Panta rei, carpe diem.

di Tale Vivo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prossima volta la butta lei, la spazzatura. ***
Capitolo 2: *** Se solo lei, Tony, sapesse cosa voglio io. ***
Capitolo 3: *** Proverò a farmi perdonare con un’omelette ***
Capitolo 4: *** Buon compleanno, Tony ***
Capitolo 5: *** In vino veritas, caro Tony ***
Capitolo 6: *** La prova che Tony Stark ha un cuore. Con amore, Pepper. ***
Capitolo 7: *** Un anno d'amore ***



Capitolo 1
*** La prossima volta la butta lei, la spazzatura. ***


La prossima volta la butta lei, la spazzatura.

 

«Signorina, la prego di calmarsi».
«Ma io voglio vederlo».
«Le ho già detto che si è trovato molto bene, la ringrazia e la saluta, ma al momento il signor Stark è molto occupato».
Pepper Potts faceva piccoli passi da destra a sinistra, per bloccare continuamente il passaggio alla ragazza che si agitava davanti a lei. I tacchi erano pericolosamente a filo del primo gradino e Pepper rischiava di cadere a ogni movimento.
«Voglio che sia lui a dirmi tutte queste cose».
«Per l’ultima volta, le dico che il signor Stark, al momento, non ha tempo. La prego di uscire, salire sull’auto che l’aspetta e andare ovunque lei voglia».
In dieci anni di lavoro per Tony Stark, Pepper Potts aveva imparato a trattare con i vari esemplari di donna che, con una frequenza abbastanza regolare, si aggiravano per la casa dopo una notte trascorsa nella camera da letto del suo capo. Una piccola parte delle conquiste del signor Stark non chiedeva nulla e se ne andava non appena ricevuti i propri vestiti; alcune donne chiedevano timidamente dove si trovasse Tony; altre azzardavano un presunto invito a entrare nel laboratorio, ricevuto la sera precedente prima di agitarsi tra le lenzuola; infine, c’erano le donne più complicate da gestire: le pretenziose, quelle che esigevano di vedere Mr. Stark per salutarlo o quant’altro, convinte che la notte passata con lui valesse come un contratto di matrimonio.
«Sei tu che non vuoi farmelo vedere».
«Gradirei mi desse del Lei, signorina. In ogni caso, non è una mia decisione non farla passare, ma è volontà del mio capo».
I capelli scuri della ragazza seguivano i suoi movimenti agitati, ondeggiando davanti agli occhi di Pepper e infastidendola.
«Signorina Pepper, vuole che chiami il signor Happy?».
La voce maschile ed elettronica di J.A.R.V.I.S. calmò un po’ Pepper, la quale rifiutò l’aiuto, anche se ci pensò per pochi ma intensi secondi.
«Fammi passare!»
Pepper, trovandosi con la schiena al muro, si pentì della decisione presa pochi istanti prima: la giovane l’aveva spinta e stava correndo verso il laboratorio del signor Stark, saltando qualche gradino per risparmiare tempo. Pepper la seguì rallentando ad ogni passo, conscia che l’avrebbe trovata bloccata alla fine delle scale, poiché non possedeva il codice d’accesso. In effetti, la ragazza era bloccata, ma non si era calmata: al contrario, picchiava violentemente le mani aperte contro i vetri.
Ovviamente, Tony Stark si era accorto della giovane e stava per mandarla via, ma l’arrivo di Pepper gli fece cambiare idea: era particolarmente divertente guardare la sua bionda segretaria che cercava di placare la furia mora.
La signorina Potts si avvicinò con le mani tese, pregandola di tranquillizzarsi; ogni sua parola, però, sembrava infiammare maggiormente la giovane, che non smetteva di gridare il nome del signor Stark.
Dopo qualche minuto di tentativi sempre più disperati, Pepper decise di aprire il laboratorio.
«Tony!».
La voce della giovane riempì la stanza, mentre lei si gettava al collo dell’uomo.
«Perché non sono mai informato di ciò che accade in casa mia?»
«Lei è informato riguardo le cose importanti che avvengono in casa sua».
«Dunque, questo non è importante?»
«Questo non sarebbe successo, se lei …».
Le labbra di Pepper rimasero socchiuse, ma la sua voce non terminò la frase.
«Se io cosa?».
«Lo sa».
Quello scambio di battute innervosì la ragazza abbracciata a Stark, che non gradiva essere ignorata.
«Non voleva che ti vedessi».
Tony abbassò lo sguardo verso di lei e l’abbracciò, poi alzò la testa e guardò Pepper.
«Perché è così crudele?»
«Perché me lo ha chiesto lei, signor Stark»
«Oh, ha ragione. Accompagni la signorina alla porta, per favore».
Tony sorrise e allontanò la ragazza.
«Ma Tony, io voglio stare con te».
«Io voglio lavorare. Senza di te».
«Signorina Raynold, le sarei grata se mi seguisse».
Il braccio sinistro di Pepper era teso verso la giovane, l’altro verso la porta.
«Io con lei non vado da nessuna parte».
«Ottimo. J.A.R.V.I.S., chiama Happy».
Nei due minuti successivi, Mr. Stark riprese a lavorare col suo computer, la signorina Potts iniziò a raccogliere alcuni documenti che il suo capo avrebbe dovuto firmare e che, come sempre, erano ancora in bianco e la signorina Raynold si lasciò andare ad un pianto isterico.
L’arrivo di Happy svuotò il laboratorio dai singhiozzi della ragazza, alleggerendo il nervoso di Pepper.
«Tony, questi documenti dovevano essere firmati ancora ieri pomeriggio».
«Davvero? Ero sicuro di averlo fatto».
«Sa perfettamente che non le credo».
«Sta insinuando che io le dica bugie, Pepper?»
«Io non insinuo, Tony. Io asserisco. Comunque, ho bisogno della sua firma».
L’uomo prese i fogli e li firmò di fretta.
«Ha bisogno anche di un calmante».
«Come prego?».
Un sorriso divertito curvò le labbra di Stark.
«Di solito non le creano problemi».
«Se lei evitasse le fan di Iron Man, non avrei di questi problemi».
«Questo è impossibile: non c’è donna che non ami Iron Man o che non adori Tony Stark». Alzò le spalle in segno rassegnazione, ma il suo sguardo rivelava tutto il suo compiacimento.
«Anche per oggi il suo ego ha fatto colazione. Ora, io andrei a lavorare: ho solo un’azienda da portare avanti, dopotutto».
Pepper inclinò leggermente la testa, sorrise e s’avviò verso la porta di vetro.
«Dovrebbe prendersi un giorno di ferie, Pepper».
«Dovrei. Ah, posso chiederle una cosa?», si voltò nuovamente verso il suo capo.
«Ho molto da lavorare, non so se ho tempo».
Il tono sarcastico fece sorridere la donna.
«La prossima volta, Tony, la spazzatura la butta lei. Di mattina presto, possibilmente».
Tony Stark la guardò negli occhi e sorrise.
«E se non ci fosse più, la spazzatura?»
«Ne sarei felice».
Pepper Potts sorrise, cercando di non abbassare gli occhi. Le sue guance, però, si tinsero di rosso: sarebbe davvero stata felice.

 

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Capitolo 2
*** Se solo lei, Tony, sapesse cosa voglio io. ***


Se solo lei, Tony, sapesse cosa voglio io.


Tony Stark smise di bere, guardò il notaio che si allontanava e si voltò verso Pepper.
«La voglio».
«No».
La risposta secca della donna non ebbe nessun effetto.
«Rielaboro: l’avrò», Tony poggiò l’enorme bicchiere sul tavolino e riprese a esaminare le foto di Natalia, il notaio.
«Lei e i suoi capricci», sospirò Pepper, prendendo tra la mani il bicchiere del suo capo, per osservare meglio il suo contenuto.
«I miei non sono capricci, ma esigenze».
«Aha, come vuole. Piuttosto, mi spieghi per quale motivo beve questa clorofilla».
«Mi piace il sapore».
Il bicchiere si trovò improvvisamente tra le mani di Stark.
«Bugiardo». 
«È in vena di complimenti oggi».
«Se li merita. Gradirei mi dicesse la verità, Tony».
«La bevo perché aumenta le prestazioni del reattore che mi tiene in vita».
Pepper stava per dire nuovamente qualcosa, ma l’uomo l’anticipò.
«Un giorno le spiegherò anche come».
«Un giorno?»
«Ora ho da fare: non ho questo fisico per merito del divano».
La donna scosse la testa in segno di rassegnazione, raccolse i documenti, li mise nella cartelletta e lasciò che il suo capo si allenasse.
Mentre camminava verso il suo ufficio, realizzò che i fogli tra le sue braccia la rendevano amministratore unico delle Stark Industries. Per dieci anni aveva gestito l’azienda di Tony Stark da dietro le quinte, occupandosi di ogni dettaglio, sostituendo il suo capo durante buona parte delle riunioni, curando le sue relazioni interpersonali e assicurandosi che non mandasse tutto all’aria. Da quel momento, però, Pepper Potts era a tutti gli effetti una dirigente, incaricata ufficialmente di portare avanti un impero.
Ogni medaglia ha, però, due facce. Occuparsi della società non le avrebbe concesso il tempo per occuparsi del signor Stark e, nonostante tutto, a Pepper piaceva preoccuparsi per lui. Avrebbe dovuto cercare una valida sostituta da affiancare al suo capo e lo avrebbe dovuto fare il più presto possibile: Anthony Edward Stark non era in grado di gestirsi autonomamente, necessitava qualcuno che cercasse di dargli almeno un po’ di senso del dovere.
La signorina Potts iniziò a selezionare alcuni oggetti che non potevano mancare nel suo nuovo ufficio, quello nell’edificio delle Stark Industries: un prezioso Pollock che era riuscita a salvare dalla collezione di Tony, donata ai boyscout; la foto dei suoi genitori; una conchiglia presa sulla spiaggia della Polinesia; il portapenne regalatole da una cara amica e, infine, uno strano  oggetto che oscillava in continuazione e la calmava.
«Pepper, ha già trovato una sostituta?»
La voce di Tony risuonò alle spalle della donna.
«Sono appena diventata amministratore unico, mi dà il tempo di organizzarmi?»
«Sta perdendo il suo smalto».
Stark entrò nell’ufficio, avvicinandosi alla scrivania.
«Sa perfettamente che non è vero. Da domani inizierò a cercarle una nuova assistente».
«Cos’è questo?»
La capacità di cambiare discorso del suo capo a volte la infastidiva.
«Un soprammobile».
«Inutile».
L’oggetto oscillante volò nelle mani di Pepper.
«Potrebbe evitare di lanciare i mie oggetti, Tony?!»
«Sì, potrei».
«Gentile da parte sua»
Pepper osservava Stark aggirarsi per l’ufficio, temendo di doversi lanciare per salvare svariati soprammobili.
«Ci impiegherà parecchio per trovare la sostituta».
Tony aveva aggirato la scrivania e stava tornando accanto alla bionda.
«Lei è un uomo di poca fede. Entro tre giorni conoscerà chi prenderà il mio posto».
«Ci vuole almeno un anno per trovare qualcuno come lei, Pepper». Il sorriso dell’uomo era stranamente poco sarcastico. A dire la verità, era totalmente sincero.
Pepper si stupì leggermente e cercò di sorridere il meno nervosamente possibile.
«Ecco perché ci ho già pensato io».
Ora Tony sorrideva smagliante.
«Come? Cosa? Perché?!»
«Qualche minuto fa ho ingaggiato una nuova assistente, che sono sicuro sarà all’altezza del compito».
Stark s’avviò verso la porta, camminando all’indietro e continuando a sorridere alla donna.
«Tony, mi dica chi è. Gradirei sapere chi prenderà il mio posto».
«Non si preoccupi, lo scoprirà tra qualche giorno, a Montecarlo. Si ricordi una cosa, però: io ottengo sempre quello che voglio».
Tony Stark tornò nel suo laboratorio, soddisfatto delle sue decisioni, della sua vita e della sua ormai ex-segretaria.
Pepper Potts rimase nel suo ufficio, confusa per il futuro, per il suo capo e le sue decisioni. Pepper Potts avrebbe voluto ottenere ciò che voleva, come Tony.


 

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Capitolo 3
*** Proverò a farmi perdonare con un’omelette ***


Proverò a farmi perdonare con un’omelette

 

Il profilo di Montecarlo aiutava Pepper Potts a distendere i muscoli. Si trovava sulla macchina scura che stava portando lei e il signor Stark al piccolo aeroporto per jet privati, da dove sarebbero partiti per tornare in America.
Il giorno precedente aveva rischiato di morire, attaccata da un russo, tale Ivan Vanko, che cercava di uccidere Stark. Ovviamente, aveva già redarguito il suo capo, con parole poco eleganti e un tono di voce non proprio soave: dopotutto, chi non perderebbe il suo aplomb parlando con Tony Stark? La signorina Potts, però, non lo aveva mai abbandonato fino alla fine, riuscendo sempre a mantenere un minimo dell’eleganza e della pacatezza che la caratterizzavano.
La piccola discussione col suo capo aveva raffreddato il loro rapporto, probabilmente aiutata anche alla decisione di Stark di assumere Natalie Rushman, il notaio, come sua nuova assistente. Alla fine, pensò Pepper quando la vide nel ristorante a Montecarlo, Tony era riuscito a ottenere ciò che voleva, almeno in parte: la presenza della giovane e bella ragazza aveva causato un piccolo dispiacere alla nuova amministratrice unica delle Stark Industries e il suo ex-capo non pareva averlo notato.
Il jet aspettava al centro della pista e Happy, il fidato autista, si premurò di portarli ai piedi della scaletta. Tony Stark cercò di aiutare Pepper con la sua valigia, ma la donna si assicurò che la sua mano non la sfiorasse nemmeno. La seguì sull’aereo e poggiò sul tavolo la valigetta contenente l’armatura.
«Non ricordavo che i castighi fossero così noiosi».
Gli occhi chiari di Pepper si posarono su di lui, pesanti.
«L’unica cosa noiosa, qui, è Lei».
«Adoro le sue parole d’amore per me».
La donna si avvicinò a Tony e poggiò le mani sui fianchi con fare minaccioso.
«Sà una cosa? Dovrebbe imparare a capire quando è il momento di scherzare e quando, invece, è necessaria una briciola di serietà».
Il sorriso di Stark si spense.
«Ha ragione».
«Lo so».
Tony fece un passo avanti, avvicinandosi di più a Pepper.
«Mi dispiace, non avrei dovuto prendere parte alla corsa».
Le braccia della bionda si staccarono dai fianchi, riducendo l’aria severa che la circondava.
«Apprezzo le sue scuse e sono contenta di essere riuscita a farla ragionare».
L’uomo sorrise.
«Soprattutto, non avrei dovuto gareggiare senza l’armatura a portata di mano».
«Tony!»
Pepper era esasperata.
«Che cosa ho detto adesso?»
«Lei doveva starsene comodamente seduto al ristorante e non andarsene in giro a mostrare al mondo quanto temerario può essere Tony Stark!»
Il sorriso dell’uomo si fece più compiaciuto.
«Mi trova temerario?»
«Io … cioè … Tony, dannazione! Non è questo il punto».
«Quale sarebbe, allora, il punto?»
Continuava a sorridere e ciò dava a Pepper più ansia e problemi di una settimana di impegni non segnati e male organizzati.
«Il suo egocentrismo. Non aveva nessun bisogno di partecipare a quella corsa».
«L’adrenalina è sempre un buon motivo. Il mio egocentrismo? Io sono semplicemente realista. Vorrebbe dire che non sono bello, affascinante, geniale, ricco, impavido-», Pepper alzò le mani, come per bloccare la sua voce.
«OK, ho afferrato il concetto».
«Non avevo dubbi: la sua perspicacia è senza eguali».
«Sa benissimo che l’adulazione con me non funziona, Tony».
«Davvero? Quale donna non cede all’adulazione?»
«Qualsiasi donna che abbia un minimo d’intelligenza».
Tony annuì. «Giusto. Allora, Pepper, mi trova temerario?», sul suo voltò ricomparve il sorriso compiaciuto e sornione.
«Trovo che non sia da tutti rischiare la vita per salvare gli altri».
«Lo prendo come un sì».
Pepper non riuscì a non sorridere, ma cercò di rimanere seria. «Per me è ancora in castigo, lo sappia».
Stark non disse nulla, ma attraversò la porta in fondo al corridoio e si diresse in cucina, continuando a sorridere.

 

***

 

Tre ore dopo, quando l’aereo aveva appena iniziato a sorvolare l’oceano, Pepper rivide Tony, il quale si sedette di fronte e lei e poggiò un piatto sul tavolino tra di loro.
«Il suo pranzo».
«L’ha cucinato lei?»
La signorina Potts faticava a crederci.
«Secondo Lei cosa ho fatto in queste tre ore?»
«Tre ore per un’omelette?»
Una piccola risata uscì dalle labbra socchiuse di Pepper.
Tony tagliò l’omelette e ne mangiò un boccone.
«Tre ore per la perfezione».
«Proprio non le piace la modestia».
«La modestia è banale: tutti vogliono essere modesti».
«Lei è un caso perso, Tony».
L’uomo tagliò un secondo pezzetto dell’omelette e lo porse alla signorina Potts.
«Lei è sempre così carina. Ora, assaggia? Vorrei sapere se basta per farmi perdonare».
Lei non poté negare l’effettiva bontà di quell’omelette.
«Per questa volta, la perdono».
Pepper Potts sapeva che l’avrebbe perdonato altre mille volte, perché a lei bastava il suo sorriso.
Tony Stark sapeva che quella sarebbe stata una delle tante volte in cui lei lo avrebbe perdonato. O meglio, ci sperava.

 


 

 

 

 

 


NdR
La seconda parte è una piccola rivisitazione del discorso che fanno Pepper e Tony in aereo.  Voi immaginatevi il mio scritto come una prima parte tagliata, seguita poi dall'effettivo discorso, con invito a Venezia e simili.

 

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Capitolo 4
*** Buon compleanno, Tony ***


Buon compleanno, Tony

 

 

La camera da letto di Tony Stark era una delle poche stanze rimaste intatte, quella sera. Lo scontro con James Rhodes aveva causato non pochi danni alla casa, ma la preoccupazione di Pepper Potts era per il suo capo.
Mentre lei ammirava l’oceano attraverso l’enorme vetrata della camera, Anthony cercava di attenuare la sbornia con una doccia calda.
«Pepper, sarebbe così gentile da chiamare qualcuno per sistemare le cose, domani?»
La voce dell’uomo sembrava meno barcollante di qualche ora prima.
Pepper si avvicinò alla porta del bagno, giusto per evitare di gridare.
«Ho già chiamato».
«Cosa farei senza di lei, Pepper?»
Tony, questa volta, non aveva gridato: la porta del bagno si era aperta e la signorina Potts si trovò a una decina di centimetri da Stark, avvolto nel suo accappatoio blu.
«Probabilmente, nulla».
Gli occhi scuri di Tony sorrisero e Pepper notò che quello sguardo e i capelli bagnati gli davano un’aria diversa, sembrava indifeso.
«Tolga pure il probabilmente».
«E perché? Darebbe comunque feste, mangerebbe nei ristoranti, salverebbe il mondo e, cosa per cui non le servo affatto, s’intratterrebbe con svariate donne». La donna sorrise sarcastica.
«A quella festa, l’anno scorso, non mi sono intrattenuto con svariate donne, ricorda?»
Pepper inclinò la testa, stupita e leggermente nervosa. 
«Avevamo deciso di non parlarne più».
«Oh, me l’ero scordato».
Il sorriso ironico di Stark sosteneva il contrario.
«Comunque, come le ho detto, lei qualcosa senza di me farebbe».
Tony avanzò leggermente.
«Ha ragione. Infatti, senza di lei, avrei gettato il primo reattore e sarei morto l’anno scorso».
«È stata una casualità».
Un altro piccolo passo.
«Avrei mandato all’aria le Stark Industries».
«Non lo avrebbe mai fatto».
Pepper indietreggiò. Tony avanzò.
«Sarei ancora sdraiato sul pavimento del mio salotto, ubriaco e in attesa di qualcuno che mi aiutasse».
«Happy sarebbe arrivato al mio posto».
Stark sorrise. «Sa perfettamente che non è vero».
Gli occhi chiari di Pepper si tuffarono in quelli scuri di Tony, ma furono distratti dalle fitte che le colpivano lo stomaco.
«Tony, lei è ancora un po’ ubriaco».
Tony Stark non era il tipo che parlava apertamente, che ammetteva i suoi errori e che diceva di aver bisogno d’aiuto; non con gli altri, per lo meno. Pepper non si sarebbe mai aspettata una conversazione così con lui, quasi a cuore aperto: era in difficoltà e la vicinanza dei loro corpi non aiutava affatto. Decise di allontanarsi, dirigendosi nuovamente verso la grande vetrata.
Mentre guardava l’immensa distesa d’acqua, poteva intravedere il leggero riflesso di un accappatoio blu accanto al carrello degli alcolici. Quel blu si faceva sempre più nitido, fino a quando il signor Stark non le fu accanto.
«Vuole un bicchiere di champagne, Pepper?»
La donna abbassò lo sguardo verso la mano che le porgeva un flûte e lo prese.
«Tony, lei non dovrebbe bere ancora».
«Proteggo l’America lottando contro i cattivi, un bicchiere in più di champagne non mi ucciderà».
Finalmente nelle parole dell’uomo c’era di nuovo la tipica ironia.
Pepper alzò il bicchiere, imitata da Mr. Stark.
«A cosa brindiamo?»
«È il mio compleanno: non mi merito un brindisi?»
«Dopo tutto quello che ha combinato? In ogni caso, il suo compleanno è appena passato».
Tony guardò l’orologio che aveva al polso, notando che la mezzanotte era trascorsa da un minuto.
«Allora brindiamo a Iron Man».
Lo sguardo di Pepper spense l’entusiasmo del signor Stark. Dopo qualche secondo di silenzio, Tony si avvicinò a Pepper.
«Accetta almeno un brindisi a Lei? Non rifiuti, perché non ha altro a cui brindare».
Le fitte allo stomaco ricominciarono, accompagnate da un lieve rossore che tinse le guance della signorina Potts. Annuì appena e fece toccare il suo calice con quello dell’uomo. Entrambi bevvero in un solo sorso, lei per cercare di affogare la tensione, lui per non permettere all’alcol di rubargli altro tempo.
L’oceano s’infrangeva contro gli scogli ai piedi dello strapiombo. L’oceano guidò Pepper.
Alzò gli occhi chiari per sorridere. Si alzò in punta di piedi. La sua mano sfiorò quella di Tony. Le sue labbra si posarono leggere sulla sua guancia, vicino al pizzetto.
«Buon compleanno, Tony». Era così vicina al volto dell’uomo, che le parve i loro sorrisi si fondessero.
Con la sua solita eleganza, Pepper Potts uscì dalla camera da letto del suo capo.
Con una strana fitta al cuore, Tony Stark rimase a guardare l’oceano.

 

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Capitolo 5
*** In vino veritas, caro Tony ***


In vino veritas, caro Tony.

 

 

Tony Stark uscì dal nuovo ufficio della signorina Potts, che lo aveva lasciato da solo in quella stanza. Con lui aveva il plastico della città ideale che suo padre aveva costruito anni prima e che, molto probabilmente, nascondeva la soluzione che Tony cercava da parecchi mesi. Cercò di sistemare al meglio quell’enorme plastico sulla macchina, dividendolo necessariamente in due parti.
Mentre costeggiava l’oceano, l’aria gli scompigliava i capelli e s’insinuava nei suoi pensieri. Era andato da Pepper per dirle che la voleva, perché aveva capito, aveva ammesso a se stesso i suoi sentimenti. Anche lei lo voleva, fuori dal suo ufficio. Tony Stark rifiutato? Impossibile. Più ci pensava, più si rendeva conto che Pepper aveva ragione: nessuna donna con un minimo di intelligenza avrebbe intrapreso una storia con l’affascinante, sarcastico, imprevedibile, inaffidabile, scostante Tony Stark e lei, Pepper, di intelligenza ne aveva da vendere.
Il ricordo del loro primo incontro si risvegliò nella mente dell’uomo, accarezzato dall’aria dell’oceano. Quasi dieci anni prima, il giovane Stark aveva sviluppato una passione per il vino e visitò alcune delle migliori cantine del mondo. Un giorno di fine estate, si trovò a camminare tra enormi botti in una cantina della California. Era in compagnia di altre persone, un piccolo gruppo di facoltosi che cercava il miglior vino in circolazione, ed era accompagnato da Happy, suo amico e autista.
Tony si ricordava perfettamente la prima volta che vide Pepper: entrò in quella cantina e si presentò come loro guida. Ogni tanto ripensava ancora al suo vestito rosa chiaro e alla giacca di pelle, che le donava davvero tanto. Durante le degustazione, mentre tutti si consultavano con la persona seduta loro accanto, lui la cercava con lo sguardo: bella e intelligente, sarebbe stata sua. Come tutte le altre.
Mentre il profumo dell’oceano lo avvolgeva, il signor Stark continuò a perdersi in quel ricordo. Coi bicchieri ancora in mano, si erano tutti alzati per gustare il vino ammirando le viti che li circondavano; Tony, invece, si era avvicinato alla giovane, per iniziare il suo solito piano di conquista.
«Il rosso è davvero ottimo».
Le sorrise, alzando il bicchiere e facendole notare il colore carico del vino.
«Ci teniamo molto, ma io preferisco il bianco».
«Trovo abbia poco carattere».
«Lasci che le spieghi una cosa: è tutta apparenza. Il bianco è più delicato, ma ha una forte personalità; il rosso, invece, è tutto il contrario».
Non si conoscevano, eppure Tony si sentì tirato in causa, come se la ragazza, descrivendo il vino rosso, avesse descritto lui.
«Ci sono alcuni rossi ben strutturati».
«Sono davvero rari».
«Come si chiama?»
«C’è scritto sull’etichetta».
Tony pensò di aver sopravvalutato l’intelligenza di quella bionda.
«Mi riferivo a lei».
«L’avevo capito».
La signorina Potts indicò un cartellino bianco appuntato sul suo vestito e Tony dovette tornare alla sua opinione iniziale: era bella, intelligente e ironica.
«Pepper Potts», lesse ad alta voce il ragazzo.
«E lei è Anthony Stark».
«Mi chiami Tony». Le porse la mano.
«Mi chiami signorina Potts». Gli strinse la mano. Lo stupì.
In quel momento, Tony si immaginò a schiacciare l’uva con lei, a rotolarsi negli acini rossi, che, nella sua testa, divenivano poi lenzuola. Lei sarebbe stata sua, decisamente.
«Mi trova così antipatico da mantenere le distanze?»
«Si ritiene così importante da decidere quando una donna voglia entrare in confidenza con lei?»
Nemmeno il suo sorriso pareva funzionare con quella ragazza.
«Posso chiederle di assaggiare un bicchiere di vino direttamente dalla botte?»
«Certamente. Mi segua».
Un clacson costrinse Tony ad abbandonare momentaneamente quella memoria. Attraversò l’incrocio e accostò a destra: sentì il bisogno di entrare nell’enoteca sull’angolo, l’unica che vendeva quel vino bevuto per la prima volta con Pepper. Si rimise in macchina, diretto verso casa e intenzionato a non essere disturbato. Andò in camera da letto, stappò la bottiglia e la sua mente iniziò a tornare a quel giorno di dieci anni prima, ma fu il primo sorso a risucchiare Tony nel passato.
L’odore di legno era forte, ma era coperto dal profumo di gelsomino che Pepper lasciava dietro di sé.
«Ecco: questo è appena uscito dalla botte».
Tony prese il bicchiere, sfiorando di proposito la mano affusolata della ragazza.
«Davvero buono. Vuole assaggiare?»
Fece un passo avanti, porgendole il bicchiere.
«L’ho assaggiato parecchie volte».
«Immagino».
Finì di bere e poggiò il bicchiere sulla botte accanto a lui.
«Le andrebbe un bicchiere di vino accompagnato da una cena, signorina Potts?»
«Spiacente, ma ho un impegno».
«Non intendevo questa sera».
«Oh, in tal caso, mi dica quando vuole invitarmi, così che io possa organizzare qualsiasi altra cosa».
«È sicura di rifiutare?», si avvicinò alla ragazza, che non si mosse.
«Ho sentito come finiscono le cene con lei, Tony».
«Ho fatto qualche torto a una o più delle sue amiche? Non era mia intenzione». Sorrise, ricambiato da Pepper.
«Giusto a una o due».
«Deduco, dunque, che non riuscirò a convincerla».
«Allora è vero che è molto perspicace».
Il sorriso della ragazza si tese: Tony l’aveva baciata. Lo spinse lontano. «Non lo faccia mai più».
Qualche minuto dopo, Happy trovò il giovane Stark da solo nella cantina, intento a massaggiarsi la guancia e a fare i conti con tutte le sue previsioni schiaffeggiate. A quel ricordo, Tony si sfiorò la guancia e si versò un altro bicchiere di vino, che pareva rendere più concrete le immagini nella sua testa. Pepper era stata la prima e l’unica donna a tenergli davvero testa e a rifiutarlo: la voleva al suo fianco, a qualunque costo.
Sorrise, ricordando che quando tornò a casa, quella notte, non fece altro che pensare a un modo per avere quella ragazza. Il mattino dopo, il ventunenne Tony tornò in quella cantina. La signorina Potts stava mostrando i vitigni ad un gruppo e lui attese il momento della degustazione, per avvicinarsi e parlarle.
«Non si trattenga: lo so che è contenta di vedermi».
Il sorriso smagliante di Tony non ebbe effetto.
«Forse ieri non sono stata abbastanza chiara».
Le mani sui fianchi le davano un’aria alquanto severa e minacciosa.
«Limpida come l’acqua».
«Perché è qua allora? Non mi dica per il vino, perché non le credo».
Tony le porse una cartelletta blu e una stilografica.
«Vorrei che diventasse la mia assistente».
Le braccia di Pepper caddero dai fianchi, sgranò gli occhi e socchiuse la bocca, con le parole sulla punta della lingua che non riuscivano a uscire.
«Avrebbe una casa vicino alla mia, un ottimo stipendio e tutto quello che desidera».
«Io… insomma… voglio dire…»
«Non si preoccupi: se accetta, l’aspetto domani, nel mio ufficio alle Stark Industries, con il contratto firmato. Lo trova nella cartelletta, con tutto quello che le serve sapere. A rivederci, spero».
Tony sorrise e lasciò in mezzo ai vitigni una giovane Pepper Potts alquanto stupita e sconvolta.
In quel momento, nella sua camera, Tony sorrise più del solito al ricordo dell’espressione di Pepper. La parte di quella memoria che però preferiva, era l’immagine della ragazza che, la mattina seguente, entrava nel suo ufficio, elegantemente vestita con un tailleur e con il contratto firmato.
Da dieci anni Pepper Potts era la sua assistente, con la stessa cartelletta blu.
Da dieci anni Tony Stark sapeva che lei era la donna della sua vita.
















 

 


NdR
Questo capitolo fu scritto per il Video Flash Contest di adamantina, il quale richiedeva di scegliere un pacchetto, dietro la quale si celava o un video musicale o un video pubblicitario. La storia raccontata nel video doveva essere quella vissuta dai nostri personaggi, ovviamente con qualche margine di modifica. Il pacchetto da me scelto ho scelto conteneva 
Drive By di Train: questo video mi ha fatto subito pensare al primo incontro tra Pepper e Tony, di cui, tramite i film, non sappiano nulla.

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Capitolo 6
*** La prova che Tony Stark ha un cuore. Con amore, Pepper. ***


La prova che Tony Stark ha un cuore. Con amore, Pepper.

 

 

L’aveva baciata.
Pepper Potts stava parlando e lui l’aveva baciata. Voleva farlo da così tanto tempo che si dimenticò di pensare. Rhodes li prese in giro, per poi andarsene con l’armatura.
«Dunque?»
Lo sguardo interrogativo di Pepper non lasciò scampo a Tony.
«Le ho salvato la vita. Meritavo un premio, no?»
La donna si alzò sulle punte. Sfregò il suo naso contro quello dell’uomo.
«Tony, meriti altri mille premi»
L’aveva baciato.
Tony Stark stava sorridendo e lei lo aveva baciato. Aspettava quel momento da circa dieci anni, da quel bacio rubato che sapeva di vino. Le labbra di Pepper avevano così fame di quelle di Tony, che la distrassero completamente dall’aria che le scompigliava i capelli.
«Non trovi che Los Angeles sia molto bella, vista dall’alto?»
Il tono divertito di Tony la preoccupò. L’aria le accarezzava il corpo e i suoi occhi si abbassarono lentamente.
«Mettimi giù! Mettimi giù!»
Stavano sorvolando la città e Pepper non poteva sopportare l’idea di volare in quel modo, senza un aereo sotto i piedi.
«L’imperturbabile Pepper Potts ha paura di volare?»
Tony rise. Pepper strinse più forte le braccia attorno al collo dell’uomo e avvicinò il volto al suo. Sentiva il pizzetto pizzicarle la guancia.
«In braccio a te, sì!»
Il contatto con la pelle della donna era inebriante al punto da non voler più scendere a terra. Tony avrebbe volentieri passato ogni istante dei suoi giorni in aria, sospeso tra cielo e terra, sorretto dalla felicità di avere Pepper tra le braccia.
Qualche minuto dopo, nonostante il desiderio di Tony, i due atterrarono sulla terrazza della sua casa.
«Non farlo mai più! Mai più!» Pepper non aveva la minima intenzione di lasciare il collo dell’uomo, ancora leggermente terrorizzata dal volo.
«Cos’è, non ti fidi di me?» Tony poggiò le mani sui fianchi della donna, staccandola dal suo corpo per guardarla negli occhi.
«Non è che non mi fido di te, è l’armatura che mi spaventa».
«Allora non ti fidi dei miei certamente ottimi e infallibili calcoli?»
«Non ho detto questo».
«Oh, bene, il problema è la supervisione costante di J.A.R.V.I.S., che credi non sia all’altezza?»
«Tony, smettila di mettermi in bocca parole che non ho detto!»
La baciò, di nuovo.
«Adoro quando ti arrabbi».
«Io non sono arrabbiata».
Un altro bacio.
«E quando mi contraddici».
«Allora mi adori sempre».
Bacio.
«E quando mi rispondi a tono».
«Poi?»
Labbra contro labbra.
«E quando mi inciti».
«Aha».
Ancora.
«E quando mi guardi».
Pepper sorrise.
Altro bacio.
«E quando sorridi».
Le labbra di Tony furono bloccate dalle dita di Pepper.
«Da quando sei così dolce?»
«Io mi definirei diversamente sarcastico. O diversamente cinico. O diversamente scostante».
«Definisciti come vuoi, per me sei dolce».
Pepper in punta di piedi. Bacio.
«Tony, l’armatura devi proprio tenerla tutta sera?»
«Affatto».
L’uomo la prese per mano e si avviò verso il laboratorio. Mentre alcuni robot rimuovevano l’armatura dal suo corpo, Tony decise di rompere il silenzio.
«Quindi?»
«Dipende tutto da te, come sempre»
Tony, libero dall’armatura, si avvicinò a Pepper.
«In tal caso, seguimi».
Sentire la mano della donna nella sua, senza l’intralcio del guanto, gli procurò un leggero brivido lungo la schiena.
Nella camera da letto di Stark, l’oceano li aspettava. Pepper si perse a guardare la distesa blu scuro davanti a lei, mentre Tony versava del vino.
«Vino rosso?»
Gli occhi azzurri della donna si tuffarono nel bicchiere.
«Quel vino rosso».
Il sorriso di Tony si mischiò a quello di Pepper.
«Hai detto che dipende da me».
«Lo ribadisco».
L’uomo bevve il vino in un solo sorso.
«Voglio baciarti, accarezzarti, abbracciarti. Ti voglio accanto a me, come sempre».
Pepper lo baciò, ancora.
Tony la strinse a sé, come se avesse paura che scappasse.
Quella notte, le lenzuola si sgualcirono più volte.
Quella notte, l’oceano smise di aspettare.
Quella notte, l’amore di Tony si sciolse nell’amore di Pepper.

 

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Capitolo 7
*** Un anno d'amore ***


Epilogo.

 

 

Un anno d’amore


La sveglia segnava le sette e trenta quando Tony Stark si svegliò. Un delicato profumo di gelsomino lo avvolse e lo fece sorridere: affondò il viso nei capelli della donna che stringeva tra le braccia, beandosi della loro morbidezza. Tolse il braccio destro da sotto il collo della sua amata, le diede un leggero bacio sulla tempia e uscì dal letto. Si mosse piano, cercando di non svegliarla.
Un anno, era trascorso un anno dal loro primo bacio. Tony lo ricordava bene: lo aveva aspettato per dieci anni e si ricordava ogni istante di quel momento. Quella domenica era il loro anniversario e lui voleva trascorrere ogni minuto con Pepper.
La cucina lo attendeva e J.A.R.V.I.S. lo accolse.
«Buongiorno, signor Stark».
«Abbassa il volume, non vorrei che Pepper si svegliasse».
«Mi scusi. Cosa desidera cucinare?»
«Voglio preparare dei favolosi pancakes».
«Le preparo gli ingredienti?»
«Grazie, J.A.R.V.I.S.».
Mentre Tony si lavava le mani, dal frigorifero uscirono solo gli ingredienti necessari nella quantità necessaria. Il sorriso dell’uomo si allargava ad ogni passaggio, notando come l’impasto fosse davvero ottimo. I primi pancakes si bruciacchiarono leggermente, ma i successivi erano di un bel colore dorato e la consistenza favolosa. Li dispose in due piatti e li cosparse di succo d’acero. Scelse un vassoio rosso, vi pose i piatti, due bicchieri e una caraffa di spremuta d’arancia.
Quando tornò in camera, Pepper dormiva ancora. Poggiò il vassoio sulla cassapanca ai piedi del letto e si avvicinò all’orecchio della donna.
«Signorina Potts, è in ritardo per una riunione». 
Pepper Potts si svegliò all’improvviso, sedendosi di scatto.
«No, no, no! Non sono mai arrivata tardi ad una riunione!»
La risata di Tony risuonò nella stanza. Le ci vollero trenta secondi per realizzare che non aveva nessuna riunione, allora prese un cuscino e lo lanciò contro l’uomo, che si era spostato ai piedi del letto.
«Tony! Sei sempre il solito!»
«Buongiorno anche a te, tesoro».
Pepper incrociò le gambe, si sistemò i capelli arruffati e sorrise.
«Oh, hai preparato la colazione?»
«Già».
Tony si sedette accanto a lei, tenendo il vassoio sulle gambe. La donna notò che mancavano le posate.
«Abbiamo sempre le dita». Il sorriso di Tony le impedì qualsiasi replica.
«Devo quindi dedurre che ti ricordi che giorno è?»
«Perché non dovrei ricordarlo?»
«Forse perché è la tua prima storia seria e le date non sono il tuo forte».
«Invece me lo ricordo proprio perché è la mia prima storia seria e le nostre date me le ricordo».
«Le nostre date?»
Pepper si leccò l’indice coperto di sciroppo d’acero.
«Il mio compleanno, il tuo compleanno e il nostro anniversario. Non credo ci siano altre date importanti da ricordare».
Tony si guadagnò un bacio.
«Ah, oggi sei tutta mia».
«Non ti basta che sia tua ogni giorno?»
«Ultimamente trascorri più tempo in ufficio che con me».
«Disse l’uomo che passa la maggior parte dei suoi giorni con gli amici supereroi».
«Hey, non possono vivere senza di me, lo sai».
«Secondo me, a volte farebbero volentieri a meno di te, ma non di Iron Man».
«Stai insinuando che io gli stia antipatico?»
«No, dico che sei ingestibile e averti attorno tutto il giorno è snervante».
Tony poggiò il vassoio e i piatti sul comodino.
«Mi stai dicendo che non mi sopporti?»
Si alzò in piedi, mettendosi davanti a Pepper.
«Tony, ammettilo: hai un ego smisurato e ingombrante».
«Queste sono esattamente le parole che mi aspettavo di sentire il giorno del nostro anniversario»
Pepper si mise in ginocchio sul letto e poggiò le mani sulle spalle dell’uomo.
«Oh, smettila di fare i capricci».
«Hai appena detto che sono ingestibile, snervante ed egocentrico».
«Ho detto che gli altri ti trovano così».
«Quindi tu non lo pensi».
«No, perché io amo ogni singola parte di te».
Le labbra di Tony cercavano quelle di Pepper.
Il corpo di Pepper aveva fame del tocco di Tony.
Le loro mani s’incastrarono.
Come le loro anime. Come il loro cuore. Come il loro amore.

 

***

 

Le lenzuola stropicciate e i fianchi cuciti per non staccarsi più.
Ogni volta era come la prima, perché per Tony i momenti d’amore tra le braccia di Pepper erano come stelle cadenti attraverso il cuore.
«Programmi per oggi?»
La voce di Pepper accarezzò la pelle di Tony.
«Me li hai smontati un’ora fa».
«E la tua mente brillante non ne ha altri?»
«Ovvio. Io ho sempre una soluzione».
«Dunque?»
«Ce ne stiamo a casa».
«E?»
«Ci viviamo il nostro amore, non ti basta?»
Pepper lo baciò, perché non riuscì a trovare risposta migliore.
Tony la strinse, perché sapeva che non avrebbe trovato donna migliore.
Il loro primo anniversario Tony Stark e Pepper Potts lo trascorsero a casa.
Il loro primo anniversario lo trascorsero come avevano passato tutti i giorni dal loro primo bacio.
Quel giorno, Tony e Pepper si amarono in ogni istante.

 

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