indirizzo
Draco Malfoy aveva
trascorso tutta la notte a pensare a ciò che era accaduto in quella dispensa
grazie al piccolo e provvidenziale
aiuto di un barattolino pieno di confettura di ciliegie.
Aveva passeggiato in
lungo e in largo avendo per la testa l’assillante voglia di infischiarsene
dell’orario e andare da Hermione, ma poi quando si guardava intorno e notava che
ormai la
Londra Magica dormiva da un pezzo, si
rassegnava e continuava a vagare senza meta sperando solo che lo cogliesse
Morfeo.
Erano le 5 del mattino
quando decise di tornare a casa e svegliare Blaise.
***
“Draco, sono le 5 del
mattino, voglio dormire!”
“Dai su, Blaise.
Guardiamo insieme il sorgere del sole”
“Ma mancano tre quarti
d’ora!”, disse sbuffando e imprecando mentalmente contro il romanticismo
mattiniero del suo migliore amico, “E poi a te l’alba non è mai piaciuta! Per
Merlino, hai vissuto nelle tenebre per anni ed hai sempre sostenuto che il sole
portava solo sudore”, proseguì.
“E
allora?”
“E allora? Tu odi sudare”
“Blaise, si vede che
stai ancora dormendo… perché c’è una particolare circostanza in cui sudare non
mi dispiace per niente”, disse ammiccando nella sua
direzione.
Blaise alzò la testa,
sconvolto.
“Draco, non vorrai
sudare con me guardando l’alba, vero?”, domandò per essere sicuro della
sessualità del suo amico, “Dovresti frequentare una donna!”, asserì saggiamente
ricacciando la testa sotto al cuscino che Draco buttò per terra
provvidenzialmente.
“Lo farei, se non
fossero le cinque del mattino…”
“Dormi”
“No, voglio vedere
l’alba… e tu, verrai con me!”, e caricatoselo sulle spalle, Blaise si ritrovò
sul terrazzo avvolto in due piumoni e con una tazza di cioccolata fumante in
mano continuando a vomitare complimenti
su un Draco particolarmente felice.
***
Blaise aveva ragione da
vendere quando diceva che Draco odiava l’alba, ma Blaise ignorava il vero motivo
per cui il suo arcigno amico biondo voleva vedere quella maledetta
alba.
Non sapeva cosa si
celava dietro quella maledetta voglia di veder sorgere il sole e non andare a
dormire dopo una nottata trascorsa in una grande sala a rimbambirsi con gli
uomini vecchi e noiosi del Ministero.
“Ti va un
caffè?”
“Gradirei di più un
letto e un cuscino”
Draco sbuffò
sonoramente, “Ci vuole spirito attivo per affrontare la
vita!”
Un’espressione di puro
terrore si dipinse sul volto del Blaise dormiente, si alzò in piedi e con grande
fatica si avvicinò all’amico e prese a scuoterlo per le spalle, “Tu non sei il
sadico, cinico, arrogante, vanitoso … e poi non mi viene in mente più niente,
Draco Malfoy! Dov’è lui? Che ne hai fatto?”, cominciò a chiedere continuando a
scuoterlo.
“Blaise, non c’è nessuno
nel mio corpo!”, disse lui sorridendo e staccando la presa dell’amico dalle sue
spalle che continuava a scuotere un po’ troppo debolmente.
“E comunque non conosco
nessuno pronto ad affrontare la vita alle cinque e venti del mattino!”, asserì,
prima di sistemarsi meglio nei suoi due piumoni e rimanere incantato dal sorgere
del sole.
***
Erano ormai le sei e
trenta, e Draco non aveva ancora permesso a Blaise di tornare tra le calde
coperte del suo comodo letto, poiché lo aveva costretto a giocare a Scacchi
Magici per un’intera mattinata.
“Draco, sono
stanco…”
Draco guardò l’orologio
e nella sua testa si disse che era un orario più che decente per farsi una sana
corsetta e arrivare alla dimora di una particolare ragazza che la sera prima non
aveva avuto il piacere di salutare con dovuta accuratezza.
“Puoi andare a dormire,
se vuoi…”, disse Draco guardandosi intorno come se stesse cercando qualcosa che
continuava a sfuggirgli.
“Posso andare a dormire?
Ora?”
Draco annuì incurante
dello sbraitare di Blaise.
“Devo andare a lavorare,
Draco! E sappi che se un giorno non mi dirai perché mi hai fatto vedere l’alba
io ti ucciderò nel sonno, intesi?”
Draco guardò il suo
amico continuare a minacciarlo attraverso i due piumoni e si mise a ridere di
gusto.
“E adesso dove
vai?”
“A fare
footing!”
Blaise rimase
imbalsamato per la decima volta in quelle poche ore di ciondolamenti e sbadigli
più o meno rumorosi.
Draco Malfoy aveva
sempre odiato l’alba, aveva sempre odiato sudare e quindi fare footing e di
sicuro non era da lui vestirsi da comune babbano.
Perché mai ai suoi occhi
si presentava vestito da comune babbano con una voglia immonda di fare footing
all’alba?
Non riuscì a dar voce a
tutte quelle domande che Draco Malfoy era uscito dall’appartamento e si
accingeva a raggiungere la sua
meta.
***
Correva come un pazzo
perché non ce la faceva più a tenere dentro
quell’esplosione.
Aveva bisogno di lei
come aveva bisogno dell’aria.
Non guardava dove
metteva i piedi, non notava il risvegliarsi della città con i suoi abitanti che
ancora impastati di sonno ciondolavano per cercare di essere puntuali ai loro
posti di lavoro.
Tutto sembrava ancora
dormiente
Erano le sette del
mattino quando raggiunse il suo traguardo: un anonima villetta situata sul lungo
viale alberato che attraversava la città.
Si appoggiò stancamente
al portone cercando di riprendere fiato prima di suonare il campanello e forse
svegliarla.
***
Hermione Granger si era
addormentata sullo scomodo divano della cucina leggendo il nuovo libro della
Bardam e aspettando invano Saber, che senza avvertirla era rimasta in compagnia
di un vecchio compagno di Durmstrang in visita in
Inghilterra.
Dormiva beata quando il
suono assordante del campanello la fece sussultare e cadere rovinosamente per
terra.
“Giuro che ammazzo lo
stronzo che…”, cominciò ad imprecare massaggiandosi la schiena dolorante per la
botta subita.
Il campanello continuava
a suonare senza ritegno e Hermione, ancora assonnata, si portava ciondolando
all’ingresso imprecando senza pietà, tanto che sbattè anche il piede su di un
piccolo mobiletto quasi vicino l’ingresso.
“Porca Pluffa!”, disse
Hermione saltellando per via del dolore anche al piede.
Il campanello continuava
a suonare
“Merda! Spero ci sia
qualcuno in pericolo di vita!”. E quando un’ Hermione saltellante aprì la porta
d’ingresso dell’anonima villetta, si ritrovò davanti l’unica persona che non
credeva sarebbe andata a farle quell’improvvisata mattiniera facendola imprecare
contro il mondo e tutti i suoi abitanti.
“Malfoy! Cosa diavolo ci
fai qui? A
quest’ora?”
Era un tantino
sconvolta, ma Draco dovette ammettere a se stesso che con quella maglietta
sformata e quei pantaloni era forse più bella e sensuale della sera
prima.
“Spero tu abbia una
motivazione decente, della serie Lord Voldemort è tornato in vita e adesso hai
una cicatrice a forma di nuvola sulla guancia!”, annunciò inviperita mentre
Draco rideva di gusto.
“No, niente Voldemort e
niente cicatrici!”, disse avvicinandosi maggiormente a lei che continuava a non
capire la presenza di Draco Malfoy sul suo zerbino scolorito dove al posto del
Welcome era rimasto solo Come.
“ E allora?”, l’essere
strappata dal sonno l’aveva resa nevrotica.
Draco continuò a
guardarla come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto, e adesso che
sapeva cosa significava perderla non sarebbe mai più riuscito a perdonarsi se le
sue paure sarebbero tornate a vorticare nella sua testa.
“E allora ho scoperto
qual è l’indirizzo dell'’amore…”, rispose enigmaticamente facendo sbattere più
volte le palpebre ad Hermione poiché insicura delle parole appena proferite da
Draco.
“Prego?”, chiese
dubbiosa.
“Hermione…”, e mentre
Hermione sentiva che i suoi polmoni non ne volevano sapere di incamerare
ossigeno, temeva e bramava quelle labbra allo stesso
tempo.
Scosse la testa, incredula, perché era altamente
impossibile che Draco Malfoy fosse sul suo zerbino
scolorito.
Era altamente
impossibile che fosse lì, alle sette del mattino più bello che mai, che le
diceva di aver scoperto quale fosse l’indirizzo
dell’amore.
“Draco, la Bardam deve averti dato alla
testa”
“No, forse altro mi ha
dato alla testa”
“Ecco, sarebbe meglio se
andassi a dormire!”
“No”
“No??!?!!”, ripetè lei
incredula.
“Hermione, ho finalmente
capito che sono idiota proprio quanto Trevor e che tu sei idiota esattamente
quanto Sharon”, ammise ghignando, mentre il suo sguardo persistente aveva fatto
tingere di rosso le guance della ragazza che continuava a guardalo
incredula.
“Trevor e Sharon? Che
significa?”
Draco poggiò la schiena
contro il muro e assunse il tipico atteggiamento canzonatorio che lo distingueva
dalla massa di Hogwarts.
“Sai Granger, ti facevo
più sveglia…”
Probabilmente voleva
solo provocarla,ma lei era troppo intontita per rendersene
conto.
“Malfoy, stai diventando
insopportabile!”
“Suvvia, credevo solo
che per una divoratrice di libri come te non sarebbe stato difficile capire il
significato delle mie parole.”
Hermione lo guardò e
convenne con se stessa che forse stava delirando proprio come quando lo aveva
trovato moribondo in quel corridoio e dove poi l’aveva baciata a tradimento
dicendole solo che quello era un buon motivo per rimanere lì, e che quindi era
meglio tornare a casa e cercare di riprendere sonno.
“Tu stai delirando”,
ammise divertita scuotendo la testa.
Draco notò la mano di
lei sulla maniglia e subito l’afferrò per il polso.
“Hermione”
Trasalì al sentire il
suo nome.
La serietà e profondità
con la quale era stato proferito ricordavano molto il momento in cui con un Ti Amo…
Si
voltò.
Tremava.
“Hai sempre sostenuto
che io fossi un orgoglioso che non sarebbe mai sceso a patti con se stesso… che
non avrei ammesso di aver sbagliato, di essere un idiota… ma adesso, adesso so
di essere stato un idiota e lo sarei ancora se non fossi qui nonostante
l’orario…”
Sussultava ad ogni
parola proferita da quella calda voce, mentre il polso cominciava a bruciare
sotto quel tocco.
“Hermione, la vera
idiota sei tu!”
Di certo non si
aspettava che quel monologo finisse con quella frase.
Adesso, le risultava
ancora più complicato capire cosa diamine volesse Draco.
O forse lo sapeva e non
voleva ammetterlo per orgoglio?
“Finiremo come Antonio e
Cleopatra?”, domandò scorgendo lo sguardo basso e pensieroso della donna che
amava.
“Non so cosa tu voglia
dire, Draco”
Testarda
“Sei la solita idiota
testarda!”, convenne sorridendo, mentre gli occhi di lei si accendevano
battaglieri.
“Malfoy!”, ruggì, ma non
ebbe il tempo di aggiungere altro che le sue labbra furono imprigionate
dolcemente dal suo principe.
Fu un incedere calmo e
armonioso che via via divenne sempre più impetuoso.
Erano nell’ingresso,
mentre la porta sbatteva violentemente e il portaombrelli cadeva rovinosamente a
terra facendoli sorridere l’uno sulle labbra dell'’altra.
Continuavano a baciarsi,
le loro mani ovunque.
“Ti amo, Hermione”
Sussultò. Il dolore era
troppo. Non riusciva a controllarlo e Draco se ne accorse.
Rimasero in
silenzio.
“Per sempre?”, riuscì a
chiedergli flebilmente temendo una sua risposta.
Draco sorrise e la baciò
ancora e ancora.
“Per
sempre”
Hermione sfiorò le
labbra di Draco e catturò quelle parole sigillandole con un
bacio.
Dovevano essere sue, e sue
soltanto.
***
Hermione era accoccolata
al petto alabastrino di Draco e disegnava cerchi concentrici sul suo torace
scolpito.
Aveva ancora una domanda
da fargli.
“Draco?”
Si sollevò sui gomiti
fino ad incontrare gli occhi grigi piuttosto stanchi del
ragazzo.
“Posso farti una
domanda?”
“Certo”
Lo sguardo di Hermione
si fece piuttosto hermionesco, cosa
che lo fece preoccupare.
“Qual è l’indirizzo
dell'’amore?”, domandò sorridendo.
Draco fece per pensarci
su mentre giocherellava con i boccoli che le ricadevano sulle spalle nude mentre
lei si lasciava carezzare felice da quelle mani aspettando pazientemente una
risposta.
Poi, il suo respiro
caldo la raggiunse, “Londra Magica, 7 ArsMagica Terrace”.
Hermione sorrise felice
e tempestando il volto di lui di baci, coprì i loro corpi con il
lenzuolo.
“Ti amo,
Draco”
Felici e
innamorati
***
Blaise Zabini, più
stanco che mai dopo una giornata distruttiva visto l’impellente desiderio del
suo caro amico e coinquilino Draco di vedere il sorgere del sole, sperava di
trovarlo a casa per essere aiutato a svolgere un paio di cose, ma del biondino
non c’era traccia.
Theodore, Adrian e David
non avevano sue notizie e Blaise stava davvero iniziando a dare di
matto.
“Porco Merlino, dove
potrebbe essere?”
Ma le sue domande si
dissolsero nel vento, non poteva di certo immaginare che Draco Malfoy fosse tra
le braccia di Hermione Granger al 7 di ArsMagica Terrace.
The End
Ho davvero messo la
parola Fine alla mia creazione?
Questi sì che sono
momenti davvero emozionanti, forse lo è di più postare l’ultimo capitolo di una
ff che ha dato parecchie soddisfazioni che il mio primo giorno da studentessa
universitariaJ
Bando alla ciance,
spero che questo finale non vi abbia delusi, insomma, alla fine questo indirizzo
doveva pur sbucar fuori, no? XDXDXD
Non so davvero con
quali parole ringraziare voi che mi avete sempre riempita di parole bellissime,
e alle volte mi chiedo davvero se me le merito tutte.
Siete davvero speciali
quindi un grazie pieno di affetto e stima a:
SiLvIeTT4, MartyViper, meli_mao, AuraD, Chaosreborn_the_Sad, Lucy Light, Checie, Muny_4Ever, piperina( I disegni sono
realmente tuoi? Sei bravissima!); mars, cleo88, marygenoana, freehja, SweetChocolate e gypsy_rose90,
Ringrazio con affetto
tutti coloro che mi hanno seguita e le 189 persone che hanno questa storia tra i
preferiti!
Grazie!
Kisses
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