Auror: il tuo wizard azzurro. Come conquistarlo in cinque facili mosse di whatashame (/viewuser.php?uid=92521)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno a zero per Miss Wilthinson ***
Capitolo 2: *** Ronald Bilius Weasley ***
Capitolo 3: *** Blaise Baruch Zabini ***
Capitolo 4: *** Antony Eugeen Goldstain ***
Capitolo 5: *** Antony Eugeen Goldstain pt.2 ***
Capitolo 6: *** Pinco Ricco&stupido Pallino ***
Capitolo 7: *** Neville Fred Paciock ***
Capitolo 8: *** Scomparsa Penis Halton ***
Capitolo 9: *** Draco Lucius Malfoy ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Uno a zero per Miss Wilthinson ***
cap1 auror
Auror
: il tuo wizard azzurro.
Come
conquistarlo in 5 facili mosse.
Cosa
siete disposti a fare per la carriera? Tanto? Molto? Troppo?
Riformulate
la domanda ad Hermione Jean Granger: lei vi risponderebbe “TUTTO”!!!
E
se per quella terza pagina fosse costretta a sopportare un vecchio nemico? Poco
male, sarebbe pronta a vedersela una seconda volta persino con Voldemort...
figuriamoci con lui!!!
***
Diagon
Alley n.264, Londra magica, sede della Gazzetta del Profeta
Ventiquattrore
di (finta)pelle di drago nera, vecchi occhiali di corno spessi come fondi di
bottiglia, mocassini marroni logorati dall'usura: un pugno in un occhio, un
autentico attentato
al buon gusto.
Questi
erano i pensieri di Ginevra Molly Weasley mentre salutava un'Hermione Granger
più sciatta che mai, che agitava di rimando la mano mentre, trafelata, le
volgeva le spalle per tornare in fretta in redazione.
La
più giovane della tribù dei rossi scosse la testa: la sua amica aveva esaurito
la propria (scarsa) femminilità al ballo del ceppo!!!
Ginny
ed Hermione, migliori amiche dai tempi della scuola, avevano l'abitudine di
passare la pausa pranzo insieme da quando, un anno prima, le giovane moglie di
Harry Potter aveva iniziato a lavorare come spezza-incantesimi alla Gringott.
Avevano
appena finito di mangiare e si stavano salutando prima di tornare ognuna alle
rispettive incombenze. Un drago riottoso aspettava Ginny con le fauci spalancate,
mentre Hermione doveva sprecare un po' di inchiostro sull'ultima pozione contro
i calli e le verruche brevettata da Cho Chang.
Hermione
Jean Granger dopo il diploma aveva studiato all'università magica e si era
specializzata in giornalismo. Era stata assunta ad appena due mesi dalla laurea
-con lode e bacio accademico ovviamente- dalla Gazzetta del
Profeta, dopo un brevissimo periodo di rodaggio presso Il Cavillo.
Hermione
ai M.A.G.O. aveva preso tutte E e non era per niente stupida: era perfettamente
consapevole che l'avevano scelta fra mille aspiranti imbrattafogli perché il suo
nome avrebbe permesso alla Gazzetta di raddoppiare la tiratura, ma non aveva
potuto fare altro che tapparsi il naso e buttarsi a capofitto nel nuovo lavoro.
Non
poteva certo parlare di liberazione degli elfi domestici o uguaglianza per i
folletti su un giornale marginale come quello di Luna!
“Se si vuole cambiare il mondo bisogna saper scendere
a compromessi” e “fai
buon viso a cattivo gioco” diceva sempre mamma
Weasley...
Ginny
non ne era del tutto convinta: a due anni dal tanto sognato contratto la sua
amica era un'articolista frustrata, con tante idee e zero speranze di vederle
realizzate.
La
piuma più sferzante e agguerrita dell'intera comunità
magica veniva sistematicamente messa a tacere da un caporedattore
presuntuoso e ridotta al silenzio dai vari pezzi grossi, totalmente
incapaci di apprezzare il suo talento. Persino Il Cavillo e l'eccentrico
Xenophilus Lovegood le avevano permesso di scrivere articoli più
intelligenti, utili e profondi!!!
Ginevra
tirò un profondo sospiro mentre, rimuginando sui sopracitati pensieri, guardava
la sua amica infilarsi nel pesante portone della redazione.
Hermione
Granger stava sprecando il suo talento ed il Mondo Magico stava perdendo
l'occasione di leggere i lavori di un sicuro premio PuWizard!!! Quegli imbecilli
del La Gazzetta non permettevano alla sua amica di scrivere, le assegnavano
articoli frivoli e sciocchi e non appezzavano affatto il suo
genio.
Perchè La Gazzetta del
Profeta voleva da Hermione Jean Granger qualcosa che lei non avrebbe potuto MAI
scrivere: il gossip!!!
Quei criminali chiedevano
l'impossibile!!! Peccato che si fossero ricordati di specificare le
loro preteso solo dopo aver assunto Hermione.
Il
redattore capo le aveva detto “scrivi roba piccante su Harry Potter, su Ron
Weasley, sulla seconda guerra magica”,“parla dei segreti inconfessabili di
Dedalus Lux, del marcio e torbido passato di Minerva McGranitt”, “rivela gli
amori di Albus Silente e gli occulti misteri nascosti dietro Horace
Lumacorno”...
Anche
se la povera ex-Caposcuola avesse voluto abbassarsi a trattare tali infimi e
squallidi argomenti, e l'ex Grifondoro non lo avrebbe mai fatto, cosa
avrebbe potuto scrivere???
Piccante
su Harry? Ma come poteva dire al mondo magico che il bambino sopravvissuto era
fedelissimo alla consorte e non aveva nessuno dei peccaminosi flirt che gli
imputavano Strega Moderna e “H”come Hanna (Abbot)? Come poteva
scrivere che ogni volta che andava a casa del Capo degli Auror lo trovava con le
pantofole di Bart Simpson regalategli due Natali prima e che Silente davanti al
camino si dilettava col punto croce??? Come poteva far capire a tutti i pettegoli che lei e
Ron non si erano lasciati a causa della perfida Lavanda Brown che lo aveva
circuito ammaliata dai bagliori del successo del portiere dei Cannoni di
Chudley? Lei e Ron si erano lasciati solo perché... beh, è difficile trovare
l'amore della tua vita a 11 anni... e anche a 17! Avevano capito che non erano
fatti per stare insieme e basta!
Articoli
del genere non avrebbero mai sfondato.
E
poi c'erano tante cose SERIE di cui parlare, non poteva proprio sprecare
pergamene per simili panzane!
Hermione
dopo quattro articoli sulla guerra magica, che aveva voluto
scrivere per dovere di cronaca, e dopo il secondo articolo su Harry Potter
(lo aveva incorniciato, quello le era valso addirittura una colonna a
pagina 8 tra gli annunci matrimoniali), si era categoricamente rifiutata di
fare quello per cui l'avevano assunta: la "Rubrica del Pettegolezzo" sui personaggi più in
vista del Mondo Magico.
Da
quel momento, sistematicamente, i suoi brillanti articoli venivano
impietosamente cestinati dal redattore capo (un perfido ciccione con la calvizie
incipiente) o - quelli che non finivano nella carta straccia - venivano decorati
da tratti di penna nera che riducevano un capolavoro di tre pergamene a quattro
righe striminzite sotto la “Posta del Cuore” di Romilda Vane ( dimmi
l' odore della tua amortentia e ti dirò come stregarlo) ed i
necrologi.
Ginny
Weasley-Potter sospirò amareggiata. Poi si incamminò verso la banca più sicura
d'Inghilterra.
***
Un
aeroplanino cartaceo - di un delizioso verde vomito - aspettava Hermione
svolazzando sulla sua scrivania. Lei lanciò la pesante borsa in vera-finta-pelle
su un ripiano e salutò Pansy Parkinson che lavorava nell'ufficio accanto. Le ali
di quell'affare frinivano e, mentre si accomodava sulla sedia, afferrò il pezzo
di carta fra le dita e lo lesse.
“Nel mio ufficio Hermy!
Ora!!!”
Si
alzò di scatto e corse nell'ufficio della signora Wilthinson, coordinatrice
della sua divisione.
Si
fiondò nella stanza trafelata e boccheggiante per la corsa. Inciampò nel tappeto
e rischiò di catapultarsi direttamente sulla scrivania del suo capo
fratturandosi almeno metà delle ossa del braccio destro.
- Miss Granger... - le
disse quella a mo' di saluto.
- Buon giorno -
farfugliò Hermione scarmigliata mentre cercava di riprendere
fiato.
La
Granger adorava il boss. Forse perché innanzitutto era una boss, e poi la
Wilthinson era ...meravigliosa!
Non
rispecchiava per niente l'idea tradizionale della giornalista d'assalto:
piccola, curva e cicciottella, con una crocchia di capelli bianchi ed un'età
imprecisata (prossima a quella di Silente) sembrava un incrocio tra la signora
in giallo ed una versione riveduta e corretta della Umbridge buona. La classica
nonnina che passa le giornate sorseggiando tisane e coccolando il gatto.
E
poi a lei i suoi articoli piacevano, e si crucciava sempre perché le
venivano puntualmente rimandati indietro mutilati.
La
consolava, le diceva che il mondo non era pronto al genio di Hermione Granger.
Questo l'aveva salvata dalla disperazione e dal suicidio diverse volte in quegli
anni.
Miss
Wilthinson si aprì in un sorrisone che le andava da un 'orecchio all'altro e
trillò:
- Un
tè cara? -
Hermione
fece segno di no con la testa, mentre aveva un flash del Leprotto Bisestile e
del Cappellaio Matto. Mentre l'altra girava meticolosamente lo zucchero nella
propria tazzina si limitò a fissarla trattenendo il respiro.
Quella
donna non aveva mai fretta, nemmeno quando le scadenze incombevano: se le aveva
scritto “ora” voleva senz'altro dirle qualcosa di importantissimo.
La
vecchia mescolò il tè con sacralità e lo sorseggiò come solo un'autentica
veterana inglese avrebbe potuto fare. Poi si schiarì la voce (sì, anche
questo le ricordava qualcuno di molto inquietante) e disse:
- Hermy
cara ci sono grandi novità!!! -
***
Hermione
uscì dall'ufficio semplicemente sconvolta.
Era
una follia
Una
grande, enorme, gigantesca, strepitosa ca...lderonata!!!
E
lei aveva detto sì.
Quando
Miss Wilthinson le aveva proposto un articolo in terza pagina gli occhi della
riccia si erano messi a brillare. Non era sciocca e si era subito aspettata la
fregatura, ma le parole "terza" e "pagina" insieme aveva un certo potere su di
lei...
...E
la fregatura era più grossa del previsto!!!
Avrebbe
avuto la terza pagina se il suo prossimo articolo, o meglio i suoi prossimi
articoli, avessero riguardato il meraviglioso, zuccheroso, romanticissimo e
raccapricciante argomento “amore”.
Non
solo era un insulto gettare quella parolina mefistofelica in faccia ad una
incallita (e non per scelta) single, no, era addirittura oltraggioso proporre ad
un'eroina di guerra... quello!
Uno
sporco e subdolo ricatto.
Miss
Wilthinson lo faceva con le migliori intenzioni, ma per far sentire Hermione
L'Incorruttibile a posto con i propri principi non bastava un:
“Mi hanno promesso che se i pezzi saranno buoni potrai
scrivere su quella pagina MOLTO spesso e di qualsiasi argomento tu voglia. Pensa
a che giovamento ne trarrebbe il F.S.R.L. -Fronte per la Salvaguardia e il Rispetto
dei Lupi mannari-, o il M.F.M.G. - Movimento in Favore dei MezziGiganti- o il C.R.E.P.A.!!!”
Hermione
Jean Granger per quella stramaledettissima terza pagina aveva appena accettato
di scrivere ben CINQUE articoli sul tema:
Auror : il tuo wizard azzurro.
Come
conquistarlo in 5 facili mosse.
Ma
non era finita qui!!!Oh no. ..
I
guai non potevano venire certo da soli....
Non
poteva certo “scrivere in base alle tue esperienze personali”, aveva
detto la Wilthinson.
Faceva
dell'ironia pesante???Aveva allungato il tè con un goccetto di Whisky
incendiario???
Quali
esperienze??? Lei di Auror ne conosceva uno ed era il suo migliore amico!
E
poi....esperienza???
La
prendevano in giro??? Lei non vedeva un uomo da secoli talmente era presa dal
lavoro!
In
ogni caso quei sadici della Gazzetta non si sarebbero accontentati delle sue
esperienze nemmeno se fosse stata Daphne Greengrass!!!
Eh
no, perché:
“C'è bisogno di realtà..., di verità...”
- e
altre corbellerie simili -, aveva sottolineato La boss.
Per scrivere quei maledetti articoli, Hermione avrebbe
dovuto davvero sedurre un Auror e
conquistarlo in 5 semplici mosse (le mosse in realtà potevano essere anche di
più, bastava riassumerle).
Facile
a dirsi, ma lei aveva il sex-appeal di uno schiopodo sparacoda e
l'eleganza di un troll di montagna sui tacchi a spillo!
“E poi dove lo trovo un Auror da sedurre???”
era stata così ingenua da chiedere alla dolce
Miss.
Ma
quella ex-tenera vecchina, ex-dolce gattara, aveva la risposta: per chi
accettava l'articolo era bello e pronto un nuovo lavoro da infiltrata speciale
fra le linee nemiche (gli uomini...o gli Auror, questo punto non le era chiaro).
Un posto da assistente Auror negli uffici del Ministero.
Se
quelli della Gazzetta avessero usato quella mente malvagia che si ritrovavano
per qualcosa di più proficuo, l'umanità non avrebbe mai dovuto nemmeno temere
lord Voldemort: un esercito di intrepidi e scaltri giornalisti, al comando del
panciuto Redattore Capo (che ne era sicura doveva essere stato un Serpeverde),
brandendo piume e pergamene lo avrebbero messo k.o. quando ancora Tom
Riddle si succhiava il pollice.
Era
un'impresa folle.
Folle
e disperata.
Hermione
era una sciattona, agli antipodi esatti di una strega fashion e alla moda come
le sue amiche Ginny e Pansy. Con i ragazzi poi non ci aveva mai saputo fare.
Solo una come la Wilthinson avrebbe potuto farle una proposta dl genere: era una
vecchietta deliziosa ma di uomini non ne capiva nulla. Era zitella e
probabilmente l'ultimo che l'aveva corteggiata (se c'era mai stato un simile
temerario) doveva averlo fatto nel giurassico, altrimenti non si spiegava come
avesse potuto affidare un lavoro del genere proprio a lei!!!
Fino
a qui Hermione Grangerer, La Lady di ferro, poteva resistere: non avrebbe
accettato l'incarico.
Mai
piegarsi, nemmeno per la terza sospirata pagina!
Hermione
era più che determinata a ripetere a pappagallo l' ”assolutamente no!”
che aveva urlato ad intervalli regolari dall'inizio della riunione.
Ma
la perfida Wilthinson aveva preparato la stoccata finale: quando la
Granger, disperata, aveva commentato che “il mondo era pieno di battaglie da
combattere, che c'erano cose ben più serie che accalappiare un Auror e che le
donne non avrebbero saputo cosa farsene di un marito buono solo a tornare a casa
ad orari improponibili e con le camicie stracciate dalle maledizioni (questo
almeno lo diceva sempre Ginny) e che insomma, era un vero affronto riservare a
certe bazzecole la terza pagina” era arrivato il colpo di grazia.
Il
capo aveva tirato fuori dal primo cassetto un foglio: erano i dati con i
sondaggi delle preferenze dei lettori e le statistiche delle vendite della
Gazzetta.
Affianco
al numero uno svettava a caratteri cubitali un nome:
Rita
Skeeter
Rita
Skeeter!!!
Ed
era allora che Hermione aveva detto, o meglio aveva gridato
inferocita:
-Sì,
accetto!-
Uno
a zero per il boss.
***
Londra,
Ministero della Magia, secondo livello, quartier generale divisione
Auror
Hermione
cercava, con tutte le sue forze, di riprendersi dall'Avada Kedavra che
gli occhi invidiosi di una segretaria tutta curve le avevano rivolto quando
aveva mostrato la lettera di presentazione fornitale da La Gazzetta. Cercava
anche di riprendersi dall'occhiata di puro biasimo che quell'insulsa donnina
cosce-al-vento aveva rivolto ai suoi mocassini lilla e al tailleur verdone.
E
pensare che aveva pure speso mezz'ora per decidere cosa indossare quella
mattina!
“Vetriolo”,
soprannome appena appioppato a quella strega, le aveva indicato con un cenno
sprezzante una porta marrone in fondo al corridoio.
“Coraggio” ripeté a se
stessa come un mantra “Sono
passati sei anni, ma sei ancora una Grifondoro”.
Fiera
e col mento in aria....
...ok,
non ci credeva nessuno...
Terrorizzata
a morte e con lo sguardo al pavimento, Hermione Jean Granger si avviò, come un
condannato al patibolo, verso il suo nuovo ufficio.
L'assistente,
peggio la segretaria, peggio la factotum di un Auror.
Lei,
la strega più in gamba della sua età.
Lei,
che ai MAGO aveva stabilito un nuovo record di genialità insuperata
collezionando E come fossero caramelle!!!
Lei,
che aveva salvato il Mondo Magico al fianco del Bambino Sopravvissuto.
Lei
che...
Lei
che andò a cozzare in pieno contro qualcuno che aveva appena spalancato la porta
dove era diretta.
Tenendosi
la testa con le mani, Hermione mormorò un debole:
-Mi scusi, sono mortific...- prima di
interrompersi.
Un
uomo alto e muscoloso le stava davanti. Un uomo che conosceva bene.
Il
suo nuovo capo.
Era
appena uscito da La porta. Quella porta.
Era
diventa l'assistente, peggio la segretaria, peggio la factotum, peggio la
serva di Draco Lucius Malfoy.
Questa è una storia piuttosto “leggera” e poco
impegnata.Ve lo dico subito così sapete
cosa aspettarvi... spero soltanto di riuscire a strapparvi qualche risalta e, perchè no, un bel momento.
Non
scrivo che è ispirata ad un film in particolare perché ho il sospetto che sia
ispirata a mille commedie diverse (da "Un principe in giacca e cravatta", a "Two
weeks notice", a "Mai stata baciata"...)
...se
avete letto fin qui meritate una statua per la pazienza, o come ha promesso a me
un'autrice che apprezzo molto,Valaus, una caramellina.
|
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Capitolo 2 *** Ronald Bilius Weasley ***
xx
I
personaggi appartengono a JK Rowling, io li ho solo presi in prestito
per questa storia, scritta senza alcun fine di lucro
Auror:
il tuo wizard azzurro.
Come
conquistarlo in cinque facili mosse
Capitolo
2
Ronald
Bilius Weasley
L'Auror
(?!?!) sportivo
Hermione
Jean Granger conosceva piuttosto bene i suoi migliori amici: aveva
incontrato Ron ed Harry ad undici anni e frequentava Ginny da quando
ne aveva dodici. Aveva trascorso metà della propria vita
cercando di non farsi uccidere in loro compagnia e sapeva bene che
erano perfettamente in grado di stupirla sempre.
Anche
quella volta non erano stati da meno.
Hermione
aveva sinceramente sperato che si mostrassero dispiaciuti per
le sciagure che l'avevano colpita o almeno solidali verso la loro (da
quel momento in poi presunta) migliore amica....
ma quando mai!!!
Ginevra
Molly Weasley aveva sfiorato il soffocamento per il ridere (Harry
aveva dovuto batterle più volte il palmo aperto sulla schiena quando
era diventata cianotica) e Ronald (lo chiamava sempre Ronald
quando la faceva arrabbiare) si era messo a brindare alla buona
riuscita del piano ridendo come un cretino. Harry aveva cercato di
mostrare un po' più di contegnoso tatto, ma anche lui stava per
esplodere: faceva di tutto per trattenersi e, per lo sforzo, il suo
viso ormai era en pendant coi capelli di Ron.
-Oddio
Hermione, certo che sei proprio sfortunata!!!- riuscì ad
esclamare il miglior giocatore di Quidditch della Lega
inglese tra un accesso di risa e l'altro
-
Prima quell'articolo, adesso il tuo
nuovo capo...oddio ma Harry tu non lo sapevi?-.
chiese
Ginny, ripresasi miracolosamente dall'attacco quasi fatale di
ridarella.
-
Ma certo che no! Lui lavora in un altro settore e non lo vedo quasi
mai. Cavolo Herm, fra centinaia di Auror e proprio lui dovevi
beccare! -
- Ragazzi, non siete d'aiuto. Insomma sono nei guai!!! Non solo devo
mettermi a sedurre Auror come una donna scarlatta, mi tocca pure
lavorare per quel tipo!!!- sbottò una Granger piuttosto risentita.
-
Potresti sedurre lui- sottolineò Ginny scatenando (di
nuovo) la fragorosa ilarità del fratello e una specie di
risucchio modello lavandino da parte di suo marito.
Hermione
s'indispettì ancora di più.
- Non dire sciocchezze Gin. Mi serve una mano, sul serio: è in gioco
la mia carriera! Per favore non fate gli stupidi!!! -
I
tre si ripresero in fretta e cercarono di darsi un contegno.
- Mione - le disse Ron ...- Beh, Malfoy devi solo sopportarlo per
qualche giorno. Se proprio ti fa impazzire scappa nell'ufficio di
Harry -
- Sicuro Hermione, vieni da me! Se ti fa qualcosa posso vendicarti:
gli Auror sono gli unici che possono usare le maledizioni senza
perdono!!! -
- Il vero problema - lo interruppe Ron - è che devi rimorchiarne
almeno 5....in pochissimo tempo, giusto? -
- Esatto! Mi hanno dato questi primi giorni per abituarmi e poi, dal
prossimo lunedì, dovrò mandare in stampa un articolo a settimana.
Ogni venerdì mi toccherà spedire una bozza alla Wilthinson
e, se va bene, avrò il via libera per tirarne fuori un pezzo
decente e mandarlo alle rotative della Gazzetta. Per le prossime
cinque settimane sarò costretta a scrivere queste sciocchezze su
“come conquistare un Auror e bla bla bla”. Per gli
articoli dovrò usare uno pseudonimo o potrebbero scoprirmi... il che
è decisamente un bene: almeno non dovrò vedere il mio nome
accostato a questa spazzatura! Non saprei come lavare quest'onta! -
sospirò - Comunque, tornando al problema principale, come faccio a
sedurre un Auror ?!?! - esclamò Hermione ormai in preda alla
logorrea isterica.
-Beh Mione...- provò cautamente Ron-....se vuoi avere successo...
ecco beh...- arrossì fino alle orecchie -...beh non puoi andare al
lavoro conciata in quel modo!!!-
Ronald
Bilius Weasley aveva dimostrato ancora una volta di avere la
sensibilità di una tazzina e il tatto di un bottone. In compenso in
lui era sempre vivo lo spirito Grifondoro: temerarietà e
sventatezza.
-Che coooosa hai detto Ron???- s'indignò la sua migliore amica
mentre cercava di recuperare la bacchetta che Harry le aveva
prontamente sottratto.
Ginny
fiutò il pericolo e, lancia in resta, decise - da autentica paladina
di Godric - di salvare la vita a suo fratello.
- Herm, Ron vuole solo dire che gli Auror del Ministero non ti
conoscono per niente: non puoi conquistarne uno a settimana puntando
solo sul tuo bel carattere. Non ne hai il tempo! Tanto più se Malfoy
ti fa lavorare come una serva!!! -
Hermione
non avrebbe avuto dei MAGO tanto brillanti se non fosse stata dotata
di un q.i. piuttosto elevato: doveva riconoscere che la sua migliore
amica qualche ragione ce l'aveva.
- Giustissimo Gin...ma allora che faccio? -
- Oh andiamo Herm, è semplice: devi puntare sul look, sull'aspetto,
sull'esteriorità!!! -
-AAAAAAAAAAH!!! Non osare ripetere più quelle parolacce davanti a
me!!! Mi rifiuto! Non mi agghindo come un albero di Natale solo per
un cretino in uniforme. - sibilò la riccia col fiato corto.
-Hey,
io sarei uno di quei cretini in uniforme...-
disse Harry un tantino offeso.
Nessuno
lo degnò della minima attenzione
-...o andare in giro mezza nuda come quella segretaria pazza!!!-
- Herm, non devi certo scriverti in fronte “la do a tutti”-
il tatto evidentemente era un carattere Weasley autosomico dominante
- Basta che ti aggiusti un po'. Siamo onesti, da quanto non vedi un
parrucchiere? E un'estetista? Non pensi sia ora di fare qualcosa per
quelle unghiette mangiucchiate? E poi potresti mettere una gonna ogni
tanto, invece di quella vecchia palandrana lunga fino alle
caviglie....-
Hermione
aveva la mascella slogata e la bocca aperta per l'indignazione.
- Gin, la mia migliore amica mi sta suggerendo di comportarmi come
una delle sciacquette che affollano gli uffici del dipartimento Auror
che, travestite da segretarie, cercano di accalappiare un buon
partito?!?!? -
-Ma Hermione è proprio questo che vuole la Gazzetta da te!!! -
spiegò Ginny risoluta - Sono proprio quelle le donne per cui stai
scrivendo i tuoi articoli. Non penso che la McGranitt o La
Montalcini potrebbero usarli per qualcosa di diverso dal combustibile
per il caminetto, sai? -
Inoppugnabile
e sacrosanta verità...
Hermione
abbassò il capo sconfitta.
- Mione...dai. Ginny non voleva offenderti. Lo diceva solo per dare
una mano - cercò di fare da paciere il non-più-bambino
sopravvissuto.
- Lo so Harry, e ha ragione...però è ...io...ci devo pensare! Ora
vado a casa....-
Si
alzò e salutò gli amici.
Ginny
l'abbracciò stretta e le sussurrò in un orecchio “se ci
ripensi passa da me che ci facciamo un giro per negozi...e una
capatina dall'estetista!!!”. Le diede un bacio sulla guancia.
Poi Hermione si smaterializzò a casa.
***
Era
trascorsa esattamente una settimana da quando l'ex perfect-prefect
Hermione Jean Granger aveva iniziato a lavorare presso il
dipartimento Auror, ufficialmente come assistente, ufficiosamente
come elfo domestico.
Il
suo perfido schiavista, il cui nome era tabù alle sue
orecchie, l'aveva messa a fare fotocopie (orrore!!!) e a
preparare litri di caffè (abominio!!!). La riccia aveva perso
l'uso degli arti superiori a forza di trasportare quintali di posta
su e giù per il ministero e, contemporaneamente, aveva rispolverato
il goblinese a furia di imprecare dietro al suo cinico
sfruttatore, quel bieco aguzzino che, fra l'altro, la
costringeva persino allo straordinario non retribuito.
E
poi era compito suo servire il tè delle cinque al malefico
negriero e portare da mangiare al “capo” (amore eterno e
imperituro alLa capo) se non aveva voglia o tempo di andare in
mensa. Naturalmente il suo misantropo carceriere non si
mischiava mai coi comuni mortali, quindi Hermione, per portargli il
pasto, saltava sistematicamente pausa e pranzo.
Da
temeraria eroina di guerra ed inguaribile idealista, Hermione Granger
si era sempre illusa che la vita degli Auror fosse piena e
avventurosa... del resto se ogni “vera strega” sognava di
sposarne uno, qualcosa doveva pur dire, no???
Povera
scema: gli Auror passavano la maggior parte del loro tempo rinchiusi
in un ufficio puzzolente ad inquinarsi i polmoni fumando sigari
babbani e a procurarsi la sindrome del tunnel carpale compilando un
mucchio di inutili scartoffie.
Se
un Auror doveva eseguire una perquisizione bisognava inviare una
lettera al suo superiore e ad un collega per fargli da spalla . Dopo
aver ricevuto un consenso scritto, da entrambi, era necessario
inviare una quintalata di carta (nessun rispetto per la foresta
pluviale) nell'ordine a: il Capo degli Auror (un tale Harry di
sua conoscenza), il supervisore del rispetto della Legge Magica,
all'ufficio del Procuratore Capo e all'ufficio Misteri. Questi erano
tutti tenuti a rispondere con altre mille lettere e infine potevano
(finalmente!) essere stilate le pratiche del caso e solo dopo
un Auror (o meglio un amanuense) poteva finalmente agire.
Per
una perquisizione di due ore ci volevano più o meno, stimò
Hermione, 2-3 kg di pergamena e un paio di boccette di inchiostro.
Ovviamente
un procedimento molto simile doveva essere impiegato se un Auror
doveva fare un'irruzione, eseguire un arresto, accedere ad un
archivio, interrogare un testimone, scortare un detenuto ad Azkaban,
etc etc.
Hermione
Jean Granger aveva capito uno degli altri motivi per cui il mondo
magico aveva avuto tanti problemi ad affrontare la minaccia di
Voldemort.
Se
un Auror doveva sottoporsi ad una simile trafila burocratica persino
per prendere il caffè...
Naturalmente
il profittatore biondo aveva
trovato il modo di appioppare a lei anche il lavoro di
dattilografa...
L'indefessa
sanguisuga era pure un
pezzo grosso e quindi la “sua” corrispondenza era di… più o
meno 7 kg al giorno, grammo più, grammo meno.
L'unica
cosa buona che al momento l'ex caposcuola Grofondoro trovava in quel
nuovo lavoro era un sostanzioso risparmio: niente più soldini
sperperati per la palestra. A furia di scale e badilate di posta
aveva messo su i bicipiti di un culturista.
In
compenso possibilità di approcciare Auror... ZERO assoluto!!! Quelli
non si azzardavano a passare nemmeno per sbaglio davanti alla sua
scrivania e la evitavano come la peste. L'unica eccezione era stato
il Santo Neville che, dopo aver travolto il vaso col ficus che
decorava il corridoio per la sorpresa di incontrarla lì, era
sembrato felicissimo di ritrovare la sua vecchia amica e si era
fermato a scambiare due chiacchiere con lei più o meno tutte le
mattine.
Hermione
aveva notato in quei giorni che di
Auror ne conosceva davvero parecchi: Antony Goldstein, Jimmy Peakes,
Blaise Zabini (che a giudicare dal viavai di segretarie dal suo
ufficio doveva essere rimasto l'impenitente donnaiolo di sempre),
Smith l'odioso Tassorosso, Denis Canon, Millicent Bullstrode (era una
donna, ma assomigliava talmente tanto ad un uomo - o a un troll -che
nessuno avrebbe notato la differenza), Malferret che avrebbe di gran
lunga preferito non aver mai conosciuto), Neville e, ovviamente,
Harry, che era il capo degli Auror, ed anche il suo migliore
amico. Peccato però che non riuscisse a vederlo quasi mai: se
Malfoy, che era “solo” uno dei capi unità, doveva scavalcare
pacchi di pergamene per raggiungere la porta (in caso di incendio
non avrebbe avuto vie di fuga), Harry era letteralmente sepolto
da carte, cartelle, documenti e dossier.
Come
poteva d'improvviso l'aspirante piromane Granger trasformarsi in una
procace e civettuola mangiatrice di uomini???
Aveva
provato a cercare una pozione o un incantesimo che facesse al caso
suo, ma nessuno dei preziosi volumi della biblioteca di casa poteva
essere utile alla causa.
Come
rimpiangeva la sezione proibita di Hogwarts qualche volta...
***
Quel
venerdì pomeriggio Hermione, quasi in lacrime al pensiero di non
aver scritto nulla per Miss Wilthinson, stava ripulendo la scrivania.
Qualche spiritoso le aveva lasciato una bocca di leone sul tavolo. Il
fiore aveva stinto e colorato buona parte dei fogli su cui aveva
lavorato quella mattina.
-
Maledettissimo, stupido fiore puzzolente - aveva sbottato prima di
gettarlo nella carta straccia.
Dietro
le sue spalle colse il movimento di Malefico Malfoy che aveva aperto
in quel momento la porta dell'ufficio e la scrutava con un
sopracciglio alzato, valutando attentamente la sanità mentale della
sua nuova segretaria.
- Granger - fece sprezzante come il borioso purosangue che era sempre
stato - Sono le cinque e tu non mi hai ancora portato il tè. Per
due, fila. Avanti, marsh!!!- e si chiuse la porta alle spalle.
Avanti,
marsh!!! Avanti, marsh!!! Avanti, marsh!!!
Quell'orribile,
spregevole, immondo individuo.... come
aveva osato??? Avanti marsh...ma cosa pensava che fosse, il suo elfo
domestico??? Una recluta Auror durante l'addestramento???
Hermione
era infuriata e sbatteva sgraziatamente i piedi sul pavimento mentre
reggeva, in equilibrio precario, un vassoio con due tazze di
tè fumante, biscotti al burro, cucchiaini e zuccheriera. Era un peso
ridicolo, ma le braccia erano talmente provate che non riusciva
nemmeno a trasportarlo senza che tremasse vistosamente.
Bussò
col piede contro la porta dell'ufficio di Malfoy e, dopo aver udito
il suo cortese grugnito, entrò nella stanza.
Si
avvicinò al principale con il vassoio in mano. Malfuretto
conversava amabilmente con una sottospecie di fotomodella bellissima,
rifatta e seminuda.
“Minigonna
inguinale, trucco antitraspirante e silicone a gogò” pensò
Hermione.
Oltre
al suo capo le toccava pure portare il tè alle amichette
insulse e slavate. A una come quella poi... La classica
bambolona tutta tette e niente cervello.
Beh
in effetti questa non era poi tanto
stupida. Aveva capito perfettamente come compiacere uno squilibrato
egocentrico come Draco Malfoy: sorridendogli e standosene zitta.
Pressappoco
come faceva Hermione quando era in compagnia del bellissimo
(ovviamente era ironica) Malfoy. Precisamente quando riprendeva fiato
compiaciuta, tra un insulto particolarmente ben riuscito e l'altro.
La
riccia fece per posare il vassoio sulla scrivania di legno scuro,
mentre il platinato, a meno di una spanna da lei, non la degnava
della minima attenzione, troppo intento a fare il cascamorto con la
sventolona bionda.
-
Huuuuuuuuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii – una specie di ululato (che
avrebbe fatto sentire il prof. Lupin un dilettante) le fece
prendere un accidente!!!
Aiuto!!!!
Le trombe di Belzebù??? Ci attaccano i Mangiamorte??? Era la sirena
dell'allarme antincendio???
Hermione
ebbe a malapena il tempo di pensare che quella procace biondona, in
realtà, era un autentico genio: non parlava per evitare che ogni
uomo nel raggio di dieci miglia fuggisse a gambe levate per quel
terribile raglio d' asino che si ritrovava al posto della voce.
Poi
fu fulminata sul posto dello sguardo gelido di Draco Malfoy. Se non
ci fosse stata una testimone oculare che probabilmente voleva
portarsi a letto, era sicura che niente l'avrebbe salvata da una
maledizione senza perdono: per lo spavento, con i suoi nervi a pezzi
e il fisico sfiancato, gli aveva appena versato il tè bollente
addosso. Cioè...non proprio addosso, piuttosto sui pantaloni. Sui
suoi preziosi pantaloni neri di Armani. E non esattamente su un punto
qualsiasi di quei pantaloni... ma proprio in QUEL punto!!!
Arrossì
fino alle orecchie, Weasley style, e farfugliò qualche scusa
imbarazzata distogliendo immediatamente lo sguardo dalla macchia.
Draco
la congedò con un gesto imperioso della mano e lei si catapultò
fuori.
Chiuse
la porta e vi si appoggiò pesantemente contro.
Che
figuraccia, che figuraccia, che figuraccia...lanciatemi
un'oblivion...meglio uno schiantesimo...
L'uscio
si aprì di nuovo, all'improvviso, ed Hermione rischiò di cadere
all'indietro. Malfoy doveva aver congedato la bambolona sexy e
questa, uscendo, la superò caracollando sui tacchi a spillo di
vernice. Fece per richiudere ancora una volta quella maledettissima
porta quando una voce la fermò...
-
Non così in fretta mezzosangue, torna qua. -
***
- Allora Granger - ringhiò acido Draco Malfoy – Hai visto che
casino hai combinato? Ora come faccio? Devo andare a parlare con il
Ministro Shacklebot fra meno di mezz'ora!!! -
Hermione era stanca e nervosa, non aveva nessuna voglia di ascoltare
i capricci di quel pallone gonfiato che si ritrovava al posto delLa
boss, per un po' di tè poi... quante scene!!!
- Oh, Malfoy, non farla tanto lunga! Che ce l'hai a fare una
bacchetta? Per tenerla nei pantaloni?-
Visto
che lo sguardo della strega era involontariamente sceso sulla
macchia mentre parlava, non era per
niente il caso di dire cose ambigue e facilmente fraintendibili, ed
Hermione si morse la lingua quando colse il doppio senso implicito
nelle sue stesse parole.
-
Basta un gratta e netta - si affrettò ad aggiungere.
-
Granger secondo te IO so usare un incantesimo da servo come il
gratta e netta? Dico, ma ti
sembro il tipo? A me i pantaloni li puliscono gli elfi!!! - berciò
lui.
- Ok ok Malferret, non ti agitare, faccio io.-
Tirò
fuori la bacchetta, e cercando di non arrossire troppo, la puntò
verso il suo inguine.
- Sei completamente impazzita sanguesporco??? Cos'hai nella testa,
segatura? Pensi davvero che permetterei ad una come te, pericolosa
anche senza bacchetta, di affatturare la mia virilità?-
Che
coooooosa???
Hermione
arrossì di rabbia. Ma come si permetteva quel maleducato?!?!
- Malfoy, ero la prima della classe anche ad incantesimi. Il
tuo prezioso… coso, è al sicuro con me. Ok anche
quella frase era un tantino strana... - E poi che vuoi fare?
Toglierti i pantaloni per un gratta e netta? -
Appena
lo disse se ne pentì.
La
faccia insolitamente seria di Malfoy non prometteva nulla di buono...
Lui
si portò le mani alla vita e si slacciò lentamente la cintura,
iniziando a sfilarla dai passanti.
- Ma che stai facendo?!?! PERVERTITO!!! - strillò Hermione in una
sinfonia di note talmente acute che nemmeno il soprano delle Sorelle
Stravagarie avrebbe mai sognato di poter raggiungere - Fermati
immediatamente, brutto maniaco!!! - urlò mentre, disgustata, si
tappava gli occhi con le mani.
- Ma cosa credi Granger, che voglia spogliarmi? Mi tolgo solo la
cintura, santo Salazar!!! Me l'ha regalata Blaise, se la rovino mi
uccide!!! - E continuò a borbottare come una teiera qualcosa circa
una certa“deficiente” e “ma tu guarda cosa mi tocca
sentire” “non si è mai visto...”.
- Ora andiamo in bagno, io mi tolgo i pantaloni e te li passo dalla
porta, ok? Tu fai quel maledetto incantesimo e fine della storia -
Hermione annuì sollevata. Era ancora troppo sconvolta per parlare,
tutte le sue energie le servivano per riprendersi da quel momento di
panico.
***
Dopo
aver abbandonato un Malfoy ripulito e asciutto, ma inferocito come un
avvicino appena uscito dal letargo, Hermione tornò ciondolando alla
propria scrivania. Si accasciò sulla sedia e poggiò la faccia sul
legno freddo.
Non
aveva ancora accalappiato nemmeno mezzo Auror e tra meno di un'ora
doveva mandare un gufo alLa boss con la bozza. Doveva assolutamente
correre ai ripari ed inventarsi qualcosa in fretta.
Da
quella scomoda posizione vide Baston, un suo vecchio amico di
infanzia, passare lungo il corridoio. Oliver... quelli sì che
erano bei tempi quando lui era il capitano della squadra di
quidditch...
Un
momento.... eccola!!! L'idea, la folgorazione!!!
Baston
era un Auror. E Baston lei un po' lo conosceva... e se c'era una cosa
che tutti sapevano di Baston è che era assolutamente fissato con il
quidditch!!!
E
lei conosceva benissimo un altro mago fissato esattamente come lui:
Ronald Bilius Weasley!!!
Non
era propriamente un Auror, ma aveva persino contribuito alla
sconfitta di Voldemort!!! Nessuno avrebbe notato la differenza! E poi
non aveva molta scelta...
Avrebbe,
per la prima ed unica volta in vita sua, detto una bugia ed inventato
l'articolo di sana pianta!!! Se poi qual maledetto sgorbio fosse
andato - per qualche strana congiunzione astrale - bene alLa boss si
sarebbe finalmente arresa e avrebbe seguito i consigli di Ginny alla
lettera.
Buttò
giù in fretta qualche rigo e legò un piccolo rotolo di pergamena
alla zampa del gufo che beccava da qualche minuto sul vetro della
finestra. Guardò l'animale per qualche istante, mentre spariva tra i
tetti di Londra.
Con
un sonoro crack si smaterializzò dalla sua migliora amica.
***
Alla
fine della prima infernale settimana da assistente Auror e spia in
incognito, la bozza che lesse una più che soddisfatta Miss
Wilthinson era più o meno così:
Come
conquistare l'Auror sportivo:
Questo
tipo di Auror è un'animale di gruppo. Vive perennemente incollato ad
altri membri della stessa specie - Auror hooligan scarsamente
sapiens - che, esattamente come lui, sono ossessionati dal
quidditch, dai manici di scopa e da palle e palline di ogni
forma e colore.
In
apparenza un vero duro, figo e palestrato, l'Auror sportivo si
scioglie come una cioccorana al sole al solo bisbigliarli “pluffa”
in un orecchio.
Non
sarà mai in grado di ricordare il tuo compleanno, l'anniversario e
non si accorgerà nemmeno del tuo nuovo taglio di capelli skinhead.
In compenso non dimenticherà mai il colore, il tipo di sospensioni,
gli accessori in dotazione e la tipologia dei freni dell'ultima
firebolt 3000.
Per
farlo cadere ai tuoi piedi:
1
Incantalo indossando una sciarpa coi color della sua squadra
del cuore: avrete immediatamente un argomento di conversazione (di
cui lui è sempre pronto a ciarlare per ore, quando di solito non ha
MAI nulla da dire su NIENTE) e gli resterai impressa più di un
everte statim al plesso solare. Ovviamente fingi di essere una
tifosa accanita documentandoti sul Profeta dello Sport.
2
Stupefiscilo studiando a memoria Scope
e Scopettoni e
Quattro Scope .
Non c'è modo migliore per legarlo a te del citargli la finta Wronski
n.d.a.
assicurati di pronunciarla per bene: lo sportivo non ha nessuna
nozione di cultura generale, ma considera il quidditch la sua
religione e fede assoluta. Un' Acca di troppo potrebbe essere un
peccato capitale ed un' eresia ignorare la nobile arte di catturare
un boccino per farci canestro.
3
Un buon incantesimo da usare con lui è la fattura
orcovolante. Puoi scagliargliela addosso quando, per seguire
il quidditch sulla SferaPayD+P , si dimenticherà dei vostri
appuntamenti.
4
Una pozione utilissima nel caso tu
abbia a che fare con un Auror di questo tipo è il distillato
oblivante. Più discreta
di un oblivion classico, puoi rifilargliela allungando il
bibitone che si ostina a prendere tutte le mattine (sostenendo
contenga vitamine e proteine indispensabili) con 2-3 gocce di infuso.
E' comodissima per fargli dimenticare la partita con gli amici. Puoi
in alternativa usarla su te stessa per toglierti dalla testa un
cretino simile. Nel caso fossi momentaneamente sprovvista degli
ingredienti per preparare il filtro puoi sempre ripiegare sulla mazza
da battitore fracassargliela sul cranio. Funziona benissimo, peccato
lasci qualche livido.
5
Affatturalo per sempre regalandogli un abbonamento annuale
allo stadio. Assicurati che lo faccia anche la ragazza del suo
migliore amico: lui ti sarà riconoscente per sempre e tu avrai
l'occasione di uscire con l'altra malcapitata per cercarvi un nuovo
fidanzato.
Insomma
ragazze tirate fuori le bacchette!!!
Hermengarda Johanna Griffanthy
Qualche
allegra ca...lderonata in libertà:
Innanzitutto
GRAZIE a tutti quelli che hanno commentato la mia storia e anche a
chi l'ha letta in silenzio...mi fa comunque piacere!!!
Un
ringraziamento particolare a Lucelibera per queste parole
“considerato il numero esponenziale di scrittori che si
cimentano in dramione l'originalità è un lusso di pochi...”
oddio,
estrapolata dal contesto la frase sembra un'offesa ma non lo è
affatto, anzi... mi ha consolata. Mi rendo conto benissimo che la
mia storia di originale non ha proprio nulla, ma se la apprezzate
comunque non può che farmi piacere. Considerando poi che come
scrittrice sono alle prime armi, almeno per ora mi sento più a mio
agio ad avventurarmi su un terreno in discesa.
Chi
odia i cliché è avvisato!!!
|
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Capitolo 3 *** Blaise Baruch Zabini ***
dram cap 3
Auror:il
tuo wizard azzurro.
Come
conquistarlo in cinque facili mosse
Capitolo 3
Blaise
Baruch Zabini
L’auror
play-boy
Lo
avevano pubblicato a pagina 3!!! Ed era stato un successone!!!
Hermione
Granger leggeva il biglietto di Miss Wilthinson mentre allungava una
fetta di prosciutto al gufo grigio, appollaiato sul davanzale.
Incredibile....
Non
sapeva se gioirne oppure no.
Guadò
pensosa il suo tavolo. Quella mattina sulla scrivania faceva bella
mostra di sé una rosa rossa. Torreggiava in cima alla consueta pila
di scartoffie.
Colei
che di quelle cartacce avrebbe
dovuto occuparsi a breve, prese ad osservarla intenta,
dall’alto delle decolté nere nuove di zecca.
Agli
occhi di chiunque fosse passato in quel momento, Hermione quel
lunedì non sarebbe sembrata affatto Hermione Granger.
Gambe
velate da calze leggere finalmente in bella mostra, boccoli ordinati
e lucenti, lenti a contatto babbane e, udite udite, fondotinta,
ombretto, mascara e rossetto al posto giusto. Nulla di eccessivo:
eleganza e classe. Il tutto mirabile capolavoro del gusto innato di
Ginevra Molly Weasley e della sua pazienza.
Hermione
pensava ancora che in rischio di slogarsi una caviglia non valesse
gli sguardi di nessun uomo, e che quella strega di estetista fosse
stata proprio una “strega” ad averle fatto notare l’urgenza con
cui dovesse ricorrere ad una manicure…
Comunque
restava il fatto che una rosa rossa fosse proprio sul suo tavolo.
“Strano”
pensò, “che
qualcuno avesse sangue veggente nelle vene?”.
Chi poteva averle fatto cotanto omaggio SENZA sapere che quella
mattina si sarebbe presentata in ufficio…così???
Doveva
essere uno scherzo di quel simpaticone di Ronald, che continuava
imperterrito a prenderla in giro e a mandarle bigliettini con
preziosi consigli su come sbattere vezzosamente le ciglia e su
quale fosse il modo più seducente di camminare.
In
ogni caso... una rosa rossa. Non che fosse brutta, mah…
-Il
massimo del clichè…- sbuffò stizzita prima di afferrarla e
gettarla nel cestino.
-
Mezzosangue, ora parli pure da sola ?!?!- la canzonò la voce del
furetto che passava in quel momento, scortato dall' amico di sempre
Blaise Zabini.
Hermione
arrossì. Perchè faceva sempre la figura della stupida con lui?
Venerdì gli aveva versato il tè sui pantaloni...oggi la beccava a
parlare da sola. E la settimana prima lui aveva persino dovuto
contaminare la sua preziosissima mano purosangue per evitare che gli
franasse addosso, spiaccicandosi sulla porta dell'ascensore.
-Per
te è anche troppo, credimi- agginse Mefisto con voce secca.
Perché,
perché, perché le segretarie dovevano avere una scrivania così
vicina a quella del principale???
Il
suo capo non la degnò di ulteriore attenzione e si fiondò nel suo
ufficio, sbattendosi violentemente la porta alle spalle.
Fin
qui nulla di nuovo sotto il sole, come recitava il detto babbano.
Cosa
da ascrivere invece nell’elenco delle cose inconsuete (Ginny voleva
assolutamente che compilasse La lista “come cambia la
vita da quando sono metamorfagus Hermione-sciatta /
Hermione-strafiga”) era il vedere Blaise Zabini, il serpeverde
sofisticato e compassato per eccellenza, con la bocca assai poco
elegantemente aperta e gli occhi fuori dalle orbite.
Se
Hermione non fosse stata una paladina, una martire, un'
evangelizzatrice della Gazzetta e non avesse avuto una missione da
compiere, avrebbe trovato l'espressione del mago piuttosto comica e
sarebbe addirittura esplosa in una risata.
Ma
Hermione aveva un compito, un obiettivo, una vocazione: salvare il
mondo magico dall’ignoranza, dal big wizardbrother, da Maria De
Fattucchierippis ( in onda tutti i giorni sulla sfera magica network,
nemmeno vi avesse preso casa) & affini.
Per
questo si morse la lingua e si avvicinò ad un catalettico Zabini che
la fissava attonito e, finalmente, ammirato.
Esultò
intimamente per quel piccolo, grande successo: l'aver acquisito una
rilevanza maggiore di un oggetto d' arredamento di un anonimo ufficio
del ministero agli occhi di un auror.
Sfoderò
il suo miglior sorriso a beneficio del moro di fronte a lei (che si
era appena ripreso e a qual punto rischiò di nuovo un arresto
cardiaco ripiombando in stato catatonico) e si arrischiò a muovere
un ulteriore passo verso di lui.
Non
aveva nemmeno poggiato il tacco a terra che una mano dalle lunghe
dita diafane sbucò dalla porta di Malfoy e il proprietario trascinò
rudemente Zabini all’interno. La porta sbattè per la seconda
volta.
Maledetto,
maledettissimo Malfoy…finalmente un UOMO, e cosa di non
trascurabile importanza, un maschio auror, la degnava di un’occhiata
e lui lo trascinava di peso dentro quell’ ufficio polveroso.
Hermione
cadde in ginocchio ed iniziò a prendere violentemente a testate il
muro.
Oh,
dava una certa soddisfazione in effetti...
-
Granger, che diavolo stai combinando, cos’è questo rumore si può
sapere?-
Antipatica
come al solito, la voce del platinato le arrivò attraverso la porta
chiusa. Stava già per mettere mano alla bacchetta quando si accorse
che Neville era venuto a trovarla.
Il
povero, dolce, tenero Paciock la guardava con lo stesso sguardo che
aveva riservato anni prima a Fierobecco durante le lezioni di Hagrid,
mentre educatamente le porgeva la destra per aiutarla a rialzarsi.
Nella sinistra stringeva una tazza di caffè.
Hermione
si alzò in piedi velocemente, scoprendo ulteriormente le gambe.
Neville
rischio l’aneurisma.
-Herm…Her…Herm…-
balbettò più volte mentre prendeva fiato.-Herm …mio..che
..perchè...-
Con
un profondo sospiro la Granger si accasciò sulla scrivania e, mentre
sorseggiava quel caffè (Neville, grazie di esistere), si
accinse a spiegare all'amico l’estenuante tortura a cui Ginny
Weasley l’aveva sottoposta per tutto il fine settimana,
tralasciando ovviamente tutta la parte circa i motivi che l’avevano
spinta al grande passo.
***
Neville
non doveva capire granché di bellezza e diavolerie femminili, pensò
Hermione mentre, seduta da sola ad un tavolo bianco, per la prima
volta riusciva a pranzare in mensa.
Le
era sembrato terrorizzato quando gli aveva spiegato che la porzione
domaricci richiedeva una preparazione di cinque ore.
Forse
la parola “pozione” gli faceva tornare in mente Piton…
Meglio
poi glissare sulla faccia che aveva fatto quando lei si era dilungata
sui particolari della biancheria che Ginny l’aveva costretta ad
indossare. Comunque era bello vedere che almeno qualcuno dimostrasse
una certa solidarietà!!! Harry e Ron non ne avevano mostrata
abbastanza, quando si era lamentata che il perizoma segava le chiappe
e che la guepiere prudeva da morire. Neville invece era rimasto
adeguatamente sconvolto quando gli aveva raccontato che nessuna delle
gonne e dei tailleur che aveva acquistato prosciugando tutti i suoi
risparmi, arrivasse a coprirle metà coscia. Le era parso talmente
impaurito e a disagio ( ma in base a quali criteri sceglievano gli
auror?), che aveva preferito smettere di infierire e aveva
evitato di raccontagli i particolari più cruenti dell’incontro
ravvicinato che aveva avuto con l' estetista. E poi con la
parrucchiera. E poi con la commessa di madame McClan…
In
ogni caso il risultato di quel week-end di shopping , massaggi e
ceretta era soddisfacente, almeno a giudicare dalle occhiatine che le
riservavano gli impiegati del ministero: l’addetto alla
manutenzione magica del tavolo affianco si era versato il succo di
zucca sui pantaloni mentre la ammirava incantato e il giovane
impiegato del controllo dei manufatti babbani non le staccava gli
occhi di dosso.
Per
fortuna ne è valsa la pena...
Il
rumore di una sedia trascinata la riscosse dai suoi pensieri, mentre
un Blaise Zabini tutto sorridente le si sedeva di fronte.
Evvivvaaaaaaaaaaa
!!! Sommo gaudio e tripudio...
Peccato
si fosse portato appresso quell’essere odioso che si ritrovava per
migliore amico.
Nulla,
nemmeno il detestabile sfruttatore, avrebbe potuto rovinarle quel
momento di buonumore.
-Hermioneee
- disse Zabini zuccheroso e, forse, con voce…sexy???
Da
quando la chiamava per nome? Mah…
-Blaaaiseeee-
Andava
bene così? A giudicare dal grugnito infastidito di Malfoy
probabilmente sì.
-Possiamo
sederci al tuo tavolo?-
Detto
da qualcun che si era già seduto, non era propriamente sensato, ma
era meglio non stare a cavillare.
-Che
beeeello poter finalmente avere occasione di parlare con teeee !!!-
Disse
lui con voce bassa e ammaliante, in uno frenetico sbattere di
ciglia, nemmeno gli fosse entrato un moscerino in un occhio...
Strano,
Ron ha detto che dovrebbe farlo la strega…si sarà sbagliato.
-Eh
già, non abbiamo mai avuto molte occasioni di conoscerci- gli
rispose educata la riccia.
Chissà
perché anche questa volta Malfoy si sentì in dovere di grugnire.
-Allora
Blaise, raccontami qualcosa di te- continuò imperterrita Hermione.
“Fatelo
parlare di sé”, diceva la rivista della parrucchiera…
Sembrava
che Zabini non aspettasse altro che quell'invito per dare sfogo alla
diarrea verbale cronica che lo affliggeva dai tempi di Hogwarts.
Mentre l'auror si lanciava in confusi voli pindarici sulle esperienze
più strampalate e noiose della sua vita, Malfoy si esibì in una
serie di grugniti di difficile interpretazione…
Quello
più gutturale doveva essere un “ho sentito questa storia un
miliardo di volte”, la sequenza
grugnito-pausa-sospiro-grugnito, poteva essere tradotta come un “eh
sì, bei tempi quelli”, mentre il grugnito acuto seguito dagli
occhi al cielo stava per “vi prego fatelo tacere”.
L’ultimo e più profondo grugnito, seguito da un colpo di tosse,
rese Hermione galvanizzata alla prospettiva di una rapida dipartita
del suo boss per soffocamento. A Malfoy era andato di traverso
l’arrosto quando Zabini lo aveva nominato nel corse del racconto,
apostrofandolo come il “so-tutto-io” del corso di preparazione
auror.
Queste
sì che sono soddisfazioni...
Per
fortuna poteva fingere di non essere una così abile interprete e
sperare che la carne riuscisse dove schiere di mangiamorte avevano
fallito, liberando il mondo dall’irritante presenza dell'ossigenato
rompipluffe.
Purtroppo
Blaise trovò il tempo, mentre prendeva fiato tra una frase e
l’altra, di dare una pacca sulla schiena dell’amico salvandogli
la vita.
Poi
ovviamente proseguì col suo monologo.
***
Dopo
43 minuti cronometrati, Draco Malfoy stremato, si era alzato dal
tavolo e, senza salutare, si era dileguato, il vile traditore,
lasciando la sua assistente alla mercè della logorrea di Zabini, che
aveva continuato, felice come una pasqua, a ciarlare per altri 30
minuti.
Alla
fine si era accorto che era andato il Ministero per lavorare e non
per attentare ai poveri nervi del suo auditorium, e se ne era venuto
fuori con un -Hermione, è stato molto bello parlare con te,
accidenti come vola il tempo quando ci si diverte.- certo, come
no…i 73 minuti più atrocemente dolorosi della mia vita - ora
devo scappare. Ci vediamo domani, ciao – e come nulla fosse si era
piegato a farle un baciamano.
Hermione
Granger era rimasta seduta al tavolo da sola, con lo sguardo perso
nel vuoto e gli occhi spalancati per altri dieci minuti buoni.
Zabini
era a dir poco sconcertante.
Ma
davvero la sua tecnica aveva successo con le streghe??? Lei iniziava
a pensare che quelle poverette, esasperate, cedessero alle sue
avances per sfinimento.
Il
muro era piuttosto lontano, ma lo spigolo del tavolino le sembrava
più che adatto per essere preso a testate...
***
A
Blaise Zabini occorsero altri 56 minuti del pranzo del martedì e 34
minuti di pausa caffè in corridoio con Hermione, per racimolare il
coraggio sufficiente per andarla a trovare quel mercoledì pomeriggio
in ufficio.
La
riccia aveva dato forfait a mensa quel giorno (del resto era
riuscita ad andarci ben due volte di fila, peccato che la compagnia
di Zabini le avesse reso tutto indigesto) poiché Malefico
Malfoy aveva aggiunto qualche chiletto extra alla solita razione di
incombenze.
Come
ogni buon purosangue sapeva bene “se il calderone non va dal mago,
è il mago che va alla pozione”, e quindi l'ex-serpeverde era
andato a far visita alla riccia con una tazza enorme di caffè
fumante in mano.
Aveva
trovato Hermione che parlava nuovamente da sola, mentre cruciava un
fiore con uno sguardo da basilisco consumato.
Un
crisantemo...
Beh,
era decisamente un fiore originale...ma
cavolo volevano forse farle il malocchio? Hermione non era
superstiziosa ma, dopo aver ripetuto il catartico rituale del
canestro nel cestino, iniziò coi gesti scaramantici...
L'
auror, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro, le aveva
allungato la bibita, moooolto zuccherata.
Era
stato totalmente fuori discussione far notare a Blaise che Neville le
aveva portato già la sua razione quotidiana di caffeina, e ,
contando mentalmente i rischi che il suo stomaco correva (ma che
non lo sapevano che il caffè a stomaco vuoto fa venire l’ulcera???)
si era imposta di trangugiare tutto il contenuto della tazza, mentre
il moro, c.v.d., parlava a tutto spiano.
Hermione
aveva messo su la faccia standard “zabini-mode”(sorriso a tremila
denti e sguardo languido) limitandosi ad annuire di tanto in tanto.
Mentre lui cianciava, lei pensava alla foresta pluviale e a come
risparmiare carta nel Ministero (magari un gratta e netta
potente poteva far tornare i fogli bianchi e riscrivibili). Ad un
certo punto le sembrò di udire le due paroline fatidiche:“uscire”
e “cena”
Aveva
appena fatto in tempo a mormorargli un “certo che sì,-ovviamente-
QUESTA sera?!?!” (accidenti se era rapido Zabini...), che
con il grido delle grandi calamità, Draco Malfoy aveva preteso la
sua completa attenzione:
Era
entrata a passo marziale nel suo ufficio sbattendo i piedi e
incrociando teatralmente le braccia, meldicendo le orecchie
ultrasoniche del furetto rimbalzante.
Lui
senza staccare gli occhi dal foglio che aveva davanti, le aveva
sibilato un crudissimo:
-Granger,
visto che sei diventata di colpo femmina e il tuo rinnovato interesse
per il look, vai a prendermi i vestiti in tintoria. Già che ci sei
passa pure da Zareth&Taylor, il negozio di intimo in centro, e
compra qualcosa per una donna, devo fare un regalo. Non dimenticarti
dei fiori o qualcosa del genere. Bene Mezzosangue, ora evapora.- .
Hermione
iniziò a contare fino a cento...
-Ancora
qui? Aria.-.
Meglio
contare fino a mille...
-Forza
su Mezzosangue: petto in fuori, pancia in dentro e avanti marsh!!!-.
-Come
osi Malfoy!!!-esplose lei, urlando come una mandragola appena
trapiantata - Io non tiro fuori un bel niente e poi non ho pancia,
cafone che non sei altro!!!-
-
Granger, fa come ti pare: basta che porti le tue graziose terga fuori
dalle palle. E ora sciò.- .
Un
miolioneeduecentotrè, un milioneduecentoquattro...
***
Hermione,
prossima a vincere il premio “segretaria dell'anno”, aveva
trascorso il pomeriggio caracollando per Diagon Alley sui tacchi
neri. Aveva ritirato il bucato di Platinette e, dopo aver scoperto
che la lavanderia faceva consegne a domicilio, aveva comprato il
bustino più sexy e costoso della storia, addebitandolo sul conto di
Mr Malfoy. Per amor di vendetta aveva anche deciso di omaggiare la
deliziosa mulatta (che aveva scorto il giorno precedente in compagnia
del biondastro) di autoreggenti nere, reggicalze, giarrettiere e
vestaglia di seta. Ne aveva ricavato una certa soddisfazione ed un
discreto mal di piedi, quindi aveva bissato addebitando al furetto
anche un paio di ballerine basse e comode con cui tornare al
Ministero, notevolmente più contenta. Il suo umore si era
ulteriormente sollevato quando, di ritorno in ufficio, lo aveva
trovato deserto, mentre un bigliettino scarlatto, che odorava di
ciliegia, svolazzava sulla sua scrivania.
Ti
aspetto questa sera alle nove
alla“Terrazza
sul Mare”,
tuo,
Blaise
***
Hermione
Jean Granger in ghingheri e autoreggenti faceva la sua bella figura
in un elegante Versace pervinca (in prestito...). Peccato che la
smorfia di assoluto tedio dipinta sul suo viso le stesse rovinando il
trucco, frutto degli sforzi congiunti di Gin e Lavanda. Erano le nove
e 47, e dell'australopiteco con cui aveva appuntamento non c'era
alcuna traccia.
Anche
lo spigolo del pregiato tavolino in mogano poteva avere il suo
fascino se preso a testate...
Zabini
arrivò dieci minuti dopo, trafelato e mostruosamente di fretta.
Sembrava reduce da una battaglia con un branco di doxy inferociti,
aveva gli abiti a brandelli e non lo aveva mai visto così sporco e
spettinato. A quella vista Hermione rischiò seriamente di slogarsi
la mascella e non riuscì a riaversi dallo stupore nemmeno per
mormorargli un saluto.
Lui
non le diede neppure il tempo di riprendersi che, mentre scivolava
sulla sedia, aveva già detto:
-
Scusa per il ritardo. Purtroppo devo andare via, ora-.
Si
era appena seduto e voleva già andarsene???
Le
maledizioni che l'ex caposcuola sembrava lanciare dagli occhi,
convinsero il pusillanime auror ad aggiungere:
-Ecco…Draco
mi ha minacciato di morte!!! Mi dispiace Granger, ma è meglio se
torni a casa. Non sarei dovuto venire, però non ho potuto mandarti
un gufo e mi sembrava brutto lasciarti qui senza dirti nulla... Beh
comunque ti avevo fatto un regalino.. -. Le scoccò una delle sue
solite occhiate sexy e sorrise sornione, mentre le allungava un
piccolo pacchetto avvolto in della carta rossa.
-Te
lo do lo stesso, così magari mi perdoni.- non sembrava
particolarmente interessato al suo perdono però, mentre, in un
lampo, si alzava e la piantava lì, sola come un'imbecille.
Oh,
quello spigolo era sempre più attraente...
Con
dita tremanti e sull'orlo di una crisi isterica, l'ex-grifondoro
scartò il pacchetto: non le importava assolutamente nulla di Zabini,
ma essere scaricata in quel modo ...
Dalla
scatolina venne fuori un tanga leopardato che sembrava gridare “sono
qui, guardatemi” a tutto il locale. Con le guance in fiamme, lo
ficcò lesta in una tasca del cappotto (farlo evanescere avrebbe
potuto essere un gesto troppo plateale) bestemmiando in elfico contro
tutta l'antica casata degli Zabini.
Domai
ucciderò Malfoy, pensò Hermione mentre usciva dal locale,
cercando di non fare troppo caso alle risatine di schermo che le
rivolgevano i maghi e le streghe che si erano goduti la scena dai
tavoli vicini.
Non
aveva fatto che pochi passi quando vide Blaise, Quel Blaise,
in compagnia di una piccola strega bionda.
Incredibile,
...
ci stava già provando con un'altra!!!
***
Quel
giovedì pomeriggio, dopo aver attaccato un bigliettino per Miss
Wilthinson alla zampa di un gufo, Hermione Granger si fissò le mani.
Reggeva, in cima alla familiare pila di fogli, una busta grande e
giallo ocra, piuttosto simile a quella che usavano
negli ospedali per conservare le lastre. Le venne fuori un sorrisetto
assolutamente diabolico, mentre bussava all'ufficio del principale.
Si
schiarì la voce, e sorridendo radiosa all'avvenente rossa
appollaiata sulla scrivania del tiranno, trillò:
-Signor
Malfoy, hanno chiamato dal San Mungo, per quella malattia venerea che
la affligge. Confermavano l'appuntamento per domani alle quattro.-.
Si
sentì così magnanima da lasciare immediatamente la dovuta privacy
alla coppia, e fuggì a gambe levate dalle ire del suo capo, mentre
lo udiva balbettare qualcosa alla tipa svenuta tra le sue braccia.
In
quello stesso momento, a qualche isolato di distanza, Miss
Wiltinson, davanti ad una tazza di buon tè inglese, sorrideva
radiosa ad una pergamena fitta di appunti vergati dalla disordinata
grafia della sua giornalista preferita.
.
Come
conquistare l'auror play-boy
L’auror
play-boy è un pessimo, pessimo, pessimo soggetto che
difficilmente riuscirà a tenere la bacchetta nei pantaloni a
lungo!!! Se hai la disgrazia di innamorarti di uno come lui
ripassa a fondo l’incantesimo duplicante: perché spendere
un capitale in fazzolettini di carta quando con la magia puoi
risparmiare? Farfallone per natura, donnaiolo incallito e soprattutto
impenitente, l’auror don Giovanni (per dirlo alla babbana) ti darà
molti motivi per piangere e soffrire.
Per
farlo cadere ai tuoi piedi
Ti
basterà trasformare ossigeno in anidride carbonica e girare svestita
come una donna scarlatta dei peggiori postriboli di Nocturn Alley.
L'immondo bastardo infatti, ti cadrà ai piedi velocissimamente
(nemmeno gli avessi gridato “accio”),
non appena gli mostrerai una porzione di coscia, ma altrettanto
velocemente si lancerà all’inseguimento di qualsiasi altro essere
femminile gli capiti davanti.
-
Incantalo
con un bel paio di gambe adeguatamente scoperte e un decoltè
generoso. Per questo non servono trucchi o sortilegi, ma per fargli
tenere le mani a posto c'è solo il pietrificus totalus.
-
Se
sei una tavola senza speranza, stupefiscilo
trasfigurando la tua scarsa prima o seconda misura in una quarta
abbondante e, se proprio non puoi fare altrimenti, ricordati dei
cari vecchi rimedi babbani: imbottiture a tutto spiano e push-up a
gogò.
n.b.
La bellezza e la grazia innate non
si possono incantare, ma per tutto il resto c'è la magia...o il
chirurgo plastico!!!
-
Un buon incantesimo
,da tenere sempre a mente in presenza di questo genere di auror, è
l' imetec bellissima (con la bacchetta descrivere un otto,
agitare e colpire). Ti permetterà di avere sempre capelli perfetti
, con la pioggia o sotto il sole.
Troverai
molto utile anche l'incantesimo di memoria. E vedi di essere ferrata
nei sortilegi non verbali o ti si seccherà la lingua a forza di
gridare “oblivion” ad ogni gonna che questo auror
incontrarà lungo la strada!!!
-
Pozione
utilissima
è
l’amortentia,
peccato sia illegale. In mancanza d'altro sfrutta la taciturnium
: i latin-lovers amano parlare di se stessi piuttosto a lungo, senza
nemmeno prendere fiato tra una frase e l’altra. Una goccia al
momento giusto può salvarti da una fastidiosa emicrania.
-
Affatturalo
per sempre
con un bel crucio,
o con un'altra maledizione senza perdono (a tua completa discrezione
la scelta fra le altre due) ogni volta che lo incontri: con una
probabilità del 99% in tua assenza ha allungato i tentacoli (degni
della piovra gigante) su qualsiasi donna gli sia passata a meno di
dieci metri di distanza. Anche nel 1% dei casi in cui non lo abbia
fatto (era a letto gravemente malato e al San Mungo quel giorno
c’erano solo guaritori maschi) rinfrescargli la memoria su quanto
tu sia ferrata con gli anatemi non può che fargli bene.
N.d.a.
Se l’auror in questione ha un nome le cui iniziali siano B e Z
affatturalo comunque un giorno sì e l'altro pure...per buona
misura.
Se
dopo l’ennesimo palco di corna che ti farà portare non lo hai
ancora lasciato perdere puoi fare avada kedavra su te stessa
oppure unirti al fronte della lotta al cromosoma y! E' sempre pronto
ad accogliere nuovi adepti non appena vorrete unirvi nella storica
battaglia femmine-contro-maschi, cosa che, dopo aver incrociato sul
tuo cammino un simile idiota, sarai prontissima a fare.
Per
info a adesioni eloise.midgen@femail.uk
Hermenegilda
Jamila Guttalax
Ok
gente, mi sa che mi tocca chiedere scusa a tutti i lettori. L'ultima
volta ho postato la fic di fretta e ammetto di non averci messo molto
amore nello scriverla e nel correggerla. Non voglio fare la falsa
modesta o la stupida insultando me stessa, ma confesso di averla sì
scritta con un certo impegno, ma non proprio con la mente libera. Ho
postato senza nemmeno rileggerla e io stessa non ho proprio potuto
fingere di non vedere gli errori grossolani, le dimenticanze di
punteggiatura e persino i refusi di battitura, che ho lasciato in
giro... sorry!!!. A me non piace trovare fiction del genere per cui
non vedo perchè rifilarle a voi...è che sono TROOOOPPPOOO pigra!!!
Che sia chiaro non sto dicendo che posso scrivervi un capolavoro se
mi ci metto, eh...però almeno la maiuscole e le virgole!!!
In
ogni caso sappiate che lascerò in giro parecchie oscenità anche in
questo cap, poiché quando rileggo me ne dimentico sempre qualcuna…
note
-
Guttalax
non so come mi sia venuto...credo sappiate cosa sia. Però ne vado
orgogliosa come del @femail!!!
-
i
secondi nomi che troverete in questa storia li ho inventati di sana
pianta. Quello di zabini in particolare, come molti di voi avranno
capito, deriva dal nome di spinoza, mi piaceva l'assonanaza col nome
blaise e visto che è il nome di pascal...boh mi è venuto
spontaneo. Tra l'altro è un nome di cui sto abusando nelle mie fic
(in ben tre per essere precisi)
-
Ovviamente
io sono una femminista incallita, quindi spero mi perdoniate
la facile ironia…
-
Io
adoro Neville e
Blaise, ma purtroppo, per esigenze di trama ho dovuto
trasformarli in questi stereotipi non proprio lusinghieri...
-
Ribadisco
ancora una volta che si tratta di una commedia piuttosto leggera e
senza pretese di profondità o realtà, quindi non c'è bisogno di
farsi troppi problemi se sotto la scorza da zitellona sciatta,
Hermione Granger nasconde il fisico di Miss Hogwarts e bastano 2
colpi di bacchetta per renderla una strafiga. Inutile dire che nella
realtà non succede mai... e se succede, chissà come mai, accade
sempre ad un'altra e mai a me...
|
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Capitolo 4 *** Antony Eugeen Goldstain ***
auror 4
Auror: il tuo wizard azzurro.
Come
conquistarlo in cinque facili mosse
capitolo
4 parte 1
Antony
Eugeen Goldstain
L'auror
intelletuale
Draco
Malfoy era Incazzato. Incazzato nero. E non gli era servito a nulla
iniziare in week-end con un giorno di anticipo. Domenica notte poi
aveva avuto una ronda nella Londra babbana, cosa che non aveva per
niente contribuito a migliorargli l'umore.
Di
questo si accorse in un nanosecondo la la sua brillante segretaria,
appena mise piede in ufficio in un caldo lunedì mattina. Tre, e
ribadisco, tre pile di fogli ingialliti e spiegazzati, che
avevano schiacciato una innocente orchidea, se ne stavano sotto un
bigliettino vergato da una grafia elegante e nervosa:
“documentazione arretrata- archivio”.
Ovviamente il tutto giaceva sulla scrivania della suddetta segretaria
dichiarando apertamente chi dovesse passare le giornata in
compagnia di quelle scartoffie, e cosa dovesse farne.
Hermione
imprecò, mentre spediva l'orchidea mutilata e sgualcita nel cestino,
a far compagnia ai residui del cornetto alla crema che aveva appena
trovato inutile tenere in mano.
Le
era completamente passato l'appetito.
Con
tutta la pazienza superstite agli anni di spiegazioni di storia della
magia a Ron ed Harry, si rimboccò le maniche e si mise a catalogare
quei maledettissimi fogli. Lavorò di buona lena per ore, e la
nuvoletta di vapore e fumo nero che la spremitura di meningi le stava
provocando, dovette essere abbastanza eloquente da scoraggia
qualsiasi molesta visita, tanto che persino Neville si tenne
rispettosamente a distanza quel giorno.
O
forse si tenne a distanza dopo aver visto, orripilato, il fiore
innocente crudelmente stropicciato e gettato nel cestino: Paciock era
sempre stato un amante di qualsiasi cosa facesse la fotosintesi
clorofilliana e probabilmente quell'atroce visione doveva averlo
traumatizzato. Comunque dopo una rapida occhiata alla faccia di
Hermione aveva fatto dietrofront col caffè in mano, giudicando
saggiamente che la riccia, in quello stato, facesse meglio a tenersi
lontana da qualsiasi eccitante. Forse avrebbe fatto meglio a
portarle una camomilla...
Verso
mezzogiorno l'irriducibile giornalista-in-incognito Granger era a
buon punto: tutte le pratiche fino alla L erano state controllate e
chiuse, dalla M in poi se ne sarebbe occupata quel pomeriggio. Decise
che poteva portare in archivio tutta quelle sudate carte su cui
aveva versato sangue e impoperi. Impugnò la bacchetta e con un
levicorpus fece galleggiare a mezz'aria i documenti pronti.
Calorie
sprecate: 5 circa, considerando il movimento del polso.
La
capocasa di Grifondoro, con la media scolastica più schifosamente
alta che si fosse mai concepita, aveva dimenticato di usare quella
semplice formula per tutti i giorni precedenti, troppo occupata ad
inveire contro Malfoy per ricordarsi di quel banale incantesimo.
***
“Accidenti”,
sbuffò Hermione, in equilibrio precario sopra una scaletta. Era nei
sotterrai del ministero della magia e aveva appena fatto cadere una
pila di documenti da cui era venuta fuori una nuvoletta di polvere e
un ecosistema di tarli.
Tossendo
e starnutendo a tutto spiano, mentre rabbrividiva per il gelo di quel
posto lugubre che erano gli archivi, iniziò a scendere dalla scala
per raccogliere dal pavimento il putiferio che aveva generato.
Tutti
sanno che i tacchi rovinano la postura, indeboliscono la colonna
vertebrale e favoriscono l'insorgenza dell'alluce valgo: è per
questo che i medimaghi del San Mungo e gli ortopedici babbani ne
sconsigliano vivamente l'utilizzo.
Tutti
sanno anche che chi non è abituato a portare tacchi alti non
dovrebbe mai indossarli per camminare su una qualsiasi superficie,
nemmeno se la superficie in questione fosse liscia e piana.
Ovviamente
tutti, ma proprio tutti, sanno benissimo che persino le più esperte
equilibriste, le veterane del tacco a spillo, le fanatiche del 15
centimetri, non oserebbero mai e poi mai arrampicarsi su una
scaletta minuscola e pericolante con ai piedi i suddetti tacchi.
In particolare su una scaletta come quella.
Purtroppo
non tutti hanno fra le proprie conoscenze un grifondoro, ma quei
pochi fortunati, dopo averne conosciuto uno potrebbero distinguere i
tratti salienti di un elemento della medesima specie a chilometri di
distanza: spezzo del pericolo e una buona dose di sventatezza.
Sebbene
nel corso degli anni avesse avuto più volte la prova di quanto la
proverbiale temerarietà della sua casata potesse rivelarsi molesta
per la salute, Hermione Granger non faceva eccezione alla regola e su
quella benedetta scala si era coraggiosamente arrampicata con tacchi,
collant e giarrettiere al seguito.
Mentre
scendeva lentamente da quei gradini pericolosi Hermione mise un
piede, o meglio un tacco, in fallo e precipitò nel vuoto.
Mentre
cadeva, trascinandosi appresso una pioggia di pagine ingiallite e
consunte, ebbe appena il tempo di registrare un suono di passi veloci
e un paio di braccia che si allungavano verso di lei. Poi il suo
campo visivo venne oscurato da fogli e pergamene.
***
Dolore.
Dolore
ovunque.
Al
collo. Alla schiena. Al sedere.
Sopratutto
al sedere.
Ma
molto meno dolore del previsto... e non sentiva il pavimento!
Sentiva
qualche altra cosa sotto di sé...
Qualcosa
di piuttosto caldo e decisamente più morbido delle piastrelle in
cotto.
Qualcosa
che assomigliava davvero moltissimo ad un corpo umano.
Qualcosa
di molto, molto, molto simile al corpo di Antony Eugeene Goldstain.
Hermione
spalancò gli occhi ritrovandosi ad un centimetro dalla faccia
dell'ex caposcuola di Corvonero. Boccheggiò per la sorpresa di quel
contatto ravvicinato del tutto imprevisto, e sentì un'ondata di
calore imporporarle le guance: Antony era un figo da paura, ed
Hermione era decisamente felice di ritrovarsi spalmata fra le sue
braccia mentre praticamente lo soffocava con tutto il suo peso.
Si
mosse appena, elettrizzata ed in imbarazzo.
Peccato
che alle sue orecchie arrivò un suono di pura agonia: gli aveva
ficcato il gomito fra le costole e l'ex cacciatore, già abbastanza
ammaccato dopo essersi galantemente offerto come materasso, mugolava
di dolore.
-
Ommerlino!!! Scusami-disse rizzandosi in piedi di scatto.-Ti sei
fatto molto male???-
-
Non preoccuparti, tutto a posto.- soffiò squisitamente educato
l'auror ancora a terra -Tu invece?-
-
Sto benissimo, grazie mille Antony. Se non ci fossi stato tu avrei
potuto farmi davvero male.-
-
Dovere Hermione, dovere. Lo avrebbe fatto chiunque- e qui la Granger
pensò a un certo biondino che piuttosto che aiutarla probabilmente
si sarebbe cruciato da solo -e poi sei leggera come una piuma.- celiò
il mago.
Era
vero che la ragazza era magra, ma considerando la forza di gravità,
probabilmente gli era atterrata addosso con le delicatezza di un
trinciapollo...povero Goldstain: era educato, fine e cortese da fare
schifo. Esattamente come era sempre stato ad Hogwarts.
-Cosa
ci facevi qui sotto?- le chiese sorridendo -pensavo di essere l'unico
a rintanarsi in questi meandri polverosi...-
-
Oh, beh in realtà mi ha mandata Malfoy. Dovevo catalogare e
rimettere in ordine queste cartelle.- sbuffò indicandogliele con un
gesto ampio che abbracciava il pavimento lastricato di fogli.
-Ti
aiuto io- si offrì il ragazzo- sono un esperto dell' archivio. Fino
a tre secondi fa credevo di essere l'unico in tutto il ministero a
metterci piede e a tenere a posto i propri documenti. Invece anche
Malfoy...confesso che non me lo aspettavo.- aggiunse senza traccia di
cattiveria o ironia. Anzi sembrava piuttosto rincuorato alla
prospettiva di non essere l'unico ad avvertire il dovere morale di
seguire le regole.
Meglio
non rivelargli quanto si stesse sbagliato e che a Malferret non
sarebbe nemmeno passato per l'anticamera del cervello di catalogare
quei documenti se non fosse stato un pretesto perfetto per
tormentare lei...
Certo
che lei e Goldstain si assomigliavano proprio tanto...
Tutti
e due con quella mania delle regole...
Lo
aveva pensato spesso anche quando a scuola si trovavano a fare le
ronde insieme parlando per ore di Saffo e Catullo.
E
poi era pure carino. Anzi era proprio un figo spaziale, con le mani
curate e i capelli acconciati in morbidi riccioli scuri.
Ad
Hermione brillarono gli occhi.
Oh,
sì sì sì....
Aveva
appena trovato il prossimo auror da conquistare e sedurre, e , per
una volta, la prospettiva non le dispiaceva affatto!!!
***
Nei
venti minuti che erano serviti per archiviare le pratiche di Malfoy,
i dieci per riordinare il pandemonio creato dai modi maldestri della
Granger, e nei successivi sette che erano occorsi per emergere dal
più profondo baratro del ministero, Hermione ed Antony avevano
trovato il modo di chiacchierare nell'odine di: libri, poesie,
teatro, operette, lirica, balletto classico, Caravaggio e Tate
gallery.
Come
fosse stato possibile disquisire di tanti e tali argomenti, passando
con la più elegante disinvoltura tra temi così disparati, senza mai
perdere il filo della conversazione, il piacere e il gusto del
dialogo, per noi comuni mortali sarà sempre un mistero.
Resta
il fatto che quello squisito connubio di cervelli (o
come direbbero i più cinici quel grottesco incontro di
schifosi secchioni) non solo era
stato capace di produrre tanto elevate ed erudite disquisizioni, ma
aveva anche impresso a fuoco vivo nella mente di Hermione Granger che
il suo incontro con Goldstain fosse stato voluto dal destino: avevano
letto gli stessi libri, prediletto gli stessi autori , amato gli
stessi quadri, venerato i medesimi compositori...
Antony
Goldstain e Hermione Granger erano gemelli separati alla nascita!!!
Hermione
era talmente felice che le sembrava di volare a qualche centimetro
dal suolo...(o forse erano solo gli ormai famosi tacchi che, in
effetti, la sollevavano una decina di centimetri da terra) mentre, in
trance mistico da overdose di cultura sopraffina, sfilava lungo i
corridoi del ministero con il suo prode cavaliere dalla scintillante
armatura al fianco.
Solo
una persona poteva rannuvolare quella perfetta euforia, e quella
persona la incrociarono mentre giungeva, con la solita camminata
altera, dal lato opposto del corridoio.
Draco
Malfoy, scoccò un'occhiata veloce a Goldstain, poi li ignorò
palesemente e proseguì dritto.
Non
aveva urlato, non aveva fatto i capricci e non cercava si sabotarla.
Miracolo...
Sembrava
abbastanza disinteressato in verità.
O
forse odiava ancora Antony dai tempi di Hogwarts, quando si erano
presi a pugni dopo una partita di quidditch...
Era
perfettamente plausibile, rifletté Hermione, che nella mente malata
del furetto appioppare all'antico nemico una piaga come lei o meglio
autoinfliggersi la sua compagnia spontaneamente, fosse una punizione
e una vendetta più che meritata per l'infame corvonero che aveva
osato colpire l'aristocratico prefetto Slyterin con le sue villiche
mani.
Quali
che fossero i suoi folli pensieri, l'unica cosa che le interessava
era che il dittatore libidinoso se la fosse data
letteralmente a gambe, nemmeno al posto di un auror si fosse
ritrovato un branco di doxy feroci.
Meglio
così: Antony ebbe tutto il tempo di invitarla a pranzare con lui in
mensa.
***
Felicità
Martedì
Hermione sorrideva come un' ebete al pavimento: aveva appena
trascorso la pausa caffè con un mago bruno, alto e sexy.
Gioia
Lo
aveva pizzicato mentre gironzolava, visibilmente nervoso, lungo il
corridoio difronte al suo ufficio. Quando poi Antony l'aveva
finalmente vista aveva ritrovato improvvisamente il sorriso e si
era fermato a scambiare due parole.
Sommo
gaudio
Parlare
con Goldstain era semplicemente meraviglioso.:non solo era un
conversatore attento e affascinante, ma sapeva anche ascoltare e
trovava sempre il modo di dire qualcosa di interessante.
Antony
le piaceva e aveva persino avuto una mezza cotta per lui quando erano
entrambi prefetti. Poi lui si era lasciato irretire da quella
sciacquetta della Patil, che evidentemente si era accorta che le
mancava ancora qualche corvonero per completare la collezione, ed
Hermione con i G.U.F.O. incombenti non aveva avuto troppo tempo da
perdere a disperarsi per lui.
Persino
il brutto muso (in effetti non tanto brutto) di Malfoy che la
aspettava appollaiato sulla sua scrivania (su cui spuntava un non ti
scordar di me)avrebbe potuto toglierle in sorriso.
-Granger
oggi usciamo.- scandì lapidario Draco Malfoy con il mantello addosso
e il bastone da passeggio, che gli dava la medesima aria da nonno che
aveva conferito a suo padre.
Ad
Hermione non passò nemmeno per l'anticamera del cervello che quello
potesse mai essere un invito galante, ma si indignò esattamente come
se lo fosse:
-Malfoy
non metterò piede fuori da questo ufficio con te nemmeno a suon di
cruciatus!!!- dichiarò risoluta.
-Io
avrei pensato piuttosto ad un imperio, mezzosangue, con la
cruciatus poi mi toccherebbe persino doverti portare in spalla
fuori, e sono un esponente dell'aristocrazia io, mica un uomo delle
caverne...- la rimbeccò.
Povero
Vicius, proprio nessuno si ricordava più del buon vecchio
levicorpus...e
nemmeno del wingarduium leviosa,
il primo incantesimo che il professore aveva tentato di spiegare.
Malfoy
si girò e a passo di carica, fiero ed impettito, marciando come solo
un vero duro e rude auror avrebbe saputo fare, si appropinquò alla
porta.
Hermione
non poteva credere di essersela cavata tanto a buon mercato.
Infatti,
giunto sulla soglia, il furetto si girò quasi stupito di non
trovarsela dietro e indispettito andò a chiamare l'ascensore.
Incredibile
se ne era andato davvero...
-
GRRRANGEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEER-
Le
ultime parole famose...
***
-Malfoy,
mi spieghi perchè non puoi comprare da solo i regalini per le tue
amanti??? Mi pagano per lavorare, mica per fare la consulente di
moda!!! - Protestò Hermione mentre sbatteva i piedi furiosa lungo il
pavè di Diagon Alley.
-
Granger ti pagano per farmi da assistente ed è quello che devi fare:
assistermi. Ora trovami un regalo per una donna matura e di classe. E
poi mi devi aiutare a scegliere un vestito per me.-.
Hermione
non sapeva se essere più stupita del fatto che uno degli scapoli più
ambiti del mondo magico se la facesse anche con le donne di una certa
età, magari sposate (certo che non ce ne lasciava nemmeno una) o che
qualcuno stesse chiedendo proprio a lei, che coi regali era un
disastro, di aiutarlo a comprare un presente, o peggio un vestito.
Insomma
era Hermione Granger, quella che regalava orribili cappellini agli
elfi domestici, che aveva regalato sempre e solo libri, persino sul
quidditch, o al massimo gelatine tutti i gusti più uno e cioccorane
!!!
Una
piccola parte del suo cervello nel frattempo immaginava la torbida
storia d'amore di Draco con una donna sposata ad un marito
gelosissimo. Magari era stata la madre sexy e casalinga insoddisfatta
di qualche giovane amante di Malfoy...che pervertito doveva essere
Malfuretto!!!
-Ok,
per una donna di quanti anni circa?- chiese brusca.
-Cinquantaquattro.-.
Ma
era veramente un porco schifoso: non gli piacevano un po' mature, gli
piacevano proprio vecchie !!!
-
Malfoy, io il regalo ti aiuto a comprarlo, ma se poi il marito della
tua donna viene in ufficio per lanciarti uno schiantesimo, beh, prima
di svenire metti bene in chiaro che io non c'entro niente, e che non
se la prendesse con me!-
Lui
la guardò basito: -Granger, pensi di essere spiritosa??? Perchè mai
mio padre dovrebbe schiantarmi???- chiese interrogativo inarcando un
sopracciglio. Poi l'alba della comprensione fece luce sul suo volto e
ruggì irato:
-Granger
sei davvero la degna ex fidanzata di quell'imbecille di Lenticchia!!!
Il regalo è per mia madre. Ti pare che andrei di persona a perdere
tempo a comprare un regalo per una mia amante??? E' il compleanno del
suo gatto venerdì e fa una festa. Ovviamente in questi casi si deve
portare un dono al padrone dell'animale, come vuole l'etichetta. E
Lady Malfoy è terribilmente puntigliosa ed esigente quando si tratta
di regali.- Poi iniziò a borbottare qualcosa su “un giovane
aitante come me, con una vecchia...tzè...mamma mia...”.
Hermione
era sollevata di non rischiare il linciaggio da parte del marito
cornuto, ma temeva che trovare il perfetto regalo per la perfetta
Narcissa perfetta Malfoy, potesse rivelarsi un'impresa al di là
delle sue capacità. Malfoy, educato come al solito, la precedette di
qualche passo, per poi fermarsi al centro di Diangon Alley e girarsi
a fissarla.
Ma
cos'aveva da guardare tanto quel beota???
Comprese
che il babbeo in questione stava aspettando che lei decidesse in
quale negozio entrare. L'assali il sospetto che lui quanto a regali
fosse ancora meno dotato di lei. Lo afferrò sgraziatamente per la
manica della giacca, e stritolandogli l'avambraccio in una presa
spaccaossa, se lo trascinò appresso, mentre con le unghie gli
affondava nella carne, sperando di graffiarlo attraverso i vestiti.
Stava
già per dirottarlo verso una libreria, visto che almeno di libri
qualcosa ne capiva, quando si ricordò di essere una donna dotata,
per fortuna, di cervello, e pratica come al solito, gli domandò
spiccia:
-
Furetto, quanto vuoi spendere?-
Ad
un Malfoy una domanda del genere non veniva posta da generazioni.
Draco
la guardò stralunato e impiegò una decina di minuti per riaversi da
tale incongruo quesito.
Poi
finalmente riconnetté il cervello e la sua segretaria poté giurare
di aver sentito i neuroni mettersi freneticamente all'opera per
trovare una risposta ragionevole.
-
Non saprei...200, 400 galeoni.- buttò lì.
200
galeoni...per un compleanno. E del gatto per giunta! Meno male che i
Malfoy erano solo tre, altrimenti i loro amici (ammesso che i
mangiamorte avessero degli amici non straricchi come loro e degli
amici in generale) probabilmente dovevano iniziare a risparmiare a
Gennaio per i regali di Natale.
-
Malfoy, 200 o 400? Sai sono cifre leggermente diverse -
-
Ummm...350..??? - le disse a metà fra un'affermazione ed una
domanda.
Maledetto
figlio di papà,stava dicendo dei numeri a caso, per non fare la
figura dell'idiota (che in effetti era) che non ha la minima idea del
valore dei soldi.
Hermione
incominciò a contare mentalmente fino a un milione per non urlargli
contro.
Era
appena arrivata a 7 che il suo cervello aveva già processato il
fatto che probabilmente con 350 galeoni non potevano certo comprare
del libri...a meno che non avessero regalato a Mrs Malfoy un'intera
libreria, ma dubitava che chiunque, eccetto lei stessa ed Antony,
avrebbe potuto apprezzare una trentina di libri in una botta sola.
In
effetti un'edizione originale di un monaco amanuense forse, forse...
Ma
gli amanuensi erano troppo babbani per i Malfoy, ed era un vero
affronto alla cultura fare un regalo così prezioso a qualcuno che
non lo avrebbe mai apprezzato, sottraendolo agli storici e ai
ricercatori. E probabilmente la Signora Malfoy sarebbe stata
d'accordo con lei...sul non apprezzarlo, non certo per gli storici.
***
Hermione
reggeva in braccio un prezioso involto rosso a pois fasciato di
nastri di raso: il pacco più grosso che si fosse mai visto.
Conteneva
la kitschiata più schifosamente costosa della storia ovvero una
specie di orrendo vaso cinese che era meglio dimenticarsi di aver
visto. Comunque alla fine aveva scelto Platinette, ergo lei poteva
benissimo lavarsene le mani.
-Malfoy
in gessato fai ridere.- Sbuffò all'immagine del suo capo riflessa in
uno specchio.
Ok
che non capiva niente di moda...ma quel vestito era oggettivamente
buffo. Anche se non tanto quanto la bombetta che Draco aveva provato
poco prima!!! Quella sì che era ridicola....e poi gli dava un'aria
tremendamente babbana. Per fortuna il biondastro aveva concordato con
lei all'istante.
-Granger,
pensa per te. Comunque prenderò quello nero di prima.-
-Malfoy,
non ha molto senso prendere quello, no?-
Lui
la fissò interrogativo.
-Malfoy,
hai forse 2000 vestiti tutti esattamente identici a quello di poco
fa!!! Che siamo venuti a fare se potevi mettertene uno che hai già?-
gli spiegò paziente, scandendo bene le parole come ad un bambino
scemo.
Draco
la guardò basito:
-
Mezzosangue ti faccio notare che tutti i completi maschili sono più
o meno fatti alla stessa maniera...-
-Vero
ma ci sono vari colori...il mondo non è fatto di camicie bianche,
completi neri e cravatte verdi.-
-Ho
anche cravatte verdi e argento-
-Meno
male Malfoy che non hai anche cravatte argentate a tinta unita, ti
darebbero decisamente un'aria da gay-
Non
sapeva se il furetto fosse più sconvolto da tanta profanità o
perché aveva davvero una cravatta di quel colore.
-Prova
il grigio va...tanto per cambiare- suggerì mentre gli allungava
l'ennesimo completo.
Bingo!
Gli stava decisamente bene, gli dava un'aria meno cadaverica del
solito.
Jubilate
deo, ce l'avevano fatta!!!
Malfoy
scelse distrattamente una cravatta, ovviamente l'ennesima della
collezione verde e argento, e mentre si girava per pagare Hermione
non potè evitare di concedersi una piccola vendetta
trasfigurandoliela con i colori della nobile casata del Grifondoro.
Poi
finalmente uscirono in strada, carichi di buste e pacchetti.
-Malfoy
– esordì Hermione -mi spieghi il motivo di questa sceneggiata? Sei
sempre stato elegante, anche a scuola...perchè hai preteso il mio
aiuto? -
Gli
zigomi della serpe, che solitamente aveva l'incarnato niveo di un
vampiro, si tinsero di rosso.
-
Beh,ecco...- farfugliò imbarazzato - da quando vivo da solo...-
-
Che cosaaaaaaaaa???- lo interruppe la Granger con un grido.
Aveva
sempre pensato che quell'essere viziato avrebbe fatto il parassita a
casa di mamma e papà fino al matrimonio...evento alquanto
improbabile per un uomo lascivo come lui. A quanto pare però aveva
una casa propria...
Magari
viveva solo in uno degli altri possedimenti di famiglia...però
viveva comunque solo. Forse per avere più libertà con le donne! In
effetti quella teoria non faceva una piega...
-Dicevo,beh...-
continuò Malfoy arrossendo ulteriormente- fino a qualche mese fa
vivevo ancora al manor -
Visto?!?!?
Lo sapeva lei che da bravo figlio di papà era stato a vivere dai
suoi servito e riverito il principino bamboccione!!!
Hey
un momento ma cosa stava cercando di dirle???
La
rivelazione la colpì come uno schiantesimo fra le costole.
-
Per le mutande di Merlino Malfoy!!! Non mi dire che fino ad un anno
fa....i vestiti te li sceglieva tua madre???-
Malfoy
era paonazzo.
Incredibile...uno
come quello lì, si faceva ancora vestire dalla mamma.
Hermione
era talmente basita che si dimenticò persino di ridere. Per cinque
minuti. Poi l'enormità di quella rivelazione le si palesò davanti
in tutta la sua magnifica ridicolaggine ed esplose in una fragorosa
risata.
Com'era
bello ridere di nuovo dopo tutto lo stress di quei giorni....
Malfoy,
ancora con le guance in fiamme dall'imbarazzo, rimase stranamente
affascinato da quella risata sincera e non posticcia come quella del
branco di oche che lo circondava di solito, che per una volta non
ebbe nulla da rimproverarle.
-Beh...-
chiese ancora Hermione mentre cercava di ricomporsi -non potevi farti
accompagnare da una delle tue...- esitò -...amiche?-
-Oh,
una volta l'ho chiesto a Pansy ma è troppo stressante: mi porta su e
giù per Diangon Alley e mi stanco da morire. Poi mi ficca in mano
tutto quello che lei nel frattempo è riuscita a comprarsi e mi tocca
pure farle da schiavetto. Daphne invece è una psicopatica e non ha
nemmeno un po' di pazienza. Una volta, quando eravamo ancora ad
Hogwarts io, lei, Pansy e Teo abbiamo fatto shopping insieme per la
festa di primavera....mi è bastato per tutta la vita. È entrata a
colpo sicuro in un negozio, ci ha quasi immobilizzati con una fattura
mentre sceglieva una gonna per sè, cosa che ha richiesto circa 4
ore, e poi ha afferrato tra abiti a caso e li ha gettati addosso a
noi tre dicendo che andavano bene e di non rompere. Faceva quasi
paura. Pansy era in lacrime.- Hermione ridacchiò....eh sì, Daphene
era simpatica, ma era anche un pochino prepotente...- Le mie amiche
sono finite. Non penserai certo che io possa chiedere una cosa così
intima come comprarmi i vestiti ad una delle mie amanti???-
La
Granger non ci vedeva niente di strano, in fondo ci andava a
letto...perché gli sembrava così intimo aiutarlo nella scelta dei
vestiti???Sempre meglio che chiederlo alla segretaria, no???
Mah,
meglio non interrogarsi troppo sulle paturnie da purosangue di quel
sociopatico.
-
Dai Granger, mi sento buono...ti offrirò un caffè- ghignò Malfoy.
Lei
sgranò gli occhi.
-Non
ti esaltare troppo...lo metterò sul conto del ministero, in fondo
risulta che tu stia lavorando.-.
***
Oltre
ad una margherita e ad una piccola torre di cartelle, quel mercoledì
mattina sulla scrivania di Hermione Granger c'era anche un'elegante
busta lilla, col cordoncino in coordinato. Con la curiosità tipica
della sua casata, l'ex caposcuola di Grifondodo si avventò sul
pacchetto. Un pregiato volume rilegato in pelle non aveva bisogno di
un bigliettino di presentazione: Antony. Chi altri avrebbe mai potuto
regalarle una prima edizione di Storia di Hogwars? Ovviamente
lei quel libro lo aveva già e lo aveva letto mille volte, ma era
incredibile come lui avesse intuito che quello fosse proprio una
delle sue letture predilette. Che fosse anche fra i libri preferiti
di Goldstain???
Hermione
sorrideva raggiante, talmente contenta da rinunciare al suo sport
quotidiano: niente margherita nel cestino, meglio usarla per dipanare
il classico dilemma“m' ama non m'ama”.
Dopo
averle staccato tutti i petali, e aver appurato che il responso fosse
“non m'ama”, ovviamente la margherita fece la fine di tutta la
flora che avesse mai avuto la sventura di varcare la soglia di
quell'ufficio...
Dritta
nella pattumiera, ovviamente.
Hermione
gongolò per quella piccola soddisfazione salvo poi accorgersi,
finalmente, che quella margheritina non era sola, ma doveva essere
sfuggita da un intero mazzo seminascosto dai fascicoli gettati sulla
sua scrivania.
In
un'altra circostanza Hermione avrebbe colto la cortesia implicita del
suo ammiratore segreto: da un fiore si stava passando ad un mazzo
intero, ma in quel momento era troppo arrabbiata con le margherite
per cogliere quella sottigliezza. Afferrò con la delicatezza di un
paio di cesoie il mazzo, che di sicuro aveva conosciuto forbici più
delicate, e come un ippogrifo bizzoso prese a dimenarsi e ad inveire
contro tutti i fiori, le piante e gli ortaggi magici e non.
Aveva
appena iniziato ad insultare i gerani e le peonie, passando per i
cactus e i narcisi, quando il suo capo decise che quel molesto
baccano stava durando troppo.
-Granger
si può sapere cos'hai da sbraitare?- domandò un po' più civilmente
del solito.
-Niente
Malfoy, non ti preoccupare- ringhiò lei.
-Odio
i fiori- disse un po' più calma, come fosse stata una frase
perfettamente logica.
L'ex
serpeverde la guardò inarcando un sopracciglio, mentre lei prendeva
un profondo respiro.
-
Sono un regalo maschilista- si senti in dovere di aggiungere - e poi
è terribilmente scontato e banale-.
-
Non saprei Granger, io non ne ho mai ricevuti...qualche volta li ho
regalati, e più che maschilista e banale li definirei un regalo
elegante, che riscuote sempre il consenso femminile. In ogni caso
credo dipenda dal sentimento di chi te li manda, dalle sue
intenzioni...e dal tipo di fiore.-
Malfoy
sembrava quasi civile...e aveva pronunciato più di 20 parole
educate, tutte rivolte a lei. Hermione era sbalordita., ma non così
tanto da non replicare.
-Non
credi che sia triste regalare dei fiori a simbolo dei propri
sentimenti??? Appassiranno dopo qualche giorno, come quelle emozioni.
E poi si va a tagliare un bellissimo fiore condannandolo a morte
certa...-
-Può
darsi che tu abbia ragione, Granger. Io penso però che sia proprio
questo il bello dei fiori.-.
-
Il fatto che appassiscono?- chiese dubbiosa.
-
No, il loro essere effimeri. Quando li regali ad una donna getti ai
suoi piedi la bellezza perfetta di un attimo.-.
Hermione
non era molto convinta, ma forse le parole di Malfoy un senso ce
l'avevano. Forse.
Si
mise a rimuginare su quello che il principale aveva detto,
dimenticandosi per un istantanete di chi aveva parlato....
Draco
si ritirò nel suo ufficio con un mezzo sorriso sulla bocca,
lietissimo di aver calmato i bollenti spiriti mattutini della sua
segretaria. Iniziava finalmente a capire come doveva comportarsi con
la riottosa Granger. Hermone si infervorava subito se provava a
urlarle contro ed era una polveriera inesauribile di ritorsioni e
testardaggine se la si sfidava e punzecchiava. Ma, come per tutti i
Grifondoro, bastava dire le cose con le buone e quelli, gentili e
cortesi come solo la casa di Godric poteva sfornarne, erano pronti a
cessare ogni ostilità e a dimenticare il rancore.
Mah,
in fondo era facile trattare con i grifoni....
Malfoy,
dall'alto del suo genio, si chiese come mai non ci fosse arrivato
prima.
Scusate
tanto se ci ho messo una vita ad aggiornare...la sessione non finiva
più!!!
Un
po' di notizie flash....
-Non
volevo farlo, lo giuro ma ho dovuto dividere il cap. in due...era
troooppo lungo e avevo paura di annoiare!!! Mi è dispiaciuto un pò
e continuo ancora a chiedermi se ho fatto bene...
cmq
oltre ad Antony mancano altri due auror e poi l'epilogo. Uno sappiamo
tutti chi sia...ma l'altro??? Chissà se qualcuno
indovina...nel caso un premio a vostra scelta (anche se non
saprei proprio quale...la gloria? Uno spoiler???boh...)
-Altra
news, sto modificando i primi due cap. della fic, ammesso che io
riesca a capire come cavolo si faccia a ripostarli corretti...non
cambia niente per la trama però la forma non mi convinceva tanto.
Quindi se per caso notate qualcosa da modificare, errori etc fatemelo
sapere, grazie.
-queste
scemenze sui fiori le ho sparate a ruota libera...sono un regalo che
io non apprezzo affatto, ma che storia zuccherosa sarebbe senza
qualche sdolcinatezza sui fiori??? - occhi a cuoricino-
Note:
-
Ho
scoperto il verbo puntigliare...pensavo esistesse solo
l'aggettivo puntiglioso, e invece!!! scoperta quasi inutile però mi
sono infervorata così tanto che l'ho voluto usare per forza...(cmq,
giusto per illuminarvi sulla mia ignoranza non ero nemmeno sicura
che la parola profanità fosse stata approvata dall'accademia
della crusca, invece è corretta. Come sono ignorante -sig,sob-).
-
La
parola kitschiata invece non sono riuscita a scoprire come si
scriva...ma probabilmente non esiste in nessun vocabolario ergo
amen...
|
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Capitolo 5 *** Antony Eugeen Goldstain pt.2 ***
cap 4
Smetto subito di
rompervi le scatole, ma spendo giusto qlc rigo per fare la svenevole e
“provarci” con Valengel che ha gentilmente betato il capitolo. L'ultima
volta le ho proposto di sposarmi come ringraziamento per la pazienza, ma visto
che mi è sembrata restia inizierò a corteggiarla all'antica, un poco alla
volta...se mi ha detto di no è SICURAMENTE perché è una tipa “andiamo con calma-
conosciamoci meglio”.
Capitolo 4 parte 2
Per fare spazio alle
badilate di cartacce che puntualmente Draco Lucius Malfoy, altrimenti detto
il sadico, ammonticchiava sulla sua scrivania, Hermione Jean Granger, nel
corso delle settimane trascorse al Ministero, era stata costretta a sgomberare
il proprio tavolo da ogni forma di suppellettile più o meno inutile che potesse
togliere spazio vitale alla dirompente orda di cellulosa prodotta dal
capo.
Aveva dapprima
rinunciato alla spillatrice e al fermacarte, occultandoli nel primo cassetto, in
seguito al portapenne e alle boccette d'inchiostro, poi alle piume e alle
pergamene che aveva ficcato tutte insieme in una scatola. Alla fine aveva dovuto
dire addio persino alla lampada da lettura e adesso, le
toccava arrangiarsi col caro vecchio lumos.
Il brillante cervellino
della Granger, che per fortuna sotto quella tonnellata di boccoli scuri riceveva
ancora ossigeno, era addirittura arrivato a sospettare che, se non avesse
davvero avuto bisogno di una segretaria f.f. per sbrogliare quel marasma, il
dispensatore cartaceo avrebbe volentieri barattato lei, la sua sedia, il
portaombrelli e persino il bellissimo ficus dell'ingresso con un una qualsiasi
forma di superficie potesse accogliere cartelle, fogli, foglietti, bigliettini e
documenti vari.
Eppure, giovedì
mattina, sulla scrivania di Hermione Jean Granger non c'era assolutamente
nulla.
Niente. Nisba. Nada.
Nothing.
In effetti non è che
non ci fosse assolutamente nulla...
Non c'era nulla
di...rilevante, perché ovviamente
il solito, e ormai praticamente quotidiano, omaggio floreale c'era eccome!
Questa volta però l'omaggio non era esattamente floreale: aveva vaso, terra e
radici, e si presentava nelle sembianze di una piccola pianta irta di spine. Una
mimbulus mimbletonia carnivora per la precisione.
Incredibile, aveva
talmente protestato ed inveito contro gardenie, tulipani e fiori assortiti che
alla fine le avevano addirittura regalato una pianta...
Comunque, a parte
quell'incrocio tra un cactus e una mangrovia bonsai, quella mattina la scrivania
era vuota, e non era un sogno ad occhi aperti dovuto alla mancanza di
caffè!
Hermione non si illuse
nemmeno per un secondo che l'infido essere si fosse finalmente deciso a
fare il proprio lavoro e ad accollarsi addirittura quello altrui per
alleggerirla magnanimamente dai numerosi impegni.
Per questo, fra uno
sbadiglio e l'altro, bussò alla porta del capo e, non ricevendo alcun segno di
vita in risposta, entrò nell'ufficio alla ricerca delle incombenze che
Mefisto le aveva assegnato per la giornata.
Si avvicinò allo
scrittoio del principale e si mise a frugare fra le varie carte impilate,
volgendo le spalle alla porta.
Trovò dei ritagli della
Gazzetta del Quidditch (invece di lavorare guarda che faceva quel
cretino) e un paio di fumetti di Mickey Wizard (se qualcuno osava dirle
un'altra volta che gli Auror erano l'incarnazione vivente del macho inglese li
avrebbe affatturati), i turni per le ronde e dei dépliant pubblicitari. Uno
reclamizzava un famoso resort per maghi schifosamente ricchi, un altro il
servizio di cibo da asporto del paiolo magico e un altro ancora una ditta di
fiori e piante di Diagon Alley che promuoveva il servizio di consegna a
domicilio.
Ad Hermione mancò il
respiro.
Poi sentì il fiato
caldo di Draco Malfoy sulla propria nuca ed oltre al respiro le mancò anche la
terra sotto i piedi. Si girò lentamente su se stessa mentre i suoi occhi si
incatenarono a quelli grigi di Draco alle sue spalle.
Il mago la fissava così
intensamente che per un momento pensò potesse incenerirla solo con lo sguardo.
Aprì la bocca e balbettò incerta:
- ...Mal..Malfo
-
- Sta zitta Granger! -
sibilò lui ad un centimetro dalle sue labbra - Che diavolo stai facendo qui?
Come ti sei permessa di frugare fra le mie cose??? - le chiese con un tono
freddo e pericolosamente controllato.
La strega più
intelligente fra quelle della sua età, per la prima volta in vita sua si trovò
spaventosamente a corto di parole. In effetti mettere le mani fra i documenti di
Draco non era stato un gesto carino, ma lei non ci aveva pensato affatto.
Adesso, colta in fallo, si sentiva davvero stupida.
Non aveva nemmeno
immaginato però che lui avrebbe potuto inalberarsi così tanto!
Non trovando niente da
ribattere Hermione Granger se ne rimase ostinatamente zitta, mentre Draco,
rigido e impettito, la congedava con un gesto secco, senza nemmeno guardarla in
faccia.
Hermione si precipitò
fuori dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Tirò un sospiro di sollievo
e ripensò a quel maledetto volantino. Possibile che...?
No impossibile, decise.
Accantonò il pensiero e
iniziò a lavorare.
Impossibile...
***
L'incazzatura per
l'incursione di Hermione nel proprio sacro tempio non passò a Draco nemmeno con un bel sigaro di fattura folletta. In compenso il
tabacco gli irritò la gola e appestò l'ufficio, peggiorando ulteriormente il suo
umore nero.
Si sentiva piuttosto irritato, ma persino il suo
scarso senso della giustizia gli impediva di addossare alla sua efficientissima
segretaria la colpa delle proprie turbe mentali. Almeno non
tutta.
Draco Malfoy era
arrabbiato per tantissimi motivi.
Fra le cause di tanto
scontento c'era in pole position sua madre col suo stupido gatto pulcioso.
L'indomani, a quella maledetta festa, Narcissa non avrebbe fatto altro che
dargli il tomento per le sue abitudini libertine (nemmeno fosse moro,
abbronzato e all'anagrafe figurasse come Blaise Zabini) e gli avrebbe
presentato ogni creatura femminile respirante presente al party nella speranza
-vana- che si accasasse.
La menopausa giocava
brutti tiri alla signora Malfoy: si era ficcata in testa di volere dei nipotini.
Dei nipotini!
Tanti nipotini. Robe dell'altro mondo!
Sua madre pretendeva
pure di scegliere per lui una donna adatta per sfornare una nidiata di
pargoletti, sembrava volesse farne una squadra di quidditch! Peccato che la
signora Malfoy avesse anche dei gusti a dir poco “discutibili”, almeno a
giudicare dagli eufemistici soprannomi che Blaise e Lucius appioppavano alla
Balena Spiaggiata, Vacca Sacra, Tricheca Pedinatrice di turno. Draco invece, più
crudo ma senza dubbio sincero, davanti a Genevieve Higgs -un metro e cinquanta
per centotrenta chili- aveva asserito che sua madre aveva dei gusti
raccapriccianti, orrendi, terrificanti... insomma dei gusti di m... e si era
beccato un'orcovolante in mezzo agli occhi.
L'ultima volta invece,
gli era toccato sorbirsi per ore i rimbrotti dell'augusta genitrice quando aveva
schiantato Astoria Greengrass. Quella pallida creatura, che si spacciava per
vergine e casta sorellina di Daphne, in realtà si era rivelata un'infoiata
pazzesca che aveva attentato alla patta dei suoi pantaloni non appena Narcissa
li aveva abbandonati in soggiorno per il tè, cosa che normalmente Draco avrebbe
anche apprezzato se la giovane Greengrass non avesse avuto il naso storto, due
natiche cascanti e avvizzite come quelle di un'ottantenne e due seni che sommati
non raggiungevano le dimensioni di un boccino.
Il secondo motivo del
malumore del rampollo Black-Malfoy era Pansy Parkinson. Draco voleva molto bene
alla sua ex compagna di casa, ma quella gli aveva appena spedito un gufo per
informarlo che l'indomani anche lei avrebbe partecipato alla festa e Draco non
aveva per niente voglia di sorbirsi tutti i pettegolezzi e le lagne di Pansy
sull'ultima storia naufragata o i suoi problemi sul lavoro.
Il terzo motivo era
quell'imbecille del capo degli Auror che aveva l'abitudine di materializzare dei
documenti segreti e confidenziali direttamente in cima alla sua scrivania senza
preoccuparsi che eventuali segretarie zelanti e ligie al dovere (amichette del
cuore del suddetto capo) potessero inavvertitamente leggerli e finire nei guai.
Ultimo, ma non per
importanza, c'era quel cretino di Antony Goldstain che da un po' di giorni
gironzolava spesso molto vicino al suo ufficio e Draco ricordava troppo bene
l'incontro ravvicinato della sua faccia con le mani di Goldstain tanti anni
prima, per non sentire un brivido di orrore e disgusto ogni volta che,
disgraziatamente, lo incrociava nei corridoi. Ovviamente la frequenza di questi
incontri, che fino a qualche settimana prima erano stati decisamente sporadici,
si era incredibilmente intensificata negli ultimi giorni, e questo delitto
pendeva sulla testa di quella brutta cretina (brutta in effetti non lo era
per nulla ma cretina sicuramente sì) della sua segretaria. Quella deficiente
della Granger si era palesemente presa una cotta per Goldstain.
Ma cielo come si poteva
essere così stupide? E soprattutto, così cieche?
***
Il fatto che Draco
Malfoy non avesse potuto attribuire alla sua segretaria troppe colpe, non
scoraggiò affatto l'Auror dall'accollarle un bel po' di lavoro, giusto quello
necessario per farle saltare la pausa caffè e relegarla in ufficio anche per il
pranzo, con un tramezzino schiacciato in una mano, e una bottiglietta d'acqua
nell'altra.
Così la trovò Antony
Goldstain quando, per l'ennesima volta in quella settimana, fece il suo
trionfante ingresso nel suo ufficio.
- Hermione, buonasera – esordì
timido.
- Buonasera a te,
Antony - gli sorrise la strega radiosa - come mai da queste parti? -
.
Ti prego dì che sei
venuto per me...
- Ecco, so che è un po'
tardi - si scusò - ma avevo due biglietti per il balletto questa sera. Dovevo
andare con Liam Doween - lo conosceva, era l'Auror dell'ufficio di fronte al
suo, pensò Hermione - ma all'ultimo momento non è più potuto venire. Ecco io –
tentennò - mi chiedevo se volessi venire al suo posto. -
Sì.
Sì, sì, sì,
sì!!!
- Danno lo
Schiaccianoci....-
Ribadisco
sìsìsìsìsìsìsìsì!!!
- Lo so che è un po'
tardi, ma so che ti piace il balletto e così... -
- E' fantastico Antony
- trillò lei liberandolo dall'impiccio e ricordandosi di essere dotata della
parola - sono felice che tu me lo abbia chiesto, in effetti avrei un impegno...
- con il quiz a premi
della tv babbana e Grattastinchi 2 - però per il balletto
rimanderò volentieri - certo proprio per il
balletto. Solo per il balletto...
- Davvero? - si
illuminò lui – fantastico! Allora ci vediamo questa sera. Passo a prenderti
verso le otto. Ora scappo che ho del lavoro urgente da sbrigare. Ci vediamo
questa sera. - le sorrise e si congedò.
Hermione era
talmente felice che improvvisò una danza maori fra il portaombrelli e la parete,
a esclusivo beneficio della sua nuova mimbulus mimbletonia che la
osservava dimenticata sul tavolo, e di Draco Malfoy che aveva appena aperto la
porta e si era ritrovano, casualmente e del tutto involontariamente, gli occhi
sul grazioso deretano della segretaria, mentre questa lo scuoteva a destra e
sinistra ondeggiando i fianchi e agitando il bacino.
L'esibizione
sconvolse Malfoy al punto da lasciarlo sorprendentemente zitto, del tutto
annichilito dalla consapevolezza che qualcosa nei suoi pantaloni aveva
apprezzato tutto quell'ancheggiare.
Quando finalmente
Hermione si accorse della sua presenza era ancora piuttosto su di giri e col
cervello evidentemente fuso da tutto quel movimento, per cui non si fermò troppo
a pensare (come invece faceva di solito) alle conseguenze delle sue azioni: se
lo avesse fatto, di sicuro non sarebbe saltata al collo del suo capo come una
perfetta imbecille.
Non appena le mani
della Granger sfiorarono le spalle del mago ed il suo corpo aderì a quello di
Malfoy entrambi sentirono una scossa sulla pelle e un brivido lungo la schiena.
Rimasero i quella
posizione immobili e in silenzio per un tempo che sembrò lunghissimo, incapaci
di trovare la forza per staccarsi.
- Hermione, ciao, scusa
se non sono passato questa mattina ma avevo un'ispez...- Neville, che era appena
entrato in ufficio, incespicò nel proprio mantello e cadde lungo disteso, senza
nemmeno mettere le mani davanti per attutire il colpo. Era troppo occupato a
fissare l'abbraccio del secolo: una scena che aveva dell'assurdo, una scena dai
contorni surreali e impossibili.
Accortasi di stare
dando spettacolo, Hermione sciolse l'abbraccio leggermente accaldata, mentre un
velo di rossore saliva a imporporarle le guance e la mente tornava al foglietto
che aveva trovato quella mattina sulla scrivania del suo capo.
Draco Malfoy ad una
spanna di distanza, era sotto shock al punto da salutare addirittura Paciock
prima di darsi ad una fuga strategica. Corse a capoffitto e con la testa bassa
verso l'ufficio di Blaise Zabini e si precipitò ansante al suo interno, avendo
cura di sbattersi la porta alle spalle con tanta forza da minacciare l'integrità
dei cardini.
***
Ne era valsa la pena.
Antony le aveva detto
che era molto graziosa.
Certo non si era
sprecato, ma lui era un vero uomo, uno che guardava alla sostanza,
non alla forma e all'apparenza!
Aveva dovuto sottoporsi
alla torture sadiche di Ginny e ai supplizi congiunti di Lavanda e Calì, ma ne
era decisamente valsa la pena.
Ne era valsa la pena
anche se Ron, che a sua detta non aveva mai tempo per niente e nessuno a causa
degli allenamenti estenuanti dei Cannoni, era rimasto stravaccato sul divano a
contemplare il suo supplizio con un sacchetto di popcorn in
mano.
Il grande portiere si
era decisamente gustato lo spettacolo fornito da sua sorella e dalla sua
migliore amica che non avevano fatto altro che urlarsi conto per tutto il
pomeriggio, una con la bacchetta in mano, e l'altra coi bigodini in testa e una
maschera verde in faccia.
Harry, al contrario,
non era riuscito a stare fermo più di cinque minuti, preoccupato che gli
schiantesimi che le due donne si lanciavano reciprocamente addosso potessero
demolirgli la casa.
Incredibilmente, alla
fine, Ginny non era stata costretta ad impastoiarla per tenerla buona ma,
seppure tra un'infinita sequela di improperi e proteste, aveva trovato, insieme
a Calì e LavLav, l'abito perfetto, il cappotto perfetto, la borsa perfetta, le
scarpe perfette ed il trucco perfetto per Hermione.
Meno male che fra le
sue amiche poteva vantare Ginevra Molly Weasley, pensò la Granger mentre,
scortata da Antony Goldstain, si accomodava sull'elegante poltroncina di uno dei
palchetti centrali.
Non era da tutti
riuscire ad organizzare un centro estetico nel salotto di casa Potter con solo
un paio d'ore a disposizione.
***
Durante l'intervallo,
mentre canticchiava ancora fra sé la danza cinese, Hermione colse l'occasione
per andare a rifarsi il trucco. Incredibile: Ginny le aveva fatto il lavaggio
del cervello!
Mentre procedeva
impacciata sui tacchi altri, Hermione ebbe la seconda prova settimanale che il
destino mettesse ultimamente troppo spesso il naso nei suoi affari. Doveva senza
dubbio essere un fato maligno quello che la portava ad incrociare Malfoy anche a
teatro, come se sopportarlo in ufficio cinque giorni su sette, per otto ore al
giorno non fosse abbastanza!
Draco, mollemente
appoggiato ad una colonna con in faccia un'espressione di tedio assoluto, alzò
gli occhi e la vide. La fissò basito per qualche secondo mentre con lo sguardo
percorreva la sua figura dall'alto in basso, più volte, evidentemente colpito da
quanto vedeva.
E beccati questa
furetto platinato...
- Granger? - mormorò
esitante.
- Buonasera Malferret,
che cavolo ci fai tu qua? Il balletto non ti interessa di sicuro, quindi mi
spieghi perché ti devo ritrovare fra i piedi persino nel mio tempo libero? - lo
aggredì.
- Hey Mezzosangue,
guarda che non è un piacere nemmeno per me incontrarti - la apostrofò lui che
aveva di nuovo ritrovato il sangue freddo, pronto ad iniziare l'ennesima
querelle.
- Ti informo comunque
che i Malfoy hanno da secoli un palco riservato alla famiglia in questo teatro.
- urlò visibilmente alterato. La sua rabbia eccessiva per i loro soliti alterchi
quasi la spaventò. Doveva ricordarsi che il suo capo era un sociopatico
aspirante omicida quindi provocarlo in quel modo non era una idea
brillante
- Quindi, semmai
Granger, dovrei essere io a chiedere a te come mai hai osato invadere il mio
territorio, capito? -
- Sono venuta con
Antony, capito serpe? Hai un palchetto, mica tutto il teatro, e poi la cultura
non si compra coi galeoni e tu... - non era arrivata nemmeno a metà della sua
brillante arringa che una voce flautata la interruppe.
- Draco, tesoro, ha
appena suonato il campanello... -
Agli occhi di Hermione
si palesò una mora snella e slanciata, con il vestito più oscenamente corto che
si fosse mai visto. Malfoy le dedicò un ultimo sguardo inceneritore e si lasciò
trascinare via dalla bellissima e discinta creatura, ancora piuttosto
furioso.
Ma Draco Malfoy non fu
l'unico incontro inaspettato che Antony ed Hermione fecero quella sera. Proprio
mentre uscivano dall'opera, Hermione incrociò gli occhi con quelli sorpresi di
Liam Doween che li fissava sbigottito e con le guance in
fiamme.
Ma allora era una
scusa, pensò felice, voleva andare con me e non sapeva come invitarmi per
cui si è messo d'accordo con Liam... peccato che Doween si sia fatto
sorprendere.
Non se la prese affatto
per quella piccola bugia, anzi, riconoscente sorrise a Liam. Lui non la ricambiò
continuando a fissare Antony con aria colpevole.
Goldstain, invece,
continuò a sorridere al tappeto rosso sotto i suoi piedi e a trascinare Hermione
per un braccio oltre la barriera anti smaterializzazione.
***
Appuntamento
fantastico.
Vestito
stupendo.
Musica
sublime.
Balletto
eccezionale.
Perfetto
baciamano da perfetto gentiluomo quando l'aveva riaccompagnata a
casa.
Insomma....... tutto
assolutamente e meravigliosamente da sogno.
E allora perché erano
già le tre di venerdì e Antony Goldstain non si era ancora presentato in ufficio
per salutarla?
Hermione aveva cercato
di imporsi una certa disciplina e aveva provato a distrarsi lavorando, ma dopo
aver trascorso la mattina in trepidante attesa era stremata! Tesa come una corda
di violino, non aveva fatto altro che fissare l'orologio appeso alla parete e
controllare il proprio riflesso nello specchio per accettarsi che ogni singolo
ricciolo stesse al suo posto. Si era addirittura fatta beccare in bagno da
Malfoy mentre faceva i gargarismi! Era stato terribilmente umiliante, ma, se le
sue supposizioni erano giuste, il tanto agognato primo bacio con Antony era
ormai prossimo e lei non voleva rischiare di rovinarlo con i residui della
colazione fra gli incisivi, o peggio, con un alito mefitico. Forse limitarsi a
spazzolarsi i denti quattro volte sarebbe bastato, ma Hermione era pur sempre la
figlia modello di due maniacali dentisti e conservava ancora qualche complesso
per i suoi antichi denti da castoro.
Le passeggiate in bagno
e l'attesa la stavano logorando lentamente, e alle tre e cinque era ormai
sfiancata dall'attesa: si era praticamente spalmata sulla scrivania, in mezzo a
tutta la corrispondenza di Malfoy e aveva appoggiato la fronte fra le
mani.
Se il mago non va dal
calderone, è la pozione ad andare dal mago, diceva Molly Weasley.
Per esperienza
personale Hermione iniziava a dubitare dei consigli della mamma di Ron, ma
decise comunque di darle credito ancora una volta e, approfittando di un momento
di distrazione dell'aguzzino biondo, decise di fare una bella sorpresa al suo
cavaliere dalla scintillante armatura e, quatta quatta, si appropinquò
verso l'ufficio di Antony Goldstain.
Percorse il corridoio a
piccoli passi, col cuore in gola e con mani tremanti aprì la pesante porta in
mogano.
Ai suoi occhi si palesò
La scena che ogni donna non vorrebbe mai e poi mai
vedere.
Antony, il suo
Antony, stava baciando, anzi stava letteralmente divorando di
baci, Liam Doween mentre lo spingeva con la schiena contro la scrivania e gli
arpionava sensualmente i capelli chiari fra le dita.
Per i mutandoni lerci
di Merlino!!!
Antony Eugeen Goldstain
era assolutamente, incredibilmente ed irriducibilmente gay.
Impietrita, Hermione,
si ritirò in silenzio con la bocca spalancata e il fiato corto, mentre sentiva
il sangue rombarle nelle orecchie e il pavimento aprirsi sotto i suoi
piedi.
Rigida e impettita, con
un passo marziale che avrebbe reso orgogliosa Minerva McGranitt, si ritirò nel
suo ufficio, con una faccia da atterrire un'orda di inferi e un'aura nera al cui
confronto Lord Voldemort si sarebbe fatto venire i complessi di
inferiorità.
Si sedette alla
scrivania con la schiena dritta come un fuso e afferrò la piuma con forza
mettendosi a lavorare con così tanta energia da lasciare, ad ogni “i” un buco
sulla pergamena.
***
Erano ormai le dieci di
sera di un triste lunedì e le stanze del Ministero della Magia erano ormai quasi
tutte vuote da un bel pezzo. Qualche Auror indietro col lavoro era solito
trattenersi oltre l'orario d'ufficio, ma quella sera, al secondo piano,
c'era anche la segretaria più zelante che il dipartimento della Sicurezza avesse
mai assunto.
Hermione attaccò alla
zampina di una splendida civetta un bigliettino mentre, amareggiata, si
crucciava al pensiero di essere ormai diventata una bugiarda incallita
esattamente come Rita Skeeter.
Aveva scritto
tonnellate di bugie negli ultimi articoli: aveva detto a miss Wiltinson di
essere uscita con un fantomatico Auror play boy, quando invece il suo
appuntamento era durato sì e no 30 secondi, si era inventata di sana pianta
un'improbabile relazione con un clone di Oliver Baston, e adesso aveva sparato
la bugia più grossa nella storia! Aveva trovato il coraggio, o meglio la faccia
tosta, di buttare giù una bozza sul suo “flirt” con un Auror dichiaratamente non
interessato al lei né a qualsiasi altra strega o babbana della
terra!
Evidentemente, dopo
quell'oca della Patil, Antony doveva essersi convinto che il genere femminile
non potesse avere alcuna attrattiva (del resto se il metro di riferimento era
Padma) e aveva preferito cercare “altro”. In effetti, adesso che ci rifletteva,
Hermione ricordava bene che al settimo anno, Goldstain stava sempre appiccicato
a Colin, e tutta Hogwarts conosceva i gusti del maggiore dei Canon visto che
aveva le unghie laccate di rosa ed una sciarpetta di taffetà cangiante
coordinata che esibiva sempre sulla divisa.
Mentre Hermione
indugiava su questi tristi pensieri, un Draco Malfoy tutto agghindato e tirato a
lucido uscì dalla propria stanza. Portava i vestiti che avevano comprato insieme
e la Granger riuscì a trovare quel minimo di forza necessario per sorridere: ci
aveva azzeccato, il vestito gli stava decisamente bene!
Il furetto, da vero
Serpeverde, fiutò nell'aria il pericolo come uno snaso da caccia e intuì fin
troppo bene cosa, o meglio chi potesse averla ridotta allo stato
di basilisco col mal di denti.
Del resto, anche lui
era rimasto visibilmente shockato quando, ai tempi, nel pieno di una rissa con
la squadra di Corvonero, si era trovato le virili mani di Goldstain decisamente
troppo in basso per i suoi gusti, e decisamente troppo intenzionate a
fargli qualcosa che non fosse solitamente contemplato nell'etichetta
delle scazzottate.
- Granger, che ci fai
ancora qui? E' venerdì sera e non mi sembrava di averti dato talmente tanto
lavoro da fare da startene ancora qui. -
- Oh Malfoy... non ho
voglia di litigare con te... -
- Oh, beh... - era
stupefatto: Hermione Granger, quella Hermione Granger non coglieva l'occasione
per iniziare l'ennesimo diverbio e per insultarlo. Mah, cose dell'altro mondo
(quello babbano, ovvio)!
- Hey Granger... io
vado alla festa di mia madre... - iniziò.
- Oh, è vero. Divertiti
Malfoy, buona serata. -
- ...Buona serata a te,
Granger.... -
Draco fece qualche
passo verso l'uscita, poi la coscienza che non aveva mai avuto per tutti i sette
anni di Hogwarts, si risvegliò di colpo ad esclusivo beneficio della sua
segretaria:
- Hey Granger, non è
che per caso vuoi venire? -
Hermione sgranò gli
occhi, dubitando di aver sentito bene. Poi le sue labbra disegnarono una “O”
perfetta.
- Beh... .- aggiunse il
biondo, che iniziava a vergognarsi per essersene venuto fuori con una proposta
tanto strampalata - lo so che il compleanno di una gatto non è esattamente un
motivo intelligente per festeggiare, ma mia madre lo trasforma in un evento
mondano divertente. E poi è sempre meglio che passare la serata in ufficio.
-
Hermione sorrise.
Per la prima volta da
quando conosceva Draco Lucius Malfoy sorrise. A lui.
E Draco Lucius Malfoy
sorrise a sua volta ad Hermione Jean Granger. E per la prima volta sorrise
a lei e non rise di lei.
Sembravano due perfetti
idioti a sorridersi come due deficienti in un ufficio del secondo piano ormai
deserto, e Draco non si era mai sentito tanto a disagio in vita
sua...
Per sua fortuna,
Hermione, sempre continuando a sorridere, finalmente rispose:
- Grazie Malfoy, ma ho
già un impegno questa sera. -
Dare da magiare a
Grattastinchi2 non era esattamente un impegno, ma non aveva intenzione di
confessare che la sua vita fosse tanto vuota. Non al suo capo almeno.
Soprattutto al suo capo.
- Allora va bene
Granger. Buona notte - disse gentile, e in un frusciare del mantello se ne andò
compito.
Quando le porte
dell'ascensore si chiusero alle spalle del rampollo di casa Malfoy, il biondo si
sentì finalmente libero di bestemmiare in goblinese stretto.
Contro chi
esattamente non ci è dato saperlo, ma probabilmente l'oggetto del turpiloquio
aveva capelli biondi e profondi occhi grigi.
***
Miss Wiltinson, in pantofole e
camicia da notte, infagottata in una pesante vestaglia a quadri, leggeva
compiaciuta l'ennesimo articolo della sua collaboratrice più dotata.
Sorrise radiosa mentre un gattone
bianco si strusciava contro le sue caviglie e lo sbuffo della teiera segnalava
che l'acqua fosse pronta per l'ennesimo tè della giornata. Non bisognava
assumere eccitanti prima di coricarsi, le ricordava sempre il medimago, ma
Hermione ci aveva messo un po' più tempo del solito a mandarle l'articolo e lei
proprio non riusciva a tenere gli occhi aperti a quell'orario improponibile - le dieci di sera
-.
Come
conquistare l'Auror intellettuale:
A cinque anni tutte le bambine
sognano il principe azzurro.
A tredici-quattordici anni, quando
finalmente una ragazza riceve il tanto sospirato primo bacio ritrovandosi
davanti un incrocio tra un avvicino con l'acne e la strega di Blair con
l'apparecchio, smette di crederci.
Quando nella vita ti troverai davanti
l'uomo perfetto e sarai prontissima a dichiarargli che hai già scelto il nome
per i bambini e la musica per il matrimonio, ripensa al fatto che a 14 anni, con
tutta probabilità, eri giovane ma per niente scema: il principe azzurro non
esiste, e se ne passa uno, sta cercando
un'altra Biancaneve!
Con la sua vasta cultura, la sua
infinita pazienza, il suo bagaglio di inesauribili conoscenze, l'Auror
intellettuale riesce molto facilmente a camuffarsi da uomo
perfetto.
Tu non credergli.
Mai.
Per farlo cadere ai tuoi
piedi:
Ricorda che l'Auror intellettuale è una preda
estremamente difficile da conquistare, a volte addirittura impossibile.
Topo di biblioteca (e anche d'archivio), questo
Auror rifugge le categorie consolidate e gli schemi standard di seduzione: con
lui niente tacchi a spillo e mise sexy (punta al cervello non
all'aspetto).
-
incantalo con un confundus,
quando sbagli una data, un nome, le gesta di un personaggio storico (non si
possono certo ricordare tutti i discendenti di Uthar il Grande, re degli elfi
nel 1215 !!!)
-
stupefiscilo con
la tua vasta cultura in ogni materia e in ogni aspetto dello scibile umano!!!
Tenta la sorte e prima o poi troverai anche tu qualcosa in cui è assolutamente
ignorante: prova con i prodotti per la pulizia della casa o mandando a memoria
l'elenco telefonico!
n.d.a. di solito questo
tipo di Auror non capisce una mazza (da battitore) di quidditch... se ti sei
avvalsa dei consigli su come conquistare il tuo wizard azzurro- Auror
sportivo puoi rispolverare le tue conoscenze in
merito
-
l'incantesimo
è quello estensivo irriconoscibile da applicare a tutte le tue borse,
borsette e pochette. Appena questo Auror se ne verrà fuori con un lessico
astruso e botte di cultura a te ignote, rifilagli la classica scusa di ogni
donna/strega: devi andare in bagno a incipriarti il naso/incantarti
l'acconciatura! Ovviamente appena sarai in bagno lascia perdere queste
frivolezze: a questo tipo di Auror non interessano proprio, ammesso che col suo
sapere enciclopedico sappia cosa esattamente sia la cipria. Con un
incantesimo d'appello invece, tira fuori la tre maghi dalla borsa
e documentati per bene!
-
pozione utilissima è la felix
felicis: vi serve una buona dose di fortuna (liquida, solida, gassosa o come
vi pare) per fargli abbassare la guardia e i pantaloni: troppo preso dal mondo
magico dei libri, questo Auror ha dimenticato da molti anni cosa siano le donne.
-
Affatturalo per
sempre senza bacchetta proponendogli una rispolveratina a due di Ovidio,
e per sicurezza nascondigli Giovanale!
Un consiglio
spassionato... va bene prediligere la sostanza alla forma, ma se proprio non vi
guarda mai le gambe, ma proprio MAI, forse è alla vostra forma che non è
interessato, non alla forma in generale!
A 17-18 avrai
senz'altro capito che il principe azzurro non esiste, ma ci sono solo maschi
arrapati che ragionano con la patta aperta e le braghe
calate!
Haraminta Jalice
Garbage
Salve a tutti!!!
Come al solito chiedo scusa per i miei tempi biblici, e ringrazio tutti quelli
che leggono, commentano, preferiscono etc. Grazie, mi fa davvero
piacere!!!
Ci ho messo un
bel po' per trovare una scusa per non far funzionare le cose tra Goldstain ed
Herm. All'inizio volevo semplicemente che lei si stufasse di un uomo che fosse
praticamente il suo clone e avevo paura di poter dire involontariamente qualcosa
di sbagliato o offensivo sull'omosessualità. Purtroppo quando si trattano certi
temi con ironia e leggerezza si rischia di venire fraintesi e io non voglio
assolutamente ferire i sentimenti altrui...soprattutto scrivendo cose che
potrebbero venire interpretate molto diversamente da quello che in realtà io
penso. Boh... alla fine questo è venuto fuori, spero di essere riuscita a non
combinare danni.
Un po' di
notizie flash....
-Altri tre
capitoli e dovrei finire questa storia
- il quinto
capitolo è ancora tutto da scrivere, per ora ho scelto solo l'Auror, e sono già
in crisi...del sesto e del settimo ho già buttato giù qualcosa, ma per il
prossimo capitolo mi mancano un bel po' di dettagli inutili tipo fiori, piante e
tecniche di approccio...
- sto
modificando i primi due cap della fic, ammesso che io riesca a capire come
cavolo si faccia a ripostarli corretti...non cambia
niente per la trama però la forma non mi convinceva tanto. Se per caso notate
qualcosa da modificare, errori etc fatemelo notare, grazie.
Note:
-
ovviamente, come
quasi tutte saprete, Hermione si riferisce all'Ars amatoria di Publio Ovidio
Nasone e alla satira sesta di Giovenale, quella contro le
donne.
Appunto
personale: mai più parlare di cose di cui non capisco un' acca!!!Ovvero di
balletto classico. Ho cercato di inserire un pezzo in merito ma ho dovuto
cancellarlo per non umiliare me stessa e il balletto con la mia ignoranza. La
mia avventura con la danza è iniziata e finita a tre anni: poi ho supplicato mia
mamma di mandarmi in piscina...
Adesso so
nuotare piuttosto bene, ma ballo con la grazia di un bufalo in un negozio di
porcellane.
cmq se cercate
lo schiaccianoci su internet escono fuori un sacco di siti su Barbie...WOW
(hanno fatto un cartone su barbie e lo schiaccianoci).
|
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Capitolo 6 *** Pinco Ricco&stupido Pallino ***
pinco def
Avviso
Domani
riposto il primo capitolo corretto!!! C'è qualche piccola
modifica ma niente di troppo diverso ai fini della trama. Ci tenevo
comunque a cambiare un po' la forma e a restituire all'Italiano la
dignità che merita... o almeno a provarci!
Altre
due paroline...prendete la storia come una commedia senza pretese (ma
quante volte ve l'ho scritto?!?!) perché se iniziate a leggerci
l'attualità, il femminismo -e l'autrice è abbastanza femminista-,
Rubygate e bunga-bunga, “Se non ora quando?”, etc non ne usciamo
più...
Sappiate
che a scrivere questo sesto capitolo mi sono veramente
divertita...spero faccia divertire anche voi.
Vi
lascio in pace e buona lettura (e se avete tempo leggete la mia
“sinfonia” di note in fondo alla pagina”.
Auror:
il tuo wizard azzurro.
Come
conquistarlo in cinque facili mosse
Capitolo
6
Pinco
Ricco&stupido Pallino
Lo
scemo con la grana e l'anello in tasca
1...
Una
cena passata da sola come un' imbecille e zero galeoni
scroccati a Zabini.
2...
Due
appuntamenti disastrosi.
Due
ore di maschi attizzanti in tutù.
3...
Tre
settimane dall'inizio della missione.
Tre
articoli pubblicati e tre tipologie di Auror indagate.
Per
tre volte indice di gradimento dei lettori: Oltre Ogni
-ragionevole- Previsione
Innumerevoli
balle rifilate a lettori, redattori, correttori di bozze.
Incalcolabili
i danni inferti
all'autostima di Hermione Jean Granger.
Troppi
giorni alla fine dell'incubo e alla rassegna delle dimissioni.
3394800752...Il
numero di “Qui la voce
amica 24h su 24” appiccicato
da Harry sul suo frigorifero sotto le confortanti parole
“Giusto in caso di necessità...”.
Perché
il suo migliore amico si fosse convinto che Hermione Granger potesse
aver bisogno di quel numero non era un mistero: l'ultimo flirt della
riccia non si era rivelato semplicemente un fiasco totale, ma
piuttosto un'umiliante e vergognosa disfatta: Hermione aveva perso
ore intere in infruttuosi appostamenti in corridoio alla ricerca di
Antony Goldstain, rinunciato a notti di sonno ristoratore per trovare
l'abbinamento perfetto scarpa-borsa-tailleur, e speso lunghi
pomeriggi in sospiri e illusioni. Alla fine aveva scoperto che il
tanto sospirato e bramato Antony era innegabilmente e
irrimediabilmente cotto a puntino, peccato lo fosse di tutt'altra
persona. Una persona decisamente meno fornita di tette e push-up,
imbellettati occhi da cerbiatta e chilometrici tacchi a spillo, ma
con in compenso svariati centimetri in più fra le gambe.
Ma
come poteva essere stata così imbecille da infatuarsi di un ragazzo
così
poco
interessato agli esponenti del gentil sesso???
Hermione
ci aveva messo un po' a sbollire la rabbia per la propria stupidità
e la cocente delusione per lo spreco di cotanta materia prima, ma
dopo un fine settimana di depressione e tonnellate di gelato
consolatore, si era persuasa che, come ciarlava sempre Lavanda fin
dagli anni di Hogwarts, avere un amico gay fosse il sogno nel
cassetto di ogni donna.
Hermione
ai tempi non aveva afferrato esattamente cosa passasse per il
cervellino della Brown -probabilmente atrofizzatosi per scarso
utilizzo- ma adesso sospettava che l'amica avesse scambiato ogni
omosessuale della terra per un personal-shopper fissato con la moda e
sempre pronto a fare un giro per negozi.
In
ogni caso l'ex-Caposcuola aveva passato il week-end a riprendersi
dall'ennesima batosta sentimentale abbuffandosi di dolci e
rimanendosene incollata a lacrimevoli fiction sentimentali, ma dopo
aver ammesso che per Goldstain non provava, in fondo, assolutamente
nulla -e del resto con cinque giorni di piacevoli conversazioni,
innamorarsi alla follia sarebbe stato difficile anche con un filtro
d'amore- si era rassegnata a curare solo il proprio ferito
sex-appeal e non i suoi sentimenti. Era
a pezzi, verissimo, e il suo proverbiale orgoglio Grifondoro rendeva
la delusione piuttosto bruciante, ma ad essere distrutto non era il
suo cuore quanto piuttosto la sua vanità. Che Hermione non
sapesse di averne una fino a qualche giorno prima, evidentemente, non
era rilevate.
La
Granger però non aveva proprio tempo per stare a rimuginare dietro
lo smacco subito visto che una missione giornalistica incombeva sul
suo futuro, e, dopo aver perdonato Antony per non essere stato più
sfacciatamente gay girando a piede libero in tutine rosa e con un boa
di piume di struzzo (o magari con un cartello appeso al collo), si
era persuasa che effettivamente averci maldestramente “provato”
con l'ex-Corvonero si stava rivelando un investimento a lungo
termine.
Certo,
completati tutti gli articoli avrebbe dovuto risparmiare fino
all'ultimo galeone per permettersi uno psicanalista -e uno bravo per
di più- che la aiutasse a superare il suo senso di inettitudine, ma
in compenso aveva trovato la compagnia ideale non solo per andare a
teatro, ma anche ai concerti, alle mostre, nei musei... e perché no,
anche per far saltare i nervi a Draco Malfoy!
Eh
sì, Malfoy Il Bieco non era solo razzista verso Mezzosangue, Nati
Babbani e Maghinò, ma aveva anche discrete tendenze omofobe, e
appena scorgeva Goldstain si pietrificava nemmeno avesse incontrato
un basilisco. Certo, se avesse incontrato davvero il rettile
suddetto, visto il suo purissimo sangue Black e il pedigree Malfoy
D.O.C., probabilmente sarebbe stato il serpentone ad evitarlo come la
peste... Goldstain invece non solo si fermava a salutarlo, ma si
faceva anche beccare con lo sguardo languido mentre contemplava
estatico il fondoschiena del biodo e la scritta “chiappe d'oro”
tatuata in fronte a caratteri cubitali.
Dall'inizio
della settimana il biondo si comportava in modo bizzarro e andava
svolazzando per gli uffici come un'anima in pena, alternando momenti
di alienazione muta (in cui sembrava dimenticarsi di ciò che stava
facendo, arrivando addirittura a fotocopiarsi la cravatta) ad
attacchi acuti di ira verso la sua povera segretaria innocente che, a
giudicare da certe occhiatacce che aveva iniziato a rivolgerle, si
era persuasa di avergli fatto, non volendo, un grave torto.
In
uno dei rari momenti in cui era sembrato racimolare un po' di
lucidità, il furetto albino si era ritrovato sotto il naso gli
opuscoli delle varie mostre organizzate a Londra (disseminati in
giro da lei e Goldstain) e per un attimo era anche parso che qualcuno
di quei depliant avesse risvegliato il suo interesse. Aveva fissato
in trance la brochure sui preraffaelliti, salvo poi svelare l'arcano
e dire che “quella tizia le assomigliava davvero tanto” visto
che “avevano entrambe i capelli a cespuglio”. Hermione
aveva preferito sorvolare sul fatto che la Beata Beatrix non
meritasse l'idiozia di uno zotico, ma gli aveva comunque rifilato
un'ustione con la bacchetta perché non poteva ignorare le eresie
artistiche di quell'analfabeta antibabbano.
Alla
fine Malfoy, piccato per essere stato tacciato così brutalmente di
ignoranza, aveva detto tutto pimpante che non riusciva proprio a
capire cosa Hermione ci trovasse in “quello scarabocchio”
, che “quella tizia era una drogata fattona”, e che era
pure morta perché “se n'era stata a mollo come un'idiota”.
La
giornalista-in-incognito aveva provato a cercare un insulto adeguato
urlando:
-Malfoy
certo che sei proprio un...un...-
ignorante
iconoclasta
misogino
misantropo
...
-Sei
proprio... un Malfoy!!!- aveva sbottato alla fine, poiché l'intero
Wizardelli non conteneva un insulto adeguato: l'accademia della
Crusca doveva ancora coniare un termine calzante.
Draco
era sembrato galvanizzato da quello che aveva chiaramente scambiato
per un complimento e se ne era venuto fuori con un sorriso
sfavillante ed un orgoglioso:
-Lo
so Granger. L'unico e inimitabile!-
Hermione
non aveva avuto cuore -o pazienza- per ribattere, e
dopo questa perla di saggezza, l'Auror era tornato a rintanarsi in
ufficio.
A
parte la strabiliate notizia che Malfuretto sapesse qualcosa su un
pittore babbano (o fosse dotato di pollice opponibile per consultare
Wikimagia), di avvenimenti eclatanti per i primi giorni di quella
settimana, non ce n'erano stati, ad eccezione di un nuovo
aggiornamento sul “muro” di Hermione.
L'ex-Grifondoro,
da quando aveva iniziato a studiare giornalismo, teneva in casa
un'immensa bacheca a cui aveva segretamente affibbiato
anche un nome: “The Wall”, per gli amici “Wallye”. Sul suo
muro
personale non faceva altro che scrivere le citazioni dei suoi autori
preferiti -babbani e non-, aforismi tratti da poesie o canzoni e
persino qualche frasetta scritta di suo pugno. Vi si poteva, in
pratica, leggere un po' di tutto sotto forma di stralci di saggezza
in pillole.
Lunedì
mattina, prima di recarsi al lavoro, Hermione con un babbanissimo
pennarello nero, tra “dai diamanti non nasce niente e dal letame
nascono i folletti” e affianco a “We're
just two lost souls
swimming in a dementors-bowl” , aveva
aggiornato “The Wall” con la
seguente aulica massima:
“la
fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo” .
Hermione
ultimamente stava adottando quella massima come motto supremo di
vita, anche se l'aveva leggermente modificata in: la sfiga MI vede
benissimo. Dieci decimi.
Proprio
in conseguenza di un tale drastico cambiamento ideologico, seguito
dalla rassegnata accettazione che fosse il fattore C (ovvero il
fattore CULO) a regolare la sua vita, Hermione aveva preso una
decisione: non avrebbe più speso energie alla ricerca -vana- di un
ennesimo Auror da conquistare. Vista la sua scalogna colossale in
fatto amoroso, si sarebbe sicuramente imbattuta nel prossimo cretino
nel giro di pochissimo tempo, quindi perché darsi da fare? Avrebbe
aspettato paziente che la Dea Pelata facesse il suo lavoro...
***
Martedì
pomeriggio Hermione e Draco stavano affogando sommersi da una
tonnellata di referti dei R.I.S. ( Riparatori di Incantesimi
Sbagliati) quando il loro lavoro fu interrotto da un bussare
insistente alla porta.
-E'
permesso?- chiese un'untuosa vocetta cantilenante.
Una
biondona, che a giudicare dall'abbigliamento doveva aver dimenticato
la gonna a casa, entrò nell'ufficio di Hermione ancheggiando fino
alla scrivania.
Salutò
con uno svolazzare di ciglia Draco Malfoy, e fingendo platealmente di
non essere interessa a quel gran pezzo di Auror, scoccò un sorriso
abbagliante alla di lui segretaria.
-Buon
giorno Hermione caaaara!- squittì la nuova arrivata simulando un
genuino affetto per la riccia.
La
Granger, abbacinata dal brillio dei suoi denti bianchissimi, ci mise
qualche secondo di troppo per riprendersi e riconoscere in quella
specie di fenicottero tulle&organza dalle gambe lunghe, l'addetta
alla reception del secondo piano: “Vetriolo”...
le sembrava di averle appioppato quel soprannome il primo giorno.
La
bionda, dopo aver sferrato quell'attacco mortale agli occhi, ebbe
tutto il tempo di parcheggiare le proprie chiappe sulla scrivania
della riccia e di appollaiarvisi sopra accavallando le gambe e
sporgendo il seno in fuori, in una posa erotica che non avrebbe
sfigurato affatto fra le fantasie sessuali di un manager cinquantenne
e voglioso, sotto la dicitura “segretaria
porcellina e disponibile”.
-Buon giorno Vetr...Annabel-
farfugliò Hermione, correggendosi leggendo il cartellino appuntato
artisticamente sulla camicetta della nuova arrivata. Vetriolo lo
portava praticamente i mezzo a due mongolfiere in silicone che solo
Grey, da bravo anatomico, avrebbe potuto identificare come tette
-Posso esserti utile in qualche modo?- chiese educata.
Annabel era talmente
concentrata a fingere di non essere interessata al biondo muscoloso e
contemporaneamente a sbirciarlo da sotto gli innumerevoli strati di
mascara, che non si accorse nemmeno di essere stata interpellata.
-Annabel...-
tentò di nuovo la Granger alzando la voce di qualche decibel.
Nessun
segno di vita...Vetriolo si limitò solo a far scivolare su una
spalla la bretellina del corpetto, rivelando un'ulteriore porzione di
scollatura.
-ANNABEL!!!-
gridò Hermione sbalordita mentre Malfoy se la rideva sotto i baffi
di quel siparietto.
-Sì
caaaara?- domandò quella cretina integrale.
-Ti
serve qualcosa?- chiese Hermione secca.
-Oh,
teeessssoro non mi serve nulla!- fece la Bella Addormentata con voce
zuccherosa e terribilmente diabetica -Ero passata unicamente per
invitarti ad unirti a noi per un drink fra amiche questa sera!!!-
trillò gongolante e senza prendere fiato fra una parola e l'altra.
-Scusa
ma fra noi chi?- si informò Hermione sorpresa.
-Ma
come fra noi chi!?! Tra noi segretarie, sciocchina!!!- ridacchiò
l'altra con voce mielosa -Abbiamo pensato che sei appena arrivata e
noi ragazze organizziamo delle piccole uscite fra colleghe almeno una
volta a settimana...- la Granger lo sapeva benissimo, così come
sapeva di non essere mai stata invitata -Volevamo invitarti!-
dichiarò col tono di una crocerossina piena di buoni sentimenti
-Abbiamo pensato potesse esserti utile per aiutarti ad inserirti. Sai
noi segretarie qui all'ufficio Auror ci sentiamo un po' come membri
di un'unica grande famiglia! Per questo ci farebbe tanto, tanto,
tanto piacere se venissi con noi...-.
Dopo
quella stucchevole sparata, Hermione doveva anche passare dal
dentista e controllare di non avere la carie.
Tanto
sfoggio di buon cuore non poteva essere genuino, pensò Hermione
cinica. Dov'era la fregatura? .
-Ovviamente
se vuoi portare un amico sei liberissima di farlo. E poi alcuni Auror
ci hanno assicurato di raggiungerci più tardi per bere qualcosina
con noi.- L'ultima parte, Vetriolo la disse ammiccando verso Draco,
che però era troppo impegnato a fissare il portaombrelli per
accorgersene.
-Sentiti
libera di invitare chi preferisci- concluse.
-Hummm...-
esitò Hermione -Io non so...Devo lavorare fino a tardi non credo di
riuscire a farcela.- tergiversò.
-Ma
cara, sono sicurissima che se ti organizzi riuscirai a finire il
lavoro in tempo, e poi non c'è bisogno che passi a casa a cambiarti,
sciocchina. E' una cosa semplice fra colleghi, anche io mi
smaterializzerò direttamente dall'ufficio!-.
Quell'ultima
parte dell'arringa pro-uscita Vetriolo l'aveva pronunciata cambiando
leggermente di tono. Sembrava una minaccia. A Hermione non
restò altro da fare che soccombere ed informarsi sull'indirizzo del
pub.
***
-E
no, Malfoy, dove credi di scappare? Non puoi svignartela e mollarmi
da sola con quelle!!!- strillò Hermione aggrappandosi alla giacca
dell'Auror.
-Cosa?
E io che c'entro? Mica IO sono stato così fesso da dire di sì!!!-
sottolineò Draco caustico.
-Non
potevo mica rifiutare! Quella mi avrebbe schiantata!- protestò
Hermione.
-Ma
dai... non avevi paura di Voldemort e ti spaventa una segretaria in
crisi ormonale?- frecciò il biondo.
-Quella
non mi spaventa- sottolineò la segretaria piccata –mi terrorizzano
quando sono tutte insieme!!!- ammise avvampando.
Malfoy
le scoppiò a ridere in faccia.
-Haha!!!
Spero che ti diverta durante la “riunione di famiglia”!!!-.
-Spero
che ti diverta anche tu, visto che verrai con me...- gli rispose
serafica.
-Ma
stai scherzando? Non ci penso nemmeno!-.
-Se
non ci vieni con le tue gambe ci verrai levitando per Diagon Alley. O
sotto imperio se preferisci!!!- lo minacciò.
-Ma
scusa, io che c'entro?-
-Quella
voleva invitare te, non certo me!!!- strepitò Hermione -Quindi se
adesso sono costretta ad andare è tutta colpa tua!!! Devi
accompagnarmi per scontare la pena!!! E poi non oso immaginare cosa
potrebbero farmi se mi presentassi da sola...-.
-Granger,
guarda che se volessero affatturarti io non farei proprio nulla per
fermarle.- puntualizzò il furetto.
-Malfoy,
non mi ero illusa nemmeno per un attimo!- gli assicurò -Tu mi servi
perché se saranno troppo impegnate a provarci con te non avranno
tempo per torturare me! Capito imbecille???E sappi che nemmeno io ti
avviserò quando ti rifileranno un filtro d'amore al posto del
cocktail.-.
-Hey
Granger, vacci piano con le offese: sono un Auror, non mi faccio
avvelenare da sotto il naso!- si impermalì Draco, e se ne andò
offeso.
***
Erano
le otto e dieci ed Hermione aspettava da almeno quaranta minuti che
Il Bastardo uscisse dalla porta per andare all'appuntamento con le
colleghe. Aveva già bussato un paio di volte visto che erano
mostruosamente in ritardo, ma Platinette non dava segni di vita. Alla
fine, stanca di aspettare, aveva aperto la porta.
L'ufficio
era silenzioso ed immerso in un'oscurità quasi totale. L'unica fonte
di luce era un bagliore verdastro che si sprigionava dalle fiamme del
camino.
Il
bastardo si era smaterializzato via direttamente dall'ufficio. Era
fuggito!
Codardo.
***
Vetriolo
in ufficio aveva un guardaroba.
E
una tonnellata di trucchi. E un'estetista, una
parrucchiera, una truccatrice professionista.
Non
sapeva se le aveva nascoste in uno dei cassetti della scrivania o nel
cestino della carta straccia, ma da qualche parte doveva tenerli.
Oppure, cosa molto più probabile, aveva detto una calderonata grande
come un'acromantula quando aveva affermato solidale “Nemmeno io
avrò tempo di passare a casa per cambiarmi. Mi smaterializzerò
direttamente dall'ufficio...”.
Ma
del resto quell'infida segretaria che al momento sfoggiava un
succinto abitino rosa shocking con Hello Kitty in strass argentati
sulle balze della gonna, non sarebbe riuscita ad essere sincera
nemmeno sotto veritaserum.
Annabel
fissò Hermione, che si sentì
sporca e sciatta nel tailleur grigio che aveva tenuto addosso tutto
il giorno, per un secondo soltanto e poi trafisse l'aria
tutt'attorno alla ricerca -vana- di un suo eventuale e tanto atteso
accompagnatore.
Evidentemente
si aspettava ci fosse anche qualcun altro. Possibilmente biondo, con
gli occhi grigi e un fisico da urlo.
Povera
illusa!!!
Tutto
sommato sembrò che la biondissima creatura fosse di una tempra più
solida di quanto si potesse dedurre alla prima occhiata: tollerò la
delusione di buon grado e nel giro di un secondo si riprese così
bene da riuscire a rivolgere persino uno sguardo compassionevole ad
Hermione per il terribile stato dei suoi capelli.
Fece
un cenno alla riccia e la invitò ad accomodarsi su una sedia al suo
fianco.
Oltre
alla truccatissima addetta alla reception del secondo piano, attorno
ad un paio di tavolini accostati erano sedute altre sei ragazze.
Quella con i riccioli neri e l'ombretto viola era Zoe, la segretaria
di Blaise Zabini, la ricordava benissimo con quel suo corpo perfetto
che avrebbe ucciso l'autostima di ogni altra donna a randellate.
Quella vestita come un uovo di pasqua era Esther, mentre quella con
i capelli corti si chiamava Susie ed era la segretaria di uno dei
responsabili dell'Ufficio Misteri. Riconobbe altre due ragazze,
poiché erano anche loro assistenti di Auror del Ministero, sebbene
non ne ricordasse i nomi, mentre invece identificò subito la tipa
scura di pelle come Calì Patil, sua compagna ad Hogwarts e che, a
quanto ricordava, lavorava come commessa da Madama McClann.
Calì
fece finta di non averla mai vista prima ed Hermione si guardò bene
dal fare diversamente.
Di
maschi Auror al momento non se ne vedeva nemmeno l'ombra.
Evidentemente
avevano tutti usato la tattica malfoyesca dandosi alla macchia.
Dato
che gli uomini latitavano le fanciulle, tutte -Hermione esclusa-
agghindate come se fossero state invitate ad un party dal Ministro e
non ad un semplice drink fra colleghi, si stavano dedicando ad
affondare il proprio dispiacere per la mancata occasione di rimorchio
nell'alcol. Calì si era fatta fuori una quantità imprecisata di
whisky incendiario, a giudicare dal cimitero di bicchieri sotto il
suo naso a punta, e anche le altre ragazze sembravano piuttosto
brille, perché nessuna si prese il disturbo di rivolgere occhiatacce
critiche all'indirizzo dell'abbigliamento della Granger.
Le
sette dame avevano dei musi lunghi da far spavento e gli occhi
iniettati di sangue: chiaramente le operazioni di trucco&parrucco
avevano richiesto parecchio tempo e una fortuna in galeoni, ma
stavano stoicamente cercando di fare del proprio meglio per non
mettersi a piangere e singhiozzare per l'appuntamento disastroso.
Proprio per tirarsi su di morale avevano deciso di passare il tempo
allenandosi nel loro sport preferito: colpire e trucidare a
staffilate di lingua.
Quelle
sottospecie di bomboniere sbrilluccicanti e troppo truccate stavano
letteralmente demolendo a colpi di gossip più o meno ogni essere
respirante di tutta l'Inghilterra che fosse stato tanto avventato da
non essere presente quella sera.
Fecero
lavorare di buona lena le bocche e le corde vocali ed erudirono il
Mondo -Magico e Babbano- nell'ordine che: il
ciccione con la pelata e le ascelle pezzate del settimo livello
-brutto peggio di una mandragola ma di famiglia purosangue e
schifosamente ricchissima- era uscito con Susie, alla sua destra; che
Blaise Zabini nel contest degli scapoli più ambiti del Regno era
tristemente secondo e Ronald Weasley terzo, mentre Draco Malfoy al
momento deteneva lo scettro insieme all'ambitissimo titolo di
“chiappe d'oro” (Esther -l'anello mancante fra la scimmia e
l'australopiteco- e Antony -l'Auror più Pico della Mirandola
esistente- evidentemente avevano qualcosa in comune); che alla gara
circa il più fornito in centimetri il biondo di poc'anzi non aveva
ancora partecipato non essendo evidentemente promiscuo come la sua
segretaria aveva pensato, decretando la vittoria schiacciante di Dean
Thomas -come voleva la regola per quelli del suo...colore-; e infine
che Zoe era una donna profondamente scarlatta e che le altre la
odiavano per essere uscita a cena con Belby, ma quando quest'ultima
era tornata dalla toilette era magicamente stata elevata da “brutta
zoccola” a “carissima Zoe”. Hermione aveva anche scoperto che
Antony e Liam erano gay visto che non accettavano la corte di
nessuna delle signorine presenti -ma questo lei lo sapeva già- e che
Harry Potter probabilmente era gay anche lui per lo stesso motivo
(evidentemente che fosse sposato non costituiva argomentazione valida
circa la sua sessualità, per non parlare della sua fedeltà...).
Dopo quest'ultima sparata Hermione aveva cominciato a trovare le
proprie doppie punte –di cui solitamente non avrebbe potuto
importarle di meno- estremamente interessanti e si era estraniata
dalla conversazione.
Non
c'è niente di peggio di un'uscita fra sole donne, ragionò
Hermione.
Se
le donne sono di questo tipo, ovviamente.
Avevano
parlato per più di mezz'ora di smalti e rossetti e della collezione
autunno e inverno di un certo Doxy e Babbana!!!
-Comunque
le peggiori sono le saponette!-.
Eh?
Evidentemente doveva essersi persa qualche passaggio della
conversazione perché quell'ultima uscita di Barbie-Artigli-Laccati
non l'aveva proprio capita...
-Come
scusa?- chiese l'Uovo di Pasqua, che a giudicare dall'espressione
assonnata che si portava in giro perennemente stampata in faccia, non
doveva essere molto sveglia...
-Dicevo
che le streghe di gran lunga peggiori sono le donne saponetta.-spiegò
Barbie infervorandosi -Quelle che soffrono della Sindrome di Madonna
McGranitt! Pensano di essere superiori a tutto e a tutti, hanno
sempre l'aria da secchionasaputella e portano gli occhiali da vista
per darsi arie da intellettuali- e qui Hermione si sentì leggermente
tirata in causa -Fanno sentire le altre streghe delle nullità perché
hanno sbagliato a coniugare un congiuntivo o non hanno letto montagne
di soporiferi libri!-.
E
ci credo visto che tu avrai letto a malapena "Come accalappiare
un buon partito, ricco e scemo in sole 24 ore!".
-
-
-Sono delle invidiose senza
speranza!!! E' questa la verità!!!- si sentì in dovere di
aggiungere Cascata Di Chiffon al suo fianco -Lo fanno perché sono
delle cozze e cercano di atteggiarsi a SanteSuore per non sentirsi
troppo inferiori a chiunque sia più bella di loro...-
-
-
-Che ipocrite! Fanno finta di
tenerci tanto alla loro autonomia e al loro cervello, ripetono frasi
senza senso tipo “io sono mia” e “no alla
mercif...mercati...marcifi...mercificazione del corpo- miracolo
fosse riuscita a sillabare una parola così
difficile! -dicono di non volere un fidanzato o un marito, ma
sono le prime a buttarsi a pesce sul primo Auror che passa!-.
-
-
Ci tengo al mio cervello ma
voglio anche un fidanzato... si
incupì Hermione.
-
-
-Prendi per esempio la moglie
del capo, quella rossa Weasley. Fa tanto l'emancipata con suo lavoro
e bla bla...Sono sposati da un mese, aspetta solo qualche altro
giorno e vedrai come si fionda a dare le dimissioni!-.
-
-
Ginny? Ginny che era
felicissima dell'impiego alla Gringott??? Era più probabile che
partorisse in banca che smettesse di lavorare...
-
-
-O quella bionda ricciolina,
la tipa di turno del portiere dei cannoni... Aspettate che la metta
incinta facendosi incastrare per benino e vedrai quanto velocemente
chiuderà quel localino ad Hogsmeade!-.
-
-
Lavanda? Lavanda che se
qualcuno si fosse azzardato a toccarle il suo graziosissimo pub lo
avrebbe incenerito a suon di Avada
Kedavra? La
stessa Lavanda che non avrebbe avuto figli fino a quando non
avessero inventato un modo per non farle venire la pancia?
-
-
-Sono tutte così: false e
bugiarde...ma insomma è tanto difficile essere sincere?!?!
Accidenti sembra che siamo rimaste in poche ad avere i sani valori
di una volta: onestà prima di tutto! Basta dirlo che vuoi l'anello
al dito e un matrimonio sicuro...no?-.
-
-
Le altre annuirono concordi.
-
-
Merlino ma le suffragette
inglesi queste non sapevano nemmeno dove stavano di casa!!! Mentre
le femministe si erano battute per il diritto di famiglia, di
divorzio, e avevano combattuto i pregiudizi maschili e il masochismo
femminile, questa tipe facevano i corsi “cotto&mangiato” e
“chi vuol sposare un milionario” per accalappiare il buon
partito, un signore che le avrebbe mantenute a vita nel lusso e
l'agiatezza...e che con tutta probabilità avrebbe avuto per loro e
per i loro cervelli addirittura meno rispetto di quel poco che
meritassero!
-
-
Godric dammi la forza....
-
-
La povera Hermione non ne
poteva più di tanta stupidità, così decise di essere piuttosto
stupida anche lei -vista la media attorno nessuno ci avrebbe fatto
caso- e di estraniarsi completamente dal discorso ingurgitando un
cocktail colorato appresso all'altro. Era già al terzo bicchiere e
sentiva un ronzio fastidioso nelle orecchie quando le parole di
Vetriolo e Barbie catturarono la sua attenzione. Di nuovo.
-
-Insomma è una tragedia. Le
fila dei single si vanno assottigliando e un matrimonio tira l'altro!
Se poi tutte fossero come la signora Lucrezia Zabini coi suoi sette
mariti...a noi non resterebbero pesci nel mare!- piagnucolò la
bionda.
-Bisogna
considerare che l'amore dura al massimo cinque anni secondo le
statistiche...Quindi è fondamentale ingegnarsi da subito per farsi
mettere l'anello al dito!- puntigliò Esther.
-Ma
il problema è come conquistarlo, l'uomo giusto...- sospirò Calì
mentre tirava su del liquido ambrato con la cannuccia.
“Eh,
lo so bene...” pensò Hermione.
-Beh,
ognuna deve usare la sua tecnica e affinarla...- nitrì Vetriolo.
-Tu
per esempio come fai?- domandò Hermione curiosa, finalmente
pronunciando una parola.
-Beh
io...- fece Annabel arrossendo di compiacimento per avere qualcosa da
insegnare. Evidentemente non era un evento che le succedeva
spesso...per fortuna!
-Io
penso che ogni uomo è un animale- squittì orgogliosa.
-Bella
scoperta!- frecciò Zoe dall'altro capo del tavolo.
-No,
intendevo evoluzionisticamente parlando.- ma sapeva addirittura
una parola così difficile? -Lo hanno detto al Mago-Fratello!!!-
chiosò svelando l'arcano -Nel senso che mira a soddisfare l'istinto
riproduttivo come un animale, ma nel farlo ogni uomo si comporta come
un animale in particolare. Perché la vita del maschio ruota tutta
intorno ad una sola grande forza primaria: la ricerca infinita della
fi.. -.
-HAHAHAHA-
urlò Hermione interrompendola fingendo di ridere, sebbene in realtà
fosse agghiacciata. Davvero voleva urlare quella parola in un pub
pieno zeppo di gente??? -Restando
in tema potremmo chiamarla “l'erba più verde”.-suggerì.
-Ok...-
acconsentì la sua interlocutrice fissandola dubbiosa -Per esempio,
diciamo che Goldstain è un... erbivoro che... non bruca nei nostri
pascoli!!! Capito? Niente che possa identificarsi con l'istinto della
...carne! O del cacciatore.-.
-Oh
sì!- squittì Susie -Allora Blaise Zabini è un basilisco. Forte e
virile...per lui le donne sono solo bocconcini da divorare!-.
-No,
Blaise ha un basilisco!!! Nei pantaloni!!!- rise
Barbie-Finta-Tantoperbene.
-Insomma-
riprese Annabel -devi capire che animale è e regolarti di
conseguenza per conquistarlo. Ti faccio un altro esempio: Smith è un
cavallo purosangue e io ho dovuto adattarmi: siamo stati insieme un
paio di mesi infatti!-.
Purosangue
in effetti Smith lo era davvero, cavallo...boh!?!?
Hermione
fissò perplessa Uovo di Pasqua che era scoppiata a ridere. Quella
banshee rifatta aveva capito qualcosa e lei no! Gravissimo...
Con
fare cospiratorio Barbie le bisbiglio all'orecchio – A Smith piace
farsi frustare!-.
Ommerlino!!!
Smith era...un animale e pure un pervertito!!!
-Peccato
che alla fine si sia mezza di mezzo quella Josefine del quinto
piano...- sospirò Vetriolo fingendo di piangere e soffiandosi un po'
troppo rumorosamente il naso per essere credibile.
-Troia!-
fece Zoe partecipe di tanto autentico-simulato dolore.
-Io
ho una tattica diversa, penso che per sedurre un uomo e farti mettere
l'anello al dito, ci sia solo un modo: dargliela e non fare troppe
storie! E possibilmente fargli da mangiare...- affermò Calì
pratica.
Sì,
se è l'uomo di Neanderthal -o per il cibo Ron- annuì la
Granger.
Hermione
iniziava a rimpiangere di non aver portato con sé una penna
prendiappunti...la
conversazione stava cominciando a farsi interessante! Quelle
squinternate segretarie erano proprio il target a cui si rivolgevano
i suoi articoli...e poi le stavano dando informazioni utilissime!
Forse persino loro non erano
completamente inutili come sembrava...
-Io
ultimamente invece seguo sempre le dritte della Gazzetta!-
Incredubile, Uovo Di Pasqua sapeva leggere!!! E per di più
leggeva i SUOI lavori!!! -C'è una nuova serie di articoli su
come conquistare un Auror...sono semplicemente incredibili!!! Si vede
che l'autrice sa di cosa parla.-.
Certo,
come no... pensò Hermione strozzandosi col liquido nel suo
bicchiere.
-Io
penso che la cosa più importante da fare sia non abitare lontano dal
Ministero.- affermò Zoe risoluta.
-In
che senso?-.
-Beh...se
vuoi accalappiare un buon partito e non lo vuoi vecchio, con la
trippa e la pelata, devi puntare ad un Auror: hanno quasi tutti il
fisico ed uno stipendio a quattro zeri! Quindi se non sei fortunata
come noi che lavoriamo nella divisione della Difesa- e nel dirlo
rivolse una sguardo di commiserazione a Calì e a quella dell'Ufficio
Misteri -devi bazzicare sempre da quelle parti. Insomma...devi prima
di tutto incontrarlo l'Auror: se non lo fai al lavoro, che sia almeno
al pub! Un sacco di Auror dopo l'ufficio vanno a farsi una birra nel
locale all'angolo...insomma devi andarci anche tu, sebbene puzzi di
tabacco e ci sia la tv babbana che trasmette il quidditch a tutto
volume!!!-.
-E
se una abita troppo lontano dal Ministero?- si informò Susie col
labbro tremulo (viveva dall'altro capo di Londra).
-Non
c'è che una soluzione: deve trasferirsi!- l'annichilì Zoe glaciale.
Accidenti…
non solo non aveva una penna prendiappunti, ma non si era portata
nemmeno un registratore o un mp3 facente funzione!
-E
poi bisogna stare attente a parlare! Niente dialetto e niente
parolacce...se possibile ci vuole un corso di dizione. Se vuoi un
mago ricco, l'anello e la firma sui documenti, bisogna puntare ad un
Purosangue...e sono talmente fissati con queste cose!!!- sospirò
Capelli Tinti alzando la faccia dal pavimento, che aveva fissato fino
ad un attimo prima.
-Verissimo...ma
la cosa più importante resta l'aspetto! Insomma, chi se la prende
una così stupida da dire che deve stare comoda e a suo agio quando
va in giro? Bisogna che una strega sia bella e in tiro anche con la
febbre o in mezzo ad un bosco!-.
Cinque
teste annuirono concordi a quell'affermazione.
Ma
forse aveva almeno una banalissima bic nella borsa...
-Niente
felpe, niente jeans...niente ricrescita e peli superflui! E niente
All-Star per carità...sono così...così...-.
Esther
sembrava non trovare una parola sufficientemente oltraggiosa.
Hermione
pensò che lei, di Converse, ne aveva un'intera collezione.
-E
bisogna essere sempre gentili con le vecchiette!-.
Giustissimo,
assentì Hermione
-Con
quelle ben vestite e danarose, ovviamente. Hanno sicuramente un
nipote da presentarti!- trillò Susie.
-E
poi, quando finalmente siete riuscite ad accender il suo interesse,
fate le sfuggenti! Tirate un po' la corda...dovete fargli vedere che
non state lì a pendere dalle sue labbra. Lui capitolerà! Dopo che
si è dichiarato infliggetegli il colpo di grazia!- squittì
Vetriolo.
-Ascoltate
sempre tutto quello che dice e annuite.- la interruppe Calì
-Cucinategli tutti i suoi piatti preferiti (o ordinateli in
rosticceria), fategli le coccole e dategli retta quando parla di
lavoro. Imparate il nome di sua madre e di tutti i parenti!-.
-E
lasciatelo pure andare al pub con gli amici...sennò penserà che
siete asfissianti!- riprese la parola Annabel -Anzi... magari
accompagnatelo per sicurezza: non sia mai incontri qualche puttanella
interessata all'acquisto! Solo dopo il matrimonio gli vieterete di
uscire di casa!!!-.
-Ho
una domanda- fece Hermione che adesso era presissima dalla
discussione, come non lo era stata nemmeno da una lezione di Antiche
Rune.
Alla
fine aveva scovato una matita piccolissima con scritto “ikea” e
stava prendendo appunti su un tovagliolo del locale.
-Come
faccio a capire quando sono riuscita a conquistarlo?-.
-Ma
è semplice cara...quando tira fuori l'anello!!!- disse Annabel
ovvia.
-Ok,ma...un
po' prima?-.
-Beh...ma
è chiaro! Quando ti regala dei fiori, per il loro simbolismo...-.
Hermione
aggrottò le sopracciglia perplessa: -Perché indicano la purezza dei
sentimenti di un uomo?- domandò dubbiosa cercando di ricordare
quanto le aveva detto Malfoy.
-Ma
certo che no!- la redarguì Annabel schockata.
-Allora
perché il fatto che ti regalino dei fiori è così importante?-
domandò di nuovo.
-...Beh,
ma perché i fiori sono la vagina della pianta!!!-.
E
dopo quest'ultimo colpo al buon gusto, Hermione, che si era protesa
in avanti per ascoltare meglio, scivolò giù dalla sedia ruzzolando
sul pavimento stecchita.
-
***
La
Dea Bendata che ultimamente sembrava avercela a morte con Hermione,
quella sera non doveva essere rimasta insensibile alle preghiere e ai
piagnistei di quelle pazzoidi delle sue colleghe - colleghe per finta
e per molto poco tempo, meglio ribadirlo- perché quando ormai
sembravano aver perso le speranze, fecero la loro comparsa Blaise
Zabini, Timoty Beshop, Denis Canon, Jack Sloper, Morag McDougal, un
paio di altri Auror che non conosceva e un più che palesemente
recalcitrante Draco Lucius Malfoy, con un'espressione furibonda e un
muso lungo fino alle piastelle in cotto del locale.
-Non
sono venuto perché me lo hai ordinato tu!- salutò con una smorfia
Hermione, ignorando tutte le altre.
-Non
sforzarti a ribadirlo: non avevo nemmeno concepito un pensiero tanto
idiota.- rispose l'ex Caposcuola a tono.
-Mi
hanno trascinato.- spiegò Malfuretto -Blaise si è presentato a casa
mia e mi ha impastoiato!- disse avvicinandosi al bancone del bar,
mentre la Granger lo seguiva a ruota.
-Poi
è entrato in camera mia lasciandomi impalato in mezzo al salotto e
credo mi abbia ridotto la stanza come nemmeno una schiera di
Mangiamorte avrebbe mai potuto fare! Un whisky liscio. Anzi
due.-disse al barista.
-Dico
credo perché non riuscivo a vedere nulla piantato fra il
tappeto e la poltrona, ma arrivavano dei rumori allucinanti.
Probabilmente l'armadio è ridotto ad un mucchietto di segatura!-.
Si
interruppe per afferrare in bicchiere che il barista gli aveva
appena poggiato sotto il naso. L'altro l'uomo lo poso davanti ad
Hermione e lei non si preoccupò di chiedere se effettivamente Draco
lo avesse ordinato per lei.
-Dopo
mezz'ora è uscito di lì con le scarpe che mi ha regalato per il
compleanno, la camicia che mi ha obbligato a comprare per Capodanno e
il completo che lui e Pansy mi hanno preso per Natale. Nemmeno me lo
ricordavo di avere una camicia blu!- affermò alludendo a quella che
indossava.
-Mi
si è avvicinato con la bacchetta sguainata e...- ingollò tutto
d'un fiato il whisky nel suo bicchiere per prendere coraggio -Mi ha
fatto evanescere i vestiti!!!- rivelò abbattuto al calice ormai
vuoto che stringeva tra le dita.
-Un
altro per favore!- ordinò al cameriere.
Hermione
al suo fianco, sorseggiava il suo drink. Persino Malfoy era meglio di
quelle segretarie schizofreniche.
***
-Lo
so bene com'è Annabel...-.
Dopo
un'oretta di silenzi e tonnellate di alcolici, Malfoy sembrava quasi
umano. Quasi.
-Lo
sai bene perché l'hai vista proprio tutta nuda o perché hai visto
solo il 90% che non è coperto da vestiti?- ironizzò sarcastica.
-Granger,
quando sei ubriaca diventi affilata come un coltello...- esclamò
Draco divertito da quell'insospettabile lato Serpeverde. -Comunque
intendevo dire che conosco il tipo. E' una specie di pedinatrice
invasata di poveri scapoli. Una gallina integrale anche se...-
-Anche
se ha uno stacco di cosce e un dècolletè che lascerebbero senza
parole un indicibile!- finì per lui Hermione.
-Oh,
accidenti Granger! Se mi lasciassi finire una frase!!!- protestò
risentito Malfoy attaccandosi ad un calice di burrobbirra -Volevo
dire anche se è peggio di uno sciame di fate….-
-Uno
sciame di che???- strillò Hermione interrompendolo di nuovo e
facendo rigirare tutto il locale.
-Chiudi
quella boccaccia Granger, ci stanno fissando tutti! Oh Merlino,
penseranno che ti ho accoltellato con la bacchetta!!!-.
-Malfoy
hai appena detto che l'oca senza cervello che mi ha rovinato il
pomeriggio e la serata è una fata!!! Ti rendo conto?!?! Al massimo è
una strega!!!-.
-Granger
non so che idea tu abbia delle fate in quella testolina
mezzo-babbana, ma io non sopporto quelle piccole e moleste creaturine
sciocche e vanitose che non fanno altro che squassarti i timpani col
loro ronzio!!! Santo Salazar, quando mia mamma le appendeva
sull'albero di Natale era un inferno...-
-Davvero
le fate sono così???- domandò Hermione sinceramente sorpresa.
-La
domanda giusta è: davvero non lo sapevi mia presuntuosa
So-Tutto-Io?- la prese in giro Malfoy gongolando intimamente per aver
zittito quella zelante enciclopedia su due gambe (Merlino, ma che
gambe!!!).
-Umpf-
fece la sua segretaria fingendo di ignorare quell'ultimo commento
-Tanto siete tutti uguali!-.
-Prego?-
chiese Draco inarcando un sopracciglio.
Si
considerava unico e inimitabile ed essere incluso in un tutti e
sentirsi definire uguale nella stessa frase lo infastidiva non
poco.
-Ma
sì...voi uomini! Basta che una donna carina vi schiuda le gambe e
magicamente del suo cervello delle dimensioni di un boccino non vi
frega più nulla!- dichiarò col tono di un'intenditrice.
-E
da quando tu sai come la pensa un uomo? Ti è spuntata un'appendice
di troppo?!?!- frecciò il biondo -Comunque non ho la pretesa di
sapere cosa pensino tutti i maschi del pianeta ma credo che sì, per
noi una bella donna resta sempre una bella donna, anche se è una
cretina integrale! Ma non è che voi femmine siate tanto meglio,
visto che vi innamorate di certi imbecilli!- esclamò -E no, non dire
quella scemenza!- disse interrompendo Hermione che aveva tentato di
aprir bocca -Non lo so perché porto il reggiseno, ma è da quando ci
siamo mollati al terzo anno che Pansy mi ha preso per la sua
amichetta del cuore e mi inquina le orecchie coi suoi piagnistei!!!
Tra l'altro, considerando che è cresciuta con me e Blaise, devo dire
che oltre a scegliersi gli stronzi col lanternino ha anche un pessimo
gusto. Brutti e stupidi...ma!- concluse gettandosi di nuovo su un
calice pieno.
-Comunque...-
ricominciò fissando perplesso il liquido dai colori troppo
sgargianti e gli ombrellini sul cocktail appena servito alla Granger
-Comunque le belle donne mi piacciono e mi piacciono anche di più se
riescono a mettere tre parole in fila e a non sbavare sul mio conto
in banca!!!- dichiarò -Purtroppo però, non è tanto facile trovare
una donna intelligente e bella che apra pure le gambe, sai?-.
-Malfoy
sei un imbecille!- lo redarguì la segretaria interrompendo il suo
sproloquio.
-Non
sono ipocrita, è diverso. E tornando ad Annabel, una volta
le ho chiesto l'ora...pensava fosse una scusa per provarci credo,
perché continuava a passarsi la lingua sulle labbra e a sbattere le
ciglia invece di rispondere. Me la sono filata... naturalmente NON ci
stavo provando, mi ero solo dimenticato l'orologio.-.
-Malfoy,
non è che gli uomini quando fanno i cascamorti sono tanto meglio,
sai?!?!- lo rimbeccò Hermione.
-Forse...o
forse no. E poi io non mi metto a fare l'idiota con una perché è
ricca e Purosangue!!! O perché ha un bel conto alla Gringott!!!-.
-No,
tu sei un idiota sempre e poi fai ancora di più l'idiota se una
donna ha un bel paio di tette!!!-.
-Beh...
anche l'occhio vuole la sua parte So-tutto-io!- provò a ribattere
Malfoy che era troppo sbronzo per trovare un'argomentazione sensata e
aveva perso il filo del discorso da almeno venti minuti.
-Beh...anche
il portafogli suppongo- cincischiò la Granger che non era molto più
lucida -Una donna sceglie un uomo che le dia sicurezza e stabilità.
Una volta lo sceglieva forte e vigoroso, adesso che i tempi sono
cambiati credo lo scelga ricco e influente perché sono i soldi a
darle sicurezza. Le giovani streghe di oggi vogliono tutte accasarsi
con un Auror per via del suo stipendio a 4 zeri e perché no...,
anche per la sua prontezza e forza con la bacchetta. Del resto non è
facile fregarsene tutto ad un tratto di millenni di tradizione...-.
-Oddio
Granger, non posso credere che tu abbia davvero detto queste
stronzate!!!- Hermione per una volta era perfettamente d'accordo con
il suo finto-capo -Le donne scelgono un Auror per i suoi muscoli e
perché la maggior parte di noi ha una valanga di galeoni alla
Gringott e i capelli in testa-.
-Non
ho voglia di mettermi a fare stupidi discorsi per cercare di
stabilire se sono più stupidi i maschi o le femmine come in seconda
elementare!- sbottò infine Hermione.
-Giusto.
Sono pienamente d'accordo, anche se ti ricordo che hai iniziato tu.
Ubriachiamoci!!!- rise Draco Lucius Malfoy insolitamente gioviale
-Cameriere ci porti altri due bicchieri di quella cosa colorata,
grazie!-.
***
-Per
essere un maschio l'alcol non lo reggi proprio per un cazzo!-
motteggiò Hermione.
-Per
essere mezza sbronza parli troppo.- Le fece il verso Malfoy -Ma tu
parli sempre troppo....- sospirò.
-E
poi ti informo che per colpa di una certa segretaria che mi ha
abbandonato da solo in compagnia di una risma di pratiche urgenti e
per colpa di un migliore amico aspirante sequestratore, non ho fatto
in tempo a cenare!-.
-Malfoy
sei tu che sei scappato con i documenti per paura di venire con me al
pub...e poi che fai, ti stai giustificando sostenendo di aver bevuto
a stomaco vuoto?-.
-Granger,
quando sei brilla non solo diventi sboccata, ma anche mordace.-
annunciò Malfoy col tono di chi ha appena scoperto che la terra è
tonda -Hai detto almeno tre volte “cazzo” questa sera...-.
Hermione
fece spallucce continuando a camminare per Diagon Alley.
-Dai
Granger rallenta che non ce la faccio a starti dietro...e poi ti
informo che stai barcollando.-.
-Malfoy
ma che vuoi? Perché mi stai seguendo?- sbuffò Hermione.
-Non
ti sto pedinando, ti sto solo riaccompagnando a casa! Se tu ti
decidessi a ricordarti dov'è e a smaterializzarci...Possibilmente
al più presto, sai: domani si lavora!-.
-Non
ce n'è davvero bisogno Malfoy- disse Hermione colpita da tanta
inaspettata galanteria (peccato per i suoi modi da bifolco del
Wiltshire).
-Granger
sono le due, ho fame e sono stanco. Tu sei mezza ubriaca e non mi
sembra il caso di lasciarti tornare da sola. Non farla tanto lunga e
andiamo, che a fare questi discorsi cavallereschi mi sento un
Grifondoro...- strepitò arricciando il naso aristocratico.
Hermione,
che sentiva le tempie pulsare e aveva un discreto mal di testa, si
arrese facilmente -Va bene Draco, grazie. Però mi serve un
secondo...devo prendere un po' d'aria, mi gira tutto e se ci
smaterializziamo subito penso che vomiterò sui gerani
all'ingresso.-.
-Va
bene, però smettila di fare su e giù che fai venire la nausea anche
a me.- ordinò -Siediti cinque minuti su quella panchina.-.
Hermione
ubbidì stranamente docile, e Draco registrò in una piccolissima
parte del suo cervello che i Grifondoro oltre ad essere sensibili
alle gentilezze, da ubriachi erano anche estremamente ubbidienti e
remissivi.
-Senti
Hermione...- disse piano -Mi dispiace per ...beh per la storia di
Goldstain...per, beh...per non averti avvisato.-.
-Ma
no, non fa nulla- rispose lei precipitosamente e avvampando
d'imbarazzo -Alla fine non ci sono rimasta male...-.
Draco
la fissò con espressione scettica.
-Ok
è una bugia. Però più che il mio cuore è rimasta ferita la mia
vanità. E pensa che fino a quattro settimane fa non sapevo nemmeno
di averne una.- affermò tentando di buttarla sul ridere.
-Adesso,
poi, ho trovato finalmente una compagnia adeguatamente entusiasta
quando devo andare alle mostre, nei musei o a teatro. Harry, Ginny e
persino Ron mi accompagnano, però sai...Ron una volta si è messo a
russare durante la scena madre di Madama Butterfly! Non sai com'è
stato umiliante...- ricordò Hermione -Antony invece mi accompagna
sempre euforico...anche se a volte è un po' troppo esaltato!!! E'
persino faticoso seguire i suoi ritmi!- poi deformò il viso in una
smorfia infastidita e aggiunse -Ovviamente mi accompagna quando non è
impegnato a fare gli occhi dolci al fustacchione di turno o non mi
snobba per uno dei suoi appuntamenti galanti. Quell'essere ha troppo
successo!!!- ragliò invidiosa.
-Pensa
che volevo andare a sentire il concerto di Celestina Warbeck, ma a
quanto pare Liam ha voglia di ballare il tango questo sabato quindi
mi toccherà andarci da sola...- sbuffò con l'aria di una mocciosa
che faceva i capricci.
La
Granger un po' brilla era davvero buffa.
-E'
un concerto fantastico, e c'è persino una suite per violoncello e
archi il La Minore che è una meraviglia!- esclamò Draco estusiasta.
-Malfoy
tu non hai La Minore idea di quel che stai dicendo!- sbraitò
Hermione.
-Granger
non sono un pozzo di scienza ma noi Malfoy abbiamo nobili interessi
per le arti e la cultura! Capito? Smettila ti tacciarmi di ignoranza!
Siamo Malfoy e viviamo in un lussuoso Manor da generazioni, mica in
cima ad un albero a divorare banane!!!- s'indignò il furetto.
La
risata cristallina di Hermione e l'illuminarsi del suo viso
interruppero i borbottii irati di Draco. Hermione Granger su una
panchina di Diagon Alley, con i capelli in disordine e i vestiti
sgualciti, con i ricci che si agitavano da tutte le parti
scompigliati dal vento e il mento appoggiato sulle ginocchia raccolte
al petto, era bellissima.
Draco
la fissò in silenzio per un lunghissimo momento.
Poi,
quando la risata si spense e il silenzio si fece assordante, Malfoy
si schiarì la voce e soffiò con voce velata da un'ombra quasi
impercettibile di incertezza:
-Và
meglio? Vogliamo andare?-.
E
con un sonoro crack lui e la Sanguesporco zannuta si
smaterializzarono.
***
La
fortuna è cieca ma la sfiga MI vede benissimo.
Hermione
stava ripensando alla sua massima di vita, e che vita triste doveva
essere quando la massima era così...infima.
Hermione
incrociò le braccia col talento consumato di una maestra severa e il
cipiglio risoluto dell'inflessibile Caposcuola Grifondoro. Aveva
preso la decisione di non sprecare preziose energie alla ricerca di
un Auror e di attendere che la Fortuna facesse il suo sporco lavoro.
Basterà
solo aspettare con gli occhi aperti e le orecchie tese...ripetè
fra sé.
Draco
Malfoy entrò in ufficio in quel momento.
-Granger,
che fai? Cerchi di capire i misteri della vita fissando il vuoto
pneumatico?- domandò beffardo.
Hermione
strinse le palpebre e si tappò le orecchie con le mani. Avrebbe
aspettato il prossimo Auror!!!
-Granger
dai retta a me...sei completamente andata. Io te lo dico da anni, ma
repetita iuvant..-.
E
dopo questa perla di saggezza, Malfoy le gettò tra le braccia una
risma di fogli da correggere, girò i tacchi e se ne andò.
Ma
che gli sarà preso questa mattina? Gli si è annodata la bacchetta?
E dire che sembravano andare un pochino più d'accordo da qualche
giorno a quella parte...
In
quel momento fece il suo trionfale ingresso, travolgendo il
portaombrelli e rovesciandosi il caffè sui pantaloni, Neville Fred
Paciock.
Hermione
lo fissò. L'Auror aveva una vistosa macchia scura sulla camicia, i
capelli in disordine e le dite macchiate di inchiostro. La cravatta
gli penzolava decisamente troppo a sinistra e la camicia era fuori
dai pantaloni. Sembrava si fosse appena svegliato durante un
terremoto e avesse dovuto vestirsi al buio.
Hermione
lo guardò meglio.
Neville
era un bel ragazzo in fondo. Era altro e...era alto! E poi nel mondo
c'erano almeno sei donne per ogni maschio! E Neville era alto,
aveva gli occhi buoni e un viso simpatico, e -cosa di non
trascurabile importanza- era Auror anche lui. Un Auror atipico
sicuramente, con quell'insolita passione per tutto ciò che facesse
la fotosintesi clorofilliana e una goffaggine cronica e permanente
che gli impediva di camminare senza inciampare e demolire più o meno
tutto ciò che aveva intorno, ma era davvero un carissimo amico e
Hermione lo conosceva come le sue tasche.
La
Granger avvertì un familiare solletico sotto i piedi e un
aggrovigliarsi di visceri nella pancia.
Un
momento. Un attimo solo. Stava arrivando una folgorazione, un'idea
geniale!!!
Neville
era un Auror. Un Auror maschio. Un perfetto wizard
azzurro di quelli che tanto facevano sospirare e palpitare i
cuori delle giovani streghe in età da marito...
Fantastico,
perfetto: non avrebbe nemmeno dovuto provarci con lui, avrebbe solo
dovuto aggiungere qualche piccolo particolare alle sue conoscenze su
Neville, visto che ne aveva accumulate parecchie in anni e anni di
frequentazioni Grifondoro, ma per quello bastava chiedere!!!Mentre
esultava per aver tanto brillantemente risolto i suoi problemi
lavorativi, Hermione si chiese anche se stappare champagne in onore
nei propri neuroni o accendere un cero per compiangere il proprio
perduto senso del giusto e l'onestà dei suoi articoli.
Magari
avrebbe potuto offrire un calice a Neville...
Lo
guardò di nuovo.
Ok,
forse non era proprio il sogno erotico per antonomasia della strega
dai venticinque ai quaranta...ma era senza dubbio una bella persona
-e un Auror- e, stando alla medaglia al merito cucita sulla divisa,
doveva essere pure un bravo Auror.
-Neville
ce l'hai una fidanzata?- gli chiese pratica.
Neville
strabuzzò gli occhi perplesso. Poi processò le parole dell'amica e
si imporporò dalle orecchie al collo -ed Hermione sospettò anche
fino alle chiappe, ma la divisa d'ordinanza; per fortuna, le impediva
di avere una conferma alle sue illazioni-.
-No...non
ce l'ho.- bisbigliò timidamente.
-Davvero???-
gongolò Hermione con un sorriso che le andava da un orecchio
all'altro -Perfetto!!!- urlò -Allora Neville dimmi...come deve fare
una strega per conquistarti?-.
***
Grazie
mille a www.accademiadellacrusca.it
che mi salva dalle mie paturnie...e a quell'anima pia di Valengel
-Santa Subito!!! (visto che non mi vuole sposare credo progetti di
prendere i Voti)- , a tutti quelli che leggono la storia...-me
commossa- e a chi ha gentilmente trovato il tempo di lasciare una
traccia del suo passaggio con consigli, incoraggiamenti e, perché
no, anche critiche. Grazie davvero.
Come
al solito scusate tantissimo per i miei tempi biblici ma purtroppo
l'università fa da prepotente padrone nella mia vita e non nelle
sembianze di un negriero biondo e figo, dal ridicolo nome di animale
mitologico-costellazione (certa gente ha tutte le fortune!).
Mi
dispiace tanto per chi si era illuso di trovare l'articoletto scemo e
demente in fondo alla pagina o i patetici tentativi di rimorchio made
in Granger...I'm sorry! Vi assicuro che nel prossimo cap. è Neville
a farla da padrone, ma qui doveva esserci Draco assolutamente...se
non do spazio al suo personaggio come faccio a far mettere insieme i
miei protagonisti???
Per
le vincitrici del mio quiz idiota “ma quale sarà il
prossimo Auror da sedurre?” che hanno giustamente immaginato
Paciock (vabbè non ve la tirate era facilissimo) un superpremio
speciale: uno spoiler molto, molto succoso!!! Alla fine di questa
storia Hermione si troverà un fidanzato!!! Wow chi l'avrebbe mai
detto?!?!?!
Infine,
se a qualcuno può interessare, ho da poco pubblicato una
one-shottina ..“Sanguesporco
nelle mie vene, nella mia testa e nel mio sangue”...ovviamente
è una Draco-Hermione, sennò come faremmo ad alimentare l'ira
funesta delle detrattrici del pairing?
note:
-
No,
non ho mai visto Grey's Anatomy... avrei scritto Netter o
Balboni ma dubito fortemente che avreste capito in molti...
-
Le
citazioni riportate sono delle modifiche stupide alle celeberrime
“dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”
di Fabrizio De Andrè (Via del campo) e “We are just two
lost souls swimming in a fish-bowl” dei Pink Floyd
(Wish you were here). Dementors, per chi non avesse letto HP
in inglese, è il nome originale dei dissennatori.
-
Le
fate sono fra le creature magiche create da J.K.Rowling nel
libro “Gli animali fantastici: dove trovarli” di Newt Scamandro,
ed è da questo libro da cui ho preso le informazioni sulle
creaturine.
-
Mi
piacerebbe dire che le boiate per conquistare un Auror sono tutte
farina del mio sacco per dare all'umanità una possibilità di
redimersi dalla stupidità dilagante...ma alcune idee lo ho prese
online: ho trovato un corso di un'americana che insegna ad
accalappiare un uomo fesso e ricco!!! Ma vi rendete conto???
Veramente questa tipa invita le allieve a traslocare e a frequentare
vecchiette danarose!!! Anche il titolo del libro “come conquistare
..in sole 24 h” l'ho letto da qualche parte, ma non riesco proprio
a ricordare dove, visto e considerato che io leggo più o meno tutto
e dappertutto, persino in bagno!!!
-
L'idea
dei fiori come vagina delle piante è presa dal film “The
bachelor” ed anche quella che paragona gli uomini agli animali...
solo che nel film il protagonista paragonava se stesso ad un cavallo
che vuole correre libero nelle praterie.
-
Per
chi non lo sapesse la Fortuna era dipinta dagli antichi come Dea
Bendata, ma anche come calva e per questo ulteriormente
inafferrabile. Io ho scritto Dea Pelata perchè in questo momento
non è troppo simpatica né a me né a Hermione.
Per
il resto...beh quello che ho scritto è frutto della mia mente
malata!!! E a proposito di fiori: se qualcuna ama particolarmente le
rose e le è sfuggito, sappiate che Myria ha indetto un
contest sul libro di Savannah-Virginia de Winter con questo
tema!!! L'idea mi sembra interessante per chi volesse
cimentarsi...per quanto riguarda me, non vedo l'ora di leggere una
fic. su Black Friars- L'ordine delle spada!!!
|
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Capitolo 7 *** Neville Fred Paciock ***
neville 2
Auror,
il tuo wizard azzurro.
Come
conquistarlo in cinque facili mosse
capitolo
7
Neville
Fred Paciock
L'Auror
impacciato
-Allora?
Cosa dicevi tesorino?-.
Odiava
quando sua madre lo chiamava in quel modo, lo faceva sentire
un poppante.
-Niente,
mà.- rispose secco.
Ed
era vero. Lui non diceva nulla, e la sua augusta genitrice cercava di
estorcergli le parole con la forza.
-Insomma
chi è?- esplose la signora Malfoy, non riuscendo più a contenere la
propria curiosità. Narcissa Cassiopea Black era, ad un'occhiata
superficiale, una strega di classe, dal portamento affettatamente
aristocratico e dai modi sofisticati e austeri, cinica e fredda, ma
in fondo era una madre amorevole ed una donna sfacciatamente
pettegola come una qualunque villica babbana di uomini(?!?)&sceme.
-Chi
è chi?- Chiese Draco sfoggiando un'arietta di finta e stupefatta
perplessità, posticcia come il parrucchino di Gilderoy Allock.
-Ma
come chi!?!?- Sbottò la donna esasperata, sbattendo le mani sul
tavolo molto poco elegantemente. -Lei, la tua nuova ragazza!-.
-Mmmm...-
fu l'unico commento di cui la degnò, mentre si allungava verso il
bricco del tè.
Sua
madre si accasciò sul prezioso tavolino della veranda con il viso
cesellato fra le mani, in un più che teatrale tentativo di
commuovere il figlio.
Il
rampollo dei Malfoy scoccò un'occhiata scettica alla bionda matrona
(180kg di peso per 120 cm di altezza) e alzò un sopracciglio. Quella
donna era un po' troppo teatrale in privato...
Alla
presenza di un estraneo sfoggiava il repertorio consumato “fiera e
altezzosa nobildonna purosangue”, snob e raffinata, ma col suo
unico figlio, col suo “tesorino” -una volta davanti a
Blaise lo aveva chiamato addirittura “cocchino”- invece sembrava
regredire al livello culturale di un lattante capriccioso o a quello
delle gemelle Patil ai gloriosi tempi di Hogwarts.
Meno
male che Narcissa amava troppo il bel mondo e lo sfarzo dei party per
lasciarsi andare troppo spesso a quell'intimità molesta...
-Non
ho una fidanzata!- si degnò di comunicarle alla fine, curandosi di
sembrare oltraggiato anche solo a nominare quella tetra prospettiva.
-Te l'ho già detto. Tre volte.-.
-Tesorino,
perché dici le bugia alla mamma? Discolaccio che non sei altro!- lo
riprese bonaria la signora Malfoy sporgendosi sulla selva di tazze,
tazzine e zuccheriere per scompigliarli i capelli.
-La
mamma lo capisce subito se non sei sincero.- spiegò - Allora, chi
è???- domandò per la centesima volta quel pomeriggio.
-Madre-
sbuffò Draco più stanco di quando, per lavoro, era coinvolto in una
retata ai Mangiamorte superstiti.- Ti ho già detto che non ho una
fidanzata!-.
-L'ho
capito, non sono sorda.- s'impermalì la donna.
Alleluja!
-Ma
non sono nemmeno cieca, tesorino.- rivelò con fare cospiratorio.
-Si
vede che sei preso da qualcosa. È mezz'ora che giri lo zucchero nel
tè!- gli fece notare zelante, come se quella fosse una prova del
reato schiacciante e incontrovertibile.
-E
allora???- protestò il biondo -Voglio che lo zucchero si sciolga e
non rimanga sul fondo!- trillò compiaciuto di quella sua brillante
uscita, come un moccioso di tre anni.
-Tesorino...a
te il tè non piace-.
Occavolo,
pensò Draco smettendo immediatamente di agitare il cucchiaino nella
tazza.
-Touchè-
ammise compito -Ma potrei star pensando a qualche importante
questione di lavoro...- ghignò subito dopo, riprendendo di nuovo a
mulinare la posata come un frullatore e schizzando goccioline di tè
sulla tovaglia ricamata da poveri elfi minorenni sfruttati.
Un
suono gutturale di disappunto provenente da sua madre fece eco alla
sua ultime parole.
-Come
vuoi- si arrese Narcissa acida. -Non dire niente alla tua mamma, che
si preoccupa per te- fece con voce querula e sfoderando il labbro
tremulo e gli occhioni da cucciolo maltrattato. Era il suo asso nella
manica e aveva funzionato perfettamente con i suoi compianti genitori
quando, a tre anni, chiedeva altre piume di zucchero.
Draco,
dopo tutto quel suo insistere, finalmente capitolò e, tirando un
sospiro di puro sconforto, bisbigliò avvampando fino alle verruca
sull'alluce:
-In
effetti una ragazza ci sarebbe...-.
Narcissa
si appuntò mentalmente di rispolverare quella tecnica dalla
comprovata efficacia per convincere Lucius a comprarle l'ennesimo
cappellino, prima di cacciare un urlo selvaggio:
-Lo
sapevo- gongolò alzando le braccia modello tifoso in curva nord.
-L'hai
fatta visitare? E' fertile???-.
-Cos...cosa???-
chiese Draco allibito, soffocando con la propria saliva.
-L'amore
dura massimo 5 anni, me lo hanno detto le amiche dalla parrucchiera.
Segue che il sesso diventa sempre più raro, e raro, e raro....scema
inesorabilmente. Quindi una sola cosa: procrea! E sbrigati!!!- lo
esortò convinta.
-Mamma
cosa stai farneticando???- urlò Draco isterico -Non sono nemmeno
fidanzato!!!-.
-Oh,
insomma muoviti! Lo sai che voglio almeno 4 nipotini...- sbuffò la
signora Malfoy.
-E
ho già pensato ai nomi: Scorpius e Hyperion e...-
E
Asdrubale e Ermenegildo... ma che razza di nomi!!!
-E
se nasce una femminuccia…-
-Mamma
frena- la bloccò.
-C'è
una ragazza che mi piace, ma non so nemmeno se lei mi consideri un
essere umano...da qui a ...- esitò sul termine -...riprodurci,
ce ne passa di tempo.-.
Tutto
l'entusiasmo di Narcissa scemò nel giro di un istante.
-E
chi è quella mentecatta che non vuole il mio tesoro?!?!- berciò con
aria bellicosa. -Deve essere una cretina integrale..e anche orba, se
non ti vuole! Dai retta a me! Non volere il mio cocchino adorato!!!
Il bambino più bello del mondo magico!!!- s'inalberò l'augusta
genitrice.
Fantastico,
come se non ci fossero già abbastanza obiezioni ad un suo eventuale
fidanzamento, adesso ci si aggiungeva pure l'antipatia di sua madre a
complicare il tutto!
-Ma
non ti preoccupare, che ci pensa la mammina tua!!! Se quella
brutta...strega non ti vuole...- proseguì intanto Narcissa.
-Mamma,
non lo so se mi vuole!!! E'...è difficile da spiegare, ma è una
situazione così...così strana! Quasi surreale...-.
La
sua interlocutrice lo stava ignorando, continuando a borbottare fra
sé e sé.
-Le
lancio un cruciatus in mezzo agli occhi...ho una certa
pratica, anni e anni con zio Voldie... vedrai come la sistemo!-.
-Mamma!!!-
la richiamò esterrefatto.
Finalmente
sua madre acquietò la propria esuberanza e ricominciò ad
ascoltarlo. Sembrava anche sul punto di dire qualcosa di sensato e
intelligibile quando una voce profonda risuonò dall'interno della
casa.
-Colombella,
dove sei???-.
La
faccia di Narcissa Malfoy si dipinse di una piacevole tonalità do
rosa come quella di un'adolescente alla prima cotta, mentre Draco
trascolorava per il disgusto.
L'algida
-per gli estranei ovviamente- padrona di casa, si portò le mani alle
guance per nascondere l'imbarazzo, mentre saltava in piedi e
squittiva con una vocetta fastidiosamente zuccherina: -Passerottino
sono qui!!!-.
Immediatamente
un uomo stempiato e dai lunghi capelli bianchi comparve nel vano
della porta a vetri che dava accesso al giardino tuonando:
-Rondinella
diletta!!!-.
Lucius Malfoy sfoderò uno sguardo sexy e lascivo all'indirizzo della
consorte, poi spalancò le braccia lanciando lontano il bastone, che
disegnò una parabola verso l'alto ed atterrò infine fra i cespugli
di rose.
Una
baldanzosa Narcissa Malfoy in subbuglio ormonale, gli si lanciò
felice fra le braccia con tutti i suoi 180 kg di peso, avvolgendolo
in una presa stritolatrice modello koala.
-Passerottino
adorato, mi sei mancato tanto tanto tanto in quest'ora che sei andato
a comprare la pozione per i reumatismi- soffiò ad un centimetro dal
viso di lui, prima di passarsi la lingua sulle labbra e gettarsi
avida sulla bocca del marito.
Draco
si voltò schifato per non vedere i glaciali Mangiamorte Lucius e
Narcissa Malfoy scambiarsi effusioni come due scimmie in calore.
Peccato
però che non avesse più 5 anni e non potesse anche tapparsi le
orecchie, perché benchè girato e con le palpebre serrate
continuava a sentire lo schioccare dei baci dei due pomicioni folli e
pure uno strano suono di risucchio del tipo “sturalavandini in
azione”.
Bleah...
Ma
l'amore non durava 5 anni?!?!
Chiunque
l'avesse detto non conosceva i suoi genitori...
***
-Neville...com'è
la tua donna ideale???-.
-Co...come?-
Domandò Paciock perplesso imporporandosi tutto. Era da un paio di
giorni che Hermione aveva preso a dargli il tomento con una sequela
di domande assurde e terribilmente imbarazzanti.
In
quel momento l'Auror non aveva nulla di diverso da un semaforo
nell'ora di punta: rosso da dieci minuti almeno; la Granger sospettò
che da un mento all'altro sarebbe crollato a terra visto che tutto il
flusso sanguigno dell'amico era stato dirottato alle guance.
-Com'è
la tua donna ideale?- Chiese di nuovo risoluta.
-Non...non...non
lo so. No-non ne ho u-una.- tartagliò.
-Ma
come no!!!- si infervorò Hermione disperata.
Merlino
mica gli stava chiedendo quale posizione del Kamasutra gli fosse più
congeniale fra le lenzuola!
-Ceeeerto
che ce l'hai- insistette. -Una donna la preferisci bionda o mora?
Alta o bassa? Magra o più formosa?- lo incalzò.
-No-normale.
Non tro-troppo alta, non troppo bassa, né magra né grassa...e i
capelli sono davvero l'ultima cosa.... - balbettò Neville a fatica,
fissando inconsapevolmente la chioma modello fungo atomico
dell'amica.
-Umm...-
fece la riccia pensierosa. Gusti del genere non erano granché utili
per il suo articolo.
-E
caratterialmente? Cosa cerchi in una possibile compagna?-.
-Boh...non
saprei...La vorrei gentile e simpatica. E dolce.-.
Ok,
bisognava dare a Neville qualche incentivo ed estrargli con le pinze
ciò che voleva sapere.
-Come
hai conosciuto la tua ultima fidanzata?-.
Eh???
Hermione
stava sicuramente scherzando...
Peccato
che il cipiglio severo e l'espressione avida di informazioni
dell'amica non combaciassero affatto con quelle di una persona in
procinto di fare una battuta. Anzi, Neville ebbe un brivido di
terrore ricordandosi la faccia che la Granger si era portata in giro
per tutta la settimana dei G.U.F.O.
Quel
quiz a cui Hermione continuava a sottoporlo era un tantino
stressante.
Neville
aveva anche valutato l'ipotesi di nascondersi nello sgabuzzino delle
scope per avere qualche minuto di tregua...
-Non
troppo intraprendente, non troppo loquace... che mi faccia parlare e
che mi stia a sentire, ma anche che mi parli di sé e che mi permetta
di ascoltarla quando vuole sfogarsi. Che voglia starmi vicino quando
sono triste, senza bisogno di tante parole... ma anche che voglia me
vicino anche solo per condividere il silenzio...- affermò alla
fine.- E la mia ultima fidanzata l'ho conosciuta ad un corso di
giardinaggio per dilettanti.-.
Neville
si sarebbe accorto che la penna prendiappunti che aveva incantato
stava trascrivendo la loro conversazione parola per parola? Si
domandò Hermione distrattamente mentre annuiva convinta.
-E
se una donna volesse conquistarti cosa dovrebbe fare?-.
-Niente
di troppo plateale suppongo... il perché lo sai.-.
Hermione
lo sapeva. Neville sarebbe scappato a gambe levate da una tipa
sfacciata come ad esempio Pansy Parkindson che al quinto anno si era
innamorata di Corner e gli aveva cantato una serenata in piedi sul
tavolo di Slyterin in sala grande. Paciock all'epoca era stato male
per lei...
-E
poi... ad esempio spiegandomi le cose quando non le capisco o
aiutandomi con una ricerca o con un incantesimo se non riesco a fare
da solo. Ma anche semplicemente ascoltandomi quando sono arrabbiato
direi...- fece una pausa per raccogliere le idee poi continuò: -E
non dovrebbe saltarmi addosso o girare troppo nuda, o insomma
mettermi in imbarazzo.-.
Hermione
pensò alle sue colleghe segretarie...Vetriolo, Zoe e le altre
sgallettate giravano tutte piuttosto nude: a Neville sarebbe uscito
il sangue dal naso solo a guardarle da una distanza inferiore ai tre
metri. Per questo in tutto il secondo piano era amico solo di due
creature di sesso femminile: lei e Millicent Bullstrode... E Milly
sembrava un uomo, parlava come un uomo, ruttava come un uomo e si
vestiva da uomo!
-E
non devono avere le unghie troppo lunghe e affilate... mi fanno paura
così armate!- confessò.
Chissà
che avrebbe detto la cara Esther sapendolo...
-Sono
d'accordo.- assentì Hermione convinta -Ma se...-.
-Senti
Herm...- la interruppe Neville sull'orlo di una crisi isterica -Sono
le otto passate, è tardi ed è ora di cena. Persino quello
stacanovista di Malfoy oggi ha lasciato l'ufficio alle cinque....-.
La
Granger aveva già aperto la bocca per iniziare a scusarsi in tutte
le lingue del mondo per averlo trattenuto così a lungo, quando
Neville la sorprese esclamando allegro: -Che ne dici di andare a
cenare da qualche parte?-.
***
-Oh
Neville, il tuo invito è stato un colpo di genio. È bello parlare
con te e poi un'uscita mi ci voleva proprio. Senza contare il fatto
che dopo che me lo hai fatto notare tu...beh, mi sono accorta che
stavo morendo di fame! Il Furetto Malefico mi obbliga sempre a
saltare il pranzo...e poi il lavoro ultimamente è stato
stressante!!!- si lamentò Hermione Granger.
-Lo
credo bene... avere a che fare tutto il giorno con Draco!!! Anche se
mi sembrava che ultimamente andaste più d'accordo...- le sorrise
Neville, anche se per un attimo la sua voce tradì una strana
intonazione e si fece insinuante.
-Malfoy?
Figurati se io e Platinette potremmo mai andare più d'accordo di
così!!!! Cercare di affatturarlo un giorno sì e uno no mi sembra un
compromesso più che accettabile... e poi quel tronfio idiota ha
ancora i riflessi sviluppati dal quidditch e...-.
-Veramente
fa l'Auror: è normale che abbia i riflessi pronti.- la bloccò
Neville insolitamente puntiglioso.
-Comunque
quel borioso, arrogante, vanesio individuo...- riprese lei senza
scomporsi.
Addirittura,
pensò Neville, ma ebbe il buon senso, questa volta, di starsene
zitto.
-...appena
cerco di schiantarlo si nasconde dietro la scrivania o fra le foglie
del ficus. Insomma, non è leale!!! Sa benissimo che quella pianta è
l'unico essere vivente simpatico al Ministero e non potrei mai
colpirla...-.
-Hermione
per favore, potresti smetterla di parlarmi di Malfoy?- sbottò alla
fine Paciock -Ti sei accorta che passi tutto il tuo tempo a fare
domande strane o a parlare di lui? In ufficio gli stai sempre
appiccicata, quando passo a trovarti me ne parli, quando andiamo a
mensa me ne parli...almeno quando usciamo la sera potresti trovare un
altro argomento di conversazione?- chiese sforzandosi di essere
educato, anche se l'irritazione traspariva dallo stringersi dei pugni
sotto il tavolo imbandito.
-Neville...
io non passo tutto il mio tempo a parlare di lui!!! Detto così
sembra strano... Io passo tutto il mio tempo ad insultarlo. È ben
diverso!!!- esclamò Hermione basita, mollando la posata nel piatto.
-Oh,
come vuoi tu! Stavamo parlando di lavoro... dicevi, che è molto
faticoso...- tentò lui, cercando di sviare su un altro argomento.
-Giusto,
ma non mi riferivo a quello al Ministero. La Gazzetta vuole il mio
sangue, ne sono certa!!!- affermò cercando di alleggerire la
tensione con quella sciocca battuta.
-La
Gazzetta???- Hermione non si accorse del tono perplesso dell'amico.
-Sì,
con questa storia degli articoli sugli Auror sto rischiando di finire
da uno strizzacervelli. Insomma... è vero che hanno un grande
successo e che l'ultimo dalla terza pagina l'hanno passato
addirittura alla seconda, ma davvero io non riesco più a sopportare
questa vitaccia e poi...-.
-Articoli?
Auror? Ma Hermione, di cosa accidenti stai parlando???- domandò
Neville strabuzzando gli occhi.
-Oh,
beh...delle cose cretine che mi tocca sopportare per lavoro! Ron non
fa altro che prendermi in giro e lui e George hanno organizzato un
giro di scommesse fra i vecchi amici di Hogwarts!!! Pensa che Tonks
mi ha persino telefonato (e non ho idea di come abbia fatto poi a far
trasfigurare la mia cornetta in una scatola da scarpe) per farmi gli
auguri e Luna mi ha spedito uno dei suoi ravanelli portafortuna!!! E
tutto per degli stupidi articoli per la Gazzetta che...-.
-Hermione
frena, non ci sto capendo nulla! Tu lavori per la Gazzetta???-
domando sbalordito.
-Ma
certo Neville!!! Non dirmi che non lo sapevi!?!?-.
-Beh
sì, certo che lo sapevo... ma vedendoti al Ministero pensavo avessi
smesso!!!-.
-No
Neville, non l'ho fatto.- spiegò sorridendo -Mi hanno dato un lavoro
al Ministero come copertura perché mi hanno affidato una serie di
articoli sugli Auror. Non te l'ho detto prima perchè in
quell'ufficio pieno di pettegoli anche i muri hanno orecchie!!!- E
anche perchè era mooolto imbarazzante, aggiunse mentalmente.
-Wow!-
fece il ragazzo ammirato, e anche un tantino lusingato di far parte
della categoria. -Certo che alla Gazzetta sono proprio... boh, non lo
so cosa sono, però per un articolo sono pronti a tutto! Ma di cosa
parlano i tuoi articoli esattamente? Mica ti hanno mandata ad
indagare su quelle teorie complottiste su un colpo di mano da parte
di Scrimgeur? Non sono assolutamente fondate e...-.
-No...purtroppo
i miei articoli non parlano di politica o cronaca!!!- sbuffò la
strega mostrando l'espressione più sconsolata del suo repertorio di
faccine tristi.
-E
di cosa scrivi allora?- chiese lui portandosi alla labbra il
bicchiere di vino.
-Gli
articoli parlano di come possa fare una giovane strega a sedurre un
Auror e a farlo cadere ai suoi piedi...- confessò vergognosa.
-CHE
COOOOOOSA???- La faccia di Neville era diventata cianotica, mentre il
sorso di chianti che aveva in bocca l'aveva sputato tutto nel piatto
dell'arrosto.
-Sì,
ti rendi conto? Mi hanno costretta a scrivere certe insulsaggini...-.
Paciock
virò rapidamente dal blu al verde bile.
-Neville...
sicuro di stare bene?-.
Nessuna
risposta, ma l'espressione stralunata dell'amico e la smorfia folle e
agghiacciata dipinta sul suo volto accesero un campanello di allarme
in Hermione Granger.
-Neville?-
tentò ancora.
Ancora
silenzio. Poi Neville alzò gli occhi e li puntò in quelli scuri di
Hermione.
La
fissò muto, con uno sguardo freddo e tagliente come un coltello.
-Hermione...-
esordì piano, con voce sepolcrale -Mi stai dicendo che lavori al
Ministero e che hai fatto la... la...- Neville deglutì -la cretina
con degli Auror per sedurli?- domandò in un soffio.
A
volte Neville era incredibilmente sveglio e percettivo...
-Beh...detta
così suona davvero malissimo...- iniziò incerta -Comunque non
proprio...diciamo che ho provato a...-.
-Mio
dio Hermione!!!- la interruppe l'ex-Grifondoro -Mi stai dicendo che
davvero hai accettato di fare una cosa del genere? Tu?!?! Fare la
gatta morta, la svenevole con un mago per... Santo Godric!!!- Paciock
era talmente indignato che a stento riusciva a trovare le parole.
Hermione
tacque ferita.
In
fondo non aveva fatto proprio nulla di così tremendo e poi...beh,
nemmeno uno dei suoi piani di conquista era andato a buon fine!!!
Cosa c'era da arrabbiarsi tanto?
-Hermione...-
la voce di Neville sembrava arrivare alle sue orecchie da molto
lontano -Non posso davvero credere che tu abbia fatto una cosa
simile.- inspirò a lungo per cercare di calmarsi. -Dimmi solo una
cosa: è per scrivere un articolo che sei venuta a cena con me?-.
-Ma
certo che no Neville! Come puoi pensarlo? Sono uscita con te perché
sei mio amico e ti voglio bene!-.
Evidentemente
quella non era la risposta giusta perché la palpebra sinistra di
Neville iniziò a tremare vittima di una specie di tic nervoso...
-Ah.-
disse secco -Quindi non hai cercato in nessun modo di usarmi per uno
dei tuoi articoli, giusto?-.
La
gola di Hermione si fece all'improvviso arida e secca.
Neville
la fissò negli occhi come per cercare di estrarre direttamente la
verità da quelle pozze scure.
-Io...-
provò a dire la strega, ma l'altro aveva capito perfettamente.
Si
alzò in piedi e le rivolse le spalle.
-Neville
scusami...-.
Senza
salutare, l'Auror si diresse a grandi falcate fuori dal locale,
mentre Hermione non riusciva a raccogliere abbastanza forza per
seguirlo.
“Buffo”
pensò la giovane mentre dal vetro di una finestra vide l'amico
smaterializzarsi con un sonoro crack.
Per
una volta che aveva voluto inciampasse, la proverbiale goffaggine di
Neville sembrava del tutto scomparsa.
***
Venerdì
mattina Hermione Granger aveva le occhiaie, il viso di uno
spaventapasseri e i capelli a balla di fieno. Aveva passato la notte
a spedire gufi a Neville ma nessuno era tornato indietro. Aveva
persino provato a contattarlo via cellulare ma l'aveva trovato sempre
irraggiungibile. Verso le tre del mattino, finalmente una civetta
scura le aveva consegnato un biglietto stropicciato. Hermione lo
aveva aperto con dita tremanti, ma era solo una breve lettera di
Augusta. La vecchia strega, ancora in gambissima, le aveva scritto
che il nipote sembrava fuori di sé e che non era evidentemente il
caso di mandargli altri messaggi visto che aveva tentato di
impagliare il gufo di Hermione con un Avada Kedavra, e la
signora Paciock non aveva intenzione di restare ulteriormente sveglia
per salvare pennuti a colpi di protego.
A
quel punto Hermione si era convinta che Neville fosse davvero
incazzato nero e non era riuscita a prendere sonno fino alle cinque
del mattino, rigirandosi nervosa fra le lenzuola.
La
nottata agitata e la stanchezza accumulata, l'avevano portata
scioccamente a demolire la sveglia con un reducto, ragion per
cui si era alzata tardissimo bestemmiando in goblinese stretto.
Aveva
avuto a stento il tempo di farsi una doccia e cambiarsi, e si era
dovuta accontentare dei primi vestiti a portata di mano. Indossava
quindi una maglia verde e un pantalone viola che facevano a pugni fra
loro e con le ballerine nere, e non aveva potuto nemmeno mettere le
lenti a contatto, quindi ,dopo tanto tempo, sfoggiava sul naso gli
orrendi occhialacci di corno.
Tutte
le segretarie del Ministero, davanti a quella nuova-vecchia mise, le
rivolsero un'occhiata indignata e di puro disgusto ma, per la prima
volta da settimane, ad Hermione non gliene importò assolutamente
nulla.
Scarmigliata
e con i capelli in disordine, quel giorno Hermione Granger era molto
più simile all'Hermione Granger che era sempre stata. Probabilmente
era sciocco, ma rivestire quei panni da eroina Grifondoro, quei panni
da donna sciatta e controcorrente che era sempre orgogliosamente
stata, le conferiva una certa sicurezza. Le dava coraggio e
forza.
Fregandosene
degli sguardi di biasimo e delle battutine allusive alle sue spalle
-il pettegolezzo (falsissimo) che il suo stato pietoso fosse dovuto
ad una delusione amorosa si era diffuso come un incendio estivo fra
l'erba secca- Hermione trotterellò fino alla sua scrivania e,
ignorando i plichi di docomenti che la ingombravano, si buttò sulla
sedia e nascose la testa fra le carte come uno struzzo sotto la
sabbia.
Non
contenta, decise di esasperasi a morte e di deprimersi ulteriormente
ripensando ai bei tempi andati e a tutte le bravate che lei, Harry,
Neville e Ron avevano fatto durante la scuola.
Gli
scherzi ai Serpeverde, i duelli nei corridoi, le spedizioni in
cucina...
-Hermione,
che stai facendo? Sembri una larva!!! Una pecora al pascolo! Il ficus
all'ingresso è più attivo di te.- l'apostrofò la voce baritonale
di Draco Lucius Malfoy -E su questa lettera invece di scrivere “alla
cortese attenzione del signor Carter” hai scritto “sfiga
Carter”!!! Mi spieghi che diavolo ti prende?-.
-Malfoy,
poca confidenza! Da quando io e te siamo diventati amici??? Vedi di
mettere la tua appendice nasale ben lontana dagli affari miei!-
strillò arrabbiata, sfogandosi con il primo bersaglio che le
capitava sotto tiro.
-Ma
che hai? Ti sono tornate?!?!-.
Evidentemente
Malfoy cercava rogne.
-Poca
confidenza ho detto, signor Malfoy. Se ne vada!-.
-Chi
se ne deve andare?- domandò quello perplesso.
-LEI,
signor Malfoy!-.
Signor
Malfoy. Ora gli dava del lei. E pensare che lo aveva
chiamato Malfuretto platinato dal primo giorno d'assunzione...
-Hermione
cercavo solo di...- “di essere gentile”, avrebbe voluto
dire, ma non era il caso di palesare quell'improvviso e inaspettato
slancio di bontà Serpeverde a beneficio di quella stupida ingrata.
-Lasci perdere signorina Granger. E quando il suo ciclo le sarà
passato torni a lavorare. Arrivederci.-.
A
quel punto Draco avrebbe voluto completare quella scena madre di
rabbia e astio sbattendosi teatralmente la porta dell'ufficio alla
spalle, ma non fece in tempo a girare i tacchi che Hermione si era
alzata dalla sedia bruscamente e si era precipitata fuori dalla porta
sbattendola per prima.
***
Qualche
secondo dopo un'altra porta, quella dell'ufficio che l'Auror Neville
Paciok condivideva con l'Auror Millicent Bullstrode, si spalancò di
colpo.
Milly,
per la sorpresa e lo spavento (nervi d'acciaio Auror), si rovesciò
il cappuccino sulla camicetta e sbatté violentemente il ginocchio
contro la scrivania.
-Neville!!!-
urlò Hermione Granger con la criniera in disordine e i ciuffi di
capelli disordinati che le volavano da tutte le parti.
Millicent
la fissò esterrefatta, mentre si piegava a massaggiare il ginocchio
offeso.
Neville,
dietro l'altra scrivania, scoccò alla Granger un'occhiata ferita e
distolse lo sguardo.
-Ma
insomma, che ti prende?- strillò la ragazza ancora ansate per la
corsa.
Neville
incrociò le gambe sotto il tavolo continuando a fissare il foglio
davati ai suoi occhi, ignorando platealmente la domanda e l'amica. A
sottolineare l'intenzione, prese la piuma e la intinse nel calamaio
in peltro. Poi, con forza eccessiva iniziò a vergare le pagine con
la sua grafia piccola e spigolosa.
Millicent
sbatté le palpebre. Neville si era ammattito.
Hermione
non si lasciò smontare da quel teatrino e, ancora ferma sulla
soglia, iniziò a sbraitare: -Ma insomma Neville, lo so che non ho
fatto una bella cosa, ma non mi sembra così grave da arrabbiarsi
tanto!!!-.
-Non
ti sembra grave? NON TI SEMBRA GRAVE??? Ma cosa dici? Tu non sei
Hermione Granger... io non ti riconosco più!!!- urlò.
-Non
dire assurdità Neville! Sono sempre Hermione!!! Non permetterti
di...-.
-Mi
permetto invece!!! Hai nascosto la vera Hermione dietro tacchi a
spillo e vestiti eleganti... la vera Hermione non avrebbe mai fatto
niente del genere... di sicuro non per uno stupido articolo!-.
-Non
osare!!! Quell'Hermione era stanca di essere sempre perfetta, sai?
Non è facile avere addosso tutte le aspettative degli altri! E
poi... potrò anche avere lenti a contatto e gonne corte ma resterò
sempre Hermione, la caposcuola secchiona, la tua amica
Grifondoro!-.
Millicent
Bullstrode seguiva quel battibecco con lo stesso rilassato interesse
di un babbano medio di fronte a Superquark. Muoveva la testa e destra
e sinistra come un periscopio, posando gli occhi alternativamente su
Hermione e su Neville.
-Amica?
AMICA? - urlò Neville passandosi esasperato una mano sugli occhi.
-Certo
Neville! Ed è proprio per la nostra amicizia di anni, per l'affetto
che c'è sempre stato fra noi che ti chiedo, per piacere, di
smetterla di essere arrabbiato e di ascoltarmi.-.
Millicent
rimpianse di non aver portato popcorn e e coca cola. Si chiese se
magari poteva appellare delle patatine dal distributore all'ingesso.
Sarebbero arrivate schiacciate?
-Non
è stato bello nemmeno per me fare la stupida con gli Auror, e non
sono fiera di aver tentato di sedurne qualcuno. Mi sono detta che un
compromesso in fondo potevo accettarlo, per una volta. Mi dispiace
che non la pensi come me, ma sappi che non ho fatto assolutamente
nulla di brutto... insomma, in fin dei conti, sono solo andata a cena
con Zabini -che si è volatilizzato dopo trenta secondi- e a teatro
con Goldstain, e, fidati, lui non era assolutamente interessato a
me!-.
Si
interruppe per un attimo, controllando che Neville la stesse ancora
ascoltando.
-Posso
solo dire che mi dispiace se ti ho deluso, ma sappi che non ho certo
tentato di sedurre te. Ho solo studiato un po' di più il tuo
comportamento e ti ho fatto tutte quelle domande per tirarci fuori un
articolo...-.
Neville
alzò gli occhi al cielo, come a chiedere la forza dall'alto. Magari
dall'addetto al controllo dei manufatti babbani qualche piano più
su: Arthur Weasley, con figli come Fred e George, di pazienza doveva
averne davvero molta.
-Hermione...-
disse finalmente Neville, osservando la Bullstrode che si agitava
per aprire una bustina gialla, cercando di fare il minimo rumore
possibile.
-Hermione...
non hai capito niente!-. Il mago si alzò e la raggiunse; con la mano
le indicò la porta e, con un gesto ampio del braccio, la invitò a
seguirlo in corridoio.
Accostò
lo stipite alle sue spalle e poi abbassò gli occhi al pavimento. Si
schiarì la voce e con i modi decisi di un vero Auror, così diversi
da quelli timidi e impacciati della sua infanzia e imbarazzata
adolescenza, parlò con voce ferma:
-Hermione,
io sono innamorato di te.- .
La
ragazza strabuzzò gli occhi e spalancò le labbra in una smorfia di
autentica sorpresa.
-Sono
innamorato di te dai tempi di Hogwarts- proseguì Neville
sbirciandola di sottecchi -So bene che non provi nulla per me, che
non mi hai mai visto come niente di diverso da un amico, e anche se
fa male mi è sempre stato bene. Voglio dire... me ne sono fatto una
ragione, e ho avuto anche io qualche ragazza nel frattempo. Ma... ma
tu mi sei sempre rimasta dentro, anche se ci avevo rinunciato da
molti anni. Poi sei venuta a lavorare qui e per me stato un po' come
tornare a scuola, a quando mi ascoltavi lamentarmi delle lezioni di
volo e mi davi ripetizioni di pozioni. E in questi ultimi giorni
poi... sei stata così gentile, così... diversa con me. Non
mi sono illuso di poterti piacere, ma, beh... per un attimo ci ho
sperato.- .
Neville
sospirò stancamente.
-Venire
a sapere che mi hai usato- e quella parola fece male ad Hermione
perché era così... vera -Mi
ha ferito profondamente. Spero tu capisca.- concluse mesto, con un
eco di tristezza nella voce.
-Neville
io...- tentennò Hermione incerta.
-Scusami
Neville.- disse dopo un attimo di silenzio assordante.
Paciock
rispose con un debole sorriso che non arrivava nemmeno ad
illuminargli gli occhi. Era un sorriso triste.
Poi
aprì la porta dell'ufficio e Millicent Bullstrode, con tutti i suoi
90 kg di peso, gli franò addosso.
Quella
pettegola aveva origliato tutto.
***
Hermione
era seduta sulla sedia davanti alla sua scrivania. Stringeva
convulsamente una pergamena fra le dita e aveva gli occhi lucidi, con
le lacrime sul punto di straripare, dandole la scusa per lasciarsi
andare ad un pianto disperato e a singhiozzi isterici.
“Beh
Hermione, ormai la cazzata l'hai fatta... tanto vale che questa
pagliacciata la porti a termine.”, le suggerì la sua parte
cinica e cattiva, quella che prima di lavorare al Ministero non aveva
mai avuto.
“Ma
come potresti mai fare una cosa simile a Neville?” domandò
insistente l'Hermione buona, che era ancora da qualche parte dentro
di lei.
“Ma
sai quando gliene sbatte a Neville che gli fai anche questo??? Dopo
tutto quello che gli hai combinato?!?!” chiosò l'Hermione
malefica e spietata. “Tutta questa tragedia e questo impegno per
niente? Prendi quel pezzo di carta e spediscilo ai deficienti della
Gazzetta, non fare l'idiota!”.
Carriera.
Amicizia.
Terza
pagina.
Rita
Skeeter.
Lealtà.
Premio
Puwizard.
Neville...
Hermione
appallottolò gli appunti che aveva ancora in mano e gettò via tutti
i fogli vergati dalla sua scrittura piccola e disordinata. Poi si
precipitò fuori dall'ufficio alla disperata ricerca di un posto
qualsiasi dover poter lasciare finalmente scorrere le lacrime lontano
da occhi indiscreti.
Draco
Malfoy, che fino ad un attimo prima l'aveva fissata in silenzio
nascosto dietro la porta di legno, entrò nella stanza. Si avvicinò
alla scrivania e si accovacciò accanto al cestino della carta
straccia. Raccolse una pergamena dalla spazzatura e poi la infilò in
una busta da lettera. Con le lunghe dita diafane impugnò una piuma e
buttò giù qualche rigo. Aprì a finestra e chiamò uno dei gufi del
ministero.
-A
Pansy Parkinson- gli disse.
Poi
lasciò l'ufficio e si mise a cercare la segretaria più problematica
con cui avesse mai avuto occasione di ubriacarsi.
***
-Davvero
lo faresti?- chiese per le trecentesima volta Miss Wilthinson,
fissando riconoscente la signorina Parkinson con gli occhioni
acquosi. Era davvero commossa da tanta generosità.
-Ma
certo- le assicurò Pansy, come aveva già fatto per gli ultimi venti
minuti.
-Che
atto di grande nobiltà Pansy, ti fa molto onore.- commentò l'altra
soffiandosi il naso nel fazzoletto inzuppato di pianto.
Certo,
le faceva davvero mooolto onore cercare di salvarsi le chiappe dalla
minacce di Draco Malfoy.
-Quindi
scriveresti davvero tu l'articolo di Miss Granger, visto che lei è
finita in ospedale?-.
-Ovviameeente!!!-
fece l'altra col talento consumato di un'attrice di soap opera di
terza categoria. La Granger scoppiava di salute e lei avrebbe fatto
volentieri tutt'altro, ma era meglio sorvolare su quelle piccole
bugie.
Miss
Wilthinson si asciugò gli occhi con le dita e si soffiò di nuovo il
naso col suo fazzoletto formato tovaglia -che Hagrid le avrebbe
sicuramente invidiato.
-Oh...-
disse fra un singhiozzo e l'altro -Chi dice sempre che i giovani
d'oggi non hanno più nobili ideali è un cretino!!!- sorrise gentile
mentre le lacrime le affollavano il volto.
-Confesso
che ero preoccupatissima quando la bozza di Hermione non mi è
arrivata. Pensavo avesse rinunciato agli articoli... e dire che ormai
ne mancavano solo due! E invece era al San Mungo con una gamba rotta
e fratture multiple alle costole... e invece di pensare a guarire lei
scriveva!!! Che cara ragazza!!!-.
Pansy
annuì mordendosi il labbro inferiore.
Miss
Wilthinson le restituì la bozza di Hermione con la stessa sacralità
con cui un pellegrino si avvicinava a una reliquia.
-Ecco
a te Pansy!- disse infervorandosi -Basterà solo qualche piccola
modifica e poi l'articolo sarà pronto.- Aggiunse con voce grave e
carica di trepidazione. La Parkinson afferrò il foglietto e se lo
ficcò in tasca.
Salutò
con un gesto secco del capo e tornò nel suo ufficio a completare il
lavoro della Granger. Cosa non si faceva per una collega!
E
per un ricattatore come Malfoy...
Stava
già per accomodarsi sulla sedia quando la voce acuta del suo capo la
raggiunse dal corridoio.
-Pansy...
- chiese miss Wilthinson perplessa -Ma secondo te, Hermione come ha
fatto a scrivere l'articolo se aveva entrambe le braccia
ingessate???-.
***
Come
conquistare l' Auror impacciato
L'Auror
impacciato è un mago gentile e tranquillo pacato
e noioso: proprio sicura di volerlo conquistare?
Timido
e introverso Maldestro
e goffo, insicuro fino
all'inverosimile, questo tipo di Auror considera la donna una
misteriosa principessa delle
fiabe pericolosa
creatura aliena e tende ad
avere una imbarazzata
venerazione autentico
terrore per l'intero mondo
femminile e una sacra
reverenzialità fifa
blu
verso tutto ciò che appartiene a
questo inesplorato universo.
Mai
pronunciare in sua presenza la parola amore
o sentimenti assorbenti
o ceretta: potrebbe avere un
colpo apoplettico!!! Ben
di peggio potrebbe succedere qualora vedesse una gamba appena un po'
scoperta o un décolleté generoso...
Questo
Auror non lascerà trapelare facilmente le emozioni e i sentimenti
che prova, risultando estremamente criptico. Magari
è innamorato di te da anni e anni e tu non te ne sei mai accorta...
Per
sedurlo esistono due
tre tecniche:
Un
primo approccio è quello “dolce&tenero”:
-
incantalo
col tuo buon carattere, e i tuoi modi gentili:sii comprensiva,
rispetta i suoi ombrosi silenzi e i suoi impacciati tentativi di
aprirsi.
-
stupefiscilo
ascoltandolo come una buona amica, sii garbata, stagli vicino senza
soffocarlo, regalandogli sempre un sorriso e una parola dolce.
Se
questa tecnica non funziona puoi ripiegare sull'approccio “per
sfinimento”:
-
invitalo
ripetutamente a cena, al cinema, per un tè, un caffè, una
camomilla fino a quando non accetta (sfodera
il labbro tremulo per convincerlo, mi hanno detto che funziona...),
-
appostati
dietro agli angoli bui e quando meno se lo aspetta saltagli al collo
o abbraccialo di slancio: dopo due o tre svenimenti dovrebbe
riuscire a sopportare la tua presenza senza rischiare la vita ma
solo con tartagliamenti vari...
-
incantesimo
utilissimo
è l'immobilus
mentre tenti di baciarlo (spaventato
com'è da una gonna rischi sempre che scappi a gambe levate non
appena ti avvicini...)
-
pozione
portentosa
(ma
chi è che al giorno d'oggi si mette a trafficare con quegli
alambicchi puzzolenti? Bah...) è
la felix felicis o eventualmente un otre di whisky incendiario: vi
serve assolutamente una dei due affinché un soggetto del genere si
liberi delle sue più profonde paure e vi chieda un appuntamento o
vi dia un bacio (casto,
sulla guancia!).
L'unica differenza tra i due liquidi è che il primo devi prenderlo
tu, mentre nel secondo devi letteralmente affogarcelo per avere una
sbronza adeguata...
Se
ti sei rotta le palle dei tempi biblici che richiede la strategia
numero 2 e di tutte quelle melensaggini dell'approccio 1 punta alla
strategia numero 3:
-
affatturalo
per sempre prendendolo per le... pluffe e
spogliandolo delle sue inibizioni (spogliandolo e basta!!!): questo
tipo di Auror attende da anni la donna perfetta, ragion per cui di
donna -e basta- non ne ha ancora incontrata una! È dunque a
stecchetto praticamente da tutta la vita, quindi impastoialo al
letto ed esibisciti nel tuo repertorio di “danze sexy scatenate”.
O ci resta secco sul colpo o ti dichiarerà il suo amore!!! Vedi un
po' tu se fargli rischiare o no la vita...
n.b.
La redazione del giornale non si assume alcuna responsabilità per
le eventuali conseguenze...
Hansy
J. Garkinson
*^*^*^*
Ho
deciso di soccombere...quello che scrivo sfugge sempre di più al mio
controllo e le pagine, che io immagino sempre essere setto o otto, si
moltiplicano in venti e più!!! Ergo mi arrendo sperando che i
capitoli non risultino troppo pesanti da leggere, e mi rassegno alla
prospettiva che le parole abbiano sempre la meglio e che la storia si
snodi autonoma per sentieri imprevisti persino per me! Bandiera
bianca e scusate per i miei tempi biblici...al momento sono sotto
esame (una novità insomma...) quindi vi dico da subito che per il
prossimo capitolo mi prenderò un po' di tempo, anche perché la
parte “succulenta” si avvicina, e beh...Draco merita un po' di
attenzione in più!
A
presto, e grazie davvero a chi corregge, consiglia, sorride o
legge in silenzio.
E
grazie come sempre a Valengel che in questo momento prepara la
valigia per l'Inghilterra...buon viaggio!
note
1.Il
piccolo sproloquio iniziale è una presa in giro dei Malfoy
-che in realtà io immagino molto severi e compiti come in TUTTE le
fanfic- ma è anche un atto dovuto verso i miei poveri calderoni!!!
Non ne posso più di sentir parlare della nobiltà d'oltremanica (e
io i Malfoy li immagino un po' così) e del matrimonio di GUGLIELMO
e CATERINA d'Inghilterra, con tutte le cose gravi e serie che
succedono nel mondo!!! Insomma... machissenefrega di com'è
fatto il suo vestito e di che scarpe porta?!?!? L'unica cosa
divertente di questo matrimonio sono stati gli eccentrici cappellini
sfoggiati dalle ospiti peggio vestite che si siano mai viste!!!
Oddio...
parlo come Hermione Granger quando non vuole scrivere gli articoli di
gossip della Gazzetta perché ci sono cose più serie di cui
parlare!!!
2.”Colombella”
è il modo in cui Pietro Gambadilegno, il celebre antagonista di
Topolino, chiama la sua fidanzata Trudy...beh, mi è sembrato
appropriato per la mia versione scema dei Malfoy!
ps.
Non riesco proprio a capire perché ma anche l'html
si ribella al mio volere, e a volte il carattere del testo cambia
improvvisamente in mezzo al capitolo o mi escono delle parole
evidenziate....ma nell'originale è tutto giusto!!! Ho provato a
correggere il tutto e anche a ripostare ma a quanto pare per il
carattere che improvvisamente si ingrandisce non c'è proprio nulla
da fare! Boh...
|
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Capitolo 8 *** Scomparsa Penis Halton ***
Avrei
preferito non spezzare il capitolo, ma penso che la seconda parte
dramionesca
del racconto meriti altri giorni di lavoro, e non volevo farvi
aspettare altri secoli per gli aggiornamenti, e poi dovevo
assolutamente uscire fuori dall'impasse, quindi ecco a voi il
capitolo 8 !!! Tanto non rovino nessuna sorpresa... insomma lo
sappiamo tutti chi è il protagonista assoluto da qui in poi
:-P ...
Hermione,
ovviamente !!!
Auror:
il tuo wizard azzurro
come
conquistarlo in cinque facili mosse
Capitolo
8
Scomparsa
Penis Halton
i
membri del corpo Auror sono tutti a terra
Venerdì
pomeriggio Hermione Granger aveva tentato di infilarsi in uno
sgabuzzino per le scope ma, mentre cercava di farsi spazio tra secchi
e stracci per la polvere, si era fatta miseramente beccare da una
curiosissima Vetriolo, richiamata, come un vampiro assetato di
sangue, dall'odore del mascara sciolto che le imbrattava le guance.
Aveva quindi optato per una fuga strategica sul tetto del Ministero,
dove qualche impiegato buontempone
aveva trasportato un paio di sedie sfondate e una vecchia scrivania.
Visto che con le scrivanie aveva ormai una certa confidenza, Hermione
aveva optato per parcheggiare la sue stanche terga su quella ed era
rimasta lì sopra, con i piedi a penzoloni, ad ammirare Londra
dall'alto, senza vederla realmente, per un tempo pericolosamente
vicino a... molte ore.
Era
stata proprio scema. E sorda. E cieca.
Chi
altri avrebbe potuto mai regalarle dei fiori? Non certo uno cinico
come Malfoy... come aveva anche solo potuto concepire un pensiero
simile?!?!
Neville
adorava Erbologia e apprezzava le piante persino più delle
persone!
Non
si era mai accorta dei sentimenti dell'amico, eppure gli voleva
bene... non avrebbe mai voluto farlo soffrire, e invece aveva preso i
suoi sentimenti e li aveva infilzati coi tacchi a spillo, e tutto
per colpa di uno stupidissimo articolo.
Hermione
aveva provato disperatamente a trattenere le lacrime, ma quelle
dispettose goccioline d'acqua salata avevano continuato a scorrere
copiose giù dalle sue guance, fregandosene bellamente dei suoi
goffi tentativi di arginare i singhiozzi.
- Granger, si può
sapere che diavolo stai facendo rintanata quassù? - aveva
sbraitato una voce dura e ansante alla sue spalle.
Draco Malfoy aveva
cercato la propria squilibrata segretaria facendo su e giù per
le scale, come un cretino, frugando in ogni angolo dell'edificio,
persino nel bagno delle signore dove due vecchie cariatidi con le
cosce flaccide lo avevano scambiato per un maniaco allupato e lo
avevano inseguito brandendo la bacchetta per affatturargli le chiappe
(poco male in realtà: la carica delle streghe inferocite lo
aveva aiutato a correre più in fretta nella sua ricerca).
Hermione aveva
fissato il suo capo da sotto in su e, fra un accesso di pianto
convulso e l'altro, aveva racimolato abbastanza fiato per sbraitargli
contro un risentito:
- Malfoy lasciami
stare. Vattene via! -
Lui aveva risposto
con un piccolo ghigno, ma lei non poteva esserne sicura, per via di
quella dolorosa cortina bagnata che le appannava la vista.
- Dal tuo attacco
isterico devo dedurre che tu e il tuo amichetto Paciock abbiate
litigato? - aveva domandato retoricamente.
- Cosa??? - aveva
sussurrato lei esterrefatta - Tu come fai a saperlo? -
-
Andiamo Mezzosangue - era stata l'acida replica - Anche un cieco come
Ronald Weasley avrebbe capito che quell'imbecille è pazzo di
te! -
Di
fronte alla faccia sconcertata della Granger aveva aggiunto:
-
È invariabilmente
scemo tutto il tempo ma, quando ci sei tu nei paraggi, riesce
addirittura a peggiorare -
-
Neville non è affatto scemo... è solo un po'
maldestro!!! - l'aveva difeso lei, sentendo che almeno questo glielo
doveva, ma Draco non la stava ascoltando.
-
Riesce addirittura a versarsi il caffè sui pantaloni. Pende
dalle tue labbra e si gira continuamente a fissarti... l'ultima volta
ha persino travolto il portaombrelli all'ingresso! -
Evidentemente
era l'unica a non aver capito. Hermione si sentì ancora più
stupida e continuò a piangere in silenzio.
Malfoy
si schiarì la voce:
-
Granger, ti atteggi tanto a paladina del bene, ma dimmi... ne valeva
davvero la pena, per uno stupido articolo? -
Hermione
sollevò gli occhi di scatto:
-
Che cosa??? Tu... tu sai dell'articolo??? -
-
Mi sembra ovvio. Pansy è mia amica e lavora con te alla
Gazzetta. Me lo ha raccontato alla festa a casa dei miei. -
-
Quindi lo sapevi?!?! E non hai detto nulla!!! -
-
Mezzosangue, innanzitutto l'ho saputo da poco, e poi il Ministero ti
ha appioppato a me come assistente e finché fai quello per cui
ti pagano io non ho problemi. Il resto, non mi importa affatto. Ora
muoviti, hai del lavoro da fare.- fece brusco.
Poi
girò sui tacchi e se ne andò, sperando che pungolare la
Granger avrebbe aiutato la ragazza se non proprio a tirarsi su,
almeno a reagire. Peccato che Hermione, lungi dall'immaginare i
contorti e machiavellici intenti di Malfoy, rimase sul tetto,
annichilita da un dolore sordo, all'altezza del petto.
Faceva
male.
Era
triste per quello che aveva fatto a Neville, ma il nodo che le
opprimeva la gola non c'entrava nulla con quella
faccenda.
La
durezza di Draco l'aveva ferita. Aveva sentito il disprezzo e
non capiva neppure se era stato lui a gettarglielo addosso o lei
stessa.
E
faceva dannatamente
male.
Non
era per niente abituata alle critiche e, in un solo giorno, essere
oggetto dell'ira di Neville e del disprezzo di Malfoy era troppo. Lei
era Hermione Granger, la figlia perfetta, la studentessa modello,
quella con la media più schifosamente alta dai tempi di
Priscilla Corvonero! Quella a cui la maestra diceva brava e che tutti
additavano ad esempio di virtù. Quella che camminava sempre a
testa alta procedendo salda nei propri solidi principi, sicura di
quanto fosse giusto quello che faceva e dei suo nobili ideali.
Passare
in pochi secondi dall'essere l'integerrima Hermione, il perfetto
esempio da seguire, ad oggetto di critica altrui, beh... era
semplicemente troppo.
E
faceva dannatamente
e dolorosamente male.
Ma,
anche se la Granger per prima non avrebbe saputo dire esattamente
come, venerdì pomeriggio era ormai passato da un pezzo ed
Hermione aveva trascorso il week-end continuando a frignare
appallottolata fra le coperte, al sicuro nella sua cameretta come una
bambina di cinque anni, ripensando a tutto quello che era successo.
In un modo
o nell'altro, finalmente, lunedì pomeriggio era arrivato ed
invece di essere nel suo ufficio (del Ministero o della Gazzetta a
quel punto aveva poca importanza visto che nascondendosi per quasi
quattro giorni probabilmente era stata licenziata da entrambi)
Hermione era ancora intenta a fare la capra al pascolo, la larva, la
perla nell'ostrica... insomma: aveva la stessa vitalità di un
acaro della polvere.
Se
ne stava sdraiata sul letto da ore, a uomo vitruviano, avvolta nel
pigiama con le pecorelle e il plaid attorcigliato alle caviglie.
Non
aveva fatto altro che girarsi e rigirarsi nel letto, con la voce
fredda di Malfoy che le riecheggiava nelle orecchie come un canto
funebre.
Era
triste Hermione Granger. E non aveva bisogno di pensare alle
miserevoli condizioni degli elfi domestici o di scomodare i bambini
del Darfur per sentirsi uno schifo. Bastava semplicemente rendersi
conto che a volte il dolore, come la felicità, può
nascondersi in tante piccole cose.
Si
sentiva uno schifo: pensava tanto alle battaglie per salvare il mondo
e poi era cieca davanti alla sofferenza che lei stessa, superba e
tronfia nella sua posticcia armatura da eroina Grifondoro, aveva
inflitto. E il peggio era stato il vedersi sbattere in faccia quella
verità dall'ultima persona della terra da cui avrebbe mai
potuto aspettarselo: Draco Malfoy. Il Serpeverde. Il Mangiamorte.
Mentre
valutava se appellare il gelato che aveva in freezer e servirlo a lei
e alla sua depressione direttamente fra le lenzuola o compiere la
titanica impresa di spiaggiarsi sul divano, Ginevra Weasley e il suo
smagliante sorriso si smaterializzarono nel bel mezzo della
quadrettata trapunta che aveva gettato sul pavimento.
Ginny,
che teneva stretta al petto una copia della Gazzetta del Profeta, si
gettò un'occhiata intorno, soffermandosi rapidamente sui
capelli a balla di fieno dell'amica e sullo scenario post-bellico
della camera da letto, mentre il suo sorriso si spegneva di colpo.
Hermione aveva fatto la lotta con i cuscini, sparpagliando i
guanciali e le coperte dappertutto e rendendo la stanza piuttosto
simile al rifugio di Grop.
-
Hai riletto Tom Sawyer e anche David Copperfield... - constatò
incolore fissando la pila di libri sul comodino - E per deprimerti al
meglio... - soffiò lasciando la frase a metà mentre
indicava la tv che trasmetteva la centomilionesima puntata di The
O.C. - The Owl Course (quella in cui Fabian scopre che lui e Rick
sono fratelli, proprio mentre questi è in punto di morte,
mentre la sua ragazza lo lascia per sposare suo padre).
Probabilmente
la signora Potter era venuta per dirle qualcosa, ma evidentemente
giudicò la situazione dell'amica troppo grave per pensare ad
altro.
-
Sono passata da te, al Ministero, dovevo parlarti... ma Malfoy mi ha
detto che eri in ferie. - iniziò incerta - Non me la sono
bevuta. Tu non vai MAI in ferie! Allora, che è successo? -
l'aggredì.
-
Cosa ti fa pensare che sia successo qualcosa? - tentò
Hermione, che non aveva molta voglia di parlare.
-
Vuoi un elenco? - la sfidò l'altra.
-
In effetti... no. Ne faccio volentieri a meno... - mugugnò
prendendo a fissarsi i piedi avvolti nelle pantofole del Re Leone con
un buco sull'alluce dove spuntava glorioso il pollicione coperto da
un calzino di Hello Kitty, che aveva perso il compagno almeno quattro
lavatrici prima. Il suddetto calzino poi era ripiegato sopra al
pigiama, come era solita fare sua nonna in inverno, per evitare di
prendere freddo ai piedi.
E
fuori c'erano 40 gradi all'ombra.
Ginny,
magnanimamente, glielo fece comunque.
-
Allora, le tue sopracciglia sono pericolosamente prossime ad unirsi
al centro della fronte, esattamente come quelle di Hagrid, i tuoi
occhiali sono storti peggio di quelli di Harry al primo anno, quella
cosa che indossi ha conosciuto tempi migliori almeno 15 anni fa... e
la vestaglia l'hai rubata alla vecchia Mc perché davvero non
posso credere che comprarne una scozzese sia stata una tua scelta, e,
ti prego, dimmi che la macchia marrone è cioccolato... anzi
no! Non voglio saperlo! -
L'amica
continuò a fissarla dall'alto in basso con occhio critico.
-
Hermione che ti è successo? - domandò di nuovo - Sembri
mia madre quando è entrata in menopausa... però tu
dovresti ciclare per ancora una trentina d'anni prima che le tue
ovaie entrino in sciopero... anche se credo stiano per ammutinarsi
visto che, a quanto pare, tu stai scioperando dalla femminilità.
Anzi no... tu stai scioperando dal genere umano! Sai... - aggiunse
melodrammatica - quando parlavi della salvaguardia delle foreste
pensavo avessi in mente quella Amazzonica, non il Partito Pro
Ricrescita Selvaggia & Peli Superflui. -
Pur
di farla smettere, Hermione si decise a vuotare il sacco. Ma proprio
tutto il sacco. E già che si stava confessando, ne
approfittò per lamentarsi di nuovo di quella simpaticona della
parrucchiera di fiducia di Ginny. Mentre raccontava, si stupì
di quanto in realtà avesse bisogno di parlare e di sfogarsi, e
le parole vennero fuori una dopo l'altra.
Ginevra
ascoltò tutto con attenzione, da vera amica. Poi le allungò
il giornale che aveva portato con sé.
-
Ti stavo già cercando, ma sono venuta perché Harry mi
ha mandato una civetta. Diceva che Millicent ha detto a Oliver, che
ha detto a Calì che ha detto a... a Seamus mi sembra, che ha
detto a… beh a qualcun altro, che ha detto a lui che... -
Auror...
pettegoli più della parrucchiera di cui sopra.
-
Ginny, tu lo sapevi? Intendo, sapevi di Neville? - domandò
senza lasciarle finire la frase.
-
Beh... no. -
-
Si vede che stai dicendo un palla. -
-
Come vuoi. Certo che lo sapevo!!! Solo un imbecille non se ne sarebbe
accorto!!! -
Hermione
s'incupì. Sembrava già abbastanza giù di morale,
e Ginny decise che non c'era alcun bisogno di infierire.
-
Comunque non sono venuta da te per questo. Cioè anche per
questo... però anche per altro... e per altro ancora. - prese
un bel respiro profondo interrompendo quel flusso di parole
sconclusionate - Stavo venendo da te quando ho visto questo. - disse
e indicò il giornale.
Hermione
lo aprì. Al centro della prima pagina, sotto la faccia grassa
e tutta sorridente della Skeeter, un articolo a tre colonne faceva
bella mostra di sé sotto un titolo a caratteri cubitali.
Scomparsa
la giovane ereditiera Penis Halton, figlia del magnate della ViaGra,
la nota industria produttrice di lubrificanti per manici di scopa
(lubrificanti per tutte le occasioni e tutte le tasche).
Gli
Auror brancolano nel buio, si sospetta una fuga d'amore. Tutti i
dettagli - piccanti, scabrosi&interessanti - a pagina 3, 4, 5 e
6.
Hermione
strabuzzò gli occhi.
-
Non quello - protestò Ginny mettendole sotto in naso pagina
tre, quella che era la SUA pagina e quello che assomigliava
pericolosamente al SUO articolo.
Hermione
balzò in piedi come se l'avesse appena punta uno schiopodo
sparacoda.
-
Pansy Parkinson? Questo è il MIO articolo!!! Quello che avevo
buttato nella carta straccia!!! E' stato Lui!!! - strillò
inviperita.
-
Lui chi? - chiese l'amica.
-
Quel cretino!!! Quel deficiente!!! -
-
Ma lui chi? - domandò di nuovo l'altra perplessa.
-
Ma adesso mi sentirà lo Scemo!!! - e gettando via il lenzuolo,
Hermione fece appena in tempo a vedere che Ginevra gesticolava verso
il suo armadio prima di smaterializzarsi, con un sonoro CRACK,
davanti all'appartamento di Draco Malfoy.
Ma
chissà per cosa esattamente Ginny era andata a casa sua... si
chiese una piccolissima parte del suo cervello.
***
Un
istante dopo Hermione si ritrovò davanti alla porta di casa
Malfoy (miracoli della magia dato che non sapeva neppure
l'indirizzo). Stava per attaccarsi al campanello, come uno dei
peggiori seccatori del pianeta, quando udì distintamente una
voce di donna provenire da dietro l'uscio chiuso.
-
Tesorino, ero passata solo per un salutino. Cucciolotto, l'impepata
di cozze l'ho messa in frigo e la peperonata è nel microonde.
Mi raccomando, mangia tutto e ogni tanto pure il pesce. Lo so che non
ti piace, ma c'ha gli omega-3 che ti fanno tanto bene. T'ho portato
pure lo yogurt coi fermenti per il pancino... -
Attraverso
la porta non poteva udire esattamente la conversazione, ma le era
abbastanza chiaro che lo Scemo fosse immerso in un violento alterco
verbale con una donna. Forse una delle tante.
Doveva
forse importargliene qualcosa? Era un motivo per fare dietrofront
quello di poter interrompere uno degli incontri galanti del Beota? In
fondo a lei cosa importava dei suoi incontri galanti?
Ma
chissà come mai a lei qualcosa importava... o più
esattamente, e non sapeva bene perché, sentiva una specie di
prurito sotto la pianta dei piedi e un nodo di irritazione nello
stomaco che si andavano rapidamente a sommare al nervosismo che
avvertiva già da prima, precisamente da quando aveva la copia
della Gazzetta fra le mani.
E
allora si attaccò al campanello con rabbia, immaginando che
quell'insulso bottone fosse la testa di Malfoy.
Dopo
un paio di secondi la porta si spalancò ed Hermione, senza
perdere nemmeno un minuto del suo tempo in saluti e convenevoli di
rito, puntò decisa il dito al petto del nemico ed era più
che pronta a vomitargli addosso tutti gli insulti che conosceva,
quando il veleno che stava per sputare le si congelò sulla
punta della lingua.
Non
c'era nessuno.
Hermione
si fissò l'unghia mangiucchiata dell'indice proteso in avanti.
La tip era saltata quella mattina cercando di aprire l'ennesima
confezione di gelato (rabarbaro e zucca, il suo preferito) e il suo
polpastrello al momento non indicava assolutamente nulla.
Sbatté
più volte le palpebre.
Poi
si sentì afferrare per i fianchi e cacciò un urlo
spaccatimpani.
Come
diavolo le era venuto in mente di infilarsi da sola nella casa di un
ex Mangiamorte?
Abbassò
lo sguardo per ritrovarsi quel nano da giardino che era Narcissa
Malfoy che le stringeva i fianchi e sembrava tutta presa dal
prenderle le misure del bacino.
Le
parve quasi di sentirla borbottare qualcosa a proposito di “parto
facile”, ma probabilmente era un'allucinazione uditiva dovuta
allo spavento che si era presa.
Lady
Narcissa, per nulla turbata dal suo agitarsi, continuava a fissarla
imperterrita. Che diavolo aveva da guardare? Cosa avevano le sue ossa
iliache di tanto interessante?
Poi
la madre di Draco le si avvicinò, con il volto tirato e serio.
Un'espressione talmente contrita che avrebbe fatto la sua bella
figura al funerale dell'Oscuro Voldie.
La
fissò negli occhi, come per scorgere in quelle iridi limpide
la sincerità della risposta di Hermione: era una purosangue
altezzosa e razzista, ma, nel profondo, era solo una madre
affettuosa, desiderosa del bene del suo bambino e in ansia per il suo
futuro e la sua felicità.
-
Ti piace il nome Hyperion? -
***
Hermione
non avrebbe saputo dire esattamente come si fossero svolti i fatti ma
era abbastanza sicura che Draco fosse sopraggiunto dal salotto
correndo e, con un grido belluino, l'avesse liberata dalla presa
stritolatrice della matrona di casa Malfoy. Sempre Draco, aveva
congedato molto velocemente la suddetta matrona - più o meno
cacciandola di peso fuori di casa - e le era sembrato che,
sbracciandosi dalla porta d'ingresso, Narcissa continuasse a
sillabare suggerimenti al figlio in merito ad una certa questione.
Proponeva come alternative il Confundus e l'Imperio.
Poi Draco aveva quasi appiccato fuoco alla sua stessa casa cercando
di far bollire il tè scagliando un incendio direttamente sulle
tazze. Alla fine si erano ritrovati seduti davanti a dei biscottini
al burro mezzi carbonizzati e a due tazze dove il tè era quasi
evaporato del tutto per la violenza della fiamma, e se ne stavano in
silenzio da svariati minuti.
L'attacco
diretto (in tutti i sensi) appena subito da Narcissa aveva tacitato
Hermione e tutta la sua rabbia era improvvisamente scemata quando
aveva realizzato di essersi appena materializzata in una delle case
più eleganti del Regno Unito col pigiamone di flanella, i
calzini spaiati e un bigodino in testa.
Draco,
notoriamente un pusillanime di prima categoria, si fece coraggio e si
schiarì la gola.
-
Sai... all'inizio non sapevo del tuo articolo - esordì
titubante - Ma quando ho incontrato Pansy alla festa e lei me lo ha
detto, beh... non sono rimasto molto stupito... -
Lei
lo scrutò perplessa.
-
Granger, pensi che sia stupido? Sono rimasto sorpreso quando ho visto
te, la So-Tutto-Io della scuola, l'amica di Potter Il Salvatore, ed
eroina del Mondo Magico lavorare come segretaria. Per di più
lavorare come mia
segretaria…- dichiarò arrossendo furiosamente. Forse
non era un granché, ma
consultando il vocabolario Malfoy-Inglese Inglese-Malfoy quello
equivaleva più o meno ad un complimento.
-
Certo - continuò poco dopo - non mi sarei mai aspettato che
affidassero proprio a te il compito di fare la... la... - esitò
in cerca di un termine politically correct - la svenevole con
gli Auror, ma... -
-
A proposito di questo - lo interruppe precipitosamente lei
imporporandosi - volevo spiegarti che... ehm, non ho fatto la...
svenevole. Io... -
-
Lo avevo capito. - la interruppe a sua volta, salvandola da
imbarazzati tartagliamenti.
-
Perché volevi spiegarlo proprio a me? - la incalzò
curioso.
Quella
domanda la sorprese e la turbò parecchio. Colorandosi di un
bel rosso brillante balbettò:
-
Ecco... perchè, beh... sembravi arrabbiato. Mi hai
rimproverato per quello che ho fatto, ma ti assicuro che non volevo
mentire e che... -
-
Hermione, sono un Serpeverde, perché dovrei farti la predica?
-
-
Cosa? - boccheggiò incapace di dare un senso a quell'ultima
uscita - Ma se non eri arrabbiato, perché sul tetto mi hai
detto tutte quelle cattiverie? -
-
Ho detto che non ero arrabbiato perché mi hai nascosto del tuo
lavoro in incognito, mica che non ero arrabbiato. -
E
adesso di cosa stavano parlando? Hermione non riusciva più a
capirlo.
Ripiombarono
in un silenzio imbarazzato.
-
Dimmi Granger, sei stata gentile con me solo per quello stupido
pezzo? - domandò il ragazzo incrociando gli occhi con i suoi.
Ad
Hermione andò di traverso il poco tè che era riuscita a
portare alle labbra.
-
Certo che no, Malfoy! - esclamò stupita - E poi quando mai
sono stata gentile con te?!?! -
Lui
alzò un sopracciglio, metà perplesso e metà
dubbioso.
-
Malfoy sai bene che non ci avrei mai provato con te - esclamò
agghiacciata alla sola prospettiva, senza avvedersi che il
sopracciglio del ragazzo aveva preso a tremare pericolosamente.
-
Insomma... nemmeno sotto Imperius! - dichiarò risoluta.
Malfoy
s'inalberò visibilmente.
-
Come sarebbe a dire?- protestò. Sembrava offeso.
-
Cioè non volevo dire... oh beh, non lo so. Cioè... tu
sei Draco Malfoy. Non mi è mai venuto in mente di provarci con
te!!! -
-
Oh beh, grazie tante Granger!- sibilò - E si può sapere
cos'ho che non va? -
Non
sembrava offeso. Era decisamente
offeso.
-
Oh... oh beh, non lo so. - soffiò lei con un filo di voce. La
conversazione stava prendendo una strana piega e la reazione di Draco
sembrava proprio quella di... di...
-
Comunque Granger, certo che per essere la strega migliore del nostro
anno sei proprio una fessacchiotta. E pensare che Paciock ha cercato
di trasformare il tuo ufficio in una serra con tutti quei fiori! Solo
un cieco non lo avrebbe notato! - se ne uscì Draco, ancora
teso, saltando palesemente di palo in frasca pur di allentare quella
tensione che aleggiava nell'aria e che poteva essere tagliata con un
machete.
Quindi
i fiori erano proprio di Neville, il cloroffillofilo! E lei che come
una stupida aveva pensato potessero essere...
La
conversazione languiva di nuovo, e Draco si alzò in piedi e
prese a muoversi su e giù sul tappeto della sala. Poi le
scoccò un'occhiata penetrante e chiese, cercando di sorridere
come un modello delle riviste babbane:
-
Granger non vorresti fermarti a cena? Sono pieno di cose da mangiare
e non riesco mai a finire tutto senza mandarlo a male. Mi tocca
sempre rifilarlo ai gatti del quartiere, ma penso che per una volta
non se la prenderanno... -
-
O... ok! - Gracchiò lei. Non seppe perché lo disse, ma
lo disse, e lui sorrise di nuovo prima di eclissarsi verso la cucina.
E questa volta era un sorriso vero.
Forse
Hermione lo aveva detto perché lui doveva ancora spiegarle la
faccenda dell'articolo, cercò di autoconvincersi lei. Ma
quella scusa non stava in piedi.
-
Un'ultima cosa Granger – esclamò il padrone di casa come
ricordandosi improvvisamente di una cosa importante e tornando
indietro. Un ghigno trionfante si disegnò sulle sue labbra.
-
È stata la fretta di dirmi queste cose che ti ha fatto
dimenticare le scarpe a casa? -
Merda,
aveva pure le pantofole del Re Leone!!!
***
Gente
lo so che non aggiorno da un sacco di tempo, ma non solo sono stata
presissima da studio esami etc (dove etc sta per meritate vacanze) ma
ero un po' in crisi su come sviluppare alcuni punti della trama
lasciando la fanfic “demente” ma allo stesso tempo i
personaggi coerenti con loro stessi... senza contare che Whatashame
ha delle difficoltà enormi con l'esternare il romanticismo!!!
Però non mi sono proprio grattata la pancia in questo periodo
e ho contribuito a creare danno nella sezione Black
Friars e ovviamente ad appestare il fandom di
HP con una nuova ficcy (S.O.S.)
e come beta reader (a tal proposito consiglio a tutti “
Sogni d'oro Granger, di Valengel”
Detto
questo ci vediamo con il prossimo ed ultimo (a meno che io non abbia
bisogno di un epilogo) capitolo:
Draco
Lucius Malfoy
Perchè
l'html non collabora??? Mi compaiono delle frasi evidenziate quando
nell'originale non lo sono affatto e la dimensione del carattere si è
data all'anarchia!!!!
|
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Capitolo 9 *** Draco Lucius Malfoy ***
Signori
& signore siamo quasi arrivati alle battute finali di questa
fanfic. Manca davvero poco alla parola “fine”e beh...
spero che vi siate divertiti a leggere anche solo un quarto di quanto
io mi sia divertita a scrivere! Purtroppo credo che il raccontare
corbellerie assortite sia un male incurabile e ingravescente...
quindi siete tutti condannati al dover sopportare altre mie fanfic!!!
Per chi volesse, nuntio vobis che sto progettando qualche storia
pseudo seria, non certo perché io sia stanca della mia
personalissima vena di scemenza, ma piuttosto perché desidero
sperimentare un po' di tutto...
Per
adesso buona lettura, preparate l'insulina!!!
Auror:
il tuo wizard azzurro
come
conquistarlo in cinque facili mosse
Draco
Lucius Malfoy
Il
mago perfetto (si fa per dire...)
Strano.
Ciò
che è diverso dall'usuale. Eccentrico, anomalo, bislacco,
insolito, strambo, inverosimile, atipico... insomma strano.
S
t r a n o. Sei lettere più o meno usate ed abusate in una
conversazione ordinaria.
Una
parola di cui Hermione Granger aveva fatto un largo consumo nel corso
delle ultime dodici ore.
Perché
era stato strano essere invitata a cena da Draco Malfoy, era
stato strano scoprire che il suo pseudo capo era un
conversatore brillante ed una compagnia divertente, era stato strano
sorridergli da dietro il cucchiaino da dolce, ed era stato strano
- e a tratti
inquietante - ricevere quelli che alle orecchie di chi non
conosceva Draco ed Hermione, potevano suonare come dei compimenti.
Strano, ma non per questo meno bello.
E
strano era, senza dubbio, trovare il martedì mattina, alle 8 e
15, un'avvenente biondina spalmata sulla scrivania di Malfoy.
Mentre
se ne stava rigida e imbalsamata nel vano della porta, Hermione
scrutò l'inopportuna creatura che le sorrideva radiosa facendo
“ciao ciao” con la manina: aveva il naso storto e due
occhietti acquosi decisamente troppo vicini, gengive grosse e il
mento sfuggente, ma probabilmente un medimago plastico davvero
eccezionale.
E
quella adesso da dove Merlino era spuntata? Perché,
cavolo, quella lì avrà pure avuto una chioma fluente
appena uscita dalle mani del Mago Coppola e un incanto permanente
(assai male mascherato in verità) su quelle curve
mozzafiato... ma le era sembrato chiaro, la sera prima che Malfoy...
che lui avesse detto... cioè non proprio detto però...
oh insomma, che voleva quella scocciatrice?
-
Ciao - la salutò la sgradita apparizione mentre spalancava un
sorrisetto da iena che andava da un orecchio all'altro.
-
Buongiorno - gracchiò Hermione molto poco urbanamente.
-
Aspettavo Dray. Tra quanto arriva? -.
Dray?
-
Il signor Malfoy - scandì decisa. - In qualità di
Caposquadra del corpo Auror, è libero di arrivare in ufficio
quando preferisce - spiegò professionale, e stava per
aggiungere “Quindi è perfettamente inutile che lei lo
aspetti” quando Malfoy e il suo perfetto tempismo si
materializzarono direttamente dal camino.
-
Buongiorno Hermione - la salutò Draco tutto pimpante e col
sorriso sulle labbra.
Quel
sorriso rimase sospeso fra loro per qualche minuto, per poi svanire
debolmente incontrando lo sguardo gelido di Hermione e trasformarsi
infine in una smorfia agghiacciata non appena Malfoy si accorse della
bionda bellezza che, in pochi passi, si catapultò fra le sue
braccia, serrandolo in una presa spaccaossa.
Mentre
Draco veniva investito - e praticamente soffocato - da una zaffata di
Poinson n.5 (eau de parfum pour elle), Hermione si prese tutto il
tempo e la soddisfazione di testare la resistenza dei cardini della
porta, mentre se la sbatteva violentemente alle spalle.
***
Dopo
una buona mezz'ora, Malfoy era emerso dal proprio ufficio con una
faccia strana (sembrava reduce da un incontro ravvicinato con le
piantine delle serra n.3 della Sprite, per la precisione sotto forma
di erba rullata) e trascinandosi appresso quella era sparito.
Quel pomeriggio non si era presentato a lavoro, e nemmeno il giorno
dopo.
Con
la scusa di un raffreddore - e dire che mentre era avvinghiato alla
biondina sembrava proprio scoppiare di salute - Aleksej Grigor'evic
Stachanov si era preso ben due giorni di riposo, tutti e due nella
stessa settimana. Un fatto che aveva dell'incredibile...
probabilmente prima della pausa pranzo sarebbe venuto giù un
nubifragio!
Hermione
era annoiata a morte.
Malfoy
era sparito prima di rifilarle qualche rognosa incombenza e lei non
aveva proprio nulla da fare (a parte pedinare Neville, sperando che
lui avesse voglia di parlarle di nuovo). Quindi, dopo aver passato un
bel po' di ore a rubare lo stipendio contemporaneamente alla Gazzetta
e al Ministero contando le proprie doppie punte, Hermione aveva
trovato tutto il tempo di fantasticare sulla biondina slavata che
aveva rapito Draco. Magari adesso lo stava seviziando da qualche
parte, magari era una pericolosissima Mangiamorte evasa da Azkaban
che lo aveva irretito con le sue grazie per poi torturarlo
lentamente, ucciderlo e occultarne il corpo...
E
dire che fino a lunedì sera le cose erano andate così
bene!!!
Durante
la cena lui era stato davvero divertente e simpatico, le aveva
servito i manicaretti di mamma Cissy scaldati per l'occasione al
microonde (ebbene sì) ed era stato così carino da
limitarsi a “sciocchino” e “cretinetto” ogni
qualvolta si riferisse ad Harry e Ron. Lei lo aveva beccato a
fissarla un sacco di volte...
Mentre
sognava ad occhi aperti, Draco Malfoy e la bionda slavata di cui
sopra fecero il loro ingresso, lui imprecando come un turco
all'indirizzo di Blaise Zabini che lo salutava dal corridoio, e lei
caracollando sui tacchi a spillo e di nuovo agitando la mano in segno
di saluto. Poi, immancabilmente, si chiusero a doppia mandata dentro
l'ufficio.
Era
davvero troppo.
Bastardo.
Non
aveva detto che lei, Hermione Granger, era la prima della classe? Ok,
quella forse era una cosa ovvia per chiunque ma...
Stupido
furetto spelacchiato.
Non
aveva anche specificato che se non fosse stato per lei Potter
probabilmente sarebbe stato ancora in giro ai quattro angoli del
Mondo Magico alla ricerca degli horcrux? Poco originale visto che lo
avevano anche scritto sui giornali, ma...
Deficiente
di un... Mangiamorte!!! No, quella l'aveva già sentita.
Cioè
non che le avesse fatto dei complimenti normali, ma considerando che
a farglieli era stato Draco Malfoy, non significava forse che, in un
qualche modo contorto, lui l'ammirasse? Non significava forse,
insomma... qualcosa?
E
adesso con che coraggio si imbosca in ufficio con quella?!?!?
Hermione
si morsicò con rabbia le unghie, per somma gioia
dell'estetista di Lavanda che avrebbe provveduto l'indomani a
fargliele ricrescere a suon di engorgio e a suon di galeoni.
Ed
era pure da più di un'ora che erano chiusi dentro la
maledettissima tana del furetto, Morgana solo sapeva a fare cosa!!!
Rosa
dalla curiosità, la ragazza si appropinquò verso la
porta dell'ufficio. Si avvicinò di soppiatto al portaombrelli
e strisciò rasente al muro, poi, da vera ninja, si accovacciò
dietro alla serratura e iniziò a guardare dentro il buco.
Sarebbe
stata anche una mossa efficace se qualcuno all'interno non avesse
avuto la brillante idea di uscire di corsa.
La
Granger udì distintamente la maniglia abbassarsi e il cigolio
dei cardini, vide la porta avvicinarsi pericolosamente al suo volto.
Poi
tutto divenne nero.
***
Hermione
avvertiva un fastidioso intorpidimento alle gambe ed un certo prurito
all'altezza dello zigomo sinistro.
Dove
sono? Chi mi ha schiantata?
Le
sembrava di essere reduce da una sbronza con i fiocchi (o almeno
quella era la sua idea dei postumi di una sbornia, visto che la sua
esperienza in materia alcolica era limitata al brindisi del pranzo di
Natale), aveva le vertigini e serie difficoltà ad aprire gli
occhi, per non parlare dell'incessante martellare delle sangue nelle
orecchie e quella strana sensazione, come se fosse sospesa nel limbo
di un sogno a occhi aperti...
-
Granger sei un'idiota! -
Questi
soavi toni la svegliarono del tutto.
-
Malfoy? Che diavolo... -
-
Ti sei beccata una porta in testa, razza di idiota! Ma dico, si può
essere più tonti? - strepitò - Che poi cosa diavolo ci
facevi contro la porta? Penny ha aperto e tu eri lì dietro...
-
Penny,
eh? Così io sono “Granger” e lei è
“Penny”!!!
-
Scusa tanto Malferret se la tua porta ha tentato di uccidermi! -
frecciò ironica.
-
Dovresti scusati con la porta e non con me, perché con quella
testaccia dura che ti ritrovi si sarà fatta anche più
male di te... - puntualizzò lui ghignando.
-
Spiritoso... - borbottò gettandosi il lenzuolo in testa e
guardandosi attorno. Dalle pareti bianche e le suppellettili che
arredavano la stanza dedusse di essere finita nell'infermeria del
Ministero. In un letto, messa k.o. da una porta. Che fine ingloriosa
per un'eroina di guerra!
-
In effetti era una battuta pessima... comunque non ero passato per
litigare. Volevo solo sapere come ti senti. Ti sei afflosciata come
una pera sul pavimento e credo non fossi in te... prima di svenire
hai mormorato qualcosa tipo “rifatta” e poi ti sei
afflosciata fra le mie braccia. -
Oh...
fra le sue braccia?
-
Quindi mi hai portato tu qui, in braccio? - non sapeva se esserne
felice o in imbarazzo.
-
Certo che no, Granger: pesi in quintale! Ti ho fatta levitare... ah,
a proposito: credo che il tuo amichetto Paciock sia sulla buona
strada per perdonarti visto che è passato a trovarti almeno
tre volte, - sbuffò. Sembrava un po' infastidito. -
Grifondoro... i soliti, buoni da fare schifo... - aggiunse in fretta.
Troppo in fretta.
Ma
ad Hermione non era sfuggito...
-
Granger? Stai bene? Stai ridendo da sola, come una pazza furiosa... -
Quindi
lui era stato lì abbastanza a lungo da sapere che Neville era
passato tre volte...
-
Granger? -
E
come mai l'algido Draco Malfoy era stato al suo capezzale?
-
Granger? Granger cavolo, la botta deve essere stata più grave
del previsto!!! - Stillò Draco impaurito. - Infermiera
presto!!! Non mi risponde e sta sorridendo al soffitto come
un'idiota... -
-
Malfoy, lo so che è un'impresa al di là delle tue
capacità, ma potresti evitare per cinque minuti di fare il
cretino? Si può sapere cos'hai da agitarti tanto? -
-
Mi hai spaventato Granger: prima svieni, poi parli nel sonno, adesso
non rispondi quando ti chiamo. Insomma, se possibile, sei più
stramba del solito! -
Hermione
alzò gli occhi al cielo evitando accuratamente di dare retta
ai deliri del suo capo.
-
Non essere melodrammatico! - lo zittì - E dimmi un po', dov'è
la bionda di prima? -
-
Come scusa? - chiese lui stupito.
-
Non fare il finto tonto, dov'è finita la cara Penny?
- sottolineò quel nome con acredine - È
scappata perché ha capito che sei un furetto molesto, oppure è
corsa un momento dal medimago per un ritocco veloce alle tette? -
-
Guarda che Penis è troppo giovane per aver bisogno di farsi
incantare da un medimago estetico, e poi ce le ha grosse di suo... -
puntualizzò Draco giulivo.
-
Ma come siamo informati - ringhiò disgustata, mentre uno
strano spasmo le attorcigliava lo stomaco.
Draco
non rispose, si limitò a scoccarle un'occhiata penetrante e
poi a sospirare.
-
Non pensare male. Me la ricordo dai tempi di Hogwarts – spiegò.
- Era a Serpeverde, ed era già ben...- esitò -
attrezzata fin dal primo anno. -
Hermione
rimase in silenzio assorta.
Draco
cercò di leggere il suo viso, ma la ragazza aveva nascosto il
turbamento del suo volto dietro una cortina di riccioli fitti che le
ricadevano sulle guance e sulle tempie.
Si
grattò leggermente il naso incerto sul da farsi.
-
Granger... Hermione, quella è la donna di Blaise - rivelò
alla fine.
Hermione
spalancò gli occhi e lo guardò basita. Questo proprio
non se lo sarebbe mai aspettata.
-
Lui e Penis si sposeranno a breve. -
Errata-corrige.
Questo
proprio non se lo sarebbe mai aspettata!!! Zabini, il donnaiolo
impenitente, che decideva di mettere su casa?
-
Pare che alla fine abbia fatto “il danno” - le confidò
Draco - e tra poco sarà padre.-
Ah,
ecco dov'era il trucco.
-
Accidenti... sono, beh... sono un po' sorpresa! -
-
Tu sei sorpresa? Io sono sconvolto! Il mio migliore amico di tutta
una vita, quello con cui ho fatto le peggiori sciocchezze, che mette
la testa a posto... e poi la sua ragazza che scappa di casa per stare
con lui finendo su tutti i giornali e tocca a me andare sopra e sotto
per tutta l'Inghilterra per evitare che quelle cariatidi dei suoi
familiari riducano i gioielli di famiglia del povero Blaise in
poltiglia... povero me!!! -
-
Povero bambino... - lo corresse Hermione.
-
Beh povero non tanto... tra i galeoni di Zabini e quelli della madre
verrà su il rampollo più viziato d'Inghilterra. -
Se
non altro quello di Penis e Blaise non era un matrimonio di
interesse... c'era di che stare allegri.
-
Aspetta... ma allora quella è Penis Halton? L'erede
dell'impero economico dei magnate dei manici di scopa? -
-
Esatto. -
-
Occavolo!!! Quella famosa in tutta Hogwarts per aver appeso al
soffitto dell'aula di pozioni un suo ex dopo che aveva rivolto la
parola a Susan Bones? Quella imparentata con quel folle di
Greyback??? -
Draco
annuì.
-
Povero bambino - ribadì Hermione.
-
Per una volta sono d'accordo con te, Granger. Verrà su in una
casa piena di pazzi... Penis è una piuttosto sadica e
Blaise... beh è Blaise! Chissà quanto resisterà
a tenerselo nei pantaloni... Spero a lungo, i Greyback sono piuttosto
vendicativi e beh... hanno accumulato abbastanza esperienza con zio
Voldie per tagliarglielo in caso non riesca a... hem, regolarsi da
solo! Prevedo tempi duri... -
-
Non c'è che dire, il mondo cambia. - constatò Hermione
- E cambiamo anche noi. -
-
Se Blaise si sposa ovvio che cambi. Nevicherò a luglio - le
sorrise lui.
-
O potrebbe esserci un cataclisma, l'ennesima glaciazione, un nuovo
Signore Oscuro... -
-
Non essere tragica! Diventa padre e si sposa, mica diventa un buon
marito, responsabile e con la testa sulle spalle... -
-
E che tenga la bacchetta nei pantaloni - completò lei.
-
Già... - assentì Draco facendosi serio e prendendo a
fissarla attento. - Diciamo che avrà una possibilità. -
Possibilità.
Ad
un tratto quella parola acquisiva altri e insospettati significati,
mentre gli occhi di Draco incontravano i suoi e lui si faceva più
vicino.
-
Perché è di una possibilità che stiamo parlando,
Hermione - bisbigliò a pochi centimetri dal suo viso - Una
soltanto. Per cercare di essere felici - le soffiò sulle
labbra.
-
Alla faccia dell'essere supportivi - trillò Zabini tutto
allegro e sorridente.
Draco
ed Hermione saltarono fino al soffitto per lo spavento, e mentre
Hermione cercava di nascondersi (con scarsi risultati) sotto il
lenzuolo, Malfoy, che sfoggiava due guance rosse da far invidia a
Biancaneve, si limitò a incenerire il suo migliore amico con
lo sguardo.
-
Begli amici che siete - si lamentava intanto Blaise, tutto preso da
uno dei suoi soliti deliri verbali (ignorando totalmente il fatto che
Hermione non fosse affatto sua amica) - Nessuno che mi faccia gli
auguri o che pensi che la medaglia di papà dell'anno mi
donerebbe moltissimo... insomma, si sposerebbe alla perfezione col
mio incarnato!!! Per non parlare... -
-
Per non parlare di quanto le occhiaie per le notti insonni che
passerai doneranno al tuo viso, o delle gioie del tuo aristocratico
naso quando avrai a che fare con pannolini e poppate. - lo freddò
Draco, per nulla impietosito dall'espressione di puro sconforto che
aveva messo su il suo migliore amico.
-
Dici davvero? - s'informò Blaise orripilato. - Beh... poco
male, abbiamo un esercito di elfi domestici per fare tutto - si
consolò, tutto contento, prima di requisire Malfoy.
-
Draco i miei futuri suoceri sono qui, e non sembravano molto lieti
per la bella notizia. Te ne sei stato tutto il pomeriggio rintanato
in infermeria, ora devi aiutarmi - lo informò spiccio, mente
tutto sorridente lo afferrava per un braccio e praticamente lo
trascinava di peso fuori dalla stanza.
Hermione,
dal suo letto osservò i ragazzi che sparivano in corridoio.
Blaise
sembrava felice. Forse un po' troppo ottimista, ma del resto con i
tempi che correvano ci voleva una bella dose di ottimismo (o di
incoscienza) per metter su famiglia.
Draco,
invece, sembrava arrabbiatissimo. E pensare che se Blaise non fosse
venuto a interromperli forse....
Oh
Merlino!!!
Hermione
stava per avere un attacco di panico.
***
Come
calmarsi, come calmarsi? Come? Si chiese Hermione mentre con una mano
apriva la porta di casa e con l'altra accarezzava distrattamente
Grattastinchi dietro le orecchie.
Ad
Hogwarts, anni e anni di studio matto e disperatissimo le avevano
insegnato che, beh... leggere in tranquillità un buon libro
funzionava sempre. Ma non un semplice romanzetto, le ci voleva un bel
mattone da quattro chili, fitto di formule matematiche, fisiche o
chimiche particolarmente difficili... quello sì che avrebbe
fatto al caso suo! Prese un volume dello spessore del vocabolario
della lingua italiana, un foglio ed una penna e si mise a sfogliare
le pagine di “Trasfigurazione Avanzatissima-Praticamente
Impossibile”. Il suono della piuma che grattava sulla pergamena
e l'odore della carta stampata facevano miracoli, ma era ancora
troppo nervosa: meglio prendere un altro paio di tomi, e per
sicurezza, melius abundare quam deficere, tirò fuori anche “Il
Quidditch attraverso i millenni e le ere geologiche” e “Erbe,
Erbacce & Erba Libera”.
Un
paio di ore dopo, Ginny la trovò seduta sul tappeto del
salotto, sommersa da una pila di libri che le nascondeva persino la
testa.
-
Herm, cosa diavolo stai facendo? - le chiese l'amica facendosi strada
tra un mare di pergamene appallottolate sul pavimento.
-
Se n
è un intero positivo ed a
è coprimo rispetto ad n,
allora:aφ(n)
≡ 1 ( mod n)
-
-
Herm ti senti bene? - domandò Ginny preoccupata.
-
No per niente!!! - ragliò l'altra prima di accasciarsi sulla
pagina del teorema di Fermat-Eulero.
-
Herm... - cercò di dire l'amica.
-
Gin, sto per avere un'epifania!!! - la interruppe Hermione schizzando
in piedi.
-
Manca un casino di tempo a Natale... figuriamoci al 6 gennaio. -
-
Intendo dire che sto per avere una rivelazione e... -
-
Herm sono incinta!!! - strepitò Ginevra. Si vedeva che era
felice, ma come ogni donna alla prima gravidanza, sembrava anche
parecchio nervosa.
Hermione
la fissò sorpresa.
-
Pure tu? - strillò a pieni polmoni.
-
COOOSA??? Hermione Granger, TU sei incinta? - urlò Ginny ad un
passo dal colpo apoplettico.
-
Certo che NO! IO sono innamorata di Draco Malfoy!!! - rispose
gridando ancora più forte.
Oh,
Merlino, Morgana e tutti i fattucchieri della storia. L'aveva detto
davvero ad alta voce?!?!?
Ginevra
Molly Weasley, una Grifondoro fatta e finita, temprata dalla guerra e
da un matrimonio con Harry Potter, la fissò a lungo, senza
parole e con la bocca aperta.
-
Hem... congratulazioni per il bambino - cercò di
sdrammatizzare Hermione, che in effetti era felicissima per i suoi
migliori amici e iniziava seriamente a temere che Ginny, per lo
shock, sparasse fuori il pargoletto direttamente nel salotto di casa
sua. Poi si ricordò che al momento il pargoletto non poteva
proprio essere sfornato perché al massimo aveva un diametro di
una paio di centimetri.
-
Oh - disse Ginny scivolando a sedere su una poltrona.
-
Già - le rispose sedendosi a sua volta e appellando un paio di
tazze di tè dalla cucina. Perché quando le cose sono
incasinate la gente beve tè, sopratutto se è Inglese.
Cioè, lei si sarebbe attaccata volentieri ad una botte di
whisky incendiario, ma non pensava proprio che una donna incinta
potesse permetterselo.
-
Cavolo - disse Ginny saggiamente. - Cavolo - ripeté di nuovo,
e doveva essere seriamente sconvolta o più probabilmente
temeva che il bambino potesse sentirla, perché normalmente
qualsiasi Weasley che si rispetti avrebbe scomodato un bel po' di
gente “in alto” per esprimere tutto il proprio
disappunto.
-
Dai, magari non è così terribile... - aggiunse la
signora Potter rivolta più che altro a se stessa. - E
poi beh, l'ho notato quando ho lasciato Hogwarts: dopo sette anni ci
si affeziona pure ad un comodino... sono sulla buona strada per farmi
piacere Draco Malfoy!!! - sputò fuori con un'occhiata
mortifera all'indirizzo della sua migliore amica. Sembrò
rassegnarsi alla prospettiva che essendo incinta non potesse proprio
saltarle al collo e strangolarla... e infine sorrise tutta contenta.
-
Sai, non vedo l'ora che tu lo dica ad Harry e Ron – squittì
galvanizzata.
Hermione
Granger tirò un sospiro di sollievo: Ginny l'aveva presa
piuttosto bene.
Era
sollevata: la gravidanza era al sicuro.
La
sua salute non per molto.
***
Giovedì
era venuto e se ne era andato via, tutto sommato con poche vittime,
giudicò Hermione verso le sette di sera, mentre fissava
l'orologio a muro appeso sulla sua testa.
Mancava
solo un giorno al suo ennesimo - e per fortuna ultimo - articolo e
non aveva nemmeno scritto uno straccio di titolo, ma ormai tirare
fuori all'ultimo secondo un'idea strampalata, assurda e di successo
era una prassi consolidata. Per il resto, dopo quell'incredibile (e
lei stessa stentava ancora a crederci) presa di coscienza, era stato
alquanto strano e imbarazzante trovarsi a meno di dieci metri da
Draco, ma anche per quello aveva trovato il compromesso perfetto:
bastava evitarlo, tutto lì.
Certo,
precipitarsi fuori dalla stanza non appena il suo capo ci metteva
piede, urlando a squarciagola, non era affatto elegante, ma tutto
sommato non era elegante nemmeno quell'orrenda bomboniera che Penis e
Blaise le avevano portato quella mattina, eppure risplendeva sulla
sua scrivania.
Infischiandosene
bellamente dell'etichetta e, evidentemente, dei poveri nervi della
signora Halton – quella terribile spilungona che il giorno
prima aveva inseguito Zabini su e giù per il Ministero,
stillando qualcosa in merito alla perduta innocenza della sua
piccolina - “Penny darling” e “Bla-Bla Caro”
(disgustosi soprannomi da sposini novelli) si erano smaterializzati a
Witch-Vegas ed erano convolai a nozze.
E
come dimenticarsi della carissima segretaria del carissimo testimone?
Come minimo quella coppia di folli aveva pensato che andasse
ringraziata anche lei - per un motivo ignoto a tutti fuorché
alle loro teste di rapa - e si erano presentati al Ministero armati
di una bomboniera raccapricciante, ma che costava come il suo
stipendio di due mesi.
In
fondo cavarsela con un'orrenda statuetta di una mago che montava una
scopa (avete letto bene, NON “su” una scopa) non era poi
una grande tragedia. Non quanto avere una moglie Halton decisamente
fissata per le firebolt e per artistiche sculture francesi.
-
Ciao Hermione - la salutò Malfoy comparendo all'improvviso
alle sue spalle.
Hermione
si girò, le guance in fiamme e gli occhi iniettati di sangue.
Lo fissò a lungo con le palpebre a mezz'asta, poi cacciò
l'urlo delle grandi calamità e scappò via.
Draco
Malfoy, a cui quell'urlo aveva quasi perforato un timpano, rimase
immobile come un salame e con la faccia più sconcertata del
suo repertorio.
Ma
cosa diavolo era preso a quella pazzoide della Granger? Era da quando
l'avevano ricoverata in infermeria che dava di matto più
spesso del solito... e dire che già di suo era parecchio
schizzata!
Poteva
passare sopra al fatto che parlasse da sola con dei fiori, e pure al
fatto che avesse per amico un oggetto d'arredamento grasso e
ingombrante come Neville Paciock, ma che ogni volta che lo incrociava
fuggisse a gambe levate travolgendo il portaombrelli, la
fotocopiatrice e persino l'amato ficus era davvero troppo! Nemmeno
avesse visto un'acromantula gigante...E dire che si era accuratamente
rasato quella mattina e aveva passato tre quarti d'ora nella doccia
per farsi bello a suo esclusivo beneficio!
Ma
del resto quella era la sua Granger, mica una donna normale.
Draco
si mise a ridere da solo, come un perfetto imbecille.
***
Venerdì
era arrivato finalmente, e con lui il tanto atteso ultimo giorno di
lavoro in incognito per Hermione e la riunione semestrale del
Consiglio degli Auror. Non che lei ci avesse capito molto di cosa
avessero, quei tizi in uniforme, da confabulare tra loro, col
Ministro e con mezzo Wizengamot ogni sei mesi, ma era stata contenta
di vedere il Grande Capo (ovvero Harry) tirato a lucido in uno
smoking. Ancora più felice dell'arrivo dell' “ora X”
era stato Draco Malfoy, decisamente arcistufo e un tantino inalberato
nei confronti di quell'invasata, che con tutta probabilità
avrebbe potuto essere la donna della sua vita, ma non voleva proprio
saperne di collaborare.
In
parole povere si era proprio rotto i c...alderoni. Per questo aveva
molto saggiamente deciso di prendere la situazione di petto, perché,
ad aspettare i comodi di quella lì, probabilmente
sarebbe diventato vecchio e sua madre non avrebbe avuto nessun
piccolo “Iperione” o “Drusilla” da portare
dal lato oscuro.
Per
questo aveva mandato alla sua segretaria una di quella fantastiche
mail incantate per la comunicazione aerea tra i piani (cioè,
lui glielo avrebbe anche detto di persona ma non voleva rischiare che
lei scappasse urlando come un'ossessa) e le aveva intimato di
mettergli in ordine l'ufficio, avendo cura di bloccare prima il
camino, onde evitare che potesse sfuggirgli.
A
giudicare dal disastro che gli avevano combinato gli Halton lanciando
schiantesimi e maledizioni, Hermione ne avrebbe avuto abbastanza per
tutta la mattina e, a Merlino piacendo, sarebbe stata ancora presa da
quel lavoro al termine della riunione del Corpo Auror. Praticamente
in trappola!
Ovviamente
i malefici piani di Draco Malfoy non funzionavano mai, altrimenti
come spiegare perché in sette anni passati a fare dispetti ad
Harry Potter, il Bambino sopravvissuto avesse collezionato Golden
Globes a iosa (nonché una biografia in sette volumi che era un
vero e proprio bestseller internazionale) e lui una caterva di
epiche figuracce?
Ma
le statistiche non sarebbero tali se non ci fosse l'eccezione che
conferma la regola (ovvero il cosiddetto fattore C, leitmotiv della
mia fanfic e un po' di tutta la saga della Rowling), e alle due meno
dieci - se l'era svignata un pochino in anticipo ma rischiava di
addormentarsi sulla sedia - quando Draco Malfoy fece il suo ingresso
nel proprio ufficio, trovò Hermione Granger piegata su una
voragine del pavimento, i capelli tutti sparati in alto, le ascelle
“commosse” per lo sforzo e il culetto per aria.
Quella
era la sua occasione.
***
-
Un altro biscotto? -
-
Sì grazie. -
-
Ecco a te. -
Rumore
di mascelle in azione.
-
Cioccolato... è la mia ultima ossessione! -
Occhi
al cielo ad indicare comprensione, bocche troppo impegnate a
masticare per aggiungere altro.
-
Ma insomma, si può sapere come riuscite a mangiare in un
momento del genere? Dico, la tensione mi sta uccidendo!!! -
-
Sono incinta Bla-Bla, ho fame a tutte le ore del giorno e della
notte! E anche Gin-Gin lo è! - spiegò la neo signora
Zabini al consorte, mentre fregava alla sua più recente amica
un biscotto al burro - E poi non vorrai mica che nostro figlio nasca
con un'orribile voglia di cacao da qualche parte?!?! -
-
Il mio piccolino avrà la pelle nera come me! Non credo che una
macchiolina marrone si noti, ti pare? Invece potrebbe notarsi il mio
pallore se mi viene la nausea! -
-
Ma volete stare un po' zitti? Non sento niente! - si lamentò
Ginny con le orecchie (oblunghe) tese.
Lei,
Penny e Blaise se ne stavano seduti a terra in corridoio, con le
gambe incrociate, tutti attorno al paio di orecchie oblunghe che le
aveva prestato George. Ostacolavano il passaggio e ben più di
un Auror appena uscito dalla riunione si era fermato a guardarli
perplesso, facendo capannello attorno a quell'improbabile gruppetto.
Più
di tutti, però, era sbalordito Harry Potter, che si domandava
come mai la propria moglie incinta stesse improvvisando un picnic nel
corridoio, davanti all'ufficio di Draco Malfoy, in compagnia del di
lui migliore amico e consorte.
-
Gin? - la chiamò esitante.
-
ZITTI TUTTI!!! - intimò la signora Potter a tutto
quell'esercito di Auror e al Ministro in persona, fermatosi anche lui
per scoprire i motivi di quell'assembramento - Stanno parlando!!!
-
***
-
Malfoy, accidenti a te, al tuo calderone e pure alla tua scopa!
Speriamo che si rompa il manico a metà! - imprecò la
Granger mentre, sudata e ansante, tentava in ogni modo di arginare
l'entropia dilagante in quella stanza.
-
Che cosa ti ha fatto di male la mia Nimbus? - domandò Draco
palesando la propria presenza.
Hermione
sobbalzò. Lo fissò avvampando, considerò
brevemente che l'unica via di fuga - ovvero la porta (chiusa!!!) - le
era preclusa dal metro e ottanta di Draco Malfoy. Poi si tuffò
nel caminetto urlando, invece della consueta destinazione,
“AAAARGH!!!”, non appena il suo naso le rimandò la
dolorosa consapevolezza che qualcuno aveva bloccato il passaggio.
Tossendo
e sputando cenere, che le aveva insudiciato vestiti e capelli, cercò
di uscire dal camino, sollevando una nuvola di fuliggine. Non ci
riuscì. Rimase quindi in ginocchio ferma e zitta, in mezzo
alla polvere e alla sporcizia, mentre sentiva che lacrime di
umiliazione e vergogna premevano crudeli per uscire.
Draco,
che si morse la lingua per non scoppiare a ridere, si avvicinò
alla segretaria più assurda che avesse mai avuto l'onore di
incontrare. Le tese una mano, e vedendo che Hermione era troppo
confusa e imbarazzata per collaborare, la prese per le ascelle, come
una bambina piccola, e la tirò fuori di peso dal caminetto.
Hermione, sorpresa da quell'improvvisa vicinanza, trasalì e
divenne - se possibile - ancora più rossa, ma non si spostò.
Il tocco di Draco era gentile, ed era così caldo, così
piacevole.
-
Che ti succede Granger? Non hai nulla da dire? - la prese in giro. Ma
sorrideva, non voleva essere cattivo - Se avessi saputo prima che
bastava così poco per renderti tranquilla... - le soffiò
sul viso, mentre con una mano scendeva a sfiorarle un braccio e poi
il polso, per controllare che non si fosse fatta male.
Dove
le dita leggere di Draco incontravano la sua pelle, Hermione sentiva
di bruciare, ed era bellissimo.
-
Draco - mormorò vicinissima al viso di Malfoy.
Lui
avvicinò la bocca al suo orecchio e sussurrò:
-
Mi piace quando pronunci il mio nome. Anche se di solito lo dici come
un insulto o ci aggiungi qualche epiteto poco lusinghiero tipo
“furetto”, “beota”, “idiota”, ...
- si sentì in dovere di puntualizzare - Ma non me ne importa
niente. Vuol dire comunque che hai sempre il mio nome fra le labbra.
-
Lei
abbassò gli occhi, nascondendo lo sguardo a quello di lui, che
si faceva improvvisamente attento e profondo.
-
È perché
sono sempre nei tuoi pensieri? Nei tuoi sogni? - chiese serio.
Improvvisamente
la temperatura si era alzata. Hermione sentiva di andare a fuoco,
mentre il cuore pulsava forte contro le costole e il cervello
l'abbandonava. Per una volta non le importava di niente, di nessuna
conseguenza, di cosa avrebbero detto i suoi amici, che quello che
aveva di fronte era Draco Malfoy e che lei era Hermione Granger.
Aveva voglia di parlare, di urlare, di mettersi a piangere e poi a
ridere. Voleva dirgli tante cose. Cose sciocche, cose senza senso,
cose di zucchero che le incollavano la lingua al palato.
-
No, nei sogni no. - disse finalmente - Ma sei il mio peggiore incubo
ad occhi aperti. -
Del
resto lei era Hermione
Granger e lui
era Draco Malfoy.
Il
ragazzo la guardò un po' contrariato e un po' sorridendo.
-
Ne sei sicura? - ghignò - Perché sai… io penso
proprio che tu sia pazza di me. -
Negare,
negare fino alla morte.
-
Io interessata a te? E come lo avresti capito? - chiese lei, mentre
la voce le si rompeva sulle ultime sillabe.
-
Ma dal tuo bernoccolo in fronte, ovviamente!!! - esclamò lui –
Sai, mentre eri svenuta, deliravi e chiamavi il mio nome. A quanto
pare, Hermione, mi sogni anche... - gongolò soddisfatto,
avvicinandosi di più a lei.
La
ragazza lo fisso dubbiosa.
-
Mi stai prendendo in giro - sperò.
-
Ma certo!!! Eri k.o. e non hai parlato... al massimo russavi!!! -
-
Che cooosa??? - s'indigno lei - Io non russo!!! E' che ultimamente
non dormo molto bene per colpa di qualcuno... -
-
Non erano i Serpeverde quelli a giocare allo scaricabarile? - la
rimbeccò salace.
Touché.
-
Comunque, è davvero grazie a
quello che l'ho capito - si schiarì la gola, mentre finalmente
catturava i suoi occhi - Chi è l'imbecille che si becca una
porta in fronte mentre spia dalla serratura me che parlo con una
donna? - chiese. Questa volta non c'era traccia dell'ironia che
entrambi avevano usato per difendersi da quel delirio di emozioni
inaspettate che sembravano poterli schiacciare con la loro forza.
Draco
era ormai a pochi centimetri, ed Hermione lasciò che le dita
del ragazzo si intrecciassero fra i suoi riccioli, mentre i suoi
stessi piedi la portavano ancora più vicina.
Lui
respirò fra i suoi capelli, sulla pelle del suo collo e infine
sulle sue labbra.
-
Hermione - scandì deciso, mentre assaporava sulla lingua ogni
lettera di quel nome - So che è strano... è strano
anche per me. - ammise mentre le accarezzava una guancia coi
polpastrelli - Ma non me ne importa. Il mondo è pieno di
contraddizioni e di cose assurde, se ci pensi bene. Voglio dire, dei
milleuno gusti delle gelatine, almeno 500 sono stomachevoli, eppure
tutti continuano a comprarle, i maghi possono volare sulle scope, ma
sono stati i babbani ad andare sulla luna e un mezzosangue ha deciso
che bisognava fare una guerra per ristabilire il dominio del sangue
puro.- prese fiato mentre Hermione taceva, fissandolo rapita.
-Forse
non è poi così impossibile quello che provo - continuò
- So soltanto che non posso evitarlo, e non voglio farlo. È
uno dei misteri del mondo... tipo
perché esistono degli incantesimi inutili, come quello per
accorciare i denti, ma nessuno ha pensato a qualcosa per far girare
Potty senza quegli occhiali alla Camillo Benso. Che poi dico, se
anche non ci fosse il laser, almeno esistono gli ottici. Potrebbe
cambiare modello... -
Come
dichiarazione era un po' fuori dalle righe, ma ne aveva di tempo per
farlo migliorare, pensò Hermione felice, mentre gli
passava le braccia dietro la schiena.
-
Granger, quello che voglio dire è che ci voglio provare. Se lo
vuoi anche tu ovviamente. -
E
a questo punto ci sono dubbi? Lei praticamente gli stava attaccata
addosso e non aveva nessunissima intenzione di scollarsi.
-
Cioè, lo so che tendo ad essere un tantino egocentrico e che
tu hai delle strane manie da psicotica sciroccata... -
Ok,
adesso era il momento di tacere. Merlino come cavolo si spegneva un
Malfoy?
-
E non so se voglio che la mia vita sia stravolta da una donna... -
Stravolta,
che esagerazione. Al massimo si poteva apportare qualche piccolissimo
cambiamento. Tipo iscriversi al C.R.E.P.A. e liberare tutti i
trecento elfi domestici di Malfoy Manor.
-
...che lei mi cambi... -
Dobbiamo
lavorare sul look... cos'era quel bastone da passeggio dell'altro
giorno? Lo faceva sembrare un vecchio.
-
E non so se sono capace di impegnarmi per sempre. -
E
la prima dei miei figli si chiamerà Julia. Niente nomi
assurdi.
-
Quello che so è che ti voglio, Hermione. Ti voglio più
di qualsiasi altra cosa. Proviamoci, ti va? - le chiese aprendosi in
un sorriso.
Se
quella era l'occasione giusta per dire “sì, lo voglio”
Hermione se la perse. Era un attimo impegnata a protendersi verso
Draco Malfoy con le labbra.
Perché
un bacio da manuale in quel momento ci stava TUTTO.
Ma
come sempre le vie del ragionamento dei Serpeverde sono infinite e
piuttosto tortuose, per questo Malfoy, senza nemmeno accorgersi che
Hermione aveva già mentalmente detto tutti i “sì”
possibili alla loro storia (compreso quello che implicava un abito
bianco ed una cucciolata di furetti pelosi) ed era più che
pronta a passare ad un lato almeno un po' fisico della loro
relazione, si staccò da lei.
Hermione
schioccò le labbra.
E
il mio bacio? Si chiese come un'idiota.
-
Granger ti prego pensaci e fammi sapere cosa decidi. -
-
M... ma... - ma io ho già deciso, tentò di dire
lei.
-
Prenditi il tuo tempo, ma non sparire. So che oggi finisce il tuo
contratto, ma non voglio smettere di vederti. -
Tranquillo
Draco, nemmeno io!!!
-
Bene adesso vado. A presto. - disse lui, che non ne poteva davvero
più di tutto quel discorso. Che cavolo, era un Malfoy, non gli
era per niente semplice mettersi a nudo a quel modo. In quattro
rapide falcate sparì oltre la porta.
…..............................
….................
….........
…..
...
Ok
c'era ufficialmente qualcosa di strano, pensò Hermione.
Perché diavolo quel cretino era scappato?
Cioè,
era vero che lei non aveva detto nemmeno mezza parola per
incoraggiarlo, però... insomma... cioè... che
diavolo!!! Glielo aveva fatto capire che voleva stare con lui, no?
Forse
no...
O
forse sì, ma quello
lì
era stato a Serpeverde dopotutto, non si poteva pretendere troppo.
Avrebbe dovuto essere più esplicita, probabilmente.
E'
davvero un brutto mondo quello in cui nemmeno tu stesso riesci a
darti ragione.
Il
nome di Draco Lucius Malfoy risuonò per tutto il Ministero,
mentre Hermione Granger lo inseguiva correndo, travolgendo il
portaombrelli, il cestino della carta straccia e l'amato ficus (che a
questo punto era ormai spacciato).
Lui,
che si era allontanato di appena pochi passi lungo il corridoio, vide
la ragazza dei suoi sogni corrergli incontro con la braccia
spalancate, il viso sporco di fuliggine e le lacrime agli occhi.
Hermione,
mentre gli volava fra le braccia, pensò che in sottofondo non
ci sarebbe stata affatto male una delle romantiche hit di RDS (Radio
Dimensione Strega), il rallenty della telecamera e luci soffuse da
telefilm. Perché era tutto perfetto.
Poi
finalmente lo baciò.
Solo
quando partì l'applauso, si accorse della folla di Auror,
impiegati e segretarie che esplodevano in una standing ovation da
finale di Coppa del Mondo di Quidditch, mentre Harry Potter si
accasciava al suolo, Ginny abbracciava Penis che piangeva persino più
di Vetriolo (che più che altro singhiozzava per la rabbia) e
Zabini urlava “Magno gauidio nuntio vobis! HABEMUS GNOCCA!"
Era
forse un buon motivo per smettere?
***
Come
conquistare il TUO mago perfetto (e se è anche un Auror tanto
meglio)
Che
il principe azzurro delle favole babbane non esiste lo avevamo già
ampiamente appurato... ma il tuo mago perfetto (che poi perfetto non
lo è affatto) è quanto di più vicino ci possa
essere!!! Bello, bellissimo (ma anche brutto, bruttissimo o
repellente... che importa? De gustibus...), questo mago odioso e
insopportabile è l'unico uomo sulla terra in grado di farti
sudare le mani, avere le palpitazioni e risalire la cena dallo
stomaco. È l'amore,
e no, non sono i sintomi di un'intossicazione alimentare!!! Anche se
lui, in effetti, è il classico mammone da “4 salti nel
calderone” findus, e più che in grado di cucinare è
bravissimo ad attentare al tuo palato!!! Ma anche se desideri
affatturarlo un giorno sì e l'altro pure, non c'è
proprio niente da fare: è lui il tuo principe azzurro (o verde
e argento che dir si voglia), quello
str---o, ma str--z- forte... ma è anche un figo da paura,
quindi lo perdono!
Per
farlo cadere ai tuoi piedi:
1
Incantalo con la tua voce soave mentre gli lanci
addosso insulti e maledizioni. Perché l'amore renderà
anche ciechi, ma che lui sia un incommensurabile cretino è una
verità incontrovertibile... ricordati però che similes
con similibus.
2
Stupefiscilo
in mezzo al corridoio, in salotto, nella tromba delle scale o dove
capita, e ricordati che la divisa degli Auror prevede una cravatta
che all'occorrenza può diventare un'arma pericolosa. Se ti fa
arrabbiare, tira forte e lo vedrai cadere ai tuoi piedi. Non è
amore, ma una crisi di soffocamento. Comunque meglio di niente.
3
Un buon incantesimo è sempre il Crucio
o in alternativa l'Avada Kedavra... in quel caso però
rimarresti single. Non sarebbe molto meglio ammazzarsi di sano,
sanissimo sess... sanissimo sport? Fa bene alla salute e mette in
circolo endorfine.
4
Pozione utilissima è la felix felicis,
non tanto perché ti serve una botta di fortuna, ma per
giustificare al mondo il sorriso ebete con cui andrai in giro dopo
che vi siete imboscati nel ripostiglio delle scope del quinto piano
(tranquilla, non ci passa mai nessuno).
5
Affatturalo per sempre con un bacio mozzafiato davanti
a mezzo Ministero, fra cui c'è anche il tuo migliore amico
(nonché suo diretto superiore e nemico storico). Entrambi
rischieranno la vita: uno per infarto e l'altro per mano vostra se
non la smette immediatamente di ridere.
Forse
con lui non riuscirai a mettere su la famiglia felice della Mulino
Bianco, ma chi ha detto che una casa in cui i vostri bambini (biondi)
si riparano sotto il tavolo dal tostapane che gli hai lanciato
appresso non possa essere perfetta?
Insomma
ragazze, tirate fuori le bacchette e ricordatevi che a volte l'amore
si può trovare dove meno lo si aspetta...
Hermione
Jean Granger
E
ci siamo finalmente... manca solo un minuscolissimo finale!!!
Ci
vediamo la prossima volta con l'epilogo :-)
Grazie
mille, come sempre, a Valengel che non solo mi sopporta su
questa pagine ma anche in macchina e al ristorante, e persino quando
sbaglio la fermata del treno (sì, sono un'idiota) perché
sono rimbambita dal sonno... è lei l'autrice del delizioso
bannerino qui sopra!!! È
anche colpa sua se la mia splendida taglia 40 inizia a stringermi sui
fianchi... onoratissima di averti conosciuta di persona.
Ancora
più contento di me è stato il mio ragazzo, quando ho
potuto confermare che sei una piccola fanciulla dai boccoli biondi e
non un pericoloso maniaco...
La
donna di cui sopra mi fa sentire in dovere di aggiungere qualche
nota:
Sì,
lo so che è
un po' strano sentire Draco che parla di ottici e di modelli per
occhiali. Essendo un purosangue, non dovrebbe conoscere certe cose,
ma personalmente vorrei inaugurare una mobilitazione di massa per
far cambiare gli occhiali ad Harry Potter!!! Quindi concedetemi la
battuta sul babbanissimo Cavour!!!
Dalla
regia mi fanno anche sapere che esiste un incantesimo per sistemare
la vista e che Hermione si offre di farlo ad Harry, anche se alla
fine lui preferisce tenere gli occhiali. Non me lo ricordavo
assolutamente...
|
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Capitolo 10 *** Epilogo ***
ultimo
Gente,
che immensa soddisfazione cliccare finalmente col mouse su
“completa”!!! Per scrivere dieci miseri capitoletti ci ho messo
dieci mesi... e forse anche qualcosa di più! Avrei fatto in tempo a
fare anche io un bambino (biondo ovviamente).
Approfitto
di questo spazio per ringraziare tutti i lettori. A prestissimo –
spero – con le altre storie di HP che sto scrivendo e conto di
pubblicare a breve, sperando che anche quelle riescano a regalare a
voi e a me qualche breve attimo di divertimento, di allegria, di
libertà su un foglio elettronico.
Grazie
Auror:
il tuo wizard azzurro
come
conquistarlo in cinque facili mosse
Epilogo
Da
“La Gazzetta del Profeta” n. 157 anno CLXVIII pag. 2
Voglio
dedicare questo speciale de “la Gazzetta” a tutte le mie lettrici
e
alla mia capo, per aver creduto in me (grazie fedelissime!!!).
A
Gin-Gin e Pen-Pen
che
mi hanno appena chiesto di portar loro un chilo di gelato
“cioccobanana”,
a
H. che è ancora sotto shock,
a
R. che ha smesso di sfottere quando mi trucco!
Ora
mi chiede: con chi esci? E mette il muso,
a
B. perché sta facendo la ginnastica pre-parto per mantenersi in
forma.
A
tutte le teste di ortaggio che ho incontrato durante la mia carriera:
teste
di rapa, di zucchina, di c...cavolo.
E'
grazie a voi se adesso sono felice.
E
infine a chi ha sistematicamente cestinato i miei articoli sul
C.R.E.P.A....
solo tre lettere “Tiè!!!”.
La
redazione de La Gazzetta del Profeta è un piccolo universo
inesplorato. Si tratta di un buffo ecosistema in cui ciascuna specie
è perfettamente inserita in una nicchia biologica: c'è
l'articolista folle (dove folle sta ad indicare che quel che scrive è
pura follia... ovvero non esiste né in cielo né in terra) sempre
preso dal lavoro, con gli occhiali, i vestiti verde acido e la penna
prendi appunti; c'è il reporter d'assalto, che si porta la sua fida
Canon anche in bagno, nel caso lo sciacquone gli riservi uno scoop;
c'è il correttore di bozze, una povera anima che gira con il
Wizardelli sotto il braccio, l'aria imbronciata e una tonnellata di
malox in tasca; e c'è, a fare da guardiano dello zoo, un losco
figuro: il Redattore Capo. Un borbottante, burbero, piccoletto con i
baffi. E' lui che gestisce questo serraglio male assortito,
attraverso i suoi più fidi Collaboratori Anziani (anziani sul serio:
Miss Wiltinson da bambina giocava coi T-Rex!).
Secondo
il direttore di questa testata a cui accennavo prima, “non sono
e non sarò mai tagliata per il gossip”.
Me
lo ha detto qualche giorno fa, mettendo su una scena madre con tanto
di fumo dalle orecchie e faccia verde-travaso-di-bile. A quanto pare
questa grande verità, a cui erano arrivati tutti - ma proprio tutti
- , sembra lo abbia colto non appena ha sfogliato l'ultimo numero di
“Strega Moderna”. Eh sì, perché sono proprio io quella
immortalata al braccio di Draco Lucius Malfoy, il fustacchione biondo
che sta spopolando sulla copertina dei principali rotocalchi del
Mondo Magico, “pizzicato dai paparazzi al braccio di una
bellissima e misteriosa accompagnatrice”. A quanto pare,
nonostante il fotografo mi abbia immortalata con gli occhi chiusi e
la bocca aperta, il redattore capo mi ha riconosciuta.
Nel
caso ve lo steste chiedendo: no, nello scatto non mi sto tenendo la
pancia perché sono incinta come ha insinuato qualcuno (e va bene che
non c'è due senza tra, ma dopo Ginny e Penis mi sembra troppo, che
cavolo!!!), ma semplicemente perché il mio povero stomaco stava
ferocemente protestando verso il pantagruelico pasto di Mme Malfoy,
che pretende che i suoi commensali mangino almeno quanto lei. Draco
dice che l'aiuta a non sentirsi in colpa quando non rispetta la
dieta.
Tornando
a ciò che stavo dicendo, sinceramente non ho capito cosa avesse da
lamentarsi quell'essere inutile che legge sempre da cima a fondo il
proprio giornale tutte le mattine... ops, quindi volevo dire “il
mio Meraviglio Caporedattore... Insomma, non si aspettava certo che
mi scattassi una foto da sola e la consegnassi spontaneamente a lui
per l'esclusiva, vero? In ogni caso mi sono beccata una bella
ramanzina, che probabilmente quell'essere ignobile si sarebbe
risparmiato se solo avesse potuto immaginare come si sarebbero
evoluti gli eventi.
“Non
sei proprio tagliata per il gossip” mi ha ripetuto infatti
questa mattina. Ero già pronta a replicare “E PAZIENZA!!!”
quando ha aggiunto: “Ma ti prego devi aiutarmi!!!”. Aveva
una faccia da cucciolo bastonato ed un'espressione che non avrebbe
sfigurato ad un funerale... direi che se non mi avesse relegato per
mesi e mesi alla cronaca rosa e non avesse fatto dei piccoli falò
coi i miei articoli sul C.R.E.P.A, mi avrebbe fatto anche un po'
pena. É da più di una
settimana, infatti, che ha l'ufficio sommerso da gufi e civette e che
riceve strillettere persino in bagno: a quanto pare migliaia di
lettrici lo riempiono di complimenti per la rubrica “Auror il
tuo wizard azzurro. Come conquistarlo in cinque facili mosse”
ed esigono un seguito, o almeno di sapere se, alla fine, la
giornalista in questione un Auror lo abbia effettivamente
accalappiato.
Ovviamente
non vedevo l'ora di tirarmela un po' e di far strisciare quel
vermicolo con la pelata ai miei piedi, sopratutto quando, dopo il mio
ultimo articolo “il tuo mago perfetto”, si è rimangiato
tutte le sue promesse e mi ha liquidata dicendo che “il
protocollo di Kyoto non interessa a nessuno”.
Risultato:
mi ha estorto un ultimo articolo per salutare tutte le lettrici
(ragazze vi amo) e per rispondere alle mille domande con cui hanno
sommerso la redazione (e possibilmente per convincerle a smettere di
minacciare la sua incolumità). In cambio mi lascerà scrivere quello
che voglio sul C.R.E.P.A, sui lupi mannari, sull'energia magica
eco-sostenibile etc etc.
Io
questa volta, dietro consiglio della mente serpeverde di Draco, mi
sono tutelata e gli ho fatto mettere tutto nero su bianco, sigillando
l'accordo con un voto infrangibile e minacciandolo di mobilitare il
sindacato (sono iscritta alla CGIL - Comitato Giornalisti Incazzati
Linciano... “il capo” ovviamente, ma l'ultima parte non potevano
metterla nella sigla, troppo lungo).
Ed
eccomi qui.
Piuma
in mano e fidanzato davanti - spaparanzato sul divano di casa mia -
che fa di tutto per non farmi scrivere, distraendomi ogni cinque
minuti, mentre rischia la vita infilando i suoi bei ditini nella
presa elettrica. Probabilmente invece di un mago perfetto, ho
rimediato un rarissimo esemplare di Auror Vulgaris (sta imprecando
contro il telecomando), ma gli ormoni impazziti rendono sordi,
stupidi e ciechi (oddio, ciechi non tanto... voglio dire, l'avete
visto bene il mio ragazzo?!?!?).
Non
posso proprio dirvi che dopo nemmeno una settimana sono innamorate
persa di Draco Lucius Malfoy. Non posso nemmeno dirvi che sono pronta
a sfornagli una nidiata di pargoletti biondi, non voglio affatto
presentalo ai miei genitori e non desidero certo sposarlo.
E'
passato così poco tempo...
Eppure,
qualche volta, una vocina nella mia testa mi ripete che forse voglio
davvero tutte queste cose.
Queste
cose con LUI.
Ma
non sono una bambina ingenua, e so bene che baciarsi in ufficio e
strapparsi i vestiti di dosso su una scrivania (oh sì, ho fatto
anche questo) non fanno di una storia l'idillio perfetto. Il nostro
passato non si cancella tanto facilmente e ne siamo entrambi
consapevoli. L'odio di anni non si lava via con una spugnetta:
nessuno, nemmeno il più inguaribile romantico, può credere che
lasci spazio all'amore senza strascichi. Non quando il disprezzo, la
rabbia, il rancore, sono radicati e profondi. L'odio non è una
scaramuccia occasionale. L'odio corrode e distrugge, è per questo
che lascia il segno. L'amore invece consola e guarisce, ma quando
stai di nuovo bene ti dimentichi delle vecchie ferite. Ma l'odio non
è come l'amore: è facile dimenticarsi di chi ci vuole bene, ma
dimenticarsi di chi ci ha odiati... è un'altra cosa, perché resta
dentro.
Possiamo
saltarci addosso adesso, ma non so se potremo mai perdonarci il male
che ci siamo fatti a vicenda in passato. Non credo che questo sia per
forza incompatibile con l'amore, a meno che per amore non si
intendano fiori d'arancio e cuoricini rosa... l'amore può far male,
ferire e si porta appresso tanta rabbia. E l'amore fra me e Draco non
sarà mai l'amore dei libri e delle poesie, ma questo non vuol dire
che non possiamo amare.
Può
esserci un happy ending tra il Purosangue e la Nata Babbana? Io ci
voglio credere. Perché se c'è una cosa che questa esperienza mi ha
insegnato è che niente è impossibile.
Per
il momento quello che Hermione Granger può dire al mondo è: state a
guardare.
Se
ci siamo trovati, dopo tutti i litigi e il rancore, qualcosa vorrà
pur dire.
Iniziamo
dalla domanda di Andy B. che vuole sapere “cosa
è successo dopo”.
Dovevo
portare l'articolo alla mia Boss - quella vera questa volta - e mi
sono trascinata appresso anche Draco. Ci sono riuscita solo perché,
in effetti, stavamo ancora limonando
quando ci ho smaterializzati - e grazie ad un provvidenziale
Immobilus di Pansy - ma
alla fine i miei due capi (anche se uno era per finta) si sono
conosciuti.
Draco
mi è sembrato spaventatissimo quando Miss Wilthinson gli è saltata
al collo scoppiando in lacrime, ma credo che - se lei smetterà di
offrirgli tè e tisane - sia sulla buona strada per farsela piacere.
Del resto è pur sempre un Malfoy dall'ego smisurato e lei una donna
che lo venera incondizionatamente, dicendo, a chiunque abbia voglia
di starla a sentire, che lui è un gran figo (chi gliel'ha insegnata
questa parola moderna vorrei tanto saperlo) ed un esempio perfetto di
maschio da riproduzione. Credo che la mia boss se lo farebbe piacere
anche se avesse gli occhi storti e la panzetta da birra, solo e
soltanto perché, da quando lavoro qui, lui è il primo uomo che
frequento e, ovviamente, Miss Wilthinson pensa di potersi arrogare
tutto il merito (o la colpa) della mia futura vita coniugale.
É
per questo che sta allagando con le sue lacrime la sede del La
Gazzetta da più o meno una settimana, cosa che la renderebbe
anche una tenerissima vecchietta se non avesse approfittato del suo
innocuo aspetto alla Mrs Marple per estorcermi dettagli piccanti
sulla mia vita fra le lenzuola, sotto il naso di Pansy che si è
spanciata dal ridere.
“Come
procede il tuo lavoro?” mi chiede Penelope S.
Mi
aspetta una lunghissima serie di articoli da pubblicare tra pagina
tre e quattro... una sfacchinata! Il che è esattamente quello che
volevo, quello per cui ho fatto tutto questo casino. Suppongo di
esserne felice, anche se devo ammettere (e in effetti devo farlo per
forza visto che Draco era accanto a me e ha cronometrato) che per un
paio di minuti, quando ho ricevuto la proposta a quattro zeri del
Settimanale delle Streghe, ho esitato prima di declinare
l'offerta di unirmi al loro staff. Quando ho respinto l'invito
Malfoy ha tirato un sospiro di sollievo: non certo perché gli
importi qualcosa di vedermi scrivere su riviste insulse come Strega
Moderna e A come Hanna (Abbott), ma perché sostiene che
io sia una specie di genio e che dovrei dedicarmi a salvare il mondo
(veramente l'avrei già fatto). Mi piacerebbe credere a tutta questa
genuina profusione di complimenti, ma il suo improvviso interesse per
il C.R.E.P.A. è estremamente sospetto. Penso proprio che Draco stia
solo facendo i suoi interessi, perché, geloso com'è, ha il
sacrosanto terrore che mi appioppino di nuovo incarichi per femme
fatale.
Arid
Lear mi domanda invece
se sono felice e realizzata.
Direi
che sono una donna realizzata e contenta, se non fosse che essendo
rimasta a La Gazzetta ho ancora uno stipendio da fame, quindi
dovrò iniziare a risparmiare a gennaio se voglio fare un regalo di
Natale decente ai due pargoletti in arrivo (entrambe le mamme mi
hanno nominata madrina).
Fare
un lavoro che ti piace non ha prezzo.
Il
mio ragazzo, invece, ha già provveduto a omaggiare i due futuri papà
rispettivamente di un binocolo, per Blaise, e un telescopio, per
Harry. Ho chiesto delucidazioni, perché davvero non capisco in che
modo possano essere utili ad un genitore, e lui ha detto che adesso
“la vedranno solo da lontano”.
Ho
preferito evitare di infierire... mi sembra che la natura sia sia
accanita già abbastanza su quel minuscolo cervello.
Helena
C. vuole sapere se alla fine
c'è il “vissero per sempre felici contenti e pettinati”.
Continuo
a frequentare assiduamente l'estetista, ma se devo lavorare me ne
frego altamente dello stato delle mie unghie o dei miei capelli.
Spero sempre che i peli tornino di moda (sai, l'ultima volta era
all'epoca di Neanderthal) o che almeno migliorino gli incantesimi
analgesici pre-depilazione, ma nel frattempo Ginny mi ha convertito
all'utilizzo della ceretta e delle pinzette per sopracciglia. Lo
faccio per me, per sentirmi bella, non per Draco: è vero che è
biondo, ma sotto la divisa è un orso villoso e ho scoperto che ha
problemi di traspirazione a livello dei piedi. Come vedi, nemmeno lui
è perfetto come credevo, quindi non pretende l'impossibile.
Peccato
che Gin non la pensi affatto come lui, e Penis è anche peggio.
Carissima
Yumi B., no,
non posso darti il numero di Ronald Weasley, purtroppo, e nemmeno una
copia della sua dichiarazione dei redditi (diciamo che la nona
potenza del dieci ci va vicina). Innanzitutto perché il portiere
dei Cannoni non sa usare il telefono (grida come un pazzo e ti
sfonderebbe i timpani!!!) e poi perché al momento è in ritiro da
qualche parte dell'Asia. Altrimenti figurati, se non ci si aiuta fra
ragazze...
Giò
D., per il momento sono un tantino presa da altre
piccole questioni (tipo i lupi mannari, la foresta pluviale e il buco
dell'ozono), poi chissà, magari mi dedicherò di nuovo a qualche
rubrica strampalata.
Nel
frattempo, colmerò la mancanza di scemenza nella mia vita
dedicandomi a qualcosa di più squisitamente pratico: vorrei
combinare un appuntamento tra Pansy e Neville. Secondo me hanno del
potenziale.
Hermione
Jean Granger
(un giorno in Malfoy... forse)
P.S.
Carissima Laura
P. davvero non
capisco il motivo del tuo rimprovero circa l'“aggiornare
ogni morte di papa”. E lo giuro, i calzini di Hello Kitty rosa
con gli strass e i cuoricini non li ho comprati io: erano un regalo
di Lavanda (e di chi sennò???).
***
Fine!!!Ve
lo avevo detto che l'epilogo era breve...
Ho
dubitato fino all'ultimo: scriverlo o non scriverlo, lasciando tutto
alla vostra immaginazione?
Beh,
alla fine ho scritto, e questo è quanto. E' un epilogo un po'
“diverso” dal solito...
Note:
-
Come
alcuni fra voi avranno senz'altro notato, per i nomi di
alcune lettrici di Hermione ho “preso in prestito” quelli di
alcune ragazze che hanno lasciato recensioni alla storia.
Fondamentalmente ho preso quelli che più si avvicinavano a nome +
cognome di persona, con qualche eccezione... Spero che nessuno si
senta offeso o ci rimanga male, ma davvero non potevo mettere tutti,
e la scelta è stata CASUALE e NON dettata da criteri come
“preferisco questa recensione a quest'altra” o “questo utente
mi ha lasciato più recensioni di quest'altro”, assolutamente. Ho
letto e apprezzato tutto quello che mi avete detto, scritto e
consigliato, senza eccezioni. Ovviamente molti di quei nomi li ho
modificati, ma credo che i proprietari non avranno difficoltà a
riconoscersi!!!
-
Anche
per alcune domande mi sono rifatta alle recensioni... spero
di aver soddisfatto un po' delle vostre curiosità
E
come sempre grazie a Valengel... dai, sposiamoci anche noi!!!
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