The mess;

di gm19961
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A painful choice; ***
Capitolo 2: *** Ten years later; ***
Capitolo 3: *** You can't escape, my love; ***
Capitolo 4: *** Fly with me, baby! ***
Capitolo 5: *** Love, friendship and betrayal; ***
Capitolo 6: *** You're so good to me; ***
Capitolo 7: *** Danger; ***
Capitolo 8: *** She's only naked; ***
Capitolo 9: *** Is it alright, Chichi? ***
Capitolo 10: *** Goodbye, Chichi; ***
Capitolo 11: *** The choice; ***
Capitolo 12: *** He will not come back anymore, isn't he? ***



Capitolo 1
*** A painful choice; ***


 

 

A painful choice.
 

Guardò il cielo con aria affranta, e con lo sguardo carico di odio, lanciò una pietra verso il vuoto, come se quello scatto l'avrebbe resa meno nervosa; come se quella pietra fosse stato il principale motivo per cui si ritrovava a piangere tutte le notti, con o senza suo marito al suo fianco. 

Ancora una volta sarebbe rimasta sola. Poteva davvero sopportare di nuovo quell'atroce tortura a cui veniva costantemente sottoposta?

Questa volta no.

Chichi era una donna forte, ma era anche un essere umano. La tristezza aveva preso il sopravvento nella mente stanca della donna; aveva paura di non farcela a sopportare l'ennesimo abbandono. E se per caso Cell avrebbe ucciso sia Goku che il suo piccolo gioiello? Il suo Gohan?

I dubbi le affollavano la testa, ed era comunque troppo tardi per pensarci. Il giorno dopo si sarebbe tenuto quel dannato Torneo, e comunque sarebbero andate le cose, il suo istinto di madre, di donna, e di moglie dell'uomo più forte dell'universo sapeva già come sarebbero andate le cose. Era inutile porsi stupide domande, perché sapeva benissimo che qualcosa di brutto sarebbe dovuto succedere, indipendentemente dall'esito dello scontro che avrebbe decretato l'inizio o la fine del mondo.

Ma poteva permetterlo? Perché l'unica a rimetterci era sempre stata lei? Lei perdeva continuamente suo marito, suo figlio, il suo buon senso. Non era giusto, non era affatto corretto. Lei era l'unica che si comportava da persona normale, con dei sani principi nella testa e solo lei veniva punita dall'universo intero che continuava a scagliarsi contro di lei.  Non l'avrebbe più permesso.

Seduta su un masso dell'enorme distesa di prato che circondava la sua piccola residenza, si alzò di scatto e, al contrario di quanto potesse immaginare, chiese a Gohan la nuvola Speedy. Ci era già salita una volta, e ci sarebbe salita di nuovo, forse per l'ultima volta. 

- Certo, ma mamma, perché ti serve?

Chiese ingenuamente il piccolo di undici anni appena compiuti, guardando perplesso Chichi.

- Tesoro, io... devo fare una cosa. Ti voglio bene bambino mio, e adesso... vai a preparare la tavola, io tornerò tra poco... forse.

L'ultima parola fu un sussurro impercettibile. Il bambino annuì preoccupato e sentì la presa forte della madre piombargli addosso: lo stava abbracciando silenziosamente, e con un fare supplicante, come un vero e proprio addio. Il suo bambino le sarebbe mancato terribilmente, e si sentiva in colpa per tutto quello che avrebbe fatto da lì a pochi minuti. Il bambino spalancò gli enormi occhi cerulei, e Chichi gli torchiò il viso con un bacio in piena guancia, come se solo quel piccolo simbolo indicasse tutto l'amore che provava per la sua piccola creatura. 

Il bambino sorrise e chiamò la nuvola, aiutando la madre a salirci. Era strano. La sua mamma non aveva mai usato la Nuvola Speedy, e non aveva mai fatto affidamento a quel mezzo per spostarsi qua e là dalla città ai monti Paoz. Sentì l'impulso di seguirla, ma notò a pieno lo sguardo triste della povera mamma. Magari voleva del tempo per stare da sola, prima che lui e suo padre partissero per il fatidico incontro con Cell. Forse voleva rivivere qualche momento, stando da sola.

Chichi saltò su sulla nuvola gialla e accarezzò i capelli del bambino, guardandolo con gli occhi colmi di tristezza, una tristezza celata nell'angolo più profondo del suo cuore. - Nuvola Speedy. Portami dal Genio delle Tartarughe.

Detto fatto. La Nuvola spiccò il volo verso il luogo prestabilito e Gohan rimase incantato a vedere la mamma volare via; perché doveva andare dal Genio?

Il bambino fece spallucce, ma in cuor suo era preoccupato che qualcosa di terribile sarebbe successo, ma fiducioso nelle parole di Chichi, corse verso la cucina, e sotto richiesta dell'adorata madre, iniziò a preparare il tavolo mentre Goku se ne stava a dormire beatamente a dormire sul divano di casa. 

 

Chichi dopo svariati minuti, si trovò esattamente sopra la casa del Genio. Poteva ancora tornare indietro, poteva ancora rimangiarsi quello strano pensiero, bruciarlo fino a ridurlo in cenere. Ma il suo cuore glielo impose. Sarebbe scoppiato se non l'avesse fatto. Ed era strano come Chichi, per la prima volta, sarebbe stata comandata a bacchetta da uno stupido sentimento che aveva cercato di reprime con tutta sé stessa.

Scese in picchiata verso la Kame House e senza proferir parola, bussò alla piccola porta. Dopo pochi secondi Crillin la salutò e la invitò ad entrare, sorridendole.

- Hey Chichi, che ci fai qui? Dove sono gli altri?

La bruna sorrise forzatamente, non aveva voglia di parlare. -  Sono qui da sola. Ho bisogno di vedere Genio.

Crillin sgranò gli occhi e guardò la donna divertito.

- Genio? Stai scherzando vero?

- Crilin, per cortesia.

I suoi occhi erano colmi di supplica, e comprese ben presto che la donna era come minimo straziata e disperata. Annuì e la incitò a salire al piano di sopra, in camera del Genio. Era sempre lì a leggere "libri" a quell'ora.

Ringraziò il piccoletto e salì le scale, dirigendosi nella stanza da letto del Genio. Spalancò la porta e come era comprensibile, lo trovò leggere con una certa attenzione alcune riviste; inutile dire che genere di riviste fossero.

Appena comprese di non essere più solo, il vecchietto nascose grossolanamente il pacchetto di riviste sotto il cuscino e si alzò, ridandosi un certo contegno. 

- Oh, eh, Chichi. Che piacere averti qui! Dai un abbraccio al vecchio Genio delle Tartaru..

- Dove sono le sfere del drago?

Le parole di Genio vennero brutalmente zittite da quella domanda. Genio deglutì. Chichi era strana più del solito. Non sembrava arrabbiata, calma, o rilassata. Sembrava senza vita, senza anima, senza un qualcosa che le brillasse negli occhi. 

- Beh sono nel mio cassettone dei vestiti, le tengo al sicuro. Perché?

La donna non rispose e a passo lento, facendo svolazzare la sua tunica viola, si diresse verso i cassettone: lo aprì e vi trovò al suo interno vari vestiti di Genio, alcune riviste nascoste, e poi loro. Le vide lì. Erano tutte e sette. - Chichi ma cosa stai facendo? 

Aveva paura. Era ancora in tempo. Poteva ancora tornare indietro.

Le prese una ad una, e con uno sguardo vuoto riguardò il Genio delle tartarughe; era abbastanza preoccupato per tutti questi strani comportamenti da parte della donna. - Mi dispiace, ma non posso più sopportarlo..

Sibilò queste parole mentre le lacrime le segnavano il viso angelico. Spalancò la finestra e scivolò giù dal tetto rosso, cadendo in piedi, in perfetto equilibrio. Genio corse verso il salotto e allarmò Crilin.

- Crilin ma che fai lì impalato? Chichi ha preso le sfere del drago e sta scappando via, fermiamola, accidenti!

- Che cosa?!

I due corsero verso la spiaggia ma era troppo tardi, Chichi era di fronte a loro, le sfere già posizionate sulla sabbia gialla, in perfetto contrasto con il mare blu cobalto. 

Li guardò sorridendo, come se dopo quel gesto sarebbe tutto finito, e da lì un esplosione di luce: il Drago delle sette sfere era stato evocato. Con la sua voce profonda e roca chiese la solita e consueta domanda, che ormai tutti i presenti avevano già sentito almeno una volta.

- Quel è il tuo desiderio? Io lo esaudirò.

Chichi guardò gli occhi rossi del drago e con il cuore in gola, chiese gli occhi e si morse le labbra. Ora non poteva più tornare indietro.

- Desidero tornare indietro nel tempo, alla mattinata del 23° Torneo Tenkaichi. Voglio rivestire i panni della me stessa di diciott'anni.

Crilin e il Genio urlarono un profondo "no" verso il Drago e a Chichi, la quale ancora in piedi, lì guardò con le lacrime agli occhi. 

- Perdonatemi...

Ancora quelle parole cariche d'odio e di tristezza sovrastarono l'aria, e da lì a quel momento tutto scomparve. Chichi chiuse gli occhi e la voce del Drago le risuonò nelle orecchie: Lo posso esaudire. Preparati, perché non potrai più tornare indietro. Nel caso tu cambiassi l'ordine naturale delle cose, tu perderai la memoria e questo universo smetterebbe d'esistere.

Chichi annuì e sentì il suo mondo diventare cupo, la sua vista completamente oscurata, e un colpo forte la fece sbattere la testa contro un qualcosa di solido e pesante. Sentì il suo corpo cambiare. Si sentiva più leggera, magra, accaldata. I suoi capelli erano raccolti in un modo diverso, ed erano più lunghi, lo poteva sentire. Nell'aria quel profumo familiare. Era tornata. 

Aprì gli occhi e si guardò le mani, era davvero tornata indietro nel tempo. Si toccò il viso, i gomiti e si guardò le gambe. Era vestita esattamente come quel giorno, con quel bel vestito blu, il suo preferito. Le sfere avevano funzionato, ma non era rivivere i bei momenti di quel giorno che l'aveva ricondotta indietro di undici anni. Aveva un compito difficile da svolgere. Il compito di poter vivere finalmente felice.

*

- Diamo inizio al secondo incontro!

Un urlo proveniente dal presentatore squarcia l'atmosfera carica di tensione. Chichi era in piedi sul ring e aveva davanti a sé Goku, ancora diciannovenne. Chichi lo guardava con fare serio, e malgrado la sua espressione stanca e affranta, sentiva il suo cuore battere ancora, esattamente come un tempo. Era bellissimo anche da giovane. Ma non poteva proprio sottostare alle regole imposte dal suo cuore, era tornata per fare una cosa atroce, dolorosa, una cosa che avrebbe decretato la fine della sua storia con Goku.

Lui la guardava con fare curioso e lei, ancora nei panni di giovane madre e adulta, lo guardava affranta, stringendo i pugni. 

- Ti odio, Goku.

Un urlo scandalizzato proveniente dalle tribune prese il sopravvento nell'aria.

- Come, come? Signori e signore colpo di scena, sembra che ci sia dell'astio tra i due partecipanti!

- Che cosa? Ma perché sei arrabbiata con me? Io non so neanche chi sei!

Chichi si voltò verso il presentatore e abbassò il capo, stringendo il pugno, e trattenendo le lacrime che da lì in poi sarebbero scese sul volto della donna dai capelli corvini.

- Io mi ritiro dal Torneo. Fate come se Goku avesse già vinto.

Il pubblico rimase spiazzato dalle sue parole, e perfino Goku ne era rimase stupito. La ragazza misteriosa lo aveva guardato sempre con disprezzo durante le selezioni, o per meglio dire in tutta l'intera giornata; gli lanciava continuamente occhiatacce e fino a dieci minuti prima era come ansiosa di batterlo sul ring e dargli una bella lezione. 

Com'era possibile che si fosse tirata indietro proprio al momento fatidico incontro?

- Come? Aspetta! Non puoi tirarti indietro, io... io voglio sapere chi sei!

Le urlò Goku, mentre Chichi era già scesa dal campo di battaglia, camminando a testa alta verso l'uscita. Goku rimase imbambolato mentre la guardava andarsene con una grazia infinita, e dopo attimi di silenzio imbarazzante, il pubblico applaudì ovviamente a Goku, il quale si era rivelato come vincitore dello scontro. Tutti i guerrieri si guardarono: cos'era successo? Chi era la misteriosa ragazza? Perché questo cambio d'idea repentina?

Nessuno lo venne mai a scoprire.

Chichi era ormai sul marciapiede della strada, quello fuori dal luogo allestito per i combattimenti, e sapeva in cuor suo di aver commesso un errore. Aveva modificato il corso della sua storia. Questo significava perdere la memoria, e il Drago l'aveva cautamente avvertita di questo rischio, ma lei lo doveva fare comunque. Tornare alla sua realtà le era impossibile ora. Avrebbe potuto ricominciare da capo, da sola, e senza Goku. Lo sguardo della bruna iniziò a farsi confuso, la testa iniziò a girare, si sentì accasciare al suolo: la sua guancia calda era a contatto con quella del marciapiede fresco, quel marciapiede che aveva trattenuto la pioggia il giorno precedente al Torneo, quando Goku era tornato dopo tre anni di allenamento. Una fugace lacrime uscì dagli splendido occhi sinistro di Chichi, e da lì in poi, la sua vita, la vita di Goku e perfino il destino della Terra non sarebbero più stati gli stessi. 

E Chichi non poteva esserne più contenta.


--
Ok, a questa storia ci ho lavorato tanto, e può sembrare noiosa e poco originale dal primo capitolo. E se ho dato davvero questa impressione, oddio, ditemelo che mi vado a sotterrare. D:
Ci metterò anche un bel po' di Vegeta/Bulma nei prossimi capitoli, per la gioia di chi stima questa coppia... ma essendo la prima volta che scrivo su di loro, vi prego, abbiate pietà, e perdonatemi per lo scempio che molto probabilmente scriverò in futuro.
Poi, che dire, ho storpiato alcune cosette (?) ma era necessarie al fine della storia. Quindi se trovate qualcosa di strano nella storia, non allarmatevi: sono io che per creare questa fan ficition ho cambiato alcune cose.
Diciamo che la fic si concentra su Goku e Chichi, maaa ci sarà anche l'altra coppietta (Vegeta e Bulma) a dare un pizzico di ironia e sopratutto un po' più di vitalità dopo questo schifo di capitolo iniziale. Troppo melodrammatico D: (MA L'HO SCRITTO LO STESSO ._.)
Un piccolo avvertimento a chi avrà il coraggio di recensire o leggere o seguire o preferire (??) questa storia: E' peggio di Beautiful X°D E anche altre persone hanno potuto confermare.
Non per niente il titolo della storia è "The mess" ossia "Il caos" o "Il pasticcio". 
Bene, bene, bene.
Mi dileguo.
Chi recensisce avrà il premio di rendere felice questa povera anima solitaria, ma anche solo chi legge *-*.
 -gm1996
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Capitolo 2
*** Ten years later; ***


 

 

Ten years later.
 
Passarono circa dieci anni da quel giorno. E la storia rimase immutata per quanto riguardava i combattimenti, e le continue minacce di nuovi nemici. Goku era tornato sulla Terra da poco, era riuscito ad acquisire una nuova tecnica, quella del teletrasporto e Freezer era ormai solo un lontano ricordo.
Goku tornò a casa, con la sua aria svampita, dolce, e che trasmetteva sicurezza con un solo sguardo.
La sua residenza non era più sui monti Paoz, sua moglie non voleva abitare in un posto così squallido; aveva preferito vivere alla Capsule Corporation, dove ci sarebbero stati dei lussi anche per quanto riguardava i continui ed estenuanti allenamenti di Goku. Chi avrebbe mai immaginato che Bulma, senza Chichi, sarebbe stata la moglie del Super Saiyan?
Insieme vivevano felici: loro due, la loro splendida figlia, Hope, i nonni o genitori di Bulma, e beh, lui. C'era anche Vegeta a casa di Goku; sebbene lui fosse di un carattere arrogante e altezzoso, aveva accettato l'idea di vivere lì, ma di stare lontano il più possibile da quello che lui considerava "quell'imbecille di Kakaroth". 
Mentre Chichi, beh, Chichi si era sposata con un uomo d'affari della città, un uomo che pensava d'amare veramente, e aveva abbandonato le arti marziali, per dedicarsi completamente al figlioletto Jupiter e al marito.  Sembrava felice senza Goku, dopotutto non si ricordava di lui, questi erano gli effetti che il drago Shenron aveva causato, e Chichi aveva rischiato, aveva davvero deciso di creare un modo parallelo al suo, cambiando completamente la sua storia con Goku.
Sembrava tutto perfetto, ma il destino volle giocare ancora la sua carta vincente, quella che avrebbe creato la vera realtà di Chichi, quella a cui non poteva proprio sfuggire.
Era una mattina come tante, Goku e Vegeta si stavano allenando, e sebbene il Principe lo incitasse a mantenere le distanze da lui, mandandogli anche vere e proprie minacce di morte, Goku trasgrediva sempre queste regole e invadeva sempre i suoi spazi. Vegeta era molto irascibile quando aveva in parte a lui Kakaroth, e spaccava sempre qualcosa quando era in sua compagnia. Poteva trattarsi di un semplice bicchiere, di un divano, di una Camera Gravitazionale o perfino dell'intero giardino.
Bulma mentre teneva per mano la bambina di dieci anni, si avvicinò ai due, e stampò un bacio sulla guancia di Goku; il saiyan arrossì, mentre Vegeta si voltò fingendosi disgustato e nascondendo la rabbia che ogni mattina accresceva dietro di sé quando vedeva i due coniugi scambiarsi " disgustanti effusioni amorose".
 
- Accompagno Hope a scuola, voi due vedete di non rompere niente. Sono stufa di aggiustare tutto quello che rompete, avete capito? Sopratutto tu, scimmione. Stammi bene a sentire, se mi strappi anche solo un fiore dalle aiuole giuro che ti fac...
 
Goku posò una mano sulla bocca di Bulma e sorrise imbarazzato alla figlia. 

- Non scaldarti tanto Bulma... non davanti alla mia Speranza*.
 
Goku fece l'occhiolino a Hope e le diede un bacio sulla fronte, e le scompigliò i morbidi capelli biondi.

- Donna, quell'idiota di tuo marito ha fatto bene a fermarti. Se avessi continuato a parlare avrei rotto qualcosa volontariamente. Ricordate che avete qui il vostro peggior nemico... E tu, Kakaroth, piantala di guardarmi con quello sguardo da babbeo, e stai lontano da me.

 
Goku roteò gli bruni al cielo, e salutò di nuovo la moglie e la figlia, per correre di nuovo ad allenarsi insieme al caro compagno di allenamenti. Era ufficiale. Goku voleva morire per davvero. 
Bulma prese in braccio Hope e la posò accanto a sé sul sedile dell'auto volante. Le allacciò le cinture scure di sicurezza e insieme sfrecciarono verso la scuola elementare della città.
In centro città, invece, in un appartamento lussuoso e ben pulito, curato nei dettagli e nell'arredamento, un bambino faceva i capricci. Non voleva andare a scuola, odiava alzarsi presto per andare in quel luogo maledetto. 
 
- Jupiter! Torna subito qui!
 
La voce della donna rimbombò per tutto il salotto, e dalle finestra si potevano vedere due sagome che si rincorrevano l'una con l'altra. Una aveva in mano degli stracci, che in realtà erano vestiti, mentre la sagoma piccina, quella del bambino, saltava e si dimeneva, per scappare da quello si presumeva fosse la madre.
 
- Preso! Bene, ora vestiti, o farai tardi a scuola. Lo studio è importante, Jupiter.
 
Il bambino, con gli occhi cenere e i capelli biondi, guardò minaccioso la mamma e si lasciò vestire, cercando di buttare fuori la rabbia che piano piano stava ribollendo in tutto il suo corpo. Una volta abbigliato per la scuola, e con la cartella in spalla, afferrò la mano di Chichi. Era vestita con un completo molto chique, color nero e bianco, e delle scarpe con un tacco vertiginoso, quasi fosse una  donna d'affari. Era l'esatto contrario della Chichi solita, quella che si vestiva con i soliti abiti strani, bizzari e colorati. Beh, eccetto il carattere, quello era rimasto uguale. Le era capitato un figlio svogliato allo studio, e che tutte le mattine doveva obbligare con la forza ad andare a scuola. Ma oltre a questo, la sua vita era perfetta, proprio come credeva d'aver sognato tutta la vita.
Insieme presero il tram, e in men che non si dica, erano già arrivati alla scuola elementare privata, a cui entrambe le madri, avevano pagato caro. Solo il meglio per i loro tesori.
 
- Vai Jupiter, ti aspetto qua all'uscita tra poche ore. Fai il bravo, tesoro.
 
Lo incitò Chichi, stampandogli un bacio sulla guancia, che prontamente si levò disgustato con la mano.
 
- Vai Hope, ti aspetto all'uscita. Mi raccomando, fai la brava tesoro. 
 
Bulma diede un bacio sulla fronte della bambina e la vide correre verso l'entrata della scuola, fin quando la bambina deviò prospettiva, e corse verso un altro bambino dall'aria facoltosa e irresponsabile. 
Chichi guardò Jupiter andare svogliato verso le scale d'entrata e con uno sguardo fiero in viso, lo guardò salire i gradini, fin quando venne fermato da una vocetta graziosa. Jupiter sorrise e corse verso un'altra direzione. Le due donne si misero a braccia conserte e si avvicinarono pericolosamente verso i rispettivi figli. 
 
- Ciao Hope, ti siedi ancora vicino a me oggi? 
 
Chiese il bimbo, diventando rosso in viso, lasciando trasudare la sua timidezza, che probabilmente aveva ereditato da Chichi. La bambina annuì, e si diede un colpetto involontario a capelli turchesi, in modo da farli svolazzare, e darle un tocco molto più seducente.
 
- Certo, poi vieni a casa mia a fare i compiti con me?
 
Il bambino annuì e una voce lontana, urlò un bel "no".
 
- Jupiter, fila dentro scuola, cosa ci fai ancora nel cortile, tutti sono entrati e tu ne stai qui a parlare con.. oh ciao piccola.
 
- Hope, inizi già a parlare con i ragazzi a dieci anni! Lo so che hai ereditato una bellezza sfolgorante da me, ma usala al momento gius... 
 
Le due donne si guardarono negli occhi e ci fu una scossa, un qualcosa di famigliare, come se i loro sguardi si fossero già incontrati molte volte. Una vecchia amicizia, forse?
 
- Oh scusi, non volevo sgridare sua figlia, ma stavo sgridando questo ometto...

 
Guardò minacciosa il bambino, e la bambina scambiò uno sguardo dispiaciuto alla madre.
 
- Lo stesso per me. Ma sa, questi bambini, chissà cosa passa loro per la testa!
 
Le due madri si misero a ridere e i bambini si guardarono facendosi spallucce. Si presero per mano, e corsero verso il salone della scuola, altrimenti avrebbero fatto tardi a lezione. Bulma sorrise a Chichi e con tutta la dolcezza del mondo le disse: Mi sa che mia figlia ha fatto colpo sul suo bambino.
 
- Lo credo anche io!
 
Un'altra risata gioiosa alleggiò nel cortile ormai deserto della scuola.- Senta, lo so che le sembrerò sgarbata, ma vuole venire a prender un caffè a casa mia? Vede, non ho molte amiche donne, e mi è difficile fare amicizia. Poi lei è una madre come me, e potrebbe darmi qualche consiglio. Le va? E oh, che sciocca, mi chiamo Bulma Brief.
Le due si strinsero la mano e Chichi annuì, lanciandole un sorriso gentile.

- Io sono Chichi. E accetto volentieri, oggi non devo fare nulla di importante a casa!
- Perfetto.

Le due donne iniziarono ad incamminarsi verso l'auto della Brief, e insieme iniziarono a parlare della loro vita, dei loro amici, e sopratutto dei loro mariti.

- Allora? Da quanto sei sposata?

Chiese Chichi, con un tono confidenziale alla giovane Bulma, che dimostrava d'essere ancora pimpante e allegra, sebbene avesse una figlia di dieci anni.

- Io? Da dieci anni, sì. Mio marito si chiama Goku. Solo che in questo periodo, non va proprio tutto bene...

Goku. Quelle parole fecero sussultare il petto di Chichi. Si arricciò una cicca di capelli su un dito e i brividi le invasero la schiena. Che diavolo stava succedendo?
 
- Oh, come mai? 
- Beh, vedi, ho paura. Ho paura di essere attratta da un altro uomo, che vive in casa mia. E' un.. amico. Sì, una specie.
- Vivi con due uomini a casa?
 
Chiese ironica Chichi alla donna dai capelli turchesi, la quale divertita, annuì. Chichi guardò fuori dal finestrino dell'auto, e vide avvicinarsi sempre di più una casa enorme, e lussuosa, oltretutto, più di quanto era il suo appartamento in centro. Il giardino era immenso, e la casa era verniciata di un avorio perla. Era proprio grande.
 
- Wow, tu vivi qui? Che bel posto...
 
Affermò la bruna, guardando con occhi sognanti l'enorme residenza. Bulma sorrise allegramente e la invitò ad entrare, in modo da presentarle i suoi due "scimmioni". Camminarono per il giardino, fin quando vi trovarono Goku e Vegeta fare delle flessioni, o meglio, una gara di flessioni, e Vegeta sembrava stesse vincendo. Il suo ghigno soddisfatto, infatti, non poteva non essere notato.
 
- Goku, non vorrai perdere contro quello scimmione, vero?
 
Bulma lanciò un'occhiataccia verso il Principe, il quale, colpito dalle parole della donna dai capelli turchesi, venne incitato involontariamente a fare sempre meglio, e stracciare ancora di più l'avversario in quella gara di poco cervello e tutti muscoli.
Goku si accasciò al suolo, e sorrise al cielo, aveva perso, ma questo non gli importava. Preveriva ammirare il cielo sereno sopra i suoi occhi. Di solito, quando guardava le nuvole, si ricordava dei monti Paoz e di un fantastico senso di appartenenza, quasi fosse lì la sua vera casa. Spesso andava lì ad allenarsi, in completa solitudine.
 
- Goku, vieni qui, ti presento una mia amica, Chichi. 
 
La bruna, non aveva ancora visto negli occhi Goku; e per di più quella strana sensazione di brividi non se ne era andata. Si avvicinò a lui, lasciando i capelli lisci mossi dal vento e porse la mano al saiyan, il quale la afferrò con una delicatezza impressionante. I loro occhi si scontrarono. Cenere su cenere. La donna iniziò a sbattere le palpebre ripetutamente, sbattendo le ciglia in modo involontario, in maniera quasi seducente, che colpì il siayan dritto nel cuore. La guardò un po' più attentamente. Aveva il collo scoperto, un collo che se probabilmente non ci fosse stato nessuno, avrebbe voluto baciare e accarezzare. I capelli erano perfetti, lisci, con una frangietta sbarazzina in volto, che le stavano a pennello. Lei, invece, guardava con occhi estasiati i grandi occhi tranquilli e profondi di Goku. Sentì il suo profumo e se probabilme te fosse stata sola, eh sì, avrebbe anche potuto abbracciarlo. Erano pensieri sbagliati per i due, in quanto erano felicemente sposati con altre persone, ed erano anche genitori. Goku  continuò a scuotere la mano di Chichi, fin quando lei stessa ruppe la sensazione creatasi in quello strano momento. 
Era finita. 
Il destino aveva scoperto la carta vincente.
Chichi per quanto avesse cercato di scappare, non ce l'aveva fatta, il suo destino si sarebbe comunque incrociato con quello di Goku.
 

 

--
Speranza*= Traduzione di "Hope" che, appunto, in inglese significa "speranza".

Ciao a tutti!
Allora, in primis, grazie mille per le recension precedenti. Davvero non pensavo che questa storia potesse piacere! *-*
Grazie, grazie, e ancora grazie per chiunque abbia recensito, per chi ha letto, per chi ha messo la storia nei preferiti o nelle seguite, grazie di cuore <3
E ora, beh, come vi avevo precedentemente anticipato sono comparsi già i primi cambiamenti nel mondo di Dragon Ball. Tipo che Goku e Bulma sono sposati; Chichi ha un altro; e Vegeta è forever alone, ma a questo penseremo più tardi XD
Bene, spero di non avervi delusi tutti quanti con questi cambiamenti, ma ora si entra nel vivo della storia. Grazie ancora di tutto <3
Un bacio,
gm19961

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Capitolo 3
*** You can't escape, my love; ***


 You can't escape, my love.

 
Goku e Chichi si guardarono ancora, e Bulma, spaesata, si avvicinò a loro, mettendogli le mani sulle spalle; e fatto ciò, gli proprinò la fatidica domanda.
 
- Hey, ma voi due vi conoscete? Chichi perché non me lo hai detto!
 
Chichi rimase a fissare Goku, e si portò una mano al petto; controvoglia girò la testa verso quella della donna dagli occhi celesti,e  poi scosse la chioma bruna, riportando tutti alla realtà.
 
- No non lo conosco, davvero. Però mi fa piacere averti conosciuto... Goku.
 
Il saiyan la guardava in modo strano: era sicuro di averla già vista da qualche parte, ma non si ricordava dove. Quei capelli neri corvini, lisci e setosi; quello sguardo innocente nei suoi grandi occhi neri; quel fisico così magro e allo stesso tempo forte e deciso. La squadrò ancora, e poi i suoi occhi si illuminarono, e come un bambino ad una festa, esclamò incuriosito: "Urca, adesso mi ricordo di te!"
Chichi sobbalzò, e Bulma sgranò gli occhi entusiasta.

- Davvero? E dove?
- Al Torneo di arti marziali! Sei quella che si è ritirata e quella che mi ha detto di odiarmi... la ragazza misteriosa, Bulma! Quella di cui abbiamo tanto discusso dopo la mia vittoria!

Bulma ci pensò su un attimo, e dopo aver assunto una poso pensieriosa, schioccò le dita, come se si fosse ricordata qualcosa d'importante.
 
- Ma certo! Eri la ragazza vestita di blu! Chichi, eri tu, giusto?

Chichi rimase sconcertata. Ecco perché aveva già visto Goku, perché si era ritirata dal Torneo; ma c'erano alcuni fatti che non tornavano.
Quel giorno fu il più confuso della sua vita. Non si ricordava il motivo per cui avesse fatto una cosa del genere, che senso aveva ritirarsi dal Torneo? Aveva forse paura di Goku? Certo che no. Al puzzle mancavano dei tasselli, e le risposte che cercava erano sia dentro la memoria di Goku, sia dentro di sé. Sarebbe stato solo difficile cercarle e ricomporle.

 
- Sì, credo di sì. Solo che ero giovane e non capivo. Ti avevo confuso per... un altro, credo.
 
Replicò imbarazzata la bruna, facendo ridacchiare Goku e Bulma. Vegeta, intanto, guardava con la solita aria seccata il trio, mentre rimembrava i vecchi ricordi. Il suo sguardo cadde però, inesorabilmente, su Bulma. Quella donna le piaceva, anche se ammetterlo a sé stesso gli costava fatica, e mai e poi mai glielo avrebbe detto. Lui era il Principe dei saiyan, non si sarebbe mai innamorato di una sciocca e frivola terrestre come lei!
 
- Ah, ma è tempo passato! Solo che mi hai fatto restare male dicendomi quelle cose...
 
Disse Goku, con una smorfia triste in viso, una smorfia che sfigurava sul suo dolce viso; quella faccia, quegli atteggiamenti da bambino, e quel cuore d'oro che Goku aveva, stavano facendo letteralmente sobbalzare il cuore di Chichi.
 
- Perdonami, ero solo una ragazzina.
 
Gli fece una smorfia dolce, gentile, come se tutto quello che stesse provando fosse solo nel profondo, e non riuscisse a venire in superficie. Era troppo brava a mascherare i sentimenti, e non capiva come mai ne fosse così abile. Dopotutto non aveva mia nascosto niente a suo marito, eppure, era come se in un'altra vita fosse stata costretta a nascondersi, a reprimere i sentimenti, sopratutto quelli della solitudine e della rabbia.
 
- E' il passato comunque! Ora Chichi, ti presento Vegeta, uno scimmione scorbutico che vive qui da più o meno tre anni.
 
Bulma si mise a braccia conserte, più o meno per imitare la posa che vegeta aveva sempre, in qualsiasi circostanza. Guardò Chichi e indifferente alla sua persona, non la salutò. Fece solo un cenno con la testa per indicare la sua calorosa presentazione.
 
- Lascialo perdere, Chichi. Fa sempre così, è uno scorbutico...
- Taci donna!
 
Le urlò vegeta rabbioso, camminando via verso la camera Gravitazionale, e richiudendo la porta dietro di sé con una violenza che fece sobbolzare il terreno su cui erano tutti posati. Chichi ne rimase stupita. 
 
- Ma che...
- Oh, Chichi, ehm, tranquilla! Vegta è solo uno scimmione violento.
 
Si giustificò Bulma, sorridendole colpevole. Si era completamente scordata che Chichi non sapeva nulla dei saiyan o dei nemici che si erano fatti avanti in quegli anni.
 
- Sì ma... oh beh, fa nulla.
 
Chichi si guardò intorno confusa, e si riscontrò con gli occhi ingenui di Goku. Una smorfia scocciata riapprodò sulle sue guance, e un rossore improvviso le colpì le zone delicate della sua pelle. Goku la guardava accarezzandosi la nuca con fare innocente, e iniziò a ridacchiare nervoso. Bulma lì guardò entrambi, e notò nei loro sguardi qualcosa di strano. Chissà che cosa stavono pensando quei due.
 
- Goku, tesoro, vai a farti una doccia e poi provati gli abiti che ti ho comprato ieri, solo dopo puoi tornare ad allenarti. Io adesso vado a bere qualcosa con Chichi.
 
Bulma gli fece l'occhiolino e Goku sorrise, annuendo con il capo. Una strana reazione s'insinuò nel ventre di Chichi, quasi fosse rabbia; o forse era pura e semplice gelosia?
Goku spiccò il volo verso il piano superiore ed entrò nella finestra. Chichi guardò la scena con una smorfia terrorizzata e si voltò verso Bulma.

- Ma.. ma.. ma ha volato! Cioè, hai visto? Ha spiccato il volo!

Bulma si sbatté la mano in fronte e sibilò: "Sei un babbeo, Goku!"
Prese la mano di Chichi e la invitò ad entrare in casa, e con fare premurose la fece accomodare sul tavolo della cucina, mentre lei s'accingeva a preparare un bel caffè per l'amica. Iniziò ad aprire gli armadietti, alla ricerca della busta di zucchero, da versare nella zuccheriera che spettava agli ospiti.
 
- Ma dov'è finita?
 
Chichi si alzò dalla sedia e raggiunse l'amica, guardandola incuriosita. 
 
- Bulma, cosa cerchi?
- Lo zucchero! Deve essere finito...aspetta che lo vado a prendere nella dispensa, ci metto un attimo.
 
Bulma sorrise, e si grattò la chioma turchese, eppure era sicura di averla vista a colazione. Uscì dalla stanza e si diresse verso la dispensa al piano di sotto. Chichi, quindi, rimase sola nell'enorme cucina. Iniziò a girovagare curiosa per la stanza, sospirando, e guardando le fotografie appoggiate sul mobile  accanto al muro. Erano delle foto del matrimonio di Bulma e Goku.
Lui agitava un pugno in aria, aveva uno smoking bianco, e il vestito di Bulma era bianco splendente, esattamente come quello che dopotutto indossava lei quando si era sposata con suo marito. Bulma portava un sorriso sereno che le calzava a pennello, un sorriso davvero dolce con gli occhi rivolti a quelli di Goku. Quella foto nuziale, dopotutto, era come dire, perfetta; solo che per qualche strana ragione si immaginava lei al fianco di Goku. Scosse la testa e portò lo sguardo su una foto di Goku insieme alla figlia. Non si assomigliavano per niente. Hope era la copia di Bulma, solo che aveva i capelli biondi.
Chichi alzò lo sguardo verso l'armadietto ancora aperto, e notò rintanato nell'angolo una scatoletta azzurra. Si avvicinò ad essa e incuriosita, estese la mano verso la suddetta scatoletta. La bruna non era affatto alta, anzi, era piuttosto piccola, quindi, guardandosi intorno prese la sedia e la appoggiò sotto l'armadietto. Con un salto ci salì e guardò bene sul fondo. Sulla scatoletta c'era scritto "Zucchero". Strano che Bulma non l'avesse notata prima. Con ancora la testa tra gli scaffali, sentì delle mani appoggiarsi sulle proprie gambe e se le sentì accarezzare dolcemente. 
 
- Bulma, tesoro, potresti dirmi dove sono le saponette?
 
Chichi restò in piedi sulla sedia, con ancora le mani appoggiate sulle proprie cosce, e trovò il coraggio di mostrarsi e con un scatto scese dalla sedia facendo un salto, e atterrando in piedi, senza fatica; si voltò verso Goku imbarazzata e notò con suo grande, non si sa se dispicere o piacere, che Goku aveva solo un asciugamano in vita, e presumibilmente niente sotto.
 
- Goku, per cortesia, come puoi confondermi con tua moglie! E .. e copriti, per cortesia.
 
Rispose seccata Chichi, diventando rossa in viso, e voltandosi dall'altra parte.

- Scusami Chichi, davvero, ma avevi la testa lì dentro e non avevo visto di che colore avevi i capelli! Poi avete lo stesso colore dei pantaloni e.. e...

 
Sentirono entrambi dei passi provenire dal salotto. Rumori di tacchi. Era sicuramente Bulma, che ovviamente sempre sorridente, arrivò in cucina con in mano lo zucchero.
 
- Eccolo qui... oh Chichi, eccolo dov'era, meno male! Dove era?
- Nell'armadietto.
- Ah, beh, certo.
 
Rispose Bulma ridendo imbarazzata. Non sembrava notare il marito mezzo nudo al fianco di Chichi, e ciò fu solo che un bene.
 
- Io vado allora, ehm.. Bulma? Sai dirmi dove sono le saponette?
- Sono nel solito cassetto, Goku.
 
Rispose sbuffando Bulma, ritornando verso i fornelli, e cominciando a preparare del caffé.
 
- Bulma, posso farti una domanda?
 
Chiese Chichi con un fare incuriosito, sedendosi sulla solita sedia, e mettendo lo zucchero nella zuccheriera degli ospiti. Bulma annuì, facendo svolazzare la chioma turchese, inebriando l'olfatto di Chichi con un buonissimo profumo di fiori freschi e vaniglia.
 
- Io trovo strano che tu non abbia visto lo zucchero. L'ho trovata una scusa. Lo so che ci conosciamo da poco, però voglio essere sincera con te. Dovevi fare per caso qualcosa che io non dovessi scoprire?
 
Bulma spense il fornello e tornò con la caffettiera fumante, versando il caffè nelle rispettive tazze di procellana, e la sua espressione avvampò.
 
- Vedi, volevo andare a vedere una persona... scusami se ti ho fatto attendere con una scusa così sciocca.
- Una persona?
- Chichi, lo sai mantenere un segreto?
- Anche due!
 
Rispose la bruna ridacchiando insieme alla donna dagli occhi celesti. Quest'ultima, dopo aver versato un po' di zucchero nel suo caffè, iniziò a mischiare la miscela, arricciando le labbra.
 
- Diciamo che non corrono bei tempi con Goku. 
- Ma sembrate così affiatati!
- Sembriamo, già. Il fatto è che io voglio bene a Goku, e forse ho commesso un terribile errore.
- Che genere di errore?
 
Chiese ancora più interessata Chichi, con il fegato che rodeva dalla curiosità.
 
- L'ho sposato

--

Questo è un capitolo di transizione, quindi è terribile X°
Mi dispiace che vi siate dovuto subire questa cosa ;w;
Comuuuuuunque, grazie delle recensioni dei capitoli scorsi o_o E anche del numero di preferiti e seguiti che aumenta sempre di più O_O
Cioè: d'awwwwwwww <3 Siete magnifici, tutti quanti, nessuno escluso *-*
Spero di essere rimasta IC in questo capitolo, sopratutto per quanto riguarda Bulma e Vegeta, in quanto, è la prima volta che scrivo su di loro. Pietà!
BBene, ho finito e con questo vi lascio all'attesa del prossimo, che spero vi entusiasmi di più di questa cosuccia che fa schifo ma necessaria al fine di questa sciocca storia.
Un baScione a tutti,
gm19961

 

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Capitolo 4
*** Fly with me, baby! ***


 

Fly with me, baby!

 
Bulma annuì tristemente, e bevve in un solo sorso il suo caffè bollente, per poi posare duramente la tazzina sul tavolo. Chichi davvero non capiva che diavolo stava succedendo. Sembravano la coppia migliore del mondo quei due, eppure, nello sguardo della bella Bulma, qualcosa sembrava essersi spento improvvisamente, come se tutta la storia stesso prendendo una brutta piega.

- Io amo un altro, Chichi, e questa cosa sta andando avanti da troppo tempo. Pensavo d'amare per davvero Goku, ma... ho capito che lui è solo un amico, un grande amico. E l'ho capito da anni. Non è adatto a stare con una come me, non è adatto a essere mio marito. Io voglio qualcosa di diverso, di irraggiungibile, di grande. E so già anche chi è questo sogno che da questi anni mi sta facendo impazzire.

Ammise tristemente Bulma, appoggiando la testa sulla mano, con fare rassegnato.
Gaurdava il tavolo lucido, e si vergognava, perché stava illudendo tutti. beh, tutti, eccetto sé stessa. Chichi guardò Bulma, e più il suo sguardo incontrava quello dell'amica, più le cose non tornavano.

 
- E chi è quest'uomo? Magari è solo una cottarella, momenti di debolezza, ne ho avuti anche io...
 
Tipo dieci minuti fa con Goku. Questa era la conclusione della frase che però, pensò solamente.
 
- E' quel dannato scimmione. 
 
Replicò Bulma, cambiando completamente espressione, e mettendosi a braccia conserte, le guance iniziarono a prendere un colorito rossastro, e Chichi capì all'istante. Si trattava di Vegeta.

- Non ci posso credere. E tu glielo hai detto?
 
- Ovviamente no. Però sento delle cose per lui... cose che una donna sposata non dovrebbe sentire verso un altro uomo. 
 
Chichi guardò Bulma con compassione; era disgustoso tradire il proprio marito, ma alla fine la comprese perfettamente: se c'era una cosa a cui non si poteva resistere, era il proprio cuore. E dopotutto anche lei stava facendo certi pensieri su Goku che cercò di reprimere ancora di più dentro sé stessa.
 
- E Goku non se ne accorge?
- No... diciamo che passa molto tempo con Hope, e ad allenarsi. E io rimango sola acon Vegeta, a guardarlo, come se fossi una spia, come se avessi paura che se ne andasse per sempre. Mi sento sporca Chichi, è una sensazione.. strana.
 
Bulma abbassò il capo, lasciando che i morbidi capelli turchesi cadessero insieme a lei, e Chichi, che era pur sempre una sua nuova amica, le accarezzò la spalla e le lanciò un sorriso dolce.

- Si aggiusterà tutto, Bulma. Solo... non farti scoprire, ok? E promettimi che prima o poi sistemerai la faccenda. Seguire il tuo cuore, certe volte, ti fa fare delle scelte a cui non si può più tornare indietro. Riflettici su questo.

 
Bulma annuì e sibilò affranta un "grazie" sincero. Chichi riusciva a capirla, e non l'aveva giudicata per questa cosa, sebbeen la conoscesse da poco più di due ore. Era strano, comunque, come queste riuscissero ad avere una tale confidenza sebbene fossero state perfette estranee fino al giorno prima.
 
*
 
L'amicizia tra Chichi e Bulma, con il passare dei mesi, si consolidò, e così anche per quanto riguardava Hope e Jupiter. Vegeta e Goku, ovviamente, si allenavano costantemente, e certe volte arrivava anche l'allegra compagnia dell'allegro Goku, la quale non faceva certo gran piacere al Principe. Erano gli ultimi giorni di aprile, e la primavera si stava facendo sentire: gli alberi e le siepi erano fiorite, diffondevano il loro profumo inebriante in qualsiasi luogo del pianeta, e il sole non mancava mai di splendere sereno nel cielo azzurro. Bulma aveva approfittato del bel tempo per organizzare una bella giornata in compagnia dell'amica e dei rispettivi mariti, una giornata di sole donne sposate a cui aveva severamente vietato agli amici di potervi partecipare. Motivo? Semplice. Avrebbero rovinato tutto, o sarebbe successo qualcosa di grave, perché irrimediabilmente ogni qual volta s'incontrasse tutta l'allegra compagnia, accadeva sempre qualcosa di terribile. Ma non aveva proibito a Vegeta di parteciparvi. 
Anche se per quest'ultimo, non fu il massimo dell'allegria scoprire di dover rinunciare per una volta alla sua tuta da allenamento, e indossare degli abiti di Goku, che per fortuna, egli non aveva mai indossato. Consistevano in un camicia bianca e dei pantaloni neri. Abbigliamento piuttosto semplice. Ma per convincerlo si erano ricorsi metodi estremi: confiscargli la camera Gravitazionale, e non cucinargli più nulla. Certe volte Bulma sembrava più la moglie del Principe, che quella di Goku. E anche per quanto riguardava i fatti sentimentali preferiva di gran lunga Vegeta. Il cuore non poteva fermarla, lui la stava drogando: qualsiasi cosa facesse, lei si sentiva completamente attratta da lui. E percepiva i sensi di colpa, in quanto suo marito, con la sua ingenuità e il suo cuore d'oro, veniva continuamente pugnalato a sua insaputa.
Ma al contrario di quanto poteva pensare la donna dai capelli turchesi, Goku, stranamente, aveva riservato molto più spazio a pensare che ad allenarsi e giocare con Hope. Da quando le visite di Chichi erano frequenti, non notava che suo marito aveva sempre il sorriso stampato in faccia, oppure, lui faceva innervosire apposta Chichi solo per riuscire a parlarle. Chichi e Goku sì, sembravano sposati: lui il marito giocherellone dal cuore d'oro, lei la tipica moglie e madre severa, ma con l'amore per il marito insidiato nel suo cuore.
Forse le coppie sarebbero state queste, se tutti e quattro fossero quattro amici single, e se non avessero avuto figli probabilmente, qualcosa sarebbe scattato tra loro. E infatti, malgrado le circostanze, qualcosa scattò eccome. E la prova fu proprio quel pomeriggio a quattro.
Il campanello della Capsule Corporation rimbombò nel salone della casa, e Bulma si fiondò al citofono, cliccando il bottone per far aprire automaticamente i cancelli. Chichi sorridente, corse verso Bulma e la abbracciò serenamente.
 
- Chichi! Sei in ritardo, mi stavo preoccupando! Ma dov'è tuo marito?
 
Chiese Bulma guardando dietro l'amica, alla ricerca del suo compagno. Chichi scosse leggermente la testa e fece spallucce.
 
- Lui non c'è ancora... non è tornato. 
 
Bulma guardò Chichi. Il suo sguardo era triste, pieno di rammarico. le diede una pacca sulla spalla, e per farla tornare di nuovo a sorridere, rimediò un piano B.
 
- Oh, non importa, avremo sempre quei due scimmioni che ci accompagneranno in questo giretto!
 
Bulma e Chichi ridacchiarono, e Vegeta scese le scale, sistemandosi i bottoni della camicia, con il solito fare seccato e alterato. Bulma roteò gli occhi e guardò Vegeta, innervosendosi. Stranamente, gli abiti di Vegeta e Bulma erano abbinati. Bulma aveva optato per un look molto più sbarazzino, portando dei capelli lievemente mossi e una camicia bianca simile a quella di Vegeta e dei lunghi pantaloni a vita alta neri, fin troppo attillati. 
 
- Non fare lo scocciato, Vegeta. Quegli abiti ti stanno meglio di quanto pensi.
- Taci, io non ti ho chiesto un parere. E sinceramente vengo con voi solo perché potrei finire senza cibo, anche se generalmente non cedo agli stupidissimi ricatti di una terrestre.
 
Sbottò il saiyan sull'orlo di una crisi di nervi. Contemporaneamente, però, sentì dentro lo stomaco una strana sensazione, un calore che lo avvolgeva. Le parole di quella sciocca donna gli facevano sempre quell'effetto, sopratutto quegli pseudo complimenti che gli faceva sempre.
 
- Una terrestre che ti fa da cuoca, lavandaia, e da cameriera. Quindi, levati quell'espressione e va a chiamare Goku!
- Vacci tu, se ci tieni tanto. E poi credo che Kakaroth sia abbastanza grande da solo per venire giù dalle scale senza la balia che lo aiuti a fare i gradini. Oppure posso andare su e farlo rotolare giù dalle scale, che è un'alternativa migliore.
 
Replicò il Principe dai Saiyan sbraitando contro Bulma, la quale, offesa dalle sue parole, si mise a braccia conserte. Chichi intanto ridacchiava alla vista di quel litigio. Sembrano proprio una bella coppia pensò Chichi, scuotendo subito dopo la testa. Non doveva fare quei pensieri, erano davvero immorali. Bulma era sposata con Goku e si amavano. Beh, più o meno, in quanto Bulma sembrava essere involontariamente più attaccata sentimentalmente a quello "scorbutico di Vegeta", così appunto lo chiamava Chichi. Non le stava granché simpatico.
 
- Tu non torcerai un capello Goku, hai capito? Goku, vieni giù, prima che faccia del male al tuo amichetto.
 
Urlò la donna dai capelli turchesi verso il piano superiore mentre Vegeta respirò profondamente e le urlò nelle orecchie le seguenti parole:" Non alzare la voce con me, donna!"
 
- E tu non alzarla con me, scimmione!
 
Si scontrarono con la fronte, involontariamente, guardandosi con uno sguardo accigliato, e Chichi li guardava sorridendo, pensando a quanto stessero bene insieme.
 
- Urca Bulma, non pensavo riuscissi tener testa a Vegeta!
 
Goku scivolo giù dalla ringhiera delle scale, mettendo la mano sulla spalla della moglie, e sorridendo come un ebete, si mostrò a loro, cingendo poi la vita con i fianchi. 
 
- Hey Bulma, questo non è priprio il mio stile, ma se è per un'occasione importante, per me vanno bene!
 
Ridacchiò Goku, mentre Chichi arrossì di colpo alla vista del marito dell'amica. Indossava una camicia bordeaux e dei pantaloni bianchi, di un tessuto di gran qualità: lo si poteva notare, e poi, Bulma comprava solo gli abiti migliori e di marche pregiate. Chichi abbassò la testa, e si mise a braccia conserte, evitando di guardare ancora Goku e arrossire di più. Goku alzò gli occhi dagli occhi celesti della moglie e guardò di sfuggita Chichi. Non vestita più con i soliti abiti da donna in carriera, ma qualcosa di più particolare: un lungo abito rosa confetto con un collo alto di seta stile tunica, senza maniche, che le donava particolarmente. Aveva un profondo scollo in parte alla gamba sinistra e sotto indossava delle ballerine bianche. I capelli li aveva lasciati sciolti, al posto di tenerli solitamente raccolti in code di cavallo o chignon. 
Goku arrossì violentemente in viso alla vista della donna, e si morse il labbro inferiore; per la prima volta sentiva una strana sensazione sulle guance e nel ventre. Come delle farfalle volare nello stomaco. Che strano, questa sensazione non l'aveva mai provata, o forse sì. Con Bulma non sentiva l'amore che provava prima, solo un profondo affetto che li legava incondizionatamente a Hope. Ma dopo quello, niente di più. Anche quando era a casa, lui passava tempo ad allenarsi, e certe volte Bulma spariva, e anche Vegeta spariva a dirla tutta. Ma non si seppe spiegare il perché. 
Chichi scosse la mano nello sguardo del saiyan. 

- Goku va tutto bene? Ho qualcosa in viso?

Chiese lei, mettendosi a braccia conserte, ed evitando ancora una volta lo sguardo ebete del saiyan. 

- Uh? No, no, certo che no! Stai benissimo Chichi, solo che ... ecco, niente di importante!
 
Esclamò Goku, ridacchiando nervoso, e scaturendo lo sguardo accigliato di Bulma, che contemporaneamente alzò l'istinto omicida di Vegeta nei confronti di Goku. Chichi guardò quella strana reazione a catena e si schiarì la voce, riportando tutti alla realtà.
 
- Allora, vogliamo andare?
 
Bulma sbuffò e annuì con il capo, prendendo a braccetto Chichi, e lasciandosi alle spalle i due scimmioni. Goku guardò Vegeta con un sorriso dolce e lo incitò ad andare per primo. Vegeta irritato dal comportamento garbato del combattente, si portò le braccia incrociate sul petto e camminò a testa alta dietro a Bulma. Goku fece spallucce e chiuse la porta dietro di sé, correndo dietro Chichi.
 
- Sai Chichi, è da circa quattro anni che ci lavoro, e finalmente penso che tra qualche giorno riuscirò a completare la macchina del tempo di cui ti ho parlato qualche mese fa. Ti rendi conto? Potrei vincere un premio o cose simili!
 
Disse Bulma con uno sguardo sognante. Chichi annuì e abbracciò l'amica contenta, mentre passeggiavano per le strade della città con fare gioioso e felice.
E mentre le due donne cinguettavano fra loro, e parlavamo di cose materiali, come ad esempio vestiti, scarpe, cosmetici o argomenti di cultura come libri, università e studio, i due saiyan se ne stavano rispettivamente in silenzio: Vegeta con le braccia conserte, Goku con le mani incrociate dietro la nuca. 
 
- Hey voi due. Potreste almeno stabilire una meta? Girovagare a zonzo per la città non mi piace. Mi sto annoiando. 
 
Disse Vegeta con una voce irritata e Bulma si voltò verso di lui, sorridendogli di sfida.

- Hai qualche proposta divertente allora?
- Io ce ne ho una!
 
Alzò la mano Goku come uno scolaretto e scaturì la risata di Chichi, la quale ammirata per il suo comportamente goffo e infantile, gli rispose: "Cioè?"
 
- Possiamo volare!
 
Replicò Goku. Vegeta si sbatté una mano in fronte, Bulma scosse la testa e Chichi sgranò gli occhi.

- Volare Goku? Stai scherzando?
- Ma no, è semplice Chichi! Si fa così!
 
Il saiyan corse verso di lei e le prese la mano, spiccando il volo e tenendo saldamente Chichi aggrappata alla schiena; fece dei giri velocissimi che la divertirono moltissimo e sopratutto la fecero sgolare. Bulma e Vegeta guardarono i due volare con nonchalance nel cielo e Bulma, con le mani sui fianchi, guardò suo marito volare insieme a Chichi e solo ora se ne rese conto. 
Il sorriso quando c'era lei non gli mancava mai. Bulma comprese la verità dei fatti, Goku si stava affezionando a Chichi, e forse molto di più di quanto si potesse immaginare. Sentì un senso di tristezza prevalere dentro di lei, fin quando incorciò lo sguardo di vegeta: era accigliato, come sempre, ma stranamente aveva un che di sereno in volto.

- Donna, diamo del filo da torcere a quei due. 

 
La donna dai capelli turchesi confusa, da un primo momento non capì; Vegeta le lanciò un ghigno soddisfatto e le afferrò il braccio in modo rude, svelando anche una nascosta delicatezza che riservava di solito alle persone speciali. Porto le mani sui fianchi della donna e la afferrò saldamente. Spiccarono alla velocità della luce verso di loro, e Vegeta superò di velocità Goku, il quale, comprendendo il gesto provocatorio di Vegeta, sorrise e aumentò ancora di più al velocità, fino a raggiungerlo. Bulma e Chichi risero divertite e finalmente i loro cuori compresero. Stare a stretto contatto con la persona amata aveva fatto scoccare in loro la scintilla del vero amore, quell'amore a cui la bruna aveva tentato invano di scappare.

---
Sono tornata!
Alloraaaa, avrei dovuto aggiornare ieri, ma a causa della one shot che ieri ho pubblicato, ho pensato di aggiornare il giorno successivo. Ed eccomi di nuovo qui!
E' un capitolo un po', ehm... D:
Tutto ciò che ho da dire è che NON HO LA BENCHÉ MINIMA IDEA DI COME SIA USCITO VEGETA IN QUESTO CAPITOLO.
No, perchè... D: <--- la faccia indica tutto.
...
Cooomunque, grazie di cuore per le recensioni dei capitolo scorsi, di chi ha messo nelle preferite, nelle seguite e perifino nelle ricordate questa storia. Siete degli angeli <3
Bene, detto questo, spero abbiate gradito, e se volete, lasciate sempre un vostro commento; a un qualsiasi scrittore fa sempre piacere ricevere delle opinioni!
Al prossimo capitolo!
gm19961

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Capitolo 5
*** Love, friendship and betrayal; ***


 

Love, friendship and betrayal;
 
Quella giornata portò solo una gran confusione nei cuori dei quattro amici.
Chichi si sentiva legata al marito, con il quale aveva il suo bambino, Jupiter. Ma era anche certa di essersi completamente innamorata del marito della sua migliore amica, Goku. Il quale provava gli stessi sentimenti di Chichi, ma come lei, non poteva tradire Bulma e sua figlia Hope. Bulma, contemporaneamente, come madre e moglie era legata a Goku, ma al contempo amava Vegeta spassionatamente e anche il Principe dei Saiyan ricambiava questo grande amore. Nulla di quella situazione fu più confuso.
Due giorni successivi a quella famosa uscita a quattro, però, le cose cambiarono. Per tutti.
Il suo rapporto con il marito stava diventando insipido, e lui per una scusa o per l'altra, si ritrovava fuori per lavoro, trascurando sia lei che il bambino. Chichi, poi, nella maggior parte del tempo, tra faccende domestiche, uscite con l'amica, e svolgere i doveri da madre modello, si ritrovava spesso a pensare a Goku. Si ricordava di quando l'aveva presa per mano e insieme avano spiccato il volo; poteva ancora sentire il suo dolce profumo, la stretta ferrea che aveva adornato la sua mano destra, lei che gli cingeva la schiena con le sue minute braccia. E il cuore che le batteva forte come se non lo avesse mai fatto. Bulma le aveva spiegato per filo e per segno come Goku e Vegeta fossero degli abili guerrieri e fossero in grado di volare, ed essere provvisti, inoltre, di una forza bruta. Chichi ne restò sorpresa, anche se non ne fu proprio contenta. Vegeta avrebbe potuto distruggere chiunque trovasse sulla sua strada in un batter d'occhio!
Bulma, però, la rassicurò. Lei lo teneva al guinzaglio, e di sicuro lo avrebbe convinto in qualche modo a non distruggere l'intero pianeta con la sua forza e soprattutto.. con il suo caratteraccio!
Soffio sulla tazza fumante di latte che attendeva con fremito il figlio nella sala da pranzo. Jupiter. Suo figlio che non era mai potuto ricorrere a un padre presente. Se ne viaggiava sempre per lavoro, lui. Come se non bastasse si sentiva terribilmente sola, e lui non si faceva mai sentire: dieci anni fa non era così. Dieci anni fa lui le restava accanto, ma dopo tutti quesi premi, conferenze, viaggi internazionali, e scappatelle chi lo rivedeva più. Erano passati quasi cinque anni da quando lo aveva scoperto con un'altra donna, ma l'aveva sempre perdonato, perché si sentiva ancora legata a lui. Ma da quando aveva incontrato Goku, la mancanza si traformò in rabbia repressa. Posò anche una tazza di riso accanto a quella del latte e accarezzò i capelli di Jupiter. Il bambino  mangiò con grande tranquillità e se ne restava zitto, con le occhiaie sempre più calcate nel viso. 
 
- Tesoro come mai sei così stanco?
- Ho fatto i compiti tutto il pomeriggio ieri, perché volevo farti contenta. Però adesso ho tanto sonno, e non ho voglia di studiare ancora a scuola... 
 
Chichi si sentì in colpa. Lei aveva sempre voluto il meglio da quel bambino svogliato, e per la prima volta lui le aveva ubbidito. Aveva fatto i compiti e si era anche impegnato a farli! Quello valeva più di qualsiasi altro sforzo, o stupida materia da studiare. Chichi si ingenocchiò al bambino e gli diede un bacio sulla nuca. 
 
- Tu oggi non andrai a scuola. Che ne dici se ti porto dal nonno e passi la giornata con lui? Dopotutto è solo un giorno. Ma che non si ripeta, chiaro, Jupiter? Non voglio che tu perda nozioni importanti a scuola.
Impose in modo autoritario al bambino, il quale annuì contento. Un'oretta dopo portò il piccolo da Giuma, suo padre, il quale era ben contento di rivedere il suo nipotino. Era un venerdì, dopotutto, solo un'assenza non avrebbe fatto  male al piccolo. Dopo avergli dato un bacio sulla guancia, e le solite raccomandazioni di non distruggere il palazzo del nonno, Chichi era in procinto di andarsene, quando venne fermata dalla mano del padre.
 
- Tesoro posso parlarti?
- Certo papà.
 
Giuma fece accomodare la figlia sulla poltrona rosso fuoco e insieme guardarono il ritratto di famiglia. Sua madre le mancava terribilmente. Anche lei era cresciuta senza una figura materna, senza qualcuno che la guidasse nel suo cammino.
 
- Vedi ho trovato questo un paio di settimane fa nella tua stanza. E' un tuo abito. Pensavo avessi preso tutto una volta trasferita in città, invece, hai lasciato la tua tuta da combattimento blu, quella che ti aveva fatto tua madre. E' giusto che tu la prenda.
 
Chichi guardò l'abito, e sorrise di gioia. Quanti ricordi legati ad una semplice tunica blu. Sopratutto un ricordo sbiadito, quello del famoso Torneo Tenkaichi, dove tutto ebbe inizio. Un giorno avrebbe scoperto tutte le risposte che l'assillavano da quel famoso giorno. Goku, Bulma, lei. Erano come legati. Ma da che cosa? Da chi? 
 
- Grazie papà, tornerò a prendere Jupiter domani.
- Oh, e.... dimenticavo. Lui è tornato dal lavoro? E' da tempo che non si fa sentire Chichi. Sei sicura che non abbia ripreso quelle cattiva... abitudine?
- Non lo so papà. Ma tornerà, deve tornare. Ha pur sempre un figlio...
 
Chichi si alzò dalla poltrona e dopo aver guardato ancora una volta il volto dipinto della madre, abbracciò Giuma e corse nella sua vecchia stanza. Si tolse gli abiti monotoni, quelli che andavano dal grigio al nero, e ritornò ad indossare i suoi meravigliosi abiti giovanili; le stavano ancora, benché fossero passati circa dieci anni. Lasciò i capelli al vento e saltò giù dalla finestra, tornando quella vecchia ed energica ragazza di un tempo. Aveva proprio voglia di tornare ad allenarsi e rilassarsi tra i monti. I suoi preferiti erano appunto il monte Friggi Friggi e il monte Paoz. Sopratutto quest'ultimo era l'ideale per allenarsi. Decise allora di raggiungere i monti e dar sfogo ai suoi opprimenti pensieri.
*
 
Bulma non riusciva a starsene tranquilla. Da quando aveva fatto quella pseudo gita con Chichi, Goku e Vegeta, non sentiva più quel sentimento che per anni l'aveva tormentata. Che cosa era successo al suo matrimonio con Goku? Da quando era arrivata Chichi tutto stava prendendo una strana piega, e non sapeva spiegarne il perché.
Il suo amore per Goku non era più lo stesso. Si ricordava i due mesi dopo alla vittoria di Goku contro Junior, e alla loro notte di "passione".  Goku quella sera non era in sé e lei nemmeno. E per questo, solo per questo, Bulma aveva deciso di sposarsi con lui. Alla fine era uno dei suoi migliori amici, attraente, bello, forte. Goku le dava un senso di sicurezza. Sapeva che lui non l'amava, ma non era risucito a tirarsi indietro dai suoi doveri di futuro padre e marito. Aveva fatto una cosa giusta?
Sapeva che il giorno in cui si sarebbe innamorata di un altro uomo sarebbe arrivato, e infatti, era lì, proprio fuori nel suo giardino, a combattere come un indemoniato nella struttura che lei stessa e suo padre avevano costruito.
Per lei Vegeta era una cosa strana. Si sentiva completamente attratta da lui, ma sapeva che lui non ricambiava, o per lo meno, lo pensava fino a quando non l'aveva presa tra le braccia a aveva fatto quella gara di velocità con Goku nel cielo. Poteva semplicemente lasciarla lì, o prenderla in braccio in un altro modo: era il Principe dei Saiyan, l'orgoglioso Principe dei Saiyan. 
No che non lo avrebbe fatto. Evidentemente Bulma rappresentava qualcosa per lui. Ed era decisa a chiederglielo, non poteva più vivere con quel peso. Si trovava in salotto e guardava fuori dalla finestra, guardava la Camera Gravitazionale aprirsi. Le quattro. Puntuale come un orologio svizzero. La porta si aprì, mostrando Vegeta affamato che ovviamente, avrebbe fatto fuori tutte le scorte nel frigorifero.
La porta finestra automatica si aprì, e Vegeta, in tutto il suo seducente splendore, si avvicinò alla cucina, non rivolgendo uno solo sguardo a Bulma. 
 
- Vegeta, ti posso parlare?
 
Chiese lei, titubante, e facendo fermare la camminata regale di Vegeta. Lui si fermò e non fece gesti. Era un "sì".
 
- Vegeta io non so come dirtelo. Tu provi qualcosa per me? Lo so che è difficile che uno come te possa dirlo, magari mi sto illudendo, ma io provo qualcosa per te, e non posso nascondertelo.
 
Lo sguardo del Principe si fece sempre più dubbioso, e un colorito rosso debole gli si stabilì sulle guance marcate dal sudore e dalle cicatrici di battaglia. Perché le aveva fatto quella stupidissima domanda? Quella donna aveva osato fargli una domanda che lui stesso aveva cercato di sfuggire da tutti quegli anni in cui si era stabilito lì. Ora doveva giocare con il suo orgoglio. Ammettere o non ammettere la verità.
 
- Perché mi ha fatto questa insulsa domanda, donna?
- Dalla tua inutile domanda, ho già capito la risposta. Me ne vado.
 
Bulma fece per andarsene fin quando le parole taglienti del saiyan, si fecero un poco più dolci.
 
- Sta' ferma. Non trarre supposizioni inutili.
 
Si voltò verso di lei e si avvicinò, mantendo però una distanza di sicurezza che lui stesso doveva cercare di mantenere. Con il suo sguardo accigliato guardò la donna dinnanzi a sé. I suoi lineamenti morbidi, il corpo magro, i capelli turchesi che finalmente aveva deciso di lasciare al naturale; Bulma faceva nascere in lui istinti che aveva cercato di mantenere a bada negli ultimi anni. Non provava l'istinto omicida quando lei gli urlava contro, quando gli parlava, o semplicemente quando vedeva quella stupida mocciosa di Hope, la sua perfetta copia con il carattere bonario di Kakaroth. Magari non avrebbe ancora distrutto quel pianeta solo per non distruggere quel gioiello di donna che aveva avuto la fortuna di poter vedere ogni giorno. 
 
- Quindi?
 
Chiese Bulma seccata, nascondendo quel velo di timidezza e dolcezza, che con Vegeta, era proprio inutile mostrare.
 
- Io non ti devo dimostrare un bel niente. Sei solo una stupida, intelligente e bella terrestre. Tutto qui.
 
- E tu sei solo uno scimmione che non sa dimostrare i sentimenti! Prova a dire per una volta la verità. Anche se chiedertelo è inutile. Il Principe dei Saiyan è troppo orgoglioso per mostrare la sua vera essenza.
 
- Taci e smettila di farmi queste domande! Vuoi la verità? E così sia. Provo uno stupido sentimento per te che non posso controllare. Ci ho tentato ma ora sono costretto a sbatterlo in faccia come una femminuccia. E questo è tutto, non te lo dirò una seconda volta.
 
Bulma, al contrario di quanto si potesse aspettare Vegeta, sorrise e gli occhi cerulei diventarono lucidi. Si avvicinò al saiyan senza paura, gli posò una mano sulla guancia. Si avvicinò alla bocca di quello stupido scimmione e gli stampò un minuscolo bacio sulla bocca, che Vegeta, naturalmente non respinse. Divenne rosso in viso, e la staccò pochi secondi dopo.
 
- Come ti sei permessa di fare questo... Bulma?!
- Lo so che ti è piaciuto.
 
Vegeta contenne il suo imbarazzo.
 
- No, non è vero!
- Tsk, come vuoi.
 
Bulma di volto per andarsene fin quando venne afferrata per i fianchi dal Principe. La spinse a sé e le strappò un altro bacio, più passionale, più romantico. E si staccarono dopo qualche secondo, per poi capire che le carte erano state scoperte. Vegeta aveva capito di amare Bulma, e lo stesso fu per lei. Vegeta ancora non poteva crederci: lui, il Principe dei Saiyan, si stava attaccando sentimentalmente a quella sciocca  e frivola terrestre? A quella donna che lo aveva accolto in casa sua senza alcun ripensamento? Quella stupida donna che riusciva a tenerigli in testa in tutto. Ebbene sì. Bulma sorrise dolcemente e stampò un bacio sulla guancia di Vegeta.
Bulma Brief provò per la prima volta uno strano senso d'appagamento.
Era innamorata, finalmente.
--

Hello hello hello!
Lo so, ho aggironato in ritardo, il capitolo è una cosa orribile.. ma che ci posso fare?! D:
I prossimo quattro capitoli saranno su Goku e Chichi, obviously ;D
Bene bene beneee, grazie per le recensioni <3 Mi fate sempre così felice **
Siete adorabili <3
Aggiornerò tra qualche giorno, il tempo di riprendermi dalle verifiche :)
Un bacione,
gm19961

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Capitolo 6
*** You're so good to me; ***


You're so good to me;

Contemporaneamente nella radura dei Monti Paoz, Goku stava volando con il solito sorriso stampato in faccia, alla ricerca di un po' di solitudine e tranquillità: di solito quando aveva dubbi in testa, allenarsi e guardare le nuvole era la cosa migliore da fare. Maggio era appena iniziato ed era  perfetto perché si poteva star fuori e sentire il tepore dei raggi del sole sfiorare la pelle; oppure sentire il profumo dei fiori e dalla natura circostante.
Guardava sempre avanti nell'enorme distesa di cielo ceruleo, fin quando delle urla affaticate di una donna gli giunsero alle orecchie: percepì involontariamente l'aura della persona, e notò che era abbastanza basso come livello, ma non così basso da non poter combattere.
Sfrecciò a destra, sopra i boschi e improvvisamente una figura, che probabilmente aveva saltato dal prato sottostante, si schiantò contro di lui. Goku prese le braccia dell'umano: aprì gli occhi cenere e si ritrovò davanti a lei questa donna; questa donna che aveva affollato i suoi pensieri in tutti quei mesi, in tutti i suoi sogni, quasi fosse una droga piacevole. Goku non ne poteva più. Il suo fare innocente veniva completamente stroncato dai pensieri maturi e passionali che puntualmente, gli si propinavano nella mente: tutto questo mentre incontrava per pochi secondi lo sguardo con quello della bruna.
 
- Chichi! Ma tu cosa ci fai qui?
 
Chichi ancora con i polsi tra le mani dell'uomo avvampò e tramutò la sua espressione sorpresa in uno sguardo seccato.
 
- Io e te ci incontriamo troppo spesso. Sono venuta qui ad allenarmi, con quel poco di cose che so.
 
Sorrise dolcemente e rimase ferma tra le braccia di Goku che la reggevano dalla caduta libera verso il suolo verde sottostante.
 
- Ma sai fare salti alti! Quindi qualcosa sai fare! Che te ne dici se ti insegno a volare?
 
Goku la buttò lì, senza pensarci due volte, e lo sguardo di Chichi, seppur riprendesse i lineamenti di una donna di ventinove anni, si trasformi in uno sguardo innocente, grazioso ed entusiasta. Era tentata di dire di sì, ma poi? Avrebbe resistito a non abbracciarlo o saltargli semplicemente addosso? Che fosse attratta da lui era ormai confermato. Ma non era giusto.
 
- Non lo so Goku, vedi, ecco...
- Oh dai Chichi! Non pensavo che avessi paura di una cosa così facile!
 
Colpito e affondato. Se c'era una cosa su cui non si poteva giocare con Chichi, era appunto l'orgoglio. Era simile a Vegeta sotto uno strano punto di vista. Come osava dire con quella faccia da schiaffi che lei non poteva farcela? Lascio da parte la cotta per Goku, accettando senza esitazione. Il saiyan si grattò la nuca con fare scherzoso e le poi le posò le mani sui fianchi della donna, stando appunto dietro di lei.
- Allora, devi solo concentrare la energia sui piedi, e trasmetterla solo lì. E' facile. Concentrati, Chichi.
 
La fai facile pensò lei storcendo le labbra e riottenendo il suo sguardo carico di energia. Strinse i pugni e dopo un piccolo momento di panico, sentì una forza crescere dentro di lei, sempre di più. Doveva solo manovrarla e spingerla verso il basso. Si morse il labbro inferiore e spinse tutto ciò che aveva dentro di sé verso i piedi coperti da dei graziosi stivaletti color rosso magenta.
Chiuse gli occhi, sforzandosi, ma sentiva ancora la presa ferrea di Goku trattenerla nel vuoto.
- Chichi, apri gli occhi, lentamente.. rilassati e pensa a qualcosa di bello.
 
La donna annuì e sorrise: il buio che la circondava aveva preso una forma, una forma così calda e avvolgente che l'aveva spinta ad essere molto più rilassata e serena. Un sorriso che la scuoteva dentro, un innocenza quasi asfissiante e assillante che la rendeva gioiosa, quei capelli neri, morbidi, perfetti con il suo viso ancora giovane. 
Goku a poco a poco, distolse le mani dai fianchi di Chichi e dopo aver sentito ancora il profumo dei suoi capelli così vicini al suo nasino, si scostò, lasciandola in piedi, a volare, senza nemmeno farla rendere conto della situazione.
 
- Oh accidenti non ci riuscirò mai Goku!
Goku roteò gli occhi al cielo e sorrise felice. Le picchiettò la spalla e le sussurrò all'orecchio: "Apri gli occhi, Chichi."
Aprì gli occhi e guardò più giù, la sua tunica blu non aveva più le mani calde e grandi di Goku che l'avvolgevano, stava volando, ma avrebbe preferito farlo il più tardi possibile. Chiuse gli occhi e non guardava giù, aveva paura, paura di cadere, paura di perdere qualcosa di importante, aveva paura di perdere Goku. Tutto ciò che pensava si riconduceva irrimediabilmente a lui. E faceva male.
- Vedi! Lo sapevo che sei speciale. Hai imparato subito, e sono sicuro che riuscirei ad insegnarti qualche tecnica speciale. Come il Kaiōken. Sì, potresti...
Disse mettendosi la mano sul mento, osservando i lineamenti della donna.
- Goku! Smettila di guardarmi.- replicò mettendosi a braccia conserte
- E poi cosa sarebbe questo Kaiōken ?
- Una tecnica speciale. Se sai quello puoi fare qualsiasi cosa, cioè sapresti difenderti da sola.
- Io so difendermi da sola!
- Se lo dici tu...
 
Rise lui provocando un'occhiataccia da parte della bruna.- Oh forza, andiamocene da qualche parte! 
Goku le prese la mano e volò insieme a lei, stando zitto e lanciandole qualche occhiata dolce di tanto in tanto. Il cuore puntualmente sussultava in entrambi i petti, e poi, Chichi doveva fermarsi. 
 
- Goku, fermati...
- Uh? Che succede?
- Sto... sto facendo qualcosa di sbagliato.
- Cioè?
 
Chiese lui, confuso, anzi, mostrandosi confuso ai suoi occhi. In realtà dentro di sé sapeva già le risposte.
 
- Cioè che io sto... sto provando interesse per te. E non voglio provare interesse per te, perché mi sento una traditrice.
Goku tirò un sospiro e a mezz'aria mise una mano sul mento di Chichi e lo portò dritto contro il suo, cercando d'incrociare il suo sguardo dolce e forte, al medesimo tempo. I suoi occhi erano prossimo al pianto, e lui odiava veder piangere le persone. E  lui non l'avrebbe mai fatta stare male. Lui non avrebbe mai fatto cadere una lacrima da quel viso, neanche sotto tortura. Eppure dentro di sé, si sentiva in colpa, come se tutto quelle promesse, dopotutto, non le avesse in qualche modo mai mantenute. Si sentiva perso.
- Goku tu... tu sei bello, affascinante, quello che vuoi. Mi piaci ma io non posso starti accanto, perché sono sposato e anche tu lo sei.
- Capisco...
- Amici come prima?
 
Chiese lei accennando un sorriso, ma pur sempre spento da quella dolcezza che lui riusciva sempre a scorgere in qualsiasi minuto della giornata.
 
- No, non voglio essere tuo amico Chichi, perché tu... tu sei diversa. Tu sembri essere qui apposta per me. Non so come spiegarlo, accidenti.
 
La bruna sgranò gli occhi e ancora fluttuando nel vuoto, scivolò piano piano vero il basso, trattenendo l'energia per non cascare a gran velocità sul prato sottostante. Goku a braccia conserte volò alla sua stessa velocità, scontrando la sua fronte contro la sua. Chichi distolse lo sguardo,e mentre scendeva piano piano senti il suo viso afferrato dalle sue dolci mani; lasciò gli occhi aperti, e ammirò qual qualcosa da lei sempre agognato: l'amore vero.
Sentì le labbra di Goku posarsi delicatamente contro le sue, sentendo quell'amore che nemmeno con suo marito aveva mai provato. Una sensazione calda, avvolgente. Ma l'orgoglio prevalse e si staccò immediatamente, mordendosi le labbra. Gli urlò addosso al povero saiyan, odiava fare questo, anche se la faceva sentire dannatamente bene.
 
- Goku perché l'hai fatto?! No, tu... tu non dovevi. Hai rovinato tutto!
- Uh? Perché? Credo che sia una cosa che una persona fa quando è innamorata!
 
Replicò ingenuamente Goku, stampandole in viso un altro di quei suoi sorrisi sguaiati e imbarazzati allo stesso tempo.
 
- Sul serio? Non sai come si chiama? E dimmi, che ne dici di Bulma? Lei la ami, perché è lei che dovresti amare. Tua. Moglie.
 
Replicò lei agitata, arrivando finalmente a terra, e con le braccia conserte, guardò lo spazio circostante nervosa. Un impulso di scappare prevalse nei suoi arti inferiori e così appunto fece. Non era abituata a dover affrontare quella situazione, e dicendola tutta, nemmeno aveva voglia di affrontarla. Ma non era da lei. Lei i problemi li affrontava: ma quando si trattava di Goku, aveva solo l'impulso di fuggire via da quell'atroce verità.
Scappò per i boschi del Monte Paoz, corse con potenza e velocità, fin quando andò a sbattere nuovamente su Goku. Le sorrise e le fece l'occhiolino. Chichi si guardò dietro e scosse la teta.
- Come... come hai fatto Goku? Io ero sicura che tu fossi ancora la!
- Sono bravo a teletrasportarmi.
- Non dire scemenze.
- Ma è vero! Adesso ti porto qualcosa che ti piacerà!
 
Goku portò due dita sulla fronte e si concentrò sul luogo a cui voleva recarsi. Dopo un paio di secondi era già sparito. Chichi spaventata si portò una mano al petto e poi, come se fosse stata una semplice magia, sentì dei passi dietro di sé. Si voltò di scatto e spalancò gli occhi cenere, guardando attentamente il mazzo di fiori che Goku le aveva portato. Lui, sempre con un'aria dolce, glieli porse e ridacchiò, diventando tutto rosso.
 
- Ma Goku, dove li hai presi?
- A casa mia. Nel vaso del soggiorno. Quando ieri sei venuta a casa mia ho notato che li guardavi interessata. E così... ora sono tuoi.
- Ma questi li ha raccolti tua moglie.
- Bulma non si interessa di giardinaggio. Li ha raccolti Bunny!
- Bulma? E adesso? Cosa le dirò? Che ho baciato suo marito... certo.
 
Si sbatté una mano in fronte. Chichi era troppo brava a creare melodrammi.
 
- No, che io, suo marito ha baciato al sua migliore amica. E poi con Bulma non va tutto bene e per evitare i problemi, passo il tempo fuori casa. Mi sento in colpa, ma non sento più quelle strane sensazioni che provavo tempo fa.
 
Si sedette sul prato e picchiettò al suo lato la terra. La stava invitando a sedersi accanto a lui. Chichi non esitò e si mise a gambe incrociate, guardandolo interessata.
 
- Non la ami più?
- Non sono nemmeno sicuro di averlo mai provato quella cosa lì. All'inizio, se devo essere sincero, ho pensato per un po' a te, e poi Bulma si è fatta avanti e io ho accettato. Tempo dopo ci siamo sposati e ho avuto la mia Hope. Ma dopo un po', notavo sempre di più che lei aveva perso interesse, e io anche. 
 
- Tratti la cosa come se fosse leggera, Goku.
- Il matrimonio è una cosa leggera. Sei tu che ne fai un dramma, Chichina.
Chichi lo guardò perplessa e scosse la testa. 
- Secondo me è complicata.
- Nah, dice solo che due persone sposate. Ma alla fine due persone potrebbero anche non esserlo. Potrebbero semplicemente essere fidanzate. 
 
Ma se una sta sempre con lei, anche se non sono sposate, fa di loro marito e moglie, no? 
 
- Giusto, ma... non è corretto a termini legali, Goku.
- ... Non so cosa significhi la parola "legale".
 
Replicò ridendo Goku, e la bruna alzò un sopracciglio, irritata da questa sua ignoranza.
 
- Come fai a non saperlo?
- Non sono andato a scuola!
- Se non sai il termine legale, chissà come fai a sapere l'altro termine.
- Quale termine?
 
Chichi gattonò fino a Goku e gli prese il volto tra le mani.
 
- Goku, guardami. Come si fanno i bambini?
- Li porta la cicogna, no?
- No che non li porta la cicogna!
- E allora come?
- Hai presente quei momenti di ehm, dolcezza, passione, e altro ancora? Quello che hai fatto con Bulma? Ecco, quello. 
- Ahhh... quello. E come si chiama?
 
Chichi si buttò all'indietro e chiuse gli occhi. Era proprio un caso disperato. Goku si buttò prono sul prato pieno di fiori, e osservò Chichi. Quanto le piaceva. Alla fine il matrimonio non significava nulla senza amore, giusto? Allora lui era giustificato, no?
Strusciò fino alla donna e sorrise dolcemente. Si avvicinò alle sue lebbra e si bloccò di scatto. Forse Chichi aveva ragione. Forse anche se non amava più Bulma, non era un buon motivo baciarsi la sua migliore amica. Goku era ancora lì, a quella piccola distanza dalle piccole labbra rosse della donna. Farlo o non farlo?
 
- Fallo.
 
Aprì gli occhi e sorrise, e aveva preso la decisione migliore. Avrebbe avuto finalmente quell'amore, e poi Bulma, non stava facendo lo stesso con Vegeta?
Era inutile prendersi in giro in quel modo, ma l'amore ti fa prendere decisioni strane, che posso rovinare... o far luce sulle cose. Chichi con uno scatto raggiunse la bocca di Goku, e posò le mani sui suoi capelli, mandandolo sempre più giù, ritrovandosi sotto di lui. Goku questa volta, non ebbe né la voglia né la stupidità di staccarsi. Quello che stava provando era davvero troppo forte. Accarezzò con la mano destra la guancia di Chichi e intrecciò la lingua con la sua. Entrambi aprirono gli occhi nel medesimo istante e si staccarono. Goku appoggiò la fronte sulla sua e sorrise come un ebete.
 
- Chichi, hai presente quella sensazione che ti dicevo prima?
- Credo di sì.
- Ecco. Vedi, io...
Goku arrossì e il suo sguardo si fece sempre più magnetico, risplendendo nei grandi occhi nella brunetta. Chichi in quell'istante smise di respirare. Notò lo sguardo imbarazzato del saiyan, e con un sorriso complice si avvicinò alle sua labbra, sussurrando delle parole, inebriandosi del suo profumo.
 
 
- Mi ami?
 
Goku chiuse gli occhi e dopo un attimo di esitazione, tornò a premere le sue labbra contro quella della donna, per poi staccarsi subito dopo.
 
- … Tantissimo. 


---
Spero vi piaccia questo capitolo, e mi scuso per il ritardo della pubblicazione del capitolo, maaa ero alle prese con la mia nuova raccolta su Goku x Chichi che ho appena pubblicato---------> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=978831&i=1 Marital Strife, ecco come si chiama :)
Bene, bene, bene!
Grazie per le recensioni precedenti, e per il numero di preferiti e di seguite che aumenta vertiginosamente °-° Grazieeeeee <3
E anche chi recensisce, davvero, siete dei tesori! <333
Un bacio a tutti,
gm19961

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Capitolo 7
*** Danger; ***


 
Danger;
 
Lo sguardo di Chichi era pieno di sensi di colpa. Come diavolo faceva d essere una cosa così bella essere altrettanto sbagliata?
Non ci poteva credere, in quell'istante le sue emozioni si fecero il doppio più potenti ed intensificate. Lui aveva appena detto che la amava. Lui, quell'uomo che non sapeva nemmeno come facessero i bambini, le aveva detto che l'amava. Quel tontolone che le faceva battere il cuore, quell'uomo sposato, quell'essere così diverso da lei le aveva detto le parole che lei voleva sentirgli dire da tempo.
Allora perché non si sentiva felice?  Forse Chichi era così buona da non riuscire a comprendere la sua felicità, anteponendo quella degli altri.
Probabilmente si sentiva in colpa per Bulma, forse Goku glielo aveva detto per farla contenta. 

 
- Giura che non stai scherzando. Giuramelo.
 
Chiese lei alzandosi di scatto  dal prato, e spingendo via Goku, strinse i pugni e lo guardò con fare minaccioso. Goku con uno sguardo seducente, e ancora sdraiato al terreno, annuì.
 
- Perché ne stai dubitando?
- Perché... perché ho come l'impressione che tu me l'abbia detto per farmi contenta. Per... una stupida promessa.
- Di che promessa parli?
 
Goku si alzò dal terreno e camminò verso di lei, prendendola fra le braccia, e dandole un abbraccio rassicurante e protettivo. Chichi rimase in piedi, imbarazzata, con le braccia tese verso il suolo.
 
- Non esiste nessuna promessa, Chichi. Come fai a non capirlo? Te l'ho detto perché lo provo sul serio. 
- Goku, non ne dubito... ma è come se una parte di me fosse stata distrutta da te.
- Hai voglia di parlarne?
 
Le chiese Goku baciandole la fronte, e Chichi annuì rassegnata, rivolgendo il suo sguardo verso il basso. 
 
- Che ne dici se al posto di volare prendiamo qualcos'altro?
- Cioè?
- Vedrai.
 
Goku portò le mani sulla bocca e urlò a gran voce: Nuvola Speedy!
Improvvisamente dal cielo, una piccola nuvoletta ocra e soffice si avvicinò verso di loro a gran velocità. Goku vi saltò sopra e afferrò saldamente il braccio dell'amata, mentre la nuvola stava già spiccando il volo. L'appoggio davanti a lei, la fece sedere, e le circondo il ventre con le braccia, appoggiando il suo mento sulla nuca della bruna.
 
- Ti piace?
 
Lei annuì, senza dire nulla. Sorrise al cielo e poi, dopo aver preso, un bel respiro, iniziò a parlare.
 
- E' come se tutto questo fosse una conseguenza. Come se questa vita fosse semplicemente una reazione a qualcosa che ho fatto in pasato. E' iniziato tutto il giorno in cui mi sono ritirata al Torneo. Non so perché l'ho fatto, so solo che dopo questo, tutti i miei ricordi di quella cosa sono svaniti, e io, ho iniziato a capo, con la convinzione di non aver fatto nulla di grave. Sento di aver abbandonato qualcuno d'importante. Sento che la mai vita ne avesse distrutto un'altra. Una vita a cui sono sempre stata stroppo protettiva e attaccata. 

Goku sospirò, e sebbene fosse un po' tonto, capì perfettamente la sua situazione, la stava vivendo anche lui, in qualche modo. Guardò avanti, verso il cielo che piano piano stava accennando il suo tramonto.
 
- Chichina, lo sai che l'ho provato anche io quando ti ho vista per la prima volta? Eri molto carina quel giorno, anche se ti preferisco vestita così, con abiti più colorati. Vedi, era come se ti avessi già visto da qualche parte, ma non so esattamente dove. E questo anche Bulma, circa un mesetto fa mi aveva accennato questa strana sensazione di dejà vu come se tutto questo fosse già successo, ma in modo diverso.
 
- Secondo te è un caso, Goku? Che verità si nasconde dietro a tutto questo?
- Non lo so, ma un giorno lo scopriremo. La verità viene sempre a galla.
 
Chichi annuì e chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalle braccia di Goku, il quale abbassò lo sguardo verso Chichi, e notò che si era addormentata fra le sue braccia. Le diede una piccola carezza e disse alla Nuvola Speedy di riportarla a casa. Passarono i minuti, e l'enorme palazzo lussuoso di Chichi si stava avvicinando. Si fermò sul tetto, e la svegliò, augurandole una buona serata e dandole un piccolo bacio sulle labbra, e dopo aver fatto ciò, spiccò il volo verso casa.
Rimase in piedi sul tetto dell'enorme palazzo a trentadue piani e lo vide sfrecciare via; per la prima volta, dopo tanto tempo, vederlo andarsene non la faceva stare male. Perché aveva la convinzione che lui sarebbe tornato indietro da lei.
Scese dalle scale antincendio del palazzo ed entrò dalla porta finestra, con la chiave che si era tenuta nello stivaletto. Sospirò. Che silenzio che c'era. La casa perfettamente pulita, proprio come l'aveva lasciata la mattina. Si guardò intorno e notò delle valige vicino alla porta, due o tre, grandi. Erano quelle di suo marito. Corse verso la camera da letto e lo trovo lì, che con un ghigno rancoroso, non le degnò la parola. Dopo quei mesi d'assenza dal lavoro non si era nemmeno degnata di chiamarla. Chichi restò a fissarlo frugare nei cassetti, alla ricerca dei suoi documenti o soldi. 
 
- Che stai facendo?
 
Chiese Chichi, con gli occhi colmi di stupore e tristezza. Lui si voltò verso di lei e scosse la testa.
 
- Me ne sto andando. Sto solo riprendendo le mie cose.
- Ma... sei appena tornato! Come puoi andartene, di nuovo, da casa tua? Senza nemmeno salutarmi.
 
Chichi gli urlò contro, ma in cuor suo sapeva che cosa lui stava facendo. La stava lasciando, e questa volta per sempre. Come aveva fatto a non rendersene conto prima? Lui se ne stava via troppo per lavoro, e con chissà quale compagnia. Mai una lettera, mai una telefonata per sapere come stesse Jupiter. Mai nulla.
 
- Chichi come fai a non capirlo? Me ne sto andando. Tornerò, non so quando, a riprendermi Jupiter. Ho trovato un'altra donna, ed è da quasi due anni che la sto frequentando. Con lei ho trovato cose che tu non hai saputo darmi.
 
Rispose lui, bruscamente, a sua moglie, sbattendo le ante degli armadi. Stava prendendo gli abiti che fino al giorno prima Chichi aveva stirato con cura. Le si fiondò davanti e chiuse le ante, come per impedirgli di farlo.
 
- Non rendere tutto più difficile, dannazione.
- Come osi dirmi che non ti ho mai dato nulla? Tuo figlio, eh? Una bella casa? Tutta roba mia. E tu mi hai trattata come uno straccio, un giocattolo. Come hai potuto anche tradirmi, come quel giorno di cinque anni fa?! Sei un vile, un'egoista.
 
Rispose a tono lei, facendo scendere una lacrima dall'occhio cenere, sempre lo stesso occhio che fece cadere la lacrima su quel dannato marciapiede dieci anni prima. Lui la levò con la forza, facendola cascare di lato, verso terra, e radunò in un sacchetto i suoi vestiti: sempre lavati e stirati con l'amore della moglie.
 
- Tu sei una pazza Chichi! Ammettilo, dannazione. Sei una nevrotica che ha la mania della perfezione. Hai l'ossessione  di avere tutto sotto controllo quando in realtà non ce l'hai. Sproni sempre Jupiter a studiare quando lui non vuole farlo. E quando ti ho conosciuta non eri così, e io non voglio vivere con te un giorno di più. 
 
Continuava a rivolgere occhiate cariche di rancore, e l'idea di aiutarla a rialzarsi non lo sfiorò minimamente. Chichi si rimise in piedi con fatica e gli prese la cravatta, attaccandosi ad essa come se quella fosse la sua unica salvezza.
 
- Non puoi lasciarmi qui da sola!
- Come se non lo avessi già fatto. E' da anni ormai che stai più tempo da sola che con me. Chichi, l'ho fatto apposta, il lavoro non c'entrava.

Un tonfo assordante. Un segno rosso sul volto dell'uomo. Chichi con un pugno lo aveva colpito, e non se ne pentiva. Come aveva osato trattarla in quel modo? Come aveva osato farla attendere facendola piangere tutte le notti? Come aveva osato farsi troppi problemi a tradire un essere come lui?

- Ma che... tu sei malata, levati dalla mia vista.

Le prese i capelli e con un urlo assordante da parte di Chichi, qualcuno che se ne stava volando via venne richiamato da quel suono acuto.  Goku sentì l'aura di Chichi abbassarsi sempre di più. 

- Chichi!

Urlò nel cielo, saltando dalla nuvola Speedy e volò con tutta la velocità in corpo verso il suo appartamento, guardando nel vetro dei trentadue appartamenti cosa stesse succedendo. Guardò piano piano in tutte le vetrate, e delle valige affiancate a dei lamenti richiamarono la sua attenzione. Quella era la sua voce. Sfondò il vetro non facendosi un graffio e urlò: Chichi!
Corse verso la cucina, ma non c'era nessuno. Corse poi verso il bagno, e la cameretta di Jupiter. L'unica stanza rimasta era quella della camera da letto. Camminò velocemente verso essa e spalancò la porta, guardando nel preciso momento Chichi venir presa a schiaffi da quello che probabilmente, doveva essere il marito.
La donna cadde al suolo, e con un segno rosso sull'occhio, guardò Goku e poi suo marito. Che potesse anche andarsene all'inferno quell'uomo disgustoso.
 
- E tu che diavolo sei? Fuori da casa mia.
 
L'uomo si precipitò verso Goku e gli tirò un pungo nello stomaco. Inutile dire che si fece male solo il marito di Chichi. Goku gli prese la camicia e lo sollevò, fino ad averlo faccia a faccia.
 
- Non dovevi farlo. Come hai osato toccarla?
 
Disse Goku con una voce pericolosa e seducente allo stesso tempo. Chichi sorrise rassicurata, e guardò la scena. Goku guardava suo marito con un disprezzo tale da poterlo sentire perfino nell'aria.
 
- Mettimi giù, non sai contro chi ti stai mettendo. 
 
Goku lo lasciò andare e ababsso il capo. Strinse i pugni e un alone dorato lo circondò, trasformando i suoi lineamenti in un qualcosa di molto più marcato a forte. I suoi splendidi occhi cenere tramutarono il loro colore in una tinta pastello azzurra, e la sua chioma divenne dorata, alzandosi ancora di più. La forza che sprigionò fu contenuta, infatti si limitò a distruggere solo il trentaduesimo appartamento, l'ultimo, non creando alcun danno alle persone che vi abitavano sotto. Chichi si spaventò, stava per cadere sulla strada, quando venne afferata dalla ferrea presa di Goku. 
L'uomo, invece, era rimasto attaccato ad un lampione, e per la paura scivolò verso terra. Goku, però, fu clemente. Lo prese per il colletto della camicia e lo fece cascare a terra, su un tendone di un bar lì vicino, in modo da non nuocergli gravi ferite. Goku posò Chichi sul tetto di un altro palazzo lì vicino, in modo da non farsi vedere dalla gente che era già accorsa sul posto. Notò il suo sguardo terrorizzato, e si avvicinò a lei, calmo e rilassato. Si chinò verso la mora e le baciò la mano.
 
- Chichi, amore, sono sempre io, Goku.
 
Lei non ritirò la mano e guardò attentamentegli occhi del saiyan: aveva ragione, era sempre lui. Lo guardò, si sforzò di sorridere, e ancora spaventata dal comportamento bruto del marito, saltò addosso in lacrime al suo Goku. Lui la prese in braccio e le accarezzò la testa, sentendo la sua maglietta arancione venir infradiciata dalle lacrime del suo angelo. 
 
- Va tutto bene ora, lui non ti farà più del male. Vieni con me, Chichi.
 
Lei annuì, ma singhiozzando, rimase accoccolata al suo petto; Goku spiccò il volo verso la Capsule Corporation, dove abrebbe potuto medicare il suo occhio nero. Quell'essere aveva osato picchiarla. Come aveva potuto? Se fosse stato Vegeta, probabilmente, l'avrebbe distrutto senza pensarci due volte. Ma Goku era Goku. Era troppo buono per uccidere una persona umana.
Arrivò alla Capsule Corporation e si posò a terra, sempre secondo l'aspetto di Super Saiyan. La casa era vuota e silenziosa. La Camera Gravitazionale aperta e con nessuno al suo interno.
Posò Chichi sul divano e prese del ghiaccio dal frigorifero, e camminò verso di lei, posandoglielo sull'occhio. Si chinò verso di lui e le accarezzò i capelli, non curante che qualcuno sarebbe potuto rientrare da un momento all'altro. L'unica cosa che gli importava, in quel preciso istante, era solo la sua Chichi.
Sentì dei passì delicati e gioiosi provenire dalla porta d'entrata. Si voltò di scatto e sorrise alla vista della sua Hope, che era rientrata dalla gita pomeridiano con i nonni. La bimba corse verso di lui e gli stampò un grosso bacio sulla guancia.
 
- Oh Goku, sei tornato!
 
Cinguettò la Signora Brief, con gli occhi chiusi e il solito sorriso dolce. 
 
- Hope, vai in cucina, la nonna ora ti va a preparare la merenda.
 
Le propose il Dott. Brief, salutando poi il genero.
 
- Salve a tutti! Sentite, Chichi ha avuto un piccolo incidente, e casa sua si è distrutta. L'ho portata qui, vi crea qualche disturbo?
 
I suoceri scossero la testa e le si avvicinarono. Chichi arrossì e si tolse il ghiaccio dall'occhio.
 
- Accidenti che botta. Goku, ma cosa è successo?
- E' una lunga storia, ve la racconterò più tardi. E voi potreste dirmi dove sono andati Bulma e Vegeta?
- Siamo qui!
 
Bulma si sistemò la maglietta, e scese le scale, sistemandosi i capelli e il respiro affannato, salutando la piccola Hope e dirigendosi verso Goku.
Chichi era distesa sul divano e la salutò, diventando ancora più rossa in viso.
 
- Chichi ma cosa ti è successo?!
 
Chiese preoccupata Bulma, guardando la migliore amica.
 
- Storia lunga...
 
Vegeta si sistemò la cintura dei pantaloni e rimase a braccia conserte sul muro del salotto, distante dalla folla.
 
- Bulma ma dov'eravate tu e Vegeta?
 
Chiese ingenuamente Goku, non distogliendo però lo sguardo da Chichi. La Brief sorrise furbetta e si sistemò per bene la gonna.
 
- Oh, io ero a fare il bucato in lavanderia e non ti ho sentito rientrare. Vegeta pensavo fosse ad allenarsi nella … nella come si chiama, nella Camera Gravitazionale, ecco!
- No, ero a farmi... la doccia.
 
I due si scambiarono uno sguardo d'intesa, mentre Goku non sembrava mostrare particolare attenzione alla storia di quei due. Nemmeno se si trattava di Bulma la faccenda lo interessava. L'unica cosa importante ora, era solo Chichi. Decisero di ospitarla lì per la notte, in quanto  casa sua era andata distrutta dopo l'esplosione.
Nessuno poteva prevedere cosa sarebbe successo in quella notte del 1 maggio.

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Capitolo uscito un po' così, ma spero comunque che vi garbi ^^
Mi scuso per il ritardo ,e ringrazio chiunque abbia letto la storia, abbia recensito o messo nelle seguiti/preferiti/ricordati questa cosetta :)
Un bacio e alla prossima,
gm19961

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Capitolo 8
*** She's only naked; ***


She's only naked

 
- Mi raccomando Chichi. Fa come se fossi a casa tua, e per qualsiasi cosa, chiamami. Sono nella stanza accanto.
 
Bulma rimboccò le coperte all'amica, e dopo averle dato la buonanotte, le spense il lume sul comodino e chiuse la porta della stanza. Chichi si ritrovò completamente al buio, con solo la luce della luna che diffondeva i suoi piccoli raggi dalla finestra. Era annoiata, e non aveva sonno. Nemmeno il libro che stava leggendo un'oretta prima era riuscito a darle quello stimolo. Quindi,si alzò di scatto dal letto e corsa verso il bagno, guardandosi allo specchio. Aveva ancora l'occhio circondato da dei segni violacei, e le dava fastidio sfigurare in quel modo. Indossava una camicia da notte bianca, quasi trasparente, con sotto dell'intimo di pizzo, che le aveva gentilmente prestato l'amica. In effetti, era un po' in imbarazzo ad indossare quelle cose, ma alla fine non avrebbe dovuto mostrarle a nessuno, no?
Si sciacquò il viso con dell'acqua fresca e e camminò di nuovo verso la stanza,accendendo la luce. Piegò i suoi vestiti sgualciti e rovinati: era la tunica che le aveva fatto la sua mamma quando era piccola, doveva rammendarla subito, prima che si sgualcisse ancor di più. Bulma aveva detto che poteva fare come se fosse stata a casa sua, quindi conoscendo quella casa come le sue tasche, ormai, sapeva dove trovare il kit del cucito: dopotutto aveva cucito non so quanti capellini o calzini per Hope, quando se ne restava interi pomeriggi a casa con l'amica. Aprì la porta e accertandosi che non ci fosse in giro nessuno per i corridoi della casa, camminò scalza fino allo sgabuzzino che stava proprio in una porticina nel salotto della Capsule Corporation.

Accese la luce e prese la valigetta fucsia che era riposta con cura sul mobile a muro. L'afferrò saldamente nelle mani e rispense nuovamente la luce. Sentì, poi, dei passi pesanti provenire dal corridoio, e Chichi si augurò che fosse solo qualcuno che si fosse alzato per andare in bagno o in cucina. La persona non accese la luce. Non si potevano vedere i lineamenti; si trattava di sicuro di Vegeta, dopotutto Goku non era il tipo da farsi giretti notturni: se lo immaginava più dormire spaparanzato sul letto e non svegliarsi nemmeno con le cannonate. Chichi sorrise a quel pensiero, e ritornò verso il corridoio. Nemmeno il tempo che la porta scorrevole automatica si aprisse che già qualcuno si era messo dietro di lei, e le aveva messo le mani intorno al ventre. Riconobbe quella stretta.
 
- Goku sei tu?
 
Sibilò lei nel buio, mascherando la sua voce. Non vi fu risposta. Sentì solo un ronzio, e dei respiri pesanti. Pensò magari ad un ladro con una stretta presso che identica a quella di Goku. Possibile che si fosse sbagliata? Premette l'interruttore touch attaccato al muro e i faretti si illuminarono di quel poco necessario per la vista. Si girò di scatto, sempre con in mano la valigetta, e si ritrovò Goku con gli occhi chiusi, in piedi, che l'abbracciava, con un'aria svampita in faccia. Ci mancava solo che fosse sonnambulo.
 
"Goku, mpf, vieni con me..."
 
Ripetette Chichi a bassa voce nella sua mente, posando la valigetta con il kit del cucito per terra e trascinando per il braccio Goku, e lui russava anche! Era uno spettacolo esilarante, sì, ma non per Chichi che lo stava cercando di far camminare verso la camera da letto di Bulma; aprì delicatamente la porta: Bulma stava dormendo seranemente, ignara della situazione, e Chichi spinse dentro la stanza Goku, il quale, però, le afferrò il braccio e la spinse di fuori dalla stanza, e la portò invece, nella camera degli ospiti, ossia quella di Chichi. La bruna velocemente accese il lume della stanza.
 
"Goku, dannazione, com'è possibile che sei così forte anche quando dormi?"
 
Parlò a bassa voce e sentì Goku abbandonarsi sul suo petto, facendola cascare sul letto matrimoniale.
 
"E adesso?"
 
Chichi cercò di risollevare il corpo pesante di Goku, invano. Si era attaccato a lei come una piovra, e la cosa di sicuro le faceva piacere, ma non lì, e non in casa di sua moglie!
Goku aprì un occhio e sorrise. Chichi lo guardò e gli tirò un orecchio.
 
- Allora eri sveglio, brutto traditore!
 
Disse lei tirandogli con forza l'orecchio e sorridendo energica. Lui la prese il polso e la tirò su, mantenendo la testa sul suo ventre.
 
- Eh già. Non avevo sonno e allora ho pensato di venire qui con la mia Chichina!
- Ti rendi conto del rischio che stai correndo?
- Uhm.. nah!
 
Disse lui, poi, sedendosi sul letto in parte a lei, le diede una spinta e la fece avvicinare alle sue labbra. Le erano davvero mancate per tutto quella serata. Durante la cena, durante il suo momenti di allenamento serale con Vegeta, durante il momento di guardare la tv insieme alla figlia. Le mancava lei, sebbene fosse stata lì a qualche metro di distanza. Chichi si staccò dalle labbra di Goku e si sedette sopra di lui, cingendogli il collo con le labbra, facendo strusciare il tessuto trasparente di seta contro la pelle morbida del saiyan.
 
- Dimmi la verità, Chichi. Hai avuto paura oggi pomeriggio quando mi sono trasformato?
 
Chichi annuì e mise in volto il broncio. Se doveva essere sincera quel cambio d'aspetto non le piaceva. Goku era sempre bello, sì, ma le sembrava solo una macchina da guerra quando era trasformato così. Uno stupido strumento per fare male alla gente. Una specie di teppista.
 
- Mi dispiace, ma oggi è stato tutto involontario. Lui se l'è andata a cercare... ti ha osato fare questo livido.
 
Goku con delicatezza toccò i lividi dell'occhio dell'amata e poi la guardò sorridendo.
 
- Sei bella lo stesso, sai?
 
Chichi arrossì e sorrise di sfida.
 
- Sì, me lo hai già detto. Ma questa bellezza non so dove la vedi, visto che Bulma è molto più bella di me.
- E' una bellezza apparente. Tu sei forte, sei coraggiosa, timida, impacciata, e una guerriera. Non hai paura, se non nelle situazioni che ti sfuggono di mano. Tu sei la mia Chichi, e per sempre sarai così.

Come c'era riuscito? Come aveva fatto ad inquadrarla così bene in si e no in tre mesi di conoscenza, approfondita in una solo giornata? Forse Goku era più bravo a capire le persone di quanto credesse. 

- Goku, dimmi una cosa che mi ha lasciato davvero perplessa.
- Dimmi.

Chiese lui baciandole il collo, e attendendo con fremito la domanda di Chichi.

- Davvero non sai come si fanno i bambini? O mi stavi prendendo in giro?
- Urca, bella domanda. Ne ero convinto, finché poi ho ricevuto una telefonata di Crilin prima di cena. Glielo ho chiesto e lui mi ha detto che è la stessa cosa che mi hai detto tu. Quindi, credo di aver capito. Anche se la cicogna era sempre rimasta la mia convinzione da quando è nata Hope.
- Capisco.

Disse lei, ridacchiando e guardando cambiare lo sguardo tontolone di Goku, in un'occhiata seducente.

- Vuoi una dimostrazione pratica, per caso?

Chichi tirò uno schiaffetto sulla nuca del saiyan, e sorrise divertita. Goku improvvisamente si fece serio, e iniziò a baciare con più foga Chichi. La donna ricambiò i suoi baci, e poi, da un momento all'altro ritrovarono quel momento di dolcezza, che li spinse a spogliarsi di tutto ciò che era superfluo dai loro corpi desiderosi di contatto.
Goku spogliò la camicia da notte di Chichi, accarezzando i lineamenti dei suoi fianchi, sfilandole anche l'intimo, lasciandola alla completa dimostrazione della sua bellezza. Perfino con un occhio nero, Chichi era sempre stupenda. Lei nel frattempo, tolse il pigiamo di Goku, lasciando traspirare sicurezza in quei muscoli scolpiti, e quel corpo magro che dopotutto le piaceva davvero tanto. Dopo un sacco di baci e carezze, Goku si trovava già sopra di lei, e con un'occhiata, le chiese un titubante "Posso?"
Aveva paura di violarla della sua natura di donna, di fare qualcosa di sbagliato; dopotutto si trattava pur sempre di Goku , ed era naturale per lui fare queste domande. Chichi senza pensarci due volte annuì e lui si fece strada dentro di lei.
Quella notte fu solo e nient'altro che passione per loro.
Baci, abbracci, carezze; tutto ciò che stava all'insegna dell'amore aveva regnato in quella stanza, quella notte così strana e magica.

- Ti amo.

Sussurrò per prima Chichi, tra piccoli gemiti e piccoli sospiri profondi.

- Anche io, Chichi.

Le rispose Goku, sorridendole e baciandole le labbra, mentre i corpi danzavano in contemporanea l'uno con l'altro.
 
*
Quella notte fu la loro, e la mattina, quando i raggi della finestra colpirono il volto beato di Chichi, con le coperte rimboccate fino al collo, e la svegliarono dolcemente. Strabuzzò gli occhi e si voltò dalla parte destra del letto, e la trovò vuota. Eppure era sicura di essersi addormentata insieme a lui. Si grattò la nuca e si accorsa che il lenzuolo le era caduto, scoprendo tutto il petto e il ventre. Come se non bastasse la porta della camera era aperta, e chi passò di lì? Vegeta.
Restò a guardare, ma Chichi gli tirò contro il libro che aveva letto la sera precedente. Il saiyan, tutto rosso, se ne andò, dimenticandosi dalla mente il seno della bruna.
"Il buongiorno si vede dal mattino Chichi..." e dopo essersi ripetute queste parole, si ricompose, prendendo i vestiti sgualciti che la sera prima si era dimenticata di rammendare. In quel momento, entrò Bulma nella stanza, che tutta pimpante, le aveva portato dei vestiti di ricambio.

- Ecco qui Chichi. E ben svegliata! Wow, anche tu hai dormito senza reggiseno? Ottimo, pensavo di essere l'unica che dormiva così a maggio!

Bulma e Chichi ridacchiarono, e poi, Bulma diede tra le mani i nuovi vestiti della bruna.

- Mi sono presa la libertà di andare da tuo padre, Giumaho, e portare Jupiter qui. Ora è giù a fare colazione con Hope, e ti ho portato un sacco di cose che ti saranno utili, come ad esempio qualche vecchio kimono, stivaletti, e cose così. Anche dei libri nuovi per Jupiter, così andrà a scuola senza problemi!
- Sei fantastica, Bulma.
- Lo so, tesoro!

Risero insieme, e poi, dopo essersi preparata, Chichi uscì dalla stanza ansiosa di rivedere il proprio bambino e sopratutto ansiosa di rivedere Goku. Si era ricomposta con uno chignon, con la frangetta che le cascava dolcemente sulla fronte. Il kimono era bianco con uno scialle rosso messo appositamente sulle spalle. I pantaloni sotto erano grigi con delle ballerine nere. Adorava quegli abiti, e questa era la mise che di solito, sua madre indossava quando era molto piccola. 
Passò nel corridoio, e lanciò uno sguardo alla camera da letto di Bulma; la porta era aperta e di poteva scorgere il letto matrimoniale. Vuoto, come prevedibile, ma sembrava essere stato utilizzato durante la notte. Evidentemente Goku se ne era andato per non destare sospetti. Già, doveva essere per forza andata così.

Scuse le scale e trovò Jupiter a rincorrerla: Mamma!

- Jupiter!

Chichi corse verso il bimbo e lo prese tra le braccia, prendendolo in braccio, e coccolandolo come solo una mamma a fare con la propria prole.

- Mamma, mi sono divertito moltissimo dal nonno e con Hope!
- Sono contenta, tesoro.
- Ma papà, lui tornerà, giusto? E' da tanto che non lo vedo...
- ... Jupiter, amore, vai a giocare con Hope, ok?

Il bambino annuì titubante, e Chichi lo posò a terra, stampandogli un bacio sulla fronte. Bulma portò un a mano sulla spalla dell'amica, e la sfregò, solo per rassicurarla un po'.

- Se non ci fosse stato Goku, quel demonio mi avrebbe uccisa, ne sono sicura.
- Non pensarci, ok? Ora sei qui, e va tutto bene.
Replicò la donna dai capelli turchini, trascinandola in cucina, insieme a Gokue Vegeta, a fare colazione.
- Buongiorno Chichi!
 
Disse Goku, sorridendole serenamente, mangiando come un ossesso le brioche che la signora Brief era andata a comprare nella pasticceria in centro. Vegeta lo guardò accigliato: se avesse osato mangiare anche solo una brioche del suo vassoio, lo avrebbe ucciso a suo di pugni. vedere Vegeta e Goku mangiare come due pazzi non era una bella vista, né per Bulma né per Chichi, la quale però, dentro di sé, ne fu felice.
 
- Siete solo due scimmioni maleducati! E adesso Chichi cosa mangia? Eh?
- Ah donna, quante storie. Mangerà dell'altro.

Replicò a bocca piena Vegeta, con uno sguardo concentrato a masticare.
 
- Ma se tu e quell'altro mi fate fuori tutta la dispensa, cosa credi che mangerà?! Goku, almeno tu, lasciale da parte qualcosa!

Goku guardò perplesso Bulma, ma poi incontrò lo sguardo di Chichi, e il suo occhio nero stava piano piano guardando; non poteva esserne più felice. La incitò a sedersi accanto a lui con il solito fare scherzoso, che dentro di sé, però, tramutò come un piccolo gesto romantico. Le porse una brioche al cioccolato. Chichi la prese tra le mani, e avvolse con un tovagliolo, e la mangiò a piccoli morsi. "La principessa e due scimmioni" pensò Bulma, scuotendo la testa divertita. Scambiò qualche sguardo seducente con Vegeta, che il principe, seppur non fosse di questo genere di cose, ricambiò con la solita freddezza. Goku, come prevedibile, si sporcò tutto il contorno delle labbra con la crema pasticcera delle brioche, e Chichi, scocciata, prese un altro tovagliolo, e glielo porse, chiudendo gli occhi.

- Goku pulisciti!

Impose autoritaria Chichi, mangiando un altro pezzo della brioche.

- Ma Chichi!
- Pulisciti.

E il saiyan acconsentì. Di solito quando glielo diceva Bulma, non lo faceva. E Bulma aveva polso, quindi qualcosa non quadrava. Vegeta notò lo sguardo dei due, un misto tra il dissimulare e occhiate dolci. Per il principe tutto ciò non poteva che essere nauseante e orripilante. Eppure, anche lui stava dissimulando alla perfezione i suoi rapporti "clandestini" con Bulma. Però, qualcosa non andava nei loro sguardi.
"Come se davvero me ne fregasse qualcosa di quei due" pensò Vegeta, continuando a mangiare senza un minimo di decenza.

---
Bonjour!
Dopo aver avuto una bella indigestione stanotte, ho pensato a tutta la storia della mia vita, fino ad arrivare al momento in cui ho iniziato scrivere fic. Poi ho urlato. Mi ero totalmente dimenticata di aggiornare questa storiuccia.
Quindi ho scritto il capitolo, e l'ho pubblicato all'istante. Potete dirmelo se non è un granché! ;)
Io, comunque sto andando a viole. Dalla serie: sono innamorata persa. Di Goku e di un altro, vero, però. LOL
Un bacio,
gm19961
P.S Ma quanto è bello Goku biondo con gli occhi azzurri? *^*

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Capitolo 9
*** Is it alright, Chichi? ***


Is it alright, Chichi?
 

Passarono otto giorni da quella fatidica notte. Era il 9 maggio, e si prospettava la solita giornata piena d'impegni per Chichi. Era alla ricerca di un nuovo appartamento da quando il suo era stato distrutto da Goku trasformatosi in Super Saiyan. Le ricerche alla nuova casa furono più lunghe del previsto per svariati motivi: innanzitutto Chichi non aveva fretta di andarsene dalla Capsule Corporation, visto che poteva vedere Goku tutte le volte che voleva; Jupiter non restava solo e giocava insieme a Hope; e motivo in più, era che Bulma le riempiva le giornate con la sua amicizia. Ma non era giusto approfittare di una simile e gratuita ospitalità per troppo tempo. Chichi voleva stare nel giusto, sempre e comunque.
Si era vestita con i soliti abiti colorati, e stava preparando la colazione e Goku e Vegeta. Il pricipe, infatti, preferiva solo una cosa di Chichi rispetto a Bulma: l'abilità in cucina. Era proprio brava ai fornelli.
La donna si guardò intorno, alla ricerca del mestolo e improvvisamente la testa iniziò a girare; barcollò un momento e dopo qualche secondo ritrovò il suo equilibro. Era già la quarta volta in quella settimana, quando sentiva l'odore del cibo le veniva solo una forte stilettata allo stomaco e le passava l'appetito. 
Dissimulò nuovamente il suo mancamento e continuò a cucinare, tappandosi il naso per non sentire l'odore del cibo, seppur avesse un profumino invitante. Goku, un attimo prima, aveva visto Chichi barcollare, dato che i suoi occhi cenere erano continuare posati sulla sua sfolgorante figura snella e semplice; si alzò dal tavolo e le picchiettò la spalla, quando in realtà avrebbe voluto abbracciarla dolcemente e scambiare delle dolci coccole in tranquillità.
 
- Chichi... stai bene? Ho visto che non riuscivi a stare in piedi!
- No, ma che dici. Sono in gran forma... davvero!
 
Replicò lei, sorridendo imbarazzata, e riprendendo a mescolare con il mestolo il latte caldo che avrebbe servito ai due piccoli che tra poco si sarebbero svegliati per andare a scuola. Goku fece spallucce e insieme a Vegeta si diresse nella Camera Gravitazionale, per una serie estenuante di allenamenti. Goku a passo lento, sibilò qualcosa nell'orecchio dell'altro saiyan.
 
- Vegeta, non noti qualcosa di strano in Chichi? Secondo te gli è aumentato il seno? Boh, ci facevo caso.
 
A quelle parole, il Principe gli sferro un bel pugno in faccia, facendolo cascare sul prato e iniziò a sbraitargli contro, con un gran imbarazzo.
 
- Secondo te io vado a vedere queste cose su quella lì!?
 
Goku scosse le mani, e rise imbarazzato. Era solo una piccola contestazione, la sua!
Bulma, invece, con le braccia conserte si avvicinò a Chichi e la prese in disparte.
 
- Chichi, Goku ha ragione. Non è la prima volta che vedo che barcolli. Dovresti andare a farti vedere.
 
Le disse Bulma, appoggiandosi al bancone al centro della cucina, restando a braccia conserte, imitando in qualche modo la tipica postura del Principe dei saiyan. La moretta sorrise e agitò le mani, scuotendo la testa.
 
- Sto bene, Bulma. Davvero.
- Sarà, ma non mi convinci. Non sarebbe meglio se ti portassi dal dottore?
- Se accettassi, la finiresti di farti questi problemi?
 
Rispose scocciata Chichi alla donna dai capelli turchini. Già, negli ultimo periodo aveva anche una marea di sbalzi d'umore, e aveva per giunta sgridato Jupiter di studiare troppo! Bulma aveva ragione: c'era qualcosa che non andava.
Dopo aver fatto fare colazione ai due piccoli, e averli accompagnati a scuola, portò Chichi all'ospedale e la attese fuori dalla sala di si stava svolgendo la visita.
 
- Allora, signora, mi descriva i suoi sintomi.
 
Le chiese il dottore distrattamente, sfogliando la cartella medica, e guardando attentamente i fogli che aveva davanti agli occhi. Chichi, seduta sul lettino, con le gambe accavallate, si portò le mani al petto, e sbuffò.
 
- Non ho nulla che non va. Solo un po' di mancamenti e dicono anche degli sbalzi d'umore. E ho anche un gran bel mal di schiena.
- Ah-ah.
 
Concluse con questo commento il dottore, sorridendole distrattamente, e incitandola a stendersi sulla lettino bianco e ben igienizzato. Si sedette in parte a lei e iniziò a farle qualche domanda più specifica. 
 
- E' allergica a qualcosa?
- No, niente. 
- Ha avuto regolarmente le mestruazioni questo mese?
- Sì.
- Ha avuto rapporti sessuali?
 
Chichi sgranò gli occhi e imbarazzata, annuì mascherando il suo rossore in viso, e sospirò con una sensazione nel cuore sempre più crescente. Ripensarci le dava sempre un susseguirsi d'emozioni incontrollabile. Il dottore si tolse gli occhiali e iniziò ad alitarci sopra, pulendoli con lo straccetto che aveva tirato fuori delicatamente dal camice candido.
 
- Beh, ecco... sì.
- E da quanto più o meno?
- Credo otto o nove giorni, sì.
- Lei e suo marito avete usato precauzioni o cose del genere?
 
"Marito" non era proprio la parola giusta da usare, nel suo caso.
 
- No.
 
Rispose secca Chichi a quella sottospecie d'interrogatorio. Tutte quelle domande la rendevano nervosa, e il dottore sembrava annoiato a quella procedura, come se il tutto fosse chiaro e scontato.
 
- Senso di nausea? Ne ha avuti?
- Ogni quel volta sento odore di cibo.
- Bene. Il mio consiglio è di fare un test di gravidanza. Non ne possiamo essere certi, ma c'è un 90% di assoluta probabilità. E se così fosse, le consiglio di venire qui il prima possibile. 
 
Chichi si alzò di scatto dal lettino e prese per il colletto il dottore, il quale  terrorizzato, tacque. Chichi inziiò a sbraitare e dimenare il dottore, nervosa e affranta.
 
- Come sarebbe a dire incinta?! No, no, ... NO!
 
Urlò Chichi mettendosi una mano in ventre e lasciando andare la camicia del povero medico, il quale attontito dalle urla della donna, la incitò a calmarsi. Le diede in mano un test e le consigliò di andare nel bagno a provare, appena fosse tornata a casa. Chichi annuì e priva di fiato, uscì da quella notizia e uscì dallo studio, con Bulma che l'attendeva seduta a leggere una rivista di gossip.
 
- Oh, finalmente! Ti ha fatto male quel tipo? Ti sentivo urlare.
- No no... mi ha solo, beh, messo lo stetoscopio sul ventre ed era molto freddo. Ho solo un po' i nervi tesi, mi consiglia riposo e altro.
 
Mentì spudoratamente. Come poteva dirle che stava correndo il rischio di aspettare un bellissimo bambino da suo marito? Come? Perché non era stata previdente? Perché non aveva usato una stupidissima precauzione? Ora cosa avrebbe fatto?
Insieme uscirono dall'ospedale e si diressero alla Capsule Corporation, dove, con paura, nascose nella borsa il fatidico test. Chiese a Bulma di far uscire Vegeta e Goku dalla Camera Gravitazionale, con la scusa di dover preparare il pranzo. I due scimmioni, ovviamente, al suono della parola "cibo" uscirono all'istante: uno con la faccia scocciata, e uno con un sorriso ebete. Inutile dire chi fosse l'uno o l'altro. Bulma stava apparecchiando per otto, e Vegeta si sedette al solito posto, vicino a Hope e Bulma, mentre dall'altra parte si sarebbero seduti Chichi, Goku e  Jupiter. A capo tavola i rispettivi coniugi Brief.
Chichi si tolse il grembiule sporco di sugo e corse in bagno, lasciando il pentolame nelle mani di Bulma, la quale non le era possibile controllare  ben sei padelle differenti. Vegeta si sbetté una mano in fronte: quell'impiastra avrebbe combinato un gran casino con tutte quelle porzioni diverse. Ma dopotutto, vederla sculettare qua e la con i piatti in mano, e concentrarsi sul suo bel corpo, non gli era di certo una brutta visuale.
Chichi, nel frattempo, se ne stava del bagno, chiusa a chiave, e attendeva le famose lineette sul piccolo aggeggio. Si guardò alle specchio, e si portò i sui ciuffetti dietro le orecchie, guardandosi il viso. Aveva ventinove anni, portati splendidamente, per giunta. E se per sbaglio fosse rimasta incinta di Goku, che spiegazioni avrebbe dato a Goku? E a Bulma? E a Jupiter?
Avrebbe dovuto solo inventare un sacco di bugie, e far finta di nulla. No, non poteva. Almeno a Goku doveva dirlo. Era un suo diritto, dopotutto.
Tic, tac, tic, tac.
I secondi passavano e qualcosa di colorato si poteva scorgere sul test. Lo prese tra le mani e con tutto il coraggio nel corpo aprì gli occhi, guardando l'esito.
Un sorriso comparve sul volto di Chichi. Un sorriso di rassegnazione.
Alla fine non sarebbe stato male diventare mamma per la seconda volta!

---
Credo che da sto capitolo in poi, la storia non sarà più felice. E quindi, spero vi siate goduti la notizia BBOMBA ossia, il pargoletto di Goku e Chichi che chi lo sa... potrebbe anche non nascere LOL. No vabbè, non vi svelo niente. Vi dico solo, mancano circa tre o quattro capitoli alla fine. :)
Quindi, grazie mille dei vostri commenti passati, presenti e futuri! <333
Alla prossima!
Baci,
gm19961
P.S Ho pubblicato una nuova Goku/Chichi con un triangolo che mai vi aspettereste :D Qui, la storia. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=995262&i=1
Ciau. <3

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Capitolo 10
*** Goodbye, Chichi; ***


 
 Goodbye, Chichi;
 
Erano circa le nove di sera, e la luna se ne restava lì, alta nel cielo, ad osservare quei terrestri che piano piano stavano rincasando e se ne stavano andando a dormire. Chichi non era affatto tranquilla, aveva la conferma di aspettare un figlio da Goku, e seppur quella fosse una notizia gioiosa da condividere con figli e amici, non era per nulla adatta alla sua situazione.
Era seduta sul letto, composta, con la testa alta: nemmeno quella notizia l'avrebbe abbattuta. Non poteva, perché lei era una donna forte, lei affrontava qualunque tipo di problema con carica e con un tenacia!
Sentì bussare alla porta, e una testa disordinata mora sbucò dalla porta, sorridente come sempre. Chiuse piano la porta e sempre con quell'espressione beata in viso si sedette in parte a lei, e poi la cinse con le braccia, facendo sprofondare la minuscola testa della donna nei suoi pettorali. 
Chichi sorrise amara, e strappò un bacio dalle labbra di Goku, tenendo costantemente sott'occhio la porta.
 
- Allora Chichi! Mi vuoi dire che succede?
 
Chiese il saiyan ridacchiando a bassa voce, coccolando la sua donna; Chichi alzò lo sguardo verso di lui e incurvò le labbra, sospirando triste.
 
- Sono andata dal medico oggi, e ho scoperto che cos'ho.
 
Disse secca lei, staccandosi con malavoglia dalle braccia dell'amante, ritornando a sedersi composta sul letto, guardando quei grandi occhi che le stavano scavando dentro da quanto erano espressivi e assolutamente adorabili.
 
- Non dirmi che... che è qualcosa di grave! 
 
Chichi scosse la testa e gli prese il viso tra le mani, e senza paura, senza timore, glielo disse.
 
- Aspetto un figlio da te, Goku.
 
S'aspettava la sua reazione: si sarebbe alzato, avrebbe preso la sua roba e se ne sarebbe andato?
Lo guardò attentamente e vide i suoi occhi diventare lucidi, la bocca aprirsi sempre di più dallo stupore, e quel viso, oh, quel viso gioioso che mai nessuno avrebbe potuto togliergli.
Si alzò di scatto e la prese tra le braccia, sollevandola, e facendole fare dei giri su se stessa, esprimendo in quello strano gesto dolce, tutta la sua felicità.
 
- Chichi, io non so cosa dire... davvero... diventerò padre, di nuovo! E questa volta, nessuno ci potrà più dividere!
 
Chichi scosse la testa e tornò per terra, rimanendo ad accarezzare le sue forti braccia.
 
- E come la metti con la tua famiglia?
- Bulma capirà!
- E se non lo facesse?
- Me ne andrò con te. Perché sei tu quella che voglio. 
- E tua figlia?
 
L'espressione leggera di Goku si fece buia. Certo, Chichi aveva sempre ragione. Come la metteva con Hope? La sua bambina? Quella che aveva costantemente bisogno di lui, quella biondina che con un solo sorriso  gli rasserenava il cuore, quella che aveva visto crescere. Goku abbassò lo sguardo verso quello della bruna e scosse la testa, dispiaciuto. Le toccò il ventre e la spinse a sé, baciandole la nuca.
 
- Io voglio stare con te, Chichi. Io voglio questo figlio con tutto me stesso. Ma ... dovrò anche sentire mia figlia. Insomma, troveremo una soluzione, d'accordo? Andrà tutto bene!
 
La strinse ancora di più tra le braccia e poi, diede una carezza al ventre di Chichi, augurandole la buonanotte con un bacio sulle labbra.
 
*
La mattina dopo, il 10 maggio, verso le otto del mattina, tutta la famiglia Brief e gli ospiti erano radunati all'enorme tavolo a far colazione. Goku con uno sguardo rassicurante guardava Chichi e Hope, autoconvincendosi che sarebbe andato tutto bene e che non doveva permettersi di cedere alle avversità; Chichi in contemporanea guardava Goku e Jupiter, sospirando e chiedendosi cosa avesse fatto per meritare un uomo così bello e dolce come il suo saiyan; Jupiter guardava mezzo imbambolato Hope, che in contemporanea guardava la sua mamma sorridente; Bulma le sorrise e poi guardò si sfuggita Vegeta, con uno sguardo infastidito e sereno in cuor suo; il Principe semplicemente se ne stava per i fatti suoi e sebbene avesse voluto guardare Bulma, si limitò a mangiare con foga la colazione preparata dalle donne di casa.
 
Subito dopo, Bulma accompagnò i bimbi a scuola, e Chichi salutò Jupiter con fare premuroso, baciandogli la guancia e abbracciandolo forte. Salutò Bulma con il solito abbraccio, e poi, dopo aver dato un bacio di nascosto a Goku, uscì di casa con i suoi soliti abiti colorati e appariscenti. Doveva andare in clinica ad assicurarsi che il bambino stesse bene, e seguire i consigli che il dottore le aveva dato.
 
Con la borsa nera in spalla, guardò di sfuggita le vetrine dei negozi d'abbigliamento: si ritrovo ad osservare delle tutine colorate di neonati, e  un sorriso le alleggerì il cuore. Dentro di sé stava crescendo una vita e nove mesi dopo che il bimbo sarebbe nato, chissà quante cose sarebbero successe! Chichi scosse la testa e riprese a camminare tranquillamente, sentendo però che il chiacchiericcio delle persone era improvvisamente cessato di colpo. Incuriosita guardò in cielo e notò due strani esseri sospesi a mezz'aria: erano una bionda e un moro.
 
- Che ne dici, C-18? Iniziamo a distruggere un po' di cose?
 
Chiese i ragazzo dagli occhi glaciali, lanciando un'espressione schifata verso il suolo. Chichi sentì le gambe tremare e notò uno sguardo freddo le si era posato addosso: quella strana ragazza dai capelli biondi la stava guardando.
 
- Sento la paura, C-17. Divertiamoci.
 
E così dicendo i due risero di gusto, iniziando a volare verso il basso, cominciando a distruggere i palazzi e le strade circostanti. Chichi spaventata, corse via insieme alla folla, e si nascose in un vicoletto; che diavolo stava succedendo? Chi erano quegli strani esseri? Perché avevano iniziato a distruggere la città?
 
- Dove stai andando, signorina?
 
Una voce maschile, dal tono dolce, s'insinuò nelle sue orecchie e voltandosi di scatto, si trovò davanti a lui l'essere volante. Aveva i capelli mori, due occhi azzurri freddi, inespressivi e uno strano ghigno in quel viso d'angelo.
 
- Che cosa vuoi?
 
Gli rispose a tono Chichi, indietreggiando ma mantenendo costantemente un espressione accigliata, degna di una vera combattente.
 
- Che cosa voglio? Niente. Voglio eliminare questo pianeta, logico no, sorellina?
 
Una donna comparve dietro Chichi, sorridendo e tenendo le braccia conserte. Annuì prontamente  e i due cyborg avanzarono ognuno dalla loro parte verso Chichi, la quale, nascondendo la sua paura, si ricordò che aveva un'altra via di fuga. Spiccò il volo, volando alla sua massima velocità verso la Capsule Corporation.  I due cyborg risero e la bionda decise di lasciare il divertimento al fratellino, mentre lei, prontamente, si sarebbe occupata del resto della città. C-17 era nettamente più veloce della bruna e gli si piazzo davanti, scuotendo la testa.
 
- Pensavi davvero di poter fuggire, terrestre?
 
Con uno scatto le prese il collo con una sola mano e sibilò vicino alle sue labbra.
 
- Addio.


-- 
E dopo questo capitoloH, NON ODIATEMI, 'kay? :'D
Il fatto è che Chichi... deve rimetterci le penne per far filare la storia. E non vi rivelerò propria nulla su cosa succederà. Doveta sapere una cosa di me: io amo i Bad Ending.
Se bazzicate tra le mie storie, sono proprio rare quelle che finiscono bene (si vabbé, la mia prima fic era happy ending, ma lì non sapevo manco scrivere DD:). Ma non lo faccio apposta. Lo faccio solo perché a modo mio sono cattiva (?).
Detto questo, grazie per i vostri splendidi commenti dei capitoli scorsi, ci si rivede nel prossimo e (probabilmente) penultimo capitolo. 
Baci,
gm19961

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Capitolo 11
*** The choice; ***


 

The choice;
 

Il saiyan era ad allenarsi insieme a Vegeta nella solita Camera Gravitazionale, ma qualcosa, anzi qualcuno attirò drasticamente la sua attenzione: un'aura si stava abbassando drasticamente. Si concentrò e sentì quella debole sensazione, fin quando, in preda dal panico, ne riconobbe il possessore. Chichi si era fatta del male. Senza dire nulla, il saiyan abbandonò Vegeta dalla Camera Gravitazionale e con il cuore in gola, spiccò il volo, cercando il più presto possibile di raggiungerla.
- Kakaroth?! Ma dove diavolo stai andando?
Goku non gli rispose, era già troppo lontano. Guardò la città, e notò che buona parte di essa era distrutta.

- Ma che cosa sta succedendo?!

Chiese urlando il saiyan, non ricevendo alcuna risposta. Si fermò all'istante quando vide dinanzi a sé, a qualche metro di distanza, un ragazzo, moro con il braccio teso verso una donna. Goku mise a fuoco ciò che quello strano tipo stava facendo e gli si raggelò il sangue quando notò l'abbigliamento della donna. Stava strozzando la sua Chichi. Crack. Lo scricchiolare delle ossa fu un boato in quel silenzio omicida. Ne proseguì una fragorosa risata da parte della bionda alle spalle di Goku, che gli sferrò un colpo alla schiena. Dolorante cadde al suolo ma tenette costantemente gli occhi su Chichi. Era stata lanciata via, senza vita, verso le macerie sotto di loro.

- CHICHI, NO!

Goku volò verso di lei e la prese al volo, con le braccia forti che la accudivano in quella situazione apparentemente disperata. Le sollevò la nuca delicatamente con la mano e la incitò a parlare. Il cuore di Goku, in quell'istante, si era fermato.

- G..Goku, mi dispiace...
- Chichi?! No, no... non devi dispiacerti di nulla! Adesso andiamo a casa e guarirai!
- No.. ho.. ho capito.. il passato..
- Il passato? Che cosa stai dicendo, Chichi?
- Scopri il... mio... passato... ti scongiuro..

Chichi sgranò improvvisamente gli occhi e ricadde all'indietro, senza quasi avere un supporto per cui stare in piedi. Goku dopo un attimo di silenzio, squarciò il cielo con un urlo cattivo, arrabbiato, devastato: tant'è che involontariamente si era trasformato in Super Saiyan senza nemmeno averne l'intenzione. Strinse il corpicino della donna che amava tra le braccia e portò una mano in fronte. Si teletrasportò nel salotto di casa sua, mentre i guerrieri Z si erano già radunati per andare a sventare questa nuova minaccia. Appena videro lo sguardo dolorante di Goku, capirono che Chichi ormai, era volata via. Bulma non rispose di sé, scoppiò a piangere appena fu cosciente della situazione e inoltre, notò lo sguardo di Goku: come aveva fatto ad essere così cieca? Lui amava Chichi, tantissimo... e non era stata nemmeno in grado di sgridarlo per questo tradimento, semplicemente perché lei aveva fatto lo stesso e identico sbaglio. Prese Chichi tra le braccia e la sistemò sul divano, e subito dopo si portò una mano in viso, disperato. La sua migliore amica se n'era andata per sempre.

- Andiamo, la pagheranno per quelle che hanno fatto a Chichi!

Disse coraggiosamente Crilin, incitando tutti gli altri a partire per questa nuova avventura. Ma Goku scosse la testa, rassegnato. Il passato. Lui non si sarebbe mosso con loro, oh no. Non sarebbe andato a farsi uccidere senza aver rispettato le ultime parole della sua donna.

- Io non mi muovo da qui.

Ribatté Goku calmo, apatico, guardando il pavimento siilneziosamente, mascherando i suoi occhi neri allo sguardo confuso degli amici.

- Ma Goku, quelli ci fanno fuori tutti!
- Non m'interessa. Li fermeremo, solo non ora. Fate quello che vi pare, io non vengo.

Goku senza un attimo di esitazione, sotto le loro occhiatacce, si teletrasportò verso la casa di Genio e prese la sua decisione. Doveva saperne di più. Glielo doveva a Chichi. Prese le sette sfere, custodite gelosamente nel cassetto del vecchietto e senza pensarci due volte, Goku evocò Shenron, desideroso di sapere che cosa Chichi intendesse con quel "passato" che aveva desiderato mostrargli. Una luce d'orata, e il solito Drago sbucò fuori per magia, invadendo la sua vista, e poi ritrovarsi davanti a quella figura imponente che per troppe volte aveva visto.

- Qual è il tuo desiderio? Io lo esaudirò.
- Desidero scoprire la verità. Il vero passato di Chichi... puoi accontentarmi?

Il Drago annuì e impose a Goku di chiudere gli occhi. Insieme si sarebbero catapultati in quella verità che aveva fatto scoccare tutta la loro vita.
Il saiyan riaprì gli occhi in una radura buia, verdeggiante: poco distante una casetta dall'aspetto delizioso e alla sua destra una Chichi pensierosa e affranta. Sembrava così diversa da come l'aveva vista poco prima di morire. Cercò all'istante di stabilire un contatto con lei, ma si accorse di essere solo un’immagine proiettata, trasparente e grigia che non poteva interferire.

- Chichi! Chichi! Guardami!
- Non ti può sentire e non la puoi toccare. Tu non esisti ancora.

Goku guardò la scena, e scrutò attentamente il volto da vicino della sua donna. Era così triste, mai l'aveva vista in quello stato. Però era davvero bella anche con i capelli raccolti in quel modo e quei vestiti violacei che le donavano particolarmente.

- Il giorno dopo avresti dovuto lottare contro una minaccia... molto più potente di te. Cell. E Chichi sa che non farai più ritorno, che la abbandonerai... ancora.
- L'ho davvero abbandonata? Ma com'è possibile?!

Goku seguì Chichi e la ritrovò abbracciare un ragazzino biondo dagli occhi celesti. Goku sentì un sussulto al cuore, e incredulo, sorrise istintivamente. Quel bambino gli assomigliava così tanto... sembrava lui, da piccolo.

- Quello è Gohan, vostro figlio.
- Nostro figlio? Quindi... se Chichi non fosse morta... avremmo dato alla luce Gohan, quel bambino?
- Probabilmente sì.

Goku era incredulo, quante cose stava scoprendo sulla sua vera realtà. Notò che Gohan, il bambino, aveva ceduto alla madre la sua Nuvola Speedy e Goku, era pronto a seguirla. Ma che cosa aveva in mente Chichi? Qual era il suo segreto? Prontamente, restando alla sua velocità, volò accanto a lei, e s’immerse in quei suoi dannati occhi cenere. Erano bellissimi ma tristi, vuoti, dispiaciuti. Stava per fare qualcosa di brutto, non era così stupido da non capirlo. Guardò sotto di lui e si ritrovò in quell’isoletta così conosciuta, quella del Genio. Chichi saltò giù dalla soffice nuvoletta d’orata e Goku la attese sulla spiaggia, ansioso di scoprire qual era il folle piano che Chichi stava attuando in quell’istante. Dopo qualche minuto la vide cascare giù dalla finestra con in mano le sfere del Drago. Era inaudito, quei due erano così simili. Avevano compiuto lo stesso gesto disperato, senza nemmeno rendersene conto.
La vide evocare Shenron con le lacrime agli occhi, sotto lo sguardo incredulo di Crilin e Genio. Sentì le sue parole cariche di rancore sovrastare l’aria. Quanto avrebbe voluto fermarla da quell’atto… ma lui era lì. Completamente inerme. Doveva solo guardare, commentare, ma restando nel più completo silenzio. “Desidero tornare indietro nel tempo, alla mattinata del 23° Torneo Tenkaichi. Voglio rivestire i panni della me stessa di diciott'anni.” Aveva detto queste esatte parole. Si sentì morire. Come aveva fatto a indurla a fare quella pazzia? Era davvero così spregevole?

- Non riversarti delle colpe. E’ stata una sua scelta.
- Ma io sono un mostro, io le ho fatto del male…
- Preparati alla scena finale.

Un lampo di luce cadde sull’isola e Goku istintivamente chiuse gli occhi scuri, sentendo un completo brusio di sottofondo. Urla, grida, e quell’atmosfera che gli piaceva tanto: l’aveva già vissuta molto tempo fa. Aprì gli occhi e si ritrovò sul ring del 23° Torneo Tenkaichi. Guardò alla sua destra: una Chichi molto più giovane, che in realtà ospitava dentro di lei, lo spirito di quella Chichi triste e malinconica.

- Fu grazie a questo Torneo… voi vi sareste dovuti fidanzare qui.
- Qui?!
- La donna è tornata qui apposta. In modo tale da non fidanzarsi con te. E’ semplice…

Goku scrutò attentamente Chichi nei panni di una diciottenne: era ancora splendida. Era sempre splendida, dannazione. Come aveva fatto l’altro Goku a lasciarsela scappare? L’altro sé, il Goku diciannovenne la guardava stralunato. Goku sorriso malinconico. Era ancora un bambino a diciannove anni, eppure nove mesi dopo sarebbe già diventato padre di Hope.
Ma non doveva pensare a Hope. Non doveva, perché gli sarebbe solo distrutto il cuore. Sentì le parole che sapeva già, quasi fossero scolpite nel suo cervello: Chichi gli aveva detto di odiarlo e poi, così com’era venuta, se n’era andata dal ring.

- E’ da quei che il tuo universo si è creato…
- Io la devo fermare… devo convincerla a non tornare indietro nel tempo…

I due Goku, il più giovane e il più anziano la guardarono scendere dal campo di battaglia con lo stesso e identico sguardo: imbambolato, devastato. Goku vide momentaneamente il buio davanti a sé e poi la voce del Drago gli risuonò roca nelle orecchie.

- Puoi tornare indietro… rimedia ai tuoi errori… Il mezzo ce l’hai, segui il tuo cuore…

Goku annuì e poi, senza nemmeno rendersene conto, era di nuovo nella stanza del Genio delle Tartarughe. Ora sapeva cosa fare, sapeva a che cosa rinunciare. Per Chichi avrebbe fatto di tutto, anche morire, se necessario.
E ironico dire che quella fu l’unica strada da prendere pur di far tornare tutto alla normalità.


---
Bonjour. PENULTIMO CAPITOLO, FUUUCK YEAH.
Allora, Goku si è reso conto della verità, sì. E si sente colpevole. E ha i sensi di colpa. Chi non li avrebbe?!
Beh, spero vi siate gustati tutti voi questo penultimo capitolo, e grazie mille per le recensioni precedenti. Questa è l'ultima volta che vi potrò ringraziare pubblicamente, credo (?)
Shipperò per sempre la Goku/Chichi, ma sono aperta a nuovi orrizzonti. E ne ho dato prova (ricredo) con una nuova storia che ho pubblicato ieri.
Se vi va, l'ho pubblicata, come una shot, che per protagonista ha un pairing piuttosto non comune qui, su EFP. Ma proprio perché mi piacciono le sfide ho deciso di scriverla. Se vi va, commentatela <3
Eccola qui.  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1004289&i=1
Bene, bene, bene. Me ne vado, grazie mille ancora a tutti e per il vostro supporto.. non avete idea di quanto mi avete fatta felice :) <3
Baci,
gm19961

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Capitolo 12
*** He will not come back anymore, isn't he? ***


 
Capitolo finale: He will not come back anymore, isn't he?

 

Goku tornò di fretta alla Capsule Corporation con in mano le sfere del Drago che potevano essere nuovamente riutilizzate. Qualcosa di brutto stava per accadere, e non si riferiva ai Cyborg che ben presto avrebbero sterminato la città, ma si riferiva alla sua distruzione. Alla distruzione del suo cuore. Aveva preso la sua nobile decisione: far tornare tutto alla normalità, quella normalità che il nuovo Goku avrebbe dovuto costruire. Perché il Goku che aveva fatto soffrire Chichi, era solo un'idiota che non aveva capito nulla. Che anteponeva sua moglie e la sua famiglia al mondo. E lui non avrebbe permesso a nessuno, nemmeno al suo sosia, di far soffrire la sua donna.
Rientrò affranto nel salotto di casa, e ad accoglierlo fu Hope, che con gli occhi celesti come il cielo limpido dopo una tempesta, stava bruciando il suo viso con le lacrime di disperazione. Goku la prese tra le braccia e la strinse forte a sé. Sentì il profumo dei capelli della sua bambina e la cullò disperato. Ma non poteva farsi veder triste davanti a lei, non alla sua Speranza. No, lui doveva restare lì e sorridere. La cullò un po' e poi, con un sorrisetto tirato, le asciugò le lacrime e le fece l'occhiolino. Quella bambina era una delizia, ed era sua, completamente sua. Nessuno mai avrebbe potuto amare Hope come aveva fatto lui. Bulma guardava rattristita la scena tra padre e figlia, e si passò una mano fra i capelli: gli occhi si Bulma erano completamente struccati, tanto che le lacrime per Chichi erano scese giù per il suo bel viso. Goku si avvicinò alla moglie, le baciò la fronte e stringendola a sé, le sussurrò delle parole dolci.
 
- Mi dispiace solo che tra me e te non abbia funzionato. Ma ti voglio comunque bene, come una sorella, Bulma. Non scordartelo.
 
La turchina annuì e si strinse al petto di Goku, che era pur sempre il suo miglior amico. Vegeta con le braccia conserte, guardava adirato la scena, ma era cosciente che qualcosa di terribile sarebbe successo. Sì, ma cosa? Che cos'era quella strana sensazione che stava alleggiando nell'aria? Quel 10 Maggio che cosa rappresentava per loro?
L'inizio o la fine?
Jupiter era seduto sulla poltrona, e stava sfogliando un giornale, taciturno, con gli occhi rossi e gonfi. Aveva capito che Chichi era morta, e il suo papà non sarebbe più tornato. Era solo, ora. A Goku l'espressione addolorata di Jupiter ricordò vagamente quella del piccolo saiyan biondo che aveva incontrato prima. Gohan e Jupiter avevano molte caratteristiche in comune. Tra cui, la stessa madre, che con le sue stesse mani aveva fatto scappare.
 
- Mi dispiace Hope. Mi dispiace Jupiter. Ma io devo andare.
 
Loro non capirono. E Hope non volle lasciarlo andare. Corse verso di lui, e con il suo fiocco rosso tra i capelli turchesi, abbracciò nuovamente il papà tanto adorato.
 
- Dove devi andare, papà?
- Via. Lontano. Ma tornerò, te lo prometto, Hope.
- Ma che stai farneticando, Kakaroth? Dicci qual è il tuo stupido piano.
- No, Vegeta. E' una cosa che devo fare da solo. 
 
Bulma accarezzò la testolina di Hope e con l'altra prese il polso di Goku, guardandolo negli occhi tristemente, ma allo stesso tempo, adirata. L'idea del tradimento non le era ancora andata giù del tutto, ma non era il momento di fare i sentimentali. Era una situazione disperata.
 
- Non ho idea di cosa tu abbia in mente. Ma se è per uscire da questa situazione, fallo. Anche a costo della vita, Son Goku.
- Ce la farò, Bulma.
 
Goku annuì e baciò la guancia di Hope, sorridendo amaramente. Riguardò quel paesaggio e poi, con il cuore in gola, uscì dalla porta, portandosi nel cuore l'immagine di sua figlia e di Jupiter. Gli unici che ci avrebbero davvero rimesso. Glu unici che erano nati per mano di un destino sbagliato. Gli unici che avrebbero davvero pagato per questo errore voluto dal cuore. Ma non poteva restare, doveva tornare indietro, prima che fosse realmente troppo tardi.
 
- No papà!
 
Hope urlò ma Bulma la prese per le spalle, conscia che Goku doveva avere una ragione più che valida per fare quello che stava facendo. Lo vide andarsene per sempre, e il suo cuore si spezzò definitivamente. L'ultima volta in cui rivide il suo papà. L'ultima volta in cui Hope e Jupiter avrebbero potuto vivere.
Goku dispose nuovamente le sfere del Drago nel giardino ed evocò nuovamente Shenron, che non sorpreso della sua nuova evocazione, fece la solita quanto inutile domanda.
 
- Qual è il vostro desiderio? Io lo esaudirò.
- Shenron, ti prego, riportami da Chichi. Quel giorno in cui era seduta sul quel masso, prima che compiesse quell'errore.
- Ti dirò le stesse parole che ho detto a lei, quel giorno di dieci anni fa: Preparati, perché non potrai più tornare indietro. Nelcaso tu cambiassi l'ordine naturale delle cose, tu perderai la memoria e quest’universo smetterebbe d'esistere.
 
Goku annuì e vide la porta aperta della Capsule Corporation. Hope corse di fuori e si lanciò verso la figura del padre, che la accolse subito tra le braccia. Le stampò un bacio sulla nuca.
 
- Perdonami, Hope. Non meritavi tutto questo.
- Papà, non andartene!
 
Un'esplosione. La figura di Goku diventò ben presto più trasparente, e Hope cercò di fermarla invano. La bimba cadde a terra, non c’era più nessuno ad ospitarla tra le braccia. Iniziò a piangere, a urlare: Bulma non l’aveva mai vista così. E ormai era troppo tardi, Goku non c'era più. Gridò con tutto il fiato che aveva in gola. Lui non sarebbe più tornato, se lo sentiva. Senza suo padre, il mondo le sarebbe crollato addosso.
 
-Hope, non piangere.
 
Un bambino aveva parlato. Quel bambino che tanto adorava, che neanche un’ora prima aveva perso, esattamente coe lei, una parte della sua famiglia. Avevano entrambi gli occhi stanchi, addolorati. Jupiter si accasciò al suolo con lei e l’abbracciò, cercando di darle un minimo di conforto. Ma Hope era troppo demoralizzata, non era forte come Jupiter: lei non si tratteneva alle emozioni, scatenava la sua ira quando c’era qualcosa che non andava: era forte, orgogliosa, impulsiva. Era la copia esatta di Bulma, ma con del sangue di saiyan nelle vene.
 
-Senti, ragazzina. Forse non lo sai, ma anche io ho perso tutto. Ho perso tutto per colpa di uno sbaglio, uno stupido e schifoso sbaglio. Ma tu… non devi piangere per questa sciocchezza. Quell’idiota di Kakaroth tornerà, e io lo so.
 
Bulma deglutì e senza dire nulla annuì: conosceva Goku. Non li avrebbe abbandonati così, alla sorte. Sfiorò la spalla di Vegeta e sospirò lentamente. Sì, il suo migliore amico sarebbe tornato.
 
La bambina scosse la testa e con un sorriso amaro in viso, cercò rifugio tra le candide braccia della madre. No che non sarebbe tornato. Le aveva detto addio. Glielo aveva detto chiaramente. Erano solo delle illusioni. E di sicuro, non s’aspettava che il finale della storia fosse così amaro.
 
- Mamma lui non tornerà più, vero?
 

***

 
Goku aprì gli occhi e si ritrovò nuovamente in quella radura verde, buia. Era sera, ma lui non era invisibile. A passo lento raggiunse Chichi, appoggiandole le mani sulle spalle. La sentì tremare sotto i palmi delle sue forti mani. 
 
- Vai via.
 
Disse lei, acidamente, non voltandosi verso di lui. Goku roteò gli occhi e camminò davanti al masso sul quale era seduta, rannicchiata come una bambina piccola. Le prese il viso tra le mani, e notò che il suo viso era meno teso, più dolce. Le era bastato un così semplice contatto per essere felice?
 
- No che non me ne vado. Chichi, ascoltami attentamente.
- Per dirmi cosa? Che domani con l’incontro con Cell non farai più ritorno? No grazie, vattene se me lo devi dire, Goku.
 
Goku scosse la testa e ancora con le mani sulle guance di Chichi, si avvicinò a lei e stampò un bacio sulle labbra, carico di tutti quei sentimenti che non avrebbe mai più riavuto indietro.
 
- Chichi, lo so che non ci crederai. Ma io non sono tuo marito. Io provengo da un futuro in cui, per colpa di uno stupido errore,io e te non saremmo mai potuti stare insieme. E per colpa nostra, i nostri figli scompariranno. Anch’io scomparirò tra poco. Ma non devi odiare Goku. Lo so che ti ha fatto soffrire. Ma sappi che dopotutto io sono lui. E che lui… ti ama con tutto se stesso. Esattamente come ti amo io.
 
Chichi scosse la testa confusa e scese dal masso, abbracciandolo forte. Non aveva idea di quello che le stesse dicendo, ma le sue parole non potevano essere più vere. Lui l’aveva fatta soffrire, sì, e lei aveva già pensato di farla finita cambiando la sua sorte. Stava per caso parlando con la sua coscienza?
 
- Chichi. Io sono la conseguenza dell’azione che avevi in progetto di fare stasera. Tu… tu morirai. Tuo figlio non sarà più se stesso, io sarò sposato con Bulma e avrò una figlia che adesso, in questo instante mi rivuole indietro. Ma io sono tornato qui per fermarti, per dirti che non ho mai amato nessuno come ho amato te. E che Goku, tuo marito, forse è troppo preso dal salvare la terra, sicuro. Ma ti ama. Ti ama tanto. Devi credermi…
 
Chichi ridacchiò e mise una mano sulla fronte del suo saiyan. Aveva per caso la febbre? Perché stava dicendo tutte quelle… cose? Quelle cose che sembravano essere delle vere e amare verità.
 
- Chichi, girati.
 
Le disse Goku, incitandola a voltarsi. Dalla finestra si poteva scorgere suo marito, Goku, dormire sul divano con un’espressione beata in viso. Chichi sgranò gli occhi e si voltò con stupore, toccando il viso del Goku che aveva davanti.
 
- Tu… ma come..?
- Chichi, vai da lui. Ti ama più di qualsiasi altra cosa.
- Ne sei sicuro?
- Sono io, dopotutto. So cosa mi passa per la testa. Magari ti avrò abbandonato spesso, ma in un’altra vita, in questo caso la mia vita, saresti solo la cosa più bella che mi sia mai capitata. Non scordartelo amore mio.
 
Chichi scoppiò in lacrime e si rifugiò tra le braccia di Goku, piangendo, pentendosi di aver fatto quei pensieri così stupidi, e che avrebbe perfino avuto il coraggio di compiere. Come aveva fatto a essere così egoista? Come? 
 
- E ora cosa ti succederà, Goku?
 
Chiese Chichi prendendogli il volto tra le mani, preoccupata come non mai. Non si era mai sentita così triste, così conscia di aver spezzato delle vite a causa sua. Si sentiva in debito con questo Goku, con il Goku che le aveva chiaramente aperto gli occhi. 
 
- Lo sai già.
 
Goku sorrise e le prese il mento delicatamente, stampandole un altro bacio. L’ultimo in questo caso. La sua forma, la sua figura, i suoi occhi si fecero sempre più trasparenti. Chichi capì che era tutto cambiato, che il Goku che aveva davanti aveva sacrificato la sua vita, la sua famiglia e tutto per lei. La amava, sì. Come aveva fatto a dubitarne? Era davvero arrivata a fare una cosa simile? Adesso, guardando quella scena, si pentì di aver fatto davvero una cosa del genere. 
 
- Addio, Chichi. 
- Addio, amore mio.
 
Goku le fece l’occhiolino e la sua figura scomparve, lasciando spazio alla sua solitudine e un venticello leggerissimo, che le scompigliò la sua pettinatura corvina. Si voltò e corse verso casa, spalancando la porta con vigore gettandosi di peso sul suo saiyan, che ancora con quei bei capelli biondi, stava beatamente riposando sul divano verdognolo del salotto. Sdraiata sopra di lui lo risvegliò con dei pizzicotti in viso.
 
- Eh? Oh! Che cosa c’è, cara?
- Scusami. Scusami per tutto. 
- Ma di che parli?
 
Chiese Goku ridendo e attorcigliando con un dito una ciocca di capelli della moglie. Chichi arrossì, e sorridente, sprofondò nel suo petto, lasciandosi cullare dalle carezze di Goku.
 
- Nulla, Goku.
- Sicura?
- Sì…
 
Goku prese il viso della moglie tra le mani, e arrossì vistosamente in viso. Quella sua Chichi, quella donna che aveva amato, l’avrebbe rivista per l’ultima volta. Ma non gli importava più di tanto, perché al contrario di quanto lei pensava, Goku l’avrebbe sempre portata nel cuore. L’avrebbe amata con tutto se stesso anche da lontano. Perché la amava, anche se spesso non glielo dimostrava.  
 
- Chichi, sai, io provo un sentimento strano in questo momento…
 
La brunetta gli accarezzò il viso e sorrise serena. Era come se quella scena l’avesse già vissuta da qualche parte…
 
- Mi ami, non è così?
 
Goku chiuse gli occhi e dopo un attimo di esitazione, premette le sue labbra contro quelle della donna, per poi staccarsi subito dopo.
 
- … Da morire.

 

*

 

“ Ti avevo promesso che sarei tornato...”
 
Una voce dolce e forte squarciò il silenzio del nuovo mondo della bambina dagli occhi cerulei. Scosse la testa a destra  e a sinistra: ma nulla sembrava esistere, solo una massa di spazio bianco, quasi inesistente se ci pensava bene. I capelli turchesi appiccicati alla fronte bagnata dal sudore peggiorava solo la situazione. Non capiva dove era, perché era sola. Dove era la sua mamma? Un attimo prima era a pregare prima dell'arrivo dei cyborg e poi, un bagliore, le oscurò la vista, cercando di uscire da quel limbo in cui sembrava essere cascata.
 
“.. Papà?”
“ Te lo avevo promesso. Ora staremo insieme per sempre.”
 
La bimba con le lacrime agli occhi vide in lontananza, in quella distesa e ammassata luce bianca, un puntino arancione, così sperato, così amato: si alzò da quel pavimento e corse verso di lui, protendendo le braccia verso l'orizzonte. E poi, a qualche metro di distanza, si lanciò, certa che lui sarebbe stato lì a prenderla. E così fece. L'uomo dai capelli disordinati la prese in braccio e raccolse le sue lacrime con la mano destra. Le baciò la nuca e la strinse con una presa forte quanto delicata.
 
“ Nessuno ci separerà più.”
 
Hope sorrise e si sfregò il viso con il braccio. Padre e figlia si guardarono, e le due figure piano piano scomparvero, lasciando nel limbo solo lo spazio bianco luccicante. Mai si riuscì a trovare un amore più potente del loro.
 
… E ci sarebbe da raccontare cosa successe dopo quel fatidico incontro, ma questa, come si suol dire, è un'altra storia!


 

 

 

–--

THE END.
Non so come ringraziarvi, davvero.
Ora è finita, la mia prima storia su Dragon Ball, cavolo, e chi se l’aspettava che a qualcuno fosse entrata nel cuore così facilmente?
Io no di certo.
Ringrazio solamente … tutti.
 I lettori.
I miei fidati recensori.
La persona che mi ha incitato a pubblicare questa storia.
E tanti altri. Grazie di cuore, davvero. <3
Baci,
gm19961

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