(Fiamme sulla terra
rossa - II parte)
- E quella dove l'hai presa? - Neji fissava la fiala con il liquido
prodigioso quasi fosse una reliquia trafugata. - Sai che è
illegale
in almeno venti villaggi? E parlo solo della Terra del Fuoco!
- Sul serio ti pare il momento per sfoderare la tua saccenza?
Il fumo serpeggiava tronfio nel corridoio. Tenten
scrutava i riflessi color ciclamino attraverso il vetro e, oltre di
essi, scorgeva la grigia marea. Il suo nervosismo divenne
tangibile.
- Non sai come usarla, vero? - indovinò Neji.
- Perché, tu sì? - ribatté scettica.
Svitò il tappo e fece roteare la fiala davanti agli occhi.
Neji la bloccò con entrambe le mani.
- Tu decisamente
non sai usarla. Quindi lasciami sfoderare la mia
saccenza.
Si chiamava Acqua di Kuzneck e aveva la proprietà di
solidificarsi
a contatto con la pelle. Tenten dovette versarla nel buco della
serratura con una cautela tutt'altro che conciliata dall'aria ruvida.
Ingoiò l'impulso di tossire: una sola sbavatura oltre il
bordo e
la chiave, una volta induritasi, sarebbe rimasta bloccata.
- Quando raggiungerai l'orlo della serratura, dovrai afferrare il flusso tra due dita.
Allontana subito la fiala,
altrimenti si solidificherà anche l'Acqua lì
dentro.
Devi essere rapida ma precisa. L'ultima fase è quella in cui
generalmente si fallisce.
Tenten si concesse una pausa. Dentro di lei, la tensione era una
corda che si annodava su se stessa, premendo contro le pareti degli
organi. I suoi nervi erano esausti.
- Sei una Maestra d'armi, Tenten. - disse Neji, - Considera questa
un'altra arma del tuo arsenale.
La neve nei suoi occhi, una terra conosciuta. Mentre il
respiro del fuoco ardeva contro il volto di Tenten, sembrava
impossibile rievocare la sensazione dei fiocchi di
ghiaccio. Eppure pizzicava sulle sue palpebre.
Pochi istanti dopo, l'Acqua di Kuzneck si era compattata in una chiave
viola
lucente che aprì entrambe le manette. Neji le
cacciò
nella sacca di Tenten ed insieme si lanciarono giù per la
stretta rampa di scale. Corsero con tale affanno che lei quasi
slittò sulla polvere di roccia.
Quando però atterrarono nella saletta delle guardie, Neji si
fermò:
non aveva alcuna intenzione di conquistare la libertà. I
capillari intorno alle orbite si gonfiarono e le pareti rosse divennero
vetri trasparenti sotto la sua Vista.
- Ti farò uscire da qui senza essere notata. Io mi
riconsegnerò alle guardie.
- Che cosa? - Tenten avrebbe voluto schiantargli un pugno sulla testa,
- E' la tua occasione per salvarti, non ce ne sarà un'altra!
- Non scapperò davanti al processo, te l'ho già
spiegato.
Si estraniò dalle proteste di Tenten e Vide cosa stava
accadendo
fuori dalla prigione. I carcerati erano flutti di un maremoto mentre
scappavano dall'incubo delle fiamme. La risposta
delle guardie non tardò ad abbattersi su di loro. A nulla
valevano
i segnali di resa: Konoha si era svegliata nel panico e ogni reazione
ne era amplificata.
Tenten gli afferrò due ciocche come fossero redini e lo
costrinse a guardarla.
- C'è una persona che ha bisogno di te! Dobbiamo andare
nella sala principale!
Ritrasse le braccia in un brivido quando le iridi la trapassarono e
percorsero il corridoio dell'ingresso.
- Che cosa ci fa lui
qui?
Nobuto stava morendo. Neppure la visione di Neji ridonò luce
al suo sguardo opaco.
Tenten si mantenne in disparte mentre i due Hyuuga parlavano
sommessamente. Fu allora che notò un biglietto ripiegato
nella
tasca della guardia morta. L'inchiostro era ridotto ad un enigma sulla carta intrisa di sangue.
La voce di Neji si levò sopra il ruggito del fuoco.
- Non puoi chiedermi questo, Nobuto.
- In missione... lo faresti. Se sarà... per mano tua, non
avrò paura.
Neji chinò il capo, la mano più stretta intorno
alla spalla del cugino.
Nobuto ne approfittò per cercare Tenten. I suoi occhi le
sorrisero riconoscenti, poi accennarono alla sacca. Non vi erano dubbi
che quel ragazzo fosse uno Hyuuga: i suoi silenzi comunicavano
più limpidamente di qualsiasi frase.
Le manette tintinnarono mentre Tenten la faceva scivolare lungo il
braccio. Nobuto era molto alto per la sua età, quasi quanto
Neji. Il volto era sfigurato dalle ustioni, il corpo devastato dal
crollo delle travi. Con polsi e caviglie legati forse lo avrebbero
scambiato per il prigioniero della 507.
Tenten accennò un passo, ma lui la raggelò: Neji
non avrebbe mai approvato. Doveva agire di nascosto.
Alcune urla si affacciarono all'entrata della prigione. I secchi con
l'acqua stavano finalmente arrivando.
- Neji, dobbiamo...
Non trattenne un urlo quando l'indice e il medio di lui premettero
contro il petto di Nobuto, lì dove il cuore sussultava. Un sorriso, un
fremito, un singulto e il suo
corpo si fermò per sempre.
Il vociare delle guardie profanò la disperazione.
Neji era un evaso e c'erano due cadaveri ai suoi piedi. Se lo
avessero trovato lì, lo
avrebbero
giustiziato. Forse persino sul posto.
Poi Vide la prima stanza sulla sinistra, la mensa delle guardie. Una
tenda sulla parete di fronte alla porta. Dietro di essa una piccola
dispensa addentrata nella montagna.
Le guardie crearono un cordone tra l'ingresso e la scala di servizio e
cominciarono a passarsi i secchi traboccanti.
Il fumo al piano terra era abbastanza rado da tradire le ombre che lo
attraversavano. Tenten e Neji si mossero separatamente, nei brevi
istanti in cui le divise davano loro la schiena.
Quando lei lo raggiunse oltre la tenda, Neji stava staccando delle assi
che
sigillavano un varco nel muro.
Il corridoio però si stava animando.
- C'è qualcuno!
- Dove?
- Qualcosa si è mosso là in fondo!
Il varco era letteralmente uno squarcio sul buio. Neji vi immerse
metà corpo, poi avvertì l'esitazione di Tenten.
- Il fiume ha scavato delle gallerie dentro la montagna, nel corso dei
secoli. - le
spiegò, - Usciremo dalla parte opposta rispetto al Villaggio.
- Non... Non c'è nemmeno una lanterna.
Il pavimento vibrò all'avvicinarsi di una guardia. Poterono
udire il suo respiro concitato affacciarsi sulla soglia.
- Perché nessuno le ha mai usate. - sussurrò Neji
con urgenza,
- Metterle in sicurezza costerebbe più di quanto la Foglia
produca in un anno.
Tenten scosse leggermente la testa e arretrò. Gli fece cenno
di
proseguire da solo e sfoderò il pugnale: avrebbe fatto da
diversivo.
La mano di Neji circondò la sua.
- I miei Occhi saranno la tua luce.
Le dita di lei risposero istintivamente.
Tenten si aggrappò
ad essi
fino all'ultimo istante. Fino a quando il nero, freddo e umido, non li
risucchiò.
Con l'altra mano, Neji la aiutò a trovare il muro di roccia.
Accompagnatore rassicurante.
A pochi centimetri dai loro piedi, invece, si apriva il baratro.
Persino al buio la
sua profondità stordiva l'equilibrio.
La guardia scoprì i corpi nella sala accanto e corse via. Almeno su un versante la fortuna aveva deciso di essere compiacente. Camminarono per più di due ore. Ogni volta che Tenten
credeva di
essersi abituata al percorso, Neji la avvertiva di un dislivello o di
un vuoto. In alcuni tratti si riusciva a udire la risata argentina del
fiume, decine di metri in profondità.
Finalmente la libertà si manifestò, nella forma
di una crepa di luce. Strisciarono attraverso una fenditura
nella roccia, come lucertole.
Neji lasciò che fosse Tenten la prima ad assaporarla.
Dischiuse braccia e gambe sull'erba e parve voler inspirare tutta
l'aria della Terra del Fuoco.
Stoffa, sudore e sangue: di questo erano vestiti. Il sangue,
però, non apparteneva a loro.
Alla luce del sole, Neji non poteva più sfuggire il richiamo
del rosso.
- Adesso le tue mani
sono sporche del tuo stesso sangue. Qualche dio ti
perseguiterà... Ti punirà
certamente, Neji Hyuga.
Crollò sulle ginocchia in una nuvola di rugiada. Le mani
tanto
affondate nei capelli che sembrava volesse strapparseli.
Mentre Tenten lo osservava da lontano, il senso di colpa era uno spillo
nel petto.
______________________________________________________________________
Avrei voluto descrivere ogni singolo passo nelle gallerie della
montagna. La voce di Neji guidava Tenten, ma non sempre poteva bastare.
A volte deve averla presa in braccio, per evitare che cadesse.
Non potevo perdermi in troppi particolari però. Lascio alla
vostra immaginazione :)
Vi avevo detto che in questo capitolo i due si sarebbero parlati
(riguardo le motivazioni "egoistiche" di Tenten), ma preferisco
rimandare al prossimo. Con questo chiudiamo la lunga sequenza
viaggio-salvataggio.
La frase in corsivo che Neji ricorda viene dal capitolo
13. Gliel'ha detta un certo Heiji Hyuuga, se ricordate :)
Ringrazio di cuore Dryas,
che mi segue sempre, e la nuova recensora (?) Aretha, che ha
lasciato una delle recensioni più ricche, gratificanti e
commoventi che abbia mai ricevuto. Grazie a entrambe!
Alla prossima, carissimi lettori.
Che il nuovo anno possa portarvi sfide accattivanti e altrettante
soddisfazioni!
francy
|