Writober 2020 di Dromeosauro394 (/viewuser.php?uid=861293)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Domestic ***
Capitolo 2: *** Hanahaki ***
Capitolo 3: *** First person letter ***
Capitolo 4: *** Bodyguard AU ***
Capitolo 5: *** Bromance ***
Capitolo 6: *** Moneta ***
Capitolo 7: *** Rare ship ***
Capitolo 8: *** Portafortuna ***
Capitolo 9: *** Fake Relationship ***
Capitolo 10: *** Bodyswap ***
Capitolo 11: *** Bed sharing ***
Capitolo 12: *** Mutual pining ***
Capitolo 13: *** Love triangle ***
Capitolo 14: *** Bacio ***
Capitolo 15: *** Fix it ***
Capitolo 1 *** Domestic ***
Domestic
Domestic
133 d.C. (dopo la Conquista
di Aegon)
Mi avvicino al balcone e
Vecchia Città si stende sotto di me, piccola come il plastico di un maestro. Si
dice che l’Alta Torre sia talmente alta che si può scorgere la Barriera
all’altro capo del continente. Strizzo gli occhi ma l’orizzonte si perde
semplicemente nei verdi paesaggi dell’Altopiano. Mi sistemo meglio la
vestaglia. L’aria qua fuori è fredda. Sulle pareti interne invece si può
percepire il calore dell’enorme fiamma che svetta su questo miracolo
dell’architettura umana.
Normalmente passerei ore a
leggere qui. Con questo paesaggio che solo gli uccelli e chi cavalca i draghi potrà
mai vedere nella vita. Ma nessun libro può distrarmi dalle ombre che ancora
getta su di noi la Danza dei Draghi.
“Sam”. Sento chiamare da
dentro. “Come mai sei già sveglia amore mio?”, dice Lyonel. Il lord di Vecchia
Città esce fuori dalla nostra stanza. Diciotto anni, capelli neri e un filo di
barba che non è ancora una vera barba. Mi abbraccia da dietro. “Brrr. Si gela
qui fuori”, mi sussurra col mento appoggiato alla spalla, “Perché non torniamo
dentro a scaldarci”. Scosto il collo. “Ora no amore”. Lyonel mi ha amata dal
primo giorno in cui ci siamo incontrati. Sfortunatamente quel giorno era quello
del matrimonio mio e di suo padre Ormund. Io e Lyonel ci passiamo due anni io e
suo padre ce ne passavamo venti. Ma da
quando Ormudn è morto nella seconda battaglia del Tumbleton, tre anni fa, ho
potuto ricambiare le sue esitanti attenzioni.
Giocherella con i miei lunghi
capelli marrone scuro.
“Cosa dovremmo fare secondo
te se gli uomini di ferro arrivassero qui? La
Piovra Rossa minaccia addirittura
di raggiungere Vecchia Città” “Alyn gli farà il culo, vedrai” “Speriamo. Soffrirei molto se non
sopravvivesse. È stato il primo che non mi ha trattato come una concubina da
quando sto con te” “Tu non sei una concubina infatti. Sei il mio amore. Sei la
mia lady” “Ma non posso essere tua moglie. O questo è quello che dice l’Alto
Septon”. Secondo sua Alta Sacralità visto che sono stata sposata al padre di
Lyonel, sposare lui sarebbe come un incesto. “Quell’alto idiota può andare a
farsi fottere”, borbotta Lyonel, “È questo che ti preoccupa?” “In parte. Non è
ancora arrivata una risposta da Approdo del re. Forse il post scritto che ho
aggiunto era troppo provocatorio” “Hahaha. Ancora non ci credo. Hai detto a re
Aegon che se non gli fossero piaciute tutte le trentuno dame che gli hai
proposto come nuova regina avevi anche un elenco di bei fanciulli. Hahaha” “Non
l’ho detto a lui, l’ho detto al suo Primo Cavaliere. È stato Alyn ha suggerire
quella parte sai?” “Amo quel bastardo ancora di più”. Il giorno della Fanciulla
ci sarà un ballo alla corte del re ragazzino perché scelga la nuova regina. Un
evento che sembra uscito da una ballata.
“Sai che in teoria anch’io
rientro nei parametri per essere la nuova regina”, lo punzecchio. “Oh no! No,
no, no. Quel ragazzino può prendersi ogni donna da qui alla Barriera ma Samantha
Tarly rimane solo mia” “Beh almeno lui potrebbe sposarmi” “Te l’ho detto, per
me ormai sei già come mia moglie. Ti sposerei oggi stesso se l’alto idiota la
smettesse con quella storia dell’incesto” “Lo dici ora. Cosa succederà se fra
qualche anno troverai una più bella di me e deciderai di gettarmi tra le
sorelle del silenzio” “Sai che non lo farei mai”. Mi prende le spalle tra le
dita e mi guarda negli occhi. “Tu non sei solo bella. Non ho mai conosciuto una
donna come te. Sei così intelligente e saggia. Molto più di quanto io potrò mai
esserlo. Probabilmente hai letto più libri di tutto il conclave degli
arcimaestri. E sei anche coraggiosa e fiera. Come quando l’anno scorso sei
entrata col cavallo nell’Alto Tempio perché l’Alto Septon ti aveva detto di non
rimetterci più piede finché restavi con me”. Sorrido al ricordo della faccia
paonazza di quel vecchio. “Nessuna potrà mai superarti Sam. Voglio passare con
te il resto della mia vita. Voglio avere dei figli intelligenti e belli come
te”. Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio. Lyonel non sarà il più sveglio
o il miglior combattente dei sette regni, ma mi ama come mai mi ha amato suo
padre e come mai mi ha amata nessuno. Il sono sua e lui è mio.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Hanahaki ***
hanahaki
Hanahaki
Sto seduta alla finestra. Posso scorgere la Coraggiosa
Marilda
attraccata giù nel porto di Driftmark. Trattengo le lacrime. Sono la
principessa Baela Targaryen. E il sangue del drago non piange.
Qualcuno bussa alla porta. “Avanti”, sibilo. Mio marito
mostra la sua faccia contrita entrando. Volto la testa. Non mi farò intenerire
dal bastardo traditore. “Bae andiamo parlami”, supplica. Supplica il poveretto.
Ma quando sono io a supplicarlo di non lasciare me e sua figlia improvvisamente
si fa gelido. “Bae per favore. Non voglio partire lasciandoti così” “Non
partire allora”, rispondo io guardando il suo riflesso sul vetro davanti a me.
“Baela andiamo lo sai cosa significhi per me questo viaggio” “A quanto pare,
significa più di tua moglie o tua figlia” “Lo sai che non è così. Lo faccio
anche per te e Laena. Lo sai le fortune che aveva raccolto mio nonno dopo il
suo viaggio nel mare di Giada. Voglio riportare casa Velaryon a quello
splendore. Donare un futuro sicuro a te e a Laena”. Mi alzo e alzo la mia voce:
“Sicurissimo. Lasci tua moglie e tua figlia rischiando di farti ammazzare in
mare. Ma vai. Tranquillo, vai all’avventura. Sono certa che troverai tante
‘dame di porto’ pronte a accarezzare quel piccolo ego da bastardo che ti ritrovi”.
Siamo uno di fronte all’altra. Mi supera appena di un ciuffo di capelli in
altezza. “Il problema è questo? Sei ancora arrabbiata per la principessa di
Dorne?”. Sbuffo. “No. Non sono arrabbiata per quella storiella. Credi davvero
che io sia quel tipo di donna? Perché mi è saltato in mente di sposarti?! Avrei
dovuto prendere uno dei vecchi lord come voleva il Concilio Ristretto. Invece
ho scelto te perché mi sembravi una persona vera. Hai vissuto da bastardo e
pensavo che questo ti rendesse più nobile. Invece sei bastardo di nascita e
bastardo nell’anima” “Baela andiamo. Avevo sedici anni quando ero partito la
prima volta ed è... successa quella cosetta con la principessa. Ma sono passati
cinque anni. Ormai sono un uomo fatto e maturo. Lo sai che l’unica principessa
per me sei tu”. Prova ad allungare una mano verso la mia guancia. Gliela afferro
e stringo fino a farlo piegare a terra. “Ti ho già detto che non si tratta
della puttana dorniana. Ora esci se non vuoi che tiri fuori la spada”. Torno
seduta al davanzale. Alyn si massaggia la mano e in ginocchio continua a
parlare. “Baela, ti assicuro che non andrei se potessi fare altrimenti ma... Il
mare è ciò che sono. Non c’è posto al mondo in cui mi senta libero e padrone
come sul ponte di una nave. È come se... diventassi un tutt’uno con la ciurma,
le vele, le assi e l’acqua su cui poggiano. E quando domino quelle acque, sento...
Non so come descrivertelo Bae. Ma sento di aver trovato il mio posto nel mondo
quando provo quella sensazione”. Mi volto. “E quando sei con me non la provi?”.
Abbassa gli occhi. “Bae, lo sai che non è la stessa cosa. Quando sto con te il
mondo scompare e non vorrei essere con nessun altro. Ma navigare è diverso”. Rimane
con la bocca aperta cercando le parole. “Se tu potessi avere indietro Danzatore
di Luna e io ti chiedessi di ucciderlo cosa faresti?”. Mi volto e una lacrima
mi scende sulla guancia. Perché ha dovuto nominare il mio drago? Ma ha ragione.
Volare su Danzatore di Luna era impareggiabile. Anche quell’ultimo volo prima
che il drago di re Aegon ci sfracellasse a terra, era stata magia. Non avevo
alcun timore o paura. Mi sentivo un unico essere con il mio drago e il cielo in
cui volavamo. Altre lacrime mi scorrono sulle guance. Mi alzo e mi avvicino.
Lui mi circonda con le braccia.
Restiamo seduti per
lungo tempo davanti alla finestra, guardando le vele della sua nave scosse dal
vento. Alyn mi accarezza i capelli, corti e argentei. “Sai, un uomo di Leng che
ci guiderà nel viaggio, mi ha parlato di una malattia che si trova su
quell’isola”. Lo guardo confusa senza capire dove vuole andare a parare. “Oh, sì.
La chiamano Hanahaki. Quando una persona è innamorata, ma il suo amore non la
ricambia comincia a vomitare petali di fiore”. Alzò le sopracciglia. “No
davvero”, continua lui con falsa serietà, “Più il tempo passa più i petali
aumentano, fino a che la vittima non vomita fiori interi” “Beh non mi sembra
così grave” “Aspetta. Quando si arriva a quello stadio vuol dire che i
rampicanti dei fiori nella gola del malcapitato sono diventati talmente grossi
che rischiano di strangolarlo. Ci sono solo due possibilità a quel punto. O si chiama
un maestro che con i suoi attrezzi rimuove i rampicanti. Ma in questo modo non
si potranno provare mai più sentimenti per quella persona amata. Oppure l’altra
persona ricambia i sentimenti e si guarisce”. Mi ha preso per mia sorella
Rhaena? Crede di addolcirmi con questa storiella melensa? Improvvisamente si
china in due e si copre la bocca con le mani. “Oh.. Oh no! Cough, cough!”,
comincia a tossire. La schiena viene scossa da spasmi. Con un ultimo colpo di
tosse stacca le mani dalla bocca rivelando un bocciuolo
di rosa. Con gli occhi viola spalancati mi guarda e porge le mani in avanti
mostrando il fiore. “Si vede che il mio amore non vuole ricambiarmi. E ora
passerò non so quanto tempo in mare. Non ci saranno più occasioni perché possa
guarirmi” “Di al guitto che ti ha insegnato il trucchetto della rosa di ridarti
i soldi, perché era davvero maldestro” “Oh andiamo. Guarda che ho fatto
pratica” “Sarà. Comunque forse prima di partire per il mare di Giada dovresti
passare per Dorne. Forse la principessa Aliandra può guarirti”. Alyn mi guarda
con lo sguardo da cucciolo abbandonato. “E va bene. Liberiamoci di questi
fiori”, dico mentre mi avvicino per baciarlo.
Due mesi dopo guardo il porto vuoto. Ripenso alla storiella
Hanahaki. Per quanto melodrammatica forse c’è del vero in quella storia. Mi sto
lasciando strangolare dal mio amore per Alyn? Dovrei rimuovere l’affetto che ho
per lui, prima che mi faccia male? Per ora abbasso le mani sul mio ventre.
Ancora non si sta gonfiando, ma il maestro è sicuro che sia successo. Alyn
parte per il suo secondo viaggio. E io mi preparo ad avere il nostro secondo
bambino.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** First person letter ***
Fist person letter
First person letter
237 d.C. (dopo la Conquista
di Aegon)
Caro fratello,
Riferisci pure al Lord
Comandante il contenuto dell’altra lettera, questa qui è solo per i tuoi occhi.
Finalmente una nuova
primavera risplende sui Sette Regni dopo 6 lunghi anni di inverno.
Vorrei potessi vedere i tuoi
nipoti. Crescono ogni giorno uno più bello dell’altro. Ducan ormai ha sedici
anni ed è praticamente un uomo. Jhaerys e Shaera invece stanno entrando adesso
nella fanciullezza e sono inseparabili. Il piccolo Daeron ha 9 anni ma si
comporta già come un vero guerriero e segue sempre Dunk supplicandolo di
insegnargli a usare la spada come ha fatto con me. Rhaelle invece è timida e anche
se a cinque anni non parla se non per bisbigli dietro le gonne di sua madre.
Ora che la neve si è sciolta quasi
mi sembra di tornare alla nostra infanzia a Sala dell’Estate, circondato da
tutti questi pargoli. Penso ai bei momenti fra me e te non alle angherie di
Aerion o alla freddezza di nostro padre.
Sono un uomo così fortunato
Aemon. Ho preso una decisione. Sono passati ormai cent’anni da quando è morto
l’ultimo drago, ma ancora la nostra dinastia si aggrappa alla pratica
dell’incesto in nome della purezza di sangue. Fin da bambino ricordo il
ribrezzo al pensiero che avrei dovuto avere come moglie una delle nostre
sorelle. E se penso a quanto sono felice adesso con Betha, ai nostri figli… Io
e te abbiamo visto a cosa può portare mantenere puro il sangue di drago. Tra il
popolino si scherza dicendo: “Ogni volta che nasce un Targaryen gli dei
lanciano una moneta. Da un lato la grandezza, sull’altro la pazzia”. Non voglio
portare alla nascita di altri Rhaegel e Vaella e per carità di altri Aerion.
Voglio che i miei figli provino l’amore che io provo per Betha. Ho deciso di
organizzare dei matrimoni per tutti loro con i figli e le figlie delle grandi
casate.
Inoltre conosci i progetti
che ho in mente per il mio regno. I nobili non reagiranno bene. Ma se nelle
loro famiglie avranno un Targaryen forse saranno più inclini ad accettarli. Io
e te abbiamo vissuto tra la gente comune. Tu un novizio come gli altri alla
Cittadella io lo scudiero di un cavaliere errante. Non voglio che il mio popolo
debba soffrire le ingiustizie a cui ho assistito, a volte sulla mia stessa
pelle. Vorrei che anche i miei figli potessero vivere quell’esperienza, che non
diano mai per scontato la grazia che ci è stata data di nascere nella famiglia
reale.
Per ora mi accontenterò di
far lasciare a Duncan e Daeron Approdo del Re. Duncan ha assaggiato il sangue della sua prima
battaglia, sa combattere e ha i capelli neri di sua madre quindi potrà
confondersi tra la gente. Quando mi ha chiesto di partire per esplorare il
regno che un giorno dovrà governare, non ho saputo dire di no. Daeron invece
andrà ad Alto Giardino. Potrà essere uno scudiero insieme a tanti altri e
formare delle amicizie per la vita. Ho intenzione di prometterlo alla figlia di
lord Redwyne: Olenna. La flotta di Arbor servirà sempre fino a che Acreacciaio
vive e complotta dall’altro lato del Mare Stretto. Prego gli dei che i BlackFyre
non tentino di alzarsi contro il Trono di Spade un’altra volta.
Fratello come vorrei che
fossi qui a consigliarmi. A ogni nuovo passo che faccio come re mi chiedo se la
mia moneta stia cadendo dal lato della grandezza o della rovina.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Bodyguard AU ***
Bodyguard
“Prince Aemon the
Dragonknight cried the day Princess Naerys wed his brother Aegon” A Clash of Kings
Bodyguard AU
Rinascimento
È seduta a leggere nel
chiostro. Un passo delle scritture ovviamente. Le sue mani sono talmente
pallide che quasi riflettono la luce del sole come un gioiello. Tutto ciò che
posso vedere di quella pelle così chiara sono quelle manine e il volto chino
sulle pagine, per il resto è pudicamente coperta da un abito dalla tinta
spenta. Conosco il colore dei suoi capelli ma ora sono raccolti sotto un velo. Mi
avvicino e il cigolare della mia armatura bianca le fa alzare il viso. Le mie
gambe mai hanno tremato nella guerra in Sicilia ma tremano ogni volta che i
suoi grandi occhi viola incrociano il mio sguardo. “Sir Amone”. Mentre siamo
qui mi chiamerà soltanto con il titolo. “Come vanno le costruzioni della nuova
basilica del nostro sovrano?” “Bene. Re Baelorio ha chiamato i migliori artisti
del regno” “Che Dio sia con lui. Passeggia con me”.
Ci dirigiamo al giardino
attorniati dalle bianche statue delle divinità romane. Che sia per questo che
lo chiamano parco degli dei?
“Madre”, risuona una vocetta
stridula. Un bambino esile corre verso di lei. “Madre ho finito il libro sulla
Sicilia” “Di già?”, sospira sorpresa Nerissa. “Sì era molto interessante. Ma
volevo chiedere se zio Amone poteva raccontarmene in prima persona”. Daeronio
ha dieci anni ma è minuto e dalle membra soffici. Mi guarda con gli occhi speranzosi.
“Certo, vostra grazia”, rispondo spaesato dalle sue attenzioni verso di me. È
un bambino che non ha mia avuto interesse per spade e tornei perciò mai molto
interesse per un cavaliere della guardia reale. “Volete sapere della Conquista
del Giovane Drago?” “A dire il vero vorrei sapere i costumi e le usanze dei
siciliani” “Oh, io… Non ho avuto modo di osservarne molti al di fuori delle
battaglie, ma posso di certo parlarvi delle loro città. Posso chiedere a sua
grazia come mai questo improvviso interesse per l’isola trinacria?” Arrossisce
e sposta lo sguardo su sua madre prima di abbassarlo a terra. “E-ecco… Vorrei poter
avere qualcosa di cui parlare… Quando la mia futura sposa verrà a corte”. Cerco
di non sorridere. Quando re Baelorio ha stretto la pace con la Sicilia ha
concesso molte cose, forse anche troppe. Tra queste la promessa di matrimonio
tra il principe Daeronio e la principessa Maria di Sicilia.
“Sir Amone ti potrà parlare
di tutto questo più tardi”, dice Nerissa, “Ora torna a giocare” “Giocare è da
bambini. Vado nella torre del vescovo a chiedere altri libri”. Si allontana con
una corsetta scoordinata.
“È colpa mia”, gli occhi le
luccicano, “Gli ho dato un corpo debole e cagionevole come il mio”. Le prendo
il viso tra le mani, “Non è vero Nerissa. Gli hai dato il tuo cuore buono e
forte” “Non sarà mai come suo padre”, mi dice guardandomi. “Sarà una fortuna
che non diventi come Agone. Quel verme non sa far altro che ubriacarsi,
gozzovigliare e… darsi alla lussuria. Ora che il re si è messo in testa di
abolire la prostituzione qui a Roma probabilmente se ne resterà a Venezia a
fornicare con quella mora figlia del doge. Daenorio non è come il padre” “Sai cosa
intendo”, continua lei, “In un battaglia non si salverebbe come faresti tu”. Una
lacrima le scende lungo la guancia. Lascio il suo viso come fosse brace incandescente.
Non ne abbiamo mai parlato. Sono passati dieci anni ma non è stata detta una
parola. “A volte mi chiedo se tutta la follia in cui ci troviamo sia il prezzo
per i nostri peccati”, dice mentre si ricompone. “Se il Signore fosse così
severo allora la nave di Agone dovrebbe affondare al suo ritorno qui” “Non dire
certe cose. È pur sempre nostro fratello. E mio marito. Il Signore ci ha uniti
in un solo corpo e una sola anima. E un mese prima che accadesse io ho…” “Tu
non hai fatto niente Nerissa. Eravamo due ragazzi. Se c’è qualcuno da incolpare,
incolpa me. Ero un ragazzo con le voglie e l’impeto che hanno i ragazzi. Tu sei
sempre stata così… Pura e candida, come un angelo del paradiso. Saresti stata
una suora più che devota se nostro padre te lo avesse permesso. Incolpa il
desiderio di uno sciocco ragazzo. Tu sei senza peccato”. Ora sono io che ho le
guance rigate. Mi sorride: “Nessuno è senza peccato, fratello. Quella notte ci
siamo macchiati entrambi di quel… dolce, dolcissimo peccato. La cosa peggiore è
che so che non mi verrà mai perdonato. Perché io non mi pentirò mai di averlo
commesso” “Nerissa…” “Ma come hai detto tu eravamo due ragazzi. Io ora sono
moglie e madre. E tu un cavalier consacrato” “Esatto. E come guardia reale ho
giurato che passerò la mia vita a difendere e proteggere i membri della
famiglia reale”. La sua mano delicata scende e tira fuori un fazzoletto di
seta. In punta di piedi si alza per asciugarmi le lacrime. È come se un balsamo
lavasse via le mie ansie e i miei dolori. Mi sento come un uomo che muore di
sete a cui viene data acqua di fonte. E so di cosa sto parlando perché sono
stato per mesi chiuso in una gabbia nella torrida Sicilia. Anche se dura un attimo e il suo tocco è
lieve come una farfalla provo la stessa gioia che provai dieci anni fa quando
mi donò i suoi baci e le sue carezze. Ti amo Nerissa. E farò di tutto per
proteggere te e nostro figlio Daeronio.
NdA
L’Au non c’è tantissimo se
non per un l’uso della geografia italiana per Westeros. In questo caso Roma è
Approdo del Re e la Sicilia Dorne. La Basilica di SanPietro è il Grande Tempio
di Baelor e Venezia è Braavos.
Amone e Nerissa esistono davvero come nomi,
per gli altri nomi Targaryen ho cercato di italianizzarli con qualche vocale
finale.
Ho mantenuto che l’incesto tra
Targaryen sia considerato normale anche se siamo in AU con il cattolicesimo. Nerissa
è più preoccupata perché lo hanno commesso al di fuori del matrimonio.
Ho immaginato questa scena
durante il regno di Baelor il Benedetto poco dopo la pace con Dorne.
C’è sempre stata controversia
su chi fosse il vero padre di Daeron e io credo alla teoria che fosse Aemon e
lo abbia concepito con Naerys subito prima che lei fosse obbligata a sposare
Aegon.
Ho messo la parte della “mora
figlia del doge” perché Aegon ha avuto una relazione con la Perla Nera, figlia del
Signore del Mare di Braavos.
Lo so che questo amore
incestuoso può sembrare un po’ controverso, ma sono Targaryen nella loro ottica
è normale.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Bromance ***
Bromance
Bromance
210 d.C. (dopo la Conquista
di Aegon)
La pelle bagnata gli viene
investita dai raggi del sole di Dorne. Dunk è sdraiato a petto nudo con le mani
dietro la testa e gli occhi chiusi. ‘Resto qui solo il tempo che mi asciugo poi
ripartiamo’, pensa, ma la calura del pomeriggio lo investe di una sonnolenza
così piacevole. “Sir ho finito di strigliare Tuono”, dice una vocetta squillante,
“Ho finito o c’è altro che devo fare?” “No, credo che per ora basti. Ma con quel
tono che hai usato meriteresti una sberla sull’orecchio”. Il suo scudiero Egg
si scusa frettoloso poi si toglie la tunica e corre a gettarsi nelle acque del fiume.
Dopo poco si sdraia accanto a Dunk imitandone la posizione. La pelle del
bambino ormai si è abbronzata di una bella sfumatura dorata, non come quella di
Dunk che al massimo diventa rossa ciliegia.
I due stanno fermi senza dire
niente, gli unici suoni sono il lento scorrere del Sangue Verde e i nitriti sporadici
di Tuono.
“Sir?”, mormora ad un certo punto Egg. “Mh,
che c’è?”, mugugna Dunk quasi lasciatosi andare al sonno. “Se poteste essere un
animale cosa vorreste essere?”Come fanno a venirgli in mente certe domande? A
Dunk nemmeno quando era bambino a sua volta venivano certe idee. Quando sei
impegnato a lottare tra le strade per il cibo hai poco tempo per pensare a
certe fantasticherie. “Un cavallo”, risponde secco. “Davvero sir?” “Certo. Così
continuerei a gareggiare nei tornei” “Sì, ma dovreste portarvi sempre qualcuno
in groppa. O potreste essere un castrone. E se vi si rompeste una gamba
finireste in pentola” “Oh”, a questo Dunk non aveva pensato, “Vabbè te che
vorresti essere?” “Un drago!”, risponde subito che Egg che attendeva la
domanda. “Potrei volare in alto e andare dove voglio. E se qualcuno provasse a
fermarmi lo ridurrei in cenere”, dice con gli occhi blu quasi violacei che
osservano il cielo.
Altri attimi di silenzio.
“Forse mio fratello Aemon troverà un modo per far schiudere le nostre uova e un
drago vero lo avrò”, continua il bambino, “Quando è partito ha detto che voleva
farsi l’anello di acciaio di Valyria e imparare le arti arcane”. Dunk annuisce
tenendo gli occhi chiusi. “Credo che vi piacerà Aemon quando lo vediamo a
Vecchia Citta, sir. È la persona più intelligente che abbia mai visto” “Ha la
lingua lunga come te?” “No, sir. Lui parla sempre piano e poco. Perlomeno
quando non è con me”. Egg non lo vede da quasi due anni ormai e gli manca
molto.
“Se vi avanzasse un uovo di drago, ne schiudereste
uno anche a me?”. Egg ci pensa un attimo. “Sì, sir”, decide. “Bene. Mi
addormento due minuti svegliami altrimenti arrostisco” “Certo, sir”.
Dunk si sveglia di
soprassalto avvolto dal freddo. Ci mette un attimo a realizzare cos’è successo
poi vede Egg che sorride tenendo in mano un secchio vuoto. “Non vi svegliavate.
Così ho pensato di ricorrere a misure estreme”. Dunk scuote via i capelli
bagnati dal viso e lo guarda in silenzio. Gli occhi blu scuro di Egg si
spalancano. Il monello molla il secchio e corre veloce verso l’acqua. Dunk si
alza e le sue lunghe gambe glielo fanno raggiungere presto. Facilmente con un
solo braccio afferra un Egg urlante e gli getta la testa sott’acqua un paio di
volte. Lo ritira su che boccheggia e con voce pacata esige: “Chiedi perdono”
“Ho solo fatto quello che mi avete chiesto, sir”, risponde lui con la sua
solita spavalderia. Dunk sospira e lo mette sotto qualche altro secondo. “Chiedi
perdono o continuo” “Mai!”, splash. Dopo altri tre tentativi Egg implora
perdono e Dunk lo fa ricadere in acqua. Sorridendo si gira per uscire, ma lo
scudiero che brama vendetta gli artiglia il tronco. Cominciano a giocare
nell’acqua con Egg che tenta ostinatamente di affogarlo, ma finisce
regolarmente con la testa rasata sott’acqua.
Quando escono, il sole sta tramontando. Sono
stremati entrambi e Dunk sente le prime avvisaglie delle scottature che lo tormenteranno
stanotte. Ma ne valgono la pena. Erano anni che non rideva e si divertiva così.
Non ti affezionare Dunk. Questo principino tra qualche anno potrebbe ripudiarti
come se non ti avesse mai conosciuto. Anche se è la prima famiglia che hai da
dopo sir Arlan, non sei lo stesso per Aegon: lui ha la sua. Tu sei solo Dunk di
Fondo delle Pulci.
“Sir”, dice Egg mentre si rimette la tunica,
“Credo anche voi piacerete a Aemon. Vedrà quanto piacete a me”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Moneta ***
Moneta
Moneta
171 d.C. (dopo la Conquista
di Aegon)
Mi accarezza la pelle nuda e
scura. “Dopo di lui, tu sei il prossimo” “Mpfh. Papà sogna da quattordici anni
di sedere su quel trono. Probabilmente non lo mollerà per altrettanti anni”, si
lamenta. “E tu lo sogni da quando sei nato. Mi ricordo quando dieci anni fa
sbarcasti qui e già ne parlavi” “Ero giovane a quel tempo”. Si tira su dal
letto e si afferra il ventre molle e peloso. I trentacinque anni non stanno
avendo un bell’effetto su di lui. Quando decisi di possederlo la prima volta
era l’avvenente principe occidentale delle fiabe: tratti valyriani, il ventre
piatto e i fianchi insaziabili. Ora è un mediocre ometto con la pancetta e una
barba che tenta di coprire la faccia che si gonfia. Ma nonostante ciò è
comunque padre di due mie figlie e un figlio.
“Come faccio a sapere che è
mio?”, ha borbottato quando gliel’ho mostrato appena è entrato nel palazzo,
“Bellegere, noi due siamo uguali. I nostri cuori battono l’uno per l’altra
anche quando il mare ci divide, ma i nostri corpi…Quelli hanno bisogno di
continuo svago. Te l’ho detto pure su Bellenora e Narnha: non posso sapere se siano
figlie mie” “Questo credo che sia tuo per forza”, ho sorriso maliziosamente
mentre toglievo la cuffietta a Balerion. Gli occhi di Aegon si sono illuminati
alla vista dei capelli color platino. Fanno un contrasto curioso sul mio bambino
brunetto. Ha preso il pupo in braccio cullandolo con un’espressione ebete.
Mentre stava qui il suo devoto
cugino si è ucciso da solo, digiunando in quel tempio costoso che ha insistito
tanto per costruire. Far spendere tutti quei soldi in quel modo. Non c’è da
stupirsi che Aegon sia venuto a chiedere prestiti alla Banca di Ferro. Quello e
a rivedere la sua Perla Nera: me. Ma ora deve tornare per l’incoronazione di
suo padre.
“Forse è meglio così. Mio
padre è stato Primo Cavaliere per più di dieci anni. Praticamente gli mancava
solo la corona per essere re. Sarebbe ora che avessimo di nuovo un buon
sovrano” “Sarà davvero un buon sovrano?”, gli sussurro accarezzandogli le
spalle nude, “È rimasto impassibile mentre quel tuo triste zio ha lasciato
morire la forza della vostra casata: i draghi. E ha sostenuto i suoi due folli figli,
quando hanno preso il trono a loro volta. Uno, un ragazzino che voleva giocare
alla guerra e l’altro un pio idiota soggiogato dai vostri frigidi Sette”
“Ricordati che è per via di quel frigido idiota che sono venuto a Braavos e ti
ho incontrata”, dice cercando di darmi un bacio con quella barba sporca di cibo.
Mi ritraggo e continuo: “Tuo padre ha cinquant’anni. A quell’età un uomo
diventa fragile”. Si scurisce in volto. “Cosa stai insinuando?” “Valar
morghulis. Tutti gli uomini devono morire” “Sei impazzita Bellegere! È di mio
padre che stiamo parlando”, dice mentre si riveste infastidito. Poi domanda:
“Come mai tutto questo improvviso interesse per la politica estera?” “Tu prima
non avevi un erede maschio, ma ora con Balerion ce lo hai” “Oh, è per questo.
Il Signore del Mare, tuo padre, vuole un nipotino sul Trono di Spade. Io ho già
un figlio!” “Davvero?”. Mi fulmina: “Non starai insinuando?” “Non insinuo
niente. Ma anche tu hai tuoi dubbi su chi sia veramente il padre di Daeron. E
la tua fragile moglie non ha fatto altro che darti gravidanze non portate a
termine o figli morti dopo di lui. Invece mio figlio è forte. Nelle sue vene
scorre il sangue di Valyria e delle Isole dell’Estate. Vorresti che la tua
eredità andasse a quel gracile di Daeron e alla dorniana sua moglie?”. Aegon si
tormenta la barba: “Beh, sì in effetti…” Sta cedendo. “Ma è assurdo. Mio padre
è un uomo intelligente. Trovare un modo per ucciderlo sarebbe troppo rischioso.
E se risalissero a me…Solo la Barriera mi salverebbe. E tu sai che non posso
vivere senza almeno una donna nel letto ogni notte” “Lo so bene, principino
mio. Ma non crucciarti. Sai, nelle tue visite qui nella Città Nascosta c’è un
edificio in cui ancora non ti ho fatto entrare”
La porta si staglia alta. Legno
di albero diga pallido da un lato e ebano dall’altro, come i capelli e la pelle
di nostro figlio. Saliamo i gradini della Casa del Bianco e del Nero insieme,
ma poco prima di toccare i battenti lui si ferma. “Belle, non posso. Non riesco
a fare una scelta del genere”. No! Non rinunciare adesso. Tiro fuori una moneta
di Volantis dalla tasca. Su un lato una corona, dall’altro un teschio. “Lascia
che sia la sorte a farlo per te allora, mio principe”. Il metallo scintilla
colpito dalla luna mentre sale in aria per poi ricadere nel mio palmo. Lo guardo
negli occhi e gli porgo il pugno chiuso. Aegon con la fronte che suda schiude
le mie dita marroni con le sue pallide. Un teschio.
NdA
Il regno di Viserys II è
durato meno di un anno. Alcuni sospettano che sia stato suo figlio Aegon poi
divenuto Aegon il Mediocre ha accelerarne la dipartita. Mi sono immaginato uno
dei possibili modi in cui la cosa sia avvenuta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Rare ship ***
Sansedric corretta
Rare ship
Lo vedo che passa tra le
tende attorniato da uomini del Nord. L’uomo da cui prendo il nomignolo: Ned. È
diverso da come me lo aspettavo.
Dovrei andare a parlargli. Ma
cosa potrei mai dirgli? ‘So che hai amato mia zia Ashara e lei si è buttata nel
mare per questo, ma la mia famiglia di non tiene alcun rancore. Guarda mi
chiamano come te’. Oppure: ‘Grazie di averci riportato la spada Alba, dopo aver
ucciso zio Arthur. Così un giorno forse Spada dell’Alba potrò diventarci io’.
Troppo tardi, Eddard Stark scompare
in lontananza. Strano che se ne vada dal torneo in suo onore, ma suppongo che
la vita di un Primo Cavaliere sia molto piena.
Finisco di ripulire e mettere
a posto l’armatura di lord Beric. Quel Thoros di Myr lo ha disarcionato solo
perché non stava cavalcando Saetta. Se quel cavaliere non l’avesse ferita stamattina
lei e lord Beric avrebbero vinto perlomeno il secondo posto.
Appena ho finito corro per
vedere le ultime quintane di oggi. Riesco a trovare un posto ai piedi della
balconata accanto a Olyvar, uno dei nostri uomini, e cerco di capire a chi
tocchi. E poi la vedo: la creatura più bella che abbia mai guardato. Indossa un
abito verde. Il suo viso è candido e perfetto. Gli occhi azzurri le si
illuminano mentre guarda i cavalieri sfilare. I suoi capelli sono lunghi e
rossi come il tramonto. Rimango incantato a guardarla e non mi rendo conto che
i cavalli sono partiti fino a che, con uno schianto, il Cavaliere di Fiori non
manda a terra il figlio di Lord Royce. Quel subdolo Tyrell lo ha disarcionato
rompendogli una gamba. Ma non sento le grida di Royce. Riesco solo a guardare
quella misteriosa fanciulla. Sir Loras si toglie l’elmo e fa quel teatrino di
lanciare una rosa a una delle signore. Ha un mantello pieno di rose bianche ma
questa volta ne tira fuori una rossa. Comincia ad avvicinarsi alla balconata
per…Oh no, è andato proprio dalla mia fanciulla sconosciuta. “Dolce lady, la
bellezza di una vittoria sul campo non è nemmeno la metà della tua bellezza”*,
le dice porgendole la rosa. La fanciulla timidamente allunga la mano… e la
prende! Ora se la sta portando al viso e sorride aspirandone il profumo.
Mi volto verso Olyvar e sussurro:
“C-chi è quella ragazza?” “Cosa Ned?”, chiede Olyvar che stava discutendo su
chi puntare domani. “Quella a cui sir Loras ha dato la rosa rossa. Chi è?”.
Olyvar si volta a guardarla: “Ah, quella dev’essere la figlia di lord Eddard:
Sansa Stark”. La guardo ancora più rapito. Il cuore mi batte come non ha mai
fatto prima.“È promessa a quel verme del principe Joffrey”. Il mio cuore si
ferma.
Tengo alto il vessillo di
lord Beric: nero con il fulmine viola che lo attraversa. Il Primo Cavaliere ci
ha inviati a catturare la Montagna che cavalca. Tremo al solo pensiero. Quell’omone
ha tagliato la testa del suo cavallo con un solo colpo di spada al torneo.
Devo farmi coraggio. Sono
Edric Dayne, lord di Stelle del Tramonto. Anche se solo come scudiero, farò
onore alla mia casata. Mi volto un attimo per guardare un’ultima volta i
portali della Fortezza Rossa, ed eccola. Lady Sansa sta sulle mure e tira su il
collo per vedermi partire. Non sono sciocco, lo so che non sta lì per me. Ma
almeno mi ha donato un’ultima visione a cui aggrapparmi. Lord Beric mi ordina
di rimettermi in riga così mi volto. Addio lady Stark. Chissà se un giorno ti
rivedrò.
*Tratto da: “Il Trono di
Spade”
NdA
Questa volta torniamo alla
saga principale ma con Ned Dayne che io shippo da morire con Sansa. Insomma non
che abbia bisogno di un uomo. Ma Edrci mi sembra l’unico “vero amore” papabile
per lei.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Portafortuna ***
Portafortuna
Porta Fortuna
Elinor
Mi prende per mano e mi conduce correndo tra gli alberi del Bosco del Re. Indossa
un mantello giallo con tante piccole formiche di rame ricamate sopra: il
simbolo della sua casata. Al collo porta ancora il mio favore. “Alyn non
dovremmo allontanarci troppo. Maergery si preoccuperà” “Tua cugina può
smetterla di farti da balia per una mezz’ora. E poi finché sei con me non hai
nulla da temere, mia lady”. Do un’ultima occhiata al seguito reale e poi
ridendo lo seguo nella foresta.
Corriamo a perdifiato finché non sbuchiamo in
una radura dove un piccolo ruscello si getta in una
pozza dalle acque chiare. Il lieve scrosciare dell’acqua, il cinguettare degli
uccelli… “Oh Alyn, è bellissimo” “Sapevo ti sarebbe piaciuto”, dice mentre si
slaccia il mantello e lo stende sull’erba affinché possiamo sdraiarci. Mi volto
a guardare il mio promesso sposo. È alto anche se un po’ secco, i corti capelli
neri gli si sono spettinati lungo la corsa. Mi avvicino e glieli sistemo. Mi
bacia. Non è la prima volta che lo fa. Non è neanche il primo o l’unico ragazzo
che ho baciato. Insomma siamo promessi mica sposati. La Fortezza Rossa pulula
di cavalieri e scudieri che non vedrebbero l’ora di… “cogliere” una rosellina
Tyrell come me. Non che glielo lasci fare. Ma a donargli un piccolo sbuffo di
aroma non c’è niente di male, giusto?
Siamo sul suo mantello e ci rotoliamo lentamente l’uno sull’altra. La
gonna mi si stropiccerà tutta. Alyn è molto vorace oggi. Di queste piccole
sessioni che abbiamo avuto in qualche anfratto del castello questa è la più
bella. Improvvisamente sento la sua mano che scende sotto la mia gonna e mi
accarezza la coscia. Mi stacco dai suoi baci: “Alyn, no. Non possiamo” “Oh
andiamo. Tra poco sarai mia moglie” “Solo quando ti sarai guadagnato gli
speroni e non sappiamo quanto ‘poco’ ci manchi a quello”. Si passa nervoso la
lingua sulle labbra. “Avanti Eli. Non sappiamo quando l’esercito di lord Mace dovrà
lasciare la capitale. Se succedesse non potremo più rivederci per mesi, forse
anni”. Mi mordicchio il labbro indecisa. “E poi volevo che la nostra prima
volta fosse speciale. Sai, non come la prima notte di nozze con tutti gli invitati
che ci spogliano e urlano fuori dalla camera da letto. Volevo fosse qui. Ci
siamo passati con le truppe mentre andavamo alla Battaglia delle Acque Nere. E
ho subito pensato che sarebbe stato perfetto per noi due”. Il cuore mi batte
forte: “Ma… Ma se poi rimanes-“ “Mi tirerò fuori prima che… Succeda”, dice
arrossendo. Tiro su lo sguardo verso la volta di rami sopra di noi. Accidenti
non dovremmo. Ma è tutto così perfetto, sembra una delle ballate dei
cantastorie. Lo bacio e lentamente gli prendo la mano portandola sotto la
gonna. “Ma solo questa volta”, sussurro prima di slacciargli il farsetto.
Alyn
Guardo la mia Elinor: la mia futura sposa. È così bella. Il sole le
danza sui capelli castani mentre corre con le sue cugine nel parco degli dei. Gli
occhi di miele le scintillano ogni volta che sorride.
Porto la mano al collo dove tengo il suo pegno d’amore. Quante volte
nell’accampamento ho passato le notti ha guardare quel quadrato di stoffa verde
e a pensare a lei. La battaglia è stata
terribile, ma al grido di “Elinor!” sono corso contro l’esercito di Stannis
senza alcun timore. Ora ho ucciso per la prima volta e fatto l’amore per la
prima volta: sono un uomo a tutti gli effetti.
Nella prossima battaglia mi distinguerò e di certo mi faranno cavaliere.
Allora potremo amarci come marito e moglie senza più nasconderci. Nonostante ciò
che aveva detto Elinor, quella nel bosco non è stata l’ultima volta. Non può
resistere al mio ardore. Non appena possiamo, ci intrufoliamo negli
appartamenti suoi e della regina Maergery, oppure in qualche stanza nascosta
del castello. Una volta abbiamo trovato una cripta piena di teschi di drago. Elinor
ha sobbalzato e si è aggrapata a me quando le torce hanno illuminato le ossa
nere. “Tranquilla, sarò il tuo Serwin dallo Scudo a Specchio”, le ho sussurato.
Ci rimangono pochi giorni. Presto partirò con lord Mace alla volta di
Capo Tempesta. Ma non ho nulla da temere finché ho il portafortuna di Elinor.
Elinor
Mi rigiro nel letto. Alyn è
partito insieme a zio Mace per andare ad assediare Capo Tempesta, ma non è
quello che mi tiene sveglia. È quello che abbiamo fatto prima che partisse.
Siamo stati talmente frettolosi che… Non ha fatto in tempo a uscire. Ora cosa
faccio? Se per caso dovessi dare alla luce un bastardo per me sarebbe la fine.
Gli occhi cominciano a bagnarmisi. Che stupida sono stata. Stupida, stupida,
stupida! Maergery si muove accanto me. “Mh… Elinor cosa c’è? Ti rigiri come se
il materasso fosse imbottito di sassi”. Mi scappa un singhiozzo. “Oh tesoro.
Cosa ti è successo? Vieni qui”. Mi abbraccia e mi accarezza i capelli mentre
soffoco il pianto sul suo petto. “Va tutto bene Eli. Qualunque cosa sia
successa la sistemeremo vedrai”
Dopo che mi sono sfogata mi
prende per le spalle e mi guarda. “Ora fai un bel respiro e dimmi cos’è
successo?”
Il tè della luna non aveva un
cattivo sapore. Maergery l’ha chiesto al maestro Pycelle con la massima
segretezza. Devo stare tranquilla ora. È il Giorno della Fanciulla e visto che
in teoria siamo tutte vergini, stiamo andando a rendere grazie nel Grande
Tempio. Tutto andrà bene. Quando Alyn tornerà forse potremo sposarci qua
dentro.
Le septe però ci guardano in
un modo strano.
NdA
Elinor è stata catturata dall’Alto Passero e accusata insieme a Maergery
di fornicazione. Ora aspetta insieme a lei il processo. Chissà cosa succederà a
questi due piccioncini? Elinor verrà giudicata colpevole e affronterà il
cammino del supplizio.? Alyn combatterà contro il Credo Militante e al grido di
“Elinor!”, salverà la sua bella? Forse il portafortuna funzionerà davvero,
oppure no.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Fake Relationship ***
Fake relationship
Fake relationship
114 d.C. (dopo la Conquista
di Aegon)
La principessa si rigira nervosa
uno degli anelli. “Vieni Rhaenyra il ballo sta per iniziare”, la incita Laenor.
Sospirando ella gli dà il braccio e insieme si avviano verso il salone.
“Oh dei, questo vestito è
fantastico”, esclama Laenor passando i polpastrelli sulla sua manica, “È pizzo
di Myr?”. Rhaenrya alza gli occhi al cielo. ‘Non potrebbe essere meno evidente?!’.
Uno stuolo di urla e applausi
esplode nella grande sala di Alta Marea quando i neo sposini entrarono
tenendosi per mano.
Laenor saluta con la mano e
poi se la porta al petto con un’espressione commossa. Rhaenyra invece ribolle
di bile. ‘Tre giorni sono passati. Altri quattro e questo stupido teatrino sarà
finito’.
Uno stuolo di invitati vuole
parlare con loro e Rhaenyra e costretta a sorridere durante il lungo supplizio.
“Siete davvero una bella coppia” “Perfetti l’uno per l’altra” “Presto la
Fortezza Rossa pullulerà di principini”.
Ad un certo punto compare sir
Joffrey Lonmouth. Indossa un farsetto ricamammo con i simboli della sua casata:
tante piccole labbra e tanti piccoli teschi. Ha il volto liscio e i capelli castani
e sinuosi gli ricadono lunghi sulle spalle. ‘Perlomeno se li sceglie bene’,
pensa Rhaenyra. “Principessa. Sir”, dice Joffrey mentre si inchina elegantemente.
Laenor esclama: “Oh fa un così strano effetto sentirsi chiamare sir” “Beh non è
passato neanche un mese dalla vostra nomina”, dice Joffrey. ‘Ci credo’, pensa
arcigna Rhaenyra, ‘Non ha mai tenuto in mano una spada. L’hanno fatto sir solo
per dare un titolo anche a lui’. Sir Joffrey sussurra qualcosa all’orecchio di
Laenor. Il ventenne ridacchia. “Ehm…Mogliettina, non avertene a male, ma sir
Lonmouth ha delle importanti questioni che deve discutere con me. Non ti
dispiace se mi assento un attimo” “Fai pure”, così almeno non dovrò sorbirmi
tutti gli ospiti che si congratulano con noi. Joffrey e Laenor sgattaiolano via
ridacchiando come due ragazzine.
Rhaenyra sbuffa e decide di
andare a affogare le gioie del matrimonio al tavolo dei vini. Mentre si scola
la sesta coppa una ragazza le si avvicina. “Essere sposate a mio fratello fa
questo effetto?”, ridacchia Laena. Rhaenyra smette di bere e risponde: “Credo
sia il matrimonio in generale, non tuo fratello” “Cugina, so che Laenor non è
il sogno di ogni ragazza ma è di animo buono” “Lo so che lo è. Ma non mi fiderei
di lui per proteggermi contro un uomo armato” “È solo questo? Guarda che Laenor
per quanto non sia un guerriero ha un drago. E uno solo di quelli vale più di
mille spade” “Anch’io ho un drago. Non è la sua bravura con la spada, è la sua
mancanza di spirito combattente a preoccuparmi. Abbiamo già adesso un re così.
Buono ma non forte abbastanza. Ed è per colpa sua che stiamo a questa festa e
che ora…”, si porta una mano alla bocca, “E che ora è meglio che corra a
prendere aria”
Il re in questione cammina
con il mecenate della serata: Corlys Velaryon, il Serpente di Mare.“Un
matrimonio grandioso Corlys. Non è vero?” “Certo vostra maestà” “Andiamo, ormai
siamo consuoceri, chiamami Viserys” “Come preferite” “Un banchetto degno di mio
nonno Jhaerys. Questo castello è bellissimo. Tutto marmo di Tarth?” “Sì, e giada
e avorio da Essos” “Molto bene. Molto bene. Che bella occasione, ora penso che
dopo tanti anni possiamo riappacificarci. Anche se il Concilio ha scelto me
come re invece di tua moglie Rhaenys, ora che i nostri figli sono sposati le
due linee si sono ricongiunte. La dinastia del drago trionferà per altri cento
e più anni!” “Non potevate riassumere meglio Viserys”, sorride forzatamente
Corlys. ‘Che uomo piccolo e ridicolo. Se fosse salita Rhaenys al trono, come
minimo avremo ammesso Dorne nel reame. O le Stepstones. Invece abbiamo il
vecchio grassone ridanciano. Se almeno suo fratello fosse stato il maggiore…
Daemon sì che è un uomo e un principe che può definirsi tale’
Rhaenyra dopo aver vomitato fuori
da una balconata le ultime due coppe di troppo si asciuga la bocca e torna
verso la sala. E in quel momento lei le sbarra la strada. “Non sono
riuscita a trovarti prima in quel trambusto”, dice con voce velata la regina
Alicent: seconda moglie del re e matrigna della principessa. ‘Non mi hai
trovata perché ti ho evitata tutta la sera brutta strega’.
“Spero che gradirai il mio
dono di nozze” “Cos’è, una cesta piena di serpi?” “No figliola, è una culla in
avorio per i vostri futuri figli. Anche se forse, visti i gusti di tuo marito, avresti
gradito di più un fallo in avorio. Per tenerti compagnia la notte” “Chiamami
figliola un’altra volta e ti farò divorare da Syrax”. Alicent sorride: “Se
avessi acconsentito a sposare il mio Aegon a quest’ora staresti con un uomo che
ti darebbe davvero dei figli. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso” “Se
avessi sposato quel bambino dubito che ad oggi avremmo fatto molto in camera da
letto. Ma stai pur certa che mai e poi mai lascerò che la tua orrenda progenie
salga al trono” “Come vuoi cara. Ma la legge ha stabilito che una donna non
potrà mai salire sul Trono di Spade” “Nel Grande Concilio, che ha fatto re mio
padre, il candidato per linea femminile era Laenor. Con un figlio nostro il
problema della successione è risolto” “Ma prima un figlio bisogna concepirlo”,
le sussurra Alicent per poi andarsene. Rhaenyra sbuffa infuriata. Vorrebbe
darle fuoco. Vorrebbe urlare. Vorrebbe… Accidenti aveva ragione sul fallo
d’avorio. Una bella scopata sarebbe proprio quello che ci vorrebbe in questo
momento.
“I miei omaggi vostra
altezza”, sente dire alle sue spalle. Si volta e trova sir Strong:
“Felicitazioni e figli maschi”, dice il cavaliere. Alto due metri, massiccio, con
una barba folta e nera. Rhaenyra sorride. Quella sporadica notte dopo il
diverbio con sir Criston era stata una trombata per gelosia, tristezza e ira. E
voleva che restasse sporadica. Ma in questo momento si sente così gelosa,
triste e soprattutto arrabbiata. “Seguimi senza farti notare”, gli dice mentre
esce.
“Ancora non ci credo che
sarai re Laele”, sussurra Joffrey a Laenor mentre camminano nel parco degli dei.
“Beh si spera non ancora per qualche anno”, risponde Laenor.
“Re Laenor primo Velaryon. Dovranno cambiare
tutti i vessilli alla Fortezza Rossa” “Meglio. Il nero dei Targaryen è così
tetro. Il verde acqua marina è molto più raffinato”
“Oh quanto mi sei mancato in
questi giorni. Costretto a stare nel letto con quella vipera”
“Joff non essere geloso”
“Vorrei solo un momento per stare noi due da
soli, senza che nessuno ci veda. Prendiamo il mio cavallo”
“Sei matto! Per almeno questa settimana
dobbiamo essere discreti. E poi dove vorresti andare? C’è l’alta marea, il
castello e isolato da tutto”
“Accidenti, hai ragione”. Laenor lo guardò
compassionevole. Il suo bel Cavaliere dei Baci. “O che gli estranei se li
portino tutti quanti alla dannazione. Vieni” “Ma hai appena detto… Il passaggio
è allagato come facciamo?”
Poco dopo Mare Fumante sta
sorvolando le acque di Driftmark. Vola talmente basso che le zampe sfiorano l’acqua
e le ali mandano spruzzi salati sui due giovani uomini. La luna risplende sulle
squame argento e grigie mentre il drago li porta su un piccolo scoglio dove
sono stati altre volte.
Dopo un’ora di passione i due
tornano sul drago. Mentre volano però ad un certo punto Joffrey grida: “Laele
attento!” Una sagoma gialla per poco non li investe. “Yuuhu!”, grida Rhaenyra a
bordo di Syrax. Il grosso Harwin Strong invece grida di terrore. Il cavaliere
Rompiossa ora teme di rompersi le sue di ossa. Scorge l’altro drago e si mette
a gridare aiuto: “Sir, aiutateci. È ubriaca ci farà schiantare” “NON SONO
UBRIACA! Guarda so fare anche il giro della morte”. Con un colpo di talloni il
drago Syrax compie una giravolta in aria. Rhaenyra per fortuna è legata alla
sella, ma Harwin precipita con un grido poco virile. “Oh per la misera!”,
esclama Laenor. Poi con un colpo veloce di frusta fa salire Mare Fumante per acchiappare
in tempo sir Strong. Il povero drago fa come gli è stato detto ma vista la
velocità l’unico modo con cui riesce a prendere il cavaliere è… con la bocca. Harwin
all’inizio è sollevato di non cadere più ma poi si rende conto di stare nelle
fauci viscide del drago. Grida sommesse si sentono dalla bocca della bestia.
“Non vi preoccupate sir”, grida Laenor cercando di farsi sentire, “Non morde
mai, è buonissimo. Lasciatemi atterrare che vi tiro fuori”.
Rhaenyra intanto si è accorta
dell’assenza di Harwin. Presa dall’ansia guarda freneticamente in basso fino a
che non scorge le sue gambe tra le fauci di Mare Infuocato. “Tuuuu!”, grida
infiammata la principessa. Con un ruggito Syrax scende verso l’altro drago.
“Lurido sodomita! Non ti basta avermi sposato. Vuoi pure togliermi i piaceri
con i veri uomini”. Laenor guarda le gambe di Harwin e capisce il
fraintendimento. “Oh no, tesoro. Non è come pensi. Sir Ha-“ “ZITTO! Visto che
mi hai portato via il mio diletto io porterò via il tuo!”. Joffrey deglutisce. Gli
artigli di Syrax scattano e il Cavaliere dei Baci viene strappato dalla groppa
di Mare Fumante. “Joffrey!”, grida Laenor portandosi una mano alla bocca.
Laenor li insegue più
velocemente che può. Harwin continua a essere sballottato in bocca al drago.
Syrax si staglia alto contro
la luna. Joffrey tenta di spiegare la situazione a Rhaenyra ma gli artigli gli
stringono il torace e gli mozzano il fiato. “Forse i teschi sono la parte del
tuo stemma che ti si addice di più”, dice sorridendo la principessa per poi far
mollare al drago la presa.
Laenor che era quasi arrivato
vede Joffrey cadere e dà un colpo di frusta fortissimo per far scendere Mare
Fumante in picchiata. Il drago ruggisce di dolore per il comando improvviso e
sir Strong vola fuori dalla bocca. Il cavaliere sale in alto di qualche metro e
si ritrova faccia a faccia con Rhaenyra. “Mia diletta prendimi, prendimi,
prendimi” “Voi uomini pensate solo a una cosa” “No RhaenyraaaAAAh!”, grida
mentre ricade verso il basso. Solo in quel momento Rahenyra realizza la
situazione è si getta pure lei in picchiata per salvare il suo amato. I due
cavalieri di drago scendono a tutta velocità ma i due uomini sono sempre
qualche metro più giù. Ormai l’acqua li sta per inghiottire. Un enorme mare di
scaglie si apre sotto i due uomini. Il vecchio drago Vaghar sebbene lento li ha
visti in tempo. Scivolando sulle membrane delle sue ali i due cavalieri cadono
sulla sella accanto a Laena Velaryon. “Non potevate tenervelo nei pantaloni
perlomeno questa settimana”, commenta la Velaryon mentre ritorna verso iI
castello. Rhaenyra e Laenor le si accostano con i draghi più piccoli. “Oh
Laena, grazie. Non saprò mai come ricompensarti”, mormora Laenor. “Sì”,
concorda Rhaenyra, “Subito dopo che avrò arrostito tuo fratello ti dono un
castello” “Tornate alla festa e comportatevi da brava coppia. Questo vuol dire
niente arrostimenti” “Ma questo invertito voleva uccidere Harwin”, dice
Rahenyra fulminando Laenor con lo sguardo. “No principessa. Mi stava salvando
quando sono caduto dal tuo giro della morte”, dice harwin ripulendosi dalla
saliva di drago. Rhaenyra arrossisce: “Beh, possiamo considerare questo come il
nostro primo litigio. Haha”, ride nervosamente, “Scusa Joffrey” “Oh e di che”,
dice Joffrey risistemandosi la chioma. “Dura essere l’amante di un reale,
vero?”, gli dice Strong. “È una benedizione e una maledizione”, concorda il
Cavaliere dei Baci.
“Secondo voi avranno notato
la nostra assenza”, dice Laenor premendosi le dita sulle labbra. “Tranquilli”,
li rassicura Laena, “Gli ho detto che stavamo per fare uno spettacolo pirotecnico
col fuoco di drago. Molliamo i vostri donzelli e facciamo qualche giravolta.
Non capirò mai l’amore. Le persone diventano talmente idiote quando sono innamorate”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Bodyswap ***
Bodyswap corretta
Bodyswap
193 d.C. (dopo la Conquista)
Mi sveglio confusa. Come
quando ti svegli da un lungo sogno ma non ti ricordi più dove ti trovi. Solo
che qui la sensazione resta. Mi stropiccio nervosa i miei lunghi capelli biondi
e il viso liscio per svegliarmi. Poi mi gratto il petto… Non ci sono? Le mie
tette sono scomparse. Grido di spavento e esce una voce bassa e rauca dalla mia
gola. Ma cosa? Sono nuda nel letto, o perlomeno questo corpo lo è. Sento
qualcosa tra le gambe ma voglio sperare che non sia… Sollevo le lenzuola. Oddio
lo è.
Sto ancora sognando? È una
stregoneria? Cosa è successo?! Scendo dal letto e mi rendo conto di stare in un
padiglione. La tela è dorata. Ad un certo punto l’entrata della tenda si
scosta. Un ragazzo con tono affrettato parla, ma non capisco niente. Deve
essere un accento delle Città Libere. Annuisco confusa e questo lo manda via.
Dove sono finita? E soprattutto, chi sono?
*
Mi alzo come se avessi preso
una botta in testa. Mi sembra di affondare nel letto per quanto sia morbido. Sento
russare accanto a me! Mi volto e vedo un omone grasso con la barba nera incrostata
di vomito. Le natiche grosse e pelose stanno al vento. Abbiamo fatto qualcosa? Mi
porto una mano al petto ed è in quel momento che le sento. Ho le tette? Un
momento, questa non è la mia tenda. Questa stanza è… Su uno scudo vedo il cervo
incoronato, su un arazzo il leone dorato. Mi alzo dal letto, porto addosso una
camicia da notte di seta. Corro verso uno specchio con una cornice dorata e… Oh
per Yndros del Tramonto, sono una donna. E che donna! E se ho capito bene dove
sono allora… Non sono solo una donna, sono una regina. Sono Cersei Lannister.
Come diavolo è possibile
tutto questo? Che sia un sogno o… Poco importa. Lysono Maar, sei una bellissima
donna bionda, puoi divertirti un po’. Esploro la stanza e trovo il guarda roba
reale: pizzi di Myr, sete di Yi-Ti… Ho sempre sognato di potermi permettere
certi abiti. Trovo anche gioielli fantastici. Dopo vari cambi e giravolte
davanti allo specchio, mentre quello che dev’essere Robert Baratheon continua a
ronfare, trovo la combinazione che cerco. Indosso un vestito color ametista con
le spalle scoperte, una collana di pietre di luna mi circonda il collo e fa
risaltare la scollatura, vari opali e ametiste incorniciati d’oro mi gocciolano
dalle orecchie.
Una compagnia di mercenari
non è un buon posto per vestirsi da donna. Insomma sono diventato da poco
maestro delle spie e non voglio essere sminuito perché mi piacciono i gioielli
e le sete profumate. Sono sempre un uomo non una donna. Infatti queste cose che
mi ballonzolano sul petto non mi fanno impazzire, ma il resto del mio aspetto e
favoloso.
Bussano alla porta e
istintivamente mi metto in agitazione come le poche sere in cui provo di
nascosto gli abiti nella mia tenda. Ma poi realizzo che per Cersei Lannister
questo è un abito normale. “Avanti”, dico in perfetta lingua comune. Sono un
maestro di spionaggio dopotutto. Cersei ha la voce come il miele. Entra un
cavaliere della guardia reale. A giudicare dai capelli e biondi e il viso strappa
cuori, questo dev’essere nientemeno che lo Sterminatore di Re. “Cersei come
mai…”, si interrompe appena mi vede. Sorrido e faccio una piroetta. “Sto bene
stamattina, fratello?” “Stai splendidamente”, dice lui. Dalla sua espressione
sembrerebbe quasi che mi voglia scopare, ma è impossibile e suo fratello
gemello. “Cosa volevi chiedermi?”, gli domandò facendogli sollevare lo sguardo.
“Oh, sì. Volevo chiederti perché ci mettevi tanto ad alzarti. Ma ora mi sembra
chiarissimo” “Grazie ne sono molto fiero. Fiera! Ne sono molto fiera”
“Ti accompagno alla sala del trono. Jon Arryn tra poco riceverà i sudditi.
Robert dorme ancora?” “Sì come un sasso”. Lancia un’occhiata alla porta chiusa:
“Allora fammi rubare questo prima di andare”. Come un lampo mi è addosso e… Mi
bacia. Allora avevo ragione! Oh per tutte le meretrici di Lys: Cersei Lannister
scopa col fratello. Questa notizia è oro colato.
*
Mi sono vestita e sono pronta
per incontrare chiunque ci sia qui intorno. Questo strano individuo oltre che
agli abiti maschili aveva anche qualche vestito da donna. Che abbia una
concubina? Poco importa. Esco indossando alti stivali, un mantello purpureo,
brache di tela e un farsetto di cuoio. È così bello non dover portare corsetti
che mozzano il fiato e gonne lunghe con cui bisogna camminare alla velocità di
una lumaca. Mi sono infilata una daga nella cintura per buona misura. Prendo un
bel respiro e esco dalla tenda.
Sono in un accampamento
militare. Sento il puzzo di uomini, cavalli, fucine e un leggero aroma di
prostituta. Le tende accanto alla mia sono tutte oro. Bene, vuol dire che ho
una posizione importante. Il padiglione più grande poi ha sul pinnacolo dei
teschi dorati. Mi è tutto chiaro adesso, sono nella Compagnia Dorata. Accidenti
non mi ricordo dove dovrebbero essere di stanza adesso. A Essos le guerre
sbocciano e appassiscono veloci come fiori. Però perlomeno dovrei trovare
qualcuno che parli la lingua comune, la maggior parte di esiliati dal
Continente Occidentale finisce qui. Decido di esplorare l’accampamento.
Mentre cammino mi sento così
leggera. Nessuno mi sta guardando il didietro o le tette, nessuno si inchina.
Qualcuno si volta a guardarmi ma per la maggior parte delle persone sono
anonima.
Non mi sembra una menzogna
che dicano che questa sia la miglior compagnia di mercenari di Essos. Questo
non è uno squallido accampamento, qui tutti sono ben equipaggiati e
disciplinati. Poi i miei occhi si posano su una meraviglia. Non ho mai visto
niente di simile, è…Un elefante. Il pachiderma barrisce e scuote le possenti
zanne. Mentre sono lì impalata una mano mi afferra il braccio. “Lysono, si può
sapere dov’eri?”, mi sibila un uomo appena sulla trentina, “Cuore nero ha
convocato tutti i sergenti almeno un’ora fa, muoviti”. Per fortuna parla la
lingua comune, così rispondo: “Sì certo scusami” “Non devi scusarti con me ma
con lui. Non hai nemmeno i bracciali addosso. Vabbè per questa volta non fa
niente, non possiamo perdere tempo”. Seguo l’uomo che cammina veloce. Ha i
capelli rossi e una corta barba dello stesso colore. Sul suo braccio porta
diversi bracciali d’oro. Ci dirigiamo verso la tenda coi teschi e scosta un
lembo per farmi entrare.
Dentro ci sono coloro che
suppongo siano i vari sergenti, tutti portano bracciali d’oro sul braccio.
Infine vedo colui che dev’essere Cuore Nero: un uomo alto con i capelli scuri quanto
il suo nome e lo stemma che ha sul petto. La sua faccia è segnata da cicatrici
ed è arcigna. “Finalmente il nostro maestro dei sussurri ci degna della sua
presenza. Grazie di averlo portato Tristan”. L’uomo che mi ha accompagnato
annuisce e mi fa cenno di sedermi su una sedia vuota. Muta e terrorizzata mi
siedo. Sono il maledettissimo maestro dei sussurri! Se mi chiedono qualcosa che
dico?! “Bene miei signori, possiamo cominciare”.
*
Sono di nuovo nelle stanze
della regina. Che giornata! Ho visto il famigerato Trono di Spade, ho
incontrato il Ragno Tessitore. È stato strano parlare di persona con
quell’eunuco dopo tanti messaggi che ci siamo scambiati con i suoi uccellini.
Solo io, Cuore Nero e pochi altri sanno del… giovane “Griff”. E pensare che la
corona che Varys tanto brama per quel ragazzo ce la ho già io. Beh, quella
della regina almeno. Ma soprattutto ho potuto indossare queste meraviglie tutto
il giorno. Gli uomini si inchinavano danti a me per osservarmi il davanzale e la
mia voce velata faceva zittire tutti. E quel sir Jaime, mi mangiava con gli
occhi.
Ma adesso per quanto
divertente voglio tornare nel mio corpo. Per fortuna non è un giorno in cui
Cersei ha uno dei suoi cicli di luna, altrimenti non so cosa avrei fatto. Chissà
come sarà successo? Oh, dei. Esco fuori sulla terrazza e guardo il sole che
tramonta a ovest. Un lampo di genio mi colpisce. Come ho potuto fare a non
pensarci prima. Gli dei, ovviamente. O meglio, un dio: Yndros del Tramonto. Dopo
che ieri sera Tristan se n’è andato lasciandomi nel letto ancora nudo e sudato,
mi ricordo di aver sussurrato una preghiera alla piccola statua che ho nella
tenda. Era sul fatto che se avessi potuto essere donna di notte e uomo di
giorno come il dio allora Tristan mi avrebbe amato completamente.
Avevo sentito le storie sui
sacerdoti che cambiano da maschi a femmine o viceversa con le orge sacre. Ma
credevo che fossero quello appunto, storie. E credevo cambiassero i loro corpi
non che si scambiassero di corpo. Molto bene, ma anche se questa per assurdo
fosse veramente la causa, come faccio a tornare normale? Che faccio? Scopo a
caso uno e spero di tornare nel mio corpo.
La porta si apre e entra sir
Jaimie. Sorrido, tentar non nuoce.
*
Riesco a sopravvivere
all’incontro. A quanto pare questo Lysono è di poche parole, perché nonostante
io non abbia detto niente mi hanno lasciata in pace. Comunque finalmente sono
stata nella tenda in cui si discuteva di azioni militari. Se solo non avessi
avuto paura di farmi scoprire avrei detto la mia. Cuore Nero mi sembra un
grande condottiero, invece quel Harry Strickland sembra un contabile che se la
fa nei pantaloni. Sono passata in giro per l’accampamento il tempo che mi
rimaneva. E ho rivisto i miei elefanti. Che creature affascinanti.
Torno nella tenda irritata. Trovo
del vino di Lys. Non è dei migliori ma lo tracanno lo stesso. Questa cosa è stata
relativamente divertente, ma deve finire. Ma come?! Cosa faccio, prendo una
nave, vado ad Approdo e mi presento a Jaimie così? Rivoglio il mio corpo. Lo
voglio, lo voglio, lo voglio. Per la rabbia infrango la coppa sul terreno. Cerco
sul tavolo di questo Lysono qualcos’altro da lanciare ed ecco che la vedo. È
una strana statuina. È una figura umana nuda. Un lato è femminile, l’altro
maschile. Improvvisamente mi torna in mente una conversazione con Tyrion. “Cara
sorella non verrò con voi al tempio stamattina. Forse ho deciso di convertirmi
agli dei al di là del Mare Stretto. A Lys venerano una dea dell’amore, nuda e
lasciva. Venerano anche la donna pantera, ti ci rivedo molto in lei. E per
finire c’è Yndros del Tramonto. Come il tramonto egli sta a metà tra il giorno
e la notte, tra il maschile e il femminile. I suoi sacerdoti sostengono di
poter cambiare genere con un particolare rituale” “Se ti chiedo qual’è poi verrai
senza fare storie, mostriciattolo”, aveva sibilato Cersei. “Certo sorellina. La
magia avviene con il più potente dei catalizzatori: il sesso” “Sei disgustoso”,
aveva borbottato Cersei andandosene.
Ma ora, odia ammetterlo,
quasi lo bacerebbe quel nano schifoso per quell’informazione.
Forse se trova qualcuno,
tutto quanto tornerà come prima. Vediamo, quel Tristan Rivers sembra carino.
Forse potrei… Accidenti ora sono un uomo. Il desiderio come arma non funziona
sulle donne. Posso sempre trovare una prostituta da campo e tentare con lei.
Mentre rifletto, la tenda si
scosta e entra... Proprio Tristan Rivers. “Lysono posso parlarti” “Certo”,
rispondo sedendomi sul letto. Tristan daà un’occhiata fuori dalla tenda.
“Quello che è successo ieri sera. Non deve accadere mai più. E voglio che tu
sappia che l’ho fatto solo perché eri vestito da donna, altrimenti non farei
mai una cosa del genere”. Sta insinuando quello che penso? “E sappi che se andrai
a dirlo in giro nessuno ti crederà. Qui siamo tutti occidentali e tu sei un
effeminato di Lys. Perciò dimentica ieri sera. Io e te non abbiamo mai fatto
sesso”. È come pensavo. Posso riutilizzare la mia arma vincete: la seduzione.
Mi chiedo come sarà da uomo.
Il mattino dopo mi sveglio.
Il baldacchino mio e di Robert non è mai sembrato più bello. Mi tasto il petto:
sono tornate. Corro allo specchio e rivedo la vera me. È stata un’esperienza
eccitante e terrificante allo stesso tempo. Almeno adesso ho provato cosa
significa essere un uomo.
*
Il mattino dopo sono di nuovo
nel mio corpo. Ha funzionato. Mi volto e vedo Tristan che dorme accanto a me.
Quella Cersei ci sa fare. Spero che questa cosa non continui ogni volta che
decideremo di copulare. Tiro fuori uno specchio e mi guardo. Un po’ però mi
mancheranno sete e gioielli e le unghie laccate.
Il giorno dopo entro nella
tenda dei sergenti per la riunione. Vedo gli occhi di quei ridicoli occidentali
che strabuzzano. Sorrido arricciando le labbra dipinte di viola. I miei occhi
sono illuminati da tinture di Volantis, le mie unghie smaltate e le mie orecchie
hanno degli orecchini. Spero che non faccia una brutta fine quella Cersei, quando
conquisteremo il Trono. Grazie a lei, posso essere il vero Lysono Maar con
orgoglio.
NdA
Lysono è un personaggio della
Compagnia Dorata con un’espressione di genere molto femminile. Non è
specificato il suo orientamento sessuale e o deciso d fargli avere quella
storiella con Tristan per la “magia”. Visto che Cersei spesso si lamenta del
suo essere donna e come sarebbe libera se fosse nata maschio, ho pensato
fossero i perfetti candidati per lo scambio di corpo. Nessuno dei due è
transegender ma hanno potuto giocare con i ruoli di genere che normalmente non
avrebbero potuto assumere. E Cersei ha finalmente avuto i suoi elefanti.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Bed sharing ***
bed sharing
Bed
sharing
133
d.C. (dopo la Conquista
di Aegon)
Entro
tremante nella stanza
da letto della “regina”. Ha giurato che vuole
dividere il letto solo per la mia
compagnia non per… altro. Con lui però
è sempre difficile sapere quando
cambierà idea.
Spalanco la porta e lo trovo
sdraiato
sull’enorme letto che condivide ogni notte con almeno tre o
quattro dalle sue
dodici di mogli. Eccolo: la “regina” Racallio
Ryndoon. L’uomo alto due metri è
vestito con una camicetta da notte rosa che gli lascia scoperte le
enormi gambe
pelose. Una delle sue mogli gli sta acconciando i lunghi capelli e la
lunga
barba in tante treccine, adornate con fiocchi di tutti i colori.
“Oh, intrepido
Alyn, hai accettato la mia proposta infine”, dice con il suo
vocione
trasformato in un falsetto, “Sarei stata molto contrariata se
non fossi venuto.
Vero lord Batuffolino?”, chiede al micetto bianco che
accarezza. Lentamente
vado a sdraiarmi sul letto accanto al re pirata che ogni tanto vuole
essere una
regina. Racallio mi sorride e si arriccia una delle trecce. I suoi
capelli e la
barba sono tinti di viola e striati di arancione. “Stavo
pensando che anche tu
dovresti tingerti i capelli. Magari qualche striscia verde mare,
così sarebbero
dei colori dei Velaryon”. Sorrido nervoso: “No
grazie, preferisco i miei
capelli come li ho ora. E poi già faccio fatica a
guadagnarmi il rispetto degli
uomini della corte, visto che sono bastardo e ho diciotto anni. Se mi
tingessi
i capelli sarebbe finita”. Racallio mette il broncio:
“Voi occidentali siete
così seriosi. Sono dei brutti seriosoni, vero lord
Batuffolino?” “Meow”,
risponde il felino.
Rimaniamo
a parlare per un
po’.
“Raccontami
ancora come ti
sei fatto quelle cicatrici”, dice all’improvviso
Racallio indicando l’inizio
dell’ustione sulla mia coscia che la camicia ha lasciato
scoperta un momento.
La ricopro in fretta. “Fu una notte tre anni fa”.
Racallio appoggia il mento
sulle mani e dondola le gambe avanti e indietro con occhi rapiti.
“Mio fratello
era riuscito a reclamare un drago. Ero così invidioso. Addam
e io ci passavamo
a malapena un anno ma lui riusciva a far tutto prima e meglio di me.
Così come
uno stupido sono andato a cercare Divoratore di Pecore, il drago
marrone che
viveva alle pendici del vulcano. Mangiava le pecore perciò
speravo fosse
mansueto. Invece per poco non mi incenerì e di sicuro mi
avrebbe divorato se
mio fratello non fosse venuto a salvarmi con il suo drago.
Perciò mi ritrovai
letteralmente con le chiappe bruciate per ricordarmi di non provarci
più. Però
poi un drago l’ho ricevuto. La mia amata Baela”
“Giusto, la mogliettina che ti
aspetta a Driftmark” “Già. Anche se in
quel momento ancora invidiavo un po’ mio
fratello. Partiva per la guerra per conquistare gloria e onore. Se
penso invece
al destino che gli hanno riservato…”, Leale
ho fatto incidere sulla sua
tomba, “Sono stato fortunato a non morire quella notte e
ancora più fortunato a
non ottenere quel drago”. Racallio ha gli occhi lucidi e se
li asciuga con un
cuscino: “È una storia così commovente.
Magari avessi un figlio come te”. Per
fortuna mi vede come un figlio. Se provasse altri approcci non so se
potrei
tenergli testa fisicamente. Quando abbiamo duellato nel fango
l’altra settimana
non è stato facile metterlo a tappeto. “Ci sono!
Avrò un figlio coraggioso e
forte come te. Ragazze!”, strilla all’improvviso.
Da una porta laterale entrano
due delle sue mogli. Una è una lyseiana bionda dagli occhi
azzurri, l’altra una
donna delle Isole dell’Estate dalla pelle scura come il legno
di una nave.
Indossano sete dorniane quasi trasparenti. “Queste sono
Serenei e Jhallabara.
Portale nelle tue stanze e pianta il tuo seme dentro di loro. Voglio
dei bei
figli come te giovane Alyn. Forza ragazze, trattatelo bene,
è un lord”. Le due
mogli mi prendono una mano ciascuna e mi conducono fuori dalla stanza.
“Non sono
mai giaciuta con un lord prima d’ora”, sussurra
Serenei. “Ed è così carino.
Raccontaci della vita a corte, bel marinaio”, dice Jhallabara
mentre mi
accarezza i capelli.
*
Guardo
mentre il giovane Alyn che viene condotto
boccheggiante fuori dalla stanza. “Il mio piano è
quasi compiuto, lord Batuffolino”,
dico senza falsetto, guardando nelle palle degli occhi il gattino.
“Meow”
“Ohohoh. Sì. Tutti pensano che la regina Racallio
sia pazza, ma non lo sono.
Ora sul Trono di Spade siede un ragazzino che non ha ancora generato un
erede.
La principessina di Alyn gli ha dato solo una femminuccia.
Perciò se avessi un
paio di semini di drago piantati nelle mie adorate… Ohohoh,
te lo immagini lord
Batuffolino? Racallio Ryndoon, la regina dei Sette Regni. Mi divertirei
proprio
con tutti quei seriosoni” “Meow”
“Come dici lord Batuffolino? Dovrei ucciderlo
invece, perché è una spia di Tyrosh? Dovrei
castrarlo e renderlo una delle mie
mogli? Ohohoh, lord Batuffolino sei proprio un bel birbone. No,
restiamo con questo
piano"
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Mutual pining ***
mutual pining
Mutual Pining
244 d.C. (dopo la Conquista
di Aegon)
Mai blasone fu più adatto: è blu
percorso da tante frecce infuocate. Ogni volta che lo vedo tutte quelle frecce
mi colpiscono dritto al cuore e… oh, se bruciano!
Mi distraggo e Jeremy trova
uno spiraglio nella mia guardia. Con un colpo ben assestato mi ritrovo a terra.
Il maestro d’armi mi strilla
chiedendomi se ho portato solo l’elmo stamattina dimenticando la testa nella
mia torre. Io rimango impietrito giù nella polvere. Con un grugnito il vecchio dichiara
conclusi gli allenamenti per oggi.
Jeremy si toglie l’elmo
rivelando i suoi capelli castani e il suo sorriso: “Non preoccupatevi altezza.
Capita a tutti una giornata storta”. Mi offre la mano guantata per farmi
rialzare. Scariche elettriche mi percorrono il braccio mentre mi tira su. I
nostri visi si avvicinano. Veloce mi scosto e tolgo l’elmo.
“Daeron stai bene? Hai la
faccia tutta rossa”. Quando siamo soli mi dà del tu. “Sì… Cioè no. È che con
questo caldo mi sto sciogliendo. P-per questo sono un po’ arrossato” “Andiamo a
buttarci nel Mander”, suggerisce.
Insieme ci allontaniamo dalle
mura bianche di Altogiardino verso il nostro punto preferito.
La mia nuca pizzica quando mi
tocca la chioma argentea. “I tuoi capelli stanno diventando lunghi”. Sono tanto
lunghi da sembrare femminili? “Lo so dovrei tagliarli” “No ti stanno bene”, mi
dice con quel suo sorriso.
Ci liberiamo del cuoio
appiccicato alla pelle e ci gettiamo nel fiume. Questa estate dura da tre anni
e fa sempre più caldo. E ogni anno la mia attrazione per lui si fa altrettanto
rovente.
Lo conosco da quando arrivai
qui a dieci anni. Abbiamo cavalcato insieme e ci siamo allenati insieme ogni
giorno, per sei anni. Conosco ogni movimento del suo corpo e quando impugniamo le
spade nel cortile… mi sembra di ballare. Io e Olenna abbiamo ballato varie
volte insieme, è una ballerina fantastica. Ma con lei combatto, non sto
ballando. Con lei valuto ogni mossa, cercando di non lasciare scoperti punti
deboli, mi sforzo di condurre io. Con Jeremy ogni movimento è fluido come
l’acqua e anche se stiamo cercando di mandare l’altro a terra, non c’è
competizione. Non importa chi cade, entrambi diventiamo più forti, le nostre
spade diventano così veloci che solo noi due siamo in grado di sconfiggerci.
Mentre siamo sdraiati ad
asciugarci, rubo sguardi al suo corpo. Col terrore di essere scoperto.
Jeremy ad occhi chiusi
pronuncia una frase: “Daeron… Ormai siamo uomini. Non so quanti anni ci restano
ancora su questo fiume. Sappi che ovunque andrai io ti seguirò. Anche se
dovessi decidere di salpare per i fuochi di Valyria”. Non so cosa rispondere. O
meglio lo so. Ma non posso dirglielo. Se glielo dicessi non vorrebbe più stare
al mio fianco. Mi odierebbe. “Non vorrei altra spada che te al mio fianco”, rispondo.
Ci diamo appuntamento in
biblioteca per dopo pranzo.
Torno nella torre e per
quando ho raggiunto la mia stanza tutta la frescura dell’acqua si è già
dissipata. Mi tolgo la tunica sudata e resto a petto nudo. Apro la finestra per
far entrare il vento e mi fermo a guardare l’orizzonte. Immagino me e Jeremy lì
da qualche parte. Tutti i giorni come oggi. Solo io, lui, le nostre spade e
visto che è una fantasia, i nostri baci…
“Vostra altezza”, risuona la
voce di lei dietro di me. Mi giro e sulla soglia si trova Olenna Redwyne: la
ragazza a cui sono promesso da quando avevo nove anni. Indossa un vestito viola
che le lascia scoperte le spalle e l’ombelico. In una mano tiene una brocca di
vino e nell’altra una coppa. Sento imbarazzato il suo sguardo sulla pelle nuda.
Sono un paio di giorni che la
evito. Perché ultimamente si è fatta a dir poco insistente e ogni volta che
siamo soli lei… Posate brocca e coppa, mi bacia. “Olenna aspetta… Non possiamo.
Non siamo ancora…” “Ma lo saremo presto, mio principe. Gustiamoci un antipasto
del nostro amore”, le sue labbra sono sulle mie, le sue mani sulle mie spalle
nude. “Olenna io… Non potrei mai disonorarti” “Ma è l’opposto Daeron. Tu mi
onori così. Onori il mio corpo. Mi dai l’onore della tua passione”. Ritorna a
baciarmi infilandomi la lingua in bocca. Mi stacco girando il viso. Olenna
sospira: “Sei davvero il principe di cui parlano le ballate. Troppo rispettoso
e onorevole per svergognare una povera fanciulla. Rilassati Daeron. Metà dei
tuoi compagni si sono sollazzati con più di una damigella qui al castello o con
qualche puttana in un bordello. So che hai molta pressione perché sei un
principe e non vuoi deludere o imbarazzare tuo padre come hanno fatto i tuoi
fratelli. Ma sono la tua promessa sposa non c’è nulla di male”. Le sue dita
accarezzano il mio petto e con un’unghia mi stimola un capezzolo. Slaccia i
lacci della sua veste e lascia scoperti i seni. La mia mano viene trascinata su
quella pelle liscia. Le sue labbra continuano a baciarmi. Serrò gli occhi senza
sapere cosa fare. Forse posso continuare per un po’, per non farla insospettire.
Forse questa sarà la volta buona e risveglierà in me il desiderio. La sua mano
sta scendendo… E tasta inutilmente. I suoi occhi incrociano i miei con un’espressione
indecifrabile. “Io… Io…”. Mi poggia un dito sulle labbra: “Shhh, tranquillo.
Succede a molti la prima volta, di essere nervosi. Adesso lasciati andare e vedrai
che rimedieremo”. Non faccio in tempo a dire altro che ricomincia con quella
mano.
“Daeron ma dove…”, risuona la
voce di Jeremy. Alzo la testa e lo vedo a bocca aperta sulla porta. Olenna non
si copre neanche il seno e la sua mano è serrata in mezzo alle mie gambe. Per
qualche secondo siamo tre statue. “Oh, dei… oh, s-scusate”, dice
frettolosamente prima di sparire. “Jeremy aspetta”, chiamo inutilmente. Stacco
il braccio di Olenna: “Maledizione”. Mi siedo sul letto e mi prendo la testa
fra le mani.
“L’avevo capito ma preferivo sperare che non
fosse così”, mormora scocciata Olenna, mentre si riveste. Sollevo il capo e la
guardo teso: “Cosa vuoi dire?”. Lei sorride: “Andiamo Daeron. Vuoi che lo dica
ad alta voce? Comunque sta tranquillo non ho intenzione di svergognarci tutti e
due dicendolo in giro”. Si versa una coppa di vino. “Olenna io… Mi dispiace. Ti
giuro che…” “Tranquillo, non preoccuparti. Mentre attendevo strenuamente che
tu facessi la prima mossa, ho avuto un paio di storielle anch’io. Non c’è
niente di male”, beve avidamente la coppa, “Potrebbe complicarci un po’ le cose
ma non più che in tanti altri matrimoni. Ovviamente quando ci sposeremo dovrai
essere discreto. Stai facendo un ottimo lavoro adesso, nessuno direbbe mai che
stai scopando Jeremy”. Taccio arrossendo: “Beh… Perché non l’ho scopato”.
Olenna si strozza con il vino. Tossisce un paio di volte e mi guarda stupita.
Io rimango lì impalato. Lei scoppia a ridere: “Haha. Sei davvero il principe
delle ballate. Il principe delle ballate amante del cazzo. Comunque, come ti ho
detto stai tranquillo”
Finisce il vino e fa per
uscire. La sua risata brucia. Mi alzo di botto: “Olenna io non credo che potrei…
Fingere”. Si ferma sulla soglia. “Allora è vero che voi Targaryen siete tutti menomati
nel cervello. Adesso ascolta, principino. Tuo padre è un mezzo contadino che
non sarebbe mai dovuto salire sul trono-“ “Come osi…” “Zitto e fammi finire. Sta
cercando di fare morire tutti noi nobili di fame per far felici tutti i suoi
amichetti paesani, ma può tirare la corda fino a un certo punto. Già i tuoi
fratelli lo hanno ricoperto di ridicolo. Duncan per scoparsi quella vagabonda,
Jaherys e tua sorella per sposarsi tra di loro. Ma perfino sposare una popolana
o tornare con la tradizione dell’incesto verrebbe visto meglio che avere per
figlio un invertito alla pari di un dorniano. Molte ragazze al posto mio ti
avrebbero sputato addosso per il disgusto e l’offesa, ma io no. Io saprei
essere una buona moglie. Ti darei dei figli di cui esser fiero. Perciò fai come
ha imparato a fare ogni fanciulla dei Sette Regni, stringi i denti e fai il tuo
dovere tra le lenzuola. Dopodiché puoi tornare a divertirti con il tuo
amichetto”.
Dopo che se ne è andata
prendo la brocca e lentamente la finisco, sorso dopo sorso. Non so quanto tempo
passa. Mi viene da piangere ma mi sembrerebbe di dargliela vinta.
Perché devo essere così? Cosa
penserà mio padre? Non posso fare come Duncan e Jhaerys. Non posso. Se fosse
per una donna sarei giustificato. Ma per un uomo… Un uomo che neanche mi vuole.
NdA
Come sappiamo Olenna poi ha sposato Luthor Tyrell
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Love triangle ***
Love traingle
Love triangle
194 d.C. (dopo la Conquista
di Aegon)
Guardo il mio riflesso allo
specchio. Perfetto. Indosso una veste argentata, non lascia scollature ma mi
riveste come una seconda pelle. La chiave non è mostrare, ma creare l’illusione
della nudità. Le mie maniche sono bianche e lunghe fino alle cosce, perfette
per nascondere qualcosa. Infine mi mette la lunga collana di smeraldi e onice,
che si intona con il colore dei miei due occhi diversi. I capelli argentei sono
apposto, sono pronta per la corte.
Il ragazzo delle Isole
dell’Estate di ieri sera ancora sta ronfando tra le lenzuola. Non posso
biasimarlo dopo la nottata che abbiamo avuto. Spero non lo malmeneranno troppo
quando verranno a pulire.
Il re sta tenendo corte sul
Trono di Spade. Sto sulla balconata insieme alle altre lady, anche se sono una
lady solo di nome, non ho terre o possedimenti, non ho neanche un cognome. Sono
nata bastarda ma non ho neanche un nome da bastardo: Snow, Rivers, Waters,
Flowers, Sand. Mia madre era di Lys perciò non so come dovrei chiamarmi. Il
nome che mi ha lasciato sul letto del parto è più un nomignolo: Seastar (stella
del mare). Mi piace. Questi regni abbondano di bastardi come di fiumi, fiori,
sabbia, neve, ma ce n’è una sola come me.
Sotto il trono vedo il
fratello bastardo del re, Daemon. Viene sempre più spesso al castello a vedere
sua grazia. O meglio per farsi vedere dagli altri. In effetti è un bello
spettacolo: alto, snello, spalle larghe. E accanto lui c’è la sua ombra: Aegor
Rivers. I suoi occhi viola sono puntati su di me. È figlio bastardo del vecchio
re Aegon. Come me del resto. Come Daemon. O come metà dei bastardi del regno
vista la perversione di quel pazzo. Gli sorrido ed esco.
Vado al parco degli dei e in
men che non si dica lui sbuca tra le piante. “Shiera”, esclama Aegor parandosi
davanti a me. Indossa un corsetto dorato con sopra uno stallone alato e sputa
fiamme. Non la capirò mai questa usanza dei vessilli. “Fratello, hai lasciato
il povero Daemon tutto solo? Soltanto per vedere me?”. Sorride dietro la barba.
I capelli lungi e neri gli sono appiccicati un po’ sulla fronte nella fretta di
venire. Glieli sistemo e accarezzo la stoffa sul suo petto. “Mh, è filigrana
d’oro questa tunica?” “Sì, mia adorata. Daemon mi concede i doni più sfarzosi,
ha piena fiducia in me” “Ho sempre trovato l’oro volgare”, dico scostandomi,
“Sa di ostentazione”. Nei suoi occhi vedo il panico, penso che se gli dicessi
di togliersela qui in mezzo lo farebbe subito.
“Comunque Aegor, spero tu
abbia un buon motivo per essere corso con tanta prontezza da me. Non è
appropriato per una fanciulla ricevere questo tipo di attenzioni. Non vorrai
inginocchiarti e chiedere la mia mano un’altra volta, vero?” “No. No mia
diletta. Anche se spero che un giorno me la concederai. No, è che ho trovato un
dono per te”. Da sotto il mantello tira fuori una borsa di cuoio e me la
consegna. Guardandolo negli occhi sfilo fuori il contenuto. Un rotolo antico! È
in alto valyriano. Non risale a prima del Disastro ma ci siamo vicini. “Oh
Aegor, è magnifico” “Sono riuscito ad averlo grazie alle mie conoscenze a
Tyrosh. Spero sia degno della tua attenzione” “Ma certo fratello e anche tu lo
sei. Passeggia con me”
Mentre parliamo un corvo si
posa su un ramo sopra di noi. Lo guardo di sfuggita negli occhi neri e mi viene
un’idea. Prima di congedarmi da Aegor gli do un bacio. E gli sussurro all’orecchio.
Quando torno nella mia stanza
il ragazzo di stanotte è sparito. Vado verso lo specchio a rimirarmi di nuovo e
a scegliere l’abito per stasera. Vedo il riflesso di lui alle mie
spalle. Sorrido e parlo: “Adesso cominci a spiarmi?”, da dietro un angolo
spunta una figura incappucciata. Mi giro a fissarlo: “Sai, in questo castello
anche i muri hanno le orecchie, ma credevo il giardino almeno fosse libero da
sguardi indiscreti”. Si toglie il cappuccio. La sua pelle da albino quasi
risplende, tranne che per quella voglia rossastra che gli percorre il lato
destro del viso, incorniciato dai suoi lunghi capelli pallidi. I suoi occhi
rossi mi squadrano pieni di risentimento… e desiderio. “Stavo osservando Aegor
non te, Shiera”. Roteo gli occhi: “Come vuoi Brynden” “Non mento. Lui e Daemon
stanno architettando qualcosa, lo sento” “Sempre a cospirare e complottare
dietro queste inezie”, dichiaro annoiata mentre mi tolgo la collana, “Tu,
fratello, sei come me. Entrambi siamo destinati a molto più che ai giochi per
questo orrido trono”. Gli do la schiena e inizio a sfilarmi la veste.
Vedo il suo sguardo nello
specchio, che non perde un istante. “Perché lo hai baciato?” “Volevo
ringraziarlo per il regalino. E far ingelosire un certo uccellino su un
albero”. La sua faccia si fa rossa quanto la sua voglia: “Per te niente gioco
del trono, eh? Ti diverti solo a giocare con i cuori”. Tolta ogni stoffa sul
mio corpo mi giro: “Mi reputi così frivola Brynden? Non è la politica o l’amore
che mi interessano”, riprendo il libro di Aegor, “Ma questo”. Apro le pagine
incartapecorite su un’illustrazione: un uomo di valyria con una candela di
ossidiana tra le mani, la fiamma luccica dritta e blu. Gli occhi di Brynden
Rivers si spostano reticenti dalla mia nudità al libro. “Candele di vetro?”
“Candele di vetro e molto altro: corni incantati, bestie mai viste prima… La
magia fratello è il vero potere di questo mondo, ma solo a pochi nati con il
giusto sangue è permesso accedervi. Io e te abbiamo il sangue dell’antica
Valyria, grazie a nostro padre. Tu grazie a tua madre hai il sangue dei primi
uomini. Due discendenze magiche così potenti raramente si mischiano e guardati.
Puoi infilarti nella pelle di ogni animale che vuoi. Pensa se i draghi fossero
ancora vivi” “Abbassa la voce Shiera. Lo hai detto tu stessa che i muri hanno
orecchie. Io te già siamo fortunati a poter restare a corte nonostante siamo
bastardi” “Caro tecnicamente sono dieci anni che siamo stati legittimati. Tu ti
sei scelto anche il tuo piccolo stemma”, gli accarezzo il drago bianco in campo
nero che ha sulla tunica, “Il tuo è un dono Brynden, non una maledizione.
Lasciati guidare da me e diventerai più potente di qualsiasi nobile o re che ci
guardano dall’alto in basso”, vado a mettere il tomo valyriano tra gli altri
scritti della mia libreria. “Ti interesso solo per discutere di magia nera?”,
protesta. Gli sorrido: “Anche per altro” “Ma non sono l’unico” “Temo di avere
ereditato gli appetiti di nostro padre. O forse è il mio sangue lyseiano. Non
sono fatta per stare con uno solo”, mi avvicino al suo viso, “Ma se ti può
consolare non mi sono mai concessa a Aegor. Non come ho fatto con te”,
lo bacio. Lui risponde con passione. Le sue mani tentano di accarezzare il mio
corpo. Spera che mi “conceda” di nuovo. Mi stacco. Gli sussurro all’orecchio:
“Il castello ha occhi e orecchie. Vediamoci alla Fossa del Drago dopo il
banchetto”. Lo lascio andare via fremente, di desiderio e irritazione. Quanto
mi diverte vederlo così.
Sto in mezzo all’arena in
rovina che un tempo ospitava le più grandi bestie del mondo. La luna risplende
sui miei capelli.
Mi chiedo quando arriveranno.
Puntuali sbucano tutti e due
da gallerie diverse. All’inizio vedono solo me poi si riconoscono a vicenda.
“Acreacciaio”, urla Brynden. “Bloodraven”, ripete Aegor con altrettanta
veemenza. “Cosa sei venuto a fare qui?”, chiede Brynden, “Devi smetterla di
pedinare Shiera” “Pedinata?! Lei mi ha chiesto di venire qui.
Probabilmente sei tu che ci hai spiato con qualche diavoleria, abominio”.
Entrambi realizzano lo stratagemma. “Shiera…”, dice lentamente l’albino. “Che
siano dannati i Sette…”, bestemmia invece Acreacciaio. “Scusate”, dico alzando
le braccia, “È che sono stufa dei vostri continui litigi per le mie attenzioni.
Così ho pensato di risolvere la questione in modo più… diretto. Lontano dagli
sguardi del buon re Daeron” “Un duello?”, chiede sospettoso Brynden. “Ah, bella
idea amore mio. Questa mammoletta Blackwood sa combattere solo nascondendosi
dietro arco e frecce. Lascialo a me e vedrai qual’è il vero uomo tra noi due”,
sbraita Aegor. “Un duello non era esattamente quello che pensavo, ma uno
scontro sì”, li conduco verso una fossa che ho fatto scavare e riempire di
fango. “Ecco, come nelle Città Libere. Niente armi. Solo voi due e i vostri
corpi” “Non chiedevo altro”, dice Aegor cominciando subito a spogliarsi.
Brynden esita: “Dopo questa pagliacciata farai la tua scelta?” “Giusto, mia
adorata”, dice Acreacciaio, già a petto nudo, “Mi concederai la tua mano dopo
che l’avrò sconfitto?”. Incrocio le braccia offesa: “Sapete pensare solo a chi
otterrà il premio. Non so se sceglierò uno di voi due come mio unico amore. Ma
di certo sceglierò tra di voi due chi non lo sarà”. Brynden sbuffa e si spoglia
anche lui.
I due Grandi Bastardi si
fronteggiano nel fango. Solo le brache tirate fin sulle ginocchia li coprono.
La luce illumina il petto bianco e snello di Brynden contro quello villoso e
largo di Aegor. “Fatti sotto feccia Blackwood”, dice Acreacciaio incitandolo
con la mano. “Prima le signore, verme di un Bracken”, risponde l’albino. Aegor si
getta urlando su Brynden. Il bastardo più giovane rimane immobile per poi
scansarsi all’ultimo momento e sfuggire alle sue dita. Aegor cade nel fango. Brynden
rimane fermo a osservarlo. Acreacciaio sputando e imprecando si pulisce il viso
e si scaglia di nuovo sul fratellastro. Questa volta Brynden lo afferra e
utilizza al sua forza contro di lui. Si ritrovano uno sopra l’altro tra la
melma. Brynden sembra avere a meglio.
Speravo che il divertimento
sarebbe durato di più.
Vengo accontentata. Aegor è
più vecchio e forte. Si sbalza di dosso Bloodraven e gli salta addosso. Brynden
è più alto ma anche più magro e non dedito al combattimento come suo fratello.
La sua tattica vincente è schivare e sgusciare via, farlo andare in bestia e
trovare un punto debole. Dall’altra parte Acreacciaio è un veterano dei tornei,
si addestra contro suo fratello Daemon e la sua spada di acciaio di Valyria. Ma
qui l’abilità con la spada serve a poco.
I due continuano fino a che
non riesco quasi più a distinguerli per quanto sono coperti di fango.
In un attimo di pausa respirano
affannosamente l’uno di fronte all’altro. Le braccia pendono stanche ai loro
fianchi. “Arrenditi Balckwood”, biascica Acreacciaio, “Non ce la fai più, si
vede”. Brynden si pulisce la faccia dal fango: “Sai Aegor, sei proprio uno
sciocco. Credi davvero che Shiera ti concederebbe la tua mano, quando non ti ha
neanche concesso il suo letto” “Ovviamente non lo concederebbe senza prima
essere uniti in matrimonio”, sbotta Acreacciaio. Brynden sorride: “Sei proprio
cieco allora. Forse non lo sai ma Shiera non è più vergine già da anni”. Oh
maledetto Bloodraven, così ora non potrò più divertirmi a prenderlo in giro su
quel punto. “Cosa?”, dice Aegor fissando il fratello e poi me, “Stai mentendo”
“Sto dicendo la pura verità fratellino. E lo so non solo per via di tutti gli
uomini che entrano e escono dalle sue stanze, ma perché anch’io ho goduto delle
sue grazie”. Aegor sbuffa irato: “È una menzogna”, sembra più insicuro
stavolta. “Chiedilo a Shiera” “No! Sei un bugiardo. BugiardoooOOOH!”, carica
come un toro. Brynden molleggia le ginocchia e lo fa cadere in trappola. Ora è
sopra di lui tenendogli un braccio dietro alla schiena. Acreacciaio urla come
ossesso. Brynden solleva lo sguardo su di me sorridendo. Quell’attimo di
orgoglio però lo frega. Aegor con uno scatto tira indietro la testa colpendolo
in piena fronte. Il bastardo Blackwood cade stordito nel fango. Il fratello si
metta a cavalcioni su di lui e gli prende la gola tra le mani. Brynden tenta
inutilmente di lottare e emette dei suoni soffocati. “Muori bugiardo. Muori
figlio di puttana”, digrigna i denti Aegor. “Cosa sta succedendo qui?”, risuona
una voce tra le balconate. Mi volto e vedo nientemeno che re Daeron che vanza
nell’arena, accompagnato da suo figlio e dalla guardia reale. Anche Aegor
solleva lo sguardo. “Fermate questa pazzia immediatamente”, tuona il sovrano. Acreacciaio
sbuffa irritato, ma lascia la presa. Mentre Brynden boccheggia gli sferra un
calcio nelle costole per buona misura.
Il re, il principe e la
guardia reale sono sull’orlo della fossa. I due bastardi si mettono in piedi.
“Maestà”, dice Aegor in una riverenza. Per sbaglio scivola nel fango finendo
con la faccia sommersa. “Maestà”, dice Brynden che invece si inchina in
perfetto equilibrio. Re Daeron ha le spalle sottili e il ventre molle ma in
questo momento riesce comunque a incutere timore. “Ma guardatevi. Lottare nel
fango come due monelli di Fondo delle Pulci. Se non condividessimo lo stesso
padre vi farei fare a entrambi una bella nottata nelle celle nere”. Non riesco
a trattenere un sorriso. Il re mi fulmina: “Shiera! Sei una ragazza molto
intelligente. Mi aspettavo che usassi il cervello più saggiamente che per
torturare i tuoi fratelli” “Non li ho mica costretti a spogliarsi e a gettarsi
nel fango”, rispondo. “Non aggiungere un’altra parola. Voi intanto uscite fuori
da lì”. I due si arrampicano fuori e si ripuliscono alla meglio con le cappe. Re
Daeron intanto si preme le dita tra gli occhi: “Che la Madre abbia pietà di me.
Shiera è ancora una ragazza ed è più comprensibile che faccia sciocchezze del
genere. Ma voi due… Siete due giovani uomini, entrambi discendete da nobili casate…
Se per sbaglio uno di voi due avesse ferito gravemente o addirittura ucciso
l’altro, cosa credete sarebbe successo?”. Brynden e Aegor restano in silenzio.
“Forse è stato un errore tenervi tutti e tre nella Fortezza Rossa. Dovrei
spedirvi lontani l’uno dagli altri… Baelor” “Sì padre” “Fa scortare i miei
fratelli nelle rispettive stanze dalla Guardia Reale. E assicurati che ci
restino. Domani mattina deciderò sul da farsi”. Appena un cavaliere bianco
prova a toccare Aegor, lui scosta il braccio irritato: “Stia tranquillo maestà.
Me ne torno da lord Daemon al di là del fiume. Qualunque giustizia impartireste
sarebbe a vantaggio di questo sporco Blackwood”. Se ne va a grandi falcate
fuori dall’arena. “Il tuo re ti ha dato un ordine”, gli grida dietro il
principe Baelor. “Lasciatelo andare”, mormora Daeron stanco, “Forse così non lo
rivedremo più per un po’”. Si volta verso me e Brynden: “Voi due invece venite
al castello”. Mentre ci scortano in direzioni opposte Brynden mi fa
l’occhiolino.
Seduta alla finestra aspetto scrutando il cielo.
Infine arriva. Un corvo si poggia sul davanzale accanto a me. Sorridendo gli
accarezzo le penne nere. “Shiera”, bercia l’uccello, “Shiera, Shiera”. Rido
sommessamente. “Te lo avevo detto che la magia è la forza più potente di questo
mondo. Peccato che il re abbia interrotto il combattimento. Forse a quest’ora
sarei stata tua”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Bacio ***
Oberyn e Daemon
Bacio
Il sole guizza sulla sua
lancia. Sposto il mio peso da un piede all’altro, lasciando solchi nella sabbia
dorata.
Il principe mi guarda con
quegli occhi neri e profondi, nascondendo un sorrisetto.
Non devo deluderlo. Stringo
la spada nel pugno.
Tutti e due attendiamo tesi
la prima mossa dell’altro. Il sole di Dorne batte forte. Una goccia di sudore
scende sulla mia fronte.
Il principe Oberyn attacca.
La sua lama scatta veloce e micidiale e a stento reagisco ai colpi.
Vipera Rossa, è un titolo
quanto mai appropriato per quest’uomo. La lancia sembra proprio un rettile
velenoso che scatta per mordermi. Ma non voglio cadere facilmente. Voglio che
tu mi noti, mio principe.
Veloce contrattacco a colpi
di spada. “Sì, Daemon”, grida feroce e felice Oberyn, “Mostrami il tuo fuoco
ragazzo”. Quel ragazzo serve per distrarmi. Ma non sono un ragazzo, non
cado nei tuoi trucchi. Continuo ad attaccarlo e lui passa a schivare i miei
colpi e a danzarmi in giro. Ogni tanto solleva sbuffi di sabbia con la lancia.
Altri trucchi, altri inganni, ma non sono sciocco. Continuo a roteare la spada
e lui continua a schivare e a parare. “Tutto qui? Andiamo Daemon, mia figlia
Obara tira colpi più forti dei tuoi”. Continuo a ignorarlo e a cercare di
colpirlo. Il sudore mi cola negli occhi. Nelle orecchie risuonano i suoi
scherni e le sue incitazioni. Alla fine con un grido lo inchiodo con un
ginocchio a terra, la spada che stride contro la lancia. Stringo i denti e lo
guardo negli occhi. Nelle sue pupille vedo quello che speravo, uno sguardo
attento, che scruta ammirato, ma che sorride anche. Con un gioco di gambe
rotola di lato e mi fa crollare in avanti sul mio stesso peso. Cado col viso
nella sabbia e sento il piatto della lancia che mi colpisce la schiena. “Morto”,
dice il principe Oberyn compiaciuto, “Stai diventando bravo scudiero. Ma ancora
non alla mia altezza”. Mi giro sulla
schiena con le braccia spalancate e accascio amareggiato i capelli nella sabbia.
Oberyn sghignazza: “Su Daemon. Stai migliorando, non ti abbattere”. Mi tende la
mano e mi tira su. Vicino al suo collo sento il sudore dell’allenamento. Il suo
viso quasi si tocca col mio. Oberyn Martell: principe di Dorne. La sua pelle è
olivastra e i suoi capelli neri. Sotto il suo naso aquilino c’è una rada barba
nera. Appena qualche ruga sulla fronte tradisce l’età di quarant’anni,
altrimenti da come si muove potrebbe essere mio coetaneo di venti. È bellissimo.
“Andiamo a ripulirci un
attimo nel fiume. Poi dobbiamo muoverci”. Raccatto la mia spada e la sua lancia
e lo seguo. Si toglie il corsetto di cuoio e la tunica zuppa. Si toglie gli
stivali dalla punta arricciata poi entra a piedi nudi nell’acqua. Metto apposto
le armi e i suoi vestiti tra i bagagli e poi mi immergo anch’io.
Non facciamo un bagno
completo ma togliamo via il sudore e la sabbia dai petti nudi. Io immergo un
secondo la testa per bagnare i capelli e lavare la sabbia della mia sconfitta.
Scuoto veloce il capo e quando sollevo i ciuffi castani lo vedo che mi guarda.
“Sei un giovane molto bello, Daemon”. Il cuore comincia a battermi. “Grazie mio
principe” “Molte ragazze avranno pianto lacrime di desiderio per te. E immagino
anche molti ragazzi”. Spero di non arrossire: “Ehm… Non così tante, altezza”.
Alza le sopracciglia stupito: “Forse non sei ardito abbastanza. Devi avanzare e
attaccare di più, come ti dico di fare mentre ci battiamo. Cogli i frutti della
giovinezza Daemon. Alla tua età aspettavo già la terza figlia. Assapora più che
puoi dalla vita”. E lui sì che ha assaporato la vita. Ha studiato alla
Cittadella, ha combattuto a Essos come mercenario e ha conquistato il cuore di
mille donne. Nobildonne e umili, septe e cortigiane, le chiare valyriane di
Volantis e le brune delle Isole dell’Estate, da ogni sponda del Mare Stretto.
Mi sento un bambino in confronto a lui, ignorante e impacciato. Senza contare
che io sono un bastardo, mentre lui è un principe.
Il sole sta tramontando
mentre cavalchiamo fianco a fianco. Oberyn stringe gli occhi osservando
l’orizzonte. “Mh, ci accamperemo nel deserto stanotte. Hellout è ancora troppo
lontano”. È la residenza della concubina di Oberyn, la figlia bastarda di lord Uller:
Ellaria Sand. È sua moglie in tutto tranne che il titolo e madre di cinque
delle sue figlie, anch’esse perciò Sand.
Ci accampiamo tra le dune e
preparo il fuoco. Mentre sono in ginocchio a preparare la cena sento il suo
sguardo sulla mia nuca. Mi giro a guardarlo confuso. “Non muoverti”, sussurra
lui fermo e dritto. Rimango immobile senza capire cosa… In un lampo lancia un
pugnale contro di me. Non faccio in tempo a reagire, ma la lama non è diretta a
me. Mi passa con un soffio accanto al collo e colpisce il bersaglio che soffia
e sibila di dolore. Volto la testa e vedo una vipera cornuta che si dimena,
inchiodata a terra al pugnale di Oberyn. Le fauci bianche si spalancano
mostrando i denti aguzzi e la coda scuote stanca la sabbia da cui è saltata
fuori. Oberyn prende la sua lancia e lentamente si avvicina al rettile. Con un
colpo preciso taglia la testa al serpente.
Deglutisco pensando a cosa
sarebbe successo se il pugnale fosse partito un secondo più tardi.
Oberyn prende la testa della vipera. Si
diletta con i veleni. “Devi stare attento Daemon. Le vipere cornute cacciano di
notte. Si nascondono nella sabbia senza lasciare alcuna traccia. E attendono
immobili fino a che la preda non gli capita a tiro. E poi… Zack!”, con uno
scatto mi lancia il corpo dorato dell’animale. Lo afferrò al volo. “Stasera
zuppa di serpente”, dichiara Oberyn, “Adoro la loro carne. È così piccante”.
Abbiamo appena finito la cena
che per poco non mi ha ammazzato. “Quindi Daemon, hai detto che non molte
fanciulle hanno pianto lacrime per i tuoi occhi azzurri. Ma chi erano queste
poche che lo hanno fatto?”. Perché me lo sta chiedendo? Devo dimostragli di
essere uomo quanto lui, sia in battaglia sia tra le lenzuola? “Non ho molto da
dire su di loro, mio principe. Sono stati tutti amori di una notte o di qualche
giorno. Nessuna credo, mi sia rimasta nel cuore” “Ma so per certo che una
fanciulla invece c’è riuscita”. Mi giro a fissarlo. Non saprà… “Mia nipote
Arianne”. Oh dei lo sa. Oddio, che mi voglia uccidere e lasciare il mio corpo
nel deserto? Suo fratello non ha reagito molto alla notizia, ma il principe
Doran ha il latte nelle vene, Oberyn invece ha veleno. “M-mio principe io…”. Appena
si accorge del mio tono preoccupato, scoppia a ridere. “Haha. Oh dei, Daemon.
No, no, tranquillo. Non sono quel tipo di zio. Anzi mi fa piacere che la mia
nipotina abbia avuto te come primo amore”.
Arianne. Sono tanti anni che
non pensò più a lei. Eravamo quattordicenni. Il nostro amore era ardente quanto
impacciato, tanto profondo quanto superficiale. Credevo che sarei diventato come
i bastardi delle fiabe che sposano la bella principessa portando onore e gloria
al proprio padre. “So che hai colto il suo fiore”. E lei ha colto il mio. Dopo di
lei nessuna ha lasciato un segno. “So anche che addirittura hai chiesto la sua
mano a Doran”. Un’altra stupidaggine di quella fantasia amorosa. “Ero solo un
ragazzo vostra altezza. Infatuato e sciocco” “No, eri innamorato. E hai fatto
una cosa che molti ragazzi della tua età non avrebbero mai avuto il coraggio di
fare. Significa che quando ami una persona la ami davvero”. Si è avvicinato. “Beh…
io… Non volevo lasciarla con un bastardo in grembo. Come me” “Tutte le mie
figlie sono bastarde. Il nome che abbiamo non vuol dire nulla. Conta la nostra
storia”. Oh accidenti, così sembra che abbia ripugnanza per le sue figlie e per
la sua amante. “No, altezza, io… Perdonatemi non volevo dire questo. Non volevo
offender-“ “Non lo hai fatto”, dice posano di una mano sulla spalla, “Davvero
ti vergogni tanto del tuo nome? I bastardi nascono dalla passione, mentre
spesso i figli nati nel matrimonio nascono dal dovere. Sei molto meglio di tanti
rampolli nobili che ho visto. Devi essere orgoglioso di ciò che sei”. Continua a
farmi sentire piccolo, piccolo e sciocco e non lo sopporto più. Sento la rabbia
che mi monta nel petto finché non mi esce dalla gola: “Beh non tutti possono
fare come voi, altezza. Non tutti sono principi”. Le sue sopracciglia si
aggrottano. Non si aspettava questa reazione. Ho osato troppo? Dovrei scusarmi?
Ormai è troppo tardi perciò continuo: “Sì, non tutti possono fare i propri
comodi come voi, con il principe di Dorne come fratello pronto a rimediare. Non
tutti possono avere la lingua biforcuta della Vipera Rossa. Molti se la devono
mordere la lingua, se ci tengono a conservarla. Non tutti possono visitare i
quattro angoli del mondo”, ora gli sto praticamente urlando in faccia, “Per
alcuni il proprio nome spiana la strada, altri invece devono combattere tutta
la vita per farlo scomparire”. Non si è mosso di un millimetro durante la mia
sfuriata. Respiro affannosamente senza più niente da dire ma ancora irato. “Questa
era l’intraprendenza che volevo”, esclama con voce roca. Le sue labbra si
posano sulle mie.
Per un attimo non reagisco.
Ho sognato per mesi questo momento. Dischiudo le labbra e faccio entrare la sua
lingua. Le sue dita salgono a intrecciarsi con i miei riccioli castani. Le
barbe sui nostri menti e le nostre guance si sfregano tra loro.
Non ho mai baciato un uomo.
C’è una voracità e una spinta che non ho mai provato con una donna. Misuriamo
la forza delle nostre lingue come misuriamo le nostre spade. La sua mano mi
passa sul petto e scende sul ventre… Improvvisamente la preoccupazione ritorna.
Mi stacco. “Aspettate, aspettate. E Ellaria…”. Il principe sbuffa con una
risata: “Io e Ellaria sappiamo che il nostro amore è primo sopra tutti gli
altri. Ma entrambi non rinunciamo ai piaceri della vita quando stiamo lontani.
A volte anche quando stiamo vicini”. Mi ci vuole un attimo per raccogliere
l’informazione. “Vuol dire che…”. Insomma in qualche modo già sapevo le
dinamiche della loro relazione. Ma quando fantasticavo di me e Oberyn, Ellaria
scompariva magicamente. Per un attimo gli vedo fare uno sguardo che non gli ho
mai visto. Cos’è? Apprensione… Il Principe Oberyn sussurra: “Scusa forse è
troppo tutto insieme. Io… Non avrei voluto mai mancarti di rispetto Daemon. Se
tutto ciò non ti mette a tuo agio dillo senza remore e torneremo principe e
scudiero come prima. Io faccio solo l’amore Daemon, non scopo”. Quel “fare
l’amore”, mi fa ribollire il sangue freddato. Non credevo neanche gli
piacessero gli uomini. Non credevo che piacessero a me fino a che non l’ho
incontrato. Devi smetterla di innamorarti di principesse e principi Daemon. Non
sono roba per te. Assapora più che puoi dalla vita…
Mi rigetto tra le sue
braccia. L’aria gelida della notte ci morde la pelle mentre ci spogliamo. Ci
rintaniamo sotto le nostre cappe e i nostri corpi eccitati ci riscaldano.
È esperto nella passione come
nella violenza. La sua lingua saetta come la sua lancia. La sua mano callosa
scende giù a accarezzarmi la coscia. Le dita palpano e si dirigono… “Mio prin-“
“Chiamami Oberyn, Daemon” “Oberyn. Io non l’ho mai fatto prima. Cioè con… un
altro uomo” “Non temere”, mi dice accarezzandomi la guancia, “Lascia che io ti
guidi e non proverai alcun dolore. Non potrei mai farti provare dolore. La
vipera sa bene come nascondersi nella sabbia(sand) senza lasciare
traccia alcuna”. Le sua labbra coprono le mie.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Fix it ***
Fix it
Fix it
10 anni dopo la Grande Guerra
Tyrion Lannister scendeva verso
la fossa dell’orso, che quella sera sarebbe stata utilizzata come palco. Tutti
gli abitanti della gigantesca Sala del Re sciamarono giù dalle cinque torri che
un tempo avevano composto Harrenhal. ‘Questi braavosiani devono stare attenti’,
pensò, ‘Sono di un altro paese e pretendono di mettere su uno spettacolo per
raccontare la nostra storia. E io sarò uno dei personaggi. Stiamo a vedere’.
Tyrion, assieme agli altri cinque
membri del Concilio Ristretto, si sistema comodo sulle gradinate. Samwell Tarly
occupa ancora il ruolo che doveva essere del Gran Maestro, anche se maestro non
è. Ma visto che la Cittadella è stata bruciata forse serviranno altri dieci
anni prima che arrivi un vero Gran Maestro… o Gran Maestra. La Comandante della
Guardia Reale Brienne rimane in piedi con sguardo sospettoso, come se uno dei
guitti potesse sguainare la spada e ucciderli da un momento all’altro. Poi c’è
il maestro della flotta: lord Davos. Infine il maestro del conio nonché lord
Protettore del Sud: lo storpio Wilas Tyrell, che cammina con un bastone.
Non c’è un maestro dei
sussurri… dopotutto il loro re ha mille occhi più uno.
Tutti fanno silenzio mentre parte
la musica.
“Oh miei signori, siamo qui
per raccontare la grandiosa sebben triste storia degli eventi che dieci anni fa
decisero il destino del mondo. La racconteremo in due atti. Atto primo: i venti
dell’inverno”
Entra un attore pelato che
dovrebbe interpretare re Stannis. Digrigna i denti in modo plateale: “Grrr.
Sono bloccato qui in mezzo alla neve. Li ho salvati dai bruti ma nessuno mi
chiama re. Grrr. Mentre Cersei siede sul mio trono usando il suo figliolo Tommen
come burattino. GRRR!”. Un attore magro con i capelli bianchi e sporchi
interpreta Theon Greyjoy e ride a squarciagola scuotendo delle catene ai polsi:
“Hahaha. Mio lord credo che quelle vostre bandierine con il cuore infuocato non
vi terranno caldi a lungo. Haha, Hu Hu Hu!” “Chiudi il becco. Sei senza palle e
senza onore. E quel Ramsay ti ha reso più matto del re folle” “Hahahahihi” “Hai
proprio perso il lume della ragione. Lume… Ma certo! Siamo su un lago
ghiacciato e questa torre serve da faro per non far cadere nell’acqua gli
sventurati, ma se io accendessi un gran fuoco sull’isola in mezzo al lago e
spingessi i Frey a uscire da Grande Inverno allora cadrebbero nei ghiacci”
“Haha. E poi sono io il pazzo. Se non funziona, siete bello che morto” “Morto…
Ma certo! Dopo che i Frey saranno cibo per pesci mi fingerò morto. Farò portare
di nascosto dagli Umber il mio cadavere dentro il Grande Inverno e poi
velocemente ci libereremo dei Bolton rimasti. Oh Theon, come potrò mai ringraziarti?
Fatti dare un bacio”. I due attori si scambiano un sonoro bacio. “Bene andiamo
a prepararci” dichiara Stannis mentre esce di scena.
Cambio scena. Entra l’attore
che interpreta Ramsay. “Hahaha! Ho vinto! Ho ucciso il falso re Stannis. Ho la
sua spada luccicante. Ho ucciso anche quel vecchio bastardo di mio padre, come
avevo ucciso il mio fratellastro prima di lui. Ora sono io lord Bolton. Bolton!
Bolton! Non Snow. Sono il lord Protettore del Nord. Ma per rendere speciale
questa occasione mancano solo Reek e quella puttana della falsa Arya Stark.
Sono sicuro che sono fuggiti da quel bastardo del fratello. Mi viene voglia di…
Calma, calma Ramsay. Sei un uomo ragionevole perciò cercherai di risolvere la
situazione in modo diplomatico. Portatemi Mance Ryder!”. Un attore a petto nudo
e coperto di sangue finto, che interpreta il povero Re oltre la Barriera, viene
portato da due guardie davanti a Ramsay. Ramsay lo fa girare e poi comincia a
scrivere sulla sua schiena intingendo nel finto sangue la piuma. “Ecco con
questa bella lettera Jon Snow scenderà senza fare storie. Dopotutto sono
magnanimo”. Poi strappa dalla schiena dell’attore un pezzo di finta pelle dove
aveva scritto. L’attore urla di dolore e scopre al pubblico la finta pelle
scuoiata.
Cambio scena. Una donna molto
formosa, vestita di rosso, entra sul palco. Sir Davos storce gli occhi alla
vista di questa Melisandre. “Oh Signore della Luce, hanno ucciso Jon Snow! Beh
io gli avevo detto che era in pericolo ma lui non mi ha ascoltata. Ah beh…
Forse questa volta mi darà ascolto. Portate il corpo di Jon Snow!”. Viene
portato il corpo mezzo nudo di Jon Snow. “Abracazulla, ora sei vivo!”. L’attore
di Jon fa un enorme respiro e si tira su: “Sono vivo. Sono tornato dall’aldilà.
Ehi”, esclama poi sorpreso, “Questo vuol dire che il mio giuramento è finito”.
Si volta a guardare Melisandre e la sua scollatura. Con ululato Jon Snow
insegue Melisandre. La strega rossa cerca di frenare i suoi impulsi da risorto.
“Un attimo non pensi più agli estranei ad andare a Grande Inverno per
sconfiggere i Bolton?” “Sti cazzi. Per tutta la vita ho cercato di comportarmi
con onore e per questo sono stato ucciso. Ora cercherò di fare solo quello
voglio e quando lo voglio fare. E ora ti voglio sco-“ Melisandre lo zittisce con
un bacio.
Si susseguono varie scene.
“Torno a casa”, grida Arya
Stark mentre salpa da Braavos, “Ho una lunga lista di persone da far fuori”
“Davvero te sei scopato una
che se chiamava Zafferano?”, chiede Sansa Stark a Harry l’Erede. Poi si rivolge
al pubblico: “Questo me lo magno’. Mo’ Ditocorto ammazza Robin questo qua
diventa lord della Valle e me vado a riprende’ er Nord”
Bran strilla: “Mi avete fatto
mangiare Jojen?!” “Era l’unico modo per attivare i tuoi poteri”, dice Bloodraven,
“E lui lo sapeva fin dall’inizio” “Dei, così è anche peggio. Devo andarmene di
qui”. Arriva Meera: “Credo di aver trovato una spada di Valyria forse sarà
utile”
“Fanculo Meeren”, grida
Daenerys, “Sono venuta lì, ho liberato tutti, ho cercato di governare da buona
regina e hanno tentato di farmi fuori. Sa che ti dico Drogon”, dice rivolta al
burattino che svolge il ruolo del suo drago. “Roar?” “Andiamo a Vaes Dothrak,
prendiamoci un po’ di dotrhaki e andiamo a Approdo a riprenderci il trono”. Il
drago approva e insieme se ne vanno.
C’è la scena di Tyrion e
Penny che il vero Tyrion non riesce a guardare. Dopo il terribile fatto si
sentono le grida. “Perché?! PERCHÉ?! La figlia della donna che amavo, Tysha. Se
solo avessi saputo. E invece guarda cosa ho fatto”.
“Proprio bello questo
matrimonio a Delta delle Acque”, borbotta un decrepito lord Frey, “Ora che ne
dici Tully? Sono in casa tua e tra poco ammazzerò l’unico figlio che ti è
rimasto”. Spunta lady Stonehearth. “Lady Catelyn ma tu sei morta”. Le piogge
di Castamere cominciano a suonare. “Oh no!”, grida lord Walder.
Poi scena in cui Tyrion
compra i mercenari e fa finire l’assedio di Meeren. Arriva Barristan Selmy:
“Abbiamo capito chi comandava i Figli dell’Arpia. Era la Grazia Verde. Ah, ci
sei pure tu qui Folletto. Lo sai che forse il Re Folle si è scopato tua madre?”.
Tyrion è sbalordito: “Cosa? Quindi in realtà sono un Targaryen. Quindi non devo
sentirmi in colpa per l’omicidio di mio padre. Non era mio padre. Quindi in
teoria il Trono di Spade potrebbe essere mio. Dei, potrei addirittura sposare
Daenerys. Quindi posso vendicarmi su Cersei e Jaimie senza sentirmi minimamente
in colpa” “Bhe, non sono sicuro che tu sia veramente…” comincia a dire
Baristan. “Fate largo a Tyrion Targaryen. A me un drago”
Victarion ride: “Hahaha. Ora
con questo corno magico i draghi saranno miei”. Soffia nel corno ridicolmente
grosso, con uno scoppio si ritrova la faccia nera di fuliggine e cade a terra.
Tyrion impreca: “Accidenti, ora sono volati a Westeros. Inseguiamoli. Tutti a bordo
per Volantis”
Stannis: “Ho preso il
castello. Ora, bastardo, avrai quello che ti meriti”. Un branco di burattini a
forma di cane si getta su Ramsay che finge di morie dilaniato. Theon ride fino
a star male. Un uomo che interpreta Asha si avvicina a Stannis: “Senti coso. Se
ci lasci andare, io e mio fratello prendiamo il controllo delle Isole di Ferro
e ti giuriamo fedeltà” “Perché non lo hai detto prima?! Andate forza” “Muoviti
Theon”, dice Asha mentre lo trascina via.
La principessa Arianne di
Dorne si avvicina al ragazzo che sostiene di essere Aegon figlio di Rhaegar e
sua zia Elia. La ragazza indossa un vestito dorniano molto rivelatore: “Ehi
bel draghetto, vedi qualcosa che ti piace?”, dice mettendosi in posa. “Oh
altroché”, risponde il biondino con occhi sgranati. Arianne si rivolge al
pubblico: “È giunto il mio momento. Dopo essere stata messa da parte da mio
padre per anni, finalmente ho la possibilità di essere io la protagonista. Mi
farò sposare da Aegon e diventerò regina”
Jon attraversa una tormenta
oltre la Barriera. “Devo andare a Aspra Dimora per scoprire di più su come
sconfiggere gli estranei”. Incontra zio Benjen. “Zio Benjen” “Jon in realtà ti
chiami Aegon e sei figlio di Lyanna e Rhaegar” “Cosa?! Quindi quello stronzo di
Ned mi ha mandato a congelarmi le palle quassù per essere sicuro che non
rivendicassi mai il trono del suo amichetto Robert. Una vita da bastardo quando
ero un principe, anzi un re! Fanculo la lotta contro le forze del male, io me
ne vado. Ripasso al Castello Nero a prendere il vero figlio di Gilly, poi non
mi vedete più”.
Compare Jaimie trascinato da
Brienne. “Hai detto che il Mastino ha rapito Sansa? Quando arriviamo?”. In una
nuvola di fumo spunta una vecchia con le guance rigate di rosso. “Oh miei… È lady
Catelyn” “Lady Stonehearth si fa chiamare ora”, dice triste Brienne. Lady
Stoneharh punta il dito su Jaimie. “Vuole che tu paghi per i tuoi crimini. Ma
ti concede un duello a singolar tenzone. Con me”.
Segue la terribile scena del
duello.
Spunta Arya: “Oh madre non mi
riconoscete?”. Lady Stoneharth scuote la testa. “È talmente consumata dall’odio
perché credeva che i suoi figli fossero morti, che anche quando ne ricompare
uno vivo non lo riconosce. Se continuo anch’io a farmi consumare dalla vendetta,
farò anch’io questa fine. Ora capisco perché gli Uomini senza Faccia chiamano
la morte che elargiscono un dono. Tu che un tempo fossi mia madre, stai
tranquilla. Ti donerò la pace”
Dopo il drammatico matricidio
spunta Gendry: “Ciao Arya quanto tempo” “È vero, che bello rivederti. Ti va di
metterci insieme prima di andare al Nord?” “Va bene”. Corrono via mano nella
mano.
Cersei Lannister si presenta
al processo per combattimento. L’Alto Passero mostra il suo campione: lo smunto
sir Lancel. Cersei mostra il suo: un omone sui trampoli che interpreta la
Monatgna. L’attore di sir Lancel lo guarda, poi guarda l’Alto Septon: “Ho
cambiato idea”. Segue il duello tra i due.
L’Alto Septon freme di rabbia
mentre Cersei se ne va libera da ogni accusa. Arriva Maergery: “Ora è il
momento del mio processo con i sette Septon che devono giudicarmi” “Ah no, eh!
Qui sto facendo una rivolta socialista religiosa, devo svergognare almeno un
nobile corrotto. Septa Unella vai con la campana”. Septa Unella entra e strappa
i vestiti a Maergery: “Vergogna. Vergogna. Vergogna”. La povera Tyrel corre via
coprendosi.
Arrivano Mace e Randyll
Tarly. “Radyll presto chiama i soldati devo salvare mia figlia” “Haha. È qui
che ti sbagli brutto ciccione”, il lord di Collina del Corno si spoglia
rivelando un’armatura dorata. “Io e tante altre casate dell’Altopiano abbiamo
sempre disprezzato voi Tyrell. La vostra scalata al potere è finita. Non darò
più il mio supporto a quel bambino debole frutto di incesto. Il vero erede al
trono, un maschio vero, ha già preso Capo Tempesta e ora sta venendo qui”. Con
uno squillo di tromba arriva Aegon sesto Targaryen il figlio redivivo di
Rhaegar e Elia Martell. Jon Connigton arriva dietro di lui: “Arrendetevi o
raderemo la città al suolo”.
L’Alto Septon si asciuga il sudore dalla
fronte: “Ho appena realizzato che il vero re è questo Aegon. Che le campane
suonino a festa”. Le campane cominciano a suonare. Lord Connigton ha lo sguardo
perso nel vuoto: “Campane. Come al tempio di Vecchie Pietre. Quando ho deluso
Rhaegar. Oh, mio argenteo principe… Uccideteli tutti” “Ma Connigton hanno detto
che si arrendono”, sostiene Aegon. “Fate tacere quelle campane con i nostri
elefanti!”, continua a strillare Jon Connigton. Burattini dei pachidermi
entrano sul palco. Segue l’aspra battaglia.
Cambio scena sulla Fortezza
Rossa. “Vostra maestà. Il Targaryen sta per prendere la città” “Accidenti.
Occorre una ritirata strategica. Myrcella, Tommen andiamocene”. Ma spuntano le
Serpi delle Sabbie che tengono i due pargoletti di Cersei per la gola. “Questo
è per nostro padre Oberyn! E per Arianne che sarà la nuova regina al posto
tuo”. Cersei urla mentre i figli vengono uccisi.
Segue scena a
Grande Inverno.
Stannis accoglie Jon e Melisandre. Entra Sansa accompagnata da
Ditocorto. “Jon”
“Sansa” “Oh, quanto mi sei mancato”. Entra
Bran. “Bran” “Sansa, Jon” “Bran”
“Oh
quanto mi siete mancati”. Entra Rickon accompagnato da sir Davos.
“Rickon”
“Sansa, Jon, Bran” “Rickon”
“Rickon” “Oh, quanto mi siete mancati”. Entra
Arya
con un branco di lupi giocattolo e il Mastino. “Arya”
“Sansa, Jon, Bran,
Rickon” “Arya” “Arya” “Arya”
“Oh quanto mi siete mancati”. Stannis sbuffa: “Ora
gli Stark sono finiti? Bene. Adesso a chi devo dare lo scranno di
Grande
Inverno?” “A Bran”, dice Merra, “È il
figlio maschio più grande” “Ma non può
generare”, interviene sir Davos, “L’erede quindi
è Rickon” “Ma è solo un
bambino. Sansa è una donna adulta e ha l’esercito della
Valle dalla sua. Il
seggio spetta a lei”, interviene Ditocorto. “Fermi
tutti”, grida una voce. Ecco
che arriva il Pesce Nero insieme a Howland Reed, il padre di Meera.
“Ho qui una
lettera di re Robb prima che morisse, in cui dice che designa come suo
erede il
suo fratellastro: Jon Snow!”. Parte un coro: “Il re del
Nord! Il re del Nord!”.
Jon fa zittire tutti. “No!”, sbraita Jon, “Per tutta
la vita Ned mi ha mentito.
Per tutta la vita ho voluto essere uno Stark, quando non lo ero mai
stato. Io…
Io… Me ne vado. Vedetevela voi con gli Estranei, io ho
chiuso”. Sansa lo guarda
andarsene seguito da Howland Reed. “Beh finché non torna
lui, se non vi
dispiace gestisco io le cose”, dice Sansa.
Scena a Volantis. Dany arriva
con una corona in testa: “Finalmente torno a fare le cose in cui sono più
brava: dar fuoco e essere acclamata”. Passa l’alto sacerdote del Signore della
Luce: “Grazie per aver bruciato i nobili schiavisti e averci liberato. Tu sei
la prescelta, Azor Ahai rinata. Tu sconfiggerai le tenebre” “Oh smettila, mi
fai arrossire”, dice Dany. Arriva il maestro Marvin: “Non sono stupidaggini
religiose, Daenerys. Gli Estranei esistono davvero e porteranno una notte senza
fine. Solo il fuoco dei tuoi draghi ci può salvare” “Aspetta un momento”
interviene Tyrion. Dany strilla: “Ma tu sei il figlio di Tywin Lannister” “Beh
potrei e potrei non esserlo”, dice Tyrion, “Comunque ho fatto del gran male ai
Lannister quindi siamo dalla stessa parte. Quello che devo dirti però è che il
tuo prezioso trono è stato preso da un ragazzo che finge di essere tuo cugino,
figlio di Rhaegar e Elia” “Cosa?!”, esclama Dany. “Prima di dare fuoco ai
mostri cattivi di ghiaccio non sarebbe meglio portatore fuoco e sangue su
Approdo del re. Per salvare il mondo c’è sempre tempo, la Barriera non va da
nessuna parte”.
Sam corre per Vecchia Città.
“Gli Estranei stanno arrivando! Gli Estranei stanno arrivando! Dobbiamo agire
presto”. Gli arcimaestri ridono: “Samwell, la magia è cosa superata. Certe cose
non esistono”. Arriva Euron a cavallo di un drago finto. “Hahaha. Sono un nuovo
dio! To’ che quello è il corno di Joramun?”, domanda indicando Sam. Il
ragazzone nasconde il corno dietro la schiena. Lui e Euron fanno un po’ di tiro
alla fune fino a che il Greyjoy non glielo strappa e suona. Un rombo enorme
scuote tutti. “La Barrirà è crollata”, strilla Sarella Sand, “Forza Sam,
scappiamo”. Euron ride isterico: “La fine del mondo è vicina”.
Il primo atto si conclude. “Mi
piace questa linea tragicomica”: sostiene Sam.
“Atto secondo: un sogno di
primavera”
Arriva lord Varys
sghignazzando, portandosi dietro lord Connigton. “Ehehe. Tutti pensano che
visto che sono un eunuco sono una specie di automa senza alcun desiderio. Un
essere completamente logico dedito al bene del reame. Non potrebbero
essere più lontani dal vero. Anche se non ho potuto generare figli, una
famiglia l’ho costruita lo stesso. Io e mia sorella Saera discendiamo da una
nobile casata: i Blackfire, ramo bastardo dei Targaryen, che per ben cinque
volte tentarono di prendere il regno. Mia sorella sposò il mio socio in affari:
uno spadaccino che divenne tanto ricco da raggiungere la carica di magistro.
Magistro Yllirio! E ho complottato fin dai tempi del re Folle per far cadere la
dinastia del drago e instaurare il figlio di mia sorella e Yllirio: colui che
ora siede sul trono, Aegon sesto. Il mio piano finalmente è compiuto! Hahaha”
“Nooo! Quindi non è il figlio del mio principe quello che ho aiutato a salire
sul trono. È un Balckfire”, piange lord Connigtn. “Non vivrai abbastanza per a
raccontarlo, purtroppo” dice Varys uccidendolo.
Il Ragno Tessitore tira un
sospiro di sollievo: “Il dolce sapore della vittoria”. Poi tende l’orecchio e
la sua espressione si fa preoccupata: “I miei uccelletti mi portano voci. Cosa?
Daenerys è arrivata sul continente. Ha scatenato fuoco e sangue sulla Compagina
Dorata e i nostri elefanti in una seconda Battaglia del Campo di Fuoco. E ora viene
qui in città?!”
Jaimie e Brienne si baciano.
“Vieni con me al Nord e insieme lotteremo per gli Stark” “Non posso, lo sai.
Devo tornare da Cersei” “La ami ancora?” “No. Certo che no. Ma mi ha svelato il
suo piano per vendicare i nostri figli credendo che l’avrei assecondata. Invece
devo tornare ad Approdo per fermarla” “No, ti prego, resta con me” “Sarebbe la
cosa più bella, ma non quella più giusta. Addio mia amata”
Grande Inverno. Sansa e Jeyne
Poole si riabbracciano. “Oh, mia Jeyne. Chi ti ha fatto questo?” Jeyne indica
Ditocorto. Sansa prende la daga di acciaio di Valyria e lo ammazza: “Chi
pronuncia la sentenza deve anche brandire la spada”
Stannis intanto cammina vanti
e indietro. “Grrr. La Barriera è crollata, tra poco gli Estranei arriveranno.
Non so come fare per sconfiggerli”. “Beh mio re, un modo ci sarebbe. Ho trovato
delle uova di drago nelle cripte. Basterebbe un piccolo sacrificio per
schiuderle. Che ne so… La principessa Shireen?” “Sei pazza?!” “Mio re, occorre un
grande sacrificio per una grande magia. Insomma non ti sto chiedendo di
ucciderla per una stupida battaglia, quello sarebbe assurdo. Ti sto chiedendo
di ucciderla per salvare tutte le vite del mondo. Tutte le vite che verranno.
Il destino del mondo non ha prezzo. Condanneresti l’umanità per salvare solo
tua figlia?”
Segue scena de falò. “Tra un
secondo salteranno fuori i draghi”, dice Melisandre con occhi luccicanti, “Tra
un secondo”. Il fuoco continua a bruciare. “Ancora un mini minuscolo
secondino”. Arriva un messo: “Raga, a Approdo sono arrivati i draghi”. Melisandre guarda Stannis: “Ops. Mi sa che ho
sbagliato prescelto” “Sicuro”, dice Bran, “Lo sapevi che Jon è mezzo
Targaryen?” “Accidenti ce lo avevo sotto il naso e me lo sono fatto scappare. Ecco
perché le uova di drago erano nella tomba di Lyanna. Come ho fatto a non
capirlo? Stupida! Stupida!”
Scena in cui Stannis si
dispera. “Davos, mio fidato Primo, è evidente che non ero io il prescelto né il
re di diritto. Farò la cosa più onorevole dopo i crimini che ho commesso: andrò
tra i Guardiani della Notte. Prenditi cura del bastardo di mio fratello” “Quale
dei tanti?” “Edric Storm. Lo legittimo e gli do le Terre della Tempesta. Che
serva il re che più gli aggrada”
Incontro tra Daenerys e Aegon
ad Approdo. Dany si sfoga con Tyrion: “Dopo tutto quello che ho sopportato,
dopo tutto il lavoro che ho fatto mi immaginavo che sarei stata acclamata come
la legittima sovrana. Colei che avrebbe restaurato i Targaryen dopo questi
corrotti Lannister. Invece visto che arrivo cinque minuti più tardi tutta la
gloria va a questo bamboccio che non è neanche un Targaryen, solo perché è maschio.
E a me dicono che sono una strega solo perché incenerisco le persone con i miei
figli draghi e ho un esercito di barbari dotrhaki e ex-schiavi eunuchi”. Arriva
Aegon: “Ciao zietta. Come dire… Io sono primo in linea di successione quindi il
trono è mio. Ma possiamo comunque restaurare la nostra famiglia e governare
insieme. Con i draghi nessuno ci fermerà”. Dany ci pensa: “Ma sì, governeremo
alla pari come marito e moglie”. Spunta Arianne: “Mi spiace cocca, me lo sono
già preso io”. Dany fulmina Aegon. Il ragazzo fa spallucce: “Beh, Aegon il
Conquistatore aveva due mogli”. Dany prende il burattino di Drogon: “Io sono
Daenerys Nata dalla Tempesta della casa Targaryen, Kahleesi del Grande Mare
d’Erba, la Non-Bruciata, Distruttrice di Catene, Madre dei draghi… Chi più ne
ha più ne metta. Ma non sarò mai la seconda consorte di qualcuno”. Tyrion esulta:
“Brucia questa città di merda che non ha apprezzato quando li ho salvati da
Stannis!” “Sei matto? Pensa ai bambini. Brucerò solo questo usurpatore, mica
tutta la città”.
Scena sotto la Fortezza
Rossa. Cersei porta una botte di alto fuoco: “Questa è l’ultima. Mi sembrava
strano che la regina più giovane e più bella fosse solo quella dorniana con cui
non ho avuto mai niente a che fare. Essere sostituita da una cavalca draghi da
più soddisfazione. Anche se non sarà per molto. Una volta accesi questi…
Ka-boom. Così il mio fratellino Tyrion sarà distrutto. Quella vecchia profezia
non si avvererà. Il mio valonqar (fratello minore) non mi uccidera” “Cersei”
“Oh Jaimie, sei tornato. Sapevo saresti tornato amore mio” “Sì, ma non per
quello che pensi”. La strozza. Cersei rantola le ultime parole: “Per tutto
questo tempo temevo che il valonqar fosse il fratello che odiavo, invece era il
fratello che amavo”. Jamie piange sul cadavere della sorella: “Ho ucciso la
donna che ho amato per quasi tutta la vita. Ma almeno ho salvato mezzo milione
di vite”. Da fuori si sente: “Dracarys!” “Ma brutta figlia di…”. Esplosione
verde.
Scena Dany davanti al Trono
di Spade. “Che sciocca sono stata. Il delirio di potere mi ha consumata e mi ha
fatto uccidere degli innocenti: coloro che avevo giurato di proteggere. E tutto
per cosa? Questa brutta sedia di ferro. Ma non è troppo tardi, posso ancora
redimermi. I miei draghi sono l’ultima speranza per l’umanità. Ma me n’è
rimasto solo uno, gli altri due li ha catturati Euron Greyjoy. Devo correre a
riprendermeli. Tyrion sei con me?”. Arriva Tyrion tendendo la mano d’oro del
fratello: “Si. Ho capito che quel desiderio di vendetta non mi ha portato la
pace sperata. Anche se non fossi un Lannister, Cersei e Jaimie erano davvero
miei fratelli. E visto le azioni che ho commesso, io sono il degno figlio di
mio padre. E forse convincendoti a intraprendere la guerra per la politica
invece che quella per l’umanità, ho condannato tutti. Ma come hai detto, non è
troppo tardi. Voliamo ad Harrenhal. Sono giunte notizie che Euron è sull’Isola
dei Volti per trarre potere dagli alberi diga degli Antichi Dei”
Scena a Grande Inverno
assediata dagli Estranei. Arriva Arya: “Oi Meera grazie per Sorella Oscura.
Omioddio dai mille volti, ho una spada in acciaio di Valyria. Quella di Visenya
Targaryen. Fate largo devo ammazzare un po’ di Estranei”. Gendry la segue con
un martello. Poi arrivano anche Brienne, Podrick, il Mastino, Theon, Asha, Sam.
“Caricaaa!”. Spunta Sansa: “Ma siete cretini. In una battaglia in campo aperto non
abbiamo chance. Dobbiamo restare nel castello e puntare sulla resistenza a oltranza
finché non si trova un modo per sconfiggere la fonte del loro potere la di là della
Barriera. Bran abbiamo trovato un modo?” “Forse. Lasciami fare una cosa”
Scena Euron e Daenerys. Il
Greyjoy sorride:“Ehi tesoro. Tu hai bisogno di un vero re. Non accontentiamoci
del trono di spade. Noi due siamo dei. Governeremo su tutta l’umanità. Con la
magia niente è impossibile” “Spiacente, ho già avuto il mio momento di hubris.
Ora ridammi i miei figli” “Non succederà mai”
Scena sull’Occhio degli Dei.
Arriva Jon: “Questo è il luogo dove i miei si sono uniti in matrimonio. Almeno
così dice Howland Reed. Lo hanno fatto con una cerimonia Valyriana, perciò non
sono mai stato bastardo, ero il figlio della seconda moglie. Ma che succede nel
cielo? Due draghi si affrontano” “Ciao Jon che ci fai qui?”, dice Tyrion. “Oh
ciao. A dire il vero mi chiamo Aegon. Sai R+J. Secondo matrimonio qui
sull’isola magica” “Capito non aggiungere altro. Ora speriamo che Daenerys
sconfigga Euron”
Scena nel piano astrale.
Entra Euron: “Si può sapere chi mi ha fatto venire qui. Sto combattendo in
questo momento” “Sono stato io”, grida una voce. Spunta Bran che da un’occhiata
al pubblico: “Pensavate che sarei rimasto seduto su quella sedia a far niente
per il resto della trama? Andiamo, sono le gambe che non mi funzionano, mica il
cervello. Preparati Euron, sono il prescelto degli Antichi Dei e il nuovo Corvo
con Tre Occhi. Bloodraven mi ha insegnato tutto ciò che sa” “Hahaha. Ma anch’io
sono stato un possibile prescelto degli Antichi Dei, lo sapevi? Solo che quando
ho visto che il mondo era destinato a finire mi sono detto: allora niente e
nessuno ha importanza. Quindi ho usato i miei poteri per cercare di diventare
un dio immortale come Bloodraven, senza diventare un mezzo albero decrepito, però.
Fatti sotto ragazzino”. Lotta nel piano astrale.
Scena dopo lo scontro di
draghi. “Quindi tu saresti mio nipote?”, domanda Daenerys. “Sì”, risponde Jon.
“Un altro figlio di Rhaegar che quindi sarebbe prima di me nella linea di
successione?” “Sì” “Vabbè ti credo. Se sei il sangue del drago saprai cavalcare
Rhaegal. Dobbiamo volare al di là della Barriera e sconfiggere il potere degli
Estranei. Tyrion vogliamo vedere se sei un Targaryen segreto pure te?”. Tyrion
guarda impaurito Vyserion: “Ehm. Come ti ho detto, credo di aver risolto il
problema della parentela”. La voce di Bran sussurra fuori campo: “Tyrion” “Bran
ma come…” “Ora sono un mezzo dio. Mi ricordo quando mi aiutasti e mi facesti la
sella per cavalcare. Ora io ti aiuterò e entrerò nella mente del drago per
renderlo più mansueto, così potrai cavalcarlo”
I tre cavalcatori di draghi rispuntano
illuminati da una luce dorata. “La notte è finita”, esulta Tyrion. “Abbiamo
sconfitto la fonte di magia divina che generava gli Estranei. Era una roba grossa
e abominevole. Ti immagini se fosse stato un singolo Estraneo?”, ridacchia
Dany. “Sì”, concorda Jon, “Magari con una coroncina in testa per far vedere di
essere il capo. Comunque non l’abbiamo sconfitta del tutto questa forza.
L’abbiamo solo indebolita tanto che resterà dormiente per altre migliaia di
anni. Ma prima o poi gli Estranei torneranno. Bisogna costruire una nuova
Barriera e scegliere un nuovo lord Comandante dei Guardiani” “E servirà un
unico sovrano che tenga uniti i Sette Regni contro questa minaccia”, dice Dany,
“Vieni con me e restauriamo la dinastia della nostra famiglia, Aegon. Possiamo
ricostruire Approdo del Re. Fare un trono non di spade ma di marmo. Vieni e
generiamo dei figli che a loro volta si uniranno tra di loro”. Jon ci pensa:
“Ti amo Daenerys”. La bacia, poi la pugnala. Rantolante Daenerys chiede:
“Perché?” “Perché così non finirà mai. Continueremo solo il ciclo dei nostri
genitori. Non sarà un sovrano sul Trono di Spade a tenerci uniti contro gli
Estranei. Non sarà qualcuno che eredita per diritto di sangue. Il potere e la
responsabilità di proteggere gli altri bisogna guadagnarseli con l’onore. Le
cose devono cambiare” “E non potevi dirmelo invece di pugnalarmi a tradimento.
Magari ero pure d’accordo con te” “Ah… in effetti. Scusa io non sapevo cosa
fare” “Tu non sai mai un cazzo Jon Snow”, dice Dany esalando l’ultimo respiro.
Theon sussurra le ultime
parole: “Sorella ora sei tu la regina degli uomini di ferro. Il nostro motto è:
Noi non seminiamo. Devi cambiarlo. Rendi la nostra gente un popolo di
pace che coltiva la terra e prospera. Non un popolo che sa solo depredare” “Lo
farò fratello”
Jorah Mormont muore con addosso
una cappa nera dei guardiani: “Ho seguito l’ultima volontà di mio padre. Ho
preso i voti per rimediare al mio disonore. Ora che ho provato sulla mia pelle
cosa vuol dire essere schiavo ho capito che crimine orribile ho commesso vendendo
come schiavi i bracconieri. L’amore per Daenerys non era che l’ossessione
malsana per la mia ex moglie. Ma ho dato la mia vita per l’umanità e muoio
sereno”
Scena di Sansa che abbraccia
un Mastino morente: “Oh Sandor. Ti sei sacrificato per proteggermi” “Sì
uccelletto. Sono un uomo cambiato rispetto a quando mi conoscevi ad Approdo. Ho
abbandonato il risentimento verso mio fratello e ho capito che quello che provavo
per te non era amore. O comunque era un amore non sano. Ma ora muoio in pace vedendoti
non più uccelletto ma una lupa fiera. Vado a incontrare gli dei” “Credevo che
dicessi che gli dei erano solo storie” “Non è possibile che tutte le storie
siano false”, dice Sandor morendo sorridente.
Arya sul ponte di una nave. “Vieni
Gendry andiamo all’avventura al di là del Mare del Tramonto. Chissà quali
meraviglie ci attendono lì” “Ti amo, moglie mia”, risponde lui baciandola.
Sam abbraccia Gilly e i due
bambini: quello figlio di Gilly e quello figlio di Mance. “Ora non c’è più né
la Barriera né la Cittadella. Sono un uomo libero. Libero di sposarti e amarti”
Scena del Gran Concilio ad
Harrenhal. “Quindi nonostante tu sia l’erede legittimo non vuoi il trono?”,
chiede Sam a Jon. “Non lo voglio. Per quello che ho fatto, riprenderò il mio
posto nei Guardiani della Notte, anche se ora il lord Comandate sarà Stannis”
“E allora chi ci guiderà?” “Sarà Bran a farlo” “Bran?!”, esclamano gli altri
sovrani dei Sette Regni. “Sì. Bran ora può diventare immortale se si attacca a
un albero diga, perciò non ci saranno problemi di successione mai più. Il re
rimarrà sempre lui. Ma non tanto per la parte politica. Lui servirà a rimanere
vigile per la minaccia degli Estranei o qualunque altra entità divina che
cerchi di conquistare l’umanità. Probabilmente passeranno anni, secoli o
millenni prima che rispunti una cosa del genere. Ma in quel momento, il nostro
re sarà lì a guidarci” “E per la parte politica?”, domanda Sansa. “Per quella
ci sarà il Concilio Ristretto. Ma comunque non saremo più un unico regno. I
Sette Regni torneranno a essere sette, ognuno con il suo re. O nel caso del
Nord, la sua regina. Sansa, passo la corona del Nord a te. Bran chi sceglierai
per il Concilio Ristretto?” “Lord Tyrion” “Ho fatto cose orribili maestà. Ho
ucciso membri della mia famiglia. Ho ucciso una ragazza, Shae, per rabbia. Ho
quasi condannato l’umanità convincendo Daenerys a combattere per il trono
invece che per le forze del bene. Non sarei un buon Primo Cavaliere” “Una volta
mi dicesti che avevi un debole per storpi, bastardi e cose spezzate. Sono uno
storpio e il nostro regno è più spezzato e diviso che mai. Chi meglio di te per
aiutarmi?”. Tyrion accetta: “Il primo Brandon Stark fu chiamato il Costruttore
e edificò Grande Inverno e la Barriera. Questo Brandon Stark aiuterà a
ricostruire i Sette Regni. Lunga vita a re Brandon Stark il Ricostruttore”.
L’attore di Tyrion si rivolge
al pubblico: “Così dieci anni sono passati. Approdo del re era distrutta. Così Harrenhal
è stata ribattezzata Sala del Re e trasformata in una città: la nuova capitale.
Anche se il re non viene quasi mai qui. Accerchiato dagli alberi diga vigila dall’isola
dei volti. Egli ha mille occhi ed è presente in ogni angolo del suo regno:
dalla Nuova Barriera che si sta costruendo, alla nuova Cittadella tra le
macerie di Vecchia Città. E probabilmente è stato con noi anche questa sera”.
Un corvo vola gracchiando sul
palco: “Bravo!”
NdA
Scusate per la lunghezza, ma
riassume il più possibile. Queste sono tutte le cose che sarebbero dovute
essere aggiustate nella serie a partire da metà quinta stagione. Piaciuta la
cornice dello spettacolo teatrale?
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3937173
|