Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?

di runningafteryou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11. ***
Capitolo 12: *** 12. ***
Capitolo 13: *** 13. ***
Capitolo 14: *** 14. ***
Capitolo 15: *** 15. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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1.

{Something about you is so addicting
We're falling together.
}
Demi Lovato - Here We Go Again.


Le luci di scena si spensero, la folla cominciò a diradarsi, le urla ad affievolirsi.
Un'ennesimo concerto andato bene.
Mi sentii fiero, di me e dei ragazzi.
Come ultima tappa del What Makes You Beautiful tour avevamo scelto Londra.
La città dove tutto era iniziato, da dove eravamo partiti.
"Bel lavoro ragazzi" Niall ci abbracciò uno ad uno, con il suo tipico sorriso magnetico.
"Ci credete che siamo qui?" chiese Louis.
Sembrava stesse vivendo su un altro mondo.
Era sempre così, ogni volta che finivamo un concerto.
Eravamo tutti sulle nuvole, troppe emozioni, troppa felicità, troppo orgoglio.
"Se penso che non sarei neanche venuto alle audizioni di X-Factor, se mia madre non mi avesse svegliato quella mattina" disse Zayn.
Cominciammo a ridere.
Morgana, la nostra assistente, ci venne incontro sorridente, mettendo un braccio intorno alle spalle di Harry.
Aveva trentotto anni, ma aveva una cotta allucinante per lui, che ne aveva diciotto.
"Allora, il SUV è qui, dobbiamo muoverci".
Annuimmo.
Sembravamo delle api che non riuscivano a trovare il proprio alveare.
C'era ancora troppa adrenalina nei nostri corpi, eravamo troppo attivi, avevamo bisogno di un bis su quel palcoscenico.
"Siete felici?" ci chiese Morgana.
Guardai i ragazzi.
I loro visi erano quasi delle copie sputate: tutti emozionati e increduli.
Io ero felice?
Sì.
Cercai di convincermi che fosse solo per i concerti, per le opportunità che avevamo avuto quell'anno.
Ma non era così.
Nelle ultime settimane, qualcos'altro mi rendeva felice.
"Forza, andiamo" Morgana si sistemò meglio l'auricolare, facendo segno agli addetti alla sicurezza di stare attenti.
Dovevo smettere di pensare a lei, dovevo smetterla.
"Che facciamo, andiamo a festeggiare?" chiesi, trepidante.
Erano solo le due di notte.
"Ma sei scemo? Domani dovete stare in agenzia, quindi andate immediatamente a dormire" Morgana usò il suo solito tono da "se non fate quello che dico io, vi trincio", quello a cui non potevi mai disobbedire.
Se non avessi saputo che era dolcissima, avrei avuto paura di lei.
E ne avevo avuta tanta all'inizio.
Io, alto quasi un metro e novanta, avevo avuto paura di una donna di appena un metro e sessantacinque, con due grandi occhi color quercia e dai capelli scuri.
Io, Liam James Payne.
"Ma perché dobbiamo andare alla Sony? Dai Morghy, risparmiacelo" Louis fece una faccia triste.
Arrivammo al SUV, completamente circondato da bodyguards, omoni di centotrenta chili che sarebbero stati capaci di prendere a calci sugli stinchi anche le fan più piccole e tenere.
"Tomlinson. Primo, non mi chiamare con quel soprannome, o ti scordi la storia della scorta di barrette di cioccolato. Secondo, non sono ordini miei, ma ordini superiori" Morgana ghignò.
Non appena fui seduto sui comodissimi sedili dell'auto, assottigliai lo sguardo.
"Superiori?" chiesi.
Lei annuì.
"E questo vorrebbe dire che il Grande Capo vuole parlarci? Non ho fatto niente stavolta!" esclamò Harry, terrorrizzato.
"Harry, sta tranquillo. John non crede più che sia tu il colpevole del suo pranzo smarrito" Morgana rise.
Più o meno sei mesi prima, il pranzo del Grande Capo -ossia tre grossi hotdogs, due cheesburgers e tre porzioni di patatine fritte- era sparito nel nulla lì alla base, come ci piaceva chiamare la casa discografica, e Harry era l'unico che era stato incolpato, perché era stato visto mangiare patatine tutto il santo giorno.
"Mi ha spaventato a morte quando ha cominciato a urlarmi contro senza motivo, quella volta. Adesso ho paura delle onde, delle montagne russe e di lui. Non è una gran bella cosa" Harry cercò di dire tutto ciò con faccia seria, ma noi non potemmo fare a meno di scoppiare a ridere.
Il solo ricordo di come fosse rimasto con una patatina in bocca a guardare John sbraitare era esilarante.
"Comunque, devo dirvi una cosa" Morgana ci guardò uno ad uno, negli occhi una strana luce.
"Hai ritrovato le mie mutande fortunate? Quelle verdi?" gli occhi di Harry si illuminarono.
Niall scoppiò in una risata -come suo solito-, Zayn alzò gli occhi al cielo e Louis lo guardò cercando di trattenere le risate.
Povero Harry, costantemente preso per il culo.
Aveva perso le sue mutande due settimane prima, e non eravamo più riusciti a trovarle nel bus.
Sarebbe stato anche impossibile, con tutto l'inferno che c'era là dentro.
Finalmente quella sera avrei dormito in un letto vero.
"No" rispose la nostra assistente, dispiaciuta.
Harry abbassò lo sguardo, amareggiato.
Alla fine le mutande fortunate non gli erano neanche servite, aveva cantato benissimo anche senza.
Stupide, sciocche ed inutili superstizioni.
"Volevo solo dirvi -continuò invece lei- che gli 'ordini superiori' riguardano me".
Ci voltammo tutti verso di lei.
Anche Louis che era mezzo addormentato.
"Te?" chiedemmo quasi all'unisono.
Lei annuì.
"Sì, mi hanno presa per il lavoro di direttrice generale alla Sony" esclamò, con una punta d'orgoglio.
"Ma è fantastico!" esclamò Niall e ci tuffammo tutti in un abbraccio generale, come nostro solito.
Morgana c'aveva fatto l'abitudine, anche se ci ripeteva continuamente che la soffocavamo e che dovevamo pagarle i danni perché si commuoveva sempre con quelle cose.
"Non avevo finito di dare la grande notizia" disse, non appena ci fummo calmati.
"C'è dell'altro?" chiese Zayn, particolarmente interessato.
"Parigi -rispose lei- il lavoro è a Parigi. Mi trasferisco tra una settimana".
Per qualche secondo regnò un silenzio di tomba, eravamo tutti immobili.
Poi Harry si appoggiò con la schiena al sedile, sospirando.
Niall si grattò una guancia, con un'espressione pensierosa in viso.
Louis aprì la bocca, nel tentativo di dire qualcosa, ma la richiuse, a corto -stranamente- di parole.
Zayn si passò una mano tra i capelli, poi sorrise e si buttò sul sedile vicino a Morgana, abbracciandola.
"Siamo fieri di te, Morghy" esclamò.
Noi quattro rimasti ci guardammo, sorridendo beffardi e poi buttandoci addosso a loro due.
Mi chiedevo come il SUV non si fosse ancora rivoltato, visto tutto il casino che stavamo facendo.
"Anche se mi fate commuovere, non siete comunque autorizzati a chiamarmi con quella cacca di soprannome!" ci disse, sorridendo e abbracciandoci a sua volta, gli occhi leggermente velati di lacrime.
Morgana Williams era la nostra assistente, sorella maggiore, amica fidata da praticamente un anno.
Ci conosceva meglio lei che i nostri propri genitori.
Non riuscivo ad immaginare la mia vita -la nostra, anzi- senza lei che ci comandasse a bacchetta per farci rigare dritto.
Mi sarebbe mancata terribilmente.

"Chi mi porterà le barrette di cioccolato durante le pause di registrazione, adesso?" Louis stava salendo le scale dell'ingresso del suo appartamento -quello che aveva preso con Harry.
"E chi impedirà alle fan di toccarmi i capelli?" Harry si accodò alle precedenti lamentele.
Seguimmo Harry e Louis nella loro casa.
Ne stavamo ancora cercando una dove vivere tutti insieme.
Avevamo voluto farlo subito dopo l'uscita del singolo, ossia sei mesi prima, ma con l'offerta propostaci dalla Sony di fare un tour, eravamo stati troppo occupati a scrivere altre canzoni, per avere una tracklist da eseguire nei concerti.
Adesso che eravamo finalmente tornati a Londra, ci saremmo potuti concentrare anche su quello.
Jerry, l'autista del SUV, cominciò a scaricare le nostre borse per portarle in casa.
Vidi anche la custodia del mio portatile, e mi precipitai a prenderla.
"Questa la prendo io, tranquillo" dissi, allontandomi un po' dai ragazzi.
Lui annuì, accennando un sorriso e tornando al suo lavoro.
"Dio ragazzi, non avete mica tre anni!" esclamò Morgana, che ci aveva accompagnati e che ora stava bellamente seduta sul divano di casa Tomlinson-Styles.
"Sì, ma non siamo autosufficienti, credici. Tu eri l'unica che riusciva a sopportarci" disse Niall, mentre -lo vidi con la coda dell'occhio- si dirigeva in cucina.
"Ha ragione!" esclamò Zayn, seguendolo a ruota.
Quei due erano pozzi senza fondo, mangiavano a non finire.
"Dio Liam, hai ripreso quel computer? Ma che diavolo fai, scrivi un romanzo?" Morgana aveva gli occhi puntati su di me, così come Harry e Louis.
Niall e Zayn spuntarono dalla cucina, il primo con tre dita nel barattolo della nutella, e l'altro con un hotdog, nonostante fossero le due di notte.
"Oh, ma gli affari vostri?" esclamai, mentre mi affrettavo ad accendere il portatile, sedendomi sulla poltrona vicino al camino, lontano da tutti.
"Dio, mi sembra di vedere Aileen" disse Morgana, scuotendo la testa.
"Chi?" gli occhi di Harry si fecero curiosi, e sul suo volto si dipinse un sorriso beffardo.
"Mia nipote...E a proposito di questo. Sarà lei a farvi da assistente, al mio posto" rispose lei, togliendosi la giacca.
Si sistemò meglio sul divano, guardandoci di nuovo con il suo sguardo "adesso dovete stare a sentirmi".
"Uh, è una nostra fan?" evidentemente Harry non aveva capito il concetto di stare zitti.
Morgana lo incenerì con lo sguardo.
"No, vi odia" rispose.
Le nostre mandibole toccarono terra.
"E tu ci lasci come assistente una donna che ci odia?" esclamò Zayn, già preoccupato.
Smisi di guardare la schermata del mio pc, concentrandomi sul discorso nuova-assistente-che-ci-odia.
"Ha diciotto anni, e dato che non è una di quelle malate mentali che voi chiamate fan, so per certo che tra uno di voi e lei non si creerà nessuna love story. Mi consola molto questa cosa. E' già troppo incasinata di suo" spiegò lei, massaggiandosi gli occhi con una mano.
Era stanca, si vedeva.
"E quindi tu mandi una diciottenne -che per lo più ci odia- a farci da assistente ed a sopportarci come fai tu? Sei sicura, ma davvero sicura, che non avrà l'intenzione di ucciderci?" Louis era sconvolto, lo vidi per la prima volta serio.
"E' una brava ragazza, nonostante nell'ultimo periodo sia stata un po'...Come dire...Turbolenta, ecco" Morgana sorrise.
"Perché, che ha fatto?" Niall sembrava davvero interessato, così come me.
"Ha dato fuoco ad una sala di registrazione di suo padre, ossia mio fratello. Ha organizzato una festa e si sono dimenticati di spegnere una sigaretta, o una canna, o qualsiasi cosa fosse" ci disse, alzando le spalle.
"Aspetta, hai detto che si chiama Aileen...E se è la figlia di tuo fratello, vuol dire che è...Aileen Williams?" chiesi, con gli occhi sbarrati.
Morgana annuì.
Aileen Williams.
Era impossibile non conoscere Aileen Williams, anche se abitavi dall'altra parte del mondo.
Negli ultimi mesi era stata sui siti internet più famosi, sui giornalini di gossip più gettonati.
Ovunque.
La figlia del proprietario della Hollywood Records, americana, una delle migliori amiche di Demi Lovato, ex fidanzata di Chris Brown.
Da adolescente perfetta e candida, si era trasformata in una ribelle con le carte in regola, perseguitata dai paparazzi per le sue improvvise e pubbliche cazzate.
Tipica storia da film adolescenziale, insomma.
"E perché ci odia? E soprattutto, perché ci lasci lei?" Zayn non riusciva a capire, come noi tutti.
Morgana scosse la testa.
"Non è che vi odi, santo cielo. Semplicemente dice che non le piace la vostra musica, che non le piacete voi, e che...Okay sì, vi odia, ma questa cosa è secondaria. Ha bisogno di un momento di riflessione, deve capire che sta gettando la sua vita, in pratica. Ha bisogno di calmarsi. Promettete che le darete una mano?" ci disse lei, sbattendo le ciglia.
Scoppiamo a ridere per la sua finta faccia angelica.
"Morghy -cominciò Louis, che venne immediatamente incenerito con lo sguardo da lei- ma non dovrebbe essere lei ad aiutare noi?" Harry annuì, dando ragione a Lou.
"Tecnicamente, sì. Diciamo che vi aiuterete gl'uni con gli altri, eh? Dai, fatelo per me, vi prego" di nuovo fece una faccia da cucciolo.
"Dio, piantala con 'ste facce!" esclamò Harry, ridendo.
"Ci penseremo noi, tranquilla" dissi, annuendo e finalmente tornando con lo sguardo al mio pc.
Gli altri cominciarono a borbottare, vidi con la coda dell'occhio Niall e Zayn andare al piano di sopra per dormire, Harry a farsi una doccia e Louis in cucina.
Morgana ci salutò tutti, dicendoci che il giorno dopo in tarda mattinata sarebbe venuto Jerry a prenderci.
Dopo aver finito con tutto quel trambusto, potei concentrarmi.
Entrai velocemente su messenger, impaziente di poter parlare di nuovo con lei.
Quando la schermata si aprì, però, notai che non c'era praticamente nessuno dei miei amici in linea, neanche lei.
Avrei dovuto saperlo, diamine, erano quasi le tre.
La gente normale dorme alle tre di notte, Liam Payne no.
Lasciai il pc ai piedi della poltrona, andando in cucina a prendere qualcosa da mangiare.
Notai che già non fiatava nessuno per la casa, probabilmente erano tutti a sognare carote ed unicorni.
L'unico cretino che aspettava una ragazza sconosciuta su una chat ero io, non potendone più fare più a meno.
Quando mi rimisi il pc sulle gambe, rischiai di farmi cadere il panino che mi ero fatto.
Online.
Lei era online.
"Ciao, Principe Azzurro. :)" mi scrisse.
Dio, ovunque tu sia, ti ringrazio.

Panda's corner.

Heilàààà people (?).
Allora prima di tutto, ciao a tutti!
Dopo aver intasato un po' la sezione Jonas, ho deciso -in seguito a svariate e colorite minacce- di riempire anche questo fandom.
Allora, questa idea mi ha colpito d'un tratto, mentre scleravo perché non riuscivo a far funzionare internet.
In pratica sarà diversa dalle altre storie, niente migliori amici, niente cazzatine amorose da subito, tranne la dolciosità (?) schifosa di Liam in alcuni capitoli.
Troverete spesso rifermenti a panda o unicorni, perché in questo periodo ci sono fissata, chiedo perdono. LOL.
Comunque, spero che vi piaccia, perché ho un blocco assurdo per quanto riguarda le mie fan fiction sospese, e questo è l'unico modo che ho di riprendermi, e spero di farcela.
Quindi spero davvero che gradiate questa fan fiction, perché ci sto mettendo l'anima.
Mi trovate su Twitter se volete, mi chiamo itsandreea_, ovviamente. :3
Poi volevo chiedervi, o supplicarvi, come volete ahah, di passare dalla fan fiction della mia migliore amica, sempre su questo fandom: How To Love - Istruzioni per l'uso.

Infine vorrei ringraziare Mary,
per avermi fatto il banner, dato che la sottoscritta è un'autentica impedita.
Boh, adesso vi lascio e spero vi piaccia, fatemi sapere!
Un bacione.
Andreea



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Capitolo 2
*** 2. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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2.

{You turning heads when you walk,
through the door.
What Makes You Beautiful - One Direction}

 

Ripensare a come fossi capitato su quel sito di incontri virtuali mi fece ridere.
Louis mi ci aveva iscritto per gioco, più che altro per farmi uno scherzo.
Non sapendolo, per la prima settimana mi erano arrivate un sacco di email sul mio indirizzo di posta elettronica privato, da donne ultracinquantenni in cerca di avventure con ragazzi più giovani.
Neanche a dirlo, avevo castrato Louis non appena avevo scoperto cosa quello scapestrato avesse combinato.
Il problema di fondo stava però nel fatto che non sapessi come diavolo togliermi da quel sito.
Dopo il mio trattamento non molto benevolo, Louis non aveva voluto rivelarmi i determinati codici che servivano per eliminare l'account.
Ed ero rimasto fottuto.
Avevo lasciato quel coso così, senza preoccuparmene tanto, cancellando ogni tanto le emails delle signore di mezza età.
Poi però avevo cambiato idea, decidendo di capire da solo come eliminarlo.
Invece di andare sul mio account, però, mi ero ritrovato sulla home, a scorrere un sacco di persone che si erano iscritte.
L'enormità di gente che si creava falsi account e poi si conosceva tramite chat mi aveva lasciato di sasso.
Il sito era diviso in due categorie. C'era la parte per gli uomini, e quella per le donne.
La home delle ragazze era tutta rosa, con fiorellini ovunque sullo schermo.
Mi era venuto leggermente da vomitare, dovevo ammetterlo.
Poi avevo trovato un nickname particolare, il suo.
AllYouNeedIsLOL era sicuramente inusuale.
Mi aveva colpito.
Mi ero deciso ad aggiungere la sua email sui miei contatti di messenger, trovando il coraggio di parlare e sperando che mi rispondesse.
Non avevo saputo come approcciarmi, come cominciare un discorso dal nulla, così me ne ero uscito con:
"Ciao, sono PrinceCharming93, e tu sei?" solo dopo mi ero reso conto che grazie alla creatività di Louis, il mio nickname era orrendo.
Mi ero vergognato subito.
In ogni caso, ero rimasto ad aspettare -e sperare- che rispondesse.
La verità era che non sapevo neanche io perché, in fondo potevo avere tutte le donne che volevo, però me le andavo a cercare sui siti.
Era una cosa leggermente patetica.
"Per caso non sai leggere il mio nickname? C'è scritto lì chi sono." mi aveva risposto.
Avevo capito subito che era una tosta.
Non avevo saputo come ribattere alla sua risposta.
"Giusto...domanda cretina...ehm...come stai? :)" cercai di rimediare, in qualche modo.
"Perché metti tutti questi puntini di sospensione?" mi scrisse.
Non seppi che rispondere, per la seconda volta in quella conversazione.
"Non lo so...mi sembrano...carini, suppongo" digitai velocemente, accorgendomi che ne avevo messi di nuovo una montagna.
"Dunque, la tua idea di grammatica è particolarmente distorta. Io sapevo che i puntini si mettono quando lasci un discorso in sospeso, non perchè sono 'carini'." la situazione mi stava sfuggendo di mano, decisamente.
"Intendi intavolare un discorso sulla grammatica?" scrissi stizzito.
Era come se fosse stata davanti a me, non dietro ad un computer.
"No, hai ragione Principe Azzurro. Parliamo di quanto il tuo nickname faccia schifo".
D'accordo, voleva essere presa a parolacce, era chiaro.
"Il tuo è più bello invece?"  le avevo scritto, arrabbiato.
"E' sicuramente meglio del tuo! ;)" era stato chiaro che mi prendesse per il culo, e che ci si divertisse pure.

Come fossimo arrivati da quell'inizio disastroso, a non riuscire a stare senza parlarsi la sera, mi era ancora ignoto.
Erano passate quasi quattro settimane.
"Kajdkjasjfjasf. Domani -cioè oggi- dovrei svegliarmi alle sette per il nuovo lavoro. Alkdjajsd. Gioisci con me P." scoppiai a ridere.
Aveva la fissa, quando era eccitata o arrabbiata, di digitare lettere a caso sulla tastiera.
Aveva contagiato anche me.
"Ti rendi conto vero che sono le quattro del mattino? Dovremmo andare a dormire." le scrissi, a malincuore.
Certe volte i ragazzi mi prendevano per psicopatico, perché partivo a ridere davanti allo schermo senza motivo -secondo loro.
In realtà era Lol che mi scriveva qualche puttanata, ed io non riuscivo a trattenermi.
Dopo tutta la storia del 'nickname più bello', ci eravamo dati dei soprannomi.
Io ero Principe, giustamente, e lei era Lol.
Avevamo deciso -almeno per il momento- di non dire i nostri veri nomi, di non incontrarci, di non vederci con la web.
Dietro ad uno schermo, era tutto più facile.
Era davvero semplice e liberatorio sfogarsi con lei dopo una giornata andata male in sala di registrazione.
Non c'era neanche bisogno di dirle che cosa avevo fatto, o con chi avessi litigato.
Mi bastava dirle "oggi mi rode il culo" e lei si metteva a scrivere un po' di cavolate, facendomi scoppiare a ridere e aiutandomi a dimenticare la giornata andata male.
Era come un antistress.
Un divertente, simpaticissimo e nascosto antistress.
Qualcuno a cui non dovevo render conto di nulla, qualcuno con cui potevo semplicemente essere Liam James Payne, alias Principe.
Non Liam Payne il cantante che doveva fronteggiare la stessa routine impazzita ogni giorno.
Mi faceva stare bene, ecco.
Lol mi faceva stare bene.
Avrei voluto incontrarla, dal vivo.
Mi domandavo se anche veramente fosse così, o anche lei trovasse libero sfogo su una chat.
"Dove sarebbe 'sto lavoro?" scrissi, guardando di nuovo l'orologio.
Dio, erano le 4 e 17 di mattina.
Non sarei mai riuscito a svegliarmi, per essere alla Sony.
Facevo prima a restare in piedi e basta.
"Non posso dirtelo, potresti risalire al mio capo, poi a me, e poi addio copertura stile CIA" la velocità con cui quella ragazza scriveva al pc mi uccideva.
Non riuscivo a tenere il suo passo.
"E mica faccio parte del FBI. Almeno dimmi, è a Londra?" almeno quello poteva dirmelo, mica l'avrei tacchinata.
Bè, anche se ci avevo fatto un pensierino.
"Sì, ma non ti dico dove. :P" scossi la testa.
Dio, l'adoravo.
Era tutto così semplice con lei.
Avrei voluto avere almeno una sua foto.
Sul sito dove avevo preso la sua email non ne aveva messa neanche una, come me d'altronde.
Non avevo la più pallida idea di come fosse.
Magari alla fine era un'ultracinquantenne che si spacciava per adolescente.
No, questi erano i pensieri fuori dal mondo delle 4 e 20.
"E allora me ne vado a dormire" le scrissi.
Dopo tre secondi mi aveva già risposto: era un mostro alla tastiera, questo l'avevo capito.
"Meglio, dato che ho praticamente il culo quadrato e gli occhi che stanno chiedendo la patria potestà".
Scoppiai di nuovo a ridere.
Mi chiedevo da dove le uscissero quelle cose.
"Ci sentiamo domani? Cioè oggi?" scrissi.
"Sì, ho comprato un cellulare nuovo. Flkajdsjkajskd. Penso che sia capace anche di mettermi il mascara" mi scrisse, di nuovo fuori di testa.
Avevo già detto di adorarla, vero?
"Bene. Allora ti riempirò di emails" la rassicurai.
"Non aspetto altro".
Era normale che il mio cuore fosse saltato giusto un pochino a quella frase? Era normale?
Porca miseria, era una ragazza che stava dietro a un pc.
Non sapevo niente di lei, eppure riusciva a farmi battere il cuore così dal nulla.
No che non era normale.
"Vai a dormire Principe, è tardi :3" era adorabile anche quando si preoccupava per me.
In quel momento mi venne voglia di digitare lettere a caso come faceva lei.
No, decisamente non era una cosa normale.
"Vai a dormire anche tu Lol, domani lavori" aggiunsi.
"Okay, disconnettiamoci insieme".
Sembrava di stare in quei film dove, tra fidanzatini, non si sa chi deve chiudere la chiamata per primo.
Solo che noi non ci conoscevamo, non eravamo assolutamente fidanzati, e il telefono era sostituito da un pc.
"Bene. Uno...due....tre..." scrissi.
"Minchia, sono tornati i puntini di sospensione!" ecco, doveva uscirsene con la stronzata serale.
"Piantala, polla! Era solo per farti capire!" mi stroppicciai un occhio, ridendo.
Sentii un rumore provenire dal piano superiore, mentre Lol scriveva.
"Okay basta, me ne vado prima io, perché il pc sta morendo di batteria scarica. E' una malattia molto grave e diffusa tra i pc, sai? Spero solo che si rimetta presto" stava delirando, povera.
"Tu non stai bene, hai bisogno di un medico. Di uno bravo però eh" era troppo divertente prenderla in giro.
"Non c'è cura per me. Sono così dalla nascita" anche lei, come me, non voleva andarsene, e lo capii dal fatto che nessuno dei due riusciva a chiudere quella maledetta conversazione.
Ma in fondo, succedeva così ogni sera.
Sentii di nuovo un rumore, poi capii che qualcuno stava scendendo le scale.
"Devo andare sul serio adesso" le scrissi velocemente.
"Okay P. Notte :3" e mentre cercavo di contraccambiare la buonanotte, lei si era già disconnessa.
Probabilmente era caduta con la faccia sulla tastiera, sarebbe stato lecito.
Mi voltai per vedere chi si fosse svegliato, e nel momento esatto in cui vidi Niall scendere anche l'ultimo scalino, chiusi violentemente il computer.
Sperai di non averlo rotto.
"Che fai qui?" mi chiese, massaggiandosi una tempia.
"Niente..." cercai di risultare indifferente.
"Eri di nuovo al computer vero? Che diavolo di ore sono?" accese tutte le luci per andare in cucina, poi si sporse verso l'orologio.
"Liam sono quasi le quattro e trenta del mattino! Mi spieghi che ci fai a quel pc? Ma non sei stanco?" chiese, guardandomi con occhi sbarrati inzialmente, poi andando ad aprire il frigo.
No, non ero stanco.
Avevo solamente le gambe che mi tremavano perché non avevano più forza o resistenza, visto che avevano resistito ad un concerto di tre ore; gli occhi fuori dalle orbite e che pulsavano violentemente, visto che erano aperti da quasi 19 ore, e le mani in cancrena, visto quanto avevo chattato.
Ma no, non ero stanco.
Pensai fosse meglio non rispondergli.
"Vado a dormire, svegliatemi voi domani mattina, che da solo non ce la faccio" dissi a Niall, che annuì mentre si faceva un mega sandwich.
"Vuoi dire tra poche ore" mi corresse.
Gli lanciai un'occhiataccia, e lui ghignò beffardo.
Cominciai a salire le scale, ma la voce di Niall mi fermò con un piede a mezz'aria.
"Fratello, chiunque lei sia ed ovunque tu l'abbia conosciuta, ti sta facendo perdere la testa" non mi diede neanche il tempo di ribattere, che già era tornato in cucina.
Aveva capito tutto.
E non solo il fatto che mi stessi sentendo con qualcuno.
Aveva capito anche che stavo impazzendo, per questo qualcuno.

Louis con un secchio d'acqua, Harry con un fischietto e Zayn con due padelle, furono delle ottime sveglie.
Avrei voluto ucciderli, ma poi saremmo rimasti solo io e Niall nella band, e non sarebbe stata una buona cosa.
Erano piombati in camera, tutti insieme, si erano buttati sul letto per svegliarmi, ma non c'erano riusciti.
Poi se n'erano andati, facendomi pensare che mi avessero lasciato in pace.
Mi sbagliavo, visto che erano tornati alla carica cinque minuti dopo, ognuno munito di qualche arma.
Mi avevano tirato giù dal letto a forza, e buttato nella doccia ancora vestito, dove l'acqua era rigorosamente gelata.
"Ma che ore sono?" avevo urlato, mentre cercavo di capire come far venire l'acqua calda.
"Le nove! Muoviti accidenti, Jerry arriva tra venti minuti!" aveva urlato Harry.
"Ma io ho sonno!" mi ero lagnato.
"Così impari a stare al computer fino alle quattro del mattino, tonto!" mi aveva deriso Harry, chiudendo la porta del bagno e lasciandomi solo.
Accidenti a Niall e alla sua boccaccia.

In quel momento eravamo tutti nella hall della Sony, ad aspettare la fantomatica Aileen, che era in rigoroso ritardo.
"Quanto diavolo dovremmo aspettare ancora?" Harry stava per dare in escandescenza.
"Ho fame" Niall non si smentiva mai.
"Io ho sonno" Zayn si passò una mano sugli occhi gonfi e stanchi.
"Smettetela di piagnucolare!" Morgana fece un gesto disinteressato con la mano.
Louis si mise in mezzo a Harry ed Horan, poggiando la testa sulla spalla di quest'ultimo.
Era famoso per riuscire ad addormentarsi in un nano secondo.
Non mi sarei stupito di sentirlo russare da un momento all'altro.
"Oh, grazie al cielo!" esclamò Morgana d'un tratto.
Ci voltammo tutti nella direzione del suo sguardo.
Quella che doveva essere Aileen, fece un'entrata teatrale attraverso le porte scorrevoli.
Aveva dei jeans molto stretti, che purtroppo per gli ormoni scatenati dei ragazzi vicino a me, lasciavano ben poco all'immaginazione.
Degli stivali con un tacco alto quanto una porta, una giacca di pelle che copriva una maglietta nera con scritto "Unbroken".
In testa aveva un casco, e appena lo tolse, vidi una cascata di boccoli castani ricaderle sulle spalle.
Camminava lentamente, ci vide -anzi, guardò solo sua zia- e fece un sorriso strafottente, mentre si alzava gli occhiali da sole enormi sulla testa.
Aveva due piccoli occhi color ghiaccio, contornati da profonde occhiaie.
Eccone un'altra che non aveva dormito.
Non si poteva certo dire che fosse brutta, e non lo notammo soltanto noi.
Praticamente l'intera hall della Sony era voltata verso di lei. A passo sicuro si diresse verso di noi. La sua espressione -mi sembrò- si addolcì appena alla vista di Morgana.
"Ciao zia" esclamò.
Data la prima impressione, mi ero aspettato una voce molto fine, magari pure da gallinella, tipo quelle dei film.
Invece aveva una voce potente, gutturale, al contempo molto femminile e sensuale.
Mi voltai verso i ragazzi, tutti con la bava alla bocca ed uno schifo di sorriso raggiante in viso, d'un tratto sveglissimi e pimpanti.
Ma solo io ero rimasto immune?
Cazzo, eravamo seriamente fottuti allora.
"Ti sei persa per Londra?" le chiese Morgana, guardandola.
"Siete sicuri che non possiamo provarci? Io mi prenoto per primo..." sussurrò Harry, per non farsi sentire da Morgana.
"Te lo scordi bello, sei troppo piccolo. Me la prendo io che sono il più grande" ecco che si aggiungeva pure Louis.
"Tra i due litiganti il terzo gode!" esclamò Zayn, ghignando.
Dio, erano fuori di testa ormai.
"No che non mi sono persa, sono rimasta imbottigliata nel traffico. E' peggio di Los Angeles qui" esclamò lei, guardandoci di sottecchi.
Morgana ci fece segno di avvicinarci.
"Allora ragazzi, lei è Aileen, mia nipote e mi sostituirà da oggi in poi" la ragazza ci strinse la mano uno ad uno, accennando sorrisi non molto amichevoli.
"Aileen, loro sono Harry, Liam, Zayn, Lou..."
"Oh, aspetta, fammi vedere se me li ricordo" la castana interruppe sua zia, e ci lanciò un'occhiata strafottente.
"Allora, tu sei Liam, quello che ha paura dei cucchiai -disse guardandomi, poi girò la testa verso Harry- tu sei Harry invece, quello che ama andare in giro nudo. Tu, se non sbaglio, sei Niall, quello che ogni tanto urla "patata" così a buffo.
Tu dovresti essere Zayn, quello fissato con "Vas Happening" e tu sei Louis, quello che si sfonda di carote. Bè, bella combriccola".
Ero spiazzato.
Non sapevo se ridere o urlare, o semplicemente prenderla a parolacce.
Stavo elaborando ancora quello che avrei dovuto sbraitarle contro.
"Oddio, vuoi sposarmi?" esordì Louis, inginocchiandosi.
Lei scoppiò a ridere.
"No, grazie" rispose, porgendogli una mano per rialzarsi -che lui accettò volentieri- e poi spostandosi una ciocca di capelli.
"Ma quello è un tatuaggio!" esclamò Morgana, guardando con occhi sbarrati l'orecchio di Aileen.
Mi sporsi giusto un po', con calcolata indifferenza, e notai un qualcosa di nero e minuscolo dietro il suo orecchio.
"Sì zia, ce l'ho da tre mesi ormai. Non è uscito su qualche tabloid? In America mi hanno dedicato tre pagine intere di articolo per questo" disse, indicandosi il disegno.
"Che cos'è?" chiese Niall.
"Un segno della pace" rispose lei, sorridendogli.
Era diverso dai sorrisi precedenti, era...normale.
Dedussi che Niall le stava simpatico, e non lo feci soltanto io, visto che già Harry, Louis e Zayn lo guardavano in cagnesco.
Quella storia non avrebbe portato nulla di buono, lo sapevo.
"Allora quando..." cominciò a dire, ma poi le squillò il cellulare.
Senza dire niente si allontanò, rispondendo.
Mi ricordai di accendere il mio, e vedere se mi fosse arrivata qualche email di Lol.
Cercai di rimanere coi piedi per terra quando ne vidi una.

"Buon lavoro P. Spero che tu sia riuscito a svegliarti.
Io sono uno zombie :)
L."

Le risposi velocemente, mentre Aileen tornava da noi.
"Chi era?" le chiese Morgana, circospetta.
"Demi" rispose lei, monocorde.
"Demi? Demi Lovato?" chiese Niall.
Aileen annuì, sorridendogli ancora.
"A proposito di questo -disse aprendo la sua borsa a tracolla e tirandone fuori qualcosa- ho saputo che sei un suo fan, mi ha detto di darti questo".
Gli porse un cd, l'ultimo cd della Lovato.
"Ma è autografato!" esclamò Niall, mentre Aileen annuiva.
"Grazie!" era felice come una pasqua.
Bene, Niall ce l'eravamo giocato con quel regalo.
Adesso bisognava vedere come si sarebbe comprata noi quattro rimasti.
"Lee, posso fidarmi di te?" chiese Morgana, passandole il suo cellulare, il suo auricolare e la cartellina che si portava sempre dietro.
"No zia, me li porterò tutti a letto, uno dopo l'altro, ti rovinerò la carriera, verrai declassata e vivremo tutti infelici e tristi. Va bene?" rispose lei, ghignando.
Aveva una vena sarcastica incredibile.
"Vedo che la voglia di scherzare non ti manca!"esclamò Morgana, alzando gli occhi al cielo.
"Ma se tu fai domande stupide! Certo che ti puoi fidare di me, zia" aggiunse Aileen, addolcendo appena la voce.
Morgana annuì.
"Ci vediamo stasera ragazzi, devo andare a risolvere delle cose. Vi lascio in buone mani, o almeno lo spero" ci abbracciò uno ad uno, come era suo solito.
Aileen le lanciò un'occhiataccia, prima che Morgana se ne andasse.
"Bene, a giudicare dal programma di mia zia, nel pomeriggio avete una live chat, avete la mattinata libera" disse, leggendo la cartellina e sistemandosi l'auricolare.
"Ed io devo andare a prendermi un triplo espresso, o collasso qui. Voi volete qualcosa?" ci chiese.
Louis cominciò a parlare:"Sì, una scorta di barrette di cioccolato per me, e una di Kinder Bueno per Liam".
Annuii. Avevo bisogno di cioccolato.
"Bene -disse lei sorridendo- andatevele a comprare da soli" ridendo, girò i tacchi.
Ma che stronza!
Si prendeva pure gioco di noi.
"No, basta. Mi sono innamorato" se ne uscì Harry.
Io invece pensavo che Morgana non avesse fatto la cosa giusta a lasciarci Aileen.
Non era affidabile.
E se avesse incendiato anche da noi qualche sala di registrazione?
Non volevo neanche pensarci.
"Hai ragione Harry. Adoro quella ragazza" disse Zayn con occhi sognanti.
Scossi la testa.
"Io vado a dormire sul divano di Morgana" esclamai, stiracchiandomi.
"E' di Aileen adesso" mi corresse Niall.
"Qualcosa non va?" mi chiese Louis.
"No Lou, va tutto bene" sorrisi.
Col cazzo che andava tutto bene.
Questa Aileen Williams non mi andava a genio.
Ero sicuro che non avrebbe portato niente di buono.


Panda's Corner.

Heilà!
Allora, io non so bene come spiegarlo.
9 recensioni, 8 preferite, 2 ricordate e 7 seguite.
Tutto questo, con un solo capitolo.
Volete sapere più o meno, qual'è stata la mia reazione?

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Ecco, più o meno questa. LOL.
No serio, vi ringrazio davvero tanto.
Sia tutte voi qui, sia tutte quelle che mi hanno fatto i complimenti su Twitter.
Vi amo.
Grazie.
Questa fan fiction è particolarmente importante per me, quindi bè...grazie.
Al prossimo capitolo, spero sabato prossimo.
Un grande abbraccio.
Andreea :)

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Capitolo 3
*** 3. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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3.

{Tu che pensi solo spinta dall'affetto,
tu che t'intenerisci ad ogni mio difetto.
Il Sole Esiste Per Tutti -  Tiziano Ferro.}

 

"Liam, sono qui. Vieni a prendermi...".

"Liam, svegliati".
C'era una voce che disturbava il mio bellissimo sogno; era offuscata, quasi un bofonchio.
"Mmph.." cercai di parlare, ma dalla mia bocca non uscirono altro che mugolii.
Mi resi conto di esser entrato in uno stato di dormiveglia: sentivo le voci -anche se smorzate-, ma non riuscivo a svegliarmi del tutto.
"Happy Meal, un frappé, grazie".
Non avevo la forza per muovermi, neanche la mascella riusciva a collaborare.
Nessuna parte del mio corpo ne era in grado, veramente.
"Happy Meal? Frappè? Li voglio anche io!" esclamai, con voce impastata ed ad occhi chiusi.
Finalmente riuscii a distinguere una voce femminile.
"Ma quale Happy Meal e frappè! Ho detto 'Niall, porta un caffè, grazie'!" disse la voce.
"Caffè? Non voglio un caffè, voglio il frappè!".
Nel mio subconscio avevo capito di star dicendo grandi baggianate, ma il mio cervello era in pappa.
Non capivo perché non riuscissi a riprendermi.
"Liam, ascoltami. Se non ti svegli e non ti alzi, sarete in ritardo per la live" capii in qualche modo che la voce era quella di Aileen.
Feci una smorfia.
Gli unici a potermi tirare giù da quel divano sarebbero stati i paramedici.
Sentii un respiro solleticarmi l'occhio destro, e qualcosa di caldo toccarmi una guancia.
"Non ce la fa eh!" esclamò qualcun altro.
"No, sembra essere nel dopo-sbornia. Ma lui neanche beve!" la voce esasperata e al contempo divertita di Aileen mi fece aprire un occhio.
"Oh, la principessa dei pony si è svegliata!" esclamò, purtroppo, una voce che riconobbi subito, nonostante lo stato pietoso in cui ero.
"Zitto, Styles. Allora Liam, o ti svegli con le buone, o con le cattive" esordì Aileen.
Mi girai su un fianco, richiudendo gli occhi.
La stanchezza mi colpì di nuovo. Sentii tutti i muscoli sciogliersi, e la debolezza riprendere il sopravvento.
Stavo per addormentarmi di nuovo.
"E no eh, che cazzo!" Aileen mi afferrò, facendomi alzare dal divano, ma le gambe mi cedettero e mi ci ributtai sopra, appoggiandoci la schiena.
"Ma ti sei drogato?!" Louis rideva, la sua risata era inconfondibile.
Mugugnai qualcosa, ad occhi nuovamente chiusi.
"Liam, forza! Fallo per quelle povere pazze che già vi stanno aspettando online!" amavo le fans, ma non ci riuscivo davvero a muovermi.
La mano di Aileen si insinuò dietro la mia nuca, facendo ciondolare ancora di più la mia testa.
Sentii un buon profumo, sicuramente non quello del caffè.
Un profumo buono, di pulito.
Senza rendermene conto avevo poggiato la testa su qualcosa di estremamente morbido e caldo.
Assomigliava molto al mio cuscino.
Mi venne istintivo arpionarlo e sistemarmici meglio.
"Liam, è la mia fetta!" la voce di Aileen cominciò ad apparirmi di nuovo lontana.
"Fetta? Fetta di che?" sbadigliai, felice di aver trovato qualcosa di comodo su cui dormire.
"Non fetta Liam. Tetta! Stai bellamente dormendo sulle mie tette!".
Mi svegliai d'un colpo, alzando la testa e vedendo Aileen furente.
Era inginocchiata davanti a me, e le avevo stretto le braccia intorno alla vita.
Oddio, ero veramente fuori.
"Mi dispiace, scusa!" mi staccai immediatamente, e sentii chiaramente che la faccia mi era andata a fuoco.
Insomma, non ero la prima volta che mi appoggiavo al seno di una donna, ma sicuramente non l'avevo fatto quando ero totalmente rintronato ed incosciente.
Lei si alzò di scatto, si pulì i jeans e fece una smorfia tra lo stizzito e l'imbarazzato, prima di riprendersi la cartellina e risistemarsi i capelli.
"Cinque minuti, avete cinque minuti!" urlò, uscendo da quello era diventato il suo ufficio, ormai.
Louis, Niall e Zayn la seguirono subito, intimoriti.
Harry restò a guardarmi, sghignazzando.
"Piantala di ridere, ho fatto una figura di merda assurda!" esclamai, massaggiandomi la testa con le mani.
Mi stava scoppiando.
"Bevi 'sto caffè, su!" disse Harry, porgendomi la bevanda che probabilmente aveva portato Niall.
Dio, mi stavo ricordando piano piano le stronzate che avevo detto, tipo quella dell' Happy Meal.
Mi sentii sprofondare nell'oblio più totale della vergogna.
"Come ti ho detto anche stamattina: così impari a stare al pc fino alle quattro e passa del mattino!" mi rimproverò Harry, con finto buonismo.
Gli lanciai un' occhiataccia.
"Comunque, chi è Lol?" esclamò lui d'un tratto, girando per l'ufficio, piuttosto spazioso.
Come nei migliori film comici e nelle più divertenti sitcom, sputai quel microscopico goccio di caffè che avevo appena bevuto, facendone uscire una buona parte dal naso.
"Oh, ma sei scemo?!" rise Harry, dandomi una pacca sulla schiena.
Non mi sentii meglio.
"Di chi stai parlando?" finsi un sorriso.
"Non fare il finto tonto con me. Non avresti reagito in questo modo adesso, se non avessi saputo di chi sto parlando, ma dato che hai sputato anche l'anima nel sentire pronunciare il nome Lol, suppongo tu abbia capito a chi mi sto riferendo, Payne".
E che merda.
Mi ero tradito da solo.
"Come fai a sapere di lei?" era meglio arrendermi. Harry poteva sembrare stupido, qualche volta immaturo, ma non lo era.
Era terribilmente intelligente e perspicace come pochi.
"Perché nel sonno continuavi a ripetere "Arrivo Lol, vengo a prenderti. Sarò lì.." e cose del genere. Avevi tipo un sorriso a trentatremila denti e la bava che ti usciva dalla bocca. Quindi ora dimmi chi è 'sta Lol" esordì, sedendosi accanto a me.
Dio, avevo addirittura cominciato a sognarla.
La cosa cominciava a farsi grave.
"Aileen c'ha dato cinque minuti, non credo di fare in tempo a raccontarti tutta la storia, dato che ce ne sono rimasti solo due".
Harry fece un sorriso bastardo.
"Giusto -fece per alzarsi, poi ci ripensò e si voltò a guardarmi- tanto non mi scappi Payne. Lo sai che sono peggio di zia Marge, e lei è nota per essere la Gossip Girl dei vecchi. Ti torturerò fin quando non mi racconterai tutto di questa Lol!" squittì, felice come se avesse appena ritrovato le sue mutande verdi.
Era chiaro, ero completamente fottuto.
Harry Styles e privacy non andavano propriamente d'accordo.
"Sì, sì. Certo" dissi, posando il caffè per terra e mettendo la testa tra le ginocchia.
Funzionava sempre quando mi scoppiava.
Cercai di sistemarmi un po'meglio sul divano, ma c'era qualcosa che continuava a darmi fastidio dietro la schiena.
"Da dove salta fuori questa?" chiesi, mostrando ad Harry la coperta che si trovava sotto il mio sedere.
"Oh, l'ha portata Aileen. Ha detto che era venuta su perché non t' aveva più visto, e ti ha trovato che dormivi tutto rannicchiato su te stesso. Ha pensato che avessi freddo e così ha costretto me e Louis a cercarti una coperta per tutta la Sony, insieme a lei. No dico, lo sai quant'è difficile trovarne una per una casa discografica?" rispose lui, borbottando mentre apriva la porta e usciva, lasciandomi così da solo.
Si era preoccupata per me.
Di certo non me l'aspettavo.
Bè, era stata...carina.

Un quarto d'ora dopo eravamo tutti in auto.  
La testa mi stava scoppiando più di prima, e non sapevo come avrei fatto a resistere.
Harry e Niall stavano giocando con l'Iphone nuovo di Louis, e probabilmente lo stavano anche distruggendo.
Sembravano due bambini mentre si gasavano a leggere tutte le cose che le fan ci stavano già scrivendo, in attesa della live chat.
Zayn stava sonnecchiando sulla spalla di Louis, e quest'ultimo era tutto assorto a guardare fuori dalla finestra.
Aileen era seduta davanti a me, e parlava al telefono ininterrottamente.
Da quando eravamo saliti in auto aveva fatto cento telefonate e aveva inviato innumerevoli messaggi.
Sembrava telecomandata.
"Stai lavorando da un giorno, e già sei così ricercata?" sussurrai, per non svegliare Zayn.
Era tenero quando dormiva, ed era stanco.
"Sì, Morgana -voglio dire, mia zia- mi ha lasciato un sacco di lavoro arretrato. Non sapevo che nel lavoro di assistente, fosse compreso anche quello di agente, degli One Direction. Mi arrivano trenta chiamate al secondo, santo cielo" sospirò.
Reclinai la testa all'indietro, sorridendo.
"Ah, ho una cosa per te" disse poi, buttando per un attimo il cellulare accanto a lei, frugando nella sua borsa a tracolla.
Allungai il collo, curioso.
"Tieni" tirò fuori qualcosa e me la porse.
Mi ritrovai a guardare sorpreso il Kinder Bueno tra le mie mani.
"E questo?" le chiesi, guardandola.
Ma lei era già tornata al telefono.
Alzò lo sguardo solo due secondi, per sorridermi.
"Non ho trovato la scorta che voleva Louis per te, ma ne avevo comprato uno stamattina per me" rispose.
Di certo, non mi aspettavo neanche questo.
Era stata di nuovo...carina.

"Twitter sta per esplodere. Lo sento" esclamò Harry, mentre scriveva alle fans che eravamo arrivati e tra poco sarebbe iniziata la live.
"Così come la chat di Ustream. Sono pazze scatenate queste!" rise Aileen.
"Sì, ma sono carine" sussurrò Niall.
"Che tenero che sei" disse Aileen, sorridendogli ed allontanandosi per parlare di nuovo al telefono.
"Ohh, Niall James Horan, che tenero che sei!" esclamò Louis, scompigliandogli i capelli.
"Sì, Niall, sei taaaaanto tenero!" disse Zayn, abbracciandolo e stampandogli sonori baci sulla guancia.
"E basta!" Niall cercò di scollarseli di dosso, senza riuscirci perché ormai i ragazzi erano partiti a prenderlo per il culo.
"Su, Niall, dicci come fai ad essere così tenero!" disse Harry, cercando di non scoppiare a ridere.
"Quanto siete imbecilli" esclamò Niall, scuotendo la testa ridente.
I ragazzi continuarono a ridere sommessamente, placandosi un po'.
"Ma comunque, seriamente, perché sorride solo a te? E parla solo con te? Neanche pronuncia il mio nome. Mi chiama solo Styles" Harry sembrava davvero esasperato.
"Mi ha detto che sembro quello più carino e coccoloso del gruppo, e soprattutto quello più normale, quindi le sto simpatico" rispose Niall, scrollando le spalle.
"E quando c'avresti parlato così intimamente?" gli chiese Louis.
Da una parte sentivo quello che dicevano i ragazzi, dall'altra guardavo Aileen mentre si spostava i capelli e sbuffava nervosa.
Non doveva essere proprio un primo giorno di lavoro tranquillo, per lei.
Alzò gli occhi al cielo e chiuse la chiamata.
Mi girai in quel momento verso i ragazzi, per paura che potesse beccarmi mentre la osservavo.
"Quando Liam dormiva".
"Ma quanto diavolo ho dormito?" chiesi ai ragazzi.
"Cinque ore, più o meno -rispose Aileen, che mi era arrivata alle spalle- avrei dovuto svegliarti prima, però. Guarda come sei ritronato".
"Mi sta scoppiando la testa" esclamai.
"Hai mangiato il Kinder Bueno?" mi chiese, cominciando a rovistare di nuovo nella sua borsa.
"Sì, grazie" dissi, sorridendo.
Un sorriso spontaneo, che lei non vide.
"Aspetta, aspetta! A lui il Kinder Bueno, e a me niente scorta di cioccolato? Questo si chiama razzismo directioniano!" esclamò Louis.
"Zitto Tomlinson".
I ragazzi scoppiarono a ridere, mentre Aileen alzava un attimo lo sguardo e roteava gli occhi.
"Oh, eccola" esordì, soddisfatta.
Tirò fuori una scatolina piccola blu, e una bottiglietta d'acqua.
Ma non le pesava quella borsa? Sembrava c'avesse messo dentro tutto il mondo.
"Prendi questa. Ne ho sempre la borsa piena, visto che ho costantemente mal di testa" disse, porgendomi una pastiglietta piccolissima e bianca.
Annuii, prendendo anche la bottiglia d'acqua.
"Sperando che ti passi, perché onestamente sei uno straccio Liam" disse, ridendo.
"Ah, ah! Grazie mille, mi rallegra molto questo!" le risposi.
"Okay ragazzi, è ora!" ci avvertì una ragazza lì presente.
Annuimmo.
"Sì, ma io ho fame" esclamò Niall.
In sincronia, alzammo tutti gli occhi al cielo.
Aileen si battè una mano sulla fronte.
"Horan il tuo stomaco non ha fondo" ridendo, andò con la ragazza di prima, mentre quella ci faceva segno di metterci sul divano, davanti alla telecamera.
"Okay, ma io non stavo scherzando. Ho davvero fame" ripetè Niall, sedendosi sul bracciolo del divano.
Gli tirai una cuscinata.
"Sta' fermo!" esclamò lui, tirandomi in faccia lo stesso cuscino.
Se non fosse stato per la live chat, sicuramente sarebbe iniziata una battaglia infinita con tutti quei cuscinetti che c'erano.
"Oh, calmatevi!" disse Aileen, riprendendoci da brava mammina.
L'uomo che aveva sistemato la telecamera ci fece un segno, facendoci capire che eravamo "in onda".
"Salve ragazzi! Siamo gli One Direction e oggi risponderemo a qualche vostra domanda!" cominciò Harry, come ogni volta.
Sorridemmo tutti.

"Questa domanda è per Liam" disse Zayn, leggendo sul gobbo.
Annuii.
"Hai paura che qualcuno ti violenti, per questo ti chiudi le camicie fin all'ultimo bottone?".
Scoppiarono tutti a ridere, compreso me.
Di tutte le domande che ci avevano fatto -sul tour, sulle ragazze, sulle tette- quella era certamente la più strana ed ilare.
"In realtà, sì. Decisamente!" esclamai, non riuscendo a trattenere le risate.
"Ma chi ha fatto questa domanda?" chiesi.
Avrei sicuramente seguito quella ragazza su Twitter.
Aileen, che si stava quasi rotolando per terra dalle risate, alzò la mano.
Niall scoppiò a ridere più di prima, con gli altri al seguito.
Bene, non avevo bisogno neanche di seguirla su Twitter.
Cominciai a ridere più di prima.
"Okay, le ultime domande" disse Louis, guardando di nuovo il gobbo, leggendole ai ragazzi.
Nel mentre, vidi una ragazza con un vassoio avvicinarsi verso di noi.
Ormai era abitudine mangiare durante le live chats, una cosa che facevamo ogni santa volta.
Gli occhi di Niall si illuminarono, Zayn sussurrò un "era ora".
Guardai la ragazza avanzare, ma poi si fermò d'un tratto.
Aileen le era praticamente piombata addosso.
Vidi il colore del viso della ragazza cambiare dal rosa pallido, al giallo, al verde.
Aileen cominciò a parlare fittamente, quasi arrabbiata.
Fece un gesto di stizza, poi aprì la sua borsetta stile Mary Poppins, tirandone fuori qualcosa che non riuscivo a vedere.
Prese una delle tazze fumanti di thè che ci stavano portando, maneggiandola con cura.
Poi capii cosa avesse in mano.
Nella tazza c'era già un cucchiaino, lei lo tolse e vi infilò uno di quei bastoncini di plastica che si trovavano nelle macchinette del caffè, uno di
quelli usa e getta, che aveva appena scartato.
Cominciò a girare il bastoncino nel thè, poi rimise la tazza sul vassoio della ragazza, che sembrava avere di nuovo un colorito normale, o quasi.
La guardò, e poi mi indicò con un cenno del mento.
Aveva fatto tutta quella cosa per me.
Per la mia stupida ed insensata paura dei cucchiai.
La coperta, il Kinder Bueno, la pasticca per la testa -che adesso neanche mi scoppiava più-, e adesso questo.
Forse mi ero sbagliato.
Forse Morgana aveva scelto la persona più adatta per tenerci a bada.
Sorrise, poi tornò alla sua "postazione".
Non potei fare a meno di sorridere per tutto il resto della live chat.

"Okay, prima fermata: casa di Zayn!" esclamò Jerry, mettendosi al volante.
Quella sera avremmo dormito tutti a casa nostra.
Non vedevo l'ora di rivedere la mia famiglia.
Ero tornato da un giorno e non ne avevo avuto neanche il tempo.
Mi mancavano i miei genitori, le mie sorelle.
Sentirli per telefono non era come abbracciarli e vederli "dal vivo".
Eravamo tutti nel nostro grande SUV.
Zayn e Niall stavano di nuovo messaggiando.
Aileen aveva allungato le gambe sul sedile di fronte a lei, e se ne stava ad occhi chiusi.
Sospettavo anche che si fosse addormentata, non muoveva un muscolo.
Sentii uno schiocco, e poi capii che Louis -come suo solito- aveva cominciato a schiaffeggiare Harry.
Neanche a dirlo, dopo quello cominciarono tutti a prendersi a schiaffi e pugni, trascinandomi nella mischia.
Eravamo dei ragazzini.
"Oddio, ecco che ricominciano" sentii sussurrare Aileen.
"Siete peggio dei bambini di quattro anni che si rubano le caramelle!" esclamò, ridendo.
"Fermi, fermi! Ho un crampo!" ci fermammo all'istante, guardando Harry contorcersi sul sedile.
"Dove?" disse Aileen, diventando d'un tratto seria.
"Al polpaccio destro" Harry cercò di stare fermo, ma sapevo cosa si provava e restare fermi ad aspettare che il dolore finisse non era una
bella cosa.
Aileen si allungò verso di lui, mettendosi la gamba di Harry sulla ginocchia.
Cominciò a massaggiare lentamente il polpaccio di Harry, e vidi chiaramente lui rilassarsi.
"Quante schifezze hai mangiato oggi, Styles?" gli chiese.
"Troppe" rispose lui sincero.
"Colpa degli zuccheri. I muscoli si contraggono e succede questo. Capitava spesso anche a me quando ero nella crew di Chris. Facevamo
sempre prove su prove, e con tutte quelle coreografie da provare, il tempo di mangiare svaniva magicamente. Quando finalmente avevi
cinque minuti eri costretta a mangiare solo cose merdose, tipo hamburgers" disse, sorridendo.
Regnava un silenzio di tomba, sembrava quasi stesse parlando da sola.
"Aspetta, quando dici Chris, intendi Chris Brown?" esclamò Zayn, già con gli occhi fuori dalle orbite.
Ma su che mondo viveva? Lo sapevano tutti che lei e Brown erano stati insieme.
Aileen annuì.
"Me lo farai conoscere?" le chiese, felice come una pasqua.
Zayn era già impazzito quando Chris l'aveva seguito su Twitter. Non riuscivo ad immaginarmi come avrebbe reagito a vederlo veramente.
Aileen annuì nuovamente.
"Se ce ne sarà l'occasione, certo" sorrise.
Aveva un bel sorriso.
"Certo! A lui fai conoscere Chris Brown, ad Harry gli massaggi il polpaccio, a Niall hai detto che è quello più carino e coccoloso, a Liam hai portato il Kinder Bueno, e a me neanche una misera scorta di cioccolato!" esclamò Louis, fintamente offeso.
Aileen scoppiò a ridere.
"Apri la mia borsa, Tomlinson" disse, passandogliela.
"Va meglio?" chiese poi ad Harry, lasciandogli la gamba.
Lui annuì.
"Grazie".
Aileen alzò le spalle, risistemandosi sul sedile e richiudendo gli occhi.
I giornali di gossip mentivano sempre, lo sapevo.
Ma forse su di lei avevano proprio esagerato, dipingendola come un mostro insensibile.
Non era così.
Stavo cominciando a ricredermi davvero.
In un modo o nell'altro, ci aveva accontentati tutti.
Non era davvero male.
Sorrisi, buttandomi anche io sul sedile.
"Oh, quanto cioccolato!" esclamò Louis.
Scoppiammo tutti a ridere.



Panda's Corner.

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Non so esattamente come esprimermi.
In realtà, non so come ringraziarvi.
Cioè, 10 preferite, 3 ricordate e ben 17 seguite.
In più, 14 recensioni allo scorso capitolo.
STO IN IPERVENTILAZIONE OGNI VOLTA CHE LO VEDO.
alksjdkljgjklasdgjah.
(Sì, la cosa di Lol che butta lettere a caso è una mia prerogativa. LOL).
Davvero. Vi ringrazio tantissimo. TROPPO.
Ringrazio anche quelle splendide che mi fanno i complimenti su Twitter.
Ho visto dalle recensioni che si sono create due correnti di pensiero.
Chi adora Aileen, e a chi invece sta sul culo.
HAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHA!
Bè...è tutto da vedere! :)
Colgo l'occasione per fare un po' di pubblicità.
Vorrei chiedervi di passare da queste FF.
1) Wedding, di __MariMalfoy :)
2) How To Love, di LoveYourself_ :)
E davvero, grazie ancora.
Aspetto i vostri commenti.
Mi raccomando, sclerate quanto volete, adoro le recensioni fuori di testa *O*.
Much love,
Andreea :)


 

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Capitolo 4
*** 4. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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4.

{Don't make it harder than it is,
we both knew it'd come to this.
Charice - Before It Explodes}


Vedevo Lol in ogni ragazza.
Me la immaginavo bionda, con due splendenti occhi azzurri, alta e slanciata.
Poi mi ricordavo che era una pazza, una menomata mentale, e l'immagine della bionda spariva dalla mia testa.
Me l'ero immaginata bassa, con forme sinuose, gli occhi cioccolato e i capelli color miele.
In pratica la descrizione di mia sorella.
Poi avevo pensato che neanche quell'immagine poteva soddisfare la mia idea di Lol.
Cominciai a credere di essere completamente impazzito.
La sognavo, ricreavo una sua immagine nella mia mente.
Non era una cosa normale.
Avrei dovuto farmi vedere da uno psicologo, uno bravo.
Uno che avesse potuto spiegarmi cosa mi stesse succedendo dato che, io, non lo capivo.
Sentii la porta della mia stanza aprirsi piano, e mi tirai il piumone sopra la testa: non avevo voglia di fare nulla, volevo solo poltrire bellamente a letto, per almeno un giorno.
"Liam..." la voce soffice e calda di mia madre mi arrivò alle orecchie come un bofonchio.
Irrimediabilmente pensai a come mi ero svegliato il giorno prima.
Che figura di merda.
"Liam..." ripetè mia madre, stavolta poco più forte.
Mi girai su un fianco, abbassando il piumone fino al naso e lasciando intravedere metà del viso.
Mia madre sorrise dolcemente.
Karen Payne era una donna non molto alta, con gli occhi cioccolato e un sorriso contagioso.
Era vivace, un vortice di costante allegria.
Amavo mia madre.
Si avvicinò e mi accarezzò la fronte come solo lei sapeva e poteva fare.
Sorrisi involontariamente.
"C'è Harry..." disse.
Sbarrai gli occhi e mi nascosi di nuovo sotto al piumone: sapevo cosa volesse quel pazzo.
Gossip.
Tanto, puro, illimitato gossip.
"Digli che sto dormendo, ti prego mamma" implorai.
"Credi che non ci abbia già provato? Ha detto che può rimanere anche tutto il giorno qui, se non ti alzi" mia mamma cercava di trattenere le risate, ma il tono ilare era chiaro.
Harry maledetto ricattatore Styles.
"Va bene, ma non ho voglia di alzarmi. Digli di salire" abbassai di nuovo il piumone, in tempo per vedere mia madre annuire e dirigersi verso la porta.
"Mamma?" la richiamai.
Si voltò sorridente, fermandosi sullo stipite della porta aperta.
"Mi sei mancata e...Ti voglio bene" le dissi.
Vidi formarsi sul suo viso un sorriso enorme, e gli occhi diventarle lucidi.
Tornò indietro immediatamente stringendomi in uno dei suoi soliti abbracci spacca-ossa.
"Non potrei essere più fiera di te, Liam" mi sussurrò.
Sorrisi a mia volta.
Si staccò da me e senza voltarsi ancora si diresse al piano inferiore, chiudendo la porta.
Mi ributtai sul letto con uno sbuffo.
Non ci volevo parlare con Harry.
Non avrebbe capito quello che in quel momento stavo provando.
Lo stato confusionale in cui mi trovavo era devastante.
Non bastava Lol a riempire i miei pensieri, adesso era arrivata anche Aileen a completare l'opera "facciamo impazzire completamente Liam Payne".
Quella ragazza era un mistero.
Un completo buco nero che non potevo e non riuscivo a riempire.
Non la capivo. Non capivo le sue azioni.
Non capivo come e perché fosse cambiata così radicalmente, non capivo perché con noi si comportasse in modo diverso.
Non la capivo.
"'Giorno amico!" Harry fece la sua trionfale entrata, aprendo la porta in malomodo e richiudendola alla stessa maniera.
Si gettò sul mio letto, incurante del fatto che avrebbe potuto benissimo fottermi le gambe così, visto che ci si era buttato sopra.
"Styles, perché non sei a dormire nel tuo letto come ogni cantante sano di mente fa dopo un tour di dodici settimane?" chiesi, scuotendo la testa.
Lui fece un gesto disinteressato con la mano, muovendo i troppi bracciali che portava e facendo un rumore assurdo.
"Su forza, dimmi tutto su questa Lol!" esclamò, eccitato come se avesse appena ricevuto un Grammy.
Una cosa negativa di Harry -o positiva, dipendeva dalle situazioni- era che aveva una memoria assurdamente perfetta.
Si ricordava ogni cosa, tranne dove avesse messo le sue mutande verdi.
Sospirai.
Neanche io sapevo che cosa dirgli.
Chi era Lol?
Mi resi conto in quel momento che nonostante tutto, sapevo poco e niente di lei, e la cosa mi fece male.
Era quella che riusciva a capire tutto di me da una semplice frase scritta dietro ad un pc, ma non la conoscevo veramente.
"Devi dirmi una cosa" Harry annuì, diventando serio d'un colpo.
"Ieri, quando hai detto che ho parlato nel sonno, c'era qualcun altro presente oltre te?" domandai.
Harry scosse la testa.
"No, Aileen aveva mobilitato praticamente tutti. C'ero solo io ad aspettare che Louis arrivasse con quella cazzo di copertina" rispose, e mi sentii sollevato.
Almeno solo una persona sapevo dell'esistenza di Lol, e mi bastava quella.
"Quindi?" mi incitò lui, sistemandosi meglio.
Mi alzai fino a toccare con la schiena la testiera del letto, incrociando le gambe.
"Vuoi la versione lunga o corta?" gli chiesi, conoscendo già la risposta.
"Scherzi? Cosa se ne fa Harry Styles della versione corta? Voglio tutti i dettagli!"
Mi poggiai stancamente una mano sul viso, sospirando ancora.
"L'ho conosciuta su un sito. Ricordi quella stronzata di Louis, di un mese fa?" Harry annuì.
"Ecco, è stato un inizio disastroso, poi -non so ancora come- ci siamo ritrovati a parlare del più e del meno. Ci siamo capiti, ci...Intendevamo, ecco. Riesci a capire?".
Harry mi guardò circospetto.
"No, non capisco. Ma suppongo che sia importante per te, visto come stai".
Alzai un sopracciglio sarcasticamente.
"Perchè, come sto Styles?" chiesi, ridacchiando.
"Più o meno come uno che è arrivato al capolinea" disse.
Aggrottai la fronte: che diavolo voleva dire?
Sembrò capire la mia espressione, perché continuò:"Cosa sai veramente di lei, Liam?".
Cosa sapevo veramente di Lol?
"Lei ama leggere, ma ultimamente non ha più comprato libri nuovi e si è stufata di rileggere quelli che già ha. Adora cantare, ma dice di non essere brava. Mi ha detto anche che ama ballare, e che vuole andare all'università per studiare lingue orientali. Qualche volta dà di matto e odia la politica in ogni sua forma. E' una femminista convinta ed ha avuto qualche problema con la legge, ma non mi ha mai detto quali. Odia il rosa e tutto ciò che è sbrillucicoso. Odia la Domenica perché passa troppo in fretta e il Mercoledì perché è il giorno in mezzo, quando la settimana è appena cominciata ma manca ancora tanto alla fine. Ama stare con l'ombrello sotto la pioggia mentre ascolta la musica, ama il mare e indossare i pantaloncini corti" risposi.
Ecco, cosa sapevo di Lol.
Ecco, cosa mi aveva raccontanto in un mese.
Realizzai che quel poco non mi bastava più, realizzai che volevo di più, volevo vederla.
Volevo vedere quanto stupenda fosse anche dal vivo, non solo dietro uno schermo da 22 pollici.
Harry assottigliò lo sguardo.
"Te la sei scelta strana forte eh! Poi magari spaccia droga e tu ti stai sentendo con una cocainomane" disse Harry, scoppiando a ridere poco dopo.
Gli tirai un pugno sul braccio.
"Sta' zitto!" risi con lui.
Mi sentivo un po' più leggero.
Forse non era stata una cattiva idea raccontargli tutto.
"Cosa vuoi fare?" quella domanda mi sorprese.
Cosa volevo, dovevo o potevo fare?
Alzai le spalle, non sapendo cosa rispondere.
La porta della mia stanza si aprì di nuovo, da dove sbucò il viso di mia sorella, sorridente come sempre.
"Ci sono i ragazzi" disse.
"Falli salire" le risposi, sorridendole di rimando.
Quanto potevo adorare la mia famiglia?
Troppo.
"Harry, non una parola, ti prego" Harry annuì.
"Parola di scout".
Mi sistemai giusto un attimo sul letto prima che quei tre deficienti aprissero di nuovo la porta.
"Vas Happenin'?" il primo a entrare fu Zayn, buttandosi anche lui sul letto come Harry aveva fatto prima ed infilandosi sotto il piumone con me senza tanti indugi.
"Abbracciami, Payne" disse, attaccandomisi come una cozza.
Scoppiai a ridere e feci come aveva detto.
"Sei in carenza d'affetto, Malik?" dissi, scompigliandogli i capelli.
"Non toccarli!" quasi urlò, risistemandoseli perfettamente.
Che gabbia di matti, non se ne salvava nessuno.
"Oh, ma non ci sono più i Kinder Bueno qui?"chiese Niall, che a sua volta era entrato e si era diretto furtivamente al cassetto della mia scrivania, dove solitamente c'era la scorta per un esercito di Kinder Bueno.
"No, mia madre deve fare la spesa oggi" risposi, scrollando le spalle.
"Accidenti, io ho fame"disse lui.
"C'è una volta che non hai fame, Niall?" chiese Louis, che non mi sembrava per niente il solito Louis.
Harry si alzò in piedi e lo abbracciò.
Nessuno riusciva a capirsi come loro due.
"Va tutto bene?" chiesi a Louis, che annuì, ricambiando l'abbraccio di Styles.
"Sì, ho dormito male e mi sono svegliato con la luna storta, il che mi porta ad essere depresso" scoppiò in una leggera risata, che durò poco.
Era strano non vederlo strepitare o sparare stronzate a manetta, non sembrava il nostro Louis.
Harry si staccò dall'abbraccio e gli mise un braccio intorno al collo.
"Harry, guarda che anche se sei il più piccolo, pesi eh!" disse Louis, visto che Harry si era completamente poggiato a lui, facendolo ciondolare pericolosamente.
Quei due non avevano venti e diciotto anni.
No, ne avevano tre e due.
"Comunque, di che si parlava?" esordì Zayn poi, guardando ripetutamente me e Harry.
Pregai con tutto il cuore che quel deficiente stesse zitto.
"Niente di che, Liam ha conosciuto una ragazza su internet".
Appunto.
Vaffanculo le preghiere.
Vidi i ragazzi sgranare gli occhi, seguiti da Harry che evidentemente si era reso conto della sua stronzata.
"Scusa amico, neanche agli scout stavo molto simpatico, mi lasciavo sempre sfuggire troppe cose...".
Presi il cuscino e glielo lanciai dritto in faccia, facendolo cadere rovinosamente con il culo per terra.
Ben ti sta, Styles.
"No, aspetta. E chi sarebbe questa? Mi tradisci con una chat-girl?" Zayn quella mattina era particolarmente sarcastico.
Scoppiai a ridere, nonostante fossi ancora irritato.
"Mi dispiace Zayn, mi sono reso conto che la nostra bromance non può funzionare. Siamo troppo diversi" a quel punto le risate divennero generali.
Alla fine l'errore era stato mio.
Avrei dovuto dire loro di Lol dall'inizio, ma la percepivo come una cosa personale, segreta.
Un qualcosa che -se rivelato- sarebbe svanito presto.
E non volevo che Lol svanisse, proprio no.
Era, forse, l'unica cosa -oltre i ragazzi- che ancora mi teneva con i piedi per terra.
Che ancora mi faceva sentire il vero Liam James Payne.
Un semplice ragazzo inglese che faceva a botte a scuola per difendersi ed essere accettato, un semplice ragazzo inglese che era stato salvato dalla passione per il canto.
Ecco, chi era Liam Payne.
"E dicci, come si chiama?" Louis si sedette sul letto, Harry si appoggiò a terra e Niall sulla sedia della mia scrivania.
Scossi la testa.
"Non lo so".
"Dove abita?" chiese Niall, allora.
"Non lo so".
"Quanti anni ha?"
"Diciotto" risposi.
"Almeno qualcosa la sai" rise Zayn.
Sorrisi.
"Non è proprio facile, sapete. C'è qualcosa che mi impedisce di vederla" cercai di essere chiaro, ma i ragazzi evidentemente non capirono perché tutti avevano espressioni pensierose e sopracciglia inarcate.
"Parla come mangi, Payne" esordì Niall.
Scoppiai a ridere.
"Ma ci sarà una volta che non comparirà il verbo mangiare in una tua frase?" di nuovo ci furono delle risate generali.
Era così con i ragazzi.
Passavamo da discorsi seri a cavolate apocalittiche.
C'eravamo intesi subito, c'eravamo capiti e sostenuti.
Non erano più solo quattro compagni di band, erano come fratelli per me.
Erano una parte della mia famiglia.
"Nel senso, e se rimanesse delusa da me? Se non fossi ciò che si aspetta?" cominciai anche a gesticolare con le mani.
"Tutte le ragazze del mondo si aspettano un Liam James Payne, fratello" Zayn annuì ripetutamente, come per darsi ragione da solo.
"Sì, ma lei non sa che io sono Liam James Payne".
"E allora vuol dire che cadrà ai tuoi piedi anche prima del previsto!" esclamò Louis.
"Ma io non voglio che cada ai miei piedi, voglio solo che continui ad essere quello che è stata fin'ora" dissi, semi esasperato.
"Lo sai Payne, sono le undici di mattina. Non puoi fare discorsi filosofici a quest'ora. E' un cazzo di suicidio" Harry sapeva essere diretto, quando voleva.
"Un giorno mi spiegherai cosa c'era di filosofico nella mia frase" dissi, incrociando le braccia.
Harry fece un gesto disintenteressato con la mano, risistemandosi i capelli a suo modo.
Il mio telefono vibrò sotto il cuscino, e -con abili mosse da contorsionista- riuscii a riprenderlo.
Cominciarono leggermente a tremarmi le dita sui tasti, quando vidi che era un'email di Lol.

"Oggi che ho questo fottuto giorno libero,
tu non sei online.
Sei una piccola cacca.
Con affetto, eh!"


I miei occhi non si erano soffermati su "giorno libero" o "online".
E neanche su "piccola cacca".
"Con affetto".
Lampeggiava solo quello nella mia testa.
Quanto, come, che tipo di affetto?
"Oh, tutto bene fratello?" Zayn mi sventolò una mano davanti agli occhi e quando alzai lo sguardo mi resi conto di essere sotto gli occhi tutti, ed a bocca aperta.
"Uhhhhh, la misteriosa ragazza ha attaccato ancora" esclamò Harry, tutto eccitato.
"E tu come fai a saperlo?" dissi, stringendo il telefono.
"Perché sei passato a trecento tonalità di rosso in mezzo secondo" rise Niall, muovendosi sulla sedia e facendo scuotere persino il pavimento.
Quel biondo era un terremoto.
"Che ti ha detto? Eeeeh?" Louis si era bellamente aggregato ad Harry: sembravano due zitelle acide in cerca di gossip reconditi.
"Che sono una cacca perché oggi che ha il giorno libero non sono online, ma con affetto!" ripetei.
"Uuuuuh, con affetto!" mi fece eco Louis, mentre Harry cominciava a battere le mani.
Scossi la testa: erano partiti per la tangente.
"Fuori, adesso" dissi, alzandomi dal letto e buttando Zayn per terra, che imprecò in qualche lingua a me sconosciuta.
"Ci cacci di casa, Payne?" mi chiese Harry, incredulo.
"Sì, ho bisogno di schiarire le idee, e voi quattro mongoloidi non mi aiutate neanche un po'!" dissi, aprendo le finestre.
Accidenti, faceva freddo di fuori.
"Sappi che dichiaro la nostra storia finita, da ora in poi" disse Zayn, ripulendosi e mettendo su un'espressione altezzosa.
"E sappi che non ti regalerò più nessun Kinder Bueno" si aggiunse Niall.
"E sappi che...".
"E sappi che 'sto cazzo!" sbottai.
Ci guardammo tutti, estremamente e fintamente serii, per poi scoppiare in una risata generale.
Li abbracciai uno ad uno, come ogni volta.
"Oh, guarda che domani dobbiamo andare alla Sony!" esclamò Harry sul pianerottolo, sorridendo.
Annuii.
Certo, non bastava Lol.
C'era pure Aileen.
Scossi la testa e mi rinchiusi velocemente in bagno per farmi una doccia.

"Voglio il mare. Voglio una fottuta giornata al mare" mi ero collegato da sì e no dieci minuti e Lol già stava sclerando, come suo solito.
Ero stato fortunato a beccarla online, aveva deciso di andarsene tre secondi prima che mi connettessi io.
Quello si chiamava culo.
"Siamo a fine Novembre. Dove diavolo vuoi andare al mare con questo tempo? A Londra sei fortunata se non piove ad Agosto, pensa ora!" le scrissi.
"Non me ne fotte un cazzo. Voglio andare al mare" ribattè lei.
Niente, era irremovibile.
"Tu mi farai rincretinire anche più del lecito, di questo passo" ridendo e scuotendo la testa, scrissi quella frase.
"Naaaah, sei già fuori di melone di tuo, caro Principe! :3" ci si divertiva troppo a sfottermi. Troppo.
"Pft, sono normale quanto te!" mi resi conto di aver scritto una grande stronzata troppo tardi.
"E allora stai fresco! La mia normalità è pari a settordici diviso l'infinito per meno uno" scrisse.
Rotolai dalle risate.
"Esiste il numero settordici?" scrissi.
"No, ma se è per questo non esiste neanche il 30 Gebbraio, data che io uso ogni santa volta che qualcuno mi chiede di fare qualcosa che non voglio fare" mi rispose.
"Sei sicura di non essere caduta dal lettino da piccola?".
"Naaaah, quella è roba per poppanti. Io ho rotto il passeggino ballando la musica che metteva mio padre alla radio. Ecco, quella è stata una cosa forte".
Risi così forte che mia sorella si affacciò alla porta.
"Tutto bene, Liam?" mi chiese.
Io annuii soltanto, incapace di articolare una frase, ancora scosso per le risate.
Lei alzò gli occhi al cielo e se ne andò di nuovo nella sua stanza.
"Ti prego, smettila di dire stronzate. Sto ridendo troppo forte, mi stanno prendendo per menomato mentale".
Mi aspettavo una risposta cretina.
"Mi piacerebbe sentire la tua risata".
Invece avevo ricevuto quella.
Il cuore mi scese nei calzini e ci rimase.
Porca merda Liam Payne, muoviti e chiediglielo.
"Lol, devo dirti una cosa" scrissi.
"Che aspetti, la venuta del secondo Messia?" mi rispose.
Quello era il suo modo di sdrammatizzare.
"Incontriamoci" riuscii a scrivere solo quello.
Avevo pensato a mille modi di chiederglielo, invece mi era uscito solo quel cazzo di imperativo.
"No".
La sua fu una risposta secca, veloce.
Il cuore risalì di nuovo al suo posto, leggermente meno felice.
"Perché?".
"Perché rimarresti deluso. Deluso da chi sono, cosa faccio e chi sono stata. Rimarresti deluso e non ho voglia. Preferisco che sia così".
Eccola.
Lei aveva le mie stesse paure.
Come me, aveva paura di essere sbagliata.
Sorrisi: era solo quello il problema?
"Bene. London Eye, alle tre, domani".
Non aspettai neanche che rispondesse, chiusi il pc, pregando semplicemente Spongebob e Patrick Stella di trovarla li, nel posto che le avevo indicato.
Mi alzai dal letto con uno sbuffo, affacciandomi alla finestra e scostando la tenda.
Aveva ricominciato a piovere.
Il cellulare, sulla scrivania vicino a me, vibrò nuovamente.
Cominciai a sorridere semplicemente vedendo il nome Lol nella mia casella della posta in arrivo.

"Avrò una rosa bianca in mano
e le cuffie nelle orecchie.
Forse così mi riconoscerai.
Mi hai fregata Principe.
Bravo".

Panda's Corner.

Cucùùùù (?).



Allora, mi scuso per l'abnormissimo (?) ritardo.
Davvero.
Lo so, sono una minimerda, come dice la France :3
Devo sinceramente ringraziarvi.
La mia storia -anche se quart'ultima-
è tra le storie più popolari di questa sezione,
quando io avevo pensato che non l'avrebbe letta manco una mosca.
Per cui, grazie.
Per le recensioni, i commenti su Twitter.
Per tutto.
In questo capitolo abbiamo un po' di Prince-Lol, come mi era stato chiesto.
alkdjajksfjkasjkfasjkajkhg.
Amo 'sti due, e bà. uù.
Prima di andarmene a fanculo, vorrei fare un po' di pubblicità.
1) Iris di Bethan_, che ve l'assicuro
merita TANTISSIMO.
Ha detto che vorrebbe chiuderla, perciò fatemi il grande favore
di andare a leggerla, vi prego, e di lasciare anche una recensioncina.
E' davvero bellissima :3
2)
Wedding di __MariMalfoy perché
è sclerotica quanto basta per farsi due risate.
Ed infine la storia della mia anima gemella.
3) How To Love
di LoveYourself_
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e
che mi lascerete un commento.
Vi amo.
Grazie, di tutto.
Andreea




PS: L'idea delle gifs è spudoratamente copiata da Egg___s che, a parer mio, è un genio.

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Capitolo 5
*** 5. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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5.

{There's a storm comin' up
and I gotta prepare myself.
Jonas Brothers - Critical}


"Ce l'ho fatta! Capite? Ce l'ho fatta!" esclamai, leggermente trafelato al telefono con Harry, che aveva messo in vivavoce facendomi sentire anche quegli altri tre squinternati.
"Aspetta, hai fatto cosa?" chiese Louis, non capendo.
"Lol, la ragazza della chat. Le ho chiesto di incontrarci, ha detto di sì" dissi, mentre giravo in tondo per la stanza senza una meta precisa.
Sentii qualche rumore di sottofondo, poi i ragazzi cominciarono a cantare.
"It's gotta be heeeeeeeeeeeeeer, only heeeeeeeeeeeeeeer!" intonarono, spaccandomi un timpano.
"Quanto siete cretini" esclamai ridendo.
"Mi raccomando Payne, non fare il maiale, non farti scappare anche questa, così come hai fatto scappare me!" disse Zayn, ridendo.
"Ribadisco: siete dei cretini" mi buttai sul letto, ancora leggermente incredulo.
Aveva detto sì.
Era stata costretta, ovvio, ma aveva detto sì.
Non potevo crederci.
Avrei incontrato Lol, la mia Lol, quella che da un mese mi rendeva la vita migliore.
"Oh, ci dici dove, quando, come?" chiese Harry, curioso come sempre.
"Ma neanche se mi pagate in oro puro! Poi venite a rompere i meloni, come sempre" ribattei.
"Sei un malfidato, Payne" esclamò Niall, scoppiando a ridere.
"Ribadisco per la terza volta: siete dei cretini".
"Senti, tu stai zitto, signor con affetto, eh!." non potei trattenere una risata.
Mi avrebbero preso in giro per l'eternità con quella cosa, era chiaro.
"Insomma, che si fa oggi?" cercai di virare su qualche altro argomento, oltre Lol.
"Io direi di stare tutti da me e Louis stasera, dobbiamo parlare" propose Harry, con voce solenne.
Era chiaro che aveva qualche stronzata delle sue in mente.
"Che diavolo vuoi fare, Styles?" sentii chiedere Niall, li vicino.
Aveva preso la fissa di chiamarci tutti per cognome, gli piaceva troppo.
"Vi siete resi conto che non sappiamo un fico secco di Aileen?" ribattè Harry.
Sinceramente, non mi interessava proprio niente di Aileen, in quel momento.
"E allora?" chiese Zayn, non capendo.
"Facciamo che ognuno fa delle ricerche su di lei, quanto più approfondite possibili, e stasera ne parliamo" disse Harry.
"Quei ricci ti soffocano il cervello" esclamai.
"Zitto tu, e preoccupati della tua Lol. Io mi preoccupo di quella che dovremo vedere tutti i giorni per non si sa quanto tempo ancora" mi rispose lui.
"Ti sta così sulle palle?" chiese Louis.
"No, per niente. Per questo voglio sapere di più su di lei".
"Io dico che tra vent'anni, Styles, sarai sempre la stessa zitella in cerca di pettegolezzi. Sei assurdo" gli dissi, scoppiando a ridere.
"Zitto tu -ripetè-, e vai a comprare i Kinder Bueno per questo animale biondo vicino a me" ormai la conversazione era solo tra me ed Harry.
Non riuscivo a smettere di ridere, quel ragazzo era partito per la tangente definitivamente.
"Sì, signor capitano acido!" ribattei, rotolandomi dalle risate.
"Vaffanculo Payne" disse, chiudendomi il telefono in faccia.
Si era offeso, poverino.
Scoppiai a ridere maggiormente.
Nonostante i miei diciannove e i suoi diciotto anni, sembravamo sempre gli stessi cretini di diciassette e sedici che si erano conosciuti ad un provino.
Un provino che aveva cambiato le nostre vite.

"Allora, cosa avete trovato?" erano tutti spaparanzati sul divano di casa Tomlinson-Styles.
Io non avevo avuto la minima intenzione di cercare qualcosa su quella povera ragazza, poco mi interessava della sua vita privata.
Harry però non era dello stesso avviso.
"Dio Harry, sembra quasi che tu voglia conoscere anche l'ora in cui va a dormire!" rise Zayn.
"Molto tardi, suppongo" esclamai, involontariamente.
Si girarono tutti a guardarmi, mentre incrociavo le gambe sulla poltrona di Louis.
"E te che ne sai?" esclamò Niall, mangiando un hot dog.
Stare a casa di Harry e Louis era la sua gioia, il frigorifero era sempre zeppo di roba da mangiare.
Per Niall era il paradiso.
"Non hai visto che razza di occhiaie che ha?" dissi, come se la cosa fosse ovvia.
Gli altri si guardarono tra di loro, per poi sorridere in modo beffardo.
"Vedo che non sono l'unico che l'ha guardata a lungo, eh Payne!" disse Harry, facendomi l'occhiolino.
"Ma stai zitto!" risi, lanciandogli il cuscino che avevo sulle gambe.
"Comunque, su, ditemi cosa sapete!" riprese Harry.
"Ha una sorella gemella, di nome Brittany. Attualmente lavora come modella per Dolce e Gabbana, ma si vocifera che stia per incidere un disco con la casa discografica del padre" disse Zayn, rubando le patatine a Niall.
D'un tratto cominciai ad essere più interessato all'argomento.
"E' stata fidanzata per un anno con Chris Brown e si sono conosciuti quando lei è diventata una ballerina della sua crew" disse invece Louis, sbadigliando.
"Ha studiato danza praticamente da quando è nata, poi ha smesso e sono venuti fuori tutti quegli scandali che già conosciamo. Diciamo che è cambiata improvvisamente e non si sa perché" disse Niall, serio.
"Qui dice che ha partecipato anche a vari provini per serie tv, ed è qui che ha conosciuto la Lovato" disse Harry, leggendo sul suo pc.
"Ahhh, la Lovato! Gran donna!" esordì Niall, quasi con la bava alla bocca.
"Piantala con i sogni sulla Lovato, Horan!" disse Zayn, mollandogli un ceffone dietro la nuca e facendo scoppiare tutti a ridere.
"Senti eh! Tu continua quelli su Chris Brown, e io quelli sulla Lovato!" ribattè Niall, incrociando le braccia.
"Daaaaai, stavo scherzando!" disse Zayn allora, attaccandoglisi stile koala e abbracciandolo.
Che teneri.
"Comunque, torniamo a noi" disse Harry.
"Io ho trovato una cosa strana..." cominciò Louis.
Tutti drizzarono le orecchie.
Persino io assottigliai lo sguardo.
"Su questo sito dice che ha anche un fratello, Edward, ma non si sa nulla di lui. Voi avete mai sentito parlare di un Edward Williams?" Louis si rivolse a noi, con aria contrariata.
Scuotemmo la testa tutti insieme.
"L'unico Edward di cui io abbia mai sentito parlare è quel vampiro sbrilluccicoso di Edward Cullen" esclamò Zayn.
Sbottammo a ridere per l'ennesima volta.
"No, sul serio. Qui non dice nulla oltre al fatto che ha vent'anni. Non è una cosa un po' sospetta? Insomma, una sorella è sommersa dagli scandali, ha come migliore amica una cantante di fama internazionale ed è stata fidanzata con Chris Brown. Un'altra sorella è una modella, attrice, cantante e chi più ne ha, più ne metta. Invece su questo povero ometto non compare nulla. Io lo trovo strano. Tanto" Harry era entrato in modalità Sherlock Holmes.
"Fatti meno canne Harry, meno canne" dissi, scuotendo la testa teatralmente.
Stavolta non riuscii ad evitare una bella cuscinata in faccia da parte di Styles.
"Payne, so che queste cose non ti interessano molto perché sei troppo preso dalla tua Lol, quindi stai zitto" mi disse.
Quante volte mi avevano detto "zitto" in quella giornata?
Avevo perso il conto.
Alzai le mani in segno di resa, e loro ripresero a parlottare, più a bassa voce stavolta.
Però era vero, qualcosa di strano c'era.
Aileen e la sua famiglia nascondevano qualcosa, era chiaro, ma pensavo non ci fosse bisogno di andare a fondo della storia.
Almeno prima che Harry mi mettesse tutta quella curiosità addosso.
"Dormite tutti qui, stasera, no?" ci chiese Louis, alzandosi e stiracchiandosi.
"Per me non ci sono problemi" esclamò Niall.
"Per me neanche" aggiunse Zayn.
"E che lo chiedi anche?" ribattei io, sorridente.
"Bene, allora io me ne vado a dormire. Harry, non farli stare alzati fino a tardi" Harry diede la buonanotte a Louis con un cenno disinteressato della mano, ancora troppo occupato a cercare notizie su internet.
Ormai era completamente preso dalla storia Aileen Williams.
Non che potessi biasimarlo, in realtà, visto che la curiosità aveva cominciato a divorare anche me.

"C'è un'opzione particolare sui vostri telefoni che vi permette di mandarmi un avviso di chiamata non appena entrare alla Sony. Attivatela, per favore. Almeno so quando diavolo mettete piede qui" esclamò Aileen.
Erano praticamente le dieci di mattina, e neanche il tempo di entrare, che aveva cominciato a tartassarci di programmi e robe simili.
"E se lo chiedessimo a lei? Insomma, alla fine non penso sia una cosa sbagliata" sussurrò Harry al mio orecchio.
"Ma di che parli?" ribattei, non capendo e stando dietro a Zayn.
"Della storia del fratello" esclamò allora Niall, alla mia sinistra.
"Ma che sei matto? Non puoi semplicemente andare lì e dirle:"oh, abbiamo fatto ricerche su di te tutta la notte. Potresti dirci perché hai un fratello di cui non si sa un fico secco su internet, tranne il nome, che è sperduto per qualche parte del mondo?". Ti prenderebbe a calci nelle palle e ne avrebbe anche tutto il diritto" spiegai, gesticolando con le mani e guardando Harry.
Andai a sbattere contro Zayn, che si era fermato d'un tratto.
"Oh fratello, che diavolo fai?" chiesi, massaggiandomi il naso.
Mi ero fatto pure male.
"Voi.Avete.Fatto.Cosa?" sentii pronunciare.
Aileen si aprì un varco tra Zayn e Louis, e mi si parò davanti.
Era più bassa di me di una ventina di centimetri, quindi dovevo anche abbassarmi un po' per arrivare a guardarla almeno negli occhi.
"Io...Io.." cominciai a balbettare, per poi rivolgere uno sguardo assassino ad Harry.
Lui si grattò la nuca, imbarazzato.
E certo, lui era quello imbarazzato, io quello nella merda!
Sospettavo che avrebbe cominciato a prendermi a ceffoni da un momento all'altro, visto lo sguardo furente che mi stava rivolgendo.
Sospirai.
"Abbiamo fatto -mi venne da dire 'loro hanno fatto', ma mi trattenni- delle ricerche su di te" dissi, abbassando lo sguardo.
La vidi posarsi due dita sulle tempie, cominciando a massaggiarle.
"Dio, impediscimi di prenderli tutti a sprangate sulle gengive, ti prego" sussurrò.
"Comunque, visto che ormai ci siamo, chi è Edward?" la sensibilità di Harry certe volte mi stupiva.
Quanto cazzo poteva essere cretino?
Aileen stava lì lì per pistarci a sangue, e lui chiedeva indisturbato di suo fratello sperduto.
Sbarrò gli occhi, e alzò lo sguardo verso Harry.
Qualcosa nella sua espressione cambiò repentinamente: da dura e decisamente arrabbiata, divenne ferita e quasi addolorata.
Mi fece male solo vederla.
Probabilmente se ne accorse anche Harry, perché fece una faccia alla "perché diavolo non sto mai zitto".
Aileen abbassò lo sguardo, e sospirò.
Lasciò cadere le braccia lungo il corpo, come se fosse svuotata.
"E' mio fratello. E' stato diseredato da mio padre perché non voleva sottostare ai suoi ordini, ossia non voleva dirigere la sua società. Non gli era mai piaciuto il mondo dello spettacolo, i paparazzi e tutto il resto. Se ne è andato per inseguire il suo sogno, ed ora è un pittore.
L'ultima volta che l'ho sentito era in Russia, ma questo è successo più o meno cinque mesi fa".
C'eravamo fermati in mezzo alla hall della Sony, come il giorno in cui l'avevamo incontrata, lei in mezzo e noi tutti intorno.
Regnava un silenzio assoluto in quel piccolo cerchio che avevamo formato, quasi non respiravamo.
Non so per quanto tempo rimanemmo in quella posizione.
"Prendete l'ascensore, quarto piano, stanno discutendo gli Stati e le date del nuovo giro del Bring 1D To Me" disse solo lei, senza neanche alzare lo sguardo.
Feci cenno ad Harry e gli altri di andare, mentre io rimasi di fronte a lei.
Aspettai che gli altri si muovessero e sentii anche Niall sussurrare "Oh, che bello. Si torna in Italia", mentre trotterellava dietro a Louis.
"Non ti credo" lei alzò lo sguardo, e corrugò le sopracciglia.
"Che diamine vuoi dire?" chiese, cominciando a frugare nella sua borsa, come al solito.
La presi per il polso, fermandole la mano che disperata stava cercando qualcosa, costringendola a guardarmi.
"Non credo a un solo scandalo che è apparso sui giornali. Non credo che tu sia stronza o che abbia bruciato una sala di registrazione. Non credo che tu sia come il gossip ti dipinge, non credo a una sola parola" spiegai.
Sbarrò gli occhi.
Mi sembrò spaesata e forse anche contrita, non riuscivo bene a capire cosa stesse passando per la sua mente.
"Tu...Tu non sai niente di me" disse infine, allontanando la mia mano dal suo polso e ricominciando a cercare freneticamente nella sua borsa.
"Lee.." cominciai a dire, ma in un secondo si era già avvicinata al mio viso e mi guardava con occhi lucidi.
"Non chiamarmi mai, ripeto mai, Lee. Solo mio fratello mi chiama così. Ha fatto già abbastanza male sentirlo pronunciare da mia zia. Non ci provare mai più, Liam".
"Vedi che ho ragione? Se tu fossi stata come i giornali ti dipingono, te ne saresti altamente fregata di un soprannome".
Sospirò.
"Ribadisco, tu non sai nulla di me".
"E allora dimmi qualcosa tu" le dissi esasperato.
"E perché dovrei farlo?" mugugnò lei, con la testa quasi interamente piegata nella borsa.
Alzò la testa, finalmente, con in mano la scatolina blu dell'altro giorno.
"Mi sta scoppiando la testa, porca merda" la sua finezza cresceva di giorno in giorno, sul serio.
La guardai armeggiare di nuovo nella borsa, da cui tirò fuori una bottiglia d'acqua.
"Guarda come si veste, sembra uscire dalle pagine di Vogue. Scommetto che anche le sue mutande sono di marca" due ragazzine vicino a noi
cercarono di sussurrarsi tali apprezzamenti, ma non ci riuscirono, visto che Aileen alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
La guardai, mentre continuava a sostenere il mio sguardo, decisa ed imperterrita.
"Peccato che sia una troia" concluse l'amica della ragazzina di prima.
Aileen fece un sorriso strafottente, gli occhi dardeggianti.
Si voltò verso di loro di scatto, e le due assunsero un'espressione terrorizzata.
Era chiaro, stavo per assistere ad un omicidio.
E bravo Liam.
Cercai di trattenerla per un braccio, per evitare scenate, ma mi fu impossibile anche solo toccarla visto che era partita come un razzo.
La guardai meglio.
Il suo abbigliamento non riconduceva per niente all'appellativo "troia".
Aveva una maglia slargata, di quelle che hanno sempre le ballerine di break dance, dei pantaloni della tuta bianchi e un paio di converse ai
piedi, particolarmente distrutte.
I capelli erano stretti in una crocchia da cui usciva qualche ciocca, e la frangia era stretta in qualche modo sulla testa, supposi che le desse
fastidio averla davanti agli occhi.
Non trovai davvero nulla che si rifacesse all'aggettivo troia.
Nella mia immaginazione, una troia era ben diversa da ciò che era Aileen.
"Scusate belle di casa, potete ripetere?" chiese alle due ragazzine, con voce angelica.
"Noi...ecco..Non volevamo, sì..." balbettarono le due, in evidente imbarazzo.
Raggiunsi Aileen prima che potesse combinare qualcosa di irrimediabile.
"Non volevate? Quando vi avrò ficcato questa bottiglietta d'acqua su per il culo, allora sì che potrete dire che non volevate" non potei evitare
di scoppiare a ridere, le due ragazzine se l'erano cercata in fondo.
"Scappate finché siete in tempo" consigliai alle due, che non ci pensarono due volte e si defilarono.
Aileen sospirò per l'ennesima volta, voltandosi e guardandomi rassegnata.
"Non ti dirò niente su di me, Liam. Vi basta quello che dicono i giornali. Il nostro rapporto si baserà solo sul lavoro, niente più e niente meno.
Non vedo perché io debba raccontarti anche quante volte piscio al giorno. Smettetela di preoccuparvi della mia vita, non ne ho bisogno" disse,
girando i tacchi e avvicinandosi all'ascensore.
Forse avrei dovuto ascoltarla.
Forse avrei dovuto lasciarla perdere e fregarmene.
La verità era che non potevo farlo.
Non potevo vedere come la gente la giudicasse senza sapere un fico secco su di lei, non potevo lasciare che lei ci stesse male.
La cosa bella -o brutta, dipendeva dalla situazione- era che ne ero terribilmente attratto.
Era un mistero, Aileen era un mistero.
Un mistero che meritava di essere svelato.



Panda's Corner

Sciaoooooo belle! *O*
Allora, prima di tutto cominciamo con le cose brutte:
1) momentaneamente non ho internet a casa, per colpa di quel maledetto
temporale di Giovedì che ha distrutto la linea telefonica. çWç
Infatti ora sto usando una connessione a scrocco di un amico di mio padre.
2) Lo so, lo so, che questo capitolo non è ciò che vi aspettavate.
So che vi aspettavate il fatidico incontro e bla bla.
Dovete sapere che io non sono il tipo da "tutto e subito" e dovete sapere
anche che sarebbe troppo facile se si incontrassero così velocemente, dopo quattro o cinque capitoli.
Non sarebbe una mia storia se fosse tutto così facile.
La cosa bella dello stare senza internet, è che non avendo niente da fare al pc, scrivo a manetta.
Infatti ho finito questo capitolo in un giorno -cosa che non mi succede mai- e sono agli sgoccioli del sesto.
Inizialmente doveva essere un solo capitolo, ma poi veniva una solfa troppo lunga e sarebbe stata troppo stancante da leggere :3
Probabilmente lo schema rimarrà questo: un capitolo Liam-Aileen, un capitolo Prince-Lol.
E' più facile per me :3
Un' ulteriore cosa che volevo dirvi è: in caso io segua qualcuna delle vostre fan fiction,
vi prego, menzionatemi su twitter (il link del mio account è nel profilo di efp)
e scrivetemi "devi leggere questa" o "passa da qui" o quello che vi pare insomma.
Vi prometto che non appena tornerà la connessione -spero prestoprestopresto- le leggerò tutte quante,
ed ovviamente recensirò. :33
Poi, arrivo alla parte dove cominciano a lacrimarmi gli occhi.
19 recensioni.
Io non so davvero, davvero, come ringraziarvi, seriamente.
Non ero mai stata abituata, prima di questa fan fiction, a ricerverne tante per capitolo.
Arrivavo al massimo a quattro o cinque, ed anche quelle mi sembravano tante!
Quindi, porca troia *finezza mode on* vi ringrazio davvero tanto.
Se sto continuando a scrivere, a mandare avanti questa fan fiction
è solo per voi che recensite, che la tenete tra preferite, ricordate o seguite.
Se sto iniziando a scrivere un'altra fan fiction su questi cinque beduini, è solo per voi
che mi fate credere nelle mie capacità.
Non sono una scrittrice, e mai lo sarò, anche perché non è quello che ho intenzione da fare "da grande",
ma, in questo momento, essere apprezzata in questo modo mi migliora davvero la giornata.
GRAZIEGRAZIEGRAZIE. :'')
Non essendo dal mio pc, non posso fare la mia solita pubblicità ad altre fan fictions
(e ne ho scovate alcune di figherrime, che davvero meritano ma che non si incula nessuno D:)
ma lo farò non appena pubblicherò il sesto, ossia quando tornerà la connessione. :3
Visto che sono stata troia, ed in questo capitolo non era presente il fatidico e pseudo-incontro,
vi lascio con uno spoiler del prossimo capitolo.
Grazie ancora per tutto,
siete la mai gioia :')
Un abbraccio, Andreea.


{La guardai mentre sbarrava gli occhi, poi li socchiudeva e si appoggiava al muro, mettendosi una mano sulla fronte.
"Quando?" chiese.
Io e i ragazzi c'eravamo tutti fermati a fissarla, tutti leggermente preoccupati per il suo cambio repentino d'espressione.
Lei alzò lo sguardo e ci intimò di andare.
Louis ed Harry cominciarono ad incamminarsi, con gli altri dietro.
Io mi protrassi giusto in tempo per sentirla protestare, prima che Niall mi tirasse per un braccio e mi portasse via con lui.
"Non posso andare all'aereoporto ora, cazzo. Non arriverò mai in tempo in questo
modo, mai".}

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Capitolo 6
*** 6. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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6.

{Something is creepin' inside,
everything is about to change.
Jonas Brothers - Critical}


Eravamo stati tutta la mattinata a parlare di possibili viaggi in Spagna, Belgio e praticamente metà Europa, per una nuova sessione del Bring 1D To Me.
Inoltre ci avevano anche comunicato che la settimana seguente avremmo avuto un concerto di beneficenza, a Londra.
Giusto perché avevamo appena finito un tour, eh.
Nonostante fossi stato seduto per tutto il tempo, mi sentivo stanco morto.
L'unica cosa che ancora mi impediva di barboneggiare di nuovo sul divano nell'ufficio di Aileen, era il fatto che mancava solo un'ora all'appuntamento con Lol.
Non stavo più nella pelle.
La nota dolente era che mi stavo cagando sotto dalla paura: cosa avrei dovuto dirle? Di cosa avremmo dovuto parlare? Avrei dovuto portarle dei fiori? Dei cioccolatini? E se non fossimo riusciti a rompere il ghiaccio? Se fossimo rimasti impalati l'una di fronte all'altro, completamente delusi ed amareggiati?
Non sapevo cosa fare.
Personalmente non mi sarei potuto pentire della scelta che avevo fatto neanche se la ragazza che mi si fosse presentata davanti, avesse avuto i piedi palmati, una mano e tre nasi.
L'avrei trovata perfetta comunque.
Era questo il bello: sapevo come Lol fosse dentro, e non mi sarebbe interessato un fico secco, se non fosse stata proprio un figurino, fuori.
Vidi Aileen raccogliere alcuni documenti dall'enorme tavolo dove eravamo stati per tutta la riunione, e quando alzò lo sguardo verso di me, i suoi occhi azzurri spenti e per nulla espressivi mi colpirono come un macigno.
Mi sentii terribilmente in colpa: probabilmente, avremmo fatto meglio a starci zitti e non chiedere nulla su suo fratello.
Edward Williams sarebbe diventato decisamente un argomento tabù.
Mi alzai, psicologicamente senza forze, seguendo Niall verso l'ascensore.
Entrammo tutti e sei, ed Aileen poggiò la schiena al muro, chiudendo gli occhi.
La guardai, e mi spaventai quando li riaprì d'un tratto.
"Ho dimenticato di dirvi una cosa!" esclamò, ritrovando un po' di vitalità.
"Cioé?" chiese Louis, sorridendole.
"Vi ho trovato una casa, un po' fuori Londra, però è grande, molto grande, così c'entrate tutti" disse, ricambiando il sorriso di Louis.
"Scherzi?" chiese Harry, che -avrei giurato- stava lì lì per saltarle addosso ed abbracciarla.
Aileen scosse la testa.
"No, infatti avete appuntamento con l'agente immobiliare tra venti minuti" spiegò, portandosi la cartellina che aveva sempre con sè a coprirsi il volto, come se si vergognasse.
"Mi dispiace -disse sempre dietro la cartellina- ho dimenticato di dirvelo" si scusò.
In quel momento sembrava tenera.
Sembrava.
"Non importa" dissi io, sfiorandole un braccio.
Gli altri annuirono.
"Ma dici che ci vorrà molto?" chiesi, improvvisamente allarmato, visto che mi ero ricordato che mancavano sì e no quarantotto minuti all'appuntamento con Lol.
Aileen alzò le spalle.
"Non lo so, da qui in auto ci vogliono dieci minuti ad arrivare, se Jerry non trova traffico. Poi non penso che ci vorrà molto per farvi vedere una cazzo di casa oh!" disse, mandando di nuovo a puttane la sua finezza.
"Ma tu vieni con noi, vero?" chiese Zayn.
Aileen scosse nuovamente la testa.
"Devo fare una cosa" gli rispose, mentre le porte dell'ascensore si aprivano ed entrava un po' di gente.
"Che cosa?" Harry si coprì la bocca con le mani, non appena si rese conto di aver fatto quella domanda.
Farsi i cazzi altrui ormai gli veniva così spontaneo, che non si rendeva conto neanche di quando faceva domande deficienti.
"Una cosa, Styles" disse lei, alzando gli occhi al cielo.
Harry pensò che fosse meglio stare zitto, evidentemente.
Non appena le porte dell'ascensore si aprirono ed Aileen cercò di metter piede fuori, cominciò a squillarle il telefono.
"Il SUV è già qui fuori, muovetevi" disse, sorridendo fugacemente e facendoci segno di andare.
"Pronto?" rispose.
La guardai mentre sbarrava gli occhi, poi li socchiudeva e si appoggiava al muro, mettendosi una mano sulla fronte.
"Quando?" chiese.
Io e i ragazzi c'eravamo tutti fermati a fissarla, tutti leggermente preoccupati per il suo cambio repentino d'espressione.
Lei alzò lo sguardo e ci intimò di andare.
Louis ed Harry cominciarono ad incamminarsi, con gli altri dietro.
Io mi protrassi giusto in tempo per sentirla protestare, prima che Niall mi tirasse per un braccio e mi portasse via con lui.
"Non posso andare all'aereoporto ora, cazzo. Non arriverò mai in tempo in questo modo, mai".

La casa era enorme.
Era un reggia, non una casa.
Aveva quattro piani , ognuno presentava tre -e al secondo piano quattro- camere da letto, con rispettivo bagno.
Al piano terra c'era un grande salone, un corridoio che lo divideva dalla cucina e uno stanzino per i giacchetti.
Era grande sì, ma era molto semplice.
Fuori c'era un grande giardino, dove in un angolo c'era un gazebo elegante, con sotto un tavolo e tante sedie.
C'era anche un' enorme piscina dietro la casa, che sarebbe bastata per farci entrare tutte le nostre fan.
"Quando possiamo trasferirci?" sentii sussurrare Niall all'orecchio di Zayn.
Lui rise.
"Anche subito, per me" ribattè.
Guardai l'orologio che portavo al polso.
Mancavano ventitre minuti alle tre.
Cominciai a fare qualche calcolo: se non c'era molto traffico per strada, in una decina di minuti avremmo potuto essere di nuovo alla sede della Sony.
Da lì, per arrivare a Piccadilly Circus, ci sarebbero voluti almeno altri cinque minuti di guida completamente spericolata.
Ma Jerry era bravo a correre con il SUV.
"Possiamo chiamarla noi?" mi intromisi nella conversazione unidirezionale tra Harry e l'agente immobiliare, una donna bionda semirifatta e con qualche kilo di trucco sulla faccia.
La donna fermò il suo discorso filosofico su quanto belle fossero le piante rampicanti presenti sul gazebo, guardandomi come se l'avessi offesa a morte.
Fece un sorriso di circostanza: non le stavo molto simpatico, supposi.
"Certamente" disse, porgendomi il suo biglietto da visita.
"Quando volete" esclamò.
"Ma..."cominciò a protestare Harry, che evidentemente era interessato.
Lo incenerii con lo sguardo e lui capì al volo.
"Oh cazzo è vero! Lol!" disse, battendosi una mano sulla fronte.
"La ringraziamo eh!" dissi, mentre stavo già correndo disperato verso il SUV.
Okay, erano le due e quaranta, avevo venti minuti.
Mi demoralizzai leggermente: non ce l'avrei mai fatta in venti minuti.
"E muovetevi, Cristo!" urlai ai ragazzi, incitandoli a sbrigarsi e salire.
"Porta questi coglioni alla Sony, Jerry. Poi io e te andiamo a Piccadilly Circus" esclamai, e Jerry fece un segno affermativo, partendo con una sgommata sul vialetto di quella che probabilmente sarebbe diventata la nostra nuova casa.
"Perché non possiamo venire anche noi?" chiese Harry.
"Certo che sei rimbambito" disse Zayn, alzando gli occhi al cielo.
"Ti pare che vuole averci tra i piedi mentre incontra la donna della sua vita?" chiese Niall, mentre Louis annuiva.
Harry cominciò a rigirarsi i pollici.
"Ma volevo vederla anche io..." disse.
"Oh, Styles. Vedi di non rompere eh! Falla almeno prima conoscere a me, che non penso ad altro da un mese ormai. Poi se sarai degno, te la farò conoscere".
Harry mi fece la linguaccia, neanche avesse avuto tre anni.
Oddio, stavo per incontrarla, quasi non riuscivo a crederci.
Se avessi dovuto incontrare la Regina Elisabetta, sarei stato sicuramente meno eccitato di quanto lo ero al pensiero di vedere Lol.
Sentii che la macchina rallentava progressivamente, fino a fermarsi.
No.
No.
Cominciai a pregare in aramaico antico che non ci fossimo fermati per il traffico, perché altrimenti ero fottuto.
Tirai giù il paravento che ci divideva da Jerry, per vedere cosa fosse successo.
"E' qualcosa di irresolvibile?" chiesi, con l'agitazione a mille.
"Nah, aspetta che questo deficiente che ho davanti faccia inversione a U, poi ripartiamo. Tranquillo Liam, ce la farai" disse lui, rassicurandomi.
Non mi sentii meglio.
Accidenti ad Aileen che aveva messo quel cazzo di appuntamento, a quella cazzo di ora, in quel cazzo di giorno.
E addio alla finezza.
Era la mia unica possibilità.
Era stato già abbastanza arduo convincere Lol, avevo dovuto imporglielo.
Non mi avrebbe più permesso di vederla, avrebbe detto che sicuramente era un segno del destino e tutte quelle stronzate.
Era una persona particolarmente superstiziosa.
Cominciai a battere nervosamente il palmo sul sedile dell'auto, prima che Niall poggiasse saldamente la sua mano sulla mia, fermandomi.
"Ti stanno per uscire gli occhi fuori dalle orbite, e in caso non te ne fossi accorto, stai distruggendo il sedile. Stai calmo, cazzo" sentire imprecare Niall Horan era una cosa più unica che rara.
Mi ficcai le mani tra le gambe, imponendomi di stare fermo.
Involontariamente -e me ne accorsi solo per l'occhiataccia di Zayn- cominciarono a tremarmi le gambe.
E porca troia Liam, stai calmo.
Guardai l'orologio.
14.45.
Erano le tre meno un quarto, e noi non ci muovevamo.
Ero perso, fottuto perso.
"E forza!" esclamò Jerry, prima che l'auto cominciasse a muoversi.
Dio, ovunque tu sia, regalami il dono del teletrasporto.
Perché, quando ce n'era bisogno, non compariva Goku con la nuvoletta magica? Che diamine.
Jerry cominciò a sfrecciare sulla strada, facendo slalom tra le auto e ricevendo numerosi clackson in risposta.
Avevo mai detto di amarlo?
"Liam, facciamo prima ad andare direttamente al London Eye. Di questo passo non ce la facciamo a fare entrambe le fermate" disse Jerry, rallentando di nuovo.
No.
Mi affacciai alla finestra: eravamo impantanati nel traffico.
"Quanto ci vuole in auto da qui per arrivare?" chiesi.
"Cinque minuti, se corro. Siamo praticamente arrivati, per questo c'è traffico" rispose, guardando nello specchietto retrovisore.
"E se corro io?" si voltò a guardarmi.
"Che vuoi fare?" chiese Harry, serio.
Mi slacciai la cintura di sicurezza, aprendo la porta scorrevole del SUV, che fece un rumore per niente rassicurante.
Sperai di non averla rotta.
Saltai giù dall'auto, guardando i ragazzi ed afferrando il cellulare sul sedile.
Guardai lo schermo, per vedere se vi fosse qualche email, e mi accorsi che il telefono era completamente scarico.
Chissà da quanto tempo era così.
Lo rilanciai violentemente sul sedile e mi passai una mano nei capelli.
Forza Liam Payne, sei sempre stato veloce a correre.
"Com'è che hai detto prima Niall?" il biondo mi guardò spaesato.
Io sorrisi, un sorriso che -lo sentii chiaramente- mi perforò la faccia per quanto era largo.
"Vado ad incontrare la donna della mia vita".

Correre per Londra non era mai stata la mia attività preferita e non lo sarebbe sicuramente diventanto dopo quel giorno.
Ero stanco morto, psicologicamente e fisicamente.
Ormai stavo quasi arrancando.
Guardai l'orologio proprio mentre scavalcavo una sedia in ferro battutto di un bar, rischiando di farmi terribilmente male.
Erano le tre meno tre minuti.
Quando svoltai a destra e mi ritrovai l'abnorme ruota davanti, mi fermai.
Le gambe mi cedettero leggermente e mi appoggiai con la mano ad un palo.
Ce l'avevo fatta.
E per Lol, l'avrei rifatto altre mille volte.
Man mano che mi avvicinavo, notavo un sacco di persone sotto la ruota.
Arrivai fin sotto quell'ammasso di ferro e luci, guardandomi intorno alla ricerca di una persona con una rosa bianca e le cuffie nelle orecchie.
Per sicurezza, guardai nuovamente l'orologio.
Erano le tre ed un minuto.
Trepidante, rimasi lì impalato ad aspettare, ricordandomi tardi che non le avevo portato nulla.
Nè un fiore, nè un cioccolatino, nè un panda.
Niente.
Non sarei mai stato un gentiluomo, pazienza.
Un sacco di ragazze mi guardavano, probabilmente chiedendosi se fossi il vero Liam Payne.
Mi alzai leggermente il cappuccio della felpa, sperando con tutta la forza che mi era rimasta che non mi riconoscessero.
Forse Dio aveva cominciato ad essere dalla mia parte, perché nessuna si avvicinò.
Giravo continuamente la testa a destra e sinistra, sperando di veder spuntare una rosa dalla mano di qualche ragazza.
Quando guardai di nuovo l'orologio e vidi che erano le tre ed un quarto cominciai a demoralizzarmi.
Non mi ero accorto che fosse passato già così tanto tempo.
Supposi che avesse fatto tardi, che avesse avuto qualche problema improvviso e avrebbe tardato un po'.
Affondai le mani nelle tasche della felpa, appoggiandomi al muretto vicino la ruota.
Stetti così per un tempo illimitato, nella speranza di vederla apparire, cosa che -ovviamente- non accadde.
Guardai per la millionesima volta, quel giorno, l'orologio.
Erano le quattro meno dodici minuti.
Le quattro.
Realizzai che non sarebbe più venuta.
Realizzai che avevo fatto quel viaggio assurdo per niente.
Realizzai che avevo sperato, creduto, immaginato e fantasticato troppo.
Realizzai che la possibilità di vederla mi era sfumata tra le dita.
Mi incamminai verso il centro per prendere un taxi e tornarmene a casa.
Improvvisamente, mi sentivo terribilmente e totalmente vuoto.



Panda's Corner

Sciaaaaaao bele! *voce da Harry Styles*
Allora, lo so che ho aggiornato Lunedì, ma questo capitolo era pronto e io non stavo più nella pelle per farvelo leggere. uù.
Vi dispiace se ho aggiornato? HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!
Vi giuro, in due giorni raggiungere diciotto recensioni per me è una cosa impensabile.
Io non so più come ringraziarvi ormai.
Per domani non ho studiato una beata minchia, ma oggi ero troppo eccitata perché è tornata la linea
e di conseguenza internet. ALLELUUUUUUJAAAAAA!
Porca troia, ho paura di avervi troppo deluse con questo capitolo.
Sappiate che mi si è spezzato il cuore a me a scrivere l'ultima riga.
Giuro, non ho mai messo tanta anima e tanto amore quanto ce ne sto mettendo in questa storia,
e non voglio deludervi.
E' anche un capitolo più corto degli altri, e calcolate che l'ultimo pezzo
l'ho scritto tutto pensando all'ultima puntata di Jonas La,
quando Joe corre per riprendersi Stella e sotto c'è Critical con la voce di Nick. *O*
Stavo per scoppiare a piangere come una mongoloide, LOL.
Dio mio, grazie per tutto.
Per finire, dico che Aileen è un personaggio complicato, così come Lol.
Entrambe hanno qualcosa di mio, io sono entrambe.
Per cui, semmai proverete a rubarmele, vi spezzo le gambine. *O*
Grazie per tutte quelle che sono arrivate fin qui, prometto che il settimo arriverà presto.
LO PROMMMMMMETTO. uù
Vi amo tutte, grazie mille.
Un Horan Hug a tutte, davvero.
Andreea.




 

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Capitolo 7
*** 7. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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7.

{I gave my heart for you,
now my heart is in two,
and I can't find the other half.
S.O.S - Jonas Brothers}.


"Dobbiamo fare qualcosa, sul serio".
"Ha mangiato in una settimana sì e no un quarto di quello che mangia in un giorno".
"E' a pezzi".
"Avete presente quelli nei film che sembrano tipo dei morti viventi quando sono depressi? Ecco, lui è così".
"E' come se fosse...Catatonico".
"Mi state a tre metri di distanza, e l'unica cosa che ci divide sono paio di cuffie, in cui non c'è neanche la musica che rimbomba. Vi sento, imbecilli".
Rispettivamente Zayn, Niall, Louis ed Harry mi guardavano e sparavano sentenze mediche così a buffo.
Era vero che ero un po' giù, ma non ero catatonico.
"Ma guardati!" esclamò Harry, indicandomi con entrambe le mani.
Zayn scosse la testa sconsolato, prima di parlare.
"Fratello, non puoi stare così...Cioè, non l'hai neanche vista!" esordì dunque.
Alzai un sopracciglio, sarcastico.
Prima che potessi rispondere, Niall lo fece per me.
"Ma allora sei cretino. Sta così perché non l'ha vista!".
"Ho capito, ma secondo me non ha senso. Cioè, potevi essere depresso se magari la vedevi e non ti piaceva, ma non l'hai ancora vista, quindi non puoi neanche considerarti deluso!" ritrattò Zayn, grattandosi una guancia.
"Mi sarebbe piaciuta anche se avesse avuto cinque paia di occhi, Zayn" dissi, massaggiandomi la fronte.
La testa mi scoppiava.
Era una settimana che mi scoppiava, in realtà.
"Dici che riuscirai a riprenderti, prima o poi?" mi chiese Louis, avvicinandosi.
Guardai i suoi occhi e vidi della sincera preoccupazione. Mi abbracciò senza che gli dicessi niente, ed oltre a lui, sentii altro peso caricarsi sulle mie spalle, segno che anche i ragazzi si erano aggiunti ed ora mi stavano fracassando tre vertebre.
Sorrisi involontariamente e li strinsi a me più che potei, perché erano la mia famiglia. Erano, insieme ai miei genitori e le mie sorelle, ciò che di più caro avevo.
E ringraziavo Dio ogni giorno per avermi dato l'occasione di incontrarli.
"Levatevi, non siete mica delle piume!" ridacchiai, scollandomeli di dosso.
"Sì, ma siamo carini e coccolosi" ribattè Niall, mentre Louis continuava a tenermi una mano dietro la schiena e Zayn poggiava la testa sul mio braccio.
Harry mi guardava circospetto, come se si aspettasse che potessi collassare da un momento all'altro.
Sospirai, sorridendo alla battuta di Niall.
"Sto bene ragazzi, seriamente" dissi, cercando di rassicurarli.
Louis ed Harry si guardarono, scuotendo la testa.
"Sì, certo. Raccontalo ai panda questo" disse Zayn.
"Se tu stai bene, allora io digiuno per una settimana" aggiunse Niall.
Okay, forse non stavo tanto bene.

"Pensate che portarmi a lavoro sia un modo per farmi stare bene?" chiesi, mentre Harry mi prendeva sottobraccio, neanche fossimo due vecchiette col bastone.
"No, ma vedere la faccia di Aileen ti migliorerà la giornata" rispose lui.
"Perché?".
"Perché sta messa peggio di te, ma non vuole dirci cos'ha. Abbiamo pensato che magari lo dice a te" rispose Zayn, allora.
"E perché dovrebbe dirlo a me? Non era Niall quello che le stava simpatico?" risposi con ovvietà.
"Ti guarda in modo strano, Liam" disse Niall, facendo una smorfia.
"Strano in che senso?".
"Non lo so. E' come se avesse timore di te" spiegò Louis.
"E perché mai dovrebbe?" scoppiai a ridere senza controllo, mentre mi trascinavano nell'ascensore.
"Non lo sappiamo. Che le hai detto la scorsa settimana?" chiese Harry, con le orecchie pronte per una buona dose di gossip.
Pensai ad Aileen ed ai suoi occhi spenti, e credetti che fosse meglio tenermi quella cosa per me.
"Nulla, ma -in caso non l'aveste capito- l'argomento Edward Williams non deve più essere toccato, okay?" guardai i ragazzi uno ad uno, mentre loro facevano un cenno d'assenso.
"Aspettate!" urlò una voce, diretta a noi, mentre le porte dell'ascensore si chiudevano.
Louis le fermò mettendoci in mezzo un piede.
Mi accorsi che era Aileen solo quando si tolse il casco ed entrò -completamente bagnata- nell'ascensore.
"Ho fatto tardi" si scusò.
"Ma con cosa sei venuta?" chiese Harry.
"Con lo stesso mezzo con cui vengo da una settimana: la mia moto, Styles" disse lei, togliendosi la giacca in pelle.
"Ma piove!" esclamò Zayn.
"Non potevi chiamarci? Saremmo venuti a prenderti" le disse Louis, prendendole il casco dalle mani per aiutarla.
"Non ce n'era bisogno, davvero" rispose lei, starnutendo.
Niall scoppiò a ridere:"Ecco, iniziamo bene la giornata!".
Aileen lo guardò leggermente torva, per poi annuire rassegnata.
"Tra un giorno al massimo mi vedrete con il naso stile clown e due occhi a palla. Preparatevi alla visione, eh!" scherzò lei.
"Sei sicura?" chiesi.
Mi guardò, e mi sentii gelare leggermente. Era vero che mi guardava in modo strano. Non cattivo, semplicemente sembrava avesse paura che le chiedessi di nuovo troppe cose, evidentemente sgradevoli per lei.
"Sì, me lo sento sempre quando sta per venirmi un raffreddore di quelli buoni" scosse la testa, appoggiandola al muro.
"Prendi questa, tanto io ho caldo" disse Zayn, dandole la felpa che aveva in mano, quella che si era precendemente tolto.
"Sei in menopausa, Malik?" Aileen scoppiò a ridere, ed inevitabilmente noi la seguimmo.
Zayn arrossì un poco, ma sorrise.
"Naaaah, sono ancora giovane per la menopausa" rispose, a tono.
Lei gli sorrise, allugando la mano distrattamente per prendere la felpa.
Se la mise addosso, per poi sospirare.
"Malik, sappi che in questo momento ti sto amando, e tieni a mente questa frase perché non la sentirai mai più" gli disse.
Piccola e snella, sembrava una bambina nel felpone invernale di Zayn. Praticamente mancava poco che le arrivasse alle ginocchia.
Zayn scoppiò a ridere, seguito da tutti noi.
"Stavo congelando" disse poi, sistemandosi anche il cappuccio in testa.
"Stai cercando di sembrare una gangster?" le chiese Louis.
Aileen lo guardò, per poi ridere.
"Ma stai zitto, Tomlinson!"
"Che dobbiamo fare oggi?" chiesi, facendo spostare il suo sguardo su di me.
Inclinò la testa da un lato, pensando.
"Un emerito ciufolo. Siete contenti?" cominciai a lanciare occhiate di fuoco ai ragazzi.
"Potevo rimanermene a letto, allora!" esclamai.
"Oh, suvvia Liam. Mica ti cascano le palle se non poltrisci a letto eh!" disse Aileen, facendo un gesto disinteressato con la mano.
Gli altri scoppiarono a ridere additandomi.
"Ti mette sempre a posto, Payne. Non hai speranza con lei" rise Harry, scuotendo la testa in modo teatrale.
"Almeno mi chiama per nome, Styles!" ribattei.
"Vi ricordo che io sono qui, rincoglioniti" disse Aileen, guardandoci con un sorriso beffardo.
Sicuramente era cambiato qualcosa, era come se ci fossimo avvicinati a lei. E non sembrava dispiacerle.
"Ma, oltre al previsto raffreddore, mi spieghi perché hai quelle occhiaie?" Louis era quello che rideva sempre e che cercava di prendere tutto con una sana dose d'ironia, ma con Aileen era continuamente protettivo. Forse perché la vedeva come una delle sue sorelle, o forse perché riusciva a capire il mondo femminile come nessun altro.
"Si vedono tanto?" avevo pensato che Aileen gli sarebbe saltato addosso per prenderlo a pugni, visto che le aveva fatto notare quel particolare, invece adesso si stava massaggiando la fronte.
"Mi scoppia la testa" disse poi, intrufolando una mano nella sua immancabile borsa a tracolla.
"La devi finire con 'ste pasticchette per la testa. Ne sei dipendente ormai!" sbraitò Harry, togliendole dalle mani la solita scatoletta blu.
"Ho capito, ma se mi fa male la testa!" disse lei con ovvietà.
"E ti tieni il mal di testa!" ribattè lui.
"Styles. Dammi la mia droga o ti brucio i capelli" lo guardò con occhi dardeggianti.
"No".
Harry che non aveva paura per i suoi amatissimi capelli? Aileen avrebbe dovuto essere lusingata.
"Ti odio" disse lei, incrociando le braccia e sembrando ancor più bambina di prima.
Harry sorrise fiero: "Immaginavo".
"Comunque, non hai risposto alla mia domanda" le fece notare Louis, mentre -usciti dall'ascensore- camminavamo verso il suo ufficio.
"Dormo poco, Louis. Mia sorella ha sconvolto tutto..." disse, aprendo la porta dell'ufficio.
Niall -che fino a quel momento era stato zitto, come Zayn- si buttò molto poco delicatamente sul divano, chiudendo gli occhi.
Zayn invece si stravaccò sulla poltrona vicino alla scrivania, inclinando la testa all'indietro per stare più comodo.
"Che morti di sonno" disse Aileen, sedendosi sulla sedia dietro alla scrivania ed incrociando le gambe.
Mise le mani nelle tasche della felpa di Zayn, sospirando e guardandoci mentre ci siedevamo davanti a lei.
"E poi ero io quello che si doveva alzare per non poltrire a letto..." borbottai.
"Allora, dobbiamo parlare del concerto di domani sera, non ci sarete solo voi. E' più o meno come l'altra volta ai Teen Awards..." neanche il tempo di mettere tre frasi insieme che cominciò a squillarle il telefono.
Reclinò la testa, mugolando e non rispondendo.
"Sei sicura che vada tutto bene?" chiese Louis.
"Sì, sono solo...Stanca. Tanto stanca" rispose, sospirando.
"Vedi Liam? C'è anche chi sta peggio di te!" disse Harry, ridacchiando.
Gli lanciai un'occhiataccia che lo ammutolì.
"Perché, che hai fatto? Hai scambiato i nomi delle ragazze che ti trombi e loro non te l'hanno più data?" tutti, compresi Niall e Zayn che erano più morti che vivi, rotolarono per terra dalle risate. Mi finsi tremendamente offeso, ma non servì a nulla perché scoppiai a ridere anche io.
"Sei una cogliona" le dissi, come se le stessi dicendo "ti voglio bene".
"Lo so, fidati. Lo so" rispose, appoggiando il mento su una mano.
Il telefono smise finalmente di squillare, e solo in quel momento Aileen si allungò per vedere chi fosse.
"Dio, che palle" esclamò poi, buttando stancamente l'iphone sulla scrivania.
"Chi è?" s'intromise Niall. Quella domanda me la sarei aspettata da Harry, non da lui.
Aileen si nascose sotto al cappuccio della felpa di Zayn.
"Malik?" domandò.
"Mh?" mugugnò Zayn, che era ritornato in stato moribondo sulla poltrona.
"Sappi che questa felpa non ti appartiene più. E' di proprietà di Aileen Williams ora" disse, arricciando il naso e facendogli la linguaccia.
"Sei una schifosa cleptomane, ma va bene" rispose Zayn, ridendo.
"Comunque -riprese lei, rivolgendosi a Niall- era mia sorella".
"La top model?" chiese subito Harry, interessato. Louis alzò gli occhi al cielo.
"Sì, lei. E' a Londra adesso. Nel mio appartamento. A oziare bellamente mentre io pago l'affitto" disse facendo una smorfia.
"Non corre buon sangue eh?" chiese Lou.
"No, al contrario, prima che venissi qui eravamo molto unite. E' arrivata per farmi visita - a detta sua-, ma so che c'è qualcosa sotto. E' tipico di Brittany dirmi le cose all'ultimo minuto, in modo tale che io non possa tirarmi indietro. Non so cos'ha in mente, ma sono due giorni che è trepidante e non trova pace" disse, abbandonando la testa sulla scrivania.
Lei era più moribonda di tutti noi messi insieme.
"Aaaaaaah, Zayn accompagnami a comprarle un caffè" disse Louis, tirando Zayn per un piede e facendolo cadere dalla poltrona.
"Ma dovevi per forza farmi finire col culo per terra?" disse lui, alzandosi.
"Sì, è divertente" rispose Louis, ridendo. Zayn gli fece il dito medio.
"Louis, Zayn -era la prima volta che li chiamava per nome- giuro che vi amerò a vita" disse Aileen.
Scoppiarono a ridere.
"Sì, ma ami di più me perché ti ho dato anche la felpa!" esclamò Zayn, uscendo insieme a Louis.
Ancora con la testa poggiata sulla scrivania, Aileen ridacchiò.
"Non potevano capitarmi cinque persone normali, vero?" chiese più a se stessa che a noi.
Io, Harry e Niall ci lanciammo un'occhiata fugace, per poi dire all'unisono:"No!".
Lei alzò la testa, squadrandoci uno a uno, con una mano a tenersi una guancia stancamente.
"Mi va bene anche così, direi".

Eravamo nella saletta relax della Sony, tutti sopra alla macchinetta piena di dolciumi, per vedere con cosa l'avessero riempita.
Per la mia felicità, c'erano Kinder Bueno a palate. "Tieni" dissi a Niall, passandogli degli spicci.
"Prendine più che puoi" lui non se lo fece ripetere due volte, cominciando a spintonare gli altri tre e a forza infilando i soldi nella macchinetta per comprare le cibarie.
"Cioccolato in arrivo" sospirai, lanciandomi su un divanetto.
"Vedo che ti sei ripreso!" disse Harry, con quel suo schifosamente meraviglioso sorriso.
Se fossi stato gay, me lo sarei già sposato e ci avrei procreato. Qualche volta riuscivo a capire perché le nostre fan impazzissero così tanto per le sue fossette: erano seriamente adorabili.
"Non proprio, ma vado avanti!".
"Così ti voglio, fratello!" esclamò Louis, lanciandomisi addosso.
"Sì, ma così col cazzo che mi riprendo!" tossii, e Louis sbottò a ridere.
"Levati!" dissi, mentre Lou continuava a stare a peso morto sopra di me.
"Ragazzi, mi date una mano?!" chiesi esasperato, non riuscendo a togliermelo da dosso.
"Oh, e che devo fare tutto io? Ti sto comprando pure i Kinder Bueno. Zitto e abbozza" Niall stava già mangiando metà delle barrette di cioccolato che si era comprato.
"Louis!" urlai dunque, sperando che si togliesse. Speranza praticamente vana.
"Oh, ma che è 'sto casino?" Aileen fece la sua trionfale entrata.
"Ti prego, scollamelo di dosso" Louis ancora ridacchiava, facendo scuotere sia me che il divanetto.
Aileen scoppiò a ridere, poi si avvicinò probabilmente impietosita dai miei occhi supplicanti.
"Alzati, impiastro" disse a Louis.
"Mi dai un bacino?" chiese lui, di punto in bianco. Ecco, stavamo per assistere all'omicidio di Louis Tomlinson.
Aileen fece spallucce, sorridendo. Si abbassò all'altezza della guancia di un alquanto sorpreso Louis, stampandogli un sonorissimo bacio.
"Ti sei drogata per caso?" disse Zayn, a bocca aperta.
"No, è la vostra singola presenza che mi rende drogata" ribattè lei.
Louis si alzò, lasciandomi finalmente respirare.
"E allora anche io voglio un bacio! Indossi ancora la mia felpa!" riprese Zayn.
"Ti sbagli Malik, è la mia felpa adesso. Ma comunque..." Aileen si avvicinò anche a lui, dandogli un bacio in fronte.
"Per par condicio ne voglio uno anche io!" esclamò Niall.
"Oh, ma che diamine avete? Siete in carenza d'affetto?" ridacchiò lei.
Mi misi una mano sulla bocca per non far vedere quanto diavolo stessi ridendo.
"Okay basta. Venite qui, abbraccio di gruppo su!" se ne uscì Aileen, allargando le braccia e gettando la sua cartellina a terra. Ci guardammo tutti, pensando che stesse scherzando.
"Non ho intenzione di stare ancora molto stile spaventapasseri eh!" borbottò.
Li vidi tuffarsi uno ad uno su di lei ed abbracciarsi come se fossero amici dalla nascita e non si vedessero da tempo.
"Tu non vieni?" mi chiese Aileen.
Non me lo feci ripetere due volte e mi tuffai sopra a Niall.
"Sei piccola, non c'entriamo tutti tra le tue braccia" risi.
"Quanto sei stronzo!" si unì anche lei alle mie risate, mollandomi un ceffone dietro la nuca. Quei momenti, mi facevano stare bene.
Mi facevano dimenticare per un momento Lol, l'incontro mancato, il fatto che per la prima volta in vita mia mi sentivo rifiutato.
Era la seconda volta che Aileen mi faceva sentire bene. Mi resi conto di essermi totalmente sbagliato e di aver tratto conclusioni affrettate, perché Aileen era perfetta per noi, come lo era stata Morgana, che ora se ne stava bellamente nel suo ufficio francese e ci chiamava ogni mattina per sapere come stessimo.
Aileen ci accontentava, ci veniva incontro in ogni momento e soprattutto lo faceva nonostante fosse stanca morta.
Aveva diciotto anni, ma in quel momento sembrava averne quanti sua zia.
"Hai bisogno di qualche giorno di vacanza" Zayn sembrava avermi letto nel pensiero.
"Chi, io? Sono fresca come una rosa!" esclamò lei, risistemandosi fugacemente l'auricolare.
"Sì, certo, e io sono Spongebob" ribattè Harry.
"Davvero ragazzi, sto bene. Nessun problema" liquidò il discorso immediatamente. Probabilmente non amava mostrare le sue debolezze.
Riuscivo a carpire ogni sua piccola caratteristica dal modo in cui parlava o si muoveva. Stavo diventando quasi più ossessionato di Harry.
"Andate da George, vi dirà quali canzoni dovrete cantare, in che modo dovrete muovermi, quante fan dovrete far salire sul palco e tutte queste cose che fate voi. Poi potete anche tornarvene a casa" disse, cominciando a frugare nella sua borsa a tracolla.
"Giuro che se stai cercando altre pasticche per la testa, prendo la borsa e te la brucio" esclamò Harry, già sul piede di guerra.
Aileen tirò fuori invece un paio di occhiali da vista, che assomigliavano molto a quelli di Louis.
"No, ho perso una lente e non ci vedo un cazzo, detto molto finemente" disse, posizionandosi gli occhiali sul naso.
Le davano un'aria ancor più stanca.
"A proposito, lo sai che tra un mese ci trasferiamo?" disse Niall.
"Sul serio? Nella casa che vi ho trovato?" rispose lei, sorridente.
Annuimmo.
"Voglio un megaparty, sappiatelo" disse lei, squadrandoci con un sorriso beffardo.
"Sarà fatto, signora!" dicemmo in coro.
Lei rise, voltandosi ed uscendo dalla porta.
Louis si guardò intorno, soffermandosi sul viso di ognuno di noi.
"Non vi sembra che sia cambiata?".

"Okay ragazzi, tutto sistemato. Farete scintille domani sera" esclamò George, colui che si occupava praticamente di tutto ciò che riguardava le nostre esibizioni, la nostra musica e...noi.
"Dio, grazie. Andiamo a dormire" esclamò Zayn, mettendo un braccio intorno alle spalle di Niall e cominciando ad avviarsi verso la porta della sala di registrazione.
"Ciao George!" esclamammo tutti in coro, uscendo.
"Che facciamo? Andiamo a salutare Aileen?" chiese Harry.
"Se Zayn e Niall non colassano prima, perché no?" rispose Louis prendendolo sottobraccio.
Li seguii a ruota, mentre cercavamo Aileen: ci aveva detto che sarebbe rimasta li vicino, in caso ci fosse servito qualcosa.
"Cheryl, hai visto Aileen?" chiese Harry all'addetta delle pulizie.
"Sì, è nella sala otto, quella con il vetro oscurato" rispose lei, sorridendo.
Quando parlava di vetro oscurato, intendeva la vetrata che separava la sala di registrazione in due parti, quella dove di solito stava George e sistemava tutto con i macchinari e quella dove noi o gli altri cantavamo. Solo che questa sala era l'unica della Sony ad avere la vetrata parzialmente oscurata: colui che stava alle macchine poteva vedere chi cantava, colui che cantava non poteva vedere chi stava alla macchine.
Non sapevo perché ne avessero pensata e costruita una del genere, ma era forte. Sembrava di stare in una di quelle stanze dove la polizia ti interrogava, solo che in quella si cantava.
"Facciamole uno scherzo" disse Harry, cominciando ad aprire pianissimo la porta. Noi annuimmo.
Entrammo in punta di piedi, pensando di ritrovarci Aileen davanti e farle prendere un colpo. Invece non c'era.
"Dimmi per cosa sei qui e basta Brit, facciamola finita" sentimmo dire.
Ci voltammo tutti insieme, notando Aileen al di là del vetro, con un'altra ragazza.
Era più alta di Aileen, forse più magra e con meno forme prosperose. Aveva due grandi occhi verdi e delle labbra sottili, dei capelli di un marrone scurissimo, quasi nero. Aveva un'espressione quasi beffarda in viso. Tralasciando questi pochi particolari, era la copia sputata di Aileen, anche se sembrava più grande.
Quindi era quella Brittany Williams, la modella di Dolce & Gabbana, conosciuta anche come la sorella rompipalle.
"Il concerto di domani sera" rispose Brittany. Aveva una voce calda, ma acuta.
"Sei qui per uno stupidissimo concerto di beneficenza? Ma se non conosci nessuno di quelli che canteranno!" esclamò Aileen, non capendo.
"No, sono qui per cantare" ribattè la sorella.
Ci guardammo tutti tra di noi.
"Ma chi diavolo è?" sussurrò Louis senza farsi sentire. Qualcosa brillava nei suoi occhi.
"Sua sorella, suppongo. Guardale, sono identiche" bisbigliai.
Senza farci sentire, ci sedemmo ognuno da qualche parte: Zayn riuscì ad accaparrarsi la poltrona, Niall gli si sedette in braccio, Harry si mise sulla sedia vicino con in braccio Louis, ed io rimasi in piedi come un coglione. Sembrava di stare seriamente al cinema, mancavano solo i pop corn.
"Cantare? Scherzi? Ma se sei stonata come una campana!" disse Aileen, sistemando alcune carte sul pianoforte davanti a lei.
"E poi perché dovresti cantare scusami?" riprese, guardando la sorella.
"Comunque è davvero bella..." disse Louis, sospirando. Scossi la testa, mentre Harry gli tirava un ceffone senza farsi sentire.
"Okay, Lee -vidi Aileen immobilizzarsi per tre secondi, e poi guardare di nuovo la sorella come se nulla fosse successo- ecco come stanno le cose. Domani sera ci sarebbe il mio concerto di debutto. Niente canzoni mie, solo cover" disse Brittany, mettendosi la testa tra le mani.
"Canzoni tue? Debutto? Concerto? Ma di che diavolo parli Brit?" chiese Aileen non capendo. Ci guardammo spaesati tra di noi.
Poi, d'un tratto, Aileen sembrò capire, e cominciò a scuotere la testa sedendosi sullo sgabello del pianoforte.
"No, Brit. Ti prego. Dimmi che non ha coinvolto anche te in questa cosa" sussurrò.
Brittany invece annuì, sembrando quasi mortificata.
"Avrei dovuto saperlo, avrei dovuto continuare a guardare i siti di gossip per sapere cosa stesse succedendo a Los Angeles" disse Aileen, guardando la sorella.
"Eddie -a quel nome, lo notai chiaramente, Aileen ebbe un fremito- se n'è andato perché non voleva guidare una società come quella di papà, dove tutto è fatto di sorrisi falsi e leccate di culo. Tu te ne sei andata perchè non volevi incidere quel cazzo di disco con lui. L'unica rimasta ero io, e papà ha puntanto tutto su di me. Io non sono forte come te ed Eddie, Lee. Non lo sono. Ho accettato" disse Brittany.
Sinceramente, non stavo capendo un emerito ciufolo, e come me neanche i ragazzi.
"E lui pensa che sia un bene lanciarti live anche prima che il tuo disco venga fuori?" esclamò Aileen, sarcastica.
"Non per offenderti Brit, ma lo sai anche tu che non sai cantare" riprese. Brittany annuì.
"In studio è facile, se sforo un attimo o stecco una nota, Mark l'aggiusta in post-produzione con il suo ingegno tecnologico e musicale. Ma live, non ci sarà nessuno ad aggiustare la mia voce di merda".
"Ma perché l'hai fatto Brit? Perché non ti sei opposta a papà? Che diamine, è la tua vita! Sei una modella, ami fare la modella, cosa c'entra la musica ora?" disse Aileen, con ovvietà.
"Perché non so cavarmela senza papà, Lee! Tu ci riesci, adesso lavori qui e sei indipendente. Ti paghi l'affitto da sola e sei libera. Io non posso vivere senza il cognome Williams. Mi ha detto che mi avrebbe tagliato i fondi se non l'avessi fatto, cosa avrei dovuto fare? Lo sai che ne sarebbe stato capace, con te l'ha fatto. E tu avresti potuto anche sfondare cazzo, sei un usignolo" ribattè Brittany.
Ah, davvero? Sapeva cantare? Wow. C'era qualcosa che Aileen non sapeva fare? Era davvero un mistero da scoprire.
"L'ha fatto perché ho continuato a dirgli sempre di no, così come ha fatto Eddie -di nuovo, ebbe una specie di tremolio-, sapevo che non avrei dovuto lasciarti da sola" sospirò Aileen.
"Comunque, devo chiederti una cosa" Brittany guardò Aileen con occhi supplicanti.
Aileen alzò gli occhi al cielo, facendo una smorfia.
"Immaginavo" rispose.
"Canta tu al posto mio" Aileen sbarrò gli occhi, e se non fosse stato per il pianoforte che le divideva, le sarebbe saltata addosso.
"Stai scherzando, vero? Tu ti sei messa nella merda, tu ti tiri fuori Brit!" urlò.
"Ti prego! Sarà tutto in playback, io starò sul palco e tu dietro le quinte. Ti prego Lee, aiutami".
"Sono stanca di tirarti sempre fuori dai casini Brit, sono stanca" riprese Aileen, appoggiandosi con i gomiti sulle ginocchia.
"Sono diciotto anni che ti salvo il culo. Ricordi a sette anni, quando rompesti la bici? Mi presi la colpa. A quattordici, quando rischiasti l'espulsione per quel casino con le tue amichette oche? Mi presi la colpa. Due mesi fa, quando hai organizzato quella cazzo di festa alla Hollywood Records e i tuoi amici hanno dimenticato le canne accese? Mi sono presa la colpa. Sono stufa di tutto questo Brit, sono stufa. Papà mi ha buttato fuori di casa, mi ha tagliato i fondi e così anche la possibilità di andare all'università, ossia la sola cosa che volevo fare. L'unica cosa che mi lega ancora a questa famiglia è il cognome, e credimi, vorrei cambiare anche quello" disse Aileen, quasi con le lacrime agli occhi e la voce rotta.
Non l'avevo mai vista così, e sospettavo anche che non l'avrei mai rivista in quello stato. Non sembrava neanche Aileen.
"Perché mi stai rinfacciando tutte queste cose? Non c'è bisogno che tu mi dica che ti ho rovinato la vita, mi sento già abbastanza uno schifo" disse Brittany.
"Non ti sto rinfacciando nulla Brit. Ti tirerò fuori dalla merda anche questa volta, come sempre. Ma non puoi continuare così. Sei incostante, vanitosa e sfacciata. Staccati da papà, perché lui non ci sarà sempre. Staccati adesso che puoi".
"E' facile per te. Tu sei sempre stata la sua preferita: quella che ballava, cantava, faceva i provini per le serie tv e gli dava tante soddisfazioni. Sono più grande di te di tre minuti, eppure sono sempre stata nella tua ombra. Oltre al fatto che non so cavarmela, ho accettato di incidere il disco con lui solo perché si interessasse un po' anche a me, e non solo a te" la situazione cominciava a starmi stretta.
Sentivo che quella era una cosa strettamente famigliare, e che fosse sbagliatissimo stare lì. Guardai i ragazzi, e notai che ancora loro erano terribilmente a disagio. Harry ci fece un segno, che più o meno stava a significare "andiamocene ora". Annuimmo tutti e piano piano, così come eravamo entrati, uscimmo. Ci dirigemmo velocemente all'ascensore, e quando fummo dentro, ci guardammo tutti, sospirando.
"Insomma. Non è stata lei a bruciare la sala" disse Niall, quasi incredulo.
"Ci pensate? Erano tutte bugie" aggiunse Zayn.
"Non capisco perché lei non le abbia smentite, però. Non lo capisco" disse Louis, serio come poche volte.
"Perché voleva che tutto fosse come c'era scritto sui giornali. Perché non vuole far sapere chi è la vera Aileen Williams" dissi io, ricordandomi il nostro discorso.
"Non posso credere che fossero tutte stronzate, quelle scritte. Chissà quanto diavolo sarà stata male" disse Harry.
Annuii.
Si era fatta male da sola, si era rovinata la reputazione, si era giocata l'università. Tutto per proteggere sua sorella.
Aileen era decisamente una persona da ammirare, nonostante avesse un anno meno di me.

"Maiali, non si saluta più?" venti minuti dopo, stavamo per uscire dalla hall della Sony, visto che Jerry era venuto a prenderci, quando sentimmo la voce di Aileen.
Scoppiammo a ridere.
"Ciao nana" disse Harry, abbracciandola. Niall, Zayn e Louis si unirono. Io camminai un po' più lentamente, godendomi la scena: sembravamo amici dall'era mesozoica.
"Nano ci sarai, brutto maniaco. E adesso levatevi che mi state schiacciando le tette" sbraitò.
"E' definitivo: tutti noi siamo attratti dalla tue tette" disse Louis. Inevitabilmente si voltarono verso di me, facendomi ricordare la terribile figura di merda della settimana prima.
"Dai, ma che mongoloidi che siete!" rise Aileen.
"Ci vediamo domani mattina presto. Dovete fare le prove" disse, rabbuiandosi. Lei non sapeva però che noi conoscevamo il motivo del suo cambiamento d'umore.
"Ciao Lee, a domani" disse Harry. Lei sgranò gli occhi un secondo, e si piegò leggermente in avanti, come se avesse ricevuto una pugnalata invisibile in pieno petto.
"A domani, Harry" disse, sorridendo suo malgrado.
Gli altri le sorrisero, salutandola con la mano. La guardai a lungo, prima di voltarmi e liberarla dalla mia occhiata circospetta.
Quando salimmo in macchina, Harry era tutto eccitato.
"Mi ha chiamato per nome, vi rendete conto? Mi ha chiamato per nome!"

Panda's Corner.

Ciao ragazze. :')
Prima di tutto: scusate se c'ho messo più di una settimana
ad aggiornare. Ho avuto una specie di blocco
e non riuscivo più a scrivere un cazzo. #finezza.
Oggi sono stata parecchio male e sono rimasta a casa,
quindi l'ho finito.
E' secondo il mio schema, quindi il prossimo capitolo sarà su Lol.
Spero che questo non vi abbia deluso, e spero che vi intrighi la storia di Aileen.
In secondo luogo vorrei ringraziarvi immensamente.
Ringrazio Becky per esser stata la mia centesima recensione.
Ringrazio xLouisTomlinsonWife per aver segnalato la storia per le scelte.
askldasdasd. :'')
Ringrazio quelle meravigliosissime persone che tengono la storia tra preferite, seguite o ricordate.
E soprattutto, GRAZIEGRAZIEGRAZIE per le 29 recensioni al sesto capitolo.
NON NE HO MAI RICEVUTE TANTE IN UN CAPITOLO IN VITA MIA. MAAAAI.
Davvero, sono molto emotiva sti giorni e sono decisamente scoppiata a piangere
nel vederle. Grazie mille.
You, light up my world giiiiiirls. :')
Vi amo tutte, dalla prima all'ultima e spero che vi sia piaciuto questo capitolo.
Mi scuso se ci sono stati alcuni errori grammaticali, ma sono pigra
e non avevo voglia di ricontrollarlo. AHHAHAAHAHAHA.
Tanto amore. :')
Andreea


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Capitolo 8
*** 8. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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8.

{Can we fall, one more time?
Stop the tape and rewind.

Gotta Be You - One Direction}


Alle sette del mattino del giorno dopo, con un tempo che non prometteva assolutamente bene, eravamo in sala prove.
Il meteo aveva annunciato pioggia, in serata, e il palco era all'aperto.
Sapevo che le nostre fan, squinternate com'erano, sarebbero state capaci di venire ad un nostro concerto anche se questo fosse stato nel deserto o al Polo Sud. Le amavo anche per questo.
L'unica cosa che potevamo fare, quindi, era affidarci al destino e fregarcene altamente: avremmo cantato anche con la pioggia.
Quando entrammo nella sala, la trovammo occupata: riconobbi Brittany solo quando -sentendo rumore- si voltò.
Era bella, tanto. Anche lei, come Aileen, però sembrava stanchissima. Ma in quella casa dormivano, qualche volta?
"Ciao! Io sono Brittany, ma potete chiamarmi Brit!" esordì lei, venendoci incontro con passo sensuale e stringendoci la mano.
"Sono la sorella di Aileen" continuò poi, mentre stringeva la mano a Louis e lui rimaneva imbambolato a guardarla.
"Oh Gesù mio, Louis è appena venuto" mi sussurrò Harry all'orecchio, facendomi scoppiare a ridere. Mi trattenni decisamente dal rotolarmi per terra.
"E dov'è Aileen?" chiese Zayn.
"Ha detto che doveva scappare un attimo. Non so dove sia andata, anche se almeno così posso respirare un po'" disse Brittany, scostandosi i capelli con un gesto della testa.
"Come mai?" domandò Niall.
"Siamo qui dalle cinque. Dalle cinque. Io sono una che dorme almeno fino alle dieci. Non sono mai stata abituata come lei a svegliarmi alle quattro per fare le prove di ballo. Sono stanca morta e sono solo le sette del mattino" cominciò a parlare a raffica, tenendosi la testa tra le mani.
"Aileen è un tipo molto attivo..." continuò lei.
"Non nelle ultime settimane!" esclamò Louis, ridendo.
"Perché?" Brittany sorrise.
"Perché la facciamo dannare ed è sempre stanca morta" rispose Harry, ridacchiando.
"Vi adora" Brittany scosse la testa, sorridendo ancora.
"Cosa?" disse Harry.
"Non ci credo neanche se lo dice lei in persona" rincarò Zayn.
"Sì, invece. Vi adora dal profondo. Non fa altro che parlare delle vostre stronzate a casa, ogni volta che le chiedo qualcosa mi risponde con un 'no, Jimmy protested!' e parla sempre di quanto siete teneri tra di voi" ci rivelò lei.
In quel momento, sentimmo la porta della sala aprirsi di nuovo.
"Baby you light up my world like nobody else, tha way that...".
Io e i ragazzi ci guardammo.
Non poteva essere.
Avremmo riconosciuto quella voce tra mille, anche con una sciarpa sugli occhi e dei calzini nelle orecchie.
"Non è lei " disse Harry.
"Se è lei, giuro che vado in giro nudo" continuò lui.
"Harry, tu vai già in giro nudo" dissi, alzando gli occhi al cielo.
"Dettagli, dettagli" minimizzò, schioccando la lingua.
Aileen apparve con in mano tre buste di carta, con il solito auricolare in un'orecchia, e la cuffia dell' I-pod nell'altra.
"...you flip you hair, gets me overwhelmed".
Accidenti, era brava a cantare.
Mosse la testa per spostarsi i capelli sulle spalle, sorridendo.
Poi alzò lo sguardo da terra e ci vide.
Smise di cantare immediatamente e potei giurare di averla vista sbiancare, poi arrossire.
"Quella era la nostra canzone!" esclamò Zayn.
"Stavi cantando What Makes You Beautiful!" Niall era davvero sorpreso.
Harry e Louis si guardarono un nano secondo, sorridendosi.
"Non è come pensate" disse Aileen, guardando fisso Styles e Tomlinson, come li chiamava lei.
Sembrava già aver capito cosa volessero fare, mentre io li guardavo perplesso.
"No. Non ci provate nemmeno" disse Aileen, sembrando quasi atterrita.
Louis ed Harry si fecero un fugace cenno con la testa.
"A Lee piace la nostra canzone! A Lee piace la nostra canzone!" cominciò a canticchiare -o meglio, urlare- Harry.
Si lanciò verso di lei, che si guardò velocemente intorno per cercare una via di fuga, senza trovarla.
Intanto Harry le si era buttato addosso, abbracciandola e facendola girare in tondo.
Louis lo seguì subito dopo, unendosi al teatrino, sballottando la povera Lee da una parte all'altra.
Guardai Zayn e Niall, quest'ultimo era già scoppiato nella sua tipica risata.
Zayn alzò le spalle, ed in seguito ad un cenno affermativo di Niall, anche loro si gettarono sopra di lei, facendole cadere una delle buste dalle
mani.
"Eddai, basta santo cielo!" esclamò lei, ridendo e sbuffando allo stesso tempo.
Harry invecce continuò la sua cantilena, insieme agli altri.
Scoppiai a ridere, non riuscendo più a trattenere l'ilarità davanti a quell'attacco.
Mi avvicinai cautamente, raccogliendo la busta e aprendola, notando che c'erano tre cornetti al cioccolato, mentre i ragazzi la lasciavano
andare e lei sospirava di sollievo.
"E' stato solo un caso fortuito!" si difese lei, gonfiando le guance.
Sembrava una bambina.
"Sì, sì. Come no. Raccontalo a qualcun altro Williams. Sei affetta anche tu dalla One Direction infection adesso".
Harry cominciò a ridere sguaitamente.
"Vai a fare in culo Styles".
Ecco, era tornata alla normalità.
Però sorrideva.
Un sorriso caldo, ed anche un po' imbarazzato.
Un bel sorriso.
Merda, che bel sorriso.
"Adesso potete anche scordarvi la colazione" disse lei, schioccando la lingua e voltandosi verso sua sorella.
"Frappuccino al miele e cornetto senza zucchero" disse, tirando fuori una bustina di carta da una delle due che aveva in mano e porgendola a sua sorella.
"E io?" chiese Niall, quasi disperato.
"La tua colazione è quella che ha Liam in mano" Niall mi guardò un secondo, per poi fiondarmisi addosso e ghermire la busta tra le mie mani.
"Aspetta, hai comprato tre cornetti al cioccolato solo per Niall?" chiesi, strabuzzando gli occhi.
Aileen si avvicinò al biondo sorridendo, cominciando ad accarezzargli la testa mentre lui era già a metà del primo cornetto.
"Ma lui deve mangiare, altrimenti si sciupa...".
Scoppiammo tutti a ridere, mentre Niall si fermava dal masticare il restante cornetto.
"Mmmph?" mugugnò.
A quel punto, fu impossibile non rotolare per terra, l'ilarità della situazione era troppa.
"Niente, piccolo e tenero bimbo, continua a mangiare.." disse Aileen, sbattendo le ciglia teatralmente e continuando a consegnare la colazione.
"Quanti soldi dobbiamo darti, per questa?" chiese Harry, serio, mentre sorseggiava il suo caffè. Louis annuì, d'accordo.
Aileen si voltò lentamente, fulminandolo.
"Non voglio i vostri soldi, Styles. Oggi offro io" disse, arrivando davanti a me e consegnandomi l'ultimo sacchetto.
Lo aprii: c'era un caffè fumante di Starbucks, più un cornetto semplice.
"So che non ti piace la cioccolata, e la crema di prima mattina fa male. Ho pensato quindi che qualcosa di classico e semplice sarebbe andato bene" Aileen sorrise, di nuovo.
Gli angoli delle mie labbra si allungarono involontariamente, una sorta di reazione a catena dovuta al suo meraviglioso sorriso.
"Va benissimo, grazie".
Solo guardandola da vicino, notai che aveva gli occhi più piccoli del normale e molto rossi, come il naso; le occhiaie erano addirittura triplicate e aveva due borse sotto gli occhi che avrebbero potuto far concorrenza a Louis Vuitton.
"Sei sicura di star bene?" le chiesi, avvicinandomi e fissandola.
"Piantala di guardarmi così -disse scoppiando a ridere- hai una faccia assurda!" perché mi accorgevo solo in quel momento della sua bellissima risata?
"E' la mia faccia Aileen. Non è che posso cambiarla!" risi con lei.
"Però ha ragione lui..." borbottò Louis, avvicinandosi a lei.
"Mi sento terribilmente sotto osservazione. Che diavolo avete oggi? Siete entrati nello stato super-protettivo?" disse lei, con una smorfia.
Per la seconda volta, da quando la conoscevo, capii che non amava mostrare le sue debolezze. Non le piaceva per niente, voleva sempre sembrare forte e indistruttibile.
"Ma tu stai male veramente, Lee" disse Harry, avvicinandosi anche lui ed affiancando Louis.
E per la seconda -o forse la terza, o la quarta- notai come quel soprannome le facesse male e quanto, in realtà, non fosse forte per niente.
Era una normalissima ragazza di diciotto anni che l'aveva preso troppe volte nel culo, come avrebbe detto Harry.
"Okay, okay, brutti rompipalle. Ho il raffreddore, un inizio almeno. Qual'è il problema?" disse lei, minimizzando la situazione.
"Prenditi il pomeriggio libero, fatti un thé caldo e una dormita. Noi ce la caviamo anche da soli" disse Zayn, stringendole un braccio e sorridendole. Lei ci guardò sospettosa.
"Non posso, ho da lavorare oggi" rispose, cominciando a muoversi senza meta nella sala.
"Williams, vai a casa!" urlò Harry, facendo il finto serio.
"Zitto Styles, sono più grande di te!" ribattè lei.
"Non è vero!" gridò -sempre scherzosamente- Brittany, sputtanando amorevolmente sua sorella.
"E stai zitta, porca paletta!" le disse Aileen, spintonandola giocosamente.
"E' veeeeeero, quando sei nata Aileen? O meglio, quando siete nate?" chiese Louis, sorridendo in modo assurdamente evidente a Brittany.
Era chiaro che il signor Louis William Tomlinson -dopo neanche un giorno e senza che la conoscesse minimamente- fosse cotto della sorella di Aileen.
Brittany fece per rispondere, ma Aileen la zittì con una gomitata, sostenendo lo sguardo altezzoso di Harry. Sembrava di stare al cinema, faticavo a non rotolare per terra dalle risate.
"Che giorno sei nata, Lee?" dovevo seriamente dire a Harry di smetterla di usare quel soprannome. Lui non sapeva la storia.
Aileen, messa alle strette, mugugnò qualcosa.
"Eh?" chiese Harry, sorridendo serafico.
"Il 30 Gebbraio" borbottò piano, schioccando la lingua e incrociando le braccia.
La mia mascella toccò terra, sputai il caffè che stavo bevendo e rischiai il collasso. Tutto insieme.
Mi guardarono tutti strano, ma non ci feci caso, sul momento.
L'unica persona che conoscevo e che mi aveva rifilato la storia del 30 Gebbraio, era Lol.
E Aileen non poteva essere Lol.
Non poteva e basta. Sarebbe stata una cosa disastrosa, assurda ed inspiegabile.
Mi tornarono alla mente una serie di coincidenze: il giorno in cui Lol aveva cominciato il lavoro, era lo stesso giorno in cui era arrivata Aileen; quando io e Lol avremmo dovuto incontrarci, Aileen aveva chiaramente detto che doveva fare una cosa e poi era misteriosamente scomparsa.
Ma non poteva essere lei, era illogico.
"Aspetta, che giorno?" chiesi, la voce quasi tremante. Zayn mi guardò interrogativo, lo notai con la coda dell'occhio, ma non ebbi la concentrazione sufficiente per poter trovare la forza di rispondergli, neanche con un cenno del capo.
Aileen mi guardò spaesata, per poi poggiarmi la mano sulla spalla:"Tutto bene?" chiese. Mi ci volle tutta la forza del mondo per mantenere la calma.
"Che giorno era?" domandai un'altra volta, quindi.
"Il 20 Febbraio, Liam. Ha detto il 20 Febbraio. Sei mica diventato sordo d'un tratto?" ridacchiò Harry.
Guardai Aileen annuire in direzione di Harry e poi nella mia.
Non era possibile. Io avevo chiaramente sentito il "30 Gebbraio".
Scossi la testa, riprendendo a bere il caffé e fregandomene del fatto che mi stessero guardando come se venissi da Plutone.
O stavo diventando pazzo, o Lol aveva condizionato la mia vita a tal punto da ritrovarmi suoi riferimenti in ogni frase.
Probabilmente, entrambe le cose.

"Aileen, mi prendi qualcosa da bere, per favore?" implorai. Erano tre ore che stavamo facendo le prove ed io ero sfinito.
Gli altri sembravano tutti tremendamente pimpanti e svegli, soprattutto Niall che non faceva altro che saltare da un lato all'altro della sala e Styles continuava a scuotere la testa a ritmo di Stole My Heart, sorridendo. Zayn parlava animatamente con Aileen, sorridendole e abbracciandola di tanto in tanto. Louis invece lanciava occhiate infuocate a Brittany, che era rimasta a vedere le nostre prove e sembrava ricambiare apertamente le attenzioni di Lou.
"In caso tu abbia l'intenzione di saltarle addosso, diccelo così vi lasciamo da soli" gli aveva detto Harry, ridacchiando.
Aileen mi guardò, poi annuì, avviandosi.
"Aspetta, anche io! E voglio anche qualcosa da mangiare!" disse Zayn. Al che Niall ed Harry annuirono.
Aileen sbuffò:"Siete senza fondo, porca miseria. Prima o poi il vostro metabolismo da cavallo farà cilecca e vi ritroverete con un pancione abnorme".
"Ti aiuto, dai" mi offrii, smettendo di giocare con l'asta a cui era poggiato il microfono.
Aileen mi fece segno di seguirla.
"I tuoi amici mi faranno andare in bancarotta" rise, non appena uscimmo dalla sala.
"Lo so. Farebbero andare in bancarotta chiunque, non so come diavolo abbiano fatto i loro genitori a mantenerli fin'ora" risi con lei.
Si voltò a guardarmi, sorridendomi.
"Grazie per non aver detto a nessuno di...Quella storia. Tu sei l'unico che non mi chiama Lee, e ti ringrazio".
Le sorrisi semplicemente, non sapendo bene cosa dire.
"Cazzo!" urlò improvvisamente, cominciando a correre.
"Ma che diav.." iniziai, non capendo.
"Aileen, aspetta!" le corsi dietro.
"Le porte dell'ascensore si stanno chiudendo, non ho voglia di farmi quattro piani a piedi, nonostante siano in discesa!" ribattè lei, ridendo a crepapelle, correndo ancora.
Maledetto ascensore, non poteva essere vicino alla porta della nostra sala, anziché dalla parte totalmente opposta?
Entrammo per un pelo, e solamente perché Aileen aveva fatto in tempo a mettere un piede tra le porte che si stavano chiudendo.
Si piegò, poggiando le mani sulle ginocchia e ridacchiando, mentre respirava velocemente.
"Sto invecchiando" disse, e io risi.
"Cosa dovrei dire io, che ho un anno in più di te?".
"Sono la più piccola qui" fece una faccia da cucciolo che avrebbe fatto intenerire anche il Dio degli Inferi.
"Povera piccola Aileen" dissi, guardandola meglio. Mi venne istintivo abbracciarla. Non l'avevo mai fatto, almeno non da solo. Sempre e solo abbracci di gruppo, non ero come Harry -espansivo e senza vergogna- e non ero neanche come Zayn, che se all'inizio era timido, appena trovava un po' di confidenza si lasciava andare.
Io ero timido dall'inizio fino alla fine. Mi ci voleva un po' per dimostrare con i gesti quanto affetto provassi per una persona.
Però, in quel momento, mi era sembrata la cosa più sensata e giusta che potessi fare. E se Aileen all'inizio era rimasta spaesata, le c'era voluto poco per stringermi le braccia intorno alla vita, subito dopo.
"Come mai questo attacco d'affetto?" disse, alzando la testa per guardarmi negli occhi.
"Ah, non chiedermelo" risposi, scrollando le spalle.

"Okay, abbiamo tutto: acqua, molteplici bevande gassate ed estramamente dannose, doppi cheeseburger e ali di pollo. Direi che è uno spuntino bello e buono" rise Aileen, mentre -entrambi con le mani piene di cibarie- ci dirigevamo verso la sala prove.
"La sai la filosofia di vita di Niall?" domandai. Lei scosse la testa in senso di diniego.
"Mangia ogni giorno come se fosse l'ultimo" Aileen sembrò pensarci su tre secondi, e poi scoppiò in una risata che avrebbero sentito anche in Antartide.
"E quella di Harry? Chi non tromba non piglia pesci?" ribattè lei, sbottando a ridere più di prima. Aileen era un uragano, sparava stronzate a raffica.
Mi ricordava terribilmente Lol, e non era una cosa che amavo ricordare, in quei giorni.
"E la tua qual'è?" mi chiese, cercando di non farsi cadere una delle buste con i panini dalle mani.
Entrammo nell'ascensore, e -con abilità notevoli da contorsionista- riuscii a pigiare il bottone per il quarto piano senza farmi cadere nessuna busta.
"Mmmmh, non lo so" dissi, meditabondo.
"Oh, la so io! Chi di cucchiaio ferisce, di cucchiaio perisce!" a quel punto, mi fu chiaro che avevamo definitivamente perso Aileen. Era partita per la tangente, e il raffreddore le dava alla testa.
"Tu hai seriamente bisogno di cure. Il tuo cervello è malato" le dissi, scuotendo la testa rassegnato, con ancora le lacrime agli occhi per le troppe risate.
"Nah, vi ho già detto che siete voi che mi fate questo effetto. Ero perfettamente normale prima di venire qui" rispose, mentre le porte dell'ascensore si aprivano.
Annuii poco convinto, spintonandola di tanto in tanto mentre camminavamo verso la sala, beccandomi qualche imprecazione molto colorita.
Era davvero, davvero, divertente vederla uscire di testa.
Quando entrammo, notai che ognuno si stava facendo i cazzi propri.
Louis ed Harry erano bellamente spaparanzati sul parquet, Brittany smanettava con il portatile di Aileen -che si portava sempre dietro-, Zayn era sparito e Niall stava sentendo la musica con l'ipod.
"La merenda!" urlò Aileen, così forte che anche Niall la sentì, con tanto di musica a palla. Lui fu anche il primo a fiondarsi su di lei, in attesa della sua parte.
"Brit, tu non mangi niente?" disse Aileen, premurosa come sempre.
"Sì, aspetta che ho fatto un casino con queste emails e non ci capisco più un tubo" rispose, sbrigativa. Aileen annuì solamente, dando una grossa scatola di ali di pollo ad Harry.
"Oh, fatto!" sospirò Brittany, alzandosi e dirigendosi verso di noi.
In quel momento, il telefono mi vibrò nella tasca dei pantaloni, e scusandomi, mi allontanai per vedere cosa fosse.
Fu quando vidi che era una email di Lol, che il cuore mi scese nelle mutande e ci rimase.
Mi tremarono irrimediabilmente le mani nel pigiare i tasti: dovevo leggerla o no? Era passata più di una settimana, e lei non mi aveva scritto nulla. Perché se ne usciva fuori solo dopo così tanto tempo?
Mandai poco elegantemente tutti quei ragionamenti contorti a puttane, aprendo l'email.

Ciao Principe.
Sono terribilmente cretina, perché non so neanche se mai
manderò questa email.
So solo che ho sbagliato e me ne rendo conto.
Non mi sono presentata all'appuntamento, non perché non volessi vederti
ma perché il tempo aveva deciso di giocarmi brutti scherzi.
Sono arrivata tardi, molto tardi.
Probabilmente neanche mai manderò questa email,
ma sai, il bisogno di sfogarsi è troppo.
E sembra una cosa stupida, sfogarsi con la posta elettronica.
Io non so come tu abbia fatto, non so come tu -da dietro ad uno schermo- sia riuscito in qualcosa
che ragazzi nella vita reale non sono riusciti a fare.
Mi hai affascinato, e non c'è giorno in cui non pensi a te.
Non c'è giorno in cui non pensi se hai mangiato, se stai bene, di che colore sono
i tuoi occhi o se hai il raffreddore.
Perché se ci pensi, sono poche le cose che so di te.
E se solo penso che avrei potuto incontrarti, mi viene il mal di stomaco.
Ci sono un sacco di puttanate in questa email
ma se per caso un giorno non lontano decidessi di inviartela,
sappi che non mi sono dimenticata di te, e spero che neanche
tu l'abbia fatto.
Lol.

Sorrisi come un ebete, lo sentii chiaramente, mentre rimettevo il telefono nella tasca dei pantaloni.
Mi avvicinai ad Aileen che mi passò un panino, sorridendomi.
Lei non si era dimenticata, e non si era presa gioco di me lasciandomi a Piccadilly Circus come un cretino.
Mi venne quasi voglia di mettermi a cantare dalla felicità, sapendo che avrei potuto riallacciare presto il rapporto con lei, seppur virtuale.
"E' successo qualcosa? Hai un sorriso che ti perfora la faccia" mi sussurrò Aileen, mentre mangiavamo.
Non feci in tempo a risponderle, che Brittany si rivolse a lei, dicendole:
"Sai Lee, forse dovrei cancellarmi da quel sito di incontri virtuali".

Panda's Corner

 

SALVE PEOPLEEEEEEEEEEEEEE!
LO SO CHE E' TARDISSIMO. LO SO.
Avevo promesso che sarebbe arrivato presto questo capitolo,
ma c'ho messo una cifra sia a scriverlo che a pensarlo.
Mi faceva sempre più schifo e la scuola mi impediva di scriverlo
per colpa del poco tempo che avevo.
Allora, salkjdkajsjasd, spero che comunque questo capitolo vi sia piaciuto.
Prima di tutto, devo fare delle precisazioni che nello scorso capitolo
ho scordato di fare, data l'eccitazione delle 29 recensioni
e dato il fatto che stavo male. HAHAHAHAHAHAHAH.
E a proposito di recensioni: DIOBONOOO ALSKJDKJASJDSAD.
34 recensioni, in un solo capitolo, è qualcosa che non avevo
mai neanche immaginato.
Mi ero immaginata tipo queste recensioni con quattro o cinque capitoli complessivi,
ma sicuramente NON in un capitolo solo.
Non so più come ringraziarvi, davvero, vedere e sentire che vi piace
la storia mi rende felice in un modo che non potete immaginare neanche. çç
PPPPPPOI.
Allora, devo chiarire dei punti dello scorso capitolo, dicevo.
1) Il dialogo tra Lee ed Harry, quello sul mal di testa, è interamente
ispirato -o copiato, come volete- da un mio discorso con uno dei miei migliori amici
che mi ha più volte impedito di prendere gli aulin, visto che ne sono drogata
perché costantemente mi scoppia la testa.
TROPPO STRESS, CREDETEMI, SONO ESAURITA. HAHAHAHAHA.
2) Il nome Brittany non è casuale, assolutamente.
Il personaggio è ispirato a Mari, __MariMalfoy qui su efp, anche se
in realtà lei non è veramente così, ma è dolce, gentile e sicuramente
non farà mai tutto quello che ha fatto Brittany a Lee.
Il nome è di vitale importanza (?), perché è ripreso
dal personaggio principale della fan fiction più bella e più importante
che Mari abbia mai scritto, ossia Hopeless, che però si trova nella sezione Jonas. *andatelaaleggereuù*
Di conseguenza, se a qualcuno è capitato di leggere la sua fan fiction -Wedding-
il personaggio di Aileen nella sua è completamente ispirato a me.
Abbiamo fatto una sorta di patto, scambio o come cazzo vi pare.
Io ho un ruolo, seppur solo immaginato, nella sua fanfiction,
lei ce l'ha nella mia.
Nessuno copia i nomi di nessun altro, YOOOOOO! :'3
Poi, ecco come io mi immagino Brittany.
E' Phoebe Tonkin, quella che un tempo faceva la serie tv con le sirene. HAHAHAHAHAHAHA!
Sono felice di vedere poi che state accettando Aileen, anche quelle che erano
sua acerrime (?) nemiche. LOL.
Si stanno avvicinando, perché la Lee ha capito che 'sti cinque barboni non sono tanto male,
anche se per ora ne le piace ancora la loro musica. HAHAHAHAHAHAHAH :')
Non so esattamente quanti capitoli avrà questa fanfiction,
anche perché non so esattamente neanche come finirà.
Io sono incostante e instabile, come Lol ed Aileen. x'D
Inoltre sono sull'orlo del crollo nervoso -se non mi viene un'ulcera, sono fortunata-
in questo periodo.
Non so quanto spesso potrò aggiornare, perché la scuola MI UCCIDE, giuro.
Chissà quanto cazzo ero drogata quando ho scelto il classico, santodio.
3) Grazie a Becky (alias Ladyme qui su efp) per aver segnalato la storia per le scelte del fandom. Ti amo.
Per quanto riguarda questo capitolo, la frase "Chi di cucchiaio ferisce, di cucchiaio perisce" appartiene
ad Andrea (horansmile), e gliel'ho rubata perché mi ricordavo che un giorno l'aveva scritta su Twitter
ed io c'avevo riso sopra mezz'ora, come mio solito.
Quindi, grazie Andrea. HAHAHAHAHAHAHAHHAAH :')
Inoltre, non sono sicura che riuscirò ancora a seguire lo scherma Aileen/Lol.
I capitoli cominciano ad essere mischiati perché le storie parallele iniziano ad intrecciarsi.
Cercherò comunque di mantenerlo più possibile, ma già da questo capitolo si nota che è un po' difficile. D:
ED INFINEEEE -si, finalmente ho finito di rompervi le palle co 'ste note-
VI RINGRAZIO, PER TUTTO.
Per le 55 preferite, per le 13 ricordate, e per le 61 seguite.
E ringrazio le 26 meravigliosissime persone che mi tengono tra gli autori preferiti.
Vi giuro che non me lo merito, tante altre persone scrivono meglio di me
e hanno solo bisogno di essere scoperte, quindi grazie.
Ho postato una nuova fan fiction, interamente su Zayn, e per ora c'è solo il prologo.
Mi farebbe DAVVERODAVVERO piacere che passaste, basta cliccare sul banner qua sotto :')



Grazie ancora per tutto, vi amo tutte. :')
Siete parte della mia gioia. çWç
Mando a tutte bear hugs stile Liam Payne çWç
Andreea.


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Capitolo 9
*** 9. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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9.

{Keep holding on
cause you know we'll make it through
just stay strong
cause you know I'm here for you.
Avril Lavigne - Keep Holding On}


"Sai Lee, forse dovrei cancellarmi da quel sito di incontri virtuali".
In quel momento, tutto il mio mondo si fermò.
Non poteva essere Brittany ad aver detto quella frase. Non poteva e basta. Probabilmente me l'ero solamente immaginata, come tutte le cose che mi era sembrato di sentire quella mattina.
Eppure, a farmi capire che l'aveva detta veramente, erano le facce sconvolte di Louis ed Harry. Zayn e Niall stavano mangiando ed erano troppo lontani per aver sentito quella frase quasi sussurrata. Il mio panino rimase semi-morso a mezz'aria. Mi si era chiuso lo stomaco in un secondo. Mi venne il forte istinto di buttarmi per terra e mettermi ad urlare, perché non potevo credere che veramente Brittany stesse su un sito di incontri. Mi venne da pensare: perché proprio lei? Perché? Non che non fosse bella, ma caratterialmente non era proprio il genere di ragazza che mi piacesse, soprattutto dopo tutto quello che aveva fatto ad Aileen.
Aileen. Lei era rimasta quasi impassibile, anzi aveva un leggero sorriso sulle labbra.
Quando quella mattina avevo creduto che Lol fosse Aileen, mi ero sentito quasi...felice. Ma Brittany...non era la stessa cosa.
Avevo il cuore in gola, non avevo il coraggio di chiedere niente, neanche come si chiamasse su quel dannato sito. Sarebbe comunque sembrato strano il mio interessamento, non sarei mica passato inosservato.
Accidenti Dio, ovunque tu sia e qualsiasi cosa tu stia facendo, ma cosa diavolo ti ho fatto?
Finalmente Aileen si mosse, sedendosi pesantemente sul parquet e finendo il suo adorato panino. Niall e Zayn si avvicinarono a lei: Zayn si sedette alla sua sinistra, passandole un braccio dietro alle spalle e permettendo che lei appoggiasse la testa sulla sua spalla; Niall invece si sedette alla sua destra, ed avendo già finito di mangiare, posò la sua testa sulla pancia di Aileen, socchiudendo gli occhi.
Mi sembrava persa nei suoi pensieri, nel suo mondo.
"Dopo solo una settimana? Vuoi toglierti da quel sito dopo solo una settimana che ci sei sopra?" scoppiò a ridere.
Un momento.
Aspetta un fottutissimo momento.
Una settimana? Ma allora era impossibile che fosse Lol. Io e lei ci parlavamo da più di un mese.
Tutte quelle elucubrazioni quindi non erano servite a niente. Ero stato in apnea per cinque minuti senza un motivo valido. Tutto uno stupidissimo malinteso.
Bene Liam, hai perso vent'anni di vita grazie ad un principio d'infarto, congratulazioni!
"Bè sì, direi che preferisco trovare le persone nella vita reale, piuttosto che in quella virtuale" Brittany sorrise apertamente a Louis, che si era evidentemente calmato, così come Harry. Aileen invece fece una smorfia, come se quello che avesse detto la sorella non la convincesse molto.
A pensarci bene, in un giorno, avevo pensato che entrambe le sorelle Williams fossero la mia Lol. Eppure, riflettendoci su, tra le due, avrei preferito di gran lunga che Lol fosse Aileen.

"Oh, siete pronti vero?" Aileen fece capolino dalla porta del nostro camerino, vestita di tutto punto. Non sembrava la stessa Lee che andava in giro con una tuta e le scarpe semi-distrutte, o i capelli disastrati: era perfettamente truccata, vestita e pettinata.
"Quanto fondotinta ti sei messa per coprire le occhiaie?" esclamò Harry. Lei alzò il dito medio in un gesto poco elegante.
Bè, giusto il suo abbigliamento era cambiato, il suo carattere era lo stesso.
"Come va il raffreddore?" chiese Zayn.
"Meglio" rispose lei, sorridendo.
"Anche mia sorella canta stasera" esordì poi d'un tratto. Mi immobilizzai, guardandola. Era definitivamente entrata nel camerino e si era seduta sul divanetto tra Zayn e Louis, mentre Niall le si posava di nuovo in grembo, come aveva fatto quella mattina.
Speravo seriamente che non distruggessero quel povero divano.
"Canta?" chiese Niall. Lee non poteva sapere che noi sapevamo quello che non avremmo dovuto sapere.
Cazzo Liam, che ragionamenti contorti.
Aileen annuì, cominciando a giocare con i capelli biondi di Horan, la testa da tutt'altra parte e l'espressione vacua.
"Cioè...è un po' più complicato" disse, divagando.
"In ogni caso, alzate i culi -disse scrollandosi di dosso anche Zayn e Louis che si erano poggiati alle sue spalle- che tra poco comincia lo spettacolo" si alzò in piedi, guardandoci. Sospirò, voltando la testa su ognuno di noi e passando in rassegna i nostri visi.
Accarezzò una guancia di Zayn, e lui ne rimase evidentemente sorpreso. Poi abbracciò Niall. Ma si era mica fumata qualcosa?
"Buona fortuna" cominciò a sussurrare, mentre si spostava per abbracciare Louis, poi Harry, poi me.
Mi si tuffò tra le braccia, allacciandomi le braccia al collo e bisbigliandomi un "spacca i culi a tutti quanti" così tenero da costringermi a stringerla un po' più forte di quanto avrei dovuto fare in realtà.
Concetrati Liam, cazzo. Concentrati. Tu hai Lol, e la troverai.
Lol buona, Aileen no. Mettitelo in testa.

Eppure, non so quale forza mi spinse a tenerla tra le mie braccia per un po' più di tempo, con lo sguardo malizioso di Styles addosso.
"La vostra stupidagine congenita mi ha fatto diventare troppo tenera. Io non ero così carina e coccolosa" esclamò, scoppiando a ridere.
"Te l'ho detto io che hai la One Direction Infection!" la derise Harry. Mi grattai una guancia, sotto lo sguardo sapiente di Louis e quello indagatore di Zayn.
"Styles?" chiese Aileen, con gli occhi da cerbiatta.
"Mh?" mugugnò lui, aspettando il solito "vaffanculo" dettato dal cuore. Aileen invece allargò le braccia, come a volere un altro abbraccio.
Harry, seppur sorpreso, si avvicinò per regalarle di nuovo quel contatto, ma arrivato in prossimità del viso di Aileen, lei lo fermò spalmandogli la mano sulla faccia con un sonoro schiaffo.
Louis partì immediatamente a ridere, seguito a ruota da Niall, rischiando di rotolare per terra.
"Vaffanculo" disse poi, dandogli un bacio sulla guancia dove gli aveva appena mollato il ceffone.
Harry la guardò uscire dal camerino, con una mano sul viso e un'espressione sorpresa.
"Mi ha fottuto ancora" esclamò, scatenando altre risate.

"Pensa a Lol, Liam.
Pensa a Lol, e al fatto che lei sa ancora che esisti.
Pensa a Lol, e pensa che potrebbe essere tra il pubblico, stanotte.
Non pensare ad Aileen. No.
Non pensare all'abbraccio con Aileen.
Non pensare al fatto che l'avresti voluta tenere tra le tue braccia per un altro po' di tempo.
Non ci pensare Liam, cazzo. Non ci pensare".

Più andavo avanti a ripetermi nella mente quelle cose, più capivo che la tattica dell'autoconvincimento non funzionava.
Quindi cercai semplicemente di liberare la mente, mi sistemai meglio gli auricolari rossi nelle orecchie e sospirai.
Una vibrazione mi distrasse dai miei pensieri contorti.
Cercai frettolosamente il telefono nella tasca posteriore dei pantaloni, e guardando lo schermo, un sorriso mi comparve spontaneo.
 

Forza Liam, siamo tutti con te
tutta la tua famiglia ti ama.
Ruth :)
xx


Dio, quanto amavo mia sorella. Quanto amavo la mia famiglia, in realtà.
C'erano sempre stati e li ringraziavo ogni giorno per questo.

Non so se l'hai fatto per sbaglio
o di proposito, ma la tua email mi è arrivata.
Anche io ti penso spesso, Lol.
E mi mancano le tue puttanate.
Principe :)


Mandai frettolosamente quella email. Nella fretta delle prove, dello spostamento nell'arena, delle prove nell'arena e di tutto il macello nel backstage, mi ero dimenticato di mandare quel messaggio a Lol.
Vedi che non ci pensi a lei, Liam? Ma dove stai con la testa?
Stavo impazzendo, Gesù. Dovevo seriamente prendermi un giorno di riposo, dormire quattordici ore di fila e rimettere a posto tutti i pensieri.
E se pensavo al fattore che aveva sconvolto così tanto la mia routine, un solo ed unico nome lampeggiava nella mia testa: Aileen.
E se fosse stata una strega, e mi avesse fatto qualche fattura? Perché non era possibile provare tanti sentimenti contrastanti per una sola persona e non sapere quali fossero giusti.
Era giusto che mi venisse da sorridere continuamente in sua presenza? O era giusto il fatto che vederla triste, mi facesse venir voglia di spaccare la faccia a chiunque? Mi sembrava così indifesa, così piccola in confronto al mondo. Era ingiusto provocarle del male, perché non se lo meritava per niente.
Dio Liam, ma ti senti?
Scossi la testa per cercare di scacciare quei pensieri, concentrandomi sul fatto che tra poco sarei dovuto salire sul palco.
I ragazzi mi raggiunsero dietro le quinte, e ci sorridemmo: non avevamo bisogno di parole, eravamo pronti ed eccitati, volevamo fare del nostro meglio.
"Okay, le canzoni sapete quali sono. I coristi ci sono e voi siete in perfetta forma. La scaletta è questa -mentre Aileen parlava, sentii chiaramente la voce di Cher cantare in sottofondo- adesso sta cantando la Lloyd, poi tocca a Sheeran, poi a voi ed infine a mia sorella" disse, facendo una piccola smorfia alla fine.
"Cosa canta Brittany?" chiese Niall. La domanda giusta sarebbe stata "cosa canti tu?".
"Mi sembra che abbia scelto Fix a Heart, della Lovato -gli occhi di Niall si illuminarono, a quel nome- e Wish You Were Here, della Lavigne" dalla seconda smorfia che fece, mi resi conto che non era molto felice delle canzoni di Brittany.
"Non sono canzoni tanto facili" commentò Zayn, grattandosi il mento.
"No, infatti" ribadì Aileen, e mi sembrò di scorgere un leggero lampo di rimprovero nei suoi occhi.
"A proposito, dov'è Brittany? Volevo...Volevamo augurarle buona fortuna" disse Louis. Aileen ridacchiò.
"E' inutile che cerchi di fare il furbo, si vede lontano un metro che ti piace".
"Colpito ed affondato!" esclamò Harry, indicando Louis con un dito e ridendo.
Louis si portò un braccio dietro la nuca, imbarazzato.
"Che tenero che sei" disse Aileen, ridacchiando ancora.
"Comunque non ho la più pallida idea di dove sia, qui da qualche parte probabilmente" rispose, scrollando le spalle. Cominciammo a parlottare tra di noi, e nel mentre, notai con la coda dell'occhio Aileen che prendeva il telefono e si allontanava.

"...you've got that, one thing!" finimmo la canzone, e la band si fermò dal suonare.
"Vi ringraziamo immensamente per essere qui, e mi raccomando, donate un po' di soldi, se potete!" Harry aveva il fiatone, dopo aver eseguito Gotta Be You, Everything About You, What Makes You Beautiful e One Thing, senza un secondo di sosta.
Le fan applaudivano e urlavano senza freni, ed io mi sentii fiero di me stesso e di quello che stavo facendo.
Di nuovo, il telefono vibrò nei pantaloni, e lo presi mentre indietreggiavamo per tornare nel backstage.

Minchia, che figura di merda.
Non so come diavolo ti sia arrivata.
Bè...In ogni caso, è bello poterti scrivere di nuovo,
Principe. :)


Lol mi aveva scritto di nuovo, e io mi sentii come quando eravamo in tour e io mi scambiavo continui messaggi con lei.
Le risposi immediatamente, senza neanche prestare ascolto a quello che i ragazzi stavano borbottando.

Qualcosa mi dice che è il destino,
non credi? :)


Evitai di menzionare il fatto che quei giorni, oltre a lei, mi stesse sconvolgendo anche un'altra ragazza. Probabilmente non sarebbe stata una cosa carina da dire.
La risposta mi arrivò in un batter d'occhio, quasi spaventandomi, visto che ancora avevo il telefono tra le mani.

Lo stesso destino che
mi ha permesso di incontrarti su quel sito,
nonostante non fossi esattamente
la persona che stessi cercando.
:)


"Secondo voi dov'è Aileen?" chiese Niall, ansioso. Riposi per un momento il cellulare nella tasca, decidendo che avrei risposto a Lol più tardi.
"Andiamo a cercarla" rispose Harry, cominciando a camminare dietro le quinte.
Camminavamo tranquilli, mentre i nostri amici ci fermavano per farci i complimenti per la performance.
Poi, coperta da qualche paravento, riconobbi Lee, che aveva davanti un'asta del microfono e se ne stava dietro le scalette del palco, l'unico punto dal quale poteva vedere sua sorella.
"Ti rendi conto, vero, che avresti potuto dircelo?" esordì Zayn, al suo orecchio, facendola sobbalzare spaventata.
Lei ci guardò, poi abbassò la testa.
"Cosa sapete?" chiese, senza alzare lo sguardo. Di nuovo, mi sembrava terribilmente indifesa.
"Più o meno...tutto" disse Harry.
Aileen sospirò, ed evitò di chiederci come e perché lo sapessimo: le fui grato per quello, non volevo dirle che avevamo origliato praticamente tutta la sua conversazione con Brittany.
"Io devo aiutarla, devo davvero" rispose, scrollando le spalle e finalmente alzando la testa, con un accenno ad un sorriso.
"Lo sappiamo" esclamò Louis, passandole un braccio intorno alle spalle, come per confortarla.
Il presentatore del concerto annunciò Brittany, che salì sul palco sicura di sè.
Si avvicinò all'asta che era davanti a lei, così come subito dopo fece anche Aileen.
La base della canzone della Lovato partì, e la riconobbi perché Niall me l'aveva fatta sentire fino a farmi venire la nausea.
"It's probably what's best for you,
I only want the best for you,
And If I'm not the best,
than you're stuck" .

Rimasi imbambolato qualche secondo, prima di realizzare che Aileen stesse veramente cantando. Come aveva detto Brittany?
"Cazzo Lee, sei un usignolo".
Ed era davvero così, accidenti. Aileen aveva una di quelle voci non troppo potenti, melodiche, che ti trapassavano l'anima da parte a parte e ti facevano semplicemente venir voglia di piangere per l'emozione.
La guardai mentre continuava a cantare, fregandosene del fatto che tutti quegli applausi che stava ricevendo Brittany in realtà fossero per lei. Fu quando pronunciò "If you never say what you feel, I must have held your hand so tight..." che sentii l'impulso irrefrenabile di stringerle la mano. E non fui l'unico: notai Louis passarle di nuovo un braccio intorno, stavolta scendendo sulla vita, per non darle troppo fastidio; Niall che le stringeva l'altra mano e Zayn ed Harry che la guardavano sorridenti. Mentre cantava, si girò verso ognuno di noi, sorridendo anche lei, poi mi strinse la mano così forte da farmi male.
"Sono qui" avrei voluto dirle, ma temevo di distrarla.

"Sei stata fantastica" le disse Harry, prendendole le mani e cominciando a saltellare qua e là, trascinando anche Aileen in quel balletto isterico. Lei scoppiò a ridere, come al solito.
Aveva cantato entrambe le canzoni, senza dubbi o ripensamenti, ed aveva fatto guadagnare a Brittany varie standing ovation.
"Brava, brava, brava!" disse Niall, abbracciandola. In quel esatto istante, si sentì un tuono rompere il cielo.
"E che cazzo, la pioggia no!" esclamò, con il suo solito linguaggio vietato ai minori di dieci anni.
"Oddio, Lee!" Brittany fece la sua comparsa, correndo ad abbracciare la sorella, o meglio, stritolarla.
"D'accordo, d'accordo, ho capito" Aileen rise, non riuscendo a non sorridere davanti all'espressione di sua sorella.
Non appena Brittany si staccò, mi fiondai anche io ad abbracciarla: sentivo semplicemente che fosse una cosa giusta da fare.
"Sei stata eccezionale. Dovresti sapere che tutti quegli applausi sono per te" le bisbigliai, senza che Brittany mi sentisse. Non volevo che ci rimanesse male.
"Grazie Liam" rispose lei, sospirando.
"Liam, staccati da mia sorella" esordì Brittany. Aileen si staccò leggermente, voltandosi verso di lei con il corpo, ma rimanendo comunque tra le mie braccia. Era chiaro: aveva freddo.
"Ho una sorpresa per te!" squittì Brittany, con il sorriso che andava da un'orecchia all'altra.
"Che cosa?" chiese Aileen.
"Forse è meglio dire chi, Lee" non era stata Brittany a parlare, ma una voce maschile, piuttosto baritonale.
"E' Eddie" Brittany le sorrise dolcemente.
Aileen si immobilizzò tra le mie braccia, quando vide suo fratello spuntare da dietro Brittany. Lei aveva un sorriso a centottantasei denti, lui anche. Era alto, poco muscoloso, con i capelli neri stile Zac Efron e gli occhi azzurri. Qualche ragazza sospirò nel backstage, quando lo vide.
Sentii i battiti del cuore di Aileen diminuire a mano a mano, visto che la sua gabbia toracica era compressa contro le mie braccia, fino a non sentire più neanche un singolo "tum". Se non avesse continuato a respirare, avrei pensato che fosse morta.
"Lee...Ciao" esordì Edward, sorridendole e cominciando ad avvicinarsi.
Aileen provò ad indietreggiare, ma a bloccare la strada ci fui io, che ero saldamente rimasto ancorato a lei.
Quindi a quel punto si voltò verso di me: vidi il vuoto nei suoi occhi, un completo ed abissale buco nero.
Non sapevo cosa fare, non avevo la più pallida idea di come comportarmi, almeno finché non me lo chiese lei.
"Portami via di qui, Liam. Portami via" mi supplicò quasi annaspando, stringendomi un braccio.


 

Panda's Corner.

SONO VIVAAAAAAAAAAA!
Anche se non sembra, sono davvero io, in carne ed ossa (?).
Questo capitolo è stato un parto.
C'ho messo un sacco a convincermi a scriverlo,
c'ho messo un sacco per trovare del tempo per scriverlo
e c'ho messo un sacco a scriverlo.
Insomma, c'ho messo tanti sacchi (?). #eratristequesta.
Prima di tutto, spero vi sia piaciuto, anche perché quello che
succederà nel prossimo capitolo non ve lo aspettate minimamente, LOL.
Le ben 33 recensioni significano tanto per me.
Tutte quelle persone che hanno
messo la storia tra preferite, ricordate o seguite, significano tanto per me.
Grazie, grazie di cuore, non potrò mai ringraziarvi abbastanza.
Mi rendete le giornate migliori.
Voglio fare un po' di pubblicità, allouuurs.
1) A Bad Idea, by fromtheskydown.
E' una storia meravigliosa, che ti prende e non ti lascia andare. Ve la consiglio seriamente.
2) Let her be your wonderwall, by GiovaneScrittrice.
Okay devo ammetterlo, ancora devo finirla di leggere,
ma è molto molto carina :3
Poi, mi piacerebbe se passaste dall'altra mia fan fiction,
mi riempirebbe di gioia. :3
(Ha solo due capitoli fin'ora :3)



Pace, amore e tanti panda.
Fatemi sapere se il capitolo è piaciuto :3

e scusate gli eventuali errori, non avevo voglia di rileggerlo. AHAHHAHAHAHAHA
Tanto cuore, Andreea.


 

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Capitolo 10
*** 10. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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10.

{See I just want you to know
that you deserve the best
you're beautiful.
How To Love - Lil Wayne}


Rimasi paralizzato. Gli occhi supplicanti di Aileen si specchiavano nei miei ed io non sapevo cosa fare.
"Liam, ti prego...".
Alzai un secondo gli occhi verso i ragazzi, rimasti tanto immobili quanto me. Nello stesso istante Edward si mosse, arrivando ad un palmo dal naso di Aileen.
"Lee...Ti prego, fammi spiegare.." iniziò, afferrandole un braccio con delicatezza. Aileen lasciò il braccio che ancora mi stava stringendo, strattonando con violenza quello che suo fratello le aveva preso per liberarsi dalla sua stretta.
"No! Non ci provare Edward!" urlò, con voce rotta.
Oh mio Dio.
Un paio di ragazze lì nel backstage si voltarono a guardare, ma Aileen sembrò non farci caso.
"Non puoi. Non puoi semplicemente piombare qui così, quando finalmente tutto va bene, sperando che io ti accolga a braccia aperte!".
Le cose erano due, o la portavo via immediamente, o Aileen scoppiava a piangere. E sospettavo che non fosse una cosa che gradisse fare davanti agli altri, visto il suo tremendo orgoglio e il fatto che non volesse far vedere le sue dannate debolezze a nessuno.
"Pensavo che ti avrebbe fatto piacere Lee...io.." s'intromise Brittany, non più tanto felice come prima. Vidi Louis avvicinarsele in due secondi e passarle un braccio intorno alla vita, come aveva fatto con Aileen prima.
"Tu te ne sei andato Edward. Te ne sei andato e mi hai lasciata sola, e avevi sempre detto che sarebbe stata l'unica cosa che non avresti mai fatto. Ma poi sei sparito, da un giorno all'altro. In questo momento non ho voglia di vederti. Non ho voglia di vedere nessuno dei due. Non provate a venire a casa. Andate in albergo" disse lei, guardandomi di nuovo.
"Lee, non fare così..." provò Edward un'altra volta. Lei cominciò a scuotere la testa, alzandola poi verso di me.
"Liam..." disse di nuovo. Mi voltai di nuovo verso i ragazzi, e feci loro un cenno. Loro annuirono in risposta.
"Andiamo" le sorrisi, per quanto potesse servire. Lei si strinse le braccia intorno al torace, e capii che aveva di nuovo freddo. Proprio in quel momento, un tuono squarciò il cielo, illuminandolo per un secondo.
Una goccia di pioggia mi cadde sulla guancia, poi un'altra, ed un'altra ancora.
Presi la mano di Aileen, cominciando a correre verso il parcheggio.
"Tieni!" borbottò lei, passandomi delle chiavi mentre correvamo.
"Che cosa accendono?" chiesi.
"La mia moto, quella nera!" esclamò. "Sai guidarla?" mi chiese poi, guardandomi in modo ambiguo.
"Avevo una vespa una volta, posso farcela. Quanto può essere diverso?!" esclamai, buttandola sul ridere. Lei fece un'espressione del tipo "non sai un cazzo", scuotendo la testa.
"Non voglio morire a diciotto anni, però!" esclamò, ritrovando un po' della sua vitalità.
"Non succederà. Su, metti il casco" dissi, passandoglielo, mentre la pioggia cominciava a scrosciare più forte e veloce.
Lei obbedì, poi salimmo entrambi sulla moto.
"Dove andiamo?" chiesi, un secondo prima di partire.
"Hyde Park Street" disse solo, stringendomi le braccia intorno alla vita e poi appoggiano la testa sulla mia schiena. Evitai di chiedere altro, sapevo che in quel momento aveva bisogno di pensare, e io non avrei saputo come aiutarla.
Andare in moto, per metà Londra sotto la pioggia alle undici di notte, non era esattamente quello che mi ero aspettato da quella serata, ma dovevo ammettere che mi avesse fatto piacere che Aileen avesse chiesto aiuto proprio a me. Si fidava di me, e questo era l'importante.
"Fermati qui" mi disse a voce un po' più alta, affinché la sentissi. Mi fermai nel vicoletto che mi aveva indicato, spegnendo la moto.
"Visto? Sono stato bravo!" le sorrisi, mentre lei si toglieva il casco.
"Oh sì, per un secondo ho creduto che la mia vita fosse finita, Payne. Giuro che è la prima e l'ultima volta che ti faccio guidare!" rise lei.
Era bello vederla ridere, visto che prima era stata sul punto di piangere.
"Qui c'è casa tua?" chiesi, guardando il grosso palazzo con le mattonelle rosse davanti a me. Aileen annuì.
"Andiamo su, forza!" esclamò lei, dato che la pioggia, che aveva cominciato a diminuire, stava ricominciando più forte e violenta di prima. Mi prese la mano e cominciò a guidarmi verso il portone di ferro battuto, prendendo le chiavi e aprendo.
Il suo appartamento era al secondo piano, e invece di prendere l'ascensore, mi costrinse a fare tutte le scale, come se non fossi già abbastanza stanco.
Ci fermammo davanti a una porta di legno, con sopra il numero 12. Aileen prese altre chiavi e aprì la porta di casa, facendomi passare ed entrando dopo di me.
"Porca puttana Liam, sei completamente bagnato" esclamò, accendendo tutte le luci e squadrandomi.
"Nah, non è un problema" minimizzai. Appena entrato, il caldo della casa di Aileen mi era entrato sotto la pelle, e mi aveva fatto sentire leggermente meglio.
"Sì che è un problema!" disse, fermandosi vicino al divano, in salone.
"Ma bene, ha portato qui anche la sua roba!" esclamò contrariata, mentre guardava a terra.
"Di chi parli?" chiesi, avvicinandomi a lei.
"Di Edward, chi altrimenti? Aspetta un attimo..." mi squadrò nuovamente, poi guardò la grossa borsa di suo fratello.
Ci si tuffò dentro, cercando alla rinfusa qualcosa che non riuscivo a comprendere. D'un tratto si fermò, in ginocchio sul tappeto persiano che aveva in salotto, con in mano quella che mi sembrava una maglietta.
Sentii un singhiozzo, poi un altro, ed un altro ancora: cazzo, stava piangendo. Avvicinò la maglia al viso, evitando di nascondere il fatto che ormai si fosse lasciata andare alle lacrime.
"Hey, hey, hey..." sussurrai, buttandomi a terra vicino a lei e cercando di toglierle la maglia dalle mani, invano.
"Okay" dissi quindi, mettendo una mano dietro la sua nuca ed avvicinando la sua testa alla mia spalla, lasciando che si sfogasse. Non passò molto tempo, che Aileen si rifugiò meglio tra le mie braccia, piangendo anche più forte di prima.
Mi sembrava una situazione surreale: la forte, determinata e poco elegante Aileen Williams stava piangendo sulla mia spalla -cosa che mai avrei creduto possibile-, sul tappeto di casa sua mentre eravamo entrambi bagnati fradici ed infreddoliti.
"Scusa, Liam" disse, staccandosi improvvisamente e tirando su col naso. Si asciugò le lacrime con una mano, scuotendo la testa.
"Questi dovrebbero starti" esclamò poi, tirando fuori dalla borsa di suo fratello un paio di pantaloni ed un'altra maglietta, ributtandoci dentro quella che aveva stretto nelle mani precedentemente.
"Il bagno è in fondo al corridoio, vatti a fare una doccia calda. Ci sono gli asciugamani puliti nel cassettone vicino al lavandino" disse, sorridendo suo malgrado. Evitai di dire altro, e feci come aveva detto, guardandola un'ultima volta armeggiare tra salotto e cucina, a testa bassa e completamente persa nei suoi pensieri.

Quando uscii dalla doccia, mi sentivo come rinato. Dopo aver corso a 130 chilometri orari, sotto la pioggia di Londra, una doccia era l'ideale.
Aprii la porta del bagno con ancora un asciugamano in mano, con cui stavo cercando di asciugarmi i capelli alla bell'e meglio. Sentii chiaramente Aileen armeggiare in cucina, e mi ci diressi a passo spedito.
"Che stai facendo?" chiesi, quando la vidi di spalle, a lavare qualcosa. Lei si voltò, e sempre sorridendo, mi indicò il tavolo.
Su questo c'erano due enormi piatti, con sopra due pizze tonde gigantesche.
"Sono scesa qui sotto, c'è una pizzeria italiana. La miglior pizza di Londra, te l'assicuro. Ho pensato che...bè, avessi fame" in effetti, non avevo mangiato nulla prima del concerto, se non una schifosissima merendina di Niall, di quelle che si portava sempre dietro in caso di emergenza.
"Mangiamo insieme?" chiesi, avvicinandomi al tavolo. Aileen annuì e mi raggiunse.
Per un lasso di tempo che mi sembrò interminabile, restammo in silenzio. Prima che Aileen cominciasse a parlare.
"Mi dispiace" iniziò. La guardai stranito.
"E per cosa?"
"Per averti portato via così, forse non dovevo. Posso cavarmela anche da sola, ma...avevo bisogno di qualcuno, ecco" mi era sembrato, o aveva scorto un leggero rossore sulle sue guance?
"Sta' tranquilla. Non è un problema. Sono contento che ti fidi di me a tal punto" dissi, addentando una fetta di pizza.
Lei fece lo stesso.
"Posso chiederti una cosa?" la guardai intensamente.
"Spara" rispose, tra un boccone e l'altro.
"Perché sei venuta a lavorare alla Sony? C'erano un triliardo di altri lavori che potevi fare".
"Perché mia zia ha insistito. E perché alla Sony si guadagna sicuramente meglio. Avevo due scelte: o lavorare alla pizzeria qui sotto, o prendermi la mia bella somma di denaro in una casa discografica" rispose, scrollando le spalle.
"Quindi è tutta questione di soldi?" chiesi, prendendo un sorso d'acqua.
"Sì, più o meno. Diciamo che, se tutto va bene, tra tre mesi posso tornarmene in America" rischiai di strozzarmi con la pizza.
"Perché dovresti tornare in America?" chiesi.
"Per l'Università. Sto risparmiando da quando sono partita, è un mese che non faccio altro che risparmiare, risparmiare e risparmiare. Altri tre mesi alla Sony, e avrò abbastanza fondi per pagarmi i corsi di architettura a Berkeley" rispose, stavolta era lei a guardarmi intensamente.
"Architetto? Vuoi diventare un architetto?" chiesi, sorpreso. Con tutte le diavolo di cose che aveva studiato -danza, canto, recitazione e chi più ne ha più ne metta- lei andava a studiare architettura.
Aileen Williams era strana, accidenti.
"Sì. Non è stata proprio la mia prima scelta, ma ho capito che è quello che voglio fare nella vita" esclamò, sorridendo in modo strano.
La domanda mi sorse spontanea:"E qual'era la prima scelta?".
"Non te lo dirò mai, Payne!" esclamò, ridendo. Scossi la testa con un sorriso. Speravo davvero che me l'avrebbe detto?
"Ti ho rapito anche alla tua famiglia stasera. Mi dispiace, di nuovo" si scusò ancora, alzandosi per mettere il piatto nella lavastoviglie: quella ragazza mangiava più velocemente di Horan.
"Ci sono abituati, alla fine!" esclamai io, ridendo. "E poi questa è una buona causa!".
Si appoggiò con i gomiti al lavandino, posando il viso sui palmi delle mani, guardandomi.
"Grazie" mimò con le labbra, senza farsi sentire.
"Non c'è di che" risposi allo stesso modo, tornando a mangiare.
"C'è una cosa, che non mi hai mai detto" dissi ad un tratto. Lei alzò un sopracciglio, e per un momento mi sembrò di rivedere la solita Aileen.
"Cos'è, la serata delle rivelazioni questa?" esordì. Alzai le spalle.
"Okay, spara".
Mi alzai per darle il mio piatto, e quando fui ad un palmo dal suo naso, le dissi:
"A proposito di famiglia, non mi hai mai parlato di tua madre".
Non seppi bene quale fu la sua reazione, perché in trenta secondi sul suo viso si dipinsero troppe emozioni.
"Scusa...Sono stato impertinente" mi sentii veramente mortificato.
"Naaaah!" se ne uscì lei, dandomi una pacca sulla spalla.
"Mia madre era la donna perfetta, o almeno questo pensava mio padre. Tre anni fa ha deciso che la bella vita che conduceva a Los Angeles non la soddisfaceva più, e ha deciso di chiedere il divorzio a mio padre. Secondo il contratto prematrimoniale, si è presa metà del suo patrimonio, ed ora è chissà dove a Cuba in un centro benessere. O almeno, questo è quello che hanno registrato le carte di credito un mese fa" rispose, avviando la lavastoviglie.
"E tu? Cioè, non avete fatto niente per fermarla?"
"Cosa avrei dovuto fare Liam? Lei aveva già deciso. Una manicure perfetta era più importante dei suoi tre figli. L'unico problema, però, è stato che così facendo mio padre è impazzito, e dato che la sua moglie perfetta non c'era più, voleva rendere perfetti e immacolati tutti noi. O almeno, voleva far credere al mondo che lo fossimo. E' così che mio fratello se n'è andato. Così che io e Brittany siamo rimaste sole, ed è così che poi è successo tutto quello che già sai".
Non sapevo cosa dire, o cosa rispondere, così stetti semplicemente zitto a rimuginare.
L'unica cosa che riuscivo a pensare era: "che vita di merda che ha avuto questa ragazza".
"Vado a farmi una doccia, mettiti comodo" esclamò poi, come se quello che mi avesse appena raccontato non l'avesse minimamente toccata.
Anche se, dato che ormai avevo imparato a leggerla, sapevo che non era così.

"Che ore sono?" chiese Aileen, spuntando in salotto. Mi aveva detto di mettermi comodo, ed io l'avevo fatto: me ne stavo bellamente spaparanzato sul divano, con la tv accesa e la bottiglia di succo che aveva lasciato sul tavolo in una mano.
Guardai l'orologio, che segnava esattamente le 0.36.
"L'una meno venti, più o meno" dissi, voltandomi a guardarla. Scoppiai a ridere un secondo dopo, rivoltandomi all'indietro e sbattendo la testa sul bracciolo del divano.
"Ma che diavolo fai, cretino!" esclamò lei, cominciando a ridere per la mia goffaggine.
"Ma dico, hai visto il tuo pigiama?" non riuscivo seriamente a smettere di ridere. Indossava un assurdissimo pigiama con una grossa faccia di un panda sulla maglia, e sul pantalone c'era una serie di panda più piccoli, messi in successione su tutta la gamba.
"Ma sono bellissimi i panda! Poi ti assomigliano!" mi zittii immediatamente, e lei rise della mia espressione offesa.
"Io ti sembro un panda?" esclamai, indignato. Aileen annuì, troppo divertita. Mi alzai dal divano minaccioso, e la sua espressione mutò in un secondo, divenendo fintamente terrorizzata.
"Che vuoi farmi, eh?" esclamò ridendo di nuovo, e correndo per l'appartamento. Presi a rincorrerla, fin quando non entrammo in una camera matrimoniale, abbastanza grande, con il letto sfatto. Aileen ci si buttò scopra, cercando di scavalcarlo e atterrare dall'altra parte, ma fui più veloce e la bloccai per un piede, ritirandola sul letto.
"Allora, adesso chi sembra un panda?" esclamai. Lei continuò a ridere, senza riuscire a fermarsi.
Era veramente bellissimo vederla ridere, era come se una serie di uccellini mi stessero pizzicando il cuore, facendolo vibrare.
Cazzo Liam James Payne, da quando sei così poetico?
Farle il solletico sarebbe stato troppo un cliché, così presi il cuscino sotto la sua testa e cominciai a sbatterglielo in faccia.
"Allora, ti sembro sempre un panda?" dissi, mentre lei cercava di evitare le deboli cuscinate che le stavo dando.
"Sì!" rise ancora.
Continuai, finché non decise di alzarsi dalla morsa in cui l'avevo bloccata. Non fece altro che ribaltarmi e finirmi addosso.
"Adesso che mi hai ucciso di cuscinate sei soddisfatto?" chiese, con il naso che sfiorava il mio.
Tutti i miei pensieri si arrestarono, nell'avere Aileen così vicina. Avevo il suo respiro affaticato sulle labbra, il suo sorriso a riempirmi gli occhi.
Fu un attimo, un solo e fuggente attimo: avevo alzato bruscamente la testa, avevo incatenato i miei occhi nei suoi, impedendole di sfuggirmi, e poi l'avevo baciata. Le sue labbra erano piene, così come me l'ero immaginate, e morbide.
Un momento Liam James Payne, quando diavolo ti sei immaginato le labbra della Williams?
Okay cervello, è ora che tu stia zitto. Lasciami ragionare con il cuore.

Afferrai il viso di Aileen tra le mani, e lei passò le sue mani dietro la mia nuca, intrecciandole.
Accidenti, quanto mi sentivo bene.
Ribaltai nuovamente le posizioni, poggiandola sul letto, non lasciandole un secondo di respiro tra un bacio e l'altro. E se tutto era iniziato dolcemente, senza aspettative, Aileen esplose, diventando passionale come mai mi sarei aspettato.
Inarcò la schiena, permettendomi di posizionarmi tra le sue gambe, e lei allacciò le sue dietro la mia schiena. Il suo respiro diventò corto, veloce, così come il mio.
In realtà, era come se stessi in apnea: un calore partì dal basso ventre, e si irradiò in tutto il mio corpo. Volevo che fosse mia, volevo che sentisse quanto in quel momento mi stesse mandando in tilt.
Si fermò, il tempo di guardarmi negli occhi: in quel momento, capii che entrambi volevamo la stessa cosa.
Oltre. Andiamo oltre.
Mi sembrò di scorgere una scintilla nei suoi occhi, qualcosa che volesse dire "sì".
Scesi a baciarle il collo, lento e inesorabile; una scarica di eccitazione mi percorse quando Aileen sospirò. Mi persi nel suo odore: profumava di arance, ed avevo appena scoperto di amare le arance.
Poi fui io a fermarmi, ed a guardarla negli occhi.
"Fa' l'amore con me, Aileen" le sussurrai.
La sua reazione non fu certamente quella che mi aspettavo: scoppiò a ridere, rovinando l'intera atmosfera.
"Che c'è?" dissi stizzito.
"Tu non sai neanche cosa voglia dire, fare l'amore" mi rispose, mentre la risata le si spegneva sulle labbra.
Stavolta fui io quello a scoppiare a ridere.
"Ah sì? Che vuol dire allora?" un sorriso furbo le si dipinse su quelle labbra un po' gonfie ed estremamente rosse.
"Tu, Liam Payne, quand'è che fai l'amore?" mi chiese.
"Quando mi piace una ragazza, quando la desidero..." la risposta mi sembrava ovvia.
Fu in quel momento che il sorriso furbo, si trasformò in uno amaro.
"Fare l'amore con una persona vuol dire che non sai dove baciarla, perché vorresti farlo ovunque. Vuol dire che non riesci a respirare, perché l'emozione è troppo forte. Fare l'amore con una persona vuol dire che il cuore ti esce dal petto, che non senti altro che forti 'bum' che ti perforano le orecchie. Fare l'amore con una persona vuol dire condividere qualcosa. Quello che fai tu, Payne, si chiama sesso. Sei eccitato, dai qualche spinta, finisce lì". La sua stretta era ancora forte sulle mie spalle, come se non mi volesse lasciare, anche se i suoi occhi dicevano tutt'altro.
Era indecisa se proseguire, o fermarsi.
"Allora, insegnami tu a fare l'amore, Aileen".
Esitò, un solo ed unico secondo, poi sorrise e senza ripensamenti portò le mani alla base della mia maglietta, costringendomi ad alzare le braccia per sfilarmela.
Partii con l'intenzione di fare lo stesso, ma prima di toglierle la maglia del pigiama, mi soffermai a sorridere come un ebete sulla faccia del panda, che aveva dato inizio a tutto quanto.

Una movimento insistente mi svegliò, e mi accorsi solo in seguito che era la vibrazione del mio cellulare sul comodino vicino al letto.
Lo presi, stroppicciandomi gli occhi con il dorso della mano, e strizzandoli cercai di vedere chi mi stesse disturbando sul display.
Avevo 23 chiamate perse, 26 messaggi e qualcuno mi stava chiamando anche in quel momento. Lessi il nome di Niall, e nonostante mi sentissi un po' in colpa, spensi il telefono e lo nascosi sotto al cuscino.
Mi domandai troppo tardi se, magari in quei messaggi, ce ne fosse anche qualcuno di Lol.
Lol.
Il senso di colpa mi colpì come un'onda, ci affogai letteralmente dentro. Porca miseria, come diavolo avevo fatto a dimenticarmi di Lol?
Sentii una pressione improvvisa sul mio braccio, e notai Aileen che si voltava dalla mia parte, sul viso un sorriso beato e privo di preoccupazione.
Era così bella quando dormiva, e quella era stata la miglior notte della mia vita.
I capelli castani le ricadevano disordinati sulla faccia, le labbra erano di un rosso pieno, quasi cremisi. Stringeva ancora la mia mano, così come l'aveva stretta tutta la notte.
Guardai l'orologio appeso sopra la testiera del letto, rendendomi conto che erano le undici di mattina.
Poco m'importava, era domenica.
D'un tratto Aileen si mosse, velocemente, e si infilò con il viso nell'incavo del mio collo, solleticandomi con il suo respiro.
"Buongiorno" disse, ma aveva una strana voce.
"Buongiorno a te" risposi, sorridendo e lasciandole un bacio tra i capelli.
"Tutto bene?" le chiesi, sfregando il naso contro la sua guancia. Stava scottando, accidenti.
"Non credo, il raffreddore è peggiorato. Probabilmente ho la febbre" disse velocemente, stringendosi a me, tremando.
L'accolsi volentieri tra le braccia, e lei intrecciò le gambe con le mie, trovando probabilmente un po' di calore.
"Non credi che dovremmo vestirci?" le chiesi, dandole piccoli baci sul mento. Lei finalmente tolse la testa dalla mia spalla, rivelandomi due occhi lucidi, di un azzurro intensissimo, quasi blu; le occhiaie non erano sparite, anzi.
"E perché mai? Lo sai che il calore tra corpi nudi passa più velocemente che tra corpi vestiti?" esclamò, ridacchiando.
"E tu sai che sei la persona più pigra che io conosca?" le feci eco.
Lei mi fece la linguaccia, poi sorrise, di nuovo. Era un continuo sorriso.
Catturai le sue labbra in un bacio veloce, completamente casto in confronto a quelli che c'eravamo dati durante quella notte.
Nello stesso istante, mi resi conto di dover fare una scelta.
Lol, o Aileen.
Lol l'adoravo, era tutto ciò che potevo desiderare in una ragazza, era spigliata e divertente. In un mese e mezzo da quando la conoscevo, avevo imparato ad amare ogni sua piccola stranezza.
Poi c'era Aileen. Lei c'aveva messo solo una settimana e mezza a sconvolgermi la vita.
Era in continuo cambiamento d'umore, era lunatica, pazza e terribilmente orgogliosa.
L'unica differenza, era che Aileen era vera. La stavo tenendo tra le braccia, e lei mi stava dando in continuazione piccoli baci sulla guancia, facendomi sorridere involontariamente.
E Lol? Non ero neanche riuscito ad incontrarla.
Porca puttana Liam Payne, in che merda ti sei cacciato?

Panda's Corner.

DITE LA VERITA', NON MI ASPETTAVATE COSI' PRESTO!
AHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHHAHAHA!
Sì, è relativamente presto, se consideriamo i miei standard
di aggiornamento, LOL.
Allora, devo fare qualche precisazione. askdjasdj.
Nella recensione di Jas allo scorso capitolo, lei mi aveva detto che nonostante
amasse Lol, mi concedeva un bacio tra Aileen e Liam.
IO L'HO FATTI TROMBARE, COME LA METTIAMO TESORO?
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHA
Poi, riguardo la scena clou: non m'andava di descriverla, lo ammetto.
Questa storia è partita con il rating giallo, e intendo che rimanga così.
E si, lo ammetto, ero troppo pigra per mettermi a descrivere nel minimo particolare,
ho preferito lasciarla in sospeso, così.
E poi, al mio cervello avrebbe fatto male immaginare Liam James Payne in quegli attimi.
E' l'ora della pubblicità. HAHAHAHA
1) One Thing. Questa storia è carinissima,
lo giuro. Passate :3
2) She is the best thing that's ever been mine. Questa è una shot
che la mia Melissa (Bethan_) mi ha dedicato, e voi dovete leggerla,
perché lkasdjajskljkasjddkl. *O*
HAHAHAHAHHHHAHAHAHH!
Okay, boh, non ho altro da dire se non grazie, vi amo tutte
e le recensioni che mi lasciate sono sempre alskjdljasjkdasd.
Amo ogni singola recensione.
E grazie per le preferite, ricordate, e seguite.
Vi amo aslkdajksd.
Un abbraccio, e fatemi sapere cosa ne pensate.
Andreea.



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Capitolo 11
*** 11. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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11.

{From the moment I met you, everything changed
I knew I had to take you, whatever the pain.
I had to take you, and make you mine.

Stand Up - One Direction}



"Aileen. Aileen, devi alzarti dai..." sussurrai all'orecchio della ragazza che era avvinghiata al mio petto. Lei mugugnò qualcosa, e si attaccò a me ancor di più, tremando leggermente.
"Lo vedi che hai freddo? Dai porca miseria, stai scottando" riprovai. Ricevetti solo una gomitata tra le costole e un "Lasciami stare" biascicato.
Ci eravamo addormentati di nuovo, entrambi, troppo stanchi per riuscire a tenere gli occhi aperti alle undici di mattina. Aileen si era alzata solamente per infilarsi un paio di slip, poi era ricaduta semi-moribonda a letto e non ero riuscito a rianimarla. Successivamente, anche io mi ero unito a lei, perché guardarla dormire mi aveva fatto venire sonno. Dovevo ammettere che fosse terribilmente bello avere qualcuno da stringere tutta la notte, da baciare, da amare.
Gesù, Payne, hai davvero pensato 'amare' ?
Guardai di nuovo l'orologio sopra la testiera del letto, che segnava le 14:27. Porca merda Liam, è pomeriggio inoltrato.
Riesumai il telefono da sotto il cuscino, e lo accesi; in trenta secondi, cominciò a squillare. Avevo, più o meno, un centinaio di chiamate perse e altrettanti messaggi.
"Porca troia, spegni quel coso o lo butto nel camino" disse Aileen, alzandosi di soprassalto e facendomi finire dall'altra parte del letto.
"Devi alzarti Lee..." sussurrai, cancellando tutte le chiamate perse di Niall. Mi resi conto tardi di averla chiamata con quel dannato soprannome.
Mi voltai di poco verso di lei, per vedere come avesse reagito. Si tirò sopra il piumone che alzandosi le era sceso, poi girò il viso verso di me, sorridendo.
"Che faccia che hai" esclamò, come se non avesse sentito nulla.
"Mi dispiace" ribattei.
"Di cosa?"
"Di averti chiamato con quel soprannome, lo so che lo usa solo..."
"Va bene" mi fermò.
"Eh?" corrugai le sopracciglia.
"Va bene se mi chiami così, non mi dà fastidio più ormai. E capisco che chiamarmi ogni volta col nome intero diventa una rottura d'ovaie, quindi va bene" sorrise di nuovo.
Gesù, ma perché ha un sorriso così bello?
Liam, sei sveglio da cinque minuti e hai menzionato Gesù già due volte. Fatti delle domande.

Scossi la testa per eliminare quei pensieri cretini, mentre velocemente scorrevo le chiamate dei miei amici, di mia madre, delle mie sorelle.
"Okay, dato che non vuoi alzarti da sola, ci penso io" dissi, arrendendomi e buttando il telefono sul cuscino.
Mi avvicinai furtivamente a lei, sovrastandola e le rubai un bacio. "Vuoi prenderti anche tu il raffreddore? Dovresti starmi a distanza di sicurezza, non baciarmi" disse, ridendo.
"Non ci riesco, a starti lontano" ed era vero, accidenti. Era come se si fosse creato una sorta di magnetismo, qualche forza polare che inevitabilmente mi portava vicino ad Aileen. Appoggiai il naso sul suo mento, poi cominciai a scendere, arrivando fino al collo.
"Payne..." sospirò.
"Shh" le intimai. Scesi con il naso dell'incavo dei suoi seni, respirando più profondamente: un dannatissimo odore di arance mi riempì le narici, drogandomi.  Mi soffermai un secondo in più, sentendo il suo cuore cominciare a battere freneticamente.
Possibile che fosse per me?
Le lasciai un bacio sulla pelle morbida, riprendendo a scendere; proseguii con una serie di baci lungo la pancia, fino ad arrivare all'ombelico e li notai qualcosa che durante la notte non avevo visto.
"Cos'è questo?" Aileen, che aveva reclinato la testa all'indietro ed infilato una mano nei miei capelli, sembrò risvegliarsi da qualche strana trance.
Uuuh, Payne. Sei bravo.
"Un tatuaggio" rispose lei, ovvia.
"Grazie -risposi, afferrandola per le anche e posizionandomi tra le sue gambe- intendevo, cosa rappresenta?".
"E' il simbolo del femminismo" rispose, accarezzandomi una guancia sorridendo.
Un campanello d'allarme suonò nella mia testa, cercando di ricordarmi qualcosa, ma non impegnai troppo per ascoltarlo.
Le posai un bacio anche sul quel tatuaggio, riprendendo a scendere.
Prima che potessi fare altro, Aileen mi prese la testa tra le mani e mi costrinse a guardarla negli occhi.
"Payne, ora basta" esclamò, ridacchiando.
"Perché, non ti piaceva?" dissi, risalendo e portando il mio viso all'altezza del suo.
"Proprio perché mi piaceva devi smetterla. Lo so che vuoi un'altra partita di sesso selvaggio come quella di stanotte, ma non la reggerei ora come ora" rise lei. Almeno non aveva perso il suo sarcasmo.
"Oh, oh Williams...non si chiamava fare l'amore?" la ripresi.
"Dipende da cosa si prova" rispose, facendo spallucce.
"Tu cosa hai provato?" la interpellai.
"Il cuore. Il cuore scoppiava" disse nascondendo la testa dietro la mia spalla. Si avvinghiò a me, e fui costretto a poggiarmi sopra di lei.
Sentii chiaramente il suo cuore battere forte, come se volesse perforarle la gabbia toracica.
"Lo so, l'ho sentito. Lo sento tutt'ora" sorrisi sul suo collo. Non rispose, si limitò semplicemente a guardarmi negli occhi per una frazione di secondo, prima di regalarmi un bellissimo e lunghissimo bacio.
"Non vorrei lasciare questa posizione per nulla al mondo in questo momento, ma devi alzarti Lee" dissi, sfregando il naso contro la sua guancia, con l'intenzione di romperle le scatole.
"Sono stanca, non ne ho voglia. E poi ho il raffreddore, abbi pietà" piagnucolò lei.
"Appunto per questo, devi vestirti e mangiare qualcosa di caldo. Da quant'è che non mangi?"
"Non ho fame" in un secondo, Aileen cambiò espressione e divenne verde in faccia. Si alzò di scatto, sballotandomi dall'altra parte del letto, correndo verso il bagno. La rincorsi, guardandola abbassarsi sul water e tenendole i capelli mentre vomitava anche l'anima.
"Fottutissima influenza intestinale del cazzo" esclamò.
Bene, la sua tenerezza era andata a puttane.
Si sciacquò velocemente la bocca, poi tornò in camera con me al seguito. Avevo paura a lasciarla da sola un minuto. Aprì un cassettone e ne tirò fuori una cannottiera da uomo, poi prese dei leggins e una felpa, fin troppo grande per lei.
"Ma tu ti vesti solo con la roba XXL?" chiesi, girandole intorno. Lei rise, mentre si vestiva velocemente.
"Sì, ci si sta più comodi. Non riesco a strizzare le mie tette nelle taglie da donna".
"Confermo, sono troppo grandi" in men che non si dica, mi arrivò un ceffone dritto dietro la nuca.
"Ma che ho detto!" esclamai, ridacchiando.
"Vestiti anche tu Liam, siamo a Dicembre e ci sono a malapena quindici gradi" esclamò.
"Forse ti sei scordata che hai acceso i riscaldamenti tre ore fa, ci sono più meno trenta gradi dentro casa" ribattei, cominciando comunque a raccattare le mie cose sul pavimento. O meglio, le cose di Edward.
"Lee, devi chiamare tuo fratello" dissi, guardandola improvvisamente.
"No".
"Sì, lo chiami, lo fai venire qui e ci parli. E chiama anche tua sorella".
"No".
"Lee..."
"Io non voglio vederlo!" esclamò, incrociando le braccia. Era bianca in faccia, il che significava solo che stesse veramente male.
"D'accordo, allora lo chiamo io".
Aileen sbuffò, guardandomi male.
"Adesso che mi sono vestita posso rimettermi a letto, dottor Payne?" esclamò, allargando le braccia teatralmente. Mi avvicinai lentamente, abbracciandola. Era così bassa che mi arrivava appena al collo; praticamente la sovrastavo. Diciamo che tutto quello che mangiava, invece di consumarsi in altezza e peso, andava a mettersi nelle sue tette. Sospirò, stringendomi le braccia intorno alla vita.
"Che cosa dovremmo fare?" chiese. Non capii bene il senso della sua domanda.
"Bè..tu devi metterti a letto, ed io chiamo un medico..." risposi, accarezzandole i capelli.
"No, non in quel senso" disse, strofinando il viso contro il mio petto.
"E in quale senso, allora?" mi staccai leggermente, giusto per poterla guardare negli occhi.
"Con...noi. Se questo si può chiamare noi" disse.
"Oh" esalai, non sapendo che rispondere. Lei riprese la parola.
"Dovremmo far finta di niente, o cosa?" chiese, sprofondando di nuovo nel mio abbraccio.
"Cosa" risposi, ridacchiando.
"Cazzo di Buddha, Payne. Sto cercando di fare un discorso serio" esclamò, non potendo trattenersi neanche lei e facendosi scappare un risolino.
"Prendiamo la situazione come ci viene, Lee".
"E cosa dovremmo dire agli altri? Sono quei quattro idioti dei tuoi amici che mi preoccupano" esclamò.
"Ti preoccupano loro? Non i giornalisti? Non le fan impazzite e gelose che potrebbero mandarti minacce di morte a palate?" chiesi.
"Nah, ai giornalisti ci sono abituata, lo sai. E le fan...alcune sono terrificanti, ma ci si può sopravvivere; il punto è un altro: come diavolo possiamo continuare questa cosa se neanche noi sappiamo cosa siamo?" chiese. C'era una sorta di rassegnazione nella sua voce.
"Siamo solo due ragazzi ancora adolescenti troppo presi dalle emozioni, per rendersi conto di quello che fanno veramente" risposi, baciandole la fronte.
"E quali sarebbero queste emozioni?".
"Stai cercando di chiedermi se sono innamorato di te, Lee?" la guardai, con un sorriso beffardo.
Lei sorrise nello stesso identico modo.
"Sarebbe matematicamente impossibile, Payne. Ci conosciamo da due settimane a malapena, a meno che un fulmine non ti abbia colpito in testa, non credo proprio che tu sia innamorato di me" esclamò.
"Ma non posso negare il fatto che sono attratto da te" le scappò un sorriso, uno di quelli che ti fanno sciogliere l'anima.
"Neanche io posso farlo" ci guardammo negli occhi per un bel po' di tempo, prima che un sorriso prendesse forma sul mio viso.
"Perché sorridi come se avessi appena visto l'intera collezione di porno di Horan?" chiese.
La guardai storto un secondo, prima che il sorriso si allargasse.
"Ho appena capito cosa siamo". Lei mi guardò di sbieco, prima di staccarsi da me ed accasciarsi sul letto, troppo stanca e malconcia per riuscire a stare ancora in piedi.
"E cosa siamo?" chiese, tirandosi il piumone su fino al naso e chiudendo gli occhi.
La guardai un centesimo di secondo, prima di avvicinarmi alla sua fronte e sfiorarla con le labbra: scottava anche più di prima.
"Due calamite, Lee. Siamo due calamite".

Socchiusi la porta, lanciando una rapida occhiata ad Aileen che sembrava volesse riaddormentarsi. Poco male, magari così le sarebbe scesa un po' la febbre.
Tirai fuori dalla tasca dei pantaloni il cellulare che avevo raccattato da sopra il cuscino, componendo velocemente il numero del mio medico di famiglia e chiedendogli se potesse venire a fare una visitina a Lee: avevo bisogno di qualcuno che sapesse meglio di me cosa fare.
Poi decisi di chiamare Niall, altrimenti sarebbe stato capace di venirmi a cercare con spranga e piccone per picchiarmi.
Composi velocemente anche il suo numero, aspettando che rispondesse.
"Dove. Porca. Puttana. Sei." non era una domanda, neanche un'affermazione. Sentii solamente un urlo, dall'altra parte del telefono.
"Hai intenzione di fottermi le orecchie? Sai, io ci lavoro, bene o male" ribattei stizzito al biondo.
"Hai idea di che ore sono? Ti rendi conto che ci stavamo tutti cagando addosso? Pensavamo vi fosse successo qualcosa, Santa Maria" sentire Niall James Horan incazzato nero era una cosa più unica che rara, quindi l'unica cosa che riuscii a fare fu scoppiare a ridere.
"Non ridere, animale!" urlò poi.
"Gli altri sono con te?" chiesi, mentre andavo in cucina e aprivo il frigo: erano pur sempre una decina d'ore che non mangiavo un tubo.
"Sì, siamo qui a guardare un film, anche se nessuno è stato veramente attento. Stavamo tutti aspettando la tua chiamata" sentii un rumore di sottofondo, come se qualcuno stesse accartocciando qualcosa.
"Insomma, dove sei?" domandò di nuovo Niall.
"Da Lee" risposi semplicemente.
"Ci sei stato tutta la notte? Hai dormito da lei? Aspetta, hai dormito da lei, o con lei?" Gesù Niall, sei troppo perspicace ultimamente.
Di nuovo sentii uno strano rumore, poi un "heeey" biascicato e qualcuno che chiedeva:"Dimmi la verità, c'hai fatto sesso".
Eccolo. Non poteva mancare l'inesorabile Harry-non-riesco-a-farmi-i-fottuti-cazzi-miei-Styles.
"Liam, parla. Sei in vivavoce" disse Styles.
Sbattei con violenza sul tavolo la maionese che avevo preso dal frigo di Aileen per completare il mio panino, terribilmente arrabbiato.
"Oh, ma anche se fosse? I benedetti cavoli vostri non ve li potete fare?" storsi le labbra.
"Dio, allora c'hai fatto sesso veramente!" esclamò Louis, appoggiando ovviamente il suo finto fidanzato.
"E menomale che tu eri quello che ci parlava di meno!" aggiunse Zayn.
"E bravo il nostro Payne!" esordirono poi, in coro.
Ma quattro amici meno deficienti non potevano capitarmi?
"Piantatela, cretini. Sta anche male, ho appena chiamato il medico" spiegai, addentando il mio sandwich.
"Oddio, cos'ha?" chiesero in coro, le loro voci erano totalmente cambiate, erano diventate preoccupatissime.
"Un raffreddore bestia, e l'influenza intestinale. Ha la febbre a non so quanto, e non vuole mangiare niente. Non so più che farle" esclamai.
"Secondo me la colpa è tua e del fatto che stanotte te la sei fatta" esclamò Styles.
"Porca merda, Harry, abbi un po' di tatto. Non è mica un oggetto" mi stavo alterando seriamente, ogni tanto Harry esagerava.
"Hai ragione. Scusa".
"Di niente" diedi di nuovo un morso, raggiungendo di nuovo il salone. Per sbaglio urtai contro la borsa di Edward, dalla quale cadde un libro. Lo presi con la mano che avevo libera, mentre nell'altra avevo il panino e tenevo il cellulare incastrato tra spalla e collo. Quando guardai la copertina, notai che era un libro sul Giappone; aprendolo, vidi che era scritto in giapponese. L'occhio mi cadde sulla dedica che c'era sulla prima pagina: "Per Lee, sarai sempre l'unica donna della mia vita. Edward".
Ma che carino. Poggiai il libro sul tavolo, accendendo poi la tv. Mi buttai sul divano, e nel mentre il telefono mi vibrò nella mano. Diedi uno sguardo veloce al display, notando che era un email di Lol.
Oh, Gesù.
Quante volte hai invocato Gesù, oggi, caro Payne?
Ma che cazzo ne so.

Dialogare con il mio cervello non era sicuramente una cosa che facevo, prima di incontrare Aileen.
Mi imposi di tagliare corto con i ragazzi, così da poter leggere ciò che Lol mi aveva scritto.
"Comunque, ha delle belle tette?" Dio, ma perché solo a me rimbambiti del genere?
"Sì, Styles. Sì. Sono belle, e sono grandi. E sono state mie tutta la notte e ora vai a dormire" esclamai, esasperato.
"Ma sono le tre del pomeriggio!" ribattè lui.
"E non me ne frega un ciufolo, torno da lei. E dite a Edward e Brittany che sto provando a convincerla a parlarci. Ciao" attaccai prima che potessero ribattere, soprattutto prima che Harry potesse fare qualche altra battuta indecente.
Velocemente aprii l'email, e la lessi col cuore in gola ed un terribile senso di colpa nello stomaco.

Sai, forse potremmo provare
di nuovo ad incontrarci, Principe.
Che dici?


Che dici Liam? Che dici?
Dico che sono un coglione, ecco che dico.
Per quanto tempo avevo aspettato che lei scrivesse quelle parole? Troppo.
Ed ora cosa avevo fatto? Mi sentivo come se l'avessi...tradita.
Sospirai, abbandonando il panino sul tavolo e passandomi una mano sugli occhi.

Certo, certo che voglio incontrarti.


La risposta non tardò ad arrivare, segno che anche per lei era una cosa importante. Ciò non smise di farmi sentire una merda, comunque.

Magari tra un po' di giorni
perché ora sto un po' male.
Non vorrei passarti l'influenza!
xx


Eccolo di nuovo, il campanello d'allarme di poco tempo prima, stavolta più rumoroso e fastidioso.
Cosa diavolo stava cercando di dirmi il cervello? Spostai di nuovo lo sguardo sul libro in giapponese, per poi farmi una domanda.
Che diavolo ci faceva Lee con un libro di giapponese? Lo presi e mi alzai, deciso a portarglielo.
Entrai nella sua camera, ed invece di trovarla profondamente addormentata, la beccai che giocava con il cellulare in mano. Si voltò verso di me e sorrise, di nuovo, come aveva fatto tante volte. E mi sentii in colpa anche verso Aileen, perché in qualche modo stavo tradendo anche lei con Lol.
Porca merda Liam, sei uno schifo.
Grazie, mi rincuora molto.

"E' caduto questo dalla borsa di tuo fratello" esclamai, passandole il libro. Mi buttai sulla poltrona vicino alla finestra, guardando il cielo scurissimo di Londra.
"Oh..." esalò.
"Che ci fai con un libro in giapponese?" le chiesi, sorridendo a malapena. Non volevo che vedesse quanto in realtà fossi giù di morale.
"Probabilmente pensava che volessi ancora andare all'università per studiare lingue orientali. Ma ho cambiato idea" rispose, poggiando il libro sul comodino vicino a lei.
Mi voltai di scatto verso di lei, e la guardai con gli occhi completamente fuori dalle orbite.
"Tu volevi studiare lingue orientali?" chiesi, con voce leggermente stridula.
"Sì, fino a un mese fa, almeno".
Sentii tanti piccoli pezzetti del puzzle mettersi insieme, un'opzione che avevo preso in considerazione solo per pochi secondi, tornò improvvisamente a farsi spazio nella mia mente, prepotente.
Il femminismo, lingue orientali, la finezza inesistente.
Mi serviva solo una conferma.
"Lee, ce l'hai una mail?" chiesi, con il respiro quasi mozzato.
"Sì, perché?".
"Tu dammela e basta" le risposi. Fece spallucce.
"Ma non ridere però eh!" scossi la testa, accenando un sorriso.
"AllYouNeedIsLol@gmail.com, ma a che ti serve?" non sentii neanche quello che aveva detto dopo il suo indirizzo, mi ero fermato prima.
Oh.
Porca.
Eva.

Panda's Corner.

Oggi il Panda's Corner lo faccio normale, non centrato, perché deBBo scrivere un sacco di cose alksdjklasdk. Allora, innanzitutto, sto scrivendo dal Purgatorio, perché sono morta un po' di tempo fa e sono scesa qui sotto, dove non si vive malaccio, dai.
IO. VI. AMO. Vi rendete conto che mi avete regalato 48 recensioni allo scorso capitolo? 48? Giuro che mi sento quasi male. Davvero, io non so più come ringraziarvi, nelle risposte alle recensioni sono sempre più monotona e ripetitiva, ma davvero, GRAZIE! :')
Vi ringrazio anche per le quasi cento preferite akjsdaksjdasdkj. VI AMO ASSAI, OH YEAH.
Poi, scusate se pubblico tardi questo capitolo, ma è stato un periodaccio e non riuscivo a fare nulla. E' stato tipo un parto.
Devo dirvi, che questa era l'idea iniziale. Liam doveva provare sentimenti contrastanti sia per Lee che per Lol, per poi scoprire che erano la stessa persona e rimanerci di merda, ma questo lo vedrete nel prossimo. Sono SICURA che alcune di voi sono rimaste deluse, perché reputano questa scelta troppo banale, ma vi assicuro che non lo è, c'ho macchinato sopra troppo a questa storia e non ho lasciato nulla al caso, ma questo lo vedrete poi.
Avevo pensato di allungarla un po' (visto che di capitoli alla fine ne mancano davvero pochi) ma poi c'ho ripensato e ho continuato sulla tabella di marcia iniziale. Mi dispiace se penserete che sia stato troppo frettoloso, ma così l'avevo pensata fin dall'inizio e così l'ho scritta.
Sicuramente Lee non scoprirà subito che Liam è il suo Principe, quindi non abbandonate questa storia :')
Non so che altro dire, e ho troppo sonno per ricercare le storie a cui volevo fare un po' di sana pubblicità. Passate un felice Natale con la vostra famiglia e un bellissimo anno nuovo.
Buona notte e I love you all, babes. :')
Andreea


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Capitolo 12
*** 12. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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12.

{There’s still a little bit of your taste in my mouth
there’s still a little bit of you laced with my doubt
it’s still a little hard to say, what’s going on?
Little Mix - Cannonball}



Nello stesso momento in cui aveva pronunciato quelle parole, il mio respiro si era fermato e non avevo trovato via di scampo.
Dio, avevo la mia Lol davanti. E non solo l'avevo davanti, ma c'avevo fatto l'amore tutta la notte, l'avevo stretta tra le braccia e l'avevo baciata, inconsapevole di chi realmente fosse e quanto veramente la desiderassi.
E adesso me la ritrovavo davanti, con gli occhi cerchiati da occhiaie e il naso rosso, le ginocchia tirate al mento e un'espressione corrucciata in viso.
Che si chiamasse Aileen, o Lol, rimaneva comunque adorabile.
"Liam? Sei sicuro che vada tutto bene?" mi chiese, scostandosi il piumone da dosso per venirmi incontro.
"Sì, sì. Tutto bene" risposi sbrigativo. Dalla sua espressione capii che non c'aveva creduto neanche un attimo alle mie parole, quindi fece per alzarsi dal letto, ma il suono di un campanello la bloccò a mezz'aria.
"Stai ferma a letto e copriti, vado ad aprire" esclamai, autoritario. Lei non poteva sapere quanta confusione ci fosse nella mia testa, in quel momento, quindi scoprii di essere anche un bravo attore.
Sì, certo Payne, credici.
Sbuffai, pensando ad un modo per fermare il mio cervello, che quei giorni andava deciso per la sua strada.
Arrancai fino alla porta d'ingresso, e quando l'aprii mi ritrovai davanti il mio medico di famiglia, sorridente e con la sua solita ventiquattrore in mano.
"Ciao, Bill" dissi, sorridente mentre gli stringevo la mano.
"Liam, come va, tutto bene? La carriera?" chiese, mentre si toglieva la giacca e io gliela prendevo dalle mani.
"Bene, bene, va tutto meravigliosamente, grazie".
"Allora, chi è questa fantomatica ragazza che sta male? Perché non l'hai portata in ospedale?" mi chiese, mentre tirava fuori tutto quello che gli serviva per una normale visita medica.
"Perché è troppo stanca per alzarsi dal letto" risposi, scrollando le spalle.
"Aspetta un secondo, non sarà mica incinta? Per questo non l'hai portata in ospedale?" chiese lui, sbarrando gli occhi impercettibilmente. La mia mascella toccò terra e sgranai anche io gli occhi, molto più evidentemente di lui.
"No, ma certo che no! Ha solo un'influenza!" spiegai, alzando le mani e gesticolando nervoso. Lui annuì senza più proferire parola, mentre lo accompagnavo nella stanza di Lee.
"Perché sei così rosso, Liam?" mi chiese lei, non appena mi vide.
"Fa caldo -risposi sorridendo, evitando di ripensare alla conversazione con Bill- Lee, questo è il mio medico di famiglia, Bill. E' qui per visitarti, visto come stai" lei sbuffò, sorridendo poi all'uomo. Sapevo che non le piaceva mostrare le sue debolezze, ma almeno quella volta non avrebbe fatto capricci, dato che non era proprio sana come un pesce.
Si sentì di nuovo il campanello della porta suonare, il che lasciò sia me che Lee un po' perplessi.
"Vado ad aprire, intanto tu dai retta a Bill" dissi, puntandole un dito contro.
"Sì, papà Liam" mi schernì lei. Scossi la testa, sorridendo.
Non mi stavo rendendo conto di nulla in quel momento, ero come in apnea, perché sapevo che non appena avessi pensato bene alla situazione in cui mi trovavo, mi sarei dovuto mettere le mani nei capelli. Quindi preferivo far finta di nulla e procedere come se tutto andasse per il meglio.
Quando aprii la porta, mi ritrovai Edward e Brittany davanti, entrambi con delle facce assurdamente cupe e spente.
Li feci entrare velocemente, ed in un secondo mi ritrovai la faccia di Edward ad un palmo dal mio naso, mentre Brittany si defilava ed entrava in camera della sorella.
"Tu sei andato a letto con mia sorella, con la mia Lee" sibilò, furente.
"Non l'ho violentata, Edward. Proviamo qualcosa l'una per l'altro ed è successo. Non era una cosa programmata". Ammettere anche davanti ad altre persone che seriamente provavo qualcosa per la Lee vera, mi fece capire quanto in realtà fossi soggiogato dalla situazione.
Sei nella merda fino al collo, Payne. Ci sguazzi dentro.
"La conosci da due fottute settimane" berciò quindi, non abbandonando il contatto visivo neanche un secondo. No, ti sbagli caro, la conosco da quasi due mesi, solo che fino a questa mattina non lo sapevo ancora. Forse la conosco anche più di te.
Trattenni per me quei pensieri, poiché non sarebbero state le cose giuste da dire ad un fratello iperprotettivo ed arrabbiato che stava lì lì per picchiarmi.
"E tu non la vedi da cinque schifosissimi mesi. Tu non l'hai vista accasciarsi sul tappeto con una tua maglia al naso, piangendo come una fontana solo perché eri tornato. Non l'hai vista mentre mi urlava contro di non usare il soprannome "Lee" solo perché potevi usarlo solo tu. Tu non hai visto un sacco di cose, Edward, quindi evita di fare la predica a me" sputai, con rancore. Nessuno poteva farle del male, nessuno, che fosse stato suo fratello, suo padre o chicchessia. Nessuno.
Lui sembrò tremendamente colpito da quelle parole, perché abbassò la cresta e mugugnò qualcosa che non riuscii a sentire.
"Forse è meglio che tu ne vada. Adesso ci sono io" esordì.
Pensai bene alle sue parole, e decisi che aveva ragione. Non perché ci fosse lui, ma perché avevo seriamente bisogno di fare quattro passi e riflettere.
Annuii, afferrando la giacca, sotto il suo sorriso beffardo.
"Non ti preoccupare. Stasera sarò di nuovo qui. Non la lascerò sola Edward, mai. Non come hai fatto tu" sibilai, sbattendo violentemente la porta di casa di Lee.

Il freddo pungente di Dicembre mi stava gelando il viso, mentre camminavo per le strade affollatissime di Londra. Mi ero tirato su il cappuccio della felpa, coperta dalla giacca, sperando che nessuno mi riconoscesse. In ogni caso, non l'avrebbero fatto, erano tutti troppo occupati ad entrare o uscire dai negozi, in cerca del perfetto regalo di Natale. Avevo completamente perso la cognizione del tempo, fino a quel momento, mi ero completamente dimenticato che mancasse più o meno una settimana e qualcosa a Natale e al compleanno di Louis.
C'erano altre cose che occupavano la mia testa, e non ero in grado di gestirle tutte. Nonostante il vento e l'aria che mi sferzava la faccia, sentivo ancora l'odore di Aileen addosso, sentivo ancora il suo sapore sulle labbra, sentivo ancora la sua risata nelle orecchie e vedevo ancora il suo sorriso nella mente.
Come diavolo avevo fatto a non rendermi conto di nulla? Come potevo non aver intuito immediatamente che la mia Lol, e Aileen fossero la stessa identica persona?
Ripensandoci, mi vennero in mente tutte le coincidenze del mondo: quando Lol mi aveva detto che avrebbe dovuto cominciare il nuovo lavoro, e il giorno dopo Morgana ci aveva presentato Aileen; quando avrei dovuto incontrare Lol, e lei non si era presentata: era per colpa di Brittany che era arrivata all'aereoporto, ed Aileen era stata costretta ad andarla a prendere; quando eravamo in sala prove e aveva sparato quel 30 Gebbraio. Solo allora mi rendevo conto di aver capito giusto, solo che il mio cervello si era fermato a quello e non aveva sentito la vera data che successivamente Aileen aveva detto; quando, sempre in sala prove, mi era arrivata quell'email da parte di Lol, mentre Brittany era con il pc di Aileen; quando si era allontanata durante il concerto di beneficienza, per poter inviare indisturbata email con il cellulare; tutta la storia dell'università e del libro in giapponese.
Aileen, Lol era Aileen. Sembrava assurdo ed inspiegabile, eppure era così.
E se ci pensavo, mi sentivo anche un po' tradito. Che diamine, eravamo stati insieme tutta la notte, tutta la mattina, ci eravamo baciati, abbracciati e quant'altro e lei mandava un messaggio a Principe? Il fatto che il Principe fossi io, non cambiava molto la situazione. Lei non lo sapeva, quindi era come se si stesse sentendo con due ragazzi contemporaneamente.
E se mi fermavo a pensarci ancora, potevo benissimamente capire le sue motivazioni. Era curiosa, così come poche ore prima lo ero stato anche io, quando ancora non sapevo che fossero la stessa persona. E nonostante provasse qualcosa per il vero me, sapevo che provava qualcosa anche per il finto me, se così potevo chiamarmi.
Dio, che situazione assurdamente complicata.
Presi il telefono dalla tasca dei pantaloni, componendo velocemente il numero di Niall. Aspettai il tempo di due o tre squilli, poi mi rispose.
"Oh?" aveva la bocca piena, bene.
"Quale frigorifero stai svaligiando?" chiesi, alzando gli occhi al cielo.
"Quello di Styles e di Tomlinson" rispose, masticando ancora.
"Bene, arrivo tra dieci minuti" dissi, chiudendo la chiamata.
Fermai velocemente un taxi, e deciso diedi la via della casa di Harry e Louis.

"Aspetta. Aspetta un fottuto secondo. Stai dicendo che sono la stessa identica persona?" Zayn rimase a bocca aperta, mentre ripeteva quello che gli avevo appena detto. Me ne stavo sulla poltrona di Harry, la mia preferita, con le gambe al mento a rimuginare su tutta la faccenda. Avevo seriamente bisogno di qualche loro consiglio.
"Sì" risposi solamente.
Harry tossicchiò un paio di volte, mentre si voltava a guardare le facce sbalordite degli altri ragazzi.
"Non è possibile. Quindi è sempre stata con te, sempre.." pensò, ad alta voce.
Annuii, pensieroso e abbattuto.
Che cosa avrei dovuto fare? Non sapevo neanche come comportarmi.
"Non posso credere che tu l'abbia trovata, santo cielo" esclamò Louis.
"Io non posso credere che sia stata sotto il mio naso per tutto questo tempo e l'abbia scoperto solo ora" ribattei.
"Che hai intenzione di fare?" chiese Niall.
"Non lo so, per questo sono venuto qui. Datemi una mano voi, io non so dove sbattere la testa" dissi, mettendomi una mano tra i capelli, sospirando.
"Non puoi dirglielo" esclamò Harry, serio.
"Come no? Deve dirglielo!" s'intromise Niall.
"No, che non può. Conoscendo le ragazze, penserà che l'ha presa in giro solamente e che lo sapeva dall'inizio, e che ha fatto tutto questo per portarsela a letto" spiegò lui.
"Aileen è diversa" esclamai.
"Sì, ma hanno tutte lo stesso cervello, Liam" alzò gli occhi al cielo.
"Quindi secondo Harry non dovrei dirglielo...altre proposte?" chiesi, esasperato.
"Secondo me devi lasciare una delle due" esordì Louis.
"Lou, sono la stessa persona" allargai le braccia, scuotendo la testa.
"Ho capito! Ma ti sarà più facile, se tronchi i ponti con una delle due, nonostante entrambe siano Aileen...Dio, è troppo complicato" esclamò poi, sbuffando.
"Fammi capire, dovrei scegliere chi lasciare, per poi cercare di stare con quella che mi rimane e vedere come va avanti?" provai.
"Esatto! Menomale che sei un ragazzo intelligente" disse Louis, scompigliandosi i capelli.
"E' un cazzo di suicidio, Lou" controbattè Harry.
"Perché mai?".
"Pensaci bene. Supponiamo che lui decida -secondo la tua idea- di lasciare l'Aileen vera. Se continua con la relazione virtuale con l'Aileen finta, prima o poi si dovranno incontrare. Come pensi che reagirà Aileen vedendosi spuntare Liam davanti? Penserà, come ho già spiegato prima, che era tutta una cosa programmata, e ci rimarrà una merda" spiegò Harry, che quella volta era veramente troppo serio.
"Stai quindi ipotizzando che dovrei lasciare l'Aileen finta" conclusi. Harry annuì.
"Sarà più facile per te, continuare a stare con una persona vera. Poi quando te la sentirai, le dirai tutta la verità" finì, dunque.
Sbuffai: sarebbe stata veramente la cosa giusta? Non sapevo a cosa appigliarmi, con cosa cominciare e con cosa concludere. Era tutto un tale macello.
"D'accordo. Farò così" dissi, tirando fuori il cellulare.
"Intendi farlo subito?" chiesero Niall e Zayn, quasi all'unisono.
"Così mi levo il pensiero e torno da lei" dissi, senza pensare profondamente alle mie parole. Quando alzai la testa, vidi tutti e quattro sorridermi, chi malizioso -Styles-, chi dolcemente -gli altri tre- e mi stranii.
"Che ho detto?" mi fermai dal comporre l'email per Lol, o meglio, Aileen.
"Non riesci a starle lontano neanche per mezza giornata. Sei fottutamente cotto" esclamò Harry, facendo ridacchiare gli altri. Non potevo dire di no, perché sarei stato bugiardo. Sì, ero cotto di lei.
Sorrisi imbarazzato, prima di tornare a scrivere. Quando premetti il tasto invio, mi sentii come svuotato di una parte, come se metà della mia anima se ne fosse andata via con la consapevolezza che adesso sapevo chi era Lol.
Lo rilessi un paio di volte, sperando che non ci rimanesse troppo male. Non avrei voluto tornare a casa sua per poi trovarla spenta e triste.

Mi dispiace Lol, ma non posso continuare così.
Ho troppe cose per la testa, ed in questo momento
tu sei una di quelle che la confonde ancora di più.
Probabilmente non sono ancora pronto per incontrarti
e non credo che lo sarò mai.
Mi dispiace davvero,
Principe.


"D'accordo, ora vado" esclamai, alzandomi e prendendo la giacca. Me la infilai velocemente, mentre i ragazzi mi accompagnavano alla porta.
"Evita di distruggerla anche stasera per il troppo sesso" mi urlò Styles, mentre salivo nella macchina di Louis, che mi aveva gentilmente prestato.
Abbassai repentinamente il finestrino, urlando un "vaffanculo" parecchio forte, prima di partire con una sgommata.
Harry non si smentiva mai, davvero.

Arrivai davanti all'appartamento di Aileen e bussai numerose volte alla porta, prima che Edward venisse ad aprirmi. Una breccia di rancore si fece spazio nei suoi occhi, ma poi mi fece entrare.
Non volli rivolgergli la parola, ma lui mi toccò una spalla, facendomi voltare e impedendomi di andare diretto nella stanza di Aileen.
"Mi dispiace. Non volevo attaccarti così, oggi. Aileen è praticamente la cosa più cara che ho, così come Brittany, quindi se la fai soffrire sei un uomo morto" disse.
Annuii, per niente intimorito.
"Non ho alcuna intenzione di farle del male, non potrei farlo neanche a volerlo" dunque fu lui ad annuire ed a lasciare che mi dirigessi verso la camera della sorella.
Bussai un paio di volte, prima di ricevere un "avanti" sussurrato.
Entrai e la vidi guardare la tv pigramente, facendo zapping di continuo; quando mi vide la sua espressione cambiò, diventando buffa e arrabbiata.
"Vaffanculo" esclamò, incrociando le braccia.
"Grazie, ciao anche a te, Lee" dissi, sorridendo mentre mi toglievo la giacca e la lanciavo sulla poltrona.
"Te ne sei andato" esclamò di nuovo, stavolta con voce un po' più triste. Mi si strinse il cuore. Velocemente mi tolsi anche la felpa e le scarpe, andando vicino al suo letto.
"Mi dispiace, avevo bisogno di uscire un secondo" dissi, infilandomi sotto le coperte e provando ad abbracciarla.
Lei sfuggì alla mia presa, spostandosi un po' più in là.
"Ti ho sentito litigare con Edward" disse, voltandosi dall'altra parte.
"Mi dispiace, non volevo".
"E' la seconda volta che dici 'mi dispiace'" ridacchiò, anche se potevo notare una tristezza inaudita nella sua voce. Forse avevo fatto male a mandare quell'email, davvero. Ma perché ascoltavo sempre le idee cretine di Styles?
"Il medico mi ha dato un sacco di medicine, la febbre è già scesa" disse, e nonostante fosse girata, capii che stava sorridendo. Infatti, quando si voltò repentinamente, sul suo volto aleggiava un lieve sorrisino.
"Grazie, di esserti preoccupato per me". Si tuffò nelle mie braccia, e fui seriamente contento di accoglierla. Mi era mancata, e tanto anche.
"Liam?" chiese, mentre sfregavo il mio naso contro il suo.
"Mmhh?" mugugnai.
"La prossima volta che te ne vai, dimmelo, ti prego. Ho seriamente pensato che mi avessi abbandonata così" disse, nascondendo il viso nell'incavo del mio collo.
"Non ti abbandonerei mai, Lee" sospirai, stringendola più forte. Quella risposta sembrò bastarle, poiché affondò il viso tra il cuscino e il mio collo, e sentii il suo respiro farsi più regolare, segno che si stava addormentando.
Dovevo metabolizzare il fatto che mi fossi stupidamente invaghito di una ragazza dietro ad un computer, e che fossi cotto nella realtà della stessa persona.
Dovevo metabolizzare il fatto che Lol e Aileen fossero la stessa persona.
Dovevo metabolizzare un po' di cose, veramente.
In quel momento, però, mi bastava tenere tra le braccia la ragazza che mi aveva reso scemo negli ultimi due mesi, e ne fui estremamente contento.

Panda's Corner.

VOI. MI. VOLETE. FOTTUTAMENTE.MORTA.
Jesus. Non posso credere di avere tutti quei preferiti.
E non posso credere che nello scorso capitolo ci siano 51 fottute recensioni.
CINQUANTUNO, PORCA MERDA, CINQUANTUNO. #fangirlinghard.
Okay, sto morendo, yo.
AHAHAHAHAHAHAHAHAHHAA.
Oggi mi sono messa d'impegno e ho scritto sto cazzo di capitolo. Non succede niente di significativo,
se non che Liam fa un po' di chiarezza (anche se questa sua chiarezza si trasformerà in macello, yo).
Il capitolo poi non l'ho riletto, quindi scusate per eventuali errori cretini.
Non so più come ringraziarvi, davvero. Mi sto uccidendo a portare avanti questa fan fiction
perché ho sempre paura di deludervi, invece voi mi lasciate ste recensioni aslkdasljkljkasljkdsad.
VI AMO, PORCA PUTTANA. VI AMO DALLA PRIMA ALL'ULTIMA.
AKLJSDJAJSJKDAJSDASD.
Sto sclerando anche più di prima e ho dimenticato tutte le cose di vitale importanza che volevo dire.
Bon, sticazzi. AHAHHAHAHAHA
Volevo solo chiedervi, se avete voglia, di passare dalla mia nuova fan fiction.



E' una fan fiction sovrannaturale, yo, ed è la prima volta che ne scrivo una. AHHAHAHAHA
Spero che sarete così carine e coccolose da dare un'occhiata.
Detto questo me ne vo, che sto in ritardissimo e devo fare settordici cose. Vi amo e devo rispondere a tutte
le recensioni ancora. LAKJSDLJSAKJD. YES, I CAN. AHHAHAHAHAHA
Vi amo (l'ho già detto? ahahaha)
Ciao cicce


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Capitolo 13
*** 13. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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13.

{I wanted you bad
I'm so through with that
cause honestly you turned out to be
the best thing I never had.

Beyoncè - Best Thing I Never Had}


Nonostante mi sembrasse strano -e soprattutto assurdo- erano già passati due mesi. E' proprio vero il fatto che quando si sta bene, il tempo passa troppo velocemente.
Dal freddo pungente di Dicembre eravamo passati a quello leggermente più sopportabile di Febbraio, e ancora mi sembrava di essere sessanta giorni indietro.
Vicino a me, Aileen si mosse nel sonno, irrequieta. Ovviamente, chi è sveglio alle tre di notte per rimuginare sulla propria vita da cantante?
Liam James Payne, senza ombra di dubbio.
Ero ancora nella stessa identica merda di due mesi prima: non le avevo detto niente, e non solo mi ero terribilmente complicato la vita, ma adesso sarebbe stato un suicidio dirglielo, soprattutto perché non sapevo come fare.
Sapevo che, a una settimana di distanza della spedizione, Aileen aveva letto l'email che le avevo mandato. Era stato chiaro, visto come si era comportata per la settimana successiva: apriva continuamente il pc, e con la coda dell'occhio mentre eravamo sul suo divano, scorgevo la pagina del 'nuovo messaggio' e la vedevo tentennare ogni volta, scrivere qualcosa poi cancellarla, sbuffare ininterrottamente e poi gettare il pc al suo fianco. Per una settimana, quella era stata routine. Avevo capito poi che c'era rimasta male anche perché non aveva fatto altro che cantare Best Thing I Never Had di Beyoncé per tutta la casa, facendomi deprimere al massimo. Come se non mi sentissi già abbastanza una merda da solo.
Tralasciando quel piccolissimo fatto, tra noi andava meravigliosamente. Col tempo, mi ero reso conto che Aileen era una droga: dopo un po', ne eri assuefatto, non potevi farne a meno.
Prima della fine di Gennaio ci eravamo trasferiti nella nuova casa, quella dove avremmo dovuto vivere tutti insieme, e dormire senza di lei era stato assolutamente orrido: non sentirla mentre mi prendeva la mano a notte fonda, o quando si infilava furtivamente tra il cuscino e l'incavo del mio collo.
Quelle erano cose che avevo imparato ad amare, quella quotidianità che non avevo da tempo a causa della vita spericolata da popstar.
E Aileen era quello: felicità, sicurezza, protezione. Lei era come un angelo custode, per me, per tutti noi.
Tra lei e Styles poi si era creato un rapporto al limite dell'assurdo; era come se fosse diventato il suo migliore amico. Quando organizzavamo delle serate a casa di Aileen per stare tutti insieme, loro si mettevano sempre da parte a bisbigliare chissà che cosa, ridendo a crepapelle ogni tanto e facendoci rimanere tutti imbambolati a guardarli. Perché vedere Aileen Williams ed Harry Styles in quelle situazioni poteva essere o esilarante, o assurdo. Molte volte, entrambe le cose.
Brittany era ripartita alla volta di Los Angeles, per parlare con suo padre e smettere di farsi comandare da lui; Aileen era stata fiera di lei.
Fatto stava che più o meno a inizio Febbraio, dopo il compleanno di Harry, Brittany era tornata...con più valigie rispetto alla prima volta.
Aileen aveva acconsentito a vivere tutti insieme, e le aveva promesso che -quando sarebbe andata all'Università- le avrebbe lasciato l'appartamento.
Ecco, quello era un argomento che mi spaventava: secondo i calcoli che un po' di tempo prima avevo fatto con Aileen, lei sarebbe dovuta partire a inizio Marzo; e il problema era che a inizio Marzo mancavano due fottute settimane. Non sarei mai stato in grado di lasciarla andare.
Provare solamente a pensare ad una giornata senza di lei era assurdo, qualcosa di inimmaginabile: mi ero così abituato alla sua presenza, che non vederla la mattina svegliarsi accanto a me sarebbe stato un pugno allo stomaco.
In ogni caso, non ne avevamo più parlato, troppo occupati tra lavoro, amici, fratelli invadenti.
Con Edward le cose si erano decisamente messe a posto. Andavamo d'accordo, o almeno cercavamo di essere civili l'uno con l'altro. La regola del "ti spezzo in due se le fai male" era ancora in vigore, e non avevo nessuna intenzione di infrangerla.
Se avessi dovuto spiegare a qualcuno di sconosciuto il rapporto che c'era tra Aileen ed Edward, mi sarebbe stato impossibile. Quei due erano l'apogeo della simbiosi: erano uguali, si capivano con uno sguardo, captavano i pensieri dell'altro e completavano le loro frasi a vicenda.
Se ti trovavi da solo in una stanza con loro due, era impossibile capire qualcosa delle loro conversazioni; e se non avessi saputo che erano fratelli, probabilmente sarei stato geloso marcio.
Mi ritrovai a pensare che quella domenica era l'unico giorno libero che ci rimaneva: Aileen ci aveva riempito l'agenda per tutta la settimana successiva, non c'era giorno in cui avessimo un'ora di riposo.
Per quanto riguardava il lavoro, Aileen era rimasta sempre quella: impegnata, frettolosa ma costantemente efficiente. Perfetta, insomma.
L'unica pecca era che non riuscivamo più a stare insieme praticamente per niente: per arrotondare ulteriormente il suo stipendio -dato che dei tre fratelli era l'unica che lavorava- la sera andava a cantare nei pub londinesi, cosa che non era molto buona per la sua salute.
Era costantemente stanca, le occhiaie si erano quadruplicate e non faceva altro che bere caffè; sospettavo che da un giorno all'altro sarebbe collassata. Mi ero offerto di ospitare Brittany ed Edward a casa nostra -e Louis era stato estremamente d'accordo per la prima-, ma Aileen non aveva sentito ragioni. "Non ha senso che ospitiate i miei fratelli. Sono i miei fratelli, non hanno nulla a che fare con voi" aveva detto.
E si era intestardita nel fare tutto da sola, anche se quella era una qualità che avevo imparato -come tutte, d'altronde- ad amare di lei.
Molte volte il mio cervello -che negli ultimi mesi non si era calmato per niente dal farmi domande di sua spontanea volontà- mi faceva venire strani dubbi.
La domanda che stava diventando piuttosto ricorrente, e a cui non riuscivo a trovare esattamente una risposta era:
Ma tu, l'ami Liam?
Ecco, quella era una cosa complicata.

Neanche a dirlo, tra pensieri vari, erano arrivate le sette di mattina, ed io non avevo minimamente chiuso occhio. La luce filtrava poco, un po' perché il sole era ancora coperto dalle tipiche nuvole londinesi, un po' perché Aileen aveva chiuso tutte le tende della stanza per non essere svegliata: quello era il suo unico giorno libero.
La cosa che però non aveva messo in conto erano quei quattro uccellini fastidiosi che non erano partiti "per i paesi caldi" come tutti i volatili normali fanno, e che in quel momento stavano cinguettando allegri.
Lei si girò di scatto col viso dalla mia parte, ancora ad occhi chiusi. Era praticamente sveglia, ma sapevo che stava cercando di riaddormentarsi; l'unico problema di Aileen era che non riusciva più a dormire se si svegliava, e se ci provava, le veniva un atroce mal di testa che la rendeva intrattabile tutta la giornata.
Sbuffò e si voltò dall'altra parte, sistemandosi meglio sul cuscino: feci il possibile per non scoppiare a ridere. Le circondai la vita con le braccia, e lei sospirò.
"Posso chiederti un favore?" mugugnò. Annuii sulla sua spalla.
"Vai fuori, prendi quei quattro uccellacci e infilali nel forno. Horan sarà contento e io potrò dormire in pace" scherzò. Ridacchiai, lasciandole un bacio tra i capelli.
"Vado a farti un caffè" dissi, facendo per alzarmi. Mentre mi toglievo il piumone da dosso e mi infilavo un paio di pantaloni, lei mi prese la mano, riportandomi di nuovo sul letto e all'altezza del suo viso.
"Che c'è?" dissi, sorridendole.
"Buongiorno" sussurrò, prendendomi il viso tra le mani e regalandomi un lungo bacio. Aileen non era un tipo da amoreggiamenti, per niente, ma alcune volte aveva delle crisi di affetto e cominciava a baciare ed abbracciare chiunque, persino Styles.
Di conseguenza, mi ritenni molto fortunato per quel "buongiorno".
Quando ci staccamo, incatenò il suo sguardo al mio: era in quei momenti che i sensi di colpa mi divoravano. Lei non aveva più pensato a Principe, dopo quella settimana di depressione cronica. Non sapevo cosa fosse successo, ma una sera lei e Brittany si erano chiuse in camera e avevano parlato delle ore intere, e quando Aileen era uscita dalla stanza avevo visto che aveva gli occhi gonfi e un po' rossi, segno che aveva pianto, cosa che non aveva fatto altro che farmi sentire peggio.
"Buongiorno anche a te, Lee" dissi, scostandole una ciocca di capelli dal viso, portandola dietro l'orecchio. Mi sorrise, uno di quei sorrisi che avrebbero fatto sciogliere il peggiore dei ghiacciai.
Dio, Aileen, ma cosa sei.
Ma tu, l'ami Liam?
Eccola spuntare di nuovo, la vocina insistente e rompipalle nella mia testa. Mi alzai prima che potesse suggerirmi altro, e mi avviai verso la porta.
"Liam?" mi girai mentre stavo abbassando la maniglia della porta.
"Mh?"
"Chiedi a Edward se è arrivato quel fax che sa lui?" mi domandò.
"Che fax?" curiosai. Lei si morse un labbro, tentennando.
"Quello dell'iscrizione a Berkeley" rispose, monocorde.
"Oh. -mi rabbuiai- Certamente" feci del mio meglio per propinarle uno dei miei migliori sorrisi, uscendo.
Non volevo che se ne andasse, non volevo neanche un po'. Ma anche per me sarebbe stato pressochè impossibile trasferirmi in America, o fare la gavetta ogni settimana. Non quanto per i soldi, perché quelli non mi mancavano sicuramente, quanto per il fatto che non ne avevo il tempo materiale. Ma non me la sentivo proprio di stare senza di lei. Era come se sapessi che non avendola più vicino a me, sarei caduto in uno strano baratro, come quando Danielle mi aveva lasciato per andarsene in Austria a fare la ballerina di alto rango. Non l'avevo condannata per quello, era sempre stato il suo sogno, ma c'ero rimasto male, davvero male. Per un paio di mesi ero stato veramente catatonico, non avevo parlato con nessuno e non avevo interagito con il mondo.
Sospettavo che con Aileen, in ogni caso, sarebbe successa la stessa cosa.
Ma tu, l'ami Liam?
Oh, e vaffanculo voce del cazzo.

Alla fine, stavamo passando una tipica domenica da sedentari. I ragazzi erano arrivati nel pomeriggio, con ventimila buste di robe da mangiare, bevande e cose varie e Zayn aveva noleggiato così tanti film da far schifo. Quel ragazzo era fomentatissimo, era sempre informato sull'ultimo film.
Ci eravamo stretti bene o male sul divano di Aileen, e lei era stata quella che si era mossa di più: prima aveva parlottato come al solito con Styles, poi gli aveva mollato un ceffone -sempre come suo solito- ed era andata tra le braccia di suo fratello. Quei due stavano sempre abbracciati, era assurdo, soprattutto perché era sempre Edward che la stringeva possessivamente: sospettavo che le fosse mancata da morire i mesi che aveva viaggiato. Si era poi sistemata tra me e Niall che pian piano si stava addormentato, e gli aveva tirato una sberla sulla schiena per svegliarlo, infine si era accoccolata tra le mie braccia e stava sonnecchiando. Era troppo stanca e neanche la celestiale visione di Alex Pettyfer in Beastly -come aveva detto Brittany- la stava tenendo sveglia.
Louis lanciava occhiate furtive alla camera di Aileen, dove ad un certo punto della serata Brittany era sparita: non sapevo cosa fosse successo tra quei due, ma qualcosa era accaduto. Non facevano altro che sorridersi l'un l'altra, e arrossire passivamente. Erano cosi melensi, Gesù.
Zayn ed Harry stavano facendo a gara per chi mangiava più patatine piccanti, e stava vincendo Zayn, mentre Harry era diventato tutto rosso e a malapena respirava. Mai mettersi contro Malik e il piccante.
Edward era seduto a gambe incrociate sulla poltrona ed apparentemente io e lui eravamo gli unici che stavano seguendo seriamente il film, o forse lui stava guardando solo Vanessa Hudgens.
Lo beccavo ogni tanto a lanciarci occhiate furtive, come a vedere il modo in cui trattavo Aileen: aveva costantemente paura che le facessi male, ossia l'unica cosa che non avrei mai voluto fare.
Ma tu, l'ami Liam?
La vocina quel giorno era seriamente intezionata a fracassarmi anche l'ultima cellula nervosa funzionante.
"Lee!" sentimmo urlare da dentro la camera dove c'era Brittany. Uscì tutta affannata col pc di Aileen in mano, arrivando davanti a noi. Aileen si alzò a fatica, scostandosi il plaid che aveva addosso e guardandola attentamente: se Brittany non si sbrigava, Aileen rischiava di collassare.
"Lee, l'ho trovato! L'ho trovato!" non seppi bene di cosa stesse parlando, ma vidi solamente Aileen alzarsi di scatto in piedi e guardare la sorella con occhi sbarrati.
"Seriamente? Cioè, seriamente?" chiese, mettendosi una mano nei capelli. Poi sorrise, un sorriso che mi sembrò assurdamente speranzoso.
Okay, che diavolo stava succedendo?!
"Cioè, non ho trovato ancora lui. Il computer sta ancora facendo la scansione degli ultimi sei indirizzi IP da cui hai ricevuto le email. Altre due ore, più o meno, e lo troverò" disse. Il respiro mi si bloccò in gola.
In primo luogo: da quanto Brittany era una cazzo di hacker?
In secondo luogo: quanto ero nella merda da uno a settordici? Assolutamente settordici.
Aileen non aveva abbandonato l'idea di trovarmi, per niente. Probabilmente il me virtuale l'aveva colpita così tanto da non lasciarsi abbattere. Lasciai i pensier eclettici per un momento da parte, guardando i ragazzi. Tutti avevano più o meno la stessa maschera di orrore mista a paura in viso: a quel punto mi fu chiaro che fossi nella merda.
"Andiamo un attimo di là" sussurrò Aileen. Brittany annuì e si avviarono in cucina.
Harry mi si avvicinò immediatamente, guardandomi negli occhi.
"Adesso, devi dirglielo adesso. Se lo scopre da sola succederà un putiferio ancor più grande di quello che potrebbe scoppiare se glielo dici tu ora. Muoviti cazzo, muoviti" mi intimò.
"Ma non capisco come diavolo faccia, insomma l'ultima mail l'ho mandata dal telefono. Quasi tutte le ultime email l'ho mandate dal telefono" dissi, sconsolato con una mano nei capelli.
"Ha fatto controllare tutte le email, Liam, diamine" sbottò Zayn. Notai che si erano avvicinati tutti, tranne Edward che ci guardava come se fossimo degli alieni: ringraziai il fatto che fosse un tipo riservato e non chiedesse di cosa stavamo parlando.
"Okay, devo dirglielo ora. Ora" cosa cazzo avrei dovuto dirle? Non sapevo neanche come cominciare il discorso, come presentarlo o come finirlo.
Mi alzai di scatto, dirigendomi in cucina sotto gli sguardi serii dei ragazzi.
"Lee, posso parlarti un secondo, per favore? E' importante" dissi, sul ciglio della porta. Lei alzò lo sguardo dal computer su cui Brittany stava picchiettando alla velocità della luce, e mi rivolse un sorriso caldo.
Ciao, sensi di colpa, mi eravate mancati.
"Certo" annuì, prendendomi per mano e portandomi in camera.
Okay, calma Liam, puoi farlo. Probabilmente ti tirerà un calcio nei coglioni e comincerà ad urlare, ma te lo meriti, hai deciso tu di seguire i consigli cretini di Styles.
Chiuse la porta, rimandendoci attaccata, poi mi guardò: non ci volle molto perché si avvicinasse e mi scoccasse un rumorosissimo bacio sulle labbra. La presi e le misi le mani sulle spalle, prima che potesse sfociare in altro.
"Che c'è? Mi sembri preoccupato, stai sudando freddo" esclamò, ridacchiando.
Guardai i suoi occhi azzurri, così caldi, così diversi da come mi erano sembrati la prima volta in cui l'avevo vista, quella volta in cui avevo creduto che mi sarebbe stata antipatica, in cui avevo creduto che l'avrei odiata. Ed invece...
L'ami, Liam?
Sospirai e strinsi la presa sulle sue spalle.
"Sono io Principe, Lee. Quello che stai disperatamente cercando, sono io".

Panda's Corner.

CIAO BABEEEEEEEES!
Non sono morta, ero solo tanto stanca.
Oggi ho dormito tutto il pomeriggio e il capitolo l'ho finito tipo dieci minuti fa.
COME STAAAAAAAAAAAAAAAATE?
Come è andato il vostro rientro a scuola. Per me non è stato tanto tragico alla fine
ho visto di peggio. HAHAHAHAHAHHA.
Allora, sto temporeggiando: c'è un salto temporale, sì. La storia altrimenti
sarebbe stata troppo statica, e a me si rompono i coglioni, LOOOOL!
In ogni caso, notizia bomba, alla fine della storia (oltre a questo)
mancano due capitoli.
Avevo pensato di inserire un nuovo personaggio che avevo in mente
ed allungarla, ma c'ho ripensato, perché non mi sarebbe piaciuto
poi alla fine il risultato, pensandoci alla lunga.
Non ve l'ho mai detto, ma il Edward me lo immagino come Logan Lerman (quello
che ha fatto Percy Jackson, per intenderci). alksjdjasd
Un bel pezzo di manzo, insomma. HAHAHAHAHAHAHHA.
Io spero che questo capitolo vi piaccia, lo spero vivamente.
Vi RINGRAZIO DA MORIRE, per le 146 preferite, cazzo, e per tutte le recensioni che mi lasciate
Dios mio, impazzisco. asklòdjaslkdjaskjdsad.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, ci tengo veramente.
Vi amo tutte, grazie davvero :')
Andreea

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Capitolo 14
*** 14. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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14.

{All this time you were pretending
so much for my happy ending.
Avril Lavigne - My Happy Ending}


Ero sul momento di scuoterla energicamente, perché Aileen non si muoveva da quando avevo parlato. Era rimasta così, immobile a fissarmi, gli occhi spalancati e il respiro mozzato. Poi repentinamente cambiò espressione, diventando buffissima. Fu quando scoppiò a ridere che le tolsi le mani dalle spalle, guardandola perplesso.
Che cazzo c'era da ridere?
"Dai. Su, Liam, ma di cosa stai parlando?" chiese tra una risata e l'altra.
"Aileen, guarda che non sto scherzando" pronunciai. Si fermò dal ridere, e mi guardò seriamente. Non seppi esattamente cosa avesse trovato nella mia espressione, ma la sua cambiò di nuovo radicalmente. Notai i suoi occhi assumere una luce strana, che non ero in grado di spiegare, la sua bocca piegarsi in una smorfia e le mani tremarle.
Ecco, sta per scoppiare.
"Che cazzo dici Liam. Che cosa cazzo stai dicendo" sibilò. Strinse le mani a pugno, guardandomi negli occhi: era furiosa.
"Piccadilly Circus. E' tutto merito del destino. Ti dicono niente queste cose?" risposi. Lei sbiancò, facendomi pentire amaramente di non averglielo detto prima.
Dio Liam, quanto sei nella merda.
"Tu non...tu non puoi essere...no" balbettava sconnessamente, scuotendo la testa.
"Io..."
"No! Stai zitto!" esclamò, fermandomi. Alzò le mani, portandosi due dita sulle tempie e cominciando a massaggiarsele.
"Calma Lee, è tutto okay. Calmati" si ripetè; mi guardò un'altra volta.
"Oh cazzo, sei davvero tu. Cioè, tu sei...Principe. Tu sei quello che mi ha reso la vita migliore e peggiore allo stesso tempo. Tu sei...Principe" continuava a ripeterlo, e non sapevo se fosse un bene o un male. Speravo solo che non mi sarebbe saltata addosso, picchiandomi violentemente, dato che ne era perfettamente capace.
Cominciò a respirare più velocemente, posandosi una mano sul petto.
"Diamine Lee, stai bene?" mi avvicinai. Lei si scansò, appena cercai di toccarla: quel gesto mi fece veramente male.
Sei bruciato, Liam.
"Non provare a toccarmi, Liam. Non adesso" il fatto che avesse aggiunto il 'non adesso', implicava che avrei potuto toccarla in altre situazioni, no? Forse non era tutto andato a puttane.
"Da quanto lo sai?" chiese atona, sedendosi sul letto.
"Due mesi, più o meno. L'ho scoperto la mattina dopo che tuo fratello è arrivato a Londra, quando ho dormito qui e ti ho portato il libro in giapponese. Ho collegato alcuni fatti, e quando mi hai detto la tua mail è stato un colpo al cuore" spiegai. Lei si mise la testa tra le ginocchia, come se improvvisamente le venisse da vomitare.
"E non mi hai detto niente. Per quale cazzo di motivo non mi hai detto niente, Liam?" esclamò, alzando lo sguardo. Trattenni il respiro, la sua espressione era cambiata ancora: adesso era ferita, delusa ed amareggiata; aveva gli occhi lucidi e le guance terribilmente rosse.
"Io...non lo so. Non ero pronto...non volevo che pensassi lo sapevo da tempo, io...non lo so, Lee" esclamai esasperato, buttandomi sulla poltrona.
"Io...ho bisogno di tempo. Io..." ormai non riusciva più a fare un discorso di senso compiuto. Mi alzai, cercando di riavvicinarla.
Sorprendemente, non si oppose quando la strinsi in un abbraccio. Respirai profondamente il suo profumo, come se sapessi che per un po' di tempo non avrei più potuto sentirlo. Speravo che mi lasciasse più tempo, invece mi posò le mani sul petto, allontandomi di scatto.
Sentii tanti piccoli pugnali trapassarmi la nuca, e il cuore aumentare il battito.
No, Lee, non farlo. Non respingermi.
"Vattene" esclamò. Sbarrai gli occhi.
"Lee, ti prego" cercai di avvicinarmi di nuovo a lei, ma scattò indietro buttandosi sul letto.
"Porca puttana Liam, ho detto vattene" ripetè, con voce rotta. Aveva già il viso rigato dalle lacrime, e mi fece male soltanto guardarla. Non riuscivo neanche a pensare che la causa di quel male fossi io.
"Ma, io e Principe siamo la stessa persona, cosa c'è di sbagliato ora? E' tutto a posto no? Possiamo stare insieme anche meglio di prima!" gesticolai nervoso.
No, Lee. Non ti voglio lasciare. Neanche per idea. Tu sei la mia fottuta aria.
"Sai cosa c'è? Che mi hai mentito. Questo c'è, Liam. Come posso fidarmi di, te? Dimmi come, perché io non lo so. In questo momento, so solo che non voglio vederti, voglio solo stare da sola" esclamò, stringedosi le ginocchia al mento, e poggiandovelo sopra.
"Lee, non farlo...ti prego" pregai un'ultima volta.
Ti amo troppo per lasciarti andare.
Oh, Dio. Io ti amo, Lee.

Lei abbandonò il capo sulle ginocchia, cominciando a singhiozzare. Non potevo lasciarla così, non potevo.
"Liam. Fallo per me ed esci, ti prego" mi pregò di nuovo.
Porca Eva, non capisci che non posso farlo Lee? Non posso.
"Io non ho intenzione di lasciarti Lee, verrò qui anche ogni giorno se sarà necessario. Tornerò anche stasera. Non lascerò che tutto questo rovini quello che abbiamo" esclamai, stringendo i pugni. Lei alzò il viso, e la sua espressione era un misto tra il furioso e il disperato.
"Che cosa abbiamo Liam? Che cosa? Il nostro è un rapporto fondato sulla menzogna, te ne rendi conto? Riesci a capirlo, Cristo Santo?!" urlò.
Fece un respiro profondo.
"Voglio solo che tu esca da questa stanza, ora" i suoi occhi azzurri, prima così vivaci e felici, ora spenti e delusi mi penetrarono da parte a parte, e l'unica cosa che riuscii a fare fu girare i tacchi, e andarmene come mi era stato chiesto.
Bravo, Liam. Hai perso l'unica cosa bella che ti potesse mai capitare.

"Che diavolo è successo? Ho sentito Lee urlare" esclamò Edward. Più o meno tutti erano raggruppati dietro la porta di Lee, e quasi sicuramente avevano ascoltato l'intera conversazione.
"Avevi detto che non l'avresti mai ferita, Liam" ecco, appunto. Edward era furente, e incominciò ad avvicinarmisi minaccioso. Già stanco di quella situazione, feci per allontanarlo di scatto, ma qualcun altro ci pensò al posto mio.
Harry gli mise una mano sul petto, bloccandolo. Edward spostò i suoi occhi dardeggianti da me al riccio, facendo una smorfia.
"Che c'è, Harry?" ringhiò.
"Capisco che tu sia arrabbiato con Liam, ora, ma non credi che lui stia molto peggio di te? Lascialo respirare, ha appena litigato con la donna che ama, in caso non l'avessi notato abbastanza" spiegò, risoluto. Mi sorpresi di come fuori fosse così evidente che amassi Aileen con tutta l'anima, e soprattutto mi sopresi della reazione di Edward: mi guardò un istante, prima di sbuffare e distendere le dita che aveva stretto a pugno.
"Non la passerai liscia, Payne" mi guardò un'ultima volta, prima di dirigersi verso la stanza di Lee. Sospettavo che fosse l'unico che in quel momento lei volesse e riuscisse vedere.
"Liam." mi voltai verso Brittany, che con un sorriso rassicurante mi si era avvicinata, facendomi una carezza sul braccio.
"Si risolverà tutto, vedrai. Tiene troppo a te" annuì, come per confermare la sua tesi, e tornò in cucina sotto lo sguardo di Louis.
Sospirai infilandomi una mano nei capelli, per poi scuotere la testa.
"E' meglio se vado a casa, torno domani mattina per parlarle di nuovo. Conoscendola non chiuderà occhio e domani sarà ancora più intrattabile di ora, ma non mi arrendo così" spiegai, mentre mi infilavo la giacca. Gli altri annuirono, e dopo un breve saluto a Brittany, mi seguirono tutti.
Li amavo seriamente quando non mi lasciavano da solo.

Quella mattina non ero riuscito ad andare da Aileen perché Jerry era venuto a prenderci e ci aveva catapultati alla Sony. Non avevo avuto un momento libero per sfuggire ai manager ed andare da lei, visto che a lavoro non si era presentata.
Era ovvio che non fosse venuta per evitare di vedermi, ma avevo sperato fin all'ultimo di vederla varcare la porta del suo ufficio e impartirci ordini, o regalare cibo a Niall.
Avevamo finito il pomeriggio di parlare con i manager e i produttori del nuovo album, e poi mi ero diretto alla macchina di Louis -che stavolta avevo praticamente rubato- per andare a casa di Aileen. Volevo seriamente parlarle, chiederle scusa, fare qualsiasi cosa pur di farmi perdonare.
Arrivato davanti alla porta di casa sua, bussai, senza ricevere alcuna risposta. Provai a bussare più forte, finché non mi ritrovai a picchiettare violentemente sul legno massiccio, quasi imprecando.
A quel punto la porta si aprì di scatto, e mi si parò davanti il viso senza espressione di Edward.
"Dov'è Aileen?" chiesi di getto. Edward sospirò, facendomi entrare.
"Liam..." era strano, veramentre strano. Lui non era mai così accondiscendente con me.
"Dov'è Aileen?" ripetei. Non ero intenzionato a farmi bloccare da lui.
Stette in silenzio, guardandomi con occhi tristi e quasi...compassionevoli.
"Edward?!"
"Se n'è andata!" sbottò, alzando le mani al cielo.
Sbarrai gli occhi, aprii la bocca e rimasi impalato; qualcosa all'altezza della gola spingeva spiacevolmente, un brivido mi percorse la schiena e salì fin dietro la nuca.
Un profondo senso di abbandono si instaurò nel mio cuore, e appoggiai una mano al tavolo della cucina per sorreggermi fisicamente, visto che mentalmente ero già col morale parecchio sotto terra.
"Quando?" chiesi, sedendomi. Solo allora, passando un po' lo sguardo tra il salone e il corridoio che portava alle camere, notai vari scatoloni e una valigia piuttosto grande.
"Stamattina presto. Ha comprato un biglietto low cost per Los Angeles stanotte" spiegò lui, sedendosi davanti a me.
"E tu perché sei ancora qui?".
"Dovevo sistemare le ultime cose" alzò le spalle. Mi coprii il viso con le mani, sospirando. Se n'era andata. Cosa diavolo potevo fare ora? Non mi aveva neanche dato il tempo di spiegare, aveva deciso di partire e basta. Non un biglietto, non un messaggio. Niente.
Il senso di abbandono tornò in maniera anche più drastica di prima, e mi colpì ancor più violentemente.
"E Brittany, è con lei?" chiesi. Edward annuì.
"Sono tornate entrambe da papà, ma Lee non aveva intenzione di rimanere. Ci è andata giusto per dire a papà di darsi una regolata e riprendere Brit sotto le sue ali, senza costringerla a fare niente. Lee non vuole più avere niente a che fare con la famiglia Williams, quindi probabilmente entro domani sarà già a Berkeley a sistemare le sue cose" esclamò.
"L'hanno presa all'università?" nonostante tutto, non riuscivo a non essere felice per lei: era quello che voleva. Edward annuì nuovamente.
Abbassai la testa, non sapendo più che dire. Ero a Londra, da solo, e la donna che mi aveva sconvolto la vita in quattro mesi e che avevo appena scoperto di amare, era dall'altra parte del mondo.
"Senti -Edward mi riscosse dai miei pensieri- lo so che sono stato duro con te e mi dispiace...Dopo quello che ha detto Harry ieri sera, ho capito anche io che l'ami veramente, è solo che avevo paura potessi farle del male. Lei non ha mai avuto un ragazzo, non seriamente".
"E Chris Brown chi era scusa, un albero?" esclamai.
"Chi?" Edward scoppiò a ridere, lasciandomi basito.
"Il cantante" risposi, con ovvietà.
"Ah, Chris! Ma non è stato il suo fidanzato! In pratica la casa discografica di Chris non voleva rinnovare il suo contratto e mia sorella ha pensato che facendosi vedere con lei, i suoi produttori avrebbero pensato che volesse passare alla Hollywood Records. Il che ha anche funzionato, visto che dopo un po' Chris è venuto fuori con un nuovo album. Non sono mai stati insieme, erano migliori amici, almeno prima che lei se andasse da Los Angeles" spiegò, ancora ridacchiando.
Ero ancora più basito di prima e non sapendo che dire, continuai a guardare Edward a bocca aperta.
"In ogni caso, anche lei ti ama Liam, e l'ha capito. Per questo se n'è andata. Sarebbe stato facile per lei perdonarti, perché è troppo cotta di te, ma diciamo che ha usato come pretesto questa cosa per porre fine alla vostra storia prima che potesse soffrire oltre. In fondo, se non fosse successo tutto ciò, sarebbe dovuta partire tra due settimane e sareste stati allo stesso punto di ora. Tu qui, lei lì. Entrambi a soffrire come cani. Credo abbia pensato fosse meglio evitare di provare una relazione a distanza ed è scappata. Probabilmente ora è suonare la chitarra mentre canta qualche canzone strappalacrime. E' diventata assurdamente emotiva da quando sta con te, il che è un bene. Tranne in mia presenza, mia sorella sembrava sempre fatta di ghiaccio. Forse per questo devo anche ringraziarti, sei riuscito a farla sciogliere, a farla diventare la Lee che era un tempo e che era sparita a causa della situazione tra mia madre e mio padre. Mi dispiace che se ne sia andata così Liam, capisco che non dev'essere facile per te" concluse.
Aileen Williams e la sua fottutissima paura di stare male. Accidenti non poteva semplicemente dirmelo, senza sparire così?
"No, non lo è" sospirai.
"Cosa dovrei fare, secondo te? Non voglio lasciarla Edward, lei è l'unica cosa bella che mi è capitata in questo anno" esclamai. Edward alzò le spalle, dirigendosi verso il salone.
"Non lo so, Liam. Fai quello che ti senti e quello che puoi. Ti dico solo: se sai che è importante per te, non lasciartela sfuggire tra le dita".

Panda's Corner.


Innanzitutto, scusate il ritardo, ma mi sto impegnando a scuola perché nel trimestre ho fatto un po' schifo e adesso ho un po' di roba da recuperare. Ciò mi impedisce di scrivere a ogni ora della giornata come facevo prima, e di conseguenza gli aggiornamenti vanno sempre più a rilento.
Questo è il penultimo capitolo, sì, e lo so che è parecchio deprimente. HAHAHAHAHAHAHHAHA. I'm sorry, ma questa storia ha avuto sempre una linea piuttosto sclerotica e romantica, quindi qualcosa di estremamente triiiiiiiste ci voleva, LOL.
In secondo luogo, volevo ringraziarvi assolutamente per le numerosissime e bellissime recensioni che mi lasciate. Forse non ci rendiamo conto che questa storia è arrivata a 165 preferiti, cosa che non mi sarei sognata minimamente. Io non so in che lingua o modo devo ringraziarvi ancora, ma davvero, grazie mille. Adesso mi metto a rispondere alle recensioni dello scorso capitolo. HAHAHAHHAHA :'')
Un' altra cosa: ho cambiato nickname. Da pleasestay, sono passata a itsandreea (anche su twitter sono passata a itsandreea_ :3). Questo generalmente perché pleasestay è una parte di me in cui ora non mi riconosco più. E' stata la parte rifiutata, triste e sola di me, la parte che non aveva grandi amici e che non era accettata da molti. Adesso sono cambiata, ho un gruppo di pazze sclerate che a ogni cambio dell'ora/ricreazione mi fanno cantare l'intera discografia Directioniana, ho due migliori amiche splendide e una di queste è anche su questo fandom, ho un migliore amico che è come se fosse un fratello, che è riuscito ad accettarmi come sono e io gli voglio un bene dell'anima. Perché sto dicendo questo? Non lo so, però probabilmente volevo solo aprirmi anche con tutte voi che leggete perché non lo faccio mai. LOL.
Finita la parte deprimente, inizia quella della pubblicità. HAHAHAHAHHAHAHA. C'è la fan fiction di una mia cara amica, __MariMalfoy che mi farebbe davvero piacere passaste a leggere: Like an Extra. E' stupenda, veramente :')
Poi volevo chiedervi, se vi va, di leggere questa mia One Shot che ho scritto in un momento di stacco dalle mie long, LOL, che si chiama Come se fosse facile.

 


Detto questo, posso anche ringraziarvi e ci vediamo all'epilogo, fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo, perché ci tengo da morire. Grazie per essere state sempre così attaccate a questa storia, vi adoro. :')
Tanto tanto tanto amore,
Andreea :')

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Capitolo 15
*** 15. ***


"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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15.

{I would walk through the desert
I would walk down the aisle
I would swim all the oceans
just to see you smile.
Stand Up - One Direction}


Non avevo mai pensato che mi sarei ritrovato sul davanzale della finestra della mia stanza, a guardare il cielo uggioso di Londra semidepresso.
E quel tempo assolutamente non aiutava.
Erano passati tre giorni da quando Lee se n'era andata. Alla fine anche Edward era partito alla volta di Los Angeles, solo per riportare le ultime cose alle sue sorelle, poi mi aveva detto che se ne sarebbe andato un paio di mesi in Italia, senza sparire d'un tratto e lasciare Lee da sola, però.
Lei, lei invece mi mancava come l'aria. Mi mancava vederla svegliarsi con un diavolo per capello incazzata nera con gli uccellini, mi mancava vederla bere il caffè ad occhi chiusi, mi mancava vederla mentre dava schiaffi a Harry, mi mancava vederla portare cibo a Niall, mi mancavano i suoi baci e i suoi abbracci spontanei, mi mancava fare l'amore con lei e mi mancavano i suoi sorrisi. Mi mancava tutto di lei.
Ogni tanto mi chiedevo se anche io mancassi a lei, tanto quanto lei mancava a me. Chi me lo diceva che era veramente innamorata di me? Se lo fosse stata, sarebbe rimasta, senza preoccuparsi del fatto che sarebbe stato difficile instaurare una relazione a distanza. O almeno, se ne sarebbe andata dicendomelo, per quanto male potesse fare.
Chi mi assicurava che anche lei provava quel sentimento che ti bloccava le vie respiratorie nei momenti meno opportuni? Edward? Harry?
Nessuno poteva dirmelo, tranne lei.
Sbuffai, prendendomi la testa tra le mani: non potevo continuare così. Dovevo fare qualcosa, e le uniche soluzioni che mi venivano in mente erano dimenticarla, o andarla a cercare. Il problema di fondo era che non avevo un secondo libero dal lavoro, non potevo muovermi, e anche se l'avessi fatto, quanto sarei potuto rimanere con lei, tre o quattro ore? E chi diceva che non mi avrebbe respinto e mandato a calci in culo fino all'aeroporto? Conoscendola, ne sarebbe stata perfettamente capace.
Feci per scendere dal davanzale, quando la porta della mia camera si aprì di scatto. Vidi spuntare ad una ad una tutte le teste dei miei migliori amici, che non si fecero molti problemi e si tuffarono tutti sul mio letto disfatto.
Anche loro si erano stufati di vedermi apatico.
"Allora, per una volta nella sua vita, Styles ha avuto un'idea intelligente" esordì Zayn, mentre mi mettevo davanti a loro.
"Cioè?" chiesi, mentre Harry dava un ceffone sulla nuca di Zayn.
"Ti spediamo da Lee, a forza" spiegò Niall. Sbarrai gli occhi.
"Ma che siete scemi? Non posso andarmene così!"
"Sì che puoi, Liam. Anche perché abbiamo parlato col direttore e gli abbiamo detto che una tua nonna lontana sta male e che ti concede qualche giorno libero" mugugnò Louis, con la faccia spalmata contro il mio cuscino.
"Ragazzi, non credo sia una buona idea..." cominciai.
"Oh, stai zitto per una buona volta e non pensare. Agisci e basta" esclamò Harry.
"Come fai tu, tutte le volte?" lo guardai male. Sapevo che volevano aiutarmi e li ringraziavo, ma non mi sembrava davvero il caso di presentarmi da Lee, così dal nulla...
Harry annuì.
"Senti -prese parola Zayn, serissimo, avvicinandosi a me e mettendomi le mani sulle spalle- non ti ho ancora perdonato per avermi tradito con lei, ma ho capito che è la ragazza che stavi cercando da sempre. Magari tu non te ne rendi conto, ma sono tre giorni che fai le stesse identiche mosse che faceva lei la mattina. Sono tre giorni che vai a dormire con la cannottiera che Lee ti aveva rubato perché non le andava di mettersi il pigiama. E sono tre giorni che sei schifosamente depresso, e ci siamo stufati di vederti così".
"E poi, Lee manca a tutti noi" disse Niall, guardandomi con faccia da cucciolo bastonato.
"Non è vero, a Niall manca solo il cibo che lei gli portava" Harry gli fece la linguaccia, mentre lo diceva e Niall lo guardò in cagnesco.
"Fatto sta, Liam, che vogliamo vederti felice, quindi..." disse Louis, alzandosi semi-moribondo dal letto e dandomi una busta.
La aprii sospettoso, notando un biglietto solo andata -per ora- per San Francisco.
"Deciderai tu quando tornare" spiegarono, alla mia occhiata eloquente.
Guardai il biglietto una seconda volta, poi sospirai e sorrisi. Mi alzai in piedi, andando ad abbracciarli.
"Siete i migliori amici del mondo" esclamai. Loro mi sorrisero.
"Ma tu che diavolo hai?" chiesi a Louis, che si era ributtato a peso morto sul letto.
"Ci siamo dimenticati di dirti una cosa..." ridacchiò Harry, grattandosi la nuca imbarazzato. Aggrottai le sopracciglia.
"...Brittany è qui. E' tornata ieri" finì Niall. Tossii un paio di volte.
"E perché non me l'avete detto? E soprattutto perché non l'avete ospitata qui? Siete degli animali" borbottai, incrociando le braccia.
"Forse hai dimenticato che Brittany è identica a Lee. Non volevamo che vedendola stessi peggio" spiegò Zayn.
Oh, avevo già detto di amarli? Sorrisi, riconoscente.
"In ogni caso, ribadisco la mia domanda. Perché diavolo stai così?" stavolta il ridacchiare di Harry si trasformò in una vera e propria risata. Si avvicinò a me, mentre Louis non dava segni di vita, e mi posò una mano sulla spalla.
"Secondo te, mio piccolo Liam James Payne innamorato, cosa ha fatto Louis con Brittany, giocato a monopoli?".
"Io credo che abbiano giocato a nascondino sotto le coperte!" esclamò Niall, scatenando le risate generali.

Odiavo gli aeroporti, in ogni loro piccola cosa. Odiavo il fatto che fossero terribilmente caotici e pieni di gente che andava e veniva. Odiavo il fatto che non potessi muovermi liberamente senza andare a inciampare in una ventina di persone contemporaneamente, per quanto questo fosse grande. E l'aeroporto di San Francisco era grande, accidenti.
Ero stanco morto, gli occhi mi si chiudevano da soli dopo tredici fottute ore di viaggio. L'unica cosa che ancora mi impediva di stramazzare al suolo, era la consapevolezza che stavo per rivedere Aileen. Velocemente, uscii dall'aeroporto, e appena vidi un taxi gli feci segno di fermarsi.
Con me avevo solo una borsa con un paio di pantaloni e un paio di magliette, e la cannottiera con ancora l'odore di Aileen addosso.
Sì, ero fissato. Ed ero innamorato.
Amen.
"Quanto ci vuole, per arrivare all'Università di Berkeley?" chiesi, sistemandomi.
"Mezz'ora, più o meno" rispose il tassista.
"Potrebbe fare presto allora, per favore?" lo supplicai. Il conducente annuì, senza parlare per il resto del tragitto. Ammiravo le bellezze di quella città, e quando passammo sopra quel imponente ponte rosso che mi avrebbe portato da Aileen, mi venne in mente un film che Zayn mi aveva fatto vedere migliaia di volte, di cui mi sfuggiva il nome. In ogni caso, nel film, il ponte crollava.
Cercai di non pensare al fatto che sotto di me ci fosse una distesa di acqua tanto, troppo, grande e mi concentrai solo sulle parole che avrei voluto dire a Lee appena arrivato.
Mettevo insieme un sacco di frasi, senza arrivare ad un discorso logico, così mi accorsi che non sapevo cosa dirle. Probabilmente, pensai, le parole mi sarebbero venute sul momento, come nei migliori film romantici.
E se fossi rimasto impalato a guardarla, come mi era già capitato? Mi sarei dato un calcio nelle palle da solo, ecco cosa avrei fatto.
Perso nelle mie elucubrazioni mentali, non mi accorsi che l'auto si era fermata davanti ad un edificio piuttosto grande, rettangolare e preciso.
Era davvero una bella università, e dietro si scorgeva anche il campus. Ora capivo perché Lee l'avesse scelta: era sobria, ma elegante. Come lei.
"Siamo arrivati" esclamò l'uomo. Mi riscossi dai miei pensieri.
"Oh, sì sì, grazie mille" dissi, allungandogli un cinquanta dollari e scendendo sbrigativo dal veicolo.
"Signore, mi ha dato un bel po' di soldi in più!" mi urlò il tassista, mentre richiudevo la portiera.
"Non importa, la prenda come mancia!" dissi, sistemandomi la borsa a tracolla ed avviandomi verso la scuola.
Lee si era già trasferita al campus, me l'aveva detto Edward, quindi ero sicuro di trovarla lì. Il problema era che fosse davvero troppo grande. Attraversai il vialetto che mi ci avrebbe portato, ammirando i giardini e la piccola distesa di verde che c'era, interrotta ogni tanto da qualche panchina o tavolo da picnic. Fu proprio in quel momento che notai una figura famigliare. Anche da lontano, l'avrei riconosciuta tra mille.
Aileen camminava svelta, con la solita borsa a tracolla che le penzolava da una spalla, alcuni fogli particolarmente grandi arrotolati sotto il braccio e un caffè -o almeno credevo fosse caffè- nella mano. Notai solo i capelli stretti in una crocchia disordinata, come suo solito, e gli occhiali da sole sulla testa; senza contare poi i suoi soliti jeans stretti e la felpona XXL.
Un secondo.
Quella era la mia felpona extralarge. Perché stava portando la mia felpa? Involontariamente, il cuore cominciò a battermi.
Liam, sei il solito coglione. Perché dovrebbe portare la tua felpa, non ti viene in mente, eh?
Oh, il mio cervello era ritornato a parlarmi; paradossalmente quello voleva dire che mi stavo sentendo meglio, visto che erano tre giorni che non lo sentivo.
Deciso e con non so quale forza, cominciai ad andarle incontro. Mano a mano che mi avvicinavo, scorgevo altri particolari di lei: le occhiaie che non erano per niente scomparse, il tic fastidioso di mordersi le guance, le labbra screpolate.
Improvvisamente, solo guardandola, sentii tanti piccoli pezzetti di me stesso mettersi al loro posto.
E' questo che si prova, quando si ama una persona, no?
Quando svoltò l'angolo e incrociò il mio sguardo, vedendomi, si immobilizzò al centro della strada, scontrandosi con le persone dietro di lei che non l'avevano vista fermarsi così repentinamente.
"Liam.." non la sentii pronunciare il mio nome, ma lo lessi sulle sue labbra. Cominciò a camminare velocemente verso di me, e per un attimo mi balenò in testa l'immagine di lei che mi saltava addosso e mi baciava con foga, sempre come nei migliori film romantici.
Invece arrivò davanti a me con gli occhi fuori dalle orbite, mi prese per un braccio senza dirmi nulla e mi portò vicino ad una panchina.
Poggiò violentemente i suoi progetti su questa, insieme alla borsa e bevve il caffè tutto d'un sorso.
Okay Liam, non è molto contenta.
Quando si fu ripresa, mi guardò e potei notare la sua espressione preoccupata.
"Perché sei qui, Liam?" mi chiese, con voce flebile. Avrei voluto abbracciarla, anziché parlare.
"Volevo ammirare le bellezze di San Francisco. Perché sarei qui, Aileen?" sbottai. Lei sbuffò, incrociando le braccia.
"Spiegami come cazzo puoi essere qui. Questa settimana non avresti dovuto avere un secondo libero, ed invece sei qui!" la sua voce parve addolcirsi, e cercò di non farsi sfuggire un sorriso.
"C'hanno pensato i ragazzi, dicono che gli manchi" a quel punto il sorriso apparve, e non potei non sentirmi bene. Dio, quanto mi era mancato vederla sorridere.
"Anche a me mancano quegli animali sfonda-dispense" borbottò, sorridendo ancora.
"Lee..." provai a intavolare un discorso, senza riuscirci.
"Liam, so perché sei venuto qui, e ne sono lusingata, ma non me lo merito. E soprattutto, non possiamo stare insieme. Sarebbe troppo difficile, impegnativo. E poi, mi mancheresti di secondo in secondo, non lo sopporterei" spiegò, con la voce leggermente tremolante.
Mi stupii di come fosse subito passata all'argomento clou. E in quel momento, seppi esattamente cosa dire, tutte le parole mi vennero da sole, prepotenti.
"Non me ne frega un cazzo, Lee. -lei sgranò gli occhi- Io ti amo, porca puttana. Lo capisci? Pensi che se non ti amassi in modo così devastante e completo mi sarei sprecato per venire fin qui? Pensi che mi sarei tenuto dentro tutta quella storia sulla nostra vita virtuale? Sapevo che avrei rovinato tutto, sapevo che ti avrei persa e non volevo. Tu sei stata l'unica a colpirmi dopo Danielle, l'unica a farmi provare dei fottuti sentimenti, l'unica per cui avrei donato anche l'unico rene che mi rimane se solo ce ne fosse stato bisogno. Io ti amo, Lee, e non me ne andrò di qui finché non lo ammetterai anche tu, perché so che anche tu mi ami".
Lei rimase a fissarmi, probabilmente senza sapere cosa dire; ripresi fiato, un po' scosso.
"Pensi che ti salterò addosso urlandoti che ti amo, come fanno le povere sgallettate cotte?" esclamò, alzando un sopracciglio. Sbiancai: forse non provava tutto quello che io provavo per lei, forse mi ero solo sbagliato...
"Al diavolo, sì!" disse invece, balzandomi addosso e stringendomi le braccia intorno al collo. Il suo profumo invase le mie narici, e mi sentii a casa. La sollevai da terra, cominciando a girare in tondo mentre la sua risata mi riempiva le orecchie.
Quando mi fermai, sentii Lee aggrapparsi alle mie spalle e i suoi capelli solleticarmi l'orecchio:"Ti amo anche io, stupido One Direction canterino".
Sentendo quelle parole, la strinsi a me più che potei, cominciando a ridere a mia volta.
"Non ti perdonerò mai per averlo detto" mugugnai tra i suoi capelli.
La rimisi a terra, guardandola tra le mie braccia e sentii il cuore scoppiarmi nel petto: quella si chiamava felicità, accidenti, ed io non potevo fare a meno di sorridere.
Mi staccai da lei velocemente, lasciandola interdetta.
"Che ne dici di ricominciare?"
"Eh?" chiese lei, non capendo. Le porsi la mano, sotto il suo sguardo sospettoso e circospetto.
"Ciao, sono Principe Azzurro novantatrè, e tu sei?" dissi, cercando di essere serio.
Le uniche cose che sentii dopo furono la sua risata fragorosa ma tuttavia cristallina, e le sua labbra sulle mie. 

Panda's Corner.


Questo è l'ultimo pandascorner per quanto riguarda questa fan fiction ç_____ç. Non lo so se il finale vi è piaciuto, ma ho notato nelle recensioni che molte volevano questo Liam intraprendente, e mi sono sorpresa nel leggere che avevate quasi tutte bene o male capito come sarebbe finita, ossia con Payne supereroe che partiva alla volta della California. LOL.
Che dire, non so come ringraziarvi per avermi seguito per tutto questo tempo. Questa è la prima fan fiction che ho scritto dopo un periodo di blocco assurdo -che ancora ho, in realtà- e pensavo che sarebbe risultata una merda. Invece tutti quei preferiti, tutte quelle recensioni. çç Io vi amo, veramente. Questi cinque mongospastici su cui ho scritto la storia non sanno quanto in realtà io li ami, e come siano riusciti in sei fottuti mesi a salvare l'ultimo briciolo di felicità che mi rimaneva. Non lo sanno e non so se lo sapranno mai. Ho deciso di postare prima del loro arrivo in Italia, LOL, perché dopo sarei stata tremendamente depressa. HAHAHAHAHAHAH :''D
Il capitolo è stato un parto, perché nonostante volessi farlo dolce, non volevo perdere quella nota di sclero che ha sempre caratterizzato questa storia, capitemi. Spero che questa fan fiction vi abbia fatte ridere e sognare un pochino, perché per me sarebbe meglio di cento recensioni, veramente :')
Grazie per avermi seguito. Non sto a ringraziarvi una ad una perché ho una memoria del cazzo e sicuramente ne scorderei qualcuna, ma sappiate che ognuna di voi -che mi scassava le ovaie su twitter o su facebook o su msn o su qualsiasi altro social network- mi ha portato fin qui. Voi, mi avete aiutato a finire questa storia e a mandarla avanti, perché fosse stato per me probabilmente l'avrei lasciata marcire al terzo o quarto capitolo, conoscendomi.
Dunque, voi siete le uniche che devo ringraziare. Davvero, per tutto. Per tutti i complimenti, le puttanate e le recensioni chilometriche, che io amo tanto tanto tanto tanto :')
Spero che qualcuna di voi deciderà anche di seguirmi nelle mie altre due fan fictions.




So che non avranno lo stesso seguito di questa, e neanche me lo aspetto, ma mi farebbe davvero piacere :')
Detto ciò, fatemi sapere cosa ne avete pensato di questa storia, dall'inizio alla fine, o tutto quello che volete. Stavolta risponderò subito alle recensioni. HAHAHAHAHAHHAAH :''D
Grazie per tutto, veramente. Grazie.
I love you all,
Andreea :)

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