E iniziai a morire poco per volta di Freya Crystal (/viewuser.php?uid=58845)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E iniziai a morire poco per volta ***
Capitolo 2: *** Corsa contro il Destino ***
Capitolo 3: *** Impeto ***
Capitolo 4: *** Gioco di squadra ***
Capitolo 5: *** Il giorno fatale ***
Capitolo 6: *** Immortale ***
Capitolo 7: *** Sdegno ***
Capitolo 8: *** Destinazione Praga ***
Capitolo 9: *** Apparizione divina ***
Capitolo 10: *** Il risveglio nero ***
Capitolo 11: *** Rarità ***
Capitolo 12: *** Indissolubile ***
Capitolo 1 *** E iniziai a morire poco per volta ***
Capitolo
1
In quel
momento avrei voluto sparire dalla faccia del pianeta terra,cancellare
ogni traccia della mia esistenza dai pensieri della gente. Avrei voluto
che i ricordi,i ricordi che sapevano di me,abbandonassero le menti di
coloro che mi avevano conosciuta,e volassero via come uccelli migratori
intenzionati a non fare mai più ritorno,diretti in una terra
remota.
Si,avrei
tanto voluto che un battito d'ali e un soffio di vento fossero potuti
bastare per avverare la mia volontà...
Eppure
proprio quando si desiderava una fine,la vita capricciosamente imponeva
di restare. Così eccomi lì,ancorata al suolo,a
respirare per nutrire i miei polmoni,a sprecare aria,ad obbligare
qualcuno a spendere il suo tempo per medicarmi,a creare problemi ad una
famiglia,a rovinare una serata che avrebbe dovuto essere una semplice
festa di compleanno.
...La
mia festa di compleanno.
Feci
un rapido calcolo mentale: se non fossi mai esistita,non ci sarebbe
stato nessun compleanno da festeggiare per Isabella Swan. E non ci
sarebbe stato alcun rompicapo per i Cullen. Dio,se Edward fosse stato
lì e i suoi poteri avessero funzionato su di me,mi avrebbe
dato della patetica.
-Bella
non devi sentirti in colpa.-
La
voce morbida e rassicurante di Carlisle mi riportò alla
realtà. Fu come ricevere un abbraccio confortante capace di
lenire l'imbarazzo che provavo.
Mi concedetti per
un istante di distogliere lo sguardo dal suo braccio sanguinante
e di guardarla negli occhi. Brillavano di una luce
timida,impaurita,e avevano la straordinaria capacità
di suscitare curiosità a chi li incrociava; non
erano di un penetrante colore azzurro o di una sfavillante
tonalità di verde,ne avevano il fascino vampiresco di quelli
dorati che possedevano i miei simili: tuttavia,per quanto potessero
essere semplici,gli occhi di Bella catturavano con la loro
oscurità,trasportando chi li guardava in uno scenario
indefinibile e tormentato,che suscitava inquietudine. Da
tempo la loro luce mi aveva indotto a pensare che fossero animati da un
misterioso e sconcertante incantesimo.
La confusione si
stava facendo strada dentro di me. Tornai a concentrarmi
sull'estrazione delle schegge di vetro che le erano penetrate nella
carne. Il battito del suo polso era troppo veloce. Quando un mio
paziente era agitato cercavo di distrarlo chiacchierando.
-A che pensi?-
Sentivo
un fastidioso pizzicore,e sapevo bene da dove provenisse,ma cercavo di
ignorarlo con tutte le mie forze. Carlisle era concentrato nella sua
operazione,e procedeva con assoluta tranquillità.
-Penso
a quante volte mi hanno dovuta ricucire.-
Feci
un sorriso imbarazzato,gli occhi fissi sul quadro appeso alla
parete,oltre la sua nuca. Lui rise.
-Sono
cose che capitano. Certo,bisogna ammettere che nel tuo caso avvengono
con una frequenza maggiore rispetto al normale...ma c'è pur
sempre di peggio nella vita.-
Sospirai
e venni contagiata dalla sua calma risata. Il pizzicore al braccio
somigliava ai morsi di tanti dispettosi esserini,ma il dolore era
svanito.
-Immagino
tu lo sappia bene,hai vissuto tanto.-
-Non
si vive mai abbastanza per sapere troppo.-
Quella
frase mi colpì,pronunciata da lui che aveva vissuto per
secoli.
-Come
fai a sopportare continuamente l'odore del sangue con il lavoro che
fai?-
-E'
una questione di abitudine,ormai non ci faccio neanche caso. Non
s'impara a controllare la propria debolezza evitandola,ma affrontandola
e convivendo con essa.
-Beh
io non imparerei a controllare il disgusto per il sangue se mi mettessi
ad osservarlo.- dichiarai.
Ma
forse non ero l'unica che non aveva una completa padronanza di se.
Rividi l'immagine di Jasper,collerico,assetato del mio
sangue,lottare mentre Emmet cercava di tenerlo fermo,Esme che si
scusava e usciva dal salotto tenendosi il naso tappato,Edward con i
muscoli tesi e l'espressione sofferente, Alice che ci lasciava per
ultima con un sorriso timido dipinto sulle labbra: non tutti erano
abili a controllare la loro sete quanto il capo famiglia.
-Coraggio,abbiamo
quasi finito.-
Carlisle
procedeva sicuro il suo lavoro,con espressione serena. Più
lo osservavo e più capivo quanto amasse fare il medico.
-
Non sento nemmeno dolore.-
Dichiarai
grata. Poi mi azzardai a fargli la domanda che mi stava tormentando da
un po'.
-Jasper
dove sarà finito?-
Osservai
il suo volto: le guance d'avorio le si erano
teneramente tinte di rosso. Quando gli umani si sentivano in imbarazzo
il sangue affluiva alle loro gote e le colorava vivacemente.
In me era lontano
il ricordo di quella sensazione sulla pelle,tuttavia non era scomparso.
Un tempo,pensai,con
nostalgia,anch'io ero in grado di arrossire.
Mi piaceva
osservare Bella in quella circostanza,il rossore delle guance aveva
acceso le sue labbra di un delicato colore rosato e aveva
inevitabilmente portato il mio sguardo a posarsi su di esse.
-Starà
bene,Edward lo farà ragionare. Non preoccuparti.-
Mi decisi poi a
rispondere.
La linea sottile
delle sopracciglia che evidenziava la sua espressione
preoccupata, si distese leggermente. Cercai di distogliere lo sguardo
dalle sue labbra.
I capelli
leggermente crespi le incorniciavano il viso e le ricadevano
morbidamente lungo le candide braccia,quasi fino a sfiorare
lo ferita che io ormai avevo ripulito. Quella maledetta ferita.
Fragile come un
fiore,delicata come un petalo,la mia bella. E Bella era anche il suo
nome.
Era sbagliato. Era
ingiusto. Non dovevo.
Se potevo
controllare il mio istinto omicida,potevo controllare anche il
desiderio.
Nel mio
caso,sfiorarla equivaleva a violarla completamente. Bella viveva per
Edward,e mio figlio viveva per lei: non potevo spezzare il loro
equilibrio,non potevo intromettermi.
Non potevo
toccarla. No,non dovevo.
Per
un breve attimo mi parve di scorgere un'inspiegabile sofferenza nei
magnetici occhi di Carlisle. Ma forse era stata solo la mia
immaginazione.
-
Se Edward acconsentisse alla mia richiesta di farmi diventare come
voi,incidenti come questo non capiterebbero.
Ignorai
ago e filo che,inesorabili,si stavano avvicinando al mio
braccio,dopotutto sapevo che erano le mani di un esperto a guidarli.
-Mio
figlio...tiene estremamente a te. Le sue decisioni sono influenzate
dalle sue paure. Edward non crede esista il Paradiso per i vampiri.
La
voce di Carlisle accarezzava le mie orecchie come le note di un flauto.
Volevo sentirla ancora.
-Teme
di condannarmi ad un'esistenza dannata trasformandomi?
Formulare
quella frase mi era costato dolore. Improvvisamente capivo
perché Edward lottasse così ostinatamente per
farmi cambiare idea.
-Non
potrebbe accettare di essere stato la causa della tua rovina. In futuro
troverà il coraggio di parlartene e allora sono sicuro che
riuscirete a trovare un accordo.
-Lo
spero. Io so già quello che voglio. Il mio Paradiso
è lui,non mi importa se la sua tesi potrebbe essere vera.-
ammisi.
Non
volevo invecchiare al suo fianco,tanto meno dirgli addio morendo.
Di
nuovo credei di vedere gli occhi di Carlisle spegnersi. Ma cosa gli
stava succedendo?
-
Vedo che hai le idee chiare. Spero che presto anche mio figlio possa
essere in grado di fare la sua scelta.
L'ago
mi pungeva leggermente il braccio e il filo mi solleticava la pelle,ma
quel leggero fastidio non aveva niente a che vedere con il mio tormento
interiore.
Quando
Carlisle smetteva di parlare mi sentivo come prosciugare da dentro,non
sapevo se di acqua o di respiro,forse di entrambi. Mi sentivo come se
dopo una lunga corsa estenuante qualcuno mi avesse offerto un bicchiere
colmo di acqua fresca,e poi mi avesse obbligato a risputarla tutta
fuori,proprio quando stavo per mandarla giù per la gola a
rigenerare l'organismo stanco: la bocca insoddisfatta pretendeva di
riavere ciò che non aveva potuto gustare appieno e il
desiderio la rendeva ancora più arida.
Non
mi ero mai resa conto di quanto potesse essere letale osservare
Carlisle. Era bello e dannato,proprio come Edward,ma i lineamenti del
suo volto erano più decisi,più maturi,rispetto a
quelli del mio vampiro. L'angelo che lo aveva scolpito aveva calcato
con profondità e precisione i suoi tratti,per conferirgli
un'aria nobile,saggia. In quel momento una ruga di
perplessità gli solcava la fronte marmorea,gli occhi di
falco brillavano di una luce triste,una luce disarmante. Cosa si stava
agitando in quel mare dorato? Avrei voluto annegarvi per saperlo,tanto
ne ero attratta. Mi faceva male il cuore,una morsa opprimente mi
stritolava i polmoni,come se mi si fossero annodati al collo.
Quello
che mi stava accadendo non era normale.
-
Beh dopotutto tu hai trasformato Esme,la donna che ami...- mormorai
quasi ansimando.
Cosa
centrava Esme? Perché l'avevo messa in mezzo?
Staccai il filo
rimanente e posai l'ago nella valigetta.
Esme?
Si,Esme era la
donna che amavo. Ma in quel momento non riuscivo a fare altro che
pensare a Bella.
Isabella
Swan,un'umana appena diciottenne,ancora acerba.
...Eppure ero
attratto da lei.
La
verità mi pugnalò alla schiena,mi colse di
sorpresa,non ebbe pietà.
Soffriva.
E la sua sofferenza penetrava in me attraverso quegli specchi d'oro
liquido,fino a spogliarmi.
Ma
il mio era solo un capriccio. Se amavo Edward,perché
desideravo anche Carlisle?
"Non
si possono amare due persone contemporaneamente allo stesso modo."
Avvicinai
una mano per sfiorargli una spalla,la feci scorrere sul suo collo e
sulla sua guancia sinistra,gli scompigliai i capelli biondi sulla
fronte,e rimasi ad osservare quel capolavoro d'arte.
Lentamente afferrai
la sua mano e la posai sulle mie labbra.
-Non voglio farti
commettere questo sbaglio.-
Sussurrai ad occhi
chiusi,e dopo averle baciato le dita abbandonai la presa su di essa.
La sua bocca era
rimasta semiaperta per lo stupore. Lessi dolore struggente nei suoi
occhi.
Mi si
avvicinò esitante,incatenando il suo sguardo al mio. Potevo
sentire il suo respiro sul mio viso,il suo profumo farsi più
intenso e avvolgente.
Mi
avrebbe fatto male. Ma se non avessi agito subito sarei morta. Gli
sfiorai il petto con una carezza. Anche i vampiri hanno un cuore.
Quello di Carlisle pulsava forte,vi appoggiai la testa sopra e presi un
grosso respiro,inebriandomi del buonissimo odore della sua camicia,un
odore che mi mandò in estasi. Volevo rimanere
così per sempre.
-Mi
prenderò le mie responsabilità- sussurrai
faticando a parlare.
Ma
quali responsabilità? Forse stavo vivendo il più
meraviglioso dei miei incubi. Dovevo svegliarmi al più
presto.
-Oh,Bella...-
sospirò lui con voce rotta.
Ero
una maledetta serpe che lo stava costringendo a fare ciò che
non voleva fare,ecco cos'ero.
Mi
afferrò il mento con la sua mano fredda e dalle dita
affusolate. Un sorriso gli increspò le labbra,i suoi occhi
splendettero.
Mi avvicinai a
quelle labbra tanto agognate e vi posai sopra le mie. Il respiro le si
mozzò. I nostri corpi tremarono e si irrigidirono. Mentre le
nostre bocche si tuffavano l'una nell'altra e si assaporavano di
baci,strinsi quel fragile corpo al mio. Il battito del suo cuore sopra
il mio mi fece sentire vivo come non mai,era il suono più
meraviglioso che avessi mai udito,il dolce vibrare di una corda di
violino che faceva rabbrividire d'emozione al primo ascolto.
Tum...tum...tum...Quel suono mi cullava,mi trasportava in un mondo
chiamato completezza,bussava gentilmente e con passione contro la mia
anima. Tum...tum...tum... Perché i vampiri un'anima ce
l'hanno.
Le nostre lingue
danzavano e si rincorrevano con dolcezza. Il respiro di Bella mi
rilassava,era un soffio di vento che mi scuoteva completamente da
dentro.
Le sue labbra erano
il frutto più invitante che avessi mai assaggiato,non potevo
farne a meno.
Ma mentre lei mi
donava calore,io lentamente la facevo gelare con la temperatura fredda
del mio corpo.
Eppure la sentii
premere una mano sulla mia nuca e afferrarmi i capelli saldamente,non
voleva allontanarsi da me.
Avevamo sete l'uno
dell'altra.
Non
volevo perdere Carlisle,mi piaceva essere pervasa dal
gelo,perché era lui a procurarmelo. Mi strinsi con
più decisione al suo petto. I brividi testimoniavano che
ciò che stava accadendo era reale,che non era un sogno. Non
ero mai stata così nemmeno con Edward.
Volevo
immergermi completamente nel sapore dei suoi baci,non riuscivo a
saziarmene,ne volevo ancora.
...e
ancora...
Sentivo
di avere un uomo,un uomo maturo a tutti gli effetti,accanto a me. Un
vampiro,per essere precisi. Sapeva di vita vissuta,di sapienza...di
sofferenza...
E
mi attraeva,perché mi faceva sentire ancora più
viva.
La
sua voce che sussurrava il mio nome era la nota dolente di un
piano,ultraterrena,angelica.
Avrei
voluto piangere,qualcosa si stava muovendo dentro di me.
Perché era dovuto succedere tutto questo?
Fu come morire.
Morii. Ma dovetti farlo:mi staccai dalle sue labbra.
Riaprimmo gli
occhi. Dovemmo fronteggiarci l'uno nello sguardo dell'altra.
-Avrei
voluto...avrei voluto scoprirlo prima di incontrare Edward.
Mormorò.
-Avrei voluto non
scoprirlo mai...-
Quella
frase mi fu fatale.
Capii
tutto. Lui amava Esme. "Non si possono amare due persone
contemporaneamente allo stesso modo."
Non
poteva...non potevamo.
Mi
immersi nell'oro liquido dei suoi occhi,palpitanti per il dolore. Avrei
potuto vederli piangere lacrime dorate,tanto erano lucidi. Lucidi fino
a bruciare.
-Bella,dimentichiamo
tutto questo...-
Non
riuscivo neppure a piangere. Gli incubi finivano sempre
così: ti lasciavano senza speranze,ad annegare in un mare di
angoscia e disperazione pura.
Mi
sollevò in piedi,con presa ferrea.
-Farò
il possibile perché tu possa dimenticare...Lo prometto.
"Quando
si desiderava una fine,la vita capricciosamente t'imponeva di
restare"...
Era
assurdo quanto le parole potessero essere taglienti:una lama mi aveva
squarciata trapassandomi completamente da parte a parte,eppure ero
ancora viva. Perché? Perché!? Volevo morire
all'istante.
-Bella?
Carlisle?-
Mi voltai. Sulla
soglia della cucina era comparsa la figura di mio
figlio:Edward. Aveva un'espressione preoccupata sul volto,era
in ansia per Bella.
Lei si accorse
della sua presenza solo quando la sua voce spezzò il
doloroso silenzio nell'aria.
-Vedo che avete
quasi finito. Ti aspetto fuori,così ti riaccompagno a casa.-
Si rivolse alla sua
anima,pieno di amore nei suoi confronti che traspariva da ogni suo
gesto.
Lei lo
guardò negli occhi e annuì. Fece uno sforzo
inumano per sorridergli.
"Inizia
a morire da adesso,inizia a dimenticare. Ma almeno fai in modo di
morire tu sola,senza di Edward. Soffri in silenzio. E dimentica...Non
essere egoista..."
E
iniziai a morire poco per volta.
***************
Spazio dell'autrice:
non so se abbia un senso,non so se vi sia piaciuta e non so se la
continuerò. Lascio a voi il diritto di commentare
sinceramente. Per adesso la imposto come completa. Ma nel caso dovessi
vedere che il primo capitolo vi ha preso,potrei azzardare l'ipotesi di
un continuo,massimo di due o tre capitoli in più. Beh,vi
saluto cari twilighters!
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Capitolo 2 *** Corsa contro il Destino ***
Capitolo 2
Quando un vaso si
rompe,perché caduto a terra,o colpito violentemente da
qualcosa,è difficile ricomporlo. Riunire i pezzi nel giusto
ordine richiede pazienza e perizia. La colla serve a nascondere i segni
delle incrinature,ma nemmeno quella più resistente
è in grado di riportare il vaso rotto al suo stato
originale,perfettamente intatto; si tratta di un'operazione
delicata,dopodiché è necessario aspettare che la
colla sia completamente asciutta. Altrimenti si può dire
addio al vaso.
Questo è
quello che era successo al nostro Amore,quello con la a maiuscola:
qualcosa si era incrinato. Qualcosa era cambiato.
Non ci eravamo
persi per strada,semplicemente avevamo preso una direzione diversa,io
per un motivo,lui per un'altro. E mano a mano che i giorni passavano la
lontananza tra di noi continuava ad aumentare.
Era questo l'amore
vero? Così volubile...Così
rapido...Così fuggente?
Avevo sempre
pensato che l'amore vero fosse come una fiamma perenne: il vento
l'avrebbe potuta smuovere,allora essa si sarebbe ribellata
ardentemente,con passione,facendo risplendere il fuoco che l'animava
con una nuova forza,sempre più luminosa e calda,ogni volta
che avrebbe incontrato un ostacolo intenzionato a spegnerla. L'amore
vero non si sarebbe fermato davanti a nessun problema,in un modo o
nell'altro ce l'avrebbe fatta a sopravvivere incontrastato.
Avevo superato la
fase di vita in cui si credeva che fosse tutto rose e fiori,sapevo che
ci sarebbero stati degli alti e bassi in amore. Ma non pensavo che il
sentimento scaturito dall'incontro fra me ed Edward potesse
affievolirsi così velocemente.
Qualcosa di intenso
e profondo fra di noi c'era stato,ma sentivo che ormai era finito. La
mia favola era durata troppo poco.
Forse quello non
era mai stato il mio Amore con la maiuscola...Forse lo avevo creduto
presto,e mi ero sbagliata.
Dopo l'insuccesso
della mia festa di compleanno a casa Cullen,Edward aveva assunto un
atteggiamento più discostante nei miei confronti. Ogni
mattina passava a prendermi per portarmi a scuola; durante le lezioni
sedevamo vicini come al solito,negli ultimi posti in fondo all'aula,poi
lui mi accompagnava a casa o a lavoro. Ma non c'era dialogo,non c'era
la complicità di un tempo tra me e lui.
Per quanto mi
riguardava,il vaso si era rotto...
E sapevo anche il
perché.
-Bella,devo
parlarti.-
-...Ehm,Bella...t-ti
deve parlare...-
Spostai la mia
attenzione dagli zaini che stavo sistemando negli scaffali quando mi
sentii chiamare per nome. Mike aveva usato un tono di voce incerto. Mi
voltai.
Alice se ne stava
con le mani appoggiate al bancone,gli occhi dorati che lampeggiavano
nella mia direzione,mettendo in risalto il suo sguardo già
di per se acceso e penetrante. Non mi ero accorta che fosse entrata nel
negozio,tanta era la grazia con cui si muoveva.
Era da un po' che
non la vedevo. Trattenei l'impulso di gettarle le braccia al collo.
-Alice! Che ci fai
qui?-,le domandai sinceramente sorpresa.
Sospirò
fissando il soffitto. -Lo ripeto: ti devo parlare.-
Evidentemente si
trattava di un argomento delicato,che non si poteva discutere in
pubblico. Mike assisteva alla scena con un'espressione ansiosa,l'arrivo
di Alice e il modo in cui mi si era rivolta lo avevano messo in
agitazione.
-Se vuoi,puoi
andare...Non preoccuparti,tanto ti mancano solo dieci minuti e oggi non
c'è molto movimento.-
Decisi di dargli
retta. -Oh beh,ti ringrazio Mike-
Più che
altro lui sembrava felice all'idea di togliersi di torno Alice.
Quando salimmo nel
pick-up,non feci in tempo a mettere in moto che una delicata mano da
folletto mi fermò mentre stavo per inserire la chiave.
-No,ho bisogno che
tu sia concentrata sul discorso.-
Cominciai a
preoccuparmi. La faccenda doveva essere grave,se Alice era venuta a
cercarmi a lavoro con quell'aria arrabbiata. Nelle sue vivide iridi
ambrate leggevo che in lei si stava verificando una lotta di sentimenti
contrastanti: shock,delusione,tristezza e furia repressa.
Improvvisamente capii. Come avevo fatto a non soppesare l'ipotesi che...
Mi sentii
smascherata,colpita a segno. Dispiacere,rimorso e vergogna erano parole
troppo insignificanti per descrivere il mio stato d'animo.
-Bella...sono
veramente...- Tentò di iniziare Alice. Ma anche lei non
trovava le parole. Scosse la testa e abbassò lo sguardo.
- Lo avevo visto.
Ma non vi ho voluti fermare. Spettava a voi controllarvi. Non mi piace
intervenire in faccende di questo tipo. L'amore è un
sentimento troppo potente e capriccioso per essere interpretato
correttamente da una visione e fermato del tutto interferendo una sola
volta. Sapevo che non avrei potuto cambiare il vostro destino...-
-Alice io...-
-No,Bella. Adesso
fammi parlare.-
Ammutolii. Mi
avrebbe mai perdonata? Cosa stava pensando di me in quel momento?
Rividi la scena in cui lei,quella sera,mi passava davanti rivolgendomi
un timido sorriso prima di uscire dalla stanza. Quel
sorriso,compresi,racchiudeva un significato profondo:non rivelava
timidezza,ma rassegnazione. Rassegnazione a ciò che,lei
sapeva,stava per accadere tra me e Carlisle.
- Non dovrei essere
io a dirtelo. Ma temo che se non sarai preparata ad affrontare la cosa
in anticipo,in quel fatidico giorno...tu impazzirai.-
Mi sentii gelare.
-Dirmi cosa?
Alice,io non mi merito di sapere niente,dopo quello che ho fatto.-
-La tua colpa non
sta in ciò che hai fatto,ma in ciò che hai
taciuto. Amare non è un peccato,mentire invece lo
è. Non posso sopportare l'idea che tu dovrai soffrire in
quella maniera...-
In quel momento
leggevo solamente dolore nei suoi occhi. Non feci alcuno sforzo per
fermare le lacrime che mi avevano annebbiato la vista e mi stavano
pizzicando le ciglia,forse perché non mi ero accorta in
tempo che stavano percorrendo le mie guance,forse perché
avevo altro a cui pensare.
-Stiamo per
andarcene.-
Come? Quando?
Perché? Chi?
Quella frase
risuonava nelle mie orecchie come l'incessante rintocco di un orologio
dai circuiti arrugginiti.
-Intendo io e la
mia famiglia. Lasceremo Forks.-
Un pugnale mi
perforò il petto e vi rimase saldamente conficcato. Smisi di
compiere qualsiasi movimento volontario. I pensieri scivolarono via
dalla mia mente colando al di fuori come olio freddo.
- L-lo hai visto in
una visione?-
Rimasi sorpresa
quando sentii che la mia bocca era ancora capace di articolare suoni.
-No,io ho visto
solo dove andremo a stabilirci. La decisione è stata presa
ieri sera. Da Edward.-
Alice
esitò prima di pronunciare il suo nome,come se tra le mani
tenesse un oggetto molto delicato e stesse facendo il possibile per
maneggiarlo con cura.
Ma tra
l'incredibile quadrato amoroso- mi venne la nausea ad immaginarlo- che
si era creato tra me e i Cullen,sicuramente io era quella che meritava
di essere trattata peggio.
Se ne andavano...
Lontano...
E non sarebbero mai
ritornati.
Brancolavo nel
nulla,uniche mie compagne erano l'angoscia e la ragione,la
quale,capricciosamente,rifiutava di credere che le parole di Alice
fossero vere,che tutto ciò che stava accadendo fosse reale.
- Edward sa cosa
è successo?-
- No. In famiglia
c'è un immenso rispetto reciproco. Lui non usa i suoi poteri
su di noi,ci tiene a non violare la nostra privacy e a non intrufolarsi
nelle nostre menti.-
La pioggia
picchiettava fitta contro i vetri del pick-up. Anche il cielo stava
piangendo.
- Ringrazia che
Edward abbia la mania di essere leale. Spetta a te prendere una
decisione: dirgli addio senza confessare la verità,oppure
parlargli affrontando le conseguenze.-
Mi sentivo
squarciata in due,come se mi avessero tirata per le braccia fino a
strapparmi. Edward aveva occupato il posto più importante
nella mia vita,e stavo da schifo all'idea di perderlo,ma in quel
momento il dolore più grande che provavo non era per lui.
Nel mio cuore,inciso con inchiostro di sangue,stava un nome.
Carlisle.
Ma dovevo accettare
la realtà.
-Oh,Alice...-
gemetti senza riuscire a trattenere un singhiozzo. La strinsi a me tra
le lacrime.
-Bella. Bella,ti
prego...calmati.-,mi sussurrava dolcemente all'orecchio,accarezzandomi
la testa.
-Ho fatto un
casino...-
-E allora cerca di
rimediare. Fai la cosa giusta,anche se questo significa che dovrai
soffrire. Liberati dal peso che ti opprime,ti sentirai pulita.
Ricomincerai a vivere poco alla volta. Per voi umani è
più facile dimenticare.-
Dimenticare?
Spalancai gli
occhi,scioccata. Il terrore m'invase. Pura paura.
...Come slittavano
armoniosamente quelle due parole,insieme...Pura paura.Eppure
esprimevano qualcosa di altamente negativo.
Com'era strana la
vita: a volte non faceva altro che prendersi gioco dei sentimenti
altrui.
Io non volevo
dimenticare. Dimenticare significava far morire una parte di me.
-Bella,Edward aveva
intenzione di dirtelo. Non pensare che sarebbe fuggito via senza
salutarti.-
Non capivo
più niente. Perché i Cullen se ne volevano
andare,perché Edward se ne voleva andare,se non aveva letto
nella mente di Alice la sua visione?
-M-mi aveva
detto...che tu eri andata via con Jasper. Non ti vedevo più
a scuola.-
- No,stavamo
organizzando i preparativi.-,mi rivelò.
-Ma
perché? Perché ve ne andate?...-
E Carlisle? Mi
sarebbe venuto a salutare?
- Ieri sera ci
siamo riuniti al completo e ne abbiamo discusso. Edward ha parlato di
te. Domani te li spiegherà lui i motivi.-
Alice rispondeva
con dolcezza e pazienza alle mie domande.
Edward Edward
Edward. Non era di lui che volevo sapere. Mi sentii egoista.
- Carlisle...-
Alice
sbatté le palpebre,come se da quel movimento elegante ed
impercettibile potesse trarre una nuova forza e mi fissò dritto negli
occhi. - Preferisce non salutarti-
Non mi ero accorta
di aver pronunciato il suo splendido,melodioso nome,ad alta voce. Mi
appoggiai al volante,afferrandolo saldamente con le mani. Chiusi gli
occhi,cercai di fare dei respiri profondi,ma non ci riuscivo,non sapevo
più come si facesse. A quel punto mi lasciai andare ad un
pianto disperato. La pioggia mi bombardava le orecchie,le gocce
parevano dardi esplosivi che si rigettavano sul parabrezza.
La mano di Alice mi
afferrò e mi strinse il polso.
-Oh,mio Dio...-
Ma non la stavo
ascoltando.
-Bella...Bella,presto,metti
in moto! Svelta!-,mi intimò. Alice era andata
improvvisamente nel panico.
Cercai di
guardarla,ma,accecata dalle lacrime,non riuscivo a mettere a fuoco i
contorni della sua figura. Gli occhi erano spalancati,e con la mano
destra si teneva stretta il petto,ansimando.
Capii che aveva
avuto una visione.
-Bella,Edward e
Carlisle...-
Un'altra fitta di
paura mi inondò impetuosa. - Alice,parla! Edward e Carlisle
cosa!?-
La circolazione
sanguigna lungo il mio polso,che Alice mi stava stritolando,si era
bloccata,ma non badavo al dolore.
- BELLA VUOI
METTERE IN MOTO QUEL MALEDETTO PICK-UP!?!?-
Obbedii
immediatamente,come ustionata dall'impeto di quelle parole.
Mi asciugai le
lacrime e diedi gas,cercando di vedere la strada in mezzo alla pioggia
e alla nebbia. Alice al mio fianco era terribilmente scossa.
-Dove devo andare!?-
- All'ospedale!
Dobbiamo impedire che Carlisle parli con Edward,altrimenti si
ammazzeranno!-
-Oh mio Dio!-
Il panico mi
avvolse,le mani mi tremavano sul volante.
-Alice,scendi dalla
macchina e corri!! Io vi raggiungerò!-
- E' troppo
pericoloso per te percorrere questa strada da sola! Attenta,una moto
là!-
Feci una manovra
fulminea per evitare di schiantare il pick-up contro il tizio alla
guida del veicolo che mi aveva tagliato la strada.
Tum tum tum tum tum
tum! Il cuore tamburellava nel mio petto,talmente forte che avrebbe
potuto esplodere fuori come un proiettile.
-Perché
mai Edward sta andando all'ospedale!?-,ruggii per farmi sentire da
Alice al di sopra della pioggia scrosciante.
Ma non feci in
tempo a sentire la sua risposta. Un'animale enorme dalla chioma fulva
schizzò davanti a noi finendo contro il parabrezza.
Non vedevo
più niente. Sentii che finivamo fuori strada,inesorabilmente
in discesa. Cercai di frenare.
Poi ci fu lo
schianto. Due braccia mi afferrarono per proteggermi. Io urlai stretta
ad Alice,e chiusi gli occhi.
Tutto si era
fermato.In lontananza sentivamo lo scorrere delle auto sulla strada.
Ero ancora viva,mi ero salvata grazie a lei.
-Alice??...-
La sentivo
respirare accanto a me. Aprii gli occhi e vidi che era tutta intera e
che anche lei stava bene.
-Ma che diavolo
è stato!?...-
Il pick-up era in
bilico,si era conficcato nel terreno fangoso e si stava sollevando
verticalmente. Dal parabrezza incrinato,bagnato e sporco di
terra,intravidi lo scenario che si presentava davanti a noi: eravamo
finite nel fiume che si trovava sotto la strada.
Alice diede una
botta contro la portiera,poi un'altra,e un'altra
ancora,finché non la sfondò.
-Resisti,Bella! Ti
tiro fuori immediatamente!-,mi assicurò uscendo fuori con un
balzo felino.
-Fai
presto!-,implorai,il pick-up si stava scaravoltando lentamente dentro
le acque gelide. Poi mi accorsi di qualcosa di spaventoso. Fui
prosciugata di ogni particella di sangue presente nel mio corpo,come se
un gigante lo avesse aspirato con una cannuccia. Gelai,e mi ritrovai
paralizzata dalla paura.
Non era un'animale
che si era scagliato contro di noi. Avevo appena visto qualcosa
riaffiorare in superficie dal mantello scuro d'acqua...o qualcuno.
Ricoperta di fango,i vestiti strappati e zuppi,fornita della sua
inconfondibile chioma rosso fuoco. La vidi schizzare con un salto sulla
terra.
Mi raggomitolai nel
sedile opposto a quello di guida quando vidi la portiera ripiegarsi.
Un'altro colpo,e quella si staccò. Alice si era adoperata
per tirarmi fuori.
-Presto!-,mi
intimò. Fu una gioia per il cuore vedere il suo visino
spuntare davanti a me. Afferrai la sua mano e mi sentii trascinare
fuori. Mi aveva riportata a terra.
Confusa e
disorientata barcollai su di me.
-Salve,donzelle.
Ora vi siete messe comode?-
Eccola,davanti a
noi. I riccioli infuocati e zuppi,simili a fruste,disordinatamente
aggrovigliati davanti al viso pallido. Sembrava il mostro del
più inquietante film horror che avessi mai visto.
-La pioggia non
smorza l'odore gustosissimo del tuo sangue! E' un piacere
rivederti,bocconcino!-,ruggì per farsi sentire.
Accanto a me Alice.
Mi sentii mancare,eravamo in trappola. Dietro di noi sentimmo il
pick-up stridere e cigolare,sollevare ampi spruzzi,e sprofondare nel
fiume.
-Mi dispiace per il
vostro giocattolino. Ma sono sicura che la mia visita vi
tirerà su di morale.-
Era finita.
Victoria mi avrebbe uccisa.
*************
Spazio dell'autrice:
beh,che ve ne pare? A quanto pare un bacio è riuscito a
creare una catastrofe. Aggiungiamoci la sfiga di aver beccato Victoria
e... eccovi il ben servito! Fatemi sapere se vi
è piaciuto il capitolo,perché è grazie
ai vostri commenti che mi è venuta la voglia di creare un
seguito ^^
Ringrazio con tutto il mio cuore AshG,Bimba sognatrice,Mr Darcy,chiaretta90,SIXY,alessandraxxx81,gegge
cullenina,Florence,Luna1312,OnLu
per
il loro sostegno.
AshG e SIXY,sono d'accordo con voi. Bella e Carlisle sono una coppia
bellissima,ed è un peccato che in pochi scrivano di loro.
Spero che la mia storia non vi stia deludendo. E per quanto riguarda
Esme...beh,se volete vedere cosa succederà...
faccio un appello a tutti: fatemi sapere che ne pensate!!^^
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Capitolo 3 *** Impeto ***
Importante:ho
dovuto ripostare il capitolo perché i dialoghi erano
spariti. Spero che adesso sia tutto a posto. Grazie a chi mi ha
avvisato!!
Capitolo 3
-E' stata una fortuna riuscire a trovarti così facilmente.-
Nonostante la pioggia,riuscii a vedere chiaramente l'espressione di
Victoria: gongolava di pura,sadica,soddisfazione. Stava già
pregustando l'idea di potermi torturare e uccidere a suo piacimento.
-Non ti hanno insegnato che non fa bene portare rancore?-,le chiese
Alice.
E adesso come avremmo fatto a liberarci di lei? Di certo prenderla in
giro non ci avrebbe salvate. Stavo per morire,eppure i miei pensieri
erano rivolti esclusivamente a Carlisle ed Edward. Si erano
già incontrati? E soprattutto,quale sarebbe stata la causa
che avrebbe scatenato la loro lotta? Sempre che non fosse
già iniziata...o finita.
No,non dovevo neanche pensarlo.
-Non rompere Victioria! Torna un'altra volta ad uccidermi. Adesso ho
cose più importanti a cui pensare che farmi ammazzare da te!-
Erano la rabbia e la disperazione a darmi la forza di provocarla.
Scoppiò in una fragorosa risata,mentre misurava il terreno a
passi ampi e decisi. -Come siamo simpatiche. Non vi ricordavo
così spiritose. Piuttosto,parliamo di cose serie: da dove
preferisci che io cominci? Quali ossa vogliamo rompere e spezzettare
per prime? Ovviamente,la tua amica è la benvenuta,se
desidera mettersi in lista d'attesa!-
Victoria rise nuovamente,mentre la pioggia cadeva fitta sul suo viso e
i tuoni ruggivano nel cielo squarciando l'aria.
Quella notte,me ne sarei andata sotto di un cielo senza stelle,pensai
malinconicamente.
-Bella,cerchiamo di guadagnare
tempo.>>,sussurrò Alice al mio fianco. Per la
prima volta in tutta la mia vita apprezzai la violenza di un
temporale,grazie al quale si poteva parlare senza la paura di essere
sentiti.
-Se ci muoviamo parecchio smuoveremo il nostro odore e ci
sarà la speranza che gli altri ci vengano incontro.-
Ascoltavo ogni parola,rigida come un blocco di marmo,nel panico totale.
- La vendetta è un piatto che va servito freddo. Faremo un
gioco molto divertente,inutile umana! Vedrai,la tua amica
sarà deliziata dallo spettacolo! Potrei offrirle qualche
avanzo,se mi chiedesse il permesso.-
Victoria si leccava le labbra,gli occhi color del petrolio fissi su di
me,che scintillavano nel buio come due schegge di cristallo nero.
-Perché non diamo subito inizio alle danze,invece di girarci
tanto attorno?-
Vidi Alice scattare in avanti alla rapidità della luce,non
appena ebbe finito di pronunciare quella frase. Udii un ringhio felino
e feci appena in tempo ad intravedere una macchia spostarsi altrettanto
fulmineamente,che,realizzai poco dopo,era Victoria.
Le due vampire si erano date all'assalto,avventandosi l'una contro
l'altra.
Ero paralizzata dalla scena. Sospese a mezz'aria le due sembravano
veramente danzare,in un groviglio di braccia,gambe e unghie. Quella era
la danza della morte.
Smuovere il nostro odore?? Cosa dovevo fare? Come potevo rendermi
utile? Victoria ci aveva visto giusto:io ero solo un'inutile,semplice
umana. Iniziai a correre sulla terra fangosa e appiccicosa,prima a
destra,poi a sinistra,rischiando continuamente di scivolare. Era buffo
pensare che ero ancora in grado di fare uso di ironia: se non mi
avessero spezzato le ossa,sarei morta di polmonite. Una fine valeva
l'altra. Ma ciò che mi faceva più male era il
fatto di aver coinvolto anche Alice.
Era terrificante sentire il rumore di unghie che squarciavano la carne
fondersi con quello dei tuoni,dei fulmini e della pioggia scrosciante
che dominavano il tetro paesaggio intorno a me.
Alice e Victoria urlavano fameliche,più selvagge e
incontrollate che mai. Si tiravano calci al petto,si artigliavano le
braccia,la schiena e le guance,si tiravano i capelli e si prendevano a
pugni in testa.
E io continuavo a correre,sentendomi sempre più ridicola e
impotente,sovrastata dalle due figure inumane che si stavano scannando
sopra di me.
La rossa ringhiava collerica.
-Non è te che voglio,stupida! Fatti da parte!-
Poi la sentii urlare,Alice aveva ficcato i denti aguzzi nel suo collo e
l'aveva morsa. Mi faceva impressione vedere la piccola vampira
così...così animalesca.
Poi la situazione precipitò a suo sfavore. Victoria
evidentemente non aveva gradito il suo gesto. Per scrollarsela di dosso
le piantò le unghie negli occhi,cercando di sfregiare la sua
splendida pelle marmorea,poi le sferrò una ginocchiata nel
petto,l'afferrò per i corti capelli corvini e la spinse
giù,verso la terra.
Alice fece un balzo degno di un'atleta professionista e si rimise
subito in piedi.
-Bella,corri corri corri!- mi ordinò.
Victoria la spedì nuovamente con il muso per terra con una
sberla e avanzò inesorabilmente verso di me. Mi sentii
soffocare,quando due braccia solide mi bloccarono le spalle da dietro.
Mi arrivò una ventata dall'inconfondibile puzzo di sangue:
era il suo fiato sul mio collo.
Strizzai gli occhi,aspettando di sentire i suoi denti bucarmi le vene.
Ma non accadde. Alice era ripartita alla carica.
-Togliti maledetta!-,le urlò agitandosi in groppa a lei,le
unghie che le graffiavano le spalle e la schiena,mentre la mordeva
senza darle tregua.
Inciampai e finii in ginocchio. Strisciai via dalle due poco prima che
mi arrivasse un calcio in piena faccia.
Ripresi a correre. -Aiutooooooooooooo!! AIUTO!...AIUTO!-,gridai.
Quanto avrebbe potuto resistere la piccola Alice contro la sviluppata e
muscolosa Victoria? Appariva così fragile a confronto...
Ma entrambe erano intenzionate a non cedere,il loro spirito guerriero
dominava i loro sensi e il loro istinto,spingendole ad
attaccare,aiutandole a trovare una nuova forza in ogni colpo che
incassavano,paravano e sferravano.
-Aiutateci !!,urlavo tra le lacrime. Poi intravidi un barlume di
speranza: arrampicarmi in cima alla roccia e dare l'allarme sulla
strada. Spiegare come due “donne” si stessero
sbranando durante un temporale,in riva ad un fiume,non aveva importanza
in quella circostanza. Incespicai,mi strappai i pantaloni dalla foga
che ci misi per rialzarmi. Con le unghie cercavo di arpionare l'erba
bagnata per trovare un appiglio e salire in cima al basso pendio.
Cercavo di non badare alle grida delle due vampire,troppo terrorizzata
all'idea di voltarmi e di assistere ancora alla loro lotta. Non fui
più in grado distinguere le loro voci. I miei tentativi
furono inutili,non riuscii nemmeno a risalire di un metro.
-AIUTO! AIUTO! AIUTOOOOOOOO!-
Le mie corde vocali avrebbero potuto spezzarsi. Poi udii un urlo
disumano che mi fece voltare la testa di scatto. Tra la furia della
pioggia,vidi Alice in ginocchio,in netto svantaggio. Victoria le
afferrò un braccio e glielo girò dietro la
schiena,le diede quattro calci sul mento,le sferrò una
gomitata in testa e,insoddisfatta,la costrinse a distendersi sul suolo
bagnato,premendo lo stivale sul suo petto.
-Nooooooooooo!!!-,supplicai.
Nessuno ci sentiva. Nessuno ci avrebbe mai sentite.
-Schifosa bambolina di porcellana! La pagherai cara!-
Victoria tempestò Alice di calci in piena faccia. La vidi
ripiegare le braccia come un fiore bagnato da un'ondata d'acqua troppo
violenta. Cacciò un ultimo,straziante grido di dolore. A
quel punto la rossa intuì di averla messa al tappeto,la
rivoltò faccia in giù,e con una pedata la fece
rotolare lontano.
Mi sentii svenire. "Ti prego,muoviti. Muoviti,muoviti...Avanti! Ti devi
muovere!",mi ripetevo dilaniata dal terrore e dallo shock.
Ma Alice non si muoveva. Il suo corpo bagnato,ammaccato e sporco di
fango,giaceva immobile a terra,come una vecchia bambola di pezza
abbandonata dalla sua proprietaria. Le braccia avevano assunto una
strana angolatura,le gambe erano incrociate una sopra l'altra. Sembrava
finta.
Anche a quella distanza,vidi che il suo petto era fermo,non si
abbassava e non si rialzava.
La consapevolezza che quello schifo fosse dannatamente
reale,arrivò spietata e veloce al mio cervello. Non riuscivo
neppure a piangere,o a tremare. Il cuore perse parecchi battiti.
E avrei tanto voluto che si arrestasse in quell'istante.
Alice era morta.
*******
Diedi uno sguardo all'orologio appeso alla parete: erano le otto in
punto. Mi trovavo nel mio studio,seduto alla scrivania a riordinare le
liste dei miei pazienti. Come ogni sera,nonostante il mio orario di
servizio fosse terminato,non riuscivo ad indossare il cappotto e
schizzare subito fuori dalla clinica. Se potevo fare altro di
utile,non esitavo a mettermi immediatamente all'opera. Era piacevole
stare in quella stanza ad ascoltare il rumore del temporale che
imperversava al di fuori,con la consapevolezza che il tempo che
spendevo avrebbe potuto garantire la salute e la salvezza di altre
vite. Fino a pochi minuti prima avevo ricevuto parecchie telefonate da
madri preoccupate per i loro figli,che erano stati colpiti dalla
classica influenza autunnale,e mi ero impegnato a tranquillizzarle e
prescrivere loro ricette mediche. Ma spesso ricevevo telefonate anche
da pazienti che in realtà non avevano un motivo valido per
chiamare,principalmente donne divorziate o single,che miravano a ben
altro che ricevere un consiglio sulle migliori pasticche per tosse o
sulla più efficace medicina per il mal di testa.
Fortunatamente ero bravo a conciliare quel tipo di conversazioni in
fretta,così che non compromettessero il mio lavoro. Non ero
il tipo interessato ad andare a donne o a farsi desiderare. Nella mia
testa esisteva solo Bel...
Un momento. Esme.
Si,Esme. Esisteva solo lei nella mia testa.
Sospirai.
Da giorni non riuscivo a trovare tregua. Da giorni non riuscivo a fare
altro che pensare a lei.Isabella Swan.
Bella ed Esme.
Esme e Bella.
I loro nomi giravano come due trottole fra i miei pensieri,invadendoli
intensamente e passionalmente.
Come potevo fare soffrire entrambe?
Appoggiai la penna sulla scrivania. Mi sentivo stanco,stanco come non
mi era mai capitato da quando ero diventato un vampiro.
Dopodomani ce ne saremmo andati via da Forks. Speravo di dimenticare
Bella,di colmare il vuoto che mi avrebbe procurato lasciarla,grazie ad
Esme e alla mia famiglia.
Sia io che mio figlio eravamo stati rapiti da quella ragazza, e avevamo
entrambi preso la decisione di dirle addio,per
proteggerla,perché l'amavamo.
Era incredibile. Quell'umana aveva qualcosa di speciale e misterioso.
Come poteva aver stregato due vampiri?
Bella Swan in apparenza sembrava una ragazza comune,ma in
realtà nascondeva dentro di se un mondo capace di esercitare
un fascino e un'attrattiva inspiegabili anche per le menti
più intuitive e perspicaci. Dentro di se racchiudeva
qualcosa di insolito,qualcosa che ancora non ero riuscito a
comprendere. Ma non era la curiosità di scorrazzare tra i
suoi pensieri che mi attirava verso di lei. Era di più,molto
di più. Si trattava di qualcosa di irrazionale,impossibile
da spiegare. In tutti quegli anni,mai nessuna donna o ragazza che
fosse,mi aveva travolto da una corrente di desideri ed emozioni
indescrivibili come lei. E controllare il mio sentimento diveniva di
giorno in giorno sempre più faticoso,arduo,e insopportabile.
Ciò che provavo per Esme poteva competere con ciò
che provavo per Bella? Io e mia moglie eravamo legati da una catena
indissolubile fatta d'amore e vita condivisa. Erano tanti gli anni che
avevamo trascorso insieme.Eppure qualcosa era cambiato. Da parte
mia,niente era più come prima:tutto era stato stravolto
da...lei.
E se avessi lasciato Esme per Bella,in futuro avrei rifatto la stessa
cosa incontrando un'altra?
No,avevo la certezza di aver trovato l'anima a cui sarei rimasto legato
per l'eternità. Ma la pecca era che non potevo concedermi di
amarla.
Abbandonare Esme era fuori discussione. Non ne sarei stato capace. Non
potevo distruggere i sentimenti coltivati in quegli anni con lei. Non
volevo distruggere mia moglie. Non ero un mostro.
E allora cosa dovevo fare?
Mio figlio si stava comportando saggiamente. Aveva scelto di
soffrire,di abbandonare il suo amore per garantirne la sicurezza e la
felicità,magari accanto ad un'altro uomo.
E io avrei dovuto fare altrettanto. Avrei dovuto fare anch'io quel
sacrificio,com'era giusto che fosse.
Per Esme,per Bella,per me stesso,per tutti.
Qualcuno bussò alla porta interrompendo la mia pausa
meditativa. L'odore di quella presenza mi era
familiare,anzi,inconfondibile. Era Edward.
-Vieni pure.-
Lo vidi entrare nello studio e cercare di fare un sorriso,ma il dolore
che traspariva dagli occhi tradiva la maschera di serenità
sul suo volto angelico.
- Non riesci proprio a venire via,eh? Saresti capace di dormire qui
dentro ogni notte.-,mi si rivolse,sfoggiando un'altro sorriso.
-Hai ragione...Sei venuto a farmi visita?-
Edward,rimasto in piedi,percorreva ogni oggetto presente nella stanza
con il suo sguardo magnetico,come a voler dimostrare che era tranquillo
e che poteva fare le cose con calma. Ma io conoscevo mio figlio,sapevo
che in quel momento era terribilmente impaziente.
-Se vuoi,ti puoi sedere- lo incoraggiai,e gli indicai la sedia di
fronte alla mia scrivania,- Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per
parlare.-
Edward aveva bisogno di conforto e di consiglio. L'indomani avrebbe
dovuto trovare il coraggio di dire addio alla ragazza che amava. Non
era una faccenda da poco...
Lui mi fissò con gratitudine,un grazie sussurrato dal suo
sguardo,e si accomodò a sedere.
- Non ce l'ho fatta ad aspettare. E poi volevo parlare solo con
te,meglio farlo qui che a casa.-
-Non devi scusarti.-,cercai di calmarlo,col mio solito tono comprensivo
e rassicurante.
Non sopportavo l'idea di tenere nascosto qualcosa a mio
figlio,specialmente se si trattava di qualcosa d'importante. Come
potevo trovare le parole per rasserenarlo,se io stesso ero
profondamente tormentato dai sensi di colpa per un amore proibito?
-Carlisle,non sarà facile dirle addio. Dovrò
ferirla,sarà inevitabile...-
Edward faticava a parlare e a controllare la voce,fissava la scrivania
con sguardo duro e penetrante,il dolore lo opprimeva. Credevo di capire
come si sentisse: sentiva ogni particella del suo corpo pervasa dalle
fiamme.
Più osservavo mio figlio,più vedevo quanto fosse
buono,leale e…puro.
E io? Non potevo accettare di tacere per sempre. Perché
così ogni mia parola sarebbe stata falsa. Come potevo dirgli
che il gesto che stava per compiere lo ritenevo nobile e ammirevole?
-Si,dovrai ferirla,se questo servirà a garantirle la
possibilità di vivere la sua vita. Edward,gli ostacoli da
superare,i sacrifici,e le sofferenze...sono infiniti. Ma dietro di essi
vi è sempre un barlume di speranza che ci esorta a non
mollare. L'esistenza è una sfida continua,solo gli eroi
possono condurla,e un eroe è colui che,nel giusto,prosegue
il suo percorso senza arrendersi,anche con la paura continua di fare
una scelta sbagliata o di incontrare qualcosa di spiacevole lungo il
suo percorso.-
Il mio era stato un discorso contorto,ma Edward sembrava avere capito
perfettamente cosa volessi dirgli,ciò che in fondo volevo
dire anche a me stesso.
-Ti osservo ogni giorno. Ed è con orgoglio che ti vedo
capace di agire sempre nel giusto e con onestà.
Perciò ti chiedo di ascoltare quello che sto per
dirti,perché io,in qualità di tuo padre,non
voglio essere da meno.-
Sapevo che l'indomani Bella avrebbe confessato cosa c'era stato tra
noi,me lo sentivo,perché anche lei non avrebbe potuto vivere
col rimorso di avere mentito. Non avevo idea di come avrebbe agito
Edward,ma sicuramente sarebbe stato un brutto colpo per lui,scoprire
che la ragazza che amava aveva intessuto un profondo legame con...suo
padre,sempre se meritavo di autodefinirmi come tale. Edward amando
Bella più della sua stessa esistenza,la vedeva incapace di
ferirlo-se non con l'intenso amore che lei gli
donava-,innocente,fragile e pura: sarebbe stata una pugnalata al cuore
scoprire di non essere l'unico,che per lei c'era qualcun'altro.
Forse,in un impeto di collera,avrebbe potuto fare del male a Bella. Io
invece avrei saputo difendermi.
- Edward,quando avrò finito di parlare,potrai fare quello
che vorrai.-
Ero deciso,non sarei più tornato indietro.
-La sera del compleanno di Bella,mentre la stavo medicando,c'
è stato un bacio fra noi. Ed è tutta colpa mia
per ciò che è successo,l'ho tentata.-
Anch'io,proprio come voleva fare mio figlio,dovevo proteggere quella
ragazza e prendermi tutta la colpa.
Il mondo intorno a noi si era fermato,esistevamo solo io ed
Edward,seduto di fronte a me,con espressione esterrefatta.
- Non ti chiedo di perdonarmi. Se vuoi farmi del male ho solo una
favore da chiederti: non qui,non in questo posto-
Il tono della mia voce era deciso e sostenuto.
Mio figlio era immobile come la statua di un angelo,uno splendido
angelo straziato dal dolore. Gli occhi gli si erano svuotati,ogni loro
emozione era svanita come fumo disperso nell'aria. Edward era una
maschera senza vita.
Poi,come se qualcuno lo avesse prima ibernato,e in seguito rimesso in
funzione premendo un tasto nascosto al suo interno,reagì
alla notizia scioccante. Le emozioni dilagarono in lui come la corrente
di un fiume,che bloccato da un enorme tappo,finalmente poté
ricadere in picchiata e sfociare sottoforma di una cascata impetuosa.
Gli occhi dorati palpitarono di dolore,diventando due pietre di oro
liquido,per poi tingersi velocemente di un nero abissale. Odio puro
inciso nello sguardo. Pugni stretti fino a spezzarsi i tendini. Respiro
affannoso. Ira ceca a sconvolgergli la mente e a surclassargli la
ragione.
Davanti a me c'era un vampiro completamente
nuovo:selvaggio,feroce,pericoloso...dannato. E che agiva d'istinto.
La scrivania mi fu scaraventata addosso. Agilmente feci un balzo,per
evitare di finire schiacciato e mi ritrovai dietro di lui. Le schegge
della finestra in frantumi si riversarono in una pioggia di vetro sopra
il suo corpo,come minuscoli diamanti scintillanti,che non scalfirono la
sua pelle di adamantio nemmeno di un millimetro.
Con un gesto secco mi tolsi il camice che mi impediva di muovermi
liberamente.
- Edward,se vuoi ammazzami:ma non qui dentro. Pensa ai pazienti!-
Inutile,non mi ascoltava,ed era troppo impegnato a colpirmi per
rispondere anche solo con un ringhio. Dovevo portarlo fuori di
lì.
La nostra forza era a parità di livello. Mi
afferrò la testa con le dita e iniziò a premere
con violenza. Per allontanarlo fui costretto a tirargli un calcio.
Non ottenni alcun risultato. Sbalzato di qualche metro si
aggrappò al muro che prese a sgretolarsi dove lui si era
appoggiato,poi mi si scagliò contro con furia omicida.
Tentavamo di bloccarci,i denti dell'uno che tentavano di penetrare nel
collo dell'altro.
Stavamo distruggendo lo studio.
Sempre con l'intenzione di azzannarci,rovesciammo qualcosa di
enorme,anche se non riuscii ad udire cosa. Edward mi mordeva
e mi sferrava calci allo stomaco,in un vortice di oggetti e mobili
distrutti.
Saltò la luce. Lottavamo nel buio,ringhiando,circondati dal
caos e dalla distruzione che avevamo creato. Un pugno mi
colpì in piena faccia e barcollai. Mi ritrovai a terra e
dovetti incassare due calci.
-BASTARDO!-
Una voce roca,intrisa di ira e odio. Lo afferrai per le gambe per
fargli perdere l'equilibrio. Il risultato fu che mi si
avvinghiò addosso come un serpente e mi morse nuovamente
lungo il collo e le spalle.
Soffocai un gemito di dolore e premetti le mie mani sulla sua
gola,tentando di rimettermi in piedi.
Poi un colpo secco. Una voce squarciò l'aria e parve
assorbire il tempo e i nostri sensi.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! FERMI!!!-
*********
Spazio dell'autrice:
un capitolo un tantino movimentato,non vi pare?^^ E che dire del mio
aggiornamento lampo!? Non ci credo nemmeno io! Ma purtroppo devo
avvisarvi che per il prossimo capitolo dovrete attendere molto
più a lungo :( Spero non mi abbandonerete.
Grazie infinite alle persone che mi stanno motivando e spingendo a
proseguire:
1 - alessandraxxx81 [Contatta]
2 - chiaretta90 [Contatta]
3 - ChiccaCullen [Contatta]
4 - fracullen [Contatta]
5 - gegge_cullenina [Contatta]
6 - matrix [Contatta]
7 - SIXY [Contatta]
8 - Streghetta89 [Contatta]
9 - Tom94 [Contatta]
1
- angioletto86 [Contatta]
2 - arualga91 [Contatta]
3 - BluRose89 [Contatta]
4 - Crazy
Owl [Contatta]
5 - Florence [Contatta]
6 - LuNa1312 [Contatta]
7 - Millennia
Angel [Contatta]
8 - OnLu [Contatta]
E' fantastico!!^^ E
ovviamente coloro che hanno recensito lo scorso capitolo!!:
SIXY: *_* che entusiasmo
straordinario! Quanti complimenti che mi fai!! Ti è piaciuto
l'aggiornamento lampo?^^
AshG:
ahahahahah,ti giuro che ho riso per dieci minuti leggendo le ultime
righe della tua recensione,per quanto erano divertenti,ma allo stesso
tempo piene di sentimento. Mi hanno fatto capire quanto ti piaccia
Carlisle...siamo sull stessa barca,consoliamoci!XDXD Eh
già,Bella è sfigata. Ma forse riuscirà
a trovare la felicità in futuro,chissà... Grazie
di tutto.
chiaretta90: un'altra che
condivide il fenomeno sfiga-è-un-sinonimo-di-Bella-Swan!!
Ahahah, poverina. Comunque ecco qui il seguito ;) Grazie infinite!
BellaSwan1994: hai
capito tutto tu! Spero di non averti delusa e grazie per il commento
positivo!;)
|
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Capitolo 4 *** Gioco di squadra ***
Capitolo 4
Era morta. Non si sarebbe più rialzata da quella terra
bagnata per difendermi. Non si sarebbe più rialzata per
riabbracciare Jasper o per stare con la sua famiglia. Nessuno avrebbe
più avuto la gioia di vedere il suo visino sorridente,o di
sentire la sua voce cristallina,tanto piacevole all'udito.
Perché?
Per quale maledetto e ingiusto motivo ero dovuta
nascere?Perché gli altri si sacrificassero per me? Sulle mie
spalle gravava il peso di troppe colpe,non volevo più
vivere,se ciò significava rimanere costantemente schiacciata
dal loro doloroso peso. Avrei voluto ringraziare Victoria: proprio lei
mi avrebbe regalato ciò che desideravo. Anche se mi avesse
torturata,avrei gioito all'idea di andare incontro alla morte... Il
sonno eterno senza sogni,la fine di ogni angoscia,il risucchio di ogni
ferita e ricordo nostalgico del cuore.
Dopotutto meritavo di soffrire. Avevo la certezza che prima o poi
sarebbe tutto finito,sarebbe solo stata questione di resistere ancora
un po',prima che il mio cuore si fermasse per sempre.
Quei pensieri mi avevano invaso la mente in un lampo.
Tanta era la fretta di Victoria di dedicarsi a me,che non si
curò nemmeno di finire il corpo di Alice; fu una magra
consolazione pensare che forse qualcuno le avrebbe fornito una degna
sepoltura.
Mi sentii afferrare per i capelli da una mano di ghiaccio.
-Non hai idea di cosa ho in serbo per te...-,mi sussurrò con
voce sadica,elettrizzata,che mi fece rabbrividire.
- Otterrò la mia vendetta su quel bastardo di un Cullen! E
tu pensa,avrò la soddisfazione non solo di aver ammazzato la
sua ragazza,ma anche la sorella! Ricordati di ringraziare quella
schifosa da parte mia quando la raggiungerai all'Inferno!- mi
sputò addosso.
Io non reagivo,tenevo gli occhi chiusi,ascoltavo la sua voce a un
centimetro dal mio orecchio e la pioggia che mi ricadeva sugli
occhi,come per bagnarli di lacrime che non avevo intenzione di versare.
Le unghie di Victoria affondarono nella mie guance. Spilli affilati e
spessi premettero con forza e violenza bucandomi la pelle e
torturando la mia carne. Invece di bruciare di dolore,provai sollievo
sentendo qualcosa di caldo e denso colare lungo il mio viso. Tuttavia
quella squallida sensazione di benessere finì in
fretta,perché l'acqua lavò via il sangue.
Poi accadde qualcosa di inaspettato,uno sconvolgimento,un'interruzione
alla tortura che ancora non avevo minimamente patito. Fui sbalzata in
avanti da un'ondata d'aria improvvisa. Come un burattino senza fili
gettato a terra,caddi senza compiere un minimo gesto. Udii dei ringhi
indistinti dietro di me e un colpo violento.
Avevo freddo,tanto freddo. Troppo. Il sapore del fango aveva invaso la
mia bocca.
-Oh Bella,come sei ridotta!-
Sentii due braccia sollevarmi e avvolgermi in un abbraccio gelido
quanto il suolo,ma che mi diede un senso di protezione infinita. Forse
ero svenuta e avevo preso a sognare,perché proprio non
riuscivo a spiegarmi cosa ci facesse Esme lì al mio
fianco,in ginocchio.
La botta alla testa mi aveva ulteriormente stordita. Si trattava
sicuramente di un'allucinazione.
-Bella,stai tranquilla. Non ti farà più niente
adesso.-,cercò di confortarmi accarezzandomi la fronte.
Parlava anche,quell'allucinazione, e dalla voce sembrava addolorata.
-Bastardi! Voi Cullen siete sempre in mezzo ai piedi!-
Era stata Victoria a parlare,furiosa.
- Ti conviene far sparire il tuo muso in fretta,se ci tieni a non fare
la stessa fine del tuo compagno!-
Quella voce roca e profonda mi fece prendere un colpo. Con
chissà quali misteriose energie rimastemi in corpo,sporsi la
testa oltre la figura di Esme,che mi fissava preoccupata,per vedere
cosa stava accadendo.
Come mi aspettavo,vidi Emmet. Al suo fianco c'erano anche Jasper e
Rosalie. Sentii il cuore gonfiarsi di commozione: com'era meraviglioso
rivederli tutti!
I due fratelli erano in posizione di attacco davanti a Victoria,che si
era rimessa in piedi,probabilmente dopo essere stata spedita a terra da
uno di loro.
-Di solito non picchio le signore,ma siccome nel tuo caso si trattava
di una schizzata assatanata,ho voluto fare un
eccezione-,parlò nuovamente Emmet con un tono quasi-non mi
venne in mente altra parola per descriverlo-...divertito.
-Invece di scherzare,fatevi da parte,se non volete fare la fine della
vostra schifosa sorella!-
-Oh mio Dio...-,udii mormorare Rosalie con voce angosciata. Proprio in
quel momento aveva fatto caso al corpo senza vita della sorella che
giaceva a terra poco più in là da loro.
-Alice...-
Con un sussurrò straziato corse ad accasciarsi al suo
fianco. Sentii Esme emettere un gemito e portarsi una mano alla bocca.
Ma il dolore più grande fu vedere Jasper voltare
la testa impercettibilmente e fissare gli occhi sull'orrore che gli si
presentava.
-No...no...-ripeté.
-NO!-
Il suo urlo mi tagliò in due. Jasper prese a tremare
violentemente. Poi accadde l'impossibile. Proprio mentre stava per
avventarsi sulla vampira rossa,qualcosa colpì il suo
bersaglio dietro la schiena. Rosalie aveva urlato,allontanandosi dal
punto in cui fino a un istante prima si trovava...
Sentii una morsa attanagliarmi il petto e premere fino a sputare fuori
ogni particella d'aria che avevo in corpo. Jasper si era bloccato a
metà strada prima di scagliarsi su Victoria. Esme aveva
urlato più forte di Rosalie. Io ero rimasta
paralizzata.
- Oh...cacchio! Complimenti per il trucco mia cara sorellina,ma non
farlo mai più,altrimenti Jasper impazzirà per lo
shock!-
Come non dare ragione ad un incredulo e sorpreso Emmet?
Era in piedi, e aveva dato il ben servito a Victoria. Più
bella,più esplosiva,più carica di prima:Alice era
viva. E non aveva un solo graffio,le ammaccature sul suo corpo erano
sparite.
-Ottimo Alice!-
Trasalii spaventata,la voce di Esme aveva assalito le mie orecchie.
Dentro di me si agitava un tornado di emozioni e di pensieri che si
sorpassavano a vicenda. Ma che diavolo stava succedendo??
Victoria si teneva una mano premuta sul labbro ammaccato dal pugno che
le aveva sferrato Alice,e fissava la sua avversaria con espressione
scioccata.
-TU! Avrei dovuto finirti!-,strillò,i capelli zuppi di
pioggia che le frustavano il viso.
-Fatti da parte,mostro! Siamo in troppi per te!-,le intimò
Emmet minaccioso,levando in alto le braccia muscolose.
-Carlisle ed Edward sono in pericolo! Non chiedetemi spiegazioni e
andate subito all'ospedale! Posso cavarmela da sola
qui...-,dichiarò Alice.
-Che cosa??- Esme era andata nel panico.
- Non guardatemi tutti con quelle facce! Dovete muovervi
immediatamente!-
- Io non ti lascio in balia di quest'essere...-,ribatté
Jasper,immobile dov'era,con un tono di voce indecifrabile.
Victoria assisteva al loro discorso come se stesse guardando una
partita di ping-pong,gli occhi color petrolio che saettavano da un
Cullen all'altro.
-Ma non sarà sola!-,Rosalie si era rimessa in
piedi,fronteggiando la vampira rossa con sguardo fiero,da vera
predatrice.
- Se ci pensano i miei figli ad andare dagli altri, anch'io posso
rimanere qui a trattenere Victoria!- Esme era decisa.
I fratelli Cullen si lanciarono un occhiata d'intesa.
-Bella,tu devi andare con loro! Sei l'unica che può fermare
Edward e Carlisle!-,richiamò la mia attenzione Alice.
Il dolore,il freddo e la stanchezza che avevo addosso erano dominati
dall'ansia,dalla confusione e dallo shock. Con uno sforzo assurdo mi
rimisi in piedi.
-Si...Si andrò con loro!-,esclamai con la voce arrochita dal
gelo.
-Forza piccola,zio Emmet ti carica in spalla, e non preoccuparti, zio
Jasper si terrà a distanza!-
Emmet schizzò verso di me come un proiettile e mi
issò dietro la schiena con facilità estrema. In
confronto a lui mi sentivo più piccola e leggera di una
piuma.
-State attente.-,si rivolse Jasper alle tre vampire.
Mi sfregai le guance bagnate per cancellare ogni eventuale traccia di
sangue sul viso e mi tenni saldamente stretta ad Emmet.
-LEI NON SE NE VA!-,protestò Victoria collerica. Ma appena
fece un passo verso di me,Alice,Esme e Rosalie le si pararono davanti.
Un istante dopo mi ritrovai ad osservare il cielo nero punteggiato da
rare stelle. Le orecchie mi si erano tappate velocemente,ero
imbottita di aria che si riversava contro il mio viso a raffiche
impetuose. Gli alberi intorno a noi erano macchie nere indistinte,Emmet
correva così in fretta che non riuscivo a tenere gli occhi
aperti. Avevo perso la sensibilità delle ossa,ma l'ansia e
l'angoscia mi mantenevano lucida e sveglia. Fu un poco confortante
constatare che aveva smesso di piovere.
E se fossimo arrivati troppo tardi? E se non li avessimo trovati
all'ospedale? Trattenei l'impulso di vomitare e deglutii con
forza,avevo la sensazione di aver mandato giù per la gola
secca dei frammenti di vetro,che mi diedero una spiacevole sensazione
di bruciore anche dopo aver raggiunto lo stomaco.
La corsa lampo finì bruscamente. Emmet si era fermato: ero
certa che se qualcuno avesse strattonato la corda a cui ero appesa con
un gesto secco e violento mentre facevo bungee jumping, avrei avuto
meno nausea che in quel momento.
L'ambiente intorno a me tornò a definirsi,riacquistando
colori e forme.
Jasper ci aveva raggiunti e per precauzione era rimasto poco
più distante da noi. Gli sorrisi imbarazzata,dalla sera del
mio compleanno non lo avevo più rivisto. Lui
ricambiò con un impercettibile movimento delle labbra e in
quell'istante mi sentii pervadere da una strana calma: stava usando il
suo potere.
-Grazie...-,mormorai talmente piano che un umano non mi avrebbe potuta
udire. Emmet mi rimise a terra.
Eravamo a un paio di metri dall'edificio,nascosti tra gli alberi della
foresta. Aveva smesso di piovere. L'ospedale sembrava
tranquillo,intorno a noi regnava il silenzio.Tuttavia quell'atmosfera
inaspettata m'inquietava.
- Bella,puoi dirci che sta succedendo? Perché Carlisle ed
Edward sono in pericolo?-,mi domandò Emmet.
Presi un grosso respiro. -Perché Alice ha avuto una visione
nella quale loro due...si ammazzano. E sono sicura che sia per cola
mia.-
- Come sarebbe??Si stanno ammazzando!?Per colpa tua???-
Abbassai lo sguardo,senza sapere come rispondergli.
-Andiamo,se Alice ci ha visto giusto non abbiamo tempo da
perdere.-,tagliò corto Jasper,diretto,e allo stesso tempo
calmo,nel tono di voce.
Annuii e mi incamminai dietro di loro verso la strada,non dovevamo
correre se non volevamo dare nell'occhio. Quando ci trovammo a circa
una cinquantina di metri di distanza,sentimmo il rumore di qualcosa che
andava in frantumi. Ci bloccammo tutti e tre.
Emmet e Jasper presero ad annusare l'aria,d'istinto mi allontanai un
poco da loro.
-Per di qua!!-,ordinò Emmet,un istante dopo.
Ci precipitammo subito dentro l'edificio. I fratelli Cullen urlavano
per il corridoio di uscire fuori perché all'interno c'era un
pericolo. Non mi accorsi nemmeno delle persone che ci passarono davanti.
-Via da qui! Uscite immediatamente!-
Appena furono certi che in quel corridoio non c'era rimasto
più nessuno,Emmet e Jasper svoltarono rapidi come la luce a
destra. Quando svoltai anch'io, loro erano spariti.
Il panico prese a farsi inesorabilmente strada dentro di me,privandomi
di ogni briciolo di autocontrollo che mi era rimasto.Vidi passare una
donna in camice bianco che urlava spaventata.
-Cosa sta succedendo!? Che ne sarà dei pazienti!?!-
La sorpassai incurante,ero egoisticamente intenzionata a trovare
Carlisle ed Edward. Fortunatamente avevo raggiunto subito i due
fratelli. Dalla stanza vicino a cui si erano fermati,si udivano rumori
violenti. Emmet sferrò un calcio alla porta per aprirla. Io
mi ci tuffai letteralmente dentro e mi ritrovai avvolta dal buio.
Sentivo due presenza ringhiare come due animali incattiviti sul
pavimento.
-NOOOOOOOOOOOO!!!!! FERMI!!!!!-,urlai con più fiato di
quanto ne avessi in corpo. Mi accasciai in ginocchio,la luce lunare che
filtrava nella stanza,priva di finestre, aveva illuminato i loro volti
madreperlacei.
Emmet e Jasper si precipitarono a separarli e a tenerli fermi da in
piedi.
-CHE DIAVOLO…STATE FACENDO!!??!?- strillai isterica,le
lacrime che mi annebbiavano la vista.
Continuavo a piangere,vedere con i miei occhi lo scompiglio che ero in
grado di creare intorno a coloro che amavo mi dilaniava di un dolore
bruciante e acuto,un dolore che mi faceva sentire macchiata dentro di
colpe e peccati.
-GUARDATEMI! GUARDATE QUELLA PER CUI VOI,PADRE E FIGLIO,STATE LOTTANDO
L’UNO CONTRO L’ALTRO! CHE COS’HA DI
COSì SPECIALE!? NIENTE,NON HA NIENTE!!
E’ UNA SEMPLICE,INSIGNIFICANTE UMANA!…E TUTTO
QUESTO NON HA SENSO!-
Non riuscivo più a ragionare,stavo sputando fuori tutte le
incertezze che mi ero andata a creare stando con Edward e quando avevo
avuto modo di scoprire che anche Carlisle provava qualcosa per me.
Esisteva una parola che avrebbe potuto definire quel sentimento
scaturito tra me e quest'ultimo?
Passione? Desiderio? Tradimento? Amore?
Mi fissavano senza emettere un suono,con il loro viso
d’angelo,ma allo stesso tempo attraente e tentatore come
quello di un demone,un essere che richiamava il
proibito…il rischio…il dubbio…la
sofferenza. Le loro espressioni erano indecifrabili,la luna
li rendeva ancora più belli e irreali.
-Volevate andarvene…Fatelo. Ve lo sto chiedendo per
favore,sono io a supplicarvi di farlo. Non riesco a spiegarmi cosa ci
troviate in me. Non ce la faccio! E’ assurdo! Non sono io ad
essere in pericolo,ma voi! Sto distruggendo la vostra famiglia,e non
voglio che ciò accada! Non sarò io a dover
dimenticare voi,ma voi a dover dimenticare me. Smettetela di
lottare…per me. Non ne vale la pena.-
Parlavo nel buio,respirando affannosamente,le mia stessa dichiarazione
mi aveva procurato una ferita letale. Mi stavo facendo del male da
sola. Perfino Emmet e Jasper erano rimasti senza parola. I miei
singhiozzi erano l'unico rumore presente probabilmente a distanza di
chilometri. Lo spettacolo che mi si presentava davanti era
agghiacciante: la scrivania era spaccata in quattro parti,un'enorme
mensola era ricaduta distrutta a terra,probabilmente riversando
centinaia di medicine in ampolle di vetro,responsabili dell'odore
nauseabondo che aveva reso l'aria irrespirabile. Il muro sembrava sul
punto di crollare:la carta da parati era stata staccata dove la
languida luce lunare rivelava i segni del passaggio di unghie,simili a
quelle di un orso,e qua e la si erano formati dei buchi enormi.
A poco a poco sentii che il mio respiro stava tornando regolare,forse
grazie al potere di Jasper,forse grazie al silenzio che aveva
riordinato i miei pensieri.
-Bella...-
Quella voce. Così...indescrivibile. Una voce che mi dava un
senso di pienezza. Una voce talmente bella che qualsiasi parola o
paragone sarebbe stato riduttivo per definirla.
Alzai lentamente lo testa per guardarlo negli occhi,con la paura di
farmi male,di sentire l'elettricità in corpo.
"Carlisle...". Non avevo la forza né il coraggio
di pronunciare il suo nome. Sapevo cosa mi stava dicendo il suo
sguardo: che non aspettava altro che fossi io a implorare lui ed Edward
di andarsene. Non avevo bisogno di leggergli nel pensiero per capirlo.
- Carlisle io vedevo ciò a cui pensavi...-
Spostammo tutti e quattro gli occhi su di Edward.
-Ero...talmente occupato a pensare a come dirti addio...che non mi ero
accorto del cambiamento tra di noi...-. Ora era rivolto direttamente a
me,le iridi dorate che brillavano
debolmente,tristi,stanche...rassegnate. Pendevo dalle sue labbra.
Volevo che continuasse a parlare,volevo sentire cosa aveva da dire. Ma
non potei,perché improvvisamente i quattro vampiri furono
attirati da un rumore in lontananza e iniziarono ad agitarsi.
-Svelti,dobbiamo andarcene da qui!-,ci intimò Carlisle.
-Stanno arrivando gli agenti della polizia.-,mi spiegò.
Balzai in piedi,attenta a non sfiorare i vetri sul pavimento.
Charlie...Cosa avrebbe pensato mio padre quando mi avrebbe vista? Forse
non avrebbe fatto una piega,non avrebbe trovato nulla di
straordinario nel vedermi ancora una volta protagonista di un incidente.
- Ragazzi,prendete Bella e andatevene via passando per il bosco. Io
resterò qui. Qualcuno dovrà occuparsi delle
persone che non sono potute uscire dall’edificio,saranno
scioccate.-
-Ma come la metterai con la polizia?-,domandò Emmet.
- Lasciate fare a me.-
- Te la caverai. E' un buon piano,riuscirai a convincerli- Edward si
era rivolto a Carlisle con tono incoraggiante,probabilmente dopo avergli letto nel pensiero. Il cuore mi si
rigonfiò: se loro due avessero messo da parte il loro
contrasto avrei ottenuto tutto ciò che desideravo.
- Andate.-
E in quel momento,ebbi l'angosciosa,disperata sensazione,che non avrei
mai più riudito la voce di colui che amavo: la voce di
Carlisle.
************
Spazio
dell’autrice: io
stessa sono la prima a dire che questo capitolo lascia parecchio a
desiderare,ma non preoccupatevi,mi farò perdonare con il
prossimo! A quanto pare Bella è disposta a rinunciare sia a
Carlisle che ad Edward. Le carte in tavola si sono capovolte:ora
è lei a implorarli di andarsene. Si ‘ creato un
gran bel caos(tutta colpa della mia mente contorta…)
Passo ai ringraziamenti:
chiaretta90:
ahahah,se ti sei incuriosita maggiormente mi ha solo fatto piacere!
Come vedi adesso il capitolo è sistemato. Grazie infinite ^^
Streghetta89: grazie mille! Be' si,quella
scena in New Moon diciamo che mi ha esortato a scrivere questa
storia,anche se era da tempo che avevo in mente di farne una su questa
coppia affascinante. Non sei la sola a pensare che Carlisle sia
affascinante XD
Stefy_ : spero
tu abbiapotuto risolvere il problema,dopo che ho aggiustato
l'impostazione del testo. Mi fa piacere sapere che anche a te piace la
storia,spero continuerai a seguirmi ^^
AshG :
non avrei mai fatto morire Alice,nemmeno se Bella fosse stata destinata
a sposare Mike! Alice è la mia preferita,e non si tocca.
Contenta? XD Bella e Carlisle insieme...non è detto,bisogna
aspettare e vedere. Grazie per il tuo sostegno come sempre!
Florence:
mi fa immensamente piacere sapere che mi seguirai. Ho letto il prologo
della tua storia e devo dire che mi intriga parecchio. Quando
avrò finito di scrivere la mia,correrò a leggerla
subito!! Mi riempie di gioia sapere che qualcun'altro sta sviluppando
una Bella/Carlisle. Ho visto che la tua è
lunghissima,complimenti!!
SIXY:
Alice non è morta,come puoi vedere;) Era solo una tattica.
Grazie dei complimenti!!
Un grazie infinite anche a voi,che mi esortate a continuare questa
storia con più entusiasmo ^^
angioletto86
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BluRose89
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Crazy
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Capitolo 5 *** Il giorno fatale ***
Capitolo
5
Il
vento profumato mi solleticava le guance e giocava con i miei
capelli,facendoli danzare armoniosamente. Il sole brillava intenso e
luminoso,distendendo i suoi raggi ad abbracciare il cielo e la terra.
Sentivo la sabbia sotto i piedi,calda e sottile. I miei occhi erano
rapiti dal favoloso scenario che mi si presentava davanti: una distesa
azzurra e sconfinata,limpida e luccicante di oro. Avanzai lentamente
verso di essa,attratta dal suo colore. Mano a mano che mi avvicinavo
capii che quello era il mare. L'odore della salsedine inebriava il mio
respiro.
Era
incredibile...Mi sentivo in pace. Osservavo la superficie
perfetta,immobile e tranquilla,che si spaziava immensa di fronte a me.
Non vi era una sola nuvola all'orizzonte. Ero l'unica presenza su
quella bianca spiaggia. Più camminavo,più i
leggeri suoni che mi accarezzavano le orecchie si facevano strada in
me; erano piacevoli e cullanti sussurri che avevano interrotto il
silenzio circostante con delicata dolcezza.
"Cosa
c'è? Cosa volete dirmi?"
Avevo voglia di
fare un bagno,di immergermi in quelle acque così
invitanti,sentivo che se l'avessi fatto,avrei conosciuto il significato
di quei sussurri simili a sospiri che mi dovevano avvertire di qualcosa.
Poi un raggio di
sole mi colpì in pieno viso e mi investì con la
sua luce. Dovetti spostare lo sguardo dall'azzurro che mi circondava
per non rimanere accecata. Il colore del sole mi ricordava qualcosa di
speciale,qualcosa che mi era familiare.
Ma cosa?
Formulare quel
pensiero mi costò caro,sentii un'onda lieve,ma forte e
veloce,crearsi nel mio petto,e rievocare un senso di confusione e di
malinconia,come se mi mancasse qualcosa d'importante. Qualcosa che
avevo lasciato indietro.
Mi accorsi che
nel mare si erano formate qua e la deboli onde che ne increspavano
appena la superficie.
Ormai ero quasi
arrivata a riva,presto avrei saputo cosa volevano dirmi i sussurri che
sentivo. Diedi un ultimo sguardo al cerchio dorato del sole e a quel
punto il paesaggio davanti a me si sciolse in una macchia di colori
indistinti.
I sussurri si
trasformarono in un ronzio pigro e continuo. Riconobbi il rumore che
producevano le ruote di una macchina sulla strada.
La mia
vista era stata aggredita dal faro di un auto di passaggio che mi aveva
ridestata dallo stato di dormiveglia in cui era sprofondata. Con
delusione constatai che ero tornata alla realtà e che avevo
abbandonato il limbo sicuro e protettivo dei bei sogni.
Mi stiracchiai
lentamente e feci un piccolo sbadiglio. Intravidi Jacob voltare la
testa verso di me per un attimo e sfoderare un sorriso a trentadue
denti.
-Bentornata
dormigliona.-
Gli risposi con
un altro sbadiglio. - Scusa. Mi sono stancata tantissimo oggi. Peccato
per poco fa,stavo facendo un sogno meraviglioso.- Il tono della mia
voce era basso e impastato dal sonno.
- Be' non capita
tutti i giorni di festeggiare fino a notte fonda il conseguimento del
diploma!-,rise il mio migliore amico,lo sguardo attento alla guida.
-Già,e
per fortuna...-,risi anch'io.
Ma quella
notte-allora non lo immaginavo,durante il viaggio di ritorno a casa-
non era ancora finita,e lo avrei scoperto presto. Ancora non sapevo che
quella fatidica notte avrebbe fatto ricongiungere due mondi,che avrebbe
segnato una data importante nella storia della mia vita,ché
avrebbe riaperto uno squarcio doloroso dentro di me,risvegliando
ricordi che mi avrebbero tentata con il loro profumo
irresistibile...Ricordi che avevo soffocato in un angolo remoto della
mia memoria, ricordi assopiti,apparentemente dimenticati. Brandelli di
ombre lasciate alle spalle che sarebbero diventate frammenti di luce
verso la svolta positiva della mia esistenza.
*********
-Grazie per
avermi riaccompagnato a casa,Jake.-
-Figurati-
Mi sorrise. Lui
c'era sempre per sorridermi. Era meraviglioso pensare che ci sarebbe
sempre stato. Nonostante il mio rifiuto,nonostante gli avessi fatto
capire che non avrei mai potuto amarlo come voleva lui,Jacob era
rimasto con me,e io non avevo perso il mio migliore amico.
-Vuoi fermarti a
bere qualcosa di caldo? Stanotte Charlie non dirà niente
anche se è tardi.-
-Perché
no? Certo che mi fermo!- Detto questo smontò dalla macchina
e così feci anch'io,barcollando sui miei piedi da papera.
Crack.
Jacob aveva
chiuso la sua Peugeot. Notai che aveva storto il naso con una smorfia
infastidita,ma non vi diedi troppa importanza,evidentemente c'era un
cattivo odore nell'aria. Ci incamminammo per il sentiero bagnato e
cosparso di sassolini. Quando entrammo in casa,con sorpresa sentimmo
che Charlie era ancora sveglio e che aveva la tivù accesa.
L'uomo che parlava in sottofondo,a giudicare dalla voce,sembrava molto
sensuale.
Io e Jake ci
lanciammo un'occhiata.
-Ma non
starà guardando un film porno,spero?-,sussurrai.
Jacob prese a
ridere sotto i baffi.
Rumore di passi.
Era Charlie.
-Oh,siete
tornati. Bella,a quanto pare qualcuno ha pensato di venire a farti una
visita notturna.-
Notai che il suo
tono di voce era un alquanto seccato. Una figura fece la sua comparsa
accanto a mio padre. Rimasi interdetta.
- Buonasera
Bella.-
Spalancai la
bocca. A quanto pareva la voce incredibilmente sensuale non proveniva
dalla tivù,ma dallo sconosciuto che mi aveva appena salutata.
-Buonasera anche
a te.-,si rivolse a Jacob.
Era alto e
slanciato,bene piazzato,abbastanza da far tremare di paura chiunque gli
si fosse trovato di fianco-ovviamente tutti tranne mio padre. Indossava
un giubbotto di pelle e dei jeans neri che contrastavano con il
colorito diafano del viso e delle mani. Quell'accorgimento mi fece
sentire una fitta al cuore.
-Bella,conosci
quest'uomo?-
Mio padre aveva
un tono estremamente sospettoso e irritato,se gli avessi detto "No,non
so chi sia",ero certa che avrebbe immediatamente sbattuto fuori
l’ospite indesiderato,senza curarsi della sua
stazza.
Lo sconosciuto mi
fissò con uno sguardo significativo,un messaggio era scritto
nei suoi occhi.
Quegli occhi.
Occhi dorati.
Una frusta di
fuoco risalì dal mio petto fino alla gola e mi fece
rabbrividire per lo shock e la sorpresa.
Precipitai nel
vuoto ,fu come se fossi andata a conficcarmi in uno spuntone di roccia
che mi aveva mozzato il respiro. Faceva male...Tutto faceva
incredibilmente male.
Le gambe mi tremavano,fu solo per fortuna che non cedettero,almeno un
briciolo di forza e di lucidità ero riuscita a tenermelo
stretto. Desideravo parlare a quell'uomo a tutti i costi,una
speranza dimenticata si era riaccesa in me,un dolore che non ero mai
riuscita a sopprimere si era manifestato nella sua devastante pienezza.
-S-si.-,mi decisi
a rispondere.
Charlie era
semplicemente allibito. Descrivere l'espressione di Jacob in quel
momento era impossibile.
Jacob...In quel
momento capii perché aveva fatto quella smorfia prima di
entrare in casa: aveva sentito l'odore di un...vampiro.
Vampiro.
Pensare a quella
parola fu come ricevere un'altra frustata alla schiena.
- Per
favore,avrei bisogno di parlare un momento da sola con lui...-
La mia voce era
irriconoscibile,rauca e distanziata dalla realtà in maniera
abissale.
Ero certa che lo
sconosciuto fosse proprio ciò che temevo,lo confermava la
smorfia disgustata scolpita sul viso di Jacob.
-Dammi solo un
minuto.-,dichiarò mio padre secco. Rimasi di stucco per la
facilità con cui ero riuscita a convincerlo.
Poi lo rividi
spuntare nel corridoio e caricare il fucile che teneva sotto braccio
come se si stesse tranquillamente allacciando le scarpe.
Alzai un
sopracciglio con aria di disapprovazione,sentendomi in imbarazzo. "Come
non detto...D'altronde si sa che i padri sono protettivi..."
Lo sconosciuto
non parve per nulla intimidito o spaventato dal gesto di mio padre,un
sorriso spettacolare come un fuoco d'artificio al tramonto si distese
sul suo viso.
- E' giusto
prendere precauzioni per ogni evenienza. Sappia che appoggio pienamente
il suo gesto.-,gli disse con un tono cordiale e pacato.
Sembrava
serio,per nulla ironico. Ma mio padre non era del mio stesso avviso,a
giudicare dalla sua espressione corrucciata .-Jacob,vuoi rimanere in
salotto con me,intanto?-
- Rimango
volentieri.-,rispose lui con un tono più simile ad un
ringhio.
Sospirai ed
avanzai per dirigermi in cucina,il vampiro mi seguì e quando
ci fummo entrambi seduti lui iniziò a parlare. -Perdona la
mia visita inaspettata...-
- E
indesiderata-,grugnì mio padre dal salotto.
Mi alzai di
scatto e richiusi la porta della cucina con uno sguardo assassino.
- Non prendertela
con lui. E' comprensibile che si comporti così. Dopotutto i
miei trentacinque anni li dimostro. C'è una bella differenza
di età fra me e te.-
Rimasi
interdetta. Ma in effetti a guardarlo meglio si capiva che non era
più un ragazzo giovane.
Era da tanto che
non avevo la possibilità di osservare qualcuno di
così bello e straordinario,qualcuno così
inumano,diverso dalle altre persone. Avevo paura che si trattasse
ancora di un sogno,non mi attentavo a sbattere le ciglia,temevo che se
l'avessi fatto lui sarebbe scomparso.
Invece mi
sussurrò qualcosa a voce bassissima.
- Mi chiamo
Heron.-
Mi
risedetti,sempre senza staccargli gli occhi di dosso. -Sei...sei veramente
un...-,tentai di chiedergli. Ero talmente emozionata e sconvolta che il
mio cervello non ragionava più:anche se si fosse trattato di
un inganno,mi sarebbe bastato sapere che il tizio di fronte a me fosse
un vampiro per voler restare a parlare con lui e ad osservarlo in
eterno.
- Si,sono un
vampiro,proprio come avevi pensato.-,mi rispose.
Dio...
-Ripetilo.-
Dovetti fare un grosso respiro,sentivo la testa fasciata,il cuore era
congelato. Ebbi la necessità di chiudere gli occhi e di
rifugiarmi nella rassicurante uniformità di una vista
completamente nera,mille pensieri sciaguattavano nella mia mente e
litigavano fra di loro. Dovevo solo riaprire gli occhi,e lui non ci
sarebbe stato più.
Avrei rischiato
di perdere un opportunità unica non trovandolo
più ,ma non avevo assoluta intenzione di tornare a
sprofondare nello stato apatico che avevo abbandonato da cinque mesi,ne
di patire le pene dell'inferno per i ricordi del passato che si stavano
risvegliando a causa della sua presenza.
-Sono un vampiro.-
Sentii una vocina
dentro di me urlare di gioia "Si! Si!!". Un'altra protestare
furente,terrorizzata,ansiosa:quest'ultima rispecchiava la parte debole
e indifesa di me,quella che non aveva la forza di tornare a vivere nel
dolore,quella che avrebbe voluto scappare via da Heron.
- Conosco una
parte del tuo passato. Sono venuto qui per chiederti qualcosa che forse
potrebbe indurti ad odiarmi.-
Quella pelle
d'avorio,così luminosa...Avrei voluto toccargli le guance
per sentire se erano fredde e marmoree come ricordavo le Sue. Nessuna
allucinazione o apparizione in sogno che avevo avuto di Loro, poteva
competere con Heron,nessuna di esse aveva mai mostrato l'incanto e il
fascino arcano di quei particolari occhi dorati che
possedevano i vampiri. Guardare un vampiro in carne ed ossa era
tutta un'altra cosa.
-Bella? Mi stai
ascoltando?-
Altro che
accarezzare il velluto,udire la sua voce equivaleva a
baciarlo,il velluto.
-Come sai il mio
nome?-
- La risposta
alla tua domanda è il motivo per cui sono venuto a cercarti.
Lo ripeto,probabilmente mi odierai una volta che avrò finito
di raccontare. Ma devo chiederti di ascoltare. E’ importante
che tu sappia.-
Annuii.
–Ti prego,racconta.-
Se lui mi
conosceva...significava che...
Ero talmente
bloccata che non riuscivo nemmeno a pensare "Si,è proprio
così". Volevo scoprire il piacere di sentirmelo dire e
confermare da qualcun'altro.
- Io sono il
compagno di Esme Cullen.-
Questo non era
esattamente ciò che mi stavo aspettando.
**********
Spazio dell’autrice:
questo breve capitolo è solo di passaggio. Ma nel prossimo
ci saranno le risposte che state cercando,garantito e assicurato. Lo
giuro lo giuro! XD A quanto pare non è venuta
fuori una storia di tre o quattro capitoli come mi prospettavo,spero
che la cosa non vi dispiaccia! Ah,a proposito: se volete farvi un'idea di Heron immaginatevelo come Jared Leto,altrimenti come vi pare a voi ;)
Me
lo lasciate un commentino,verooooo??? ;)
Come sempre
ringrazio tutti per il sostegno^^
AshG : grazie per le tue
parole,sei troppo buona,ma preferisco non illudermi,anche se mi fa
piacere che la mia storia ti abbia presa così tanto^^ In
alcuni casi,quando ne vale veramente la pena,è come dici tu:
non si può non amare per il bene degli altri,è
una cosa incredibilmente triste. Ah,ricorda che non ho mai pensato di
far morire Alice sin dall'inizio. Lei è mitica *_* Ancora
grazie infinite ;)
chiaretta90:si,povera Esme,sarebbe
stato un trauma la morte di Alice. E prova a pensare a come avrebbe
reagito Rosalie! Sicuramente avrebbe ucciso Bella XDXD Spero che la tua
curiosità non sia svanita. Grazie mille ;)
E come sempre,un
grazie infinite a tutti voi:
alessandraxxx81
Bimba
sognatrice
ChiccaCullen
fracullen
gegge_cullenina
matrix
roby88
shasha5
SIXY
Streghetta89
Tom94
acqua1879
angioletto86
arualga91
BluRose89
cesarina89
Crazy
Owl
Diavoletta090
Florence
ila_sabaku
ishizu
ka
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OnLu
rhys89
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Capitolo 6 *** Immortale ***
Capitolo
6
Cullen.
Sentir
pronunciare quel nome mi fece effetto. Era assurdo. Aveva mai fatto
parte di me? Lo conoscevo? Non ne ero sicura. Eppure la reazione che
ebbi dopo averlo udito dimostrava che da qualche parte,dentro di
me,c'erano dei ricordi che avevano a che fare con esso. Possibile che
fossi stata così brava da dimenticare le sensazioni e i
sentimenti legati a quella parola? Probabilmente no,altrimenti sarei
dovuta rimanere fredda e impassibile di fronte ad Heron,cosa che non
era accaduta: mi sentivo annebbiata,avevo la sensazione di essere stata
catapultata in un'altro mondo,estraneo alla cucina di casa mia,un mondo
estraneo alla mia casa,alla mia vita,al mio presente.
In
realtà ero solo riuscita a prendere alcuni frammenti del mio
passato e ad impacchettarli con cura in un angolino nascosto
ed ignorato della mia memoria. Ma non avevo mai dimenticato. Non avevo
mai cancellato nulla,perché non ne ero stata capace.
E quella notte
qualcuno era venuto alla ricerca di quel pacchetto per riaprirlo al
posto mio,creando una voragine dentro di me che mi avrebbe sconvolto
anima,corpo e mente.
Heron mi stava
sbattendo in faccia il loro
nome.
Allora esisteva.
Allora il
mio passato
era esistito,non ero impazzita,non avevo vissuto in una
favola struggente. Loro
c'erano stati.
Finalmente,dopo
secoli di trepidante attesa,trascorsi in un silenzio di angoscia
taciuta a tutti coloro che mi erano rimasti vicino,ero riuscita a
spannare i vetri della finestra che continuava ad apparire nei miei
sogni. Finalmente riuscivo a vedere cosa vi era oltre…
Un salotto
accogliente,le fiamme scoppiettanti di un caminetto acceso e i Cullen
là riuniti,in un'assoluta atmosfera di pace e armonia.
La fase di
annebbiamento interiore era terminata. Una corrente rapida scrosciava
incessantemente dentro di me,spazzando via tutto ciò che
incontrava. Eccetto loro:loro erano rimasti fissi nella mia mente,in
quel salotto accogliente.
Potevo rivedere e
toccare il ricordo dei loro visi,potevo riviverlo,tanto era intenso. I
loro volti diafani e ridenti,gli occhi dorati e sfavillanti,di una
bellezza e di una profondità angosciante....
La chioma color
caramello e l'espressione dolce di Esme,l'aria vivace di
Emmet,i lineamenti espressivi di Jasper e i suoi capelli color miele,il
viso accecante di Rosalie...
La risata
stupefacente di Alice......
Il sorriso
sghembo di Edward,sbalorditivo e mozzafiato...
...E tutto di
lui...
Lo sguardo di un
fascino universale. La musica che usciva dalla sua voce. Ogni movimento
del volto. Ogni linea del suo profilo. E il turbine di
emozioni che era in grado di scatenarmi.
Nell’immagine
che vedevo lui e la sua famiglia erano uniti e felici. Ma io non potevo
entrare in quel posto che sentivo di voler chiamare casa,potevo solo
restare a guardare attraverso la finestra.
Allora che senso
aveva avuto adoperarsi per ripulire quel vetro dalla neve? Mi ero
gelata le dita,mi ero fatta del male… E cosa avevo ottenuto?
Ero rimasta sola,tagliata fuori.
La neve
…bianca e fredda come i loro corpi…
I ricordi erano
così forti che mi sentivo veramente intorpidita. Poi mi
accorsi che Heron mi stava abbracciando,e che era lui ad essere freddo.
E un istante dopo mi accorsi anche che stavo piangendo
silenziosamente,le lacrime avevano iniziato a scendere sulle mie guance
senza preavviso. Mi risvegliai dal mio sogno ad occhi aperti.
- Questo basta a
darmi una conferma: tu sei Isabella Swan.-,disse Heron con tono
comprensivo.
- E tu sei il
compagno di Esme?-,gli domandai con voce tremante.
-Si,esatto.
Lascia che ti spieghi dall'inizio... O non te la senti?-
Mi scostai da lui
e gli feci capire che poteva tornare a sedersi al suo posto.
- Voglio
ascoltarti.-,sentenziai . Poi esitai. -Credo che dovremmo fare una
lunga chiacchierata. Non riesco a stare tranquilla al pensiero di
Charlie e Jacob dietro la porta.-
- Possiamo
rimandare a qualsiasi luogo e giorno tu voglia.-,mi assicurò
Heron.
- No no - mi
venne l'ansia solo a pensarci- adesso fingi di andartene. Io
dirò a loro che vado a dormire. Lascerò la
finestra della mia camera aperta,così potrai entrare da
lì.-
-
D’accordo. Ma prima asciugati gli occhi.-,mi
avvertì.
Obbedii e me ne
tornai in salotto,seguita da Heron. Charlie e Jacob stavano borbottando
tra di loro seduti sulla poltrona.
-Charlie,puoi
rimettere via il fucile,Heron se ne va.-dal tono della mia voce
trasparì un velo d'agitazione.
- ...Jake,sono
molto stanca. Ti dispiace...?-
-No no,figurati
Bella.- Jake capì al volo e balzò in piedi. - Mi
fermerò un'altra volta. Ho fatto una lunga
chiacchierata con Charlie-
Mi accorsi che
dal naso non stava più respirando.
-Buonanotte a
tutti.-,salutò,poi mi lanciò un'ultima, breve
occhiata significativa,e uscì dalla porta.
Mi sentii in
colpa,probabilmente Jacob sapeva che Heron non se ne sarebbe andato.
Ero sicura che mi avrebbe sorvegliata nascosto tra gli alberi della
foresta. Ma mi ricredetti quando sentii il rumore della sua auto accesa
che si allontanava lungo la strada. Ma era meglio
così,dopotutto.
Quando anche
Heron ebbe salutato Charlie,mi trascinai immediatamente su per le
scale,evitando così di dover dare delle spiegazioni a
quest'ultimo. Corsi in bagno a sciacquarmi la faccia e i
denti,mi tolsi i tacchi e il vestito blu che avevo indossato alla festa
e mi infilai il pigiama. Ero sfinita,ma in quel momento la stanchezza
era apparentemente svanita. Era qualcos'altro che mi martellava la
testa: l'ansia,condita dalla paura di ciò che presto avrei
scoperto.
Entrai in
camera,mi infilai pazientemente sotto le coperte e aspettai di sentire
Charlie andare a dormire. Mi sarebbe bastato chiudere gli
occhi una sola volta,e non li avrei più riaperti fino alla
mattina successiva. Tuttavia li tenni spalancati e restai con le
orecchie tese per dieci minuti buoni. Quando fui certa che niente
avrebbe più potuto intralciare la mia conversazione con
Heron,sgattaiolai ad aprire la finestra. Un istante dopo lo vidi
arrampicarsi con facilità e disinvoltura ed entrare nella
mia camera.
Provai una fitta
di nostalgia. Era quasi ridicolo pensare che un anno prima era Edward
Cullen ad entrare da quella finestra. E da un po' di tempo aveva preso
l'abitudine di farlo anche Jacob, io e lui rimanevamo a parlare fino a
notte fonda del più e del meno,soprattutto di Sam e degli
altri nostri amici.
E ancora una
volta era un vampiro ad entrare da lì...
Richiusi la
finestra,scacciando quel pensiero. Il cuore mi tamburellava come se mi
trovassi di fronte al giudice che avrebbe stabilito se meritavo di
finire al Paradiso oppure all'Inferno. Misurai la stanza a grandi
passi facendo dei grossi respiri,poi mi feci cadere sul letto
a sedere.
Heron si
accomodò per terra,dichiarando di preferire il freddo
pavimento,e si mise a raccontare.
-La mia storia
inizia circa un anno fa. Allora ero un abitante di Forks. Ricordo
ancora il rumore incessante della pioggia che cadde quella sera,quasi a
simboleggiare che per me qualcosa sarebbe cambiato per sempre... -
La voce di Heron
aveva un timbro sabbiato,era gradevole e delicata.
- In quel periodo
ero ricoverato all'ospedale da circa due mesi. Ero rimasto paralizzato
alle gambe a seguito di un incidente in macchina e, come se non
bastasse,soffrivo di crisi epilettiche dalla nascita.-
Raggelai. Heron
mi guardava negli occhi,ma sembrava che non mi vedesse
realmente,assorto nel suo mondo.
- Ero nel mio
letto,quando sentii in lontananza il rumore di un vetro che andava in
frantumi. Nel corridoio qualcuno si domandò cosa fosse
successo. Pensare di essere chiuso in quella stanza,solo e incapace di
muovermi,mi mandò nel panico. Poco dopo partirono le urla.
"Uscite fuori immediatamente!",sentivo ripetere da un ragazzo.-
Avevo la pelle
d'oca. Lacrime salate avevano ricominciato a rigarmi il volto,non so se
per la triste storia di Heron, o se per il brusco tuffo indietro nel
passato che avevo appena fatto.
Anch'io quella
notte ero all'ospedale. Ci ero arrivata con Emmet e Jasper. Era
incredibile pensare che anche Heron fosse stato lì. Era da
brivido ascoltare la versione dei fatti accaduti da qualcun'altro.
- Fu allora che
ebbi una crisi,secondo quanto mi fu raccontato. Ma non c'era nessuno
che mi potesse aiutare. Quelli furono gli attimi più brutti
di tutta la mia vita...-
Ascoltavo
rapita,toccata dalla veridicità di quelle parole,e dai
sentimenti che ne trasparivano.
- E' stato
Carlisle a salvarmi.-
Sentire il suo
nome mi fece mancare l'aria. Non era un sogno,era tutto vero. Dopo
tutto quel tempo senza sapere niente di lui, scoprii che non ero
più abituata a sentir parlare di lui. Era una gioia unica
per il cuore,ma allo stesso tempo un dolore che mi assaliva a fitte
sempre più intense.
Era una speranza
segreta che si riaccendeva. Ma forse dovevo aspettare il seguito della
storia prima di esultare.
- Conservo
immagini confuse e frammentarie di ciò che accadde dopo.
L'agonia e la sofferenza sono tutto ciò che ricordo
perfettamente. E' stato proprio Carlisle a raccontarmi tutto,mesi
dopo,quando glielo chiesi.-
-
Lui...Carlisle...- mi ero dimenticata della magnificenza e della
musicalità di quel nome,di quanto scorresse bene sulla
lingua-...è stato lui a trasformarti in un vampiro?-
-Si,hai
indovinato. E so cosa successe con te...-
Si
fermò un istante,attento alla mia reazione.
-Continua,per
favore-,lo esortai,quasi implorante.
Inarcò
appena il sopracciglio sinistro,con sguardo pensieroso. Le labbra gli
si incurvarono leggermente all'insù da un lato. I vampiri
erano di una bellezza mozzafiato in ogni gesto che compivano,pensai.
Heron riprese a
raccontare. -A quanto pare,dopo che tu te ne andasti,Carlisle dovette
vedersela con gli agenti di polizia. Inventò la scusa che un
orso aveva distrutto il suo studio. Nonostante non si trattasse di una
scusa eccellente,poiché meditata in qualche secondo,gli
agenti crederono che fosse la verità.-
Ripensai ai
graffi sulle pareti lasciati da Edward e Carlisle. Quelle immagini
erano scolpite nella mia mente,non le avrei mai potute
cancellare,perché facevano parte dell'orrore che tutti
avevamo vissuto quella notte. Probabilmente erano stati quelli a
convincere gli agenti,tra cui Charlie,riguardo la storia
dell’orso.
-Dopo che la
polizia se ne fu andata,Carlisle si offrì di ripagare i
danni e restò tutta la notte ad occuparsi dei pazienti.
Alcuni erano rimasti scioccati da ciò che era successo,e in
mezzo a loro c'ero io.
Sin dal primo
giorno che avevo visto Carlisle,avevo capito che in lui c’era
qualcosa di diverso,che lo distingueva dalla massa. Carlisle
trasmetteva ai suoi pazienti un’energia che
nessun’altro medico riusciva a donare. Avevo la sensazione di
essere finito in buone mani. Tuttavia non avrei mai immaginato quale
fosse la sua vera natura. Lo scoprii quella notte stessa.
Avevo continuato
ad avere delle crisi ininterrottamente,il mio cuore non avrebbe retto
ancora a lungo. Io volevo disperatamente vivere. Allora Carlisle
assicurò che si sarebbe occupato di me. Avevo la certezza
che lui fosse speciale,che lui avrebbe potuto fare un miracolo. Mi
portò in una stanza separata dalle altre,dove era sicuro che
nessuno avrebbe potuto vedere o sentire. Mi praticò delle
ferite,che,secondo quanto mi disse,furono inflitte a lui stesso quando
venne trasformato in vampiro. Passai tre giorni
d'inferno,inimmaginabili anche negli incubi più
raccapriccianti. Carlisle mi aveva morso portando il suo veleno nel mio
sangue,ed io ero diventato un vampiro.
La mia vita da
umano era finita per sempre. Dovetti dire addio agli amici e ai
parenti,ma nonostante questo,non mi pentirò mai di essermi
affidato a Carlisle.
Appena la mia
agonia post trasformazione cessò,conobbi la famiglia Cullen.
Alice,Edward,Emmet,Jasper,Rosalie…ed Esme. Esme,l'amore
assoluto della mia esistenza...-
Gli occhi di
Heron a quel punto si accesero di una bellezza ancor più
disarmante,l'oro delle iridi era diventato più vivido e
brillante. Mi accorsi che un mezzo sorriso era comparso sulle mie
labbra,mentre ascoltavo le sue dolci parole.
-Sin dal primo
istante in cui la vidi capii che per me lei sarebbe stata ancor
più speciale di Carlisle. Mi dissi che quella creatura
meravigliosa avrebbe fatto parte del mio futuro,della mia nuova vita.
Me lo sentivo. E’ buffo pensarlo,chi non vive la mia
esperienza in prima persona può vedere la cosa come ridicola
e infantile. Nel mio caso si trattava di qualcosa di diverso dal colpo
di fulmine,non ero rimasto ammaliato esclusivamente dall'aspetto
esteriore di Esme,ma anche dal modo in cui si pose nei miei confronti.
Mi accolse in famiglia con innata benevolenza,sicuramente con
più facilità di Rosalie.-
Risi piano,lo
credevo bene.
- I miei primi
mesi da vampiro furono duri,faticai molto per imparare a resistere
all'odore del sangue. In quel periodo ero sempre scontroso e non
riuscivo ad integrarmi nella mia nuova famiglia. L'unica che
riuscì ad occuparsi di me oltre a Carlisle,fu proprio Esme.
Quando gli altri andavano a lavorare,io e lei rimanevamo soli a casa.
Esme non si diede mai per vinta con me,non si stancò mai di
rivolgermi sorrisi gentili e carichi di determinazione anche quando le
rispondevo in malo modo. Più il tempo passava,più
capivo che la sua presenza agiva su di me come un antidoto.
Chiacchieravo sempre più volentieri con lei. Fra di noi
nacque e si sviluppò rapidamente un intesa speciale. A poco
a poco Esme divenne la figura più importante della mia
vita,con lei riuscivo a parlare liberamente di ogni cosa. Tutto in sua
presenza acquistava valore,tutto ciò che prendeva tra le
mani mi appariva più bello e interessante. Le emozioni e i
sentimenti in sua compagnia s’intensificavano. E parlo di
cose semplici,come guardare la tivù insieme: ogni
trasmissione diventava più piacevole,ogni canzone diventava
una storia significativa.-
Immaginai una
macchia di colore,che,colpita dalla luce del sole,si illuminava di
sfumature diverse,ciascuna con la sua particolare bellezza.
-C’è
chi la chiama attrazione,c’è chi la chiama
chimica...-
La voce di Heron
mi cullava,ad ogni cosa che diceva io annuivo. Capivo ogni sua
parola,sapevo cosa significasse sentirsi così.
-Un giorno mi
azzardai a confessarle che la sentivo soffrire. Si
stupì,inizialmente provò a smentire la cosa per
non farmi preoccupare,ma poi si lasciò andare. Non so
come,ma la convinsi a tirare tutto fuori. Parlammo per ore e ore. Esme
mi rivelò che Carlisle le aveva confessato di provare
qualcosa per un'altra.-
Fece una pausa.
Tenevo le mani strette al petto,col timore che avrebbe potuto
scoppiare,le lacrime mi avevano inzuppato la maglietta. Mi stavo
liberando dal torrente di emozioni che avevo tenuto a freno per un
anno. Se si fosse trattato di un sogno,l'indomani sarei morta per la
disperazione. Ma non poteva essere un sogno,perché vedevo e
sentivo tutto perfettamente,il dolore era assolutamente reale.
- Bella,non
è difficile capire perché sono venuto qui.-
-Continua a
raccontare...-
Avevo bisogno di
distrarmi,di concentrarmi su qualcosa di diverso dal volto nitido di
Carlisle impresso nella mia mente. Il suo ricordo era letale e
distruttivo.
- Quando entrai a
far parte della mia attuale famiglia,Esme e Carlisle erano ancora
marito e moglie. Cercai di fare in modo che il mio sentimento per Esme
non si tramutasse in amore,volevo fare in modo che la splendida
sintonia creatasi fra di noi non diventasse qualcosa di ancora
più forte. Mi sentivo sporco dentro al pensiero di portare
via la moglie a colui che mi aveva salvato e accolto nella sua
famiglia.-
Il mio cuore
stava esplodendo. Quanto capivo Heron!
- Ma il giorno in
cui Esme decise di aprirmi il suo cuore,mi spiegò che lei e
Carlisle stavano lottando da mesi per salvare il loro rapporto,per loro
stessi e per i loro figli adottivi. Tuttavia Esme si era accorta che
qualcosa si era spezzato definitivamente. Anche lei non riusciva
più a sentire lo stesso sentimento di prima. E poi le
capitò proprio ciò che era successo a Carlisle,si
rese conto che in lei era fiorito un nuovo amore,ancora più
grande di quello precedente. Esme mi dichiarò di essere
innamorata di me. E da allora non ci separammo mai.-
-Carlisle per
questo fu felice. "Non dovrò più fingere"-mi
disse-"diventava sempre più difficile farlo". Fra lui ed
Esme ora è rimasto un grande affetto. Vedi,io ho ottenuto la
mia felicità,e niente è andato distrutto. La mia
famiglia è ancora riunita. Quello che sto cercando di dirti
è che non si può soffocare l'amore per il bene
degli altri,perché quello...giusto... è
immortale. Bella,fuggirlo non ha senso,non si risolve il dramma.
Bisogna lottare per conquistare ciò che si vuole!-
Heron mi prese il
viso tra le mani,perché mi rifiutavo di guardarlo. -
Ascoltami,anche se Esme stesse ancora aspettando quello giusto,tu ora
dovresti essere con Carlisle. Non è egoismo tutto
ciò,ma rispetto per se stessi. Si chiama essere leali con il
proprio amore,con i propri sentimenti.-
Quelle parole
suonavano così giuste,così sagge,così
convincenti...così meravigliose.
"L'amore
è un sentimento troppo complesso per essere ostacolato."
Alice mi disse qualcosa del genere l'ultimo giorno che vidi Lui.
-Bella,Carlisle
non ti ha mai dimenticato. Quando ti ha lasciata lo ha fatto per
rispettare la tua decisione. Se sono qui,è perché
non sopporto più di vedere com'è ridotto.-
All'improvviso mi
sentii avvampare di un sentimento che non mi aveva sfiorata per tutta
la conversazione: la rabbia.
-Heron,non hai
mai pensato che forse mi ero rifatta una vita in questi mesi?-
E se io avessi
deciso di fidanzarmi con Jacob? Se fossi stata tanto disonesta da
mettermi con lui per dimenticare Carlisle? Heron avrebbe solo perso il
suo tempo,in quel caso.
-Perdona la mia
presunzione,ma no:non l'ho mai pensato. Esme,Carlisle e poi anche
Edward ed Alice mi hanno raccontato come sono andate le cose. E poi
c’è qualcos’altro che devo ancora dirti.-
-Te le avranno
raccontate, ma tu non le hai...-
-Non le ho
vissute? Credo di poterti capire meglio di chiunque altro Bella.
Ripensa a ciò che ti ho raccontato di me.- Heron mi stava
perforando con il suo sguardo deciso ed ostinato.
" Mi sentivo
sporco dentro al pensiero di portare via la moglie a colui che mi aveva
salvato la vita e accolto nella sua famiglia."
Quella frase si
era incastonata nella mia testa. Feci un grosso respiro. Heron in quel
momento sarebbe stato in grado di trovare una risposta a qualsiasi mia
domanda. E la cosa mi dava fastidio,perché mi sentivo
intrappolata nelle sue mani.
-Bella,ci sono
così tante cose che devi sapere…-
Mi distesi sul
letto a pancia in su. –Tutto questo…tutto questo
è…è pazzesco!-,protestai,le mani
premute sulla faccia.
C’erano
tante cose che volevo chiedere ad Heron,e lui avrebbe potuto dirmele.
Frammenti confusi di immagini,voci,suoni e sensazioni stavano
ritornando a galla susseguendosi uno dopo l’altro nella mia
mente,a intervalli discontinui,come il nastro di una videocassetta mal
registrata.
-Capisco che sei
troppo stanca e confusa per ascoltarmi ancora,cerca di dormire adesso.
Io me ne andrò a caccia e tornerò domani sera,se
me lo permetterai.-
Trovai la forza
di fare cenno di sì con la testa. Ma in realtà
non volevo che Heron se ne andasse,temevo che non sarebbe
più ritornato per davvero. Temevo di scoprire che tutto
ciò che era accaduto fosse stato solo un sogno.
Temevo…Temevo troppe cose…
Un istante dopo
ero sprofondata tra le braccia di Morfeo.
Il cervello aveva
interrotto la sua lotta di ragionamenti. Le membra si erano sciolte
come neve al sole.
Quella notte feci
sogni di ogni genere,movimentati e confusi,misteriosi ed
enigmatici,paradossali e ridicoli.
Ognuno di essi
rappresentava una chiave diversa,ognuno di essi faceva parte di un
unica catena: i miei pensieri avevano costruito una storia. Allora non
sapevo che quella storia sarebbe stato il mio futuro...
**********
Spazio
dell'autrice:
forse non è tutto perduto per i nostri due innamorati *.*
Riuscirò a farli ricongiungere? Oppure finirà
tutto in una tragedia?? Ci sono ancora tante cose da chiarire,ma un
passo alla volta,troverete risposte,insieme a Bella. Penso
che dovremmo ringraziare Heron,benedetto lui che ha deciso di mettersi
in mezzo alla faccenda!!
Spero che il
capitolo non sia risultato noioso. Ma dovevo assolutamente dare un
senso a questo nuovo personaggio.
Regalino di
Natale...lascereste un commentino per la campagna "Dona anche tu una
recensione,farai felice una scrittrice/uno scrittore"?XD
Ringrazio come
sempre tutti! E alla prossima!!
fracullen : vedo
che sei rimasta un tantino perplesse XD Be' ho voluto fare un grosso
salto in avanti. A poco a poco ricostruirò l'intera vicenda
e la svilupperò verso il finale! Spero di non averti confusa
ulteriormente con questo capitolo!
AshG:ahahahah,così si
fa! Ci vuole ottimismo! Dai che Carlisle e Bella forse torneranno
insieme *_* Grazie per il tuo sotegno per la trilionesima volta!
SIXY:
lo spero tanto che
questo taglio netto vi invogli a leggere. Edward dici? Vedrai,vedrai!!
Grazie millissime anche a te ;)
chiaretta90: a quanto pare Heron ha
sconvolto Bella con il suo arrivo,come puoi
vedere! Ma il suo intervento è fondamentale. Aspetta e
vedrai che
succederà*.* Grazie infinite ancora e ancora!
sweet_me :è
un enorme piacere sapere che la mia fanfiction ti piace! Eppure Bella e
Carlisle non ti prendono come coppia...Mmh,non starai sperando che lei
ritorni con Edward,vero ?XD
Grazie anche a
voi che mi seguite e mi avete aggiunta alle preferite ;)
alessandraxxx81
Bimba
sognatrice
chiaretta90
ChiccaCullen
cold_moon
crys
gegge_cullenina
lupa
bianca
matrix
roby88
shasha5
SIXY
Streghetta89]
Tom94
acqua1879
angioletto86
arualga91
BluRose89
cesarina89
Crazy
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Diavoletta090
Florence
ila_sabaku
ishizu
ka
chan
KatyCullen
LuNa1312
Millennia
Angel
OnLu
rhys89
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Capitolo 7 *** Sdegno ***
Capitolo
7
La
mattina seguente feci fatica ad alzarmi dal letto al pensiero di una
nuova giornata che iniziava. La mia era una vita normale,tuttavia mi
riusciva difficile sorriderle subito dopo essermi risvegliata
dall'illusorio mondo dei sogni. Come aprivo gli occhi provavo
un enorme senso di fastidio a constatare che nella realtà
non era accaduto niente di tutto ciò che avevo vissuto
durante il sonno. Io ero ripartita da zero,ma i sogni m'impedivano di
dimenticare,mi tormentavano,cercavano di farmi annegare nel mare di
dolore da cui ero riemersa grazie a Jacob. Per quale motivo? Credevo di
essermi liberata degli incubi,invece quella notte ne avevo fatto
più di uno. Non lo trovavo giusto,la rabbia e la
frustrazione si impossessarono di me.
Sospirai,mentre mi
dirigevo in bagno,ormai ero abituata alla mia confusione mentale.
Cercai di distrarmi al pensiero che finalmente mi ero diplomata.
Davanti a me c'era un periodo di vacanza e di riposo da qualsiasi
attività,lavorativa o scolastica che fosse. La prospettiva
di trascorrere intere giornate con Emily e i miei amici licantropi mi
diede forza.
Quando scesi in
cucina trovai mio padre e Jacob seduti al tavolo che parlavano. Appena
mi videro cercarono di sviare la conversazione con nonchalance.
-Buongiorno.-,li
salutai con aria perplessa.
-Buongiorno
è già passato da un pezzo.Sono le tre del
pomeriggio.-,mi informò mio padre,sorseggiando il suo
caffé.
Restai sbalordita.
Era veramente tardi per una mattiniera come me. Anche se si trattava
della domenica.
-Se pensi che ieri
siamo tornati a casa alle quattro del mattino e ci aggiungi
il resto...-,fece Jacob con aria ambigua. Non capivo se fosse divertito
o irritato. Possibile dire che nei suoi occhi leggevo entrambe le
emozioni? Forse sì,riflettei,visto che dopo la sua
trasformazione era diventato estremamente lunatico e complicato.
-Cosa intendi per
il resto?-
Charlie mi
fissò senza riuscire a nascondere un velo di
curiosità. -Heron.-
"Spiegazione
illuminante..." Una voragine di sorpresa si aprì nel mio
petto,spaziandosi ampia. Quindi era venuto davvero.
Presi seriamente in
considerazione l'idea di andare a farmi ricoverare: non era normale
confondere la realtà con i sogni. Per niente.
-Oh...Si
be'...è venuto a farmi visita ad un orario spropositato,ma
doveva comunicarmi qualcosa di urgente.-
Dovevo trovare il
modo di cambiare argomento. A giudicare dall'aria soddisfatta di
Jacob,capii che non avrei potuto contare su di lui. Sembrava si godesse
la scena,decisamente curioso di vedere quale scusa avrei trovato.
Durante il mio lungo sonno anche Jacob,oltre a Loro, era venuto a
farmi visita. Rividi la scena nella mia mente,in cui il mio migliore
amico mi dava le spalle:io lo chiamavo,lui tendeva le orecchie,ma non
mi rispondeva. Non potevo avvicinarmi per toccarlo. La sua enorme
schiena scolpita dai muscoli stava davanti ai miei occhi,come
un muro invalicabile.
-Bella? Sei ancora
tra noi?-
-Charlie,io e Jacob
pensavamo di andare a fare due passi nel bosco. Vero Jake?-,lo perforai
con uno sguardo impassibile,tuttavia talmente intenso che-ne ero
sicura-lui da licantropo si sarebbe sentito scottare.
- Se proprio
dobbiamo.-
-Fai come vuoi,ma
non sfuggirai alla mia domanda ancora a lungo. Non intendo sorvolare il
fatto che un uomo sia piombato in casa mia di notte per
vedere te.-
Charlie enfatizzò l'ultima parola con aria arrabbiata.
Io annuii. Avrei
trovato una scusa plausibile durante la giornata,o almeno era quel che
speravo. Addentai un creaker e uscii fuori,seguita da Jacob. Per un po'
camminammo in silenzio,poi quando fummo abbastanza lontani da casa
iniziai a parlare.
-So che sei
arrabbiato con me-,dichiarai. Lui mi guardò con aria triste
e ansiosa.
- Bella,non
è stato affatto piacevole smontare dalla macchina e sentire
quell'orrendo odore di sapone marcio...- Le sue parole erano cariche di
rabbia e fastidio. Si morse il labbro subito dopo averle dette,con
l'aria di chi si sentiva in colpa e avrebbe preferito iniziare la
conversazione diversamente.
-Riparto da capo.
Per quale motivo... uno di quelli ti è venuto a trovare?
Voleva fare un'allegra bevuta a casa Swan?-
Smisi di camminare.
Lui si bloccò poco più avanti di me,aspettando
una risposta.
- Heron..Lui.... A
dire il vero non... Non lo so nemmeno io. Mi deve ancora parlare.-,fu
la spettacolare risposta che riuscii a dare.
Jacob
afferrò un sasso da terra,prese la mira e lo
scagliò lontano,nel folto della vegetazione. Stava cercando
di giocherellare con qualcosa per mantenere la calma.
-
Cazzo,è veramente ridicolo. Vengono tutti da te i
succhiasangue,chissà...magari la prossima volta
organizzeranno una comitiva. Sai,devono sbrigarsi se vogliono trovarti
tutta intera,c'è il caso che dei succhiasangue
extraterrestri li precedano nel loro intento.-
-Non sei
divertente.-,ribattei.
- Come puoi permettere che uno di
quei cosi torni da te? Bella,non sono uno stupido,quello
là ha a che fare con...-,si fermò appena in
tempo. - Beh,hai capito con chi...-
Rimanevo a testa
bassa,consapevole che se li avessi difesi, Jacob si sarebbe
imbestialito. E non avevo intenzione di peggiorare la situazione.
- Le tre damigelle
hanno ammazzato la Rossa e Treccia Nera,no? E ora cosa fanno? Inviano
un amico a controllare che qualcun'altro non ti abbia uccisa? Ma se tu
gli hai cacciati,loro che cavolo vogliono di nuovo? Dovrebbero
lasciarti in pace.-
-Jacob,ti prego...-
-No,Bella. Voglio
una spiegazione.-
Era carico di
rancore.
- Io non li ho
cacciati!- sentii le parole sgorgare da sole,incontrollate-...Gli ho
detto di andarsene. Per il loro bene.-
Tremavo. Avrei dato
qualsiasi cosa per vedere Jacob sorridere con aria serena. Gli voltai
le spalle e mi sedetti per terra. Onde di fuoco si dibattevano sinuose
nel mio petto,dovevo tenervi le braccia premute contro per
placare il dolore.
Io non li avevo
cacciati...
Era
l'ultima volta che facevo quella giostra spericolata,tra raffiche di
vento tagliente e macchie di colori indistinte. Era
l'ultima,folle,corsa da brivido di tutta la mia vita.
Po
il vortice d'aria ero sparito,e mi ero sentita stringere la gola al
pensiero che non avrei mai più provato un'esperienza simile.
Non tanto per la cosa in sé,ma perché quando si
è consapevoli di un imminente addio,tutto ciò che
trascorre fa male.
Anche
la fine di quell'attimo mi aveva fatto male.
Edward
mi aveva fatta scendere con i piedi per terra e mi aveva sorretta in
equilibrio,gli occhi dorati che navigavano in un oceano ignoto.
-
Rispetto la tua scelta. Ho capito che non sono quello giusto per te. Mi
faccio da parte senza farmi pregare.-
Aveva
detto così. Senza rancore. Senza smettere di guardarmi.
La veridicità di quelle parole era palpabile
nell'aria,nemmeno se si fosse trattato di un ammaliante creatura dal
potere persuasivo,o di un eccellente bugiardo, avrei dubitato della sua
sincerità.
Era
proprio inumano.
Altrimenti
non sarebbe stato in grado di comportarsi così nobilmente.
No,mi correggo,lui non faceva il nobile. Lo era.
-
Grazie.- Avevo detto unicamente. Avevo scandito con gratitudine e
commozione la nota musicale che dava senso ai miei sentimenti. Quella
era stata la mia chiave di violino,la sola che avevo potuto usare per
non rovinare la musica che si era sprigionata intorno a noi. Edward non
era mai stato in grado di leggermi nel pensiero,ma avevo la certezza
che mi avesse capita al cento per cento. Mi ero espressa come un libro
aperto.
Grazie sapeva di mondo,per la sua vastità.
-
Abbi cura di te.-
Mi
aveva perforata in tutti i sensi con quelle parole. Si era fatto capire
altrettanto perfettamente. Per me quella frase aveva significato anche
"Non preoccuparti per me" "Io andrò avanti. Tocca a te
ricominciare."
-Addio,Bella-
La
sua voce mi aveva accarezzato le orecchie,il cuore e l'anima.
Due labbra fredde si erano posate come un fiocco di neve sulla mia
fronte,con leggiadria.
Avevo
chiuso gli occhi,per imprimere quel momento non nel mio campo visivo,ma
dentro di me. Non avrei mai dimenticato ciò che Edward aveva
fatto. Mi aveva resa libera,mi aveva aiutata a fare tutto meno
difficoltosamente.
-Addio,Edward.-
Mi
aveva sorriso,era parso quasi sereno,forse perché sapeva che
entrambi stavamo facendo la cosa giusta. Il suo sguardo era dardeggiato
verso la porta di casa mia. Mi stava invitando ad entrare.
Dovevo iniziare a prendermi cura di me stessa già da quel
momento...
Avevo
annuito. Emmet e Jasper,da più lontano,mi avevano sorriso.
Emmet avrebbe voluto venire ad abbracciarmi,ma Jasper,saggiamente,lo
aveva trattenuto con lo sguardo.
Edward
aveva raggiunto i due fratelli,con la sua camminata ultraterrena. I
tre,voltandosi,si erano allontanati di qualche passo,poi erano spariti.
In un battito di ciglia,con tanta grazia da lasciare immobili anche le
foglie. Nel buio della notte.
-Bella?-
Una voce
familiare,più calma rispetto a prima.
-Stai bene?-
-
Jake…Stavo ricordando.-
La mia voce suonava
meravigliata. Mi rimisi in piedi-reggendomi sulle gambe meglio di
qualsiasi altra volta in vita mia -e mi girai verso Jacob.
-Ricordando cosa??
Non starai ricominciando a comportarti in maniera strana,spero...-Non
ci capiva più nulla. E nemmeno io,purtroppo.
-Senti,ieri notte
sono ritornato indietro per accertarmi che tu fossi ancora viva,ma
dalla puzza che c'era intorno ai muri di casa tua non sono riuscito a
resistere più di ...Un momento:la sento anche adesso!-,ringhiò.
-Jake,calmati!-,lo
implorai. Non doveva assolutamente trasformarsi in licantropo.
-Sai,anch'io faccio
fatica a resistere alla tua puzza di cane bagnato.-
Feci uno scatto per
la paura. Riconobbi quella voce dal timbro sabbiato ed incredibilmente
gradevole. Heron era comparso a qualche metro di distanza da noi due.
-Come scusa??
Ripetilo!- ruggì Jacob.
-Non mi abbasserei mai ai
tuoi livelli.-
-Basta!-
-Bella,tu hai intenzione di
dare retta ad uno smidollato come questo?-
-Forse nel farlo
trarrà qualcosa di buono. Se tieni veramente a lei dovresti
esserne felice.-
Jacob teneva la
mascella pericolosamente serrata,i pugni erano talmente stretti
che-pensai stupidamente-si sarebbe potuto spezzare i polsi a
metà. Chiuse gli occhi,e li riaprì solo dopo aver
distolto lo sguardo da Heron e averlo posato su di me.
-Lo dirò
a Sam e agli altri. Non può stare qui.-
La sua risposta mi
parve incredibilmente infantile. La delusione m'invase. Non me lo sarei
mai aspettata da Jacob. Heron osservava la scena in silenzio.
-Bene...Bene! Corri
dal tuo capo a fare la spia!-,urlai ferita.
-Bella,vieni via...-
Una voce improvvisamente inquieta.
Fissai Jacob.
Tremava,digrignando i denti,e le vene sul collo e le tempie sembravano
pulsare.
-NO!-,urlai nel
panico. Un istante dopo mi ritrovai accanto ad un gigantesco lupo dal
pelo fulvo. Mi buttai a terra. Mi sentii scuotere e arpionare per un
piede. Jacob mi aveva azzannata al piede. Ero bloccata,agghiacciata
dall'orrore. Rividi il volto sfregiato di Emily davanti a me e strizzai
gli occhi.
Aspettavo solo di sentire le zanne affondare nel mio collo.
"Ti amo...."
************
Spazio
dell'autrice: lo so lo so,è un capitolo corto!!
Ma siamo nel periodo di Natale e tra regali e festeggiamenti non sono
riuscita a scrivere molto. Ma prometto che tornerò alla
carica presto ;) Accidenti a Jacob... ha perso il controllo,ci mancava
solo lui!
La Bella della mia fanfiction è proprio
perseguitata dalla sfiga XD
Passo i ringraziamenti,che è meglio ;)
AshG:grazie ancora!
Già,anche a me non piace per niente l'idea di qualcuno che
ne esce fuori come l'unico/a fesso/a,detta come va detta! XD Spero di
aver fatto le cose per bene con Esme ;)
fracullen: a chi lo dici
*_* Prima bisogna vedere se riusciranno ad incontrarsi
però!! Grazie per il sostegno.
SIXY:grazie della
recensione e del Buon Natale XD Mi fa piacere sapere che sta andando
come desideravi. Hai ragione,l'amore di Bella e Carlisle
merita giustizia! Ce la faranno a stare insieme? Dipende da me! XD
chiaretta90:bene,vedo che
sei rimasta soddisfatta dello scorso capitolo ;) Mi auguro che anche
questo non ti abbia delusa!! Grazie ancora!
sweet_me :se vuoi ti
metto nella lista delle candidate per Edward! XD Seriamente...cosa
starei scrivendo a fare questa storia se facessi tornare Bella ed
Edward insieme?? Ormai è un dato di fatto che quei
due sono perfetti e si amano,ma...questa è
un'altra storia!! E viva Carlisle&Bella ;) Spero
che il capitolo ti sia piaciuto!
XoXo__GossipGirl:wow,sono lusingata ;)
Grazie per il tuo commento,mi ha fatto molto piacere!
LadyVioletta:che belle
parole...Mi sento estremamente soddisfatta! Chissà che tu
non abbia ragione...forse un giorno ci riuscirò ^^ Grazie
per aver letto questa storia,nonostante tu non conosca perfettamente
Twilight *_*
Ringrazio come sempre anche voi,che mettete tra preferiti
e seguiti la mia storia. P.s...siccome
è Natale...lasciatemi qualche recensione XD Sarei curiosa di
sentire un parere da chi non ha ancora commentato XP Grazie!!
alessandraxxx81
Bimba
sognatrice
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Capitolo 8 *** Destinazione Praga ***
Capitolo
8
Sentii
il tessuto dei miei jeans lacerarsi. Poi un guaito e il rumore di un
colpo che andava a segno. Mi ero pateticamente raggomitolata a terra e
non potei evitare di urlare dal terrore quando mi sentii trascinare
via. I capelli aggrovigliati sulla faccia mi coprivano la visuale.
Qualcosa mi stava sbattendo da tutte le parti come un inutile
burattino. Il vento mi frustava senza pietà. Ad un certo
punto cambiò direzione e mi sentii sfrecciare in caduta
libera. Mi sarei sfracellata.
"Ti
amo...Addio..."
Il turbine di vento
cessò,un mantello gelato mi avvolse in un abbraccio mortale.
Era così che si oltrepassava il confine? Allora come facevo
ad essere ancora in grado di pensare?
Venni riempita come
un pallone,un liquido si intrufolò dalla bocca e dal naso e
scese bruciante,infuocato e tagliente nello stomaco. Agitavo gambe e
braccia,scalciavo e mi muovevo come un insetto accecato che ha paura di
finire schiacciato da una scarpa. L'impatto era stato sconvolgente.
Cercai di aprire gli occhi e vidi solo un enorme buco nero e informe.
Non ero ancora morta. Avevo paura ad aspettare,soffrivo troppo,volevo
che accadesse al più presto.
Ecco,qualcosa mi
stava sollevando verso l'alto...mi stava portando in cielo,verso il
sole,verso la luce. Verso la pace...
No,mi sbagliavo.
Quel qualcosa mi aveva portata in un luogo dove il vento mi aggrediva
con violenza,incurante del fatto che fossi già congelata e
bagnata fradicia. Gli occhi lacrimavano,sentivo le ciglia bruciare a
causa del sale che vi si era depositato in mezzo. Una voce remota mi
stava chiamando. Qualcosa di duro come un palla da rugby lanciata in
pieno petto continuava a colpirmi incessantemente.
"Basta! Voglio che
smetta! Voglio che tutto questo finisca!"
Ed effettivamente
finì. Ci fu un botto. Un botto che in realtà era
provenuto dalla mia bocca. Potei appurarlo quando sentii le orecchi
stapparsi e mi sentii tossire e sputare come una vecchia dalla voce
rauca.
-Bella! Avanti
Bella,così!-
Venni risucchiata
da un vortice,come se fossi rimasta addormentata per secoli all'interno
di un pozzo e fossi stata trascinata bruscamente fuori. L'udito
reagì male quando quella splendida voce penetrò
nelle mie orecchie. Ebbi una fitta lancinante alla testa. Provai a
parlare ma scoprii che non ne ero più in grado,la gola era
come scorticata,ridotta ad un ammasso di carne tritata e
sbrindellata.
-Continua a
sputare!-
E feci come mi
veniva detto. Un uomo dai capelli neri e il viso chiarissimo mi
sorreggeva la testa.
Heron.
Improvvisamente
capii tutto. Jacob aveva cercato di sbranarmi,ma Heron lo aveva colpito
e mi aveva trascinata via,poi si era tuffato con me in
mare,probabilmente già da uno scoglio. Evidentemente non
c'era stato altra via d'uscita per liberarsi da un licantropo che ci
era alle calcagna.
-Grazie al
cielo,stai bene!-
Ma non era
esattamente così,perché scoppiai a piangere. Per
poco non ci avrei lasciato le penne,in quei momenti da brivido i miei
pensieri si erano rivolti esclusivamente a Lui. Non potevo accettare
l'idea che me ne sarei potuta andare per sempre...senza averlo
più rivisto. No,non volevo,non ci riuscivo. Era
inammissibile.
Mi aggrappai ad
Heron,tra i singhiozzi. Le mie parole,bagnate da lacrime
fitte,rassomigliavano ad ululati strazianti. Lui non capiva
cosa continuavo a ripetere. Ma io si.
Volevo tornare da
Lui. Lo volevo più di quanto non lo avessi mai desiderato
prima.
Avevo deciso. Anche
se fossi dovuta andare in Antartide,pretendevo che Heron mi portasse da
Lui. Era venuto a cercarmi per quello,dopotutto.
-Bella,sshh...Stai
calma. Cos'è che continui a ripetere?-,mormorava con un tono
di voce magicamente rassicurante.
Ma a quanto pare
non ero capace di fare altro che ululare...Heron non mi capiva,io non
ero capace di pronunciare una parola di senso compiuto.
Dio...avrei voluto
gridare quel nome al mondo,anche a costo di perdere l'uso della voce
per il resto dei miei giorni.
Poi tutto si fece
nero. Tutto si spense. Tutto si fermò di colpo.
********
Il
suono di una voce sconosciuta si insinuò nelle mie orecchie
come una persona che era entrata in punta di piedi dalla porta di casa
per non farsi scoprire. Ero adagiata su qualcosa di morbido,distesa
orizzontalmente. C'era profumo di pulito. Fu un sollievo constatare che
dal naso respiravo bene.
Cercai di aprire
gli occhi,per capire dov'ero e scoprii che non mi bruciavano
più.
Mi trovavo in una
linda stanza dalle pareti chiare. Il mio primo pensiero fu
l'ospedale,ma quando misi a fuoco i mobili pregiati e gli splendidi
quadri appesi alle pareti,capii che mi ero sbagliata.
-Bentornata,Bella.-
Voltai la testa
verso destra. Heron era seduto di fronte a me,il candore del viso che
lo illuminava di una bellezza incomparabile con gli oggetti della
stanza. La voce che avevo udito prima si rivelò provenire
dalla televisione accesa.
- Questa
è la mia camera d'albergo. Sapevo che mi avrebbe fatto
comodo prenderne una. Ci troviamo a Port Angels.-
Provai a
rispondergli,ma ero ancora senza voce. La mia mente fu aggredita da un
flash di immagini confuse che mi misero al corrente di ciò
che era accaduto in uno spazio di tempo indefinito. Avevo la sensazione
che fosse passata una giornata intera da quando ero svenuta sulla
spiaggia.
- C'è un
bicchiere sul mobile accanto al letto,ti consiglio di bere la
medicina,farà bene alla tua gola.-
Mi tirai su a
sedere e feci come mi aveva detto.
- Non parlare per
un po', mi raccomando. Ci tengo a porgerti le mie scuse,purtroppo ho
dovuto tuffarmi in mare con te,altrimenti non saremmo riusciti a
seminare il licantropo...-
- N-non ti
preoccupare...-,sussurrai con voce incredibilmente rauca. Un brivido di
panico mi percorse la schiena.
-
Tranquilla,considera che ti sei appena svegliata. Ti passerà
in fretta con la medicina,vedrai. Dopotutto vivo con un dottore,e so
bene cose ci vuole in questi casi.-
La vista mi si
annebbiò nuovamente,fu come aver ricevuto una sprangata
nello stomaco.
Un lampo di
comprensione apparve sul viso di Heron. -Scusami...Non volevo.-,disse
con aria mortificata.
-Smettila di
scusarti.-,ribattei scuotendo energicamente la testa e lottando per
fermare le lacrime. -Quanto ho dormito?-
- Quattro ore,sono
le otto di sera.- m'informò. -Bella,mi rendo conto che il
mio arrivo ti stia creando problemi. Mi ero preparato bene, Esme ed
Alice mi avevano spiegato dove avrei potuto trovarti. Ma non immaginavo
che tu fossi amica di un licantropo,questo ha complicato le cose.
Sai,quelle creature sono più veloci di noi vampiri. Mi
rincresce ammetterlo,ma non posso negare l'evidenza-,il volto marmoreo
di Heron s'indurì ulteriormente.
- A parte Esme ed
Alice,la mia famiglia non è al corrente di dove io mi trovi
realmente. Dalla settimana scorsa sono convinti che io sia andato in
Norvegia per visitare la capitale. Sanno che amo viaggiare,Esme si
è dovuta inventare che non le piaceva il posto,per
giustificare la mia partenza senza di lei.-
-O forse non
è venuta perché non voleva rivedermi...-
Improvvisamente
ricordai. Per la seconda volta. Era il giorno della partenza dei
Cullen,Esme aveva saputo la verità,ed era venuta a salutarmi
con Alice...
Erano
di fronte a me,bellissime,angeliche,maestose come non le avevo mai
viste prima. Un velo di malinconia attraversava i loro occhi luminosi.
Il visino di Alice non era allegro come al solito. L'aura di
cordialità e di gentilezza di Esme sbiadiva dietro
un'espressione addolorata. Io cercavo di sorridere,ma mi sentivo
strozzare,le labbra mi tremavano incontrollabili. Volevo
abbracciarle,ma ero paralizzata. La mente e il corpo non ragionavano
nella stessa maniera. Non mi sentivo degna di sfiorarle.
-Bella,non
ce l'ho con te.-,esordì Esme con voce rotta. Se avesse
potuto avrebbe pianto.
-
Lo so come funziona:al cuor non si comanda. So che sei una ragazza
matura,so che non hai agito nel male.-
-Esme
io...-
-Sssh,non
parlare.-,mi interruppe dolcemente,accarezzandomi una guancia. Le sue
dita fredde sulla mia pelle mi fecero sentire più viva.
-Ti
auguro la felicità con la scelta che hai fatto. Io e
Carlisle ce la caveremo. E anche Edward.-
Trattenei
un singulto. Come faceva a non provare odio e rancore nei miei
confronti? Come faceva a pensare al mio bene?
Alice
viaggiava lontana con la mente,lo sguardo perso nella contemplazione
degli alberi della foresta.
-
Abbiamo ucciso Victoria. Io,Alice e Rosalie. Laurent era giunto per
aiutarla,ma con l'intervento di Edward,Emmet e Jasper abbiamo ucciso
anche lui. Nessun vampiro t'intralcerà
più.- La voce di Esme fu capace di
riscaldarmi il cuore.
-Mi
devi promettere una cosa. Mi devi promettere che continuerai a vivere.-
Spalancai
gli occhi. Come Edward,anche Esme stava assumendo un atteggiamento
straordinario nei miei confronti.
-Si
sistemerà tutto...- mormorai.
-Bella...-
Scosse lentamente la testa,con aria contrariata. Non voleva che
pensassi a lei e Carlisle.
-Si.
Si,te lo prometto. Vivrò la mia vita.-
Un
sorriso mescolato ad un'evidente sofferenza si distese sul suo volto
delicato e perfetto.
Alice
si avvicinò a passi piumati e mi posò una mano
sulla spalla. Il suo sguardo mi devastò. C'era qualcosa
nell'oro nitido dei suoi occhi che non riuscivo a leggere. Qualcosa che
mi agitava,qualcosa che era di un'importanza estrema. - Il tempo...-,
sussurrò.
L'austerità
della sua figura in quel attimo mi fece rabbrividire d'emozione e
stupore.
-Crea
la tua strada. E percorrila senza esitare,Bella.-
Parole
che si incastrarono nella mia memoria. Parole ambigue,ma decise con
cura.
-
Lo farò,Alice.-
Mi
soffermai sui loro volti per l'ultima volta,ammirandone ogni
particolare.
-Addio.-,sentii
fuoriuscire dalle mie labbra.
Rimasi
ad ascoltare il morbido suono dei loro passi che si allontanavano,come
i rintocchi di un orologio. Gli ultimi rintocchi della mia vita.
Vedevo
Charlie,appoggiato alla porta di casa,fissare oltre la mia testa le
figure che se ne stavano andando per sempre da quel luogo.
Anche
a lui era dispiaciuto dire addio ad Alice.
MI
lasciai cadere in ginocchio,sentivo le lacrime scorrere copiose sul mio
viso,dove il tocco delle dita di Esme mi aveva lasciato un marchio.
-Tesoro,vieni
dentro.- Mi sentii sollevare in piedi e venire trasportata in casa.
“Crea la
tua strada…Crea la tua strada…"
-Bella? Ti sei
incantata,o gli alieni ti hanno rapita telepaticamente?-
La voce gradevole
di Heron mi riportò al presente. Vidi che stava ridendo.
- Dicevo che Esme
non vede l'ora di rivederti,come Alice.-
“Alice...Alice…”
-Heron...prima...ho
capito...una cosa.... Quando Jacob stava per azzannarmi...e anche
quando ero sott'acqua...E… pure poco fa...-
Il labbro superiore
sinistro di Heron s’incurvò leggermente
all'insù. Aveva assunto l'espressione pensierosa della sera
precedente. Ma questa volte nei suoi occhi leggevo anche un'evidente
curiosità.
-Mi devi portare da
lui.-
*********
Era una pazzia. Era
un'insensatezza. Era impensabile. Era assurdo. Eppure ero in
volo,seduta in un posto di prima classe di fianco ad Heron.
Destinazione: Praga.
Era lì
che stavamo andando. Era lì che i Cullen erano andati a
vivere. E a separarmi da loro c'era solo un viaggio di un paio d'ore.
Avevo la nausea,ma
allo stesso tempo era pervasa da un'ansia che aveva a che fare con la
gioia. Davvero li avrei rivisti? Davvero lo avrei trovato ad
aspettarmi? Sarebbe stato così semplice,come in una favola?
Avevo seri
dubbi,perché io non credevo al lieto fine. Non credevo ad un
lieto fino ottenuto facilmente.
Non che non me ne
fossero successe di tutti i colori...Tuttavia avevo la sensazione di
meritarmi ancora qualcos'altro,ancora un ostacolo da superare. Mi
sentivo colpevole,come una ragazzina capricciosa che aveva cambiato
idea e che aveva intenzione di presentarsi a casa del suo amato solo
perché in quel momento le faceva comodo.
Heron era corso a
casa mia a prepararmi una valigia e a prendere il mio passaporto, poi
mi aveva portata all'aeroporto e ci eravamo imbarcati per il volo di
mezzanotte,il primo disponibile che avevamo trovato.
Sarebbe stato un
lungo viaggio,nel frattempo avrei dovuto cercare di distrarmi con
qualcosa. Leggere si stava rivelando inutile,gli occhi vedevano le
parole,ma la mente non le assimilava,stava navigando altrove. Distolsi
lo sguardo dalle pagine di Anita Blake e mi soffermai a guardare fuori
dal finestrino. Il paesaggio statunitense era un mantello nero
punteggiato da schegge di luce dorate. Sembrava un puzzle. Immaginai
Jacob aggirarsi per il bosco di Forks sulle tracce di Heron e me. Era
andato da Sam,Emily,Quil e gli altri a dire che li avevo traditi?
Oppure era tornato a casa da Charlie e aveva smascherato il mio
segreto?
Charlie...Chissà
cosa stava facendo...
Nonostante tutto mi
sentivo fortunata,perché se Jacob mi avesse morsa,a quel
punto sarei stata spacciata. Heron resisteva bene all'odore di sangue
umano,ma avevo il sospetto che,pur essendo appena ritornato dalla
caccia,avrebbe rischiato di mordermi,se avessi iniziato a sanguinare.
Mi voltai a guardarlo,aveva un'aria serena.
Spesso non riuscivo
a capire per quale motivo le cose accadessero. Chi me lo aveva mandato?
Caso o
Destino?...Quale dei due aveva deciso il mio incontro con Heron?
Pensare al caso mi riempiva di dubbi,pensare al destino mi spaventava.
L'unica certezza
che avevo era l'incertezza del futuro. Riflettei su quel pensiero e mi
venne quasi da ridere. Poi mi tornò in mente il sogno della
notte precedente,in cui Jacob mi teneva le spalle voltate,e il mio
momento d'ilarità finì immediatamente. Forse si
era trattato di un sogno premonitore...
-Bella,cerca di
rilassarti.-
Mi accorsi che
Heron mi stava scrutando con aria preoccupata.
-Perché?
S-sono calmissima...-
Rise piano.
– Prova a dormire.- Mi diede un buffetto sulla guancia.
Dovevo seguire il suo consiglio. Così chiusi gli occhi e
aspettai di finire tra le braccia di Morfeo.
********
Avevo continuato a
dormire e risvegliarmi ininterrottamente per tutta la durata del
viaggio. Mi ero sforzata di mangiare qualcosa quando l'hostess era
passata con il carrello del cibo,ma la bocca proprio non aveva voluto
saperne. Avevo cercato di parlare con Heron dei più svariati
argomenti,evitando di nominare i Cullen,ovviamente,e avevo scoperto che
il suo potere extra era quello dell'udito formidabile.Poi l'aereo era
sceso in picchiata,avvisandomi della conclusione del nostro volo.
Ci trovavamo
nell'aeroporto sovraffollato. La gente che ci passava vicino parlava
una lingua a me sconosciuta,e la cosa mi preoccupava,mi faceva sentire
sperduta. Non dovevo assolutamente allontanarmi da Heron.
Recuperammo i
nostri bagagli e ci avviammo verso l'uscita dell'immenso edificio. Ero
talmente agitata che non riuscivo nemmeno a camminare.
- Sappi che ti
ammiro per ciò che stai facendo.-,dichiarò
Heron,forse per incoraggiarmi a rimanere in piedi.
-Grazie...-
Poi mi accorsi che
qualcosa non andava. Gli agenti di controllo ci stavano squadrando in
maniera poco rassicurante. Quando vidi un omone venirci incontro
incominciai a tremare.
Heron si
bloccò di colpo. Stava forse cercando di sentire grazie al
suo udito straordinario le parole che avevano preso a bisbigliare gli
altri agenti?
-Bella,allontanati
da me. E resta in aeroporto,hai capito?-,mi sussurrò infine
a denti stretti.
-Cosa!?-,gemetti
nel panico.
-Vai via,prima che
t'inseguano!-ringhiò.
Al suo fianco,non
avevo il coraggio di guardarlo,paralizzata com’ero a fissare
l'omone che si avvicinava inesorabilmente.
Mi fidavo di Heron-
anche se,dopotutto,non avevo mai avuto una convinzione assoluta per
farlo sin dall'inizio- tuttavia l'idea di rimanere sola mi
terrorizzava. Ma cos'altro potevo fare?
Feci dietro
front,tenendo stretta la maniglia della mia valigia,l'unica cosa
familiare che di lì a poco mi sarebbe rimasta.
Sentivo l'omone
enorme parlare con Heron,lui gli rispondeva con tono sostenuto. Volevo
voltarmi per vedere la scena,ma l'istinto mi diceva di non farlo.
"Calmati
Bella,sta tranquilla...",mi ripetevo. Ma avrei
voluto scoppiare a piangere e accasciarmi per terra. Senza di Heron ero
perduta.
Perché
mi aveva mandata via? Sarebbe ritornato a prendermi? E cosa avrei fatto
nel frattempo?
Quando fui
abbastanza lontana,ebbi il coraggio di voltarmi a fissare dove avevo
lasciato Heron e l'agente. Non c'erano più.
Poi li vidi qualche
metro più in là,circondati da altri tre agenti.
Notai che Heron aveva le mani dietro la schiena. Erano ammanettate.
Ogni briciola di
calore abbandonò il mio corpo.
Perché
si stava facendo portare via così facilmente!? E
perché lo stavano portando via?
Spacciata. Ero
spacciata.
*******
Spazio dell'autrice:
io non dico niente! XD Ringrazio tutti di cuore. Questa volta vado di
fretta e non potrò mettere la lista di quelli che hanno
aggiunto questa storia nelle preferite e nelle seguite,ma d'altronde lo
sanno già che gliene sono grata!! Rispondo alle recensioni
^^ E alla prossimaaaaa!
Bimba
sognatrice:sono felice di vedere che
hai continuato a seguire la mia storia senza rimanere delusa ;) Grazie
di tutto!
sweet_me:eheheh,mi fa piacere che
tu stia iniziando a vedere di buon occhio la coppia
Carlisle&Bella. Come hai notato Jake ha sempre un ruolo
sfortunato,mi dispiace descriverlo così,ma non sarebbe lui
se lo facessi apparire felice e contento in questa situazione, o no? A
quanto pare ha perso il controllo da come hai potuto leggere :(
Beh spero ti sia piaciuto il nuovo capitolo!
XoXo__GossipGirl:credo che tu abbia
già trovato una risposta alla tua domanda,leggendo questo
capitolo. Eh già,è brutto vedere Jacob perdere il
controllo,specie contro Bella. Se mi vuoi picchiare sei autorizzata a
farlo! XD Grazie come sempre del tuo sostegno!
SIXY:già.Ci mancava
solo Jacob. La ciliegina sulla torta,tanto per dire XD Carlisle
dici?...Manca po...No,non devo dire nienteeeeeeeeeeee!!!! Grazie come
sempre!;)
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Capitolo 9 *** Apparizione divina ***
Capitolo 9
Quanto tempo era
passato,da quando ero rimasta seduta ad aspettare avvolta dall'ansia?
Non ne avevo la minima idea. Reggevo il cellulare nella mia mano
sinistra,senza avere il coraggio di chiamare nessuno. Dopotutto a chi
mi sarei potuta rivolgere? Il display segnalava una trentina di
chiamate perse.
Charlie. Mike.
Angela. Emily. Sam. Billy. E ancora Charlie. Avrei potuto inviare
almeno un messaggio a qualcuno per dire che stavo bene. Ma ero troppo
codarda per farlo. Non volevo coinvolgere nessuno nel mio problema.
Ero stanca delle
occhiate della gente. Ero stanca di tutte quelle voci incomprensibili.
Mi sentivo osservata,come se ogni singola persona di quell'aeroporto
sapesse che ero nei guai. I guai...Io e loro ci attraevamo a vicenda.
Non si capiva se erano loro a cercare me,o se ero io a cercare loro.
Fatto stava che il mio mestiere era corrergli incontro mentre loro mi
aspettavano a braccia aperte.
Mi sarei odiata per
ciò che stavo per fare,Heron era stato chiaro: dovevo
rimanere ad aspettarlo. Ma non sopportavo l'idea di rimanere ancora con
le mani in mano. Non mi sentivo a mio agio in quel posto sconosciuto.
Ero sola,lontana dall'America. Sperduta e in balia del mio destino.
Ma non avevo
intenzione di rimanere ancora una volta a crucciarmi nel mio
tormento. Più pensavo più la paura
s'intensificava. Così decisi di andarmene da lì.
Mi ero
già persa,cosa sarebbe cambiato se fossi andata in giro per
la città? "Letiště Praha Ruzyně",diceva
un'insegna,in ceco. Mi feci largo tra la folla,pagai il panino che
avevo preso al fast food e cercai di trovare un'uscita. Le gambe mi
tremavano.
"Che diavolo stai facendo?","Cosa pensi di fare?!","Ma dove vuoi andare?!",continuava
a ripetere la voce nella mia testa. Io la ignoravo spudoratamente.
Non so come,ma
trovai un'uscita. Dovevo prendere un taxi e farmi portare in periferia.
Magari sarei potuta andare alla più vicina centrale di
polizia e andare a prendere Heron,così non ci sarebbe stato
bisogno di farlo tornare in aeroporto. Ma se lo avevano arrestato,di
certo non sarebbe stato facile uscire dalla centrale.
Mi rivolsi in
inglese a una donna che stava parlando al telefono.
-Mi
scusi...Taxi?-,domandai con voce incerta e tremante.
-Taxi? Qua.-,mi
rispose con una terribile pronuncia,indicando a qualche metro di
distanza il marciapiede della strada.
-Grazie.-
Trascinai la mia
valigia diretta verso dove mi era stato indicato.
Fortunatamente notai che c'erano altre persone in attesa. Aspettai
qualche minuto,il cuore che mi tamburellava nel petto. Poi vidi una
fila di auto gialle e imitai coloro che avevano alzato la mano per
farsi notare. Mi avvicinai ad una di esse e l'uomo alla guida
abbassò il finestrino.
- Centrale di
polizia.-,scandii . Mi sentivo un idiota,estremamente ridicola,incapace
di pronunciare più di due parole in fila.
-Centrale?
Perfetto,salga su.-
Tirai un sospiro di
sollievo e montai in macchina. Per tutta la durata del viaggio non
pronunciai una sola parola,non diedi segni di vita. Tuttavia rimasi
all'erta.
Al di fuori il
cielo era completamente nero. Il mio orologio segnava le due del
pomeriggio,ma il fuso orario dell'Europa era diverso da quello
Americano, così chiesi all'autista l'orario esatto.
-Sono le
ventitré.- m'informò con voce distratta.
Oh...merda.
Avevo trascurato un
piccolo dettaglio. Girare di notte era sempre pericoloso,a prescindere
da dove mi trovassi. Ero una stupida. Semplicemente una stupida.
La macchina si
fermò improvvisamente. Guardai oltre il vetro del
finestrino. Il tassista mi aveva portata in città,lo
testimoniavano le luci dei lampioni e delle insegne dei pub,la musica e
il rumore dei clacson delle auto,il grande numero degli edifici e dei
vicoli,e la presenza dei pedoni sul marciapiede. Nonostante fossi in
una città magnifica,una meraviglia vivente per gli occhi di
chi si soffermava a rimirarla solo nelle foto,non riuscivo a fare altro
che pensare a cosa ne sarebbe stato di me da quel momento in poi. Non
vedevo nessuna centrale di polizia nei dintorni. Il tassista mi fissava
con i suoi piccoli occhi azzurri,in attesa che lo pagassi e sgomberassi
la sua auto. Non ebbi il coraggio di chiedergli altro,estrassi
meccanicamente il denaro dal portafoglio della mia giacca e glielo
porsi.
-Dollari?-,domandò
evidentemente seccato.
E adesso?
Poi parve tornare
in sé. Fece un gesto con la mano,per indicare che andava
tutto bene. Forse qualcosa nella mia espressione disperata gli aveva
mosso compassione.
Presi la mia
valigia e smontai dall'auto. L'aria gelida mi aggredì
all'istante,intrufolandosi attraverso i miei vestiti. Udii un rombo di
motore e capii che il taxi era ripartito.
Rimasi a guardarmi
attorno. Ma dov'ero finita? Ebbi il sospetto che il tassista avesse
capito centro della città,anziché centrale di
polizia. Avrei tanto voluto scoprire che si trattava solo di un
incubo,che in realtà stavo ancora viaggiando sull'aereo,e
che una volta risvegliata mi sarei ritrovata seduta accanto ad Heron,in
attesa dell'atterraggio.
La paura mi stava
surclassando,m'impediva di riflettere o di muovermi,e il freddo aveva
contribuito a bloccarmi come uno stoccafisso. Ero talmente disperata
che non riuscivo neppure a piangere. Ma era proprio in quei momenti che
per farmi forza ricreavo l'immagine del Suo volto nella mia mente. E fu
così che feci.
Non dovevo
dimenticare perché ero venuta a Praga. Non dovevo
dimenticare per chi ero venuta.
Quando avevo
rischiato di morire azzannata da Jacob,e quando avevo creduto di
annegare,avevo finalmente capito ciò che volevo. Il rischio
della morte era servito a chiarirmi le idee.
Io volevo stare con
Carlisle Cullen. Volevo vivere per amarlo e per essere amata da lui.
Non potevo rimanere
lì ferma in mezzo alla strada.
La strada...Alice
mi aveva detto che me la dovevo creare personalmente.
Ed Heron mi aveva
detto che dovevo lottare per ottenere ciò che volevo.
Per una volta nella
mia vita,decisi di mettere da parte la testardaggine e di dar retta
alle parole di qualcun'altro. Iniziai a camminare per le vie illuminate
dalla luce aranciata dei lampioni.
M'illusi di essere
la protagonista della sua avventura che finalmente aveva trovato il
coraggio di agire. Quel pensiero mi accompagnò per le strade
di Praga,mi diede la forza per non fermarmi. Oltre alla mia giacca ad
avvolgermi e proteggermi dal freddo esterno c'era la speranza.
A poco a poco le
luci delle insegne dei locali notturni che incontravo iniziarono a
diminuire. Continuai a trascinarmi sulle mie gambe senza sapere dove
stessi andando. Non avevo una meta. Mi ero accorta che da un po' di
tempo qualcuno mi stava tenendo d'occhio. Svoltai in un
vicolo,aggrappandomi all'idea che forse era solo una mia impressione. E
invece...
Sentii qualcuno
sussurrare qualcosa d'incomprensibile con una voce calda e roca che mi
terrorizzò.
Un onda di fuoco
risalì il mio petto e parve fuoriuscire dalla mia bocca
assieme a tutto il calore rimastomi in corpo.
La voce dal tono
aspro che avevo appena udito era chiaramente quella di un uomo. Non mi
preoccupai minimamente di guardare se riuscivo a vedere la sua figura
nel buio,ma feci immediatamente dietro front,in un gesto automatico,con
l'intenzione di imboccare un'altra strada. Andai a sbattere contro
qualcosa che prima non avrebbe dovuto esserci e caddi con il sedere per
terra.
Una figura umana
torreggiava in piedi di fronte a me. Pronunciò una frase dal
significato a me ignoto.
Mi rialzai e tentai
di correre via,lontano da quelle presenze. Ma qualcuno mi
afferrò per il polso e mi bloccò. Due braccia mi
circondarono in una presa ferrea,che mi tolse il fiato.
-No,lasciami!-,gridai
disperata.
- Oh,parli
inglese..Lo sai,le americane e le inglesi sono le mie
preferite...-,mormorò l'uomo che mi teneva stretta a
sé con la bocca vicinissima alle mie orecchie. Trattenei
l'impulso di vomitare,il suo alito sapeva di alcool e di fumo. Provai
ad urlare,ma la voce mi era morta in gola.
- Parla
inglese,dunque...-,ripeté la seconda voce con aria
interessata.
Stava accadendo di
nuovo. Proprio come quella volta a Port Angels,pensai. Ma quella sera
nessuno sarebbe venuto per salvarmi...
-Ehi,mollala
Oliver. Non vorrai tenertela tutta per te!-,protestò una
terza voce nel buio,sempre in inglese.
Ma quanti ce
n'erano!? Avevo smesso di respirare,con l'orrenda consapevolezza della
triste sorte che mi spettava. Mi avrebbero derubata e violentata
sicuramente.
Nel panico assoluto
sentii lacrime silenziose rigarmi le guance.
-Oh,tesoro...- mi
si rivolse l'uomo contro cui ero andata a sbattere contro-...non
piangere. Non dirmi che hai paura...-,mormorò con finta voce
premurosa,facendo scorrere le sue dita sul mio viso.
Gli altri intorno a
noi cominciarono a sghignazzare mentre si gustavano la scena. Voltai la
testa,nella patetica speranza di sfuggire a quel tocco,tenendo gli
occhi chiusi e pregando mentalmente che non mi accadesse nulla di
ciò che temevo.
L'uomo che mi
teneva stretta aveva preso ad accarezzarmi con avidità.
-No!-protestai,cercando
di dimenarmi come un gattino inferocito nelle mani di un perfido
ragazzino. Avrei preferito morire annegata o azzannata da un
licantropo,piuttosto che venire violata da quei vermi.
Spalancai gli
occhi,nella mia lotta disperata e furiosa. La luce di un lampione
illuminava cinque figure intorno a me,oltre a colui che mi teneva
ferma. Ero accerchiata.
-Buona,buona! Sta
buona!-,mi ordinò uno di loro.
-Guardate come
scalcia!-,ghignò divertito un'altro.
-Ehi Oliver,vedi di
fare in fretta. Dopo tocca a me.-,dichiarò un terzo,con un
tono di voce eccitato,che mi fece rabbrividire. In un patetico
tentativo di liberarmi morsicai il braccio di quello che mi stava
toccando da tutte le parti. Affondai i denti con tutta la violenza,la
forza e l'aggressività che avevo in corpo. Quello
lanciò un grido,colto di sorpresa. Io mi divincolai
immediatamente e cominciai a correre per il vicolo. Avevo la sensazione
di aver lasciato il cuore per terra all'inizio della mia fuga.
Li sentivo tutti e
sei dietro di me,non erano intenzionati a lasciarsi sfuggire la loro
preda. Erano troppo veloci,mi avrebbero raggiunta presto. Cacciai un
urlo disumano,nella speranza che qualcuno mi sentisse e accorresse in
mio aiuto.
-Maledetta!-
Un calcio alla
schiena mi spedì in ginocchio. Ricevetti una sberla in pieno
viso. Il dolore m'intontì,tuttavia riuscii a vedere che uno
di loro aveva estratto un coltello.
-NO!-,strillai. Il
mio cuore perse un battito e balzò in gola. La lama si
conficcò nel mio fianco sinistro. Spalancai la
bocca,soffocata dal dolore bruciante e acuto,devastante,che
m'impedì di emettere un solo fiato.
Poi udii il rombo
stridente di un auto che veniva verso di noi. Voci indistinte urlarono
allarmate. Cercai di strisciare via,il più lontano possibile
da tutto e da tutti. Il sangue sgorgava senza tregua dalla mia ferita.
La vista mi si era annebbiata. Il vicolo venne illuminato da una luce
chiara. Raggomitolata a terra mi voltai per guardare dietro di me. Un
uomo alto,con una camicia blu,era sceso dalla sua macchina,prendendo a
sferrare pugni a coloro che poco prima avevano cercato di uccidermi.
La luce dei fari
puntata su di me e il dolore della ferita mi annebbiavano la vista. Il
mio salvatore stava dando del filo da torcere ai sei
malintenzionati,sembrava che non fosse minimamente in
difficoltà. La sua figura dai contorni sfocati era stata
un'apparizione divina. Osservare quell'uomo meraviglioso che
si stava battendo con tanta padronanza di sé mi fece fremere
di emozioni che esplosero in me come un turbine d'aria. Sentii il mio
cuore aprirsi in due. Non potevo credere a ciò che avevo
davanti. Doveva trattarsi per forza di un illusione. Gli assomigliava
così tanto...I capelli biondi che scintillavano come fili
d'oro,il profilo regale del suo viso diafano,in quel momento sfigurato
dall'ira.
Il dolore aumentava
ogni secondo sempre di più. Ma lottavo per non perdere i
sensi,volevo vedere in faccia quell'uomo che mi aveva sconvolta con la
sua apparizione. Avevo l'inspiegabile voglia di piangere di
gioia e di sollievo,ma anche di disperazione. All'improvviso gli occhi
del nuovo arrivato vennero colpiti dalla luce dell'auto. Un'espressione
allarmata comparve sul suo viso stupefacente. L'ultima cosa che vidi
furono due pozze dorate di una bellezza disarmante. Non ebbi nemmeno il
tempo di urlare di dolore...
*******
Quando capii
l’errore che avevo commesso fu troppo tardi. Uno dei
malintenzionati era salito nella mia macchina e aveva dato gas,con
l’intenzione di fuggire via. I miei occhi erano dardeggiati
per un istante su di lui. Mi ero lanciato sul corpo della ragazza a
pochi metri di distanza,con l’intenzione di proteggerla. Ma
nonostante la mia velocità straordinaria,non avevo fatto in
tempo a salvarla,mi ero accorto del pericolo imminente quando nemmeno
per un fulmine ci sarebbe stata la possibilità di arrivare
per primo a quel fragile corpo. Non mi curai di inseguire il
bastardo,non mi accorsi dei suoi compagni che se la davano a gambe. Mi
inginocchiai accanto alla ragazza che era stata investita.
L’auto l’aveva presa per le gambe facendole
sbattere la testa a terra. Tuttavia dubitavo fortemente che fosse
ancora viva. Il viso era rivolto a faccia in giù.
L’odore del sangue che sgorgava dalla sua ferita era
irresistibile. Quel profumo era unico ed indimenticabile. Un pensiero
mi aggredì spietato,annullando la mia facoltà di
ragionare. Lo avvertivo,aveva quella terrificante sensazione. Lo
sentivo…
Mi feci coraggio e
voltai il viso della ragazza. La visione fu fatale,mi
trapassò da parte a parte,mosse in me un orrore inspiegabile
e devastante.
-Oddio…No…No…Bella…
Dio no!…-
*******
Spazio dell'autrice:
stavo per svenire quando ho scritto la fine di questo capitolo *_*
Sentite raga,ma mi volete abbandonare proprio adesso?? Soltanto due rencesioni per lo scorso
capitolo?????...Me tanto tanto triste=( ç_ç
Dai,fatemi sapere che siete ancora qui,forza per chi si deve
ancora fare sotto!!
Ringrazio:
XoXo__GossipGirl:lo scoprirai.
Poveretto,anche lui ci è finito di mezzo! E Bella si
è messa nei casini...Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
SIXY :ricambio sentitamente gli
auguri ;) Eh si,adesso che hai letto questo capitolo che farai? Hai
intenzione di uccidermi? XD Spero che anche a te il capitolo sia
piaciuto!
E
ringrazio tutti voi:
AlessandraMalfoy
alessandraxxx81
Bimba
sognatrice
chiaretta90
ChiccaCullen
cold_moon
cougar
crys
fracullen
gegge_cullenina
lupa
bianca
matrix
roby88
Streghetta89
sweet_me
Tom94
acqua1879
Aia
Cullen
angioletto86
cesarina89
Crazy
Owl
Diavoletta090
Florence
ila_sabaku
ishizu
ka
chan
KatyCullen
LuNa1312
Millennia
Angel
Necrysia
OnLu
paramore27
Rebecca
Lupin
rhys89
usagi89
Recensite!!
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Capitolo 10 *** Il risveglio nero ***
Capitolo 10
La mia
famiglia stava lottando per non farmi cedere al dolore,continuava a
ripetermi che stavo facendo la cosa giusta e che non dovevo avere
rimpianti. Alice aveva visto che si sarebbe risvegliata. Per questo
avevo deciso di aspettare. Sapevo che Bella avrebbe voluto essere
cosciente durante la sua trasformazione,durante un momento
così significativo e fondamentale della sua esistenza,e da
lei tanto atteso. Edward mi aveva parlato del suo atteggiamento
avvilito ogni volta che si sfiorava l'argomento "tempo che passava". Ma
sentivo che non era il momento opportuno per trasformarla,i suoi
genitori erano ancora scioccati dagli ultimi avvenimenti accaduti
alla figlia. Non potevo farla diventare una di noi in un
momento così critico per loro,e soprattutto volevo essere
sicuro che Bella non avesse cambiato idea. C'era sempre quella
possibilità,dopotutto.
Avevo raccontato
l'intera faccenda a Charlie,a Reneé e al suo
compagno,così che sapessero cos'era nato un anno prima tra
me e Bella e perché lei era venuta a Praga. Tutti e tre
erano rimasti sconvolti,ma avevano subito messo da parte lo stupore.
L'unica cosa che gli importava era che io salvassi la ragazza.
"Siamo nelle sue
mani. Lei è un dottore straordinario,sappiamo che ce la
riporterà indietro.",mi aveva detto Charlie Swan. Avevo
promesso di esaudire la loro richiesta,non li avrei delusi. Heron si
sentiva in colpa per ciò che era successo,io invece sentivo
di doverlo ringraziare per ciò che aveva fatto. Era grazie a
lui se Bella aveva capito di voler stare con me. Io invece mi ero fatto
da parte,me n'ero andato senza lottare per riconquistarla. Non potevo
rifugiarmi dietro alla scusa che l'avevo fatto per proteggerla,nel
mondo c'erano pericoli più grandi di una famiglia di vampiri
che avrebbero potuto cedere alla tentazione del sangue umano. Lo
dimostrava ciò che era successo. Avevo giurato a me stesso
che da quel giorno in poi avrei sempre vegliato su Bella per
proteggerla,affinché nessun tipo di minaccia o di pericolo
avesse potuto mettere a repentaglio la sua vita e la sua
felicità. Io vivevo per lei e così sarebbe stato
per sempre.
"E' passata una
settimana. Ancora niente...Ho paura dottor Carlisle...",mi aveva
confessato Renée la sera precedente. "Deve pazientare. Sua
figlia è una ragazza forte,tornerà.",l'avevo
confortata. Si,Bella Swan era incredibilmente testarda. E se si era
intestardita a vivere,niente l'avrebbe fermata.
Rimanevo giorno e
notte a vegliare su di lei,quando tutti gli altri se ne andavano.
Perfino i suoi genitori mi lasciavano solo con lei,nella speranza che
Bella avvertendo la mia presenza,la presenza di colui che l'amava,si
sarebbe risvegliata dal coma.
*******
Stavo vivendo un
sogno confuso,i contorni di ogni figura erano sfocati e indistinti. Non
percepivo dolore,non sentivo odori né sapori,non vedevo
niente con chiarezza.
Tuttavia aveva una
convinzione: la convinzione confortante e rassicurante di essere tra le
sue braccia. Lui non mi avrebbe mai lasciata andare. E udivo
la sua voce perfettamente. La splendida melodia delle sue parole era la
stella che illuminava il mio percorso lungo un sentiero buio dove tutto
appariva indefinito,sinistro ed inquietante. Era la luce della speranza
che mi esortava a non trattenermi in quel pericoloso bosco. Dappertutto
si levavano echi e sussurri remoti,mi sembrava di veder comparire ombre
simili a quelle di lupi. Quel luogo arcano mi attraeva,ma la Sua voce
era così dolce... Il richiamo diventava sempre
più deciso,squarciava l'aria con la sua limpidezza e la sua
incantevolezza. Decisi di dargli ascolto. Mi era mancato
così tanto sentire la sua voce...
...Finalmente...
-Carlisle...-,chiamai
piano,in angosciante attesa. Era tutto completamente nero.
-Bella!...-
Un sussurro pieno
di sorpresa e di gioia.
Dio,quanto era
bello sentirlo parlare! Lacrime di disperata commozione presero a
scorrere sulle mie guance.
-Carlisle!...Dio...Carlisle...-,ripetei
flebilmente,con voce rotta.
Le sue labbra
accarezzarono delicatamente le mie,facendo esplodere il mio cuore. Mi
sentii viva come non mai quando le sue mani fredde si posarono sul mio
viso. Mi era mancato da morire assaporare il suo profumo su di me. Lui
continuava a pronunciare il mio nome,la voce che gli tremava per
l'emozione. Cercai le sue labbra trasportata da un desiderio
irrefrenabile,mi tuffai nella sua bocca e la rapii in un bacio
struggente.
-Sono qui,Bella...-
Quelle parole mi
diedero un senso di serenità e di
felicità indescrivibile. Ero finita in Paradiso? Aprii gli
occhi,desiderosa di vedere il suo volto d'angelo e d'immergermi
nell'oro dei suoi occhi espressivi. Ma continuava ad essere tutto nero.
Che strano...immaginavo che il Paradiso fosse pieno di colori delicati
e riposanti per la vista,tendenti al chiaro. Eppure il buio era di una
profondità e di un'uniformità abissale...
-Non vedo
niente...Voglio guardarti negli occhi...-,mormorai.
-Bella,dolce Bella.
Non vedi niente perché è notte fonda fuori.-
Continuavo ad
accarezzargli i capelli,cullata dalla sua voce,che mi riempiva di luce
e calore nell'anima.
- Ti amo.-
La
sincerità di quelle parole mi fece mancaro il respiro,tremai
sconvolta dall'energia con cui mi colpirono.
-Ti amo
anch'io.-,mormorai.
- Finalmente sei
ritornata. Mi sei mancata...troppo.- Carlisle sfiorava ogni centimetro
del mio viso con le sue labbra,facendomi rabbrividire d'amore,scuotendo
la mia anima. Sentivo il suo tocco angelico sul mento,le guance,il
naso,la fronte e poi ancora e ancora sulla bocca. Adoravo quelle
coccole,e non me ne sarei mai potuta saziare a sufficenza.
-Devo chiamare gli
altri e dirgli che ti sei svegliata.-,mi sussurrò caldamente
all'orecchio.
-No,stai qui con
me.-,protestai.
-Bella,quando
tornerò in questa stanza lo farò per non
lasciarti mai più. Mi credi?-
Cos'altro potevo
fare? Era impossibile pensare che stesse mentendo. Lo avvertivo con
tutta me stessa. Ma...
-Carlisle...-,non
riuscivo a controllare l'impulso involontario di ripetere il suo
nome,pronunciarlo mi faceva sentire piena,completa-...siamo rimasti
lontani così tanto...Adesso resta con me.-,lo supplicai.
Rimasi ad ascoltare
l'armonioso silenzio che si era creato.
- Va
bene.-,acconsentì poi.
Con le dita creavo
cerchi sul suo viso marmoreo,seguendo le linee dei suoi tratti perfetti.
Che pace...Avrei
voluto rimanere così per sempre.
-Ti prego,accendi
la luce. Voglio vederti.-
D'un tratto ebbi la
sensazione che c'era qualcosa che non andava in Carlisle. Mi sentivo
talmente legata a lui che quando stava male anch'io percepivo la sua
sofferenza.
- Amore mio,non
è così semplice...- dichiarò con un
tono di voce indecifrabile. Sembrava faticasse ad esprimersi. Non era
da lui.
- Parlami. Ti
ascolto.-,sussurrai incoraggiante.
Mi accarezzava
lentamente la fronte,cercando di trovare il modo giusto per dirmi la
verità.
- Dimmi che cosa
vedi.-
- Proprio niente.
E' tutto nero.-
Una scarica
elettrica mi attraversò all'improvviso la schiena. La
realtà mi colpì come un fulmine nella notte in
grado di squarciare il cielo a metà.
Io avevo gli occhi
aperti.
Iniziai a respirare
affannosamente. -No...-
-Sssh...calmati...Non
è co...-
-Calmarmi!?-,presi
a tremare e a singhiozzare disperatamente,come in preda ad una tortura
atroce. Tutto quel nero mi terrorizzava,mi dava un senso di
sperdutezza,d'inadeguatezza e di angoscia. Sapeva d'ignoto.
Avrei avuto quell'immagine davanti per il resto della mia vita? Una
tela vuota di un quadro,spogliata dei suoi colori. Era assurdo.
-Oddio...-,mormorai
flebilmente. Richiusi gli occhi,li strizzai fino a sentire l'aria
rimbombare nelle mie orecchie. Poi li riaprii lentamente.
Nero. E
ancora...nero.
-NO!-,gridai. -No!
No! No!...No...-,gemevo dilaniata dalla terribile scoperta che avevo
appena fatto. Cercai con le mani il corpo di Carlisle,per stringermi a
lui. Non lo volevo perdere per nessuna ragione.
-Ehi...ehi
Bella,sono qui. Non me ne vado.-,mi sussurrava
dolcemente,abbracciandomi da sopra le coperte del letto. -Io ci
sarò. Sempre. Ricordati che sei ancora viva. Le cose
sarebbero potute andare peggio...-,dichiarò con tono dolente.
-Non
potrò mai più rivedere i tuoi occhi,il tuo
viso...il tuo sorriso...-,singhiozzavo senza ascoltarlo. Non
era giusto. Mi faceva paura.
Un cielo
uniforme,uno scenario immutato. Nero puro. Nero perenne.
- Sono cieca...-
- Affronteremo
insieme questo ostacolo,e lo supereremo. Ti fidi di me?-
Stringermi a
Carlisle e udire la sua voce fu ciò che non mi fece
desiderare una fine. Il mio cuore batteva a mille sul suo petto.
Respirare il suo profumo mi tranquillizzò un poco.
-Si,mi fido.
Trasformami.-,dissi con voce decisa.
Rimase in silenzio
per qualche istante. -Bella,ascoltami. Lo farò,ma non ora.
Pensa ai tuoi genitori.- Carlisle aveva scelto con cura le sue
parole. Fu in grado di farmi acquistare un briciolo della mia
ragione perduta. Si trattava solo si resistere ancora per... Per quanto
tempo?
-Quando lo
farai?-,esitai.
-Quando i tuoi
genitori avranno modo di rendersi conto,a poco a poco,di ogni cosa.-
-...Ti
credo.-,dichiarai convinta. Avevo smesso di piangere e di tremare. Il
mio respiro si era regolarizzato. Tutto merito suo. Carlisle era
straordinario.
-Com'è
successo?-,gli domandai.
Ci mise un po' a
rispondermi. -Hai avuto un trauma. Sei stata investita.-
Percepii dal tono
della sua voce che ricordare gli faceva male,molto male. Ricordai con
orrore agghiacciante e disgusto i sei che avevano cercato di
violentarmi e poi di uccidermi. E poi capii.
Quello splendido
uomo con la camicia blu che avevo visto intervenire era Carlisle...
Sentii li mie
labbra distendersi in un sorriso. Ero gonfia di commozione.
-Ehi... Potrei
impazzire se ti vedessi sorridere un'altra volta...-,ammise facendomi
rabbrividire nuovamente.
Risi con trasporto.
Era incredibile,avevo appena scoperto di essere diventata cieca,eppure
ero felice. Un delicato fiocco di neve premette dolcemente sulla mia
bocca,chiedendo un contatto più profondo,con urgente
desiderio. Io glielo concessi. Il fiocco di neve si sciolse in una
soffice squisitezza dal sapore irresistibile. Lo avevo catturato con
una foga incontrollabile. Chiusi gli occhi,tenerli aperti non mi
sarebbe servito. Un universo di stelle e comete esplose in una danza di
colori dentro di me. Quel bacio era una delizia dell'anima dal sapore
indescrivibile.
Scoprii che la
facoltà di dare forma ai ricordi non l'avevo persa.
L'immagine degli occhi di Carlisle che saettavano verso l'auto prima
che essa m'investisse era nitido nella mia mente. Era l'ultima cosa che
ero riuscita a vedere e a conservare nella mia memoria. Volevo dirgli
che sicuramente a guardarlo lo avrei trovato più bello e
mozzafiato che nei ricordi,tuttavia ero troppo timida per farlo. E poi
baciarlo era così dolce e cullante... Non volevo porre fine
a quel contatto. Così decise di non dirgli nulla.
Mi addormentai di
nuovo,stretta a lui,al sicuro,confortata dalla sua vicinanza.
*******
Renée voleva
portarmi con se a vivere a Phoenix. Charlie aveva detto che sarebbe
stato meglio per me andare con lei. Sapevo che aveva ragione,d'altronde
come poteva un padre capo poliziotto prendersi cura della figlia cieca?
Ma Phoenix era...la soleggiata Phoenix. Un posto inadatto per i
vampiri. Andarci avrebbe significato tornare a vivere una vecchia
vita,dimenticata nel tempo. Una vita che ormai non faceva
più parte di me. Una vita vuota,senza senso. Come potevo
lasciare Forks,dopo tutto ciò che avevo vissuto in quella
piccola città? La piccola e piovosa Forks... Nella quale
avevo conosciuto creature leggendarie che erano divenute il respiro dei
miei giorni. Vampiri e licantropi.
Come potevo tornare
a vivere da semplice umana,dopo aver vissuto in mezzo a tutti loro?
Carlisle non mi
avrebbe potuta seguire a Phoenix. E io non sarei mai stata capace di
dirgli addio un'altra volta,il mio cuore non avrebbe retto e la mia
sanità mentale sarebbe andata scemando. Sarei impazzita.
Carlisle mi aveva
detto che ero rimasta in coma per una settimana,e che in quei giorni
tremendi aveva confessato ai miei genitori di amarmi. Erano venuti
tutti a salutarmi,la mattina seguente al mio risveglio. Perfino Edward.
Alla fine avevo
fatto capire a Renée e a Phil che non avrei potuto
continuare a vivere senza colui che amavo. Per il bene che mi
volevano,si erano rassegnati alla mia scelta. Sarei tornata a Forks,con
Charlie. Alice sarebbe venuta a vivere momentaneamente con noi.
All'inizio mi ero rifiutata di coinvolgerla,ma lei mi aveva detto che
ormai aveva deciso. Mio padre non aveva rifiutato,grato del suo gesto
meraviglioso. D'altronde essere affiancata da una presenza femminile
era l'unica soluzione che mi avrebbe potuto permettere di vivere ancora
a casa Swan. Certe mie necessità richiedevano l'aiuto di una
donna.
E Carlisle... Lui
mi avrebbe seguita.
Non dovevo pensare
ai Cullen,mi aveva detto. Dopotutto era solo questione di tempo. Tempo
per riordinare le cose. E poi...
*******
Spazio
dell'autrice:
finalmente Bella e Carlisle sono tornati insieme,ma adesso hanno un
nuovo,drammatico,problema da affrontare. Ce la faranno a restare uniti? Fatemi sapere che ne
pensate,mi raccomando. Recensite,recensite!! Re-cen-si-te XD
Rispondo alle
recensioni del capitolo scorso:
AshG:come hai
potuto vedere il nostro Carlisle è tornato! Contenta? Non ha
deciso di trasformare Bella mentre lei era in coma e adesso ci sono
delle situazioni spinose da risolvere. Heron invece sembra essere stato
contagiato dalla sfiga della sua compagna di viaggio! Più
avanti scoprirai cosa gli è successo. Le risposte salteranno
tutte fuori,non ti preoccupare.
chiaretta90:
spero che la piega che abbia preso questa storia non ti stia deludendo!
Felice di sapere che non avevi intenzione di perderti il seguito. Ti
è piaciuto,oppure l'hai trovato eccessivamente sdolcinato?
Capisco la questione delle feste,sei perdonata :P
SIXY:
adesso sono proprio curiosa di vedere cosa dirai XDXD Ne sto
facendo passare di tutti i colori a quella povera ragazza. Mi
dispiace,lo confesso. Altro che donna più sfigata al
mondo,è uno scherzo della natura !XD
XoXo_Gossipgirl:
ho postato presto,credo. Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Rebecca Lupin:finalmente
un'altra lettrice è uscita allo scoperto. Sono molto felice.
Beh,da come hai potuto leggere Bella era in fin di vita,ma Carlisle non
l'ha trasformata,non solo perché lei era in coma e non
avrebbe potuto esserne cosciente,ma anche perché Alice aveva
predetto che si sarebbe ripresa. Baci.
E ringrazio tutti
voi:
AlessandraMalfoy
alessandraxxx81
Bimba
sognatrice
ChiccaCullen
cold_moon
cougar
crys
fracullen
gegge_cullenina
lupa
bianca
mary96twilight
matrix
roby88
Streghetta89
sweet_me
Tom94
acqua1879
Aia
Cullen
angioletto86
cesarina89
Crazy
Owl
Diavoletta090
Florence
ila_sabaku
ishizu
jacopo25
ka
chan
KatyCullen
LuNa1312
Necrysia
OnLu
paramore27
rhys89
usagi89
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Capitolo 11 *** Rarità ***
Capitolo 11
Heron mi aveva
detto che Bella era amica di un licantropo. Avevo un sospettato numero
uno nella mia lista. Così ero andato a cercarlo per
parlargli,consapevole del rischio a cui sarei andato incontro. Lo stavo
aspettando nella foresta,seduto su un masso,nel luogo in cui ci eravamo
dati appuntamento. Di lì a poco avrei scoperto se quel
ragazzo lupo ci teneva veramente a Bella. Se non fosse venuto avrei
capito che era un codardo. Ma dopo un paio di minuti cominciai a
sentire il suo odore nell'aria. Rimasi all'erta,aspettando di vederlo
comparire da dietro un albero. Lo vidi rivelarsi ai miei occhi in tutta
la sua imponenza,un'espressione d'odio incisa nel viso. Si manteneva a
distanza.
- Ti ringrazio di
essere venuto.-,esordii senza muovere un muscolo,con espressione pacata.
-Avrei voglia di
spaccarti la faccia.-,dichiarò. Capii dal suo sguardo e dal
suo tono frustrato che stesse vivendo un tormento interiore devastante.
Stava lottando contro il suo istinto animale per mantenere il controllo.
-Bene,ora che ci
siamo salutati possiamo parlare di cose serie.-
- E' stata colpa tua...-
-Cerca di non
perdere la calma,pensa al male che faresti a Bella se iniziassimo uno
scontro.-,cercai di farlo ragionare. Quelle parole lo colpirono in
pieno,disarmandolo per un istante della sua espressione dura. Lo avevo
provocato senza rendermene conto,Heron mi aveva riferito che lui aveva
quasi rischiato di uccidere Bella trasformandosi. All'improvviso ebbi
voglia di confortarlo. Esme aveva proprio ragione,cercavo sempre di
dare una mano a tutti....
-Sai,anch'io
durante il mio primo periodo da vampiro in quanto ad auto controllo non
ero un asso. E per ogni cosa che accadeva mi facevo una colpa. Mi
sentivo pericoloso e patetico,avrei voluto nascondermi. Mostro:
è questa la parola con cui mi definivo. Sia io che te non
abbiamo scelto di essere ciò che siamo. Adesso di fronte a
me vedo un ragazzo cresciuto troppo in fretta,che soffre per
ciò che è successo alla sua migliore amica...-
-Cosa fai,mi
compatisci?-m’interruppe lui- Tu che ne sai di quello che
provo per lei...Tu che ne sai di come mi sento?!- Jacob Black era
furioso,si stava facendo scudo con la rabbia,per non farsi sopraffare
dal dolore che si trascinava dietro.
- Nessuno
può mai sapere perfettamente come si sentono gli altri. Ma
può provare a capire. Guardati,se tu fossi un mostro a
quest'ora mi avresti già sbranato. Avresti agito
d'istinto,quindi senza pensare alle conseguenze. Stai già
combattendo contro il lupo che c'è in te. Stai
già imparando a convivere con esso.-
-
Senti...-,sembrava confuso e infastidito. Chiuse gli occhi e fece un
grosso respiro. -...bravo. Che devo fare,devo applaudire? Non sono
venuto qui per questo. Sbrigati a parlare.-
Provai compassione
per lui.
-Sono da
solo,succhiasangue. Non devi avere paura che i miei compagni sbuchino
fuori all'improvviso per farti a pezzettini.-,mi schernì con
un ghigno.
Io ripresi il
discorso di prima lasciato in sospeso -Hai ragione,è stata
colpa mia per ciò che le è successo.
Perché me la sono lasciata scappare,quando avrei
dovuto lottare per non perderla. Tu invece le sei stato vicino,ti sei
sempre preso cura di lei,e hai cercato di allontanarla da Heron
perché avevi paura che sarebbe tornata a soffrire. Io per
questo ti ringrazio.-
Mi fissava stupito.
-Ti ringrazio per
essere stato vicino a Bella.-,ripetei con tono sincero.
-E'...cieca. Ti
rendi conto? E'...diventata
cieca...per venire a cercare te.-
Jacob Black
faticava a parlare,sconvolto dalla sue stesse parole.
- Si,hai
ragione.-,annuii con assoluta calma. Il mio comportamento non gli
piaceva per niente,si aspettava che mi difendessi,non che fossi
d'accordo con lui.
- Lei mi ha
raccontato di voi...Prima il tuo figlioccio,adesso tu...Che fate voi
Cullen,giocate con i suoi sentimenti uno alla volta? Il prossimo che la
farà innamorare di sé chi sarà? Lo
scimmione o faccia da pesce lesso? Ah già,dimenticavo
l'ultimo arrivato,quello che l'ha fatta imbarcare sul primo volo per
l'Europa! Anche lui è in lista d'attesa,immagino.- Si
lasciò andare ad una risata senza gioia.
- Io amo
Bella.-,dichiarai con voce tranquilla e sicura.
-Certo! Certo,lui
la ama! Grandioso!-,iniziò a gesticolare e a camminare
avanti e indietro,come se stesse parlando con qualcuno invisibile al
suo fianco.
-Sono venuto qui
per chiederti se intendi rivederla,per salutarla. Le farebbe piacere.-
Si
bloccò di colpo,lanciandomi un'occhiata omicida.
- Se l'avessi
voluto fare non avrei aspettato di ricevere il tuo permesso! Il dottor
Cullen se n’era andato,ma adesso che è ritornato
con la sua mania di fare l'eroe tutti lo hanno riaccolto felici e
contenti!-,mi canzonò.
Povero ragazzo...
Si sentiva respinto e tradito. E la causa della sua
infelicità ero stato io,perché Bella era tornata
a cercarmi.
- Puoi dire quello
che vuoi di me,non mi crei alcun fastidio. Però pensaci
bene. Non la rivedrai mai più. Sei proprio sicuro?- Lo
fissai attentamente,cercando di cogliere un'occhiata o una reazione
significativa in lui. Strinse i pugni e digrignò i denti.
- Ha fatto la sua
scelta. E ne ha pagato le conseguenza,dato che ha perso la vista. Io
non potrò esserci sempre per leccarle le ferite. Lei lo
sapeva che l'avrei messa di fronte ad un bivio: o me o i succhiasangue.
Ha deciso di tornare da voi Cullen,quindi deve rinunciare a me.-gli
tremò la voce- Sono io in realtà...che
dovrò rinunciare a lei.-
La sofferenza gli
velò gli occhi.
Io lo capivo. Era
per colpa della creatura che si portava dentro,e del volere dei suoi
compagni,che non poteva scegliere con la sua testa.
-Mi
dispiace...-,ammisi. -Mi dispiace davvero...Quindi non rivedrai mai
più Bella.-
-Sono stato io a
deciderlo.-,mise in chiaro. Sospirai,sentendo la necessità
di liberarmi in qualche modo,anche se respirare non rientrava nelle mie
priorità. Feci per alzarmi e andarmene,quando lui mi
richiamò.
-Aspetta.-
-Dimmi pure.-
-Non dimenticare il
patto.-
Per un attimo lessi
un'espressione di trionfo in quei tormentati occhi scuri. E per la
prima volta dopo tanto,tanto tempo,provai rabbia ripensando alle sue
parole.
-Ricordalo. Pensaci
ogni giorno. E non prendere decisioni insensate.-
Sapevo bene a cosa
alludesse.
-Lo
farò,senz'altro.-risposi lanciandogli un'occhiata
perforante. E gli voltai le spalle sparendo tra la vegetazione.
Le cose erano
complicate. Trasformare Bella equivaleva a scatenare la guerra tra i
vampiri e i licantropi. E anche la mia famiglia ci sarebbe stata
trascinata dentro.
Si,le cose erano
complicate.
*******
Suonai al campanello di
casa Swan e rimasi in attesa. Il padre di Bella venne ad aprirmi un
istante dopo,con un sorriso indecifrabile sul viso. Dalla sua
espressione capii che la mia presenza lo metteva in soggezione e lo
faceva sentire in imbarazzo,una parte di lui mi era grata
perché avevo salvato la vita a Bella,mentre l'altra non
riusciva ad accettare il fatto che sua figlia si fosse innamorata di
me. Io lo rendevo inquieto.
-Buonasera...Carlisle.-,mi
si rivolse con tono incerto. Da quando eravamo tornati a Forks aveva
preso a chiamarmi per nome,anche se riunciare all'appellativo dottore
gli risultava ancora strano.
-Buonasera,signor
Swan. Sono venuto a trovare Bella.-
-Entra pure. E
ricordati di chiamarmi per nome!-,si raccomandò.
Gli rivolsi un
sorriso ed entrai nell'ingresso. Grazie al mio udito infallibile sentii
uno stralcio di conversazione di Bella ed Alice proveniente dalla
cucina.
-Quando mi sei
venuta a salutare,sapevi già che ci saremmo riviste,vero? E'
per questo che mi hai detto:" Il tempo...",con quell'espressione
intensa?-
Rimasi sbalordito
dalle parole che Bella aveva appena rivolto a mia figlia. Alice non mi
aveva mai parlato delle sue visioni,possibile che le avesse nascoste a
tutta la famiglia?
- E' venuto molto
presto stamattina. Anzi,sei venuto...-,si corresse subito l'ispettore
Swan,dandomi del tu come gli avevo pregato io di fare.
-Si,se non ti
dispiace vorrei portare Bella a fare una passeggiata.-
Mi sentivo un
adolescente che chiedeva al padre della sua fidanzata il permesso di
uscire con lei. Probabilmente non mi era mai capitato nemmeno tre
secoli e mezzo prima,perché lo stile di vita in quanto a
relazioni amorose era completamente diverso allora.
Tutti stavamo vivendo una strana situazione...
L'ispettore Swan mi
fissò stupito,parve riflettere qualche secondo sulla mia
proposta,poi acconsentì.
-Come potrei non
fidarmi di te? Penso che a Bella farebbe piacere prendere una boccata
d'aria. Sono tre giorni ormai che è chiusa in casa.-
Lo ringraziai.
-Vieni,le ragazze
sono in cucina!-,m'informò l'ispettore Swan,con il tono di
chi cercava di essere allegro in un momento drammatico come quello.
Come sempre la
vista di Bella fece germogliare fiori rigogliosi nel mio petto. A
me pareva più meravigliosa di un angelo. Era seduta
al tavolo di fianco ad Alice,con un'espressione rilassata sul viso,un
paio di occhiali neri a coprirle gli occhi.
-Papà,chi
è?-,domandò quando sentì il rumore dei
nostri passi nella stanza.
-E' Carlisle.-,le
rispose lui.
Un sorriso timido e
di gioia trattenuta si distese sulle sue labbra. E io sentii tutte le
preoccupazioni e la stanchezza abbandonarmi e risalire al di fuori dal
mio corpo.
-Ehm,io vado a
rifare il letto in camera.-,annunciò Alice alzandosi dalla
sua sedia. L'ispettore Swan tossicchiò imbarazzato. - E io
vado a lavoro. Stamattina c'è parecchio da fare. Ci vediamo
stasera,Bells.- Si avvicinò per dare un bacio sulla guancia
alla figlia e mi fece un cenno col capo,sparendo oltre la porta assieme
ad Alice.
- Si sono voluti
togliere di torno...-,constatò Bella. Il suono della sua
voce si fece strada in me come una leggera,ma allo stesso tempo
travolgente carezza. Mi avvicinai a lei e la cinsi con le braccia da
dietro,con estrema cautela. Avevo paura di spezzare quella delicata
piuma. Le sfiorai le labbra,a lei piaceva quando la coglievo di
sorpresa,anche se dichiarava sempre il contrario.
-Ho chiesto il
permesso a tuo padre per portarti all'aria aperta. Vorrei stare con te
in un posto tranquillo.-
-Niente lavoro?-,mi
domandò confusa.
-Posso prendermi un
giorno di ferie dopo tre secoli,o no?-,le sussurrai all'orecchio. Si
aggrappò alle mia braccia,con espressione felice.
Probabilmente il mio tono di voce l'aveva convinta.
Così la
presi in braccio e,uscito dalla porta di casa,iniziai a sfrecciare
lungo la strada. La mia mente si fece trasportare lontano. Il cuore di
Bella batteva dolcemente sul mio petto proprio come quella sera in cui
fra di noi c'era stato il nostro primo contatto. Quel suono era il
richiamo alla mia anima sopita dentro il corpo di un vampiro. Stringevo
Bella a me,intenzionato a non sconvolgerla con la corsa. Il vento
smuoveva intorno a me il suo profumo,inebriandomi i sensi.
Mi sentivo
così vivo con lei. Come non mi era mai successo con
Esme,nonostante quel che c'era stato tra di noi fosse stato quanto di
più intenso si potesse immaginare.
Ci avevo messo due
giorni a trovare un posto adatto. Avevo girato per quasi mezzo
continente americano alla ricerca di un luogo completamente immerso
nella pace. Finché avevo trovato la Catena delle Cascate,una
catena montuosa che attraversava lo stato di Washington. Il paesaggio
mi aveva lasciato incantato. Ed era lì che avevo portato la
mia Bella.
-Dove siamo?-,mi
domandò subito con tono incuriosito,quando mi fermai.
In risposta mi
accovacciai sul prato,sempre tenendola in braccio.
-Ascolta.-,le
sussurrai facendola rabbrividire. Chiusi gli occhi per godermi quel
paradiso senza l'uso della vista, proprio come era costretta a fare
Bella.
Silenzio.
Straordinario silenzio. Perfino io dove tendere le orecchie per udire
l'acqua che scorreva dalle cascate.
Regnava
un'atmosfera di serenità,immersa nell'armonia della
vegetazione. Il vento accarezzava il prato e il suo dolce eco risuonava
intorno a noi. Ci trovavamo ad alta quota,isolati dal resto del mondo.
Soli.
Eravamo noi due.
La mia esistenza
appariva perfetta e completa. Non avevo bisogno d'altro. Ne di
parole,ne di rivelazioni,ne di comprensioni. I profumi variegati e
invitanti presenti nell'aria richiamavano la freschezza della natura.
Ma il profumo più buono,incomparabile,apparteneva alla
creatura appoggiata al mio petto. Le ciocche scure dei suoi capelli
danzavano dispettosamente,andando a stuzzicare il mio olfatto.
-Che...pace.-,mormorò
Bella con voce leggera.
Sapevo che avrebbe
apprezzato il mio gesto. Il silenzio le avrebbe riordinato i pensieri e
l'avrebbe fatta stare meglio.
-Descrivimi tutto
ciò che vedi...-
Le baciai una
guancia e aprii gli occhi. La mia pelle luccicava come una statua
incastonata di piccoli diamanti sfaccettati. Il sole era alto nel cielo
terso.
-Sono diventato un
vampiro glitterato.-,le risposi.
Rise. -Ecco
perché sei così caldo. Vorrei tanto vederti
adesso...-,il desiderio le trapelava dalla voce.
-Io starei peggio
se non potessi più udire il suono della tua risata.-,le
confessai. Era così raro sentirla ridere,era un gesto che
concedeva a pochi e solo in determinati momenti.
Cercò le
mie labbra,afferrandomi il volto con la sua mano piccola.
-Ehi,non dovevo
descriverti il paesaggio?-.
-Non m'importa
più.-,affermò baciandomi con trasporto. In quel
momento mi sembrò quasi impossibile non aver cercato di
farle cambiare idea un anno fa. Me ne ero andato a fare il medico a
Praga,perché lei mi aveva chiesto di dimenticarla. E io mi
odiavo per essermela lasciata sfuggire. Se le avessi chiesto di stare
con me forse l'avrei convinta,e lei non avrebbe avuto bisogno di venire
a cercarmi.
Ripensai con dolore
agli uomini che avevano cercato di approfittare di lei, allo scioccante
stupore nel trovare proprio lei distesa a terra,alla consapevolezza che
uno di quei bastardi l'aveva investita con la mia macchina,privandola
della vista. Stavo tornando a casa dall'ospedale,quando avevo sentito
qualcuno gridare. Quella voce era stato un richiamo nella notte,un
richiamo per me stabilito dal destino. Allora non sapevo si trattasse
della voce di Bella. Raggelai a quel pensiero.
Poi c'era
stato tutto quel sangue...Avevo faticato a mantenere il controllo e a
combattere la tentazione. L'orrore di vedere Bella morire mi aveva dato
la forza di reagire e di portarla all'ospedale. Non avevo osato
trasformarla. Dopo l'intervento mi ero ritrovato faccia a faccia con
Heron,Esme ed Alice. Heron mi aveva raccontato tutto. Avrei voluto
picchiarlo in un primo momento. Mi disse che all'aeroporto era stato
arrestato da agenti disposti a sparare alla folla per
prenderlo,perciò non aveva opposto resistenza ed era stato
costretto a lasciare Bella da sola. Era stato scambiato per un
ricercato assassino trafficante di eroina che sfortunatamente gli
assomigliava particolarmente. Quando era stato rilasciato aveva subito
chiamato Esme ed Alice,quest'ultima in preda ad una visione su Bella si
era già precipitata all'aeroporto assieme ad Esme,ma le due
non avevano trovato Bella perché lei era già
uscita.
-Grazie per avermi
portata qui...- Bella mi ridestò dai miei pensieri
angoscianti con voce carica di gratitudine e serenità.
Le scostai una
ciocca di capelli dal viso e le sfilai gli occhiali,così che
il respiro fresco del vento la facesse sentire più libera.
Persi la cognizione del tempo. Rimanemmo l'uno stretto all'altra fino a
quando il sole raggiunse il punto più alto all'orizzonte. Il
prato intorno a noi era illuminato dalla luce sfavillante della mia
pelle. Il calore iniziava a farsi fastidioso per me.
-Bella,devo dirti
una cosa importante.-
-Parlami.-
Ogni volta riponeva
piena fiducia in ciò che avevo da dirle,non esitava a
chiedermi di darle una risposta.
-Prima di venire a
casa tua mi sono incontrato con il tuo amico Jacob. C'è una
cosa che devi sapere.-
L'avrebbe presa
male,ma dovevo dirle la verità.
*******
Spazio dell'autrice: Carlisle
sta per mettere in chiaro la situazione. E conviene che lo
faccia,sarebbe un grave errore tenere nascosto qualcosa a Bella Swan.
Ma finiranno mai i problemi per questa coppia??
Avviso importante: siamo quasi giunti alla fine di questa storia. Il
prossimo sarà l'ultimo capitolo,seguito dall'epilogo.
Recensite e ditemi che ne pensate,adoro ricevere commenti ;)
Rispondo alle recensioni:
Tedda:grazie,grazie...grazie!
Mi fa solo piacere sapere che non avevi mai pensato a
Bella&Carlisle e che la storia ti piaccia,significa che ti ho
stupita =) Ah,io semplicemente amo le persone che si azzardano a
recensire i vecchi capitoli *_* Significa fare un tuffo indietro.
Grazie infinite!
Aia Cullen:grazie!
Sono contenta di averti sorpresa. Ecco qua il nuovo capitolo,mi auguro
di non aver deluso le tue aspettative( la mia solita preoccupazione!!)
Baci.
AshG:grazie
cara! Beh,col fatto che Bella è diventata cieca sarebbe
crudele allontanarla dai genitori,soprattutto da Charlie. Ogni cosa a
suo tempo,se Carlisle trasformerà Bella,avranno
un'eternità da passare insieme. Grazie ancora di tutto!
Rebecca Lupin:come
ho detto appena sopra,ogni cosa a suo tempo. Capisco la tua rabbia,ma
non preoccuparti. Più in basso di così non si
può cadere XD Pazienta ancora un po'.
E un grazie forte forte alle nuove persone che mi hanno aggiunta alle
seguite e alle preferite. Commentate,mi raccomando =)
|
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Capitolo 12 *** Indissolubile ***
Capitolo 12
Avevo
detto addio a tante cose. Mi ero diplomata,ma non avrei potuto
continuare a studiare al college e non avrei potuto trovare un lavoro.
Non potevo più uscire di casa da sola,come di solito mi
piaceva fare per sentirmi libera. La notte era diventata la mia
migliore amica,perché il buio che calava sulle case,le
strade e le città mi dava un senso di familiarità
con l'oscurità con cui ero costretta a convivere. Inoltre
era in quei momenti che potevo stare accanto a Carlisle,stretta a lui
mentre mi addormentavo cullata dalle sue carezze. La mattina mi
svegliava lui con un lieve e freddo tocco delle labbra,poi se ne andava
all'ospedale a prendersi cura dei suoi pazienti. Invece il buio
rimaneva. Le mie giornate proseguivano lente e monotone,Alice mi alzava
dal letto e mi faceva scegliere i vestiti da mettere,doveva aiutarmi
perfino in bagno. Fortunatamente col tempo avevo imparato la posizione
degli oggetti almeno in quella stanza,così da non avere
l'imbarazzante bisogno del suo aiuto mentre facevo il bagno. Mi sentivo
completamente inutile per Charlie,toccava ad Alice cucinare per lui e
preparare la colazione ogni mattina. Toccava ad Alice lavare i panni.
Toccava ad Alice pulire la casa. Spesso mio padre si offriva di
aiutarla di ritorno da lavoro,ma lei rifiutava,continuando a ripetergli
che lui doveva stare con me. E io rimanevo seduta sulla poltrona,con la
mano stretta nella sua,mentre guardavamo la televisione -o
meglio,mentre io l'ascoltavo e lui mi descriveva le scene che gli
piacevano particolarmente- Entrambi non eravamo molto bravi con il
dialogo,preferivamo decisamente il silenzio,non riuscivamo proprio a
trovare le parole da dirci. Proprio perché sotto questo
aspetto eravamo simili,capivo perfettamente come si sarebbe sentito lui
se avesse iniziato un discorso padre-figlia: a disagio,in una
situazione d'imbarazzo e inadeguatezza che non ci apparteneva. Soffrivo
al pensiero di non poterlo guardare in faccia,magari proprio mentre mi
teneva la mano aveva un'espressione triste,e io non lo sapevo. Cercavo
di mostrargli il mio affetto,nella speranza che ciò sarebbe potuto
bastare per non farlo sprofondare nel dolore.
La musica era divenuta una mia ragione di vita. Ascoltarla mi
permetteva di creare immagini nella mente che coloravano il
nero perenne della mia cecità permanente,la musica mi
avvolgeva in un abbraccio di sentimenti e mi travolgeva con una
nostalgica corrente di emozioni. Mi lasciavo trasportare dalle note e
dalle parole delle canzoni in mondi nuovi,viaggiavo lontano,per
salutare i ricordi passati,o per fantasticare un futuro felice.
Finché la mano di Alice sulla mia spalla mi ridestava dai
miei sogni ad occhi aperti,per avvisarmi che i vecchi amici di
scuola-se così si potevano definire- erano venuti a farmi
visita e che dovevo prepararmi ad accoglierli. Così mi
alzavo dalla mia sedia di fronte alla finestra spalancata,dalla quale
entravano gli odori dell'aria fresca,e interrompevo la musica alla
radio. Mi piaceva ascoltarla in intimità,quando c'era
qualcun'altro che non fosse Alice invece la spegnevo.
Speravo che col passare del tempo mi lasciassero tutti in pace e si
dimenticassero di me,l'unica presenza umana che riuscivo a sopportare
oltre a Charlie era Angela. Non avevo più avuto notizie di
Jacob,Billy mi aveva chiamata per comunicarmi il suo dispiacere e mi
aveva riferito che suo figlio non se la sentiva di venirmi a vedere.
Carlisle mi aveva parlato del loro incontro,mi aveva detto che dallo
sguardo di Jacob si capiva che gli mancavo. Aveva cercato di
confortarmi,con la sua voce comprensiva e mi aveva provato a spiegare
come si sentiva il mio ex migliore amico. Carlisle non provava alcun
tipo di repulsione nei suoi confronti,anche se si trattava di un
licantropo,e anche se lui era uno dei motivi per cui non poteva
trasformarmi. Un giorno avevo chiesto a Carlisle di trasferirci dagli
altri Cullen,a Praga,così che il patto non ci creasse
più problemi.
-E tuo padre,Bella?-,mi aveva ricordato. Così avevo preso
una decisione: fare in modo che Charlie capisse cos'erano Alice e
Carlisle proprio come avevo scoperto io.
Ormai avevo capito che era impossibile non fare soffrire coloro che
amavo,in un modo o nell'altro ci sarebbe sempre stato qualcuno contento
delle mie scelte e qualcuno che invece avrebbe sanguinato per esse.
...Charlie,Jacob ed Edward.
Tuttavia avevo imparato che era meglio far soffrire le persone con la
verità e dare loro la possibilità di ricominciare
a cercare la loro felicità altrove,piuttosto che illuderle.
Alice mi riferiva i messaggi via telefono da parte di Edward. Io gli
avevo spiegato la mia teoria del vaso che si era rotto,cioè
del nostro legame che si era spezzato. Non eravamo stati abbastanza
bravi a ricostruire tutto,ciò significava che non eravamo
fatti l'uno per l'altra,come inizialmente avevamo creduto. Lui mi dava
ragione,diceva di avermi capita e io sentivo che il nostro affetto non
sarebbe mai svanito,com'era successo fra Esme e Carlisle.
-Da qualche parte,là fuori,troverò quella giusta
per me. Forse il nostro incontro è stato sancito dal
destino,affinché tu conoscessi Carlisle e l'amore che da
sempre aspettavi. Le cose non sono state così semplici,ma si
sa che le complicazioni fanno parte della vita. Quello che conta
è che ora tu e lui siate insieme.-,mi aveva detto con la sua
voce di velluto. Magari non era la solita frase fatta,magari era stato
sincero. Se così fosse stato,mi avrebbe fatto un immenso
piacere.
Da quando Edward mi aveva detto quello parole,avevo cominciato a
riflettere maggiormente sul rapporto tra me e Carlisle. Più
i giorni passavano,più i dubbi aumentavano.
Continuavo a chiedere ad Alice se aveva avuto delle visioni
significative. Lei mi posava una mano sulla spalla e mi diceva che
dovevo stare tranquilla.
-Non voglio rivelarti ciò che potrai scoprire da sola,ti
rovinerei la sorpresa-,mi ripeteva con la sua voce cristallina.
Ma come potevo essere certa che non stesse mentendo? Forse aveva visto
qualcosa di preoccupante e stava cercando di nascondermelo.
Ero stanca di quell'inutile vita. Cos'ero diventata? Una larva appena
nata che avevo bisogno del cibo,dell'aiuto e della protezione della
terra madre. Un essere inutile,completamente insignificante. Pensare a
ciò era diventata la mia ossessione.
Quella mattina il mio umore aveva toccato il fondo. Ero uscita di casa
con Charlie con l'intenzione di salutarlo quando sarebbe salito in
macchina. Gli avevo chiesto di farmi camminare senza che mi sostenesse
per un braccio. Avevo voglia di fare qualcosa da sola,non mi sarei di
certo rotta l'osso del collo se avessi fatto quattro passi. Mi bloccai
quando sentii un'auto che arrivava e parcheggiava. Ormai il rumore di
quelle ruote era inconfondibile. Una portiera si aprì e si
richiuse.
- Buongiorno Carlisle.-,sentii salutare da Charlie. Avanzai di qualche
passo e il mio piede destro s'impigliò in qualcosa di
scivoloso. Sentii il peso del mio corpo vacillare e un istante dopo le
mie dita toccarono la terra e le foglie bagnate. Due mani mi avevano
afferrata per le spalle.
-Bella!-,udii la voce allarmata di mio padre al mio fianco.
-Non è successo niente,sto bene.-
-Lascia che ti aiuti ad alzarti.-
Persi il controllo. Allontanai con uno schiaffo le mani di Charlie. Non
sentivo più gli occhiali a ripararmi gli occhi. Iniziai a
tastare intorno a me per cercarli,probabilmente mi erano caduti.
-Bells...-
-Ce la faccio da sola.-,tagliai corto.
-Ti sono caduti gli occhiali,sono qui.-
-Se li raccogli...mi metto a piangere. Lasciali lì-,mormorai
con voce tremante. La rabbia e l'umiliazione mi stavano soffocando.
Inutile,non riuscivo a trovare quei maledetti occhiali...
Silenzio. Silenzio teso.
-Ho capito...Vado a lavoro.-,disse Charlie,con voce dispiaciuta. Si
allontanò da me,rimasi immobile ad ascoltare ogni suo
movimento,dal suono dei suoi passi al rumore della sua macchina che
faceva retromarcia e imboccava la strada.
Sapevo che Carlisle era in piedi di fronte a me e che mi stava
osservando. Che espressione aveva? Di stupore? O...
No,non ci volevo pensare.
La terra fangosa aveva reso le mie mani appiccicose.
-Ehi...-
Quella voce comprensiva e confortante,un soffio vitale per le mie
membra. Sperai con tutta me stessa che Carlisle non si
avvicinasse per aiutarmi.
Finalmente riuscii a toccare qualcosa,lo tastai con cura,e constatai
che erano i miei occhiali. Li avvicinai al viso e li indossai. Poi mi
rimisi in piedi e camminai in avanti,ben attenta a trattenere lacrime
di rabbia e vergogna.
-Sono qui.-
La sua voce mi giunse molto vicina,ero andata un po' troppo avanti. Mi
voltai a sinistra,le braccia protese. La mia mano destra
toccò il suo petto duro e freddo. Sentivo il suo profumo
invadermi e stordirmi. Carlisle mi abbracciò
lentamente,tuttavia mi avvolse con una tale intensità di
sentimento che mi sentii vacillare nuovamente. Mi accarezzava i
capelli,in silenzio. Sapeva che il modo migliore per farmi calmare era
starmi vicino senza parlare per un po'. Mi teneva saldamente stretta a
sé,ascoltando il mio cuore che pulsava agitato a contatto
con il suo corpo.
Ripensai ancora una volta alle parole di Edward,rimbombavano nelle mie
orecchie aumentando il mio mal di testa. "Quello che conta è
che ora tu e lui siate insieme." "Quello che conta è che ora
tu e lui siate insieme."...
E mi accorsi dell'assurdità di quella frase. Accanto a me
avevo l'uomo che tutte le donne sognavano. Oltre ad essere
straordinariamente bello e affascinante,era saggio,aveva vissuto secoli
e conosciuto un'infinità di cose. Era giusto,si faceva in
quattro per lavorare all'ospedale e nonostante il sangue costituisse
per lui una tentazione,amava il suo lavoro. Non lo avevo mai visto
perdere il controllo in nessun senso. Capiva i sentimenti di chi gli
stava attorno con estrema facilità.
E stava con me. Che ridere...Come poteva essere vero?
Come faceva lui ad amare...me?
-Carlisle,perché mi ami?-,sussurrai.
Silenzio. Schiacciante,opprimente.
-Bella,ma cosa stai dicendo?-,mi chiese poi,con aria stupita.
- Dimmi per che mi ami. Avanti-,continuai ostinata,enfatizzando
l'ultimo parola con tono angosciato,di supplica.
-Metti in dubbio ciò che provo per te?-,domandò
grave. Quella domanda mi trafisse alla schiena come una freccia
affilata.
-Dimmi la verità,ti prego. Ho capito ormai
perché... Dopo l'incidente hai deciso di rimanere con me per
compassione. Io ti faccio pena.-
Il mio corpo tremava,singhiozzi senza lacrime risalivano dal mio petto
intenzionati a togliermi il respiro. Ormai il gioco era fatto,la sua
conferma sarebbe stato il colpo di grazia. Mi allontanai dal suo
abbraccio. E solo a quel gesto mi sentii male.
-Basta prenderci in giro.-, sussurrai.
Rabbrividii quando la sua mano si posò sulla mia guancia,le
sue dita sfiorarono le mie labbra e andarono a ripulire il fango con
cui mi ero sporcata il viso.
-Io e te dobbiamo parlare.-
E un istante dopo che Carlisle mi aveva caricata in spalla sentii che
stavamo sfrecciando via. Corremmo verso chissà dove e quando
ci fermammo un profumo familiare mi assalì.
-Sto per aprire una porta che fa parte del mio,ma anche del tuo
passato.-
Mi fece mettere in piedi e con una mano mi guidò in un
ambiente chiuso. Come se l’aria di quel posto volesse
aiutarmi a capire,una corrente di ricordi sgorgò dalla mia
mente. Carlisle mi guidava a toccare gli oggetti,senza fiatare. Nella
mia mente ricostruivo un’immagine nitida di quella stanza.
Ancora non potevo credere di trovarmi lì.
Era lì che era iniziato tutto. In quel salotto.
-Siamo…alla tua vecchia casa.-,sussurrai talmente piano che
un umano non avrebbe potuto udirmi.
-Si,Bella. E’ il posto in cui sto vivendo da due mesi.
E’ il posto in cui vorrei tu vivessi.-
Mi mancò l’aria. Mi accorsi che Carlisle mi aveva
fatta sedere quando mi sentii sprofondare in un morbido divano.
-So che sei stanca di tutto questo. So che è stata la
tristezza a farti parlare così prima. E credo di capire il
perché...Ti manca l’autostima.-
Quelle parole agirono come una siringa che penetrò sempre
più a fondo nel mio cuore. Bruciai.
-Credi che uno come me non possa stare con te se non per
compassione,pensi che io mi sia stancato di questa situazione e che non
ti abbia lasciata per non farti soffrire. Pensi che io ti veda come una
mia paziente.-
-Esatto.-,risposi con voce determinata.
-Hai sbagliato in pieno,amore mio.-
Sussultai,faceva male sentirlo chiamarmi così.
-Sapevo che prima o poi avremmo dovuto affrontare questo argomento.
Sai,durante la mia esistenza ho incontrato tante donne bellissime e
affascinanti. Ce ne sono state di more,di bionde,di alte e di
basse,di magre e di prosperose. Ce ne sono state di giovani e rosee e
di adulte ed attraenti. In tutti questi anni ho avuto modo di
comprendere quanto significassero poco per me dopo averle sentite
parlare. Ho imparato a stancarmi dell’apparenza,come prima o
poi capita alla maggior parte degli uomini. Poi sono arrivato a
conoscere donne che oltre ad un bell’aspetto esteriore
dimostravano di possedere carattere ed intelligenza. Ma i sentimenti
che provavo nei loro confronti non hanno mai raggiunto
un’intensità duratura. Come quando ci si stanca di
ascoltare sempre la stessa canzone e si ha voglia di cercarne
una più emozionante,io mi stancavo delle donne che
incontravo prima ancora che fra di noi potesse nascere qualcosa. Non
devi mai scordarlo,in amore si è sempre in due. E se il
sentimento non è reciproco non può durare a
lungo. Molte donne hanno desiderato stare con me,ma magari solo per
sesso. Può essere capitato che una di loro invece
si fosse innamorata di me,mentre io non ricambiavo quanto lei. Ho
imparato a conoscere infiniti aspetti del carattere di una donna,i suoi
lati più competitivi e vendicativi,i suoi pregi e i suoi
aspetti positivi,fino ad annoiarmi di ognuna di quelle che incontravo.
Finché è arrivata Esme: con ciò ti
parlo del sentimento reciproco. Entrambi abbiamo saputo scavare a fondo
dentro di noi e rimanerne sorpresi,abbiamo saputo apprezzare la nostra
personalità in tutte le sue sfaccettature e sopportare i
nostri difetti. Io mi sentivo ricambiato quanto lei. Due persone-o
vampiri che siano-sono fatti per volersi bene,e per amarsi,se nel loro
insieme sono compatibili.-
Ascoltavo il suo discorso con estremo interesse,incapace di ribattere.
Come potevo farlo,se ero completamente d’accordo con lui?
-Poi sei arrivata tu,Bella. E mi hai stravolto. Ho lottato per
controllare tale sentimento,ma tutto ciò che riuscivo a fare
era pensare alla persona che Edward aveva scelto di amare,a quanto
l’avesse scelta bene…Mi hai travolto con una forza
troppo grande perché io riuscissi a tenerla a freno.-
Il mio cuore batteva ad un ritmo irregolare. Lo percepivo sussultare e
cercare di riacquistare una velocità costante.
-Ciò che provavo per te superava addirittura il sentimento
che era nato tra me e Esme,arrivando perfino ad affievolirlo. Bella,tu
pensi di essere un’umana qualunque,ed è qui che
voglio chiarire: siamo tutti nessuno,ma per qualcuno valiamo
più del mondo e dell’esistenza.
C’è chi può vederti una come tante,ma
quello che conta è come ti vedo io. Io ti vedo come il mio
cielo verso cui protendere lo sguardo e le braccia. Ti amo nella tua
semplicità,il pregio più speciale,raro e
ricercato che possa esistere,come ho potuto scoprire con il passare del
tempo.
Ti amo nella tua purezza,grazie alla quale chi ti è vicino
non può mai dubitare delle tue parole e dei tuoi sentimenti.
Ti amo per la tua testardaggine,con la quale riesci sempre a fare
ciò che vuoi. Ti amo per la tua riservatezza e per la cura
con cui offri il tuo cuore agli altri. Ti amo per la tua goffaggine e
per la tua maledetta voglia di cercare i guai. Tutto questo
perché fa parte di te. Se facesse parte di qualcun'altro non
avrebbe senso per me. Io amo te. Una spiegazione logica che
possa giustificare l’amore non sono ancora riuscito a
trovarla,e penso che non ci riuscirei nemmeno fra altri
trecentosessanta anni...Ma è proprio questo il bello. Ti amo
perché anche tu non ti sei soffermata al mio aspetto
esteriore,perché hai saputo vedere a fondo dentro di me e
travolgermi con il tuo passaggio. Se io e te ci amiamo e
perché siamo fatti per stare insieme. Ci incastriamo e ci
completiamo a vicenda come pezzi di un puzzle ad un solo aggancio.
L'hai mai sentita dire questa frase?
Io sento di esistere per amarti come nessun'altro,e sento che tu esisti
per amarmi come nessun'altra. Questo basta a chiarirti le idee?
Possibile che non ti senti avvolta da quello che provo io a starti
accanto?-
Leggerezza. Armonia. Luce in quel nero perenne che era diventato la mia
vista. Ero diventata una piuma.
Il peso dei dubbi e delle incertezze era scivolato fuori da me. Ogni
cosa sembrava essersi messa al suo posto e aver trovato il suo perfetto
e costante equilibrio.
La situazione si era capovolta. In quel momento ero io ad avere la
sensazione di aver dimostrato a Carlisle meno amore di quanto lui ne
avesse sempre dimostrato a me. Senza alcuna esitazione lui aveva dato
una risposta a tutti i problemi che mi ero fatta su me stessa...in
diciannove anni.
Sentii la seta di un fazzoletto sulle mie mani che le ripuliva dalla
terra. Poi il tocco delicato di due dita che mi toglievano gli occhiali
e mi asciugavano gli occhi. Non mi ero accorta che stessi piangendo. Ma
quanto piangevo ultimamente? Ero diventata snervante...
Carlisle mi baciò le punta delle ciglia finché
non smisi di tremare e le lacrime smisero di sgorgare fuori. Desideravo
stare a contatto con lui come non mai. Sentivo il bisogno di lui come
dell'acqua. Lo desideravo così tanto che avrei potuto morire
di crepacuore. Lo strinsi a me fino a perdere il respiro,come se avessi
avuto l'intenzione di diventare parte di lui.
Nella mia vita non avevo mai visto con così tanta nitidezza
ciò che avevo davanti.
-Voglio fare l'amore con te.-
*******
Spazio dell'autrice:
...Ma quanto sono belli insieme..................................
Basta,basta,altrimenti piango! La prossima volta c'è
l'epilogo. Che tristeeeeeeeee!!
Comunque:che ve ne pare di questo capitolo? Fatemi sapere
twilighters,recensite!;) Baci.
Rispondo qui alle
recensioni della volta scorsa:
SIXY |
Segnala
violazione
|
Capitolo
11: Rarità |
Ecco
qua il nuovo capitolo. Sono felicissima di sapere che ti sei
affezionata alla mia storia! Mi hai sempre seguita,sin dall'inizio ed
è una grande soddisfazione per me sapere che mi sostieni
anche adesso. Grazie!
|
|
|
Bimba
sognatrice [Contatta] |
Segnala
violazione
|
Capitolo 11: Rarità |
Che
bello*_* Carlisle è il mio preferito,se mi dici che sono
brava ad esternare le sue emozioni mi fai un regalo! Però,ti
dirò,penso di non essere ancora in grado renderlo abbastanza
bene. Deve migliorare ancora. Grazie di tutto comunque!
|
|
AshG [Contatta] |
Segnala
violazione
|
08/01/10,
ore 21:19 - Capitolo 11: Rarità |
Niente
Tanya per Edward,chi la conosce quella XDXD Devo ancora leggere
Breaking Down,so solo che lei è la vampira che stravede per
lui. Non ce l'ho affatto con Jacob,anzi,mi piace tanto come
personaggio. Lo trovo ricco di sfaccettature,ammetto che certe volte
avrei voglia di prenderlo a schiaffi,però non lo detesto. Mi
dispiace che questa storia stia finendo,ma sopravviverai,o no? XD Anche
tu sei una che mi ha sempre seguita sin dall'inizio,la mia prima
recensione la ricevetti proprio da te....Sentitamente...grazie*_*
|
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chiaretta90 [Contatta] |
Segnala
violazione
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08/01/10,
ore 20:25 - Capitolo 11: Rarità |
Ahi
ahi ahi,l'influenza intestinale. Fortuna che è passata! Ma
povera,ti sei ritrovata a leggere che Bella è
diventata cieca proprio in quel periodaccio! E' comica la cosa XD
Neppure nelle fanfiction trovi pace! XD Anche a te dico grazie
sentitamente,come AshG e SIXY mi hai sempre seguita e questo mi rende
felice non poco!
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