Un Nuovo Inizio di MiakaHongo (/viewuser.php?uid=77471)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incubi ***
Capitolo 2: *** Equilibrio Perduto ***
Capitolo 3: *** Bugie ***
Capitolo 4: *** Incertezza ***
Capitolo 5: *** Destino Oscuro ***
Capitolo 6: *** Il nuovo Consiglio ***
Capitolo 7: *** la Lezione ***
Capitolo 8: *** Determinazione ***
Capitolo 9: *** Ricordi ***
Capitolo 10: *** Futuro senza Visioni ***
Capitolo 11: *** Rimpianti ***
Capitolo 12: *** Verdetti ***
Capitolo 13: *** Tranquillità e Tensione ***
Capitolo 14: *** Il Viaggio ***
Capitolo 15: *** Coruscant ***
Capitolo 16: *** Il Ballo ***
Capitolo 1 *** Incubi ***
cap 1 incubi
Rey stava
dormendo quando
improvvisamente una sequela di scene terrificanti le passarono
velocemente
davanti agli occhi: la battaglia di Exegol, Palpatine che le rivela di
essere
suo nonno e Ben che sacrifica la sua vita per lei morendo tra le sue
braccia
lasciandola inerme. Ma non erano solo immagini del passato,
susseguirono anche
delle scene che non aveva mai visto e che mai avrebbe voluto si
realizzassero,
ovvero i suoi amici: Poe, Finn e Rose feriti che urlavano dal dolore.
Non
poteva più sopportare quella vista quindi fu lei a
sovrastare le loro urla con
le sue, fu allora che piombò un improvviso silenzio e si
ritrovò circondata da
un’oscurità fitta e fredda che la fece sentire
improvvisamente sola e
angosciata.
“C’è qualcuno?”
Chiese guardinga in posizione difensiva, nonostante non avesse nessuna
arma con
se.
“Per quanto ancora fingerai che io non esista?”
Quella fredda voce femminile le era familiare.
“Chi sei tu?”
“Tu sai già chi sono io, lo sai da sempre, fingi
solo di non saperlo… ma
d’altronde è quello che sai fare meglio, no?
Fingere che le cose che non ti
piacciono non esistano!”
Quelle parole la fecero svegliare di soprassalto con il fiato corto e
il cuore
che le batteva forte.
Da tempo faceva incubi del genere
sugli eventi di Exegol ma
era la prima volta che vedeva quelle altre scene. Osservò le
sue mani e
tremavano.
Era da quando Ben aveva sacrificato la sua vita per trasferirle la sua
energia
vitale che sentiva la Forza scorrere in lei in modo insolito e
irrequieto e, a
volte, quando era maggiormente turbata, sentiva la Forza dentro di lei
fremere,
le mani tremare ed il battito accelerarsi, proprio come in
quel momento.
Da quando era tornata si era buttata a capofitto negli allenamenti ma
quella
strana sensazione tornava lo stesso, ed essendo sempre più
frequente, iniziava
a preoccuparsi.
Non dormiva più bene e per quanto si sforzasse di andare
avanti e tenersi
occupata, quando il suo pensiero tornava a Ben sentiva il respiro
mancarle… per
tutta la sua vita aveva cercato qualcuno che potesse comprenderla e
farla
sentire al suo posto, e dopo tutto quello che avevano passato lei e
Ben,
finalmente erano riusciti ad aprirsi l’uno con
l’altra, avevano sconfitto
Palpatine insieme e si erano ritrovati. Si erano scambiati un bacio ed
in quel
momento aveva provato una felicità e serenità mai
sentite prima di allora, si
era anche illusa che quella condizione potesse durare, ma in un attimo
aveva
realizzato che Ben si era sacrificato per lei e d’improvviso
sprofondò in un
baratro da cui ancora adesso dubitava che ne sarebbe mai uscita.
Come avrebbe voluto riaverlo lì davanti, c’erano
così tante cose che voleva
dirgli. Le mancava sentire il legame che li univa, le sue
‘visite’ inaspettate,
la sua voce ed il suo sorriso: subito dopo essersi baciati per qualche
attimo
si erano scambiati un sorriso e per la prima volta ne aveva visto uno
così
genuino sul volto di lui… lo aveva trovato così
bello che avrebbe fatto
qualsiasi cosa per rivederlo ancora.
Ma per quanto ci avesse provato non riusciva a comunicare con lui
attraverso la
Forza, né lui si era mai presentato sottoforma di presenza
nella Forza come
avevano fatto in passato gli altri Jedi con cui aveva avuto un legame,
sentiva
solo una sua leggera presenza in lei, nella parte di energia vitale che
gli
aveva donato, poteva ancora percepire il legame che li legava ma era
come se
dall’altra parte di questo ci fosse solo un vuoto
incolmabile.
Rimase per qualche attimo immobile assorta nei suoi pensieri, ma ad un
certo
punto sospirò e con un colpo deciso si alzò dal
letto.
Sapeva che non poteva fare nulla a riguardo quindi si sforzò
a non pensare e
andare a fare una passeggiata, magari uscire l’avrebbe
aiutata a distrarsi.
Mentre camminava per il campo salutò alcuni ribelli cercando
di sorridere. Il
campo ultimamente era sempre più pieno di nuove persone che
venivano in visita,
ad unirsi alla resistenza o a salutare e ringraziare i loro eroi di
guerra.
Ma fu in quel momento che tra la gente scorse i suoi due migliori
amici: Poe e
Finn. Il suo volto si illuminò e corse loro incontro
abbracciandoli ancora
prima che potessero dire qualcosa.
Dagli eventi di Exegol si erano visti davvero poco, a parte i
festeggiamenti
per la vittoria, poi entrambi erano stati parecchio impegnati in veste
di nuovi
generali a fare incontri con le persone dei vari pianeti che li avevano
aiutati
nella battaglia. Proprio in quel momento erano tornati da un viaggio
che faceva
il giro dei suddetti pianeti.
“Hai intenzione anche di farci respirare? Sai potrebbe
servirmi se questo
abbraccio dura ancora molto!”
Disse ironico Poe con un filo di voce. Solo allora Rey si rese conto
che li
stava forse stringendo troppo, li sciolse quindi subito
dall’abbraccio.
“Scusatemi. E’ che ero felice di vedervi e non mi
sono accorta che la mia
stretta fosse così salda!”
“Lascialo perdere Rey, sai bene che Poe adora scherzare:
ovviamente anche noi
siamo molto felici di vederti!”
Cercò di rassicurarla subito Finn.
“Come state? Come è andato il viaggio?”
“Meglio di quanto ci aspettassimo, ma lo sapresti se fossi
venuta anche tu!”
Questa volta il tono sarcastico di Poe lasciò trapelare un
velo di rimprovero.
In effetti avevano chiesto anche a lei di partecipare ma si era
rifiutata
abbozzando qualche scusa sul dover recuperare bene le forze, quando in
realtà
per quanto amasse avere degli svaghi in quel periodo, non se la sentiva
proprio
di fare incontri diplomatici, soprattutto con persone che non avrebbero
fatto
altro che farle rivivere continuamente quella tragica battaglia e gli
eventi ad
essa correlati.
“La prossima volta cercherò di venire…
piuttosto, per caso avete trovato quello
che vi avevo chiesto?”
Rispose cercando di cambiare argomento. Finn tirò fuori
dallo zaino un paio di
libri e delle pergamene.
“È stato difficile cercarli e ottenerli ma questi
sono tutto quello che abbiamo
trovato, non è molto ma è roba rara, ce li hanno
dati solo quando abbiamo detto
che erano per te”
Rey gli aveva chiesto di portarle tutto il materiale che avrebbero
trovato sui
Jedi. Sapeva che fosse materiale molto raro ma dopo che erano andati
distrutti
quelli di Ahch-To, sperava ce ne fossero altri custoditi negli altri
pianeti e
che le potessero dare maggiori informazioni sui Jedi.
“Contenta? Così potrai fare le tue ‘cose
da Jedi’”
Disse ironico Poe facendo un gesto teatrale passando la mano aperta in
orizzontale davanti al viso, cosa che fece inevitabilmente ridere Rey.
Da quando lui e Finn l’avevano vista usare i suoi poteri
della mente contro dei
soldati del Primo Ordine, ne erano rimasti talmente colpiti che non
perdevano
occasione per parlarne, ed in particolare Poe ci scherzava sempre
chiamando
ogni cosa strana che
riguardasse i Jedi ‘cose da
Jedi’ e mimava sempre il gesto che aveva visto fare a Rey
quel giorno.
“Non esagerare o li userà contro di noi prima o
poi!”
Disse Finn scherzando a Poe, anche se la sua voce tradiva un fondo di
velata
preoccupazione.
“Magari lo ha già fatto, chi può
dirlo!”
Rispose lui di rimando.
“Ehi! Non userei mai i miei poteri su di voi, lo sapete
bene!”
Però Rey ringraziò mentalmente i suoi amici:
grazie a loro finalmente la
giornata era diventata più spensierata di come era iniziata
e avrebbe
continuato volentieri in quella direzione, ma c’era una cosa
che voleva
assolutamente dire ai suoi amici e che aveva rimandato per troppo
tempo.
“Devo parlarvi un attimo, ci spostiamo in un luogo
più appartato?”
“Che coincidenza anche noi dobbiamo parlarti!”
Non sapeva cosa volessero dirle i suoi amici, comunque prese i libri e
le
pergamene da Finn e si diressero ad un tavolino isolato, si sedettero
quindi
tutti.
Da quando avevano vinto la battaglia non aveva ancora parlato loro di
Ben, un
po’ perché le occasioni di parlare erano state
poche, ma di più perché non
aveva la minima idea di come affrontare il discorso, sarebbe stata
difficile da
accettare e non li biasimava, in fondo loro lo conoscevano solo come
Kylo Ren.
Non riusciva a trovare le parole giuste nemmeno adesso che si era
decisa a
parlarne, furono quindi i loro amici ad anticiparla.
“Facciamo che ti diciamo noi prima la nostra”
Propose Finn spostando il suo sguardo su Poe, lasciando a lui
l’ingrato compito
di iniziare il discorso.
“Rey, durante la nostra visita dei pianeti che avevano
partecipato alla guerra
di Exegol abbiamo fatto come ben sai anche molti incontri diplomatici
ed il
punto su cui molti concordavano era il tentativo di creazione di una
nuova
forma di governo. Ovviamente non parliamo di una nuova Repubblica, i
pianeti in
questione sono troppo pochi ed alcuni hanno già una sorta di
forma di governo
loro, i tempi sono prematuri per questo”
“Ma molti di questi sono stati concordi nel voler provare a
creare un primo
esperimento: un Consiglio dove ognuno manderà un
rappresentante, sarà indetta
una riunione tra due settimane qui a cui parteciperanno in tutto 6
rappresentanti più due temporanei dei ribelli”
Aggiunse Finn.
“Indovina chi sono i fortunati? Esatto…
disgraziatamente noi! Al momento
l’organo sarà in prova per vedere come
sarà il riscontro delle persone ed io e
Finn ci alterneremo a seconda dei nostri impegni nella ribellione.
Ammettiamo
di non essere entusiasti della cosa, ma fino a pochi giorni fa non
avrei mai
immaginato di essere nemmeno un generale a dirla tutta!”
“Ma è magnifico Poe, sono felice per voi! Sono
convinta che ve la caverete bene
e che aiuterete a portare la pace nella galassia anche in questo
modo”
“E’ un bene che tu la prenda così
perché c’è un’altra cosa che
ti dovevamo dire
ma non sappiamo come la prenderai: il nuovo Consiglio vorrebbe avere un
rappresentate unico che possa ispirare fiducia agli occhi del popolo, e
chi
meglio della Jedi che ha salvato la galassia?”
Disse Finn velocemente con un sorriso forzato, quasi come se dirlo in
fretta
avrebbe aiutato Rey a digerirla meglio, ma non fu così: Rey
era rimasta a bocca
aperta sconcertata da quelle parole.
“Ma si sono bevuti il cervello per caso? Mettere come
rappresentante politico
un Jedi? Non era bastato loro l’impero? Tra l’altro
non ho nessun tipo di
competenza politica!”
Solo l’idea di lei come una sorta di imperatrice le faceva
venire la voglia di
vomitare, soprattutto considerando il suo legame di sangue con
Palpatine.
“Non fraintendere il nuovo Consiglio vuole restare
democratico, il tuo sarebbe
solo un ruolo di facciata da usare in questo primo periodo, sicuramente
i
popoli si fideranno più facilmente dell’eroina di
Exegol. Una volta rodato il
Consiglio sarà autonomo e la tua figura non più
necessaria, forse anche noi in
futuro saremo sostituiti da membri più esperti di
politica”
“Ma io non sono nemmeno del tutto un Jedi, non ho mai
concluso il mio
addestramento ed ho così tanto ancora da imparare”
“Non fare la modesta, abbiamo vinto la guerra grazie a te:
nessuno ha le tue
capacità e nessuno sarebbe stato capace di sconfiggere
Palpatine, senza di te
saremmo morti tutti e la galassia sarebbe perduta!”
A quell’ultima affermazione di Poe il volto di Rey
diventò più cupo; cosa che
iniziò a preoccupare i suoi due amici.
“Ma è proprio di questo che volevo
parlarvi… ci sono dettagli che non sapete di
quel giorno, avete presente Ben Solo?”
“Intendi Kylo Ren? Come potremmo dimenticarlo! Sembra
sparito, il primo ordine
è ormai sfaldato e c’è
un’alta probabilità che possa essere morto, non
è
fantastico?”
Le parole di Poe le fecero più male del previsto ma in fondo
era stato
torturato da lui tempo fa, non poteva biasimarlo.
“In realtà c’era ancora Ben Solo in lui
e alla fine ha fatto la scelta giusta:
c’era anche lui a Exegol ed ha combattuto al mio
fianco”
Le facce dei suoi amici sembravano perplesse.
“Sicura che non fosse un’altro dei suoi trucchetti
per cercare di farti passare
dalla sua parte?”
Sentenziò Finn.
“Certo che ne sono sicura!”
“Ti ricordo che è lo stesso Ren che ci ha
torturati, catturati e che ha tentato
di ucciderci più volte”
Puntualizzò Poe. Rey stava iniziando a perdere la pazienza.
“Vi ho detto che ne sono sicura”
“Come puoi esserlo?”
Era difficile da spiegare perché non ne aveva mai parlato a
loro, ma non
riusciva più a nasconderglielo.
“Eravamo connessi nella Forza: riuscivamo a percepire a
vicenda le nostre
emozioni e le nostre intenzioni, il che si manifestava visibilmente
ogni volta
che la Forza ci connetteva: riuscivo a vederlo davanti a me proprio
come adesso
vedo voi”
“Aspetta stai dicendo che tu e Ren potevate vedervi e
comunicare? Da quando?”
“Da quando sono stata la prima volta su Ahch-To,
lì abbiamo avuto la prima
connessione ma poi la cosa si è ripetuta più
volte in seguito, non decidevamo
noi quando”
“Cioè ci stai dicendo che tu da allora hai
comunicato più volte con il nostro
nemico e non ci hai detto nulla? Hai idea di quanto possa essere stato
pericoloso?”
Chiese alterato Finn: tono che fece spazientire Rey, la quale
iniziò ad alzare
anche lei la voce.
“Non era pericoloso: potevamo vederci ma non dove eravamo,
non ve l’ho detto
solo perché sapevo che avreste reagito in questo
modo!”
“Oh scusami se noi cercavamo di salvare la galassia mentre tu
parlavi
bellatamente col nostro nemico! Di cosa parlavate per non essere un
pericolo
per noi, del tempo?”
Replicò secco Finn.
“Come vi ho già detto lui mi ha aiutata contro
Palpatine e non sarei qui se non
fosse per lui, in passato ha fatto cose orribili ma è sempre
stato combattuto e
alla fine ha fatto la scelta giusta ed è stato al mio fianco
contro Palpatine.
Non dico che dovete venerarlo ma almeno non fatelo passare per un
mostro, lui è
morto ad Exegol, voglio che la gente sappia chi ha deciso di essere
alla fine”
“Sei troppo buona Rey, non dovresti sentirti in colpa per la
sua morte. Buon
per lui se è riuscito a farne una giusta ma di certo questo
non lo redime da
tutte le atrocità che ha fatto”
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, Rey sentí
crescere una forte
rabbia dentro di lei.
“Ben ha dato la sua vita per salvarmi, se non fosse per lui
io non sarei qui.
Quindi se ritenete me un’eroina, lui lo è
altrettanto!”
Si alzò furiosa con gli occhi lividi di rabbia, sbattendo le
mani sul tavolo e
corse via più velocemente che poteva, ignorando le voci dei
suoi amici che
chiamavano il suo nome, non voleva sentire altro da loro.
Rey corse fino ad essere abbastanza lontana dall’accampamento
e dai suoi amici,
quindi si fermò e si sedette su una roccia per riprendere
fiato.
Le sue mani tremavano nuovamente, la Forza dentro di lei era
più instabile del
solito, probabilmente a causa dei sentimenti scaturiti da quella
conversazione.
Cercò di respirare, chiuse gli occhi provando a meditare per
calmarsi, ma era
inutile: non poteva fare a meno di pensare a quanto accaduto poco
prima.
C’era solo una persona che avrebbe potuto capirla o
confortarla in quel
momento, per l’ennesima volta fece il disperato tentativo di
comunicarci
tramite la Forza.
“Ben se sei lì da qualche parte ti prego parlami,
ho bisogno di te, mi manchi,
solo tu puoi aiutarmi!”
Ma quando riaprì gli occhi e si accorse che
introno a lei non c’era
nessuno, non riuscì più a trattenere le lacrime,
portò le ginocchia al petto
con le braccia e tra di esse lasciò scivolare la testa
mentre singhiozzava.
Era sola.
Non sapeva dire quanto tempo fosse passato, sapeva
solo
che le lacrime erano finite quindi si alzò lentamente ed
iniziò a camminare, ma
essendo ancora sovrappensiero inciampò in qualcosa.
La sequela di bip che seguirono le fecero capire che non era inciampata
in una
roccia bensì nel suo sferico amico BB-8.
“Scusami BB-8 non ti avevo visto, che ci fai qui?”
Ma prima che potesse avere una risposta vide Poe e Finn arrivare
trafelati.
“BB-8 l’hai trovata?”
“Mi stavate ancora cercando?”
Poe sospirò.
“Certo! Siamo sempre tuoi amici e non ci piace vederti
così… ed ammettiamo che
forse abbiamo esagerato prima, ci dispiace!”
“Non volevo alzare la voce in quel modo Rey”
Disse Finn con aria sinceramente dispiaciuta.
“Anche io l’ho fatto Finn”
Ammise lei.
“Forse ti abbiamo dato l’impressione di non
crederti ma non è così”
“No Poe, ho sbagliato anche io, vi ho nascosto del mio legame
con Ben e sapevo
che per voi sarebbe stato difficile fidarvi di lui anche dopo aver
sentito
degli eventi di Exegol… in fondo non vi biasimo, avete
sofferto molto a causa
sua… ma ho perso comunque il controllo”
“E’ vero non ci fidiamo di Ren… ma ci
fidiamo di te Rey! Sei la nostra migliore
amica e dovevamo darti più fiducia. Inoltre il ruolo della
rappresentante era
solo una proposta, se non te la senti faremo il nuovo Consiglio
senza”
Poe le tese la mano in segno di tregua abozzando un sorriso.
“Amici?”
Rey prese la sua mano.
“Non abbiamo mai smesso di esserlo!”
“Anche se non vorrai fare da rappresentante spero almeno che
ci verrai a vedere
alla riunione per darci supporto e suggerimenti… penso che
potremmo averne
disperatamente bisogno!”
“Puoi contarci Finn”
“Bene, torniamo a casa allora!”
Mentre ritornavano tutti insieme verso casa Rey pensò che
forse non era poi
così sola e per il resto della giornata non sentì
più tremare le mani.
Ma quello che ancora non sapeva è che presto quella quiete
sarebbe stata
minacciata ancora.
**Angolo
Autrice**
Ho recuperato da poco la saga dei film di Star Wars e il TROS
mi ha lasciata
con molti interrogativi (e devasti emotivi), sono quindi stata ispirata
a
scrivere questa fic su un possibile seguito anche perché
secondo me personaggi
come Rey e Ben meritano un maggiore approfondimento.
Preciso che non ho visto ancora tutti gli spinoff e non ho
letto i fumetti o
i libri quindi se ci sono delle inesattezze o incoerenze vi prego di
farmelo
sapere.
Spero che la storia vi piaccia e che troviate i personaggi IC
(è una cosa a
cui tengo molto).
Se avete pareri sono sempre ben accetti!
Al prossimo capitolo e che la Forza sia con voi.
Ringrazio tantissimo il mio beta Dani1993
|
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Capitolo 2 *** Equilibrio Perduto ***
Cap 2 Equilibrio perduto
Rey
continuò ad allenarsi per cercare di riequilibrare la Forza
dentro di lei e, appena aveva tempo, leggeva i libri e le pergamene che
le avevano portato i suoi amici.
Uno dei libri trattava gli eventi storici che riguardavano i Jedi: le
fu molto utile per comprendere meglio la storia e i Jedi più
rilevanti, nonché il ruolo di questi nella
società passata.
Il secondo sembrava un resoconto della visione dei Jedi della Forza: il
grande equilibrio dell’universo che scorre in ogni cosa e che
essi scelgono di usare per il bene comune mettendo da parte sentimenti
come odio, rabbia e vendetta, tipici dei Sith.
Leggendolo le venne in mente il maestro Luke: lui rispecchiava il
retaggio di tale concetto di Jedi e Rey si chiese se anche lei sarebbe
riuscita ad essere una di loro e a far rinascere davvero il Consiglio,
un giorno.
In quel periodo era tormentata da dubbi simili: avrebbe voluto
continuare quel retaggio del suo maestro ma non aveva idea di come
farlo. Lei stessa non si sentiva ancora del tutto una Jedi come lo era
lui e come lo erano tutti i più importanti riportati in quei
libri.
Di certo la Forza scorreva potente in lei ma sapeva che questo non
sarebbe bastato, ed il fatto che adesso percepisse la sua Forza
così irrequieta e in disequilibrio ne era una prova.
Come avrebbe mai potuto aiutare altre persone a diventarlo un giorno?
Non aveva ancora una risposta a quella domanda. Amareggiata
iniziò la lettura delle pergamene, ma furono proprio quelle
ad attirare maggiormente il suo interesse.
Una riportava la trascrizione delle principali profezie dei Jedi,
profezie risalenti addirittura a millenni orsono. A quanto pareva,
doveva trattarsi di un qualcosa di simile alle visioni, ma di
più potente, potendo vedere qualcosa che si sarebbe
verificato talmente tanto tempo dopo.
Nella seconda pergamena vi erano riportare le principali
interpretazioni date a quelle profezie sulla base di quanto accaduto
fino a quel momento.
La cosa la incuriosì, quindi iniziò a leggere
attentamente e a quanto pareva tra le profezie vi era quella del
prescelto: quella che era stata riportata anche nel libro che aveva
letto precedentemente e la quale prevedeva che il prescelto avrebbe
riportato l’equilibrio nella Forza.
Secondo l’interpretazione di tale profezia il prescelto era
stato Anakin Skywalker meglio conosciuto come Darth Vader, ovvero il
nonno di Ben.
In quel momento si ricordò delle voci che aveva sentito
quando tutti i Jedi del passato le avevano dato la Forza per combattere
contro Palpatine, una di esse aveva detto: ‘Riporta
l’equilibrio Rey, come feci io’.
Che si trattasse di lui?
Sospirò pensando a quanto probabilmente avesse deluso anche
lui, dato che invece di portare equilibrio nella Forza sembrava averlo
spezzato.
Ancora più demoralizzata preferì passare alle
altre profezie. Ognuna di esse pareva aver predetto quasi con certezza
eventi fino a quel momento già accaduti; solo per una non
era stato ancora trovato un esatto corrispettivo e citava:
“Quando la Forza si
ammalerà,
il passato ed il futuro dovranno
separarsi e combinarsi”
si sentì pervasa da una forte emozione ed eccitazione, come
se il solo fatto che non si fosse ancora realizzata implicasse che
potesse automaticamente riferirsi proprio al periodo che stava vivendo.
Magari quelle parole le avrebbero finalmente dato le risposte che
cercava sulla sua condizione, sul come essere un vero Jedi e su Ben.
Con ritrovata determinazione iniziò ad analizzarla parola
per parola, cercando anche in altri libri possibili connessioni.
Bastarono però alcune ore di ricerca per farle tornare il
malumore: a quanto pareva quelle parole erano davvero criptiche. Si
chiedeva che senso avesse fare delle profezie se dovevano essere
così difficili da interpretare.
Come avrebbe voluto avere qualche altro Jedi con cui confrontarsi,
magari qualche saggio maestro…
Ma certo! Perché non ci aveva pensato prima? Poteva andare
su Ahch-to per provare a mettersi in contatto con qualche Jedi per
chiedergli aiuto! Non che fosse sicura che avrebbe funzionato: infondo
di solito erano i Jedi del passato che si mostravano quando la Forza lo
riteneva necessario e non il contrario… ma in cuor suo
sperava che, essendo Ahch-To un punto di convergenza della Forza, le
fosse possibile essere ascoltata o magari comunicare finalmente con Ben.
Le speranze erano poche ma valeva la pena tentare! Colma di
determinazione iniziò a preparare il necessario per il
viaggio, tra cui anche la sua nuova spada laser che aveva creato lei
stessa ricavandola dal suo fedele bastone.
Una volta pronta uscì fuori in cerca di Rose, le ci vollero
diversi minuti prima di trovarla intenta a parlare con Poe e Finn.
“Interrompo qualcosa? Vorrei solo chiedere una cosa a
Rose”
“Oh no, mi stavano solo raccontando un aneddoto del loro
ultimo viaggio, lo vuoi sentire?”
“Mi farebbe molto piacere ma al momento sono un po’
di fretta, dovrei andare su Ahch-To, hai disponibile qualcosa che possa
pilotare?”
“Che è successo? Problemi?”
Chiese preoccupato Poe.
“Vuoi che veniamo con te?”
Chiese Rose.
“No, non è niente di serio, devo solo andare
lì per una ricerca legata alla Forza…
‘cose da Jedi’”
Pronunciò le ultime parole con ironia, mimando il gesto che
faceva sempre Poe quando lo diceva.
“Ehi! Quella è la mia battuta”
Protestò lui indicandosi fiero.
“Non ne hai mica l’esclusiva!”
Rey era contenta di constatare che i suoi amici erano tornati a
comportarsi in quel modo familiare e accogliente con lei dopo il
discorso acceso della scorsa volta. Ma un giorno avrebbero dovuto
riprendere il discorso su Ben.
“Sicura non sia niente di pericoloso?”
Chiese Finn.
“Sicura!”
Confermò lei con un sorriso.
“Tornerai in tempo per la riunione del nuovo Consiglio, vero?
Il tuo supporto anche solo psicologico ci sarebbe di enorme
aiuto!”
Confessò Poe.
“Essenziale direi, Poe è così nervoso
che l’altro giorno ripeteva spasmodicamente più
volte al suo riflesso sul vetro dell’X-Wing le parole che
vorrebbe dire”
Sussurrò Finn a Rey.
“Ehi guarda che ti sento! Se ci tieni tanto posso lasciare
solo a te l’onore di parlare!”
“La smettete di litigare come bambini? Vi ricordo che siete
due generali adesso!”
A quelle parole di Rose i due alzarono le mani in segno teatrale di
resa, cosa che fece ridere tutti loro.
“Prometto che ci sarò, tranquilli!”
Li tranquillizzò Rey con un sorriso.
“Ho rimesso in sesto un Firespray usato nella battaglia di
Exegol ma non ho avuto il tempo di fargli fare un giro di prova, puoi
prendere quello! E non ti preoccupare non è pericoloso:
è sicuro al 99,9 per cento! Non come gli esperimenti sulla
velocità luce di Poe, che si ostina a voler fare!”
Rose sillabò le ultime parole con tono di predica verso di
lui.
“Ehi, l’ultimo che avevo proposto era sicuro al 68
per cento!”
Protestò il pilota di rimando.
“Andrà benissimo, grazie!”
Confermò Rey facendosi indicare da Rose quale fosse.
“Ci vediamo più tardi allora!”
La salutò l’amica, mentre Finn si
limitò ad un gesto con la mano sfoggiando un sorriso.
“Che la Forza sia con te!”
Aggiunse Poe, cosa che stupì Rey.
“Sono sorpresa, non pensavo che ti intendessi di queste
‘cose da Jedi’”
“E’ un augurio che mi è sempre
piaciuto!”
Ed era vero perché gli ricordava il generale Organa a cui
era molto affezionato e che gli ispirava ogni giorno il tipo di
generale che sarebbe voluto diventare.
Rey non ci mise molto ad arrivare, scese dal velivolo e si diresse nel
primo luogo dove Luke l’aveva allenata; quello era infatti il
punto dell’isola dove il lato chiaro della Forza era
più presente, il luogo perfetto per quello che intendeva
fare. Si accovacciò quindi in posizione di meditazione.
Decise di provare prima col tentativo più disperato, quindi:
chiuse gli occhi e si concentrò; si focalizzò
sulla parte di Ben che percepiva ancora in lei, sul loro legame, sui
momenti passati insieme, tese una mano in avanti quasi come se questo
potesse in qualche modo aiutarla ad afferrarlo.
“Ben”
Sibilò, poi esitò qualche istante prima di
riaprire lentamente gli occhi.
Una parte di lei sapeva che non avrebbe funzionato e non ne fu
particolarmente sorpresa ma un’altra aveva riposto in quel
momento una speranza che aveva appena visto sfumare.
I suoi pensieri furono però distratti nel notare solo allora
la posizione in cui era. La cosa la fece sorridere ripensando alla
buffa posizione che aveva assunto la prima volta che il suo maestro le
aveva chiesto di meditare e che lui aveva sfruttato per prenderla in
giro.
“Scusami maestro Luke, hai ragione: non è
così che si fa!”
Allungò entrambe le mani verso il terreno e, proprio come le
aveva insegnato Luke tempo fa, si concentrò sulla Forza. La
poteva sentire fluire intorno a lei e dentro di lei, ma in maniera
diversa da come l’aveva percepita la prima volta: il lato
chiaro di essa era predominante, ma c’era qualcosa che non
andava, non percepiva più l’equilibrio che aveva
sentito la prima volta. Provò a scavare più a
fondo e a raggiungere con la mente la parte recondita
dell’isola dov’era concentrato il Lato Oscuro della
Forza. Ma si accorse che qualcosa non andava; sentì una
forza irrequieta, distruttiva e dirompente, che si sentiva come
intrappolata e anelava uscire. Iniziò a respirare a fatica.
Sentì che quella Forza era la stessa dentro di lei e questa
era frenata dallo stesso sentimento che sentiva crescere dentro di lei,
in quel momento.
La paura.
Fu allora che sentì nuovamente quella fredda voce femminile:
la stessa del suo incubo di giorni prima.
“Non devi avere paura di me, Rey, liberami!”
Il risentire quella voce le raggelò il sangue.
Riaprì immediatamente gli occhi rompendo il contatto,
sobbalzò e fissò le sue mani: tremavano.
Non fece in tempo a farsi delle domande che un’altra voce
parlò alle sue spalle, una voce molto più buffa e
rassicurante di quella di prima.
“Lo percepisci, vero? La Forza malata, essa
è”
Aveva già sentito quella voce tra quelle dei Jedi del
passato che l’avevano aiutata a sconfiggere Palpatine. Si
voltò, ma dovette abbassare lo sguardo più di
quanto pensasse per vedere il Jedi che le aveva parlato.
“Chi sei tu?”
“Yoda il mio nome è”
Sgranò gli occhi incredula: il maestro Yoda era uno dei Jedi
più famosi, ritenuto tra i più saggi, riportato
anche nei libri che aveva trovato e, non per ultimo, maestro di Luke.
“Come mai puoi contattarmi? Pensavo potessero farlo solo i
Jedi con cui avessi un legame! È perché ho
comunicato con voi tramite la Forza ad Exegol?”
“Una domanda, una domanda non è, se la risposta
già sai!”
Quella non le sembrava una risposta ma decise che fosse più
saggio non farglielo notare dato che voleva fargli molte altre domande.
“Maestro Yoda, avete detto che la Forza è malata,
che vuol dire? E’ per questo che è così
irrequieta?”
Il maestro fece un mugugno, come se stesse cercando le parole giuste da
usare.
“La Forza in noi e nel mondo scorre, sempre
all’equilibrio per natura essa tende! Ma noi come esseri
senzienti quell’equilibrio alterare possiamo, anche se per
buone intenzioni: ed è così che luce e
oscurità si alternano e prevalgono. Sia Jedi che Sith spesso
ciechi sono stati, solo la Forza tutto sa, sa che da una guerra una
speranza nascere può, che troppe leggi giuste creare
risentimento possono o che anche una morte può generare una
vita. La Forza sempre un modo di ristabilire equilibrio essa
trova”
Rey sussultò a quelle ultime parole ripensando per un attimo
a Ben che era morto per donarle la vita.
Fu in quel momento che si ricordò dell’altro
quesito che voleva porgli, non che se lo fosse dimenticato…
la verità era che aveva paura di domandare,
perché aveva paura di conoscere la riposta: di rendere
concreta quella verità che temeva. Ma sapeva che era una
risposta che doveva ottenere.
“Ben Solo mi ha donato la sua restante energia vitale per
salvarmi. Maestro Yoda sai se lui è nella Forza? Se
è lì perché non mi contatta? Sta bene?
Perché sento ancora una parte di lui in me? E’
solo perché mi ha donato la sua vita o per altro? Posso
aiutarlo in qualche modo?”
Tirò fuori tutte quelle domande che teneva dentro
così velocemente che le aveva dette tutte di un fiato ed
aspettava trepidante una risposta di Yoda come se da questa dipendesse
la sua stessa vita.
Ma le parole del maestro non furono per niente quelle che si aspettava.
“Skywalker, eh? Curioso che proprio questo nome scelto tu
abbia”
Yoda si lasciò scappare una risatina, cosa che
iniziò a spazientire Rey, non voleva mancare di rispetto
alla sua figura ma non capiva cosa ci fosse da ridere ed iniziava ad
avere il dubbio che la stesse prendendo in giro.
“Cosa c’è di curioso?”
“Quante domande e quanta fretta tu hai, un giovane Padawan
con questo nome tu mi ricordi!”
Rey non capì se si stesse riferendo a Luke essendo stato
Yoda il suo maestro o a qualcun’altro… di sicuro
ora sapeva da chi il suo maestro avesse preso il vizio di parlare per
enigmi.
“Questo non ha importanza adesso, ho bisogno di aiuto, di
risposte! Continuo a non capire… se tutto tende
all’equilibrio, perché ora sento la Forza
così strana e perché hai detto che è
malata?”
“Perché quando per troppo tempo qualcosa
l’equilibrio impedisce, la Forza stessa si ammala!
Perché non è nella sua natura essere in
disequilibrio”
“E come faccio con Ben? Noi siamo una diade, eravamo in
equilibrio insieme, come possiamo esserlo senza stare più
insieme? Come riporto l’equilibrio nella Forza e in
noi?”
“Diade… una cosa di cui persino io conosco poco!
Ma equilibrio negli altri non porterai se prima in te non lo
ritroverai!”
“In me? Ma come posso farlo senza Ben? Come posso farlo da
sola?”
“Troppe domande non domande tu fai, le risposte ai tuoi
quesiti già hai, ricercarle lontano non devi!”
Yoda alzò il suo bastone e lo puntò davanti al
petto di Rey per poi proseguire il discorso.
“Ma le risposte vedere non puoi se cieca continuerai a voler
essere! Il tuo più grande nemico affrontare tu
devi!”
“Quale nemico?”
“La paura. Il più grande maestro è la
paura ma può essere anche il più grande ostacolo,
se l’opportunità di insegnarci le
neghiamo”
Rey stava per dire qualcos’altro ma improvvisamente Yoda
sparì.
Era strano: non era sicura che avesse risposto alle sue domande, eppure
quella conversazione aveva smosso qualcosa in lei.
Ora sapeva dove andare.
**Angolo
Autrice**
La profezia inserita
nella storia è una delle profezie canoniche a cui non
è ancora stata trovata una calzante corrispondenza, per cui
ho deciso di inserirla in questa storia dandole ovviamente un
interpretazione tutta mia.
Yoda è un personaggio enigmatico che mi è sempre
piaciuto e mi dispiaceva che nei film non avesse proprio interagito con
Rey, così ho trovato un modo di farglielo fare qui.
Quando Yoda parla di uno Sywalker che fa molte domande si riferisce ad
Anakin, mi piace pensare come Yoda stesso sia diventato ancora
più saggio dopo essersi unito con la Forza e che adesso
invece che ammonire Rey come aveva fatto con Anakin, la incita ad
affrontare le proprie paure.
Cosa avrà in mente Rey adesso?
Spero vi piaccia come ho reso i personaggi e come si sta sviluppando la
storia.
Come sempre ringrazio tantissimo il mio beta Dani1993
|
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Capitolo 3 *** Bugie ***
Rey
iniziò la discesa verso il lato complementare
dell’isola rispetto a quello in cui stava, ovvero il punto in
cui era concentrato maggiormente il lato oscuro della Forza. Ci era
già stata una volta tempo fa, ma stavolta per evitarsi un
pericoloso tuffo preferì arrivarci per la stradina scoscesa
tra le rocce che aveva scoperto solo quando era andata via da
lì.
Raggiunto il punto
più basso arrivò alla grotta, stavolta vi
entrò senza esitazione, ignorò i riflessi di lei
che le si formarono intorno ed avanzò fino ad arrivare allo
specchio.
L’ultima
volta era venuta per sapere dei suoi genitori e quest’ultimo
le aveva mostrato che non c’erano più, stavolta
era venuta per conoscere ben altro.
“Mostrami di
chi è quella voce che sento”
Allungò la
mano fino a toccare con la punta delle dita il vetro dello specchio. In
quel momento una figura offuscata dall’altro lato si
avvicinò a lei ed allungò la mano fino a toccare
la sua, in una posa esattamente speculare a quella che stava tenendo.
A quel contatto lo
specchio si frantumò esplodendo in mille pezzi, ma fu la
figura che si rilevò a farla sussultare.
Era una copia esatta
di sé stessa, solo con gli occhi gialli, segno di cedimento
al lato oscuro della Forza. Quando questa parlò riconobbe la
gelida voce dei suoi incubi, solo adesso si accorse che era la sua
stessa voce, solo più cupa e fredda.
“Finalmente
hai deciso di accettare la verità: non puoi mentire per
sempre a te stessa, questo è quello che sei”
“Non
è vero, io non sono affatto come te! Io non ho mai ceduto al
lato oscuro”
La figura di
avvicinò a lei e, con voce sottile quanto irritante, le
sibilò.
“Sicura?”
La rappresentazione
del suo lato oscuro iniziò a girarle fastidiosamente intorno
prima di continuare il discorso mentre si batteva teatralmente un dito
sul mento, come se stesse cercando delle parole che invece
già sapeva.
“Aspetta,
fammi ricordare… quali erano le fasi per il passaggio al
lato oscuro? La prima la conosci bene: paura. Inutile dirti che hai
sempre avuto paura di me, o meglio dire, di te! La seconda: rabbia.
Più di una volta ti sei fatta sopraffare dalla cieca rabbia,
non per nulla sei riuscita ad usare i fulmini della Forza senza
volerlo! Poi abbiamo la vendetta: quella che ti ha smosso ad agire
contro Palpatine è stata la tua vendetta personale verso
quello che aveva fatto a te e ai tuoi genitori, non il salvataggio
della galassia! E per ultimo: omicidio.”
“Se ho
ucciso delle persone è stato sempre necessario, siamo in
guerra: anche i Jedi lo sono stati in passato!”
“Questa
è la favola che ti racconti? Ricordami… chi ha
ucciso Ben la prima volta? Lui aveva lasciato cadere la sua spada laser
e tu l’avevi presa, era inoffensivo e disarmato ma tu hai
sfruttato quel momento di debolezza per ucciderlo, non mi sembra
proprio in linea con i principi dei Jedi”
La figura oscura si
fermò proprio davanti a lei fissandola con i suoi penetranti
occhi gialli, Rey sentì la mano iniziare a tremarle ma la
serrò salda in un pugno, decisa a non farsi abbattere.
“Me ne sono
pentita immediatamente, gli ho donato la mia energia vitale subito
dopo”
“Solo grazie
a Leila. Tu volevi uccidere Kylo perché in lui vedevi la
stessa oscurità che nascondevi in te, che ti chiamava e
attraeva da tempo ma che volevi reprimere a tutti i costi. Lo hai
ucciso perché pensavi che uccidendo lui avresti fatto
finalmente la ‘cosa giusta’ che tutti volevano e
che con lui sarebbe morta anche quella tendenza
all’oscurità che si faceva strada sempre
più prepotente in te. Ti sei fermata solo quando hai visto
che in lui c’era ancora Ben: hai visto ancora una
possibilità di salvezza per lui… e per
te”
“Tutti i
Jedi sono tentati dal lato oscuro, ma un vero Jedi gli
resiste”
Insistette lei con
tono meno convinto.
“Tentati
dici? Ma andiamo Rey, tu non ci hai nemmeno provato a
resistergli!”
Quelle parole le
ricordarono quelle del maestro Luke la prima volta che si erano visti e
rabbrividì quando lei nominò proprio lui.
“Lo aveva
visto anche Luke: il potere oscuro e distruttivo presente in Kylo Ren
lo hai anche tu, lo hai sempre saputo. Per questo hai cercato
disperatamente di diventare quel tipo di Jedi che avrebbe tanto voluto
il tuo maestro. È così lo hai fatto: mi hai
semplicemente relegato qui facendo finta che io non esistessi. Ma
più reprimerai una parte di te e più questa
farà di tutto per uscire fuori, finché non ti
accetterai per quello che sei: d’altronde è il tuo
destino!”
“Io decido
il mio destino!”
Protestò
lei con tono sempre meno fermo, cosa che fece scoppiare a ridere la sua
controparte oscura.
“Continui a
mentire ma sappiamo entrambe cosa hai sognato, hai detto a te stessa
che fossero incubi ma sai bene che quelle erano visioni. Se ne hai il
coraggio, parlane!”
“Ho avuto
delle visioni dei miei amici feriti”
“Tutto qui?
Quanto a lungo tenterai ancora di illudere te stessa con queste bugie?
C’è dell’altro: chi aveva provocato
quelle ferite?”
Rey
trasalì, perché ricordava chi era stato ma non lo
aveva preso nemmeno in considerazione.
“Ero stata
io con i fulmini della Forza...” per qualche momento le
mancò il fiato ma poi si riprese e fissò
nuovamente, testarda e risoluta, la sua copia davanti a lei.
“…ma è impossibile, non farei mai del
male ai miei amici, è una vana visione che non si
avvererà mai, ne ho avute altre in passato che non si sono
verificate”
“Oh ma
certo, perché per te si avverano solo quelle che ti fanno
comodo! Tipo la profezia che hai letto, speri così
disperatamente che ti riporti Ben”
“A me
basterebbe anche solo parlarci almeno un’altra
volta”
“L’ennesima
bugia, se stai facendo tutto questo è solo perché
speri di farlo tornare in vita in qualche modo, in qualunque modo. Ed
è questo che ti spaventa davvero, è per questo
che sei qui, perché entrambe sappiamo cosa potrebbe aiutarti
a farlo”
“Se sapessi
di un modo lo avrei già provato!”
“Oh, ma
nella tua testolina un dubbio continua a tormentarti…
infondo sei una Palpatine anche se ora ti fai chiamare
diversamente… sempre per fingere che le cose che non tolleri
di te non esistano!”
“La vera
famiglia non è quella di sangue ma quella delle persone che
mi sono state davvero vicine!”
Rispose lei sempre
più alterata dal vulcano di emozioni che le ribollivano
dentro provocate da quella fastidiosa voce.
“Si ma quel
dubbio resta: se Palpatine ha vinto la morte, perché io, che
sono sua nipote, non potrei fare lo stesso e riportare indietro
Ben?”
Quella frase la
lasciò senza parole: era come se qualcuno le avesse rivelato
un segreto che aveva nascosto nella profondità del proprio
animo, un segreto di cui si vergognava solo averlo pensato ma al quale
una parte di se sentiva il disperato bisogno di attaccarcisi.
Non sapeva cosa
pensare o cosa dire, fu di nuovo l’altra Rey a parlare al
posto suo.
“Senti
ancora una parte di Ben dentro di te, come anche il vostro legame,
anche se non più come prima. Lo hai visto fare a Palpatine,
potresti provare con qualcosa di simile solo contraria: potresti
drenare e concentrare quell’energia vitale fuori di te,
così potrebbe tornare Ben”
Istintivamente Rey
portò la mano al fianco, ricordandosi del momento in cui Ben
le aveva donato la sua energia vitale poggiando la sua mano proprio
lì. Avrebbe fatto di tutto per riportarlo indietro, anche
questo, ma sapeva che non era il modo giusto.
“Per fare
una cosa simile esaurirei tutta la mia energia, morendo. Ben si
è sacrificato per salvarmi, fare lo stesso non sarebbe
giusto nei suoi confronti”
“Infatti non
hai abbastanza Forza per sopravvivere, ma se cedessi finalmente al lato
oscuro il discorso sarebbe totalmente diverso”
Rey sgranò
gli occhi, incredula di aver solo minimamente valutato una cosa simile.
“No! Ben non
vorrebbe questo e nemmeno io!”
“E’
solo la tua paura che parla ma anche Leila te lo aveva detto: non devi
avere paura di chi sei! Non devi avere paura di te, del tuo
futuro!”
“Tu non sei
il mio futuro!”
Urlò lei,
serrando i pugni così forte da farsi quasi male.
“Quante
visioni hai avuto su di me? Le visioni mostrano o il passato o il
futuro, quella che ti ostini ad essere è il tuo passato, io
sono il tuo futuro!”
“No…”
Rispose con tono molto
più flebile indietreggiando, mentre sentiva la Forza dentro
di lei più irrequieta che mai.
“La profezia
lo ha detto chiaramente: ‘quando la Forza si
ammalerà il passato ed il futuro dovranno separarsi e
combinarsi’, hai fatto ammalare e disequilibrare la Forza
troppo a lungo tenendoci separate: è il momento che io e te
ci combiniamo, solo così puoi salvare Ben e puoi riportare
l’equilibrio nella Forza!”
“No!”
Urlò Rey,
con tutto il fiato che aveva in gola e con tutta l’energia
che non riusciva più a trattenere: dei fulmini della Forza
scaturirono dalle sue mani colpendo la sua figura oscura, facendola
sparire.
Non voleva stare
lì un minuto di più: iniziò a correre
con tutte le forze che le erano rimaste, ansimava ma non rallentava,
come se fermandosi avesse potuto permettere a quella voce nella sua
testa di raggiungerla di nuovo o di sentire ancora quelle
verità che si rifiutava di accettare.
Rey preparò
il Firespray alla partenza e decollò. Per tutto il tempo del
viaggio cercò di non pensare a quanto accaduto e a
concentrarsi sulla guida, ma i pensieri si affollavano talmente tanto
nella sua mente che, per quanto fosse una brava pilota,
faticò ad atterrare.
La situazione non era
più sostenibile quindi atterrò in un posto un
po’ più isolato dalla sede della Resistenza e si
incamminò nella natura, fino a raggiungere il luogo dove era
solita allenarsi oppure, come in quel caso, soffermarsi a riflettere.
Ripensò
alle parole del maestro Luke: ‘confrontarsi con la propria
paura è il destino di un Jedi’. Aveva ragione, non
poteva scappare per sempre: quelle erano le sue paure, per quanto
recondite, e doveva trovare un modo di affrontarle.
Fece un profondo
respiro, da dove avrebbe potuto iniziare?
Non voleva cedere al
lato oscuro: aveva combattuto così tanto per non farlo ed
anche Ben. Inoltre sarebbe andato contro i suoi principi, contro tutto
quello per cui aveva lottato finora. Ma se fosse stato davvero
l’unico modo?
Notò la
mano tremarle e si chiese se davvero quello sarebbe bastato per portare
equilibrio di nuovo dentro di lei e nella Forza.
Forse la cosa giusta
da fare era continuare così come stavano le cose, in tal
modo il lato chiaro avrebbe continuato a prevalere, ma per quanto? Come
aveva detto Yoda: ogni volta che accadeva prima o poi nasceva un lato
oscuro della stessa entità e non era sicura di poter
affrontare un’altro simil Palpatine da sola, soprattutto in
quelle condizioni. Certo i suoi amici sarebbero stati al suo fianco,
come tutta la Resistenza ed il nuovo Consiglio, ma come unico Jedi alla
fine avrebbe dovuto combattere da sola un’eventuale nuova
minaccia.
Per non parlare della
guerra che avrebbe scaturito: da poco erano usciti da una che si
portava ancora strascichi del Primo Ordine e dei seguaci di Palpatine,
e nonostante ciò stavano cercando di ristabilire a fatica
una sorta di nuovo ordine o di pace. Come ultima cosa al mondo avrebbe
voluto vedere altri amici rischiare la vita o morire per affrontare
nuovamente problemi ancora più grandi.
Si passò
stanca una mano sulla fronte: qualsiasi scelta non sembrava totalmente
giusta, cosa si aspettava davvero la Forza da lei? Come poteva
immaginare che riportasse l’equilibrio?
I suoi pensieri si
ri-soffermarono sulla prima opzione: se cedere al lato oscuro e portare
indietro Ben, sempre che fosse davvero possibile, fosse davvero il modo
di riportare equilibrio nella Forza?
La sola idea di
assomigliare minimamente alla sé oscura vista ad Anch-To o,
nelle sue peggiori visioni, la terrorizzava; ma sapeva anche che non
era da lei diventare come Palpatine. Nemmeno nei suoi più
reconditi desideri avrebbe mai voluto una simile distruzione e
guerra… forse anche cedendo al lato oscuro lei avrebbe
potuto tornare al lato chiaro in qualche modo e Ben stesso avrebbe
potuto aiutarla a farlo!
Bloccò per
un attimo quel flusso di pensieri chiedendosi se davvero la stesse
valutando come opzione o se fosse condizionata solo dal suo egoismo.
Ripensò
alla profezia che aveva letto e all’interpretazione data
dalla sua controparte oscura: possibile che potesse intendere davvero
questo? No. Si stava solo auto convincendo: il suo desiderio di snodare
tutti quei dubbi e di riportare indietro Ben le stavano occultando la
realtà.
Un pensiero
però le passò per la testa: ma se non fosse
così?
Improvvisamente
ripensò all’altra profezia contenuta nelle
pergamene: ovvero quella del prescelto che avrebbe riportato
l’equilibrio nella Forza: Anakin Skywalker aveva ceduto al
lato oscuro, eppure proprio questo gli aveva permesso di compiere la
profezia e di riportare l’equilibrio nella Forza.
Le vennero in mente le
parole di Leila: ‘non puoi fuggire da quello a cui
temi’.
Aveva fuggito in tutti
i modi quella parte di sé. Forse era giunto il momento di
non farlo più.
Per quanto le paresse
ancora assurdo, era davvero decisa a provarci. Non era proprio sicura
di come farlo però.
Chiuse gli occhi e
cercò di concentrarsi sulla parte di Ben che sentiva ancora
in lei, provò a visualizzare tutti i momenti più
belli passati con lui: quando avevano avuto la prima connessione
tramite la Forza e lui sembrava curioso come un bambino davanti a
quello strano evento; quando le loro mani si erano toccate e da allora
avevano capito entrambi di non essere soli; quando lui aveva deciso di
uccidere Snoke invece che lei; quando per la prima volta avevano
combattuto fianco a fianco come una cosa sola; quando lei gli aveva
chiesto del padre e lui in quel momento era senza maglia, cosa che
l’aveva messa in terribile imbarazzo. Eppure lui aveva
totalmente ignorato la sua richiesta di indossare qualsiasi cosa. Al
tempo aveva dovuto fare uno sforzo per concentrarsi sul discorso serio
che voleva fare piuttosto che sul suo imbarazzo, eppure ora il solo
ricordo la divertiva.
Si sorprese nel
constatare quanto tutto ciò fosse così limpido
nella sua mente, ultimamente si era concentrata così tanto
solo sulla sua assenza e sugli eventi di Exegol da dimenticarselo.
Senza accorgersene si abbandonò ad un sorriso sereno.
Si continuò
a focalizzare su di lui, poteva quasi sentirlo dentro di sé,
portò la mano tesa davanti al fianco, nel punto dove sentiva
più forte la sua energia vitale, quindi provò a
drenarla al di fuori; girò poi il palmo verso
l’esterno come a permettere a tale energia di fluire
attraverso essa e di concentrarsi all’esterno proprio di
fronte a lei.
Più
continuava e più si sentiva debole ma non si voleva ancora
fermare: nella sua mente iniziò a visualizzare la figura di
Ben davanti a sé. Aveva provato così tante volte
a contattarlo dagli eventi di Exegol senza nessun successo che quando
aprì gli occhi e lo vide ancora davanti a sé
sussultò incredula.
Si chiese se avesse
davvero aperto gli occhi o se lo stesse solamente immaginando, troppe
volte aveva desiderato così tanto quel momento da poter
credere che si stesse finalmente realizzando.
Solo quando lui pure
aprì gli occhi, mostrando la stessa incredulità
che aveva lei, Rey riuscì finalmente a pronunciare il suo
nome.
“Ben!”
Sussurrò,
quasi per paura che l’utilizzare un tono più altro
lo avesse potuto far sparire per qualche inspiegabile motivo, e
allungò la mano libera, lentamente, fino a sfiorare la
guancia di lui, come a cercare un’ulteriore prova che non
stesse sognando. Il processo non era ancora terminato, quindi la
sensazione era strana, non era ancora quella calda che aveva provato ad
Exegol con quello stesso gesto, ma era abbastanza da capire che fosse
reale, cosa che le riempì il cuore di gioia.
A quel gesto era se
come anche Ben avesse preso consapevolezza di avere Rey davanti a lui.
“Rey!”
Sibilò lui
di rimando ed un genuino e ampio sorriso si dipinse sul suo viso.
Nel vedere di nuovo
quel sincero sorriso che Rey aveva visto a Exegol, sentì il
cuore scaldarsi: lo aveva così tanto desiderato e adesso che
era lì, non aveva più dubbi sul voler andare fino
in fondo. Anche se fosse stata l’ultima cosa che avrebbe
visto o ricordato, non avrebbe avuto rimpianti.
“Ma come
è possibi…“
Ben non
riuscì a terminare la domanda perché appena
abbassò lo sguardo vide quello che Rey stava facendo e per
quanto non capisse fino in fondo cosa avesse in mente, la sua
espressione cambiò totalmente abbandonandosi al panico
più totale.
“Rey che
cosa stai facendo? Fermati subito! Morirai”
La sua voce tradiva il
terrore che provava al solo lontano pensiero di poter riavere davanti a
lui il corpo freddo di Rey, lei poteva percepire le sue emozioni ma non
si lasciò impietosire.
“Devo farlo,
ho un piano che potrebbe funzionare”
“No, Rey!
Qualsiasi cosa sia è troppo pericoloso, fermati ti
prego!”
La
supplicò. Voleva cingerle le spalle e scuoterla o fare
qualsiasi cosa che avrebbe potuto interrompere il processo. Solo in
quel momento si accorse che non poteva farlo: proprio come quando
Palpatine al contrario gli aveva drenato l’energia vitale al
di fuori di lui, non riusciva a muoversi.
“Non puoi
fermarmi!”
Constatò
Rey e diede a Ben quello che poteva essere il suo ultimo sguardo. Non
sapeva di preciso cosa sarebbe successo adesso, ma si sentiva ormai
molto debole quindi era il momento di passare alla fase successiva.
Chiuse gli occhi e si
concentrò: ignorò la voce di Ben che si faceva
sempre più lontana nella sua testa nonostante pareva che
stesse urlando, si focalizzò stavolta su quella parte di
sé che aveva da sempre frenato, su quei pensieri ed emozioni
che la turbavano nel profondo, per la prima volta li lasciò
liberi di fluire. Ripensò al momento in cui i suoi genitori
l’avevano abbandonata a Jakku, per quanto aveva supplicato
urlando di non farlo, eppure aveva dovuto sottostare senza poter fare
nulla; ripensò al vuoto incolmabile che avevano lasciato
dentro di lei e alla disperazione che l’aveva portata a
contare i giorni dalla loro partenza, sperando che loro tornassero ma
dentro di sé sapeva che non l’avrebbero fatto,
eppure il suo bisogno di illudersi che tutto sarebbe andato bene prima
o poi era stato più forte; ripensò alle ore spese
a cercare disperatamente tra i rifiuti sotto il sole cocente qualcosa
da poter vendere per non morire di fame, per poi ricevere spesso solo
un misero quarto di porzione decisamente sottopagato;
ripensò a quando aveva scoperto che Palatine aveva ucciso i
suoi genitori senza il minimo rimorso, desideroso solo di poter far
diventare lei ciò che avrebbe voluto, come se lei e i suoi
genitori valessero meno di un oggetto, il desiderio di vendetta allora
era cresciuto più forte che mai in lei; ripensò
al momento in cui le era stato rivelato di essere una Palpatine,
destinata a prendere il suo posto come imperatrice, quanto ribrezzo
aveva provato solo all’idea di poter lontanamente
assomigliare a quel rifiuto umano; ripensò alle diverse
volte in cui i suoi amici avevano rischiato di morire, per non parlare
delle persone care che aveva trovato da poco e subito perso, quante
gliene avrebbe portate via ancora quella stupida guerra ed infine
ripensò al momento in cui Ben si era sacrificato donandole
la sua energia vitale, a quanto si era sentita inerme con il suo corpo
tra le sue braccia e al vuoto incolmabile che aveva generato la sua
assenza, era come aver perso una parte di sé ed era
così infondo: continuava a fingere con gli altri e a
sé stessa di stare bene e di poter andare avanti, ma la
verità era che quella cosa aveva distrutto una parte di
sé.
A quei soli pensieri
sentì dirompere dentro di lei un turbine si emozioni:
rabbia, vendetta, odio, disperazione, rancore. Eppure stavolta non
cercò di fermarle, lasciò che le prendessero il
sopravvento. Faceva male, provava dolore, ma non si fermò.
Da quando Rey aveva
chiuso gli occhi, Ben l’aveva vista iniziare a soffrire
sempre più, cercava disperatamente di muovere un qualsiasi
muscolo pur di poterla raggiungere, dato che nonostante si stesse
sgolando, lei sembrava non sentirlo.
Ad un tratto la forza
che lo bloccava sembrò cessare, ma allo stesso tempo Rey
cadette sulle ginocchia ed iniziò ad urlare come se qualcosa
la stesse facendo soffrire. Si precipitò su di lei,
cingendole le spalle con le mani, e urlando il suo nome.
Provò a scuoterla, ma niente sembrava farla uscire da quella
sorta di trance.
“Ti prego
Rey, torna da me!”
I suoi occhi erano
ormai lucidi quando in un gesto disperato la strinse a sé.
In quel momento Rey cessò di urlare. Da rigido il suo corpo
tornò rilassato, ma non inerme, bensì sembrava
reggersi da solo, poteva sentire il suo profondo respiro sulla sua
spalla. La sciolse delicatamente da quella stretta per poterla vedere
nuovamente in viso, aveva ancora gli occhi chiusi ma sembrava aver
ripreso a respirare quasi regolarmente.
Quando Rey
riaprì gli occhi, per un attimo, si sentì
sollevato potendo quasi tornare finalmente a respirare. Ma subito dopo
sentì mancargli nuovamente il fiato: gli occhi di Rey erano
divenuti gialli ed il suo sguardo freddo e penetrante, lontano anni
luce da quello caldo ed accogliente tipico suo.
**Angolo
Autrice**
Se
c’è una cosa che mi è sempre piaciuto
del personaggio di Rey è il fatto che non è mai
stato il solito Jedi che vive solo nel lato chiaro della Forza. Per
tutti i film abbiamo sempre una silente lotta tra lei ed il suo lato
oscuro, forse meno evidente rispetto a quella di Ben ma comunque molto
presente e che è uno dei punti che probabilmente la rende
tanto simile e complementare a Ben e che la spinge ad avvicinarsi
sempre di più a lui.
Ho
trovato questa cosa molto interessante, soprattutto perché
presente anche nelle visioni dei film più volte, il che mi
ha spinta a sfruttare questo suo lato che forse non era stato
approfondito appieno.
Ho
cercato di rendere al meglio i pensieri di Rey e Ben, spero di esserci
riuscita e che l’espediente trovato per far tornare Ben
risulti quantomeno credibile.
Lo
so, non guardatemi male, è una mia fic quindi
l’angst ci deve essere, ma non potrà essere peggio
di TROS (giusto?) XD
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto, ci leggiamo al prossimo!
Come
sempre ringrazio il mio beta Dani1993
|
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Capitolo 4 *** Incertezza ***
Ben
rimase immobile senza parole alla vista degli occhi gialli di Rey e di
quello sguardo con cui faceva quasi fatica a riconoscerla. Percepiva in
lei una miriade di emozioni, così forti, così
intense e violente da non riuscire quasi a distinguerle.
D’un tratto
però qualcosa cambiò: quel flusso di emozioni
cessò e gli occhi di Rey tornarono del loro colore naturale,
ma il suo sguardo serbava ancora una maggiore freddezza rispetto a
quello solito che Ben adorava osservare. Fissò in silenzio
quegli occhi come a cercare quella parte mancante che non riusciva a
cogliere.
Dopo tutto quel caos e
dolore, finalmente, Rey sentiva la mente come sgombrata: aveva ripreso
a respirare normalmente e si sentiva stranamente meglio e piena di
energie, mentre fino a poco prima aveva fatto fatica pure a respirare
ma, cosa più importante, davanti a lei c’era Ben
in carne ed ossa.
Ignorò il
suo sguardo pieno di interrogativi o qualsiasi sensazione che potesse
percepire da lui, il fatto che Ben fosse lì era al momento
la cosa che per lei più
contava.
“Ben!”
Esclamò,
allungando nuovamente una mano sul suo viso, questa volta per
assaporare ogni attimo e sensazione di quel gesto tanto semplice quanto
agognato.
Ben
rimase immobile, come se vi fosse ancora una forza invisibile che lo
trattenesse, anche se non era così. Ma non appena
poté percepire il contatto della mano di Rey sulla sua
guancia fu travolto da una sequenza di inaspettate visioni: Rey
nuovamente con gli occhi gialli; il trono oscuro; Rey che avanzava
verso di lui mentre usava i fulmini di Forza; la sensazione come di
affogare; il rumore scrosciante della pioggia sul pavimento; la spada
laser che gli scivolava via dalla mano ed infine Rey che alzava la sua
contro di lui… riusciva a percepire la sua rabbia
incontrollabile, la disperazione, l’intenzione di
ferirlo… mortalmente. Al termine di tale visione
sgranò gli occhi incredulo ed istintivamente si ritrasse dal
gesto di lei, sconvolto da quanto appena visto. Rey, sorpresa dalla sua
reazione, inclinò leggermente la testa di lato fissandolo
con fare interrogativo e confuso, percependo il suo turbamento.
“Cos’hai?
Sono sempre io, Rey!”
“Qualcosa
non va, non lo percepisci?”
“Invece
è proprio questo il punto: tutto va per la prima volta per
il verso giusto! Finalmente ho accettato una parte di me che facevo
finta di non vedere, percepisco la Forza in me di nuovo stabile, le mie
mani non tremano e soprattutto, tu sei qui! Non ne sei
felice?”
Chiese lei, incapace
di accettare quelle sensazioni che percepiva da lui.
“Rey, non
c’è cosa che potessi desiderare di più
di essere di nuovo qui con te, ma ho paura delle conseguenze del prezzo
che tu possa aver pagato”
Provò a
precisare lui ma Rey scosse la testa risoluta.
“Io non mi
sono mai sentita meglio e non ho nessuna intenzione di diventare una
specie di Palpatine e distruggere la galassia, se è questo
che ti preoccupa!”
Pronunciò
quelle parole con una sufficienza e serenità tali da
lasciare Ben senza parole, assorto nei suoi pensieri.
Rey si accorse di non
averlo ancora convinto del tutto, sospirò leggermente,
quindi si riavvicinò ulteriormente a lui ed
allungò la mano per scansargli delicatamente dal viso un
ciuffo di capelli che gli ricadeva sugli occhi. Ne
approfittò per proseguire quel movimento fino a carezzargli
finalmente il viso in quel gesto da cui prima si era scansato.
“Non sai
quanto sono felice che tu sia qui!”
Tentò di
rassicurarlo lei, perché era vero: se anche, come diceva
lui, ci fosse stato un prezzo da pagare lei era contenta di averlo
pagato. E lo avrebbe fatto di nuovo, anche in quel momento, se fosse
stato necessario.
Quel tocco
provocò in lui una strana sensazione, perché
tramite il loro legame percepiva qualcosa… qualcosa che lui
conosceva molto bene e che lo preoccupava perché non era da
Rey, ma allo stesso tempo quel gesto gli era così gradevole
da riuscire quasi a dimenticare le sue preoccupazioni.
La carezza di lei
terminò cingendo delicatamente con l’indice ed il
pollice il mento di lui, fissandolo negli occhi con quel penetrante e
profondo sguardo dal quale Ben non riusciva a staccare il suo.
Passarono attimi che
sembrarono durare minuti o addirittura ore… sguardi che
riuscivano a parlare un linguaggio tutto loro, talmente profondo da
donare rumore a quel silenzio che era piombato improvvisamente.
Quante cose avevano da
dirsi e quante comunicavano senza bisogno di dire nulla, era come una
danza che solo loro sapevano ballare.
Attimi…minuti… in quella danza si sarebbero
lasciati volentieri cullare perdendo la cognizione del tempo. Dove li
avrebbe potuti portare non lo sapevano ma entrambi avrebbero voluto
scoprirlo.
Le
possibilità erano infinite, ma sfumarono tutte quando la
presenza di un’altra persona, ormai troppo vicina per essere
ignorata anche dai rumori di quella danza, distrasse entrambi
interrompendo quel contatto e portandoli a voltarsi rapidamente verso
di essa: dalla radura comparve la figura di Rose accompagnata da BB-8.
“Rey tutto
ok? Ho visto il Firespray atterrare ma come mai hai non hai atterrato
più vici-“
Non fece in tempo a
terminare la frase perché notò che la ragazza non
era sola. Se non si fosse trattato di Rey, che non era abituata vedere
in tali atteggiamenti, avrebbe quasi giurato di aver interrotto
qualcosa. La sua attenzione si focalizzò però sul
ragazzo, in quanto non le pareva di averlo mai visto prima.
Rey notò la
sua espressione sorpresa, ed in effetti ora che ci pensava Rose non
aveva mai avuto modo di vedere il volto di Ben dietro la maschera di
Kylo: non era sicura che potesse essere un bene ma almeno non gli
avrebbe sparato addosso di impulso come temeva avrebbe potuto fare
chiunque altro lo avesse riconosciuto.
“Rose lui
è Ben, Ben Solo! E’ un amico…”
Rey disse altro ma
Rose non l’ascoltò in quanto troppo impegnata a
fare il collegamento mentale su quel nome e, quando lo
associò, la interruppe bruscamente.
“Aspetta Ben
Solo il figlio del Generale Organa? Stiamo parlando di Kylo Ren, di
quel Kylo?”
La sua faccia era
allibita, come se fosse convita di aver sbagliato qualche associazione,
anche perché era abbastanza sicura di averlo appena sentito
definire da Rey come un amico. Allo stesso tempo BB-8 iniziò
ad emettere una sequela di bip frenetici.
Ben non sembrava
sorpreso dalla loro reazione, probabilmente per lui era già
tanto che Rose non lo avesse provato davvero a sparare col blaster. Rey
prese un respiro e tentò di spiegarsi al meglio.
“Sì
è quel Ben… ma non è più
Kylo Ren: ha combattuto al mio fianco ad Exegol e se non ci fosse stato
lui io ora non sarei qui. Vi spiegherò tutto nel dettaglio
in seguito, ma ti assicuro che possiamo fidarci di lui”
Rose passò
il suo sguardo torvo da Ben a Rey, annuì quindi leggermente
col capo mentre fissava l’amica con uno sguardo complice.
“Ah,
davvero…?” stava per dire altro, ma fu come se le
fosse venuta in mente una cosa importante che sembrava dovesse avere la
priorità “…posso parlarti un attimo
Rey… in privato!”
Rey fissò
Ben, il quale alzò le mani con un gesto ironico.
“Tranquille,
vi lascio volentieri ai vostri discorsi tra donne!”
Sapeva che si trattava
di un discorso serio a cui semplicemente non era invitato ma
preferì un’uscita con stile, quindi si
allontanò fino ad arrivare all’ingresso del
Firespray, appoggiò la schiena al mezzo e si mise a fissare
il cielo pensieroso, in attesa che loro finissero.
Non appena Ben si
allontanò abbastanza, le due si sedettero su un ramo caduto
lì vicino e Rose iniziò a comunicare a Rey
l’informazione che voleva darle.
“Rey, ero
venuta a cercarti per informati su cosa abbiamo scoperto in tua
assenza”
BB-8 bippò
in segno di protesta.
“Si, scusa
intendevo ‘SIAMO’ venuti a cercarti…
come sei puntiglioso, si vede che sei stato programmato da
Poe!”
“Buone o
cattive notizie?”
Chiese Rey preoccupata.
“Possiamo
definirle buone direi: come sai dopo la battaglia di Exegol di recente
abbiamo iniziato a fare delle missioni di ricognizione per acquisire
informazioni su ciò che rimane sia del Primo Ordine in modo
da debellarlo prima che si diffonda nuovamente. Bene, in una di queste
missioni alcuni dei nostri si sono imbattuti in quelli che si sono
definiti dei seguaci di Palpatine, a quanto pare anche dopo la sua
dipartita questi credono ancora nella sua causa e nel ritorno
dell’impero. I nostri erano pronti a combatterli ma questi
ultimi invece di rispondere all’attacco hanno iniziato a
scappare”
“Erano
così tanto in inferiorità numerica?”
Chiese Rey, sorpresa
da un tale atteggiamento da parte loro.
“No, infatti
era strano: sembrava come se avessero qualcosa di più
importante da fare! Probabilmente li avremmo persi se non fosse
accaduto l’impensabile: uno di loro li ha traditi
attaccandoli e dandoci il tempo di raggiungerli”
“Oh!”
Esclamò
sorpresa Rey, nella sua testa dei seguaci di Palpatine potevano solo
essere una setta di esaltati non molto propensi al tradimento o a
comportamenti ‘umani’ di qualsiasi tipo.
“Siamo
riusciti a sconfiggerli e solo con alcuni feriti, nessuna perdita e
questo grazie al traditore: Savius. Ci ha detto di avere elevate
competenze mediche ed è per questo che lo utilizzavano
principalmente per gli esperimenti con i cloni. Ha confessato di
essersi stancato negli anni dei metodi troppo invasivi e poco ortodossi
dei suoi ex-compagni e che cercava un buon momento per scappare,
temendo per la propria vita”
“Per questo
si sarebbe ribellato quando vi ha visto arrivare…”
“Esatto, ha
chiesto di unirsi alla Resistenza e si è offerto di mettere
a nostra disposizione le sue competenze mediche”
“Credi che
possiamo fidarci di lui?”
“Non ne
siamo convinti: la missione è rientrata durante tua assenza
quindi non da molto. Poe e Finn per ora hanno concordato di tenerlo con
noi, ma sotto stretta osservazione. Nel mentre, lui ci ha fornito delle
informazioni sui seguaci di Palpatine, alcune le stiamo ancora
analizzando ma una ci è saltata all’occhio e
verificandola potremmo capire se fidarci davvero di lui”
BB-8 aprì
uno dei suoi sportellini da cui uscì un sottile braccio
meccanico che porse a Rey un chip.
“Cos’è?”
Chiese lei.
“Contiene la
mappa che ci ha fornito Savius: dovrebbe essere il luogo dove erano
diretti con tanta fretta.Lui dice di non esserci mai stato ma che
lì, forse, potremmo trovare delle utili informazioni. Ti
stavo cercando per organizzare una missione al fine di recarci nel
punto indicato sulla mappa e scoprire cosa c’è: la
zona fa parte delle regioni ignote quindi ne sappiamo poco. Sicuramente
dopo la riunione del Consiglio Poe e Finn potrebbero essere
più liberi, potresti portarti dietro almeno uno di loro e
poi…”
Rey la interruppe dato
che le era appena venuta un’idea.
“Perché
aspettare? Posso andarci subito!”
“Subito? Ma
no! Adesso Finn e Poe sono occupatissimi, io sono oberata con le
riparazioni. L’unica squadra rientrata sta ancora curando i
feriti ed è ovviamente troppo pericoloso per andarci da
sola, non sappiamo nemmeno cosa ci possa essere in quel
luogo!”
“Ma non
sarò sola! Con me ci sarà Ben!”
Rose sgranò
gli occhi incredula.
“Ho capito
che ora ti fidi di lui, ma sei sicura di volerlo portare con
te?”
“Certo! Ora
che siamo dalla stessa parte, possiamo affrontare qualsiasi tipo di
imprevisto contro cui possiamo imbatterci. Abbiamo sconfitto Palpatine
insieme, questo sarà uno scherzo a confronto. Inoltre se
completassi questa missione con lui, forse, sarebbe più
facile per le persone fidarsi e capire finalmente che ora è
dalla nostra parte!”
In quel momento Rose
notò qualcosa di strano nello sguardo dell’amica
ma si convinse che fosse solo una sua impressione.
“Spero tu
abbia ragione. Ma penso ancora che tu debba aspettare una missione
ufficiale con scorta e tutto il resto, sono sicura che anche Poe e Finn
la penserebbero allo stesso modo”
“Sarà
una cosa velocissima: andiamo, vediamo cosa c’è e
torniamo. Se dovessimo fiutare il minimo pericolo ingestibile
torneremmo indietro…ok?”
“Servirebbe
a qualcosa dirti di no?”
“Ovviamente
no!”
Disse, accennando un
sorriso fiero.
Rose
sospirò sconfitta conoscendo la testardaggine
dell’amica.
“Toccata e
fuga e torni per la riunione del nuovo Consiglio, intesi? O Poe e Finn
mi faranno saltare la testa!”
“Grazie
Rose”
La
abbracciò con un sorriso.
“Fa solo in
modo che non possa pentirmene, ok?”
Rey annuì,
quindi la sciolse dall’abbraccio e si alzò per
tornare da Ben; ma prima di andare via si rivolse nuovamente
all’amica.
“Per favore
non dire ancora agli altri di Ben. Voglio farlo io, cercando di
prepararli alla cosa in qualche modo”
“Come
vuoi”
Rey salutò
l’amica e tornò da Ben. Rose fece qualche passo
verso di loro, solo per dare un ultimo messaggio a Ben.
“Ehi tu, mi
raccomando: se Rey torna anche solo con un capello in disordine te la
vedrai con me, intesi?”
BB-8 bippò
un messaggio molto simile puntando da lontano con l’accendino
che fece uscire da una delle sue fessure, quindi lei ed il droide
tornarono da dove erano venuti.
Ben fissò
con fare interrogativo Rey, udendo quelle parole nei suoi confronti.
“Mi sono
perso qualcosa?”
Rey mostrò
il chip che le aveva dato BB-8.
“Abbiamo una
missione: recarci nel luogo indicato in questa mappa, sottratta ad
alcuni seguaci di Palpatine, e scoprire cosa
c’è”
“Aspetta un
attimo: non abbiamo idea di cosa potremmo trovare laggiù e
tu vorresti andarci ora? Dopo quello che è appena successo?
Non sappiamo nemmeno che effetti potrebbe aver avuto questa cosa su di
te”
Rey sospirò
spazientita.
“Non ti ci
mettere anche tu! Io sto bene: non mi sono mai sentita più
in forma di adesso! E noi insieme siamo una Diade, qualsiasi cosa
trovassimo lì non potrà fermarci! Direi che, in
passato, abbiamo affrontato cose nettamente più
pericolose!”
“Non siamo
invincibili Rey! Devo ricordarti che Palpatine ha quasi ucciso
entrambi?”
La ammonì
Ben, visibilmente preoccupato.
“Ma non
stiamo parlando di Palpatine, Ben! Al massimo di qualche suo seguace.
Credimi: vorrei tutto piuttosto che metterti in pericolo, soprattutto
dopo tutto quello che ho fatto per riportarti qui!”
Ben non sapeva come
rispondere a quelle parole, in realtà non sentiva di
meritarsi che qualcuno avesse fatto tanto per lui. Per certi versi
aveva ragione Rose ad essere diffidente nei suoi confronti; ma
c’era qualcosa adesso che lo preoccupava, una brutta
sensazione che non riusciva a togliersi dalla testa: temeva per Rey e
per quello che le sarebbe potuto accadere.
Si limitò a
fissarla senza aggiungere altro, tra loro come sempre non servivano
parole: lui percepiva la sua determinazione, tranquillità e
cieca convinzione, così forti quanto atipici. Rey poteva
percepire la sua inquietudine e la paura che aleggiava nella sua mente.
“Ben non
devi avere paura! Andrà tutto bene, te lo assicuro: vediamo
solo di cosa si tratta e se dovessimo incontrare un pericolo troppo
grande ce ne andremo, promesso!”
Prima che potesse dire
altro Rey salì sulla navicella e Ben, anche se non ancora
convinto, fece lo stesso: sapeva che Rey sarebbe andata comunque ed in
caso sarebbe dovuto essere lì per aiutarla.
Una volta a bordo Rey
prese il posto da pilota mentre Ben quello accanto a lei. Volentieri si
sarebbe offerto di pilotare lui, ma non gli andava di rischiare di
discutere anche su quello. Passarono diversi minuti di imbarazzante
silenzio, con una tensione talmente palpabile tra loro che ad un tratto
Rey, si sentì costretta ad intervenire per porre rimedio:
avrebbe fatto di tutto per stemperare quella insopportabile situazione
creatasi tra loro, dovuta alla divergenza di opinioni sulla corrente
missione o peggio anche su altro a cui però lei non voleva
pensare al momento.
“Ci pensi?
È la prima missione ufficiale che facciamo
insieme… dalla stessa parte, senza affrontarci in un duello
con le spade laser, almeno!”
“La
considererò davvero come prima missione solo quando farai
pilotare me!”
Rispose lui ironico.
“Mettiamolo
in chiaro subito: se ci siamo entrambi piloterò sempre io!
Al massimo potrei concederti di fare da coopilota”
Protestò
lei di rimando.
“Vedremo!”
Replicò lui
con tono di sfida. A quella parola un sorriso si dipinse sul volto di
lei, ripensando a quando entrambi avevano detto la stessa cosa
l’uno all’altra in momenti diversi. Il tempo e
soprattutto la situazione attuale avevano dimostrato che entrambi
avevano avuto ragione, quindi chissà… forse il
tempo avrebbe dato ragione anche a questo.
“Ho una cosa
da mostrarti” Rey slacciò la sua spada laser che
aveva legata alla fascia in vita e la porse a Ben
“… l’ho iniziata a costruire quando
ancora eravamo su fronti opposti… volevo averne una mia e
dopo la battaglia di Exegol ho sentito come se il compito delle spade
di Luke e Leila si fosse esaurito, così ho fatto in modo che
fossero sepolte per sempre. L’ho costruita usando alcuni
pezzi del mio vecchio bastone… abitudine da assemblatrice di
rottami, suppongo!”
Ben rimase
esterrefatto ed iniziò ad analizzare minuziosamente la spada
in ogni suo dettaglio, come un bambino con un nuovo giocattolo. Rey
adorava la sua curiosità, inoltre avendone costruita una lui
stesso teneva molto ad un suo parere, anche perché Ben era
riuscito a crearne una unica nel suo genere deviando il flusso della
spada anche sui due lati.
Ben non poteva credere
che al suo primo tentativo Rey avesse creato una spada tanto bella e
particolare: in un qualche modo rifletteva la sua essenza, il che era
proprio ciò che avrebbe dovuto fare una spada laser che si
rispetti. Fece scorrere le dita tra le varie incanalature
dell’arma come a cercare il modo per poterla attivare, senza
però riuscire. Rey capì cosa stava cercando e
anticipò la sua domanda.
“Devi girare
la corona”
Ben impugnò
quindi l’arma e, con il pollice, girò la corona
attivando il suo laser giallo. Trovò quel metodo di
attivazione unico e particolare proprio come Rey, ed il colore stesso
della lama non era da meno.
“Un
cristallo di kyber giallo”
Constatò
lui con interesse.
“Già…”
Biascicò
lei temendo di averlo in qualche modo deluso, ma lui la
disattivò e gliela porse nuovamente abbozzando un lieve
sorriso.
“È
un’arma unica e ben fatta, penso che ti rifletta appieno.
Dovresti esserne fiera, mi spiace quasi separamene”
Rey fu tanto sorpresa
quanto felice di tale responso. Quindi riprese l’arma
incrociando per qualche istante le dita della mano con le sue.
“Se ti
comporti bene potrei anche prestartela in caso di
necessità…almeno finché non ne avrai
una tua!”
Ben pensò
che era davvero bello poter parlare in modo così tranquillo
e spontaneo con Rey: aveva desiderato così tanto poterlo
fare che forse iniziava a pensare davvero che le sue preoccupazioni
potessero essere esagerate. Certo quelle visioni lo avevano turbato ma
era anche vero che il trono oscuro era stato distrutto e Rey al momento
non sembrava una pazza omicida deviata dal Lato Oscuro della Forza o
capace di fargli del male: anzi al momento era stata anche fin troppo
paziente con lui.
Il bip del pannello di
comandi interruppe quel flusso di pensieri e attirò
l’attenzione di entrambi: a quanto pareva, erano quasi
arrivati alle coordinate inserite.
**Angolo
Autrice**
Una
cosa che ho amato
da subito di Rey e Ben nei film fin dalla loro prima scena è
stato il loro modo di guardarsi: i loro sguardi sono così
intensi che parlano e lasciano trapelare il turbine di emozioni che
nascondono, in questo gli attori sono stati bravissimi, ho
visto anche diversi video che spiegano come il linguaggio del corpo
nelle scene tra i due sia stato studiato nei minimi dettagli.
Volevo riproporre anche qui in qualche modo questo loro modo unico di
comunicare, spero di essere riuscita nell’intento!
Per
quanto riguarda il
lato oscuro di Rey, i suoi occhi diventano di nuovo del loro colore
perché riesce a controllarlo ma ha comunque ceduto ad esso.
Ho voluto rappresentare così il lato oscuro di Rey
perché per me non cambia le persone, semplicemente li pone
senza più freni verso le proprie paure, vedremo
più avanti cosa ne conseguirà ma questo non ha
influenza sui sentimenti che lei ha per Ben e i suoi amici, quelli
restano invariati.
Comunque
signore e
signori il premio per il peggior tempismo della galassia va a Rose!
Complimenti Rose perché battere Finn non era semplice!
A
parte gli scherzi se
notate imprecisioni di qualsiasi tipo lato tecnico di Star Wars vi
prego di segnalarmelo, come dicevo sto finendo di recuperare la saga (o
almeno i vari spin-off) quindi se avete consigli o dettagli per
maggiore precisione sono ben accetti!
Se
leggete e volete
lasciarmi un vostro parere sul capitolo è sempre molto
gradito!
Cosa
troveranno alle
coordinate indicate? Avrà fatto bene Rey ad insistere per
andarci?
Lo
scopriremo nel
prossimo capitolo!
Come
sempre ringrazio
il mio beta Dani1993
|
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Capitolo 5 *** Destino Oscuro ***
Arrivati
alla destinazione davanti a loro si presentò un
piccolissimo pianeta nascosto tra vari asteroidi.
Il pianeta sembrava
essere principalmente roccioso e sabbioso, con
pochissima fauna.
“Non
esattamente il primo posto che sceglierei per delle
vacanze!”
Commentò
ironico lui, ritrovandosi stranamente a pensare
alla prima cosa che avrebbe detto suo padre in quella circostanza.
Probabilmente quella missione di avanscoperta gli ricordava le
avventure che suo padre gli raccontava quando era piccolo, ai tempi le
ascoltava tutte affascinato anche se lui stesso non sapeva dire se
fossero completamente vere o in parte inventate per attirare
maggiormente la sua attenzione.
“Ma qualcun
altro si, a quanto pare!”
Rispose lei, indicando
all’orizzonte il punto tracciato sulla
mappa dove si stagliava un edificio principalmente di metallo nero e
pietra, dall’aspetto tanto antico quanto sinistro.
“Cosa ti
aspettavi da dei seguaci di
Palpatine…” rispose lui ironico ma fu sorpreso dal
fatto che Rey atterrò lì vicino. “Ehi
aspetta! Avevamo detto che avremmo visto cosa c’era, saremmo
tornati a riferire e poi avremmo valutato se ritornare con flotta a
seguito”
“Avevamo
detto che se fosse stato troppo pericoloso saremmo
tornati indietro quindi scendiamo, diamo un’occhiata e se
necessario scappiamo” Disse Rey con tranquillità.
Quindi porse un blaster a Ben ed iniziò a scendere
“…ma se non te la senti puoi sempre restare qui a
fare la guardia al Firespray. Ti riferirò io”
concluse lei, voltando solo la testa verso di lui rivolgendogli uno
sguardo di sfida.
Ben prese il blaster e
la seguì fuori, afferrandola per un
braccio.
“Rey non
puoi fare così, non
può…“
Le parole gli morirono
in bocca quando vide qualcuno che stava venendo
verso di loro: erano cinque persone, probabilmente stavano facendo la
guardia all’area e li avevano visti atterrare. Erano vestiti
di nero ed erano armati con armi da scontro ravvicinato di vario tipo
ed alcune di esse sembravano in parte ricavate
dall’assemblaggio di diversi componenti. A vederli
esternamente sembravano quasi dei cavalieri di Ren ma Ben sapeva che
non era possibile: lui li conosceva ed era sicuro di avere ucciso gli
ultimi rimasti quando avevano provato a fermarlo su Exegol.
Avanzarono schierati
verso di loro, Ben fece un cenno a Rey ma lei
staccò il braccio dalla sua presa, per niente intenzionata a
smuoversi di lì.
L’uomo
schierato a capo del gruppetto avanzò fino
ad arrivare di fronte a loro.
“Chi siete e
cosa state facendo qui?”
Chiese Rey, pronta ad
una qualsiasi reazione dell’uomo tranne
quella che ricevette: con sua enorme sorpresa questo, infatti, non
impugnò l’arma, né chiese agli altri di
fare lo stesso. Anzi, si inchinò davanti a lei, seguito
dagli altri del suo gruppo.
“Noi non
siamo che gli umili servitori da sempre del nostro
signore Palpatine”
“Capisco,
quindi fate parte di quei seguaci di Palpatine che
hanno incontrato la Resistenza”
Constatò
Rey.
“Puoi
parlare per i nostri compagni ma non per quel verme
traditore di Savius, lui non merita di essere accomunato a
noi!”
“Vi deve
essere sfuggita una notizia: Palpatine è
morto, quindi immagino che non abbiate più un signore da
servire”
Puntualizzò
Ben.
“Ma lui
è morto come aveva predetto ed
è qui la sua discendente a prendersi il trono che le spetta
e noi siamo pronti a servirla!”
“Ridicolo,
abbiamo sconfitto Palpatine che è morto
per mezzo del suo stesso potere, ha fallito nel suo intento, le sue
visioni o qualsiasi cosa abbia concepito il suo folle piano si
è rivelato fasullo”
Ripeté lei,
disgustata dall’essere stata ancora
accomunata a quell’individuo.
“Oh, ma le
visioni si verificano sempre, solo che a volte lo
fanno in maniera diversa da quanto previsto! Lui ti aveva vista sul
trono oscuro con i suoi poteri e quelli di tutti i Sith e noi adesso
percepiamo in te il lato oscuro della Forza e siamo pronti a
servirti”
Rey li
fissò con disprezzo a quelle parole.
“Non
diventerò mai l’imperatrice e mai
mi farò assoggettare da quell’invasato, quindi o
vi arrendete e ci lasciate passare mostrandoci cosa tenete
lì dentro o dovrete essere pronti a morire per la vostra
stupida causa!”
Gli uomini si
alzarono, parlò sempre solo quello davanti.
“Se non
è ancora giunto il momento non possiamo
lasciarla passare. In questo tempio conserviamo e prepariamo tutta
l’eredità che le sarà data quando
sarà pronta ad accoglierla”
Le quattro figure alle
spalle dell’uomo si alzarono e
impugnarono ognuno la propria arma, Rey sfoderò e
attivò la sua spada laser, le fece fare un giro completo
rigirandola sul palmo della mano per poi sferrare due rapidi colpi
contro il primo uomo; poi, voltandosi, alzò la spada laser
per pararsi stavolta dall’attacco di un secondo fra loro che
impugnava una specie di spada ricavata dall’unione di diversi
pezzi: la lama doveva essere fatta di un materiale molto resistente
come il Beskar, in quanto resistette al laser della spada di Rey,
surriscaldandosi solamente.
Ben si
concentrò sui restanti due, con il blaster
sparò dei colpi sul primo ferendolo. Il secondo, invece, era
ormai troppo vicino per poter evitare il colpo che stava per
infliggergli con la sua vibro-ascia, quindi usò la Forza per
respingerlo e farlo cadere qualche metro più indietro.
Il quinto osservava
incuriosito il combattimento ed in particolare Rey,
quasi come se fosse soddisfatto di quanto stesse osservando
più che temere gli avversari o tentare di aiutare i suoi
compagni.
I due che combattevano
contro Rey incrociarono le loro armi e
sferrarono un rapido attacco combinato che sarebbe stato difficile da
schivare.
“Attenta!”
La avvertì
Ben e lei si abbassò giusto in tempo
perché le lame le passassero ad un soffio dal viso. Ne
approfittò per sferrare un potente fendente con la spada
laser che tagliò di netto l’arma di uno dei due e
respinse l’altra, sbilanciando il suo possessore.
Nel frattempo Ben, con
il blaster, riuscì a colpire
l’avversario su cui aveva usato la Forza prima che
riprendesse l’arma, facendolo così accasciare
definitivamente sul terreno. L’altro, ancora ferito dal colpo
infertogli prima, caricò un colpo dal basso verso
l’alto: sarebbe stato un colpo prevedibile e facile da parare
se non fosse stato per il quinto uomo che, a quanto pareva, aveva
appena deciso di finire di godersi lo spettacolo e di attaccare anche
lui.
A fatica Ben
schivò entrambi i colpi, ma era troppo vicino
per usare il blaster.
Tramite il legame con
Rey, le chiese aiuto ed entrambi sapevano
esattamente cosa fare: Ben passò il blaster sulla mano
sinistra, alzò la mano destra nel cui pugno comparve la
spada laser di Rey, che gli aveva appena passato tramite la loro
connessione. Allo stesso modo il blaster scomparì dalla sua
mano per comparire in quella di Rey.
I due uomini
assistettero attoniti alla scena: sul volto di Ben si
dipinse un sorriso soddisfatto mentre con dei rapidi, quanto inattesi
colpi di spada laser, mise fuori gioco l’uno già
ferito precedentemente, e colpì, facendo cadere a terra, il
quinto che lo aveva attaccato.
Rey nel frattempo
prese il blaster e sparò ai due uomini con
cui stava combattendo mettendoli fuori combattimento. Si
voltò e vide che anche Ben aveva fatto lo stesso. I due si
guardarono con sguardo di intesa concordando che avevano messo fine
allo scontro.
“Visto? Non
è stato difficile, proprio come ti
stavo dicendo!”
A quelle parole, lui
alzò un sopracciglio.
“Siamo
un’ottima squadra e non ne ho mai dubitato,
ma aspettiamo di vedere cosa troveremo dopo prima di parlare!”
Rey stava per
ribattere quando notò che il quinto uomo che
aveva attaccato Ben per ultimo, ancora agonizzante a terra, le fece
cenno di avvicinarsi con la mano. Rey, guardinga, si
avvicinò all’uomo chinandosi verso di lui. Allora
poté constatare con certezza che la ferita che aveva
ricevuto era mortale, quelle erano probabilmente le sue ultime forze.
Infatti, con respiro affannato, l’uomo si rivolse a lei
scoprendo e porgendole con la mano tremante una chiave digitale che
aveva appesa al collo.
“L’ora
è giunta, questa è la
chiave che ti condurrà al destino che ti è stato
designato. Quando la vedrai capirai, sangue dello stesso sangue
dell’imperatore Palpatine, conducici alla gloria e alla
rinascita dell’Impero!”
Prima che Rey potesse
dire qualsiasi cosa l’uomo
spirò. Esitò un attimo, fissando la chiave che
aveva ancora in mano, quindi gliela sfilò e se la mise lei
stessa al collo.
“Sei sicura
Rey? Non mi sembra una buona idea: è
un esaltato seguace di Palpatine non credo che possiamo fidarci di
qualsiasi cosa che esca dalla bocca di un uomo simile! Tralasciando il
fatto che potrebbe essere una trappola”
Le fece notare Ben, ma
Rey sembrava decisa.
“Non credo
ad una parola di quell’uomo infatti, ma
siamo venuti per sapere cosa c’è qui e lo
scopriremo!”
Rey avanzò
quindi verso l’entrata di quel luogo.
Ben avrebbe voluto provare a dissuaderla perché, per quanto
ne sapevano, quel posto poteva essere pieno di altri seguaci o cose
peggiori, ma percepiva in lei una determinazione talmente fredda e
incrollabile che era già sicuro che sarebbe stata
impossibile da convincere. Appena finita quella missione ne avrebbero
dovuto parlare: non gli piaceva quella situazione e
quell’improvvisa cieca incoscienza che dominava in quel
momento l’animo di lei.
Entrarono nella
struttura: la prima stanza era grande con rocce scure e
parti metalliche di colore nero pece ma non era molto curata, anzi
aveva un aspetto molto dismesso, a parte alcune casse che rispetto al
resto sembravano prive di polvere ed usate di recente.
Usarono un dispositivo
che avevano portato per scannerizzarle e
verificare la presenza di eventuali esplosivi ma lo scan non
rivelò nulla di anomalo. Quindi procedettero ad aprirle:
molte sembravano svuotate interamente o parzialmente, alcune cose erano
ancora lì: viveri, delle ampolle vuote o rotte, vi erano
anche medicine di vario genere.
“Sembra che
avessero scorte per un bel po’ e che
chiunque abbia portato via parte di questa roba avesse una gran
fretta!”
Constatò
Ben.
“Non mi
sembra un posto molto ospitale, perché
dovrebbero voler vivere qui? Era semplicemente la loro base? Dobbiamo
vedere cos’altro c’è, faremo analizzare
più tardi il contenuto delle casse dai membri specializzati
della Resistenza”
Rispose lei per poi
continuare a guardarsi intorno, ma non sembrava
esserci molto altro, quindi proseguì nel corridoio
successivo seguita da Ben.
Non appena entrarono
nella stanza il figlio del Generale Organa si
bloccò: erano presenti enormi vasche cilindriche di vetro,
alcune vuote ed altre riempite con quelli che sembravano dei disgustosi
pezzi deformi.
“Ben, sai
cosa sono?”
“Vasche di
clonazione, ne avevo viste alcune quando ero
andato dentro il Tempio Sith la prima volta, contenevano probabilmente
diversi esperimenti di clonazione mal riusciti prima di quello che
abbiamo affrontato noi. Però quando sono tornato su Exegol
per aiutarti, erano state svuotate”
“Pensi che
qualcuno potrebbe aver usato quei cloni o che sia
possibile che stiano definendo un altro clone di Palpatine?”
Chiese Rey preoccupata
solo alla lontana possibilità di
dover affrontare nuovamente suo nonno.
“Non sono un
esperto di clonazione, ma non credo sia
così facile creare un altro clone come quello che abbiamo
affrontato noi. Ma comunque c’è qualcosa di strano
in tutto questo: sicuramente qui è stato fatto qualche tipo
di esperimento… dobbiamo assolutamente far analizzare anche
questa stanza”
L’attenzione
di entrambi fu catturata
dall’improvviso rumore di navicelle, corsero alla finestra ed
effettivamente si trattava di alcuni Caccia Tie in partenza dal pianeta.
“Caccia Tie?
Che centri qualcosa anche il Primo Ordine?
Eppure non ero al corrente di niente di tutto questo quando ero IL LORO
Leader Supremo! Che li abbiano solo rubati?”
Si chiese poco
convinto Ben.
“Qualsiasi
sia la cosa, stanno scappando. Vediamo se
riusciamo a fermarne qualcuno!”
Disse Rey, anche se
era consapevole che le probabilità di
riuscita erano poche. Le strade percorribili dalla stanza in cui si
trovavano erano due.
“Dividiamoci,
io vado da questa parte! Il primo che trova
qualcosa avverte l’altro!”
“Riscambiamoci
prima le armi”
“Non
c’è tempo: se serve lo faremo
tramite il legame”
Disse lei, mentre
già si incamminava in uno dei due
corridoi. Ben sospirò e proseguì, non proprio
d’accordo, per l’altra strada.
Rey corse nel
corridoio davanti a lei. Le prime stanze che
incrociò non erano niente di speciale: c’era una
specie di sala medica dove probabilmente curavano i feriti oppure
facevano altri dubbi esperimenti, decise che anche quella
l’avrebbe fatta analizzare successivamente. Le altre erano
semplicemente camere con delle brande per dormire.
La sua attenzione fu
però catturata dalla stanza successiva
che sembrava essere un deposito delle armi che erano state utilizzate
dai soldati sconfitti poco prima e altre probabilmente portate via da
quelli che erano scappati. Ma la cosa che la sorprese fu un mobile di
metallo nero intarsiato, particolarmente curato rispetto al resto e che
sembrava potersi aprire solo con l’utilizzo di una chiave
digitale.Esitò, quindi, con la mano su quella che aveva al
collo.
Non poteva fidarsi di
quegli individui ma la curiosità la
stava divorando. Probabilmente Ben le avrebbe detto di aspettare i
rinforzi prima di aprirlo, ma qualcosa dentro di lei la spinse ad
avvicinare la chiave e far scattare la serratura.
Si chiese subito se
avesse fatto la cosa giusta perché
appena aperto fu travolta da del fumo verdognolo che la fece tossire,
agitò le mani davanti al viso per cercare di scostarlo ed
indietreggiò per respirare. Ma appena il fumo si
diradò, la tosse si fece meno intensa e riuscì a
tornare a respirare regolarmente anche se sentiva ancora un prurito
alla gola.
Il contenuto del
mobile era ora visibile: era presente una sola arma al
suo interno, allungò una mano per prenderla e tirarla fuori
in modo da poterla osservare senza rischiare di incorrere nuovamente
nei residui di quel fumo.
Quando però
potette osservarla da vicino, a momenti, la fece
cadere per lo stupore. Sentì il fiato farsi più
corto: conosceva bene quell’arma perché
l’aveva vista in mano alla sua controparte oscura quando era
sulla Morte Nera.
Da quando aveva deciso
di costruirsi una spada laser la scelta
più ovvia sarebbe stata quella di costruire
un’arma come quella: un bastone estendibile con una doppia
lama, in modo da poter combattere proprio come era abituata con il suo
bastone. Ma avendo visto quella spada nelle sue visioni aveva deciso di
costruirne una completamente diversa proprio per evitare di incorrere
in quel destino che non voleva realizzare.
Eppure nonostante
tutto adesso quell’arma era proprio
lì nelle sue mani. La attivò per avere una
conferma definitiva ma sussultò quando vide la doppia lama
color cremisi, la fissò come ipnotizzata in preda a dei
pensieri che non sapeva controllare.
Riuscì a
staccare lo sguardo solo quando sentì la
voce di Ben che la chiamava: non sembrava venire da lontano, quindi
forse le due strade percorse prima, si ricongiungevano da qualche
parte. Iniziò a correre in direzione della voce disattivando
la lama della spada laser che aveva ancora in mano.
Ben era rimasto
attonito davanti a ciò che aveva trovato
nella stanza che stava ispezionando. L’unica cosa che era
riuscito a pronunciare era il nome di Rey, forse perché
sperava quasi che lei potesse dire che ciò che stava vedendo
non fosse reale: davanti a lui si stagliava una perfetta replica del
trono oscuro che era stato distrutto su Exegol.
Rey arrivò
di corsa, sembrava preoccupata ma quando vide Ben
illeso si tranquillizzò.
“Ben tutto
be-“
Le parole le morirono
in gola quando si rese conto di cosa stesse
osservando: si avvicinò al trono oscuro ed
allungò una mano per toccarlo, come per verificare che non
fosse un ologramma. Però non appena lo toccò fu
sopraffatta da una visione ambientata proprio lì, la stessa
che aveva visto tempo fa, ma adesso era più vivida e reale:
lei e Ben su quel trono. Per nessun motivo voleva pensare che quella
visione si potesse davvero realizzare: non avrebbe voluto una cosa
simile per niente al mondo. Quindi istintivamente riportò il
braccio indietro, interrompendola, tornando a fissare il trono vuoto.
Sia la sua controparte
oscura che l’uomo di prima che le
aveva dato la chiave, le avevano detto che le visioni si verificavano
sempre. Lei fino a quel momento aveva creduto il contrario. Eppure sia
quel trono che la spada che stringeva in quel momento in mano
denotavano, nonostante i suoi sforzi per evitarlo, quanto quelle
visioni facessero di tutto per realizzarsi comunque.
Eppure non era
possibile, quel futuro non poteva davvero avverarsi.
Ripensò alle parole pronunciate dall’uomo che le
aveva dato la chiave: aveva detto che tutte le visioni erano destinate
a realizzarsi ma non tutte come si sarebbero aspettati.
La cosa accese in lei
nuovamente la speranza: infondo Rey non aveva mai
creduto alle visioni dove aveva ceduto al lato oscuro, eppure adesso lo
aveva fatto per salvare Ben. Forse anche per le altre era lo stesso: si
sarebbero avverate, ma in un modo diverso da quello negativo a cui
pensava.
Iniziò
quindi a riflettere su tutte le possibili
interpretazioni per poterne trovare una plausibile che non comprendesse
la distruzione della galassia.
Ben era rimasto
immobile ad osservare la scena in silenzio. Il fatto
che fosse reale il trono oscuro che aveva visto nelle sue visioni
quando era entrato in contatto per la prima volta con Rey dopo che
aveva ceduto al lato oscuro, lo preoccupava. Non voleva che anche le
altre viste in quell’occasione fossero reali, ma
cercò di farsi forza convincendosi che le due cose non
fossero collegate.
Il suo flusso di
pensieri si interruppe quando percepì
l’inquietudine di Rey, quindi si avvicinò a lei.
“Tutto
bene?”
La ragazza a malapena
lo sentì: era completamente assorta
nei suoi pensieri e nel trovare una soluzione plausibile ai suoi
problemi. Stava vagliando nella sua testa tutte le possibili
alternative quando, ad un certo punto, le venne in mente qualcosa.
Sgranò gli occhi.
“Ma certo:
perché non ci ho pensato prima,
così potrebbe avere senso…”
“Cosa? E
cos’è quella cosa che hai in
mano?”
Chiese Ben perplesso,
notando solo ora il bastone nella sua mano.
“Tutto!”
sul suo viso comparve
un’espressione euforica, come se avesse appena unito tutti i
pezzi di un puzzle invisibile. Iniziò dapprima col
rispondere alla seconda domanda “ho scoperto cosa apriva la
chiave dell’uomo ed ho trovato questa!”. La
attivò, mostrandogli la spada laser nella sua interezza.
A quella vista Ben
fece un passo indietro, sconvolto.
“Una spada
laser a doppio fendente con lame rosse?
Perché l’hai presa?”
“E’
la stessa arma che avevo visto alla mia
controparte oscura nelle visioni, avevo fatto di tutto per non
realizzarla in quanto pensavo che tali visioni implicassero me come
imperatrice alla stregua di Palpatine: assoggetta dal volere dei Sith,
come voleva lui. Ma ora che l’ho comunque trovata, che il
trono oscuro è ancora qui, ho capito che le visioni non
possono non avverarsi, ma possono avere diversi significati ed io forse
ho capito qual è e perché la Forza sta facendo di
tutto per avverarle”
“Che cosa
stai dicendo? Non tutte le visioni si avverano, noi
abbiamo il controllo del nostro destino!”
Replicò
l’altro, incapace di accettare che si
sarebbero avverate anche tutte quelle che aveva avuto lui.
“Non devi
avere paura, Ben. Anche io ne avevo, ma ora non
più! Avevo paura di cedere al lato oscuro ed invece
l’ho fatto per salvarti, avevo paura di averti perso per
sempre ed invece tu sei qui! Avevo paura che questa stupida guerra
potesse continuare per sempre e che avrei rischiato continuamente la
vita di tutti voi, ed invece adesso mi è tutto
più chiaro: le visioni mi hanno indicato il modo per poter
cessare i conflitti e riportare la pace e l’equilibrio nella
Forza!” Fece una breve pausa rivolgendo a lui uno sguardo di
incoraggiamento “è semplice Ben, tutto questo
è ciò a cui siamo sempre stati destinati:
riportare la pace e l’equilibrio e per farlo io potrei
trovare e convincere i seguaci di Palpatine ad arrendersi. Infondo sono
dediti a me, in quanto sua nipote. Tu, invece, potresti trovare e
convertire quanto resta del
Primo Ordine. In
questo modo, debelleremo entrambe le minacce e
riporteremo la pace senza dover continuare questa straziante
guerra!”
Ben
aggrottò la fronte incredulo a quello che stava
ascoltando dalle labbra di Rey.
“Pensi
davvero che sarà così facile? E
se si rifiutassero di seguirci?”
“Non ho
detto che sarebbe stato facile ma che sarebbe stato
meglio di continuare un’inutile guerra. Se aspettassimo
entrambe le parti potrebbero solo risorgere nuovamente. Preferisci
avere un nuovo nemico da dover gestire? Una guerra infinita da
combattere? Io sono stanca di combattere e di vedere la tua vita e
quella dei miei amici in continuo pericolo”
“Ma non hai
risposto alla mia domanda: se rifiutassero di
abbracciare la nostra causa cosa faresti? Li uccideresti?”
“Morirebbero
comunque se lasciassimo le cose come stanno. Una
guerra ci manderebbe ugualmente gli uni contro gli altri!”
Rispose lei
freddamente, senza battere ciglio.
“Cosa ci
distinguerebbe allora dall’Impero? La
strada più facile non è mai la
migliore!”
“Ci
distinguerebbe il fatto che noi non vogliamo distruggere
la galassia ma ristabilire la pace! Accetterò il ruolo di
rappresentante del nuovo Consiglio che mi verrà proposto
alla riunione di domani mattina: prima stupidamente avevo paura di
accettarlo, ora ho deciso che non sarà più di
sola facciata ma farò realmente la differenza. Poi li
convincerò a fidarsi anche di te ed insieme distruggeremo
quello che resta del Primo Ordine e dei seguaci di Palpatine”
Ben scosse leggermente la testa ma Rey proseguì determinata,
tendendogli la mano.“Il Primo Ordine, i seguaci di Palpatine,
i Jedi: è ora che ciò che è vecchio
muoia, governeremo insieme e porteremo un nuovo ordine nella
galassia!”
Ben sgranò
gli occhi restando per qualche attimo senza
fiato: ricordava bene quella scena e quelle parole, perché
lui stesso le aveva dette, riferendosi alla visione che aveva avuto la
prima volta che era entrato in contatto con Rey. Aveva pensato che,
almeno quella, non si sarebbe più potuta verificare ed
invece stava vivendo quel vivendo proprio in quell’istante.
Rey non riusciva a
capire come mai Ben avesse avuto una tale reazione,
così provò a leggergli nella mente: fu fin troppo
facile in un momento di debolezza come quello.
“Lo avevi
previsto! Quando le nostre mani si sono toccate per
la prima volta, io avevo visto il momento in cui tu avresti combattuto
al mio fianco, mentre tu avevi visto questo momento. Avevamo entrambi
ragione, avevamo entrambi visto il futuro!”
“No, Rey,
non farlo”
La implorò
lui ma lei Inclinò la testa, tanto
confusa quanto turbata.
“Non fare
cosa Ben? Insieme potremmo fare qualsiasi cosa e
ristabiliremmo un nuovo equilibrio nella Forza e nella
galassia”. Rey avanzò di un passo, continuando a
tendere la sua mano a Ben. “Quando tu mi hai teso la tua mano
non ero pronta ad afferrarla: avevo paura del futuro che avevo visto.
Ma ora non ne ho più e per questo sono io ad offrirtela,
adesso”
Ben osservò
la mano di Rey, in passato aveva desiderato
così tanto un gesto simile da parte sua, eppure ora che
stava accadendo gli sembrava tutto così sbagliato. Il suo
sguardo esitò ancora qualche attimo sulla mano di lei per
poi fissarsi sul suo sguardo: lo scrutò in silenzio nella
disperata ricerca di quella parte di Rey di cui sentiva la mancanza, ma
che non riusciva a scorgere. Amareggiato, indietreggiò di un
passo.
Quel singolo passo Rey
lo percepì come l’inizio di
una voragine tra loro, una voragine che non si sarebbe più
potuta riparare. Sentì quindi il bisogno di annullare quella
distanza che non voleva accettare, così lo
abbracciò stringendolo forte a sé e gli
sussurrò.
“Ti prego,
Ben. Fidati di me: staremo insieme, non
è questo quello che conta? lo so che lo vuoi anche
tu!”
Fece risalire una mano
lungo la schiena di lui fino alla sua testa
passandogliela dolcemente tra i capelli all’altezza della
nuca.
Lo sciolse leggermente
dall’abbraccio, per poterlo fissare
intensamente negli occhi, mentre con l’altra mano gli cingeva
il viso, al quale si avvicinava sempre di più, decisa ad
eliminare totalmente quella distanza che c’era tra loro.
Per quanto fosse
deciso nelle proprie convinzioni, ognuno di quei gesti
di Rey gli procurava un fremito. Era vero ciò che lei gli
aveva detto: stare con lei era tutto ciò che avrebbe
desiderato. Sarebbe stato così facile cedere in quel momento
che, per un attimo, chiuse gli occhi ed immaginò di farlo:
in quell’attimo si sentì felice, completo.
Ma fu solo un attimo.
Una parte di lui sapeva che se avesse ceduto
adesso avrebbe perso la Rey che conosceva per sempre e questo non
avrebbe mai potuto permetterlo. Quindi, portò una mano
davanti alla bocca di lei e la allontanò dalla sua, prima
che lo baciasse.
“Mi spiace
Rey ma non così, non sarebbe
giusto”
A quelle parole Rey,
non riuscì più a trattenere
la folle rabbia che dirompeva in lei.
Era tutto perfetto,
perché non riusciva a capirlo?
Riusciva a percepire
che lui voleva lo stesso e allora
perché…perché non
l’accettava così com’era?
“Non
è giusto? Perché?”
“Perché
io ci sono passato e so che questa strada
potrà portare solo alla tua distruzione e non posso
lasciartelo fare”
“Ero
convinta che tu potessi capire…”
I suoi occhi
diventarono lividi di quella rabbia che non riusciva
più a controllare: doveva sfogare quel turbine di emozioni
che dirompeva in lei. Perciò usò la Forza per
scaraventare Ben lontano, all’ingresso della stanza, poi
urlò per dar sfogo a tutta la rabbia che sentiva dentro. Con
la nuova spada laser, che aveva ancora in mano, distrusse le prime cose
che le capitarono davanti ovvero alcuni vasi e piedistalli che ornavano
la stanza.
L’urto con
il pavimento provocò a Ben una botta
sul fianco sinistro, ma il dolore era irrisorio rispetto a quello che
sentiva bruciargli dentro. Poteva sentire chiaramente cosa provava Rey:
la sua cieca rabbia, l’odio, la mancanza di fiducia nelle
persone che le volevano bene. E tutto ciò, gli faceva male
perché lui stesso conosceva fin troppo bene quelle
sensazioni: Kylo Ren le aveva provate moltissime volte.
Solo Rey era riuscita
a ‘salvarlo’ da sé
stesso. Si chiese se anche lui, a quel punto, sarebbe mai riuscito a
fare altrettanto. Non ne era sicuro, ma sapeva che avrebbe fatto
qualsiasi cosa pur di riavere Rey com’era prima.
**Angolo
Autrice**
Nei film
ho notato che moltissime volte vengono nominate o viste
visioni di Rey oscura, Rey sul trono dei sith e sul trono dei sith al
fianco di Kylo. Nessuna di queste visioni si avvera nell’arco
dei tre film mentre si avverano tutte le altre il che mi risulta un
po’ strano dato che normalmente (correggetemi se sbaglio) le
visioni si dovrebbero sempre avverare, ecco perché ho deciso
di ricollegarmi a tali visioni e far in modo che si avverassero, anche
se forse non nel modo che avevano pensato i protagonisti nel momento in
cui le avevano avute.
Questo
capitolo è dedicato proprio al tema di tali visioni,
al destino oscuro che hanno visto e che spinge Rey ad applicare una
visione sua che le permetta di leggerle in una chiave a lei favorevole.
Tale approccio non viene condiviso da Ben che ha paura della sua totale
discesa al lato oscuro e di perdere per sempre la Rey che conosce.
Mi
piace pensare come il lato oscuro di Rey sia esploso in una cieca
rabbia e lei abbia iniziato a fare come faceva Kylo ovvero a
distruggere le prime cose che le capitano davanti! Anche se in questo
caso lei lo fa anche per non sfogare quella rabbia su Ben ma su altro.
Ora
che entrambi sembrano decisi su posizioni opposte cosa pensate che
accadrà?
Come
sempre fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo!
Ringrazio
il mio beta Dani1993
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Capitolo 6 *** Il nuovo Consiglio ***
Cap 6 Il nuovo Consiglio
La
distruzione delle cose che aveva intorno permise solo in piccola parte
a Rey di sbollentare la rabbia che sentiva ancora fremere dentro di
lei, cercò comunque di ragionare sul da farsi. Era convinta
delle sue idee e di aver trovato la soluzione ottimale per tutto, non
riusciva a capire come Ben potesse essere tanto cieco in proposito.
A lui ci volle qualche
minuto prima di metabolizzare quanto accaduto e per ritrovare la forza,
più mentale che fisica, per rialzarsi. Quando ci
riuscì, fece leva sulle braccia per alzare il busto e
mettersi seduto. Prima di alzarsi definitivamente, si bloccò
alla vista di Rey che avanzava verso di lui con sguardo freddo e deciso
e la spada laser attivata in mano. I suoi occhi erano nuovamente
divenuti gialli, intrisi di potere oscuro.
Rimase come
immobilizzato in quella posizione a quella vista: non sapeva
precisamente cosa fare o dire, fu Rey ad anticiparlo in quanto
sembrava, ed era, nettamente più decisa di lui in quel
momento.
“Ben, lo so
che ora non capisci ma quando vedrai i risultati di queste azioni
cambierai idea. Purtroppo mi costringi a fare una cosa che non avrei
voluto, ma devo farlo per assicurarmi che tu non mi intralci e che
tutto vada per il verso giusto, mi dispiace”
Prima che Ben potesse
reagire in qualsiasi modo, percependo le sue intenzioni, Rey
alzò una mano, mentre si avvicinava a lui, usando i fulmini
di Forza.
Ben sentì i
fulmini pervadergli il corpo.Emise un gemito di dolore, ricordando
quando riceveva lo stesso trattamento da Snoke, solo che in quel
momento faceva molto più male il sapere che fosse proprio
Rey ad averlo colpito. L’attacco lo immobilizzò a
terra.
“Non mi hai
lasciato scelta Ben: devo andare alla base della Resistenza da sola, ma
tornerò qui domani a prenderti dopo la riunione del nuovo
Consiglio. Nel frattempo potrai riflettere con più calma
sulla mia proposta”. Usò i suoi poteri, per
riprendersi la sua spada laser gialla che era caduta accanto a Ben
“Come ti avevo detto era solo in prestito, ma ti lascio
questa per difenderti in caso di necessità”
Rey gli
lanciò il blaster.
“Mi vuoi
davvero lasciare qui?”
Chiese lui ancora
dolorante ma, appena riuscì ad alzare lo sguardo, Rey stava
già correndo via.
La ragazza corse al
Firespray: non si volse indietro per non rischiare di avere dei
ripensamenti.
Cercò di
autoconvincersi che quella fosse davvero la sua unica alternativa e che
lo stesse facendo per il bene stesso di Ben e dei suoi amici, quindi
salì sul veicolo e partì.
Diversi pensieri ed
emozioni forti le affollavano la mente e la travolgevano. Una volta in
volo, sentì che il prurito alla gola causato da quella
specie di gas era ancora presente; con tutto quello che era successo
non lo aveva notato prima di allora. Provò a grattarsi sul
collo ma sentì qualcosa di strano sulla pelle, quindi mise
un attimo il pilota automatico per potersi specchiare nella prima
superficie riflettente a disposizione. A quel punto, due cose la
colpirono: la prima erano delle strane macchie rosse che le si erano
formate sul collo e che sembravano starsi espandendo, la seconda che i
suoi occhi erano diventati gialli.
Per la prima, si
promise che, appena arrivata, sarebbe passata subito
nell’area medica al fine di farsi vedere; invece, per la
seconda, avrebbe dovuto trovare una soluzione più immediata.
Anche se probabilmente era una delle poche persone a sapere cosa
indicassero gli occhi di quel colore, di sicuro non sarebbero passati
inosservati. Ma, cosa più importante, lei voleva avere il
controllo sui suoi poteri e non farsi assoggettare dal Lato Oscuro.
Prese un respiro,
costringendosi a calmarsi: il solo pensare allo scontro appena avuto
con Ben, la faceva ribollire di rabbia. Ma era sicura che lui avrebbe
capito, avrebbe solo avuto bisogno di tempo, poi sarebbe tornato dalla
sua parte, come sempre. Infondo avevano un legame speciale loro due, ed
il loro destino non era quello di restare separati. Inoltre, nella base
della Resistenza, l’attendevano i suoi amici i quali
sicuramente l’avrebbero appoggiata come rappresentante unico
del nuovo Consiglio, dal momento che era stata lei ad avere dubbi in
merito e non loro. Si sarebbe tutto sistemato ed avrebbe ripensato a
quei momenti in futuro solo come delle stupide preoccupazioni.
Prese
un’altro respiro e si sentì già
più tranquilla: i pensieri le sfollarono la mente e riprese
il controllo di sé stessa: quando riaprì gli
occhi, con enorme soddisfazione, notò che erano tornati al
loro colore naturale. Sfoggiò quindi un sorriso soddisfatto
e riprese a pilotare fino alla base.
Una volta atterrata,
Rey rispettò la sua stessa promessa di passare
dall’area medica: di certo non voleva che quello strano sfogo
le impedisse di partecipare alla riunione del nuovo Consiglio!
Entrata nella
struttura, avanzò ricercando qualche medico. Ne
trovò solo tre, probabilmente di turno, data
l’ora. Due di essi li riconobbe, un uomo e una donna, mentre
il terzo era sicura di non averlo visto prima e vicino a lui erano
seduti due membri della Resistenza.
“Buonasera,
Rey! Poe e Finn avevano iniziato a temere che non saresti tornata in
tempo per la riunione del Consiglio, penso dovresti passare un attimo
da loro, dopo! Ma dimmi, cosa ti porta qui?”
Chiese la donna.
“Buonasera a
voi! In una missione ho aperto un armadietto chiuso a chiave a mi
è arrivato addosso uno strano fumo verde. Adesso ho prurito
e questo sfogo che sembra aumentare, si può fare qualcosa?
Sapete, domani alla riunione devo essere assolutamente in condizione di
presenziare o davvero Finn e Poe mi toglieranno il saluto per
sempre!”
In realtà
al momento per lei era essenziale partecipare anche per i propri motivi
personali, ma non le sembrò il caso di puntualizzarlo. I due
medici che conosceva si avvicinarono per osservare meglio la situazione.
“Non ho mai
visto niente di simile ma dallo sfogo sembrerebbe una reazione
allergica o qualcosa di analogo”
Disse il primo.
“Il fatto
che stia aumentando anche dopo la cessata esposizione col gas potrebbe
essere preoccupante, ma ci servirebbe fare delle analisi più
approfondite per capire cosa le ha create prima di poter capire come
debellarle, il che potrebbe richiedere più tempo del
previsto!”
Aggiunse la donna.
“Io so cosa
lo ha provocato: eri in uno dei posti dove erano presenti dei seguaci
di Palpatine, corretto?”
Disse l’uomo
che Rey non conosceva e che era rimasto in disparte accanto ai due
membri della Resistenza.
“Sì,
come fai a saperlo?”
“Mi presento
mi chiamo Savius, ho lavorato per loro fino a poco tempo fa. I loro
metodi barbari e aggressivi di sperimentazione mi avevano
però stancato da tempo, quindi quando ho visto una
possibilità l’ho colta andando contro di loro e
chiedendo di unirmi alla Resistenza!”
Rey riconobbe la
storia che coincideva esattamente con quanto raccontatole da Rose.
L’uomo sembrava sulla sessantina con i capelli neri
brizzolati che gli ricadevano sul viso e baffi e pizzetto dello stesso
colore.
“Io sono
Rey, cosa sai allora di questo gas?”
“È
usato dai membri per nascondere oggetti preziosi, in modo che, anche in
caso di furto della chiave, chi non conosce effettivamente il metodo
preciso di apertura, viene inondato da un gas nocivo. Questo appena
inalato provoca la reazione che vedi, continuerà a
peggiorare senza uno specifico antidoto: è fatto
apposta”
“Tu avresti
l’antidoto?”
Chiese lei speranzosa.
“No, ma da
una semplice analisi di un tuo prelievo posso facilmente sintetizzarlo
ed iniettartelo in poco tempo e domani mattina non dovresti
più avere nulla”
Concluse lui.
“Bene,
allora: fallo subito!”
Si affrettò
lei ma, uno dei due membri della Resistenza che erano con lui, la
interruppe.
“Aspetta
Rey, non sappiamo ancora se possiamo totalmente fidarci di lui: lo
stiamo tenendo sotto sorveglianza e la Resistenza sta ancora vagliando
le informazioni che ci ha dato”
“La missione
da cui sono appena tornata era basata proprio sulla verifica di una di
quelle informazioni ed effettivamente ci ha portato a uno dei covi dei
seguaci di Palpatine. Sono state rilevate anche molte cose da far
analizzare che potrebbero svelare informazioni utili alla
Resistenza!”
Aggiunse lei.
“La stessa
missione dove hai inalato questo gas?”
Replicò
perplessa l’altro membro, incaricata di fargli da guardia.
“Potete
benissimo controllarmi passopasso, mentre faccio tutte le procedure. Ma
se preferite che lei domani si ritrovi con uno sfogo in tutto il corpo,
facendo fatica a respirare, fate pure!”
Replicò
cinico Savius.
“Per me va
bene, procedi!”
Disse Rey.
“Rey sei
sicura? Non possiamo permetterci di sbagliare, soprattutto se si tratta
di te!”
Rey annuì.
Savius accennò un sorriso e prese l’occorrente per
farle il prelievo sotto stretta sorveglianza sia degli altri medici che
degli altri membri della Resistenza.
“Per vostra
fortuna non ho ansia da prestazione!”
Constatò
secco lui, mentre effettuava il prelievo sotto gli occhi clinici di
tutti. Una volta concluso si segnò dei dati su un foglio
facendo dei calcoli, procedette quindi a sintetizzare il vaccino sulla
base dei dati ricavati. Come aveva promesso, in non molto tempo,
preparò la dose di vaccino e la iniettò a Rey.
“Questo
dovrebbe frenare la diffusione ed il prurito, domani mattina non
dovresti avere più nulla!”
“Bene,
grazie!”
Rispose lei.
“Rey se
dovessi avvertire qualsiasi effetto collaterale o indesiderato
contattaci subito!”
La intimò
la donna medico.
“Non ti
preoccupare, sono sicura che non ce ne sarà
bisogno… comunque lo farò in caso,
promesso!”
Rey li
salutò, iniziò a sentire la stanchezza di quella
giornata. Ma prima di andare a dormire, doveva passare da Poe e Finn.
Li cercò per il campo e li trovò in un angolo a
chiacchierare: a quanto pareva Poe stava ripetendogli per
l’ennesima volta il discorso che avrebbe voluto fare al nuovo
Consiglio, dal momento che Finn aveva un’aria nauseata.
Rey era davvero felice
di rivederli, quindi andò alle loro spalle, aprì
le braccia e li cinse entrambi in un unico abbraccio.
“Rey!”
Esclamò,
tanto sorpreso quanto entusiasta, Poe.
“Siano
lodate le galassie: se ascoltavo un’altra volta il discorso
di Poe, domani mi sarei dato malato!”
Disse ironico, con un
sorriso, Finn.
“Oh, scusami
se non avendo più visto tornare Rey mi stavo preparando cosa
dire, in caso non si fosse presentata!”
Replicò lui.
“Scusate il
ritardo! Ma vi avevo promesso che non sarei mancata, ed eccomi
qui!”
“Io non
avevo dubbi che saresti venuta: mantieni sempre le tue
promesse!”
Disse Finn.
“Come
è andato il viaggio? Scoperto qualcosa di interessante sulla
Forza? O forse dovremmo chiederti anche come è andata la
missione, che hai deciso di fare da sola senza chiedere il nostro
permesso?”
Disse Poe, incrociando
le braccia al petto e rivolgendo a Rey uno sguardo contrariato.
“Rose ci ha
detto che ci avresti spiegato le tue motivazioni a riguardo, quindi le
stiamo attendendo!”
Confermò
Finn.
A quanto pareva Rose,
come promesso, aveva mantenuto il riservo sulla questione di Ben.
“È
andato tutto bene, ho tantissime cose da raccontarvi ma devo farlo con
calma… rimandiamo le spiegazioni a dopo la riunione del
nuovo Consiglio, ok? Prometto che vi darò anche una buona
ragione per essere partita subito senza attendere una missione
ufficiale… vi anticipo solo che ci sono buone
probabilità che, nel luogo indicato, ci siano delle
informazioni molto utili alla Resistenza”
Poe scosse leggermente
la testa.
“Certo che
sei proprio una testa calda, eh!”
“Senti chi
parla!”
Protestò
ironica lei.
“Siete
entrambi delle teste calde quindi vedete di non fare scherzi alla
riunione di domani!”
Si intromise Finn.
“Nessuno
scherzo, anzi vi anticipo già che ho deciso di accettare il
ruolo di rappresentate unico che vuole offrirmi il nuovo
Consiglio”
I due sgranarono gli
occhi stupiti.
“Avevamo
capito che non fossi molto d’accordo con quel
ruolo!”
“Già…ma
diciamo che questi due viaggi sono stati abbastanza
‘illuminanti’ a proposito! Meglio così,
no? Il nuovo Consiglio sorgerà e con me a capo porteremo la
pace finalmente in tutta la galassia, niente più guerre o
simili! Ma una cosa alla volta: adesso ho davvero bisogno di andare a
letto, e dovreste farlo anche voi!”
Rey li
salutò e si allontanò. Poe e Finn si guardarono
un po’ perplessi.
“Non
l’avevo mai vista così ottimista e decisa su un
ruolo così delicato”
Ammise Finn.
“Ha detto
davvero ‘con me a capo’? Il suo dovrebbe essere un
ruolo di rappresentanza, i membri del nuovo Consiglio dovrebbero avere
il potere decisionale…”
Chiese Poe,
interdetto. Finn sospirò.
“Siamo tutti
stanchi, probabilmente ha solo sbagliato ad esprimersi…
forse sarebbe meglio se andassimo a dormire anche noi. Infondo stiamo
parlando sempre di Rey!”
Poe annuì
ed entrambi tornarono ai loro alloggi.
Rey era distrutta: non
vedeva l’ora di dormire, ma non poteva farlo prima di aver
verificato una cosa.
Si
concentrò sul legame con Ben e provò a
contattarlo: non poteva andare a dormire prima di essersi assicurata
che stesse bene.
“Ben!”
Chiamò, ma
non ricevette risposta. Insistette, concentrandosi più a
fondo sul loro legame. Riuscì finalmente a visualizzarlo
davanti a lei: era seduto da qualche parte, probabilmente con la
schiena contro il muro ed un braccio poggiato sulla gamba piegata.
Aveva la testa leggermente inclinata e fissava un punto vuoto per
terra, con lo sguardo basso.
“Ben, come
stai?”
Ben non mosse un
muscolo ma, anche se non le rispondeva, Rey sapeva che poteva sentirla
e vederla.
“Ben, non
fare così ti prego, voglio solo essere sicura che stai
bene”
“Ti
interessa adesso?”
Si limitò a
dire, continuando a non smuovere lo sguardo”
“Certo che
mi interessa! Mi è sempre interessato!”
“Allora
forse dovevi pensarci prima di lasciarmi qui”
Le sue parole erano
fredde come il ghiaccio e, solo allora, alzò lo sguardo per
incontrare il suo: ma questa volta era diverso dal solito a cui lei si
era abituata. Questo era uno sguardo severo e distaccato.
“Capisco che
tu sia arrabbiato, Ben, ma non ho avuto scelta! Credimi, tutto questo
è solo per il bene di tutti noi. Domani tornerò a
prenderti, parlerò di te a tutti e quando vedrai
l’esito positivo di tutte queste azioni ti convincerai anche
tu che questa è la strada giusta!”
“E se non
riuscissi a convincermi che farai? Mi rinchiuderai per sempre su un
pianeta sperduto?”
“Non lo
farei mai”
Ben si alzò
fino a stare in piedi davanti a lei fissandola dritta negli occhi,
ancora furioso.
“E allora
cosa faresti? Non mi hai risposto: mi sembra che la tua soluzione a
tutto, adesso, sia solo che le cose vengano fatte come vuoi
tu!”
“Le visioni
che abbiamo avuto erano vere ma forse non erano così
negative come pensavamo: ci indicavano un nuovo futuro insieme, questo
futuro!”
Insistette lei.
“Rey, non lo
capisci? Non c’è un futuro insieme se tu
perseguirai questa strada”
“Lo
vedremo!”
Concluse furiosa lei
interrompendo la connessione.
Entrambi si
ritrovarono improvvisamente con solo il muro davanti, nonostante il
legame che li univa, non si erano mai sentiti più distanti e
più soli.
Rey si
rannicchiò nel suo letto provando a calmare la rabbia, una
volta avrebbe pensato che solo Ben poteva capirla quando si sentiva
così. Ma ora, senza di lui, si sentiva di nuovo sola come a
Jakku. Cercò di focalizzarsi sulla autoconvinzione che i
fatti, prima o dopo, lo avrebbero convinto e a fatica si
addormentò.
Ben era distrutto,
stanco sia fisicamente che soprattutto psicologicamente,
andò in una delle brande che erano presenti
nell’edificio e, anche se dopo vari tentativi,
riuscì comunque ad addormentarsi nonostante i pensieri che
gli affollavano la mente.
La stanchezza
accumulata permise a Ben di dormire diverse orema, nonostante
ciò, si risvegliò tormentato nuovamente dai
pensieri. Non riuscendo né a scacciarli, né a
dormire, si alzò e andò a fare due passi.
Camminò passivo tra i corridoi e le stanze, stentando ancora
a credere che tutto ciò che avesse vissuto da quando era
tornato, stesse accadendo veramente.
Quello che era
presente in quel luogo sembrava un crudele scherzo del destino pronto a
realizzare ad ogni costo le peggiori visioni che lui o Rey avessero mai
avuto. Ma Ben sapeva che la Jedi che conosceva era ancora lì
da qualche parte. Cercò quindi di pensare a dei modi per
farla tornare in sé, ma al momento non sapeva di preciso
nemmeno cosa le avrebbe detto quando sarebbe tornata lì a
prenderlo.
Forse la
verità era che si sentiva in colpa: sapeva che se Rey si
trovava in quella situazione, in parte, era a causa sua. Lei lo aveva
fatto per riportarlo indietro e lui, per quanto fosse felice di poter
essere nuovamente con lei, non sentiva di meritarselo fino in fondo.
Eppure, la Rey che conosceva lo aveva fatto lo stesso perché
la ragazza era così: riusciva ad essere estremamente gentile
e paziente, anche con uno come lui e lo aveva fatto ricredere anche sul
fatto che potesse essere degno di avere una seconda
possibilità. Forse era proprio per quello, che non poteva
sopportare che la Rey che conosceva rischiasse di essere eclissata
dalla sua stessa controparte oscura.
Ma, proprio mentre
osservava distratto il paesaggio fuori la finestra, assorto nei suoi
pensieri, notò in lontananza quello che sembrò
essere un Caccia Tie.
Corse fuori per
controllore e rimase enormemente sorpreso quando constatò
che in effetti si trattava proprio di quel veicolo. Non ve ne erano
altri nei dintorni: probabilmente erano tutti partiti quando lui e Rey
li avevano visti andare via. Anzi, era già più
che sorpreso che ne fosse rimasto uno.
Vi entrò
con la massima cautela, tenendo la mano pronta sul blaster. Ma, una
volta dentro, si sorprese nel trovare quello che avrebbe dovuto essere
il pilota, lì, morto.
Chi era
quell’uomo? E chi lo aveva ucciso?
Tutto quello che stava
accadendo e che stavano trovando in quel luogo sembrava strano e
sospetto. Diede un’occhiata al Tie e sembrava funzionante,
quindi trascinò fuori il cadavere. Solo allora
notò qualcosa che cadde dalla fredda mano
dell’uomo: sembrava essere una specie di chip contenente dei
dati.
Lo prese e vide che su
di esso era presente il logo del Primo Ordine. Sopraffatto dalla
curiosità, provò ad inserirlo nel Tie per
analizzarne il contenuto ma, come temeva, era criptato. Lo mise quindi
in tasca pensando che più tardi avrebbe trovato un modo per
farlo analizzare. Cosa prioritaria, in quel momento, era che aveva
finalmente un mezzo di trasporto e sapeva esattamente dove andare.
L’indomani
la base della Resistenza era in fermento per la visita dei membri del
nuovo Consiglio e degli abitanti dei relativi pianeti. Era il primo
evento davvero importante da molto tempo, e che avrebbe potuto
costituire una svolta epocale per il futuro.
Rey si alzò
presto e constatò con gioia che lo sfogo sul collo sembrava
essere sparito e non le dava più fastidio: a quanto pareva,
per quanto quel Savius sembrasse una persona quantomeno atipica, aveva
mantenuto la sua promessa.
Con la convinzione che
fosse di buon auspicio per l’andamento della giornata, Rey si
lavò e si vestì in fretta per recarsi al luogo
dell’appuntamento con i suoi amici. Una volta lì,
vide Rose correrle incontro.
“Ciao Rey!
Guarda chi ti ho portato: grazie al mio intervento li ho resi
presentabili!”
Il primo che Rey vide
fu Finn con degli abiti sul grigio e più formali del solito.
“Finn, stai
bene così, ti donano questi abiti formali!”
“Grazie Rey,
avevo il timore di sembrare un generale del Primo Ordine con questo
colore!”
“Non dire
sciocchezze, stai ben…“
Rey non
riuscì a completare la frase perché vide arrivare
anche Poe: con i capelli sistemati all’indietro e i vestiti
formali stentava a riconoscerlo, non era abituata a vederlo
così, di solito aveva un’aria più
trasandata ed indossava o abiti sportivi o la divisa da pilota.
“Generale
Dameron, abbiamo un problema: è sparito il pilota Poe, lo ha
visto da qualche parte?”
Simulò lei,
con ironia.
“Molto
divertente… guarda che è la tua amica Rose che ha
insistito!”
Ribatté lui.
“E,
modestamente, è di sicuro il mio lavoro migliore, non
trovi?”
Asserì
fiera Rose.
“State
entrambi benissimo, ma ora mi sento in difetto, forse sarebbe
più appropriato che mi cambiassi anche io?”
“Non ti
preoccupare Rey, penso che il tuo modo di vestire rispecchi di
più lo stile Jedi, era il loro che stonava completamente con
il tipo di evento!”
Rispose Rose. Finn la
guardò di sbieco con le braccia incrociate.
“E da quando
saresti un’esperta di moda Jedi… o di moda in
generale?”
“Da sempre,
il fatto che finora non abbia avuto occasione per sfoggiare abiti
più eleganti non vuol dire che non abbia senso della moda!
Per quanto riguarda quella dei Jedi potrei aver dato qualche occhiata
ai libri di Rey… o almeno alle figure. Senza offesa, ma il
resto sembra terribilmente noioso!”
“Capisco che
i libri sulla storia dei Jedi non siano proprio la cosa più
entusiasmante da leggere per chi non lo è!”
“Magari la
prossima volta potresti raccontarci tu qualcosa in merito per
rendercelo più interessante… ma a proposito:
dov’è il tuo AMICO?”
Chiese Rose,
accorgendosi solo in quell’istante che non aveva visto il
ragazzo dell’ultima volta, accanto a Rey.
“Quale
AMICO?”
Chiese sospettoso Finn.
“Sta bene
Rose, ma non è qui al momento… rientra tra le
cose di cui devo parlarvi dopo la riunione del nuovo
Consiglio”
“Che
iniziano ad aumentare notevolmente!”
Fece notare Finn a Poe.
“Basta
parlare: è il momento di andare!”
Lì
interruppe Rose indicando le prime navicelle che stavano atterrando.
Così gli amici la salutarono, promettendole che le avrebbero
raccontato tutti i dettagli a riunione conclusa.
Poe, Finn e Rey
accolsero quindi i membri del nuovo Consiglio, dopo vari convenevoli ed
una breve visita della base, furono scortati nella sala per la riunione.
Una volta che si
furono tutti seduti, fu Poe il primo a parlare, ostentando una
sicurezza e fermezza tali da non ricordare nemmeno lontanamente il Poe
agitato dei giorni precedenti che ripeteva il discorso
all’infinito e in maniera sconclusionata. Rey lo
osservò, pensando che Leila ci aveva visto giusto: lui era
nato per ricoprire un ruolo simile.
“Siamo tutti
qui per la prima riunione ufficiale del nuovo Consiglio e per me
è un onore immenso presenziarvi. Eravamo solo un piccolo
gruppo di ribelli quando ci siamo diretti ad Exegol per affrontare un
nemico sconosciuto e più grande di noi. Stavamo per essere
totalmente sopraffatti, ma in quel momento i vostri pianeti hanno
risposto alla nostra richiesta di supporto: in quel momento non eravamo
più solo una manciata di ribelli, ma insieme abbiamo
costituito qualcosa di molto più grande, qualcosa che
nemmeno il ritorno dell’imperatore Palpatine e
l’Ordine Finale intero ha potuto fermare.
Da quella alleanza
stiamo costruendo insieme qualcosa di sempre più solido e
vivido. Questo nuovo Consiglio è il primo passo per tentare
di ristabilire una forma di governo stabile e duratura la quale,
speriamo, ci possa avvicinare sempre di più
nell’acquisire nuovi alleati da altri pianeti e a costruire
piano piano un futuro che possa portare ad un periodo di pace dove la
guerra sarà finalmente solo un ricordo”.
Gli altri membri del
nuovo Consiglio applaudirono, annuendo: anche se sapevano che la pace
fosse ancora molto lontana, concordavano nell’approccio ed
ideologie illustrate dal generale della Resistenza.
Ogni rappresentate dei
pianeti della Nuova Alleanza illustrò le proprie opinioni in
merito sul perché fosse necessario creare il nuovo Consiglio
e su quali fossero i punti principali da affrontare. Una volta che
tutti espressero la loro opinione, parlò Xandu: il
rappresentante del pianeta più vicino a quello dove si
trovava la base della Resistenza.
“Quindi mi
sembra di capire che concordiamo tutti sulla necessità di
provare ad istituire questo nuovo Consiglio, il quale sarà
formato per il momento dai rappresentanti dei diversi pianeti qui
presenti, più i due generali della Resistenza. Resta solo un
punto da discutere ancora: per infondere maggiore fiducia in questo
nuovo Consiglio volevamo istituire, come Rappresentate Unico del
Consiglio, la Jedi che ha sconfitto l’Imperatore ed ex
Cancelliere Supremo della Repubblica, la qui presente Rey Skywalker.
Chiunque abbia sentito della battaglia di Exegol, conosce le sue gesta
e la riconosce come l’eroina che ci ha salvato.
Perciò pensiamo che questo ruolo di rappresentanza, potrebbe
essere molto utile per aiutare le persone a vedere con occhio
più positivo questa nuova forma di governo e temere meno un
ripetersi degli errori del passato. Ma siamo curiosi di sentire il
parere in merito della diretta interessata”
Rey, come avevano
fatto anche gli altri membri prima di lei, al suo turno si
alzò ed iniziò a parlare. I consiglieri erano
infatti seduti su delle sedie poste in un ampio ovale, al fine di poter
osservare chi via via esponeva le proprie opinioni.
“Ringrazio
il nuovo Consiglio per avermi concesso questa opportunità.
Concordo assolutamente sull’utilità che potrebbe
avere il mio ruolo, e per questo che intendo accettarlo”
Non vi era il minimo
dubbio in lei e tale sicurezza, per quanto fosse positiva in tale
contesto, sembrò davvero strana da parte di Rey, per Finn e
Poe. Non sembrava la stessa persona che fino a poco tempo prima aveva
espresso mille dubbi e timori su quel ruolo. Si aspettavano forse da
parte sua l’espressione di quei dubbi o almeno qualche
domanda al Consiglio, per essere sicura che il ruolo che avrebbe
ricoperto confacesse con quello che voleva essere ma, al contrario, lei
proseguì nella sua convinzione.
“Come unica
e ultima Jedi, sono sicura di potervi aiutare a convincere gli altri
pianeti ad unirsi alla nostra causa, a stroncare quello che resta del
Primo Ordine e dei nostri nemici, con l’obiettivo di portare
la pace a cui questo Consiglio ambisce. Per questo, vi chiedo, che il
mio ruolo non sia solo di rappresentanza, bensì decisionale
alla stregua degli altri membri del Consiglio”.
Quelle ultime parole
lasciarono sorpresi un po' tutti. Ci fu un bisbiglio fra i membri.
Alcuni scossero il capo.
“Da quello
che ne so i Jedi non dovrebbero ambire al potere politico. Anche
perché, in teoria, dovrebbe essere stata proprio la loro
influenza nella politica, una delle cause ad aver portato alla
distruzione dell’Ordine dei Jedi e all’istituzione
dell’Impero”
Obiettò
Kayla, un’altra rappresentante del nuovo Consiglio.
“Non ho mai
ambito infatti a tale potere, ma un ruolo di rappresentanza non sarebbe
diverso agli occhi del popolo. E potendo un tale ruolo permettermi di
servire e facilitare la pace, non vedo perché il nuovo
Consiglio non dovrebbe concedermelo”
Replicò Rey.
“Non per
mancanza di rispetto, tutti le saremo eternamente grati per la
sconfitta di Palpatine, ma mi chiedo se dare lo stesso potere
decisionale dei membri del nuovo Consiglio ad un Jedi, sia corretto.
Infondo persino voi, che avete molto potere, potreste usarlo al fine di
costringere il Consiglio stesso a compiere il vostro volere. Non dico
che lo fareste, ma che potrebbe di certo essere possibile”
“Se volessi
in qualsiasi modo ostacolare questo nuovo Consiglio o assoggettarlo con
i miei poteri, potrei farlo anche adesso. Non avrebbe senso aspettare,
se il mio scopo fosse quello. Volendo, potrei minacciare con la Forza
quelli contrari come lei a concedermi tale ruolo. Ma non lo sto facendo
e non ho intenzione di farlo. La mia è una formale proposta
al nuovo Consiglio”
A quelle parole
calò un breve momento di silenzio e riflessione tra i
presenti, che fu interrotto dall’intervento di Xandu.
“I generali
della Resistenza cosa pensano in merito?”
Poe e Finn erano
rimasti senza parole nell’ascoltare Rey parlare in quel modo:
se gli avessero chiesto di scommettere avrebbero perso tutti i loro
soldi, nella sicurezza che un discorso simile non sarebbe mai potuto
uscire dalle labbra dell’amica. Soprattutto con un tono
così sicuro, freddo e glaciale.
“Noi
ehm…”
Balbettarono, sorpresi
dalla domanda e insicuri su cosa voler dire. Rey non poteva permettere
di essere contraddetta da loro: era sicura che tale domanda fosse stata
posta perché dalla risposta data sarebbe dipeso il giudizio
di alcuni membri del Consiglio, e per raggiungere i suoi obiettivi era
di vitale importanza che ottenesse di ricoprire quel ruolo. Si
spostò quindi davanti a Poe e Finn e si chinò
leggermente verso di loro, in modo da poterli fissare entrambi negli
occhi.
“Ne avevamo
già parlato e voi eravate d’accordo con me su
questa proposta… giusto?”
Disse, mentre spostava
leggermente la mano da sinistra a destra per tentare di utilizzare il
trucco mentale su di loro, cercando di non farsi notare dagli altri.
I due si scambiarono
un’occhiata, poi rivolsero nuovamente lo sguardo a Rey.
“Giusto,
entrambi siamo d’accordo su questa proposta!”
Confermarono quasi
all’unisono. Un sorriso soddisfatto comparve sul volto di
Rey, tornò quindi a rivolgersi ai restanti membri del
Consiglio in attesa di un responso. Fu Xandu a parlare di nuovo.
“Capisco…
allora propongo ai restanti membri del nuovo Consiglio di mettere la
questione ai voti. A meno che altri non abbiano ulteriori opinioni in
merito da esporre”
“Io penso
che quello che ha detto la Jedi non sia del tutto sbagliato: usarla
come unico rappresentante sarebbe di certo per noi un vantaggio ma se
le persone capiranno che è un ruolo di mera rappresentanza,
questi potrebbero non vedere più di buon occhio il nuovo
Consiglio. Allo stesso tempo avere un Jedi nel nuovo Consiglio come ha
esposto Kayla potrebbe rivelarsi rischioso…” disse
il rappresentante Alan, concedendosi una breve pausa per riflettere
prima di proseguire “…penso che quindi vada deciso
che tipo di rischio decidiamo di assumerci. Propongo, ovviamente,
sempre nel caso in cui la maggioranza del nuovo Consiglio ne sia a
favore, di concedere un tale ruolo alla Jedi ma con la
facoltà di poterlo revocare, in caso di
necessità”
I membri del nuovo
Consiglio annuirono concordi a questa sua ultima affermazione, quindi
passarono alla votazione.
Rey passò
lo sguardo sui vari membri: aveva l’assoluta
necessità che almeno la maggioranza approvasse la mozione,
aspettò quindi speranzosa il loro responso chiedendosi se
avrebbe potuto influire maggiormente.
I membri votarono ad
uno ad uno la mozione. Alla fine risultarono tre favorevoli, due
contrari ed un astenuto. Considerando l’approvazione espressa
da Poe e Finn la maggioranza era stata raggiunta, cosa che fece tirare
un sospiro di sollievo a Rey, che sfoggiò in un ampio
sorriso.
“Ringrazio
il nuovo Consiglio per la fiducia concessami, vi assicuro che non ve ne
pentirete!”
**Angolo
Autrice**
In
questo capitolo
vediamo Rey e Ben divisi, e Rey cadere sempre di più nel
lato oscuro, anche se pensando di avere delle ottime ragioni, commette
sempre di più azioni da Sith autoconvincendosi che il fine
giustifichi i suoi mezzi attuali.
Con
lo stesso
proposito partecipa al nuovo Consiglio e fa di tutto per ottenere il
ruolo a cui ambisce.
Ben
nel frattempo
trova qualcosa di interessante legato in qualche modo al Primo Ordine.
Come
sempre fatemi
sapere cosa ne pensate del capitolo!
Ringrazio
il mio beta
Dani1993
|
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Capitolo 7 *** la Lezione ***
La
riunione del nuovo Consiglio si concluse con un riepilogo dei punti
approvati e Rey, Finn e Poe si ritrovarono all’esterno dove
li aspettava Rose.
“Allora? Come è andata?”
Chiese lei impaziente.
“Direi bene: hai davanti a te i membri del nuovo
Consiglio!”
Affermò Finn.
“Complimenti ad entrambi, allora! Non avevo dubbi che ce
l’avreste fatta! Mi raccomando, adesso siete tutti e due
doppiamente responsabili per il nostro futuro!”
“Grazie della poca pressione…! Comunque dovresti
rivolgerti anche a Rey, a quanto pare adesso anche lei è
alla pari di un membro del Consiglio”
Le ultime parole uscirono a Poe con un’espressione confusa e
fecero sentire Rey leggermente in colpa per aver usato i suoi poteri
mentali su di loro poco prima; ma era anche vero che aveva avuto poco
tempo per esporre loro i suoi pensieri ed era convinta che, se lo
avesse fatto, sarebbero stati ugualmente concordi con lei…
era stata semplicemente costretta ad accelerarne il processo!
“Davvero? Avevo capito che non ti piacesse l’idea
di ricoprire un ruolo politico”
Disse la sua amica.
“Si ma in questo caso ho capito che posso davvero fare
qualcosa di significativo per contribuire alla pace e alla fine della
guerra, quindi ho deciso di prendermi questa
responsabilità”
Tagliò corto lei: voleva approfittarne per parlare loro di
tutte le restanti questioni aperte, ma il membro del nuovo Consiglio,
Kayla, la avvicinò.
“Rappresentante Skywalker, vorrei che non aveste frainteso le
mie parole durante la riunione. Speravo che aveste un attimo da
dedicarmi in privato”
Rey rimase sorpresa a quelle parole.
“Non penso ci sia stato nessun fraintendimento ma, se lei lo
ritiene necessario, nessun problema”
Si voltò verso i suoi amici come a chiedere il permesso di
assentarsi.
“Va pure, ma ci vediamo tra circa un’ora alla
Cantina a festeggiare, ok?”
Concordò Rose.
“Così avrai anche tutto il tempo per raccontarci
quelle cose che devi ancora riferirci”
Puntualizzò Finn. Rey annuì e salutò i
suoi amici.
Non appena si allontanò fu Poe il primo a parlare.
“Ok, penso che approfitterò del tempo a
disposizione per togliermi questi abiti e mettermi qualcosa di
più comodo”
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase, che si
scompigliò leggermente i capelli con la mano facendo
ricadere il suo solito ciuffo ribelle sulla fronte.
“Ehi! Vuoi già rovinare la mia opera
d’arte?”
Si lamentò Rose.
“Non fraintendere, hai fatto un lavoro eccelso, ma se resto
ancora così penso che persino BB-8 farà fatica a
riconoscermi!”
“Penso che farò anche io lo stesso Rose, ma ti
promettiamo che al prossimo evento che necessiterà un
abbigliamento simile, sapremo già a chi
rivolgerci!”
Le disse Finn con un sorriso.
“Ok, per questa volta ve la cavate”
Rispose lei.
“Ma per la prossima volta vogliamo vedere anche te e Rey
vestite in modo elegante! Sperando che la prossima occasione sia
più divertente di questa!”
Finn e Poe salutarono quindi l’amica ed andarono a cambiarsi.
Una volta di nuovo calati nei loro ‘panni’, i due
amici si guardarono entrambi allo specchio con aria di assenso.
“Bentornato Poe!”
“Bentornato a te, Finn!”
Ben era atterrato ad AjanKloss, facendo attenzione a scendere in un
luogo isolato in modo da passare il più inosservato
possibile.
Gli ci volle un po’ più di tempo del previsto per
arrivare al campo. Nel frattempo, aveva pensato ad un possibile piano
per Rey, ma per attuarlo doveva prima incontrare delle persone a cui la
ragazza teneva. Come se non fosse già abbastanza difficile,
nel frattempo, avrebbe anche dovuto cercare di evitare il
coinvolgimento di Rey nel nuovo Consiglio, a patto che fosse ancora in
tempo, ed evitare di dare troppo nell’occhio rischiando che
lo riconoscessero: di sicuro non tutti sarebbero stati felici di avere
Kylo Ren nel proprio campo base. Più facile a dirsi che a
farsi, dato che a quanto pareva la base della Resistenza era piena di
gente; si chiese se fosse per la riunione del nuovo Consiglio ma non
aveva importanza: le sue priorità erano altre, al momento.
Approfittò della folla per confondersi maggiormente tra essa
e, quando poteva, passava il più possibile per vie defilate
o nella radura circostante. Scrutò tra le persone e
provò ad ascoltarne i discorsi ma non vide nessuno che
ricordasse e che potesse identificare come amico di Rey, o a cui
potesse chiedere informazioni senza avere il timore di essere
riconosciuto.
Iniziò a chiedersi se fosse davvero una buona idea: forse
avrebbe solo dovuto aspettare che la Jedi mantenesse la sua parola e
che ci pensasse lei a presentarlo, ma non aveva comunque idea di come
l’avrebbero presa i membri della Resistenza. Inoltre, aveva
il brutto presentimento che ogni minuto in più che Rey
passasse in quello stato avrebbe peggiorato sempre di più la
sua condizione.
Stanco della ricerca, si era seduto dietro un cespuglio in un posto un
po’ più defilato. Fu allora che, però,
delle voci attirarono la sua attenzione, dal momento che la persona
oggetto della loro discussione era esattamente quella a cui lui voleva
più bene.
“Rey è stata sorprendentemente determinata e
decisa oggi, non trovi?”
Chiese la prima voce.
“Già, l’ho trovato strano a dire il
vero. Lei stessa aveva espresso dubbi su quel ruolo in
precedenza…”
Gli rispose la seconda voce, anche essa maschile.
“Ma noi siamo i suoi migliori amici ed è nostro
compito sostenerla, se lei è così convita delle
sue azioni!”
Ben sobbalzò a quell’ultima frase: possibile che
avesse trovato proprio delle persone che corrispondessero a
ciò che stava cercando? Provò ad avvicinarsi
sporgendosi leggermente, pur rimanendo nascosto, per cercare di vedere
a chi appartenessero quelle voci. Quando riuscì ad
inquadrarli, notò che il primo era il ragazzo contro cui
aveva duellato, quando era ancora Kylo Ren; quello che il vecchio lui
aveva definito “traditore del Primo Ordine”. Era
presente anche quando lui stesso aveva combattuto contro Rey sulla
Morte Nera e in quell’occasione lei lo aveva allontanato per
evitare che fosse coinvolto nella battaglia. Ne evinse che doveva
essere effettivamente uno dei suoi amici più stretti come
affermava, anche perché quella non era la prima volta che lo
aveva visto con lei. Peccato che la prima volta era stata poco dopo la
morte di suo padre e lo aveva quasi ucciso, a volto scoperto. Come se
non bastasse l’altro ragazzo, che affermava di essere anche
lui uno dei suoi migliori amici, lo riconobbe come il pilota che aveva
rapito, interrogato e torturato personalmente. Iniziò a
pensare alla sua non più come una gran fortuna né
come una grande idea, probabilmente sarebbe stato meglio aspettare
davvero l’intervento di Rey.
Improvvisamente Finn smise di parlare e si bloccò.
“Che c’è, perché ti sei
fermato?”
Chiese Poe all’amico.
“Una sensazione… c’è qualcuno
lì?”
Chiese lui, sentendosi osservato. Ben rimase il più
possibile immobile ed in silenzio, ma Finn insistette comunque cercando
guardingo intorno. Ben sentiva che era vicino, ci avrebbe messo poco a
scoprirlo, quindi decise di provare ad anticiparlo, sperando vivamente
che l’obiettivo di aiutare la loro amica gli avrebbe fatto
passare sopra i trascorsi che avevano avuto assieme.
“Vengo fuori se promettere di non dare di matto”
I due si guardarono sospettosi e tesero pronta la mano sui blaster che
portavano per la loro sicurezza.
“Perché dovremmo dare di matto?”
Chiese guardingo Poe. Ben alzò le mani in segno di resa ed
uscì lentamente dal suo nascondiglio. Non appena il ragazzo
si voltò ed i due amici potettero vederlo in volto,
sobbalzarono dallo stupore ed istintivamente puntarono immediatamente i
loro blaster contro di lui.
Ben rimase impassibile: non sembrava molto preoccupato dalla cosa. Era
più concentrato a pensare a come li avrebbe potuti
convincere, essendo già quella reazione non di certo un buon
segno. Fu felice di notare almeno che nei pressi non ci fosse nessuno,
ci mancava solo che accorressero altri ribelli in loro soccorso a
generare ulteriore panico.
“Ren!”
Sibilarono entrambi quasi all’unisono, sgranando gli occhi
con un misto tra stupore e terrore.
“Non ho intenzione di farvi del male, per quanto vi possa
sembrare strano, sono qui per aiutarvi”
“Strano? Ma che dici? Ci hai solo torturato e quasi ucciso!
Ma se dici di volerci aiutare, allora tutto ok, stupidi noi a pensare
male… forse dovremmo invitarti a bere con noi: gradisci
della birra? O forse il Leader Supremo del Primo Ordine preferisce del
raro e più prezioso Grog Novaniano?”
Esordì Poe con una per niente velata e, tanto pungente
quanto spietata, ironia.
In quel momento Ben si ricordò quanto per lui fosse
difficile comunicare con chiunque non fosse Rey.
“Avete buone ragioni per avere sospetti nei miei confronti,
ma se siete davvero i migliori amici di Rey come dicevate, dovreste
volerla aiutare e io sono qui per questo! Ma per farlo ho bisogno del
vostro aiuto!”
“Quindi ci stavi spiando!”
Lo accusò Finn.
“So di non essere benvisto qui, quindi sì stavo
cercando qualcuno che potesse mettere da parte le divergenze per
aiutare Rey. Fino a ieri ero con lei ma le è accaduto
qualcosa… vi ho sentiti prima ed anche voi avete notato che
ha qualcosa di strano!”
“Se ti ha portato qui, nel pieno cuore della Resistenza,
sicuramente!”
Ammise Poe molto turbato da quello strano discorso.
“Ieri mi ha portato in una missione con lei alle coordinate
che avete ricevuto dal seguace di Palpatine che adesso è
sotto vostra stretta sorveglianza. Abbiamo trovato molte cose da farvi
analizzare tra cui un chip che è nella mia
tasca…”
“Lo prendo io!”
Lo anticipò Finn prima che potesse muoversi, quindi si
avvicinò a lui e prese l’oggetto dalla sua tasca,
su cui notò il logo del Primo Ordine.
“Ho provato a leggerla: è criptata, ma sono sicuro
che avete qualcuno capace di decriptarla”
“Che sorpresa: il logo del Primo Ordine! Vorresti farci
credere che il Leader Supremo non abbia l’accesso?”
“Non sono più il Leader Supremo e, per quanto vi
possa risultare difficile da accettare, non ho mai avuto
l’accesso a questi dati, nemmeno mi avevano mai comunicato
l’esistenza di questi ‘seguaci di
Palpatine’ e dei dubbi esperimenti che sembrano aver fatto
nelle coordinate indicate”
Finn e Poe riconobbero parte di quanto solo Rey era a conoscenza, ma
avevano ancora molti dubbi sulla faccenda, sembrava il tutto molto
strano. Troppo strano.
“La faremo analizzare e prega che ci sia qualcosa di utile,
sennò per te potrebbe finire davvero male!”
“Si è già svolta la riunione del nuovo
Consiglio?”
Chiese di getto Ben, ignorando la minaccia di Finn.
“Come sai della sua esistenza? E perché vuoi
saperlo? Vorresti forse sabotare la riunione o peggio fare del male ai
membri?”
Chiese Finn con gli occhi ridotti a due fessure. Il ragazzo
sospirò cercando di mantenere il controllo e di spiegarsi
con la maggior calma possibile.
“Non voglio fare niente di simile! So della riunione
perché me lo ha detto Rey, ma come cercavo di spiegarvi lei
mi ha aiutato, ma allo stesso tempo per farlo ha dovuto cedere al lato
oscuro della Forza. Questo l’ha cambiata ed adesso sta
compiendo delle azioni non da lei, mi aveva detto che la sua intenzione
era quella di presenziare al Consiglio per farsi dare un ruolo
politico… vi ho fatto la domanda per sapere se questo
è già accaduto”
I due si guardarono un attimo in silenzio, interdetti per qualche
secondo, ma poi fu Poe a parlare di nuovo.
“La riunione si è già svolta,
l’esito non deve essere di tuo interesse. Se anche avessimo
notato qualcosa di strano in Rey, di certo non lo è a tal
punto da vederla adesso come una pazza omicida”
“Quindi ora lei ha quel ruolo… è un
errore: Rey non è nelle condizioni di ricoprirlo in questo
momento, credetemi! Non è una pazza omicida, ma il Lato
oscuro in lei continuerà a crescere se non facciamo
qualcosa. Ho provato a parlarle, ma le sue intenzioni diventano sempre
più preoccupanti”
Ben provò a ridurre la distanza da loro ma, non appena fece
un passo, Poe e Finn gli puntarono in maniera ancora più
diretta le loro armi contro.
“Fa solo un altro passo e spariamo!”
Minacciò Finn.
“E non provare ad usare i tuoi trucchi mentali con noi, stai
forse cercando di metterci contro Rey?”
Continuò Poe.
“Non è così che funzionano i trucchi
mentali! Inoltre, potreste mettere giù quelle armi? Se
avessi voluto farvi del male, sapete bene che avrei già
potuto disarmarvi con la Forza!”
Disse Ben, iniziando ad essere abbastanza spazientito, ma i due non lo
fecero. Anzi, Poe proseguì con il suo discorso.
“Oh, so come funzionano: mi ricordo bene come sei entrato
nella mia testa per estrapolarmi l’informazione relativa al
mio droide e scusami, ma è un’esperienza che non
ci tengo proprio a ripetere!”
Asserì secco Poe.
“L’ultima volta che ti ho visto io, stavi
combattendo contro Rey, quindi penso sia più che lecito
avere dei dubbi su quello che ci stai dicendo! E poi, come facciamo ad
essere sicuri che tu non abbia usato un trucco mentale anche per
convincere lei della tua nuova ‘buona
fede’?”
Confermò Finn, ma Ben non aveva intenzione di arrendersi.
“I trucchi mentali non funzionano sui Jedi, soprattutto su
uno con le capacità che ha Rey! E’ stato proprio
alla fine di quello scontro che Rey mi ha fatto capire quale fosse la
strada giusta da seguire. Per questo sono andato ad Exegol ed ho
combattuto al suo fianco contro Palpatine”
Poe e Finn si scambiarono un’altra occhiata, quella versione
in effetti coincideva con quanto raccontato loro dall’amica.
“Rey ce lo ha accennato una volta, ma aveva anche detto che
tu in quell’occasione ti eri sacrificato per lei…
eppure sei qui”
Ammise Poe, Ben ringraziò il cielo che Rey lo avesse
accennato loro: forse aveva una speranza di risultare lontanamente
credibile.
“Esatto l’ho fatto, ma non ero esattamente morto e
Rey ha trovato un modo per farmi tornare. Purtroppo, per farlo, ha
dovuto cedere al Lato oscuro come vi dicevo prima… lo so che
non è facile da comprendere ma è così.
Ed ora voglio aiutarla a tornare come era prima, ma penso di aver
bisogno del vostro aiuto”
“Ammettendo per un attimo che ti volessimo credere, in cosa
consisterebbe questo piano?”
Chiese guardingo Poe.
“Sono convinto che se Rey parlasse con le persone che gli
sono più vicine, facendola ragionare e rievocando i suoi
ricordi con noi, potremmo far riaffiorare la vera sé stessa.
Da solo non ne sono stato capace, per questo ho bisogno di voi: se le
ricorderemo chi è, tramite il legame che ha con tutti noi,
potremmo riuscire a farla ragionare e a farle capire perché
quella che sta percorrendo non è la strada giusta. Il posto
ideale dove fare tutto ciò potrebbe essere Exegol, dove si
è svolta l’ultima battaglia contro Palpatine, la
mia intenzione è chiederle vederci lì stasera.
Lì è dove tutto è iniziato e penso che
possa essere il posto adatto per rievocare la vera sé
stessa…!” stava per dire altro, ma proprio in quel
momento percepì che la Forza aveva attivato il suo legame
con Rey, infatti la poteva vedere adesso come se fosse anche lei
davanti a lui. “…no, non adesso!”
Imprecò lui.
“Ben, adesso se… aspetta, ma stavi parlando con
qualcuno?” chiese Rey con sospetto, mentre lo osservava
girandogli intorno, lui non rispose “sei ancora su quel
pianeta?”
Allo stesso tempo, anche Poe e Finn lo fissarono estraniati.
“Non adesso, cosa?”
Chiesero stupiti dal suo improvviso strano atteggiamento, non potendo
loro vedere Rey.
Rey vide che Ben aveva le mani alzate e insistette in attesa di una
risposta.
“Ben, sei in pericolo? Qualcuno ti sta minacciando?”
L’ex Leader Supremo, rimase in silenzio, cercando di capire
come uscire da quella situazione nel modo più sicuro e
convincente possibile. Sfortunatamente, sia la presenza di Rey che i
suoi pensieri, non gli fecero accorgere in tempo che Finn, sospettoso,
aveva eliminato la distanza tra loro due puntandogli direttamente il
blaster al petto.
“Allora, perché non rispondi?”
Chiese l’ex assaltatore del Primo Ordine, ma appena Ben
notò che il blaster era entrato in contatto con lui
utilizzò la Forza per respingere sia Finn che Poe.
“No!”
Esclamò Ben, un colpo scaturì dal blaster di Finn
che gli colpì di striscio la spalla destra, ma purtroppo
anche la sua repentina reazione non bastò ad evitare che Rey
vedesse Finn, essendo entrato in contatto con lui.
“Finn? Ben sei nella base della Resistenza? Come hai fatto?
Sei impazzito? Non ti crederanno mai, ti avevo detto di aspettarmi!
Cosa hai detto loro?”
Reagì furiosa lei.
Ben iniziò a correre verso la radura, scappando da tutti e
tre. Era andata nel peggiore dei modi possibile: ora non solo aveva
alle calcagna tutti e tre, ma non li aveva nemmeno convinti ad
appoggiare il suo piano!
Mentre correva cercò di pensare ad un altro che potesse
avere senso anche senza di loro, ma l’unica alternativa che
aveva era di andare lui da solo su Exegol. Rey sembrava fuori di
sé, non sapeva se le sole parole sarebbero bastate, forse
avrebbe avuto bisogno di recuperare una cosa di cui si era disfatto
tempo fa. Ma prima doveva procurarsi un mezzo di trasposto che avesse
registrate le coordinate per la via sicura per Exegol. Aveva
già controllato ed il Caccia Tie rubato non le aveva, il suo
piano originario includeva il partire direttamente con gli amici di Rey
o con lei stessa… entrambe alternative poco attuabili al
momento. Gli restava solo una possibilità:
‘prendere in prestito’ un mezzo della Resistenza.
Finn e Poe si rialzarono non appena riuscirono a farlo, una volta di
nuovo in piedi videro Ben scappare e partirono al suo inseguimento.
Non sapevano più cosa pensare, sapevano solo che era
rischioso farlo scappare, quindi stavano facendo di tutto per
raggiungerlo, ma più correvano e più Poe
iniziò a riflettere, finché non disse a Finn di
fermarsi.
“Stai scherzando? Lo perderemo!”
“E se anche lo raggiungessimo? Sta fuggendo lontano dal
campo, se avesse davvero cattive intenzioni gli sono andate male. E poi
dobbiamo essere realisti: noi due da soli contro di lui non abbiamo
molte possibilità! Ma se tornassimo con dei rinforzi, allora
sì”
“E se intanto scappasse o lo perdessimo? Se facesse qualcosa
ad altri membri della Resistenza? Non avremo più la
possibilità di verificare se stesse dicendo un briciolo di
verità”
“Finn, dobbiamo decidere che rischio assumere e le nostre
vite non sono un rischio che mi voglio prendere, specialmente con Kylo
Ren”
Poe afferrò il braccio dell’amico.
“E va bene, ma sbrighiamoci. Tutta questa storia mi fa venire
dei brutti presentimenti!”
I due tornano indietro cercando qualcuno che potesse aiutarli ma, non
appena tornarono nei pressi del campo, il primo volto noto che
incontrarono fu Rose. Era strano perché sembrava che fosse
lei che si stesse affannando per cercarli.
“Dove diavolo eravate finiti voi due? E, Finn, si
può sapere cosa è successo con Rey?”
“Dove eravamo finiti noi? Sai abbiamo incontrato…
aspetta un attimo. Cosa intendi per:“cosa è
successo a Rey”, è in pericolo?”
Chiese preoccupato Finn.
“È venuta da me chiedendomi dove fossi, sembrava
furiosa, voi non ne sapete nulla?”
I due si guardarono perplessi.
“No, ma la storia si fa sempre più
strana… non puoi immaginare chi abbiamo appena incontrato:
Kylo Ren!”
Asserì Poe. I due si stupirono dell’espressione di
Rose, perché non sembrava sorpresa quanto avrebbe dovuto.
“Non sembri sorpresa… perché non sei
sorpresa?”
Chiese Finn perplesso.
“Rey mi aveva fatto giurare di non dirvelo perché
ve ne voleva parlare lei direttamente oggi, ma ieri era con lui quando
l’ho incontrata. Ha portato anche Ren, o Ben come vuole che
lo si chiami ora, nella missione per verificare quelle informazioni.
Anzi, mi ha garantito che di lui potevamo fidarci e che quella missione
avrebbe dimostrato proprio questo”
“Quindi non ha detto solo bugie: molte cose combaciano con
quanto ci ha detto anche lui”
Osservò pensieroso Poe.
“Pensi che possiamo fidarci di Ren adesso?”
Obiettò Finn.
“Rey mi ha assicurato che di lui potevamo farlo”
Confermò Rose.
“Ed aveva detto la stessa cosa a noi”
Poe fece riferimento all’ultima discussione avuta con Rey,
dove lei gli aveva rivelato che Ben Solo aveva partecipato alla
battaglia di Exegol al suo fianco.
“Si, ma adesso lui sta dicendo che non possiamo fidarci di
Rey!”
Ricordò Finn, continuando a vedere qualcosa che non quadrava
in tutta quella questione.
“COSA?”
Chiese Rose stupita. I due le spiegarono brevemente cosa era appena
successo, poi le porsero anche il chip che gli aveva dato Ben.
“E questo è in breve cosa è successo.
Pensi di poterla decriptare?”
“Certo! Con chi credi di parlare?”
scherzò lei, ma altro la preoccupava. “Avete
davvero notato qualcosa di strano anche voi in Rey, a parte il fatto
che abbia accettato senza indugi un ruolo che non sembrasse voler
ricoprire?”
“Non saprei… è passato poco tempo da
quando è tornata, non abbiamo avuto il tempo di notare molto
altro, ma comunque al momento non ci sembrava essere così
pericolosa”
Ammise Poe.
“Durante la riunione del nuovo Consiglio non avete espresso i
vostri dubbi sul ruolo che voleva ricoprire Rey?”
Chiese Rose.
“Mi ha sorpreso così tanto la sua proposta che
fino a stamattina ti avrei detto che avrei espresso qualche dubbio. Non
perché non ritenga Rey all’altezza di quel ruolo,
anzi, credo che il suo supporto potrebbe essere molto utile; ma
piuttosto le avrei almeno voluto domandare le motivazioni che
l’avessero convinta a cambiare idea. Magari avrebbero potuto
convincere meglio anche noi e gli altri membri del Consiglio”
“E allora perché non l’hai fatto
Poe?”
Chiese la sua amica.
“È strano: non so risponderti. È come
se d’improvviso i miei dubbi fossero sfumati e mi fossi
convinto che fosse una scelta giusta”
“Già, anche per me è stato
più o meno lo stesso…”
Concordò Finn. I due stettero in silenzio per qualche attimo
e poi si scambiarono un’occhiata preoccupata.
“Credi che sia lontanamente possibile
che…”
Iniziò Poe.
“No! Rey non lo farebbe mai… non con
noi!”
Rispose prontamente Finn.
“Hai ragione…”
Sospirò Poe ancora sovrappensiero.
Ben cercò di avvicinarsi il più possibile
all’area di attracco dei velivoli per cercarne uno poco
sorvegliato ed isolato per prenderne possesso. Certo, avvicinarsi in
quel momento sarebbe stato rischioso: non sapeva se Poe e Finn avessero
dato già l’allarme o se fossero nei paraggi e lo
stesso valeva per Rey, ma non aveva molta altra scelta.
Adocchiò un X-Wing non molto lontano, quindi si
avvicinò con cautela, ma all’improvviso
sentì una presenza dietro di lui.
Chiunque fosse, percepì che gli stesse puntando
un’arma, quindi alzò le mani e si voltò
lentamente pronto a replicare, sicuro che si trattasse nuovamente di
Poe o Finn. Quando vide però di chi si trattava rimase
letteralmente senza parole: era infatti l’ultima persona, o
meglio Wookiee, che avrebbe voluto vedere in quel momento. Chewbecca
era davanti a lui e gli stava puntando contro la sua balestra, la
stessa arma con cui lo aveva colpito il giorno in cui aveva ucciso suo
padre.
Avrebbe potuto provare a dire qualcosa, a spiegare le stesse cose che
aveva detto a Poe e a Finn, a motivare la sua presenza lì e
le sue intenzioni. Eppure restò lì, immobile,
come se qualcuno gli avesse tolto la capacità di dire e fare
qualsiasi cosa. La verità era che sapeva bene che Chewbe
probabilmente lo odiava ancora per quanto fatto ad Han e che avrebbe
potuto sparagli nuovamente da un momento all’altro, ma il
motivo per cui non riusciva a dirgli nulla era perché una
parte di lui sentiva di meritarselo.
Cos’altro avrebbe potuto fare? Chiedere scusa? Non voleva le
scuse! Lui stesso non si era mai perdonato per quello che aveva fatto,
quindi non poteva pretendere che lo facesse il migliore amico di suo
padre.
Era anche vero che Ben, in quel momento, aveva uno scopo.
Pensò che avrebbe potuto fare o dire qualcosa, avrebbe
potuto farlo per Rey. Ma i recenti eventi e quest’ultimo,
forse, dimostravano solo come il suo destino non fosse quello. Forse
davvero sarebbe solo dovuto morire come si meritava. Dopotutto non era
degno lui di salvare Rey, magari avrebbero trovato i suoi amici un modo
al posto suo.
E se non lo avessero fatto?
Nemmeno quel dubbio bastò a spronarlo a reagire. Nemmeno
quando il Wookiee avanzò fino a stare di fronte a lui.
Chewbe rimase in silenzio, con l’arma puntata contro il suo
nemico e con lo sguardo fisso in quello di Ben. Non era come con Rey:
non riusciva a decifrarlo e a sostenerlo a lungo, o forse aveva solo
paura di farlo, quindi dopo poco tempo chiuse gli occhi in attesa del
suo destino. Ogni attimo sembrava durare minuti interminabili nei quali
si aspettava da un momento all’altro un colpo da Chewbe.
Quello che accade, però, fu tanto inaspettato che lo fece
sussultare ed aprire di colpo gli occhi: invece di sparargli, il
Wookiee lo abbracciò. Sul volto di Ben scese una lacrima,
incredulo di fronte a ciò che stava accadendo.
“Perché non mi spari?” chiese stupito,
ma il Wookiee non rispose. “Me lo merito!”
insistette lui disperato, ma Chewbe continuava a stare in silenzio, un
silenzio davanti al quale non riusciva più a trattenere i
suoi sentimenti. “Mi dispiace Chewbe, mi dispiace
così tanto!” disse con la voce soffocata, incapace
ormai a trattenere le lacrime.
“Lo so”
Si limitò a rispondere il Wookiee, citando le stesse parole
che Han era solito dire alle persone a cui voleva bene.
Rimasero in silenzio in quella posizione. Poi fu Ben a parlare.
“Cosa ti ha spinto a fidarti di nuovo di me? Non
capisco!”
Ammise lui, in fondo non era riuscito a convincere gli amici di Rey
nonostante avesse provato a farlo in tutti i modi. Il Wookiee lo
sciolse dall’abbraccio.
“Tuo padre si era fidato di te anche quel giorno. Io non ero
dello stesso parere e quando lo hai ucciso mi sono pentito amaramente
di avergli dato fiducia. Da allora mi sono sempre chiesto se sarebbe
cambiato qualcosa, qualora lo avessi fermato o se avessi provato prima
a fermare te. Ero quindi convinto che se ti avessi trovato nuovamente
di fronte, come è accaduto adesso, questa volta non avrei
esitato. Ed, invece, ora che ho visto il tuo sguardo, ho capito: in
quello sguardo, per quanto lo volessi trovare, non ho visto nulla del
vecchio Kylo Ren. Vedo solo lo stesso sguardo di Han, lo sguardo di Ben
Solo”
“Ma il passato comunque non si può
cambiare”
Rispose amaramente lui.
“No purtroppo: ho perso Han, Leila e Luke e nessuno
potrà riportarli indietro. Ma forse è proprio per
questo che vale la pena non perdere anche te” Ben era rimasto
senza parole: non sentiva di meritarsi così tanta fiducia,
eppure era così felice di riceverla. Quando i suoi genitori
gliela avevano concessa di nuovo lui non aveva più voluto
ridarla a loro, ferito troppo profondamente dagli errori del passato e,
quando aveva deciso di farlo nuovamente, era ormai troppo tardi, in
quanto entrambi erano morti. “Ma piuttosto come mai sei
qui?”
La domanda di Chewbe lo riportò alla realtà.
“Rey è in pericolo. Voglio aiutarla a tutti i
costi e, anche se non saprei se possa funzionare, ho un piano che
voglio tentare. Per attuarlo, però, ho prima bisogno di
trovare un trasporto che abbia registrata la rotta sicura per
Exegol”
Il Wookiee lo ascoltò in silenzio.
“Bene, ora lo hai!”
“Aspetta! Tutto qui? Non mi chiedi maggiori
dettagli?”
“Se ho capito bene, è urgente. Perciò,
seguimi”
Anche se Ben sapeva che Chewbe teneva a Rey, si stupì di
cotanta fiducia nei suoi confronti. Lo seguì, ma quando
intravide il Falcon si bloccò.
“Il Falcon?”
Sibilò.
Chewbecca ignorò completamente la sua reazione.
“Sbrigati, avevo capito che avessi fretta!” Ben lo
seguì fino all’ingresso, ma lì
esitò di nuovo: quella navicella era per lui piena di
ricordi: in passato tante volte ci era salito con la sua famiglia.
“Se non ti dai una mossa, parto senza di te!” Lo
intimò nuovamente Chewbe, quindi Ben si fece coraggio e lo
seguì fino alla cabina di pilotaggio, dove il Wookiee si
sedette, lasciandogli lo stesso posto che di solito occupava Han.
“Io non sono sicuro di…”
Biascicò, ma Chewbe lo interruppe prontamente.
“È il tuo posto, infondo il Falcon è
tuo”
Ben sgranò gli occhi.
“COSA? È tuo semmai!”
“Non proprio, se vogliamo dirla tutta la proprietaria
ufficiale adesso è Rey. Han teneva a lei e l’aveva
presa come pilota”.
Ben si ricordava di quell’evento, lo aveva scrutato tra i
ricordi di Rey: ai tempi provò gelosia perché Han
le aveva riservato quell’atteggiamento paterno che lui aveva
sentito mancargli, ma adesso non più. Comprendeva la sua
scelta.
“Vorrà dire che ne parlerò con
lei”
Si limitò a dire lui, per poi prendere il posto da pilota.
Si ricordò quante volte da piccolo aveva sognato di pilotare
il Falcon, proprio come suo padre.
“Imposto le coordinate di Exegol, quindi?”
Chiese il Wookiee.
“No. Prima dobbiamo andare in un altro posto”
Fu lo stesso Ben, quindi, ad inserire le coordinate.
Non ci misero molto i due ad arrivare a Kef Bir, una delle lune di
Endor prevalentemente oceanica, dove giaceva il relitto della Morte
Nera. Osservando la zona, Ben si ricordò
dell’ultima volta in cui ci era stato, quando aveva
combattuto contro Rey: quel giorno lei gli aveva mostrato cosa volesse
dire donare e gli aveva salvato la vita. Ora toccava nuovamente a lui
fare qualcosa per lei.
Sorvolarono la zona oceanica vicino al relitto, a pochi metri dalla
superficie dell’acqua. Ben chiese a Chewbe di tenere il
Falcon in quella posizione, lui intanto chiuse gli occhi e si
concentrò: sentì la Forza del mare potente ed
impetuosa, anche se non tanto agitato come l’ultima volta che
ci era stato. Sentì le correnti e gli esseri viventi che
abitavano l’oceano, ma doveva andare più a fondo
per trovare quello che cercava: si concentrò sul fondale e
su ciò che le correnti trascinavano o sorpassavano e, alla
fine, la visualizzò. Ora sapeva dov’era.
“Vai un po’ più a destra,
Chewbe!”
Gli chiese. Il Wookiee fece come aveva detto.
“Bene, fermo qui!” Riaprì gli occhi.
“Aprimi il portello e tieni il Falcon il più
possibile fermo in questo punto” gli chiese, quindi, si
diresse verso lo sportello che venne aperto, come richiesto. Ben
fissò l’oceano e tese una mano verso di esso,
provò nuovamente a concentrarsi per usare la Forza, ma
ciò che voleva recuperare era troppo distante. Doveva
perciò, per forza, avvicinarsi ancora. Chewbe lo
affiancò.
“Non vorrai mica buttarti? Il mare è troppo
agitato. È una follia: devi aspettare che si calmi,
almeno!”
“Non c’è molto tempo Chewbe, sento che
devo farlo adesso o sarà troppo tardi per aiutare
Rey”
Aveva la stessa brutta sensazione che aveva avuto quando era andato su
Exegol ad aiutarla: ora come allora sentiva che ogni minuto poteva
essere vitale.
“Se morirai, non potrai aiutarla comunque”
Obiettò lui, non volendo perdere anche Ben proprio ora che
avevano iniziato a ritrovarsi.
“Non ho scelta. Tu mantieni il Falcon in questa posizione e
stai pronto a riprendermi appena emergo e tutto andrà bene,
te lo prometto”.
Il ragazzo si tuffò prima che il Wookiee potesse obiettare
nuovamente ed anche prima che lui stesso potesse ragionarci troppo su.
Quella era l’unica speranza che vedeva al momento e doveva
tentarla.
Chewbe urlò, ma Ben non lo sentì, quindi si
limitò a dire sottovoce.
“Che la Forza sia con te, Ben Solo”
Osservò quindi il mare, preoccupato. Ben iniziò a
nuotare sempre più in profondità, la
visibilità diminuiva e la corrente aumentava, ma non
rallentò. Anzi, continuò a nuotare. Quando
percepì che ciò che stava cercando era abbastanza
vicino, allungò una mano per attirarlo a sé con i
suoi poteri.
Quando finalmente vide nella sua mano la sua vecchia spada laser,
esultò mentalmente. Ma c’era ancora della strada
da fare, quindi iniziò a risalire verso la superficie.
Sfortunatamente, risalire si rivelò più difficile
che scendere, infatti, le correnti lo respingevano facendogli fare
più fatica. Iniziò anche a perdere
l’orientamento: non era sicuro della direzione da seguire
né di quanto mancasse ancora alla superficie. Ogni bracciata
si faceva più pesante e, ad un tratto, si sentì
pervaso da una sensazione già provata in una delle sue
visioni: quella di affogare.
Era davvero quella la sua fine?
No. Non voleva, non poteva finire così. Ma per quanto si
sforzasse tutto si fece improvvisamente buio.
Quando Ben riaprì gli occhi, dovette sbatterli
più volte per mettere bene a fuoco. Era steso e davanti al
suo sguardo si stagliava un immenso cielo stellato. Provò a
rialzarsi, confuso e si ritrovò in piedi su una specie di
percorso trasparente. E, allo stesso tempo, ne vedeva molti intorno a
lui. Ma la cosa che lo sorprese di più, fu la figura di un
ragazzo in piedi davanti a lui che lo fissava: era alto, con i capelli
castani ed un furbo sorriso sul volto.
“Dove sono? Sono morto?”
Chiese, non sentendosi molto diverso dal solito, ma senza parole
davanti a quello scenario incredibile che lo circondava.
“Non ancora”
Rispose il ragazzo, Ben lo fissò. Era molto strano,
perché aveva qualcosa di terribilmente familiare ma al
contempo era convinto di non conoscerlo.
“Chi sei?”
Chiese Ben con curiosità.
“Che c’è, ti aspettavi qualcun altro?
Non dirmi che preferivi il tuo maestro, o forse tuo padre?”
ridacchiò leggermente tra sé prima di continuare
“la lezione che devi imparare non possono dartela loro, ma
solo io”
Un sorriso beffardo comparve sul volto del ragazzo, attivò
la spada laser che aveva in mano, mostrando il laser blu. Ben si
sorprese nel vederla.
“Sei un Jedi?”
Il ragazzo trattenne a stento una risata a quella domanda di Ben,
sembrava molto divertito da quell’appellativo.
“Jedi, Sith… ha davvero importanza?”
Chiese, senza aspettarsi una risposta. Quindi iniziò ad
avanzare verso Ben, mentre faceva roteare agilmente la spada laser con
una velocità ed eleganza che lo stesso Ben trovò
incredibili. “È vero i Jedi hanno sempre
perseguito solo il lato chiaro ed i Sith il lato oscuro della Forza. Ma
se farai solo ciò che è sempre stato fatto, non
andrai più lontano di dove sei già. Un tempo io
decisi di andare oltre il concetto esistente di Jedi, ora sta a te
definire cosa vuoi fare”
Ben non ebbe il tempo di riflettere su quelle parole perché
il ragazzo improvvisamente lo attaccò, d’istinto
lui attivò la sua spada laser che aveva in mano e
parò il colpo incrociando la sua lama rossa tremolante con
quella blu del suo nuovo avversario. Solo allora notò che
stranamente era asciutta, come anche lui del resto.
“Che cosa intendi?”
Provò a chiedergli Ben, ma più che una risposta
il ragazzo sembrò proseguire il discorso di prima con uno
sguardo più intenso e corrucciato. Iniziò a
sfoderare diversi colpi, parati da Ben uno dopo l’altro.
“Per fare quello che devi fare davvero, ti serve attingere a
tutta la tua Forza. Come Rey, stai reprimendo una parte di te.
L’hai gettata qui in fondo ad un mare sperando di
cancellarla, ma per poter affrontare la tua amica devi attingere anche
ad essa”
“Tu non mi conosci!”
Asserì lui, ma i colpi del ragazzo si fecero sempre
più rapidi e potenti. Ogni suo passo era agile e veloce,
sembrava danzasse con la spada laser, ma allo stesso tempo ogni colpo
era sicuro e preciso, nel suo sguardo non aleggiava nessun velo di
indugio. Ben era quasi affascinato da una tale abilità, non
aveva mai visto nessuno usare in tal modo una spada laser, ma era fin
troppo impegnato a parare i suoi colpi per pensare o dire altro, cosa
che si faceva sempre più difficile.
Le loro spade si incrociarono e si ritrovarono con i volti vicini, uno
di fronte all’altro.
“Accetta quello che sei, hai il sangue di uno
Skywalker…”ancora una volta il ragazzo
parlò, ignorando le parole di Ben. Questa volta il suo
sguardo era molto più intenso e penetrante, sembrava quasi
potesse incendiare qualsiasi cosa lo incrociasse. Ben, comunque, non
distolse lo sguardo dal suo “…il MIO
sangue”. A quelle parole gli occhi del ragazzo divennero
gialli e la sua spada laser, rossa. Ben sgranò gli occhi
sconvolto: non sapeva come fosse possibile, ma in quel momento era
certo di chi fosse.
“Vader…”
Sibilò.
“Oh, ma tu se vuoi puoi chiamarmi Anakin!”
Rispose lui inclinando leggermente il capo, quindi respinse con forza
Ben all’indietro, ma solo per attaccarlo con ancora
più rapidità e veemenza senza dargli tregua. Ogni
colpo era sempre più forte e rapido, tanto che Ben a
malapena riusciva a pararli.
“Grezzo, impreciso, ti manca equilibrio, ti manca decisione,
sei debole” sentenziò impietoso
“percepisco la tua paura di fallire, la paura che le visioni
che hai avuto, si realizzino. Ma, credimi, quello che hai visto
è quello che si verificherà: più
cercherai di evitarlo e più sarai tu stesso la causa di quel
destino”
“IO sono l’artefice del mio destino!”
Protestò lui.
“Ah, si? E cosa vuoi fare? Perché hai raccolto
quella spada? Vuoi uccidere Rey?”
“NO! Io non lo farei mai: darei la mia vita per lei”
Per un attimo sul volto di Anakin comparve un’espressione
strana, come di rammarico per qualcosa di lontano relativo ad un
passato che Ben non colse. Ma durò solo un attimo, poi sul
suo volto tornò nuovamente la sua espressione sfacciata.
“Vuoi sacrificarti per lei, di nuovo? Patetico, il tuo
sacrificio vi ha condotti fin qui, ha portato disequilibrio nella
Forza, vuoi ricommettere gli stessi errori?”
“E cosa dovrei fare secondo te?”
“Devi scegliere Ben, devi scegliere cosa vuoi essere davvero.
Sei stato tormentato per tutta la tua vita, ma non sai nemmeno quello
che vuoi, non sai cosa sei”
“E lo sai tu, invece?”
Rispose lui con aria di sfida.
“So quello che sai anche tu, ovvero che adesso Rey, a
differenza tua, ha già abbracciato il Lato oscuro ed
è quindi molto più forte di te. L’unico
vero modo per sperare di fermarla è cedere al Lato oscuro
anche tu stesso e sconfiggerla per riportare l’equilibrio,
come ho fatto io”
“Non sai cosa dici: ho già abbracciato il Lato
oscuro come Kylo Ren e non sono stato più forte di adesso, o
di quando ero al fianco di Rey su Exegol”
Rispose Ben, tralasciando che per lui fare del male a Rey era
impensabile.
“Tu non hai mai abbracciato completamente il Lato oscuro.
Kylo Ren era solo un bambino che non si sentiva all’altezza
delle attese di nessuno e che cercava disperatamente un posto nel
mondo. Ma, guardati adesso, le cose non sono diverse: barcolli nel
buio, sei venuto fin qui a riprendere la tua spada laser,
perché in cuor tuo sai cosa andrebbe fatto, ma ancora una
volta non hai il coraggio di farlo. Hai gettato qui il tuo Destino come
se potessi sfuggirne ma fa parte di te, ne farà sempre
parte, per quanto tu possa provare a nasconderlo” Ben non
rispose, in parte impegnato a parare i suoi colpi, in parte sopraffatto
mentalmente da quelle parole. “Chi vuoi essere veramente Ben
Solo? Devi scegliere: il Jedi virtuoso e ligio come Obi-Wan da cui
prendi il nome, oppure il Sith potente e capace di tenere testa alla
Rey oscura, come me? Devi scegliere”
“Io…”
Ben non riuscì a pronunciare altro: era strano, mille
pensieri gli affollavano la mente, ma nemmeno una parola usciva dalla
sua bocca.
“Volevi diventare come me? Beh allora devi dimostrare di
essere alla mia altezza! Attingi al tuo vero potere, alla tua rabbia,
cedi davvero al tuo Lato oscuro”
“Io non voglio più essere come te!”
Rispose Ben, con la stessa rabbia che sembrava invocare Anakin, ma che
a quanto pare non lo soddisfò.
“Allora morirai qui nelle tue mancate convinzioni, senza
sapere nemmeno chi sei”
Anakin fece un balzo all’indietro, distanziandosi leggermente
dal suo avversario, quindi con una sferzata della spada laser
colpì la strada che stavano percorrendo, i cui frammenti
furono scagliati da Anakin contro Ben con l’uso della Forza.
Quest’ultimo, preso di sorpresa, provò a fare lo
stesso ma non fece in tempo, perché appena i frammenti si
avvicinarono a lui, fu sommerso da ricordi del passato. Quello che
aveva detto Anakin era vero: lui aveva cercato il suo vero posto nel
mondo tutta la vita, aveva provato ad essere quel Jedi virtuoso che
tutti sembravano pretendere da lui e da cui aveva preso il nome, ma che
non aveva mai nemmeno conosciuto. Aveva provato ad essere il Solo
pilota, come suo padre o l’allievo erede di Luke ma, dalle
visioni che avevano avuto sul suo futuro, avevano già tutti
deciso il suo destino. Aveva quindi provato ad essere un cavaliere di
Ren o il Sith che tutti, a quel punto, sembravano aspettarsi da lui, ma
nemmeno in quello era stato capace fino in fondo. Non aveva mai
approvato la filosofia dei cavalieri di Ren e non aveva mai ceduto
completamente al Lato oscuro, nemmeno dopo aver ucciso suo padre.
C’era sempre stata un’ambivalenza in lui, che non
gli aveva permesso di trovare un’identità.
Ma proprio quando si era rassegnato a non trovarla più,
allora aveva incontrato Rey: l’unica persona al mondo che
sentiva provare le sue stesse incertezze che, come lui, cercava solo un
posto in quel mondo.
Per quanto Ben mostrasse la sua oscurità, avesse provato a
trascinarci dentro anche lei, per quanto lui avesse fatto cose orribili
o del male ai suoi amici, Rey era stata l’unica a vederlo per
quello che era realmente, a trovargli un posto, prima ancora che lui
potesse trovarne uno. Nonostante le atrocità commesse, lei
non aveva mai smesso di credere in lui e di chiamarlo solo col suo
nome, Ben.
Lei gli aveva donato una seconda possibilità, sacrificando
la sua stessa Forza vitale. Quel giorno, lui aveva gettato la sua spada
nel mare insieme alla sua oscurità, perché voleva
essere all’altezza di tale fiducia nei suoi confronti; voleva
essere migliore, in quanto sentiva di non essere abbastanza per lei. Ma
la verità era che non ne aveva bisogno: Rey non aveva mai
smesso di vedere in lui ciò che era realmente. Lei era
sempre riuscita a vedere sotto la sua maschera. Non aveva mai preteso
che diventasse qualcuno che non era, ma solo che lasciasse emergere
ciò che Ben era veramente.
Solo Ben.
Era per questo che si trovava lì: voleva fare lo stesso
anche con Rey, dimostrarle che anche se lei non lo vedeva
più, per lui era chiaro chi fosse e chi fosse sempre stata.
Questo voleva ricordarle, e lo avrebbe fatto a qualunque costo: era
pronto anche a riprendere in mano quella spada laser, se fosse stato
necessario, e non avrebbe permesso a nessuno di impedirglielo, nemmeno
ad Anakin Skywalker.
In quel momento vide Anakin scagliarsi contro di lui con un potente
attacco dall’alto verso il basso con la spada laser, ma lui
lo parò prontamente.
“Io sono Ben, sono sempre stato Ben. Non sarò mai
un vero Sith e nemmeno un vero Jedi, non cederò mai
completamente al Lato oscuro, non è nella mia indole.
Questo, forse, mi renderà meno forte di te o della Rey di
ora, ma non m’importa. Io prenderò questa spada
laser e troverò un modo, un modo per proseguire per la mia
strada fino in fondo. Non m’importa se non esiste
un’alternativa, io la troverò!”
Le spade laser di Anakin e Ben erano ancora incrociate,
quest’ultimo attinse a tutta la sua Forza, sia alla parte
dettata dalla determinazione, che quella dalla rabbia. Ma non alla
rabbia cieca che aveva guidato Kylo Ren, ma una rabbia razionale, con
lo specifico intento di sconfiggere chi aveva davanti o qualsiasi cosa
si sarebbe interposta al suo obiettivo. Riuscì quindi a
respingere l’attacco di Anakin ed iniziò a
contrattaccare senza sosta, per quanto il suo avversario parasse i suoi
attacchi, Ben non si fermò finché Anakin, con sua
sorpresa, mollò la spada che impugnava, facendola cadere.
Utilizzò la mano destra per afferrare il polso di Ben e
immobilizzargli il braccio, che stava per colpirlo con la spada laser.
Con l’altra attirò, con la Forza,
l’altra spada che aveva lasciato cadere, per riattaccarlo. Il
colpo sarebbe stato fatale se proprio in quel momento a Ben non fosse
venuta in mente una mossa che aveva utilizzato Rey la prima volta che
avevano combattuto insieme: lasciò cadere la sua spada laser
dalla mano bloccata, con l’altra mano libera, la prese al
volo per sferrare un colpo dal basso verso l’alto e
contrattaccare la mossa di Anakin. Il colpo fece sbilanciare
l’avversario di Ben che mollò la presa e
indietreggiò di diversi passi, allontanandosi.
Anakin sembrava sorpreso: i suoi occhi tornano del colore naturale, la
sua espressione più serena e la sua lama di colore blu, che
disattivò.
“Vedo che hai appreso la lezione, non ho altro da insegnarti,
ma hai molto ancora da imparare: nella vita, anche se stai affogando,
se non trovi la forza di nuotare, comunque affoghi. Se vuoi vivere devi
nuotare sempre, ma sta a te continuare a trovare la forza e la voglia
di farlo, definendo la tua strada: nessun’altro
può decidere per te”
Non finì la frase, che Ben improvvisamente vide tutto buio.
Non poté più, né vedere né
sentire Anakin, che gli sussurrò con ritrovato animo
sbarazzino.
“Eh già… a quanto pare non sei proprio
come me”
Sorrise con aria fiera del proprio nipote.
Solo in quel momento Ben si accorse che era ancora sott’acqua
con gli occhi chiusi, li riaprì e vide il mare impetuoso che
lo spingeva sempre più indietro. Sentiva ancora il fiato
mancargli e le forze abbandonarlo: non aveva nemmeno più
bene idea di quanto mancasse alla superficie, ma non avrebbe permesso
che sarebbe finita così.
Raccolse tutte le forze che aveva, tutta la determinazione che aveva
usato per affrontare Anakin, e continuò ad avanzare,
bracciata dopo bracciata. L’ultima cosa che
avvertì, prima di perdere i sensi, fu qualcosa, o qualcuno
che lo afferrò.
**Angolo
Autrice**
Questo è stato un capitolo incentrato principalmente su Ben.
Una delle cose che mi sarebbe piaciuta vedere con lui era proprio
l’iterazione con i vari personaggi della saga dopo la sua
‘redenzione’, quindi ho provato a rappresentarla al
meglio.
Sia Rey che Ben hanno scelto il lato chiaro della Forza in ep IX ma
secondo me una delle cose più importanti che ci hanno
insegnato entrambi i personaggi è che tutti abbiamo sia un
lato chiaro che un lato oscuro, penso quindi che entrambi, nonostante
le loro scelte in ep IX, non siano esenti dal lato oscuro, quindi in
questa fic ho voluto riproporre per entrambi il tema di questa
ambivalenza ancora presente in quanto penso che renda i personaggi
molto più “umani”.
In questo capitolo Ben però, per quanto ammetta che in lui
il lato oscuro esisterà sempre, a differenza di Rey, decide
di non cedergli completamente.
Rey e Ahsoka hanno avuto accesso al “mondo tra i
mondi” in un momento di pre/quasi morte, quindi ho pensato ad
una situazione simile per Ben per accedervi ed incontrare Anakin.
Ammetto che ho sempre sognato un breve dialogo tra i due, ed ora che
era possibile ricrearlo in qualche modo, non ho potuto farne a meno di
inserirlo! Spero vi piaccia questo incontro/scontro tra nonno e nipote.
All’inizio gli amici di Rey si danno appuntamento alla
“Cantina” è una piccola citazione del
bar di “Galaxy Edge” nel quale sono stata e che ho
trovato molto carino con tanto di droide dj!
Ringrazio il mio beta Dani1993
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Capitolo 8 *** Determinazione ***
Poe,
Finn e Rose stavano tornando verso il campo, decisi a vederci
più chiaro in quella strana storia.
“Poe, allora
che facciamo? Troviamo qualcuno che ci aiuti a inseguire e catturare
Ren o cerchiamo prima Rey?”
Chiese Finn, ancora in
dubbio su quale fosse la cosa più giusta da fare.
“Finn
secondo me…”
Ma non finì
la frase perché la risposta alla domanda di Finn si
palesò direttamente davanti a loro e sembrava avere anche
un’aria alterata.
“Finn,
dov’è Ben? Cosa è successo? Cosa ti ha
detto?”
Chiese Rey appena
arrivata.
“Ehi,
dovremmo essere noi a fare le domande: si può sapere come ti
possa essere dimenticata di dirci di aver portato qui KYLO
REN?”
Lo anticipò
Poe, prima che Finn potesse rispondere.
“Non mi sono
dimenticata: era una delle cose di cui dovevo parlarvi dopo la
riunione. Sapevo quanto fosse importante e non volevo
rovinarla!”
Replicò
lei. Poe la fissò con aria contrariata e sguardo implacabile.
“Che tu
abbia deciso di andare, facendo di testa tua, in una missione che non
avevamo autorizzato, avrebbe potuto essere una cosa di cui poter
discutere dopo, NON il fatto che tu abbia portato nella base della
Resistenza, il Leader Supremo del Primo Ordine!”
Rey a volte odiava la
testardaggine di Poe che, come in quel momento, le faceva perdere la
testa! Ma si costrinse a fare un respiro e a calmarsi: doveva
assolutamente scoprire cosa Ben avesse detto loro e capire come avrebbe
dovuto comportarsi di conseguenza. Fece appello al senso di sicurezza e
determinazione che aveva ritrovato in sé da quando aveva
sprigionato il suo lato oscuro, quindi sul suo viso ricomparve
un’espressione fredda e calma.
“La riunione
del Nuovo Consiglio era molto importante, ne dipendeva il futuro di
tutti noi! Avevo lasciato Ben sul pianeta che avevamo visitato in
missione, gli avevo detto di restare lì finché
non vi avessi raccontato tutto. Ma, a quanto pare, ha fatto di testa
sua! Ora, potete per favore spiegarmi cosa è successo e cosa
vi ha detto?”
“Ci ha detto
che ti è successo qualcosa e che adesso hai ceduto al lato
oscuro della Forza, o qualcosa del genere… e che quindi non
sei in te ed è pericoloso darti un ruolo nel Consiglio in
queste condizioni”
Le rivelò
Finn.
“È
vero?”
Le chiese Poe.
“Certo che
no! Cos’è, adesso credete di più a lui
che a me?”
“Ovvio che
no, sennò non saremmo nemmeno qui a parlarne!”
Rispose prontamente
Finn.
“Ma
è anche vero che sei stata tu stessa a dirci di fidarci di
lui: hai insistito anche per portarlo con te in missione!”
Puntualizzò
Rose, ricordandole i recenti eventi. A Rey parve strano: tutte quelle
cose accadute sembravano durare da un’eternità.
Era difficile pensare che invece fossero passati nemmeno un paio di
giorni da quando si erano verificate.
“E infatti
mi fidavo di lui… ma oggi ha tradito questa fiducia venendo
qui, al contrario di come gli avevo detto di fare! Inoltre, da quando
l’ho riportato tra noi, continua a credere in questa cosa
assurda che io sarei diversa e che questo possa essere un pericolo:
niente di più sbagliato! Non mi sono mai sentita
così bene, semplicemente non accetta che io possa avere
cambiato idea su alcune cose… ironico dato che io invece ho
creduto senza remore nel suo cambiamento, non trovate?”
La sua voce era fredda
e tranquilla, come se stesse raccontando una verità
assoluta. Tale stato d’animo era stato determinato dalla
ritrovata convinzione che comunque gli eventi visti si sarebbero
avverati e che quindi forse anche quella conversazione avrebbe portato
a realizzare quell’inevitabile destino, in qualche modo.
D’altronde i suoi amici non avevano motivi di credere
più a Kylo Ren piuttosto che a lei: era sicura di avere la
situazione in pugno, non ci sarebbe voluto ancora molto per convincerli.
“Quindi
confermi che non dobbiamo fidarci di lui?”
Le chiese Finn, ancora
incerto su quell’intera faccenda.
“Ha tradito
la mia fiducia, ma non ancora del tutto. Per questo voglio trovarlo e
restare da sola con lui: ho bisogno di capire se posso convincerlo a
seguirci o se invece… l’ho perso per
sempre…”
Pronunciò
le ultime parole con evidente e improvvisa esitazione, come se una
parte di lei non volesse nemmeno considerare la possibilità
che si realizzasse.
“In tal
caso, cosa hai intenzione di fare?”
Perché
continuavano a farle tutti domande del genere?
“In tal
caso, lo arresteremo. Così avrà tutto il tempo
necessario per riflettere sulle sue decisioni”
Si limitò a
dire, ma fu nuovamente Poe ad intervenire.
“In tal caso
la decisione sul suo destino dovrà essere rimessa al Nuovo
Consiglio, vorrai dire!”
“Certo, ed
è quello che intendevo Poe! Ti ricordo che anche io ne
faccio parte: sono sicura che il Nuovo Consiglio delibererà
il meglio per tutti noi”
Era convinta che
quello fosse esattamente ciò che Poe volesse sentirsi dire
in quel momento, ma non riuscì a cogliere
dall’espressione sul suo volto se avesse fatto davvero centro.
“Quindi tu
cosa proponi di fare?” le chiese Rose “dobbiamo
avvertire anche gli altri membri della Resistenza e farlo
cercare?”
“Ditemi da
che parte è andato e cercherò di inseguirlo io,
devo assolutamente trovarlo prima che crei altri problemi, voi restate
qui”
“E noi non
dovremmo fare nulla? Sarebbe molto più efficiente dividerci
e farci aiutare dagli altri!”
Le fece osservare Poe.
“Efficiente?
Vi ricordo che parliamo dell’ex Leader Supremo del Primo
Ordine: ci sono molti che non capirebbero le motivazioni di una
missione simile, per non parlare del pericolo che potrebbe
rappresentare. Infondo se non ha fatto ciò che gli avevo
detto io, non so fino a che punto si potrebbe spingere con persone che
non conosce… non voglio rischiare la vita di nessuno di voi.
Finn gli ha sparato e penso che adesso non sarebbe molto collaborativo
con nessuno della Resistenza”
“Aspetta:
come fai a sapere che gli ho sparato?”
“Come vi
avevo spiegato, siamo connessi dalla Forza e in quel momento lo avevo
visto davanti a me e lo stesso valeva per lui”
Finn pensò
che, forse, questo spiegava in parte il comportamento strano che aveva
mostrato Ren in quell’occasione, ma le cose ancora non gli
tornavano del tutto.
“Se
esistesse questa ‘connessione’ non potresti usarla
ora per sapere esattamente dove si trova?”
Replicò
perplesso.
“Non
è così che funziona: a volte la Forza ci connette
anche se lontani, ma non decidiamo noi quando. E se anche riuscissimo a
connetterci di nostra volontà, non potrei vedere
dov’è. A meno che non me lo dicesse
lui… cosa che dubito farebbe al momento, essendo in fuga
anche da me!”
Finn più
veniva a conoscenza della Forza e più pensava che fosse un
concetto immensamente complicato, più cercava di
approfondirlo e più apprendeva nuove cose, sempre
più contorte.
“In
qualunque caso perché dovremmo rischiare la tua vita
lasciandoti andare da sola? Non esiste: veniamo con te!”
Propose lui, avanzando
con decisione, ma Rey scosse la testa.
“Posso
cavarmela benissimo da sola: i miei poteri sono molto più
forti dei suoi. Se dovessi pensare anche a difendervi mi sareste
più di impiccio che altro, come a Kef Bir”
Gli ricordò
quando l’ex assaltatore aveva deciso di testa sua di
seguirla, risultando effettivamente solo d’intralcio allo
scontro di lei con Kylo Ren, dato che oltre a combattere aveva dovuto
pensare anche ad allontanarlo dallo scontro con l’uso della
Forza.
“Rey…
quella volta io avevo percepito in te un conflitto… volevo
aiutare…”
Balbettò
lui evidentemente in imbarazzo a quel ricordo. Ma la ragazza gli
posò la mano sulla spalla.
“E’
tutto ok Finn, alla fine è andata comunque bene. Ma evitiamo
di rischiare ancora: da che parte è andato?”.
Sconfitto ormai verbalmente dalla sua amica, Finn le indicò
la direzione verso cui era scappato Ben. “Grazie della
fiducia, vi assicuro che è ben riposta! Userò il
comlink per aggiornarvi sulla situazione, promesso!”
“Rey
aspetta…”
Provò a
dire Rose, ma era evidente che nemmeno lei sapesse bene cosa dire. La
sua amica quindi, l’anticipò.
“Di
qualunque cosa si tratti ne parleremo dopo alla Cantina,
offrirò io per farmi perdonare! A dopo”
Si
incamminò a passo veloce nella direzione indicata,
salutandoli. Si sbrigò il più possibile prima che
qualcuno di loro potesse ripensarci.
Quando Ben riprese
coscienza, di istinto alzò il busto ed iniziò a
tossire fuori tutta l’acqua che gli era entrata nei polmoni.
Contemporaneamente respirò affannosamente, cercando di
riprendere l’aria che gli era mancata.
Non fece in tempo a
prendere coscienza di cosa stesse accadendo che fu travolto dalle urla
di rimprovero di Chewbecca.
“Hai,
ragione… è stato avventato da parte mia, ma sto
bene… visto?”
Cercò di
sembrare il più tranquillo possibile, ma in
realtà si sentiva vivo per miracolo. Chewbe
continuò a fissarlo, scuotendo la testa con disapprovazione.
“Almeno hai
trovato quello che stavi cercando?”
Ben, in un attimo di
panico, temendo di averla perduta, cercò la spada laser e
constatò che, con suo sollievo, era riposta accanto a lui:
annuì quindi indicandola, anche se iniziava a pensare di
aver trovato anche ben altro in fondo a quel mare.
Chewbe
fissò la spada laser, quindi emise dei grugniti di protesta
che stavolta Ben non riuscì a tradurre. Il Wookiee gli
lanciò quindi un asciugamano. Il ragazzo lo
ringraziò in quanto, in effetti, era fradicio.
Chewbe
tornò nella cabina di pilotaggio dicendogli di prendersi il
tempo che gli serviva per ristabilirsi, Ben non fece storie in merito:
ne aveva davvero bisogno. Si avvolse nell’asciugamano, prese
la sua arma in mano e la osservò: le spade laser erano fatte
con materiali resistenti all’acqua, quindi avrebbe dovuto
funzionare ancora senza problemi. Nutriva buone speranze in merito:
infondo non sembrava corrosa. La sfregò con il lembo
dell’asciugamano per asciugare il grosso, per il resto
avrebbe aspettato che fosse più asciutta prima di attivarla,
giusto per sicurezza.
Proprio in quel
momento, sentì vivamente la connessione con Rey, quindi si
voltò per vederla davanti a lui. La sua espressione e i
sentimenti che percepiva da lei lo sorpresero: sembrava sconvolta e
aveva gli occhi lucidi.
“BEN! Che
fine hai fatto? Per qualche momento non ti ho più percepito
tramite il nostro legame, hai idea di quanto mi sia preoccupata? Dove
sei? E perché sei… bagnato?”
Disse con un tono
misto tra il preoccupato e l’arrabbiato, mentre
passò velocemente la mano sulla guancia per asciugare una
lacrima che a quanto pare aveva rigato il suo viso.
“Quindi eri
preoccupata per me?”
“Ovviamente
lo ero! Vuoi dirmi cosa diavolo ti è saltato in
mente?”
A Ben dispiaceva
l’averla fatta preoccupare, ma allo stesso tempo la cosa lo
faceva ben sperare sul fatto che potesse avere ragione e che il suo
piano avesse ancora una possibilità.
“Rey,
dobbiamo parlare! Vediamoci ad Exegol”
Disse di getto, con
decisione.
“Su Exegol?
Perché vuoi andare lì?”
Aggrottò la
fronte, non capendo il perché di quella richiesta.
“Rey, fidati
di me! Ritroviamoci dove tutto era finito”
“Sei tu che
non ti fidi più di me, mi sembra! Perché sei
andato ad Ajan Kloss senza dirmi nulla? Perché hai
affrontato Finn e Poe da solo? Perché adesso sei
chissà dove e rischi la tua vita senza dirmi nulla?
Perché ti ostini a non vole…” si
bloccò perché solo in quel momento
notò la spada laser in mano a Ben “ma quella
è la tua vecchia spada laser… cosa hai intenzione
di farci?” chiese con aria improvvisamente sospetta.
“Rey non
è come credi…”
Provò a
spiegare lui, ma lei lo interruppe prontamente.
“Non vorrai
usarla contro di ME!”
“Rey, se
è vero che tieni a me, devi fidarti! Vieni stasera su Exegol
e ti spiegherò tutto, voglio parlare con te: non possiamo
più rimandarlo e lo sai anche tu”
“Accetterò
questo tuo assurdo incontro ma solo per dimostrarti che
l’unico che continua a scappare sei TU!”
Replicò lei
con ritrovata freddezza, quindi il collegamento tra i due si interruppe
bruscamente.
Una parte di lei era
veramente felice che Ben stesse bene, quando non lo aveva percepito
più tramite il loro legame, aveva temuto di averlo perso
un’altra volta e di dover rivivere di nuovo tutta la
disperazione e quel senso di vuoto che aveva provato dopo gli eventi
della sua dipartita. Ma allo stesso tempo, un’altra parte di
lei stava ribollendo di collera per il modo in cui lui si stava
comportando e per l’ostinazione che sembrava avere
nell’ostacolarla e nel non fidarsi più di lei.
Sentiva come se il loro legame adesso non fosse più come
prima, non perché fosse cambiato ma perché loro
erano cambiati, come se non fossero più in perfetta sintonia
come in precedenza.
Amareggiata
attivò il comlink per comunicare con i suoi amici.
“Finn, Poe,
Rose… mi sentite?”
“Sì,
ti sentiamo! Hai novità?”
“Ho trovato
Ben, lo incontrerò su un altro pianeta appena si
farà sera, quindi non penso sia più una minaccia
per la base della Resistenza, probabilmente non è
già più qui. Prendo l’X-Wing che era di
Luke e andrò lì”
A
quell’affermazione seguirono attimi di silenzio da tutti e
tre. Fu Rose a romperlo, temendo che Rey chiudesse la conversazione.
“Aspetta:
lì, dove?”
“Non ha
importanza: devo sbrigarmela io, ma vi prometto che per qualsiasi
evenienza vi ricontatterò”
“So cosa hai
detto prima, ma è troppo rischioso, se davvero Kylo Ren
è imprevedibile come dici. Possiamo provare ad escogitare
un’alternativa più efficace…
insieme!”
Propose Poe, cercando
di farla ragionare.
“Non ti
preoccupare ho la situazione perfettamente sotto controllo: sono una
Jedi e sono molto più potente di chiunque altro adesso. Lui
non mi fermerà, nessuno può farlo… una
volta mi hai chiesto perché mi allenassi tanto se non potevo
essere utile attivamente alla causa, ed avevi ragione: allora ero
debole ed insicura, ma ora che ho consapevolezza del mio potere ed ho
il Nuovo Consiglio dalla mia parte, riporterò la pace
nell’intera galassia e non avremo più nessuna
guerra da combattere. Questo è solo uno dei primi passi e
non ho nessuna intenzione di sbagliarlo, quindi tranquilli:
tornerò da voi appena sistemata la questione”
Quelle parole, prive
della più minima incertezza, lasciarono tutti e tre senza
fiato abbastanza a lungo da far interrompere a Rey definitivamente la
chiamata. Gli amici si guardarono tra loro con aria tanto perplessa,
quanto stupita.
“Pensate che
come pianeta possa trattarsi di Exegol? Ren intenderà
attenersi al piano che ci ha proposto anche senza di noi? Sempre che ci
abbia detto la verità…”
Chiese interrogativo
Poe, incrociando le braccia al petto pensieroso. Ma invece di una
risposta, ricevette da Finn un’altra domanda.
“A proposito
Poe… come mai non le hai accennato di quello che Ren ci ha
detto di Exegol, né adesso né prima?”
“Ehi! Non
guardate me: mi sembra che nemmeno voi abbiate detto nulla in
merito!”
“Già…
magari ci è solo sfuggito di mente…”
Ipotizzò
Finn con tono poco convinto.
“E se non ci
fosse ‘sfuggito di mente’?”
“Cosa
intendi Rose?”
“Tutti noi
vogliamo bene a Rey e ci fidiamo di lei, sicuramente molto
più di Kylo Ren. Sono sicura che fosse sincera in merito
alle sue intenzioni e nel volerci proteggere, come avete detto anche
voi non mi sembra abbia istinti omicidi o cose
simili…” sospirò, cominciando a fare
avanti indietro nervosamente mentre parlava ad alta voce
“… ma è anche vero che qualcosa di
diverso rispetto al solito c’è nel suo modo di
porsi e nelle sue parole: mi chiedo se sia possibile che una persona
possa cambiare così tanto in un paio di giorni!”
“Se stai
suggerendo di dare retta a Ren, a quel punto, non pensi che sarebbe
come credere che fosse possibile che invece lui possa essere cambiato
in così poco tempo?”
Obiettò
Finn.
“Non
è quello che volevo suggerire… è solo
che, forse, una parte di noi non è proprio, del tutto,
convinta. Tu che ne pensi, Poe?”
“Ren non lo
conosciamo se non per le terribili atrocità che ha commesso.
Fidarsi ciecamente di una sua improvvisa redenzione sarebbe folle. Rey
la conosciamo e ci fidiamo di lei, ma forse è proprio per
questo che c’è qualcosa che non ci convince nel
suo atteggiamento… siamo in una situazione abbastanza di
stallo, ma forse c’è una verità che non
abbiamo considerato… o meglio che abbiamo negato a noi
stessi. Ma, probabilmente, è arrivato il momento di
valutarla insieme, per decidere cosa fare”
Ben sospirò
pensieroso, mentre fissava la spada laser: convincere Rey non sarebbe
stato facile e la conversazione di poco prima lo dimostrava. Ma era la
sua ultima speranza e non l’avrebbe lasciata sfumare
facilmente. Erano atterrati momentaneamente sulla terra ferma, avevano
ancora tempo, quindi decise di ascoltare i consigli di Chewbe e di
farsi una doccia calda: non voleva rischiare un malanno proprio adesso.
Quindi si lavò e si mise dei vestiti puliti, li
cercò tra alcuni che erano appartenuti a suo padre che erano
rimasti lì… l’idea non lo allettava
particolarmente ma non aveva molta scelta, quindi selezionò
quelli più anonimi, che gli potessero andare. Una volta
pronto riprese la sua arma e tornò alla cabina di
pilotaggio, rassicurò il Wookie sul fatto che stesse bene e
che fosse pronto, quindi partirono per Exegol.
Il viaggio non
durò molto e nei momenti in cui poteva essere inserito il
pilota automatico, Ben chiuse gli occhi in una specie di meditazione,
con la spada laser in mano, cosa che fece chiedere a Chewbe cosa stesse
facendo.
“Cerco di
fare la stessa cosa che feci tempo fa, ma in modo inverso…
ancora non ci sono, però: mi serve maggiore
concentrazione”
Riaprì gli
occhi ed aiutò il Wookiee nella manovra di atterraggio. Il
fatto di essere di nuovo su Exegol un po’ lo innervosiva ma
decise di non darci importanza: aveva ben altro a cui pensare. Prese
quindi la sua spada laser e si chiuse in una cabina per continuare a
provare quanto non era riuscito a fare in volo, infondo il sole stava
ancora tramontando: c’era tempo.
Aveva scelto come
stanza la cabina che utilizzava da piccolo, le volte in cui saliva sul
Falcon. Non era enorme, ma la trovava accogliente e forse avrebbe
potuto aiutarlo nel suo intento: chiuse gli occhi, con la spada in
mano, e si concentrò cercando di isolarsi da tutti gli
eventi e le emozioni negative che lo avevano pervaso ultimamente,
concentrandosi invece su tutto ciò che gli aveva scaturito
pace ed emozioni positive. Ripensò a tutti i ricordi felici
che aveva vissuto da piccolo con i suoi genitori, con Chewbe, compreso
il perdono che gli aveva concesso poco prima, e a Rey: dal loro primo
incontro, i sentimenti che aveva provato ogni qualvolta si erano visti,
nuovamente, cambiavano e crescevano. Ricordava perfettamente le
sensazioni indescrivibili che aveva provato la prima volta che le loro
mani si erano sfiorate, si erano poi allontanati e ricongiunti
così tante volte… finché nella
battaglia di Exegol si erano finalmente trovati. Il loro legame, quel
giorno, era stato più forte che mai. Fino a che lei aveva
fatto la cosa più inaspettata: ovvero lo aveva baciato. In
quel momento niente aveva avuto più importanza e si era
sentito felice come non mai.
Chewbe attese diversi
minuti, finché non si iniziò a chiedere cosa
stesse facendo lì dentro. Vigeva un silenzio tombale. Dopo
un’ulteriore attesa, decise che era stufo di aspettare e si
avvicinò quindi alla stanza, quando, improvvisamente,
tramite le fenditure della porta, la vide illuminarsi come se fosse
stata colpita da dei fulmini.
Spaventato,
entrò chiedendo a Ben se fosse tutto ok. Lo
ritrovò seduto a gambe incrociate sul letto ed
un’espressione calma sul volto, la luce vista prima sembrava
essere stata scaturita dalla spada laser che aveva in mano o meglio da
qualcosa al suo interno.
“Penso di
esserci riuscito: è il momento della
verità!”
Impugnò la
sua arma, che in quell’istante non emise più
alcuna luce, l’attivò e, con sorpresa di Chewbe,
la lama era sempre tremolante ma il colore non era più
rosso, bensì bianco. Sul volto di Ben si dipinse
un’espressione soddisfatta.
“Come hai
fatto?”
Chiese il Wookiee
stupito.
“Tempo fa
utilizzando i miei sentimenti di odio e rabbia ho corroso il mio
cristallo di kyber facendolo diventare rosso, anche se nel processo il
cristallo si incrinò, motivo per cui il laser è
tremolante. Adesso ho fatto esattamente l’opposto: ho
incanalato in esso tutti i miei sentimenti positivi… ed ecco
qui!”
Testò la
spada agitandola leggermente e facendola rigirare sul palmo: sembrava
compiaciuto del risultato ottenuto, quindi, la spense.
“Adesso
possiamo tornare nella sala di pilotaggio, da lì avremo una
migliore visuale”
Fecero quindi come
aveva detto e si rimisero a sedere ai loro posti. Ben iniziò
a fissare pensieroso ora il paesaggio cupo del pianeta, ora la sua
spada disattivata, che faceva girare tra le sue mani come una specie di
scaccia pensieri. Il cielo sembrava sempre più scuro e
nuvoloso, come se dovesse piovere da un momento
all’altro… ironico, sembrava riflettere il suo
inquieto stato d’animo.
“Quando
arriverà Rey la vedremo o al massimo io potrò
percepirla. Devo parlarle Chewbe, è l’unico modo
in cui posso provare a salvarla da sé stessa… ma
devo affrontarla da solo. Voglio che tu resti a fare la guardia al
Falcon in mia assenza”
Le sue parole
d’un tratto erano distaccate e decise. Chewbe
sgranò gli occhi perché aveva già
visto quella stessa determinazione, quello stesso sguardo tempo
fa… in suo padre. Allora lo aveva lasciato fare come voleva
e lo aveva perso, stavolta non aveva intenzione di farlo di nuovo.
“Non esiste.
Vengo con te!”
Ben
apprezzò la proposta del Wookiee ed infondo era anche lui un
amico di Rey, forse lo avrebbe potuto in parte aiutare col suo piano
originario, ma proprio perché teneva a lui, non voleva
rischiare. Rey sembrava essere ormai imprevedibile e Chewbe aveva
già fatto fin troppo per lui dandogli fiducia: il minimo che
potesse fare per ripagarlo, era non fargli rischiare la vita.
“Chewbe,
è una cosa che devo fare io. Rey mi ha aiutato a scoprire
chi sono veramente e ora tocca a me fare lo stesso. Tengo davvero a lei
e non le permetterò di rovinare tutto ciò che ha,
come ho fatto io. Farò tutto quello che posso ed
è proprio per questo che ho bisogno che tu stia qui. Se
dovessi fallire, voglio che tu torni alla base della Resistenza e
avverta loro del pericolo che potrebbe rappresentare Rey. A te
crederanno”
Il Wookiee
sospirò amareggiato: quel ragazzo dimostrava di avere la
stessa determinazione di suo padre e nonostante sembrasse consapevole
di rischiare la propria vita, non aveva la minima intenzione di
esitare. Avrebbe voluto provare a fermarlo, come avrebbe voluto fare
con Han quando aveva deciso di parlare con suo figlio. Ma ora, come
allora, sapeva che niente avrebbe potuto fargli cambiare idea. Prese
quindi una piccola agenda rovinata e la porse a Ben.
Il ragazzo la
fissò incuriosito: aveva la custodia in pelle logorata dal
tempo, la aprì e si sorprese nel trovare una foto dei suoi
genitori, suo zio Luke e Chewbe quando erano più giovani.
Il Wookiee gli
spiegò che lì aveva trascritto tutti i ricordi
più belli che aveva con i suoi amici, che considerava come
una famiglia e che portava sempre con sé, in quanto lo
confortava nei momenti più bui… anche se ora loro
non c’erano più: grazie a quei ricordi li sentiva
come se fossero ancora vivi, accanto a lui, a fargli forza.
Ben sfogliò
l’agenda, passando velocemente lo sguardo sugli eventi
riportati. Alcuni gli risultavano nuovi e lo incuriosivano, mentre
altri li riconobbe, in particolare uno attirò la sua
attenzione.
“Ehi,
aspetta: allora è vero che mio padre ha percorso la rotta di
Kessel in meno di 12 parsec?”
Era convinto che fosse
una delle esagerazioni con cui a volte suo padre amava dipingere le sue
storie, ma Chewbe annuì confermandogli che era realmente
accaduto. La cosa gli fece abbozzare un sorriso. Continuò
quindi a sfogliare le pagine di quei ricordi, quando qualcosa cadde
dalle pagine dell’agenda. Era un’altra foto ma
sembrava molto più stropicciata della precedente, la
raccolse e rimase colpito da chi ritraeva: era Chewbe, che teneva in
braccio un bambino. Ma non uno qualunque: si trattava proprio di lui
quando era più piccolo.
“Ma
questi… l’hai tenuta per tutto questo
tempo?”
Disse senza parole,
trovando assurdo che l’avesse portata con lui, anche quando
tutti ormai pensavano fosse perduto come Kylo Ren.
“La foto
è stropicciata perché dopo la morte di tuo padre
la volevo buttare, sicuro che quel Ben che Han voleva vedere in te a
tutti i costi, non ci fosse più… ma nemmeno
allora riuscì a farlo” prese la foto dalla mano di
Ben e la osservò “forse una parte di me voleva
ancora credere che Han avesse ragione, nonostante tutto. Oggi sono
contento di poter constatare che è proprio
così”
“Ne sei
convinto? Mi sento così diverso da quel bambino di un
tempo”
“Certo.
Ricordo quel giorno: ne avevi combinata una delle tue e Han era
furioso, presi le tue difese e tuo padre se ne andò
bofonchiando qualcosa sconfitto, quindi tu mi abbracciasti e mi
chiamasti per la prima volta ‘zio Chewbe’. Leila,
che aveva assistito alla scena, decise di immortalare il momento con
una foto” ripose con cura la foto nel suo posto tra le pagine
dell’agenda. “Sei cresciuto parecchio da allora, ma
il tuo cuore è ancora tanto forte e vivace… ma
anche buono, proprio come allora!”
“Lo
spero!”
Ammise lui, ma
contento delle parole che gli aveva rivolto Chewbe. In quel momento,
però, avvertì precisamente qualcosa.
“È Rey! Non è lontana, sta atterrando.
Devo andare, Chewbe…” Non sapeva esattamente cosa
dire, non sapeva nemmeno se sarebbe tornato. Eppure, c’erano
così tante cose di cui avrebbe voluto continuare parlare con
lui…
“Resto qui
solo perché sei una testa dura peggio di tuo
padre… facciamo così: quando tornerai potrai
chiamarmi di nuovo zio Chewbe… ok?”
Ben gli rivolse un
sorriso.
“Grazie!”
Si limitò a
dire, quindi si incamminò verso il luogo
dell’ultimo scontro con Palpatine.
Rey atterrò
su Exegol con l’X-Wing. Ebbe una strana sensazione non appena
scese sul suolo del pianeta: era circondata dai detriti e dai segni
dell’ultima battaglia che si era svolta lì, ma
più si avvicinava alla sala del trono e più
riaffioravano vividi tutti i ricordi legati ad essa.
Del trono oscuro o di
tutto ciò che lo circondava non era rimasto molto, era un
cumulo di macerie ma percepiva ancora vivido e prorompente in quel
posto il potere della Forza. Infatti, anche quello, come Anch-to, era
un punto in cui la Forza vergeva, anche se più precisamente
lo era nel lato oscuro di essa. Sentiva i suoi poteri fremere
irrequieti e forti in maniera anomala in quel luogo, come se reagissero
e fossero allo stesso tempo incitati da ciò che ne
presidiava. Anche se non era sicura che il suo stato fosse dovuto solo
a quello.
Arrivò
davanti al luogo di cui riportava più vivamente i dettagli,
perché lo aveva rivisto spesso da quel giorno nella sua
mente, nei suoi sogni o nei suoi incubi: il posto dove Ben aveva donato
la sua energia vitale per lei, dove si erano finalmente ritrovati, ma
anche dove lo aveva perso immediatamente dopo.
Adesso Ben era proprio
lì in piedi che la aspettava, ma era diverso rispetto
all’ultima volta in cui si erano incontrati lì per
affrontare insieme il nemico. Adesso, percepiva da lui solo tensione.
“Eccomi Ben,
come avevi chiesto! Adesso vuoi dirmi come mai siamo qui?”
“Siamo qui
perché questo posto è stato importante per
entrambi e spero che questo possa aiutarci”
“Aiutarci a
cosa, Ben? Abbiamo già tutto quello che ci occorre: tu sei
di nuovo qui, i miei poteri sono più forti che mai, ho il
Nuovo Consiglio dalla mia parte, quello che resta del Primo Ordine e
dei seguaci di Palpatine sono pochi e deboli ormai, questo è
il momento giusto di imporsi. Anche i miei amici sono dalla mia parte:
se sarai al mio fianco, anche se magari non immediatamente, sono sicura
che impareranno anche loro a fidarsi di te. È tutto
così perfetto, non riesco davvero a capire cosa tu abbia
ancora contro tutto questo!”
Replicò
lei, mentre avanzava verso di lui.
“Rey, non
puoi continuare a fingere che vada tutto bene. Da quando hai ceduto al
lato oscuro sei diversa, sei arrivata anche a colpirmi con i fulmini di
Forza e ad abbandonarmi su un pianeta sconosciuto e le cose
peggioreranno sempre di più”
“Quindi la
Rey di prima poteva commettere degli errori e glieli perdonavi senza
problemi, mentre adesso mi basta fare uno sbaglio e solo
perché ho ceduto al lato oscuro devo essere condannata?
Sempre se si possa parlare di sbaglio, si intende: direi piuttosto che
sono stata costretta a farlo, vista la tua ostinazione e completa
mancanza di fiducia nei miei confronti!”
Insistette, con
convinzione.
“La mia non
è mancanza di fiducia, so bene a cosa può portare
il lato oscuro e non voglio che accada a te”
“Ma
è proprio perché lo sai che mi aspettavo
più comprensione da parte tua. Io ho sempre avuto fiducia in
te, anche quando hai commesso azioni imperdonabili”
“Tu hai
avuto comprensione perché credevi che non fossi perduto per
sempre e lo stesso penso io adesso di te”
Rey sbuffò
esasperata.
“Non
c’è nulla da salvare, Ben: la Rey di prima era
debole e governata dalla paura, la Rey di adesso è forte e
può davvero fare la differenza. Lo so che hai paura ma non
dovresti averla: la Forza ha bisogno di equilibrio, di luce e ombra.
Adesso, grazie a noi la Forza è nuovamente in equilibrio,
adesso sono esattamente quello che dovrei essere” si
avvicinò ancora, allungando un braccio verso di lui fino a
sfiorargli la guancia con il dorso della mano.
“Finché io sarò nel lato oscuro e tu
sarai al mio fianco, la Forza sarà in equilibrio e quindi
non dovremo più temere altre minacce”
Ben scostò
leggermente il viso per annullare il contatto tra loro.
“E’
solo una bugia che ti racconti: se ti assecondassi davvero dovrei
appoggiare e compiere le tue stesse azioni, il che porterebbe anche me
al lato oscuro, ovvero al disequilibrio, secondo il tuo
ragionamento”
Rey alzò un
sopracciglio, sopprimendo una risata.
“Questo
perché non riesci a vedere il quadro nel suo insieme. Quando
ho toccato la riproduzione del trono dei Sith ho avuto una visione, la
stessa che ho avuto tempo prima, ovvero noi due su quel trono: entrambi
avevamo abbracciato il lato oscuro della Forza, eppure ho percepito
equilibrio in essa. La Rey di prima non ne aveva capito il motivo e ne
aveva avuto paura, per questo ha provato ad ucciderti a Kef Bir: si
illudeva di poter fare in modo che quello che aveva visto non si
avverasse, ma nemmeno lei ci è riuscita. Questo
perché più cercherai di cambiare quello che hai
visto e più ti imbatterai proprio in quel destino, io ora
l’ho capito” Ben sussultò a quelle
ultime parole, così simili a quanto gli aveva detto
Anakin… parole a cui si rifiutava di credere
“…ho capito anche quell’equilibrio in
quella visione: probabilmente sarà determinato dalle azioni
che compiremo. Non useremo il lato oscuro per il nostro tornaconto, ma
solo per portare pace nella galassia, è questo quello a cui
siamo destinati! Quindi basta avere paura, basta scappare”
Tese nuovamente la
mano a Ben con lo sguardo fisso in quello di lui.
L’espressione di Rey, ancora una volta, non lasciava
trapelare il minimo dubbio: sembrava pienamente convinta di quanto
affermava. Lui non seppe dire se fosse perché ci credesse
veramente o perché volesse solo disperatamente
farlo… sapeva solo quello che lui voleva fare:
allungò la sua mano verso quella di Rey, sperando di
attirare tutta la sua attenzione su quel gesto, mentre di nascosto con
l’altra tentò lentamente di afferrare la spada
laser che portava legata in vita.
Il suo tentativo
fallì miseramente quando, inaspettatamente, dalla mano di
Rey scaturirono dei fulmini di Forza che gli pervasero il corpo
provocandogli dolore ovunque e facendolo ricadere ansimante a terra
sulla schiena. Rey si accovacciò su di lui,
attivò la sua arma dalla lama scarlatta e la tenne
conficcata a terra a poca distanza dal suo corpo.
“Pensavi che
non me ne sarei accorta? Non sono mica debole come Snoke. Siamo una
Diade, ricordi? Inoltre questo posto è un punto di vergenza
del lato oscuro della Forza, qui i miei poteri sono amplificati: ho
percepito subito le tue vere intenzioni. Penso che tu abbia scelto male
il nostro punto di incontro, mio caro”
La sua voce era
glaciale e spietata, nuovamente delusa dall’ostinazione di
Ben.
“N-non
cederò al lato oscuro… la tua visione…
non si avvererà!”
Sibilò lui
con la voce smorzata dal dolore che ancora sentiva pervadergli il corpo.
“Ancora sei
così cieco davanti alla realtà? Quello che ho
visto si avvererà eccome, forse hai solo bisogno di un
ulteriore incentivo…”
Riavvicinò
la mano libera a lui intenzionata ad utilizzare nuovamente i fulmini di
Forza, ma una presenza alle sue spalle e una voce la bloccarono.
“Rey, adesso
basta!”
Conosceva quella voce,
sapeva bene a chi appartenesse, solo che non aveva idea di come potesse
spiegare la sua presenza lì.
**Angolo
Autrice**
In
questo capitolo sia Rey che Ben sono determinati e decisi a perseguire
le loro convinzioni su fronti opposti. Dove li porterà tutto
ciò?
Il
passato di Ben mi ha sempre incuriosita e spero che prima o poi gli
dedichino una serie, perché secondo me merita molto, da
quello che ho letto da piccolo Ben chiamava Chewbe
‘zio’, quindi ho deciso di inserire questo
dettaglio, inoltre nel fumetto dell’ascesa di Kylo Ren, Ben
trasforma il suo cristallo in rosso utilizzando i suoi sentimenti di
odio incrinandolo. Ho quindi ipotizzato che qui facesse
l’opposto come ha fatto Ahsoka per guarire il suo cristallo.
A
chi pensate appartenga la voce alla fine?
Ringrazio
il mio beta Dani1993
|
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Capitolo 9 *** Ricordi ***
Rey
si voltò e vide davanti a lei il proprietario di quella voce
sottoforma di fantasma della Forza, ovvero il suo precedente maestro
Luke Skywalker. Si stupì che lui potesse materializzarsi in
quel luogo di vergenza del lato oscuro della Forza.
“Non mi
dire, è forse stupore quello? Pensavo ti fossi appena
dichiarata un’esperta dell’equilibrio nella Forza,
dove è finita la tua ritrovata sicurezza adesso?”
Chiese lui con la sua
proverbiale calma ed ironia che lo distingueva. Rey si alzò
disattivando la sua spada laser, sapeva sarebbe stata inutile contro di
lui, quindi si avvicinò al suo vecchio maestro con aria di
disprezzo e crescente collera nei suoi confronti, lasciando Ben ancora
inerme a terra.
“TU, come
osi TU mostrarti qui a me, adesso, facendomi la predica?
Dov’eri quando ho invocato aiuto in preda alla disperazione
dopo la battaglia di Exegol? Se non volevi che cedessi al lato oscuro
perché non mi hai fermata prima? Perché non mi
hai consigliata diversamente?”
“Mi avresti
ascoltato?”
“Immagino
che non lo sapremo mai adesso! Ma non mi sorprende: è la tua
specialità startene in disparte quando le cose si fanno
complicate. Se non fosse stato per me, adesso tu saresti ancora su quel
remoto pianeta, mentre Palpatine ed il Primo Ordine probabilmente
avrebbero riconquistato la galassia indisturbati”
“Allora hai
deciso di prendere tu il loro posto per farmi un torto? Il lato oscuro
ti ha resa, quindi, immatura oltre che incosciente, a quanto
pare”
Rey sentì
la collera ribollirle nelle vene a quelle parole.
“C’è
una profonda differenza tra me e Darth Sidious: io salirò
sul trono dei Sith per riportare la pace nella galassia, i miei amici
saranno dalla mia parte, Ben cederà al lato oscuro e tutto
ciò preserverà l’equilibrio nella
Forza”
“Incredibile,
tutto quello che hai detto è sbagliato: non
c’è nessuna differenza in questo momento tra te e
Darth Sidious. Entrambi agite nel lato oscuro pensando di portare la
pace nella galassia; tu non salirai su quel trono; i tuoi amici non
saranno dalla tua parte in questo assurdo piano; Ben non
cederà di nuovo al lato oscuro e niente di questa follia che
descrivi potrebbe portare ad altro, se non al caos nella
Forza”
“Quello che
è incredibile è che tu sia ancora così
presuntuoso da pensare che la tua visione limitata ed ipocrita del bene
e del male possa avere qualche effetto su di me”
“E come mai
sei così convinta che tutto andrà esattamente
come te lo immagini?”
“Ho avuto
delle visioni, tutte si sono avverate finora e
l’interpretazione che ti ho dato è
l’unica che potrebbe far combaciare tutti i pezzi”
Luke si fece scappare
una lieve risatina a quelle parole.
“Adesso chi
è ad avere una visione limitata? Le visioni non si
realizzano sempre come ci aspettiamo, servono per prepararci, non per
controllarci”
Rey aveva pensato a
tutte le interpretazioni possibili di quella visione, ma tra di loro
non ce n’era nessuna che avrebbe ritenuto accettabile, ad
esclusione di quella che intendeva realizzare.
“Quindi sei
tu l’esperto adesso? Bene allora sentiamo: come pensi di
provare a fermarmi?”
“Oh, ma io
non posso provare a fermarti… ma loro
sì!”
Con un cenno della
testa indicò qualcosa alla sua destra e solo allora Rey vide
e si rese conto della presenza dei suoi amici: Poe, Finn e Rose.
Riportò per
qualche istante nuovamente lo sguardo su Luke ma proprio
così come era apparso era nuovamente sparito, come se non
fosse mai stato lì. Volse quindi la sua attenzione sulle tre
figure dei suoi amici.
“Come mai
siete qui? E da quanto tempo?”
“Ren ci
aveva accennato di volerti incontrare qui e siamo arrivati da
abbastanza tempo per constatare che è vero che non sei
più in te”
Si limitò a
risponderle Poe.
“REY! SI
PUÒ SAPERE COSA DIAVOLO STAI COMBINANDO?”
Le chiese, con molta
meno calma, Finn.
“Se siete
qui da abbastanza tempo dovreste aver capito che il mio obiettivo
è solo il meglio per tutti noi!”
Si difese in risposta.
“Forse le
tue intenzioni sono buone ma per raggiungere i tuoi obiettivi ti stai
comportando in modo irriconoscibile: ti fai molti meno scrupoli, non
ascolti le nostre opinioni e pensi di essere l’unica a poter
risolvere qualsiasi cosa…”
Le disse Rose cercando
di esprimere in maniera onesta quello che avevano osservato, ma fu Poe
a concludere il discorso al posto suo, con un tono più secco
e meno cordiale.
“Per non
parlare del fatto che hai usato i tuoi poteri mentali su di noi durante
la riunione del Nuovo Consiglio. O vorresti negarlo?”
Poe e Finn ne avevano
parlato ed erano arrivati a quella conclusione: era l’unica
spiegazione possibile a quello che era accaduto, anche se era stato
difficile ammetterlo, perché nessuno dei due si sarebbe mai
aspettato un comportamento simile da lei.
“Non avevo
avuto il tempo di spiegarvi le mie motivazioni così ho solo
forzato un qualcosa su cui sapevo già che avrei avuto la
vostra approvazione”
“Potevi
fornire le motivazioni a noi e agli altri membri durante la riunione e
lasciarci liberi di scegliere, se eri così sicura che
saremmo stati dalla tua parte!”
“Ma avremmo
dato segno di non coesione all’interno della
Resistenza”
Poe
incrociò le braccia al petto e scosse la testa implacabile.
“Rey non ci
sono scuse che tengano: tu hai usato i tuoi poteri su di noi, i tuoi
migliori amici! Non lo avresti mai fatto prima, ed ora lo hai fatto,
per cosa? Per il potere? Per un posto al Nuovo Consiglio che fino a
poco tempo fa disdegnavi all’idea di poter anche solo
lontanamente diventare una specie di imperatrice… e guardati
adesso, invece: ricerchi disperatamente quel potere e sembri pronta a
tutto per preservarlo. Questa non sei tu Rey”
“Voi non
avete idea di chi sono…”
“Ed invece
lo sappiamo bene. Non ti ricordi Rey quando mi hai consolata durante i
festeggiamenti della vittoria di Exegol?”
Disse Rose.
Era
il secondo giorno dopo la vittoria di Exegol, il giorno precedente lo
avevano passato a festeggiare la vittoria tutti insieme, ma anche quel
giorno l’animo di tutti era positivo e pieno di voglia di
rilassarsi e condividere ancora momenti di convivialità
insieme. La cosa non era sfuggita a Poe, il quale cercò di
trovare una scusa per tenere vivo quello stato d’animo di
tutti: infondo se lo erano meritato del divertimento dopo tutto quello
che era accaduto.
“Allora
ragazzi che ne pensate di festeggiare anche oggi? Infondo tra non molto
sarà la festa della vita, ma perché aspettare?
Possiamo fare un pre-festeggiamento e condividere questi momenti di
gioia con tutti i nostri familiari! Perché alla fine
è un po’ come se fossimo tutti una grande famiglia
dopo questa vittoria raggiunta insieme, non pensate?”
La
proposta fu, come prevedibile, accolta con entusiasmo da tutti quelli
riuniti ad ascoltarlo o, forse, quasi tutti: Rose si era adombrata
allontanandosi dal gruppo ed andandosi a sedere in disparte su un
muretto di pietra. Rey fu l’unica ad averlo notato e si le si
avvicinò.
“Posso?”
l’amica non le rispose ma lei lo prese comunque come un
sì e si sedette accanto a lei “Non ti va di
festeggiare?” le chiese.
“Sono
molto felice che abbiamo vinto e di poter festeggiare con voi, ma il
discorso di Poe mi ha un attimo rattristata e ti sembrerebbe stupido
probabilmente sapere il perché”
Rispose
lei, distogliendo lo sguardo.
“Se
non me lo dici non lo sapremo mai, non pensi?”
Rose esitò un attimo
prima di risponderle.
“È
che ha nominato la festa della vita e quella era una ricorrenza che
passavo sempre con mia sorella. Quindi mi sono sentita per un momento
assalita dalla malinconia ed ho perso un po’ la voglia di
festeggiare!”
Ammise
lei amaramente.
“Bè,
se ti può consolare è una festa che, per quel
poco che possa ricordarmi, festeggiavo con i miei genitori. Da quando
se ne sono andati non l’ho mai più festeggiata,
dicendomi che lo avrei fatto al loro ritorno. Quindi posso capire come
ti senti e non mi sembra affatto stupido”
“Mi
spiace Rey, non lo sapevo”
“Non
ti preoccupare ormai sono abituata a non festeggiare… ma che
ne pensi se, per oggi, potessimo passare una serata tranquilla tra noi,
senza festeggiamenti?”
“Una
serata tra ragazze?”
“Beh…
per me sarebbe la prima volta!” rispose con entusiasmo,
aggiunse però “ma solo se ti va”
Rose
ripensò alle serate passate con sua sorella ma questa volta
non le venne malinconia, le faceva piacere passarne una insieme a Rey.
“Ma
certo, perché no?”
“Ah, ecco
dove eravate finite quella sera… vi abbiamo cercato
ovunque!”
Esclamò
Finn, ma Rose lo ignorò continuando il discorso.
“Quel giorno
Rey mi hai dimostrato la tua amicizia, empatia e gentilezza. Mi sei
stata vicina nel momento del bisogno e, da allora, mi hai fatto sentire
meno la mancanza di mia sorella”
Rey si ricordava quel
giorno: aveva pensato che anche se, a differenza di Rose, non aveva mai
avuto una sorella, con lei, era un po’ come averla e si
sentiva a suo agio in sua compagnia, come se potesse parlarle di
qualsiasi cosa. Quei ricordi la confondevano ma non fece in tempo a
dire nulla che Finn intervenne.
“Sono
d’accoro con Rose, anzi ti ricordi quando, dopo la battaglia
di Exegol, ho trovato finalmente il modo per parlarti di quello che ti
volevo dire?”
Erano
passati diversi
giorni dalla battaglia di Exegol, ormai i festeggiamenti erano finiti e
il clima si era calmato tornando alla normalità, anche se
con un atmosfera più calma rispetto al solito.
In
quella
tranquillità Finn decise che forse era il momento di parlare
finalmente a Rey di quello che voleva dirle da tempo, ma che non aveva
trovato il coraggio di fare. Così si avvicinò a
lei mentre sembrava intenta in uno dei suoi allenamenti o
meditazioni… non riusciva a volte a carpirne la differenza.
Prima
che potesse
sibilare il suo nome, lei lo anticipò avendo percepito la
sua presenza.
“Finn!
Come
mai sei qui?”
“Rey,
devo
parlarti”
Il
tono della sua voce
la preoccupò perché sembrava una cosa seria e,
dato il clima positivo di tutti negli ultimi giorni, ne aveva quasi
perso l’abitudine. Si alzò, quindi, di fretta per
mettersi in piedi davanti a lui.
“È
successo qualcosa? Qualche missione urgente da fare?
C’è stato un attacco o …”
“Frena!
Non
è niente di grave. Volevo solo parlarti di quella cosa di
cui volevo discutere già tempo fa…
ricordi?”
Rey
fece un attimo
mente locale: dati gli ultimi avvenimenti, le sue attenzioni
ultimamente si erano concentrate su tutt’altro, ma alla fine
ricordò.
“Oh
giusto!
Scusami se non ti ho chiesto più nulla a
riguardo… sono successe tante cose da allora…ed
io…”
“Non
ti
preoccupare Rey è stato meglio così. Infondo non
ero ancora davvero pronto a parlarne probabilmente, ma sento di non
poterlo più evitare”
“Dimmi
allora!”
Lo
esortò
lei, curiosa ma ancora preoccupata: infondo sembrava qualcosa di serio.
“Non
c’è un modo facile per dirlo…ma credo
di essere sensibile alla Forza anche io. Non come te, si intende! Ma
ecco mi sembra di percepire delle cose… inizialmente pensavo
fosse solo la mia immaginazione ma poi sono diventate troppe volte per
poterle ignorare. E poi quando eravamo su Exegol ho sentito come se tu
fossi morta… o quasi a quanto pare, perché sei
qui!
In
quel momento Rey
pensò che Finn fosse più sensibile alla Forza di
quanto credesse, perché in effetti era morta in
quell’occasione, ma Ben l’aveva salvata poco dopo.
Tema che avrebbe dovuto riprendere anche con i suoi amici, ma quella
non era decisamente l’occasione.
Era
comunque felice di
non essere l’unica tra loro sensibile alla Forza: spesso per
questa cosa si era sentita non totalmente compresa da nessuno, il che
era plausibile dato che molte cose sui Jedi e sulla Forza erano ancora
difficili da comprendere anche per lei.
“Ma
è fantastico, Finn! Non so se potrei farti da
‘maestra’, non penso di essere pronta per
quello… ma posso spiegarti ciò che so e quello
che mi hanno provato ad insegnare Luke e Leila.
“Sarei
onorato di averti come maestra e ne saresti capacissima, devo
ricordarti che hai sconfitto l’ex imperatore? Ma non
è questo il punto: il fatto è che, per quanto so,
sarebbe mio dovere e responsabilità sfruttare questa mia
dote e farmi insegnare da te, al fine di dare anche io il mio
contributo alla galassia… allo stesso tempo è da
quando lo so che cerco di evitarlo. Non so: non mi sento pronto a tutto
questo. E lo so che è ipocrita, dato che tutti abbiamo fatto
affidamento su di te quando ci è servito”
Rey
gli mise
affettuosamente una mano sulla spalla.
“Finn,
il
fatto che tu sia sensibile alla Forza non vuol dire che tu debba per
forza diventare un Jedi, se non te la senti”
“Andiamo
Rey, so bene che ora che le acque si sono calmate, tra le tante cose
che volevi fare, c’era il provare a cercare persone sensibili
alla Forza per continuare quanto Luke aveva fatto prima di andare su
Anch-to. Ma non abbiamo idea di quante persone ci siano con tali
capacità o se ce ne siano. Io invece sono qui e sto
scappando… sembra in effetti che questa sia
l’unica cosa che mi riesca davvero bene”
Disse
completamente
amareggiato, tamburellando nervosamente le dita della mano sulla fronte.
“Sei
troppo
severo con te stesso! La Forza è presente in ogni essere
vivente, se tu sei più sensibile ad essa sono sicura che
c’è un motivo. Ma magari non è detto
che questo motivo implichi che tu debba diventare adesso un Jedi. Io
stessa ho avuto un dono simile e per anni non l’ho mai
sfruttato: sentivo di avere qualcosa e mi accadevano episodi
particolari, ma non avevo idea di come utilizzarlo finché
non è giunto il momento che io lo facessi. Quindi non
importa: se non te la senti è giusto che tu lasci perdere.
Magari sei destinato a ‘salvare la galassia’ in
unaltro modo, infondo più volte hai già aiutato i
tuoi amici e senza saper usare la Forza! E adesso sei anche un generale
della Resistenza, mica una cosa da poco! Ma se un giorno deciderai di
imparare le vie della Forza, sarò sempre felice di spiegarti
quello che so!”
Gli
disse infine con
decisione e accennando un sorriso di incoraggiamento. Lui
rifletté un attimo su quelle parole, ma poi
ricambiò il sorriso.
“Grazie
maestra!”
Lei
sgranò
gli occhi: nessuno l’aveva mai chiamata così e le
faceva davvero strano.
“Ma
che
dici? Non ho nemmeno completato del tutto il mio addestramento: non
merito un tale appellativo”
“Beh
continuerò a chiamarti Rey al momento, ma ho la netta
sensazione che dovrai abituarti a questo appellativo prima di quanto
immagini, e se te lo dice uno sensibile alla Forza… devi
crederci!”
Si
scambiarono uno
sguardo e risero entrambi.
“Ehi
aspetta! Vorresti dire che la famosa cosa che volevi dire a Rey era che
fossi sensibile alla Forza?”
Disse sconvolto Poe,
apprendendo solo ora la notizia.
“Già”
“E NON me lo
hai detto?”
“Non
è il momento di parlarne ora, MI PARE!” Lo
sgridò lui, prima di rivolgersi nuovamente alla sua amica
“Rey quel giorno sei stata comprensiva e mi hai accettato per
quello che sono e non per ciò che avrei dovuto essere. Hai
dimostrato inoltre di essere già tanto saggia quanto una
vera maestra Jedi”
Rey ricordava la
fiducia che le aveva riservato Finn a farle quella confessione e quanto
la stimasse come maestra Jedi, nonostante in quel momento lei non si
sentisse ancora del tutto sicura di essere adeguata a quel ruolo.
Eppure il suo amico non aveva avuto nessun dubbio in merito.
“Dopo
comunque ne riparliamo!” Insistette Poe rivolto a Finn,
ancora offeso per non essere stato informato prima della cosa. Poi
però, con un’espressione più seria, si
rivolse anche lui a Rey.
“Ti ricordi
quando hai usato i tuoi poteri per aiutarmi?”
Rey,
Poe e Finn erano
in missione per la Resistenza in un piccolo avamposto del Primo Ordine,
alcuni mesi prima della battaglia di Exegol. La missione doveva essere
semplice: Rey avrebbe distratto e attaccato gli assalitori mentre Poe e
Finn recuperavano una cassa mercantile con risorse importanti per la
Resistenza.
L’avamposto
non era molto grande e quindi nemmeno troppo sorvegliato: per Rey fu
abbastanza semplice farsi strada, attirare e mettere fuori gioco gli
assalitori, anche perché nessuno di loro si aspettava di
trovare un Jedi lì.
Una
volta sconfitto
l’ultimo assalitore, Rey lo osservò soddisfatta
del suo operato e pronta a raggiungere Poe e Finn, ma proprio in quel
momento si sentì chiamare da quest’ultimo.
“REEEY!”
La
voce di Finn
sembrava disperata, quindi gli corse incontro.
“Cosa
è successo e dov’è Poe?”
“Stava
andando tutto bene: avevamo recuperato la cassa, ma
all’improvviso sono spuntati dal nulla due assalitori. Li
abbiamo fatti fuori ma, prima di essere sconfitto, uno dei due ci ha
lanciato contro una granata… l’abbiamo evitata,
eppure l’esplosione ha rotto la cassa ed un frammento di essa
ha ferito la gamba di Poe”
Finn
si
passò nervosamente la mano tra i capelli.
“Portami
da
lui, dobbiamo prenderlo e portarlo al Falcon, lì abbiamo
l’occorrente per il primo soccorso!”
“Ma
è proprio questo il problema: non riesce ad alzarsi e ho
provato a bloccare la ferita con delle fasce in modo da poter andare al
Falcon, ma l’emorragia non si ferma e ho paura che ci voglia
troppo tempo per fare avanti e indietro”
Rey
chiese
all’amico di condurla dal pilota e così fece. Poe
era seduto a terra poggiato con la schiena e la testa contro il muro,
la gamba che perdeva ancora sangue, riversato a terra sotto di essa,
nonostante la fasciatura improvvisata da Finn. Rey si
accovacciò accanto a lui per osservare meglio la ferita ma
tremò nel constatare che doveva essersi lesa
l’arteria femorale: era l’unica spiegazione per
tutto quel sangue. Purtroppo Finn aveva ragione: era impossibile
muoverlo da lì e probabilmente non avrebbero fatto in tempo
ad andare e tornare dal Falcon, vista la copiosità
dell’emorragia, e Poe sembrava saperlo.
“Non
vi
preoccupate per me, ho visto di peggio: andate al Falcon, qui
è pericoloso. Se ci fosse sfuggito qualche altro assalitore
potrebbe utilizzare dell’esplosivo anche contro di
voi”
Affermò
il
pilota, cercando di essere il più convincente possibile, ma
la voce affaticata lo tradiva.
“Che
c’è? Stai già delirando per la
ferita?” chiese Rey “non esiste che ti lasciamo
qui! È fuori discussione!” asserì con
tono fermo di chi non ammetteva di essere contraddetta.
Finn
si
avvicinò a lei per sussurrarle “Rey, ti prego,
dimmi che puoi fare qualcosa…”
Rey
passò
un’occhiata nervosa prima a Finn e poi a Poe. Avrebbe voluto
davvero potergli rispondere tranquillamente di sì, ma la
verità era che vedeva davvero poche possibilità
al momento. Era assurdo: si stava allenando quasi tutti i giorni sotto
la guida di Leila, stava recuperando tutte le informazioni possibili
sui Jedi ed era riuscita persino a riparare la sua spada laser e a
reintegrare con la Forza il cristallo di kyber.
Come
avrebbe voluto
che fosse possibile fare lo stesso anche con le persone… un
momento! E se fosse stato possibile?
L’idea
le
attraversò la mente come un fulmine a ciel sereno, ma la
verità era che se anche fosse stato possibile, non aveva
idea di come farlo. Non aveva mai letto nulla a riguardo… ma
la vita di Poe valeva di certo almeno il tentativo. Rey tese quindi la
mano verso la ferita di Poe e chiuse gli occhi per concentrarsi.
“Ehi
aspetta! Cosa stai facendo?”
Chiese
dubbioso Poe ma
la ragazza non gli rispose, forse perché in parte non ne era
del tutto sicura ancora nemmeno lei. In assenza di una sua risposta Poe
provò a rivolgersi al suo amico, ma lui scrollò
le spalle.
Rey
si
concentrò sulla Forza che sentiva scorrere in Poe: sembrava
sofferente e sempre più fioca rispetto alla sua, che invece
era ancora energica e vibrante. Fu allora che le venne una folle idea:
provò a trasmettere una parte di quella sua stessa Forza
vitale al suo amico, più precisamente la
concentrò sulla sua ferita.
Il
respiro di Poe, da
affannoso, divenne sempre più regolare. Il pilota
sentì la gamba fargli sempre meno male e la ferita sembrava
non sanguinare più. Si sentiva molto più in forze
di poco tempo prima, quindi, allungò le braccia per
sciogliere la benda alla gamba.
“Cosa
fai?
Aspe-“
Ma
le parole di Finn
gli morirono in gola, ed anche Poe rimase letteralmente senza parole,
nel constatare che la ferita era quasi sparita.
Rey
aveva appena
riaperto gli occhi ed aveva abbozzato un ampio sorriso nel vedere il
successo del suo tentativo, ma non fece in tempo a dire qualcosa che si
sentì pervasa da un senso di debolezza ed un forte capogiro.
Prontamente Finn e Poe la sorressero con le mani.
“Ehi,
stai
bene?”
“Tutto
ok?”
Chiesero
preoccupati,
quasi all’unisono.
“Sì,
sono solo un po' stanca, usare la Forza in questo modo è
stato molto impegnativo”
“Che
cosa
hai fatto?”
Chiese
Poe ancora
incredulo.
“Non
ne sono
sicura, ma penso di aver usato una parte della mia Forza vitale per
guarirti. Non so dirti di più perché non lo avevo
mai né letto né fatto prima”
“Perché
hai rischiato una cosa del genere?”
“Non
mi hai
ascoltata prima? Ho detto chiaramente che non ti avrei lasciato qui, ed
io mantengo sempre la mia parola! E poi tu avresti fatto lo stesso al
mio posto”
“Grazie”
Disse
il pilota prima
di abbracciarla.
Rey si ricordava che
quella volta non aveva mai usato prima d’ora i suoi poteri in
quel modo, ma sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutare Poe,
e se questo significava usare la sua energia vitale, per lei era stato
un prezzo più che accettabile per salvare il suo amico.
“Allora hai
usato addirittura la tua energia vitale, e lo hai fatto per aiutarmi e
non per ingannarmi. Ma sappiamo tutti che lo avresti fatto per ognuno
di noi perché è questo che sei realmente! Non una
sorta di imperatrice disposta a tutto per raggiungere i suoi
scopi!”
Tutti quei ricordi e
quelle parole avevano portato in Rey uno strano senso di confusione e
sentiva la testa pulsare. Sembrava che i suoi amici stessero
aggiungendo altro, ma non li riuscì a sentire
perché le loro voci furono sovrastate da altre mille nella
sua testa. Voci che sembravano riecheggiare da quel luogo direttamente
dentro di lei.
“Non
è vero, loro non tengono realmente a te”
“La
verità è che ti temono, temono il tuo potere e
quello che sei diventata”
“Ti
sono
tutti d’intralcio”
“Dovresti
solo ucciderli”
“Accetta
il
nostro potere, ti aiuteremo noi”
Tutte quelle voci si
sovrastavano e affollavano sempre di più provocandole un
forte dolore alla testa. Sentiva la rabbia crescere dentro, in quanto
non intendeva lasciarsi guidare né da quelle voci
né da quelle dei suoi amici: avrebbe determinato in
autonomia il suo destino, con le sue forze.
“SILENZIO!”
Comandò urlando ed improvvisamente calò il
silenzio sia delle voci che sentiva all’interno della sua
testa, che da quelle dei suoi amici. Questi ultimi notarono con stupore
che i suoi occhi erano diventati di un inquietante colore giallo quando
si rivolse nuovamente a loro “Non capite? Non ci
sarà più bisogno che altre persone soffrano come
hai fatto tu Rose per la perdita in guerra di un parente, non ci
sarà più bisogno che persone particolarmente
sensibili alla Forza come te Finn siano costrette ad addestrarsi per
diventare Jedi, o che degli amici come te Poe rischino inutilmente la
loro vita. Una volta che avrò portato a compimento
ciò che intendo fare, vigerà equilibrio nella
Forza e la galassia vivrà il periodo di pace più
lungo mai vissuto!”
“Se il
prezzo da pagare è la perdita della Rey che conosciamo,
della vera Rey… non siamo disposti a pagarlo!”
Intervenne fermo Poe.
Rose e Finn annuirono concordi alle sue parole.
“Io SONO la
vera Rey! E voi vi comportate così solo perché
siete convinti del contrario. Volete sapere la verità? La
verità è che sono una Palpatine, Darth Sidious
è mio nonno!”
Tuonò Rey
in preda ad un evidente collera. A quella notizia i suoi amici
sgranarono gli occhi fissandola con completa incredulità:
non sapevano se ritenevano più assurda la notizia o il fatto
che Rey non glielo avesse detto prima.
“Rey ci hai
davvero nascosto una cosa del genere?”
Esclamò Poe
senza parole.
“Non
è possibile…”
Biascicò
Finn, ma la sua voce fu subito sovrastata da quella di Rey.
“Ed invece
è così. Non ve l’ho detto prima
perché sapevo che questa sarebbe stata la vostra
reazione… e mi confermate che avevo fatto bene,
perché la verità è che avete sempre
temuto i miei poteri ed ora temete anche la mia discendenza”
iniziò a passeggiare avanti e indietro davanti a loro, senza
mai staccare il suo sguardo implacabile dalle loro figure “vi
ha fatto comodo però sostenermi finché
rispecchiavo il Jedi perfetto che tutti desideravate, ma ora che sono
la discendente di uno dei più grandi Sith che sia mai
esistito, non siete più convinti delle parole che avete
detto poco fa, eh? Prima mi volevate come rappresentante del Nuovo
Consiglio ed ora che voglio esserlo, che voglio essere
quell’eroina che la vecchia Rey non riusciva ad essere fino
in fondo, non vi va bene? Siete solo dei bugiardi ipocriti e non mi
lascerò fermare da voi”
La sua voce era cinica
e spietata, molto diversa da quella che erano abituati a sentire da lei.
“Rey aspetta
non…”
Ma Rose non
riuscì a finire la frase perché Rey
colpì tutti e tre con i fulmini della Forza. Non si
trattò di un colpo mortale, non intendeva ucciderli, ma solo
ferirli abbastanza, affinché non si potessero rialzare per
un po’. Li osservò ricordandosi della visione che
aveva avuto anche di questo momento, al quale in passato si era
rifiutata di credere.
Iniziò a
piovere e sembrò quasi che il clima beffardo si divertisse
ad imitare la tempesta di emozioni che sentiva turbinare dentro di lei.
**Angolo
Autrice**
Questo
è un
capitolo dove intervengono tutte le persone care a Rey per cercare di
farla tornare in sé, compreso una piccola intromissione
anche di Luke, che non potevo non rappresentare se non con il suo fare
un po’ canzonatorio e ironico.
Ho
inserito dei
ricordi con ognuno dei suoi amici, cercandomi di immaginare delle
situazioni che potessero averle lasciato qualcosa. Per Poe ho
immaginato una scena dove lei usa per la prima volta i suoi poteri di
guarigione su qualcuno, perché quando li usa nel film
davanti a Poe e Finn questi non mi sembrano più di tanto
sorpresi, quindi mi sembrava plausibile che lo avesse già
fatto in precedenza.
Per
Finn invece gli ho
finalmente fatto confessare la famosa cosa che voleva dire a Rey
durante ep, IX!
Per
quanto riguarda
Rose a me piace molto l’idea che possa avere un rapporto
quasi di sorellanza con Rey, infondo lei è rimasta senza
sorella mentre Rey non ne ha mai avuta una!
Spero
che il capitolo
vi sia piaciuto, cosa pensate possa accadere adesso?
Ringrazio
il mio beta
Dani1993
|
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Capitolo 10 *** Futuro senza Visioni ***
Rey
fissò i suoi amici inermi a terra, sul suo sguardo sembrava
aleggiare un velo di sentimenti tanto forti, quanto contrastanti.
“Quello che
sto facendo è anche per voi, se siete veramente miei amici
riuscirete ad accettarlo, prima o poi, e non interferirete
più. Altrimenti dovrò fermarvi… a
qualsiasi costo!”
“A qualsiasi
costo? Uccideresti me e i tuoi amici? Io non credo!”
Rey si
voltò verso la voce, ma già sapeva a chi
apparteneva: Ben, infatti, sembrava essersi appena rialzato e la
fissava determinato e convinto.
“Ben…”
Si limitò a
dire lei in risposta, guardinga, non sicura delle intenzioni di lui
dopo quelle parole. Ben impugnò la sua spada laser.
“Anche
perché sai bene che i tuoi amici hanno ragione. Ma, se
insisti nel voler ancora mentire a te stessa, allora affrontami ad armi
pari!”
Il ragazzo
attivò la spada e Rey si sorprese nel constatare che era di
un colore diverso da quello che si sarebbe aspettata.
“Una lama
bianca, eh? Quindi è così che pensi di potermi
sconfiggere? Se è un duello con le spade laser che vuoi, ti
accontenterò!”
Attivò la
sua arma che si estese mostrando il suo color cremisi. Rey, in
realtà, non si aspettava che lui la volesse affrontare
direttamente. Qual’era il suo obiettivo? Cosa pensava di
ottenere con uno scontro? Stranamente, leggerlo stavolta non le
risultò così facile e, ciò che era
peggio, non sapeva se fosse perché fosse davvero
più difficile del solito o perché non le piaceva
quello che riusciva ad intuire. Nel dubbio, si avventò su di
lui attaccandolo, come l’aveva invitata a fare.
Le loro spade si
incrociarono rapidamente in una sequela di colpi. Ben
constatò che Rey era molto abile nell’uso di
quell’arma, probabilmente perché era simile al
bastone che portava con sé e con il quale era stata abituata
a difendersi prima di avere una spada laser. Rey, d’altro
canto, trovò stranamente i colpi di lui più
rapidi e reattivi rispetto all’ultimo scontro a KefBir, ed
ora che ci pensava questo combattimento e la sensazione di bagnato data
dalla pioggia, le ricordavano proprio quel giorno.
“I tuoi
pensieri aleggiano sul nostro scontro a KefBir. Mi fa piacere che tu te
lo ricordi, perché fu lì che mi dimostrasti chi
tu fossi veramente”
Esordì Ben,
mentre continuavano a combattere.
“Che dici?
Allora ero debole, avevo paura di mostrare una parte di me!”
“Non eri
debole: nonostante fossimo su fronti opposti e nonostante tu fossi
stata tentata dal lato oscuro, in quell’occasione mi hai
salvato. Ed ora tocca a me farlo!”
“Salvato? Tu
hai salvato me! Donandomi la tua Forza vitale ad Exegol!” Ben
percepì da Rey delle sensazioni di rabbia e disperazione
crescere come non mai “come hai potuto farlo? Decidere una
cosa simile di testa tua! Hai mai pensato a come mi potessi sentire?
Hai idea di come sia stato andare avanti dopo, con un peso del
genere?” la pioggia si era fatta più intensa e
scrosciante, riversandosi implacabile sulle loro figure “il
tuo egoismo mi ha distrutta e ha cancellato l’equilibrio
nella Forza e dentro di me. Ho sacrificato TUTTO per ritrovare
quell’equilibrio e per far tornare TE”. I suoi
colpi con la spada laser divennero sempre più forti e
dettati dalla cieca rabbia che lasciava sfogare finalmente in lei:
sembravano sempre più simili a quelli che Ben aveva dovuto
affrontare nel suo scontro con Anakin.
C’era una
differenza però, con questi ultimi: stavolta si trattava di
Rey e, in parte, era stato lui stesso ad aver alimentato quelle
emozioni, quella disperazione, quella rabbia. La verità,
nascosta dietro la sua confessione, faceva male perché, per
niente al mondo, avrebbe mai voluto far soffrire Rey ulteriormente.
“Mi
dispiace, Rey. Mi dispiace averti dato questo peso e aver alimentato
questi tuoi sentimenti”
Ammise amaramente, con
sincerità. Ma quell’ammissione di colpa non
sembrò essere sufficiente per lei che, per tutta risposta,
sferrò colpi sempre più rapidi contro di
lui. Ben iniziò ad avere delle
difficoltà, quindi tentò di sorprenderla con una
finta, sferrando poi un colpo verso la sua schiena. Differentemente da
quanto si aspettasse, lei parò facilmente anche
quell’attacco inclinando la spada alle sue spalle.
Quindi facendo leva
riportò, con un colpo deciso, la spada di lui davanti a lei:
era pronta a contrattaccare di nuovo.
“Siamo una
Diade, siamo destinati a quanto visto nelle nostre visioni: solo
così potremo riportare l’equilibrio.
Perché non lo capisci? Perché mi combatti, invece
di essere dalla mia parte?”
Ben
anticipò la mossa successiva di Rey con un potente fendente
verso l’alto, sferzato impugnando la sua spada laser a due
mani, il che fece indietreggiare la ragazza di diversi passi,
distanziandoli di nuovo.
“Perché
ti sbagli! Non siamo destinati a questo. Ed io non mi
arrenderò!”
Sulla difensiva,
iniziarono a girare in cerchio fissandosi, con le spade e i muscoli
tesi, pronti a scattare se uno dei due avesse sferrato la prima mossa.
“Qual
è il tuo piano? Perché hai deciso di batterti con
me? Vuoi uccidermi? Non ne saresti capace!” disse lei con
tono spavaldo, scrutandolo attentamente con gli occhi, cercando di
percepire quali potessero essere le sue intenzioni “forse,
allora, il tuo intento potrebbe essere quello di ridurmi quasi in fin
di vita, per poi donarmi nuovamente la tua energia vitale? Il tuo
egoismo non ha rivali: non soffrirò nuovamente e non
riporterò di nuovo il disequilibrio!”
alzò il tono di voce e, anche se era più una sua
supposizione che una certezza, le bastò per convincersene.
Quindi, con un urlo furente si avventò nuovamente su Ben,
facendo roteare rapidamente la sua spada a doppia lama con un duplice
colpo, che lui riuscì a parare solo per un soffio. Rimasero
con le spade incrociate ed entrambe in tensione a poca distanza
l’una dal viso dell’altro, visi sui quali si
riflettevano i colori rosso e bianco delle lame “tu non ti
arrenderai? Bene, non lo farò nemmeno io!”
In risposta, Ben
strinse la presa sulla sua spada laser ancora più
saldamente: tenerle testa in quel momento richiedeva uno sforzo non
indifferente, ma non sembrava avere nessuna intenzione di cedere.
“Lo
vedremo”
Grugnì, a
denti stretti. La voce troncata dallo sforzo, però,
risultò poco credibile a Rey.
“Come pensi
di potermi battere? Ora che attingo al lato oscuro sono più
forte di te, e tu lo sai bene!”
Lo sguardo di lui
continuò a fissarla con la stessa convinzione e
determinazione che aveva già mostrato con lei in passato,
nonostante le evidenti scarse probabilità che aveva di
batterla, cosa che la stupì facendole accennare una risatina
scioccata: “ancora hai speranza?”. Ben non rispose
ma il suo sguardo implacabile, e talmente inteso che sembrava potesse
bruciarle dentro, parlò per lui. Non poteva credere a quello
che stava vedendo, quindi fece un’altra ipotesi, sperando di
riuscire finalmente a farlo demordere “forse, ora che sei nel
lato chiaro della Forza, pensi di potermi sconfiggere facendo appello a
tutti i Jedi del passato, proprio come ho fatto io per sconfiggere
Palpatine? Illuso. Pure ammettendo che tu possa riuscirci, cosa di cui
dubito, ora che sono nel lato oscuro mi basterebbe poco per fare
appello a tutti i Sith del passato qui ad Exegol e batterti…
infondo sono una Palpatine!”
Quelle ultime parole
lasciarono Ben interdetto.
“Non
è la tua discendenza a definire chi sei!”
Replicò
secco.
“Tu
credi?”, Rey staccò una delle mani dalla presa
sull’arma per usare la Forza contro Ben, che
indietreggiò di diversi passi e faticò per
mantenere l’equilibrio e non cadere, dato anche il terreno
scivoloso bagnato dalla pioggia. “La mia predisposizione alla
Forza, il potere dei fulmini e la tendenza al lato oscuro…
tutto questo fa parte della mia discendenza! Inutile negarlo
oltre”
“Può
darsi, ma non sono queste cose a definire chi sei”
Rey
bofonchiò esasperata.
“Certo che
sei testardo!”
“Siamo
entrambi testardi e non cambiamo facilmente idea, lo sappiamo tutti e
due” replicò prontamente, mentre
riportò nuovamente il suo sguardo scrutatore su di
lei. “Di sangue sarai anche una Palpatine, come io
uno Skywalker, ma non è solo questo che sei, Rey! E sei
stata proprio tu ad insegnarmi che non è la discendenza a
definire chi siamo. Ho sbagliato molte volte, e ancora ce ne saranno
tante, ma non per questo cederò! Ho speranza
perché tu mi hai insegnato ad averla, anche quando non
sembra esserci”
“Quindi?
Dove vuoi arrivare con ciò?”
Ben percepì
le sue intenzioni, la sua cieca convinzione ancora presente in quello
in cui aveva deciso di credere. Rigirò dubbioso
l’elsa della sua spada nella mano, riflettendo sul prossimo
passo da fare, perché sapeva che, probabilmente, sarebbe
stato quello decisivo. Sapeva che ormai gli era rimasto poco da tentare
e le soluzioni ipotizzate da Rey non avrebbero risolto molto. Eppure
era convinto che la Rey che conosceva era ancora lì da
qualche parte, e avrebbe rischiato tutto ciò che gli
rimaneva per farla tornare. Prima che lui le rispondesse passarono
degli attimi di silenzio tra loro due, dove l’unico rumore
che si sentiva era lo scrosciare della pioggia sul terreno.
“Quindi
penso che tu abbia ragione: io non mi arrenderò mai
finché non sarai tornata in te e, dato che anche tu farai lo
stesso, tanto vale risparmiare tempo”
A quel punto Ben fece
la cosa più inaspettata per Rey: disattivò e
lasciò scivolare la spada laser che aveva in mano fino a
farla cadere a terra. Nel silenzio attorno a loro, rotto solo dal
rumore della pioggia, rimbombò quello acuto
dell’impatto della spada laser sul terreno.
“Cosa stai
facendo?”
Chiese lei incredula.
“Se
è vero ciò che hai detto fino ad ora, che ormai
tu sia solo questo e che io sia un illuso, che mi stia sbagliando,
allora fallo! Colpiscimi! Non reagirò e non mi
sposterò!”
Rey esitò
per qualche istante, non poteva credere a quello a cui stava
assistendo. Tutto ciò che sperava di riuscire a realizzare
sembrò allontanarsi sempre di più e rabbia mista
a disperazione iniziarono a crescere a dismisura dentro di lei.
“Tu…
persisti in questo tuo egoismo!”
Ringhiò
lei, con voce alterata.
“Tu non sei
solo questo… tu non sei solo un mostro. Tu sei Rey. Ma puoi
dimostrarmi che sbaglio”
“Non devi e
non puoi salvarmi Ben, non puoi farmi tornare indietro. Non dopo tutto
quello che ho fatto per arrivare fin qui!”
“Forse
è vero, non posso salvarti. Ma comunque non posso smettere
di provarci. Perché conosco fin troppo bene quella cieca
rabbia, quel desiderio di potere e tutti questi sentimenti che stai
provando dentro di te, perché li ho provati anche
io. Dici che ti ho salvato, ma non è
vero… tu hai salvato me: quella rabbia e
quell’odio mi stavano logorando dentro sempre di
più, ma tu sei entrata nella mia vita e mi hai mostrato che
ero più di questo, più del discendete di Vader,
più di un mostro. Mi hai mostrato quello che cercavo da
sempre: quale fosse il mio posto in tutto questo”.
Avanzò di un passo, fino a trovarsi di fronte a lei:
“è solo grazie a te che sono tornato ad essere la
persona che volevo diventare! Ti ho donato la mia energia vitale a
Exegol perché tu avevi tutto da perdere: degli amici, il tuo
futuro da Jedi, la battaglia per la Resistenza. Io avevo già
perso tutto quando avevo perso te”
“Ben..”
Fu l’unica
cosa che Rey riuscì a sussurrare, a quelle parole
sentì la testa pulsarle e non poté più
trattenere le lacrime, che iniziarono a rigarle il volto. Non sapeva se
fossero lacrime causate da quelle parole o piuttosto lacrime di rabbia,
provocate dalla miriade di sensazioni contrastanti che sentiva
dirompere in lei: disperazione, collera e risentimento.
“Se sei
così determinata a restare così, se ti ho persa,
allora hai ragione: non ti ucciderei. Quindi se ho già perso
tutto, tanto vale morire”
Per lei tutto
ciò che stava accadendo era troppo: se si era spinta fino a
quel punto lo aveva fatto perché credeva davvero che fosse
l’unica soluzione ma non solo per lei, per tutti loro! Eppure
sia i suoi amici che Ben non volevano credere in lei, si ostinavano
solo a volere che tornasse quella di un tempo. E se fosse stato troppo
tardi ormai per farlo? Cosa avrebbero fatto a quel punto tutti loro? E,
se anche ammettendo che fosse riuscita a tornare, come avrebbe potuto
accettare di convivere con tutto ciò che aveva fatto?
Improvvisamente non
vide più nessun futuro possibile, la frustrazione e la
rabbia si impadronirono di lei.
“Non mi
fermerai, non fermerai la mia ascesa verso
l’oscurità. Se vuoi tanto morire, allora ti
accontenterò!”
Ben rimase immobile,
con lo sguardo fisso negli occhi di Rey. Lei, in un impeto di
furia, scatenò tutta la sua rabbia e disperazione alzando la
spada laser e preparando un colpo netto, pronto a colpire mortalmente
Ben. Lui riconobbe le intenzioni che sentiva provenire da Rey: erano le
stesse che aveva percepito nella sua visione. Eppure, nonostante
questo, non abbassò lo sguardo, nemmeno quando il rumore
meccanico del laser risuonò ad un passo dal suo viso,
laddove invece si fermò.
Ben vide gli occhi di
lei, da gialli tornare al loro solito colore e riconobbe, finalmente,
l’espressione tipica di Rey sul suo volto, che aveva
disperatamente cercato fino a quel momento.
“Rey!”
Esclamò con
gioia sollevato, come se non si vedessero da tempo.
Rey sgranò
gli occhi dall’orrore di quello che stava per fare, come se
ne stesse rendendo conto solo allora. Quindi disattivò la
spada e la girò, puntandola verso sé stessa, ma
Ben, percependo le sue intenzioni, le bloccò il polso con la
mano, impedendoglielo.
“Fermati
Rey”
“Tu non
capisci: non so per quanto tempo riuscirò a controllare il
mio lato oscuro, ormai è troppo potente… hai
visto cosa ho fatto e cosa stavo per fare, io non posso permetterlo,
non esiste che io rischi di nuovo di far del male a tutti
voi!”
“Lascia la
spada, Rey”
Replicò lui
con tono fermo, senza lasciare la presa sul suo polso.
“Dovresti
lasciarmelo fare, me lo merito! E dovresti odiarmi per tutto quello che
ho detto e fatto finora”
Nonostante il suo
sguardo serio e convinto, il volto di Ben fu solcato dalle stesse
lacrime che c’erano sul volto di Rey. Nemmeno lei sapeva dire
se fosse dovuto a quello che lui provava in quel momento o piuttosto
perché sentisse quello che stava provando lei.
“Io non
posso lasciartelo fare Rey e non ti odio”
“Questa
è l’unica alternativa!”
Provò ad
insistere lei con voce tremante.
“Lascia la
spada, Rey” ripeté lui nuovamente, anche se
stavolta il suo sembrava più un ordine che una richiesta.
Rey poteva percepire chiaramente la sua determinazione, sapeva bene che
non avrebbe lasciato la presa e non si sarebbe arreso finché
lei non avesse fatto quello che diceva.
“C’è sempre
un’alternativa”
Quelle ultime parole
la illuminarono come colpita da un barlume di improvvisa speranza.
“Hai avuto
una visione?”
“Lascia la
spada e ti risponderò”
Rey allentò
la presa sulla spada che cadde a terra, il rumore acuto
dell’impatto con il terreno si confuse con lo scrosciare
della pioggia. Ben lasciò quindi la presa dal polso di lei e
usò la Forza, con entrambe le mani, per allontanare le due
armi che giacevano ai loro piedi, tutto ciò però
non staccando mai lo sguardo da quello di lei.
“Allora?
Cosa hai visto?”
Chiese la Jedi
impaziente con il fiato sospeso, come se da quella risposta potesse
dipendere la sua stessa vita.
“Non ho
avuto nessuna visione sul futuro oltre questo punto, ma non ho bisogno
di una visione per vederlo”
“Cosa…?”
Sussurrò
interdetta lei, con un filo di voce.
“Io riesco a
vederlo lo stesso, nitido come vedo te adesso: noi che vinciamo questa
battaglia insieme, come ne vinceremo tante altre in giro per la
galassia. Ma non vedo solo battaglie, anche momenti più
tranquilli e quotidiani. Certo, non sarà facile: i tuoi
amici e l’intera Resistenza ce l’hanno con me per
quanto ho fatto in passato, non che io possa biasimarli per questo! Tu
probabilmente non ti perdonerai facilmente quanto fatto adesso; ci
dovremo rimettere al giudizio del Nuovo Consiglio; dovremo affrontare
ancora chissà quali temibili pericoli… eppure io
lo vedo chiaramente” distolse un attimo lo sguardo,
accennando un genuino sorriso, come se davvero avesse visualizzato una
specifica immagine nella sua mente. “Vedo noi due intenti a
provare a fare quanto voleva Luke: addestrare una nuova generazione di
Jedi. Ma sarà diverso, lo faremo a modo nostro, definiremo
un nuovo concetto di Jedi: non dovranno abbracciare né
totalmente solo il lato chiaro né solo il lato oscuro della
Forza, ma insegneremo loro ad accettare ogni parte di loro stessi, ad
imparare anche dai propri errori e a non fuggire dal loro passato e
dalle loro paure, piuttosto ad apprendere da essi, proprio come abbiamo
fatto noi!”
Quelle parole
colpirono nel profondo Rey commuovendola: avrebbe voluto con tutte le
sue forze che quel futuro si realizzasse, anche adesso, ma non riusciva
a capire come potesse essere possibile a quel punto.
“Ben…
vorrei davvero che fosse così, con tutta me stessa! Ma la
verità è che non so nemmeno per quanto ancora
potrò tenere a bada il mio lato oscuro, ormai”
Lo sguardo di Ben si
posò nuovamente sul suo, ma continuava ad essere convinto e
deciso, come se, quanto appena detto da Rey, non lo avesse minimamente
scalfito.
“C’è
sempre un modo! Infondo la Forza è proprio come una diade,
composta sia da ombra che da luce in perfetto equilibrio, e quando
manca anche solo una delle due parti, l’altra
rinascerà più forte. Se vogliamo quindi
preservare questo equilibrio anche noi, non dobbiamo essere votati solo
al lato chiaro o al lato oscuro, ma avere entrambi” Ben le
tese la mano, come aveva già fatto in passato.
“Vorrei che tu provassi a condividere con me il tuo lato
oscuro in modo che entrambi ne avremo in egual misura. Come diade,
secondo me, possiamo riuscirci, anche se è una cosa che non
è mai stata fatta prima. Penso che sia la soluzione che ci
possa portare verso quel futuro”
Rey osservò
la sua mano titubante, con sguardo incerto aggrottando la fronte e
scuotendo leggermente la testa.
“E’
solo una supposizione, è troppo azzardato”
“D’altronde
se facessimo sempre solo ciò che è stato
già fatto, non andremmo più lontano di dove siamo
già”
Replicò
fermo lui, ricordando le parole che gli aveva detto Anakin. Parole che
scossero qualcosa in lei. Allungò quindi, in un gesto
d’impulso, la sua mano vero quella di Ben, ma le tremava e
all’ultimo esitò, ritraendola leggermente senza
toccare quella di lui.
“Non posso
Ben, e se questo ci distruggesse? Se facesse a te lo stesso che
è accaduto a me? Se ti perdessi di nuovo? Non potrei
sopportarlo!”
“Mi avevi
detto che avresti preso la mia mano se fosse stato Ben a porgertela e
quindi ora come Ben ti chiedo di fidarti di me ed essere dalla mia
parte fino alla fine, qualsiasi cosa accada”
Rey tirò un
profondo sospiro, quindi passò lo sguardo incerto dalle loro
mani, allo sguardo di lui. Sentiva il cuore pulsarle in gola e mille
paure impadronirsi di lei.
“Ho
paura”
Ammise.
“Anche io ho
paura” gli confessò lui. “Ma, se mi
terrai la mano, so che troveremo la forza di affrontarla.
Insieme”
Quell’ammissione
la sorprese. A volte lui sembrava sempre così deciso e
irremovibile, ma era vero: percepiva in lui la paura, eppure,
nonostante ciò, era stato capace di rivolgerle quelle parole
e di essere così determinato nel fare quel salto nel vuoto
con lei. Per loro.
Ben continuava a
fissare Rey, cercava nel suo sguardo una risposta alle sue parole,
perché leggerla al momento gli era impossibile o forse
semplicemente non aveva il coraggio di farlo. Non sapeva quanto fosse
stata una buona idea perché ogni attimo gli sembrava durare
un’eternità e percepiva l’attesa come
interminabile, aumentando la sua agitazione.
Quando Rey decise
finalmente come agire, lo sorprese però completamente,
perché in pochi attimi non solo gli afferrò la
mano, ma lo tirò a sé con decisione, baciandolo.
Superati i primi secondi di sorpresa, con la mano libera Ben le cinse
delicatamente la testa all’altezza della nuca, ricambiando il
bacio. In quel momento era come se le paure e gli eventi tumultuosi
fino a quel momento avvenuti fossero stati cancellati in un istante:
non c’erano più i problemi che li angosciavano
fino a poco prima, non sentivano nemmeno la pioggia che, incessante,
bagnava i loro visi. In quel momento c’erano solo loro.
Passato
un lasso di
tempo che per entrambi fu indecifrabile, si staccarono ma, con le
fronti ancora attaccate, si guardarono negli occhi, scambiandosi un
tenero sorriso. Mai, come in quel momento, non ci fu bisogno di parole
tra loro. Bastò uno sguardo di intesa per capire che erano
pronti: sciolsero leggermente le mani che erano ancora intrecciate per
farle scorrere l’una sull’altra, fino ad afferrarsi
reciprocamente l’avambraccio.
Si scambiarono quello
che sapevano poteva essere l’ultimo sguardo, di cui entrambi
sembravano voler preservare ogni minimo dettaglio, quindi Ben
annuì con la testa in segno di incoraggiamento, lo stesso
fece lei, ricambiandolo. Chiusero gli occhi e si concentrarono sulla
Forza che percepivano dentro di loro: potevano sentire la
determinazione di Ben, le decisioni che lo avevano portato fino a quel
punto, sperando con tutte le sue forze di poter realizzare il suo
piano, come potevano sentire anche i sentimenti contrastanti di Rey. Da
una parte la sua fragilità e le sue paure, ma anche il suo
altruismo e gentilezza, dall’altra la rabbia e la
disperazione troppo a lungo sopite, che avevano sprigionato il suo lato
oscuro… potevano sentirlo, era così forte e
vibrante da sembrare quasi un’entità a
sé. Si concentrarono su quest’ultima, provando a
condividerla per riequilibrarla con il lato chiaro della Forza,
presente in entrambi. Non appena provarono ad avviare il processo
sentirono il lato oscuro vibrare in maniera acuta in loro, come se
volesse ribellarsi. Tale reazione provocò dolore ad
entrambi, ma non persero la concentrazione: strinsero più
saldamente la presa dell’uno sull’altra, quasi come
per farsi forza a vicenda, quindi proseguirono. Dovettero sforzarsi
sempre di più per fare equilibrare la Forza in loro,
più si avvicinavano al loro obiettivo e più il
dolore aumentava. Lo percepivano come delle scosse talmente intense che
si chiesero se non li stesse ferendo anche fisicamente. La tentazione
di cedere fu ora, forte come la paura di non stare andando nella
direzione giusta, ma sentivano in entrambi qualcosa di più
forte di tutto questo.
La speranza.
Fu quel sentimento, a
volte così debole da essere quasi un sussurro e a volte
così forte da poter smuovere le montagne, che li guidava, li
spronava ad andare avanti senza indugi, forniva loro la netta
sensazione che quella fosse la strada da perseguire. E così
fecero, convinti e determinati, affidandosi l’uno
all’altra, finché, stremati dallo sforzo e dal
dolore, non caddero entrambi inermi a terra.
**Angolo
Autrice**
Mi
scuso in anticipo
se alcune immagini non sono perfette ma ho provato a modificarle io
cambiando i colori delle spade, aggiungendo la pioggia o inserendo le
lacrime di Rey. Ho fatto il possibile!
Per
quanto riguarda il
capitolo questo era un momento a cui tenevo particolarmente della fic e
spero di aver trasmesso in maniera credibile e IC i pensieri e i dubbi
dei due personaggi, spero inoltre che risulti plausibile la soluzione
tentata alla fine da Ben essendo ovviamente stata ideata da me.
Mi
piace aver inserito
il tema della speranza in quanto è un argomento molto
importante nell’universo di Star Wars e che penso anche ci
avvicini molto alle storie che la saga racconta.
Fatemi
sapere cosa ne
pensate e come pensate possano andare adesso le cose. Come sempre ci
‘leggiamo’ al prossimo capitolo!
Ringrazio
il mio beta
Dani1993
|
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Capitolo 11 *** Rimpianti ***
Rey
si ritrovò in un ambiente buio e roccioso che,
però, le era familiare: era la grotta presente nelle
profondità di Anch-to, dove l’ultima volta aveva
incontrato la sua controparte oscura. Regnava un silenzio che le gelava
le ossa, quindi si diresse verso lo specchio, ma al suo posto
trovò un qualcosa che le spezzò il fiato o
meglio, qualcuno. Infatti, davanti a lei era apparsa una perfetta copia
di sé stessa: stavolta però aveva gli occhi
bianchi ed il cappuccio che le copriva in parte la testa, la stessa
figura che aveva visto nelle sue visioni.
Indietreggiò di un passo ma, al contempo, la figura davanti
a lei avanzò allo stesso modo con un inquietante sorriso sul
viso, talmente vuoto e inespressivo da farle venire i brividi. Non fece
in tempo a fare o dire nulla che il suo doppione tese un braccio verso
di lei e, usando la Forza, la sollevò da terra, iniziando a
strangolarla.
Rey provò in tutti i modi ad usare lei stessa la Forza, per
ribellarsi o per contrattaccare. Ma qualsiasi cosa facesse, sembrava
totalmente inefficace. Sentiva solo la morsa sul suo collo stringere
sempre di più ed il fiato mancarle. Fu allora che vide una
terza figura arrivare vicino a loro: quando intuì di chi
potesse trattarsi, si sentì sollevata, perché
capì che avrebbe avuto una possibilità.
“Ben! Ai-utami”
Esclamò, con voce soffocata. Ma, appena lui alzò
lo sguardo verso di lei ed incrociò il suo, fece quasi
fatica a riconoscerlo: era uno sguardo freddo, cinico e severo, quasi
privo di emozione. Non disse nulla, eppure Rey si sentì
giudicata. Ma fu quando anche lui portò la mano tesa per
aiutare la sua controparte a strangolarla con la Forza, che
sentì il fiato mancarle definitivamente.
Fu allora che Rey si svegliò di soprassalto,
portò istintivamente una mano alla gola, sentendo ancora
come se le mancasse il fiato. Avvertì il cuore batterle a
mille, ma i bip del macchinario riposto accanto a lei, la riportarono
alla realtà: era in un lettino di una delle stanze che
riconobbe come l’area medica della base della Resistenza.
Prese dei profondi respiri e cercò di calmarsi,
ripeté nella sua mente che quello appena avuto era solo un
incubo, perché le sensazioni che aveva provato erano diverse
da quando aveva avuto delle visioni. Nonostante questa convinzione, le
ci volle qualche minuto in più del dovuto per riprendersi
ma, non appena lo fece, il suo primo pensiero andò a Ben: in
un attimo di panico, fece velocemente appello al loro legame e
tirò un sospiro di sollievo quando constatò che
era vivo. Doveva però assolutamente assicurarsi che stesse
bene, lo stesso valeva anche per i suoi amici, quindi si
alzò dal lettino. Solo allora si rese conto che una delle
due mani era ammanettata ad esso.
Sul serio?
Pensò tra sé, ma infondo non poteva biasimare i
suoi amici se avevano deciso di prendere delle precauzioni.
Notò solo in quel momento che aveva anche delle fasciature
in varie parti del corpo, probabilmente per coprire delle ferite anche
se fisicamente si sentiva abbastanza bene. Di certo non erano
né quelle, né le catene che l’avrebbero
fermata, però quella situazione la fece riflettere un attimo
sulle possibili spiegazioni di quell’incubo: si sentiva
terribilmente in colpa per quanto fatto a Ben e ai suoi amici durante
il suo percorso in cui aveva ceduto al lato oscuro. E, quello che era
peggio, era l’essere consapevole che, in qualche modo, quello
fosse stato comunque un lato di lei. Di certo avrebbe fatto di tutto
per evitare che potesse fare qualcosa del genere di nuovo, ma il solo
pensiero che le visioni che aveva avuto di sé stessa, sul
trono oscuro, con gli occhi bianchi, non si fossero ancora avverate, la
preoccupavano.
Sapeva anche perché avesse sognato Ben in quel modo: per
quanto su Exegol lui le avesse detto che non la odiava, Rey non
riusciva a capacitarsi di come questo fosse possibile, forse
perché lei stessa non si era ancora perdonata. Fatto stava
che voleva parlargli assolutamente.
Usò quindi la Forza con la mano libera per aprire le manette
che incatenavano l’altra al lettino, staccò i cavi
che la monitoravano, quindi uscì dalla stanza con cautela.
Sentiva che Ben era vicino ed infatti lo trovò nella stanza
affianco: era anche lui su un lettino, seduto e fasciato in
più parti del corpo rispetto a lei. Sembrava intento a fare
qualcosa su un palmare ma, non appena sentì anche lui la sua
presenza, alzò lo sguardo verso di lei.
“Rey!”
Esclamò, sorpreso ma felice di vederla in piedi e,
apparentemente, in forze.
“Ben… come stai?”
Chiese lei, con un tono più preoccupato. D’istinto
sarebbe corsa ad abbracciarlo per la gioia di vederlo tutto intero (o
quasi), ma pensò che non fosse il caso, quindi trattenne il
suo entusiasmo ed optò per sedersi accanto a lui sul bordo
del lettino.
“Mi sento bene a parte qualche ferita in via di guarigione,
ma non dovresti preoccuparti a riguardo” tagliò
corto, percependo i suoi timori. “Piuttosto, che mi dici di
te?”
Esitò un attimo perché non era sicura di cosa
volesse rispondergli: fisicamente stava piuttosto bene, ma nella sua
testa si sentiva a pezzi. Mentre scrutò distrattamente fuori
dalla finestra in cerca delle parole giuste, le venne in mente
un’altra cosa importante da chiedergli.
“Sai come stanno Poe, Finn e Rose?”
“Sono tutti fuori pericolo, anzi, mi hanno dato anche i
compiti da fare” le indicò il palmare ma lei lo
fissò con aria interrogativa, quindi le spiegò
prima che potesse chiederglielo: “ero andato su Exegol con
Chewbe e il Falcon, per nostra fortuna quel Wookiee invece di fare come
gli avevo detto, passato un po' di tempo è venuto a
controllare, ci ha trovati e portati qui. Quando mi sono svegliato,
dopo un piuttosto freddo benvenuto, mi hanno chiesto di fornire tutti i
dati possibili a mia conoscenza sul Primo Ordine”
Solo allora Rey notò che anche lui aveva una delle due mani
ammanettate al lettino come lei.
“Ti hanno…”
Ma non servì continuare, perché Ben aveva notato
dove si era soffermato il suo sguardo.
“Queste? Oh, sì… a quanto pare li fa
sentire al sicuro, quindi fingo che la loro sia stata una buona
idea!”
Esclamò ironico, dato che era evidente che con
l’uso della Forza le avrebbe potute rimuovere facilmente.
“Hanno già deciso qualcosa sul tuo
conto?”
Domandò preoccupata, iniziando a chiedersi quanto tempo
fosse passato prima che si svegliasse.
“Domani ci sarà una riunione del Nuovo Consiglio
per decidere il mio destino”
“COSA?”
“Beh, sapevamo che sarebbe successo, prima o
poi…”
Provò a minimizzare lui, per tranquillizzarla.
“Ma non ti sei nemmeno ripreso del tutto! Inoltre mi hai
salvata due volte e…”
“Non ti preoccupare Rey, forse è meglio
così… infondo l’attesa mi avrebbe
snervato di più”
“Quanto tempo siamo stati senza sensi?”
“Tu circa ventiquattro ore. Io qualche ora in meno”
Non poteva credere di essere stata fuori gioco per così
tanto tempo e che, in così poco, fossero state prese
decisioni di quel tipo.
“Allora?”
Chiese Ben, interrompendo i suoi pensieri.
“Cosa?”
“Non mi hai risposto!”
Deglutì, notando che Ben non sembrava voler mollare sulla
sua domanda di prima, a cui non aveva ancora ricevuto una risposta.
“Fisicamente sto bene: le ferite finiranno di guarire a
breve, niente di grave”
Provò ad abbozzare lei, ma nascondere qualcosa a Ben era
impossibile.
“Ma, comunque, c’è qualcosa che non
va”
Più che una domanda sembrava una constatazione. Rey
sospirò profondamente, per poi iniziare a dire la
verità. Infondo sapeva bene che in qualunque caso
gliel’avrebbe potuta tirare fuori facilmente.
“Qualcosa? Tutto non va! Per esempio: senti qualcosa di
diverso ora che abbiamo condiviso…”
“No!” la anticipò lui capendo cosa
volesse chiedergli “sto bene” tentò di
rassicurarla, cosa che non sembrò affatto funzionare.
“Ma non lo sappiamo ancora, potrebbe essere stato un errore!
Potresti cedere di nuovo al lato oscuro o potrei farlo io,
potr…”
Disse tutto d’un fiato, assalita improvvisamente dal panico
che stava cercando di trattenere dentro. Ma Ben bloccò quel
fiume di parole.
“Ehi… respira! Non accadrà niente di
tutto questo e tu mi sembri piuttosto te stessa!”
“Come puoi esserne certo?”
“Questi dubbi sono proprio tipici della Rey di sempre!
Inoltre sono stato piuttosto a contatto con la te oscura ultimamente,
quindi saprei percepire se ci fosse ancora qualche strascico
dell’altra tua controparte”
“Non dovresti avere questa fiducia in me, soprattutto dopo
tutto quello che ti ho fatto!” La voce di Rey si fece
più disperata riuscendo finalmente ad esprimere quello che
pensava. “Mi dispiace, Ben. Per tutto… non credevo
che sarei mai stata capace di cose simili… eppure le ho
fatte… su Exegol hai detto di non odiarmi, ma avresti tutte
le ragioni di farlo, ed anche gli altri”
“Come ti ho già detto, non ti odio Rey. Il passato
non lo puoi cambiare, credimi, ne so qualcosa! Ma puoi fare tutto
quello che è in tuo potere per cambiare il tuo presente,
ecco perché io sto facendo questo” disse, facendo
un cenno con la testa al tablet. “Voglio dimostrare, in
primis a me stesso, che posso essere meglio di ciò che sono
stato e tu dovresti andare nella seconda sala a destra dagli altri e
fare lo stesso. Lo percepisco che ti senti in colpa anche con
loro!”
“È vero: vorrei scusarmi anche con gli altri, ma
non merito il loro perdono”
“Allora non chiederlo”
“Sembra facile detto così, ma ho tradito la loro
fiducia! Non potranno mai passare oltre, su questo”
Lui scosse la testa.
“Sei tu che hai perso la fiducia in te stessa. Ora che hai
sbagliato, pensi di non poter più cambiare le cose e di non
poter più essere meglio di allora, non è
così. Ma devi essere tu a crederci per prima” Ben
conosceva bene quei pensieri, lo avevano tormentato per anni e non
avrebbe mai voluto lo stesso destino per lei “Io ci
credo!”. Poggiò quindi la sua mano libera su
quella di lei: quel contatto le fece alzare lo sguardo fino ad
incrociare il suo. Rimasero in silenzio a fissarsi, non sembrava
esserci nessun dubbio negli occhi scuri e penetranti di Ben, mentre
quelli di Rey anelavano freneticamente delle risposte. La ragazza
socchiuse le labbra, come per dire qualcosa, quando si accorsero che
era arrivato qualcun’altro nella stanza e, non appena
parlò, sussultarono separando d’istinto le loro
mani.
“Padroncino Ben siete proprio voi? Oh, ma mi stupisce quanto
siate cambiato: siete diventato incredibilmente alto, anche per un
umano di età adulta”
Entrambi riconobbero il droide, per un attimo Rey si chiese come
facesse Ben a conoscerlo ma, subito dopo, pensò che in
effetti era stato al servizio di Leila per diverso tempo.
“Invece noto che le tue capacità di piombare
all’improvviso quando non richiesto e di parlare a raffica,
non sono affatto cambiate!”
Replicò lui, con un sarcasmo che non fu colto dal droide.
“Gentile da parte sua signorino Ben. In effetti, dialogare
con gli esseri umani è una delle caratteristiche
più distintive di un droide programmato per le relazioni
umane, di cui posso dire con fierezza di essere pienamente
munito”
“Anche troppo!”
Ironizzò nuovamente lui, sospirando e con Rey si
scambiò uno sguardo d’intesa. Quindi, entrambi si
lasciarono scappare una lieve risata.
“Forse, Rey faresti meglio ad andare dai tuoi amici, hai
molto da dire a loro!” la spronò lui “E
ti conviene farlo subito, perché potrei ripensarci a
momenti, dato che vorrebbe dire restare solo con C-3PO!”
“Oh, non si preoccupi padron Ben. Forse essendo mancato per
tanto tempo non se lo ricorda, ma un droide del mio livello ha una
forte abilità nel portare avanti una conversazione molto
lunga, anche solo con una persona!”
“Credimi, non ne ho nessun dubbio!”
Replicò alzando gli occhi al cielo, per poi abbandonarsi di
nuovo sul lettino con un’aria arresa che fece strappare
un’altra risata a Rey.
“Allora vi lascio soli”
Asserì lei, alzando un sopracciglio divertita e, facendo un
cenno di saluto a Ben, si incamminò quindi verso
l’altra stanza.
Per darsi coraggio, Rey prese un respiro prima di entrarvi: sapeva che
non sarebbe stato facile né per lei e neanche per loro. Ma
doveva farlo: entrò, quindi, per evitare eventuali
ripensamenti e li trovò tutti e tre seduti su dei lettini a
conversare tra loro ma, appena si accorsero della sua presenza, smisero
immediatamente di parlare e la fissarono con uno sguardo misto tra il
preoccupato e il timoroso. Avevano tutti diverse fasciature in varie
parti del corpo ma, come aveva detto Ben, sembravano in via di
guarigione.
“Ti sei ripresa e liberata a quanto vedo”
Constatò guardingo Poe.
“Rey, come ti senti?”
Chiese Rose con maggiore gentilezza.
“Hai ancora quelle strane idee sul comandarci tutti, secondo
il tuo volere o cose simili?” chiese cauto Finn
“Ren ci ha accennato qualcosa sul fatto di aver condiviso il
tuo lato oscuro e che ora sei tornata in te… è
vero?”
“Si, è proprio così: mi sono liberata
dalle manette proprio per venire a parlare con voi e dimostrarvi che mi
sento tornata in me e vi assicuro che, semmai dovesse succedere di
nuovo qualcosa di simile, stavolta sarò la prima a cercare
di impedirlo”
“Ah ce lo assicuri? Allora sarebbe tutto ok? Mi pare che
anche la te ‘oscura’ ci voleva assicurare che
andasse tutto bene, quando in realtà non era
così!”
Faceva male sentire un tono così duro da Poe, ma non poteva
biasimarlo.
“Poe, lo so che non è facile per voi fidarvi e
avete ragione: quello che ho fatto è imperdonabile ed
infatti non pretendo il vostro perdono. Ma voglio comunque scusarmi con
voi! Vi ho attaccati e ho usato il trucco mentale su di voi. Purtroppo
le cose stanno così e non cambieranno”
“Ma non è solo questo il punto Rey. Tutti abbiamo
un lato oscuro, ma tu ben prima di cedervi hai mentito a noi: i tuoi
migliori amici!”
Le ricordò Poe.
“È vero, ma allora io avevo paura…
avevo paura di perdere la vostra amicizia! Mi vergognavo della mia
discendenza. Avevo paura che voi poteste giudicarmi sulla base di essa
perché ero stata la prima a farlo: mi odiavo per quello che
avrei potuto fare e adesso mi odio per quello che ho fatto!”
La risposta ammutolì, per qualche attimo, Poe. Colpito, a
quanto pareva, in parte da essa, fu Rose a tentare di dire qualcosa.
“Rey io…!”
Ma la Jedi
non le permise di proseguire, parlandole sopra: aveva qualcosa di
importante di cui discutere e non voleva che il discorso deviasse su
altro.
“Ben mi ha detto che avete fissato per domani una riunione
del Nuovo Consiglio, per decidere cosa fare con lui”
“E’ la decisione più giusta:
è compito del Nuovo Consiglio decidere il suo futuro. Ci ha
aiutati in questa circostanza, è vero, ma ha anche commesso
molti altri crimini e non spetta solo a noi decidere il suo destino e
quello della Resistenza”
Sentenziò Finn. La risposta di Rey però, sorprese
lui e tutti gli altri.
“Alla riunione di domani, come primo punto, voglio portare le
mie dimissioni da membro del Nuovo Consiglio”
“E allora? Pensi basti questo a risolvere le cose?”
Chiese Poe, con tono duro.
“Certo che no Poe, ma non posso nemmeno restare qui a non
fare nulla!”
“E sentiamo: vuoi venire alla riunione solo per questo o per
difendere Ren?”
Domandò, seccato, Finn.
“Ha importanza? Non avrei comunque più nessun
potere decisionale, in merito. Ma io sono l’unica che conosce
alcuni eventi che lo riguardano, ed è giusto che il Nuovo
Consiglio ne venga a conoscenza”
“Quindi ora ti fidi più di lui, che di
noi?”
Replicò lui.
“Aspetta: ora sono io sotto esame? Il fatto che voglia
difenderlo non implicadi certo che io sia ancora succube del mio lato
oscuro!”
“Abbiamo dei buoni motivi per avere dei dubbi su
entrambi!”
Aggiunse Poe.
“Ragazzi ora state esagerando, cerchiamo di stare tutti
più calmi. Infondo siamo tutti ancora in
convalescenza”
Cercò di dire Rose per provare ad acquietare gli animi.
“No, Rose. È giusto che Rey accetti la
realtà: Ren sarà sottoposto a giudizio e, dato
tutto quello che ha fatto, non escluderei che il Nuovo Consiglio
potesse anche deliberare di non accettarlo nella Resistenza, di farlo
imprigionare o, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe essere
deliberato di farlo giustiziare”
Ammise con chiara fermezza Finn.
“GIUSTIZIARE? Sarei io quella strana, adesso? Non era da
Impero o da Primo Ordine il comportarsi così?”
Replicò Rey, allibita.
“È solo una possibilità che potrebbe
essere presa in considerazione, non dico che la condivido. Ma ti devo
ricordare gli innumerevoli crimini commessi dal Primo Ordine e da Kylo
Ren? Lo dico solo perché, a volte, sembri troppo indulgente
con lui”
Gli occhi di Rey si ridussero ad una fessura con fare indignato a
quella risposta di Finn.
“Beh qualcuno dovrà pur esserlo, sembrate tutti
averlo già condannato! Non eri stato tu, Poe, a dire adesso
che tutti abbiamo un lato oscuro? Non abbiamo forse tutti noi un
passato opinabile, in qualche modo?”
“Si, ma è diverso avere un passato opinabile da
avere un passato da Leader Supremo del Primo Ordine! E poi non penso tu
sia ADESSO nella posizione ottimale per fare la predica!”
Quelle parole le fecero più male del dovuto.
“Ah quindi è così che la pensate? BENE,
ci vediamo domani alla riunione del Nuovo Consiglio, allora!”
Concluse lei e andò via prima che qualcuno la potesse
fermare.
“Rey aspetta!”
Provò ad urlarle dietro Rose, senza però nessun
risultato. Rey continuò ad avanzare con passo deciso fino a
ritrovarsi all’esterno. Si sentiva furiosa, ma probabilmente
lo era più con se stessa, che non con i suoi amici. Avrebbe
voluto con tutte le sue forze poter cancellare gli errori che aveva
fatto, ma sapeva bene che non era possibile e la cosa peggiore era che
aveva paura di non poter riavere indietro il rapporto così
familiare che aveva stabilito con loro. Disperata, arrestò
il passo e si sedette su una roccia lì vicino, con la fronte
appoggiata sulle mani. Furono una sequela di bip familiari a riattirare
la sua attenzione.
“BB-8! Sei gentile a chiedermi come sto ma se sapessi cosa ho
fatto, probabilmente anche tu mi odieresti”
Disse lei amaramente, portando una mano sulla testa del droide per
sistemargli delicatamente l’antenna. Lui replicò
con dei bip confusi, ma fu una terza voce ad interrompere la loro
conversazione e sembrava anche piuttosto affaticata.
“Certo che potresti correre un po’ meno veloce,
almeno! Infondo ti ricordo che sono ancora in convalescenza”
Asserì Rose, che avanzava un po' zoppicante verso di lei
cercando visibilmente di riprendere fiato.
“Rose! Non dovresti sforzarti, non per venirmi dietro
almeno… non ne vale la pena”
“Ed invece sono qui proprio perché vale la pena!
Poe e Finn hanno esagerato, loro…”
“No! Loro hanno ragione: non merito più la vostra
fiducia”
Constatò con fermezza, ma l’amica si sedette
accanto a lei posandole una mano sulla spalla e fissandola negli occhi.
“Ma la mia l’hai ancora!”
Le confessò, abbozzando un sorriso. Rey la fissò
incredula.
“Non dovresti: ti ho attaccato, non ti ho ascoltata e ho
tradito sia te che gli altri”
“A volte, è così facile concentrarsi
sugli errori che ci scordiamo di tutte le cose giuste che abbiamo
fatto! A volte siamo così abituati al lato che ci piace di
una persona che dimentichiamo di darci peso, mentre ne diamo fin troppo
al minimo sbaglio. Dovresti essere meno severa con te stessa e forse
anche noi, come tuoi amici”
Rey la fissò sorpresa e quasi commossa da quelle parole.
“Dipende anche dal tipo di errore però…
ci sono alcuni che sono difficili o impossibili da cancellare”
“Gli errori non si possono cancellare per loro natura, alcuni
ci cambiano anche nel profondo. Ma sta a te decidere se lasciarti
travolgere da essi o utilizzarli per imparare da loro e capire come non
ricaderci! E, a tal proposito, penso che la tua proposta di presenziare
alla riunione di domani con quanto hai detto, sia un buon
inizio”
“Intendi la parte dove dico di volermi rimuovere
dall’incarico o dove voglio
‘egoisticamente’ provare a difendere Ben?”
Le chiese ricordandosi le accuse che le aveva posto Finn poco prima.
“Penso che nessuno dei due sia un errore. E poi difendere una
persona non penso possa definirsi qualcosa di egoistico”
Rey sospirò e le rivolse un sorriso.
“Sei fin troppo gentile con me!”
“Beh, non posso dire di aver preso bene tutto
questo… ma sei comunque mia amica, ho imparato a conoscerti
e so che hai bisogno di aiuto in questo momento più che mai
e non me la sento di abbandonarti. Forse per Finn e soprattutto per Poe
ci vorrà un po’ più di tempo, ma sono
sicura che anche loro prima o poi riusciranno ad andare oltre questa
storia, anche se a modo loro”
“Lo spero!”
Ammise.
“Chi può dirlo? Magari sarai proprio tu a farli
ricredere!”
Aprì le braccia con un sorriso e Rey fu felice di
abbandonarsi nel confortante abbraccio della sua migliore amica.
Tornarono al centro medico e, dopo una visita dei medici di turno, a
Rey e ai suoi amici fu dato l’obbligo di riposare. Quindi,
così fece. Era incredibile quanto effettivamente si sentisse
ancora stanca, nonostante fosse stata già senza sensi per
quasi ventiquattro ore.
La mattina seguente si alzò presto perché non
riusciva più a dormire. Decise quindi di uscire fuori a fare
una passeggiata per schiarirsi le idee in vista della riunione. A sua
sorpresa, fu raggiunta da Ben.
“Ben! Che ci fai in piedi? Non dovresti riposare?”
“Potrei dire lo stesso di te!”
Replicò lui, alzando un sopracciglio.
“Tu stai messo peggio di me e poi avevi detto che non ti
volevi liberare delle manette per destare maggiore fiducia negli altri,
o sbaglio?”
In effetti, Ben ancora aveva dolori anche quando camminava, ma non
sarebbe riuscito a stare in quel letto un minuto di più.
Scrollò le spalle.
“Beh, oggi ci sarà la decisione del Nuovo
Consiglio: potrebbe essere l’ultima giornata che passo in
libertà e quindi preferisco passarla
all’aperto” ammise con tranquillità. Ma
Rey sapeva bene che la situazione lo preoccupava almeno quanto lei.
“Quindi… dove mi porti? Sei tu l’esperta
di questo posto”
“Seguimi!”
Lo intimò lei avendo già in mente il luogo
adatto. Si incamminarono quindi fianco a fianco.
“Come è andata con gli altri?”
Chiese Ben, anche se già da quanto percepiva poteva intuire
qualcosa.
“Ho detto loro quello che pensavo. Rose è stata
incredibilmente comprensiva, anche troppo. Poe e Finn sono stati
più ‘intransigenti’. Non so se
riusciranno a passarci su ma avevi ragione: era quello che avevo
bisogno di fare” sospirò portandosi una ciocca di
capelli ribelle che le cadeva sul viso, dietro l’orecchio
“tu invece? Come è andata la tua trasmissione di
informazioni sul primo Ordine?”
“Ho consegnato tutto quello che ero riuscito a fare ieri,
Rose ha detto che avrebbe verificato
l’attendibilità delle informazioni. Spero solo che
riescano a farlo, almeno per alcune, in tempo per la riunione di
oggi… a proposito, mi ha detto Rose che stanno analizzando
il pianeta su cui ci siamo imbattuti nella nostra missione insieme. Al
momento non hanno trovato riscontri tra i pianeti conosciuti, quindi
gli hanno dato il nome temporaneo di Kalho”
“Hanno scoperto qualcosa su quanto trovato
lì?”
Chiese incuriosita.
“È sicuro che siano stati svolti degli esperimenti
lì, con tecnologie anche a noi ignote, ma non sanno molto
altro al momento. Per ora, si stanno concentrando sul portare alla base
della Resistenza il più possibile per continuare qui le
analisi, dato che stare su quel pianeta potrebbe ancora essere
pericoloso: non sappiamo se i seguaci di Palpatine o il Primo Ordine
possano tornare laggiù, visto la pennetta che avevo
trovato…”
“Quale pennetta?”
“Ah giusto, per fuggire da quel posto ho usato un Tie che era
rimato lì. Sembrava del Primo Ordine e su un soldato morto
ho trovato una pennetta criptata con il loro logo”
“Strano. Che il Primo Ordine sia collegato con questi seguaci
di Palpatine?”
“Non ne ho idea, non ero al corrente di niente di simile
nemmeno quando ero il Leader Supremo, il che rende il tutto ancora
più sospetto”. Ben non riusciva a capire chi
avrebbe potuto o voluto tenerlo all’oscuro e
perché. E, in tal caso, c’era altro che non
sapeva? “Rose ha decifrato in buona parte il codice della
pennetta, ma non mi ha detto altro al momento”, il che lo
preoccupava sul destino che avrebbero scelto per lui nella riunione
odierna, ma ritenne che non fosse il caso di palesare anche quella
preoccupazione a Rey.
In poco tempo, si allontanarono dal campo finendo in una radura non
molto distante, immersa nel verde del prato e circondata in lontananza
dagli alberi che segnavano l’inizio della foresta. Era su un
leggero rialzo quindi si godeva anche di un discreto paesaggio.
“Non mi ero accorto che a così poca distanza dalla
base della Resistenza ci fosse un posto tanto tranquillo!”
Disse Ben, guardandosi intorno sorpreso.
“Mi piace venire qui quando ho bisogno di meditare o di
passare un momento con me stessa. Per questo mi sembrava
l’ideale” si stese sull’erba e chiuse un
attimo gli occhi, abbandonandosi a qualche secondo di relax
“la natura come questa mi trasmette un senso di pace e
tranquillità che mi manca quando sono in missione nello
spazio! Forse perché su Jakku un panorama del genere potevo
solo immaginarmelo”
Ben notò con piacere che finalmente riuscì a
scorgere sul volto di Rey un’espressione serena, si stese
quindi anche lui accanto a lei e fissò il cielo.
“Beh, in effetti non è male”
Ammise.
Passarono diversi minuti così, in totale silenzio, ma non
era un silenzio imbarazzante: era quel tipo di silenzio che sai di
poterti permettere con chi non ha la necessità di intavolare
una discussione. Era piuttosto una condivisione di un momento di
assoluta quiete dopo tanto tumulto.
Rey respirò a pieni polmoni godendosi quegli attimi, avrebbe
voluto che ce ne fossero molti altri simili in futuro, ma non poteva
esserne certa e questo le fece trovare il coraggio per confessare a Ben
cosa avesse intenzione di fare.
“Alla riunione di oggi presenterò le mie
dimissioni come membro del Consiglio, l’ho già
detto a Poe e Finn”
Ben si mise seduto di scatto per la sorpresa, ma si lasciò
scappare un grugnito di dolore, ricordandosi solo allora che le ferite
non erano ancora guarite del tutto, si rimise quindi subito steso. Rey,
avendo percepito in parte il suo dolore, preoccupata, si
avvicinò a lui e, con un gesto istintivo, gli
posò delicatamente la mano sul viso, ancora corrucciato dal
dolore.
“Tutto bene?”
Quel contatto gli fece voltare la testa verso quella di lei, socchiuse
gli occhi: erano così vicini che il sentire il profumo di
lei mescolarsi con quello fresco del prato, gli fece quasi dimenticare
del tutto il dolore che stava provando.
L’unico rumore rimasto era il leggero fruscio del vento che
muoveva delicatamente l’erba solleticandogli il viso. Era una
sensazione così rilassante, che dovette sforzarsi per fare
un attimo mente locale e rispondere alla sua domanda, che attendeva
ancora una risposta.
“Sì, mi ero solo stupidamente dimenticato che mi
faceva ancora male… comunque, sei stata coraggiosa: stai
cercando di dimostrare le tue intenzioni!”
“Beh, qualcuno mi ha convinta a farlo!” disse lei,
lanciandogli un’occhiata. “E poi in questo modo
sarò sicuramente presente anche io, così
potrò raccontare davanti al Consiglio entrambe le volte in
cui mi hai salvata! Sperando di risultare ancora credibile”
“Rey non voglio che tu ti espon-“
“Lo farò e basta”
Lo anticipò lei, con un tono che non ammetteva repliche, non
facendogli nemmeno finire la frase. Si mise quindi seduta, togliendosi
qualche filo d’erba che era rimasto incastrato tra i capelli.
Anche lui si mise seduto accanto a lei, ma più lentamente
stavolta, in modo da evitare di provare nuovamente dolore.
“Ok hai vinto tu… tanto lo so che quando ti metti
in testa una cosa, è impossibile farti cambiare idea!
Promettimi solo che non esagererai ed accetterai qualsiasi loro
responso”
Rey si bloccò: non era una cosa che sarebbe stata sicura di
poter promettere, non che avrebbe fatto la differenza.
Sospirò, abbassando lo sguardo.
Sarebbe stato sempre così tra loro? In bilico tra un
problema enorme e un altro, o avrebbero trovato un periodo di pace per
godersi anche dei momenti normali e tranquilli?
E, se anche fosse, come sarebbero stati dei ‘momenti normali
e tranquilli’ tra loro? Non era sicura di avere una risposta:
infondo fino ad allora erano sempre stati o su fronti opposti o in
situazioni estreme tra la vita e la morte! Era stata lei a baciarlo in
due occasioni. Certo, lui non era sembrato per niente dispiaciuto della
cosa, le aveva donato la sua stessa vita edelle parole che
l’avevano profondamente colpita! Ma sarebbe stato lo stesso
in futuro o in quel momento? Senza i sensi di colpa o i rimorsi, in una
situazione di quotidianità? Come avrebbero gestito il
rapporto tra loro? Cosa erano davvero l’uno per
l’altra?
Doveva avere delle risposte, a tutti i costi.
“Penso che forse sia arrivato il momento di parlare di quanto
accaduto ad Exegol entrambe le volte che ci siamo stati, non
trovi?”
“Pensavo ne avessimo già parlato a sufficienza: ci
siamo salvati a vicenda, non c’è molto da
aggiungere”
Si limitò a dire lui, non per minimizzare la cosa, ma per
evitare piuttosto che Rey potesse sentirsi più in colpa di
quanto non facesse già.
“Non intendevo quello ma quell’altra cosa che
è successa tutte e due le volte”
Rey arrossì leggermente, lo sguardo di Ben cambiò
e lei capì che aveva intuito a cosa si riferisse.
“Penso che sarebbe meglio parlarne dopo la decisione del
Nuovo Consiglio su di me, non credi?”
Nonostante entrambe le volte fosse stata Rey a baciarlo, o almeno ad
iniziare a farlo, era successo sempre in una situazione estrema e ora
che era in dubbio il suo stesso destino, non voleva condizionarla o
farla sentire in obbligo di legarsi a lui in alcun modo. Già
lei aveva abbastanza problemi così… decisamente
non gliene voleva creare altri.
In risposta, lei sembrò riflettere titubante sulle sue
parole ma poi lo fissò con decisione negli occhi.
“Non penso farebbe molta differenza, per te si?”
Aggrottò la fronte, iniziando ad avere paura di una sua
risposta.
“Rey non voglio che tu…”
Ma, a quanto pareva, non era il suo destino della giornata finire le
frasi, perché furono interrotti da delle urla.
“SKYWALKER!”
Ben si voltò verso l’origine di quella voce
chiedendosi chi lo potesse chiamare con tale nome, ma quando lo fece fu
colto in contropiede da diverse cose: prima di tutto non aveva mai
visto quella donna in vita sua, secondo a quel nome si era girata anche
Rey e non sarebbe sembrato così strano se non fosse che a
quanto pareva quella donna stesse cercando proprio lei.
“Sì, Cassy? Ti ho già detto che puoi
chiamarmi semplicemente Rey, comunque!”
Rispose lei, confermando la cosa.
“Hai ragione scusami! Mi hanno mandato a cercarti per
avvisarti che la riunione del Nuovo Consiglio è stata
anticipata di un’ora”
“COSA? Veniamo subito allora, grazie!”
Non era proprio felice di interrompere il discorso che stavano facendo
ma, allo stesso tempo, doveva tornare al più presto con Ben:
se non lo avessero trovato lì non avrebbe deposto bene,
facendoli alludere ad un suo tentativo di fuga. Fu solo quando si
voltò nuovamente verso di lui che notò che la
stava fissando con aria interrogativa e perplessa e non appena
capì il perché, arrossì imbarazzata.
Balbettò qualcosa senza senso prima di riuscire a spiegarsi,
cosa che la fece sentire ancora più a disagio.
“H-ho scelto di adottare quel nome dopo la battaglia di
Exegol… avevo scelto di non usare il nome Palpatine, per
quanto fosse la mia discendenza, sentivo che non mi apparteneva. Allo
stesso tempo volevo onorare Luke e Leila che sono stati per me la cosa
di più simile a dei genitori che avessi avuto da
tempo… ma probabilmente è stata un’idea
stupida…” Arrotolò nervosamente una
ciocca di capelli intorno al dito sperando di trovare le parole giuste
o che, per qualche assurdo motivo, potesse magicamente sparire e
riapparire in qualsiasi altra parte della galassia, finché
lui non avesse dimenticato quel momento “…
è il nome della tua famiglia… se non ti sta bene
lo capisco, in caso ne adotterò un'altro!”
Era sicura che Ben avesse fatto qualche espressione strana come
reazione a quelle parole, ma era troppo impegnata a fissare il terreno
sperando di sprofondarci per esserne sicura. Eppure, la sua risposta la
sorprese.
“Non penso dovresti cambiarlo, trovo che ti doni!”
Solo allora ebbe il coraggio di rialzare lo sguardo, ma quello di lui
fissava la strada davanti a loro. Eppure sulle sue labbra
c’era un sorrisetto vispo di chi ha riflettuto su qualcosa
tra sé. Qualcosa che lei non avrebbe approfondito stavolta.
**Angolo
Autrice**
E da questo momento
inizia ufficialmente la “seconda parte” della fic
che sarà incentrato su un nuovo tema rispetto alla prima.
Rey dopo quanto successo
è travolta dai sensi di colpa, ed è una cosa che
in un modo o nell’altro lascerà un segno in lei,
infondo l’aver ceduto al lato oscuro è una cosa
che lascia il segno in chiunque lo abbia utilizzato.
La più
comprensiva dei suoi amici resta Rose, alla quale mi sono sentita di
farle dire questo discorso perché mi sembrava da lei, dato
anche quello che dice in episodio VIII.
Ora bisogna vedere come
andrà la riunione e cosa sarà deliberato
lì, ci leggiamo al prossimo capitolo!
Spero che vi
interesserà anche questa parte, ci sono ancora diverse cose
che devono accadere.
Ringrazio il mio beta
Dani1993
|
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Capitolo 12 *** Verdetti ***
Poe
e Finn li stavano aspettando quando videro arrivare Rey e Ben.
“Ah, quindi
non sei scappato?”
Disse Finn, con una
punta di sarcasmo, rivolto a Ben.
Ben avrebbe volentieri
risposto di rimando menzionando, con altrettanta ironia, che fosse lui
l’esperto nel fuggire per quanto ricordasse, ma Rey gli
lanciò un’occhiata e capì che, in
effetti, era meglio non provocare una reazione dell’amico di
lei prima della riunione che avrebbe determinato il suo destino.
Optò quindi per una risposta più tranquilla.
“Ero solo
andato a sgranchirmi le gambe, non dirmi che ti sono mancato!”
Dallo sguardo di Rey
capì che non aveva approvato nemmeno la sua soluzione
‘più tranquilla’, probabilmente
perché conosceva i suoi amici e non voleva che per loro
deponesse male. Infatti fu Poe a rispondergli.
“Ti
consiglio di fare meno lo spiritoso in presenza dei membri del Nuovo
Consiglio!”
Si limitò a
dire con tono fermo porgendogli delle manette, che questa volta si
assicurò di serrare su entrambi i polsi.
“A me non le
metti?”
Chiese Rey, cercando
con lo sguardo quelle destinate a lei ma senza scorgerle.
“Non farmene
pentire!”
Si limitò a
dire lui. Quella reazione di Poe l’aveva sorpresa: infondo da
come avevano parlato fino al giorno prima, era sicura che non si
fidasse affatto di lei, eppure il farla entrare senza manette era
sicuramente un gesto di fiducia che giocava a suo favore. Prima che Rey
potesse aggiungere altro, l’attenzione di tutti si
spostò su Chewbecca, che era appena arrivato di corsa,
serrando in un unico abbraccio sia lei che Ben.
“Chewbe,
anche io sono felice di vederti! Ben mi ha detto che sei stato tu a
salvarci, grazie!”
Disse lei, felice di
rivedere il Wookiee e ricambiando delicatamente l’abbraccio,
ma sperando che allentasse la stretta su di loro. Percepiva infatti Ben
risentirne, date le ferite non ancora del tutto guarite. Chewbe
grugnì qualcosa in risposta che Rey non riuscì a
distinguere in quella salda stretta ma, a quanto pareva, Ben invece si.
“Chewbe, io
ti ho già detto che ti sarò eternamente
riconoscente per averci aiutati e sono contento che tu sia venuto per
attendere il verdetto del Nuovo Consiglio su di me. Ma se non allenti
la presa temo che non potranno esprimersi, perché
dovrò allungare la degenza di qualche settimana!”
Replicò
lui. Era felice che oltre Rey ci fosse qualcun’altro
preoccupato del suo destino, ma quella presa lo aveva messo in evidente
difficoltà, avendo anche le mani letteralmente legate.
Questa volta Rey
riuscì a decifrare la risposta del Wookiee, che disse
qualcosa del tipo ‘solo se rispetti la tua
promessa’, ma non aveva idea a cosa si riferisse. Ancora una
volta Ben sembrava saperlo.
“E va bene
‘zio Chewbe’, contento?”
Chewbecca soddisfatto
sorrise genuinamente e liberò i due dalla presa.
Quell’appellativo, però, sembrò
attirare l’attenzione di tutti gli altri, compresa Rose che
li aveva appena raggiunti.
Non appena liberatosi
da Chewbe, Ben portò entrambe le mani legate al petto per
riprendere fiato, sollevato dall’attenuazione del dolore
dovuto alla stretta.
Rey, superata la
sorpresa iniziale, trovò la scena adorabile. Di certo, in
passato, Chewbe e Ben dovevano essere stati vicini dato che Han e il
Wookiee erano inseparabili, ma mai avrebbe pensato che si facesse
considerare come uno zio da lui. Ma a pensarci bene era proprio da
Chewbe un comportamento simile ed era contenta che
qualcun’altro mostrasse affetto verso Ben… forse
quello che lui le aveva confessato ad Exegol riguardo al fatto che, a
differenza di Rey, non avesse nessun altro, non era proprio come aveva
creduto allora.
“Ehi, da
quando voi due sareste così in confidenza?”
Chiese Poe, Chewbe
rispose con un grugnito che nessuno di loro decifrò, ma non
ce ne fu bisogno: era ben chiaro cosa intendesse e nessuno
osò chiedere altro. In quel momento, Poe pensò al
fatto che effettivamente Ben era pur sempre il figlio di Leila e Han e
come tale, probabilmente, aveva passato una buona parte
dell’infanzia anche con Chewbecca. Non si capacitava di come
un figlio di due persone del genere fosse arrivato a diventare il
Leader Supremo del Primo Ordine e a commettere tante
atrocità, eppure a quanto pareva persino il Wookie, che gli
aveva visto uccidere il suo migliore amico davanti agli occhi, aveva
deciso di dargli una seconda possibilità. La cosa lo
bloccò facendolo riflettere più del dovuto e Finn
lo notò.
“Poe?”
Gli chiese
l’amico, interdetto.
“Ci siamo
tutti, ora che è arrivata anche Rose, consiglierei quindi di
entrare. Direi che è inutile far attendere oltre i restanti
membri del Consiglio”
Si limitò a
dire Poe, quindi entrò nella sala della riunione insieme a
Finn, prima che chiunque potesse dire altro.
“Chewbe, tu
ci aspetti qui, giusto?” gli chiese Rose. Il Wookiee
annuì. “Bene! Allora buona fortuna ad
entrambi” aggiunse, infine, con un sorriso rivolta a Ben e
Rey, quindi entrò.
Rey prese un profondo
respiro per darsi coraggio, quindi diede una veloce occhiata a Ben il
quale annuì, esattamente come quando su Exegol si erano
passati le spade. Lei fece lo stesso ed entrò.
La sala era
predisposta come l’ultima volta: c’erano delle
sedie posizionate in ovale a cui però ne erano state
aggiunte due per Ben e Rose, anche se leggermente più
indietro delle altre. I restanti membri erano già dentro e,
appena entrarono loro, tutti presero gli stessi posti della prima
riunione. Rose si accomodò in una delle due sedie libere e
l’ex Leder Supremo si sedette nel posto rimasto vuoto,
scortato da due membri della Resistenza, i quali rimasero in piedi
dietro di lui, probabilmente pronti ad intervenire in caso di
necessità. La loro presenza non sembrò essere
molto gradita ad alcuni membri del Nuovo Consiglio, che li osservarono
contrariati, cosa che non sfuggì a Poe.
“Buongiorno
a tutti, vi ringrazio per essere venuti nuovamente qui a
così poco tempo di distanza dal nostro ultimo incontro e con
così poco preavviso, ma gli eventi che sono intercorsi
necessitavano urgentemente una decisione del presente Consiglio! Non
appena ve ne parlerò, sono sicuro che converreste che la
presenza dei due membri della Resistenza armati sia unicamente per
garantire la vostra sicurezza”
I rappresentanti del
Consiglio, non sembravano ancora del tutto convinti, seppur interessati
ad ascoltare i dettagli da Poe. Prima che quest’ultimo
potesse aggiungere altro però, fu Rey ad alzarsi per
prendere parola.
“Prima di
parlare di questo, vorrei portare al Consiglio un’altro tema.
Voglio proporre le mie dimissioni da Rappresentante unico del Nuovo
Consiglio”
La proposta
lasciò tutti i membri interdetti, tranne logicamente Poe e
Finn, i quali ne erano già a conoscenza.
“Questo
penso sorprenda tutti noi: non eri stata tu stessa a difendere la tua
adeguatezza, non molto tempo fa, al primo incontro del
Consiglio?”
Ricordò
perplessa Kayla.
“Sì,
ma purtroppo in quel momento era già successa una cosa:
avevo ceduto al lato oscuro della Forza. Allora pensavo di avere il
pieno controllo ma non era così…”
passò nervosamente lo sguardo tra i membri prima di
proseguire, sembravano tutti dubbiosi, probabilmente alcuni nemmeno
sapevano precisamente cosa stesse intendendo “…ero
concentrata solo su quello che credevo giusto: l’ottenere
potere per poter contribuire alla pace nella galassia, ma avevo
completamente perso di vista i mezzi che stavo usando per raggiungere
questo obiettivo. Ho usato i miei poteri mentali su Poe e Finn per
assicurarmi il loro consenso alla scorsa riunione. So che è
un comportamento inaccettabile e, Kayla, voi avevate ragione: un Jedi
è ancora un rischio troppo grande per il Consiglio, o almeno
lo sono stata io. Ecco perché ho deciso di rassegnare le mie
dimissioni”
“È
questo tutto ciò che avete fatto?”
Chiese Dalia,
l’unico membro Twi’lek del Consiglio.
“No. Ho
usato i miei poteri per attaccare i miei stessi amici e se non fosse
stato per tutti loro, adesso non sarei qui: nonostante tutto non si
sono arresi e mi hanno permesso di tornare quella che ero”
“Pensavo che
i Jedi fossero dei protettori, non il contrario”
Obiettò il
rappresentante Xandu, lasciando trasparire un tono di delusione. Quelle
parole ricordarono a Rey quanto detto dal suo maestro: spesso i Jedi
erano stati troppo ‘santificati’ e, a quanto
pareva, ciò stava accadendo anche in quel momento.
“Purtroppo
anche i Jedi sono persone e come tali possono commettere
errori”
Ammise lei onestamente.
“Se anche
accettassimo le vostre dimissioni, chi ci assicura che non possiate
essere un pericolo per la Resistenza o per la galassia in futuro?
Infondo sappiamo ben poco dei Jedi o della Forza”
Replicò
Kayla. A quelle parole Ben serrò i pugni appoggiati sopra le
gambe: avrebbe voluto intervenire per difenderla o per spiegare cose
che quel Consiglio sembrava non sapere, ma era conscio del fatto che in
quel momento la sua credibilità fosse molto inferiore a
quella di Rey, e che un suo intervento avrebbe solo peggiorato le cose.
Detestava il fatto di non poterle essere lontanamente
d’aiuto. Rey, dal canto suo, esitò nel rispondere
ma, a sua sorpresa, fu Finn a farlo.
“Capisco
come vi sentite: io Poe e la presente Rose Tico siamo stati traditi e
attaccati da Rey, pur essendo i suoi migliori amici. Anche noi ci siamo
chiesti se potesse farlo ancora e se ci potessimo fidare nuovamente di
lei”
“E a che
conclusione sareste arrivati?”
Chiese interessato
Xandu.
“Nessuno ci
può assicurare al cento per cento che non lo faccia di nuovo
ma è anche vero che lei stessa ci ha salvati tutti durante
la battaglia di Exegol e personalmente non ho incontrato una persona
più altruistica di Rey: da quando la conosco ci ha sempre
aiutati, anche quando sapeva meno di noi cosa volesse dire essere un
Jedi, non si è mai tirata indietro e si è unita
alla Resistenza, scegliendo di diventare un Jedi, anche quando poteva
benissimo fregarsene”
Finn voleva ammettere
che in questo Rey si era dimostrata di certo più altruistica
e coraggiosa di lui che, pur essendo sensibile alla Forza, per il
momento aveva deciso di non approfondirla.
“E come
facciamo a sapere che non siete stato influenzato adesso, come la volta
scorsa, a parlare in tale modo, pur di difenderla?”
Chiese scettica Kayla.
“Perché
è stata lei a decidere di venire qui oggi e a proporre le
sue dimissioni, non avrebbe avuto nessuna convenienza a farlo se le sue
intenzioni fossero state ancora contro di noi” si intromise
Poe. “Inoltre quando ha usato i suoi poteri su di noi, ci
siamo accorti che qualcosa non andava, sia in noi che in lei. Solo che,
allora, eravamo troppo accecati dalla fiducia in Rey per
ammetterlo”
Rey rimase senza
parole: non si aspettava minimamente una così accorata
difesa da parte dei suoi amici, anche se parziale, era comunque molto
più di quanto si fosse lontanamente potuta immaginare.
“Quindi
stiamo decidendo se possiamo fidarci ancora di un Jedi e
l’unico parere a nostra disposizione è dei suoi
più stretti amici, non avendo noi altri termini di
paragone?”
Domandò
Kayla perplessa, rivolta agli altri membri.
“Io mi fido
dei Jedi! Ne ho conosciuto un’altro tempo fa”
Dichiarò a
sorpresa Dalia, attirando l’attenzione di tutti.
“Vi riferite
forse a Luke Skywalker? Il Jedi che si è rintanato per lungo
tempo su un’isola remota, abbandonandoci al nostro destino
contro il Primo Ordine?”
Replicò
secca Kayla.
“No. Mi
riferisco ad un’altro Jedi, risalente all’epoca
dell’Impero. Faceva parte di un gruppo di ribelli ed
è solo grazie a lui se sono qui, in quanto in una di quelle
missioni salvò me e mio padre e aiutò il mio
popolo a capire quale fosse il giusto destino da
intraprendere”
“E che fine
ha fatto questo Jedi?”
“L’unica
cosa che so è che si è sacrificato per la
salvezza della galassia, proprio come aveva intenzione di fare Rey ad
Exegol, ecco perché mi fido ancora di loro e
perché penso che Rey meriti una seconda
possibilità. La galassia ha ancora bisogno di Jedi, ha
ancora bisogno di quella speranza che solo loro riescono ad
infondere”
“Cosa
proporresti dunque?”
“Propongo al
Consiglio di accogliere la proposta di Rey, concordo che alla luce
degli eventi sia rischioso darle potere politico, eppure è
anche vero che il suo ruolo di rappresentanza potrebbe esserci ancora
utile. Deporrebbe male, inoltre, per noi revocarlo a così
poco tempo dalla nomina e potrebbe infangare la reputazione stessa del
Nuovo Consiglio. Quindi le toglierei il ruolo politico lasciando solo
quello di rappresentanza, tenendola sotto stretta osservazione
ovviamente” lo sguardo di lei divenne più severo
“in caso dovesse fare nuovamente qualcosa di inaccettabile,
il Consiglio potrebbe decidere una soluzione molto più
dura”
Rey temeva cosa
intendesse per ‘più dura’, ma era
determinata a riacquistare la fiducia di tutti e sperava davvero che
avrebbero accettato quella proposta dandogliene la
possibilità.
“Ammetto che
la notizia della creazione del Nuovo Consiglio è stata
accolta positivamente dal mio pianeta, ma devo ammettere anche che
molti erano entusiasti di poter conoscere l’eroina di Exegol.
Non si può negare che questa cosa potrebbe essere un
vantaggio per noi… alle condizioni poste dalla
rappresentante Dalia, io penso che si possa accettare il rischio
limitandolo. Chiedo al Consiglio chi è favorevole a tale
proposta a meno che non ve ne siano altre”
Ammise il
rappresentante Alan. Aspettò un attimo ma, non palesandosi
altre proposte, iniziarono le votazioni. Lui fu il primo ad alzare la
mano a favore, seguito da Dalia che aveva fatto la proposta.
A sorpresa di Rey, i
successivi primi due ad alzare la mano furono proprio Finn e Poe.
Nonostante non fosse stata ancora raggiunta la maggioranza, sorrise nel
constatare che, nonostante tutto, le volessero concedere ancora una
possibilità. Sperava vivamente che questo fosse di buon
auspicio per rinsaldare il rapporto tra loro. Votarono anche i restanti
membri e fu raggiunta la quasi totale maggioranza.
“Bene,
è deciso allora! Passiamo quindi al tema che doveva essere
originariamente il principale del nostro incontro: rappresentante Poe
potresti illustrarcelo e presentarci il nostro ospite?”
Poe si alzò
nuovamente in piedi per parlare: si notava che stesse cercando da
qualche parte le parole giuste ma quando parlò, come al suo
solito, lo fece con un tono deciso e senza indugi.
“Siamo qui
oggi per prendere una decisione sulla persona qui
presente…” fece una breve pausa prima di
proseguire, nella quale Rey rimase senza fiato in attesa delle sue
parole: temeva tutto ciò che avrebbero potuto scaturire,
eppure non si rivelarono precisamente quelle che si sarebbe aspettata
“Ben Solo, il figlio del generale Organa”
Tutti rimasero
sorpresi, compreso lo stesso Ben, che mai si sarebbe aspettato di
essere chiamato con il suo nome di nascita dal pilota.
“E come mai
il figlio del generale Organa è ammanettato e
scortato?”
Chiese dubbiosa Kayla.
Questa volta Poe prese un profondo respiro prima di trovare il coraggio
di rispondere.
“Perché
molti lo conoscono con un’altro nome… Kylo
Ren”
Nel sentire quel nome,
i membri del Nuovo Consiglio rimasero esterrefatti ed un brusio di voci
iniziarono a sovrastarsi tra loro.
“Per favore
parlate uno per volta o non riusciremo a capire nulla!”
Propose Finn. Si
alzò quindi la rappresentante Silla, ansiosa di prendere
parola.
“Non
c’è nulla da capire, se lui è davvero
Kylo Ren è il principale nemico della Resistenza. Immagino
quindi che lo scopo di questa riunione sia scegliere che tipo di
condanna dargli e, visti i suoi reati, non credo che le soluzioni
possibili siano molte”
Fu Rey ad alzarsi
questa volta per intervenire.
“Non
è solo questo: dalla battaglia di Exegol è stato
dalla nostra parte e se non fosse per lui non sarei qui, né
dopo lo scontro finale con Palpatine né sarei riuscita a
tornare me stessa dopo aver ceduto al lato oscuro”
I rappresentanti del
Consiglio rimasero interdetti da quelle affermazioni.
“Vi ricordo
che vi siete appena dimessa dal vostro ruolo di
rappresentante”
Puntualizzò
Alan.
“Lo so, ma
questo non mi impedisce di parlare ed esporre i fatti come li conosco,
in modo che il presente Consiglio ne venga a conoscenza!”
“Ci sono
altri eventi di cui è necessario che il presente Consiglio
venga a conoscenza” intervenne Rose visibilmente emozionata,
ma la cosa di certo non l‘avrebbe fermata “oltre ai
due eventi citati da Rey, lui ha partecipato anche già ad
un’altra missione con lei, nella quale ha recuperato delle
informazioni criptate in un chip che sembrano collegare il Primo Ordine
ai seguaci di Palpatine o ‘Accoliti’, come abbiamo
scoperto che si fanno chiamare da questi file. Inoltre sta collaborando
e ci sta offrendo delle informazioni che erano in suo possesso sul
Primo Ordine, per noi molto importanti”
“E queste
informazioni risultano attendibili?”
Chiese Tulin, il
rappresentante Rodiano del Consiglio.
“Alcune le
abbiamo potute verificare ed effettivamente combaciano con altre
informazioni in nostro possesso. Per le altre, in particolare per
quelle trovate nel chip, fanno riferimento ad un progetto
‘Apice’ su cui sembrerebbero in corso delle
attività su Corellia. Sono dell’idea che andrebbe
organizzata una missione, per andare lì è
recuperare ulteriori dettagli sul progetto. Se risultassero veritiere,
potremmo ottenere un grosso vantaggio sul nemico”
“Quindi
sembrerebbe averci aiutato ultimamente, ma questo non ci assicura di
poterci fidare completamente di lui”
Ragionò ad
alta voce Tulin, gli rispose quindi Poe.
“Sono il
primo ad ammettere di non fidarmi di lui. Mi ha torturato ed ha
commesso moltissimi crimini in nome del Primo Ordine e poi
successivamente anche a capo di esso, è innegabile. Inoltre
è sensibile alla Forza, il che lo rende un avversario ancora
più temibile” quelle parole fecero preoccupare
Rey, ma lui proseguì il suo discorso prima che lei potesse
nuovamente intervenire “ma non posso nemmeno negare che, come
hanno esposto Rey e Rose, ci abbia aiutati in diverse occasioni
ultimamente ed in particolare per salvare Rey dal suo lato oscuro: noi
abbiamo fatto il possibile, ma alla fine lui è stato
l’unico con capacità tali da poter permettere alla
nostra amica di tornare in sé. Se avesse voluto avrebbe
potuto distruggerci in diverse occasioni negli ultimi giorni, ma non
l’ha fatto”
Rey tirò un
leggero sospiro di sollievo: forse c’era ancora qualche
speranza, ma la questione era ancora aperta, infatti intervenne la
rappresentate Silla con tono alterato.
“Quindi cosa
proporresti? Di farlo diventare un membro della Resistenza o di dargli
anche un encomio, magari?”
“Non ho
detto questo. Cercavo solo di analizzare nel modo più
obiettivo possibile gli eventi e, credimi, non è facile
nemmeno per me”
“Ho io una
proposta!” Li interruppe Rey, prima che potessero continuare
il dibattito tra loro “Considerato l’aiuto che mi
ha dato e le informazioni che ha fornito alla Resistenza, mi propongo
io stessa per andare in missione con lui e verificare sia le
informazioni che ci ha fornito, che la sua attendibilità
come alleato”
“È
una missione che richiede almeno una piccola squadra della Resistenza,
perché altri dovrebbero accettare tale rischio?”
Opinò Xandu.
“Perché
un utilizzatore della Forza, con le sue abilità, ci sarebbe
molto utile e non solo in questa missione. Inoltre, per qualsiasi
evenienza, io sola posso tenergli testa come ho già fatto in
passato. Quindi gli altri membri della squadra non avrebbero da
temere”
“Non ditemi
che volete anche solo minimamente valutare una cosa simile! E se fosse
tutto una menzogna, solo per attaccarci proprio quando ormai ci fidiamo
di lui?”
Disse Silla,
più alterata di prima.
“Ha avuto
diverse occasioni per farlo in questi giorni e non lo ha
fatto!”
Insistette lei, in sua
difesa.
“È
assurdo: Kylo Ren è il Leader Supremo del Primo Ordine! Ha
ucciso e torturato tantissime persone e ha distrutto il mio pianeta
nativo. Non c’è niente che possa mai porre rimedio
a questo, trovo ridicolo che ne stiamo ancora discutendo…
nemmeno giustiziarlo sarebbe abbastanza”
Quelle parole di Silla
lasciarono Rey indignata.
“Giustiziarlo?
Da quando usiamo gli stessi metodi del Primo Ordine?”
“Da quando
il nostro nemico è il peggiore dei mostri che io abbia mai
conosciuto”
Replicò
impietosa. Rey sussultò nel sentire lo stesso appellativo
che una volta, proprio lei, aveva attribuito a Kylo Ren.
“Ma…”
Stava per risponderle
quando una voce attirò l’attenzione di tutti,
compresa la sua.
“La
rappresentate Silla ha ragione: sono un mostro” Ben, che non
aveva ancora parlato finora, aveva finalmente deciso di prendere parola
“ho commesso innumerevoli crimini, di cui molti anche contro
la Resistenza e non cerco redenzione per questo, perché so
bene che non è possibile ottenerla. Niente può
cancellare ciò che ho fatto”
Lo sguardo di Ben era
più serio e determinato che mai.
“Con questo
cosa vorresti dire?”
Chiese Silla,
spiazzata da una simile risposta da lui.
“Voglio dire
che è vero: probabilmente meriterei anche di essere
giustiziato per tutto quello che ho fatto. Ma adesso, grazie a Rey,
sono cambiato: dalla battaglia di Exegol ce la sto mettendo tutta per
poter essere di più del mostro che sono stato prima. Se me
ne darete l’occasione, farò tutto ciò
che mi è possibile per aiutare la Resistenza e dimostrarvi
che le mie intenzioni di cambiare non sono solo parole”
Il discorso di Ben
sorprese un po’ tutti, facendo piombare il silenzio per
qualche minuto. Silenzio che fu rotto solo da Xandu.
“Direi di
mettere la questione ai voti: definire se il Consiglio vuole dare
fiducia a Ben Solo, meglio conosciuto come Kylo Ren, per la missione
proposta da Rey. Sottintendendo che, al minimo sbaglio,
scaturirà una severa sentenza, o se in alternativa preferite
una sentenza immediata, la cui tipologia sarà definita in
caso di maggioranza”
La prima ad esprimere
il voto, senza pensarci minimamente su, fu Silla.
“Io voto a
favore della sentenza immediata!”
Fu seguita poco dopo
da Tulin e Kayla che votarono come lei, cosa che iniziò a
preoccupare Rey, la quale passò nervosamente lo sguardo tra
i rimanenti membri. Era sicura che anche Ben fosse agitato, ma cercava
di mascherarlo il più possibile o almeno ci riusciva
sicuramente più di lei. Fu il turno di Dalia.
“Io penso
che dobbiamo dargli una possibilità per dimostrarci
ciò che vuole essere davvero… voto a favore della
proposta di Rey”
“Ammetto di
temerlo, ma anche io voto a favore. Non posso negare, infatti, che se
fosse dalla nostra parte, potrebbe decretare un punto di svolta per la
situazione attuale e penso possa valere la pena fare un
tentativo”
Aggiunse il
rappresentante Alan.
“E’
sicuramente una decisione difficile. Voto per una sentenza immediata
solo perché penso che sia presto per noi per fidarci e forse
dovrebbe almeno essere tenuto in cella sotto osservazione per un
periodo, prima di mandarlo in missione per noi con tanta
leggerezza”
Decretò
Xandu. Erano rimasti quindi solo Poe e Finn. Il pilota fu il primo ad
esprimere la sua opinione: prima di parlare rivolse uno sguardo torvo a
Ben.
“Un’occasione…”
blaterò. Sembrava che stesse rimuginando più tra
sé, piuttosto che rivolgersi al Consiglio. Quando
proseguì, però, fu più determinato
“penso che le sue ultime azioni gli abbiano fatto guadagnare
il diritto di concedergli almeno un’occasione. Se si dovesse
decidere per la missione, mi propongo però di parteciparvi:
voglio monitorare il suo comportamento ed assumermi la
responsabilità di questa decisione”
Restava solo il voto
di Finn che era letteralmente decisivo. L’ex assaltatore, era
ancora in parte indeciso: da un lato non si fidava ancora di Kylo Ren,
dall’altro, se si fosse deciso per una sentenza immediata,
non era assicurato che non fosse decretata un’esecuzione e,
per quanto non amasse Ren, di certo una sentenza di morte gli sembrava
troppo esagerata. Fissò Rey e vide in lei uno sguardo
supplichevole: sembrava completamente decisa della sua idea ed era
chiaro che volesse disperatamente che anche lui votasse in tal senso.
Sospirò, perché anche in quel momento, che era
ancora in parte arrabbiato con lei per avergli mentito e per quanto
fatto quando aveva ceduto al lato oscuro, non riusciva a rimanere
indifferente davanti al suo sguardo implorante.
“Voto anche
io a favore e parteciperò alla missione”
Si limitò a
dire. Il suo tono non era dei più esaltati, ma il vedere
l’espressione di Rey alle sue parole, finalmente
più rilassata e contenta, gli fece capire che aveva preso la
decisione giusta, almeno per il momento.
“Dato che le
votazioni sono pari, la decisione va a quella meno sfavorita per
l’imputato, quindi, in questo caso, alla proposta di
Rey”
Rey e Ben si
scambiarono uno sguardo finalmente sollevato dell’esito per
entrambi e non ci fu bisogno di appellarsi al loro legame, stavolta,
per percepire la gioia che provavano.
“La maggior
parte dei membri della Resistenza non conosce il volto che si celava
dietro la maschera di Kylo Ren quindi, per il momento e per evitare
situazioni ancora più complicate, propongo di tenere segreta
la sua identità e di presentarlo solo come Ben Solo. Poi,
una volta finita la missione ed avuti più elementi per
valutarlo, potremmo decidere come proseguire”
Questa volta furono
tutti concordi alla proposta di Alan.
“Vedo che
non ci sono altri argomenti. Allora dichiaro la seduta di oggi sciolta
e ringrazio tutti i membri per aver partecipato”
Ben fu
l’ultimo ad uscire dalla stanza. Davanti a lui vi erano i
rappresentanti Alan e Dalia, ne approfittò per avvicinarsi a
loro, per quanto gli permettesse la scorta.
“Vorrei
ringraziarvi per la fiducia che mi avete dato, vi dimostrerò
che è ben riposta”
Disse lui. Fu la donna
a rispondergli.
“Devi sapere
che le femmine Twi’lek per la loro bellezza sono state
sfruttate dal resto galassia per la maggior parte come schiave o
ballerine, soprattutto con l’avventura dell’Impero.
Era talmente tanto un uso comune che, ormai, anche alcuni di noi la
consideravano la normalità o addirittura una cosa positiva
per la nostra specie. Ad un tratto, pensai anche io di non poter essere
più di questo e di dover lasciar perdere le mie
aspirazioni… infondo se per la galassia non ero niente di
più di questo, forse tanto valeva esserlo”
Abbassò lo
sguardo a quelle ultime parole.
“E poi cosa
successe?”
Le chiese Ben,
interessato da quel racconto.
“Ho
incontrato una Twi’lek di nome Hera. Allora ero una ragazzina
e fu la prima volta che vidi una femmina della nostra razza rompere
così tante regole sul nostro popolo: lei faceva attivamente
parte della ribellione, era riuscita a diventare un generale ed era
andata addirittura contro il volere di suo padre per far valere i suoi
valori. Sembrava così forte, indipendente e coraggiosa, che
le chiesi come facesse ad essere così e dove avesse trovato
il coraggio per fare ciò che voleva”
“Cosa ti
rispose?”
“Mi disse
che non importa cosa sei e come ti vede il resto della galassia: se sai
di essere e valere di più devi fare tutto ciò che
è in tuo potere per dimostrarlo e far valere i tuoi
principi. Forse non andrà tutto bene, ma almeno non avrai
rimpianti e potrai amare ciò che sei, anche solo per averci
provato. Mi disse anche che proprio seguendo questi principi aveva
incontrato persone stupende che le avevano insegnato tanto ed aiutata a
diventare ciò che era. Da quel giorno lei mi fu
d’ispirazione e tentai di essere più simile a lei,
facendomi valere per quello che ero… non è stato
facile, anzi a volte era molto difficile, ma ero fiera dei miei
tentativi che mi hanno portato fino a qui. Ecco perché credo
che valesse la pena concederti almeno una
possibilità”
Quel racconto lo aveva
profondamente colpito.
“Grazie
rappresentate Dalia per le vostre parole, mi impegnerò anche
io”
“Aspettiamo
di vederne i risultati, allora!”
Concluse Alan.
Una volta usciti,
tutti salutarono i vari membri che andarono via. Alcuni tornarono
subito a casa, mentre altri si sarebbero fermati un’altro
po’ nella base della Resistenza. Quando rimasero solo Finn,
Poe, Rose e Ben, il pilota si avvicinò a
quest’ultimo per togliergli le manette, congedando la scorta.
Da quel momento, fino alla missione, lo avrebbero sorvegliato loro.
“Voglio
ringraziare te e Finn per aver votato in mio favore, so bene che non
è stato facile per voi”
Disse Ben. Poe scosse
la testa.
“Non
c’è niente da ringraziare: nella riunione del
Consiglio dovevamo parlare in modo più oggettivo possibile e
poi non l’ho fatto per te. L’ho fatto per
Leila” a sentire il nome di sua madre, Ben
sussultò leggermente “lei avrebbe voluto che ti
dessi un’occasione. Penso che, nonostante tutto, non abbia
mai smesso di credere in te, anche quando diceva di sapere che non
avessi più speranze. Il generale Organa era una persona
unica ed ha creduto in me quando nessun’altro lo ha fatto,
quindi ho deciso di fare questo gesto in suo onore”
Anche Finn rispose a
quanto affermato da Ben.
“Come Poe
anche io penso che tu non debba ringraziarmi. Quando ero un assaltatore
a Jakku e non ho sparato come ordinato, tu lo avevi notato. Come mai
non mi hai ucciso, ponendomi come esempio per gli altri?” Non
aspettò, però, una sua risposta e riprese
“ecco… considera questo un ricambio di quel
favore, nient’altro. Resta il fatto che non mi fido ancora di
te. Quindi, d’ora in poi, per guadagnarti la mia fiducia
avrai ancora molto da fare!”
Ben si
limitò ad annuire ma era comunque contento, alla fine era
più di quanto potesse sperare da loro.
In quel momento
accorse Chewbe. Il Wookie aveva aspettato che andassero via i membri
del Consiglio e chiese teso quale fosse stato il responso.
“Invece di
darmi una sentenza immediata, il Consiglio ha deciso di affidarmi una
missione ed, in base a come andrà, decideranno poi il mio
destino”
Spiegò Ben.
A quelle parole, il Wookiee fece un gran sorriso e gli mise una mano
sulla testa, scompigliandoli affettuosamente i capelli.
“Sapevo che
te la saresti cavata in qualche modo… ma parlami di questa
missione, posso essere utile?”
Fu Rose a rispondergli.
“Se non ho
fatto male i conti, per quanto affermato durante la riunione, dovremmo
essere i qui presenti ma se vuoi unirti ci fa solamente comodo! Ci
servirà anche il Falcon”
“Possiamo
parlarne davanti ad un drink? Infondo Rey si era proposta di offrircene
uno alla Cantina già dopo la prima riunione”
A quelle parole di
Poe, Rey lo guardò di sbieco con sguardo furbo.
“Non ricordo
di aver proposto di offrire da bere ma comunque sarò lieta
di farlo stavolta, direi che ci meritiamo tutti un attimo di
svago!”
“Cantina sia
allora!”
Confermò
Finn.
**Angolo
Autrice**
Questo
capitolo
è interamente incentrato sulla riunione del Consiglio,
ritenevo che le due decisioni da prendere meritassero un autonomia
propria.
Dalia
parla di un Jedi
che ha conosciuto, tale Jedi è Kenan Jarrus di Star Wars
Rebels, più avanti cita anche Hera che è sempre
un personaggio di Rebels. Entrambi sono personaggi molto validi e
pensavo che una loro citazione fosse dovuta! (mamma Hera da lezioni di
vita anche a distanza!).
Alla
fine sia Poe che
Finn sono riusciti ad andare oltre il loro orgoglio e a votare a favore
di Ben ma come gli hanno annunciato, per loro comunque non
sarà così facile accettarlo. Toccherà
a Ben adesso dimostrare il suo valore.
Al
prossimo cap!
Ringrazio
il mio beta
Dani1993
|
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Capitolo 13 *** Tranquillità e Tensione ***
Una
volta arrivati alla Cantina, Ben osservò il luogo: era
un locale abbastanza piccolo in un’area a semicerchio, al
centro era disposto il bar mentre nel perimetro i tavolini. Sopra alla
parte del bar vi era un intricato groviglio di tubi e macchinari di
vario tipo, di cui alcuni probabilmente erogavano le bevande del posto.
Una musica particolare e un po’ meccanica, ma orecchiabile,
rimbombava nel locale. Il ragazzo si voltò a destra per
vedere da dove provenisse e, a sua sorpresa, notò che il dj
era un droide dalla scocca gialla, era di un modello che non aveva mai
visto ma aveva l’aria di essere datato.
“Si dice che
quel droide prima fosse un pilota, era talmente
disastroso in quel ruolo che lo avevano mandato a rottamare. Un giorno
però quello che è attualmente il proprietario del
locale lo trovò, lo provò a riprogrammare con una
funzione diversa, ed eccolo qui! Ogni tanto fa ancora le bizze anche
ora, ma almeno non rischia di uccidere nessuno per i suoi errori, al
massimo genera piccoli corti nel sistema delle luci, si interrompe o
inceppa la musica ogni tanto”
Gli spiegò
Poe notando il suo interesse. Ben
osservò lo sguardo del pilota e capì che doveva
essere un tipo proprio affascinato dai droidi.
Nella Cantina
c’erano persone sedute sia al bancone che ai
tavoli, Ben pensò che doveva essere un locale rinomato in
quel posto, in quanto era abbastanza popolato o, in alternativa, si
ritrovò a chiedersi se non fosse l’unico nei
paraggi. Comunque trovarono un tavolo libero sul lato sinistro e si
sedettero, ognuno di loro iniziò a dire cosa avrebbe preso,
tutti cocktail dal nome che non aveva mai sentito, probabilmente tipici
del posto.
“Niente Grog
Novaniano?”
Chiese lui,
palesemente ironico riferendosi al dialogo che aveva avuto
con Poe la prima volta che lo aveva incontrato su quel pianeta.
“Mi spiace,
probabilmente questo umile posto non è
alla vostra altezza o forse semplicemente non c’è
abbastanza nero nell’arredamento!”
Replicò il
pilota secco e altrettanto ironico.
“Non
è il tipo di locale a cui sono abituato ma
non sembra male, ha un suo stile! Non ho idea di cosa sia quello che
avete ordinato, quindi prenderò quello che hai preso
tu”
Si limitò a
dire.
Chewbe e gli altri
iniziarono a parlare della missione per poi divagare
su altri argomenti, citando persone ed eventi di cui Ben non era a
conoscenza. Avrebbe potuto chiedere maggiori dettagli, ma la
verità era che quella situazione lo metteva a disagio:
infondo non era abituato a tali momenti di convivialità tra
amici ed il fatto che alcuni di loro non si fidassero ancora di lui, di
certo, non lo aiutava a gestire la conversazione. Per sua fortuna, Rose
forse sembrava essersi accorta della cosa.
“Vedo lo
staff molto impegnato oggi, potremmo aspettare
molto… forse ci conviene andare direttamente al banco a dare
gli ordini. Ben, mi accompagni?”
Lui annuì a
quella domanda, ringraziandola mentalmente per
averlo salvato da quella situazione. Si incamminarono verso il balcone,
ed una volta lì, attesero che qualcuno desse loro retta.
“So che
delle volte sono un po’
‘difficili’, soprattutto Poe e Finn. Ma sono sicura
che, se ti hanno concesso una possibilità, è
perché davvero pensano che non sia sprecata, anche se a
volte sembrerebbe il contrario per colpa del loro carattere”
Ben si
appoggiò con la schiena contro il bordo del bancone,
tamburellando le dita di una mano su di esso.
“Non li
biasimo, piuttosto dovrei ringraziare te,
perché stai dimostrando di riservarmi più
accortezze di quante me ne meriti effettivamente!”
“Rey sembra
fidarsi molto di te e quindi dato che mi fido di
lei, ho deciso di provare a fidarmi di te. Non è facile, ma
non andremo mai avanti se ognuno sarà fermo solo sui propri
punti! Comunque non dovresti essere agitato, vedrai che la missione
andrà bene”
Ben trovò
quelle parole molto sagge.
“Rey
è fortunata ad averti come amica! Per quanto
riguarda me, più che la missione mi preoccupa il resto: come
vedi non sono molto abituato a farmi piacere dalle persone, non so fino
a che punto riuscirò a convincere Poe e Finn”
Rose sembrò
rifletterci un attimo squadrandolo.
“Sai, non
credo che tu debba fare chissà cosa.
Devi essere semplicemente te stesso!”
“Non sono
sicuro che così possa
funzionare”
“Con Rey ha
funzionato, però!”
Gli ricordò
lei fissandolo di sbieco.
“E a volte
ancora mi chiedo come!”
Disse lui con un velo
di scherzo, che le fece accennare un sorriso.
Rose sembrò stare per rispondergli, quando l’uomo
al bancone si avvicinò ai due, chiedendo loro cosa volessero
ordinare.
Intanto Rey era
rimasta al tavolo con gli altri. Aveva percepito Ben
leggermente a disagio, ma quando Rose gli aveva chiesto di
accompagnarla si era sentita subito più tranquilla,
perché era sicura che se c’era qualcuno che
potesse farlo sentire più a suo agio, quella era Rose.
Decise di
approfittarne per parlare con Finn e Poe in modo
più tranquillo rispetto all’ultima conversazione,
la quale era decisamente andata male.
“Poe, Finn,
vi devo ringraziare per la fiducia che avete
voluto darmi alla riunione: dopo avervi mentito avevate tutto il
diritto di non volermela più concedere”
“Rey, ieri i
nostri toni sono stati forse troppo esagerati,
eravamo arrabbiati e…”
“No Finn,
avevate ragione: vi ho mentito ancora prima di
diventare oscura e l’ho fatto perché mi sono
lasciata dominare dalla paura. So che voi tutti vi fidavate di me, solo
che io proprio perché ero abituata a stare da sola su Jakku,
non volevo esserlo di nuovo! Questa non è una scusa e so
bene che le cose tra noi non sono esattamente come prima, ma voglio
solo che voi sappiate che farò di tutto per farle tornare
come un tempo e riconquistarmi la vostra fiducia!”
“Se ti
abbiamo appoggiato al Consiglio è
perché conosciamo il tuo lato testardo, in questo non sei
molto diversa da me… se dici che vuoi provarci, so che ce la
metterai davvero tutta”
Le rispose Poe,
inclinando la testa nella sua direzione ed accennando
un flebile sorriso.
“Sei sempre
gentile e non abbandoni nessuno, insomma non hai
abbandonato nemmeno Kylo Ren! Anche tu puoi sbagliare come tutti noi,
quindi nemmeno noi abbandoneremo te”
Aggiunse Finn. Per
fortuna la musica era alta e nel locale
nessun’altro, a parte loro, aveva potuto sentire quel nome.
“Come dici
tu ci vorrà un po’ per far
tornare le cose tra noi come prima, ma è intenzione di tutti
fare un piccolo sforzo per provarci. Che credi? Non sei mica
l’unica che tiene alla nostra amicizia!”
Esclamò
Poe, con un velo di sarcasmo. Rey fissò
entrambi, quasi commossa.
“Grazie!”
Finn, che era situato
al centro tra i due, poggiò le braccia
sulle spalle di entrambi per cingerli in un flebile abbraccio.
“Ehi, piano:
mica siamo di nuovo a questo livello di
amicizia! Prima deve dimostrarci in questa missione che abbiamo fatto
bene a fidarci nuovamente di lei. E poi, cosa più
importante, deve ammettere che sono io il pilota migliore tra
noi!”
Disse Poe, accentuando
un tono più scherzoso
nell’ultima frase.
“Non
è mentendo che riacquisterò la
vostra fiducia, mi sembra!”
Replicò lei
con aria di sfida, cercando di restare seria, ma
al vedere la faccia di Poe non poté fare a meno di scoppiare
a ridere.
“Non ci vedo
proprio niente da ridere!”
Replicò il
pilota.
Chewbe sorrise a
quella tenera scena, dicendo che erano adorabili e che
a quanto pareva non riuscivano proprio a restare litiganti per troppo
tempo.
“Adorabili?
Ma se sta solo peggiorando la sua
situazione!”
Replicò
Poe, ma Chewbe non sembrò credergli
molto. Finn li sciolse dall’abbraccio, tornando seduto
composto. In quel momento arrivò il barista con i loro
ordini e Rose e Ben al seguito, e tutti si sedettero nuovamente ai loro
posti.
Il drink di Ben, preso
anche da Poe, aveva un colore rossastro e delle
strane palline blu scuro, che sembravano avere un aspetto misto tra il
fruttato e il gelatinoso. Il barista, che aveva visto quanto avessero
attirato la sua attenzione, intervenne.
“Se ti
chiedi da dove vengono… beh, da
lui!”
Ben seguì
con lo sguardo ciò che stava indicando
l’uomo, inorridì quando capì che si
trattava di una piccola vasca piena di acqua verdognola e contenente un
enorme anfibio simile ad un viscido rospo.
Ben riportò
lo sguardo sul bicchiere, con
un’espressione mista tra il perplesso e il disgustato, cosa
che fece ridere tutti.
“Dovresti
vedere la tua faccia… non temere
è uno scherzo che Tyler fa a tutti i nuovi
clienti!”
Gli disse Rey, lui le
rivolse uno sguardo contrariato.
“Godetevi il
vostro drink!”
Disse il Barista,
tornando al suo lavoro al bancone. Quindi Ben
assaggiò la bevanda: era abbastanza aspra e forte, forse un
po’ troppo per i suoi gusti, ma alla fine percepì
un piacevole retrogusto fruttato.
“Non male,
anche se continuo a preferire il Grog
Novaniano!”
“Vorrà
dire che ce lo offrirai tu la prossima
volta!”
Gli rispose sarcastico
Poe.
Passarono tutti del
piacevole tempo insieme alla Cantina, raccontando
diversi aneddoti o eventi a cui alcuni di loro non avevano partecipato.
Dopo circa un paio d’ore, Rey pagò il conto e si
ritrovarono fuori dal locale anche con Rose, la quale si era assentata
per mezz’ora chiedendo di ritrovarsi lì davanti.
“Allora
Rose, cosa è successo? Perché
ti sei assentata con tanta urgenza?”
Chiese Finn
preoccupato.
“Dovevo
avere conferma di una cosa e ora posso finalmente
darvi due notizie! Una buona, l’altra potreste in parte,
diciamo, non trovarla ‘esaltante’!”
“Partiamo da
quella negativa, allora”
Propose Finn, ormai
abituato ad aspettarsi il peggio in quei casi.
“Quella non
proprio esaltante è che partiamo
domani”
“Di
già?”
Chiese Finn stupito.
“Sí,
ero andata proprio per averne conferma. Qui
però arriva la notizia positiva: non andremo direttamente a
Corellia per la missione, ma faremo una tappa di un giorno a Coruscant
sulla strada”
“E cosa
dovremo fare lí?”
Chiese Finn
sospettoso, in attesa di una qualche fregatura.
“È
una tappa di piacere, servirà a noi
per rilassarci un po’: ce lo siamo meritato, no? E ci
sarà anche una bella sorpresa, ma ve la svelerò
solo più avanti. Vi posso solo assicurare che vi
piacerà!”
Rey non era contenta
di partire subito sia perché non si
erano ancora del tutto ripresi, sia perché sperava di avere
un po’ più di momenti tranquilli, come quello
appena avuto alla Cantina, per aiutare anche Ben a legare con gli
altri, oltre al fatto che ammetteva di avere anche lei bisogno di un
po’ di tranquillità e riposo. D’altro
canto non aveva mai visto Coruscant e aveva letto cose incredibili su
quel pianeta: non poteva nascondere di essere esaltata
all’idea di andarci, inoltre Rose aveva promesso che si
sarebbero svagati, quindi forse non sarebbe stata poi così
male come idea.
“Ci fidiamo
di te Rose, mi raccomando!”
“Siete in
ottime mani, non vi preoccupate, non sono sempre
una garanzia?” Chiese lei retoricamente, indicandosi fiera
“Ora però devo fare una cosa importante che serve
per la sorpresa che vi accennavo… quindi voi sentitevi pure
liberi di fare ciò che volete!”
“Dato che
qualcuno deve controllare Ren, propongo che al
momento potremmo farlo io e Finn: se partiamo domani ci può
fornire ancora informazioni importanti e ci possiamo coordinare con
Wizzich, che stava cercando di analizzare i dati secondari del chip in
nostra assenza. Sia mai che trovassimo altri dettagli fondamentali per
la riuscita della missione!”
“Potresti
chiamarlo Ben?” chiese Rey, che aveva
sperato che lo avesse fatto sempre, avendo lui avuto
l’accortezza di farlo durante la riunione “Inoltre
non pensi che forse sarebbe corretto concedergli una giornata di
riposo, se partiamo domani? Una giornata di riposo e medicine potrebbe
finire di rimettere in sesto tutti noi”
A sua sorpresa,
però, fu Ben a rispondere.
“Può
chiamarmi come preferisce” non
voleva obbligare nessuno, ed infondo era già molto che gli
avessero concesso l’accortezza durante la riunione
“e poi per fornire i dati posso farlo usando un palmare, il
che non richiederà sforzo fisico, quindi non ho nessun
problema in merito, soprattutto se pensate possa favorire la
missione”
“Bene,
allora lo faremo dalla base medica, così
prenderemo anche le medicine per il viaggio!”
“Ok. In
questo caso, allora, io penso che mi
allenerò un po’!”
Disse Rey, infondo
l’ultima volta che aveva impugnato una
spada laser era stata quella ritrovata al covo degli Accoliti e aveva
davvero bisogno di prendere le distanze da quella parte di
sé.
“A proposito
di spade laser… quando
potrò riavere la mia?”
Chiese Ben, fu Finn a
rispondergli.
“L’avrai
per la missione, non prima. Rey, allora ci
vediamo stasera davanti al Falcon!”
Lei annuì e
salutò tutti.
Rey prese la sua amata
nuova spada laser, dalla lama gialla e decise di
andare ad allenarsi nella natura, sperando che potesse calmare il suo
stato d’animo. Aveva infatti in mano anche l’altra
spada laser, quella dalla lama rossa, che aveva usato contro i suoi
amici. Quella spada non solo le rievocava i ricordi nefasti legati ad
essa, ma percepiva da quel cristallo una specie di influenza sui suoi
sentimenti negativi.
Prima di andare via,
Finn le si era avvicinata e le aveva bisbigliato
nell’orecchio il luogo dove l’avevano riposta e le
aveva anche detto che era sicuro che lei sapesse cosa ne avrebbe dovuto
fare.
Probabilmente, si
riferiva al fatto che lei aveva già
nascosto le spade di Luke e Leila e quindi le voleva chiedere di fare
lo stesso, ma perché darla proprio a lei? Non potevano farlo
loro? Non avevano paura che potesse non avere il coraggio di
sbarazzarsene e che l’avesse potuta usare nuovamente contro
di loro?
Forse quelle erano
solo le sue di paure! Infondo, anche se lo avessero
fatto loro, se davvero lei avesse avuto nuovamente intenzioni
sbagliate, avrebbe potuto estorcere loro comunque le informazioni senza
troppi problemi, quindi non sembrava poi una scelta così
insensata. Amareggiata, si sedette su una roccia ed osservò
l’elsa della lama scarlatta che aveva in mano, con
l’altra prese la sua che aveva legata sotto la cinta.
Sospirò
profondamente: voleva liberarsi di
quell’arma il prima possibile, ma come? Un tempo
l’avrebbe provata a distruggere pur di evitare che le sue
visioni si avverassero, ma dopo lo scherzo che le aveva fatto il
destino, non era così sicura che fosse la scelta giusta. I
recenti eventi le avevano dimostrato che se una cosa doveva accadere,
trovava il modo di farlo e non voleva più scappare. Eppure
nemmeno voleva portarsi dietro quell’arma! Ma non poteva di
certo andare in poco tempo a Tatooine per seppellirla insieme alle
altre.
“Sembri
pensierosa, ed io che pensavo che i Jedi fossero
sempre impeccabili”
Asserì una
secca voce maschile, di fronte a lei.
Alzò lo sguardo e vide a sua sorpresa che si trattava di
Savius, l’Accolito che aveva dichiarato di volersi unire a
loro.
“Savius! Vi
dovrei ringraziare nuovamente per avermi aiutato
producendo l’antidoto a quello strano gas che mi aveva
colpito”
Con lo sguardo
cercò le guardie della Resistenza che
normalmente lo scortavano ma si sorprese nel non vederle, cosa che lui
notò.
“Puoi darmi
del tu, non amo i formalismi. Sono felice di
constatare che qualcuno apprezzi il mio lavoro”
accennò un sorriso soddisfatto prima di proseguire
“comunque se cerchi la mia scorta, a quanto pare mi stanno
iniziando a concedere qualche ora d’aria. Non che io sia
chissà quale pericolo essendo disarmato, sempre se le parole
non siano viste come un’arma, si intende!”
Rey non era sicura di
essersi ancora abituata al cupo umorismo di
quell’uomo. Aveva sempre un aspetto e tono così
serio, calmo e distaccato… anche quando scherzava!
“Al momento
non credo che voi… che TU, sia un
pericolo”
Cercò di
rassicurarlo. Lui portò lo sguardo alle
sue mani.
“Oh, per
questo impugni ben due spade laser?”
“Ero solo in
procinto di allenarmi, ma mi ero persa in alcuni
pensieri”
“I pensieri
possono uccidere la mente, immagino che un Jedi
ne abbia molti”
“Anche
troppi a volte!” incerta, passò
lo sguardo sulla sua figura imperscrutabile “Hai detto alla
Resistenza di aver partecipato agli esperimenti sui cloni, ma di non
sapere nulla su quel pianeta di cui ci hai dato le
coordinate… ora che hanno recuperato un po’ di
materiale, ed in base anche a quello che ti facevano fare, hai
un’idea di cosa possano avere in mente?”
L’uomo si
sedette a terra, capendo che il discorso sarebbe
stato più lungo del previsto.
“Non molte
sinceramente: ci hanno sempre fatto lavorare in
compartimenti stagni affinché solo chi volessero loro
potesse percepire il vero scopo ultimo di tali esperimenti”
“Quindi non
hai idea se progettino di usare un altro clone di
Darth Sidious o simili?”
“Se intendi
come quello che hai affrontato ad Exegol,
è altamente improbabile. Ci sono voluti quasi
trent’anni per ultimarne uno di quel tipo e con le sue
abilità. Prima ci sono stati innumerevoli esperimenti a cui
anche io ho partecipato, con anche un numero di fallimenti
considerevolmente elevato”
Rey
aggrottò la fronte dubbiosa.
“Perché
allora hai partecipato a questi
esperimenti? Hai ammesso di esserti stufato di loro, ma questo adesso!
Tempo fa però vi hai partecipato consapevolmente, come
mai?”
Savius le rivolse uno
sguardo fermo e profondo.
“Sono un
medico a cui piace anche sperimentare, mentirei se
dicessi che approfondire un qualcosa di complesso come la clonazione
non mi abbia allettato, anzi portarsi sempre oltre i propri limiti
può essere una sfida più che appagante per
chiunque”
“E poi? Cosa
è successo? Cosa ti ha fatto cambiare
idea e cosa ti assicura di non ricaderci più?”
Chiese, riportando
nuovamente lo sguardo sulle spade che stringeva e
iniziandosi a chiedere se quelle domande fossero solo per avere una
risposta da lui o per capire meglio qualcosa di lei.
“Beh,
normalmente mi limitavo a svolgere il mio lavoro senza
farmi troppe domande, inebriato dalla novità e dalla
scoperta. Ero però uno dei più dotati, quindi mi
affidarono sempre più compiti e più complessi, ad
un certo punto diventò sempre più difficile per
loro nascondermi l’obiettivo di tutto
ciò… una volta proclamato l’ordine
finale ho capito a cosa fossero serviti tutti quegli anni al loro
servizio. Ho inorridito al solo pensiero di aver contribuito alla quasi
caduta di tutta la galassia” sospirò fissando il
cielo “speravo davvero che le mie scoperte potessero essere
sensazionali ed invece a cosa sono servite? Ovviamente sapevo di non
poter tradire facilmente quelle persone: ho visto cosa facevano a chi
non la pensava come loro o a chi tentava di scappare, così
ho solo aspettato la mia occasione con la Resistenza!” Rey
incrociò nuovamente lo sguardo con lui, quando questo
proseguì rispondendo alla sua ultima domanda “Non
ricaderci più? Nessuno può assicurarmelo, ma ora
spero solo di poter usare la mia esperienza in modo più
costruttivo”
“Mi
spiace”
Ammise lei,
immaginando bene come si potesse sentire. Lui si
alzò e, a sua sorpresa, la indicò.
“Forse
è quello che dovresti semplicemente provare
a fare anche tu. Non ti puoi liberare del tuo passato, puoi solo
accettarlo e andare avanti”
Forse
quell’uomo era più saggio di quanto pensasse.
“E se fosse
anche il mio futuro a preoccuparmi?”
“Passato,
futuro, inutile lagnarsi per cose di cui non
abbiamo il controllo. Penso dovresti concentrarti di più sul
tuo presente: è su quello che puoi agire”
“Grazie
Savius, credo tu abbia ragione!” disse lei,
col morale sollevato da quelle parole, forse adesso sapeva cosa fare
“Posso chiederti un favore che ti sembrerà
strano?”
“Per una
cliente che sa apprezzare il mio lavoro, posso come
minimo ascoltare!”
Replicò,
fissandola sottecchi incuriosito.
“Potresti
costruire una trappola di gas tipo quella che mi
aveva colpita e per cui mi hai fornito l’antidoto?”
“Potrei…
ma a cosa serve, se posso?”
“Devo
proteggere momentaneamente una cosa, prima di decidere
cosa farne. Ma potresti creare un tipo di gas con un effetto
più rapido, che costringa l’eventuale vittima a
curarsi al nostro centro medico? In tal caso solo tu potresti aiutarla
e scopriremo chi è!”
“Deduco che
sia una cosa molto importante, o pericolosa, da
proteggerla in tale modo. Abbiamo per caso una spia nella
Resistenza?”
Chiese, visibilmente
turbato.
“E’
solo una precauzione! In caso avrei bisogno
ovviamente del tuo totale riserbo sulla cosa, nessuno deve sapere che
ti ho richiesto una cosa simile… pensi di poterla
fare?”
“Ne ho
costruite alcune in passato per loro ed assistito alla
loro creazione. Non sono difficili da fare, soprattutto se di piccole
dimensioni, per un lucchetto o una serratura”
“Ottimo,
è proprio ciò che mi serve!
Puoi farmela per domani mattina?”
“Aspetta…
COSA? No! Solo per sintetizzare il
veleno ci vogliono diverse ore, ma adeguare anche il lucchetto o la
serratura potrebbe richiedere molto di più, non sono mica un
meccanico!”
“Ero
un’assemblatrice di rottami, spiegami cosa
devo fare e ci penserò io ad adeguare la serratura! Tu
penserai al veleno, ok?”
“Ci possiamo
provare, ma devi dire ai miei ‘cani da
guardia’ che sono impegnato a fare qualcosa con te o non mi
molleranno un secondo”
Rey annuì.
“Non ti
preoccupare, essere un Jedi ha i suoi vantaggi
qualche volta!”
Rey passò
tutto il resto della giornata con Savius, invece
che ad allenarsi come previsto. Seguì le sue indicazioni e
modificò la serratura, l’uomo le aveva assicurato
che il veleno sarebbe stato pronto l’indomani e che lui
stesso glielo avrebbe portato. Le spiegò anche come lo
avrebbe dovuto collegare alla serratura.
Arrivò
quindi al Falcon più stanca che dopo un
lungo allenamento ed anche molto più tardi del previsto, vi
trovò fuori Poe e Finn a chiacchierare. Ormai era buio pesto.
“Alla
buon’ora! Sai di essere in tremendo ritardo,
VERO?”
La sgridò
Poe.
“Scusate, ho
perso la cognizione del tempo e ho fatto
tardi!”
“A volte
inizio a credere che tu preferisca le tue
‘cose da Jedi’ a noi!”
Replicò il
pilota.
“Vi sono
mancata così tanto?”
Tentò di
sdrammatizzare lei.
“Non
iniziare a fare le stesse battute di Ren o ti lasciamo
qui domani!”
Si intromise Finn.
“Non esiste:
non vi lascio più il Falcon senza la
mia presenza, vi devo ricordare che l’ultima volta me lo
avete riportato in fiamme?”
“Era una
situazione di emergenza… e devo
ricordarti piuttosto come hai ridotto BB-8?”
Replicò
prontamente Poe, ma Finn non sembrava
dell’umore per reggere ancora quella conversazione.
“È
tardi, se ricominciamo questa storia potremmo
non finire più! Propongo una tregua e di andare tutti a
dormire”
“Proposta
accolta! È andato tutto bene con
Ben?”
Chiese Rey.
“Ha
collaborato e ci ha fornito molte informazioni sul Primo
Ordine, ha fatto il suo dovere, per ora!”
Rispose Finn, Rey
decise di farselo bastare: infondo almeno sembravano
non scannarsi, il che era già un ottimo inizio.
“Bene! Lui e
Chewbe sono dentro?” I due annuirono.
“Resto io
con loro sul Falcon stasera, se volete, ci possiamo
vedere poi direttamente qui domani mattina”
“Sicura? Non
mi dispiacerebbe dormire in un letto comodo
almeno stasera, ma se preferisci che restiamo…”
“Sicura! A
domani!”
I due la salutarono,
quindi Rey entrò. Vide Chewbe aggirarsi
per il corridoio in direzione della sua stanza, con una bevanda fumante
in mano. Le spiegò che stava andando a dormire e che Ben si
era ritirato in camera sua poco fa. Lei chiese di indicarle quale fosse
la sua stanza e, quando lo fece, si sorprese nel constatare che fosse
una delle più piccole.
“Grazie
Chewbe, penso che andrò a dormire anche
io, sono stanca! Buonanotte”
Quindi lei si diresse
verso la propria stanza, passando davanti quella
di Ben. La luce sembrava spenta, ma era difficile esserne certi
dall’esterno, quindi provò a bussare delicatamente
sulla porta.
“Ben, sei
ancora sveglio?”
Disse, con un tono non
molto alto. Non ebbe risposta ma
preferì non insistere, infondo doveva essere stata una
giornata lunga anche per lui e non voleva rischiare di svegliarlo.
La Jedi
entrò quindi nella propria stanza, era una serata
davvero fredda: adesso capiva perché Chewbe girava con una
bevanda fumante. Per la stanchezza si lasciò cadere sul
letto e si accoccolò sotto la coperta. Normalmente si
sarebbe cambiata mettendosi qualcosa di più comodo per
dormire, ma tra la pigrizia ed il freddo non riuscì a
decidersi a farlo.
Nonostante si sentisse
stanchissima però, non riusciva a
prendere sonno: continuò per una buona mezz’ora a
rigirarsi nel letto. Si sentiva strana, come se quella sera le sue
ansie e timori fossero più forti ed era ancora tormentata
dai dubbi sul futuro di Ben e sulle scelte intraprese ultimamente.
Rey
devi stare tranquilla! Infondo hai deciso di mettercela tutta ed
anche Ben… non ha senso pensarci troppo, rilassati, dai il
meglio di te ed andrà tutto bene!
Provò ad
autoconvincersi, ma fu completamente inutile,
inoltre aveva una strana sensazione: come se ci fosse un pericolo
enorme che incombesse su di lei.
No
Rey! Sei solo preoccupata per l’incubo che hai avuto e per
quelle maledette visioni, ma non tutte le visioni si avverano e quelle
non lo faranno!
Ma nemmeno quel
pensiero l’aiutò,
continuò disperatamente a cercare di dormire
finché, avvilita, decise di alzarsi. Magari, se si fosse
preparata qualcosa di caldo anche lei, le avrebbe conciliato il sonno,
quel pensiero riuscì finalmente a farle trovare le forze di
alzarsi, pur rimanendo avvolta nella coperta. Si preparò una
tazza di infuso bollente e si recò nella cabina di
pilotaggio, le piaceva l’idea di sorseggiare qualcosa mentre
guardava le stelle ma, quando arrivò, sobbalzò
nel notare che ci fosse già qualcun’altro: Ben.
Era seduto al posto
del pilota ed era intento a guardare e rigirare
qualcosa che aveva in mano.
“Non riesci
a dormire?”
Le chiese lui, senza
distogliere l’attenzione da quello che
stava facendo, ma percependo la sua presenza. Rey si sedette al posto
del coopilota, appoggiando la tazza sulla console e stringendosi nella
coperta che stava per caderle dalle spalle.
“Nemmeno tu,
vedo… se è un tentativo di
fregarmi il posto da pilota, puoi anche tornare a dormire!”
Cercò di
ironizzare lei.
“In
realtà Chewbe mi ha già fatto
pilotare!”
Le confessò
lui fissandola di sbieco e alzando un
sopracciglio.
“Dovrò
parlare con lui, allora!”
scherzò lei, contenta però che almeno le
rivolgesse finalmente lo sguardo. Notò in quel momento che
la cosa che teneva in mano erano i dadi che di solito erano appesi al
Falcon
“Cosa
sono?” gli chiese curiosa: voleva sapere come
mai avessero destato così tanto il suo interesse.
Ben tornò a
fissare i dadi con sguardo serio.
“Sono i dadi
portafortuna di mio padre, lui diceva sempre che
era grazie a loro se era riuscito a vincere il Falcon”
“‘Vincere?’”
Chiese con stupore,
quindi diede un sorso al suo infuso, in attesa di
una risposta.
“Già:
mio padre ha vinto a sabacc il Falcon, tempo
fa, giocando contro Lando, se ne vantava spesso e diceva che da allora
questi dadi per lui erano stati un vero portafortuna”
“Non sapevo
che il Falcon appartenesse a Lando un tempo!
Spero che allora portino fortuna anche a noi, ne abbiamo davvero
bisogno per questa missione!”
L’espressione
di Ben però si fece ancora
più cupa, strinse i dadi nella mano con una forza tale da
provocargli dolore, cosa che però non lo fece desistere.
“Distruggo
tutte le persone che mi sono vicine”
Asserì
improvvisamente e Rey non se lo aspettava
minimamente: si sentì talmente travolta da quelle parole e
dalle emozioni negative di lui, che si sporse verso di Ben dalla sedia
per fissarlo con determinazione.
“Lo sai che
non è vero!”
Esclamò
decisa, con aria quasi di rimprovero. Ma lui non ne
sembrò molto convinto. Sospirò profondamente
prima dire altro.
“È
sempre stato così”
“Non
è così! Sono qui grazie a te e tu
stesso hai detto oggi di voler mettercela tutta per essere qualcosa di
meglio di ciò che eri prima, e so per certo che eri
sincero!”
“Lo ero e lo
sono: voglio davvero mettercela tutta in questa
missione! Ma anche se riuscissi nell’intento, questo potrebbe
comunque non cambiare questa cosa…” Ben si sentiva
avvilito e la causa del male di fin troppe persone
“…non sai tutto del mio passato, per quanto io
facessi o provassi alla fine era sempre stato così io
n-“
“Non importa
il passato Ben! Quello che importa è
adesso!”
“Ed
è proprio questo il punto: Rey io ci ho
pensato e credo che anche dopo la missione, comunque vada, forse
noi… non credo sia il caso di…”
Rey sgranò
gli occhi, improvvisamente sopraffatta dal
panico: voleva per caso riprendere il discorso di quella mattina e
voleva farlo proprio in quell’istante? Sapeva che glielo
aveva chiesto lei, ma ora non era più sicura di voler avere
una risposta, soprattutto adesso che sembrava sopraffatto da quelle
sensazioni negative! O forse, semplicemente temeva che non le sarebbe
piaciuta la risposta che le stava per dare? Non sapeva quale fosse la
verità ma non era pronta ad ascoltarla, quindi lo interruppe
provando a cambiare argomento, con la prima cosa che le venne in mente.
“Secondo te
la profezia si è avverata?”
L’espressione
interdetta di Ben, le fece capire che non aveva
affatto gradito quel suo repentino cambio di argomento.
“Cosa? Di
che parli?”
“Ho trovato
una pergamena antica che riportava le principali
profezie dei Jedi. Una che sembrerebbe non essersi ancora avverata
citava ‘quando la Forza si ammalerà, il passato ed
il futuro dovranno separarsi e combinarsi’, pensavo che si
potesse riferire alla mia parte oscura e al mio lato chiaro…
a tutto ciò che è successo finora… che
ne pensi?”
Ben trovò
abbastanza evidente che quello fosse un disperato
tentativo di Rey di cambiare argomento e la cosa non gli fece piacere.
Era stata lei l’ultima volta a chiedere di approfondire la
questione tra loro e ora che stava provando a farlo, lei aveva cambiato
argomento. Perché? Si era già forse pentita di
quello che aveva fatto? Non era sua intenzione in alcun modo
condizionarla o farla sentire in obbligo nei suoi confronti, anzi, era
proprio ciò che voleva dirle. Forse se non voleva davvero
toccare la questione, era meglio: lui avrebbe solo dovuto continuare a
comportarsi normalmente, senza pretendere altro. Infondo dopo tutto
quello che lei aveva fatto per lui, era troppo pretendere anche quello.
Forse era stata solo una sua illusione che davvero le cose potessero
stare in quel modo tra loro, in un contesto più quotidiano.
In effetti lui non si sarebbe mai liberato del tutto
dell’ombra di Kylo Ren e questo avrebbe solo portato altri
problemi, che Rey non meritava. Rey meritava di meglio di uno come lui.
Perciò era
meglio se non c’era nulla da chiarire:
si sarebbero solo dovuti continuare a comportare normalmente senza
discorsi imbarazzanti o simili. Ma se era davvero così,
allora perché si sentiva in collera per questo?
Perché sentiva come se gli mancasse il respiro e il terreno
sotto i piedi? Sapeva anche lui che per Rey sarebbe stato meglio
così, lui portava solo problemi ed era meglio restare solo
amici… eppure anche quella verità non poteva
lenire la rabbia che sentiva ribollirgli dentro.
“Non penso
farebbe molta differenza. Per te, si?” i
suoi pensieri gli fecero citare le stesse parole che lei gli aveva
rivolto, anche se in un contesto totalmente diverso. “Non
penso abbia importanza: le profezie, come le visioni, sono spesso vaghe
e possono generare solo confusione. A volte i Jedi gli danno fin troppa
importanza”
“È
vero: a volte non si sono realizzate
esattamente come previsto o sono state mal interpretate. Ma se ci sono,
ci sarà un motivo!”
“Non
c’è sempre un motivo per tutto, a
volte delle cose accadono e basta e non tutte hanno la stessa
importanza che uno gli dà”
Disse con tono secco,
non essendo nemmeno più sicuro che
stessero parlando dello stesso argomento.
“Ma…”
Balbettò
lei, sopraffatta dalla sua reazione, non sapendo
nemmeno bene cosa rispondere. Ma fu lui a chiudere il discorso.
“Si
è fatto tardi, dovremmo andare a dormire
entrambi!”
Rimise i dadi al loro
posto e se ne andò in camera, senza
dire altro. Rey rimase di stucco, quasi incredula davanti alla strana
reazione di lui. Si sentì sommersa da emozioni che non
sapeva nemmeno dire a chi dei due appartenessero esattamente.
Sentì il
cuore pulsare in petto freneticamente,
provò a fare dei profondi respiri per evitare che troppe
emozioni negative potessero avere la meglio su di lei. Bevve quello che
restava dell’infuso, quindi tornò a letto,
probabilmente con più pensieri di prima.
Come mai tutto
d’un tratto si era comportato così?
Che fosse per un effetto della condivisione del lato oscuro, che lei si
fosse sentita così strana quella sera e lui avesse avuto un
momento di cedimento? O, più probabilmente, era lei che
cercava di accaparrare scuse, per nascondere a sé stessa una
scomoda verità?
**Angolo
Autrice**
Finalmente
un attimo di tranquillità per i nostri eroi! Ho
deciso di ambientarlo nella Cantina che, come avevo detto, prende
ispirazione dalla Cantina di Galaxy Edge. Il nome del barista
è lo stesso di quello che mi ha servito lì e la
storia del robot dj è la stessa di Galaxy Edge, infatti
prima quel robot era nell’attrazione Star Tour dove faceva da
pilota imbranato e al suo primo tentativo, negli anni fu sostituito
nell’attrazione da C3PO, quindi lui lo hanno messo poi come
Dj nella Cantina! Hanno comunque voluto preservare il suo aspetto
“pasticcione” quindi ogni tanto nella cantina fa
spegnere alcune luci o inceppa la musica e i baristi fingono di
riattivarlo.
Anche
lo scherzo che fa il barista a Ben è lo stesso che
hanno fatto a me, effettivamente nei cocktail c’erano queste
palline e Tyler ci ha indicato una vasca con acqua verde con dentro una
specie di rospo dicendo che venivano da lì!
Dopo
gli eventi del Consiglio ho trovato necessario un attimo di
chiarimento tra Finn Poe e Rose!
Ritorna
in questo capitolo Savius ma stavolta è Rey ad aver
bisogno di lui. Per il resto lascio a voi le opinioni e impressioni,
infondo la trama sta iniziando ad ingranare verso il secondo grande
tema della fic, quindi se avete impressioni o supposizioni ditele pure!
|
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Capitolo 14 *** Il Viaggio ***
Quella
notte Rey ebbe molta difficoltà a dormire, tormentata
da vari pensieri tra cui ancora i dubbi su sé stessa ed,
ovviamente, quelli relativi alla conversazione avuta con Ben poco
prima. Una parte di lei aveva anche paura di riavere nuovi incubi,
simili a quello che aveva avuto prima di svegliarsi in ospedale: in
quel momento le mancava solo una cosa simile! Quindi involontariamente
aveva fatto cicli di sonno molto brevi.
Non sapeva da quanto tempo fosse riuscita finalmente a prendere
nuovamente sonno, quando la voce di Chewbe la svegliò,
dicendole che c’era qualcuno per lei all’ingresso
del Falcon. Stava per chiedergli chi fosse quando si ricordò
dell’accordo con Savius.
“Digli che arrivo subito, per favore!”
Si alzò e si rese presentabile il più in fretta
possibile per poi catapultarsi all’ingresso del Falcon dove,
come previsto, trovò Savius. Aveva uno sguardo seccato
dall’attesa e stavolta a suo seguito ci stavano anche i due
membri della Resistenza che di solito lo sorvegliavano.
“Scusa il ritardo ma eccomi! Sei riuscito a preparare quello
che ti avevo richiesto?”
“Ho passato buona parte della nottata a finalizzarlo per
portartelo nei tempi richiesti, che differenza vuoi che faccia un
piccolo ritardo?”
Non era sicura che fosse sarcastico: Rey si chiese se con gli Accoliti
gli fosse permesso avere quel singolare atteggiamento. Lui le porse una
fiala contenente un gas verdognolo, ma con un colore più
chiaro di quello che aveva inalato lei.
“Grazie! Vado subito a montarlo come mi avevi
spiegato!”
“Mi raccomando di seguire con attenzione le indicazioni che
ti ho fornito per l’aggancio, non ne ho altre pronte!
Comunque, come eravamo d’accordo, allora ti
avvertirò se qualcuno dovesse presentarsi al centro medico
con i sintomi che sappiamo”
“Mi sei stato molto utile Savius!”
“Dovresti dirlo a loro, non a me…”
Accennò con il capo ai due membri della Resistenza che lo
scortavano e quindi Rey si rivolse direttamente a loro.
“Confermo che ha reso un buon servizio alla
Resistenza”
I due annuirono alle parole della Jedi, quindi lei li
salutò. Rey prese quindi la spada dalla doppia lama rossa e
la portò nel luogo in cui aveva deciso di nasconderla,
montò con molta attenzione la fiala sul lucchetto, facendo
attenzione a non danneggiare e ad incastrare la base metallica della
fiala, come le aveva spiegato Savius. Una volta finito il procedimento
la osservò attentamente pensando che così avrebbe
dovuto funzionare: infondo si trattava di una soluzione temporanea,
almeno adesso sarebbe potuta partire con più
tranquillità.
Tornò quindi al Falcon, ma si bloccò
all’entrata non appena si ritrovò davanti Ben.
Rimasero immobili in silenzio a guardarsi e, per la prima volta, si
sentirono in imbarazzo a farlo. Rey non aveva idea di cosa fare o dire
ma, per suo sollievo, fu Ben ad agire per primo.
“Senti Rey, mi spiace per ieri sera… ero stanco e
mi sono lasciato prendere dallo sconforto”
Ben, per quanto avesse dormito poco anche lui, dopo quanto accaduto tra
loro, aveva deciso di rispettare la decisione di Rey di non parlarne.
Piuttosto si sarebbe concentrato sulla missione, era la cosa migliore o
almeno era la conclusione che aveva deciso di abbracciare.
Rey non si aspettava un’ammissione di colpa da parte sua, ma
la cosa le fece piacere: non sopportava una simile tensione tra loro,
anche se questo non avrebbe comunque cancellato facilmente dalla sua
mente quelle parole che le aveva rivolto la sera prima.
“Non ti preoccupare eravamo entrambi stanchi e tesi,
immagino, per l’imminente missione e per quanto accaduto
finora”
Tentò di accennare un sorriso di incoraggiamento che
sembrò lenire la tensione anche di lui.
“Chewbe mi ha detto che adesso il Falcon è
tuo… quindi, come funziona? Devo chiederti il permesso di
salire a bordo?”
Rey sgranò gli occhi ed arrossì leggermente per
l’imbarazzo.
“Beh… sì, ma tu sei il figlio di Han,
il Falcon è tuo di diritto!”
“Ma chi sono io per andare contro le volontà di
mio padre?”
“Tuo padre avrebbe voluto che lo avessi tu, soprattutto ora
che sei dalla parte della Resistenza!”
Ben rimase qualche attimo in silenzio, come se stesse rimuginando su
quelle parole.
“Allora facciamo che è di entrambi! Che ne
pensi?”
Proposta che sorprese Rey e le fece accennare un sorriso.
“Penso che sia una buona idea!”
“Ottimo, quindi ora ci alterneremo alla guida come
piloti!”
Asserì lui, con un sorriso furbo.
“Sei tremendo!”
Replicò lei.
“Lo sono. Ma non hai detto di no!”
“Non ho detto nemmeno di sì!”
Lui fece spallucce ed entrò, evitando volutamente di
rispondere ulteriormente. Entrò anche lei, faceva un
po’ fatica a seguirlo date le lunghe falcate che faceva
quando camminava a passo più spedito. Le ricordò
quando erano a bordo della Supremacy e stavano percorrendo la strada
per andare da Snoke, allora lei aveva affrettato apposta il passo per
non sentirsi in difetto. Era strano: quello non era esattamente un bel
ricordo, eppure la fece sorridere tra sé.
Una volta arrivati all’area centrale della nave, trovarono
Chewbe seduto al tavolino ed intento a fare qualcosa, sembrava stesse
scrivendo.
“Chewbe! Cosa fai?”
Chiese lei con curiosità.
“Voglio annotare alcuni dei recenti eventi e ho la sensazione
che anche questa missione sarà da ricordare”
Le rispose il Wookiee, solo allora si rese conto che stava scrivendo su
un’agenda, incuriosita si sedette accanto a lui per sbirciare.
“Hai un diario?”
Chiese lei con un aria talmente esaltata che Chewbe non potè
fare a meno di passarglielo. Le spiegò che lì,
annotava i ricordi più belli che aveva con i suoi amici. Rey
prese in mano l’agenda in pelle logorata, come se fosse
un’antica reliquia e la aprì con cura,
iniziò a sfogliare le pagine iniziali e notò che
il primo evento riportato era quando aveva conosciuto Han: a quanto
pareva erano finiti in cella insieme ma, inizialmente, il Wookiee
voleva ucciderlo. Chewbe le raccontò che stava praticamente
quasi per strangolarlo, quando Han gli aveva proposto un piano per
evadere, solo allora avevano iniziato a collaborare.
“Figurati se non trovava un modo per farla franca!”
Commentò Ben, solo allora Rey si accorse che si era seduto
anche lui accanto a lei. Girando la pagina, si soffermò
divertita sulla parte a cui aveva accennato Ben la sera prima: a quanto
pareva Han aveva vinto veramente il Falcon a sabacc, ma giocando
onestamente a differenza di Lando. Questa cosa le fece pensare ad una
similitudine tra padre e figlio: come sia Han, per quanto fosse stato
un contrabbandiere, che Ben, per quanto fosse stato Kylo Ren, non
potessero fare a meno di essere onesti in determinate occasioni.
“Quindi il Falcon in origine apparteneva a Lando!”
“O ‘zio Wanwo’, come lo chiamava Ben
quando era piccolo! Non riusciva a dire il suo nome e lo chiamava
così”
“Quindi consideri anche lui come uno zio?”
Le chiese Rey con interesse, ma lui sembrava abbastanza imbarazzato
dall’aneddoto che aveva raccontato Chewbe.
“Spero tu non abbia riportato anche questo nella tua
agenda!”
Gli chiese, palesemente a disagio, ma il Wookiee non gli rispose, ed
iniziò a temere cosa potesse esserci riportato lì
dentro che Rey avrebbe potuto leggere.
La ragazza trovò tra le pagine anche una foto di Han e
Chewbe quando erano giovani, Han sembrava avere all’incirca
la sua età attuale.
“Comunque Han da giovane aveva un certo fascino!”
Ben alzò gli occhi al cielo, con un pizzico di invidia per
il tono di ammirazione che lei aveva appena usato.
“Ne era anche fin troppo consapevole, credimi!”
Chewbe sogghignò a quelle parole “Cosa ci trovi di
divertente zio Chewbe?”
Il Wookiee gli rispose che loro due gli ricordavano Han e Leila quando
erano giovani. Quindi, sfogliò alcune pagine fino a mostrare
loro la foto di Han, Leila, Luke e Chewbecca. Risaliva più o
meno al periodo in cui si erano riuniti la prima volta, Rey
fissò la foto con entusiasmo.
“Ma questa è Leila, era bellissima! E questo era
Luke… non me lo sarei mai immaginato così da
giovane!”
Curiosa, continuò a sfogliare l’agenda dove erano
riportate diverse avventure: su alcune di soffermò a leggere
mentre altre le passò velocemente, finché non
notava qualcosa che attirasse la sua attenzione. Fu Chewbe, ad un certo
punto, a mostrarle una foto contenuta in essa ed era proprio la stessa
che aveva visto anche Ben, la quale ritraeva il Wookiee che teneva in
braccio lui da piccolo.
“Ma Ben questo eri TU! Che carino e che foto
tenera!”
“Ero solo un bambino…”
Si limitò a dire lui, con un velo di imbarazzo che cercava
di nascondere. Lei provò a leggere qualcosa che lo
riguardasse riportato in quell’agenda.
“Qui dice che volevi che tuo padre ti insegnasse ad usare un
blaster ma lui si era rifiutato ritenendoti troppo piccolo”
“Ovviamente questo non mi ha fermato dal provarci lo
stesso!”
“Alla fine lo ha rubato di nascosto e, quando Han lo ha
scoperto, si è arrabbiato non poco”
Le anticipò Chewbe.
“Certo che eri dispettoso da piccolo!”
“Era impossibile farlo stare tranquillo e se voleva fare una
cosa, stai certa che trovava un modo di farla”
“Insomma non molto diverso da adesso!”
Disse lei, rivolgendosi a Ben.
“Senti da che pulpito!” replicò lui
alzando un sopracciglio.
“Alla fine gli ho insegnato io stesso a sparare, prima che
potesse fare ulteriori guai”
Precisò il Wookiee. Rey trovò la cosa dolce:
Chewbe doveva essere uno zio premuroso.
“Possiamo entrare?”
La voce, che riconobbero come quella di Poe, proveniva
dall’ingresso del Falcon. Chewbe gli rispose in modo
affermativo e si fecero avanti il pilota e Finn.
Il Wookiee prese la sua agenda e si alzò, salutò
i nuovi arrivati e disse che avrebbe iniziato a fare i preparativi per
la partenza, sparì quindi in sala comando. Rey e Ben
salutarono i due.
“Buongiorno, tutto bene?”
Chiese Finn, i due annuirono in risposta. Notò che Ben era
rimasto comodamente seduto accanto a Rey.
“Non metterti troppo comodo, non è mica la tua
nave! E poi ti ricordo che, anche se stiamo andando a fare una tappa di
piacere, questa è comunque la missione da cui
dipenderà il tuo destino”
“In realtà lo è”
Rispose lui.
“COSA? Non è di Rey il Falcon?”
“Diciamo abbiamo deciso che è di entrambi, infondo
Han era suo padre!”
Confermò lei.
“Ma voi sentitevi pure liberi di mettervi comodi!”
Replicò Ben ironico, con un sorriso soddisfatto, citando
quanto detto da Finn stesso poco prima. Prima che
quest’ultimo potesse replicare, un’altra voce, che
veniva dall’ingresso, attirò la loro attenzione.
“Qualcuno di voi mi potrebbe AIUTARE?”
Era Rose, tutti andarono da lei e la trovarono alle prese con due
bagagli troppo grandi per poter essere trasportati da lei, sola. Finn e
Poe la aiutarono, ma il pilota la fissò interdetto.
“Lo sai che partiamo solo per un paio di giorni e non per
settimane, vero?”
“Lo so bene! Infatti ho portato cose funzionali alla sorpresa
di stasera e che sono per tutti voi, quindi penso che potreste anche
ringraziarmi!”
“Ti ringrazieremo appena ci dirai di cosa si
tratta!”
Disse Finn interessato. Rose fece un cenno ed entrarono tutti, si
sedettero intorno al tavolino del Falcon.
“Bene allora ve lo dirò: sono riuscita a farci
avere degli inviti per una festa a Coruscant. Si svolgerà in
un edificio molto bello ed è anche abbastanza elegante,
motivo per cui vi ho procurato degli indumenti adatti per ognuno di
voi, contenti?”
“Scherzi? Amo le feste! Non vado ad una da troppo tempo, in
effetti!” esclamò Poe, esaltato all’idea
“Anche se questa, da come ne parli, sembrerebbe di alta
classe… sei sicura che Finn non mi farà
sfigurare?” domandò ironico.
“Ehi! Mi pare che fossi tu quello irriconoscibile in vesti
eleganti, se non ricordo male!”
Replicò il suo amico.
“Quindi nelle sacche che mi avete appena aiutato a salire, ci
sono i vestiti che ho preso per voi per l’evento. Ecco cosa
ho fatto ieri!”
“Wow, grazie! Li hai presi per tutti noi?”
Chiese Finn.
“Sì, e scelti accuratamente. Ma anche io dovrei
ringraziare voi: infondo ho usato i crediti tuoi e di Poe”
“COSA?”
“Beh sì, siete due generali e due membri del
Consiglio adesso e mi avevate detto di poter usare i vostri crediti per
la missione… ed uno svago adeguato prima di questa, non
è fondamentale per la missione stessa?”
“Te la faccio passare solo perché l’idea
di una festa mi piace!”
Disse Poe, guardandola sottecchi.
“Sono sicura che vi piacerà: ci sarà
cibo raffinato proveniente dalle più disparate
località della galassia, drink esotici e ovviamente anche
una pista da ballo!”
Rose stava per dire altro, ma fu distratta da uno sbadiglio di Rey,
quindi si rivolse alla sua amica preoccupata.
“Non ti piace come idea?”
“Oh, no Rose mi piace tantissimo! Non sono mai stata su
Coruscant e non vedo l’ora di andarci, inoltre mi piacerebbe
proprio poter andare ad una festa! Ho sbadigliato solo
perché ho dormito poco e male stanotte”
Arrivò nella sala anche Chewbe, il quale disse che era tutto
pronto per la partenza. Ben annuì.
“Bene, allora direi di partire, se siete d’accordo.
Il viaggio per Coruscant durerà qualche ora. Rey forse
dovresti approfittarne per riposare un po’, possiamo pilotare
io e Chewbe”
Normalmente Rey avrebbe obiettato, proponendosi lei stessa come pilota,
ma la verità era che necessitava davvero di un po’
di riposo in più, così magari si sarebbe potuta
godere meglio anche la visita a Coruscant.
“Va bene, per questa volta!” si limitò a
dire, rivolgendogli uno sguardo complice “Fate i bravi in mia
assenza! E svegliatemi tra un’ora nel caso non lo avessi
già fatto” disse, salutando tutti: infondo non
voleva lasciarli soli troppo tempo, ed inoltre voleva godersi quella
giornata con tutti loro. Andò quindi nella sua stanza, fece
una veloce doccia calda, si mise dei vestiti puliti e si stese sul
letto. Stavolta ci mise poco ad addormentarsi.
Ben e Chewbe erano ai posti di comando e fecero partire il Falcon. Nei
posti dietro, erano seduti Finn e Poe, mentre Rose era rimasta al
tavolino e stava controllando sul datapad alcune informazioni per la
missione del giorno dopo.
Regnò il silenzio per diversi minuti, finché Finn
non decise di interromperlo con una domanda che sorprese Ben.
“Rey ci ha accennato al fatto che tu e lei siete connessi
nella Forza e che in passato avete comunicato anche a distanza.
È una cosa tipica di chi padroneggia la Forza? Su Exegol,
quando lei stava per morire, penso di averlo percepito anche io nella
Forza. Quindi se teoricamente anche io mi allenassi, potrei comunicare
come fate voi?”
Quella domanda, per quanto fosse lecita, in qualche modo
infastidì Ben. Non sapeva neppure lui il
perché… sapeva che lei e i suoi amici fossero
molto legati e ci stava che se Finn fosse sensibile alla Forza
l’avesse potuta percepire. Eppure sentì
l’improvvisa necessità di precisare bene la
differenza di tipo di connessione che avevano loro in quanto diade.
“Normalmente tutte le persone sensibili alla Forza, se hanno
un legame tra loro, possono percepirsi in alcuni frangenti a vicenda,
come è probabilmente accaduto anche a voi. Per me e Rey
è un po’ diverso… siamo una diade nella
Forza: un tipo di legame che, per quanto ci abbia riferito Darth
Sidious, non si verificava da generazioni. Possiamo comunicare nella
Forza, vedendoci come se fossimo uno di fronte all’altra, a
volte in modo volontario e a volte meno, passandoci anche degli oggetti
tramite le connessioni. Non ho sentito mai parlare nemmeno da Luke di
un potere simile, quindi non ho idea di che altro potremmo essere in
grado di fare”
“Capisco”
Replicò secco Finn, con un tono che gli parve infastidito
almeno quanto si era sentito lui. Ripiombò quindi il
silenzio, ma stavolta Ben lo preferì a quel discorso scomodo.
Una volta nell’iperspazio, Chewbe si rivolse a Ben.
“Dovresti riposare un po’ anche tu adesso. Possiamo
svegliarti quando lo faremo anche per Rey. Nel frattempo,
può supervisionare Poe come pilota in caso di
necessità”
Ben voleva fare buona impressione su di loro ma forse era vero: in
effetti un po’ di riposo non gli avrebbe fatto male.
“Se anche per voi va bene…”
Disse, rivolgendosi agli altri due che però annuirono,
quindi li salutò e si incamminò verso la sua
stanza.
Rey si
ritrovò in un posto buio, attivò la sua spada
laser dalla lama gialla per aumentare la visibilità, anche
se non servì a molto, era solo una flebile luce in un buio
pesto. Avanzò con cautela sentendosi quasi richiamata da
qualcosa che la faceva avanzare attirandola, ma allo stesso tempo
preoccupandola, come se avesse la terribile sensazione che qualcosa di
orribile incombesse esattamente dove stesse andando.
Respirò
profondamente e, irrequieta, avanzava con passi cauti e con i muscoli
tesi, pronti a scattare per qualsiasi evenienza. Improvvisamente un
fulmine saettò all’orizzonte, illuminando
ciò che aveva davanti, rendendo finalmente visibile un
qualcosa che le fece scendere un brivido lungo la schiena: davanti a
lei vi era il trono oscuro e, seduta su di esso, la sua controparte
oscura con gli occhi bianchi che aveva visto nelle sue visioni. Al suo
fianco vi era colui ch era più simile a Kylo Ren che a Ben
ma che era anche molto più impassibile, come nello scorso
incubo.
Rey strinse
più forte la presa sull’elsa della sua spada,
quindi le urlò.
“Cosa
sei?”
Lo scenario si rifece
buio, l’unica luce tornò ad essere quella gialla
della sua spada, quando, in un tempo che non giustificava lo
spostamento, si ritrovò la sua doppia esattamente dietro di
lei a sussurrarle con voce sottile.
“Sono
semplicemente la versione migliore di te, quella che merita questo
trono e lo sai bene!”
Rey si voltò
e la fissò: ora che la osservava da vicino poteva notare
come il suo volto sembrasse pieno di segni del tempo non coerenti con
la sua età e, più la fissava, più le
sembrava disumana e vuota.
Con una mossa repentina
le puntò il laser della spada alla gola, cosa che
però non sembrò scomporre minimamente la sua
avversaria.
“Non
cederò mai più al lato oscuro, quindi non
esisterai mai né avrai mai quel trono”
“Ma hai
comunque paura che io diventi realtà!”
“Non ho paura
di te, non puoi esistere!”
La sua doppia sorrise in
una maniera che Rey trovò inquietante.
“Oh, davvero?
C’è sempre qualcosa di cui si ha paura!”
A quelle parole la Rey
dagli occhi bianchi scomparve e lo scenario cambiò a favore
di uno diverso ma non fece nemmeno in tempo a capire dove si trovasse,
che vide a terra disteso ai suoi piedi Ben. Si stava contorcendo dal
dolore e poteva percepire la sua sofferenza, sembrava un dolore
insopportabile. Si abbassò subito verso di lui.
“BEN! Cosa ti
è successo?” ma non ebbe risposta, anzi il suo
dolore sembrava aumentare “Ti prego Ben non puoi lasciarmi di
nuovo, dimmi cosa posso fare per aiutarti!” sentì
la sua stessa voce tremare, allungò quindi una mano per
toccarlo ma, non appena entrò in contatto con lui, una
sequela di immagini le invasero la mente. Sapeva che quelle erano
visioni ma non voleva vederle, non voleva rischiare di essere
condizionata più di quanto non lo fosse già,
così si concentrò con tutte le sue forze e si
svegliò.
Ben stava per entrare nella sua camera, quando sentì
distintamente un tumulto di emozioni divampanti provenire da Rey e, in
particolare, dalla camera lì accanto: paura, disperazione,
dolore, ansia, mischiate a così tante altre che nemmeno
riusciva a distinguerle. Preoccupato, si precipitò da lei e,
senza pensarci su, aprì la porta.
“Rey tutto bene?”
Lei si era messa seduta sul letto e si sentiva ancora in preda a quelle
orribili sensazioni, il cuore le pulsava in petto e delle lacrime
solcavano il suo viso. Fece a malapena in tempo a percepire
l’arrivo di Ben per asciugarsele e darsi un contegno: non
voleva farlo preoccupare.
“Ho avuto solo un incubo”
Si limitò a dire lei, cercando di ostentare un tono di
sufficienza. La cosa non sembrò funzionare
perché, in tutta risposta, Ben si sedette accanto a lei ed
iniziò a fissarla con il suo solito sguardo penetrante.
“No”
Replicò lui con tono deciso mentre la fissava. In quello
sguardo lei si sentiva proprio come quando lui era ancora Kylo Ren e,
per quanto lei cercasse di impedirglielo, riusciva esattamente a
leggerle dentro, a capire come si sentisse. Era inutile provare anche
solo lontanamente a nascondergli qualcosa.
“Da quando abbiamo condiviso il lato oscuro, sono tormentata
da incubi sia sulla me oscura, che avevo visto nelle due visioni, e sia
anche dal tuo lato oscuro che avevo visto al mio fianco sul trono dei
Sith”
“Ti va di raccontarmelo?”
“Ci sta questa me dagli occhi bianchi che siede sul trono dei
Sith e mi ricorda che quel futuro si avvererà, proprio come
tutti gli altri. Poi ci sta il tuo lato oscuro che è dalla
sua parte, ed infine ho visto anche te che soffrivi non so per
cosa” ammise, quindi esitò un attimo prima di
proseguire, perché le tornarono in mente le immagini
dell’incubo di poco prima e dovette farsi forza per non
cedere di nuovo alle emozioni “lo so, è stupido:
sono solo incubi, probabilmente è sciocco pensarci tanto,
dovresti torna-“
Provò a minimizzare, ma il tono le uscì
involontariamente più tremante di quanto volesse e non
finì la frase perché Ben fece qualcosa di
inaspettato che la lasciò letteralmente senza parole: la
abbracciò.
“Non è stupido”
Disse lui telegrafico. Nascosta da quel rassicurante abbraccio, Rey non
riuscì più a trattenere le lacrime.
“Alla fine dell’incubo stavo per avere delle
visioni ma non ho voluto vederle, per un attimo mi sono chiusa alla
Forza… avevo paura di farmi condizionare ancora, di vedere
cose che non avrei voluto. È assurdo ed imperdonabile:
magari avrei visto qualcosa che mi avrebbe aiutato a salvare te o i
miei amici, per potermi finalmente riscattare dalle azioni che ho
commesso quando ho ceduto al lato oscuro… ma sono ancora
troppo debole, questo è inaccettabile: non dovrei
partecipare a questa missione, sono solo un pericolo per
tutti”
Disse con rabbia verso se stessa, quasi singhiozzando.
“Non sei un pericolo… non per me”
“E se lo fossi? Se quelle visioni si dovessero
avverare?”
“Non devi avere paura Rey. Se anche queste visioni si
dovessero avverare, magari lo faranno in un modo diverso da quello che
possiamo immaginare, noi stessi ne abbiamo mal interpretato alcune ed
è stato anche l’errore di molti Jedi e Sith in
passato. Quindi è inutile preoccuparsi adesso: quando e se
si verificheranno, le affronteremo, come abbiamo sempre fatto
finora!” Rey si strinse a lui ricambiando
l’abbraccio, aveva bisogno di quelle parole “Ora
però devi riposare, almeno un po’”
Più che un consiglio, sembrava un ordine. Infatti la
obbligò a stendersi ma senza mollare la presa su di lei,
cosa che la mise in imbarazzo, anche perché in quel letto e
in quella posizione in due ci stavano stretti, non voleva stesse
scomodo solo perché si preoccupava per lei.
“Grazie Ben, se vuoi puoi andare adesso, sto meglio”
Ma lui non si mosse né allentò la stretta su di
lei. Rey avrebbe dovuto insistere ma non aveva la forza di fingere: la
verità era che in quell’abbraccio si sentiva bene,
a casa.
Rey riuscì a dormire finalmente senza preoccupazioni o
incubi, finché un rombo meccanico non svegliò sia
lei che Ben, il quale sembrava essersi appisolato anche lui.
Si alzarono e si precipitarono entrambi nella sala comandi per
verificare cosa fosse accaduto.
“Cosa succede? Siamo stati attaccati? Perché siamo
usciti dall’iperspazio?”
Chiese Rey preoccupata.
“A quanto pare abbiamo un piccolo problema tecnico, quindi
stiamo atterrando sul pianeta più vicino per
sistemarlo”
Spiegò Poe.
“Problema tecnico? Ti ho lasciato il Falcon per meno di
un’ora!”
Replicò lei agitata.
“Ehi non è colpa mia! Chewbe, diglielo anche
tu!” Chewbe grugnì qualcosa sul non voler essere
messo in mezzo “Grazie tante ammasso peloso, ora sembro
colpevole!”
Il Wookiee lo guardò di traverso ma Ben si mise in mezzo tra
i due.
“Possiamo pensare ad atterrare? Vorrei arrivare intero su
questo pianeta… ma è Ord Mantell”
Disse, osservandolo per cercare di capire di quale si trattasse.
“Esatto! Se riusciamo ad atterrare su una delle sue isole
vulcaniche, non dovremmo attirare attenzioni indesiderate”
Spiegò Poe.
“Oh bene, altre buone notizie?”
Chiese sarcastico Finn, che era seduto in uno dei posti posteriori.
“Non fare il nervoso, potrei atterrare anche ad occhi
chiusi!”
“Cosa che NON faremo”
Precisò Rose, dal posto dietro quello del pilota.
“Ovvio che no, per chi mi hai preso?”
“Con te non si sa mai!”
Poe però fu di parola, perché atterrarono in
maniera precisa su una delle isole vulcaniche del pianeta, anche se non
con poco rumore. Uscirono tutti all’aria aperta che trovarono
piuttosto afosa, probabilmente dovuta alla vicinanza con qualche
vulcano.
“Benvenuti ad Ord Mantell! Rey non sei contenta di poter
vedere anche questo pianeta?”
Disse Poe, cercando di alleggerire l’atmosfera, cosa che non
gli riuscì molto.
“Sarò più contenta non appena avremo
sistemato il Falcon! Guarda, perde anche fumo!”
Disse infine preoccupata, notando solo in quel momento che il lato
destro del mezzo emetteva una scia di fumo nero.
“Andiamo… ti ripeto che non ho fatto nulla! Ho
solamente supervisionato la guida quando improvvisamente è
sopraggiunto il guasto ed ho preso in mano la situazione per farvi
arrivare sani e salvi qui! Piuttosto… è strano un
guasto così improvviso… tu non ne sai
nulla?”
Con l’ultima domanda si rivolse con aria sospetta verso Ben.
“Scusami?”
Replicò lui accigliato, cogliendo la non velata accusa che
gli stava rivolgendo.
“Beh chi ci assicura che non hai manomesso apposta il
Falcon?”
“E perché diavolo avrei dovuto farlo? Ti ricordo
che ci stavo anche io a bordo!”
“Magari speravi in un atterraggio di emergenza per evitare la
missione e scappare alla prima occasione”
“Se avessi voluto scappare lo avrei fatto già da
tempo, non credi?”
Poe continuò a guardarlo con sospetto, ma doveva ammettere
che il discorso di lui filava.
“Non dimenticarti che sei sotto la nostra
osservazione!”
“Difficile dimenticarlo”
Fece notare lui secco. Rey intervenne mettendosi fisicamente tra loro
due.
“Meno chiacchiere e più riparazioni! Il pannello
di controllo ci segnalava qualcosa che non va anche sul lato sinistro,
quindi io e Rose diamo un’occhiata a quello e tu Poe, invece,
controlli il fumo sull’altro lato… possibilmente
senza dare fuoco al Falcon, ok?”
“Va bene ma non farci troppo l’abitudine, non sono
io quello sotto osservazione, ok?”
Disse, senza aspettarsi una risposta però, perché
si era già incamminato verso il fumo.
“Ti do una mano”
Si propose Ben, seguendolo. Nonostante la fredda conversazione voleva
far capire le sue buone intenzioni. Poe non rispose alla sua proposta
ma nemmeno gli negò di venire, cosa che Ben decise di
prendere come un buon segno.
Arrivarono al punto da cui proveniva il fumo: era un pannello che il
pilota cercò di rimuovere con attenzione, svitando ad una ad
una le varie viti.
“Vediamo cosa hai…”
Disse il pilota rivolgendosi al Falcon come se fosse la cosa
più naturale al mondo.
“Parli al Falcon come se fosse una persona?”
Chiese Ben, alzando un sopracciglio: era una cosa che in qualche modo
gli ricordava suo padre, lui aveva un amore viscerale per quel velivolo.
“Le astronavi, come i droidi, a volte sono molto
più interessanti delle persone!”
Replicò lui con convinzione, cosa che fece accennare un
flebile sorriso a Ben, ricordandosi stavolta dell’altro
genitore, che purtroppo aveva perso da poco.
“Beh, ora capisco perché andavi a genio a mia
madre!”
Rispose lui, ricordandosi quanto aveva detto Poe del generale Organa
dopo il verdetto del Consiglio. Parlare di Leila gli faceva ancora
male, ma in quel caso pensò fosse una precisazione dovuta.
Poe si sorprese nel sentirgli parlare di lei in quei termini, infondo
nonostante gli anni passati lontani da lei, sembrava comunque
conoscerla bene.
“Tua madre era una persona molto speciale ed unica: sapeva
sempre cosa dire in ogni occasione, anche quando la situazione era
estremamente disperata, lei non si arrendeva e sapeva infondere
coraggio a tutti”
“Lo so”
Si limitò a rispondere lui abbassando lo sguardo. Poe
notò che parlare di lei lo turbava ed in quel momento,
nonostante tutto, gli sembrava solo un ragazzo che aveva perso da poco
la madre.
“Penso che se fosse qui adesso approverebbe quello che stai
cercando di fare, non ha mai smesso di sperare che tu passassi dalla
nostra parte, ultimamente diceva di non illudersi a riguardo ma sono
sicuro che non abbia mai smesso di crederci davvero”
“Mi spiace, devo essere stato una forte delusione per lei. Se
mi fossi deciso prima, forse le cose sarebbero andate
diversamente”
Replicò amaramente. Si sentiva ancora colpevole del fatto
che lei avesse usato le sue ultime energie per raggiungerlo tramite la
Forza su Kef Bir, era solo grazie a lei se Rey si era convinta che in
lui ci fosse ancora Ben.
“Per quanto non ci piaccia, il passato non si può
cambiare. Quindi fa del tuo meglio adesso, per non tradire la sua
memoria e dare un senso a quelle sue speranze”
Con quelle parole Poe provò di risollevargli il morale. Lo
fece in modo automatico, perché non gli sembrava
nemmeno più di avere davanti la stessa persona che non molto
tempo prima aveva commesso tali atrocità nelle vesti di Kylo
Ren. Forse Leila e Rey avevano ragione ad avere ancora speranza in lui
e decise che forse anche lui stesso avrebbe dovuto concedergliene un
po’ più.
Ben annuì ma senza guardarlo, stava fissando un punto vuoto,
come se quelle parole lo stessero facendo riflettere ancora su qualcosa
tra sé.
Non appena il pilota svitò l’ultima vite, aprendo
il pannello, entrambi furono travolti da un ingente quantità
di fumo molto caldo, per fortuna all’aria aperta si
dipanò in fretta consentendo ad entrambi di vedere, ma
comunque alzò di molto la temperatura nei pressi del
pannello. Entrambi diedero un’occhiata al tubo da cui
fuoriusciva il fumo.
“Questa vite è lenta, potresti prendermi una
chiave adatta per stringerla? Una da diciannove dovrebbe andare
bene”
Chiese Poe.
“Dovresti pulire anche la valvola di sfogo”
Gli fece notare lui.
“Sono uno dei migliori piloti della galassia, so come
aggiustare una nave, GRAZIE. E poi da quando sei un esperto? Nel Primo
Ordine non avevi una scorta di tecnici che facevano questi lavori al
tuo posto?”
“Conosco il Falcon, è la valvola di sfogo: mio
padre se ne lamentava sempre. Ma hai ragione: quella vite è
comunque lenta, quindi ti prendo la chiave”
Rispose lui, evitando la provocazione e allontanandosi per recuperare
lo strumento. Sulla strada incrociò Rey che, a quanto
pareva, si era allontanata da Rose.
“Come vanno le riparazioni?”
Gli chiese.
“Penso che abbiamo individuato il problema e, se Poe riesce
ad avere la meglio sul suo orgoglio, penso che in non molto tempo
potremmo sistemare la valvola di sfogo!” Le rispose, con tono
in parte ironico “Voi, invece?”
“Anche noi abbiamo individuato il problema: sembra esserci
stato un corto parziale, per cui adesso Rose sta provando a sostituire
dei pezzi. Penso che lei sia più preoccupata
nell’arrivare a Coruscant in tempo per la festa piuttosto che
del guasto stesso!”
“Beh, sembra essersi data molto da fare, in effetti! Comunque
vi è andata bene: quel fumo era caldissimo, sto morendo di
caldo”
Asserì, togliendosi la giacca e restando in maglietta a
maniche corte. La maglia era evidente che non fosse la sua taglia, in
quanto gli stava stretta, delineando tutta la sua muscolatura, cosa che
fece un effetto strano su Rey: il suo sguardo si fissò
involontariamente su di essa e si sentì avvampare lei,
stavolta. Si ricordò quando, più di un anno
prima, lo aveva visto senza maglia, provò a dire qualcosa,
una qualunque cosa, che potesse distrarre lei da quel comportamento o
lui dal poterle leggerle i pensieri o le emozioni, perché se
lo avesse fatto in quel momento sarebbe morta dall’imbarazzo!
Eppure quando parlò non le uscirono delle vere e proprie
parole, piuttosto uno strano ed indecifrabile balbettio.
“Hai detto qualcosa?”
Chiese lui aggrottando la fronte, comprensibilmente confuso.
“Che ti servono altri vestiti, questi ti vanno
piccoli!”
Cercò di dirlo in modo da non far trasparire emozioni di
alcun tipo, con l’espressione più noncurante che
riuscisse a mostrare, nonostante sentisse ancora il cuore batterle
velocemente.
“Oh scusa se non ho trovato tempo per fare shopping
ultimamente! Ma se la tua è una proposta, appena
sarà possibile, potresti accompagnarmi a comprarne altri, se
vuoi. Al momento, ho solo questi di mio padre che ho trovato sul
Falcon”
“Capisco, allora ti accompagnerò”
abbozzò lei, fingendo disinteresse nella cosa
“ora, ecco… devo proprio andare a bere…
hai ragione, fa proprio un caldo tremendo qui!”
Fu la prima scusa che le venne in mente per allontanarsi da quella
imbarazzante situazione, sperando che una anche se breve lontananza gli
avrebbe impedito di percepire i suoi pensieri o sensazioni…
vana speranza, dato che a volte nemmeno migliaia di parsec di distanza
glielo aveva impedito! Comunque non aspettò nemmeno una
risposta, ed in pochi secondi si era dileguata, avvicinandosi alla
borraccia che aveva portato Rose all’esterno. Si
versò un bicchiere d’acqua ed iniziò a
bere sperando di cancellare quei pensieri.
La sua amica, che era lì accanto l’aveva vista
parlare con Ben in lontananza, quindi interruppe momentaneamente le
riparazioni e le si avvicinò con curiosità.
“Quindi tu e Ben…”
Quelle parole la colsero talmente di sorpresa che Rey mandò
di traverso quasi tutta l’acqua che stava bevendo, facendola
tossire nervosamente.
“C-COSA? Che intendi?”
Cercò di ricomporsi per sembrare il più
disinvolta possibile, ma era evidente che fosse stata presa in
contropiede. Rose aggrottò la fronte dubbiosa a quella sua
bizzarra reazione.
“Intendo, come siete diventati esattamente amici tu e lui?
Eravate letteralmente su fronti opposti!”
“Ti sembrerà assurdo, ma per quanto
all’apparenza molto diversi, ci siamo scoperti molto
simili”
Rose alzò un sopracciglio, rivolgendole
un’espressione che la mise a disagio.
“Me ne sono accorta!”
Rey preferì ignorare la provocazione dell’amica,
continuando il suo discorso.
“Non lo so, è strano… siamo sempre
stati legati da questo legame nella Forza e ci siamo avvicinati, ma
eravamo sempre in situazioni estreme che ci hanno obbligati a
confrontarci. Adesso però, una volta finita questa missione,
non so esattamente cosa potrebbe accadere in un contesto più
normale…” fece una breve pausa mentre si passava
nervosamente il bicchiere tra le mani “…riusciremo
comunque ad essere amici? O il rapporto che ci ha legati
cambierà? Non ho idea di come comportarmi con lui”
Ammise, sperando che l’amica potesse aiutarla a capire cosa
fare.
“Ne hai parlato con lui?”
“No! Non vorrei imporgli niente che lui non voglia, magari si
potrebbe sentire in obbligo solo per essere accettato nella
Resistenza!”
“Aspetta, stiamo parlando della stessa persona vero? Di Ben
Solo, figlio del generale Organa ed ex Leader Supremo del Primo Ordine?
Penso non potresti imporgli qualcosa nemmeno volendo!”
Rose strappò un sorriso a Rey con quelle parole.
“Forse ho solo paura della risposta che potrei
ricevere”
Ammise più seriamente. Rose le poggiò
affettuosamente una mano sulla spalla.
“Tutti abbiamo paura quando non siamo sicuri del risultato
ma, quando troviamo finalmente il coraggio di affrontarla, a volte
scopriamo che era solo una stupida preoccupazione!”
“Spero che sia così!”
Quelle parole le servirono a chiarirsi le idee: appena ne avesse avuto
modo, avrebbe parlato con Ben.
Rose tornò alle riparazioni, Rey stava per andare da Finn e
Chewbe per assicurarsi che fossero pronti in sala comandi per delle
verifiche, quando uno stridulo verso, attirò
l’attenzione di tutti, obbligandoli a correre
all’ingresso del Falcon.
Quel verso a quanto pareva apparteneva ad un Mogu, una creatura grossa
almeno il doppio di un umano, ricoperta di pelo e con delle vistose
corna in testa. Stava venendo verso di loro e non sembrava avere buone
intenzioni.
“Un Mogu! Potrebbe essere stato attirato dal rumore causato
dall’atterraggio del Falcon!”
Disse Rose.
“Che diavolo ci fa un Mogu qui? Non dovrebbero stare a
Koboh?”
Chiese Finn.
“Può essere che sia fuggito da qualche
contrabbandiere, su questo pianeta ce ne sono parecchi”
Ipotizzò Rose.
Poe intanto prese in mano il blaster e provò a sparargli ma
non sembrava fargli molto, se non farlo arrabbiare ancora di
più.
“Dobbiamo allontanarlo dal Falcon o danneggerà
ulteriormente la nave”
Gridò Poe.
“Concordo, anche se penso che se quel coso dovesse
avvicinarsi alla nave, sarebbe l’ultimo dei nostri
problemi… qualcuno sa se quella bestia si nutre di esseri
umani?”
Chiese agitato Finn.
“Non penso di volerlo scoprire! Potresti darmi la mia spada
laser, adesso?”
Gli rispose Ben. Finn corse a prenderla e gliela lanciò, Ben
l’afferrò al volo, felice di poterla impugnare di
nuovo. Si voltò poi verso Rey, la quale annuì al
suo sguardo.
“Io e Ben allontaniamo la creatura, voi pensate a finire di
riparare il Falcon!”
Spiegò Rey.
“Ma aspett-“
Provò a dire Finn, ma lei lo frenò.
“Non c’è tempo, fate come vi ho
detto!”
Quindi lei e Ben corsero incontro la creatura passandogli letteralmente
davanti, cosa che a quanto pareva attirò la sua attenzione,
perché iniziò ad inseguire loro due. Pur essendo
bipede, le sue ampie falcate dovute dall’altezza gli
permettevano di guadagnare rapidamente terreno.
“Cosa facciamo adesso?”
Chiese Rey a Ben.
“Non eri tu ad avere un piano?”
“Questa era la mia parte di piano, pensavo che alla seconda
avresti pensato tu!”
Ben si voltò per un attimo indietro e il Mogu sembrava
averli quasi raggiunti e sembrava anche avere intenzioni poco
simpatiche nei loro confronti.
“Ok forse ho una parte di piano, ma non ti
piacerà”
“Ovvero?”
“Ci separiamo e chi dei due non continua ad essere inseguito
pensa ad un modo per attaccare la creatura”
“Aspet-“
Non fece in tempo a finire la parola che lui virò verso
destra, lo stesso fece il Mogu scegliendo, a quanto pareva, di
inseguire proprio lui tra i due. La cosa non le piacque sia
perché Ben sarebbe stato più esposto
così, sia perché avrebbe dovuto elaborare in
fretta un piano per risolvere la situazione.
Pensa Rey…
pensa!
Provò a farsi coraggio da sola mentre osservava attentamente
la creatura che inseguiva Ben e il paesaggio circostante, cercando di
farsi venire in fretta in mente qualcosa. Era un paesaggio
così monotono, roccioso e con alture… un momento!
Forse le era venuta un’idea.
“Ben, intrattienilo solo qualche altro minuto!”
Gli urlò lei, mentre si dirigeva velocemente verso una di
quelle alture.
“Qualsiasi cosa tu abbia in mente falla in fretta, non penso
di avere ancora troppi minuti a disposizione!”
Disse lui, mentre estraeva la spada laser. Il Mogu infatti lo aveva
appena sorpassato, con il suo ampio passo, e si era chinato su di lui
per colpirlo. Con un rapido colpo della spada laser, Ben gli
ferì la mano, cosa che sembrò solo farlo
infuriare di più, perché provò a
colpirlo rapidamente con l’altra. Ben riuscì a
rotolare di lato, evitando il colpo solo per pochi millimetri; ma non
era finita, in quanto era chiaramente ancora a portata di quella
creatura. Il Mogu, infatti, questa volta non se lo fece scappare,
facendo un salto e ripiombando sul terreno, cosa che fece tremare il
suolo. Ben perse l’equilibrio cadendo e il Mogu ne
approfittò afferrandolo per il piede ed alzandolo in aria.
L’ex Leader Supremo provò ad agitare la spada
laser per colpirlo, ma non riusciva a raggiungerlo. Poteva provare a
lanciarla, ma se avesse fallito sarebbe stata probabilmente la fine per
lui, quindi prese un profondo respiro e si concentrò. Si
focalizzò sul punto scelto per l’impatto e
lanciò la spada laser in pieno volto della bestia, che fu
colpita all’occhio sinistro.
Il Mogu urlò dal dolore ma, diversamente da quanto sperava,
non sembrava intenzionato a mollarlo, anzi iniziò ad
agitarlo violentemente in aria. Con quella potenza, se lo avesse
scaraventato contro qualcosa non sarebbe finita bene, probabilmente
quello era il modo in cui uccideva le sue prede. Proprio nel momento in
cui Ben iniziò a pensare che sarebbe diventato una di esse,
sentì la presa sulla sua gamba venire meno e ricadde a
terra. L’impatto con la dura roccia non fu piacevole ma non
era mai stato così felice di aver preso una botta, infondo
sembrava ancora tutto intero e si era liberato da quella stretta
mortale. Ma come?
Alzò lo sguardo e capì che era stata Rey, la
quale era piombata dall’alto di un’altura sopra di
loro ed aveva tranciato di netto con la spada laser la mano del Mogu.
“Ti piace il piano?”
Commentò lei ironica ma, al contempo, sollevata
dall’essere arrivata in tempo.
“Dato che ha funzionato sì, spero ti
piacerà anche il mio”
La bestia, inferocita, provò a colpirli con una sferzata del
braccio intatto, fu più facile per loro stavolta schivarlo
con un salto, essendo i suoi colpi meno precisi di prima, probabilmente
a causa del dolore e dell’occhio ferito.
“Devo solo arrivare lì”
Disse Ben, indicando con un cenno della testa la sua spada ancora
conficcata nell’occhio del Mogu. Non ci fu bisogno di altre
parole tra loro due: infatti Rey annuì intuendo
già cosa dovesse fare. Lanciò a Ben la sua spada
laser, che lui prese al volo.
“Trattamela bene!”
Quelle parole fecero accennare un sorriso sul volto di lui, quindi con
la spada laser attiva corse incontro al nemico. Il Mogu
tentò di colpirlo con tutte le sue forze ma Ben
saltò e Rey usò la Forza su di lui per aumentare
il suo salto e farlo arrivare all’altezza della testa della
creatura.
Ben usò la Forza per riattirare la sua spada nella mano
sinistra, quindi alzò entrambe le spade, pronto a colpire il
Mogu, ma quest’ultimo urlò e scappò
spaventato all’idea di perdere anche l’altro occhio.
Ben, con l’aiuto della Forza di Rey, atterrò
dolcemente sul terreno roccioso, quindi si voltò verso di
lei, alzando una mano aperta.
“Ottimo lavoro!”
Sentenziò. Lei gli si avvicinò, battendogli il
cinque con un sorriso.
“Concordo, siamo una bella squadra! Direi che possiamo
tornare dagli altri, adesso”
Ben annuì e le restituì la sua spada.
**Angolo
Autrice**
Allora questo capitolo
ha un po’ di tutto: angst, fluff, ironia e
avventura… mi ha divertita scriverlo!
Finn e Poe ovviamente
ancora non si fidano di Ben e lui, nonostante il suo carattere, cerca
in qualche modo di dimostrare le sue buone intenzioni.
Rey ancora non sta
benissimo per tutto ciò che ha fatto e per il timore delle
visioni che ha avuto, tanto da chiudersi per un attimo alla Forza per
non vederne altre, cosa di cui si pente e vergogna subito dopo.
Sapevo che avrei voluto
inserire in qualche modo una citazione alla scena di Kylo senza maglia
in ep VIII, e quale scena migliore per farlo se non una un
po’ comica? Spero vi sia piaciuta!
Spero il capitolo non
risulti troppo lungo e che la battaglia col Mogu sia quantomeno
interessante, ho cercato di riproporre un po’ la sfida che ho
avuto nell’affrontarlo in Jedi survivor. Le scene di
battaglia ho sempre paura di non renderle come me le immagino!
Ho approfittato
dell’agenda dei ricordi di Chewbe per riproporre eventi del
passato di Ben di cui alcuni sono inventati mentre altri sono ispirati
a quel poco che si sa del canon (ringrazio LadyOfMischief per alcune
preziose info a riguardo).
Trovo molto interessante
il passato di Ben e spero che prima o poi ne facciano una mini serie lo
meriterebbe!
Ringrazio il mio beta
Dani1993
|
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Capitolo 15 *** Coruscant ***
Ben
e Rey tornarono vittoriosi dagli altri, i quali si congratularono con
loro per l’ottimo lavoro svolto nel cacciare la creatura.
Entrambi non poterono fare a meno di notare che il Falcon non perdeva
più fumo, Poe si indicò con fierezza.
“Visto? Come
nuovo!”
“Ottimo
Poe!”
Disse Rey con
ammirazione.
“È
bastato stringere qualche vite e… pulire la valvola di
sfogo, ne aveva bisogno!”
Ammise in maniera non
facile per lui, Ben gli accennò un sorriso ed
annuì, apprezzando la sua decisione di ascoltarlo.
“Rose come
siamo messi con il resto?”
Chiese la Jedi.
“Ho
sostituito i pezzi danneggiati, facciamo qualche test e poi direi che
siamo pronti a ripartire!”
Rispose la sua amica
con ritrovato ottimismo, che contagiò gli altri. Si misero
quindi tutti da fare per ripartire il prima possibile e, nel giro di
un’ora, riuscirono finalmente a farlo.
Non appena uscirono
dall’iperspazio ed entrarono con il Falcon a Coruscant, Rey
con l’emozione di una bambina che vede qualcosa per la prima
volta, si appiccicò al vetro della navicella per scorgere il
paesaggio, che fissò estasiata: era appena il tramonto e la
luce arancione del sole si rifrangeva contro i vetri
dell’enorme distesa di edifici che si stagliava fino
all’orizzonte, creando dei particolari effetti di luce.
“È
praticamente un pianeta-città! Non avevo mai visto
un’estensione simile di palazzi, non si vede la fine nemmeno
all’orizzonte!” Ben non poté fare a meno
di sorridere nel vederla ammirare il tutto con così tanto
entusiasmo. Non avendo avuto una risposta da lui, Rey lo prese per un
braccio e lo avvicinò al vetro: non riusciva a spiegarsi
come non potesse non condividere lo stesso stupore che provava lei
“Guarda Ben, il sole sta calando e la città si sta
accendendo di luci colorate!”
Lui alzò un
sopracciglio, divertito a quella scena.
“Se ti
piacciono queste, aspetta di vedere come sarà tra circa
un’ora”
Rey lo
fissò sorpresa.
“Quindi tu
sei già stato qui?”
“Ci ho
vissuto per un lungo periodo, ti ricordo che mia madre è
stata anche un membro del Senato”
“Giusto!
Deve essere stato bello vivere in una città così
grande!”
Disse lei,
immaginandosi che tipo di infanzia diversa dalla sua potesse essere
stata vivendo in una città simile, piuttosto che in un
pianeta desertico dove era sempre tutto così monotono e poco
affascinante.
“Per certi
versi è meno entusiasmante di quello che immagini,
credimi!”
Rey sapeva che il
passato di Ben era un tema difficile da affrontare per lui e non volle
approfondire ulteriormente, anche se doveva ammettere che le sarebbe
piaciuto saperne di più. Già aveva trovato gli
aneddoti letti nel diario di Chewbe molto carini ed interessanti, un
giorno le sarebbe piaciuto conoscere altro, se lui fosse stato
d’accordo.
“Magari lo
è per una che ha passato l’infanzia in un pianeta
desertico e poco abitato”
Disse semplicemente,
alzando le spalle. Lui la fissò con uno sguardo che aveva un
nonché di furbo.
“Allora
vorrà dire che andremo a fare shopping nella zona centrale,
è piena di illuminazioni colorate, penso possa piacerti. Ti
ricordi vero, prima, quando ti sei proposta di accompagnarmi a comprare
dei vestiti nuovi, no?”
“Oh
sì… giusto...” abbozzò lei,
ricordando bene l’imbarazzo di quella scena, anche se non era
relativo di certo allo shopping “…per me va
bene!”
“Se voleste
fare compere dovreste portarvi dietro anche Rose, a quanto pare abbiamo
scoperto essere lei l’esperta in questo campo!”
Si intromise Finn.
Rose, che in quel momento era distratta ed aveva sentito solo
pronunciare il suo nome, lo fissò interdetta.
“Di cosa
state parlando?”
“Dicevano
che vogliono fare shopping di abiti per Ben e quindi urge la tua
presenza!”
“Se sei
sarcastico, ripensaci: lascerò tutti voi senza fiato quando
più tardi vi mostrerò gli abiti che ho scelto per
l’evento di questa sera!”
“Beh
potresti farceli vedere adesso, ti ricordo che li hai presi con una
parte dei miei soldi!”
“È
una sorpresa: non ti azzardare a sbirciare o ti do in pasto ad un
rathtar!”
Rispose lei, con un
tono che non ammetteva repliche.
“Oook…!”
Disse lui arreso, alzando le mani. “Io comunque devo
accompagnare Poe da un contatto della Resistenza che è qui,
ma Rey, se preferisci che venga anche io con voi, potrei lasciarlo
andare solo con Chewbe…”
“Ma
figurati, dobbiamo solo fare un giro e comprare dei vestiti, mica
andare in missione!”
Disse Rey.
“Già!”
Replicò lui
secco, rivolgendo una breve occhiata interdetta a Ben.
Per quanto
quest’ultimo sapesse bene che Finn non si fidava ancora di
lui, in quanto Kylo Ren, trovò strano o comunque
esageratamente iperprotettivo quel comportamento dell’ex
assalitore nei confronti di Rey. Non sapeva nemmeno perché
ma la cosa lo aveva infastidito.
“Mi
aiuteresti un attimo a scaricare una cosa mentre Finn e Chewbe
finiscono i loro preparativi?”
Gli chiese
inaspettatamente Poe non appena atterrarono. Ovviamente non si sarebbe
rifiutato, volendo mostrare il più possibile la sua
disponibilità.
“Certo”
“Allora io e
Rey ti aspettiamo fuori”
Concluse Rose, quindi
Ben seguì Poe e lo aiutò a scaricare una cassa.
“Contiene
merce che un nostro contatto della Resistenza distribuirà a
chi ne avesse bisogno: abbiamo pensato che questa potesse essere una
buona occasione per consegnargliela”
Poe si
stupì nel notare che Ben parlò quasi come se non
avesse ascoltato quello che aveva appena affermato.
“Secondo te
non è stato strano il comportamento di Finn?”
“Intendi
più strano del solito? Perché è sempre
piuttosto strano, non trovi?” disse con evidente ironia ma, a
quanto pareva, la domanda di Ben era più seria di quanto
credesse “Se ti riferisci al fatto che poco fa si
è proposto di venire con voi, non è per sfiducia
nei tuoi confronti, piuttosto a volte si preoccupa anche troppo per
Rey”
“Ah
sì?”
Il tono gli
uscì seccato. In realtà avrebbe dovuto essere
contento che per una volta non fosse al centro della sfiducia degli
amici di Rey, ma in quell’occasione non riusciva proprio a
sentirsi sollevato.
“Sì,
è buffo: non sembra che a volte si comporti come se gli
piacesse Rey?”
Voleva essere
nuovamente e palesemente una battuta dal tono scherzoso, ma Ben non gli
fece nemmeno finire del tutto la frase che lo fissò,
squadrandolo, come quando in passato nelle vesti di Kylo Ren lo aveva
interrogato per estorcergli delle informazioni per lui vitali. La cosa
gli riportò alla mente quel ricordo, facendogli scorrere un
brivido lungo la schiena.
“Ed
è così?”
Chiese gelido al
pilota, il quale si sentì improvvisamente a disagio. Dal
tono della sua voce e dalle domande che faceva, Poe avrebbe quasi detto
che Ben avesse un qualche interesse verso Rey, ma sapeva bene che era
impossibile: era pur sempre Kylo Ren, il Leader Supremo del Primo
Ordine ed era impensabile che fosse interessato in quel senso a lei.
Probabilmente era solo curioso e quel modo di fare era forse solo un
retaggio del comportamento che era solito avere in passato quando
voleva sapere qualcosa. La cosa certa era che avrebbe voluto chiudere
quella discussione il prima possibile.
“Non
saprei… penso che Finn non sia proprio una persona che al
momento dia molta importanza a sentimenti del genere, forse
semplicemente non è pronto a provarli per nessuno
ancora”
La spiegazione non
rassicurò del tutto Ben ma Poe non sembrava sapere molto
altro a riguardo. Ciò fece affollare la mente del suo
interlocutore di mille domande.
E se invece Finn fosse
stato pronto a sentimenti del genere o avesse deciso di esserlo tutto
d’un tratto?
Come avrebbe reagito
Rey?
Non aveva mai
percepito da parte di lei dei sentimenti di QUEL genere nei confronti
dell’ex assaltatore, ma se si fosse sbagliato? O se li avesse
provati in futuro?
La sola idea lo faceva
innervosire e ribollire lo stomaco, ma non capiva il perché:
infondo la sua decisione di comportarsi normalmente con Rey per il suo
bene, l’aveva già presa.
Quindi che differenza
avrebbe fatto?
Ma per quanto provasse
a convincersi, non riusciva ad evitare di sentirsi in quel modo.
“Capisco…”
si limitò a dire “Oltre questa cassa ci sta
altro?”
Chiese, cambiando
repentinamente discorso per la gioia di Poe.
“No, era
solo questa: puoi andare, ci vediamo dopo”
Ricambiò il
saluto, quindi tornò da Rey e Rose. Era ancora talmente
immerso nei suoi pensieri che quando la Jedi pronunciò il
suo nome, sussultò leggermente.
“Ben, tutto
bene?”
Chiese lei,
leggermente preoccupata, cingendogli leggermente il capo con le mani
per attirare la sua attenzione. Temeva che potessero esserci state
delle tensioni tra lui e Poe nel poco tempo in cui erano rimasti da
soli.
“Tutto bene.
Ero solo sovrappensiero… pronta a vedere
Coruscant?”
“Non devi
nemmeno chiedermelo!”
E non si riferiva al
loro legame, bensì al fatto che in quel momento chiunque le
avrebbe potuto leggere in faccia la sua gioia nel visitare quel posto
per la prima volta.
Ben e Rose portarono
Rey tra i vicoli centrali di Coruscant: essendo sera la
città risultava piena di luci e colori dei neon che lei
fissava estasiata, le strade erano piene di gente proveniente dai
più disparati angoli della galassia e difficilmente aveva
visto posti così tanto affollati! Vi erano negozi e
attività di ogni genere, tutto sembrava così vivo
e diverso da quello a cui era normalmente abituata.
Si fermò
davanti a diverse vetrine o banchi, indicando le cose più
disparate che si ritrovava davanti sia a Ben che a Rose.
C’erano cibo, creature domestiche, oggetti e utensili di ogni
tipo, anche se gli altri due sembravano meno sorpresi di lei per la
maggior parte delle cose che vedevano. Era talmente attirata da quello
che vedeva, che ad un certo punto Ben e Rose la persero di vista, si
guardarono in giro nervosamente, per poi ritrovarla poco dopo incantata
davanti ad una vetrina.
“Cerchiamo
di stare vicini, non tutti i posti e gli abitanti qui sono
tranquilli!”
Le fece presente Ben,
notando solo in quel momento che lei si era fermata davanti ad un
negozio di piante nel quale Rey non poté fare a meno di
entrare: l’ambiente non era enorme, ma era totalmente
ricoperto di piante e fiori di ogni genere e probabilmente provenienti
dalle più disparate parti della galassia.
“È
bellissimo! Sembra di essere in mezzo alla natura”
Esclamò
affascinata lei a bocca aperta.
“Ti piace
molto la natura, eh?”
Constatò
Ben.
“Già,
forse anche questa è una conseguenza dell’aver
vissuto principalmente su un pianeta desertico!” rispose con
un velo di imbarazzo, sperando che il suo comportamento non risultasse
troppo bizzarro “Però il verde che mi circonda mi
trasmette sempre serenità”
“Ed
è più che normale mi creda: non pochi studi
confutano la capacità di infondere benessere delle piante!
Anzi, se posso esserle utile, le descriverò volentieri
quelle che attirano maggiormente la sua attenzione!”
Disse il rodiano
proprietario del negozio, la cui pelle verde si mimetizzava
perfettamente con l’ambiente circostante, infatti Rey
notò la sua presenza solo in quel momento.
“In
realtà è tutto bellissimo qui, le faccio i
complimenti per questo negozio! Ci sono così tanti tipi di
piante e fiori colorati… Ma non voglio darle disturbo, stavo
solo dando uno sguardo”
Abbozzò lei
ma il negoziante non sembrò darle retta, invece
indicò dei fiori rosa dallo stelo verde che erano davanti a
lei.
“Nessun
disturbo e non dovete comprare per forza, faccio questo lavoro per
passione e per me è sempre un piacere raccontare qualcosa
sui fiori. Prendi questi: sono i fiori Marina Rung, provengono dalla
giungla della luna di Wasskah. Questa giungla è piena di
rovi, così loro hanno imparato a crescere anche su di essi
oltre che sul terreno… sono un ottimo esempio di adattamento
e perseveranza, non crede?”
Rey li
osservò affascinata, non poteva credere che dei fiori
all’apparenza così piccoli e delicati avessero
imparato a sopravvivere anche in condizioni ostili.
“Affascinante!”
“Beh, se le
interessano le storie di sopravvivenza dovrebbe osservare anche
questi” indicò dei fiori rossi mezzi secchi che
stavolta lei conosceva molto bene “provengono da un pianeta
desertico abbastanza remoto di nome…”
“Jakku!”
Lo anticipò lei “Sono di lì e quindi
conosco bene questi fiori: sono una delle pochissime piante che
riescono a crescere in quel luogo, nelle insenature tra le rocce. Ne
avevo alcuni a casa e ho riportato tutto ciò che ho imparato
su di loro in una guida che ho stilato!”
“Oh, questo
sì che è affascinante, mi piacerebbe
visionarla!” esclamò il rodiano con interesse
“Non avevo mai incontrato nessuno ancora di quel pianeta e
che fosse anche appassionato così tanto di piante!”
“E questi
invece? Sono forse i miei preferiti, emanano una fragranza molto
intensa!”
Chiese lei indicando
una piantina verde con tre fiori rossi che però emanavano un
forte profumo.
“Questi sono
i fiori Milla, vengono da Naboo. Sono anche edibili e alcuni umani
trovano molto forte il loro profumo, motivo per cui di solito vendo
piante con massimo tre di questi fiori”
“Sono
bellissimi e a me il profumo piace molto, penso potrebbero da soli far
profumare un intero ambiente”
Quel momento, per lei
idilliaco, fu però interrotto da Rose.
“Rey lo so
che passeresti l’intera serata a farti spiegare tutte le
piante del negozio ma forse non sarebbe meglio se prima andassimo a
cercare dei vestiti per Ben? Non vorrei rischiare di fare tardi per la
festa”
Rey annuì:
sapeva bene quanto l’amica tenesse all’evento,
così si rivolse nuovamente al negoziante.
“Purtroppo
siamo di fretta ma il suo negozio è bellissimo!
Tornerò quando avrò più tempo e magari
le porterò anche la guida che ho scritto, in modo che lei
possa dargli un’occhiata”
“Sarebbe un
piacere! Buona serata allora”
I tre salutarono il
proprietario del negozio e proseguirono il loro giro.
“Ecco
lì ci dovrebbe essere un buon negozio di
vestiti…”
Li avvertì
Rose indicando un negozio poco distante, ma si fermò un
attimo, attirata da un banchetto sulla strada che vendeva ciondoli e
fermagli di artigianato.
“Sono tutti
di giada e lavorati a mano”
Spiegò la
negoziante ithoriana, il cui suono della voce risultò avere
uno strano accento. Rose prese in mano uno dei fermagli verdi con
intarsiato un fiore e si ricordò di quando andava a fare
compere con sua sorella: entrambe amavano quel tipo di cose, tanto che
avevano preso dei ciondoli gemelli, di cui lei ancora indossava il suo.
“Ti
interessa qualcosa?”
Le chiese Ben.
“Oh no, sono
molto belli ma oggi siamo qui per altro!”
Posò il
fermaglio e salutò la negoziante, infondo al momento era
abbastanza a corto di crediti ed aveva cose più importanti
da fare, come l’assicurarsi che fosse tutto perfetto per
l’evento di quella sera.
I tre arrivarono
quindi finalmente al negozio designato, Rose e Rey iniziarono a vedere
degli indumenti maschili.
“Che ne dici
di questo?”
Chiese Rey
all’amica.
“Non male ma
dovremmo vedere qualcosa che ci stia bene su…”
“Scusate ma
fatemi capire: stareste scegliendo qualcosa per me?”
Si intromise Ben,
vedendole molto indaffarate anche se fino a quel momento, non lo
avevano minimamente coinvolto.
“Siamo qui
per darti una mano mi sembra, no?”
Disse Rose mentre
mostrava tranquillamente a Rey un altro indumento, la quale
annuì mostrandole di rimando dei pantaloni.
“Si…
ma penso che dovrei avere anche io voce in capitolo, non
credete?”
Replicò lui.
“Potresti,
se accettassi di indossare qualcosa che non sia nero: non hai
più la necessità di mimetizzarti con gli interni
della Supremacy o qualsiasi motivazione ci fosse nel vestirti sempre e
solo di quel colore!”
“Ehi, il
nero non ha niente che non va!”
Protestò
lui, leggermente ferito da quelle parole.
“Come
pensavamo… allora provati questi, senza discutere!”
Disse Rey passandogli
i tre capi che avevano selezionato.
“Mi devo
ricordare di non andare mai più ad acquistare abiti con due
ragazze! E comunque almeno sulla Supremacy ero io a dare gli
ordini”
Affermò
sarcastico, mentre si avviava al camerino per misurare gli abiti che le
due gli avevano passato. Uscì poco dopo, indossando dei
pantaloni grigio chiaro, una maglietta bianca e una giacca di pelle
marrone chiaro con dei risvolti più scuri. Le due
lo squadrarono con approvazione.
“Ti stanno
molto bene!”
Disse Rey.
“Concordo,
abbiamo fatto un ottimo lavoro!”
Confermò
Rose, ma entrambe aspettavano il responso di Ben. Lui si
guardò allo specchio ed in effetti doveva ammettere che
quegli abiti gli stavano bene, inoltre le taglie sembravano essere
quelle giuste.
“In effetti
non stanno male… penso li prenderò”
Le due ragazze si
scambiarono uno sguardo di approvazione e batterono il cinque a vicenda.
“Ottimo ti
vogliamo vedere uscire dal negozio con questi vestiti allora!”
Lo intimò
Rose.
“Come
volete, ma prima vorrei scegliermi anche altre cose da comprare, e
questa volta gradirei avere voce in capitolo!”
Disse lui mentre
sbirciava tra gli articoli esposti, infondo aveva urgente bisogno anche
di altri cambi.
“Ok, ti
lascio un attimo allora nelle mani di Rey, mi ero scordata che ci
dovrebbe stare un articolo che Finn mi aveva chiesto di prendere al
negozio qui vicino, ci metterò poco!” poi si
avvicinò all’amica per sussurrarle, in modo che
lui non sentisse “Così magari puoi approfittarne
per parlare a Ben di ciò che volevi dirgli!”
Rose quindi
uscì, lasciando Rey da sola con lui.
La Jedi avrebbe
desiderato un attimo per parlare a Ben con calma e Rose era stata
carina a fornirle quell’occasione, ma non sapeva bene nemmeno
da dove cominciare e se quello fosse effettivamente il momento giusto.
“Ben…”
Provò a
dirgli, mentre lui le veniva incontro con alcune magliette in mano. Ma
quest’ultimo, la precedette.
“Non fare
quella faccia: una maglietta nera nuova mi serve, anche
perché, ti ricordo, che la missione di domani prevede di
infiltrarci in una struttura del Primo Ordine”
“Ok…
che altro hai preso?”
“Quale
preferisci tra queste due?”
Lui le
mostrò una maglia grigia e una blu scuro, lei le
osservò entrambe con attenzione.
“Penso possa
starti meglio quella grigia ma dovresti provarla”
“Ok”
Diede una veloce
occhiata intorno, notando che non ci fosse nessun’altro nei
paraggi, quindi si tolse la giacca e iniziò ad alzarsi la
maglia mostrando l’addome, ma Rey lo bloccò
abbassandogliela con imbarazzo.
“Si
può sapere cosa stai facendo?”
“Volevo
misurare la maglia, come hai suggerito”
Rispose con una tale
semplicità che spiazzò l’altra: odiava
quando, a differenza sua, lui non mostrava il minimo senso del pudore,
anche perché, sembrava decidere di farlo sempre quando lei
aveva qualcosa di serio da dirgli.
“Non puoi
farlo nel camerino come tutte le persone normali? Adesso sembri tu
quello cresciuto su un pianeta desertico!”
“Mi sembrava
più veloce, infondo non c’era nulla che tu non
avessi già visto”
Rey
ringraziò che Rose fosse uscita e non avesse potuto
ascoltare quella frase altamente fraintendibile o sarebbe morta
dall’imbarazzo, più di quanto non si sentisse
già adesso. Rimase letteralmente senza parole, cosa che
sembrò non turbare minimamente Ben, ma
dall’occhiata che gli riservò, lui capì
che sarebbe stato meglio andare in camerino, quindi scrollò
le spalle ed andò a cambiarsi.
Dopo alcune prove,
come promesso prima a Rose, Ben indossò gli abiti che
avevano scelto per lui le due ragazze, ed andò a pagarli
insieme agli altri indumenti di ricambio che aveva scelto.
I due uscirono dal
negozio in silenzio, Rey stava pensando ad un modo per affrontare con
lui il discorso che voleva fargli ma al momento non le veniva in mente
niente di sensato.
Il silenzio tra loro
fu però rotto dalla voce di Rose, che accorse da loro.
“Venite con
me, presto! Ci sta un ragazzino in un vicolo che è stato
accerchiato e chiede aiuto. Ho udito per puro caso la sua richiesta di
aiuto”
I due annuirono e
seguirono Rose in un vicolo non molto distante. Rey si stupì
nel constatare che così vicino all’area affollata
di negozi ci fossero zone tanto isolate: forse aveva ragione Ben nel
dire che c’erano posti anche poco sicuri lì.
Trovarono il ragazzino, anche se sarebbe stato più corretto
definirlo ‘alieno’, di una razza che lei non
conosceva: aveva la pelle verde, delle piccole antenne sulla testa e
gli occhi neri intrisi di paura a causa delle sei persone con il
cappuccio che lo circondavano, sembravano armati con coltelli ed armi
di vario tipo.
“Smetti di
gridare marmocchio, nessuno qui può aiutarti! Piuttosto
dicci dove sta tua madre subito e non ti faremo del male!”
Lo intimò
uno di loro.
“Lasciatelo
stare!”
Gridò Rey e
lei e Ben si schierarono schiena contro schiena in difesa del
ragazzino, al centro del cerchio creato dagli incappucciati, al
contempo Rose tirò fuori il blaster e lo puntò
contro uno di loro da lontano.
“Questi non
sono affari vostri umani! Andatevene prima di farvi male: cosa credete
di fare con una ragazza armata di blaster e due disarmati, contro sei
di noi?”
“Non direi
disarmati!”
Replicò
Rey, ed entrambi estrassero le loro spade laser attivandole e
puntandole in posizione difensiva contro gli aggressori.
“Spade
Laser?”
Disse stupito uno di
loro, ma il suo compagno non si lasciò intimorire, sferrando
un colpo col bastone contro Ben. Quest’ultimo però
con un rapido colpo netto dell’arma gli tranciò il
bastone a metà.
Un altro
provò ad attaccare Rey con il coltello, ma Rose gli
sparò alla mano, disarmandolo.
Stanchi della
situazione, gli assalitori provarono ad attaccare tutti insieme ma Rey
e Ben tesero una mano avanti e con la Forza li scaraventarono
all’indietro facendoli cadere a terra.
“Jedi? N-non
è possibile!”
Balbettò il
malcapitato, mentre si rialzava.
“Lo
è invece e fossi in voi andrei via. Altrimenti sarete voi a
farvi male!”
A quelle parole di
Rey, gli incappucciati si guardarono tra loro.
“Forse ha
ragione, infondo adesso abbiamo qualcosa che ha comunque
valore!”
Lei non
capì a cosa si riferissero ma comunque
l’incappucciato fece segno agli altri di dileguarsi e
così fecero.
“Grazie per
avermi salvato io sono Pokk! Non avevo mai visto dei Jedi dal vivo,
è incredibile! Ma tu quindi sei Rey?”
Il piccolo alieno
guardò incantato le spade laser di Rey e Ben.
“Esatto, ma
come fai a conoscermi?”
Chiese lei, mentre
disattivava e riallacciava alla cinta la spada laser.
“Mia madre
mi ha raccontato delle tue gesta su Exegol! Venite: deve assolutamente
conoscervi!”
I tre lo seguirono
dubbiosi, ma infondo volevano almeno assicurarsi di lasciarlo al sicuro.
“Abiti
vicino?”
Chiese Ben.
“Non molto
lontano! Ma a proposito, tu chi sei, invece? Mia madre non mi ha
raccontato di un secondo Jedi in quella battaglia”
Ben si
ammutolì, perché non sapeva bene come spiegargli
la cosa, fu quindi Rey a farlo al suo posto.
“Lui
è Ben Solo e sì, anche lui mi ha aiutato a
vincere quella battaglia, come anche lei: Rose. Anche se non
è una Jedi, il suo aiuto è stato molto
utile”
“Bene ma
com-… aspetta, mamma!”
Disse il ragazzino,
vedendo improvvisamente la madre davanti a lui la quale gli corse
incontro abbracciandolo forte.
“Pokk, si
può sapere dove eri finito? Ti stavo aspettando ma non
tornavi, mi sono molto preoccupata!”
“Lo so
mamma, scusami, ma alcuni tipi incappucciati mi hanno aggredito:
volevano sapere di te e della Resistenza…”
“COSA!? E
come stai??”
Chiese lei,
visibilmente preoccupata, squadrandolo e cercando eventuali ferite.
“Sto bene!
Mi hanno salvato loro e… non ci crederesti mai, ma sono
membri della Resistenza e due di loro sono Jedi: lei è
Rey!”
La madre
sgranò gli occhi dallo stupore, ma fu Rey a farle una
domanda.
“Aspetti,
quindi anche lei è un membro della Resistenza?”
“Si lo
è: infatti è la persona che dovevamo incontrare,
piuttosto voi come vi siete cacciati nei guai anche quando vi abbiamo
lasciato solo a fare delle semplici compere di vestiti?”
Rey si sorprese nel
constatare che quella voce era proprio di Poe, accanto a lui
c’erano anche Finn e Chewbe.
“A quanto
pare sono i guai che cercano noi!”
Sentenziò
Ben di rimando.
“Per me
è un bene che sia così, se non fosse stato per
voi chissà cosa avrebbero fatto a mio figlio, vi
ringrazio!”
“Non
c’è problema è sempre un piacere
aiutare chi ne ha bisogno, soprattutto se si tratta di membri della
Resistenza!”
Rispose Rey.
“Io sono
Nhalì, vi prego venite un attimo a casa mia così
potremmo conoscerci meglio, vi terrò poco: Poe mi ha
accennato che avrete un impegno stasera.
Così
andarono tutti a casa di Nhalì, dove Rey apprese essere un
membro della Resistenza ma che non aveva partecipato alle battaglie.
D’altro canto, aveva da sempre aiutato come poteva, facendo
da tramite o aiutando chi ne avesse bisogno. Poe le aveva portato
infatti dei rifornimenti che lei avrebbe provveduto poi a distribuire,
in cambio Nhalì aveva aggiornato tutti loro sulle ultime
informazioni a sua disposizione su ciò che rimaneva del
Primo Ordine.
“Hai mai
sentito parlare di un gruppo chiamato gli Accoliti?”
Chiese Finn, ma lei
scosse la testa.
“Mai
sentiti, ma anche dopo la grossa sconfitta subita ad Exegol, anche se
più frastagliati di prima, si vedono ancora membri di
ciò che è rimasto del Primo Ordine”
“Pensi
abbiano un nuovo leader?”
“È
difficile dirlo: alcuni agiscono ormai indipendentemente come semplici
criminali, altri invece sembrerebbero intenzionati ad unirsi per
cercare di riconquistare potere e terreno, eppure è dalla
battaglia di Exegol che non si è palesato ufficialmente
più nessun Leader Supremo o simili”
“Comunque
dovresti rischiare di meno per un po’, se hanno attaccato tuo
figlio è perché hanno ottenuto delle informazioni
su di te”
L’ammonì
Poe preoccupato.
“Va bene,
terrò un basso profilo ma continuerò ad aiutare
come posso!”
Rey pensò
che quella donna aveva davvero una grande motivazione e coraggio per
aiutarli, nonostante avesse rischiato di perdere suo figlio. Si
ripropose quindi di impegnarsi sempre di più nella causa,
come Jedi doveva essere di buon esempio per tutti.
Gli individui
incappucciati che avevano aggredito Pokk si riunirono in un posto
isolato ed uno di loro estrasse il comlink.
“Dobbiamo
contattare il Primo Ordine”
“Sei matto?
Non abbiamo fatto quello che ci hanno chiesto: il marmocchio
è scappato e non abbiamo idea di dove sia la madre. Ci
avevano chiesto chiaramente di trovarla e ucciderla, per loro
è una spia e per noi valeva molti soldi!”
“Idiota,
adesso abbiamo qualcos’altro da poter vendere loro:
l’informazione che ci sono ben due Jedi a
Coruscant!”
“Pensi che a
loro interessi così tanto?”
“Penso che
lo scopriremo”
Il trandoshani tolse
il cappuccio rivelando il suo volto squamoso di un beige chiaro.
Chiamò il contatto che aveva e disse di avere informazioni
importanti sulla Resistenza.
L’uomo che
rispose insistette con tono austero di voler avere maggiori dettagli
sulle informazioni a loro disposizione, mentre il trandoshani
perseverava nel pretendere di volerle riferire direttamene al generale
Jeina Shin.
“Cos’è
tutto questo trambusto?”
Chiese lo stesso
generale al suo sottoposto, che con il suo tono alto la stava
evidentemente disturbando. La donna era umana con occhi a mandorla e i
capelli neri raccolti con precisione in uno chignon da cui
fuoriuscivano solo due ciocche che le ricadevano sul viso.
“M-mi scusi
generale… sono solo mercenari di Coruscant a cui avevano
chiesto di trovare ed eliminare una spia della Resistenza ma
evidentemente, non essendoci riusciti, stanno ora inventando altre
storie sul possesso di altre informazioni, probabilmente solo per
essere pagati comunque”
“Passameli”
“Generale
Shin non c’è bisogno, posso occuparmene
io”
“Direi di
no, dato che è evidente che tu non sia capace di farlo,
quindi non me lo far ripetere una seconda volta!”
L’uomo
deglutì e passo il comlink al generale.
“Generale
Shin: sono Trish, ho delle informazioni che per voi potrebbero essere
molto interessanti”
“Questo sta
a me deciderlo, quindi parla”
“Prima
vorrei discutere del pagamento”
“Osi mettere
in dubbio la lealtà del Primo Ordine? Se le tue informazioni
risulteranno valide ti assicuro che sarai ampiamente
ripagato… ma se non dovessero esserlo… beh
immagino che tu sappia cosa ti aspetta: quindi ti conviene parlare, la
mia pazienza si sta esaurendo”
“Va
bene… è vero ci è sfuggita la spia
della Resistenza ma in compenso abbiamo incontrato ben due
Jedi!”
La notizia
sembrò incuriosire la donna.
“Sapresti
descrivermi questi due JEDI e come mai pensi lo siano?”
Il trandoshani
descrisse il loro aspetto e ciò che aveva visto loro fare.
“Bene, e di
che colore erano le loro spade laser?”
“Una era
gialla e l’altra bianca”
Un sorriso soddisfatto
si dipinse sul volto della donna.
“Molto bene:
una coincide con le informazioni in nostro possesso, l’altra
invece è interessante… verrai pagato un terzo di
quanto stabilito e la prossima volta, non fallire! Il Primo Ordine non
sarà nuovamente tanto magnanimo”
Si limitò a
dire, interrompendo la comunicazione prima che lui potesse replicare
qualsiasi cosa. La donna si voltò per poter criticare
nuovamente l’operato del suo sottoposto, ma si sorprese nel
trovarlo morto. La ferocia dei colpi erano facilmente riconoscibili ed
infatti non le ci volle molto per scorgere una nuova presenza nella
stanza, che coincideva con chi credeva. Quei suoi modi irruenti e
imprevedibili a volte la spaventavano, ma non avrebbe mai permesso che
lo percepisse, quindi con aria impassibile si rivolse a lui.
“Pensavo vi
sareste fatto annunciare, avrei preparato un accoglienza più
degna della vostra persona”
“Non dirmi
che ti dispiace per la sua morte”
Replicò
noncurante lui.
“No.
Eseguiva troppo grossolanamente gli ordini ma è sempre
più difficile trovare dei validi sostituti
oggigiorno”
“Quindi? Hai
avuto qualche informazione degna di nota?”
Chiese
l’uomo, cambiando argomento per arrivare dritto al punto, non
era una persona a cui piaceva attendere o perdere tempo.
“A quanto
pare due Jedi sono stati visti a Coruscant, una con una lama gialla e
l’altro con una lama bianca”
“Lama
bianca? Patetico”
Disse lui con sdegno.
“Pensate di
riferirlo a chi sappiamo e che in qualche modo dovremmo avvertire la
base di Corellia…?”
“No! Il
piano resta lo stesso che avevamo in mente, tutto sta andando
esattamente come previsto”
**Angolo
Autrice**
Questo
è un
capitolo un po’ più tranquillo che vuole fornire
uno squarcio anche di vita più
“quotidiana” dei nostri eroi (un po’ di
pace diamogliela ogni tanto!). Mi piace a volte soffermarmi anche su
alcuni dettagli che possono dare qualche approfondimento anche sui
gusti dei personaggi, infondo i film su questo ci forniscono pochi
dettagli.
I
fiori sono del canon
di Star Wars come anche la guida scritta da Rey sulla sopravvivenza che
include dettagli sui fiori di li di cui uno si intravede anche nella
sua dimora a Jakku nel film.
Nell’ultima
parte ho voluto dare un piccolo sguardo sul Primo Ordine giusto per
dire che non ci siamo scordati di loro e che non stanno proprio con le
mani in mano!
Spero
che il capitolo
vi piaccia e che non risulti noioso, al prossimo!
Ringrazio
il mio beta
Dani1993
|
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Capitolo 16 *** Il Ballo ***
Una
volta tornati al Falcon, ognuno di loro andò nella propria
stanza a cambiarsi per l’evento di quella sera. Rose
portò ad ognuno dei suoi amici gli abiti che aveva
accuratamente selezionato e poi fece un giro per assicurarsi che tutti
fossero pronti prima di vestirsi lei stessa. Decise di iniziare dalla
stanza di Ben, quindi bussò alla sua porta e lui la
intimò ad entrare.
“Vedo che ti sei vestito e… che ne
pensi?”
Chiese, ansiosa di avere un parere sui vestiti selezionati da lei: un
completo nero e grigio.
“Che mi sorprende che ci sia così tanto nero, non
avevate detto che non andava bene?”
“Beh per una serata elegante il nero fa sempre il suo effetto
e poi ci sono comunque i dettagli grigi che smorzano. Ma se non ti
piace…”
“Frena, intendevo che mi piace questo completo! Anzi ti
ringrazio per aver pensato anche a me, infondo non faccio nemmeno parte
ufficialmente della Resistenza, anche se parteciperò alla
vostra missione”
Rose si avvicinò a lui per sistemargli il bavero della
giacca.
“Per il momento, fare parte della missione è
sufficiente ma spero che dopo vorrai unirti davvero a noi, abbiamo
bisogno di alleati, soprattutto con le tue
capacità”
Ammise lei.
“Non dipende solo da me, ma anche da come sarò
giudicato in base all’esito della missione, sia da voi che
dal Nuovo Consiglio. Da parte mia ho intenzione di fare tutto il
possibile”
“Sarà meglio! Anche perché Rey ha posto
molta fiducia in te, e tutti noi non la prenderemmo bene se dovessi
tradirla”
“Non è assolutamente mia intenzione”
Rispose prontamente lui, con sincerità.
“Allora non hai molto da temere, sono sicura che se le tue
intenzioni sono sincere, andrà tutto bene! Ma oggi non
pensare a questo: dobbiamo distrarci un po’ tutti e goderci
solo la serata, ce lo meritiamo dopo quanto accaduto
ultimamente!”
“Concordo”
Si limitò a dire, anche se non era del tutto convinto di
riuscire a farlo completamente infondo, negli ultimi anni, occasioni di
svago simili non erano state esattamente all’ordine del
giorno.
“Bene, direi che ci siamo! Appena finisci di sistemarti, puoi
aspettare in corridoio Poe e Finn da cui passo ora. Potete avviarvi
voi: io e Rey finiamo di prepararci e vi raggiungiamo!”
La proposta di Rose non gli piacque, già quella situazione
era diversa dal solito per lui, ci mancava solo che restasse da solo
con Poe e Finn… non che la cosa lo preoccupasse ma aveva
paura che potesse generare situazioni di disagio che influissero in
qualche modo sulla serata.
“Penso che possa aspettare voi… così
andremo tutti insieme…”
Propose lui titubante.
“Oh andiamo Ben, può essere una buona occasione
per rinsaldare maggiormente il rapporto con Poe e Finn!”
“Non penso che loro vogliano farlo”
“Non dire assurdità: infondo ognuno di loro ha un
passato discutibile, anche se non proprio come il tuo… ma
sono sicura che se riusciste a trovare il discorso giusto, potreste
scoprire qualche punto in comune. Infondo uno l’avete
già tutti”
“La testardaggine?”
Tirò ad indovinare con meno ironia di quanto pensasse.
“L’amicizia di Rey! E quindi non ho dubbi che vi
impegnerete al massimo per risolvere le vostre divergenze!”
“Almeno ci sarà Chewbe…”
Rifletté lui a voce alta.
“Lui ci raggiungerà più tardi, in
verità: doveva prima vedersi con un suo amico e poi
verrà alla festa”
“La mia solita fortuna!”
Protestò, alzando gli occhi al cielo, non ancora molto
convinto della proposta di Rose, ma lei non gli concesse il lusso di
replicare ulteriormente e si diresse dagli altri due amici.
La ragazza trovò la porta della camera di Poe aperta, al suo
interno vi erano lui e Finn intenti a chiacchierare, mentre il pilota
stava finendo di pettinarsi i capelli.
“Oh bene, vedo che siete praticamente pronti,
ottimo!” li squadrò con attenzione compiaciuta del
suo operato “Dovrei vestirvi più spesso, state
entrambi molto bene”
“Inizi a prenderci anche troppo gusto ultimamente, non vorrai
offuscare troppo la mia aria da ribelle un po’ trasandato ma
al contempo sfacciato e irresistibile?”
Disse ironico Poe.
“Stai sistemando anche troppo quel ciuffo per uno
‘trasandato’!”
Puntualizzò lei.
“Dovrò pur far sfigurare tutta l’alta
classe presente stasera, no? Il che non sarà difficile dato
come mi sta questo completo, anche se con un viso come il mio
sarò già avvantaggiato in partenza, non vi
pare?”
“Quello che vuole dire Poe è che ti ringraziamo
per aver scelto questi vestiti per noi, hai buon gusto per queste cose!
Io ammetto che per questo tipo di cerimonie non saprei da dove iniziare
per scegliere qualcosa di adatto!”
“Prego! Se volete posso iniziare a darvi consigli anche sugli
abiti quotidiani”
“Ora non ti allargare troppo, ci piace come gli indumenti di
tutti i giorni rispecchino la nostra personalità!”
“Mhmm… e va bene ma semmai aveste bisogno di
qualche consiglio, sapreste a chi potrete rivolgervi!”
“Ma tu non sei ancora pronta?”
Disse Finn squadrandola stupito della cosa.
“Volevo prima controllare che per voi fosse tutto ok, anche
Ben è pronto, lo potete trovare nel corridoio di fronte alla
sua stanza. Avviatevi voi, io e Rey vi raggiungeremo appena
pronte!”
“Ci vuoi lasciare da soli con Ren? Cosa dovremmo
dirgli?”
Chiese sorpreso Finn.
“Qualsiasi cosa che non rovini la serata, quindi qualsiasi
chiarimento vogliate avere con lui è tassativamente
rimandato ad un altro giorno, intesi?”
“Ma non possiamo aspettarvi e andare tutti insieme?”
Propose Poe.
“Io e Rey ci metteremo un po’ di più per
finire di prepararci, ma vi raggiungeremo prestissimo… non
morirete per qualche minuto di conversazione con Ben!”
“Sei davvero positiva se pensi che ci sarà una
conversazione”
Disse Finn con un’ironia che non fu ben accolta da Rose.
“Già avete parlato con lui in questi giorni, non
vi mangerà!”
“Ma erano situazioni diverse: in questo caso staremmo andando
da soli ad una festa, in attesa del vostro arrivo, è molto
più difficile trovare uno spunto di dialogo”
Protestò di rimando.
“Vi devo ricordare che ci ha aiutato a salvare Rey e che a
lei farebbe piacere se ci fosse almeno un piccolo sforzo da parte
vostra per dargli una possibilità?”
“Lo sappiamo… ma il punto è che davvero
non sappiamo di cosa parlare con lui!”
“Beh, siete due generali della Resistenza e membri del Nuovo
Consiglio… sono sicura che qualcosa vi verrà in
mente! Noi verremo prestissimo, non vi preoccupate!”
Diede a entrambi un’affettuosa pacca sulla spalla ed
uscì, dirigendosi verso la stanza di Rey.
“Io sono preoccupato: le donne a prepararsi per eventi del
genere non sono mai veloci!”
Ammise Poe con sguardo complice verso l’amico.
Anche se decisamente non convinti, andarono lentamente verso il
corridoio, dove incontrarono Ben.
“A quanto pare le ragazze ci hanno già scaricato e
dobbiamo avviarci noi”
Esordì Poe, cercando di stemperare l’atmosfera con
l’ironia.
“Hanno promesso che ci metteranno poco, sarà
meglio che sia così”
Proseguì Finn.
“Già”
Si limitò ad asserire Ben, quindi piombò il
silenzio tombale per tutto il tragitto, ma non era un silenzio
rilassante come quelli che Ben aveva sperimentato con Rey, piuttosto
era uno di quei silenzi imbarazzanti dove più regnava e
più ci si sentiva in dovere di dire qualcosa ma, allo stesso
tempo, qualsiasi cosa gli venisse in mente gli sembrava stupida o
ridicola. Era incredibile: Ben era stato il leader supremo del primo
ordine, il capo dei cavalieri di Ren, aveva portato terrore e
distruzione, facendosi temere anche dai suoi stessi alleati, aveva
affrontato decisioni e discussioni difficili. Eppure mai in vita sua si
era sentito così a disagio.
Avrebbe dovuto parlare del tempo? Troppo banale.
Della missione? Troppo noioso.
Del suo passato? Avrebbe preferito essere torturato al momento
piuttosto che tirare in ballo un discorso simile.
Magari avrebbe potuto dire anche lui qualcosa di ironico, ma se poi
fosse risultato troppo presuntuoso?
“Facciamo una scommessa, secondo voi di che colori saranno i
vestiti che indosseranno le ragazze?”
Era una domanda stupida ma fu l’unica che venne in mente a
Poe e lui odiava talmente tanto i silenzi imbarazzanti, che non
poté fare a meno di spezzare quello che si era creato tra
loro. Ben, dal canto suo, ringraziò mentalmente Poe per
averlo fatto, ponendo fine a quel calvario psicologico e decise quindi
di rispondergli per primo.
“Secondo me Rey un vestito verde, infondo le piace molto la
natura! E Rose magari uno arancione”
“Arancione? Secondo me è troppo simile ai colori
della sua divisa, ce la vedo più con qualcosa di
diverso… magari rosso, mentre Rey non so…
azzurro?”
Replicò Finn.
“Io dico Rose viola e Rey rosa”
Disse il pilota. Gli altri due si guardarono per poi dissentire
all’unisono.
“Nah!”
Rose andò infine da Rey, si preparano insieme nella stessa
stanza in modo da aiutarsi a vicenda, anche se sarebbe stato
più giusto dire che era perlopiù Rose ad aiutare
l’amica, dato che quest’ultima non sembrava molto
abituata a indossare abiti simili.
“Sei riuscita poi a parlare con Ben?”
Chiese curiosa mentre aiutava Rey a sistemare l’abito.
“No, purtroppo non si è creato il momento
adatto”
“Forse ne potresti trovare uno stasera”
“Vedremo” rispose all’amica mentre si
provava a sistemare le scarpe eleganti col tacco senza trovare pace
“ma è normale che siano così
scomode?”
“Purtroppo le scarpe femminili di solito più sono
belle e più sono scomode!”
Le confessò l’amica.
“Scomode è un eufemismo, non sono nemmeno sicura
di riuscire a tenerle ai piedi tutta la serata senza rischiare di
cadere… forse è meglio che mi metta gli
stivali”
“Spero tu stia scherzando, non esiste che metti gli stivali
sotto questo vestito, sono sicura che sarebbe considerato un crimine in
più di un pianeta!”
Rey sospirò, arresa ad indossarle. Quindi passò a
sistemare i capelli: li aveva raccolti in una mezza coda e su di essi
aveva appoggiato delle sottili catene dorate, le stesse presenti anche
nel vestito, in più parti a dare colore al bianco merlettato
con riflessi argentati del resto del vestito, in particolare coprivano
parzialmente le parti scoperte, come la scollatura presente sul retro
del vestito e quella tra le maniche e le spalle. Per il resto
l’abito aveva una gonna lunga, ma non ampia, e che le
arrivava quasi ai piedi.
Mentre si squadrava nello specchio si soffermò sulla figura
di Rose, la quale aveva appena finito di prepararsi: la sua amica
indossava un abito blu con una fantasia floreale rosa ed aveva i
capelli semi raccolti con un fermaglio. Era la prima volta che la
vedeva truccata e vestita in quel modo ma, per quanto diversi dal
solito, quegli abiti le donavano molto.
“Stai benissimo!”
“Grazie, anche tu stai benissimo!”
Sentenziò la sua amica osservandola, fiera della scelta
fatta. Eppure Rey non sembrava molto convinta.
“Sicura? E se non piacessero?”
“Sono sicura che a Ben piaceranno!”
“Tu dici? E se mi trovasse strana? Non è abituato
a vedermi così, e nemmeno io”
Chiese mentre si finiva di aggiustare distrattamente alcune ciocche di
capelli allo specchio. Rose rimase sorpresa dalla sua risposta in
quanto la sua era una domanda volutamente provocatoria, a cui si
sarebbe aspettata un’altra reazione. Che le interessasse
davvero Ben?
Non ne era sicura, ma trovava in qualche modo adorabile quella
preoccupazione di Rey.
“Sei bellissima, sono sicura che lo penserà anche
lui quando ti vedrà!”
Rey arrossì leggermente, rendendosi solo ora conto della
piega imbarazzante che stava prendendo il discorso.
“Ero solo preoccupata che potesse avere una reazione simile
alla mia vedendo Poe con abiti eleganti… tutto
qui…”
Cercò di spiegare lei, con voce più balbettante
di quanto volesse, cosa che fece sorridere Rose.
“Certo, capisco! Ma sono sicura che lascerai tutti senza
parole e in senso buono! Ora andiamo o quelli non ci perdoneranno per
aver fatto tardi!”
Le due amiche si diressero quindi alla festa, entrarono mostrando gli
inviti e Rey rimase completamente affascinata dal posto: sembrava molto
grande e le stanze erano arredate in modo lussuoso ma raffinato.
C’erano già molte persone e tutte con abiti uno
più bello dell’altro, in una sala in lontananza
intravedeva un bancone pieno di cibo di ogni genere, alcune cose
nemmeno sapeva cosa fossero, ma avevano un aspetto delizioso.
Pensò che anche se avesse raccattato tutti i rottami di
Jakku, non avrebbe mai ricevuto cibo di simile quantità e
qualità in cambio.
La sala centrale sembrava la più grande, dove molti
già ballavano, mentre sul lato sinistro della sala
c’era il bancone per ordinare le bevande e, oltre a tutto
ciò, sembrava esserci anche una parte esterna.
“Questo posto è enorme e bellissimo!”
Disse estasiata, Rose la guardò con soddisfazione.
“Visto? Ci si può sempre fidare delle mie
organizzazioni! Ma prima di fare un giro forse è meglio
cercare gli alt-…ah eccoli!”
Rose scorse da lontano Poe e Finn, quindi con Rey andarono loro
incontro. Poe indossava una camicia bianca di cui lui aveva
probabilmente leggermente sbottonato il collo in segno di protesta, ed
un completo blu molto scuro. Finn invece aveva una camicia e pantaloni
neri, con dettagli dello stesso beige del jilet che indossava.
“Wow ragazzi siete davvero eleganti e state molto
bene!”
Disse Rey sorpresa, ma i due erano intanto rimasti letteralmente a
bocca aperta alla vista delle loro amiche.
“Ma vi siete viste? VOI state benissimo, quasi stentavamo a
riconoscervi!”
Asserì Poe, ancora incredulo dall’avere davanti
proprio Rose e Rey.
“Poe lo prendiamo come un complimento, spero!”
Disse Rose guardandolo leggermente di sbieco.
“Certo che sì, siete entrambe bellissime, dovreste
vestirvi più spesso così! Rose hai fatto un
lavoro eccezionale!”
Confermò Finn.
“Già, peccato che non siano abiti così
comodi da indossare con tanta frequenza ma penso valga anche per voi!
Comunque grazie Finn, sono contenta che vi siano piaciuti!”
Rispose Rose, appagata del loro apprezzamento.
“Poi il posto è davvero molto bello e la festa di
alta classe, non vedevo tanta gente vestita così elegante,
non so nemmeno da quando!”
Aggiunse il pilota.
“Ma dov’è Ben?”
Chiese Rey.
“È lì”
Rispose Poe, indicando qualcuno non molto distante da lui voltato di
spalle. Non sembrava essersi accorto del loro arrivo, in quanto
impegnato ad osservare l’ambiente.
Ben infatti stava fissando la sala dove una quantità enorme
di gente era impegnata a divertirsi e a ballare come se fosse la cosa
più normale del mondo e, probabilmente, per loro lo era.
Eppure a lui, abituato a vivere negli ultimi anni perlopiù
in solitudine e a bordo di una navicella spaziale del Primo Ordine,
tutto quel divertimento e quel colore gli sembravano strani ed
alienanti. Certo, gli altri generali si concedevano anche qualche
festeggiamento o momento di convivialità tra loro, ma lui
non vi aveva praticamente quasi mai partecipato sia perché
alcuni generali, in particolare Hux, non gli erano mai stati molto
simpatici, sia perché Snoke stesso lo aveva demotivato verso
una qualsiasi forma di legame con l’esterno, al fine di
legarlo sempre di più al lato oscuro della Forza.
I soldati di Ren non erano da meno: era diventato il loro capo ma non
era mai riuscito ad istaurare con loro un legame, forse
perché dentro di lui non era mai stato completamente
allineato con le loro ideologie. Lo aveva dimostrato anche il fatto che
alla prima occasione non avevano esitato ad attaccarlo ad Exegol.
Sussultò, tornando alla realtà, solo quando
sentì la voce di Rey alle sue spalle che chiamava il suo
nome. Si voltò immediatamente, ma appena la vide si
bloccò restando letteralmente senza parole: indossava un
abito elegante adornato di merletti, ma di un tessuto talmente leggero
che esaltava perfettamente la sua figura, donandole un aspetto etero, i
suoi capelli erano legati in una mezza coda e le ricadevano dolcemente
sulle spalle, i dettagli argento ed oro dell’abito la
facevano splendere come non mai. In quel momento pensò di
non aver mai visto finora qualcuno di così bello in vita sua.
Rey avendo visto Ben soprappensiero lo aveva chiamato per attirare la
sua intenzione, ed era piuttosto sicura di avere in mente qualcosa da
dirgli, almeno finché non si girò: il vederlo di
fronte a lei con i capelli perfettamente ordinati, quegli abiti
eleganti di colore grigio e nero che gli donavano terribilmente, le
fece completamente dimenticare cosa volesse dire.
Più tardi avrebbe dovuto fare assolutamente i complimenti a
Rose, anche se gli stavano talmente bene che non era nemmeno sicura di
quanto fosse merito della sua amica o del fatto che magari lui, in
realtà, le avesse nascosto di essere nato
nell’alta società e che il suo far parte del Primo
Ordine fosse solo una copertura. Non trovava davvero un’altra
spiegazione sensata, sapeva solo che non riusciva a staccare lo sguardo
dal suo, che a quanto pareva era ciò che anche lui non
riusciva a fare con lei.
Rimasero lì così, bloccati ad osservarsi in un
tempo indecifrabile ma che non sfuggì agli occhi di Rose, la
quale passò lo sguardo dall’uno
all’altra completamente sorpresa. Se prima aveva dei dubbi,
ora era piuttosto sicura di non averne più alcuno.
D’un tratto si sentì in dovere di fare qualcosa, o
forse si sentiva semplicemente di troppo… chi poteva dirlo?
In qualunque caso, si voltò verso Finn e Poe e
bloccò il primo, che sembrava stare per parlare, prima che
rovinasse tutto.
“Finn, Poe ho bisogno un attimo di voi, potete seguirmi? Rey,
Ben ci… vediamo tra poco!”
Non attese una risposta da nessuno di loro: afferrò
letteralmente per le braccia i suoi due amici, trascinandoli via.
“Ehi che è successo? Cosa ti serve e
cos’è tutta questa fretta?”
Protestò Finn, per fortuna, pensò Rose, quando si
erano già allontanati abbastanza da Rey e Ben.
“Non lo avete notato?”
I due si guardarono perplessi e scossero la testa in tutta risposta.
“Davvero? Non avete visto come erano vicini quei
due?”
Chiese esasperata Rose, pensando che bisognava davvero essere ciechi
per non averlo notato.
“Aspetta, stai parlando di Rey e Ren? Cosa intendi per
VICINI?” Rose non rispose, quindi Finn provò a
rivolgersi a Poe “Cosa intende per VICINI?”
L’amico alzò le spalle.
“Non chiederlo a me!”
Rose sospirò pensando che fossero senza speranze.
“Uomini!”
“No, spiega cosa intendi per ‘VICINI’:
intendi vicini come Chewbe e Rey? Come me e te? O come Poe e
BB-8?”
“Ehi, cosa c’entra adesso BB-8?”
Chiese Poe confuso.
“Calma! Intendevo solo dire che mi hanno dato
l’impressione di avere molto di cui parlare. Ci starebbe pure
dopo i loro trascorsi, quindi ho preferito lasciarli un attimo in pace,
tutto qui…” non era sicura che fosse proprio tutta
la verità, ma non aveva intenzione di innescare una
problematica discussione basata solo su delle sue impressioni, inoltre
non in quel momento: non si sarebbe lasciata rovinare da loro la serata
per nulla al mondo “…quindi mentre li lasciamo
parlare che ne dite di goderci la festa? Finn, balliamo!”
Sembrava più un ordine che un suggerimento.
“Ma io…”
Provò a dire qualcosa Finn ma Poe lo bloccò
mettendogli una mano sulla spalla.
“Mai contraddire una donna amico! Vai e divertiti”
Lo intimò con un sorriso.
“Poe guarda che anche tu devi divertirti: potresti trovare
qualcuno con cui ballare anche tu o prendere intanto qualcosa da
bere… ma se ti trovo a parlare di politica giuro che ti
trascino io stessa sulla pista da ballo!”
Minacciò Rose all’amico, il quale, in tutta
risposta, la salutò con un rapido cenno del saluto militare
della mano sulla fronte.
“Agli ordini! Divertirsi non è un problema per
me!”
Rey e Ben a malapena sentirono allontanarsi Rose, Finn e Poe. Ben non
notò nemmeno che Rose aveva avuto l’accortezza di
chiamarlo per nome e non ‘Ren’ come facevano gli
altri due. Sia lui che Rey erano fin troppo impegnati l’uno a
fissare l’altra per concentrarsi su altro.
Rey scrutava lo sguardo di Ben: non riusciva a decifrarlo, non capiva
se quel silenzio fosse un segno positivo o meno, ma doveva saperlo ed,
al momento, era troppo destabilizzata per provare anche solo
lontanamente a fare appello al loro legame, quindi preferì
rompere quel silenzio per chiederlo direttamente.
“Allora? Non dici nulla? Che ne pensi? Lo so, forse non
è…”
Non riuscì nemmeno a finire la frase perché Ben
le rispose immediatamente.
“Sei bellissima”
Lo disse con una sicurezza ed immediatezza tale che sembrava gli avesse
fatto la domanda più semplice del mondo. Quel complimento la
fece sentire al contempo imbarazzata e compiaciuta, arrossì
leggermente e con un sorriso replicò.
“Grazie, anche tu stai molto bene vestito così! Ma
poco fa sembravi soprappensiero, qualcosa non va?”
Chiese quindi preoccupata.
“Diciamo che non sono molto abituato a tutto
questo… ma al momento ho una preoccupazione più
urgente”
“Quale?”
Chiese lei incuriosita.
“Bè, vorrei invitarti a ballare prima che lo
faccia chiunque altro, ma diciamo che l’ultima volta in cui
ho ballato è stato molto tempo fa e temo che le mie doti
nella danza non siano così eccelse. Sai
com’è: ballare non era di certo un passatempo
contemplato nel Primo Ordine!”
Provò a scherzarci sopra lui, anche se il suo timore era
reale.
La risposta di Ben la sorprese ma allo stesso tempo, in qualche modo,
la fece sentire sollevata.
“Sicuramente le tue doti sono meglio delle mie! Se posso
essere sincera né a Jakku né nella Resistenza ho
mai avuto modo o tempo di ballare… o di indossare abiti del
genere! Quindi sono io quella più a disagio… ma
puoi sempre insegnarmi quello che sai”
Lui alzò un sopracciglio, dubbioso a
quell’affermazione di lei.
“L’ultima volta che mi ero proposto di farti da
maestro, ti sei rifiutata!”
“Oh, ma ti eri proposto di farmi da maestro sulla Forza, sul
ballo mi sento molto più inesperta”
Rispose prontamente lei.
“Mhmm… e va bene, ma in tal caso dovrai fidarti e
seguirmi senza fare domande”
Le tese la mano, questa volta Rey non esitò a prenderla, non
lo avrebbe più fatto.
Poe era più che intenzionato a divertirsi alla festa a
prescindere dal ballo o meno, quindi decise che un buon punto di
partenza sarebbe stato bere qualcosa. Si mise in fila al bancone ma
qualcuno gli bussò leggermente sulla spalla, quando si
girò vide l’ultima persona conosciuta, che avrebbe
immaginato di trovare in quel luogo: Zorii.
Squadrò la sua figura nella sua interezza, era da parecchio
tempo che non la vedeva senza armatura e la trovò se
possibile ancora più affascinante di quanto ricordasse,
indossava un’elegante abito rosso attillato, che
difficilmente passava inosservato.
“Zorii è un piacere rivederti, sei in splendida
forma! Come mai sei qui? Non ti ho più vista dalla battaglia
di Exegol”
“Dopo la battaglia sono andata via da Ajan Kloss per
sistemare delle cose”
“Era così terribile la mia presenza?”
“Più che altro avevi molto da fare tra i tuoi
impegni da generale, da eroe della Resistenza e da papabile membro del
nuovo Consiglio. Così ho pensato che avremmo potuto
rimandare i convenevoli ad un momento migliore”
Disse con un tono di voluta sufficienza e forse una punta di invidia.
“E questo lo è?”
Chiese lui con interesse.
“Chi può dirlo: io ti sono venuta incontro solo
perché non ti avevo riconosciuto vestito
così”
Lui la osservò sospettoso, non sapendo fino a che punto
stesse scherzando, restava il fatto che non capiva come mai ogni volta
che si vestisse elegante dovesse suscitare tutto quello stupore.
“Quindi mi stai dicendo che il mio fascino ti ha colpito
così tanto da venirmi incontro anche senza sapere chi
fossi?”
“È stato solo un caso: infondo il tuo ego occupa
già tutto lo spazio a disposizione, non resta posto anche
per il fascino!”
Replicò lei con ironia.
“Certo… un ego abbastanza grande da meritarsi
finalmente un bacio?”
Rispose di rimando, con fare provocatorio, alzando un sopracciglio.
“Non credo proprio, al massimo potrebbe meritare un ballo,
giusto per non sprecare un tale abbigliamento… sempre se lo
chiedesse in ginocchio si intende!”
“In ginocchio? Andiamo, adesso è il tuo ego ad
esagerare, non il mio! Facciamo che te lo chiedo formalmente e
gentilmente, ok?”
Disse lui tendendole un braccio, lei lo tenne sulle spine per qualche
momento fingendo di pensarci su.
“Va bene, per questa volta basterà”
Posò la mano sul suo braccio ed entrambi si diressero verso
la pista da ballo.
Ben portò Rey nella zona esterna: vi era un giardino pieno
di fiori adibito per l’evento, ma lui la condusse in una
parte laterale più isolata, lontano dalla calca delle
persone. Era un piccolo spiazzo adornato di piante, con un balcone con
la vista sulla città illuminata, Rey si affacciò
subito per osservare il paesaggio.
“È davvero bellissima questa
città!”
Sentenziò lei, anche se non sapeva se in quel caso fosse
più appropriato parlare di città o di pianeta.
Ben la affiancò, dando anche lui uno sguardo al panorama.
“Potrebbe sembrare, con tutte queste luci, eppure a volte il
cielo è talmente denso di inquinamento che non si vedrebbe
nemmeno una pioggia di meteore, se ci fosse!”
“Pioggia di meteore?”
A Ben scappò una lieve risatina a
quell’inaspettata aria interrogativa di lei.
“Non dirmi che non ne hai mai vista una!”
“Scusami tanto: sai su Jakku non è un fenomeno
così frequente!”
Protestò lei.
“Jakku non può essere la tua scusa per tutto, lo
sai vero?”
Disse lui con tono sottile, inclinando leggermente la testa di lato
mentre la fissava di sbieco.
“Nemmeno il Primo Ordine la tua, se è per
questo!”
Replicò lei e Ben si chiese se avesse percepito i suoi
pensieri di poco prima sulla festa.
“Comunque sia siamo qui per ballare, ti ricordo! Quindi direi
di iniziare”
Senza troppi indugi le prese entrambe le mani e le fece posare la
destra sul suo fianco sinistro, mentre strinse delicatamente
l’altra nella sua e la portò alla sua destra. Lui
posò la mano sinistra sul fianco destro di lei e le si
avvicinò ulteriormente, cosa che le fece scappare un
sospiro, con un’improvvisa agitazione, alzò lo
sguardo verso il suo ma si sorprese nel trovare quello di lui molto
serio e focalizzato su quello che stava facendo. Sembrava davvero un
maestro concentrato unicamente sulla sua ‘lezione’.
“È facile, devi solo lasciarti guidare e seguire
la musica”
La musica della festa si sentiva anche lì, quindi non
sarebbe stato difficile seguirla, il problema era che lei dubitava
nelle sue capacità di farlo nel modo corretto!
Iniziò a muoversi lentamente cercando di seguire al contempo
sia Ben che la musica ma, proprio quando pensava di stare iniziando a
capire, calpestò inavvertitamente i piedi di lui.
“Scusami, sono un disastro!”
Ammise con imbarazzo, cercò quindi di allontanarsi per
lasciar perdere e sperare che in qualche modo Ben dimenticasse quella
figuraccia il prima possibile, ma lui non lasciò la presa su
di lei.
“Già rinunci? Mi sorprende, non è da
te!”
“Era solo per salvare i tuoi piedi!”
Cercò di giustificarsi lei.
“È normale sbagliare all’inizio ma
è più facile di quanto sembri, una volta capito
come funziona! Che ne dici di riprovare?”
Rey annuì e si rimise in posizione. Riprovarono nuovamente e
questa volta lei aveva lo sguardo fisso in basso per cercare di non
calpestare una seconda volta i piedi di Ben, inoltre era completamente
concentrata nel cercare di eseguire il tutto al meglio. Lui
sembrò notarlo, anche perché
l’espressione di lei era corrucciata e concentrata, quasi in
modo buffo.
“Dovresti cercare di essere meno tesa”
Le suggerì.
“È facile per te dirlo, non è mica la
prima volta per te!”
“Se pensi che io abbia avuto chissà quante
occasioni per ballare, ti sbagli: già è tanto che
so quello che ti sto mostrando. Come ti ho detto anche io non sono un
esperto…” si avvicinò al suo orecchio e
le sussurrò con tono ironico “…so che
non ci crederai ma Snoke non era un tipo che amava molto le feste di
questo tipo e quindi non mi ha mai né insegnato
né fatto fare esperienza di cose simili!”
Rey non poté fare a meno di figurarsi nella sua mente
l’immagine di Snoke tutto impettito che dava lezioni di ballo
a Ben e le scappò una lieve risatina.
“Non mi far distrarre, che poi è logico che
sbaglio!”
Lo rimproverò lei, cercando di riportare
l’attenzione sui loro piedi.
“Stavi andando benissimo invece, devi lasciarti guidare
dall’istinto e non pensarci troppo. Quindi non guardare
giù ma guarda me e continua pure il discorso”
Rey dubitava nella riuscita di quel piano ma si fidava di lui, quindi
gli diede almeno il beneficio del dubbio ed alzò nuovamente
lo sguardo fino ad incrociare il suo. Grave errore: il suo viso
così vicino al suo la mise nuovamente a disagio, quindi
provò a distrarsi riprendendo a parlare, come le aveva
chiesto.
“Come vuoi… ma quindi mi vorresti dire che con
tutti quei crediti Il Primo Ordine nemmeno qualche festa o lezione di
ballo vi ha fatto fare?”
Replicò con altrettanto sarcasmo.
“Temo non siano molto contemplate per la conquista della
galassia o del lato oscuro della Forza”
“Ecco dove avete fallito: sono sicura che indossare tutto il
giorno scarpe simili sarebbe una tortura ben più grande ed
efficace della lettura della mente!”
“Vorrà dire che ne terrò conto in caso,
in futuro, decidessi di tentare di riconquistare nuovamente la
galassia!”
Lei alzò un sopracciglio a quella battuta.
“Invece di fare tanto lo spiritoso, potresti confessarmi dove
hai imparato a ballare, a questo punto!”
Gli chiese con una certa curiosità, ma a quella domanda lui
distolse leggermente lo sguardo.
“Mi ha insegnato mia madre quando ero sotto addestramento di
zio Luke già da diversi anni, tornai un giorno da loro a
fargli visita. All’epoca mi lamentai
perché non lo trovai utile ed anche strano in quel contesto,
ma lei disse: ‘non si può mai sapere quando
qualcosa può tornarti utile’… e
guardandoci adesso, a quanto pare, non aveva proprio tutti i
torti!”
“Beh, tua madre è sempre stata una persona
lungimirante”
“Già…” improvvisamente Ben si
fermò e di conseguenza lo fece anche lei
“l’hai mai vista sottoforma di fantasma della Forza
da quando lei è…”
“Non proprio” disse, anticipando la risposta alla
sua domanda “…ho visto Leila come fantasma della
Forza una sola volta ma è stato solo un attimo, non mi ha
nemmeno parlato”
“Capisco”
Si limitò a rispondere lui, ma la sua espressione sembrava
turbata.
“Cosa c’è che non va?”
Chiese preoccupata per lui.
“Io…”
Avrebbe voluto dire che non era niente ma da quando la conosceva non
era riuscito a mentirle, nemmeno quando erano stati su fronti opposti.
“Ben!”
Lui sospirò.
“Riflettevo solo sul fatto che non l’ho
più vista da allora”
Rey lo fissò dispiaciuta: non avrebbe voluto rattristarlo e
solo in quel momento pensò che effettivamente per lui fosse
passato davvero troppo poco tempo dalla morte di sua madre e, con tutto
quello che era successo, aveva avuto poco tempo per metabolizzare la
cosa.
“Scusami Ben, è colpa mia: non avrei dovuto farti
parlare di lei”
“Non è colpa tua, la verità
è che è colpa mia, lo è sempre
stata!”
“Di cosa?”
“Della sua morte e di quella di mio padre”
“Ben ma…”
“È così, inutile negarlo. E non la
biasimo per non essersi voluta mostrare a me fino ad ora”
“Non dire assurdità, nessuno sa di preciso come
funzioni la Forza o chi possa mostrarsi tramite essa e in quali
occasioni”
Ma lui non sembrò molto convito dalle sue parole.
“Mi sarebbe piaciuto rivederla almeno per chiederle
scusa… per tutto. Non che mi aspettassi che le accettasse,
ma vorrei solo che mi ascoltasse: non meritava tutta la sofferenza che
le ho provocato”
Ben abbassò lo sguardo ed una lacrima scese sulla sua
guancia, istintivamente Rey gliela asciugò posando la mano
sul suo viso e carezzandoglielo delicatamente con il pollice. Lui lo
trovò strano perché gli ricordò lo
stesso gesto che erano soliti fare anche i suoi genitori quando era
più piccolo.
“È per questo che pensi che uccidi tutte le
persone che ti sono vicine?” gli chiese dolcemente Rey,
riferendosi all’affermazione che aveva fatto
l’altra sera sul Falcon “Io non penso che sia
così. È vero, tua madre ha usato le sue ultime
forze per raggiungerti nella Forza e salvarti, ma se lo ha fatto
è perché credeva ancora in te, ed ora sono sicura
che sarebbe molto fiera di quello che stai provando ad essere. Non si
pentirebbe minimamente della scelta che ha fatto!”
Rey si avvicinò quindi a lui, poggiando la fronte
nell’incavo della sua spalla e lo cinse con le mani
all’altezza delle braccia in un semi abbraccio. Di rimando, a
lui venne naturale posare dolcemente la guancia sulla sua fronte,
chiudere gli occhi e abbandonarsi per qualche istante alla sensazione
di conforto fornita da quel gesto e da quelle parole di lei.
Trovava incredibile che Rey riuscisse a farlo sentire meglio anche in
un momento del genere. Per qualche motivo a lui inspiegabile, per
quanto potesse aver fatto cose orribili, lei riusciva sempre a trovare
del buono in lui, persino quando lui stesso ne dubitava la presenza.
Lei era l’unica persona che lo facesse sentire già
giusto così come era, che non voleva cambiarlo ma che poteva
capirlo e tirargli fuori il meglio di sé.
“Grazie”
Quelle parole gli uscirono spontanee anche se, dopo aver riflettuto,
solo in quell’istante capì che magari avrebbero
potuto esserle risultate strane in quel contesto, quindi si
staccò leggermente da lei, per guardarla in faccia
aspettandosi di trovare una sua espressione perplessa o dubbiosa. Al
contrario di quanto immaginasse però, non vi era niente di
tutto ciò dipinto nel suo volto: il suo sguardo era
solamente fisso nel suo ed improvvisamente nella sua testa si
affollarono mille domande. Era assurdo come fosse capace di perdersi in
quegli occhi color nocciola ma, allo stesso tempo, bramare che
potessero al medesimo modo essere catturati dai suoi. Eppure quando si
guardavano in quel modo, non poteva fare a meno di convincersi che
fosse proprio così! Magari era solo nella sua testa, magari
era solo quello in cui lui avrebbe voluto credere: che quello sguardo,
come quei baci che gli aveva dato su Exegol non fossero solo dettati
dal momento, non fossero solo per ringraziamento o per compassione, ma
che fossero lì, gli uni per gli altri, desiderosi di
condividere altri momenti, anche semplici come quello, insieme.
Momenti in cui qualsiasi altra preoccupazione o problema spariva e
c’erano solo loro.
Quando Ben la guardava intensamente con quegli occhi scuri e
penetranti, Rey si sentiva senza più nessun muro, come se le
potessero leggere l’anima senza nemmeno sforzarsi di
appellarsi all’uso della Forza. La cosa la faceva sentire in
parte a disagio, eppure quando ciò accadeva non poteva fare
a meno di ricambiare quello sguardo, ma più tempo lo faceva
e più perdeva coscienza di sé stessa o prendeva
decisioni avventate. Era strano: sentiva al contempo come se li avesse
potuti fissare così, sia per ore che solo per ancora pochi
secondi. Cercava in quegli occhi delle risposte che forse sarebbe stato
più facile ottenere provando a leggergli la mente, ma in
quei momenti si sentiva incapace di fare qualsiasi cosa, e poi voleva
che fosse lui stesso e a fornirgliele. Dovette concentrarsi non poco
per non lasciarsi distrarre ulteriormente e domandargli finalmente
quello che voleva sapere da tempo, era arrivato decisamente il momento
di farlo.
“Ben, dovremmo riprendere il discorso iniziato prima della
riunione del Nuovo Consiglio, non credi?”
A quella domanda lui sussultò leggermente come riportato
alla realtà o forse solamente stupito che la domanda
riguardasse in parte un qualcosa a cui anche lui stesse pensando.
“Vuoi parlare di quanto accaduto ad Exegol tra
noi… sono accadute diverse cose ed eravamo entrambi in una
situazione di vita o di morte, inoltre ho detto molte cose, che magari
ti possono essere sembrare
‘eccessive’…”
Rey non sembrava stare prendendo bene la piega che stava assumendo la
sua risposta, quindi aggrottò la fronte corrucciata e gli
impedì di continuare.
“Stai dicendo per caso che ti sei pentito di ciò
che hai detto o fatto in quelle occasioni? O che forse erano dettate
solo dalle condizioni o da ciò che avevo fatto io?”
Non poteva credere che fosse così, aveva sentito quello che
aveva provato anche lui in quei momenti, ma se si fosse sbagliata?
“Voglio solo dire che se tu ci avessi ripensato o se
preferissi non andare avanti per questa strada, lo capirei”
Asserì, facendo un lieve passo indietro ed eliminando il
contatto fisico con lei, pur continuando a sostenere il suo sguardo.
“Io non ci ho ‘ripensato’, tu
sì?”
Chiese con tono alterato, probabilmente dalla paura di ricevere una
risposta che non corrispondesse a ciò che sperava.
“Rey, anche se questa missione andasse bene ed il Nuovo
Consiglio decidesse di graziarmi, per me non saranno mai facili le
cose: delle persone potrebbero riconoscermi, condannarmi per il mio
passato, potrei dover continuamente lottare per dimostrare cosa voglio
essere, tu potresti trovarti costretta a fare delle scelte
difficili… io non ho idea di dove tutto questo potrebbe
portarci e tu penso meriti di meglio di questo”
“Decido io cosa è meglio per me e non ho dubbi a
riguardo, infondo sai bene che non mi sono mai piaciute le cose facili!
Nemmeno io so dove tutto questo potrebbe portarci ma mi piacerebbe
scoprirlo insieme, proprio come mi hai detto ad Exegol… ma
è ciò che vuoi anche tu?”
“Voi davvero che risponda a questa domanda?”
Le chiese, quasi sorpreso.
“SÍ!”
“Sai già la mia risposta”
“Allora dilla!”
Rispose decisa, pronta a ricevere una risposta secca, anche se le
avesse fatto male. Pensava di essere pronta a tutto quello che avrebbe
potuto dirle ma, invece, la sorprese non rispondendo affatto, piuttosto
le afferrò le braccia e si chinò verso di lei per
baciarla.
Fu troppo inaspettato e breve per darle modo di ricambiare o fare
qualsiasi cosa, era rimasta immobile lì. Lui
riaprì gli occhi e la fissò di nuovo alzando un
sopracciglio.
“Ti basta come risposta?”
Rey ancora stupefatta cercò di trovare le parole per
rispondergli.
“Incredibile: non potevi dire semplicemente di sì
come le persone normali?”
“Lo sai come sono fatto: se posso scegliere preferisco
l’agire al parlare. Ma: te ne stai davvero lamentando? Questo
è ‘incredibile’, piuttosto!”
“Non me ne stavo lamentando!”
“Ah no?”
I due si fissarono intensamente con aria accigliata ma entrambi non
riuscirono a sostenere quelle espressioni per più di due
minuti, abbandonandosi ad un genuino sorriso. Questa volta non avevano
dubbi su cosa volessero entrambi, quindi si strinsero l’uno
all’altra e si baciarono.
**Angolo
Autrice**
Allora: dovete sapere
che ho una passione inspiegabile per le scene di
ballo, da sempre mi piacciono molto quindi non ho proprio resistito
all’idea di inserirne una anche in questa fic, tanto che la
parte qui presente del ballo era già stata quasi tutta
scritta mesi fa, quando ancora stavo scrivendo i primi capitoli!
Mi è piaciuto
anche inserire Zorii, per me era un
personaggio interessante, purtroppo approfondito poco nei film e, dato
che nel canon lei in passato ha avuto una storia con Poe e lui nel film
le chiedeva ironico un bacio, ho voluto un po’ riproporre qui
il tema.
Rey e Ben hanno
finalmente parlato chiaramente di loro, lui
è riuscito a farla da maestro in qualcosa (anche se non
nell’uso della Forza) e poi dai: finalmente ho messo un
capitolo fluff, contenti? Non vi abituate troppo…ehm nooo
non è veeeero io sono brava e voglio bene ai Reylo, non si
è notato?
A parte gli scherzi mi
farebbe piacere sapere come vi è
sembrato il capitolo!
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