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Autore: _f r a n c y_    18/07/2014    5 recensioni
Al momento non ci sarà un "Oltre la neve-parte II". Vorrei provare a trasformare questa fanfic in un'originale e per farlo dovrò mettere tutto in discussione, dal primo capitolo. Grazie a chiunque mi abbia seguito fino a qui. Spero di ritrovarvi in un futuro non troppo lontano.
*Riassunti della storia all'inizio dei capp. 18 e 37*
Un'amazzone residente nelle Terre del Nord ed un ninja proveniente dalla Terra del Fuoco. Due mondi distanti e diversi che si scontrano inaspettatamente. Due persone che non si cercavano, ma che iniziano a rincorrersi, finendo per divenire indispensabili l'una per l'altra.
Il suo odore era diverso. Depurato dalle fragranze dell'incendio, della fuga, dei pasti divorati davanti ad un fuoco mai abbastanza caldo, delle notti mute trascorse al buio con nient'altro che il respiro dell'altra a colmare ogni timore.
Neji emanava un odore nuovo per Tenten, eppure quello, proprio quello, era il suo autentico. Aveva familiarizzato con Neji Hyuuga in circostanze straordinarie; soltanto adesso lo vedeva nel suo ambiente. Un ambiente a cui lei non era mai appartenuta.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Neji Hyuuga, Nuovo Personaggio, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ricapitolando: Neji Hyuga è stato quasi assassinato dai suoi stessi parenti, nel corso di una fittizia spedizione ninja nelle Terre del Nord. A salvarlo da morte certa è stata Tenten, un'Amazzone che vive in incognito tra le montagne, insieme alle sue Sorelle.
Dopo oltre una settimana, gli Hyuga sono tornati tra le montagne per portare a termine il lavoro. Uno di loro è stato ucciso da Tenten. L'altro si è infiltrato tra la popolazione locale e ha torturato fino alla morte una delle Amazzoni più giovani, Hirono, la quale ha tuttavia protetto la sua Famiglia e Neji stesso fino all'ultimo.
Le Amazzoni hanno deliberato che Neji Hyuga dovrà essere riconsegnato ai suoi aguzzini entro due giorni, perché possano farne ciò che vogliono e lasciarle in pace.
Neji, però, riesce a fuggire di nascosto, rischiando così di compromettere il destino delle Amazzoni.
Determinata a riportarlo al rifugio prima che la situazione precipiti, Tenten chiede a Sango di insabbiare l'accaduto e lo insegue.



Dolore accecante




Neji Hyuga non poteva essersi allontanato troppo dalla locanda. Tenten confidava nel riuscire a riportarlo al rifugio prima che rintracciasse i suoi parenti. Soprattutto, prima che le altre Sorelle scoprissero l'accaduto. Non gli avrebbero mai perdonato di essere fuggito. Lui, che era la fonte delle loro disgrazie. Sarebbe stata la proverbiale goccia che faceva traboccare il vaso.
La lanterna alta davanti a sé, Tenten si era presto fermata per studiare la foresta circostante. Scovare le tracce di un ninja non si prennunciava un compito semplice. Sulla neve temprata dal gelo notturno non c'erano impronte. Neji Hyuga si muoveva certamente ad alcuni metri dal suolo, saltando da un abete all'altro per non segnare il proprio passaggio. 
Per quanto il suo tocco potesse essere rapido e misurato, la neve non poteva restare indifferente al peso di un essere umano. Tenten avanzò fino a che l'immagine mentale che si era prefigurata non aderì ad un riscontro concreto. Ai piedi di un albero c'era un piccolo cumulo di cristalli di ghiaccio. Vi passò le dita ed essi vi aderirono come farina appena sgranata. Neji Hyuga era passato per quel punto.
Ora che i suoi occhi sapevano cosa cercare, Tenten accelerò con crescente decisione. Si stupì nel constatare che il tragitto seguisse una linea retta, come se il ninja non avesse avuto dubbi sulla direzione da imboccare.
Un fruscio fresco sibilò nelle sue orecchie: il suono di un blocco di neve che cadeva attraverso l'aria.
 - Fermati! Fermati! -
 - Tornate a casa. - le rispose la foresta buia, dopo alcuni istanti, - Mi occuperò di loro e né voi né io avremo più fastidi. -
 - Razza di ottuso presuntuoso... Ci metterai tutti in pericolo! -
Il sussurro della nivea compagna si smorzò ed infine si interruppe. Tenten stava già accarezzando un rotolo, quando Neji atterrò con un salto di fronte a lei.
 - Che cosa intendete con "mettervi in pericolo"? - chiese indispettito.
 - Vuoi ucciderli, non è così? -
 - Non è una questione di volere. Sono miei parenti. Mi sembra, però, siano stati cristallini sul non esser disposti ad aprire una finestra di dialogo. -
 - Se lo farai, ne arriveranno altri e le nostre Terre saranno infestate da sicari professionisti! Terrorizzeranno la popolazione locale e scoraggeranno i pellegrini dall'avventurarsi quassù. Ci rovinerai... -
 - No. - la sovrastò lui, impaziente, - Non se io poi faccio ritorno a Konoha. -
Tenten avrebbe giurato che si stesse prendendo gioco di lei, se la serietà e l'ovvietà sul suo volto non avessero testimoniato il contrario. Abbozzò una risata.
 - Cosa? Perché dovresti consegnarti a chi ti vuole morto? -
 - Chiederò protezione alle alte sfere del Villaggio. Il clan non potrà sfiorarmi. -
 - In questa Konoha si offrirebbe asilo ai delinquenti? Stai insultando la mia intelligenza, Hyuga. -
 - Io non sono un assassino. Non ho fatto del male a nessuno. - ribatté lui, asciutto, - Ben altre sono le ragioni per le quali mi vogliono mettere a tacere. Mi dispiace che vostra Sorella sia stata coinvolta.  Impedirò che possa capitare ancora, dopodiché tornerò al mio Villaggio. Devo portare a termine ciò che ho cominciato. -
La risolutezza vibrante in quelle ultime parole raggelò Tenten e le pervase la mente assumendo la forma di un'intuizione. Ogni azione di quell'uomo era guidata da un radicato ed estremo senso del dovere. Il ninja che lei aveva battuto aveva detto il vero: Neji Hyuga non sembrava muoversi animato da riconoscenza. Le aveva spiegato molto chiaramente di averla medicata soltanto per sollevare la propria coscienza dall'onere di un debito. Persino adesso, mentre si accingeva a porre personalmente un freno agli attacchi subìti dalle Amazzoni, non era un'autentica gratitudine a spingerlo.
Nel corso di quegli interminabili minuti, neppure la calda fiamma della lanterna sembrava in grado di ammorbidire il ghiaccio dei suoi occhi.
 - A-aspetta un secondo, come pensi di trovarli? Come puoi sapere che questa è la direzione giusta? -
Il viso di Neji tradì una fugace contrazione e Tenten indietreggiò, sfilando un rotolo dalla cintura.
 - Che diavolo sta succedendo? - esclamò, il respiro che accelerava mentre scrutava gli alberi intorno a loro, - E' una trappola? Siete d'accordo, adesso? -
 - Non è affatto così. -
 - Stai lontano da me! Non ti avvicinare! -
 - Non posso spiegarvi la verità, ma, credetemi, non è come pensate. - asserì lui con pazienza, - Ora rientrate alla locanda: il vostro ruolo in questa vicenda è concluso. -
In risposta, Tenten schiuse il rotolo con un'esortazione tutt'altro che garbata. Prima che potesse farvi scorrere il dito, Neji volteggiò con violenza, sollevando un'onda di neve che la investì come una pioggia di cristalli. Quando riabbassò il braccio, Tenten scoprì che lui aveva annullato la distanza con un sol balzo. Le dita diafane le strinsero il nervo alla base del collo ed un istante dopo lei aveva perso conoscenza.
Neji la caricò in spalla e la adagiò contro il tronco di un albero. Rinfoderò il rotolo e le allacciò gli alamari del cappotto fin sopra le labbra, il cappuccio ben calcato sulla testa.
La luce della lanterna che disegnava le linee di quel volto corrucciato, Neji lanciò un'ultima occhiata a colei che gli aveva salvato la vita, l'Amazzone delle Nevi. Inaspettatamente, dopo tanti anni, il ricordo del suo compagno di squadra e del sensei tornò a pungolargli il cuore.



Heiji Hyuga misurava a grandi passi la piccola radura in cui si era accampato. Aveva seguito le donne da lontano, con la propria Vista, e aveva scoperto l'esistenza di un rifugio tra i fitti abeti secolari. Ora doveva solo attendere che suo fratello Horu, ovunque egli fosse, lo raggiungesse, così da approntare insieme un'incursione e prelevare l'obiettivo. 
 - Heiji-san. -
Si volse di scatto, spaventato dall'improvviso richiamo. La fredda luce lunare rendeva la presenza del suo interlocutore ancora più spettrale.
 - Gli Anziani avevano ragione. - mormorò fissando le iridi gemelle, - Sei vivo. Come diavolo hai fatto? Stavi agonizzando quando ti abbiamo lasciato. -
 - A quanto pare, siete stati voi a lasciare segni evidenti del vostro passaggio. - sorrise Neji, - Degli Hyuga che mancano di cura per i dettagli, che disonore. -
 - Le tue parole non riescono a offendermi, cugino. Abbiamo impiegato minuti interi per mimetizzare ogni traccia con il resto della foresta. Horu aveva Visto arrivare una persona, una donna, ma ha ugualmente sfruttato fino all'ultimo secondo utile. Ha camuffato la tua fossa con una precisione quasi maniacale. Nemmeno possedere un occhio esperto di queste Terre sarebbe stato sufficiente a notarla. -
Neji non poté impedire alle proprie labbra di incurvarsi leggermente verso l'alto.
 - Forse il destino ci ha regalato una seconda occasione. - concluse l'altro, - Ora che siamo tu ed io soli, ora che non ho più necessità di appellarmi all'elemento sorpresa per attaccarti, voglio chiedertelo. Voglio sapere. Perché ci stai facendo questo, cugino? Siamo la tua famiglia. -
 - Non sono io quello che ha cercato di uccidere un proprio consanguineo. -
 - Credi ne sia orgoglioso? - esplose Heiji, - Quando il Capo Anziano ha convocato Horu e me in assoluta segretezza e ci ha ordinato di eliminarti, ho seriamente sospettato che fosse uno scherzo di pessimo gusto. Siamo tutti fratelli, dannazione. -
A Neji sfuggì una risata sarcastica.
 - E' così, dunque? - fece l'altro, - Disprezzi il tuo stesso clan? -
 - "Siamo tutti fratelli"? Sono queste le fiabe che raccontano ai bambini della casata principale? E come vi insegnano ad usarci come scudo, una volta adulti? Sono curioso. -
 - Di cosa diavolo stai parlando? Cugino, cugino! La tua mente è avvelenata, i tuoi sensi ingannano se stessi! Il ramo cadetto è il corpo di guardia del clan Hyuga. Il vostro compito è fondamentale nella storia della nostra famiglia: dovreste essere felici dei traguardi che sono stati raggiunti anche grazie ai vostri sacrifici. -
 - Se fossimo vostri pari, ci rendereste partecipi dell'amministrazione del clan. - strinse i denti Neji, - Se ci consideraste uomini, non ci marchiereste come animali. -
 - Ma perché sei così ostinato? - esclamò esasperato Heiji, quasi supplichevole, - Perché vuoi andare ad intaccare le nostre radici? E' grazie a loro se oggi siamo grandi, il più potente clan di Konoha. Se distruggerai la nostra identità, distruggerai il nostro successo. Falliremo come clan, condannerai tutti alla rovina, compresi i membri della tua stessa casata! Possibile che tu non te ne renda conto? -
Neji non rispose. Si limitò a fissarlo penetrante e severo.
Heiji scosse il capo con rassegnazione.
 - Il Capo Anziano aveva ragione. Non c'è speranza di dialogo con te. Sei accecato dall'odio. Sei ubriaco della brama di vendetta. -
 - Dunque ignorerai il nostro legame fraterno, nonostante tutto? - lo canzonò Neji.
 - Sì. Il bene collettivo viene prima della vita di un singolo, ma tu questo non riuscirai mai a comprenderlo. -
Senza fretta, sfilarono i guanti dalle mani infreddolite ed attivarono la Vista. Sotto i cappotti e gli abiti, sotto la pelle, attraverso muscoli, ossa ed organi vitali, il sistema circolatorio del chakra del loro rivale si palesò. Un susseguirsi di punti di pressione, un intrecciarsi di canali lungo i quali l'energia vitale scorreva come rutilante acquamarina.
 - Stavolta sarà una sfida leale, almeno. - commentò Neji prendendo posizione, il palmo della mano ben aperto davanti a sé. Dei due fratelli, infatti, soltanto a Horu, il più anziano e forte, era stata tramandata la tecnica del Sigillo Maledetto.
Neji lesse la tacita irrequietezza che la medesima constatazione instillò presto nell'altro. Era altamente improbabile che Heiji sarebbe uscito vivo da quello scontro.
Al membro della casata principale, tuttavia, questo non importava particolarmente. Lo rinvigoriva la speranza che, se avesse resistito a sufficienza e giocato con cura le proprie carte, forse avrebbe sfinito il cadetto, prosciugando ogni goccia della sua energia vitale. Per Heiji Hyuga, la priorità andava al clan di cui portava il nome e, con esso, a sua moglie Harue e al loro bambino.
Prima che uno di loro potesse accennare a muovere un sol passo, Neji squarciò la notte con un urlo di dolore puro. Crollò sulla neve, le mani strette attorno al capo.
Heiji ampliò la Vista e scoprì una figura celarsi tra i rami di un abete: Heizo Hyuga, uno degli uomini più fidati del Capo Anziano in persona.
Atterrò sul manto immacolato con un tonfo che fece risuonare la sua possenza fisica. Alto, robusto, i capelli corvini spettinati che si ribellavano alla coda, Heizo non mostrava la fisionomia aggraziata degli Hyuga, ma certamente ne vantava le doti di guerriero. In una dose tanto generosa, che neppure l'età aveva minacciato di scalfirla.
 - H-Heizo-san. - balbettò l'altro, appena udibile sopra i lamenti ringhiati di Neji, - Il vostro arrivo è una benedizione. -
Heizo mantenne la posizione delle mani, per assicurarsi che il cadetto non avesse neppure un secondo di tregua.
 - Hokuto-san credeva vi sarebbe servito aiuto, considerato che in precedenza avete miseramente fallito. Appena rientrato dalla mia missione, mi ha spedito qui. Dopo aver scoperto cos'è accaduto a Horu, dubitavo di trovarti ancora vivo. Non lo sapevi? - aggiunse, dinanzi al disorientamento del giovane, - E' stato ucciso: ho Visto ferite di armi da taglio sul suo corpo. -
 - Chi può essere stato? - esclamò Heiji sconvolto, - Ninja provenienti da altri villaggi? -
 - Non ne ho idea. Queste Terre non sono molto battute dagli stranieri. Sono così selvagge che rischi di entrarvi e non trovare più una via d'uscita. Neppure la Vista Bianca è di grande aiuto. -
Neji sprofondò con il volto nella neve compatta, nell'illusione che quel ghiaccio ustionante alleviasse le spine incandescenti che sembravano conficcarsi nel suo cervello.
 - Pur di non supplicarci di smettere... Anche la scorsa volta non ha fiatato. -
 - Oh, l'orgoglio non c'entra. Sei ancora giovane, ma io uso questa tecnica da anni e ormai ne riconosco gli effetti. E' la paura a legargli la lingua. Al dolore fisico iniziale si affianca un crescendo di angoscia ed impotenza che li paralizza. Non potrebbero articolare una sola sillaba. Si rendono conto che la loro esistenza è letteralmente nelle nostre mani e che la fine si sta avvicinando inesorabile. Non ho mai capito se muoiano di crepacuore o perché si frigga loro il cervello. -
Un sibilo tagliò l'aria gelida. Le orecchie esperte di Heizo lo captarono appena in tempo per scostarsi. La freccia diretta al dorso della sua mano si limitò a graffiarla di striscio.
I due Hyuga si voltarono simultaneamente, ma la radura era deserta e silenziosa. Una seconda freccia corse verso il più anziano ed egli dovette rassegnarsi a sciogliere l'intreccio delle dita per potersi difendere. Ruotò su se stesso ed innalzò una cupola di luce celeste che deviò il dardo.
 - E' su quell'albero! - fece Heiji, potenziata la Vista, - E'... una donna? Sta per colpire di nuovo! -
Entrambi gli Hyuga si avvolsero nella sfera di chakra e respinsero gli attacchi successivi.
Rassegnata, Tenten vaporizzò arco e faretra ed avanzò sulla neve. Scorse Neji alle spalle dei ninja: tremante, stava cercando di portarsi carponi. Ansimò rauco, finché lo stomaco non gli si rivoltò nelle viscere.
 - Cosa vuoi, donna? - tuonò Heizo, - Questa è una conversazione tra uomini adulti, non ti riguarda. -
 - Certamente, io non sono affatto come voi. Non sarei mai così vigliacca da risolvere un combattimento ricorrendo ad un metodo tanto infimo. -
 - Come ti permetti? - strillò Heiji.
Tenten sapeva che avrebbe dovuto ritagliarsi un ruolo da discreta osservatrice, senza intervenire. Contrariamente alle aspettative, Neji Hyuga era di fatto andato incontro alla propria morte, realizzando il più roseo scenario auspicabile per le Amazzoni. D'un tratto, però, mentre la sofferenza di lui la stava assordando, la determinazione di poco prima era riaffiorata nei suoi ricordi: Neji Hyuga sarebbe tornato a Konoha ad ogni costo e le Terre del Nord sarebbero comunque state preservate da nuove, minacciose incursioni. Il che le aveva spalancato un'ulteriore, allettante prospettiva: unirsi nel suo proposito di eliminare i ninja e vendicare così sua Sorella Hirono.
 - Ti sei trovato una sgualdrina con cui trascorrere il tempo, Neji? - lo rimbeccò Heizo, - Che comportamento poco decoroso per uno shinobi... -
 - Non ho... mai visto... quella donna... prima d'ora... -
 - Chi è stato? - chiese Tenten, zittendoli, - Chi di voi ha ucciso mia Sorella? -
Heiji sussultò. Conosceva quell'acuto, lo aveva udito al mercato, mentre interrogava la ragazzina.
Stufo di quella insistente seccatura, Heizo si lanciò su di lei in un turbinio di vesti candide. L'indice ed il medio erano uniti in un unico artiglio che mirava alla sua fronte. Tenten tracciò un simbolo direttamente sul rotolo chiuso ed esso si tramutò in una catena. La avvinghiò al polso di Heizo, la strattonò e ribaltò il gigante oltre di lei.
Uno spostamento d'aria la indusse a girarsi di nuovo e scoprì la schiena di Neji ad un soffio dal suo naso. Il braccio era teso in avanti mentre Heiji veniva sbalzato all'indietro, come era capitato a lei stessa un paio di giorni prima.
 - Va' via. - le intimò Neji, ancora ansimante, - Questa non è la tua battaglia. -
 - Ormai ho preso la mia decisione. Posso ottenere ciò che desideravo e persino di più. Non tornerò sui miei passi. -
 - Lui non è alla tua portata. - ammiccò verso Heizo, che si stava rialzando.
 - Nemmeno alla tua, a quanto pare. E poi su che base puoi permetterti di giudicar... -
 - Tu non hai speranze contro un ninja. Contro uno Hyuga. -
 - La prima volta mi ha dimostrato il contrario. -
Tenten gustò il silenzio stupefatto di lui.
 - Heizo-san è superiore ad Horu-san per velocità e tecnica. - disse infine Neji, - Con lui i tuoi rotoli per le evocazioni non funzioneranno. -
 - Horu? - chiese Heiji, - Come può questa donna conoscere... No, è impossibile. -
Heizo irradiò una lama di chakra intorno alla mano libera e recise la catena con un gesto netto.
 - Scommetto che quei rotoli sono pieni di armi da taglio. Interessante, molto interessante. -
 - Era mio fratello! - si impose il più giovane, - E' mio dovere vendicarlo. -
 - Rimani al tuo posto, ragazzo. Questa donna mi ha attaccato, ho la precedenza. Sarebbe un'infamia rientrare a Konoha e dire che mi sono tirato indietro. -
Quell'insulsa lite circa chi avesse maggiori diritti su di lei catapultò nuovamente Tenten nel passato. Si sforzò di mantenere gli occhi aperti e vigili, mentre altre consonanze emergevano intorno a lei: la fitta foresta, le mura di casa distanti chilometri, un gruppo di uomini.
Come allora, sentire improvvisamente pronunciare il suo nome le diede fresco ossigeno.
 - Tenten, non ti distrarre. - le sussurrò Neji perentorio, insinuandosi tra le grida degli altri, - Adesso è tardi per i ripensamenti: non ti lasceranno scappare. -
 - Non stavo affatto... -
 - Ascoltami senza interrompere, una buona volta! Heizo-san vincerà sicuramente di duellare con te. Non deve toccarti. Evita i suoi attacchi, guadagna tempo fino a quando non arriverò. Detesto appoggiarmi ancora a te, ma forse insieme potremmo batterlo. -
 - Sarò io a dover aspettare che tu finisca, credimi. -
La schiena di Tenten si allontanò dalla sua e Neji focalizzò tutte le sue attenzioni sul cugino, accecato dal rancore e dalla delusione.
 - Che tu sia maledetto, Neji. Horu è morto a causa tua. L'hai aiutata, non è vero? Sei tu il codardo. -
 - Ti sbagli. - replicò, scivolando dolcemente sulla superficie dell'aria per evitare i suoi affondi, - In quel momento, ero in una stanza di quattro metri per quattro a sfogliare un noiosissimo libro sulle leggende locali. -
Heiji perse l'ultimo frammento di pazienza. Sfoderò una decina di shuriken e li scagliò in un'unica formazione. Neji fu costretto a volteggiare su se stesso ed ergere la barriera celeste, ma quando si fermò Heiji gli atterrò addosso dall'alto, buttandolo a terra.
L'indice ed il medio tesi, Heiji puntò alla sua gola, però fu la sua bocca a riempirsi di un calore metallico. Neji era stato più rapido ed aveva centrato il suo cuore.
 - Non avrei mai voluto arrivare a... -
 - Adesso le tue mani sono sporche del tuo stesso sangue. - rise Heiji, i denti dipinti di rosso, - Qualche dio ti perseguiterà... Ti punirà certamente, Neji Hyuga. -
Crollò esanime sopra di lui e quasi lo schiacciò. Neji spinse il suo corpo di lato e lo adagiò sulla neve. Il sangue sulla sua bocca e sul bavero del kimono latteo gridava assordante.
Neji strappò lo sguardo dal cugino e cercò Tenten. Lei ed Heizo si erano allontanati parecchio, il che significava che stava seguendo il suo consiglio.
Stava correndo da lei quando la vide azzardare una mossa sconsiderata. Il rotolo saldo nella mano, Tenten riuscì ad insinuare un braccio attraverso la guardia di Heizo. Così facendo, però, gli espose un'intera fila di punti di pressione.
Le dita tozze risalirono inclementi fino alla spalla, poi inaspettatamente si fermarono. La luce argentea della luna svelò ai due Hyuga una katana affilatissima. Aveva preso il posto del rotolo e trapassato il torace di Heizo.
Privo di forza, il braccio di Tenten ricadde lungo il fianco. L'Amazzone indietreggiò con passo instabile, chinata in avanti mentre respirava in affanno.
Non poté scorgere Heizo sfilarsi la katana dal petto ed alzarla sopra di lei, fino al momento in cui Neji non la mise in allarme. Allora Tenten si raddrizzò, ma rimase immobile. Immobile a fissare quel colosso che l'avrebbe trascinata con sé nell'aldilà.
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Rieccomi. Spero non ci siano passaggi difficili, ma nel caso non esitate a segnalarmeli.
In particolare, temo possa non essere chiara l'evoluzione della posizione di Tenten. All'inizio, vuole riportare Neji alla locanda, perché se uccidesse gli Hyuga e non tornasse a Konoha (come dopotutto ci si aspetta da una persona che lì rischierebbe la vita), il clan Hyuga invierebbe ulteriori ninja.
Dopodiché, però, la determinazione di Neji a metter la parola fine a quanto cominciato la persuade. Capisce che è sincero, il senso del dovere gli impone di non lasciare a metà la propria impresa. Quindi gli Hyuga possono essere uccisi e può prendervi parte lei stessa, soddisfacendo la propria sete di vendetta per Hirono.

Personalmente, mi è piaciuto molto scrivere il dialogo tra Neji ed Heiji, un confronto diretto tra un membro della casata principale ed uno della casata cadetta. Vorrei che in questa fanfic nessuno potesse venire frettolosamente etichettato come "cattivone spietato". Mi auguro di essere sulla giusta strada per riuscirvi.

Un grazie enorme a summer_time, FullMoonEris e Tata Randagia per aver recensito. Spero che questo capitolo sia all'altezza delle vostre aspettative.

A presto e buone vacanze a tutti. Ora posso dirlo anche a me stessa, finalmente!

  
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