The Last Z-Fighter: Super Grand Tour

di Mariusgon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi e Giuramenti ***
Capitolo 2: *** Missione suicida ***
Capitolo 3: *** Messaggio dallo Spazio ***
Capitolo 4: *** Viaggio nello Spazio ***
Capitolo 5: *** Vecchie e Nuove Conoscenze ***
Capitolo 6: *** Il Guerriero ed il Generale ***
Capitolo 7: *** Il Saiyan e lo Tsufuru ***
Capitolo 8: *** Appello agli Dei ***
Capitolo 9: *** Allenamento ***
Capitolo 10: *** Strategia e Desideri ***
Capitolo 11: *** Battaglia per l'Universo ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Ricordi e Giuramenti ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Akira Toriyama, così come tutto l'Universo di Dragon Ball in cui è ambientata questa storia.
 
 
 
The Last Z-Fighter: Super Grand Tour

Capitolo 0: Ricordi e Giuramenti

 

15 luglio, Anno 792 – Pianeta Terra
 
Era notte fonda, faceva molto caldo.
Gohan si rigirava nel suo letto matrimoniale a fianco di sua moglie Videl. Quest’ultima era riuscita in qualche modo a cadere nelle braccia di Morfeo, Gohan, invece, non era stato così fortunato.
“Forse mi conviene farmi una bella doccia fresca.” si disse, mettendosi seduto il Saiyan.
Fece per alzarsi, ma si fermò quando sentì un mormorio proveniente da una culla vicino il letto dal lato di Videl.
«Gw… gw…» fece il mormorio all’interno della culla.
«Oh no…» sussurrò Gohan, portandosi le mani sulle orecchie.
«Gw… gw…gweeeeee!» cominciò il pianto della piccolina all’interno della culla.
«Mmmmm…» mormorò Videl in risposta dopo pochi secondi, dando segno di essersi risvegliata. La donna fece per alzarsi, ma Gohan si allungò e le mise una mano sul fianco.
«Ferma, tesoro, vado io.» le disse, per poi alzarsi.
Raggiunse rapidamente la culla e tirò fuori da essa la piccola Pan.
«…graffie…» mormorò Videl, mentre Gohan usciva dalla stanza con loro figlia in braccio.
 
Il Saiyan si diresse nel salone di casa e cominciò a camminare in cerchio, mentre cullava la figlia in braccio.
«Su, su, tranquilla…» sussurrò, dando dei colpetti sulla schiena della bambina.
Cominciò a canticchiare una canzone che sua madre Chi-Chi era solita cantargli quando era piccolo. Dopo alcuni minuti, la bambina si calmò e smise di piangere.
Gohan continuò a cullare la bambina cercando di farla riaddormentare e nel mentre si avvicinò alla finestra e guardò fuori la luna nel cielo stellato.
«Che luna che c’è.» sussurrò alla figlia, la quale guardava suo padre con occhi grandi. «Menomale che ti abbiamo staccato la cosa appena nata… sarebbe stato un bel problema altrimenti.»
Riprese a camminare in giro per la stanza e capitò davanti ad una foto che ritraeva i suoi genitori.
«Hey, guarda lì: i nonni.» disse Gohan alla figlia, facendo cenno verso la foto.
Guardò per diversi secondi la foto, concentrandosi sulla figura di suo padre. Ripensò a tutta la sua infanzia trascorsa con suo padre.
«A nonno Goku saresti piaciuto tanto tanto.» disse. «E anche lui ti sarebbe piaciuto molto.»  
Andò a sedersi sul divano e, preso dal sentimento di nostalgia generatosi guardando la foto dei suoi genitori.
Ripensò a Piccolo e all’anno trascorso con lui allenandosi prima dell’arrivo dei Saiyan. Ripensò a Criln ed ai momenti insieme su Nameck e poi gli ritornarono in mente i peggiori anni della sua vita. La morte di suo padre Goku per malattia, l’arrivo dei due cyborg e la morte di tutti suoi compagni di battaglia. E poi gli ritornò in mente il più doloroso, quello della morte di Trunks.
Quel giorno fu anche il giorno in cui riuscì a distruggere i due mostri che avevano perseguitato lui e tutta l’umanità per più di dieci anni.
Ripensò al viaggio nel passato che Bulma l’aveva convinto a fare due anni prima per salvare Goku, Piccolo, Trunks e tutti gli altri.
«Lo sai che una volta ho dovuto affrontare un insetto grande grande con un pungiglione?» disse rivolto alla bambina, che pian piano stava cominciando a sopirsi. «Era proprio un insetto grande e cattivo, ma il tuo papà lo ha sconfitto.»
Si rialzò e si recò in camera da letto, raggiunse la culla della figlia e la poggiò delicatamente dentro.
«Quando sarai grande, sarai forte come me.» disse, osservando la figlia che chiudeva gli occhi. «Anzi, farò in moto che tu lo sia anche di più.»
Alla fine, la bambina si addormentò.
Gohan tornò a sdraiarsi al fianco di sua moglie nel loro letto.
“Prima che giunga la mia ora, farò in modo di lasciare la Terra e tutti coloro che la abitano in buone mani.” pensò il Saiyan, poggiando la testa sul cuscino. “Farò in modo che mai più questo pianeta sia alla mercè di mostri senza anima come i cyborg o Cell, lo giuro. Fosse l’ultima cosa che faccio.”
 
Continua
 
 
ANGOLO AUTORE:
 
Ciao amici! Dopo più di un anno torno a scrivere qualcosa su Dragon Ball. Stavolta quello che vi propongo è una sorta di seguito della mia primissima Fanfiction What-If “The Last Z-Fighter”, sfruttando alcuni personaggi di Super e GT ed approfondendo le avventure di Mirai!Gohan in questa mia linea del futuro alternativa.
Questo capitolo serve come ponte, una specie di riassunto degli eventi della storia precedente. Dal prossimo si comincerà con la trama vera e propria!
Spero vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate!
Alla prossima, Mariusgon.

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Capitolo 2
*** Missione suicida ***


The Last Z-Fighter: Super Grand Tour

Capitolo 1: Missione suicida

 
5 agosto, Anno 792 – Pianeta M2
 
Otto esseri se ne stavano seduti ai loro posti all’interno di una navicella che fluttuava nello spazio profondo.
La navicella si muoveva rapida fra i vari pianeti e stelle, sfrecciando nel buio freddo dello spazio alla velocità della luce.
Nessuno degli otto esseri era particolarmente tranquillo, in particolare un omino con la faccia azzurra, gli occhioni gialli e che indossava una tutina viola con tanto di piccola armatura bianca con uno strano simbolo inciso sopra.
Questi si alzò e si diresse verso un altro degli otto che indossava i suoi stessi abiti.
«Senti Merus» cominciò a dire «ma tu sei sicuro che questo Pianeta M2 sia la base del nemico?»
«Sì, Jaco.» rispose l’altro. «Ne abbiamo già parlato.»
«Lo so, però…» tentò di dire Jaco, ma venne interrotto da un altro degli otto presenti.
«Non è il momento di dubitare, Jaco. Abbiamo avuto tutti l’opportunità di tirarci indietro, ma abbiamo accettato di essere qui. Tu compreso.» disse un ominide dalla pelle rosa con delle macchie azzurre sulla testa.
«Beh… non hai torto Tolin.» ammise Jaco. “Anche se l’alternativa era andare a combattere sul fronte l’esercito del nemico… bella scelta del cavolo!”
Tornò a sedersi ed attese in silenzio insieme agli altri di arrivare a destinazione.
 
Dopo alcune ora, Merus richiamò l’attenzione di tutti indicando un punto all’esterno della navicella, al di là di un finestrino.
Un’astronave aliena si stava muovendo nella direzione opposta alla loro. Era molto distante dalla navicella degli otto esseri e si muoveva molto più lentamente.
«È una delle astronavi del nemico!» disse Tolin.
Ben presto anche altre astronavi cominciarono ad affiancarsi alla prima.
«Ce ne sono altre… e provengono tutte da lì!» esclamò Jaco, indicando un pianeta non molto distante dal punto in cui le astronavi si trovavano.
«È il pianeta M2!» disse Merus, correndo verso la centralina di controllo della navicella e cominciando a premere vari pulsanti.
«ATTIVAZIONE MODALITÀ INVISIBILE.» disse una voce robotica all’improvviso. Dopo pochi secondi, la navicella diventò completamente invisibile tranne che agli occhi di chi si trovava all’interno di essa.
Dopo poco ancora, la navicella cambiò direzione e cominciò a dirigersi verso il pianeta M2.
«Atterreremo dall’altra parte del pianeta rispetto al punto in cui le astronavi che abbiamo intravisto stanno decollando.» annunciò Merus, per poi voltarsi verso i suoi compagni di viaggio. «Non ho idea se il nemico si aspetti o meno un attacco a sorpresa nel loro territorio. Appena atterrati, tenetevi pronti a combattere.»
 
Dici minuti dopo, la navicella atterrò su M2 e gli otto a bordo si precipitarono fuori rapidamente.
Si guardarono intorno ma non videro altro che una landa desolata tutt’intorno a loro e molto distante da lì una città in rovina.
«Non c’è nessuno…?» si chiese Jaco, ma non fece nemmeno in tempo a guardarsi attorno per bene che la navicella alle loro spalle esplose.
«Il nemico è qui!» esclamò Tolin.
Dal nulla, un esercito di robot giganti umanoidi sbucò fuori e puntò verso Jaco e gli altri.
«All’attacco!» esclamò Merus, lanciandosi verso i nemici, seguito a ruota dai suoi compagni.
Gli otto combatterono valorosamente e con foga, sfruttando tutte le armi e le abilità sovraumane che possedevano.
L’unico degli otto che rimase fermo sul posto fu Jaco, ma non per codardia. Questi, infatti, tirò fuori la sua pistola laser e mirò alle teste dei robot distruggendone alcune decine.
Dopo alcuni minuti di battaglia, tutti i robot furono distrutti.
«Sono già finiti?» domandò uno degli otto guardandosi attorno.
Per alcuni secondi sembrò che effettivamente quella prima ondata di nemici fosse effettivamente stata respinta e distrutta, ma questa convinzione durò poco.
«Attenti!» esclamò Merus all’improvviso, guardando il terreno sotto i loro piedi. Fece in tempo a tirare a sé Jaco ed a saltare in aria di qualche decina di metri.
Tolin spiccò il volo sfruttando la sua capacità di galleggiamento per aria; invece, gli altri cinque compagni non furono abbastanza rapidi. Essi furono avvolti da un liquido biancastro sbucato fuori da alcune fessure del terreno sottostante e vennero avvolti completamente in pochi secondi.
Tutti e cinque divennero istantaneamente delle statue senza vita.
 
Merus e Jaco atterrarono al fianco di Tolin qualche decina di metri più in là.
«Cosa… cos’è successo? Perché sono diventati così?» chiese Jaco appena vide cos’era successo agli altri cinque compagni.
«L’ho già visto succedere al fronte…» disse Tolin. «Il nemico sfrutta questo liquido bianco con cui trasforma gli esseri viventi in statue.»
«Dev’essere opera di…!» sussurrò iracondo Merus, per poi essere interrotto da una voce dall’alto.
«Hahahahaha!» rise qualcuno alle loro spalle. «Si mette male, non è vero agente Merus?»
I tre si voltarono e videro sulla cima di una parete rocciosa due esseri alieni. Uno aveva i capelli arancioni lunghi ed aveva l’aspetto di un vecchio dalla pelle blu con un paio di lenti scure davanti agli occhi. L’altro aveva anch’egli la pelle blu ed indossava un’armatura gialla e verde così come gli stivali.
 
«Dr. Myu! Generale Lilde!» esclamò Jaco sbalordito. «Le menti dietro l’invasione nemica!»
«Come avete fatto a scoprirci?!» domandò Merus ai due nuovi arrivati.
«Era evidente che l’attacco massiccio che avete lanciato sul fronte qualche ora fa non era altro che un diversivo per coprire un attacco alla nostra basa operativa, agente Merus!» esclamò Lilde.
«Senza contare che abbiamo delle spie tra le vostre fila, ma questo un agente della Pattuglia Galattica del tuo calibro lo avrà già capito, non è vero?» aggiunse Myu.
“Tsk… come sospettavo. Hanno infiltrato delle spie tra i nostri.” pensò Merus, cominciando ad ispezionare la zona circostante, cercando di capire se qualche altra orda di robot fosse pronta ad attaccarli.
«Merus… che facciamo?» chiese Jaco.
Per alcuni secondi Merus non rispose, ragionando sul da farsi.
«Myu e Lilde sono qui davanti a noi… è un’occasione troppo ghiotta… dobbiamo eliminarli!» affermò, infine.
«E come facciamo?!» chiese Jaco. «Siamo rimasti solo noi tre ed il Generale Lilde ha già fatto fuori da solo parecchi battaglioni del nostro esercito in passato!»
«E in più combattiamo in casa loro e questo fattore ci è già costato caro…» aggiunse Tolin «Merus, Jaco ha ragione: dobbiamo ritirarci.»
«Hai già localizzato l’ancora?» chiese Merus a Tolin.
«Sento la sua presenza da quando siamo partiti. Posso teletrasportarci lì immediatamente.» rispose l’altro, per poi chiedere: «Ci ritiriamo quindi?»
«Voi due sì, io rimango qui.» rispose Merus, generando la reazione stupita dei due.
«Ma sei impazzito veramente, allora!» esclamò Jaco. «In tre non abbiamo speranze, figurati tu da solo!»
«Jaco… io e te abbiamo fatto parte della Pattuglia Galattica assieme per molto tempo… è tempo che ti riveli una cosa: sono molto più forte di quanto ti abbia mai mostrato.» disse Merus, allargando le braccia.
«Haha, e potente quanto?» chiese sarcastico Jaco.
«Tanto da distruggere un pianeta.» rispose serio Merus.
 
In pochi istanti, Merus fu circondato da una colonna azzurra di energia che si innalzava fino in cielo, sprigionando un forte vento da spingere via tutto ciò che lo circondava.
Jaco guardò sorpreso il compagno mentre Tolin fece qualche passo indietro intimorito.
«Ma cosa…?» disse Myu sconcertato dopo alcuni secondi, per poi voltarsi verso Lilde e dire: «Generale, elimini subito quei tre!»
Lilde non se lo fece ripetere due volte e partì all’attacco ma, non appena ebbe raggiunto Merus e fu sul punto di colpirlo, questi sparì e riapparve di fianco a Lilde.
Merus assestò un poderoso pugno al Generale e lo scaraventò lontano a decine e decine di metri di distanza.
«Andate!» esclamò Merus rivolto ai due compagni, per poi volare verso l’alto e fermandosi a mezz’aria sopra le teste di tutti.
Merus venne avvolto da un’aura bianca luminosa che si ampliò sempre di più fino a divenire un’enorme sfera luminosa con la centro l’agente della Pattuglia Galattica.
La sfera partì spedita verso il basso a gran velocità
«Merus!» esclamò Jaco, venendo poi teletrasportato via da Tolin un’istante prima dell’impatto.
Ne seguì un’enorme esplosione che coinvolse gran parte del pianeta e fu ben visibile anche dallo spazio.
L’esplosione si esaurì dopo alcune decine di secondi lasciando un enorme cratere largo e profondo centinaia e centinaia di chilometri sul pianeta M2.
Merus si ritrovò su una delle pareti nelle profondità del cratere, sfinito. Percepiva il Vuoto richiamarlo, di lì a poco per lui sarebbe finita.
“Che strano.” pensò, guardandosi attorno. “Pensavo di aver raggiunto la profondità del nucleo di questo pianeta… possibile non sia arrivato abbastanza in profondità?”
«Sei molto forte, Agente Merus.» disse all’improvviso una voce sconosciuta.
«Chi ha parlato?!» domandò Merus, guardandosi attorno.
Dall’alto calò un essere umanoide, anch’egli dalla pelle blu come Lilde e Myu e con delle lenti scure sugli occhi, una tuta blu e delle spalliere gialle e rosse così come gli stivali e i bracciali. Era molto alto. Merus riusciva a vederlo a malapena grazie ai raggi del sole che arrivavano dall’esterno del cratere.
«Chi sei tu? Un’altra delle creazioni del Dr.Myu?» domandò Merus.
«Hahahahaha… no, direi che è il Dr.Myu ad essere una mia creazione.» rispose ghignando l’umanoide.
Senza che l’umanoide se ne accorgesse, Merus attivò una ricetrasmittente che portava al polso e pregò che il segnale arrivasse a Jaco ed al resto della Pattuglia Galattica.
«Quindi sei tu…» sussurrò Merus. «Tu sei la vera mente dietro l’invasione…!»
«Come ho già detto, sei veramente forte, Agente Merus…» ripeté l’umanoide. «Mi prenderò la tua forza!»
In un secondo, l’essere si lanciò su Merus e con un dito gli inflisse un taglio sulla guancia ed una sulla spalla, senza che l’Agente riuscisse a difendersi.
Dopo un’istante, l’essere si fece liquido e si intrufolò nel corpo di Merus attraverso proprio le due ferite che gli aveva appeno inflitto.
«Ho capito… sei una specie di parassita!» esclamò Merus. «Sei tu quindi a prendere il controllo di tutte quelle popolazioni in cui le forze d’invasione hanno già colpito!»
«Molto bene, Agente! Hai capito tutto!» disse l’umanoide, parlando nella testa di Merus, per poi aggiungere: «Ha, non tenti nemmeno di rigettarmi?»
Merus non rispose, ma si limitò a sogghignare.
«M-Ma cosa…?!» esclamò l’umanoide all’improvviso, uscendo rapidamente dal corpo dell’Agente. «Che ti sta succedendo?!»
Merus stava pian piano svanendo, come se fosse una statua fatta di sabbia che viene a poco a poco spazzata via dal vento.
«Ho infranto un giuramento fatto tanto tempo fa ed ora ne pago il pegno.» disse Merus, parlando più a sé stesso che all’umanoide.
Gli ultimi istanti prima della fine, Merus espresse un’ultima preghiera.
“Vi prego, Dei, fate in modo che quest’essere trovi presto la sua fine. Difendete questo universo… tutti gli universi dalla sua malvagità!”
Dopo alcuni secondi, Merus sparì nel nulla e di lui non vi fu più traccia.
 
«Tsk… non era un essere mortale come gli altri…» commentò l’umanoide alcuni secondi dopo la fine del suo avversario, per poi guardarsi attorno. «Guarda qui che disastro ha combinato.»
«Lord Baby! Lord Baby, signore!» sentì una voce richiamarlo nella sua testa.
«Myu… sei ancora vivo…» disse l’umanoide volando verso l’alto.
Trovò ciò che rimaneva di Myu qualche chilometro distante dal cratere. Gli mancavano entrambe le gambe ed un braccio.
L’umanoide trasformò parte del suo corpo in liquido e la usò per ricostruire le parti mancanti di Myu.
«La ringrazio mio signore!» disse il vecchio una volta che Baby lo ebbe riparato.
«Trova Lilde, Myu.» ordinò a Myu. «Dovrebbe essere ancora vivo. Trovalo e riparalo.»
«Sì, mio signore.» annuì il vecchio Myu. Poi guardò il cratere ed il resto del pianeta M2 e disse: «Signore, quel Merus… ha danneggiato irreparabilmente il pianeta…»
«Ho notato.» disse Baby.
«Dovremmo ripara-» cominciò a dire Myu, ma l’altro lo interruppe.
«Il danno arrecato a questo pianeta ha danneggiato tutte le macchine mutanti impiegate sul fronte. La battaglia che le nostre forze stavano combattendo altrove mentre noi eravamo impegnati qui con quegli otto è persa.» disse Baby. Poi continuò.
«Questo pianeta è stata un’ottima basa per costruire il nostro esercito, ma ora è arrivato il momento di assoggettare direttamente al mio controllo le razze inferiori e spargerci ovunque nell’universo.»
«Vuole far partire la fase di invasione su larga scala, Lord Baby?» domandò Myu.
«Precisamente.» rispose ghignando Baby.
 
Continua
 
 

ANGOLO AUTORE:
 
Primo capitolo effettivo di questa nuova mia fanfic! Abbiamo avuto una prima interazione tra personaggi originali di GT (Lilde e Myu) e quelli di Super (Jaco e Merus). Ah, se ve lo steste chiedendo, Tolin è un mio personaggio originale. Non perdete tempo a cercarlo, hahahah.
Fatemi sapere che ne pensate!
Alla prossima, Mariusgon.

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Capitolo 3
*** Messaggio dallo Spazio ***


The Last Z-Fighter: Super Grand Tour

Capitolo 2: Messaggio dallo Spazio

 
1° settembre, Anno 792 – Pianeta Terra
 
Gohan se ne stava sospeso nel nulla a centinaia e centinaia di chilometri sopra la superficie della Terra.
Il Saiyan aveva indosso una particolare tuta con casco che gli permetteva di non patire il gelo dello spazio aperto e di poter respirare anche a quella quota.
Era arrivato a quell’altezza da oramai cinque minuti buoni, osservando sia il pianeta sotto di lui.
In realtà, più che dal pianeta, l’attenzione di Gohan era completamente rivolta ad un’enorme torre circondata da anelli che ruotava in orbita intorno alla Terra. Ben visibile al centro della torre era ben visibile il marchio della Capsule Corporation e, poco più sotto, era dipinto un gigantesco due.
Quella struttura non era altro che una delle tre stazioni spaziali costruite dalla Capsule Corp. Mandate in orbita negli ultimi due anni.
«Ti stai godendo lo spettacolo?» chiese una voce femminile fuoriuscita da un’auricolare nel casco di Gohan.
«Hey, Bulma.» rispose Gohan. «Sono in posizione»
«Ottimo.» rispose la donna. «L’asteroide dovrebbe arrivare fra alcuni minuti.»
Effettivamente, dal buio dello spazio emerse un enorme masso diretto proprio verso Gohan.
«Lo vedo.» disse il Saiyan.
“Meglio non rischiare.” pensò Gohan trasformandosi in Super Saiyan 2.
«Kamehameha!» urlò il guerriero facendo partire dalle sue mani congiunte un enorme raggio energetico diretto verso l’asteroide. Quest’ultimo venne colpito in pieno e dopo pochi istanti esplose in un milione di pezzi.
Gohan rimase alcuni secondi a contemplare il lavoro fatto, assicurandosi che i detriti rimasti non continuassero la loro corsa verso il pianeta o la stazione spaziale.
«Gohan? Gohan? Ci sei? Dal radar vedo che l’asteroide è completamente sparito.» disse Bulma.
«Sì, l’ho polverizzato.» asserì Gohan.
«Oh, ottimo lavoro! Rientra ora.» rispose la donna.
Il Saiyan diede un’ultima occhiata al punto in cui l’asteroide era esploso, dopodiché si voltò e si diresse verso il pianeta a gran velocità.
 
Atterrò dopo alcuni minuti davanti la sede centrale della Capsule Corporation a Città dell’Ovest, per poi entrare nell’edificio e raggiungere un enorme laboratorio situato al suo centro.
«Senza di te ce la saremmo vista brutta!» lo ringraziò Bulma appena fu arrivato all’interno del laboratorio. La donna se ne stava seduta davanti un grande monitor a digitare complessi comandi al computer.
«Grazie mille! Ti prometto che questa è la prima e unica volta che ti chiedo di disintegrare un asteroide in rotta di collisione con una delle stazioni spaziali. Dalla prossima volta, gli scudi energetici saranno pronti e non ci sarà bisogno di farti uscire fuori nello spazio aperto.» continuò Bulma.
«Di niente, Bulma.» rispose Gohan, levandosi di dosso la tuta spaziale e riponendola su un banco da lavoro di fianco la postazione in cui si trovava Bulma. «E poi sbaglio o l’asteroide era in rotta di collisione con la Terra? Sarei dovuto intervenire comunque per evitare catastrofi.»
«In realtà avrebbe sfiorato l’atmosfera e sarebbe passato oltre, ma avrebbe certamente preso in pieno la stazione e quella sì che sarebbe stata una catastrofe.» precisò la scienziata.
Dopo alcuni minuti, Bulma smise di lavorare al computer e si voltò verso l’amico.
«Beh, come sta la piccola peste?» gli chiese.
«Pan? Ah, ha solamente cinque mesi ma già combina guai.» rispose Gohan. «Ha distrutto un’intera finestra. Con una capocciata.»
«Hahaha, bambini Saiyan, nati per distruggere!» rise Bulma.
«Hehehe, creod sia proprio vero. Mamma mi ha raccontato che anche io da piccolo ho combinato pasticci del genere.» raccontò il Saiyan.
«Come sta Chi-Chi?» chiese ancora Bulma.
«Beh, dopo la morte del nonno non è stata facile, ma credo l’abbia superata.» rispose Gohan, pensieroso.
«Non sarà dura come perdere un figlio, ma la morte di un genitore è altrettanto dolorosa.» raccontò Bulma. «Quando è morta mamma l’anno scorso ho fatto fatica ad andare avanti anch’io.»
Passarono alcuni istanti in silenzio prima che Gohan cercasse di cambiare argomento.
«Bulma… non te l’ho mai chiesto, ma… perché tutto questo?» chiese, facendo riferimento al monitor su cui erano raffigurate le figure delle tre stazioni spaziali della Capsule Corp.
«Perché le stazioni spaziali intendi?» chiese Bulma. Gohan annuì.
«Beh, vari motivi.» disse la donna. «Innanzi tutto, con queste stazioni potremmo studiare meglio questa galassia e lo spazio intorno a noi. Inoltre, possiamo utilizzarle come di controllo e di difesa.»
«Controllo, difesa?» chiese il Saiyan.
«Difesa perché ho costruito personalmente dei cannoni capaci di polverizzare qualsiasi minaccia per il pianeta, ma ancora devo attivarli. Con questi, forse non avremmo nemmeno più bisogno della tua forza per difenderci da eventuali alieni.» rispose Bulma.
«Comodo.» commentò l’altro.
«Controllo perché possiamo captare segnali, messaggi di qualsiasi tipo, trasmessi per l’universo.» continuò la donna.
«Ne avete già captato qualcuno?» chiese Gohan.
«Sì, ma sono solo interferenze vari senza alcun significato.» rispose l’altra. «Questa parte dell’universo è poco abitata, è difficile che qualcuno mandi un segnale proprio in questa direzione.»
«ATTENZIONE, ATTENZIONE. STAZIONE SPAZIALE N.3 HA INTERCETTATO UN SEGNALE. TRASMISSIONE DATI ALLA BASE.» annunciò all’improvviso una voce robotica proveniente dal computer.
«Oh, ma tu guarda che tempismo.» commentò Bulma, per poi mettersi a lavoro di nuovo.
Dopo alcuni minuti in cui la donna smanettò sul terminale del computer, si bloccò osservando il monitor.
«Oddio…» sussurrò sorpresa.
«Che succede?» chiese Gohan.
«È un messaggio alieno. Ma sembra scritto in varie lingue… non è solo un segnale senza significato.» disse Bulma.
«Lo puoi decifrare?» domandò Gohan.
«Beh, le lingue non sono terrestri… qui credo mi sarà un po’ difficile riuscire a…!» spiegò Bulma, interrompendosi all’improvviso. La donna assunse un’espressione sscioccata.
«Bulma?» chiamò Gohan.
«G-Gohan… una delle lingue… una delle lingue in cui è scritto il messaggio è… namecciano.» disse la donna.
«Namecciani?!» esclamò Gohan. «Cosa dice?!»
«Lo traduco subito utilizzando il dizionario che creai con Popo anni fa poco prima di partire per Nameck.» disse la donna, continuando a digitare sulla console.
Dopo alcuni minuti, il computer tradusse il messaggio dal namecciano alla lingua terrestre.
«È un messaggio di aiuto.» commentò Bulma, per poi leggerlo ad alta voce.
«Popoli dell’Universo Libero, attenzione! Un invasore a questo lato dell’universo sta sottomettendo con la forza molti pianeti e non ha intenzione di fermarsi. Se avete ricevuto questo messaggio, per favore, mandate alle coordinate spaziali allegate i vostri guerrieri più forti. Firmato, la Pattuglia Galattica.»
 
«Qualcosa sta succedendo lassù…» borbottò Bulma dopo alcuni secondi, alzando lo sguardo verso l’alto.
A Gohan tornarono in mente le parole che suo padre Goku di una linea temporale alternativa gli aveva detto: “Quello lassù un giorno, probabilmente, sarà il nostro Game Over. Prima o poi arriverà qualcuno troppo forte anche per noi e dovremo far spazio alle nuove generazioni...”
“Possibile mai che sia già arrivato? L’essere che mi annienterà definitivamente?” pensò il Saiyan preoccupato.
«Gohan…» lo ridestò dai suoi pensieri Bulma. «Credi che forse tu debba…?»
«Non lo so, Bulma.» ammise il Saiyan. «Se dovessi morire, chi difenderà la Terra da eventuali invasori? Tu puoi garantirmi che le tue stazioni spaziali siano abbastanza forti da fermare ogni tipo di minaccia esterna?»
Si voltò e cominciò a camminare avanti e dietro pensieroso.
«Non posso andarmene… non ora che è arrivata Pan… io non posso lasciarvi senza difese… non posso lasciare il pianeta… non ancora.» ragionò a voce alta fermandosi alla fine del discorso, con la schiena rivolto verso Bulma.
«Gohan, se non te la senti, non importa.» disse dopo alcuni secondi di silenzio la donna. «Le coordinate spaziali qui indicate sono relative ad un punto dell’universo molto lontano. Probabilmente il messaggio ci ha messo un bel po’ ad arrivare e nel frattempo la situazione potrebbe essersi risolta già per il meglio.»
Gohan si voltò a guardarla. L’espressione di Bulma non era molto convita di ciò che aveva detto, ma appena la donna incrociò lo sguardo del Saiyan gli sorrise.
«Va a casa, se dovesse arrivare un altro segnale ti contatterò.» disse Bulma. Gohan annuì, la salutò con un cenno della mano e se ne andò.
 
Gohan arrivò a casa sua in tarda serata. Entrò nella sua piccola casa in cui abitava con sua moglie Videl e con sua figlia Pan e si diresse proprio nella cameretta di quest’ultima.
Trovo la piccola Pan addormentata nella sua culletta. Dormiva beata.
Le carezzò la testa e rimase ad osservarla appoggiato alla culla, perso nei suoi pensieri.
Gohan era talmente immerso nella sua mente ad occhi aperti che nemmeno si accorse che alle sue spalle Videl gli si avvicinò e lo cinse da dietro in un abbraccio.
La donna notando che il marito non ricambiò come al solito l’abbraccio lo costrinse a voltarsi e lo guardò negli occhi, leggendone preoccupazione.
«Cos’hai tesoro?» chiese Videl.
«Forse c’è un problema nello spazio.» rispose secco Gohan.
«Nello spazio?» chiese dubbiosa la donna.
«Sì, lo spazio. Stelle, corpi celesti estranei, alieni.» ripeté Gohan, tornando a guardare sua figlia dormire nella culletta.
«Uhm, e che problema?» domandò Videl.
«È arrivato un messaggio di aiuto. Pare ci sia qualche forza che sta invadendo vari pianeti. Hanno chiesto che i guerrieri più forti dell’universo si radunino per far fronte a questa invasione.» le spiegò il marito.
Videl intuì il possibile risvolto di quella conversazione.
«Tu… hai intenzione di andare?» chiese la donna dopo pochi secondi.
«Se avessi la sicurezza di andare lì, risolvere la situazione rapidamente e tornare a casa, ci andrei senza troppi problemi.» ammise Gohan. A quel punto Videl capì tutto.
«Però hai paura che la cosa possa complicarsi… hai paura di lasciarci soli nel caso tu…» cominciò a dire la donna.
«Sì.» confermò Gohan. «Bulma dice che il messaggio ci ha messo un po’ ad arrivare, che magari la questione è già risolta… ma non riesco a pensarla come lei.»
Calò di nuovo il silenzio che venne di nuovo rotto da Videl.
«Ci sono un sacco di altri pianeti lassù. Tante famiglie che probabilmente non avranno futuro per colpa di questi invasori.» disse la donna, guardando il cielo stellato fuori la finestra della camera di sua figlia.
«Se non vai, ti porterai il peso di questa decisione dietro per il resto della tua vita.» continuò voltandosi verso Gohan.
Questi guardò prima lei e poi sua figlia. Si avvicinò poi alla moglie, la abbracciò e la baciò.
Il Saiyan fece per andarsene ma Videl lo bloccò tenendolo per un braccio.
«Torna. Promettimi che lo farai, che tornerai dalla tua famiglia.» disse seria la donna.
«Tornerò prima ancora che tu abbia il tempo di dire: “riso bollito”, hehehehe.» scherzò il marito, per poi uscire dalla stanza.
 
Gohan volò rapidamente verso Città dell’Ovest e appena fu arrivato si fiondò nella sede della Capsule Corporation.
Trovò Bulma nello stesso laboratorio in cui l’aveva lasciata qualche ora prima.
«Bulma!» la chiamò. La donna sobbalzò non aspettandosi una visita a quell’ora della sera.
«Gohan, che ci fai qui?» chiese Bulma.
Il Saiyan le si avvicinò e le chiese deciso: «Mi serve una navicella spaziale, puoi costruirmene una?»
 
 
Continua
 
 

ANGOLO AUTORE:
 
Hello, eccoci col secondo capitolo!
Sulla Terra è arrivato un messaggio di richiesta di aiuto da parte della Pattuglia Galattica, ma è già passato circa un mese dagli eventi del capitolo precedente. Cosa sarà successo nel frattempo? L’arrivo di Gohan sul fronte della guerra sarà veramente determinante per respingere l’invasione del nemico e scongiurare questa nuova minaccia?
Fatemi sapere che ne pensate!
Alla prossima, Mariusgon.

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Capitolo 4
*** Viaggio nello Spazio ***


The Last Z-Fighter: Super Grand Tour

Capitolo 3: Viaggio nello Spazio

 
7 settembre, Anno 792 – Spazio
 
Bulma ci mise appena un giorno a costruire la navicella per Gohan.
Essa era a forma sferica con otto tentacoli robotici, di colore bianco e nero con un grande oblò centrale sulla sommità e altri oblò più piccoli ai lati. In basso nella parte inferiore c'è il marchio della Capsule Corporation.[1]
In realtà, la navicella era già in parte stata progettata e costruita da Bulma tempo prima, proprio in vista di un possibile viaggio di esplorazione spaziale. Gran parte del tempo era stato impiegato per apportare alcune cromature e recuperare provviste e carburante per il viaggio.
«È alimentata ad acqua. Con pochi litri riesce a percorrere un’intera galassia.» aveva detto Bulma a Gohan. «Ho fatto recuperare parecchia acqua dai mari e dagli oceani e l’ho messa tutta in alcune capsule. Quando sarai a corto di carburante, lancia una capsula nel serbatoio e si riempirà da solo.»
E così, la mattina del 3 settembre, Gohan salì a bordo della navicella, impostò alla console di comando le coordinate spaziali indicate dal messaggio di soccorso arrivato due giorni prima, e dopo pochi istanti, la navicella sfrecciava a velocità della luce verso lo spazio più profondo allontanandosi sempre di più dal Sistema Solare.
«Certo, è spaziosa. Un po’ più piccola della navicella con cui andai su Nameck con Bulma e Crilin, ma è sicuramente più grande del soggiorno di casa.» commentò Gohan, girovagando per le piccole stanzette della navicella.
«Non posso allenarmi seriamente qui dentro.» si disse poi. «Al massimo potrò fare dell’allenamento mentale, sperando di cavarne qualche ragno dal buco.»
 
I giorni seguenti per Gohan passarono tra allenamento, spuntini, riposo ed ancora allenamento.
Arrivati al quarto giorno di viaggio, il Saiyan cominciò a pensare che forse sarebbe stato meglio tornare indietro dato che, guardando fuori l’oblò più grande, non aveva visto altro che campi di asteroidi e piccoli sistemi solari in lontananza scorrere tutt’intorno senza che la navicella nemmeno rallentasse.
“Ma dove cavolo sto andando?” si chiese Gohan, ringraziando il cielo del fatto che la navicella aveva il pilota automatico e non era lui a guidarla.
Poi, però, mentre il Saiyan era impegnato in una delle sue sessioni di allenamento mentale, successe qualcosa.
Dal nulla sbucarono davanti la navicella tre piccole sfere robotiche. Una di queste tre si agganciò al sistema di pilotaggio della navicella con un sottile cavo meccanico. Dopo alcuni secondi, le altre si aprirono e presero la forma di due cannoni spaziali.
La navicella cominciò a rallentare gradualmente e all’improvviso si udì una voce robotica che fece ridestare Gohan.
«SALVE, QUI È IL SISTEMA DI DIFESA AUTOMIZZATO DELLA PATTUGLIA GALATTICA. SIETE VICINI AD UNA DELLE NOSTRE BASI. VI PREGHIAMO DI DICHIARARE I VOSTRI INTENTI. VERRETE CONSIDERATI OSTILI E SUCCESSIVAMENTE DISINTEGRATI ENTRO UN MINUTO SE NON RISPONDETE.» disse la voce robotica.
Gohan andò nel panico.
«Disintegrati?! Ma che vuol dire?!» esclamò con le mani nei capelli il Saiyan.
«DISINTEGRARE VUOL DIRE FARE A PEZZI, RIDURRE IN BRICIOLE. ANNICHILIRE.» rispose la voce robotica. Gohan si diede una manata sulla fronte incredulo.
«Lo so cosa vuol dire!» esclamò frustrato.
«DICHIARARE LE VOSTRE INTENZIONI.» ripeté la voce robotica.
Gohan non sapeva che rispondere e rimase in silenzio a pensare a come uscire da quella situazione.
«DIECI SECONDI AL BOMBARDAMENTO.» annunciò all’improvviso la voce robotica, per poi cominciare un conto alla rovescia da dieci a zero.
“Bombardamento?!” pensò Gohan. “Ahhhh, al diavolo! O la va o la spacca!”
«Non sono ostile! Sono in viaggio per prestare aiuto a voi! Ho ricevuto il messaggio di richiesta di aiuto che avete mandato!» urlò Gohan, sperando di risultare convincente.
Il conto alla rovescia si fermò al “DUE” e così fece la navicella.
«INTENZIONI VERIFICATE. A BORDO SOLO UN ESSERE VIVENTE… LIVELLO DI FORZA: 100 UNITÀ… NON OSTILE. POTETE ATTERRARE.» disse la voce robotica dopo alcuni secondi.
Dopodiché, le tre sfere al di fuori della navicella si allontanarono e la navicella riprese a muoversi.
Gohan si affacciò all’oblò centrale e notò che distante qualche centinaio di metri c’era un’enorme stazione spaziale che gli ricordò vagamente un castello medievale.
Al centro della stazione, c’era un enorme portellone che si aprì e lasciò che la navicella di Gohan entrasse. Una volta all’interno, la navicella atterrò su una delle innumerevoli piattaforme di carico lì presenti.
«DESTINAZIONE RAGGIUNTA.» disse una voce robotica femminile, simile a quella di Bulma, dagli altoparlanti della navicella.
«Oh, ci siamo veramente allora.» si disse il Saiyan, per poi scendere dalla navicella.
 
Una volta sceso giù dalla navicella, Gohan si ritrovò nel mezzo di una folla che non si aspettava. C’erano esseri alieni di tutti i tipi, colori e forme. Gli parve addirittura di vedere un unicorno con una mazza chiodata camminare al fianco di un essere fatto di gelatina, ma non volle indagare.
Cercò di fermare qualcuno per chiedere indicazioni, ma sembravano tutti indaffarati e di fretta.
Si allontanò di qualche metro dalla navicella, sperando di trovare qualcuno che potesse aiutarlo, ma poi sentì una voce che attirò la sua attenzione.
«Scusami!» disse la voce. Gohan si fermò e si guardò attorno grattandosi la testa con una mano, non sicuro che la voce si riferisse a lui.
«Sì, dico a te spilungone!» ripeté la voce alla sua sinistra.
Gohan si voltò e abbassò di poco lo sguardo e vide un piccolo omuncolo con indosso una tuta viola, la pelle azzurra e gli occhi gialli farsi largo tra la folla ed avvicinarglisi.
«Oh, salve.» salutò il Saiyan.
«Sì, sì, salve.» rispose l’altro, senza troppo cordialità. Poi indicò la navicella di Gohan e disse: «Quella navicella va levata da lì.»
«Oh, provvedo subito.» disse Gohan correndo verso la navicella. Andò vicino al punto in cui si trovava il razzo di propulsione, premette un pulsante e la navicella si trasformò in una piccola capsula che il Saiyan si mise in tasca.
«Ma come hai…» cominciò a dire sorpreso l’omino, per poi disinteressarsi completamente a Gohan e dire: «…non importa.»
L’omino si avviò verso un corridoio e Gohan lo seguì, capendo che fosse la persona che stava cercando.
«Mi scusi.» chiamò il Saiyan raggiungendolo.
«Che vuoi?» chiese brusco l’omino.
«Ecco, vede, io vengo dal pianeta Terra. Qualche giorno fa abbiamo ricevuto un messaggio di aiuto dalla Polizia Universale…» disse Gohan.
«Si chiama Pattuglia Galattica!» lo corresse esasperato l’omino. Il Saiyan capì che non era la prima volta che qualcuno sbagliava a pronunciare quel nome.
«Oh, sì, giusto… comunque, io sono venuto qui per darvi una mano.» continuò Gohan.
«Dalla Terra, dici?» disse l’omino, tirando fuori un tablet dalla tuta con cui cominciò ad armeggiare per alcuni secondi. Gohan lo vide cercare il pianeta Terra in una lista di infinita di pianeti.
«Ah, sì, il giovane pianeta nel microscopico Sistema Solare nella Via Lattea… localizzato nella Galassia del Nord… non pensavo sarebbe nessuno da quelle parti, mi pare di ricordare che non siate molto avanzati tecnologicamente, e nemmeno molto forti…» commentò l’omino, per poi riporre il tablet nella tuta e continuare a camminare come nulla fosse.
A quel punto, Gohan si spazientì. Si parò davanti all’omino, sorprendendo, e lo costrinse a fermarsi.
«Senti.» disse con tono di voce che non ammetteva interruzioni. «Ho viaggiato per quattro giorni nello spazio, ho abbandonato la mia famiglia, il mio pianeta, per venire qui ed aiutarvi.»
L’omino guardava Gohan con uno sguardo a metà tra il contrariato e l’incuriosito, ma il Saiyan non vi badò.
«Se credi che io sia troppo debole, prendi uno dei tuoi rilevatori di forza e ti farò vedere quanto valgo sul serio.» continuò. «Se dopo sarai convinto che non sono utile per voi, me ne tornerò da dove sono venuto.»
L’omino lo guardo per alcuni secondi, prima di ritirare fuori il tablet dalla tuta e ricominciare ad armeggiarci.
«Sai modulare la tua potenza?» chiese a Gohan, senza guardarlo.
«Sì. Da noi la chiamiamo energia vitale o Ki.» rispose Gohan.
«Proprio quella, bene.» annuì l’altro, per poi inquadrare con il tablet il Saiyan. «Portala al massimo.»
Gohan si diede un’occhiata in giro per alcuni secondi, dopodiché scatenò il proprio Ki.
Un forte vento si alzò riempiendo tutto il corridoio in cui i due si trovavano e l’omino per poco non cadde all’indietro.
Gohan non era nemmeno arrivato ad un quarto del suo potere che all’omino sfuggì il tablet di mano. A quel punto il Saiyan rilassò il Ki.
«Acc-Accidenti!» esclamò l’omino, raccogliendo il tablet da terra e leggendo il numero riportato sullo schermo.
«Mi spiace, spero non si sia rotto» disse Gohan. «Quello, comunque, non era il massimo, non era nemmeno la metà della metà del mio potere totale.»
«Ehhhh? Dici sul serio?» domandò l’omino sorpreso. «Hai tranquillamente superato il milione di unità, e non sei nemmeno arrivato al massimo…»
Ad un certo punto, da entrambe le estremità del corridoio, arrivarono alcune sfere simili a quelle che avevano accolto Gohan fuori dalla stazione spaziale alcuni minuti prima.
«No, no, fermi!» esclamò l’omino, piazzandosi tra il Saiyan e le sfere. «Non è ostile!»
Le sfere si fermarono qualche secondo ad osservare entrambi e poi ritornarono da dove erano venute. L’omino sospirò sollevato, per poi voltarsi verso Gohan.
«Forse c’è ancora una speranza per noi!» disse allegro, per poi fare una specie di inchino col busto rivolto al Saiyan. «Perdona il mio precedente atteggiamento, ma ultimamente non ce la siamo passati molto bene da queste parti.»
«Oh, no… non fa niente.» lo rassicurò Gohan.
«Non mi sono presentato, il mio nome è Jaco.» disse l’omino, porgendo la mano destra a Gohan.
«Io mi chiamo Gohan, Son Gohan.» si presentò l’altro, ricambiando la stretta di mano.
«Bene, Son Gohan, vieni con me. Ti spiegherò tutta la situazione.» gli disse Jaco, guidandolo per la stazione.
 
Jaco condusse Gohan in una stanza che al Saiyan ricordò una meeting-room che aveva visto alla Capsule Corporation tempo prima.
Qui Jaco attivò una lavagna monitor e cominciò a spiegare lo scenario di guerra dal principio.
«Gohan, non so che livello di conoscenza tu abbia del Cosmo e delle forze in campo in questo Universo, quindi cercherò di spiegarti il tutto senza perdermi nei dettagli.» cominciò a dire Jaco, per poi riprendere la parola dopo che Gohan gli ebbe fatto un cenno di assenso.
«Noi della Pattuglia Galattica è un corpo formato da vari agenti con il compito di far rispettare in tutto l’universo la Legge Galattica.
«In passato abbiamo avuto vari problemi con varie forze ostili e dittatoriali come l’Impero di Freezer, ma da oramai trent’anni non siamo più minacciati da loro visto che gran parte dell’impero si è sfaldato a seguito della scomparsa improvvisa ed ancora oggi avvolta nel mistero dell’imperatore Freezer e di suo padre Re Cold mentre erano in viaggio verso la Galassia del Nord.»
Gohan fu sul punto di dirgli che sapeva benissimo chi fossero Freezer e Re Cold e che sapeva benissimo che fine avessero fatto quei due, ma gli premeva di più che Jaco arrivasse al punto senza perdere troppo tempo, quindi fece silenzio.
Jaco continuò.
«Dopo tale evento, non ci sono stati più problemi, a parte alcune segnalazioni di abitanti dell’universo scomparsi nel nulla, o che da un momento all’altro, si sono uniti all’esercito di un certo mago e del suo servitore demoniaco… ma anche di loro si sono perse le tracce quasi vent’anni fa.»
“Un mago ed un demone a capo di un esercito alieno? Questa mi è nuova… forse dovrò fare attenzione anche a loro una volta che sarò tornato a casa.”[2] pensò Gohan, nel mentre Jaco continuava la sua esposizione.
«Per tutti questi anni il Cosmo ha vissuto in relativa pace… fino a qualche mese fa.» continuò Jaco, per poi premere un pulsante sul suo tablet.
Sul monitor apparvero dei robot da guerra ripresi mentre sparavano all’impazzata in quello che Gohan classificò come centro abitato alieno.
«Una forza aliena ed ostile ha attaccato un certo pianeta all’improvviso verso fine febbraio. La Pattuglia Galattica è intervenuta prontamente, trovandosi quel pianeta sotto la nostra giurisdizione, ed inizialmente la forza aliena è stata respinta.
«Purtroppo, però, il nemico era molto più organizzato di quanto ci aspettassimo e dopo pochi giorni dalla nostra vittoria, ha cominciato ad invadere altri pianeti in punti molto distanti dell’universo.
«Inoltre, il nemico pare abbia l’abilità di soggiogare in qualche modo gli abitanti che prende come prigionieri, convincendoli a combattere per loro…»
«Qual è la motivazione che li spinge ad invadere altri pianeti?» chiese Gohan.
«Immaginiamo che vogliano semplicemente estendere il loro dominio su tutto l’universo.» rispose Jaco.
«Un classico.» commentò l’altro, per poi chiedere: «L’esercito è formato solo da questi roboto e da coloro che vengono soggiogati?»
«Ad essere precisi, quelli sono delle vere e proprie macchine mutanti. Sono la perfetta via di metto da un essere dotato di intelligenza e senziente, come me o te, ed un robot che obbedisce a degli ordini.» precisò Jaco, e poi rispose: «E comunque, no, loro sono solo semplici soldati.»
L’omino premette un pulsate sul monitor, e tre figure apparvero a schermo: uno era un vecchio anziano dalla pelle blu ed i lunghi capelli arancioni con delle lenti scure sugli occhi; il secondo era un uomo con indosso un casco ed un’armatura ed anch’egli aveva la pelle blu; il terzo era completamente in ombra e non si capiva che aspetto avesse.
«Loro sono le tre menti dietro l’invasione: Il Dr. Myu» «ed il Generale Lilde.» disse Jaco, indicando prima il vecchio e poi l’uomo.
«E quello in ombra?» chiese Gohan.
«Non lo sappiamo.» ammise Jaco. «Abbiamo scoperto della sua esistenza un mese fa al termine di una missione nella loro base.»
«Sapete quindi da dove provengono o dove si organizzano?» domandò il Saiyan.
«Verso fine luglio abbiamo scoperto la loro base, il pianeta M2. Ad inizio agosto abbiamo organizzato una spedizione per infiltrarci nella loro base ed arrestare, o eliminare, le menti dietro l’invasione…» raccontò Jaco. Gohan notò una nota di tristezza nella sua voce.
«Il pianeta era effettivamente la base del nemico, lì abbiamo trovato il Dr. Myu ed il Generale Lilde ad attenderci…» continuò, la voce sempre più spenta. «…eravamo in otto, cinque sono caduti per mano di Lilde, uno ha dato la vita per dare la possibilità a me ed ad un altro compagno di salvarci… grazie a lui, inoltre, abbiamo scoperto che c’è qualcun altro oltre Lilde e Myu dietro l’invasione.»
«L’uomo in ombra.» disse Gohan.
«Sì.» annuì l’altro.
«Quanto sono forti questi Lilde e Myu?» chiese ancora.
«Lilde credo sia il guerriero più forte dell’esercito nemico, ma non si è mai confrontato direttamente con i nostri guerrieri più forti. Sono convinto che, se riusciamo a metterlo con le spalle al muro, tutti insieme possiamo abbatterlo.» rispose Jaco. «Myu invece non credo abbia particolari doti combattive, ma possiede un’intelligenza fuori dal comune. È altamente probabile che sia lui ad aver costruito le macchine mutanti.»
 
«Questo è quanto, Gohan.» concluse infine Jaco, per poi chiedere al Saiyan: «Sono sicuro che con la tua forza tu potrai esserci molto utile… ti unirai a noi?»
«Certo!» rispose Gohan, sorridendo.
Prima che Jaco potesse dire altro, la porta della stanza si spalancò ed un namecciano entrò di corsa.
«Jaco!» disse il namecciano. Udendo la sua voce, a Gohan parve di riconoscerla.
«Oh, salve Dende.» salutò Jaco il nuovo arrivato. Udendo quel nome, Gohan non potette credere alle sue orecchie.
«È vero che è arrivato un guerriero dalla Terra?» chiese il namecciano a Jaco. «Forse potranno esserci molto di aiuto!»
«Dende?» chiamò all’improvviso Gohan. Solo in quel momento il namecciano si accorse della presenza del Saiyan nella stanza.
«G-Gohan?» disse incredulo Dende, guardandolo in faccia. E poi rise: «Haaa-ha-ha!»
I due si abbracciarono forte, come si abbraccia un vecchio amico e caro amico dopo molti anni dall’ultimo incontro.
 
 
Continua
 
 

ANGOLO AUTORE:
 
Gohan è arrivato alla Pattuglia Galattica ed ha rincontrato una persona a lui cara: Dende! E inoltre ha fatto la conoscenza di Jaco il Pattugliatore Galattico, noto personaggio del manga omonimo e di Super che abbiamo intravisto anche due capitoli fa.
Quali altri personaggi incontrerà il Saiyan in questo viaggio? E specialmente, riuscirà a far fronte all’invasione in corso?
Fatemi sapere che ne pensate!
E buon 2024 a tutti!
Alla prossima, Mariusgon.
 
 
[1] Tutta questa descrizione è ripresa dalla Wiki Italiana di Dragon Ball (Fandom Dragon Ball, Astronave a Otto Tentacoli) in cui si fa riferimento alla navicella usata da Goku, Pan e Trunks in Dragon Ball GT per cercare le sfere del drago con le stelle nere per l’universo.
[2] Il Mago a cui Jaco si riferisce è ovviamente Babidi ed il Demone è Darbula. Gohan non può saperlo, ma Babidi, Darbula e tutto il loro seguito di esseri corrotti dal Majin, non sono più un problema. Per saperne di più, vi invito a leggere la One-Shot “Lo Shin, il Demone ed il Mago” che ho scritto qualche anno fa.

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Capitolo 5
*** Vecchie e Nuove Conoscenze ***


The Last Z-Fighter: Super Grand Tour

Capitolo 4: Vecchie e Nuove Conoscenze

 
7-11 settembre, Anno 792 – Stazione Spaziale della Pattuglia Galattica
 
 
Quando l’abbraccio tra Gohan e Dende si sciolse, i due si guardarono a vicenda da capo a piedi.
«Sei invecchiato!» si dissero entrambi all’unisono, per poi scoppiare a ridere.
«È bello rivederti!» disse Dende, entusiasta. «Sapevo che sareste venuti a dare una mano all’Alleanza!»
Dopodiché, il namecciano si girò verso Jaco e disse: «Jaco, lui è uno dei guerrieri che ha combattuto su Nameck contro le forze di Freezer più di trent’anni fa.»
«Ma dici sul serio?!» esclamò Jaco, per poi voltarsi verso Gohan. «Ma quindi conoscevi già l’Impero di Freezer, perché non mi hai detto niente prima?»
«In realtà Jaco, non te l’ho detto prima per non interromper, ma ad eliminare Freezer e Re Cold anni fa è stato mio padre Son Goku.» raccontò Gohan. «Erano venuti sulla Terra in cerca di vendetta per quanto accaduto su Nameck, ma hanno trovato la loro fine.»
«Non ci credo!» disse Jaco, incredulo. «Quindi tuo padre ha eliminato i Demoni del Freddo! Fantastico, se sei forte quanto lui e se è vero che, come dice Dende, che siete in tanti guerrieri, allora siamo a cavallo!»
A quel punto, il sorriso di Gohan si spense e lo sguardo del Saiyan si fece triste.
Dende si accorse di questo mutamento e lo guardò sorpreso.
«Gli altri non sono qui con te?» domandò il namecciano. «Arriveranno, vero?»
«No… gli altri non verranno.» rispose Gohan.
«Cosa? E come mai?» chiese Jaco.
«Loro…» disse Gohan titubante. «…sono morti.»
Dende sgranò gli occhi.
«Crilin… Piccolo, Nail…» disse il namecciano dopo alcuni secondi. «Cosa… cos’è successo?»
Gohan passò i successivi minuti a raccontare tutti gli eventi accaduti negli ultimi trent’anni sulla Terra, dei due cyborg, della morte di suo padre per una malattia cardiaca, dell’arrivo dei due cyborg e di come fosse riuscito a sconfiggerli, della venuta di Cell e della sua sconfitta e del ritorno definitivo della pace sul pianeta.
«Cavoli…» disse Jaco quando Gohan ebbe finito di parlare. «Non ve la siete passata bene sulla Terra.»
«Quindi niente sfere del drago terrestri…» disse Dende, sovrappensiero.
«Purtroppo, no, non ci sono più. Sono scomparse con la morte del Supremo.» confermò Gohan.
«Forse è un bene.» disse quasi distrattamente il namecciano. Gohan lo guardò stupito.
Dende all’occhiata perplessa di Gohan si voltò verso Jaco.
«Glielo hai detto?» chiese al poliziotto galattico.
«Ci possiamo fidare?» domandò a sua volta Jaco al namecciano.
«Sì, di Gohan ci possiamo fidare.» annuì Dende.
Jaco annuì e poi si voltò verso il Saiyan.
«Gohan, prima non ti ho detto una cosa.» disse. «Non sappiamo per quale motivo, ma il nemico è alla ricerca delle sfere del drago.»
Gohan sgranò gli occhi a quelle parole.
«Il primo pianeta ad essere stato attaccato all’inizio dell’invasione è stato Neo Nameck… pare che il nemico volesse le sfere del drago, ma non sono riuscite ad ottenerlo.» continuò Jaco.
«L’Anziano Saggio di Neo Nameck, Moori, appena scoperto che il nemico voleva le sfere del drago, le ha messe fuori uso.» intervenne Dende.
«Beh, immagino che Polunga non possa liberare i prigionieri soggiogati dal nemico, vero?» domandò Gohan, sperando di aver appena trovato una soluzione al problema, ma gli altri due scossero il capo.
«In realtà, non lo sappiamo.» ammise Jaco. «Dopo che Moori ha disattivato le sfere, purtroppo è stato ucciso dal Generale Lilde in persona.»
Gohan vide Dende portarsi due dita davanti gli occhi, come a coprirli e strofinarli. Probabilmente stava cercando di reprimere le lacrime.
«Gli altri namecciani non possono riattivare le sfere, pare che solo colui che le ha disattivate abbia tale capacità.» continuò Jaco.
«Quindi… in tutto l’universo non esistono più sfere del drago, in sintesi.» disse Gohan dopo alcuni secondi.
«Esattamente.» annuì Dende.
I successivi secondi passarono in silenzio. Gohan osservò Jaco e Dende e vide dipinte sui loro volti espressioni afflitte e avvilite.
Capì che la situazione sul fronte fosse più grave di quanto non sembrasse. In quel momento, fu contento di aver scelto di partire per andare in loro soccorso.
«Dende, Jaco.» li chiamò il Saiyan all’improvviso. I due si voltarono a guardarlo.
Gohan si portò la mano destra sul cuore ed alzò la sinistra e li guardò entrambi con fare solenne.
«Vi prometto che riusciremo a salvare questo universo, a salvare tutti coloro soggiogati dagli invasori ed a vendicare tutti i caduti!» giurò il Saiyan.
 
A Gohan venne data una stanza in cui alloggiare per tutta la durata della sua permanenza alla stazione spaziale.
Il Saiyan riuscì a trovare ed a ottenere l’accesso ad una sala di allenamento in cui potersi allenare liberamente. Ben presto il guerriero terrestre attirò l’attenzione di tutti gi altri guerrieri presenti, i quali restarono completamente sbalorditi dal suo livello di forza.
In realtà, Gohan non si allenò mai al massimo delle sue capacità. Alla seconda sessione di allenamento, sfoderò il Super Saiyan di primo livello alla media potenza e poco ci mancò che non facesse saltare in aria un quarto della stazione spaziale.
Il Saiyan capì subito che non avrebbe potuto allenarsi appieno lì e tentò addirittura di trovare un intero pianeta disabitato nelle vicinanze dalla stazione spaziale, ma Jaco gli disse che il più vicino pianeta senza vita si trovava a parecchi anni luce di distanza, avrebbe impiegato giorni interi per andare e tornare e alla fine lasciò perdere.
Rimpianse di non aver utilizzato abbastanza la Stanza dello Spirito e del Tempo da quando era tornato dal viaggio nel tempo dal passato, ma si era sempre limitato a sessioni brevi di poche ore per non invecchiare troppo.
In quei brevi allenamenti era riuscito a raggiungere il massimo del potere possibile con il Super Saiyan di secondo livello, lo sapeva, ma era riuscito a percepire, a scorgere, qualcosa oltre il secondo livello, ma non era riuscito a raggiungerlo.
 
Col passare dei giorni, Gohan notò che sempre più persone approdavano alla stazione. In un primo momento che, come lui, molti altri guerrieri provenienti dai vari angoli dell’universo stessero convergendo lì per arruolarsi e dare una mano nella lotta contro gli invasori, ma fu Jaco a dirgli la vera ragione di tutto quel via vai di persone.
«Si stanno radunando tutti verso le più grandi stazioni spaziali della Pattuglia Galattica, visto che è imminente una nuova assemblea di guerra.» disse a Gohan.
A confermare le parole di Jaco fu un annuncio vocale che venne ripetuto più volte durante la giornata:
«ALLE ORE 14 NELLA SALA CONFERENZE SI SVOLGERÀ L’ASSEMBLEA DI GUERRA.»
Alle due del pomeriggio in punto, Gohan si recò presso la sala conferenze, la quale gli ricordò più uno stadio che una sala data la sua vastità.
Sulla parete dalla parte opposta rispetto all’entrata principale della sala, era collocato un monitor molto grande sul quale era trasmessa l’immagine video di un polipo antropomorfo verde con una corona dorata.
Dopo alcuni minuti, il polipo cominciò a parlare.
«Salve a tutti! Qui che vi parla è il Re della Galassia, capo della Pattuglia Galattica.»
“Quindi quel polpo è il capo della Pattuglia Galattica?!” pensò Gohan.
Il polipo cominciò a parlare ed a fare un lungo bollettino di guerra durante il quale Gohan si guardò attorno.
Non riuscì a riconoscere molte delle razze aliene di cui gli altri presenti erano i rappresentanti, ma riconobbe quasi tutte le razze di guerrieri dell’esercito di Freezer che aveva incontrato su Nameck anni prima. Si sorprese nell’osservare che alcuni guerrieri indossassero l’armatura classica dell’impero di Freezer.
“L’esercito di Freezer è qui?!” si domandò stupito. “Jaco mi aveva accennato al fatto che l’Impero fosse riuscito a non sfaldarsi del tutto, ma non mi aspettavo che anche loro facessero parte dell’Alleanza.”
Tra la folla riusciì a scorgere in prima linea davanti al monitor Jaco al fianco di Dende. Notò che entrambi parlottavano fra loro e con altri quattro esseri sconosciuti a Gohan.
Uno di loro aveva la pelle azzurra, indossava una giacca rosso acceso aperta che lasciava intravedere l’addome, aveva alcune macchie nere sulla testa e delle grosse orecchie che rendevano la sua testa quasi deformata.
Un altro aveva i capelli verde acqua, era poco più basso di Gohan e portava un cinturino che gli copriva l’occhio destro. Di tutti gli esseri viventi presenti nella stanza, probabilmente era il più simile ai terrestri.
Il terzo dei quattro alieni era basso e si distingueva per i suoi lunghi capelli rasta viola scuro.
L’ultimo era quello che più conversava con Dende e Jaco. Aveva la pelle rosa con delle macchie azzurre sulla testa ed indossava degli abiti che a Gohan ricordarono qualcosa. Dopo alcuni minuti, si ricordò dove li aveva già visti: erano i vestiti che aveva indossato suo padre Goku quando era ritornato sulla Terra l’anno dopo gli avvenimenti su Nameck.
“Gli Yardratiani si sono uniti anche loro all’Alleanza… magari potrei chiedere loro di insegnarmi alcune tecniche speciali come il Teletrasporto.” pensò Gohan.
Tornò a concentrarsi sul discorso del Re della Galassia, il quale andò avanti ancora diversi minuti prima che giungesse a conclusione.
«Siamo riusciti nell’ultimo mese a resistere ai vari tentativi di assalto del nemico. Ma ora è la nostra occasione per concludere questa guerra una volta per tutte!» dichiarò il Re. «Tra due giorni attaccheremo in massa il pianeta M2, e stavolta lo distruggeremo completamente ed elimineremo il Generale Lilde ed il Dr. Myu… e chiunque altro minacci la pace dell’universo e la libertà di ogni essere vivente in esso.»
Alcuni dei presenti fecero un gesto di saluto che venne ricambiato dal Re della Galassia e subito dopo il monitor si spense.
 
La sala cominciò a svuotarsi ed anche Gohan fece per uscire ma Jaco da lontano gli fece cenno di avvicinarsi.
«Gohan, hai seguito l’assemblea?» gli chiese Dende quando li ebbe raggiunti. Gohan annuì.
«Bene, quindi già avrai sentito che dopodomani attaccheremo il pianeta M2, stavolta in massa.» disse Jaco.
«L’obiettivo è annientare il nemico definitivamente, giusto?» chiese Gohan.
«Sì, e tu farai parte di una squadra speciale, la squadra Omega, insieme a me.» rispose Jaco. Dopodiché, si voltò verso i quattro con cui lui e Dende avevano parlato durante l’assemblea.
«La squadra Omega è composta dai guerrieri migliori e più letali che abbiamo.» continuò il Poliziotto Galattico.
«Loro sono gli altri componenti della squadra: Lezik, Granola, Gus e Tolin.» disse Jaco, indicando prima l’uomo con la pelle azzurra, poi quello con i capelli verde acqua, ancora dopo quello con i capelli viola ed infine lo Yardratiano che Gohan aveva già adocchiato prima.
«Quindi tu saresti il Saiyan.» disse subito l’uomo chiamato Granola, squadrandolo dalla testa ai piedi mettendolo a disagio il Saiyan.
«Più che un Saiyan, mi definisco un terrestre.» rispose Gohan. «Sono figlio di un Saiyan cresciuto sulla Terra, non ha saputo di essere un Saiyan fino all’età adulta e mi ha cresciuto come un terrestre.»
«Tsk, i Saiyan hanno sterminato la mia gente ed hanno messo a fuoco tanti altri pianeti.» rispose l’altro. «Avrai pure lottato contro Freezer ed i suoi scagnozzi, ma un Saiyan, anche cresciuto in cattività, rimane pur sempre un Saiyan. Non c’è da fidarsi di voi.»
Gohan rimase spiazzato da quelle parole, ma sapeva che reputazione i Saiyan avevano nell’universo. Dopotutto, si ricordava benissimo che tipo di mostri erano suo zio Radish, Nappa e Vegeta quando invasero la Terra anni prima.
«Anche io ho avuto a che fare con lo stesso tipo di Saiyan che avrai conosciuto tu, non erano brave persone ed ho ripudiato quella strada tanto tempo fa.» disse dopo alcuni secondi di silenzio.
«È vero, Granola.» intervenne Dende. «Gohan è un guerriero nobile, mi ha salvato la vita tanti anni fa e quando la mia gente non sapeva dove andare dopo l’esplosione del mio pianeta, lui ed i suoi amici ci hanno ospitato sul loro pianeta.»
«Tsk. Allearmi con quel che rimane del fatiscente Impero di Freezer e ora con un Saiyan… mia madre si starà rivoltando nella tomba.» borbottò Granola, allontanandosi stizzito ed uscendo dalla sala.
«Non ascoltarlo, è un uomo di strette vedute. Almeno così direbbe mio fratello.» intervenne l’uomo dai capelli viola, per poi porgere una mano a Gohan. «Io mi chiamo Gas.»
«Io Gohan.» disse il Saiyan stringendogli la mano.
«Sai, a me stavano simpatici i Saiyan. Io e i miei fratelli facevamo begli affari con loro e mi piaceva quando si trasformavano in scimmioni giganti.» raccontò Gas, con un ghigno. «Uno di loro mi mise seriamente in difficoltà in passato, avrei voluto una rivincita ma Freezer mi ha levato questa possibilità, peccato.»
Gohan annuì alquanto disgustato da quelle parole, ma capì che era la reazione che Gas volesse suscitargli. Voleva metterlo a disagio.
“Probabilmente questo qui sarà anche più ostile di Granola, non mi piace. Meglio girargli alla larga.” pensò, per poi rivolgere lo sguardo verso l’uomo dalla pelle azzurra.
«Tu sei Lezik.» disse.
«Sì, esatto.» annuì l’altro.
«Un mercenario.» disse Gas.
«Non questa volta.» rispose subito Lezik. «Sarò pure un mercenario, ma ho un codice d’onore. Il nemico stermina donne e bambini, indifesi e poveri, senza pietà. Non potrei mai schierarmi con loro, e non ho intenzione di voltarmi dall’altra parte.»
“Questo qui mi piace.” pensò il Saiyan.
«Phm, anch’io mi sono offerto volontario.» disse Gas. «Quei bastardi hanno ucciso i miei fratelli e mia sorella.»
Gohan percepì una nota di rabbia in quelle parole.
«Io sono Tolin!» disse all’improvviso lo Yardratiano, porgendo la mano a Gohan che gliela strinse. «Credo di aver conosciuto tuo padre, tanti anni fa. Ero un bambino, ma me lo ricordo bene!»
«Davvero?» domandò l’altro incuriosito.
«Oh, sì!» annuì Tolin. «Mangiava veramente tanto tuo padre, le scorte per un intero inverno non bastavano a saziarlo per una settima!»
“Sì, ha decisamente conosciuto papà.” pensò Gohan.
«Ha imparato in fretta il teletrasporto, fosse rimasto di più magari avrebbe potuto impararne altre, ma appena scoprì che Freezer e Re Cold erano diretti sulla Terra, prese la sua navicella e partì immediatamente.» raccontò Tolin. «Era in pensiero per la sua famiglia, per i suoi amici, per te.»
Gohan sorrise. Goku non gli aveva mai raccontato molto della sua avventura su Yardrat, era contento che anche lì avesse lasciato un bel ricordo.
«Gohan, la nostra squadra sarà la responsabile di eliminare il Generale Lilde ed il Dr. Myu.» disse Jaco. «Per quanto riguarda il Dr. Myu, probabilmente se ne rimarrà al sicuro sul pianeta M2 nel suo nascondiglio, ma il Generale Lilde si farà sicuramente vivo sul campo di battaglia.»
«Beh, quindi eliminiamo il Generale, il dottore, e tutti i possibili nemici affiliati a loro. L’invasione finisce e torniamo a casa. Sembra facile.» disse Tolin, sorridendo.
«Non prendiamola sottogamba, ogni distrazione potrebbe costarci cara.» ammonì Jaco.
«Io non combatterò direttamente al vostro fianco, ma vi aiuterò per quanto mi è possibile con le mie doti curative.» disse Dende e Gohan si sentì sollevato. L’ultima volta che gli era capitato di combattere al fianco di Dende, i poteri curativi del namecciano erano tornati molto utili.
«Signori, dopodomani ci sarà la battaglia… vinciamo, e salviamo l’universo!» esclamò Jaco all’improvviso, cercando di caricare moralmente presenti.
Lo guardarono tutti divertiti.
«Bel discorso, tappetto.» disse Gas, per poi allontanarsi.
«T-Tappetto?! Ma senti chi parla!» esclamò Jaco contrariato.
«Se non c’è altro, mi ritiro in camera mia a meditare.» disse Lezik, uscendo anche lui dalla sala.
«Vado anch’io, mi farà comodo allenarmi in vista della battaglia.» disse Gohan, facendo per allontanarsi, ma Jaco lo richiamò.
«Gohan… dopodomani sarà la nostra occasione di concludere questo conflitto.» disse il Poliziotto Galattico. «Ma se perdiamo… potrebbe essere l’inizio della nostra disfatta.»
Gohan gli si avvicinò, gli mise una mano sulla spalla e lo guardò negli occhi.
«Jaco, non falliremo.» disse il Saiyan.
 
 
Continua
 

ANGOLO AUTORE:
 
Ed eccoci di nuovo con un nuovo capitolo! Ammetto che la parte iniziale di questo capitolo doveva essere praticamente il finale del precedente (infatti si svolge praticamente un secondo dopo), però non ho voluto strafare troppo perché il capitolo scorso mi sembrava già abbastanza lungo.
Gohan ha incontrato dei nuovi personaggi, tutti provenienti da Super o GT. Li avete riconosciuti tutti?
Fatemi sapere che ne pensate!
Alla prossima, Mariusgon.

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Capitolo 6
*** Il Guerriero ed il Generale ***


The Last Z-Fighter: Super Grand Tour

Capitolo 5: Il Guerriero ed il Generale

 
12-13 settembre, Anno 792 – Pianeta M2
  
Il giorno dopo l’assemblea di guerra passò rapidamente e Gohan lo trascorse con Jaco ed il resto della squadra Omega a discutere sulla strategia da adottare sul campo di battaglia.
«Non sprecate troppe energie combattendo i pesci piccoli.» disse loro Jaco. «Risparmiate le energie per il vero nemico. Agli altri ci penseranno il resto del nostro esercito.»
Gohan alternò alcune sessioni di allenamento mentale con altre in cui si allenava in gruppo col resto della squadra. A dirla tutta, gli unici con cui Gohan riuscì ad allenarsi furono lo stesso Jaco e Lezik, data la ritrosia di Granola a rimanere più tempo del necessario nella stessa stanza con un Saiyan e data la poca collaborazione di Gas che preferì starsene in disparte ad osservarli allenarsi.
Alla fine, Gohan andò a dormire con la speranza che la battaglia del giorno dopo potesse andare nel migliore dei modi, anche se non riusciva a scrollarsi di dosso la spiacevole sensazione che qualcosa potesse andare male.
 
Quella notte sognò per la prima volta dopo molti anni Trunks. Sognò dapprima la prima volta che conobbe il piccolo figlio di Bulma. Quest’ultima era andata sui Monti Paoz a casa della famiglia Son per presentare il neonato a Goku, Chi-Chi e Gohan.
Ancora si ricordava la reazione sbigottita che avevano avuto i suoi genitori nell’apprendere che quel bambino era il figlio di Vegeta e non di Yamcha.
Il sogno d’un tratto mutò e Trunks da neonato divenne un ragazzino.
“Voglio anch’io combattere con te!” gli urlava contro Trunks.
“Non sei ancora pronto.” udì la sua stessa voce ovattata dire al giovane Saiyan. Quest’ultimo, contrariato, distoglieva lo sguardo.
‘No, Trunks, non eri abbastanza pronto.’ pensò Gohan e subito dopo il sogno mutò ancora.
Stavolta Trunks era un giovane guerriero ed entrambi si trovavano in un Luna Park semidistrutto ed in rovina.
Due ombre avanzavano verso di loro con fare minaccioso.
"Mettiti al riparo, Trunks. Ci penso io a loro due." disse a Trunks, ma non ricevette risposta.
«T-Trunks?» chiamò Gohan. Stavolta la sua voce era chiara. Gli parve pure di percepire i muscoli della bocca muoversi per pronunciare il nome del giovane Saiyan.
Gohan si voltò verso Trunks, ma quello che vide fu…
 
Un forte suono di sirena fece risvegliare di soprassalto il Saiyan. Si guardò intorno spaesato, gli ci vollero alcuni secondi per ricordarsi che si trovava nella sua stanza nella stazione spaziale della Pattuglia Galattica.
La sirena continuava a suonare per tutta la stanza. Gohan si rivestì in fretta ed uscì dalla stanza.
Appena fuori intravide Dende venire verso di lui.
«Vieni, Gohan. Il resto della squadra ci sta aspettando.» gli disse il namecciano appena gli fu davanti.
I due s’incamminarono subito mentre tutto intorno a loro il resto dei presenti nella stazione correva in varie direzioni.
Dopo alcuni minuti, trovarono il resto della squadra Omega riunita in cerchio.
«Oh, siete arrivati.» disse Jaco a mo’ di saluto. «Tra poco ci teletrasporteremo.»
«Sempre se trova l’ancora…» aggiunse sottovoce Granola, venendo udito da tutti.
«Con un po’ di silenzio forse ci riesco!» esclamò spazientito Tolin, con de dita sulla fronte. «Non aiuta il fatto che, tra tutte le ancore che abbiamo creato, quella che mi serve ora è quella più lontana.»
«Dende, cos’è un’ancora?» chiese a bassa voce Gohan al namecciano.
«Una struttura fatta in Ki e che lo emana in tutte le direzioni.» spiegò Dende. «Il teletrasporto di Tolin funzione con l’energia vitale. Utilizzando un’ancora, essa viene posizionata in luoghi sicuri da raggiungere in caso di bisogno.»
“Utile.” si disse Gohan. “A papà sarebbe piaciuta quest’idea.”
«Trovata.» disse Tolin dopo alcuni minuti.
Si presero tutti per mano e dopo pochi istanti si ritrovarono in un altro luogo, riuniti attorno ad una specie di sfera luminosa che Gohan capì essere l’ancora di Ki utilizzata da Tolin per teletrasportarli lì.
Guardandosi intorno, Gohan capì che si trovavano all’interno di una piccola navicella.
«Guardate, quello è M2.» disse Dende, indicando verso l’esterno di una finestra della navicella.
A qualche centinaio di chilometri di distanza c’era un pianeta a cui mancava circa un quarto della superficie al posto della quale c’era un enorme cratere.
«La battaglia è già iniziata.» osservò Granola, indicando varie esplosioni dipanate lungo tutto il pianeta, ben visibili dallo spazio.
Jaco andò verso la console di comando e ci smanettò per alcuni secondi.
«Sto attivando la comunicazione con il campo di battaglia e con le altre squadre d’attacco.» disse dopo pochi secondi.
Dagli altoparlanti della navicella cominciò ad essere emesso un suono di interferenza che pian piano si tramutò una voce. Gohan intuì appartenere ad un qualche soldato addetto alla cronaca dal campo di battaglia.
«Bzz…bzz… il nemico cerca di sfondare le nostre linee, ma stiamo riuscendo a chiuderli sul loro pianeta… bzz… bzz… nessuna traccia del Dr. Myu e del Generale Lilde.» disse la voce.
Jaco annuì e si sedette su un sedile.
«Rimaniamo qui in attesa, finché non avremo trovato i nostri bersagli.»  annunciò il poliziotto galattico.
 
La battaglia andò avanti per più di un’ora.
Le notizie dal campo di battaglia arrivavano massimo ogni due minuti e Gohan e gli altri riuscirono a farsi un’idea ben chiara di come il conflitto si stava svolgendo.
La battaglia pare avesse sorpreso e preso alla sprovvista le forze nemiche che inizialmente non riuscirono a contrastare l’attacco dell’Alleanza.
L’effetto sorpresa dell’attacco, però, durò poco visto le forze nemiche più volte riuscirono a respingere i vari assalti degli alleati. Ad un certo punto della battaglia, il nemico riuscì addirittura a contrattaccare infliggendo parecchie perdite. Per un momento parve che la ritirata fosse dietro l’angolo, ma poi la situazione si capovoltò ancora a favore dell’alleanza.
«Li stiamo annientando.» disse Lezik.
«Forse oggi non sarà necessario il nostro intervento.» disse Dende. «Magari Lilde e Myu non sono più qui.»
Ma quella di Dende si rivelò ben presto un’ipotesi infondata. Dopo alcuni minuti di silenzio, infatti, la radio riprese a trasmettere le notizie dal fronte.
«Bzz… bzz… Molti dei nostri sono stati abbattuti!...bzz… bzz..Qualcosa dal terreno li ha presi dal terreno e li ha…bzz…bzz…Li ha pietrificati!» disse la voce alla radio.
«Pietrificati?» ripeté Gohan.
«Sono stati attaccati dal terreno? Ma in che senso?» domandò Gas confuso.
«Ho capito!» esclamò Jaco, sbattendo i pugni sulla console. «È lui!»
«Bzz… bzz… è il Generale Lilde!» esclamò la voce alla radio.
 
Jaco appena ebbe udito il nome di Lilde, azionò la navicella che cominciò a scendere verso il pianeta M2. Nella discesa, la navicella venne prese di mira dai cannoni del nemico e più volte ci mancò poco che la navicella non saltasse in aria.
La navicella riuscì ad atterrare in una landa del pianeta senza anima viva per alcuni chilometri e appena atterrati, i guerrieri della squadra Omega uscirono fuori subito.
«Lilde dovrebbe essere in quella direzione, muoviamoci!» esclamò Jaco, per poi cominciare a volare con un jet pack, seguito a ruota dagli altri.
In pochi minuti, i sette guerrieri della squadra Omega si ritrovarono sul luogo della battaglia, ma lì non c’era nessuno. L’unica cosa che trovarono furono delle statue bianche che pian piano si stavano sciogliendo e diventando parte del terreno.
«Quelle sono le sue vittime.» disse Jaco, indicando le statue, per poi aggiungere: «Attenti, non atterrate su quel liquido bianco, o prenderà anche voi!»
I sette rimasero sospesi a mezz’aria ad osservare il terreno sottostante, cercando di trovare tracce del nemico per quasi cinque minuti.
All’improvviso, il terreno esplose e una decina di robot sbucò fuori circondandoli. Quell’attacco a sorpresa prese alla sprovvista solo Dende, mentre gli altri sei riuscirono a respingere e distruggere senza troppa fatica quasi tutti i robot. Uno di essi, però, riuscì a sfuggire a Gohan e si lanciò su Dende.
Il Saiyan si parò tra il namecciano ed il robot e attaccò quest’ultimo, ma il nemico predisse i movimenti del guerriero e lo schivò.
Il robot si portò rapidamente alle spalle di Gohan e fece fuoriuscire dal suo braccio una lunga lama affilata per poi calarla sul guerriero.
«Attento!» esclamò Dende, ma Gohan capì subito che non avrebbe fatto a tempo a schivarlo o a voltarsi per bloccarlo.
Attese di percepire la lama colpirlo per alcuni istanti ma, alla fine, udì un’esplosione seguita da una leggera onda d’urto.
Si voltò e vide il robot avversario cadere al suolo in un milione di pezzi. Si voltò ancora e vide Granola, senza il cinturino sull’occhio destro, che aveva il braccio destro teso, con la mano sinistra che avvolgeva il gomito destro e l’indice e l’anulare della mano destra rivolte verso il punto in cui prima si trovava il robot.
«G-Grazie…» cercò di dire Gohan.
«Tsk, vedi di non starci tra i piedi Saiyan. Stavi per combinarla grossa.» lo rimproverò Granola, per poi distogliere lo sguardo.
“Dannazione, mi sono lasciato fregare da quel robot… ma non sono molto forti. Forse col Super Saiyan al primo livello ce la posso fare da solo facilmente…” pensò Gohan.
I sette si guardarono nuovamente in giro per vedere se ci fossero altri nemici, ma l’unica cosa che videro erano i resti dei robot che avevano appena sconfitto.
E poi udirono una voce.
 
«Vedo che tu ed lo Yardratiano siete tornati, poliziotto galattico…» disse la voce alle loro spalle.
Tutti si voltarono e videro in cielo un essere umanoide completamente bianco metallico, sospeso a mezz’aria qualche metro sopra di loro.
«Tu!» esclamò Jaco, riconoscendolo.
Gohan ci mise qualche secondo a capire che si trattava di Lilde. Non aveva più la pelle azzurra o l’armatura indosso, ma in quella forma sembrava anche più minaccioso.
Il Saiyan capì che quel mutamento fisico non era un buon segno. Dopotutto, tutte le volte che un nemico aveva cambiato forma era sempre andato tutto storto.
«L’altra volta ci siete sfuggiti, ma stavolta non ci sarà l’Agente Merus a darvi la possibilità di salvarvi!» esclamò Lilde. «Non vi lascerò scappare, morirete tutti!»
«Ti sbagli, a morire sarai tu!» esclamò Jaco per poi lanciarsi all’attacco all’urlo di: «Per la Pattuglia Galattica! Per il Re della Galassia! Per Merus!»
Tolin, Lezik, Gas e Granola lo seguirono a ruota, Gohan invece si avvicinò a Dende.
«Rimani qui.» disse al namecciano, per poi seguire gli altri lanciandosi all’attacco.
Il primo ad arrivare davanti a Lilde fu Jaco che gli sparò contro con la sua pistola. Il Generale schivò facilmente tutti i colpi ed assestò un calcio a Jaco mandandolo via e spedendolo verso Tolin. Sia il poliziotto che lo Yardratiano vennero rispediti all’indietro. Dende si spostò appena e li intercettò e bloccò il loro volo, impedendo che andassero a schiantarsi su di una parete rocciosa.
Lezik dal nulla sfoderò due spade e tentò di tagliuzzare per bene Lilde. Quest’ultimo alzo il braccio destro per bloccare le lame ma queste lo trapassarono e la tagliuzzarono per bene.
Vedendo il braccio di Lilde fatto a pezzi, Lezik sorrise, ma l’espressione subito mutò quando dal terreno sottostante salì verso l’alto un liquido metallico che andò a mescolarsi con quel che rimaneva del braccio di Lilde, ricostruendolo.
Lilde rise e diede un poderoso pugno al suo avversario che retrocedette parecchio lasciando il posto a Granola e Gas.
Questi ultimi tentarono dapprima un combattimento corpo a corpo, ma non riuscendo mai a colpirlo, cambiarono approccio e tentarono con le loro abilità speciali.
Granola sparò a raffica colpi di Ki con due dita, ma riuscì a colpire poche volte Lilde ed a ogni ferita, il Generale utilizzava parti del pianeta per curarsi. Gas, invece, generò armi di tutti i tipi e tentò di colpire Lilde più volte con esso, ma ad ogni assalto il nemico creò scudi fatti di metallo liquido e non si fece mai colpire.
Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, Gas e Granola vennero presi per una gamba entrambi dal Generale, il quale li fece dapprima sbattere uno contro l’altro e poi li lanciò via.
A quel punto, Gohan si fece avanti. Il Saiyan tentò prima con un pugno, poi con un calcio ed entrambi vennero evitati. Poi tentò con un colpo energetico che Lilde non riuscì a schivare e poi ancora con un calcio, riuscendo a colpirlo e a fargli perdere alcuni metri di quota.
Lilde si spazientì e si fece avanti di nuovo rapidamente. Alzò il pugno destro e colpì Gohan, non prima che questi creasse una barriera energetica, la quale si sbriciolò comunque sotto i colpi del Generale. Prima che potesse ricrearla, Gohan venne colpito con un calcio e rispedito verso i suoi compagni, i quali si erano radunati a qualche decina di metri di distanza.
 
“È veloce, colpisce forte… ma è arrogante… e specialmente… sono più forte e veloce di lui!” pensò Gohan mentre veniva scaraventato all’indietro.
Gohan riuscì ad arrestarsi prima di finire addosso ai suoi compagni e cominciò ad accumulare il Ki. Nel mentre, il gruppo si avvicinò e cominciarono a discutere.
«Dannazione!» esclamò Granola. «Riesce a controllare il terreno del pianeta ed a generare oggetti di forme diverse che poi usa contro di noi.»
«È quasi come se il pianeta M2 fosse parte di lui.» commentò Dende.
«Hai indovinato, namecciano!» urlò Lilde, dando segno di averli sentiti. «Questo intero pianeta è stato modificato per renderlo parte della mia persona! Combattere qui è molto vantaggioso per me, visto che posso controllare il piccolo ed insignificante masso su questo pianeta per rivotarvelo contro!»
Lo sguardo di tutti si fece più grave e preoccupato di quanto non fosse già. Tutti cominciarono a guardare il terreno ed a Jaco parve di vedere interi alberi diventare bianco metallico e tramutarsi in mani, mentre Tolin giurò di aver visto un promontorio diventare l’enorme faccia di Lilde.
«Prima di uccidervi tutti e sette vi dirò una cosa: tempo fa ero molto più forte di quanto non lo sia ora!» disse il Generale. «Il pianeta è stato danneggiato dall’Agente Merus quando è venuto qui l’ultima volta… il danno è stato permanente ed ha avuto effetto anche sulla mia forza effettiva!»
«Quindi… ora sei più debole?» chiese Gohan, continuando ad accumulare Ki.
«Tsk, non credere che questo possa cambiare nulla! Ve lo dico solamente per farvi capire che dislivello c’è tra me e voi.» ribatté Lilde. «Nelle condizioni in cui sono ora, anche se danneggiato, vi posso battere facilmente!»
«Credo che il tuo giudizio sia un po’ distorto, Generale.» disse Gohan, sorridendo.
«Cosa?» disse Lilde. sbigottito dalla sicurezza del guerriero.
«Ragazzi, me ne occupo io. State indietro.» disse il Saiyan rivolto ai suoi compagni, per poi avanzare di qualche metro.
«AHHHHHHH!» urlò Gohan, scatenando il suo Ki al massimo. Il Saiyan venne avvolto dalle fiamme dorate e dai fulmini ed i suoi capelli si fecero biondi e gli occhi verdi.
«Ora fatti sotto, Lilde!» esclamò Gohan, andandogli addosso.
 
Lo scontro tra Gohan e Lilde fu a senso unico.
Il Saiyan colpì il Generale ad ogni affondo, con ogni calcio e con ogni pugno. Lilde allora cercò di costruirsi corazze e barriere utilizzando il pianeta, ma Gohan riuscì sempre ad aprisi un varco e ad assestare i suoi colpi.
Infine, il Saiyan si portò sopra Lilde, unì le mani e colpì forte sulla nuca del Generale, mandandolo a schiantarsi violentemente al suolo.
«Wow!» esclamò Jaco da lontano. «Gohan, sei fortissimo!»
Gohan sorrise ma non distolse lo sguardo da nemico nemmeno per un istante. Lilde era un avversario pericoloso e lo scontro non era ancora finito.
«C-Cosa…cosa sei tu?!» gli urlò contro Lilde, appena si fu rimesso in piedi a fatica. «Come puoi essere più forte di me?! Chi sei?!»
«Io mi chiamo Son Gohan, e sono un Saiyan cresciuto sulla Terra.» rispose Gohan. «E oggi metterò fine al tuo regno di terrore in questo universo.»
A quelle parole, Lilde sgranò gli occhi incredulo e la sua espressione si fece furiosa.
«C-Come…come osi!» sbraitò.
Gohan lo osservò infuriarsi e colpire il terreno, o almeno così gli parve inizialmente. In realtà, quello che Lilde aveva fatto era stato gettare le gambe e le braccia all’interno del terreno, facendole diventare tutt’uno con esso.
Dalla superficie del pianeta, una ventina di mani bianche metallico sbucarono fuori e andarono addosso al Saiyan. Questi le evitò facilmente e cercò di avvicinarsi a Lilde per dargli il colpo finale, ma il Generale continuava a generare mani e spuntoni per tenere il suo avversario lontano.
Gohan tentò varie volte di superare le difese del suo nemico, ma ogni volta venne respinto. All’ennesimo tentativo fallito, il Saiyan venne richiamato dai suoi avversari.
«Gohan, combattiamo insieme!» urlò Lezik, avvicinandoglisi.
«Da solo non riuscirai a colpirlo e a dargli il colpo di grazia, ma forse ho un piano.» continuò a dire il mercenario, per poi voltarsi verso gli altri. «Jaco, Granola, Gas, e pure tu Dende, noi cercheremo di tenere impegnato Lilde. Gohan, tu prepare il tuo colpo più potente e caricalo al massimo. Tolin, quando Gohan sarà pronto a colpire, teletrasportalo alle sue spalle e colpite!»
Gohan si convinse subito della bontà del piano ed annuì, così come il resto del gruppo.
«Siete pronti?!» esclamò Jaco, preparandosi per l’assalto.
«Sì!» esclamarono tutti in coro.
«All’attacco!» urlò Jaco, lanciandosi verso Lilde.
Lezik, Gas e Granola lo seguirono. Dende cominciò a sparare Ki-Blast da lontano verso il Generale, Gohan invece cominciò a radunare gran parte del suo Ki nelle sue mani che aveva congiunto al suo fianco destro. Tolin si gli mise di fianco, con due dita sulla fronte e con l’altra mano sulla schiena del compagno.
«Kame…» cominciò a dire il Saiyan.
Granola e Gas riuscirono a distruggere molte mani e spuntoni attorno Lilde, ma vennero colpiti e spediti via da un’enorme mano bianca. Lezik riuscì a tagliuzzarla e disintegrarla, ma lui e Jaco vennero afferrati da un paio di braccia e strattonati ferocemente a terra.
«…hame…» continuò Gohan, radunando sempre più Ki nelle mani.
Lilde riuscì a rispedire al mittente un Ki-Blast di Dende, colpendolo e costringendolo ad arretrare, e poi generò uno spuntone affilato che scaraventò verso Gohan e Tolin.
«Gohan!» esclamò Tolin. Gohan si voltò appena e fece un cenno di assenso.
All’ulltimo secondo, proprio quando lo spuntone stava per trafiggerli, i due sparirono e riapparvero proprio di fianco a Lilde.
«….haaaa!» urlò Gohan, generando un’onda energetica che prese in pieno Lilde e lo scaventò lontano centinaia e centinaia di metri lontano.
Gohan raddrizzò il flusso energetico e fece in modo che si schiantasse al suolo, generando una gigantesca e poderosa esplosione.
 
I sette si radunarono ed andarono alla ricerca di Lilde. Trovarono ciò che rimaneva del suo corpo in un cratere che cercava di trascinarsi fuori da esso.
«Non riesce più a rigenerarsi… lo abbiamo danneggiato abbastanza.» disse Tolin, osservandolo.
Lilde riuscì a fatica ad uscire dal cratere e continuò a strisciare lontano, cercando un riparo inesistente.
«M-Maledizione…» imprecò il Generale. «Se… se solo fossi stato alla mia massima potenza… Se quel Merus non avesse danneggiato così tanto M2…»
Lilde continuò a strisciare e strisciare finché qualcuno non gli atterrò davanti. Il Generale pensò fosse Gohan, giunto a dargli il colpo di grazia, ma così non era.
«Chi è quello?» domandò Granola, indicando un umanoide dalla pelle blu e con delle lenti scure sugli occhi, una tuta blu e delle spalliere gialle e rosse così come gli stivali e i bracciali. Dietro di lui, c’era un altro umanoide molto simile ma più vecchio e con i capelli arancioni.
«Quello è Myu!» esclamò Tolin, indicando il vecchio.
«E quello a fianco a lui?» chiese Lezik.
«L-Lord Baby…» balbetto Lilde, osservando il suo signore guardarlo dall’alto in basso.
«È lui!» esclamò Jaco. «È la mente dietro l’invasione, il capo dei nemici!»
«La p-prego signore…» mormorò Lilde, cercando in un ultimo tentativo disperato di salvarsi.
«Hai fallito per l’ultima volta, Lilde…» sussurrò Baby, aprendo la mano destra e posizionandola davanti il viso di Lilde.
La mano si allungo e si spiaccicò e trapassò dapprima il viso di Lilde, poi il resto di quello che rimaneva del corpo del Generale.
«N-nooooo!» esclamò Lilde, cominciando a liquefarsi in metallo bianco che poi si tinse di azzurro e risalì verso il braccio di Baby e a diventare tutt’uno con esso.
Dopo alcuni secondi, il braccio dell’umanoide ritornò normale.
«Lo ha…» comincio a dire Gohan.
«Ucciso. Senza alcuna pietà.» terminò la frase Gas per lui.
Dopo alcuni secondi, l’umanoide alzò lo sguardo verso di loro e sorrise.
«Salve, signori.» disse loro, facendo un leggero inchino. «Il mio nome è Baby, piacere di fare la vostra conoscenza!»
 
 
 
Continua
 

ANGOLO AUTORE:
 
Finalmente la battaglia è cominciata e Gohan è riuscito a mettere in mostra le sue abilità. Lilde è stato respinto e distrutto, ma ora si è fatto avanti la vera mente diabolica dietro l’invasione: Baby!
Sarà Gohan abbastanza forte da eliminalo e riportare la pace nell’universo?
Fatemi sapere che ne pensate!
Alla prossima, Mariusgon.

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Capitolo 7
*** Il Saiyan e lo Tsufuru ***


The Last Z-Fighter: Super Grand Tour

Capitolo 6: Il Saiyan e lo Tsufuru

 
13-16 settembre, Anno 792 – Pianeta M2
 
 
L’umanoide di nome Baby ed il Dr. Myu rimasero a guardare la squadra Omega per diversi secondi senza fare nulla.
«Non mi piace.» disse all’improvviso Jaco. «Quel tipo ha fatto fuori Lilde senza nemmeno troppe cerimonie, in teoria dovrebbe essere uno dei suoi guerrieri più forti e fedeli ma lo ha ucciso comunque.»
«Rimanere qui a discuterne non ci darà risposte.» disse Lezik
«Per il momento non ci attacca.» commentò Granola.
«Scendiamo cerchiamo di capire chi è e cosa vuole.» propose Gohan. «E raccogliamo energie l’inevitabile scontro.»
Jaco annuì alle parole del Saiyan, per poi dire: «Occhi aperti. State all'erta.»
I guerrieri atterrarono ad una decina di metri di distanza da Baby ed il Dr. Myu, con questi ultimi che continuarono ad osservarli senza muovere un muscolo.
«Quindi sei tu la mente dietro l’invasione degli ultimi mesi?» chiese Jaco rivolto all’umanoide.
«Corretto.» rispose l’altro.
«Perché? Perché stai facendo questo?» chiese ancora Jaco. «Perché invadi pianeti e sottometti con la forza i popoli liberi dell’universo?»
«E come riesci a sottomettere mentalmente alcune persone?» si intromise Dende. «Perché molti dei nostri sono passati dalla tua parte tradendoci senza nemmeno opporre resistenza?»
Baby rimase ad osservarli per qualche secondo prima di rispondere.
«Phm. Devo ammettere che siete curiosi, molto curiosi. E vi concedo anche siete dei guerrieri nobili e forti.» disse loro. «Va bene, allora. Prima di uccidervi, vi darò le risposte che desiderate.»
L’espressione sul viso del Dr. Myu si fece stupita udendo quelle parole.
«M-Ma S-Signore…» tentò di dire Myu, ma Baby lo zittì facendo con cenno con della mano.
«Io non sono un comune essere vivente come gli altri in questo universo, sono un parassita umanoide.» spiegò Baby. «Sono stato creato da una razza estinta chiamata Tsufuru sfruttando il DNA del loro ultimo re.
«Il motivo per cui mi hanno creato era quello di ricostruire il pianeta Plant, dove gli Tsufuru vivevano prima di estinguersi, e di ricreare la loro razza assoggettando gli esseri più degni di farne parte.»
«Un parassita… quindi è così che fai. Ti intrufoli in loro e avveleni le loro menti ed i loro corpi facendoli passare dalla tua parte.» disse Jaco. Baby annuì sorridendo.
«E tutti coloro che hai corrotto sarebbero degni di fare parte della razza Tsufuru, perciò li hai assoggettati a te?» chiese Gohan.
«Diciamo che quello non è l’unico motivo.» rispose Baby. «Vedete, più sono gli esseri viventi di cui prendo il controllo, più loro sono forti e più forte divento io.»
«Dunque è questo il perché.» disse Jaco. «Vuoi ricreare la razza dei tuoi creatori ed assoggettare il resto dell’universo al tuo volere.»
«In realtà, non è quello il motivo principale.» raccontò Baby. «Vedete, gli Tsufuru si sono estinti a causa di una razza aliena che coabitava il pianeta Plant con loro. Esseri inferiori ma dotati duna forza bruta senza eguali.
«Sono stato creato con lo scopo principale di uccidere tutti gli appartenenti di tale razza e capirete il mio malcontento quando ho scoperto che un certo Freezer aveva portato a termine questa missione al mio posto.»
“Oh no…” pensò Gohan.
«E capirete la mia felicità quando, proprio oggi, uno dei discendenti di quella razza si è presentato su questo pianeta…» disse Baby, per poi spostare il suo sguardo proprio sul Saiyan. «…ed ora egli si trova proprio davanti ai miei occhi.»
Gohan rimase in silenzio per qualche secondo prima di dire: «I Saiyan… sono stati i Saiyan a sterminare gli Tsufuru.»
«Ebbero la faccia tosta di ribattezzare il pianeta con il nome del loro re scimmione, Vegeta. Vomitevole.» disse Baby, voltando lo sguardo verso il cielo. «Ma oggi ho la possibilità di vendicare i miei creatori ed adempire al mio scopo.»
«Non sei l’unico che ha avuto a che fare con i Saiyan.» intervenne all’improvviso Granola. «Loro hanno sterminato anche la mia gente, i Cerealiani… ucciso mia madre, i miei amici…  ma per quanto io possa odiarli, non mi sognerei mai di progettare un’invasione su scala universale e di piegare l’intero universo al mio volere solo per vendetta!»
«Come osi giudicare il nostro operato! L’operato di Lord Baby!» sbottò furioso il Dr. Myu, attirando l’attenzione di tutti.
«Credi che un Cerealiano ed uno Tsufuru siano sullo stesso livello? Gli Tsufuru erano una razza superiore, quasi quanto gli Shin, se non di più!» esclamò furioso il vecchio, facendo alcuni passi in avanti.
«Voi altre razze inferiori non valete nulla in confronto! Quindi, risparmiaci pure la tua storia, Cerealiano… la razza Tsufuru è stata estinta per una barbarie imperdonabile, l’estinzione di quella Cerealina è stata solo il normale svolgersi degli eve-»
Il Dr. Myu non riuscì nemmeno a finire la frase che un colpo energetico gli fece esplodere la testa in un milione di pezzi. Il suo corpo si accasciò a terra privo di vita.
«Non male, bel colpo.» commentò Baby, osservando Granola che ancora puntava due dita verso il punto in cui si trovava la testa di Myu.
«Fuori due, ora manca l’ultimo.» ghignò Gas, facendo apparire una falce nella sua mano destra. Lezik sguainò le due spade affilate e Jaco tirò fuori la sua pistola.
Tutti i guerrieri si misero in posizione di combattimento.
«State attenti!» avvisò Tolin. «Non sappiamo come s’impossessa delle persone, quindi tenetevi a distanza ed evitate di farvi colpire!»
«Oh, non temete. Con voi non utilizzerò certi trucchi, voglio mettermi alla prova: combatterò per uccidervi!» assicurò Baby, scagliandosi verso di loro.
 
Il combattimento finì prima ancora di iniziare. Appena Baby fu addosso alla squadra Omega, mise fuori combattimento Tolin con una ginocchiata in pieno petto. Allo Yardratiano seguì Gas che non riuscì ad incassare un calcio rotante e subito dopo anche Granola che subì una gomitata detro la nuca che lo mandò a terra.
Jaco sparò all’impazzata verso l’umanoide ma questi li schivò tutti.
«È troppo rapido!» esclamò Jaco un istante prima di essere scaraventato verso una parete rocciosa.
Lezik affondò le sue lame più volte nelle carni del nemico, ma questi non ne risentì mai. Dopo vari tentativi, le lame del mercenario vennero spezzate dall’umanoide che mise al tappeto l’avversario con appena un colpo con il dorso della mano.
Alla fine, l’unico avversario a rimanere in piedi per lo Tsufuru fu Gohan.
«Bene Saiyan, ora siamo rimasti solo io e te.» disse Baby, un secondo prima che Gohan gli saltasse addosso.
Il Saiyan incassò meglio i colpi di quanto non avessero fatto i suoi compagni e riuscì in un primo momento a prendere le misure a Baby, vista anche la superiorità tecnica di Gohan nell’arte del combattimento. Ma lo strapotere dello Tsufuro fece pendere le sorti del combattimento in suo favore dopo pochi minuti.
Ad ogni pugno assestato da Gohan ne corrispondeva uno tre volte più potente di assestato da Baby.
Dopo alcuni minuti di combattimento, Gohan cominciò a non riuscire più a seguire ed anticipare i movimenti del suo avversario ed a incassare più colpi di quanti ne riuscisse a restituire.
Si ritrovò con le spalle al muro con Baby che camminava verso di lui.
«Pensavo che avresti opposto più resistenza, Saiyan.» disse Baby, fermandosi a pochi metri dal suo avversario. «Magari i tuoi figli riusciranno a mettermi più in difficolta di te.»
«C-Cosa hai detto?» disse Gohan, non credendo alle ultime parole dello Tsufuru.
«Ma certo, un Saiyan della tua età avrà senza ombra di dubbio generato una prole.» rispose Baby. «Hai detto che vieni dalla Terra, giusto? Beh, una volta finito con te, dovrò recarmici per assicurarmi di aver eliminato ogni Saiyan, puro o mezzosangue, che sia in giro per l’universo.»
Gohan fremette di rabbia udendo quelle parole. Pensò a sua madre, a Videl e poi a Pan.
«Non ti lascerò attaccare il mio pianeta!» esclamò Gohan, caricando l’aura al massimo e scagliando quanti più Ki-Blast e colpi energetici contro Baby.
Parecchie esplosioni si generarono a seguito dell’attacco di Gohan, ma quando la polvere si fu riposata a terra ed il vento ebbe portato via il fumo e la nebbia generatesi, il Saiyan osservò con terrore lo Tsufuru avvolto da una barrieria energetica che gli sorrideva malignamente.
«Bel tentativo, ma…» cominciò col dire Baby, per poi sparire e riapparire alle spalle di Gohan. «…non è abbastanza per farmi del male.»
Baby colpì Gohan alla schiena e lo fece volare via per parecchi metri finché non ricadde rovinosamente a terra.
Si rimise in piedi a fatica e sentì il sangue fuoriuscirgli dal naso e ne sentì il sapore anche in bocca.
“È… troppo forte…” pensò Gohan.
«Gohan?» si sentì chiamare. Si voltò e vide Dende circondato dagli altri membri della squadra Omega privi di conoscenza.
Il namecciano aveva le mani sul petto di Tolin e Gohan capì che stava cercando di rianimarlo.
«Credo che abbiamo finito.» disse all’improvviso Baby. Gohan si voltò ancora e lo vide a qualche centinaio di metri sopra le loro teste.
Baby allargò le braccia verso l’altro e concentro il suo Ki generando un’enorme sfera nera.
«Addio!» disse lo Tsufuru, scagliando la sfera verso di loro.
Immediatamente Gohan radunò tutte le energie che gli rimanevano e cercò di contrattaccare.
«Kamehameha!» urlò, scagliando il suo attacco più forte verso la sfera.
La Kamehameha riuscì momentaneamente a bloccare l’avanzata della sfera, ma dopo pochi minuti si esaurì e l’attacco di Baby continuò la sua avanzata.
“Maledizione!” pensò Gohan, per poi voltarsi verso Dende e gli altri. Alcuni di loro avevano aperto gli occhi, ma nessuno sembrava ancora capace di muoversi da lì.
Il Saiyan capì subito che non poteva schivare l’attacco altrimenti i suoi compagni non avrebbero avuto protezione e trasportarli via avrebbe richiesto troppo tempo. C’era una sola cosa da fare.
«Barriera!» urlò, allargando le braccia ed espandendo il Ki intorno a lui. Una barriera dorata apparve e circondò tutta la squadra Omega proprio un istante prima che la sfera li colpisse.
La barriera parve reggere il colpo e Gohan per un secondo pensò addirittura di riuscire a respingere l’attacco, ma ogni speranza si fece vana quando Baby generò un’altra sfera e la scagliò contro di loro.
«Perite, ora!» urlò lo Tsufuru, per poi far esplodere entrambe le sfere non appena queste entrarono in contatto.
L’esplosione distrusse la barriera dorata di Gohan e colpì quest’ultimo in pieno,
«Gaaaaaaaaaaaah!» urlò il Saiyan, venendo spazzato via.
Si sentì prima sollevato in aria e poi percepì il suo essere cadere, sempre più giù, sempre più giù… finché non riecheggiò un tonfo ovattato nella sua mente.
 
Si ritrovò in un Luna Park semidistrutto ed in rovina.
Due ombre avanzavano verso di lui con fare minaccioso.
"Mettiti al riparo, Trunks. Ci penso io a loro due." udì la sua voce ovattata dire a Trunks, ma non ricevette risposta.
«T-Trunks?» chiamò Gohan. Stavolta la sua voce era chiara e non ovattata.
Gohan si voltò verso Trunks, ma quello che vide fu una delle due ombre che teneva per il bavaglio Trunks e che teneva un dito poggiato sul petto del giovane Saiyan. Un raggio partì da quel dito e trafisse da parte a parte Trunks.
Dopo pochi istanti, l’ombra lasciò cadere a terra il giovane, ormai privo di vita.
«No… Trunks, noooo!» urlò a squarcia gola, e poi tutto si fece buio.
 
Riaprì gli occhi e si ritrovò immerso in uno strano liquido verde chiaro dentro una vasca chiusa. Aveva una mascherina per respirare e davanti a lui c’era un oblò attraverso il quale riusciva a vedere all’esterno della vasca.
“La vasca di rigenerazione in cui io, Crilin e Vegeta mettemmo papà su Nameck.” pensò Gohan.
«Guardate, è sveglio.» disse una voce. Alzò lo sguardo e vide Gas osservarlo, al fianco di Jaco e Dende.
«Gohan!» esclamò Dende, avvicinandosi all’oblò. «Non preoccuparti, sarai fuori di lì in pochi minuti. Le tue ferite sono quasi del tutto guarite.»
Gohan annuì e tentò di ricordare cosa fosse successo e come fosse arrivato in quella vasca. Notò che Jaco, Dende e Gas riportavano delle cicatrici sul viso che prima non avevano e capì che l’esplosione aveva coinvolto anche loro.
“Dove sono Tolin, Granola e Lezik?” si chiese.
Rimase a mollo nel liquido verde per un po’ e si maledisse per non aver pensato di portarsi alcuni senzu di scorta prima di partire per lo spazio.
Dopo alcuni minuti, il liquido cominciò a venir risucchiato via dalla vasca e quest’ultima si aprì, lasciando il Saiyan uscire.
«Bene. Ci sono voluti tre giorni nella vasca rigenerativa, ma sembra che tutte le tue ferite siano guarite.» disse Jaco, osservandolo appena uscito dalla vasca. «Avrai qualche cicatrice sul tuo corpo in più, ma viste quelle che hai già, non credo farà molta differenza.»
Solo in quel momento Gohan si rese conto di essere nudo. Dende gli diede la sua tuta da combattimento a cui erano stati apportati alcuni rammendi ed il Saiyan la indossò subito.
«Ragazzi… cos’è successo?» chiese ai tre.
«Dopo l’esplosione, siamo stati spazzati tutti via.» raccontò Jaco. «Tu eri messo peggio di tutti, ma grazie a te, noi altri siamo riusciti a sopravvivere a quell’attacco. Baby stava per colpire ancora, ma Tolin è riuscito a teletrasportarci via appena in tempo. Siamo sopravvissuti tutti, sta tranquillo.»
Gohan annuì e, facendo cenno alla stanza, chiese ancora: «Dove ci troviamo?»
«Ora siamo su un’astronave dell’Impero di Freezer ma presto partiremo.» rispose Jaco, di nuovo.
«Partiremo per dove?»
«Il namecciano è convinto di sapere come fare a sconfiggere il parassita che ci ha fatto il culo a strisce.» intervenne Gas.
«Davvero? E come?» Gohan si voltò interdetto verso Dende. «Baby mi ha sovrastato completamente ed ho combattuto al massimo delle mie possibilità, Dende. Come possiamo sperare di batterlo?»
«Forse qualcuno può aiutarci.» rispose il namecciano «Mi ero completamente dimenticato della loro esistenza, anche perché non sono facili da raggiungere e raramente intervengono nelle questioni dell’universo se non in casi in cui è in gioco l’intera esistenza di esso.»
«Di chi stai parlando?» chiese confuso Gohan.
Dende sospirò per poi rispondere in maniera secca.
«La razza aliena a cui ha fatto riferimento il Dr. Myu, gli esseri superiori ai quali ha paragonato gli Tsufuru: gli Shin, i Kaioshin. Dobbiamo trovare i Kaioshin.»
 
 
Continua
 

ANGOLO AUTORE:
 
Gohan non è stato abbastanza forte da sconfiggere Baby. Anzi, pare che questi sia ben oltre le capacità del Saiyan e di chiunque altro in tutto l’universo. Riusciranno i nostri eroi a trovare i Kaioshin? Saranno questi ultimi decisivi nella guerra all’invasione Tsufuru?
Fatemi sapere che ne pensate!
Alla prossima, Mariusgon.

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Capitolo 8
*** Appello agli Dei ***


The Last Z-Fighter: Super Grand Tour

Capitolo 7: Appello agli Dei

 
16-21 settembre, Anno 792 – Pianeta dei Kaioshin
 
 
Gohan guardò confuso il namecciano alcuni secondi prima di aprire bocca.
«Dende… chi sono i Kaioshin?» domandò.
«Sono divinità.» rispose l’altro. «Le divinità di questo universo.»
«Ma per favore!» esclamò Gas, con tono scettico. «I Kaioshin non esistono. Sono solo storielle, nessuno li ha mai visti.»
«Invece esistono! Moori me ne ha parlato anni fa, sono divinità associati alla creazione. Una volta erano in tanti, ma è successo qualcosa milioni di anni fa che ha causato una loro drastica diminuzione.» ribatté Dende.
«E tu vorresti trovare queste divinità?» chiese dubbioso Jaco.
«Sono esseri potentissimi, con abilità che i comuni mortali si sognano.» spiegò il namecciano. «Baby rappresenta una minaccia alle forme di vita di tutto l’universo, sono sicuro che si uniranno a noi per sconfiggerlo.»
«E dove possiamo trovarli secondo te?» chiese Gohan.
«Si dice che esista un pianeta sul quale vivano gli Shin.» rispose Dende. «Troviamo il pianeta e troveremo loro.»
Jaco, Gohan e Gas non sembravano troppo convinti dalle parole di Dende. Questi sospirò e parlò di nuovo.
«Sentite, lo so che non siete convinti di questa mia proposta, ma Baby ci ha battuti senza troppi problemi l’ultima volta.» disse loro. «Se c’è una minima speranza che gli Shin ci possano aiutare, dobbiamo seguirla.»
I tre parvero convincersi ascoltando quelle parole.
«Va bene.» disse Jaco, per poi dirigersi verso l’uscita della stanza. «Granola, Tolin e Lezik ci stanno aspettando nell’hangar delle navicelle. Andiamo.»
I quattro uscirono e si recarono nell’hangar dell’astronave dove si trovavano varie navicelle. Vicino una delle navicelle più grandi trovarono Granola, Tolin e Lezik ad aspettarli.
Jaco cominciò a parlare con Tolin e Lezik, spiegando loro quanto proposto da Dende. Granola, invece, si avvicinò a Gohan.
«Son Gohan.» chiamo il Cerealiano, facendo cenno al Saiyan di avvicinarsi a lui.
«Granola, dimmi.» rispose Gohan quando l’ebbe raggiunto.
«Sul pianeta M2 ho visto quello che hai fatto.» esordì Granola.
Gohan assunse un’espressione confusa.
«Potevi evitare tranquillamente l’attacco di Baby ma sei rimasto lì a proteggere me e gli altri. Alla fine, sei quello che ha rischiato più di tutti.» spiegò Granola.
«Quando ho incontrato pensavo fossi solo una Saiyan cresciuto su un pianeta diverso ma con, comunque, la stessa fame di sangue e morte dei tuoi antenati, ma ora capisco che mi sbagliavo.» continuò il Cerealiano, per poi concludere. «Mi dispiace averti giudicato male. Ti ringrazio per averci salvato.»
«Nessun problema, sono contento di averlo fatto e sono contento di essere sopravvissuto, hehehehe.» rispose Gohan, ridendo. Anche l’altro sorrise a quella risposta, dopodiché tornarono dagli altri.
«Bene signori, andiamo a cercare gli dèi.» disse Jaco, appena Gohan e Granola furono ritornati.
 
Secondo quanto detto da Dende, il pianeta dei Kaioshin orbitava all’esterno dell’universo stesso.
Per quattro giorni la squadra Omega vagò verso i confini dell’universo cercando di oltrepassarne i confini, senza mai riuscirci. Più volte atterrarono su vari pianeti pensando di aver raggiunto la loro destinazione salvo poi ripartire pochi minuti dopo appena capivano che avevano girato in tondo.
I sette stavano perdendo le speranze, ma poi, il quinto giorno di viaggio, li trovarono.
O meglio, vennero trovati.
 
Avevano appena tentato di oltrepassare il confine dell’universo per l’ennesima volta, quando due esseri si materializzarono dal nulla all’interno della navicella.
Uno di loro era basso, orecchie a punta e pelle violetta con i capelli alla mohawk. L’altro era alto, anch’egli con le orecchie a punta ma con i capelli lunghi e la pelle rosa.
«E voi chi siete?!» domandò Lezik, appena si accorsero della loro presenza.
Gas, che si trovava alle loro spalle, si scagliò su di loro per un attacco alle spalle, ma quello più basso alzò la mano destra verso di lui e Gas si bloccò a mezz’aria.
«N-Non… non riesco a muovermi!» disse agli altri.
Gli altri sei furono sul punto di lanciarsi anche loro sugli intrusi, ma a quel punto lo stesso che aveva bloccato Gas parlò.
«Che ci fa un agente della Pattuglia Galattico con un namecciano, un mercenario, un cerealiano, un yardratiano, un heeter ed un saiyan mezzosangue ai confini dell’universo?» domandò grave.
Nessuno rispose per alcuni secondi, sconvolti dal fatto che quei due sembravano sapere chi fossero, ma poi fu Granola a rompere il silenzio.
«Come fate a sapere chi siamo?» chiese il cerealiano.
«Una divinità dell’aldilà, un Re Kaioh, ci ha avvisato.» disse lo shin alto.
“Un Re Kaioh? Non sarà mica…” cominciò a riflettere Gohan, ma il suo pensiero venne interrotto da Dende.
«Voi… siete voi i Kaioshin!» esclamò il namecciano. «Il mio nome è Dende, vi stiamo cercando per fare appello a voi, divinità dell’universo.»
«Cosa volete da noi?» domandò quello alto.
«Cerchiamo il vostro aiuto.» rispose Dende.
Prima che Dende potesse continuare, lo shin basso abbassò la mano destra e Gas cadde a terra.
«Parlate, vi ascoltiamo.» disse lo shin basso.
 
La successiva mezz’ora Dende e Jaco la passarono a spiegare tutto ciò che era accaduto nell’universo negli ultimi mesi ai due Shin, a partire dall’inizio dell’invasione fino allo scontro su M2 tra la squadra Omega e Baby.
«Questo Baby, quindi, è oltre la vostra forza.» disse lo shin basso, pensieroso.
«Sì, nemmeno tutti insieme siamo riusciti a metterlo in difficoltà.» ammise Jaco.
«Ma sono sicuro che con il vostro aiuto riusciremo a sconfiggerlo sul campo da battaglia.» intervenne subito Dende. «Sarete senza alcuna ombra di dubbio gli esseri più potenti in questo universo. Lo batterete senza alcun problema.»
I due shin si diedero un’occhiata che durò alcuni secondi. A Gohan parve che stessero parlando tra loro, ma in realtà nessuno dei due stava emettendo un suono con la bocca.
«Tu, Saiyan.» disse all’improvviso quello bass, rivolto a Gohan. «Rilascia completamente il tuo Ki.»
«Prego?» rispose Gohan, perplesso.
«Rilascia la tua energia spirituale al massimo.» ripeté lo shin basso, per poi aggiungere: «Non temere per l’incolumità della navicella, mi assicurerò che non venga distrutta. Schermerò l’ambiente circostante a noi.»
Gohan fece per ribattere, ma Dende gli fece un cenno del capo come a dirgli di fidarsi.
Allora il Saiyan si concentrò e rilasciò tutto il Ki che aveva. Arrivò a trasformarsi in Super Saiyan di secondo livello ma non ebbe l’occasione di andare al massimo in quella forma che lo stesso shin lo interruppe con un cenno della mano.
«Come temevo.» commentò lo shin.
«Temeva? Cosa temeva? Sono troppo debole?» domandò Gohan.
«In realtà, ragazzo mio, il contrario: sei fortissimo. Più forte di me e del mio assistente.» ammise lo shin.
«Più… forte di voi?» ripeté Gohan.
«Esatto. Purtroppo, non credo vi potrò essere di aiuto. Almeno, non dal punto di vista della forza bruta.» disse lo shin basso.
«Maledizione, voi eravate l’ultima nostra speranza…» disse disperato Jaco, cadendo sulle ginocchia incredulo.
«Mi spiace, ma questo Baby sembra essere molto più forte di tutti gli esseri viventi con cui ho avuto a che fare.» ripeté lo shin. «Avevo un amico shin che forse avrebbe potuto darvi una mano a combattere con lui, ma è morto tanti millenni fa.»
«E ora che facciamo?» domandò afflitto Tolin agli altri.
«Se nemmeno gli shin sono abbastanza forti per Baby, l’unica alternativa è che dobbiamo diventare noi più forti.» disse Lezik.
«Intendi dire che dobbiamo allenarci?» chiese Gas.
«Sì, ma il problema è che ci metteremo troppo tempo per raggiungere il livello di Baby, e lui nel frattempo diventerà sempre più forte e continuerà a sottomettere tutti i pianeti che si troveranno sul suo cammino.» rispose Lezik.
A quel punto, Granola aprì bocca per dire qualcosa ma fu bruciato sul tempo da Gohan.
«Forse c’è un luogo dove il tempo non sarà un problema.» disse il Saiyan. «Un luogo in cui un giorno qui equivale un anno all’interno di una Stanza.»
«Parli della Stanza dello Spirito e del Tempo?» chiese lo shin basso sorpreso.
«La conoscete?» chiese Gohan.
«È una stanza costruita in un’altra dimensione. Ce ne sono alcune sparse per l’universo.» spiegò lo shin. «Sì, è sicuramente una buona idea. In un anno possono ottenere ottimi risultati lì dentro.»
«Bene!» esclamò Jaco. «Allora andiamoci, diventiamo più forti e sfidiamo Baby di nuovo sperando di essere diventati abbastanza forti.»
«C’è un problema: nella Stanza si può entrare solo due persone alla volta.» disse Gohan. «Dobbiamo scegliere chi tra noi entrerà per primo.»
«Io avrei un’idea.» parlò ancora lo shin. «Ad entrare per primi saremo io ed il Saiyan.»
Tutti i presenti vennero presi alla sprovvista da quelle parole.
«Come?» chiese proprio Gohan.
«Tu sei il più forte essere in tutto l’universo, dopo Baby. Allenandoti, diventerai sicuramente più forte di lui. Io verrò con te per assicurarmi che i tuoi miglioramenti siano tangibili.» spiegò lo shin.
«Kaioshin dell’Est, signore, non vorrà mica…?» tentò di chiedere lo shin alto, ma l’altro lo interruppe subito.
«Kibith, io sono uno delle divinità che ha creato e costruito gran parte di questo universo, non lascerò che un parassita lo distrugga senza far nulla per impedirlo.» disse lo shin basso.
Dopodiché, si voltò verso Gohan e gli porse una mano.
«Vieni, ragazzo. Kibith ci teletrasporterà alla Stanza più vicina.» invitò lo shin.
Dapprima, Gohan guardò lo shin poco convito, poi si voltò verso gli altri cercando loro consiglio.
«Vai Gohan.» disse Jaco subito. «Allenati, diventa più forte, torna e facciamo fuori Baby insieme!»
Anche gli altri parvero essere d’accordo con le parole del poliziotto galattico. Gohan annuì e si avvicinò ai due shin.
«Ci vediamo tra ventiquattro ore.» disse ai suoi compagni. Dopodiché, sentì la mano dello shin alto posarsi sulla sua spalla e, dopo pochi istanti, Jaco e tutti gli altri sparirono e lui e i due shin si ritrovarono altrove.
«Dove siamo?» chiese subito il Saiyan. Guardandosi attorno, si accorse di trovarsi in un’area desertica.
«Su un piccolo pianeta disabitato.» rispose lo shin basso.
I tre cominciarono ad incamminarsi e dopo pochi minuti arrivarono davanti ad una parete rocciosa immensa alla base della quale vi era una porta in legno.
«Eccola lì.» disse lo shin basso, indicando la porta. Poi si voltò verso l’altro shin.
«Kibith, torna dagli altri. Portali sul nostro pianeta e mettiti a loro disposizione. Appena io ed il Saiyan avremo terminato l’allenamento, ti contatterò.» disse. L’altro shin annuì e fece un inchino prima di congedarsi.
«Buona fortuna, signore.» disse e poi si teletrasportò via.
Lo shin basso si diresse verso la porta e la apri, rivelando una luce bianca che Gohan aveva già visto prima.
«Entriamo.» disse lo shin, varcando la soglia.
Gohan si guardò intorno per qualche secondo, dopodiché entrò e si richiuse la porta alle spalle.
 
 
Continua
 

ANGOLO AUTORE:
 
Dopo averle prese da Baby, i nostri eroi sono andati a cercare i Kaioshin, sperando che questi li potessero aiutare. Gli Shin non sembrerebbero in grado di affrontare Baby e sconfiggerlo, ma hanno accettato di aiutare i nostri eroi con l’invasione Tsufuru.
Il loro aiuto farà la differenza, o sono tutti destinati a morire di fronte al potere del nemico?
Fatemi sapere che ne pensate!
Alla prossima, Mariusgon.

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Capitolo 9
*** Allenamento ***


The Last Z-Fighter: Super Grand Tour

Capitolo 8: Allenamento

 
21-22 settembre, Anno 792 – Stanza dello Spirito e del Tempo
 
 
Gohan seguì il Kaioshin fin dentro la Stanza. I due camminarono fino ad immergersi nel bianco all’esterno del tempio al centro della Stanza.
«Signor Kaioshin…» chiamò Gohan, quando si furono abbastanza allontanati dall’entrata.
«Chiamami Kaioshin dell’Est, Gohan.» disse lo Shin, fermandosi e voltandosi verso il Saiyan, sorridendo. «Oppure Shin, per abbreviare.»
«Ok… signor Shin, lei ha idea di che tipo di allenamento possiamo intraprendere per diventare più forti di Baby?» chiese il Saiyan.
«Francamente, non sono mai stato un abile guerriero, ragazzo.» rispose lo Shin, sincero. «Uno dei miei colleghi era molto più avvezzo all’arte della guerra marziale di me, ma purtroppo è perito tanti anni orsono.»
«Com’è successo?» domandò curioso il Saiyan.
«Uno stolto Mago volle ribellarsi a noi Kaioshin, generò un mostro con il caos primordiale di questo universo.» raccontò l’altro. «Quell’essere riuscì ad eliminare tutti i miei compagni, ma alla fine lo stesso Mago lo imprigionò perché stava perdendo il controllo su di lui ed io ne approfittai per eliminare lui e seppellire l’essere imprigionato in un pianeta… lontano.»
Gohan notò come uno strano cambio di tono nello Shin mentre pronunciava le ultime parole, quasi come se volesse nascondere qualcosa o non volesse rivelare troppo. Il Saiyan decise di non indagare e cambiò argomento.
«Il Re Kaioh che vi ha avvisato del nostro arrivo…» disse Gohan, riprendendo le parole che lo Shin aveva detto diversi minuti prima. «…era il Re Kaioh del Nord?»
«Proprio lui.» confermò lo Shin, per poi sorridere di nuovo ed aggiungere: «Qualcuno all’altro mondo veglia su di te, ragazzo.»
Gohan intuì subito perché Re Kaioh del Nord avesse contattato il Kaioshin: suo padre stava cercando di aiutarlo dall’aldilà. A quel pensiero, i suoi occhi si fecero umidi.
Si accorse di essere osservato dallo Shin e si ripulì in fretta gli occhi.
«Va bene, Kaioshin.» disse il Saiyan. «Cominciamo l’allenamento.»
 
Gohan ed il Kaioshin dell’Est si allenarono, a volte insieme ed altre volte singolarmente, per i successivi tre mesi.
Il Saiyan in quei tre mesi riuscì ad ottenere un grande miglioramento del proprio livello di forza, ma Gohan sapeva che non era ancora abbastanza.
«Tre mesi di allenamento ed hai raggiunto risultati fenomenali.» gli disse un giorno il Kaioshin, dopo aver osservato una sessione di allenamento del Saiyan.
«Ma non basta!» esclamò furibondo l’altro, battendo un pugno a terra. «Baby è più potente di quanto lo sia io ora, e poi…»
«E poi?» incalzò lo Shin.
«C’è una via… un livello di potenza nascosto che riesco a percepire ma non ancora a vedere…» disse Gohan.
«Ti riferisci ad una nuova trasformazione?» chiese Kaioshin.
«Sì… no… forse, non lo so!» rispose confuso Gohan, passandosi nervosamente le mani fra i capelli.
«Come hai ottenuto le tue trasformazioni precedentemente?» chiese lo Shin, senza guardare il Saiyan, pensieroso.
«Il Super Saiyan? Beh, il primo livello lo ottenni quando un mio amico, Piccolo, mi morì davanti gli occhi, ucciso da un sadico essere. Il secondo livello allo stesso modo, un mio amico… un mio protetto e allievo, si chiamava Trunks… è stato ucciso da un altro essere, simile allo stesso che ha ucciso Piccolo. In verità, i due erano fratello e sorella.» rispose Gohan.
«Due morti significative… avrai provato sentimenti di tristezza, odio, rabbia…» disse il Kaioshin.
«Principalmente quest’ultima… conoscevo anche un’altra persona che era capace di trasformarsi come me, mio padre.» continuò Gohan. «Lui la ottenne quando un certo Freezer gli uccise davanti gli occhi il suo miglior amico.»
«La rabbia, quindi, è la base delle tue trasformazioni...» disse distrattamente lo Shin, più a sé stesso che a Gohan.
«Sì, ma una volta acquisite, riesco a trasformarmi anche senza riprovare lo stesso sentimento di rabbia.» disse il Saiyan.
Dopo alcuni secondi di silenzio, lo Shin tornò a guardare negli occhi l’altro.
«Gohan, hai qualcuno a cui vuoi bene?» chiese lo Shin. «Un amico, un genitore, un o una compagna di vita?»
Gohan rimase per alcuni secondi confuso da quella domanda, poi rispose con un secco: «Sì.»
«Oh, bene, questo ci aiuterà molto.» disse lo Shin, avvicinandosi in volo al Saiyan.
«Ti chiedo scusa, ma non abbiamo tempo da perdere.» continuò lo Shin, poggiando l’indice ed il medio della mano destra sulla fronte di Gohan.
Dopo pochi secondi, Gohan cominciò a sentire la testa ciondolargli. Dopodiché, cadde all’indietro e si ritrovò disteso a terra per poi perdere i sensi.
 
Si risvegliò disteso su un letto a lui famigliare. Si guardò intorno cercando di capire dove si trovava, poi si rese conto di trovarsi nella sua cameretta sui Monti Paoz, dove viveva da giovane con sua madre, suo nonno e suo padre.
“Camera mia?” pensò, alzandosi e girovagando per la stanza. Si ritrovò davanti uno specchio e vide il sé stesso più giovane di trent’anni osservarlo attraverso la superficie riflettente del vestro.
“Possibile fosse tutto un sogno?” si chiese, poi udì la voce di sua madre.
«Gohan!» disse la voce da un’altra stanza. «Gohan, vieni, è pronto da mangiare!»
«Mamma?» chiamò Gohan, uscendo fuori camera sua.
Arrivò in cucina e trovò il tavolo apparecchiato per il pranzo.
«Oddio, credo di aver fatto un sogno assurdo…» si disse, sedendosi.
«Che sogno?» stavolta a parlare era stato suo padre. La sua voce proveniva dalle sue spalle, ma Gohan non si voltò a guardarlo.
«Un incubo…» spiegò Gohan. «Cyborg, Bio-Androidi, malattie cardiache… invasori spaziali e parassiti… e poi… eravate tutti morti…»
«Oh, figliolo.» disse Goku. «Ma non era un incubo.»
«Cosa?!» esclamò Gohan, voltandosi. Si ritrovò davanti un Goku pallido e cadaverico che lo osservava sorridendo. Al suo fianco c’erano Piccolo, Crilin, Yamcha, Tenshinhan e perfino Trunks che lo osservavano.
«Gohan, noi siamo tutti morti.» disse il figlio di Vegeta, mentre gli si apriva un foro nel petto dal quale cominciò a grondare sangue.
«E presto lo saremo anche noi, tesoro.» disse un’altra voce femminile e, voltandosi, si ritrovò di fronte Videl con in braccio la piccola Pan.
«Papà… non ce la fai a salvarci?» disse all’improvviso la piccola, mentre lei e sua madre cominciavano ad essere ricoperti da uno strano liquido bianco metallico.
«P-Pan…?» disse spaventato Gohan. «Io… io…»
«Perite!» dall’alto arrivo la voce di Baby e dal nulla si manifestò una sfera energetica nera che colpì ed incenerì la moglie e la figlia del Saiyan senza che questi potesse fare niente.
«NOOOOOOOO!» esclamò furibondo Gohan, rilasciando tutto il Ki, anche più di quanto ne avesse effettivamente.
Poi tutto mutò e si ritrovò di nuovo nella Stanza dello Spirito e del Tempo.
 
«Ottimo lavoro, Gohan! Ci siamo!» esclamò Kaioshin, a diversi metri di altezza sopra la testa del Saiyan.
«Kaioshin?!» esclamò Gohan, di rimando. «Ma cosa…?!»
All’improvviso percepì un senso di onnipotenza famigliare, lo stesso che aveva provato quando si era trasformato in Super Saiyan la prima volta, ma percepiva anche il suo corpo più teso e pesante.
«Cos’è… cosa mi è successo?» domandò allo Shin.
«In questi tre mesi ho imparato dei nuovi trucchi anch’io.» rispose l’altro, atterrandogli davanti. «Tutto ciò che hai visto o che credi di aver visto era solo un’illusione.»
Dopodiché, squadrò dalla testa ai piedi il Saiyan e sorrise.
«Credo che ci siamo riusciti.» disse lo Shin, schioccando le dita e facendo materializzare uno specchietto nelle sue mani. «Guarda con i tuoi occhi.»
Lo Shin porse lo specchietto al Saiyan e questi lo prese, redendosi conto in quel momento di star sprigionando le classiche fiamme dorate e scintille da Super Saiyan.
Nel riflesso dello specchietto vide sé stesso, ma senza sopracciglia e con i capelli notevolmente più lunghi che gli arrivavano fin oltre le spalle.
«Un nuovo Super Saiyan…» sussurrò il Saiyan. «Questo è… il terzo livello!»
 
I successivi nove mesi Gohan li passò cercando di prendere confidenza la nuova trasformazione, per migliorarne i difetti e superarne i limiti.
Alla fine, l’anno di allenamento passò ed arrivò il giorno di uscire dalla Stanza.
«L’anno è quasi scaduto.» lo avvisò lo Shin, guardando l’orologio in cima la parete del tempio vicino l’entrata.
«Avviamoci verso l’uscita.» continuò lo Shin, dirigendosi verso l’uscita. Si accorse che il Saiyan non lo stava seguendo e si voltò chiamandolo: «Gohan?»
«Non sono sicuro di essere ancora in grado di affrontare Baby.» disse Gohan, rimanendo fermo guardando il cielo bianco della Stanza. «Il mio livello di forza attuale è forse anche superiore al suo, ma la trasformazione è molto pesante per il mio corpo… riesco a tenerla per venti minuti al massimo.»
«Non combatterai da solo, ragazzo.» ribatté il Kaioshin. «In venti minuti, elimineremo Baby. Fidati di me.»
Gohan lo guardò e sorrise annuendo.
«Andiamo.» invitò Kaioshin, facendo strada verso l’uscita.
I due raggiunsero l’uscita, aprirono la porta e attraversarono la soglia ritrovandosi di nuovo nella loro dimensione natale. Di fianco l’entrata, trovarono Kibith seduto su un masso, in attesa. Questi, appena li vide, scattò in piedi e si fece loro incontro.
«Kaioshin, signore! Sono rimasto qui in attesa per le ultime ore.» disse loro lo Shin alto, che poi chiese: «Ebbene, ce l’avete fatta? Siete riusciti nel vostro intento?»
«Sì, Kibith. Siamo riusciti nel nostro intento.» rispose Kaioshin dell’Est.
«Mi fa piacere, signore.» disse sorridendo Kibith. «Inoltre, ci sono importanti novità.»
«Che novità?» domandò Gohan.
«Vi spiegheremo tutto una volta tornati sul nostro Pianeta.» rispose Kibith. Si avvicinò ad entrambi, mise loro una mano sulla spalla ad entrambi e si teletrasportò via.
 
In pochi istanti, i tre si ritrovarono su un pianeta florido, ricoperto dal verde. Gohan appena lo vide, credette di essere nell’Eden ma capì subito di trovarsi sul pianeta dei Kaioshin.
«Wow!» disse il Saiyan, guardandosi attorno. «Questo pianeta è… bellissimo.»
«Gohan!» si sentì chiamare all’improvviso. Si votò e vide Dende seguito da Jaco e gli altri correre verso di loro.
«Ragazzi!» li salutò Gohan.
«Ci sei riuscito?» domandò Jaco. «Se riuscito a raggiungere il livello di Baby?»
«Diciamo di sì, la prossima volta che lo affronterò, le cose andranno diversamente dall’ultima volta.» rispose il Saiyan. Gli altri lo guardarono sorridenti, incoraggiati dalle sue parole.
«Kibith mi ha detto che ci sono novità.» disse Kaioshin dell’Est. «Cos’è successo?»
Dende si voltò verso Granola.
«Fagliele vedere.» disse il namecciano. Il Cerealiano annuì e tirò fuori da una sacca che aveva legato alla vita due sfere arancioni con al centro delle stelle arancioni, una sola stella su una sfera e due sull’altra.
«Ma quelle… quelle sono…!» cominciò a dire Gohan osservando le sfere.
«Sfere del Drago. Un set completo di Sfere del Drago.» disse Dende. «Con queste possiamo evocare un Dio Drago ed esprimere un desiderio!»
 
 
Continua
 

ANGOLO AUTORE:
 
Gohan ha sbloccato il Super Saiyan di Terzo livello finalmente e pare abbia raggiunto lo stesso livello di forza di Baby. In più, un nuovo set di Sfere del Drago è sbucato fuori dal nulla dando la possibilità ai nostri eroi di esprimere un desiderio. Riusciranno tutti questi fattori a cambiare le sorti della guerra?
Fatemi sapere che ne pensate!
Alla prossima, Mariusgon.

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Capitolo 10
*** Strategia e Desideri ***


The Last Z-Fighter: Super Grand Tour

Capitolo 9: Strategia e Desideri

 
22 settembre, Anno 792 – Pianeta dei Kaioshin e Pianeta Neo Nameck
 
 
Gohan osservò sbalordito le due Sfere del Drago che Granola aveva nelle sue mani.
«Ma… credevo che… che le Sfere di Nameck fossero disattivate!» esclamò. «Queste da dove arrivano?»
«Sono di un mio amico namecciano.» rispose Granola. «Si chiama Monaito.»
«Vedi, tanti secoli fa, Nameck venne colpito da un Cataclisma che quasi distrusse il pianeta intero. L’Anziano Saggio fu l’unico a sopravvivere e ripopolò il pianeta da solo, ma altri namecciani riuscirono a fuggire in tempo, come ad esempio il namecciano arrivato sulla Terra che tu hai conosciuto, oppure Monaito.» spiegò Dende.
«Monaito ed altri namecciani arrivarono sul pianeta Cereal tanti anni fa e fecero amicizia con i Cerealiani, la mia gente. La notte in cui arrivarono gli uomini di Freezer con i Saiyan per conquistare il pianeta, però, tutti i namecciani furono uccisi assieme alla mia specie. Io e Monaito siamo gli unici che ne sono usciti vivi.» raccontò Granola.
«Ma ora che abbiamo le sfere… la situazione cambia!» disse Jaco, entusiasta. «Possiamo resuscitare tutti coloro che sono morti, oppure possiamo liberare tutti coloro che sono sotto l’influenza ed il controllo di Baby!»
«Si può esprimere un solo desiderio, me l’ha detto Monaito.» disse Granola. «Dobbiamo scegliere bene quale.»
«Credo sia meglio resuscitare tutti.» intervenne Gas.
«La priorità è eliminare Baby.» ribatté Lezik, «Dobbiamo chiedere a questo drago magico di liberare tutti coloro che sono sotto il controllo di Baby, così probabilmente lo renderemo più debole.»
A quelle parole, lo sguardo di Gas si fece contrariato.
«Tsk, e a te chi lo dice che liberandoli Baby diventerà effettivamente più debole?» domandò scettico l’Heeter.
«Anche se fosse, vuoi lasciare tutte quelle persone nelle mani di quel parassita?» ribatté irritato Lezik. «Probabilmente, mentre stiamo qui a discutere, Baby starà assoggettando altri pianeti. Dobbiamo sbrigarci!»
«Sinceramente, non me ne frega niente di quelle persone. Preferirei resuscitare i miei fratelli e mia sorella!» disse Gas, alzando il tono della voce.
In meno di due secondi, anche gli altri, fatta esclusione dei Kaioshin e di Gohan, presero a bisticciare su quale desiderio andasse espresso per primo.
Il Saiyan rimase in silenzio, ragionando per diversi minuti, prima di piazzarsi in mezzo al gruppo ed esclamare: «Ragazzi, fate silenzio, ho un piano!»
«Ha, ora sì che si fa giorno.» disse sarcastico Gas.
«Il mio piano ci permetterà di ottenere tutto ciò che desideriamo: il ritorno dei nostri cari defunti per mano di Baby, la liberazione di tutti coloro che sono soggiogati da Baby e la morte definitiva di quest’ultimo.» ribatté Gohan.
A quelle parole, si fecero tutti seri e attenti.
«Vai, Gohan.» disse Tolin. «Ti ascoltiamo.»
«C’è una cosa che devo sapere prima, però: Dende, dov’è morto Moori?» chiese Gohan al namecciano.
«Su Neo Nameck.» rispose Dende.
«Quindi non in un luogo potenzialmente pericoloso e mortale, ottimo.» costatò il Saiyan.
«Quindi? Qual è il tuo incredibile piano?» incalzò Gas.
«Resusciteremo Moori per prima cosa, solo lui.» disse subito Gohan.
«Ma…!» tentarono di ribattere gli altri, ma il Saiyan li bloccò subito.
«Dopodiché, porteremo le Sfere del Drago di Monaito nella Stanza dello Spirito e del Tempo. Così dopo appena ventiquattro ore potremmo riutilizzare e non dovremo aspettare un anno intero.» continuò Gohan.
«Ma certo! Ottima idea, Gohan!» esclamò Dende.
«E poi chiederemo al drago di liberare tutti?» domandò Lezik.
«Sì, ma lo chiederemo a Polunga, in drago di Nameck.» rispose Gohan. «Dopo aver resuscitato Moori, andremo su Nameck, raduneremo le Sfere dei namecciani, chiederemo a Moori di riattivarle ed evocheremo Polunga, il quale ci dà la possibilità di esprimere tre desideri.»
«Tre desideri? Ma allora siamo a cavallo! Li useremo per resuscitare tutti!» esclamò Tolin.
«Purtroppo, con Polunga possiamo resuscitare solo una persona alla volta.» intervenne Dende. «E in più, dovremo resuscitare tutti coloro che sono morti per mano di Baby ed i suoi dopo aver trasferito le loro entità in luoghi sicuri. Altrimenti c’è il rischio di resuscitare qualcuno morto nello spazio aperto nello stesso punto e questo significherebbe che quella persona morirebbe di nuovo non potendo respirare.»
«Esatto, ma noi non resusciteremo nessuno con Polunga.» disse Gohan. «Useremo uno dei tre desideri per liberare coloro che sono soggiogati da Baby, in questo modo lo indeboliremo ed avremo la possibilità di eliminarlo facilmente.»
«E se non dovesse indebolirsi?» domandò Gas.
«Beh, dovremo farlo fuori alla vecchia maniera allora.» rispose il Saiyan. Gas annuì convinto.
«Con gli altri due desideri che cosa ci facciamo?» chiese Jaco.
«Una volta liberate le persone sotto il dominio di Baby, chiederemo a Polunga di teletrasportare noi guerrieri e Baby nello stesso luogo. Lui non se lo aspetterà ed avremo anche il fattore sorpresa dalla nostra. A quel punto, ne approfitteremo e lo elimineremo.» spiegò Gohan.
«E dove combatteremo?» domandò Lezik.
«Qui.» intervenne Kaioshin dell’Est, fino a quel momento silenzioso. «Combatteremo qui, su questo pianeta.»
«Che cosa?!» esclamò Kibith, sbigottito. «Ma, Signore, questo luogo è sacro! È già incredibile che questi mortali siano qui, non possiamo…!»
«Kibith, capisco le tue ritrosie, ma ne va del destino dell’intero universo.» tagliò corto lo Shin basso.
«La battaglia potrebbe essere dura, il pianeta potrebbe venir danneggiato.» disse Gohan, rivolto allo Shin dell’Est.
«Questo pianeta è molto più duro di quanto possa sembrare, sopravviverà allo scontro.» rassicurò l’altro. Gohan annuì.
«Bene, allora è deciso.» disse Jaco. «Signori, diamoci da fare.»
 
Granola posizionò le due Sfere vicino in uno spiazzo aperto.
«Drago Toronbo, noi ti evochiamo!» disse e le Sfere cominciarono a brillare. «Mostrati!»
Un lampo lucente partì dalle sfere e salì su in cielo. Esso prese la forma di una specie di serpente azzurro chiaro con gli occhi rossi. A Gohan ricordò un’anguilla con le squame e la testa di un axolotl.
«Per quale motivo mi evocate?» disse il Dio Drago con voce solenne.
«Drago Toronbo, lei quanti desideri può esaudire?» chiese Gohan, prima che gli altri potessero parlare.
«Soltanto uno.» disse il Drago. «Sceglietelo con cura.»
«E non ci è possibile chiedere di poterne avere di più, vero?» chiese ancora Gohan.
«Oh, no. Questo non posso farlo.» rispose il Drago.
Gohan si voltò verso gli altri e fece spallucce, come a dire: “Valeva la pena provarci”, poi fece cenno a Granola ed egli parlò.
«Drago Toronbo, ti prego, resuscita il namecciano Moori!» disse il Cerealino.
Gli occhi del Drago brillarono per alcuni secondi, poi tornarono normali.
«Il tuo desiderio è stato esaudito.» disse il Drago. «Il mio lavoro qui è finito, addio!»
Un altro lampo ed il Drago Toronbo sparì. Le Sfere si alzarono a mezz’aria e poi ricaddero a terra, tramutate in sassi. Granola le raccolse e le rimise nella sacca legata alla vita.
«Presto, andiamo su Neo Nameck!» esclamò Dende.
Si raccolsero tutti intorno a Kibith prendendosi per mano, dopodiché il Kaioshin li teletrasportò tutti su Neo Nameck.
Appena si furono materializzati sul pianeta dei namecciani, intravidero da lontano un namecciano vestito con una giacchetta rossa che si guardava attorno spaesato.
«Moori!» esclamò Dende, correndogli incontro.
«Dende!» disse Moori sorpreso. «Ma che sta succedendo? Io… ero morto.»
«È una lunga storia…» disse Dende, per poi raccontargli tutta la storia.
I successivi dieci minuti servirono al gruppo per radunare le Sfere. Esse erano tramutate in pietra, ma a Moori bastò mormorare una formula magica in namecciano per riattivarle.
«Le Sfere sono attive di nuovo.» disse Moori, per poi urlare: «Drago Polunga, per favore, appari!»
Così come successo con le Sfere del Drago Toronbo, anche le Sfere di Nameck si illuminarono ed un lampo di luce si levò nel cielo per poi prendere la forma di un Drago verde gigantesco.
«Per quale motivo mi evocate?» disse Polunga, con voce più solenne di quella di Toronbo.
«Drago Polunga, per favore, libera dal controllo del parassita Baby tutti coloro che egli ha assoggettato!» urlò Gohan, venendo tradotto in namecciano da Moori.
Gli occhi di Polunga brillarono per diversi secondi prima che il Drago parlasse di nuovo.
«Mi dispiace, ma non posso esaudire questo desiderio.» disse il Drago.
«C-Come?» domandò Gohan, sbalordito.
«Il mio potere è limitato e la presa del parassita è molto forte.» spiegò il Drago. «Non posso estirpare il parassita da coloro che sono stati infettati da Baby.»
Ci furono alcuni secondi di silenzio prima che Gohan cadesse sulle proprie ginocchia disperato.
«Maledizione!» esclamò il Saiyan.
Tutto sembrava perduto, poi Gas fece un passo avanti e proclamò il suo desiderio: «Polunga, desidero che ci riveli come liberare tutte quelle persone da Baby.»
Moori lo tradusse in namecciano e gli occhi del Drago si illuminarono.
«È possibile estirpare il parassita sfruttando l’Acqua Miracolosa, un particolare liquido benedetto che purifica l’essere vivente che lo ingerisce.» proclamò il Drago. «Il desiderio è esaudito. Ve ne restano altri due.»
«Acqua Miracolosa? E dove la prendiamo?» domandò Dende. «Kaioshin, voi ne avete a disposizione?»
«Purtroppo no.» rispose lo Shin. «Non saprei nemmeno dove trovarla. È una tipologia di acqua molto rara, dev’essere fabbricata o raccolta in condizioni specifiche.»
A quel punto, fu Kibith a farsi avanti ed esclamò: «Dio Drago Polunga! Ti chiedo di consegnarci una grande scorta di Acqua Miracolosa! Quella necessaria per liberare tutti coloro che sono sotto il dominio di Baby!»
Gli occhi di Polunga si illuminarono di nuovo e dal nulla apparve un’enorme cisterna rettangolare piena d’acqua che si poggiò delicatamente proprio di fianco a Kibith.
«Ho aggiunto un po’ di Acqua Miracolosa in più, così ne avrete anche di scorta.» disse il Drago.
«Bel lavoro, Kibith!» esclamò Jaco. Kibith parve apprezzare il complimento, ma trattenne il sorriso.
«Avete ancora un desiderio.» ricordò loro Polunga. «Sono in attesa.»
«Ed ora? Cosa chiediamo?» chiese Granola.
«Non ci conviene liberare prima tutti con l’Acqua Miracolosa e poi affrontare Baby?» suggerì Tolin.
«No, se lo facessimo, Baby potrebbe accorgersene e infettare altre persone e saremmo punto e da capo.» rispose subito Gohan.
«E cosa facciamo allora?» chiese ancora Tolin.
Gohan ci pensò per alcuni secondi, poi disse: «Io lo affronterò, voi penserete a salvare tutti coloro sotto il controllo di Baby.»
«Combatterai, certo, ma non da solo.» disse Granola. «Io verrò con te.»
«Anch’io.» disse subito Gas, poi fece cenno a Lezik e aggiunse: «Ed anche il mercenario qui.»
«Sarei il disonore della Pattuglia Galattica se non venissi con voi.» disse Jaco. «Tu mi hai ridato speranza quando pensavo che questa guerra fosse persa… non ti lascerò da solo. Ti seguirò fino alla fine.»
«Combatterò anch’io.» disse Kaioshin dell’Est. «È l’universo di mia competenza, è mio compito difenderlo.»
«Kibith, Yardratiano, voi due conoscete il teletrasporto.» disse il piccolo Shin. «Utilizzatelo per recarvi sui pianeti infettati da Baby e spargete l’Acqua Miracolosa.»
«Vi darò una mano anch’io.» disse Dende, rivolto a Kibith e Tolin. Tutti annuirono.
«Tenete.» disse Granola, tirando fuori le Sfere di Monaito dalla sua sacca e consegnandole a Dende. «Portatele alla Stanza dello Spirito e del Tempo ed utilizzatele appena possibile.»
«Bene, allora è deciso.» disse Gohan, per poi voltarsi verso Moori e dirgli: «Moori, abbiamo l’ultimo desiderio: chiedi a Polunga di teletrasportare me, Jaco, Lezik, Granola, Gas, il Kaioshin dell’Est e Baby sul Pianeta dei Kaioshin!»
Moori annuì, si voltò verso Polunga ed esclamò in namecciano l’ultimo desiderio.
Gli occhi del Drago si illuminarono per l’ultima volta quel giorno e, quando essi smisero di brillare, Gohan, Jaco, Lezik, Granola, Gas ed il Kaioshin dell’Est furono spariti.
 
Continua
 

ANGOLO AUTORE:
 
Capitolo Full-Dialoghi, ma ce n’era bisogno.
Siamo oramai alle porte del gran finale. Il piano dei nostri eroi funzionerà? Riusciranno ad abbattere Baby? O sarà lo Tsufuru a spuntarla?
Fatemi sapere che ne pensate!
Alla prossima, Mariusgon.

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Capitolo 11
*** Battaglia per l'Universo ***


The Last Z-Fighter: Super Grand Tour

Capitolo 10: Battaglia per l’Universo

 
22 settembre, Anno 792 – Pianeta dei Kaioshin
 
 
I sei guerrieri si ritrovarono sul Pianeta dei Kaioshin su un altopiano da quale potevano osservare bene l’orizzonte.
«Ci siamo.» disse Gas. «Ma lui dov’è?»
«Laggiù.» indicò Gohan un punto all’orizzonte. Effettivamente, concentrandosi in quella direzione, i guerrieri riuscirono a percepire un’aura oscura in lontananza.
«Si sta muovendo.» disse Kaioshin.
«Andiamogli incontro, allora.» disse Jaco, spiccando il volo con il suo Jet-Pack, seguito dagli altri.
Volarono inseguendo l’aura oscura per diversi minuti, finché essa non si fermò in un punto.
I guerrieri raggiunsero il punto in cui Baby si era fermato e lo trovarono in piedi sulla cima di una colonna rocciosa.
«Voi!» esclamò lo Tsufuru appena li vide arrivare. «Pensavo di avervi disintegrati tutti l’altra volta. Ne deduco che è causa vostra se mi sono ritrovato in questo luogo.»
«Hai capito bene, mostro!» disse Gas. «Questa sarà la tua tomba!»
«Tsk, dovevo aspettarmelo.» sussurrò Baby, alzandosi in volo. «Siete veramente fastidiosi, voi scarafaggi.»
«Siamo qui per ricambiare il favore dell’ultima volta, parassita!» esclamò Gohan, trasformandosi in Super Saiyan di Secondo Livello.
«Ohhh, davvero?» fece Baby, con un tono fintamente spaventato, per poi ghignare. «Vediamo quanto resistete questa volta!»
Lo Tsufuru si scagliò contro i sei guerrieri che cominciarono a lottare a turno contro il nemico. Gohan arretrò dopo pochi minuti di battaglia, lasciando l’avversario ai suoi cinque compagni.
«Tenetelo occupato per due minuti!» esclamò il Saiyan, per poi cominciare a scatenare tutto il Ki che aveva.
Baby, udendo le parole di Gohan, pensò che il Saiyan volesse caricare un colpo energetico per poi colpirlo. Tentò, quindi, di farsi largo fra i cinque guerrieri, ma non riuscì mai a colpire nessuno di loro seriamente.
Baby riuscì ad arrivare davanti a Gohan, ma questi non stava affatto preparando un colpo energetico come pensava, bensì si stava trasformando.
«AHHHHHHHHH!» urlò Gohan, scatenando il suo Ki. I suoi capelli si fecero lunghi, le fiamme dorate più spesse e luminose.
«Ora a noi due, Baby!» esclamò il Saiyan al termine della trasformazione, per poi lanciarsi verso il nemico.
 
Nei successivi dieci minuti, la battaglia fu quasi esclusivamente tra Gohan e Baby, con alcuni intermezzi in cui gli altri cinque si intromettevano per dare supporto al Saiyan.
Durante lo scontro, Gohan si rese conto che i colpi dello Tsufuru non erano più forti come prima.
All’ennesima azzuffata, Gohan colpì forte allo stomaco Baby e lo fece piegare su sé stesso dolorante, al che lo Tsufuru si fiodò sul Saiyan e gli assestò il gancio destro in pieno viso. Purtroppo per Baby, però, il colpo non ebbe nessun effetto su Gohan.
«Che… che succede?» si chiese Baby, frustato. «Io… io sono più forte di così!»
Baby tentò di nuovo di colpire Gohan con calci, pugni ed alcuni Ki-Blast, ma il Saiyan li evitò e respinse tutti senza problemi.
“Sta funzionando!” realizzò Gohan. “Si sta veramente indebolendo!”
«Che cosa… che cosa avete fatto?!» esclamò Baby, furioso. «Perché… perché non riesco più a percepire coloro che ho assoggettato? Cosa avete fatto?!»
«Li stiamo liberando, Baby.» disse Granola. «Te l’abbiamo detto: questo posto sarà la tua tomba.»
Lo Tsufuru si guardò intorno e si rese conto di essere circondato. Cercò una via di fuga, ma i sei guerrieri lo avevano completamente accerchiato, bloccandogli la strada in tutte le direzioni possibili.
Ad un certo punto, Baby si portò le mani al viso e cominciò a mugolare.
«Mmmhh…» emise lo Tsufuru, e per un attimo i sei guerrieri pensarono stesse per cominciare a piangere.
«Mmmhh…mmhahaha…HAHAHAHAHA!» rise istericamente lo Tsufuru, sorprendendo tutti.
«Ammetto che mi avete messo in difficoltà, maledetti esseri inferiori.» sussurrò, guardandoli minaccioso. «Ma non avete ancora capito con chi avete a che fare!»
Di scatto, Baby aprì le braccia larghe ed alcuni raggi energetici partirono in tutte le direzioni. Alcuni di essi colpirono i sei guerrieri, ferendoli leggermente.
«Attenti!» esclamò Gohan, ma era troppo tardi.
Baby rilasciò un liquido che si inserì nelle ferite aperte di Gas, Granola e Lezik. Per alcuni istanti non successe nulla, poi i tre cominciarono a contorcesi.
«Cosa… cosa succede?!» domandò Lezik,ì.
«Sento il mio corpo… ribellarsi contro di me!» disse Granola, tremando e tenendosi la gola.
«Ragazzi!» esclamò Jaco, avvicinandosi ai tre, cercando di aiutarli. «Granola, Lezik, Gas!»
I tre continuarono a contorcersi per alcuni secondi, ma poi smisero.
«Granola non è più in casa, mi spiace…» disse Granola, ma con voce losca. Dopodiché, il Cerealiano, diede un pugno al pattugliatore che venne scaraventato all’indietro.
«Jaco!» urlò Gohan, prendendo il compagno al volto.
«Li ha infettati!» esclamò Kaioshin. «Maledetto!»
«Hahahahah, se volete combattere con me, dovrete prima eliminare i vostri amici!» rise Baby.
Davanti lo Tsufuru si schierarono Gas, Lezik e Granola con fare minaccioso.
«Gohan.» chiamò Jaco. «Tu affronta Baby, eliminalo. Io e Kaioshin penseremo agli altri.»
Gohan li guardò entrambi i quali ricambiarono lo sguardo rassicuranti. Il Saiyan allora scattò in avanti, superò i tre nuovi alleati di Baby e ricominciò a lottare con quest’ultimo.
 
Gas, Granola e Lezik tentarono di inseguire Gohan, ma Jaco e Kaioshin attirarono la loro attenzione lanciando colpi energetici sui tre.
I due tentarono di ingaggiare una lotta contro i tre loro compagni assoggettati da Baby, ma la superiorità numerica si fece presto sentire e Gas, Granola e Lezik costrinsero lo Shin ed il Pattugliatore ad arretrare.
«Jaco, posso metterli fuori gioco con un attacco psichico tutti e tre, ma dovrai farmi da esca.» disse ad un certo punto Kaioshin.
«Un classico.» disse Jaco. «Li terrò occupati, lei li metta K.O.!»
Prima che potessero dirsi altro, Gas e gli altri due si lanciano su Jaco e Kaioshin.
«Arrivano!» esclamò Jaco, scattando in avanti e cominciando a sparare ai tre per attirare la loro attenzione.
«Hey, babboloni, da questa parte!» disse il pattugliatore, volando verso l’alto e venendo rincorso dai tre infetti.
La fuga di Jaco ebbe, però, durata breve. Infatti, Gas lo prese per una gamba e lo strattonò all’indietro, dando la possibilità a Granola di assestare numerosi calci e pugni al Pattugliatore.
Ad un certo punto, Lezik sguainò ciò che rimaneva delle sue lame e fu sul punto di pugnalare Jaco ma a quel punto intervenne Kaioshin.
«Haaa!» urlò lo Shin, colpendo con un colpo psichico ravvicinato Lezik, che si contorse e poi cadde a terra svenuto.
Kaioshin si avventò su Granola e colpì anche lui col suo attacco psichico, per poi tentare di colpire anche Gas, ma questi schivò il colpo e cercò di fiondarsi sullo Shin.
Jaco afferrò da dietro l’Heeter blocandolo appena prima che questi assestasse un pugno alllo Shin. Quest’ultimo arretrò, carico il colpo psichico e colpì in pieno Gas, il quale, così come accaduto a Gas e Lezik, si contorse e poi cadde a terra svenuto.
Lo Shin si avvicinò a Jaco, aiutandolo a rialzarsi.
«Sono svenuti.» disse osservando i tre infetti, per poi voltandosi verso Jaco e chiedere: «Stai bene?»
«Sì… tutto ok…» disse Jaco, controllandosi le ferite.
All’improvviso, un’enorme esplosione attirò la loro attenzione, proveniente da diverse centinaia di metri da loro. La battaglia tra Gohan e Baby stava infuriando.
 
«Andiamo ad aiutare Gohan.» disse deciso Jaco, spiccando il volo, seguito dal Kaioshin.
 
I due raggiunsero Gohan, il quale se ne stava sospeso a mezz’aria osservando il terreno sottostante coperto dal fumo dell’esplosione.
«Gohan!» chiamò Jaco, appena lo ebbero raggiunto.
«Ragazzi!» disse Gohan. «Gli altri dove sono?»
«Sono fuori combattimento per il momento.» rispose Kaioshin. Gohan annuì.
«Baby, invece?» chiese Jaco. «Lo hai eliminato?»
Lo sguardo del Saiyan si fece grave e in quel momento Jaco e Kaioshin si resero conto che il loro compagno sembrava parecchio affaticato.
«Purtroppo… no…» rispose a fatica il Saiyan, per poi indicare un punto del terreno completamente distrutto. «È lì… lì sotto…»
«Gohan, stai bene?» chiese Jaco.
«Questa trasformazione… mi sta privando di tutte le mie energie…» rispose Gohan. «Baby non ha più possibilità… contro di me, ma non riesco… a dargli il colpo di grazia.»
All’improvviso, parte del terreno esplose, e da esso fuoriuscì Baby.
«Eccolo!» esclamò Jaco.
«Noi lo terremo occupato, tu carica il tuo colpo migliore e, quando sarà il momento, chiudi la questione!» disse Kaioshin, scattando in avanti verso il nemico venendo seguito da Jaco.
Lo Shin ed il Pattugliatore riuscirono a tenere a bada per diversi minuti lo Tsufuru e si resero conto di quanto questi si fosse effettivamente indebolito.
Il Kaioshin colpì più volte con successo il nemico con attacchi psichici, sperando di indebolirlo ulteriormente e fallo svenire, ma Baby era molto più caparbio e resistente di quanto non sembrasse e, dopo l’ennesimo attacco dello Shin, riuscì a scattare in avanti e ad assestare al nemico una serie di calci e pugni che mandarono il Kaioshin al tappeto.
Mentre avveniva ciò, però, Jaco ne approfittò per ricaricare la sua pistola, prese la mira, e sparò diversi colpi stordenti allo Tusufuru, colpendolo in pieno.
«Gohan, fallo ora!» urlò Jaco al Saiyan.
Gohan udì la richiesta di Jaco, ma si rese conto di non essere ancora pronto. Il Saiyan si fece prendere dall’ansia e dalla fretta quando intravide Baby avvicinarsi a Jaco, in cerca di vendetta ed allora decise di colpire ugualmente.
«Masenko!» urlò Gohan, portando due mani alla fronte e concentrando lì il Ki.
Poco prima di riuscire a lanciare il suo attacco, Gohan percepì un’enorme fitta interessargli varie parti del corpo e per alcuni istanti la sua concentrazione venne meno.
«Gaahhh!» esclamò di dolore il Saiyan, proprio mentre il suo colpo energetico partiva.
Il Masenko di Gohan colpì in pieno Baby e lo scaraventò al suolo. L’attacco generò un’esplosione poderosa ma che si esaurì ben prima di quanto previsto da Gohan.
«Ahhhhh!» sentirono urlare Baby di dolore, dopodiché, ci fu silenzio.
 
Gohan atterrò a fatica di fianco a Kaioshin e Jaco.
«Ora… è morto?» chiese Jaco, guardando il punto in cui c’era stata l’esplosione.
Gohan cercò di alzare lo sguardo per controllare anche lui gli effetti del suo attacco, ma la fitta di dolore che aveva provato qualche secondo prima colpì di nuovo e lo fece cadere a terra in ginocchio.
«Ghaaa…» esclamò dolorante il Saiyan, lasciando andare la trasformazione definitivamente.
«Gohan!» disse Kaioshin, avvicinandosi preoccupato.
«Non ce la faccio più… non ho energie per reggere la trasformazione…» disse Gohan.
Alzò lo sguardo in avanti e vide qualcosa muoversi in lontananza, vicino al punto in cui il Masenko aveva colpito. Batté più volte le palpebre sperando di star sognando, ma si rese presto conto che così non era.
In piedi, a pochi metri da loro, c’era Baby. Quest’ultimo era visibilmente danneggiato, al suo corpo mancavano delle parti come un braccio e parte della tesa, ma sembrava ancora in grado di gombattere.
«No… non ci credo…» sussurrò incredulo Gohan. Gli altri due si voltarono anche essi verso Baby.
«Maledetto!» urlò Jaco, andando all’attacco.
«Fuori dai piedi, omuncolo!» sbraitò Baby, furioso, assestando un calcio con ciò ce gli rimaneva delle gambe al Pattugliatore, mandandolo alcuni metri lontano a terra.
«È… è ancora vivo…» disse il Kaioshin sbalordito. Gohan si rese conto che anche lo Shin non aveva più molte forze per combattere. La situazione era critica.
«Tsk, ci siete andati vicini, ve lo concedo…» disse lo Tsufuru, avvicinandosi loro. «Avrei voluto ucciderti con il mio corpo originale, ma mi vedo costretto a prendere controllo del tuo, Saiyan…»
Lo Tsufuru divenne un liquido azzurro che cominciò a vorticare verso Gohan e si inserì nelle piaghe delle ferite che il Saiyan aveva riportato durante la battaglia.
“No… no!” esclamò Gohan, intuendo cosa sarebbe successo di lì a poco.
Gohan era talmente esausto che Baby non ci mise molto a prendere controllo del suo corpo.
«Sono in pessime condizioni, anche in questo corpo…» disse la voce di Gohan, ma a parlare era Baby.
«Dovrò curarmi completamente il prima possibile, altrimenti anche una mezzatacca come quel Pattugliatore Galattico potrebbe finirmi facilmente…» continuò a dire Baby-Gohan, per poi voltarsi verso Kaioshin, il quale guardava Gohan spaventato.
“Oh no…” pensò Gohan all’interno della sua mente, cercando di ribellarsi al parassita ma senza risultati.
«Ma prima… bisogna chiudere le questioni in sospeso!» disse Baby-Gohan, avvicinandosi allo Shin. Lo afferrò per la gola senza che il Kaioshin riuscisse a fare resistenza.
«Comincerò da te, orecchie punta!» disse Baby-Gohan, sollevando di peso per la gola lo Shin. «Non ho idea di chi tu sia, ma sei stato una vera spina nel finaco, quasi quanto il Saiyan… dì addio a questo mondo!»
Baby-Gohan alzò la mano libera e si preparò a dare il colpo mortale al Kaioshin, ma all’improvviso, dall’alto dei cieli, un raggio luminoso qualcosa circondato da un raggio luminoso colpì il terreno e sollevò un gran polverone. Quando la polvere si fu posata a terra, rivelando cosa era stato ad atterrare sul Pianeta dei Kaioshin proprio in quel momento, sia il Kaioshin che Baby-Gohan strabuzzarono gli occhi.
Davanti a loro si erano palesati due esseri umanoidi, uno con la pelle azzurro chiaro ed una capigliatura stravagante che impugnava uno scettro alla cui estremità superiore c’era una sfera nera circondata da un cerchio azzurro, l’altro era, almeno agli occhi di Gohan, un gatto umanoide senza pelliccia e dalla pelle scura. Entrambi indossavano abiti stravaganti, a Gohan parvero due attori travestiti da sacerdoti per un film sull’antica società dei Faraoni del Deserto del Diablo.
«E voi chi siete?» domandò Baby-Gohan, sorpreso.
«Beh, è lui questo fantomatico parassita di cui mi hai parlato?» chiese il gatto umanoide al suo compagno, senza degnare Baby-Gohan di una risposta.
«Tecnicamente, Lord Beerus, è dentro di lui.» rispose l’altro.
«Bene, allora…» sussurrò Beerus, sparendo e riapparendo davanti Baby-Gohan. In un attimo, Beerus strappò via Kaioshin dalla presa di Baby-Gohan, dopodiché colpì quest’ultimo scaraventandolo contro una parete rocciosa.
«Gaaah!» urlò di dolore Baby-Gohan.
«Bene, parassita… sparisci.» sussurrò Beerus, alzando la mano destra verso Baby-Gohan. Fu sul punto di dire qualcosa, ma il Kaioshin lo interruppe.
«Un momento!» urlò disperato lo Shin. «Non eliminatelo, ve ne prego! Quel guerriero ha combattuto contro il parassita che cercate… ve ne prego Lord Beerus!»
«Kaioshin ha ragione, potrei estrarre il parassita da lui.» convenni l’umanoide con lo scettro.
«Ahhhh, che noia… e va bene! Tiraglielo fuori e chiudiamo la questione.» disse Beerus, con fare annoiato.
Whis fece roteare la punta del bastone verso Gohan un paio di volte, dopodiché il Saiyan si sentì privato di qualcosa di maligno e si accorse di aver di nuovo il controllo del suo corpo.
«Ma… ma cosa?» disse Baby, ritrovandosi completamente fuori dal corpo di Gohan, sospeso e bloccato a mezz’aria davanti Beerus.
«Hakai.» disse questi, la sua mano destra brillò e dopodiché Baby cominciò a sparire venendo completamente disintegrato.
«Gaaaaaaaaaaaah!» urlò Baby, finché di lui non rimase più nulla.
«Gohan, sai bene?» disse Kaioshin, avvicinandosi al Saiyan ed aiutandolo a rialzarsi.
«Oh, un momento prego.» disse l’umanoide con lo scettro, puntandolo proprio verso lo Shin ed il Saiyan. In un istante, tutte le ferite dei due sparirono completamente ed entrambi tornarono sani come pesci.
«G-Grazie…» balbettò Gohan.
«Lord Beerus, Lord Whis, il parassita si è infiltrato anche in altri tre guerrieri che hanno combattuto con noi, potreste…?» cominciò a dire Kaioshin.
«In loro, dici?» domandò Whis, facendo roteare il bastone due volte. Davanti a loro, si materializzarono Gas, Lezik e Granola ancora privi di senso.
Whis fece la stessa cosa che aveva fatto a Gohan qualche secondo prima e guarì le ferite dei tre guerrieri svenuti e tirò fuori da loro che Baby aveva lasciato in loro: tre bozzoli pulsanti di colore verde scuro.
«Hakai.» disse ancora Beerus, disintegrando completamente i tre bozzoli.
 
«Ma cosa… cosa succede?» disse Jaco, sopraggiunto a fatica. Osservò i due nuovi arrivati e li riconobbe. «Ma… oddio! Lord Beerus? Bene arrivato signore!»
Il Pattugliatore si gettò a terra e fece un inchino in segno di riverenza.
«Ha infettato anche lui?» domandò Beerus, già pronto a disintegrare Jaco.
«No, in lui non ce n’è traccia. A dire il vero…» disse Whis, per poi osservare la sfera nera sul proprio scettro e continuare: «…pare che il vostro piano di purificazione con l’Acqua Miracolosa abbia funzionato. Il parassita Baby è completamente sparito.»
«Voi… voi sapevate del nostro piano?» domandò Kaioshin, sorpreso.
«Osservo tutto ciò che accade in questo universo, specialmente quando Lord Beerus, che invece dovrebbe farlo, non svolge questa mansione e dorme beato.» rispose Whis, sorridendo.
«Tsk.» sussurrò stizzito Beerus.
«E poi, tengo d’occhio tutti gli esseri che entrano in contatto con i Kaioshin, per salvaguardare anche la tua incolumità… immagino tu sappia bene il perché.» continuò Whis. «Stavo osservando il vostro combattimento qui ed ho deciso di svegliare Lord Beerus per farlo intervenire, prima che potesse capitare qualcosa di tragico…»
«Whis, sono stanco di tutte queste chiacchiere… ho fame. Portami a mangiare qualcosa.» sbottò all’improvviso Beerus.
«Vaaa beeene, Lord Beerus.» rispose Whis, tranquillo, cominciando ad allontanarsi con Beerus di fianco.
I due passarono davanti Jaco, che si reggeva a fatica in piedi. Whis si accorse di ciò e si fermò davanti a lui.
«Oh, permettimi.» disse Whis, utilizzando ancora una volta le sue abilità curative, stavolta sul Pattugliatore.
«Ehm, grazie…» ringraziò Jaco, che poi notò lo sguardo serio di Whis indugiare su di lui e chiese: «Ho qualcosa in faccia o fra i denti?»
«Eri amico di Merus, vero?» domandò Whis. Jaco strabuzzò gli occhi.
«Lei conosce Merus?» chiese di rimando.
«Era mio fratello.» annuì Whis.
«Suo fratello?!» esclamò Jaco. «Beh, io non so come dirvelo, ma Merus è…»
«È morto, lo so.» concluse per lui Whis.
«Oh… beh, condoglianze…» tentò di dire Jaco, distogliendo lo sguardo. Provava vergogna sapendo che Merus fosse morto per salvarlo.
«Merus è morto in pace.» disse all’improvviso Whis. Jaco alzò lo sguardo e intravide l’altro sorridergli affabile.
«Per lui è stato un onore dare la propria vita per salvare quella dei suoi amici.» continuò Whis.
Jaco lo guardò per alcuni secondi per poi annuire.
«Whis!» chiamò Beerus, che si era allontanato.
«Arrivo, Lord Beerus.» disse Whis, poi si voltò verso Gohan e gli altri, fece un inchino e li salutò: «Signori, è stato un piacere. Addio!»
Raggiunse Beerus il quale poggiò una mano sulla schiena di Whis. Dopodiché, i due vennero avvolti dallo stesso bagliore luminoso che li circondava quando erano arrivati e partirono come un razzo verso il cielo. Dopo pochi istanti, scomparvero alla vista dei guerrieri.
 
«Chi… chi erano quelli?» domandò Gohan, confuso.
«Divinità… divinità molto più potenti di me, ragazzo…» spiegò Kaioshin, con tono sollevato.
«Che… che cos’è successo?» chiese Granola, appena ripresosi. Il Cerealiano scattò subito in piedi guardingo e si guardò attorno chiedendo: «Dov’è Baby?!»
«È morto… per sempre.» annunciò Gohan, sedendosi su un masso. Granola sgranò gli occhi.
«Vuoi dire che…?» cominciò a chiedere a Gohan e questi annuì subito.
«Sì… la guerra è finta.» disse il Saiyan. «Abbiamo vinto.»
 
 
Continua… con l’Epilogo!
 

ANGOLO AUTORE:
 
E così, siamo giunti alla fine di questa guerra spaziale tra i popoli liberi dell’universo e il parassita invasore spaziale Baby. Quest’ultimo è definitivamente morto grazie agli sforzi dei nostri protagonisti e grazie anche ad un piccolo aiuto divino in chiusura.
Ma fermi qui! La storia non è ancora giunta a conclusione, manca ancora l’Epilogo!
Fatemi sapere che ne pensate!
Alla prossima, Mariusgon.

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Capitolo 12
*** Epilogo ***


The Last Z-Fighter: Super Grand Tour

Epilogo

 

27 settembre, Anno 792 – Stazione Spaziale della Pattuglia Galattica
 
I successivi giorni alla morte di Baby furono movimentati.
L’Alleanza Militare dei Popoli Liberi dell’Universo guidata dalla Pattuglia Galattica riuscì a riconquistare senza il minimo sforzo i Mondi caduti sotto il dominio dell’armata Tsufuru.
La riconquista fu facilitata dal fatto che, dopo la morte di Baby, le Macchine Mutanti smisero di combattere e si fecero distruggere senza opporre la minima resistenza, senza contare che tutti coloro che erano stati infettati dal parassita erano stati liberati dall’influenza di Baby.
 
La notizia della vittoria della guerra si sparse in ogni angolo dell’universo noto.
Inoltre, due giorni dopo la fine della guerra, la Squadra Omega sfruttò le Sfere del Drago di Neo Nameck e quelle create dal namecciano Monaito per riportare in vita tutti coloro morti a causa del conflitto in luoghi sicuri. L’unico dei deceduti che non ritornò fu l’Agente Merus, al quale vennero dedicate numerosi monumenti in vari pianeti della Galassia e venne proclamato Martire dell’Universo.
 
Alcuni giorni dopo la vittoria, il Re della Galassia fece allestire alla Stazione Spaziale della Pattuglia Galattica una parata in onore della Squadra Omega, i quali vennero premiati con una medaglia d’oro su cui era inciso il simbolo della Pattuglia Galattica.
Il Re della Galassia in persona premiò Jaco, Dende, Tolin, Lezik, Granola, Gas e Gohan. Quest’ultimo, dopo esser stato premiato, tentò di replicare la stretta di mano terrestre con il Re, ma per sbagliò tentacolo e strinse l’organo riproduttivo del polipo umanoide, generando ilarità ed imbarazzo.
Qualche ora dopo la premiazione, Gohan si recò nella sala hangar della Stazione, deciso a tornare sulla Terra. Lungo il tragitto intravide Gas riunito con la sua famiglia, gli Heeter. Gli fece un cenno di saluto e l’altro ricambiò cordiale.
Gohan sapeva che gli Heeter non avevano una grande fama nell’universo, erano noti criminali un tempo collaboratori di Freezer, ma Gas aveva rassicurato la Pattuglia Galattica che avrebbe fatto in modo che gli Heeter cambiassero il loro modo di fare e, soprattutto, assicurò che nessuno di loro avrebbe dato la caccia alle Sfere del Drago.
Intravide anche Granola e Lezik, entrambi nuovi membri della Pattuglia Galattica, camminare nella direzione opposta alla sua. Li salutò ed entrambi ricambiarono con un leggero inchino.
 
Arrivato alla sala hangar, vi trovò Jaco, Dende e Tolin ad attenderlo.
«Quindi torni a casa, eh?» gli disse Jaco.
«Sì, la mia famiglia mi aspetta.» rispose Gohan. Jaco annuì e tirò fuori da una tasca uno strano aggeggio a forma di telefono cellulare.
«Tieni questo.» disse Jaco, consegnando l’oggetto a Gohan.
«Cos’è questo?» domandò il Saiyan.
«È un spacestick della Pattuglia Galattica, contiene informazioni riguardo l’universo, una mappa spaziale con le coordinate delle varie basi della Pattuglia Galattica e di vari pianeti alleati. Con questo potrai anche metterti in contatto con me direttamente.» rispose Jaco. «Se avrai bisogno di aiuto sulla Terra, io ci sarò.»
«Anch’io ci sarò se avrete bisogno di me.» disse Gohan. «Grazie Jaco.»
«Grazie a te per averci aiutato.» ribatté Jaco.
I due si congedarono con una calorosa stratta di mano.
«Gohan, se vorrai, vieni a trovarmi su Yardrat. Potrei insegnarti alcune tecniche interessanti, come fu con tuo padre.» disse Tolin.
«Ci penserò, Tolin, grazie.» rispose il Saiyan, per poi stringere la mano allo Yardratiano.
Dopodiché, fu il turno di salutare Dende.
«Dende… ci separiamo di nuovo.» cominciò a dire Gohan.
«Già. Ancora una volta sopravvissuti ad una guerra.» annuì il namecciano.
«Già.» sorrise il Saiyan, per poi abbracciare l’amico.
Quando l’abbraccio si sciolse, Dende si fece serio.
«Gohan…» disse Dende. «Ne ho parlato con Granola e Moori.»
«Di cosa?» chiese l’altro.
«Le Sfere del Drago.» rispose Dende. «Se tu volessi resuscitare i tuoi amici… le Sfere saranno a tua disposizione.»
Gohan rimase spiazzato. Ammise a sé stesso di aver provato l’impulso di chiedere ai namecciani e a Granola di poter usare le Sfere per poter riportare in vita tutti. Suo padre, Piccolo, Trunks e tutti gli altri. Ma poi arriva un pensiero razionale a bloccare quell’impulso.
«Ti ringrazio, Dende, davvero.» rispose Gohan. «Ma oramai sono passati molti anni… sono andato avanti. E come me, anche tutti gli altri sulla Terra.»
«Capisco.» annuì Dende. «Beh, allora alla prossima amico mio.»
«Alla prossima.» disse Gohan, allontanandosi.
Arrivò in uno spazio aperto, prese la capsula che conteneva la sua navicella e la azionò lanciandola a terra. In pochi istanti, la navicella dagli otto tentacoli si materializzò davanti al Saiyan.
«Addio!» salutò Jaco, Tolin e Dende, prima di salire sulla navicella.
Raggiunse la console di comando, inserì le coordinate della Terra ed azionò il pilota automatico. In pochi secondi, il motore si avviò, la navicella si alzò da terra e spiccò il volo nello spazio profondo.
Gohan si affacciò dall’oblò ad osservare la Stazione Spaziale della Pattuglia Galattica diventare sempre più piccola ma mano che si allontanava da essa.
Si sedette sulla poltrona davanti alla console di comando e rigirò la medaglia dorata che aveva appesa al collo.
Ripensò a tutto ciò che era accaduto nelle ultime settimane e sorrise, conscio del fatto di aver trovato dei nuovi alleati.
Sorrise ancor di più realizzando, poi, che di lì a pochi giorni avrebbe riabbracciato sua moglie e sua figlia.
 
 
Fine!
 

ULTIMO ANGOLO AUTORE:
 
E finisce qui anche questa storia.
Non credo riprenderò più in mano questo universo e questi personaggi, ad essere sincero.
In pratica questo è il mio addio a questo universo, il primo su cui io abbia fantasticato e scritto nero su bianco una fanfiction.
A dirla tutta, credo sia anche la fine della mia carriera di scrittore di fanfiction.
 
Le ultime storie che ho pubblicato hanno avuto feedback pressoché nullo e mi sono reso conto negli ultimi anni che oramai EFP non è più il sito adatto per pubblicare i propri lavori se si vuole un qualche tipo di responso dal pubblico, positivo o negativo che sia.
La community di EFP è pressoché sparita e sul sito le storie più lette sono tutte dello stesso genere (Romance/Yaoi) e ovviamente se si scrive qualcosa di genere diverso è difficile che qualcuno ti si caghi.
 
È un peccato visto che questo era l’unico sito decente dove pubblicare certi contenuti ed un tempo era parecchio attivo, ma va così e bisogna accettarlo.
Non so se non pubblicherò mai più niente qui. Sicuro è che, se lo farò, pubblicherò solo per diletto personale, magari pure storie completamente originali. Cose tipo “L’Angolo Autore” non ci saranno più, anche perché è inutile cercare di intrattenere un dialogo con una community inesistente.
 
Vabbè, direi che questo mio piccolo Rant si può fermare qui, ci manca poco che diventi più lungo l’Angolo Autore che il capitolo effettivo.
 
Vi invito, sebbene sappia che nessuno lascerà mezza recensione (andrebbe bene pure un vaffanculo, guardate), a farmi sapere cosa ne pensate della storia appena conclusa.
Infine, vi saluto per un’ultima volta e vi ringrazio, care lettrici e cari lettori.
Grazie specialmente a tutti coloro che mi hanno fornito il loro feedback, in particolare quelli critici in maniera costruttiva. Grazie veramente.
 
E questo è.
Addio a tutti, Mariusgon.

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