The
Newstart: nuova vita.
2 Gennaio;
01:25 PM;
«Certo
che ce ne sono successe tante di assurdità. » Miyu
quasi si morse la lingua, ma ciò non la frenò dal
far esibire quel pensiero. Erano ormai passati parecchi giorni dal
putiferio partito con l'arrivo di Yuuichi e dal Natale trascorso in
ospedale, e da quando le acque si erano calmate e la Mizuyaji era
potuta tornare a casa, e Tenma a vivere con Kyousuke, tutti avevano
evitato di far parola su quanto accaduto come se fosse un
tabù.
Ma in quel momento, con i quattro ragazzi seduti a uno dei tavoli del
Newstart, che dopo minuti interi di chiacchierate erano giunti al
cosiddetto "punto morto" in cui nessuno sapeva più cosa dire
per portare avanti la conversazione, l'istinto era prevalso sulla forza
di volontà della ragazza e quell'argomento era sbucato fuori
con naturalezza.
L'attenzione dei presenti si focalizzò immediatamente su di
lei.
« Beh... » Miyu andò alla ricerca di
qualcosa che la potesse giustificare per quanto detto, senza
però riuscirci. « Beh, insomma, l'anno non si
è concluso nel modo migliore per noi, con tutti quei casini.
Speriamo che questo, di anno, sia migliore! »
sviò, ma ormai era troppo tardi. Aveva lanciato un amo in
mare che tutti avevano per lungo tempo cercato di ignorare, ma che
adesso avrebbe attirato tutti.
Fu Tenma a prendere parola. « Sì, ma alla fine
tutto è andato per il meglio. Ed è questo quello
che conta, no? » ravvivando l'atmosfera creatasi facendo solo
uso della sua costante positività. Si voltò verso
il suo ragazzo – che gli sedeva a fianco – e
sorrise in modo genuino, come lui solo sapeva fare.
Kyousuke annuì a stento. « Già. Tutto
è finito bene. » Si guardò attorno e
constatò quanto fosse strana e surreale tutta quella pace:
con il fast food con così pochi clienti da permettere a
Tenma e Miyu di sedersi a uno dei tavoli, con la mancanza di quelle
caotiche decorazioni vomitevoli e natalizie, con la Mizuyaji a casa a
riposare e senza ansia a gravare sul petto di nessuno.
« Solo io credo che nonostante quel che accaduto non sia
stato bello, sia stato però per tutti una grande esperienza
da cui imparare? » il tono di Yuuichi era quasi serio, come
se avesse curato amorevolmente quel pensiero dentro di sé e
ora che l'aveva liberato non potesse accettare contestazioni.
« Imparare? » domandò Te ma.
« Sì, imparare. Del tipo... Imparare dai propri
errori. »
Miyu tossì piuttosto rumorosamente. « Suvvia
ragazzi! » proruppe. « Non pensiamoci
più! Quel che è stato è stato.
»
Kyousuke la guardò contrariato. « Non vorrai mica
dirmi che non hai imparato nulla dai tuoi errori? » chiese,
quasi retorico « Tipo... Mh, non so: che non dovresti
più mentire? » e sbuffò, accomodandosi
meglio sulla panca di legno e incrociando le braccia al petto.
« Oh, senti chi parla! Non sarò la persona
più sincera di questo mondo, ma- » il tono di Miyu
non appariva irritato, ma piuttosto provocatorio « -di certo
tutto il putiferio che c'è stato non l'ho causato io.
» Si sporse sul tavolo, avvicinandosi a Kyousuke, che era
esattamente davanti a lei, e sussurrò scandendo bene le
parole: « Sbaglio o è stato qualcun'altro a
mentire al proprio fratello e a cacciare il proprio ragazzo di casa? E
vogliamo forse dimenticarci che questo qualcuno se l'è presa
pure ripetutamente con una povera ragazzina innocente? »
sorrise, compiaciuta.
« Sull'ultima parte avrei da ridire »
sibilò Kyousuke a denti stretti.
Yuuichi, che aveva osservato la scena con sconsolatezza,
sospirò pesantemente. « Ohi, ragazzi. È
il mio ultimo giorno qui e voi vi comportate così?
» chiese come se fosse stato una vittima innocente. Il
problema fu che nessuno ci fece molto caso, e non suscitò
neanche un minimo di compassione ai due litiganti.
Kyousuke si accasciò sul suo posto e poggiò
sfinito la fronte sulla lastra di vetro della finestra. Attese che la
tensione si smorzasse, e si concesse qualche attimo per ammirare
compiaciuto l'assenza di luminarie e decorazioni natalizie anche nel
paesaggio esterno. Un anno nuovo era cominciato e tutto ciò
che era successo era ormai vecchio e irrecuperabile, non appartenente
più al presente. Il passato, semplicemente, era scivolato
via: era un'azione abituale per il tempo, ma gli esseri umani erano in
grado di accorgersene solo dopo il capodanno.
Pensando al tempo Kyousuke sfilò fuori il cellulare dalla
tasca dei pantaloni e controllò l'orario. Si
ritrovò a storcere il naso con disappunto prima di dire:
« Yuuichi, è ora. »
Il ragazzo nominato parve svegliarsi da un lungo e rigenerante sonno di
colpo. « Come? Di già? » chiese e
allarmato cercò conferma nel suo orologio da polso.
« Oh. »
Partì un mormorio di delusione da Tenma e Miyu.
La ragazza si alzò in piedi e voltandosi alla sua sinistra
sorrise a Yuuichi. « Tornerai a trovarci, vero? »
sembrava illuminata dalla speranza. E si vergognò non poco
per quella domanda tanto spontanea.
« Certo, cioè, se Kyousuke mi invita
sì. Non vorrei autoinvitarmi una seconda volta e creargli di
nuovo un mare di problemi. » dopo aver ironizzato con quella
frase si voltò in direzione di suo fratello. « Mi
inviteresti? » chiese, sorridendo.
Kyousuke si alzò in piedi. « Forse, può
darsi » rispose, sorridendo a sua volta.
« E se non ti invita lui, lo faccio io! »
puntualizzò Tenma.
Il maggiore spostò di nuovo lo sguardo sulle lancette e i
numeri nel quadrante dell'orologio. « Beh, allora... ciao!
» disse a malincuore, quasi sforzandosi, e gli altri
ricambiarono il saluto con il medesimo sentimento.
« E tu Miyu, salutami tua madre. »
« Certo! »
Il pensiero di andar via lo intristì parecchio. Gli
sarebbero mancati tutti: Tenma, Miyu, pure la signora Mizuyaji, ma
soprattutto suo fratello.
« Andiamo » fece Kyousuke, e con un cenno del capo
incalzò Yuuichi a camminare.
***
Tornare
alla stazione a Kyousuke fece venire in mente il giorno in cui era
venuto a prendere Yuuichi. Quando era accaduto aveva avuto lo stomaco
in subbuglio tutto il giorno per l'ansia e la preoccupazione; ora
invece, nonostante sapesse che di lì a poco avrebbe dovuto
salutare per non sapeva quanto tempo suo fratello, Kyousuke si sentiva
stranamente tranquillo.
« Sai » ruppe il silenzio il minore, mentre il suo
sguardo pensieroso si aggirava da un lato all'altro in mezzo a tutto
quel grigio e quel l’azzurro metallizzato che li circondava.
« Pensavo davvero che ci fosse una morale, dietro tutto
ciò. Pensavo anche di aver imparato anche dai miei errori,
ma ora non ne sono più tanto sicuro »
liberò ogni suo astruso pensiero come solo in presenza di
Yuuichi riusciva a fare.
Il suo interlocutore inarcò un sopracciglio. « In
che senso, Kyousuke? »
« Nel senso, abbiamo a lungo detto "meno male che tutto
è finito bene", e affermato che fosse tutta una conseguenza
dell'essere riusciti ad essere sinceri alla fine. Ma non è
così. »
« Non ti seguo ancora. »
Kyousuke sbuffò sonoramente e cercò di essere
paziente.
« Tutto è finito bene perché siamo
stati sinceri, ma non doveva essere per forza così. Con la
mia sincerità avrei anche potuto rovinare tutto. Non era
scritto da nessuna parte che se fossi stato un bravo e sincero bambino
il destino mi avrebbe ricompensato sistemando ogni mio problema. Alla
notizia di me e Tenma tu avresti anche potuto sconvolgenti, e tagliare
per sempre i ponti con-- »
« Ehi, piano, piano- Lo sai che non avrei mai fatto nulla del
genere. Credo che non ci sia niente di male nella vostra relazione,
quante volte te lo devo dire? »
Kyousuke aveva uno sguardo sconsolato e frustato, come se si stesse
esprimendo in una lingua diversa e non avesse modo di farsi capire da
suo fratello.
« Non dico questo. Dico che non è andata bene
perché alla fine ti ho detto la verità,
è andata bene perché tu sei tu, e possibilmente
se fossi stato un altro non sarebbe andata così. »
Yuuichi scosse il capo contrariato. « Già,
sfortunatamente per te tuo fratello è Yuuichi Tsurugi,
quindi tutto è andato bene. Volevi forse che non fosse
così? »
« No, certo che volevo che andasse così.
Semplicemente però, riflettevo sul fatto che dire bugie a
volte non è così sbagliato. E che è
impossibile imparare dai propri errori, perché la vita e le
nostre azioni hanno conseguenze imprevedibili » si
vergognò per aver rivelato una sua idea così
intima.
« Beh, ovvio. E non è che mentire non sia
sbagliato, Kyousuke; semplicemente le bugie a volte sono uno scudo. Le
usiamo per proteggerci da quel che ci fa paura. »
Kyousuke si animò di colpo e alzò lo sguardo
verso il maggiore, come se fosse giunta la spiegazione che attendeva.
« Nel tuo caso, temevi che io mi arrabbiassi con te se avessi
scoperto della tua relazione. Nel caso di Miyu, credo che quella
ragazza non abbia particolare fiducia in se stessa. Possibilmente teme
anche il giudizio altrui, il che la porta a modificare parti di
sé per sentirsi meno vulnerabile.
« Del resto il suo comportamento è anche quasi
comprensibile se pensi che sua madre ha incarnato il ruolo del genitore
perfetto, non mostrando alcuna debolezza né sbavature umane.
Insomma, pensaci: Miyu avrà forse idealizzato la figura di
sua madre? L'avrà vista così perfetta da
chiedersi perché lei invece non fosse pure così,
ma si trovasse piena di dubbi e insicurezze dentro sé?
« E poi Tenma... Beh, lui non sembra bravo a dire le bugie,
ma sicuramente capita anche a lui di dirle. Possibilmente ha altri modi
per difendersi da quel che gli fa paura. »
Kyousuke con lo sguardo basso analizzò ogni parola di quel
lungo discorso. Realizzò prima che suo fratello, forse
perché aspirava a diventare psicologo, forse
perché particolarmente empatico, aveva un modo tutto suo di
analizzare la gente. In secondo luogo, poi, si scoprì in
disaccordo con lui per la parte finale.
« No » disse, scuotendo il capo contrariato.
« Tenma non si difende dai problemi, li affronta »
ed era una delle tante cose che non poteva fare a meno di invidiare e
ammirare nel castano.
Yuuichi sorrise, come se non avesse atteso altro che Kyousuke facesse
quella deduzione. « E quando li affronta, va sempre a finire
bene? » domandò, pieno di aspettativa.
Kyousuke rifletté bene. Gli vennero in mente ben pochi
esempi, ma uno in particolare fu piuttosto nitido: Tenma che gli si era
dichiarato alle medie, e lui che lo aveva rifiutato.
« No, affatto. Non sempre. »
« Appunto, Kyousuke. Non è una questione di
verità o non verità. Certe cose bisogna
affrontarle e basta, o non si può sapere come andranno a
finire. Se non ci provi non lo saprai mai, bisogna rischiare.
»
Kyousuke sorrise. Gli pareva che nulla fosse cambiato nonostante gli
anni che erano trascorsi: era ancora il bambino che si faceva spiegare
tutto quel che non capiva dal suo fratello maggiore, ed era ancora pure
l'adolescente in cerca di risposte sulla vita.
In quello stesso istante una voce femminile registrata
annunciò che il treno era arrivato. La gente
iniziò ad accalcarsi vicino alla linea che separava dai
binari.
« Ecco, ci siamo » mormorò Yuuichi,
forzando un sorriso.
Andarono entrambi a posizionarsi lì davanti come tutte le
altre persone, e come il giorno in cui era arrivato, Yuuichi insistette
per portare da solo ogni bagaglio.
« Grazie Kyousuke, nonostante tutto ho passato dei bei giorni
qui. » Tese la mano a suo fratello e Kyousuke
l'afferrò immediato.
« Figurati. Sei il benvenuto qui, anche se la prossima volta
preferirei che mi avvisassi un po' prima per venire. »
Yuiichi ridacchiò, poi, approfittando di un momento di
distrazione del minore lo tirò per il braccio e lo
abbracciò. « Mi mancherai. »
Kyousuke sentì le guance che si imporporavano. «
Eddai, mica ci stiamo dicendo addio- » e nonostante avesse
apprezzato l'abbraccio fece di tutto per divincolarsi dalla presa
dell'altro.
Il treno arrivò e gli sportelli iniziarono ad aprirsi.
« Ti ricordi del "certe cose bisogna affrontarle"?
» chiese Yuuichi di fretta e Kyousuke annuì
confuso.
« Beh, anch'io ho qualcosa da rivelarti. Non te l'ho detto
sin da subito perché temevo che la potessi prendere male.
» Kyousuke sentì il cuore palpitargli per l'ansia
crescente. Yuuichi continuò: « Sai, temevo che
magari sapendolo potessi decidere di chiudere i ponti con me, e
restarne sconvolto. »
Kyousuke colse l'evidente presa in giro nei suoi confronti e per un
attimo si chiese se suo fratello non stesse scherzando.
« Parla. »
« Okay, allora: penso che Miyu sia carina. Forse mi piace
anche. »
Kyousuke sgranò gli occhi. « Cosa?! No, no!
Yuuichi non posso accettarlo! » fece confuso e
tentò di inseguire l'altro che tra le risate stava salendo
sul treno. « Scherzo, scherzo! ... Cioè, forse.
»
Kyousuke restò immobilizzato per un po', Yuuichi
salì sul treno e lo salutò per un'ultima volta
con la mano. Poi le porte del treno si chiusero, e il mezzo
partì spedito.
Quando non ci fu più traccia di esso nelle vicinanze,
Kyousuke si trovava ancora imbambolato sul posto.
Si accorse di essere rimasto solo.
Si girò un po' intorno, non incrociando nessuno, e
aspirò a pieni polmoni il freddo pungente che lo circondava.
Solo in quel momento si rese conto che Yuuichi era partito e che le
videochiamate sarebbero tornate ad essere l'unico modo per vedersi in
viso di tanto in tanto (e anche il mezzo con il quale avrebbero
scambiato qualche chiacchiera sulla faccenda "Miyu").
Fece spallucce, e rimuginando sulle parole filosofiche di suo fratello
si diresse a casa.
Pensò che per l'ennesima volta nella sua vita, ricominciava
da dove aveva lasciato tutto. Con quella che era la sua precedente
routine che era però così tanto stata contaminata
da novità e cambiamenti da potersi considerare una nuova
vita.
Giunse nel suo appartamento, e con un sospiro sconsolato al pensiero
dei tomi di medicina e alla noia di ogni giorno che lo attendevano
girò la chiave nella toppa.
Si tolse le scarpe e poi con calma camminò verso il
soggiorno dove aveva lasciato la sua routine e dove intatta e quasi
identica a prima l'avrebbe ritrovata. Fu colto di sorpresa quando
aprì la porta della stanza.
« Bentornato Kyoucchan! » e si chiese come avesse
potuto scordarsi che quella monotonia non era grigia neanche un po'.
{{ blaterazioni.
}
Eccoci
alla fine vera e propria. ^^
Rileggere questo epilogo dopo tanto tempo per me è stato
strano e ho quasi provato tristezza – o malinconia? Eppure
ricordo che quando l'ho scritto ero solo esaltata, felice,
perché per la prima volta avevo concluso un progetto. E
sì, direte voi, sono solo 11 capitolo (anche se lunghissimi,
lol), ma rimane la prima long che riesco a completare, quindi non posso
che esserne soddisfatta.
Ringrazio chi ha seguito la storia, in modo silenzioso e non. Ora che
è conclusa, sapere che ne pensate mi farebbe davvero piacere
♥
Saluti,
Eeureka
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