Half of him

di Anguria21
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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L'agente Nick Fury mi aveva dato il compito di sorvegliare la situazione del Tesseract. Ovviamente per me il miglior modo di avere una visuale molto ampia di tutta la situazione era stare il più in alto possibile. Sono qui su da non so quanto, hanno dato l'allarme generale ma da qui non è entrato o uscito nessuno. Com'è possibile? Beh.. deve essere per forza un portale altrimenti non si spiegherebbe questo strano fenomeno. Ma non mi dovrei neanche impressionare dato che viviamo tra super soldati, dei, spie, uomini di latta e uomini che diventano incredibilmente grandi e verdi. Stanno iniziando ad evacuare la zona in modo da non creare ulteriori danni a cose e persone ma io non mi muovo assolutamente di qui.

-Dottore, mi dica.- sento dire dal direttore Fury mentre entra nella stanza.

-Direttore!

-Sappiamo qualcosa di certo?- chiede ancora Fury.

-Il Tesseract si comporta male.- dice lui mentre un altro scienziato prova a toccarlo con un aggeggio ma le scintile si propagano tanto che deve allontanarsi.

-Sta facendo lo spiritoso?

-No, non è una battuta di spirito. Il Tesseract non solo è attivo, sta agendo.- dice il dottore mentre si avvicinano alle strutture.

-Avrà staccato la spina.

-Beh.. è una fonte di energia. Noi stacchiamo la corrente e lui si ri-accende. Se raggiungesse il livello massimo..

-Siamo preparati per questo. Imbrigliare l'energia dallo spazio.- dice con ovvietà Fury.

-Si ma non abbiamo le briglie. I miei calcoli ancora non sono pronti. Sta emettendo interferenze, radiazioni, niente di dannoso. Basse interferenze di radiazioni gamma.

-Ma può diventarlo.- dice leggermente preoccupato Fury.- Dov'è l'agente Barton?- chiede successivamente.

-Il falco?- chiede ridendo leggermente il dottore.- Su nel suo nido, come sempre.

-Agente Barton, a rapporto.- mi chiama poi Fury e io scendo dal mio "nido". Arrivo a terra e mi dirigo verso di lui.- Ti ho affidato questo compito per tenere tutto sotto controllo.

-Beh.. io vedo meglio da una certa distanza.

-Hai visto qualcosa che avrebbe potuto attivarlo?- mi chiede poi.

-Nessuno è entrato o uscito. E Selvig è pulito. Nessun contatto ne messaggi.- dico quando ci avviciniamo sempre di più al Tesseract,- Se è stato manomesso non è successo di qua.

-Come dii qua?-chiede lui.

-Si, il cubo è un portale che conduce dall'altra parte dello spazio, giusto? E' accessibile da entrambi i lati.- dico serio e all'improvviso vediamo il cubo illuminarsi come fosse giorno e sentiamo il terreno tremare sotto i nostri piedi. Poco dopo, opposto alla nostra posizione, si crea un raggio di luce che alla sua fine crea un'apertura nello spazio come una crepa che di venta sempre più grande come un cerchio lucente. Tutto si dissolve come una nuvola di fumo che ci inonda tutti quanti e al centro di quello che era il cerchio luminescente si trova, in ginocchio, un uomo con abiti strani e uno scettro in mano. Lui si alza lentamente e quando alza lo sguardo inizia a osservare tutti quanti.

-Signora la prego, metta giù quell'arma.- dice con tono fermo Nick. Lui guarda prima lo scettro e poi ci colpisce con un raggio di esso e copro con il mio corpo il direttore Fury. Lui inizia ad attaccare e colpisce molti dei nostri agenti. Gli sparo contro ma lui colpisce di nuovo con uno di quei raggi. Fortunatamente riesco a spostarmi di lato e a schivarlo in tempo ma colpisce un agente dietro di me e scaraventa sul muro un altro che muore sul colpo. Mi guardo un po' in torno e vedo solo gente a terra ferita o morta, scienziati compresi. Tutto ciò dura molto poco perché mi alzo velocemente ma lui blocca il mio braccio carico di pistola.

-Tu hai cuore.- dice e poi punta il suo scettro al centro del mio petto. Un calore mi attraversa il corpo dall'alto in basso e si ferma di nuovo al centro del petto. Poso di nuovo la pistola nella fodera attaccata alla gamba e mi calmo fisicamente ma la mia testa scoppia di notizie e informazioni ma non riesco ad accettarlo. Lui si allontana e fa quello che ha fatto a me ad altri agenti e sembra non notare quello che il direttore Fury sta facendo. Sembra, infatti.- Ti prego, no. Mi serve ancora.

-Non rendiamo la cosa più complicata.- dice il direttore Fury.

-Invece, si. Vengo da lontano con un incarico. Io sono Loki da Asgard e sono ricolmo di gloriosi propositi.- dice il manipolatore.

-Loki, il fratello di Thor.- ci informa Selvig.

-Non abbiamo dispute con il tuo popolo.- avverte Fury.

-Una formica e una stivale hanno una disputa.- si prende gioco di noi Loki. Vorrei ammazzarlo ma non riesco a ribellarmi a tutto questo.

-Vuoi calpestarci?

-Giungo a voi con la lieta notizia di un mondo reso libero.- annuncia.

-Libero da cosa?

-Libero dalla libertà. La più grande menzogna della vita. Una volta che accetterai questo nel tuo cuore ..- dice e poi si gira verso Selvig e imprigiona anche lui in questa follia.- ..conoscerai la pace.

-Si, parli di pace ma tu intendi il suo contrario.

-Signore, il direttore Fury prende tempo.- dico io avvicinandomi al nemico contro voglia ma con naturalezza.- Stiamo per essere travolti da trentacinque metri di rocce. Intende seppellirci.

-Come i faraoni dell'antichità.

-Ha ragione. Il portale sta collassando. Tra due minuti la situazione diventerà critica.- dice Selvig.

-Bene, allora.- dice rivolgendosi a me e io velocemente prendo la pistola e sparo al Fury. Merda. Ci spostiamo tutti. Prendo la valigetta contenente il Tesseract e seguo tutti. Li conduco nel "garage" della basa dove sono posti tutti i veicoli.

-Ci servono questi veicoli.- dico a nessuno in particolare.

-Lui chi è?- chiede Maria Hill.

-Non me l'hanno detto.- rispondo. Poi sentiamo l'auricolare della Hill e la voce di Fury che la avverte. Quando gli sento dire che sono stato compromesso, prendo la pistola e le sparo come lei spara a me. Scusami Maria. Salgo in macchina e ci dirigiamo verso l'uscita con due macchine. Maria continua a sparare ma prende solo la carrozzeria della macchina. Non si arrende. Pochi istanti dopo me la ritrovo dietro che ci insegue. Gli agenti continuano a sparare ma Loki li ferma colpendoli con lo scettro e facendoli saltare in aria e una di esse si capovolge. All'improvviso sono costretto a frenare perché la Hill si piazza davanti a noi con una Jeep. La gira verso la mia direzione inizia a spingere per fermarmi ma io accelero. Vedendo che non funziona inizia a sparare e io rispondo allo stesso modo. Merda, esci dalla mia testa. Vedendo che non riesce nel suo intento, gira di nuovo la macchina e io la supero riuscendo ad uscire. In quel momento il portale crolla e tutte le macerie del piano di sopra ci crollano addosso. Noi riusciamo a non essere colpiti ma Maria viene bloccata. Quando siamo effettivamente fuori, cercano di bloccarci con un elicottero e ci sparano anche ma Loki lo colpisce con lo scettro e cade giù. Noi andiamo via e correi sbattere la testa in un muro ma il mio corpo è bloccato. Cazzo.

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Questi russi sono proprio insopportabili. Certo, ogni missione ha la sua ma questi sono proprio dei balordi. Sono legata ad una sedia e uno di loro si avvicina a me e mi tira un pungo. Ma che maleducato. Ovviamente quello che gli dico non gli fa piacere perché cercano di spaventarmi tirando la sedia indietro e sono leggermente preoccupata ma non lo do a vedere come sempre ma posso fingere un po' con loro. Voglio, poi, strapparmi un dente. Ma sono rincoglioniti! Poi ad uno di loro suona il telefono e lo passa al suo capo. Lui mi appoggia il telefono tra la testa e la spalla e Coulson mi parla.

-Deve rientrare?

-Sta scherzando? Sto lavorando.- gli dico quasi offesa.

-Alta priorità.- oh no, che sarà successo?

-Sono nel bel mezzo di un interrogatorio. Questi imbecilli mi stanno dicendo tutto.- gli rispondo.

-Io non sto dicendo tutto.- dice l'imbecille e non mi corregge sull'insulto. DI bene in meglio.

-Senti, non posso abbandonare proprio adesso.

-Natasha..- dice con dispiacere?- Barton è stato compromesso.- dice alla fine. Cazzo, ecco che è successo.

-Attendi in linea un attimo.- gli dico prima di fare cenno al tipo di riprendere il telefono. Lui lo riprende ma gli do un calcio agli attributi e poi gli do una testata. Mi alzo, ancora legata alla sedia, e riesco a mandarli al tappeto anche se sono in molti, più grossi e più agevolati rispetto a me che sono legata ma riesco a sfruttare a sedia a mio vantaggio finché cado sopra uno di loro e la rompo. Uno mi prende da dietro ma riesco a storcergli il braccio e a fargli male davvero per poi mandarlo al tappeto. Sento tossire il loro capo, così prendo una catena e gliela lego al piede mandandolo giù. Prendo il telefono e rispondo a Coulson.

-Dov'è Barton adesso?- chiedo prendendo le scarpe.

-Non lo sappiamo.

-Ma è vivo?- chiedo ancora.

-Pensiamo di si. La aggiornerò di tutto quando tornerà ma prima deve andare a parlare con il gigante.

-Coulson lo sa che Stark non si fida di me neanche quando dormo.- gli comunico con un sorriso.

-No, a Stark ci penso io. Lei si occupi del gigante.- dice e li capisco tutto.

-Bene, allora voglio l'agente Emma Swan.

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E' notte fonda ma ovviamente non riesco a dormire o a pensare a nient'altro che sia la guerra o a tutto quello che ho perso. Buck, Peggy, la mia famiglia.. ho salvato il mondo e poi cosa mi rimane? E' una lotta continua contro il tempo e la mia memoria anche se, grazie o a causa del siero invecchio molto più lentamente rispetto ai comuni esseri umani. Una cavia, in poche parole. Colpisco il primo sacco da box e le immagini di quello che è stato il mio passato mi tornano alla mente. La guerra, gli assassini, l'Hydra e la caduta nel ghiaccio con la voce di Peggy che mi risuona nelle orecchie, il Tesseract e le sensazioni al mio ritrovo. Il box si stacca dai cardini e vola verso il muro di fronte a me anche se cade a terra. Ne prendo un altro dal mucchio che ho di lato e lo attacco al gancio. Lo posiziono bene e levo un po' di sudore dalla fronte per poi tornare a dare pugni al sacco con più moderazione.

-Problemi d'insogna?- chiede un uomo sulla porta. Lo riconosco subito. L'uomo che ho visto quando sono uscito da quella specie di stanza d'ospedale finta.

-Ho dormito per settant'anni, signore. Sono sazio.- dico continuando a prendere a pugni il sacco.

-Dovresti essere fuori, a festeggiare, a vedere il mondo.- dice lui avvicinandosi.

-Quando ero congelato ero in guerra.- dico iniziando a togliere le fasciature dalle mani.- mi sveglio e mi dicono che abbiamo vinto ma non che cosa abbiamo perso.

-Abbiamo commesso degli errori lungo la strada, alcuni di recente.

-E' qui con una missione, signore?- chiedo sistemando il borsone.

-Esatto.

-Per reintegrarmi nel mondo?-chiedo in fine.

-Per salvarlo.- dice porgendomi un dossier. Lo prendo e mi siedo sulla panca. All'interno ci sono documenti su di me e su altre persone, alcune le conosco come Iron Man o il dottor Banner ma le due donne, Romanoff e Swan, non le ho mai sentite nominare. Poi vedo il Tesseract.

-L'arma segreta dell'Hydra.

-Howard Stark l'ha pescato nell'oceano quando ti stava cercando. E' giunto alle nostre stesse conclusioni. Il Tesseract può essere la chiave per un'energia sostenibile illimitata, cosa di cui il mondo ha un notevole bisogno.

-Chi l'ha portato via?- chiedo consegnando di nuovo il fascicolo.

-Si chiama Loki, lui non è proprio di qui. Dovremo informarti di molte cose, se accetterai. E quelli che hai visto sono i colleghi che ti aiuteranno. Questo mondo è diventato ancora più strano di quanto fosse ai tuoi tempi.

-A questo punto niente può sorprendermi.- dico prendendo il borsone e un sacco da box.

-Dieci dollari che ti sbagli. C'è una cartella informativa su tutto e su i tuoi colleghi che ti attende al tuo alloggio. Sai qualcosa del Tesseract che dovremmo già sapere?

-Dovevate lasciarlo nell'oceano.- dico mentre esco dalla porta della palestra.

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Mi trovo in fondo all'oceano per sistemare un po' di roba che centri con il reattore ARC e la luce sostenibile e tutto quello che può essere sostenibile. Impianto l'ARC in mezzo ai tubi protetti dell'oceano. Esco dall'oceano e mi dirigo verso la nuova struttura creata da me in collaborazione con la mia dolce, ormai, metà. La Stark Tower.

-Tutto apposto fin qui. Adesso tocca a te.- le dico attraverso l'auricolare.

-Hai disattivato le linee di trasmissione? Siamo senza rete?

-La Stark Tower sta per diventare un esempio di energia pulita ed ecosostenibile.- le dico orgoglioso.

-Beh.. presumendo che si inserisca il reattore ARC e che funzioni.

-Lo presumo. Illuminala.- chiedo e piano piano la torre davanti a me piano piano viene illuminata.

-Che ti sembra?

-Sembra natale ma con qualcosa di me.- dico felice come un bambino.

-Bisogna sensibilizzare di più l'opinione pubblica, parla con la stampa. Domani sarò a Washington per il piano regolatore dei prossimi tre edifici.

-Ti prego, l'attimo. Goditi l'attimo, ricordi?- chiedo mentre atterrò sulla piattaforma sterna della Stark.

-Mmm.. vieni da me e lo farò.- dice lei maliziosamente perfetta. Gli strumenti elettronici della piattaforma esterna iniziano a smontare la mia armatura pezzo per pezzo e sono molto tranquillo fino a che JARVIS non interviene.

-Signore, c'è l'agente Coulson dello SHIELD in linea per lei.

-Non ci sono. Lo vedi? Sono fuori.

-Signore, tempo che insista.

-Spina dorsale, JARVIS. Ho un appuntamento.- dico e quando entro vedo la mia bellissima ragazza.

-I livelli rimangono stabili, credo.

-Certo che si. Ero direttamente coinvolto e qui la domanda: che cosa si prova ad essere un genio?- chiedo avvicinandomi a lei.

-Beh.. in questo caso non lo so. Come potrei?

-Che vuoi dire? Tutto questo è opera tua.- le dico incoraggiandola.

-No, tutto questo viene d qua.- dice toccando il mio reattore.

-Un po' più di autostima, ti prego. La Stark Tower è una tua creatura, prendi almeno il dodici percento del merito.- dico accarezzando le sue braccia ma la sua faccia cambia radicalmente.

-Il dodici percento?- chiede allontanandosi da me.

-Si potrebbe arrivare anche al cinquanta.

-Il dodici percento? una mia creatura?

-Beh.. a me tocca tutto il lavoro pesante. Letteralmente ho alzato parecchi pesi e scusa la figuraccia della sicurezza? Quella è colpa tua.- dico seguendola sui divani accanto a noi mentre lei prende la bottiglia di champagne e riempie i due bicchieri sul tavolino.- Il mio ascensore..

-Dici il nostro ascensore?

-Si, pululava di operai sudaticci. Troverò un modo delicato per pagare ammenda sul commento della percentuale.- dico prendendo il bicchiere.

-Non sarà cosi tanto delicato.

-Facciamo così, sulla prossima torre facciamo scrivere Collins sull'insegna.- dico avvicinando il mio bicchiere al suo.

-No, sul contratto di locazione.- dice e io allontano il mio bicchiere scherzando.

-Chiama tua madre, puoi dormire da me?- le chiedo scherzando prima che si senta un rumore strano, come allarme, e la voce di JARVIS.

-Signore, il telefono. Credo che i miei protocolli siano stati bypassati.

-Stark, dobbiamo parlare.- dice Coulson al telefono.

-Risponde il lifemodem di Tony Stark. Prego lasciate un messaggio.- gli dico e Lucy ride.

-E' urgente.

-Lo lasci con urgenza.- dico a Coulson ma l'ascensore si apre in quel momento lasciando entrare Coulson con .. mia nipote. Dovevo immaginarlo.- Violazione della sicurezza. Colpa tua.. e di mia nipote a quanto pare.

-Signor Stark.

-Zio Tony!

-Phill, prego si accomodi.

-Phill?- chiedo retoricamente.

-Non posso trattenermi a lungo.- dice entrando accompagnato da Emma al suo braccio.

-Il suo nome di battesimo non è agente?- chiedo seguendo Lucy che accoglie i nostri ospiti.

-Entri stiamo festeggiando.

-Per questo non può restare.- dico con sorriso fintissimo

-Deve dare uno sguardo a questo, il prima possibile.- dice porgendomi un fascicolo ma odio che mi si porgano le cose.

-Odio che mi porgano le cose.- dico e vedo Emma ridere sotto i baffi.

-Non fa niente, a me piace moltissimo. Facciamo uno scambio.- dice le porgendogli il suo bicchiere e prendendo il fascicolo per poi darmi il fascicolo ma prendendo il mio bicchiere e bevendo. Ho uno sguardo molto perplesso.

-Non fare quella faccia, ti vengono le rughe.- dice Emma ridendo.

-L'orario di consulenza è dalle otto alle diciasette a giovedì alterni.- dico credendo sia per questo.

-Non è per una consulenza.

-Si tratta dei vendicatori? Perché su questo non sono informata.

-Il progetto Avengers era stato respinto, mi pare e non ero nemmeno consigliato.- dico avvicinandomi al tavolo con tutti gli schermi.

-Non sapevo neanche questo.- dice lei.

-Sembra che io sia instabile, egocentrico e scostante con gli altri.- dico

-Questo lo sapevo.

-Scommetto che questo lo sapeva.- dice Emma insieme a Lucy e scoppia a ridere.

-Non si tratta più di profili di personalità.

-Certo, signorina Collins ha un secondo?- le chiedo in modo formale.

-Un secondo. - dice lei a loro raggiungendomi.

-Credevo che fosse un momento tutto nostro.- dico smanettando un po' con i file.

-Sto partecipando al dodici percento. Sembra una cosa seria, Phill è turbato.

-Tu come fai a sapere che..- ma mi interrompo.- perché lo chiami Phill?

-Cos'è quella roba?-chiede cambiando discorso e io porto i file sugli schermi e li apro.

-Prendo il Jet per Washington stasera.- dice lei sospirando per la sorpresa.

-Domani.

-Tu sei impegnato, hai parecchio da fare.

-E se invece io non..

-Se tu non?- domanda

-Si.- rispondo.

-Vuoi dire quando hai finito? Beh.. dopo..- inizia a sussurrarmi cose che potremo fare quando tutto questo sarà finito e rimango con la bocca aperta e seno a malapena mia nipote parlare.

-Non ci faccia caso.- dice Emma a Coulson dopo aver visto la sua faccia.

-Affare fatto. Buon viaggio.- le dico e lei mi bacia affettuosamente. Poi scopare insieme a Phill Coulson e mia nipote si avvicina dopo aver visto le immagini del Tesseract sugli schermi.

-Come mai la tua scheda è fra queste?- le chiedo quando mi affianca.

-Perché io faccio parte del progetto.

-Oh no.- dico esasperato.

-Oh si. Devo raggiungere Natasha e aiutarla. Ci vediamo sull'helicart.- dice lasciando un bacio sulla mia guancia prima di andare via.

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


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Calcutta.

Io ed Emma ci troviamo a Calcutta e sinceramente non mi aspettavo che Coulson mi avrebbe mandata a cercare il dottor Banner, o meglio che Fury mi desse questa missione. Stiamo sistemando le ultime cose come la pistola sotto il tavolo per tutte le evenienze e le comunicazioni tramite auricolare tra me ed Emma e tutti gli altri. A lui dovrò fare credere di essere ovviamente soli ma ci saranno loro insieme a me per tutte le evenienze.

-Sei pronta?- mi chiede Emma sistemandosi la cintura delle armi mentre un altro agente le sistema definitivamente l'auricolare.

-Si, tutto pronto.

-Bene, se qualcosa va storto, noi saremo qui fuori per aiutarti.- dice lei sorridendo prima di andare fuori ma si ferma sulla porta.- Lo troveremo Natasha e la faremo pagare a chi ha architettato tutto questo.- conclude prima di uscire definitivamente con gli altri agenti. Il piano sta per iniziare, una bambina l'avrebbe attratto da noi dicendogli che anche uno dei suoi parenti stava male e che doveva aiutarla. Non avrebbe resistito. Molto tempo dopo, data la lunga distanza, la bambina entra dalla porta principale insieme al dottore e lui fa appena in tempo a vederla uscire dalla finestra prima di capire che è tutta una trappola e inizia a guardarsi in torno leggermente confuso e anche leggermente consapevole.

-Dovevi farti pagare in anticipo, Banner.- dice lui a se stesso.

-Sa, per essere un uomo che dovrebbe evitare lo stress, questo non è certo il posto ideale.- dico io arrivando piano e tranquilla alle sue spalle.

-Il segreto non è evitare lo stress.- dice lui girandosi verso di me e mettendo giù il suo zaino.

-Allora, quale sarebbe? Lo yoga?

-Mi ha portato ai confini della città, scaltra.- dice lui iniziando a guardarsi intorno seriamente.- Io.. immagino che il luogo sia circondato.

-E immagini bene.- sento dire ad Emma tramite l'auricolare.

-Solo lei e io.- dico io ignorando Emma.

-E la sua amichetta attrice?- chiede lui riferendosi alla bambina.- Anche lei è una spia? Si comincia così giovani?

-Io si.

-Lei chi è?-chiede poi.

-Natasha Romanoff.

-Vuole uccidermi signorina Romanoff? Perché non credo che funzioni con tutti.- dice lui leggermente perplesso.

-No no, certo che no. Sono qui da parte dello SHIELD.

-Lo SHIELD. Come mi hanno trovato?- chiede lui curioso.

-Non l'abbiamo mai persa, dottore. Eravamo a distanza. Abbiamo fatto perdere le sue tracce ad altre parti interessate.

-Perché?- chiede lui serio.

-Pare che Nick Fury abbia fiducia in lei ma adesso deve tornare.

-E se dicessi di no?

-La convincerei.- dico con un leggero sorriso.

-E se invece fosse l'altro a dire di no?- chiede ancora più serio.

-E' un anno che non si trasforma e non credo che voglia interrompere la striscia positiva.- dico avvicinandomi al piccolo tavolo li vicino.

-Beh.. non ottengo sempre quello che voglio.

-Siamo difronte a una potenziale catastrofe globale.- dico smanettando un po' con il cellulare preso dal tavolo.

-Quelle io cerco sempre di evitarle.- dice ridacchiando con leggera falsità.

-Questo è il Tesseract.- dico passandogli il telefono facendolo strisciare sul tavolo e sedendomi sulla sedia.- la sua energia potrebbe distruggere il pianeta.- concludo mentre lui prende il telefono.

-Secondo Fury, che cosa dovrei fare? Ingoiarlo?- chiede come se fosse la soluzione più plausibile.

-Vuole che lei lo rintracci. E' stato rubato. Emette una firma gamma troppo debole per noi per essere identificato. Non c'è nessuno che conosca le firme gamma più di lei. Se ci fosse, ora sarei li.

-Quindi Fury non da la caccia al mostro.- dice togliendo gli occhiali.

-A me non l'ha detto.

-E a lei dice tutto?- chiede ancora.

-Parli con Fury, ha bisogno di lei.

-Vuole mettermi in gabbia?- chiede leggermente alterato.

-Nessuno vuole metterla..- inizio ma lui mi interrompe bruscamente.

-Ora basta mentire.- grida sbattendo le mani sul tavolo con molta forza, tanta che mi costringe a tirare fuori la pistola con un gesto istintivo e puntarla addosso a lui. Ed Emma, sempre per istinto, entra dalla porta con la pistola puntata. Alla vista delle pistole si ritrae dolcemente.- Mi scusi, sono stato meschino. Volevo vedere la sua reazione. Perché non cerchiamo di stare fermi? Voi non userete quelle e vedrà che l'altro non combinerà un casino, va bene Natasha?

Lo guardo per alcuni istanti e poi abbasso la pistola, insieme ad Emma, e comunico con gli altri.- Cessato allarme. Tutto apposto.

-Solo io e lei.- dice guardando me ed Emma.

-Scusi, era solo per sicurezza.- dice Emma.- Emma Swan, agente dello SHIELD.

-Lei sa già chi sono. Posso fidarmi?

-Le assicuriamo che siamo qui solo perché vogliamo il suo aiuto a trovare il Tesseract. Ci interessa solo quello.- dice lei 

-Bene, allora possiamo andare.- dice lui molto più calmo. Io lo guardo per un po' e poi guardo lei prima di uscire dalla porta e ringraziarla mentalmente.

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Il posto dove ci nascondiamo è una specie di sotterraneo abbandonato e dalla mia postazione posso vedere tutti quanti. La gemma all'interno del mio scettro si illumina e piano piano mi trovo in una galassia parallela. Quando tutto si definisce, appare davanti a me l'essere che mi ha "aiutato" ad avere lo scettro e a creare il portale per arrivare sulla terra.

-I chitauri sono irrequieti.- dice lui avvicinandosi a passi davvero piccoli.

-Che si preparino all'azione.- dico creando una versione di me che si muove in quello spazio.- io li condurrò alla gloriosa battaglia.

-Battaglia? Contro la misera potenza della terra?

-Gloriosa, non lunga.- dico con ovvietà.- Se la tua forza sarà formidabile come credi.

-Dubiti di noi? Dubiti di lui?- chiede come se gli avessi chiesto portami la testa del tuo padrone su un piazzo d'argento.- Che ha messo lo scettro nelle tue mani? Che ti ha donato l'antica sapienza e un nuovo proposito quando sei stato bandito, sconfitto, con solo una mocciosa che piangeva per te. [Capirete più avanti. Promesso!]

-Io ero un re, il legittimo re di Asgard. Tradito.

-La tua ambizione è cripta, nasce da un bisogno infantile. Noi guardiamo oltre la terra a mondi più grandi che il Tesseract rivelerà.- dice lui pregustando la vittoria.

-Non avete ancora il Tesseract.- dico e lui più veloce della luce si avvicina al viso del mio ologramma.- Non è una minaccia ma finché non aprirò il portale, fin quando la tua forza sarà al mio comando, sei solo parole.

-Avrai la tua guerra, asgardiano.

-Se fallirai, se il Tesseract non ci verrà consegnato, non esisteranno regni né lune deserte e crepacci dove lui non verrà a trovarti. Credi di conoscere il dolore? Lui ti farà capire quanto quel dolore sia niente.- dice toccando la mia faccia e l'universo alternativo sparisce dolorosamente.

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Quando atterriamo sull'helicart, Natasha non ha ancora aperto bocca e la cosa mi sembra un po' strana.

-Hey, tutto apposto?- le chiedo.

-Si si, solo un po' scombussolata dalla reazione del dottore ma mi sembra normale.- dice lei concedendomi un piccolo sorriso.

-Okay, se lo dici tu.- dico scendendo dal jet con lei al mio fianco. A fianco a noi si ferma un altro jet e sappiamo bene chi scenderà da li tra pochi istanti. Quando il portellone posteriore si apre, io e Nat ci avviciniamo al jet e vediamo scendere Phil Coulson e il mito e famosissimo Captain America.

-Agente Romanoff, agente Swan.- dice lui.- il capitano Rogers.

-Piacere.- dice lui.

-Salve. Hanno bisogno di te sul ponte per l'identificazione.- dice Nat a Phil

-Ci vediamo li.- dice lui e va via.

-Swan? La nipote di Stark?- chiede interrompendo il silenzio il capitano rivolgendosi a me.

-E lei è Captain America. Mio zio parlava molto di lei, o meglio mi raccontava ciò che suo padre gli diceva.

-Come fate ad essere parenti?- chiede lui cercando di trovare un nesso tra me e lo zio Tony.

-Storia lunga, magari quando tutto sarà finito gliela racconterò.- dico con un leggero sorriso che lui ricambia.

-Aveva suscitato grande curiosità il tuo ritrovamento nel ghiacciaio.- inizia Nat camminando e noi la seguiamo.- Pensavo che Coulson sarebbe svenuto. Ti ha già chiesto il tuo autografo sulle tue figurine di Captain America?

-Figurine?- chiede lui sbalordito.

-Sono Vintage, ne va molto fiero.- continua lei.

-Farebbe qualsiasi cosa per lei, è il suo idolo.- gli dico io sorridendo e lui ancora una volta ricambia il mio sorriso con gentilezza. Successivamente guardiamo davanti a noi e lui individua il dottor Banner.

-Dottor Banner.- lo chiama. Il dottore si avvicina porgendogli la mano e lo squadra.

-Eh si, salve. Sapevo sarebbe venuto anche lei.- dice Banner stringendo la mano del capitano.

-Si dice che lei troverà il cubo.- afferma il capitano Rogers

-E' questa l'unica voce che gira su di me?

-L'unica che può interessarmi.

-Deve essere strano per lei tutto questo.- dice Banner iniziando a muoversi e guardandosi in torno mentre io e Natasha li seguiamo a ruota.

-Ah, a dire il vero è molto familiare.- ribadisce il capitano.

-Signori.- li interrompe Nat.- vi conviene sbrigarvi a entrare, sarà difficile respirare tra poco.

-Vado a vedere se Nick ha bisogno di una mano.- dico a tutti per poi correre via. Quando entro dentro tutti sono ai loro posti e l'helicart poco a poco si solleva da terra. Mi avvicino al capo e lui mi guarda con serietà, la sua solita serietà.

-Sono arrivati sani e salvi?

-Entrambi in perfette condizioni, signore.- rispondo io con un leggero sorriso. Poco dopo il capitano Rogers e il dottor Banner entrano dentro la stanza scortati da Nat. Vedo Steve porgere dieci dollari a Fury che li accetta molto volentieri e il dottore sentirsi un po' a disagio ma penso sia normale. Bene, che i giochi abbiano inizio.

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


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Il mio piano magnifico sta per iniziare e sicuramente quegli sciocchi arriveranno qui e cercheranno di fermarmi. Beh.. buon per me. Allora che dovevo fare? Ah si .. entrare dentro il palazzo e conquistare tutto quello che mi circonda. La sala principale è ricolma di gente in abiti eleganti e con bicchieri con dentro una strana bevanda dorata. La musica classica riempie tutta la sala e la piattaforma a forma di toro è proprio li al centro. Ecco il mio obiettivo. Un uomo al centro della sala inizia al fare il suo discorso mentre l'agente Barton mi comunica, tramite auricolare, che le guardi messa davanti la porta che serve a lui sono state messe KO. Bene, è il mio momento per entrare in scena. Scendo con molta grazie le scale e quando arrivo al piano terra, una guardia si accorge di me ma ovviamente la fermo con un colpo del mio bastone ben piantato in testa. Ovviamente, tutto quello che mi circonda si blocca e iniziano a sentirsi dei versi indignati e di shock mentre io prendo per il collo il tizio che stava parlando, lo porto davanti la piattaforma, lo butto li sopra ed estraggo un aggeggio che gli farà molto male. Lo aziono e lo pianto nel suo occhio mentre tutti corrono via in preda alla paura mentre urlano. Che goduria vederli scappare tutti. Quando l'agente Barton ha finito e prende dalla stanza quello che mi serve per il mio diabolico piano di conquista, uso la mia magia per tornare ai miei abiti usuali e abbandonare questi stupidi abiti mingardiani. Arrivo fuori con molta calma mentre tutti loro scappano via pieni di panico ma non sanno che non serve a nulla. Devo radunarli per conquistarli. Così la mia figura si sdoppia e li blocco da tutti i lati non facendoli scappare.

-Inginocchiatevi.- dico ma loro pensano solo a scappare e a urlare.- In ginocchio.- Niente.- Ora!- grido e come tante pecore smarrite obbediscono. Facile.- Non vi sembra semplice? Non è questo il vostro stato naturale? E' la verità taciuta dell'umanità, voi bramate l'asservimento. Il luminoso richiamo della libertà riduce la gioia e la vostra vita ad un folle combattimento per il potere, per un'identità. Voi siete nati per essere governati. Alla fine vi inginocchierete sempre.- dico fiero di me dopo aver camminato in mezzo a loro. Un'uomo anziano si alza in mezzo alla folla e si mette difronte a me.

-Non davanti a uomini come te.- dice lui a testa alta.

-Non esistono uomini come me.

-Esistono sempre uomini come te.

-La voce saggia del popolo. Che lui sia d'esempio.- dico lanciando un raggio dal mio scettro e vedendo i suoi occhi colmi di paura ma ovviamente qualcuno deve sempre intromettersi. Davanti ha me si alza in piedi, dopo aver protetto l'uomo con uno scudo, un altro uomo con una tuta a strisce rossa, bianca e blu e una maschera in volto.

-Sai, l'ultima volta che sono stato in Germania e ho visto un uomo innalzarsi su tutti gli altri, abbiamo scelto il dissenso.- dice lui avvicinandosi a me.

-Il soldato. L'uomo senza tempo.- dico guardandolo e ridendo leggermente.

-A te ne è rimasto poco di tempo.- dice lui mentre un jet si avvicina a noi.

-Loki, getta l'arma e arrenditi.- dice una voce di donna a me. Come osa?! Punto lo scettro verso il jet e la colpisco con un mio raggio ma lei fa scansare il Jet e lo scudo dell'uomo mi colpisce e poi torna indietro ma il suo proprietario è troppo vicino a me tanto che mi colpisce ma ovviamente non sto fermo e reagisco. I primi colpi li para poi però lo scolpisco sotto lo scudo e vola via. Lui si rialza e mi tira di nuovo lo scudo ma lo getto via e iniziamo a combattere. Mio fratello sarebbe fiero di me. Lo faccio cadere a terra e mi avvicino a lui posando la base del mio scettro sulla sua testa.

-In ginocchio.- dico ancora io.

-Non oggi.- dice lui rialzandosi e colpendomi forte. Mentre continuo a combattere questo .. essere.. sento della musica provenire dal jet e poi un uomo essere tutto in latta arriva dal cielo. Dei raggi mi colpisco e mi fanno atterrare sulle scale. Porca ...

-Fa la tua mossa, piccolo cervo.- dice l'essere in latta davanti a me puntando un pugno e una mano aperta luminosa contro di me mentre il tizio a righe, dopo aver recuperato il suo scudo, si avvicina a noi e si mette al suo fianco. Con la mia magia tolgo i miei abiti da battaglia insieme  al mio elmo e metto i miei comuni abiti mentre lui abbassa le braccia.

-Bella mossa.- dice.

-Signor Stark.- lo chiama l'uomo a righe.

-Capitano.- risponde l'uomo di latta e poco dopo mi portano sul jet.

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Mentre siamo sul jet, dopo aver visto per la prima volta dal vivo Loki e dopo essersi fatto attaccare alla sedia da me , cosa alquanto strana ma richiesta da lui, Nat chiama il direttore Fury e iniziano a parlare.

-Ha detto qualcosa?

-Non una parola.- risponde lei concentrata sul volo.

-Portalo subito qui, non c'è tanto tempo.- dice il direttore e poi Nat chiude la comunicazione.

-Non mi piace.- dice a quel punto Steve a mio zio.

-Chi il rocchettaro molto arrendevole?

-Non mi è sembrato molto arrendevole. Quello picchia molto forte.- dice Steve 

-Già, c'è qualcosa che non va.- dico io avvicinandomi di più a loro e supportando Steve ma mio zio ovviamente mi ignora.

-Anche tu sembravi alquanto brioso per essere un attempato.- dice zio Tony facendomi sorridere ma cerco di nasconderlo. Poi guarda Steve e continua.- Qual è il segreto, pilates? 

-Cosa?- chiede stranito Steve e li scoppio a ridere.

-Sei come la calistemia. Ti sei perso delle cose mentre eri il capitan ghiacciolo.

-Fury non mi aveva detto che saresti venuto.- dice Steve.

-Si, ci sono molte cose che Fury non ti dice.- insinua zio Tony e allora intervengo.

-Oh, ma smettila di dire certe cose. Magari avrai ragione ma non mi sembra il momento di parlarne.

-Ancora non capisco come possiate essere parenti.- dice Steve rivolgendosi a me e ignorando completamente Tony. Un tuono squarcia il cielo e sto per rispondere ma Nat mi blocca.

-E questo adesso?

Altri tuoni e lampi squarciano il cielo e girandoci verso il retro del jet osserviamo Loki stringere i pugni e farsi avanti con il busto.

-Cosa c'è? Paura di un paio di fulmini?- chiede Steve in tono duro.

-Io non apprezzo quello che ne seguirà.- dice lui sedendosi meglio. Zio Tony e Steve si guardano negli occhi e sto per dire qualcosa ma un rumore assordante si propaga nel jet venendo dal tetto come se qualcuno fosse.. oh, no.

-Merda..- sussurro.- so che cos'è o meglio chi è.- dico poi guardando Loki negli occhi sapendo che lui può capirmi.

-Cosa?- chiede Steve ma zio Tony indossa il casco dell'armatura e apre il portellone.

-Che fai?- chiede ancora Steve vedendo che un uomo si posiziona davanti al portellone aperto. Thor, lo sapevo. Zio Tony prova a colpirlo ma Thor lo butta a terra con il suo martello, si avvicina a Loki e lo tira via dal suo posto per poi portarlo via con se, fuori dal jet.

-Pure lui adesso.- dice zio Tony e avvicinandosi al portellone aperto.

-Un altro asgardiano?- chiede Nat

-Quello sarebbe un alleato?- chiede Steve.

-Thor è in mare di guai.- dico io facendomi sentire da tutti.

-Non importa. Se libera Loki o lo uccide il tesseract è perduto.- dice lo zio avvicinandosi ancora di più al fuori del jet.

-Stark.- lo chiama Steve.- ci occorre un piano d'attacco.

-Io ho un piano: attacco.- dice e poi vola via.

-Cazzo. E' insopportabile quando fa così.- dico io mentre Steve si mette il paracadute.

-Io lascerei stare, capitano.- gli dice Nat.

-Non vedo come sia possibile.- dice lui allacciandolo.

-Loro provengono da leggende, sono praticamente degli dei.

-Esiste un Dio soltanto e sono certo che non si veste in quel modo.- dice lui prima di prendere lo scudo e lanciarsi dal jet.

-Steve!- grido io ma ormai è andato.- quel capitano è pazzo.- continuo prendendo un altro paracadute.

-Che vuoi fare?- grida Nat.

-Seguirlo.- dico lanciandomi dal jet e poco dopo raggiungendo Steve.

-Sei pazza, ti farai ammazzare.- grida Steve spaventato per me.

-Magari puoi darmi una mano.- grido io ridendo e lui mi stringe a sé.

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Dopo aver preso mio fratello da quel ammasso di ferro che per qualche ragione stava in aria, lo porto con me e lo faccio cadere su una roccia altissima mentre lui ride di me.

-Dov'è il tesseract?- gli chiedo.

-Anche tu mi sei mancato.- dice continuando a ridere.

-Ti avverto che non sono di buon umore.- lo minaccio e lui si alza leggermente con il busto.

-Oh dovresti ringraziarmi. Ora che il Bifrost è andato quanta energia oscura ha raccolto padre tutto per poterti manifestare qui? Sulla tua preziosa terra.- dice lui mettendosi seduto e allora lascia andare il martello a terra e mi avvicino a lui.

-Ti credevo morto.- dico facendolo alzare e avvicinandolo a me.

-Eri in lutto?- chiede beffardo.

-Lo eravamo tutti. Lei ..

-Non dirmi di lei!- grida con occhi tristi.- E' l'unica cosa che rimpiango. [Capirete più avanti. Promesso]

-Nostro padre..

-Tuo padre.- dice lui precisando la cosa e mi allontana da lui.- ti ha rivelato le mie vere discendenze, vero?- 

-Siamo stati allevati insieme, abbiamo giocato insieme, abbiamo combattuto insieme.- dico seguendolo.- Non ricordi nulla di questo?

-Ricordo un'ombra. Una vita all'ombra della tua grandezza. Ricordo che tu mi hai scaraventato nell'abisso, io che ero e che dovrei essere re.- dice con tristezza.

-Prendi il mondo che amo come ricompensa per una tua visionaria inferiorità? No, la terra è sotto la mia protezione, Loki.- dico raggiungendolo e lui ride di me, ancora.

-E ammetto che stai compiendo un lavoro egregio. Gli umani si uccidono tra loro in massa mentre tu ti agiti pigramente. Io intendo governarli e per una giusta causa.

-Tu ti ritieni superiore a loro?- chiedo con sincerità.

-Beh.. si.

-Ti sfugge il vero significato del governare, fratello. Un trono non è adatto a te.- dico e lui si infervora e colpisce il mio petto con una sua mano per spostarmi di lato e oltrepassarmi.

-Io ho visto mondi che nemmeno conosci. Sono cresciuto, figlio di Odino, nel mio esilio. Ho visto il vero potere del tesseract e quando lo esercito.. - dice ma io lo blocco.

-Chi ti ha mostrato questo potere? Chi controlla il mancato re?

-Io sono un re!- grida lui.

-Non qui.- dico afferrandolo per le spalle.- devi rinunciare al tesseract, devi rinunciare a questo delirio venefico e tornartene a casa.

-Non è qui con me.- dice sorridendo tanto da farmi arrabbiare e allontanare da lui e chiamare a me il martello.- serve il cubo per riportarmi a casa ma l'ho spedito lontano e non so dov'è.

-Ascoltami bene, fratello. Tu..- cerco di dire ma qualcosa mi trascina via. Riesco solo a sentire poche parole dette da Loki.

-Ascolto.- dice e poi nulla e la cosa che mi ha trasportato via mi scaraventa a terra. Mi rialzo e dal ferro esce un viso umano.

-Non toccarmi un'altra volta.

-E tu non prendere le mie cose.- dice lui 

-Non ti rendi conto con che cosa hai a che fare.- lo minaccio in posizione di attacco.

-Ah.. Shakespeare in estiva? Vostra madre sa che indossate le sue vesti?- chiede facendo lo sbruffone.

-La faccenda non ti riguarda, uomo di metallo. Loki affronterà la giustizia asgardiana.

-Se rinuncia al cubo è tutto tuo. Sino ad allora..- dice e la sua faccia viene coperta da una specie di maschera di metallo.- togliti di mezzo, turista.- conclude ma non sopporto la sua arroganza così gli tiro addosso il mio martello e lo faccio finire sugli alberi che ci circondano spezzandoli. Ritiro il martello e guardo Loki ma una luce strana mi colpisce facendomi colpire un albero. Resto in piedi ma l'uomo di metallo mi colpisce spezzando l'albero e facendomi cadere a terra perdendo il martello. Lo recupero e attiro un fulmine che si carica e che colpisce l'uomo in metallo. Lui però non di ferma anzi mi colpisce con più forza e volo via ma atterro su i miei piedi e volo verso di lui e lui verso di me. Rimaniamo in aria e continuiamo a darcela di santa ragione finché non rotoliamo a terra, dopo aver distrutto altri alberi, e come sempre perdo il martello. Ci alziamo e iniziamo una lotta corpo a corpo senza esclusione di colpi. Riprendo anche il martello ma lui scappa via prima che io possa colpirlo ma ad un certo punto qualcosa ci colpisce entrambi attirando la nostra attenzione.

-Hey, ora basta.- dice uno degli altri uomini che era sul ferro volante.

-Thor.. davvero?- chiede la donna al suo fianco. Lady Emma.

-Lady Emma.- dico con un leggero inchino mentre entrambi si avvicinano a noi.

-Vi conoscete?- chiede l'uomo in metallo ma nessuno lo ascolta.

-Non so quali siano le tue intenzioni..- inizia l'uomo a strisce.

-Sono venuto perché gli intrighi di Loki abbiano fine. Lady Emma sa che ho ragione.

-Dimostralo. Dammi quel martello.

-Steve..- lo avverte Lady Emma.

-Eh.. si, no. Brutta richiesta, non toccargli il martello.- dice l'uomo in metallo prima che io lo spazzi via con un colpo di martello.

-Vorresti il mio martello?- grido prima di attaccarlo ma lui prende Lady Emma buttandola dietro lo scudo e io colpisco questo sentendo la damigella gridare un fortissimo no. La potenza sprigionata dal colpo mi spazza via in un secondo facendomi cadere a terra. Quando ci rialziamo tutto quello che ci circonda è distrutto.

-Abbiamo finito?- chiede l'uomo a righe e sento una presenza stringersi al mio collo. Lady Emma. Poco dopo ricambio la stretta con un solo braccio.

-Stai bene?- chiede gentilmente quando si allontana, non troppo, da me.

-Si, ma spero che questa storia finisca presto.- dico guardando lei e successivamente gli altri due.

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


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Siamo tutti riuniti, o almeno tutti tranne Stark, nella sala grande dell'helicart e stiamo osservando Nick Fury che parla con Loki, o almeno cerca di parlare con lui, dato che i propositi di Loki non sono molto rassicuranti e benevoli e, ovviamente, la cosa infastidisce tutti ma soprattutto il dottor Banner.

-Diventa sempre più simpatico, vero?

-Loki, la manderà per le lunghe. Perciò.. Thor qual è il suo gioco?- chiedo al fratello biondo del moro in gabbia.

-Ha un esercito. Sono i chitauri. Non sono di Asgard o di altri mondi conosciuti. Intende condurli contro il vostro popolo; loro sconfiggeranno la Terra in cambio, immagino, del tesseract.- dice l'omone avvicinandosi al tavolo.

-Un esercito che viene dallo spazio?- chiedo scettico.

-Un uomo che diventa un mostro verde, senza offesa Dottor Banner, due dei, una spia russa, un uomo di metallo e tu hai in corpo un siero che ti rende quello che sei. Ancora scettico?- chiede Emma seduta accanto a me.

-Sta costruendo un altro portale. E' per questo che gli serve Erik Selvig.- dice Banner.

-Selvig?- chiede il gigante biondo.

-Si, è un astrofisico.

- E' mio amico..

-Loki gli ha fatto una specie di incantesimo insieme ad uno dei nostri.- dice, a quel punto, Natasha.

-Perché Loki si sarebbe lasciato arrestare? Da qui non può guidare eserciti.- dico ma il dottore mi blocca.

-Non credo dovremmo concentrarci su Loki. Ha un cervello completamente fuori fase e basta guardarlo per capire che è pazzo.

-Modera le tue parole. Loki è incapace di ragionare ma è un asgardiano ed è mio fratello.- lo riprende Thor.

-E a quanto pare sa anche amare.- sussurra piano Emma al mio fianco ma la sentiamo tutti. [Capirete più avanti. Promesso!]

-Ha ucciso ottanta persone in due giorni.- dice Natasha non volendo giustificarlo.

-E' adottato..- dice invece Thor cercando di giustificare il fratello.

-Credo che stia tutto nella meccanica. L'iridio. A che cosa gli serve l'iridio?- chiede Banner

-E' un agente stabilizzante.- dice Stark interrompendoci e poi, sussurra a Coulson.- dico, scelga un Weekend, la accompagno a Portland in aereo.- e poi, si rivolge di nuovo a noi.- Vuol dire che il portale non imploderà come è già successo allo SHIELD. Nessun rancore, hai una bella sventola, Anzi che il portale può allargarsi e rimanere aperto fino a quanto Loki desidera.- dice posizionandosi al posto di comando di Fury.- Alzate l'albero di mezzana, issare le vele di gabbia.. quell'uomo sta giocando a galaga. pensava che non ce ne fossimo accorti ma invece, si.- si copre un occhio e poi parla di nuovo.- Come fa Fury a vederli?

-Ma per favore.- dice Emma ridendo e lui si gira verso di lei e le sorride.

-Si gira.- gli risponde la Hill.

-E' snervante. Tutte le altre materie prime, l'agente Barton è in grado di rimediarle facilmente ma gli manca ancora un componente una sorgente di potenza ad alta densità energetica, qualcosa per dare impulso al cubo.

-Da quando è diventato un esperto di astrofisica termo nucleare?- gli chiede la Hill

-Ieri sera.- dice Stark e poi continua.- I documenti, gli appunti di Selvig, le carte con la teoria di estrazione. Io sono l'unico che li ha letti?

-A Loki occorre una particolare sorgente di energia?- chiedo.

-Dovrebbe riscaldare il tubo fino a 100 milioni di Kelvin solo per aprire un varco nella barriera di Coulomb.- mi risponde Banner ma sinceramente non ci capisco una H.

-Sempre se Selvig non abbia un modo per stabilizzare l'effetto tunnel quantistico.- ribatte Stark.

-Se ci riuscisse, potrebbe ottenere la fusione di ioni pesanti con qualunque reattore del pianeta.- continua Banner

-Ecco, qualcuno che parla la mia lingua.- dice Stark avvicinandosi a Banner.

-Perché noi che cosa parliamo?- chiedo io mentre loro si stringono la mano.

-Parlano di fisica, Stevie.- dice Emma sorridendo e avvicinandosi a Stark, che le mette un braccio sulle spalle.

-Piacere di conoscerla, Dottor Banner. Il suo lavoro sulla collisione degli anti elettroni è incomparabile e mi appassiona vederla perdere il controllo e trasformarsi in un mostro verde rabbioso.- dice Stark

-Grazie.- dice dubbioso Banner e Emma ride.

-Sei sempre così allegra ed entusiasta?- chiedo guardandola senza parole.

-Non ne hai idea.- dicono Tony e Natasha insieme e le sorrise ampiamente.

-Il dottor Banner, è qui solamente per rintracciare il cubo. Speravo che poteste unirvi a lui.- dice Nick entrando, all'improvviso.

-Io comincerei con il suo scettro. Sarà magico ma sembra funzionare come un'arma dell'HYDRA.- dico io guardando tutti quanti.

-Questo non saprei dirlo ma so che è alimentato dal cubo e vorrei sapere come Loki l'abbia utilizzato per trasformare due uomini così scaltri, in due scimmie volanti.- continua lui.

-Scimmie?- chiede il biondo.- Non capisco.

-Io si.- dico e Stark sembra annoiato.- Il meraviglioso mago di Oz.

-Si, giusto.- dice Emma dandomi delle piccole pacche sulla spalla e sorridendo facendo sorridere anche me.

-Cominciamo a giocare?- chiede Stark ignorandomi.

-Da questa parte.- gli risponde il dottor Banner per poi, andare via insieme.
 

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-I valori gamma sono assolutamente coerenti con le relazioni di Selvig sul tesseract ma ci vorranno settimane per elaborarli.- dice Bruce mentre esamina i raggi gamma dello scettro.

-Se bypassiamo il mainframe e ci portiamo direttamente nell'omerclaster, possiamo cronometrarlo a circa seicento teraflops.- dico digitando un po' qui e un po' li per poi avvicinarmi a lui.

-Io ho solo uno spazzolino da denti.- dice Banner sminuendosi un po' e facendo il sarcastico.

-Faccia una capatina alla Stark Tower una volta, ultimi dieci piani. Ricerca e sviluppo: è il paese dei balocchi.- dico affiancandomi a lui.

-Grazie, ma l'ultima volta che sono stato a New York ho distrutto praticamente Harlem.- dice lui continuando a guardare gli schermi senza accorgersi della presenza di una potenziale arma appuntita nelle mie mani.

-Prometto un ambiente privo di stress, senza tensioni ne sorprese.- dico prima di punzecchiarlo e lui risponde con un semplice e leggermente arrabbiato ahia.- niente?- chiedo mentre l'attempato entra nel mini laboratorio.

-Sei impazzito?- chiede avvicinandosi al tavolo.

-Non si sa.- dico a lui ma poi torno al dottore.- Ha raggiunto un grande auto controllo. Come fa? Musica laugh? Bongo? fuma erba?

-E' tutto uno scherzo per te?- mi chiede ancora il capitano.

-Le cose divertenti, si.

-Mettere a rischio la sicurezza delle persone non è divertente.- dice e poi si rivolge al dottore.- senza offesa, dottore.

Beh.. che si può fare davanti ad uno del genere che dopo decenni ancora pensa di poter comandare e gli lasciano tutto il capo libero per farlo? alzare solo le mani in segno di arresa.

-Ah, no non fa niente. Non sarei venuto a bordo, se non fossi in grado di gestire oggetti contundenti.- dice lui mentre mi lascia un leggero sguardo prima che mi allontani leggermente dal tavolo.

-Proceda in punta di piedi. Farà passi da gigante.

-E tu concentrati sul problema, signor Stark.- mi dice lui ma non capisce che sono già concentrato sul problema.

-Lo sto già facendo. Perché Fury ci ha radunati? Perché adesso? Perché non prima? Cosa ci nasconde?- inizio a tormentarlo con le mie domande.- Per risolvere l'equazione devo avere tutte le variabili.

-Credi che Fury nasconda qualcosa?- chiede il biondo.

-E' una spia. Capitano, lui è la spia. I suoi segreti hanno segreti. Io e mia nipote non scherzavamo sul jet. Mia nipote si fida ma va sempre in punta di piedi e io mi fido di lei. Innervosisce anche lui, vero?

-Ah.. ehm, voglio solo finire il mio lavoro qui e..-comincia il dottore ma il capitano lo blocca.

-Dottore?

-Un raggio di luce per l'umanità, la battuta di Loki a Fury riguardante il cubo.- dice il dottore.

-L'ho sentito.

-Secondo me, era indirizzata a lei.- dice ancora il dottore. Gli offro un mirtillo e poi continua.- Anche se Barton non ha detto niente a Loki riguardo la torre, era su tutti i notiziari.

-La Stark Tower? Quell'enorme, orribile..- comincia il nonnetto ma lo guardo con uno sguardo che dice "che vorresti dire?"- la torre di New York?

-E' alimentata da un reattore ARC, una fonte di energia auto sostenibile. L'edificio si autoalimenterà per quanto.. un anno? - chiede ancora il dottore.

-E' solo un prototipo. Al momento, sono l'unico nel campo dell'energia pulita, per intenderci.

-Allora, perchè lo SHIELD non l'ha coinvolto nel progetto tesseract? Che fanno loro nel campo dell'energia, per prima cosa?- chiede ancora Banner.

-Devo informarmi ancora su questo, una volta che il mio programma di decriptazione sarà entrato in tutti i programmi dello SHIELD.

-Aspetta, hai..- inizia il capitano ma lo blocco.

-JARVIS l'ha attivato da quando sono arrivato sul ponte. Tra poco, saprò ogni sporco segreto che lo SHIELD ha cercato di nascondere.- dico e poi, offro anche a lui un mirtillo dal mio sacchetto ma non accetta.

-Tuttavia, sei confuso sul perchè non ti volevano tra i piedi.- dice lui 

-Un'organizzazione d'intelligents che teme l'intelligents, direi poco esemplare.

-Credo che Loki voglia riscaldare gli animi. Quell'uomo vuole dare inizio a una guerra e se non restiamo concentrati, ci riuscirà.- dice lui guardando prima me e poi Banner.- Abbiamo degli ordini, dovremmo obbedire.

-Obbedire non è nel mio stile.- dico prima di mandare un pugno di mirtilli giù per la mia gola.

-E per te conta solo lo stile, vero?- ribatte lui.

-Delle persone qui dentro chi è che: A) indossa una tuta luccicante e b) non è utile, mm?

-Steve, a lei tutto questo non desta qualche sospetto?- gli chiede il dottore.

-Trovate il cubo.- dice prima di andar via e senza rispondere alla domanda del dottore.

-Quello è il tipo di cui mio padre parlava sempre e di cui parlavo a mia nipote? Forse, era meglio tenerlo surgelato.

-Però, non si sbagliava su Loki, lui è in vantaggio su di noi.- dice lui giostrandosi tra i file sui monitor.

-Ha solo una cassa di dinamite di Will il coyote. Gli esploderà in faccia e io sarò li quando succederà.- dico tornando al mio lavoro.

-Si? Lo leggerò sui giornali.

-Ah ah, oppure indosserà l'armatura insieme a noi.- dico cercando di convincerlo.

-E.. vede, io non indosso un'armatura. Sono scoperto come un nervo, è un incubo.

-Già.. io ho un grappolo di schegge che tentano sempre di insinuarsi nel mio cuore. Questo glielo impedisce.- dico toccando il mini reattore al centro del mio petto.- un piccolo cerchio di luce. E' parte di me, non è solo un'armatura. E' un privilegio orribile.

-Ma lei può controllarlo.

-Perchè ho imparato a farlo.- dico posizionandomi davanti a lui.

-E' diverso.

-Hey.- dico mettendo di lato il suo lavoro per un attimo.- Ho letto tutto sul suo incidente. Quell'esposizione ai raggi gamma avrebbe dovuto ucciderla.

-Quindi, mi sta dicendo che Hulk.. l'altro tizio.. mi ha salvato la vita. Molto bello. E' una bella convinzione. Mi ha salvato perché?

-Immagino lo scopriremo.- dico con un leggero sorriso.

-La cosa potrebbe non piacerle.

-A lei, invece si.- dico allontanandomi di nuovo da lui.

-Adesso capisco perchè sua nipote è così..

-Che vuole dire?- gli chiedo interessato all'argomento.

-Sua nipote è venuta a prendermi insieme alla rossa, la Romanoff. Quando ha sentito che ho iniziato a urlare e temeva per la vita della sua amica, è entrata dentro la casa senza nessuna esitazione con solo una pistola puntata su di me. Avrebbe rischiato qualsiasi cosa per lei e adesso noto la sua stessa tenacia, lo stesso luccichio negli occhi che ha lei in questo momento, nel momento in cui cerca di convincermi che anche l'altra parte di me è buona e non crea disastri di misure cosmiche. Non avrete lo stesso sangue, e si mi hanno dato un fascicolo su tutti quanti a bordo di quel jet, ma l'ha cresciuta bene e deve essere molto orgoglioso di lei.

-Sono sempre orgoglioso di lei.- dico con un leggero sorriso. Quello stesso sorriso che mi spunta sempre sul viso pensando a lei. Qualche tempo dopo, arriva dentro il mini laboratorio anche Nick Fury a farci visita. Non sembra molto contento.

-Cosa fai Mr. Stark?

-Oh, ero qui a pensare la stessa cosa di te.- dico seduto sul tavolo da lavoro.

-Dovreste cercare di localizzare il tesseract.- dice lui accigliato.

-Si, il modello è fissato e siamo alla ricerca della firma gamma, una volta rivelata sapremo dov'è in un raggio di mezzo miglio- dice Banner

-Si, riavrai il tuo cubo, niente agitazione, niente confusione.- dico e poi, un piccolo rumorino porta la mia attenzione di nuovo ai monitor.- Cos'è la fase due?- chiedo e prima che lui possa rispondere, il capitano entra di nuovo nella stanza con qualcosa che posa poco delicatamente sul tavolo. Un'arma.

-Quando lo SHIELD utilizza il cubo per fabbricare armi. Scusate, il computer era troppo lento per me.

-Rogers, abbiamo raccolto tutto ciò che era relativo al tesseract. Questo non vuol dire che stiamo ..- cerca di spiegare ma io lo blocco.

-Scusa Nick, che cosa mi mentivi?- chiedo voltando lo schermo verso di loro con tutto quello che vogliono fare con il tesseract.

-Mi sbagliavo direttore, il mondo non è cambiato affatto.- dice il capitano mentre il gigante biondo entra dentro la stanza insieme alla rossa.

-Lei sapeva niente?- chiede Banner alla rossa.

-Stava pensando di allontanarsi da questo ambiante, dottore?- risponde lei con un'altra domanda.

-Io ero a Calculta, ero già lontano abbastanza.

-Loki la sta manipolando.- ribatte lei.

-Invece, lei che cosa sta facendo?- le chiede

-Non è venuto qui perchè le ho sbattuto le ciglia.- dice lei avvicinandosi al dottore.

-Si, resto solo perchè lei diventerebbe irritabile. Vorrei sapere perchè lo SHIELD utilizza il tesseract per fabbricare armi di distruzione di massa.

-Per causa sua.- risponde Nick indicando il gigante biondo.

-Mia?- chiede lui sorpreso dalla cosa.

-L'anno scorso un visitatore da un altro pianeta ha scatenato uno scontro tra rivali che ha raso al suolo un'intera cittadina. Abbiamo imparato che oltre a non essere soli, siamo miseramente e  ridicolmente inadeguati.

-Il mio popolo vuole la pace con il vostro pianeta.- lo attacca Thor.

-Ma voi non siete l'unico popolo, vero? E non siete l'unica minaccia. Il mondo si sta riempiendo di essere fuori dal comune che non possiamo controllare.

-Come controllate il cubo?- chiede Steve

-Il vostro lavoro con il tesseract ha attirato qui Loki e i suoi alleati. E' un segnale per tutti i pianeti che la Terra è pronta a un nuovo tipo di guerra più evoluto.- dice Thor.

-Dovevamo inventarci qualcosa. Tu ci hai portato ..- dice Nick ma lo blocco di nuovo.

-Deterrente nucleare. Perchè quello calma tutto all'istante.

-Mi ricordi come hai guadagnato la tua fortuna, Stark?- mi chiede 

-Se fabbricasse ancora armi, Stark sarebbe sommerso da..- inizia il capitano ma io blocco anche lui.

-Un momento.. sono io al centro dell'attenzione?

-Perché non lo sei sempre?- mi chiede il vecchietto in modo spiritoso e cerco di non rispondere per non creare altra tensione ma a quanto pare, non tutti sono del mio parere, come Thor.

-Pensavo che gli umani fossero migliorati.

-Scusa, noi siamo venuti da voi e abbiamo fatto saltare tutto in aria?- chiede Nick. Merda.

- Tratti i tuoi campioni con immensa sfiducia.- ribatte lui mentre la Romanoff li guarda senza dire niente. O almeno speravo.

-Ragazzi, siete davvero così ingenui? Lo SHIELD controlla potenziali minacce.

-Captain America controlla le minacce?- chiede scettico Banner e tutti iniziano a parlare su tutti. Sta succedendo il caos più totale e tutti stiamo qui a discutere come se niente fosse non rendendoci conto di quello che sta succedendo davvero e di quello che ci circonda.

-Tu parli di controllo ma tutta via cerchi il caos.- dice ad un tratto Thor rivolgendosi a Banner.

-Beh.. è il suo modo operandis.- dice e tutti ci giriamo verso di lui.- Vi credevate una squadra? No, no siamo una mistura chimica che produce il caos. Siamo pronti a esplodere.

-Lei deve allontanarsi.- dice Nick.

-Perché non dovrebbe scaricarsi un po'?- chiedo poggiando una mano sulla spalla del capitano ma lui prontamente la sposta.

-Sai benissimo perché e toglimi di dosso le mani.

-Oh, ti è venuto per caso qualche livido?- gli chiedo prendermi gioco di lui.

-Già, sei grosso con l'armatura.- dice girandomi intorno.- tolta quella, cosa sei?

-Un genio, miliardario, playboy, filantropo.

-Conosco uomini modesti che valgono dieci volte te. Ho visto i filmati. L'unica cosa per cui combatti è te stesso.- non doveva dirlo.- Non sei il tipo votato al sacrificio che si stende sul filo spinato così che gli altri lo scavalchino.

-Io il filo spinato lo taglierei.

-Sempre una via d'uscita.- dice dopo aver sorriso leggermente ed essersi guardato un po' in torno.- forse, tu non sarai una minaccia ma ti conviene smetterla di giocare a fare l'eroe.

-Un eroe? Come te? Sei un esperimento di laboratorio, Rogers. Tutto quello che hai di speciale è uscito da un'ampolla.

-Metti l'armatura, divertiamoci un po'.- mi provoca lui.

-Siete veramente ridicoli e meschini.- dice Thor dopo una leggera risata.

-Si, una vera squadra.- dice Banner e io mi passo una mano sul viso in modo confuso. Che sta succedendo.

-Agente Romanoff, puoi scortare il dottor Banner al suo..- inizia Nick ma sta volta non sono io a interromperlo. Banner.

-Dove? Ha affittato la mia stanza.

-La cella era solo nel caso..

-Nel caso avreste voluto uccidermi ma non potete, lo so, ci ho provato.- continua e alla sua frase lo guardiamo tutti.- Ero depresso, non vedevo via d'uscita così mi sono sparato in bocca e l'altro ha sputato il proiettile. Così sono andato avanti, mi sono concentrato sull'aiutare il prossimo, ero bravo. Poi, mi portate in questo circo di fenomeni da baraccone mettendo tutti a rischio. Vuole sapere il mio segreto, Romanoff? Sapere come faccio a mantenere la calma?- chiede lui alla donna avvicinandosi a lei e tenendo in mano qualcosa che non dovrebbe tenere affatto. Lo scettro.

-Dottor Banner.- lo chiama il capitano.- metta giù lo scettro.

Lui lo guarda per un po' ma poi un suono dei monitor ci porta tutti alla realtà.

-Beccato.- dico mentre lui posa l'oggetto al suo posto.

-Spiacente, ragazzi. A quanto pare, non vedrete il mio trucchetto.

-Hai localizzato il tesseract?- chiede Thor 

-Dobbiamo raggiungerlo prima degli altri.

-Appartiene ad Asgard. Nessun umano può controllarlo.- dice Thor ma gli giro le spalle per andare via, questo se il capitano non mi avesse fermato.

-Non andrai da solo.

-Vuoi fermarmi?- gli chiedo cacciando via la sua mano dal mio braccio.

-Metti l'armatura.

-Non ho paura di picchiare un vecchietto.- dico avvicinandomi al suo viso.

-Metti l'armatura.- mi ripete lui ma prima che io possa rispondere, mia nipote si fa vedere e si blocca davanti la porta.

-Hey, ma che succede? Vi si sente discutere dal corridoio.- dice lei ma nessuno ha il tempo di rispondere perché un'esplosione ci sbalza tutti via. Io e il capitano cadiamo a terra mentre Emma ci cade addosso.

-Metti l'armatura.- dice Steve aiutando Emma ad alzarsi.

-Si.- dico alzandomi e dirigendomi fuori insieme ai due. La Hill ci avvisa che il motore tre è stato colpito. E' quasi tutto apposto ma mentre siamo in aria è impossibile ripararlo.

-Stark, hai ricevuto?- mi chiede Nick 

-Ci penso io.- confermo correndo a prendere l'armatura.- Motore tre, ci vediamo la.- dico poi a Steve e guardo Emma.

-Vado con lui.- dice lei con serietà nello sguardo.

-Sta attenta.- le dico e lei annuisce andando via.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque ***


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Il caos inizia a diffondersi in tutto l'helicart. C'è chi corre a destra e a sinistra per cercare di riparare i danni e cercare di aiutare più gente possibile. L'esplosione non ci voleva davvero. Ho visto Nat e il dottor Banner cadere rompendo il vetro dello studio e spero sia andato tutto bene ma mi ricredo quando sento un urlo feroce provenire dal basso. Merda, Hulk.

-Il dottor Banner non si è controllato.- dico al capitano.

-La Romanoff saprà cavarsela.- dice lui continuando a dirigersi verso il motore tre. 

-Lo spero.- sussurro tra me e me. Poco dopo, arriviamo sul posto e, mentre io aiuto gli uomini feriti ad uscire di lui, lui si dirige verso il grandissimo squarcio provocato dall'esplosione e chiama il nome dello zio. E' tutto così assurdo. 

-Stark, siamo qui.- continua a gridare lui.

-Bene.- dice zio Tony arrivando.- Vediamo che c'è. Devo rimettere online il sistema di raffreddamento super conduttivo prima di accedere ai reattore e lavorare alla rimozione dei detriti. Vai al pannello di controllo del motore.- dice rivolgendosi a Steve e sistemando un pezzo dell'elica.- e dimmi quali relée sono in condizioni di sovraccarico.

Steve si arrampica facilmente mentre zio Tony entra dentro la struttura dell'elica. Devo raggiungere Steve in qualche modo. Allora, vediamo un po'. Se mi lancio per di qua, posso riuscire a prendere quella sbarra di ferro ma, ovviamente, non posso saltare agilmente come il capitano. Quindi, sarò anche un'impresa suicida, ma posso farcela. Devo arrampicarmi per di qua e mettere i piedi e le mani al posto giusto per non rischiare di cadere nel vuoto o di morire infilzata con qualche pezzo di metallo. Mentre arrivo a fatica al livello di Steve, lui apre il pannello di controllo e lo esamina con un cipiglio in volto che farebbe capire a chilometri di distanza che non sa che pesci prendere.

-Com'è la situazione?- chiede mio zio.

-Sembra alimentato da qualche elettricità.- dice lui sicuro di quello che dice.

-Beh, non ti sbagli.- diciamo in coro io e zio Tony. Lui si gira verso di me e viene ad aiutarmi.

-Ora capisco perché siete parenti.- dice lui tirandomi su.

-Beh, poteva andarmi peggio.- dico mentre ci posizioniamo di nuovo davanti al pannello di controllo. Zio Tony arriva alla fonte del danno grazie ai suoi raggi e noi controlliamo i relè.

-Okay, i relè sono intatti.- dice Steve poco dopo e chiude il pannello.- La prossima mossa?

-Anche se, sgombro i rotori non ripartirà senza un riavviamento a spinta.- dice lui 

-E quindi?

-Vedo se posso farlo io.

-Se prende il via, ti ridurrà in brandelli.- dice Steve convinto.

-E' una follia, Anthony Stark.

-L'unità di controllo dello statore può invertire la polarità e disattivare la levitazione..- inizia zio Tony ma Steve lo blocca.

-Parla meno difficile.- dice e zio Tony sbuffa facendo scappare dalle mie labbra un leggero sorriso.

-Vedi quella leva rossa?- chiede poi, e io e il biondo ci giriamo verso la leva.- rallenterà i motori e mi permetterà di uscire. Avvicinati e aspetta il mio via.- conclude e Steve si butta dall'altro lato.

-Hey, potevi anche aspettarmi.- gli dico io.

-Scusami ma meglio essere pronti prima di.. -dice ma viene interrotto da Nick Fury che parla attraverso l'auricolare. "Violazione. Uomo con equipaggiamento SHIELD". 

-Barton..- dico cercando di muovermi ma Steve mi blocca.

-Non puoi andare. Resta qui ad aiutarmi.

-Clint è qui e Nat sarà spaesata. Capitano, lei non li conosce e sono la mia famiglia.

-Non li conosco ma ho capito che daresti anche la tua vita per salvare quella degli altri. Loro se la sapranno cavare e tu li vedrai presto. Resta qui ad aiutare me e Stark.- dice prendendo il mio polso e fissando i miei occhi. Lo guardo per alcuni secondi e annuisco insieme a lui.- Bene, aspettiamo ordini di Stark e..- ma viene interrotto di nuovo. Sentiamo zio Tony che leva i detriti dall'elica ma quello che blocca Steve è l'entrata di un paio di uomini armati fino ai denti. Uno di loro tira una granata ma Steve salta dall'altro lato e la butta nel vuoto prima che esploda. Mentre gli uomini caricano le armi, lui grida verso di me.

-Salta! Ti prendo!- dice. Prendo la rincorsa e salto nel vuoto. Lui con una forza inaudita e con i riflessi pronti, mi prende e mi attacca al suo corpo mentre iniziano a sparare. Ci buttiamo su di loro e iniziamo a disarmarli e a prenderli a calci nel sedere. Come si permettono di abbatterci. Ne arrivano altri e Steve ne butta uno nel vuoto. Ad un altro, strappo il fucine e lo stordisco mentre Steve sale al piano di sopra e prende uno dei fucili a terra per poi sparare ad altri di questi tizi che entrano dalla porta. Continuiamo a combattere ma le esplosioni che provengono dal resto dell'helicart mi distraggono, tanto che Steve deve salvarmi la vita per farmi tornare alla realtà.  -Va tutto bene?

-Si.. scusami e grazie per avermi salvato la vita.- gli dico con un piccolo sorriso.

-Figurati.- dice ricambiando il sorriso. Il mio però dura poco dopo le parole di Nick. Dice che è stato Clint a mettere fuori uso i server e l'helicart e qualcuno deve andare ad occuparsene. Sto per andare io ma Steve mi ferma e subito dopo Natasha risponde dicendo che se ne occupa lei. Nat può farcela. Nick ripete che siamo perdendo quota ma subito zio Tony interviene.

-Ricevuto.- dice dando spinta alle pale del motore rotto. Continuano ad arrivare dei nemici e Noi continuiamo a sparare contro di loro meglio che possiamo.

-Combatti bene.- mi dice Steve mentre continua a sparare.

-Grazie, anche tu non sei male.- gli rispondo mettendomi al suo fianco ma questo ci fa distrarre e uno degli uomini spara nella nostra direzione. Uno dei proiettili arriva alla mia gamba facendomi cadere a terra mentre l'altro colpisce il metallo a fianco al capitano che sposta un piede indietro ma perde equilibrio e cade.

-Steve!- grido in preda al panico e piena di dolore.

-Ce la faccio.- grida lui e io mi stendo a terra dolorante. Poi sento zio Tony.

-Capitano, la leva.- dice e io penso subito che siamo nella merda. Cerco di alzarmi e dirigermi verso di essa.

-Un momento.- grida lui mentre io mi trascino a terra.

-La leva.- ripete zio Tony.- Ora.- dice mentre Steve si trascina su e continuano a sparare. Si sentono richieste d'aiuto da parte di zio Tony ma Steve arriva in tempo alla leva e la abbassa.

-Sta giù.- mi dice poggiando una mano sulla mia spalla. Si rialza e sta per essere colpito ma zio Tony si butta sull'uomo e lo abbatte stordendolo. A quel punto, Steve mi prende in braccio e mi porta vicino lo zio. Gli levo la maschera e lo guardo.

-Tutto bene?

-Si, tesoro, si. Tutto bene.- dice per poi abbracciandomi.- Tu devi essere portata in infermeria però.

Sta per alzarsi e portarmi via ma la voce di Nick lo ferma. -L'agente Coulson è stato colpito. La quadra medica è già qui ma.. è deceduto.

Lacrime silenziose scorrono sul mio viso mentre Steve è ancora davanti a noi e zio Tony mi stringe tra le sue braccia. Peggio di così non poteva andare.

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Capitolo 6
*** Capitolo sei ***


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Dopo aver portato Emma in infermeria e dopo che ci siamo assicurati che la sua ferita è solo superficiale, io e Tony ci dirigiamo nella sala grande dove ci aspettano solo Nick e Maria Hill. Hulk e Thor sono finiti chissà dove e Loki è riuscito a scappare insieme allo scettro. Un inizio di giornata alquanto schifoso.

-Erano nella giacca di Phil Coulson. Non ha avuto il tempo di fartele autografare.- dice il comandante lanciando sul tavolo le figurine vintage di cui mi parlava l'agente Coulson e io ne prendo una fatta di quello che credo sia sangue.- Siamo ad un punto morto quassù. Il sistema comunicazioni, la localizzazione del cubo, Banner, Thor.. non ho nulla per voi. Ho perso il mio unico occhio buono. Dovevo aspettarmelo.- dice e fa una piccola pausa mentre io poso sul tavolo la mia figurina. Tony è nel silenzio più tombale e posso anche capirlo, dato che anch'io non riesco a proferire una parola.- Si, avevamo intenzione di costruire un arsenale con il tesseract ma non ho mai scommesso tutto su quello perché puntavo su qualcosa di più grosso. C'era un'idea, Stark ne è informato. Si chiamava progetto Avengers. La nostra idea era quella di mettere insieme un gruppo di persone eccezionali, sperando che lo diventassero ancor di più e che lavorassero insieme quando ne avremmo avuto bisogno per combattere quelle battaglie per noi insostenibili. Phil Coulson è morto credendo fortemente in quell'idea, negli eroi..- conclude Fury e in quel momento Stark si alza in piedi. Sembra voglia dire qualcosa ma alla fine esce dalla stanza in silenzio e senza guardare qualcuno in faccia. -Beh.. ormai questa è un'idea sorpassata.

Quando finisce del tutto di parlare, mi alzo dalla sedia e chiedendo scusa mi allontano dalla stanza. Vorrei parlare con Stark ma decido di dare un po' di spazio alla sua mente per metabolizzare il tutto. Decido, allora, di passare nella stanza dell'infermeria di Emma. Quando arrivo, la trovo stesa sul lettino con la testa reclinata all'indietro e con gli occhi fissi al soffitto.

-Danno farmaci buoni?- le chiedo entrando.

-Molto buoni.- dice con un piccolo sorriso.- Vieni a sederti vicino a me.

-Come ti senti?- le chiedo dopo essermi seduto al suo fianco.

-Fisicamente molto meglio. Era solo un graffio che hanno anestetizzato e pulito e dopo hanno messo una crema per farlo guarire meglio e per non farmi sentire dolore. Sta passando tutto.

-E moralmente?

-Uno schifo. L'agente Coulson era una bravissima persona e un'ottimo agente. Insieme alla Hill erano il braccio destro e sinistro di Fury. Di lui si fidava ciecamente. Era anche molto simpatico e altruista. Eri il suo idolo, Steve e ti venerava come non aveva mai fatto con nessuno.

-Nick, dice che credeva fortemente in questa idea degli Avengers. Posso fidarmi?- chiedo cercando di capirne di più.

-Voleva che il mondo fosse al sicuro come lo vogliamo tutti noi che facciamo questo lavoro. Voleva giustizia e mai vendetta. Credo che sarebbe stato fiero di partecipare al progetto Avengers, anche messo in un angolino. Amava il suo lavoro.

-Va bene, ti lascio riposare. Devo parlare con Tony ma prima devo cercarlo.- dico alzandomi e lasciandole un piccola bacio sulla fronte.

-Sei migliore di come pensavo e mi piacerebbe ascoltare la tua storia.

-Quando tutto questo finirà.- dico prima di lasciare la stanza e andare alla ricerca di Tony. Quando lo trovo, fissa il vuoto nella stanza dove era contenuta la cella di Loki.

-Era sposato?- gli chiedo dopo essermi appoggiato alla parete.

-No, frequentava una .. violoncellista, credo.

-Mi dispiace, sembrava una brava persona.- gli dico seriamente dispiaciuto ma la sua risposta mi lascia senza parole.

-Un idiota.- dice convinto delle sue parole.

-Perché? Perché credeva?

-Per aver affrontato Loki.- dice venendo verso di me.

-Stava facendo il suo lavoro.

-Era una cosa più grande di lui. Doveva aspettare, avrebbe..- dice ma io lo blocco raggiungendolo.

-A volte, non c'è una via d'uscita.

-Certo.- dice come se si stesse prendendo gioco di me.- già sentito.

-E' la prima volta che perdi un soldato?- chiedo ma questo a quanto pare, lo fa infuriare ancora di più del solito.

-Noi non siamo soldati.  Non marcio al suo del piffero di Fury.

-Nemmeno io. Si è sporcato le mani di sangue così come Loki ma dobbiamo guardare avanti e portare a termine la missione. A Loki occorre una fonte di energia.- inizio a dire mentre lui guarda la macchia di sangue lasciata dal corpo di Coulson.- Se riusciamo a mettere..

-Il livello è personale.- ammette finalmente.

-Non è questo il punto.

-E' questo il punto. E' ciò che Loki vuole. Ci ha colpiti tutti qui, perché?- chiede , credo in modo retorico ma rispondo lo stesso.

-Per dividerci.

-Divider et timper [?], si. Certo, ma sa che deve eliminarci per vincere, giusto? E' questo che lui vuole. Vuole sconfiggerci e vuole essere visto mentre lo fa. Vuole un pubblico.- dice arrivando piano piano alla soluzione.

-Esatto, così come ha fatto a Stoccarda.

-Si, era la priva generale e questa .. questa è la prima. E Loki è una diva a tutti gli effetti. Vuole fiori, vuole parate, vuole un monumento costruito in cielo con il suo nome sopra.- dice e si blocca. Finalmente ha capito e io lo guardo un una frase scritta sulla mia fronte: "Finalmente ci sei arrivato".- Figlio di puttana!- dice alla fine correndo a prendere le ultime cose prima di partire. Bene, raduniamo la squadra.

-E' ora di andare.- dico appena entro dentro una stanza dell'infermeria per cercare Natasha e ci trovo anche Emma. A quel punto, la guardo con rimprovero.

-Dove?- chiede la rossa.

-Te lo dico per strada. Sai pilotare un jet?

-Io si.- dice un uomo uscendo dal bagno. Clint Barton.

-Steve, lui è apposto.- dice Emma richiamando il mio sguardo e vedo Natasha annuire.

-Hai un'armatura?- gli chiedo 

-Si.- risponde lui con orgoglio.

-Allora, indossala.- dico uscendo dalla stanza e vengo seguito da Emma.

-Vengo con voi.

-Non se ne parla neanche.- dico bloccandomi in mezzo al corridoio.

-Non lascerò che la mia famiglia combatta da sola questa battaglia. Avete tutti bisogno di me.- dice con sicurezza e fermezza.

-Sei più testarda di non so quale essere presente al mondo.

-E imparerai a conviverci, nuovo membro della famiglia.- conclude con un sorriso enorme che caratterizza la sua personalità.

-E la gamba?

-E' passato tutto ma per sicurezza metterò ancora un po' di analgesico mentre siamo sul jet.

-Bene, andiamo, allora.- le dico e lei inizia a camminare al mio fianco.

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Capitolo 7
*** Capitolo sette ***


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Quando finisco di sistemare la mia armatura, guardo io miei colleghi salire e partire con un jet verso la Stark Tower mentre io volo via. Quando arrivo davanti la torre, JARVIS mi da delle pessime notizie.

-Signore, ho spento il reattore ARC, ma il dispositivo si sta già autoalimentando.

-Lo spenga, dottor Selvig.- dico al dottore sotto di me.

-E' troppo tardi! Non può fermarsi ora. Vuole farci vedere qualcosa, un nuovo universo.- dice lui meravigliato.

-Va bene.- dico e attacco il meccanismo ma purtroppo, ha una barriera che lo protegge e che ci spinge tutti via.

-Signore, la barriera è energia pura. E' inviolabile.- mi avverte JARVIS.

-Si, ho capito. Piano B.- dico scendendo verso la piattaforma esterna di smontaggio mentre guardo Loki in faccia che sorride compiaciuto.

-Signore, il Mark 7 non è completato.- mi informa il mio amico JARVIS.

-Lascia stare le cromature, mi serve ora.- dico convinto e deciso. Atterro sulla piattaforma e, grazie ai meccanismi, la mia armatura viene smontata. Guardo sempre Loki con sguardo sicuro mentre lui, con quel sorriso da prendere a pugni, entra dentro la torre e mi aspetta li.

-Ti prego, dimmi che farai appello alla mia umanità.- dice lui convinto e spavaldo.

-Ah.. in realtà intendo minacciarti.- dico io scendendo le scale con sicurezza.

-Avresti dovuto indossare l'armatura.- dice lui ridendo leggermente.

-Si, ha fatto qualche chilometro di troppo e tu hai la bacchetta del destino. Ti va un drink?- chiedo mentre lui guarda orgoglioso il suo bastone luminoso.

-Perdere tempo non cambierà niente.- dice divertito.

-No no, minaccio. Niente drink, sicuro? Io lo prendo.- chiedo facendolo innervosire.

-I chitauri stanno arrivando. Nulla può cambiare. Cosa dovrei temere?- chiede come se risposta non ci fosse.

-I vendicatori.- dico versando il mio drink nel bicchiere e guardando il suo sguardo confuso.- Ci facciamo chiamare così, una specie di squadra. Gli eroi più forti della terra, roba simile.

-Si, li ho conosciuti.- dice ridendo di noi.

-Già.- rispondo ridendo.- Ci mettiamo un po' a riscaldarci, questo te lo concedo. Ma facciamo la conta dei presenti: tuo fratello, il semi-dio- dico e lui si gira sbuffando dandomi il tempo di mettere dei sensori ai polsi per chiamare a me la nuova armatura. Il drink era un diversivo.- un super soldato, una leggenda vivente che vive nella leggenda. Un uomo con grossi problemi nel gestire la propria rabbia, tre assassini provetti e tu, bell'imbusto, sei riuscito a fare incazzare tutti quanti.

-Era questo il piano.- dice fiero ma non credo sia solo questo.

-Non è un granché. Quando verranno, e lo faranno,- dico avvicinandomi a lui.- verranno per te.

-Ho un esercito.- dice ancora più convinto.

-Noi un Hulk.

-Il bestione non si era perso?- chiede ovvio e fiero del suo operato.

-Ti sfugge il punto. Non c'è nessun trono. Non esiste una versione in cui tu ne uscirai trionfante. Forse verrà il tuo esercito e forse sarà troppo forte per noi ma ricadrà su di te. Se non riusciremo a proteggere la Terra, stai pur certo che la vendicheremo.- dico minacciandolo e bevendo il mio drink mentre lui si avvicina minaccioso a me.

-E come potranno i tuoi amici pensare a me mentre combattono te?- chiede avvicinando il bastone luminoso al mio torace ma nulla succede. Fff.

-Di solito funziona.- dice confuso dopo aver provato due volte.

-Può capitare di fare cilecca, sai.. mm.. non è così raro. Una volta su cinque.- dico ma non riesco a finire il discorso perché mi strangola.

-Vediamo come riuscirò a consolare tua nipote quando tutti voi, e soprattutto il suo caro dolce zietto, saranno morti. Ci sarà da divertirsi.- dice con un ghigno malvagio in viso. Poi mi butta a terra.

-JARVIS quando vuoi.- dico ignorando le frasi su mia nipote. Poi, mi prende dal viso e mi avvicina al suo.

-Vi piegherete tutti al mio cospetto.

-Avvia.- grido io mentre lui mi solleva per aria e io vedo la porta dell'ascensore aprirsi piano piano. Poi mi butta giù dalla grande vetrata rompendo tutto. Potrei anche morire in questo momento ma so che JARVIS non lo permetterebbe mai. Grazie ai sensori che ci sono sui bracciali che ho ai polsi, tutto si collega all'armatura e prima che possa schiacciarmi al suolo, essa si adatta perfettamente al mio corpo permettendomi di tornare su in poco tempo.

-C'è anche un altro che hai fatto incazzare.- dico arrivando alla sua altezza.- si chiamava Phill.- dico e lui cerca di colpirmi ma lo mando al tappeto con uno dei miei raggi. In quel momento un raggio azzurro parte dal marchingegno, dritto verso il cielo, aprendo una voragine nello spazio facendo uscire di li tutti i nostri peggior incubi.

-Giusto, l'esercito.- dico volando verso di loro e cercando di ucciderne il maggior numero possibile.

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-Stark, siamo a ore tre diretti a nord-est.- dice Natasha seduta al fianco di Clint al volante. Siamo tutti sul jet diretti alla Stark Tower e vediamo una situazione pessima.

-Vi siete fermati a fare uno spuntino?- chiede retorico zio Tony.- Andate sulla Park cosi ve li presento.

-Oh mio dio, sono degli esseri orribili.- dico io mentre Nat e Clint iniziano a sparare a quel mostri orribili che ci sfrecciano davanti seguendo zio Tony. Poi, ci avviciniamo alla struttura e vediamo Loki che combatte contro Thor. Quel bastardo.

-Nat.- la chiama Clint.

-Lo vedo.- dice lei cercando di centrare bene la mira. Inizia a sparare ma Loki ci colpisce con uno dei sui raggi e finiamo per precipitare. Merda, penso mentre vengo sballottata a destra e a sinistra.

-Vieni qui. Ti tengo!- mi grida Steve prendendomi dal bacino mentre con l'altra mano si tiene al jet. Clint tenta un atterraggio di fortuna e ci riesce, anche se distruggiamo un po' di cose. Quando il jet si ferma, corriamo tutti quanti fuori per cercare di capirci qualcosa.

-Tutto okay?- mi chiede Steve.

-Tutto apposto, grazie.

-Dobbiamo tornare lassù.- dice poi correndo via mentre noi lo seguiamo fino al centro della strada su un ponte. Alziamo gli occhi al cielo verso il grande buco nello spazio e vediamo uscire una creatura aliena gigantesca e altri piccoli alieni guerrieri in groppa ai loro mezzi volanti. Quando ci passa davanti agli occhi, possiamo vedere che è una specie di mezzo da dove sbucano altri alieni collegati ad esso.

-Stark, hai visto?- chiede Steve attraverso l'auricolare.

-Si ma ancora non ci credo. Dov'è Banner? E' già arrivato?- chiede con sicurezza.

-Banner?- domanda incerto Steve.

-Ancora non si è visto.- gli dico io.

-Tienimi informato.- dice concludendo la conversazione. Iniziamo  a mettere al sicuro più persone possibili ma con questi spari è una cosa quasi impossibile. Ci mettiamo dietro qualche macchina ferma li per ripararci un po' e fare il punto della situazione.

-Abbiamo ancora civili intrappolati.- dice Clint ma Steve viene distratto dal passaggio di alcuni alieni con a capo il fratello di Thor, Loki.

-Loki.

-Quegli esseri stanno distruggendo mezza città. Dobbiamo fare qualcosa prima che la radano tutta al suolo.- dico alzandomi e cercando di muovermi ma Natasha mi blocca per un braccio.

-Facciamo prima il punto della situazione. Se agiamo d'istinto, finiremo tutti ammazzati.- dice per poi tirarmi giù.

-Nat, ha ragione. Allora che si fa?- chiede Clint.

-Sono un bersaglio troppo facile.- dice Steve. Qualche raggio arriva anche a noi e Nat spara ma alcuni alieni cadono davanti a noi.

-Ci pensiamo noi. Andate.- dice Natasha.

-Riuscite a contrastarli?

-Capitano.- inizia Clint per poi regolare la sacca con le frecce.- Sarà un immenso piacere.

-Sei sicura?- chiedo guardando Nat negli occhi.

-Certo, piccolina, va.- dice lei con un leggero sorriso. Io le sorrido di rimando e poi mi aggrappo a Steve.

-Tieniti forte.- dice lui prima di lanciarsi dal ponte e atterrando sull'autobus per poi scendere giù, dopo una capriola. Ci buttiamo giù dal bus e iniziamo a correre mentre dietro di noi ci sparano a raffica. Continuiamo a correre più veloce che possiamo mentre schiviamo macchine e persone che sono in mezzo alla strada. Poi, troviamo un blocco delle auto della polizia e corriamo verso di loro. Io resto giù guardandomi in torno mentre Steve sale su una volante e parla con i poliziotti. -Servono uomini in quegli edifici.- dice indicando quelli alla sua destra.- Ci sono persone all'interno e finiranno sulla linea del fuoco. Fateli passare nei seminterrati o nella metropolitana. Teneteli lontani dalla strada. Mi serve un perimetro a partire dalla trentanovesima.

-Perché dovrei prendere ordini da te?- chiede il comandante ma subito dopo si sente un'esplosione e degli alieni ci spuntano addosso ma per fortuna riusciamo a farli fuori.

-Allora?- chiedo io leggermente alterata.

-Mi servono uomini in quegli edifici. Portate la gente lontano dalle strade.- dice ai suoi uomini.- Allestiamo un perimetro a partire dalla trentanovesima.

-Beh.. è stato efficace.- dico io guardando Steve che mi sorride leggermente poi continua a buttarsi nella mischia mentre io lo seguo. Poco dopo, riusciamo a tornare sul ponte per aiutare Nat e Clint che se la cavano bene anche se sembrano un po' indaffarati. Così, li aiutiamo a buttare giù quei mostri, quando arriva Thor e ne spazza via molti in un solo colpo. Spaccone.

-Come va la sopra?- gli chiede Steve.

-L'energia intorno al cubo è impenetrabile.- dice il biondo.

-Thor, ha ragione. Dobbiamo battere questi affari.- dice lo zio tramite l'auricolare.

-E come lo facciamo?- chiede Nat.

-Come una squadra.- dice Steve.

-Ho una questione ancora aperta con Loki.- dice Thor.

-Ah si? Mettiti in fila.- lo avvisa Clint.

-Mi sa che siamo tutti sulla stessa barca.

-C'è tempo. Loki tiene il fuoco su di noi, è questo che ci serve. Con lui questi affari sono controllabili. Abbiamo Stark su in cima ma avrà bisogno..- inizia ma si ferma al suono di una motocicletta che si ferma alle sue spalle. Banner.

-Allora, sembra uno scenario orribile.- dice lui mentre ci avviciniamo.

-Ho visto di peggio.- lo ribecca Natasha.

-Scusi..

-No, sarebbe utile vedere di peggio.

-Stark, è arrivato.- dice Steve riferendosi a Banner.

-Banner?

-Come avevi detto.- dice lui.

-Allora, che si metta l'armatura. La festa la facciamo da voi.- dice zio Tony.

-Sempre il solito.- dico sorridendo leggermente.

-Non mi sembra l'ideale per una festa.- dice Nat mentre zio Tony si avvicina a noi con quel coso gigantesco alle calcagna mentre noi ci prepariamo a combatte. Quel coso continua a fare strage di tutto.

-Dottor Banner.- dice Steve mentre lui si allontana.- Questo sarebbe un buon momento per arrabbiarsi.

-Questo il segreto, Capitano. Sono sempre arrabbiato.- dice lui e poco dopo si trasforma fermando quel mostro.

-Tienilo.- dice zio Tony mentre Banner lo tiene in aria e lui lo colpisce al centro distruggendolo. Ci mettiamo tutti in cerchio per avere una visuale maggiore del pericolo mentre ci prepariamo a caricare le nostre armi, e io e Nat ci scambiamo le nostre pistole come siamo solite fare. La cosa preoccupante e che da quella voragine enorme, continuano a uscire alieni altrettanto enormi. Si deve chiudere il passaggio.

-A te capitano.- dice zio Tony incoraggiando Steve.

-Ascoltatemi, finché non chiuderemo il portale faremo contenimento. Barton, ti voglio sul tetto. Occhi su tutto. Schemi e azioni isolate. Stark a te il perimetro. Ogni cosa oltrepassi i tre isolati o la incenerisci o la rimandi indietro.

-Mi dai un passaggio?- chiede Clint allo zio.

-Certo, Legolas.- risponde con sarcasmo mentre sfrecciano via.

-Thor, bisogna respingere quel portale, rallentali. Hai i fulmini, brucia quei bastardi. Noi tre resteremo a terra, combatteremo qui.- dice Steve.- E Hulk.. spacca.

Facciamo tutti del nostro meglio. Mentre noi continuiamo a combattere a terra, Hulk spacca qualche alieno verso i palazzi uccidendone alcuni. Thor crea, grazie a uno dei palazzi più alti, un fulmine carico di energia che spedisce verso l'enorme voragine uccidendo molti alieni e mandando quei grossi mezzi alieni da dove sono venuti. Clint aiuta mio zio scagliando frecce a destra e a sinistra mentre lo zio gira per la città facendo schiantare alieni un po' qui e un po' li mentre cerca di allontanarli dalle strade. Siamo un po' messi in difficoltà, sono troppi e noi siamo esausti.

-Beh.. Capitano, se non chiudiamo subito quel portale dubito che concluderemo qualcosa.

-Le nostre armi non lo scalfirebbe.- dice Steve.

-Ma qualcosa si deve pur fare.

-Non è una questione di armi, forse. - dice Nat guardando quei cosi mentre altri si avvicinano a noi.

-Se vuoi andare lassù, ti servirà un passaggio. -dice Steve.

-Ce la fai?- le chiedo.

-Si, non preoccuparti. Ce l'ho il passaggio. -dice vedendo arrivare uno di quei cosi sopra un loro mezzo. Si allontana poco poco e il Capitano si posiziona ben con lo scudo. Lei corre verso il capitano, salta sulla macchina e poi sullo scudo per avere la spinta necessaria dalle braccia di Steve e con successo si attacca a uno di quei mezzi. Non abbiamo neanche il tempo di guardare meravigliati Natasha che altri alieni ci attaccano e dobbiamo continuare a sfidarli. Zio Tony ci viene a dare una mano per qualche secondo. Mi riparo dietro una macchina mentre lui tira i suoi raggi verso lo scudo di Steve che, girandolo piano piano, prende molti alieni incenerendoli. Poi vola via facendoci arrangiare da soli di nuovo. Finalmente arriva anche l'esercito ma noi siamo lo stesso in difficoltà. Steve si trova sotto uno di quei cosi per evitare di essere ammazzato. Mi libero degli alieni che mi stanno attaccando e lo aiuto un po' prima di tornare a combattere.

-Capitano, la banca sulla quarantaduesima dopo la Madison, hanno chiuso molta gente li dentro.- riferisce Clint.

-Ci penso io. - risponde Steve.

-Vengo con te.- gli grido dietro prima di seguirlo. Entriamo da una delle finestre e attacchiamo gli alieni ma a uno di loro scappa una bomba di mano già attiva. Li distruggiamo piano piano e io mi butto di sotto per aiutare la gente che si trova rinchiusa mentre Steve continua a combattere.

-Copritevi gli occhi e la testa.- grido a tutti quando capisco che non c'è nulla da fare per uscire in tempo. Noi ci copriamo tutti mentre Steve viene scaraventato fuori dall'esplosione.- Capitano!!- grido con tutte le forze. Poi corro a distruggere una porta chiusa facendo uscire tutti e dirigendomi verso di lui che si alza a fatica dalla macchina sulla quale era caduto.

-Capitano.- grido ancora quando lo raggiungo.

-Sto bene, sto bene.- dice e poi si gira mentre una ragazza lo guarda in viso e lui si accorge di non avere più la maschera. La ragazza gli lascia un piccolo sorriso e lui ricambia prima di voltarsi verso di me.

-Non fa niente se una persona su miliardi ha visto il tuo volto. E' molto carina.- lo rassicuro io e mi lascia un piccolo sorriso. Siamo tutti esausti. Zio Tony ha perso potenza, Clint si è schiantato contro una finestra, Hulk viene accerchiato e sopraffatto dagli alieni e Thor e Natasha non so dove siano. La gamba comincia a sanguinare.

-Merda..- sussurro ma Steve mi sente.

-Emma.- dice venendo verso di me.- La gamba..

-Si sono staccati i punti.- dico prendendo una benda porta fortuna che uso sempre in battaglia. La lego bella stretta sulla ferita.- Per un po' dovrebbe tenere.

-Dovresti fermarti.- mi dice lui con una mano sulla spalla.

-No. Ce la faccio. Steve, ti prego, ce la faccio. Devo aiutare. Devo.. molti sono giù morti ma altri possono essere salvati.. io..

-Okay, okay. C'è qualcosa dietro che devi raccontarmi ma non è il momento. Andiamo.- dice facendomi alzare. Continuiamo a combattere e a noi si aggiunge Thor arrivato da non so dove ma Steve viene colpito. Annientiamo questi bastardi e poi Thor aiuta Steve ad alzarsi.

-Posso chiuderlo, mi ricevete? Posso chiuderlo.- dice Natasha con sforzo.

-Fallo.- grida Steve ma viene fermato da zio Tony.

-No, aspetta.

-Stark, c'è ne sono altri in arrivo.

-C'è un missile, esploderà in meno di un minuto.

-Ma che diavolo vuole fare?- chiedo appoggiata ad una macchina.

-Staremo a vedere.- dice Thor guardando il cielo.

-Stark, è un viaggio di sola andata.- gli dice Steve che ha capito tutto ma lo zio Tony lo ignora e io capisco che vuole fare.

-Zio Tony non puoi.- grido ma lui mi ignora. Lo vediamo sfrecciare per le strade con quel coso sulla testa dirigendosi verso quell'enorme voragine. Dopo poco, vediamo tutti questi alieni ancora in piedi accasciarsi al suolo ma di zio Tony nessuno traccia anche se sappiamo che il missile deve essere esploso.

-Chiudilo.- dice Steve serio mentre vede l'esplosione e poco dopo, la luce blu si spegne.

-No!!!- grido io iniziando a piangere e cercando di correre verso la torre ma Steve mi ferma.

-Emma! Emma, ferma.- dice bloccandomi anche se continuo a dimenarmi.

-No! E' la mia famiglia! La mia famiglia.- dico accasciandomi a terra con le lacrime che mi bagnano il viso.

-Incredibile.- dice Steve all'improvviso e alzo lo sguardo al cielo vedendo zio Tony precipitare dal cielo.

-Non rallenta.- dice Thor lasciandomi senza fiato e iniziando a far roteare il suo martello ma viene fermato da Hulk che acchiappa zio Tony e dopo varie botte lo porta a terra da noi.

-Zio Tony.- dico correndo verso il luogo della caduta sentendo anche la benda non contenere più il sangue ma non mi importa nulla. Thor lo gira e gli leva la maschera mentre io cado vicino al suo fianco. Steve gli sente il respiro ma non sente nulla. No, no, no, no.

-No.- sussurro leggermente continuando a piangere. Poi, Hulk lancia un forte urlo e lui si sveglia urlando.

-Che paura. Che cosa è successo?- dice e mio mi butto su di lui piangendo.- Ditemi che nessuno mi ha baciato.

-No ma ci penso io.- dico con le ultime forze riempiendolo di baci. Poi la vista si offusca e non sento più niente ricadendo al suo fianco ma dato che lui è vivo può anche andare bene così.

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Capitolo 8
*** Capitolo otto ***


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Era finito. Tutto era finito.

Quando abbiamo salvato la Terra e dopo che Tony è atterrato sano e salvo, Emma è svenuta. Tony ha subito dato di matto ma, io e Thor, gli abbiamo spiegato tutto quello che era successo. Gli abbiamo parlato della sua tenacia -mentre chiamava un'autombulanza- della sua forza e della sua paura nei suoi confronti. Lui ci ha risposto che sapeva quanto sua nipote fosse testarda ma che le dovevamo impedire di continuare a combattere, anche se lui stesso sapeva che sarebbe stato inutile e una perdita di tempo prezioso. Dobbiamo aspettare un bel po' prima di sapere che l'autombulanze erano tutte occupate e che nessuno sarebbe venuto, così con quella poca energia che gli era rimasta, Tony prende in braccio Emma e la porta in ospedale. Attraverso gli auricolari ci dice ti recarci tutti alla torre per prendere Loki. Lo abbiamo accerchiato e lo abbiamo messo sotto custodia, ci siamo cambiati e sistemati e poi abbiamo seguito Thor che ha portato via il fratello e il tesseract. Abbiamo preso tutti strade diverse. Clint e Natasha sono tornati allo SHIELD, Tony e Bruce sono tornati alla torre e a visate Emma. Io.. io non sapevo dove andare e sono tornato al mio piccolo appartamentino. Avrei voluto raggiungere Emma, avrei voluto starle vicino ma non ci sono riuscito per uno strano motivo lontano da ogni logica che neanche io conosco. Sono passate settimane e settimane e so che è uscita dall'ospedale ed è tornata alla base di Washington dello SHIELD, Tony quando vuole si lascia andare con le parole. Così, decido di prendere la moto e andare a trovarla. Quando arrivo davanti casa sua, la vedo uscire dal portone dove è situato il suo appartamento e quando alza lo sguardo mi osserva per poco tempo e mi regala un immenso sorriso. Mi accorgo solo in quel momento che porta un auricolare all'orecchio destro.

-Maria, credo di dovermi prendere oggi la giornata libera. La persona di cui ti parlavo è appena arrivata.- dice guardandomi dalla testa ai piedi sempre sorridendo.- Si , certo. Glielo riferirò. Mi domandavo quando l'avrei rivista, signor Rogers.

-A quanto pare, mi aspettavi. Mi dispiace non essere venuto prima.- dico avvicinandomi di qualche passo mentre lei fa lo stesso.

-Non fa niente. Ognuno reagisce in modo differente alla fine delle battaglie. Avevi bisogno del tuo tempo.- dice e qui capisco che con lei posso parlare di tutto.- Beh.. cosa avevi intenzione di fare?

-Volevo parlare con te ma a quanto pare, dovevi andare a lavoro.

-Per oggi lo saltiamo il lavoro.- dice per poi prendermi a braccetto.- ti va di fare colazione?

-Con molto piacere. 

Entriamo nella caffetteria dove lei va di solito e in effetti, tutti quanti la conoscono e restano sbalorditi quando vedono me. Lei mi dice di ignorarli e di andarci a sedere. Quando la cameriera arriva per prendere le ordinazioni, Emma ordina per entrambi con il suo solito. Poco dopo, arrivano due cappuccini e due muffin al cioccolato con spremuta di arancia inclusa ma tutti continuano a fissarmi.

-Perché mi fissano?- le chiedo iniziando a mangiare.

-Qui a Washington c'è un museo e una parte di questo museo è dedicata a te.

-Davvero?- chiedo incredulo.

-Certo. Sei stato un eroe e continui ad esserlo. Tutti sanno che Captain America è tornato ma vederlo con i propri occhi è tutta un'altra cosa.- dice con tranquillità e non curanza.

-Ci sei mai stata?

-Una volta sola quando ero molto piccola, potevo avere 6 anni, credo. Zio Tony mi ha portata li perché mi parlava sempre di te come ti ho già detto e io volevo sapere sempre di più su di te così ha fatto delle ricerche e ha scoperto che al museo avevano fatto una parte riservata a te, a tutto quello che hai fatto e.. al tuo gruppo.- a quelle parole mi viene subito in mente Bucky e mi rattristo un po'. 

-Quindi sai cosa è successo..

-Non tutto. Al museo non c'è scritto tutto quindi ..- chiede velatamente.

-Vuoi che racconti io.

-Se ti va.- dice finendo il suo cornetto. 

-Certo, mi piacerebbe ma tu dovrai raccontarmi di te.- e dicendo questo il nostro patto era sigillato. Poco tempo dopo, stiamo camminando per strada con le nostre tazze calde di cappuccino.

-Quindi fammi capire.. eri un ragazzino smilzo ma che voleva andare assolutamente in guerra per il suo paese e che aveva mandato la richiesta ben quattro volte scrivendo bugie ma nessuna era mai stata accettato?

-Esatto. Solo l'ultima volta, grazie al dottor Abraham Erskine, mi hanno preso. Voleva provare che fossi adatto al suo progetto e fu così.- dico io prima di prendere un sorso di cappuccino.

-Ti sei buttato addosso a quella che sarebbe stata poi una bomba finta.- dice lei ricordando questo passaggio.

-Esattamente.- sorridendo al suo entusiasmo.

-Sai, i tempi sono cambiati ma per motivi simili ai tuoi ho accettato di far parte dello SHIELD. E ti chiederai perché non semplicemente nell'esercito? Perché nello SHIELD combattiamo missioni più grandi di quelle che si possano combattere normalmente e sono orgogliosa di poter dare una mano in questo.- dice con orgoglio in voce. E' una ragazza straordinaria. Se qualcuno dovesse guardarla adesso vedrebbe una bellissima donna in jeans stretti e un top nero che le lascia scoperte le spalle ma anche dal gomito in giù, con un paio di occhiali da sole enormi in viso che le coprono il trucco semplice come lo sono le sue scarpe. Una piccola borsa del colore dei Jeans e forse l'unica cosa vistosa che spicca nel suo aspetto è l'intreccio di fedi che porta all'anulare destro. La gente vede solo questo ma non potrà mai rendersi conto di quanto sia fantastica e dolce e piena di coraggio e forza. Come .. come Bucky.- Comunque.. poi che è successo?

-Sono stato mandato in un reparto speciale dell'esercito per vedere chi fosse "adatto" a seguire l'esperimento. Ero sotto il comando del colonnello Phillips e dell'agente ..

-Carter, il tuo primo ed un unico amore..- dice lei interrompendomi.

-Esatto. Poi il dottore mi ha scelto ed è stato fantastico aiutare quella gente e aiutarla ora ma avere lo stesso siero in corpo che ha reso Teschio Rosso quello che era mi fa un po' di ribrezzo.

-Quindi è per questo che è diventato in quel modo? Come mai?- mi chiede buttando in un cestino i nostri bicchieri ormai vuoti.

-Perché ancora il siero non era stato perfezionato e lui è diventato il mostro che era. 

-Ha fatto male?- chiede togliendo gli occhiali dal viso e portandoli tra i capelli biondi sciolti sul viso.

-Moltissimo ma è servito per una buona causa.

-E in tutto questo che cosa centra il tesseract?- chiede in modo serio.

-Non sappiamo sinceramente come il teschio rosso abbia avuto il tesseract ma sappiamo per certo che lo abbia usato per dare vita alle idee di Zola per creare le armi che avrebbero conquistato il mondo, o meglio che gli avrebbero permesso di conquistare il mondo.

-Terrificante.- dice e pochi secondi di silenzio dopo fa una domanda.- come hai conosciuto il padre di Tony?

-Era li quando il dottor Erskine ha usato il siero del super soldato su di me, le macchine erano le sue e ..- dico ma mi blocco al ricordo del dottore ucciso e lei lo nota.

-Che succedette? 

-Il dottore venne ucciso da uno degli agenti infiltrati dell'Hydra riuscendo a portare con sé l'ultima delle fiale usate su di me. Sono riuscito a prenderlo ma ha preferito uccidersi con il cianuro pur di non venire con me e la fiala si è rotta nell'inseguimento.

-Quindi dato che credevano che tu fossi l'unico uomo con il siero in corpo decisero di non farti entrare in azione per un bel po' di tempo, giusto?- chiede mentre entriamo in un parco dopo una lunga camminata.

-Esatto. Mi fecero diventare un'icona e un personaggio famoso. Mi fecero partecipare a degli spettacoli di promozione con un costume e delle ballerine che venivano sempre in giro con noi ma ovviamente, non era quello che volevo. Poi in Italia ho scoperto che Bucky faceva parte di una lista di uomini dispersi, o meglio catturati dall'Hydra. Il colonello Phillips non voleva assolutamente che andassi ma si trattava del mio migliore amico e avrei fatto qualsiasi cosa per salvarlo. Così, disobbedendo agli ordini e aiutato da Peggy e da Stark, siamo partiti per la missione e sono riuscito a portare in salvo il suo gruppo di uomini e il mio migliore amico. Siamo riusciti a distruggere la base con le armi create da Zola e Teschio Rosso con l'aiuto del tesseract e io e Bucky l'abbiamo affrontato ma, insieme allo scienziato, sono riusciti a scappare con il tesseract in mano.

-Eri felicissimo di riavere il tuo migliore amico insieme a te.- dice lei sedendosi su una delle panchine del parco e io la seguo a ruota.

-Certo, era il mio braccio destro ma molto prima è stato la mia forza fisica come io sono stata la sua anche se non allo stesso modo. Bucky è sempre stato protettivo nei miei confronti ma questa è un'altra storia.

-E quando l'hai perso di nuovo..

-Eravamo in una missione su un treno..-dico interrompendola.- Zola era lì e siamo riusciti a catturarlo ma .. ma Bucky ha usato il mio scudo per difendersi ma un raggio delle nuove armi di Zola l'hanno sbalzato via ed è finito fuori dal treno.. io.. io l'ho seguito ed era aggrappato li che voleva aiuto. Stavo quasi per afferrarlo ma la maniglia del vagone, al quale si stava attaccando con tutta la sua forza, si è staccata dal vagone e..

-Steve, non devi raccontarmi tutto nei minimi dettagli. Va bene così..- dice lei passando una mano sulla mia schiena per consolarmi e darmi aiuto e sostegno.

-Lo so, ma devo dirlo per me.- le dico e dopo pochi secondi riprendo.- Bucky è precipitato in un burrone. Ho visto il mio migliore amico cadere senza poter fare niente. Ci siamo salvati tutti ma lui no..

-Poi.. che è successo?- mi chiede con garbo.

-Hanno interrogato Zola e ci ha rivelato la zona di quella che credevamo fosse l'ultima base Hydra. Io ero in un bar quel giorno e non riuscivo a capacitarmi della morte del mio migliore amico. Bevevo a dismisura ma a causa del siero non riuscivo a ubriacarmi. Quando ho saputo la notizia, sono subito partito. Riesce a scappare dalla base con un veicolo di volo ma io lo raggiungo anche se sapevo che poteva essere una missione suicida. Nel combattimento, la teca che conteneva il tesseract si rompe e toccandolo, Teschio rosso venne risucchiato e scomparve nel nulla. I comandi, però, del velivolo vennero danneggiati e io non ho avuto opportunità di tornare indietro dall'unica persona che mi rimaneva oltre la mia famiglia..

-Peggy..- sussurra lei.

-Esatto..- dice piano.

-Che tipo era? Bucky, intendo.- chiede quando ci rialziamo per tornare indietro.

-Lui .. lui c'era sempre. Io ero preso di mira dai bulli per via del mio aspetto esteriore ma lui mi ha sempre salvato e sostenuto anche se io ero uno che cercavo di difendermi sempre da solo per via della mia forza di volontà. Aveva una sorella, Rebecca, e grazie a suo padre morto purtroppo in un addestramento, ha abbracciato la vita militare. Voleva salvare il mondo e combattere per le cose giuste. Lui eri li con me quando mia madre è morta e sono rimasto solo e mi aveva promesso che sarebbe rimasto con me fino alla fine, come sempre, e così è stato.

-Mi sarebbe piaciuto conoscerlo.- dice con una leggera allegria.

-Gli saresti sicuramente piaciuta. Era uno a cui piaceva molto essere circondato dalle belle ragazze ma si sarebbe creato un bel feeling. Siete molto simili e sareste andati sicuro d'accordo. In oltre, sei anche una bella ragazza e anche questo gli avrebbe fatto piacere.- dico con un leggero rossore.- tu invece? Perché volevi continuare a combattere in quel modo nonostante le tue condizioni? 

-Per via dei miei genitori.- dice e vedendo il mio sguardo confuso comincia a spiegare.- Avevo solo cinque anni quando sono morti. Ci fu un incredibile incidente stradale perché dei rapinatori di banche stavano scappando. Hanno fatto sbandare un camion che è finito su molte macchine, tra cui quella dei miei genitori prendendo solo i posti anteriori del veicolo, ovvero i loro. Queste sono le loro fedi.- dice mostrandomi l'anello che aveva al dito.- Lo zio Tony le ha recuperate e quando sono stata abbastanza grande da portarle mettere, le ha consegnate già modificate. Le hanno unite per formare un solo anello.

-Come sei sopravvissuta?

-Ero attaccata al seggiolino della macchina bella stretta. Quando la macchina si è ribaltata, sono rimasta attaccata al seggiolino anche se alcuni pezzettini di vetro mi hanno ferito il viso. Happy, l'autista di zio Tony, si è fermato per fortuna li vicino e mi hanno sentita piangere. Zio Tony non era ancora Iron Man ma aveva perso da poco i genitori.- dice avvicinandosi al portone di casa sua.

-Quanti anni hai Emma?

-Ventun anni. Zio Tony aveva ventinove anni e aveva da poco più di otto anni perso i suoi genitori. Mi ha rassicurata, portata in ospedale e poi presa con sé. Forse perché gli ricordavo lui ma ero troppo piccola per badare a me stessa o perché ho suscitato tenerezza nel suo cuore.- dice aprendo il portone.

-Beh.. è stata una bella mattinata e dovrei tornare a casa..- dico guardandola in viso.

-Vieni a lavorare allo SHIELD.- getta li come se nulla fosse.

-Come?

-Fury e Maria mi hanno chiesto di te e di chiederti se avresti accettato il lavoro e io ho detto che ti avrei convinto.- dice sorridendo.

-Cosa ti fa capire che accetterò?

-Non puoi stare lontano dalla battaglia e poi combattiamo bene insieme. In più, lo farai per Bucky e Peggy. Lei era una degli agenti che ha contribuito a creare lo SHIELD.- dice continuando a sorridere e riuscendo a convincermi.

-Bene, credo che mi farò dare l'appartamento in questo palazzo.- dico ricambiando il sorriso.

-L'appartamento sopra il mio è libero.- dice lei 

-Bene, devo solo andare a prendere le mie cose e tu puoi parlare con il proprietario del palazzo per me.

-Certamente.

-Allora, ci vediamo presto, nuova vicina.- dico camminando all'indietro.

-Ci vediamo, nuovo vicino.- dice lei salutandomi con la mano. Salgo sulla mano e parto via pronto ad iniziare una nuova avventura.

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