stato possibile. Adesso
dovrei andare a occuparmi dell'altro. Spero che il capitolo ti sia
piaciuto! Alla prossima!
NinaFallenAngel: Ed ecco
qui un nuovo capitolo! Spero ti sia piaciuto anche questo e che
continuerai a seguirmi fino alla fine! A presto con il XVIII capitolo!
Delichan123: Stop! Devo
fare una marcia indietro… perché l’altra volta non
mi sono spiegata molto bene. Il passato, in linea generale, mi piace,
tranne alcuni secoli che proprio non sopporto. L’ottocento poi
è quello che mi appassiona di più. Scrivere una storia
ambientata nel 1800 inglese (non l’ho ambientata in Italia
perché la nostra storia è troppo travagliata e bisogna
ammettere che gli inglesi erano quelli messi meglio) è
interessante. E’ un periodo pieno di intrighi e di regole,
ecc… Naturalmente, per quanto mi possa appassionare, sono molto
felice di essere nata nel 1991 e di non vivere in un passato dove le
donne contavano solo per mettere al mondo figli o poco altro.
Dopo questa “breve” parentesi di spiegazione passiamo
al resto… Anche tu hai avuto l'influenza? Mi dispiace. A me
è venuta domenica fino a giovedì... la febbre mi ha anche
impedito di scrivere, uffa!
Spero che il capitolo ti sia piaciuto! A presto con il prossimo!
Grazie per le recensioni!
Grazie per le visite, per le seguite e per le preferite!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
|
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Capitolo 19 *** XVIII capitolo ***
Omicidio di un nobile - XVIII capitolo
Omicidio di un nobile
XVIII
Sana
era sdraiata in posizione supina quando si svegliò. La luce del
giorno le ferì gli occhi, perciò sbatté più
volte le palpebre prima di riuscire a guardarsi intorno.
Quello
era il suo letto, la sua stanza, ma come ci era arrivata? I suoi ultimi
ricordi erano piuttosto sfuocati. Sollevò un braccio e si
coprì gli occhi, tentando di ripercorrere con la mente gli
avvenimenti del giorno prima.
Nel
pomeriggio stava controllando i conti della tenuta quando aveva trovato
un foglio… importante, ma non riusciva a mettere a fuoco le
parole che vi erano scritte.
Poi
aveva preso Celeste e aveva cavalcato per molto tempo, prima di…
nulla. Il vuoto completo. Che cosa era successo dopo?
Il
viso di Akito le si formò davanti allo sguardo. Si erano baciati
e lei non aveva mai provato sensazioni simili. Prima del conte biondo,
l’unico uomo che l’aveva mai baciata era stato Naozumi, con
una forza e violenza che non aveva mai apprezzato.
Con
Akito era stato diverso. Passionale, certo… ma anche con una
dolcezza e bravura che le avevano fatto dimenticare dove si trovava e
che fosse vedova da poco meno di tre settimane.
Poi Akito l’aveva presa in braccio e messa sulla groppa di Black.
E
Celeste? Che fine aveva fatto la sua giumenta? Non le sembrava di
averla vista quando si era risvegliata sulla riva del fiume. Doveva
ricordarsi di chiederlo ad Akito appena l’avesse visto.
- Ti sei svegliata! - esclamò una voce vicino alla porta.
Sana si voltò e incontrò lo sguardo sollevato della madre. - Sì. -
- Come stai? - I suoi occhi erano fissi sulla sua fasciatura.
-
Abbastanza bene - mentì. In verità il braccio le faceva
male e si sentiva piuttosto debole, ma non voleva far preoccupare la
donna. Abbozzando un sorriso, aggiunse - ho molta fame. -
La madre si illuminò. - Ti faccio subito portare un vassoio. Vuoi qualcosa in particolare? - domandò.
Sana scosse il capo. - Mi basta mettere qualcosa sotto i denti. -
- Va bene. Scendo io in cucina ad avvertire, così ti lascio riposare. Hai bisogno di qualcos‘altro? -
Sana
stava per scuotere di nuovo la testa, ma poi cambiò idea. -
Potreste dire al conte Hayama* di raggiungermi appena possibile, madre?
Dovrei parlargli. -
Tsuyoshi
era venuto mezz’ora prima ad avvertirlo che la contessa voleva
vederlo e per quanto lo premesse potersi assicurare con i propri occhi
che stesse bene, era rimasto per un certo tempo nella sua stanza a
rimuginare.
Era
nervoso e non riusciva a spiegarsene il motivo. Si era preparato il
discorso e sapeva con esattezza cosa doveva dirle e come farlo, eppure
non si era ancora deciso a lasciare la sua camera.
La
proposta che aveva da farle sarebbe stata molto utile a entrambi, ma
anche se lei non avesse accettato - per quanto sarebbe stato folle in
quel caso da parte sua - non doveva importargli.
Anzi, non gli importava e basta. Già, ma allora perché non andava a parlarle?
Prendendo
“coraggio” uscì dalla camera e percorse quasi di
corsa il corridoio. Chiuse la mano a pugno e si bloccò un
secondo prima di batterla sulla superficie levigata della porta.
Era
arrivato fin lì, perché esitava? Era un uomo adulto che
stava per fare una proposta conveniente ad una vedova, non doveva
affatto sentirsi teso.
Si decise e bussò. Da dentro la stanza lo raggiunse la voce di Sana. - Avanti! -
Akito
entrò e posò lo sguardo sulla figura sdraiata nel letto.
La pelle del viso pallida, i capelli rossi sciolti e un po’
scomposti sulle spalle e un braccio fasciato e appeso al collo. Ecco
come gli si presentava quel giorno Sana, eppure l’uomo non
poté fare a meno di trovarla bellissima.
Deglutì nervosamente e mormorò - buongiorno. Come stai? -
- Buongiorno anche a te. Sto bene, per quanto sia possibile. -
Akito annuì consapevole. - Di cosa volevi parlarmi? -
-
Volevo sapere dov’è Celeste, la mia giumenta. Ieri non mi
sembra di averla notata quando mi sono risvegliata e allora… -
lasciò la frase in sospeso.
-
Non preoccuparti. L’abbiamo trovata anche prima di te. Adesso
è nella stalla e sta anche meglio di te, perché la
pallottola l’ha beccata solo di striscio - spiegò.
- Bene. Sono contenta. -
- Se non hai altro da chiedermi, adesso sono io che vorrei farti qualche domanda. -
- Riguardo a ieri, vero? -
Anche,
ma l’importante “discorso” l’avrebbe lasciato
alla fine. - Sì. - Incerto, continuò - mi dispiace
doverti interrogare subito dopo la tua aggressione, ma è meglio
per tutti che io sappia subito quanto è successo ieri. -
Lei
annuì. - Sì, capisco. Non devi preoccuparti. - Lo
osservò per un istante come in attesa di qualcosa, poi disse -
siediti. Non stare in piedi. - Con il braccio sano indicò una
poltrona che era stata avvicinata ad un lato del letto.
Lui
accettò il suggerimento e si accomodò. - Sana, che cosa
è successo ieri? Perché sei andata nel bosco ieri sera? -
cominciò, incontrando il suo sguardo.
-
Devo ammettere di non ricordarmi molto, però… - si
fermò, assumendo un’espressione pensierosa. - Ieri ero
nello studio e stavo controllando i conti… -
Akito
sorrise ironico. - Il tuo concetto di controllare i conti è di
mettere in disordine tutti i documenti e lasciarli in giro? Ho visto in
che stato hai lasciato quel povero studio. -
Sana strinse le palpebre e piegò le labbra in una smorfia arrabbiata. - Molto spiritoso - borbottò.
Lo
sguardo di Akito si fissò sulle sua labbra e provò la
tentazione di attirarla a sé e baciarla. A stento si trattenne.
Tornò serio. - Continua. -
Lei colse il tono e riprese a parlare. - Ho trovato un foglio ed è per quello che sono uscita di corsa. -
- Che cosa c’era scritto? - la interruppe.
Lei
scosse il capo più volte con disperazione. - Non lo so. E’
da quando mi sono svegliata che tento di ricordarmi, ma proprio non ci
riesco. Mi dispiace. -
Lui
abbozzò un sorriso rassicurante. - Non sforzarti troppo. Prima o
poi ti tornerà in mente. Uhm, può darsi che fosse un
indicazione ad andare in qualche posto, forse proprio dove ti abbiamo
trovata. -
- Sì, mi sembra fosse qualcosa del genere. -
- Cos’altro ricordi? -
-
Eh… ho preso Celeste e sono andata nel bosco. Sono arrivata dove
mi hai trovata e poi… uno sparo. Ho udito uno sparo… e
nient’altro prima di te. -
- Sei sicura? - insistette. - Quando hai sentito lo sparo, non hai visto nessuno? O anche prima di questo. -
Sana ci pensò su. - No, Akito. Al momento non mi viene in mente nessun altro particolare. -
-
D’accordo. - Rendendosi conto che era arrivato il momento di
lasciar perdere il caso e parlare d’altro, si alzò in
piedi. Il nervosismo era tornato a farsi sentire. - Credo che sarebbe
meglio aumentare la sorveglianza nella tenuta, per evitare che altri
incidenti simili si ripetano. Certo, se “qualcuno” mi
avesse aspettato, anziché andare in giro di notte senza nessuno
a proteggerlo, tutto questo non sarebbe accaduto - aggiunse con
asprezza.
-
Non potevo sapere che saresti tornato quello stesso giorno e quando
sono uscita c’era ancora luce. Sono sicura che avevo fretta,
perché era importante quello che dovevo fare e non poteva
aspettare - replicò Sana, incrociando le braccia al petto.
Lui
sospirò. - Lasciamo perdere, altrimenti finirà che io ho
torto e tu ragione. Devo parlarti di una cosa importante. -
- Uh? Che cosa? - domandò confusa.
- Vedi, Sana, durante il mio viaggio ho scoperto qualcosa che ti riguarda. -
- Ah, già, il tuo viaggio. Non mi hai ancora raccontato nulla. - Questa volta fu lei a interromperlo.
- Fammi finire, poi ti racconterò tutto. - La fulminò con lo sguardo.
- Ehm, scusa, vai avanti. -
- Sana, purtroppo tuo marito negli ultimi tempi aveva ripreso a frequentare delle sale da gioco, senza fortuna e… -
- …e mi ha lasciata piena di debiti - completò Sana.
Akito sgranò gli occhi sorpreso. - Lo sai già? Ma come? -
- Tre o quattro giorni fa è venuto a trovarmi il notaio di famiglia e mi ha informato - spiegò tristemente.
- Oh, beh, visto che sai tutto, questo mi semplifica le cose. -
- Che vuoi dire? -
- Sana, perché non mi sposi? - disse d’un fiato.
- Che cosa?! -
Forse aveva capito male. No, di certo aveva capito male. - Potresti ripetere, per favore? - lo pregò incredula.
Akito l’accontentò. - Sposami. -
Aveva capito bene, allora. - Sei impazzito, per caso? -
- Non sono pazzo e se mi lasci spiegare capirai che è la soluzione migliore per entrambi. -
Perché aveva la sensazione che quello che stava per dirle non le sarebbe piaciuto?
- Sana, detto con franchezza, tu sei sommersa dai debiti… -
“Alla faccia della franchezza”, pensò lei.
- …ma io posso aiutarti. -
- Mi sposi per farmi un favore? -
- Eh? No! Se io ti offrissi semplicemente il denaro che ti serve tu non lo accetteresti, vero? -
- Esatto - mormorò piatta.
- Ma se mi sposi, i tuoi debiti diventerebbero miei e io potrei pagarli senza problemi. -
- E il vantaggio per te dov’è? -
-
Io sono un conte e come tale devo sposarmi e mettere al mondo dei
figli. Per farlo mi toccherebbe lasciare la mia tenuta per mesi, andare
a Londra e partecipare alla stagione mondana, la prossima primavera,
per trovare una debuttante da sposare. Tu mi semplificheresti di gran
lunga la questione. -
Lei
rimase interdetta. Ci stava riflettendo davvero? Non poteva accettare
una proposta simile per mille ragioni diverse. Era appena rimasta
vedova, non voleva più sposarsi, il pretendente non
l’amava e le stava proponendo un altro matrimonio fasullo
e… non era nemmeno ben certa di poterlo mettere al mondo un
piccolo erede Hayama. L’immagine di un bambino biondo come il
padre le si formò davanti agli occhi. Diventare madre. Per tanti
anni ci aveva sperato, ma non aveva mai avuto questa fortuna. Forse
quella che le si presentava era l’occasione buona?
Probabilmente
Akito aveva notato che stava cedendo, perché tornò alla
carica - pensa ai tuoi domestici. Se non potrai pagare i debiti, sarai
costretta a vendere la casa e loro finiranno in mezzo ad una strada.
Pensa ai coniugi Gomi, che si sono appena sposati. -
La stava convincendo. Doveva ammetterlo almeno con se stessa.
-
E poi noi andiamo d’accordo, no? Siamo amici. Sarà un
matrimonio migliore di tanti che ci sono in giro. Ti offro sicurezza e
in futuro… - un sorriso malizioso gli curvò le labbra. -
… dei figli. Allora, che ne dici? Accetti? -
Sbagliava o il suo tono aveva un non so ché di speranzoso?
Decisamente Akito ci sapeva fare con le parole. Non riusciva a trovare
un appiglio a cui aggrapparsi e, sinceramente, forse nemmeno voleva
trovarlo. - Va bene, mi hai convinta. Ti sposo. -
* Davanti agli altri Akito e Sana useranno ancora il voi e si chiameranno con il titolo, almeno fino a che… eheh.
Spazio autrice: Questo
capitolo mi è venuto più lungo del solito. Volevo
fermarmi un pò prima, ma alla fine ho continuato per quasi
un'altra pagina.
Mentre
scrivevo la scena di Akito che va a parlare con Sana ripensavo a quella
nel manga/anime del Natale, quando lui tenta di dichiararsi.
Il matrimonio all’inizio non era previsto in mezzo alla storia,
ma poi grazie ad un commento di Deb (grazie per l’idea!) ho
pensato che un matrimonio di convenienza per risolvere i problemi di
Sana ci stesse bene ed eccolo qui! Sull'ultima parte (la proposta) non
sono molto convinta, perchè volevo farla diversa, ma alla fine
mi è venuta così. Spero vada bene lo stesso.
Spero che il capitolo vi piaccia! Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Deb:
Quando ho notato quell’errore orribile che ho fatto mi è
quasi venuto un infarto. Grazie molte per avermelo fatto notare - e
anche l’altro - ti assicuro che l’ho corretto subito
subito… o almeno il tempo che ha impiegato il mio internet a
funzionare… a volte è un po’ dispettoso!
Grazie
tanto per i complimenti. Per un'autrice il complimento migliore
è proprio quello di far emozionare qualcuno con quello che
scrive. Penso proprio che continuerò a scrivere, dopo questa
storia, una nuova long-fic per Kodocha, anche se ancora non ho
un’idea precisa… ma l’ispirazione è sempre in
agguato.
Ecco
come mi avevi ispirato... eheh... un bel matrimonio in vista... certo,
un pò freddo per ora, ma i motivi di questo verranno spiegati
più avanti e crdo che nel prossimo continuerò ancora un
pò la scena, magari dal punto di vista di Aki, e darò
qualche informazione in più. Questo capitolo l'ho fatto
più lungo del solito. In verita volevo finire il capitolo subito
dopo la proposta di lui, ma questa sera non mi sentivo sadica a
sufficienza dal farlo. Spero che il capitolo ti sia piaciuto e grazie
ancora perchè mi hai fatto notare i miei errori.
Al prossimo chappy! Ciao!
92Titti92:
Ciao! Grazie per i complimenti! Sono contenta che ti sia piaciuto lo
scorso e che segui anche l'altra. Domenica scorsa ho postato il secondo
capitolo e spero ti poter pubblicare presto il prossimo. Nel frattempo,
spero ti sia piaciuto questo. Allla prossima!
NinaFallenAngel: Grazie
per i complimenti. Meno male che ho azzeccato il momento del loro primo
bacio. Spero che anche questo ti piaccia! Al prossimo capitolo!
Sana1991:
Sono felice che la mia storia ti piaccia e spero che continui ad essere
così. Ecco qui il nuovo aggiornamento. Spero ti sia piaciuto! Al
prossimo capitolo!
Delichan123: spero
riuscirai a leggere questa risposta, perchè hai lasciato la
recensione proprio mentre pubblicavo il nuovo capitolo e non l'ho
vista... caspita, mi dispiace che la tua salute si sia aggravata... ti
auguro di guarire presto. Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia
piaciuto e che apprezzarai anche questo! A presto!
Grazie per le recensioni!
Grazie per le visite, le preferite e le seguite!
A presto con il prossimo capitolo! Il XIX!
Ilaria
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Capitolo 20 *** XIX capitolo ***
Omicidio di un nobile - XIX capitolo
Omicidio di un nobile
XIX
Premessa: (LEGGETE!
E’ Importante!) Prima di tutto volevo scusarmi per il ritardo, ma
ho avuto una settimana piena d'impegni e anche ieri sono stata fuori
tutto il giorno e non ho avuto il tempo di scrivere... (sono andata a
vedere New Moon... molto bello!) e mi dispiace anche che il capitolo
sia breve, ma di meglio non mi è venuto.
Poi…
probabilmente l’ho già detto… il matrimonio di
convenienza non era progettato all’inizio e l’idea era di
non farli sposare prima della fine… e per amore, ovviamente. Ma
dato che poi ho lasciato Sana sommersa dai debiti e Deb aveva accennato
ad un loro possibile matrimonio, ho pensato: “Perché,
no?” , naturalmente il fatto che si sposino solo per farsi un
favore a vicenda non significa che non si possano innamorare (le
premesse ci sono già). Inoltre, per il momento, Akito non
può concepire un matrimonio d’amore e non perché
lui pensa che non esista, ma per un altro motivo che non ho ancora
annunciato. Sana accetta semplicemente perché non ha scelta e
anche perché essendosi già sposata per amore (per modo di
dire!) non può ancora pensare di amare di nuovo (veramente
questa volta) e risposarsi per questo motivo. D’altronde si
conoscono da poco ed era inconcepibile farli sposare già per
amore se non avessero tutti i problemi che hanno.
Adesso vi lascio al capitolo… BUONA LETTURA!
Un’autentica sensazione di sollievo si impadronì di Akito. Lei aveva accettato!
Le sorrise. -
Sei vedova da poco, organizzeremo un matrimonio molto semplice. Saremo
solo io, tu, tua madre, i testimoni e il vicario. -
Lei
inclinò la testa da una parte, confusa. - Forse tua madre
vorrebbe assistere al matrimonio del suo erede*. Possiamo benissimo
attendere il tempo necessario perché venga qui… per di
più, dobbiamo ancora mettere le pubblicazioni… - si
bloccò, notando un leggero indurimento nell’espressione
del fidanzato.
Un sorriso
triste comparve sul volto di Akito. - Mia madre è mancata molti
anni fa… però credo che avvertirò mia sorella
Natsumi. E’ un tipo esuberante, ti piacerà. -
- Sarò molto felice di conoscerla. -
Akito si
alzò. - Adesso ti lascio riposare. Riprenderemo questo discorso
quando ti sarai ripresa e daremo il lieto annuncio agli altri insieme.
-
Non aveva ancora raggiunto la porta che lei lo fermò. - Uhm? Hai bisogno di qualcosa? -
Lei scosse la
testa e indicò una poltrona posta all’altro lato della
stanza. - Lì c’è la mia vestaglia. Porgimela. Devo
alzarmi subito… mi è venuto in mente una cosa di ieri. -
- Questa cosa non puoi raccontarmela da seduta? - replicò ironico, non muovendosi di un passo.
- La tua
simpatia è davvero fuori dal comune Akito, complimenti -
borbottò con il suo stesso tono. - Devo cercare una cosa e non
posso alzarmi così… sono in camicia da notte! -
Akito
incrociò le braccia al petto e un sorriso furbo gli
incurvò le labbra. - Fai pure… siamo fidanzati e non mi
scandalizzo di certo. -
Si divertì moltissimo vedendo le sue guance tingersi di rosso.
- Non mi alzerò mai così. Porgimi - la - vestaglia! - si alterò lei.
Rendendosi conto
che non l’avrebbe di certo accontentata, cominciò a
tirare, usufruendo del braccio sano, le coperte, sfilandole da sotto il
materasso. Se le avvolse intorno al corpo e lentamente si alzò
in piedi.
Vedendola
barcollante, Akito provò una punta di rimorso e si
avvicinò per sostenerla. - Che testarda! - borbottò.
- Senti da che pulpito… - ribatté Sana con tono acido.
Lui
ignorò il commento. - Potevi semplicemente chiedermi cosa
volevi, te l’avrei cercato io, anziché insistere tanto per
alzarti. -
Lei
sembrò soppesare per un attimo il suggerimento. - No, faccio da
sola. - Cogliendolo di sorpresa, si staccò improvvisamente da
Akito e si incamminò con passo malfermo verso una poltrona dove
era appoggiati, ben piegati, i vestiti del giorno precedente;
l’orlo della coperta con cui era avvolta strusciava sul
pavimento.
La vide scuotere
i vestiti, mormorando scocciata - ma dov’è? Eppure…
ero assolutamente certa di averlo messo qui. -
- Per la centesima volta… posso sapere che accidenti stai cercando? -
- Il foglio.
Quello che ho trovato in mezzo ai documenti di Naozumi. Mi è
tornato in mente che l’avevo con me quando sono andata nel bosco
e di averlo infilato nei vestiti… credo... ma non
c’è! - disse con frustrazione.
Perché
non glielo aveva detto subito? Se glielo avesse detto prima si sarebbe
dato immediatamente da fare per trovare quel maledetto foglio anche a
costo di distruggerle il vestito. - Potevi dirmelo subito -
sbuffò.
- Ah, sta zitto! E aiutami - aggiunse.
Akito si
trattenne a stento di ribattere che era quello che voleva fare fin
dall’inizio e si avvicinò a lei in silenzio.
- Non c’è. Rassegnati - le disse poco dopo, al termine di quella ricerca vana.
- Ma deve
esserci! - insistette Sana, continuando a rivoltare il vestito. Per i
maltrattamenti che aveva subito, l’abito era tutto spiegazzato e
aveva un piccolo strappo. Chissà cosa avrebbe pensato la
cameriera, quando avrebbe visto il vestito che aveva appena stirato
conciato in quel modo.
- Forse l’hai messo da qualche altra parte. E se l’avessi lasciato proprio nello studio? -
Sana si
voltò a guardarlo, un’espressione seria dipinta in volto.
Scosse il capo. - No, non mi sbaglio. Forse non nei vestiti, ma l'avevo
con me. Qualcuno deve averlo preso. - Non aveva bisogno di specificare
che pensava che quel “qualcuno” fosse proprio chi
l’aveva aggredita.
Shinichi
entrò nella stalla per dare da mangiare ai cavalli. Quando si
avvicinò a Tempesta, uno stallone grigio molto veloce,
però, notò che c’era qualcosa che non andava. Gli
zoccoli erano ricoperti dello stesso terriccio che aveva tolto da
quelli di Celeste e di Black. Shinichi incrociò lo sguardo del
cavallo, pensoso. Era sicuro che era da parecchi giorni che quel
cavallo non veniva montato e difatti voleva presto utilizzarlo
per fare una cavalcata ed evitare che si impigrisse troppo.
Con la coda
dell’occhio vide un pezzetto di stoffa blu impigliato in un
chiodo. Allungò un braccio e ne strappò un pezzo,
chiedendosi di chi poteva essere. Gli sembrava di averlo già
visto, ma al momento non gli veniva in mente. Con un gesto distratto,
se lo infilò in tasca.
Mentre
riprendeva il suo lavoro, si domandò anche se avrebbe dovuto
parlare con la padrona di Tempesta. Forse non era il caso. Lady Kamura
aveva appena subito un incidente e non voleva disturbarla per simili
quisquilie. Probabilmente lo stallone era stato utilizzato da un altro
domestico che si era dimenticato di avvertirlo.
Fuka
entrò nel salotto di casa sua come una furia. Intercettando il
marito seduto su una poltrona intento a leggere il giornale**, disse
eccitata - hai sentito? -
Takaishi non distolse lo sguardo dalle pagine, mentre replicava - che cosa? -
- Della contessa! -
- Che cosa avrei dovuto sentir dire? -
Fuka alzò
gli occhi al cielo, domandandosi come potesse essere così
disinformato. - La mia cameriera l’ha sentito dire da
un’altra che ha s… -
- Risparmiami la
spiegazione di come funzione la tua rete d’informazione e vai
dritta al punto, Fuka - la interruppe Takaishi, con un gesto scocciato
della mano.
- Come vuoi -
mormorò la donna, scrollando le spalle. - La contessa ha subito
un incidente nel bosco. Sembra che l’abbiano trovata di notte,
mezza morta, con un principio di congelamento e aveva perso moltissimo
sangue. -
L’uomo alzò uno sguardo sorpreso su di lei. - Un incidente? Come è successo? -
- Sembra che
mentre era fuori a cavallo… di notte… le abbiano sparato.
- I suoi occhi brillavano, come se stesse annunciando una bellissima
notizia, piuttosto che un evento tragico. Takaishi non si scompose,
conosceva alla perfezione il carattere della moglie.
Fuka riprese a
parlare, ma era più un pensiero espresso ad alta voce, che
un commento rivolto al marito. - Chissà che ci faceva nel bosco
di notte… che dovesse incontrarsi con qualcuno? Uhm, forse un
uomo. Chi vuole prendere in giro con quella faccia da santarellina? -
Poco dopo il suo viso si illuminò ulteriormente. - Andrò
a trovarla! E’ giusto che una persona così vicina alla sua
famiglia vada a vedere come sta. -
- Vengo con te - affermò Takaishi.
Lo guardò
stranita. - Cosa? Perché? - Poi sorrise. - Ah, ho capito. Vuoi
vedere come sta la tua contessina, eh? - Senza attendere risposta si
girò e a passo svelto si diresse alla porta mormorando - vado
subito a far preparare le valigie. Voglio partire il prima possibile. -
* Sana non pensa
nemmeno ad un possibile padre perché Akito ha il titolo di
conte, perciò significa che l’ha già ereditato dal
padre. Se il padre fosse stato ancora vivo allora si farebbe chiamare
Mr Akito Hayama.
** Esistevano
anche se non erano giornalieri, però non sono certa si potessero
avere anche in campagna, ma facciamo finta.
Spazio autrice: Scusate ancora per il capitolo breve che vi ho rifilato... spero di fare meglio la prossima volta...
Wow! Per lo scorso capitolo 7 recensioni! Questa storia non aveva mai raggiunto un numero simile... grazie!
Bontina: Ciao!
Sono contenta che sei tornata a recensire. Anche a me spesso capita di
non aver tempo di recensire (soprattutto perché ho un internet
un po’ lento). Però sono contenta di sapere che hai
continuato a seguire la mia storia ed ad apprezzarla. Spero di riuscire
a sviluppare il matrimonio come l’ho progettato, anche
perché inizialmente non era previsto e non ero preparata.
Vabbè, poi vedrò! Spero che il chappy ti sia piaciuto.
Alla prossima!
92Titti92:
Ciao! Eh,no, mi dispiace, ma per il matrimonio che tutte vogliamo per
loro c’è da aspettare ancora un po’. E’ troppo
presto perché siano innamorati, lo sappiano, l’abbiano
accettato e si dichiarino. Abbi ancora un po’ di pazienza! Spero
che il capitolo ti sia piaciuto! Al prossimo aggiornamento!
Kriscullen:
Ciao! Wow! Hai letto la mia storia tutta in una volta? Grazie per i
complimenti. Mi fa piacere che ti abbia appassionato. Spero tu abbia
apprezzato anche questo chappy! A presto con il prossimo!
Deb: Ciao,
carissima! Non farti venire strane idee per il fatto che Sana non si
ricorda molto bene quello che è successo. Sana ha battuto la
testa ed è solo un pò stordita. Diciamo che per il
momento sfrutto un pò la situazione, ma non per molto. Sapevo
che sarei caduta nell'OOC, lo sapevo fin dall'inizio e per questo l'ho
messo tra gli avvertimenti. La prossima di Kodocha che scriverò
mi piacerebbe farla rispettando il più possibile i loro veri
caratteri.
Un capitolo
intero sulla loro prima notte di nozze... che dovevo scrivere una scena
simile l'avevo già progettato e spero che venga fuori qualcosa
di accettabile...
Grazie per i complimenti che non merito se prendiamo in considerazione questo che secondo me è pessimo e breve...
Al prossimo chappy! (sperando sia meglio di questo!)
x_Mokona:
Ciao! E’ troppo presto per un matrimonio d’amore…
come hai detto tu si conoscono da poco tempo e non potevo farli subito
innamorati. Mentre il matrimonio di convenienza ci sta e per
l’epoca non è poi tanto strano. Comunque ognuno ha diritto
di pensarla come vuole e apprezzo la tua opinione. La storia non
è affatto finita e per tramutarlo in un bel matrimonio
d’amore c’è sempre tempo. E poi… chi ha detto
che il corteggiamento non può esserci dopo?
Sono contenta che la storia ti piaccia e che tu abbia apprezzato questo capitolo. Al prossimo chappy!
NinaFallenAngel: Ciao!
Sono contenta che ti piaccia la mia idea e spero di non averti deluso
troppo con questo capitolo che non mi piace molto a me. A presto con il
prossimo capitolo!
Delichan123:
Ciao! Quanta felicità! Fa piacere vedere la mia idea tanto
apprezzata da te! Spero anche di poterla sviluppare decentemente anche,
però...!
Sono contenta che sei guarita e... Takaishi lo farei fuori anch'io, insieme a Fuka e a Nao (di nuovo!)! Al prossimo chappy!
Grazie tante per le recnesioni!
Grazie per le preferite, le seguite e le visite!
Al prossimo capitolo! Il XX!!!
Ilaria
|
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Capitolo 21 *** XX capitolo ***
Omicidio di un nobile - XX capitolo
Omicidio di un nobile
XX
3 giorni dopo
Erano passati alcuni giorni dall’ “incidente” di
Sana e dal suo ritrovamento e ora la donna poteva dire con sicurezza di
sentirsi molto meglio e di poter lasciare il suo letto. D’accordo
che le piaceva dormire, ma a forza di stare lì immobile si
sarebbe annoiata a morte.
Akito in quei giorni le aveva fatto compagnia spesso. Parlavano di
loro stessi e avevano messo a punto i dettagli per il loro…
matrimonio. Deglutì nervosamente. Le era ancora un po’
difficile digerire il fatto che ben presto si sarebbe sposata di nuovo.
Del resto… non aveva molta scelta, no?
Il tempo rimanente, Akito le aveva detto che lo passava nello
studio a “sistemare il disastro che aveva combinato”.
Parole testuali.
Abbandonando il dolce tepore delle coperte, dopo aver tirato la
corda per chiamare la cameriera, si avvicinò all’armadio e
lo aprì per scegliere un vestito da indossare. Quel giorno
avrebbe pranzato con gli altri, invece che da sola.
Tirò fuori uno dei vestiti neri in suo possesso pensando
che pochi giorni dopo avrebbe smesso il lutto, perché si sposava
nuovamente. Caspita, non faceva altro che pensare al matrimonio! Stava
diventando il suo chiodo fisso. Perché si preoccupava tanto? La
sua vita non sarebbe cambiata molto rispetto quella attuale.
L’unica differenza era che invece che ospite Akito sarebbe
diventato il proprietario di quella casa e l’avrebbero condivisa.
Loro erano amici adesso - più o meno… - e rispetto a
quello che aveva prima sarebbe stato un bel passo avanti. Era certa di
non sbagliarsi questa volta: Akito era molto diverso da Naozumi e anche
se lui non l’amava era suo amico e non l’avrebbe trattata
male.
Aya arrivò e l’aiutò ad allacciare i
bottoncini dietro la schiena. Non portava più il braccio al
collo, ma dove era stata colpita c’era ancora un leggera
fasciatura e la ferita le recava ancora un po’ di dolore.
- Siete sicura di sentirvi abbastanza bene da scendere, milady? - le domandò Aya.
Sana annuì da dietro le spalle. - Sì, ora sto bene.
E poi ho un annuncio da fare - commentò. “Meglio togliersi
il pensiero”, pensò Sana. Lei ed Akito non avevano ancora
detto a nessuno della loro decisione di sposarsi. Attendevano di farlo
insieme, appena lei si fosse sentita meglio.
Appena fu vestita, lasciò la stanza seguita dalla cameriera
e scese al piano di sotto. Si diresse direttamente verso lo studio
perché era praticamente certa di trovarvi Akito. Spalancò
la porta e vi entrò. Proprio come aveva pensato, Akito era
seduto dietro alla scrivania e su quest’ultima erano posati dei
volumi aperti e il necessario per scrivere. Il rumore della porta
spalancata con forza lo distrasse dal suo lavoro e l’uomo si
voltò verso di lei. Ad un’espressione sorpresa,
seguì una smorfia di disappunto. - Perché ti sei alzata?
- le domandò con tono brusco.
- Perché ora sto bene - dichiarò. Sana si
avvicinò alla scrivania e domandò - Stai ancora
sistemando i documenti? D’accordo, erano sparpagliati, ma…
-
Le scoccò un rapido sguardo prima di tornare a scrivere su
un quaderno e interromperla - credi che mi sia limitato a riporre tutti
i fogli e basta? Sono giorni che tento di mettere ordine nei libri
contabili. E i conti, Sana, non tornano proprio. Per fortuna che con i
numeri me la cavo. -
- Oh. Ehm… - Fin da quando aveva deciso di prendere in mano
lei le redini della tenuta, sapeva bene che avrebbe assunto qualcuno
per occuparsi dei famigerati e terrificanti libri contabili. Lei odiava
i numeri e non voleva averci nulla a che fare. Certo, questo non
significava che fosse a conoscenza che Naozumi, oltre che disordinato,
non era stato in grado di tenere una contabilità accettabile.
“Probabilmente perché era troppo impegnato con il gioco e
quella sgualdrina della viscontessa”, pensò con amarezza.
- Mi dispiace molto che ti debba occupare tu dei conti di questa tenuta
- mormorò sinceramente.
Lui sollevò lo sguardo ad incrociare i suoi occhi. Il viso,
prima distorto dal disappunto, si era addolcito. - Non è un
problema. - Si persero l’uno nello sguardo dell’altra per
un tempo che Sana non riuscì a definire. La tensione era tale da
poterla tagliare con un coltello. Poi, non riuscendo più a
sostenere una simile situazione, Sana distolse lo sguardo e raggiunse
la finestra. Pioveva. Si stupì, prima non ci aveva fatto caso.
Il cielo era grigio e il paesaggio era nascosto dallo spesso strato di
nebbia presente. La vista le trasmesse una leggera tristezza.
Dopo qualche minuto di silenzio interrotto dalla pioggia
scrosciante e dalla piuma che Akito stava utilizzando, Sana disse -
sai, Akito, ero venuta qui per dirti che oggi voglio annunciare a tutti
il nostro matrimonio. In fondo, tra quattro giorni ci sposiamo e non ne
è a conoscenza nemmeno mia madre. -
Sospirando, si voltò nuovamente. Vide l’uomo annuire
e scoccare uno sguardo all’orologio, prima di proporre - potremmo
farlo subito, se sei d’accordo. -
- Uhm, sì. Riunirò tutti in salotto. -
Mezz’ora dopo nel salotto erano presenti tutti gli abitanti
della casa. I domestici posizionati in una fila allineata, sua madre e
Asako sedute rispettivamente sul divano e una delle poltrone, e Akito
in piedi di fianco a lei nel centro della stanza.
- Tesoro, perché ci hai riuniti tutti qui? E’
successo qualcosa? - domandò sua madre. Era solo una sua
impressione o c’era davvero malizia e divertimento nel suo tono?
Tutti gli altri erano in silenzio, ma la curiosità era
palpabile.
- Io e il conte Hayama dobbiamo fare un annuncio -
cominciò. Guardò Akito. Uffa! Perché doveva fare
tutto lei? Non poteva farlo lui l’annuncio?
Sorprendendola, Akito prese la parola - io e la contessa ci sposeremo fra quattro giorni. -
Sana sbarrò gli occhi. Quanta freddezza nel suo tono.
Sapeva bene che lui non l’amava e la cosa era reciproca, per
questo non capì perché la mancanza di colore
nell’annuncio fatto dal fidanzato la ferì.
Mentre i domestici cominciarono a mormorare fra di loro, sua madre
e Asako si alzarono e le vennero vicino per abbracciarla a turno e
congratularsi con lei e il futuro sposo.
- Congratulazioni, Sana! - le disse Asako, stritolandola in un
affettuoso abbraccio. - Sono certa che Akito è l’uomo
giusto! - aggiunse abbassando la voce.
Poco dopo la governante, Mrs Mery Barrigton, si separò dal
gruppo di domestici facendo qualche passo avanti. - Tutto il personale
vuole porgervi le sue congratulazioni, signora. - Si girò verso
Akito. - E a voi, milord. Vi auguriamo di essere felici. -
Akito annuì, mentre Sana sorrise. - Grazie a tutti voi. Siete molto gentili. -
I domestici tornarono presto al loro lavoro, Akito alla sua
occupazione e sua madre voleva ultimare un racconto che stava
scrivendo*. Sana e Asako rimasero da sole nel salotto a chiacchierare
in attesa dell’ora di pranzo.
- Tu e il conte, eh? - disse Asako divertita.
Sana arrossì un po’, imbarazzata. - Eh, già. -
- Pensando che fino a pochi giorni fa mi dicevi che non volevi
più prendere marito… hai fatto presto a cambiare idea! Il
bel conte deve averti colpita dritta al cuore! -
- Non è come pensi. Tra me e Akito non c’è
stato alcun colpo di fulmine. - Ops, l’aveva chiamato per nome.
Vedendo l’espressione dell’amica, la prevenne dicendole
seria - tra me e lui c’è un accordo preciso e conveniente
per entrambi. -
- Accordo? - Asako rimase interdetta. - Che cosa vuoi dire, Sana? -
In breve, le raccontò dell’accordo che aveva
stipulato con il fidanzato, tralasciando solo l’effettiva
attrazione fisica che provava per il conte biondo. Non riusciva ad
accettarla nemmeno lei, figuriamoci esprimerla a parole.
- Oh, Sana, mi avevi detto dei tuoi problemi finanziari, ma non
pensavo che tuo marito ti avesse lasciato in una tale situazione. Non
dovrei dirlo, ma… ha avuto quello che si meritava. - Si
interruppe un attimo. - Eppure penso ancora che Akito sia l’uomo
giusto per te. Sì, ne sono convinta. -
Sana liquidò la situazione con una mano. - Ma figurati. Il
nostro matrimonio sarà fondato sull’amicizia e a me va
più che bene. -
Asako inarcò un sopracciglio, ma non poté replicare perché bussarono alla porta e comparve il maggiordomo.
- Che succede, John? -
- Milady, sono arrivati i visconti Takaishi - le annunciò.
- Cosa? - chiese stupita. Si alzò in piedi e seguita da Asako si avviò verso l’atrio.
- Hanno delle valigie con loro - aggiunse il maggiordomo, mentre lasciarono il salotto.
Sana notò che, vedendola arrivare, Lady Takaishi assunse
un’espressione delusa, seguita subito da un sorriso falso. - Oh,
cara Lady Kamura, come sono felice di vedere che state bene. Solo ieri
ho saputo del vostro incidente e mi sono immediatamente organizzata per
venirvi a trovare. Non potevo certo lasciare sola una mia
“amica” ad affrontare una simile situazione. Ho saputo che
vi hanno sparato… ah, questi bracconieri! Bisognerebbe aumentare
la sorveglianza e farli impiccare** tutti - sentenziò.
Stordita da tutte quelle chiacchiere, Sana si limitò ad
ordinare al maggiordomo di portare le valigie al piano di sopra e
accompagnò lei stessa i due ospiti ben poco graditi in salotto.
* Questa idea non so da dove sia venuta… ho pensato che
nessuna contessa pubblicava racconti nell’ottocento, ma
può benissimo starci che li scriva per piacere personale…
magari qualche lettura infantile per un futuro nipotino!
** Nell’ottocento in Inghilterra c’era la pena di morte ed era la forca.
Spazio autrice: Ed eccomi
qua con il ventesimo capitolo! Wow! Questa è la storia
più lunga che ho scritto fin ora e non è ancora finita!
Ah, ovviamente - sempre per le convenienze - è normale che Sana
non cacci via gli sgraditi ospiti e che questi si siano praticamente
invitati da soli. Spero che il capitolo vi sia piaciuto... questa volta
l'ho fatto un pò più lungo. Mi raccomando... COMMENTATE!!!
Deb: Ciao, cara! A me New
Mon è piaciuto. L’ho trovato molto somigliante con il
libro e di più di quello di Twilight. E mi è piaciuto
molto anche Jake… eheh… ! Vabbè, comunque il suo
personaggio all’inizio non mi piaceva (terzo incomodo) e quando
ho saputo che in breaking dawn c’era un terzo del libro con il
suo POV non ero affatto contenta, ma poi mi ci sono affezionata e
l’ultimo è per l’appunto il mio preferito!
Per il fatto dei vampiri luccicanti… io sono andata a
vedere prima il Twilight film e poi ho letto il libro per cui quando
c’era la scena in cui lui doveva mostrarsi al sole mi sono
aspettata qualsiasi cosa e vedendo i diamantini ho sbarrato la bocca e
pensato: “Ma che roba è?!”
Anch’io la penso come te… basta che si
sposano… i motivi non mi interessano. Io leggendo parecchi
romanzi ambientati nel 1800 inglese sono abituata agli iniziali
matrimoni di convenienza, per cui i motivi che li spingono verso
l’altare non mi importano, è sufficiente che ci vadano!
Il primo pezzo dello scorso capitolo è stato più
semplice… qualche situazione leggera… e non ho fatto
fatica a scriverlo… poi è stato un disastro con il
resto… lasciamo perdere!
Mi è dispiaciuto dover scrivere un capitolo tanto breve, ma
è tutto quello che ho potuto fare settimana scorsa…
Shinichi ha sbagliato e di sicuro questo gli si ritorcerà contro, ma non posso dirti come…
Grazie per i complimenti… che ne dici di questo?
Al prossimo capitolo!
Delichan123: Ciao! Grazie per i complimenti... sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!
Beh, a me il film è piaciuto anche se i libri sono sempre
un'altra cosa... penso che l'abbiano seguito abbastanza bene. Avendo a
disposizione solo due ore non è facile compatare tante pagine...
Per quanto riguarda il capitolo... qui non si scopre molto... anzi
proprio nulla... questo è un capitolo solo per loro e di
passaggio... però spero ti sia piaciuto lo stesso! Al prossimo
chappy!
Grazie per le recensioni!
Grazie per le visite, le preferite e le seguite!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
|
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Capitolo 22 *** XXI capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXI capitolo
Omicidio di un nobile
Scusate il ritardo!!!
XXI
Riuscendo
a stento a trattenere la stizza che provava, Sana accompagnò i
suoi “attesissimi” ospiti nel salotto e diede disposizioni
per aggiungere due posti a tavola.
Maledizione! Che
cosa volevano da lei? Di certo non erano passati per assicurarsi
veramente della sua salute… a meno che non si aspettassero di
trovarla in fin di vita. Sì, certo, doveva essere proprio
così. O perlomeno lo era da parte della viscontessa, magari Lord
Takaishi se non preoccupato, era almeno curioso di sapere come stava,
genuinamente e senza secondi fini.
Intercettando lo
sguardo dell’amica Asako le chiese di andare a chiamare Akito. In
questo modo non sarebbe stata sola a dover sopportare i due coniugi.
Pochi minuti
dopo, Asako fece ritorno seguita da Akito. L’uomo salutò
cortesemente i visconti e si accomodò al suo fianco. Con la
solita espressione indifferente dipinta in volto, le prese la mano e le
domandò - avete parlato ai vostri ospiti della lieta novella? -
Ancora
concentrata sul calore che la mano di Akito stretta alla sua le
trasmetteva, ci mise un secondo in più a rispondere - eh? Ah,
no, ancora no. Aspettavo voi per farlo. -
Sana notò
che Lady Takaishi stava morendo dalla curiosità di sapere di che
cosa stavano parlando, mentre Lord Takaishi aveva inarcato le
sopracciglia ed osservava con insistenza e confusione le loro mani
intrecciate.
- Di che state parlando, Lady Kamura? - le chiese la viscontessa.
- Io e Lord Hayama stiamo per sposarci - affermò in un soffio.
Akito sorrise
mentalmente nel vedere la viscontessa sgranare gli occhi marroni e far
assumere un’ espressione di completo stupore al suo viso. Di
sicuro non si aspettava un annuncio simile. Chissà cosa stava
pensando in quel momento. Akito spostò poi lo sguardo verso il
visconte e fu il suo turno di stupirsi quando vide la mano di Lord
Takaishi chiudersi in un forte pugno. Perché quella reazione?,
si chiese, tentando di non lasciar trapelare la propria sorpresa.
Non gli piaceva
affatto la reazione di Lord Takaishi e ancora meno gli piacque lo
sguardo di puro odio che questi gli rivolse. Akito si girò un
attimo verso Sana, ma lei stava parlando animatamente con Miss Kurumi e
non si era accorta di nulla.
Akito
tornò a guardare il visconte e non poté fare a meno di
chiedersi se quell’uomo avesse un qualche interesse per lei.
Senza volerlo, si ritrovò a stringere con più forza la
mano della fidanzata ancora stretta alla sua. Tanto strettamente, che
Sana si voltò verso di lui confusa per l’improvviso cambio
d’umore dell’uomo. Rendendosi conto che le stava facendo
male, allentò la presa e abbozzò un sorriso per farle
capire che era tutto a posto.
Sana lo fissò
ancora per un attimo intensamente nel tentativo di carpirgli qualche
informazione in più, ma poi lasciò perdere e si
riconcentrò sulla sua amica.
Ben presto,
tutti si unirono alla conversazione delle due amiche che continuava a
vertere sul tema del loro matrimonio. Ad un certo punto, Lady Takaishi
affermò - mi sembra un po’ affrettato come matrimonio.
Insomma… Lady Kamura… - Il nome venne sottolineato, cosa
che ad Akito non piacque affatto. - … E’ da poco tempo che
il conte è morto e… - Sembrava arrampicarsi sugli specchi
nel tentativo di trovare più scuse possibili. - Voi e il conte
Hayama vi conoscete appena. Forse dovreste aspettare ancora qualche
tempo… magari fino al termine del vostro periodo di lutto. -
Un anno?
Attendere quasi un anno prima di sposarsi con Sana? Lui non aveva di
certo la fama di essere un tipo paziente e poi sua sorella era
già da parecchio tempo che lo stressava con la storia del
matrimonio e dell’erede. Si convinse che le ragioni della sua
premura fossero solo quelle.
Mentre Akito era
perso nei suoi pensieri, Sana stava replicando all’affermazione
della viscontessa - se non ricordo male… anche voi vi siete
sposata quasi subito con vostro marito. Poco tempo dopo averlo
conosciuto. Io all’epoca ero ancora una bambina, ma è
andata così, no? - L’ultima frase era stata accompagnata
da un sorriso maligno. Evidentemente, il confronto con
l’età più giovane di Sana dava fastidio alla
viscontessa. Akito provò l’irrefrenabile desiderio di
ridere, ma riuscì a trattenersi e si limitò ad un sorriso
d’approvazione verso la sua fidanzata.
- E’ vero
che anche noi ci siamo sposati poco tempo dopo esserci conosciuti, ma
nessuno di noi era vedovo e in pieno periodo di lutto - si intromise
Lord Takaishi.
Già lo
infastidiva, ora Akito era arrivato ad odiarlo quell’uomo. Come
si permetteva di intromettersi nel “suo” matrimonio?
- So bene che la
mia fidanzata è da poco rimasta vedova e per questo la cerimonia
sarà molto semplice e saranno presenti solo le persone
più intime alla famiglia. - Dal tono era chiaro che i due ospiti
indesiderati erano, naturalmente, esclusi.
- E voi, Miss
Kurumi? Una bella donna come voi perché non si è ancora
sposata? Eppure i pretendenti non vi mancano - cambiò argomento
il visconte.
- Il matrimonio
non è attualmente nei miei piani - rispose la donna,
improvvisamente tesa e il sorriso scomparso dal suo volto.
Akito vide Sana
inarcare le sopracciglia e arrabbiarsi per l’attacco verso
l’amica, ma non potè dire nulla perché arrivo una
Hisae sorridente ad avvisare che il pranzo era pronto.
Asako percorreva
il lungo corridoio al piano terreno di casa Kamura in direzione dello
studio. Si sentiva depressa. Aveva iniziato quella giornata in modo
felice dopo aver saputo del matrimonio di Sana, ma l’arrivo dei
visconti aveva rovinato tutto. Come osavano criticare la sua
nubilità? D’accordo, aveva ventisette anni e non era
ancora sposata, ma questo non doveva interessare ad una persona che non
conosceva tanto bene. Il commentò casuale fatto dal visconte
però, dovette ammettere, le aveva fatto male e ferito il cuore.
Uffa, in fondo lei un uomo da sposare lo aveva, peccato che lui all’altare non ce la voleva portare.
Forse Rei aveva
ragione e dovevano chiudere quella relazione, quell’amore
impossibile. Forse l’amore non era abbastanza per poter far
sopravvivere la loro storia e portarla al coronamento con un matrimonio.
Prese in
considerazione l’idea d’entrare nello studio dove
c’era Rei - le avevano detto che stava lavorando lì -, di
lasciarlo e tornare a casa dei suoi genitori per avere il tempo di
dimenticare. Magari non sarebbe più tornata lì e non
l’avrebbe più rivisto se fosse stata lei ad invitare Sana
a casa sua insieme al nuovo marito.
Giunse davanti
allo studio e aprì la porta, quasi convinta della sua decisione.
Ma fu quel quasi la sua rovina. Vide Rei davanti a sé con dei
libri stretti al petto che stava mettendo in ordine nello scaffale.
L’uomo si voltò sentendo il rumore della porta aprirsi e
sorrise riconoscendola. Asako non poté fare a meno di ricambiare
il sorriso, richiudere la porta dietro di sé e correre verso di
lui.
Quella sera,
Sana e Akito erano rimasti soli nel salotto. Gli altri partecipanti
alla cena erano tutti andati a dormire ed erano rimasti solo loro due.
Sana colse
l’occasione per sfogarsi con qualcuno. Era tutta la giornata che
si tratteneva e ormai stava per scoppiare. La giovane donna era in
piedi e camminava avanti e indietro per la stanza, fermandosi ogni
tanto per guardare il fidanzato e sentire la sua opinione.
- Ma l’hai
sentito?! Come si è permesso di trattare in quel modo la mia
amica? - Lo fisso con gli occhi fiammeggianti. Erano da almeno dieci
minuti che inveiva contro Lord e Lady Takaishi. - E anche quella donna.
Come anche solo può pensare di fare critiche sul mio matrimonio?
Sono io che mi devo sposare, non lei. Sono fatti miei se mi sposo
adesso o fra un anno e anche chi mi sposo. -
- Sì,
Sana, hai ragione. Ma adesso calmati. La conosci e sai
com’è fatta e non c’è ragione di prendersela
tanto - tentò di tranquillizzarla Akito, senza buoni risultati.
- Sono sicura
che si è presentata qui, credendomi in fin di vita e volendosene
assicurare. E’ nel suo stile farlo. Non poteva limitarsi ad una
semplice visita? No, ovviamente, deve fermarsi qui per qualche giorno a
farmi compagnia. Altro che aggressione, sarà la sua compagnia ad
uccidermi! -
Akito si chiese se si stava rivolgendo ancora a lui o al vento. Probabilmente no, si stava solo sfogando.
- Quanto vorrei potermi fregare delle convenienze e cacciarla - concluse con frustrazione.
Akito si
alzò in piedi e la raggiunse. - Su, Sana, ben presto lei se ne
andrà. Si tratta solo di qualche giorno. Con la scusa dei
preparativi, potresti evitarla - le suggerì.
- Sì, farò così. E tanto sono convinta che anche lei non vorrà avere nulla a che fare con me. -
Akito sorrise e
le posò una mano sulla guancia, accarezzandone la superficie
lievemente. Notò con piacere le guance della ragazza colorarsi
di rosso e, preso da un impulso irresistibile, si chinò a
baciarla. Se Sana fu sorpresa dal suo gesto, non lo diede a vedere. Si
avvicinò di più a lui e gli strinse le braccia attorno al
collo. Akito le mise una mano fra i capelli e una sulla schiena, e
approfondì meglio il bacio, mordendole anche leggermente il
labbro inferiore.
Se il bacio si
sarebbe trasformato in qualcosa di più, non poterono scoprirlo,
perché il maggiordomo bussò alla porta.
Il nuovo
arrivato non sembrò notare le guance rosse, le labbra tumide e i
capelli scarmigliati di lei, né la camicia scomposta e i capelli
altrettanto scarmigliati di lui. - E’ arrivata una persona per
voi, signori - annunciò l’uomo.
- P-per entrambi? - domandò Sana.
Mr Leighton annuì. - E’ Lady Natsumi Treimane, milady. La sorella del conte. -
- E’ già arrivata?! - si stupì Akito. - Venite, mia cara, che ve la faccio conoscere. -
Ma non ci fu
bisogno di spostarsi da lì, perché fu la stessa Natsumi a
comparire dietro le spalle del maggiordomo.
- Fratellino! - strillò.
Spazio autrice:
Capitolo un po’ di passaggio e per di più con tre giorni
di ritardo. Scusatemi, ma questi tre giorni di vacanza sono stata molto
in giro e il tempo a casa l’ho passato a riprendermi dopo
settimane piene di verifiche/interrogazioni e l’ispirazione era
andata in vacanza. Non che adesso sia propriamente ritornata, ma almeno
qualcosina l’ho buttata giù.
Vabbè,
perlomeno ho ripreso la storia d’amore di Asako (tra poco
tornerò anche con quella di Aya e Tsuyoshi) ed è arrivata
Natsumi. Spero che il capitolo via sia piaciuto. Mi raccomando…
COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Bontina: Ciao!
A me il film non è dispiaciuto affatto (con una frase
così sembro Akito), ma i libri sono centomila volte meglio!
Sono contenta
che gli scorsi due capitoli ti siano piaciuti e ti assicuro che il
comportamento a tratti freddo di Akito ha un motivo… non
è una cosa particolarmente originale però…
vabbè comunque questo motivo non si scoprirà ancora per
un po’.
Come vedi gli
ospiti che piombano improvvisamente non sono finiti per la povera
Sana… è arrivata anche la quasi cognata…
In verità
volevo fare Akito figlio unico, ma poi dopo aver deciso per il loro
matrimonio ho pensato di mettere anche lei. Spero che il capitolo ti
sia piaciuto… alla prossima!!!
Deb: Ciao, cara! Un pò in ritardo, ma finalmente ho scritto il capitolo.
Non l'ho fatto imbarazzare perchè ho pensato che dato che non
parlava di sentimenti, non ce ne e fosse bisogno... comunque ognuno la
pensa a modo suo.
Shinichi pagherà caro il suo errore... fra qualche capitolo
credo. La storia durerà ancora un bel pò, perchè
mi sto dilungando parecchio e devo ancora dire un sacco di cose...
eheh... l'epilogo è ben lontano!
Spero che il capitolo ti sia piaciuto! A presto!
Grazie per le recensioni!
Grazie per le visite, le seguite e le preferite!
Al prossimo
capitolo! (Purtroppo non posso assicurare di riuscire a pubblicare il
prossimo capitolo sabato, ma ci proverò)
Ilaria
|
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Capitolo 23 *** XXII capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXII capitolo
Omicidio di un nobile
XXII
-
Fratellino! - strillò Natsumi. Sua sorella gli corse
incontro e lo stritolò in un forte abbraccio. Mentre lo
ricambiava, sussurrando il nome della donna, vide Sana ordinare al
maggiordomo di controllare se la stanza assegnata alla nuova arrivata
era pronta e congedarlo.
- Natsumi, non mi aspettavo saresti arrivata così presto - mormorò Akito fra i suoi capelli.
Natsumi si staccò dal fratello per guardarlo in viso. -
Appena ho letto la missiva in cui mi annunciavi del tuo prossimo
matrimonio, ho preparato immediatamente le valigie e organizzato la
partenza. Volevo conoscere la futura Lady Hayama e poi sei stato
lontano da casa tanto tempo, volevo vederti. -
Akito annuì, poi spostò lo sguardo verso la
fidanzata che osservava la scenetta famigliare con un sorriso dolce
sulle labbra. - Natsumi, questa è la mia fidanzata Lady Sana
Kamura che tu eri tanto ansiosa di conoscere - disse indicandola, poi
ripeté il procedimento e presentò la sorella.
- E’ un piacere conoscervi, milady - disse Sana compita.
Natsumi le si avvicinò per abbracciare anche lei - oh, ti
prego. Lasciamo perdere tutta questa formalità. Siamo quasi
parenti. -
Il sorriso di Sana crebbe. - D’accordo… Natsumi. -
- Così va meglio. - Si girò verso entrambi. -
Adesso, dovete raccontarmi tutto di voi. Come vi siete conosciuti
e… tu, Sana, devi assolutamente dirmi come hai fatto ad
accalappiare quel testardo di mio fratello. -
- Natsumi! - la riprese il fratello, leggermente imbarazzato. Nel frattempo anche Sana era arrossita.
- Cosa c’è? … Anzi ho cambiato idea. Akito,
perché non vai a farti un giro? Voglio discutere con la mia
quasi cognata dei preparativi per il matrimonio e tu ci saresti
d’intralcio. Su, vai! - E lo spinse verso la porta.
- Ma… - tentò, ma venne immediatamente zittito dalla
sorella. Mentre la porta si chiudeva dietro alle sue spalle, intravide
lo sguardo di Sana che sembrava quasi implorarlo di salvarla dal
Tornado Natsumi. Scuotendo leggermente la testa e ridacchiando, si
avviò lungo il corridoio in direzione del giardino. Forse i modi
di Natsumi erano un po’ esuberanti, ma era sicuro che a Sana
sarebbe piaciuta.
- Sono arrivata in questa casa solo da qualche ora e già mi
sono stancata - annunciò Fuka entrando nella camera assegnata a
lei e a suo marito.
Yuta, impegnato a sistemarsi la giacca, la guardò perplesso. - Qual è il problema, adesso? -
- Venire qui è stato totalmente inutile. Mi aspettavo di
trovarla in fin di vita e invece sta benissimo - mormorò con
risentimento, come se la contessa le avesse fatto un torto non morendo
dissanguata. - La mia cameriera è un’idiota! Le
informazioni che mi ha dato sono totalmente false! - Poi
sospirò, rassegnata - beh, pazienza! -
- Ma perché la odi così tanto? - le domandò il marito.
La donna sbuffò. - Solo perché piace a te, non
significa che la cosa valga anche per me. In effetti ancora non mi
spiego questo tuo interesse per lei… è
così… insignificante. -
L’uomo rise per schernirla. - Non è che ti infastidisse il fatto che Naozumi se la sia portata all' altare? -
Fuka si indignò. - Figurati. Lei nel mio rapporto con
Naozumi contava meno di zero. Lui l'ha sposata solo per soldi, mentre
io da lui avevo tutto. La sua compagnia, il suo denaro, o dovrei dire
della contessina? - aggiunse con una risata. - E anche il suo cuore,
non che m‘ importasse poi molto. -
Il marito scosse la testa quasi incredulo. - Insensibilità fatta persona, eh? -
- Come te, mio caro. -
- Ti sbagli. A differenza di te, qualche sentimento lo provo io - replicò Yuta con una strana luce negli occhi.
- Per favore, non tediarmi di nuovo con la storia della contessina. Meno la nomini, meglio è. -
- No, piuttosto c’è un favore che vorrei mi facessi. -
Fuka si avvicinò ulteriormente al marito incuriosita. - Che cosa vuoi? -
- Che ne pensi di Lord Hayama? - replicò, aggirando la domanda.
Le inarcò un sopracciglio, faticando a capire dove volesse
arrivare. - Penso che è bellissimo, ma impiccione, perché
non lascia i morti riposare in pace, e sciocco, perché si sposa
una donna indebitata fino al collo - rispose cauta.
- E’ piena di debiti? E tu come fai a saperlo? -
- Me l’ha raccontato Naozumi alcuni mesi fa che le sue
finanze navigavano in cattive acque. Infatti stavo pensando di
lasciarlo, ma poi non ha più fatto cenno a problemi del genere e
non ci ho più pensato. -
- Capisco. Non ti piace nemmeno un po’? -
- Te l’ho detto. E’ molto affascinante e ricco. Non può non piacermi - rispose scrollando le spalle.
- Benissimo. Fai in modo che lui e la contessa si lascino. Con il
tuo evidente fascino non dovrebbe essere troppo difficile per te
riuscire nell’intento. -
Fuka ci rifletté sopra. - Dammi un solo buon motivo per cui dovrei farlo. -
- Non ti basta la soddisfazione di rubare alla donna che odi tanto un altro uomo? -
Poco dopo, la viscontessa sorrise, convinta. - Sarà
divertente vincere questa sfida - mormorò con assoluta
convinzione.
Mentre il sole sorgeva e la notte lasciava il posto al giorno,
Shinichi si incamminò sbadigliando verso la stalla. Quel mattino
si era svegliato prima del solito perché voleva controllare le
condizioni di Nuvola*, una giumenta gravida che avrebbe partorito a
breve.
Shinichi infilò le mani in tasca e in una di esse
trovò il pezzetto di stoffa blu che aveva riposto alcuni giorni
prima. Con tutto quello che aveva avuto da fare con l’arrivo di
nuovi ospiti alla tenuta e dei loro cavalli, se ne era completamente
dimenticato. Per la seconda volta si chiese che doveva farci. La prima
volta si era risposto di lasciar perdere, ma forse non era stata una
decisione saggia e adesso cominciava a pentirsene. Osservò con
più attenzione il pezzo di stoffa tra le sue dita nel tentativo
di associarlo ad un qualche indumento che aveva già visto. Anche
questa volta Shinichi liquidò la domanda con un’alzata di
spalle e nascose di nuovo il pezzo di stoffa in tasca. Con la coda
dell’occhio notò che il cancello di legno della stalla non
era chiuso, ma semplicemente accostato.
“Che strano. Mi pareva di averlo chiuso,” pensò.
L’istinto gli impose la cautela, perciò aprì piano il cancello quanto bastava per passare ed entrò.
Solo una candela era accesa ed illuminava a stento un punto
nascosto dietro a Tempesta. Shinichi si avvicinò al cavallo e
aggirandolo vide una candela in parte consumata abbandonata sul terreno
di pietra. Poco più avanti vide una persona con il resto
pezzetto di stoffa blu - che Shinichi aveva lasciato impigliato al
chiodo - in una mano, una pistola nell’altra puntata verso di
lui, e un ghigno sulla faccia.
Shinichi arretrò di un passo, spaventato, sapendo
già quale sorte lo attendeva. - Allora eravate voi che… -
Non poté dire altro, perché la pistola sparò
e la pallottola gli trapassò il petto. Shinichi crollò a
terra.
Le mani intrecciate, il sorriso sui loro volti. Aya e Tsuyoshi si
stavano godendo la passeggiata sotto il sole pomeridiano di Ottobre. La
temperatura era più alta del solito, ma comunque abbastanza
fredda; nonostante questo i due erano troppo presi l’uno
dall’altra per accorgersi del mondo circostante.
Appena il conte Hayama e Tsoyoshi erano arrivati alla tenuta e lui
e Aya si erano rivisti il passato era tornato a vivere e con lui i loro
sentimenti. In quelle settimane trascorse insieme alla tenuta, avevano
rispolverato la loro amicizia e da lì era sbocciato il loro
amore. Certo, si frequentavano ancora da poco e la loro storia era
ancora giovane e attendeva di maturare prima di trasformarsi in
qualcosa di più, ma per ora erano contenti così, ancora
di più da quando avevano scoperto che i loro rispettivi padroni
si sarebbero sposati. La notizia li aveva colti entrambi di sorpresa,
soprattutto Aya che non si aspettava che Lady Kamura volesse sposarsi
nuovamente, ma comunque avevano appreso con gioia la lieta novella.
Mentre discutevano del più e del meno, Tsuyoshi disse - Hai notato che Shinichi non è venuto a pranzo, oggi? -
La ragazza annuì. - E’ stata Hisae a farmelo notare. -
- Ieri mi diceva che era preoccupato per una delle giumente,
perché temeva che le si prospettasse un parto difficile. Forse
è andato da lei. -
Aya sorrise. - Comincia a fare freddo. Perché non
rientriamo e passiamo dalla cucina a prendere qualcosa da portare a
Shinichi? -
- Sì, forse è meglio. - Tsuyoshi liberò la
mano dalla stretta di Aya per mettere il braccio intorno alle spalle
della ragazza e riscaldarla. Insieme si avviarono verso le cucine.
Alcuni minuti dopo, la coppia, con un piccolo cestino colmo di cibo tra le mani di Aya, andò nella stalla.
- Com’è buio - commentò Aya, entrando. - Come può Shinichi essere qui? -
Il cancello della stalla venne spalancato del tutto da Tsuyoshi e
la luce del sole illuminò l'interno buio. L'uomo fu anche il
primo a notare una pozza di sangue sul pavimento. Spaventato, disse -
A-aya, vai a chiamare il conte. Subito! -
- Che cosa? Ma… -
- Fai come ho detto! - ordinò il ragazzo.
La ragazza sussultò, ma obbedì. Tsuyoshi si
avvicinò alla pozza di sangue. Lì vicino era disteso il
corpo di Shinichi. Tremando, si inginocchiò di fianco a lui e
premette due dita sul collo dell’uomo. Attese invano per alcuni
secondi di sentire il cuore pulsare. Ma non c’era più
niente da fare. Shinichi Gomi era morto.
* Nome che mi è venuto in mente guardando fuori dalla finestra…
Spazio autrice: Scusate il
ritardo. Oltre alla scuola credo sia dovuto al fatto che mi dispiaceva
far fuori Shinichi. Era dal XVII capitolo che volevo farlo, ma ho
continuato a rimandare perché mi dispiaceva lasciare Hisae
vedova così presto. Se penso a come l’avevo descritta
felice al suo matrimonio e che già allora avevo in mente di
lasciarla dopo poco vedova, mi sento ancora più in colpa. Era
per questo che qualche capitolo fa dicevo che rischiavo il linciaggio.
C’è un motivo per cui l’ho fatto ammazzare
dall’assassino, ma non posso spiegarvelo ora - dovete attendere
la fine - e se non mi lincerete adesso lo farete dopo la mia
spiegazione.
Ah, a proposito… se state pensando che il matrimonio di
Sana verrà annullato, vi sbagliate di grosso. Al massimo lo
posticiperò di alcuni giorni.
Spero che nonostante la dipartita di Gomi, il capitolo vi sia
piaciuto lo stesso. Dovrei farcela, ma se non dovessi riuscirci vi
auguro fin da ora: Buon Natale!
Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Deb: Ciao! Wow, certo che
ti svegli tardi la mattina… ho delle amiche che lo fanno, ma il
mio massimo sono le nove e mezza-dieci anche andando a dormire molto
tardi.
Beh, Akito di certo non ha preso bene l’interesse di Yuta
per Sana, ma chissà cosa accadrà. …Effettivamente
non lo so nemmeno io, dato che le situazioni le improvviso al momento.
Vedrai che troverò una soluzione anche per Asako e
Rei… ho già preso in considerazione qualche
possibilità. Direi che comunque sono fortunati ad essere in
Inghilterra… in Italia le conseguenza di un loro matrimonio
sarebbero più gravi rispetto a dove vivono.
Grazie per avermi detto dell’errore, l’ho corretto immediatamente.
Ahaha, sono stata cattiva con Aki e Sana facendo arrivare il
maggiordomo nel momento più sbagliato. In effetti, inizialmente
volevo fare che mentre stavano semplicemente parlando arrivava John,
poi mi è venuto in mente (mentre scrivevo) di aggiungerci la
carezza sulla guancia e il resto è colpa (o merito?) di Akito,
non mia! Ha fatto tutto lui!
Sì, Natsumi un po’ strana e pazza ci sta. Mi
alleggerisce ancora di più la storia e credo che ben presto ce
ne sarà bisogno…
Grazie ancora per il capitoletto horror su Naozumi…
l’avrò letto almeno tre-quattro volte… ahah…
finalmente ha avuto quello che si meritava!
Te l'avevo detto che Gomi avrebbe pagato caro il suo errore, ma forse non immaginavi così tanto!
Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Al prossima! Kiss
Delichan123: Ciao! Sono
contenta che il capitolo scorso ti sia piaciuto! (E' proprio il lupo
che perde il pelo e sai che anch'io mi chiedo come si scrive
vabbè - sarà così? Boh!)
E' vero si sono baciati, peccato che il maggiordomo li ha
interrotti. Loro però sono ancora convinti che il matrimonio si
di convenienza... è proprio dura far cambiare idea a quei due!
Credo che Takaishi ti sarà ancora più antipatico dopo
questo capitolo dato il progetto che ha in mente. Mi dispiace per il
ritardo nel pubblicare e spero che il capitolo ti sia piaciuto! Al
prossimo chappy! Kiss
Grazie per le recensioni!
Grazie per le visite, le preferite e le seguite!
Al prossimo capitolo!
By Ilaria
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Capitolo 24 *** XXIII capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXIII capitolo
Omicidio di un nobile
XXIII
4 giorni dopo
Un altro funerale.
Un’altra morte non per cause naturali in poco tempo.
Il cielo
coperto di grandi nuvoloni grigi rispecchiava perfettamente le
sensazioni cupe che provava Sana in quel momento. Non riusciva proprio
a capire perché stessero capitando certe situazioni, né
perché dovesse vedere una delle sue cameriere affranta dal
dolore. La gioia che le aveva visto negli occhi il giorno del suo
matrimonio era scomparsa.
Sana non voleva
che succedesse di nuovo una cosa simile. Chi aveva ucciso Gomi era
molto probabilmente la stessa persona che aveva pugnalato suo marito,
così aveva supposto Akito e lei la pensava allo stesso modo. Ora
non restava che scoprire chi fosse il mostruoso assassino.
Già,
come se fosse facile… Akito le aveva raccontato che durante il
suo viaggio aveva saputo dei molti debiti che Naozumi aveva con molte
case da gioco; debiti che per altro già sapeva di avere in
seguito alla infausta visita che il notaio le aveva fatto.
L’unica
cosa che lo aveva lasciato perplesso era che in tutte le case da gioco
che avevano un credito verso Naozumi gli avevano detto che l’uomo
avrebbe potuto pagare i propri debiti a breve. Akito sperava di trovare
qualche appiglio a quella fantomatica fonte di guadagno a cui aveva
accennato Naozumi prima di morire nei suoi documenti e libri contabili.
In uno dei
giorni successivi alla morte di Gomi lei ed Akito avevano discusso per
un suo possibile trasferimento alla casa di Akito dopo il matrimonio.
La scena le ritornò alla mente.
- Mi hai fatto chiamare? - domandò Sana, entrando nel salotto.
Akito,
annuendo impercettibilmente, si alzò in piedi vedendola e le
fece segno di sedersi. - Ho riflettuto molto in questi giorni e penso
sia meglio che il giorno successivo al nostro matrimonio tu parta
insieme a Natsumi e ti trasferisca nella mia tenuta - annunciò,
dopo che Sana si fu accomodata e lui ebbe ripreso posto.
Cosa?!
Sana rimase a bocca aperta. - Eh? Ma perché? - domandò, quando ritrovò la voce.
- Perché è molto pericoloso rimanere qui. E’ meglio che prosegua le mie ricerche da solo. -
Sana
incrociò le braccia al petto e girò il viso da
un’altra parte, un’espressione di infantile
caparbietà dipinta in volto. - No! - sentenziò, senza
possibilità di appello. - Non ho alcuna intenzione di lasciare i
miei domestici in balia di un assassino spietato e che facciano la fine
del povero Gomi. - Alla fine della frase le tremò un
po’ la voce. Conosceva il suo stalliere da quando si era sposata,
da cinque anni, ed, nonostante avessero un comune rapporto tra padrona
e servo, era stato un colpo per lei vederlo disteso a terra in un lago
di sangue.
Un altro omicidio nella sua casa. Non avrebbe potuto sopportarne che ne
venisse commesso un altro proprio sotto i suoi occhi. No, non se ne
sarebbe andata per nessuna ragione al mondo. - Non riuscirai mai a
convincermi. -
Sana
vide Akito stringere i pugni per la rabbia. - Possibile che tu non
capisca?! - si arrabbiò l’uomo. - Questo non è un
gioco! Se vuoi evitare di fare anche tu una brutta fine, dammi retta e
parti con mia sorella. -
-
No, Akito, non ho intenzione d’andarmene. Questa è la mia
casa e voglio aiutarti a trovare l’assassino. Che cosa faresti se
fossero la tua casa e i tuoi domestici ad essere minacciati? -
Akito
aprì e chiuse la bocca un paio di volte. Si alzò in piedi
e girovagò per la stanza. - D’accordo - acconsentì
alla fine. - Come vuoi tu. Puoi rimanere, ma Tsuyoshi si
preoccuperà della tua sicurezza in ogni momento della giornata
quando non sarai con me. -
- Uffa! Non voglio qualcuno alle mie calcagna in ogni momento - si ribellò lei.
- O così, o niente. O accetti la scorta, o ti porterò alla mia tenuta legata e imbavagliata. -
Dalla
sua espressione lei non dubitò nemmeno per un attimo che
l’avrebbe fatto davvero. - Va bene, va bene. Era solo per dire.
Ma Tsuyoshi non potrà stare con me sempre. E la notte, ad
esempio? Con chi farà cambio? - chiese ingenuamente.
Un
sorriso malizioso curvò le labbra di Akito e lei si
pentì della sua domanda. - Oh, no, Sana*. La notte ci sono io. -
Sana ricordava
perfettamente il rossore che le aveva colorito le guance e ripensandoci
non poté impedirsi di arrossire nuovamente. Ancora una volta si
maledì per l’ingenua domanda che aveva fatto.
Effettivamente, fin da quando aveva accettato la proposta di Akito
aveva accuratamente evitato di pensare all’argomento
“intimità”. Certo, Akito aveva parlato di figli e
quindi se lo aspettava, però non ci aveva mai riflettuto
pienamente e dire che si sentiva nervosa era dir poco.
Era già
stata sposata e di sicuro non poteva dire di non sapere come andavano
certe cose, ma proprio perché anche questo lato del suo
matrimonio con Naozumi era stato spiacevole, la prospettiva di subire
le attenzioni di un altro uomo non la entusiasmava per niente.
Si
consolò ripensando alle due volte in cui si erano baciati che le
avevano fatto provare sensazioni che era ansiosa di sentire nuovamente.
Forse anche il resto con Akito non sarebbe stato tanto male.
Era arrivato.
Il giorno del suo matrimonio era arrivato. Oh, accidenti! Sana aprì gli occhi in preda al nervosismo più totale.
Come un automa
chiamò la cameriera che l’aiutò a prepararsi in
vista di quel giorno. Si lasciò vestire e pettinare come una
bambola. A stento si rese conto di essere pronta mezz’ora dopo.
Rinunciò a far colazione - tanto era certa di non riuscire a
mangiar nulla - e si avviò verso la camera della madre.
Bussò alla porta, dicendo - madre, sono io! Sana. -
- Vieni, Sana. -
La futura sposa
entrò nella stanza dove trovò la baronessa Kurata ormai
pronta anche lei in vista di quel giorno. - Oh, sei già pronta.
Non avere fretta, devi farlo aspettare! - la riprese ridacchiando.
- Mi sono
svegliata presto e allora ne ho approfittato per vestirmi.
Perché sono così nervosa? Non lo ero l’altra volta.
Cioè,sì, ma non così tanto. Non riesco a capire. -
L’altra
rise più forte. - Oh, cara, questo devi essere tu a capirlo. -
Prima che Sana potesse replicare qualcosa, aggiunse - su, vieni.
Scendiamo al piano di sotto. Prima farò colazione, poi
farò preparare la carrozza. -
Nell’ampia
vettura che stava percorrendo il breve tragitto verso la chiesa erano
presenti Sana, sua madre e Natsumi. Di fianco a Rei che guidava la
carrozza era seduto John Leighton. L’anziano maggiordomo avrebbe
accompagnato la sposa all’altare. Essendo morti entrambi i padri
dei due sposi e non avendo altri parenti prossimi maschi, era sembrata
la scelta più appropriata. L’uomo era leggermente
arrossito dal piacere alla richiesta e si era detto onorato di ricevere
un simile incarico.
La carrozza si
fermò e le tre dame scesero. Nella piccola chiesetta entrarono
prima la baronessa e Natsumi, seguite da Sana che teneva sottobraccio
il maggiordomo.
L’interno
dell’edificio era stato decorato con qualche fiore di campo. Gli
invitati erano sua madre, Natsumi e il maggiordomo, mentre i due
testimoni erano Asako per lei e Tsuyoshi per Akito.
Spostò
lo sguardo sull’altare e sull’uomo che l’attendeva
lì. Akito era davvero affascinante quel giorno. Con il cuore che
quasi le usciva dal petto per quanto forte batteva,
avanzò sempre più vicino all’altare. Arrivata,
lasciò il braccio di John e tese un braccio verso il suo futuro
sposo. Lui le prese la mano e l’attirò al suo fianco.
Pochi minuti e le promesse vennero scambiate.
Ora era troppo tardi per tornare indietro.
* In
verità qui ci avrei visto bene un nomignolo tipo cara o tesoro,
ma Akito non mi sembra il tipo da usare termini del genere.
Spazio autrice:
Scusate il ritardo e la brevità del capitolo, ma tra le vacanze
e la mancanza d’ispirazione, non riuscivo a tirare fuori questo
capitolo. Non sono affatto soddisfatta di come è venuto ed
è uno di quelli che mi sono venuti peggio. Non c’è
una sola scena che mi va bene, soprattutto quella del
matrimonio… patetica… Perlomeno siamo arrivati al
matrimonio e ora devo pensare al prossimo che riguarda la loro prima
notte di nozze. Spero che il capitolo non sia troppo scarso. A presto!
E ora i ringraziamenti:
_Dangerous_Child_: Ciao! Mi fa piacere che la mia storia ti piaccia. Ecco qui il nuovo capitolo! Al prossimo chappy!
Tin_Tin: Ciao! Grazie per i complimenti! Sono contenta ti piaccia la mia storia! Spero che il XXIII capitolo ti sia piaciuto! A presto!
Deb:
Ciao! L’e-mail l’ho vista. Io non potrei mai dormire
così tanto e poi è molto difficile a casa mia. Entrambi i
miei genitori si svegliano presto e avendo il sonno leggero li sento
muoversi e parlare… come potrei dormire anche volendolo?
L’errore l’ho corretto subito.
Fuka la sto
rendendo un vero mostro… credo che nella prossima storia la
renderò simpatica… uhm, credo sarebbe divertente scrivere
di te che uccidi Fuka…xD… magari potresti legarla e darle
fuoco… in fondo è una strega, no? Povera Sana
davvero… spendere il suo denaro per fare regali a quella
è stata un’azione orribile da parte di Nao.
Sto ancora
decidendo per quanto riguarda i tentativi di approccio di Fuka verso
Akito… avranno successo o meno…? Chissà…
eheh! Proverà di certo con tutte le sue forze a rovinare tutto,
ma magari questo si rivelerà utile.
Mi dispiace
tanto anche a me per Shinichi e di sicuro non l’ho fatto uccidere
per quel piccolo sbaglio che ha commesso… ho solo sfruttato la
situazione per levarlo di torno… povera Hisae, ma con lei mi
farò perdonare! I motivi della sua dipartita li spiegherò
alla fine della storia.
Spero ti sia piaciuto il capitolo! Al prossimo chappy!
Delichan123: Ciao! Eh, già! Fuka e Yuta sono tornati solo per far danni. Chissà cosa faranno Sana e Akito…
La morte di
Gomi era prevista da circa sei capitoli, ma non riuscivo a trovare il
momento giusto e poi mi dispiaceva. Sono contenta che sia stata una
cosa inaspettata! Eh, sì, la storia si sta allungando parecchio
e mancano ancora parecchi capitoli alla fine! Grazie per i complimenti
e spero ti sia piaciuto anche questo capitolo. A presto!
Fatina93:
Sono contenta che ti piaccia la mia storia… sì,
anch’io qualche anno fa non leggevo le storie ambientate nel
passato, perché pensavo non fossero interessanti, poi un giorno
ne ho letto uno per curiosità e mi è piaciuto molto.
Piano piano tutti i misteri verranno svelati, anche quello del
passaggio segreto… è un po’ che non ne parlo
perché al momento non è importante. A presto!
Grazie per le recensioni!
Grazie per le visite, le preferite e le seguite!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
Tutto insieme vi auguro... Buon Natale, Buon Anno e...
Buona Epifania!
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Capitolo 25 *** XXIV capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXIV capitolo
Omicidio di un nobile
XXIV
Contessa Sana Hayama.
Da 10 ore, 54 minuti e 26 secondi era questo il suo nuovo nome.
Si era sposata quella mattina con
Akito, Lord Hayama, e quelle ore di festeggiamento - smorzato, per i
troppi lutti in poco tempo - erano volate via una dietro l’altra
senza quasi che lei se ne accorgesse. Ma ora era giunta la sera - una
bella notte stellata e con una luminosa luna piena in cielo - e non
poté fare a meno di pensare che il momento era arrivato.
Sana era alla toeletta e osservava
la sua figura riflessa nello specchio. L’acconciatura alta era
ancora perfettamente apposto - Aya era molto brava a farle - anche se
dopo tante ore si era allentata e sarebbe bastato un lieve tocco per
far ricadere i suoi lunghi capelli rossi sulle spalle. Si era tolta i
gioielli che aveva indossato la mattina ed era rimasto solo
l’anello che le aveva infilato Akito all’anulare sinistro,
che era andato a sostituire quello che sanciva il suo precedente
matrimonio*.
Il vestito da sposa era color crema,
era a vita alta** con la scollatura quadrata che lasciava intravedere
l’attaccatura del seno. Le maniche erano attillate e lunghe
perché era autunno e il freddo invernale era alle porte. Ai
polsi, alla scollatura e al bordo del vestito c’era una
rifinitura che impreziosiva il semplice modello del vestito.
Il suo sguardo si soffermò
proprio sull'abito e Sana si domandò che dovesse fare. Doveva
forse toglierselo insieme al corsetto e alla camiciola per sostituirli
con la sua camicia da notte? E magari anche attendere fra le coperte il
suo sposo? O forse in piedi al centro della stanza, o seduta sulla
poltrona vicino al caminetto dove il fuoco scoppiettava, scaldando la
stanza?
Sana non ebbe il tempo di prendere
una decisione che la porta di comunicazione fra la sua stanza e quella
di Akito si aprì e il marito fece capolino nella stanza.
Deglutendo nervosamente,
incrociò lo sguardo con l’uomo che si avvicinava
lentamente. Portava ancora i vestiti indossati alla cerimonia. La sua
espressione era seria e indecifrabile come sempre, ma dagli occhi
d’ambra, in parte nascosti dai capelli dorati, Sana riuscì
a cogliere un’emozione che impiegò qualche istante a
capire. Desiderio.
Non riuscendo più a stare
seduta, Sana si alzò in piedi di scatto e rivolgendogli un
sorriso teso, gli chiese - vuoi bere qualcosa? Ho fatto portare una
bottiglia di brandy con due bicchieri da John, ma se preferisci
qualcos’altro, posso… -
- Non ho sete, grazie - la interruppe Akito.
Il silenzio ripiombò nella stanza.
- Hai freddo? Faccio aumentare la
legna nel camino, o hai caldo e preferisci che venga spento? - Gli
domandò dopo un po’.
Lui sembrò trovare il suo
nervosismo divertente perché rise brevemente. - Vieni qui, Sana.
- Richiesta o ordine? Difficile dirlo. Acconsentendo e chiedendosi se
avesse commesso il suo secondo grande sbaglio nella vita - il primo era
stato convolare a nozze con Naozumi - sposando l’affascinate uomo
che aveva davanti, obbedì.
Si fermò a venti centimetri da lui. Lui sorrise malizioso e chiese - sei nervosa per caso? -
Lei assunse un’espressione indignata e senza guardarlo, borbottò - ma figurati! -
Una seconda risatina si diffuse nella stanza.
Sana non fece in tempo a scoccargli
un’occhiata minacciosa, che Akito le sollevò il viso con
un dito e le mise un braccio intorno alla vita per attirarla e
sé e baciarla. La mano il cui dito le aveva sollevato il viso si
era immersa fra i suoi capelli, sciogliendo l'acconciatura e facendo
cadere sul pavimento quasi tutte le forcine utilizzate per farla.
Il cuore di Sana prese a battere
più velocemente e un dolce calore si diffuse nel suo corpo,
mentre l’uomo la baciava con sapiente maestria. La donna
sollevò entrambe le braccia e le strinse intorno al collo di
Akito; aprì leggermente la bocca in modo da permettergli
l’accesso della sua lingua.
Akito le circondò la vita con
entrambe le braccia e i loro corpi si aderirono al massimo. Le mani
scorrevano lungo la schiena in una carezza infinita.
Qualche minuto dopo, l’uomo si
staccò dalle labbra della moglie per dedicarsi all’incavo
tra la spalla e il collo, lasciando una scia umida su
quest’ultimo. Mentre il vestito color crema scivolava di qualche
centimetro lungo le braccia di Sana, un suo gemito risuonò nel
silenzio della stanza.
- Attento a non strapparlo! - mormorò Sana.
Akito si staccò da lei per
guardarla in viso, sorrideva spavaldo. - Ho slacciato abbastanza
vestiti da non commettere certi errori - affermò presuntuoso.
- Ah, sì? - replicò
con una punta di gelosia nella voce che non riuscì a mascherare.
- Vai da un’altra più esperta, allora. - Premette forte le
mani sul suo petto e lo spinse via. Gli voltò le spalle e
incrociò le braccia al petto.
Una breve risata ruppe il silenzio
nella stanza. Akito la raggiunse in due rapidi passi e
l’abbracciò da dietro. Le sue mani posate sui fianchi
della donna la costrinsero a girarsi. I loro occhi si incrociarono,
mentre diceva - voglio solo te. -
Il cuore di Sana perse un battito e
intanto che un accenno di sorriso le incurvava la bocca, il marito la
coprì con la sua in un bacio pieno di passione.
Le sensazioni che provava la
coinvolsero a tal punto che si rese conto del vestito in parte
slacciato, solo quando già metà dei bottoni del vestito
erano stati separati dalle rispettive asole.
Non volendo che Akito fosse il solo
a prendere l’iniziativa, Sana avvicinò le mani al
panciotto di cui slacciò in fretta tutti i bottoni, poi
passò alla camicia.
Intanto il vestito da sposa di Sana
venne sfilato dalle braccia e cadde sul pavimento formando un cumulo di
stoffa bianca. Anche la giaccia, il panciotto e la camicia di Akito
fecero la stessa fine poco dopo.
A petto nudo, Akito si staccò
da lei per potersi chinare leggermente e prenderla in braccio. Sana si
aggrappò alle sue spalle e gli depositò baci sul petto,
intanto che Akito si avvicinava al letto a baldacchino, dove la
poggiò sulle calde coperte.
Si sdraiò sopra di lei e si
dedicò allo stretto nodo con cui era chiuso il laccio del
corsetto. Litigò con il nodo per alcuni minuti - Sana rideva fra
sé e sé vedendo la sua espressione - prima di
mormorare frustrato - falli legare meno stretti i lacci o non ne avrai
più nemmeno uno. - Sana non fece in tempo a capire che volesse
fare e fermarlo, che il nastro era stato malamente strappato e il
corsetto, seguito dalla camiciola, aveva seguito il resto degli
indumenti sul pavimento.
Facendo attenzione a non
schiacciarla con il suo peso, Akito si sistemò meglio sopra Sana
e prese in bocca un capezzolo della donna e lo leccò, mentre con
una mano accarezzava l’altro. Entrambi si inturgidirono
immediatamente.
Sana sgranò gli occhi. Il
piacere che provava era talmente intenso che non riusciva a descriverlo
a parole. Non le era mai capitato con Naozumi una cosa simile e, in
effetti, i loro amplessi erano sempre stati uno sfogo per lui e un
mezzo per avere un erede - cosa per altro non accaduta.
L’uomo la baciò in
più punti, poi le tolse l’ultimo indumento che aveva
indosso e si sfilò i pantaloni.
Sana trattenne il fiato. Con i
vestiti Akito era davvero affascinante, ma senza era anche meglio.
Certo, quella situazione la intimoriva un po’, ma era certa - o
quasi - che con il bellissimo uomo che aveva davanti sarebbe andato
tutto bene. Deglutendo a vuoto, premette le labbra sulle sue e strinse
le braccia intorno alla sua vita. Akito rispose al suo bacio, poi,
tentando di essere il più delicato possibile, la penetrò.
Le spinte iniziarono lentamente, per
poi procedere sempre più veloci che fecero raggiungere ad
entrambi un piacere sempre più intenso fino all’orgasmo.
Quando riprese fiato, Akito si
scostò da Sana, mettendosi supino. Coprì entrambi con il
lenzuolo e le coperte e avvicinò Sana a sé perché
potesse posare la testa sulla sua spalla. Entrambi si addormentarono
immediatamente. Sana si sentiva stanca, ma, per la prima volta dopo
molto tempo, soddisfatta e felice.
Non combaciava.
La persona che aveva ucciso Lord
Kamura e poi Gomi aveva scoperto con disappunto che il pezzo di stoffa
strappatosi da un suo indumento nella stalla e che poi aveva ritrovato,
non era completo.
Quando aveva ritrovato i pezzi
strappati dal chiodo sporgente aveva fatto una prova con
l’indumento strappato e si era accorta che ne mancava ancora una
piccola parte.
Per questo la notte successiva al
matrimonio di Lord e Lady Hayama era tornata nel luogo dove aveva
ucciso lo stalliere e aveva cercato in ogni parte, invano.
Dove poteva essere? Che
l’avesse trovato quel Gomi e adesso si trovasse nella stanza
della casa, sua e della sua vedova? Decise che l’avrebbe
ritrovato, a costo di dover setacciare tutta la casa.
Nessuno doveva scoprirla. Doveva ritrovare quel minuscolo pezzo di stoffa che la inchiodava al più presto e farlo sparire.
Decise anche che avrebbe cominciato
la difficile ricerca il giorno successivo. Tutto quello che aveva fatto
non poteva essere mandato a monte per colpa di un maledetto chiodo
sporgente.
No, nessuno l’avrebbe fermata.
* Precisazione poco importante, ma
la faccio lo stesso. L’anello che Akito ha dato a Sana fa parte
di uno di quelli della sua famiglia. In quanto moglie dell’erede
quasi tutti i gioielli della famiglia Hayama toccano a lei (esclusi
quelli dati a Natsumi), primo fra tutti l’anello. Akito, in
quanto maschio, non porta alcun tipo di fede (su questo punto non sono
certa al 100%, ma credo che fosse proprio così), è solo
la donna a portarlo e tra queste solo chi può permetterselo.
** In verità erano tutti
così, perché dalla Francia nei primi anni
dell’ottocento (1805-06 circa) era arrivata la moda dei vestiti
dove il corpetto si interrompeva appena sotto il seno.
Spazio autrice:
Scusate il ritardo. Ho trovato molto difficile scrivere questo
capitolo. E’ la prima volta che scrivo una scena simile e volevo
che venisse fuori decente, ma dovevo anche stare attenta a non essere
costretta ad alzare il rating. Non ero - e non sono - affatto convinta
né delle azioni, né dei dialoghi… soprattutto
quelli di Akito. Ogni riga che scrivevo, pensavo: “Fa
pena… così non va bene… lui non direbbe mai
così… come agirebbe Sana?…” In
pratica… tremila quesiti diversi attraversavano la mia mente.
Dopo due settimane… alla fine è venuta fuori questa mezza
robaccia.
Non trovate tragico che abbiano
camere separate? Io sì e voglio fare in modo di risolvere questa
idiozia il prima possibile. Effettivamente non è semplice
perché andava così, ma tenterò di trovare una
soluzione.
Avete notato quante volte ho
utilizzato la parola “mentre” in questo capitolo? Ogni
tanto l’ho sostituita con “intanto che”, ma ho
davvero esagerato!
Alla fine del capitolo ho utilizzato
come soggetto “la persona”, per questo quel pezzo del
capitolo è tutto al femminile.
Le riflessioni che farà Sana riguardo a questa notte le
lasciò per la mattina dopo, vale a dire il prossimo capitolo.
Spero di riuscire a riprendere il ritmo e pubblicare Sabato o al
massimo Domenica, ma non ve lo assicuro a 100%.
Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i irngraziamenti:
_Dangerous_child:
Ciao! Sono felice ti sia piaciuto lo scorso capitolo, spero che anche
questo sia decente. Eh, sì, dispiace anche a me la morte di
Gomi. Spero ti piaccia il chappy! Alla prossima! Kiss
Delichan123:
Ciao! Sì, ci vuole ancora un po’ prima che a questa storia
io metta la parola fine e non ti so nemmeno dire con esattezza quanti
capitoli mancano, ma spero che tu abbia la pazienza di aspettare ancora
un po’. Sono contenta che lo scorso ti sia piaciuto, anche se a
volte penso di riassumere troppo le emozioni in capitoli così
brevi. In quanto alla brevità, questo dovrebbe essere un pochino
più lungo (poche righe), anche se ci ho messo davvero tanto a
scriverlo. Al prossimo chappy! Kiss
Fatina93:
Ciao! Che il capitolo scorso ti sia piaciuto sono contenta, peccato che
per questo ci ho messo un po’ troppo a pubblicare. Sì, la
parte del flash back, ho trovato divertente scriverla.
Eh, sì! Finalmente il
matrimonio! Intanto ho scritto della loro prima notte di nozze, ma
adesso mi devo impegnare per la vita matrimoniale di giorno!
Vedrai che presto - ma non troppo! -
l’identità dell’assassino/a sarà ben chiara a
tutti. Al prossimo capitolo! Kiss
Deb:
Ciao, cara! Lo so, lo scorso era un po’ transitorio, ma perlomeno
ci sono arrivati all’altare ed ecco qui la prima notte di nozze,
che spero sia decente… che faticaccia scriverla…!
Misako è troppo forte come personaggio! Spero ti sia piaciuto il capitolo! Alla prossima! Kiss
Tin_Tin: Ciao! Già, Aki
è sempre Aki! Sono contenta ti sia piaciuto lo scorso capitolo e
spero vada bene anche questo! Peccato che ho aggiornato un pò
tardi. Al prossimo chappy! Kiss
Oo_Stefania_The_Best_oO: Ciao!
Tante grazie per i complimenti e per avermi aggiunto tra le tue autrici
preferite. Ho ritardato un pò, ma finalmente il capitolo
è arrivato! A presto con il prossimo capitolo! Kiss
Cicci89: Ciao! Grazie per i
complimenti, sono felice ti piaccia la storia! Spero di riuscire ad
elaborare al meglio il loro matrimonio e vedrai che prima o poi si
sveglieranno e capiranno che si amano. Non ti devi scusare se non hai
recensito prima... certo, fa sempre piacere ricevere qualche recensione
in più, ma va bene anche così... piuttosto sono io che mi
devo scusare per il ritardo. Questo capitolo proprio non veniva. Al
prossimo chappy! Kiss
Grazie per le recensioni!
Grazie per le preferite, le seguite e le visite!
Al prossimo chappy!
Ilaria
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Capitolo 26 *** XXV capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXV capitolo
Omicidio di un nobile
Premessa: Dalle recensioni ho capito che forse non mi sono espressa
molto bene nello scorso capitolo. Se avete pensato che l'assassino sia
una donna solo perchè ho usato "la persona" come soggetto e poi
tutto il pezzo al femminile non è così. Nel senso che
potrebbero essere entrambi. Ogni volta che compare l'assassino/a faccio
in modo che il pezzo su di lui/lei valga per entrambi, per questo uso
"la persona" come soggetto e lo faccio al femminile.
Seconda cosa: Chi vi ha detto che dopo essersi addormentati, non sia
successo nient'altro? La notte è molto lunga... chi ha orecchie
(in questo caso occhi) per intendere, intenda.
Terza cosa: Messaggio per x_Mokona:
Mi sono accorta che nella tua risposta alla recensione del capitolo
XIX, ho sbagliato a scrivere e volevo scusarmi. Intendevo dire che
speravo tu apprezzassi anche quel capitolo, e invece sembrava che io lo
dessi per scontato. Purtroppo le risposte alle recensioni non le
ricontrollo e non mi ero resa conto del mio sbaglio. Scusa.
Ora vi lascio al capitolo!
XXV
La luce
del mattino penetrava dalle tende della stanza da letto di Sana,
colpendole il viso e infastidendo il suo riposo. Nel dormiveglia,
tentando di sottrarre la faccia dalla luce, si voltò
dall’altra parte e istintivamente allungò il braccio per
cercare a tentoni il corpo di Akito di fianco al suo. Sentendo sul suo
palmo solo le fredde e morbide lenzuola, aprì un occhio, poi un
altro.
L’altro
lato del letto era deserto e, a giudicare dalla freddezza del lenzuolo,
Akito doveva essersi alzato già da un pezzo. Un po’
delusa, si mise supina, lo sguardo fisso sulla tenda che ricopriva il
baldacchino.
Si
stiracchiò, sentendo tutti i suoi muscoli indolenziti. Con un
sorriso, si disse che ne era valsa la pena. Quella era stata di sicuro
la notte migliore della sua vita.
Con la mente
ripercorse gli avvenimenti a partire dalla sera precedente. Dopo che
avevano fatto l’amore erano entrambi sprofondati in un leggero
sonno per alcune ore, poi Sana era stata svegliata da Akito che la
stava letteralmente ricoprendo di baci, mentre l’accarezzava con
una mano, suadente.
Completamente
sveglia, aveva ricambiato il trattamento che li aveva portati ancora
una volta a farlo, spingendoli verso le vette più alte del
piacere.
E poi…
caspita, aveva perso il conto di quante volte era stata sua. Non
pensava nemmeno che si potesse fare tante volte in una notte! Certo che
il suo matrimonio con Akito aveva preso una piega sconvolgente!
Forse si era
sbagliata a provare tanti dubbi verso il suo matrimonio con il conte negli
ultimi giorni. Non doveva e non voleva paragonare il marito con
Naozumi. No, le sembrava di fare un torto nei suoi riguardi.
Probabilmente, anzi, di sicuro, anche questa unione non sarebbe stata
d’amore - ormai non ci credeva quasi più nemmeno lei a
questo sentimento - ma non le importava. Era felice così.
Convintasi di
questo, abbandonò il dolce tepore delle coperte e si
alzò. In mezzo alla stanza c’era una tinozza colma
d’acqua - ancora calda, per fortuna - con cui poté
lavarsi. Chiamò la cameriera e in poco tempo si preparò
indossando un abito color pesca. Si era fatta acconciare i capelli in
modo semplice, tirando indietro alcune delle ciocche più avanti
e fermandole dietro la testa con un nastro dello stesso colore del
vestito. Il tutto le donava molto.
Uscì dalla stanza e trovò di fianco alla porta Tsuyoshi, in piedi appoggiato con la schiena al muro.
Si chiese per
un istante che cosa ci facesse lì, ma poi si ricordo che lui era
diventato la sua guardia del corpo. A quanto pareva, Akito non si era
affatto dimenticato del loro patto. Peccato.
Ignorandolo,
percorse il lungo corridoio e raggiunse le scale. Tsuyoshi la
seguì, tenendosi a pochi passi di distanza. Sana trattenne a
stento un urlo di frustrazione. In fondo aveva dato il permesso ad
Akito di farla proteggere e lei manteneva le promesse che faceva. Era
felice quel giorno e non voleva rovinarsi la giornata per una simile
sciocchezza. Si trattava solo di abituarsi.
Sana
entrò in sala da pranzo e vide sua madre seduta a tavola che
beveva una tazza di tè. - Buongiorno, madre. Avete dormito bene?
- la salutò, mentre si sedeva davanti a lei e prendeva in mano
la teiera.
- Come un ghiro, tesoro. E immagino che la stessa cosa valga per te, hai un viso che risplende. - La donna le sorrise.
Era solo
un’impressione o c’era una sorta di malizia nel suo sguardo
e nel modo in cui le aveva parlato? Non riuscendo a impedirlo,
arrossì leggermente. - Grazie. In effetti, avete ragione. -
Aveva molta
fame, quindi si riempì il piatto con ogni genere di leccornia
presente in tavola e lo svuotò in fretta. - Avete per caso visto
mio marito, madre? - le domandò, quando ebbe terminato.
La donna scosse la testa.
Fu Tsuyoshi a
risponderle. Per tutto il tempo in cui le due donne avevano fatto
colazione, si era tenuto in disparte, ma non l’aveva mai persa
d’occhio. - In questo posso rispondervi io, Lady Hayama. Milord
ha detto che sarebbe andato in giardino e tirato un po’ di
scherma. Era da un po’ di tempo che non lo faceva e non voleva
impigrirsi*.
Gli occhi di
Sana si illuminarono. - Davvero? Vado subito da lui. - Corse verso la
porta e lasciò la stanza per dirigersi verso l’esterno, ma
a metà strada cambiò idea e salì le scale in
direzione della sua stanza, Tsuyoshi sempre alle calcagna. Stava per
abbassare la maniglia, quando il domestico la bloccò. Voleva
entrare lui per primo e perquisire la camera per essere certo che non
ci fosse nessuno e che lei fosse al sicuro. Quando le permise di
entrare, Sana chiuse la porta alle sue spalle e si diresse verso
l’armadio. Da lì, estrasse i pantaloni e la camicia che
utilizzava per cavalcare come un uomo. In qualche modo si levò
il vestito, faticando non poco con i bottoni, e indosso pantaloni e
camicia. Le scarpine vennero sostituite da resistenti stivali. Arrivata
nel corridoio, incontrò lo sguardo stupefatto del valletto di
Akito. Di certo non era abituato a vedere una padrona - o anche
semplicemente una donna - indossare dei pantaloni. Beh, ci avrebbe
fatto l’abitudine!
Raggiunse
l’esterno e si mise subito alla ricerca di Akito. Lo trovò
vicino ad una quercia, intento a combattere con Rei che era in
apparente difficoltà. Li raggiunse correndo, con Tsuyoshi dietro
di lei già stufo di seguirla.
Concentrati
com’erano sulla lotta, i due contendenti non si accorsero del suo
arrivo. Sana raccolse una delle spade abbandonate sul prato e con
interesse seguì il combattimento.
Il suo
divertimento finì presto, in poche rapide mosse, Akito
disarmò il suo avversario. - Avete vinto, milord. Siete davvero
bravissimo - si congratulò Rei con il vincitore.
Sana applaudì leggermente ed entrambi gli uomini si voltarono verso di lei.
- Buongiorno, milady - le disse il domestico.
Akito non disse
nulla. Era ancora troppo sorpreso di vederla in quella tenuta. Per un
attimo, Sana si ricordò di quando Naozumi l’aveva vista
per la prima volta con la camicia e i pantaloni, di come si era
arrabbiato, le avesse urlato contro e l’avesse colpita. Dicendosi
mentalmente che Akito e Naozumi erano due persone completamente
diverse, sorrise spavaldamente e puntò la spada contro il collo
del marito. - Sei davvero bravo. Ora, combatti con me. -
Akito rimase in
silenzio per un attimo e in quel tempo la sicurezza di Sana si
incrinò. Poi l’uomo sorrise, un mezzo ghigno a onor del
vero, e rispose - con vero piacere. - Scoccò un rapido sguardo a
Rei per dirgli - ora puoi tornare al tuo lavoro, grazie. -
- Di nulla. Milady, milord, buon divertimento - augurò. L’uomo si inchinò e se ne andò.
- Tsuyoshi,
puoi andare anche tu. Ora ci sono io con la signora - ordinò poi
Akito all’altro domestico, che, felice di non dover più
correre dietro la contessa per un po’, si affrettò a
lasciarli soli.
- Solo perché sei una donna, non pensare che ti lascerò vincere. -
- Non osare farlo, tanto vincerò ugualmente. -
Sana si mise in
posizione, Akito fece lo stesso. Fu il secondo a fare la prima mossa,
che la moglie parò senza difficoltà.
- Sei brava - ammise l’uomo. - Chi ti ha insegnato? Tuo padre? -
- Forse non ci
crederai, ma è stata mia madre. E mio nonno l’ha insegnato
a lei. Mio padre era contrario che una donna imparasse l‘arte
della scherma, ma non è mai riuscito a negarle niente. -
Giravano in tondo, attenti ad ogni minimo movimento dell’altro. Sembravano due leoni pronti a sbranarsi.
- Ora basta
parlare - e tentò di colpirlo, ma anche questo colpo venne
parato subito, prima che Akito rispondesse con un altro.
Si susseguirono
una serie di colpi dati con sempre più considerevole energia.
Lottarono per molto tempo, ma nessuno sembrava voler cedere. Sana non
si aspettava che il suo avversario fosse così bravo, per di
più era da parecchio tempo che non tirava di scherma ed era
fuori allenamento.
Con il fiato
corto, tirò altri due colpi che vennero prontamente parati. Non
avrebbe mollato, soprattutto vedendo Akito ancora per niente
affaticato.
- Non stai dando il massimo, vero? Ti avevo detto di farlo! - gli urlò.
Con una rapida
mossa, una che tra l’altro non aveva mai visto, Akito la
disarmò. La spada volò via e precipitò al suolo. -
Ho vinto. -
- Mi devi insegnare quella mossa. Non l’avevo mai vista prima. -
Lui rise di fronte al suo entusiasmo. - D’accordo, ma la prossima volta. Ti sei stancata abbastanza per oggi. -
Sana
sbuffò e si sedette sul prato con la schiena contro una quercia
lì vicino. Akito le si sedette di fianco. - Uffa! E’ da
troppo tempo che non mi alleno. - Gli lanciò uno sguardo di
sfida. - Imparerò quella mossa e mi allenerò a fondo, poi
mi prenderò la rivincita. - Poi sorrise. - Però è
stato divertente! E’ da molto che non mi divertivo così -
affermò con un sospiro soddisfatto.
- Già. Da stanotte, più o meno. -
San arrossì. - Stupido e vanesio - e gli tirò un colpetto sul braccio.
- Violenta. -
- Presuntuoso. -
- Rumorosa. -
Si voltò
verso di lui. - Cosa? E con questo che vorresti dir… ? - Non
riuscì a terminare la frase, perché Akito le chiuse la
bocca con un bacio mozzafiato e il resto perse d’importanza.
Fuka si
svegliò a tarda ora come tutte le mattine. Da sola**, come al
solito, perché suo marito, al contrario di lei, era molto
mattiniero. Chiamò la sua cameriera, Hannah, e si preparò
fino all’ultimo dettaglio. Non era riuscita a impedire il
matrimonio della contessina con il bel Lord Hayama a causa del poco
tempo a disposizione, ma avrebbe fatto ogni cosa per rovinarlo.
Il vestito blu
notte che aveva indossato aveva una scollatura vertiginosa - come la
maggior parte dei suoi abiti - e le esaltava il fisico e
l’abbondante seno. Si era fatta preparare un elaborata
acconciatura all’ultima moda e aveva indossato una collana di
diamanti e zaffiri insieme agli orecchini e al bracciale coordinati.
Sul viso si era messa una buona dose di belletto***. Alla fine, sorrise
soddisfatta alla figura riflessa nello specchio.
Avrebbe fatto di tutto per ammagliare Akito e farlo cadere ai suoi piedi.
- Ehm, scusate, milady - la chiamò la sua cameriera.
Fuka incontrò il suo sguardo nello specchio. - Sì? Che cosa vuoi, Hannah? -
- Sapete, milady, stamattina ho visto una cosa che credo vi interesserà molto. -
Fuka assunse un’espressione annoiata. - Lascia perdere i silenzi ad effetto e vai dritta al dunque - le intimò.
La biondina annuì. - Ho visto Lady Hayama uscire dalla sua stanza. In pantaloni! -
- Davvero? -
- Sì, milady, è tutto vero. L’ho visto con i miei occhi. -
“Quella
sciacquetta non ha speranze contro di me”, pensò. Era
sicura che presto il bel conte biondo avrebbe scaldato il suo
letto.
* Ho trovato un nuovo sport per il nostro adorato Akito. La scherma!
** E’
vero che i coniugi in genere dormivano in stanze separate - a meno che
non passino la notte insieme, naturalmente. Un po’ come hanno
fatto Aki e Sana - ma è anche vero che quando si era ospiti da
qualcuno a una coppia sposata la stanza che veniva data era una
soltanto.
*** Trucco, ma veniva molto poco usato.
Spazio autrice:
Povera me! Mi - e vi - toccano due protagonisti che non credono
nell’amore e non hanno alcuna intenzione di innamorarsi. Con che
sciocchi stiamo trattando?
Vabbè, prima o poi sistemerò tutto.
Questo capitolo è più lungo del solito e spero che vi piaccia.
Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Deb: Ciao!
Sono contenta che la scena ti sia piaciuta! Il rating non volevo
alzarlo, perchè altrimenti alcuni lettori non avrebbero potuto
leggere il resto e non mi sembrava giusto, poi contando che era la
prima va bene così. Al momento non ho tempo, ma ti prometto che
se quella segna la scriverò dettagliatamente te la
invierò via e-mail.
Se hai letto la
premessa, lo sai già, comunque ribadisco: Sono stata costretta a
scrivere quella seconda parte del chappy al femminile a causa del
soggetto.
Sì, ho
visto che la mia storia è stata segnalata e scelta per finire
tra le scelte (che gioco di parole), mi è arrivato un messaggio
da Efp. E' stata una bellissima sorpresa!
Grazie per i complimenti, spero che il capitolo ti piaccia! Al prossimo chappy! Kiss
Tin_Tin:
Ciao! Grazie per i complimenti, sono felice ti sia piaciuto il
capitolo! Spero ti piaccia anche questo. Al prossimo capitolo! Kiss
Oo_Stefania_The_Best_Oo:
Ciao! Sono felicissima che il capitolo ti sia piaciuto! La storia
è e rimarrà con il rating arancione, però ti
prometto che se scriverò la versione dettagliata (per ora non ho
proprio tempo) te la manderò. Ribadisco che non è detto
che l'assassino non è una donna, la colpa di questa
incomprensione è tutta del soggetto che ho utilizzato. Come hai
visto, la loro notte non è finita con quella prima volta. Spero
ti sia piaciuto il capitolo! A presto! Kiss
_Dangerous_Child_:
Ciao! E' bello vedere che il capitolo sia piaciuto tanto e spero che
anche questo convinca. Il XXV l'ho scritto proprio di getto, quasi
senza fermarmi. Al prossimo capitolo! Kiss
Fatina93: Ciao!
Oltre alla prima notte, in questo capitolo torna in gioco il rapporto
tra i due! Ehm, ribadisco che l'assassino può essere sia uomo
che donna e anche l'indizio del vestito non fa testo, perchè non
è inteso come abito femminile, ma semplice indumento. Nel
prossimo capitolo tornerò a parlare del caso e magari
darò qualche indizio. Spero che questo chappy ti sia piaciuto! A
presto! Kiss
Cicci89: Ciao!
Sono felice ti sia piaciuto lo scorso capitolo! No, non è detto
che l'assassino sia una donna. Chissà, può darsi che
l'assassino/a ti sia antipatico/a. Prima o poi lo scoprirai! Al
prossimo chappy, spero che questo ti sia piaciuto! Kiss
Delichan123:
Ciao! Grazie per i complimenti! Sono felice che lo scorso capitolo ti
sia parso bello! No, non è ancora detto che l'assassino sia
donna, ci sono le stesse probabilità che sia maschio. Mi
è piaciuto vedere lo schema dei tuoi sospetti, ma ovviamente la
mia bocca rimarrà cucita! Spero ti sia piaciuto il capitolo! A
presto!
Grazie mille per le recensioni!
Grazie per le visite, le seguite e le preferite!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
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Capitolo 27 *** XXVI capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXVI capitolo
Omicidio di un nobile
Premessa (IMPORTANTE!): Tagliamo la testa al toro: Lo/la chiamo “assassino” punto e stop. Altrimenti complico la vita a voi e a me.
Scusate il ritardo, ma mercoledì scorso ho avuto la simulazione
della terza prova e ho dovuto studiare tantissimo i giorni precedenti
per cui non sono potuta andare al computer e poi venerdì mi sono
pure ammalata e solo oggi ho potuto riprendere a scrivere.
XXVI
L’assassino
sbatté con rabbia una delle camicie appartenuta a Shinichi sul
letto della camera di quest’ultimo e di sua moglie sopra a tutte
le altre che vi aveva lanciato. Aveva rivoltato l’indumento, ma
nemmeno in quello c’era il pezzo di stoffa strappata che tanto
cercava. Né tirò fuori un’altra - l’ultima -
dal vecchio comò presente nella stanza, ma nemmeno in quella
c’era ciò che gli interessava. Deluso e frustrato
passò ai pantaloni e a tutti i capi di vestiario presenti nella
stanza, ma la ricerca fu vana. Possibile che la stoffa fosse proprio
negli indumenti che aveva indosso il giorno dell’omicidio? No,
decise subito dopo, erano stati sporcati di sangue e non si seppellisce
una persona con gli abiti conciati in quel modo.
E se fosse…?
Sì, magari per il funerale gli avevano fatto indossare i vestiti
in cui c’era dentro la prova che lo inchiodava. Sarebbe stato
davvero fortunato in questo caso, anche se in questo modo non sarebbe
mai stato sicuro di essere in salvo. Le persone che lo conoscevano bene
avrebbero potuto arrivare a lui senza problemi se la prova fosse stata
ritrovata. No, non avrebbe smesso di cercare finchè la sua
ricerca non avesse dato i suoi frutti.
Nel corridoio risuonarono improvvisamente dei passi che gelarono il
sangue nella vene all’assassino. Con passo felpato si
avvicinò alla porta posizionandosi in modo che se fosse stata
aperta lui non sarebbe stato scoperto. Ascoltò con terrore i
passi che si avvicinavano e sospirò di sollievo quando
oltrepassarono quella camera per proseguire verso una più
lontana. Poi l’assassino sentì qualcuno aprire una porta e
richiuderla subito dopo. Quando nel corridoio ripiombò il
silenzio, sistemò in fretta i vestiti come li aveva trovati,
aprì la porta e si affrettò ad allontanarsi.
Era sera inoltrata quando Hisae finì il suo lavoro e poté
ritirarsi. In verità dalla morte di Shinichi faceva del lavoro
in più per non avere il tempo di pensare.
Di pensare, già.
A lui.
Shinichi.
Erano stati insieme così poco e non era neanche molto tempo che
si conoscevano, ma lei l’aveva amato fin da subito. Perdutamente.
Ma glielo avevano portato via.
Una lacrima trattenuta da troppo ore tracciò una scia bagnata sulla sua guancia.
Perché Shinichi? Perché?
Che cosa aveva fatto suo marito per meritarsi una simile sorte? Hisae
aveva sentito alcuni della servitù parlare. Secondo loro questo
omicidio aveva a che fare con quello del conte Kamura e
l’assassino era lo stesso.
Era proprio così? Shinichi centrava qualcosa con quella storia?
Aveva scoperto qualcosa? Perché non glielo aveva detto, allora?
Non si fidava o non voleva metterla in pericolo?
Mentre le domande la tormentarono, Hisae si era cambiata e aveva
indossato la camicia da notte. Si rifugiò tra le coperte, ma
prima di sdraiarsi e posare la testa sul cuscino, tirò fuori da
sotto di esso una camicia malconcia e sporca di sangue. Con il dorso
della mano si asciugò le lacrime e strinse a sé
l’ultimo indumento indossato da suo marito. Le sembrava di
sentire ancora il suo odore e quindi di avere ancora il suo amore
vicino, lì con lei. Primo o poi avrebbe dovuto farlo, ma per il
momento non voleva separarsene.
Una settimana dopo
Lady Sana Hayama stava per commettere un omicidio.
Oh, sì. Se quella vipera appiccicosa non si fosse allontanata da
Akito di almeno tre metri l’avrebbe spostata a forza e poi uccisa
con le sue mani.
Era passata poco più di una settimana da quando era convolata a
nozze e sua cognata Natsumi aveva dichiarato che era giunta per lei
l’ora di partire e tornarsene a casa sua. Per salutare degnamente
la nuova amica, Sana aveva deciso di assoldare dei musicisti e fare una
piccola festa a cui avrebbero partecipato solo gli ospiti presenti in
casa e lei ed Akito, naturalmente. La festa si teneva proprio quella
sera ed ora Sana stava osservando il conte e Lady Takaishi ballare in
mezzo alla sala un valzer*. Sana si trovava in un angolo
dall’altra parte della sala e da quella distanza non sembravano
vicini più del consentito però riusciva lo stesso a
vedere quella vipera che civettava con suo marito. E di certo non era
la prima volta che l’aveva vista farlo. No, anzi, era da ben una
settimana che la vedeva avvicinarsi, ridacchiare o fingere interesse
per ogni singola cosa che usciva dalla bocca di suo marito.
All’inizio le pareva seccato dalla situazione, ma ora cominciava
a sospettare che quella donna cominciasse a piacergli e non disdegnasse
le sue attenzioni.
Poco dopo la vide ridacchiare per qualcosa che suo marito aveva detto e
Sana non poté fare a meno di accigliarsi e fulminarla con lo
sguardo. Eh, sì, se gli sguardi potessero uccidere, Lady Fuka
Takaishi sarebbe morta proprio in quel momento.
- Gelosa? - le chiese la sua amica Asako, apparendo alle sue spalle.
- Non capisco di cosa tu stia parlando. -
- Oh, su, Sana, non mentirmi. Si vede lontano un miglio che non sopporti di vedere Lady Takaishi provarci con tuo marito. -
- E’ vero, ma solo perché non voglio che Akito mi tradisca
e sotto il mio naso per di più. Non sono affatto gelosa,
figurati. Che vuoi che me ne importi? - dichiarò senza staccare
nemmeno per un istante lo sguardo dalla coppia situata nell’altro
lato della stanza.
- Sana, l’altra volta non t’importava più di tanto
perché non provavi niente per Lord Kamura ed ad essere ferito
era solo il tuo orgoglio, mentre questa volta sembri molto interessata.
Comunque secondo me non devi preoccuparti, a tuo marito non importa
niente di Lady Takaishi. Sei l’unica ad interessargli. -
Il valzer si concluse in quel momento e Akito si separò dalla
viscontessa per raggiungerla, ma venne preceduto da Lord Takaishi che
le chiese di ballare e le impedì di rispondere all‘amica.
Sana decise di accettare soprattutto dopo aver visto
l’espressione non proprio felice del marito. Il visconte non le
piaceva molto, ma un ballo non avrebbe nuociuto a nessuno. Prese la
mano che le porgeva e si lasciò trasportare verso il centro
della sala.
Akito guardava con disappunto la moglie e il visconte ballare insieme.
Era il secondo valzer della serata e ci teneva a ballarlo con lei. In
verità la danza non gli piaceva molto e di certo era un
ballerino appena accettabile, però non gli sarebbe dispiaciuto
poter stringere sua moglie tra le braccia… ed invece era
costretto a vederla vicino a quel tipo.
Non che gli interessasse, certo. Non l’amava e non l’avrebbe mai amata. Lui non voleva amare proprio nessuno. Mai.
Sbagliava o la mano del visconte aveva stretto con più forza la vita di Sana?
Lady Takaishi gli si avvicinò di nuovo e lo distrasse dai suoi
pensieri. Vedendola accanto a sè, trattenne a stento un sospiro
di frustrazione. Che le era preso da una settimana a quella parte? Non
faceva altro che flirtare con lui e lui era stanco di averla intorno
ogni secondo. Uffa, almeno gli fosse stata utile per scoprire
l’assassino dello stalliere e del conte. Se sopportava la sua
noiosa e asfissiante presenza era solo per questo e voleva che ne
valesse la pena. Pensava che se fossero entrati più in
confidenza gli avrebbe raccontato cose che altrimenti non gli avrebbe
detto.
Questo nmon significava che avesse intenzione di tradire Sana. Anche
durante tutte le relazioni che aveva avuto precedentemente era sempre
stato fedele alla donna con cui stava al momento, per quanto di poca
importanza fossero le sue storie. Non ne aveva mai tradita nessuna e di
certo non voleva cominciare a farlo con sua moglie, soprattutto non con
la persona che gli stava accanto al momento.
Akito si guardò intorno nella sala alla ricerca di
un’ancora di salvezza. Morire di noia non era nei suoi programmi.
L’uomo notò l’amica di Sana sola e gli venne
un’idea. - Perdonatemi, Lady Takaishi, ma mi sono reso conto che
Miss Kurumi non ha ancora ballato ed è mio dovere rimediare a
questa mancanza. - Senza dare alla donna il tempo di ribattere, si
allontanò da lei e raggiunse l’altra. Le chiese di
ballare, anche se il ballo era già a metà esecuzione. La
giovane donna sembrò capire la sua situazione perché
sorrise comprensiva e accettò il suo invito.
* Fra parentesi… il valzer era il ballo più scandaloso
dell’epoca. Si ballava, ma dalle più antiquate matrone
veniva definito sconveniente.
Spazio autrice: Mentre scrivevo
il pezzo di Hisae mi sentivo tremendamente in colpa. Voglio scusarmi
perché il capitolo è corto e fa pure pena. Spero non vi
sia dispiaciuto troppo.
E ora i ringraziamenti:
Deb: Ciao, Deb! Grazie per aver segnalato la mia storia Deb, quello che
hai detto della mia fic mi ha fatto molto piacere. Penso che appena
avrò tempo scriverò quel capitolo a target rosso e vedrai
che tra qualche capitolo ti vedrai mentre fai fuori Fuka... ih,ih... mi
è venuta un'ideuccia!!!
Oh, beh... credo che Sana in questa occasione non aveva speranze di
vincere... vedi, era da molto tempo che non tirava di scherma, mentre
Akito è allenato ed è stato di sicuro allievo dei
migliori maestri di scherma. Ma vedrai che Sana si prenderà la
sua rivincita e ho già deciso quando! Scusa per il ritardo del
capitolo! Tutta colpa della scuola e dell'influenza...uffa! Al prossimo
chappy! Kiss
Oo_Stefania_The_Best_Oo: Ciao! Grazie per tutti i complimenti che mi
hai fatto in tutte le recensioni che mi hai lasciato! Beh, credo che
Akito si sia stupito parecchio vedendo la moglie in quello stato, ma
non gli è dispiaciuto per niente! Mi dispiace di averti fatto
aspettare tanto questa volta... spero di riuscire a postare sabato, ma
non te lo assicuro perchè sono piuttosto impegnata questa
settimana. Per la recensione di "Conflitti interiori"... è bello
sapere che quello che scrivi fa provare una qualche emozione! Per
quanto riguarda chi ha chiuso la porta... è stata la persona che
era con Sana in quel momento che li ha lasciati soli! Grazie per i
complimenti a "COnflitti interiori" e "Una vacanza per dimenticare". Al
prossimo chappy! Kiss
Cicci89: Ciao, cara! Eh, sì. Figurati se Akito perdeva tempo!
Anche io mi sono divertita parecchio con la scena della lotta... meglio
che non ci penso ad Akito in quello stato...! E' colpa mia se siete
saltati a quella conclusione con il sesso dell'assassino, ma ora spero
di aver sistemato il problema. Purtroppo Fuka continuerà a
rompere e a rompere e a rompere... non sa fare altro! Si renderà
utile prima o poi...? Forse sì! Al prossimo capitolo! Kiss
Tin_Tin: Ciao! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Scusa il ritardo! Al prossimo capitolo! Kiss
Delichan123: Ciao! Vedrai che prima o poi ci arriverai! Uhm, bella
osservazione la tua... sì, potrebbe anche essere. Mi piace il
nomignolo che gli hai affibbiato... Taka Taka... è carino!!!
Ehm, a quanto pare ci ho messo un pò ad aggiornare... per favore
non uccidermi...!!! Al prossimo chappy! Kiss
Grazie per le recensioni!
Grazie per le visite, le preferite e le seguite!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
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Capitolo 28 *** XXVII capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXVII capitolo
Omicidio di un nobile
XXVII
Qualcuno
osservava con disprezzo i molesti tentativi della viscontessa di
conquistare il conte. Quella donna non smetteva mai di
rovinare i matrimoni degli altri? Forse era stato uno sbaglio mandare i
biglietti minacciosi al conte Kamura; avrebbe dovuto mandarli
direttamente a Lady Takaishi, o ad entrambi. Già,
perché a Lord Kamura sarebbe bastato trovarsi un’altra
amante nel primo caso, mentre con il secondo avrebbe preso due piccioni
con una fava.
Beh… in
effetti, che senso aveva pensarci ora? Il conte era morto ormai e il
problema non si poneva più; ora ne aveva un altro e più
importante.
Si vedeva
benissimo che c’era amore tra i due sposi - o perlomeno le
premesse c’erano - e non voleva che anche questo matrimonio
venisse rovinato. No, non l’avrebbe permesso.
Non questa volta.
Fingendo una stanchezza che non provava, augurò la buonanotte a tutti i presenti e si ritirò nella sue stanze.
Da un piccolo
scomparto segreto nel pavimento prese la chiave che vi teneva nascosta.
Si sedette alla scrivania ed aprì uno dei cassetti di essa
proprio con la chiave. Da lì estrasse un libro, delle forbici,
della colla e un foglio immacolato. Aprì il volume ad una pagina
a caso e ritagliò, da una delle pagine che capitarono davanti ai
suoi occhi, buona parte delle lettere che la componevano.
Mise in ordine
quei piccoli quadratini di carta fino a formare il messaggio che voleva
ottenere, per poi appiccicarle al foglio bianco. Lo piegò in due
e rimise il resto nel cassetto prima di chiuderlo di nuovo a chiave.
Si alzò
dalla sedia e lasciò la stanza. Percorse il lungo corridoio buio
- non aveva preso con sé alcun candelabro - e raggiunse la
stanza della viscontessa.
Mentre il cuore
aumentava la velocità dei battiti per il timore che
l’abitante della camera fosse tornata, abbassò piano la
maniglia e spalancò la porta. Appoggiò il messaggio sopra
le candide lenzuola e se ne andò in fretta.
Fuka
rientrò in camera a tarda sera seguita a ruota dal marito,
incerta se sentirsi soddisfatta o meno dei risultati ottenuti. La
conquista non stava andando proprio come aveva previsto, il bel biondo
non aveva tentato in alcun modo di appartarsi con lei e nemmeno aveva
accettato le sue avance. In compenso, negli ultimi giorni passavano
abbastanza tempo insieme e lui sembrava apprezzare la sua compagnia.
Forse Lord
Hayama era uno di quei mariti fedeli che le era capitato
d’incontrare e forse per questo nascondeva così bene
l’interesse per lei. Non si era mai interessata a quel tipo
d’uomo, ma il biondo meritava uno sforzo maggiore e in fondo la
sfida la stimolava, senza contare il piacere che avrebbe ricavato nel
portare di nuovo via il marito alla contessa.
- Che
cos’è quello? - mormorò ad un tratto Yuta. Il
marito si era levato la giacca, aveva sfilato la cravatta e la camicia
era in parte slacciata.
Fuka notò
che aveva lo sguardo fisso sul letto. Sopra le lenzuola c’era un
biglietto piegato in due. Il conte si avvicinò per prenderlo e
lesse - “per la viscontessa Takaishi”. E’ per te,
dunque. -
Un pensiero
improvviso la colpì. Possibile che fosse un messaggio del conte?
Forse i suoi dubbi erano infondati. In pochi rapidi passi si
avvicinò al marito e gli strappò la missiva di mano.
Spiegò il foglio. La prima sensazione fu di sorpresa
perché non si aspettava che non fosse scritto a mano. Lesse il
breve messaggio contenuto e sbiancò.
Andatevene, non siete la benvenuta qui.
Se non volete fare la stessa fine del conte,
vi conviene darmi ascolto.
- M-ma… cosa significa? - balbettò spaventata.
Incuriosito,
anche Yuta lesse il messaggio. - Cosa? - Anche lui era rimasto sorpreso
dal contenuto. - Ci dev’essere un errore… - Le
strappò il biglietto di mano. - Vado a parlare con il conte di
queste minacce. Esigo delle spiegazioni riguardo a questo - le
spiegò, sventolando il messaggio.
Yuta si rivestì completamente e uscì dalla stanza, lasciando la moglie in preda di una crisi isterica.
Yuta
attraversò il corridoio buio - nella fretta non si era portato
dietro il candelabro. Raggiunse la porta della stanza di Lord Hayama e
bussò con insistenza alla porta, strepitando - milord! Devo
parlarvi, venite fuori! Milord! -
Passarono alcuni
secondi prima che il conte comparve sulla soglia. Si doveva essere
ritirato da poco perché era impeccabile come prima. La sua
espressione però era tempestosa, di sicuro non aveva apprezzato
di essere disturbato. - Che cosa volete a quest’ora? E poi
perché avete fatto tanto chiasso? Avete di sicuro svegliato
tutti - lo apostrofò.
- Devo parlarvi.
Adesso! - Gettò un rapido sguardo sulla contessa, comparsa
proprio in quel momento alla spalle del marito e aggiunse - in privato.
- Yuta vide la donna inarcare le sopracciglia, indispettita. Non le era
piaciuto essere messa da parte in modo tanto plateale, ma parlare di
minacce e affini non gli parevano di certo argomenti di cui discutere
con una donna.
Lord Hayama
annuì con un cenno del capo e lo precedette nel tragitto verso
lo studio. Al pian terreno c’erano ancora alcuni domestici
impegnati nella sistemazione della casa a causa della festa, per cui le
candele e il caminetto erano ancora accesi. Il conte andò a
sedersi alla scrivania e Yuta davanti a lui.
- Allora? Di che cosa volevate parlarmi? - cominciò il primo.
Il secondo gli porse il messaggio. Il conte lo prese e lo lesse. - Capisco - proferì alla fine.
- Che volete dire? -
- Immagino che
il biglietto fosse indirizzato a vostra moglie, vero? Beh, lei non
è la prima a ricevere messaggi minatori in questa casa. Anche il
defunto Lord Kamura ne ha ricevuti due prima di morire - gli
raccontò.
- E’ una cosa scandalosa. Qui qualcuno minaccia la vita di mia moglie. Pretendo che sia trovato e impiccato. -
-Vi prometto che
farò il possibile per scoprire l’identità
dell’autore di queste lettere. Nel frattempo, se volete fare
ritorno alla vostra tenuta per evitare che accada qualcosa alla
viscontessa, potrei farvi preparare la carrozza domattina - gli
propose.
- Vi ringrazio per la vostra offerta, milord, ma non ve n’è bisogno. La farò proteggere dal mio valletto. -
- Come volete. -
Akito
rientrò in camera sua con la testa piena di pensieri confusi.
Nella stanza trovò Sana che si era cambiata indossando una
camicia da notte e lo attendeva paziente seduta sul bordo del letto a
baldacchino. Il biondo rimase per un secondo incantato a guardarla,
prima di riscuotersi e darsi mentalmente dello stupido.
- Akito, finalmente - disse, appena lo vide. - Che cosa voleva il visconte? -
L’interpellato
cominciò a togliersi la parte superiore degli indumenti, mentre
le raccontava i fatti di pochi minuti prima. - Lady Takaishi ha
ricevuto un biglietto di minacce. Le hanno suggerito di andarsene se
non vuole fare la stessa fine del conte Kamura. -
Sana sgranò gli occhi. - E’ terribile - mormorò.
- Già. -
Akito si coprì gli occhi con una mano. - Non riesco a capire.
Prima ero convinto che i due visconti centrassero con il delitto, ma
ora questo nuovo sviluppo mi lascia perplesso. - L’uomo si
sfilò la camicia e la gettò su una poltrona poco distante
insieme al resto. Si avvicinò al letto e si sedette di fianco
alla moglie.
- Beh, la tua tesi era dimostrata dal fatto che erano sempre ospiti qui, quando avveniva un delitto. -
- Non quando ti
hanno sparato, però. Anche se quello alla fine non si è
dimostrato un delitto. - Le parole “per fortuna” non
vennero pronunciate - se non nella sua mente -, ma Akito non voleva
nemmeno pensare a come si sarebbe sentito se lei fosse morta.
- Oh, sì. Hai ragione. -
- Ma questo non
vorrebbe lo stesso dire nulla. La tenuta dei Takaishi è molto
vicina a questa. Uhm… credo che manderò Tsuyoshi alla
loro tenuta per domandare a qualche loro domestico se quando ti hanno
sparato uno dei due è sparito per alcune ore. -
- Sì, è una buona idea. Ma… e il messaggio? Quello non li scagiona? - gli chiese confusa.
Akito scosse la
testa. - No, se l’autore è uno di loro. Magari sono anche
in combutta. Devo riuscire a trovare il movente, questo potrebbe
aiutarci. I debiti devono centrare qualcosa e anche il motivo per cui
sei andata nel bosco quel pomeriggio e l‘assassino ti ha sparato.
-
Sana assunse
un’espressione dispiaciuta. - Continuo a pensarci, sai? Ma ancora
non mi è venuto in mente. - Sospirò. - Se almeno durante
le ricerche si fosse trovato qualcosa. -
- Il bosco
è molto grande e intricato, il tempo sfavorevole e non ho
nemmeno abbastanza persone fidate a cui assegnare il lavoro. Senza
contare tutti gli avvenimenti di queste ultime settimane. -
Sana si coprì la bocca con una mano, mentre sbadigliava.
- Ora basta parlare di questa storia. Ci penseremo domani - aggiunse l'uomo.
- Bene,
perché sono stanca. - La donna si alzò in piedi, ma Akito
la prese per un polso e la fece sedere sulle sue ginocchia. Lei ebbe
appena il tempo di rendersi conto della situazione che lui
cominciò a baciarla e stringerla più forte a sé.
Quando il bacio
si interruppe, Sana strinse le braccia intorno al collo del marito e
mormorò - non sono così stanca, dopotutto. -
Akito rise brevemente, ma venne interrotto da Sana che gli chiuse la bocca con la sua.
Forse non era ancora tempo di andare a dormire quella sera per i due coniugi.
La mattina
successiva, il cielo coperto da nuvoloni scuri prometteva pioggia. Era
probabile che entrò poche ore avrebbe cominciato a piovere.
Sana e Akito stavano osservando Natsumi dare le ultime disposizioni ai domestici riguardo ai bagagli.
- Sei ancora in
tempo per partire insieme a lei e stare al sicuro nella mia tenuta.
Potrei dire al maggiordomo di farti preparare una borsa con lo stretto
necessario e poi ti manderei il resto. Anche la tua amica potrebbe
venire con te. E tua madre, se vuoi. - le suggerì il marito.
Sana gli
gettò un’occhiata minacciosa. - Potevi risparmiarti il
fiato. Non ho intenzione di muovermi da qui per ora. Siamo già
venuti a patti con questa argomento e gradirei che tu non ci tornassi
sopra ogni volta. -
Lui sbuffò. - Uffa! Testarda e incosciente - borbottò.
“Senti chi parla”, pensò di rimando lei.
Natsumi,
soddisfatta di come tutte le sue cose erano state messe sulla carrozza,
si voltò verso di loro per salutarli. - Spero di vedervi
raggiungere casa presto. Non riesco proprio a capire perché
dovete rimanere ancora qui. -
Nessuno le aveva
raccontato che il primo marito di Sana era stato assassinato e riguardo
alla dipartita di Shinichi le era stato detto che era opera di
briganti. Akito non voleva spaventarla e preferiva tenerla lontana da
quella brutta storia. Quando tutto fosse stato risolto, le avrebbe
spiegato ogni cosa.
- Ho i conti di questa tenuta da sistemare. Ci vorrà ancora un po’ di tempo. -
La sorella
annuì. - Va bene. - Si avvicinò ad Akito e lo
abbracciò. - A presto, fratellino. - Natsumi si separò
dal fratello e abbracciò lei. - Non vedo l’ora di
mostrarti la casa e il giardino. A presto, Sana. -
- Fai buon viaggio - le augurò quest'ultima, mentre Akito la salutava con un cenno del capo.
La donna si
allontanò e salì sulla vettura. Scostò la tendina
e li salutò con la mano, mentre il cocchiere fece partire al
galoppo i due cavalli che trainavano la carrozza.
Sana e Akito rimasero ancora qualche istante a osservare la vettura allontanarsi prima di girarsi e rientrare in casa.
Spazio autrice:
Wow! La prima volta in cui c’è il punto di vista di Yuta.
Scusate il ritardo. Questa volta è solo colpa mia. Sabato sono
stata colta dalla pigrizia e non ho scritto una riga, mentre domenica
non ho avuto tempo. Il capitolo però è più lungo
del solito. Si può dire che questo capitolo l’ho
interamente dedicato al caso. Vi ho chiarito o confuso le idee?
Sapete, mi sono
iscritta da pochissimo come Beta, se avete bisogno potete contattarmi
tramite il mio account di Efp. Da lì si può arrivare al
mio accout di Beta, così potete vedere i fandom di cui mi
occupo. (Se siete tanto disperati da aver bisogno di me!!!)
E ora i ringraziamenti:
Oo_Stefania_The_Best_Oo:
Ciao! Mi dispiace averti fatto aspettare tanto lo scorso capitolo e
anche con questo sono in ritardo di due giorni. Purtroppo è vero
che la scuola ha la precedenza, soprattutto quest'anno per me che ho la
maturità.
Sì, sono
troppo carini Sana e Aki gelosi! In questo ho lasciato un pò
perdere la loro storia e riprese un pò il caso.
Ahah! Non sei la
prima che vuole uccidere Fuka! E' sulla lista nera di molto persone!
Devi essere stata felice di vedere che le capita in questo capitolo!
Grzie per i complimenti, spero ti sia piaciuto anche questo! Al prossimo chappy! Kiss
Deb:
Ciao, cara! Eh, sì, povera Hisae. La prova ce l'ha lei e adesso
devo farla arrivare nelle mani di qualcun altro. Ma ci vorrà
ancora un pò prima di quel pezzo. Mi sono fatta una scaletta di
tutti i punti da sistemare prima di scrive fine e sono parecchi.
Beh, con Fuka mi
sono vendicata un pò e ben presto ti vendicherai tu: ho
cominciato a scrivere il pezzo in cui la uccidi!!! Contenta?
Mi dispiace, il
capitolo non è cinque volte più lungo, però un
pò più dell'altra volta l'ho fatto... sono circa tre
pagine. Al prossimo capitolo! Kiss
Dangerous_Child_: Ciao!
Non preoccuparti se non recensisci. Se io a volte non ho tempo di
scrivere il capitolo è normale che alcuni invece non abbiano il
tempo di commentare qualcosa. Sono felice che lo scorso capitolo ti sia
piaciuto! Lo so... povera Hisae... sono stata crudele con lei... la
gelosia dei due protagonisti, invece, non è finita qui! Al
prossimo capitolo! Kiss
Tin_Tin:
Ciao! Oh, sei stata malata? Anch'io, per questo lo scorso ha ritardato
tanto. Spero che stai bene, adesso. Mi fa piacere che hai trovato
carino il capitolo! Con Hisae devo farmi perdonare è da un
pò che ho deciso di farlo, ma ci vorrà ancora qualche
capitolo prima che la renda un pò felice.
Eh, sì,
Fuka ha tanti nemici, tanta gente la vuole morta... non solo le persone
reali, ma anche chi la minaccia nella storia... dovrebbe farmi pena e
invece... no! Pensò che un fan club contro Fuka avrà
molte adesioni! Comincia da me... mi iscrivo! A morte Fuka! Spero ti
sia piaciuto questo capitolo! Alla prossima! Kiss
Sweet_Melody: Ciao!
Mi sono accorta della recensione che mi hai lasciato al capitolo X e
anche se non so se arriverai fin qui a leggere, o se noterai questa
risposta alla tua recensione... te la lascio lo stesso.
Sì, come
avevi pensato - e se sei arrivata fin qui, l'hai scoperto da sola - la
coppia misteriosa era Asako/Rei. Sono contenta ti piaccia il mio stile
e spero tu sia arrivata fin qui! Kiss
Grazie per le recensioni!
Grazie per le visite, le seguite e le seguite!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
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Capitolo 29 *** XXVIII capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXVIII capitolo
Omicidio di un nobile
XXVIII
Tsuyoshi smontò dal
cavallo che aveva preso alla tenuta della contessa. Voltò lo
sguardo verso l’imponente casa dei visconti Takaishi, proprio
davanti a lui.
Un’ora prima il suo padrone gli aveva dato il compito di
scoprire un’eventuale assenza di Lord Takaishi e sua moglie nel
giorno in cui era avvenuto l’incidente di Lady Hayama.
Tsuyoshi legò le redini dello stallone ad un albero e si
avviò verso la casa. Nelle sue tasche risuonavano le monete che
il conte gli aveva dato per corrompere i domestici dei visconti e
ottenere le informazioni che voleva. Attraversò il prato e si
avviò verso l’entrata sul retro per raggiungere le cucine.
Akito entrò nella stalla seguito a ruota da Sana.
- Fammi venire con te - insistette per l’ennesima volta sua moglie.
- Ti ho già detto di no. Tsuyoshi dovrebbe essere qui a
momenti con le informazioni che volevo e ti terrà d’occhio
mentre sono assente. -
- Ma io voglio aiutarti. Posso esserti d’aiuto. Se vengo
anch’io, potrebbe tornarmi in mente qualche particolare che
potrebbe condurci nella direzione giusta. -
Mentre sellava Tempesta, Akito scosse più volte la testa. -
L’ultima volta che hai tentato di aiutarmi ti hanno sparato.
Vorrei evitare che accadesse di nuovo. Rimarrai qui al sicuro. -
- In questa casa sono state uccise due persone. Forse questo non
è proprio il luogo più sicuro - gli fece notare lei, con
una punta di sarcasmo nella voce.
- Ci sarà Tsuyoshi a proteggerti. -
Il nominato comparve proprio in quel momento. - Milord, milady - mormorò, chinando il capo.
- Ah, Tsuyoshi - disse Akito, vedendolo. - Che notizie ci porti? -
- Ho le informazioni che volevate, signore. Parlando con alcuni
dei domestici dei visconti sono venuto a sapere che erano entrambi
assenti il giorno in cui hanno aggredito la contessa - rispose
l’uomo rivolgendosi a lui.
- Entrambi - ripeté il conte. Le possibilità che
quei due fossero coinvolti e gli autori stessi dei messaggi minatori
erano sempre più alte. - Sei stato bravo, Tsuyoshi - lo
lodò. - Ora tieni d’occhio la contessa finché non
torno. -
Il domestico annuì, mentre Sana gli rivolse
un’occhiata minacciosa. Lui la ignorò e, con un gesto
agile, montò in groppa a Tempesta. Fece partire al galoppo il
cavallo, dirigendosi verso il bosco.
Accidenti alla testardaggine di suo marito! Lei offriva il suo
prezioso aiuto e lui lo rifiutava così! Non aveva alcuna
intenzione di sottostare ai suoi ordini. Il suo sguardo accigliato si
soffermò sul suo guardiano. Voleva seguire Akito e
l’avrebbe fatto. Di certo non si sarebbe fatta fermare da un
valletto incaricato di controllarla.
Senza dire nulla, lasciò la stalla e si avviò verso
la casa. Tsuyoshi fu pronto a seguirla. Sana raggiunse in silenzio la
sua stanza e solo quando fu davanti alla porta si voltò verso la
sua guardia del corpo. - Credo che mi ritirerò nella mia stanza
- lo informò.
- Come volete, milady, ma prima devo controllarla. -
Con un cenno d’assenso, Sana lo lasciò entrare, poi
lo seguì all’interno. Mentre il valletto era di spalle, la
donna con un gesto svelto sfilò la chiave dalla toppa e si
affrettò a richiudere la stanza con Tsuyoshi bloccato
all’interno.
- Ma, milady, che cosa fate? Perché mi avete chiuso dentro? - lo sentì dire.
- Scusami, ma non posso fare altrimenti. -
Sana abbandonò la chiave sopra un mobiletto, poi si avviò di corsa verso il piano inferiore.
Sana era partita da circa mezz’ora da casa, dove aveva
sellato Celeste ed era partita come un fulmine. Ora si trovava nel
folto del bosco alla disperata ricerca di Akito. Dando un lieve
strattone alle redini, fermò la giumenta e tentò di
ripercorrere con la mente i pochi ricordi che aveva del giorno in cui
le avevano sparato. Tentava di ripensare alla strada che aveva
percorso, ma non era ben sicura di quale fosse quella giusta. La sua
mente era confusa. Aveva cavalcato in quei boschi molte volte e ora
tutti i luoghi e le strade che aveva attraversato si mischiavano,
rendendole impossibile ricordare che direzione aveva intrapreso quel
giorno.
Il ricordo di quando Akito l’aveva trovata le strappò un sorriso.
No! Che cosa stava facendo? Doveva concentrarsi, non perdersi in bei ricordi.
Soffermò il pensiero a quando si era risvegliata sul prato.
L’immagine di un fiume le attraversò la mente. Era certa -
beh, quasi certa - che quel ricordo riguardava il giorno
dell’incidente.
Il fiume!
Si ricordava che ce n’era uno nelle vicinanze. Sana incitò Celeste a partire.
Era sicura che vi avrebbe trovato anche Akito.
Akito era appena giunto nel luogo dove aveva rinvenuto Sana.
Vagò nelle vicinanze per un po’, senza una destinazione
precisa. Smontò dal cavallo e, dopo averlo legato ad un albero,
proseguì la sua ricerca a piedi.
Ad un tratto, sentì il rumore di un cavallo in
avvicinamento. Chi si stava spingendo verso il centro del bosco? Un
bracconiere? O forse… l’assassino?
Cauto, si nascose dietro un albero in attesa dell’arrivo del nuovo arrivato.
Quando vide chi cavalcava la giumenta bianca la prima reazione fu
una lieve sorpresa, seguita subito da un’intensa irritazione. In
groppa a Celeste c’era Sana.
Akito non si meravigliò più di tanto che sua moglie
fosse riuscita a eludere la sorveglianza di Tsuyoshi, ma ciò non
significava che apprezzò che l’avesse fatto.
Sbucando fuori dall’albero, comparve davanti alla donna.
Sana era ormai arrivata nel luogo in cui Akito l’aveva
ritrovata. Aveva visto Tempesta poco prima, quindi il marito doveva di
certo trovarsi nei dintorni.
Una folata di vento le provocò un brivido di freddo, per cui Sana si strinse più forte nel mantello.
Akito comparve in quel momento, la sua espressione era piuttosto minacciosa.
- Perché sei venuta? Ti avevo detto di rimanere a casa - la apostrofò.
Sana incrociò le braccia sotto al seno e assunse
un’espressione indolente. - Quante storie - commentò,
sbuffando. - Sapevo di poterti essere d’aiuto, quindi sono
venuta. Ormai sono qui, non vorrai perdere tempo per riportarmi a casa
- lo sfidò.
Negli occhi dell’uomo lesse l’indecisione se
riportarla davvero indietro o meno, ma poi prevalse il buon senso. -
Dato che ormai sei qui… Ma, dimmi, che ne hai fatto di Tsuyoshi?
-
Una risata argentina risuonò fra di loro. - Oh, beh,
poverino. L’ho rinchiuso nella mia stanza. Per fortuna la porta
che collega la mia camera a quella che era di Naozumi era chiusa,
altrimenti avrebbe potuto uscire da lì.* -
Akito scosse la testa, divertito. - Avrei dovuto sapere che per
controllarti non sarebbe bastata una persona sola. Andiamo ora, oppure
sarà buio prima che avremmo trovato quello che cerchiamo. -
Anche Sana scese dal cavallo e lo legò affiancandolo a quello di Akito.
Un ricordo le attraversò la mente quando camminò
sopra il prato su cui era svenuta tempo prima. Il momento dello sparo
le tornò in testa. Quel colpo improvviso che l’aveva colta
di sorpresa, il secondo che aveva ferito e fatto imbizzarrire Celeste
portando al suo disarcionamento.
- Qualcosa non va? - le chiese il marito, vedendo che si era fermata improvvisamente.
Sana si girò con un sorriso rassicurante dipinto in volto. - No. E’ tutto a posto. -
L’uomo annuì, per nulla convinto.
Gli voltò nuovamente le spalle, mentre il messaggio
contenuto nel biglietto che aveva trovato fra i documenti di Naozumi,
che l’aveva condotta in quel bosco, le ritornava in mente.
“Le miniere”, pensò.
- Le miniere - ripeté ad alta voce.
- Come? -
Incrociò lo sguardo con Akito e spiegò - mi sono
ricordata! Il motivo per cui sono venuta qui era per scoprire se le
miniere di cui parlava il biglietto che ho trovato esistevano davvero e
dove si trovavano. -
Akito si fece pensieroso. - Se è così, è
molto probabile che il movente abbia qualcosa a che fare con queste
misteriose miniere. -
- Già, soprattutto se è questo il luogo dove sono. -
- Cosa? Perché? -
- Sai, se non ricordo male da queste parti c’è il confine che divide la mia tenuta da un’altra. -
- Di chi è? - chiese Akito.
- E’ la tenuta dei visconti Takaishi. -
* Attualmente Akito e Sana occupano ancora le stanze che avevano
prima di sposarsi. Dato che appena potranno si trasferiranno alla
tenuta di Akito, era inutile far cambiare loro le camere per andare in
altre due comunicanti (e sicuramente non faccio stare Akituccio in
quella che è stata di Nao). Dormono insieme (per modo di
dire… xD) a turno nelle due stanze.
Spazio autrice: Per la
scena in cui Sana rinchiude Tsu, devo dire che inizialmente era pensata
in modo diverso. All’inizio avevo pensato di farla uscire dalla
finestra dopo che Tsu aveva controllato la stanza, ma non mi
convinceva, allora ho scelto questa opzione.
Spero vi sia piaciuto il capitolo, io non sono molto convinta di come è venuto. Mi raccomando… COMMENTATE!!!
Ed ora i ringraziamenti:
Deb: Ciao, cara! Sì, la scena con Fuka l'ho cominciata. Credo la posterò tra qualche capitolo.
Avevi ragione tu, quella frase era poco scorrevole. L'ho modificata.
Eh, sì, ho fatto spaventare un pò Fuka. Peccato che
dubito servirà a molto. La sua presenza continuerà a dar
fastidio. Questo capitolo ci ho messo tantissimo a scriverlo. L'ho
cominciato Sabato e poi sono andata avanti Domenica, Lunedì e
Oggi. Quattro giorni!!!
Sono contenta che lo scorso ti sia piaciuto. Spero ti piaccia anche questo. Alla prossima!!! Kiss
Tin_Tin: Ciao! grazie per
i complimenti. Sì, sto bene anch'io. Ehm, purtroppo temo che
Fuka continuerà a rompere comunque. Certo che ci saranno altri
momenti dolci tra loro due! Spero che il chappy ti sia piaciuto! Al
prossimo capitolo! Kiss
_Dangerous_Child: Ciao! Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Spero ti piaccia anche questo! Alla prossima! Kiss
Sweet_Melody: Ciao! Sono
molto contenta che tu sia giunta fino a questo punto. Sono felice ti
piaccia la mia storia. Non sono convintissima di questo chappy, ma
spero ti piaccia. Al prossimo capitolo! Kiss
RunaMagus: Ciao! Arriverai
qui? Non arriverai qui? Boh, io intanto rispondo comunque... Grazie
mille per tutti i bellissimi complimenti che mi hai fatto! Mi sono
quasi commossa leggendo la tua recensione. Per la storia dei
dialoghi... beh, ogni tanto esagero, è vero. Tenterò di
non esagerare :) Oh, sì, a volte uso termini un pò troppo
moderni... anche oggi mentre finivo il capitolo stavo per farlo di
nuovo, ma me ne sono accorta in tempo! Beh, spero che la trama ti abbia
davvero sorpreso come prevedevi e tu non sia rimasta delusa! Kiss
Delichan123: Ciao! Sono
contenta ti sia piaciuto lo scorso capitolo. Non è detto che
l'assassino non sia Fuka. Forse lo è, forse non lo è.
Alla prossima! Kiss
Grazie mille per le recensioni!
Grazie per le visite, le preferite e le seguite!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
|
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Capitolo 30 *** XXIX capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXIX capitolo
Omicidio di un nobile
Premessa: Posate le asce, le bombe e scendete dai carri armati. Ehm,
ammetto
di avere un ritardo spaventoso, ma io ho avuto anche tre settimane da
dimenticare. Una verifica dietro l’altra (tra cui la simulazione
di
topografia giovedì scorso) e un nuovo impegno che mi tiene
impegnata il
venerdì pomeriggio. Dopo dieci giorni ero riuscita a scrivere
solo
mezza pagina… sono indietro con un sacco di cose…Con
questo non voglio dire che continuerò a pubblicare in ritardo.
Spero che questo non si ripeta di nuovo. Ora vi lascio al capitolo...
BUONA LETTURA!
XXIX
La mattina
successiva, nello studio illuminato dalla luce del giorno, Akito stava
riflettendo sugli avvenimenti del pomeriggio precedente e di tutto
quello che era avvenuto da quando aveva messo piede in quella casa.
Il giorno prima, insieme a Sana, era riuscita a trovare le tanto
sospirate miniere dopo una lunga e faticosa ricerca. Akito aveva poi
raccolto dei pezzi di legno e alcune pietre con cui aveva acceso un
fuoco - dopo parecchi tentativi falliti - e l’aveva sfruttato per
creare due torce e illuminare il passaggio di una delle miniere.
Insieme a sua moglie aveva percorso un centinaio di metri
all’interno della miniera e Akito era certo che scavando al suo
interno si potesse guadagnare parecchio. Quel luogo doveva far gola a
molti.
Che qualcuno fosse arrivato ad uccidere per questo?
“Molto probabile”, pensò l’uomo.
Non ne aveva ancora la certezza, ma le possibilità che il
movente fosse il denaro ricavabile dalle miniere erano molto alte.
Sospirando di frustrazione poggiò i gomiti sulla superficie
della scrivania, chiuse gli occhi e si coprì il viso con le
mani.
Non riusciva a capire. C’erano troppo cose che non avevano senso.
Prima di tutto… le lettere minacciose. Con un gesto quasi
distratto, aprì il primo cassetto alla sua destra e tirò
fuori i tre messaggi minatori che posizionò aperti davanti a
sé. Li lesse più volte, ma i dubbi nella sua testa non
fecero che aumentare. Le frasi contenute nei tre biglietti erano troppo
strane. Non avevano senso. Non riusciva a trovare il nesso tra il
contenuto dei messaggi e il primo delitto, sennonché entrambi
avevano a che fare con Lord Kamura.
Poi c’era il passaggio segreto a cui pensare e che era certo
fosse per quello che erano nati i messaggi minatori. Gli tornò
in mente il giorno in cui Tsuyoshi gli aveva raccontato della sua
scoperta, lo stesso in cui Sana era stata aggredita.
Aveva voglia di vederla e assicurarsi
di persona delle sue condizioni di salute, ma ormai aveva deciso che
avrebbe atteso il giorno dopo per parlarle e chiederle di sposarlo. E
aveva intenzione di rispettare il suo proposito.
Con passo lento si avviò verso
la sua stanza, ma prima che potesse entrarvi venne fermato da Tsuyoshi,
che lo chiamò - milord! Devo parlarvi, milord. -
- A che riguardo, Tsuyoshi? Non puoi attendere fino a domattina? Sono stanco. -
Il ragazzo si passò una mano
fra i capelli, imbarazzato e incerto. - Beh, ecco, milord. Mentre
eravate via ho scoperto alcune cose riguardo a questa casa. - Le ultime
parole le pronunciò sussurrando. Non voleva rischiare che
qualcuno potesse sentire la loro conversazione.
Akito annuì lievemente,
aprì la porta della camera e gli indicò di entrare.
Quando ebbe richiuso la porta alle loro spalle, disse - allora? Cosa
hai scoperto? -
- C’è un passaggio
segreto, signore. E’ possibile accedervi premendo la parte
inferiore della libreria nello studio. E’ un corridoio molto
lungo da cui è possibile spiare l’interno di alcune stanze
- gli spiegò.
- Un passaggio segreto? - ripeté. - Bravo, Tsuyoshi. Questa è un informazione utile.
La mattina successiva era andato a vedere il famoso passaggio e lo
aveva percorso tutto, illuminando il tragitto con un candelabro.
Effettivamente, per molte stanze era possibile spiarne l’interno;
chi lo conosceva poteva aver scoperto i segreti del conte Kamura e aver
deciso che meritava di morire. L’omicidio di Gomi era, invece,
piuttosto ovvio. Probabilmente lo stalliere aveva scoperto qualcosa che
inchiodava l’assassino e per questo era diventato una minaccia.
Accidenti, perché non era venuto a parlargliene? Se Gomi avesse
svelando ogni cosa, forse non sarebbe morto e non ci sarebbe più
un mistero.
Basta! Più pensava, più la confusione nella sua mente
aumentava. Ripiegò i tre foglietti e li ripose al loro posto,
all'interno del cassetto. Si alzò in piedi e decise che sarebbe
andato ad esercitarsi con la spada. Un sorriso gli piegò le
labbra. Sapeva già chi sarebbe stato il suo avversario.
Era stato difficile e molto doloroso, ma finalmente aveva deciso di lasciare Rei e non vederlo mai più.
Era stanca di quella storia senza futuro, i segreti, gli incontri
clandestini… All’inizio erano anche stati stimolanti, ma
ora Asako era stufa.
Aveva molte volte implorato Rei di svelare la verità a tutti, di
vivere il loro amore alla luce del sole, ma lui non aveva mai nemmeno
preso in considerazione la possibilità.
Era ora di finirla.
I passi che risuonavano nel corridoio buio si fecero più svelti,
più determinati, anche se le lacrime di disperazione non
accennavano a smettere di scorrerle lungo le guance.
Adesso sarebbe andata nella stanza di Rei e lo avrebbe lasciato, poi
avrebbe preparato le valigie e il giorno dopo sarebbe partita. Era
giunto il momento di tornare nella casa dei suoi genitori.
La voglia che aveva di rivederli tuttavia, era pari a quella che aveva di andarsene. In altre parole… nessuna.
Ma aveva un’altra scelta? Se c’era, non riusciva a vederla.
Lasciare quella casa e Rei le pareva la soluzione migliore per
dimenticare.
Non sarebbe stato facile, lo sapeva bene, ma forse un giorno avrebbe
potuto essere felice anche senza Rei. Magari avrebbe trovato un buon
marito e sarebbe arrivata ad affezionarsi a lui, se non addirittura ad
amarlo.
Giunta davanti alla porta della sua stanza, Asako si asciugò le
lacrime con un candido fazzoletto di seta finemente ricamato e,
sperando di non avere gli occhi rossi, bussò lievemente.
Ci vollero alcuni secondi prima che la porta si aprisse, durante i quali Asako si torturò le mani, nervosa.
La donna vide l’uomo che amava sorriderle dolcemente, vedendola.
Rimase per un istante incapace di dire o pensare nulla. Poi la
tentazione di lasciar perdere i suoi propositi si fece strada in lei,
ma questa volta resistette al bisogno impellente di buttarsi tra le sue
braccia e posare le labbra sulle sue.
Questa volta non si sarebbe lasciata incantare.
- Vieni, entra - le disse, stringendole piano un polso e trasportandola con sé all’interno della stanza.
Asako captò poi il momento in cui lui si chinò per
baciarla e lo fermò, posandogli due mani sul petto e spingendolo
via.
Sorpreso, le chiese - qualcosa non va? -
Spostò lo sguardo su di lui - fino a quel momento lo aveva
tenuto fisso sul pavimento - e annuì. - Tra noi è finita
- disse decisa.
- Cosa? - replicò l'uomo, sgranando gli occhi.
Rendendo la voce meno tremante possibile e sbattendo le palpebre
più volte per fermare le lacrime, Asako continuò - voglio
che ci lasciamo. H-ho deciso di tornare a casa e non mettere mai
più piede qui. Credo che molto presto prenderò in
considerazione l’idea di sposarmi. -
Il viso di Rei sbiancò ed aprì e chiuse più volte
la bocca, prima di dire - se è questo che vuoi, va bene. -
Avrebbe dovuto essere felice della sua arrendevolezza che rendeva le
cose più semplici, ma non fu così. Il pensiero che non
gli importasse nulla di lei, le si formò in mente e
l’irritazione la colse. - Non dici niente? Non t’importa?
Questo è un tuo lato del carattere che non ho mai sopportato.
Perché non mi dici di restare, di non lasciarti? -
cominciò ad urlare, ignorando il fatto che qualcuno potesse
sentirla.
- Asako, io ti amo, lo sai. E proprio per questo motivo non ti
chiederò mai di rimanere qui per me. Era da molto che pensavo
che era ora di lasciarti andare. Mi hai solo battuto sul tempo. -
La donna non ci vide più e lo schiaffeggiò forte sulla
guancia. - A me non è mai importato degli altri. Tu eri la cosa
più importante, solo che non l’hai mai capito. - Asako si
voltò e uscì dalla camera sbattendo la porta. Corse verso
la sua e, una volta entrata, si appoggiò sulla liscia
superficie, prima di lasciarsi cadere sul pavimento. Dei singhiozzi
convulsi spezzarono il silenzio nella stanza.
Spazio autrice: Scusate di
nuovo per il ritardo e per questo capitolo che non mi soddisfa per
niente. Riguardo la prima parte, qui ho voluto riportare un riassunto
di quello che è accaduto il giorno prima e una scena che non
avevo inserito in precedenza. Quando Akito era ritornato dal suo
viaggio, volevo mettere di Tsu che gli racconta della sua scoperta, ma
poi c'era l'aggressione di Sana e la proposta di matrimonio a cui
pensare, allora quel piccolo particolare l'ho volutamente saltato. Non
ero convinta della mia decisione, allora ho deciso di aggiungerla qui
come ricordo di Aki. La seconda parte, invece, fa tornare un pò
in gioco l'amore contrastato di Asako e Rei. Già nello scorso
capitolo volevo metterla, ma siccome non mi veniva l'idea di come
impostarla l'ho posticipita al chappy successiva. Ho finito per
scriverla a scuola, mentre alcuni miei compagni stavano tentando di far
funzionare il proiettore per vedere un film...
Manca Sana, ma è sempre comunque presente nei pensieri di Akito!
Spero che il chappy vi sia piaciuto, anche se a me non convince (soprattutto la prima parte). Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Oo_Stefania_The_Best_Oo: Ciao!
Scusa se ci ho messo così tanto a scrivere questo capitolo.
Spero ti sia piaciuto! Ahah... le minacce a Fuka... se lo merita quella
brutta strega! Sì, Aki e Sana sono troppo carini insieme! Mi
piace scrivere scene di loro due! Al prossimo capitolo! Kiss
92titti92: Ciao! Mi fa piacere
se recensisci, ma se non lo fai... pazienza. Io non recensisco tutto
quello che leggo, perchè non ne ho il tempo e ho una lenta
connessione a internet, quindi sarebbe ipocrita da parte mia pretendere
che ogni persona lo faccia sempre. Lo sapevo che quella scena dovevo
aggiungerla, era da un pò che ci pensavo, ma hai fatto proprio
bene a farmelo notare, così mi hai spinto a farlo. Molte grazie!
No, la storia non sarà ancora molto lunga. Ci vorranno ancora un
pò di capitoli, perchè ci sono parecchie cose da
risolvere, ma comunque ho preventivato di finirla entro giugno, forse
prima. Spero ti sia piaciuto il chappy! Alla prossima! Kiss
_DaNgErOuS_ChIlD_ :
Ciao! Finalmente ho scritto il tuo Nick nel modo giusto! Scusa se non
l'ho mai fatto. Grazie per i complimenti. Questo capitolo non mi
convince molto, ma spero che comunque ti piaccia. Al prossimo chappy!
Kiss
Deb: Ciao, carissima!
Finalmente riesco a pubblicare! Chissà se tu e Akito avete
ragione e non sono quei due gli assassini... ci vorrà ancora un
pò per scoprirlo!
Uffa, speravo di riuscire ad inserire della mini-storia di Fuka in
questo capitolo, ma ho a stento finito il capitolo con un enorme
ritardo inoltre. Sì, in effetti quel punto non l'ho fatto molto
bene...
Grazie per i complimenti! Spero ti sia piaciuto il capitolo! Alla prossima! Kiss
Tin_Tin: Ciao! Sì, ha la
vipera come vicina di casa, però le case sono parecchio
distanti, quindi non si incontrano spesso (a meno che la vipera non si
autoinviti a casa di Sana). Spero ti sia piaciuto il chappy! Al
prossimo capitolo! Kiss
Brando: Ciao! Sono contenta che
la mia storia ti piaccia! Già, Sana che rimane buona e zitta in
casa... impossibile!!! Sai, ad un erede nascosto di Kamura ci ho
pensato, ma anche se lo aggiungerò non avrà per niente a
che fare con l'omicidio. A questo punto della storia posso dirti una
cosa... tra tutte le considerazioni che hai fatto una è
assolutamente vera, ma non ti dirò nè quale, nè se
le altre sono vere o no. Ho aggiornato tardi e mi dispiace. Spero ti
sia piaciuto il capitolo! Al prossimo chappy! Kiss
Grazie mille per le recensioni!
Grazie per le visite, le preferite, le seguite e le ricordate!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
|
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Capitolo 31 *** XXX capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXX capitolo
Omicidio di un nobile
Premessa:
1) Scusate ancora una volta per lo spaventoso ritardo...
2) Sorpresa in fondo al capitolo!!! Dopo
il solito capitoletto, il n° 30, c'è n'è uno speciale
dedicato a tutte quelle che odiano la Fuka di questa fanfiction.
(Quello che accade nel cap. speciale, non succede nella ff però
purtroppo).
Ora vi lascio al capitolo... BUONA LETTURA!
XXX
Sana si svegliò. Il sole non era ancora sorto e la luce presente nella stanza rendeva visibile ben poco.
Che bel risveglio!
La
testa era appoggiata sulla spalla di Akito, che ancora riposava
sdraiato supino, e intanto avvolgeva le braccia attorno alla vita del
marito, abbracciandolo come se fosse un cuscino.
I loro corpi si scaldavano a vicenda e il tepore da cui era circondata era molto piacevole.
Sollevò
il capo dalla sua comoda posizione e prese ad osservare il profilo
dell’uomo accanto a sé, cominciando a sorridere incantata.
Non solo perché era davvero affascinante, si ritrovò a
pensare, ma anche per il fatto che era contenta di averlo vicino, di
sentire il suo odore, la sua presenza. Era anche piacevole parlarci,
ascoltarlo, discutere con lui…
Si
sentiva strana. Era qualcosa che non aveva mai provato prima, nemmeno
per Naozumi – anche se quello non era un buon parametro di
giudizio.
Stava
per chinarsi per posare un bacio sulla sua guancia ispida, ma venne
interrotta dal suono di nocche che battevano contro la porta. Si
voltò di scatto verso quest’ultima, fulminandola con gli
occhi. Si girò del tutto verso la porta e si alzò in
piedi. Prese la vestaglia abbandonata su una poltrona vicina e la
infilò.
Ad
attenderla nel corridoio c’era Asako, un’espressione decisa
dipinta in volto, ma Sana non poté fare a meno di notare che
l’amica pareva parecchio sconvolta.
- Asako? – mormorò stupita. - Che cosa è successo? –
-
Eh? Nulla. Non è accaduto proprio nulla. – Era chiaro che
stesse mentendo. – Volevo solo salutarti, perché ho deciso
di tornare a casa. Partirò tra poco. I bagagli sono pronti e il
cocchiere aspetta solo me. Potresti salutare tu gli altri da parte mia?
Non ho proprio tempo di aspettare che si sveglino tutti. -
-
Parti? Ma, Asako, che cosa stai dicendo? Perché te ne vai? Non
ti lascerò andare via finché non mi avrai dato una
spiegazione convincente – sentenziò, incrociando le
braccia sotto al seno.
- Sana, sono mesi che vivo qui. E’ ora che torni ad abitare dai miei genitori. -
- E’ solo per questo? E’ solo per questo, Asako? – ripeté dura.
L’altra
socchiuse gli occhi e disse, alzando la voce – la vera ragione
è che non voglio più rimanere qui! Sono già morte
due persone e non voglio rischiare di essere io la terza! Non puoi
trattenermi qui. –
Sana
boccheggiò. – I-io… hai ragione, scusa. Io... non
avevo pensato ai rischi che corrono le persone che rimangono qui con
me. Non volevo metterti in pericolo. Fai buon viaggio. Spero di
rivederti presto – mormorò atona.
La
rabbia sembrò dissolversi dallo sguardo di Asako. - Sì,
grazie. - Sana fece per richiudere la porta, ma venne bloccata
dall'amica che disse – Sana, scusami. Non volevo essere
così dura con te. -
- Non preoccuparti. Hai solo detto quello che pensavi. -
La porta venne chiusa senza che Asako ebbe la possibilità di aggiungere altro.
Il
singhiozzo che aveva trattenuto fino a quel momento venne lasciato
uscire solo quando Sana sentì i passi dell'amica allontanarsi
lungo il corridoio. Seguì subito una lacrima, a cui se ne
aggiunsero altre fino a trasformarlo in un pianto convulso e
incontrollabile. La donna si coprì il viso con le mani.
Non
provava nessuna forma di risentimento verso Asako. Era con se stessa
che era arrabbiata. Non aveva mai pensato a quanto le altre persone
potessero sentirsi spaventate e temessero per la propria sorte. Era
stata una vera egoista.
-
Sana? - la chiamò Akito. La voce era proprio davanti a
sé. Senza guardare dove andava, mosse qualche passo in direzione
della calda e rassicurante voce di Akito fino a ritrovarsi stretta fra
le sue braccia. Il marito le avvolse un braccio intorno alle spalle e
l'altro dietro alla schiena in modo che il contatto fra di loro fosse
il massimo.
Rimasero
in silenzio per alcuni minuti fino a che Sana non smise di piangere.
Akito la lasciò sfogare e si limitò ad accarezzarle i
lunghi capelli rossi.
-
Che cosa è successo, Sana? - le chiese alla fine, quando la
crisi fu passata. Erano ancora abbracciati, solo che ora il capo di
Sana era appoggiato sul suo petto e le sue braccia ricambiavano la
stretta.
Lei inghiottì e rispose – sono stata molto egoista, Akito. -
- Eh? - si stupì lui. - Che cosa stai dicendo? -
-
Sì, è così. Da quando è avvenuto il primo
omicidio, non ho mai suggerito nemmeno una volta ad Asako, a mia madre
e ai miei domestici di andarsene. Li ho costretti a rimanere qui,
lasciandoli in balia di un assassino. Ho dimostrato davvero poca
considerazione verso di loro. Mi vergogno di me stessa. Asako ha
ragione. -
Akito
la scostò leggermente da sé, quel tanto che bastava per
poterla guardare negli occhi. - Smettila! Stai dicendo un sacco di
sciocchezze. Non sei responsabile delle scelte altrui. Se la gente che
abita qui avesse voluto andarsene lo avrebbe fatto molto tempo fa. Tu
non hai colpa, mi hai capito? -
Le
parole erano state pronunciate con una tale passione, un tale impeto,
così strani in una persona come Akito, che il cuore di Sana
prese a battere più velocemente in preda ad una forte emozione.
- Grazie, Akito – disse e piegò le labbra in un lieve
sorriso. - Mi sento molto meglio adesso. -
-
Che cosa è stato a scatenarti tutti questi sensi di colpa, me lo
vuoi spiegare? Prima hai nominato Miss Kurumi, ha qualcosa a che fare
con questa storia? -
In breve gli parlò della visita di Asako.
-
Sana, conosco da poco la tua amica, ma da quello che ho potuto capire
nel tempo che ho passato qui, penso ti abbia rifilato la prima scusa
che le è passata per la mente. -
- Cosa?! -
-
Sì. Vedi, Sana, gli omicidi sono avvenuti settimane fa e in
tutto questo tempo la tua amica non ha mai mostrato segni di cedimento.
Non ho idea del motivo per cui probabilmente ti ha mentito, ma secondo
me dovresti parlarci. -
La
donna rimase in silenzio un attimo, incerta sulla scelta da prendere,
poi risoluta si voltò e si avviò verso la porta.
- Aspetta – la chiamò Akito prima che uscisse dalla stanza.
- Sì? -
- Prendi questo. - E le lanciò il suo mantello.
Sana lo prese al volo. - Grazie. - Se lo infilò mentre di corsa raggiungeva le scale.
L'aria esterna era piuttosto fredda e umida e le nuvole in cielo preannunciavano pioggia; tirava un forte vento.
Si guardò intorno alla ricerca della carrozza di Asako.
Non fu fortunata, la vettura con a bordo Asako si era già allontanata.
Poco distante notò Rei che osservava la via sgombra con un accenno di rimpianto non molto ben nascosto nello sguardo.
- Rei? Che cosa stai facendo? - gli chiese avvicinandosi.
Come
un bambino che è stato colto con le mani nella marmellata, il
suo viso esprimeva colpevolezza. - M-milady – balbettò. -
Mi trovo qui perché dovevo dare il cibo ai cavalli. -
Sana non era molto convinta che stesse dicendo la verità, ma annuì e poi si voltò avviandosi verso casa.
Mentre
chiudeva alle sue spalle la porta d'ingresso, Sana sbadigliò.
Ah, che sonno aveva. Attraversò l'ingresso a passo lento, ma,
poco prima di svoltare per raggiungere le scale, vide qualcuno entrare
furtivamente nello studio.
Chi
poteva essere? Un brivido di terrore le corse lungo la schiena e il suo
cuore perse un battito. Si affrettò a raggiungere il piano di
sopra ed ad entrare nella sua camera. La stanza ora era perfettamente
illuminata, perché suo marito aveva accesso ogni candelabro
presente lì dentro.
Akito
era sdraiato sul letto a baldacchino, le gambe incrociate e la schiena
appoggiata alla testata del letto. L'uomo si voltò a guardarla
sentendola entrare.
- Akito, vieni. Ho visto qualcuno entrare nello studio. -
- Sarà un domestico – suggerì il biondo.
- A quest'ora? E poi perché dovrebbe farlo furtivamente?
L'uomo si convinse e si alzò. Prese tra i suoi vestiti la pistola e dal tavolino uno dei candelabri.
- Vai nella stanza di Tsuyoshi finché non torno - le ordinò.
- Assolutamente no. Io vengo con te – replicò caparbia.
Sana
vide Akito farsi pensieroso. L'uomo si rese conto di non avere il tempo
di mettersi a discutere con lei, quindi acconsentì con un cenno
del capo.
Quanto
era caparbia sua moglie. A causa del suo caratteraccio finivano per
discutere su ogni questione, soprattutto quelle riguardanti la sua
sicurezza. Era difficile da ammettere anche con se stesso, ma, in fin
dei conti, trovava divertenti le loro discussioni. Trovava che Sana era
insopportabile, ma anche un po'... adorabile.
Scosse
la testa, incredulo. Da dove gli era venuta fuori quella parola?
“Adorabile”? Chi, quella? Era ancora mezzo addormentato,
era l'unica spiegazione possibile al suo insensato pensiero.
I
due coniugi raggiunsero l'entrata dello studio. Akito appoggiò
la mano sulla maniglia e con uno scatto aprì la porta
improvvisamente.
Ma lo studio era vuoto.
Akito
entrò per primo, seguito subito da Sana. Il primo
illuminò la stanza in ogni suo angolo, ma non c'era nessuno.
-
Forse avevi ragione ed era un semplice domestico che è entrato
per svolgere qualche lavoro e se ne andato prima che arrivassimo
– suggerì Sana.
- Uhm. -
Un
scricchiolio li fece girare entrambi verso la libreria. Il passaggio
segreto si aprì e Lady Misako Kurata ne uscì fuori.
Spazio autrice: Finalmente
ho completato il capitolo. Avete visto la scoperta finale? Eheh... solo
nel prossimo scoprirete qualche particolare in più. Comunque il
finale non è ancora vicino vicino.
Spero vi sia piaciuto. E ora i ringraziamenti:
Deb: Ciao, carissima! Hai visto? Sono riuscita postare! Ecco di nuovo Aki e Sana insieme...!
Asako
sta soffrendo parecchio e per ora è partita, ma vedrai che tra
lei e Rei non è ancora finita! Spero ti sia piaciuto il
capitolo! Al prossima! Kiss
_DaNgErOuS_ChIlD_ :
Ciao! Eh, sì. Asako l'ha lasciato... ma non è ancora
finita! Sono contenta ti sia piaciuto lo scorso capitolo, spero ti sia
piaciuto anche questo. Al prossimo chappy! Kiss
Tin_Tin: Ciao! Sono felice ti sia piaciuto lo scorso capitolo. Qui si continua con Asako/Rei... e anche Aki/Sana! Alla prossima! Kiss
__Ale: Ciao!
Grazie per i complimenti! Sì, beh, scrivendo un giallo bisogna
fare attenzione a molte cose, ma più o meno le difficoltà
sono le stesse che con una storia di tipo diverso... comunque mi sto
divertendo molto a scriverla!!! Alla prossimo capitolo! Kiss
Grazie per le visite, le preferite, le seguite, le ricordate e le recensioni!
Premessa Capitolo Speciale: Ho scritto questa mini storiella per
Deb e tutte quelle che come lei e me odiano la Fuka della mia storia.
Inizialmente la storiella doveva avere solo una vena prettamente
drammatica, ma alla fine è diventata anche un po’
comica-demenziale (solo un pochino). Nella storiella c’è
un minuscolo spoiler e la storiella non si può dire
sanguinolenta, ma infiammata! Ahah!
Ora vi lascio al capitolo! Buona lettura!
Una figura, seduta dietro una
scrivania, stava utilizzando un piccolo cacciavite su un aggeggio
sconosciuto. Ancora pochi dettagli e la macchina che aveva inventato
sarebbe stata pronta all’uso.
Alla fine del suo lavoro,
posò il cacciavite sulla superficie liscia della scrivania e
mormorò, con un sorriso sadico in volto, - ecco! Ho finito! -
Sì, la macchina per viaggiare
nel tempo era finalmente pronta per essere utilizzata. La giovane donna
premette il pulsante di accensione e la data di quel giorno comparve
sul piccolo schermo a cristalli liquidi. Con altri pulsanti
regolò la data fino a far comparire “Novembre 1812.”
La figura si alzò e raccolse
alcuni vestiti di moda due secoli prima, affittati in un negozio di
costumi, da una sedia lì vicino.
Si cambiò rapidamente, anche
se faticò non poco con i bottoni dietro la schiena. Prese con
sé anche alcuni oggetti che infilò in una borsa stile
’800 e avviò la macchina del tempo.
La donna chiuse gli occhi, mentre la
stanza intorno a sé spariva lasciando il posto al buio totale.
Passarono pochi istanti e sentì il sole scaldarle il viso e gli
uccellini cantare. Riaprì gli occhi e vide intorno a sé
un giardino curato e una bella villa poco distante.
La temperatura era piuttosto bassa,
perché era novembre e si trovava in Inghilterra. La ragazza
però, non fece molto caso alla fredda temperatura circostante e
non tanto per il caldo mantello che indossava, ma perché troppo
presa dalla missione che doveva compiere.
Un secondo sorriso le incurvò le labbra. Era andato tutto bene, era arrivata.
Individuando la casa che era stata
di Kamura, si affrettò verso l’ingresso. Fu fortunata,
perché la sua vittima scelse proprio quel momento per una
cavalcata e la donna la vide uscire dalla porta principale della
tenuta. Prima che potesse vederla, Deb si nascose dietro il tronco di
un albero. Attese che Lady Fuka Takaishi muovesse qualche passo in
direzione delle stalle, poi sbucò fuori dal suo nascondiglio e,
armandosi di un ramo raccolto poco prima, la colpi alle spalle sul
capo.
Fuka emise un gemito di dolore e
crollò a terra. Deb si chinò e trascinò la donna
stringendo le mani attorno ai suoi polsi. Dovete faticare parecchio per
trasportare il corpo privo di sensi fino ad una radura coperta dagli
alberi. Tirò fuori una lunga corda con cui la legò ad uno
di questi in modo che la schiena e le gambe aderissero alla corteccia.
Ci volle parecchio tempo prima che
Fuka riacquistasse i sensi, che Deb sfruttò per raccogliere
tanti ceppi che trovò nei dintorni. Stava finendo di disporli ai
piedi di Lady Takaishi che la donna si svegliò.
Fuka sbatté più volte
le palpebre e si guardò intorno per capire dove si trovava.
L’espressione confusa si fece spaventata quando i suoi occhi
incrociarono quelli di Deb. - Chi siete? Cosa volete? - strillò.
- Tu sei una strega! - la
accusò invece l’altra senza rispondere ad alcuna delle sue
domande. - Tutte quelle che hanno sentito parlare di te lo pensano e
ognuna di loro ha immaginato un modo diverso di porre fine alla tua
devastante presenza nel mondo. La mia missione è proprio quella
di coronare il sogno mio e di tante altre ragazze. Come strega è
giusto che tu venga immediatamente processata e… -
- Deb, aspetta un attimo. E io?
Voglio partecipare anch’io al processo e all’eventuale, per
modo di dire, esecuzione - la interruppe Ili91, comparendo in quel
momento.
- I- Ilaria? Ma che cosa ci fai qui? -
- Non potevo permetterti di fare un
processo i cui componenti sono solo due persone, per cui ho deciso di
partecipare anch’io e non sono venuta da sola. -
Altre ragazze apparvero; tutte quelle che avevano desiderato la dipartita di Lady Fuka Takaishi.
- Va bene - acconsentì Deb. -
Partecipate anche voi. Io sarò il giudice, Ilaria
l’avvocato difensore e le altre la giuria. -
- Cosa? Dovrei fare l’avvocato per quella? -
- E’ il ruolo che più
ti si addice, no? L’autrice sei tu e sei l’unica che
può dire qualche parola in sua difesa. Sei imparziale. -
Ilaria inarcò un sopracciglio
alla parola “imparziale”. Ci pensò su. - Farò
del mio meglio - concesse alla fine, ma un sorriso sadico smentiva le
sue parole.
Deb si voltò a guardare Fuka.
Prese com’erano a discutere si stavano quasi dimenticando di lei.
La donna guardava tutte loro scioccata e pensando sicuramente che erano
pazze.
Il processo cominciò. - Come
stavo dicendo… Fuka sei accusata di essere una strega,
perché il tuo comportamento verso Akito e Sana è
assolutamente inqualificabile. Hai tentato più volte di
dividerli e nemmeno le minacce ricevute ti hanno fatto desistere dal
tuo proposito. -
- Allora siete state voi a mandarmi il biglietto minatorio - strillò la donna in risposta.
- Eh? No, noi non ci sprechiamo in biglietti, andiamo direttamente al dunque. Non sappiamo con certezza chi te lo ha mandato. -
Deb vide con la coda
dell’occhio Ilaria arrossire leggermente e voltare la testa da
un’altra parte. Eh, già. Quello che aveva detto a Fuka non
era esattamente vero. Qualcuno a conoscenza del messaggero dei
biglietti minatori c’era. Tornò ad osservare
l’imputata. - Comunque le minacce rivolte alla tua persona sono
prive d’importanza in questo momento. Ci sono pagine e pagine di
comportamenti scorretti da parte tua verso i due protagonisti. Ora
lascio la parola alla difesa. Che cosa hai da dire in discolpa della
tua cliente, Ilaria? -
- In futuro Fuka si rivelerà utile anche lei. - Ci fu un attimo di silenzio. - Ho finito. -
- Dopo questa “spassionata” difesa, la giuria può ritirarsi per deliberare. -
- Non c’è alcun bisogno
di farlo, Deb - prese la parola una delle ragazze della giuria. -
Abbiamo già deciso all’unanimità. Colpevole. -
- Benissimo. Contessa Fuka Takaishi,
sei risultata colpevole di crimini di stregoneria e per questo ti
condanno a bruciare sul rogo. -
L’imputata si rese conto solo
in quel momento che lì nessuno stava scherzando e
cominciò ad urlare di lasciarla andare e a singhiozzare forte.
Nessuna delle persone presenti si
commosse. Deb tirò fuori una scatoletta di fiammiferi dalla sua
borsa e ne accese uno. Si avvicinò a Fuka e lo gettò fra
i pezzi di legno. Alla vista delle fiamme, Fuka prese a divincolarsi,
ma non riuscì ad allentare per niente le corde.
Le fiamme si fecero sempre
più alte, come le grida di Lady Fuka, e ben presto la avvolsero
completamente. La calamità vivente morì sotto gli occhi
di Deb, Ilaria e le altre lettrici.
- Beh, ragazze, direi che è
ora di tornarcene nel XXI secolo - disse la prima. - Abbiamo completato
al meglio la nostra missione. - Tutte annuirono. Il tasto di avvio
della macchina del tempo venne nuovamente premuto e ogni ragazza si
ritrovò nella propria casa.
Fine
Spazio autrice 2: Deb, a quanto pare
ci facciamo fuori i personaggi a vicenda! Spero ti sia divertita a
leggere della sua dipartita e anche tutte quelle che hanno seguito il
tuo esempio!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
|
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Capitolo 32 *** XXXI capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXXI capitolo
Omicidio di un nobile
Avviso:
Lunedì parto per la gita a Lisbona, quindi settimana prossima
non avrò nemmeno un secondo per scrivere e dovrete attendere
quella dopo per il capitolo successivo.
XXXI
- Madre! - boccheggiò Sana vedendo Lady Misako Kurata uscire dal passaggio segreto dello studio.
- Milady, volete
essere così cortese da spiegarmi che cosa state facendo? - le
chiese Akito senza mostrare troppa sorpresa, anche se dentro di
sé era alquanto scioccato.
- N-non è come pensate - balbettò la donna rivolgendosi a lui.
- Io non penso
nulla, però pretendo delle spiegazioni. Ditemi tutta la
verità - replicò. Il suo viso pareva scolpito nel marmo,
per quanto la sua espressione era dura e implacabile.
- Akito, non
penserai veramente che mia madre abbia qualcosa a che fare con i due
omicidi? - disse Sana cominciando ad alterarsi.
L’uomo non disse nulla, né la degno di un‘occhiata, continuando a sostenere lo sguardo con la suocera.
Lady Kurata
sospirò e cominciò a raccontare - alcuni mesi fa ho
scoperto per caso l’accesso al passaggio segreto. Stavo cercando
un libro e involontariamente ho premuto il pulsante che permette
d’aprirlo. Incuriosita dalla mia scoperta, sono entrata per
vedere dove conduceva.
Ero davvero
entusiasta e pensavo anche di riferire a mia figlia Sana ed a suo
marito del passaggio segreto, però… - La donna
inghiottì a vuoto, poi riprese con voce grave - però,
mentre lo visitavo, da una fessura ho visto mio genero e quella
sgualdrina di Lady Takaishi insieme. Ero già a conoscenza da
tempo che aveva mentito a me ed a Sana riguardo la sua situazione
finanziaria e venire a sapere che era arrivato anche a tradire mia
figlia e sotto il loro stesso tetto è stato troppo. -
Akito era
già a conoscenza di questi fatti, ma ciò non significava
che non avrebbe preso volentieri a pugni Lord Kamura se avesse potuto.
- Per questo ho
pensato di ricorrere ai messaggi minatori. Speravo che se
l’avessi spaventato avrebbe smesso di vedere quella donna. -
- Quando non
l’ha fatto, allora avete deciso di ucciderlo e liberare vostra
figlia da un simile fardello, vero? - la interruppe Akito.
- Eh? No, non
è così. Io mi sono limitata ad inviare i biglietti, prima
a lui e poi a Lady Takaishi, ma non ho ucciso nessuno. -
- Akito,
smettila - gli disse Sana con tono duro. Le mani erano chiuse a pugno,
le braccia tese lungo i fianchi e la fronte era aggrottata. - Non
è stata lei. Non può essere stata lei. - Era difficile
dire se volesse convincere lui o se stessa.
- Sana, le prove sono tutte contro di lei. Ha il movente e ha avuto le occasioni per compiere i due omicidi. -
- No, no, no! -
ripeté Sana più volte. Si avvicinò a sua madre che
le rivolse uno sguardo speranzoso e le disse - ti prego di credermi,
figlia mia, io non sono stata. Non avrei mai potuto fare qualcosa di
simile. -
Sana sorrise e
strinse le mani di Lady Kurata con le sue. - Lo so, madre. Io vi
credo. - La traccia d’incertezza che un momento prima Akito aveva
colto nella sua voce era scomparso.
- Io invece non
sono della stessa opinione. Sana, posso capire che tu voglia bene a tua
madre e che ti sia difficile pensare male di lei, ma… -
tentò di blandirla.
Sana si
voltò con espressione inferocita e ribatté - non è
l’affetto a farmi credere nella sua innocenza. Io so che lei non
ucciderebbe mai nessuno e basta. -
- Affermi di
sapere con certezza cosa lei non farebbe mai, ma non ti aspettavi
nemmeno che lei minacciasse Lord Kamura e Lady Takaishi. Eppure
l’ha fatto. -
Sana aprì
e chiuse la bocca un paio di volte, non sapendo come replicare. Si
riprese alcuni secondi dopo e disse sicura - alcune settimane fa mi
hanno sparato nel bosco. Puoi forse accusarla anche di questo? -
- Non è
quello che voglio fare. - La sua risposta fece sussultare Sana per la
sorpresa. - Non abbiamo la certezza che chi ti ha sparato sia stato
proprio l’assassino, anzi, a questo punto, posso dire che sia
stato un bracconiere qualsiasi. La tua aggressione non ha nulla a che
fare con l‘omicidio. -
- No, no! - si impuntò Sana. - Io sono certa del contrario. Possibile che tu non… -
Un frenetico bussare alla porta dello studio la interruppe.
- Avanti! - mormorò Akito.
La porta si
aprì e Mrs Hisae Gomi comparve davanti a loro. Teneva un braccio
piegato verso il petto la cui mano era chiusa a pugno. Gli occhi erano
leggermente rossi, segno che aveva pianto di recente. Ma non se ne
stupì molto, non era la prima volta che la vedeva così da
quando il marito era morto.
- Che cosa vuoi, Hisae? - domandò Sana, non senza una punta di risentimento nella voce per l’interruzione.
- I-io,
ecco… scusatemi per l‘interruzione, milady. E anche voi,
milord. - balbettò la cameriera. - Volevo dirvi che nella
camicia che Shinichi indossava il giorno in cui è stato ucciso
ho trovato questo. - Tese il braccio che prima era piegato e
mostrò loro un pezzo di stoffa blu. Non so bene se questo vi
possa servire, ma ho pensato comunque di farvelo sapere. -
Akito le si
avvicinò e si fece consegnare il pezzo di stoffa da Hisae. Lo
osservò per un attimo prima di chiedere - non potrebbe essere un
pezzo di vestito strappato da uno di quelli di Gomi? O dai tuoi,
magari. -
Hisae scosse la testa. - No, non ha nulla di quel colore e nemmeno io. -
Akito
incurvò le labbra in un sorriso di gratitudine. - Grazie. Non so
se questa stoffa strappata ha qualcosa a che fare con l’omicidio
del conte e di tuo marito, ma ho apprezzato che tu sia venuta qui a
riferircelo. -
Hisae si inchinò. - Di nulla, signore. Con il vostro permesso. - E si avvicinò alla porta.
- Aspetta un secondo - la bloccò prima che l‘aprisse.
- Sì, signore? -
- Vai a dire a Tsuyoshi di venire qui. -
Lei annuì e lasciò la stanza.
Nel frattempo,
notò, Sana aveva fatto sedere sua madre su una poltrona, mentre
lei si era posizionata al fianco di quest’ultima. Sembrava quasi
che volesse proteggerla. Già, da lui.
Decise
d’ignorarla e riprese ad osservare la stoffa che gli aveva
consegnato Hisae. Se non apparteneva ai due coniugi Gomi, doveva
appartenere a qualcun altro. Ma a chi? Possibile che provenisse proprio
da uno degli indumenti dell’assassino? Doveva scoprirlo.
Poco dopo li raggiunse Tsuyoshi.
- Tsuyoshi,
voglio che tu tenga d’occhio la baronessa. Non deve assolutamente
lasciare questa stanza finché non sarò tornato. Mi hai
capito bene? -
L’uomo parve sorpreso della sua richiesta, ma annuì.
- Che cosa? - Sana spalancò la bocca, indignata. - Hai intenzione di tenere mia madre segregata qui? -
- Solo per qualche minuto. Tu invece, Sana, vieni con me. -
- Non mi passa
nemmeno per la mente di acconsentire alle tue richieste finché
non la smetterai di trattare mia madre come un’assassina. -
- Vieni con me
senza fare storie o ti trascinerò fuori di qui a forza. Scegli
tu, ma fallo in fretta o lo farò io per te. -
Sana capì
che diceva sul serio, per questo decise di acconsentire a seguirlo. -
Torno presto, madre - mormorò prima di uscire sussurrando poi
epiteti poco educati e consoni per un signora verso di lui.
Sana seguì Akito fuori dallo studio e lungo le scale per giungere al piano superiore.
Era davvero
furiosa con lui. Come poteva pensare che sua madre potesse uccidere
qualcuno?! D’accordo, la conosceva da poco tempo ed
effettivamente il fatto che avesse minacciato Naozumi era una prova
contro di lei, ma le era difficile accettare una cosa simile. Akito non
poteva puntarle il dito contro in quel modo, senza nemmeno concederle
il beneficio del dubbio.
Percorsero il
lungo corridoio fino a fermarsi davanti ad una porta. Quella davanti a
sé era la camera di sua madre. - Perché siamo qui? -
- Voglio
verificare se tra gli abiti di tua madre ce n’è uno fatto
con questo tipo di tessuto - rispose indicando la stoffa blu che teneva
stretta tra le dita. - Se la ricerca dovesse dare esito negativo,
proverò a guardare in altri guardaroba. Certo, quel vestito
potrebbe anche essere stato bruciato o fatto sparire
dall’assassino, ma non si sa mai. -
- Prendi in considerazione la possibilità che non sia lei la colpevole? -
- Mettiamola
così. Sana, so di essere stato un po’ duro prima e mi
dispiace, ma è il mio lavoro esserlo. Non devo lasciarmi
travolgere dai sentimenti. -
Sana si
addolcì. - Ti aiuterò nella ricerca. Troveremo il vero
assassino e proveremo l’innocenza di mia madre. -
Spazio autrice:
Ci ho messo un pò più di tempo di quanto avrei voluto, ma
alla fine ho postato. Spero che il capitolo vi piaccia. Avrei voluto
aggiungere un altro pezzetto, ma non ho proprio più tempo quindi
come andrà la loro ricerca lo scoprirete nel prossimo. Il
mistero non è ancora risolto del tutto, dovete attendere ancora
qualche capitolo prima di giungere all'epilogo che ho in mente. E ora i
ringraziamenti:
Tin_Tin:
Ciao! Contentissima che lo scorso capitolo e quello speciale ti sia
piaciuto. Eh, sì, Asako è andata via. Tornerà? O
Rei si deciderà a fare qualcosa lui per salvare il loro amore?
Eheh, presto lo saprai. Akito innamorato? Non posso risponderti,
però ti dico che presto succederà un avvenimento che
porterà qualche discussione, ma... no, basta, altrimenti finisce
che ti racconto tutto. Ho in mente questa cosa da mesi.
Ecco la tua risposta a cosa ci faceva Misako nello studio.
Sì, festeggiamo l'anniversario della morte della strega!!! XD
Al prossimo capitolo! Kiss
Deb: Ciao, cara! Alla fine sono riuscita ad aggiornare... era ora!
Per Asako...
sì, avrebbe dovuto dirle la verità, ma purtroppo non si
fa sempre ciò che è giusto fare. Per il fatto delle
indagini e lei che se ne va... dunque... le indagini vanno avanti da un
pò, ma Akito non ha alcun diritto di trattenere nessuno (siamo
solo nel 1800) basta che nessuno vada troppo lontano e si mantenga a
disposizione (come hanno fatto i Takaishi quando erano tornati a casa
loro... perccato che per così poco tempo...!).
Eh, sì, Misako era nello studio. Ma è davvero lei l'assassina?
Allora, il numero preciso dei capitoli non li so... comunque entro il numero 40 (forse prima).
Purtroppo il progetto della macchina del tempo è andato perso, mi dispiace. XD
Sì, hai
visto come sono stata brava come avvocato...!!! Lo spoiler era che Fuka
si renderà utile nella storia, ma non ti dico in cosa.
Uhm, chi potrei
uccidere in Future Unsure... uhm, Nao sarebbe un pò
ripetitivo... di Shin ormai non mi importa più... non ho ancora
un personaggio che voglio vedere morto... peccato.
Grazie per aver
spostato la storia tra le preferite ed avermi aggiunta tra i tuoi
autori preferiti. Spero ti sia piaciuto il capitolo. Alla prossima!!!
Kiss
Delichan123:
Ciao! Sono contenta ti siano piaciuti i due capitoli. Sì, Fuka
sarà utile. Misako ha mandato le lettere minatorie, ma è
davvero lei l'assassina? Molto presto si scoprirà la
verità. Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Alla prossima!!!
Kiss
Grazie per le recensioni, per le visite, le seguite, le preferite e le ricordate!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
|
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Capitolo 33 *** XXXII capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXXII capitolo
Omicidio di un nobile
Premessa:
1) Scusate l'immenso ritardo. Vi ricordate quando nello scorso capitolo
avevo detto che il 19/4 sarei andata in gita... beh, la mia partenza
è stata spostata fino al 6/5 (Colpa del vulcano islandese...) e
sono tornata solo mercoledì scorso... nei giorni precedenti alla
gita sono stata senza ispirazione e solo oggi sono riuscita a
concludere qualcosa.
2) Il capitolo è fondamentale! Buona Lettura!!!
XXXII
Fuka salì
le scale che conducevano al piano superiore stizzita. Era da ore che
cercava Lord Hayama in giro per la casa e per i giardini, ma ancora non
l’aveva trovato.
Escludeva che fosse uscito a fare una passeggiata dato che era passata
anche dalla stalla e le avevano riferito che non mancava alcun cavallo.
Probabilmente era salito in camera sua. Chissà se anche la sua “cara” mogliettina era con lui.
Sbuffò.
Non riusciva proprio a capire perché perdesse tempo con quella,
quando avrebbe potuto avere lei. Non era possibile che non avesse
capito quanto si sarebbe resa disponibile a farlo felice se solo lui lo
avesse voluto.
No, era decisamente impossibile.
Aveva tentato più volte di sedurlo in maniera così
lampante che nemmeno se fosse stato cieco e sordo avrebbe potuto non
accorgersene.
Percorse il corridoio quasi a passo di carica e con la stessa frenesia
spalancò la porta della camera che divideva con suo marito. La
scena che le si presentò davanti la lasciò a bocca
aperta: l’oggetto dei suoi pensieri era in quella stanza. Certo,
non era proprio “come” voleva che fosse, vale a dire nudo
nel suo letto, ma comunque era lì. Lui era in piedi -
completamente vestito, naturalmente - davanti al suo armadio, con le
mani appoggiate alle due ante spalancate. Non era da solo, notò
poi. Poco più in là c’era anche Lady Sana Hayama
che, con espressione colpevole, si trovava di fronte ad un cassetto
aperto.
Quando si fu ripresa dalla sorpresa mormorò - milord, che cosa state facendo qui dentro? -
Ignorò completamente Lady Hayama, ma fu proprio
quest’ultima a risponderle - ehm, vedete, milady, noi stavamo
solo… - Si fermò, mentre il suo viso raggiungeva la
tonalità di un pomodoro maturo.
- Sto svolgendo un’indagine, Lady Takaishi, per cui se ho bisogno
di setacciare la stanza di uno dei sospetti lo faccio. -
- E cosa state cercando, se mi è concesso chiederlo? Un coltello intriso di sangue? -
- No, non siamo così ottimisti da pensare di trovarlo rovistando
in un armadio - continuò Lord Hayama con un velo di sarcasmo
nella voce.
- Non mi avete risposto, milord. Cosa state cercando? - ripeté scandendo bene le parole.
- Non l’ho fatto, perché non ho alcuna intenzione di rispondervi. -
Non si poteva dire che non parlasse chiaro. In mezzo
all’irritazione che provava verso di lui in quel momento
c’era anche un vago senso di ammirazione. Non aveva mai
incontrato una persona come lui prima. - Bene, avete chiarito il
concetto. Avete finito? Vorrei cambiarmi. -
- Veramente no. Potete farmi il favore di attendere ancora qualche
minuto fuori? - Anche se era stato posto come una domanda era un ordine
ciò che lui le aveva appena detto.
Inviperita per la sua insolenza, Fuka girò sui tacchi e uscì dalla stanza sbattendo la porta.
Alcuni metri del parquet fuori dalla porta della stanza di Fuka stavano
rischiando la formazione di un solco. Erano almeno dieci minuti che ci
stava camminando sopra avanti e indietro a passo di marcia.
L’espressione che aveva in viso era dura, la mascella serrata e
le braccia tese lungo i fianchi.
Se qualcuno si fosse avvicinato a lei in quel momento avrebbe di sicuro rischiato la vita.
Quando ormai stava perdendo la speranza che i due coniugi Hayama
sarebbero mai usciti da quella stanza, la porta si aprì.
L’espressione del conte non rivelava nulla, mentre quella della
contessa era una maschera di delusione. Fuka provò una grande
soddisfazione nel vederla.
Senza una parola Lord e Lady Hayama si avviarono in direzione delle
scale. Fuka vide il primo infilarsi qualcosa in tasca, ma non ottenne
l’effetto desiderato: il misterioso oggetto sgusciò fuori
e precipitò a terra.
- Aspettate, milord - lo richiamò dato che lui non si era
accorto di nulla. Si chinò e raccolse l’oggetto. Era un
piccolo pezzo di stoffa blu.
Uhm, che strano.
Era sicura di aver già visto quel tipo di tessuto. Lo
sfregò con due dita e le tornò in mente l’occasione
in questione. Si rivide mentre l’anno precedente in una rinomata
sartoria ordinava alla proprietaria del negozio di cucirle un completo
per il compleanno del marito. Quel particolare colore era stato
utilizzato per la giacca, ricordò.
Intanto Lord Hayama si era voltato verso di lei e la fissava curioso. -
Qualcosa non va, Lady Takaishi? Avete mai visto l’abito a cui
questa stoffa appartiene, forse? -
Non vedeva il motivo per cui evitare la domanda, perciò rispose
- credo che sia della giacca di mio marito. Ma perché è
in vostro possesso? Che significa? - Mentre parlava vide con la coda
dell’occhio lo sguardo di Lady Hayama illuminarsi. Cosa aveva
detto di sbagliato?
- Vostro marito? Ne siete certa? - le chiese di nuovo l’altro.
Lei annuì. - Beh, la stoffa e il colore sono gli stessi. -
- Non abbiamo visto nessuna giacca di questo tipo nel vostro guardaroba però. -
- Non l’ha portata con sé in effetti. L’ultima volta
che glielo vista indosso è stato… dunque… mi
sembra un mese fa circa. Penso il giorno in cui la “povera”
Lady Hayama è stata aggredita. -
Lord e Lady Hayama si scambiarono uno sguardo d’intesa. Fuka era
sempre più convinta che era stato uno sbaglio rispondere alle
loro domande. Che cosa aveva combinato? - Perché tutte queste
domande? A cosa può interessarvi sapere dei vestiti di mio
marito? -
- Questo non è il posto più adatto per discuterne. Seguiteci nello studio. -
Nascosto nell’ombra, Yuta si terse il sudore che gli colava dalla fronte con un fazzoletto di seta.
Lo avevano scoperto!
Era stata un fortuna che si trovasse su quel piano mentre quella
stupida di sua moglie diceva a Lord Hayama della sua giacca, altrimenti
rischiava di essere preso. Accidenti, come aveva fatto il pezzo di
stoffa scomparso a finire nelle mani del conte?
Oh, beh, poco importava ormai.
Quando i passi di sua moglie e dei due conti si furono allontanati ed
il silenzio ripiombò nel corridoio, Yuta sbucò fuori dal
suo nascondiglio e si avviò in camera.
Agguantò una valigia dove infilò alcuni cambi
d’abito, tutto il denaro che possedeva e i gioielli di sua moglie
- li avrebbe venduti alla prima occasione. Pensò febbrilmente a
cosa fare. Avrebbe rubato un cavallo dei conti Hayama e avrebbe
raggiunto il porto più vicino. Arrivato lì avrebbe preso
la prima nave disponibile per le Americhe. In quel continente sarebbe
stato salvo e avrebbe potuto ricostruirsi una vita. In Inghilterra, per
uno stupido chiodo, non era più possibile. Sì, quella era
la soluzione migliore.
Richiuse la valigia e controllò che la pistola fosse carica. Non
avrebbe permesso a nessuno d’intralciare i suoi piani. Avrebbe
tanto voluto trovarsi faccia a faccia con Fuka per potergliela far
pagare per la sua lingua lunga, ma non ne aveva il tempo.
Uscì dalla stanza e si avviò verso il piano di sotto.
Incrociò alcune cameriere, ma si comportò normalmente e
queste non fecero caso a lui.
La stalla era deserta fortunatamente. Legò la valigia ad uno dei
cavalli presenti in modo che non cadesse e lo sellò. Adesso gli
sarebbe bastato far partire al galoppo lo stallone per lasciarsi alle
spalle tutta quella storia, ma non era pronto. Gli mancava ancora una
cosa.
Non poteva e non voleva assolutamente partire senza la persona che lo
aveva affascinato fin dal primo momento in cui l’aveva
vista… Lady Sana Kurata*.
Era certo che anche lei sarebbe stata entusiasta di venire con lui e di
non essere più ingabbiata in un altro matrimonio di convenienza.
Capiva perché era stata costretta a sposarsi con Lord Hayama: a
causa dei debiti che il marito non aveva saldato. Ci avrebbe pensato
lui a liberarla di nuovo da un marito non voluto. Con lui sarebbe stata
di sicuro felice. Ora doveva solo pensare a come farla fuggire con
sè senza che venisse scoperto.
L’operazione di salvataggio stava per cominciare!
* Non è un errore. E’ lui a non volerla associare ad Akito.
Avviso! Che a nessuno vieni in mente di pensare che quelle cavolate che Yuta pensa nelle ultime righe siano vere.
Spazio autrice: Oh, ecco qui
l’assassino! Quello vero! Contente che sia lui e non Misako? In
verità dopo aver scritto il prologo volevo far sì che la
colpevole fosse proprio lei, ma poi ho ritenuto più opportuno
rendere Yuta l'omicida e Misako la mandante dei messaggi minatori.
Ancora qualche capitolo per chiudere la storia dell'omicidio, l'ultimo
problema tra Sana e Akito e poi... l'epilogo! Manca davvero poco!
Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Deb: Ciao, cara! Uff... ci ho
messo una vita ad aggiornare. Povero Akito... non trattarlo male... in
fondo fa solo il suo mestiere... Grazie per avermi detto dell'errore...
che svista stupida! Come ho potuto confondere Lady Kurata con Lady
Takaishi? Mi dispiace che questo non sia lungo venti pagine, anzi...
è anche più breve del solito. Non sono nemmeno convinta
di come è venuto dato che l'ho scritto un pò in fretta.
Sì, mi sono divertita molto in gita, grazie! A presto! Kiss
Delichan123: Ciao! Ti ho
davvero fatto aspettare tanto per questo capitolo... scusa! Sorpresa
per il vero assassino? Vabbè, spero che ti piaccia il chappy...
a presto con il prossimo capitolo! Kiss
Tin_Tin: Ciao! Già, non
è Misako l'assassina. Sì, Akito è troppo dolce!
Tra qualche capitolo forse non sarai dello stesso parere però...
Sì, quel problema è un pò elaborato... riguarda un
pò il passato e... il presente...
Sì, sono andata a Lisbona! Non è male come città,
però ho mangiato malissimo e il quartiere dove c'era il mio
albergo era parecchio malfamato. Comunque mi sono divertita molto! A
presto! Kiss
Favola08: Ciao! Grazie per i
complimenti! Sono contenta ti piaccia la mia storia! Scusa tanto per lo
spaventoso ritardo. Spero ti sia piaciuto il capitolo! Al prossimo
chappy! Kiss
Grazie per le recensioni!
Grazie per le preferite, le ricordate, le seguite e le visite!
Grazie alle 5 persone che mi hanno inserita tra i loro autori preferiti!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
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Capitolo 34 *** XXXIII capitolo ***
Omicidio di un nobile- XXXIII capitolo
Omicidio di un nobile
XXXIII
Il
cavallo era stato sapientemente mimetizzato tra gli alberi, mentre Yuta
era riuscito a rientrare nella casa della contessa senza farsi vedere
passando per una finestra del piano terra.
Fortunatamente l’aveva trovata aperta.
Sicuramente il conte Hayama a minuti, se già non
l’aveva fatto, avrebbe cominciato a cercarlo e le cameriere che
aveva incrociato prima avrebbero affermato di averlo visto uscire;
insieme a molti degli uomini presenti in casa si sarebbe dato da
fare per stanarlo come un animale. La contessa non avrebbe avuto
nessuno a proteggerla.
Sorrise compiaciuto. Finalmente sarebbe stata sua.
Si nascose dietro una tenda. Come aveva previsto, Yuta
sentì presto passi nervosi rimbombare nel corridoio e la voce
del conte urlare ordini a destra e a manca.
- Sagami, va a preparare i cavalli! Tsuyoshi, trova più
uomini possibili al villaggio vicino disposti ad aiutarci. Non
riuscirà a sfuggirci! -
“Lo vedremo!” pensò Yuta, mentre piegava le labbra in un sorriso di sfida.
- Akito! - gridò la contessa. - Voglio venire anch’io con voi. Vi aiuterò nelle ricerche. -
“No!” Se lei avesse seguito il marito tutto il suo piano sarebbe andato in fumo.
A dare voce ai suoi pensieri fu il conte. - No! - disse
fermamente. - Per favore, solo per questa volta, ascolta ciò che
ti dico senza protestare. -
Seguì un attimo di silenzio in cui Yuta sudò freddo
temendo la replica della contessa. Lei non doveva andare. Doveva
rimanere in quella casa ad aspettare che lui la portasse via con
sé.
- Va bene - acconsentì infine la contessa.
Lui sospirò di sollievo.
- Davvero? Acconsenti così facilmente? Non avrai per caso intenzione di fare come l’altra volta? -
Yuta non aveva idea a cosa si riferisse il conte, però
sperava fortemente che la contessa non compromettesse la buona riuscita
del suo piano.
- No, ti prometto che aspetterò qui. Qualcuno in questa
casa dovrà pur rimanerci. E poi… - inizio ad aggiungere
con tono più dolce.
- Cosa? - sentì domandare dal marito di lei.
- No, nulla. Vai pure e fai molta attenzione, ti prego. -
Quanto era premurosa la sua contessa. Si preoccupava persino della
persona che l’aveva incastrata in un matrimonio di convenienza.
Ma lui presto l’avrebbe salvata.
Non sentì la risposta del conte, ma lui immaginò che fosse stata affermativa.
Alcuni uomini seguirono Lord Hayama e lasciarono la casa, mentre
le persone rimaste si dispersero nelle varie stanze. Quando nel
corridoio non rimase nessuno e il rischio di venir scoperto
diminuì, Yuta abbandonò il suo nascondiglio e uscì
fuori dalla stanza.
Si guardò intorno. Proprio come aveva pensato il corridoio
era deserto. Dove poteva essere la contessa? Prima gli era parso di
sentire la sua voce in direzione delle scale mentre parlava con sua
madre, Lady Kurata. Che fosse salita al piano di sopra?
Con passo felpato salì la lunga scalinata che lo separava
dal piano superiore senza smettere di controllare ogni istante ogni
angolo. Quando arrivò in cima alla scala,
sentì delle voci provenire dalla stanza della contessa. Gli
sembrava che a parlare fossero lei e la baronessa. - Madre? -
sentì dire la prima. La voce era velata di preoccupazione. - Vi
sentite bene? -
- Uhm, non molto. Penso che mi ritirerò nella mia stanza a
riposare. Però fammi chiamare se dovesse esserci qualche
novità. - Sospirò. - Speriamo riescano a catturarlo
presto. -
- Non dovete temere per questo, milady - commentò una terza
voce. Non gli era famigliare, probabilmente era quella di una delle
cameriere. - Sono sicura che il padrone assicurerà al più
presto il colpevole alla giustizia. Tsuyoshi ha molta fiducia in lui e
penso abbia ragione. -
- Sì. Hai ragione, Aya. - Si rivolse alla figlia. - Ci vediamo dopo, tesoro. -
- Con il vostro permesso, milady, torno al mio lavoro - si congedò la cameriera.
- Ma certo. Vai pure. -
La fortuna era in suo favore! La contessa era stata lasciata da
sola. Era decisamente un segno del destino che loro due fuggissero
insieme.
Le due donne uscirono dalla stanza e si incamminarono ognuna per
una direzione differente. Quando si furono allontanate, Yuta si
avvicinò di soppiatto e spalancò la porta. La contessa
era stata presa di sorpresa dato che sobbalzò e rimase
impietrita a guardarlo per alcuni istanti. Lui sfruttò quel
breve margine di vantaggio per puntarle la pistola contro. - Non osate
urlare o sarò costretto a spararvi. - Non voleva ucciderla,
davvero. Lei gli piaceva, però se lei avesse messo in pericolo
la sua libertà urlando, non avrebbe avuto altra scelta.
- Non… non urlerò - promise. Lo sguardo fisso sulla canna della pistola puntata contro di sé.
- Brava ragazza. -
- Che cosa volete da me? Perché non siete scappato, invece di rimanere qui? -
- Avevo dimenticato una cosa. -
Lei inarcò un sopracciglio, confusa. - Di che state parlando? -
- Voi, milady. Non potevo fuggire dall’Inghilterra senza portare via con me la donna che mi ha rubato il cuore. -
Le ricerche non stavano dando i frutti sperati. Akito non riusciva
proprio a credere che Lord Takaishi avesse avuto il tempo di scappare e
rifugiarsi in un luogo sicuro. Dove aveva trovato il tempo necessario?
Come se non bastasse, la preoccupazione non lo lasciava. Aveva il
sentore di aver commesso un errore a lasciare Sana a casa. Sentiva che
gli era sfuggito un particolare, che aveva dimenticato qualcosa.
Qualcosa di importante.
- Milord! - lo chiamò Tsuyoshi avvicinandosi a lui.
Cavalcava una giumenta a macchie bianche e marroni - un’altra dei
molti cavalli della ormai sua stalla.
- Lo avete trovato? -
- No, signore. Però abbiamo scoperto una cosa strana. -
La delusione si affievolì a sentire le parole aggiunte da
Tsuyoshi e la curiosità montò in lui. - Che cosa? -
- Dovete venire a vedere. -
Akito non se lo fece ripetere due volte. Si affrettò a seguire il suo valletto che si allontanava.
La strada che percorse fu piuttosto breve, anche se, notò,
si addentrarono in una parte del bosco nascosta dagli alberi. Ad
aspettarlo trovò un paio di uomini che facevano parte del gruppo
alla ricerca del visconte Takaishi. Uno di loro teneva strette
nella mano sinistra le redini di un cavallo. Era uno di quelli di sua
proprietà!
- E’ uno dei nostri - commentò. - Avete trovato solo lui? Niente cavaliere? -
- No, milord. Il cavallo era ben legato e piuttosto ben nascosto.
E’ stato solo un caso che siamo riusciti a trovarlo. -
Akito strinse più forte le redini che teneva strette con
entrambe le mani. - Dove può essere finito? - Si rivolse ai tre
uomini che non avevano smesso di fissarlo in attesa che ordinasse loro
come procedere. - Avete guardato nei dintorni? E’ passato troppo
poco tempo, non può essere andato lontano. -
- Ci abbiamo provato, milord - disse uno dei tre. - Abbiamo
cercato a lungo, ma le nostre ricerche non hanno dato un esito
positivo. -
- Riprendete a cercare. Voglio che rivoltiate questa foresta da cima a fondo. Dovete trovarlo. -
I due uomini e Tsuyoshi annuirono prontamente, ma
quest’ultimo, prima che si potesse allontanare, venne richiamato
da Akito.
- Sì, signore? -
- Tsuyoshi, non pensi ci sia qualcosa di strano? Questo
cavallo… perché è stato legato qui? Non ha senso
procedere a piedi se hai intenzione di scappare. Lo prenderemmo in un
attimo. -
- In effetti, milord, anch’io non riesco a trovare un senso
in questo comportamento. Anche tentando di nascondersi in questo bosco,
comunque, prima o poi, noi lo troveremmo. -
Akito ripensò a tutti i momenti che aveva trascorso in
compagnia del visconte tentando di mettersi nei suoi panni, di pensare
come lui. Come si sarebbe comportato al suo posto?
Si prese la testa fra le mani. Non riusciva a capire. Oh, se
almeno gli fosse tornato in mente quel particolare che non smetteva di
ronzargli in testa, ma che non riusciva ad afferrare. - Avete…
avete provato a casa sua? - domandò stanco.
Tsuyoshi annuì. - E’ il primo posto dove alcuni di
noi si sono recati ed un paio sono rimasti lì nel caso ci
tornasse. -
Akito emise un mormorio d’assenso. Sapeva che se il visconte
aveva ucciso Lord Kamura era a causa delle miniere, ma sentiva che non
era tutto qui. Gli tornò in mente il giorno in cui aveva
annunciato ai Takaishi che si sarebbe sposato con Sana.
L’espressione che aveva assunto il visconte dopo l’annuncio
e quando aveva visto le loro mani intrecciate non era propriamente
amichevole. Anzi, era colma di gelosia. - Oh, accidenti! -
esclamò. Quanto era stato stupido. Ecco a cosa non aveva
pensato. - Tsuyoshi, Takaishi è a casa mia! -
Spazio Autrice: Scusate,
scusate, scusate! Ho avuto gli esami di maturità e allora non
sono riuscita a scrivere più niente. Lunedì ho avuto la
prova orale e finalmente ho avuto la possibilità di scrivere
questo capitolo. Questi esami mi tenevano impegnata un sacco, ma alla
fine è andata. Mercoledì mattina scoprirò i
risultati. Scusatemi, sto divagando... ecco, i capitoli stanno
diventando difficili da scrivere, ma comunque il finale è sempre
più vicino.
Sapete, qui c’è un indizio - minuscolo, praticamente invisibile - sul motivo per cui Sana e Akito discuteranno.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Commentino?
E ora i ringraziamenti:
Deb: Ciao, carissima!
Sì, Akito a capito tutto, ma in questo capitolo ha combinato una
sciocchezza lasciando Sana a casa. Sì, decisamente Yuta ha un
pò (molto) perso il cervello. Al finale mancano pochi capitoli.
Dopo questa storia voglio dedicarmi una ambientate ai giorni nostri,
basta passato per un pò. Spero che il capitolo ti sia piaciuto.
Sai, oggi ho scoperto quanto ho preso singolarmente nelle tre prove
scritte: 12 nella seconda, 9 nella terza (colpa di diritto e inglese) e
14 nel tema! Mi ha stupito e reso felice quest'ultimo risultato. A
presto! Kiss
Tin_Tin: Ciao!
Già i visconti Takaishi sono uno peggio dell'altro, ma perlomeno
Fuka non è un'assassina. Sì, Lisbona come città
è bella, ma hai ragione sui quartiere...
Eh, sì, al finale manca davvero poco. Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Kiss
Kukiness: Ciao! Grazie tante per la recensione.
Grazie per le recensioni, le visite, le preferite, le ricordate e le seguite!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
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Capitolo 35 *** XXXIV capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXXIV capitolo
Omicidio di un nobile
XXXIV
“Non
potevo fuggire dall’Inghilterra senza portare via con me la donna
che mi ha rubato il cuore.” Queste erano state le parole
utilizzate un istante prima da Lord Takaishi. Sana ancora non riusciva
a capacitarsene. Il loro significato le sembrava strano e quasi
incomprensibile. Lo conosceva da tempo, da anni era il suo vicino di
casa, e mai aveva notato un interesse di quel tipo nei suoi confronti.
Non che ciò fosse la cosa più importante al momento.
L’uomo davanti a sé era un assassino che non sembrava
avrebbe avuto alcuno scrupolo ad uccidere anche la donna che diceva di
amare se questo fosse stato necessario.
Doveva pensare ad un modo per tirarsi fuori da quella difficile
situazione. Lord Takaishi le stava puntando addosso una pistola, mentre
lei era disarmata e senza nessuna possibilità di fuga; almeno,
non nella situazione attuale. Prima o poi Akito sarebbe tornato
indietro, se avesse capito che l’assassino non era fuggito come
pensavano all’inizio. Sarebbe stato sufficiente prendere tempo?
- Avete… avete ucciso mio marito. Perché lo avete
fatto? - Deglutì e si costrinse ad aggiungere - per me? -
Naozumi era stato un mostro e lei lo aveva odiato con tutto il cuore,
ma sarebbe stato difficile mandar giù il fatto di essere stata
la causa indiretta della morte di un uomo. Anzi due, si corresse, se
era vero che il povero Gomi era stato ammazzato perché sapeva
troppo sulla morte di suo marito.
- Anche se voi non foste mai esistita, mia cara, la fine prematura
di Naozumi ci sarebbe stata lo stesso. Non potevo fare altrimenti. -
- C’entrano le miniere in questa storia, giusto? -
- Ve ne siete ricordata - commentò sorpreso. - Quando non
ho avuto altra scelta oltre che aggredirvi nel bosco, ammetto che
è stato un sollievo scoprire che avevate dimenticato i motivi
che vi avevano spinto fin lì. -
- Siete stato voi a spararmi?! - Meno male che era innamorato di
lei, altrimenti che cosa le avrebbe fatto? Non osava nemmeno pensarci.
- Sì. E poi vi ho portato via il foglietto che quello
sciocco di Naozumi ha lasciato in mezzo alle sue carte. E’ sempre
stato un incapace nell’amministrare la sua tenuta. Comunque la
risposta alla vostra precedente domanda è sì, milady;
è a causa delle “mie” miniere che ho ucciso vostro
marito. -
- Non capisco. Le miniere erano sue e… -
- Le miniere e tutto ciò che contengono sono solo mie! -
esclamò Lord Takaishi alzando il tono di voce. La mano che
stringeva la pistola si protese più verso di lei.
Sana trattenne il respiro spaventata, temendo che da un momento
all’altro lui avrebbe fatto fuoco. Quando dopo qualche istante di
silenzio teso lo vide rilassarsi quasi impercettibilmente, si ripromise
di misurare più attentamente le parole.
- Miniere che ha scoperto per caso e che si trovano sul mio
territorio. O almeno, si trovavano prima che Naozumi si prendesse gioco
di me e mi sottrasse la parte di terreno dove sono. Si è fatto
vendere quella piccola parte di territorio per una cifra irrisoria
lasciandomi allo scuro su quanto vale veramente. E tutto per risanare
la sua situazione finanziaria ed evitare la prigione per debiti. Lui si
sarebbe salvato, certo, e sarebbe rimasto a guardare me affondare. -
- Anche voi avete difficoltà finanziarie? -
- Sì, purtroppo. Da mio padre, oltre il titolo e la tenuta,
non ho ereditato praticamente niente. Ho faticato a tirare avanti in
questi anni, soprattutto a causa della mia dispendiosa moglie. Grazie
ai guadagni derivanti dalle miniere mi sarei risollevato del tutto.
Naozumi ha rovinato il mio progetto. -
- E Gomi? Lui cosa c’entrava in questa brutta storia? -
Le labbra di Lord Takaishi si piegarono fino a formare un ghigno.
- Si è solo trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. -
Fece un passo verso di lei e Sana istintivamente arretrò.
Spazientito, la raggiunse in due rapidi passi. Le stritolò il
polso con una mano senza smettere di puntarle una pistola contro. -
Abbiamo già perso troppo tempo. Venite con me, prima che vostro
marito tenti di fermarci. - La strattonò fino alla porta prima
di aprirla leggermente. Il suo sguardo non la lasciò mai.
Attraverso lo spiraglio di uscio aperto entrambi sentirono voci di
persone che vi passavano davanti. Un po’ bruscamente la porta
venne richiusa. - Passeremo dalla finestra - sentenziò Lord
Takaishi.
- Ma siamo al secondo piano! -
- Non importa. - Le lasciò il polso e indicò il suo
letto. - Fate a pezzi le lenzuola e legatele insieme. Ci caleremo
giù. -
Nel tentativo di perdere tempo, si avvicinò lentamente al
letto e sempre più piano distrusse una alla volta tutte le
lenzuola. Dopo alcuni minuti di quel lento procedimento, Takaishi
sbottò spazientito - che cosa state facendo? Perché ci
mettete tanto? State cercando di fregarmi, non è vero?
Muovetevi, se non volete che vi riempia il ventre di pallottole. Sono
stato abbastanza chiaro? -
Sana trasalì. “Il ventre?”, pensò
ripetendo le sue parole mentalmente. Rinunciando al proposito di
rallentargli la fuga, finì il suo lavoro in pochi secondi. La
lunga corda bianca, ben stretta alle varie estremità di ogni
lenzuolo, era pronta.
- Finito - mormorò.
- Bene, finalmente. Legatene un capo alla testata del letto e
cominciate a calarvi giù. Non osate tentare di scappare, milady,
vi assicurò che sono un buon tiratore, anzi, uno dei migliori.
Qualche tempo fa non vi ho uccisa nel bosco perché non volevo
farlo, non perché ho sbagliato mira. -
Sana annuì impercettibilmente. Eseguite le istruzioni che
le erano state impartite, cominciò a calarsi giù dalla
finestra. Le risultò più facile di quanto avesse sperato.
Takaishi la seguì subito dopo e per fortuna i vari nodi ressero
il peso di tutti e due.
- Ho legato un cavallo nel bosco, ma visto che mi stanno cercando,
credo sia preferibile prenderne un altro. Dirigiamoci verso la stalla.
Camminate alcuni passi avanti a me, contessa, ma non tentate mosse
false. -
Erano ben pochi i cavalli rimasti nella stalla: La sua adorata
giumenta Celeste e un pony marrone di nome Puntino - il nome gli era
stato dato a causa della macchia nera che aveva sulla fronte.
- Vedo che non abbiamo molta scelta, ma comunque vi ho vista al
galoppo con questa giumenta ed è veramente un buon cavallo
veloce. Siamo fortunati che sia rimasta questa. -
Mentre armeggiava per sellare Celeste, Sana compì alcuni
passi all’indietro. Teneva le braccia nascoste dietro la schiena
e il palmo delle mani aperto.
Sperava che in questo modo sarebbe riuscita ad afferrare qualcosa
da usare come arma senza che il visconte avesse notato i suoi
movimenti. Spiare continuamente le mosse del suo rapitore però,
le rendeva quasi impossibile il suo piano.
Ad un certo punto, Lord Takaishi si voltò verso di lei, la
pistola nelle sue mani venne di nuovo puntata sulla sua persona. Sana
si bloccò trasalendo. Era stata così vicina a prendere un
forcone! Ora che la stava guardando non aveva più
l’effetto sorpresa. Sospirò e si mise in attesa di
ciò che voleva dirle.
- Avanti, avvicinatevi. Il cavallo è pronto, ma non abbiamo più molto tempo. Su. Sbrigatevi. -
Quando si fu avvicinata, la fece salire su Celeste, mentre lui
montò dietro di lei. L’avvolse tra le sue braccia,
tenendola talmente stretta che le era quasi impossibile muovere un
muscolo. La canna della pistola ora era puntata contro la sua gola. -
Forza, fate partire il cavallo. E niente mosse false - le
sussurrò all’orecchio.
Lei trattenne un fremito di disgusto. Se solo avesse avuto la spada in quel momento e lui anche si sarebbe fatta valere.
Lui allentò per un istante la stretta, il tempo necessario
a che prendesse le redini e mettesse in moto Celeste. - Peccato non
aver preso il calesse. Saremmo potuti andare molto più veloci -
commentò lui, quando si rese conto che la velocità a cui
erano costretti ad andare era piuttosto bassa.
Sana non disse nulla, ma con tutto il cuore sperava che Akito la trovasse al più presto.
Le sue preghiere furono ascoltate, dato che poco dopo sentì - vi ordino di fermarvi, Takaishi, o vi sparo. -
La voce di Akito! Un lampo di sollievo la colmò. Il
visconte tirò le redini e voltò di scatto il cavallo
nella direzione opposta. Spinse sempre più la pistola contro il
suo collo come se volesse fargliela passare attraverso. - Andatevene! -
urlò in risposta il visconte. - O lei morirà! -
Spazio Autrice:
Scusatemi se ci ho messo tanto ed è pure un capitolo breve. Sono
stata pure crudele a farlo finirlo così il XXXIV... un pò
in suspense, eh?
Parlando
d'altro... avete saputo del cross-over di 100 pagine che Miho
Obana ha fatto con Kodocha e Honey Bitter? Io non vedo l’ora di
leggerlo! Sarà divertente leggere di nuovo di Sana & Co.
E ora i ringraziamenti:
Brando:
Ciao! Riusciranno davvero a catturarlo...? O riuscirà a fuggire?
Nel prossimo capitolo si scoprirà cosa succederà a
Takaishi. Sì, Sana è incinta, però non è
quello il motivo per cui si arrabbia Akito. E' più... profondo
il motivo, ma non posso dirti altro! Perdona il ritardo, spero che il
capitolo ti sia piaciuto. A presto! Kiss
Fatina93: Ciao!
Sì il mistero direi che è risolto con questo, anche se
mancano anche tre-quattro capitoli e l'epilogo. Saranno innamorati?
Uhm, sì, questo posso dirlo... lo sono anche se faticano un
pò ad accettarlo soprattutto uno di loro.
Non non
è quello il motivo per cui litigano, è di natura diversa.
Lo scoprirai o nel prossimo o, al massimo, in quello dopo. Al prossimo
capitolo! Kiss
Deb: Ciao, carissima! Sono in ritardo anche questa volta, ma ho aggiornato. Mi fanno faticare questi ultimi capitoli.
E' bello
stancarsi con le cose che ci piacciono fare, perchè alla fine si
è soddisfatti... studiare non rientra certo in questa
categoria...! Anch'io al mare in genere leggo, scrivo anche a volte!
Non potrei mai stare ferma senza fare proprio nulla se non prendere il
solo... impazzirei ancora di più!
Ma dai, povero
Akito... non è colpa sua, ma di Yuta che è fuori di
testa! Uhm, disintegrarlo... eheh... chissà! Meglio che sto
zitta, se non faccio spoiler! Nom ci fa, Yuta è solo scemo... ma
penso che sia peggiorato a causa della vicinanza con sua moglie...
prima di sicuro era meglio di così... la colpa è sempre
di quella strega di Fuka.
Grazie per avermi detto dell'errore, l'ho corretto subito.
Okay, hai ragione... l'imbecille ad Akito ci sta nello scorso capitolo, perlomeno qui si è mosso in tempo... o no?
Spero di pubblicare presto il prossimo. Kiss
Paperella96: Ciao!
Sono contenta ti piaccia la mia storia. Grazie per i complimenti, che
non credo di meritarmi, ma grazie. Purtroppo di Card Captor Sakura ho
visto solo l'anime un bel pò di anni fa, il manga non l'ho mai
letto e quindi non frequento quel fandom. A parte questo, credo che la
prossima long-fic a cui mi dedicherò non sarà storica e
gialla. Continuerò sul fandom di Kodocha comunque. Ci ho messo
un pò ad aggiornare, ma spero che il mio capitolo ti sia
piaciuto. A presto! Kiss
Oo_:Stefania_The_Best_Oo: Ciao!
Certo che mi ricordo di te, sono molto contenta di risentirti. Sono
felice che gli scorsi capitoli ti siano piaciuti. Sì, Sana
è incinta, cioè non ne è sicura al 100%, ma il
sospetto ce l'ha. Sì, ed è per questo che non ha opposto
resistenza. A presto! Kiss
Grazie per le recensioni, le visite, le seguite, le preferite e le ricordate!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
|
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Capitolo 36 *** XXXV capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXXV capitolo
Omicidio di un nobile
Avvisi:
1) Dato che in molti me lo avete chiesto, faccio un messaggio unico per tutti... Per quanto riguarda il cross-over di Kodocha e Honey Bitter
a cui ho accennato, si tratta di un manga di 100 pagine in cui Sana va
da Shuri (la protagonista di Honey Bitter), che è
un'investigatrice, per proporle uno strano caso. Le prime 50 pag.
dovrebbero essere uscite sul numero nove della rivista Cookie in
Giappone il 26 Luglio, mentre le restanti sono per il numero dieci di
fine Agosto. Anche per farmi perdonare lo spaventoso ritardo vi metto i
link di alcune immagini che ho trovato sul cross-over dal titolo Deep Clear:
http://stat.ameba.jp/user_images/20100725/17/bar-obana/12/87/j/o0111016010657834668.jpg
(La copertina della rivista con cui sono uscite le prime 50 pag.)
http://ameblo.jp/bar-obana/image-10590820205-10639650265.html
(Una specie di immagine pubblicitaria)
http://2.bp.blogspot.com/_in5YIFz6Dbw/TFQTHiy1blI/AAAAAAAABN8/2Z4HA3pcUEA/s1600/honeybittercrossover.jpg
2) Ho pubblicato una one-shot sul Fandom di Harry Potter che si è classificata Terza al contest a cui ha partecipato. Se vi piacciono le Dominique/James, ecco il link:
Un Natale al sapore di biscotti allo zenzero
3) Buon Ferragosto!
4) Dopo il monologo... ecco il capitolo! Buona lettura!
XXXV
- Andatevene! - urlò in risposta il visconte. - O lei morirà! -
Il dito di Akito tremò sul grilletto, ma non si scompose. -
Fatele del male, Takaishi, torcetele solo un capello, e io vi
ammazzerò. -
- Potrebbe anche darsi, ma nel frattempo voi l’avreste persa. Non
è questo che volete, no? Fate quello che dico e lei
vivrà. Scendete da cavallo - gli ordinò.
Akito eseguì e i suoi piedi atterrarono sul terreno.
- Buttate la pistola verso di me - riprese Takaishi.
In quel momento risuonarono degli spari nella vicinanze, ma nessuno di
loro ne era la causa. I cavalli si spaventarono: Quello di Akito
fuggì, mentre Celeste prima disarcionò Sana e
l’assassino, poi corse via come il vento.
Akito vide sua moglie cadere sopra il corpo di Takaishi.
Quest’ultimo non poté fare a meno di lasciar andare la
pistola. Akito si avvicinò a loro, mentre Sana si affrettava a
rimettersi in piedi ed allontanare ancora di più con un calcio
l’arma del suo aggressore. Per fortuna era caduta sul morbido e
non si era fatta nulla.
Sana corse verso di lui e gli gettò le braccia al collo. Akito
si costrinse a non ricambiare l’abbraccio, non voleva perdere la
concentrazione e rischiare di lasciarsi fuggire Takaishi.
Ma chi era stato a sparare? Un cavallo sopraggiunse al galoppo. Il suo
cavaliere scese con un balzo atletico e con un’arma puntata
contro Takaishi. Era Tsuyoshi.
- Tsuyoshi, sei arrivato proprio al momento giusto. - Doveva ricordarsi di dargli un aumento.
Sana gettò le braccia intorno al collo di Akito e nascose il
viso nel suo petto. Era andato tutto bene. Erano salvi, tutti e tre.
Lei, Akito e il loro possibile bambino. Non era ancora certa di essere
incinta, ma aveva un ritardo di alcuni giorni e non era al massimo
della forma. Desiderava moltissimo un figlio da Akito, sperava davvero
che il suo sospetto si tramutasse in realtà.
Un lieve tonfo alla sua sinistra la distolse dai suoi pensieri.
Qualcosa era caduto. Non riuscì a scoprire cosa fosse dato che
le braccia forti di Akito la circondarono e la sollevarono da terra,
facendole fare un mezzo giro.
- Sono… sono felice che stai bene - le sussurrò.
Sana si staccò da lui per fissarlo negli occhi. Il suo cuore
accelerò talmente i battiti che sembrava volesse uscire dal
petto. Per un attimo le sembrò che ci fossero solo loro e non
anche un assassino tenuto sottotiro da un servitore. Sollevandosi in
punta di piedi, premette la bocca sulla sua. Akito non si fece di certo
pregare e ricambio il bacio. Il loro momento d’intimità
fuori dal mondo non poté durare molto, però. I servitori
e gli abitanti del villaggio vicino che componevano il gruppo di
ricerca si accorsero di loro e si affrettarono a raggiungerli. Uno
portò una corda con cui legare il visconte che venne portato via
su un calesse alla sua nuova destinazione, la prigione.
Akito la riaccompagnò a casa, tenendole un braccio intorno alle
spalle, seguito da Tsuyoshi e Rei. Aya appena vide il primo gli si
gettò addosso in lacrime. Doveva essere stata veramente
preoccupata.
Sana rientrò in casa giusto in tempo per incrociare lo sguardo
stupito di sua madre. Già, lei non sapeva che sua figlia era
quasi stata rapita ed era stata per parecchio tempo sotto la minaccia
di una pistola.
- E’ andato tutto bene? Siete riusciti a catturarlo? -
- Sì, tutto si è risolto per il meglio - rispose Akito.
Già, era tutto finito. Sana ancora faticava a crederci.
- Sana, ma che cosa facevi fuori? - le chiese sua madre. Si era aspettata quella domanda.
La tentazione di non dirle la verità era stata molto forte, dato
che Sana era conscia del fatto che se non avesse saputo non avrebbe
sofferto. Stava per inventarsi una scusa qualsiasi, ma venne preceduta
da quell’idiota di suo marito che raccontò a sua madre
ogni cosa. Adesso la tentazione che aveva Sana era un’altra,
ossia dargli una gomitata alla bocca dello stomaco, tanto forte da
farlo piegare in due. Non poté mettere in pratica il suo
proposito - per la seconda volta! - a causa di sua madre che la strinse
a sé, mormorando: - Oh, bambina mia, grazie al cielo sei salva. -
Sana e sua madre andarono in salotto, Akito invece le avrebbe raggiunte
dopo aver adeguatamente ricompensato gli uomini che li avevano aiutati.
Non rimasero sole a lungo: Lady Fuka Takaishi fece capolino nella
stanza pochi minuti dopo. Non sembrava in forma. Il colorito era
pallido ed era piuttosto tesa. Doveva averla parecchio sconvolta
scoprire che suo marito era un assassino. Forse avrebbe dovuto, ma Sana
la odiava troppo per riuscire a provare vera pena per lei, forse, al
massimo, un briciolo di compassione umana.
- Milady, avrei bisogno che mi facciate preparare la carrozza e che una
delle vostre cameriere si occupi dei miei bagagli. Vorrei partire
immediatamente per tornare a casa mia. -
- Mi dispiace davvero sentirvi annunciare la vostra partenza, Lady
Takaishi - mentì. - Vi farò preparare immediatamente la
carrozza. - Si alzò e andò a tirare la cordicella per
chiamare un domestico, poi tornò al suo posto. Akito
entrò proprio in quel momento.
- Avete sentito, Akito*? - disse sua madre. - La viscontessa Takaishi torna nella sua tenuta. -
- Capisco. Fate come volte, signora. Però tenetevi a
disposizione per un processo. Dovrete riferire quello che avete
detto a me, riguardo il pezzo di stoffa appartenente ad uno degli abiti
di vostro marito. -
L’interpellata abbassò lo sguardo. - Certo - mormorò e lasciò la stanza.
- Sana, perché non vai a riposarti un po’ prima di cena?
Con tutto quello che è successo sarai stanca - le suggerì
suo marito.
- Akito, non fare la chioccia per favore. Sto benissimo -
replicò seccata. D’accordo, in una sola giornata la sua
migliore amica era praticamente fuggita, per un po’ si era
creduto che la colpevole fosse sua madre, avevano scoperto la vera
identità dell’assassino e da questo era stata
catturata… però non doveva necessariamente essere stanca!
- Tesoro, perché non lo ascolti? Un po’ di riposo non ti farà male - concordò sua madre.
Sana inarcò un sopracciglio. Cos’era? Una congiura contro
di lei? Dopo averci riflettuto, decise di sollevarsi in piedi. - Bene.
- Un sorriso falso piegò le sue labbra. - Credo che
seguirò il vostro consiglio. - Si rivolse al marito: - Akito,
più tardi, all’ora di cena, potresti portarmi un vassoio
colmo di cibo in camera? Abbondante, cenerò lì. -
Akito la fissò stupito un istante, ma si affrettò ad
annuire. Non si era aspettato che fosse così arrendevole, forse?
Beh, poteva essere certo che era l’ultima volta che capitava. Sua
madre, invece, sorrise, ma non disse nulla.
Sana uscì dalla stanza e si incamminò verso il piano di sopra.
Alcune ore dopo, un vassoio colmo di cibo tra le mani, Akito
entrò nella camera dove stava riposando Sana. O meglio, dove non
stava riposando Sana, si corresse, quando si rese conto che il letto
era vuoto. Il suo sguardo vagò per la stanza alla ricerca di sua
moglie.
- Finalmente! Cominciavo a pensare che ti fossi perso! - scherzò
Sana. Era seduta sul grande tappeto vicino al camino scoppiettante. Il
suo sguardo indugiò su di lei. Si era cambiata, il vestito era
stato sostituito con un camicia da notte di mussolina. - Beh, che fai
lì impalato? Vieni - lo incitò.
Akito sorrise e richiuse la porta alle sue spalle. Lentamente si
avvicinò e posò il vassoio sul pavimento, davanti a lei.
Poi anche lui si accomodò vicino a loro.
Sana osservò il cibo che le aveva portato. - Uhm, sì.
E’ più che sufficiente per una cena a due. Oh, vedo che
hai capito le mie intenzioni: Hai portato due bicchieri. -
- Diciamo che mi è venuto un sospetto e ho voluto essere
previdente. Ho anche avvertito gli altri che ti avrei fatto compagnia e
di non aspettarmi per cena. -
Sana annuì. - Hai fatto bene. -
Mentre chiacchieravano del più e del meno in tranquilla allegria, consumarono il pasto.
- Hai una macchia di salsa sulla guancia - le disse.
Lei istintivamente portò la mano al viso. - Dove? Qui? - chiese, indicando un punto.
- No. Qui. - Si sporse in avanti e le baciò l’angolo della
bocca sporco, mentre con la punta della lingua le leccò via la
macchia. Le lasciò una scia di baci lungo il collo, mentre lei
lo attirava a sé e con una mano spostava il vassoio in mezzo a
loro di lato.
Sana si staccò da lui e disse: - La macchia era falsa, vero? Era un patetico modo di sedurmi, confessa! -
- No, dicevo sul serio. Figuriamoci se ho bisogno di ricorrere a questi
mezzucci per sedurti. E comunque hai cominciato tu invitandomi qui. -
- Volevo solo cenare sola con te. Non pensavo certo di… - Stanco
di ascoltarla, le chiuse la bocca con la sua. Fecero l’amore
davanti al fuoco.
* E’ sua suocera, quindi lo chiama per nome anche se gli dà del voi.
Spazio Autrice: In
verità la fine di Takaishi doveva essere molto più
complicata di così. Doveva riuscire a fuggire in qualche modo e
poi volevo farlo precipitare giù dalla scogliera in modo che il
suo corpo si sfracellasse tra le rocce… Fino al secondo prima di
iniziare a scrivere questo cap. ero decisa in questo senso, poi alla
fine ho optato per farlo catturare (merito di Tsu!), un breve periodo
di prigione e poi la forca. Vabbè, in fin dei conti è
morto comunque, no?
Quello che mi viene da dire è… che accidenti ho scritto?
Il capitolo mi fa più schifo del solito. Scusatemi se è
orribile.
Nel prossimo capitolo facciamo un breve salto temporale… qualcosa come un paio di mesi.
E ora i ringraziamenti:
Fatina93: Ciao! Beh, diciamo
che Yuta la ama "molto" a modo suo. Finalmente, come volevi, è
stato consegnato alle autorità e tutto si è risolto... o
quasi. Nel prossimo faccio un salto temporale di due mesi... poi vedrai
che cosa capiterà a loro due. Spero che il cap. non ti abbia
fatto troppo schifo. Alla prossima! Kiss
Paperella96: Ciao! No, il
povero Akito nonha potuto renderlo un colabrodo... però Yuta ha
avuto lo stesso quello che si meritava! Wow, sono contenta che la mia
storia piaccia a te e alle tue amiche. Grazie! Scusa il ritardo e il
cap. non è nemmeno granchè. A presto! Kiss
Deb: Ciao, cara! Come ti ho
scritto sul messaggio ho pubblicato oggi. Sana è stata
abbastanza costretta ad essere calma, per fortuna è andato tutto
bene. Eheh, ma i loro problemi di coppia non sono ancora finiti. A
risolvere la situazione non è stato Akito... poverino... deve
sempre fare tutto lui? Questa volta la gloria tocca a qualcun altro! A
presto! Kiss
92Titti92: Ciao! Sono contenta che la mia fic ti piaccia. Scusa per il capitolo un pò (molto) scarso. Al prossimo capitolo! Kiss
Brando: Ciao! Sì,
decisamente Yuta è fuori di testa, ma ora che è stato
catturato non darà più fastidio a nessuno. Akito non ha
potuto fare molto, per fortuna ci ha pensato qualcun altro. Scusa il
ritardo! A presto! Kiss
Grazie per le recensioni, per le seguite, le preferite, le ricordate, le visite e per avermi messo fra gli autori preferiti!
Al prossimo capitolo!
Ilaria
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Capitolo 37 *** XXXVI capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXXVI capitolo
Omicidio di un nobile
XXXVI
Akito
non aveva alcun dubbio: Sua moglie, da quando era tornato, era strana.
Era stato via una settimana perché aveva partecipato al processo
di Takaishi, nel quale quest’ultimo era stato condannato a morte.
La condanna sarebbe stata eseguita a breve.
La carrozza di
Akito aveva concluso il suo viaggio poco tempo dopo l’ora di
pranzo. Mentre scendeva, Sana era uscita di casa di corsa e gli era
saltata al collo, strappandogli un lungo e appassionato bacio. Da
allora era stato impegnato a sentire da Tsuyoshi le novità sulla
tenuta e sull’estrazione dei metalli preziosi dalle miniere.
Quest’ultime erano state dichiarate di proprietà della
vedova di Kamura. Nonostante i suoi impegni, era riuscito ad
intravedere Sana passare davanti all’ufficio con un sorriso ebete
in volto. Si era ripromesso di parlarle il prima possibile.
La prima occasione possibile gli si presentò quando Sana entrò nello studio poche ore prima di cena.
- Akito, sei ancora molto impegnato? - gli chiese. Sorrideva ancora, ma dolcemente questa volta.
Lasciando perdere i documenti che aveva davanti, si concentrò su sua moglie. - No, dimmi pure. -
- Devo parlarti. Ho una buona notizia da darti. -
Bene, se parlava lei, gli risparmiava la fatica di chiederle cosa era successo.
- Nei giorni in cui eri via, ho mandato a chiamare un dottore… -
- Hai mandato a chiamare un dottore? E questa dovrebbe essere una buona notizia? -
Lei
sospirò, seccata. - No, sciocco. Fammi finire. Dunque,
dicevo… l’ho mandato a chiamare perché volevo avere
la definitiva certezza di una cosa che sospettavo già da tempo.
-
Aveva la netta
sensazione che ciò che stava per dirgli non gli sarebbe
piaciuto. Aveva un bruttissimo presentimento. Ma non era possibile,
giusto?
- Oh, Akito! Sono così contenta! Avremo un bambino! -
Come sospettava!
Akito ebbe la sensazione di essere diventato bianco come un lenzuolo.
Era certo di essere impallidito. - No! - esclamò senza pensare.
- Eh? Akito, sei pallido. Qualcosa non va? So che è una notizia inaspettata, però è meraviglioso, vero? -
Mentre Sana
parlava, Akito si alzò e aggirò la scrivania, dietro la
quale era seduto. Posò le mani sulle spalle di lei. - Sana, il
dottore deve essersi sbagliato. Tu non puoi essere incinta. -
“Non devi”, avrebbe voluto aggiungere. - Non ti ricordi? Mi
hai detto tu stessa che in cinque anni di matrimonio non hai mai messo
al mondo nessun bambino. -
- Sì, lo
so. Ma adesso sappiamo che non ero io ad essere sterile. - Lo sguardo
di Sana si rabbuiò improvvisamente. - Non riesco a capire questo
tuo comportamento. Lo vuoi questo bambino, vero? -
Dannazione, Sana
era incinta! Questo avrebbe rovinato tutto. Non potevano continuare
come avevano fatto fino ad ora? Perché le cose dovevano
cambiare? Il loro era un matrimonio felice ed appassionato, quasi non
si sarebbe detto che la loro fosse solo un’unione di convenienza.
- No, Sana. Io
non voglio assolutamente questo bambino, né nessun altro - disse
freddo. Sana sobbalzò. La aggirò ed uscì dalla
stanza sbattendo la porta.
“No, Sana. Io non voglio assolutamente questo bambino, né nessun altro”, le aveva detto.
Le sue parole
l’avevano gelata sul posto, impedendole di fermarlo, o anche solo
di ribattere. Quando il dottore aveva confermato i suoi sospetti due
giorni prima, le era sembrato di toccare il cielo con un dito; adesso,
invece, il mondo le era crollato addosso. Si sedette e si prese il viso
tra le mani. Non riusciva proprio a comprendere il comportamento di
Akito. Si ricordava benissimo che quando le aveva proposto di sposarlo,
lui aveva detto che gli serviva una moglie che partorisse i suoi eredi
e quindi era inspiegabile il suo comportamento attuale. Completamente
privo di senso.
Qual era il vero
problema? Forse non voleva i “suoi” bambini? Perché
sposarla, allora? No, lei voleva - pretendeva - delle spiegazioni e
l’unico che poteva fornirgliele era proprio Akito. Non si sarebbe
arresa fino a che non le avesse detto chiaro e tondo la verità.
Risoluta, si
alzò e lasciò anche lei lo studio. Percorse solo
pochi passi prima che delle voci e delle risatine la raggiunsero.
Davanti a sé c’erano Tsuyoshi e Aya che, mentre portavano
il cesto della biancheria a lavare, tubavano teneramente. Si
avvicinò a loro a passo di carica e sbraitò: - Tsuyoshi,
dov’è il tuo padrone? -
I due domestici trasalirono e l’interpellato impallidì pure alla vista della sua espressione furibonda.
- S-siete fortunata, milady. L’ho visto pochi minuti fa dirigersi fuori casa. Se fate in fretta, lo raggiungerete. -
Annuì con
un cenno. - Grazie. - Velocemente si avviò fuori. Non se ne
stava andando, vero? Corse verso la stalla e ispezionò ogni
angolo alla ricerca del marito. Non lo trovò, per cui
concentrò la sua ricerca sul numero dei cavalli presenti. Ci
mise poco ad accorgersi che mancava Black.
Senza attendere che qualcuno lo facesse per lei, sellò Celeste e partì al galoppo verso il bosco*.
Venne fermata un momento da Rei che le disse: - Milady, è arrivata una lettera per voi. -
- Portala nella mia stanza, la leggerò più tardi. - Ora aveva una questione più importante da risolvere.
- Hai finito con
i miei bagagli? - domandò alla sua cameriera Fuka. Aveva fatto
riempire tutte le valigie presenti in casa con le sue cose fino a che
era quasi difficoltoso chiuderle.
Rifletté
sui preparativi per il viaggio. Le sembrava di non aver tralasciato
alcun dettaglio riguardo la sua partenza. Ora che il processo a suo
marito si era concluso, e lei era stata dichiarata completamente
estranea ai fatti, nulla la tratteneva più in Inghilterra. Aveva
deciso che quel giorno sarebbe partita verso l’America dove
avrebbe ricominciato da zero. La vendita della tenuta le aveva fruttato
parecchi soldi che le avrebbero permesso di vivere una vita dignitosa
nel Nuovo Mondo fino a che non avesse trovato un ricco uomo da
ammagliare e sposare.
Lei non sarebbe
colata a picco come una nave che affonda, ma sarebbe riuscita a
ricostruirsi una meravigliosa vita lontana dallo scandalo suscito da
Yuta. Rabbrividì al pensiero di come l’avevano snobbata
gli altri nobili a Londra appena erano venuti a conoscenza di
ciò che era successo.
Sorrise di
aspettativa al pensiero della nuova vita che l’attendeva. Diede
le ultime direttive alla cameriera e poi lasciò la stanza.
- Akito! - si
sentì chiamare. Si voltò e vide Sana che, in sella alla
sua giumenta, cavalcava verso di lui. L’aveva trovato! - Akito,
fermati! -
La tentazione di
proseguire la sua corsa e distanziarla era forte, ma scappare non gli
sarebbe servito a niente. Tirò le redini e dopo pochi metri
Black si fermò. Smontarono entrambi. - Perché mi hai
seguito? Ti ho già detto come la penso, no? -
- Sì, ma io avevo bisogno di farti una domanda. -
Possibile che
non volesse parlare di quel… quello che le cresceva nel ventre?
Non voleva spiegazioni da lui? Aveva il sentore di una trappola. - E
non potevi aspettare? Quale? - sbottò.
- Akito, perché mi hai sposata? -
Si era ricordata
di ciò che le aveva detto tempo prima? Questo avrebbe complicato
le cose. - Perché… perché avevo bisogno di una
moglie. -
Sana incrociò le braccia al petto. - Solo questo? Ricordo che mi dicesti di volere anche degli eredi. -
Strinse forte il
pugno. Dannazione a lei, lo stava mettendo alla prova. Voleva la
verità? Bene, l’avrebbe avuta. - Vuoi sapere il vero
motivo per cui ho chiesto in moglie proprio te, Sana? Semplicemente
perché credevo che non saresti rimasta mai incinta. -
La vide piegare
la testa verso il basso ed intristirsi e gli dispiacque di averla
ferita. Lei non aveva idea di quanto non volesse che lei soffrisse.
Sana
ritornò a testa alta e si avvicinò a lui. Non
l’aveva mai vista così decisa. Sapeva che non avrebbe
mollato finchè non avesse scoperto “tutto”. Quella
parte di lui che non voleva venisse a galla e lo avvicinasse ancora di
più a lei. E questo non doveva succedere, soprattutto non con il
rischio che tutto finisse e lui rimanesse solo. Come suo padre.
Non avrebbe mai dovuto sposarla, affezionarsi a lei. Non avrebbe mai dovuto… amarla.
Già,
perché Akito Hayama si era concesso di amare una donna per la
prima volta in vita sua e ora non poté fare a meno di pentirsi
di averlo fatto.
- Akito - lo richiamò dai suoi pensieri Sana. Ora c’erano solo pochi centimetri in mezzo a loro.
L’espressione
di Sana si era addolcita, si accorse, mentre lei lo guardava
preoccupata. - Qual è il tuo problema con nostro figlio? Non ti
piacciono i bambini, forse? Non ti senti ancora pronto ad averli? Che
cosa?! Dimmelo. -
I loro sguardi
erano incatenati, mentre Akito era incerto se rivangare il passato o
meno. Beh, era anche l’unico modo per far capire a Sana come si
sentisse e perché non era contento che lei aspettasse un
bambino. - Va bene, Sana. Ti dirò la verità -
acconsentì alla fine.
* In
verità, date le sue condizioni, sarebbe sconsigliato per lei
cavalcare, ma all’epoca non erano molto informati su medicina,
malattie, ecc…
Spazio Autrice: Questa
volta ho fatto presto! Lo so, sono stata cattiva perchè l'ho
interrotto in un momento cruciale... nel prossimo saprete tutto, ve lo
prometto. Anche se ci ho messo poco, è stato un capitolo
difficile da scrivere, soprattutto i dialoghi di Akito e come capitolo
non mi convince per niente (sì, lo so che difficilmente una
chappy mi convince, ma questo meno degli altri...)
Spero vi sia piaciuto! Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Lillixsana:
Ciao! Wow! Un'omonima! Grazie per la recensione e i complimenti,
sono felice che la mia storia ti piaccia. Spero davvero che ti sia
piaciuto questo capitolo. A presto con il prossimo! Kiss
Deb: Ciao, carissima! Beh, Akito non ucciderà Takaishi, però ci penserà la legge, no? E siamo tutti contenti!
Ahah! Se Akito
avesse fatto l'amore con Sana davanti a Takaishi... beh, lui avrebbe
anche potuto imparare qualcosa, ma pensa al povero Tsu... c'era anche
lui lì! XD
Un
Mini-Hayama...? Chissà... magari! Dai, ci sarà un doppia
sorpresa nell'epilogo. Magari lo mettessero anche in Deep Clear...
anche se è una speranza piuttosto effimera. Anzi, io penso al
peggio... quasi temo che li abbia fatti lasciare... aaah! Terrore!
Hai visto poi l'adrenalina come l'ha utilizzata Sana nello scorso cap nel dopo cena, eh? XD!
Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo... e ora temo il giudizio di questo...
Kiss
Grazie per le recensione, per le preferite, le seguite, le ricordate, le visite e per avermi aggiunta fra gli autori preferiti!
A presto con il prossimo capitolo!
Kiss
Ilaria
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Capitolo 38 *** XXXVII capitolo ***
Omicidio di un nobile - XXVII capitolo
Omicidio di un nobile
Il capitolo è dedicato a Deb! Grazie mille, cara, per l'aiuto. Grazie dei consigli che mi hanno permesso di rendere il capitolo migliore.
XXXVII
Akito prese un
sospiro e cominciò: - Sai, Sana, per quanto possa sembrare
strano, i miei genitori si sono sposati per amore, non per convenienza.
-
In effetti non
era una cosa comune di quei tempi tra i nobili, e ancora di più
trenta anni prima, quando si dovevano essere sposati il conte e la
contessa Hayama però i matrimoni d’amore cominciavano ad
accadere sempre più spesso. A Sana continuava a sfuggire il
motivo per cui questo c’entrasse qualcosa con loro due.
- E quando mia
madre è morta, in seguito alla mia nascita, mio padre è
quasi impazzito di dolore - riprese Akito con tono di voce incolore,
quasi come se tutto quello non lo riguardasse minimamente. - Non
è mai riuscito a riprendersi. Passava il suo tempo chiuso nello
studio, in silenzio o a bere, disinteressandosi completamente di mia
sorella e di me. Ricordo che quando si è ammalato, quando avevo
quindici anni, non ha fatto niente per contrastare la malattia. Si
è lasciato morire. Il giorno che se n’è andato
l’ha fatto sorridendo, felice di ricongiungersi a nostra madre.
E’ stato veramente terribile per me e Natsumi vedere nostro padre
in quello stato. -
Sana non
riuscì a trattenere una lacrima che le rigò la guancia.
Immaginò Akito bambino che osservava il padre rovinarsi sempre
più la vita e il cuore le si riempì di tristezza. Gli
prese una mano e la strinse forte, nel tentativo di rasserenarlo con
l’amore che da poco si era resa conto di provare per lui.
L’aveva capito poco tempo dopo l‘arresto di Takaishi,
quando la tranquillità era tornata a far parte della sua vita,
ma il sentimento che provava l’aveva tenuto chiuso nel suo cuore,
senza rivelarlo ad anima viva.
- Dopo la sua
morte, ho giurato a me stesso che non mi sarei mai innamorato, non
avrei mai corso il rischio di ridurmi in quel modo per la perdita della
persona amata. Magari mi sarei sposato per un erede, ma non volevo
assolutamente provare nulla per la donna che avrei preso in moglie.
Quando ho saputo - creduto - che non potessi avere figli, ho colto
l’occasione al volo e ti ho chiesto di sposarmi, nonostante la
forte attrazione che provavo nei tuoi confronti. - Sospirò
stancamente e aggiunse: - Non avrei dovuto avvicinarmi a te al punto
d’innamorarmi. -
Sana non
poté fare a meno di provare gioia nel sapere che l’amava,
ora non le restava altro che convincerlo del fatto che non era stato
uno sbaglio e di avere più fiducia nel futuro. Annullò la
distanza che ancora li divideva e gli strinse le braccia intorno alla
vita mentre gli posava la testa sulla spalla. - Akito, so che vedere
tuo padre soffrire tanto deve essere stato davvero difficile e
doloroso, ma non puoi condizionare la tua vita per qualcosa che
potrebbe non accadere mai. - Sollevò il viso in modo da poter
incontrare il suo sguardo. - Non precluderti una possibile felice
esistenza e di amare solo per paura che le persone a cui vuoi bene ti
vengano tolte. Io non posso assicurarti che avremo un futuro roseo, ma
ti giuro che farò quanto è in mio potere per non
lasciarti. E tu farai lo stesso, perché… perché
anch’io ti amo. -
Le braccia di
lui, che fino a quel momento era abbandonate lungo i fianchi, le si
strinsero intorno alla vita e la sollevarono quel tanto che bastava
perché lui potesse far congiungere le loro labbra. Sana
aprì immediatamente la bocca e Akito ne prese possesso con
passione inarrestabile, mentre sensualmente usava la sua lingua per
giocare con la sua. Lei perse nettamente la cognizione del tempo tanto
era presa da lui. Quando si separarono, avevano il fiato corto e si
fissarono intensamente negli occhi per un lungo momento. - Akito, ora
capisco le tue… chiamiamole “perplessità”
riguardo il nostro bambino, ma vorrei tanto che ti facesse piacere che
lui venga al mondo. Vorrei che quando nascerà tu gli volessi
bene e fossi felice di essere diventato papà. -
- Sana, io non
sono in collera con lui… o lei. Assolutamente no. Sì,
magari la notizia di diventare padre è giunta un po’
inaspettata e ammetto di essere… sì, insomma…
sono… sono preoccupato per te, ma in fondo penso di essere
contento. - Akito abbozzò un lieve sorriso. Non doveva essere
facile per lui esprimere i propri sentimenti.
- Oh,
Akito… - sospirò Sana e gli schioccò un bacio a
stampo. - Ti amo. - Si sciolse dal suo abbraccio e lo prese per un
polso. - Ora, torniamo a casa. Devo dare la bella notizia a mia madre e
a tutta la servitù. Poi voglio iniziare i preparativi per una
festa… inviterò un sacco di gente. Anche tua sorella,
ovviamente. Devo ricordarmi di mandarle un invito. -
Akito alle sue spalle rise della sua energia e della sua gioia. - Va bene, Sana. Tutto quello che vuoi. -
Rimontarono
ognuno sul proprio cavallo - che nel frattempo si erano avvicinati ad
un torrente per dissetarsi - e si diressero verso la loro casa.
Akito non era
stato del tutto sincero nei confronti di Sana. Lui era davvero molto
preoccupato per lei, per quella gravidanza, però non voleva
deludere la persona che amava con tutto se stesso. Avrebbe tenuto per
sé i suoi dubbi e le sue ansie, e pregato che tutto andasse nel
migliore di modi e Sana rimanesse al suo fianco. Per tutta la sua
vita.
Arrivarono a
destinazione in pochi minuti. Sana smontò e affidò
Celeste al marito perché potesse riportare i cavalli nella
stalla. Era così felice! Akito l’amava ed ora era anche
contento, o quasi, che lei aspettasse un bambino. Con un sorriso
entrò in casa, ma questo si affievolì quando notò
la persona che l’attendeva all’ingresso. Asako. Era vestita
con abiti da viaggio, doveva essere appena arrivata.
- Asako - mormorò sorpresa. - Che cosa ci fai qui? -
- Io…
ecco… - cominciò incerta. - Ti avevo inviato una lettera
in cui ti porgevo le mie scuse e ti spiegavo la mia situazione e le mie
ragioni, ma poi ho pensato che fosse meglio dirti tutto di persona.
Dimmi, l’hai ricevuta? -
Sana ci
pensò su. Le tornò in mente Rei che le annunciava
l’arrivo di una lettera, che lei aveva detto di portare nella sua
stanza. - Me ne è arrivata una, ma non ho ancora avuto il tempo
di leggerla. -
- Oh, bene. Possiamo parlare? -
La porta
d’ingresso si aprì e Akito si unì a loro. Riconobbe
Asako e le schioccò un’occhiata piuttosto fredda, ma
sembrò capire la situazione perché disse: - Ho del lavoro
da sbrigare. Mi trovi nello studio se hai bisogno, Sana. -
Lei
annuì e Akito le lasciò di nuovo sole. Sana
riportò l’attenzione su Asako. - Vieni, andiamo in
salotto. -
Dopo che si furono accomodate, offrì alla sua ospite da bere, ma questa rifiutò. - Che cosa volevi dirmi? -
- Prima di
tutto, Sana, vorrei scusarmi per come mi sono comportata tempo fa. Per
le cose che ti ho detto, peraltro false, e per come me ne sono andata.
-
Se prima era un
po’ distante, ora Asako aveva la completa attenzione di Sana. Che
cosa significava che le aveva mentito? - Che vuoi dire? -
- Non era vero
che sono andata via perché temevo per la mia vita a causa
dell’assassino. Non c’entrava assolutamente. Non volevo
dirti la verità, perciò mi sono inventata la prima scusa
che mi è passata per la mente. Non volevo ferirti, mi dispiace.
- Asako abbassò il capo, costernata. Era sincera.
- Anche se non lo pensavi veramente, avevi ragione. Non ho protetto bene la mia casa e chi ci abitava. -
- No, Sana. Non
devi assolutamente incolparti. Hai fatto quello che potevi. Ora che
questa storia è finita, dovresti lasciartela completamente alle
spalle. Promettimi che lo farai - le impose.
Sana sorrise. -
Sì, lo farò. - Qualcosa però non era ancora
chiaro. - Ma se il motivo non era quello, perché mi hai mentito?
Non ti fidavi di me? -
- No, non
è così. Non so nemmeno io perché non ti ho
raccontato la verità, forse avevo un po’ paura della tua
reazione. Beh, anche se forse è un po’ tardi, la
verità è che… - Si fermò e distolse per un
attimo lo sguardo, fissando un punto indefinito della stanza. Le sue
guance si colorarono di rosso. Prese coraggio e riportò
l’attenzione su Sana. - Rei… Rei è stato il mio
amante. Io lo amo. - Mentre parlava, la sua voce era poco ferma.
Sana
boccheggiò. - Rei è stato il tuo… - Dire che
l’aveva sorpresa era un eufemismo. Aprì e chiuse la bocca
un paio di volte, incerta su cosa dire. Decisamente non era un amore
semplice il loro. - Non l’avrei mai immaginato. Ma se lo ami,
perché te ne sei andata? -
- Rei non
voleva che vivessimo il nostro amore alla luce del sole, ma io ero
stanca di nascondermi. Ho pensato che se mi fossi allontanata, magari
l’avrei dimenticato. - Sospirò ed abbassò di nuovo
lo sguardo. - Mi è mancato molto. In fin dei conti, forse non ho
mai creduto che sarei riuscita a togliermelo dalla mente e dal cuore e
volevo solo che lui accettasse le mie condizioni, che tornasse su i
suoi passi. Sono stata un'illusa. - La sua espressione era disperata e
aveva gli occhi lucidi, ma non scese nessuna lacrima.
- E ora che
farai? - le chiese. Le dispiaceva molto che la sua amica soffrisse
tanto. Come aveva fatto a non accorgersi di nulla?
- Tornerò alla casa dei miei genitori. Poi non so… deciderò in seguito. -
- Subito? Non
ti trattieni nemmeno per qualche giorno? - domandò con
delusione. Ora che avevano chiarito, le sarebbe piaciuto che
partecipasse alla festa che voleva organizzare e si svagasse.
L'altra
esitò. - No, non vorrei correre il rischio di incontrare Rei.
Sono venuta solo per scusarmi con te e raccontarti la verità,
tutto qui. - L’espressione malinconica che Asako aveva avuto fino
a quel momento venne sostituito da un piccolo sorriso. - Ma che mi dici
di te? Come va il tuo matrimonio con Akito? -
Manipolando la
conversazione, Sana raccontò ad Asako tutte le novità che
erano accadute a cominciare dal bambino che aspettava.
Era sera tardi.
Sana si trovava seduta sul grande letto a baldacchino della sua stanza,
il capo posato sopra la spalla di Akito, che era al suo fianco.
Lui teneva il braccio attorno alla sua spalla e la stringeva a
sé.
Asako se
n’era andata da alcune ore e Sana non poteva fare a meno che
essere dispiaciuta di questo. Sperava tanto che la sua amica sarebbe
riuscita ad essere felice com’era lei in quel momento.
Non sapeva che
cosa le avrebbe riservato il futuro, nessuno poteva saperlo,
però sperava davvero che le sarebbe stato concesso di passare
più tempo possibile insieme a quell’uomo a tratti freddo,
impassibile o passionale. L’uomo che amava.
Sollevò
la testa dalla comoda posizione in cui si trovava e si avvicinò
ad Akito per porre un bacio sulle sue labbra.
- E questo per cos’era? -
Sana
sollevò gli occhi al cielo. Beh, lo amava lo stesso anche se
faceva domande stupide. Scrollò le spalle. - Così.
Perché ti amo. -
Un lievissimo
rossore, quasi impercettibile all’occhio umano, tinse le guance
di Akito. - Sì, beh, anch’io ti amo. -
Sana sorrise. - Bene. E non dimenticarlo mai. - Riprese a baciarlo, questa volta più intensamente e lui ricambiò.
- Non
accadrà - le disse, quando si separarono per riprendere fiato.
Le fece poggiare la schiena sul materasso e posò le labbra sul
suo collo. Fecero l’amore nella calda stanza, mentre fuori
infuriava la neve di una fredda notte di fine Dicembre.
Spazio Autrice: Ed
ecco qui il capitolo. Uno dei più problematici che abbia mai
scritto. Spero che lo abbiate apprezzato e che non vi abbia deluso. Il
prossimo sarà l'ultimo, cioè l'epilogo di questa storie.
Ci saranno parecchie sorpresine. Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Lillixsana: Ciao,
omonima! Grazie per i complimenti. Ahah, ecco soddisfatta la tua
curiosità. Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Il prossimo
sarà l'epilogo. Kiss
Deb:
Ciao, cara! Grazie, grazie e ancora grazie per l'aiuto. Questo capitolo
mi ha mandato in crisi. Meno male che tu mi hai tirato su e mi hai dato
dei suggermenti.
Sì,
anch'io odio il fatto che nel passato la colpa della sterilità
si dava alle donne. Che ignoranti. Beh, sì vede che Akito
l'unico giorno in cui ha incontrato Nao da vivo, era troppo impegnato a
guardare Sana, quindi non si è reso conto che il mollusco non
avrebbe potuto avere figli. Nell'epilogo ci saranno tante sorpresine,
ma non tutte riguardano Sana e Akito. Però... ah, no... non ti
dico più nulla, altrimenti finisco per spifferare le idee che ho
per l'epilogo. A presto! Kiss
Paperella96: Ciao! Spero che il capitolo ti (vi?) sia piaciuto e che scateni delusione da parte di nessuno. A presto con l'epilogo! Kiss
xXx_Lady_Dark_xXx:
Ciao! Sono felice che ti siano piaciuti gli scorsi capitolo... spero
davvero che la spiegazione di Akito non ti abbia delusa. Il prossimo
capitolo sarà l'ultimo. A presto! Kiss
Sailorm:
Ciao! Oh, una nuova recensitrice! Non preoccuparti se non hai mai
recensito, anche se ammetto che mi fa piacere che la storia fino a
questo momento ti è piaciuto. Spero ti sia piaciuto anche questo
capitolo. Alla prossima! Kiss
Grazie per le visite, le seguite, le preferite, le ricordate, le recensioni e chi mi ha aggiunta tra gli autori preferiti.
Al prossimo capitolo!
Ilaria
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Capitolo 39 *** Epilogo ***
Omicidio di un nobile - Epilogo
Omicidio di un nobile
Epilogo
Conovaglia, Inghilterra, Tenuta Hayama, Aprile 1818
All’ombra di un albero, due persone combattevano. Tiravano
di scherma utilizzando al meglio la loro capacità, senza
risparmiarsi.
Anche se il respiro le si faceva sempre più corto, Sana
affondò con la spada con tutta l’energia che le era
rimasta. Questa volta non si sarebbe lasciata battere. Akito
parò il colpo, ma quello che ne seguì lo colse di
sorpresa e non riuscì a contrastarlo. La spada volò via e
si conficcò poco distante nel terreno umido di pioggia.
Ce l’aveva fatta! Era riuscita a disarmare Akito. Sana
saltellò di gioia e gli corse incontro. - Ti ho battuto questa
volta, mio caro. -
- Beh, prima o poi doveva succedere. Sono anni che mi sfidi. Sono pur sempre un essere umano. -
- Il solito borioso - commentò lei.
- Per questo mi ami - si vantò Akito. Le poggiò le
mani sui fianchi e le scoccò un bacio sulle labbra. Entrambi
avrebbero voluto approfondire, ma una vocina infantile infranse il
silenzio.
- Mamma, papà! - strillava Meiko. La loro piccola bambina
di quasi cinque anni correva verso di loro. Era identica alla madre, ma
aveva i colori del padre.
Dietro di lei, la seguivano più lentamente sua madre Misako
e il suo secondogenito, Sho. Quest’ultimo aveva da poco compiuto
i tre anni ed era la copia in miniatura del padre. Erano davvero minimi
i tratti somiglianti alla madre.
Meiko raggiunse Akito e tese le braccia per farsi prendere in
braccio. Lui accolse subito la richiesta della sua adorata figlia. - La
nonna mi ha letto una delle sue bellissime storie - sentì dire
Meiko al suo papà.
- Davvero? E di che cosa parlava? -
Mentre Meiko raccontava per filo e per segno tutta la storia, Sana si chinò per prendere tra le braccia Sho.
- Mamma, ho fame. -
Lei gli sorrise. - In effetti è ora della merenda. - Si girò verso il marito. - Akito, vieni. Torniamo in casa. -
Lui annuì e insieme si avviarono verso la loro abitazione.
Erano già cinque anni che si erano trasferiti nella tenuta
di Akito insieme a tutti i loro servitori e che la casa che era
appartenuta al conte Naozumi Kamura era stata venduta per un buon
prezzo.
Quella tenuta era molto bella ed era molto più grande della
precedente. Si trovava anche piuttosto vicina alla casa dove viveva sua
madre Misako, così da rendere le sue visite più
frequenti.
Sana, insieme a Akito, sua madre, Sho e Meiko, andò in
salotto e chiamò la cameriera per il tè. Arrivarono Aya e
Hisae, entrambe con un vassoio tra le mani. La prima aveva un sorriso
stampato in volto talmente luminoso che avrebbero potuto fare a meno
delle tende scostate e delle candele e la stanza non avrebbe comunque
avuto problemi di visibilità. Aya era felice perché da
poco si era sposata con il suo amato Tsuyoshi. Anche se stavano insieme
da anni erano entrambi timidi e ci era voluto molto perché
Tsuyoshi si decidesse a chiedere la sua mano. Beh, meglio tardi che
mai.
Hisae, invece, era riuscita a riprendersi dalla morte del marito,
soprattutto grazie ad un piccolo miracolo di nome Shinichi. Poche
settimane dopo dall’impiccagione di Takaishi, Hisae le aveva
confessato di aspettare anche lei un bambino. Questo si era rivelato
maschio ed aveva più o meno la stessa età della sua
Meiko. I due erano molto amici.
Il tè venne servito e le cameriere lasciarono la stanza. La
tranquilla pausa che si stavano concedendo venne però interrotta
da un frenetico bussare.
- Avanti - mormorò Akito.
Entrò Rei. L‘uomo era diventato
l‘amministratore della tenuta. Il suo aiuto era molto utile per
Akito. La promozione gli aveva portato un notevole aumento di stipendio
che l‘aveva convinto che sposando Asako non le avrebbe rovinato
la vita facendola vergognare di lui. - Signore, potreste venire? Avrei
bisogno del vostro aiuto. -
- Arrivo subito. - Akito posò la tazza fumante sul bordo del tavolino e uscì dalla stanza.
Sana gettò uno sguardo sulla porta. - Lavoro, lavoro,
lavoro. Meno male cha gran parte l’ha affibbiato a Rei,
altrimenti starebbe sempre rintanato nel suo studio - borbottò.
Sua madre rise, mentre Meiko e Sho non distolsero nemmeno l’attenzione dai pasticcini che stavano divorando.
- Adesso basta, bambini. O vi faranno male - li riprese Sana. Sho
bloccò la mano a mezz’aria e mise il broncio, mentre Meiko
sbuffò.
- Non prendetevela, tesori. Piuttosto, avete voglia di sentire una nuova storia? - propose sua madre.
- Sì! - risposero in coro. Il sorriso era ritornato sui loro volti.
Sana svuotò la tazza con un ultimo grosso sorso e sorrise.
- Penso che verrò anch’io con voi. - Si alzò in
piedi e prese per mano Sho, mentre Meiko affiancava la nonna e le
diceva che tipo di racconto avrebbe voluto sentire.
Sana si posò una mano sul ventre piatto. Era ancora presto
perché Akito lo venisse a sapere. La seconda volta non aveva
fatto le stesse scene della prima, ma lei sapeva che per mesi si era
preoccupato per lei. Questa volta avrebbe atteso che se ne rendesse
conto da solo.
Eh, sì. Il loro piccolo e felice mondo avrebbe avuto presto un abitante più.
Fine
Spazio Autrice: Eh,
sì. Siamo arrivati alla fine. Dopo un anno circa di lavoro
questa storia è giunta al termine. Spero vi sia piaciuta fino
alla fine. Mi mette un pò tristezza pensare di essere arrivata a
scrivere la parola fine, ma prima o poi questo momento doveva arrivare,
non potevo di certo continuare fino all'infinito...
Beh, più
o meno è finita felicemente per tutti, anche per la povera Hisae
che ha avuto la consolazione di mettere al mondo un piccolo Gomi. Mi
dispiace di averlo fatto uccidere, ma non mi sembrava giusto terminarla
con quattro coppie tutte felici e ho deciso che una non sarebbe
arrivata alla fine. Beh, perlomeno si è risolto tutto tra Asako
e Rei.
Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:
Paperella96:
Ciao! Sono felice ti sia piaciuto lo scorso capitolo. Come hai visto si
è risolto tutto. Spero ti sia piaciuto. Grazie per avermi
seguita fino a qui. Kiss
Lillixsana:
Ciao, Omonima! Anche a me dispiace che questa storia finisca, ma era
arrivato il momento. Sono contenta che tu abbia apprezzato lo scorso
capitolo. Grazie per essere arrivata fino a qui. Kiss
Sailorm: Ciao!
Sì, Akito innamorato è troppo carino! Spero che ti sia
piaciuta la conclusione, come vedi ho accontentato un pò tutti i
personaggi. Grazie per avermi seguita fino a qui. Kiss
Deb:
Ciao, cara! Alla fine Akito non si è risparmiato sui figli in
arrivo, anche se un pò di preoccupazione rimane sempre. Hai
visto? C'è il mini-Hayama, ma anche una bambina con i capelli
biondi, gli occhi e la carnagione di Aki e i lineamenti di Sana. Grazie
per aver letto l'epilogo in anteprima e avermi dato la tua opinione.
Sono contenta che ti sia piaciuto. E grazie per avermi seguita fino
alla fine. Kiss
Tin_Tin:
Ciao! L'importante che la storia abbia continuato a piacerti fino alla
fine. Wow, l'hai riletta dall'inizio! Hai visto? Oltre al piccolo
conte, c'è anche una piccola contessa!
No, la nave
della vipera non è affondata. In fondo ha avuto la sua dose di
guai: ha dovuto lasciare il suo paese, adattarsi alla nuova vita in
America in cui il modo di vivere era piuttosto diverso da quello
inglese. L'importante è che se ne sia andata e che non dia
più fastidio a Sana e Akito. Grazie per i complimenti.
Sì,
è prevista una nuova fanfiction per Kodocha. Appena avrò
scritto qualche capitolo comincerò a pubblicarla. Per ora ho
iniziato solo il primo e scritto la scaletta dei primi sei.
Grazie per avermi seguita fino a qui. Kiss
Grazie per le recensioni, le visite, le preferite, le seguite, le ricordate e chi mi ha messo tra gli autori preferiti!
Ringrazio fin d'ora chi recensirà.
Avviso:
Mi dispiace, ma non vi libererete di me anche se questa fic è
finita. Sto lavorando ad una nuova fanfiction su Kodocha. E' una storia
completamente diversa da questa, ma spero che deciderete di seguirmi
anche lì quando deciderò di pubblicarla.
A presto!
Ilaria
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