CAP. 84 EFP
Buongiorno carissime!
Nel capitolo scorso, come avete potuto vedere, la domenica delle nostre
coppiette è iniziata alla grande!
In questo chappy ci sarà da surriscaldarsi parecchio,
soprattutto per chi potrà leggere il chappy non censurato, ma
speriamo vivamente anche di farvi ridere! Perchè i nostri
protagonisti, anche se ormai sono collaudati intimamente, in fondo sono
pur sempre ancora molto giovani e hanno voglia anche di giocare e
di divertirsi , oltre a fare tanto sesso!
Speriamo sia una buona lettura!
Buon weekend da Manu e Sara! Vi lovviamo tantissimo e grazie a tutte!
CAPITOLO
84 rating rosso!
CAPITOLO
84
Appetito
e…
Pov
Edward
Avevo
fatto una doccia velocissima e poi, rientrando in camera, avevo deciso
di accontentare il mio super amico e di non indossare nulla,
assaporando già l’effetto che mi avrebbe fatto
l’accesa colorazione che avrebbero assunto le guance di Bella
non
appena se ne fosse accorta...
Mi
infilai
perciò completamente nudo sotto le coperte, sedendomi con la
schiena appoggiata alla testiera del letto e aspettai con ansia e
trepidazione che arrivasse la mia cucciolotta. Mi pregustavo
già
la stupenda giornata, iniziata peraltro egregiamente, e non vedevo
l’ora di poter riempire di baci e carezze la mia piccola
gattina
che mi faceva letteralmente impazzire…
Dopo
poco udii
le voci allegre delle ragazze in corridoio e la porta si
aprì
l’istante successivo. Il mio amore fece il suo ingresso col
vassoio carico di ogni ben di dio! Il mio stomaco vuoto se ne
rallegrò immediatamente, gorgogliando felice, anche se la
paradisiaca visione della mia magnifica ragazza mi distrasse totalmente
dal cibo… il mio amichetto era molto più
affamato!
-Wow!
Mi sta
già venendo l’acquolina in bocca!- esclamai con
malizia,
osservando ogni dettaglio, ogni particolare della mia Bella. Dio, mi
faceva impazzire quel micro pantaloncino e quel top che indossava per
dormire… e il lussurioso pensiero che sotto non indossasse
nulla
mi stava già eccitando da morire: immediatamente SC divenne
scalpitante e incontrollabile…
-Spero
di aver
preso tutto quello che ti piace, tesoro… in caso contrario
scenderò di nuovo in cucina a prendere ciò che tu
desideri…- propose con tono incerto, continuando a rimirare
il
vassoio, con fare timoroso ed esitante.
-Forse
non ti
è ancora chiara una cosa, bambolina mia… tu non
ti
muoverai più da questa stanza, te lo garantisco!- le
spiegai,
inarcando le sopracciglia, come a sottolineare una cosa ovvia.
-Oh…
allora ho fatto bene a portarmi già questa cosina
viziosa… altrimenti poi non mi avresti lasciato andare a
prenderla…- mormorò, sogghignando maliziosa; la
osservai
allibito, perché non ero riuscito a capire le sue
parole…
poi lei, dopo aver appoggiato il vassoio, si voltò di
schiena e
mi fece vedere una bomboletta incastrata negli shorts…
oddio,
che diavolo era?
In
un attimo la
sfilò via e iniziò ad agitarla, mentre SC, molto
più recettivo di me, già scalpitava
all’idea di
quello che Bella avrebbe potuto fare con quella piccola, lussuriosa
bomboletta…
-Panna…-
mormorai quasi in trance, mentre mille immagini di Bella ricoperta di
quella soffice golosità con il sottoscritto intento a
leccargliela via, si insinuavano nella mia mente…
Mi
sorrise
annuendo, mordicchiandosi il labbro inferiore, non a causa
dell’imbarazzo… ma perché piacevolmente
colpita
dalla mia reazione, totalmente allibita...
-Ma
questa
è per dopo, golosone… ora mangia qualcosa di
solido e
soprattutto bevi il tuo cappuccino, altrimenti si raffredda- mi
ordinò con tono autoritario che ebbe la capacità
di
eccitarmi ancora di più... Quasi come un automa afferrai la
mia
tazza, mentre Bella sorseggiava la sua cioccolata, e iniziai a bere,
senza distogliere lo sguardo dal suo. In un attimo finii il contenuto
fino all’ultima goccia e poi scostai il vassoio dal
letto…
tolsi la tazza di mano a Bella, che non protestò nemmeno; la
afferrai per i fianchi e la portai a cavalcioni su di me: altro che
colazione… avevo fame di lei!
Avremmo
mangiato con tranquillità in seguito, ci sarebbe stato tutto
il
tempo; ma io non resistevo più, non dopo che se ne era
uscita
innocentemente, come se niente fosse, con una proposta del genere! Dio,
come faceva ad essere così candidamente erotica? La mia
bambina
sexy…
-Sei
un piccolo
diavoletto tentatore! Lo sai, vero?- le mormorai, mentre, con
l’assoluta approvazione del mio soldatino
sull’attenti, le
sfilavo via il suo inutile e fastidioso top.
I
suoi
meravigliosi seni si offrirono alla mia bocca smaniosa, in tutta la
loro magnificenza. Mi avventai come un ingordo conquistatore su uno dei
suoi boccioli, facendola gemere. Adoravo le sue gemme rosse e sempre
pronte per me ad ogni mio minimo sfioramento…
Lei
reclinò la testa all’indietro e una sua mano si
intrecciò ai miei capelli, artigliandoli e facendo affondare
ancora di più il mio viso su quelle morbide e profumate
colline.
Dio, ci sarei morto così!
La
mia Bella
gradì talmente tanto le mie lascive attenzioni che la
risposta
del suo corpo non si fece attendere: il suo inebriante odore di donna
mi travolse i sensi…
Facendo
forza
con le braccia, la feci alzare in piedi sul letto. Ora il suo inguine
era praticamente davanti al mio viso, e non riuscii a
trattenermi… mi avvicinai e inspirai forte il suo profumo
attraverso la stoffa morbida. Ci strofinai un po’ il naso
mentre
quell’aroma meraviglioso ubriacava i miei sensi, eccitandoli
e
portandomi pericolosamente al limite…
Il
mio membro
pulsò con dolore e la mia irrefrenabile e selvaggia bramosia
prese il sopravvento sul mio ottenebrato raziocinio: in un unico
movimento fulmineo le tirai giù il pantaloncino e lo feci
volare
per la stanza. Vidi Bella arrossire in modo acceso, forse anche per la
sua posizione... lei mi sovrastava completamente con il suo corpo nudo
e mi stava richiamando a sé, come una incantevole,
ammaliante ed
irresistibile sirena.
-Se
arrossisci
già adesso, cosa farai tra poco, gattina?- la provocai roco,
accarezzandole le natiche sode e vellutate che tanto mi facevano
impazzire. Sgranò un po’ gli occhi nel momento in
cui le
strinsi forte, in maniera possessiva… lei era mia, tutta
mia… la mia donna, e di nessun altro! E che donna!
Sorrisi
orgoglioso e trionfante a quel pensiero…
Bella
aprì la bocca, forse per tentare di rispondere alla mia
provocazione; ma le parole le morirono in gola trasformandosi in un
gemito profondo e sommesso, perché in meno di un secondo ero
sprofondato nella sua intimità.
Stavo
impazzendo di desiderio, ma allo stesso tempo non riuscivo a staccarmi
da quella parte di lei così calda... la mia Bella nel
frattempo
riusciva solo a fremere ed ansimare, completamente schiava delle mie
carezze. Dio, che fantastica ed appagante sensazione di onnipotenza! Io
ero l’unico al mondo che riusciva a donarle quel piacere
intenso…
Il
mio membro
pulsava furiosamente richiedendo a gran voce di essere coinvolto in
maniera più diretta in quel lussurioso gioco… ma
prima
volevo dedicarmi ancora un po’ a lei…
Potevo
sentire
le sue gambe tremare… non avrebbero retto ancora per
molto… così la afferrai per le natiche e,
sollevandola,
la feci sdraiare con la schiena sul letto, mentre io non avevo nessuna
intenzione di smettere di regalarle quel piacere… Ormai era
completamente persa e la sentivo sempre più vicina al
culmine,
finchè dopo poco l’orgasmo esplose di nuovo in
lei…
potente, assoluto…
Le
mie mani
iniziarono a carezzarle le lunghe gambe affusolate, per permetterle di
rilassarsi nuovamente. Lentamente il suo respiro tornò
normale e
il suo martellare nel petto rallentò, mentre il mio membro
era
sempre più pulsante di desiderio…
-Ora
tocca a
me!- affermò la mia panterina. Con uno scatto felino Bella
si
sedette e mi prese il viso avventandosi sulle mie labbra. Il bacio
divenne subito irruento e passionale, un erotico gioco di
lingue… mentre i nostri corpi si ritrovarono in ginocchio
sul
letto, allacciati e così aderenti che combaciavano
perfettamente. Il suo soffice seno premeva sul mio torace,
infiammandomi ancora di più: sentivo le sue punte dure e
rigonfie accarezzarmi la peluria del petto e mugolai dal piacere.
-Ahh…
sì…- gemetti incontrollato. Ero al limite della
sopportazione umana… non avrei resistito ancora a lungo: la
volevo mia! Ora! Subito!
Bella
scese a
baciarmi il collo e senza nemmeno accorgermene mi ritrovai sdraiato sul
letto e lei sopra di me con la panna in mano e un’aria
impudica e
monella... Dio, l’avrei fatta mia all’istante,
lasciando
perdere qualsiasi giochino!
-Mmm…
qui qualcuno mi sembra molto impaziente…-
sussurrò,
accarezzando superficialmente la mia erezione, che al suo tocco
sembrò andare a fuoco.
-Ahh…-
mi sfuggì dalle labbra. Bella si spruzzò un
po’ di
panna su un dito e molto lentamente lo portò nella sua
bocca,
succhiandolo… entrambi mugolammo di piacere. Cazzo! Cazzo!
Cazzo!
Ma
non si era
resa conto che stava giocando con il fuoco?! Se avesse continuato
così, l’avrei sbattuta al muro senza troppi
complimenti!
-E’
molto
buona… vuoi assaggiare?- mi chiese, con un tono da bimba
innocente che mi mandava fuori di testa. Oddio, quella pantera era la
donna più erotica, sensuale e appassionata che avessi mai
visto!
Una bomba sexy!
Annuii,
incapace di proferire parola… il mio cuore martellava
furioso
nel petto, il mio respiro in pieno affanno… non sapevo se la
mia
voce sarebbe uscita, se avessi tentato di risponderle: la mia gola era
più secca che mai...
Quella
diavoletta spruzzò ancora un po’ di panna
sull’indice e lo portò alla mia bocca…
lo succhiai
gemendo, chiudendo gli occhi e cercando di gustare quel sapore
così dolce, mentre agognavo altre e più appaganti
attenzioni.
Bella
velocemente ritrasse il dito dalla mia bocca ingorda e vi aggiunse
ancora un po’ di panna… quando però si
avvicinò di nuovo al mio viso, anziché infilarlo
nella
mia bocca, spalmò quella soffice schiuma sulle mie labbra,
sul
mento, sulle guance, sulla gola...
-Ops…
scusa… ti ho sporcato tutto…- mugolò
con finto
dispiacere; -Mmm… mio il danno, mio il rimedio…-
e
chinandosi su di me iniziò a lambire tutta la zona sporca di
panna con la sua lingua, facendomi sussultare e fremere in maniera
vistosa…
-Mmm…
come sei buono Edward…- sospirò sulla mia bocca.
Basta,
cazzo! Le avrei fatto capire cosa era riuscita a scatenare! Il mio
mustang impetuoso avrebbe domato quella puledra!
Le
afferrai i
fianchi e avvicinai il mio bacino al suo, facendo scontrare le nostre
intimità scoperte e calde. Bella si spostò un
po’
più giù, sistemandosi sulle mie gambe, lasciando
scoperta
e insoddisfatta la mia intimità pulsante e frustrata.
La
vidi agitare
di nuovo la bomboletta e in un attimo mi ritrovai una lunga scia di
panna che iniziava dal mio petto, per proseguire sugli addominali
contratti per lo sforzo e finire giù a ricoprire
SC…
Bella si spostò al mio fianco e iniziò a leccarmi
sensualmente, ripulendo ogni traccia di quella dolce e golosa crema.
Arrivata al mio punto debole, io ero ormai teso come una corda di
violino... la sua era quasi una tortura... un’atroce,
incredibile
e deliziosa tortura… Ero totalmente immobile e imbambolato,
mentre lei continuava la sua puntigliosa opera di pulizia.
Sentivo
il piacere aumentare sempre di più e avrei desiderato
lasciarmi andare subito…
Cercavo
di
contrastare quelle sensazioni esaltanti per far durare ancora
più a lungo quel supplizio così piacevole; il mio
respiro
era affannoso, il cuore e l’adrenalina a mille, e dopo poco
l’orgasmo esplose forte e intenso… ero in
paradiso!
Alla
visione di
Bella con un sorriso malizioso, la mia voglia di lei riesplose
prepotente: la volevo, volevo perdermi dentro di lei, la volevo
possedere con tutto me stesso!
Mi
alzai di
scatto dal letto e la afferrai per i fianchi prendendola in braccio e
facendole allacciare le sue gambe dietro la mia schiena. Si era
divertita abbastanza a provocarmi… basta giochini, si faceva
sul
serio: ora toccava a me!
-Edward,
ma…- esclamò sorpresa; ma la frase le
morì di
nuovo in gola nel momento in cui i nostri corpi diventarono uno solo,
lasciandoci entrambi senza fiato. Chiusi gli occhi per un attimo,
sopraffatto da quell’ondata di puro benessere che stava
avvolgendo l’intero mio corpo…
-Hai
giocato col fuoco, principessa… non ti hanno insegnato che
poi ci si brucia?- le chiesi con voce roca e maliziosa.
Mi
avvicinai
con impaziente frenesia alla mia scrivania e scaraventai a terra tutto
ciò che vi era sopra, adagiandovi Bella (non in modo molto
delicato, in verità) e facendola sdraiare con la
schiena…
Mi sentivo in balia di una brama potente, che anziché
scemare
(sempre più appagata da miei gesti di pura lussuria), si
alimentava solo con il calore del corpo della mia dea e alla vista di
tutto ciò che ormai potevo considerare unicamente mio!
La
stanza era
piena dei nostri gemiti, dei nostri sospiri, della nostra danza di
passione e amore, dei nostri inebrianti odori, dei nostri “ti
amo” sussurrati, agognati, urlati…
finchè
l’orgasmo non scosse entrambi nello stesso identico
momento… donandoci un piacere sconfinato, un appagamento
inimmaginabile, un incredibile abbandono dei sensi…
I
nostri ansiti
si affievolirono e i nostri respiri pian piano si regolarizzarono,
assieme al nostro frenetico martellare nel petto. La attirai a me,
abbracciandola e baciandola con una dolcezza infinita…
volevo
che capisse quanto ero innamorato di lei, quanto la amassi, quanto la
venerassi… riuscivamo a formare un essere unico e
inscindibile e
lo saremmo stati per sempre!
-Oh
amore… sei stato eccezionale! Semplicemente divino!- mi
elogiò ancora con il fiatone; aveva le guance accaldate, gli
occhi lucidi e scintillanti, il sorriso felice e luminoso…
era
una visione spettacolare, favolosa! Sghignazzai per i suoi complimenti,
ma in realtà mi sentivo orgoglioso e soddisfatto di me
stesso… era stato esaltante per me possederla in quel modo
privo
di qualunque freno o inibizione… ma ero senza fiato
anch’io!
-Grazie…
ma il merito è anche tuo: tu sei perfetta per me, amore!-
replicai con un sorriso colmo di tutto ciò che il mio cuore
provava per quell’angelo bellissimo e speciale che aveva reso
così stupenda la mia esistenza. Mi ero reso conto che la mia
gattina era ancora provata, quasi senza energie; la sollevai e mi
avvicinai al comodino, sul quale poco prima avevo posizionato il
vassoio con la colazione. Avevamo bisogno entrambi di rimetterci in
forze: avevo intenzione di fare l’amore con la mia Bella per
tutto il giorno!
-On
no! Che
scema!- esclamò lei ad un tratto dopo aver dato uno sguardo
al
vassoio. -Mi sono dimenticata lo sciroppo di cioccolato!- si
rammaricò con un visetto triste. Le diedi un bacio in fronte
e
la adagiai sul letto.
-Tranquilla,
cucciola: ci penso io! Ti avevo assicurato che non avresti messo piede
fuori da questa stanza… e ho tutta l’intenzione di
mantenere la mia promessa! Torno subito!- affermai acciuffando i miei
boxer neri e infilandomeli a gran velocità per raggiungere
la
cucina.
Iniziai
a
scendere come un razzo la rampa delle scale e con stupore mi accorsi
che Jazz (anche lui con la mia imbarazzante, identica mise) si trovava
pochi passi davanti a me.
-Ehi!
Hai
dimenticato lo zucchero?- ghignai. Si voltò con un sorriso
malizioso e sollevando un sopracciglio mi rispose: -Certo, come te!
Giusto?-. Scoppiammo a ridere entrambi, come due scemi, raggiungendo la
cucina. Io presi lo sciroppo mentre lui prese dal frigo un
po’ di
panna spray. Oddio, ma quanta ne avevamo di scorta? Scossi la testa,
divertito: non mi ero mai accorto prima che potesse risultare un
alimento così richiesto…
-Mi
raccomando…- esordii, ma venni immediatamente interrotto
dalla sua replica.
-…la
mia
sorellina…- terminò la mia frase incrociando le
braccia
al petto. Che situazione stramba! Sghignazzammo all’unisono,
fino
alle lacrime.
-Te
lo saresti
aspettato, Ed? Ritrovarci qui, seminudi, a fare di tutto per coccolare
l’uno la sorellina dell’altro?- ammiccò.
-Assolutamente
no! Anzi, mi ricordo bene che la sera in cui ho baciato Bella per la
prima volta, quella di ritorno al New Moon, mi sono ritrovato con te in
camera: avevi uno sguardo talmente minaccioso e una feroce aria da
mastino che ho avuto per tutto il tempo il sacro terrore di ritrovarmi
un uomo privo dei miei delicati gioiellini!- sorrisi sia al ricordo che
per la strana circostanza.
-Già…
effettivamente l’idea era proprio quella… ma
poi ho
capito che le tue parole erano sincere e ho deciso di
risparmiarti…- mi rispose, ghignando.
-Mmm…
molto magnanimo direi…- esclamai e facendo un leggero
inchino di
ringraziamento per prenderlo un po’ in giro. Mi diede un
pugno
sul braccio, ridendo.
-Dai
va! Non fare tanto lo spiritoso e torniamo dalle nostre donzelle, prima
che ci diano per dispersi!-.
Sghignazzando
felici, ritornammo al piano di sopra, salendo i gradini a due a due,
finché una scenetta insolita e bizzarra si
stagliò
dinnanzi ai nostri occhi, increduli e spalancati dall’immenso
stupore… dio, cosa avrei pagato per poter scattare una
mitica
foto!
Quell’enorme
montagna di muscoli di mio fratello stava battendo i pugni della porta
della sua camera con ‘indosso’ un indumento
certamente non
suo (almeno lo speravo!): una semitrasparente vestaglia rosso fuoco,
tutta pizzi e fiori, legata alla vita con un nodo delle maniche
lunghe…
-Ma…
ma… dolcissima cucciolotta mia!! Perdonami, ti prego! Non
l’ho fatto apposta!- piagnucolò Emm. Io e Jazz ci
guardammo allibiti, trattenendoci a stento da una sonora risata
nonché da solenne ed eterna presa per il culo…
-No!
Sei un
troglodita! Era un pezzo unico di Victoria’s Secrets! Unico!
Hai
capito il concetto, razza di scimmione?- sbraitò la sua non
più tanto dolce metà. Cristo! Erano cazzi amari
per il
mio povero fratellone…
-Adesso
per
punizione te ne stai fuori per un po’ a meditare! Chiaro?!-
sentenziò quel severo giudice biondo della sua ragazza. Mi
voltai verso Jazz e notai in lui la mia stessa scintilla
goliardica… ormai il destino di Emm era segnato, era nostro
prigioniero!
Io
e mio
cognato ci avventammo verso l’orso: unico obiettivo era
quello di
strappargli quella ridicola vestaglietta! Gettammo a terra le
confezioni di panna e sciroppo e con uno scatto felino raggiungemmo il
nostro intento, e il povero Emm si ritrovò in un istante
nudo
come un verme… ma prima di riuscire a ghignare trionfanti
per la
nostra facile vittoria, entrambe le porte delle nostre rispettive
camere si aprirono e le testoline incuriosite di Bella e Alice fecero
capolino. Oh cazzo! La mia Bella non doveva assolutamente vedere quel
cretino di mio fratello nudo!
Per
cercare di
tamponare l’incresciosa ed imbarazzante situazione, mio
fratello
mise le mani a conchiglia sull’inguine: in mezzo secondo si
udì la cristallina risata di Bella, avvolta dal mio
accappatoio
che la rendeva sexy più che mai. Io mi fiondai subito su di
lei
e cercai di coprirle gli occhi, ma lei, ridendo come una matta, cercava
di togliermi di mezzo per continuare indisturbata nella sua visione.
-Eddai,
Edward!
Non puoi privarmi dell’occasione di prendere per il culo tuo
fratello a vita!- urlava, continuando a sbellicarsi. Intanto mia
sorella, comprensibilmente, si era coperta gli occhi e si
lamentò disgustata.
-Jazz,
che
schifo! Ridagli quel… quel coso… per coprirsi-
ordinò al suo ragazzo, che con un ghigno diabolico si
avvicinò a Emm con quell’utile pezzo di stoffa.
Lui lo
strappò dalle mani di Jazz e se lo riannodò alla
bene e
meglio in vita.
-Ecco!
Spettacolo finito!- annunciò con un sorriso divertito. Era
un
grande: aveva accettato il nostro scherzo e tutte le conseguenze senza
un minimo di irritazione. Finalmente potevo lasciare andare la mia
Bella che aveva ancora gli occhi lucidi dalle lacrime.
-Ma
che hai combinato, si può sapere?- gli chiesi curioso.
-Bè…
ecco… Rose era così sexy con quel completino e
io…
insomma, non ho saputo resistere! E glielo ho un po’
rovinato…- confessò.
-Noo!-
gridò Alice, disperata. -Non quel completino! Non dirmi che
hai
strappato ‘Fuego’!- urlò impazzita,
ancora con le
mani sugli occhi.
-Bè,
dai… che vuoi che sia…- osservò
saggiamente Emm.
Sinceramente non capivo tutta l’isteria di Rose e
Alice…
Bella nel frattempo se la ridacchiava, allegra e spensierata. Emmett si
rivolse di nuovo alla porta della sua camera e ricominciò a
bussare.
-Ti
prego, Rose! Te ne ricomprerò dieci, cento, mille! Dai,
scusami!- la supplicò.
-Non
puoi! Era un pezzo unico!- protestarono all’unisono Alice e
Rose, ancora dietro la porta.
-Dai,
amore!
Fammi entrare! Saprò farmi perdonare…- la
pregò
con la voce da cucciolo; sapevamo tutti in che modo…
-Ok,
ok! Ma
solo perché sono buona…- precisò Rose,
aprendo la
porta della stanza. Emm, con un sospiro di sollievo, schizzò
all’interno della camera facendoci ‘ciao
ciao’ con la
mano.
Raccolsi
da
terra lo sciroppo e mi diressi verso Bella, ancora sulla soglia della
porta; la abbracciai di slancio, stringendola forte al mio petto e
immergendo il mio viso tra i suoi setosi e profumati capelli.
Bastò il suo inebriante odore e la visione di quel corpo
mozzafiato vicino al mio, per ridestare l’instancabile e
palpitante SC…
-Mmm…
è così volevi vedere a tutti i costi mio fratello
come
mamma l’ha fatto, eh? Lo sai vero che adesso dovrò
punirti
molto severamente, vero?- le mormorai all’orecchio, facendola
fremere.
-Non
vedo l’ora…- mi rispose in tono decisamente
malizioso.
Salutammo
Jazz
e Alice e io, impaziente ed eccitato, trascinai la mia troppo vestita
ragazza in camera, per dare inizio a molti altri round di passione,
amore, lussuria…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 85
-Edward… se non
te la senti, tesoro… non sei costretto…- cercai
di rassicurarlo. Scosse la testa.
-No,
amore… voglio raccontarti ogni cosa…
però… non ora. Non me la sento di
rovinare questa splendida giornata e poi a minuti arriveranno gli altri
e non avrei comunque il tempo di farlo come si deve. Preferirei
rimandare e rivelarti tutto con calma, senza nessuna interruzione.
Magari il prossimo weekend…- mormorò. Annuii e
gli diedi un bacio, ma
continuavo a vedere un velo di tristezza incupire i suoi splendidi
occhi verdi. Maledizione a me e alla mia solita boccaccia! Cercai di
stemperare la tensione perché volevo rivedere il suo volto
illuminarsi
di uno splendido sorriso.
-Senti
un po’… ma come mai dopo tutta questa meravigliosa
ginnastica, tu
sembri in piena forma, smagliante più che mai, mentre io mi
sento un
autentico rottame? Vedi, le ingiustizie della vita?- mi imbronciai,
facendo spuntare il suo meraviglioso sorriso sghembo, bello come un
arcobaleno.
-Vedrai
che più esercizio faremo e meno problemi avrai…-
sogghignò, mentre le mani avvolsero i miei seni,
accarezzandoli.
-Mmm…
Edward… ti prego, smettila… mmm…- lo
pregai, con un tono talmente poco
convinto da farlo sorridere sul mio collo. -Anche io amore,
ricomincerei; ma ti giuro che non ce la potrei fare… non
c’è un singolo
muscolo delle gambe che non mi dolga!- gli confessai, arrossendo un
po’
per la mia debolezza. La sua risata spensierata tuonò nella
stanza.
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