Cap. 70
Buongiorno ragazze!
Siamo contente che i Jalice continuino a riscuotere successo!
Specialmente Jasper! XD!
Ora si ritorna a casa Swan per vedere come trascorreranno i nostri
protagonisti la domenica mattina.
Nel prossimo l'ultimo dei Jalice, poi si ritornerà alla
normalità e Bella ed Edward ritorneranno ad essere i
protagonisti principali... per la gioia di molte di voi!
Grazie infinite a tutte le lettrici silenziose e non.
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 70
Armonia
familiare
Pov Edward
-Siete pronti
ragazzi?- chiese
Charlie a me e ad Emmett. Erano le otto del mattino ed eravamo in
cucina già da parecchio tempo. Charlie era venuto a buttarci
giù dai letti, per preparare la colazione alle ragazze e
alla
mamma, per via della nostra scommessa persa. Avevamo così
deciso
che ognuno avrebbe svegliato la propria metà, portandole la
colazione a letto.
-Sì, il
mio vassoio
è pronto- risposi, pienamente soddisfatto di tutte le
leccornie
preferite che vi avevo sistemato sopra per il mio bellissimo angelo.
-Anche il mio-
aggiunse Emmett,
con un sorrisone soddisfatto per l’opera compiuta e uno
strano
luccichio nello sguardo. Chissà… forse stava
ripensando
alla prima volta che aveva portato il vassoio della colazione a Rose,
alla casa al mare… e le piccanti conseguenze derivate dal
suo
gesto…
-Bene, allora
andiamo a
svegliare le nostre signore… e se conosco un po’
l’altra metà del cielo, vedrete ragazzi miei, ne
saranno
senz’altro piacevolmente stupite! E perciò prevedo
che
adotteranno un comportamento dolce ed affettuoso verso di noi, tutto il
giorno spero… magari mettendo fine alla nostra punizione
prima
di sera!- affermò Charlie, strizzandoci
l’occhiolino.
-Anche se non si
meritano un
trattamento del genere, però: hanno barato!- si
lamentò
Emmett con un broncio degno di un bambinetto di tre anni.
-Ancora con questa
storia? Dacci
un taglio e mettiti il cuore in pace figliolo: noi siamo stati degli
allocchi e loro sono solo state più scaltre e furbe di noi!
E
credimi se ti dico che non sarà l’ultima
volta… con
tua madre ho capito una volta per tutte che le donne hanno una marcia
in più… dobbiamo rassegnarci!- esclamò
Charlie,
facendoci sogghignare.
Ci avviammo al
piano superiore e appena salite le scale, Charlie ci trattenne ancora
un attimo.
-Ragazzi, mi
raccomando! Nel
vostro ruolo di schiavi è compresa solo la colazione a
letto… non altro, intesi?!- ci avvertì,
improvvisamente
serio.
Scoppiai a ridere
in maniera silenziosa per non svegliare le donne di casa.
-Certo,
Charlie… ma mi sa
che hai deluso Emmett- schernii mio fratello, all’espressione
affranta che ancora aleggiava sul suo viso.
-Sì,
perché tu sei un santo, vero?- ribatté
prontamente l’orso.
-Ti ricordo che,
anche volendo,
Bella ha il ciclo!- mi difesi, rendendomi conto troppo tardi che avevo
dato fiato alla bocca davanti a Charlie.
-Ma tu no!
Quindi…
all’occhio!- si intromise Charlie, mentre ora era Emmett
quello
che rideva sommessamente per la mia espressione imbarazzata.
-Muovetevi!
Andate!- ci ordinò, interrompendoci.
Mi avviai verso la
porta di
Bella e molto delicatamente la aprii e sgattaiolai in camera sua.
Appoggiai il vassoio sul comodino e mi persi nell’osservare
il
suo viso così rilassato nel sonno. Era bellissima e
immediatamente i ricordi della sera precedente esplosero in mille
immagini di lei chinata sul mio amichetto, intenta a darmi
piacere… Merda! Mi era già venuto
duro… Dio, Bella
mi faceva già quell’effetto normalmente, ma il
pensiero di
quanto fosse stata una bomba super sexy la sera prima, mi faceva
perdere la testa!
Pian piano mi
sedetti sul letto
accanto a lei e iniziai a lasciarle piccoli baci delicati su tutto il
viso. Iniziò a muoversi e senza aprire gli occhi mi sorrise,
allacciando le braccia attorno al mio collo e iniziando a rispondere ai
miei baci…
Una frenesia invase
all’istante il mio corpo e non riuscii più a
trattenermi:
in un attimo la mia lingua pretese l’accesso alla sua bocca,
cominciando a lambire la sua calda cavità in maniera
urgente,
quasi smaniosa; ogni piccolo angolo di quel luogo mi era diventato
molto familiare ma allo stesso tempo risultava sempre emozionante.
Immediatamente
rispose alla mia
incursione e le sue mani, si intrufolarono nella mia chioma, donandomi
brividi, che non mi aiutarono di certo a far ridimensionare Super
Cullen. Anzi… le sue dimensioni stavano aumentando sempre
più, mentre iniziava a pulsarmi dolorosamente sotto la
stoffa
dei pantaloni, sempre più stretta.
Ci staccammo
ansanti, per
riprendere ossigeno e Bella, spalancando i suoi occhioni dolcissimi, mi
donò uno stupendo sorriso radioso.
-Buongiorno,
amore… è stato un risveglio
fantastico…- sussurrò, con
un’espressione beata.
-Buongiorno anche a
te, mia
principessa… ti ho portato la colazione…- le
risposi,
dandole un piccolo bacio sulla punta del naso. Lei si alzò
sui
gomiti e diede un’occhiata piena d’interesse al
vassoio.
-E a cosa devo
questa sublime gentilezza?-mi chiese, meravigliata per la sorpresa.
-Sono o non sono
ancora per oggi
il tuo schiavo?- le domandai, con una nota maliziosa nella voce e il
mio famigerato mezzo sorriso sghembo. Lei arrossì di botto,
certamente ripensando a come si era comportata la sera precedente, e
abbassò il capo imbarazzata, privandomi dei suoi occhioni
cioccolatosi. Le rialzai il viso e la baciai di nuovo.
-Mmm…
bentornata gattina
mia… ma spero di rivedere presto anche la pantera di ieri
sera… è stato semplicemente meraviglioso fare la
sua
conoscenza…- mormorai a pochi millimetri dalle sue labbra.
Lei
annullò la distanza, appoggiando le sue labbra dolcissime e
morbide sulle mie, mentre il suo colorito non accennava a diminuire di
intensità. Si staccò e, molto maliziosamente, il
suo
sguardo finì sul mio membro che scalpitava per ricevere le
giuste attenzioni. Inarcò un sopracciglio.
-Ehi! Ma Super
Cullen non si riposa nemmeno un po’?!- mi chiese,
ridacchiando.
-E tu non sai che i
supereroi
non dormono mai?! Comunque, per la cronaca, vorrei informarti che lui
riposa molto di rado da quando ti ha conosciuta! Ma ora, se farai la
brava e ti metterai a mangiare tranquilla, magari indossando anche
qualcosa di più coprente, forse riusciremo a
mandarlo un
po’ a nanna… più che altro per la mia
salute
psicofisica!- le spiegai, ghignando.
-Mmm… e
dici che Super
Cullen non si offenderà, se non gli do il buongiorno? Povero
cucciolo, lui…- affermò maliziosa, mentre la sua
mano
aveva già preso ad accarezzare la mia eccitazione, facendomi
sobbalzare per lo stupore.
-Oddio
Bella… così
mi fai uscire fuori di testa… ti prego amore… non
so se
da ieri sera il mio autocontrollo sia più così
efficiente
come prima… sarà meglio fermarci
subito… oddio,
piccola…- rantolai, sempre più perso nel suo
tocco. Anche
se la cosa mi costò uno sforzo enorme, le afferrai
delicatamente
il polso, fermando i suoi movimenti.
-Sai…
l’idea di
portarvi la colazione a letto è stata di tuo
padre… e
prima di entrare in camera sua ha ordinato chiaramente a me e a Emm di
limitarci solo a quella… non vorrei che tra due minuti
facesse
una delle sue trionfali incursioni, qui in camera…- le
spiegai,
prima che potesse rimanerci male e prenderlo come un rifiuto da parte
mia.... ormai conoscevo perfettamente come funzionava la sua testolina
bacata!
-Ops…
scusa… non
volevo stuzzicarti, per poi… bè, sì
per poi
lasciarti insoddisfatto, ecco…- balbettò
imbarazzata.
Quanto era dolce quella ragazza stupenda? La abbracciai forte.
-Dio, quanto ti amo
Bella… ringrazio il cielo tutti i giorni per averti messa
sul
mio cammino… la mia vita sentimentale prima che ti
conoscessi
era così vuota, scialba e squallida! Ma ora… ora
mi
sembra di scoppiare a causa di tutto l’amore che provo per
te!-
le dichiarai. Lei mi strinse ancora di più.
-Sei il ragazzo
più dolce
che abbia mai conosciuto, Edward! Ti amo tantissimo anche io e vorrei
potertelo dimostrare ogni giorno in mille modi diversi!- mi rispose.
-Me lo dimostri
amore…
sempre… non ti devi preoccupare per questo…
giurami solo
che non mi lascerai mai, perché potrei anche
morirne…
ormai la mia vita senza di te non avrebbe alcun senso!- le confessai,
consapevole della veridicità delle mie parole. Non riuscivo
più a immaginare la mia vita senza la sua luminosa presenza
accanto a me.
Improvvisamente si
staccò
dal nostro abbraccio e mi guardò intensamente negli occhi,
con
un’espressione seria e addolorata.
-Ti prego Edward,
non voglio mai
più sentirti dire una cosa del genere!- esclamò,
lasciandomi stupito. Ero senza parole… per lei non era lo
stesso? Non capivo…
-Edward…
io non ho
nessuna intenzione di lasciarti… ma non voglio mai
più
sentirti dire che non ha senso vivere… Vedi…
purtroppo
non si può mai sapere cosa ci riserva la vita… e
con
l’esperienza di mia mamma, sono più che mai
consapevole
che in qualsiasi momento anche una minima cosa può portarci
via
dai nostri cari… ma, in quel caso, chi rimane ha il dovere
di
andare avanti con la propria vita e il diritto di rifarsene una,
provando a essere ancora felice!- mi rimproverò. Aveva
ragione e
io ero stato uno stupido a pronunciare una frase così pregna
di
significato con superficiale leggerezza.
-Mi spiace, Bella,
scusami… non volevo farti innervosire… volevo
solo farti
capire quanto tu sei diventata essenziale e indispensabile per
me…- mi giustificai. Lei mi sorrise.
-Comincio a farmene
un’idea…- sghignazzò; -…e
poi non mi hai
fatta arrabbiare, ma… ci tenevo a farti sapere come la
penso…- mi spiegò. Mi diede un casto bacio sulla
guancia,
si sedette appoggiando la schiena alla testiera del letto e si
sistemò le coperte in modo da coprirsi sin sopra il seno.
-Ecco,
così va meglio per
i tuoi occhi e per Super Cullen?- mi schernì, maliziosa,
cambiando repentinamente argomento per non incrinare la bellissima
atmosfera con argomenti troppo seriosi. Storsi un po’ il naso.
-Mmm… ti
si vede ancora
il viso e quello è un’altra tentazione, te lo
garantisco!-
affermai sornione, in un chiaro complimento. Si mise a ridere, buttando
la testa all’indietro.
-Oddio! Non vorrai
per caso che faccia a colazione avvolta in un lenzuolo?-
continuò la sua presa in giro.
-Bè,
quello potremmo
comprarlo per quando usciamo, così nessuno potrà
mangiarti con gli occhi!- affermai, sentendomi già accaldare
al
pensiero di tutti gli sguardi poco casti dei ragazzi a
scuola… e
lei nemmeno se ne rendeva conto!
-Ah, ah, ah! E
allora io? Dovrei
rinchiuderti in un’alta torre di un castello sperduto!
Vabbè, lasciamo perdere che la mia appetitosa colazione si
fredda!- dichiarò e mi indicò il vassoio
perché
glielo passassi.
-Tu non mangi?- mi
chiese, notando che era apparecchiato solo per una persona.
-No, noi ometti
abbiamo fatto colazione giù in cucina. Mangia
tranquilla…- la rassicurai.
Continuavo ad
osservare ogni suo
più piccolo movimento e quando se ne rese conto si
imbarazzò, intensificando nuovamente il colorito delle sue
guance.
-Potresti finirla
di scrutarmi così minuziosamente mentre mangio? Mi metti a
disagio…- si lamentò.
-Scusa, ma sei
deliziosa e non
ne posso fare a meno!- confessai. Era vero: non riuscivo in alcun modo
a fare a meno di guardarla e mi venne in mente il primo periodo in casa
Swan, quando ci “odiavamo”… facevo una
fatica enorme
a non fissarla in ogni momento e soprattutto a non farmene accorgere.
-Ma dai! Nessuno
è delizioso mentre mastica!- si giustificò.
-Tu sì!-
sentenziai e mi
avvicinai per darle un piccolo bacio. Mi fece la linguaccia e
afferrò la sua tazza di cioccolata.
-Mmm…
buonissima, amore… grazie!- si entusiasmò.
Sorrisi, compiaciuto della sua espressione estasiata.
-Lo sai che mi
piace coccolarti
e viziarti, principessa…- le spiegai mentre riportavo una
ciocca
profumata e ribelle dietro il suo orecchio...
Sobbalzammo
improvvisamente al
rumore della porta che si spalancava. Mi voltai convinto che
fosse Charlie, venuto a controllarci, e invece… mi ritrovai
di
fronte quel cretino di mio fratello! Ma si può essere
più
idioti di così? Mi era venuto un collasso per
niente…
-Abbiamo forse
interrotto
qualcosa, piccioncini amorosi?- esclamò, sogghignando, e
vidi
che dietro di lui stava entrando anche Rosalie. Immediatamente corse da
Bella e si infilò sotto le coperte con lei: erano bellissime
entrambe... due bellezze differenti, una più vistosa,
l’altra più delicata… ma ugualmente
molto attraenti.
-Ciao, tesoro- la
salutò
Bella, schioccandole un bacio sulla guancia. Rosalie si
accoccolò tra le braccia di Bella, avendo tutta la mia
invidia….
-Brrr…
che freddo! Ciao,
sorellina… hai visto che bella sorpresa la colazione a
letto?-
le chiese, anche lei entusiasta per il nostro gesto.
-Sì,
sono stata proprio
contenta e soddisfatta perché era anche buona! Bravissimi
ragazzi!- ci elogiò entrambi e noi ci scambiammo uno sguardo
tronfio e compiaciuto, anche se in verità avrebbero dovuto
ringraziare Charlie, perché se fosse stato per noi, saremmo
stati ancora a poltrire nei nostri letti… ma non era
necessario
sottolineare quella cosa.
-Emm…
devo rifarti la lezione del ‘bussare’?- lo
rimproverò Bella, alzando il sopracciglio.
-Ehm,
no… scusa…
è che stavamo parlando e senza rendermene conto sono
entrato…- si giustificò il mio fratellone;
-…però adesso sono geloso! Voglio anche io venire
sotto
le coperte con voi femminucce!- si lamentò facendo spuntare
un
broncio. Che idiota!
-Tu provaci,
campione! E io ti
faccio iniziare una nuova carriera da cantante lirico… in
veste
di soprano, però!- esclamò Charlie, affacciandosi
alla
porta, lasciata aperta da Rosalie.
-Ehi, calma, calma
Charlie… stavo solo scherzando…- si difese
Emmett, alzando le mani in segno di resa.
-Non ti azzardare a
toccare il
mio bambino o farai i conti con me, sceriffo dei miei stivali!- lo
rimproverò immediatamente la mamma, entrata dietro di lui;
-Buongiorno a tutti, ragazzi!- aggiunse radiosa. Evidentemente la
sorpresa era piaciuta molto anche a lei. Appena vide Bella e Rosalie
nel letto si avvicinò e Bella fece accomodare anche lei
sotto le
coperte con loro. Emm afferrò immediatamente la macchina
fotografica dalla scrivania di Bella e scattò qualche foto
alle
donne di casa Swan.
-Siete troppo
belle!- le
elogiò. Io mi sentivo così felice ed emozionato
per lo
splendido rapporto tra tutti noi, ed ero molto contento per mia mamma,
che non vedevo così serena da troppo tempo. Il senso di
colpa
che provavo nei suoi confronti era ancora molto forte e poterla
osservare così felice, non faceva che aggiungere tanta gioia
a
quella che già la sola presenza di Bella mi dava.
-Ragazzi, a che ora
partirete?
Ho telefonato in centrale, per avere qualche informazione e mi hanno
riferito che la strada è già libera…
stanotte ha
continuato a nevicare, ma per fortuna alle 5 di stamattina appena ha
smesso, hanno provveduto subito a rendere agibile la strada- ci
spiegò Charlie.
-Bè, vi
conviene pranzare
e poi partire… almeno lascerete ancora un po’ di
tempo a
quei due...- propose la mamma, che ora avevano fatto spostare al centro
del letto e aveva Bella e Rosalie accoccolate a lei da entrambi i lati.
-Mamma…
dici che saranno ancora vivi?- le chiesi, sogghignando.
-Ma quanto sei
scemo!- mi rimproverò lei.
-Alice
sarà viva di certo… avrei qualche dubbio su
Jasper- rincarò la dose mio fratello.
-Ma la finite voi?!
La mia bambina è dolcissima!- si inalberò la
mamma, facendo scoppiare a ridere tutti.
-Bè,
Esme… quando
non si arrabbia…- aggiunse Rosalie. La mamma si
spostò un
po’ per guardarla negli occhi, e poi fulminò
Emmett.
-Tu, me la stai
rovinando!- rimproverò Emmett, additandolo e facendoci
ridere ancora di più.
Continuammo a
sghignazzare e conversare ancora una mezz’oretta, mentre noi
uomini ci eravamo appollaiati sul letto.
Decidemmo di andare
a lavarci e vestirci e ognuno si avviò nella propria camera.
Pov Bella
Stavo scendendo al
piano
inferiore, molto felice e serena. Il risveglio della mattina era stato
stupendo grazie ad Edward che era venuto a darmi il buongiorno con
un’ottima colazione, resa ancora più ben accetta
dai suoi
meravigliosi baci.
C’era
stato un attimo di
imbarazzo, dovuto ai ricordi della sera precedente, ma poi avevo
cercato di riprendermi subito… volevo a tutti costi superare
la
mia difficoltà…
La mattinata era
stata resa
ancora più perfetta dalla bellissima incursione di tutti i
membri della famiglia (bè, quasi tutti!) nella mia
camera… stare accoccolata nel letto tra le braccia di Esme,
aveva risvegliato dolci ricordi di quando, ancora bambina, mi
intrufolavo nel lettone dei miei genitori e mi facevo coccolare dagli
abbracci della mia mamma. Avevo notato anche gli occhi lucidi di
papà a quella scena, mentre Emmett ci scattava delle
fotografie,
e infatti subito dopo aveva introdotto il discorso sulla nostra
partenza: ero certa che lo avesse fatto per non rovinarsi una bella
mattinata con tristi e nostalgici ricordi.
Comunque la
chiacchierata tutti
insieme sul mio letto mi aveva messa di ottimo umore… erano
giorni che non mi sentivo così, e precisamente da quando era
iniziata quella stupida faida tra Alice e Jazz… ma
ora,
per la prima volta da quando ci eravamo allontanati da villa Swan,
sentivo che le cose tra Alice e Jazz, si erano sistemate al
meglio…
Edward mi venne
incontro col suo
sorriso sghembo, che mi fece tremare per un attimo le gambe, e temere
di non arrivare in fondo alle scale sana e salva.
-Amore, hai un
sorriso che ti
illumina tutto il tuo bel visino! A cosa stai pensando?- mi chiese,
compiacendomi per il complimento. Oddio, mi mandava in visibilio quando
mi faceva notare quanto fosse attratto da me, e spesso non riuscivo
ancora a capacitarmi di quella cosa.
-Pensavo a mio
fratello ed
Alice… e ho la netta convinzione che oggi andremo a
recuperare
una bella coppia innamorata, e non due iene separate!- esclamai, sempre
più certa. Edward mi abbracciò.
-Lo spero
tanto…-
mormorò, poco convinto. Era agitato e lo avevo notato
più
volte da quando li avevamo lasciati là da soli, ma prima non
ero
in grado di rassicurarlo, troppo spaventata anche io… ora,
invece il mio cuore mi diceva di stare tranquilla.
-Vedrai,
Edward… devi
pensare positivo… non so come spiegartelo, ma è
come se
sentissi che mio fratello è felice e sta bene…
d’altronde siamo gemelli, no? Potrebbe anche esserci una
sorta di
connessione empatica!- esclamai, facendolo scoppiare a ridere.
Insieme ci avviammo
in cucina, dove gli altri nel frattempo si erano riuniti.
-Ragazzi, prima ha
chiamato Jake
per dirvi che lui e Leah, sarebbero arrivati tra poco a riprendersi le
auto… così li ho invitati a pranzo- ci
informò
Esme. Era un mito questa donna e con i suoi modi amorevoli e affettuosi
aveva conquistato anche Leah e Jake, soprattutto lo stomaco di
quest’ultimo, che non capitava mai che rifiutasse un invito a
pranzo, specialmente se la cuoca era così brava!
-Tanto verranno con
voi, oggi, no?- domandò papà.
-Certo, se hanno
voglia di farsi di nuovo il viaggio in auto…-
asserì Esme. Noi Swan scoppiammo a ridere.
-Non conosci bene
Jake!
Piuttosto che perdersi il posto in prima fila per assistere alla scena
cui ci troveremo davanti oggi, se ne farebbe anche dieci di ore di
viaggio! Per non parlare di Leah, sua degna compagna! Quei due sono
fatti uno per l’altra!- esclamai, sempre ridendo, per la
curiosità che contraddistingueva entrambi.
Con Esme decidemmo
cosa
preparare per pranzo, anche se sarebbe toccato ancora agli uomini
cucinare… ma eravamo tutte e tre talmente felici che
decidemmo
di anticipare il termine della loro punizione!
Mi scusai un attimo
con gli
altri e mi recai in camera mia per prendere il regalo che avevo
preparato per Esme. Volevo assolutamente darglielo subito, prima che
una qualsiasi sciocchezza potesse rovinare quella bellissima giornata.
Speravo con tutto il cuore che avrebbe apprezzato, anche se ormai avevo
imparato a conoscerla e sicuramente ne sarebbe stata felice,
già
solo per il motivo che l’avessi fatto con le mie mani.
Come uscii dalla
mia stanza, mi ritrovai di fronte Emmett che mi sorrideva sornione.
-Allora Bellina,
com’è andata ieri sera?- mi chiese, palesemente
curioso.
Io avvampai immediatamente e abbassai lo sguardo imbarazzata.
-Ehi…
che
c’è?! Guarda che non pretendo mica i particolari?
Non sono
così maniaco! Vorrei solo sapere se ora sei più
tranquilla… se il mio consiglio ti è servito-
sussurrò, forse per paura che qualcuno potesse sentirci. Mi
aprii in un sorriso radioso e lo abbracciai forte. Lui
ricambiò
immediatamente e lo sentii sghignazzare.
-Ok, lo prendo per
un
sì!- esclamò; -Sono contento per voi, e vedrai
che ora
che sei riuscita a minare alla base il suo ferreo autocontrollo, ogni
volta che vorrai riuscirai a farlo capitolare senza problemi- mi
spiegò, sicuro delle sue parole.
-Sì…
me ne sono
accorta anch’io…- mormorai, ricordando
l’avvertimento che mi aveva dato lui stesso sul letto quella
mattina; -…solo che c’è il rovescio
della
medaglia…- aggiunsi.
-Cioè?-
mi chiese confuso
Emmett; -Ora non si ferma più?!- continuò
sghignazzando.
Lo fulminai e si ricompose subito.
-Scusa è
più forte
di me… lo faccio anche per stemperare un po’ il
mio
imbarazzo…- si giustificò e io gli sorrisi
rassicurandolo.
-E’
che…
vedi… ora anche io faccio molta più fatica a
trattenermi… mi sembra di non riuscire a stargli lontana!-
cercai di fargli capire. Mi accarezzò i capelli dolcemente.
-Bellina, non
c’è
niente di male! Il sesso è un aspetto della vita che
finché non provi ne puoi fare a meno… Se una cosa
non la
conosci non ti manca, no? Ma una volta che ci prendi la
mano…
bè, è finita! Almeno i primi tempi! Poi,
comunque,
dipende anche dal grado di attrazione che c’è tra
voi… e a giudicare dai vostri sguardi, direi che
passerà
un bel po’ di tempo prima che possiate gestirlo in maniera
più… normale?- mi spiegò divertito, ma
allo stesso
tempo sincero. Gli sorrisi ancora, grata per tutto l’aiuto
che mi
stava dando.
-Gli hai spiegato
della tua
ansia?- mi domandò premuroso. Negai col capo. Come potevo
deludere tutto l’impegno che Edward stava mettendo per
cercare di
organizzare una serata romantica e perfetta per la nostra prima volta?
-Vabbè,
ne riparleremo se
vorrai… ora sarà meglio che ritorniamo dagli
altri,
altrimenti ci verranno a cercare. Specialmente mio fratello che quando
non ti ha sott’occhio sembra che gli manchi
l’aria!-
esclamò, scoppiando in una sonora risata.
Scendemmo
nuovamente di sotto e
raggiungemmo gli altri in cucina. Mi avvicinai ad Esme, con il regalo
in mano, sotto gli occhi attoniti di tutti… effettivamente
nessuno sapeva niente, nemmeno Edward o Rose.
-Ecco…
tu Esme ti occupi
premurosamente tutti i santi giorni di noi… e poi, con il
tuo
piano per far riavvicinare quei due impiastri… hai reso
felice
anche me… quindi ho pensato di ricambiare il tuo affetto in
un
modo più concreto questa volta…- balbettai
imbarazzata;
-…Questo è per te… ti voglio bene!- e
le porsi il
pacchetto.
-Oh tesoro, non
dovevi
disturbarti… ti ho già detto quanto voglia bene a
tutti
voi… e mi fa piacere esservi d’aiuto in qualche
modo e
prendermi cura di voi- mi rispose, abbracciandomi. Poi
afferrò
il pacchetto e con mani tremanti per l’emozione lo
aprì.
Appena vide il contenuto, rendendosi conto di cosa fosse e di quello
che avessi fatto, le lacrime iniziarono a scorrere sul suo dolce viso e
di conseguenza anche sul mio. Papà si avvicinò,
mentre
Esme continuava a sfogliare l’agenda a bocca aperta e quando
capì anche lui, mi abbracciò forte, subito
raggiunto
anche da Esme.
-Grazie, piccola
mia…- mi
sussurrò Esme, con la voce spezzata dal pianto; -Significa
molto
per me-. Le sorrisi, contenta che le fosse piaciuto il mio sforzo.
-Possiamo vedere e
sapere anche
noi?- si intromise subito Edward, forse un po’ risentito,
perché non lo avevo reso partecipe di quella cosa. Lo
abbracciai
subito.
-Scusami,
amore… non ti
ho detto niente, perché volevo che fosse una
sorpresa…
nel tempo libero o la sera tardi, ho scritto di mio pugno, su questa
agenda, tutte le ricette italiane che mi ha lasciato in
eredità
mia mamma. Sai quanto ci tengo e quando ho visto come brillavano gli
occhi a tua madre, ogni volta che dava uno sguardo a quel ricettario,
ho deciso di regalargliene uno tutto suo, visto che quando me ne
andrò al college, quella sarà una delle cose che
sicuramente porterò con me…- gli spiegai.
-E tu hai riscritto
tutto… ma ci avrai messo
un’infinità… il tuo
ricettario è enorme!- si meravigliò Edward. Alzai
le
spalle in un gesto di noncuranza: lo avevo fatto col cuore,
non
per ricevere chissà quali elogi… ero solo
felicissima di
quanto Esme avesse apprezzato il mio gesto e ora lei e papà
erano seduti sugli sgabelli della penisola, intenti a sfogliare con
venerazione ogni singola pagina… naturalmente mio padre non
si
stava lasciando sfuggire l’occasione di elencare alla sua
mogliettina tutte le ricette che più preferiva, facendo
ridere
Rose ed Emmett che erano dietro di loro a sbirciare.
Edward mi
afferrò per
mano e mi trascinò in salone, dove improvvisamente mi diede
uno
di quei baci che mi facevano cedere le gambe dal desiderio che
scatenava in me. Le nostre lingue guizzavano, intrecciandosi una contro
l’altra, mentre le sue mani mi stringevano la schiena in una
morsa che sapeva di possesso e desiderio represso. Come mosse da vita
propria, le mie mani artigliarono la sua soffice zazzera ramata e allo
stesso tempo la mia lingua si insinuò più in
profondità nel suo caldo anfratto.
Dio,
quant’era delizioso
il sapore della sua bocca! E poi le sue labbra così carnose
e
succulente… la sua lingua così sensuale e
affamata… le sue mani grandi e avide sul mio
corpo… il
suo provocante odore virile… oddio, ero pazza di lui! Pazza!
Mille brividi
iniziarono a
scorrermi lungo la schiena, irradiandosi in ogni cellula del mio corpo.
Al mondo in quell’istante eravamo unicamente io e lui, rapiti
da
un bacio mozzafiato…
-Oh, ohhh. Basta!
Time out! Vi
prego! Forse non ve ne siete accorti, ma è suonato il
campanello
di casa, che a dirla tutta non è che poi abbia un suono
tanto
impercettibile!- ci rimproverò mio padre, sogghignando,
mentre
andava ad aprire la porta.
Noi ci staccammo
ansanti e
Edward mi sorrise dolce, mentre io ero ormai completamente paonazza per
il calore che aveva provocato il bacio e per l’imbarazzo di
essere stati beccati in flagrante dallo sceriffo. Ma Edward non dava
alcun segno di volermi lasciare andare, anzi… continuava a
fissarmi intensamente, mandandomi di nuovo a fuoco. Certo che il nostro
autocontrollo era ridotto maluccio…
-Ciao ragazzi!
Uhhh, ma sempre
appiccicati voi due? Come fai a sopportarli, Charlie?!-
esclamò
quel cretino, idiota, demente di Jake.
-Ehhh, caro
figliolo… santo dovrebbero farmi!-
affermò mio
padre, andandosene da sua moglie, mentre spuntavano anche Rose ed Emm.
Io fulminai con
un’occhiataccia Jake, ma lui come se niente fosse, venne a
strapparmi dalle braccia di Edward, per salutarmi con un bacio sulla
guancia e un abbraccio da soffocamento.
-Mica te la vorrai
tenere tutta
per te, Ed!- lo rimproverò Jake, facendolo ridere; -Sto
iniziando a diventare geloso… non consideri più
il tuo
migliore amico, Bells, da quando ti sei messa con questo latin lover da
strapazzo!- si lamentò con un finto broncio da bambino.
-Ohhh, povero
cucciolo! Vieni
che ti faccio due carezze!- lo schernii, spettinandogli i capelli come
si fa quando si arruffa il pelo sulla testa di un cagnolino. Si
scostò immediatamente, offeso e mi diede un pizzicotto sul
braccio.
Intanto Leah, dopo
avermi salutata, si piantò davanti ad Edward e sorridendo
gli diede una pacca sulla spalla.
-E bravo Cullen! Mi
piace come
sei sempre premuroso e attento con la mia amica!- lo elogiò,
facendolo scoppiare a ridere. Mamma mia… ma quanto erano
tremendi insieme quei due!
-Ok, ragazzi, noi
andiamo a dare una mano ad Esme per il pranzo, voi fate i bravi!-
intervenne Rosalie e ci avviammo in cucina.
Speravo che
arrivasse presto
l’ora della partenza, perché fremevo in attesa di
sapere
come fosse andata ed ero certa che anche gli altri la pensassero come
me.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 71
-Dai, su! Alzati! Dobbiamo
vestirci immediatamente! Non penso che saremo soli ancora per molto-
gli spiegai.
-E
vabbè! Male che
vada ci troveranno a letto e sono certo che saranno contenti di come la
situazione si è risolta- dichiarò pacifico e
tranquillo,
sistemandosi meglio con le braccia dietro la testa.
Gli
lanciai
un’occhiataccia inceneritrice, ma poi la visione dei muscoli
delle braccia e dei suoi pettorali scolpiti e messi in evidenza dalla
posizione e del suo corpo nudo, mi fece quasi distrarre da quello che
il mio cervello cercava di comunicarmi. La mia occhiata lasciva non gli
sfuggì e un sorriso malizioso comparve sul suo viso
d’angelo.
-Che
c’è,
piccola? Deliziata dalla superba visione?- si compiacque. Alzai gli
occhi al cielo esasperata e gli tirai uno schiaffetto sul petto.
-Ma
quanto sei presuntuoso?! Sbruffone!- lo rimproverai, scherzando.
-Ehi!
Sei tu che non fai
altro che mangiarmi con gli occhi! Ma sappi che la cosa è
perfettamente ricambiata, come puoi ben notare…- e fece
cenno al
suo amichetto JJ che, con mia sorpresa, svettava ritto sfidando la
forza di gravità. Oddio, ma quel ragazzo era una macchina
del
sesso!
Vi ricordiamo l'altra nostra
fiction Segreti e Inganni
e il nostro blog Le fan fiction di Manu e Sara
Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!
Il sorriso
in una pagina
Mad about
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Nel mondo di Elisa e Yara
Les mots
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A casa di Lisa
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Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
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dark side of the moon di barbara_f
Solo
per un week-end di Isabella v
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Testa o
Cuore? di Isabella
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