Il gatto con gli stivali di KiaeAlterEgo (/viewuser.php?uid=10451)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
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Salve, appassionati di
Yugioh!
Questa fanfiction è un
esperimento, una storia che potrebbe far sorridere, ma non sbellicare dalle
risate...
Volevo scrivere una
parodia semiseria...
Perciò non fate commenti
troppo duri...
Spero che vi possa
piacere!
IL GATTO CON GLI
STIVALI
CAPITOLO
I
C'era una volta in un
paese lontano un povero vecchio negoziante. L'uomo aveva tre figli e per farli
crescere aveva ormai speso tutti i suoi risparmi, che se ne erano andati via
anche per mandare avanti il suo negozio di giochi. Gli unici beni di qualche
valore ormai rimasti erano il vecchio negozio, un furgoncino ed un piccolo gatto
dal musetto bianco con grandi occhioni
violetti.
Il negoziante, che tutti
chiamavano simpaticamente “nonno”, era molto vecchio e un giorno, sentendosi
ormai vicino alla sua dipartita, radunò i suoi tre figli. Subito accorsero i tre
fratelli. Il maggiore, Seto, era anche il più alto, un ragazzo bruno e dagli
occhi blu, scorbutico e ambizioso, sempre in lite con il secondogenito, Joey, un
biondino dagli occhi scuri, una vera testa calda. Il più piccolo li seguì subito
dopo, Mokuba, i teneri occhioni azzurri seminascosti dalla folta frangia di
capelli scuri, che gli ricadevano sulle piccole
spalle.
Il nonno si era appisolato
sulla sua sedia a dondolo e non dava segno di aver sentito l’arrivo dei suoi
amati figlioli.
Mokuba guardava
imbronciato i due fratelli che avevano iniziato l’ennesimo litigio: «Tz’, ma tu guarda come mi trattano... Sono il presidente
della KaibaCorp e devo starmene qui in questo negozio puzzolente insieme ad un
perdente di prima categoria...» stava dicendo con aria di sufficienza e noia
Seto.
«Chi sarebbe il perdente di prima categoria?! Kaiba,
vieni qui a ripeterlo!» Joey fece segno di rimboccarsi le maniche, con aria
aggressiva.
Seto, guardandolo
dall’alto in basso, gli rispose: «Non ho la minima intenzione di infangare la mia
reputazione stando ancora un minuto vicino a te! Se questo vecchio non si
sveglia, me ne vado prima di quando dovrei!»
«Vattene pure, razza di...»
«Non dire un’altra
parola!» I tre fratelli si guardano attorno. Tutto si era fermato e c’era un
silenzio innaturale. La sedia del nonno era bloccata a metà di un dondolio,
persino il pulviscolo stava fermo a mezz’aria. In compenso in mezzo alla stanza
si era materializzato un oscuro figuro. Alto e con un mantello nero che lo
ricopriva interamente. «Tu!– esclamò la figura puntando il dito contro Joey
–cuciti la bocca!» come per magia, o forse era proprio magia, ago e filo
eseguirono alacremente l’ordine del tipo, cucendo un bel ricamo sulla bocca di
Joey, che non poté nemmeno urlare di dolore perché aveva le labbra chiuse. «E
tu...– questa volta la figura si rivolse verso Seto –Non ti stai dimenticando
qualcosa, per caso?»
«Chi, io? Da
te?»
«Non esattamente da me... Io sono solo un messaggero, per
servirti». Lo sconosciuto si tolse il mantello, rivelando essere
un bel giovane dalla pelle ambrata e dai lunghi capelli scuri, che indossava una
camicia slacciata di seta nera ed un paio di pantaloni di pelle, neri anch’essi.
I piedi e i polpacci erano cinti da un paio di anfibi neri e nella mano teneva
uno scettro dalla forma inconfondibile: «Mago Nero?!» esclamarono sbalorditi i tre. Lui annuì. «Chi ti ha conciato così???» cercò di mugolare Joey anche
se non riusciva ad emettere nessun suono sensato così che quello che risultò fu
un: «Mhm mi mh mhnmhmmh mhnm?».
Seto guardò Joey,
disgustato: «Beh, che cosa ci fai qui? Come mai sei conciato
così?»
Il Mago Nero sembrava un
po’ imbarazzato: «Beh... Che volete che indossi sempre quella tunica
violetta, che a volte è anche scomoda?! Guardate che posso utilizzare la magia
anche senza quella cosa! Mi basta questo...» Con un leggero movimento del suo fidato bastone, il
filo che univa le labbra di Joey svanì come se non fosse mai
esistito.
Seto alzò un sopracciglio:
«Non hai ancora risposto alla mia domanda».
«Giusto, hai ragione. Dovevo riferirti un messaggio e
pregarti di restare fino alla fine della tua parte, visto che è pure corta! Il
messaggio dice: “Ricordati che la foto e soprattutto i negativi, li ho ancora in
mano mia!”»
«Ehi, Mago Nero! Come mai fai tutto questo?»
esclamò
Joey.
Il Mago si raddrizzò,
guardando il ragazzo dritto negli occhi: «Il Faraone mi ha ordinato di fare tutto ciò che mi
ordina Lei, entro certi limiti».
«Cosa? Yugi
avrebbe fatto una cosa del genere per Lei???» Joey sembrava allibito. Il
Mago si limitò ad annuire.
«E ora lui dov’è?» Chiese Seto, con uno sguardo molto
pericoloso.
Il Mago scosse la testa: «Non ne ho idea, subito dopo
aver parlato con Lei, il Faraone è venuto da me e ci siamo messi d’accordo su
alcune cose, poi se n’è andato non so dove. Lei comunque era
soddisfatta».
«Chi è Lei?» chiese la piccola vocina di
Mokuba.
«Tz’, è l’autrice Mokuba, colei che ha riscritto questa
ridicola favola in modo che potessimo recitarla
noi...»
«Beh, io il mio dovere di messaggero l’ho fatto, arrivederci!»
Il Mago sparì in un battito di ciglia e tutto tornò come se lui non fosse per
niente passato di lì.
«Figli
miei, sono contento che siate tutti qui– esclamò il nonno, come se niente fosse
–Volevo solo dirvi che sento la morte vicina e voglio esprimere le mie ultime
volontà...» Alla
parola “ultime volontà” tutti drizzarono le orecchie e si avvicinarono,
dimenticando per un momento le loro dispute.
«Bene. Caro
Seto, essendo tu il maggiore, lascio a te il mio preziosissimo negozio di
giochi. Mokuba, dato che tu sei quello che va più d’accordo con lui, a te
lascerò il furgoncino...»
«E
io...?» fece
Joey, temendo la risposta.
«Tu? A sì!
Tu!– esclamò il nonno, come se avesse visto il suo secondogenito proprio in quel
momento –A te darò il mio gatto!»
«Coooooosaaaaa?» Ignorando
la faccia assai stupita di Joey e il sorriso soddisfatto degli altri due
fratelli, il nonno si alzò faticosamente e prese in braccio un gatto piuttosto
grosso per essere un felino. «Yugi?!»
Tutti erano stupiti e allibiti. Yugi li osservava con i suoi occhioni violetti
in mezzo al viso, tra i suoi insoliti capelli spuntavano due deliziose orecchie
candide, mentre una codina era arrotolata attorno ad una gamba. Aveva artigli e
zanne, proprio come un gatto. «Miao!»
Esclamò con la sua vocina esitante. «Un momento! Io l’ho letta la favola del
gatto con gli stivali!» Esclamò d’un tratto Joey, spezzando il silenzio stupito
alla vista di Yugi.
«Oh, che
sorpresa, sai anche leggere?!» chiese Seto,
sarcastico.
Ignorando con
una certa difficoltà i commenti del fratello maggiore, il secondogenito si
rivolse al padre: «Ma era il più piccolo che riceveva il gatto! Me lo ricordo
bene! Voglio io il furgone!!!»
«Mio caro
figliolo– disse il nonno –a te spetterà il gatto a Seto il negozio e a Mokuba il
furgoncino, fine! Ed ora andatevene, che voglio riposare!» e alla fine di questa
frase aggiunse anche un paio di colpi di tosse, chiaramente finti. I tre
fratelli uscirono dalla stanza, due felici mentre l’altro con il morale sotto i
piedi. Il gattino, seduto a terra osservava l’anziano: «Nonno, sei
sicuro?»
«Yugi, rispetta
la tua parte per favore! E poi non dovresti chiederlo a me, ma al tuo Alter ego»
Il gattino annuì: «Purtroppo si è chiuso in un silenzio veramente impenetrabile.
La stanza della sua anima è chiusa come una tomba sigillata...» e si diresse su
una poltrona, raggomitolandosi e cadendo in un sonno profondo. Mentre dormiva,
le labbra del gattino si mossero a scatti, come se stesse parlando un’altra
persona: «Tz’ una tomba sigillata?!»
Pochi giorni
dopo il vecchio negoziante morì. Seto vendette subito il negozio ricevuto in
eredità, per comprare, a prezzo stracciato, una fabbrica tecnologica andata in
fallimento, ma che lui riuscì a riportare in auge come presidente dell’azienda,
grazie anche al suo nome accattivante KaibaCorp. Mokuba invece aveva venduto il
furgoncino e si era messo in affari con suo fratello. Ora viveva felice
stressando Roland, il suo nuovo maggiordomo. Il giovane che aveva avuto in
eredità il gatto non era per nulla
soddisfatto.
«Non è giusto!–
si lamentava –i miei fratelli ora sono ricchissimi e non mi danno nemmeno una
fetta di formaggio da mangiare, ma io che ci faccio col gatto? L’unica cosa da
fare sarebbe mangiarselo e poi cucire il suo pelo in un manicotto così in
inverno potrò scaldarmi le mani...» Intanto guardava il micio con uno sguardo
famelico.
Il tenero
gattino lo guardava impaurito, le orecchi drizzate per essere sicuro di aver
sentito bene.
Il giovane aveva
ormai perso la testa e il suo cervello, di per sé già poco sviluppato, tornò
all’età dei dinosauri.
«Cosciotte di
gatto, gatto alle mandorle, alla cacciatora, in salmì, buono gatto!» Ormai il
giovane non aveva più il controllo sulle sue azioni e inseguiva il gatto con la
bava alla bocca. Il micio si fece più veloce della luce e si arrampicò lesto su
un albero, il più in alto possibile, così che Joey non potesse
raggiungerlo.
Come andrà a
finire? Come farà il piccolo Yugi a risolvere la situazione come il gatto che
interpreta?
Beh, spero che
questa storia possa aver destato il vostro
interesse...
Mi raccomando,
se volete darmi dei consigli, recensite!
Un
saluto
KiaeAlterEgo
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
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Bene, sono proprio contenta di vedere quante persone abbiano apprezzato
questo mio esperimento! ^_^
Perciò prima della storia, farò i
ringraziamenti:
Per Elisa: Grazie della recensione ^_^
Per quanto le risposte alle tue domande... Non voglio fare nessuna
anticipazione! Anche perché si può dire che questo esperimenti rispetti e non
rispetti l’originale...
Per
Nadeshiko:
Oh somma Nade–chan (posso chiamarti così, vero?) Sono felicissima della tua
recensione!!! Grazie a te sono riuscita a “convincere” Seto a recitare quel
miniscolo ruolo di fratello maggiore. Ma il modo si scoprirà tutto alla fine,
quando verranno ringraziati tutti gli “attori”. Per il consiglio, grazie! Spero
di essere riuscita a metterlo in pratica!
^_^
Per Gris
Latifoglie:
Grazie della recensione! ^_^ Eh, hai ragione, Yugi è veramente
puccioso!
Per
Darklight92:
Grazie per la recensione ^_^ Sono proprio contenta che ti abbia fatto così tanto
ridere! Spero che anche questo non ti
deluda!
Per kisa: Grazie della recensione ^_^
Spero che anche questo capitolo ti piaccia!
Beh, nell’altro capitolo non l’avevo scritto perché mi sono, ehm...
dimenticata ^_^”
ALLORA, I PERSONAGGI NON SONO MIEI, MA DI KAZUKI TAKAHASHI E LA STORIA
DEL GATTO CON GLI STIVALI NEMMENO! NATURALMENTE IO NON CI GUADAGNO NEMMENO UNA
LIRA, PER NON PARLARE DI EURO...
CAPITOLO II
Il gatto si
tenne fuori dalla portata del giovane, per quanto
riusciva.
Purtroppo, dopo
un paio di giorni, Joey riuscì a prenderlo e non giovarono affatto i discorsi
sull’amicizia del micio né la sorpresa nel sentir parlare un
gatto.
Per il gatto,
erano gli ultimi istanti di vita.
Ma accadde che
sulla fronte del micino, a causa di tutta la paura che lo aveva preso nel vedere
il suo migliore amico in preda ad una follia che nemmeno Marik e la sua barra
del millennio erano riusciti a produrre, comparve uno strano simbolo luminoso e
con un’abile mossa, il gatto riuscì a liberarsi dalla presa di
Joey.
«Non disperarti
così, padrone mio– disse con un sorriso furbo e una voce calma e sicura –Fidati
di me. Facciamo una scommessa. Procurati un paio di stivali, un cappello di
piume e una sacca di tela robusta ed entro tre mesi saremo a palazzo reale e
vivremo meglio di Seto e Mokuba».
Joey guardava
allibito e stupito la trasformazione che aveva subito il suo gatto. Non c’erano
dubbi. La carnagione ambrata, gli occhi violetti dal taglio allungato, il tono
di voce, quello era proprio il Faraone. Ecco dov’era finito! Con le orecchie
scure dritte tra i capelli e la coda che si muoveva tradendo la sua sicurezza,
si sedette a terra, osservandolo. «Allora? È come un gioco. Se vinco, tu sei a
palazzo e non mi mangi. Se perdo, allora diventerò la tua cena. Tre mesi. Che mi
dici?»
Il gatto sorrise
con quel suo solito ghigno strafottente comune ogni volta che sapeva di poter
vincere facilmente. Insomma, si vedeva la sua esperienza millenaria in fatto di
trucchetti e sotterfugi che gli avevano salvato più di una volta la vita, o
l’anima, o tutt’e due dai pericolosi giochi delle
ombre.
Joey, che
sembrava ritornato in sé, annuì: «D’accordo gatto, tre mesi. Io non ho niente da
perdere e tutto da guadagnare. Entro tre mesi. Ma dove la prendo la
roba?»
Il gatto, o
meglio Yami, sorrise, intrecciano le mani dietro la nuca e sdraiandosi a terra:
«Questo è affar tuo. I tre mesi saranno calcolati da quando avrai preso la
roba». Yami chiuse gli occhi e dopo breve, incominciò a fare le
fusa.
Joey osservò
dubbioso il gatto per qualche minuto, poi iniziò a scervellarsi per trovare ciò
che il micio gli aveva chiesto.
Faceva caldo,
nonostante fosse solo primavera anche se l’estate non era troppo lontana. L’idea
sopraggiunse nella mente del giovane fulminea, ovvero, dopo quattro giorni
circa. Prese il mantello di panno e tutti gli indumenti invernali e andò a
venderli. Con il ricavato riuscì a comprare quello che gli aveva chiesto il
gatto, spendendo fino all’ultimo centesimo.
Portò al micio
subito la roba.
Yami aprì gli
occhi, come un vero gatto l’unica cosa che aveva fatto era stata dormire
beatamente per tutto il tempo.
Osservò critico
gli stivali consumati, avevano l’aria di aver vissuto giorni migliori, e il
cappello che era sì di piume, ma ormai queste erano rovinate. «Qui ci vuole
Mahad... Autrice, ho bisogno di Mahad!»
Il tempo si
fermò di nuovo. Questa volta arrivarono due persone. Una era il Mago Nero,
mentre l’altra la sua inseparabile allieva. Anche lei non aveva il suo solito
vestito. Indossava una camicia di seta nera come il suo maestro, aperta come lui
che rivelava il top scuro che le fasciava il petto. La gonna corta era di pelle
nera e degli stivaletti le proteggevano i piedi. I biondi capelli erano raccolti
in una coda alta: «Atem, Lei vorrebbe dirti che non dovresti interferire così
sui fatti della fiaba...» gli disse la Giovane Maga Nera severa, incrociando le
braccia e poggiando con noncuranza il bastone magico su una
spalla.
Joey osservava
tutto, semplicemente.
Non si poneva
domande né faceva congetture.
Sarebbe stato
troppo per lui. «Allora, a parte che non dovrei essere qui se non per la mia
incondizionata lealtà verso di lei, perché voleva la mia presenza, mio Signore?»
chiese il Mago.
Yami sospirò: «Atem,
Mahad, Atem. Quante volte devo
dirtelo? Comunque... Riesci a metterli a
posto?»
Il Mago guardò
dubbioso la roba che aveva portato Joey: «In teoria dovresti farcela con questi
oggetti...»
«Ma sentitelo!
Provaci te a parlare con un re vanitoso cole Lui conciato così, alla bell’e
meglio!– ribatté Yami –Ti pare possibile che la storia possa svolgersi con della
roba così scadente?»
«Maestro, in
effetti Atem avrebbe ragione... Ma l’autrice dice che non si
può...»
«Vi chiedo un
piccolissimo aiuto per non finire il pasto a quello lì!» esclamò il micio,
indicando l’espressione vacua di Joey.
Il mago sospirò
e nella sua grande pazienza e infinita bontà che lo distinguevano acconsentì,
assumendosi ogni responsabilità in caso di eventuali ire e rappresaglie
dell’Autrice. Poi, bloccando l’esuberante allieva che avrebbe voluto dargli a
tutti i costi una mano, mosse un poco il suo bastone e
sparì.
Ora Yami
guardava soddisfatto i suoi nuovi stivali di fattura pregiata, il migliore cuoio
cucito a mano e il cappello a larghe falde e piume lunghe. «Bene!» annuì
soddisfatto. Joey si sdraiò a terra e si mise a dormire. L’unica cosa che doveva
fare ora era aspettare tre mesi. La scommessa era
iniziata.
Yami passeggiava
tranquillo per la foresta, indossando i suoi nuovi stivali rialzati e il
cappello. Fu uno scherzo per lui catturare una lepre bella in carne. La mise nel
sacco di tela e si diresse senza esitazione al palazzo reale. Alla vista del
palazzo, nascose accuratamente le orecchie e la coda e si presentò alle guardie:
«Voglio essere ricevuto dal re in persona!» esclamò con un tono secco e
deciso.
Una della due
guardie, un biondino dalle spalle ampie protette dalla corazza lucida si abbassò
alla sua altezza: «Non credo che il re voglia vederti,
nanerottolo!»
Spingendo il
mento in alto e ignorando l’insulto della guardia, Yami esclamò, altezzoso: «Non
mi impedirai di vedere il re, armadio!»
La guardia sputò
a terra: «E chi ti manda?»
«Il mio signore,
il marchese di Carabas».
«Non lo conosco.
Vattene!» la guardia cerò si afferrare Yami che però, dimostrando che essere
piccoli può essere un vantaggio, sgusciò via agilmente e riuscì ad entrare
quando ancora la guardia si guardava attorno per capire dove fosse
finito.
Sospirando di
sollievo, Yami raggiunse la sala del trono.
Il re lo squadrò
da capo a piedi, trattenendosi dal ridere della sua altezza nel vederlo. «E tu
cosa vorresti?» Re Dartz era un uomo vanitoso e buongustaio, i suoi capelli
scendevano lunghi fino in vita, del colore dell’acqua mentre i suoi occhi dorati
erano fissi in quelli violetti di Yami. Lui si schiarì la voce: «Oh splendido
sovrano, sono qui solo per consegnarvi umilmente questo piccolo dono da parte
del mio padrone, un vostro onesto suddito, il marchese di Carabas». Così dicendo
si inchinò ed estrasse la stupenda lepre dal sacco che portava appeso dietro la
schiena.
Il re, che al
pensiero di come sarebbe stata gustosa quella lepre una volta cotta gli era
venuta l’acquolina in bocca, accettò il dono, chiedendosi però nello stesso
tempo chi cavolo era questo marchese di Carabas. Anche sua figlia, la
principessa Mai, era rimasta impressionata. Era una bella ragazza formosa e
bionda, sofisticata e intrigante. Il gatto intanto aveva lasciato la sala del
trono, camminando all’indietro inchinato finché il re non avrebbe potuto
vederlo, poi uscì con un gran sorriso rivolto alla guardia che non voleva farlo
entrare, ritornò nella foresta e riuscì a catturare la cena per sé e
Joey.
La mattina
seguente il gatto tornò a palazzo, portando quattro splendidi fagiani dorati e
continuò tutte le mattine a portare questi doni al re, doni dal marchese di
Carabas, come continuava a ripetere ogni
mattina.
Il re e sua
figlia continuavano sempre a chiedersi chi fosse questo marchese, in
particolare, la principessa Mai stava iniziando a sognarlo le notti, conquistata
dalla sua generosità.
Bene, come andrà a
finire? Come farà il tenero gattino a far diventare marchese il nostro Joey? Ma
soprattutto chi sarà l’orco? Sono aperte le
scommesse! |
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
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Bene, eccomi di
nuovo qua, con il penultimo capitolo di questa breve storia... Sono molto
contenta di tutti i lettori che la leggono, un grazie anche a
loro!
Ringrazio anche
i recensori:
Per
Darklight92: Grazie per la
recensione ^_^ Sono contenta che ti piaccia Mai versione principessa... Il re?
Si tratta di Dartz! (Come fai a non conoscermi? ndDartz offeso) Il
supercattivone della serie dell’Orichalcos di
Yugioh...
Per Dark
Feder: Grazie per la
recensione ^_^ Ora vedrai chi è l’orco! Un punto a
te!
Per Gris
Latifoglie: Grazie per la
recensione ^_^ Bene, ora potrai sapere che cosa succederà (hihihih ndAlter
ego)
Per
Nadeshico: Grazie per la
recensione ^_^ Hai ragione, il Mago Nero è proprio affascinante... Su Dartz...
Eh eh, sembra che sia il re preferito di tutti! Ma come non poter dare la parte
del re ad uno che ha regnato saggiamente dodicimila anni fa? (L’orichalcos in
fondo, era solo un piccolo e insignificante incidente... ndDartz) (Piccolo e
insignificante?! ndYami che guarda Dartz con un leggero sguardo Datzicida)
(Esiste uno sguardo Dartzicida?? ndDartz preoccupato) (... ndAlter ego) Per
quanto riguarda Joey, beh, grazie! Per l’e–mail... Tranquilla mi è arrivata!
Grazie, sono molto contenta che ti piaccia la mia idea del gatto con gli
stivali... Purtroppo sono messa nei casini coi compiti estivi, perciò Dartz
versione ubriaco di vodka kuribo, Lucy e Timaius subiranno un
ritardo...
Per
kisa: Grazie per la
recensione ^_^ Mi dispiace che ti manchino le battute sarcastiche di
Seto...
Per
magic: Grazie per la
recensione ^_^ Sono contenta che ti faccia ridere... Per Tea... Ho in mente un
altro ruolo per la nostra amata (?_? ndTutti) ragazza ossessa sul legame
dell’amicizia.
Per
Elisa: Grazie per la
recensione ^_^ Eh, già, Dartz e Mai mi sembravano i migliori per quella
parte...
CAPITOLO III
Venne luglio,
gran calura e grano maturo nei campi.
I tre mesi erano
agli sgoccioli. Il gatto ormai aspettava solo l’occasione più
opportuna.
Avvenne una
mattina. Mentre portava la selvaggina al re, Yami apprese che quest’ultimo e la
figlia sarebbero andati a fare un giro rinfrescante sulla loro limousin e si
sarebbero fermati per un regale picnic. Allora Yami corse subito da Joey. «Bene,
ora fa così. Levatiti tutto di dosso ed entra in quel lago, come se qualcuno ti
avesse buttato dentro. E nascondi i vestiti, lascia fare a me. Se ti chiedono
chi sei, tu risponderai che sei il marchese di Carabas e se ti chiedono cosa sia
successo, tu rispondi i banditi, ok?»
«Sì, ma... Quel
lago fa schifo è più una palude che un lago e dicono che ci sono pure le
sanguisughe! Non ci entrerò mai lì!»
«Vogliamo
vedere?» chiese i gatto. Yami, velocissimo, colpì il retro delle ginocchia di
Joey e con uno sgambetto il giovane finì
nell’acqua.
Riemergendo
iniziò a sputare l’acqua fangosa che aveva bevuto e ad imprecare contro il gatto
che era sparito. Yami infatti era corso lesto nel luogo del picnic del re e sua
figlia. Sembrava una fiera per quanta gente c’era tra maggiordomi, cuochi,
paggi, servitori, cameriere e sguatteri. Yami iniziò la sua recita: «Aiuto!
Aiuto! Oh, splendido sovrano, quale fortuna incontrarvi proprio qui! Presto,
venite, il mio giovane padrone è stato derubato di tutto quello che aveva,
persino dei vestiti e l’hanno gettato nel
lago!»
Il re,
ricordandosi di tutti gli ottimi pasti che gli erano stati cucinati con i doni
del marchese, soprattutto quell’ottimo cosciotto di fagiano che stava
addentando, ordinò al suo seguito di andare ad aiutare quel giovane generoso.
Gli fece levare tutte le sanguisughe da dosso, poi lo fece vestire con l’abito
più elegante che aveva a lo invitò a fare un giro sulla sua porches con sua
figlia. Mai, vedendo e studiando il giovane, decise che sarebbe stato suo marito
e se ne innamorò perdutamente.
Yami, intanto,
correva alla massima velocità che riusciva a
raggiungere.
Quando
incontrava i contadini che lavoravano nei campi si fermava e ordinava loro: «Ehi
voi, da questo momento queste terre appartengono al marchese di Carabas! Sta per
passare la porches del re, se vi chiede di chi sono queste terre, sapete cosa
rispondere».
Si fece avanti
un contadino, un giovane alto e con i capelli scuri: «E cosa ci guadagneremo,
noi a credere alla parole di un
nanerottolo?»
Yami, mostrando
una grande pazienza e un immenso spirito di sopportazione, rispose: «Preferite
l’orco?»
Il contadino
annuì e gli assicurò che avrebbero fatto ciò che diceva e che avrebbero sparso
la voce in tutti i territori dell’orco. E così quando il re con una frenata si
fermò a chiedere di chi fossero quelle terre, fu proprio il contadino che aveva
espresso i suoi dubbi al gatto a rispondere: «Ma come, sire, non lo sapete?
Queste terre e tutto questo ricco raccolto appartengono al nostro signore il
marchese di Carabas!»
Il gatto intanto
aveva raggiunto la casa dell’orco, più che casa, un piccolo palazzo lussuoso, un
po’ cupo, ma sarebbero bastate poche modifiche per farlo risultare più
accogliente. Entrò nel palazzo chiedendo, con voce impertinente: «C’è nessuno
qui?»
«Come ti
permetti di entrare qui, razza di essere minuscolo che non si vede neanche col
microscopio?» le parole erano state pronunciate da un giovane con gli occhi
scuri e i serici capelli argentei che gli sfioravano le spalle. Era lui, Bakura,
che tutti conoscevano come “l’orco” a causa del suo immenso potere, ovvero
evocare una creatura delle ombre che poteva assomigliare molto vagamente ad un
orco.
Yami, ormai
stufo di essere insultato a causa della sua scarsa altezza, esclamò: «Questa
volta mi libero di te sul serio, Bakura, si dice che la tua Entità Transnaturale
si imbattibile!»
«Mi sembra che
tu l’abbia già provato sulla tua pelle, Sua Altezza Reale il Faraone alto un
metro meno cinquanta centimentri, ma se non ti è bastato...» Bakura alzò le mani
al cielo e gridò: «Vieni a me, Entità Transnaturale!» Subito comparve l’ormai
famoso mostro distruttore. «Bene Bakura, combattiamo!» esclamò Yami agguerrito.
«Evoco le mie più fedeli creature e una novità: venite, Mago Nero, Giovane Maga
Nera e... Gatto con gli stivali!»
Subito apparvero
i due incantatori, nelle loro tuniche abituali più un tenero gattino che
indossava gli stessi stivali e lo stesso cappello che indossava Yami. Al sentire
il nome dell’ultima creatura e nel vederla, Bakura scoppiò in una risata che gli
costò il ricovero in un ospedale
psichiatrico.
«Gatto con gli
stivali? Faraone, sei caduto proprio in basso! Vai Entità Transnaturale, attacca
quel tenero gattino indifeso!»
Yami sorrise
accattivante: «Bakura, non lo sapevi? Il Gatto con gli Stivali ha un potere
speciale: se sono presenti degli incantatori sul campi insieme a lui, questi
ultimi possono trasformare qualsiasi creatura in un topo. Va’ mio fedele Mago,
trasforma Entità in un bel topolino!» Il Mago Nero fece ciò che gli era stato
ordinato con un gesto noncurante del suo bastone, quasi a dire che un’azione del
genere fosse stata una banalità, per lui.
Bakura sbottò in
un’altra risata da psicopatico: «Bella trovata Faraone, ma tutte le
caratteristiche di Entità rimangono anche se è sotto questa ridicola forma!
Anzi, mi hai regalato un potere speciale! Il topo ora ha la capacità di passare
ad un attacco diretto!» Bakura continuava a
ridere.
Yami osservava
Bakura sorridendo.
Bene, cosa avrà in
mente il nostro furbo protagonista? Come sconfiggerà la terribile Entità
Transnaturale di Bakura che, nonostante la sua nuova forma, conserva intatte
tutte le sue temibili caratteristiche? |
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
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Scusate!
Scusate,
scusate, scusate, scusate!
Sono in un
ritardo pazzesco, colossale, mega gigantesco! Chiedo ancora scusa. Mi dispiace
molto di avervi fatto aspettare così tanto, anche perché il mio non era un
problema di scrittura. Il capitolo c’era già, ma non riuscivo a trovare il
tempo, riuscivo a malapena a leggere qualche fanfiction... Beh, spero che
vogliate scusarmi...
Come al solito,
ringrazio i lettori di questa storia e passo ai ringraziamenti per i
recensori:
Per
Darklight92: Beh,
innanzitutto grazie per la recensione ^_^ Sono contenta che l’idea dell’entità
trasformata in topolino ti abbia fatto ridere! Questo sarà l’ultimo capitolo
della storia e mi dispiace, ma non torturerò Seto (Evvai! ^_^ ndSeto) Posso solo
anticiparti che sto scrivendo un’altra fic, con protagonista un certo Mago Nero,
e lì Seto, per la gioia delle sue fans, apparirà in veste mai vista prima!
(Noooooooo! ndSeto) (Invece sì! ^_^ ndAlter ego) Scusa per il
ritardo.
Sos: Che bello! Grazie per la recensione ^_^ E
scusate il ritardo... –.– Spero che la fine vi
piaccia!
Dark
Feder: Ehilà, grazie per la
recensione ^_^ Che intuito che hai avuto! Comunque Fullmetal Alchemist mi è
stato di ottima ispirazione, ma non ho assolutamente copiato nessuna battuta...
Anche perché leggo il manga! Lì lo chiamano “fagiolino”... Scusa per il ritardo.
Spero che il capitolo ti piaccia ^_^
Nadeshiko: Grazie per la recensione ^_^ Baku basso? Beh,
forse per fare l’orco... Ma chi lo faceva se no? L’armadio a tre ante l’avevo
già usato... Ma poi ce lo vedevo moltissimo Baku, con il suo modo di ridere da
pazzoide a fare l’orco... Ora scoprirai come ho convinto Seto a recitare la sua
breve parte in questa fic (Hihihihihihihi ndAlter ego) (Tu, Nade! È tutta colpa
tua! ndSeto) (Ssssssh! Non anticipare! ndAlter ego) Beh, scusa per il mio
ritardo, spero che ti piaccia anche questa fine
^_^
Kisa: Grazie per la recensione ^_^ Seto... Non in
questa fic. Farà giusto una comparsa alla fine... Però se vuoi vedere Seto, sto
scrivendo un’altra fic con un Seto inedito ma non protagonista. Scusa per il
ritardo, spero che il seguito ti piaccia lo stesso anche se non c’è il
presidente della KaibaCorp.
Magic: Grazie della recensione ^_^ Vinto...? Vinto
cosa? Si vinceva qualcosa? Dove? Quando? Come? Perché? Mah... scusa il ritaro,
spero che la storia ti piaccia!
Elisa: Grazie della recensione ^_^... Come il gatto
si sposa??? Non lo sapevo! Per scrivere sta storia ha cercato in internet la
fiaba, per avere bene in mente che cosa succedeva, ma non ho trovato nessun
riferimento al matrimonio del gatto! (Tra parentesi, l’idea di fare una parodia
del gatto mi è venuta in mente rileggendo “Il ritorno del marchese di
Carabas”...) Comunque, spero che la mia versione ti piaccia... Scusa il
ritardo!
Gris Latifoglie:
Grazie della recensione ^_^ sono contenta che ti sia piaciuto... Scusa per il
ritardo!
CAPITOLO IV
Bakura aveva il
suo mostro migliore schierato in battaglia, anche se aveva la forma di un
topolino. Sfotteva e insultava il suo avversario, ormai sicuro che finalmente
l’avrebbe sconfitto. Ma Yami sorrideva sempre, quel suo solito ghigno irritante,
come al solito quando si trovava in una situazione impossibile e aveva la
soluzione che sfuggiva agli altri.
«Beh, e ora che
hai, Faraone?» chiese Bakura in tono canzonatorio che però non nascondeva una
certa preoccupazione. Nelle numerose sfide tra loro, ormai il ragazzo aveva
imparato a riconoscere quel sorriso odioso.
«Niente Bakura,
solo che ti stai dimenticando un piccolo particolare: siamo dentro la favola del
gatto con gli stivali e io– Yami si tolse il cappello mostrando le sue orecchie
feline –sono il gatto!» con un balzo Yami si mangiò il topo in un sol
boccone.
«Avanti, miei
maghi, fate sparire questo qui e mettete a posto tutto, il re sta per arrivare!»
disse leccandosi i baffi. Entità Transnaturale aveva proprio un buon sapore,
ecco perché era così forte... Per non farsi catturare e
mangiare!
I maghi si
guardarono negli occhi e fecero sparire un allibito Bakura, rassegnato ormai
alla sconfitta e che giurava eterna vendetta all’Autrice e la solita lista di
invettive contro tutto e tutti, in particolare Yami. Poi, con l’aiuto di Yami, i
due maghi misero tutto il palazzo a posto, tanto che non sembrava più quello di
prima, talmente era lussuoso, splendido e magnifico, con le finestre pulite e
privo di ragnatele.
Yami,
rimettendosi il cappello in testa, si precipitò alla porta giusto in tempo per
vedere il re e tutto il suo seguito arrivare. Allora si inchinò e disse
umilmente: «Benvenuto nell’umile casa del mio signore, il marchese di Carabas!
Entrate».
Il re non
riusciva a credere ai suoi occhi anche perché se la memoria non lo tradiva
quello doveva essere il palazzo di un certo essere molesto di nome Bakura, colui
che tempo prima gli aveva messo i bastoni tra le ruote quando tentava di
impadronirsi del mondo, avendo così dovuto aspettare altri cinquemila lunghi
anni prima di poter risvegliare la sua amata lucertola
Leviathan.
Il giovane Joey
era ancora più stupito del re e fu solo grazie ad una zampata del gatto che
riuscì a non rovinare tutto dicendo qualcosa di sbagliato. Condusse il re per
tutta la casa, col gatto che lo guidava a gli suggeriva cosa dire, poi li
condusse nella sala da pranzo, completamente apparecchiata e con succulenti
piatti fumanti. Al re gli si allargarono gli occhi per la commozione: «Oh, quali
succulente bontà! Non solo il palazzo arredato splendidamente ma anche un
pranzo... Figliolo, credo proprio che voi siate degno di essere mio genero!
Volete sposare mia figlia?»
«Papà!– esclamò
indignata Mai –Perché non chiedete prima il mio
parere?»
Re Dartz alzò
gli occhi al cielo e si ricordò della promessa avuta in cambio della sua
partecipazione alla favola, poi rispose con un sospiro rassegnato:
«D’accordo».
Mai squadrò da
capo a piedi Joey, critica, poi valutò i fattori secondari, il palazzo, le
numerose auto sportive nel garage, il suo lauto patrimonio, le sue terre e altre
cose e alla fine acconsentì.
Il matrimonio
venne celebrato il giorno seguente nel palazzo reale, con gli invitati più
ricchi e le persone più importanti del regno. I due fratelli di Joey si rodevano
dalla rabbia mentre lui sfilava a braccetto della sposa accanto a loro.
Soprattutto a Seto, ormai a capo di un impero finanziario e schifosamente ricco,
dava fastidio che un giorno, morto re Dartz, Joey sarebbe diventato re. Comunque
i due vissero a lungo felici e contenti, ebbero tanti bambini e Joey regnò con
grande saggezza, grazie ai consigli della
moglie.
E il nostro
intrigante gatto?
Beh, a lui fu
concesso di possedere un corpo tutto per sé, e fu così che Yugi divenne il gatto
di corte mentre Yami... Beh, lui era un Faraone, tornò nel suo regno senza tempo
in cui finalmente la minaccia di Entità Transnaturale era finita nel suo
stomaco.
Titoli di coda:
Un
ringraziamento a tutti i lettori di questo
esperimento!
Si ringraziano
gli attori:
Il nonno di Yugi
nel ruolo di “nonno”
Seto nel ruolo
di “fratello maggiore”
Joey nel ruolo
di “marchese di Carabas”
Mokuba nel ruolo
di “fratello minore”
Yugi e il suo
affascinante Alter ego Yami nel ruolo di “gatto con gli
stivali”
Dartz nel ruolo
di “re”
Mai nel ruolo di
“principessa”
Raphael nel
ruolo di “guardia”
Duke nel ruolo
di “contadino”
Bakura nel ruolo
di “Orco”
Mago Nero e
Giovane Maga Nera in “assistenti
dell’autrice”
Che riceveranno, in dono per aver recito in questa
favola:
Il nonno di
Yugi: un nuovo negozio di
giochi (^_^ Uh, che bello, è più grande di prima!!! ndNonno di
Yugi)
Seto: foto compromettenti di Seto mentre recitava
la parte di Cenerentola nella fanfic di Nadeshico e di Biancaneve nella fanfic
di Kelly (Avevi promesso di non dirlo in giro!!! è_é ndSeto) (Ops! ^______^
ndAlter ego) (Quella non è una faccia dispiaciuta... –.– ndSeto) (Davvero?
^____^ ndAlter ego)
Joey: una fantastica vita da sposato con
Mai
Mokuba: il fratello gemello di Roland (Così ne ho due
da sfruttare! ^_^ ndMokuba) (ç_ç ndRoland+fratello
gemello)
Yugi: un camion pieno di gel per capelli (Per la
mia pettinatura!SMILE ndYugi) (–.– ndTutti)
Yami: un corpo tutto per sé e... una bella
gattina!
Dartz: uno splendido specchio intarsiato con
figurine del grande Leviathan e tempestato gemme ricavate da una misteriosa
pietra verde. (Oh come sono bello! ^_^ ndDartz) (Irrecuperabile –.– ndAlter
ego)
Mai: vedi
Joey
Raphael: una isoletta deserta in mezzo al mare tutta
per sé
Duke: un viaggio da solo col suo adorato Maximilian
Pegasus
Bakura: il cucciolo di Entità Transnaturale, premio
di consolazione perché la vecchia Entità è finita digerita dal suo più grande
nemico (No! Uffa! E io che pensavo di essermi definitivamente liberato di quel
mostro! ç_ç ndYami) (Su, ciccino, non fare così! Questa era solo una favola, non
la realtà! ndAlter ego) (Non ti libererai mai di me!
BwahahahahahahahahahahahahahahSBANG!..............................ndBakura)
(Spero di non aver esagerato! ^_^” ndAlter ego che nasconde dietro la schiena un
mega martello)
Mago Nero e
Giovane Maga Nera: la serie
completa dei libri di Harry Potter (?_? ndTutti) più le divise da assistenti
dell’autrice (Ricordate quei bei pantaloni di pelle e la camicia di seta nera,
vero? ndAlter ego) (Non mi stanno neanche male ^_^ ndMago Nero) (Ah, vedi che
qualcuno ti aveva conciato così! ndSeto) (Sì, ma a me piace ^_^ ndMago Nero)
(*.* ndAlter ego+Kia soddisfatte) (–.– ndSeto rassegnato ad essere tiranneggiato
dalle autrici delle FanFiction)
EPILOGO
«Ehm...
Autrice?» Yami–gatto, nonostante la storia sia ormai finita continua a rimanere
tra i piedi dell’Autrice.
«Che vuoi?»
Subito compare L’alter ego dell’Autrice.
«Non posso
parlare direttamente a Lei?»
L’Alter ego
scuote la testa: «No caro, sai bene che l’autrice è una persona in carne ed ossa
e tu un personaggio inventato da una persona e che esiste tramite disegni. Solo
io posso parlare con te in quanto frutto della mente
dell’Autrice».
Yami fa una
faccia poco convinta: «Beh... Comunque... Voi mi avevate promesso un premio! Un
bello gattina!»
«Oh, già che
sbadate, grazie per avercelo ricordato. Tea, vieni
qui...»
Subito compare
Tea, truccata e vestita come una coniglietta di playboy, con la differenza che
aveva orecchie e coda da gatto anziché da coniglio. Yami guarda Tea che si sta
avvicinando ancheggiano provocante, scorbutico: «Avevo detto una bella
gattina.... Non una gatta morta!»
«Hai ragione,
vieni, andiamo a cercarne una...» E prendendo Yami per mano, l’Alter ego
dell’Autrice si incammina via, lasciano Tea sola chiusa in una gabbia, per
essere sicura che non li avrebbe seguiti.
Beh, che dire...
Un grazie a tutti quelli che hanno seguito questa
storia!
Magari
risponderò a delle vostre recensioni con una recensione (spero si possa
fare...)
Grazie, grazie
mille!
Sono
contenta!
Spero che anche
questo capitolo finale vi sia piaciuto ^.-
KiaeAlterEgo |
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