Writober 2020

di Dromeosauro394
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Domestic ***
Capitolo 2: *** Hanahaki ***
Capitolo 3: *** First person letter ***
Capitolo 4: *** Bodyguard AU ***
Capitolo 5: *** Bromance ***
Capitolo 6: *** Moneta ***
Capitolo 7: *** Rare ship ***
Capitolo 8: *** Portafortuna ***
Capitolo 9: *** Fake Relationship ***
Capitolo 10: *** Bodyswap ***
Capitolo 11: *** Bed sharing ***
Capitolo 12: *** Mutual pining ***
Capitolo 13: *** Love triangle ***
Capitolo 14: *** Bacio ***
Capitolo 15: *** Fix it ***



Capitolo 1
*** Domestic ***


Domestic

Domestic

 

133 d.C. (dopo la Conquista di Aegon)

 

 

Mi avvicino al balcone e Vecchia Città si stende sotto di me, piccola come il plastico di un maestro. Si dice che l’Alta Torre sia talmente alta che si può scorgere la Barriera all’altro capo del continente. Strizzo gli occhi ma l’orizzonte si perde semplicemente nei verdi paesaggi dell’Altopiano. Mi sistemo meglio la vestaglia. L’aria qua fuori è fredda. Sulle pareti interne invece si può percepire il calore dell’enorme fiamma che svetta su questo miracolo dell’architettura umana.

Normalmente passerei ore a leggere qui. Con questo paesaggio che solo gli uccelli e chi cavalca i draghi potrà mai vedere nella vita. Ma nessun libro può distrarmi dalle ombre che ancora getta su di noi la Danza dei Draghi.

 

“Sam”. Sento chiamare da dentro. “Come mai sei già sveglia amore mio?”, dice Lyonel. Il lord di Vecchia Città esce fuori dalla nostra stanza. Diciotto anni, capelli neri e un filo di barba che non è ancora una vera barba. Mi abbraccia da dietro. “Brrr. Si gela qui fuori”, mi sussurra col mento appoggiato alla spalla, “Perché non torniamo dentro a scaldarci”. Scosto il collo. “Ora no amore”. Lyonel mi ha amata dal primo giorno in cui ci siamo incontrati. Sfortunatamente quel giorno era quello del matrimonio mio e di suo padre Ormund. Io e Lyonel ci passiamo due anni io e suo padre ce ne passavamo venti.  Ma da quando Ormudn è morto nella seconda battaglia del Tumbleton, tre anni fa, ho potuto ricambiare le sue esitanti attenzioni.

Giocherella con i miei lunghi capelli marrone scuro.

“Cosa dovremmo fare secondo te se gli uomini di ferro arrivassero qui? La

Piovra Rossa minaccia addirittura di raggiungere Vecchia Città” “Alyn gli farà il culo,  vedrai” “Speriamo. Soffrirei molto se non sopravvivesse. È stato il primo che non mi ha trattato come una concubina da quando sto con te” “Tu non sei una concubina infatti. Sei il mio amore. Sei la mia lady” “Ma non posso essere tua moglie. O questo è quello che dice l’Alto Septon”. Secondo sua Alta Sacralità visto che sono stata sposata al padre di Lyonel, sposare lui sarebbe come un incesto. “Quell’alto idiota può andare a farsi fottere”, borbotta Lyonel, “È questo che ti preoccupa?” “In parte. Non è ancora arrivata una risposta da Approdo del re. Forse il post scritto che ho aggiunto era troppo provocatorio” “Hahaha. Ancora non ci credo. Hai detto a re Aegon che se non gli fossero piaciute tutte le trentuno dame che gli hai proposto come nuova regina avevi anche un elenco di bei fanciulli. Hahaha” “Non l’ho detto a lui, l’ho detto al suo Primo Cavaliere. È stato Alyn ha suggerire quella parte sai?” “Amo quel bastardo ancora di più”. Il giorno della Fanciulla ci sarà un ballo alla corte del re ragazzino perché scelga la nuova regina. Un evento che sembra uscito da una ballata.

 

“Sai che in teoria anch’io rientro nei parametri per essere la nuova regina”, lo punzecchio. “Oh no! No, no, no. Quel ragazzino può prendersi ogni donna da qui alla Barriera ma Samantha Tarly rimane solo mia” “Beh almeno lui potrebbe sposarmi” “Te l’ho detto, per me ormai sei già come mia moglie. Ti sposerei oggi stesso se l’alto idiota la smettesse con quella storia dell’incesto” “Lo dici ora. Cosa succederà se fra qualche anno troverai una più bella di me e deciderai di gettarmi tra le sorelle del silenzio” “Sai che non lo farei mai”. Mi prende le spalle tra le dita e mi guarda negli occhi. “Tu non sei solo bella. Non ho mai conosciuto una donna come te. Sei così intelligente e saggia. Molto più di quanto io potrò mai esserlo. Probabilmente hai letto più libri di tutto il conclave degli arcimaestri. E sei anche coraggiosa e fiera. Come quando l’anno scorso sei entrata col cavallo nell’Alto Tempio perché l’Alto Septon ti aveva detto di non rimetterci più piede finché restavi con me”. Sorrido al ricordo della faccia paonazza di quel vecchio. “Nessuna potrà mai superarti Sam. Voglio passare con te il resto della mia vita. Voglio avere dei figli intelligenti e belli come te”. Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio. Lyonel non sarà il più sveglio o il miglior combattente dei sette regni, ma mi ama come mai mi ha amato suo padre e come mai mi ha amata nessuno. Il sono sua e lui è mio.

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Capitolo 2
*** Hanahaki ***


hanahaki

Hanahaki

 

Sto seduta alla finestra. Posso scorgere la Coraggiosa Marilda attraccata giù nel porto di Driftmark. Trattengo le lacrime. Sono la principessa Baela Targaryen. E il sangue del drago non piange. 

Qualcuno bussa alla porta. “Avanti”, sibilo. Mio marito mostra la sua faccia contrita entrando. Volto la testa. Non mi farò intenerire dal bastardo traditore. “Bae andiamo parlami”, supplica. Supplica il poveretto. Ma quando sono io a supplicarlo di non lasciare me e sua figlia improvvisamente si fa gelido. “Bae per favore. Non voglio partire lasciandoti così” “Non partire allora”, rispondo io guardando il suo riflesso sul vetro davanti a me. “Baela andiamo lo sai cosa significhi per me questo viaggio” “A quanto pare, significa più di tua moglie o tua figlia” “Lo sai che non è così. Lo faccio anche per te e Laena. Lo sai le fortune che aveva raccolto mio nonno dopo il suo viaggio nel mare di Giada. Voglio riportare casa Velaryon a quello splendore. Donare un futuro sicuro a te e a Laena”. Mi alzo e alzo la mia voce: “Sicurissimo. Lasci tua moglie e tua figlia rischiando di farti ammazzare in mare. Ma vai. Tranquillo, vai all’avventura. Sono certa che troverai tante ‘dame di porto’ pronte a accarezzare quel piccolo ego da bastardo che ti ritrovi”. Siamo uno di fronte all’altra. Mi supera appena di un ciuffo di capelli in altezza. “Il problema è questo? Sei ancora arrabbiata per la principessa di Dorne?”. Sbuffo. “No. Non sono arrabbiata per quella storiella. Credi davvero che io sia quel tipo di donna? Perché mi è saltato in mente di sposarti?! Avrei dovuto prendere uno dei vecchi lord come voleva il Concilio Ristretto. Invece ho scelto te perché mi sembravi una persona vera. Hai vissuto da bastardo e pensavo che questo ti rendesse più nobile. Invece sei bastardo di nascita e bastardo nell’anima” “Baela andiamo. Avevo sedici anni quando ero partito la prima volta ed è... successa quella cosetta con la principessa. Ma sono passati cinque anni. Ormai sono un uomo fatto e maturo. Lo sai che l’unica principessa per me sei tu”. Prova ad allungare una mano verso la mia guancia. Gliela afferro e stringo fino a farlo piegare a terra. “Ti ho già detto che non si tratta della puttana dorniana. Ora esci se non vuoi che tiri fuori la spada”. Torno seduta al davanzale. Alyn si massaggia la mano e in ginocchio continua a parlare. “Baela, ti assicuro che non andrei se potessi fare altrimenti ma... Il mare è ciò che sono. Non c’è posto al mondo in cui mi senta libero e padrone come sul ponte di una nave. È come se... diventassi un tutt’uno con la ciurma, le vele, le assi e l’acqua su cui poggiano. E quando domino quelle acque, sento... Non so come descrivertelo Bae. Ma sento di aver trovato il mio posto nel mondo quando provo quella sensazione”. Mi volto. “E quando sei con me non la provi?”. Abbassa gli occhi. “Bae, lo sai che non è la stessa cosa. Quando sto con te il mondo scompare e non vorrei essere con nessun altro. Ma navigare è diverso”. Rimane con la bocca aperta cercando le parole. “Se tu potessi avere indietro Danzatore di Luna e io ti chiedessi di ucciderlo cosa faresti?”. Mi volto e una lacrima mi scende sulla guancia. Perché ha dovuto nominare il mio drago? Ma ha ragione. Volare su Danzatore di Luna era impareggiabile. Anche quell’ultimo volo prima che il drago di re Aegon ci sfracellasse a terra, era stata magia. Non avevo alcun timore o paura. Mi sentivo un unico essere con il mio drago e il cielo in cui volavamo. Altre lacrime mi scorrono sulle guance. Mi alzo e mi avvicino. Lui mi circonda con le braccia.

 Restiamo seduti per lungo tempo davanti alla finestra, guardando le vele della sua nave scosse dal vento. Alyn mi accarezza i capelli, corti e argentei. “Sai, un uomo di Leng che ci guiderà nel viaggio, mi ha parlato di una malattia che si trova su quell’isola”. Lo guardo confusa senza capire dove vuole andare a parare. “Oh, sì. La chiamano Hanahaki. Quando una persona è innamorata, ma il suo amore non la ricambia comincia a vomitare petali di fiore”. Alzò le sopracciglia. “No davvero”, continua lui con falsa serietà, “Più il tempo passa più i petali aumentano, fino a che la vittima non vomita fiori interi” “Beh non mi sembra così grave” “Aspetta. Quando si arriva a quello stadio vuol dire che i rampicanti dei fiori nella gola del malcapitato sono diventati talmente grossi che rischiano di strangolarlo. Ci sono solo due possibilità a quel punto. O si chiama un maestro che con i suoi attrezzi rimuove i rampicanti. Ma in questo modo non si potranno provare mai più sentimenti per quella persona amata. Oppure l’altra persona ricambia i sentimenti e si guarisce”. Mi ha preso per mia sorella Rhaena? Crede di addolcirmi con questa storiella melensa? Improvvisamente si china in due e si copre la bocca con le mani. “Oh.. Oh no! Cough, cough!”, comincia a tossire. La schiena viene scossa da spasmi. Con un ultimo colpo di tosse stacca le mani dalla bocca rivelando un  bocciuolo di rosa. Con gli occhi viola spalancati mi guarda e porge le mani in avanti mostrando il fiore. “Si vede che il mio amore non vuole ricambiarmi. E ora passerò non so quanto tempo in mare. Non ci saranno più occasioni perché possa guarirmi” “Di al guitto che ti ha insegnato il trucchetto della rosa di ridarti i soldi, perché era davvero maldestro” “Oh andiamo. Guarda che ho fatto pratica” “Sarà. Comunque forse prima di partire per il mare di Giada dovresti passare per Dorne. Forse la principessa Aliandra può guarirti”. Alyn mi guarda con lo sguardo da cucciolo abbandonato. “E va bene. Liberiamoci di questi fiori”, dico mentre mi avvicino per baciarlo. 

 

Due mesi dopo guardo il porto vuoto. Ripenso alla storiella Hanahaki. Per quanto melodrammatica forse c’è del vero in quella storia. Mi sto lasciando strangolare dal mio amore per Alyn? Dovrei rimuovere l’affetto che ho per lui, prima che mi faccia male? Per ora abbasso le mani sul mio ventre. Ancora non si sta gonfiando, ma il maestro è sicuro che sia successo. Alyn parte per il suo secondo viaggio. E io mi preparo ad avere il nostro secondo bambino. 

 

 

 

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Capitolo 3
*** First person letter ***


Fist person letter

First person letter

 

237 d.C. (dopo la Conquista di Aegon)

 

Caro fratello,

 

Riferisci pure al Lord Comandante il contenuto dell’altra lettera, questa qui è solo per i tuoi occhi.

Finalmente una nuova primavera risplende sui Sette Regni dopo 6 lunghi anni di inverno.

 

Vorrei potessi vedere i tuoi nipoti. Crescono ogni giorno uno più bello dell’altro. Ducan ormai ha sedici anni ed è praticamente un uomo. Jhaerys e Shaera invece stanno entrando adesso nella fanciullezza e sono inseparabili. Il piccolo Daeron ha 9 anni ma si comporta già come un vero guerriero e segue sempre Dunk supplicandolo di insegnargli a usare la spada come ha fatto con me. Rhaelle invece è timida e anche se a cinque anni non parla se non per bisbigli dietro le gonne di sua madre.

Ora che la neve si è sciolta quasi mi sembra di tornare alla nostra infanzia a Sala dell’Estate, circondato da tutti questi pargoli. Penso ai bei momenti fra me e te non alle angherie di Aerion o alla freddezza di nostro padre.

Sono un uomo così fortunato Aemon. Ho preso una decisione. Sono passati ormai cent’anni da quando è morto l’ultimo drago, ma ancora la nostra dinastia si aggrappa alla pratica dell’incesto in nome della purezza di sangue. Fin da bambino ricordo il ribrezzo al pensiero che avrei dovuto avere come moglie una delle nostre sorelle. E se penso a quanto sono felice adesso con Betha, ai nostri figli… Io e te abbiamo visto a cosa può portare mantenere puro il sangue di drago. Tra il popolino si scherza dicendo: “Ogni volta che nasce un Targaryen gli dei lanciano una moneta. Da un lato la grandezza, sull’altro la pazzia”. Non voglio portare alla nascita di altri Rhaegel e Vaella e per carità di altri Aerion. Voglio che i miei figli provino l’amore che io provo per Betha. Ho deciso di organizzare dei matrimoni per tutti loro con i figli e le figlie delle grandi casate.

Inoltre conosci i progetti che ho in mente per il mio regno. I nobili non reagiranno bene. Ma se nelle loro famiglie avranno un Targaryen forse saranno più inclini ad accettarli. Io e te abbiamo vissuto tra la gente comune. Tu un novizio come gli altri alla Cittadella io lo scudiero di un cavaliere errante. Non voglio che il mio popolo debba soffrire le ingiustizie a cui ho assistito, a volte sulla mia stessa pelle. Vorrei che anche i miei figli potessero vivere quell’esperienza, che non diano mai per scontato la grazia che ci è stata data di nascere nella famiglia reale.

Per ora mi accontenterò di far lasciare a Duncan e Daeron Approdo del Re.  Duncan ha assaggiato il sangue della sua prima battaglia, sa combattere e ha i capelli neri di sua madre quindi potrà confondersi tra la gente. Quando mi ha chiesto di partire per esplorare il regno che un giorno dovrà governare, non ho saputo dire di no. Daeron invece andrà ad Alto Giardino. Potrà essere uno scudiero insieme a tanti altri e formare delle amicizie per la vita. Ho intenzione di prometterlo alla figlia di lord Redwyne: Olenna. La flotta di Arbor servirà sempre fino a che Acreacciaio vive e complotta dall’altro lato del Mare Stretto. Prego gli dei che i BlackFyre non tentino di alzarsi contro il Trono di Spade un’altra volta.

Fratello come vorrei che fossi qui a consigliarmi. A ogni nuovo passo che faccio come re mi chiedo se la mia moneta stia cadendo dal lato della grandezza o della rovina.

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Capitolo 4
*** Bodyguard AU ***


Bodyguard

“Prince Aemon the Dragonknight cried the day Princess Naerys wed his brother Aegon” A Clash of Kings

 

Bodyguard AU

 

Rinascimento

 

È seduta a leggere nel chiostro. Un passo delle scritture ovviamente. Le sue mani sono talmente pallide che quasi riflettono la luce del sole come un gioiello. Tutto ciò che posso vedere di quella pelle così chiara sono quelle manine e il volto chino sulle pagine, per il resto è pudicamente coperta da un abito dalla tinta spenta. Conosco il colore dei suoi capelli ma ora sono raccolti sotto un velo. Mi avvicino e il cigolare della mia armatura bianca le fa alzare il viso. Le mie gambe mai hanno tremato nella guerra in Sicilia ma tremano ogni volta che i suoi grandi occhi viola incrociano il mio sguardo. “Sir Amone”. Mentre siamo qui mi chiamerà soltanto con il titolo. “Come vanno le costruzioni della nuova basilica del nostro sovrano?” “Bene. Re Baelorio ha chiamato i migliori artisti del regno” “Che Dio sia con lui. Passeggia con me”.

Ci dirigiamo al giardino attorniati dalle bianche statue delle divinità romane. Che sia per questo che lo chiamano parco degli dei?

 

“Madre”, risuona una vocetta stridula. Un bambino esile corre verso di lei. “Madre ho finito il libro sulla Sicilia” “Di già?”, sospira sorpresa Nerissa. “Sì era molto interessante. Ma volevo chiedere se zio Amone poteva raccontarmene in prima persona”. Daeronio ha dieci anni ma è minuto e dalle membra soffici. Mi guarda con gli occhi speranzosi. “Certo, vostra grazia”, rispondo spaesato dalle sue attenzioni verso di me. È un bambino che non ha mia avuto interesse per spade e tornei perciò mai molto interesse per un cavaliere della guardia reale. “Volete sapere della Conquista del Giovane Drago?” “A dire il vero vorrei sapere i costumi e le usanze dei siciliani” “Oh, io… Non ho avuto modo di osservarne molti al di fuori delle battaglie, ma posso di certo parlarvi delle loro città. Posso chiedere a sua grazia come mai questo improvviso interesse per l’isola trinacria?” Arrossisce e sposta lo sguardo su sua madre prima di abbassarlo a terra. “E-ecco… Vorrei poter avere qualcosa di cui parlare… Quando la mia futura sposa verrà a corte”. Cerco di non sorridere. Quando re Baelorio ha stretto la pace con la Sicilia ha concesso molte cose, forse anche troppe. Tra queste la promessa di matrimonio tra il principe Daeronio e la principessa Maria di Sicilia.

“Sir Amone ti potrà parlare di tutto questo più tardi”, dice Nerissa, “Ora torna a giocare” “Giocare è da bambini. Vado nella torre del vescovo a chiedere altri libri”. Si allontana con una corsetta scoordinata.

“È colpa mia”, gli occhi le luccicano, “Gli ho dato un corpo debole e cagionevole come il mio”. Le prendo il viso tra le mani, “Non è vero Nerissa. Gli hai dato il tuo cuore buono e forte” “Non sarà mai come suo padre”, mi dice guardandomi. “Sarà una fortuna che non diventi come Agone. Quel verme non sa far altro che ubriacarsi, gozzovigliare e… darsi alla lussuria. Ora che il re si è messo in testa di abolire la prostituzione qui a Roma probabilmente se ne resterà a Venezia a fornicare con quella mora figlia del doge. Daenorio non è come il padre” “Sai cosa intendo”, continua lei, “In un battaglia non si salverebbe come faresti tu”. Una lacrima le scende lungo la guancia. Lascio il suo viso come fosse brace incandescente. Non ne abbiamo mai parlato. Sono passati dieci anni ma non è stata detta una parola. “A volte mi chiedo se tutta la follia in cui ci troviamo sia il prezzo per i nostri peccati”, dice mentre si ricompone. “Se il Signore fosse così severo allora la nave di Agone dovrebbe affondare al suo ritorno qui” “Non dire certe cose. È pur sempre nostro fratello. E mio marito. Il Signore ci ha uniti in un solo corpo e una sola anima. E un mese prima che accadesse io ho…” “Tu non hai fatto niente Nerissa. Eravamo due ragazzi. Se c’è qualcuno da incolpare, incolpa me. Ero un ragazzo con le voglie e l’impeto che hanno i ragazzi. Tu sei sempre stata così… Pura e candida, come un angelo del paradiso. Saresti stata una suora più che devota se nostro padre te lo avesse permesso. Incolpa il desiderio di uno sciocco ragazzo. Tu sei senza peccato”. Ora sono io che ho le guance rigate. Mi sorride: “Nessuno è senza peccato, fratello. Quella notte ci siamo macchiati entrambi di quel… dolce, dolcissimo peccato. La cosa peggiore è che so che non mi verrà mai perdonato. Perché io non mi pentirò mai di averlo commesso” “Nerissa…” “Ma come hai detto tu eravamo due ragazzi. Io ora sono moglie e madre. E tu un cavalier consacrato” “Esatto. E come guardia reale ho giurato che passerò la mia vita a difendere e proteggere i membri della famiglia reale”. La sua mano delicata scende e tira fuori un fazzoletto di seta. In punta di piedi si alza per asciugarmi le lacrime. È come se un balsamo lavasse via le mie ansie e i miei dolori. Mi sento come un uomo che muore di sete a cui viene data acqua di fonte. E so di cosa sto parlando perché sono stato per mesi chiuso in una gabbia nella torrida Sicilia.  Anche se dura un attimo e il suo tocco è lieve come una farfalla provo la stessa gioia che provai dieci anni fa quando mi donò i suoi baci e le sue carezze. Ti amo Nerissa. E farò di tutto per proteggere te e nostro figlio Daeronio.

 

 

NdA

L’Au non c’è tantissimo se non per un l’uso della geografia italiana per Westeros. In questo caso Roma è Approdo del Re e la Sicilia Dorne. La Basilica di SanPietro è il Grande Tempio di Baelor e Venezia è Braavos.

 Amone e Nerissa esistono davvero come nomi, per gli altri nomi Targaryen ho cercato di italianizzarli con qualche vocale finale.

Ho mantenuto che l’incesto tra Targaryen sia considerato normale anche se siamo in AU con il cattolicesimo. Nerissa è più preoccupata perché lo hanno commesso al di fuori del matrimonio.

Ho immaginato questa scena durante il regno di Baelor il Benedetto poco dopo la pace con Dorne.

C’è sempre stata controversia su chi fosse il vero padre di Daeron e io credo alla teoria che fosse Aemon e lo abbia concepito con Naerys subito prima che lei fosse obbligata a sposare Aegon.

Ho messo la parte della “mora figlia del doge” perché Aegon ha avuto una relazione con la Perla Nera, figlia del Signore del Mare di Braavos.

Lo so che questo amore incestuoso può sembrare un po’ controverso, ma sono Targaryen nella loro ottica è normale.

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Capitolo 5
*** Bromance ***


Bromance

Bromance

 

210 d.C. (dopo la Conquista di Aegon)

 

La pelle bagnata gli viene investita dai raggi del sole di Dorne. Dunk è sdraiato a petto nudo con le mani dietro la testa e gli occhi chiusi. ‘Resto qui solo il tempo che mi asciugo poi ripartiamo’, pensa, ma la calura del pomeriggio lo investe di una sonnolenza così piacevole. “Sir ho finito di strigliare Tuono”, dice una vocetta squillante, “Ho finito o c’è altro che devo fare?” “No, credo che per ora basti. Ma con quel tono che hai usato meriteresti una sberla sull’orecchio”. Il suo scudiero Egg si scusa frettoloso poi si toglie la tunica e corre a gettarsi nelle acque del fiume. Dopo poco si sdraia accanto a Dunk imitandone la posizione. La pelle del bambino ormai si è abbronzata di una bella sfumatura dorata, non come quella di Dunk che al massimo diventa rossa ciliegia.

I due stanno fermi senza dire niente, gli unici suoni sono il lento scorrere del Sangue Verde e i nitriti sporadici di Tuono.

 “Sir?”, mormora ad un certo punto Egg. “Mh, che c’è?”, mugugna Dunk quasi lasciatosi andare al sonno. “Se poteste essere un animale cosa vorreste essere?”Come fanno a venirgli in mente certe domande? A Dunk nemmeno quando era bambino a sua volta venivano certe idee. Quando sei impegnato a lottare tra le strade per il cibo hai poco tempo per pensare a certe fantasticherie. “Un cavallo”, risponde secco. “Davvero sir?” “Certo. Così continuerei a gareggiare nei tornei” “Sì, ma dovreste portarvi sempre qualcuno in groppa. O potreste essere un castrone. E se vi si rompeste una gamba finireste in pentola” “Oh”, a questo Dunk non aveva pensato, “Vabbè te che vorresti essere?” “Un drago!”, risponde subito che Egg che attendeva la domanda. “Potrei volare in alto e andare dove voglio. E se qualcuno provasse a fermarmi lo ridurrei in cenere”, dice con gli occhi blu quasi violacei che osservano il cielo.

Altri attimi di silenzio. “Forse mio fratello Aemon troverà un modo per far schiudere le nostre uova e un drago vero lo avrò”, continua il bambino, “Quando è partito ha detto che voleva farsi l’anello di acciaio di Valyria e imparare le arti arcane”. Dunk annuisce tenendo gli occhi chiusi. “Credo che vi piacerà Aemon quando lo vediamo a Vecchia Citta, sir. È la persona più intelligente che abbia mai visto” “Ha la lingua lunga come te?” “No, sir. Lui parla sempre piano e poco. Perlomeno quando non è con me”. Egg non lo vede da quasi due anni ormai e gli manca molto.

 “Se vi avanzasse un uovo di drago, ne schiudereste uno anche a me?”. Egg ci pensa un attimo. “Sì, sir”, decide. “Bene. Mi addormento due minuti svegliami altrimenti arrostisco” “Certo, sir”.

 

Dunk si sveglia di soprassalto avvolto dal freddo. Ci mette un attimo a realizzare cos’è successo poi vede Egg che sorride tenendo in mano un secchio vuoto. “Non vi svegliavate. Così ho pensato di ricorrere a misure estreme”. Dunk scuote via i capelli bagnati dal viso e lo guarda in silenzio. Gli occhi blu scuro di Egg si spalancano. Il monello molla il secchio e corre veloce verso l’acqua. Dunk si alza e le sue lunghe gambe glielo fanno raggiungere presto. Facilmente con un solo braccio afferra un Egg urlante e gli getta la testa sott’acqua un paio di volte. Lo ritira su che boccheggia e con voce pacata esige: “Chiedi perdono” “Ho solo fatto quello che mi avete chiesto, sir”, risponde lui con la sua solita spavalderia. Dunk sospira e lo mette sotto qualche altro secondo. “Chiedi perdono o continuo” “Mai!”, splash. Dopo altri tre tentativi Egg implora perdono e Dunk lo fa ricadere in acqua. Sorridendo si gira per uscire, ma lo scudiero che brama vendetta gli artiglia il tronco. Cominciano a giocare nell’acqua con Egg che tenta ostinatamente di affogarlo, ma finisce regolarmente con la testa rasata sott’acqua.

 Quando escono, il sole sta tramontando. Sono stremati entrambi e Dunk sente le prime avvisaglie delle scottature che lo tormenteranno stanotte. Ma ne valgono la pena. Erano anni che non rideva e si divertiva così. Non ti affezionare Dunk. Questo principino tra qualche anno potrebbe ripudiarti come se non ti avesse mai conosciuto. Anche se è la prima famiglia che hai da dopo sir Arlan, non sei lo stesso per Aegon: lui ha la sua. Tu sei solo Dunk di Fondo delle Pulci.

 “Sir”, dice Egg mentre si rimette la tunica, “Credo anche voi piacerete a Aemon. Vedrà quanto piacete a me”

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Capitolo 6
*** Moneta ***


Moneta

Moneta

 

171 d.C. (dopo la Conquista di Aegon)

 

Mi accarezza la pelle nuda e scura. “Dopo di lui, tu sei il prossimo” “Mpfh. Papà sogna da quattordici anni di sedere su quel trono. Probabilmente non lo mollerà per altrettanti anni”, si lamenta. “E tu lo sogni da quando sei nato. Mi ricordo quando dieci anni fa sbarcasti qui e già ne parlavi” “Ero giovane a quel tempo”. Si tira su dal letto e si afferra il ventre molle e peloso. I trentacinque anni non stanno avendo un bell’effetto su di lui. Quando decisi di possederlo la prima volta era l’avvenente principe occidentale delle fiabe: tratti valyriani, il ventre piatto e i fianchi insaziabili. Ora è un mediocre ometto con la pancetta e una barba che tenta di coprire la faccia che si gonfia. Ma nonostante ciò è comunque padre di due mie figlie e un figlio.

“Come faccio a sapere che è mio?”, ha borbottato quando gliel’ho mostrato appena è entrato nel palazzo, “Bellegere, noi due siamo uguali. I nostri cuori battono l’uno per l’altra anche quando il mare ci divide, ma i nostri corpi…Quelli hanno bisogno di continuo svago. Te l’ho detto pure su Bellenora e Narnha: non posso sapere se siano figlie mie” “Questo credo che sia tuo per forza”, ho sorriso maliziosamente mentre toglievo la cuffietta a Balerion. Gli occhi di Aegon si sono illuminati alla vista dei capelli color platino. Fanno un contrasto curioso sul mio bambino brunetto. Ha preso il pupo in braccio cullandolo con un’espressione ebete.

Mentre stava qui il suo devoto cugino si è ucciso da solo, digiunando in quel tempio costoso che ha insistito tanto per costruire. Far spendere tutti quei soldi in quel modo. Non c’è da stupirsi che Aegon sia venuto a chiedere prestiti alla Banca di Ferro. Quello e a rivedere la sua Perla Nera: me. Ma ora deve tornare per l’incoronazione di suo padre.

“Forse è meglio così. Mio padre è stato Primo Cavaliere per più di dieci anni. Praticamente gli mancava solo la corona per essere re. Sarebbe ora che avessimo di nuovo un buon sovrano” “Sarà davvero un buon sovrano?”, gli sussurro accarezzandogli le spalle nude, “È rimasto impassibile mentre quel tuo triste zio ha lasciato morire la forza della vostra casata: i draghi. E ha sostenuto i suoi due folli figli, quando hanno preso il trono a loro volta. Uno, un ragazzino che voleva giocare alla guerra e l’altro un pio idiota soggiogato dai vostri frigidi Sette” “Ricordati che è per via di quel frigido idiota che sono venuto a Braavos e ti ho incontrata”, dice cercando di darmi un bacio con quella barba sporca di cibo. Mi ritraggo e continuo: “Tuo padre ha cinquant’anni. A quell’età un uomo diventa fragile”. Si scurisce in volto. “Cosa stai insinuando?” “Valar morghulis. Tutti gli uomini devono morire” “Sei impazzita Bellegere! È di mio padre che stiamo parlando”, dice mentre si riveste infastidito. Poi domanda: “Come mai tutto questo improvviso interesse per la politica estera?” “Tu prima non avevi un erede maschio, ma ora con Balerion ce lo hai” “Oh, è per questo. Il Signore del Mare, tuo padre, vuole un nipotino sul Trono di Spade. Io ho già un figlio!” “Davvero?”. Mi fulmina: “Non starai insinuando?” “Non insinuo niente. Ma anche tu hai tuoi dubbi su chi sia veramente il padre di Daeron. E la tua fragile moglie non ha fatto altro che darti gravidanze non portate a termine o figli morti dopo di lui. Invece mio figlio è forte. Nelle sue vene scorre il sangue di Valyria e delle Isole dell’Estate. Vorresti che la tua eredità andasse a quel gracile di Daeron e alla dorniana sua moglie?”. Aegon si tormenta la barba: “Beh, sì in effetti…” Sta cedendo. “Ma è assurdo. Mio padre è un uomo intelligente. Trovare un modo per ucciderlo sarebbe troppo rischioso. E se risalissero a me…Solo la Barriera mi salverebbe. E tu sai che non posso vivere senza almeno una donna nel letto ogni notte” “Lo so bene, principino mio. Ma non crucciarti. Sai, nelle tue visite qui nella Città Nascosta c’è un edificio in cui ancora non ti ho fatto entrare”

 

La porta si staglia alta. Legno di albero diga pallido da un lato e ebano dall’altro, come i capelli e la pelle di nostro figlio. Saliamo i gradini della Casa del Bianco e del Nero insieme, ma poco prima di toccare i battenti lui si ferma. “Belle, non posso. Non riesco a fare una scelta del genere”. No! Non rinunciare adesso. Tiro fuori una moneta di Volantis dalla tasca. Su un lato una corona, dall’altro un teschio. “Lascia che sia la sorte a farlo per te allora, mio principe”. Il metallo scintilla colpito dalla luna mentre sale in aria per poi ricadere nel mio palmo. Lo guardo negli occhi e gli porgo il pugno chiuso. Aegon con la fronte che suda schiude le mie dita marroni con le sue pallide. Un teschio.

 

NdA

Il regno di Viserys II è durato meno di un anno. Alcuni sospettano che sia stato suo figlio Aegon poi divenuto Aegon il Mediocre ha accelerarne la dipartita. Mi sono immaginato uno dei possibili modi in cui la cosa sia avvenuta.

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Capitolo 7
*** Rare ship ***


Sansedric corretta

Rare ship

 

Lo vedo che passa tra le tende attorniato da uomini del Nord. L’uomo da cui prendo il nomignolo: Ned. È diverso da come me lo aspettavo.

Dovrei andare a parlargli. Ma cosa potrei mai dirgli? ‘So che hai amato mia zia Ashara e lei si è buttata nel mare per questo, ma la mia famiglia di non tiene alcun rancore. Guarda mi chiamano come te’. Oppure: ‘Grazie di averci riportato la spada Alba, dopo aver ucciso zio Arthur. Così un giorno forse Spada dell’Alba potrò diventarci io’.

Troppo tardi, Eddard Stark scompare in lontananza. Strano che se ne vada dal torneo in suo onore, ma suppongo che la vita di un Primo Cavaliere sia molto piena.

Finisco di ripulire e mettere a posto l’armatura di lord Beric. Quel Thoros di Myr lo ha disarcionato solo perché non stava cavalcando Saetta. Se quel cavaliere non l’avesse ferita stamattina lei e lord Beric avrebbero vinto perlomeno il secondo posto.

Appena ho finito corro per vedere le ultime quintane di oggi. Riesco a trovare un posto ai piedi della balconata accanto a Olyvar, uno dei nostri uomini, e cerco di capire a chi tocchi. E poi la vedo: la creatura più bella che abbia mai guardato. Indossa un abito verde. Il suo viso è candido e perfetto. Gli occhi azzurri le si illuminano mentre guarda i cavalieri sfilare. I suoi capelli sono lunghi e rossi come il tramonto. Rimango incantato a guardarla e non mi rendo conto che i cavalli sono partiti fino a che, con uno schianto, il Cavaliere di Fiori non manda a terra il figlio di Lord Royce. Quel subdolo Tyrell lo ha disarcionato rompendogli una gamba. Ma non sento le grida di Royce. Riesco solo a guardare quella misteriosa fanciulla. Sir Loras si toglie l’elmo e fa quel teatrino di lanciare una rosa a una delle signore. Ha un mantello pieno di rose bianche ma questa volta ne tira fuori una rossa. Comincia ad avvicinarsi alla balconata per…Oh no, è andato proprio dalla mia fanciulla sconosciuta. “Dolce lady, la bellezza di una vittoria sul campo non è nemmeno la metà della tua bellezza”*, le dice porgendole la rosa. La fanciulla timidamente allunga la mano… e la prende! Ora se la sta portando al viso e sorride aspirandone il profumo.

Mi volto verso Olyvar e sussurro: “C-chi è quella ragazza?” “Cosa Ned?”, chiede Olyvar che stava discutendo su chi puntare domani. “Quella a cui sir Loras ha dato la rosa rossa. Chi è?”. Olyvar si volta a guardarla: “Ah, quella dev’essere la figlia di lord Eddard: Sansa Stark”. La guardo ancora più rapito. Il cuore mi batte come non ha mai fatto prima.“È promessa a quel verme del principe Joffrey”. Il mio cuore si ferma.

 

Tengo alto il vessillo di lord Beric: nero con il fulmine viola che lo attraversa. Il Primo Cavaliere ci ha inviati a catturare la Montagna che cavalca. Tremo al solo pensiero. Quell’omone ha tagliato la testa del suo cavallo con un solo colpo di spada al torneo.

Devo farmi coraggio. Sono Edric Dayne, lord di Stelle del Tramonto. Anche se solo come scudiero, farò onore alla mia casata. Mi volto un attimo per guardare un’ultima volta i portali della Fortezza Rossa, ed eccola. Lady Sansa sta sulle mure e tira su il collo per vedermi partire. Non sono sciocco, lo so che non sta lì per me. Ma almeno mi ha donato un’ultima visione a cui aggrapparmi. Lord Beric mi ordina di rimettermi in riga così mi volto. Addio lady Stark. Chissà se un giorno ti rivedrò.

 

*Tratto da: “Il Trono di Spade”

NdA

Questa volta torniamo alla saga principale ma con Ned Dayne che io shippo da morire con Sansa. Insomma non che abbia bisogno di un uomo. Ma Edrci mi sembra l’unico “vero amore” papabile per lei.

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Capitolo 8
*** Portafortuna ***


Portafortuna

Porta Fortuna

 

Elinor

 

Mi prende per mano e mi conduce correndo tra gli alberi del Bosco del Re. Indossa un mantello giallo con tante piccole formiche di rame ricamate sopra: il simbolo della sua casata. Al collo porta ancora il mio favore. “Alyn non dovremmo allontanarci troppo. Maergery si preoccuperà” “Tua cugina può smetterla di farti da balia per una mezz’ora. E poi finché sei con me non hai nulla da temere, mia lady”. Do un’ultima occhiata al seguito reale e poi ridendo lo seguo nella foresta.

Corriamo a perdifiato finché non sbuchiamo in una radura dove un piccolo ruscello si getta in una pozza dalle acque chiare. Il lieve scrosciare dell’acqua, il cinguettare degli uccelli… “Oh Alyn, è bellissimo” “Sapevo ti sarebbe piaciuto”, dice mentre si slaccia il mantello e lo stende sull’erba affinché possiamo sdraiarci. Mi volto a guardare il mio promesso sposo. È alto anche se un po’ secco, i corti capelli neri gli si sono spettinati lungo la corsa. Mi avvicino e glieli sistemo. Mi bacia. Non è la prima volta che lo fa. Non è neanche il primo o l’unico ragazzo che ho baciato. Insomma siamo promessi mica sposati. La Fortezza Rossa pulula di cavalieri e scudieri che non vedrebbero l’ora di… “cogliere” una rosellina Tyrell come me. Non che glielo lasci fare. Ma a donargli un piccolo sbuffo di aroma non c’è niente di male, giusto?

Siamo sul suo mantello e ci rotoliamo lentamente l’uno sull’altra. La gonna mi si stropiccerà tutta. Alyn è molto vorace oggi. Di queste piccole sessioni che abbiamo avuto in qualche anfratto del castello questa è la più bella. Improvvisamente sento la sua mano che scende sotto la mia gonna e mi accarezza la coscia. Mi stacco dai suoi baci: “Alyn, no. Non possiamo” “Oh andiamo. Tra poco sarai mia moglie” “Solo quando ti sarai guadagnato gli speroni e non sappiamo quanto ‘poco’ ci manchi a quello”. Si passa nervoso la lingua sulle labbra. “Avanti Eli. Non sappiamo quando l’esercito di lord Mace dovrà lasciare la capitale. Se succedesse non potremo più rivederci per mesi, forse anni”. Mi mordicchio il labbro indecisa. “E poi volevo che la nostra prima volta fosse speciale. Sai, non come la prima notte di nozze con tutti gli invitati che ci spogliano e urlano fuori dalla camera da letto. Volevo fosse qui. Ci siamo passati con le truppe mentre andavamo alla Battaglia delle Acque Nere. E ho subito pensato che sarebbe stato perfetto per noi due”. Il cuore mi batte forte: “Ma… Ma se poi rimanes-“ “Mi tirerò fuori prima che… Succeda”, dice arrossendo. Tiro su lo sguardo verso la volta di rami sopra di noi. Accidenti non dovremmo. Ma è tutto così perfetto, sembra una delle ballate dei cantastorie. Lo bacio e lentamente gli prendo la mano portandola sotto la gonna. “Ma solo questa volta”, sussurro prima di slacciargli il farsetto.

 

Alyn

Guardo la mia Elinor: la mia futura sposa. È così bella. Il sole le danza sui capelli castani mentre corre con le sue cugine nel parco degli dei. Gli occhi di miele le scintillano ogni volta che sorride.

Porto la mano al collo dove tengo il suo pegno d’amore. Quante volte nell’accampamento ho passato le notti ha guardare quel quadrato di stoffa verde e a pensare a lei.  La battaglia è stata terribile, ma al grido di “Elinor!” sono corso contro l’esercito di Stannis senza alcun timore. Ora ho ucciso per la prima volta e fatto l’amore per la prima volta: sono un uomo a tutti gli effetti.

Nella prossima battaglia mi distinguerò e di certo mi faranno cavaliere. Allora potremo amarci come marito e moglie senza più nasconderci. Nonostante ciò che aveva detto Elinor, quella nel bosco non è stata l’ultima volta. Non può resistere al mio ardore. Non appena possiamo, ci intrufoliamo negli appartamenti suoi e della regina Maergery, oppure in qualche stanza nascosta del castello. Una volta abbiamo trovato una cripta piena di teschi di drago. Elinor ha sobbalzato e si è aggrapata a me quando le torce hanno illuminato le ossa nere. “Tranquilla, sarò il tuo Serwin dallo Scudo a Specchio”, le ho sussurato.

Ci rimangono pochi giorni. Presto partirò con lord Mace alla volta di Capo Tempesta. Ma non ho nulla da temere finché ho il portafortuna di Elinor.

 

 

Elinor

 

Mi rigiro nel letto. Alyn è partito insieme a zio Mace per andare ad assediare Capo Tempesta, ma non è quello che mi tiene sveglia. È quello che abbiamo fatto prima che partisse. Siamo stati talmente frettolosi che… Non ha fatto in tempo a uscire. Ora cosa faccio? Se per caso dovessi dare alla luce un bastardo per me sarebbe la fine. Gli occhi cominciano a bagnarmisi. Che stupida sono stata. Stupida, stupida, stupida! Maergery si muove accanto me. “Mh… Elinor cosa c’è? Ti rigiri come se il materasso fosse imbottito di sassi”. Mi scappa un singhiozzo. “Oh tesoro. Cosa ti è successo? Vieni qui”. Mi abbraccia e mi accarezza i capelli mentre soffoco il pianto sul suo petto. “Va tutto bene Eli. Qualunque cosa sia successa la sistemeremo vedrai”

Dopo che mi sono sfogata mi prende per le spalle e mi guarda. “Ora fai un bel respiro e dimmi cos’è successo?”

 

Il tè della luna non aveva un cattivo sapore. Maergery l’ha chiesto al maestro Pycelle con la massima segretezza. Devo stare tranquilla ora. È il Giorno della Fanciulla e visto che in teoria siamo tutte vergini, stiamo andando a rendere grazie nel Grande Tempio. Tutto andrà bene. Quando Alyn tornerà forse potremo sposarci qua dentro.

Le septe però ci guardano in un modo strano.

 

NdA

Elinor è stata catturata dall’Alto Passero e accusata insieme a Maergery di fornicazione. Ora aspetta insieme a lei il processo. Chissà cosa succederà a questi due piccioncini? Elinor verrà giudicata colpevole e affronterà il cammino del supplizio.? Alyn combatterà contro il Credo Militante e al grido di “Elinor!”, salverà la sua bella? Forse il portafortuna funzionerà davvero, oppure no.

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Capitolo 9
*** Fake Relationship ***


Fake relationship

Fake relationship

 

114 d.C. (dopo la Conquista di Aegon)

 

La principessa si rigira nervosa uno degli anelli. “Vieni Rhaenyra il ballo sta per iniziare”, la incita Laenor. Sospirando ella gli dà il braccio e insieme si avviano verso il salone.

“Oh dei, questo vestito è fantastico”, esclama Laenor passando i polpastrelli sulla sua manica, “È pizzo di Myr?”. Rhaenrya alza gli occhi al cielo. ‘Non potrebbe essere meno evidente?!’.

Uno stuolo di urla e applausi esplode nella grande sala di Alta Marea quando i neo sposini entrarono tenendosi per mano.

Laenor saluta con la mano e poi se la porta al petto con un’espressione commossa. Rhaenyra invece ribolle di bile. ‘Tre giorni sono passati. Altri quattro e questo stupido teatrino sarà finito’.

Uno stuolo di invitati vuole parlare con loro e Rhaenyra e costretta a sorridere durante il lungo supplizio. “Siete davvero una bella coppia” “Perfetti l’uno per l’altra” “Presto la Fortezza Rossa pullulerà di principini”.

Ad un certo punto compare sir Joffrey Lonmouth. Indossa un farsetto ricamammo con i simboli della sua casata: tante piccole labbra e tanti piccoli teschi. Ha il volto liscio e i capelli castani e sinuosi gli ricadono lunghi sulle spalle. ‘Perlomeno se li sceglie bene’, pensa Rhaenyra. “Principessa. Sir”, dice Joffrey mentre si inchina elegantemente. Laenor esclama: “Oh fa un così strano effetto sentirsi chiamare sir” “Beh non è passato neanche un mese dalla vostra nomina”, dice Joffrey. ‘Ci credo’, pensa arcigna Rhaenyra, ‘Non ha mai tenuto in mano una spada. L’hanno fatto sir solo per dare un titolo anche a lui’. Sir Joffrey sussurra qualcosa all’orecchio di Laenor. Il ventenne ridacchia. “Ehm…Mogliettina, non avertene a male, ma sir Lonmouth ha delle importanti questioni che deve discutere con me. Non ti dispiace se mi assento un attimo” “Fai pure”, così almeno non dovrò sorbirmi tutti gli ospiti che si congratulano con noi. Joffrey e Laenor sgattaiolano via ridacchiando come due ragazzine.

 

Rhaenyra sbuffa e decide di andare a affogare le gioie del matrimonio al tavolo dei vini. Mentre si scola la sesta coppa una ragazza le si avvicina. “Essere sposate a mio fratello fa questo effetto?”, ridacchia Laena. Rhaenyra smette di bere e risponde: “Credo sia il matrimonio in generale, non tuo fratello” “Cugina, so che Laenor non è il sogno di ogni ragazza ma è di animo buono” “Lo so che lo è. Ma non mi fiderei di lui per proteggermi contro un uomo armato” “È solo questo? Guarda che Laenor per quanto non sia un guerriero ha un drago. E uno solo di quelli vale più di mille spade” “Anch’io ho un drago. Non è la sua bravura con la spada, è la sua mancanza di spirito combattente a preoccuparmi. Abbiamo già adesso un re così. Buono ma non forte abbastanza. Ed è per colpa sua che stiamo a questa festa e che ora…”, si porta una mano alla bocca, “E che ora è meglio che corra a prendere aria”

 

Il re in questione cammina con il mecenate della serata: Corlys Velaryon, il Serpente di Mare.“Un matrimonio grandioso Corlys. Non è vero?” “Certo vostra maestà” “Andiamo, ormai siamo consuoceri, chiamami Viserys” “Come preferite” “Un banchetto degno di mio nonno Jhaerys. Questo castello è bellissimo. Tutto marmo di Tarth?” “Sì, e giada e avorio da Essos” “Molto bene. Molto bene. Che bella occasione, ora penso che dopo tanti anni possiamo riappacificarci. Anche se il Concilio ha scelto me come re invece di tua moglie Rhaenys, ora che i nostri figli sono sposati le due linee si sono ricongiunte. La dinastia del drago trionferà per altri cento e più anni!” “Non potevate riassumere meglio Viserys”, sorride forzatamente Corlys. ‘Che uomo piccolo e ridicolo. Se fosse salita Rhaenys al trono, come minimo avremo ammesso Dorne nel reame. O le Stepstones. Invece abbiamo il vecchio grassone ridanciano. Se almeno suo fratello fosse stato il maggiore… Daemon sì che è un uomo e un principe che può definirsi tale’

 

Rhaenyra dopo aver vomitato fuori da una balconata le ultime due coppe di troppo si asciuga la bocca e torna verso la sala. E in quel momento lei le sbarra la strada. “Non sono riuscita a trovarti prima in quel trambusto”, dice con voce velata la regina Alicent: seconda moglie del re e matrigna della principessa. ‘Non mi hai trovata perché ti ho evitata tutta la sera brutta strega’.

“Spero che gradirai il mio dono di nozze” “Cos’è, una cesta piena di serpi?” “No figliola, è una culla in avorio per i vostri futuri figli. Anche se forse, visti i gusti di tuo marito, avresti gradito di più un fallo in avorio. Per tenerti compagnia la notte” “Chiamami figliola un’altra volta e ti farò divorare da Syrax”. Alicent sorride: “Se avessi acconsentito a sposare il mio Aegon a quest’ora staresti con un uomo che ti darebbe davvero dei figli. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso” “Se avessi sposato quel bambino dubito che ad oggi avremmo fatto molto in camera da letto. Ma stai pur certa che mai e poi mai lascerò che la tua orrenda progenie salga al trono” “Come vuoi cara. Ma la legge ha stabilito che una donna non potrà mai salire sul Trono di Spade” “Nel Grande Concilio, che ha fatto re mio padre, il candidato per linea femminile era Laenor. Con un figlio nostro il problema della successione è risolto” “Ma prima un figlio bisogna concepirlo”, le sussurra Alicent per poi andarsene. Rhaenyra sbuffa infuriata. Vorrebbe darle fuoco. Vorrebbe urlare. Vorrebbe… Accidenti aveva ragione sul fallo d’avorio. Una bella scopata sarebbe proprio quello che ci vorrebbe in questo momento.

“I miei omaggi vostra altezza”, sente dire alle sue spalle. Si volta e trova sir Strong: “Felicitazioni e figli maschi”, dice il cavaliere. Alto due metri, massiccio, con una barba folta e nera. Rhaenyra sorride. Quella sporadica notte dopo il diverbio con sir Criston era stata una trombata per gelosia, tristezza e ira. E voleva che restasse sporadica. Ma in questo momento si sente così gelosa, triste e soprattutto arrabbiata. “Seguimi senza farti notare”, gli dice mentre esce.

 

“Ancora non ci credo che sarai re Laele”, sussurra Joffrey a Laenor mentre camminano nel parco degli dei. “Beh si spera non ancora per qualche anno”, risponde Laenor.

 “Re Laenor primo Velaryon. Dovranno cambiare tutti i vessilli alla Fortezza Rossa” “Meglio. Il nero dei Targaryen è così tetro. Il verde acqua marina è molto più raffinato”

“Oh quanto mi sei mancato in questi giorni. Costretto a stare nel letto con quella vipera”

“Joff non essere geloso”

 “Vorrei solo un momento per stare noi due da soli, senza che nessuno ci veda. Prendiamo il mio cavallo”

 “Sei matto! Per almeno questa settimana dobbiamo essere discreti. E poi dove vorresti andare? C’è l’alta marea, il castello e isolato da tutto”

 “Accidenti, hai ragione”. Laenor lo guardò compassionevole. Il suo bel Cavaliere dei Baci. “O che gli estranei se li portino tutti quanti alla dannazione. Vieni” “Ma hai appena detto… Il passaggio è allagato come facciamo?”

 

Poco dopo Mare Fumante sta sorvolando le acque di Driftmark. Vola talmente basso che le zampe sfiorano l’acqua e le ali mandano spruzzi salati sui due giovani uomini. La luna risplende sulle squame argento e grigie mentre il drago li porta su un piccolo scoglio dove sono stati altre volte.

 

Dopo un’ora di passione i due tornano sul drago. Mentre volano però ad un certo punto Joffrey grida: “Laele attento!” Una sagoma gialla per poco non li investe. “Yuuhu!”, grida Rhaenyra a bordo di Syrax. Il grosso Harwin Strong invece grida di terrore. Il cavaliere Rompiossa ora teme di rompersi le sue di ossa. Scorge l’altro drago e si mette a gridare aiuto: “Sir, aiutateci. È ubriaca ci farà schiantare” “NON SONO UBRIACA! Guarda so fare anche il giro della morte”. Con un colpo di talloni il drago Syrax compie una giravolta in aria. Rhaenyra per fortuna è legata alla sella, ma Harwin precipita con un grido poco virile. “Oh per la misera!”, esclama Laenor. Poi con un colpo veloce di frusta fa salire Mare Fumante per acchiappare in tempo sir Strong. Il povero drago fa come gli è stato detto ma vista la velocità l’unico modo con cui riesce a prendere il cavaliere è… con la bocca. Harwin all’inizio è sollevato di non cadere più ma poi si rende conto di stare nelle fauci viscide del drago. Grida sommesse si sentono dalla bocca della bestia. “Non vi preoccupate sir”, grida Laenor cercando di farsi sentire, “Non morde mai, è buonissimo. Lasciatemi atterrare che vi tiro fuori”.

Rhaenyra intanto si è accorta dell’assenza di Harwin. Presa dall’ansia guarda freneticamente in basso fino a che non scorge le sue gambe tra le fauci di Mare Infuocato. “Tuuuu!”, grida infiammata la principessa. Con un ruggito Syrax scende verso l’altro drago. “Lurido sodomita! Non ti basta avermi sposato. Vuoi pure togliermi i piaceri con i veri uomini”. Laenor guarda le gambe di Harwin e capisce il fraintendimento. “Oh no, tesoro. Non è come pensi. Sir Ha-“ “ZITTO! Visto che mi hai portato via il mio diletto io porterò via il tuo!”. Joffrey deglutisce. Gli artigli di Syrax scattano e il Cavaliere dei Baci viene strappato dalla groppa di Mare Fumante. “Joffrey!”, grida Laenor portandosi una mano alla bocca.

Laenor li insegue più velocemente che può. Harwin continua a essere sballottato in bocca al drago.

Syrax si staglia alto contro la luna. Joffrey tenta di spiegare la situazione a Rhaenyra ma gli artigli gli stringono il torace e gli mozzano il fiato. “Forse i teschi sono la parte del tuo stemma che ti si addice di più”, dice sorridendo la principessa per poi far mollare al drago la presa.

Laenor che era quasi arrivato vede Joffrey cadere e dà un colpo di frusta fortissimo per far scendere Mare Fumante in picchiata. Il drago ruggisce di dolore per il comando improvviso e sir Strong vola fuori dalla bocca. Il cavaliere sale in alto di qualche metro e si ritrova faccia a faccia con Rhaenyra. “Mia diletta prendimi, prendimi, prendimi” “Voi uomini pensate solo a una cosa” “No RhaenyraaaAAAh!”, grida mentre ricade verso il basso. Solo in quel momento Rahenyra realizza la situazione è si getta pure lei in picchiata per salvare il suo amato. I due cavalieri di drago scendono a tutta velocità ma i due uomini sono sempre qualche metro più giù. Ormai l’acqua li sta per inghiottire. Un enorme mare di scaglie si apre sotto i due uomini. Il vecchio drago Vaghar sebbene lento li ha visti in tempo. Scivolando sulle membrane delle sue ali i due cavalieri cadono sulla sella accanto a Laena Velaryon. “Non potevate tenervelo nei pantaloni perlomeno questa settimana”, commenta la Velaryon mentre ritorna verso iI castello. Rhaenyra e Laenor le si accostano con i draghi più piccoli. “Oh Laena, grazie. Non saprò mai come ricompensarti”, mormora Laenor. “Sì”, concorda Rhaenyra, “Subito dopo che avrò arrostito tuo fratello ti dono un castello” “Tornate alla festa e comportatevi da brava coppia. Questo vuol dire niente arrostimenti” “Ma questo invertito voleva uccidere Harwin”, dice Rahenyra fulminando Laenor con lo sguardo. “No principessa. Mi stava salvando quando sono caduto dal tuo giro della morte”, dice harwin ripulendosi dalla saliva di drago. Rhaenyra arrossisce: “Beh, possiamo considerare questo come il nostro primo litigio. Haha”, ride nervosamente, “Scusa Joffrey” “Oh e di che”, dice Joffrey risistemandosi la chioma. “Dura essere l’amante di un reale, vero?”, gli dice Strong. “È una benedizione e una maledizione”, concorda il Cavaliere dei Baci.

“Secondo voi avranno notato la nostra assenza”, dice Laenor premendosi le dita sulle labbra. “Tranquilli”, li rassicura Laena, “Gli ho detto che stavamo per fare uno spettacolo pirotecnico col fuoco di drago. Molliamo i vostri donzelli e facciamo qualche giravolta. Non capirò mai l’amore. Le persone diventano talmente idiote quando sono innamorate”

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Capitolo 10
*** Bodyswap ***


Bodyswap corretta

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193 d.C. (dopo la Conquista)

 

Mi sveglio confusa. Come quando ti svegli da un lungo sogno ma non ti ricordi più dove ti trovi. Solo che qui la sensazione resta. Mi stropiccio nervosa i miei lunghi capelli biondi e il viso liscio per svegliarmi. Poi mi gratto il petto… Non ci sono? Le mie tette sono scomparse. Grido di spavento e esce una voce bassa e rauca dalla mia gola. Ma cosa? Sono nuda nel letto, o perlomeno questo corpo lo è. Sento qualcosa tra le gambe ma voglio sperare che non sia… Sollevo le lenzuola. Oddio lo è.

Sto ancora sognando? È una stregoneria? Cosa è successo?! Scendo dal letto e mi rendo conto di stare in un padiglione. La tela è dorata. Ad un certo punto l’entrata della tenda si scosta. Un ragazzo con tono affrettato parla, ma non capisco niente. Deve essere un accento delle Città Libere. Annuisco confusa e questo lo manda via. Dove sono finita? E soprattutto, chi sono?

 

*

 

Mi alzo come se avessi preso una botta in testa. Mi sembra di affondare nel letto per quanto sia morbido. Sento russare accanto a me! Mi volto e vedo un omone grasso con la barba nera incrostata di vomito. Le natiche grosse e pelose stanno al vento. Abbiamo fatto qualcosa? Mi porto una mano al petto ed è in quel momento che le sento. Ho le tette? Un momento, questa non è la mia tenda. Questa stanza è… Su uno scudo vedo il cervo incoronato, su un arazzo il leone dorato. Mi alzo dal letto, porto addosso una camicia da notte di seta. Corro verso uno specchio con una cornice dorata e… Oh per Yndros del Tramonto, sono una donna. E che donna! E se ho capito bene dove sono allora… Non sono solo una donna, sono una regina. Sono Cersei Lannister.

Come diavolo è possibile tutto questo? Che sia un sogno o… Poco importa. Lysono Maar, sei una bellissima donna bionda, puoi divertirti un po’. Esploro la stanza e trovo il guarda roba reale: pizzi di Myr, sete di Yi-Ti… Ho sempre sognato di potermi permettere certi abiti. Trovo anche gioielli fantastici. Dopo vari cambi e giravolte davanti allo specchio, mentre quello che dev’essere Robert Baratheon continua a ronfare, trovo la combinazione che cerco. Indosso un vestito color ametista con le spalle scoperte, una collana di pietre di luna mi circonda il collo e fa risaltare la scollatura, vari opali e ametiste incorniciati d’oro mi gocciolano dalle orecchie.

Una compagnia di mercenari non è un buon posto per vestirsi da donna. Insomma sono diventato da poco maestro delle spie e non voglio essere sminuito perché mi piacciono i gioielli e le sete profumate. Sono sempre un uomo non una donna. Infatti queste cose che mi ballonzolano sul petto non mi fanno impazzire, ma il resto del mio aspetto e favoloso.

Bussano alla porta e istintivamente mi metto in agitazione come le poche sere in cui provo di nascosto gli abiti nella mia tenda. Ma poi realizzo che per Cersei Lannister questo è un abito normale. “Avanti”, dico in perfetta lingua comune. Sono un maestro di spionaggio dopotutto. Cersei ha la voce come il miele. Entra un cavaliere della guardia reale. A giudicare dai capelli e biondi e il viso strappa cuori, questo dev’essere nientemeno che lo Sterminatore di Re. “Cersei come mai…”, si interrompe appena mi vede. Sorrido e faccio una piroetta. “Sto bene stamattina, fratello?” “Stai splendidamente”, dice lui. Dalla sua espressione sembrerebbe quasi che mi voglia scopare, ma è impossibile e suo fratello gemello. “Cosa volevi chiedermi?”, gli domandò facendogli sollevare lo sguardo. “Oh, sì. Volevo chiederti perché ci mettevi tanto ad alzarti. Ma ora mi sembra chiarissimo” “Grazie ne sono molto fiero. Fiera! Ne sono molto fiera” “Ti accompagno alla sala del trono. Jon Arryn tra poco riceverà i sudditi. Robert dorme ancora?” “Sì come un sasso”. Lancia un’occhiata alla porta chiusa: “Allora fammi rubare questo prima di andare”. Come un lampo mi è addosso e… Mi bacia. Allora avevo ragione! Oh per tutte le meretrici di Lys: Cersei Lannister scopa col fratello. Questa notizia è oro colato.

 

*

 

Mi sono vestita e sono pronta per incontrare chiunque ci sia qui intorno. Questo strano individuo oltre che agli abiti maschili aveva anche qualche vestito da donna. Che abbia una concubina? Poco importa. Esco indossando alti stivali, un mantello purpureo, brache di tela e un farsetto di cuoio. È così bello non dover portare corsetti che mozzano il fiato e gonne lunghe con cui bisogna camminare alla velocità di una lumaca. Mi sono infilata una daga nella cintura per buona misura. Prendo un bel respiro e esco dalla tenda.

Sono in un accampamento militare. Sento il puzzo di uomini, cavalli, fucine e un leggero aroma di prostituta. Le tende accanto alla mia sono tutte oro. Bene, vuol dire che ho una posizione importante. Il padiglione più grande poi ha sul pinnacolo dei teschi dorati. Mi è tutto chiaro adesso, sono nella Compagnia Dorata. Accidenti non mi ricordo dove dovrebbero essere di stanza adesso. A Essos le guerre sbocciano e appassiscono veloci come fiori. Però perlomeno dovrei trovare qualcuno che parli la lingua comune, la maggior parte di esiliati dal Continente Occidentale finisce qui. Decido di esplorare l’accampamento.

Mentre cammino mi sento così leggera. Nessuno mi sta guardando il didietro o le tette, nessuno si inchina. Qualcuno si volta a guardarmi ma per la maggior parte delle persone sono anonima.

Non mi sembra una menzogna che dicano che questa sia la miglior compagnia di mercenari di Essos. Questo non è uno squallido accampamento, qui tutti sono ben equipaggiati e disciplinati. Poi i miei occhi si posano su una meraviglia. Non ho mai visto niente di simile, è…Un elefante. Il pachiderma barrisce e scuote le possenti zanne. Mentre sono lì impalata una mano mi afferra il braccio. “Lysono, si può sapere dov’eri?”, mi sibila un uomo appena sulla trentina, “Cuore nero ha convocato tutti i sergenti almeno un’ora fa, muoviti”. Per fortuna parla la lingua comune, così rispondo: “Sì certo scusami” “Non devi scusarti con me ma con lui. Non hai nemmeno i bracciali addosso. Vabbè per questa volta non fa niente, non possiamo perdere tempo”. Seguo l’uomo che cammina veloce. Ha i capelli rossi e una corta barba dello stesso colore. Sul suo braccio porta diversi bracciali d’oro. Ci dirigiamo verso la tenda coi teschi e scosta un lembo per farmi entrare.

Dentro ci sono coloro che suppongo siano i vari sergenti, tutti portano bracciali d’oro sul braccio. Infine vedo colui che dev’essere Cuore Nero: un uomo alto con i capelli scuri quanto il suo nome e lo stemma che ha sul petto. La sua faccia è segnata da cicatrici ed è arcigna. “Finalmente il nostro maestro dei sussurri ci degna della sua presenza. Grazie di averlo portato Tristan”. L’uomo che mi ha accompagnato annuisce e mi fa cenno di sedermi su una sedia vuota. Muta e terrorizzata mi siedo. Sono il maledettissimo maestro dei sussurri! Se mi chiedono qualcosa che dico?! “Bene miei signori, possiamo cominciare”.

 

*

 

Sono di nuovo nelle stanze della regina. Che giornata! Ho visto il famigerato Trono di Spade, ho incontrato il Ragno Tessitore. È stato strano parlare di persona con quell’eunuco dopo tanti messaggi che ci siamo scambiati con i suoi uccellini. Solo io, Cuore Nero e pochi altri sanno del… giovane “Griff”. E pensare che la corona che Varys tanto brama per quel ragazzo ce la ho già io. Beh, quella della regina almeno. Ma soprattutto ho potuto indossare queste meraviglie tutto il giorno. Gli uomini si inchinavano danti a me per osservarmi il davanzale e la mia voce velata faceva zittire tutti. E quel sir Jaime, mi mangiava con gli occhi.

Ma adesso per quanto divertente voglio tornare nel mio corpo. Per fortuna non è un giorno in cui Cersei ha uno dei suoi cicli di luna, altrimenti non so cosa avrei fatto. Chissà come sarà successo? Oh, dei. Esco fuori sulla terrazza e guardo il sole che tramonta a ovest. Un lampo di genio mi colpisce. Come ho potuto fare a non pensarci prima. Gli dei, ovviamente. O meglio, un dio: Yndros del Tramonto. Dopo che ieri sera Tristan se n’è andato lasciandomi nel letto ancora nudo e sudato, mi ricordo di aver sussurrato una preghiera alla piccola statua che ho nella tenda. Era sul fatto che se avessi potuto essere donna di notte e uomo di giorno come il dio allora Tristan mi avrebbe amato completamente.

Avevo sentito le storie sui sacerdoti che cambiano da maschi a femmine o viceversa con le orge sacre. Ma credevo che fossero quello appunto, storie. E credevo cambiassero i loro corpi non che si scambiassero di corpo. Molto bene, ma anche se questa per assurdo fosse veramente la causa, come faccio a tornare normale? Che faccio? Scopo a caso uno e spero di tornare nel mio corpo.

La porta si apre e entra sir Jaimie. Sorrido, tentar non nuoce.

 

*

 

 

Riesco a sopravvivere all’incontro. A quanto pare questo Lysono è di poche parole, perché nonostante io non abbia detto niente mi hanno lasciata in pace. Comunque finalmente sono stata nella tenda in cui si discuteva di azioni militari. Se solo non avessi avuto paura di farmi scoprire avrei detto la mia. Cuore Nero mi sembra un grande condottiero, invece quel Harry Strickland sembra un contabile che se la fa nei pantaloni. Sono passata in giro per l’accampamento il tempo che mi rimaneva. E ho rivisto i miei elefanti. Che creature affascinanti.

Torno nella tenda irritata. Trovo del vino di Lys. Non è dei migliori ma lo tracanno lo stesso. Questa cosa è stata relativamente divertente, ma deve finire. Ma come?! Cosa faccio, prendo una nave, vado ad Approdo e mi presento a Jaimie così? Rivoglio il mio corpo. Lo voglio, lo voglio, lo voglio. Per la rabbia infrango la coppa sul terreno. Cerco sul tavolo di questo Lysono qualcos’altro da lanciare ed ecco che la vedo. È una strana statuina. È una figura umana nuda. Un lato è femminile, l’altro maschile. Improvvisamente mi torna in mente una conversazione con Tyrion. “Cara sorella non verrò con voi al tempio stamattina. Forse ho deciso di convertirmi agli dei al di là del Mare Stretto. A Lys venerano una dea dell’amore, nuda e lasciva. Venerano anche la donna pantera, ti ci rivedo molto in lei. E per finire c’è Yndros del Tramonto. Come il tramonto egli sta a metà tra il giorno e la notte, tra il maschile e il femminile. I suoi sacerdoti sostengono di poter cambiare genere con un particolare rituale” “Se ti chiedo qual’è poi verrai senza fare storie, mostriciattolo”, aveva sibilato Cersei. “Certo sorellina. La magia avviene con il più potente dei catalizzatori: il sesso” “Sei disgustoso”, aveva borbottato Cersei andandosene.

Ma ora, odia ammetterlo, quasi lo bacerebbe quel nano schifoso per quell’informazione.

Forse se trova qualcuno, tutto quanto tornerà come prima. Vediamo, quel Tristan Rivers sembra carino. Forse potrei… Accidenti ora sono un uomo. Il desiderio come arma non funziona sulle donne. Posso sempre trovare una prostituta da campo e tentare con lei.

Mentre rifletto, la tenda si scosta e entra... Proprio Tristan Rivers. “Lysono posso parlarti” “Certo”, rispondo sedendomi sul letto. Tristan daà un’occhiata fuori dalla tenda. “Quello che è successo ieri sera. Non deve accadere mai più. E voglio che tu sappia che l’ho fatto solo perché eri vestito da donna, altrimenti non farei mai una cosa del genere”. Sta insinuando quello che penso? “E sappi che se andrai a dirlo in giro nessuno ti crederà. Qui siamo tutti occidentali e tu sei un effeminato di Lys. Perciò dimentica ieri sera. Io e te non abbiamo mai fatto sesso”. È come pensavo. Posso riutilizzare la mia arma vincete: la seduzione. Mi chiedo come sarà da uomo.

 

Il mattino dopo mi sveglio. Il baldacchino mio e di Robert non è mai sembrato più bello. Mi tasto il petto: sono tornate. Corro allo specchio e rivedo la vera me. È stata un’esperienza eccitante e terrificante allo stesso tempo. Almeno adesso ho provato cosa significa essere un uomo.

 

*

 

Il mattino dopo sono di nuovo nel mio corpo. Ha funzionato. Mi volto e vedo Tristan che dorme accanto a me. Quella Cersei ci sa fare. Spero che questa cosa non continui ogni volta che decideremo di copulare. Tiro fuori uno specchio e mi guardo. Un po’ però mi mancheranno sete e gioielli e le unghie laccate.

 

Il giorno dopo entro nella tenda dei sergenti per la riunione. Vedo gli occhi di quei ridicoli occidentali che strabuzzano. Sorrido arricciando le labbra dipinte di viola. I miei occhi sono illuminati da tinture di Volantis, le mie unghie smaltate e le mie orecchie hanno degli orecchini. Spero che non faccia una brutta fine quella Cersei, quando conquisteremo il Trono. Grazie a lei, posso essere il vero Lysono Maar con orgoglio.

 

 

NdA

Lysono è un personaggio della Compagnia Dorata con un’espressione di genere molto femminile. Non è specificato il suo orientamento sessuale e o deciso d fargli avere quella storiella con Tristan per la “magia”. Visto che Cersei spesso si lamenta del suo essere donna e come sarebbe libera se fosse nata maschio, ho pensato fossero i perfetti candidati per lo scambio di corpo. Nessuno dei due è transegender ma hanno potuto giocare con i ruoli di genere che normalmente non avrebbero potuto assumere. E Cersei ha finalmente avuto i suoi elefanti.

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Capitolo 11
*** Bed sharing ***


bed sharing

Bed sharing

 

133 d.C. (dopo la Conquista di Aegon)

 

Entro tremante nella stanza da letto della “regina”. Ha giurato che vuole dividere il letto solo per la mia compagnia non per… altro. Con lui però è sempre difficile sapere quando cambierà idea.

 Spalanco la porta e lo trovo sdraiato sull’enorme letto che condivide ogni notte con almeno tre o quattro dalle sue dodici di mogli. Eccolo: la “regina” Racallio Ryndoon. L’uomo alto due metri è vestito con una camicetta da notte rosa che gli lascia scoperte le enormi gambe pelose. Una delle sue mogli gli sta acconciando i lunghi capelli e la lunga barba in tante treccine, adornate con fiocchi di tutti i colori. “Oh, intrepido Alyn, hai accettato la mia proposta infine”, dice con il suo vocione trasformato in un falsetto, “Sarei stata molto contrariata se non fossi venuto. Vero lord Batuffolino?”, chiede al micetto bianco che accarezza. Lentamente vado a sdraiarmi sul letto accanto al re pirata che ogni tanto vuole essere una regina. Racallio mi sorride e si arriccia una delle trecce. I suoi capelli e la barba sono tinti di viola e striati di arancione. “Stavo pensando che anche tu dovresti tingerti i capelli. Magari qualche striscia verde mare, così sarebbero dei colori dei Velaryon”. Sorrido nervoso: “No grazie, preferisco i miei capelli come li ho ora. E poi già faccio fatica a guadagnarmi il rispetto degli uomini della corte, visto che sono bastardo e ho diciotto anni. Se mi tingessi i capelli sarebbe finita”. Racallio mette il broncio: “Voi occidentali siete così seriosi. Sono dei brutti seriosoni, vero lord Batuffolino?” “Meow”, risponde il felino.

Rimaniamo a parlare per un po’.

“Raccontami ancora come ti sei fatto quelle cicatrici”, dice all’improvviso Racallio indicando l’inizio dell’ustione sulla mia coscia che la camicia ha lasciato scoperta un momento. La ricopro in fretta. “Fu una notte tre anni fa”. Racallio appoggia il mento sulle mani e dondola le gambe avanti e indietro con occhi rapiti. “Mio fratello era riuscito a reclamare un drago. Ero così invidioso. Addam e io ci passavamo a malapena un anno ma lui riusciva a far tutto prima e meglio di me. Così come uno stupido sono andato a cercare Divoratore di Pecore, il drago marrone che viveva alle pendici del vulcano. Mangiava le pecore perciò speravo fosse mansueto. Invece per poco non mi incenerì e di sicuro mi avrebbe divorato se mio fratello non fosse venuto a salvarmi con il suo drago. Perciò mi ritrovai letteralmente con le chiappe bruciate per ricordarmi di non provarci più. Però poi un drago l’ho ricevuto. La mia amata Baela” “Giusto, la mogliettina che ti aspetta a Driftmark” “Già. Anche se in quel momento ancora invidiavo un po’ mio fratello. Partiva per la guerra per conquistare gloria e onore. Se penso invece al destino che gli hanno riservato…”, Leale ho fatto incidere sulla sua tomba, “Sono stato fortunato a non morire quella notte e ancora più fortunato a non ottenere quel drago”. Racallio ha gli occhi lucidi e se li asciuga con un cuscino: “È una storia così commovente. Magari avessi un figlio come te”. Per fortuna mi vede come un figlio. Se provasse altri approcci non so se potrei tenergli testa fisicamente. Quando abbiamo duellato nel fango l’altra settimana non è stato facile metterlo a tappeto. “Ci sono! Avrò un figlio coraggioso e forte come te. Ragazze!”, strilla all’improvviso. Da una porta laterale entrano due delle sue mogli. Una è una lyseiana bionda dagli occhi azzurri, l’altra una donna delle Isole dell’Estate dalla pelle scura come il legno di una nave. Indossano sete dorniane quasi trasparenti. “Queste sono Serenei e Jhallabara. Portale nelle tue stanze e pianta il tuo seme dentro di loro. Voglio dei bei figli come te giovane Alyn. Forza ragazze, trattatelo bene, è un lord”. Le due mogli mi prendono una mano ciascuna e mi conducono fuori dalla stanza. “Non sono mai giaciuta con un lord prima d’ora”, sussurra Serenei. “Ed è così carino. Raccontaci della vita a corte, bel marinaio”, dice Jhallabara mentre mi accarezza i capelli.

 

*

 

Guardo mentre il giovane Alyn che viene condotto boccheggiante fuori dalla stanza. “Il mio piano è quasi compiuto, lord Batuffolino”, dico senza falsetto, guardando nelle palle degli occhi il gattino. “Meow” “Ohohoh. Sì. Tutti pensano che la regina Racallio sia pazza, ma non lo sono. Ora sul Trono di Spade siede un ragazzino che non ha ancora generato un erede. La principessina di Alyn gli ha dato solo una femminuccia. Perciò se avessi un paio di semini di drago piantati nelle mie adorate… Ohohoh, te lo immagini lord Batuffolino? Racallio Ryndoon, la regina dei Sette Regni. Mi divertirei proprio con tutti quei seriosoni” “Meow” “Come dici lord Batuffolino? Dovrei ucciderlo invece, perché è una spia di Tyrosh? Dovrei castrarlo e renderlo una delle mie mogli? Ohohoh, lord Batuffolino sei proprio un bel birbone. No, restiamo con questo piano"

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Capitolo 12
*** Mutual pining ***


mutual pining

Mutual Pining

 

244 d.C. (dopo la Conquista di Aegon)

 

Mai blasone fu più adatto: è blu percorso da tante frecce infuocate. Ogni volta che lo vedo tutte quelle frecce mi colpiscono dritto al cuore e… oh, se bruciano!

Mi distraggo e Jeremy trova uno spiraglio nella mia guardia. Con un colpo ben assestato mi ritrovo a terra.

Il maestro d’armi mi strilla chiedendomi se ho portato solo l’elmo stamattina dimenticando la testa nella mia torre. Io rimango impietrito giù nella polvere. Con un grugnito il vecchio dichiara conclusi gli allenamenti per oggi.

Jeremy si toglie l’elmo rivelando i suoi capelli castani e il suo sorriso: “Non preoccupatevi altezza. Capita a tutti una giornata storta”. Mi offre la mano guantata per farmi rialzare. Scariche elettriche mi percorrono il braccio mentre mi tira su. I nostri visi si avvicinano. Veloce mi scosto e tolgo l’elmo.

“Daeron stai bene? Hai la faccia tutta rossa”. Quando siamo soli mi dà del tu. “Sì… Cioè no. È che con questo caldo mi sto sciogliendo. P-per questo sono un po’ arrossato” “Andiamo a buttarci nel Mander”, suggerisce.

Insieme ci allontaniamo dalle mura bianche di Altogiardino verso il nostro punto preferito.

La mia nuca pizzica quando mi tocca la chioma argentea. “I tuoi capelli stanno diventando lunghi”. Sono tanto lunghi da sembrare femminili? “Lo so dovrei tagliarli” “No ti stanno bene”, mi dice con quel suo sorriso.

 

Ci liberiamo del cuoio appiccicato alla pelle e ci gettiamo nel fiume. Questa estate dura da tre anni e fa sempre più caldo. E ogni anno la mia attrazione per lui si fa altrettanto rovente.

Lo conosco da quando arrivai qui a dieci anni. Abbiamo cavalcato insieme e ci siamo allenati insieme ogni giorno, per sei anni. Conosco ogni movimento del suo corpo e quando impugniamo le spade nel cortile… mi sembra di ballare. Io e Olenna abbiamo ballato varie volte insieme, è una ballerina fantastica. Ma con lei combatto, non sto ballando. Con lei valuto ogni mossa, cercando di non lasciare scoperti punti deboli, mi sforzo di condurre io. Con Jeremy ogni movimento è fluido come l’acqua e anche se stiamo cercando di mandare l’altro a terra, non c’è competizione. Non importa chi cade, entrambi diventiamo più forti, le nostre spade diventano così veloci che solo noi due siamo in grado di sconfiggerci.

Mentre siamo sdraiati ad asciugarci, rubo sguardi al suo corpo. Col terrore di essere scoperto.

Jeremy ad occhi chiusi pronuncia una frase: “Daeron… Ormai siamo uomini. Non so quanti anni ci restano ancora su questo fiume. Sappi che ovunque andrai io ti seguirò. Anche se dovessi decidere di salpare per i fuochi di Valyria”. Non so cosa rispondere. O meglio lo so. Ma non posso dirglielo. Se glielo dicessi non vorrebbe più stare al mio fianco. Mi odierebbe. “Non vorrei altra spada che te al mio fianco”, rispondo.

 

Ci diamo appuntamento in biblioteca per dopo pranzo.

 

Torno nella torre e per quando ho raggiunto la mia stanza tutta la frescura dell’acqua si è già dissipata. Mi tolgo la tunica sudata e resto a petto nudo. Apro la finestra per far entrare il vento e mi fermo a guardare l’orizzonte. Immagino me e Jeremy lì da qualche parte. Tutti i giorni come oggi. Solo io, lui, le nostre spade e visto che è una fantasia, i nostri baci…

 

“Vostra altezza”, risuona la voce di lei dietro di me. Mi giro e sulla soglia si trova Olenna Redwyne: la ragazza a cui sono promesso da quando avevo nove anni. Indossa un vestito viola che le lascia scoperte le spalle e l’ombelico. In una mano tiene una brocca di vino e nell’altra una coppa. Sento imbarazzato il suo sguardo sulla pelle nuda.

Sono un paio di giorni che la evito. Perché ultimamente si è fatta a dir poco insistente e ogni volta che siamo soli lei… Posate brocca e coppa, mi bacia. “Olenna aspetta… Non possiamo. Non siamo ancora…” “Ma lo saremo presto, mio principe. Gustiamoci un antipasto del nostro amore”, le sue labbra sono sulle mie, le sue mani sulle mie spalle nude. “Olenna io… Non potrei mai disonorarti” “Ma è l’opposto Daeron. Tu mi onori così. Onori il mio corpo. Mi dai l’onore della tua passione”. Ritorna a baciarmi infilandomi la lingua in bocca. Mi stacco girando il viso. Olenna sospira: “Sei davvero il principe di cui parlano le ballate. Troppo rispettoso e onorevole per svergognare una povera fanciulla. Rilassati Daeron. Metà dei tuoi compagni si sono sollazzati con più di una damigella qui al castello o con qualche puttana in un bordello. So che hai molta pressione perché sei un principe e non vuoi deludere o imbarazzare tuo padre come hanno fatto i tuoi fratelli. Ma sono la tua promessa sposa non c’è nulla di male”. Le sue dita accarezzano il mio petto e con un’unghia mi stimola un capezzolo. Slaccia i lacci della sua veste e lascia scoperti i seni. La mia mano viene trascinata su quella pelle liscia. Le sue labbra continuano a baciarmi. Serrò gli occhi senza sapere cosa fare. Forse posso continuare per un po’, per non farla insospettire. Forse questa sarà la volta buona e risveglierà in me il desiderio. La sua mano sta scendendo… E tasta inutilmente. I suoi occhi incrociano i miei con un’espressione indecifrabile. “Io… Io…”. Mi poggia un dito sulle labbra: “Shhh, tranquillo. Succede a molti la prima volta, di essere nervosi. Adesso lasciati andare e vedrai che rimedieremo”. Non faccio in tempo a dire altro che ricomincia con quella mano.

“Daeron ma dove…”, risuona la voce di Jeremy. Alzo la testa e lo vedo a bocca aperta sulla porta. Olenna non si copre neanche il seno e la sua mano è serrata in mezzo alle mie gambe. Per qualche secondo siamo tre statue. “Oh, dei… oh, s-scusate”, dice frettolosamente prima di sparire. “Jeremy aspetta”, chiamo inutilmente. Stacco il braccio di Olenna: “Maledizione”. Mi siedo sul letto e mi prendo la testa fra le mani.

 “L’avevo capito ma preferivo sperare che non fosse così”, mormora scocciata Olenna, mentre si riveste. Sollevo il capo e la guardo teso: “Cosa vuoi dire?”. Lei sorride: “Andiamo Daeron. Vuoi che lo dica ad alta voce? Comunque sta tranquillo non ho intenzione di svergognarci tutti e due dicendolo in giro”. Si versa una coppa di vino. “Olenna io… Mi dispiace. Ti giuro che…” “Tranquillo, non preoccuparti. Mentre attendevo strenuamente che tu facessi la prima mossa, ho avuto un paio di storielle anch’io. Non c’è niente di male”, beve avidamente la coppa, “Potrebbe complicarci un po’ le cose ma non più che in tanti altri matrimoni. Ovviamente quando ci sposeremo dovrai essere discreto. Stai facendo un ottimo lavoro adesso, nessuno direbbe mai che stai scopando Jeremy”. Taccio arrossendo: “Beh… Perché non l’ho scopato”. Olenna si strozza con il vino. Tossisce un paio di volte e mi guarda stupita. Io rimango lì impalato. Lei scoppia a ridere: “Haha. Sei davvero il principe delle ballate. Il principe delle ballate amante del cazzo. Comunque, come ti ho detto stai tranquillo”

Finisce il vino e fa per uscire. La sua risata brucia. Mi alzo di botto: “Olenna io non credo che potrei… Fingere”. Si ferma sulla soglia. “Allora è vero che voi Targaryen siete tutti menomati nel cervello. Adesso ascolta, principino. Tuo padre è un mezzo contadino che non sarebbe mai dovuto salire sul trono-“ “Come osi…” “Zitto e fammi finire. Sta cercando di fare morire tutti noi nobili di fame per far felici tutti i suoi amichetti paesani, ma può tirare la corda fino a un certo punto. Già i tuoi fratelli lo hanno ricoperto di ridicolo. Duncan per scoparsi quella vagabonda, Jaherys e tua sorella per sposarsi tra di loro. Ma perfino sposare una popolana o tornare con la tradizione dell’incesto verrebbe visto meglio che avere per figlio un invertito alla pari di un dorniano. Molte ragazze al posto mio ti avrebbero sputato addosso per il disgusto e l’offesa, ma io no. Io saprei essere una buona moglie. Ti darei dei figli di cui esser fiero. Perciò fai come ha imparato a fare ogni fanciulla dei Sette Regni, stringi i denti e fai il tuo dovere tra le lenzuola. Dopodiché puoi tornare a divertirti con il tuo amichetto”.

Dopo che se ne è andata prendo la brocca e lentamente la finisco, sorso dopo sorso. Non so quanto tempo passa. Mi viene da piangere ma mi sembrerebbe di dargliela vinta.

Perché devo essere così? Cosa penserà mio padre? Non posso fare come Duncan e Jhaerys. Non posso. Se fosse per una donna sarei giustificato. Ma per un uomo… Un uomo che neanche mi vuole.

 

 

NdA

Come sappiamo Olenna poi ha sposato Luthor Tyrell

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Capitolo 13
*** Love triangle ***


Love traingle

Love triangle

 

194 d.C. (dopo la Conquista di Aegon)

 

Guardo il mio riflesso allo specchio. Perfetto. Indosso una veste argentata, non lascia scollature ma mi riveste come una seconda pelle. La chiave non è mostrare, ma creare l’illusione della nudità. Le mie maniche sono bianche e lunghe fino alle cosce, perfette per nascondere qualcosa. Infine mi mette la lunga collana di smeraldi e onice, che si intona con il colore dei miei due occhi diversi. I capelli argentei sono apposto, sono pronta per la corte.

Il ragazzo delle Isole dell’Estate di ieri sera ancora sta ronfando tra le lenzuola. Non posso biasimarlo dopo la nottata che abbiamo avuto. Spero non lo malmeneranno troppo quando verranno a pulire.

 

Il re sta tenendo corte sul Trono di Spade. Sto sulla balconata insieme alle altre lady, anche se sono una lady solo di nome, non ho terre o possedimenti, non ho neanche un cognome. Sono nata bastarda ma non ho neanche un nome da bastardo: Snow, Rivers, Waters, Flowers, Sand. Mia madre era di Lys perciò non so come dovrei chiamarmi. Il nome che mi ha lasciato sul letto del parto è più un nomignolo: Seastar (stella del mare). Mi piace. Questi regni abbondano di bastardi come di fiumi, fiori, sabbia, neve, ma ce n’è una sola come me.

 

Sotto il trono vedo il fratello bastardo del re, Daemon. Viene sempre più spesso al castello a vedere sua grazia. O meglio per farsi vedere dagli altri. In effetti è un bello spettacolo: alto, snello, spalle larghe. E accanto lui c’è la sua ombra: Aegor Rivers. I suoi occhi viola sono puntati su di me. È figlio bastardo del vecchio re Aegon. Come me del resto. Come Daemon. O come metà dei bastardi del regno vista la perversione di quel pazzo. Gli sorrido ed esco.

 

Vado al parco degli dei e in men che non si dica lui sbuca tra le piante. “Shiera”, esclama Aegor parandosi davanti a me. Indossa un corsetto dorato con sopra uno stallone alato e sputa fiamme. Non la capirò mai questa usanza dei vessilli. “Fratello, hai lasciato il povero Daemon tutto solo? Soltanto per vedere me?”. Sorride dietro la barba. I capelli lungi e neri gli sono appiccicati un po’ sulla fronte nella fretta di venire. Glieli sistemo e accarezzo la stoffa sul suo petto. “Mh, è filigrana d’oro questa tunica?” “Sì, mia adorata. Daemon mi concede i doni più sfarzosi, ha piena fiducia in me” “Ho sempre trovato l’oro volgare”, dico scostandomi, “Sa di ostentazione”. Nei suoi occhi vedo il panico, penso che se gli dicessi di togliersela qui in mezzo lo farebbe subito.

“Comunque Aegor, spero tu abbia un buon motivo per essere corso con tanta prontezza da me. Non è appropriato per una fanciulla ricevere questo tipo di attenzioni. Non vorrai inginocchiarti e chiedere la mia mano un’altra volta, vero?” “No. No mia diletta. Anche se spero che un giorno me la concederai. No, è che ho trovato un dono per te”. Da sotto il mantello tira fuori una borsa di cuoio e me la consegna. Guardandolo negli occhi sfilo fuori il contenuto. Un rotolo antico! È in alto valyriano. Non risale a prima del Disastro ma ci siamo vicini. “Oh Aegor, è magnifico” “Sono riuscito ad averlo grazie alle mie conoscenze a Tyrosh. Spero sia degno della tua attenzione” “Ma certo fratello e anche tu lo sei. Passeggia con me”

 

Mentre parliamo un corvo si posa su un ramo sopra di noi. Lo guardo di sfuggita negli occhi neri e mi viene un’idea. Prima di congedarmi da Aegor gli do un bacio.  E gli sussurro all’orecchio.

 

Quando torno nella mia stanza il ragazzo di stanotte è sparito. Vado verso lo specchio a rimirarmi di nuovo e a scegliere l’abito per stasera. Vedo il riflesso di lui alle mie spalle. Sorrido e parlo: “Adesso cominci a spiarmi?”, da dietro un angolo spunta una figura incappucciata. Mi giro a fissarlo: “Sai, in questo castello anche i muri hanno le orecchie, ma credevo il giardino almeno fosse libero da sguardi indiscreti”. Si toglie il cappuccio. La sua pelle da albino quasi risplende, tranne che per quella voglia rossastra che gli percorre il lato destro del viso, incorniciato dai suoi lunghi capelli pallidi. I suoi occhi rossi mi squadrano pieni di risentimento… e desiderio. “Stavo osservando Aegor non te, Shiera”. Roteo gli occhi: “Come vuoi Brynden” “Non mento. Lui e Daemon stanno architettando qualcosa, lo sento” “Sempre a cospirare e complottare dietro queste inezie”, dichiaro annoiata mentre mi tolgo la collana, “Tu, fratello, sei come me. Entrambi siamo destinati a molto più che ai giochi per questo orrido trono”. Gli do la schiena e inizio a sfilarmi la veste.

Vedo il suo sguardo nello specchio, che non perde un istante. “Perché lo hai baciato?” “Volevo ringraziarlo per il regalino. E far ingelosire un certo uccellino su un albero”. La sua faccia si fa rossa quanto la sua voglia: “Per te niente gioco del trono, eh? Ti diverti solo a giocare con i cuori”. Tolta ogni stoffa sul mio corpo mi giro: “Mi reputi così frivola Brynden? Non è la politica o l’amore che mi interessano”, riprendo il libro di Aegor, “Ma questo”. Apro le pagine incartapecorite su un’illustrazione: un uomo di valyria con una candela di ossidiana tra le mani, la fiamma luccica dritta e blu. Gli occhi di Brynden Rivers si spostano reticenti dalla mia nudità al libro. “Candele di vetro?” “Candele di vetro e molto altro: corni incantati, bestie mai viste prima… La magia fratello è il vero potere di questo mondo, ma solo a pochi nati con il giusto sangue è permesso accedervi. Io e te abbiamo il sangue dell’antica Valyria, grazie a nostro padre. Tu grazie a tua madre hai il sangue dei primi uomini. Due discendenze magiche così potenti raramente si mischiano e guardati. Puoi infilarti nella pelle di ogni animale che vuoi. Pensa se i draghi fossero ancora vivi” “Abbassa la voce Shiera. Lo hai detto tu stessa che i muri hanno orecchie. Io te già siamo fortunati a poter restare a corte nonostante siamo bastardi” “Caro tecnicamente sono dieci anni che siamo stati legittimati. Tu ti sei scelto anche il tuo piccolo stemma”, gli accarezzo il drago bianco in campo nero che ha sulla tunica, “Il tuo è un dono Brynden, non una maledizione. Lasciati guidare da me e diventerai più potente di qualsiasi nobile o re che ci guardano dall’alto in basso”, vado a mettere il tomo valyriano tra gli altri scritti della mia libreria. “Ti interesso solo per discutere di magia nera?”, protesta. Gli sorrido: “Anche per altro” “Ma non sono l’unico” “Temo di avere ereditato gli appetiti di nostro padre. O forse è il mio sangue lyseiano. Non sono fatta per stare con uno solo”, mi avvicino al suo viso, “Ma se ti può consolare non mi sono mai concessa a Aegor. Non come ho fatto con te”, lo bacio. Lui risponde con passione. Le sue mani tentano di accarezzare il mio corpo. Spera che mi “conceda” di nuovo. Mi stacco. Gli sussurro all’orecchio: “Il castello ha occhi e orecchie. Vediamoci alla Fossa del Drago dopo il banchetto”. Lo lascio andare via fremente, di desiderio e irritazione. Quanto mi diverte vederlo così.

 

Sto in mezzo all’arena in rovina che un tempo ospitava le più grandi bestie del mondo. La luna risplende sui miei capelli.

Mi chiedo quando arriveranno.

Puntuali sbucano tutti e due da gallerie diverse. All’inizio vedono solo me poi si riconoscono a vicenda. “Acreacciaio”, urla Brynden. “Bloodraven”, ripete Aegor con altrettanta veemenza. “Cosa sei venuto a fare qui?”, chiede Brynden, “Devi smetterla di pedinare Shiera” “Pedinata?! Lei mi ha chiesto di venire qui. Probabilmente sei tu che ci hai spiato con qualche diavoleria, abominio”. Entrambi realizzano lo stratagemma. “Shiera…”, dice lentamente l’albino. “Che siano dannati i Sette…”, bestemmia invece Acreacciaio. “Scusate”, dico alzando le braccia, “È che sono stufa dei vostri continui litigi per le mie attenzioni. Così ho pensato di risolvere la questione in modo più… diretto. Lontano dagli sguardi del buon re Daeron” “Un duello?”, chiede sospettoso Brynden. “Ah, bella idea amore mio. Questa mammoletta Blackwood sa combattere solo nascondendosi dietro arco e frecce. Lascialo a me e vedrai qual’è il vero uomo tra noi due”, sbraita Aegor. “Un duello non era esattamente quello che pensavo, ma uno scontro sì”, li conduco verso una fossa che ho fatto scavare e riempire di fango. “Ecco, come nelle Città Libere. Niente armi. Solo voi due e i vostri corpi” “Non chiedevo altro”, dice Aegor cominciando subito a spogliarsi. Brynden esita: “Dopo questa pagliacciata farai la tua scelta?” “Giusto, mia adorata”, dice Acreacciaio, già a petto nudo, “Mi concederai la tua mano dopo che l’avrò sconfitto?”. Incrocio le braccia offesa: “Sapete pensare solo a chi otterrà il premio. Non so se sceglierò uno di voi due come mio unico amore. Ma di certo sceglierò tra di voi due chi non lo sarà”. Brynden sbuffa e si spoglia anche lui.

I due Grandi Bastardi si fronteggiano nel fango. Solo le brache tirate fin sulle ginocchia li coprono. La luce illumina il petto bianco e snello di Brynden contro quello villoso e largo di Aegor. “Fatti sotto feccia Blackwood”, dice Acreacciaio incitandolo con la mano. “Prima le signore, verme di un Bracken”, risponde l’albino. Aegor si getta urlando su Brynden. Il bastardo più giovane rimane immobile per poi scansarsi all’ultimo momento e sfuggire alle sue dita. Aegor cade nel fango. Brynden rimane fermo a osservarlo. Acreacciaio sputando e imprecando si pulisce il viso e si scaglia di nuovo sul fratellastro. Questa volta Brynden lo afferra e utilizza al sua forza contro di lui. Si ritrovano uno sopra l’altro tra la melma. Brynden sembra avere a meglio.

Speravo che il divertimento sarebbe durato di più.

Vengo accontentata. Aegor è più vecchio e forte. Si sbalza di dosso Bloodraven e gli salta addosso. Brynden è più alto ma anche più magro e non dedito al combattimento come suo fratello. La sua tattica vincente è schivare e sgusciare via, farlo andare in bestia e trovare un punto debole. Dall’altra parte Acreacciaio è un veterano dei tornei, si addestra contro suo fratello Daemon e la sua spada di acciaio di Valyria. Ma qui l’abilità con la spada serve a poco.

I due continuano fino a che non riesco quasi più a distinguerli per quanto sono coperti di fango.

In un attimo di pausa respirano affannosamente l’uno di fronte all’altro. Le braccia pendono stanche ai loro fianchi. “Arrenditi Balckwood”, biascica Acreacciaio, “Non ce la fai più, si vede”. Brynden si pulisce la faccia dal fango: “Sai Aegor, sei proprio uno sciocco. Credi davvero che Shiera ti concederebbe la tua mano, quando non ti ha neanche concesso il suo letto” “Ovviamente non lo concederebbe senza prima essere uniti in matrimonio”, sbotta Acreacciaio. Brynden sorride: “Sei proprio cieco allora. Forse non lo sai ma Shiera non è più vergine già da anni”. Oh maledetto Bloodraven, così ora non potrò più divertirmi a prenderlo in giro su quel punto. “Cosa?”, dice Aegor fissando il fratello e poi me, “Stai mentendo” “Sto dicendo la pura verità fratellino. E lo so non solo per via di tutti gli uomini che entrano e escono dalle sue stanze, ma perché anch’io ho goduto delle sue grazie”. Aegor sbuffa irato: “È una menzogna”, sembra più insicuro stavolta. “Chiedilo a Shiera” “No! Sei un bugiardo. BugiardoooOOOH!”, carica come un toro. Brynden molleggia le ginocchia e lo fa cadere in trappola. Ora è sopra di lui tenendogli un braccio dietro alla schiena. Acreacciaio urla come ossesso. Brynden solleva lo sguardo su di me sorridendo. Quell’attimo di orgoglio però lo frega. Aegor con uno scatto tira indietro la testa colpendolo in piena fronte. Il bastardo Blackwood cade stordito nel fango. Il fratello si metta a cavalcioni su di lui e gli prende la gola tra le mani. Brynden tenta inutilmente di lottare e emette dei suoni soffocati. “Muori bugiardo. Muori figlio di puttana”, digrigna i denti Aegor. “Cosa sta succedendo qui?”, risuona una voce tra le balconate. Mi volto e vedo nientemeno che re Daeron che vanza nell’arena, accompagnato da suo figlio e dalla guardia reale. Anche Aegor solleva lo sguardo. “Fermate questa pazzia immediatamente”, tuona il sovrano. Acreacciaio sbuffa irritato, ma lascia la presa. Mentre Brynden boccheggia gli sferra un calcio nelle costole per buona misura.

Il re, il principe e la guardia reale sono sull’orlo della fossa. I due bastardi si mettono in piedi. “Maestà”, dice Aegor in una riverenza. Per sbaglio scivola nel fango finendo con la faccia sommersa. “Maestà”, dice Brynden che invece si inchina in perfetto equilibrio. Re Daeron ha le spalle sottili e il ventre molle ma in questo momento riesce comunque a incutere timore. “Ma guardatevi. Lottare nel fango come due monelli di Fondo delle Pulci. Se non condividessimo lo stesso padre vi farei fare a entrambi una bella nottata nelle celle nere”. Non riesco a trattenere un sorriso. Il re mi fulmina: “Shiera! Sei una ragazza molto intelligente. Mi aspettavo che usassi il cervello più saggiamente che per torturare i tuoi fratelli” “Non li ho mica costretti a spogliarsi e a gettarsi nel fango”, rispondo. “Non aggiungere un’altra parola. Voi intanto uscite fuori da lì”. I due si arrampicano fuori e si ripuliscono alla meglio con le cappe. Re Daeron intanto si preme le dita tra gli occhi: “Che la Madre abbia pietà di me. Shiera è ancora una ragazza ed è più comprensibile che faccia sciocchezze del genere. Ma voi due… Siete due giovani uomini, entrambi discendete da nobili casate… Se per sbaglio uno di voi due avesse ferito gravemente o addirittura ucciso l’altro, cosa credete sarebbe successo?”. Brynden e Aegor restano in silenzio. “Forse è stato un errore tenervi tutti e tre nella Fortezza Rossa. Dovrei spedirvi lontani l’uno dagli altri… Baelor” “Sì padre” “Fa scortare i miei fratelli nelle rispettive stanze dalla Guardia Reale. E assicurati che ci restino. Domani mattina deciderò sul da farsi”. Appena un cavaliere bianco prova a toccare Aegor, lui scosta il braccio irritato: “Stia tranquillo maestà. Me ne torno da lord Daemon al di là del fiume. Qualunque giustizia impartireste sarebbe a vantaggio di questo sporco Blackwood”. Se ne va a grandi falcate fuori dall’arena. “Il tuo re ti ha dato un ordine”, gli grida dietro il principe Baelor. “Lasciatelo andare”, mormora Daeron stanco, “Forse così non lo rivedremo più per un po’”. Si volta verso me e Brynden: “Voi due invece venite al castello”. Mentre ci scortano in direzioni opposte Brynden mi fa l’occhiolino.

 

Seduta alla finestra aspetto scrutando il cielo. Infine arriva. Un corvo si poggia sul davanzale accanto a me. Sorridendo gli accarezzo le penne nere. “Shiera”, bercia l’uccello, “Shiera, Shiera”. Rido sommessamente. “Te lo avevo detto che la magia è la forza più potente di questo mondo. Peccato che il re abbia interrotto il combattimento. Forse a quest’ora sarei stata tua”

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Capitolo 14
*** Bacio ***


Oberyn e Daemon

Bacio

 

 

Il sole guizza sulla sua lancia. Sposto il mio peso da un piede all’altro, lasciando solchi nella sabbia dorata.

Il principe mi guarda con quegli occhi neri e profondi, nascondendo un sorrisetto.

Non devo deluderlo. Stringo la spada nel pugno.

Tutti e due attendiamo tesi la prima mossa dell’altro. Il sole di Dorne batte forte. Una goccia di sudore scende sulla mia fronte.

Il principe Oberyn attacca. La sua lama scatta veloce e micidiale e a stento reagisco ai colpi.

Vipera Rossa, è un titolo quanto mai appropriato per quest’uomo. La lancia sembra proprio un rettile velenoso che scatta per mordermi. Ma non voglio cadere facilmente. Voglio che tu mi noti, mio principe.

Veloce contrattacco a colpi di spada. “Sì, Daemon”, grida feroce e felice Oberyn, “Mostrami il tuo fuoco ragazzo”. Quel ragazzo serve per distrarmi. Ma non sono un ragazzo, non cado nei tuoi trucchi. Continuo ad attaccarlo e lui passa a schivare i miei colpi e a danzarmi in giro. Ogni tanto solleva sbuffi di sabbia con la lancia. Altri trucchi, altri inganni, ma non sono sciocco. Continuo a roteare la spada e lui continua a schivare e a parare. “Tutto qui? Andiamo Daemon, mia figlia Obara tira colpi più forti dei tuoi”. Continuo a ignorarlo e a cercare di colpirlo. Il sudore mi cola negli occhi. Nelle orecchie risuonano i suoi scherni e le sue incitazioni. Alla fine con un grido lo inchiodo con un ginocchio a terra, la spada che stride contro la lancia. Stringo i denti e lo guardo negli occhi. Nelle sue pupille vedo quello che speravo, uno sguardo attento, che scruta ammirato, ma che sorride anche. Con un gioco di gambe rotola di lato e mi fa crollare in avanti sul mio stesso peso. Cado col viso nella sabbia e sento il piatto della lancia che mi colpisce la schiena. “Morto”, dice il principe Oberyn compiaciuto, “Stai diventando bravo scudiero. Ma ancora non alla mia altezza”.  Mi giro sulla schiena con le braccia spalancate e accascio amareggiato i capelli nella sabbia. Oberyn sghignazza: “Su Daemon. Stai migliorando, non ti abbattere”. Mi tende la mano e mi tira su. Vicino al suo collo sento il sudore dell’allenamento. Il suo viso quasi si tocca col mio. Oberyn Martell: principe di Dorne. La sua pelle è olivastra e i suoi capelli neri. Sotto il suo naso aquilino c’è una rada barba nera. Appena qualche ruga sulla fronte tradisce l’età di quarant’anni, altrimenti da come si muove potrebbe essere mio coetaneo di venti. È bellissimo.

“Andiamo a ripulirci un attimo nel fiume. Poi dobbiamo muoverci”. Raccatto la mia spada e la sua lancia e lo seguo. Si toglie il corsetto di cuoio e la tunica zuppa. Si toglie gli stivali dalla punta arricciata poi entra a piedi nudi nell’acqua. Metto apposto le armi e i suoi vestiti tra i bagagli e poi mi immergo anch’io.

Non facciamo un bagno completo ma togliamo via il sudore e la sabbia dai petti nudi. Io immergo un secondo la testa per bagnare i capelli e lavare la sabbia della mia sconfitta. Scuoto veloce il capo e quando sollevo i ciuffi castani lo vedo che mi guarda. “Sei un giovane molto bello, Daemon”. Il cuore comincia a battermi. “Grazie mio principe” “Molte ragazze avranno pianto lacrime di desiderio per te. E immagino anche molti ragazzi”. Spero di non arrossire: “Ehm… Non così tante, altezza”. Alza le sopracciglia stupito: “Forse non sei ardito abbastanza. Devi avanzare e attaccare di più, come ti dico di fare mentre ci battiamo. Cogli i frutti della giovinezza Daemon. Alla tua età aspettavo già la terza figlia. Assapora più che puoi dalla vita”. E lui sì che ha assaporato la vita. Ha studiato alla Cittadella, ha combattuto a Essos come mercenario e ha conquistato il cuore di mille donne. Nobildonne e umili, septe e cortigiane, le chiare valyriane di Volantis e le brune delle Isole dell’Estate, da ogni sponda del Mare Stretto. Mi sento un bambino in confronto a lui, ignorante e impacciato. Senza contare che io sono un bastardo, mentre lui è un principe.

 

Il sole sta tramontando mentre cavalchiamo fianco a fianco. Oberyn stringe gli occhi osservando l’orizzonte. “Mh, ci accamperemo nel deserto stanotte. Hellout è ancora troppo lontano”. È la residenza della concubina di Oberyn, la figlia bastarda di lord Uller: Ellaria Sand. È sua moglie in tutto tranne che il titolo e madre di cinque delle sue figlie, anch’esse perciò Sand.

 

Ci accampiamo tra le dune e preparo il fuoco. Mentre sono in ginocchio a preparare la cena sento il suo sguardo sulla mia nuca. Mi giro a guardarlo confuso. “Non muoverti”, sussurra lui fermo e dritto. Rimango immobile senza capire cosa… In un lampo lancia un pugnale contro di me. Non faccio in tempo a reagire, ma la lama non è diretta a me. Mi passa con un soffio accanto al collo e colpisce il bersaglio che soffia e sibila di dolore. Volto la testa e vedo una vipera cornuta che si dimena, inchiodata a terra al pugnale di Oberyn. Le fauci bianche si spalancano mostrando i denti aguzzi e la coda scuote stanca la sabbia da cui è saltata fuori. Oberyn prende la sua lancia e lentamente si avvicina al rettile. Con un colpo preciso taglia la testa al serpente.

Deglutisco pensando a cosa sarebbe successo se il pugnale fosse partito un secondo più tardi.

 Oberyn prende la testa della vipera. Si diletta con i veleni. “Devi stare attento Daemon. Le vipere cornute cacciano di notte. Si nascondono nella sabbia senza lasciare alcuna traccia. E attendono immobili fino a che la preda non gli capita a tiro. E poi… Zack!”, con uno scatto mi lancia il corpo dorato dell’animale. Lo afferrò al volo. “Stasera zuppa di serpente”, dichiara Oberyn, “Adoro la loro carne. È così piccante”.

 

Abbiamo appena finito la cena che per poco non mi ha ammazzato. “Quindi Daemon, hai detto che non molte fanciulle hanno pianto lacrime per i tuoi occhi azzurri. Ma chi erano queste poche che lo hanno fatto?”. Perché me lo sta chiedendo? Devo dimostragli di essere uomo quanto lui, sia in battaglia sia tra le lenzuola? “Non ho molto da dire su di loro, mio principe. Sono stati tutti amori di una notte o di qualche giorno. Nessuna credo, mi sia rimasta nel cuore” “Ma so per certo che una fanciulla invece c’è riuscita”. Mi giro a fissarlo. Non saprà… “Mia nipote Arianne”. Oh dei lo sa. Oddio, che mi voglia uccidere e lasciare il mio corpo nel deserto? Suo fratello non ha reagito molto alla notizia, ma il principe Doran ha il latte nelle vene, Oberyn invece ha veleno. “M-mio principe io…”. Appena si accorge del mio tono preoccupato, scoppia a ridere. “Haha. Oh dei, Daemon. No, no, tranquillo. Non sono quel tipo di zio. Anzi mi fa piacere che la mia nipotina abbia avuto te come primo amore”.

Arianne. Sono tanti anni che non pensò più a lei. Eravamo quattordicenni. Il nostro amore era ardente quanto impacciato, tanto profondo quanto superficiale. Credevo che sarei diventato come i bastardi delle fiabe che sposano la bella principessa portando onore e gloria al proprio padre. “So che hai colto il suo fiore”. E lei ha colto il mio. Dopo di lei nessuna ha lasciato un segno. “So anche che addirittura hai chiesto la sua mano a Doran”. Un’altra stupidaggine di quella fantasia amorosa. “Ero solo un ragazzo vostra altezza. Infatuato e sciocco” “No, eri innamorato. E hai fatto una cosa che molti ragazzi della tua età non avrebbero mai avuto il coraggio di fare. Significa che quando ami una persona la ami davvero”. Si è avvicinato. “Beh… io… Non volevo lasciarla con un bastardo in grembo. Come me” “Tutte le mie figlie sono bastarde. Il nome che abbiamo non vuol dire nulla. Conta la nostra storia”. Oh accidenti, così sembra che abbia ripugnanza per le sue figlie e per la sua amante. “No, altezza, io… Perdonatemi non volevo dire questo. Non volevo offender-“ “Non lo hai fatto”, dice posano di una mano sulla spalla, “Davvero ti vergogni tanto del tuo nome? I bastardi nascono dalla passione, mentre spesso i figli nati nel matrimonio nascono dal dovere. Sei molto meglio di tanti rampolli nobili che ho visto. Devi essere orgoglioso di ciò che sei”. Continua a farmi sentire piccolo, piccolo e sciocco e non lo sopporto più. Sento la rabbia che mi monta nel petto finché non mi esce dalla gola: “Beh non tutti possono fare come voi, altezza. Non tutti sono principi”. Le sue sopracciglia si aggrottano. Non si aspettava questa reazione. Ho osato troppo? Dovrei scusarmi? Ormai è troppo tardi perciò continuo: “Sì, non tutti possono fare i propri comodi come voi, con il principe di Dorne come fratello pronto a rimediare. Non tutti possono avere la lingua biforcuta della Vipera Rossa. Molti se la devono mordere la lingua, se ci tengono a conservarla. Non tutti possono visitare i quattro angoli del mondo”, ora gli sto praticamente urlando in faccia, “Per alcuni il proprio nome spiana la strada, altri invece devono combattere tutta la vita per farlo scomparire”. Non si è mosso di un millimetro durante la mia sfuriata. Respiro affannosamente senza più niente da dire ma ancora irato. “Questa era l’intraprendenza che volevo”, esclama con voce roca. Le sue labbra si posano sulle mie.

Per un attimo non reagisco. Ho sognato per mesi questo momento. Dischiudo le labbra e faccio entrare la sua lingua. Le sue dita salgono a intrecciarsi con i miei riccioli castani. Le barbe sui nostri menti e le nostre guance si sfregano tra loro.

Non ho mai baciato un uomo. C’è una voracità e una spinta che non ho mai provato con una donna. Misuriamo la forza delle nostre lingue come misuriamo le nostre spade. La sua mano mi passa sul petto e scende sul ventre… Improvvisamente la preoccupazione ritorna. Mi stacco. “Aspettate, aspettate. E Ellaria…”. Il principe sbuffa con una risata: “Io e Ellaria sappiamo che il nostro amore è primo sopra tutti gli altri. Ma entrambi non rinunciamo ai piaceri della vita quando stiamo lontani. A volte anche quando stiamo vicini”. Mi ci vuole un attimo per raccogliere l’informazione. “Vuol dire che…”. Insomma in qualche modo già sapevo le dinamiche della loro relazione. Ma quando fantasticavo di me e Oberyn, Ellaria scompariva magicamente. Per un attimo gli vedo fare uno sguardo che non gli ho mai visto. Cos’è? Apprensione… Il Principe Oberyn sussurra: “Scusa forse è troppo tutto insieme. Io… Non avrei voluto mai mancarti di rispetto Daemon. Se tutto ciò non ti mette a tuo agio dillo senza remore e torneremo principe e scudiero come prima. Io faccio solo l’amore Daemon, non scopo”. Quel “fare l’amore”, mi fa ribollire il sangue freddato. Non credevo neanche gli piacessero gli uomini. Non credevo che piacessero a me fino a che non l’ho incontrato. Devi smetterla di innamorarti di principesse e principi Daemon. Non sono roba per te. Assapora più che puoi dalla vita

Mi rigetto tra le sue braccia. L’aria gelida della notte ci morde la pelle mentre ci spogliamo. Ci rintaniamo sotto le nostre cappe e i nostri corpi eccitati ci riscaldano.

È esperto nella passione come nella violenza. La sua lingua saetta come la sua lancia. La sua mano callosa scende giù a accarezzarmi la coscia. Le dita palpano e si dirigono… “Mio prin-“ “Chiamami Oberyn, Daemon” “Oberyn. Io non l’ho mai fatto prima. Cioè con… un altro uomo” “Non temere”, mi dice accarezzandomi la guancia, “Lascia che io ti guidi e non proverai alcun dolore. Non potrei mai farti provare dolore. La vipera sa bene come nascondersi nella sabbia(sand) senza lasciare traccia alcuna”. Le sua labbra coprono le mie.

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Capitolo 15
*** Fix it ***


Fix it

Fix it

 

10 anni dopo la Grande Guerra

 

Tyrion Lannister scendeva verso la fossa dell’orso, che quella sera sarebbe stata utilizzata come palco. Tutti gli abitanti della gigantesca Sala del Re sciamarono giù dalle cinque torri che un tempo avevano composto Harrenhal. ‘Questi braavosiani devono stare attenti’, pensò, ‘Sono di un altro paese e pretendono di mettere su uno spettacolo per raccontare la nostra storia. E io sarò uno dei personaggi. Stiamo a vedere’.

 

Tyrion, assieme agli altri cinque membri del Concilio Ristretto, si sistema comodo sulle gradinate. Samwell Tarly occupa ancora il ruolo che doveva essere del Gran Maestro, anche se maestro non è. Ma visto che la Cittadella è stata bruciata forse serviranno altri dieci anni prima che arrivi un vero Gran Maestro… o Gran Maestra. La Comandante della Guardia Reale Brienne rimane in piedi con sguardo sospettoso, come se uno dei guitti potesse sguainare la spada e ucciderli da un momento all’altro. Poi c’è il maestro della flotta: lord Davos. Infine il maestro del conio nonché lord Protettore del Sud: lo storpio Wilas Tyrell, che cammina con un bastone.

Non c’è un maestro dei sussurri… dopotutto il loro re ha mille occhi più uno.

Tutti fanno silenzio mentre parte la musica.

 

“Oh miei signori, siamo qui per raccontare la grandiosa sebben triste storia degli eventi che dieci anni fa decisero il destino del mondo. La racconteremo in due atti. Atto primo: i venti dell’inverno”

 

Entra un attore pelato che dovrebbe interpretare re Stannis. Digrigna i denti in modo plateale: “Grrr. Sono bloccato qui in mezzo alla neve. Li ho salvati dai bruti ma nessuno mi chiama re. Grrr. Mentre Cersei siede sul mio trono usando il suo figliolo Tommen come burattino. GRRR!”. Un attore magro con i capelli bianchi e sporchi interpreta Theon Greyjoy e ride a squarciagola scuotendo delle catene ai polsi: “Hahaha. Mio lord credo che quelle vostre bandierine con il cuore infuocato non vi terranno caldi a lungo. Haha, Hu Hu Hu!” “Chiudi il becco. Sei senza palle e senza onore. E quel Ramsay ti ha reso più matto del re folle” “Hahahahihi” “Hai proprio perso il lume della ragione. Lume… Ma certo! Siamo su un lago ghiacciato e questa torre serve da faro per non far cadere nell’acqua gli sventurati, ma se io accendessi un gran fuoco sull’isola in mezzo al lago e spingessi i Frey a uscire da Grande Inverno allora cadrebbero nei ghiacci” “Haha. E poi sono io il pazzo. Se non funziona, siete bello che morto” “Morto… Ma certo! Dopo che i Frey saranno cibo per pesci mi fingerò morto. Farò portare di nascosto dagli Umber il mio cadavere dentro il Grande Inverno e poi velocemente ci libereremo dei Bolton rimasti. Oh Theon, come potrò mai ringraziarti? Fatti dare un bacio”. I due attori si scambiano un sonoro bacio. “Bene andiamo a prepararci” dichiara Stannis mentre esce di scena.

 

Cambio scena. Entra l’attore che interpreta Ramsay. “Hahaha! Ho vinto! Ho ucciso il falso re Stannis. Ho la sua spada luccicante. Ho ucciso anche quel vecchio bastardo di mio padre, come avevo ucciso il mio fratellastro prima di lui. Ora sono io lord Bolton. Bolton! Bolton! Non Snow. Sono il lord Protettore del Nord. Ma per rendere speciale questa occasione mancano solo Reek e quella puttana della falsa Arya Stark. Sono sicuro che sono fuggiti da quel bastardo del fratello. Mi viene voglia di… Calma, calma Ramsay. Sei un uomo ragionevole perciò cercherai di risolvere la situazione in modo diplomatico. Portatemi Mance Ryder!”. Un attore a petto nudo e coperto di sangue finto, che interpreta il povero Re oltre la Barriera, viene portato da due guardie davanti a Ramsay. Ramsay lo fa girare e poi comincia a scrivere sulla sua schiena intingendo nel finto sangue la piuma. “Ecco con questa bella lettera Jon Snow scenderà senza fare storie. Dopotutto sono magnanimo”. Poi strappa dalla schiena dell’attore un pezzo di finta pelle dove aveva scritto. L’attore urla di dolore e scopre al pubblico la finta pelle scuoiata.

 

Cambio scena. Una donna molto formosa, vestita di rosso, entra sul palco. Sir Davos storce gli occhi alla vista di questa Melisandre. “Oh Signore della Luce, hanno ucciso Jon Snow! Beh io gli avevo detto che era in pericolo ma lui non mi ha ascoltata. Ah beh… Forse questa volta mi darà ascolto. Portate il corpo di Jon Snow!”. Viene portato il corpo mezzo nudo di Jon Snow. “Abracazulla, ora sei vivo!”. L’attore di Jon fa un enorme respiro e si tira su: “Sono vivo. Sono tornato dall’aldilà. Ehi”, esclama poi sorpreso, “Questo vuol dire che il mio giuramento è finito”. Si volta a guardare Melisandre e la sua scollatura. Con ululato Jon Snow insegue Melisandre. La strega rossa cerca di frenare i suoi impulsi da risorto. “Un attimo non pensi più agli estranei ad andare a Grande Inverno per sconfiggere i Bolton?” “Sti cazzi. Per tutta la vita ho cercato di comportarmi con onore e per questo sono stato ucciso. Ora cercherò di fare solo quello voglio e quando lo voglio fare. E ora ti voglio sco-“ Melisandre lo zittisce con un bacio.

 

Si susseguono varie scene.

 

“Torno a casa”, grida Arya Stark mentre salpa da Braavos, “Ho una lunga lista di persone da far fuori”

 

“Davvero te sei scopato una che se chiamava Zafferano?”, chiede Sansa Stark a Harry l’Erede. Poi si rivolge al pubblico: “Questo me lo magno’. Mo’ Ditocorto ammazza Robin questo qua diventa lord della Valle e me vado a riprende’ er Nord”

 

Bran strilla: “Mi avete fatto mangiare Jojen?!” “Era l’unico modo per attivare i tuoi poteri”, dice Bloodraven, “E lui lo sapeva fin dall’inizio” “Dei, così è anche peggio. Devo andarmene di qui”. Arriva Meera: “Credo di aver trovato una spada di Valyria forse sarà utile”

 

“Fanculo Meeren”, grida Daenerys, “Sono venuta lì, ho liberato tutti, ho cercato di governare da buona regina e hanno tentato di farmi fuori. Sa che ti dico Drogon”, dice rivolta al burattino che svolge il ruolo del suo drago. “Roar?” “Andiamo a Vaes Dothrak, prendiamoci un po’ di dotrhaki e andiamo a Approdo a riprenderci il trono”. Il drago approva e insieme se ne vanno.

 

C’è la scena di Tyrion e Penny che il vero Tyrion non riesce a guardare. Dopo il terribile fatto si sentono le grida. “Perché?! PERCHÉ?! La figlia della donna che amavo, Tysha. Se solo avessi saputo. E invece guarda cosa ho fatto”.

 

“Proprio bello questo matrimonio a Delta delle Acque”, borbotta un decrepito lord Frey, “Ora che ne dici Tully? Sono in casa tua e tra poco ammazzerò l’unico figlio che ti è rimasto”. Spunta lady Stonehearth. “Lady Catelyn ma tu sei morta”. Le piogge di Castamere cominciano a suonare. “Oh no!”, grida lord Walder.

 

Poi scena in cui Tyrion compra i mercenari e fa finire l’assedio di Meeren. Arriva Barristan Selmy: “Abbiamo capito chi comandava i Figli dell’Arpia. Era la Grazia Verde. Ah, ci sei pure tu qui Folletto. Lo sai che forse il Re Folle si è scopato tua madre?”. Tyrion è sbalordito: “Cosa? Quindi in realtà sono un Targaryen. Quindi non devo sentirmi in colpa per l’omicidio di mio padre. Non era mio padre. Quindi in teoria il Trono di Spade potrebbe essere mio. Dei, potrei addirittura sposare Daenerys. Quindi posso vendicarmi su Cersei e Jaimie senza sentirmi minimamente in colpa” “Bhe, non sono sicuro che tu sia veramente…” comincia a dire Baristan. “Fate largo a Tyrion Targaryen. A me un drago”

Victarion ride: “Hahaha. Ora con questo corno magico i draghi saranno miei”. Soffia nel corno ridicolmente grosso, con uno scoppio si ritrova la faccia nera di fuliggine e cade a terra. Tyrion impreca: “Accidenti, ora sono volati a Westeros. Inseguiamoli. Tutti a bordo per Volantis”

 

Stannis: “Ho preso il castello. Ora, bastardo, avrai quello che ti meriti”. Un branco di burattini a forma di cane si getta su Ramsay che finge di morie dilaniato. Theon ride fino a star male. Un uomo che interpreta Asha si avvicina a Stannis: “Senti coso. Se ci lasci andare, io e mio fratello prendiamo il controllo delle Isole di Ferro e ti giuriamo fedeltà” “Perché non lo hai detto prima?! Andate forza” “Muoviti Theon”, dice Asha mentre lo trascina via.

 

La principessa Arianne di Dorne si avvicina al ragazzo che sostiene di essere Aegon figlio di Rhaegar e sua zia Elia. La ragazza indossa un vestito dorniano molto rivelatore: “Ehi bel draghetto, vedi qualcosa che ti piace?”, dice mettendosi in posa. “Oh altroché”, risponde il biondino con occhi sgranati. Arianne si rivolge al pubblico: “È giunto il mio momento. Dopo essere stata messa da parte da mio padre per anni, finalmente ho la possibilità di essere io la protagonista. Mi farò sposare da Aegon e diventerò regina”

 

Jon attraversa una tormenta oltre la Barriera. “Devo andare a Aspra Dimora per scoprire di più su come sconfiggere gli estranei”. Incontra zio Benjen. “Zio Benjen” “Jon in realtà ti chiami Aegon e sei figlio di Lyanna e Rhaegar” “Cosa?! Quindi quello stronzo di Ned mi ha mandato a congelarmi le palle quassù per essere sicuro che non rivendicassi mai il trono del suo amichetto Robert. Una vita da bastardo quando ero un principe, anzi un re! Fanculo la lotta contro le forze del male, io me ne vado. Ripasso al Castello Nero a prendere il vero figlio di Gilly, poi non mi vedete più”.

 

Compare Jaimie trascinato da Brienne. “Hai detto che il Mastino ha rapito Sansa? Quando arriviamo?”. In una nuvola di fumo spunta una vecchia con le guance rigate di rosso. “Oh miei… È lady Catelyn” “Lady Stonehearth si fa chiamare ora”, dice triste Brienne. Lady Stoneharh punta il dito su Jaimie. “Vuole che tu paghi per i tuoi crimini. Ma ti concede un duello a singolar tenzone. Con me”.

Segue la terribile scena del duello.

Spunta Arya: “Oh madre non mi riconoscete?”. Lady Stoneharth scuote la testa. “È talmente consumata dall’odio perché credeva che i suoi figli fossero morti, che anche quando ne ricompare uno vivo non lo riconosce. Se continuo anch’io a farmi consumare dalla vendetta, farò anch’io questa fine. Ora capisco perché gli Uomini senza Faccia chiamano la morte che elargiscono un dono. Tu che un tempo fossi mia madre, stai tranquilla. Ti donerò la pace”

Dopo il drammatico matricidio spunta Gendry: “Ciao Arya quanto tempo” “È vero, che bello rivederti. Ti va di metterci insieme prima di andare al Nord?” “Va bene”. Corrono via mano nella mano.

 

Cersei Lannister si presenta al processo per combattimento. L’Alto Passero mostra il suo campione: lo smunto sir Lancel. Cersei mostra il suo: un omone sui trampoli che interpreta la Monatgna. L’attore di sir Lancel lo guarda, poi guarda l’Alto Septon: “Ho cambiato idea”. Segue il duello tra i due.

 

L’Alto Septon freme di rabbia mentre Cersei se ne va libera da ogni accusa. Arriva Maergery: “Ora è il momento del mio processo con i sette Septon che devono giudicarmi” “Ah no, eh! Qui sto facendo una rivolta socialista religiosa, devo svergognare almeno un nobile corrotto. Septa Unella vai con la campana”. Septa Unella entra e strappa i vestiti a Maergery: “Vergogna. Vergogna. Vergogna”. La povera Tyrel corre via coprendosi.

Arrivano Mace e Randyll Tarly. “Radyll presto chiama i soldati devo salvare mia figlia” “Haha. È qui che ti sbagli brutto ciccione”, il lord di Collina del Corno si spoglia rivelando un’armatura dorata. “Io e tante altre casate dell’Altopiano abbiamo sempre disprezzato voi Tyrell. La vostra scalata al potere è finita. Non darò più il mio supporto a quel bambino debole frutto di incesto. Il vero erede al trono, un maschio vero, ha già preso Capo Tempesta e ora sta venendo qui”. Con uno squillo di tromba arriva Aegon sesto Targaryen il figlio redivivo di Rhaegar e Elia Martell. Jon Connigton arriva dietro di lui: “Arrendetevi o raderemo la città al suolo”.

 L’Alto Septon si asciuga il sudore dalla fronte: “Ho appena realizzato che il vero re è questo Aegon. Che le campane suonino a festa”. Le campane cominciano a suonare. Lord Connigton ha lo sguardo perso nel vuoto: “Campane. Come al tempio di Vecchie Pietre. Quando ho deluso Rhaegar. Oh, mio argenteo principe… Uccideteli tutti” “Ma Connigton hanno detto che si arrendono”, sostiene Aegon. “Fate tacere quelle campane con i nostri elefanti!”, continua a strillare Jon Connigton. Burattini dei pachidermi entrano sul palco. Segue l’aspra battaglia.

Cambio scena sulla Fortezza Rossa. “Vostra maestà. Il Targaryen sta per prendere la città” “Accidenti. Occorre una ritirata strategica. Myrcella, Tommen andiamocene”. Ma spuntano le Serpi delle Sabbie che tengono i due pargoletti di Cersei per la gola. “Questo è per nostro padre Oberyn! E per Arianne che sarà la nuova regina al posto tuo”. Cersei urla mentre i figli vengono uccisi.

 

Segue scena a Grande Inverno. Stannis accoglie Jon e Melisandre. Entra Sansa accompagnata da Ditocorto. “Jon” “Sansa” “Oh, quanto mi sei mancato”. Entra Bran. “Bran” “Sansa, Jon” “Bran” “Oh quanto mi siete mancati”. Entra Rickon accompagnato da sir Davos. “Rickon” “Sansa, Jon, Bran” “Rickon” “Rickon” “Oh, quanto mi siete mancati”. Entra Arya con un branco di lupi giocattolo e il Mastino. “Arya” “Sansa, Jon, Bran, Rickon” “Arya” “Arya” “Arya” “Oh quanto mi siete mancati”. Stannis sbuffa: “Ora gli Stark sono finiti? Bene. Adesso a chi devo dare lo scranno di Grande Inverno?” “A Bran”, dice Merra, “È il figlio maschio più grande” “Ma non può generare”, interviene sir Davos, “L’erede quindi è Rickon” “Ma è solo un bambino. Sansa è una donna adulta e ha l’esercito della Valle dalla sua. Il seggio spetta a lei”, interviene Ditocorto. “Fermi tutti”, grida una voce. Ecco che arriva il Pesce Nero insieme a Howland Reed, il padre di Meera. “Ho qui una lettera di re Robb prima che morisse, in cui dice che designa come suo erede il suo fratellastro: Jon Snow!”. Parte un coro: “Il re del Nord! Il re del Nord!”. Jon fa zittire tutti. “No!”, sbraita Jon, “Per tutta la vita Ned mi ha mentito. Per tutta la vita ho voluto essere uno Stark, quando non lo ero mai stato. Io… Io… Me ne vado. Vedetevela voi con gli Estranei, io ho chiuso”. Sansa lo guarda andarsene seguito da Howland Reed. “Beh finché non torna lui, se non vi dispiace gestisco io le cose”, dice Sansa.

Scena a Volantis. Dany arriva con una corona in testa: “Finalmente torno a fare le cose in cui sono più brava: dar fuoco e essere acclamata”. Passa l’alto sacerdote del Signore della Luce: “Grazie per aver bruciato i nobili schiavisti e averci liberato. Tu sei la prescelta, Azor Ahai rinata. Tu sconfiggerai le tenebre” “Oh smettila, mi fai arrossire”, dice Dany. Arriva il maestro Marvin: “Non sono stupidaggini religiose, Daenerys. Gli Estranei esistono davvero e porteranno una notte senza fine. Solo il fuoco dei tuoi draghi ci può salvare” “Aspetta un momento” interviene Tyrion. Dany strilla: “Ma tu sei il figlio di Tywin Lannister” “Beh potrei e potrei non esserlo”, dice Tyrion, “Comunque ho fatto del gran male ai Lannister quindi siamo dalla stessa parte. Quello che devo dirti però è che il tuo prezioso trono è stato preso da un ragazzo che finge di essere tuo cugino, figlio di Rhaegar e Elia” “Cosa?!”, esclama Dany. “Prima di dare fuoco ai mostri cattivi di ghiaccio non sarebbe meglio portatore fuoco e sangue su Approdo del re. Per salvare il mondo c’è sempre tempo, la Barriera non va da nessuna parte”.

 

Sam corre per Vecchia Città. “Gli Estranei stanno arrivando! Gli Estranei stanno arrivando! Dobbiamo agire presto”. Gli arcimaestri ridono: “Samwell, la magia è cosa superata. Certe cose non esistono”. Arriva Euron a cavallo di un drago finto. “Hahaha. Sono un nuovo dio! To’ che quello è il corno di Joramun?”, domanda indicando Sam. Il ragazzone nasconde il corno dietro la schiena. Lui e Euron fanno un po’ di tiro alla fune fino a che il Greyjoy non glielo strappa e suona. Un rombo enorme scuote tutti. “La Barrirà è crollata”, strilla Sarella Sand, “Forza Sam, scappiamo”. Euron ride isterico: “La fine del mondo è vicina”.

 

Il primo atto si conclude. “Mi piace questa linea tragicomica”: sostiene Sam.

 

“Atto secondo: un sogno di primavera”

 

Arriva lord Varys sghignazzando, portandosi dietro lord Connigton. “Ehehe. Tutti pensano che visto che sono un eunuco sono una specie di automa senza alcun desiderio. Un essere completamente logico dedito al bene del reame. Non potrebbero essere più lontani dal vero. Anche se non ho potuto generare figli, una famiglia l’ho costruita lo stesso. Io e mia sorella Saera discendiamo da una nobile casata: i Blackfire, ramo bastardo dei Targaryen, che per ben cinque volte tentarono di prendere il regno. Mia sorella sposò il mio socio in affari: uno spadaccino che divenne tanto ricco da raggiungere la carica di magistro. Magistro Yllirio! E ho complottato fin dai tempi del re Folle per far cadere la dinastia del drago e instaurare il figlio di mia sorella e Yllirio: colui che ora siede sul trono, Aegon sesto. Il mio piano finalmente è compiuto! Hahaha” “Nooo! Quindi non è il figlio del mio principe quello che ho aiutato a salire sul trono. È un Balckfire”, piange lord Connigtn. “Non vivrai abbastanza per a raccontarlo, purtroppo” dice Varys uccidendolo.

Il Ragno Tessitore tira un sospiro di sollievo: “Il dolce sapore della vittoria”. Poi tende l’orecchio e la sua espressione si fa preoccupata: “I miei uccelletti mi portano voci. Cosa? Daenerys è arrivata sul continente. Ha scatenato fuoco e sangue sulla Compagina Dorata e i nostri elefanti in una seconda Battaglia del Campo di Fuoco. E ora viene qui in città?!”

 

Jaimie e Brienne si baciano. “Vieni con me al Nord e insieme lotteremo per gli Stark” “Non posso, lo sai. Devo tornare da Cersei” “La ami ancora?” “No. Certo che no. Ma mi ha svelato il suo piano per vendicare i nostri figli credendo che l’avrei assecondata. Invece devo tornare ad Approdo per fermarla” “No, ti prego, resta con me” “Sarebbe la cosa più bella, ma non quella più giusta. Addio mia amata”

 

Grande Inverno. Sansa e Jeyne Poole si riabbracciano. “Oh, mia Jeyne. Chi ti ha fatto questo?” Jeyne indica Ditocorto. Sansa prende la daga di acciaio di Valyria e lo ammazza: “Chi pronuncia la sentenza deve anche brandire la spada”

 

Stannis intanto cammina vanti e indietro. “Grrr. La Barriera è crollata, tra poco gli Estranei arriveranno. Non so come fare per sconfiggerli”. “Beh mio re, un modo ci sarebbe. Ho trovato delle uova di drago nelle cripte. Basterebbe un piccolo sacrificio per schiuderle. Che ne so… La principessa Shireen?” “Sei pazza?!” “Mio re, occorre un grande sacrificio per una grande magia. Insomma non ti sto chiedendo di ucciderla per una stupida battaglia, quello sarebbe assurdo. Ti sto chiedendo di ucciderla per salvare tutte le vite del mondo. Tutte le vite che verranno. Il destino del mondo non ha prezzo. Condanneresti l’umanità per salvare solo tua figlia?”

 

Segue scena de falò. “Tra un secondo salteranno fuori i draghi”, dice Melisandre con occhi luccicanti, “Tra un secondo”. Il fuoco continua a bruciare. “Ancora un mini minuscolo secondino”. Arriva un messo: “Raga, a Approdo sono arrivati i draghi”.  Melisandre guarda Stannis: “Ops. Mi sa che ho sbagliato prescelto” “Sicuro”, dice Bran, “Lo sapevi che Jon è mezzo Targaryen?” “Accidenti ce lo avevo sotto il naso e me lo sono fatto scappare. Ecco perché le uova di drago erano nella tomba di Lyanna. Come ho fatto a non capirlo? Stupida! Stupida!”

Scena in cui Stannis si dispera. “Davos, mio fidato Primo, è evidente che non ero io il prescelto né il re di diritto. Farò la cosa più onorevole dopo i crimini che ho commesso: andrò tra i Guardiani della Notte. Prenditi cura del bastardo di mio fratello” “Quale dei tanti?” “Edric Storm. Lo legittimo e gli do le Terre della Tempesta. Che serva il re che più gli aggrada”

 

Incontro tra Daenerys e Aegon ad Approdo. Dany si sfoga con Tyrion: “Dopo tutto quello che ho sopportato, dopo tutto il lavoro che ho fatto mi immaginavo che sarei stata acclamata come la legittima sovrana. Colei che avrebbe restaurato i Targaryen dopo questi corrotti Lannister. Invece visto che arrivo cinque minuti più tardi tutta la gloria va a questo bamboccio che non è neanche un Targaryen, solo perché è maschio. E a me dicono che sono una strega solo perché incenerisco le persone con i miei figli draghi e ho un esercito di barbari dotrhaki e ex-schiavi eunuchi”. Arriva Aegon: “Ciao zietta. Come dire… Io sono primo in linea di successione quindi il trono è mio. Ma possiamo comunque restaurare la nostra famiglia e governare insieme. Con i draghi nessuno ci fermerà”. Dany ci pensa: “Ma sì, governeremo alla pari come marito e moglie”. Spunta Arianne: “Mi spiace cocca, me lo sono già preso io”. Dany fulmina Aegon. Il ragazzo fa spallucce: “Beh, Aegon il Conquistatore aveva due mogli”. Dany prende il burattino di Drogon: “Io sono Daenerys Nata dalla Tempesta della casa Targaryen, Kahleesi del Grande Mare d’Erba, la Non-Bruciata, Distruttrice di Catene, Madre dei draghi… Chi più ne ha più ne metta. Ma non sarò mai la seconda consorte di qualcuno”. Tyrion esulta: “Brucia questa città di merda che non ha apprezzato quando li ho salvati da Stannis!” “Sei matto? Pensa ai bambini. Brucerò solo questo usurpatore, mica tutta la città”.

 

Scena sotto la Fortezza Rossa. Cersei porta una botte di alto fuoco: “Questa è l’ultima. Mi sembrava strano che la regina più giovane e più bella fosse solo quella dorniana con cui non ho avuto mai niente a che fare. Essere sostituita da una cavalca draghi da più soddisfazione. Anche se non sarà per molto. Una volta accesi questi… Ka-boom. Così il mio fratellino Tyrion sarà distrutto. Quella vecchia profezia non si avvererà. Il mio valonqar (fratello minore) non mi uccidera” “Cersei” “Oh Jaimie, sei tornato. Sapevo saresti tornato amore mio” “Sì, ma non per quello che pensi”. La strozza. Cersei rantola le ultime parole: “Per tutto questo tempo temevo che il valonqar fosse il fratello che odiavo, invece era il fratello che amavo”. Jamie piange sul cadavere della sorella: “Ho ucciso la donna che ho amato per quasi tutta la vita. Ma almeno ho salvato mezzo milione di vite”. Da fuori si sente: “Dracarys!” “Ma brutta figlia di…”. Esplosione verde.

 

Scena Dany davanti al Trono di Spade. “Che sciocca sono stata. Il delirio di potere mi ha consumata e mi ha fatto uccidere degli innocenti: coloro che avevo giurato di proteggere. E tutto per cosa? Questa brutta sedia di ferro. Ma non è troppo tardi, posso ancora redimermi. I miei draghi sono l’ultima speranza per l’umanità. Ma me n’è rimasto solo uno, gli altri due li ha catturati Euron Greyjoy. Devo correre a riprendermeli. Tyrion sei con me?”. Arriva Tyrion tendendo la mano d’oro del fratello: “Si. Ho capito che quel desiderio di vendetta non mi ha portato la pace sperata. Anche se non fossi un Lannister, Cersei e Jaimie erano davvero miei fratelli. E visto le azioni che ho commesso, io sono il degno figlio di mio padre. E forse convincendoti a intraprendere la guerra per la politica invece che quella per l’umanità, ho condannato tutti. Ma come hai detto, non è troppo tardi. Voliamo ad Harrenhal. Sono giunte notizie che Euron è sull’Isola dei Volti per trarre potere dagli alberi diga degli Antichi Dei”

 

Scena a Grande Inverno assediata dagli Estranei. Arriva Arya: “Oi Meera grazie per Sorella Oscura. Omioddio dai mille volti, ho una spada in acciaio di Valyria. Quella di Visenya Targaryen. Fate largo devo ammazzare un po’ di Estranei”. Gendry la segue con un martello. Poi arrivano anche Brienne, Podrick, il Mastino, Theon, Asha, Sam. “Caricaaa!”. Spunta Sansa: “Ma siete cretini. In una battaglia in campo aperto non abbiamo chance. Dobbiamo restare nel castello e puntare sulla resistenza a oltranza finché non si trova un modo per sconfiggere la fonte del loro potere la di là della Barriera. Bran abbiamo trovato un modo?” “Forse. Lasciami fare una cosa”

 

Scena Euron e Daenerys. Il Greyjoy sorride:“Ehi tesoro. Tu hai bisogno di un vero re. Non accontentiamoci del trono di spade. Noi due siamo dei. Governeremo su tutta l’umanità. Con la magia niente è impossibile” “Spiacente, ho già avuto il mio momento di hubris. Ora ridammi i miei figli” “Non succederà mai”

 

Scena sull’Occhio degli Dei. Arriva Jon: “Questo è il luogo dove i miei si sono uniti in matrimonio. Almeno così dice Howland Reed. Lo hanno fatto con una cerimonia Valyriana, perciò non sono mai stato bastardo, ero il figlio della seconda moglie. Ma che succede nel cielo? Due draghi si affrontano” “Ciao Jon che ci fai qui?”, dice Tyrion. “Oh ciao. A dire il vero mi chiamo Aegon. Sai R+J. Secondo matrimonio qui sull’isola magica” “Capito non aggiungere altro. Ora speriamo che Daenerys sconfigga Euron”

 

Scena nel piano astrale. Entra Euron: “Si può sapere chi mi ha fatto venire qui. Sto combattendo in questo momento” “Sono stato io”, grida una voce. Spunta Bran che da un’occhiata al pubblico: “Pensavate che sarei rimasto seduto su quella sedia a far niente per il resto della trama? Andiamo, sono le gambe che non mi funzionano, mica il cervello. Preparati Euron, sono il prescelto degli Antichi Dei e il nuovo Corvo con Tre Occhi. Bloodraven mi ha insegnato tutto ciò che sa” “Hahaha. Ma anch’io sono stato un possibile prescelto degli Antichi Dei, lo sapevi? Solo che quando ho visto che il mondo era destinato a finire mi sono detto: allora niente e nessuno ha importanza. Quindi ho usato i miei poteri per cercare di diventare un dio immortale come Bloodraven, senza diventare un mezzo albero decrepito, però. Fatti sotto ragazzino”. Lotta nel piano astrale.

 

Scena dopo lo scontro di draghi. “Quindi tu saresti mio nipote?”, domanda Daenerys. “Sì”, risponde Jon. “Un altro figlio di Rhaegar che quindi sarebbe prima di me nella linea di successione?” “Sì” “Vabbè ti credo. Se sei il sangue del drago saprai cavalcare Rhaegal. Dobbiamo volare al di là della Barriera e sconfiggere il potere degli Estranei. Tyrion vogliamo vedere se sei un Targaryen segreto pure te?”. Tyrion guarda impaurito Vyserion: “Ehm. Come ti ho detto, credo di aver risolto il problema della parentela”. La voce di Bran sussurra fuori campo: “Tyrion” “Bran ma come…” “Ora sono un mezzo dio. Mi ricordo quando mi aiutasti e mi facesti la sella per cavalcare. Ora io ti aiuterò e entrerò nella mente del drago per renderlo più mansueto, così potrai cavalcarlo”

 

I tre cavalcatori di draghi rispuntano illuminati da una luce dorata. “La notte è finita”, esulta Tyrion. “Abbiamo sconfitto la fonte di magia divina che generava gli Estranei. Era una roba grossa e abominevole. Ti immagini se fosse stato un singolo Estraneo?”, ridacchia Dany. “Sì”, concorda Jon, “Magari con una coroncina in testa per far vedere di essere il capo. Comunque non l’abbiamo sconfitta del tutto questa forza. L’abbiamo solo indebolita tanto che resterà dormiente per altre migliaia di anni. Ma prima o poi gli Estranei torneranno. Bisogna costruire una nuova Barriera e scegliere un nuovo lord Comandante dei Guardiani” “E servirà un unico sovrano che tenga uniti i Sette Regni contro questa minaccia”, dice Dany, “Vieni con me e restauriamo la dinastia della nostra famiglia, Aegon. Possiamo ricostruire Approdo del Re. Fare un trono non di spade ma di marmo. Vieni e generiamo dei figli che a loro volta si uniranno tra di loro”. Jon ci pensa: “Ti amo Daenerys”. La bacia, poi la pugnala. Rantolante Daenerys chiede: “Perché?” “Perché così non finirà mai. Continueremo solo il ciclo dei nostri genitori. Non sarà un sovrano sul Trono di Spade a tenerci uniti contro gli Estranei. Non sarà qualcuno che eredita per diritto di sangue. Il potere e la responsabilità di proteggere gli altri bisogna guadagnarseli con l’onore. Le cose devono cambiare” “E non potevi dirmelo invece di pugnalarmi a tradimento. Magari ero pure d’accordo con te” “Ah… in effetti. Scusa io non sapevo cosa fare” “Tu non sai mai un cazzo Jon Snow”, dice Dany esalando l’ultimo respiro.

 

Theon sussurra le ultime parole: “Sorella ora sei tu la regina degli uomini di ferro. Il nostro motto è: Noi non seminiamo. Devi cambiarlo. Rendi la nostra gente un popolo di pace che coltiva la terra e prospera. Non un popolo che sa solo depredare” “Lo farò fratello”

 

Jorah Mormont muore con addosso una cappa nera dei guardiani: “Ho seguito l’ultima volontà di mio padre. Ho preso i voti per rimediare al mio disonore. Ora che ho provato sulla mia pelle cosa vuol dire essere schiavo ho capito che crimine orribile ho commesso vendendo come schiavi i bracconieri. L’amore per Daenerys non era che l’ossessione malsana per la mia ex moglie. Ma ho dato la mia vita per l’umanità e muoio sereno”

 

Scena di Sansa che abbraccia un Mastino morente: “Oh Sandor. Ti sei sacrificato per proteggermi” “Sì uccelletto. Sono un uomo cambiato rispetto a quando mi conoscevi ad Approdo. Ho abbandonato il risentimento verso mio fratello e ho capito che quello che provavo per te non era amore. O comunque era un amore non sano. Ma ora muoio in pace vedendoti non più uccelletto ma una lupa fiera. Vado a incontrare gli dei” “Credevo che dicessi che gli dei erano solo storie” “Non è possibile che tutte le storie siano false”, dice Sandor morendo sorridente.

 

Arya sul ponte di una nave. “Vieni Gendry andiamo all’avventura al di là del Mare del Tramonto. Chissà quali meraviglie ci attendono lì” “Ti amo, moglie mia”, risponde lui baciandola.

 

Sam abbraccia Gilly e i due bambini: quello figlio di Gilly e quello figlio di Mance. “Ora non c’è più né la Barriera né la Cittadella. Sono un uomo libero. Libero di sposarti e amarti”

 

Scena del Gran Concilio ad Harrenhal. “Quindi nonostante tu sia l’erede legittimo non vuoi il trono?”, chiede Sam a Jon. “Non lo voglio. Per quello che ho fatto, riprenderò il mio posto nei Guardiani della Notte, anche se ora il lord Comandate sarà Stannis” “E allora chi ci guiderà?” “Sarà Bran a farlo” “Bran?!”, esclamano gli altri sovrani dei Sette Regni. “Sì. Bran ora può diventare immortale se si attacca a un albero diga, perciò non ci saranno problemi di successione mai più. Il re rimarrà sempre lui. Ma non tanto per la parte politica. Lui servirà a rimanere vigile per la minaccia degli Estranei o qualunque altra entità divina che cerchi di conquistare l’umanità. Probabilmente passeranno anni, secoli o millenni prima che rispunti una cosa del genere. Ma in quel momento, il nostro re sarà lì a guidarci” “E per la parte politica?”, domanda Sansa. “Per quella ci sarà il Concilio Ristretto. Ma comunque non saremo più un unico regno. I Sette Regni torneranno a essere sette, ognuno con il suo re. O nel caso del Nord, la sua regina. Sansa, passo la corona del Nord a te. Bran chi sceglierai per il Concilio Ristretto?” “Lord Tyrion” “Ho fatto cose orribili maestà. Ho ucciso membri della mia famiglia. Ho ucciso una ragazza, Shae, per rabbia. Ho quasi condannato l’umanità convincendo Daenerys a combattere per il trono invece che per le forze del bene. Non sarei un buon Primo Cavaliere” “Una volta mi dicesti che avevi un debole per storpi, bastardi e cose spezzate. Sono uno storpio e il nostro regno è più spezzato e diviso che mai. Chi meglio di te per aiutarmi?”. Tyrion accetta: “Il primo Brandon Stark fu chiamato il Costruttore e edificò Grande Inverno e la Barriera. Questo Brandon Stark aiuterà a ricostruire i Sette Regni. Lunga vita a re Brandon Stark il Ricostruttore”.

 

L’attore di Tyrion si rivolge al pubblico: “Così dieci anni sono passati. Approdo del re era distrutta. Così Harrenhal è stata ribattezzata Sala del Re e trasformata in una città: la nuova capitale. Anche se il re non viene quasi mai qui. Accerchiato dagli alberi diga vigila dall’isola dei volti. Egli ha mille occhi ed è presente in ogni angolo del suo regno: dalla Nuova Barriera che si sta costruendo, alla nuova Cittadella tra le macerie di Vecchia Città. E probabilmente è stato con noi anche questa sera”.

 

Un corvo vola gracchiando sul palco: “Bravo!”

 

 

NdA

Scusate per la lunghezza, ma riassume il più possibile. Queste sono tutte le cose che sarebbero dovute essere aggiustate nella serie a partire da metà quinta stagione. Piaciuta la cornice dello spettacolo teatrale?

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