Because of..THE NET! di thecarnival (/viewuser.php?uid=111714)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PRIMO CAPITOLO ***
Capitolo 2: *** SECONDO CAPITOLO. ***
Capitolo 3: *** TERZO CAPITOLO. ***
Capitolo 4: *** QUARTO CAPITOLO. ***
Capitolo 5: *** ULTIMO CAPITOLO. ***
Capitolo 1 *** PRIMO CAPITOLO ***
Because
of.. THE NET!
Ciao
a tutte.. so che è tardi, ma avevo voglia di postare e
quindi eccomi qui! Allora questa non è una OS, e neanche una
long.. ma semplicemente una mini-fic.. Che vede come
protagonista una ragazza, Meredith Spurce di 22 anni, e un noto
personaggio famoso. Che non vi dico qui.. lo scoprirete solo se
leggerete il capitolo. E' un'idea piuttosto semplice, che mi
è venuta stando su internet! xD
Spero vi piaccia.. buona lettura.. e alla prossima.
PRIMO CAPITOLO
Allora,
NOME: Mered..
Ma devo
scrivere il nome per intero o va bene anche il soprannome? Credo che
voglia il nome per intero! Ok.
NOME: Meredith COGNOME: Spurce
EMAIL: meandonlyme@ gmail.com PASSWORD..la solita. Ok, fatto. Email di
conferma. E che palle, conferma a destra, conferma a sinistra, se
sono io che mi iscrivo che cavolo mi devo confermare a fare?
-Meredith, puoi
scendere per favore? E' arrivato tuo padre e siamo già a
tavola.
Aspettiamo solo te.
-Merda... SI SI
ARRIVO.
Chiusi il mio
portatile, per evitare che quel cretino di mio fratello spiasse gli
affari miei, ed uscii dalla mia camera. Ci misi un po' ad arrivare in
cucina, non perchè fossi lenta, ma per la lontananza delle
due
stanze. Casa mia era enorme, e come non esserlo, i miei genitori
erano stra-ricchi. Mio padre si occupava di non so cosa in una famosa
compagnia di computer. E mia madre... beh, lei se la spassava con i
suoi alunni del Los Angeles City College. Insegnava Arte. Una materia
prettamente inutile, ma intanto era super pagata per farlo. Non
andavo molto d'accordo con mia madre, forse perchè era
così
attaccata ai soldi, era così materiale. E poi pensava troppo
all'aspetto fisico. Ok, ok. Vivevo a Los Angeles, come non esserlo, e
poi anche io mi curavo, andavo in palestra, mangiavo sano -non
troppo, perchè mi concedevo le mie schifezze- e praticavo
tanto
sport, nello specifico.. tanto sesso!
-Alla buon ora Mer.
-Scusa tanto se mi
avete relegato in mansarda e per scendere devo fare due piani di
scale.- Le risposi sedendomi a tavola, e sporgendomi verso mio padre,
per baciarlo sulla guancia. Non lo vedevo da tre settimane, dato che
stavo via per l'università. Ebbene sì. Anche io
frequentavo il
college. E menomale. Pensate se avessi dovuto vivere in quella casa
insieme alla vipera di mia madre, e l'idiota di mio fratello.
Che poi di solito
le mie amiche non mi credevano quando parlavo del carattere di mia
madre. Per rendere meglio l'idea l'avevo sempre paragonata alla
mamma di Marissa Cooper. Avete presente? Quella di O.C... l'idiota
che si scopava mezzo cast e alla fine moriva. Ecco, sua madre.. Che
beh, era uguale alla figlia, tranne che per la morte finale! Mia
madre e Julie Cooper..erano uguali. Due vipere, speravo solo che lei
non si facesse i suoi alunni, perchè mio padre l'avrebbe
buttata
fuori di casa, da Los Angeles, e penso dall'America stessa. Avrebbe
firmato un accordo con Obama per non farle mettere piede in nessuno
stato Americano. Si può dire “Stato
Americano”? No perchè io
non ero mai stata brava in geografia, e non avevo mai capito una
mazza di tutto sto casino di stati e starelli.. ma poi che importa.
Volemose bene no?
-Accidenti
Meredith, ma che diavolo hai oggi?- Mia madre mi
richiamò,urlando
così forte da attirare la mia completa, e totale attenzione.
-Stavo
dicendo, quand'è che ritorni al campus?-
-Ti serve
qualcosa?- Le risposi addentando un pezzo di carne arrosto con le
mani. Odiava il fatto che lo facessi.. ergo, continuavo a farlo.
-Non ti sopporto
quando mangi come un maschiaccio. Neanche fossimo in quei
self-service da quattro soldi.-
-Si chiama Mc
Donald's mamma.. E se avessi avuto l'idea geniale che hanno avuto
quei fratelli lì sarei miliardario come loro-
-Wow, sai la storia
di come è nato il Mc Donald's?- Ero davvero stupita di
quest'ultima
conoscenza di mio fratello..
-Stai zitta Mer, o
dico a papà quello che hai fatto oggi-
-E cos'è che avrei
fatto oggi?- Lo sfidai, anche perchè non avevo fatto nulla,
ero
proprio curiosa di sentire l'enorme balla che si sarebbe inventato.
-Ti sei fatto
accompagnare dal quel fattone di John, anche se papà te
l'aveva
proibito- Vidi mio padre guardarmi truce e mia madre ridere sotto i
baffi. L'odiavo quando facevano così. Poteva mia madre,
almeno per
una volta, essere mia complice? E quella testa di broccolo di mio
fratello, poteva farsi gli affari suoi?
-Non era John.
Papà, non lo ascoltare. Era un mio compagno di corso, si
chiama...
Marcus. Ed è un ragazzo per bene-
-Non è vero. Ho
anche le prove.. ho visto su internet che vuole vendere la sua auto,
ho confrontato le due targhe e sono le stesse. Quindi o è
lui, o è
il fratello gemello.- Avrei voluto tanto ucciderlo. Anzi, prima
torturarlo, farlo soffrire così tanto da fargli implorare
pietà.
-Mi hai mentito..
Meredith. Come hai potuto..-
-Papà mi dispiace.
Tu non conosci quel ragazzo, è gentile, buono, bello.-
-Non studia, non
lavora, non ha un soldo e si droga.-
-Ma è successo
solo una volta, e sarà capitato anche a voi, da giovani.
Siamo a Los
Angeles, lo fanno tutti..- Magari questo non avrei dovuto dirlo. Mio
padre si alzò, e per poco non lanciò la sedia, in
aria. Mi puntò
il dito contro, minacciandomi.
-Non voglio che tu
veda più quel ragazzo, se lo farai ancora la tua vita
sarà..
finita. Tornerai a vivere qui con noi.- A malincuore dovetti
accettare le sue condizioni, e dopo aver finito di mangiare, corsi in
camera. Non avevo certo intenzione di stare un altro minuto con loro,
soprattutto con quel coglione di mio fratello.
Dio quanto lo
odiavo. Doveva essere stato, sicuramente, adottato. O forse quella
proveniente da un'altra famiglia, ero io. Non c'entravo nulla con
loro. Non capivo nulla di computer, e mio padre era un genio in
quell'ambito. Odiavo l'arte e non avevo un minimo di fantasia, cosa
che aveva mia madre.. e beh, Sam era davvero qualcosa di
indescrivibile. Un abominio.
Avevo solo due
passioni, forse tre. Scrivere, cantare, e la fotografia. Non che
fossi brava, ma mi piaceva scrivere tutto ciò che mi passava
per la
testa. Fotografare i volti della gente.. anche nelle posizioni
più
strambe, e non usavo una macchina professionale, mi bastava anche una
di quelle compatte. Insomma, più che avere la passione della
fotografia, avevo la fissazione per i ricordi. Il canto? Mh. Oltre a
farlo sotto la doccia, avevo un gruppo, formato il primo anno di
college con alcuni compagni di corso, e da quel giorno, ogni
giovedì
sera, ci esibivamo in un locale vicino al campus. Non che venissimo
pagati chissà quanto, ma lo facevamo per il piacere di
suonare, di
stare insieme, e di esprimerci con la nostra musica.
Mi
rimisi al pc,
per controllare quella cavolo di iscrizione su twitter. Avevo
già un
account su facebook, ma i componenti del mio gruppo, avevano detto,
che dovevamo averne e anche uno su un altro social network, o non
saremmo mai diventati famosi. Quindi, prima dovevo registrarmi a nome
mio. E poi.. crearne un altro a nome della band. Una noia mortale,
eppure loro lo sapevano che non ero un genio informatico.
Mi collegai
contemporaneamente su Facebook, per controllare gli ultimi
avvenimenti nel mondo, e nello stesso tempo, sceglievo i colori per
il nuovo profilo su Twitter, ero indecisa per il celeste, blu e
viola. Ma era carino anche il giallo con le foglie bianche. O forse
era arancione, e non giallo.. insomma un colore non molto indefinito.
Uuuuh, una richiesta di amicizia!
Qualcuno su
facebook voleva
aggiungermi, e quando lessi il nome scoppiai a ridere.
Ian
Somerhalder. Il bellissimo Ian, vorrebbe aggiungere me?
Quasi piansi per le
troppe risate. Accettai ugualmente, volevo vedere dove volesse
arrivare questo tizio. Prima di tutto guardai le sue foto, ed erano
quelle che i gruppi ufficiali, o i gruppi creati dalle fan,
pubblicavano continuamente. Nessuna foto personale.
Era
sicuramente un fake. Mi contattò subito dopo, dicendo che mi
aveva
aggiunto perchè mi aveva visto tra i suggerimenti di
facebook e mi
aveva trovata carina.
Lo eliminai dai contatti, e mi dedicai al
mio nuovo account su twitter. Iniziava la mia nuova carriera da
stalker. Mi misi a seguire, dapprima i miei amici, successivamente
tutti i cantanti per cui impazzivo, e poi mi ricordai degli attori...
E mi venne in mente un'idea brillante. IAN SOMERHALDER.
Prima
cliccai su “follow” e poi gli mandai un tweet,
dicendogli che su
facebook c'era un tizio che si spacciava per lui, ed andava a
rimorchiare le ragazze. E che se fossi stato in lui avrei fatto
qualcosa, per evitare un'enorme fila di ragazzine pronte ad
aspettarlo per uscire.
Notando la tarda
ora che si era fatta, spensi il pc ed andai a letto. Era incredibile
come trascorresse velocemente il tempo quando non facevo nulla.
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Capitolo 2 *** SECONDO CAPITOLO. ***
Because
of...THE NET!
Macciao!
Questa settimana è proprio volata.. o.O Bene, non mi dilungo
in chiacchiere.. vi lascio al Meredith ed alla sua compagna di stanza!
;) BACIIIIII!
SECONDO
CAPITOLO.
Avevo
trascorso il
fine settimana più deprimente di tutta la mia vita. Andando
a delle
stupide feste con i miei genitori. Solo noi tre, dato che mio
fratello era partito per andare a New York. Non che fosse una cosa
negativa, ma di solito, in quelle noiosissime feste, andavamo
d'accordo, ci ubriacavamo insieme e magari riuscivamo anche a
scroccare qualche sigaretta da altri ospiti. Ma questa volta no.
Dovetti subire tutte le inutili tiritere delle amiche di mia madre,
su quanto fossi bella, magra, intelligente.
“Oh,
Mayra, deve essere una
soddisfazione averla come figlia”
“Si
Samantha non immagini nemmeno.
E' un modello da seguire”
Mi
sarei voluta
sparare in bocca, in modo da far volare tutti i pezzettini del mio
cervello in aria e sugli abiti super costosi ed eleganti degli
invitati. Però, dopo la mia morte, dovevo uscire dal mio
corpo,
stile il film Ghost, e godermi la scena, sarebbe stato molto
divertente.
Per
fortuna, però,
ero tornata al campus, quindi, era ricominciata la mia vita. Lezioni,
studio, prove con il gruppo, feste, alcool, e sesso. Beh, questo
forse dovevo toglierlo dalla lista, dato che mio padre mi aveva
proibito di vedere John.
Maledetto Sam. Sì, il nome di mio
fratello era Sam, diminuitivo di Samuel.. Era tre anni più
piccolo
di me, aveva perso un anno al liceo, sarebbe dovuto entrare al primo
anno di college.. ma parlando con i miei genitori, era arrivato alla
conclusione, che era troppo cretino per studiare, quindi.. pensava di
trasferirsi a New York. Lavorare lì come qualcosa, forse
cameriere
all'inizio, e poi realizzare il suo grande sogno. Nessuno sapeva di
che sogno si trattasse, ma tutti gli avevamo detto che di solito,
ogni essere vivente, per avverare il suo più grande
desiderio, si
era trasferito a Los Angeles. E lui invece, stava facendo il
contrario. Contento lui.
Studiavo
in uno dei tanti college di Los Angeles, uno dei tanti college
chiamato Berkeley. Niente di speciale.. un enorme edificio situato in
mezzo al verde, sulle colline di Oakland di fronte alla
Baia
di San Francisco. Adoravo quel posto, profumava di fiori, alberi,
natura. Il mio habitat. E poi era lontana da casa, quindi meglio di
così, si moriva. Condividevo la camera con Annalyne, o
meglio detta
Anne.. la batterista della band. Una pazza scatenata. Capelli
corvini corti, occhi azzurro cielo. Magra da far paura, ma con una
forza allucinante. Ed era incredibilmente brava. Muoveva le bacchette
con una velocità assurda, per non parlare della sua
musicalità. Era
la migliore, in fondo era lei che aveva messo insieme il gruppo, e
che ci teneva uniti nonostante i piccoli litigi. Poi c'era il suo
fidanzato, Andrew, simpatico e piuttosto carino. Un genio con la
chitarra, sia elettrica che classica, aveva anche una bella voce,
ecco perchè, ogni tanto, duettavamo insieme. Con loro due
andavo
molto più d'accordo rispetto che con Christine e con Morgan.
Sorelle
gemelle, suonavano rispettivamente il basso e la tastiera. All'inizio
era impossibile distinguerle.. poi capii cos'è che le
differenziava.
Oltre il neo che aveva Christy sopra il labbro superiore, quasi
invisibile, e il colore dei capelli. Una neri e l'altra castano
scuro. Ok, differenze inutili, ma loro lo sottolineavano mille volte
al giorno.. Insomma la differenza sostanziale stava nel carattere.
Morgan, era insopportabile. Avete presente le cheerleader fighette
dei film o telefilm? Quelle super belle, super magre, super stronze,
e super idiote? Esatto. Lei era una di quelle. Solo che invece di
essere bionda, era mora.. scusate, castano scuro. E non era tanto
idiota, aveva degli ottimi voti, ed era piuttosto brava con la
tastiera. Ma non la sopportavo lo stesso.. andava d'accordo con mia
madre. E come non farlo, se avevano lo stesso carattere?Christine era
più normale, meno insopportabile, meno stupida. Anche lei,
un
talento nel suonare il basso. Insomma, eravamo una band super
talentuosa, con la voglia di sfondare, di diventare famosi, e di far
conoscere al mondo le nostre idee, attraverso la nostra musica.
-E'
tornata la principessina di Los
Angeles..- Ero sdraiata sul mio letto, intenta a leggere gli appunti
delle lezione di quel giorno, quando Anne era entrata in stanza,
lanciando la sua roba per terra, e lanciandosi su di me. -Mi sei
mancata tantissimo.. Ed io, dimmi un po', ti sono mancata?-
-Sì.
Tanto quanto l'aria in questo
istante..- Per fortuna si tolse, prima che morissi per asfissia.. E
ridendo si stese al mio fianco, cominciando a farmi il terzo grado
sul mio fine settimana. -Ti avrò detto un centinaio di
volte, che
quando torno a casa non esco mai-
-Ma
vivi a Los Angeles, la patria della
gente famosa.. Perchè ti ostini a non uscire?-
-Perchè
tutti i miei amici studiano in
altre città, ed io sono l'unica che ogni tre fine settimana
torna a
casa.-
-La
prossima volta vengo con te, ed
andiamo a caccia di vip.-
-Sì
come no. Sai che le mie cugine,
che vivono a Forks ne hanno incontrato uno, ed escono con lui..
cioè,
sono amici.. perchè lui si è fidanzato con una
loro amica..-
-Forks?
Quella schifezza di paesino
dove piove sempre vicino Washington?- Mi chiese, sbalordita...poi si
fece pensierosa, segno che stava architettando qualcosa.. -E chi
sarebbe costui?-
-Il
pianista.. Edward Cullen. Lo hai
sentito nominare no?- Annuì con la testa.. -Il punto
è che, c'è
più probabilità di incontrare qualcuno di famoso
e importante fuori
di qui, che a Los Angeles stesso.-
-E
va beh, ma tu mica sei a Los Angeles
in questo momento..- Assottigliai lo sguardo.. -Infatti hai appena
incontrato me.. La batterista più brava e famosa di tutti i
tempi!-
Scoppiai
a ridere, seguita a ruota da
lei, e la buttai giù dal mio letto, mandandola a quel paese.
Il
tempo di studiare era finito, anche
perchè, con lei in camera, era impossibile farlo.. e
così mi misi
al pc, controllando email, collegandomi su facebook e poi anche su
twitter. Dovevo portare avanti la mia nuova professione.. La stalker
no?
Leggevo
i tweet dei miei follower,
quando mi resi conto di avere un messaggio privato. Cominciavo
proprio bene..
Chissà
da quanto tempo è lì.
Magari è un qualcosa di benvenuto e io me ne accorgo solo
dopo
quattro giorni. Io e la tecnologia.. sorelle..! Sorrisi
scuotendo la testa ed aprii la busta, restando paralizzata.
Se
è uno
scherzo, non è per niente divertente..Davanti i
miei occhi, un
messaggio privato di Ian Somerhalder. Diceva che non era lui su
facebook e che era davvero un fake, che mi ringraziava per averlo
avvertito, ero stata molto gentile.. e furba a non cascarci. Che
questa volta dovevo crederlo, perchè era davvero lui, e che,
contatto vero o falso su facebook, inviti a cena o no.. la fila di
ragazzine a voler uscire con lui ce le aveva ugualmente.. Ovviamente
c'era una risata a finire il messaggio, oltre a “Kisses,
Ian.”
Non so quante volte lo rilessi. Mi sentivo come una bimba
dell'asilo che veniva guardata per la prima volta da un bel bambino
con gli occhi grandi. Mh, in effetti era successo a me.. quindi la
cretina che si emozionava per niente, ero io?
-Dovresti
scrivergli qualcosa- Avevo fatto leggere il messaggio ad Anne ed
Andrew, e proprio lui era convinto che dovevo rispondergli.. -Dai,
non guardarmi così.. Rifletti, lui è un attore
famoso, con mille
impegni. E' normale,che della gente stupida costruisca dei falsi
account a suo nome. Tu hai fatto bene a dirglielo, ma, in fin dei
conti, a lui che gliene fregava di risponderti?-
Cominciai
ad
arricciarmi i capelli con il dito.. mio tipico vizio di quando ero
nervosa, o sotto esame, o al centro dell'attenzione. Esattamente come
in quel momento.
-Io
sono d'accordo
con Drew. Se l'ha fatto.. se ti ha risposto, ci sarà un
motivo..-
-Si..
perchè ha
visto la mia foto e si è innamorato di me. Dai ragazzi,
smettetela.
Queste cose accadono solo nei film, e io, sto per caso recitando in
un film? No perchè in quel caso, non avrei questo naso..
avrei le
tette più grosse.. molto più grosse, anche una
seconda mi andrebbe
bene. E soprattutto, non avrei una madre come la mia..-
-Ma
potresti avere
una Julie Cooper..- Anne, lo disse in tono così strano, che
mi fece
scoppiare a ridere, e subito dopo lo fece anche Drew. Mentre lei ci
guardava stralunata, chiedendoci cosa avesse detto di così
tanto
strano.
Il
momento di
ilarità finì subito dopo, perchè
dovevamo andare alle prove del
gruppo, così mi fiondai in bagno per cambiarmi, e quando
uscii,
notai i due piccioncini parlare accanto al mio pc, che intanto si
spegneva.
-Cosa
avete
combinato?- Chiesi mentre raccoglievo le mie cose da mettere in
borsa..
-Niente,
abbiamo
spento il pc, e ci scambiavamo parole d'amore durante la tua
attesa..- Drew sorrise, e Anne lo abbracciò...assottigliai
lo
sguardo.. -Questi jeans ti fanno un bel culo..-
-Ah,
grazi..-
Sorrisi.. -EHI! Non distrarmi. E poi dovresti guardare quello della
tua fidanzata, non il mio..-
-Ma
io guardo il
culo di tutte le ragazze che mi stanno davanti, per poi dire alla mia
piccola Anne, che il suo è il migliore..-
Ovviamente
non era
scusa che poteva reggere, ma mi fece ridere, e per fortuna fece
ridere anche la mia amica / compagna di stanza.
In
sala prove,
c'erano già le due gemelle del destino. Morgan si sgranchiva
le dita
sulla tastiera.. e Christy collegava il basso alla cassa. Ci scusammo
per il ritardo, per fortuna non dissero nulla, per una volta loro
erano state puntuali, e noi.. no.
Dopo
aver accordato
gli strumenti, e sistemato tutto, microfoni compresi. Iniziammo le
prove.
Cantare
mi faceva
stare bene. Mi liberava da ogni preoccupazione. Quell'oretta sul
palco era la mia ora di libertà.. potevo fare tutto quello
che
volevo. Saltare, ballare, sedermi per terra, o prendere uno sgabello.
Correre su e giù per raggiungere ogni componente. Non ero me
stessa,
o forse ero più me stessa di quanto non lo fossi normalmente.
@MeredithSp.
AHHAAHA io non sono un pallone gonfiato, sono solo realista!! xD xD
Più
guardavo il
tweet e più cercavo di capire.. COME DIAVOLO C'ERA
FINITO SUL MIO
PROFILO UN TWEET DI RISPOSTA DI IAN? E poi fu come rivivere
un
flashback. Quei due cretini, in piedi accanto al mio pc che si
spegneva. Erano stati loro. Avevano scritto loro. E lui mi aveva
risposto con tanto di risata. Ok, questo era semplicemente un altro
account falso..
No,
no. Ragiona Mer. Pubblica foto
di continuo, scattate dal suo cellulare, non essere pazza e paranoica
come il tuo solito e fare la figura della pirla. Quindi, ricorda la
regola delle due RR.
Respira e rilassati.
-Respira
e
rilassati.
Gli
mandai un
messaggio privato, perchè sputtanarlo, o meglio, rendermi
ridicola
agli occhi di tutto il mondo, non mi sembrava giusto. Gli scrissi
semplicemente, che se quello era uno scherzo, cioè, se lui
non era
il vero Ian, e quello era tutto uno scherzo, era davvero di pessimo
gusto.
E
fu incredibile la
risposta che mi arrivò solo dopo 1 minuto.
“Meredith, sono il
vero Ian. E non capisco perchè ti ostini a non
credermi.”
“Perchè
è
impossibile che tu stia parlando con me”
“Ma
io sono un
essere umano, esattamente come te, che cosa c'è di
strano..”
“Tu
sei Ian Somerhalder.. Attore.. modello..”
“E tu sei Meredith
Spurce.. Scrittrice, fotografa ed aspirante cantante. Mi sembra che
tu sia più famosa di me. xD”
-Che
fai?- Anne si
avvicinò con il suo solito passo allegro, ovvero quasi
saltellando,
e con il sorriso stampato sul viso. Sorriso che si tramutò
in urlo
non appena lesse le parole scritte sullo schermo del mio pc. Io,
invece, ero sconvolta. Non sapevo che fare. -Continua a rispondere..
Mer, non fare la stupida, CAZZO!- Mi lanciò un'occhiataccia,
e
scrisse lei al posto mio..
“Hai
ragione.. xD
Dovresti essere meravigliato e lusingato.. ti sto rivolgendo parola!
Ho così tanti impegni qui a LA, da trovare il tempo di
parlare con
te..”
“Aspetta,
sei di
LA?”
-Ti
odio.- Glielo
dissi, mentre le davo un pugno sul braccio.. le sarebbe spuntato un
livido, ma non mi importava, e di certo non importava a lei. Era
così
contenta di farmi parlare con Ian.. -Hai per caso intenzione di farmi
uscire con lui?-
-Sì..
non sono un
genio?-
-No
che non lo
sei.. Quello è... OK MEREDITH RILASSATI E RESPIRA.. Anne, io
non
voglio uscire con lui..-
-Si
invece, avete
appuntamento sabato.-
-Coooooooooooooooooooooooooosa?-
**************************
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è il mio contatto.
Thecarnival
epf.
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Capitolo 3 *** TERZO CAPITOLO. ***
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me, sulle storie fino ad adesso pubblicate. Fateci un salto, e se vi va
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TERZO
CAPITOLO.
Mi
ero fatta
ripetere mille volte com'era andata la conversazione, anche se avevo
letto i messaggi.
Lei aveva risposto che ero di LA, e lui,a sua
volta, aveva scritto -testuale- “Se non sono troppo
invadente, ti
andrebbe di prendere un caffè insieme? Preferirei in un
posto,
piuttosto isolato.. lontano da fotografi e ragazzine urlanti”
Ed, ovviamente, Anne, aveva risposto che mi andava bene, prima aveva
titubato un po'... e poi aveva detto di sì. E
così avevamo
appuntamento al pub vicino l'università. Un posto
tranquillo,
lontano dai fotografi, ma non tanto lontano dalle ragazzine urlanti,
per fortuna era sabato pomeriggio, e tutti erano in giro a fare
shopping a LA, o nel centro città.
Ero
nervosa da
morire, come se fosse il mio primo appuntamento in assoluto, invece
era una semplice uscita con Ian Somerhalder. Un attore famoso...
famoso... che recitava in uno dei miei telefilm preferiti.
-Sto
per morire.-
Dissi uscendo dal bagno, con un asciugamano in testa ed una attorno
al corpo. Anne, aveva già preparato i vestiti, e li aveva
messi sul
letto.. -Tu sei pazza. Non metterò mai quel mini abito, e
quei
tacchi. E' sabato, ma è pur sempre pomeriggio, voglio essere
comoda.. sono già nervosa di mio, voglio almeno sentirmi a
mio
agio...- Presi così dei jeans, i miei preferiti, i miei
portafortuna, una maglia bianca a maniche lunghe, e la giacca grigia,
abbinata alle converse e alla borsa tracolla.
Mi
truccai
leggermente, solo un po' di cipria, un filo di ombretto grigio e
mascara. I capelli, naturali come sempre, solo che Anne aveva
insistito per lisciarmi il ciuffo, e dovetti, per forza, ubbidire.
Stavo per uscire di
casa, ancora più nervosa di prima.
-Ehi
Mer..- Mi
lanciò un cappello.. -Mettilo, l'altra sera eri bellissima,
ti da un
tocco in più.
Lo indossai, e
corsi per lungo il corridoio, era tardi e non volevo arrivare in
ritardo all'appuntamento.
Oddio,
tra qualche minuto sarò con
Ian. Muoio.. Cazzo Mer, stai almeno attenta alla strada.
Per
un pelo,
un'auto non mi aveva messa sotto, mi scusai, ed attraversai la
strada, arrivando al bar/pub, luogo del fatidico incontro. Presi ad
attorcigliarmi i capelli, mentre mi guardavo intorno, e non vedendo
nessuno di familiare mi sedetti al mio tavolino preferito. Mi misi a
sfogliare il menu, abbastanza svogliata.. Lo sapevo che si
trattava solo di uno scherzo. Maledetta io che ci casco, e maledetta
Anne, che mi combina queste cose! Un rumore di una sedia che
si
spostava mi fece risvegliare dai miei pensieri.. Alzai lo sguardo.
Porco cazzo! Lo so, i miei pensieri erano piuttosto
indecenti, ma
trovandosi davanti una bellezza del genere, una cosa poteva pensare?
-Dimmi
che non ho
sbagliato, e che adesso non ti metterai ad urlare..- Risi scuotendo
la testa, facendogli capire che non aveva sbagliato.
-Sono Meredith.. ma
puoi chiamarmi Mer.-
-Ian.- E mi
sorrise. Esattamente come sorrideva in tv. Il mio cuore poteva
accelerare e decelerare così tanto, solo per un suo sorriso
o un
solo sguardo? Non sapevo cos'altro dire.. quali erano gli argomenti
di cui discutere con una star come lui? Quella dei miei sogni..
-Allora, prendiamo questo caffè?- Annuii.. Dio, se ero in
imbarazzo.
Dovevo dire qualcosa o mi avrebbe presa per stupida.
-Allora.. tu...
cioè.. D'accordo, io non so cosa dire, perchè mi
intimorisci, mi
metti in imbarazzo..questa situazione è piuttosto
imbarazzante! Sto
prendendo un caffè, con te... e mi sembra una cosa
così.. WOW è
assurdo. Ed io sto parlando troppo- Mi zittii immediatamente, notando
la sua espressione sconvolta, ed immediatamente dopo, divertita. Si
mise a ridere, ed io l'avrei strozzato. Non c'era nulla da ridere, io
mi sarei sparata in bocca, come in quella festa con i miei genitori..
ricordate?
-Stai tranquilla..
non mordo né divoro persone. Non nella realtà
almeno.- Si passò la
lingua sui denti, e dopo me li mostrò, come se volesse
mettermi
paura, di tutta risposta risi, e lui con me.
Cominciammo a
parlare di più e del meno. Della mia famiglia, del college,
di
quello che avrei voluto fare dopo la laurea. Delle mie passioni.. mi
chiese addirittura quand'è che suonavo con il mio gruppo,
perchè
voleva venire a sentirmi. Risposi sincera, ma lo pregai di non
venire, o mi sarebbe venuta una sottospecie di ansia da prestazione e
mi sarei esibita da schifo.
Trascorsi le due ore tra le più belle
della mia vita, non mi resi neanche conto del tempo che passava.
Stare con lui era terapeutico.. Lui stesso metteva di buon umore.
-E' stato un
piacere conoscerti, Mer..- Mi sorrise, alzando solo la parte destra
della bocca. Proprio come nelle foto.. Dovevo togliermi dalla testa
che lui era Ian, e dovevo pensarlo come un ragazzo assolutamente
normale.. perchè non potevo incantarmi come una
rincitrullita per
ogni suo movimento, per ogni minima cosa che faceva..
-Oh, figurati per
me..- I miei capelli non ne potevano più.. Si
avvicinò, prendendomi
per mano, in modo da tirarmi a lui, e mi abbracciò
leggermente,
lasciandomi un bacio sulla guancia.
Le sue labbra sulla
mia guancia sinistra mi fecero impazzire.
Una sorta di
slow-motion, la sua mano che prendeva la mia per attirami a
sé, il
suo braccio destro che mi circondava e la mano poggiata sulla mia
schiena.. ed infine le sue labbra che dolcemente e sensualmente
baciavano la mia guancia.
Chiusi gli occhi
assaporando meglio quel momento, per fortuna non si accorse di nulla,
perchè li riaprii subito. Giusto in tempo per vederlo
rimettersi
dritto e sistemarsi il cappello. Dio, se era bello.
-A presto- Rifece
quel sorriso, e si allontanò salutandomi con la mano.
E il mio cervello,
i miei occhi, andarono via insieme a lui..Lasciandomi sola con i miei
pensieri più impuri.
Guardavo
la puntata
de “The vampire diaries”.. certo che vederlo di
persona, e poi
vederlo recitare, faceva uno strano effetto. Ero intenta a guardare,
questa nuova serie era ancora più bella delle precedenti..
fui però
interrotta dall'arrivo di Drew ed Anne. Avevano smesso di farmi
domande su Ian, anche perchè glielo avevo proibito. Lui non
si era
fatto sentire dopo quel sabato, ed erano passate due settimane,
ovviamente non gli interessavo, e come potevo? Lui era lui, ed io ero
io. Per quanto potessi essere una bella ragazza, perchè lo
ero, lui
era decisamente mille volte, facciamo dieci mila volte, migliore di
me. Non ero depressa, non ce n'era motivo. Sapevo che sarebbe andata
a finire così, e mi andava bene, mi facevo bastare quel solo
caffè
con lui. E quel meraviglioso bacio sulla guancia.
-Perchè guardi
ancora questa schifezza? Soprattutto se c'è lui..-
-Primo non è una
schifezza..- Dissi mettendo la pausa, dovevo guardare la puntata
sempre con un giorno di ritardo, su uno dei tanti link in streaming
che c'erano sui blog, dato che il giovedì suonavamo al pub,
e
perdevo la diretta. -Secondo, la guardo soprattutto perchè
c'è
lui..- Misi play, e continuai a guardare, chiedendo a quei due, di
fare silenzio. Arrivai alla fine della puntata.. Damon ed Elena in
camera di lei.. la musica di sottofondo. Era esattamente come quando
lui le aveva detto di amarla, prima di cancellarle la memoria, ed era
tutto così romantico, avevo un sorriso ebete stampato in
viso, che
non riuscivo a togliermi. Mi sentivo una vecchia rincitrullita.
Forse era merito
suo.. dei suoi occhi, del suo muovere così velocemente e
sensualmente le labbra per parlare. Della sua postura rigida, per
interpretare quel ruolo.
Era bravo, non
c'era dubbio. Era bello.. era assodato.
“Sì,
mi preoccupo per te. Perchè
hai bisogno di sentirmelo dire?”
“Perchè quando trascinerò via
dall'orlo del precipizio mio fratello e te lo riporterò,
voglio che
tu ricordi quello che hai provato mentre lui non c'era”
Ed io ero cotta di
lui.. era ovvio.
Condivisi su
Twitter la canzone, che aveva fatto da sottofondo a quella scena,
insieme ad un mio commento sull'episodio. Continuai a cazzeggiare su
internet, e quando tornai a guardare la pagina di Twitter vidi che
lui mi aveva risposto. Dovevo smettere di sorridere.
SMETTERE
DI SORRIDERE.
Ohhh ma era impossibile. Diceva che era contento del
fatto che io fossi innamorata di Damon.. e anche lui pensava che
Elena fosse stupida a stare ancora dietro a Stefan!
Spensi il pc.
Quello che dovevo fare era togliermelo dalla testa, e l'unico modo
per farlo era stare lontano dal mio portatile. Ecco perchè,
lo
spensi, e lo diedi ad Anne, chiedendole di mettere una password, in
modo da non poterlo usare.
All'inizio fu
abbastanza difficile, non sapevo cosa fare nei miei momenti liberi,
ma poi mi abituai all'assenza di quei maledetti social network.
Ricominciai a fare jogging al parco, finii di leggere i libri che
avevo iniziato l'estate, e soprattutto studiavo molto di
più. Certo,
pensavo a cosa potesse fare Ian, alle foto che potesse pubblicare, ma
poi cercavo di non pensarci, studiando, o correndo, o cantando.
Insomma, cercavo di tenermi il più occupata possibile, e
tutto
andava bene, o almeno, tutto sarebbe andato bene, se solo lui non
avesse rotto il mio equilibrio.. per la seconda volta.
SET
ABITI MEREDITH:
Ma buonasera -buon
pomeriggio- bellezze! Avete appena letto il TERZO capitolo di questa
mini-fic, allora? Che ne dite? Mi scuso in anticipo per gli errori, se
ce ne dovessero essere. Vi ringrazio INFINITAMENTE per aver letto e per
aver recensito (ora rispondo tranquille) SIETE FANTASTICHE E SUPER
GENTILI! Vorrei precisare che Ian è un personaggio
sì famoso, ma è pur sempre frutto della mia
immaginazione, perchè in fondo non lo conosco, quindi devo
inventare il suo modo di essere e di fare.. Mi dispiace se da adesso in
poi le vostre aspettative saranno deluse, o se da qui in poi non
sarà più come vi eravate immaginate.. Io spero
che tutto ciò non accada *-*
Vorrei inoltre
dire, che la storia è composta in tutto da CINQUE (forse
sei) capitoli. Avevo detto che sarebbe stata una MINI-fic, l'idea
è piuttosto semplice ed ovviamente non ha senso dilungarmi
troppo, altrimenti diverrebbe noiosissima xD
Bene, adesso sono
le note ad essere noiose.. ci si sente la prossima settimana e su
FACEBOOK PER GLI SPOILER.
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baci baci.
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Capitolo 4 *** QUARTO CAPITOLO. ***
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QUARTO
CAPITOLO
Eravamo
alla
seconda esibizione.. nel bel mezzo del pezzo, stavo proprio cantando,
quando lo vidi entrare. Jeans scuri, maglia a maniche corte bianca, e
il suo solito cappello. Riuscii a non distrarmi e finii di
pronunciare le parole per terminare la strofa. Mi voltai verso Anne,
che suonava come una pazza, e le feci un cenno. Ma nulla, quella era
intenta a fare il suo assolo. Ripresi per l'ultima strofa e la
canzone, fortunatamente, finì... perchè avevo
proprio bisogno di
una pausa.
-Che succede?
Perchè abbiamo fatto una pausa? Stai male?- Christine era
sempre
così..così.. OPPRIMENTE!
-No Christy, sto..
bene. Più o meno, possiamo solo ricominciare tra 5 minuti?
Prendo
solo una boccata d'aria.-
-Se vuoi la
prossima la canto io.. e tu, vai fuori.- Drew era dolcissimo, ma non
volevo lasciarli soli, e soprattutto non volevo abbandonare il palco
solo perchè avevo paura di esibirmi davanti a lui. E poi non
era
solo paura di esibirmi.. era proprio vederlo dopo tutto questo tempo
che mi mandava nel panico.. Se avevo cercato di disintossicarmi c'era
un motivo, no?
Riprendemmo a
suonare, e seguii il consiglio che mi diede Anne, prima di salire sul
palco, e non facevo altro che ripetermelo di continuo.
Ignoralo, ignoralo, ignoralo,
ignoralo.
Andammo avanti con
i nostri brani, e poi ci dedicammo alle cover. Andrew
aspettò che
tutti finissero di applaudire per parlare..
-Grazie.. a tutti,
siete davvero gentili, e beh, ci avete sopportati fino ad oggi, siamo
davvero contenti- Risero tutti.. -Volevo presentarvi personalmente
questa canzone, è la prima volta che suoniamo, sentirete
solo la
bellissima voce di Meredith..- Non so perchè ma tutti
cominciarono a
fischiare ed applaudire entusiasti. Sorrisi imbarazzata, e il mio
sguardo si posò su Ian, che ascoltava attento..
-Sì, sì lo so, è
brava ed è anche bella..- Lo guardai truce, e lui
continuò..
-Accompagnata dalla chitarra acustica. Speriamo che la canzone vi
piaccia.. A drop in the ocean-
Presi un sospiro,
guardai di sfuggita il bellissimo ragazzo seduto al tavolino di
fronte al palco ed iniziai a cantare.. Con gli occhi chiusi, mi
lasciai trasportare dal suono della chitarra di Drew. Adoravo quella
canzone, quelle parole.. il significato che trasmetteva.
“It's
just a drop
in the ocean
A change in the weather
I was praying that you and
me might end up together
It's like wishing for rain as I stand in
the desert
But I'm holding you closer than most,
Cause you are
my,
Heaven
doesn't seem
far away anymore no no
Heaven doesn't seem far away
Heaven
doesn't seem far away anymore no no
Heaven doesn't seem far away”
Cantai
infine
l'ultima strofa del ritornello, e la canzone finii con due giri di
accordi. L'applauso mi fece sorridere e riaprire gli occhi. Mi alzai,
insieme ad Andrew, dallo sgabello, e dopo esserci inginocchiati e
dopo aver ringraziato, salutammo il pubblico. Era stata la nostra
ultima esibizione.
Ringraziammo ancora
-con il sottofondo di Anne che suonava la batteria- e poi uscimmo
correndo, saltando e salutando. Amavo la nostra uscita.
-E' stato
fantastico, cioè.. voi due siete stati incredibili, e vi
adoro.-
Anne ci abbracciò, seguita dalle gemelle del destino.
Raccolsi la
mia roba, mentre aiutavo i ragazzi a sistemare gli strumenti, e poi
uscii dalle quinte, per andare al bancone e prendere qualcosa da
bere.
-Sei,
straordinaria- Rabbrividii e mi voltai, facendo finta di nulla. -Se
lo avessi saputo, sarei venuto prima.. e, ottima scelta della
canzone.- Sorrise, e sedendosi accanto a me, ordinò da bere.
Mi
sembrava di vivere in una puntata di TVD.
-Grazie.. ma non
dovevi disturbarti.-
-Stai scherzando?-
Bevve un sorso di birra dalla bottiglia, e in quel momento desiderai
essere quella bottiglia.. -Mi sono liberato da tutti i miei impegni,
ed eccomi qua..- Mi passò una birra, facendola scivolare sul
bancone, e l'afferrai prima che cadesse. Bevvi anche io..avevo
bisogno di alcool. -Sei sempre così silenziosa quando
finisci il
concerto?-
-No, di solito no.-
I suoi azzurri, i suoi disarmanti occhi azzurri, mi entrarono dentro.
Mi riempirono e mi svuotarono nello stesso momento.. -Sei tu che mi
fai questo effetto..-
-Dovremmo
rimediare..- Socchiuse gli occhi, e si passò una mano sotto
il
mento, con fare teatrale e pensieroso nello stesso tempo.-Per
esempio, dovresti smetterla di incantarti..-
-E tu questo non
dovresti dirlo, non dovresti neanche notarlo..- Dissi avvicinandomi a
lui.. non l'avevo fatto perchè volevo essere maliziosa, ma
semplicemente per scherzare, e sperai davvero che lui capisse il mio
intento.
-In effetti, anche
io potrei incantarmi con te, se mi provochi in questo modo..-
-Non volevo
provocarti.. Non ci riuscirei mai- E mi allontanai lentamente..
-Non sottovalutarti
Mer..- Fu lui ad avvicinarsi questa volta. Era vicino abbastanza da
riuscire a sentire il profumo del suo respiro.. birra, sigarette e
sesso! Ispirava tantissimo sesso, e altre cose sconce.
-Io non mi
sottovaluto..- Sorrisi, portandomi i capelli solo su un lato.. -So
benissimo di essere una bellissima ragazza.. Ma non sono abbastanza
per te.- Negò con il capo, e la sua mano sinistra prese ad
accarezzarmi il viso. Era tutto così.. emozionante. Non
riuscivo a
smettere di guardare i suoi occhi, ero come attratta.. e più
lo
guardavo più la distanza tra di noi si faceva minima. Era
possibile
vedere il mio riflesso nei suoi bellissimi occhi?
Eravamo così
vicini, troppo vicini.
-Ehi.. ma tu sei
Ian Somerhalder?- Mi allontanai da lui immediatamente, e mi voltai
del tutto verso il bancone, sorseggiando la mia birra. Dovevo
rilassarmi. Avevo i battiti del cuore troppo accelerati, il viso
rosso, ed ero troppo accaldata. Maledetto attore da strapazzo. Non
poteva, oh sì che poteva, ma non DOVEVA farmi assolutamente
quell'effetto. Dovevo rimanere concentrata sulla realtà.
-Cosa stavamo
dicendo?- Girai la testa verso lui, e sorrisi. Come potevo ignorare
le sensazioni che mi procurava? Non era il fatto che fosse famoso,
perchè non me ne importava proprio nulla da quel punto di
vista. Non
ero andata a prendere un caffè con lui per sfruttare la sua
immagine. E neanche il fatto che fosse dannatamente bello.. Stare con
lui, baciarlo, o passarci la notte insieme facendo del bellissimo e
sano sesso, avrebbe significato, non solo morire di infarto, ma
finire direttamente all'inferno. Ma era piuttosto un miscuglio di cose
che mi attraevano così tanto a lui, che mi causavano quegli
scompensi cardiaci ed ormonali.
-Non..- Dovevo
allontanarmi da lui. Dovevo essere seria e matura. Anche baciandolo
cosa avrei concluso? Non sarei andata in giro a vantarmi di aver
baciato un attore famoso. Primo perchè ero una persona
adulta, e
secondo perchè non era da me.. lui non se lo meritava.
Andarci a letto? Ma
in quale mondo, o universo parallelo lui avrebbe voluto fare sesso
con me? Per non parlare di avere una storia seria.. Quindi tutta
quella situazione era inutile.. Certo, potevamo sempre rimanere
amici.. Ma, non potevo essere amica sua. Non in quel momento, non in
quello stato. E soprattutto, non quello strane sensazioni tra il mio
petto e lo stomaco.
-Mer? Tutto ok?-
Vidi, alle sue spalle, che i miei amici si stavano dirigendo verso
l'uscita del locale.
-Io sì, sto bene.
Ma devo andare.- Presi la borsa, e feci per pagare ma me lo
impedì..
-Offro io,
ovviamente.- Lo ringraziai. Dovevo andarmene subito. Sentivo caldo, e
lui mi faceva girare la testa. -Meredith, ho detto o fatto qualcosa
di sbagliato? Un attimo prima stavamo parlando e quello dopo.. eccoci
qui, con te che stai scappando.-
-Non sto
scappando.- Alzò un sopracciglio. I miei amici stavano
andando via,
e non sapevano che dovevano aspettarmi. Dovevo uscire, e correre via,
velocemente, in modo che l'aria fresca mi schiaffeggiasse. Ero
così
stupida.
-Perchè ti faccio
paura?- La porta si era aperta, e il mio cuore stava per scoppiare.
Doveva smetterla di guardami in quel modo. Ma avrei voluto fargli una
foto, in modo da poter conservare per sempre quell'espressione tenera
e dolce che aveva.
-Mi dispiace.. devo
andare..- Perchè allora non riuscivo a muovermi?
Perchè quelle
calamite azzurre mi tenevano inchiodata a lui, e al pavimento? Il mio
sguardo, seguiva il suo.
Occhi,
labbra..occhi, labbra..occhi, labbra.
Ed ero certa che se
lo avessi baciato. Se avessi toccato quelle labbra peccaminose, non
sarei riuscita a fermarmi, a tornare indietro. Mai più.
Sarei caduta
negli abissi più profondi delle tenebre, e poi,
immediatamente dopo,
sarei arrivata più in alto di qualsiasi montagna,
più delle nuvole,
più delle stelle. Quasi a toccare la luna.
-I tuoi amici sono
andati via..-
-Lo so.-
Stavamo
sussurrando, o parlando con lo sguardo? Ero sicuramente sotto
incantesimo.. un bellissimo incantesimo. E lo stregone era lui.
Lui che mi fissava.
Lui che si
inumidiva le labbra con la lingua.
Lui che mi prendeva
per mano avvicinandomi a sé.
Lui che, avrei
voluto fosse mio.
-Posso
accompagnarti io.. Solo se ti va.- Non riuscivo neanche più
parlare,
mi limitai ad annuire, ed uscimmo dal pub. -Sono venuto in macchina,
spero non sia un problema..-
-No, assolutamente-
Mi sorrise, e lì capii di essere andata del tutto. Ormai ero
un caso
irrecuperabile. -Mi piace la tua macchina..- Dissi per spezzare il
silenzio.
-Lo so, l'ho scelta
io!- Mi fece ridere per il modo in cui lo disse, e lo spinsi verso il
finestrino.. Ovviamente non lo mossi di un millimetro, ma almeno
c'avevo provato. Mi rilassai, poggiando meglio la schiena sul
sedile, e mi spaparanzai. Tanto quell'auto era così capiente
e
spaziosa che avrei potuto ballare il twist, senza urtare qualcosa.
-Sei comoda?- Annuii ed accesi lo stereo.. sobbalzai quando sentii la
nuova canzone di Adele. Aumentai di colpo, e mi misi a cantare con
lei.
Ian mi guardava allibito.
-Dai, canta con
me..-
-Non conosco le
parole!-
-Tu.. non..- Adesso
sì che potevo morire. Non conosceva la canzone
più bella in
circolazione in quel periodo? Finsi di svenire, aprii un occhio di
nascosto, ma lui mi fissava divertito, fermo al semaforo.
-Sei una pessima
attrice!- E la luce verde abbagliante ci illuminò, facendolo
ripartire.
-Ha parlato Mr
'non-conosco-le-parole-della-canzone-più-bella-del-mondo',
sarò una
pessima attrice, ma tu non capisci nulla di musica.- Mi finsi offesa,
e tornai composta sul sedile. Godendomi la voce di Adele.
-Possiamo cantare
la prossima, ammettendo di conoscerla..- Gli feci cenno di stare
zitto, lo stavo prendendo in giro, e lui me lo lasciava fare. Era
così normale, stare con lui. Cambiò stazione.
-Ma che caz..- Lo
fissai furiosa, e mi sorrise.. per un attimo mi incantai.
Perchè,
credetemi, i suoi denti perfettamente allineati, illuminavano quasi
quanto il sole.. ma subito dopo capii che voleva comprarmi in quel
modo. Non ci sarebbe riuscito..non in quel momento almeno.
-Dai non
arrabbiarti, non conoscevo le parole.. Ne voglio una da poter cantare
insieme..-
Sì c'era riuscito.
Maledetto attore da
strapazzo.
Da spupazzare
tutto. Era così dolce in quel momento..
-Posso
abbracciarti?- MA CHE CAZZO! Dovevo imparare a
distinguere
bene i pensieri dalle parole. A capire ciò che andava detto,
da ciò
che NON andava assolutamente detto.
Mi morsi subito il labbro,
come se in quel modo, la frase pronunciata tornasse dentro la mia
bocca, e fosse risucchiata dalle corde vocali.
Maledetta
boccaccia! Dovrei tagliarmi la lingua, e così, altro che
sparare
cazzate..
-Certo che puoi..
Mer, che domande fai!- Mi guardai attorno. Forse non stava parlando
con me.. Ma sì che stava parlando con me, aveva detto il mio
nome..
Solo che a dire quelle cose non era stato lui, ma solo il frutto
della mia immaginazione. -Vieni qui..-
Quanto amavo i
semafori..
Mi ancorai a lui,
le mie mani arrivavano a metà della sua schiena. Era
così grande,
ed io ero così piccola. Sorrisi, e nel farlo ispirai il suo
profumo.
Il profumo della sua pelle. Lo strinsi ancora più forte,
come se
avessi paura che lui, da un momento all'altro potesse sparire. Non mi
accorsi neanche del fatto che anche lui stesse abbracciando me. Mi
sentii un koala. Stringevo spasmodicamente la sua maglietta, ed
ispirai, ancora una volta, il suo odore. Fino a sentirlo dentro.
Volevo che mi restasse impresso.. per sempre.
Volevo
che lui,
restasse con me.. per sempre.
Aprii
gli occhi a
quel pensiero, era impossibile che io volessi una cosa del genere. Io
non lo conoscevo.. e non ero di certo un'adolescente che si
innamorava subito, del primo bel ragazzo che vedeva passare, e che le
rivolgeva parola.
Era passato quel
periodo. Dovevo essere più matura, quindi mi allontanai da
lui, come
quando ci si scotta dal fuoco, ecco. Lui era il fuoco, un pericoloso
fuoco che bruciava davanti a me, ed io ero stata tanto ingenua, da
mettere, non solo, la mano.. ma di buttarmi dentro con tutto il
corpo.
Devo
dire che prima di pubblicarlo l'ho riletto più volte. Non ho
trovato errori, ma se ci dovessero essere, segnalateli ;) Allora????
*-* Credo che questo sia il mio capitolo preferito.. Meredith fa un
passo avanti -forse più di uno- è consapevole dei
suoi "sentimenti" per Ian, ed è disperata. Perchè
si reputa una donna adulta, e le donne adulte non possono -diciamo-
innamorarsi così velocemente di un uomo. Eppure lei
è sul punto di farlo.
Che mi dite.. che succederà nel prossimo capitolo? VI RICORDO CHE IL QUINTO
SARA' L'ULTIMO E VERRA' PUBBLICATO GIOVEDI' PROSSIMO.
Grazie per aver letto, commentato, per aver aggiunto la
storia nei preferiti/seguiti e ricordati! *-*
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Capitolo 5 *** ULTIMO CAPITOLO. ***
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QUINTO
CAPITOLO
Mi
svegliai
stiracchiandomi, tra quelle lenzuola bianche e profumate. I raggi del
sole mi colpivano in pieno viso, abbassai lo sguardo, e mi resi conto
di essere ancora nuda. Il lenzuolo copriva solo la mia gamba
sinistra. Mi sgranchii ancora la schiena, voltandomi verso destra, e
quando aprii gli occhi, lui era lì. Su un fianco, con il
capo
poggiato su una mano. Rimasi immobile a fissarlo, mentre lui guardava
me, con quel sorriso a rendere il suo viso ancora più bello.
Come
se fosse
possibile.
-Buongiorno..-
E la
sua voce appena sveglia? Musica.
-A te..- Gli
sorrisi.
-Fai così ogni
mattina?- Mi squadrò da capo a piedi, ed io annuii..
-In realtà a volte
faccio anche di peggio, come rivoltarmi su me stessa.. Devo
sgranchirmi per bene, o mi sento moscia tutto il giorno.- Spiegai, e
lo vidi sorridere malizioso.
-Bene. Benissimo.
Potrei anche abituarmici, la visione di te, che ti muovi in questo
modo, appena sveglio è.. paradisiaca.-
Roteai gli occhi..
era così esagerato. Si alzò dal letto, seguii
tutti i suoi
movimenti con lo sguardo, aprii meglio le tende della camera, e poi
la finestra. L'odore del mare mi solleticò il naso, ma la
vista di
lui nudo, solleticò qualcos'altro.
-Senti,
vampirozzolo, perchè non torni a letto?- Si
voltò, e mi guardò
fingendosi perplesso. -Mh, d'accordo, fa' come vuoi, è che
avevo in
mente un altro modo per sgranchirmi.- Lo guardai maliziosa, e lo vidi
raggiungermi in un attimo, prendermi per le caviglie e tirarmi verso
sé.
Risi per la sua
irruenza, fin quando fui occupata a baciarlo.
Mi allacciai con le
gambe al suo bacino, averlo su di me, era una sensazione piuttosto
piacevole. Passò una il braccio sotto la mia schiena, e con
un
gesto, mi sollevò. Non staccandosi mai dalle mie labbra.
Le nostre lingue
che si cercavano, trovavano, allontanavano e poi si cercavano di
nuovo.
I nostri corpi
incollati l'uno all'altro, seduti su quel letto, che era già
stato
spettatore della nostra notte, d'amore. Mi staccai da lui ansante. I
suoi capelli scompigliati, per colpa delle mie torture, gli occhi
lucidi e le guance arrossate. Le labbra umide e gonfie per i troppi
baci.
Cazzo quanto era bello.
-Dio, sei
bellissima.- Mi prese il viso con tutte e due le mani, e con i
pollici mi lasciava piccole e dolci carezze sulle guance. Sorrisi,
beandomi di quel momento così perfetto e magico. Non mi
sarei più
voluta alzare da quel letto.
Ed era strano, perchè la notte
prima, non volevo neanche entrare in quella camera.
Mi
allontanai da lui immediatamente,
e avrei voluto tanto avere un tasto da qualche parte, per spegnere i
miei maledetti pensieri.
-Mi spieghi perchè ogni tanto hai
questi scatti?-
-Perchè tutto questo è sbagliato.
Io non dovrei neanche essere qui. Tu sei famoso, e poi..-
-Meredith.. vuoi stare tranquilla?-
-No, non posso. Tu non capisci, e
non sai neanche i mille pensieri che ho per la mente in questo
momento. Tu sei pericoloso..-
-Io sono cosa?- Rise, ma intanto non
mi permetteva di allontanarmi da lui.. -Rilassati per favore, non
farti paranoie, perchè non ce n'è bisogno..- Mi
guardò,
esattamente come dentro il pub, ed anche questa volta mi incantai Ero
come sotto ipnosi. -Posso fare una cosa adesso?- Adoravo quella sua
smorfia al posto del sorriso.. lo rendeva ancora più sexy.
-Puoi fare tutto quello che vuoi, in
questo momento-
La smorfia sparì, per lasciare
spazio ad un vero e proprio sorriso. La sua mano era sulla mia
guancia, e l'altra ancora dietro la mia schiena. Mi spinse verso lui,
e le nostre labbra si unirono. Restai per qualche secondo con gli
occhi aperti per lo stupore, ma quando realizzai che la sua lingua
stava tracciando il contorno del mio labbro superiore, mi addossai a
lui e chiusi gli occhi.
Avete presente il bacio che Aladdin
da a Jasmin sul balcone grazie alla spinta del tappeto?
Ecco, il
nostro era uguale. Senza balcone né tappeto volante.
I suoi capelli, intrecciati alle mie
dita, così morbidi.
Le sue labbra incollate alle mie,
così carnose.
Il suo petto, contro il mio, così
muscoloso.
Era ossigeno. Aria pulita, fresca,
nuova. Ma ci staccammo ugualmente per riprendere fiato, riaprii gli
occhi lentamente, come per paura che quello fosse solo un sogno, e
che tutto potesse sparire da un momento all'altro.
Ma lui era ancora lì, che mi guarda
divertito ed eccitato insieme.
-Cosa stiamo facendo?- Le mie mani
ancora tra i suoi capelli. Non riuscivo a smettere di attorcigliarli.
-Quello che avremmo dovuto fare fin
dal primo momento in cui ci siamo conosciuti. Mi piaci Mer, mi attrai
fisicamente. Sei una ragazza normale, ed io ho bisogno di tanta
normalità in questo periodo.-
Gli sorrisi. Non mi aveva certo
fatto chissà quale confessione, però era stato
sincero. Voleva la
normalità, mi reputava normale, quindi perchè non
dargliela? La
normalità, che avete capito!
Il suono del clacson della macchina
dietro noi, ci fece saltare in aria, ritornai al mio posto mentre lui
riprese a guidare. Quel sorriso malizioso sul suo viso non faceva
altro che fomentare i miei pensieri più impuri.
Ci
ritrovammo, avvinghiati l'uno
l'altra, alla porta della camera dell'hotel dove alloggiava in quei
giorni. Era difficile far passare la scheda nella fessura mentre ci
baciavamo in quel modo, ma dopo ripetuti tentativi, Ian era riuscito
ad aprire la porta, e a richiuderla con un solo calcio.
Mi buttò sul letto. Feci circa due
rimbalzi su quel materasso, il che mi fece piuttosto ridere, lui ne
approfittò per togliersi la giacca e le scarpe, e poi smisi
di
ridere.
Le mie labbra erano interessate ad
altro, per esempio alle sue.
Le mie mani, erano impegnate e
spogliarlo.
Ed i miei occhi.. a gustarsi quel
magnifico panorama.
-Che
hai da fare
oggi?-
-Per prima cosa,
devo trovare la mia camicia.. Eccola- La raccolsi da sotto il letto,
e la indossai. Era difficile abbottonarla nel modo giusto, con lui
che mi baciava il collo. Era insaziabile.
Prima nel letto, e poi
nella vasca da bagno.
Avevo bisogno di
tanto cibo, accompagnato da un enorme dose di caffeina, e soprattutto
di una doccia. Io, da sola, sotto l'acqua corrente.
Non che non mi
fosse piaciuto il bagno con lui, ma, non so, mi sentivo..sporca di
sesso. Avere il suo profumo addosso era una gran cosa, ma non stavamo
insieme, non eravamo fidanzati o ancor peggio innamorati..quindi
perchè stare ancora con il suo profumo attaccato alla mia
pelle? Il
suo bellissimo odore nella mia testa?
Una doccia. Era
quello che mi serviva.
-Non è che, cambi
account su twitter, o.. cambi stato, in modo da non farti
più
rintracciare?- La sua espressione corrucciata mi fece sorridere, e mi
rifugiai tra le sue braccia, involontariamente. Giuro, io non volevo
farlo, il mio corpo si attaccò al suo contro la mia
volontà..
-Certo che no. Mi è
piaciuto.. fare quello che abbiamo fatto fino a 10 minuti fa,
perchè
smettere..-
-Mi stai proponendo
di diventare il tuo, amico di letto?- Alzai un sopracciglio, e gli
pizzicai il sedere.. -Mi piacerebbe tantissimo, ma, signorina Spurce,
da lei vorrei qualcosa di più..-
-Signor
Somerhalder, potremmo parlarne in un altro momento? Devo fare
tantissime cose, e se sto un altro minuto qui, sono sicura che non
avrò più la forza di uscire da quella porta-
L'angolo sinistro
della sua bocca si alzò in quel sorriso che mi faceva tanto
impazzire. Mi alzai leggermente sulle punte, e gli morsi le labbra,
staccandomi da lui subito dopo. Era come una droga, e cominciavo a
sentire il bisogno di volerne sempre di più. -Ti ho
memorizzato il
mio numero.. A più tardi-
Ci
guardavamo negli
occhi. E devo dire che i suoi, azzurri, mi incutevano abbastanza
paura in quel momento. Le dita della sua mano destra tamburellavano
sul tavolo, mentre con l'altra teneva il bicchiere di caffè
macchiato extra zuccherato. Io, avevo la mia tazza di cioccolata
bianca, fumante, in attesa si raffreddasse. La ordinavo ogni volta
che, sapevo di essere confusa, ogni volta che sapevo che le cose mi
stavano sfuggendo di mano..
-Credo che te ne
stia innamorando.- La mia compagna di stanza, nonché, una
delle mie
più care amiche da un paio di anni a quella parte, aveva
emesso la
sua sentenza.
-Non credo
proprio.- Ed io, bevendo la mia cioccolata.. avevo accettato la mia
condanna.
-Ci passi la notte.
Dormite insieme, vi svegliate e fate sesso per due volte, una delle
quali è nella vasca da bagno. E tu odi la vasca.. Fattelo
dire ma..
tu sei bella cotta-
-Ma chi non ne
sarebbe.. Sono solo affascinata da quello che è lui.
Cioè, è
famoso, è bello, è simpatico è.. Oddio
Anne, hai ragione e non so
come fare aiutami.-
-Wow, questa volta
non hai neanche aspettato di finire la cioccolata, per darmi
ragione.-
-Smettila di
prendermi in giro, ed aiutami. Cosa posso fare?-
-Non saprei
proprio.. Ah.. aspetta, metterti insieme a lui?-
-Che Zeus mi
fulmini.. ma che diavolo vai blaterando?- Ok, dovevo calmarmi, o mi
sarebbe venuto un mal di testa di quelli incredibili.
-Ti ha detto che
vuole qualcosa di più.. Ma lo ascolti quando parla? Cazzo
Mer, non
rovinare tutto, tu gli piaci, e lui ti piace da paura. E allora qual
è il problema?-
-Il problema..-
Respirai per non urlare.. -Il problema è che lui potrebbe
trovarne,
ed averne altre mille più belle di me, più
famose, più simpatiche,
più tutto insomma. Ed io non lo sopporterei..-
E quello era il
momento in cui, di solito, ordinavo un'altra cioccolata.. questa
volta al latte.
-Esistono già,
ragazze “più” di te, come hai detto tu..
quindi..-
-Non voglio stare
con lui, per poi perderlo. Ecco cosa non sopporterei. Mi innamorerei
troppo velocemente di lui, e poi soffrirei così tanto da
sentirmi
distrutta. Io non voglio sentirmi di nuovo così. Non voglio
dimagrire ancora, non voglio piangere di nuovo per un uomo. Non
voglio sentire quell'enorme vuoto e nello stesso tempo peso sul petto
mentre penso ai momenti passati insieme a lui, quindi no. Io non
voglio stare con lui, prima ancora che tutto questo accada..
-Ma tu non lo sai
se accadrà o no.. Lui..
-Si che accadrà..
Perchè io ho 22 anni, e anche se lui ne ha 10 in
più, non posso
legarmi adesso ad una persona, per sempre. Anne, non esiste il per
sempre. So già come andrà a finire,
perchè finisce sempre così.
Se dovessimo stare insieme, non ci sposeremo mai.. perchè io
sono
troppo giovane, e lui non potrà aspettarmi in eterno,
perchè è
molto più grande di me..
-Quindi, il
problema è l'età..
-E' un'insieme di
cose.. e la conclusione è che, Meredith ed Ian non potranno
stare
insieme, né ora e né mai.-
-Hai solo paura
dell'amore..- La guardai. Per tutta la nostra
“chiacchierata”
avevo tenuto lo sguardo vago, guardando dovunque tranne che i suoi
occhi. Ma in quel momento, sentendola dire quella cosa, ritrovai il
coraggio di guardarla. Era vero, avevo paura.. ma non dell'amore,
avevo paura di quello che c'era dopo..
Ero
seduta sul
letto della mia camera al campus. Mi guardavo allo specchio da circa
mezz'ora, ero già vestita, truccata, pronta per quella cena.
Solo
che non avevo il coraggio di uscire da quella stramaledetta porta,
andare al ristorante, sedermi, e dire ad Ian, quello che avevo detto
ad Anne due giorni prima al bar.
Io
e lui non
potevamo stare insieme.
Ebbene
sì. Erano
trascorsi due giorni da quella bellissima notte con Ian, aveva dovuto
lavorare, e quindi avevamo dovuto spostare la cena fino ad oggi.
Inutile dire che non volevo andare, preferivo restare in camera, a
guardare la tv, piuttosto che affrontarlo. Come gli avrei detto,
quello che dovevo dirgli senza fargli capire, che una parte di me,
voleva stare con lui? Era fondamentale non guardarlo negli occhi, o
non avrei saputo aprire bocca.
Spinta da non so
quale forza, riuscii ad uscire dalla mia camera, e a raggiungerlo.
Ero super agitata, non lo ero mai stata così tanto, neanche
per il
mio primo esame al college. Lo vidi seduto, con i gomiti poggiati sul
tavolo, ed il menù tra le mani.
-Ciao, scusa il
ritardo..- Non dovevo guardarlo negli occhi.. dovevo resistere e
sarebbe andato tutto bene..
-Non ti
preoccupare, stavo dando un'occhiata ai vini.- Mi sorrise mentre mi
faceva accomodare di fronte a lui, dopo avermi dato un bacio vicino
alle labbra, molto vicino. -Non vedevo l'ora che arrivasse questo
giorno. Volevo vederti e soprattutto volevo una piccola pausa dalle
riprese, due giorni di seguito no-stop sono pesanti..-
-Immagino..- Lui
parlava troppo, ed io troppo poco.
-E' successo
qualcosa?- Negai con il capo, mentre con gli occhi cercavo il
cameriere. Cominciavo ad avere sete o forse era fame. Dovevo fare
assolutamente qualcosa per evitare di parlare con lui, di guardarlo.
-Mer..Puoi guardarmi per favore?- Mi prese la mano e me la strinse. I
miei occhi cercarono i suoi, e non appena si trovarono, il mio cuore
ebbe un sussulto.
-Non è successo
niente, sono solo stanca, ho avuto una pessima giornata.. Tu, come..
stai?-
-Sto bene. Vuoi che
ti accompagni al campus? Rimandiamo la cena se vuoi..-
Rimandare? Da un
lato mi sarebbe piaciuto, ma dall'altro dovevo togliermi quel peso.
Come quando si va dal dentista per togliere il dente del giudizio, si
deve fare in fretta e senza pensarci, o il dolore e l'ansia ti
uccidono.
Avevo davvero
paragonato quella situazione, ad un estrazione di un dente?
-No, voglio
mangiare.. e voglio sapere perchè hai insistito per portarmi
a cena
fuori..-
-Hai ragione..- Mi
sorrise, e lì credetti di morire -Volevo aspettare il
secondo, o
almeno il dolce, ma è meglio dirle subito queste cose..
Giusto?-
-Mi stai mettendo
ansia.. Che mi devi dire?- Sperai che si trattasse di un suo film, o
di qualche anticipazione sul suo telefilm, o qualcos'altro inerente
al suo lavoro...
-Te l'avevo
accennato l'altra mattina, Meredith, tu mi piaci davvero tanto, e non
perchè sono stato a letto con te per tre volte di seguito e
ti
volevo ancora, ma perchè mi piaci dentro. Ti conosco da
poco, lo so,
ed è quel poco che conosco che mi invoglia a conoscerti
ancora di
più..- Prese una pausa. I suoi occhi erano incatenati ai
miei, e
sorrideva, perchè aveva speranza.. Ma chi di
speranza vive..
-Meredith voglio stare insieme a te. Non so come dirtelo in modo che
non risulti banale.. infondo ho 32 anni, e sono Ian Somerhalder non
posso permettermi la banalità..- Rise imbarazzato.. Era una
sorta di
risata isterica, perchè si aspettava una risposta da me.
-Non può
succedere, né adesso né mai.- L'avevo detto
davvero.. ovviamente
guardando le mie mani che sbriciolavano il grissino..-Non
perchè tu
non mi piaci, perchè in quel caso sarei davvero stupida e
cieca, ma
perchè le cose tra di noi non potrebbero funzionare. E'
troppo
complicato Ian. Io ho 22 anni e tu 10 in più.. e..-
Cercò di
interrompermi, ma lo fermai in tempo. Una sua parola e il mio
discorso non avrebbe retto. Se avessi sentito la sua voce, un'altra
volta, mi sarei buttata tra le sue braccia, e questo non doveva
accadere. -Non è solo la differenza di età che mi
frena, è anche
la mia paura di soffrire dopo. Perchè io ti piaccio, ma ti
piaccio
adesso, e domani potrebbe piacerti qualcun'altra, e sarà
lì che
soffrirò così tanto da stare male, da desiderare
di strapparmi il
cuore. Non voglio soffrire, io non so se tu mi capisci..
-No non capisco,
perchè le tue parole non hanno senso. Non puoi fasciarti la
testa
ancor prima di romperla, perchè devi precluderti la
possibilità di
essere felice solo perchè hai paura di quello che verrebbe
dopo. Ma
poi chi ti dice che soffrirai? E se io volessi stare per sempre con
te?-
-E' impossibile..-
Il mio era quasi un sussurro..
-Non vedo perchè
sia impossibile.. lo vedo assolutamente normale. Ci piacciamo, stiamo
insieme fino a quando ne avremo la possibilità e se tutto va
bene,
ci sposiamo. Non ti vuoi sposare? Conviviamo. Sei tu che stai
complicando le cose.. ma fai come vuoi, la vita è tua.-
Non sapevo più che
cosa dire. Perchè in fondo anche io sapevo che il mio
discorso aveva
senso solo fino ad un punto, poi crollava. Avrei dovuto provare,
perchè niente e nessuno mi aveva dato la certezza che con
lui
sarebbe davvero finita, ma più lo guardavo e più
ero sicura che
avrei sofferto. Sarei stata gelosa per ogni suo bacio sul set, per
ogni scena d'amore.
Ero una persona
estremamente gelosa, e raramente mi fidavo degli altri, tutta colpa
della mia ultima relazione.
Sospirai, come a
farmi coraggio, presi la giacca e la borsa, sussurrando un
“Mi
dispiace” e me ne andai. Senza voltarmi indietro. Senza
guardarlo
un'altra volta. Perchè sapevo che se lo avessi fatto, sarei
tornata
tra le sue braccia, e quella era l'ultima cosa che doveva accadere.
Come
avevo detto prima, chi di
speranza vive.. disperato muore.
Fine.
******************
Eccoci qui alla fine di
questa mini-fic, allora, che ne pensate?
Spero di non avervi
deluse. *-* Inizio con il dire che: so che vi immaginavate un lieto
fine, ma mi è venuto fuori così! Spero non mi
odierete. In fondo potete immaginare quello che volete. Potete, che so,
pensare che dopo qualche anno possano incontrarsi di nuovo e stare
insieme. Quello che dovete capire è che Meredith
ha sofferto in passato, e ha paura di soffrire ancora, soprattutto per
Ian, perchè lui è famoso, bello, e tutto quello
che volete. E lui, beh, lui vorrebbe stare con lei, perchè
le piace tanto, ma alla fine rispetta la sua scelta. *-* Ammiratelo
anche per questo. <3
Spero davvero di non
avervi deluse! :)
Vi ricordo il canale Youtube!
LA VIDA ES UN CARNAVAL.
Per chi
volesse, può aggiungermi su facebook, questo è il
mio contatto. Thecarnival
epf.
Ho anche creato un gruppo, chi volesse, può richiedere
l'iscrizione, si chiama Le
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