«Ha detto che voleva vedermi, Sibilla?».
Sibilla Cooman sussultò, facendo cadere la zuccheriera, e si voltò a guardare con interesse il collega. «Una tazza di the, Severus? Sono riuscita a liberarmi da sola del molliccio… grazie comunque per essere venuto» biascicò con tono sognante, ignorando la smorfia di disgusto apparsa sul volto di Severus Piton.
«Avrei di meglio da fare…» non finì nemmeno la frase che la donna gli artigliò il braccio, costringendolo a sedersi su un pouf rosa confetto, di fronte a lei.
La professoressa sorrise affabile, versando il the in due tazze bronzee. Profumo di giglio.
Lui la guardò scettico.
«Mi credi così idiota da non riconoscere un’Amortentia?»
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