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Autore: IsaMarie    10/02/2011    19 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Cap. 70 Buongiorno ragazze!
Siamo contente che i Jalice continuino a riscuotere successo! Specialmente Jasper! XD!
Ora si ritorna a casa Swan per vedere come trascorreranno i nostri protagonisti la domenica mattina.
Nel prossimo l'ultimo dei Jalice, poi si ritornerà alla normalità e Bella ed Edward ritorneranno ad essere i protagonisti principali... per la gioia di molte di voi!
Grazie infinite a tutte le lettrici silenziose e non.

BUONA LETTURA DA MANU E SARA!

CAPITOLO 70


Armonia familiare


Pov Edward


-Siete pronti ragazzi?- chiese Charlie a me e ad Emmett. Erano le otto del mattino ed eravamo in cucina già da parecchio tempo. Charlie era venuto a buttarci giù dai letti, per preparare la colazione alle ragazze e alla mamma, per via della nostra scommessa persa. Avevamo così deciso che ognuno avrebbe svegliato la propria metà, portandole la colazione a letto.
-Sì, il mio vassoio è pronto- risposi, pienamente soddisfatto di tutte le leccornie preferite che vi avevo sistemato sopra per il mio bellissimo angelo.
-Anche il mio- aggiunse Emmett, con un sorrisone soddisfatto per l’opera compiuta e uno strano luccichio nello sguardo. Chissà… forse stava ripensando alla prima volta che aveva portato il vassoio della colazione a Rose, alla casa al mare… e le piccanti conseguenze derivate dal suo gesto…
-Bene, allora andiamo a svegliare le nostre signore… e se conosco un po’ l’altra metà del cielo, vedrete ragazzi miei, ne saranno senz’altro piacevolmente stupite! E perciò prevedo che adotteranno un comportamento dolce ed affettuoso verso di noi, tutto il giorno spero… magari mettendo fine alla nostra punizione prima di sera!- affermò Charlie, strizzandoci l’occhiolino.
-Anche se non si meritano un trattamento del genere, però: hanno barato!- si lamentò Emmett con un broncio degno di un  bambinetto di tre anni.
-Ancora con questa storia? Dacci un taglio e mettiti il cuore in pace figliolo: noi siamo stati degli allocchi e loro sono solo state più scaltre e furbe di noi! E credimi se ti dico che non sarà l’ultima volta… con tua madre ho capito una volta per tutte che le donne hanno una marcia in più… dobbiamo rassegnarci!- esclamò Charlie, facendoci sogghignare.
Ci avviammo al piano superiore e appena salite le scale, Charlie ci trattenne ancora un attimo.
-Ragazzi, mi raccomando! Nel vostro ruolo di schiavi è compresa solo la colazione a letto… non altro, intesi?!- ci avvertì, improvvisamente serio.
Scoppiai a ridere in maniera silenziosa per non svegliare le donne di casa.
-Certo, Charlie… ma mi sa che hai deluso Emmett- schernii mio fratello, all’espressione affranta che ancora aleggiava sul suo viso.
-Sì, perché tu sei un santo, vero?- ribatté prontamente l’orso.
-Ti ricordo che, anche volendo, Bella ha il ciclo!- mi difesi, rendendomi conto troppo tardi che avevo dato fiato alla bocca davanti a Charlie.
-Ma tu no! Quindi… all’occhio!- si intromise Charlie, mentre ora era Emmett quello che rideva sommessamente per la mia espressione imbarazzata.
-Muovetevi! Andate!- ci ordinò, interrompendoci.
Mi avviai verso la porta di Bella e molto delicatamente la aprii e sgattaiolai in camera sua. Appoggiai il vassoio sul comodino e mi persi nell’osservare il suo viso così rilassato nel sonno. Era bellissima e immediatamente i ricordi della sera precedente esplosero in mille immagini di lei chinata sul mio amichetto, intenta a darmi piacere… Merda! Mi era già venuto duro… Dio, Bella mi faceva già quell’effetto normalmente, ma il pensiero di quanto fosse stata una bomba super sexy la sera prima, mi faceva perdere la testa!
Pian piano mi sedetti sul letto accanto a lei e iniziai a lasciarle piccoli baci delicati su tutto il viso. Iniziò a muoversi e senza aprire gli occhi mi sorrise, allacciando le braccia attorno al mio collo e iniziando a rispondere ai miei baci…
Una frenesia invase all’istante il mio corpo e non riuscii più a trattenermi: in un attimo la mia lingua pretese l’accesso alla sua bocca, cominciando a lambire la sua calda cavità in maniera urgente, quasi smaniosa; ogni piccolo angolo di quel luogo mi era diventato molto familiare ma allo stesso tempo risultava sempre emozionante.
Immediatamente rispose alla mia incursione e le sue mani, si intrufolarono nella mia chioma, donandomi brividi, che non mi aiutarono di certo a far ridimensionare Super Cullen. Anzi… le sue dimensioni stavano aumentando sempre più, mentre iniziava a pulsarmi dolorosamente sotto la stoffa dei pantaloni, sempre più stretta.
Ci staccammo ansanti, per riprendere ossigeno e Bella, spalancando i suoi occhioni dolcissimi, mi donò uno stupendo sorriso radioso.
-Buongiorno, amore… è stato un risveglio fantastico…- sussurrò, con un’espressione beata.
-Buongiorno anche a te, mia principessa… ti ho portato la colazione…- le risposi, dandole un piccolo bacio sulla punta del naso. Lei si alzò sui gomiti e diede un’occhiata piena d’interesse al vassoio.
-E a cosa devo questa sublime gentilezza?-mi chiese, meravigliata per la sorpresa.
-Sono o non sono ancora per oggi il tuo schiavo?- le domandai, con una nota maliziosa nella voce e il mio famigerato mezzo sorriso sghembo. Lei arrossì di botto, certamente ripensando a come si era comportata la sera precedente, e abbassò il capo imbarazzata, privandomi dei suoi occhioni cioccolatosi. Le rialzai il viso e la baciai di nuovo.
-Mmm… bentornata gattina mia… ma spero di rivedere presto anche la pantera di ieri sera… è stato semplicemente meraviglioso fare la sua conoscenza…- mormorai a pochi millimetri dalle sue labbra. Lei annullò la distanza, appoggiando le sue labbra dolcissime e morbide sulle mie, mentre il suo colorito non accennava a diminuire di intensità. Si staccò e, molto maliziosamente, il suo sguardo finì sul mio membro che scalpitava per ricevere le giuste attenzioni. Inarcò un sopracciglio.
-Ehi! Ma Super Cullen non si riposa nemmeno un po’?!- mi chiese, ridacchiando.
-E tu non sai che i supereroi non dormono mai?! Comunque, per la cronaca, vorrei informarti che lui riposa molto di rado da quando ti ha conosciuta! Ma ora, se farai la brava e ti metterai a mangiare tranquilla, magari indossando anche qualcosa di più coprente, forse riusciremo a mandarlo  un po’ a nanna… più che altro per la mia salute psicofisica!- le spiegai, ghignando.
-Mmm… e dici che Super Cullen non si offenderà, se non gli do il buongiorno? Povero cucciolo, lui…- affermò maliziosa, mentre la sua mano aveva già preso ad accarezzare la mia eccitazione, facendomi sobbalzare per lo stupore.
-Oddio Bella… così mi fai uscire fuori di testa… ti prego amore… non so se da ieri sera il mio autocontrollo sia più così efficiente come prima… sarà meglio fermarci subito… oddio, piccola…- rantolai, sempre più perso nel suo tocco. Anche se la cosa mi costò uno sforzo enorme, le afferrai delicatamente il polso, fermando i suoi movimenti.
-Sai… l’idea di portarvi la colazione a letto è stata di tuo padre… e prima di entrare in camera sua ha ordinato chiaramente a me e a Emm di limitarci solo a quella… non vorrei che tra due minuti facesse una delle sue trionfali incursioni, qui in camera…- le spiegai, prima che potesse rimanerci male e prenderlo come un rifiuto da parte mia.... ormai conoscevo perfettamente come funzionava la sua testolina bacata!
-Ops… scusa… non volevo stuzzicarti, per poi… bè, sì per poi lasciarti insoddisfatto, ecco…- balbettò imbarazzata. Quanto era dolce quella ragazza stupenda? La abbracciai forte.
-Dio, quanto ti amo Bella… ringrazio il cielo tutti i giorni per averti messa sul mio cammino… la mia vita sentimentale prima che ti conoscessi era così vuota, scialba e squallida! Ma ora… ora mi sembra di scoppiare a causa di tutto l’amore che provo per te!- le dichiarai. Lei mi strinse ancora di più.
-Sei il ragazzo più dolce che abbia mai conosciuto, Edward! Ti amo tantissimo anche io e vorrei potertelo dimostrare ogni giorno in mille modi diversi!- mi rispose.
-Me lo dimostri amore… sempre… non ti devi preoccupare per questo… giurami solo che non mi lascerai mai, perché potrei anche morirne… ormai la mia vita senza di te non avrebbe alcun senso!- le confessai, consapevole della veridicità delle mie parole. Non riuscivo più a immaginare la mia vita senza la sua luminosa presenza accanto a me.
Improvvisamente si staccò dal nostro abbraccio e mi guardò intensamente negli occhi, con un’espressione seria e addolorata.
-Ti prego Edward, non voglio mai più sentirti dire una cosa del genere!- esclamò, lasciandomi stupito. Ero senza parole… per lei non era lo stesso? Non capivo…
-Edward… io non ho nessuna intenzione di lasciarti… ma non voglio mai più sentirti dire che non ha senso vivere… Vedi… purtroppo non si può mai sapere cosa ci riserva la vita… e con l’esperienza di mia mamma, sono più che mai consapevole che in qualsiasi momento anche una minima cosa può portarci via dai nostri cari… ma, in quel caso, chi rimane ha il dovere di andare avanti con la propria vita e il diritto di rifarsene una, provando a essere ancora felice!- mi rimproverò. Aveva ragione e io ero stato uno stupido a pronunciare una frase così pregna di significato con superficiale leggerezza.
-Mi spiace, Bella, scusami… non volevo farti innervosire… volevo solo farti capire quanto tu sei diventata essenziale e indispensabile per me…- mi giustificai. Lei mi sorrise.
-Comincio a farmene un’idea…- sghignazzò; -…e poi non mi hai fatta arrabbiare, ma… ci tenevo a farti sapere come la penso…- mi spiegò. Mi diede un casto bacio sulla guancia, si sedette appoggiando la schiena alla testiera del letto e si sistemò le coperte in modo da coprirsi sin sopra il seno.
-Ecco, così va meglio per i tuoi occhi e per Super Cullen?- mi schernì, maliziosa, cambiando repentinamente argomento per non incrinare la bellissima atmosfera con argomenti troppo seriosi. Storsi un po’ il naso.
-Mmm… ti si vede ancora il viso e quello è un’altra tentazione, te lo garantisco!- affermai sornione, in un chiaro complimento. Si mise a ridere, buttando la testa all’indietro.
-Oddio! Non vorrai per caso che faccia a colazione avvolta in un lenzuolo?- continuò la sua presa in giro.
-Bè, quello potremmo comprarlo per quando usciamo, così nessuno potrà mangiarti con gli occhi!- affermai, sentendomi già accaldare al pensiero di tutti gli sguardi poco casti dei ragazzi a scuola… e lei nemmeno se ne rendeva conto!
-Ah, ah, ah! E allora io? Dovrei rinchiuderti in un’alta torre di un castello sperduto! Vabbè, lasciamo perdere che la mia appetitosa colazione si fredda!- dichiarò e mi indicò il vassoio perché glielo passassi.
-Tu non mangi?- mi chiese, notando che era apparecchiato solo per una persona.
-No, noi ometti abbiamo fatto colazione giù in cucina. Mangia tranquilla…- la rassicurai.
Continuavo ad osservare ogni suo più piccolo movimento e quando se ne rese conto si imbarazzò, intensificando nuovamente il colorito delle sue guance.
-Potresti finirla di scrutarmi così minuziosamente mentre mangio? Mi metti a disagio…- si lamentò.
-Scusa, ma sei deliziosa e non ne posso fare a meno!- confessai. Era vero: non riuscivo in alcun modo a fare a meno di guardarla e mi venne in mente il primo periodo in casa Swan, quando ci “odiavamo”… facevo una fatica enorme a non fissarla in ogni momento e soprattutto a non farmene accorgere.
-Ma dai! Nessuno è delizioso mentre mastica!- si giustificò.
-Tu sì!- sentenziai e mi avvicinai per darle un piccolo bacio. Mi fece la linguaccia e afferrò la sua tazza di cioccolata.
-Mmm… buonissima, amore… grazie!- si entusiasmò. Sorrisi, compiaciuto della sua espressione estasiata.
-Lo sai che mi piace coccolarti e viziarti, principessa…- le spiegai mentre riportavo una ciocca profumata e ribelle dietro il suo orecchio...
Sobbalzammo improvvisamente al rumore della porta che si spalancava.  Mi voltai convinto che fosse Charlie, venuto a controllarci, e invece… mi ritrovai di fronte quel cretino di mio fratello! Ma si può essere più idioti di così? Mi era venuto un collasso per niente…
-Abbiamo forse interrotto qualcosa, piccioncini amorosi?- esclamò, sogghignando, e vidi che dietro di lui stava entrando anche Rosalie. Immediatamente corse da Bella e si infilò sotto le coperte con lei: erano bellissime entrambe... due bellezze differenti, una più vistosa, l’altra più delicata… ma ugualmente molto attraenti.
-Ciao, tesoro- la salutò Bella, schioccandole un bacio sulla guancia. Rosalie si accoccolò tra le braccia di Bella, avendo tutta la mia invidia….
-Brrr… che freddo! Ciao, sorellina… hai visto che bella sorpresa la colazione a letto?- le chiese, anche lei entusiasta per il nostro gesto.
-Sì, sono stata proprio contenta e soddisfatta perché era anche buona! Bravissimi ragazzi!- ci elogiò entrambi e noi ci scambiammo uno sguardo tronfio e compiaciuto, anche se in verità avrebbero dovuto ringraziare Charlie, perché se fosse stato per noi, saremmo stati ancora a poltrire nei nostri letti… ma non era necessario sottolineare quella cosa.
-Emm… devo rifarti la lezione del ‘bussare’?- lo rimproverò Bella, alzando il sopracciglio.
-Ehm, no… scusa… è che stavamo parlando e senza rendermene conto sono entrato…- si giustificò il mio fratellone; -…però adesso sono geloso! Voglio anche io venire sotto le coperte con voi femminucce!- si lamentò facendo spuntare un broncio. Che idiota!
-Tu provaci, campione! E io ti faccio iniziare una nuova carriera da cantante lirico… in veste di soprano, però!- esclamò Charlie, affacciandosi alla porta, lasciata aperta da Rosalie.
-Ehi, calma, calma Charlie… stavo solo scherzando…- si difese Emmett, alzando le mani in segno di resa.
-Non ti azzardare a toccare il mio bambino o farai i conti con me, sceriffo dei miei stivali!- lo rimproverò immediatamente la mamma, entrata dietro di lui; -Buongiorno a tutti, ragazzi!- aggiunse radiosa. Evidentemente la sorpresa era piaciuta molto anche a lei. Appena vide Bella e Rosalie nel letto si avvicinò e Bella fece accomodare anche lei sotto le coperte con loro. Emm afferrò immediatamente la macchina fotografica dalla scrivania di Bella e scattò qualche foto alle donne di casa Swan.
-Siete troppo belle!- le elogiò. Io mi sentivo così felice ed emozionato per lo splendido rapporto tra tutti noi, ed ero molto contento per mia mamma, che non vedevo così serena da troppo tempo. Il senso di colpa che provavo nei suoi confronti era ancora molto forte e poterla osservare così felice, non faceva che aggiungere tanta gioia a quella che già la sola presenza di Bella mi dava.
-Ragazzi, a che ora partirete? Ho telefonato in centrale, per avere qualche informazione e mi hanno riferito che la strada è già libera… stanotte ha continuato a nevicare, ma per fortuna alle 5 di stamattina appena ha smesso, hanno provveduto subito a rendere agibile la strada- ci spiegò Charlie.
-Bè, vi conviene pranzare e poi partire… almeno lascerete ancora un po’ di tempo a quei due...- propose la mamma, che ora avevano fatto spostare al centro del letto e aveva Bella e Rosalie accoccolate a lei da entrambi i lati.
-Mamma… dici che saranno ancora vivi?- le chiesi, sogghignando.
-Ma quanto sei scemo!- mi rimproverò lei.
-Alice sarà viva di certo… avrei qualche dubbio su Jasper- rincarò la dose mio fratello.
-Ma la finite voi?! La mia bambina è dolcissima!- si inalberò la mamma, facendo scoppiare a ridere tutti.
-Bè, Esme… quando non si arrabbia…- aggiunse Rosalie. La mamma si spostò un po’ per guardarla negli occhi, e poi fulminò Emmett.
-Tu, me la stai rovinando!- rimproverò Emmett, additandolo e facendoci ridere ancora di più.
Continuammo a sghignazzare e conversare ancora una mezz’oretta, mentre noi uomini ci eravamo appollaiati sul letto.
Decidemmo di andare a lavarci e vestirci e ognuno si avviò nella propria camera.


Pov Bella

Stavo scendendo al piano inferiore, molto felice e serena. Il risveglio della mattina era stato stupendo grazie ad Edward che era venuto a darmi il buongiorno con un’ottima colazione, resa ancora più ben accetta dai suoi meravigliosi baci.
C’era stato un attimo di imbarazzo, dovuto ai ricordi della sera precedente, ma poi avevo cercato di riprendermi subito… volevo a tutti costi superare la mia difficoltà…
La mattinata era stata resa ancora più perfetta dalla bellissima incursione di tutti i membri della famiglia (bè, quasi tutti!) nella mia camera… stare accoccolata nel letto tra le braccia di Esme, aveva risvegliato dolci ricordi di quando, ancora bambina, mi intrufolavo nel lettone dei miei genitori e mi facevo coccolare dagli abbracci della mia mamma. Avevo notato anche gli occhi lucidi di papà a quella scena, mentre Emmett ci scattava delle fotografie, e infatti subito dopo aveva introdotto il discorso sulla nostra partenza: ero certa che lo avesse fatto per non rovinarsi una bella mattinata con tristi e nostalgici ricordi.
Comunque la chiacchierata tutti insieme sul mio letto mi aveva messa di ottimo umore… erano giorni che non mi sentivo così, e precisamente da quando era iniziata quella stupida faida tra Alice e Jazz… ma ora,  per la prima volta da quando ci eravamo allontanati da villa Swan, sentivo che le cose tra Alice e Jazz, si erano sistemate al meglio…
Edward mi venne incontro col suo sorriso sghembo, che mi fece tremare per un attimo le gambe, e temere di non arrivare in fondo alle scale sana e salva.
-Amore, hai un sorriso che ti illumina tutto il tuo bel visino! A cosa stai pensando?- mi chiese, compiacendomi per il complimento. Oddio, mi mandava in visibilio quando mi faceva notare quanto fosse attratto da me, e spesso non riuscivo ancora a capacitarmi di quella cosa.
-Pensavo a mio fratello ed Alice… e ho la netta convinzione che oggi andremo a recuperare una bella coppia innamorata, e non due iene separate!- esclamai, sempre più certa. Edward mi abbracciò.
-Lo spero tanto…- mormorò, poco convinto. Era agitato e lo avevo notato più volte da quando li avevamo lasciati là da soli, ma prima non ero in grado di rassicurarlo, troppo spaventata anche io… ora, invece il mio cuore mi diceva di stare tranquilla.
-Vedrai, Edward… devi pensare positivo… non so come spiegartelo, ma è come se sentissi che mio fratello è felice e sta bene… d’altronde siamo gemelli, no? Potrebbe anche esserci una sorta di connessione empatica!- esclamai, facendolo scoppiare a ridere.
Insieme ci avviammo in cucina, dove gli altri nel frattempo si erano riuniti.
-Ragazzi, prima ha chiamato Jake per dirvi che lui e Leah, sarebbero arrivati tra poco a riprendersi le auto… così li ho invitati a pranzo- ci informò Esme. Era un mito questa donna e con i suoi modi amorevoli e affettuosi aveva conquistato anche Leah e Jake, soprattutto lo stomaco di quest’ultimo, che non capitava mai che rifiutasse un invito a pranzo, specialmente se la cuoca era così brava!
-Tanto verranno con voi, oggi, no?- domandò papà.
-Certo, se hanno voglia di farsi di nuovo il viaggio in auto…- asserì Esme. Noi Swan scoppiammo a ridere.
-Non conosci bene Jake! Piuttosto che perdersi il posto in prima fila per assistere alla scena cui ci troveremo davanti oggi, se ne farebbe anche dieci di ore di viaggio! Per non parlare di Leah, sua degna compagna! Quei due sono fatti uno per l’altra!- esclamai, sempre ridendo, per la curiosità che contraddistingueva entrambi.
Con Esme decidemmo cosa preparare per pranzo, anche se sarebbe toccato ancora agli uomini cucinare… ma eravamo tutte e tre talmente felici che decidemmo di anticipare il termine della loro punizione!
Mi scusai un attimo con gli altri e mi recai in camera mia per prendere il regalo che avevo preparato per Esme. Volevo assolutamente darglielo subito, prima che una qualsiasi sciocchezza potesse rovinare quella bellissima giornata. Speravo con tutto il cuore che avrebbe apprezzato, anche se ormai avevo imparato a conoscerla e sicuramente ne sarebbe stata felice, già solo per il motivo che l’avessi fatto con le mie mani.
Come uscii dalla mia stanza, mi ritrovai di fronte Emmett che mi sorrideva sornione.
-Allora Bellina, com’è andata ieri sera?- mi chiese, palesemente curioso. Io avvampai immediatamente e abbassai lo sguardo imbarazzata.
-Ehi… che c’è?! Guarda che non pretendo mica i particolari? Non sono così maniaco! Vorrei solo sapere se ora sei più tranquilla… se il mio consiglio ti è servito- sussurrò, forse per paura che qualcuno potesse sentirci. Mi aprii in un sorriso radioso e lo abbracciai forte. Lui ricambiò immediatamente e lo sentii sghignazzare.
-Ok, lo prendo per un sì!- esclamò; -Sono contento per voi, e vedrai che ora che sei riuscita a minare alla base il suo ferreo autocontrollo, ogni volta che vorrai riuscirai a farlo capitolare senza problemi- mi spiegò, sicuro delle sue parole.
-Sì… me ne sono accorta anch’io…- mormorai, ricordando l’avvertimento che mi aveva dato lui stesso sul letto quella mattina; -…solo che c’è il rovescio della medaglia…- aggiunsi.
-Cioè?- mi chiese confuso Emmett; -Ora non si ferma più?!- continuò sghignazzando. Lo fulminai e si ricompose subito.
-Scusa è più forte di me… lo faccio anche per stemperare un po’ il mio imbarazzo…- si giustificò e io gli sorrisi rassicurandolo.
-E’ che… vedi… ora anche io faccio molta più fatica a trattenermi… mi sembra di non riuscire a stargli lontana!- cercai di fargli capire. Mi accarezzò i capelli dolcemente.
-Bellina, non c’è niente di male! Il sesso è un aspetto della vita che finché non provi ne puoi fare a meno… Se una cosa non la conosci non ti manca, no? Ma una volta che ci prendi la mano… bè, è finita! Almeno i primi tempi! Poi, comunque, dipende anche dal grado di attrazione che c’è tra voi… e a giudicare dai vostri sguardi, direi che passerà un bel po’ di tempo prima che possiate gestirlo in maniera più… normale?- mi spiegò divertito, ma allo stesso tempo sincero. Gli sorrisi ancora, grata per tutto l’aiuto che mi stava dando.
-Gli hai spiegato della tua ansia?- mi domandò premuroso. Negai col capo. Come potevo deludere tutto l’impegno che Edward stava mettendo per cercare di organizzare una serata romantica e perfetta per la nostra prima volta?
-Vabbè, ne riparleremo se vorrai… ora sarà meglio che ritorniamo dagli altri, altrimenti ci verranno a cercare. Specialmente mio fratello che quando non ti ha sott’occhio sembra che gli manchi l’aria!- esclamò, scoppiando in una sonora risata.
Scendemmo nuovamente di sotto e raggiungemmo gli altri in cucina. Mi avvicinai ad Esme, con il regalo in mano, sotto gli occhi attoniti di tutti… effettivamente nessuno sapeva niente, nemmeno Edward o Rose.
-Ecco… tu Esme ti occupi premurosamente tutti i santi giorni di noi… e poi, con il tuo piano per far riavvicinare quei due impiastri… hai reso felice anche me… quindi ho pensato di ricambiare il tuo affetto in un modo più concreto questa volta…- balbettai imbarazzata; -…Questo è per te… ti voglio bene!- e le porsi il pacchetto.
-Oh tesoro, non dovevi disturbarti… ti ho già detto quanto voglia bene a tutti voi… e mi fa piacere esservi d’aiuto in qualche modo e prendermi cura di voi- mi rispose, abbracciandomi. Poi afferrò il pacchetto e con mani tremanti per l’emozione lo aprì. Appena vide il contenuto, rendendosi conto di cosa fosse e di quello che avessi fatto, le lacrime iniziarono a scorrere sul suo dolce viso e di conseguenza anche sul mio. Papà si avvicinò, mentre Esme continuava a sfogliare l’agenda a bocca aperta e quando capì anche lui, mi abbracciò forte, subito raggiunto anche da Esme.
-Grazie, piccola mia…- mi sussurrò Esme, con la voce spezzata dal pianto; -Significa molto per me-. Le sorrisi, contenta che le fosse piaciuto il mio sforzo.
-Possiamo vedere e sapere anche noi?- si intromise subito Edward, forse un po’ risentito, perché non lo avevo reso partecipe di quella cosa. Lo abbracciai subito.
-Scusami, amore… non ti ho detto niente, perché volevo che fosse una sorpresa… nel tempo libero o la sera tardi, ho scritto di mio pugno, su questa agenda, tutte le ricette italiane che mi ha lasciato in eredità mia mamma. Sai quanto ci tengo e quando ho visto come brillavano gli occhi a tua madre, ogni volta che dava uno sguardo a quel ricettario, ho deciso di regalargliene uno tutto suo, visto che quando me ne andrò al college, quella sarà una delle cose che sicuramente porterò con me…- gli spiegai.
-E tu hai riscritto tutto… ma ci avrai messo un’infinità… il tuo ricettario è enorme!- si meravigliò Edward. Alzai le spalle in un gesto di noncuranza: lo avevo fatto col cuore,  non per ricevere chissà quali elogi… ero solo felicissima di quanto Esme avesse apprezzato il mio gesto e ora lei e papà erano seduti sugli sgabelli della penisola, intenti a sfogliare con venerazione ogni singola pagina… naturalmente mio padre non si stava lasciando sfuggire l’occasione di elencare alla sua mogliettina tutte le ricette che più preferiva, facendo ridere Rose ed Emmett che erano dietro di loro a sbirciare.
Edward mi afferrò per mano e mi trascinò in salone, dove improvvisamente mi diede uno di quei baci che mi facevano cedere le gambe dal desiderio che scatenava in me. Le nostre lingue guizzavano, intrecciandosi una contro l’altra, mentre le sue mani mi stringevano la schiena in una morsa che sapeva di possesso e desiderio represso. Come mosse da vita propria, le mie mani artigliarono la sua soffice zazzera ramata e allo stesso tempo la mia lingua si insinuò più in profondità nel suo caldo anfratto.
Dio, quant’era delizioso il sapore della sua bocca! E poi le sue labbra così carnose e succulente… la sua lingua così sensuale e affamata… le sue mani grandi e avide sul mio corpo… il suo provocante odore virile… oddio, ero pazza di lui! Pazza!
Mille brividi iniziarono a scorrermi lungo la schiena, irradiandosi in ogni cellula del mio corpo. Al mondo in quell’istante eravamo unicamente io e lui, rapiti da un bacio mozzafiato…
-Oh, ohhh. Basta! Time out! Vi prego! Forse non ve ne siete accorti, ma è suonato il campanello di casa, che a dirla tutta non è che poi abbia un suono tanto impercettibile!- ci rimproverò mio padre, sogghignando, mentre andava ad aprire la porta.
Noi ci staccammo ansanti e Edward mi sorrise dolce, mentre io ero ormai completamente paonazza per il calore che aveva provocato il bacio e per l’imbarazzo di essere stati beccati in flagrante dallo sceriffo. Ma Edward non dava alcun segno di volermi lasciare andare, anzi… continuava a fissarmi intensamente, mandandomi di nuovo a fuoco. Certo che il nostro autocontrollo era ridotto maluccio…
-Ciao ragazzi! Uhhh, ma sempre appiccicati voi due? Come fai a sopportarli, Charlie?!- esclamò quel cretino, idiota, demente di Jake.
-Ehhh, caro figliolo…  santo dovrebbero farmi!- affermò mio padre, andandosene da sua moglie, mentre spuntavano anche Rose ed Emm.
Io fulminai con un’occhiataccia Jake, ma lui come se niente fosse, venne a strapparmi dalle braccia di Edward, per salutarmi con un bacio sulla guancia e un abbraccio da soffocamento.
-Mica te la vorrai tenere tutta per te, Ed!- lo rimproverò Jake, facendolo ridere; -Sto iniziando a diventare geloso… non consideri più il tuo migliore amico, Bells, da quando ti sei messa con questo latin lover da strapazzo!- si lamentò con un finto broncio da bambino.
-Ohhh, povero cucciolo! Vieni che ti faccio due carezze!- lo schernii, spettinandogli i capelli come si fa quando si arruffa il pelo sulla testa di un cagnolino. Si scostò immediatamente, offeso e mi diede un pizzicotto sul braccio.
Intanto Leah, dopo avermi salutata, si piantò davanti ad Edward e sorridendo gli diede una pacca sulla spalla.
-E bravo Cullen! Mi piace come sei sempre premuroso e attento con la mia amica!- lo elogiò, facendolo scoppiare a ridere. Mamma mia… ma quanto erano tremendi insieme quei due!
-Ok, ragazzi, noi andiamo a dare una mano ad Esme per il pranzo, voi fate i bravi!- intervenne Rosalie e ci avviammo in cucina.
Speravo che arrivasse presto l’ora della partenza, perché fremevo in attesa di sapere come fosse andata ed ero certa che anche gli altri la pensassero come me.
 
ANTEPRIMA CAPITOLO 71

-Dai, su! Alzati! Dobbiamo vestirci immediatamente! Non penso che saremo soli ancora per molto- gli spiegai.
-E vabbè! Male che vada ci troveranno a letto e sono certo che saranno contenti di come la situazione si è risolta- dichiarò pacifico e tranquillo, sistemandosi meglio con le braccia dietro la testa.
Gli lanciai un’occhiataccia inceneritrice, ma poi la visione dei muscoli delle braccia e dei suoi pettorali scolpiti e messi in evidenza dalla posizione e del suo corpo nudo, mi fece quasi distrarre da quello che il mio cervello cercava di comunicarmi. La mia occhiata lasciva non gli sfuggì e un sorriso malizioso comparve sul suo viso d’angelo.
-Che c’è, piccola? Deliziata dalla superba visione?- si compiacque. Alzai gli occhi al cielo esasperata e gli tirai uno schiaffetto sul petto.
-Ma quanto sei presuntuoso?! Sbruffone!- lo rimproverai, scherzando.
-Ehi! Sei tu che non fai altro che mangiarmi con gli occhi! Ma sappi che la cosa è perfettamente ricambiata, come puoi ben notare…- e fece cenno al suo amichetto JJ che, con mia sorpresa, svettava ritto sfidando la forza di gravità. Oddio, ma quel ragazzo era una macchina del sesso!


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