E iniziai a morire poco per volta

di Freya Crystal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E iniziai a morire poco per volta ***
Capitolo 2: *** Corsa contro il Destino ***
Capitolo 3: *** Impeto ***
Capitolo 4: *** Gioco di squadra ***
Capitolo 5: *** Il giorno fatale ***
Capitolo 6: *** Immortale ***
Capitolo 7: *** Sdegno ***
Capitolo 8: *** Destinazione Praga ***
Capitolo 9: *** Apparizione divina ***
Capitolo 10: *** Il risveglio nero ***
Capitolo 11: *** Rarità ***
Capitolo 12: *** Indissolubile ***



Capitolo 1
*** E iniziai a morire poco per volta ***


Capitolo 1

In quel momento avrei voluto sparire dalla faccia del pianeta terra,cancellare ogni traccia della mia esistenza dai pensieri della gente. Avrei voluto che i ricordi,i ricordi che sapevano di me,abbandonassero le menti di coloro che mi avevano conosciuta,e volassero via come uccelli migratori intenzionati a non fare mai più ritorno,diretti in una terra remota.
Si,avrei tanto voluto che un battito d'ali e un soffio di vento fossero potuti bastare per avverare la mia volontà...
Eppure proprio quando si desiderava una fine,la vita capricciosamente imponeva di restare. Così eccomi lì,ancorata al suolo,a respirare per nutrire i miei polmoni,a sprecare aria,ad obbligare qualcuno a spendere il suo tempo per medicarmi,a creare problemi ad una famiglia,a rovinare una serata che avrebbe dovuto essere una semplice festa di compleanno. 
...La mia festa di compleanno. 
Feci un rapido calcolo mentale: se non fossi mai esistita,non ci sarebbe stato nessun compleanno da festeggiare per Isabella Swan. E non ci sarebbe stato alcun rompicapo per i Cullen. Dio,se Edward fosse stato lì e i suoi poteri avessero funzionato su di me,mi avrebbe dato della patetica.
-Bella non devi sentirti in colpa.- 
La voce morbida e rassicurante di Carlisle mi riportò alla realtà. Fu come ricevere un abbraccio confortante capace di lenire l'imbarazzo che provavo.

Mi concedetti per un istante di distogliere lo sguardo dal suo braccio sanguinante e  di guardarla negli occhi. Brillavano di una luce timida,impaurita,e avevano la straordinaria capacità di  suscitare curiosità a chi li incrociava; non erano di un penetrante colore azzurro o  di una sfavillante tonalità di verde,ne avevano il fascino vampiresco di quelli dorati che possedevano i miei simili: tuttavia,per quanto potessero essere semplici,gli occhi di Bella catturavano con la loro oscurità,trasportando chi li guardava in uno scenario indefinibile e tormentato,che  suscitava inquietudine. Da tempo la loro luce mi aveva indotto a pensare che fossero animati da un misterioso e sconcertante incantesimo.
La confusione si stava facendo strada dentro di me. Tornai a concentrarmi sull'estrazione delle schegge di vetro che le erano penetrate nella carne. Il battito del suo polso era troppo veloce. Quando un mio paziente era agitato cercavo di distrarlo chiacchierando.
-A che pensi?-

Sentivo un fastidioso pizzicore,e sapevo bene da dove provenisse,ma cercavo di ignorarlo con tutte le mie forze. Carlisle era concentrato nella sua operazione,e procedeva con assoluta tranquillità.
-Penso a quante volte mi hanno dovuta ricucire.-
Feci un sorriso imbarazzato,gli occhi fissi sul quadro appeso alla parete,oltre la sua nuca. Lui rise.
-Sono cose che capitano. Certo,bisogna ammettere che nel tuo caso avvengono con una frequenza maggiore rispetto al normale...ma c'è pur sempre di peggio nella vita.- 
Sospirai e venni contagiata dalla sua calma risata. Il pizzicore al braccio somigliava ai morsi di tanti dispettosi esserini,ma il dolore era svanito.
-Immagino tu lo sappia bene,hai vissuto tanto.-
-Non si vive mai abbastanza per sapere troppo.-
Quella frase mi colpì,pronunciata da lui che aveva vissuto per secoli.
-Come fai a sopportare continuamente l'odore del sangue con il lavoro che fai?- 
-E' una questione di abitudine,ormai non ci faccio neanche caso. Non s'impara a controllare la propria debolezza evitandola,ma affrontandola e convivendo con essa.
-Beh io non imparerei a controllare il disgusto per il sangue se mi mettessi ad osservarlo.- dichiarai.
Ma forse non ero l'unica che non aveva una completa padronanza di se. Rividi l'immagine  di Jasper,collerico,assetato del mio sangue,lottare mentre Emmet cercava di tenerlo fermo,Esme che si scusava e usciva dal salotto tenendosi il naso tappato,Edward con i muscoli tesi e l'espressione sofferente, Alice che ci lasciava per ultima con un sorriso timido dipinto sulle labbra: non tutti erano abili a controllare la loro sete quanto il capo famiglia. 
-Coraggio,abbiamo quasi finito.- 
Carlisle procedeva sicuro il suo lavoro,con espressione serena. Più lo osservavo e più capivo quanto amasse fare il medico.
- Non sento nemmeno dolore.- 
Dichiarai grata. Poi mi azzardai a fargli la domanda che mi stava tormentando da un po'.
-Jasper dove sarà finito?-


Osservai il  suo volto: le  guance d'avorio le si erano teneramente tinte di rosso. Quando gli umani si sentivano in imbarazzo il sangue affluiva alle loro gote e le  colorava vivacemente. 
In me era lontano il ricordo di quella sensazione sulla pelle,tuttavia non era scomparso. 
Un tempo,pensai,con nostalgia,anch'io ero in grado di arrossire. 
Mi piaceva osservare Bella in quella circostanza,il rossore delle guance aveva acceso le sue labbra di un delicato colore rosato e aveva inevitabilmente portato il mio sguardo a posarsi su di esse.
-Starà bene,Edward lo farà ragionare. Non preoccuparti.-
Mi decisi poi a rispondere.
La linea sottile delle sopracciglia  che evidenziava la sua espressione preoccupata, si distese leggermente. Cercai di distogliere lo sguardo dalle sue labbra.
I capelli leggermente crespi le incorniciavano il viso  e le ricadevano morbidamente  lungo le candide braccia,quasi fino a sfiorare lo ferita che io ormai avevo ripulito. Quella maledetta ferita.
Fragile come un fiore,delicata come un petalo,la mia bella. E Bella era anche il suo nome.
Era sbagliato. Era ingiusto. Non dovevo. 
Se potevo controllare il mio istinto omicida,potevo controllare anche il desiderio. 
Nel mio caso,sfiorarla equivaleva a violarla completamente. Bella viveva per Edward,e mio figlio viveva per lei: non potevo spezzare il loro equilibrio,non potevo intromettermi.
Non potevo toccarla. No,non dovevo.


Per un breve attimo mi parve di scorgere un'inspiegabile sofferenza nei magnetici occhi di Carlisle. Ma forse era stata solo la mia immaginazione.
- Se Edward acconsentisse alla mia richiesta di farmi diventare come voi,incidenti come questo non capiterebbero.
Ignorai ago e filo che,inesorabili,si stavano avvicinando al mio braccio,dopotutto sapevo che erano le mani di un esperto a guidarli.
-Mio figlio...tiene estremamente a te. Le sue decisioni sono influenzate dalle sue paure. Edward non crede esista il Paradiso per i vampiri.
La voce di Carlisle accarezzava le mie orecchie come le note di un flauto. Volevo sentirla ancora.
-Teme di condannarmi ad un'esistenza dannata trasformandomi?
Formulare quella frase mi era costato dolore. Improvvisamente capivo perché Edward lottasse così ostinatamente per farmi cambiare idea.
-Non potrebbe accettare di essere stato la causa della tua rovina. In futuro troverà il coraggio di parlartene e allora sono sicuro che riuscirete a trovare un accordo.
-Lo spero. Io so già quello che voglio. Il mio Paradiso è lui,non mi importa se la sua tesi potrebbe essere vera.- ammisi. 
Non volevo invecchiare al suo fianco,tanto meno dirgli addio morendo.
Di nuovo credei di vedere gli occhi di Carlisle spegnersi. Ma cosa gli stava succedendo? 
- Vedo che hai le idee chiare. Spero che presto anche mio figlio possa essere in grado di fare la sua scelta.
L'ago mi pungeva leggermente il braccio e il filo mi solleticava la pelle,ma quel leggero fastidio non aveva niente a che vedere con il mio tormento interiore.
Quando Carlisle smetteva di parlare mi sentivo come prosciugare da dentro,non sapevo se di acqua o di respiro,forse di entrambi. Mi sentivo come se dopo una lunga corsa estenuante qualcuno mi avesse offerto un bicchiere colmo di acqua fresca,e poi mi avesse obbligato a risputarla tutta fuori,proprio quando stavo per mandarla giù per la gola a rigenerare l'organismo stanco: la bocca insoddisfatta pretendeva di riavere ciò che non aveva potuto gustare appieno e il desiderio la rendeva ancora più arida.
Non mi ero mai resa conto di quanto potesse essere letale osservare Carlisle. Era bello e dannato,proprio come Edward,ma i lineamenti del suo volto erano più decisi,più maturi,rispetto a quelli del mio vampiro. L'angelo che lo aveva scolpito aveva calcato con profondità e precisione i suoi tratti,per conferirgli un'aria nobile,saggia. In quel momento una ruga di perplessità gli solcava la fronte marmorea,gli occhi di falco brillavano di una luce triste,una luce disarmante. Cosa si stava agitando in quel mare dorato? Avrei voluto annegarvi per saperlo,tanto ne ero attratta. Mi faceva male il cuore,una morsa opprimente mi stritolava i polmoni,come se mi si fossero annodati al collo.
Quello che mi stava accadendo non era normale.
- Beh dopotutto tu hai trasformato Esme,la donna che ami...- mormorai quasi ansimando.
Cosa centrava Esme? Perché l'avevo messa in mezzo?

Staccai il filo rimanente e posai l'ago nella valigetta.  
Esme?
Si,Esme era la donna che amavo. Ma in quel momento non riuscivo a fare altro che pensare a Bella.
Isabella Swan,un'umana appena diciottenne,ancora acerba. 
...Eppure ero attratto da lei.
La verità mi pugnalò alla schiena,mi colse di sorpresa,non ebbe pietà.


Soffriva. E la sua sofferenza penetrava in me attraverso quegli specchi d'oro liquido,fino a spogliarmi. 
Ma il mio era solo un capriccio. Se amavo Edward,perché desideravo anche Carlisle?
"Non si possono amare due persone contemporaneamente allo stesso modo."
Avvicinai una mano per sfiorargli una spalla,la feci scorrere sul suo collo e sulla sua guancia sinistra,gli scompigliai i capelli biondi sulla fronte,e rimasi ad osservare quel capolavoro d'arte.

Lentamente afferrai la sua mano e la posai sulle mie labbra. 
-Non voglio farti commettere questo sbaglio.- 
Sussurrai ad occhi chiusi,e dopo averle baciato le dita abbandonai la presa su di essa.
La sua bocca era rimasta semiaperta per lo stupore. Lessi dolore struggente nei suoi occhi. 
Mi si avvicinò esitante,incatenando il suo sguardo al mio. Potevo sentire il suo respiro sul mio viso,il suo profumo farsi più intenso e avvolgente.

Mi avrebbe fatto male. Ma se non avessi agito subito sarei morta. Gli sfiorai il petto con una carezza. Anche i vampiri hanno un cuore. Quello di Carlisle pulsava forte,vi appoggiai la testa sopra e presi un grosso respiro,inebriandomi del buonissimo odore della sua camicia,un odore che mi mandò in estasi. Volevo rimanere così per sempre.
-Mi prenderò le mie responsabilità- sussurrai faticando a parlare.
Ma quali responsabilità? Forse stavo vivendo il più meraviglioso dei miei incubi. Dovevo svegliarmi al più presto. 
-Oh,Bella...- sospirò lui con voce rotta.
Ero una maledetta serpe che lo stava costringendo a fare ciò che non voleva fare,ecco cos'ero.
Mi afferrò il mento con la sua mano fredda e dalle dita affusolate. Un sorriso gli increspò le labbra,i suoi occhi splendettero.

Mi avvicinai a quelle labbra tanto agognate e vi posai sopra le mie. Il respiro le si mozzò. I nostri corpi tremarono e si irrigidirono. Mentre le nostre bocche si tuffavano l'una nell'altra e si assaporavano di baci,strinsi quel fragile corpo al mio. Il battito del suo cuore sopra il mio mi fece sentire vivo come non mai,era il suono più meraviglioso che avessi mai udito,il dolce vibrare di una corda di violino che faceva rabbrividire d'emozione al primo ascolto. Tum...tum...tum...Quel suono mi cullava,mi trasportava in un mondo chiamato completezza,bussava gentilmente e con passione contro la mia anima. Tum...tum...tum... Perché i vampiri un'anima ce l'hanno.
Le nostre lingue danzavano e si rincorrevano con dolcezza. Il respiro di Bella mi rilassava,era un soffio di vento che mi scuoteva completamente da dentro.
Le sue labbra erano il frutto più invitante che avessi mai assaggiato,non potevo farne a meno.
Ma mentre lei mi donava calore,io lentamente la facevo gelare con la temperatura fredda del mio corpo.
Eppure la sentii premere una mano sulla mia nuca e afferrarmi i capelli saldamente,non voleva allontanarsi da me.
Avevamo sete l'uno dell'altra.


Non volevo perdere Carlisle,mi piaceva essere pervasa dal gelo,perché era lui a procurarmelo. Mi strinsi con più decisione al suo petto. I brividi testimoniavano che ciò che stava accadendo era reale,che non era un sogno. Non ero mai stata così nemmeno con Edward.
Volevo immergermi completamente nel sapore dei suoi baci,non riuscivo a saziarmene,ne volevo ancora.
...e ancora...
Sentivo di avere un uomo,un uomo maturo a tutti gli effetti,accanto a me. Un vampiro,per essere precisi. Sapeva di vita vissuta,di sapienza...di sofferenza...
E mi attraeva,perché mi faceva sentire ancora più viva.
La sua voce che sussurrava il mio nome era la nota dolente di un piano,ultraterrena,angelica.
Avrei voluto piangere,qualcosa si stava muovendo dentro di me. Perché era dovuto succedere tutto questo?

Fu come morire. Morii. Ma dovetti farlo:mi staccai dalle sue labbra.
Riaprimmo gli occhi. Dovemmo fronteggiarci l'uno nello sguardo dell'altra.
-Avrei voluto...avrei voluto scoprirlo prima di incontrare Edward.
Mormorò.
-Avrei voluto non scoprirlo mai...-

Quella frase mi fu fatale. 
Capii tutto. Lui amava Esme. "Non si possono amare due persone contemporaneamente allo stesso modo."
Non poteva...non potevamo.
Mi immersi nell'oro liquido dei suoi occhi,palpitanti per il dolore. Avrei potuto vederli piangere lacrime dorate,tanto erano lucidi. Lucidi fino a bruciare.
-Bella,dimentichiamo tutto questo...-
Non riuscivo neppure a piangere. Gli incubi finivano sempre così: ti lasciavano senza speranze,ad annegare in un mare di angoscia e disperazione pura.
Mi sollevò in piedi,con presa ferrea. 
-Farò il possibile perché tu possa dimenticare...Lo prometto.
"Quando si desiderava una fine,la vita capricciosamente t'imponeva di restare"... 
Era assurdo quanto le parole potessero essere taglienti:una lama mi aveva squarciata trapassandomi completamente da parte a parte,eppure ero ancora viva. Perché? Perché!? Volevo morire all'istante.
-Bella? Carlisle?-

Mi voltai. Sulla soglia della cucina era comparsa la figura di mio figlio:Edward.  Aveva un'espressione preoccupata sul volto,era in ansia per Bella.
Lei si accorse della sua presenza solo quando la sua voce spezzò il doloroso silenzio nell'aria.
-Vedo che avete quasi finito. Ti aspetto fuori,così ti riaccompagno a casa.- 
Si rivolse alla sua anima,pieno di amore nei suoi confronti che traspariva da ogni suo gesto. 
Lei lo guardò negli occhi e annuì. Fece uno sforzo inumano per sorridergli.

"Inizia a morire da adesso,inizia a dimenticare. Ma almeno fai in modo di morire tu sola,senza di Edward. Soffri in silenzio. E dimentica...Non essere egoista..."
E iniziai a morire poco per volta.


***************

Spazio dell'autrice: non so se abbia un senso,non so se vi sia piaciuta e non so se la continuerò. Lascio a voi il diritto di commentare sinceramente. Per adesso la imposto come completa. Ma nel caso dovessi vedere che il primo capitolo vi ha preso,potrei azzardare l'ipotesi di un continuo,massimo di due o tre capitoli in più. Beh,vi saluto cari twilighters! 

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Capitolo 2
*** Corsa contro il Destino ***


Capitolo 2


Quando un vaso si rompe,perché caduto a terra,o colpito violentemente da qualcosa,è difficile ricomporlo. Riunire i pezzi nel giusto ordine richiede pazienza e perizia. La colla serve a nascondere i segni delle incrinature,ma nemmeno quella più resistente è in grado di riportare il vaso rotto al suo stato originale,perfettamente intatto; si tratta di un'operazione delicata,dopodiché è necessario aspettare che la colla sia completamente asciutta. Altrimenti si può dire addio al vaso.
Questo è quello che era successo al nostro Amore,quello con la a maiuscola: qualcosa si era incrinato. Qualcosa era cambiato.
Non ci eravamo persi per strada,semplicemente avevamo preso una direzione diversa,io per un motivo,lui per un'altro. E mano a mano che i giorni passavano la lontananza tra di noi continuava ad aumentare.
Era questo l'amore vero? Così volubile...Così rapido...Così fuggente?
Avevo sempre pensato che l'amore vero fosse come una fiamma perenne: il vento l'avrebbe potuta smuovere,allora essa si sarebbe ribellata ardentemente,con passione,facendo risplendere il fuoco che l'animava con una nuova forza,sempre più luminosa e calda,ogni volta che avrebbe incontrato un ostacolo intenzionato a spegnerla. L'amore vero non si sarebbe fermato davanti a nessun problema,in un modo o nell'altro ce l'avrebbe fatta a sopravvivere incontrastato.
Avevo superato la fase di vita in cui si credeva che fosse tutto rose e fiori,sapevo che ci sarebbero stati degli alti e bassi in amore. Ma non pensavo che il sentimento scaturito dall'incontro fra me ed Edward potesse affievolirsi così velocemente.
Qualcosa di intenso e profondo fra di noi c'era stato,ma sentivo che ormai era finito. La mia favola era durata troppo poco.
Forse quello non era mai stato il mio Amore con la maiuscola...Forse lo avevo creduto presto,e mi ero sbagliata.
Dopo l'insuccesso della mia festa di compleanno a casa Cullen,Edward aveva assunto un atteggiamento più discostante nei miei confronti. Ogni mattina passava a prendermi per portarmi a scuola; durante le lezioni sedevamo vicini come al solito,negli ultimi posti in fondo all'aula,poi lui mi accompagnava a casa o a lavoro. Ma non c'era dialogo,non c'era la complicità di un tempo tra me e lui.
Per quanto mi riguardava,il vaso si era rotto...
E sapevo anche il perché.

-Bella,devo parlarti.-
-...Ehm,Bella...t-ti deve parlare...-
Spostai la mia attenzione dagli zaini che stavo sistemando negli scaffali quando mi sentii chiamare per nome. Mike aveva usato un tono di voce incerto. Mi voltai.
Alice se ne stava con le mani appoggiate al bancone,gli occhi dorati che lampeggiavano nella mia direzione,mettendo in risalto il suo sguardo già di per se acceso e penetrante. Non mi ero accorta che fosse entrata nel negozio,tanta era la grazia con cui si muoveva.
Era da un po' che non la vedevo. Trattenei l'impulso di gettarle le braccia al collo.
-Alice! Che ci fai qui?-,le domandai sinceramente sorpresa.
Sospirò fissando il soffitto. -Lo ripeto: ti devo parlare.-
Evidentemente si trattava di un argomento delicato,che non si poteva discutere in pubblico. Mike assisteva alla scena con un'espressione ansiosa,l'arrivo di Alice e il modo in cui mi si era rivolta lo avevano messo in agitazione.
-Se vuoi,puoi andare...Non preoccuparti,tanto ti mancano solo dieci minuti e oggi non c'è molto movimento.-
Decisi di dargli retta. -Oh beh,ti ringrazio Mike-
Più che altro lui sembrava felice all'idea di togliersi di torno Alice.
Quando salimmo nel pick-up,non feci in tempo a mettere in moto che una delicata mano da folletto mi fermò mentre stavo per inserire la chiave.
-No,ho bisogno che tu sia concentrata sul discorso.-
Cominciai a preoccuparmi. La faccenda doveva essere grave,se Alice era venuta a cercarmi a lavoro con quell'aria arrabbiata. Nelle sue vivide iridi ambrate leggevo che in lei si stava verificando una lotta di sentimenti contrastanti: shock,delusione,tristezza e furia repressa. Improvvisamente capii. Come avevo fatto a non soppesare l'ipotesi che...
Mi sentii smascherata,colpita a segno. Dispiacere,rimorso e vergogna erano parole troppo insignificanti per descrivere il mio stato d'animo.
-Bella...sono veramente...- Tentò di iniziare Alice. Ma anche lei non trovava le parole. Scosse la testa e abbassò lo sguardo.
- Lo avevo visto. Ma non vi ho voluti fermare. Spettava a voi controllarvi. Non mi piace intervenire in faccende di questo tipo. L'amore è un sentimento troppo potente e capriccioso per essere interpretato correttamente da una visione e fermato del tutto interferendo una sola volta. Sapevo che non avrei potuto cambiare il vostro destino...-
-Alice io...-
-No,Bella. Adesso fammi parlare.-
Ammutolii. Mi avrebbe mai perdonata? Cosa stava pensando di me in quel momento? Rividi la scena in cui lei,quella sera,mi passava davanti rivolgendomi un timido sorriso prima di uscire dalla stanza. Quel sorriso,compresi,racchiudeva un significato profondo:non rivelava timidezza,ma rassegnazione. Rassegnazione a ciò che,lei sapeva,stava per accadere tra me e Carlisle.
- Non dovrei essere io a dirtelo. Ma temo che se non sarai preparata ad affrontare la cosa in anticipo,in quel fatidico giorno...tu impazzirai.-
Mi sentii gelare.
-Dirmi cosa? Alice,io non mi merito di sapere niente,dopo quello che ho fatto.-
-La tua colpa non sta in ciò che hai fatto,ma in ciò che hai taciuto. Amare non è un peccato,mentire invece lo è. Non posso sopportare l'idea che tu dovrai soffrire in quella maniera...-
In quel momento leggevo solamente dolore nei suoi occhi. Non feci alcuno sforzo per fermare le lacrime che mi avevano annebbiato la vista e mi stavano pizzicando le ciglia,forse perché non mi ero accorta in tempo che stavano percorrendo le mie guance,forse perché avevo altro a cui pensare.
-Stiamo per andarcene.-
Come? Quando? Perché? Chi?
Quella frase risuonava nelle mie orecchie come l'incessante rintocco di un orologio dai circuiti arrugginiti.
-Intendo io e la mia famiglia. Lasceremo Forks.-
Un pugnale mi perforò il petto e vi rimase saldamente conficcato. Smisi di compiere qualsiasi movimento volontario. I pensieri scivolarono via dalla mia mente colando al di fuori come olio freddo.
- L-lo hai visto in una visione?-
Rimasi sorpresa quando sentii che la mia bocca era ancora capace di articolare suoni.
-No,io ho visto solo dove andremo a stabilirci. La decisione è stata presa ieri sera. Da Edward.-
Alice esitò prima di pronunciare il suo nome,come se tra le mani tenesse un oggetto molto delicato e stesse facendo il possibile per maneggiarlo con cura.
Ma tra l'incredibile quadrato amoroso- mi venne la nausea ad immaginarlo- che si era creato tra me e i Cullen,sicuramente io era quella che meritava di essere trattata peggio.
Se ne andavano...
Lontano...
E non sarebbero mai ritornati.
Brancolavo nel nulla,uniche mie compagne erano l'angoscia e la ragione,la quale,capricciosamente,rifiutava di credere che le parole di Alice fossero vere,che tutto ciò che stava accadendo fosse reale.
- Edward sa cosa è successo?-
- No. In famiglia c'è un immenso rispetto reciproco. Lui non usa i suoi poteri su di noi,ci tiene a non violare la nostra privacy e a non intrufolarsi nelle nostre menti.-
La pioggia picchiettava fitta contro i vetri del pick-up. Anche il cielo stava piangendo.
- Ringrazia che Edward abbia la mania di essere leale. Spetta a te prendere una decisione: dirgli addio senza confessare la verità,oppure parlargli affrontando le conseguenze.-
Mi sentivo squarciata in due,come se mi avessero tirata per le braccia fino a strapparmi. Edward aveva occupato il posto più importante nella mia vita,e stavo da schifo all'idea di perderlo,ma in quel momento il dolore più grande che provavo non era per lui. Nel mio cuore,inciso con inchiostro di sangue,stava un nome.
Carlisle.
Ma dovevo accettare la realtà.
-Oh,Alice...- gemetti senza riuscire a trattenere un singhiozzo. La strinsi a me tra le lacrime.
-Bella. Bella,ti prego...calmati.-,mi sussurrava dolcemente all'orecchio,accarezzandomi la testa.
-Ho fatto un casino...-
-E allora cerca di rimediare. Fai la cosa giusta,anche se questo significa che dovrai soffrire. Liberati dal peso che ti opprime,ti sentirai pulita. Ricomincerai a vivere poco alla volta. Per voi umani è più facile dimenticare.-
Dimenticare?
Spalancai gli occhi,scioccata. Il terrore m'invase. Pura paura.
...Come slittavano armoniosamente quelle due parole,insieme...Pura paura.Eppure esprimevano qualcosa di altamente negativo.
Com'era strana la vita: a volte non faceva altro che prendersi gioco dei sentimenti altrui.
Io non volevo dimenticare. Dimenticare significava far morire una parte di me.
-Bella,Edward aveva intenzione di dirtelo. Non pensare che sarebbe fuggito via senza salutarti.-
Non capivo più niente. Perché i Cullen se ne volevano andare,perché Edward se ne voleva andare,se non aveva letto nella mente di Alice la sua visione?
-M-mi aveva detto...che tu eri andata via con Jasper. Non ti vedevo più a scuola.-
- No,stavamo organizzando i preparativi.-,mi rivelò.
-Ma perché? Perché ve ne andate?...-
E Carlisle? Mi sarebbe venuto a salutare?
- Ieri sera ci siamo riuniti al completo e ne abbiamo discusso. Edward ha parlato di te. Domani te li spiegherà lui i motivi.-
Alice rispondeva con dolcezza e pazienza alle mie domande.
Edward Edward Edward. Non era di lui che volevo sapere. Mi sentii egoista.
- Carlisle...-
Alice sbatté le palpebre,come se da quel movimento elegante ed impercettibile potesse trarre una nuova forza e mi fissò dritto negli occhi. - Preferisce non salutarti-
Non mi ero accorta di aver pronunciato il suo splendido,melodioso nome,ad alta voce. Mi appoggiai al volante,afferrandolo saldamente con le mani. Chiusi gli occhi,cercai di fare dei respiri profondi,ma non ci riuscivo,non sapevo più come si facesse. A quel punto mi lasciai andare ad un pianto disperato. La pioggia mi bombardava le orecchie,le gocce parevano dardi esplosivi che si rigettavano sul parabrezza.
La mano di Alice mi afferrò e mi strinse il polso.
-Oh,mio Dio...-
Ma non la stavo ascoltando.
-Bella...Bella,presto,metti in moto! Svelta!-,mi intimò. Alice era andata improvvisamente nel panico.
Cercai di guardarla,ma,accecata dalle lacrime,non riuscivo a mettere a fuoco i contorni della sua figura. Gli occhi erano spalancati,e con la mano destra si teneva stretta il petto,ansimando.
Capii che aveva avuto una visione.
-Bella,Edward e Carlisle...-
Un'altra fitta di paura mi inondò impetuosa. - Alice,parla! Edward e Carlisle cosa!?-
La circolazione sanguigna lungo il mio polso,che Alice mi stava stritolando,si era bloccata,ma non badavo al dolore.
- BELLA VUOI METTERE IN MOTO QUEL MALEDETTO PICK-UP!?!?-
Obbedii immediatamente,come ustionata dall'impeto di quelle parole.
Mi asciugai le lacrime e diedi gas,cercando di vedere la strada in mezzo alla pioggia e alla nebbia. Alice al mio fianco era terribilmente scossa.
-Dove devo andare!?-
- All'ospedale! Dobbiamo impedire che Carlisle parli con Edward,altrimenti si ammazzeranno!-
-Oh mio Dio!-
Il panico mi avvolse,le mani mi tremavano sul volante.
-Alice,scendi dalla macchina e corri!! Io vi raggiungerò!-
- E' troppo pericoloso per te percorrere questa strada da sola! Attenta,una moto là!-
Feci una manovra fulminea per evitare di schiantare il pick-up contro il tizio alla guida del veicolo che mi aveva tagliato la strada.
Tum tum tum tum tum tum! Il cuore tamburellava nel mio petto,talmente forte che avrebbe potuto esplodere fuori come un proiettile.
-Perché mai Edward sta andando all'ospedale!?-,ruggii per farmi sentire da Alice al di sopra della pioggia scrosciante.
Ma non feci in tempo a sentire la sua risposta. Un'animale enorme dalla chioma fulva schizzò davanti a noi finendo contro il parabrezza.
Non vedevo più niente. Sentii che finivamo fuori strada,inesorabilmente in discesa. Cercai di frenare.
Poi ci fu lo schianto. Due braccia mi afferrarono per proteggermi. Io urlai stretta ad Alice,e chiusi gli occhi.
Tutto si era fermato.In lontananza sentivamo lo scorrere delle auto sulla strada. Ero ancora viva,mi ero salvata grazie a lei.
-Alice??...-
La sentivo respirare accanto a me. Aprii gli occhi e vidi che era tutta intera e che anche lei stava bene.
-Ma che diavolo è stato!?...-
Il pick-up era in bilico,si era conficcato nel terreno fangoso e si stava sollevando verticalmente. Dal parabrezza incrinato,bagnato e sporco di terra,intravidi lo scenario che si presentava davanti a noi: eravamo finite nel fiume che si trovava sotto la strada.
Alice diede una botta contro la portiera,poi un'altra,e un'altra ancora,finché non la sfondò.
-Resisti,Bella! Ti tiro fuori immediatamente!-,mi assicurò uscendo fuori con un balzo felino.
-Fai presto!-,implorai,il pick-up si stava scaravoltando lentamente dentro le acque gelide. Poi mi accorsi di qualcosa di spaventoso. Fui prosciugata di ogni particella di sangue presente nel mio corpo,come se un gigante lo avesse aspirato con una cannuccia. Gelai,e mi ritrovai paralizzata dalla paura.
Non era un'animale che si era scagliato contro di noi. Avevo appena visto qualcosa riaffiorare in superficie dal mantello scuro d'acqua...o qualcuno. Ricoperta di fango,i vestiti strappati e zuppi,fornita della sua inconfondibile chioma rosso fuoco. La vidi schizzare con un salto sulla terra.
Mi raggomitolai nel sedile opposto a quello di guida quando vidi la portiera ripiegarsi. Un'altro colpo,e quella si staccò. Alice si era adoperata per tirarmi fuori.
-Presto!-,mi intimò. Fu una gioia per il cuore vedere il suo visino spuntare davanti a me. Afferrai la sua mano e mi sentii trascinare fuori. Mi aveva riportata a terra. 
Confusa e disorientata barcollai su di me.
-Salve,donzelle. Ora vi siete messe comode?-
Eccola,davanti a noi. I riccioli infuocati e zuppi,simili a fruste,disordinatamente aggrovigliati davanti al viso pallido. Sembrava il mostro del più inquietante film horror che avessi mai visto.
-La pioggia non smorza l'odore gustosissimo del tuo sangue! E' un piacere rivederti,bocconcino!-,ruggì per farsi sentire.
Accanto a me Alice. Mi sentii mancare,eravamo in trappola. Dietro di noi sentimmo il pick-up stridere e cigolare,sollevare ampi spruzzi,e sprofondare nel fiume.
-Mi dispiace per il vostro giocattolino. Ma sono sicura che la mia visita vi tirerà su di morale.-
Era finita. Victoria mi avrebbe uccisa.

*************

Spazio dell'autrice: beh,che ve ne pare? A quanto pare un bacio è riuscito a creare una catastrofe. Aggiungiamoci la sfiga di aver beccato Victoria e... eccovi il ben servito!  Fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo,perché è grazie ai vostri commenti che mi è venuta la voglia di creare un seguito ^^
Ringrazio con tutto il mio cuore  AshG,Bimba sognatrice,Mr Darcy,chiaretta90,SIXY,
alessandraxxx81,gegge cullenina,Florence,Luna1312,OnLu  per il loro sostegno.
AshG e SIXY,sono d'accordo con voi. Bella e Carlisle sono una coppia bellissima,ed è un peccato che in pochi scrivano di loro. Spero che la mia storia non vi stia deludendo. E per quanto riguarda Esme...beh,se volete vedere cosa succederà...
faccio un appello a tutti: fatemi sapere che ne pensate!!^^


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Capitolo 3
*** Impeto ***


Importante:ho dovuto ripostare il capitolo perché i dialoghi erano spariti. Spero che adesso sia tutto a posto. Grazie a chi mi ha avvisato!!

Capitolo 3



-E' stata una fortuna riuscire a trovarti così facilmente.-
Nonostante la pioggia,riuscii a vedere chiaramente l'espressione di Victoria: gongolava di pura,sadica,soddisfazione. Stava già pregustando l'idea di potermi torturare e uccidere a suo piacimento.
-Non ti hanno insegnato che non fa bene portare rancore?-,le chiese Alice.
E adesso come avremmo fatto a liberarci di lei? Di certo prenderla in giro non ci avrebbe salvate. Stavo per morire,eppure i miei pensieri erano rivolti esclusivamente a Carlisle ed Edward. Si erano già incontrati? E soprattutto,quale sarebbe stata la causa che avrebbe scatenato la loro lotta? Sempre che non fosse già iniziata...o finita.
No,non dovevo neanche pensarlo.
-Non rompere Victioria! Torna un'altra volta ad uccidermi. Adesso ho cose più importanti a cui pensare che farmi ammazzare da te!-
Erano la rabbia e la disperazione a darmi la forza di provocarla.
Scoppiò in una fragorosa risata,mentre misurava il terreno a passi ampi e decisi. -Come siamo simpatiche. Non vi ricordavo così spiritose. Piuttosto,parliamo di cose serie: da dove preferisci che io cominci? Quali ossa vogliamo rompere e spezzettare per prime? Ovviamente,la tua amica è la benvenuta,se desidera mettersi in lista d'attesa!-
Victoria rise nuovamente,mentre la pioggia cadeva fitta sul suo viso e i tuoni ruggivano nel cielo squarciando l'aria.
Quella notte,me ne sarei andata sotto di un cielo senza stelle,pensai malinconicamente.
-Bella,cerchiamo di guadagnare tempo.>>,sussurrò Alice al mio fianco. Per la prima volta in tutta la mia vita apprezzai la violenza di un temporale,grazie al quale si poteva parlare senza la paura di essere sentiti.
-Se ci muoviamo parecchio smuoveremo il nostro odore e ci sarà la speranza che gli altri ci vengano incontro.-
Ascoltavo ogni parola,rigida come un blocco di marmo,nel panico totale.
- La vendetta è un piatto che va servito freddo. Faremo un gioco molto divertente,inutile umana! Vedrai,la tua amica sarà deliziata dallo spettacolo! Potrei offrirle qualche avanzo,se mi chiedesse il permesso.-
Victoria si leccava le labbra,gli occhi color del petrolio fissi su di me,che scintillavano nel buio come due schegge di cristallo nero.
-Perché non diamo subito inizio alle danze,invece di girarci tanto attorno?-
Vidi Alice scattare in avanti alla rapidità della luce,non appena ebbe finito di pronunciare quella frase. Udii un ringhio felino e feci appena in tempo ad intravedere una macchia spostarsi altrettanto fulmineamente,che,realizzai poco dopo,era Victoria.
Le due vampire si erano date all'assalto,avventandosi l'una contro l'altra.
Ero paralizzata dalla scena. Sospese a mezz'aria le due sembravano veramente danzare,in un groviglio di braccia,gambe e unghie. Quella era la danza della morte.
Smuovere il nostro odore?? Cosa dovevo fare? Come potevo rendermi utile? Victoria ci aveva visto giusto:io ero solo un'inutile,semplice umana. Iniziai a correre sulla terra fangosa e appiccicosa,prima a destra,poi a sinistra,rischiando continuamente di scivolare. Era buffo pensare che ero ancora in grado di fare uso di ironia: se non mi avessero spezzato le ossa,sarei morta di polmonite. Una fine valeva l'altra. Ma ciò che mi faceva più male era il fatto di aver coinvolto anche Alice.
Era terrificante sentire il rumore di unghie che squarciavano la carne fondersi con quello dei tuoni,dei fulmini e della pioggia scrosciante che dominavano il tetro paesaggio intorno a me.
Alice e Victoria urlavano fameliche,più selvagge e incontrollate che mai. Si tiravano calci al petto,si artigliavano le braccia,la schiena e le guance,si tiravano i capelli e si prendevano a pugni in testa.
E io continuavo a correre,sentendomi sempre più ridicola e impotente,sovrastata dalle due figure inumane che si stavano scannando sopra di me.
La rossa ringhiava collerica.
-Non è te che voglio,stupida! Fatti da parte!-
Poi la sentii urlare,Alice aveva ficcato i denti aguzzi nel suo collo e l'aveva morsa. Mi faceva impressione vedere la piccola vampira così...così animalesca.
Poi la situazione precipitò a suo sfavore. Victoria evidentemente non aveva gradito il suo gesto. Per scrollarsela di dosso le piantò le unghie negli occhi,cercando di sfregiare la sua splendida pelle marmorea,poi le sferrò una ginocchiata nel petto,l'afferrò per i corti capelli corvini e la spinse giù,verso la terra.
Alice fece un balzo degno di un'atleta professionista e si rimise subito in piedi.
-Bella,corri corri corri!- mi ordinò.
Victoria la spedì nuovamente con il muso per terra con una sberla e avanzò inesorabilmente verso di me. Mi sentii soffocare,quando due braccia solide mi bloccarono le spalle da dietro. Mi arrivò una ventata dall'inconfondibile puzzo di sangue: era il suo fiato sul mio collo.
Strizzai gli occhi,aspettando di sentire i suoi denti bucarmi le vene. Ma non accadde. Alice era ripartita alla carica.
-Togliti maledetta!-,le urlò agitandosi in groppa a lei,le unghie che le graffiavano le spalle e la schiena,mentre la mordeva senza darle tregua.
Inciampai e finii in ginocchio. Strisciai via dalle due poco prima che mi arrivasse un calcio in piena faccia.
Ripresi a correre. -Aiutooooooooooooo!! AIUTO!...AIUTO!-,gridai.
Quanto avrebbe potuto resistere la piccola Alice contro la sviluppata e muscolosa Victoria? Appariva così fragile a confronto...
Ma entrambe erano intenzionate a non cedere,il loro spirito guerriero dominava i loro sensi e il loro istinto,spingendole ad attaccare,aiutandole a trovare una nuova forza in ogni colpo che incassavano,paravano e sferravano.
-Aiutateci !!,urlavo tra le lacrime. Poi intravidi un barlume di speranza: arrampicarmi in cima alla roccia e dare l'allarme sulla strada. Spiegare come due “donne” si stessero sbranando durante un temporale,in riva ad un fiume,non aveva importanza in quella circostanza. Incespicai,mi strappai i pantaloni dalla foga che ci misi per rialzarmi. Con le unghie cercavo di arpionare l'erba bagnata per trovare un appiglio e salire in cima al basso pendio. Cercavo di non badare alle grida delle due vampire,troppo terrorizzata all'idea di voltarmi e di assistere ancora alla loro lotta. Non fui più in grado distinguere le loro voci. I miei tentativi furono inutili,non riuscii nemmeno a risalire di un metro.
-AIUTO! AIUTO! AIUTOOOOOOOO!-
Le mie corde vocali avrebbero potuto spezzarsi. Poi udii un urlo disumano che mi fece voltare la testa di scatto. Tra la furia della pioggia,vidi Alice in ginocchio,in netto svantaggio. Victoria le afferrò un braccio e glielo girò dietro la schiena,le diede quattro calci sul mento,le sferrò una gomitata in testa e,insoddisfatta,la costrinse a distendersi sul suolo bagnato,premendo lo stivale sul suo petto.
-Nooooooooooo!!!-,supplicai.
Nessuno ci sentiva. Nessuno ci avrebbe mai sentite.
-Schifosa bambolina di porcellana! La pagherai cara!-
Victoria tempestò Alice di calci in piena faccia. La vidi ripiegare le braccia come un fiore bagnato da un'ondata d'acqua troppo violenta. Cacciò un ultimo,straziante grido di dolore. A quel punto la rossa intuì di averla messa al tappeto,la rivoltò faccia in giù,e con una pedata la fece rotolare lontano.
Mi sentii svenire. "Ti prego,muoviti. Muoviti,muoviti...Avanti! Ti devi muovere!",mi ripetevo dilaniata dal terrore e dallo shock.
Ma Alice non si muoveva. Il suo corpo bagnato,ammaccato e sporco di fango,giaceva immobile a terra,come una vecchia bambola di pezza abbandonata dalla sua proprietaria. Le braccia avevano assunto una strana angolatura,le gambe erano incrociate una sopra l'altra. Sembrava finta.
Anche a quella distanza,vidi che il suo petto era fermo,non si abbassava e non si rialzava.
La consapevolezza che quello schifo fosse dannatamente reale,arrivò spietata e veloce al mio cervello. Non riuscivo neppure a piangere,o a tremare. Il cuore perse parecchi battiti.
E avrei tanto voluto che si arrestasse in quell'istante.
Alice era morta.

*******

Diedi uno sguardo all'orologio appeso alla parete: erano le otto in punto. Mi trovavo nel mio studio,seduto alla scrivania a riordinare le liste dei miei pazienti. Come ogni sera,nonostante il mio orario di servizio fosse terminato,non riuscivo ad indossare il cappotto e schizzare subito fuori dalla clinica. Se  potevo fare altro di utile,non esitavo a mettermi immediatamente all'opera. Era piacevole stare in quella stanza ad ascoltare il rumore del temporale che imperversava al di fuori,con la consapevolezza che il tempo che spendevo avrebbe potuto garantire la salute e la salvezza di altre vite. Fino a pochi minuti prima avevo ricevuto parecchie telefonate da madri preoccupate per i loro figli,che erano stati colpiti dalla classica influenza autunnale,e mi ero impegnato a tranquillizzarle e prescrivere loro ricette mediche. Ma spesso ricevevo telefonate anche da pazienti che in realtà non avevano un motivo valido per chiamare,principalmente donne divorziate o single,che miravano a ben altro che ricevere un consiglio sulle migliori pasticche per tosse o sulla più efficace medicina per il mal di testa. Fortunatamente ero bravo a conciliare quel tipo di conversazioni in fretta,così che non compromettessero il mio lavoro. Non ero il tipo interessato ad andare a donne o a farsi desiderare. Nella mia testa esisteva solo Bel...
Un momento. Esme.
Si,Esme. Esisteva solo lei nella mia testa.
Sospirai.
Da giorni non riuscivo a trovare tregua. Da giorni non riuscivo a fare altro che pensare a lei.Isabella Swan.
Bella ed Esme.
Esme e Bella.
I loro nomi giravano come due trottole fra i miei pensieri,invadendoli intensamente e passionalmente.
Come potevo fare soffrire entrambe?
Appoggiai la penna sulla scrivania. Mi sentivo stanco,stanco come non mi era mai capitato da quando ero diventato un vampiro.
Dopodomani ce ne saremmo andati via da Forks. Speravo di dimenticare Bella,di colmare il vuoto che mi avrebbe procurato lasciarla,grazie ad Esme e alla mia famiglia.
Sia io che mio figlio eravamo stati rapiti da quella ragazza, e avevamo entrambi preso la decisione di dirle addio,per proteggerla,perché l'amavamo.
Era incredibile. Quell'umana aveva qualcosa di speciale e misterioso. Come poteva aver stregato due vampiri?
Bella Swan in apparenza sembrava una ragazza comune,ma in realtà nascondeva dentro di se un mondo capace di esercitare un fascino e un'attrattiva inspiegabili anche per le menti più intuitive e perspicaci. Dentro di se racchiudeva qualcosa di insolito,qualcosa che ancora non ero riuscito a comprendere. Ma non era la curiosità di scorrazzare tra i suoi pensieri che mi attirava verso di lei. Era di più,molto di più. Si trattava di qualcosa di irrazionale,impossibile da spiegare. In tutti quegli anni,mai nessuna donna o ragazza che fosse,mi aveva travolto da una corrente di desideri ed emozioni indescrivibili come lei. E controllare il mio sentimento diveniva di giorno in giorno sempre più faticoso,arduo,e insopportabile.
Ciò che provavo per Esme poteva competere con ciò che provavo per Bella? Io e mia moglie eravamo legati da una catena indissolubile fatta d'amore e vita condivisa. Erano tanti gli anni che avevamo trascorso insieme.Eppure qualcosa era cambiato. Da parte mia,niente era più come prima:tutto era stato stravolto da...lei.
E se avessi lasciato Esme per Bella,in futuro avrei rifatto la stessa cosa incontrando un'altra?
No,avevo la certezza di aver trovato l'anima a cui sarei rimasto legato per l'eternità. Ma la pecca era che non potevo concedermi di amarla.
Abbandonare Esme era fuori discussione. Non ne sarei stato capace. Non potevo distruggere i sentimenti coltivati in quegli anni con lei. Non volevo distruggere mia moglie. Non ero un mostro.
E allora cosa dovevo fare?
Mio figlio si stava comportando saggiamente. Aveva scelto di soffrire,di abbandonare il suo amore per garantirne la sicurezza e la felicità,magari accanto ad un'altro uomo.
E io avrei dovuto fare altrettanto. Avrei dovuto fare anch'io quel sacrificio,com'era giusto che fosse.
Per Esme,per Bella,per me stesso,per tutti.
Qualcuno bussò alla porta interrompendo la mia pausa meditativa. L'odore di quella presenza mi era familiare,anzi,inconfondibile. Era Edward.
-Vieni pure.-
Lo vidi entrare nello studio e cercare di fare un sorriso,ma il dolore che traspariva dagli occhi tradiva la maschera di serenità sul suo volto angelico.
- Non riesci proprio a venire via,eh? Saresti capace di dormire qui dentro ogni notte.-,mi si rivolse,sfoggiando un'altro sorriso.
-Hai ragione...Sei venuto a farmi visita?-
Edward,rimasto in piedi,percorreva ogni oggetto presente nella stanza con il suo sguardo magnetico,come a voler dimostrare che era tranquillo e che poteva fare le cose con calma. Ma io conoscevo mio figlio,sapevo che in quel momento era terribilmente impaziente.
-Se vuoi,ti puoi sedere- lo incoraggiai,e gli indicai la sedia di fronte alla mia scrivania,- Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per parlare.-
Edward aveva bisogno di conforto e di consiglio. L'indomani avrebbe dovuto trovare il coraggio di dire addio alla ragazza che amava. Non era una faccenda da poco...
Lui mi fissò con gratitudine,un grazie sussurrato dal suo sguardo,e si accomodò a sedere.
- Non ce l'ho fatta ad aspettare. E poi volevo parlare solo con te,meglio farlo qui che a casa.-
-Non devi scusarti.-,cercai di calmarlo,col mio solito tono comprensivo e rassicurante.
Non sopportavo l'idea di tenere nascosto qualcosa a mio figlio,specialmente se si trattava di qualcosa d'importante. Come potevo trovare le parole per rasserenarlo,se io stesso ero profondamente tormentato dai sensi di colpa per un amore proibito?
-Carlisle,non sarà facile dirle addio. Dovrò ferirla,sarà inevitabile...-
Edward faticava a parlare e a controllare la voce,fissava la scrivania con sguardo duro e penetrante,il dolore lo opprimeva. Credevo di capire come si sentisse: sentiva ogni particella del suo corpo pervasa dalle fiamme.
Più osservavo mio figlio,più vedevo quanto fosse buono,leale e…puro.
E io? Non potevo accettare di tacere per sempre. Perché così ogni mia parola sarebbe stata falsa. Come potevo dirgli che il gesto che stava per compiere lo ritenevo nobile e ammirevole?
-Si,dovrai ferirla,se questo servirà a garantirle la possibilità di vivere la sua vita. Edward,gli ostacoli da superare,i sacrifici,e le sofferenze...sono infiniti. Ma dietro di essi vi è sempre un barlume di speranza che ci esorta a non mollare. L'esistenza è una sfida continua,solo gli eroi possono condurla,e un eroe è colui che,nel giusto,prosegue il suo percorso senza arrendersi,anche con la paura continua di fare una scelta sbagliata o di incontrare qualcosa di spiacevole lungo il suo percorso.-
Il mio era stato un discorso contorto,ma Edward sembrava avere capito perfettamente cosa volessi dirgli,ciò che in fondo volevo dire anche a me stesso.
-Ti osservo ogni giorno. Ed è con orgoglio che ti vedo capace di agire sempre nel giusto e con onestà. Perciò ti chiedo di ascoltare quello che sto per dirti,perché io,in qualità di tuo padre,non voglio essere da meno.-
Sapevo che l'indomani Bella avrebbe confessato cosa c'era stato tra noi,me lo sentivo,perché anche lei non avrebbe potuto vivere col rimorso di avere mentito. Non avevo idea di come avrebbe agito Edward,ma sicuramente sarebbe stato un brutto colpo per lui,scoprire che la ragazza che amava aveva intessuto un profondo legame con...suo padre,sempre se meritavo di autodefinirmi come tale. Edward amando Bella più della sua stessa esistenza,la vedeva incapace di ferirlo-se non con l'intenso amore che lei gli donava-,innocente,fragile e pura: sarebbe stata una pugnalata al cuore scoprire di non essere l'unico,che per lei c'era qualcun'altro.
Forse,in un impeto di collera,avrebbe potuto fare del male a Bella. Io invece avrei saputo difendermi.
- Edward,quando avrò finito di parlare,potrai fare quello che vorrai.-
Ero deciso,non sarei più tornato indietro.
-La sera del compleanno di Bella,mentre la stavo medicando,c' è stato un bacio fra noi. Ed è tutta colpa mia per ciò che è successo,l'ho tentata.-
Anch'io,proprio come voleva fare mio figlio,dovevo proteggere quella ragazza e prendermi tutta la colpa.
Il mondo intorno a noi si era fermato,esistevamo solo io ed Edward,seduto di fronte a me,con espressione esterrefatta.
- Non ti chiedo di perdonarmi. Se vuoi farmi del male ho solo una favore da chiederti: non qui,non in questo posto-
Il tono della mia voce era deciso e sostenuto.
Mio figlio era immobile come la statua di un angelo,uno splendido angelo straziato dal dolore. Gli occhi gli si erano svuotati,ogni loro emozione era svanita come fumo disperso nell'aria. Edward era una maschera senza vita.
Poi,come se qualcuno lo avesse prima ibernato,e in seguito rimesso in funzione premendo un tasto nascosto al suo interno,reagì alla notizia scioccante. Le emozioni dilagarono in lui come la corrente di un fiume,che bloccato da un enorme tappo,finalmente poté ricadere in picchiata e sfociare sottoforma di una cascata impetuosa.
Gli occhi dorati palpitarono di dolore,diventando due pietre di oro liquido,per poi tingersi velocemente di un nero abissale. Odio puro inciso nello sguardo. Pugni stretti fino a spezzarsi i tendini. Respiro affannoso. Ira ceca a sconvolgergli la mente e a surclassargli la ragione.
Davanti a me c'era un vampiro completamente nuovo:selvaggio,feroce,pericoloso...dannato. E che agiva d'istinto.
La scrivania mi fu scaraventata addosso. Agilmente feci un balzo,per evitare di finire schiacciato e mi ritrovai dietro di lui. Le schegge della finestra in frantumi si riversarono in una pioggia di vetro sopra il suo corpo,come minuscoli diamanti scintillanti,che non scalfirono la sua pelle di adamantio nemmeno di un millimetro.
Con un gesto secco mi tolsi il camice che mi impediva di muovermi liberamente.
- Edward,se vuoi ammazzami:ma non qui dentro. Pensa ai pazienti!-
Inutile,non mi ascoltava,ed era troppo impegnato a colpirmi per rispondere anche solo con un ringhio. Dovevo portarlo fuori di lì.
La nostra forza era a parità di livello. Mi afferrò la testa con le dita e iniziò a premere con violenza. Per allontanarlo fui costretto a tirargli un calcio.
Non ottenni alcun risultato. Sbalzato di qualche metro si aggrappò al muro che prese a sgretolarsi dove lui si era appoggiato,poi mi si scagliò contro con furia omicida.
Tentavamo di bloccarci,i denti dell'uno che tentavano di penetrare nel collo dell'altro.
Stavamo distruggendo lo studio.
Sempre con l'intenzione di azzannarci,rovesciammo qualcosa di enorme,anche se non  riuscii ad udire cosa. Edward mi mordeva e mi sferrava calci allo stomaco,in un vortice di oggetti e mobili distrutti.
Saltò la luce. Lottavamo nel buio,ringhiando,circondati dal caos e dalla distruzione che avevamo creato. Un pugno mi colpì in piena faccia e barcollai. Mi ritrovai a terra e dovetti incassare due calci.
-BASTARDO!-
Una voce roca,intrisa di ira e odio. Lo afferrai per le gambe per fargli perdere l'equilibrio. Il risultato fu che mi si avvinghiò addosso come un serpente e mi morse nuovamente lungo il collo e le spalle.
Soffocai un gemito di dolore e premetti le mie mani sulla sua gola,tentando di rimettermi in piedi.
Poi un colpo secco. Una voce squarciò l'aria e parve assorbire il tempo e i nostri sensi.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! FERMI!!!-


*********

Spazio dell'autrice: un capitolo un tantino movimentato,non vi pare?^^ E che dire del mio aggiornamento lampo!? Non ci credo nemmeno io! Ma purtroppo devo avvisarvi che per il prossimo capitolo dovrete attendere molto più a lungo :( Spero non mi abbandonerete. 
Grazie infinite alle persone che mi stanno motivando e spingendo a proseguire: 

1 - alessandraxxx81 [Contatta]
2 - chiaretta90 [Contatta]
3 - ChiccaCullen [Contatta]
4 - fracullen [Contatta]
5 - gegge_cullenina [Contatta]
6 - matrix [Contatta]
7 - SIXY [Contatta]
8 - Streghetta89 [Contatta]
9 - Tom94 [Contatta]

1 - angioletto86 [Contatta]
2 - arualga91 [Contatta]
3 - BluRose89 [Contatta]
4 - Crazy Owl [Contatta]
5 - Florence [Contatta]
6 - LuNa1312 [Contatta]
7 - Millennia Angel [Contatta]
8 - OnLu [Contatta]

 
E' fantastico!!^^ E ovviamente coloro che hanno recensito lo scorso capitolo!!:
SIXY: *_* che entusiasmo straordinario! Quanti complimenti che mi fai!! Ti è piaciuto l'aggiornamento lampo?^^
AshG: ahahahahah,ti giuro che ho riso per dieci minuti leggendo le ultime righe della tua recensione,per quanto erano divertenti,ma allo stesso tempo piene di sentimento. Mi hanno fatto capire quanto ti piaccia Carlisle...siamo sull stessa barca,consoliamoci!XDXD Eh già,Bella è sfigata. Ma forse riuscirà a trovare la felicità in futuro,chissà... Grazie di tutto.
chiaretta90: un'altra che condivide il fenomeno sfiga-è-un-sinonimo-di-Bella-Swan!! Ahahah, poverina. Comunque ecco qui il seguito ;) Grazie infinite!
BellaSwan1994: hai capito tutto tu! Spero di non averti delusa e grazie per il commento positivo!;)


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Capitolo 4
*** Gioco di squadra ***



Capitolo 4


Era morta. Non si sarebbe più rialzata da quella terra bagnata per difendermi. Non si sarebbe più rialzata per riabbracciare Jasper o per stare con la sua famiglia. Nessuno avrebbe più avuto la gioia di vedere il suo visino sorridente,o di sentire la sua voce cristallina,tanto piacevole all'udito.
Perché?
Per quale maledetto e ingiusto motivo ero dovuta nascere?Perché gli altri si sacrificassero per me? Sulle mie spalle gravava il peso di troppe colpe,non volevo più vivere,se ciò significava rimanere costantemente schiacciata dal loro doloroso peso. Avrei voluto ringraziare Victoria: proprio lei mi avrebbe regalato ciò che desideravo. Anche se mi avesse torturata,avrei gioito all'idea di andare incontro alla morte... Il sonno eterno senza sogni,la fine di ogni angoscia,il risucchio di ogni ferita e ricordo nostalgico del cuore.
Dopotutto meritavo di soffrire. Avevo la certezza che prima o poi sarebbe tutto finito,sarebbe solo stata questione di resistere ancora un po',prima che il mio cuore si fermasse per sempre. 
Quei pensieri mi avevano invaso la mente in un lampo. 
Tanta era la fretta di Victoria di dedicarsi a me,che non si curò nemmeno di finire il corpo di Alice; fu una magra consolazione pensare che forse qualcuno le avrebbe fornito una degna sepoltura.
Mi sentii afferrare per i capelli da una mano di ghiaccio.
-Non hai idea di cosa ho in serbo per te...-,mi sussurrò con voce sadica,elettrizzata,che mi fece rabbrividire. 
- Otterrò la mia vendetta su quel bastardo di un Cullen! E tu pensa,avrò la soddisfazione non solo di aver ammazzato la sua ragazza,ma anche la sorella! Ricordati di ringraziare quella schifosa da parte mia quando la raggiungerai all'Inferno!- mi sputò addosso. 
Io non reagivo,tenevo gli occhi chiusi,ascoltavo la sua voce a un centimetro dal mio orecchio e la pioggia che mi ricadeva sugli occhi,come per bagnarli di lacrime che non avevo intenzione di versare.
Le unghie di Victoria affondarono nella mie guance. Spilli affilati e spessi premettero con forza e violenza bucandomi la pelle e  torturando la mia carne. Invece di bruciare di dolore,provai sollievo sentendo qualcosa di caldo e denso colare lungo il mio viso. Tuttavia quella squallida sensazione di benessere finì in fretta,perché l'acqua lavò via il sangue.
Poi accadde qualcosa di inaspettato,uno sconvolgimento,un'interruzione alla tortura che ancora non avevo minimamente patito. Fui sbalzata in avanti da un'ondata d'aria improvvisa. Come un burattino senza fili gettato a terra,caddi senza compiere un minimo gesto. Udii dei ringhi indistinti dietro di me e un colpo violento.
Avevo freddo,tanto freddo. Troppo. Il sapore del fango aveva invaso la mia bocca.
-Oh Bella,come sei ridotta!-
Sentii due braccia sollevarmi e avvolgermi in un abbraccio gelido quanto il suolo,ma che mi diede un senso di protezione infinita. Forse ero svenuta e avevo preso a sognare,perché proprio non riuscivo a spiegarmi cosa ci facesse Esme lì al mio fianco,in ginocchio. 
La botta alla testa mi aveva ulteriormente stordita. Si trattava sicuramente di un'allucinazione.
-Bella,stai tranquilla. Non ti farà più niente adesso.-,cercò di confortarmi accarezzandomi la fronte. Parlava anche,quell'allucinazione, e dalla voce sembrava addolorata.
-Bastardi! Voi Cullen siete sempre in mezzo ai piedi!- 
Era stata Victoria a parlare,furiosa.
- Ti conviene far sparire il tuo muso in fretta,se ci tieni a non fare la stessa fine del tuo compagno!- 
Quella voce roca e profonda mi fece prendere un colpo. Con chissà quali misteriose energie rimastemi in corpo,sporsi la testa oltre la figura di Esme,che mi fissava preoccupata,per vedere cosa stava accadendo.
Come mi aspettavo,vidi Emmet. Al suo fianco c'erano anche Jasper e Rosalie. Sentii il cuore gonfiarsi di commozione: com'era meraviglioso rivederli tutti!
I due fratelli erano in posizione di attacco davanti a Victoria,che si era rimessa in piedi,probabilmente dopo essere stata spedita a terra da uno di loro.
-Di solito non picchio le signore,ma siccome nel tuo caso si trattava di una schizzata assatanata,ho voluto fare un eccezione-,parlò nuovamente Emmet con un tono quasi-non mi venne in mente altra parola per descriverlo-...divertito. 
-Invece di scherzare,fatevi da parte,se non volete fare la fine della vostra schifosa sorella!-
-Oh mio Dio...-,udii mormorare Rosalie con voce angosciata. Proprio in quel momento aveva fatto caso al corpo senza vita della sorella che giaceva a terra poco più in là da loro.
-Alice...- 
Con un sussurrò straziato corse ad accasciarsi al suo fianco. Sentii Esme emettere un gemito e portarsi una mano alla bocca. Ma il dolore più grande fu vedere  Jasper voltare la testa impercettibilmente e fissare gli occhi sull'orrore che gli si presentava.
-No...no...-ripeté. 
-NO!-
Il suo urlo mi tagliò in due. Jasper prese a tremare violentemente. Poi accadde l'impossibile. Proprio mentre stava per avventarsi sulla vampira rossa,qualcosa colpì il suo bersaglio dietro la schiena. Rosalie aveva urlato,allontanandosi dal punto in cui fino a un istante prima si trovava...
Sentii una morsa attanagliarmi il petto e premere fino a sputare fuori ogni particella d'aria che avevo in corpo. Jasper si era bloccato a metà strada prima di scagliarsi su Victoria. Esme aveva urlato più forte di Rosalie. Io  ero rimasta paralizzata. 
- Oh...cacchio! Complimenti per il trucco mia cara sorellina,ma non farlo mai più,altrimenti Jasper impazzirà per lo shock!-
Come non dare ragione ad un incredulo e sorpreso Emmet?
Era in piedi, e aveva dato il ben servito a Victoria. Più bella,più esplosiva,più carica di prima:Alice era viva. E non aveva un solo graffio,le ammaccature sul suo corpo erano sparite.
-Ottimo Alice!-
Trasalii spaventata,la voce di Esme aveva assalito le mie orecchie.
Dentro di me si agitava un tornado di emozioni e di pensieri che si sorpassavano a vicenda. Ma che diavolo stava succedendo??
Victoria si teneva una mano premuta sul labbro ammaccato dal pugno che le aveva sferrato Alice,e fissava la sua avversaria con espressione scioccata.
-TU! Avrei dovuto finirti!-,strillò,i capelli zuppi di pioggia che le frustavano il viso.
-Fatti da parte,mostro! Siamo in troppi per te!-,le intimò Emmet minaccioso,levando in alto le braccia muscolose.
-Carlisle ed Edward sono in pericolo! Non chiedetemi spiegazioni e andate subito all'ospedale! Posso cavarmela da sola qui...-,dichiarò Alice.
-Che cosa??- Esme era andata nel panico.
- Non guardatemi tutti con quelle facce! Dovete muovervi immediatamente!-
- Io non ti lascio in balia di quest'essere...-,ribatté Jasper,immobile dov'era,con un tono di voce indecifrabile.
Victoria assisteva al loro discorso come se stesse guardando una partita di ping-pong,gli occhi color petrolio che saettavano da un Cullen all'altro.
-Ma non sarà sola!-,Rosalie si era rimessa in piedi,fronteggiando la vampira rossa con sguardo fiero,da vera predatrice.
- Se ci pensano i miei figli ad andare dagli altri, anch'io posso rimanere  qui a trattenere Victoria!- Esme era decisa.
I fratelli Cullen si lanciarono un occhiata d'intesa.
-Bella,tu devi andare con loro! Sei l'unica che può fermare Edward e Carlisle!-,richiamò la mia attenzione Alice.
Il dolore,il freddo e la stanchezza che avevo addosso erano dominati dall'ansia,dalla confusione e dallo shock. Con uno sforzo assurdo mi rimisi in piedi.
-Si...Si andrò con loro!-,esclamai con la voce arrochita dal gelo. 
-Forza piccola,zio Emmet ti carica in spalla, e non preoccuparti, zio Jasper si terrà a distanza!-
Emmet schizzò verso di me come un proiettile e mi issò dietro la schiena con facilità estrema. In confronto a lui mi sentivo più piccola e leggera di una piuma.
-State attente.-,si rivolse Jasper alle tre vampire.
Mi sfregai le guance bagnate per cancellare ogni eventuale traccia di sangue sul viso e mi tenni saldamente stretta ad Emmet.
-LEI NON SE NE VA!-,protestò Victoria collerica. Ma appena fece un passo verso di me,Alice,Esme e Rosalie le si pararono davanti. Un istante dopo mi ritrovai ad osservare il cielo nero punteggiato da rare stelle. Le orecchie mi si  erano tappate velocemente,ero imbottita di aria che si riversava contro il mio viso a raffiche impetuose. Gli alberi intorno a noi erano macchie nere indistinte,Emmet correva così in fretta che non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Avevo perso la sensibilità delle ossa,ma l'ansia e l'angoscia mi mantenevano lucida e sveglia. Fu un poco confortante constatare che aveva smesso di piovere.
E se fossimo arrivati troppo tardi? E se non li avessimo trovati all'ospedale? Trattenei l'impulso di vomitare e deglutii con forza,avevo la sensazione di aver mandato giù per la gola secca dei frammenti di vetro,che mi diedero una spiacevole sensazione di bruciore anche dopo aver raggiunto lo stomaco.
La corsa lampo finì bruscamente. Emmet si era fermato: ero certa che se qualcuno avesse strattonato la corda a cui ero appesa con un gesto secco e violento mentre facevo bungee jumping, avrei avuto meno nausea che in quel momento. 
L'ambiente intorno a me tornò a definirsi,riacquistando colori e forme.
Jasper ci aveva raggiunti e per precauzione era rimasto poco più distante da noi. Gli sorrisi imbarazzata,dalla sera del mio compleanno non lo avevo più rivisto. Lui ricambiò con un impercettibile movimento delle labbra e in quell'istante mi sentii pervadere da una strana calma: stava usando il suo potere.
-Grazie...-,mormorai talmente piano che un umano non mi avrebbe potuta udire. Emmet mi rimise a terra.
Eravamo a un paio di metri dall'edificio,nascosti tra gli alberi della foresta. Aveva smesso di piovere. L'ospedale sembrava tranquillo,intorno a noi regnava il silenzio.Tuttavia quell'atmosfera inaspettata m'inquietava.
- Bella,puoi dirci che sta succedendo? Perché Carlisle ed Edward sono in pericolo?-,mi domandò Emmet.
Presi un grosso respiro. -Perché Alice ha avuto una visione nella quale loro due...si ammazzano. E sono sicura che sia per cola mia.-
- Come sarebbe??Si stanno ammazzando!?Per colpa tua???-
Abbassai lo sguardo,senza sapere come rispondergli.
-Andiamo,se Alice ci ha visto giusto non abbiamo tempo da perdere.-,tagliò corto Jasper,diretto,e allo stesso tempo calmo,nel tono di voce.
Annuii e mi incamminai dietro di loro verso la strada,non dovevamo correre se non volevamo dare nell'occhio. Quando ci trovammo a circa una cinquantina di metri di distanza,sentimmo il rumore di qualcosa che andava in frantumi. Ci bloccammo tutti e tre.
Emmet e Jasper presero ad annusare l'aria,d'istinto mi allontanai un poco da loro.
-Per di qua!!-,ordinò Emmet,un istante dopo. 
Ci precipitammo subito dentro l'edificio. I fratelli Cullen urlavano per il corridoio di uscire fuori perché all'interno c'era un pericolo. Non mi accorsi nemmeno delle persone che ci passarono davanti.
-Via da qui! Uscite immediatamente!-
Appena furono certi che in quel corridoio non c'era rimasto più nessuno,Emmet e Jasper svoltarono rapidi come la luce a destra. Quando svoltai anch'io, loro erano spariti.
Il panico prese a farsi inesorabilmente strada dentro di me,privandomi di ogni briciolo di autocontrollo che mi era rimasto.Vidi passare una donna in camice bianco che urlava spaventata.
-Cosa sta succedendo!? Che ne sarà dei pazienti!?!-
La sorpassai incurante,ero egoisticamente intenzionata a trovare Carlisle ed Edward. Fortunatamente avevo raggiunto subito i due fratelli. Dalla stanza vicino a cui si erano fermati,si udivano rumori violenti. Emmet sferrò un calcio alla porta per aprirla. Io mi ci tuffai letteralmente dentro e mi ritrovai avvolta dal buio. Sentivo due presenza ringhiare come due animali incattiviti sul pavimento.
-NOOOOOOOOOOOO!!!!! FERMI!!!!!-,urlai con più fiato di quanto ne avessi in corpo. Mi accasciai in ginocchio,la luce lunare che filtrava nella stanza,priva di finestre, aveva illuminato i loro volti madreperlacei.
Emmet e Jasper si precipitarono a separarli e a tenerli fermi da in piedi.
-CHE DIAVOLO…STATE FACENDO!!??!?- strillai isterica,le lacrime che mi annebbiavano la vista.
Continuavo a piangere,vedere con i miei occhi lo scompiglio che ero in grado di creare intorno a coloro che amavo mi dilaniava di un dolore bruciante e acuto,un dolore che mi faceva sentire macchiata dentro di colpe e peccati.
-GUARDATEMI! GUARDATE QUELLA PER CUI VOI,PADRE E FIGLIO,STATE LOTTANDO L’UNO CONTRO L’ALTRO! CHE COS’HA DI COSì SPECIALE!?  NIENTE,NON HA NIENTE!! E’ UNA SEMPLICE,INSIGNIFICANTE UMANA!…E TUTTO QUESTO NON HA SENSO!-
Non riuscivo più a ragionare,stavo sputando fuori tutte le incertezze che mi ero andata a creare stando con Edward e quando avevo avuto modo di scoprire che anche Carlisle provava qualcosa per me. Esisteva una parola che avrebbe potuto definire quel sentimento scaturito tra me e quest'ultimo? 
Passione? Desiderio? Tradimento? Amore?
Mi fissavano senza emettere un suono,con il loro viso d’angelo,ma allo stesso tempo attraente e tentatore come quello di un demone,un essere  che richiamava il proibito…il rischio…il dubbio…la sofferenza.  Le loro espressioni erano indecifrabili,la luna li rendeva ancora più belli e irreali.
-Volevate andarvene…Fatelo. Ve lo sto chiedendo per favore,sono io a supplicarvi di farlo. Non riesco a spiegarmi cosa ci troviate in me. Non ce la faccio! E’ assurdo! Non sono io ad essere in pericolo,ma voi! Sto distruggendo la vostra famiglia,e non voglio che ciò accada! Non sarò io a dover dimenticare voi,ma voi a dover dimenticare me. Smettetela di lottare…per me. Non ne vale la pena.-
Parlavo nel buio,respirando affannosamente,le mia stessa dichiarazione mi aveva procurato una ferita letale. Mi stavo facendo del male da sola. Perfino Emmet e Jasper erano rimasti senza parola. I miei singhiozzi erano l'unico rumore presente probabilmente a distanza di chilometri. Lo spettacolo che mi si presentava davanti era agghiacciante: la scrivania era spaccata in quattro parti,un'enorme mensola era ricaduta distrutta a terra,probabilmente riversando centinaia di medicine in ampolle di vetro,responsabili dell'odore nauseabondo che aveva reso l'aria irrespirabile. Il muro sembrava sul punto di crollare:la carta da parati era stata staccata dove la languida luce lunare rivelava i segni del passaggio di unghie,simili a quelle di un orso,e qua e la si erano formati dei buchi enormi. 
A poco a poco sentii che il mio respiro stava tornando regolare,forse grazie al potere di Jasper,forse grazie al silenzio che aveva riordinato i miei pensieri.
-Bella...-
Quella voce. Così...indescrivibile. Una voce che mi dava un senso di pienezza. Una voce talmente bella che qualsiasi parola o paragone sarebbe stato riduttivo per definirla.
Alzai lentamente lo testa per guardarlo negli occhi,con la paura di farmi male,di sentire l'elettricità in corpo.
"Carlisle...". Non avevo la forza né il coraggio  di pronunciare il suo nome. Sapevo cosa mi stava dicendo il suo sguardo: che non aspettava altro che fossi io a implorare lui ed Edward di andarsene. Non avevo bisogno di leggergli nel pensiero per capirlo.
- Carlisle io vedevo ciò a cui pensavi...-
Spostammo tutti e quattro gli occhi su di Edward.
-Ero...talmente occupato a pensare a come dirti addio...che non mi ero accorto del cambiamento tra di noi...-. Ora era rivolto direttamente a me,le iridi dorate che brillavano debolmente,tristi,stanche...rassegnate. Pendevo dalle sue labbra. Volevo che continuasse a parlare,volevo sentire cosa aveva da dire. Ma non potei,perché improvvisamente i quattro vampiri furono attirati da un rumore in lontananza e iniziarono ad agitarsi.
-Svelti,dobbiamo andarcene da qui!-,ci intimò Carlisle. -Stanno arrivando gli agenti della polizia.-,mi spiegò.
Balzai in piedi,attenta a non sfiorare i vetri sul pavimento. 
Charlie...Cosa avrebbe pensato mio padre quando mi avrebbe vista? Forse non  avrebbe fatto una piega,non avrebbe trovato nulla di straordinario nel vedermi ancora una volta protagonista di un incidente.
- Ragazzi,prendete Bella e andatevene via passando per il bosco. Io resterò qui. Qualcuno dovrà occuparsi delle persone che non sono potute uscire dall’edificio,saranno scioccate.-
-Ma come la metterai con la polizia?-,domandò Emmet.
- Lasciate fare a me.-
- Te la caverai. E' un buon piano,riuscirai a convincerli- Edward si era rivolto a Carlisle con tono incoraggiante,probabilmente dopo avergli letto nel pensiero. Il cuore mi si rigonfiò: se loro due avessero messo da parte il loro contrasto avrei ottenuto tutto ciò che desideravo.
- Andate.-
E in quel momento,ebbi l'angosciosa,disperata sensazione,che non avrei mai più riudito la voce di colui che amavo: la voce di Carlisle
.

************


Spazio dell’autrice: io stessa sono la prima a dire che questo capitolo lascia parecchio a desiderare,ma non preoccupatevi,mi farò perdonare con il prossimo! A quanto pare Bella è disposta a rinunciare sia a Carlisle che ad Edward. Le carte in tavola si sono capovolte:ora è lei a implorarli di andarsene. Si ‘ creato un gran bel caos(tutta colpa della mia mente contorta…)
Passo ai ringraziamenti:

chiaretta90: ahahah,se ti sei incuriosita maggiormente mi ha solo fatto piacere! Come vedi adesso il capitolo è sistemato. Grazie infinite ^^
Streghetta89: grazie mille! Be' si,quella scena in New Moon diciamo che mi ha esortato a scrivere questa storia,anche se era da tempo che avevo in mente di farne una su questa coppia affascinante. Non sei la sola a pensare che Carlisle sia affascinante XD
Stefy_ : spero tu abbiapotuto risolvere il problema,dopo che ho aggiustato l'impostazione del testo. Mi fa piacere sapere che anche a te piace la storia,spero continuerai a seguirmi ^^
AshG : non avrei mai fatto morire Alice,nemmeno se Bella fosse stata destinata a sposare Mike! Alice è la mia preferita,e non si tocca. Contenta? XD Bella e Carlisle insieme...non è detto,bisogna aspettare e vedere. Grazie per il tuo sostegno come sempre!
Florence: mi fa immensamente piacere sapere che mi seguirai. Ho letto il prologo della tua storia e devo dire che mi intriga parecchio. Quando avrò finito di scrivere la mia,correrò a leggerla subito!! Mi riempie di gioia sapere che qualcun'altro sta sviluppando una Bella/Carlisle. Ho visto che la tua è lunghissima,complimenti!!
SIXY: Alice non è morta,come puoi vedere;) Era solo una tattica. Grazie dei complimenti!!
Un grazie infinite anche a voi,che mi esortate a continuare questa storia con più entusiasmo ^^


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Capitolo 5
*** Il giorno fatale ***


Capitolo 5


Il vento profumato mi solleticava le guance e giocava con i miei capelli,facendoli danzare armoniosamente. Il sole brillava intenso e luminoso,distendendo i suoi raggi ad abbracciare il cielo e la terra. Sentivo la sabbia sotto i piedi,calda e sottile. I miei occhi erano rapiti dal favoloso scenario che mi si presentava davanti: una distesa azzurra e sconfinata,limpida e luccicante di oro. Avanzai lentamente verso di essa,attratta dal suo colore. Mano a mano che mi avvicinavo capii che quello era il mare. L'odore della salsedine inebriava il mio respiro.
Era incredibile...Mi sentivo in pace. Osservavo la superficie perfetta,immobile e tranquilla,che si spaziava immensa di fronte a me. Non vi era una sola nuvola all'orizzonte. Ero l'unica presenza su quella bianca spiaggia. Più camminavo,più i leggeri suoni che mi accarezzavano le orecchie si facevano strada in me; erano piacevoli e cullanti sussurri che avevano interrotto il silenzio circostante con delicata dolcezza.
"Cosa c'è? Cosa volete dirmi?"
Avevo voglia di fare un bagno,di immergermi in quelle acque così invitanti,sentivo che se l'avessi fatto,avrei conosciuto il significato di quei sussurri simili a sospiri che mi dovevano avvertire di qualcosa.
Poi un raggio di sole mi colpì in pieno viso e mi investì con la sua luce. Dovetti spostare lo sguardo dall'azzurro che mi circondava per non rimanere accecata. Il colore del sole mi ricordava qualcosa di speciale,qualcosa che mi era familiare.
Ma cosa?
Formulare quel pensiero mi costò caro,sentii un'onda lieve,ma forte e veloce,crearsi nel mio petto,e rievocare un senso di confusione e di malinconia,come se mi mancasse qualcosa d'importante. Qualcosa che avevo lasciato indietro.
Mi accorsi che nel mare si erano formate qua e la deboli onde che ne increspavano appena la superficie.
Ormai ero quasi arrivata a riva,presto avrei saputo cosa volevano dirmi i sussurri che sentivo. Diedi un ultimo sguardo al cerchio dorato del sole e a quel punto il paesaggio davanti a me si sciolse in una macchia di colori indistinti.
I sussurri si trasformarono in un ronzio pigro e continuo. Riconobbi il rumore che producevano le ruote di una macchina sulla strada.
La  mia vista era stata aggredita dal faro di un auto di passaggio che mi aveva ridestata dallo stato di dormiveglia in cui era sprofondata. Con delusione constatai che ero tornata alla realtà e che avevo abbandonato il limbo sicuro e protettivo dei bei sogni.
Mi stiracchiai lentamente e feci un piccolo sbadiglio. Intravidi Jacob voltare la testa verso di me per un attimo e sfoderare un sorriso a trentadue denti.
-Bentornata dormigliona.-
Gli risposi con un altro sbadiglio. - Scusa. Mi sono stancata tantissimo oggi. Peccato per poco fa,stavo facendo un sogno meraviglioso.- Il tono della mia voce era basso e impastato dal sonno.
- Be' non capita tutti i giorni di festeggiare fino a notte fonda il conseguimento del diploma!-,rise il mio migliore amico,lo sguardo attento alla guida.
-Già,e per fortuna...-,risi anch'io.
Ma quella notte-allora non lo immaginavo,durante il viaggio di ritorno a casa- non era ancora finita,e lo avrei scoperto presto. Ancora non sapevo che quella fatidica notte avrebbe fatto ricongiungere due mondi,che avrebbe segnato una data importante nella storia della mia vita,ché avrebbe riaperto uno squarcio doloroso dentro di me,risvegliando ricordi che mi avrebbero tentata con il loro profumo irresistibile...Ricordi che avevo soffocato in un angolo remoto della mia memoria, ricordi assopiti,apparentemente dimenticati. Brandelli di ombre lasciate alle spalle che sarebbero diventate frammenti di luce verso la svolta positiva della mia esistenza.

*********

-Grazie per avermi riaccompagnato a casa,Jake.-
-Figurati-
Mi sorrise. Lui c'era sempre per sorridermi. Era meraviglioso pensare che ci sarebbe sempre stato. Nonostante il mio rifiuto,nonostante gli avessi fatto capire che non avrei mai potuto amarlo come voleva lui,Jacob era rimasto con me,e io non avevo perso il mio migliore amico.
-Vuoi fermarti a bere qualcosa di caldo? Stanotte Charlie non dirà niente anche se è tardi.-
-Perché no? Certo che mi fermo!- Detto questo smontò dalla macchina e così feci anch'io,barcollando sui miei piedi da papera.
Crack.
Jacob aveva chiuso la sua Peugeot. Notai che aveva storto il naso con una smorfia infastidita,ma non vi diedi troppa importanza,evidentemente c'era un cattivo odore nell'aria. Ci incamminammo per il sentiero bagnato e cosparso di sassolini. Quando entrammo in casa,con sorpresa sentimmo che Charlie era ancora sveglio e che aveva la tivù accesa. L'uomo che parlava in sottofondo,a giudicare dalla voce,sembrava molto sensuale.
Io e Jake ci lanciammo un'occhiata.
-Ma non starà guardando un film porno,spero?-,sussurrai.
Jacob prese a ridere sotto i baffi.
Rumore di passi. Era Charlie.
-Oh,siete tornati. Bella,a quanto pare qualcuno ha pensato di venire a farti una visita notturna.-
Notai che il suo tono di voce era un alquanto seccato. Una figura fece la sua comparsa accanto a mio padre. Rimasi interdetta.
- Buonasera Bella.-
Spalancai la bocca. A quanto pareva la voce incredibilmente sensuale non proveniva dalla tivù,ma dallo sconosciuto che mi aveva appena salutata.
-Buonasera anche a te.-,si rivolse a Jacob.
Era alto e slanciato,bene piazzato,abbastanza da far tremare di paura chiunque gli si fosse trovato di fianco-ovviamente tutti tranne mio padre. Indossava un giubbotto di pelle e dei jeans neri che contrastavano con il colorito diafano del viso e delle mani. Quell'accorgimento mi fece sentire una fitta al cuore.
-Bella,conosci quest'uomo?-
Mio padre aveva un tono estremamente sospettoso e irritato,se gli avessi detto "No,non so chi sia",ero certa che avrebbe immediatamente sbattuto fuori l’ospite indesiderato,senza curarsi della  sua stazza.
Lo sconosciuto mi fissò con uno sguardo significativo,un messaggio era scritto nei suoi occhi.
Quegli occhi. Occhi dorati.
Una frusta di fuoco risalì dal mio petto fino alla gola e mi fece rabbrividire per lo shock e la sorpresa.
Precipitai nel vuoto ,fu come se fossi andata a conficcarmi in uno spuntone di roccia che mi aveva mozzato il respiro. Faceva male...Tutto faceva incredibilmente male. Le gambe mi tremavano,fu solo per fortuna che non cedettero,almeno un briciolo di forza e di lucidità ero riuscita a tenermelo stretto.  Desideravo parlare a quell'uomo a tutti i costi,una speranza dimenticata si era riaccesa in me,un dolore che non ero mai riuscita a sopprimere si era manifestato nella sua devastante pienezza.
-S-si.-,mi decisi a rispondere.
Charlie era semplicemente allibito. Descrivere l'espressione di Jacob in quel momento era impossibile.  
Jacob...In quel momento capii perché aveva fatto quella smorfia prima di entrare in casa: aveva sentito l'odore di un...vampiro.
Vampiro.
Pensare a quella parola fu come ricevere un'altra frustata alla schiena.
- Per favore,avrei bisogno di parlare un momento da sola con lui...-
La mia voce era irriconoscibile,rauca e distanziata dalla realtà in maniera abissale.
Ero certa che lo sconosciuto fosse proprio ciò che temevo,lo confermava la smorfia disgustata scolpita sul viso di Jacob.
-Dammi solo un minuto.-,dichiarò mio padre secco. Rimasi di stucco per la facilità con cui ero riuscita a convincerlo.
Poi lo rividi spuntare nel corridoio e caricare il fucile che teneva sotto braccio come se si stesse tranquillamente allacciando le scarpe.
Alzai un sopracciglio con aria di disapprovazione,sentendomi in imbarazzo. "Come non detto...D'altronde si sa che i padri sono protettivi..."
Lo sconosciuto non parve per nulla intimidito o spaventato dal gesto di mio padre,un sorriso spettacolare come un fuoco d'artificio al tramonto si distese sul suo viso.
- E' giusto prendere precauzioni per ogni evenienza. Sappia che appoggio pienamente il suo gesto.-,gli disse con un tono cordiale e pacato.
Sembrava serio,per nulla ironico. Ma mio padre non era del mio stesso avviso,a giudicare dalla sua espressione corrucciata .-Jacob,vuoi rimanere in salotto con me,intanto?-
- Rimango volentieri.-,rispose lui con un tono più simile ad un ringhio.
Sospirai ed avanzai per dirigermi in cucina,il vampiro mi seguì e quando ci fummo entrambi seduti lui iniziò a parlare. -Perdona la mia visita inaspettata...-
- E indesiderata-,grugnì mio padre dal salotto.
Mi alzai di scatto e richiusi la porta della cucina con uno sguardo assassino.
- Non prendertela con lui. E' comprensibile che si comporti così. Dopotutto i miei trentacinque anni li dimostro. C'è una bella differenza di età fra me e te.-
Rimasi interdetta. Ma in effetti a guardarlo meglio si capiva che non era più un ragazzo giovane.
Era da tanto che non avevo la possibilità di osservare qualcuno di così bello e straordinario,qualcuno così inumano,diverso dalle altre persone. Avevo paura che si trattasse ancora di un sogno,non mi attentavo a sbattere le ciglia,temevo che se l'avessi fatto lui sarebbe scomparso.
Invece mi sussurrò qualcosa a voce bassissima.
- Mi chiamo Heron.-
Mi risedetti,sempre senza staccargli gli occhi di dosso. -Sei...sei veramente un...-,tentai di chiedergli. Ero talmente emozionata e sconvolta che il mio cervello non ragionava più:anche se si fosse trattato di un inganno,mi sarebbe bastato sapere che il tizio di fronte a me fosse un vampiro per voler restare a parlare con lui e ad osservarlo in eterno.
- Si,sono un vampiro,proprio come avevi pensato.-,mi rispose.
Dio...
-Ripetilo.- Dovetti fare un grosso respiro,sentivo la testa fasciata,il cuore era congelato. Ebbi la necessità di chiudere gli occhi e di rifugiarmi nella rassicurante uniformità di una vista completamente nera,mille pensieri sciaguattavano nella mia mente e litigavano fra di loro. Dovevo solo riaprire gli occhi,e lui non ci sarebbe stato più.
Avrei rischiato di perdere un opportunità unica non trovandolo più ,ma non avevo assoluta intenzione di tornare a sprofondare nello stato apatico che avevo abbandonato da cinque mesi,ne di patire le pene dell'inferno per i ricordi del passato che si stavano risvegliando a causa della sua presenza.
-Sono un vampiro.-
Sentii una vocina dentro di me urlare di gioia "Si! Si!!". Un'altra protestare furente,terrorizzata,ansiosa:quest'ultima rispecchiava la parte debole e indifesa di me,quella che non aveva la forza di tornare a vivere nel dolore,quella che avrebbe voluto scappare via da Heron.
- Conosco una parte del tuo passato. Sono venuto qui per chiederti qualcosa che forse potrebbe indurti ad odiarmi.-
Quella pelle d'avorio,così luminosa...Avrei voluto toccargli le guance per sentire se erano fredde e marmoree come ricordavo le Sue. Nessuna allucinazione o apparizione in sogno che avevo avuto di Loro, poteva competere con Heron,nessuna di esse aveva mai mostrato l'incanto e il fascino arcano di quei particolari occhi dorati che  possedevano i vampiri. Guardare un vampiro in carne ed ossa era tutta un'altra cosa.
-Bella? Mi stai ascoltando?-
Altro che accarezzare il velluto,udire  la sua voce equivaleva a baciarlo,il velluto.
-Come sai il mio nome?-
- La risposta alla tua domanda è il motivo per cui sono venuto a cercarti. Lo ripeto,probabilmente mi odierai una volta che avrò finito di raccontare. Ma devo chiederti di ascoltare. E’ importante che tu sappia.-
Annuii. –Ti prego,racconta.-
Se lui mi conosceva...significava che...
Ero talmente bloccata che non riuscivo nemmeno a pensare "Si,è proprio così". Volevo scoprire il piacere di sentirmelo dire e confermare da qualcun'altro.
- Io sono il compagno di Esme Cullen.-
Questo non era esattamente ciò che mi stavo aspettando.

**********

Spazio dell’autrice: questo breve capitolo è solo di passaggio. Ma nel prossimo ci saranno le risposte che state cercando,garantito e assicurato. Lo giuro lo giuro! XD  A quanto pare non è venuta fuori una storia di tre o quattro capitoli come mi prospettavo,spero che la cosa non vi dispiaccia! Ah,a proposito: se volete farvi un'idea di Heron immaginatevelo come Jared Leto,altrimenti come vi pare a voi ;)
Me lo lasciate un commentino,verooooo??? ;)
Come sempre ringrazio tutti per il sostegno^^
AshG : grazie per le tue parole,sei troppo buona,ma preferisco non illudermi,anche se mi fa piacere che la mia storia ti abbia presa così tanto^^ In alcuni casi,quando ne vale veramente la pena,è come dici tu: non si può non amare per il bene degli altri,è una cosa incredibilmente triste. Ah,ricorda che non ho mai pensato di far morire Alice sin dall'inizio. Lei è mitica *_* Ancora grazie infinite ;)
chiaretta90:si,povera Esme,sarebbe stato un trauma la morte di Alice. E prova a pensare a come avrebbe reagito Rosalie! Sicuramente avrebbe ucciso Bella XDXD Spero che la tua curiosità non sia svanita. Grazie mille ;)
E come sempre,un grazie infinite a tutti voi:

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Capitolo 6
*** Immortale ***


Capitolo 6


Cullen.

Sentir pronunciare quel nome mi fece effetto. Era assurdo. Aveva mai fatto parte di me? Lo conoscevo? Non ne ero sicura. Eppure la reazione che ebbi dopo averlo udito dimostrava che da qualche parte,dentro di me,c'erano dei ricordi che avevano a che fare con esso. Possibile che fossi stata così brava da dimenticare le sensazioni e i sentimenti legati a quella parola? Probabilmente no,altrimenti sarei dovuta rimanere fredda e impassibile di fronte ad Heron,cosa che non era accaduta: mi sentivo annebbiata,avevo la sensazione di essere stata catapultata in un'altro mondo,estraneo alla cucina di casa mia,un mondo estraneo alla mia casa,alla mia vita,al mio presente.
In realtà ero solo riuscita a prendere alcuni frammenti del mio passato  e ad impacchettarli con cura in un angolino nascosto ed ignorato della mia memoria. Ma non avevo mai dimenticato. Non avevo mai cancellato nulla,perché non ne ero stata capace.
E quella notte qualcuno era venuto alla ricerca di quel pacchetto per riaprirlo al posto mio,creando una voragine dentro di me che mi avrebbe sconvolto anima,corpo e mente.
Heron mi stava sbattendo in faccia il loro nome.
Allora esisteva.
Allora il mio passato era esistito,non ero impazzita,non avevo vissuto in una favola  struggente. Loro c'erano stati.
Finalmente,dopo secoli di trepidante attesa,trascorsi in un silenzio di angoscia taciuta a tutti coloro che mi erano rimasti vicino,ero riuscita a spannare i vetri della finestra che continuava ad apparire nei miei sogni. Finalmente riuscivo a vedere cosa vi era oltre…
Un salotto accogliente,le fiamme scoppiettanti di un caminetto acceso e i Cullen là riuniti,in un'assoluta atmosfera di pace e armonia.
La fase di annebbiamento interiore era terminata. Una corrente rapida scrosciava incessantemente dentro di me,spazzando via tutto ciò che incontrava. Eccetto loro:loro erano rimasti fissi nella mia mente,in quel salotto accogliente.
Potevo rivedere e toccare il ricordo dei loro visi,potevo riviverlo,tanto era intenso. I loro volti diafani e ridenti,gli occhi dorati e sfavillanti,di una bellezza e di una profondità angosciante....
La chioma color caramello  e l'espressione dolce di Esme,l'aria vivace di Emmet,i lineamenti espressivi di Jasper e i suoi capelli color miele,il viso accecante di Rosalie...
La risata stupefacente di Alice......
Il sorriso sghembo di Edward,sbalorditivo e mozzafiato...
...E tutto di lui...
Lo sguardo di un fascino universale. La musica che usciva dalla sua voce. Ogni movimento del volto. Ogni linea del  suo profilo. E il turbine di emozioni che era in grado di scatenarmi.
Nell’immagine che vedevo lui e la sua famiglia erano uniti e felici. Ma io non potevo entrare in quel posto che sentivo di voler chiamare casa,potevo solo restare a guardare attraverso la finestra.
Allora che senso aveva avuto adoperarsi per ripulire quel vetro dalla neve? Mi ero gelata le dita,mi ero fatta del male… E cosa avevo ottenuto? Ero rimasta sola,tagliata fuori.
La neve …bianca e fredda come i loro corpi…
I ricordi erano così forti che mi sentivo veramente intorpidita. Poi mi accorsi che Heron mi stava abbracciando,e che era lui ad essere freddo. E un istante dopo mi accorsi anche che stavo piangendo silenziosamente,le lacrime avevano iniziato a scendere sulle mie guance senza preavviso. Mi risvegliai dal mio sogno ad occhi aperti.
- Questo basta a darmi una conferma: tu sei Isabella Swan.-,disse Heron con tono comprensivo.
- E tu sei il compagno di Esme?-,gli domandai con voce tremante.
-Si,esatto. Lascia che ti spieghi dall'inizio... O non te la senti?-
Mi scostai da lui e gli feci capire che poteva tornare a sedersi al suo posto.
- Voglio ascoltarti.-,sentenziai . Poi esitai. -Credo che dovremmo fare una lunga chiacchierata. Non riesco a stare tranquilla al pensiero di Charlie e Jacob dietro la porta.-
- Possiamo rimandare a qualsiasi luogo e giorno tu voglia.-,mi assicurò Heron.
- No no - mi venne l'ansia solo a pensarci- adesso fingi di andartene. Io dirò a loro che vado a dormire. Lascerò la finestra della mia camera aperta,così potrai entrare da lì.-
- D’accordo. Ma prima asciugati gli occhi.-,mi avvertì.
Obbedii e me ne tornai in salotto,seguita da Heron. Charlie e Jacob stavano borbottando tra di loro seduti sulla poltrona.
-Charlie,puoi rimettere via il fucile,Heron se ne va.-dal tono della mia voce trasparì un velo d'agitazione.
- ...Jake,sono molto stanca. Ti dispiace...?-
-No no,figurati Bella.- Jake capì al volo e balzò in piedi. - Mi fermerò un'altra volta. Ho  fatto una lunga chiacchierata con Charlie-
Mi accorsi che dal naso non stava più respirando.
-Buonanotte a tutti.-,salutò,poi mi lanciò un'ultima, breve occhiata significativa,e uscì dalla porta.
Mi sentii in colpa,probabilmente Jacob sapeva che Heron non se ne sarebbe andato. Ero sicura che mi avrebbe sorvegliata nascosto tra gli alberi della foresta. Ma mi ricredetti quando sentii il rumore della sua auto accesa che si allontanava lungo la strada. Ma era meglio così,dopotutto.
Quando anche Heron ebbe salutato Charlie,mi trascinai immediatamente su per le scale,evitando così di dover dare delle spiegazioni a quest'ultimo. Corsi in bagno a sciacquarmi  la faccia e i denti,mi tolsi i tacchi e il vestito blu che avevo indossato alla festa e mi infilai il pigiama. Ero sfinita,ma in quel momento la stanchezza era apparentemente svanita. Era qualcos'altro che mi martellava la testa: l'ansia,condita dalla paura di ciò che presto avrei scoperto.
Entrai in camera,mi infilai pazientemente sotto le coperte e aspettai di sentire Charlie andare a dormire. Mi sarebbe bastato chiudere  gli occhi una sola volta,e non li avrei più riaperti fino alla mattina successiva. Tuttavia li tenni spalancati e restai con le orecchie tese per dieci minuti buoni. Quando fui certa che niente avrebbe più potuto intralciare la mia conversazione con Heron,sgattaiolai ad aprire la finestra. Un istante dopo lo vidi arrampicarsi con facilità e disinvoltura ed entrare nella mia camera.
Provai una fitta di nostalgia. Era quasi ridicolo pensare che un anno prima era Edward Cullen ad entrare da quella finestra. E da un po' di tempo aveva preso l'abitudine di farlo anche Jacob, io e lui rimanevamo a parlare fino a notte fonda del più e del meno,soprattutto di Sam e degli altri nostri amici.
E ancora una volta era un vampiro ad entrare da lì...
Richiusi la finestra,scacciando quel pensiero. Il cuore mi tamburellava come se mi trovassi di fronte al giudice che avrebbe stabilito se meritavo di finire al Paradiso oppure all'Inferno. Misurai la stanza a grandi passi  facendo dei grossi respiri,poi mi feci cadere sul letto a sedere.
Heron si accomodò per terra,dichiarando di preferire il freddo pavimento,e si mise a raccontare.
-La mia storia inizia circa un anno fa. Allora ero un abitante di Forks. Ricordo ancora il rumore incessante della pioggia che cadde quella sera,quasi a simboleggiare che per me qualcosa sarebbe cambiato per sempre... -
La voce di Heron aveva un timbro sabbiato,era gradevole e delicata.
- In quel periodo ero ricoverato all'ospedale da circa due mesi. Ero rimasto paralizzato alle gambe a seguito di un incidente in macchina e, come se non bastasse,soffrivo di crisi epilettiche dalla nascita.-
Raggelai. Heron mi guardava negli occhi,ma sembrava che non mi vedesse realmente,assorto nel suo mondo.
- Ero nel mio letto,quando sentii in lontananza il rumore di un vetro che andava in frantumi. Nel corridoio qualcuno si domandò cosa fosse successo. Pensare di essere chiuso in quella stanza,solo e incapace di muovermi,mi mandò nel panico. Poco dopo partirono le urla. "Uscite fuori immediatamente!",sentivo ripetere da un ragazzo.-
Avevo la pelle d'oca. Lacrime salate avevano ricominciato a rigarmi il volto,non so se per la triste storia di Heron, o se per il brusco tuffo indietro nel passato che avevo appena fatto.
Anch'io quella notte ero all'ospedale. Ci ero arrivata con Emmet e Jasper. Era incredibile pensare che anche Heron fosse stato lì. Era da brivido ascoltare la versione dei fatti accaduti da qualcun'altro.
- Fu allora che ebbi una crisi,secondo quanto mi fu raccontato. Ma non c'era nessuno che mi potesse aiutare. Quelli furono gli attimi più brutti di tutta la mia vita...-
Ascoltavo rapita,toccata dalla veridicità di quelle parole,e dai sentimenti che ne trasparivano.
- E' stato Carlisle a salvarmi.-
Sentire il suo nome mi fece mancare l'aria. Non era un sogno,era tutto vero. Dopo tutto quel tempo senza sapere niente di lui, scoprii che non ero più abituata a sentir parlare di lui. Era una gioia unica per il cuore,ma allo stesso tempo un dolore che mi assaliva a fitte sempre più intense.
Era una speranza segreta che si riaccendeva. Ma forse dovevo aspettare il seguito della storia prima di esultare.
- Conservo immagini confuse e frammentarie di ciò che accadde dopo. L'agonia e la sofferenza sono tutto ciò che ricordo perfettamente. E' stato proprio Carlisle a raccontarmi tutto,mesi dopo,quando glielo chiesi.-
- Lui...Carlisle...- mi ero dimenticata della magnificenza e della musicalità di quel nome,di quanto scorresse bene sulla lingua-...è stato lui a trasformarti in un vampiro?-
-Si,hai indovinato. E so cosa successe con te...-
Si fermò un istante,attento alla mia reazione.
-Continua,per favore-,lo esortai,quasi implorante.  
Inarcò appena il sopracciglio sinistro,con sguardo pensieroso. Le labbra gli si incurvarono leggermente all'insù da un lato. I vampiri erano di una bellezza mozzafiato in ogni gesto che compivano,pensai.
Heron riprese a raccontare. -A quanto pare,dopo che tu te ne andasti,Carlisle dovette vedersela con gli agenti di polizia. Inventò la scusa che un orso aveva distrutto il suo studio. Nonostante non si trattasse di una scusa eccellente,poiché meditata in qualche secondo,gli agenti crederono che fosse la verità.-
Ripensai ai graffi sulle pareti lasciati da Edward e Carlisle. Quelle immagini erano scolpite nella mia mente,non le avrei mai potute cancellare,perché facevano parte dell'orrore che tutti avevamo vissuto quella notte. Probabilmente erano stati quelli a convincere gli agenti,tra cui Charlie,riguardo la storia dell’orso.
-Dopo che la polizia se ne fu andata,Carlisle si offrì di ripagare i danni e restò tutta la notte ad occuparsi dei pazienti. Alcuni erano rimasti scioccati da ciò che era successo,e in mezzo  a loro c'ero io.
Sin dal primo giorno che avevo visto Carlisle,avevo capito che in lui c’era qualcosa di diverso,che lo distingueva dalla massa. Carlisle trasmetteva ai suoi pazienti un’energia che nessun’altro medico riusciva a donare. Avevo la sensazione di essere finito in buone mani. Tuttavia non avrei mai immaginato quale fosse la sua vera natura. Lo scoprii quella notte stessa.
Avevo continuato ad avere delle crisi ininterrottamente,il mio cuore non avrebbe retto ancora a lungo. Io volevo disperatamente vivere. Allora Carlisle assicurò che si sarebbe occupato di me. Avevo la certezza che lui fosse speciale,che lui avrebbe potuto fare un miracolo. Mi portò in una stanza separata dalle altre,dove era sicuro che nessuno avrebbe potuto vedere o sentire. Mi praticò delle ferite,che,secondo quanto mi disse,furono inflitte a lui stesso quando venne trasformato in vampiro. Passai tre giorni d'inferno,inimmaginabili anche negli incubi più raccapriccianti. Carlisle mi aveva morso portando il suo veleno nel mio sangue,ed io ero diventato un vampiro.
La mia vita da umano era finita per sempre. Dovetti dire addio agli amici e ai parenti,ma nonostante questo,non mi pentirò mai di essermi affidato a Carlisle.
Appena la mia agonia post trasformazione cessò,conobbi la famiglia Cullen. Alice,Edward,Emmet,Jasper,Rosalie…ed Esme. Esme,l'amore assoluto della mia esistenza...-
Gli occhi di Heron a quel punto si accesero di una bellezza ancor più disarmante,l'oro delle iridi era diventato più vivido e brillante. Mi accorsi che un mezzo sorriso era comparso sulle mie labbra,mentre ascoltavo le sue dolci parole.
-Sin dal primo istante in cui la vidi capii che per me lei sarebbe stata ancor più speciale di Carlisle. Mi dissi che quella creatura meravigliosa avrebbe fatto parte del mio futuro,della mia nuova vita. Me lo sentivo. E’ buffo pensarlo,chi non vive la mia esperienza in prima persona può vedere la cosa come ridicola e infantile. Nel mio caso si trattava di qualcosa di diverso dal colpo di fulmine,non ero rimasto ammaliato esclusivamente dall'aspetto esteriore di Esme,ma anche dal modo in cui si pose nei miei confronti. Mi accolse in famiglia con innata benevolenza,sicuramente con più facilità di Rosalie.-
Risi piano,lo credevo bene.  
- I miei primi mesi da vampiro furono duri,faticai molto per imparare a resistere all'odore del sangue. In quel periodo ero sempre scontroso e non riuscivo ad integrarmi nella mia nuova famiglia. L'unica che riuscì ad occuparsi di me oltre a Carlisle,fu proprio Esme. Quando gli altri andavano a lavorare,io e lei rimanevamo soli a casa. Esme non si diede mai per vinta con me,non si stancò mai di rivolgermi sorrisi gentili e carichi di determinazione anche quando le rispondevo in malo modo. Più il tempo passava,più capivo che la sua presenza agiva su di me come un antidoto. Chiacchieravo sempre più volentieri con lei. Fra di noi nacque e si sviluppò rapidamente un intesa speciale. A poco a poco Esme divenne la figura più importante della mia vita,con lei riuscivo a parlare liberamente di ogni cosa. Tutto in sua presenza acquistava valore,tutto ciò che prendeva tra le mani mi appariva più bello e interessante. Le emozioni e i sentimenti in sua compagnia s’intensificavano. E parlo di cose semplici,come guardare la tivù insieme: ogni trasmissione diventava più piacevole,ogni canzone diventava una storia significativa.-
Immaginai una macchia di colore,che,colpita dalla luce del sole,si illuminava di sfumature diverse,ciascuna con la sua particolare bellezza.
-C’è chi la chiama attrazione,c’è chi la chiama chimica...-
La voce di Heron mi cullava,ad ogni cosa che diceva io annuivo. Capivo ogni sua parola,sapevo cosa significasse sentirsi così.
-Un giorno mi azzardai a confessarle che la sentivo soffrire. Si stupì,inizialmente provò a smentire la cosa per non farmi preoccupare,ma poi si lasciò andare. Non so come,ma la convinsi a tirare tutto fuori. Parlammo per ore e ore. Esme mi rivelò che Carlisle le aveva confessato di provare qualcosa per un'altra.-
Fece una pausa. Tenevo le mani strette al petto,col timore che avrebbe potuto scoppiare,le lacrime mi avevano inzuppato la maglietta. Mi stavo liberando dal torrente di emozioni che avevo tenuto a freno per un anno. Se si fosse trattato di un sogno,l'indomani sarei morta per la disperazione. Ma non poteva essere un sogno,perché vedevo e sentivo tutto perfettamente,il dolore era assolutamente reale.
- Bella,non è difficile capire perché sono venuto qui.-
-Continua a raccontare...-
Avevo bisogno di distrarmi,di concentrarmi su qualcosa di diverso dal volto nitido di Carlisle impresso nella mia mente. Il suo ricordo era letale e distruttivo.
- Quando entrai a far parte della mia attuale famiglia,Esme e Carlisle erano ancora marito e moglie. Cercai di fare in modo che il mio sentimento per Esme non si tramutasse in amore,volevo fare in modo che la splendida sintonia creatasi fra di noi non diventasse qualcosa di ancora più forte. Mi sentivo sporco dentro al pensiero di portare via la moglie a colui che mi aveva salvato e accolto nella sua famiglia.-
Il mio cuore stava esplodendo. Quanto capivo Heron!
- Ma il giorno in cui Esme decise di aprirmi il suo cuore,mi spiegò che lei e Carlisle stavano lottando da mesi per salvare il loro rapporto,per loro stessi e per i loro figli adottivi. Tuttavia Esme si era accorta che qualcosa si era spezzato definitivamente. Anche lei non riusciva più a sentire lo stesso sentimento di prima. E poi le capitò proprio ciò che era successo a Carlisle,si rese conto che in lei era fiorito un nuovo amore,ancora più grande di quello precedente. Esme mi dichiarò di essere innamorata di me. E da allora non ci separammo mai.-
-Carlisle per questo fu felice. "Non dovrò più fingere"-mi disse-"diventava sempre più difficile farlo". Fra lui ed Esme ora è rimasto un grande affetto. Vedi,io ho ottenuto la mia felicità,e niente è andato distrutto. La mia famiglia è ancora riunita. Quello che sto cercando di dirti è che non si può soffocare l'amore per il bene degli altri,perché quello...giusto... è immortale. Bella,fuggirlo non ha senso,non si risolve il dramma. Bisogna lottare per conquistare ciò che si vuole!-
Heron mi prese il viso tra le mani,perché mi rifiutavo di guardarlo. - Ascoltami,anche se Esme stesse ancora aspettando quello giusto,tu ora dovresti essere con Carlisle. Non è egoismo tutto ciò,ma rispetto per se stessi. Si chiama essere leali con il proprio amore,con i propri sentimenti.-
Quelle parole suonavano così giuste,così sagge,così convincenti...così meravigliose.
"L'amore è un sentimento troppo complesso per essere ostacolato." Alice mi disse qualcosa del genere l'ultimo giorno che vidi Lui.
-Bella,Carlisle non ti ha mai dimenticato. Quando ti ha lasciata lo ha fatto per rispettare la tua decisione. Se sono qui,è perché non sopporto più di vedere com'è ridotto.-
All'improvviso mi sentii avvampare di un sentimento che non mi aveva sfiorata per tutta la conversazione: la rabbia.
-Heron,non hai mai pensato che forse mi ero rifatta una vita in questi mesi?-
E se io avessi deciso di fidanzarmi con Jacob? Se fossi stata tanto disonesta da mettermi con lui per dimenticare Carlisle? Heron avrebbe solo perso il suo tempo,in quel caso.
-Perdona la mia presunzione,ma no:non l'ho mai pensato. Esme,Carlisle e poi anche Edward ed Alice mi hanno raccontato come sono andate le cose. E poi c’è qualcos’altro che devo ancora dirti.-
-Te le avranno raccontate, ma tu non le hai...-
-Non le ho vissute? Credo di poterti capire meglio di chiunque altro Bella. Ripensa a ciò che ti ho raccontato di me.- Heron mi stava perforando con il suo sguardo deciso ed ostinato.
" Mi sentivo sporco dentro al pensiero di portare via la moglie a colui che mi aveva salvato la vita e accolto nella sua famiglia."
Quella frase si era incastonata nella mia testa. Feci un grosso respiro. Heron in quel momento sarebbe stato in grado di trovare una risposta a qualsiasi mia domanda. E la cosa mi dava fastidio,perché mi sentivo intrappolata nelle sue mani.
-Bella,ci sono così tante cose che devi sapere…-
Mi distesi sul letto a pancia in su. –Tutto questo…tutto questo è…è pazzesco!-,protestai,le mani premute sulla faccia.
C’erano tante cose che volevo chiedere ad Heron,e lui avrebbe potuto dirmele. Frammenti confusi di immagini,voci,suoni e sensazioni stavano ritornando a galla susseguendosi uno dopo l’altro nella mia mente,a intervalli discontinui,come il nastro di una videocassetta mal registrata.
-Capisco che sei troppo stanca e confusa per ascoltarmi ancora,cerca di dormire adesso. Io me ne andrò a caccia e tornerò domani sera,se me lo permetterai.-
Trovai la forza di fare cenno di sì con la testa. Ma in realtà non volevo che Heron se ne andasse,temevo che non sarebbe più ritornato per davvero. Temevo di scoprire che tutto ciò che era accaduto fosse stato solo un sogno. Temevo…Temevo troppe cose…
Un istante dopo ero sprofondata tra le braccia di Morfeo.
Il cervello aveva interrotto la sua lotta di ragionamenti. Le membra si erano sciolte come neve al sole.
Quella notte feci sogni di ogni genere,movimentati e confusi,misteriosi ed enigmatici,paradossali e ridicoli.
Ognuno di essi rappresentava una chiave diversa,ognuno di essi faceva parte di un unica catena: i miei pensieri avevano costruito una storia. Allora non sapevo che quella storia sarebbe stato il mio futuro...


**********


Spazio dell'autrice: forse non è tutto perduto per i nostri due innamorati *.* Riuscirò a farli ricongiungere? Oppure finirà tutto in una tragedia?? Ci sono ancora tante cose da chiarire,ma un passo alla volta,troverete risposte,insieme a Bella.  Penso che dovremmo ringraziare Heron,benedetto lui che ha deciso di mettersi in mezzo alla faccenda!!
Spero che il capitolo non sia risultato noioso. Ma dovevo assolutamente dare un senso a questo nuovo personaggio.
Regalino di Natale...lascereste un commentino per la campagna "Dona anche tu una recensione,farai felice una scrittrice/uno scrittore"?XD
Ringrazio come sempre tutti! E alla prossima!!
fracullen
: vedo che sei rimasta un tantino perplesse XD Be' ho voluto fare un grosso salto in avanti. A poco a poco ricostruirò l'intera vicenda e la svilupperò verso il finale! Spero di non averti confusa ulteriormente con questo capitolo!
AshG:
ahahahah,così si fa! Ci vuole ottimismo! Dai che Carlisle e Bella forse torneranno insieme *_* Grazie per il tuo sotegno per la trilionesima volta!
SIXY: lo spero  tanto che questo taglio netto vi invogli a leggere. Edward dici? Vedrai,vedrai!! Grazie millissime anche a te ;)
chiaretta90: a quanto pare Heron ha sconvolto Bella con il suo arrivo,come puoi vedere! Ma il suo intervento è fondamentale. Aspetta e vedrai che succederà*.* Grazie infinite ancora e ancora!

sweet_me :
è un enorme piacere sapere che la mia fanfiction ti piace! Eppure Bella e Carlisle non ti prendono come coppia...Mmh,non starai sperando che lei ritorni con Edward,vero ?XD
Grazie anche a voi che mi seguite e mi avete aggiunta alle preferite ;)


alessandraxxx81 
Bimba sognatrice 
chiaretta90
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Capitolo 7
*** Sdegno ***


Capitolo 7

La mattina seguente feci fatica ad alzarmi dal letto al pensiero di una nuova giornata che iniziava. La mia era una vita normale,tuttavia mi riusciva difficile sorriderle subito dopo essermi risvegliata dall'illusorio mondo dei sogni. Come aprivo gli occhi provavo un enorme senso di fastidio a constatare che nella realtà non era accaduto niente di tutto ciò che avevo vissuto durante il sonno. Io ero ripartita da zero,ma i sogni m'impedivano di dimenticare,mi tormentavano,cercavano di farmi annegare nel mare di dolore da cui ero riemersa grazie a Jacob. Per quale motivo? Credevo di essermi liberata degli incubi,invece quella notte ne avevo fatto più di uno. Non lo trovavo giusto,la rabbia e la frustrazione si impossessarono di me.
Sospirai,mentre mi dirigevo in bagno,ormai ero abituata alla mia confusione mentale. Cercai di distrarmi al pensiero che finalmente mi ero diplomata. Davanti a me c'era un periodo di vacanza e di riposo da qualsiasi attività,lavorativa o scolastica che fosse. La prospettiva di trascorrere intere giornate con Emily e i miei amici licantropi mi diede forza.
Quando scesi in cucina trovai mio padre e Jacob seduti al tavolo che parlavano. Appena mi videro cercarono di sviare la conversazione con nonchalance.
-Buongiorno.-,li salutai con aria perplessa.
-Buongiorno è già passato da un pezzo.Sono le tre del pomeriggio.-,mi informò mio padre,sorseggiando il suo caffé.
Restai sbalordita. Era veramente tardi per una mattiniera come me. Anche se si trattava della domenica.
-Se pensi che ieri siamo tornati a casa alle quattro del mattino e ci aggiungi il resto...-,fece Jacob con aria ambigua. Non capivo se fosse divertito o irritato. Possibile dire che nei suoi occhi leggevo entrambe le emozioni? Forse sì,riflettei,visto che dopo la sua trasformazione era diventato estremamente lunatico e complicato.
-Cosa intendi per il resto?-
Charlie mi fissò senza riuscire a nascondere un velo di curiosità. -Heron.-
"Spiegazione illuminante..." Una voragine di sorpresa si aprì nel mio petto,spaziandosi ampia. Quindi era venuto davvero.
Presi seriamente in considerazione l'idea di andare a farmi ricoverare: non era normale confondere la realtà con i sogni. Per niente.
-Oh...Si be'...è venuto a farmi visita ad un orario spropositato,ma doveva comunicarmi qualcosa di urgente.-
Dovevo trovare il modo di cambiare argomento. A giudicare dall'aria soddisfatta di Jacob,capii che non avrei potuto contare su di lui. Sembrava si godesse la scena,decisamente curioso di vedere quale scusa avrei trovato. Durante il mio lungo sonno anche Jacob,oltre a Loro, era venuto a farmi visita. Rividi la scena nella mia mente,in cui il mio migliore amico mi dava le spalle:io lo chiamavo,lui tendeva le orecchie,ma non mi rispondeva. Non potevo avvicinarmi per toccarlo. La sua enorme schiena scolpita dai muscoli stava davanti ai miei occhi,come un muro invalicabile.
-Bella? Sei ancora tra noi?-
-Charlie,io e Jacob pensavamo di andare a fare due passi nel bosco. Vero Jake?-,lo perforai con uno sguardo impassibile,tuttavia talmente intenso che-ne ero sicura-lui da licantropo si sarebbe sentito scottare.
- Se proprio dobbiamo.-
-Fai come vuoi,ma non sfuggirai alla mia domanda ancora a lungo. Non intendo sorvolare il fatto che un uomo sia piombato in casa mia di notte per vedere te.- Charlie enfatizzò l'ultima parola con aria arrabbiata.
Io annuii. Avrei trovato una scusa plausibile durante la giornata,o almeno era quel che speravo. Addentai un creaker e uscii fuori,seguita da Jacob. Per un po' camminammo in silenzio,poi quando fummo abbastanza lontani da casa iniziai a parlare.
-So che sei arrabbiato con me-,dichiarai. Lui mi guardò con aria triste e ansiosa.
- Bella,non è stato affatto piacevole smontare dalla macchina e sentire quell'orrendo odore di sapone marcio...- Le sue parole erano cariche di rabbia e fastidio. Si morse il labbro subito dopo averle dette,con l'aria di chi si sentiva in colpa e avrebbe preferito iniziare la conversazione diversamente.
-Riparto da capo. Per quale motivo... uno di quelli ti è venuto a trovare? Voleva fare un'allegra bevuta a casa Swan?-
Smisi di camminare. Lui si bloccò poco più avanti di me,aspettando una risposta.
- Heron..Lui.... A dire il vero non... Non lo so nemmeno io. Mi deve ancora parlare.-,fu la spettacolare risposta che riuscii a dare.
Jacob afferrò un sasso da terra,prese la mira e lo scagliò lontano,nel folto della vegetazione. Stava cercando di giocherellare con qualcosa per mantenere la calma.
- Cazzo,è veramente ridicolo. Vengono tutti da te i succhiasangue,chissà...magari la prossima volta organizzeranno una comitiva. Sai,devono sbrigarsi se vogliono trovarti tutta intera,c'è il caso che dei succhiasangue extraterrestri li precedano nel loro intento.-
-Non sei divertente.-,ribattei.
- Come puoi permettere che uno di quei cosi torni da te? Bella,non sono uno stupido,quello là ha a che fare con...-,si fermò appena in tempo. - Beh,hai capito con chi...-
Rimanevo a testa bassa,consapevole che se li avessi difesi, Jacob si sarebbe imbestialito. E non avevo intenzione di peggiorare la situazione.
- Le tre damigelle hanno ammazzato la Rossa e Treccia Nera,no? E ora cosa fanno? Inviano un amico a controllare che qualcun'altro non ti abbia uccisa? Ma se tu gli hai cacciati,loro che cavolo vogliono di nuovo? Dovrebbero lasciarti in pace.-
-Jacob,ti prego...-
-No,Bella. Voglio una spiegazione.-
Era carico di rancore.
- Io non li ho cacciati!- sentii le parole sgorgare da sole,incontrollate-...Gli ho detto di andarsene. Per il loro bene.-
Tremavo. Avrei dato qualsiasi cosa per vedere Jacob sorridere con aria serena. Gli voltai le spalle e mi sedetti per terra. Onde di fuoco si dibattevano sinuose nel mio petto,dovevo tenervi le braccia premute contro per placare il dolore.
Io non li avevo cacciati...

Era l'ultima volta che facevo quella giostra spericolata,tra raffiche di vento tagliente e macchie di colori indistinte. Era l'ultima,folle,corsa da brivido di tutta la mia vita.
Po il vortice d'aria ero sparito,e mi ero sentita stringere la gola al pensiero che non avrei mai più provato un'esperienza simile. Non tanto per la cosa in sé,ma perché quando si è consapevoli di un imminente addio,tutto ciò che trascorre fa male.
Anche la fine di quell'attimo mi aveva fatto male.
Edward mi aveva fatta scendere con i piedi per terra e mi aveva sorretta in equilibrio,gli occhi dorati che navigavano in un oceano ignoto.
- Rispetto la tua scelta. Ho capito che non sono quello giusto per te. Mi faccio da parte senza farmi pregare.-
Aveva detto così. Senza rancore. Senza smettere di guardarmi.
La veridicità di quelle parole era palpabile nell'aria,nemmeno se si fosse trattato di un ammaliante creatura dal potere persuasivo,o di un eccellente bugiardo, avrei dubitato della sua sincerità.

Era proprio inumano.
Altrimenti non sarebbe stato in grado di comportarsi così nobilmente. No,mi correggo,lui non faceva il nobile. Lo era.
- Grazie.- Avevo detto unicamente. Avevo scandito con gratitudine e commozione la nota musicale che dava senso ai miei sentimenti. Quella era stata la mia chiave di violino,la sola che avevo potuto usare per non rovinare la musica che si era sprigionata intorno a noi. Edward non era mai stato in grado di leggermi nel pensiero,ma avevo la certezza che mi avesse capita al cento per cento. Mi ero espressa come un libro aperto.
Grazie sapeva di mondo,per la sua vastità.

- Abbi cura di te.-
Mi aveva perforata in tutti i sensi con quelle parole. Si era fatto capire altrettanto perfettamente. Per me quella frase aveva significato anche "Non preoccuparti per me" "Io andrò avanti. Tocca a te ricominciare."
-Addio,Bella-
La sua voce mi aveva accarezzato le orecchie,il cuore e l'anima. Due labbra fredde si erano posate come un fiocco di neve sulla mia fronte,con leggiadria.
Avevo chiuso gli occhi,per imprimere quel momento non nel mio campo visivo,ma dentro di me. Non avrei mai dimenticato ciò che Edward aveva fatto. Mi aveva resa libera,mi aveva aiutata a fare tutto meno difficoltosamente.
-Addio,Edward.-
Mi aveva sorriso,era parso quasi sereno,forse perché sapeva che entrambi stavamo facendo la cosa giusta. Il suo sguardo era dardeggiato verso la porta di casa mia. Mi stava invitando ad entrare. Dovevo iniziare a prendermi cura di me stessa già da quel momento...
Avevo annuito. Emmet e Jasper,da più lontano,mi avevano sorriso. Emmet avrebbe voluto venire ad abbracciarmi,ma Jasper,saggiamente,lo aveva trattenuto con lo sguardo.
Edward aveva raggiunto i due fratelli,con la sua camminata ultraterrena. I tre,voltandosi,si erano allontanati di qualche passo,poi erano spariti. In un battito di ciglia,con tanta grazia da lasciare immobili anche le foglie. Nel buio della notte.

-Bella?-
Una voce familiare,più calma rispetto a prima.
-Stai bene?-
- Jake…Stavo ricordando.-
La mia voce suonava meravigliata. Mi rimisi in piedi-reggendomi sulle gambe meglio di qualsiasi altra volta in vita mia -e mi girai verso Jacob.
-Ricordando cosa?? Non starai ricominciando a comportarti in maniera strana,spero...-Non ci capiva più nulla. E nemmeno io,purtroppo.
-Senti,ieri notte sono ritornato indietro per accertarmi che tu fossi ancora viva,ma dalla puzza che c'era intorno ai muri di casa tua non sono riuscito a resistere più di ...Un momento:la sento anche adesso!-,ringhiò.
-Jake,calmati!-,lo implorai. Non doveva assolutamente trasformarsi in licantropo.
-Sai,anch'io faccio fatica a resistere alla tua puzza di cane bagnato.-
Feci uno scatto per la paura. Riconobbi quella voce dal timbro sabbiato ed incredibilmente gradevole. Heron era comparso a qualche metro di distanza da noi due.
-Come scusa?? Ripetilo!- ruggì Jacob.
-Non mi abbasserei mai ai tuoi livelli.-
-Basta!-
-Bella,tu hai intenzione di dare retta ad uno smidollato come questo?-
-Forse nel farlo trarrà qualcosa di buono. Se tieni veramente a lei dovresti esserne felice.-
Jacob teneva la mascella pericolosamente serrata,i pugni erano talmente stretti che-pensai stupidamente-si sarebbe potuto spezzare i polsi a metà. Chiuse gli occhi,e li riaprì solo dopo aver distolto lo sguardo da Heron e averlo posato su di me.
-Lo dirò a Sam e agli altri. Non può stare qui.-
La sua risposta mi parve incredibilmente infantile. La delusione m'invase. Non me lo sarei mai aspettata da Jacob. Heron osservava la scena in silenzio.
-Bene...Bene! Corri dal tuo capo a fare la spia!-,urlai ferita.
-Bella,vieni via...-
Una voce improvvisamente inquieta.

Fissai Jacob. Tremava,digrignando i denti,e le vene sul collo e le tempie sembravano pulsare.
-NO!-,urlai nel panico. Un istante dopo mi ritrovai accanto ad un gigantesco lupo dal pelo fulvo. Mi buttai a terra. Mi sentii scuotere e arpionare per un piede. Jacob mi aveva azzannata al piede. Ero bloccata,agghiacciata dall'orrore. Rividi il volto sfregiato di Emily davanti a me e strizzai gli occhi.
Aspettavo solo di sentire le zanne affondare nel mio collo.


"Ti amo...."


************




Spazio dell'autrice: lo so lo so,è un capitolo corto!! Ma siamo nel periodo di Natale e tra regali e festeggiamenti non sono riuscita a scrivere molto. Ma prometto che tornerò alla carica presto ;) Accidenti a Jacob... ha perso il controllo,ci mancava solo lui!
La Bella della mia fanfiction è proprio perseguitata dalla sfiga XD
Passo i ringraziamenti,che è meglio ;)

AshG:grazie ancora! Già,anche a me non piace per niente l'idea di qualcuno che ne esce fuori come l'unico/a fesso/a,detta come va detta! XD Spero di aver fatto le cose per bene con Esme ;)
fracullen: a chi lo dici *_* Prima bisogna vedere se riusciranno ad incontrarsi però!! Grazie per il sostegno.
SIXY:grazie della recensione e del Buon Natale XD Mi fa piacere sapere che sta andando come desideravi. Hai ragione,l'amore di Bella e Carlisle merita giustizia! Ce la faranno a stare insieme? Dipende da me! XD
chiaretta90:bene,vedo che sei rimasta soddisfatta dello scorso capitolo ;) Mi auguro che anche questo non ti abbia delusa!! Grazie ancora!
sweet_me
:se vuoi ti metto nella lista delle candidate per Edward! XD Seriamente...cosa starei scrivendo a fare questa storia se facessi tornare Bella ed Edward insieme?? Ormai è un dato di fatto che quei due sono perfetti e si amano,ma...questa è un'altra storia!! E viva Carlisle&Bella ;) Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
XoXo__GossipGirl:wow,sono lusingata ;) Grazie per il tuo commento,mi ha fatto molto piacere!
LadyVioletta:che belle parole...Mi sento estremamente soddisfatta! Chissà che tu non abbia ragione...forse un giorno ci riuscirò ^^ Grazie per aver letto questa storia,nonostante tu non conosca perfettamente Twilight *_*

Ringrazio come sempre anche voi,che mettete tra preferiti e seguiti la mia storia. P.s...siccome è Natale...lasciatemi qualche recensione XD Sarei curiosa di sentire un parere da chi non ha ancora commentato XP Grazie!!

alessandraxxx81
Bimba sognatrice
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cold_moon
crys
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Capitolo 8
*** Destinazione Praga ***


Capitolo 8



Sentii il tessuto dei miei jeans lacerarsi. Poi un guaito e il rumore di un colpo che andava a segno. Mi ero pateticamente raggomitolata a terra e non potei evitare di urlare dal terrore quando mi sentii trascinare via. I capelli aggrovigliati sulla faccia mi coprivano la visuale. Qualcosa mi stava sbattendo da tutte le parti come un inutile burattino. Il vento mi frustava senza pietà. Ad un certo punto cambiò direzione e mi sentii sfrecciare in caduta libera. Mi sarei sfracellata.

"Ti amo...Addio..."

Il turbine di vento cessò,un mantello gelato mi avvolse in un abbraccio mortale. Era così che si oltrepassava il confine? Allora come facevo ad essere ancora in grado di pensare?
Venni riempita come un pallone,un liquido si intrufolò dalla bocca e dal naso e scese bruciante,infuocato e tagliente nello stomaco. Agitavo gambe e braccia,scalciavo e mi muovevo come un insetto accecato che ha paura di finire schiacciato da una scarpa. L'impatto era stato sconvolgente. Cercai di aprire gli occhi e vidi solo un enorme buco nero e informe. Non ero ancora morta. Avevo paura ad aspettare,soffrivo troppo,volevo che accadesse al più presto.
Ecco,qualcosa mi stava sollevando verso l'alto...mi stava portando in cielo,verso il sole,verso la luce. Verso la pace...
No,mi sbagliavo. Quel qualcosa mi aveva portata in un luogo dove il vento mi aggrediva con violenza,incurante del fatto che fossi già congelata e bagnata fradicia. Gli occhi lacrimavano,sentivo le ciglia bruciare a causa del sale che vi si era depositato in mezzo. Una voce remota mi stava chiamando. Qualcosa di duro come un palla da rugby lanciata in pieno petto continuava a colpirmi incessantemente.
"Basta! Voglio che smetta! Voglio che tutto questo finisca!"
Ed effettivamente finì. Ci fu un botto. Un botto che in realtà era provenuto dalla mia bocca. Potei appurarlo quando sentii le orecchi stapparsi e mi sentii tossire e sputare come una vecchia dalla voce rauca.
-Bella! Avanti Bella,così!-
Venni risucchiata da un vortice,come se fossi rimasta addormentata per secoli all'interno di un pozzo e fossi stata trascinata bruscamente fuori. L'udito reagì male quando quella splendida voce penetrò nelle mie orecchie. Ebbi una fitta lancinante alla testa. Provai a parlare ma scoprii che non ne ero più in grado,la gola era come scorticata,ridotta  ad un ammasso di carne tritata e sbrindellata.
-Continua a sputare!-
E feci come mi veniva detto. Un uomo dai capelli neri e il viso chiarissimo mi sorreggeva la testa.
Heron.
Improvvisamente capii tutto. Jacob aveva cercato di sbranarmi,ma Heron lo aveva colpito e mi aveva trascinata via,poi si era tuffato con me in mare,probabilmente già da uno scoglio. Evidentemente non c'era stato altra via d'uscita per liberarsi da un licantropo che ci era alle calcagna.
-Grazie al cielo,stai bene!-
Ma non era esattamente così,perché scoppiai a piangere. Per poco non ci avrei lasciato le penne,in quei momenti da brivido i miei pensieri si erano rivolti esclusivamente a Lui. Non potevo accettare l'idea che me ne sarei potuta andare per sempre...senza averlo più rivisto. No,non volevo,non ci riuscivo. Era inammissibile.
Mi aggrappai ad Heron,tra i singhiozzi. Le mie parole,bagnate da lacrime fitte,rassomigliavano ad  ululati strazianti. Lui non capiva cosa continuavo a ripetere. Ma io si.
Volevo tornare da Lui. Lo volevo più di quanto non lo avessi mai desiderato prima.
Avevo deciso. Anche se fossi dovuta andare in Antartide,pretendevo che Heron mi portasse da Lui. Era venuto a cercarmi per quello,dopotutto.
-Bella,sshh...Stai calma. Cos'è che continui a ripetere?-,mormorava con un tono di voce magicamente rassicurante.
Ma a quanto pare non ero capace di fare altro che ululare...Heron non mi capiva,io non ero capace di pronunciare una parola di senso compiuto.
Dio...avrei voluto gridare quel nome al mondo,anche a costo di perdere l'uso della voce per il resto dei miei giorni.
Poi tutto si fece nero. Tutto si spense. Tutto si fermò di colpo.

********


Il suono di una voce sconosciuta si insinuò nelle mie orecchie come una persona che era entrata in punta di piedi dalla porta di casa per non farsi scoprire. Ero adagiata su qualcosa di morbido,distesa orizzontalmente. C'era profumo di pulito. Fu un sollievo constatare che dal naso respiravo bene.
Cercai di aprire gli occhi,per capire dov'ero e scoprii che non mi bruciavano più.
Mi trovavo in una linda stanza dalle pareti chiare. Il mio primo pensiero fu l'ospedale,ma quando misi a fuoco i mobili pregiati e gli splendidi quadri appesi alle pareti,capii che mi ero sbagliata.
-Bentornata,Bella.-
Voltai la testa verso destra. Heron era seduto di fronte a me,il candore del viso che lo illuminava di una bellezza incomparabile con gli oggetti della stanza. La voce che avevo udito prima si rivelò provenire dalla televisione accesa.
- Questa è la mia camera d'albergo. Sapevo che mi avrebbe fatto comodo prenderne una. Ci troviamo a Port Angels.-
Provai a rispondergli,ma ero ancora senza voce. La mia mente fu aggredita da un flash di immagini confuse che mi misero al corrente di ciò che era accaduto in uno spazio di tempo indefinito. Avevo la sensazione che fosse passata una giornata intera da quando ero svenuta sulla spiaggia.
- C'è un bicchiere sul mobile accanto al letto,ti consiglio di bere la medicina,farà bene alla tua gola.-
Mi tirai su a sedere e feci come mi aveva detto.
- Non parlare per un po', mi raccomando. Ci tengo a porgerti le mie scuse,purtroppo ho dovuto tuffarmi in mare con te,altrimenti non saremmo riusciti a seminare il licantropo...-
- N-non ti preoccupare...-,sussurrai con voce incredibilmente rauca. Un brivido di panico mi percorse la schiena.
- Tranquilla,considera che ti sei appena svegliata. Ti passerà in fretta con la medicina,vedrai. Dopotutto vivo con un dottore,e so bene cose ci vuole in questi casi.-
La vista mi si annebbiò nuovamente,fu come aver ricevuto una sprangata nello stomaco.
Un lampo di comprensione apparve sul viso di Heron. -Scusami...Non volevo.-,disse con aria mortificata.
-Smettila di scusarti.-,ribattei scuotendo energicamente la testa e lottando per fermare le lacrime. -Quanto ho dormito?-
- Quattro ore,sono le otto di sera.- m'informò. -Bella,mi rendo conto che il mio arrivo ti stia creando problemi. Mi ero preparato bene, Esme ed Alice mi avevano spiegato dove avrei potuto trovarti. Ma non immaginavo che tu fossi amica di un licantropo,questo ha complicato le cose. Sai,quelle creature sono più veloci di noi vampiri. Mi rincresce ammetterlo,ma non posso negare l'evidenza-,il volto marmoreo di Heron s'indurì ulteriormente.
- A parte Esme ed Alice,la mia famiglia non è al corrente di dove io mi trovi realmente. Dalla settimana scorsa sono convinti che io sia andato in Norvegia per visitare la capitale. Sanno che amo viaggiare,Esme si è dovuta inventare che non le piaceva il posto,per giustificare la mia partenza senza di lei.-
-O forse non è venuta perché non voleva rivedermi...-
Improvvisamente ricordai. Per la seconda volta. Era il giorno della partenza dei Cullen,Esme aveva saputo la verità,ed era venuta a salutarmi con Alice...

Erano di fronte a me,bellissime,angeliche,maestose come non le avevo mai viste prima. Un velo di malinconia attraversava i loro occhi luminosi. Il visino di Alice non era allegro come al solito. L'aura di cordialità e di gentilezza di Esme sbiadiva dietro un'espressione addolorata. Io cercavo di sorridere,ma mi sentivo strozzare,le labbra mi tremavano incontrollabili. Volevo abbracciarle,ma ero paralizzata. La mente e il corpo non ragionavano nella stessa maniera. Non mi sentivo degna di sfiorarle.
-Bella,non ce l'ho con te.-,esordì Esme con voce rotta. Se avesse potuto avrebbe pianto.
- Lo so come funziona:al cuor non si comanda. So che sei una ragazza matura,so che non hai agito nel male.-
-Esme io...-
-Sssh,non parlare.-,mi interruppe dolcemente,accarezzandomi una guancia. Le sue dita fredde sulla mia pelle mi fecero sentire più viva.
-Ti auguro la felicità con la scelta che hai fatto. Io e Carlisle ce la caveremo. E anche Edward.-
Trattenei un singulto. Come faceva a non provare odio e rancore nei miei confronti? Come faceva a pensare al mio bene?
Alice viaggiava lontana con la mente,lo sguardo perso nella contemplazione degli alberi della foresta.
- Abbiamo ucciso Victoria. Io,Alice e Rosalie. Laurent era giunto per aiutarla,ma con l'intervento di Edward,Emmet e Jasper abbiamo ucciso anche lui. Nessun vampiro t'intralcerà più.-  La voce  di Esme fu capace di riscaldarmi il cuore.
-Mi devi promettere una cosa. Mi devi promettere che continuerai a vivere.-
Spalancai gli occhi. Come Edward,anche Esme stava assumendo un atteggiamento straordinario nei miei confronti.
-Si sistemerà tutto...- mormorai.
-Bella...- Scosse lentamente la testa,con aria contrariata. Non voleva che pensassi a lei e Carlisle.
-Si. Si,te lo prometto. Vivrò la mia vita.-
Un sorriso mescolato ad un'evidente sofferenza si distese sul suo volto delicato e perfetto.
Alice si avvicinò a passi piumati e mi posò una mano sulla spalla. Il suo sguardo mi devastò. C'era qualcosa nell'oro nitido dei suoi occhi che non riuscivo a leggere. Qualcosa che mi agitava,qualcosa che era di un'importanza estrema. - Il tempo...-, sussurrò.
L'austerità della sua figura in quel attimo mi fece rabbrividire d'emozione e stupore.
-Crea la tua strada. E percorrila senza esitare,Bella.-
Parole che si incastrarono nella mia memoria. Parole ambigue,ma decise con cura.
- Lo farò,Alice.-
Mi soffermai sui loro volti per l'ultima volta,ammirandone ogni particolare.
-Addio.-,sentii fuoriuscire dalle mie labbra.
Rimasi ad ascoltare il morbido suono dei loro passi che si allontanavano,come i rintocchi di un orologio. Gli ultimi rintocchi della mia vita.
Vedevo Charlie,appoggiato alla porta di casa,fissare oltre la mia testa le figure che se ne stavano andando per sempre da quel luogo.
Anche a lui era dispiaciuto dire addio ad Alice.
MI lasciai cadere in ginocchio,sentivo le lacrime scorrere copiose sul mio viso,dove il tocco delle dita di Esme mi aveva lasciato un marchio.
-Tesoro,vieni dentro.- Mi sentii sollevare in piedi e venire trasportata in casa.

“Crea la tua strada…Crea la tua strada…"
-Bella? Ti sei incantata,o gli alieni ti hanno rapita telepaticamente?-
La voce gradevole di Heron mi riportò al presente. Vidi che stava ridendo.
- Dicevo che Esme non vede l'ora di rivederti,come Alice.-
“Alice...Alice…
-Heron...prima...ho capito...una cosa.... Quando Jacob stava per azzannarmi...e anche quando ero sott'acqua...E… pure poco fa...-
Il labbro superiore sinistro di Heron s’incurvò leggermente all'insù. Aveva assunto l'espressione pensierosa della sera precedente. Ma questa volte nei suoi occhi leggevo anche un'evidente curiosità.
-Mi devi portare da lui.-

*********


Era una pazzia. Era un'insensatezza. Era impensabile. Era assurdo.  Eppure ero in volo,seduta in un posto di prima classe di fianco ad Heron. Destinazione: Praga.
Era lì che stavamo andando. Era lì che i Cullen erano andati a vivere. E a separarmi da loro c'era solo un viaggio di un paio d'ore.
Avevo la nausea,ma allo stesso tempo era pervasa da un'ansia che aveva a che fare con la gioia. Davvero li avrei rivisti? Davvero lo avrei trovato ad aspettarmi? Sarebbe stato così semplice,come in una favola?
Avevo seri dubbi,perché io non credevo al lieto fine. Non credevo ad un lieto fino ottenuto facilmente.
Non che non me ne fossero successe di tutti i colori...Tuttavia avevo la sensazione di meritarmi ancora qualcos'altro,ancora un ostacolo da superare. Mi sentivo colpevole,come una ragazzina capricciosa che aveva cambiato idea e che aveva intenzione di presentarsi a casa del suo amato solo perché in quel momento le faceva comodo.
Heron era corso a casa mia a prepararmi una valigia e a prendere il mio passaporto, poi mi aveva portata all'aeroporto e ci eravamo imbarcati per il volo di mezzanotte,il primo disponibile che avevamo trovato.
Sarebbe stato un lungo viaggio,nel frattempo avrei dovuto cercare di distrarmi con qualcosa. Leggere si stava rivelando inutile,gli occhi vedevano le parole,ma la mente non le assimilava,stava navigando altrove. Distolsi lo sguardo dalle pagine di Anita Blake e mi soffermai a guardare fuori dal finestrino. Il paesaggio statunitense era un mantello nero punteggiato da schegge di luce dorate. Sembrava un puzzle. Immaginai Jacob aggirarsi per il bosco di Forks sulle tracce di Heron e me. Era andato da Sam,Emily,Quil e gli altri a dire che li avevo traditi? Oppure era tornato a casa da Charlie e aveva smascherato il mio segreto?
Charlie...Chissà cosa stava facendo...
Nonostante tutto mi sentivo fortunata,perché se Jacob mi avesse morsa,a quel punto sarei stata spacciata. Heron resisteva bene all'odore di sangue umano,ma avevo il sospetto che,pur essendo appena ritornato dalla caccia,avrebbe rischiato di mordermi,se avessi iniziato a sanguinare. Mi voltai a guardarlo,aveva un'aria serena.
Spesso non riuscivo a capire per quale motivo le cose accadessero. Chi me lo aveva mandato?
Caso o Destino?...Quale dei due aveva deciso il mio incontro con Heron? Pensare al caso mi riempiva di dubbi,pensare al destino mi spaventava.
L'unica certezza che avevo era l'incertezza del futuro. Riflettei su quel pensiero e mi venne quasi da ridere. Poi mi tornò in mente il sogno della notte precedente,in cui Jacob mi teneva le spalle voltate,e il mio momento d'ilarità finì immediatamente. Forse si era trattato di un sogno premonitore...
-Bella,cerca di rilassarti.-
Mi accorsi che Heron mi stava scrutando con aria preoccupata.
-Perché? S-sono calmissima...-
Rise piano. – Prova a dormire.- Mi diede un buffetto sulla guancia. Dovevo seguire il suo consiglio. Così chiusi gli occhi e aspettai di finire tra le braccia di Morfeo.

********


Avevo continuato a dormire e risvegliarmi ininterrottamente per tutta la durata del viaggio. Mi ero sforzata di mangiare qualcosa quando l'hostess era passata con il carrello del cibo,ma la bocca proprio non aveva voluto saperne. Avevo cercato di parlare con Heron dei più svariati argomenti,evitando di nominare i Cullen,ovviamente,e avevo scoperto che il suo potere extra era quello dell'udito formidabile.Poi l'aereo era sceso in picchiata,avvisandomi della conclusione del nostro volo.
Ci trovavamo nell'aeroporto sovraffollato. La gente che ci passava vicino parlava una lingua a me sconosciuta,e la cosa mi preoccupava,mi faceva sentire sperduta. Non dovevo assolutamente allontanarmi da Heron.
Recuperammo i nostri bagagli e ci avviammo verso l'uscita dell'immenso edificio. Ero talmente agitata che non riuscivo nemmeno a camminare.
- Sappi che ti ammiro per ciò che stai facendo.-,dichiarò Heron,forse per incoraggiarmi a rimanere in piedi.
-Grazie...-
Poi mi accorsi che qualcosa non andava. Gli agenti di controllo ci stavano squadrando in maniera poco rassicurante. Quando vidi un omone venirci incontro incominciai a tremare.
Heron si bloccò di colpo. Stava forse cercando di sentire grazie al suo udito straordinario le parole che avevano preso a bisbigliare gli altri agenti?
-Bella,allontanati da me. E resta in aeroporto,hai capito?-,mi sussurrò infine a denti stretti.
-Cosa!?-,gemetti nel panico.
-Vai via,prima che t'inseguano!-ringhiò.
Al suo fianco,non avevo il coraggio di guardarlo,paralizzata com’ero a fissare l'omone che si avvicinava inesorabilmente.
Mi fidavo di Heron- anche se,dopotutto,non avevo mai avuto una convinzione assoluta per farlo sin dall'inizio- tuttavia l'idea di rimanere sola mi terrorizzava. Ma cos'altro potevo fare?
Feci dietro front,tenendo stretta la maniglia della mia valigia,l'unica cosa familiare che di lì a poco mi sarebbe rimasta.
Sentivo l'omone enorme parlare con Heron,lui gli rispondeva con tono sostenuto. Volevo voltarmi per vedere la scena,ma l'istinto mi diceva di non farlo.
"Calmati Bella,sta tranquilla...",mi ripetevo. Ma avrei voluto scoppiare a piangere e accasciarmi per terra. Senza di Heron ero perduta.
Perché mi aveva mandata via? Sarebbe ritornato a prendermi? E cosa avrei fatto nel frattempo?
Quando fui abbastanza lontana,ebbi il coraggio di voltarmi a fissare dove avevo lasciato Heron e l'agente. Non c'erano più.
Poi li vidi qualche metro più in là,circondati da altri tre agenti. Notai che Heron aveva le mani dietro la schiena. Erano ammanettate.
Ogni briciola di calore abbandonò il mio corpo.
Perché si stava facendo portare via così facilmente!? E perché lo stavano portando via?
Spacciata. Ero spacciata.


*******


Spazio dell'autrice: io non dico niente! XD Ringrazio tutti di cuore. Questa volta vado di fretta e non potrò mettere la lista di quelli che hanno aggiunto questa storia nelle preferite e nelle seguite,ma d'altronde lo sanno già che gliene sono grata!! Rispondo alle recensioni ^^ E alla prossimaaaaa!
Bimba sognatrice:sono felice di vedere che hai continuato a seguire la mia storia senza rimanere delusa ;) Grazie di tutto!
sweet_me:eheheh,mi fa piacere che tu stia iniziando a vedere di buon occhio la coppia Carlisle&Bella. Come hai notato Jake ha sempre un ruolo sfortunato,mi dispiace descriverlo così,ma non sarebbe lui se lo facessi apparire felice e contento in questa situazione, o no? A quanto pare ha perso il controllo da come hai potuto leggere :(  Beh spero ti sia piaciuto il nuovo capitolo!
XoXo__GossipGirl:credo che tu abbia già trovato una risposta alla tua domanda,leggendo questo capitolo. Eh già,è brutto vedere Jacob perdere il controllo,specie contro Bella. Se mi vuoi picchiare sei autorizzata a farlo! XD Grazie come sempre del tuo sostegno!
SIXY:già.Ci mancava solo Jacob. La ciliegina sulla torta,tanto per dire XD Carlisle dici?...Manca po...No,non devo dire nienteeeeeeeeeeee!!!! Grazie come sempre!;)

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Capitolo 9
*** Apparizione divina ***


Capitolo 9



Quanto tempo era passato,da quando ero rimasta seduta ad aspettare avvolta dall'ansia? Non ne avevo la minima idea. Reggevo il cellulare nella mia mano sinistra,senza avere il coraggio di chiamare nessuno. Dopotutto a chi mi sarei potuta rivolgere? Il display segnalava una trentina di chiamate perse.
Charlie. Mike. Angela. Emily. Sam. Billy. E ancora Charlie. Avrei potuto inviare almeno un messaggio a qualcuno per dire che stavo bene. Ma ero troppo codarda per farlo. Non volevo coinvolgere nessuno nel mio problema.  
Ero stanca delle occhiate della gente. Ero stanca di tutte quelle voci incomprensibili. Mi sentivo osservata,come se ogni singola persona di quell'aeroporto sapesse che ero nei guai. I guai...Io e loro ci attraevamo a vicenda. Non si capiva se erano loro a cercare me,o se ero io a cercare loro. Fatto stava che il mio mestiere era corrergli incontro mentre loro mi aspettavano a braccia aperte.
Mi sarei odiata per ciò che stavo per fare,Heron era stato chiaro: dovevo rimanere ad aspettarlo. Ma non sopportavo l'idea di rimanere ancora con le mani in mano. Non mi sentivo a mio agio in quel posto sconosciuto. Ero sola,lontana dall'America. Sperduta e in balia del mio destino.
Ma non avevo intenzione di  rimanere ancora una volta a crucciarmi nel mio tormento. Più pensavo più la paura s'intensificava. Così decisi di andarmene da lì.
Mi ero già persa,cosa sarebbe cambiato se fossi andata in giro per la città?  "Letiště Praha Ruzyně",diceva un'insegna,in ceco. Mi feci largo tra la folla,pagai il panino che avevo preso al fast food e cercai di trovare un'uscita. Le gambe mi tremavano.
"Che diavolo stai facendo?","Cosa pensi di fare?!","Ma dove vuoi andare?!",continuava a ripetere la voce nella mia testa. Io la ignoravo spudoratamente.
Non so come,ma trovai un'uscita. Dovevo prendere un taxi e farmi portare in periferia. Magari sarei potuta andare alla più vicina centrale di polizia e andare a prendere Heron,così non ci sarebbe stato bisogno di farlo tornare in aeroporto. Ma se lo avevano arrestato,di certo non sarebbe stato facile uscire dalla centrale.
Mi rivolsi in inglese a una donna che stava parlando al telefono.
-Mi scusi...Taxi?-,domandai con voce incerta e tremante.
-Taxi? Qua.-,mi rispose con una terribile pronuncia,indicando a qualche metro di distanza il marciapiede della strada.
-Grazie.-
Trascinai la mia valigia diretta  verso dove mi era stato indicato. Fortunatamente notai che c'erano altre persone in attesa. Aspettai qualche minuto,il cuore che mi tamburellava nel petto. Poi vidi una fila di auto gialle e imitai coloro che avevano alzato la mano per farsi notare. Mi avvicinai ad una di esse e l'uomo alla guida abbassò il finestrino.
- Centrale di polizia.-,scandii . Mi sentivo un idiota,estremamente ridicola,incapace di pronunciare più di due parole in fila.
-Centrale? Perfetto,salga su.-
Tirai un sospiro di sollievo e montai in macchina. Per tutta la durata del viaggio non pronunciai una sola parola,non diedi segni di vita. Tuttavia rimasi all'erta.
Al di fuori il cielo era completamente nero. Il mio orologio segnava le due del pomeriggio,ma il fuso orario dell'Europa era diverso da quello Americano, così chiesi all'autista l'orario esatto.
-Sono le ventitré.- m'informò con voce distratta.
Oh...merda.
Avevo trascurato un piccolo dettaglio. Girare di notte era sempre pericoloso,a prescindere da dove mi trovassi. Ero una stupida. Semplicemente una stupida.
La macchina si fermò improvvisamente. Guardai oltre il vetro del finestrino. Il tassista mi aveva portata in città,lo testimoniavano le luci dei lampioni e delle insegne dei pub,la musica e il rumore dei clacson delle auto,il grande numero degli edifici e dei vicoli,e la presenza dei pedoni sul marciapiede. Nonostante fossi in una città magnifica,una meraviglia vivente per gli occhi di chi si soffermava a rimirarla solo nelle foto,non riuscivo a fare altro che pensare a cosa ne sarebbe stato di me da quel momento in poi. Non vedevo nessuna centrale di polizia nei dintorni. Il tassista mi fissava con i suoi piccoli occhi azzurri,in attesa che lo pagassi e sgomberassi la sua auto. Non ebbi il coraggio di chiedergli altro,estrassi meccanicamente il denaro dal portafoglio della mia giacca e glielo porsi.
-Dollari?-,domandò evidentemente seccato.
E adesso?
Poi parve tornare in sé. Fece un gesto con la mano,per indicare che andava tutto bene. Forse qualcosa nella mia espressione disperata gli aveva mosso compassione.
Presi la mia valigia e smontai dall'auto. L'aria gelida mi aggredì all'istante,intrufolandosi attraverso i miei vestiti. Udii un rombo di motore e capii che il taxi era ripartito.
Rimasi a guardarmi attorno. Ma dov'ero finita? Ebbi il sospetto che il tassista avesse capito centro della città,anziché centrale di polizia. Avrei tanto voluto scoprire che si trattava solo di un incubo,che in realtà stavo ancora viaggiando sull'aereo,e che una volta risvegliata mi sarei ritrovata seduta accanto ad Heron,in attesa dell'atterraggio.
La paura mi stava surclassando,m'impediva di riflettere o di muovermi,e il freddo aveva contribuito a bloccarmi come uno stoccafisso. Ero talmente disperata che non riuscivo neppure a piangere. Ma era proprio in quei momenti che per farmi forza ricreavo l'immagine del Suo volto nella mia mente. E fu così che feci.
Non dovevo dimenticare perché ero venuta a Praga. Non dovevo dimenticare per chi ero venuta.
Quando avevo rischiato di morire azzannata da Jacob,e quando avevo creduto di annegare,avevo finalmente capito ciò che volevo. Il rischio della morte era servito a chiarirmi le idee.
Io volevo stare con Carlisle Cullen. Volevo vivere per amarlo e per essere amata da lui.
Non potevo rimanere lì ferma in mezzo alla strada.
La strada...Alice mi aveva detto che me la dovevo creare personalmente.
Ed Heron mi aveva detto che dovevo lottare per ottenere ciò che volevo.
Per una volta nella mia vita,decisi di mettere da parte la testardaggine e di dar retta alle parole di qualcun'altro. Iniziai a camminare per le vie illuminate dalla luce aranciata dei lampioni.
M'illusi di essere la protagonista della sua avventura che finalmente aveva trovato il coraggio di agire. Quel pensiero mi accompagnò per le strade di Praga,mi diede la forza per non fermarmi. Oltre alla mia giacca ad avvolgermi e proteggermi dal freddo esterno c'era la speranza.
A poco a poco le luci delle insegne dei locali notturni che incontravo iniziarono a diminuire. Continuai a trascinarmi sulle mie gambe senza sapere dove stessi andando. Non avevo una meta. Mi ero accorta che da un po' di tempo qualcuno mi stava tenendo d'occhio. Svoltai in un vicolo,aggrappandomi all'idea che forse era solo una mia impressione. E invece...
Sentii qualcuno sussurrare qualcosa d'incomprensibile con una voce calda e roca che mi terrorizzò.
Un onda di fuoco risalì il mio petto e parve fuoriuscire dalla mia bocca assieme a tutto il calore rimastomi in corpo.
La voce dal tono aspro che avevo appena udito era chiaramente quella di un uomo. Non mi preoccupai minimamente di guardare se riuscivo a vedere la sua figura nel buio,ma feci immediatamente dietro front,in un gesto automatico,con l'intenzione di imboccare un'altra strada. Andai a sbattere contro qualcosa che prima non avrebbe dovuto esserci e caddi con il sedere per terra.
Una figura umana torreggiava in piedi di fronte a me. Pronunciò una frase dal significato a me ignoto.
Mi rialzai e tentai di correre via,lontano da quelle presenze. Ma qualcuno mi afferrò per il polso e mi bloccò. Due braccia mi circondarono in una presa ferrea,che mi tolse il fiato.
-No,lasciami!-,gridai disperata.
- Oh,parli inglese..Lo sai,le americane e le inglesi sono le mie preferite...-,mormorò l'uomo che mi teneva stretta a sé con la bocca vicinissima alle mie orecchie. Trattenei l'impulso di vomitare,il suo alito sapeva di alcool e di fumo. Provai ad urlare,ma la voce mi era morta in gola.
- Parla inglese,dunque...-,ripeté la seconda voce con aria interessata.
Stava accadendo di nuovo. Proprio come quella volta a Port Angels,pensai. Ma quella sera nessuno sarebbe venuto per salvarmi...
-Ehi,mollala Oliver. Non vorrai tenertela tutta per te!-,protestò una terza voce nel buio,sempre in inglese.
Ma quanti ce n'erano!? Avevo smesso di respirare,con l'orrenda consapevolezza della triste sorte che mi spettava. Mi avrebbero derubata e violentata sicuramente.
Nel panico assoluto sentii lacrime silenziose rigarmi le guance.
-Oh,tesoro...- mi si rivolse l'uomo contro cui ero andata a sbattere contro-...non piangere. Non dirmi che hai paura...-,mormorò con finta voce premurosa,facendo scorrere le sue dita sul mio viso.
Gli altri intorno a noi cominciarono a sghignazzare mentre si gustavano la scena. Voltai la testa,nella patetica speranza di sfuggire a quel tocco,tenendo gli occhi chiusi e pregando mentalmente che non mi accadesse nulla di ciò che temevo.
L'uomo che mi teneva stretta aveva preso ad accarezzarmi con avidità.
-No!-protestai,cercando di dimenarmi come un gattino inferocito nelle mani di un perfido ragazzino. Avrei preferito morire annegata o azzannata da un licantropo,piuttosto che venire violata da quei vermi.
Spalancai gli occhi,nella mia lotta disperata e furiosa. La luce di un lampione illuminava cinque figure intorno a me,oltre a colui che mi teneva ferma. Ero accerchiata.
-Buona,buona! Sta buona!-,mi ordinò uno di loro.
-Guardate come scalcia!-,ghignò divertito un'altro.
-Ehi Oliver,vedi di fare in fretta. Dopo tocca a me.-,dichiarò un terzo,con un tono di voce eccitato,che mi fece rabbrividire. In un patetico tentativo di liberarmi morsicai il braccio di quello che mi stava toccando da tutte le parti. Affondai i denti con tutta la violenza,la forza e l'aggressività che avevo in corpo. Quello lanciò un grido,colto di sorpresa. Io mi divincolai immediatamente e cominciai a correre per il vicolo. Avevo la sensazione di aver lasciato il cuore per terra all'inizio della mia fuga.
Li sentivo tutti e sei dietro di me,non erano intenzionati a lasciarsi sfuggire la loro preda. Erano troppo veloci,mi avrebbero raggiunta presto. Cacciai un urlo disumano,nella speranza che qualcuno mi sentisse e accorresse in mio aiuto.
-Maledetta!-
Un calcio alla schiena mi spedì in ginocchio. Ricevetti una sberla in pieno viso. Il dolore m'intontì,tuttavia riuscii a vedere che uno di loro aveva estratto un coltello.
-NO!-,strillai. Il mio cuore perse un battito e balzò in gola. La lama si conficcò nel mio fianco sinistro. Spalancai la bocca,soffocata dal dolore bruciante e acuto,devastante,che m'impedì di emettere un solo fiato.
Poi udii il rombo stridente di un auto che veniva verso di noi. Voci indistinte urlarono allarmate. Cercai di strisciare via,il più lontano possibile da tutto e da tutti. Il sangue sgorgava senza tregua dalla mia ferita. La vista mi si era annebbiata. Il vicolo venne illuminato da una luce chiara. Raggomitolata a terra mi voltai per guardare dietro di me. Un uomo alto,con una camicia blu,era sceso dalla sua macchina,prendendo a sferrare pugni a coloro che poco prima avevano cercato di uccidermi.
La luce dei fari puntata su di me e il dolore della ferita mi annebbiavano la vista. Il mio salvatore stava dando del filo da torcere ai sei malintenzionati,sembrava che non fosse minimamente in difficoltà. La sua figura dai contorni sfocati era stata un'apparizione divina.  Osservare quell'uomo meraviglioso che si stava battendo con tanta padronanza di sé mi fece fremere di emozioni che esplosero in me come un turbine d'aria. Sentii il mio cuore aprirsi in due. Non potevo credere a ciò che avevo davanti. Doveva trattarsi per forza di un illusione. Gli assomigliava così tanto...I capelli biondi che scintillavano come fili d'oro,il profilo regale del suo viso diafano,in quel momento sfigurato dall'ira.
Il dolore aumentava ogni secondo sempre di più. Ma lottavo per non perdere i sensi,volevo vedere in faccia quell'uomo che mi aveva sconvolta con la sua apparizione. Avevo l'inspiegabile  voglia di piangere di gioia e di sollievo,ma anche di disperazione. All'improvviso gli occhi del nuovo arrivato vennero colpiti dalla luce dell'auto. Un'espressione allarmata comparve sul suo viso stupefacente. L'ultima cosa che vidi furono due pozze dorate di una bellezza disarmante. Non ebbi nemmeno il tempo di urlare di dolore...


*******


Quando capii l’errore che avevo commesso fu troppo tardi. Uno dei malintenzionati era salito nella mia macchina e aveva dato gas,con l’intenzione di fuggire via. I miei occhi erano dardeggiati per un istante su di lui. Mi ero lanciato sul corpo della ragazza a pochi metri di distanza,con l’intenzione di proteggerla. Ma nonostante la mia velocità straordinaria,non avevo fatto in tempo a salvarla,mi ero accorto del pericolo imminente quando nemmeno per un fulmine ci sarebbe stata la possibilità di arrivare per primo a quel fragile corpo. Non mi curai di inseguire il bastardo,non mi accorsi dei suoi compagni che se la davano a gambe. Mi inginocchiai accanto alla ragazza che era stata investita. L’auto l’aveva presa per le gambe facendole sbattere la testa a terra. Tuttavia dubitavo fortemente che fosse ancora viva. Il viso era rivolto a faccia in giù. L’odore del sangue che sgorgava dalla sua ferita era irresistibile. Quel profumo era unico ed indimenticabile. Un pensiero mi aggredì spietato,annullando la mia facoltà di ragionare. Lo avvertivo,aveva quella terrificante sensazione. Lo sentivo…
Mi feci coraggio e voltai il viso della ragazza. La visione fu fatale,mi trapassò da parte a parte,mosse in me un orrore inspiegabile e devastante.
-Oddio…No…No…Bella… Dio no!…-


*******

Spazio dell'autrice: stavo per svenire quando ho scritto la fine di questo capitolo *_* Sentite raga,ma mi volete abbandonare proprio adesso?? Soltanto due rencesioni per lo scorso capitolo?????...Me tanto tanto triste=( ç_ç  Dai,fatemi sapere che siete ancora qui,forza per chi si deve ancora fare sotto!!
Ringrazio:
XoXo__GossipGirl
:lo scoprirai. Poveretto,anche lui ci è finito di mezzo! E Bella si è messa nei casini...Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
SIXY :ricambio sentitamente gli auguri ;) Eh si,adesso che hai letto questo capitolo che farai? Hai intenzione di uccidermi? XD Spero che anche a te il capitolo sia piaciuto!
E ringrazio tutti voi:
AlessandraMalfoy 
alessandraxxx81 
Bimba sognatrice 
chiaretta90 
ChiccaCullen 
cold_moon 
cougar 
crys 
fracullen 
gegge_cullenina 
lupa bianca 
matrix 
roby88 
Streghetta89 
sweet_me 
Tom94
acqua1879 
Aia Cullen 
angioletto86 
cesarina89 
Crazy Owl
Diavoletta090 
Florence 
ila_sabaku 
ishizu 
ka chan
KatyCullen 
LuNa1312 
Millennia Angel
Necrysia 
OnLu
paramore27 
Rebecca Lupin
rhys89
usagi89
Recensite!!

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Capitolo 10
*** Il risveglio nero ***


Capitolo 10



La mia famiglia stava lottando per non farmi cedere al dolore,continuava a ripetermi che stavo facendo la cosa giusta e che non dovevo avere rimpianti. Alice aveva visto che si sarebbe risvegliata. Per questo avevo deciso di aspettare. Sapevo che Bella avrebbe voluto essere cosciente durante la sua trasformazione,durante un momento così significativo e fondamentale della sua esistenza,e da lei tanto atteso. Edward mi aveva parlato del suo atteggiamento avvilito ogni volta che si sfiorava l'argomento "tempo che passava". Ma sentivo che non era il momento opportuno per trasformarla,i suoi genitori erano ancora scioccati dagli ultimi avvenimenti accaduti alla  figlia. Non potevo farla diventare una di noi in un momento così critico per loro,e soprattutto volevo essere sicuro che Bella non avesse cambiato idea. C'era sempre quella possibilità,dopotutto.
Avevo raccontato l'intera faccenda a Charlie,a Reneé e al suo compagno,così che sapessero cos'era nato un anno prima tra me e Bella e perché lei era venuta a Praga. Tutti e tre erano rimasti sconvolti,ma avevano subito messo da parte lo stupore. L'unica cosa che gli importava era che io salvassi la ragazza.
"Siamo nelle sue mani. Lei è un dottore straordinario,sappiamo che ce la riporterà indietro.",mi aveva detto Charlie Swan. Avevo promesso di esaudire la loro richiesta,non li avrei delusi. Heron si sentiva in colpa per ciò che era successo,io invece sentivo di doverlo ringraziare per ciò che aveva fatto. Era grazie a lui se Bella aveva capito di voler stare con me. Io invece mi ero fatto da parte,me n'ero andato senza lottare per riconquistarla. Non potevo rifugiarmi dietro alla scusa che l'avevo fatto per proteggerla,nel mondo c'erano pericoli più grandi di una famiglia di vampiri che avrebbero potuto cedere alla tentazione del sangue umano. Lo dimostrava ciò che era successo. Avevo giurato a me stesso che da quel giorno in poi avrei sempre vegliato su Bella per proteggerla,affinché nessun tipo di minaccia o di pericolo avesse potuto mettere a repentaglio la sua vita e la sua felicità. Io vivevo per lei e così sarebbe stato per sempre.
"E' passata una settimana. Ancora niente...Ho paura dottor Carlisle...",mi aveva confessato Renée la sera precedente. "Deve pazientare. Sua figlia è una ragazza forte,tornerà.",l'avevo confortata. Si,Bella Swan era incredibilmente testarda. E se si era intestardita a vivere,niente l'avrebbe fermata.
Rimanevo giorno e notte a vegliare su di lei,quando tutti gli altri se ne andavano. Perfino i suoi genitori mi lasciavano solo con lei,nella speranza che Bella avvertendo la mia presenza,la presenza di colui che l'amava,si sarebbe risvegliata dal coma.



*******

Stavo vivendo un sogno confuso,i contorni di ogni figura erano sfocati e indistinti. Non percepivo dolore,non sentivo odori né sapori,non vedevo niente con chiarezza. 
Tuttavia aveva una convinzione: la convinzione confortante e rassicurante di essere tra le sue braccia. Lui non mi avrebbe mai lasciata andare.  E udivo la sua voce perfettamente. La splendida melodia delle sue parole era la stella che illuminava il mio percorso lungo un sentiero buio dove tutto appariva indefinito,sinistro ed inquietante. Era la luce della speranza che mi esortava a non trattenermi in quel pericoloso bosco. Dappertutto si levavano echi e sussurri remoti,mi sembrava di veder comparire ombre simili a quelle di lupi. Quel luogo arcano mi attraeva,ma la Sua voce era così dolce... Il richiamo diventava sempre più deciso,squarciava l'aria con la sua limpidezza e la sua incantevolezza. Decisi di dargli ascolto. Mi era mancato così tanto sentire la sua voce... 
...Finalmente...
-Carlisle...-,chiamai piano,in  angosciante attesa. Era tutto completamente nero.
-Bella!...- 
Un sussurro pieno di sorpresa e di gioia. 
Dio,quanto era bello sentirlo parlare! Lacrime di disperata commozione presero a scorrere sulle mie guance.
-Carlisle!...Dio...Carlisle...-,ripetei flebilmente,con voce rotta.
Le sue labbra accarezzarono delicatamente le mie,facendo esplodere il mio cuore. Mi sentii viva come non mai quando le sue mani fredde si posarono sul mio viso. Mi era mancato da morire assaporare il suo profumo su di me. Lui continuava a pronunciare il mio nome,la voce che gli tremava per l'emozione. Cercai le sue labbra trasportata da un desiderio irrefrenabile,mi tuffai nella sua bocca e la rapii in un bacio struggente.
-Sono qui,Bella...-
Quelle parole mi diedero un senso di serenità  e di felicità indescrivibile. Ero finita in Paradiso? Aprii gli occhi,desiderosa di vedere il suo volto d'angelo e d'immergermi nell'oro dei suoi occhi espressivi. Ma continuava ad essere tutto nero. Che strano...immaginavo che il Paradiso fosse pieno di colori delicati e riposanti per la vista,tendenti al chiaro. Eppure il buio era di una profondità e di un'uniformità abissale...
-Non vedo niente...Voglio guardarti negli occhi...-,mormorai. 
-Bella,dolce Bella. Non vedi niente perché è notte fonda fuori.- 
Continuavo ad accarezzargli i capelli,cullata dalla sua voce,che mi riempiva di luce e calore nell'anima.
- Ti amo.-
La sincerità di quelle parole mi fece mancaro il respiro,tremai sconvolta dall'energia con cui mi colpirono.
-Ti amo anch'io.-,mormorai.
- Finalmente sei ritornata. Mi sei mancata...troppo.- Carlisle sfiorava ogni centimetro del mio viso con le sue labbra,facendomi rabbrividire d'amore,scuotendo la mia anima. Sentivo il suo tocco angelico sul mento,le guance,il naso,la fronte e poi ancora e ancora sulla bocca. Adoravo quelle coccole,e non me ne sarei mai potuta saziare a sufficenza. 
-Devo chiamare gli altri e dirgli che ti sei svegliata.-,mi sussurrò caldamente all'orecchio.
-No,stai qui con me.-,protestai.
-Bella,quando tornerò in questa stanza lo farò per non lasciarti mai più. Mi credi?-
Cos'altro potevo fare? Era impossibile pensare che stesse mentendo. Lo avvertivo con tutta me stessa. Ma...
-Carlisle...-,non riuscivo a controllare l'impulso involontario di ripetere il suo nome,pronunciarlo mi faceva sentire piena,completa-...siamo rimasti lontani così tanto...Adesso resta con me.-,lo supplicai.
Rimasi ad ascoltare l'armonioso silenzio che si era creato.
- Va bene.-,acconsentì poi. 
Con le dita creavo cerchi sul suo viso marmoreo,seguendo le linee dei suoi tratti perfetti. 
Che pace...Avrei voluto rimanere così per sempre.
-Ti prego,accendi la luce. Voglio vederti.- 
D'un tratto ebbi la sensazione che c'era qualcosa che non andava in Carlisle. Mi sentivo talmente legata a lui che quando stava male anch'io percepivo la sua sofferenza.
- Amore mio,non è così semplice...- dichiarò con un tono di voce indecifrabile. Sembrava faticasse ad esprimersi. Non era da lui.
- Parlami. Ti ascolto.-,sussurrai incoraggiante.
Mi accarezzava lentamente la fronte,cercando di trovare il modo giusto per dirmi la verità.
- Dimmi che cosa vedi.-
- Proprio niente. E' tutto nero.-
Una scarica elettrica mi attraversò all'improvviso la schiena. La realtà mi colpì come un fulmine nella notte in grado di squarciare il cielo a metà. 
Io avevo gli occhi aperti.
Iniziai a respirare affannosamente. -No...-
-Sssh...calmati...Non è co...-
-Calmarmi!?-,presi a tremare e a singhiozzare disperatamente,come in preda ad una tortura atroce. Tutto quel nero mi terrorizzava,mi dava un senso di sperdutezza,d'inadeguatezza e di angoscia. Sapeva d'ignoto.  Avrei avuto quell'immagine davanti per il resto della mia vita? Una tela vuota di un quadro,spogliata dei suoi colori. Era assurdo.
-Oddio...-,mormorai flebilmente. Richiusi gli occhi,li strizzai fino a sentire l'aria rimbombare nelle mie orecchie. Poi li riaprii lentamente. 
Nero. E ancora...nero.
-NO!-,gridai. -No! No! No!...No...-,gemevo dilaniata dalla terribile scoperta che avevo appena fatto. Cercai con le mani il corpo di Carlisle,per stringermi a lui. Non lo volevo perdere per nessuna ragione.
-Ehi...ehi Bella,sono qui. Non me ne vado.-,mi sussurrava dolcemente,abbracciandomi da sopra le coperte del letto. -Io ci sarò. Sempre. Ricordati che sei ancora viva. Le cose sarebbero potute andare peggio...-,dichiarò con tono dolente.
-Non potrò mai più rivedere i tuoi occhi,il tuo viso...il tuo sorriso...-,singhiozzavo senza ascoltarlo.  Non era giusto. Mi faceva paura. 
Un cielo uniforme,uno scenario immutato. Nero puro. Nero perenne.
- Sono cieca...-
- Affronteremo insieme questo ostacolo,e lo supereremo. Ti fidi di me?-
Stringermi a Carlisle e udire la sua voce fu ciò che non mi fece desiderare una fine. Il mio cuore batteva a mille sul suo petto. Respirare il suo profumo mi tranquillizzò un poco.
-Si,mi fido. Trasformami.-,dissi con voce decisa.
Rimase in silenzio per qualche istante. -Bella,ascoltami. Lo farò,ma non ora. Pensa ai tuoi genitori.- Carlisle aveva scelto con cura le sue parole.  Fu in grado di farmi acquistare un briciolo della mia ragione perduta. Si trattava solo si resistere ancora per... Per quanto tempo? 
-Quando lo farai?-,esitai.
-Quando i tuoi genitori avranno modo di rendersi conto,a poco a poco,di ogni cosa.- 
-...Ti credo.-,dichiarai convinta. Avevo smesso di piangere e di tremare. Il mio respiro si era regolarizzato. Tutto merito suo. Carlisle era straordinario.
-Com'è successo?-,gli domandai. 
Ci mise un po' a rispondermi. -Hai avuto un trauma. Sei stata investita.- 
Percepii dal tono della sua voce che ricordare gli faceva male,molto male. Ricordai con orrore agghiacciante e disgusto i sei che avevano cercato di violentarmi e poi di uccidermi. E poi capii.
Quello splendido uomo con la camicia blu che avevo visto intervenire era Carlisle... 
Sentii li mie labbra distendersi in un sorriso. Ero gonfia di commozione.
-Ehi... Potrei impazzire se ti vedessi sorridere un'altra volta...-,ammise facendomi rabbrividire nuovamente.
Risi con trasporto. Era incredibile,avevo appena scoperto di essere diventata cieca,eppure ero felice. Un delicato fiocco di neve premette dolcemente sulla mia bocca,chiedendo un contatto più profondo,con urgente desiderio. Io glielo concessi. Il fiocco di neve si sciolse in una soffice squisitezza dal sapore irresistibile. Lo avevo catturato con una foga incontrollabile. Chiusi gli occhi,tenerli aperti non mi sarebbe servito. Un universo di stelle e comete esplose in una danza di colori dentro di me. Quel bacio era una delizia dell'anima dal sapore indescrivibile. 
Scoprii che la facoltà di dare forma ai ricordi non l'avevo persa. L'immagine degli occhi di Carlisle che saettavano verso l'auto prima che essa m'investisse era nitido nella mia mente. Era l'ultima cosa che ero riuscita a vedere e a conservare nella mia memoria. Volevo dirgli che sicuramente a guardarlo lo avrei trovato più bello e mozzafiato che nei ricordi,tuttavia ero troppo timida per farlo. E poi baciarlo era così dolce e cullante... Non volevo porre fine a quel contatto. Così decise di non dirgli nulla.
Mi addormentai di nuovo,stretta a lui,al sicuro,confortata dalla sua vicinanza. 

*******

Renée voleva portarmi con se a vivere a Phoenix. Charlie aveva detto che sarebbe stato meglio per me andare con lei. Sapevo che aveva ragione,d'altronde come poteva un padre capo poliziotto prendersi cura della figlia cieca? Ma Phoenix era...la soleggiata Phoenix. Un posto inadatto per i vampiri. Andarci avrebbe significato tornare a vivere una vecchia vita,dimenticata nel tempo. Una vita che ormai non faceva più parte di me. Una vita vuota,senza senso. Come potevo lasciare Forks,dopo tutto ciò che avevo vissuto in quella piccola città? La piccola e piovosa Forks... Nella quale avevo conosciuto creature leggendarie che erano divenute il respiro dei miei giorni. Vampiri e licantropi.
Come potevo tornare a vivere da semplice umana,dopo aver vissuto in mezzo a tutti loro?
Carlisle non mi avrebbe potuta seguire a Phoenix. E io non sarei mai stata capace di dirgli addio un'altra volta,il mio cuore non avrebbe retto e la mia sanità mentale sarebbe andata scemando. Sarei impazzita. 
Carlisle mi aveva detto che ero rimasta in coma per una settimana,e che in quei giorni tremendi aveva confessato ai miei genitori di amarmi. Erano venuti tutti a salutarmi,la mattina seguente al mio risveglio. Perfino Edward. 
Alla fine avevo fatto capire a Renée e a Phil che non avrei potuto continuare a vivere senza colui che amavo. Per il bene che mi volevano,si erano rassegnati alla mia scelta. Sarei tornata a Forks,con Charlie. Alice sarebbe venuta a vivere momentaneamente con noi. All'inizio mi ero rifiutata di coinvolgerla,ma lei mi aveva detto che ormai aveva deciso. Mio padre non aveva rifiutato,grato del suo gesto meraviglioso. D'altronde essere affiancata da una presenza femminile era l'unica soluzione che mi avrebbe potuto permettere di vivere ancora a casa Swan. Certe mie necessità richiedevano l'aiuto di una donna.
E Carlisle... Lui mi avrebbe seguita. 
Non dovevo pensare ai Cullen,mi aveva detto. Dopotutto era solo questione di tempo. Tempo per riordinare le cose. E poi...



*******

Spazio dell'autrice: finalmente Bella e Carlisle sono tornati insieme,ma adesso hanno un nuovo,drammatico,problema da affrontare. Ce la faranno a restare uniti? Fatemi sapere che ne pensate,mi raccomando. Recensite,recensite!! Re-cen-si-te XD
Rispondo alle recensioni del capitolo scorso:

AshG:come hai potuto vedere il nostro Carlisle è tornato! Contenta? Non ha deciso di trasformare Bella mentre lei era in coma e adesso ci sono delle situazioni spinose da risolvere. Heron invece sembra essere stato contagiato dalla sfiga della sua compagna di viaggio! Più avanti scoprirai cosa gli è successo. Le risposte salteranno tutte fuori,non ti preoccupare. 
chiaretta90: spero che la piega che abbia preso questa storia non ti stia deludendo! Felice di sapere che non avevi intenzione di perderti il seguito. Ti è piaciuto,oppure l'hai trovato eccessivamente sdolcinato? Capisco la questione delle feste,sei perdonata :P

SIXY: adesso sono proprio curiosa di vedere cosa dirai XDXD Ne sto facendo passare di tutti i colori a quella povera ragazza. Mi dispiace,lo confesso. Altro che donna più sfigata al  mondo,è uno scherzo della natura !XD
XoXo_Gossipgirl: ho postato presto,credo. Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Rebecca Lupin:finalmente un'altra lettrice è uscita allo scoperto. Sono molto felice. Beh,da come hai potuto leggere Bella era in fin di vita,ma Carlisle non l'ha trasformata,non solo perché lei era in coma e non avrebbe potuto esserne cosciente,ma anche perché Alice aveva predetto che si sarebbe ripresa. Baci.
E ringrazio tutti voi:

AlessandraMalfoy 
alessandraxxx81 
Bimba sognatrice 
ChiccaCullen 
cold_moon 
cougar 
crys 
fracullen 
gegge_cullenina 
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mary96twilight 
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Streghetta89 
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Tom94 
acqua1879 
Aia Cullen 
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Crazy Owl
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Capitolo 11
*** Rarità ***





Capitolo 11


Heron mi aveva detto che Bella era amica di un licantropo. Avevo un sospettato numero uno nella mia lista. Così ero andato a cercarlo per parlargli,consapevole del rischio a cui sarei andato incontro. Lo stavo aspettando nella foresta,seduto su un masso,nel luogo in cui ci eravamo dati appuntamento. Di lì a poco avrei scoperto se quel ragazzo lupo ci teneva veramente a Bella. Se non fosse venuto avrei capito che era un codardo. Ma dopo un paio di minuti cominciai a sentire il suo odore nell'aria. Rimasi all'erta,aspettando di vederlo comparire da dietro un albero. Lo vidi rivelarsi ai miei occhi in tutta la sua imponenza,un'espressione d'odio incisa nel viso. Si manteneva a distanza.
- Ti ringrazio di essere venuto.-,esordii senza muovere un muscolo,con espressione pacata.
-Avrei voglia di spaccarti la faccia.-,dichiarò. Capii dal suo sguardo e dal suo tono frustrato che stesse vivendo un tormento interiore devastante. Stava lottando contro il suo istinto animale per mantenere il controllo.
-Bene,ora che ci siamo salutati possiamo parlare di cose serie.-
- E' stata colpa tua...-
-Cerca di non perdere la calma,pensa al male che faresti a Bella se iniziassimo uno scontro.-,cercai di farlo ragionare. Quelle parole lo colpirono in pieno,disarmandolo per un istante della sua espressione dura. Lo avevo provocato senza rendermene conto,Heron mi aveva riferito che lui aveva quasi rischiato di uccidere Bella trasformandosi. All'improvviso ebbi voglia di confortarlo. Esme aveva proprio ragione,cercavo sempre di dare una mano a tutti....
-Sai,anch'io durante il mio primo periodo da vampiro in quanto ad auto controllo non ero un asso. E per ogni cosa che accadeva mi facevo una colpa. Mi sentivo pericoloso e patetico,avrei voluto nascondermi. Mostro: è questa la parola con cui mi definivo. Sia io che te non abbiamo scelto di essere ciò che siamo. Adesso di fronte a me vedo un ragazzo cresciuto troppo in fretta,che soffre per ciò che è successo alla sua migliore amica...-
-Cosa fai,mi compatisci?-m’interruppe lui- Tu che ne sai di quello che provo per lei...Tu che ne sai di come mi sento?!- Jacob Black era furioso,si stava facendo scudo con la rabbia,per non farsi sopraffare dal dolore che si trascinava dietro.
- Nessuno può mai sapere perfettamente come si sentono gli altri. Ma può provare a capire. Guardati,se tu fossi un mostro a quest'ora mi avresti già sbranato. Avresti agito d'istinto,quindi senza pensare alle conseguenze. Stai già combattendo contro il lupo che c'è in te. Stai già imparando a convivere con esso.-
- Senti...-,sembrava confuso e infastidito. Chiuse gli occhi e fece un grosso respiro. -...bravo. Che devo fare,devo applaudire? Non sono venuto qui per questo. Sbrigati a parlare.-
Provai compassione per lui.
-Sono da solo,succhiasangue. Non devi avere paura che i miei compagni sbuchino fuori all'improvviso per farti a pezzettini.-,mi schernì con un ghigno.
Io ripresi il discorso di prima lasciato in sospeso -Hai ragione,è stata colpa mia per ciò che le è successo. Perché me la sono lasciata scappare,quando avrei dovuto lottare per non perderla. Tu invece le sei stato vicino,ti sei sempre preso cura di lei,e hai cercato di allontanarla da Heron perché avevi paura che sarebbe tornata a soffrire. Io per questo ti ringrazio.-
Mi fissava stupito.
-Ti ringrazio per essere stato vicino a Bella.-,ripetei con tono sincero.
-E'...cieca. Ti rendi conto? E'...diventata cieca...per venire a cercare te.-
Jacob Black faticava a parlare,sconvolto dalla sue stesse parole.
- Si,hai ragione.-,annuii con assoluta calma. Il mio comportamento non gli piaceva per niente,si aspettava che mi difendessi,non che fossi d'accordo con lui.
- Lei mi ha raccontato di voi...Prima il tuo figlioccio,adesso tu...Che fate voi Cullen,giocate con i suoi sentimenti uno alla volta? Il prossimo che la farà innamorare di sé chi sarà? Lo scimmione o faccia da pesce lesso? Ah già,dimenticavo l'ultimo arrivato,quello che l'ha fatta imbarcare sul primo volo per l'Europa! Anche lui è in lista d'attesa,immagino.- Si lasciò andare ad una risata senza gioia.
- Io amo Bella.-,dichiarai con voce tranquilla e sicura.
-Certo! Certo,lui la ama! Grandioso!-,iniziò a gesticolare e a camminare avanti e indietro,come se stesse parlando con qualcuno invisibile al suo fianco.
-Sono venuto qui per chiederti se intendi rivederla,per salutarla. Le farebbe piacere.-
Si bloccò di colpo,lanciandomi un'occhiata omicida.
- Se l'avessi voluto fare non avrei aspettato di ricevere il tuo permesso! Il dottor Cullen se n’era andato,ma adesso che è ritornato con la sua mania di fare l'eroe tutti lo hanno riaccolto felici e contenti!-,mi canzonò.
Povero ragazzo... Si sentiva respinto e tradito. E la causa della sua infelicità ero stato io,perché Bella era tornata a cercarmi.
- Puoi dire quello che vuoi di me,non mi crei alcun fastidio. Però pensaci bene. Non la rivedrai mai più. Sei proprio sicuro?- Lo fissai attentamente,cercando di cogliere un'occhiata o una reazione significativa in lui. Strinse i pugni e digrignò i denti.
- Ha fatto la sua scelta. E ne ha pagato le conseguenza,dato che ha perso la vista. Io non potrò esserci sempre per leccarle le ferite. Lei lo sapeva che l'avrei messa di fronte ad un bivio: o me o i succhiasangue. Ha deciso di tornare da voi Cullen,quindi deve rinunciare a me.-gli tremò la voce- Sono io in realtà...che dovrò rinunciare a lei.-
La sofferenza gli velò gli occhi.
Io lo capivo. Era per colpa della creatura che si portava dentro,e del volere dei suoi compagni,che non poteva scegliere con la sua testa.
-Mi dispiace...-,ammisi. -Mi dispiace davvero...Quindi non rivedrai mai più Bella.-
-Sono stato io a deciderlo.-,mise in chiaro. Sospirai,sentendo la necessità di liberarmi in qualche modo,anche se respirare non rientrava nelle mie priorità. Feci per alzarmi e andarmene,quando lui mi richiamò.
-Aspetta.-
-Dimmi pure.-
-Non dimenticare il patto.-
Per un attimo lessi un'espressione di trionfo in quei tormentati occhi scuri. E per la prima volta dopo tanto,tanto tempo,provai rabbia ripensando alle sue parole.
-Ricordalo. Pensaci ogni giorno. E non prendere decisioni insensate.-
Sapevo bene a cosa alludesse.
-Lo farò,senz'altro.-risposi lanciandogli un'occhiata perforante. E gli voltai le spalle sparendo tra la vegetazione.
Le cose erano complicate. Trasformare Bella equivaleva a scatenare la guerra tra i vampiri e i licantropi. E anche la mia famiglia ci sarebbe stata trascinata dentro.
Si,le cose erano complicate.


*******


Suonai al campanello di casa Swan e rimasi in attesa. Il padre di Bella venne ad aprirmi un istante dopo,con un sorriso indecifrabile sul viso. Dalla sua espressione capii che la mia presenza lo metteva in soggezione e lo faceva sentire in imbarazzo,una parte di lui mi era grata perché avevo salvato la vita a Bella,mentre l'altra non riusciva ad accettare il fatto che sua figlia si fosse innamorata di me. Io lo rendevo inquieto.
-Buonasera...Carlisle.-,mi si rivolse con tono incerto. Da quando eravamo tornati a Forks aveva preso a chiamarmi per nome,anche se riunciare all'appellativo dottore gli risultava ancora strano.
-Buonasera,signor Swan. Sono venuto a trovare Bella.-
-Entra pure. E ricordati di chiamarmi per nome!-,si raccomandò.
Gli rivolsi un sorriso ed entrai nell'ingresso. Grazie al mio udito infallibile sentii uno stralcio di conversazione di Bella ed Alice proveniente dalla cucina.
-Quando mi sei venuta a salutare,sapevi già che ci saremmo riviste,vero? E' per questo che mi hai detto:" Il tempo...",con quell'espressione intensa?-
Rimasi sbalordito dalle parole che Bella aveva appena rivolto a mia figlia. Alice non mi aveva mai parlato delle sue visioni,possibile che le avesse nascoste a tutta la famiglia?
- E' venuto molto presto stamattina. Anzi,sei venuto...-,si corresse subito l'ispettore Swan,dandomi del tu come gli avevo pregato io di fare.
-Si,se non ti dispiace vorrei portare Bella a fare una passeggiata.-
Mi sentivo un adolescente che chiedeva al padre della sua fidanzata il permesso di uscire con lei. Probabilmente non mi era mai capitato nemmeno tre secoli e mezzo prima,perché lo stile di vita in quanto a relazioni amorose era completamente diverso allora.
Tutti stavamo vivendo una strana situazione...

L'ispettore Swan mi fissò stupito,parve riflettere qualche secondo sulla mia proposta,poi acconsentì.
-Come potrei non fidarmi di te? Penso che a Bella farebbe piacere prendere una boccata d'aria. Sono tre giorni ormai che è chiusa in casa.-
Lo ringraziai.
-Vieni,le ragazze sono in cucina!-,m'informò l'ispettore Swan,con il tono di chi cercava di essere allegro in un momento drammatico come quello.
Come sempre la vista di Bella fece germogliare fiori rigogliosi nel mio petto. A me pareva più meravigliosa di un angelo. Era seduta al tavolo di fianco ad Alice,con un'espressione rilassata sul viso,un paio di occhiali neri a coprirle gli occhi.
-Papà,chi è?-,domandò quando sentì il rumore dei nostri passi nella stanza.
-E' Carlisle.-,le rispose lui.
Un sorriso timido e di gioia trattenuta si distese sulle sue labbra. E io sentii tutte le preoccupazioni e la stanchezza abbandonarmi e risalire al di fuori dal mio corpo.
-Ehm,io vado a rifare il letto in camera.-,annunciò Alice alzandosi dalla sua sedia. L'ispettore Swan tossicchiò imbarazzato. - E io vado a lavoro. Stamattina c'è parecchio da fare. Ci vediamo stasera,Bells.- Si avvicinò per dare un bacio sulla guancia alla figlia e mi fece un cenno col capo,sparendo oltre la porta assieme ad Alice.
- Si sono voluti togliere di torno...-,constatò Bella. Il suono della sua voce si fece strada in me come una leggera,ma allo stesso tempo travolgente carezza. Mi avvicinai a lei e la cinsi con le braccia da dietro,con estrema cautela. Avevo paura di spezzare quella delicata piuma. Le sfiorai le labbra,a lei piaceva quando la coglievo di sorpresa,anche se dichiarava  sempre il contrario.
-Ho chiesto il permesso a tuo padre per portarti all'aria aperta. Vorrei stare con te in un posto tranquillo.-
-Niente lavoro?-,mi domandò confusa.
-Posso prendermi un giorno di ferie dopo tre secoli,o no?-,le sussurrai all'orecchio. Si aggrappò alle mia braccia,con espressione felice. Probabilmente il mio tono di voce l'aveva convinta.
Così la presi in braccio e,uscito dalla porta di casa,iniziai a sfrecciare lungo la strada. La mia mente si fece trasportare lontano. Il cuore di Bella batteva dolcemente sul mio petto proprio come quella sera in cui fra di noi c'era stato il nostro primo contatto. Quel suono era il richiamo alla mia anima sopita dentro il corpo di un vampiro. Stringevo Bella a me,intenzionato a non sconvolgerla con la corsa. Il vento smuoveva intorno a me il suo profumo,inebriandomi i sensi.
Mi sentivo così vivo con lei. Come non mi era mai successo con Esme,nonostante quel che c'era stato tra di noi fosse stato quanto di più intenso si potesse immaginare.
Ci avevo messo due giorni a trovare un posto adatto. Avevo girato per quasi mezzo continente americano alla ricerca di un luogo completamente immerso nella pace. Finché avevo trovato la Catena delle Cascate,una catena montuosa che attraversava lo stato di Washington. Il paesaggio mi aveva lasciato incantato. Ed era lì che avevo portato la mia Bella.
-Dove siamo?-,mi domandò subito con tono incuriosito,quando mi fermai.
In risposta mi accovacciai sul prato,sempre tenendola in braccio.
-Ascolta.-,le sussurrai facendola rabbrividire. Chiusi gli occhi per godermi quel paradiso senza l'uso della vista, proprio come era costretta a fare Bella.
Silenzio. Straordinario silenzio. Perfino io dove tendere le orecchie per udire l'acqua che scorreva dalle cascate.
Regnava un'atmosfera di serenità,immersa nell'armonia della vegetazione. Il vento accarezzava il prato e il suo dolce eco risuonava intorno a noi. Ci trovavamo ad alta quota,isolati dal resto del mondo. Soli.
Eravamo noi due.
La mia esistenza appariva perfetta e completa. Non avevo bisogno d'altro. Ne di parole,ne di rivelazioni,ne di comprensioni. I profumi variegati e invitanti presenti nell'aria richiamavano la freschezza della natura. Ma il profumo più buono,incomparabile,apparteneva alla creatura appoggiata al mio petto. Le ciocche scure dei suoi capelli danzavano dispettosamente,andando a stuzzicare il mio olfatto.
-Che...pace.-,mormorò Bella con voce leggera.
Sapevo che avrebbe apprezzato il mio gesto. Il silenzio le avrebbe riordinato i pensieri e l'avrebbe fatta stare meglio.
-Descrivimi tutto ciò che vedi...-
Le baciai una guancia e aprii gli occhi. La mia pelle luccicava come una statua incastonata di piccoli diamanti sfaccettati. Il sole era alto nel cielo terso.
-Sono diventato un vampiro glitterato.-,le risposi.
Rise. -Ecco perché sei così caldo. Vorrei tanto vederti adesso...-,il desiderio le trapelava dalla voce.
-Io starei peggio se non potessi più udire il suono della tua risata.-,le confessai. Era così raro sentirla ridere,era un gesto che concedeva a pochi e solo in determinati momenti.
Cercò le mie labbra,afferrandomi il volto con la sua mano piccola.
-Ehi,non dovevo descriverti il paesaggio?-.
-Non m'importa più.-,affermò baciandomi con trasporto. In quel momento mi sembrò quasi impossibile non aver cercato di farle cambiare idea un anno fa. Me ne ero andato a fare il medico a Praga,perché lei mi aveva chiesto di dimenticarla. E io mi odiavo per essermela lasciata sfuggire. Se le avessi chiesto di stare con me forse l'avrei convinta,e lei non avrebbe avuto bisogno di venire a cercarmi.
Ripensai con dolore agli uomini che avevano cercato di approfittare di lei, allo scioccante stupore nel trovare proprio lei distesa a terra,alla consapevolezza che uno di quei bastardi l'aveva investita con la mia macchina,privandola della vista. Stavo tornando a casa dall'ospedale,quando avevo sentito qualcuno gridare. Quella voce era stato un richiamo nella notte,un richiamo per me stabilito dal destino. Allora non sapevo si trattasse della voce di Bella. Raggelai a quel pensiero.
Poi c'era  stato tutto quel sangue...Avevo faticato a mantenere il controllo e a combattere la tentazione. L'orrore di vedere Bella morire mi aveva dato la forza di reagire e di portarla all'ospedale. Non avevo osato trasformarla. Dopo l'intervento mi ero ritrovato faccia a faccia con Heron,Esme ed Alice. Heron mi aveva raccontato tutto. Avrei voluto picchiarlo in un primo momento. Mi disse che all'aeroporto era stato arrestato da agenti disposti a sparare alla folla per prenderlo,perciò non aveva opposto resistenza ed era stato costretto a lasciare Bella da sola. Era stato scambiato per un ricercato assassino trafficante di eroina che sfortunatamente gli assomigliava particolarmente. Quando era stato rilasciato aveva subito chiamato Esme ed Alice,quest'ultima in preda ad una visione su Bella si era già precipitata all'aeroporto assieme ad Esme,ma le due non avevano trovato Bella perché lei era già uscita.
-Grazie per avermi portata qui...- Bella mi ridestò dai miei pensieri angoscianti con voce carica di gratitudine e serenità.
Le scostai una ciocca di capelli dal viso e le sfilai gli occhiali,così che il respiro fresco del vento la facesse sentire più libera. Persi la cognizione del tempo. Rimanemmo l'uno stretto all'altra fino a quando il sole raggiunse il punto più alto all'orizzonte. Il prato intorno a noi era illuminato dalla luce sfavillante della mia pelle. Il calore iniziava a farsi fastidioso per me.
-Bella,devo dirti una cosa importante.-
-Parlami.-
Ogni volta riponeva piena fiducia in ciò che avevo da dirle,non esitava a chiedermi di darle una risposta.
-Prima di venire a casa tua mi sono incontrato con il tuo amico Jacob. C'è una cosa che devi sapere.-
L'avrebbe presa male,ma dovevo dirle la verità.


*******

Spazio dell'autrice: Carlisle sta per mettere in chiaro la situazione. E conviene che lo faccia,sarebbe un grave errore tenere nascosto qualcosa a Bella Swan. Ma finiranno mai i problemi per questa coppia??
Avviso importante: siamo quasi giunti alla fine di questa storia. Il prossimo sarà l'ultimo capitolo,seguito dall'epilogo.
Recensite e ditemi che ne pensate,adoro ricevere commenti ;)
Rispondo alle recensioni:
Tedda:grazie,grazie...grazie! Mi fa solo piacere sapere che non avevi mai pensato a Bella&Carlisle e che la storia ti piaccia,significa che ti ho stupita =) Ah,io semplicemente amo le persone che si azzardano a recensire i vecchi capitoli *_* Significa fare un tuffo indietro. Grazie infinite!
Aia Cullen:grazie! Sono contenta di averti sorpresa. Ecco qua il nuovo capitolo,mi auguro di non aver deluso le tue aspettative( la mia solita preoccupazione!!) Baci.
AshG:grazie cara! Beh,col fatto che Bella è diventata cieca sarebbe crudele allontanarla dai genitori,soprattutto da Charlie. Ogni cosa a suo tempo,se Carlisle trasformerà Bella,avranno un'eternità da passare insieme. Grazie ancora di tutto!
Rebecca Lupin:come ho detto appena sopra,ogni cosa a suo tempo. Capisco la tua rabbia,ma non preoccuparti. Più in basso di così non si può cadere XD Pazienta ancora un po'.
E un grazie forte forte alle nuove persone che mi hanno aggiunta alle seguite e alle preferite. Commentate,mi raccomando =)

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Capitolo 12
*** Indissolubile ***





Capitolo 12


Avevo detto addio a tante cose. Mi ero diplomata,ma non avrei potuto continuare a studiare al college e non avrei potuto trovare un lavoro. Non potevo più uscire di casa da sola,come di solito mi piaceva fare per sentirmi libera. La notte era diventata la mia migliore amica,perché il buio che calava sulle case,le strade e le città mi dava un senso di familiarità con l'oscurità con cui ero costretta a convivere. Inoltre era in quei momenti che potevo stare accanto a Carlisle,stretta a lui mentre mi addormentavo cullata dalle sue carezze. La mattina mi svegliava lui con un lieve e freddo tocco delle labbra,poi se ne andava all'ospedale a prendersi cura dei suoi pazienti. Invece il buio rimaneva. Le mie giornate proseguivano lente e monotone,Alice mi alzava dal letto e mi faceva scegliere i vestiti da mettere,doveva aiutarmi perfino in bagno. Fortunatamente col tempo avevo imparato la posizione degli oggetti almeno in quella stanza,così da non avere l'imbarazzante bisogno del suo aiuto mentre facevo il bagno. Mi sentivo completamente inutile per Charlie,toccava ad Alice cucinare per lui e preparare la colazione ogni mattina. Toccava ad Alice lavare i panni. Toccava ad Alice pulire la casa. Spesso mio padre si offriva di aiutarla di ritorno da lavoro,ma lei rifiutava,continuando a ripetergli che lui doveva stare con me. E io rimanevo seduta sulla poltrona,con la mano stretta nella sua,mentre guardavamo la televisione -o meglio,mentre io l'ascoltavo e lui mi descriveva le scene che gli piacevano particolarmente- Entrambi non eravamo molto bravi con il dialogo,preferivamo decisamente il silenzio,non riuscivamo proprio a trovare le parole da dirci. Proprio perché sotto questo aspetto eravamo simili,capivo perfettamente come si sarebbe sentito lui se avesse iniziato un discorso padre-figlia: a disagio,in una situazione d'imbarazzo e inadeguatezza che non ci apparteneva. Soffrivo al pensiero di non poterlo guardare in faccia,magari proprio mentre mi teneva la mano aveva un'espressione triste,e io non lo sapevo. Cercavo di mostrargli il mio affetto,nella speranza che ciò sarebbe potuto bastare per non farlo sprofondare nel dolore.
La musica era divenuta una mia ragione di vita. Ascoltarla mi permetteva  di creare immagini nella mente che coloravano il nero perenne della mia cecità permanente,la musica mi avvolgeva in un abbraccio di sentimenti e mi travolgeva con una nostalgica corrente di emozioni. Mi lasciavo trasportare dalle note e dalle parole delle canzoni in mondi nuovi,viaggiavo lontano,per salutare i ricordi passati,o per fantasticare un futuro felice. Finché la mano di Alice sulla mia spalla mi ridestava dai miei sogni ad occhi aperti,per avvisarmi che i vecchi amici di scuola-se così si potevano definire- erano venuti a farmi visita e che dovevo prepararmi ad accoglierli. Così mi alzavo dalla mia sedia di fronte alla finestra spalancata,dalla quale entravano gli odori dell'aria fresca,e interrompevo la musica alla radio. Mi piaceva ascoltarla in intimità,quando c'era qualcun'altro che non fosse Alice invece la spegnevo.
Speravo che col passare del tempo mi lasciassero tutti in pace e si dimenticassero di me,l'unica presenza umana che riuscivo a sopportare oltre a Charlie era Angela. Non avevo più avuto notizie di Jacob,Billy mi aveva chiamata per comunicarmi il suo dispiacere e mi aveva riferito che suo figlio non se la sentiva di venirmi a vedere. Carlisle mi aveva parlato del loro incontro,mi aveva detto che dallo sguardo di Jacob si capiva che gli mancavo. Aveva cercato di confortarmi,con la sua voce comprensiva e mi aveva provato a spiegare come si sentiva il mio ex migliore amico. Carlisle non provava alcun tipo di repulsione nei suoi confronti,anche se si trattava di un licantropo,e anche se lui era uno dei motivi per cui non poteva trasformarmi. Un giorno avevo chiesto a Carlisle di trasferirci dagli altri Cullen,a Praga,così che il patto non ci creasse più problemi.
-E tuo padre,Bella?-,mi aveva ricordato. Così avevo preso una decisione: fare in modo che Charlie capisse cos'erano Alice e Carlisle proprio come avevo scoperto io.
Ormai avevo capito che era impossibile non fare soffrire coloro che amavo,in un modo o nell'altro ci sarebbe sempre stato qualcuno contento delle mie scelte e qualcuno che invece avrebbe sanguinato per esse.
...Charlie,Jacob ed Edward.
Tuttavia avevo imparato che era meglio far soffrire le persone con la verità e dare loro la possibilità di ricominciare a cercare la loro felicità altrove,piuttosto che illuderle. Alice mi riferiva i messaggi via telefono da parte di Edward. Io gli avevo spiegato la mia teoria del vaso che si era rotto,cioè del nostro legame che si era spezzato. Non eravamo stati abbastanza bravi a ricostruire tutto,ciò significava che non eravamo fatti l'uno per l'altra,come inizialmente avevamo creduto. Lui mi dava ragione,diceva di avermi capita e io sentivo che il nostro affetto non sarebbe mai svanito,com'era successo fra Esme e Carlisle.
-Da qualche parte,là fuori,troverò quella giusta per me. Forse il nostro incontro è stato sancito dal destino,affinché tu conoscessi Carlisle e l'amore che da sempre aspettavi. Le cose non sono state così semplici,ma si sa che le complicazioni fanno parte della vita. Quello che conta è che ora tu e lui siate insieme.-,mi aveva detto con la sua voce di velluto. Magari non era la solita frase fatta,magari era stato sincero. Se così fosse stato,mi avrebbe fatto un immenso piacere.
Da quando Edward mi aveva detto quello parole,avevo cominciato a riflettere maggiormente sul rapporto tra me e Carlisle. Più i giorni passavano,più i dubbi aumentavano.
Continuavo  a chiedere ad Alice se aveva avuto delle visioni significative. Lei mi posava una mano sulla spalla e mi diceva che dovevo stare tranquilla.
-Non voglio rivelarti ciò che potrai scoprire da sola,ti rovinerei la sorpresa-,mi ripeteva con la sua voce cristallina.
Ma come potevo essere certa che non stesse mentendo? Forse aveva visto qualcosa di preoccupante e stava cercando di nascondermelo.
Ero stanca di quell'inutile vita. Cos'ero diventata? Una larva appena nata che avevo bisogno del cibo,dell'aiuto e della protezione della terra madre. Un essere inutile,completamente insignificante. Pensare a ciò era diventata la mia ossessione.
Quella mattina il mio umore aveva toccato il fondo. Ero uscita di casa con Charlie con l'intenzione di salutarlo quando sarebbe salito in macchina. Gli avevo chiesto di farmi camminare senza che mi sostenesse per un braccio. Avevo voglia di fare qualcosa da sola,non mi sarei di certo rotta l'osso del collo se avessi fatto quattro passi. Mi bloccai quando sentii un'auto che arrivava e parcheggiava. Ormai il rumore di quelle ruote era inconfondibile. Una portiera si aprì e si richiuse.
- Buongiorno Carlisle.-,sentii salutare da Charlie. Avanzai di qualche passo e il mio piede destro s'impigliò in qualcosa di scivoloso. Sentii il peso del mio corpo vacillare e un istante dopo le mie dita toccarono la terra e le foglie bagnate. Due mani mi avevano afferrata per le spalle.
-Bella!-,udii la voce allarmata di mio padre al mio fianco.
-Non è successo niente,sto bene.-
-Lascia che ti aiuti ad alzarti.-
Persi il controllo. Allontanai con uno schiaffo le mani di Charlie. Non sentivo più gli occhiali a ripararmi gli occhi. Iniziai a tastare intorno a me per cercarli,probabilmente mi erano caduti.
-Bells...-
-Ce la faccio da sola.-,tagliai corto.
-Ti sono caduti gli occhiali,sono qui.-
-Se li raccogli...mi metto a piangere. Lasciali lì-,mormorai con voce tremante. La rabbia e l'umiliazione mi stavano soffocando.
Inutile,non riuscivo a trovare quei maledetti occhiali...
Silenzio. Silenzio teso.
-Ho capito...Vado a lavoro.-,disse Charlie,con voce dispiaciuta. Si allontanò da me,rimasi immobile ad ascoltare ogni suo movimento,dal suono dei suoi passi al rumore della sua macchina che faceva retromarcia e imboccava la strada.
Sapevo che Carlisle era in piedi di fronte a me e che mi stava osservando. Che espressione aveva? Di stupore? O...
No,non ci volevo pensare.
La terra fangosa aveva reso le mie mani appiccicose.
-Ehi...-
Quella voce comprensiva e confortante,un soffio vitale per le mie membra. Sperai con tutta me stessa che  Carlisle non si avvicinasse per aiutarmi.
Finalmente riuscii a toccare qualcosa,lo tastai con cura,e constatai che erano i miei occhiali. Li avvicinai al viso e li indossai. Poi mi rimisi in piedi e camminai in avanti,ben attenta a trattenere lacrime di rabbia e vergogna.
-Sono qui.-
La sua voce mi giunse molto vicina,ero andata un po' troppo avanti. Mi voltai a sinistra,le braccia protese. La mia mano destra toccò il suo petto duro e freddo. Sentivo il suo profumo invadermi e stordirmi. Carlisle mi abbracciò lentamente,tuttavia mi avvolse con una tale intensità di sentimento che mi sentii vacillare nuovamente. Mi accarezzava i capelli,in silenzio. Sapeva che il modo migliore per farmi calmare era starmi vicino senza parlare per un po'. Mi teneva saldamente stretta a sé,ascoltando il mio cuore che pulsava agitato a contatto con il suo corpo.
Ripensai ancora una volta alle parole di Edward,rimbombavano nelle mie orecchie aumentando il mio mal di testa. "Quello che conta è che ora tu e lui siate insieme." "Quello che conta è che ora tu e lui siate insieme."...
E mi accorsi dell'assurdità di quella frase. Accanto a me avevo l'uomo che tutte le donne sognavano. Oltre ad essere straordinariamente bello e affascinante,era saggio,aveva vissuto secoli e conosciuto un'infinità di cose. Era giusto,si faceva in quattro per lavorare all'ospedale e nonostante il sangue costituisse per lui una tentazione,amava il suo lavoro. Non lo avevo mai visto perdere il controllo in nessun senso. Capiva i sentimenti di chi gli stava attorno con estrema facilità.
E stava con me. Che ridere...Come poteva essere vero?
Come faceva lui ad amare...me?
-Carlisle,perché mi ami?-,sussurrai.
Silenzio. Schiacciante,opprimente.
-Bella,ma cosa stai dicendo?-,mi chiese poi,con aria stupita.
- Dimmi per che mi ami. Avanti-,continuai ostinata,enfatizzando l'ultimo parola con tono angosciato,di supplica.
-Metti in dubbio ciò che provo per te?-,domandò grave. Quella domanda mi trafisse alla schiena come una freccia affilata.
-Dimmi la verità,ti prego. Ho capito ormai perché... Dopo l'incidente hai deciso di rimanere con me per compassione. Io ti faccio pena.-
Il mio corpo tremava,singhiozzi senza lacrime risalivano dal mio petto intenzionati a togliermi il respiro. Ormai il gioco era fatto,la sua conferma sarebbe stato il colpo di grazia. Mi allontanai dal suo abbraccio. E solo a quel gesto mi sentii male.
-Basta prenderci in giro.-, sussurrai.
Rabbrividii quando la sua mano si posò sulla mia guancia,le sue dita sfiorarono le mie labbra e andarono a ripulire il fango con cui mi ero sporcata il viso.
-Io e te dobbiamo parlare.-
E un istante dopo che Carlisle mi aveva caricata in spalla sentii che stavamo sfrecciando via. Corremmo verso chissà dove e quando ci fermammo un profumo familiare mi assalì.
-Sto per aprire una porta che fa parte del mio,ma anche del tuo passato.-
Mi fece mettere in piedi e con una mano mi guidò in un ambiente chiuso. Come se l’aria di quel posto volesse aiutarmi a capire,una corrente di ricordi sgorgò dalla mia mente. Carlisle mi guidava a toccare gli oggetti,senza fiatare. Nella mia mente ricostruivo un’immagine nitida di quella stanza. Ancora non potevo credere di trovarmi lì.
Era lì che era iniziato tutto. In quel salotto.
-Siamo…alla tua vecchia casa.-,sussurrai talmente piano che un umano non avrebbe potuto udirmi.
-Si,Bella. E’ il posto in cui sto vivendo da due mesi. E’ il posto in cui vorrei tu vivessi.-
Mi mancò l’aria. Mi accorsi che Carlisle mi aveva fatta sedere quando mi sentii sprofondare in un morbido divano.
-So che sei stanca di tutto questo. So che è stata la tristezza a farti parlare così prima. E credo di capire il perché...Ti manca l’autostima.-
Quelle parole agirono come una siringa che penetrò sempre più a fondo nel mio cuore. Bruciai.
-Credi che uno come me non possa stare con te se non per compassione,pensi che io mi sia stancato di questa situazione e che non ti abbia lasciata per non farti soffrire. Pensi che io ti veda come una mia paziente.-
-Esatto.-,risposi con voce determinata.
-Hai sbagliato in pieno,amore mio.-
Sussultai,faceva male sentirlo chiamarmi così.
-Sapevo che prima o poi avremmo dovuto affrontare questo argomento. Sai,durante la mia esistenza ho incontrato tante donne bellissime e affascinanti. Ce ne sono state di more,di bionde,di alte e  di basse,di magre e di prosperose. Ce ne sono state di giovani e rosee e di adulte ed attraenti. In tutti questi anni ho avuto modo di comprendere quanto significassero poco per me dopo averle sentite parlare. Ho imparato a stancarmi dell’apparenza,come prima o poi capita alla maggior parte degli uomini. Poi sono arrivato a conoscere donne che oltre ad un bell’aspetto esteriore dimostravano di possedere carattere ed intelligenza. Ma i sentimenti che provavo nei loro confronti non hanno mai raggiunto un’intensità duratura. Come quando ci si stanca di ascoltare sempre la stessa canzone e si ha voglia di cercarne una  più emozionante,io mi stancavo delle donne che incontravo prima ancora che fra di noi potesse nascere qualcosa. Non devi mai scordarlo,in amore si è sempre in due. E se il sentimento non è reciproco non può durare a lungo. Molte donne hanno desiderato stare con me,ma magari solo per sesso. Può essere capitato che una di loro  invece si fosse innamorata di me,mentre io non ricambiavo quanto lei. Ho imparato a conoscere infiniti aspetti del carattere di una donna,i suoi lati più competitivi e vendicativi,i suoi pregi e i suoi aspetti positivi,fino ad annoiarmi di ognuna di quelle che incontravo.
Finché è arrivata Esme: con ciò ti parlo del sentimento reciproco. Entrambi abbiamo saputo scavare a fondo dentro di noi e rimanerne sorpresi,abbiamo saputo apprezzare la nostra personalità in tutte le sue sfaccettature e sopportare i nostri difetti. Io mi sentivo ricambiato quanto lei. Due persone-o vampiri che siano-sono fatti per volersi bene,e per amarsi,se nel loro insieme sono compatibili.-
Ascoltavo il suo discorso con estremo interesse,incapace di ribattere. Come potevo farlo,se ero completamente d’accordo con lui?
-Poi sei arrivata tu,Bella. E mi hai stravolto. Ho lottato per controllare tale sentimento,ma tutto ciò che riuscivo a fare era pensare alla persona che Edward aveva scelto di amare,a quanto l’avesse scelta bene…Mi hai travolto con una forza troppo grande perché io riuscissi a tenerla a freno.-
Il mio cuore batteva ad un ritmo irregolare. Lo percepivo sussultare e cercare di riacquistare una velocità costante.
-Ciò che provavo per te superava addirittura il sentimento che era nato tra me e Esme,arrivando perfino ad affievolirlo. Bella,tu pensi di essere un’umana qualunque,ed è qui che voglio chiarire: siamo tutti nessuno,ma per qualcuno valiamo più del mondo e dell’esistenza. C’è chi può vederti una come tante,ma quello che conta è come ti vedo io. Io ti vedo come il mio cielo verso cui protendere lo sguardo e le braccia. Ti amo nella tua semplicità,il pregio più speciale,raro e ricercato che possa esistere,come ho potuto scoprire con il passare del tempo.
Ti amo nella tua purezza,grazie alla quale chi ti è vicino non può mai dubitare delle tue parole e dei tuoi sentimenti. Ti amo per la tua testardaggine,con la quale riesci sempre a fare ciò che vuoi. Ti amo per la tua riservatezza e per la cura con cui offri il tuo cuore agli altri. Ti amo per la tua goffaggine e per la tua maledetta voglia di cercare i guai. Tutto questo perché fa parte di te. Se facesse parte di qualcun'altro non avrebbe senso per me.  Io amo te. Una spiegazione logica che possa giustificare l’amore non sono ancora riuscito a trovarla,e penso che non ci riuscirei nemmeno fra altri trecentosessanta anni...Ma è proprio questo il bello. Ti amo perché anche tu non ti sei soffermata al mio aspetto esteriore,perché hai saputo vedere a fondo dentro di me e travolgermi con il tuo passaggio. Se io e te ci amiamo e perché siamo fatti per stare insieme. Ci incastriamo e ci completiamo a vicenda come pezzi di un puzzle ad un solo aggancio. L'hai mai sentita dire questa frase?
Io sento di esistere per amarti come nessun'altro,e sento che tu esisti per amarmi come nessun'altra. Questo basta a chiarirti le idee? Possibile che non ti senti avvolta da quello che provo io a starti accanto?-
Leggerezza. Armonia. Luce in quel nero perenne che era diventato la mia vista. Ero diventata una piuma.
Il peso dei dubbi e delle incertezze era scivolato fuori da me. Ogni cosa sembrava essersi messa al suo posto e aver trovato il suo perfetto e costante equilibrio.
La situazione si era capovolta. In quel momento ero io ad avere la sensazione di aver dimostrato a Carlisle meno amore di quanto lui ne avesse sempre dimostrato a me. Senza alcuna esitazione lui aveva dato una risposta a tutti i problemi che mi ero fatta su me stessa...in diciannove anni.
Sentii la seta di un fazzoletto sulle mie mani che le ripuliva dalla terra. Poi il tocco delicato di due dita che mi toglievano gli occhiali e mi asciugavano gli occhi. Non mi ero accorta che stessi piangendo. Ma quanto piangevo ultimamente? Ero diventata snervante...
Carlisle mi baciò le punta delle ciglia finché non smisi di tremare e le lacrime smisero di sgorgare fuori. Desideravo stare a contatto con lui come non mai. Sentivo il bisogno di lui come dell'acqua. Lo desideravo così tanto che avrei potuto morire di crepacuore. Lo strinsi a me fino a perdere il respiro,come se avessi avuto l'intenzione di diventare parte di lui.
Nella mia vita non avevo mai visto con così tanta nitidezza ciò che avevo davanti.
-Voglio fare l'amore con te.-


*******


Spazio dell'autrice: ...Ma quanto sono belli insieme..................................
Basta,basta,altrimenti piango! La prossima volta c'è l'epilogo. Che tristeeeeeeeee!!
Comunque:che ve ne pare di questo capitolo? Fatemi sapere twilighters,recensite!;) Baci.
Rispondo qui alle recensioni della volta scorsa:

 SIXY  Segnala violazione
 Capitolo 11: Rarità
Ecco qua il nuovo capitolo. Sono felicissima di sapere che ti sei affezionata alla mia storia! Mi hai sempre seguita,sin dall'inizio ed è una grande soddisfazione per me sapere che mi sostieni anche adesso. Grazie!

 Aia Cullen [Contatta] Segnala violazione
Capitolo 11: Rarità
Dai,non rattristarti! Penso che scriverò altre fanfiction su Bella e Carlisle. Alla prossima con l'epilogo!
 Bimba sognatrice [Contatta] Segnala violazione
Capitolo 11: Rarità
Che bello*_* Carlisle è il mio preferito,se mi dici che sono brava ad esternare le sue emozioni mi fai un regalo! Però,ti dirò,penso di non essere ancora in grado renderlo abbastanza bene. Deve migliorare ancora. Grazie di tutto comunque!
 AshG [Contatta] Segnala violazione
 08/01/10, ore 21:19 - Capitolo 11: Rarità
Niente Tanya per Edward,chi la conosce quella XDXD Devo ancora leggere Breaking Down,so solo che lei è la vampira che stravede per lui.  Non ce l'ho affatto con Jacob,anzi,mi piace tanto come personaggio. Lo trovo ricco di sfaccettature,ammetto che certe volte avrei voglia di prenderlo a schiaffi,però non lo detesto. Mi dispiace che questa storia stia finendo,ma sopravviverai,o no? XD Anche tu sei una che mi ha sempre seguita sin dall'inizio,la mia prima recensione la ricevetti proprio da te....Sentitamente...grazie*_*
 chiaretta90 [Contatta] Segnala violazione
 08/01/10, ore 20:25 - Capitolo 11: Rarità
Ahi ahi ahi,l'influenza intestinale. Fortuna che è passata! Ma povera,ti sei ritrovata a leggere che Bella è diventata cieca proprio in quel periodaccio! E' comica la cosa XD Neppure nelle fanfiction trovi pace! XD Anche a te dico grazie sentitamente,come AshG e SIXY mi hai sempre seguita e questo mi rende felice non poco!
 Rebecca Lupin [Contatta] Segnala violazione
 08/01/10, ore 19:34 - Capitolo 11: Rarità
Contenta? Eheheheh....Ti è piaciuta questa sorpresina finale? Grazie mille del tuo sostegno!

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