Lovely Secrets

di sciona
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** My Uncle?! ***
Capitolo 3: *** Un Uncle, A Nephew And A Bitch ***
Capitolo 4: *** Spoiled, The Asshole and Alcohol ***
Capitolo 5: *** A Drinking Bout, A Fight And A Kiss ***
Capitolo 6: *** Questions, Fantasies And Alternative ***
Capitolo 7: *** Di Impiccione e Sabotaggi ***
Capitolo 8: *** Il confine tra potere e volere ***
Capitolo 9: *** Mine ***
Capitolo 10: *** What's wrong with me? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


LucasElisa

 

 

                                   Lovely Secrets

                                     - Prologo -

 

Avevo sempre sospettato che la mia famiglia non fosse normale  e , all’età di diciotto anni già compiuti, non mi preoccupavo neppure più di trovarne la ragione, come invece facevo da bambina. Ogni qual volta le mie amiche parlavano dei deliziosi pranzi di Natale , tutti riuniti intorno al camino a scartare i regali, io potevo solamente dire che mi potevo reputare  fortunata se a casa mia il 25 Dicembre  non ci scappava il morto. Perché davvero , mentre nelle altre case durante quel giorno di festa volavano baci e abbracci, in casa mia l’oggetto meno pericoloso che poteva volare durante la giornata era qualche pallina staccata dall’albero. Avevo una famiglia strana : avevo una madre che non si parlava da circa quattro anni con il fratello; avevo una nonna che aveva litigato con tre quarti dei componenti della nostra casata; avevo una zia che avrebbe volentieri messo le mani addosso alla mia mamma solo perché mio cugino preferiva l’altra a lei. Non avevo mai compreso i motivi di tali scompensi presenti all’interno del nostro nucleo familiare ma, per quel che ne sapevo, tutto ciò era cominciato con la morte di mio nonno, tutti i casini, tutte le liti. Solo mio padre tentava in qualche modo di portare la pace dove non c’erano più speranze, ma ormai ci avevo fatto il callo. Non mi importava che il giorno del mio compleanno, dopo gli auguri, iniziassero a volare forchette; non mi importava di avere una cugina talmente stronza che avrei volentieri trucidato; davvero, non me ne importava, ma venire a sapere che tuo padre ha un fratellastro di due anni poco più grande di te, beh, questo cambia le cose, soprattutto se il tizio si presentava come un ragazzo che difficilmente passava inosservato.

 

Sono Elisa e , beh, questa è la mia storia.

 

Angolo Sciona : Salveee!!!Si, sono ancora io ù.ù Questa storia non era in programma, anzi, ha preso il poso di un'altra che avevo intenzione di pubblicare ma i piani sono stati stravolti xD . L'aggiornamento di " The Edge Of Love" verrà comunque prima! Spero vi piaccia!:D

                   

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Capitolo 2
*** My Uncle?! ***


LucasElisa

 

 

                                                                                                   Lovely Secrets

                                     -  My Uncle?! -

 

 

1 Dicembre

 

Fin da quando ero bambina avevo sempre avuto la tendenza a percepire quando qualcosa stava per succedere. Era una cosa strana, ma ne ero consapevole : avvertivo una leggera morsa allo stomaco e, in quel momento, capivo che c’era qualcosa che si prospettava all’orizzonte. L’unica pecca era che non riuscivo mai a capire se si trattava di un avvenimento spiacevole o meno e , soprattutto, chi riguardasse, pertanto non sapevo darmi risposte soddisfacenti in proposito. Quel giorno però avevo sottovalutato la morsa che attanagliava il mio stomaco : la giornata era trascorsa fin troppo bene, la professoressa si era complimentata con me per la ricerca che le avevo consegnato, ero quasi sicura che la mia opera di convincimento di farmi comprare una macchina stesse portando i suoi frutti  e , stando alle previsioni meteo, avrebbe sicuramente nevicato entro due settimane al massimo. Non c’era niente di meglio che potessi  chiedere. O forse si? Ma quello  l’avrei capito solo in seguito.

 

 

<< Eli hai ospiti a pranzo? >> mi aveva domandato incerta  Martina, la mia migliore amica, mentre io ero intenta a chiudere la cerniera dello zaino , da cui avevo estratto le chiavi di casa. Avevo alzato la testa di scatto : quattro macchine, c’erano quattro macchine oltre a quelle dei miei. Brutto segno. L’ultima volta che avevo avuto i miei parenti a casa era stato per il compleanno di mio fratello e , come sempre, era finita con mia zia che lanciava un bicchiere contro mia madre. << Cazzo >> avevo mormorato appoggiando il capo sul sedile << Vedrai che mi tocca combattere anche con quella stronza di mia cugina >> avevo concluso mentre lei accostava sul ciglio della strada per permettermi di scendere. << In bocca al lupo >> aveva esclamato ridendo prima che io scendessi dall’auto. << Ridi ridi >> avevo replicato stizzita << Ma se fra qualche ora ti chiamo corri a prendermi : le cose potrebbero mettersi male >> avevo concluso dandole un bacio sulla guancia. Mentre attraversavo il giardinetto la presa al mio stomaco si era ristretta ulteriormente e io avevo sospirato  afflitta : allora erano guai seri. Avevo aperto la porta senza essere avvertita e , dopo aver tolto il cappotto , mi ero accorta che sull’appendi abiti erano presenti più indumenti del previsto, evidentemente c’era anche qualcun altro . Mi ero diretta in salotto , con il cuore in gola, trovandoli tutti seduti sui divani … a parlare. Non gridavano, non si lanciavano oggetti, ma parlavano. << Ciao tesoro >> mi aveva accolta mio padre alzandosi dal divano per venirmi incontro. Avevo perlustrato velocemente la stanza per poi chiedere spaventata << Dov’è la nonna? >>. << Sono qui amore >> aveva risposto con voce allegra la mia nonnina, spuntando fuori dalla cucina, mentre io correvo ad abbracciarla decisamente più sollevata. Una volta finiti i convenevoli mi ero appoggiata allo stipite della porta aspettando che si decidessero a dirmi il motivo di quella rimpatriata, che altrimenti non ci sarebbe mai stata. La mia famiglia era strana – lo era sempre stata – e ormai non mi ponevo neppure più il problema : accettavo addirittura senza più sconvolgermi le innumerevoli litigate che ne coinvolgevano i componenti . Non sapevo con certezza quando i miei parenti avessero incominciato ad odiarsi reciprocamente ma , da quel che avevo capito, era iniziato tutto con la morte di mio nonno paterno anche se – ne ero sempre più sicura – certi rancori covavano da molto tempo nei loro cervelletti. Rancori che , inizialmente, non pensavo sarebbero sfociati in bicchieri volanti, forchette assassine e servizi da settantadue usati come frisbe . La prima litigata a cui avevo assistito era ancora impressa nella mia mente : mio cugino aveva sempre provato un amore incondizionato verso di noi – in particolar modo verso mia madre – e  , quando un giorno aveva chiesto alla zia di poter trascorrere con noi una settimana in montagna, questa si era inferocita a tavola come una piccola iena, urlando a mia madre parole a dir poco raccapriccianti per una bambina che allora aveva dieci anni e buttandole contro un bicchiere pieno di aranciata. Ecco, quello fu il primo bicchiere volante della mia vita, a cui ne seguirono tanti altri. Da quella lite mi ero accorta come solamente io credevo di avere una famiglia perfetta, stile mulino bianco, tutta baci e abbracci e quando avevo esposto a mio cugino le mie riflessioni, era scoppiato in una risata isterica. Non dirmi che davvero lo credevi?, mi aveva chiesto mentre ancora sghignazzava. Da quel momento avevo aperto gli occhi, avevo osservato con molta più attenzione i ritrovi della mia famiglia ed ero , in conclusione, arrivata a chiedermi per quale assurdo motivo continuassero a mettere in piedi quelle sceneggiate dello stare tutti insieme, quando queste contribuivano solo a creare dispiaceri e malumori. Non me ne capacitavo : sembrava che il rovinare le giornate festive li rallegrasse in qualche modo. Negli ultimi anni poi la situazione era degenerata a livelli indecenti : il giorno del mio diciottesimo compleanno – grazie a Dio avevo optato per due feste separate : amici e parenti – erano entrati tutti sorridenti a casa mia e dopo avermi fatto gli auguri non mi avevano neppure concesso il tempo di farli accomodare in salotto che si erano messi a litigare senza alcun preciso motivo, lanciandosi , tra l’altro, alcuni pasticcini presenti sul tavolo. Così le occasioni dei ritrovi erano diminuite notevolmente e questi avvenivano solo in occasione di qualche grave notizia – solitamente la morte di qualche parente – e durante le festività. << Bene >> avevo iniziato a dire sollevandoli dal dover intavolare un qualsiasi discorso << Considerato che solo io credevo che fossimo una famiglia alla mulino bianco e che invece è tutto il contrario , potete evitarvi tutta questa sceneggiata. Ditemi cosa succede e se è morto qualcuno. Prima facciamo, prima finiamo, e forse , per una volta, potremmo evitare di lanciare pezzi di mobilio eh? >> avevo chiesto guardando esplicitamente mia zia, che aveva voltato il capo dal lato opposto. << Vedi tesoro la cosa è complicata >> aveva esordito mio padre facendomi segno di sedermi. << Preferisco stare in piedi e , papà,  sono cresciuta in mezzo a voi, nulla sarà più complicato o più difficile da  sopportare >> avevo risposto non scollandomi minimamente dalla mia posizione. Dio quanto mi sbagliavo. Mio padre aveva sospirato e stava per ripartire a parlare ma l’avevo anticipato << Papà, per favore, non prenderla tanto alla larga >>. Mi aveva sorriso : mi conosceva fin troppo bene e aveva colto l’impazienza che mi attanagliava in quel momento. << Eli, hai un altro zio, mio fratello >> aveva esclamato improvvisamente. Cazzo, forse un po’ alla larga poteva prenderla. Avevo deglutito confusa << No pà, tu hai due sorelle , non un fratello >> avevo affermato scioccamente, come se non capissi il senso di quell’affermazione. << No Eli, io ho anche un fratello >> aveva replicato pacatamente. Non capivo : sempre che non mi stessero prendendo in giro,da dove diamine saltava fuori questo tizio adesso? Forse poteva essere uno zio vecchio e scorbutico che si era allontanato dalla famiglia prima ancora che questa si formasse interamente, o … << Nonna sei incinta? >> avevo urlato isterica strappando qualche sguardo scioccato alla mia famiglia. << Tesoro ma che dici >> aveva borbottato la nonna portandosi una mano sul cuore, l’avevo spaventata. Avevo riportato lo sguardo su mio padre. << Gentilmente >> avevo iniziato ironica << mi spieghi che diavolo succede? >> avevo concluso con un tono di voce da cui trapelava tutta la mia confusione ed incertezza. << Allora c’è stato un periodo di tempo durante il quale il nonno e la nonna si sono separati  e questo lo sapevi vero? >> mi aveva chiesto mentre io annuivo silenziosamente. << Bene. Durante quel periodo, a quanto pare, tuo nonno ha avuto una relazione con una donna e adesso questo ragazzo ci ha trovati >> aveva concluso dandomi un quadro generale della cosa, anche se in quel momento avevo di gran lunga sottovalutato la parola “ragazzo”, non ricordandomi minimante che il periodo di separazione dei nonni era avvenuto qualche anno prima della mia  nascita. << Ok >> avevo iniziato incerta << Ammesso che questo tizio racconti la verità, perché spero che vi siate accertati se sia vero o meno, cosa vuole da noi? Insomma, cosa ne ricava a spuntare adesso dal nulla? L’eredità del nonno è stata ormai già spartita e anche sperperata >> avevo concluso lanciando una leggera frecciatina a mio zio. << Ah tesoro, l’eredità è proprio l’ultimo dei miei problemi >> aveva esclamato improvvisamente una voce profonda, portandomi a voltarmi.

 Lucas 2Oh cazzo! La stretta allo stomaco era improvvisamente diventata dolorosa e il cuore aveva preso a martellare nel mio petto mentre alzavo lo sguardo verso un paio di occhi azzurri, da infarto. Non poteva essere … mio zio. Poteva avere al massimo qualche anno più di me. Sai tesoro , due anni prima che nascessi i tuoi nonni hanno vissuto un periodo di separazione. Le parole di mia madre , che risalivano a qualche anno prima,rimbombavano nella mia testa senza sosta. Oh Dio Santo!Aveva vent’anni!  Mentre mi ero persa ad osservare – ammirare – la persona che avevo di fronte avevo notato come, anche lui, senza farsi il minimo scrupolo si era soffermato ad analizzare il mio corpo. << Piacere >> aveva poi iniziato allungandomi la mano << Io sarei colui che secondo te vorrebbe l’eredità e tu dolcezza saresti? >> aveva chiesto malizioso stringendomi la mano. << Lei è Elisa, Lucas. Mia figlia >> aveva risposto per me papà mentre osservavo … mio zio sgranare gli occhi sorpreso. << Come tua figlia? >> avevo chiesto allarmato (?)  non lasciando la mia mano << Hai detto che era una bambina >> aveva esclamato confuso. << Si, una bambina di diciotto anni >> avevo replicato io sbuffando e sottraendo la mano dalla sua presa. << Diciotto? >> aveva chiesto mentre la sua mano rimaneva ancora sospesa in aria. << Si diciotto, ma questo al momento è l’ultimo dei nostri problemi >> avevo affermato andando a ripescare il mio tono acido << Preferirei di gran lunga sapere il perché di questa comparsa! >> avevo chiesta incrociando le braccia al petto. Aveva riso spudoratamente puntando lo sguardo su mio padre e lasciando da parte me. << Cavoli, però non scherzavi quando dicevi che era una peperina >> aveva esclamato mentre la mia stizza cresceva a palate. Mio padre aveva sorriso annuendo. << A quanto pare il caro nonnino si è divertito più di quanto pensassimo >>. Era stato un sussurro, un sussurro che probabilmente la persona interessata  pensava  nessuno avrebbe percepito. Avevo alzato gli occhi al cielo prima di voltarmi, dando le spalle al nuovo elemento della famiglia, e avevo puntato lo sguardo su mia cugina, Michela. << Ehy stronza >> avevo esclamato attirando su di me gli sguardi confusi della mia famiglia << Hai intenzione di aggiungere altro? Potrei non farmi scrupoli a metterti le mani addosso stavolta  >> avevo concluso prima di fare un passo avanti nella sua direzione, mentre mio padre mi richiamava all’ordine, ma senza successo. Avevo solamente due cugini : Christopher e Lei. Potrei a questo punto fare un riassunto molto sbrigativo : il primo lo amavo sopra ogni altra cosa, la seconda la odiavo sopra ogni altra cosa. Una ragazza quasi trentenne brutta come un ornitorinco – che non me ne vogliano  - e che era in grado di portare alla luce anche i lati più oscuri del mio carattere. << Hai qualche problema cuginetta? >> aveva chiesto alzandosi in piedi, con una tremenda faccia da schiaffi. << Il mio unico  problema sei tu, credo che questo si sia ormai capito , e le cazzate che spari a ruota libera >> aveva risposto alla sua domanda facendo un altro passo avanti. << Tesoro non ti agitare >> aveva affermato prima di avvicinarsi ancora << Infondo ho solo detto la verità : il tuo caro nonnino se l’è spassata molto a quanto pare >> aveva concluso sorridendo malefica. A quel punto non ci avevo visto più : avevo coperto la distanza che ci separava e mentre le urlavo parole poco ripetibili mi ero buttata su di lei e l’avrei anche conciata per le feste, se qualcuno non mi avesse ripreso per i fianchi e mi avesse trattenuta mentre mi dimenavo come una scalmanata. << Ehy Elisa >> aveva sussurrato una voce al mio orecchio << Eli calmati >> aveva riprovato e … aveva anche funzionato. Un brivido mi aveva scossa tutta, come non succedeva da tempo, portandomi a fermare la mia folle dimenata.

 

 

 

Angolo Sciona : Salveeeee!!!!!!Sono tornata! Lo so, avevo detto che avrei dato la precedenza a The Edge Of Love ed è quello che farò ma la sfiga mi accompagna ultimamente : ho una mano fasciata, l'esame pratico di guida domani che sta iniziando a preoccuparmi e questo era l'unico capitolo quasi interamente conlcuso che possedevo. Vi ringrazio per l'accoglienza a questa nuova storia *-* e spero tanto che questo capitolo non vi deluda! Ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti, i seguiti e da ricordare!!Grazie mille!!

 

Risposta alle recensioni :

fataflor : Ciao Anna! Sono stata molto contenta che il prologo sia piaciuto e spero che ti piaccia anche questo primo capitolo! Si, porterà un pò di scompiglio!;) Un bacio e alla prossima!

 

SweetCherry : Ciaoooo!!!Sono contenta che ti sia piaciuto e grazie per i complimenti! A me piace molto l'idea dell'incesto (non chiedermi perchè xD) quindi per il momento ho lasciato che si intenda come tale!Spero che questo capitolo non ti abbia delusa, un Bacione e alla prossima!!

 

laelefante : *_________* Grazie, grazie per i complimenti!Ti piace lo zio figo??xD Spero di non averti delusa con questo capitolo, alla prossima e Un bacione!!!

 

ary_gg : Io non ho assolutamente voglia di liberarmi di te *___* Ian *non so cosa* ?Sono morta dalle risate quando l'ho letto e comunque certi cognomi chi li metti in giro non si sa ù.ù Sono contenta che ti piaccia e spero che sia così anche per questo capitolo!!Alla prossima, Bacii!

 

_deny_ : Denyyyy...come farei senza di te??!!*___* sono contenta che ti piaccia e poi a noi l'incesto .... ci piaceeeeee!!! ;)  mahahahahahah xD Spero di non averti delusa con questo capitolo ma tu credo mi abbia capita ormai, sotto pressione ( e ansia) non rendo ù.ù...peggio di Chiara!xD Beh un bacione grande grandissimo  per il momento (sappiamo come sentirci)  ;)

 

Valentina78 : Ciao!!!Sono contenta che ti piaccia anche questa e spero di non aver deluso neanche te con questo capitolo!Un bacio!!

 

Rosella : Grazie!!!Spero ti piaccia anche questo!Un bacio!

 

_Maddy_ : Sono contentissima che non mi abbandoni!!!xD Me stra-felice che il prologo ti sia parso interessante e spero lo sia anche questo nuovo capitolo!Lo zio figo fa la sua comparsa!!!xD Un bacione e alla prossima!!!!

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Capitolo 3
*** Un Uncle, A Nephew And A Bitch ***


LucasElisa

 

 

 

                                                                                    Lovely Secrets

              -  Un Uncle, A Nephew And A Bitch -

 

 

<< Ehy Elisa >> aveva sussurrato una voce al mio orecchio << Eli calmati >> aveva riprovato e … aveva anche funzionato. Un brivido mi aveva scossa tutta, come non succedeva da tempo, portandomi a fermare la mia folle dimenata.

 

Certo, ma solo per qualche millesimo di secondo.

 

Non appena lo sguardo – di sfida – della stronza si era ripuntato nel mio ero ripartita a contorcermi come un’anguilla, nella speranza di riuscire a sgusciarmi dalla presa ferrea del mio zietto. << Lucas portala in cucina >> aveva poi ordinato papà, con voce perentoria, temendo forse che avrei trovato il modo per metterle davvero le mani addosso a quella.

Lucas aveva accennato appena con il capo, troppo intento a pensare a quello che aveva davanti credo , e , continuando a tenermi ferma per i fianchi  leggermente sollevata da terra, si era avviato per portarmi nella stanza accanto.

<< Ti conviene lasciarmi Lucas, o giuro che ti faccio rimpiangere di essere nato >>. L’avevo minacciato in quel modo e sarei ricorsa anche all’impiego della castrazione se non si decideva a lasciarmi mettere i piedi per terra, in modo che potessi raggiungere quella stronza nell’altra stanza per farla definitivamente – finalmente – fuori.

 Ma il tizio – quello che credeva di avere una sorta di autorità sulla sottoscritta solo perché proclamava un qualche legame di sangue ancora indubbio a mio parere – aveva tranquillamente fatto finta che io non avessi detto niente e , arrivati in cucina mi aveva spinta delicatamente contro il frigorifero, bloccandomi con la sua persona. Un modo per distrarmi? Efficace direi. Prima che potessi realmente realizzare la situazione in cui ero immersa – avevo ancora troppo rabbia in circolo – mio padre aveva fatto irruzione nella stanza. << Elisa >> aveva sbraitato furioso, e c’era da preoccuparsi quando usava il mio nome per intero – succedeva raramente, quando la combinavo grossa - << Che diavolo ti è preso? >>.                                                                                                   

Al che Lucas si era fatto da parte, non volendosi forse immischiare in quella che si preannunciava una perfetta ramanzina per la giovane ribelle. Mi sbagliavo. << Spiegalo anche a me già che ci sei  >> aveva affermato con un tono di voce che sembrava serio. Mi ero voltata verso di lui mentre il mio magnifico sopracciglio destro svettava verso l’alto. << Scusa? >> avevo chiesto retorica << A te non devo spiegare proprio niente …  >> ma prima che finissi di articolare la frase mi aveva interrotta. << Si che devi, sono tuo zio >> aveva affermato fiero della sua risposta.

 Non potevo far alzare ancora di più il mio sopracciglio – umanamente impossibile – ma potevo avanzare verso di lui a passo di carica << Su questo avrei ancora qualche riserva >> avevo replicato ostile mentre lui alzava gli occhi al cielo. Sarei stata preparata ad un acceso dibattito se mia madre non avesse irrotto nella stanza con la delicatezza di un elefante.

<< Eli, una cosa del genere è inaccettabile >> aveva tuonato avvicinandosi velocemente – bene, neppure lei mi appoggiava - << Perché ti sei fatta bloccare? >> mi aveva domandato urlando << Perché l’hai bloccata? >> aveva chiesto ancora più furiosa a Lucas che, intimorito, era indietreggiato di qualche passo. << Io … >> aveva provato a ribattere prima che mio padre intervenisse : << Non poteva mettergli le mani addosso tesoro >> aveva detto  dolcemente alla mamma.

<< Come non poteva? Poteva eccome, e se solo non vi fosse messi in mezzo gli avrebbe dato una lezione a quella stronza >> aveva esclamato puntando l’indice prima su papà e poi si Lucas, alternandolo in tempi uguali sui due. Io mi ero invece goduta lo spettacolo appoggiata al tavolo a penisola, con le braccia incrociate e osservando mio zio con uno sguardo di vittoria. Così impegnata ad osservarlo – e fargli una bella radiografia, lo ammetto – non mi ero minimamente accorta che il resto della combriccola ci aveva raggiunti. << La piccolina non riesce a gestire la situazione da sola, giusto? >>.

 Al suono di quelle parole avevo voltato il viso verso l’entrata della cucina : << Ok, adesso basta, ti faccio passare la voglia di sparare cazzate a furia di schiaffi >> avevo affermato dirigendomi da lei velocemente, prima che qualcuno potesse mettersi in mezzo. Arrivata a due passi da lei avevo caricato il braccio : già sentivo l’adorabile schiocco che avrebbe fatto la mia mano sulla sua guancia – oh si, una vera goduria. Mi vedevo già premiata agli Oscar come miglior protagonista femminile di un film d’azione , eppure non ricordavo di aver mai picchiato qualcuno. Certo con mio cugino da bambini ci divertivamo parecchio a fare lotte sui divani, ma niente di troppo eccessivo, ero sempre stata una ragazza pacifica io.

 Quella che avevo di fronte, invece, sembrava toglierteli dalle mani gli schiaffi : ispirava violenza solo a guardarla. Mancava un soffio, un solo piccolo soffio a toccare quella faccia, quando qualcuno mi aveva tirata indietro improvvisamente; avevo perso l’equilibrio, rischiando perfino di finire spalmata sul pavimento, ma invece due braccia mi avevano presa nuovamente di peso e trascinata dalla parte opposta a quella dov’era in quel  momento mia cugina.

<< Forse non hai capito un piccolo particolare zietto >> avevo esclamato , una volta riuscita a liberarmi dalla sua presa. << No hai nessuna, e ribadisco, nessuna, autorità per prendermi a tuo piacimento come un sacco di patate e trascinarmi via. Ti potrei sembrare un po’ … violenta forse >> << Ma dai? >> aveva chiesto sarcastico mentre riceveva un’occhiataccia  <<  Invece sono  piuttosto pacifica di natura ma quella >> avevo continuato indicandola << Caccia anche il lato più oscuro di me, e, se non vuoi finire nella mia lista nera, nerissima, ti consiglio di non intralciare più i miei piani >> avevo concluso puntando definitivamente  i miei occhi nei suoi. Ohh cazzo quanto è bono!

In risposta , lui, mi aveva guardata con occhi leggermente sgranati per poi scambiarsi un cenno del capo con mio padre. Poco meno di un secondo dopo mi ero ritrovata braccata, caricata sulle spalle mentre mio padre dava il preciso ordine : << Portala in camera sua >>. Un nuovo cenno del capo da parte di Lucas e la nostra efficace uscita riempita dai miei insulti aveva accompagnato tutta la scena.

<< Lasciami coso >> avevo esclamato battendogli un pugno nel pieno centro della schiena. Non aveva dato il minimo cenno di cedimento : una parola, un gemito di dolore, niente di niente. << Dov’è camera tua? >> aveva però chiesto tutto ad un tratto , arrivato al piano superiore.

 << Non te lo dico >> avevo replicato piccata, credendo che non sapendo dove andare mi avrebbe lasciata andare. << Ma vedi un po’ tu … >> aveva mormorato in risposta mentre dava un calcio ad ogni porta presente al secondo piano della nostra casa, sperando di riconoscere la mia.

 Se solo avessi avuto una camera un pochettino più anonima probabilmente gli sarebbe risultato meno facile riconoscerla, ma così non era : un bel letto a baldacchino piazzato in mezzo alla stanza, una foto che ritraeva me e Martina in vacanza in Sardegna , una foto di me nuda – da bambina -  sulla scrivania forse erano dettagli più che sufficienti a portarlo sulla giusta rotta. L’avevo sempre saputo : quella foto andava bruciata!  

<<  E questa ? >> aveva chiesto trattenendo a stento una risata, mentre, tenendomi ancora braccata, prendeva in mano la piccola cornice. << Dio, cosa ho fatto di male >> avevo mormorato sconsolata, prima di piantargli un magnifico pugno sulla spalla, che l’aveva convinto – obbligato – a mettermi giù. << Ma sei scema? >> aveva chiesto incredulo, massaggiandosi con le mani la parte lesa. Avevo alzato gli occhi al cielo sbuffando ; << Lo sai che non dovresti dire certe parole a tua nipote? >> avevo chiesto sarcastica mentre con una mano riprendevo la piccola cornice e la infilavo velocemente in un cassetto.

<< Senti ragazzina >> aveva mormorato improvvisamente, prendendomi per un braccio e costringendomi a girarmi, << Non so cosa tu abbia contro di me, ma vedi di fartela passare. Non era in cima alla mia lista  dei desideri entrare a far parte di una famiglia di schizzati >> aveva continuato mentre io sgranavo gli occhi incredula << Ma ormai ci sono dentro , quindi  cerca di fartene una ragione >> aveva concluso scrutandomi attentamente.

Se pensava che quella frase potesse mettermi a tacere, scatenando in me qualche sorta di reazione dovuta alla paura, allora si sbagliava di grosso.  << E’ una minaccia ? >> avevo chiesto facendo un passo avanti, mentre il tono provocatorio era stato percepito perfino dai muri. Aveva riso leggermente prima di fare anche lui un passo avanti, bloccandomi tra il suo corpo e la scrivania. << No , tesoro, è solo un avvertimento >> aveva sussurrato al mio orecchio, mentre migliaia di brividi mi scuotevano.

  << Elisa >>.

 Avrei riconosciuto la voce della mia migliore amica anche tra mille rumori fastidiosi che imperversavano tutti insieme, ma, in quel momento, era solamente un semplice richiamo ovattato, tanto lontano da risultare quasi incomprensibile. Gli occhi di mio zio , fissi su me, non lasciavano che il mio cervello riuscisse ad elaborare altro , all’infuori di quello che stava succedendo tra noi. << Ogni volta mi riprometto che non devo mettere piede qui dentro, ed invece? Lo faccio di continuo >> aveva sbraitato Martina irrompendo come una furia nella stanza.

Lucas aveva voltato il capo confuso, verso la porta della stanza. << Oh, questa è bella! >> aveva invece proseguito lei portandosi le mani sui fianchi << Dimmi che ti sei trovata sto’ bonazzo e non mi hai detto niente? >> aveva chiesto retorica mentre io rimanevo sempre più scandalizzata. Lucas aveva riportato velocemente lo sguardo – ancora confuso - su di me, liberandomi finalmente dalla sua morsa, per poi dirigersi verso la mia amica.

 << Mi spiace cara, ma stò bonazzo è lo zio della tua amichetta >> aveva esclamato porgendo la mano a Martina che nel frattempo arrossiva violentemente. << I-io >> aveva provato a dire prima che la bloccassi : << Marti lascialo stare  >> avevo esclamato affiancandolo e dandogli un leggero spintone affinchè si spostasse e potessi avere una completa visuale della mia amica, ricevendo in compenso un’occhiataccia . << Piuttosto, io non ti ho chiamata >> avevo continuato confusa e alla ricerca di un diversivo. << Tuo padre ormai mi ha messo tra le chiamate rapide disgraziata. Che hai combinato ancora? >> mi aveva domandato riacquistando improvvisamente il suo tono autoritario perso in presenza di Lucas.

 

 

 

 

 

 

<< Allora? Precisamente da dove salta fuori il bonazzo?  >> aveva chiesto Martina una volta accomodata sul suo letto.

Ebbene tutta l’allegra famigliola aveva ritenuto necessario un mio momentaneo allontanamento da casa : erano convinti di non riuscire a gestirmi ancora per molto, considerato quanto risultassi particolarmente esagitata quel giorno. Mhà.

 << Pensi che io l’abbia capito? >> le avevo chiesto retorica << Lì dentro non si capisce più niente da anni ormai >> avevo continuato prendendo in mano il suo orsacchiotto preferito.

<< Dai, infondo è divertente >> aveva replicato sorridente.

Avevo puntato furiosa il mio sguardo nel suo : << Divertente? >> avevo chiesto iraconda << Divertente? >> avevo replicato alzandomi dalla sedia girevole della sua scrivania e buttando con poca grazia – mentre lei mi guardava incredula – il suo caro orsacchiotto contro il muro, mormorando una protesta che non avevo neppure sentito.  

<< Marti mentre tu a ferragosto  sei al mare a fare una grigliata con tutti i tuoi parenti, io devo solo sperare che qualcuno mi fermi per non prendere a pugni mia cugina e che mia zia non affoghi mia madre, ti sembra normale questa situazione? No, a me no >>  avevo esclamato furente mentre facevo su e giù per la stanza e mentre lei recuperava Orlando ( si, si. Orlando da Orlando Bloom. Pirati dei Caraibi l’aveva segnata)  << E adesso ci mancava anche questo tizio >> << Bello come un Dio >> mi aveva interrotta mentre io la fulminavo << Che dice di essere mio zio! Diamine ha solo vent’anni ! Questo è tutt’altro che divertente Martì >> avevo concluso mentre lei cambiava espressione, passando da seria, a spaventata, a fastidiosamente ridente.

 

 

 

Angolo Sciona

Ok, accetto la mia punizione senza mettere bocca. Trucidatemi, mandatemi sentenze, costruitevi una bambolina voodoo! Ho toppato di brutto : quasi un mese e mezzo di ritardo. Non fornirò spiegazioni perchè non ci sono e vi chiedo solo scusa, anche se il capitolo non vi piacerà : non sono sicura di aver reso ciò che avevo in mente! Grazie infinite a chi a insierito la storia tra le seguite/da ricordare e preferite! *-* Grazie!

 

Risposta recensioni :

leti10 : Ciao :) Inanzitutto sono molto contenta che la trama ti piaccia e anche per gli altri complimenti, davvero, grazie! Per il resto : hai assolutamente ragione! xD "Normale" era un aggettivo che avrei dovuto escludere probabilmente anche perchè, come dici tu, quei due sono tutt'altro che normali. Solo che quando ho scelto i personaggi non ho minimamente pensato a quel fattore. Film e telefilm mi influenzano troppo u.u Per il secondo punto ti do ragione ancora : io di questo passo ci perdo la vista, ma sono praticamente negata con l'HTML. Si, puoi chiamarmi disastro ambulante xD Spero di essere riuscita a migliorare qualcosina ;) Un bacio e alla prossima!

 

ary_gg : Ehiiiiii!!! Spero che la nottata di ferragosto sia andata bene ;) Diciamo che per la cugina mi ispiro molto alla mia -.- Stronza, tanto stronza. Da bambina ero buonina buonina, ora neppure la calcolo xD Quando ci incontriamo il sabato sera praticamente giro la faccia ahahah xD Diciamo che la famiglia di Elisa ha qualche riferimento alla mia di famiglia xD Spero che il capitolo ti piaccia!!!! Un bacioneee!!!

 

_deny_ : ç_________ç deniiiiiiiiiiii dove seiii?????( ok, la smetto, anche perchè lo so :P) Tesoro ti stai divertendo vero??xD Ero arrivata al punto di pensare a mandarti il capitolo per messaggio, ma, suvvia, rovinarti la vacanza con una ragazza esagitata non era proprio il caso. Spero che il capitolo ti piaccia, ma non è di questo che voglio parlare xD Ricorda di stare attenta a chi incontri, non si sa mai ;) e , mi raccomando, fai un giro in qualche libreria ;) Ti voglio bene tesoro, divertiti molto e , quando torni, voglio un resoconto!!xD Un bacioneee :****

 

laelefante : ç__ç neanche io ho un zio così! Una famiglia così si, o quasi xD,ma uno zio no!Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. Si Elisa parla parla ma anche lei non scherza e , no, non si fa mettere i piedi in testa.Lucas è Lucas! E ,si, sembra aver fatto decisamente colpo su Eli. Se c'ero io al suo posto non c'erano dubbi xD Spero che anche questo ti piaccia!! Un bacione e alla prossima!!

 

3things : Ciaooooo :) E' un pò che non ci sentiamo, come va? Ti ho già detto quanto io sia contenta di aver ricevuto i tuoi complimenti *-* Da te, la madre del mio Giorgino!! A proposito...dov'è? ç___ç ti ricordo che mi hai lasciato con tremila punti interrogativi e con la certezza che quella frase era per lui :'( povero stello xD Beh spero che questa cosa qui ti sia piaciuta! Si, dubito anche io che Lucas sia uno che se ne sta buono in un angolino. xD Ci sentiamo prestoo!!! Un bacionee :****

 

chiara84 : Ehiii!!! Non te lo aspettavi??Che bello, ti ho sorpresa *-* Bene, la smetto! Si, la cugina è una vipera in piena regola. So che l'incesto potrebbe essere un problema ma, ho riflettuto,e nel caso non riuscissi a gestire la situazione secondo il regolamento, so come agire! Grazie ancora! Un bacio e alla prossima!

 

__Claire__ : Ehiiiii!!! *-* Sono contenta che ti piaccia! Il contesto è molto differente da quello di Chiara e Mattia e sono contenta che abbia reso ugualmente! Si Elisa è particolarmente fine e anche la mamma non scherza in questo capitolo xD Se vuoi potremmo cambiare Ian con qualche attore un pò meno bello per migliorare la nostra salute mentale, ma credo che il nostro tipo di malattia si possa anche tenere vero ??;) ahahah xD Spero che il capitolo ti piaccia.Un bacionee e alla prossima!

 

Derekkina2 : Grazie tesoro!*-* Un bacione!!

 

fataflor : Non devi assolutamente scusarti per il ritardo, piuttosto scusa me! Sono contenta che la riunione ti sia piaciuta! Io tengo particolarmente nascosto questo mio lato violento solo perchè le riunioni in questione non avvengono, perchè ti assicuro che se ci fossero sarebbero schiaffi per qualche persona, tipo mia cugina xD Grazie mille per i complimenti. Spero che il capitolo ti piaccia!!! Un bacionee!!

 

daly1902 : Ciao :) Grazie mille per i complimenti! Sono contenta che ti piacciano entrambe le storie *-* Sono consapevole che lo zietto qui fa un buon effetto!!Spero che anche questo capitolo ti piaccia! Un bacio e alla prossima!!

 

_Maddy_ : Non ti scusare!!! Sono io che dovrei farlo : ho ritardato un mese -.- Lo so, lo so . Avrei voluto che si picchiassero anche io, ma probabilmente prima o poi un pugno per quella arriva sicuro xD Se lo merita senza dubbio u.u Purtroppo Brothers and Sisters non l'ho mai visto :( ma lo metto in lista xD Momentaneamente mi sto rifacendo tutto greys anatomy , sono fissata xD Spero che ti piaccia anche questo capitolo! Un bacioneee grande!!!

 

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Capitolo 4
*** Spoiled, The Asshole and Alcohol ***


LucasElisa        



                         Lovely Secrets
          - Spoiled , The Asshole And Alcohol -




Quella sera ero venuta a sapere – come se le altre notizie fossero niente – che il caro e nuovo zietto spuntato dal nulla, avrebbe perfino alloggiato in casa mia – si vabbè, nostra. Ovviamente, al momento dell’annuncio di tale decisione, il soggetto in questione aveva ben deciso di non sostare per casa, e a ragion veduta. Diciamo pure che non l’avevo presa troppo bene : ero abituata in un certo modo, e la convivenza a tre era più che piacevole per la sottoscritta. Che poi, convivenza a tre non era esattamente, considerato che c’era anche il mio piccolo fratellino; nove mesi e quattro giorni, Alessandro era arrivato inaspettato per i miei genitori, e nonostante i pericoli a cui andava incontro, mia madre aveva portato a termine la gravidanza. Tuttavia, quel mio piccolo amore non era ancora un componente attivo di quella casa, se si escludono le volte in cui piangeva senza sosta.  << Quindi, spiegami un po’ >> avevo esclamato in tono sarcastico verso mio padre << Non solo questo tizio, e ripeto – dall’indubbia identità - , arriva da chissà dove e per chissà quale motivo, ma , proprio perché non bastava, da adesso userà anche casa nostra come albergo? >> avevo concluso incrociando le braccia al seno. << Eli >> aveva iniziato mio padre << Possibile che questa situazione proprio non ti vada a genio? Che diamine ti cambia se Lucas gira o meno per casa. >> Nulla, se non fosse per quel aspetto che si ritrova << Qui poi è grande, neppure te ne accorgerai di averlo in giro. >>
 
Sicuro.
 
Ero una ragazza abitudinaria io: la domenica mattina rimanevo in pigiama fino a mezzogiorno; quando occupavo il bagno ,potevo starci dentro persino le ore; prima che nascesse Alessandro, ascoltavo la radio quanto più mi piaceva e – non per ultimo – ero solita girare per casa in mutande e canotta. Le circostante mi avevano portata a quello : mio padre era estremamente freddoloso e , possedendo lui stesso una piccola ditta di impianti di riscaldamento, aveva trasformato la nostra casa in una specie di isoletta caraibica, dove, a dicembre, trovavi dai 25 ai 29 gradi. Poi, si può dire che non ero molto ordinata, ma vivevo benissimo nel mio semi – disordine : quando prendevo una cosa, difficilmente poi questa veniva rimessa al suo posto. Tutto ciò per dire che non avevo assolutamente bisogno di un altro elemento per casa che sicuramente avrebbe avuto da ridire sulle mie abitudini. Sfortunatamente, sembrava che le mie volontà non interessassero a nessuno : l’unico che mi ascoltava – ma che non capiva niente – era Alessandro, che durante i cambi del pannolino, era costretto a sentire le mie lamentele. << Ti pare normale a te? >> avevo borbottato acida << Amore mio, questo c’ha qualche piano in mente e ci conviene tenere gli occhietti aperti, capito? >> avevo chiesto, mentre quel piccolo fagottino mi osservava con occhi spalancati e confusi. Avevo sospirato afflitta : << Va bene, finchè non sarai in grado, farò anche i tuoi interessi và >> avevo continuato, prendendo a cullarlo e lasciandogli talvolta qualche bacio sulla testa. << Potrei sapere perché tutto questo odio nei miei confronti? >> aveva chiesto una voce alle mie spalle, mentre mi irrigidivo. Mi ero voltata, puntando il mio sguardo nel suo : i miei genitori erano usciti, uno dei due avrebbe potuto lasciarci la pelle. << Perché – a differenza degli altri componenti di questa specie di famiglia – io ti ho inquadrato >> avevo risposto, cercando di mantenere un tono che rasentasse il pacato. << Ma davvero? >> aveva chiesto sarcastico, appoggiandosi allo stipite della porta. Eli, non ne vale la pena. << Oh,  non è poi così difficile. Sei uno di quelli che non ha ancora concluso niente, e all’alba dei vent’anni, dopo aver fatto i suoi comodi in giro per il mondo spendendo – e mi limito a questo - , ora cerca l’appoggio di una famiglia per pararsi il così detto “di dietro”. L’unica cosa che mi lascia ancora dubbi, è capire perché proprio questa famiglia. Abbiamo già i nostri problemi, se non l’avessi capito >> . Avevo concluso la mia splendida filippica con un sorrisino tirato, mentre con le braccia continuavo a cullare il mio fratellino. Ero stata dura? Naa. Speravo quantomeno di averlo irritato con le mie parole, e forse ci ero anche riuscita, ma non aveva l’assoluta intenzione di farmelo notare : infatti era scoppiato a ridere, avvicinandosi lentamente a me, che riponevo Alessandro nella culla. << Sai invece cosa penso io di te? >> aveva chiesto retorico, e ormai a meno di venti centimetri da me << Penso che tu sia solamente una ragazzine viziata, che ha sempre avuto quello che voleva; la preferita di mamma e papà; quella che va bene a scuola e perciò gli è tutto dovuto; quella a cui piace ricoprire il ruolo della figlia perfettina , nascondendosi dietro questa maschera, e si infastidisce se qualcosa non va secondo i piani. Io, sfortunatamente per te, sono l’intralcio al tuo piano, quindi vedi di toglierti quest’atteggiamento da bambina con la puzza sotto il naso che sennò lì fuori ti fanno le scarpe tesoro >> aveva concluso, mentre le mie coronarie stavano per saltare, tanta era la rabbia che mi circolava in corpo.
 
 
<< Ma che hai stasera? >> mi aveva chiesto confusa Martina, mentre io sbattevo con poca grazia la porta della sua macchina. << Non ho niente Martì >> avevo replicato brusca, seguendola  all’entrata del locale. << Sicura? >> aveva domandato invece Christian , affiancandomi. << Sicura >> avevo replicato, cercando di tirare fuori un espressione almeno convincente.  Ero praticamente furiosa, le parole di quel belloccio da strapazzo continuavano a tornarmi in mente. Viziata, perfettina, maschera. Quel sabato sera non saremmo dovute uscire, era prevista una dormita, tutti a casa mia : dopo quell’affronto però – che non aveva avuto ripercussioni solo perché i miei erano tornati in anticipo – avevo chiamato Martina, annullando quello che avevamo progettato, e optando invece per un locale. Speravo di potermi svagare un po’ con i miei amici, di poter arginare quelle parole che mi avevano colpita. Camminando per i vari tavoli, ne avevamo infine raggiunto uno libero : una volta appoggiati i cappotti, ci eravamo diretti al bancone. << Sei proprio sicura che sia tutto ok? >> mi aveva domandato Christian, mentre Martina parlava con un ragazzo che conosceva. << Si, Chri, ho solo avuto qualche imprevisto a casa .. tutto in regola quindi  >> avevo cercato di buttarla sull’ironia. Aveva mosso il capo in cenno d’assenso, più per lasciar cadere l’argomento e non infastidirmi, che per aver creduto davvero alla mia balla. Qualche minuto dopo, quando il silenzio – sempre se di silenzio si può parlare all’interno di un locale affollato – stava iniziando ad opprimere persino me, avevo aperto la bocca per dire qualcosa : anche una cazzata se fosse stato necessario. Non volevo e non dovevo farmi rovinare il resto della giornata da un cretino che era saltato fuori da qualche luogo ancora sconosciuto. Prima che informassi Christian di quello che volevamo fare il giorno successivo, una voce completamente anonima mi era arrivata alle orecchie : << Guarda questa com’è carina >> . Ora – avevo già detto di essere abbastanza pacifica come persona ? – quella sera, pur quanto cercassi di stare calma, i miei nervi erano pronti a scattare ad ogni minimo affronto, gesto, parola. Mi ero voltata, pronta per fulminare il protagonista della faccenda, peccato che accanto a lui avevo scorto il mio magnifico e nuovo zio. Una fitta allo stomaco mi aveva scossa leggermente, mentre i suoi occhi mi osservavano interessati e allo stesso tempo confusi, e mentre i miei occhi lo fissavano ammaliati e allo stesso tempo incazzati. Perché si, nonostante tutto, non riuscivo a togliermi dalla testa il fatto che il nuovo componente della mia famiglia fosse particolarmente dotato.  Che poi quella maledetta camicia nera mettesse in risalto il suo fisico, era tutt’altra questione , no?  Il tizio che in precedenza aveva palesato il suo consenso nei miei confronti, sembrava aver notato lo scambio di sguardi che io e l’amico ci stavamo scambiando. << Lucas, sto iniziando ad averne piene le scatole. Una, lasciamene una sola >> aveva esclamato, scandendo per bene le ultime parole, mentre avvertivo la risata di Martina, poco dietro di me. Lucas aveva spostato lo sguardo da me a lui, stando in silenzio per qualche secondo – probabilmente nel cercare di metabolizzare le parole dell’amico – prima di rispondere , con un tono di voce dannatamente strafottente : << Tranquillo, neppure al mio peggior nemico augurerei di avere a che fare con questa. E’ una bambina >> aveva esclamato, mentre avvertivo Martina e Christian trattenere il fiato increduli, e il suo amico guardarlo scioccato. Avevo fatto un passo avanti, mentre il suo profumo mi avvolgeva completamente, stordendomi appena. << Stronzo >> avevo replicato, mentre i suoi occhi si sgranavano appena. << Lo dico a papà >> mi aveva sbeffeggiata, mentre mi appellavo a tutti i santi del paradiso, affinchè risparmiassero sia me che lui. << ‘Fanculo >> avevo risposto, voltandomi e tornando al bancone.
 
 
Non ero mai stata la classica ragazza che ci andava giù con l’alcol – mai – soprattutto perché non lo reggevo. L’unica occasione in cui mi concedevo la trasgressione, era durante l’ultimo dell’anno. Trasgressione poi, non direi che qualche goccia di spumante possa essere chiamata in questo modo : il problema stava proprio nel fatto che il mio corpo non sembrava in grado di reggerlo, neppur  in minime quantità. Straparlavo, e il petto si riempiva di tante macchioline rosse. Il fatto che quella sera , invece, continuassi ad ingerire alcol in quantità industriali – secondo il mio standard – faceva chiaramente intendere quanto non fossi in me.  Tuttavia mi sembrava  - ribadisco, mi sembrava – di riuscire a mantenere integra la mia dignità : non mi ero alzata urlante, non mi ero messa a ballare sui tavoli – oh si, Martina una volta l’aveva fatto -  e non avevo neppure cercato di abbordare qualcuno o qualcosa – Si, questo l’aveva fatto Christian. Ero solamente ubriaca , non una poco di buono. Man mano che la discussione con Lucas mi ritornava alla mente, mandavo giù un sorso di quella roba. Viziata. Giù. Perfettina. Giù. Bambina. Olè, giù anche questo. << Eli, direi che il caso di smetterla >> aveva borbottato preoccupata Martina, e già il fatto che riuscissi a capire cosa diceva e come lo diceva, mi faceva intendere che un minimo di contatto con la realtà ce l’avevo ancora. << Marti, sto bene >> avevo biascicato in risposta << Solo, digli a Christian di smetterla di ballare, mi sta facendo venire mal di testa. >>. << Oh Cristo >>. Avevo sentito benissimo l’imprecazione del mio amico, e qualcosa mi diceva che non stava ballando. << Non possiamo portarla a casa in queste condizioni, l’ammazzano >> aveva esclamato Martina, nel probabile tentativo di trovare una soluzione. << No che non l’ammazzano : non ha mai fatto un danno in tredici anni che la conosco, lasceranno correre >> aveva replicato il mio amico, mentre mi scostava una ciocca di capelli dal viso. Perfettina. << Lo credi anche tu, vero? >> avevo domandato all’improvviso, ma non mi avevano neppure sentita. << Si, questo è vero, ma poi sarà lei a non darsi pace. Sai che ha il terrore di deluderli >> aveva replicato la mia amica, mentre le sue parole, insieme a quelle di Christian e Lucas creavano un turbinio confuso nella mia mente. << La testa >> avevo borbottato, mentre sentivo un leggero senso di nausea avvolgermi. << Che succede? >>. Una fitta allo stomaco mi aveva confermato che quella voce, era proprio di Lucas. << Si è ubriacata >> aveva risposto Martina, ma percepivo l’astio nella sua voce. << Si è ubriacata? Da quanto beve? >> aveva chiesto incredulo, mentre percepivo la sua mano calda, che mi sfiorava dolcemente il viso. << Da stasera suppongo >> aveva risposto ancora Martina, mentre sentivo mio zio imprecare debolmente.<< La porto io a casa >> aveva sentenziato qualche minuto dopo, mentre io mi agitavo debolmente. << Che? >> aveva chiesto confuso Christian, all’oscuro di … tutto. << E’ lo zio >> aveva spiegato sintetica la mia migliore amica << Ma non credo sia il caso >> aveva continuato, mentre Lucas continuava per la sua strada, prendendomi in braccio e facendo appoggiare il mio capo al suo petto. << Io penso di si invece, sono lo zio fino a prova contraria, nonostante lei continui a mettere in dubbio la cosa >> aveva continuato, prima di marciare verso l’uscita del locale. Un leggero dolore al petto continuava a scuotermi leggermente, e lui doveva averlo notato, perché si era chinato su di me e dolcemente mi aveva rassicurata : << Tranquilla Eli, respira, ci sono io >>.
 
 
Angolo Sciona.
Salvee! Lo so , per alcune di voi potrei essere un vero e proprio miraggio (da quanto non aggiorno questa storia ?Due mesi? ) mentre le altre saranno sconvolte di trovare un capitolo scritto a meno di una settimana di distanza dall’altro. Considerato che mi sono altamente stufata di ripetere quella cavola di letteratura inglese , mi sono rimessa buona buonina sul lettino a scrivere. Non so se la marmellata di amarene  – lo so, neppure io l’avrei scelta volontariamente, ma mi hanno messo in una specie di dieta per il mal di testa che esclude qualcosina O.O -  abbia contribuito a questo slancio di volontà, ma questo qui sopra è quello che n’è uscito. Spero vi piaccia, e che mi perdoniate per questo ennesimo ritardo. Qui troviamo un Elisa provata dalle parole di Lucas, forse perché ha un po’ fatto centro, trovando il suo punto debole. Ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite e da ricordare *-* grazie mille *-*
 
 
Risposta recensioni.
13_forever : Ciao :D ti ringrazio molto per i complimenti. Sono contenta che la storia e i personaggi ti piacciano, e che non la reputi scontata. Scusami per il ritardo e spero che anche questo capitolo ti piaccia. Un bacio e alla prossima.
 
fataflor  : Ciaoo :D Ok, questa volta mi faccio da sola le bamboline, però per i riti satanici mi devi aiutare xD Si, quella lite è stata interrotta, ma qui ce ne saranno a palate di liti, quindi non preoccuparti che quella stronza della cugina avrà quello che si merita prima o poi *-* Spero che il capitolo di piaccia. Un bacionee!!
 
ary_gg : Ciaooo :D Senti un po’, per questa tua amica dobbiamo trovare una soluzione : Elisa sembra propensa a mettere le mani addosso a qualcuno per sfogarsi, tanto vale farla provare! Sono contenta che tu vada d’accordo con le tue cugine, io con quella che ho potrei farci a botte magari xD Allora, che mi dici del nostro zietto *-* Non prendertela con lui per quello che gli ha detto xDD Spero ti piaccia il capitolo, un bacione!
 
_Maddy_ : Ciaoooo :D Vedo che tu capisci alla grande l’astio di Elisa verso la cugina xD maHAHahHA ogni pratica di violenza sarà ben accetta xD Si, la mamma è un mito. Diciamo che sto facendo tutte mamme simpatiche, vero? Sarà che la mia è un pochetto fuori di testa xD Allora, che diciamo dello zietto figo?? MHahAH un bacione maddy, alla prossima!
 
__Claire__ :  Ciaoo!! E’ un secolo che non ci sentiamo. Colpa mia -.- lo so. Chiedo venia! Allora, si, la mamma è un mito. MAhahAHh faccio uscire sempre madri molto simpatiche, sarà che convivo con una che è un pochetto fuori di testa! xD Martina non avrà mai a che fare, intimamente, non lo zietto, è tutto di Elisa, perciò almeno su quello siamo tranquilli xD Spero che il capitolo ti piaccia, alla prossima. Un bacione!
 
Vichy90 : Ciaooo *-* Ti ringrazio molto per i complimenti *-* Davvero, mi hanno fatto un immenso piacere, e mi scuso molto per il ritardo! Sono anche contenta che i personaggi ti risultino azzeccati! Elisa, soprattutto, non so, ma la vedo perfetta come Sophia Bush. Spero che anche questo capitolo ti piaccia, un bacione e alla prossima!
 
totoby :  Ciaoo :D Tranquilla, prima o poi arriverà il momento in cui quella pagherà! *-* Devo solo trovare il modo! xD  Ci sarà anche un bel happy ending. Oddio, non posso assicurarti che in mezzo ci sia anche michela, potrebbe già essere all’altro mondo, ma non si sa mai. Spero che il capitolo ti piaccia, un bacione e alla prossima!
deny : Tesoroooooo *-* Vabbè, io e te andiamo oltre il discorso recensione xD Spero che il capitolo ti piaccia, ma tanto viene in secondo piano. Tu, come va?? Ho trovato la risposta al messaggio su facebook! Visto che sabato movimentato? O.O Ti giuro, non sapevo se ridere o meno MAahAH xD Ma la soddisfazione deniii, la soddisfazione quando l’ho cacciato dal tavolo *-* ( che poi ricorderà poco nulla a quanto ho capito xD ) . Quello pensa che sono ancora la ragazzina che gli passava i compiti alle medie per ogni parolina dolce. No signore! xD Che poi lo cercavo furtiva con lo sguardo è tutta un’altra storia mahAHhah xD Un bacione enorme tesoro, ci sentiamo appena possibile. Ti voglio bene!!
 
3things : Lalllaaaaaaaaa *-* Stupida scuola che mi porta via tempo! Come va?? Ah, prima che mi scordi, da sua personale guida tv la informo che stasera abbiamo “x factor” su rai due alle nove e “27 volte in bianco” su canale cinque al medesimo orario MAhahAHhah xD Allora , allora è da l’altro ieri che non ci sentiamo eppure sembra un secolo. Me ne vengo in spagna prima che torni, almeno ci facciamo un po’ di mare *-* Qui è arrivato il freddo ( che poi sarà caldo rispetto al nord xD ) e sono partite le prime cioccolate calde MAhahAHH  *-* Allora, che ne pensi? Lo zietto ? Questi so coccia dure peggio di Baltori e Pece xD Un bacionee grande grandissimo lallaaa!!! :**
 
machi : Ciao :D ti ringrazio per i complimenti *-*mi fa tanto piacere che ti piaccia. So che mi sono fatta spettare, spero di riuscire ad aggiornare prima! Spero che il capitolo ti piaccia, un bacione e alla prossima!!
 
  



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Capitolo 5
*** A Drinking Bout, A Fight And A Kiss ***


LucasElisa



                           Lovely Secrets 
                A Drinking Bout, A Fight And A Kiss 



Avevo aperto un solo occhio, e ciò che ne avevo ricavato era la vista di mio zio, sdraiato sul divanetto della mia stanza : Dio, pensavo che la sbornia lo avrebbe allontanato almeno dalla mia testa.

La sbornia.

Avevo richiuso l’occhio, pregando che quel maledetto senso di nausea mi lasciasse in pace, almeno per qualche minuto.

Ma quanto cavolo avevo bevuto? 

Mai – mai – in vita mia mi ero ubriacata : neppure al mio diciottesimo compleanno – e dire che ne avevo visti di festeggiati che partivano la sera della loro festa : Giovanni, addirittura, era ubriaco prima ancora che la sua festa iniziasse. Solo qualche secondo dopo, riaprendo l’occhio, avevo capito che qualcosina non andava : se avevo litigato a morte con lui, perché diavolo era nella mia camera?

Oddio, che cazzo avevo combinato?

Istintivamente mi ero alzata a sedere, beccandomi logicamente le conseguenza del mio gesto avventato. Le mie povere tempie pulsavano senza pietà, tanto che avevo soffocato un lamento, mentre chiudevo gli occhi afflitta. << Bevi questo e rimettiti giù >> aveva borbottato la voce di Lucas. Avevo riaperto gli occhi, scrutandolo attentamente : sembrava piuttosto stanco. << Grazie >> avevo risposto, prendendo la tazza dalle sue mani. << Al massimo venti minuti e almeno il mal di testa dovrebbe passarti … incosciente. >> aveva concluso, mentre il mio sopracciglio si alzava verso l’alto.

Figurarsi se non diceva la sua.

<< E’ la prima volta … è anche l’ultima >> aveva replicato, appoggiando la tazza sul mio comodino e tornando stesa. << Buon per te >> aveva replicato atono, per poi cambiare totalmente tono :  << Non ti ricordi niente? >> mi aveva domandato … malizioso.
Un sentore di allarme mi aveva pervasa : avevo fatto una cazzata, sicuro come la morte, l’avevo fatta. << Ehm … direi di no >> avevo borbottato, fissandolo attentamente, nella speranza di scorgere qualcosa dal suo viso. << Meglio … per te >> aveva affermato, mentre una paura si insediava nella mia mente.  Mentre mi passavo una mano sul viso – ricorda Eli, ricorda – avevo notato – solo in quel momento – di come la debole luce che illuminava la stanza, non proveniva da fuori, ma dalla lampada del mio comodino. Dio, com’ero ridotta.  Voltando il capo di lato, avevo visto l’orario della sveglia : 4.34                     

Non mi ritrovavo con i tempi, mi sembrava di aver dormito parecchio, ma allora a che ora ero tornata a casa ? << Immagino di sapere a cosa stai pensando, e sappi che eri ubriaca fradicia già alle dieci e mezza, i miei complimenti. Devo dire che ti ho anche sopravvalutata, sei addirittura peggio di una bambina >> aveva detto, mentre io lo trucidavo velocemente con lo sguardo, altro non mi era permesso da quel dolore lancinante.
<< Ti ho già detto che è stata la prima volta >> avevo ribadito, nella speranza che quel maledetto concetto gli entrasse in mente. << Oh povera piccola >> aveva continuato sbeffeggiandomi << e perché l’avresti fatto? Il ragazzo ti ha lasciata ? >> mi aveva chiesto, mentre riuscivo perfino a sentire il sangue che affluiva al cervello.

Maledetto.

<< Allora, chiariamo una cosa >> avevo risposto portandomi in piedi, prendendomi tutte le conseguenze che il mio gesto comportava << Io … Ehi, dove sono i miei vestiti ? >> avevo chiesto inorridita, non appena mi ero accorta di indossare una maglietta – che non era mia, assolutamente – e che mi copriva a mala pena il sedere. <<  Li ho appoggiati nel tuo bagno e , se te lo stai chiedendo, si,  tesoro ho approfittato delle tue condizioni qualche ora fa >> aveva esclamato, mentre un mio sopracciglio si alzava verso l’alto. Avevo fatto un passo avanti, portando un indice al suo petto : <<  e … devo andare al bagno >> .
Velocemente, sotto il suo sguardo allibito, mi ero defilata in bagno : l’effetto di tutta quella roba ingurgitata iniziava a farsi sentire.

Qualche minuto dopo, mi ero ripresentata in camera, ritrovando il soggetto nella medesima posizione di prima. << Dicevo >> avevo esordito  riportandomi di fronte a lui  << … mi hai messo le mani addosso ? >> avevo domandato, con un voto di voce tendente all’acuto. << Zitta >> aveva replicato, tappandomi la bocca con una mano << Che cazzo fai ? Vuoi farmi sbattere fuori? >> aveva chiesto, mentre si avvicinava maggiormente a me. D’accordo, non sarei parsa coerente come persona se avessi pregato che quella mano scendesse a sfiorare il resto del mio corpo, vero ?

<< Elisa >> aveva sussurrato, mentre sobbalzavo spaventata : talmente persa nei miei pensieri, non mi ero accorta di quanto si era avvicinato << Fammi un favore và, copriti un po’ >> mi aveva detto, mentre io arrossivo appena. Avevo portato lo sguardo in basso, osservando come le mie gambe risultassero abbastanza scoperte.

Oh.

Avevo riportato lo sguardo su di lui, che mi fissava serio. << No >> avevo replicato, cercando di mantenere un tono di voce quantomeno deciso. Aveva spalancato di poco gli occhi, prima di sorridere malizioso. << E se ti dicessi che ho intenzione di baciarti ? >>  mi aveva sussurrato all’orecchio, prima di sfiorarmi leggermente la spalla e farmi rabbrividire sotto il suo tocco.

Un attimo, sto assimilando la cosa.

Prima che potesse succedere altro, si era ritirato bruscamente e aveva puntato lo sguardo altrove. << Ripeto : fai meglio a coprirti … poi possiamo discutere delle tue marachelle  >> aveva esclamato, d’un tratto inacidito .
 
 



Mi ero rivestita – non per fare un favore a lui, sia chiaro – ma perché era più conveniente anche per me : se i miei mi avessero trovata – cosa poco probabile comunque, considerato quanto le cannonate non servissero a niente per svegliarli – in quelle condizioni di fronte a lui. Sfortunatamente, mia madre, aveva un malsano livello di fantasia, e avrebbe anche potuto immaginare un tentativo di seduzione – mio – ai danni dell’avvenente zietto.

Come già detto, meglio evitare.

Tornando – nuovamente  - in camera, l’avevo trovato comodamente steso sul mio letto. Una tempia aveva incominciato a pulsare con più forza – come se il mal di testa dovuto alla sbornia non fosse sufficiente – mentre il nervoso si faceva strada nel mio corpo – annientando i globuli – rossi e bianchi, senza distinzioni – e ogni altro tipo di cellula presente.

Ero in metamorfosi.

Come cazzo si permetteva di sdraiarsi sul mio – il mio, porca vacca – letto ? Eh , Dio mio, dillo che se la situazione fosse diversa, saresti ben contenta di esserci anche tu  - con lui – su quel letto!  

Avevo chiuso gli occhi stizzita : se non mi trovavo  in accordo neppure con me stessa, ero messa male. Peccato, però, che l’avrei capito solo più tardi : quello, era solo l’inizio … della fine ? Ah, quello, a dire la verità, non lo sapevo.

Udite , udite, Elisa non sa.

<< Ma insomma >> avevo borbottato, scuotendo leggermente il capo. << Oh, la principessina è di nuovo tra noi >> aveva affermato sarcastico quello. Avevo alzato una mano, indicandolo ostile con l’indice, e avevo replicato acida << Ma lo sai che proprio non mi vai giù? Non ti sopporto >>.

Bugia.

<<  Ah, amore, la cosa è assolutamente reciproca, non vorrei lasciarti dubbi in proposito, ma – considerato che tra i due l’adulto e il maturo sono indubbiamente io – >> <<  La vuoi finire con questa storia?! Non mi sono mai attribuita meriti o altro, ma una cosa che posso assicurarti è che sono piuttosto matura per la mia età e >> <<  Ed è per questo che il primo giorno che ci siamo conosciuti ho dovuto strapparti da tua cugina perché la volevi picchiare? Oppure è la tua maturità che ti ha detto cosa potevi bere per ubriacarti velocemente stasera? >> aveva chiesto retorico e sarcastico, alzandosi  e raggiungendomi con due falcate. << No, no, no. >> avevo esclamato improvvisamente <<  Quello che c’è tra me e quella poco di buono di mia cugina, è una questione che non puoi giudicare se non sai e – maturità o meno -  le mani addosso sono obbligatorie.
Per il secondo punto, caro, possiamo far entrare in quel tuo patetico cervellino che è stata la prima volta, e sarà anche l’ultima? >> avevo domandato , avvicinandomi a lui, per fronteggiarlo meglio, nonostante il notevole dislivello di altezza. << Eh allora, ritornando al discorso di prima, il mio patetico cervellino può di grazia sapere perché cazzo stasera hai bevuto come una spugna? >> aveva chiesto, alterandosi appena verso la fine della frase.

<< Ma a te che t’importa? >> avevo domandato << Infondo non mi sopporti , giusto? Sono o non sono la perfettina e viziata primogenita? >> avevo continuato, diventando più acida ad ogni domanda,  e mostrando probabilmente il mio disappunto per quelle sentenze sparate senza cognizione di causa.

<< L’hai fatto per questo? >> aveva chiesto quasi incredulo, mentre io avevo istintivamente fatto un passo indietro, dando adito alle sue ipotesi. << Quindi basta qualche parola per ridurti così? >> aveva continuato retorico, mentre io allargavo gli occhi incredula.

Dio mio , era vero.

<< I miei complimenti, di male in peggio, sinceramente non so neppure più come classificarti … mi stai facendo capire che devo stare attento a parlare allora ? Non sia mai che alla prossima offesa tu ti possa tagliare le vene … Avete del cianuro in casa? >>. A quel punto non ci avevo visto più, avevo ricompiuto quel passo in avanti, a cui ne avevo aggiunto anche un secondo. <<  Che cazzo dici? >> avevo chiesto urlando –  ringraziando ancora il cielo, che i miei fossero in una sottospecie di letargo – e picchiettando ripetutamente il mio indice sul suo petto . << Tu non mi conosci, non sai niente di me, di quello che ho passato o … >> non avevo fatto in tempo a completare la frase.

Era successo tutto in meno di un secondo : le mie braccia, che fino ad un momento prima si muovevano come impazzite sul suo petto, erano state fermate al livello dei polsi, in una ferrea presa che non lasciava scampo e … le sue labbra, avevano catturato le mie con violenza. Aveva avvicinato il mio corpo al suo, lasciando che una sua mano giungesse alla mia nuca, per non interrompere quel contatto. Un gemito di dolore era probabilmente uscito dalle mie labbra, e immediatamente la presa sul polso ancora imprigionato si era fatta più morbida. Le labbra erano diventate d’un tratto gentili, come a voler chiedere il permesso di continuare quel bacio. Permesso che non avrebbe avuto se fosse dipeso da me, permesso che gli avrei negato , se non mi avesse spinta contro il mobiletto accanto, lasciando che la sorpresa gli permettesse di approfondire il bacio; bacio che non avrei dovuto trovare piacevole … appagante ; bacio che non avrei dovuto ricambiare ; bacio che aveva decretato l’inizio di quella fine.

E quando aveva sciolto il contatto, non aveva lontanamente pensato che volessi delle spiegazioni, no; aveva solamente pronunciato una frase, con un tono roco da farmi persino rabbrividire. << Neppure tu mi conoscevi … >>.
 
 
Angolo Sciona
Bene , bene .. ragazze mie, no, non sono morta. Sono viva e sono tornata *-* Me in versione Panda coccoloso vi chiede scusa per il ritardo ( e so che voi non potete resistere ai Panda coccolosi dai Y.Y ) C’è da dire che almeno non ho impiegato due mesi per il capitolo, sono stata brava vero ? *O* amahhaah comunque – no, io non commento questo capitolo, lascio tutto a voi – ringrazio chi ha continuato a mettere la storia tra preferite/seguite e da ricordare. Ho anche scoperto che va meglio questa storia dell’altra ( e ci sono rimasta O.O ) quindi già che ci sono mi faccio pubblicità. The Edge Of Love c’è, insieme al nuovo capitolo della settimana scorsa xD
 
Risposta alle recensioni :
_Maddy_ Ciaoooo xDD Si, è stato stronzo u.u e probabilmente sarai ancora arrabbiata con lui xD Capisco sull’invasione degli spazi, anche se tu sei messa un pochettino peggio di me . Io alla fine ho solo un fratello che gironzola per casa, e le guerre si aprono soprattutto per il bagno -.-‘ Vabbè, tanto l’anno prossimo me ne vado *_* Tu, tutto okkei? Un bacione grande e alla prossima!
 
fataflor  : Ciaooo Anna :D  Grazie per la comprensione *-* stavolta ho fatto un po’ più la brava vero? xDD Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero che valga lo stesso anche per questo, visto che ho fatto fare il boom xD Grazie mille per i complimenti, davvero *-* un bacione e alla prossima.
 
missLovely91 : Ciaoo :D ti ringrazio molto per i complimenti, sono contenta che ti piaccia e che tu abbia recensito. Hai ragione per il carattere che uso, cercherò di rimediare ( sono proprio impedita con quell’editor ç_ç ) . Spero che questo capitolo ti piaccia, un bacione e alla prossima.
 
__Claire__ :  Ciaooooo :D Vedi che brava, sono stata più “veloce” u.u mahahahaha xDD Si, lì in mezzo non si capisce chi dei due è più fuori. xD Allur, cosa fa Eli da ubriaca ancora non lo sappiamo ( me tantooo sadica ) ma visto che ti ho fatto succedere? ! MAHhaH xD La bomba è scoppiata. Un bacione grande grande e alla prossima!
 
_deny_  Love *-* where are you? ç_ç  ammetto che negli ultimi giorni non sono stata reperibile, ma I’m here if you want! Allora, tesoro, che mi dici? Guarda che ti ho combinato!! Non sono io se non metto il macello all’improvviso, e a noi l’incesto ci piace, quindi : Olèèè :D sto sclerando, lo so, ma è solo per non pensare a inglese, che dovrei accingermi a fare -.-‘’ Dai un bacione da parte mia a Matt? ç_ç ha il telefono rotto il telefono ( Emma alle calcagna xD ) e non ci possiamo sentire. xD  Ora, evito di annoiarti oltre con i miei sproloqui. Ti mando un bacione grande grande e ci sentiamo presto. Ti voglio bene!
 
3things : Lallaaaaaa :D dove seiii??? Ho perso anche te ç_ç So però che c’è di mezzo il passaggio di nazione, quindi tutto regolare :D Penso di aver capito che abbiamo scongiurato l’allagamento , anche se si sta allagando mezza Italia o.o Lalli, sei stata tu?? Comunque, si, i due hanno un bel caratterino, e spero che si sia capito anche da questo capitolo. Come sempre spero ti piaccia,e ci sentiamo appena ti sarai sistemata, no problem. Goditi la nuova vita. Un bacioneoneone  <3 <3
 
ary_gg : Ciaoooo :D come staii?? Mi spiace non aver risposto all’altra recensione ç_ç spero che quel fatto si sia risolto :D Siamo già in due ad amare Lucas, buono :D Un giorno per uno e siamo a posto xD Allora, Eli si rende conto alla fine che sono state le parole dello zietto figo *O* a metterla k.o ma il bacio , che ne dici? Spero che il capitolo ti piaccia , un bacione e alla prossima!
 
Eky_87 : Ciaooo :D Sono contentissima per ciò che hai detto , davvero, e ti ringrazio *_* sono contenta che ti piaccia la storia e anche i personaggi. Quindi anche tu hai un famiglia stranina ? *O* ohh, qualcuno che può capirmi xD anche se la mia situazione non è così esasperata, le litigate qui non sono mancate xD  Spero che ti piaccia anche questo capitolo, un bacione e alla prossima!
 
Vichy90 : Ciaoo :D grazie per i complimenti e per la comprensione *O* Stavolta ho fatto un pochino più veloce vero? *-* Sono contenta che ti immedesimi con Elisa! xD Cosa ne dici invece di questo capitolo? Ho fatto fare il botto! xD spero ti piaccia, un bacione e alla prossima! 

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Capitolo 6
*** Questions, Fantasies And Alternative ***


                  Lovely Secrets
- Questions, Fantasies And Alternative -







<<  Adesso, dimmi tu, che caz- cavolo significa “Neppure tu mi conoscevi”! >> avevo sbottato acida, mentre chiudevo delicatamente il pannolino pulito al mio fratellino. Non che mi aspettasi seriamente una risposta da lui : mi aspettavo più un qualche cenno divino.
 

Ale aveva sbattuto gli occhietti, come a darmi la conferma che da lui non avrei ottenuto proprio un bel niente, e proteso le braccia verso di me, in un chiaro invito a prenderlo in braccio. Avevo sorriso, mentre lo prendevo per cullarlo, camminando avanti e indietro per la stanza, sperando che il movimento lo aiutasse ad addormentarlo senza che facesse troppi capricci.
 

<< Va bene, forse sono stata leggermente prevenuta nei suoi confronti >>

Leggermente?

<< E avrei potuto essere un tantino più gentile >>

Oh, atto di coscienza. Un bel passo avanti Elisa, i miei complimenti.

<< Rispondere più garbatamente alle sue provocazioni  >>

Giusto un po’.

<< E caso mai, anche evitare di insultarlo >>
 
<< Sai, quando quella volta ti ho detto “ Eli, devi lasciarti andare un po’”, intendevo davvero solo un po’ ; e , sono anche arrivata alla conclusione che preferivo di gran lunga quando eri tu la responsabile tra le due >>.


Martina aveva sempre adorato le entrate in grande stile, era una sua prerogativa : al suo compleanno aveva aspettato che il locale fosse pieno di persone, per poi farsi puntare un faro , ed entrare sotto gli occhi di tutti.


<< Ah , tesoro, potrei stilarti una lista di cose lunga quanto gli insulti che propinerei a mia cugina, e poi vediamo chi è più responsabile di chi, ok? >> avevo chiesto voltandomi verso di lei, che si era accomodata sulla poltroncina accanto al fasciatoio.
 


Aveva storto il naso, sapendo di essere nel torto, e poi aveva sorriso notando come si era accoccolato mio fratello : stava meglio di tutti lui. << Come stai? >> aveva poi chiesto, notando ancora il colorito non propriamente normale che si conservava sul mio volto.
 


<< Starei meglio se lo stomaco smettesse di bruciarmi in questo modo, ma tutto sommato pensavo peggio : Lucas .. mi .. mi ha dato qualcosa per il mal di testa stanotte, e almeno ho dovuto evitare di trascinarmelo per tutto il giorno. >> avevo risposto, mentre le voltavo le spalle.
 

<< Hai esitato >> aveva istantaneamente esclamato Martina, alzandosi e raggiungendomi dall’altro lato della stanza.
<< Tu non esiti mai quando parli, a meno che non hai qualcosa da nascondere >> aveva concluso puntando il suo sguardo nel mio.
 
<< Io non … non ho esitato >>
 
Cazzo.


<< Elisa >>. Dio,  quando faceva quel  tono di voce mi ricordava tanto mia madre.


<< Uhm >> avevo mugugnato in risposta, scoraggiata ormai dal dover svuotare il sacco in un arco di tempo quantomeno limitato.


<< Ti conviene parlare, o dico a tua mamma chi ha casualmente ammaccato il paraurti della sua adorata macchinina facendo la retromarcia, senza poter tra l’altro guidare aggiungerei >>.


Questa era una cosa in comune che avevamo io e Martina : le minacce.

Avevamo sempre avuto questa specie di passione : annotarci – nel caso in cui potessero essere dimenticate – tutto ciò che di compromettente una persona poteva fare, per poi ritorcerglielo contro il prima possibile.


Bastarde?


Eh già.
 
L’avevo fulminata con lo sguardo  : << Odio quando usi questo metodo contro di me >> avevo sbuffato, mentre riponevo Alessandro – ormai bello che andato – nella culla.



<< Ma davvero? Eppure mi ricordo di una certa ragazza – Elisa forse? – che mi ha costretto a toccare il di dietro al ragazzo per cui ho una cotta, minacciandomi in caso contrario di dire a mio padre del tatuaggio >> aveva replicato, mentre alzava di poco il bordo della maglietta.
 
Mea culpa.
 
<< Ehi, ingrata, era il mio modo per aiutarti! >> avevo protestato stizzita, incrociando le braccia al seno.


<< Facendomi passare per maniaca? >> aveva chiesto subito dopo lei, mentre davanti ai miei occhi scorrevano le immagini di quel giorno. Dio, quanto avevo riso quel giorno!
 
<< Come la fai lunga >> avevo borbottato ridendo, mentre la invitavo a seguirmi in cucina, mettendole davanti al viso un piattino di torta.



<< Sei … una … bastarda >> aveva detto tra un boccone e l’altro, mentre le versavo del succo in un bicchiere.
 
<< Perché scusa? >> avevo chiesto mentre le ponevo il bicchiere di fronte al viso.
 
 
<< Perché eri quasi riuscita a farmi perdere il filo del discorso >> aveva detto mentre io alzavo gli occhi al cielo << ma io sono più bastarda di te – una bastarda insistente a dire in vero >> aveva continuato mentre annuivo energicamente << e voglio sapere cosa diamine è successo >> aveva concluso infilandosi in bocca l’ultimo pezzettino di torta.
 
Mangiava troppo velocemente per i miei gusti.
 
<< E va bene >> avevo affermato all’improvviso << Lucas mi ha baciata >> avevo concluso, peccato però che l’avessi in parte bisbigliato.
 
<< Scusa? >>. Appunto. Martina appariva confusa, mentre si portava il bicchiere alle labbra.
 
<< Lucas mi ha baciata >>
 
<< Dio santo Elisa, caccia quella cazzo di voce ! >> aveva sbraitato la mia migliore amica, sbattendo il bicchiere sulla penisola della cucina, e dimostrando tutta la sua finezza.
 
<< Lucas. Mi. Ha. Baciata >> avevo ribadito, scandendo bene le parole, mentre aspettavo una sua reazione.
 
<< Oh. >>


Questa era stata la sua  brillante uscita,  prima di  alzare gli occhi su di me, attenta, esaminatrice.

Detective Martina all’azione.
 



<< E ti è anche piaciuto >> aveva affermato subito dopo, mentre io avvampavo d’imbarazzo.


Si, mi era piaciuto, e non poco; mi era piaciuto tanto da desiderare altro.

<< Smettila! >> avevo sbottato all’improvviso.

<< Di fare che? >> aveva domandato lei sulla difensiva, mentre io iniziavo a camminare nervosa.

<< Di analizzarmi : non farlo! Mi imbarazzi >> avevo spiegato, mentre puntavo il mio sguardo nel suo, giusto per fargli capire quanto fossi seria.
 
<< Non sono io che ti imbarazzo trèsor, quello che ti imbarazza è il bacio che hai dato a tuo zio >> aveva replicato, mentre io la fulminavo iraconda.
 
<< Non ho baciato mio zio, è stato mio zio a baciare me >> avevo chiarito, calcando particolarmente su quelle tre lettere.
 
<< Fa lo stesso >> aveva replicato , alzando una mano come a voler dire che quel particolare non era fondamentale.
 
<< No, non fa lo stesso. Non sono io che mi sono bloccata le braccia e mi sono sbattuta vicino al mobiletto >> avevo chiarito stizzita, mentre le immagini di poche ore prima mi tornavano alla mente.
 
… e un brivido mi scuoteva.
 
<< Oddio >> aveva esclamato la mia migliore amica, mentre osservavo i suoi occhi illuminarsi. << E’ sempre stata la tua fantasia segreta >> aveva continuato, mentre mi portavo stancamente una mano sugli occhi.
 
Ma grazie , grazie di avermelo ricordato.
 
In quel momento – prima che la situazione potesse degenerare ulteriormente , e che fossi sbattuta dietro le sbarre per omicidio – erano rientrati i miei genitori.
 
<< Ciao tesoro >> l’aveva salutata mia madre, lasciandole un bacio sulla guancia, ignorandomi completamente.


Oh, era una vera goduria essere ignorati.

<< Madre >> avevo sputato acida, mentre lei si voltava incuriosita verso di me.

<< Figlia? >> aveva replicato , spingendomi a parlare, ma già vedevo quel sorrisino che gli imporporava il viso.


<< Ma certo, sminuisci in tal modo la mia figura, fai pure. Piangerai amaramente donna, la maturità è vicina! Non provare a chiamarmi quando me ne andrò >> avevo sbottato, mettendo in piedi la solita sceneggiata di figlia incompresa.
 
<< Dove va la mia bambina ? >> aveva chiesto allarmato mio padre, sbucando dalla finestrina che dal giardino dava in cucina, e facendoci sobbalzare tutte dallo spavento.
 
<< Lontano, molto lontano >> avevo risposto, enfatizzando tutta la frase.
 
<< Dove va la mia nipotina? >>


Dio. No, queste cose non me le puoi fare : se esisti, non puoi proprio.
 
Mi ero voltata dalla parte opposta, trucidando Lucas che entrava tranquillamente in cucina : << Non penso che siano affari che ti riguardano >> avevo risposto acida, lasciando che lui si aprisse in un sorriso.
 
<< Nipote. Questa parola ancora non ti entra in testa vero? Sei mia nipote, devo saperlo >> aveva chiarito, mentre io mi aprivo in un sorriso beffardo, tremando allo stesso tempo, per quel tono possessivo.
 
<< Solo quando vuoi tu sono tua nipote, o no? >> avevo chiesto, mentre osservavo la sua espressione passare da spensierata ad indispettita.
 
Il nostro scambio di battute non sembrava aver attirato poi molta attenzione, fatta eccezione per Martina, che sembrava una ragazzina al cinema. Gli mancavano i pop corn effettivamente, dovevo procurarglieli.
 
<< Tesoro, resti a cena stasera? >> le aveva chiesto mia madre, mentre lei continuava a guardare noi ed annuiva energicamente.
 
<< Certo. Quando mi ricapita un’occasione del genere? >> aveva sussurrato, mentre io dividevo la mia concentrazione tra ciò che poteva dire lei, e lo sguardo duro di mio … zio.
 
 


***
Mentre mia madre cucinava e discuteva con Martina di un’ammaccatura trovata sulla sua macchinina, io mi ero diretta nella mia camera, per cambiarmi con  qualcosa di decisamente più comodo.


Stavo infilando il pantalone della tuta – o meglio, mi stavo quasi ammazzando per farlo – quando avevano bussato alla porta.

<< Marti, da quando ti fai problemi ad entrare in camera mia? >> avevo chiesto sarcastica, mentre infilavo la prima gamba.
 
Avevo sentito la porta aprirsi, ma poi nessun rumore : strano, se considerato che  Martina lo era particolarmente.

Alzando gli occhi, avevo compreso come anche quella fosse una delle tante cazzate, che si andavano ad aggiungere alla lista.

Lucas, con una mano ancora sulla maniglia, mi osservava, serio , attento.

Avevo deglutito a vuoto, infilandomi del tutto in quei maledetti pantaloni, mentre continuavo a fissarlo di rimando.

<< E’ pronto >> aveva affermato, mentre io annuivo e mi avviavo dietro di lui.
 
Tensione.
 
Prima che potessi uscire dalla stanza, era rientrato, chiudendosi la porta alle spalle.

<< Senti … >> aveva poi detto, mentre inconsapevolmente facevo un passo indietro.

Un lampo di confusione – e poi di divertimento – aveva avvolto il suo sguardo, portandomi ad indietreggiare ulteriormente.
 
<< Problemi? >> aveva chiesto avvicinandosi di un passo, mentre io alzavo spavalda il viso verso di lui.

<< Ovviamente no, ma se permetti  >> avevo detto mentre lo sorpassavo << andrei  a cen … >> e venivo bloccata dal suo braccio.
 
Avevo chiuso un attimo gli occhi, bisognava mantenere la calma, nulla di più.
 
<< Perché scappi? >> aveva sussurrato al mio orecchio, mentre io stringevo una mano a pugno.
 
Bisognava mantenere la calma, e i brividi.
 
<< Non scappo >> avevo replicato alzando il viso verso il suo << Non io almeno >> avevo concluso, guardandolo seria.
 
A ben vedere, era lui che dopo avermi baciata – ed avermi detto quella frase – se n’era andato.

Se non era camera tua, saresti scappata prima tu.

Dettagli!

Aveva incassato il colpo ammirevolmente, non c’era stato nessun segno di sorpresa alle mie parole, ma i nostri si erano improvvisamente avvicinati di poco.

Avrei potuto aspettare che catturasse ancora le mie labbra, andando contro al fatto che fosse mio zio, e tante altre cose;  oppure avrei potuto allontanarmi tranquillamente, rinnegando però l’attrazione che provavo.
 
Avevo scelto la seconda, uscendo dalla mia camera e respirando a fondo.
 
 
 
 
Buonasera! Sembrerà strano – lo so – un aggiornamento subito dietro l’altro, ma per oggi ho piacevolmente represso i miei sensi di colpa e ho lasciato Geografia astronomica al suo destino. Questa storia va un po’ a rilento rispetto all’altra, solo perché sono più vicina a Mattia e Chiara, ma sto entrando anche dentro Elisa, e prima o poi arriverò anche a Lucas *-* o almeno si spera! xD Ringrazio chi ha inserito la storia fra le preferite, ricordate e seguite, grazie mille! Spero che il capitolo vi piaccia, un bacione! Dopo cena rispondo alle recensioni del capitolo scorso :D 

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Capitolo 7
*** Di Impiccione e Sabotaggi ***


                     Lovely Secrets
           - Di Impiccione e Sabotatori -




Dopo circa mezz’ora che eravamo a tavola, mi ero impedita di domandarmi perché colui che mi era accanto era
proprio Lucas, cercando di orientare i miei pensieri su tutt’altro che non andassero a parare su me e il precedente
soggetto citato impegnati in situazioni poco caste.

Peccato che la mia migliore amica non fosse particolarmente utile quella sera, e che fosse anzi impegnata
nel rendermi la vita ancora più complicata del previsto.

<< Ah Lilì, ci vieni al veglione, vero? >> aveva domandato, mentre la osservavo – dall’altro lato della tavola -
poggiare la forchetta nel piatto.
 
<< Certo che no >> avevo replicato gentile io, prendendo il bicchiere, e facendo finta di non notare l’espressione
disperata che stava mettendo in piedi.
 
<< Ma …ma perché? >> aveva poi domandato, sull’orlo delle lacrime – lo dicevo io che poteva fare l’attrice –
guardandomi con i suoi occhioni azzurri.
 
<< Tresor, sinceramente >> avevo replicato sporgendomi sul tavolo per guardarla meglio

<< Non ho assolutamente intenzione di starmene seduta tutta la sera da sola, mentre tu –giustamente-
starai con il tuo ragazzo ; Christian poi non viene, quindi … >> mentre fornivo la mia brillante spiegazione, mi aveva interrotta.

<< Se solo tu la smettessi di rifiutare tutti gli inviti >> aveva affermato, assottigliando gli occhi per fulminarmi,
mentre io cercavo di farle capire che doveva chiudersi quella bocca.
 
<< Quanti inviti hai rifiutato? >> aveva chiesto una voce accanto a me, mentre l’irritazione cresceva a dismisura.

<< Non sono affari tuoi >> avevo replicato io senza guardarlo in faccia, peccato che nello stesso momento Martina
avesse deciso di continuare a darmi filo da torcere.

<< Quattro  >> aveva affermato mentre la guardavo storto.

<< Erano tre >> avevo replicato stizzita io.

<< Anzi no, cinque >> aveva ribattuto invece lei, aiutandosi a ricordare con le dita della mano sinistra, mentre
io alzavo gli occhi al cielo.
 
<< Ma, Eli, perché? >> aveva chiesto confusa mia mamma, mentre io sospiravo pesantemente.

<< Come perché? >> aveva chiesto sbalordito mio padre guardando mia mamma
<< Brava la mia bambina >> aveva poi esclamato sorridente, mentre puntava  uno sguardo fiero  su di me  e io ridevo.
 
Pensavo che il discorso fosse finito li ; le occhiate che avevo lanciato a Martina pensavo  sarebbero state 
sufficienti a farla stare zitta, ed avevo ripreso a mangiare tranquillamente, mentre Lucas e mio padre parlavano
di qualcosa che non attirava la mia attenzione, e mia mamma si era alzata per prendere il dolce.
 
<< Ho un’idea! >> aveva esclamato all’improvviso la mia migliore amica, mentre io cercavo di non strozzarmi
con il boccone di torta che avevo in bocca.

Che Dio ce ne salvi.
 
<< Qualunque cosa sia, no! >>  avevo replicato, pensando che per una volta tanto mi avrebbe ascoltata.
Mi aveva infatti guardata per due secondi –e , Dio , pensavo di averla convinta – prima di alzare le spalle e guardare accanto a me.
 
<< Perché non la porti tu al veglione? >>
 
La forchettina mi era caduta dalle dita, mentre ascoltavo la domanda e cercavo di convincermi che non l’avesse fatto davvero.
 
Ti prego, fa che l’abbia chiesto a papà piuttosto!
 
<< Fantastico! >>

Mi ero voltata allucinata verso mio padre, che annuiva e conveniva con mia madre che quella proposta dalla
mia quasi ex migliore amica, fosse un’ottima idea.

<< Ma … no! Non mi faccio accompagnare da mio zio! >> avevo replicato infervorata, guardandoli allucinata anche solo per averlo pensato.
 
<< Adesso fa comodo a te essere mia nipote, vero? >>  aveva sussurrato malefico Lucas, facendo in modo che lo sentissi solo io.
 
<< Elisa, non dire sciocchezze ! Nessuno all’infuori di Martina sa chi sia in realtà Lucas, e se tu sei talmente testona
da rifiutare tutti gli inviti non è colpa di nessuno, ma non puoi saltare il veglione dell’ultimo anno, potresti pentirtene! >>
 
Oh, ci mancava anche lei.
 
Mi ero voltata verso di lui, assottigliando lo sguardo, sperando che capisse che se avesse rifiutato ne avremmo
preso solamente vantaggio.

<< Dì di no >> avevo bisbigliato sottovoce.

Improvvisamente aveva steso le labbra in un sorriso – bello da mozzare il fiato – tanto che mi ero lasciata distrarre
per qualche secondo.

<< Perché? >> aveva chiesto, cercando di apparire ingenuo.

<< Dì di no e basta! >> avevo replicato bisbigliando furibonda.

La pazienza non sarebbe mai stata il mio forte.

<< Ed invece si >> aveva affermato lui, dandomi un buffetto sulla guancia, << ti accompagno volentieri nipotina >>.

L’avevo palesemente mandato a ‘fanculo, voltandomi poi verso la mia migliore amica.

<< E tu segui lui ! >>
 
***
 
<< So cosa hai intenzione di fare >> aveva affermato Martina, incrociando le braccia al petto e guardandomi storto.

Non volevo fare proprio niente, ed il fatto che girassi per la scuola a maniche corte a metà dicembre non
voleva assolutamente dire che stavo cercando di ammalarmi con tutte le mie forze!


Perché ci avevo provato – eccome se ci avevo provato – a sabotare quel veglione in tutti i modi possibili ed immaginabili,
ma mia madre si era intestardita al punto di trascinarmi con la mia – ex – migliore amica a comprare uno stupido vestito –
che mi stava anche bene –  e , come se non bastasse, aveva trascinato anche Lucas che però, a differenza mia e con mio
enorme disappunto, trovava quella faccenda decisamente più divertente di me.
 
Avevo allora fatto appello a mio padre, pensando di poter sfruttare l’ascendente che avevo in quanto unica figlia femmina,
ma, dopo diciotto anni, mio padre per la prima volta non mi aveva appoggiata. Ma lo sapevo io, che in un modo o
nell’altro c’era dietro quella dannata vipera di mia madre, l’aveva plasmato, e a pochi giorni da quella stupida
festa mi ero abbassata, mettendo da parte l’orgoglio, a chiedere aiuto proprio a colui che me lo aveva negato all’inizio.
 
<< Ragiona, potrei rovinarti la piazza >>

<< In che senso scusa? >>

<< Se ti vedono con me, e non sanno che sei mio zio, penseranno che sei il mio ragazzo, e non ti si avvicineranno >>

<< Tesoro, preferisco far impazzire te per una sera, piuttosto che avere loro >>

<< ‘Fanculo >>

<< Lo dici spesso ultimamente, sai? >>
 
Era per quello che stavo cercando quindi di ammalarmi, considerato che mi sembrava l’unico modo per evitare quel disastro che si preannunciava quella serata e che ero ormai giunta all’ultima spiaggia.
 

<< Non so di cosa stai parlando >> avevo replicato alzando le spalle, beccandomi un’occhiataccia di Martina.

<< Senti >> aveva affermato piazzandosi davanti a me << Hai l’abito perfetto, il cavaliere perfetto, e tutto quello
che dovrebbe avere una ragazza per una serata del genere, cosa c’è che non va? >>

L’avevo osservata allucinata, prima di piegare il capo di lato.

<< Sai  trèsor qual è la differenza tra me e te? Che io non mi faccio influenzare da tutti i telefilm che guardiamo,
mentre tu stai iniziando a perdere il contatto con la realtà! Sveglia! Non siamo in America, ma in una cittadella Italiana … >>

<< Ti odio quando fai così >> aveva borbottato sbuffando.

<< Tu mi odi ogni volta che ti contraddico >>

<< O che mi ricatti >>

<< E fai male … con l’ultimo ricatto ti ho procurato il ragazzo che ami >> avevo replicato trionfante.

Perché si, alla fine, farle toccare il sederino di quel pezzo di manzo non era stato inutile, anzi…
***

<< Ma non sei contenta? >>

<< Taci Giuda >>

<< Uh, come sei pesante. Ah, guarda che io e Marco siamo pronti – papà gli ha fatto l’interrogatorio – quindi potete partire da casa >>

<< Io penso ancora che non sia una buona idea >>

<< Esci da quella stanza e mostra a quel casanova da strapazzo che gambe che hai >>

<< Le ha già viste , se è per questo >>

<< Dettagli. Muoviti. >>

Non mi aveva neppure dato il tempo di replicare, ed aveva attaccato il telefono.

<< Elisa sei pronta? Lucas è di sotto che ti aspetta! >>

Incredibile, era più eccitata lei !

<< Si mà, si, sono pronta >> avevo sbuffato in risposta, aprendo la porta della mia cameretta e incrociando il suo sguardo mentre infilavo il cappotto.

<< E sorridi amore, che non stai andando al patibolo >>

Dici?

Che stavo andando realmente andando al patibolo l’avrei capito solo qualche minuto dopo, quando dopo
l’entrata in salotto, ero stata folgorata da un paio di occhi azzurri che mi scrutavano sorpresi, interessati, e che
non sembravano minimamente intenzionati a lasciarmi andare.

Non che io fossi da meno eh, il ragazzo – tuo zio Elisa, tuo zio – con quel jeans, e quella camicia che fasciava tutto
tutto – aveva scatenato gli ormoni , che uscivano dal letargo e si davano alla pazza gioia.

lucas
<< Signore aiutami >>

<< Cosa amore? >>

<< Niente mamma, niente >>

***

<< Non … non hai freddo? >>
elisa

Ero sobbalzata a quelle parole ; totalmente persa ad osservare fuori dal finestrino e a stare il più possibile
lontana da lui, mi ero persa nel mio mondo.

<< No … cioè, si … tanto … sto crepando di freddo! >>

La sua risata liberatoria mi aveva tranquillizzata, e fatta sciogliere un po’, tanto da permettermi di
muovermi liberamente sul sedile e di non stare appiccicata come un ragno alla portiera.

Nel movimento per spostare la borsa, il braccialetto si era impigliato con  un filo del vestito.

Partiamo bene.

<< Ma porca di quella … >> avevo imprecato a bassa voce, proprio mentre lui parcheggiava davanti casa di Martina.

<< Che succede? >> aveva chiesto confuso, mentre accendeva la luce all’interno dell’abitacolo.

<< Si è impigliato >> avevo spiegato, mentre tiravo il braccio senza il minimo tatto.

<< Aspetta, stai ferma che sennò fai fuori anche quel poco che hai addosso >> aveva ironizzato mentre con una
mano prendeva il mio polso, e poggiava l’altra sulla mia gamba.

Avevo sgranato gli occhi a quel contatto, percependo un brivido che mi attraversava la schiena.

Ti sono sempre stata fedele Signore, perché mi metti così a dura prova?

<< Ehi, siamo solo ad inizio serata e già le metti le mani tra le  gambe? >>

Questa era stata la stupenda e discreta entrata in scena della mia migliore amica.

Il rossore del mio viso sarebbe stato impossibile da ignorare, ma mentre io sembravo sconvolta da quell’affermazione, Lucas non aveva fatto una piega.

<< E’ sempre così discreta? >> mi aveva chiesto ridendo mentre metteva in moto l’auto.

<< No, fidati, può fare di meglio >> avevo replicato, voltandomi dietro per lanciare un’occhiataccia a Martina e un sorriso cordiale a Marco.

<< Mi chiedo perché diavolo ti sei messo insieme a lei >> avevo borbottato in direzione del suo ragazzo.

<< Diciamo che non tutte prendono e ti toccano il sedere >>

Eh beh.
 
***

<< Oddio >>

<< Se solo tu mi avessi ascoltata >>

<< Ma … ma queste quanti anni hanno? Quindici? >>

<< No caro, quella quattordici >>

<< Oddio >>

<< L’hai già detto, ora torniamo a casa? >>


<< E quei due li lasciamo a piedi ? >> aveva chiesto indicando la mia migliore amica e Marco che ballavano dolcemente in pista.

Cazzo.

<< Questo mi da la certezza che la prossima volta mi ascolterai. Vero? >> avevo chiesto speranzosa, puntando i miei occhi nei suoi.

Aveva sorriso malizioso, prima di allungare un dito verso i miei capelli, spostando una ciocca dietro l’orecchio sinistro.

<< Forse >> aveva poi soffiato, mentre io chiudevo istintivamente gli occhi.

Avevo distolto lo sguardo in fretta , quando era tornato ad osservarmi.

<< Devo bere >> avevo borbottato, alzandomi dal divanetto dov’ero seduta, prima di essere ripresa per un braccio.

<< Stai scherzando vero? >> aveva chiesto, indurendo appena lo sguardo, mentre io accennavo un sorriso beffardo.

<< Eddai zietto, fai finta di non vedere >>

Avevo percepito il suo corpo irrigidirsi a quella parola, prima che un sorriso incorniciasse il suo volto.

<< D’accordo >>

Confusa, l’avevo osservato mentre mi prendeva per mano e mi conduceva verso il bancone …
se solo, se solo all’ultimo momento non avesse cambiato meta, trascinandomi nel bel mezzo della pista, nonostante le mie proteste, imprecazioni e minacce di morte.

<< Fai la brava e vieni qua nipotina >> aveva esclamato, afferrandomi per i fianchi e facendomi scontrare con il suo petto.


Avevo alzato il capo, pronta a lamentarmi per la delicatezza del gesto, prima di ritrovarmi a due centimetri dalle sue labbra.

Ma, si era abbassato lui?

Mi ero alzata io? No perché, mi ricordavo più differenza eh !

Elisa … i tacchi !

Dannata di una madre e di una migliore amica!


<< Elisa >> mi aveva chiamata canzonandomi sulle labbra.

<< Che c’è? >>

<< Ferma le rotelle del cervellino >> aveva scherzato, mentre si spingeva di più contro di me ed io chiudevo ancora gli occhi.

<< Lucas … s- smettila >> avevo borbottato scontrosa, mentre quell’altro faceva il contrario.

<< Potrei effettivamente, ma … no >> aveva sussurrato sensuale al mio orecchio, mentre al buio della discoteca
mi lasciava un bacio sul collo.

Giuro che cambio religione se non mi aiuti !

Me l’ero scrollato di dosso, urlandogli una serie di insulti che a causa della musica non gli erano
arrivati alle orecchie, e a passo di carica avevo raggiunto il cortile del locale dove stava avvenendo la festa.

Avevo iniziato a camminare in tondo, inciampando ogni tanto per quei dannati tacchi alti, finchè non l’avevo
visto appoggiato ad un muro, che mi scrutava con un sorriso malizioso – irritante – stampato sulle labbra.

Ahh, di sto passo ci lascio le penne.

<< Tu ! Stronzo pervertito ! Che diamine vuoi da me eh ? >> gli avevo urlato contro, mentre lo raggiungevo a grandi
falcate, saltellando per via di quei maledetti trampoli.

<< Una settimana ! Sei arrivato da una settimana e mi hai stravolto la vita! Che cosa vuoi da me ? >> avevo urlato ancora,
incurante di una sua mano che improvvisamente era sparita dalla mia visuale, e che pochi istanti dopo si era posata sulla
mia nuca.

<< Questo >> aveva sussurrato, prima di far forza sulle braccia e spingermi verso di lui, intrappolandomi tra le sue braccia
e poggiando le sue labbra sulle mie.

No, decisamente no. Non si poteva andare avanti così.
 



Angolo Sciona.
Mi faccio largo incurante dei fucili puntati contro e alzo bandiera bianca. Sono consapevolissima che nove , dieci (?) mesi  di attesa sono decisamente uno scandalo. Ognuno ha i propri “bordelli” , e anche io ho avuto i miei , poi la scuola e alèèè . Alcune spiegazioni le ho date nel capitolo dell’altra storia aggiornata ieri, quindi nel caso potete trovarle lì senza che vi rubi altro tempo, dopo avervi fatto aspettare così tanto, perché so che non è proprio il caso! Ringrazio chi ha continuato a seguire la storia e mi rimetto alla vostra clemenza xD 




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Capitolo 8
*** Il confine tra potere e volere ***


                         Lovely Secrets

            - Il confine tra potere e volere -
lucaselisa



Bene.

Anzi no, benissimo.

Coerenza era il mio secondo nome, e io avrei dovuto farlo aggiungere alla carta d’identità almeno.

Perché, va bene che quando potevo evitare di farmi incolpare per qualcosa, le provavo tutte e ci riuscivo anche  - quasi sempre – ma scaricare tutta la colpa su di lui, dopo cinque minuti che gli ero attaccata come un polipo, sarebbe stato proprio da idiota.

Eh beh, direi di si.

Quindi, avevo deciso di intraprendere un’altra strada : godermi il momento, rimandando le ripercussioni delle mie azioni al giorno dopo ; l’avevamo detto prima di partire per Madrid “Quello che succede a Madrid, rimane a Madrid” e difatti , qualcuno aveva mai saputo che Marta e Gianni erano stati trovati rinchiusi in bagno ?


L’avevamo detto quando eravamo andati a Parigi “ Quello che succede  a Parigi, rimane a Parigi” e , anche in quel caso, qualcuno era venuto a sapere che trovammo la prof di educazione fisica a copulare con quello di matematica ?


So che la risposta dovrebbe essere “No, non l’ha mai saputo nessuno” ed invece fu totalmente l’opposto, perché la notizia si era sparsa ancor prima che facessimo rientro nelle rispettive case, tanto da scatenare un putiferio.

Ma in quel momento, mi cullavo nella consapevolezza che lì – al freddo e al gelo – c’eravamo solo io e lui, nessun compagno di classe che avrebbe potuto diffondere la notizia, nessuna persona che anche sapendo chi fossi, potesse riconoscermi al buio.

Quindi … “Quello che succede qui fuori, rimane qui fuori”

Avevo sorriso sulle sue labbra, a quello stupido pensiero del mio cervello , prima che lui mettesse della distanza tra noi.

- Sinceramente , contavo su una tua opposizione – aveva sussurrato, prima di baciarmi ancora, e avvicinarmi maggiormente al suo corpo con la mano destra poggiata alla mia schiena.
- Impara a non fare i conti senza l’oste la prossima volta – avevo replicato io , non so quanto tempo dopo, ancorandomi meglio al suo collo.
- Mi costringi a fare l’adulto della situazione , Elisa – aveva sussurrato al mio orecchio, causandomi una marea di brividi lungo la spina dorsale, lasciandomi poi un delicato bacio sul collo.

 
Oh, com’era bello il mio nome pronunciato da lui.
 
Avevo ripreso leggermente coscienza, dopo quello sdolcinato pensiero che in un altro contesto mi avrebbe solo fatta vomitare, e avevo spalancato gli occhi, allontanandomi appena.
 

- Forse … è il caso di rientrare – aveva mormorato, senza troppa convinzione, mentre io lo guardavo incerta.
- Anzi , no, andiamo in macchina … così … parliamo un po’ … ti … ti va ? – aveva domandato, mentre io annuivo appena, consapevole che una parte del mio cervello stesse pensando alla macchina, ma sicuramente non come un luogo dove parlare.

 Ma che mi succede ?
 
In silenzio , un silenzio molto imbarazzante, ci eravamo sistemati in macchina, seduti composti.
 

- Non si può fare Elisa – aveva affermato d’un tratto, mentre inarcavo automaticamente un sopracciglio.

 
Ma dai ?!
 
Avevo evitato di farglielo notare, annuendo.
 

- Si, hai ragione, non possiamo – avevo accordato, cercando di convincere me stessa in primis.
- Sei mia nipote – aveva continuato lui , e davvero , quella frase mi faceva pensare a tutto, tranne al significato che in realtà doveva avere.
- Sei mio zio – avevo replicato io, sperando che continuare a ripeterlo sarebbe servito a qualcosa.

Aveva annuito anche lui di riflesso e , per un attimo, avevo creduto che ce l’avessimo fatta.
 
Si , per un attimo.
 
Perché quello dopo, ero seduta a cavalcioni sulle gambe, mentre le sue labbra cercavano impazientemente le mie.
 

- E’ sbagliato – avevo detto, mentre il bacio si faceva più profondo.
- E’ sbagliato – aveva replicato, staccandosi appena per riprendere fiato, e rituffandosi immediatamente su di me, e avevo notato come cercava di tener le mani il più possibile ferme e nelle parti superiori del mio corpo.
- Un ultimo bacio – avevo bisbigliato io , mordicchiando il suo labbro inferiore, mentre una sua mano , ancorata ai miei capelli, stringeva appena.
- Si … l’ultimo – aveva accordato lui, ricambiando il gesto.

 
In realtà non era stato l’ultimo, ma solo il primo di una lunga serie, nonostante ci sforzassimo di dire che ci saremmo fermati.
 
Forse erano passati dieci minuti, forse venti , forse anche trenta e noi eravamo ancora lì.
All’improvviso però, quando la gamba destra aveva incominciato a farmi male per quella posizione , mi ero mossa appena, per darle sollievo.
Il problema era stato che , muovendomi , avevo incontrato altro.
C’era stato un attimo di panico da parte di entrambi, prima che lui parlasse.

- Elisa, fai finta di niente – e il tono drammatico con cui aveva pronunciato quella frase , non aveva fatto altro che farmi scoppiare a ridere, mentre poggiavo la fronte sulla sua spalla.

Avevo riso di cuore, mentre però, a quel gesto, lui aveva portato le mani sulle mie gambe, dove quel vestito corto non copriva proprio niente.
Avevo immediatamente tirato su la testa, osservandolo ad occhi sgranati.

- Tuo padre mi ammazza – aveva sussurrato, avvicinandosi ancora, prima che delle voci sopraggiungessero da fuori.

 
Ero volata di soppiatto al mio posto , qualche attimo prima che Martina e il suo ragazzo entrassero in macchina, non tanto perché mi preoccupassi di lei, ma più che altro che sarebbe stato difficile spiegare perché  la migliore amica della tua ragazza fosse appollaiata sulle gambe dello zio intenta a fare cose non appropriate.
 

- Labbra gonfie, capelli arruffati – si era sporta tra i due sedili , osservando attentamente lui – Qualcosa che scalpita per uscire …  vi siete divertiti voi due eh ? – aveva esclamato la mia migliore amica, e ancora non capivo perché mi ostinassi a chiamarla così , dando una pacca sulla spalla a Lucas, mentre io appoggiavo la testa al finestrino e la battevo ripetutamente contro quella superficie.
- Martina me lo fai un favore ? – le aveva domandato gentilmente lui, mentre lei annuiva curiosa.
- Taci –
- Antipatico –
- Pettegola –
- Però ha ragione , sei un po’ pettegola – aveva all’improvviso detto Marco, mentre io sogghignavo appena.
- Sai una cosa, amore, se non ti rimangi le parole che hai appena detto, di certo non arriverai a fare quello che stava provando a fare lui – aveva risposto malefica, mentre io mi voltavo allucinata.
- Ma non stavamo facendo niente –

Tre sguardi scettici si erano immediatamente posati su di me , mentre rossa di vergogna mi rimettevo seduta composta.
 
 
 
 
 
 
Avevo acceso la piccola lampada , mentre il salotto veniva invaso da una luce soffusa, e mi ero gettata a peso morto sul divano rosso – mia madre e le sue malsane idee – scalciando quegli aggeggi infernali che avevo ai piedi.

- Ahi – avevo esclamato con poco tatto poggiando il piede destro sul pavimento gelido – Ahi – avevo esclamato ancora, poggiando il piede sinistro.
- Sei un impiastro, nipote – aveva esclamato una voce roca al mio orecchio, prima di raggirare il divano e sedersi accanto a me.

Lucas , mio zio – o qualunque cosa fosse - , aveva preso le mie caviglie tra le mani, e prima che una qualsiasi protesta potesse uscire dalle mie labbra, aveva iniziato a muovere le dita in modo circolare, stroncando sul nascere qualsiasi volontà di fermarlo.
 

- Uh … allora qualcosa di buono sai farla – avevo sussurrato ad occhi chiusi, poggiando la testa all’indietro e godendomi quel massaggio dedicato ai miei poveri piedi.

 
Elisa, questa sicuramente non è una di quelle cose che si fanno tra nipote e zio.

Perché, il resto lo è ?

No, effettivamente no.
 
Sapevo benissimo che quella non era sicuramente una cosa usuale in un rapporto come doveva essere il nostro, ma il sollievo che stava donando ai miei piedi martoriati da quelle scarpe – comprate da quelle due arpie – vinceva su tutta la linea.

Si, fino ad un certo punto.

Perché ad un certo punto le mani di Lucas avevano risalito dolcemente le mie gambe, accarezzandole in punta di dita , e dei brividi caldi avevano iniziato ad attraversare la mia pelle, mentre m’irrigidivo.

- Lucas – avevo sussurrato in un misto tra lamento e preghiera, mentre aprivo gli occhi e lo ritrovavo più vicino a me, al mio viso e alle mie labbra.

Si era avvicinato ulteriormente, e avevo capito facilmente che da parte mia non avrebbe trovato alcuna resistenza se mi avesse baciata.


Ancora.

- Acqua ? – avevo quindi domandato, saltando in piedi all’istante e zoppicando verso la cucina, consapevole del sospiro frustato uscito dalle sue labbra.
- Elisa – aveva mormorato raggiungendomi, mentre prendevo la bottiglia dell’acqua e la posavo sulla penisola accanto al lavandino.
- Allora? Ti prendo un bicchiere ? -
- Elisa – aveva riprovato ancora, mentre mi avvicinavo al mobiletto che conteneva i bicchieri, tutti colorati – quella donna andava rinchiusa.
- Ti va bene naturale vero ? Perché frizzante credo sia finita – avevo continuato ignorandolo, mentre mi alzavo sulle punte per prendere i sue bicchieri.
- Elisa – aveva ripetuto per la terza volta, mentre poggiavo i bicchieri sulla penisola e mi portavo un dito sul mento, pensierosa.
- Sai che mamma ha comprato i biscotti al cioccolato ? Dovresti provarli perché … - quando mi ero voltata, per prendere il barattolo con i biscotti, l’avevo trovato dietro di me, ed era bastata una leggera spinta per farmi appoggiare al marmo e intrappolarmi con il suo corpo.
- Sai che parli molto quando vuoi evitare qualcosa ? – aveva domandato ghignando, mentre io chiudevo gli occhi e respiravo a fondo.
- Lucas, hai  detto anche tu che non si può fare – avevo mormorato, voltando il viso di lato.
- Ho detto che non si può fare, Elisa, non che non lo voglio fare. E’ diverso, e tu lo sai mia cara saputella – aveva bisbigliato al mio orecchio, con quel tono che mi aveva costretto a stringere le mani a pugno, per non aggrapparmi a lui.

 
Dannazione Elisa, l’hai odiato fino all’altro giorno.
 
Il pianto di Alessandro e la luce del corridoio che illuminava il piano di sopra aveva fatto si che ci separassimo , mentre mia madre scendeva le scale e ci trovava a bere da due bicchieri vuoti.
 
 
 
 
Angolo Sciona.
Diciamo pure che se nessuno si ricordasse di questa storia, tanto per iniziare, sarebbe più che normale e che il fatto che io l’abbia aggiornata l’ultima volta l’anno scorso sia decisamente vergognoso. Quindi sono pronta a tutti i tipi di rappresaglia e penitenze :D sono tornata oggi perché l’ispirazione mi è tornata improvvisamente ( mentre asciugavo i capelli, dettaglio di fondamentale importanza logicamente u.u ) e mi sono detta che se proprio non riesco a scrivere l’epilogo di “The edge of love” ( ho sempre problemi io, quando devo dichiarare la fine di qualcosa ) posso usarla per le altre tremila cose che ho avviato e che ho in mente. Pertanto ringrazio chi c’è stato e chi nel caso, anche per mandarmi a quel bel paese , ci sarà ! :D
 
Un bacione, alla prossima. 

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Capitolo 9
*** Mine ***


                Lovely Secrets
                      - Mine - 






Beh, le chiacchere erano a zero.

Lucas era mio zio. Io ero sua nipote.

Nulla – per quanto ne sapessi – poteva controvertire quell’ordine familiare che ci stava schiacciando, costringenci ad erigere una muraglia che ci tenesse il più possibile lontano.
O meglio, quella muraglia che io mi ostinavo a erigere tra noi ; perché lasciare le redini in mano a Lucas poteva portare solo guai - me ne ero resa conto quella sera di festa – e nel momento in cui gli permettevo di avvicinarsi più del dovuto le cose precipitavano così velocemente da non poter mettere in atto nessun piano di salvataggio. Così avevo preso in mano io la situazione, obbligandomi a tenerlo alla larga e a non dimostrare nessun tipo di emozione in sua vicinanza, nonostante la nostra convivenza.

In fondo ero brava a farlo.
O almeno, lo ero sempre stata.
 
 
 
31 Dicembre

Stavo ricopiando attentemente gli appunti di filosofia, sperando che quegli scarabocchi riportati sui fogli volanti potessero assumere un significato logico sul quaderno. Lo squillo del cellulare mi aveva distratta e ,lanciando un’occhiata veloce allo schermo, avevo chiuso gli occhi accettando la chiamata.
-         Martina. –
-         Elisa. Cosa cazzo stai facendo? –

Martina. Un nome, una garanzia.

-         Sto studiando , Martina, cosa che dovresti fare anche tu. –
-         Dovrei essermi rincoglionita del tutto per mettermi a studiare il 31 Dicembre Elisa! Chiudi quei libri, mettiti un vestito , un paio di tacchi e teletrasportati a casa mia. –
-         Martì. –
-         Martì un par de palle, Elisa. Ho capito che la situazione è delicata, ma da quanto non metti il naso fuori dalla tua camera ? E poi a paragone casa mia è molto più sicura della tua. Ti do un’ora al massimo, dopo vengo a farti prelevare da qualcuno.
 

Alla fine mi aveva realmente fatta prelevare, solo perché ci avevo messo un quarto d’ora in più del previsto per dare un senso ai miei capelli. Fortunatamente quando ero uscita dalla mia camera Lucas non sembrava esserci, così mi era diretta col cuore un po’ più leggero verso casa di Martina, che da brava padrona quella sera aveva aperto la porta a trentacinque persone, con grande pena di sue mamma partita per andare in montagna.

-         Certo che le pene d’amore ti donano. Sei uno schianto amica. – aveva affermato Martina, quando mi ero tolta il cappotto, facendomi ridere.
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=70912238&.locale=it )
-         Ti ringrazio, ma questo non esclude il fatto che tu sia una dittatrice. Dimmi cosa devo fare , su. –
-         La cucina è tutta tua. – aveva esclamato, un sorriso da una parte all’altra, sotto lo sguardo divertito di Marco.
 
Avevo impiegato un’ora a preparare aperitivi e antipasti, ondeggiando al tempo della musica che Marco provava nel salotto e ascoltando le urla di Martina di tanto in tanto. Continuavo a guardare il cibo , cercando di pensare a una loro disposizione che potesse dare un tocco di eleganza tipico delle cene durante le festività, ma l’arrivo trafelato di Martina, qualche minuto dopo il suono del campanello, mi aveva distolta dall’impresa.
 
-         Ti giuro che non ne sapevo niente. E’ stato Marco, ma non l’ha fatto di proposito. Non prendertela con lui. –
-         Marti non sto capendo una parola. Che … ? – le parole mi erano morte in gola, quando Lucas aveva fatto il suo ingresso in cucina, attirando la mia attenzione.


Ah.
 
-         Com’è piccolo il mondo. – aveva esclamato lui, puntando il suo sguardo nel mio, dopo essersi preso – senza alcuno scrupolo di essere visto – qualche secondo per osservarmi.
-         Un buco, oserei dire. – avevo replicato portandomi gli indici sulle tempie , fregandomene altamente di essere vista, e lanciando un’occhiata alla bottiglia di vodka posata sul mobiletto lì vicino. Lucas aveva intercettato il mio sguardo e si era avvicinato di un passo.
-         Provaci. – aveva sussurrato, con aria di sfida.
-         Non tentarmi Lucas. – avevo replicato, fulminandolo con lo sguardo.
-         Questa volta , te lo giuro, te ne farei pentire. –

Si era avvicinato di un altro passo , pronunciando quella frase, tanto che solo il tavolo era rimasto a dividerci. Quella minaccia non aveva fatto altro che generare un brivido, che lento era sceso per la schiena.

Un dolce supplizio.

Quello scambio di minacce e sguardi era stato interrotto dall’entrata di Marco ed un altro ragazzo, lasciando che capissi anche in che modo fosse arrivato lì. Come poi mi avrebbe spiegato anche Martina, l’amico di Lucas – lo stesso della sera al bar che aveva dato il via alla mia vita da dissoluta – era allo stesso tempo grande amico di Marco , che quando aveva domandato a Giovanni di unirsi a noi per l’ultimo dell’anno, aveva esteso l’invito anche ad eventuali amici.

Tante coincidenze tutte in una volta. Che gran culo che avevo.

-         Ah, bene, stavo appunto aspettando l’occasione per rimediare alla cattiva impressione che ti avrò sicuramente fatto la  prima volta – aveva esclamato sorridente Giovanni, facendosi avanti e porgendomi la mano – Giovanni, piacere. –
-         Guarda, se anche mi avessi fatto un’ottima impressione, le tue referenze mi avrebbero comunque fatta ricredere – avevo replicato sorridente, gettando un’occhiata al suo caro amico – Comunque io sono Elisa, piacere mio –
Giovanni aveva riso fragorosamente, prima di voltare il capo verso Lucas.
-         Oh se ci sarà da ridere. – aveva affermato, mentre mio zio mi osservava sorpreso e con un lampo di malizia negli occhi, che avevo volutamente ignorato.
I mille scampanellii successivi a quella conversazione ci avevano separati tutti momentaneamente, persi nelle mille incombenze che come amici della padrona di casa dovevamo svolgere. Lucas aveva più volte provato ad avvicinarsi, ma i suoi tentativi erano stati tutti mandati in fumo da persone che si avvicinavano anche solo per un saluto, mentre io mi destreggiavo ancora in cucina tra cibo e bevande.


E due cocktel sfortunatamente non avevano ancora fatto il loro effetto … dannazione, la strada per l’alcolismo la stavo prendendo in quinta.
 
                                                                                                                                                       

 

                                                                                                                                                                    ***
 




La mezzanotte era passata da un pezzo ,  ero quasi convinta che la maggior parte dei presenti non si rendesse più conto di dove si trovasse, ed avevo accuratamente evitato di fare gli auguri a Lucas. Stavo ballando con Christian al margine della pista, ridendo per ogni attentato alla mia vita, quando , girando su me stessa , ero rimasta paralizzata ;dall’altro lato della stanza, nascosto dalla penombra , Lucas ballava con una brunetta tutto pepe.

Neppure la nutella si spalmava così bene.

Una morsa mi aveva chiuso lo stomaco, mentre davo le spalle alla scena. Avevo provato a concentrarmi nuovamente sulla musica e sul mio amico , relegando nella parte più remota del mio cervello quell’immagine.

… ma quella dannata morsa non si attenuava.

Avevo imprecato da sola, lasciato Christian a ballare con una graziosa rossa e mi ero allontanata da quella pista improvvisata, prendendo l’ultimo Martini rimasto in cucina e recandomi al piano di sopra, rigorosamente vietato alla maggioranza degli invitati.
La villetta di Martina era molto graziosa : non molto grande, si sviluppava su due piani. Particolare che avevo sempre adorato era l’altrio del secondo piano, ingresso alla zona notte, adornato con una vetrata con vista sul giardino , in quel momento illuminato a festa. Mi ero appoggiata a quella  osservando a tratti il mio riflesso e la piccola cuccia di Lilit , il dalmata di Martina.

Quella sensazione di fastidio e la vista di quei due insieme continuava a darmi il tormento. Picchiettavo di continuo il piede sul pavimento, cercando di allontanare a calci –evidentemente – quel pensiero molesto che si stava affacciando alla mia mente. Avevo bevuto un altro sorso , contrariata.

Lui è mio, dannazione.

-         Ti avevo avvisata Elisa. –

Le parole di Lucas, avevano preceduto di poco la comparsa del suo riflesso sul vetro, dando al mio cuore il via. Mi ero voltata,mentre lui si avvicinava a passi lenti e calcolati ed avevo portato il bicchiere alle labbra, sensualmente,  lanciandogli uno sguardo di sfida.

Cosa diamine stai facendo, Elisa?

Quando la sua mano si era posata sul mio fianco, una piccola parte di quel peso allo stomaco si era sciolta all’istante. Con l’altra mano mi aveva tolto il bicchere dalle mani, e senza staccare gli occhi dai miei, l’aveva vuotato in un sorso.

Mio.

Aveva poggiato il bicchiere sul piccolo mobiletto in arte povera accanto a noi, e mi aveva attirata più vicino a lui, stringendo la presa sui miei fianchi.
-         Devi lasciarmi Lucas. –

Mio.

-         Quante volte ascolto quello che mi dici? – mi aveva domandato, allontanando una ciocca di capelli dal mio viso e sfiorandomi appena una spalla, mentre socchiudevo appena gli occhi.
-         Mai, zio. Mai. –
-         Continuare a chiamarmi così non cambierà nulla, come non lo cambierà continuare a sfidarmi e a scappare. O forse, semplicemente, non hai ancora capito cosa sia la passione. – aveva sussurrato roco, le dita che stringevano i fianchi.

Mio, solo mio.

Mi ero avvicinata quel tanto che serviva a coprire definitivamente le distanze ed avevo posato le labbra sulle sue, ancora bagnate di Martini. La mano destra era corsa sulla nuca, mentre lo spingevo a socchiudere le labbra e  approfondire il bacio.

Non si era fatto pregare.

Quando mi ero allontanata, il fiato corto e il viso in fiamme, l’avevo guardato.
-         Io l’ho capito cosa sia, ma non posso scoprirla fino in fondo Lucas, e non posso e non voglio farlo con te. –

Mio, dannazione, mio.

Qualche secondo dopo le mie parole erano rimaste sospese nell’aria, pregne di tutte le bugie con cui le avevo riempite, e le sue labbra avevano preso il loro posto sulla mia bocca. Mi aveva trascinata in quello che era il piccolo studio del papà di Martina e mi aveva spinta verso il muro freddo, pressandosi immediatamente su di me, dandomi appena il modo di riprendere fiato tra un bacio e l’altro.

-         Arrenditi. – aveva sussurrato, una mano sulla gambra che salendo  trascinava con sé il vestito.
-         Non voglio che ti tocchino. – avevo sussurrato in un attimo di follia, come se tutto il resto fosse poi normale, mentre le sue labbra si poggiavano sul mio collo. Aveva riso sulla mia pelle accaldata, prima di riportare lo sguardo nel mio. Ciò che vi aveva letto probabilmente doveva essere più importante di quel che credessi, perché si era piegato nuovamente su di me, mettendo nei baci ancor più foga. Quando avevo legato le mie gambe al suo bacino, avevo realizzato che probabilmente nulla avrebbe potuto fermarci quella sera.

O quasi.

-         Elisaaa, dove cazzo sei ? Christian sta vomitando sul tappeto. –
 
                                                                   


                                                                                                                                                         ***
 


Quando avevo raggiunto il piano di sotto, cercando di darmi un contegno, avevo incontrato subito lo sguardo di Martina e dalla sua occhiata avevo capito di non essere riuscita a nascondere granchè. Guardandomi intorno mi ero accorta di come la maggior parte della gente avesse ormai lasciato la casa e da un conato di vomito, avevo capito anche che Christian era riuscito a raggiungere almeno il bagno.

-         Ehi, come stai ? – avevo chiesto, abbassandomi accanto a lui, sostandogli un ciuffo di capelli dalla fronte.
-         Male – mi aveva risposto, disperato, mentre altro cibo faceva il percorso all’inverso.

All’improvviso, cercando di aiutarlo il più possibile, il senso di nausea aveva colto prepotentemente anche me e mentre Christian si era leggermente calmato avevo lanciato io un urletto isterico.

-         Ti prego spostati. – avevo esclamato, prendendo il suo posto sul pavimento.

Quando Lucas era entrato in bagno  aveva trovato la scena che si aspettava , probabilmente, ma con un soggetto differente.
-         Appunto per la prossima volta Elisa : se qualcuno vomita, non andare tu in soccorso. – aveva affermato ridendo, mentre raccoglieva i miei capelli tra le mani.
Avevo annuito, spostando irritata lo sguardo su Christian, che a sua volta guardava Lucas.
-         Ehi … perché ti guarda in quel modo? – aveva domandato, una pezza bagnata sulla fronte.


Ed era stato ascoltando quella domanda, che avevo ripreso a vomitare.







Angolo Sciona.
Sono
vagamente consapevole di non poter continuare a pubblicare un capitolo all'anno , come sono consapevole che prima o poi qualcuno mi manderà a quel bel paese senza che io possa replicare perchè me lo merito e anche alla grandissima ( lo dice sempre anche la mia mammina XD ). Spero quindi che possiate perdonare questa ritardataria ancora una volta e che il capitolo vi piaccia. Ringrazio chi a distanza di tutto questo tempo legge ancora la storia e l'apprezza. Grazie mille *__*
Sperando di poter mantenere un pò di più la parola almeno questa volta, alla prossima.

Sciona.

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Capitolo 10
*** What's wrong with me? ***



                     Lovely Secrets 
               - What's wrong with me? -






Quando quella notte – quella mattina? – eravamo tornati a casa le mie condizioni non erano di certo le migliori : indossavo una camicia – di mio zio? – ed ero avvolta da una trapuntina rosa di un lettino.

Ma come cazzo ? … Persino lo straccio di un pavimento avrebbe mostrato più dignità.

Lucas , per quello che potevo ricordare, mi aveva accompagnata fino in camera blaterando commenti poco carini sulla sottoscritta e mi aveva infilato sotto le coperte con la finale affermazione : - Questa faccenda sta diventando assurda.




 
Mi ero svegliata un non precisato numero di ore dopo e , scendendo – o meglio , trascinandomi – al piano di sotto , avevo trovato Lucas seduto davanti al seggiolone, lo sguardo disperato davanti al broncio del mio fratellino.
-         Cosa diavolo … ? -  avevo biascicato, guardandolo confusa.
-         Guarda là. – aveva replicato lui  indicandomi la penisola della cucina , dove era poggiato un foglietto bianco.
Mi ero avvicinata traballante e , sedutami sull’alto sgabello, l’avevo preso in mano.
 


Abbi pietà di tua madre.
Torniamo entro domani.


 
-          Ma dai! – avevo esclamato demoralizzata, poggiando il capo sul marmo.
-         Queste fughe non le avevo messe in conto quando sono venuto a vivere qua. Comunque, hai fame? – mi aveva domandato lui, mentre faceva le linguacce ad Alessandro.
-         No, ho lo stomaco ancora in subbuglio. Cavolo, mi sfugge qualcosa che non ricordo! – avevo esclamato, picchiettando un dito sul naso.


 
L’esserti avvinghiata a tuo zio?
… No.




 
-         Se fai qualcosa il primo giorno dell’anno, lo fai tutto l’anno? – aveva buttato lì Lucas, riservandomi un’occhiata maliziosa che avevo volutamente ignorato.
-         Cazzo. I disegni! –
-         Cosa ? – aveva domandato  alzando lo sguardo su di me ed osservandomi stranito.
-         Devo fare le tavole da consegnare al professore d’Arte! –
-         Elisa, è il primo Gennaio, non torni a scuola l’otto? – aveva domandato con un sorriso di scherno ad imporporagli il volto.


Se ti salto addosso vedi come te lo tolgo in meno di un secondo.


-         No. No dannazione. Io faccio pena a disegnare! Non sono riuscita a consegnarle per il 22 e mi ha detto che posso portarle al massimo entro il 3 a mattina e lui farà finta di niente. Sono anni che lo fa per un gruppetto di noi – avevo spiegato, battendo il capo sul tavolo.
-         Ehi, stai calma. Prendi i fogli e le squadre, ti aiuto io. – aveva replicato sorridente.
-         Cosa? Davvero? – avevo domandato con la voce piena di speranza.
-         Si , piccola mocciosa, non che io debba dirti i fatti miei ma ho frequentato l’istituto per geometri –
-         Sei un dono di Dio –
-         Non mi pare la pensassi così all’inizio –
 
 
 
                                                                                  




                                                                                                                                           ***
 
 
 
-         Posso farti una domanda? – avevo ad un tratto chiesto a Lucas, concentrato a tracciare le ultime linee del disegno.
-         Certo. –
-         Perché non hai continuato con Architettura considerato che sei così bravo? –

Alla mia domanda aveva sorriso appena, prima di tirare l’ennesima linea.

-         Quello era il progetto , in realtà. Dopo il diploma ho fatto un giro nelle varie città ed avevo scelto l’Ateneo a cui iscrivermi. Poi, però, mia mamma ha iniziato a stare male e mi sono detto che aspettare un anno non avrebbe fatto la differenza …  poi  mamma è morta e gli anni sono diventati tre. –
 



Io e Lucas  non avevamo mai affrontato il discorso relativo alla sua famiglia : all’inizio perché la questione provocava turbamento a me per prima , e successivamente perché avevo capito che parlarne non era tra le sue  cose preferite. Solo di recente avevo capito che era un ragazzo che non aveva mai vissuto in mezzo ad una famiglia allargata e che era stato abituato fin da sempre alla solitudine. Lucas , prima di noi, era solo , ad eccezione di quella ristretta cerchia di amici che avevano colmato il suo vuoto. Tuttavia , mio zio, era anche molto orgoglioso – gene in comune? – e mai avrebbe dimostrato al mondo quel suo vuoto.

-         Ecco qua, mocciosa, ho fatto. – aveva esclamato ad un tratto, allontanandomi dai miei pensieri.



Ero mocciosa anche ieri sera?



-         Sia chiaro che passo sugli insulti solo perché senza di te avrei guadagnato un 5 e allo stesso tempo perso non so quante ore di sonno. –
-         Dovresti ringraziarmi un po’ di più in effetti – aveva sorriso, mentre il telefono squillava.
-         Martina, Buongiorno! –
-         Buongiorno ? Sono quasi le sei! –
-         Buonasera ? Ma sei così pignola? –
-         Non sono io pignola , sei tu che ti fai distrarre! –
-         Martina, che vuoi ? –
-         Passeggiata in centro, alle sette! –
-         Eh … abbiamo un problema. I miei sono andati non so dove, dovrei portarmi anche mio fratello –
-         Elisa, carica quella cazzo carrozzina in macchina e ci vediamo in centro. –

La chiamata era finita così, con il telefono che mi veniva sbattuto in faccia senza alcuna remora. Avevo allora alzato gli occhi verso Lucas, che mi osservava ridendo.

-         Usciamo? – gli avevo domandato dubbiosa.
 
Lucas aveva a sua volta voltato il capo verso il seggiolone.
 
-         Usciamo?- aveva domandato a mio fratello.
 
E mio fratello aveva riso.
 
 
 
 
 
Un’ora dopo eravamo nel bel mezzo della piazza, a litigare su chi dovesse portare il passeggino.
-         So portare un passeggino Elisa! –
-         Oh, spero per te di si. Quello che dico è che non devi farci delle gare e sfidarti con gli altri papà! –
-         Ma lui si diverte! – aveva protestato  guardando Alessandro, tutto infagottato nel suo piumino.
-         Si, adesso si dice così. Già che ci sei metti la mia borsa dentro, mi dà fastidio – avevo protestato mentre lui sbuffava e ci accorgevamo di Martina e Marco in lontananza.

Quando avevo abbracciato Martina, il suo sorriso biricchino mi aveva allarmata.

-         Cosa c’è? – le avevo domandato curiosa.
-         Sai cosa ha detto Marco vedendovi? –
-         No?! –
-         Che sembrate una famigliola felice. – aveva riso ancora, mentre io spalancavo gli occhi.
-         Stronza. –
 
Avevamo passeggiato tra le vie addobbate a festa, portando un po’ per uno mio fratello , fin quando Martina non aveva trovato dei cugini e si era fermata a parlare.  Ero appoggiata alla carrozzina, quando ad un certo punto qualcuno mi aveva cinta da dietro ed un viso si era poggiato sulla mia spalla.

 
Tum.


-         Pensi abbia freddo? – aveva domandato Lucas.
-         … Cosa ? –


Tum.
-         Tuo fratello, pensi abbia freddo? – aveva domandato ancora, voltando appena il viso verso di me come se si preoccupasse di non essere sentito per bene.

 
Tum.
 
-         No … no, non penso. Però ora lo prendiamo in braccio un po’ : di certo fra qualche anno non se lo ricorderà, ma almeno vede un po’ di colori e movimento – avevo affermato , prendendolo fra le braccia.
-         Lo tengo io? – aveva domandato, sorridendo dolcemente a mio fratello, e stendendo a sua volta le braccia.
-         … Si, se ti fa piacere si. –
-         Certo … ma va tutto bene? Ti vedo strana! –
-         No, tutto apposto. – avevo sorriso , voltandomi verso Martina che tornava tra noi.
-         Una curiosità : che cognome prenderai dopo il matrimonio? Terrai il tuo? E’ strano! – aveva esclamato la mia migliore amica ridendo.
-         ‘Fanculo Martì. –
-         Quanto siamo suscettibili! –
 
 
 
 
Avevamo camminato ancora un po’ , tra scherzi e prese in giro , e non so come la carrozzina era finita tra le mani di Marco che giocava a fare lo slalom. Lucas aveva ancora tra le braccia Alessandro, mentre io da dietro gli facevo le linguacce ; ridevo insieme a loro due quando, ad un certo punto, avevo sentito Martina imprecare.
 
Certo, non che sia una novità.
 
Mi ero affacciata oltre le spalle di Lucas e quello che avevo visto mi aveva gelata.

Salvatore.

Quando il ragazzo , destinatario delle imprecazioni di Martina , si era accorto di me aveva spalancato gli occhi : aveva osservato attentamente me , Lucas e mio fratello e poi era scoppiato a ridere.
-         Certo che quando dicevi di essere una ragazza da storia seria , parlavi sul serio. –

La morsa allo stomaco mi aveva fatta trasalire, mentre la mano di Marco intorno al braccio di Martina mi dava prova di quello che sarebbe potuto succedere.
 
-         Parlavano sul serio anche gli altri, quando dicevano che eri uno stronzo. – avevo replicato, spingendo con una mano sulla schiena di Lucas ed invitandolo a proseguire.
 
 
 
 
                                                                                                                                                          ***
 
Una volta tornati a casa , nel silenzio più totale, ero salita in camera a cambiarmi. Ciò che più mi aveva sorpresa di quella situazione scomoda era stato il tatto di Lucas che non aveva provato a farmi dire neppure una parola su quella patetica e scomoda scenetta avvenuta in centro. Stavo pensando proprio a quello , quando, tornando in salotto lo avevo trovato  sdraiato sulla poltrona che riposava e ,sul suo petto, mio fratello che dormiva beato. Avevo sorriso intenerita andando a  prelevarlo per poterlo portare nella sua stanzetta ; una volta accesa la radiolina per permettermi di sentirlo semmai si fosse svegliato, ero tornata giù da Lucas.

-         Vuoi qualcosa da mangiare? – avevo domandato, sedendomi alla penisola della cucina.
-         No, grazie, quei tre pezzi di pizza hanno fatto il loro lavoro – aveva replicato, facendomi ridere.

Guardandolo attentamente per qualche secondo le parole erano uscite da sole, senza che avessi una qualche volontà di fermarle.

-         Salvatore. Quel ragazzo si chiama Salvatore. – avevo esordito e , dal suo sguardo sorpreso, avevo capito come non se l’aspettasse.
-         L’ho conosciuto l’anno scorso … di questi tempi in realtà. Era cominciato il giro dei diciottesimi e una sera c’era anche lui. Sinceramente all’inizio non l’ho considerato più di tanto : si , era carino ma non aveva suscitato nessun interesse in me. – avevo continuato, mentre lui annuiva appena.

-         Comunque lui a quanto pare si era puntato : ha iniziato a cercarmi di continuo e , casualmente, me lo ritrovavo ovunque andassi. All’inizio questa cosa mi aveva urtata , e non poco, poi però sembrava davvero che gli piacessi. Mi sono sforzata di dargli una possibilità , di superare le mie barriere e alla fine ci sono caduta. All’apparenza mantenevo un atteggiamento ancora sulla difensiva nonostante stessi iniziando a provare qualcosa : gli avevo detto che se cercava qualcosa … così , aveva trovato la persona sbagliata. Mi aveva detto di no, che dovevo fidarmi e tante cazzate così. L’estate scorsa , oramai erano quasi sei mesi che andava avanti questa cosa, mi sono detta che potevo davvero lasciarmi andare … e ho … ho perso la verginità con lui e lui , la settimana dopo , mi ha lasciata dicendo che avevo un carattere difficile. Tutto qui. –

In quell’arco di tempo passato con Lucas, non l’avevo mai visto rimanere senza parole. Aveva aperto la bocca un paio di volte, ed avevo sorriso appena per quel suo smarrimento.
-         Mi dispiace, non credevo. – aveva poi detto, grattandosi appena la testa in imbarazzo.
-         Ci caschiamo tutti prima o poi, no? Però se prima davo un po’ più confidenza, anche un minimo , ora no. –
 
Ma con te …

-         Direi che adesso capisco anche altre cose – aveva risposto, passandomi accanto e lasciandomi un bacio leggero sui capelli.

 
Ehi , amico, non sono mica diventata tua sorella adesso!

-         Torno subito … ci vediamo un film? – aveva proposto , mentre io annuivo.
Non avrei mai capito , se non molto tempo dopo, che quel rumore sentito dal piano di sopra e che aveva fatto mugolare mio fratello nel sonno, non era la porta che sbatteva ma il pugno di mio zio sul muro della sua stanza.
 
 
                                                                                                                                                       ***
 
Toc Toc.

-         Si? – avevo domandato, cercando di modulare bene la voce, mentre mi asciugavo le lacrime.
-         Elisa, posso entrare? – aveva domandato Lucas, da fuori la porta.
-         … e … sto studiando … -

Non entrare, ti prego.

-         Elisa sono giorni che studi solo! – aveva borbottato entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle.
-         Lo so , ma … il tempo di fare questa interrogazione … e – stavo parlando, continuando a dargli le spalle dalla mia scrivania e tenendo la testa bassa sul libro, quando si era avvicinato e aveva preso il mio viso tra le mani , alzandolo.
-         Perché piangi? – aveva domandato, arrabbiato.
-         Non sto piangendo. –
-         Mi prendi per scemo adesso? –
-         Davvero, mi bruciano gli occhi a furia di leggere –
-         Elisa, non farmi incazzare. Devo chiamare Martina e farmelo dire da lei? –
-         No – avevo urlato, facendolo sobbalzare.
 
… l’ho vista con il fratellino , in braccio ad un ragazzo, per il centro. E lei pretendeva facessi quella fine?
 
Piangere davanti a Lucas era sicuramente l’ultima cosa che avrei voluto e dovuto fare : una ragazzina e le sue paranoie sicuramente non avrebbero retto il confronto con un ragazzo di vent’anni che aveva dovuto mettere da parte l’orgoglio e cercare una famiglia che non aveva mai saputo della sua esistenza e che – per quanto ne sapesse all’inizio – avrebbe anche potuto non accettarlo. Tuttavia la sua testardaggine unita alla mia crisi di nervi avevano avuto il risultato che volevo evitare : ero scoppiata a piangere come una fontana, alzandomi dalla scrivania e sedendomi sul mio letto.

-         Cosa c’è di così sbagliato in me? – avevo domandato , retoricamente, mentre Lucas mi guardava sorpreso.
-         Ma che dici? –
-         Perché è così sbagliato sperare di non essere la scopata di una sera? Deve essere per forza ridotto tutto a questo? Devo essere sbagliata solo perché voglio credere che ci sia di più?
-         Elisa, non … -
-         Io … lo so che sono complicata, sono fredda , acida … ma … io voglio credere … -
-         E’ per lui che stai piangendo? – aveva domandato , irritato, facendomi gelare il sangue nelle vene. Avevo scosso il capo, asciugandomi il volto con le mani, prima di rispondere.
-         No, ho smesso di piangere per Salvatore da tempo. Il problema sono io ! – avevo ribadito.
L’avevo sentito raggiungermi in due passi, prima di prendermi per le spalle e alzarmi in piedi con la forza.
-         Ascoltami bene : finiscila di dire queste cazzate! Se c’è qualcuno di sbagliato è quel Salvatore … è chiunque non riesca a spendere un secondo di più per vedere cosa c’è sotto la tua muraglia! Non  farti fregare così Elisa, non pensare di essere tu il problema! – aveva affermato, mentre le lacrime avevano ripreso a scendere copiose.
Avevo alzato le punte dei piedi e , buttandogli le braccia al collo , l’avevo abbracciato.
Lui non si era fermato : Lucas , giorno per giorno, passo dopo passo, aveva provato a buttarla giù quella muraglia con cui mi ero presentata a lui la prima volta.

Se solo non fosse stato tutto così complicato.

-         Dai, smettila di piangere, sennò tua mamma potrebbe pensare che abbiamo litigato ancora per chi doveva fare la doccia prima! – mi aveva sussurrato all’orecchio, facendomi ridere. – Andiamo a prenderci una cioccolata calda? – mi aveva poi domandato mentre, asciugandomi le lacrime, annuivo.
-         Prima , però, vorrei andare da una parte. Mi accompagni? – gli avevo domandato sorridendo.
-         Certo. –
 
Quel pomeriggio avevo portato Lucas  alla facoltà di Architettura della nostra città ; avevo avuto paura della sua reazione , in verità , non sapendo se avesse potuto considerare la mia voglia di spronarlo come invadenza. Invece mi aveva guardata sorpreso ed avevo osservato incantata quella luce nei suoi occhi mentre giravamo per le aule, mentre parlava con un responsabile delle ammissioni. Avevamo anche seguito una lezione , di cui non avevo capito un cappero , durante la quale non aveva mosso neppure un muscolo per quanto era concentrato. Eravamo usciti dalla facoltà con una montagna di opuscoli e mille fotocopie, ma il sorriso di Lucas nel guardare tutto quel materiale era ciò che mi rendeva più gioiosa.

Stavamo raggiungendo la macchina quando, ad un certo punto, mi aveva fermata per un polso.
-         Grazie. – aveva mormorato sorridendomi, e facendo un cenno verso tutto ciò che aveva tra le mani.
-         E’ stato un piacere – avevo detto sorridendo – Anche perché … i disegni per la maturità non sono mica pochi oh! – avevo concluso ridendo.
-         Sono gli altri ad essere sbagliati Elisa, non tu. – aveva però replicato lui, bloccandomi.

Con una mano aveva portato una ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre si avvicinava al mio viso.

-         Mi ero ripromesso di non farlo più, scusami. – aveva sussurrato, prima di baciarmi.
 
 
 
 
Angolo Sciona.
Mezzi vivi, mezzi morti … siamo ancora qui xD Come da routine rinnovo le mie scuse per queste apparizioni semestrali ma questa volta non avevo proprio testa e voglia – lo ammetto -  per mettermi alla tastiera. Ciò che volevo – perché non so se ce l’ho fatta – dimostrare con questo capitolo è la crescita di questi due : c’è l’attrazione da un parte,  il loro carattere spigoloso e  la “situazione familiare”  dall’altra. E’ un continuo avvicinarsi ed allontanarsi che però lascia la possibilità di costruire , nel mezzo, le basi per quello che sarà il loro rapporto. Elisa è attratta da Lucas , sa che la situazione non è “giusta”, ma allo stesso tempo il sentimento nasce a prescindere da lei. Spero che il capitolo vi possa piacere e ringrazio chi continua a seguirmi a prescindere dalla voglia di mandarmi a quel paese : fatelo, perché me lo merito e poi serve sempre xD
Un bacione, Sciona.

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