;Telosphobia.

di Jericho XVIII
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Attese una manciata di secondi con gli occhi serrati, ritirando il labbro inferiore e stringendolo tra i denti per non lasciarsi sfuggire un sospiro dai polmoni compressi, dal suo cuore impazzito. Non lo guardò, ma mantenne la testa china sul suo petto, la fronte accanto alla mano con cui si appoggiava a lui.
La sua voce si levò, debole, appena un sussurro. « Un sogno, » fece « un surrogato, un incubo, un inconveniente... » Lui non si mosse. Si avvertiva soltanto il suo respiro, che sovrastava quello spezzato di lei. « Cosa sono io ora? » domandò alzando lo sguardo per finire nei suoi occhi. Ma li trovò chiusi. E le loro labbra si unirono ancora.




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