Il Figlio Della Prof- Capitolo 20
Considero
Il Mondo Per Quello Che E’:
Un Palcoscenico Dove Ciascuno Deve
Recitare La Sua Parte
William Shakespeare
Epilogo
La
Vera Storia Inizia Da Qui
-Basta
così Ferrari, torna a posto.-
Dopo che
una ragazza di diciotto anni aveva
perso un intero pomeriggio a studiare come una matta per riuscire a
fare una
figura decente all’interrogazione, si sentiva dire questa
frase con il tono soave
che solo l’acida voce di una professoressa può
avere, l’unica risposta
possibile sarebbe dovuta essere: Brutta stronza, te l’ho
fatta vedere io questa
volta!
Invece me
ne tornai a posto senza fiatare
perché non era andata esattamente così. A
quest’interrogazione avevo fatto
letteralmente schifo e un quattro non me l’avrebbe tolto
nessuno.
La
D’Arcangelo aveva deciso di fare una bella
verifica orale a sorpresa il sette gennaio. Ora, vorrei proprio sapere
quale
cavolo di studente è pronto ad affrontare
un’interrogazione il giorno in cui
torna a scuola dopo le vacanze di Natale!
-Sara, a
te metto otto e mezzo, ovviamente-,
disse la D’Arcangelo soddisfatta.
Ah,
giusto. Avevo dimenticato il prototipo di
robot, GiordanoXP3000.
-Ferrari,
quanto ti metteresti?-
Maledetta
quella domanda! La faceva solo
quando qualcuno andava davvero male. Ma cosa si aspettava che dicessi?!
Voglio
un dieci?!
-Ehm…
Cinque…?- la mia era più una domanda che
un’affermazione.
In
realtà ero certa che, per il metro di
giudizio della D’Arcangelo, fossi andata al massimo da
quattro ma magari per
qualche miracolo mi avrebbe messo un cinque.
-Uhm…
Ti metterò un cinque e mezzo-, decretò
scorrendo l’elenco dei voti segnati sul suo registro.
–Certo che è proprio un
peccato. Alle altre due interrogazioni avevi un sette meno e un sette e
mezzo,
oggi sei proprio precipitata. Come mai? Le vacanze ti hanno rovinata?-
“No,
veramente è stato suo figlio a far
precipitare la mia media” pensai stizzita.
Da quando
c’eravamo messi insieme, appena ne
avevamo l’occasione, io e Massi non facevamo altro che
cercare posti appartati
dove poterci saltare addosso, anche se di occasioni ce
n’erano state poche. E
di certo non avrei scambiato quei momenti bellissimi neanche con una
cassaforte
piena d’oro, figuriamoci se avrei preferito stare chiusa in
casa a studiare
scienze.
“Non
è colpa mia, prof, se lei ha tirato su un
ragazzo meraviglioso, seducente e sessualmente instancabile come
Massimiliano
Draco.”
Perciò,
di riflesso, la colpa era proprio
della prof!
Quando
finalmente suonò la campanella della
ricreazione tutti gli studenti del Liceo Classico Virgilio si
riversarono nei
corridoi. Tra quegli studenti c’eravamo anche noi: Martina
Giuliani, Amelia
Tarantini e Valeria Ferrari.
Ormai non
più tre ragazze come tante.
In
quegl’ultimi mesi eravamo cambiate, gli
avvenimenti e le situazioni che la vita ci aveva posto davanti avevano
modificato
i nostri caratteri e i nostri destini.
Al mio
ritorno da Padova, Amy mi raccontò
quello che era accaduto alla festa di Christian Corradi. Nel sentire
quel
resoconto avevo aspettato con ansia di poter tornare a scuola per
pestare Christian
a sangue, ma quella mattina, arrivata a scuola, Giacomo mi aveva
spiegato che
Christian era finito in ospedale. A quanto sembrava il nostro Christian
la sera
di Natale, mentre stava tornando in macchina da casa di una delle sue
fiamme,
era stato accerchiato da un gruppo di ragazzi in moto che lo avevano
obbligato
a fermarsi. I motociclisti lo avevano costretto a scendere dalla
macchina e lo
avevano picchiato così tanto che si era ritrovato con
diverse ossa rotte e con
un’emorragia interna, non grave, ma piuttosto preoccupante.
Nessuno
sapeva chi fossero quei motociclisti
ma Giacomo ne aveva una mezza idea e fu felice di espormi la sua
teoria, purché
promettessi di non parlarne a nessuno.
Lui
sapeva che Christian si stava vedendo da
un po’ di tempo- anche mentre stava con Marti- con una
ragazza di un’altra
scuola. Il fratello maggiore di questa ragazza era un tipo violento,
vendicativo e poco raccomandabile. Non si sapeva come, ma il ragazzo in
questione era venuto a conoscenza del fatto che Christian approfittava
delle
ragazze indifese e che ben due volte aveva provato a usare violenza su
delle
donne. Così, per proteggere la sorella, il ragazzo violento
e poco
raccomandabile aveva pestato Christian Corradi a sangue.
Sapevo
che avrei dovuto essere disgustata da
quella storia, avevo sempre detestato comportamenti deplorevoli come
quello, ma
non potevo non essere felice che Christian avesse avuto quello che si
meritava.
Non mi andava per niente giù il fatto che tra loro due solo
Marti avesse
sofferto mentre lui se l’era cavata a buon mercato.
Fortunatamente
il destino agiva sempre per vie
inaspettate.
-Dai
Vale, non è andata poi così male-, mi
disse Amy sorridendo.
-Infatti,
sei andata anche peggio di così-,
aggiunse Marti. Se quello era il modo di Marti per tirarmi su di
morale, non
era molto efficace.
-Sono
semplicemente tornata alla tradizione-,
risposi sospirando sconsolata. –Mi sembrava strano che per
due interrogazioni
di seguito fossi riuscita a prendere sette… Adesso si
ricomincerà con i soliti
sei stentati e i cinque.-
-Non fare
così-, provò a rincuorarmi Amy.
–Vedrai che alla prossima interrogazione andrai meglio.-
-So solo
che adesso ho bisogno di bere-,
mormorai afflitta.
Ci
dirigemmo con calma verso la zona delle macchinette
e non ci misi molto a capire come mai quella giornata era cominciata
male:
perché doveva continuare peggio!
Marco e
Massi erano davanti alle macchinette
con tre mocciose del secondo anno che ridevano e scherzavano con loro.
Mi
sembrava il classico Déjà vu, con
l’unica
differenza che stavolta la mia posizione mi permetteva di fare a pezzi
Massi se
avesse continuato a parlare con quelle ochette.
Come se
avesse sentito i miei pensieri lui
alzò lo sguardo e mi vide. Impallidì
immediatamente mentre un sorriso maligno
si aprì sul mio volto. Diede una gomitata a Marco senza
smettere di fissarmi e
lui bloccò a metà una delle sue battute per
guardare verso di noi. Non mi ero
voltata verso Amy ma sapevo che il suo sguardo era incavolato almeno
quanto il mio.
Con molta
disinvoltura mi avvicinai alle
macchinette mentre Massi e Marco non mi levavano gli occhi di dosso.
-Scusatemi
ma dovrei prendere una bottiglietta
d’acqua, voi due potreste andare a mostrare le vostre folte
piume da pavoni in
un posto molto lontano da qui?- la mia acidità era evidente.
Massi
alzò un sopracciglio e tirò fuori quel
suo sorriso spavaldo che mi faceva battere il cuore.
-Tu parli
così ma sono certo che anche a te
piacciono le nostre piume-, disse con sicurezza. –Soprattutto
le mie.-
-Sì,
mi piacciono talmente tanto che vi
spennerei vivi solo per usarle come penne!- esclamai imbarazzata. Lo
sapeva che
non dovevano scoprirci eppure faceva certe battute.
-Massi,
cosa are you
doing?- chiese una voce squillante.
Mi voltai
e vidi Delia con un’espressione
seria. Mi lanciò uno sguardo d’intesa e
tornò a guardare Massi. Era venuta a
sistemare la situazione fingendosi ancora una volta la ragazza di
Massi.
-Delia,
tesoro-, cominciò Massi. –Stavo solo
parlando con Marco e queste ragazze.-
-Be’,
now puoi anche smetterla-, disse lei
irritata.
-Noi
andiamo-, mormorò una delle mocciosette
vedendo lo sguardo determinato di Delia.
-It’s
meglio!- concluse lei sorridendo, anche
se il suo era un sorriso perfido.
Le tre
ragazze sparirono alla velocità della
luce, guardandosi ogni tanto indietro per assicurarsi che nessuna di
noi avesse
intenzione di seguirle.
Avrei
voluto inveire subito contro Massi ma
Amy fu più veloce di me.
-Tu!-
esclamò puntando il dito verso Marco.
–Si può sapere che diavolo stavi facendo?-
-Amy,
calmati, stavamo solo parlando. Lo ha
detto Vale che dobbiamo comportarci come sempre perché non
vuole che qualcuno
scopra la vera natura del suo rapporto con Massi.-
-E su
questo non discuto, ma non mi sembra che
tra me e te ci fosse lo stesso accordo. Non sei anche tu figlio della
D’Arcangelo!-
Amy era
davvero incavolata nera.
-Nonostante
abbiamo deciso di stare insieme tu
non ti comporti affatto come un fidanzato. Non hai neanche voluto dire
in giro
che usciamo insieme, e in più ti fermi a parlare con tutte
le ragazze della
scuola! Questa cosa mi fa imbest…-
Amy non
poté continuare visto che Marco le si
era avvicinato e l’aveva baciata, e il suo non era per niente
un semplice bacio
sulle labbra, anzi era piuttosto… passionale…
-Hai
visto?- chiese un ragazzo che passava di
lì alla ragazza che gli camminava accanto. –Quello
non è Iovine? Mi sa che
dovrai togliere la sua foto dal tuo diario…-
-Ma no,
sarà una delle sue solite conquiste.
Tempo due settimane e la mollerà-, rispose la ragazza
distogliendo lo sguardo.
Mi
guardai un attimo intorno. Si erano tutti
fermati a fissare Marco ed Amy mentre loro continuavano incuranti a
baciarsi.
Quando si
divisero Marco sussurrò un “Ti amo”
e Amy sorrise, era diventata tutta rossa.
-Mi sa
proprio che non la lascerà tra due
settimane, anch’io non mi farei scappare una ragazza
così bella-, riprese il ragazzo
di prima rivolto alla stessa ragazza.
-Sta’
zitto! Cosa ne vuoi sapere tu.- La
faccia di quella ragazza rasentava l’incredulità.
Evidentemente non era stata
una notizia facile da digerire: Marco Iovine si era finalmente
innamorato e difficilmente
sarebbe tornato sulla piazza. Era caduto il mito di tutte le ragazze e
adesso
la mia povera amica sarebbe stato l’oggetto di tutte le
maledizioni esistenti
sulla faccia della terra.
-Beati
loro che possono uscire allo scoperto-,
mormorò Massi lanciandomi un’occhiata.
-Lo sai
perché ho preso quella decisione. E
comunque non mi sembra che tu ci stia male più di tanto-, lo
trapassai con uno
sguardo assassino.
-Ti
è successo qualcosa?- chiese lui quasi
preoccupato. –Mi sembri più acida del solito, e in
genere tu sei piuttosto
acida…-
-Non so,
perché non lo chiedi a tua madre?
Oggi ha interrogato… Oggi! Il sette gennaio! Il Ministero
dovrebbe vietare le
interrogazioni il sette gennaio!- esclamai irritata.
Fortunatamente
la piccola folla che si era
riunita attorno a noi poco prima era defluita piuttosto velocemente
altrimenti
tutti mi avrebbero visto sbraitare contro il nulla.
-E in
più-, continuai puntando il dito contro
il petto di Massi, -sei stato proprio tu a dirmi che non avrebbe
interrogato
oggi. Me lo avevi assicurato!-
-Non
è colpa mia se la coerenza di mia madre è
vicina a livelli inesistenti-, si difese lui. –La settimana
scorsa durante il
pranzo di Capodanno aveva detto che avrebbe rimandato le interrogazioni
a dopo
il nove, come potevo sapere che aveva cambiato idea?-
-Ma che
vantaggio c’è a stare con il figlio
della prof se poi ti dà pure informazioni sbagliate-,
mormorai scuotendo la
testa sconsolata.
-Ragazzi,
mi sa che siamo tutti un po’
stressati-, intervenne Delia con il suo italiano perfetto. Io ancora
non ci
credevo che sapeva parlare in quel modo, e anche la sua voce era
normale e non
da bambina. Chi lo avrebbe mai immaginato che fingeva per evitare le
pressioni
dei professori. –Che ne dite di un bel viaggio?-
-Un
viaggio?- chiese Marco curioso.
-Sì.
Nel periodo di Carnevale avremo una
settimana di vacanza. Stavo pensando di andare a trovare mio padre e
mio
fratello a Boston, volete venire con me? Ovviamente pagherò
tutto io, o meglio,
mio padre. Mi farebbe davvero piacere se veniste, ho tanta voglia di
mostrarvi
la città in cui sono cresciuta.-
-Io ci
vengo di sicuro!- esclamò Massi
contento. –E’ da una vita che non vedo Michael e
devo ancora rifarmi della batosta
che mi ha dato a PES l’ultima volta che è stato
qui.-
-Be’,
visto che è tutto pagato non credo che
mio padre farà problemi-, risposi sorridendo. –Lui
mi dice sempre che se un
amico mi offre qualcosa non la devo rifiutare, quindi se mi
dirà di no userò
questa sua filosofia contro di lui.- Ero brava ad architettare piani
per
convincere mio padre ad accontentarmi, ormai avevo anni e anni
d’esperienza
alle spalle.
-Anche
noi verremo, vero?- chiese Amy a Marco.
-Sì,
è un’idea fantastica- ribadì lui.
-Perfetto!-
disse Delia battendo le mani
contenta. –E tu Martina?- Delia era l’unica che ci
chiamava con i nostri nomi
completi, diceva che erano talmente belli che non le andava di
abbreviarli.
-Mi
dispiace, ma mia madre non mi permetterà
mai di partire per Boston, anche se è tutto pagato.
E’ persino inutile che
glielo chieda.-
Sapevo
che Marti aveva ragione: i suoi
genitori non le avrebbero mai permesso di attraversare
l’Atlantico da sola.
-Che
peccato! Volevo tanto presentarti mio
fratello! E’ un ragazzo così affascinante!-
esclamò Delia tutta eccitata e
felice.
-Grazie,
ma passo. Credo che per un po’ girerò
al largo dai ragazzi affascinanti-,
rispose Marti con un sorriso amaro.
Proprio
in quel momento suonò la campanella.
-Va
be’, ne parleremo meglio dopo-, cominciò
Amy. –Adesso dobbiamo correre in classe altrimenti la Bianchi
ci ucciderà.-
-Andate
avanti-, le dissi. –Io prendo l’acqua
e vi raggiungo.-
-Sbrigati-,
m’intimò Marti mentre lei e Amy si
affrettavano a raggiungere le scale.
-Vado
anch’io. Adesso ho inglese, che noia… La
professoressa ha un accento orribile-, mormorò Delia
scocciata.
-Anche
noi dobbiamo correre in classe-,
cominciò Marco rivolgendosi a Massi. –Abbiamo il
compito di greco.-
-Cavolo!
Odio fare un compito appena tornato
dalle vacanze!- esclamò lui irritato.
-Almeno
tu lo sapevi e non ti è toccata
un’interrogazione a sorpresa.- Avrei dato chissà
cosa per tornare indietro e
scambiare la mia interrogazione con il suo compito di greco.
-Mi
dispiace, Vale-, disse lui con tono
mortificato. Mi diede un veloce bacio sulla fronte e insieme a Marco si
diresse
verso le scale.
Sospirai
sconsolata e mi voltai a prendere la
mia tanto agognata bottiglietta d’acqua.
Non
c’era nessuno in giro, erano tutti tornati
di filato nelle loro classi e io stavo rischiando seriamente di
beccarmi una
strigliata da parte della Bianchi, ma visto che non ero mai arrivata in
ritardo
quando c’era lei in classe forse me l’avrebbe fatta
passare liscia… Forse…
Inserii
le monete nella fessura della
macchinetta e, dopo aver scelto l’acqua, sentii il tonfo
della bottiglietta che
cadeva nel contenitore. Mi chinai e la presi. Finalmente potei bere e
avvertii
subito un senso di benessere infondersi in tutto il corpo.
Stavo per
voltarmi e tornare in classe quando
due braccia forti e calde mi avvolsero.
Non avevo
bisogno di girarmi per sapere chi
fosse: quel profumo, quel calore, quel corpo non avrei potuto
confonderli con
quelli di nessun altro.
-Davvero
credevi che ti avrei salutato con un
semplice bacio sulla fronte dopo che non ti vedevo da quasi cinque
giorni?-
Non
risposi, non ne avevo la forza, ero troppo
impegnata a tenere stretta tra le mani la bottiglietta, se mi fossi
deconcentrata
sarebbe caduta a terra a causa di tutte le emozioni che mi stavano
attraversando
in quel momento.
-Illusa-,
sussurrò Massi vicino al mio
orecchio.
Il mio
cuore si fermò mentre lui si staccava
da me e prendendomi per le spalle mi voltava verso di lui.
Non feci
neanche in tempo a guardare il suo
volto che lui mi stava già baciando. Un bacio profondo,
pieno di sentimento e
caldo. Era davvero caldo… Mi sembrava quasi di andare a
fuoco!
In quel
momento sarebbe potuta passare la
D’Arcangelo seguita da tutto un corteo formato da preside,
professori e
genitori, ma io non mi sarei accorta di nulla. Senza lasciare andare la
bottiglietta portai le mie mani dietro il collo di Massi per permettere
ai
nostri corpi di unirsi, di essere i più vicini possibile,
per non lasciare che
neanche un attimo di quel bacio andasse sprecato.
Era
cominciato tutto davanti a quelle
macchinette, quando mesi prima avevo litigato con Massi per la prima
volta. In
quel momento non potevo sapere che lui sarebbe diventato
così importante per
me, il mio unico scopo era evitarlo e sperare che lui continuasse ad
ignorare
la mia esistenza. Ma, fortunatamente, le cose avevano preso una piega
diversa e
i nostri destini si erano incrociati per non dividersi mai
più.
Sì,
perché niente e nessuno avrebbe mai potuto
separarci.
***
La pioggia continuava a cadere sul vetro della
finestra e io proseguivo imperterrito a sfogliare il mio libro cercando
di
studiare. Ma non era facile, non dopo che la mia ragazza ed io avevamo
avuto
l’ennesimo litigio. Era proprio stupida! Come poteva non
capire che io volevo
tornare a casa mia, volevo tornare a Lecce.
Secondo
lei la mia non era nostalgia di casa,
secondo la mia quasi ex ragazza, io
soffrivo a causa di una persona. Di una ragazza che in
quegl’anni mi era
mancata come l’aria. Forse aveva ragione, forse era vero che
in tutto quel
tempo io non avevo mai dimenticato il mio primo amore. Ma è
sempre così, no?
Non si può dimenticare la prima ragazza di cui ci
s’innamora, sarebbe contro
natura.
-Tesoro-,
mia madre era appena entrata nella
mia stanza.
-Cosa
c’è, mamma?- chiesi chiudendo il libro e
voltandomi a guardarla.
-Tuo
padre mi ha appena detto che dovremo
trasferirci di nuovo-, disse la mamma sedendosi sul mio letto e
guardandomi con
sguardo dolce per cercare di rendere la pillola meno amara.
-Dove?-
il mio tono era duro e non traspariva
nessun sentimento, né rabbia né delusione. Stavo
semplicemente prendendo atto
della notizia senza fare una piega.
Non
volevo abbandonare la mia ragazza ma forse
era meglio così. Non ero più sicuro di amarla,
perché il mio cuore era sempre
stato di un’altra, una splendida e divertente ragazza che
aveva il potere di
rendermi immensamente felice con un solo sguardo.
-A quanto
sembra è stato promosso alla
vicepresidenza, e gli hanno assegnato la sede di Lecce-, rispose mia
madre
sorridendomi.
-Lecce?-
spalancai gli occhi incredulo.
-Sì,
partiremo alla fine di febbraio. Torniamo
a casa, Riccardo.-
Sapevo
che mia madre era felice quanto me di
tornare a Lecce. Si alzò e uscì dalla mia stanza
rivolgendomi uno splendido
sorriso.
Saremmo
tornati a Lecce!
Lara
aveva sempre avuto ragione, io ero ancora
innamorato di Vale, non l’avevo mai dimenticata nonostante ci
avessi provato
con tutte le mie forze.
Sarei
tornato a Lecce molto presto e questa
volta non avrei esitato, avrei aperto a Vale il mio cuore rendendola
per sempre
mia.
CONTINUA
***L'Autrice***
Bene, bene... Da dove potrei cominciare il commento a questo
ultimo capitolo? Be' direi che si potrebbe cominciare dal "CONTINUA"
che vedete qui sopra.... Ebbene sì, non penserete di certo
che storia possa finire così. Verso La
Maturità è già in
cantiere e dal 19
febbraio comincerò a pubblicarla... xD
Detto questo mi concentrei un attimo sull'ultima parte
dell'epilogo... xD Quante di voi si aspettavano che avrei fatto tornare
Riccardo? ^^ No, perchè io per prima non pensavo di farlo
tornare è stata proprio un'idea dell'ultimo secondo che
porterà davvero molto ma molto scompiglio nel Sequel... xD
Cosa ne pensate? xD Sono stata troppo cattiva?
Comunque, tolto Riccardo, il prossimo aggiornamento (non lo scordate
^^) sarà La Ragazza
Delle Macchinette, penso di riuscire a pubblicare il
prossimo capitolo prima di capodanno, quindi cercate di non perderlo
visto che sarà l'ultimo aggiornamento di questo 2010... xD
Quando ho pubblicato il capitolo 19 ho scordato di dirvi che avevo
scritto una One-Shot, Ricordo
Indelebile, in cui si spiega più nei dettagli
quello che succede tra Massi e Vale, per chi non l'avesse ancora letta,
questo è il link:
Inoltre un paio di giorni fa ho anche pubblicato una One-Shot natalizia con protagonisti Massi e Vale da bambini, si intitola Sogno
di Bambina. E' il mio regalo di Natale per tutte voi
quindi se vi va di leggerla la potrete trovare qui:
Comunque
vi ricordo che potete trovare molto altro riguardo "Il Figlio Della
Prof" in questi siti:
Forum
Gruppo su
Facebook
Pagina su
Facebook (in cui pubblico spoiler sui capitoli successivi
e anche mie sciocche "pillole di saggezza")
Profilo au
Facebook (Scarcy Novanta)
Che altro dire... Pubblicare di nuovo questa storia mi ha
donato tante soddisfazioni, proprio come la prima volta. Non pensavo di
trovare così tante ragazze che mi avrebbero seguito, dopo la
delusione delle case editrici non pensavo assolutamente di riuscire a
scrivere ancora ma grazie al vostro sostegno sono riuscita a rialzarmi
e ritrovare la mia passione. So di non essere un'autrice di Serie A e
che la mia storia è solo piacevole e carina ma niente di
eccezionale, ma l'importante è che per voi sia stato bello
leggerla. Per me quello che conta è sentirvi dire che un mio
capitolo è riuscito a farvi sorridere e a rischiarare una
giornata che era andata male, finchè quello che scrivo
avrà questo effetto su di voi io sarà contenta e
soddisfatta, non conta nient'altro... ^^
Mamma mia, sto parlando come se questa fosse davvero la fine, ma vi
posso assicurare che questo è solo l'inizio
perchè la storia di Massi e Vale comincia solo ora... *-*
Per finire questo mio commento che probabilmente vi
starà portando via del tempo prezioso che potreste
utilizzare per fare qualcosa di più costruttivo, volevo solo
ringraziare di vero cuore tutte le persone (vecchie e nuove) che hanno
seguito la pubblicazione di questa storia e che spero decideranno di
seguire anche in futuro. Senza di voi io non sarei nulla... *-* Quindi
GRAZIE!
Un bacio a tutti!
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