Because of..THE NET!

di thecarnival
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PRIMO CAPITOLO ***
Capitolo 2: *** SECONDO CAPITOLO. ***
Capitolo 3: *** TERZO CAPITOLO. ***
Capitolo 4: *** QUARTO CAPITOLO. ***
Capitolo 5: *** ULTIMO CAPITOLO. ***



Capitolo 1
*** PRIMO CAPITOLO ***


Because of.. THE NET!

Ciao a tutte.. so che è tardi, ma avevo voglia di postare e quindi eccomi qui! Allora questa non è una OS, e neanche una long.. ma semplicemente una mini-fic..  Che vede come protagonista una ragazza, Meredith Spurce di 22 anni, e un noto personaggio famoso. Che non vi dico qui.. lo scoprirete solo se leggerete il capitolo. E' un'idea piuttosto semplice, che mi è venuta stando su internet! xD
Spero vi piaccia.. buona lettura.. e alla prossima.








PRIMO CAPITOLO

Allora, NOME: Mered..
Ma devo scrivere il nome per intero o va bene anche il soprannome? Credo che voglia il nome per intero! Ok.
NOME: Meredith COGNOME: Spurce EMAIL: meandonlyme@ gmail.com PASSWORD..la solita. Ok, fatto. Email di conferma. E che palle, conferma a destra, conferma a sinistra, se sono io che mi iscrivo che cavolo mi devo confermare a fare?

-Meredith, puoi scendere per favore? E' arrivato tuo padre e siamo già a tavola. Aspettiamo solo te.
-Merda... SI SI ARRIVO.
Chiusi il mio portatile, per evitare che quel cretino di mio fratello spiasse gli affari miei, ed uscii dalla mia camera. Ci misi un po' ad arrivare in cucina, non perchè fossi lenta, ma per la lontananza delle due stanze. Casa mia era enorme, e come non esserlo, i miei genitori erano stra-ricchi. Mio padre si occupava di non so cosa in una famosa compagnia di computer. E mia madre... beh, lei se la spassava con i suoi alunni del Los Angeles City College. Insegnava Arte. Una materia prettamente inutile, ma intanto era super pagata per farlo. Non andavo molto d'accordo con mia madre, forse perchè era così attaccata ai soldi, era così materiale. E poi pensava troppo all'aspetto fisico. Ok, ok. Vivevo a Los Angeles, come non esserlo, e poi anche io mi curavo, andavo in palestra, mangiavo sano -non troppo, perchè mi concedevo le mie schifezze- e praticavo tanto sport, nello specifico.. tanto sesso!
-Alla buon ora Mer.
-Scusa tanto se mi avete relegato in mansarda e per scendere devo fare due piani di scale.- Le risposi sedendomi a tavola, e sporgendomi verso mio padre, per baciarlo sulla guancia. Non lo vedevo da tre settimane, dato che stavo via per l'università. Ebbene sì. Anche io frequentavo il college. E menomale. Pensate se avessi dovuto vivere in quella casa insieme alla vipera di mia madre, e l'idiota di mio fratello.
Che poi di solito le mie amiche non mi credevano quando parlavo del carattere di mia madre. Per rendere meglio l'idea l'avevo sempre paragonata alla mamma di Marissa Cooper. Avete presente? Quella di O.C... l'idiota che si scopava mezzo cast e alla fine moriva. Ecco, sua madre.. Che beh, era uguale alla figlia, tranne che per la morte finale! Mia madre e Julie Cooper..erano uguali. Due vipere, speravo solo che lei non si facesse i suoi alunni, perchè mio padre l'avrebbe buttata fuori di casa, da Los Angeles, e penso dall'America stessa. Avrebbe firmato un accordo con Obama per non farle mettere piede in nessuno stato Americano. Si può dire “Stato Americano”? No perchè io non ero mai stata brava in geografia, e non avevo mai capito una mazza di tutto sto casino di stati e starelli.. ma poi che importa. Volemose bene no?
-Accidenti Meredith, ma che diavolo hai oggi?- Mia madre mi richiamò,urlando così forte da attirare la mia completa, e totale attenzione. -Stavo dicendo, quand'è che ritorni al campus?-
-Ti serve qualcosa?- Le risposi addentando un pezzo di carne arrosto con le mani. Odiava il fatto che lo facessi.. ergo, continuavo a farlo.
-Non ti sopporto quando mangi come un maschiaccio. Neanche fossimo in quei self-service da quattro soldi.-
-Si chiama Mc Donald's mamma.. E se avessi avuto l'idea geniale che hanno avuto quei fratelli lì sarei miliardario come loro-
-Wow, sai la storia di come è nato il Mc Donald's?- Ero davvero stupita di quest'ultima conoscenza di mio fratello..
-Stai zitta Mer, o dico a papà quello che hai fatto oggi-
-E cos'è che avrei fatto oggi?- Lo sfidai, anche perchè non avevo fatto nulla, ero proprio curiosa di sentire l'enorme balla che si sarebbe inventato.
-Ti sei fatto accompagnare dal quel fattone di John, anche se papà te l'aveva proibito- Vidi mio padre guardarmi truce e mia madre ridere sotto i baffi. L'odiavo quando facevano così. Poteva mia madre, almeno per una volta, essere mia complice? E quella testa di broccolo di mio fratello, poteva farsi gli affari suoi?
-Non era John. Papà, non lo ascoltare. Era un mio compagno di corso, si chiama... Marcus. Ed è un ragazzo per bene-
-Non è vero. Ho anche le prove.. ho visto su internet che vuole vendere la sua auto, ho confrontato le due targhe e sono le stesse. Quindi o è lui, o è il fratello gemello.- Avrei voluto tanto ucciderlo. Anzi, prima torturarlo, farlo soffrire così tanto da fargli implorare pietà.
-Mi hai mentito.. Meredith. Come hai potuto..-
-Papà mi dispiace. Tu non conosci quel ragazzo, è gentile, buono, bello.-
-Non studia, non lavora, non ha un soldo e si droga.-
-Ma è successo solo una volta, e sarà capitato anche a voi, da giovani. Siamo a Los Angeles, lo fanno tutti..- Magari questo non avrei dovuto dirlo. Mio padre si alzò, e per poco non lanciò la sedia, in aria. Mi puntò il dito contro, minacciandomi.
-Non voglio che tu veda più quel ragazzo, se lo farai ancora la tua vita sarà.. finita. Tornerai a vivere qui con noi.- A malincuore dovetti accettare le sue condizioni, e dopo aver finito di mangiare, corsi in camera. Non avevo certo intenzione di stare un altro minuto con loro, soprattutto con quel coglione di mio fratello.
Dio quanto lo odiavo. Doveva essere stato, sicuramente, adottato. O forse quella proveniente da un'altra famiglia, ero io. Non c'entravo nulla con loro. Non capivo nulla di computer, e mio padre era un genio in quell'ambito. Odiavo l'arte e non avevo un minimo di fantasia, cosa che aveva mia madre.. e beh, Sam era davvero qualcosa di indescrivibile. Un abominio.
Avevo solo due passioni, forse tre. Scrivere, cantare, e la fotografia. Non che fossi brava, ma mi piaceva scrivere tutto ciò che mi passava per la testa. Fotografare i volti della gente.. anche nelle posizioni più strambe, e non usavo una macchina professionale, mi bastava anche una di quelle compatte. Insomma, più che avere la passione della fotografia, avevo la fissazione per i ricordi. Il canto? Mh. Oltre a farlo sotto la doccia, avevo un gruppo, formato il primo anno di college con alcuni compagni di corso, e da quel giorno, ogni giovedì sera, ci esibivamo in un locale vicino al campus. Non che venissimo pagati chissà quanto, ma lo facevamo per il piacere di suonare, di stare insieme, e di esprimerci con la nostra musica.

Mi rimisi al pc, per controllare quella cavolo di iscrizione su twitter. Avevo già un account su facebook, ma i componenti del mio gruppo, avevano detto, che dovevamo averne e anche uno su un altro social network, o non saremmo mai diventati famosi. Quindi, prima dovevo registrarmi a nome mio. E poi.. crearne un altro a nome della band. Una noia mortale, eppure loro lo sapevano che non ero un genio informatico.
Mi collegai contemporaneamente su Facebook, per controllare gli ultimi avvenimenti nel mondo, e nello stesso tempo, sceglievo i colori per il nuovo profilo su Twitter, ero indecisa per il celeste, blu e viola. Ma era carino anche il giallo con le foglie bianche. O forse era arancione, e non giallo.. insomma un colore non molto indefinito.
Uuuuh, una richiesta di amicizia! Qualcuno su facebook voleva aggiungermi, e quando lessi il nome scoppiai a ridere.
Ian Somerhalder. Il bellissimo Ian, vorrebbe aggiungere me?
Quasi piansi per le troppe risate. Accettai ugualmente, volevo vedere dove volesse arrivare questo tizio. Prima di tutto guardai le sue foto, ed erano quelle che i gruppi ufficiali, o i gruppi creati dalle fan, pubblicavano continuamente. Nessuna foto personale.
Era sicuramente un fake. Mi contattò subito dopo, dicendo che mi aveva aggiunto perchè mi aveva visto tra i suggerimenti di facebook e mi aveva trovata carina.
Lo eliminai dai contatti, e mi dedicai al mio nuovo account su twitter. Iniziava la mia nuova carriera da stalker. Mi misi a seguire, dapprima i miei amici, successivamente tutti i cantanti per cui impazzivo, e poi mi ricordai degli attori... E mi venne in mente un'idea brillante. IAN SOMERHALDER.
Prima cliccai su “follow” e poi gli mandai un tweet, dicendogli che su facebook c'era un tizio che si spacciava per lui, ed andava a rimorchiare le ragazze. E che se fossi stato in lui avrei fatto qualcosa, per evitare un'enorme fila di ragazzine pronte ad aspettarlo per uscire.
Notando la tarda ora che si era fatta, spensi il pc ed andai a letto. Era incredibile come trascorresse velocemente il tempo quando non facevo nulla.

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Capitolo 2
*** SECONDO CAPITOLO. ***


Because of...THE NET!

Macciao! Questa settimana è proprio volata.. o.O Bene, non mi dilungo in chiacchiere.. vi lascio al Meredith ed alla sua compagna di stanza! ;) BACIIIIII!



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SECONDO CAPITOLO.

Avevo trascorso il fine settimana più deprimente di tutta la mia vita. Andando a delle stupide feste con i miei genitori. Solo noi tre, dato che mio fratello era partito per andare a New York. Non che fosse una cosa negativa, ma di solito, in quelle noiosissime feste, andavamo d'accordo, ci ubriacavamo insieme e magari riuscivamo anche a scroccare qualche sigaretta da altri ospiti. Ma questa volta no. Dovetti subire tutte le inutili tiritere delle amiche di mia madre, su quanto fossi bella, magra, intelligente.

Oh, Mayra, deve essere una soddisfazione averla come figlia”

Si Samantha non immagini nemmeno. E' un modello da seguire”

Mi sarei voluta sparare in bocca, in modo da far volare tutti i pezzettini del mio cervello in aria e sugli abiti super costosi ed eleganti degli invitati. Però, dopo la mia morte, dovevo uscire dal mio corpo, stile il film Ghost, e godermi la scena, sarebbe stato molto divertente.

Per fortuna, però, ero tornata al campus, quindi, era ricominciata la mia vita. Lezioni, studio, prove con il gruppo, feste, alcool, e sesso. Beh, questo forse dovevo toglierlo dalla lista, dato che mio padre mi aveva proibito di vedere John.
Maledetto Sam. Sì, il nome di mio fratello era Sam, diminuitivo di Samuel.. Era tre anni più piccolo di me, aveva perso un anno al liceo, sarebbe dovuto entrare al primo anno di college.. ma parlando con i miei genitori, era arrivato alla conclusione, che era troppo cretino per studiare, quindi.. pensava di trasferirsi a New York. Lavorare lì come qualcosa, forse cameriere all'inizio, e poi realizzare il suo grande sogno. Nessuno sapeva di che sogno si trattasse, ma tutti gli avevamo detto che di solito, ogni essere vivente, per avverare il suo più grande desiderio, si era trasferito a Los Angeles. E lui invece, stava facendo il contrario. Contento lui.


Studiavo in uno dei tanti college di Los Angeles, uno dei tanti college chiamato Berkeley. Niente di speciale.. un enorme edificio situato in mezzo al verde, sulle colline di Oakland di fronte alla Baia di San Francisco. Adoravo quel posto, profumava di fiori, alberi, natura. Il mio habitat. E poi era lontana da casa, quindi meglio di così, si moriva. Condividevo la camera con Annalyne, o meglio detta Anne.. la batterista della band. Una pazza scatenata. Capelli corvini corti, occhi azzurro cielo. Magra da far paura, ma con una forza allucinante. Ed era incredibilmente brava. Muoveva le bacchette con una velocità assurda, per non parlare della sua musicalità. Era la migliore, in fondo era lei che aveva messo insieme il gruppo, e che ci teneva uniti nonostante i piccoli litigi. Poi c'era il suo fidanzato, Andrew, simpatico e piuttosto carino. Un genio con la chitarra, sia elettrica che classica, aveva anche una bella voce, ecco perchè, ogni tanto, duettavamo insieme. Con loro due andavo molto più d'accordo rispetto che con Christine e con Morgan. Sorelle gemelle, suonavano rispettivamente il basso e la tastiera. All'inizio era impossibile distinguerle.. poi capii cos'è che le differenziava. Oltre il neo che aveva Christy sopra il labbro superiore, quasi invisibile, e il colore dei capelli. Una neri e l'altra castano scuro. Ok, differenze inutili, ma loro lo sottolineavano mille volte al giorno.. Insomma la differenza sostanziale stava nel carattere. Morgan, era insopportabile. Avete presente le cheerleader fighette dei film o telefilm? Quelle super belle, super magre, super stronze, e super idiote? Esatto. Lei era una di quelle. Solo che invece di essere bionda, era mora.. scusate, castano scuro. E non era tanto idiota, aveva degli ottimi voti, ed era piuttosto brava con la tastiera. Ma non la sopportavo lo stesso.. andava d'accordo con mia madre. E come non farlo, se avevano lo stesso carattere?Christine era più normale, meno insopportabile, meno stupida. Anche lei, un talento nel suonare il basso. Insomma, eravamo una band super talentuosa, con la voglia di sfondare, di diventare famosi, e di far conoscere al mondo le nostre idee, attraverso la nostra musica.


-E' tornata la principessina di Los Angeles..- Ero sdraiata sul mio letto, intenta a leggere gli appunti delle lezione di quel giorno, quando Anne era entrata in stanza, lanciando la sua roba per terra, e lanciandosi su di me. -Mi sei mancata tantissimo.. Ed io, dimmi un po', ti sono mancata?-

-Sì. Tanto quanto l'aria in questo istante..- Per fortuna si tolse, prima che morissi per asfissia.. E ridendo si stese al mio fianco, cominciando a farmi il terzo grado sul mio fine settimana. -Ti avrò detto un centinaio di volte, che quando torno a casa non esco mai-

-Ma vivi a Los Angeles, la patria della gente famosa.. Perchè ti ostini a non uscire?-

-Perchè tutti i miei amici studiano in altre città, ed io sono l'unica che ogni tre fine settimana torna a casa.-

-La prossima volta vengo con te, ed andiamo a caccia di vip.-

-Sì come no. Sai che le mie cugine, che vivono a Forks ne hanno incontrato uno, ed escono con lui.. cioè, sono amici.. perchè lui si è fidanzato con una loro amica..-

-Forks? Quella schifezza di paesino dove piove sempre vicino Washington?- Mi chiese, sbalordita...poi si fece pensierosa, segno che stava architettando qualcosa.. -E chi sarebbe costui?-

-Il pianista.. Edward Cullen. Lo hai sentito nominare no?- Annuì con la testa.. -Il punto è che, c'è più probabilità di incontrare qualcuno di famoso e importante fuori di qui, che a Los Angeles stesso.-

-E va beh, ma tu mica sei a Los Angeles in questo momento..- Assottigliai lo sguardo.. -Infatti hai appena incontrato me.. La batterista più brava e famosa di tutti i tempi!-

Scoppiai a ridere, seguita a ruota da lei, e la buttai giù dal mio letto, mandandola a quel paese.

Il tempo di studiare era finito, anche perchè, con lei in camera, era impossibile farlo.. e così mi misi al pc, controllando email, collegandomi su facebook e poi anche su twitter. Dovevo portare avanti la mia nuova professione.. La stalker no?

Leggevo i tweet dei miei follower, quando mi resi conto di avere un messaggio privato. Cominciavo proprio bene..

Chissà da quanto tempo è lì. Magari è un qualcosa di benvenuto e io me ne accorgo solo dopo quattro giorni. Io e la tecnologia.. sorelle..! Sorrisi scuotendo la testa ed aprii la busta, restando paralizzata.

Se è uno scherzo, non è per niente divertente..Davanti i miei occhi, un messaggio privato di Ian Somerhalder. Diceva che non era lui su facebook e che era davvero un fake, che mi ringraziava per averlo avvertito, ero stata molto gentile.. e furba a non cascarci. Che questa volta dovevo crederlo, perchè era davvero lui, e che, contatto vero o falso su facebook, inviti a cena o no.. la fila di ragazzine a voler uscire con lui ce le aveva ugualmente.. Ovviamente c'era una risata a finire il messaggio, oltre a “Kisses, Ian.”
Non so quante volte lo rilessi. Mi sentivo come una bimba dell'asilo che veniva guardata per la prima volta da un bel bambino con gli occhi grandi. Mh, in effetti era successo a me.. quindi la cretina che si emozionava per niente, ero io?


-Dovresti scrivergli qualcosa- Avevo fatto leggere il messaggio ad Anne ed Andrew, e proprio lui era convinto che dovevo rispondergli.. -Dai, non guardarmi così.. Rifletti, lui è un attore famoso, con mille impegni. E' normale,che della gente stupida costruisca dei falsi account a suo nome. Tu hai fatto bene a dirglielo, ma, in fin dei conti, a lui che gliene fregava di risponderti?-

Cominciai ad arricciarmi i capelli con il dito.. mio tipico vizio di quando ero nervosa, o sotto esame, o al centro dell'attenzione. Esattamente come in quel momento.

-Io sono d'accordo con Drew. Se l'ha fatto.. se ti ha risposto, ci sarà un motivo..-

-Si.. perchè ha visto la mia foto e si è innamorato di me. Dai ragazzi, smettetela. Queste cose accadono solo nei film, e io, sto per caso recitando in un film? No perchè in quel caso, non avrei questo naso.. avrei le tette più grosse.. molto più grosse, anche una seconda mi andrebbe bene. E soprattutto, non avrei una madre come la mia..-

-Ma potresti avere una Julie Cooper..- Anne, lo disse in tono così strano, che mi fece scoppiare a ridere, e subito dopo lo fece anche Drew. Mentre lei ci guardava stralunata, chiedendoci cosa avesse detto di così tanto strano.

Il momento di ilarità finì subito dopo, perchè dovevamo andare alle prove del gruppo, così mi fiondai in bagno per cambiarmi, e quando uscii, notai i due piccioncini parlare accanto al mio pc, che intanto si spegneva.

-Cosa avete combinato?- Chiesi mentre raccoglievo le mie cose da mettere in borsa..

-Niente, abbiamo spento il pc, e ci scambiavamo parole d'amore durante la tua attesa..- Drew sorrise, e Anne lo abbracciò...assottigliai lo sguardo.. -Questi jeans ti fanno un bel culo..-

-Ah, grazi..- Sorrisi.. -EHI! Non distrarmi. E poi dovresti guardare quello della tua fidanzata, non il mio..-

-Ma io guardo il culo di tutte le ragazze che mi stanno davanti, per poi dire alla mia piccola Anne, che il suo è il migliore..-

Ovviamente non era scusa che poteva reggere, ma mi fece ridere, e per fortuna fece ridere anche la mia amica / compagna di stanza.

In sala prove, c'erano già le due gemelle del destino. Morgan si sgranchiva le dita sulla tastiera.. e Christy collegava il basso alla cassa. Ci scusammo per il ritardo, per fortuna non dissero nulla, per una volta loro erano state puntuali, e noi.. no.

Dopo aver accordato gli strumenti, e sistemato tutto, microfoni compresi. Iniziammo le prove.

Cantare mi faceva stare bene. Mi liberava da ogni preoccupazione. Quell'oretta sul palco era la mia ora di libertà.. potevo fare tutto quello che volevo. Saltare, ballare, sedermi per terra, o prendere uno sgabello. Correre su e giù per raggiungere ogni componente. Non ero me stessa, o forse ero più me stessa di quanto non lo fossi normalmente.


@MeredithSp. AHHAAHA io non sono un pallone gonfiato, sono solo realista!! xD xD

Più guardavo il tweet e più cercavo di capire.. COME DIAVOLO C'ERA FINITO SUL MIO PROFILO UN TWEET DI RISPOSTA DI IAN? E poi fu come rivivere un flashback. Quei due cretini, in piedi accanto al mio pc che si spegneva. Erano stati loro. Avevano scritto loro. E lui mi aveva risposto con tanto di risata. Ok, questo era semplicemente un altro account falso..

No, no. Ragiona Mer. Pubblica foto di continuo, scattate dal suo cellulare, non essere pazza e paranoica come il tuo solito e fare la figura della pirla. Quindi, ricorda la regola delle due RR.
Respira e rilassati.

-Respira e rilassati.

Gli mandai un messaggio privato, perchè sputtanarlo, o meglio, rendermi ridicola agli occhi di tutto il mondo, non mi sembrava giusto. Gli scrissi semplicemente, che se quello era uno scherzo, cioè, se lui non era il vero Ian, e quello era tutto uno scherzo, era davvero di pessimo gusto.

E fu incredibile la risposta che mi arrivò solo dopo 1 minuto.
“Meredith, sono il vero Ian. E non capisco perchè ti ostini a non credermi.”

“Perchè è impossibile che tu stia parlando con me”

“Ma io sono un essere umano, esattamente come te, che cosa c'è di strano..”
“Tu sei Ian Somerhalder.. Attore.. modello..”
“E tu sei Meredith Spurce.. Scrittrice, fotografa ed aspirante cantante. Mi sembra che tu sia più famosa di me. xD”


-Che fai?- Anne si avvicinò con il suo solito passo allegro, ovvero quasi saltellando, e con il sorriso stampato sul viso. Sorriso che si tramutò in urlo non appena lesse le parole scritte sullo schermo del mio pc. Io, invece, ero sconvolta. Non sapevo che fare. -Continua a rispondere.. Mer, non fare la stupida, CAZZO!- Mi lanciò un'occhiataccia, e scrisse lei al posto mio..


“Hai ragione.. xD Dovresti essere meravigliato e lusingato.. ti sto rivolgendo parola! Ho così tanti impegni qui a LA, da trovare il tempo di parlare con te..”

“Aspetta, sei di LA?”


-Ti odio.- Glielo dissi, mentre le davo un pugno sul braccio.. le sarebbe spuntato un livido, ma non mi importava, e di certo non importava a lei. Era così contenta di farmi parlare con Ian.. -Hai per caso intenzione di farmi uscire con lui?-

-Sì.. non sono un genio?-

-No che non lo sei.. Quello è... OK MEREDITH RILASSATI E RESPIRA.. Anne, io non voglio uscire con lui..-

-Si invece, avete appuntamento sabato.-

-Coooooooooooooooooooooooooosa?-


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Capitolo 3
*** TERZO CAPITOLO. ***


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TERZO CAPITOLO.

Mi ero fatta ripetere mille volte com'era andata la conversazione, anche se avevo letto i messaggi.
Lei aveva risposto che ero di LA, e lui,a sua volta, aveva scritto -testuale- “Se non sono troppo invadente, ti andrebbe di prendere un caffè insieme? Preferirei in un posto, piuttosto isolato.. lontano da fotografi e ragazzine urlanti” Ed, ovviamente, Anne, aveva risposto che mi andava bene, prima aveva titubato un po'... e poi aveva detto di sì. E così avevamo appuntamento al pub vicino l'università. Un posto tranquillo, lontano dai fotografi, ma non tanto lontano dalle ragazzine urlanti, per fortuna era sabato pomeriggio, e tutti erano in giro a fare shopping a LA, o nel centro città.

Ero nervosa da morire, come se fosse il mio primo appuntamento in assoluto, invece era una semplice uscita con Ian Somerhalder. Un attore famoso... famoso... che recitava in uno dei miei telefilm preferiti.

-Sto per morire.- Dissi uscendo dal bagno, con un asciugamano in testa ed una attorno al corpo. Anne, aveva già preparato i vestiti, e li aveva messi sul letto.. -Tu sei pazza. Non metterò mai quel mini abito, e quei tacchi. E' sabato, ma è pur sempre pomeriggio, voglio essere comoda.. sono già nervosa di mio, voglio almeno sentirmi a mio agio...- Presi così dei jeans, i miei preferiti, i miei portafortuna, una maglia bianca a maniche lunghe, e la giacca grigia, abbinata alle converse e alla borsa tracolla.

Mi truccai leggermente, solo un po' di cipria, un filo di ombretto grigio e mascara. I capelli, naturali come sempre, solo che Anne aveva insistito per lisciarmi il ciuffo, e dovetti, per forza, ubbidire.
Stavo per uscire di casa, ancora più nervosa di prima.

-Ehi Mer..- Mi lanciò un cappello.. -Mettilo, l'altra sera eri bellissima, ti da un tocco in più.
Lo indossai, e corsi per lungo il corridoio, era tardi e non volevo arrivare in ritardo all'appuntamento.

Oddio, tra qualche minuto sarò con Ian. Muoio.. Cazzo Mer, stai almeno attenta alla strada.

Per un pelo, un'auto non mi aveva messa sotto, mi scusai, ed attraversai la strada, arrivando al bar/pub, luogo del fatidico incontro. Presi ad attorcigliarmi i capelli, mentre mi guardavo intorno, e non vedendo nessuno di familiare mi sedetti al mio tavolino preferito. Mi misi a sfogliare il menu, abbastanza svogliata.. Lo sapevo che si trattava solo di uno scherzo. Maledetta io che ci casco, e maledetta Anne, che mi combina queste cose! Un rumore di una sedia che si spostava mi fece risvegliare dai miei pensieri.. Alzai lo sguardo. Porco cazzo! Lo so, i miei pensieri erano piuttosto indecenti, ma trovandosi davanti una bellezza del genere, una cosa poteva pensare?

-Dimmi che non ho sbagliato, e che adesso non ti metterai ad urlare..- Risi scuotendo la testa, facendogli capire che non aveva sbagliato.
-Sono Meredith.. ma puoi chiamarmi Mer.-
-Ian.- E mi sorrise. Esattamente come sorrideva in tv. Il mio cuore poteva accelerare e decelerare così tanto, solo per un suo sorriso o un solo sguardo? Non sapevo cos'altro dire.. quali erano gli argomenti di cui discutere con una star come lui? Quella dei miei sogni.. -Allora, prendiamo questo caffè?- Annuii.. Dio, se ero in imbarazzo. Dovevo dire qualcosa o mi avrebbe presa per stupida.
-Allora.. tu... cioè.. D'accordo, io non so cosa dire, perchè mi intimorisci, mi metti in imbarazzo..questa situazione è piuttosto imbarazzante! Sto prendendo un caffè, con te... e mi sembra una cosa così.. WOW è assurdo. Ed io sto parlando troppo- Mi zittii immediatamente, notando la sua espressione sconvolta, ed immediatamente dopo, divertita. Si mise a ridere, ed io l'avrei strozzato. Non c'era nulla da ridere, io mi sarei sparata in bocca, come in quella festa con i miei genitori.. ricordate?
-Stai tranquilla.. non mordo né divoro persone. Non nella realtà almeno.- Si passò la lingua sui denti, e dopo me li mostrò, come se volesse mettermi paura, di tutta risposta risi, e lui con me.
Cominciammo a parlare di più e del meno. Della mia famiglia, del college, di quello che avrei voluto fare dopo la laurea. Delle mie passioni.. mi chiese addirittura quand'è che suonavo con il mio gruppo, perchè voleva venire a sentirmi. Risposi sincera, ma lo pregai di non venire, o mi sarebbe venuta una sottospecie di ansia da prestazione e mi sarei esibita da schifo.
Trascorsi le due ore tra le più belle della mia vita, non mi resi neanche conto del tempo che passava. Stare con lui era terapeutico.. Lui stesso metteva di buon umore.
-E' stato un piacere conoscerti, Mer..- Mi sorrise, alzando solo la parte destra della bocca. Proprio come nelle foto.. Dovevo togliermi dalla testa che lui era Ian, e dovevo pensarlo come un ragazzo assolutamente normale.. perchè non potevo incantarmi come una rincitrullita per ogni suo movimento, per ogni minima cosa che faceva..
-Oh, figurati per me..- I miei capelli non ne potevano più.. Si avvicinò, prendendomi per mano, in modo da tirarmi a lui, e mi abbracciò leggermente, lasciandomi un bacio sulla guancia.
Le sue labbra sulla mia guancia sinistra mi fecero impazzire.
Una sorta di slow-motion, la sua mano che prendeva la mia per attirami a sé, il suo braccio destro che mi circondava e la mano poggiata sulla mia schiena.. ed infine le sue labbra che dolcemente e sensualmente baciavano la mia guancia.
Chiusi gli occhi assaporando meglio quel momento, per fortuna non si accorse di nulla, perchè li riaprii subito. Giusto in tempo per vederlo rimettersi dritto e sistemarsi il cappello. Dio, se era bello.
-A presto- Rifece quel sorriso, e si allontanò salutandomi con la mano.
E il mio cervello, i miei occhi, andarono via insieme a lui..Lasciandomi sola con i miei pensieri più impuri.


Guardavo la puntata de “The vampire diaries”.. certo che vederlo di persona, e poi vederlo recitare, faceva uno strano effetto. Ero intenta a guardare, questa nuova serie era ancora più bella delle precedenti.. fui però interrotta dall'arrivo di Drew ed Anne. Avevano smesso di farmi domande su Ian, anche perchè glielo avevo proibito. Lui non si era fatto sentire dopo quel sabato, ed erano passate due settimane, ovviamente non gli interessavo, e come potevo? Lui era lui, ed io ero io. Per quanto potessi essere una bella ragazza, perchè lo ero, lui era decisamente mille volte, facciamo dieci mila volte, migliore di me. Non ero depressa, non ce n'era motivo. Sapevo che sarebbe andata a finire così, e mi andava bene, mi facevo bastare quel solo caffè con lui. E quel meraviglioso bacio sulla guancia.
-Perchè guardi ancora questa schifezza? Soprattutto se c'è lui..-
-Primo non è una schifezza..- Dissi mettendo la pausa, dovevo guardare la puntata sempre con un giorno di ritardo, su uno dei tanti link in streaming che c'erano sui blog, dato che il giovedì suonavamo al pub, e perdevo la diretta. -Secondo, la guardo soprattutto perchè c'è lui..- Misi play, e continuai a guardare, chiedendo a quei due, di fare silenzio. Arrivai alla fine della puntata.. Damon ed Elena in camera di lei.. la musica di sottofondo. Era esattamente come quando lui le aveva detto di amarla, prima di cancellarle la memoria, ed era tutto così romantico, avevo un sorriso ebete stampato in viso, che non riuscivo a togliermi. Mi sentivo una vecchia rincitrullita.
Forse era merito suo.. dei suoi occhi, del suo muovere così velocemente e sensualmente le labbra per parlare. Della sua postura rigida, per interpretare quel ruolo.
Era bravo, non c'era dubbio. Era bello.. era assodato.

Sì, mi preoccupo per te. Perchè hai bisogno di sentirmelo dire?”
Perchè quando trascinerò via dall'orlo del precipizio mio fratello e te lo riporterò, voglio che tu ricordi quello che hai provato mentre lui non c'era”


Ed io ero cotta di lui.. era ovvio.
Condivisi su Twitter la canzone, che aveva fatto da sottofondo a quella scena, insieme ad un mio commento sull'episodio. Continuai a cazzeggiare su internet, e quando tornai a guardare la pagina di Twitter vidi che lui mi aveva risposto. Dovevo smettere di sorridere. SMETTERE DI SORRIDERE.
Ohhh ma era impossibile. Diceva che era contento del fatto che io fossi innamorata di Damon.. e anche lui pensava che Elena fosse stupida a stare ancora dietro a Stefan!
Spensi il pc. Quello che dovevo fare era togliermelo dalla testa, e l'unico modo per farlo era stare lontano dal mio portatile. Ecco perchè, lo spensi, e lo diedi ad Anne, chiedendole di mettere una password, in modo da non poterlo usare.
All'inizio fu abbastanza difficile, non sapevo cosa fare nei miei momenti liberi, ma poi mi abituai all'assenza di quei maledetti social network. Ricominciai a fare jogging al parco, finii di leggere i libri che avevo iniziato l'estate, e soprattutto studiavo molto di più. Certo, pensavo a cosa potesse fare Ian, alle foto che potesse pubblicare, ma poi cercavo di non pensarci, studiando, o correndo, o cantando. Insomma, cercavo di tenermi il più occupata possibile, e tutto andava bene, o almeno, tutto sarebbe andato bene, se solo lui non avesse rotto il mio equilibrio.. per la seconda volta.


SET ABITI MEREDITH:

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Ma buonasera -buon pomeriggio- bellezze! Avete appena letto il TERZO capitolo di questa mini-fic, allora? Che ne dite? Mi scuso in anticipo per gli errori, se ce ne dovessero essere. Vi ringrazio INFINITAMENTE per aver letto e per aver recensito (ora rispondo tranquille) SIETE FANTASTICHE E SUPER GENTILI! Vorrei precisare che Ian è un personaggio sì famoso, ma è pur sempre frutto della mia immaginazione, perchè in fondo non lo conosco, quindi devo inventare il suo modo di essere e di fare.. Mi dispiace se da adesso in poi le vostre aspettative saranno deluse, o se da qui in poi non sarà più come vi eravate immaginate.. Io spero che tutto ciò non accada *-*
Vorrei inoltre dire, che la storia è composta in tutto da CINQUE (forse sei) capitoli. Avevo detto che sarebbe stata una MINI-fic, l'idea è piuttosto semplice ed ovviamente non ha senso dilungarmi troppo, altrimenti diverrebbe noiosissima xD
Bene, adesso sono le note ad essere noiose.. ci si sente la prossima settimana e su FACEBOOK PER GLI SPOILER.
Vi ricordo che su YUOTUBE C'E' UN NUOVO VIDEO RIGUARDANTE LA STORIA.
baci baci.


Vi ricordo il canale Youtube!
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Capitolo 4
*** QUARTO CAPITOLO. ***


Per chi vuole, questo è il mio canale youtube, troverete video fatti da me. Fateci un salto e se vi va iscrivetevi! ;) LA VIDA ES UN CARNAVAL.

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Because of ... THE NET!

QUARTO CAPITOLO

Eravamo alla seconda esibizione.. nel bel mezzo del pezzo, stavo proprio cantando, quando lo vidi entrare. Jeans scuri, maglia a maniche corte bianca, e il suo solito cappello. Riuscii a non distrarmi e finii di pronunciare le parole per terminare la strofa. Mi voltai verso Anne, che suonava come una pazza, e le feci un cenno. Ma nulla, quella era intenta a fare il suo assolo. Ripresi per l'ultima strofa e la canzone, fortunatamente, finì... perchè avevo proprio bisogno di una pausa.
-Che succede? Perchè abbiamo fatto una pausa? Stai male?- Christine era sempre così..così.. OPPRIMENTE!
-No Christy, sto.. bene. Più o meno, possiamo solo ricominciare tra 5 minuti? Prendo solo una boccata d'aria.-
-Se vuoi la prossima la canto io.. e tu, vai fuori.- Drew era dolcissimo, ma non volevo lasciarli soli, e soprattutto non volevo abbandonare il palco solo perchè avevo paura di esibirmi davanti a lui. E poi non era solo paura di esibirmi.. era proprio vederlo dopo tutto questo tempo che mi mandava nel panico.. Se avevo cercato di disintossicarmi c'era un motivo, no?
Riprendemmo a suonare, e seguii il consiglio che mi diede Anne, prima di salire sul palco, e non facevo altro che ripetermelo di continuo.
Ignoralo, ignoralo, ignoralo, ignoralo.

Andammo avanti con i nostri brani, e poi ci dedicammo alle cover. Andrew aspettò che tutti finissero di applaudire per parlare..
-Grazie.. a tutti, siete davvero gentili, e beh, ci avete sopportati fino ad oggi, siamo davvero contenti- Risero tutti.. -Volevo presentarvi personalmente questa canzone, è la prima volta che suoniamo, sentirete solo la bellissima voce di Meredith..- Non so perchè ma tutti cominciarono a fischiare ed applaudire entusiasti. Sorrisi imbarazzata, e il mio sguardo si posò su Ian, che ascoltava attento.. -Sì, sì lo so, è brava ed è anche bella..- Lo guardai truce, e lui continuò.. -Accompagnata dalla chitarra acustica. Speriamo che la canzone vi piaccia.. A drop in the ocean-
Presi un sospiro, guardai di sfuggita il bellissimo ragazzo seduto al tavolino di fronte al palco ed iniziai a cantare.. Con gli occhi chiusi, mi lasciai trasportare dal suono della chitarra di Drew. Adoravo quella canzone, quelle parole.. il significato che trasmetteva.

“It's just a drop in the ocean
A change in the weather
I was praying that you and me might end up together
It's like wishing for rain as I stand in the desert
But I'm holding you closer than most,
Cause you are my,

Heaven doesn't seem far away anymore no no
Heaven doesn't seem far away
Heaven doesn't seem far away anymore no no
Heaven doesn't seem far away”

Cantai infine l'ultima strofa del ritornello, e la canzone finii con due giri di accordi. L'applauso mi fece sorridere e riaprire gli occhi. Mi alzai, insieme ad Andrew, dallo sgabello, e dopo esserci inginocchiati e dopo aver ringraziato, salutammo il pubblico. Era stata la nostra ultima esibizione.
Ringraziammo ancora -con il sottofondo di Anne che suonava la batteria- e poi uscimmo correndo, saltando e salutando. Amavo la nostra uscita.
-E' stato fantastico, cioè.. voi due siete stati incredibili, e vi adoro.- Anne ci abbracciò, seguita dalle gemelle del destino. Raccolsi la mia roba, mentre aiutavo i ragazzi a sistemare gli strumenti, e poi uscii dalle quinte, per andare al bancone e prendere qualcosa da bere.
-Sei, straordinaria- Rabbrividii e mi voltai, facendo finta di nulla. -Se lo avessi saputo, sarei venuto prima.. e, ottima scelta della canzone.- Sorrise, e sedendosi accanto a me, ordinò da bere. Mi sembrava di vivere in una puntata di TVD.
-Grazie.. ma non dovevi disturbarti.-
-Stai scherzando?- Bevve un sorso di birra dalla bottiglia, e in quel momento desiderai essere quella bottiglia.. -Mi sono liberato da tutti i miei impegni, ed eccomi qua..- Mi passò una birra, facendola scivolare sul bancone, e l'afferrai prima che cadesse. Bevvi anche io..avevo bisogno di alcool. -Sei sempre così silenziosa quando finisci il concerto?-
-No, di solito no.- I suoi azzurri, i suoi disarmanti occhi azzurri, mi entrarono dentro. Mi riempirono e mi svuotarono nello stesso momento.. -Sei tu che mi fai questo effetto..-
-Dovremmo rimediare..- Socchiuse gli occhi, e si passò una mano sotto il mento, con fare teatrale e pensieroso nello stesso tempo.-Per esempio, dovresti smetterla di incantarti..-
-E tu questo non dovresti dirlo, non dovresti neanche notarlo..- Dissi avvicinandomi a lui.. non l'avevo fatto perchè volevo essere maliziosa, ma semplicemente per scherzare, e sperai davvero che lui capisse il mio intento.
-In effetti, anche io potrei incantarmi con te, se mi provochi in questo modo..-
-Non volevo provocarti.. Non ci riuscirei mai- E mi allontanai lentamente..
-Non sottovalutarti Mer..- Fu lui ad avvicinarsi questa volta. Era vicino abbastanza da riuscire a sentire il profumo del suo respiro.. birra, sigarette e sesso! Ispirava tantissimo sesso, e altre cose sconce.
-Io non mi sottovaluto..- Sorrisi, portandomi i capelli solo su un lato.. -So benissimo di essere una bellissima ragazza.. Ma non sono abbastanza per te.- Negò con il capo, e la sua mano sinistra prese ad accarezzarmi il viso. Era tutto così.. emozionante. Non riuscivo a smettere di guardare i suoi occhi, ero come attratta.. e più lo guardavo più la distanza tra di noi si faceva minima. Era possibile vedere il mio riflesso nei suoi bellissimi occhi?
Eravamo così vicini, troppo vicini.
-Ehi.. ma tu sei Ian Somerhalder?- Mi allontanai da lui immediatamente, e mi voltai del tutto verso il bancone, sorseggiando la mia birra. Dovevo rilassarmi. Avevo i battiti del cuore troppo accelerati, il viso rosso, ed ero troppo accaldata. Maledetto attore da strapazzo. Non poteva, oh sì che poteva, ma non DOVEVA farmi assolutamente quell'effetto. Dovevo rimanere concentrata sulla realtà.
-Cosa stavamo dicendo?- Girai la testa verso lui, e sorrisi. Come potevo ignorare le sensazioni che mi procurava? Non era il fatto che fosse famoso, perchè non me ne importava proprio nulla da quel punto di vista. Non ero andata a prendere un caffè con lui per sfruttare la sua immagine. E neanche il fatto che fosse dannatamente bello.. Stare con lui, baciarlo, o passarci la notte insieme facendo del bellissimo e sano sesso, avrebbe significato, non solo morire di infarto, ma finire direttamente all'inferno. Ma era piuttosto un miscuglio di cose che mi attraevano così tanto a lui, che mi causavano quegli scompensi cardiaci ed ormonali.
-Non..- Dovevo allontanarmi da lui. Dovevo essere seria e matura. Anche baciandolo cosa avrei concluso? Non sarei andata in giro a vantarmi di aver baciato un attore famoso. Primo perchè ero una persona adulta, e secondo perchè non era da me.. lui non se lo meritava.
Andarci a letto? Ma in quale mondo, o universo parallelo lui avrebbe voluto fare sesso con me? Per non parlare di avere una storia seria.. Quindi tutta quella situazione era inutile.. Certo, potevamo sempre rimanere amici.. Ma, non potevo essere amica sua. Non in quel momento, non in quello stato. E soprattutto, non quello strane sensazioni tra il mio petto e lo stomaco.
-Mer? Tutto ok?- Vidi, alle sue spalle, che i miei amici si stavano dirigendo verso l'uscita del locale.
-Io sì, sto bene. Ma devo andare.- Presi la borsa, e feci per pagare ma me lo impedì..
-Offro io, ovviamente.- Lo ringraziai. Dovevo andarmene subito. Sentivo caldo, e lui mi faceva girare la testa. -Meredith, ho detto o fatto qualcosa di sbagliato? Un attimo prima stavamo parlando e quello dopo.. eccoci qui, con te che stai scappando.-
-Non sto scappando.- Alzò un sopracciglio. I miei amici stavano andando via, e non sapevano che dovevano aspettarmi. Dovevo uscire, e correre via, velocemente, in modo che l'aria fresca mi schiaffeggiasse. Ero così stupida.
-Perchè ti faccio paura?- La porta si era aperta, e il mio cuore stava per scoppiare. Doveva smetterla di guardami in quel modo. Ma avrei voluto fargli una foto, in modo da poter conservare per sempre quell'espressione tenera e dolce che aveva.
-Mi dispiace.. devo andare..- Perchè allora non riuscivo a muovermi? Perchè quelle calamite azzurre mi tenevano inchiodata a lui, e al pavimento? Il mio sguardo, seguiva il suo.
Occhi, labbra..occhi, labbra..occhi, labbra.
Ed ero certa che se lo avessi baciato. Se avessi toccato quelle labbra peccaminose, non sarei riuscita a fermarmi, a tornare indietro. Mai più. Sarei caduta negli abissi più profondi delle tenebre, e poi, immediatamente dopo, sarei arrivata più in alto di qualsiasi montagna, più delle nuvole, più delle stelle. Quasi a toccare la luna.
-I tuoi amici sono andati via..-
-Lo so.-
Stavamo sussurrando, o parlando con lo sguardo? Ero sicuramente sotto incantesimo.. un bellissimo incantesimo. E lo stregone era lui.
Lui che mi fissava.
Lui che si inumidiva le labbra con la lingua.
Lui che mi prendeva per mano avvicinandomi a sé.
Lui che, avrei voluto fosse mio.
-Posso accompagnarti io.. Solo se ti va.- Non riuscivo neanche più parlare, mi limitai ad annuire, ed uscimmo dal pub. -Sono venuto in macchina, spero non sia un problema..-
-No, assolutamente- Mi sorrise, e lì capii di essere andata del tutto. Ormai ero un caso irrecuperabile. -Mi piace la tua macchina..- Dissi per spezzare il silenzio.
-Lo so, l'ho scelta io!- Mi fece ridere per il modo in cui lo disse, e lo spinsi verso il finestrino.. Ovviamente non lo mossi di un millimetro, ma almeno c'avevo provato. Mi rilassai, poggiando meglio la schiena sul sedile, e mi spaparanzai. Tanto quell'auto era così capiente e spaziosa che avrei potuto ballare il twist, senza urtare qualcosa. -Sei comoda?- Annuii ed accesi lo stereo.. sobbalzai quando sentii la nuova canzone di Adele. Aumentai di colpo, e mi misi a cantare con lei.
Ian mi guardava allibito.
-Dai, canta con me..-
-Non conosco le parole!-
-Tu.. non..- Adesso sì che potevo morire. Non conosceva la canzone più bella in circolazione in quel periodo? Finsi di svenire, aprii un occhio di nascosto, ma lui mi fissava divertito, fermo al semaforo.
-Sei una pessima attrice!- E la luce verde abbagliante ci illuminò, facendolo ripartire.
-Ha parlato Mr 'non-conosco-le-parole-della-canzone-più-bella-del-mondo', sarò una pessima attrice, ma tu non capisci nulla di musica.- Mi finsi offesa, e tornai composta sul sedile. Godendomi la voce di Adele.
-Possiamo cantare la prossima, ammettendo di conoscerla..- Gli feci cenno di stare zitto, lo stavo prendendo in giro, e lui me lo lasciava fare. Era così normale, stare con lui. Cambiò stazione.
-Ma che caz..- Lo fissai furiosa, e mi sorrise.. per un attimo mi incantai. Perchè, credetemi, i suoi denti perfettamente allineati, illuminavano quasi quanto il sole.. ma subito dopo capii che voleva comprarmi in quel modo. Non ci sarebbe riuscito..non in quel momento almeno.
-Dai non arrabbiarti, non conoscevo le parole.. Ne voglio una da poter cantare insieme..-
Sì c'era riuscito.
Maledetto attore da strapazzo.
Da spupazzare tutto. Era così dolce in quel momento..
-Posso abbracciarti?- MA CHE CAZZO! Dovevo imparare a distinguere bene i pensieri dalle parole. A capire ciò che andava detto, da ciò che NON andava assolutamente detto.
Mi morsi subito il labbro, come se in quel modo, la frase pronunciata tornasse dentro la mia bocca, e fosse risucchiata dalle corde vocali.
Maledetta boccaccia! Dovrei tagliarmi la lingua, e così, altro che sparare cazzate..
-Certo che puoi.. Mer, che domande fai!- Mi guardai attorno. Forse non stava parlando con me.. Ma sì che stava parlando con me, aveva detto il mio nome.. Solo che a dire quelle cose non era stato lui, ma solo il frutto della mia immaginazione. -Vieni qui..-
Quanto amavo i semafori..
Mi ancorai a lui, le mie mani arrivavano a metà della sua schiena. Era così grande, ed io ero così piccola. Sorrisi, e nel farlo ispirai il suo profumo.
Il profumo della sua pelle. Lo strinsi ancora più forte, come se avessi paura che lui, da un momento all'altro potesse sparire. Non mi accorsi neanche del fatto che anche lui stesse abbracciando me. Mi sentii un koala. Stringevo spasmodicamente la sua maglietta, ed ispirai, ancora una volta, il suo odore. Fino a sentirlo dentro. Volevo che mi restasse impresso.. per sempre.

Volevo che lui, restasse con me.. per sempre.

Aprii gli occhi a quel pensiero, era impossibile che io volessi una cosa del genere. Io non lo conoscevo.. e non ero di certo un'adolescente che si innamorava subito, del primo bel ragazzo che vedeva passare, e che le rivolgeva parola.
Era passato quel periodo. Dovevo essere più matura, quindi mi allontanai da lui, come quando ci si scotta dal fuoco, ecco. Lui era il fuoco, un pericoloso fuoco che bruciava davanti a me, ed io ero stata tanto ingenua, da mettere, non solo, la mano.. ma di buttarmi dentro con tutto il corpo.

Devo dire che prima di pubblicarlo l'ho riletto più volte. Non ho trovato errori, ma se ci dovessero essere, segnalateli ;) Allora???? *-* Credo che questo sia il mio capitolo preferito.. Meredith fa un passo avanti -forse più di uno- è consapevole dei suoi "sentimenti" per Ian, ed è disperata. Perchè si reputa una donna adulta, e le donne adulte non possono -diciamo- innamorarsi così velocemente di un uomo. Eppure lei è sul punto di farlo.
Che mi dite.. che succederà nel prossimo capitolo? VI RICORDO CHE IL QUINTO SARA' L'ULTIMO E VERRA' PUBBLICATO GIOVEDI' PROSSIMO. 
Grazie per aver letto, commentato, per aver aggiunto la storia nei preferiti/seguiti e ricordati! *-*

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Capitolo 5
*** ULTIMO CAPITOLO. ***


Because of..THE NET!

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QUINTO CAPITOLO

Mi svegliai stiracchiandomi, tra quelle lenzuola bianche e profumate. I raggi del sole mi colpivano in pieno viso, abbassai lo sguardo, e mi resi conto di essere ancora nuda. Il lenzuolo copriva solo la mia gamba sinistra. Mi sgranchii ancora la schiena, voltandomi verso destra, e quando aprii gli occhi, lui era lì. Su un fianco, con il capo poggiato su una mano. Rimasi immobile a fissarlo, mentre lui guardava me, con quel sorriso a rendere il suo viso ancora più bello.

Come se fosse possibile.

-Buongiorno..- E la sua voce appena sveglia? Musica.
-A te..- Gli sorrisi.
-Fai così ogni mattina?- Mi squadrò da capo a piedi, ed io annuii..
-In realtà a volte faccio anche di peggio, come rivoltarmi su me stessa.. Devo sgranchirmi per bene, o mi sento moscia tutto il giorno.- Spiegai, e lo vidi sorridere malizioso.
-Bene. Benissimo. Potrei anche abituarmici, la visione di te, che ti muovi in questo modo, appena sveglio è.. paradisiaca.-
Roteai gli occhi.. era così esagerato. Si alzò dal letto, seguii tutti i suoi movimenti con lo sguardo, aprii meglio le tende della camera, e poi la finestra. L'odore del mare mi solleticò il naso, ma la vista di lui nudo, solleticò qualcos'altro.
-Senti, vampirozzolo, perchè non torni a letto?- Si voltò, e mi guardò fingendosi perplesso. -Mh, d'accordo, fa' come vuoi, è che avevo in mente un altro modo per sgranchirmi.- Lo guardai maliziosa, e lo vidi raggiungermi in un attimo, prendermi per le caviglie e tirarmi verso sé.
Risi per la sua irruenza, fin quando fui occupata a baciarlo.
Mi allacciai con le gambe al suo bacino, averlo su di me, era una sensazione piuttosto piacevole. Passò una il braccio sotto la mia schiena, e con un gesto, mi sollevò. Non staccandosi mai dalle mie labbra.
Le nostre lingue che si cercavano, trovavano, allontanavano e poi si cercavano di nuovo.
I nostri corpi incollati l'uno all'altro, seduti su quel letto, che era già stato spettatore della nostra notte, d'amore. Mi staccai da lui ansante. I suoi capelli scompigliati, per colpa delle mie torture, gli occhi lucidi e le guance arrossate. Le labbra umide e gonfie per i troppi baci.
Cazzo quanto era bello.
-Dio, sei bellissima.- Mi prese il viso con tutte e due le mani, e con i pollici mi lasciava piccole e dolci carezze sulle guance. Sorrisi, beandomi di quel momento così perfetto e magico. Non mi sarei più voluta alzare da quel letto.
Ed era strano, perchè la notte prima, non volevo neanche entrare in quella camera.


Mi allontanai da lui immediatamente, e avrei voluto tanto avere un tasto da qualche parte, per spegnere i miei maledetti pensieri.
-Mi spieghi perchè ogni tanto hai questi scatti?-
-Perchè tutto questo è sbagliato. Io non dovrei neanche essere qui. Tu sei famoso, e poi..-
-Meredith.. vuoi stare tranquilla?-
-No, non posso. Tu non capisci, e non sai neanche i mille pensieri che ho per la mente in questo momento. Tu sei pericoloso..-
-Io sono cosa?- Rise, ma intanto non mi permetteva di allontanarmi da lui.. -Rilassati per favore, non farti paranoie, perchè non ce n'è bisogno..- Mi guardò, esattamente come dentro il pub, ed anche questa volta mi incantai Ero come sotto ipnosi. -Posso fare una cosa adesso?- Adoravo quella sua smorfia al posto del sorriso.. lo rendeva ancora più sexy.
-Puoi fare tutto quello che vuoi, in questo momento-
La smorfia sparì, per lasciare spazio ad un vero e proprio sorriso. La sua mano era sulla mia guancia, e l'altra ancora dietro la mia schiena. Mi spinse verso lui, e le nostre labbra si unirono. Restai per qualche secondo con gli occhi aperti per lo stupore, ma quando realizzai che la sua lingua stava tracciando il contorno del mio labbro superiore, mi addossai a lui e chiusi gli occhi.
Avete presente il bacio che Aladdin da a Jasmin sul balcone grazie alla spinta del tappeto?
Ecco, il nostro era uguale. Senza balcone né tappeto volante.
I suoi capelli, intrecciati alle mie dita, così morbidi.
Le sue labbra incollate alle mie, così carnose.
Il suo petto, contro il mio, così muscoloso.
Era ossigeno. Aria pulita, fresca, nuova. Ma ci staccammo ugualmente per riprendere fiato, riaprii gli occhi lentamente, come per paura che quello fosse solo un sogno, e che tutto potesse sparire da un momento all'altro.
Ma lui era ancora lì, che mi guarda divertito ed eccitato insieme.
-Cosa stiamo facendo?- Le mie mani ancora tra i suoi capelli. Non riuscivo a smettere di attorcigliarli.
-Quello che avremmo dovuto fare fin dal primo momento in cui ci siamo conosciuti. Mi piaci Mer, mi attrai fisicamente. Sei una ragazza normale, ed io ho bisogno di tanta normalità in questo periodo.-
Gli sorrisi. Non mi aveva certo fatto chissà quale confessione, però era stato sincero. Voleva la normalità, mi reputava normale, quindi perchè non dargliela? La normalità, che avete capito!
Il suono del clacson della macchina dietro noi, ci fece saltare in aria, ritornai al mio posto mentre lui riprese a guidare. Quel sorriso malizioso sul suo viso non faceva altro che fomentare i miei pensieri più impuri.

Ci ritrovammo, avvinghiati l'uno l'altra, alla porta della camera dell'hotel dove alloggiava in quei giorni. Era difficile far passare la scheda nella fessura mentre ci baciavamo in quel modo, ma dopo ripetuti tentativi, Ian era riuscito ad aprire la porta, e a richiuderla con un solo calcio.
Mi buttò sul letto. Feci circa due rimbalzi su quel materasso, il che mi fece piuttosto ridere, lui ne approfittò per togliersi la giacca e le scarpe, e poi smisi di ridere.
Le mie labbra erano interessate ad altro, per esempio alle sue.
Le mie mani, erano impegnate e spogliarlo.
Ed i miei occhi.. a gustarsi quel magnifico panorama.


-Che hai da fare oggi?-
-Per prima cosa, devo trovare la mia camicia.. Eccola- La raccolsi da sotto il letto, e la indossai. Era difficile abbottonarla nel modo giusto, con lui che mi baciava il collo. Era insaziabile.
Prima nel letto, e poi nella vasca da bagno.
Avevo bisogno di tanto cibo, accompagnato da un enorme dose di caffeina, e soprattutto di una doccia. Io, da sola, sotto l'acqua corrente.
Non che non mi fosse piaciuto il bagno con lui, ma, non so, mi sentivo..sporca di sesso. Avere il suo profumo addosso era una gran cosa, ma non stavamo insieme, non eravamo fidanzati o ancor peggio innamorati..quindi perchè stare ancora con il suo profumo attaccato alla mia pelle? Il suo bellissimo odore nella mia testa?
Una doccia. Era quello che mi serviva.
-Non è che, cambi account su twitter, o.. cambi stato, in modo da non farti più rintracciare?- La sua espressione corrucciata mi fece sorridere, e mi rifugiai tra le sue braccia, involontariamente. Giuro, io non volevo farlo, il mio corpo si attaccò al suo contro la mia volontà..
-Certo che no. Mi è piaciuto.. fare quello che abbiamo fatto fino a 10 minuti fa, perchè smettere..-
-Mi stai proponendo di diventare il tuo, amico di letto?- Alzai un sopracciglio, e gli pizzicai il sedere.. -Mi piacerebbe tantissimo, ma, signorina Spurce, da lei vorrei qualcosa di più..-
-Signor Somerhalder, potremmo parlarne in un altro momento? Devo fare tantissime cose, e se sto un altro minuto qui, sono sicura che non avrò più la forza di uscire da quella porta-
L'angolo sinistro della sua bocca si alzò in quel sorriso che mi faceva tanto impazzire. Mi alzai leggermente sulle punte, e gli morsi le labbra, staccandomi da lui subito dopo. Era come una droga, e cominciavo a sentire il bisogno di volerne sempre di più. -Ti ho memorizzato il mio numero.. A più tardi-



Ci guardavamo negli occhi. E devo dire che i suoi, azzurri, mi incutevano abbastanza paura in quel momento. Le dita della sua mano destra tamburellavano sul tavolo, mentre con l'altra teneva il bicchiere di caffè macchiato extra zuccherato. Io, avevo la mia tazza di cioccolata bianca, fumante, in attesa si raffreddasse. La ordinavo ogni volta che, sapevo di essere confusa, ogni volta che sapevo che le cose mi stavano sfuggendo di mano..
-Credo che te ne stia innamorando.- La mia compagna di stanza, nonché, una delle mie più care amiche da un paio di anni a quella parte, aveva emesso la sua sentenza.
-Non credo proprio.- Ed io, bevendo la mia cioccolata.. avevo accettato la mia condanna.
-Ci passi la notte. Dormite insieme, vi svegliate e fate sesso per due volte, una delle quali è nella vasca da bagno. E tu odi la vasca.. Fattelo dire ma.. tu sei bella cotta-
-Ma chi non ne sarebbe.. Sono solo affascinata da quello che è lui. Cioè, è famoso, è bello, è simpatico è.. Oddio Anne, hai ragione e non so come fare aiutami.-
-Wow, questa volta non hai neanche aspettato di finire la cioccolata, per darmi ragione.-
-Smettila di prendermi in giro, ed aiutami. Cosa posso fare?-
-Non saprei proprio.. Ah.. aspetta, metterti insieme a lui?-
-Che Zeus mi fulmini.. ma che diavolo vai blaterando?- Ok, dovevo calmarmi, o mi sarebbe venuto un mal di testa di quelli incredibili.
-Ti ha detto che vuole qualcosa di più.. Ma lo ascolti quando parla? Cazzo Mer, non rovinare tutto, tu gli piaci, e lui ti piace da paura. E allora qual è il problema?-
-Il problema..- Respirai per non urlare.. -Il problema è che lui potrebbe trovarne, ed averne altre mille più belle di me, più famose, più simpatiche, più tutto insomma. Ed io non lo sopporterei..-
E quello era il momento in cui, di solito, ordinavo un'altra cioccolata.. questa volta al latte.
-Esistono già, ragazze “più” di te, come hai detto tu.. quindi..-
-Non voglio stare con lui, per poi perderlo. Ecco cosa non sopporterei. Mi innamorerei troppo velocemente di lui, e poi soffrirei così tanto da sentirmi distrutta. Io non voglio sentirmi di nuovo così. Non voglio dimagrire ancora, non voglio piangere di nuovo per un uomo. Non voglio sentire quell'enorme vuoto e nello stesso tempo peso sul petto mentre penso ai momenti passati insieme a lui, quindi no. Io non voglio stare con lui, prima ancora che tutto questo accada..
-Ma tu non lo sai se accadrà o no.. Lui..
-Si che accadrà.. Perchè io ho 22 anni, e anche se lui ne ha 10 in più, non posso legarmi adesso ad una persona, per sempre. Anne, non esiste il per sempre. So già come andrà a finire, perchè finisce sempre così. Se dovessimo stare insieme, non ci sposeremo mai.. perchè io sono troppo giovane, e lui non potrà aspettarmi in eterno, perchè è molto più grande di me..
-Quindi, il problema è l'età..
-E' un'insieme di cose.. e la conclusione è che, Meredith ed Ian non potranno stare insieme, né ora e né mai.-
-Hai solo paura dell'amore..- La guardai. Per tutta la nostra “chiacchierata” avevo tenuto lo sguardo vago, guardando dovunque tranne che i suoi occhi. Ma in quel momento, sentendola dire quella cosa, ritrovai il coraggio di guardarla. Era vero, avevo paura.. ma non dell'amore, avevo paura di quello che c'era dopo..




Ero seduta sul letto della mia camera al campus. Mi guardavo allo specchio da circa mezz'ora, ero già vestita, truccata, pronta per quella cena. Solo che non avevo il coraggio di uscire da quella stramaledetta porta, andare al ristorante, sedermi, e dire ad Ian, quello che avevo detto ad Anne due giorni prima al bar.

Io e lui non potevamo stare insieme.

Ebbene sì. Erano trascorsi due giorni da quella bellissima notte con Ian, aveva dovuto lavorare, e quindi avevamo dovuto spostare la cena fino ad oggi. Inutile dire che non volevo andare, preferivo restare in camera, a guardare la tv, piuttosto che affrontarlo. Come gli avrei detto, quello che dovevo dirgli senza fargli capire, che una parte di me, voleva stare con lui? Era fondamentale non guardarlo negli occhi, o non avrei saputo aprire bocca.
Spinta da non so quale forza, riuscii ad uscire dalla mia camera, e a raggiungerlo. Ero super agitata, non lo ero mai stata così tanto, neanche per il mio primo esame al college. Lo vidi seduto, con i gomiti poggiati sul tavolo, ed il menù tra le mani.
-Ciao, scusa il ritardo..- Non dovevo guardarlo negli occhi.. dovevo resistere e sarebbe andato tutto bene..
-Non ti preoccupare, stavo dando un'occhiata ai vini.- Mi sorrise mentre mi faceva accomodare di fronte a lui, dopo avermi dato un bacio vicino alle labbra, molto vicino. -Non vedevo l'ora che arrivasse questo giorno. Volevo vederti e soprattutto volevo una piccola pausa dalle riprese, due giorni di seguito no-stop sono pesanti..-
-Immagino..- Lui parlava troppo, ed io troppo poco.
-E' successo qualcosa?- Negai con il capo, mentre con gli occhi cercavo il cameriere. Cominciavo ad avere sete o forse era fame. Dovevo fare assolutamente qualcosa per evitare di parlare con lui, di guardarlo. -Mer..Puoi guardarmi per favore?- Mi prese la mano e me la strinse. I miei occhi cercarono i suoi, e non appena si trovarono, il mio cuore ebbe un sussulto.
-Non è successo niente, sono solo stanca, ho avuto una pessima giornata.. Tu, come.. stai?-
-Sto bene. Vuoi che ti accompagni al campus? Rimandiamo la cena se vuoi..-
Rimandare? Da un lato mi sarebbe piaciuto, ma dall'altro dovevo togliermi quel peso. Come quando si va dal dentista per togliere il dente del giudizio, si deve fare in fretta e senza pensarci, o il dolore e l'ansia ti uccidono.
Avevo davvero paragonato quella situazione, ad un estrazione di un dente?
-No, voglio mangiare.. e voglio sapere perchè hai insistito per portarmi a cena fuori..-
-Hai ragione..- Mi sorrise, e lì credetti di morire -Volevo aspettare il secondo, o almeno il dolce, ma è meglio dirle subito queste cose.. Giusto?-
-Mi stai mettendo ansia.. Che mi devi dire?- Sperai che si trattasse di un suo film, o di qualche anticipazione sul suo telefilm, o qualcos'altro inerente al suo lavoro...
-Te l'avevo accennato l'altra mattina, Meredith, tu mi piaci davvero tanto, e non perchè sono stato a letto con te per tre volte di seguito e ti volevo ancora, ma perchè mi piaci dentro. Ti conosco da poco, lo so, ed è quel poco che conosco che mi invoglia a conoscerti ancora di più..- Prese una pausa. I suoi occhi erano incatenati ai miei, e sorrideva, perchè aveva speranza.. Ma chi di speranza vive.. -Meredith voglio stare insieme a te. Non so come dirtelo in modo che non risulti banale.. infondo ho 32 anni, e sono Ian Somerhalder non posso permettermi la banalità..- Rise imbarazzato.. Era una sorta di risata isterica, perchè si aspettava una risposta da me.
-Non può succedere, né adesso né mai.- L'avevo detto davvero.. ovviamente guardando le mie mani che sbriciolavano il grissino..-Non perchè tu non mi piaci, perchè in quel caso sarei davvero stupida e cieca, ma perchè le cose tra di noi non potrebbero funzionare. E' troppo complicato Ian. Io ho 22 anni e tu 10 in più.. e..- Cercò di interrompermi, ma lo fermai in tempo. Una sua parola e il mio discorso non avrebbe retto. Se avessi sentito la sua voce, un'altra volta, mi sarei buttata tra le sue braccia, e questo non doveva accadere. -Non è solo la differenza di età che mi frena, è anche la mia paura di soffrire dopo. Perchè io ti piaccio, ma ti piaccio adesso, e domani potrebbe piacerti qualcun'altra, e sarà lì che soffrirò così tanto da stare male, da desiderare di strapparmi il cuore. Non voglio soffrire, io non so se tu mi capisci..
-No non capisco, perchè le tue parole non hanno senso. Non puoi fasciarti la testa ancor prima di romperla, perchè devi precluderti la possibilità di essere felice solo perchè hai paura di quello che verrebbe dopo. Ma poi chi ti dice che soffrirai? E se io volessi stare per sempre con te?-
-E' impossibile..- Il mio era quasi un sussurro..
-Non vedo perchè sia impossibile.. lo vedo assolutamente normale. Ci piacciamo, stiamo insieme fino a quando ne avremo la possibilità e se tutto va bene, ci sposiamo. Non ti vuoi sposare? Conviviamo. Sei tu che stai complicando le cose.. ma fai come vuoi, la vita è tua.-
Non sapevo più che cosa dire. Perchè in fondo anche io sapevo che il mio discorso aveva senso solo fino ad un punto, poi crollava. Avrei dovuto provare, perchè niente e nessuno mi aveva dato la certezza che con lui sarebbe davvero finita, ma più lo guardavo e più ero sicura che avrei sofferto. Sarei stata gelosa per ogni suo bacio sul set, per ogni scena d'amore.
Ero una persona estremamente gelosa, e raramente mi fidavo degli altri, tutta colpa della mia ultima relazione.
Sospirai, come a farmi coraggio, presi la giacca e la borsa, sussurrando un “Mi dispiace” e me ne andai. Senza voltarmi indietro. Senza guardarlo un'altra volta. Perchè sapevo che se lo avessi fatto, sarei tornata tra le sue braccia, e quella era l'ultima cosa che doveva accadere.

Come avevo detto prima, chi di speranza vive.. disperato muore.



Fine.

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Eccoci qui alla fine di questa mini-fic, allora, che ne pensate?
Spero di non avervi deluse. *-* Inizio con il dire che: so che vi immaginavate un lieto fine, ma mi è venuto fuori così! Spero non mi odierete. In fondo potete immaginare quello che volete. Potete, che so, pensare che dopo qualche anno possano incontrarsi di nuovo e stare insieme. Quello che dovete capire è che  Meredith ha sofferto in passato, e ha paura di soffrire ancora, soprattutto per Ian, perchè lui è famoso, bello, e tutto quello che volete. E lui, beh, lui vorrebbe stare con lei, perchè le piace tanto, ma alla fine rispetta la sua scelta. *-* Ammiratelo anche per questo. <3
Spero davvero di non avervi deluse! :)

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